XII^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 43
SEDUTA
Di VENERdì 26 luglio 2024
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 14.59
Fine lavori h. 20.10
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 14.59
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del
verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha
facoltà.
Presidente, buongiorno, grazie.
Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno
della mozione numero 92/12^ sul problema della carenza di un farmaco salvavita
per i pazienti talassemici.
Votiamo per l'inserimento della mozione del collega Laghi. La mozione è
inserita.
LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)
Grazie.
Avviamo i lavori con la proposta di
provvedimento amministrativo numero 169/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la
Protezione dell'Ambiente della Calabria”.
Se siete d'accordo, relazioniamo in maniera
unificata sui primi tre punti e facciamo una discussione unica perché sono
tutti provvedimenti di bilancio.?
Cedo la parola al consigliere Crinò per
illustrare i primi tre provvedimenti.
Presidente, grazie.
La proposta di provvedimento amministrativo
numero 169/12^, posta all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata
a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del
15 luglio scorso.
La proposta di provvedimento amministrativo in
oggetto riguarda il Rendiconto generale esercizio finanziario 2023 dell'Agenzia
Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria.
Durante i lavori della Commissione abbiamo
audito il Commissario straordinario dell'Ente, professor Michelangelo Iannone,
il dirigente del Servizio contabilità e gestione del bilancio dell'Agenzia,
dottor Gaetano Vigliatore, e il dirigente di settore del Dipartimento economia
e finanze, dottor Luca Buccafurri.
Il dirigente generale del Dipartimento
territorio e tutela dell'ambiente, ingegner Siviglia, altresì, trasmesso una
nota che richiama l'istruttoria allegata al provvedimento.
Il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento territorio e
tutela dell'ambiente, del Dipartimento economia e finanze, del parere del
Revisore unico dei conti dell'Agenzia e del parere del Comitato regionale di
indirizzo ARPACal.
Il Revisore unico dei conti evidenzia che il
risultato di amministrazione presenta un accantonamento per Fondo rischi
contenzioso, non determinato però secondo le modalità previste dal principio
applicato alla contabilità finanziaria; ad avviso dell'Organo di controllo le
suddette quote accantonate non risultano congrue per la mancanza di una
relazione sullo stato del contenzioso in essere. Talché, il Revisore invita il
responsabile dell'Ufficio contenzioso dell'Ente ad effettuare una relazione sul
debito potenziale derivante dal contenzioso. L'Organo di controllo, altresì, ha
osservato la rilevante consistenza media di cassa e il consistente volume dei
residui passivi: questo fa emergere un indice di mediocre capacità di spesa,
con un conseguente profilo di rallentamento della realizzazione dei programmi e
della difficoltà di raggiungere gli obiettivi di grande importanza che la legge
istitutiva affida all'ARPACal. Il Revisore unico dei conti, con verbale del 23
aprile 2024, nell'esprimere parere favorevole all'approvazione del rendiconto
dell'ARPACal riferito all'esercizio finanziario 2023, con i relativi allegati,
ed al Bilancio economico-patrimoniale, raccomanda agli organi di vertice:
- di prendere atto delle carenze rilevate allo
scopo di adottare le necessarie contromisure per consentire all'Agenzia di
potenziare le funzioni ad essa riservate per legge;
- di provvedere con opportuna tempestività
all'adozione dei regolamenti di contabilità e per la gestione del patrimonio;
- di reperire risorse finanziarie adeguate per
lo sviluppo potenziale dei servizi dell'Agenzia. Il Comitato di indirizzo, con
verbale del 6 giugno 2024, ha espresso parere favorevole per l'approvazione del
Rendiconto di gestione relativo all'esercizio finanziario 2023.
Il Dipartimento territorio e tutela
dell'ambiente, nell'istruttoria di competenza, evidenzia che l'Agenzia ha
approvato per l'esercizio finanziario 2023 il prospetto contenente le misure di
contenimento delle spese di cui all'articolo 6, legge regionale numero 43 del
2016. Dal raffronto delle spese effettuate nell'esercizio 2023 rispetto a
quelle sostenute nell'esercizio di riferimento indicato nella normativa
vigente, sulle misure di contenimento della spesa, emerge il rispetto dei
limiti previsti.
Il Dipartimento vigilante, altresì, condivide
il rilievo formulato dal Revisore unico dei conti circa l'eccessivo aumento del
volume dei residui passivi, che costituisce un indice di limitata capacità di
spesa e di rallentamento nella realizzazione dei programmi e obiettivi,
auspicando, al contempo, una maggiore attenzione da parte dell'attuale management aziendale rispetto a questa
situazione.
Il Dipartimento, a conclusione
dell’istruttoria, esprime parere favorevole al Rendiconto di gestione per
l'esercizio finanziario 2023.
Il Dipartimento economia e finanze rileva che,
sulla base di apposite verifiche, sembrerebbe sussistere la formale correttezza
nella procedura del riaccertamento ordinario dei residui nonché nella
quantificazione del valore complessivo del Fondo pluriennale vincolato e, di
conseguenza, nella determinazione del risultato di amministrazione
dell'esercizio 2023. Relativamente alla quota disponibile del risultato di
amministrazione, il Dipartimento ha verificato se le parti accantonate e
vincolate sono formalmente corrette. A seguito delle verifiche effettuate, il
Fondo crediti dubbia esigibilità da accantonare nel Rendiconto 2023
presenterebbe un valore pari a 243.347,97 euro coincidente al relativo
accantonamento effettuato dall'Ente; l'accantonamento al Fondo contenzioso è
stato incrementato rispetto all'anno precedente e, come pure osservato dal
Revisore unico dei conti, sarebbe necessario acquisire una relazione sul debito
potenziale derivante dal contenzioso in essere.
Per quanto concerne la quota vincolata del
risultato di amministrazione, nello specifico rispetto all'importo vincolato di
cui alla voce “Vincoli derivanti dai trasferimenti”, il Dipartimento prende
atto della rideterminazione dello stesso per come spiegato nella relazione
sulla gestione 2023, rilevando che, per come attestato dall'Ente, l'importo di
cui trattasi sarebbe originato da risorse destinate alla realizzazione di
specifici progetti o programmi di spesa rispetto ai quali l'Ente non ha
provveduto ad impegnare, o lo ha fatto solo in parte, i corrispondenti
stanziamenti di spesa. Dunque, il Dipartimento raccomanda nuovamente all'Ente
di prevedere, attraverso un'attenta attività di programmazione, gli impegni di
spesa collegati ai corrispondenti accertamenti di entrata, con imputazione agli
stessi esercizi in cui è prevista la realizzazione delle varie fasi degli
interventi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3, inerente le modalità
di registrazione delle spese di investimento, al fine di garantire la corretta
applicazione del principio contabile applicato concernente la contabilità
finanziaria di cui al decreto legislativo numero 118/2011.
Il Dipartimento, a conclusione
dell'istruttoria, rileva che:
- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31/12/2023, per come risultante dal conto del bilancio, e il
corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
- sussiste la continuità tra i residui finali
dell'esercizio 2022 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2023;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;
- sussiste corrispondenza tra i valori a
residuo e quelli riportati nello stato patrimoniale, posto che è stata
verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra
residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenze e costi e tra accertamenti e
ricavi;
- sussiste la quadratura tra il saldo di
tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel
corso dell'esercizio 2023, e il valore registrato alla voce “Disponibilità
liquide” dell'attivo dello Stato patrimoniale;
- risulta formalmente corretta la
determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di
amministrazione al 31/12/2023.
Il Dipartimento economia e finanze, infine,
eseguite le verifiche, ritiene possibile procedere, da parte della Giunta
regionale, alla trasmissione del Rendiconto relativo all'esercizio 2023
dell'ARPACal al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 7, della
legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Proseguo con la relazione sulla proposta
provvedimento amministrativo numero 170/12^ dodicesima “Rendiconto esercizio
2020 dell'Azienda Calabria Verde.
La proposta di provvedimento, posta oggi
all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei
presenti della seconda Commissione bilancio nella seduta del 15 luglio scorso.
La proposta è relativa al Rendiconto relativo
all'esercizio finanziario 2020 dell'Azienda Calabria Verde.
Alla seduta di Commissione hanno partecipato il
direttore generale dell'Azienda, dottor Giuseppe Oliva, e il dirigente di
settore del Dipartimento economia e finanze, il dottor Luca Buccafurri.
Il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, del verbale del Revisore unico dei conti, delle relazioni
istruttorie dell'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione e del
Dipartimento economia e finanze.
Il Revisore unico dei conti rileva che il
risultato di amministrazione 2020, a seguito degli accantonamenti delle quote
vincolate, si determina in un disavanzo da ripianare nel bilancio di previsione
del successivo esercizio di euro 38.945.328,73.
Il Revisore con verbale del 8 maggio 2024
attesta l'attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, la
congruità del Fondo di crediti di dubbia esigibilità nonché l'attendibilità dei
risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della
competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti
positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto
dei dati rilevati.
L'Organo di controllo, nell'esprimere giudizio
positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2020,
raccomanda all'Ente la prosecuzione della fase di risanamento amministrativo,
mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023
da sottoporre alla relativa approvazione, anche al fine di coniugare i
risultati di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli
equilibri di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio
di previsione pluriennale 2024-2026.
L'UOA politiche della montagna, foreste e
forestazione, a seguito delle verifiche effettuate sulle risultanze della
gestione dell'Azienda per l'esercizio 2020, attesta la coerenza tra gli impegni
assunti dall'Ente e le risorse assegnate con il Piano attuativo della
forestazione per l'anno 2020, nonché la perfetta corrispondenza tra le
risultanze di cassa di cui al rendiconto in oggetto e quanto riportato nel
conto del tesoriere per l'esercizio 2020.
A conclusione dell'istruttoria, l'UOA politiche
della montagna, foreste e forestazione, esprime parere favorevole al Rendiconto
esercizio 2020, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di
rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque
contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di
euro 38.945.328,73 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei
termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in
particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere con
atto successivo all’applicazione delle dovute sanzioni in relazione ai limiti
di spesa non rispettati.
Il Dipartimento economia e finanze,
nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la
formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui
nonché della determinazione sia del Fondo pluriennale vincolato sia del
risultato di amministrazione dell'esercizio 2020. Il Dipartimento, altresì,
rileva la forte difficoltà da parte dell'Ente nella riscossione dei canoni per
concessioni pluriennali inerenti alla gestione dei boschi e terreni di
proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione
di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni
pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016; ciò ha comportato un
progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo crediti di dubbia
esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'Azienda, al fine di
salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l’insorgere di
possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività necessarie atte
a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito,
stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi
relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per
concessioni pluriennali.
La quota disponibile del risultato di
amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un
importo negativo pari ad euro 38.945.328,73, che consequenzialmente determina
un disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'articolo 42, comma 1, del decreto
legislativo numero 118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di
previsione. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda all'Ente, ma
anche all'UOA forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza di Azienda
Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti, relativi agli
esercizi 2021, 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed approvazione
del bilancio di previsione 2024-2026, al fine di consentire una programmazione
strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio
e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del
disavanzo.
A conclusione dell'attività istruttoria, il
Dipartimento economia e finanze rileva che:
- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31/12/2020, per come risultante dal conto del bilancio, e il
corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
- sussiste la continuità tra i residui finali
dell'esercizio 2019, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2020;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;
- sussiste corrispondenza tra i valori a
residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata
verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali-crediti e tra residui
passivi finali-debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi;
- sussiste la quadratura tra il saldo di
tesoreria e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell'attivo
dello Stato patrimoniale;
- risulta formalmente corretta la
determinazione del risultato di amministrazione al 31/12/2020.
Il Dipartimento economia e finanze, chiarito
che con apposito provvedimento provvederà alla riduzione dei trasferimenti a
carico del bilancio regionale per l'Azienda Calabria Verde in ragione delle
eccedenze di spese riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di
studio, ricerca e consulenza, ritiene possibile procedere all'adozione da parte
della Giunta regionale del Rendiconto per l'esercizio 2020 dell'Azienda
Calabria Verde al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale.
Proseguo, infine, ad illustrare la relazione
sulla proposta di provvedimento amministrativo numero 171/12^ “Rendiconto
esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde”.
La proposta di provvedimento, posta oggi alla
approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti
dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 15 luglio scorso.
La proposta è relativa al Rendiconto relativo
all'esercizio finanziario 2021 dell'Azienda Calabria Verde.
Alla seduta di Commissione hanno partecipato il
direttore generale dell'Azienda, dottor Giuseppe Oliva, e il dirigente di
settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.
Il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, del verbale del Revisore unico dei conti, delle relazioni
istruttorie dell'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione e del
Dipartimento economia e finanze.
Il Revisori unico dei conti rileva che il
risultato di amministrazione 2021, a seguito degli accantonamenti e delle quote
vincolate, si determina in un disavanzo da ripianare nel bilancio di previsione
del successivo esercizio di euro 34.120.774,45.
Il Revisore, con verbale del 29 maggio 2024,
attesta l'attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, la
congruità del Fondo crediti di dubbia esigibilità nonché l'attendibilità dei
risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della
competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti
positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto
dei dati relativi.
L'Organo di controllo, nell'esprimere il
giudizio positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario
2021, raccomanda all'Ente la prosecuzione della fase di risanamento, mediante
la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023 da sottoporre
alla relativa approvazione, anche al fine di coniugare i risultati di gestione
delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di bilancio,
del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di previsione pluriennale
2024-2026.
L'UOA politiche della montagna, foreste e
forestazione, a seguito delle verifiche effettuate sulle risultanze di gestione
dell'Azienda per esercizio 2021, attesta la coerenza tra gli impegni assunti
dall'Ente e le risorse assegnate con il Piano attuativo della forestazione per
l'anno 2021, nonché la perfetta corrispondenza tra le risultanze di cassa di
cui al rendiconto in oggetto e quanto riportato nel conto del tesoriere per
l'esercizio 2021.
Relativamente alla verifica del rispetto delle
norme in materia di spending review,
è stato riscontrato il mancato rispetto dei relativi limiti di spesa con
riferimento agli incarichi di studio, ricerca e consulenza.
A conclusione dell'istruttoria, l’UOA politiche
della montagna, foreste e forestazione esprime parere favorevole al Rendiconto
esercizio 2021, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di
rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque
contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di
euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei
termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti e in
particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere con
atto successivo all'applicazione delle dovute sanzioni in relazione ai limiti
di spesa non rispettati.
Il Dipartimento economia e finanze,
nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la
formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui
nonché della determinazione sia del Fondo pluriennale vincolato sia del
risultato di amministrazione dell'esercizio 2021. Il Dipartimento, altresì,
rileva la forte difficoltà da parte dell’Ente nella riscossione dei canoni per
concessioni pluriennali inerenti alla gestione dei boschi e terreni di
proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione
di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni
pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016 e fino al 2018; ciò ha
comportato un progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo crediti
dubbia esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'Azienda, al fine di
salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l'insorgere di
possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività necessarie
atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di
credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei
proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni
per concessioni pluriennali.
La quota disponibile del risultato di
amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un
importo negativo pari ad euro 34.120.774,45 che conseguenzialmente determina un
disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'articolo 42, comma 1, del decreto
legislativo numero 118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di
previsione dell'Ente. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda
all'Ente, ma anche all'UOA forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza
di Azienda Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti,
relativi agli esercizi 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed
approvazione del bilancio di previsione 2024-2026, al fine di consentire una
programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli
equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un
cronoprogramma di ripiano del disavanzo.
A conclusione dell'attività istruttoria, il
Dipartimento economia e finanze rileva che:
- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31/12/2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il
corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
- sussiste la continuità tra i residui finali
dell'esercizio 2020, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette “partite di giro” per l'esercizio 2021.
Relativamente alla verifica del rispetto delle
norme in materia di spending review, è stato riscontrato il mancato rispetto
dei relativi limiti di spesa, con riferimento agli incarichi di studio, ricerca
e consulenza.
A conclusione dell'istruttoria, l'UOA Politiche
della Montagna, Foreste e Forestazione esprime parere favorevole al rendiconto
esercizio 2021, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di
rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque
contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di
euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei
termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in
particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere, con
atto successivo all'applicazione delle dovute sanzioni, in relazione ai limiti
di spesa non rispettati.
Il Dipartimento economia e finanze,
nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la
formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui,
nonché della determinazione sia del Fondo Pluriennale Vincolato sia del
risultato di amministrazione dell'esercizio 2021. Il Dipartimento, altresì,
rileva la forte difficoltà da parte dell'Ente nella riscossione dei canoni per
concessioni pluriennali inerenti alla gestione di boschi e terreni, di
proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione
di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni
pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016 e fino al 2018; ciò ha
comportato un progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo Crediti
di Dubbia Esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'azienda, al fine
di salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l'insorgere
di possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività
necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni
di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei
proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni
per concessione pluriennale.
La quota disponibile del risultato di
amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un
importo negativo pari ad euro 34.120.774,45, che conseguenzialmente determina
un disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'art. 42, comma 1 del D. lgs.
118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di previsione
dell'Ente. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda all'Ente, ma
anche al UOA Forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza di Azienda
Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti, relativi agli
esercizi 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed approvazione del
bilancio di previsione 2024/2026, al fine di consentire una programmazione
strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio
e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del
disavanzo. A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e
finanze rileva che:
- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31.12.2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il
corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
- sussiste la continuità tra i residui finali
dell'esercizio 2020, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette "partite di giro";
- sussiste corrispondenza tra i valori a
residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata
verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali-crediti e tra residui
passivi finali-debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi;
- sussiste la quadratura tra il saldo di
tesoreria e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide"
dell'attivo dello Stato patrimoniale;
- risulta formalmente corretta la
determinazione del risultato di amministrazione al 31.12.2021.
Il Dipartimento economia e finanze chiarito che
con apposito provvedimento provvederà alla riduzione dei trasferimenti a carico
del bilancio regionale per l'Azienda Calabria Verde in ragione delle eccedenze
di spesa riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio,
ricerca e consulenza, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della
Giunta regionale, del rendiconto per l'esercizio 2021 dell'Azienda Calabria
Verde al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale.
Ciò premesso, sottopongo all'aula l'esame della
proposta di provvedimento amministrativo. Grazie.
Grazie, collega Crinò.
Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Preliminarmente, vorrei fare gli auguri ai
nuovi Assessori e al Vicepresidente e dichiarare la disponibilità, come abbiamo
sempre fatto - poi lo dirà probabilmente il capogruppo a titolo personale - a
collaborare sempre guardando il merito dei provvedimenti, Però, è chiaro che in
questa Aula si è caratterizzata una, a mio avviso, positiva dialettica
democratica. Ho ascoltato alcune dichiarazioni e sinceramente sono un po’
perplesso, perché le nomine degli assessori le fa il Presidente della Giunta;
invece, ho letto che in alcune dichiarazioni sono stati ringraziati i
coordinatori di Partito. Sinceramente rispetto tutte le decisioni, però credo
che sia giusto sottolineare la prerogativa connessa alla funzione di Presidente
di Regione a cui ancora oggi, se non è cambiato lo Statuto, compete la nomina
degli assessori; non compete, invece, ai coordinatori politici dei Partiti.
Tuttavia, per chiarezza, perché la dialettica
in quest'Aula è molto positiva, vi auguro, buon lavoro: congratulazioni per la
nomina. Non mancherà da parte mia una proficua collaborazione nel merito che,
per me, sono quei provvedimenti concreti che contribuiscono a migliorare le
condizioni di vita e di lavoro dei cittadini calabresi.
Sui punti in esame intervengo brevemente e
velocemente. Nella Commissione competente abbiamo sviluppato una articolata,
proficua e anche, a tratti, molto aspra discussione nel merito dei rendiconti
sia per quanto riguarda Calabria Verde sia per quanto riguarda ARPACal che sono
due Enti che intrecciano la loro missione strategica e una serie di tematiche e
di problematiche fondamentali ed importanti per la nostra Regione: l'ambiente,
il territorio, l'assetto idrogeologico, la tutela del patrimonio boschivo e la
battaglia contro gli incendi boschivi. Tuttavia, l'approccio del governo
regionale sugli enti strumentali si reitera con un approccio più di natura
burocratica che di visione politica e lo dico perché, parlando per esempio
dell’ARPACal, il finanziamento, che, come sapete, dovrebbe essere dell'1% del
finanziamento previsto per sistema sanitario regionale, è molto al di sotto; il
finanziamento a questo importante Ente rimane lo stesso anche quando le somme
del sistema sanitario regionale aumentano. Cosa voglio dire? Se il sistema
regionale ha sempre lo stesso finanziamento – al momento c'è sempre lo stesso
finanziamento e la percentuale è al di sotto dell'1% - va beh, ma, se il
finanziamento del sistema regionale aumenta e addirittura la scelta politica -
questa sì, la contrasto, la contesto - del Governo è quella di abbassare
l'aliquota percentuale di assegnazione delle risorse per mantenere lo stesso
finanziamento, questa è una scelta politica sbagliata; anzi noi dovremmo
provare invece sull’ARPACal, che è un Ente strumentale fondamentale ed
importantissimo per le condizioni economiche, produttive e ambientali della
nostra regione, con una certa capacità di programmazione e di gradualità, ad
aumentare negli anni la percentuale di finanziamento per raggiungere
l’obiettivo importante dell’1 per cento che consentirebbe a questo Ente di
assolvere alla sua funzione importante.
La discussione è stata sviluppata nella
Commissione molto positivamente, anche, a tratti, con toni molto aspri. È vero
che l'organo di vigilanza esprime parere favorevole sulla regolarità contabile
dell'Ente - vero, ci mancherebbe pure - però dobbiamo con altrettanta
franchezza rilevare, proprio per poterli affrontare con la giusta attenzione,
con l'approccio adeguato, che nell'esprimere parere favorevole rileva, appunto,
la cospicua consistenza media di cassa e il grande volume dei residui passivi
che, rispetto all'inizio dell'anno, sono aumentati: al 1° gennaio 2023 erano
3.624.000,00 di euro e al 31 dicembre addirittura erano oltre 5 milioni. Questo
cosa significa? Significa che c'è una insufficiente capacità di spesa e allora
sarebbe giusto e utile che il Governo regionale approfondisse, ragionasse,
prestasse l'attenzione necessaria per capire perché c'è questa insufficiente
capacità di spesa: c'è una carenza di organico? Ci sono disguidi
amministrativi? Ci sono contenziosi abnormi? Bisogna prestare attenzione a
tutte queste problematiche, con un approccio importante, serio e responsabile.
È vero, come diceva il dottore Iannone, che si è preso atto dei rilievi, però
una programmazione va fatta cercando di superarli quei rilievi e, affrontando
le criticità, bisogna cercare di ripristinare un governo più ordinato, più
appropriato, per migliorare l'erogazione dei servizi che, a mio avviso, come
dicevo prima, in Calabria diventa un obiettivo strategico ed importante.
Lo stesso vale per Calabria Verde, per i
rendiconti di esercizio; ancora siamo al 2020 e al 2021 e si devono approvare
il 2022 e il 2023; probabilmente sono stati già approvati e non voglio
assolutamente mettere in discussione l'opera di importante risanamento che si
sta facendo di un Ente che è importante, ma che ha ereditato una serie di
competenze che erano delle comunità montane e dell'AFOR e che ha comportato in
eredità anche una quantità di debito enorme, esoso. Per l'amore di Dio, nessuno
vuole mettere in discussione questo, però per capire l'entità vera del
risanamento che si sta praticando - questo non lo dico io, lo dice il Revisore
unico - c'è bisogno di approvare gli altri due rendiconti che ancora mancano
all'appello, il 2022 e il 2023.
Lo dico All'assessore perché è molto attento.
Anche a lui formulo gli auguri per le nuove deleghe che gli sono state
assegnate: mi auguro, Assessore, che sia un riconoscimento di valorizzazione,
però, si deve un po’ guardare perché, quando un Assessore riceve troppe
deleghe, rischia di ingolfarsi e quindi non so se questa è una sua
valorizzazione oppure… perché il trasporto pubblico locale è una delega molto
pesante, molto difficile. Non le mancano certamente le capacità, ma accumulare
molte deleghe... io ho visto tanti Superman in questa Regione e poi, alla
prova, quando si hanno tante competenze e tante funzioni alla fine non sempre
si riesce ad assolvere nel migliore dei modi. Però le faccio gli auguri di buon
lavoro perché sarebbe positivo se riuscissimo ad affrontare questi temi.
Dicevo, assessore - e chiudo - che nessuno
vuole mettere in discussione l'opera di risanamento avviata - ci mancherebbe
pure - però, attenzione, si deve capire se questa è effettivamente avvenuta e
se ha una prospettiva di messa in sicurezza dell'Ente e la capacità di
conferirgli la strategicità dell’importante missione che deve svolgere in
Calabria.
Assessore, mi sono permesso di dire al
Presidente della Commissione che si è impegnato ad assumere questa
disponibilità, che sarebbe utile che, in occasione della discussione sul
bilancio di previsione pluriennale, in Commissione venisse anche l'assessore
alla forestazione, l'assessore Gallo, perché nella programmazione, rispetto ai
rendiconti approvati, lì si capirà se l'opera di risanamento è stata davvero
praticata. Lì si capirà soprattutto qual è l'anima e la visione strategica
della Regione su temi fondamentali ed importanti che sono quelli che
conosciamo: l'assetto idrogeologico, la battaglia contro gli incendi nella
nostra regione.
Su questo auspico, Assessore, la sua presenza
quando approveremo il bilancio di previsione, perché - lo dico con molta
franchezza, senza appartenenza politica - se su questi temi, sui cambiamenti
ambientali, climatici, sull'assetto idrogeologico, sulla valorizzazione del
patrimonio boschivo riusciremo a dare delle risposte utili e positive, potremmo
fare insieme delle cose molto importanti per i cittadini della nostra regione.
Grazie, Presidente.
Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire il
collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Interverrò esplicitamente sul primo punto,
quello riguardante l’ARPACal, non senza però prima aver rivolto un in bocca al
lupo e dato gli auguri al vicepresidente Pietropaolo; all'assessore Calabrese,
che ha assunto anche la delega sull'ambiente, che è assolutamente nodale e a me
di particolare interesse, all'assessore Gallo, che pure ha ampliato, come è
stato detto, le deleghe e, ovviamente, infine, ma non da ultime naturalmente,
alle 2 nuove assessori, la dottoressa Capponi e la dottoressa Caracciolo. Sono
certo che il lavoro di quest'Aula si gioverà di queste nuove deleghe e di
questi nuovi ingressi, quindi in bocca al lupo e buon lavoro.
Per quanto riguarda il primo punto su cui
vorrei concentrarmi, in relazione ai miei interessi e alla mia esperienza,
l'ARPACal è un'agenzia di particolare interesse. Ci sono dei punti complessivi
che riguardano il territorio nazionale. Le ARPA, cioè le Agenzie Regionali per
la Protezione Ambientale, sono delle agenzie nodali per il controllo
dell'inquinamento e, quindi, in ricaduta della salute delle popolazioni. Come
ISDE, Italia medici per l'ambiente, noi da sempre auspichiamo che le ARPA siano
in qualche modo rese autonome e che non siano soggette al controllo regionale
che, in qualche modo, potrebbe orientare alcune scelte, alcuni comportamenti;
però questo è un dato di fatto, su questo noi dobbiamo ragionare.
L’ARPACal, cioè l'ARPA Calabria, storicamente
ha vissuto un andamento ondulante, di non continua, accettata e accertata
credibilità di riferimento scientifico. Questa situazione obiettivamente sta
cambiando nell'ultimo periodo, con la presenza a capo dell'Agenzia del
professor Iannone che già, nel corso del periodo di sua competenza, ha dato
prova di essere capace di analizzare i punti critici dell'Agenzia, di proporre
delle soluzioni che a me sono sembrate adeguate, tanto che, anche in passato,
come farò questo pomeriggio, ho votato favorevolmente le proposte di legge e i
provvedimenti amministrativi che riguardano l'ARPACal.
La proposta di provvedimento amministrativo
attuale è anch'essa di interesse, oltre ad analizzare aspetti economici non
secondari, e fa riferimento, come già precedentemente segnalato, a una carenza
di personale che andrà comunque programmaticamente risolta, stante l'importanza
che un'agenzia come ARPACal ha nella vita della nostra regione. Mi piace anche
segnalare la tempestività della presentazione del documento, che anche in
questo caso non è storia comune; storicamente non si trova la puntualità che
per me è importante perché è indice di efficienza, di lavoro, è indice anche di
capacità di programmazione adeguate.
Per tutti questi motivi, senza entrare nel
merito delle singole questioni, sono convinto che l'ARPACal meriti il sostegno
del Consiglio e, spero, della Giunta regionale, per continuare a svolgere un
lavoro che per la sua natura è di straordinaria importanza sia per la salute
dei calabresi sia per la tutela dei determinanti ambientali di salute che
pesano percentualmente, cosa non nota a tutti, sulla nostra salute più
dell'accesso ai servizi sanitari. Grazie.
Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di
intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Anche io formulo i miei auguri ai due nuovi
assessori della Giunta ed esprimo naturalmente la soddisfazione nel rinnovo
degli assessori che hanno già lavorato nella Giunta, per la vicepresidenza
all'assessore Pietropaolo, per il potenziamento delle deleghe all'assessore
Gallo, all'assessore Varì, augurando buon lavoro naturalmente alle due donne
entrate nella Giunta. Sono sicura che la Giunta dimostrerà, così come ha fatto
in questi anni, capacità, competenza e professionalità.
Certo, consigliere Mammoliti, è sicuramente una
prerogativa del Presidente della Giunta regionale andare a scegliere lo staff
che dovrà insieme a lui produrre il lavoro che dovrà svolgere la Giunta, ma
sappiamo che ci troviamo comunque in una coalizione politica di centrodestra e
anche l'intervento - non abbiamo nessuna remora a sottolinearlo - dei
coordinatori regionali rientra nello svolgimento del proprio ruolo proprio
perché riconosciamo ai Partiti quel ruolo e quel peso che devono avere. Quindi,
considerato che oggi siamo maggioranza amministrativa della Regione Calabria,
che ben venga anche il contributo dei coordinatori regionali dei Partiti.
Intanto, esprimo soddisfazione per quanto
riguarda i bilanci che oggi andiamo ad approvare in questa seduta consiliare.
Facendo riferimento ad ARPACal, che è un ente a cui riconosciamo notevole
importanza per il ruolo che svolge per quanto riguarda gli aspetti ambientali,
ritengo che sia forse l'unica agenzia che approva il bilancio nei termini di
legge.
Questo, da un punto di vista amministrativo,
ritengo che sia un dato che non va assolutamente sottovalutato, come anche i
dati positivi che abbiamo registrato per quanto riguarda, ad esempio, i
laboratori mobili, le attività giudiziarie che sono state portate avanti
attraverso l’intensificazione notevole dei controlli, passati da 30 a 100; per
non parlare poi della sensibilità che sta dimostrando il presidente Occhiuto
proprio in tema ambientale, ma anche in tema di salvaguardia del nostro
territorio anche per quanto riguarda gli incendi. Vorrei sottolineare l'Accordo
quadro siglato dalla Giunta regionale, dal Presidente, con l'Agenzia spaziale
italiana, grazie al quale usufruiremo di applicazioni nel campo
dell'osservazione della Terra che saranno impiegate ai fini del monitoraggio
ambientale, marino e forestale e a tutela, naturalmente, del patrimonio
agroalimentare e culturale.
Questo ha rappresentato, ritengo, un momento
importante per la Regione Calabria, proprio per quanto riguarda la prevenzione,
il monitoraggio dei disastri ambientali e, soprattutto, per quanto riguarda i
cambiamenti climatici, a dimostrazione che qui c'è un Presidente di una Giunta
regionale che sta dimostrando - ne stanno parlando anche le TV nazionali - la
sua azione rispetto alla conservazione, alla difesa e alla prevenzione del
nostro territorio da un punto di vista ambientale. Grazie.
Grazie. Passiamo alla votazione dei singoli
provvedimenti.
Proposta di provvedimento amministrativo
169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto 2023
dell'ARPACal”.
Pongo in votazione il provvedimento. Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Proposta di provvedimento amministrativo
170/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio
2020 dell'Azienda Calabria Verde”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Proposta di provvedimento amministrativo
171/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio
2021 dell'Azienda Calabria Verde”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto 4, la proposta di
provvedimento amministrativo numero 178/12^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario
2023, della relazione sulla gestione 23 e del Piano degli indicatori di
bilancio e dei risultati attesi.” Cedo la parola al collega Cirillo per
illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, Presidente.
Con la presente proposta di provvedimento
amministrativo, l'Assemblea è chiamata ad approvare il rendiconto del Consiglio
regionale relativo all'esercizio finanziario 2023, la relazione sulla gestione
dell’esercizio 2023 ed il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati
attesi.
Al 31.12.2023 risultano iscritti nella
contabilità del Consiglio:
- Residui attivi, pari a 45.710.016,64;
- Residui passivi, pari a 12.661.069,33;
- Fondo cassa, per euro 12.697.140,21.
L'avanzo di amministrazione alla data del
31.12.2023 è risultato pari ad euro 39.605.000 e risulta essere così ripartilo:
- Avanzo vincolato: euro 12.601.208,78,00;
- Avanzo accantonato: euro 4.092.298,25;
- Avanzo destinato agli investimenti: euro 11.946.288,40;
- Avanzo libero: euro 10.996.115,49.
La quota libera del risultato di
amministrazione potrà essere utilizzata, dopo l'approvazione da parte del
Consiglio regionale del rendiconto e contestualmente alla verifica degli
equilibri di bilancio, per le finalità previste dalla legge.
Sul presente provvedimento:
la Commissione speciale di Vigilanza, nella
seduta del 23 luglio 2024, ha approvato la relazione prevista dall'articolo
110, comma 1, lettera c) del Regolamento Interno di Amministrazione e
Contabilità del Consiglio regionale;
il Collegio dei revisori dei conti, con verbale
n. 33 del 20 luglio 2024, nell'attestare la corrispondenza del rendiconto alle
risultanze della gestione e nell'esprimere un giudizio positivo sul rendiconto
finanziario 2023 del Consiglio regionale, ha raccomandato di "aggiornare
per l'approvazione da parte del Consiglio regionale, il prospetto allegato A1
"Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione"
relativamente all'esposizione delle somme accantonate al fondo contenzioso,
come illustrato nel paragrafo 5.7 della loro relazione.
In particolare, i Revisori dei conti, a
differenza degli anni precedenti, hanno richiesto l'esposizione del fondo
contenzioso, accantonato al 31.12.2023, dettagliato per capitoli di bilancio. Tale modifica dell'allegalo non ha inciso sui saldi finali
dello stesso fondo accantonato al 31.12.2023.
Gli Uffici competenti hanno provveduto ad aggiornare il prospetto
allegato A1 "Elenco risorse accantonate nel risultato di
amministrazione" - come
richiesto dal Collegio dei revisori dei conti - e a trasmetterlo all'Assemblea per
l'approvazione del rendiconto finanziario 2023. Grazie.
Grazie, collega Cirillo. Non ci sono
interventi. Prendiamo atto del parere favorevole del collegio dei Revisori dei
conti, della relazione della Commissione speciale di vigilanza e del nuovo
prospetto denominato “Elenco risorse accantonate del risultato di
amministrazione”, trasmesso con nota, protocollo numero 15001, del 22 luglio
2024 dal dirigente del Settore bilancio e ragioneria, recependo le
raccomandazioni del collegio dei revisori dei conti riportate nel paragrafo 5.7
del suddetto parere.
Pongo quindi in votazione il provvedimento nel
suo complesso. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo ora al punto 5, la proposta di
provvedimento amministrativo numero 168/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifica del Piano Regionale di gestione dei rifiuti -
Integrazione criterio localizzativo “Fattore pressione discariche”.
Cedo la parola al consigliere Raso per
illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, Presidente. Rivolgo gli auguri ai nuovi Assessori, agli
Assessori riconfermati e al Vicepresidente della Giunta, Pietropaolo.
La
proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^ modifica, con delibera
di Giunta regionale numero 293 del 21 giugno 2024, il Piano Regione di Gestione
dei Rifiuti, approvato con deliberazione del Consiglio regionale numero 269 del
12 marzo 2024.
La
modifica, che si compone degli Allegati A e B, integra il capitolo 32 dedicato
ai criteri localizzativi con il paragrafo 32.5 rubricato "Fattore
pressione discariche" che ha la finalità di contenere la realizzazione di
impianti di discariche nelle aree in cui risultano già presenti con elevata
concentrazione. Quindi, in relazione alle volumetrie in discarica su unità di
superficie, al superamento di un quantitativo massimo di rifiuti già conferiti
in discarica in un determinato territorio, non sarà più possibile autorizzare
nuove discariche o ampliamenti di discariche esistenti.
Il
"Fattore pressione discariche" consente di individuare la
localizzazione migliore per gli impianti di discarica, evitando le aree con
particolari criticità, diventando quindi un criterio localizzativo poiché
valuta in via preliminare l'idoneità del sito, fermo restante l'applicazione
degli ulteriori criteri localizzativi previsti nel Piano e delle previsioni di
cui al d.lgs. 36/2003.
Il
"Fattore pressione discariche" identifica pertanto la pressione
massima che una determinata area territoriale può sopportare ed è da ritenersi
applicabile anche alle istanze successive aventi a oggetto la realizzazione di
nuove discariche o ampliamenti di discariche esistenti.
Il
“Fattore pressione discariche” è stato introdotto a livello regionale con la
deliberazione di Giunta Regionale numero 327/2017 che ha stabilito che per il
calcolo del fattore di pressione si debba tenere conto dei siti di discarica
cessati, in post gestione, in gestione operativa con conferimenti ultimati e
in corso, ivi compresi quelli non autorizzati e quelli censiti nel Piano delle
bonifiche, cui ha fatto seguito la ricognizione sancita nella deliberazione di
Giunta regionale numero 652/2018.
Nella
presente trattazione si conferma la formula di calcolo introdotta nella DGR
231/2017 e la ricognizione effettuata nel 2018, rivista e integrata con i
volumi di discarica successivamente autorizzati, comprensivi dei volumi in
ampliamento e dei volumi oggetto di ordinanze contingibili e urgenti.
In
aggiunta al "Fattore pressione discariche comunale" viene introdotto
il “Fattore pressione discariche areale".
Nel
provvedimento si analizzano i dati risultanti dalla ricognizione e si
individuano i valori soglia per entrambi i fattori di pressione.
Il
"Fattore pressione discariche comunale" viene analizzato per tutto il
territorio regionale con l'individuazione di un fattore limite molto più
cautelativo rispetto a quello individuato con la DGR numero 562/2018.
Viene
introdotto per la prima volta il "Fattore pressione discariche
areale" che tiene conto degli impatti cumulativi e sinergici nell'area
vasta ed è finalizzato ad evitare un'eccessiva concentrazione di discariche nel
territorio di riferimento. Individuati i valori soglia, viene quindi formulato
il criterio localizzativo per come segue:
non
potranno essere autorizzati nuovi impianti di discarica o modifiche degli
impianti esistenti che comportino un aumento della volumetria oppure la
modifica a una tipologia di discarica di categoria superiore, ad esempio: da
rifiuti non pericolosi a rifiuti pericolosi, nei Comuni dove la realizzazione
di tali impianti determini il superamento del fattore pressione discariche pari
a 70.000 mc/kmq ovvero il fattore pressione sia già superiore a tale limite.
Il
divieto opera anche laddove, individuando un buffer di 5 km dal
perimetro/recinzione del sito oggetto di istanza, si determini il superamento
del fattore di pressione areale pari a 50.000 mc/ kmq ovvero il fattore
pressione areale sia già superiore a tale limite.
Per il
calcolo del fattore pressione areale riferito al sito oggetto delle singole
istanze, il buffer va individuato a partire dalla recinzione/perimetro
dell'impianto: nel caso in cui nel buffer una discarica ricada solo
parzialmente, dovrà essere cautelativamente considerata l'intera volumetria
della discarica. Qualora nel territorio siano presenti discariche che non siano
intercettate nell'areale individuato dal sito oggetto dell'istanza, occorre, in
aggiunta, tener conto degli eventuali effetti di sovrapposizione. A tal fine,
da ciascuna discarica esterna all'area/e del sito dovrà essere individuata
l'area buffer con raggio di 5 km per verificare l'esistenza di sovrapposizioni
con l'areale oggetto dell'istanza. Nel caso di sovrapposizioni con uno o più
areali, per il sito oggetto dell'istanza occorre prendere a riferimento il
fattore pressione areale con valore più alto tra quelli calcolati nelle aree
che si sovrappongono. Per cui il divieto di autorizzare nuovi impianti di
discarica o modifiche degli impianti esistenti che comportino un aumento della
volumetria oppure la modifica ad una tipologia di discarica di categoria
superiore, ad es. da rifiuti non pericolosi a rifiuti pericolosi, opera laddove
si determini il superamento del fattore di pressione areale pari a 50.000
mc/kmq ovvero il fattore pressione areale sia già superiore a tale limite.
Grazie, Presidente.
Grazie,
ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. In questo punto, a mio parere, vanno esaminati in
particolare due livelli. Il Piano complessivo dello smaltimento dei rifiuti
nella nostra regione che io seguo con grande attenzione, ahimè, da un
trentennio e che - ancora una volta, faccio riferimento alla mia associazione
internazionale di riferimento: ISDE- medici per l'ambiente - eredita di fatto -
a mio modo di vedere non è esattamente la cosa migliore - gli strumenti di
smaltimento degli RSU, dei rifiuti solidi urbani, del 2016 che fanno capo, di
fatto, a grossi impianti d’incenerimento.
I grossi
impianti, previsti anche nell'attuale Piano, che utilizzano la digestione
anaerobica, uniscono lo smaltimento dell'umido con l'incenerimento, attraverso
processi di combustione che sono assolutamente da evitare, a nostro modo di
vedere, sia per l'immissione in atmosfera di gas climalteranti, ma anche,
inevitabilmente, di prodotti tossici e cancerogeni che non possono in alcun
modo essere intercettati neanche dai filtri più moderni a disposizione.
Questo è
l'inquadramento complessivo che mi ha visto votare negativamente, nel passato,
per quanto riguarda l'impianto del Piano generale che si trascina dal 2002 al
2016 a quello attuale, senza sostanziali modifiche, alla proposta di legge
attuale che presenta tuttavia elementi di interesse, focalizzandosi sul
problema delle discariche che rappresentano, come voi ben sapete, nel ranking
delle priorità sul corretto smaltimento dei rifiuti, veramente l'ultima
spiaggia, cioè la cosa da evitare, la cosa peggiore che ci possa essere sia per
lo spreco di materie prime e seconde, sia per l'impatto inquinante e quindi
negativo per la salute delle persone.
Ho
sentito e sto sentendo in tutti questi anni tante impostazioni interessanti che
però, troppo frequentemente, si fermano al livello di enunciato. Bisogna dare
alla volontà di cambiamento una concretezza dei fatti che modifichi una realtà
davvero deludente e anche questo governo regionale ha più volte ribadito la
volontà di mettere al bando le discariche, di chiuderle, di non aprirne,
eccetera.
Poi, vi
voglio indicare il nome di questa concretezza, un esempio di cui mi sto
occupando in questi giorni, dopo essermene occupato per gli ultimi vent'anni:
la discarica di Campolescio nel Comune di
Castrovillari perché unisce il problema concettuale della chiusura della
discarica, il problema del funzionamento della Pubblica amministrazione, che
anche lo stesso presidente Occhiuto ha segnalato come un elemento delicato e
certe volte di debolezza del funzionamento dell'amministrazione regionale, e
una prospettiva di concreto cambiamento.
La
discarica di Campolescio è stata finanziata per la
chiusura nell'agosto 2020, 4 anni fa, e dopo questa enunciazione di principio,
ancorché scritta su carta, non è seguito alcunché.
All'indomani
della mia nomina in Consiglio regionale ho fatto - se mi consentite un termine
un po’ fantasioso, ma vi assicuro rispondente alla verità – “il cane da
tartufi” per vedere se quel finanziamento ci fosse, dove fosse finito, se fosse
possibile usufruirne. Dopo alcuni mesi, pur essendo consigliere regionale, sono
venuto a scoprire che quel finanziamento c'era ed era utilizzato. Ho votato,
con la maggior parte dei presenti, per due volte la rimodulazione di questo
finanziamento perché ci fosse maggiore tempo per attuare un provvedimento. Un
provvedimento che io giudico fondamentale sotto tutti i punti di vista:
ambientale e di salute. Potrebbe essere un segnale importante alle persone che
aspettano novità concrete e anche per tutta l'economia del territorio. Parliamo
del distretto agroalimentare di qualità di Sibari che è l'unico governato da
legge regionale, fra l'altro di iniziativa popolare.
Questo è
l'ultimo anno in cui questo finanziamento può essere utilizzato, al 31 dicembre
spira e con esso anche la speranza che tante persone ripongono nella soluzione
di un problema così delicato. La notizia recente che voglio condividere con voi
è che il 22 luglio, cioè quattro giorni fa, è stato finalmente presentato il
progetto esecutivo della chiusura della discarica. Si chiama capping, praticamente un cappello che viene chiuso, viene
messo sulla discarica per evitare che la stessa continui a produrre percolato,
che è un liquido assolutamente tossico prodotto dal passaggio delle acque
all'interno della discarica, che poi richiede somme ingenti per essere
opportunamente smaltito e, se c'è qualche fessura, vi è la possibilità che
venga inquinato il territorio circostante; ci troviamo, come vi dicevo, nel
distretto agroalimentare di qualità di Sibari.
A questo
punto, il momento storico è fondamentale, occorre semplicemente un bollo, un
timbro su un foglio. Fra l'altro, vi segnalo, da parte della STV - Struttura
tecnica di valutazione -, che è una modifica non sostanziale, quindi, di fatto,
un semplice passaggio burocratico consentirebbe domani, sabato, domenica,
lunedì, martedì di mettere a gara il progetto esecutivo e, quindi, darebbe
praticamente la sicurezza, a fine luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre,
dicembre, di poter compiere questo intervento.
Credo
che, come Assise regionale, sia una possibilità che non possiamo lasciarci
sfuggire pur, ripeto, rispettosi delle indicazioni che ha dato il governo
regionale. Vi dico che ho già avuto interlocuzioni cordiali e credo proficue
con l'assessore Calabrese affinché ci sia la sollecitudine e la diligenza
dovuta da parte degli uffici che in questo caso, a mio modo di vedere, dovrebbe
essere ancora più incrementata perché stiamo parlando, ribadisco, di un bene
comune fondamentale e della soluzione di un problema che ha visto, fra le altre
cose, imponenti manifestazioni non degli ambientalisti, anche, ma del settore
agroalimentare. Il collega Molinaro ricorderà - è stato presente con alcune
centinaia di mezzi agricoli, in quanto all'epoca Presidente di Coldiretti – che
abbiamo condotto insieme questa battaglia proprio perché era una battaglia a
favore dei cittadini, della loro salute, dell'ambiente e dei loro interessi
economici.
Auspico
assolutamente che la discarica di Campolescio segnali
una sorta di prima e dopo, cioè che l'impostazione teorica, generica,
programmatica, possa, finalmente, trovare la concretizzazione reale, tangibile,
a favore delle popolazioni calabresi. Grazie.
Grazie,
collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Muraca. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anch'io mi collego all’ “in bocca al lupo”, agli
auguri, ai nuovi Assessori e al Vicepresidente, di buon lavoro.
Noi
riteniamo che questa legge vada profondamente modificata e voglio spiegare
brevemente perché.
A nostro
avviso, è inutile aggiungere criteri localizzativi, integrare con il corretto
fattore di pressione delle discariche, se poi la norma prevede delle deroghe
importantissime. Vado al dunque, nel capitolo 32.2 “Esclusione del campo di
applicazione di criteri localizzativi”, lettera n): “le discariche per la messa
in sicurezza permanente, impianti di trattamento e rifiuti realizzati nell'area
in oggetto di bonifica e destinati esclusivamente alle operazioni di bonifica
dei siti contaminati, secondo le procedure del titolo quinto, d.lgs. numero
152/2006, fermo restando l'obbligo rimozione degli impianti di trattamento di
bonifica conclusa”.
Mettere
tutti questi criteri per poi dare delle deroghe… deroghe che sembrano cucite ad hoc alla bonifica che ENI dovrà fare
a Crotone. Come è noto, vi è un obbligo in capo a ENI di trasferire i rifiuti
industriali esistenti nella città di Crotone fuori dalla Calabria, però, la
parte che si intende abrogare permetterebbe a ENI di eludere tali disposizioni.
Discarica di rifiuti industriali che sta determinando malattie incurabili nella
città di Crotone.
In più,
riteniamo che nei criteri localizzativi ci debba essere una distinzione marcata
tra lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi e i
rifiuti pericolosi, cosa che non è avvenuta, motivo per cui abbiamo presentato
degli emendamenti che speriamo possano essere valutati positivamente
nell'interesse della salute dei calabresi e dell'ambiente.
Grazie, collega Muraca. Abbiamo ammesso gli emendamenti anche se
presentati fuori termine, non entro le 24 ore precedenti. Però, come lei ha
detto, vengono proposte delle modifiche sostanziali dell'articolato che, se
fossero state presentate in Commissione, sarebbero state valutate dagli uffici,
invece, in questo modo non c'è stato tempo per valutarle. Quindi, presumo che
non possano essere… però, lei relazioni, magari nella sua relazione agli
emendamenti potrà chiarire. Prego.
Intervengo brevemente per rispondere: ci è stato detto che in
Commissione ci sarebbe stato soltanto un passaggio per il parere e che non si
sarebbero potuti presentare emendamenti, motivo per cui li ho presentati in
Consiglio. Giusto per specificare. Grazie.
Torniamo alla pratica. Sono pervenuti emendamenti. Iniziamo dall'esame
dell'emendamento protocollo numero 15237/A02 del consigliere Muraca che apporta
una modifica alla sezione 32.2 dell'originario Piano dei della gestione dei
rifiuti. Faccia così, collega Muraca, illustri tutti gli emendamenti, così poi
li passiamo all'esame del relatore e della Giunta.
Con la presente proposta emendativa si intende integrare la proposta di
provvedimento amministrativo numero 168/12^ recante "Modifica del Piano
Regione di Gestione dei Rifiuti - Integrazione criterio localizzativo 'Fattore
pressione discariche" aggiungendovi anche la modifica, non contemplata
nella proposta originaria, relativa al paragrafo 32.2 relativo al punto
"Esclusione dal campo di applicazione dei criteri localizzativi", al
fine di sopprimere la lettera n) ivi prevista.
L'intervento
si rende necessario in quanto la disposizione attualmente vigente consente la
realizzazione di discariche e/o l'ampliamento di discariche in aree oggetto di
bonifica e/o destinate alle operazioni di bonifica. Occorre, pertanto,
procedere alla soppressione della suddetta lettera n) al fine di tutelare la
salute dei cittadini calabresi e l'integrità ambientale che costituiscono
diritti costituzionalmente garantiti.
Alla
sezione 32.4. Con la presente proposta emendativa si intende sostituire alla
tabella 32.3 "Criteri localizzativi", pagina 394, del Piano Regione
di Gestione dei Rifiuti approvato con deliberazione del Consiglio regionale
numero 269 del 12 marzo 2024 relativa "Aggiornamento del Piano Regionale
di Gestione dei Rifiuti agli obiettivi delle Direttive UE "Economia
Circolare". Adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Sezione
Rifiuti Urbani, del Rapporto Ambientale di VAS e relativi allegati e della
Sintesi non Tecnica", una previsione, non contemplata nella proposta
originaria, volta ad ampliare i livelli di tutela ivi previsti per i residenti
nelle zone limitrofe alle discariche.
La ratio
è quella di tutelare la salute dei cittadini calabresi e l'integrità ambientale
che costituiscono diritti costituzionalmente garantiti.
Questo
nello specifico dell'aumento della distanza a 1000 metri rispetto a quello
originale.
Nello
stesso capitolo si intende emendare, alla lettera d) del punto 1, le parole
"2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "3.000
metri"; alla lettera e) del punto 1, le parole "2.000 metri"
sono sostituite dalle seguenti: "3.000 metri"; al punto 2 le parole
“500 metri” sono sostituite dalle seguenti “1000 metri” e le parole “250 metri”
sono sostituite dalle seguenti “500 metri”.
Sempre la
tabella 32.3 del capitolo 32.4. Nella colonna relativa ai livelli di tutela:
"Alla lettera d) del punto 1, le parole "2.000 metri" sono
sostituite dalle seguenti: "3.000 metri"; alla lettera e) del punto
1, le parole "2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti:
"3.000 metri".
Sempre
nel capitolo 32.4 da "Penalizzante per tutte le tipologie impiantistiche
della tabella 3.1." sono aggiunte le seguenti modifiche: "Escludente
per le tipologie impiantistiche A3, B1 e B2 di cui alla tabella 32.1.
Nella
colonna corrispondente relativa al "livello di tutela": le parole
"distanza: variabile." sono sostituite dalle seguenti: "> 200
metri."; dopo le parole "fatto salvo il punto a)" sono aggiunte
le seguenti: "per la tipologia A3 > 1000 metri;".
Sempre il
capitolo 32.4, nella modifica al punto relativo ai criteri "Rete Natura
2000: Zone Speciali di Conservazione", nella colonna corrispondente
relativa al "livello di tutela", dopo le parole, poste alla fine
della colonna "al di fuori della ZSC.", sono aggiunte le seguenti:
"Escludente per le tipologie impiantistiche A3, B1 e B2 di cui alla
tabella 32.1."
Per
quanto riguarda, invece, il capitolo 32.5 proprio dell'emendamento in
discussione oggi, noi riteniamo che nel “Fattore pressione discariche", al
punto "Fattore pressione comunale” nella formula ivi rappresentata, il valore di riferimento per i rifiuti
speciali pericolosi relativo al volume delle discariche per rifiuti pericolosi
presenti nel territorio comunale {mc) pari al coefficiente: "1,5"
debba essere sostituito dal seguente coefficiente: "2,25".
Per
ultimo, Presidente, l’aggiunta al 32.6: “Al fine di garantire la tutela
giuridica dell'ambiente e in considerazione della situazione particolare del
territorio calabrese, caratterizzata da un'elevata concentrazione dei siti di
smaltimento, le procedure autorizzative in essere relative al deposito di
rifiuti sul o nel suolo sono sospese se in contrasto con le disposizioni di cui
al presente Piano.".
È chiaro
che la presenza di autorizzazioni in essere, prima dell'approvazione di questo
Piano, renderebbe inutile il lavoro che stiamo facendo per ridurre e per
inserire i criteri localizzativi. Grazie.
Grazie, collega Muraca. Adesso passiamo alla votazione degli
emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 15237/A02 che
modifica la sezione 32.2 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del
relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere
della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Proseguiamo
con l'emendamento protocollo numero 15278 del consigliere Muraca che modifica
la sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere
della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Proseguiamo
con l'emendamento protocollo numero 15278/A02 che modifica la sezione 32.4
dell’originario Piano di gestione dei rifiuti. Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere
della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Proseguiamo
con l'emendamento protocollo numero 15278/A03 che modifica la tabella 32.3
della sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere
della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Passiamo
all'emendamento protocollo numero15278/A04 del consigliere Muraca che apporta
una modifica alla sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del
relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere
della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Proseguiamo
con l'emendamento protocollo numero 15278/A05 del consigliere Muraca che
apporta una modifica alla sezione 32.4 dell’originario Piano dei rifiuti.
Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.
Passiamo
all'emendamento protocollo numero 15278/A06 del consigliere Muraca che apporta
modifica alla sezione 32.4 dell’originario Piano dei rifiuti. Parere del
relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente della
Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Passiamo
all'emendamento protocollo numero 15237 del consigliere Muraca che apporta la
modifica alla sezione 32.5 dell'Allegato B della proposta di provvedimento
amministrativo numero 168/12^. Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Passiamo
all'ultimo emendamento protocollo 15239 del consigliere Muraca che aggiunge il
paragrafo 32.6 all'Allegato B della proposta di provvedimento amministrativo
numero 168/12^. Parere del relatore?
RASO Pietro (Lega Salvini),
relatore
Contrario.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO
Filippo, Vicepresidente
della Giunta regionale
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Prima di
passare alla votazione del provvedimento nel suo complesso, per dichiarazione
di voto, ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato attentamente la relazione del collega
Raso e, sicuramente, con la modifica del Piano rifiuti e l'inserimento del
fattore pressione discariche si va a inserire un elemento, collega Raso, che io
reputo positivo, perché un nuovo criterio per l'installazione, la nascita, la
creazione di nuove discariche che tenga conto, appunto, di questo fattore,
penso che sia un elemento aggiuntivo positivo, presidente Mancuso.
Manca
però questa discussione e mi dispiace che siano anche stati bocciati gli emendamenti del collega Muraca che vanno
in questa direzione. La questione è il chiarimento sulle deroghe che la
Calabria oggi sta vivendo, soprattutto dal punto di vista comunicativo, la
questione del SIN di Crotone che non è più, adesso, superabile. Penso sia
inaccettabile credere che per smaltire i rifiuti speciali pericolosi che ci
sono a Crotone l'unica discarica disponibile, in tutta Italia, per ricevere
questi rifiuti, guarda caso si trovi a Crotone. Allora, se da una parte questo
Consiglio regionale, la maggioranza di questo Consiglio regionale di
centrodestra vuole dare un segnale con l'inserimento del fattore pressione
discarica, non possiamo però, presidente Mancuso, scrivere una cosa e poi
prevedere una deroga nel Piano rifiuti che state modificando per dare il
segnale che alla Calabria non servono nuove discariche. Lo state dicendo da più
anni, ve lo riconosco, siete contro l'istituzione e la creazione di nuove discariche.
Vorrei
sapere, collega Raso, queste deroghe in cosa consistono. Non so se, anche voi, avete ricevuto - penso
di sì perché vi ho visto nell'indirizzo della e-mail che abbiamo ricevuto tutti
- dal comitato “Fuori i veleni da Crotone” in cui il popolo di Crotone, i
cittadini di Crotone che non possono accettare tanti anni di inquinamento
ambientale, chiedono che ENI, finalmente, si assuma la responsabilità di
togliere i rifiuti, di spostare i rifiuti dal mare, delle acque del Mar Ionio.
Non possono accettare, noi non possiamo accettare, in maniera silenziosa, che
questi rifiuti siano spostati dalla costa di Crotone all'area montuosa di
Crotone, collega Raso. Quindi, per dichiarazione di voto, non posso votare in
maniera favorevole alla modifica al Piano rifiuti se non mi rendo conto e non
riesco a capire questa deroga. Se le deroghe non vengono superate, non sono
state superate dagli emendamenti che non avete approvato al collega Muraca,
voglio capire fin dove si vuole arrivare con questa modifica e se, realmente,
siamo uniti per dire ad ENI che i rifiuti, sì, vanno spostati da lì, ma,
sicuramente, vanno spostati com'era l'accordo iniziale fuori dalla regione
Calabria. Se non ci sono discariche nelle altre regioni si pensi a trasferirli
in altri Stati dell’Unione europea. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi per dichiarazione di voto. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo soltanto per dire che, per quanto riguarda gli
emendamenti, trattandosi di un aspetto strettamente tecnico, è impossibile
valutarli ascoltandoli e senza avere sinotticamente le evidenze delle
modifiche. Mi sono astenuto perché non ho elementi di valutazione e non posso
votare favorevolmente, anche apprezzando un avanzamento importante riguardo
alla pressione comunale, alla pressione aerale sul territorio, per quanto
riguarda le discariche. Il mio voto è riferito all'impianto complessivo del
Piano regionale che rimane basato, come nel 2000, come nel 2002 e anche nel
2016, sul processo di combustione che, noi, come ISDE Italia, avversiamo da
sempre.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la consigliera Bruni. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anticipo immediatamente, con sintesi, il nostro voto
contrario, ovviamente non solo per non avere accettato questi emendamenti. Vado
un attimo e rapidamente ad argomentare e vi voglio ricordare che diversi mesi
fa abbiamo approvato coram populi,
quindi maggioranza e minoranza, una mozione che metteva in luce quali erano le
gravità della situazione del SIN di Crotone, Cassano e Cerchiara, mettendole in
luce attraverso gli studi scientifici fatti dal “Progetto sentieri” che vi
ricordo essere l'unico progetto europeo che mette insieme il Ministero della
Salute e il Ministero dell'Ambiente e monitora i quarantasei siti di interesse
nazionale. Sul SIN di Crotone, Cassano e Cerchiara, negli anni, non c'è stato
un minimo miglioramento dei dati sulla mortalità per tumore e delle patologie
croniche; non solo, non c'è stato il minimo miglioramento, ma, addirittura, le
situazioni sono gravemente peggiorate perché l'indice di mortalità delle
persone che risiedono nei comuni di Crotone, Cassano e Cerchiara è decisamente
più alto della media calabrese che già è più alta della media nazionale.
L'indice
di mortalità, l'indice di patologie croniche è gravissimo, per cui questi
cittadini hanno diritto ad essere posti all’attenzione molto più della
situazione regionale che già, di suo, è grave. Vediamo i dati che vengono
pubblicati, viviamo in questa regione, abbiamo fatto i medici in questa
regione, conosciamo la gravità della salute dei cittadini. I nostri emendamenti
erano volti a cercare di proteggere un po’ di più questa situazione, non
avevano altre finalità, non volevano mettere in crisi l'impianto generale della
proposta ma volevano - lo esprimo chiaramente, a nome, anche, di tutti i miei
colleghi del Partito Democratico - salvaguardare, in maniera dedicata e
specifica, questa area di Crotone, Cassano e Cerchiara, questo SIN, questo
impianto così delicato, in cui l'aumento dei tumori si rivela ancora con
caratteristiche peggiori, comprese anche le patologie croniche. L'indice di
privazione socioeconomico che riguarda questa cittadinanza, infatti, è per il
60 per cento al di sotto di quelli che sono i livelli minimali, per cui, da
questo punto di vista, la collettività non è in grado neanche di difendersi.
Questo significa avere inserito nello studio l'indice di deprivazione
socioeconomica.
Fatte
queste considerazioni, vi invito sempre a ripensare alla mozione che andava a
spingere, tra l'altro, il nostro presidente Occhiuto. Sicuramente lo fece,
tant'è che poi è stato, anche, nominato il commissario Errigo. Ha avuto un
ruolo importante, ma questo ruolo importante ha l'obiettivo di migliorare la
qualità della vita dei nostri cittadini e, quindi, di mettere in atto tutte le
strategie possibili e immaginabili perché possano non accadere delle situazioni
che, a valle di questa legge, che ha dei vulnus, si possono, invece,
sviluppare. Il nostro voto, quindi, è un voto contrario. Vi invitiamo, però, lo
stesso a ragionare su questo, perché abbiamo una responsabilità, come politici,
nei confronti della nostra collettività e dei nostri cittadini.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Raso. Ne ha facoltà.
Volevo puntualizzare che oggetto della discussione è l'introduzione del
paragrafo 32.5 in ordine al Piano di gestione dei rifiuti che riguarda
l’introduzione del fattore di pressione delle discariche. Nel 2017 con una
delibera di Giunta sono stati approvati, da un'amministrazione di centro
sinistra, dei valori che erano 120.000 metri cubi per chilometro quadrato per
il fattore comunale; con questa variazione si passa da 120.000 metri cubi per
chilometro quadrato a 70.000 metri cubi; quindi, è molto più restrittivo di
quello che c'era prima. In seconda analisi ci siamo espressi in modo negativo
sugli emendamenti presentati dal consigliere Muraca perché, su cinque
emendamenti, tre non riguardavano il punto all'ordine del giorno in quanto
erano relativi alla lettera n) del paragrafo 32.3 e 32.4. Nel fattore di
discarica, nei volumi delle discariche, sono già compresi i valori dei siti da
bonificare, per questo c'è anche la deroga. In sostanza, come ho detto in
Commissione, per quanto riguarda Crotone si preferisce avere aree non
controllate in cui sono ammassati dei rifiuti pericolosi invece di avere delle
discariche controllate che, anche se sono nello stesso territorio, però sono
sicure. Cioè, preferiamo, noi diamo per partito preso, per raccogliere pure dei
consensi elettorali, perché magari la gente non lo sa, dei rifiuti sulla
battigia ammassati e non dei rifiuti pericolosi in una discarica ben sicura.
Credo, dal punto di vista mio personale, che sarebbe meglio avere questi
rifiuti in una discarica, sicuri e ben protetti. Grazie.
Grazie,
collega Raso. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi ha anticipato il consigliere Raso su alcune
puntualizzazioni rispetto all'ordine del giorno. Volevo solo sottolineare che
in merito al SIN, al sito di bonifica di Crotone, abbiamo avuto in audizione in
Commissione il generale Errigo ed è stato illustrato, in maniera eccellente,
tutto l'avvio del lavoro di bonifica che si sta portando avanti a Crotone,
considerato l'elevato danno ambientale che questa parte di territorio ha subito
durante gli anni.
È stato
sottolineato dal generale Errigo, insieme, naturalmente, all'impegno da parte
del Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, che è stato dato mandato al
Comando generale dei carabinieri ambientali e forestali che, nel giro di una
settimana, andranno a portare le risultanze rispetto a quella che è stata la
verifica delle discariche autorizzate che possono accogliere questi rifiuti
pericolosi. Questo è l'impegno nell'andare a fare questa verifica relativamente
alle discariche autorizzate. Sono d'accordo con quanto è stato sottolineato dal
Presidente della Commissione, Raso, quando dice che abbiamo, a Crotone, una
discarica autorizzata a ricevere dei rifiuti pericolosi, dove mai nessuno ha
sollevato la questione. Probabilmente sarebbe stato più opportuno utilizzare la
discarica autorizzata a Crotone per accogliere i rifiuti pericolosi,
nonostante, oggi, ci sia tutto l'impegno da parte della Giunta regionale,
insieme al generale Errigo, di verificare se in Italia ci possono essere delle
discariche che possano accogliere questi rifiuti.
Parliamo
di 350.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Ritengo che il punto all'ordine
del giorno andasse in tutt'altra direzione, posto che è quello della pressione
delle discariche. Più volte è stato sottolineato che questa amministrazione
regionale è contro l'apertura delle discariche private e, sicuramente, opera
nella direzione del contenimento di quelle che sono le discariche pubbliche.
Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Almeno oggi abbiamo messo un punto certo su
quella che è la volontà di questa maggioranza: autorizzare un impianto,
possibilmente di gestione pubblica, all'interno del territorio di Crotone.
Non era
questa, però, la ratio con la quale sono stati presentati gli
emendamenti che sono stati presentati, invece, a protezione di un territorio
che, negli ultimi trent'anni, è stato violentato dal punto di vista ambientale.
Diceva
il consigliere Raso che i rifiuti che insistono nell'area SIN di Crotone
sarebbe opportuno toglierli dalla battigia per portarli all'interno di un
impianto sicuro. Penso che qualsiasi persona di buon senso sia d'accordo su
questo. Il problema è che la provincia di Crotone, negli ultimi trent'anni, ha
preso, all'interno del suo territorio, rifiuti provenienti da tutta Italia. La
provincia di Crotone è una di quelle più tartassate dal punto di vista
dell'incidenza tumorale, soprattutto tra i bambini. Penso che Crotone abbia
pagato e stia pagando un prezzo altissimo e i cittadini di quella città e di
quella Provincia hanno tutti il diritto di chiedere che questi rifiuti vengano
portati fuori dal territorio non solo provinciale ma regionale.
Stiamo
parlando di una conferenza di servizi chiusa nel 2019 con una decisione chiara,
quella di portare i rifiuti fuori regione. Purtroppo, l'attore principale di
questa vicenda è ENI, stiamo parlando di un colosso che, se non sbaglio, ha un
giro d'affari di circa cento miliardi di euro l'anno, forse tre volte o quattro
volte quella che è una finanziaria che ogni anno, lacrime e sangue, il Governo
cerca di far quadrare.
La
verità è che ci siamo trovati di fronte a un colosso che in questi anni ha
sempre fatto perdere tempo affinché anche le leggi nazionali potessero
cambiare, affinché quei rifiuti rimanessero all'interno del territorio
crotonese, affinché ENI potesse risparmiare risorse, perché portare i rifiuti
fuori regione, chiaramente, ha un costo più alto.
Quindi,
la volontà di questi emendamenti non era quella di evitare che si facessero
impianti nella nostra regione, ma evitare che la provincia di Crotone, ancora
una volta, venisse umiliata e diventasse la pattumiera non solo regionale ma
anche nazionale. Da questo punto di vista credo che i SIN, essendo siti di
interesse nazionale e non regionale, siano una responsabilità diretta del
Governo nazionale e non solo di quello regionale perché, quando si tratta di
emergenze di rifiuti, il problema coinvolge tutti. Altrimenti non vedo perché i
rifiuti che produciamo all'interno dei nostri territori spesso vadano lavorati
in altre Province: i rifiuti che si producono nel cosentino vanno nel reggino,
quelli del vibonese nel catanzarese. Quando ero sindaco di Soverato ed ero
Vicepresidente per quanto riguarda la gestione dell'ATO rifiuti, a un certo
punto - non so se ricordate - ci fu un'insurrezione perché l'impiantistica non
riusciva più a sopportare il carico dei rifiuti che arrivava dai Comuni. Il
sindaco Abramo all'epoca chiese a tutti i sindaci di sottoscrivere un documento
per vietare che ci fosse il conferimento da parte dei Comuni del vibonese
nell'impiantistica catanzarese, con una visione limitata di quello che era il
problema. Chiaramente ci opponemmo perché il problema dei rifiuti non è di un
singolo Comune, di un singolo cittadino, ma è di tutti. Allora vi vorrei
chiedere di valutare il problema della Provincia e del Comune di Crotone non
come un problema solo dei crotonesi, ma come un problema di tutti i calabresi
affinché questi rifiuti non rimangano nella nostra regione. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Afflitto. Ne ha facoltà.
Grazie. Presidente, colleghi tutti, vorrei brevemente e con estrema
sintesi esprimere le mie personali considerazioni sull'oggetto in questione,
ovvero la modifica al Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrazione,
criterio localizzativo, fattori pressione discarica.
Vorrei
partire dal presupposto che qualsiasi provvedimento adottato in ambito
ambientale non potrà mai restituire quell'immacolata integrità che il nostro
territorio ha perso a causa di ottuse e scellerate politiche che non hanno mai,
nei decenni passati, difeso l'ecosistema regionale, ma, anzi, hanno permesso
che lo stesso venisse impunemente alterato e inquinato in maniera vergognosa e
inquietante.
Posso
dirvi con estrema amarezza, l'ho detto pure l’altra volta, ho lavorato per 15
anni interessandomi di medicina necroscopica e posso dirvi che il numero di
morti a Crotone e Provincia supera di tantissimo le altre regioni, specialmente
a causa della leucemia.
Discutiamo
di queste discariche con rifiuti speciali, questi rifiuti speciali venuti dal
nord, con questi rifiuti speciali posso dirvi che sono state asfaltate,
bitumate le strade interpoderali di Crotone e provincia; infatti, anni fa
volevano, a poco a poco, eliminare tutte quelle strade, ma hanno capito che ci
volevano troppi soldi. Posso anche dirvi che parecchi edifici del crotonese e
dentro Crotone sono stati costruiti su terreni inquinati.
Questo
intervento vuole far presente alla Giunta regionale che qualsiasi proposta in
ambito rifiuti e tutela dell'ambiente deve necessariamente escludere Crotone,
questo perché non possono esserci più aperture di discariche o di nuove
discariche, perché, oramai, è noto a tutti che da decenni il crotonese è
martoriato dall’ inquinamento con un rischio ambientale che ha superato ogni
logica. Bisogna insistere con ulteriori azioni affinché l'ecosistema calabrese,
ma soprattutto quello crotonese, possano essere tutelati e rispettati in
maniera adeguata.
Nell'augurare
un buon lavoro alla nuova Giunta regionale ed un personale e sincero benvenuto
alle nuove assessore, auspico che le loro proposte e i loro provvedimenti
possano essere orientati verso traguardi basati sulla tutela dell'ambiente e
sulla promozione di una più diffusa coscienza ecologica. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Ho sempre il massimo rispetto per il dibattito che
si svolge in questo Consiglio regionale, però, oggi, i contenuti di questo
dibattito, da parte di alcuni consiglieri di opposizione, li ho trovati
assolutamente lunari, oppure, comunque, assolutamente. inconsapevoli di quello
che in Calabria è successo negli ultimi trent'anni, di quello che in Calabria è
successo anche negli ultimi anni dopo l'approvazione del Piano dei rifiuti del
2016 e di quello che a Crotone è successo negli ultimi trent'anni e negli
ultimi anni dopo il Piano del 2016.
Facciamo
allora il punto su quello che contiene questo Piano. Questo Piano contiene una
revisione degli indici di pressione, come diceva bene il consigliere Laghi,
areali e comunali, che, di fatto, impediscono, finalmente, che Crotone continui
ad essere la discarica di rifiuti speciali e pericolosi d'Italia. Per
intenderci questo stesso criterio, formulato in maniera diversa, era contenuto
anche nel Piano del 2016, ma il criterio contenuto in quel Piano, per esempio,
prevedeva che nel territorio di Crotone si potessero creare altri 10 milioni di
metri cubi di discarica; cioè, se oggi non avessimo prodotto questo Piano, con
queste modifiche, nel territorio di Crotone, per quello che ha fatto il
centrosinistra quando ha governato la Regione approvando il Piano, ci sarebbero
potuti essere, nel territorio di Crotone, discariche per altri dieci milioni di
metri cubi. Invece, con questo Piano, non ci sarà a Crotone alcuna discarica,
che non ci sarebbe stata, che non sarebbe stata proposta se qualcun altro lo avesse
fatto, in passato, nel Piano del 2016 o nei Piani precedenti.
Nessuno
ha rilevato, con l'onestà intellettuale che, invece, dovrebbe appartenere a
chiunque rappresenti i cittadini, al di là delle appartenenze, che oggi,
finalmente, la Calabria, a differenza di tante altre regioni che ancora sono
alle prese con il recepimento delle direttive sull'economia circolare e con il
soddisfacimento delle precondizioni abilitanti che, poi, danno la possibilità
di impiegare le risorse comunitarie e quindi di avere risorse da investire, ha
ricevuto, grazie al Piano che abbiamo approvato, dalla Commissione europea la
condizione abilitante che ci consente di investire delle risorse. Ma una buona
notizia per la Calabria non è una buona notizia solo per chi governa la
Calabria ora, è una buona notizia per la Calabria e credo che in un dibattito
del genere andrebbe salutata come positiva da tutti quelli che intervengono.
In
passato si è consentito l'abuso del territorio, lo stupro del territorio a
ditte private, a multinazionali; oggi con questo Piano questa cosa la
impediamo, cercando di fare i buoni amministratori. Lo diceva bene il
consigliere Raso, non è che non abbiamo accettato gli emendamenti
dell'opposizione perché siamo di maggioranza e voi siete opposizione, alcuni
emendamenti, come diceva molto opportunamente il consigliere Laghi, meritavano,
forse, di essere approfonditi tecnicamente. Tra i consiglieri di minoranza ci
sono anche i consiglieri che hanno svolto funzioni di Sindaco e sanno che chi
vuole amministrare bene quando fa un provvedimento lo deve fare in maniera che
non sia impugnabile, che non sia opponibile dal punto di vista giudiziario.
Allora perché abbiamo detto “no” alla deroga? Perché il principio della deroga
è un principio che a livello nazionale non è considerato un principio di buon
senso.
Faccio
un esempio che non riguarda Crotone: se in un territorio, domani, ci dovesse
essere necessità, in Calabria o in qualsiasi altra regione, di una bonifica e
ci fosse in quel territorio un rifiuto che tecnicamente non è asportabile, quel
rifiuto deve essere, in qualche modo, bonificato lì in zona e, se si esclude
questa possibilità, si rende impugnabile il provvedimento. Non è il caso di
Crotone, perché i rifiuti di Crotone non sono tecnicamente non asportabili, i
rifiuti di Crotone, per quanto mi riguarda, sono tecnicamente asportabili; c'è
un vincolo che la Regione ha posto insieme al Ministero dell'Ambiente e che non
ha nessuna intenzione di rimuovere, spero che non abbia intenzione di
rimuoverlo nemmeno il Ministero dell'Ambiente, che dice che chi fa la bonifica
a Crotone, ENI Rewind, deve smaltire questi rifiuti fuori dalla Calabria e così
dovrà essere, ancor di più perché non c'è stata nessuna interlocuzione
favorevole con le amministrazioni territoriali di Crotone. Se fossero venute le
amministrazioni territoriali di Crotone e avessero detto al Presidente della
Regione, all'esito di un confronto in un tavolo con ENI Rewind, che avevano
deciso ci fosse questa possibilità alternativa e quindi avessero proposto alla
Regione e al Governo, al Ministero dell'Ambiente di rimuovere il vincolo, noi
avremmo potuto pure considerare la possibilità. Non è detto che avremmo detto
sì, ma avremmo potuto considerarla. Ma qui non siamo nemmeno in questa
condizione perché c'è la convergenza di tutte le amministrazioni territoriali
nella direzione di dire che questo vincolo non va rimosso e, per quanto ci
riguarda, il vincolo rimarrà. Per cui si sta facendo una discussione che, da un
lato, non tiene conto di quelle che sono le responsabilità di chi ha
amministrato in passato, di chi ha governato in passato questi temi, di chi ha
fatto i Piani che hanno consentito, poi, a Crotone di essere una provincia dove
ancora si potevano proporre nuove discariche e, dall'altro, però, si sta
facendo la discussione come se ci fosse la decisione da parte della Regione o
del Ministero dell'ambiente di consentire a ENI Rewind di smaltire in loco i
rifiuti. Non è così! Non c'è nessuna intenzione di fare questo.
Abbiamo
detto “no” anche all'emendamento che dice che si sospendono le autorizzazioni
per nuove discariche, ma lo abbiamo fatto perché chiunque abbia fatto il
Sindaco, abbia fatto l'amministratore o abbia un po’ di dimestichezza in
materie giuridiche - io ne ho molta meno di molti di voi perché sono laureato
in economia - sa che se fai un provvedimento dove viene detto che si sospendono
le autorizzazioni. Si sospendono fino a quando? Si sospendono fino a che
termine? Si sospendono perché?
Noi
stiamo facendo di meglio, di molto meglio. Stiamo facendo un Piano che eviterà
alla Calabria e soprattutto alla provincia di Crotone di essere la pattumiera
d'Italia e lo stiamo facendo con grande coraggio, con grande determinazione,
anche confliggendo con interessi che probabilmente sarebbero stati soddisfatti,
se queste modifiche al Piano che noi abbiamo previsto non le avessimo previste
e avessimo fatto come chi ha governato nel 2016 e ha fatto il Piano precedente.
Sono
intervenuto soltanto per chiarire questi aspetti perché è legittima la polemica
politica, non me ne stupisco. Sono stato impegnato, nel corso della mia
esperienza, in tante aule dove si esercita il confronto politico. Sì, è
possibile, è assolutamente legittimo, ma non è legittimo addossare ad altri,
che stanno facendo cose mai fatte in passato, la responsabilità di chi queste
cose in passato avrebbe dovuto farle e non le ha fatte. Soprattutto non è
legittimo quando questo esercizio appartiene, appunto, a chi raccoglie
l'eredità di chi ha fatto il Piano del 2016 e ora si lamenta del fatto che
Crotone sia diventata la pattumiera d'Italia.
Noi
stiamo lavorando per impedire che questo continui e per fare della provincia di
Crotone, come di tutta la Calabria che abbiamo nel cuore, una regione che si
segnali per la qualità del suo ambiente e che non regali il suo ambiente a
quanti, attraverso lo stupro dello stesso, vogliono acquisire vantaggi,
profitti in termini imprenditoriali.
Grazie,
Presidente. Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso. Il
provvedimento è approvato con l'autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in allegati)
Passiamo
al punto 6, la proposta di provvedimento amministrativo numero 177/12^
d'ufficio, recante: “Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla
proposta di legge numero 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali
Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo,
recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di
Cosenza, Rende e Castrolibero”.
Prima
di cedere la parola alla collega De Francesco, volevo portare a conoscenza, per
evitare strumentalizzazioni, che prima di questa seduta è stato sottoscritto
dai capigruppo di maggioranza e opposizione, eccetto il Movimento Cinque Stelle
e il Gruppo misto, un documento che prevede che, in caso di referendum positivo
per l'unificazione dei Comuni, la data di avvio del Comune unico sarà entro il
2027. Non ha firmato neanche il consigliere Laghi. Cedo la parola alla collega
De Francesco.
Grazie,
signor Presidente. Anch'io mi unisco ai colleghi nel formulare gli auguri di
buon lavoro ai nuovi Assessori regionali, alla professoressa Capponi, alla
dottoressa Caracciolo, al neo Vicepresidente della Giunta regionale, al dottor
Filippo Pietropaolo, e agli Assessori regionali riconfermati.
Grazie,
signor Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, colleghi consiglieri,
signori della stampa; la proposta di risoluzione che oggi sottoponiamo al
Consiglio regionale per l’approvazione è stata approvata in prima Commissione
consiliare, che mi onoro di presiedere, lo scorso 20 marzo, portando a
compimento un percorso molto importante che ha avuto inizio il 4 maggio 2023,
data in cui è stata incardinata la proposta di legge relativa all'istituzione
del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero.
Sin da
subito, insieme ai colleghi sottoscrittori della proposta, insieme ai colleghi
della Commissione affari istituzionali, abbiamo deciso di. programmare e di
calendarizzare più sedute dedicate allo svolgimento delle audizioni, che
consideriamo un presidio di partecipazione e di democrazia davvero efficace,
proprio perché pienamente consapevole dell'importanza che riveste il dibattito
ed il confronto. C'è stata, quindi, da parte nostra la volontà di portare
avanti un iter con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali
interessate, delle associazioni di categoria e della società civile e, in veste
di Presidente della Commissione di merito, ho cercato sempre di mantenere la
giusta e doverosa imparzialità, accogliendo tutte le richieste di audizione di
tutti coloro che ne hanno fatto esplicitare richiesta, accogliendo quindi i
contributi di tutti, opposizioni comprese, e riservando la giusta attenzione
alla trattazione degli atti.
Quindi,
come era doveroso, abbiamo ascoltato i Sindaci, abbiamo ascoltato i
rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i rappresentanti degli ordini
professionali, parlamentari, docenti universitari di ogni schieramento politico
e a tutti desidero esprimere la mia gratitudine.
È stato
inoltre realizzato uno studio di fattibilità redatto dal professor Sergio
Luigino, che ringrazio, uno studio eseguito con rigore scientifico che dimostra
quelli che sono i benefici che ricadranno sul territorio della conurbazione,
uno strumento utile a supportare le valutazioni legate alle opportunità della
città unica ed è stata trasmessa poi una nota in Commissione, in data 29
gennaio 2024, con la quale tutti quanti noi proponenti della proposta di legge
numero 177/12^, abbiamo individuato i nomi del Comune di nuova istituzione da
indicare nel quesito referendario, che sono: Cosenza, Cosenza, Rende e
Castrolibero e nuova Cosenza. Tutto ciò che abbiamo fatto segue il dettame
costituzionale, l'articolo 133 e la legislazione ordinaria di derivazione
vengono pedissequamente rispettate allorquando, proprio attraverso la
consultazione referendaria, si realizza compiutamente la partecipazione dei
cittadini nella scelta di fusione.
Siamo
quindi coscienti, cari colleghi, di aver lavorato rispettando ogni procedura e
quindi abbiamo lavorato con grande umiltà e con rispetto.
Oltre
ad essere il Presidente della Commissione di merito, insieme ai colleghi
Caputo, Gallo, Mannarino, Straface, Gentile, Molinaro e Graziano, sono fra i
proponenti della proposta di legge e quindi sono favorevole alla fusione dei
Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. La grande città è di fatto già
esistente, i tre Comuni non hanno chilometri divisori, sono la stessa essenza,
lo sono per i cittadini. Una grande realtà amministrativa significherebbe, poi,
godere di finanziamenti dell'ordine di 10 milioni di euro per 15 anni, per un
totale di 150 milioni di euro, ma ritengo che la fusione rappresenti anche la
fase più compiuta della razionalizzazione delle funzioni comunali che comporta
diversi vantaggi quali: l'economia di scala, la riduzione delle tasse per la
razionalizzazione dei servizi in un unico centro di governo, la riduzione dei
costi degli organismi rappresentativi. E poi un'unica grande città significa
agganciarsi all'Università della Calabria, alla Facoltà di medicina, creare un
nuovo un unico polo tecnologico e industriale, pensare ad una politica dei
servizi innovativa creando dei servizi per i cittadini e nuove occasioni di
lavoro. Ritornare a pensare a un nuovo ragionamento politico culturale che dica
ai nostri figli che rimanere è possibile, perché trovo che la fusione
rappresenti un atto d'amore non tanto per noi, ma per chi verrà dopo di noi. Ma
oltre alle straordinarie opportunità connesse alla conurbazione, io sono
favorevole perché credo bisogna cogliere una domanda che viene dal basso, di
città unica se ne parla da almeno cinquant'anni, i cittadini ci chiedono
concretezza, sono stanchi dei campanilismi che frenano il processo di fusione.
Noi
ovviamente rispettiamo ogni posizione, comprendiamo ogni posizione, ma il
fulcro è che saranno i cittadini a decidere e la democrazia è l'unico strumento
che può processare i sistemi politici e ad essa ci affideremo sempre.
Insomma,
colleghi, io penso che noi in Commissione abbiamo semplicemente fatto il nostro
dovere e quindi ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ai lavori della
Commissione per la preziosa collaborazione. Abbiamo portato avanti un lavoro in
più di un anno, tempo che quasi mai interessa gli iter legislativi, convinti di
avere adempiuto a tutti i passaggi.
Prima
di chiudere vorrei rivolgere qualche ringraziamento. Ci tengo ancora una volta
a sottolineare l'importante lavoro che è stato svolto in Commissione affari
istituzionali, un lavoro che ha dimostrato maturità, attraverso un lavoro
sinergico che ha saputo coniugare idee, proposte e ascolto centrando un
obiettivo ambizioso, quello di lavorare insieme.
Per
quanto mi riguarda è stato un piacere, quindi ringrazio ancora una volta tutti
coloro che hanno preso parte ai lavori della Commissione per l'approccio che
avete avuto, un approccio scevro da preconcetti e da posizioni predefinite, ma
che ha dimostrato volontà di discutere insieme e affrontare insieme questo
importante progetto di legge sulla fusione.
Per
ultimo, ma non certamente per importanza, desidero rivolgere un ringraziamento
agli uffici della prima Commissione consiliare per l'instancabile impegno e per
il sempre qualificato lavoro svolto.
Adesso
andrò a leggere la proposta che la prima Commissione consiliare sottopone al
Consiglio regionale per l'”approvazione, ai sensi dell'articolo 40 della legge
regionale 5 aprile 1983, numero 13, della deliberazione di effettuazione del
previsto referendum consultivo obbligatorio a tutti gli elettori dei Comuni di
Cosenza, Rende e Castrolibero sulla proposta di legge numero 177/12^,
formulando nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione
popolare con riferimento alla proposta di legge numero 177/12^:
Punto
1: volete voi che sia approvata la proposta di legge numero 177/12^ e che sia
istituito un nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende
e Castrolibero? Punto 2: quali delle seguenti denominazioni volete che assuma
il nuovo Comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero?
a)Cosenza;
b)Cosenza, Rende e Castrolibero;
c) Nuova Cosenza.
Di
proseguire nell'iter procedurale avviato ai sensi della legge regionale numero
13 del 1983.”
Questa,
colleghi, è brevemente la proposta di risoluzione attraverso la quale chiediamo
l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio e, a seguire, al
Presidente della Giunta regionale di indire il referendum che ci restituirà la
volontà popolare. Grazie a tutti per l'attenzione.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Innanzitutto, esprimo gli auguri di buon lavoro alle neoassessore
da poco nominate dal presidente della Giunta regionale Occhiuto. Auguro anche
buon lavoro al neovicepresidente Pietropaolo e ai componenti della Giunta
restante.
Signor
Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta regionale, cari
colleghi, credo che oggi il gruppo del PD - mi auguro anche qualche altro
collega della minoranza - stia dimostrando quanto è pronta ad accettare le
sfide legate al cambiamento, all'innovazione e alle trasformazioni necessarie
alla Calabria. L’affermo con più forza e determinazione se penso e riporto
indietro le lancette dell'orologio a marzo dell'anno 2023 quando - voglio anche
questo dirlo e ribadirlo con determinazione - nessuno ha compreso il perché di
un procedimento che ha deciso, alla radice, l'opportunità di una discussione
franca, pacata e nel merito. Tanto che, in quella seduta - lo dico anche ai
colleghi Lo Schiavo e Tavernise -, ci siamo visti costretti ad abbandonare
l'Aula nel momento in cui ci siamo ritrovati “impacchettato” il provvedimento
normativo sulla nascita della città unica.
Quella,
caro Presidente, non è stata una bella pagina per il Consiglio regionale, in
primis, perché, in quell'occasione, si è ripetuta l’ingiustificabile
pratica di presentare provvedimenti minestrone contenenti le più disparate
norme con la volontà manifesta di ammazzare il dibattito, di esautorare il
Consiglio delle sue prerogative e di minare la qualità della produzione
normativa. Sappiamo anche che questo costituisce un modo subdolo, utilizzato da
qualche manina, per infilare di volta in volta provvedimenti che si spera
possano passare a fari spenti e che, invece, spesso abbiamo scoperto e portato
alla luce del sole. Come quando, in un precedente provvedimento omnibus, con un
semplice emendamento, si era tentato di far passare il contendere di cui oggi
discutiamo e l'ingrediente più indigesto di quella “insalatona mista” del marzo
2023; la modifica dell'articolo 4 della legge 2006, che toglieva ai Comuni la
potestà di aderire o meno al processo di fusione.
Rispetto
a quel metodo noi siamo stati chiari, non ci è piaciuto e non ci piace, non
possiamo condividerlo perché non è democratico, non è partecipativo. A questo
proposito, avevamo invitato il presidente Occhiuto e la sua maggioranza a
predisporre e portare in Aula, in tempi brevi, una normativa organica,
complessiva e omogenea sulle fusioni che, in linea con l'indirizzo legislativo
espresso da altre Regioni - mi riferisco all'Emilia Romagna, ad esempio -
consentisse di predisporre gli incentivi economici e fiscali adeguati da
affiancare ai contributi statali già in essere, al fine di rendere effettiva la
possibilità di aggregazione. Richiesta che oggi rinnoviamo al Presidente,
consapevoli che tali processi si governano con una programmazione chiara e trasparente,
attraverso un programma annuale regionale di riordino territoriale anche perché
siamo sempre più convinti - lo siamo da sempre - che i processi di accorpamento
siano da incoraggiare, supportare, perché rappresentano il modello di
riorganizzazione del sistema delle autonomie locali che più di altri risponde
alle esigenze di razionalizzazione della spesa e a quella di interventi per
aree omogenee che va a incidere, in maniera determinante, anche sull'utilizzo
dei finanziamenti e delle risorse pubbliche.
Detto
ciò, nell'anno appena trascorso, noi non siamo stati con le mani in mano a
guardare, ma abbiamo cercato di capire, di aprire un canale di comunicazione
con la società, nelle comunità, aprendo col territorio un ragionamento, una
discussione, un dialogo, un confronto, sperando di raccogliere osservazioni da
parte di chi esprime preoccupazione, da parte di chi difende in maniera
legittima la propria identità, il proprio territorio, l'orgoglio
dell’appartenenza a un territorio, ma soprattutto abbiamo cercato di capire
quali sono le vere motivazioni che stanno alla base di queste osservazioni, di
queste critiche e di queste preoccupazioni. Una minoranza deve saper essere
istituzionale, specie quando la maggioranza lo è a giorni alterni, e una classe
dirigente degna di questo nome, non può fossilizzarsi sulle schermaglie o
strumentalità, ma deve avere quella capacità e intelligenza di innescarsi nel
divenire dei processi per poterli modificare, governare e condizionare. Noi
questo l'abbiamo fatto in questi mesi e in quest’anno, attraverso un dialogo
continuo, un confronto continuo, un raccordo con il nostro partito, un raccordo
con il nostro segretario regionale.
Abbiamo
fatto un lavoro scrupoloso su questo tema, perché tale deve essere se si vuole
essere parte dei processi di cambiamento, dell'innovazione, delle rotture dei
localismi e dei campanilismi. Questo bisogna fare se si vuole dare alla
Calabria una classe dirigente adeguata alle sfide di cui parliamo, rigettando
ogni tentativo della cosiddetta politica dello “scusagno”
- lo voglio dire in cosentino, della scusante in italiano -, cioè di trovare e
arrabattare tante soluzioni per dire no alla proposta di legge. Noi questo
tentativo l'abbiamo rifiutato. Il risultato del nostro approccio e della nostra
predisposizione alla concretezza è stato il documento politico a cui, poco fa,
ha accennato il presidente Mancuso, che abbiamo ieri, come PD, presentato
formalmente in una conferenza stampa e che prevede l'entrata in vigore della
fusione a febbraio 2027, sanando uno dei vulnus democratici che avevamo
denunciato. Questo è un lavoro fatto da un gruppo dirigente che si ritiene
tale, che si pone l'obiettivo di innovare i processi, di cambiare i processi,
di essere nei processi e per farlo c'è bisogno di questo approccio: dialogo,
confronto, ascolto, ma non della politica dello “scusagno”.
Questo documento non è altro che la sintesi di quello che abbiamo raccolto,
caro collega Tavernise, sui territori. Cosa ci chiedeva il territorio? Maggiore
armonizzazione, più tempo per la realizzazione della città unica, una sintesi
migliore, studiare i bilanci, fare una commissione tecnica per affrontare i
temi, dare più anni e tempo alle varie burocrazie per creare sinergia,
armonizzazioni e questo abbiamo fatto.
Il
documento politico è vincolante, lo voglio dire al Presidente del Consiglio,
Mancuso, perché con la sua firma garantisce - presidente Mancuso, mi ascolti -
anche per quest'Aula consiliare. Per noi è vincolante e tale rimarrà. Quindi,
avendo raggiunto la convergenza su questi punti fermi e sui tempi opportuni,
oggi possiamo guardare con serenità al provvedimento all'ordine del giorno.
Certo,
si è partiti col piede sbagliato, ma abbiamo avuto il tempo di raddrizzare il
cammino e arrivare alla meta e la meta non può che essere la soluzione unitaria
per Cosenza, Rende e Castrolibero.
D'altronde
è la mia storia che mi fa dire questo e affermare questo. In questi anni, sono
stato personalmente protagonista di processi di fusione, prima della fusione
Casali del Manco, molto più facile rispetto a quella di Corigliano - Rossano
che mi ha visto protagonista nel sostenere questo processo di fusione. Credo
che con questi processi di fusione si possano ottenere tante opportunità per le
comunità, basta vedere i dati, i finanziamenti ottenuti in questi anni dal
Comune di Corigliano-Rossano, l'attrattività del Comune di Corigliano per
capire che è un provvedimento che rafforza il territorio, che amalgama i
territori e li rende attrattivi e forti nell'interlocuzione, nei finanziamenti,
nelle scienze strategiche, politiche ed economiche della Calabria e non. Ecco
perché non potevamo che essere d'accordo su questo approccio, su questa
innovazione, su questa proposta. Abbiamo sempre contestato il metodo e le
nostre preoccupazioni sul metodo rimangono tali, ho cercato di spiegarlo al
meglio.
Qualcuno
poteva anche pensare che il PD volesse intestarsi questa battaglia di
retroguardia, perché tale, per me, è non sostenere questi processi di fusione.
È una politica che si porta avanti, ormai, a livello nazionale ed europeo, ma
noi non siamo quel tipo di minoranza e soprattutto noi siamo quel tipo di
partito, noi crediamo fortemente nelle opportunità che possono derivare da
queste fusioni e oggi siamo qui per dire al presidente Occhiuto - mi dispiace
che non sia in Aula - che questa minoranza e il PD calabrese non hanno paura
delle sfide legate al cambiamento, all'innovazione, alla difesa dei diritti
essenziali per i calabresi.
Noi,
con questa nostra posizione, caro presidente Occhiuto, abbiamo dimostrato di
essere pronti ad accettare le sfide. Lo dimostri anche lei, annunciando in
quest'Aula la sua scelta per quanto riguarda l'Ospedale nuovo a Cosenza. Qual è
la sua scelta? Rende, Policlinico universitario o Vaglio Lise? Inizi anche lei
a dimostrare coraggio, venga in quest'Aula e ci proponga un pacchetto
importante per le aree interne e noi siamo pronti a sostenerlo. Venga in
quest'Aula a dire qual è la sua posizione sull’autonomia differenziata, non
giocando più a poker. Dica se è favorevole, come ha detto ieri il senatore
Alfieri, e porti in Aula il provvedimento per quanto riguarda di richiesta del
referendum abrogativo.
Su
questi temi quindi, caro presidente Occhiuto, e altro ancora, troverà il gruppo
del PD pronto ad accogliere queste sfide, pur con le nostre proposte e le
nostre visioni, ma soprattutto liberi da ogni pressione e da logiche romane
che, in questi lunghi anni di regionalismo, non hanno certamente aiutati i
calabresi e la difesa dei loro diritti.
Quindi,
buon lavoro a tutti, noi siamo pronti da oggi a sfidare questa maggioranza di
governo, assumendoci le nostre responsabilità, ma lo facciamo per il bene dei
calabresi, lo facciamo perché riteniamo che i provvedimenti di questo genere
aiutino a crescere, a far maturare dei processi di cambiamento nella nostra
regione.
Siamo
pronti quindi, presidente Occhiuto, l'aspettiamo in quest'Aula per misurarci
anche sui temi dell'alta velocità, sul Piano dei trasporti, su cui oggi manca
una posizione chiara della Giunta regionale, per dire che questa minoranza non
si chiude nel proprio recinto, ma vuole essere protagonista nelle scelte
fondamentali e lo farà ancora di più da settembre in poi, con proposte mirate,
serie, scrupolose che tengano al centro la Calabria e gli interessi dei
calabresi.
Grazie,
collega Bevacqua. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha
facoltà.
Presidente,
in questa seduta del 26 di luglio avrei preferito parlare di un altro
referendum: del referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata,
rispetto al quale spero che il Consiglio regionale della Calabria voglia
prendere posizione al più presto. Avrei voluto parlare di questo, ma ovviamente
l'agenda politica, come decisa anche nella Conferenza dei capigruppo, ha scelto
di indicare questo oggi come punto all'ordine del giorno. Su questa vicenda,
che tra l'altro è particolarmente rilevante, non solo non ho cambiato idea, e
quindi continuo a essere contrario alla proposta che oggi voi portate in Aula,
ma cercherò di argomentarla sostenendo che non solo non è una battaglia di
retroguardia, ma è un provvedimento pericoloso che oggi noi approviamo perché
introduce un precedente politico rilevante che ha delle ricadute concrete
nell'ambito dei nostri lavori e che aprirà sicuramente, nel prossimo futuro, ad
altri casi molto simili che andremo a discutere in questo Consiglio regionale.
Parto da un dato: io non sono cosentino, ma noi non stiamo discutendo solo
della fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Noi in quest'Aula stiamo
discutendo di qualcosa di più importante.
Parto,
anche, da un dato: sono a favore dell'istituto delle fusioni, perché penso che
siano assolutamente necessari anche in Calabria una razionalizzazione degli
enti locali e un loro ridisegno.
Dico
questo perché qualcuno può eccepire che dire sempre “no” sia una posizione
conservatrice. In realtà noi stiamo dicendo, io sto dicendo “no” a una proposta
che parte su un presupposto totalmente diverso da quello che era lo spirito
costituzionale, il Testo Unico degli enti locali e, anche, la nostra legge
regionale sul referendum, perché questa proposta non parte dal basso. Questa
proposta parte, ovviamente, da un'iniziativa in questo Consiglio regionale e
non parte “sentite le popolazioni interessate”.
Attenzione,
il Presidente della Commissione, giustamente, diceva: “Abbiamo fatto, in
Commissione, una campagna di ascolto con chiunque l'abbia voluto.” È vero! Ma
non è mai partita dalle delibere dei Consigli comunali che, oggi, sono
costretti a subire questa fusione. Non è mai partita lì. Sono stati ascoltati
in Commissione, ma non parte dal basso, parte dall'iniziativa di un consigliere
o da più consiglieri regionali.
Vedo
che c'è, anche, oggi un'adesione di altri gruppi politici a questa proposta, ma
parte dall'alto. E parte - qui era la sfida che noi avevamo proposto col
consigliere Tavernise circa un anno fa - senza avere disciplinato e
regolamentato gli istituti che consentono la leale democrazia in questo
processo che è proprio l'istituto del referendum consultivo di cui oggi stiamo
parlando e parleremo. Perché dico questo? Perché la legge regionale che
disciplina questo referendum, intanto, non è organica e non è una disciplina
completa, ma è una legge che rischia di frustrare, proprio per come si sta
ponendo, la reale democrazia e la reale identità delle comunità interessate.
Lo
devono sapere i calabresi: il referendum verrà approvato a maggioranza. Cosa
significa questo? Che se, nell'ambito di un procedimento di fusione, noi
mettiamo assieme Comuni demograficamente diversi, con pesi demografici diversi
e con pesi politici diversi, noi non parliamo più di fusione, ma parliamo di
annessione. Se io domani, in quest'Aula, propongo la fusione della mia città
che ha 30 mila abitanti con il Comune limitrofo che ne ha 2 mila e l'altro
Comune limitrofo che ne ha 3 mila, secondo voi l'esito referendario quale
risultato potrà portare? Dico questo perché sto parlando non della fusione di
Cosenza, su cui nel merito sono anche a favore, attenzione!
Io sto
parlando di regole che devono valere al di là del caso di Cosenza.
Noi
siamo legislatori regionali, parliamo alla Calabria e introduciamo una
discussione che oggi vale per Cosenza, ma domani potrà valere per Reggio
Calabria, per Vibo Valentia, per qualunque altra comunità. Per questo sono
perplesso.
Ho
mantenuto e abbiamo tentato di correggere l'Istituto referendario con una
proposta di legge differente e ci siamo basati qui sulla sfida della modernità.
Abbiamo
cercato di portare in discussione le leggi delle Regioni che erano più avanzate
su questo tema. L’Emilia-Romagna ha una legge in cui, sì, si dà ai consiglieri
regionali l'impulso di iniziativa per promuovere le fusioni, ma la legge
dell’Emilia-Romagna, ad esempio, che prendo qui in considerazione, a differenza
della Regione Calabria, prevede che l'Assemblea legislativa non può trattare la
fusione quando i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione
ma nella maggioranza dei Comuni, ad esempio, prevale il voto contrario. E
ancora - proprio per essere più democratici - se i Comuni sono due è stabilito
che se i voti complessivi del referendum sono favorevoli alla fusione, ma il
numero dei Comuni favorevoli è uguale a quello dei contrari, non si va avanti
alla fusione.
Cosa
stabilisce l’Emilia-Romagna? Stabilisce quel principio che prevede dei
correttivi, altrimenti se mettiamo Cosenza che ha 63 mila abitanti, con Rende
che ne ha 32 mila o Castrolibero che ne ha 9 mila - non ricordo i numeri
precisi - mi sembra che, sommando i voti di Cosenza rispetto a quelli di Rende
e di Castrolibero, ovviamente, non ci sia un uguale equilibrio demografico.
Poi non
capisco cosa cambia rinviare nel 2027.
Questa,
a mio avviso, è una questione assolutamente irrilevante per il ragionamento che
sto facendo. Nel 2027, finisce il mandato, forse, di un'amministrazione
comunale, ma nelle altre cosa succede? Ad esempio, a Rende cosa succede nel
2027? Forse allunghiamo, ancora di più, l'agonia di quella comunità che già
priva di un'amministrazione e non so per quanto ne sarà privata?
Questi
sono stati i dubbi che noi abbiamo espresso e, quindi, posso apparire
conservatore di fronte alla modernità di chi vuole la fusione.
La
sfida era nel creare i presupposti della fusione con regole democratiche,
stabilire dei principi nuovi, diversi, come le Regioni più avanzate, per cui
lì, sì, il Consiglio regionale incentiva le fusioni, ma non così, come atto di
imperio di una parte politica o dell'altra parte politica a seconda delle
maggioranze che si alterneranno.
Per
queste ragioni esprimo il mio voto contrario e invito a ragionarci, perché non
stiamo parlando della fusione di due piccoli Comuni, stiamo parlando della
fusione più importante che questa regione porrà in essere e queste regole però,
se valgono oggi, domani dovranno valere anche per altre città.
Dove
arriveremo a cascata? Queste sono le preoccupazioni che, come legislatore
regionale e come assertore delle fusioni, pongo a quest'Aula e a tutti voi, nel
momento in cui noi l'andremo a votare.
Vorrei
dirvi, anche su Cosenza, che non esiste solo l'istituto della fusione.
Ci sono
varie forme di collaborazione, anche graduali, che possono essere realizzate
tra gli enti locali, compresa l'unione dei Comuni.
Ma non
voglio, ripeto, entrare nel merito rispetto a una vicenda che, ovviamente, ha
un carattere locale, seppur importante rispetto al mio discorso generale sulle
regole e sulla democrazia. Per questo motivo, Presidente, annuncio il mio voto
contrario a questa proposta.
Grazie,
consigliere Lo Schiavo.
Ha
chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Chiedo scusa ai nuovi assessori nominati, se nel mio precedente
intervento non ho formulato gli auguri. Lo faccio adesso sia alle new entry,
sia all'assessore Gallo, per la nuova delega ai trasporti, e sia all'assessore
Pietropaolo, per le nuove deleghe ricevute. In bocca al lupo per i prossimi due
anni e mezzo di lavoro.
Ho
ascoltato attentamente l'intervento della collega De Francesco, ma soprattutto
gli interventi dei colleghi di minoranza, Bevacqua prima e Lo Schiavo dopo.
Presidente
Mancuso, l'approvazione di questo provvedimento, per chi vive nella provincia
di Cosenza, è importante perché si dà la possibilità ai cittadini di Rende, di
Cosenza e di Castrolibero di esprimere la propria idea, la propria opinione su
un processo di fusione che porterà e trasformerà, probabilmente, la Città unica
nella città più popolosa della provincia di Cosenza e una delle città più
grandi della Calabria, la seconda dopo Reggio Calabria.
Quindi,
non stiamo parlando di un provvedimento che affrontiamo tutti i giorni, stiamo
parlando del futuro di tre comunità che si uniranno in un'unica comunità e di
un provvedimento i cui effetti ricadranno sulle prossime generazioni.
Se
torniamo indietro, collega Bevacqua, penso che tutti quanti in quest'Aula
abbiamo da farci un mea culpa su questo provvedimento, perché - sono
abituato sempre a dire la verità - devo dare atto ai colleghi, soprattutto al
collega Caputo, che prima del deposito di questa proposta di provvedimento e
della proposta di legge regionale in sé, c'era stata l'apertura da parte dei
colleghi di centrodestra per far firmare questa proposta di legge a tutti i
consiglieri regionali eletti nella provincia di Cosenza.
Ammetto
il mio errore: sono convinto che, se tutti noi, consiglieri regionali di
Cosenza, avessimo firmato, sin da principio, quella proposta di legge, si
sarebbe potuto evitare quello che è successo in questo anno e mezzo di iter -
cominciando dall’eliminazione, attraverso la legge omnibus, delle delibere di
Consiglio comunale – e cioè il battibecco che c'è stato tra l'amministrazione
comunale di Castrolibero, quella di Cosenza e tra noi consiglieri regionali di
centro-sinistra con quelli di centro-destra.
La
storia però è nota a tutti: c'è stata una forzatura da parte della maggioranza,
noi siamo usciti, addirittura, dall'Aula quel giorno, abbiamo convocato una
conferenza stampa in aula Commissioni, mentre in Aula consiliare si approvava
la modifica a quella legge regionale.
Ora, mi
dispiace dirlo, ma non è accettabile che il giorno stesso della votazione solo
perché è stato cambiato il termine per il processo di voto dal febbraio 2025 al
febbraio 2027, noi possiamo assumere una posizione diversa rispetto a quella
che abbiamo portato avanti pubblicamente e nelle sedi istituzionali su questo
provvedimento amministrativo.
Parliamoci
chiaro, il Movimento Cinque Stelle e Davide Tavernise - risiedo nella provincia
di Cosenza - hanno nel loro programma a livello nazionale la posizione
favorevole nei processi di fusione. Quindi, non voterò mai in maniera contraria
quando si chiede ai cittadini di esprimere la propria opinione, il proprio
parere su un processo di fusione, ma, sicuramente, devo tener conto e non posso
votare favorevolmente se abbiamo due Sindaci che non si sentono assolutamente
coinvolti in un processo che riguarda le loro comunità e sono stati eletti
democraticamente da quelle comunità e addirittura un terzo Comune, che è Rende,
che ha dei Commissari e che quindi non ha una guida politica che può portare e
traghettare la comunità di Rende in una comunità unica insieme ai Comuni di
Cosenza e Castrolibero.
Ecco
perché non posso firmare questa proposta che è stata rivolta ai colleghi di
centrodestra e non posso assolutamente votare in maniera favorevole la
richiesta di referendum, ma mi astengo.
Mi
astengo perché voglio dimostrare la mia coerenza. Non posso di mattina chiedere
ai colleghi di centrodestra l'istituzione del referendum sull'autonomia
differenziata e dall'altra parte, invece, votare in maniera contraria quando
gli stessi colleghi di centrodestra ci chiedono di far esprimere il proprio
parere, la propria opinione ai cittadini di Rende, di Cosenza e di
Castrolibero.
Collega
Caputo, soprattutto, e collega De Francesco, con questo provvedimento si chiede
ai cittadini di Rende, Cosenza e Castrolibero se sono o meno d'accordo a un
processo di fusione. Ovviamente, mi auguro, anche se il referendum è
consultivo, che l'opinione, in quel caso, conti davvero, perché, se la
maggioranza dei cittadini di tutti e tre i Comuni voteranno a favore della
fusione, penso che sia doveroso continuare ad andare avanti, se succede il
contrario, penso che sia altrettanto doveroso che questo processo si fermi.
Vi
chiedo, però, visto che, collega De Francesco, lei è la Presidente della prima
Commissione - il 31 luglio andremo a discutere anche la proposta di
provvedimento amministrativo per la richiesta di referendum sull'autonomia
differenziata - altrettanto interesse, altrettanta maturità politica per far sì
che questo Consiglio regionale dia la possibilità agli stessi cittadini a cui
voi state andando a chiedere il vostro parere, se sono o meno d'accordo sulla
legge sull'autonomia differenziata che altri cinque Consigli regionali già
hanno portato avanti per la richiesta del referendum e che stanno aspettando
una sesta Regione, cioè la Calabria; il presidente Occhiuto - addirittura ieri
mattina su Sky Tg24 - ha affermato che se si dovesse
portare avanti il referendum sull'autonomia differenziata in Calabria l'80 per
cento dei cittadini voterebbero in maniera favorevole all'abrogazione della
legge.
Collega
Bevacqua, quindi, non so se faccio una politica retrograda o antica, sono tra
quelli che dice: “Va bene la fusione, ma non va bene il metodo che ci porta
alla richiesta di referendum oggi.” Penso che, ancora, non sia troppo tardi.
Collega
De Francesco, me ne deve dare atto: dell'opposizione, forse, ero l'unico che
veniva alle sedute della prima Commissione, pur non essendo componente, ad
ascoltare il Commissario prefettizio di Rende, ad ascoltare Luigino Sergio
quando ha presentato ed esposto lo studio di fattibilità, ero lì quando il
Sindaco Caruso ha espresso le proprie perplessità, quindi, ho seguito dalla A
alla Z questo iter.
Mi
astengo e sono convinto che questo iter - lo considero un po’ distorto - che
c'è stato in quest'ultimo anno e mezzo debba essere da esempio, collega
Bevacqua, per i prossimi due anni e mezzo: quando si discute di provvedimenti
che incidono sul futuro di tanti cittadini, come in questo caso, noi dobbiamo
ragionare sin da principio se conviene portare avanti delle battaglie
bipartisan. Se noi, tutti insieme, costruiamo determinate tesi politiche,
abbiamo la possibilità di contare davvero, collega Bevacqua, se arriviamo
l'ultimo giorno corriamo il rischio, purtroppo, che qualcuno dall'altra parte,
dagli altri scranni ci dica: “Voi oggi siete d'accordo con noi solo ed
esclusivamente perché volete fare arrivare qualche consigliere comunale del
vostro partito di riferimento a fine mandato”; noi questo non ce lo possiamo
permettere, non possiamo farcelo dire, collega Bevacqua, perché sono convinto
che, se vogliamo proporci come una nuova classe dirigente alternativa al
centrodestra, dobbiamo far capire che dobbiamo difendere gli interessi delle
comunità e non gli interessi di qualche consigliere comunale. Grazie.
Grazie,
collega Tavernise.
Ha
chiesto di intervenire il collega Talerico. Ne ha
facoltà.
Presidente,
il mio intervento sarà breve, lo sarà prima sul piano tecnico-giuridico e poi
sul piano politico.
Ho
letto delle dichiarazioni, anche in quest'Aula, anche da coloro che - ancora
non ho ben compreso quale sia la posizione del Partito Democratico - così come
è avvenuto con riferimento a quello che era il fattore localizzativo delle
discariche, non si sono avveduti che su Crotone i rifiuti pericolosi
provenivano già da una vita e, oggi, abbiamo finalmente posto la parola fine su
quel dato. Nella sostanza, il Partito Democratico in Consiglio regionale ha
votato contro questa forma di tutela.
Ed
invero, allo stesso modo, sotto il profilo tecnico giuridico, più volte è stato
detto che questa legge sarebbe stata anticostituzionale; sennonché, come
sapete, i due profili sarebbero potuti rientrare in quello dell'impugnazione da
parte del Governo, ancor di più se la legge fosse stata, anche in astratto,
contraria ai principi della Costituzione e in particolare contraria a quei
principi che sono connessi a tutte le norme che hanno consentito, sino ad oggi,
l'adozione della legge medesima.
Ebbene,
il Governo non ha impugnato. Qualcuno però eccepiva che ciò potrebbe avvenire
allorquando vi saranno degli atti esecutivi attuativi di quella che è stata la
modifica del comma 3, articolo 5, della legge numero 15 del 2016.
Sennonché,
anche sotto questo aspetto, è giusto rilevare che i Comuni interessati o anche
i Comuni non interessati da questa fusione - tutti i Comuni perché in astratto
potrebbero essere, tra virgolette, interessati da questa legge - potranno
impugnare dinanzi alle autorità competenti, eccepire la questione di
legittimità costituzionale e farla valutare nella sua non manifesta fondatezza
o meno, ammissibilità, affinché possa essere poi la Corte costituzionale a
decidere.
Ma devo
rilevare l'assoluta contraddittorietà delle argomentazioni perché, se non vado
errato, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio provinciale a
Cosenza e il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, sempre a
Cosenza, dichiarano e argomentano situazioni del tutto in aperto contrasto con
il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, perché i due
capigruppo, provinciale e comunale, ci dicono “sì” alla Città unica ma non
condividendo il metodo e il criterio utilizzato.
È una
formazione, anche questa assai contraddittoria perché, se dici che sei
d'accordo sulla Città unica e poi contesti il metodo, allora, a questo punto,
anche l'affermazione stessa di essere d'accordo sulla Città unica, in assenza
di una valutazione che può essere espressa con un referendum, diventa essa
stessa contraddittoria. Ma lo è più nella misura in cui il Partito Democratico
in Consiglio regionale sottoscrive un documento dove si deduce, anche
dall'intervento fatto dall'esponente del PD, che poiché abbiamo prorogato alla
data del 2027 la possibilità dello scioglimento dei Comuni, allora a questo
punto siamo d'accordo e firmiamo la legge, una sorta di do ut des legato a un interesse non
certamente celato da parte dell'amministrazione comunale di Cosenza, che
attualmente governa la città di Cosenza, di voler finire il mandato.
E
allora delle due l'una: o parliamo di etica, di politica, di contenuti, di
criteri, di controproposte a cui, purtroppo, siamo ormai stati abituati a non
assistere e non possiamo assolutamente porre la questione sul piano meramente
personale, o parliamo di partito ristretto o di area ristretta dove andiamo a
negoziare senza far comprendere però qual è questa interposizione, questa
ulteriore proroga di due anni, rispetto a quella che era prevista
originariamente nel testo della legge regionale al 1° febbraio 2025. Se non
viene spiegata, allora diventa una mera speculazione, strumentalizzazione
politica che non ha ragion d'esistere.
Credo
che la dialettica politica, anche quella dell'opposizione, sia molto
importante.
A volte
non è facile essere un componente della maggioranza. Qualcuno dice che hai
maggiore agibilità politica. Certo, ma ci sono anche delle regole di partito
che molte volte devono assopire quelli che potrebbero essere delle valutazioni
personali, frutti di percorsi politici, tecnici e personali diversi dagli
altri. Invece, è molto più facile essere un componente dell'opposizione, perché
tendenzialmente è più facile fare il populista, come spesso avviene, è più
facile dire delle cose che sono in contrasto con quello che tecnicamente noi
dovremmo sapere: come e quali siano le procedure per l'adozione di una legge.
In
tutte le argomentazioni che, oggi, ho sentito da parte dei consiglieri di
centrosinistra, sia sulla questione Crotone - al di là della Conferenza dei
servizi dove è normale che Eni Rewind abbia tentato di risparmiare per poter in
qualche modo portare i rifiuti pericolosi e lasciarli in Calabria - sia
sull'approvazione di questa legge, devo rilevare per l'ennesima volta un totale
vulnus argomentativo del Partito
Democratico, in particolare, e di tutti quelli che, anche astenendosi, non
hanno fornito argomentazioni a supporto né dei rinvii, né della metodologia, né
dei criteri, limitandosi semplicemente all'inciso “aspettiamo il referendum”.
Anche là, dovremmo allora andare a disciplinare se il voto di un cittadino
cosentino vale più di un voto del cittadino di un piccolo paese o altro.
Quello
che, invece, dovremmo sottolineare è l'importanza, il coraggio e l'assumersi la
responsabilità di un atto politico e l'atto politico è quello di una Città
unica che deve essere il frutto di valutazioni non soltanto tecnico-giuridiche,
ma di tutte quelle valutazioni che abbiamo svolto nella lunga istruttoria che
si è completata positivamente. Quindi, voto contrario o voto positivo che sia,
anticipo il mio voto positivo e ritengo che le argomentazioni politiche vadano
spiegate bene, altrimenti diventate poco credibili.
Grazie,
consigliere Talerico.
Ha
chiesto intervenire il collega Mattiani. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Buon pomeriggio a lei, buon pomeriggio ai componenti della Giunta e
un augurio alla dottoressa Caracciolo e alla dottoressa Capponi per la nuova
nomina. Sono certo che riuscirete a offrire un grande contributo alla nostra
Amministrazione.
Presidente,
oggi siamo chiamati ad esprimerci sulla proposta di provvedimento
amministrativo relativa all'effettuazione del referendum consultivo
obbligatorio sulla proposta di legge, recante: “Istituzione del nuovo Comune
derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”.
Ho
chiesto di intervenire brevemente per esprimere il mio voto favorevole, ma
anche il mio convinto sostegno a un progetto, quello della fusione dei Comuni
di Cosenza, Rende e Castrolibero che, a mio parere, consentirebbe alle Città
interessate di proiettarsi nel futuro; un futuro rappresentato da nuove
opportunità, nuovi e ulteriori processi di crescita sia economica sia sociale.
In
generale, ritengo che la fusione tra Comuni sia un'opportunità assolutamente da
cogliere. Abbiamo davanti a noi un nuovo modo di intendere la macchina
amministrativa.
Un
modello nuovo in discontinuità con il passato, molto più efficiente e
sicuramente anche molto più efficace. L'obiettivo è quello di fornire servizi
sempre più attenti ai bisogni dei cittadini, con un minore impiego di risorse.
Una
nuova configurazione di una pubblica amministrazione che deve attualizzare la
propria azione ai bisogni concreti dei territori che, oggi, correttamente,
esigono funzionalità ed efficienza dei servizi e delle infrastrutture che,
troppo spesso, i nostri Comuni non sono capaci di garantire.
E,
allora, unire le forze significa rendere maggiormente efficienti i servizi e
determinare un risparmio di spesa nelle loro erogazioni e nella gestione delle
funzioni, in quanto si riducono le spese di funzionamento, soprattutto nei
servizi di back office, che possono
senz'altro essere razionalizzati a beneficio delle attività di front office, ovvero quelle di
erogazione delle prestazioni comunali a diretto beneficio del cittadino.
Non va
tralasciato, inoltre, un altro aspetto molto importante: lo Stato incentiva e
finanzia le fusioni fra i Comuni e nel caso di specie si prevedono delle
erogazioni per 15 anni di circa 10 milioni di euro, quindi 150 milioni di euro
messi a disposizione di questo nuovo grande Comune che potrà spendere per
migliorare i servizi sul territorio.
La
fusione tra Comuni, producendo risparmi di spesa, da una parte, e risorse
statali non vincolate, dall'altra, potrebbe assolutamente migliorare le
performance del personale, ma anche incentivare nuove assunzioni per i tanti
giovani calabresi che sono costretti ad emigrare al Nord per trovare lavoro.
Insomma,
è un'opportunità e i vantaggi sono evidenti: una maggiore efficienza della
macchina amministrativa, la possibilità di meglio programmare gli investimenti
pubblici, la maggiore partecipazione alla vita pubblica da parte dei cittadini,
magari attraverso l'istituzione di municipi, maggiori entrate, maggiori
contributi, riduzione della spesa, tagli dei costi della politica e del
funzionamento della macchina amministrativa. Questi sono sostanzialmente i
vantaggi che oggi questa legge, questa prospettiva ci garantiscono.
Vantaggi
che superano di gran lunga gli svantaggi che avremmo davanti a noi e che
riguardano sicuramente quelli che potrebbero essere la perdita del senso
d'identità territoriale, la preoccupazione di sentirsi meno rappresentato, la
difficoltà di accettare questo cambiamento.
Certamente,
al contrario di quanto sin qui detto, la frammentazione non aiuta però questi
processi di modernizzazione delle nostre città e della nostra Calabria.
Certamente, al contrario, gli studi condotti, ad esempio, proprio sull'area del
cosentino cristallizzano un'estrema frammentazione in tanti Comuni, con le
necessarie e negative ricadute sui trasporti, sul servizio di nettezza urbana,
nella pubblica istruzione, sugli aspetti urbanistici.
Un
territorio, quello interessato dal progetto, che presenta, invece, tutte le
caratteristiche di idoneità e omogeneità territoriale necessarie per poter
percorrere la strada della fusione tra i Comuni. Come detto, una evidente
omogeneità territoriale, ambientale, sociale e culturale.
Gli
obiettivi che si potrebbero raggiungere sono ambiziosi, ma realisticamente
perseguibili.
A
titolo esemplificativo, vado a segnalare: la pianificazione urbanistica e
territoriale, pianificata e concordata; la realizzazione di un trasporto
pubblico in grado di consentire un efficiente sistema di mobilità su tutto il
territorio urbano; la progettazione e realizzazione di una viabilità primaria e
secondaria a servizio dell'intera area; la realizzazione, riorganizzazione e
potenziamento di servizi essenziali, quali attività sociali, sport, servizio
idrico, raccolta dei rifiuti.
Risulta
evidente che riuscire a portare a termine il progetto consentirebbe in
quell'area non soltanto la creazione di un grande Comune, con un notevole
incremento della popolazione, ma si tradurrebbe in maggiore efficienza e
maggiori opportunità per ottenere risorse aggiuntive da investire nella
gestione – che diverrebbe così comune – di progetti di sviluppo locale, in
servizi, trasporti e ambiente.
Si
tratta di aree territoriali caratterizzate da elevati standard
produttivi che, sebbene non ancora unite in un’unica identità locale,
rappresentano già oggi un centro economico fondamentale per l'economia
regionale.
Per
tale ragione, l'iniziativa intrapresa in questa legislatura. grazie al grande
lavoro svolto dalla prima Commissione, presieduta dalla consigliera De
Francesco, e da tutti i colleghi che hanno partecipato ai lavori, non può non
essere considerata come una chiara opportunità da cogliere.
Dobbiamo
acquisire tutti la consapevolezza di quanto l'unione delle forze, lo sviluppo
comune, il confronto anche tra storie e tradizioni delimitate da confini
territoriali diversi, rappresentino assolutamente un’opportunità da non
perdere.
Questo
è il mio invito ad una profonda riflessione, scevra da egoismi e con lo sguardo
rivolto al domani, al futuro, a nuovi orizzonti. Infatti, se vogliamo
affrontare con piglio vincente le grandi sfide del futuro che ci attendono,
vedere la Calabria, finalmente, competere a livello nazionale e internazionale
e sognare un futuro di progresso e sviluppo, dobbiamo essere pronti ad
utilizzare tutti gli strumenti che il nostro ordinamento ci mette a
disposizione.
Ritengo
che, oggi, sia una necessità pensare alla fusione tra Comuni, specialmente tra
i piccoli centri urbani. Purtroppo, le esperienze calabresi di fusione sono
poche, ma tutte notevolmente importanti quali il Comune di Casali del Manco,
Lamezia Terme e Corigliano-Rossano.
Alla
luce di questa breve disamina, non possiamo – personalmente, non posso – non
sostenere questo grande e rivoluzionario progetto di fusione tra realtà
importanti, protagoniste indiscusse della vita politica, economica e sociale
dell’intera Regione Calabria. Grazie.
Grazie,
consigliere Mattiani. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Credo che la più alta forma di democrazia sia la consultazione
della volontà popolare che si esprime attraverso lo strumento del referendum.
Perdonatemi,
se sono romantico e idealista, ma appartengo ad una forza politica che,
originariamente, proponeva la democrazia diretta e partecipata come strumento
cardine per rispondere alle esigenze di una collettività.
Per
questo non posso che esprimermi a favore dell’effettuazione del referendum
consultivo obbligatorio per l’istituzione di un nuovo Comune derivante dalla
fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Grazie.
Grazie,
consigliere Affitto. Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Carissimi colleghi, oggi approda in Aula un provvedimento di
particolare importanza a cui tengo in modo particolare, essendo stata tra i
firmatari: stiamo parlando della fusione dei comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero, che per queste tre importanti città costituisce un'opportunità di
crescita gigantesca, legata naturalmente all'attrattività dei finanziamenti,
non soltanto per quanto riguarda il numero degli abitanti, ma anche
all’armonizzazione della fiscalità e agli interventi infrastrutturali che
possono unire le tre città.
Ho
assistito al processo di fusione della mia città – parlo di Corigliano Rossano
– e sono andata ad analizzare, in modo particolare, quelle che potevano essere
le opportunità che un processo di fusione può dare ad una città. Purtroppo,
abbiamo registrato che nella mia città – probabilmente, a causa della mancata
autorevolezza politica e amministrativa – a distanza di tantissimi anni, questo
processo di fusione non è stato realizzato.
Oggi,
parliamo del referendum – questo è l’argomento previsto all’ordine del giorno –
che è l'elemento centrale affinché un percorso di questo tipo possa avere il
crisma della piena legittimità e ci apprestiamo ad approvare un provvedimento
volto a definirne le regole di svolgimento.
Con il
provvedimento oggi in votazione viene proposto alle popolazioni interessate il
quesito referendario e tre alternative sul nome della nuova città.
Stiamo
parlando, ovviamente, di una disciplina prevista dalla legge regionale del 1983
e che dà a questo referendum un valore non vincolante.
Secondo
lo stato attuale della legislazione, infatti, il “pallino” rispetto al processo
di fusione è saldamente in mano alla Regione; il legislatore regionale,
infatti, viene riconosciuto come l'interlocutore più affidabile per decidere
sui processi aggregativi come nel caso di Cosenza, Rende e Castrolibero.
È
evidente che il referendum, pur essendo consultivo, non può avere una funzione
meramente indicativa e che il dato politico che uscirà fuori dalle urne dovrà
essere tenuto nella giusta considerazione.
Nella
campagna referendaria, sarò una ferma e convinta sostenitrice del “sì”, certa
che i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero comprenderanno e
condivideranno le opportunità e i vantaggi di questa scelta. Certamente, il
referendum – ripeto – pur essendo stabilito dalla legge che si tratta di una
mera consultazione consultiva, troverà da parte della Regione Calabria una
valutazione approfondita, che riguarderà, ovviamente, i dati del responso delle
urne.
Oggi
abbiamo assistito, per quanto riguarda il tema in discussione, alla posizione
del Partito Democratico che, sotto alcuni aspetti, può essere anche
condivisibile, però non si può mantenere il piede in due staffe diverse, perché
pare che l'obiettivo del PD sia quello di procrastinare, di differire e di
allontanare nel tempo questo momento per consentire – ed è anche condivisibile
– al Sindaco di Cosenza di arrivare alla fine del mandato.
Sotto
certi aspetti, ho condiviso anche l’intervento del consigliere Lo Schiavo
perché è entrato nel merito del referendum e sulla questione della
vincolatività, pur essendo consapevoli che si tratterebbe di riportare in
discussione i contenuti della legge del 1983 che disciplina il referendum
regionale. Non è, però, assolutamente possibile condividere ragionamenti
equivoci che vanno nella direzione di differire i termini, per il lavoro che è
stato portato avanti nella prima Commissione consiliare – faccio i complimenti
alla Presidente, Luciana De Francesco, insieme all'intera Commissione – che ha
avuto un lungo e approfondito iter nel corso del quale il provvedimento
è stato vagliato e discusso dalle rappresentanze sociali, culturali e
istituzionali, con il coinvolgimento dei sindaci delle città interessate dal
progetto di fusione, corredato, altresì, da un preciso studio di fattibilità
che ne fa emergere i vantaggi.
Non
posso assolutamente accettare, carissimo consigliere Tavernise, la sua
posizione proprio perché non accettiamo posizioni e atteggiamenti equivoci in
merito ad un processo così importante perché lei dice di essere d’accordo sul
processo di fusione, ma di non accettare il metodo, ma lei non è entrato nello
specifico.
Oggi,
abbiamo previsto come punto all’ordine del giorno e stiamo attuando un processo
fortemente previsto dalla legge regionale del 1983 e abbiamo anche sottolineato
che, pur trattandosi di un referendum consultivo e non vincolante, il responso
delle urne sarà tenuto nella giusta considerazione.
La
procedura è chiara: il referendum sarà un momento importante, il centro-destra
guarderà con la dovuta attenzione l'esito del referendum, anche relativamente
ai dati dei singoli Comuni, pur non essendo previsto un calcolo percentuale sul
singolo Comune. Ritengo che potrebbe anche esserci, ma, poi, ci sarà il tempo
di discutere di questo nella Commissione, con l’apertura alle altre parti dei
termini per la presentazione degli emendamenti, magari per rafforzare il valore
del pronunciamento popolare.
Questo,
però, ad una condizione: che non sia l’espediente e il trucco per far saltare
questa proposta che, a mio avviso, è un'occasione unica per dare centralità al
territorio della parte alta della nostra Provincia, per creare un raccordo
importante con l'area dello Ionio e con l'area dell'aeroporto per una scommessa
da vincere, attraverso anche la realizzazione di Municipi più autorevoli, più
organizzati, in grado di gestire in modo efficiente, economico e produttivo.
Ringrazio
ed invito consapevolmente ad un dialogo costruttivo perché la fusione è un bene
per tutti noi e non è sicuramente il luogo della tattica politica. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Iacucci. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi associo anch’io agli auguri di buon lavoro, per gli interessi
dei territori e della Calabria, ai nuovi assessori, nonché al vicepresidente
Pietropaolo e all'assessore Gallo per il nuovo incarico.
Ho
deciso di intervenire, Presidente, perché nel dibattito sono emerse diverse
argomentazioni, alcune delle quali reputo molto azzeccate, mentre altre sono
sicuramente superficiali e, a volte, – non vorrei esagerare – anche
pretestuose.
Purtroppo,
qualcuno degli intervenuti è andato via e mi dispiace, ma vorrei chiedere alla
collega Straface e al collega Talerico se hanno letto
il documento che è stato firmato da tutti i capigruppo di maggioranza e dal
Partito Democratico perché, quando qualcuno dice che l'intenzione e l'interesse
del Partito Democratico è quello di posticipare l’entrata in vigore della legge
per favorire la conclusione del mandato elettorale di Cosenza, dice cose non
esatte perché vuol dire che non ha letto il contenuto del documento che abbiamo
firmato insieme agli altri colleghi del Consiglio regionale.
Come
mai – vorrei dire –, se questa era l'intenzione, la volontà e l’interesse del
Sindaco di Cosenza, lui continua ad essere contrario al percorso di attuazione
di questa legge?
Vuol
dire che non era quello l'interesse del comune di Cosenza o non solo quello.
Il
contenuto del documento viene giustificato dalla necessità di utilizzare
proficuamente questi due anni e mezzo - lo dico anche alla consigliera Straface
-, considerati i limiti che ci sono stati nell'attuazione della legge di
fusione di Corigliano-Rossano. Rammento a me stesso, infatti, che lo Statuto
della fusione del nuovo Comune è stato approvato forse sei mesi fa.
In
questo documento affermiamo che questi due anni e mezzo devono servire, anche
con la costituzione di una Commissione ad hoc che coinvolge tutti, Consiglio
regionale e Consigli comunali, per affrontare questi problemi: approvare lo
Statuto, armonizzare i bilanci e anche per l'organizzazione degli uffici sul
territorio.
Questo
è quello che abbiamo chiesto, sapendo bene – ha fatto bene il capogruppo del
Partito Democratico a sottolinearlo – che nella legge e nel suo iter ci
sono delle deficienze e delle carenze che non abbiamo condiviso dall'inizio e
continuiamo a non condividere anche perché la democrazia ha tanti risvolti.
Non
credo, infatti, che la democrazia si esprima soltanto se c'è un'espressione dei
Consigli comunali che costituisce, come dice qualcuno, l’atto di impulso e, a
volte, se questo non c'è, significa anche che c'è quasi un veto da parte di
qualche Sindaco o di qualche Consiglio comunale a non fare partire l’iter.
Qual è
la più alta espressione della democrazia? È quella – qualcuno lo ha ribadito in
questa sede – di dare parola ai cittadini perché la legge nazionale dice che la
competenza è del Consiglio regionale, sentite le popolazioni. E le popolazioni
come si sentono? Soltanto con i Consigli comunali o anche con il referendum?
Forse il referendum è la più alta espressione di democrazia perché si dà voce
ai cittadini, si discute e i cittadini decidono. Questa è la democrazia.
Quindi,
nel momento in cui ci siamo trovati di fronte a un provvedimento amministrativo
che dà mandato al Presidente della Giunta regionale di indire il referendum, ci
siamo posti il problema di capire come dare veramente voce e forza ai territori
e ai cittadini e colmare anche una serie di lacune che ci possono essere. Il
documento vincolante dice questo.
Per
questo penso che il collega Talerico, che accusa gli
altri di populismo – lui è un maestro di populismo e non ho dubbi su questo
perché dice cose e ci fa una lezione di tecnica giuridica di cui non abbiamo
bisogno perché conosciamo bene il procedimento giuridico – e dice che non
capisce la posizione del PD, sicuramente non ha letto il documento.
In
questo arco di tempo - è quasi un anno e mezzo, ormai, che stiamo discutendo di
questo – ho avuto anche la briga di andare a vedere la legislazione comparata
delle altre Regioni.
Al mio
amico consigliere Lo Schiavo vorrei dire che lui ha letto una parte della legge
dell'Emilia-Romagna, quella che giustamente gli interessava, perché i
procedimenti sempre di competenza del Consiglio regionale possono essere tanti.
Cosa
fanno in Emilia-Romagna? Hanno approvato in Consiglio regionale il Piano delle
fusioni e, poi, hanno dato via all’iter, con l’indizione dei referendum,
ma l'impulso è partito dal Consiglio regionale che finanzia il progetto di
fusione dove si studiano tutti i provvedimenti, Quindi, i procedimenti previsti
nelle varie Regioni sono diversi, ma – ha fatto bene, ripeto, il Partito
Democratico e concludo veramente – la considerazione che facciamo è che la
città di Cosenza, Castrolibero e Rende esiste già di fatto; dobbiamo dare a
quest'area contenuti forti, dobbiamo darle le gambe e anche la possibilità di
recepire e cogliere le opportunità che la fusione può dare.
In quel
territorio, la fusione si regge molto anche sul ruolo dell'Università e vorrei
dare atto di questo anche al Rettore che la dirige con grande vigore.
L’Università
di Cosenza, l'Unical, è stata la prima in Italia tra
le Università dei Comuni con popolazione compresa tra i 20.000 e i 40.000
abitanti. Di fatto, quando si parla dell'Università che è a Rende, nessuno dice
l'Università di Rende, ma tutti dicono l’Università di Cosenza.
Rende
ha avuto un grande ruolo per la costituzione di questa Università, però l’area
urbana di Cosenza esiste già. Dobbiamo renderla più organica, rafforzarla e
darle gli strumenti perché diventi veramente una realtà territoriale forte e
incisiva.
Questo
è quello che abbiamo fatto e, poiché eravamo convinti che stamattina la
maggioranza avrebbe approvato il provvedimento amministrativo, poi, ci saremmo
trovati di fronte al quesito referendario e il PD che cosa avrebbe fatto?
Voglio
rammentare a me stesso e a tutti voi che il PD ha sempre creduto nella fusione.
La prima legge sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero è stata
presentata dall’allora assessore Nicola Adamo, che adesso esprime qualche
perplessità, ma, allora, nel 2006 ha presentato una legge per la fusione dei
tre Comuni.
Quindi,
il PD è stato sempre assertore e ha creduto, da sempre, tantissimo nella
fusione. Pertanto, avevamo il dovere di migliorare la proposta della
maggioranza, di esaminare i problemi che ci sono e cercare di capire come
risolversi in questi due anni e mezzo, ma senza tentennare un attimo sulla
volontà di andare avanti sulla fusione, sia oggi, come ha detto il mio
capogruppo, sia anche con il referendum.
Vedo in
Aula il mio amico Carlo Petrassi, che era preoccupato che non ci fosse più il
nome di Rende, ma nel quesito c’è, così vedremo cosa votano i cittadini.
Quindi, anche nelle opzioni sul nome c'è grande rispetto della capacità di
decidere dei cittadini: c’è Cosenza, Cosenza, Rende e Castrolibero e la nuova
Cosenza.
Pertanto,
decideranno i cittadini e dobbiamo essere rispettosi della loro volontà
espressa attraverso il referendum, che è la più alta espressione di
partecipazione e manifestazione democratica. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Saluto il Presidente della Giunta regionale, la Giunta e i colleghi
consiglieri regionali. Noto oggi, colleghi dell'opposizione, che il campo largo
è diventato un campo “slim”, perché oggi, davvero, siete uniti in pochi.
Qualcuno
di voi ha sottolineato che l'alternativa a questa maggioranza diventa difficile
se le posizioni sono quelle che avete esplicitato oggi in Aula perché siete
veramente divisi su tutto. Oggi, vi siete divisi: c'è chi è favorevole, chi è
contrario, chi si astiene.
Nella
minoranza siete già in pochi, così rischiate di diventare davvero pochissimi.
Il mio collega Franco Iacucci sorride, ma la realtà palese che oggi è apparsa
in Aula è quella di una minoranza sempre divisa, minoranza delle minoranze,
minoranza delle altre minoranze, insomma, una minoranza che, colgo con stupore,
è divisa su tutto.
Noi,
invece, abbiamo accolto con molto favore il documento che il Partito
Democratico ha presentato nei giorni scorsi perché crediamo che sia indirizzato
verso un importante progetto democratico, che si rivolge ai cittadini, agli
abitanti e agli elettori di Cosenza, Rende e Castrolibero.
Stiamo
parlando della più grande fusione che potrebbe farsi in territorio regionale,
anche ascoltando il volere dei cittadini attraverso lo strumento del
referendum.
Certo,
avrei preferito che nell'intervento del consigliere Bevacqua non ci fossero
stati 10 minuti su 15 di ramanzina a questa maggioranza.
Credo
che non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, tantomeno dai cattivi maestri che
hanno governato in quest’Aula, essendo stato all'opposizione in quel periodo
nel quale di leggi e leggine, approvate e non approvate, ne sono state fatte
tantissime.
Sicuramente,
questa classe dirigente, della quale faccio parte da un po' di anni in questo
Consiglio regionale, non ha nulla da imparare da nessuno, caro collega, –
ripeto – da nessuno, tantomeno da chi ha già governato questa Regione e l’ha
fatto in modo molto maldestro così come maldestro è stato anche in Aula.
Quindi,
voi siete stati cattivi maestri, sicuramente noi non lo siamo e non accettiamo
lezioni da nessuno.
A
proposito di cattivi maestri, collega Lo Schiavo, poiché ha citato
l'Emilia-Romagna e vedo che vi piace citarla, riguardo alla fusione più
importante e più famosa fatta in Italia, che viene presa ad esempio e citata in
tutte le fusioni, cioè quella di Valsamoggia, che è in Provincia di Bologna,
ebbene, il nuovo comune di Valsamoggia deriva dalla fusione di cinque Comuni e
al referendum ha votato a favore il 51% della popolazione: su cinque Comuni, in due è prevalso
il “no”.
Il Consiglio regionale
dell’Emilia-Romagna ha portato avanti la fusione ed esiste il Comune della
Valsamoggia. Quindi, anche in questo caso, i cattivi maestri stanno dall'altra
parte e, sicuramente, non da questa parte dell'Emiciclo.
Mi trovo, invece, d'accordo con il
collega Iacucci, a proposito del processo democratico e costituzionale, perché,
in effetti, è giusto. Sia la Costituzione sia il Testo unico sugli Enti locali
sono molto chiari: è molto chiaro chi è il proponente, da chi deve nascere il
processo di fusione di Comuni oppure di annessione, di divisione di territori.
La Costituzione lo affida ai Consigli regionali. È vero, dice “sentite le
popolazioni”, che non sono i Comuni perché, altrimenti, la Costituzione avrebbe
detto “sentiti i Comuni interessati”, perché i Comuni sono citati, sono
organismi costituzionali.
È, quindi, evidente cosa vuol dire
“sentite”; non dice neanche “sentiteli con i referendum”, i cittadini potremmo
sentirli anche telefonicamente, ma ci vuole un processo di coinvolgimento
massimo e qual è se non farli votare?! I cittadini andranno al voto nei Comuni
di Rende, di Castrolibero e di Cosenza ed esprimeranno la propria opinione.
Ha ragione il consigliere Iacucci
quando dice che si tratta di uno strumento democratico, condivido in pieno
questo assunto e sono davvero felice che il Partito Democratico oggi in Aula
abbia preso ufficialmente questa posizione, perché in democrazia non c’è nulla
di più bello del voto.
L’Italia è una Repubblica che si basa
sul voto e sulle elezioni: ascoltiamo, facciamo votare i cittadini e non
facciamo prevalere gli interessi di bottega e nemmeno quelli particolari, ma
gli interessi collettivi. Per questo lo strumento del referendum è il massimo
strumento consultivo per i cittadini e credo che sia fondamentale in questa
materia. Certo, si rischia di essere ipocriti, non nel senso letterale, ma non
voglio essere offensivo, però, oggettivamente, perché non fare esprimere i
cittadini?
Non comprendo l’astensione dei
consiglieri del Movimento Cinque Stelle, nel senso che, poi, ci sarà modo anche
di appurarlo in seguito.
Cosa voterà il Movimento Cinque Stelle
al referendum? Voterà “sì”? Voterà “no”? Nella scelta del nome della città,
sceglierà Cosenza, Rende, Castrolibero o Nuova Cosenza? Non lo so.
Cosa vuol dire astenersi? L’astensione
non è una scelta, in un referendum o si vota o non si vota oppure si dice di
andare al mare. Che il Movimento Cinque Stelle dica ai propri elettori, a
coloro che dovevano, dal basso, cambiare le sorti dell'Italia, finalmente il
popolo è a Palazzo Chigi “Andate al mare, non votate!”, credo, oggettivamente,
che sia una posizione difficilmente sostenibile per un movimento come i Cinque
Stelle – per quello che rappresenta, se lo rappresenta ancora – un movimento
populista che viene dal popolo.
Invito ad avvicinarci a questa
proposta referendaria con assoluta oggettività. Aspettiamo che il popolo si
esprima, credo che non sia un problema se l’istituzione della Città unica
avverrà nel 2026 o nel 2027, perché l'importante è costruire.
Ho condiviso il documento che oggi è
stato presentato e l'ho controfirmato come capogruppo. È un processo pensato e
ragionato anche dopo il referendum. Quindi, più ci pensiamo, più miglioriamo la
proposta di legge e più andiamo incontro anche a chi ha votato o voterà “no”,
se prevarrà il “sì”, perché è evidente che dobbiamo fare un processo più
trasparente, ma soprattutto più funzionale e più efficace possibile.
Credo, quindi, che sia anche naturale
e corretto darci un po’ di tempo in più. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Caputo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per
ultimo perché ho visto che il dibattito è stato interessante e registro
fondamentalmente un dato: siamo tutti a favore della Città unica, maggioranza e
minoranza, e questo mi inorgoglisce tantissimo perché è un progetto molto
ambizioso del quale si parla da troppo tempo.
Ora è arrivato il momento di dare
finalmente la parola ai cittadini con un referendum, che aspettano da troppo
tempo e credo che sia anche l'occasione di rilanciare il nostro territorio,
l'area urbana di Cosenza, Rende, Castrolibero e non solo.
È un percorso che sta iniziando e per
questo volevo ringraziare i capigruppo di maggioranza per aver accolto la
proposta dei consiglieri regionali del Partito Democratico e tutti i colleghi
di maggioranza per il lavoro svolto in questo anno e mezzo.
Un ringraziamento particolare va alla
consigliera De Francesco, Presidente della prima Commissione, che ha svolto un
lavoro magistrale, veramente con professionalità, è stata bravissima, ma un
ringraziamento va a tutti perché – ripeto – è un progetto così ambizioso che
non ci devono essere divisioni. Per questo motivo abbiamo accolto la proposta
di modificare e di differire la data, anche se oggi non andiamo formalmente a
modificare nulla. Oggi approveremo un provvedimento che dà il via all'indizione
del referendum che si svolgerà – spero – entro l'anno.
Un ringraziamento va anche al
presidente Occhiuto che ci ha supportato in questa vicenda, benché occupato in
questioni molto più importanti, ha capito realmente, anche perché conosce bene
quell'area urbana e, quindi, ha approvato il nostro progetto ambizioso.
Una città che supera i 100 mila
abitanti può diventare la seconda città della Calabria, ma sicuramente un
centro urbano importante per tutto il Mezzogiorno.
Oggi, 26 luglio 2024, è una data
importante per il nostro territorio e per questo Consiglio regionale.
Fornisco soltanto qualche risposta ai
colleghi che mi hanno preceduto perché sento parlare di questa modifica, del
provvedimento omnibus, della modifica
alla legge regionale numero 15 del 2006. Lo ricordava bene il consigliere
Iacucci che, nel 2005, un assessore regionale dell'epoca propose la fusione con
una proposta di legge, che conservo con me ed è facilmente consultabile, e poi
magicamente si è fermato tutto.
Nel 2006 viene approvata questa legge
perché si doveva creare in qualche modo qualche passaggio in più, dando ai
Consigli comunali quel potere, che poi potere non è.
Abbiamo modificato quella legge per
allinearla alla normativa nazionale, Costituzione e Testo unico sugli Enti
locali, perché non è proponibile e pensabile che un Consiglio comunale di
colore diverso da una maggioranza regionale possa dire: “No, il referendum non
si fa, la fusione non si fa”.
Diamo la parola ai cittadini, così
parte l'iter. Sono contento che oggi il Partito Democratico e qualche altro
consigliere di minoranza possa accogliere e votare favorevolmente questo
provvedimento, che è sicuramente di rilancio per una parte di Calabria che ha
la necessità di rafforzarsi. Lo diceva qualcun altro prima di me: abbiamo
l'Università di Cosenza, l'Università della Calabria, che è tra i primi posti
della classifica nazionale. Questo ci deve inorgoglire e, allora, diamo forza a
questa Università perché ci sciacquiamo la bocca dell'Unical
però non facciamo niente per rafforzarla sempre di più.
Poi, caro Assessore ai trasporti, è
impensabile che il trasporto pubblico locale della città di Cosenza non riesca
a servire l'Università della Calabria. Di questo dovremmo discutere invece di
pensare alle delibere, se finiamo un anno prima o un anno dopo.
Tutti insieme, con forza e
determinazione, ma, soprattutto, con coraggio, cerchiamo di costruire un futuro
nuovo per il nostro territorio, ma soprattutto per la nostra comunità. Grazie.
Grazie, consigliere Caputo. Ha chiesto
di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha
facoltà.
Sono abituato a fare degli interventi
nei quali non configuro mai una argomentazione che sia, in senso stretto,
legata ad un fatto cosiddetto personale, ma il consigliere Iacucci ha fatto un
intervento del tutto fuori luogo quando fa riferimento alla mia persona.
Dovremmo spiegare al consigliere
Iacucci, che è il popolo a stabilire spesso chi è populista e chi non lo è.
Orbene, se, per esempio, a
Corigliano-Rossano la lista del Partito Democratico di Iacucci ha fatto un
gravissimo flop, i cittadini hanno giudicato chi veramente è un
populista, perché il consigliere spesso dimentica le dichiarazioni che fa.
Anche lui è populista, perché – ricordatelo – oggi vota a favore della legge,
però ha dimenticato di aver aspramente criticato questo centrodestra che aveva
introdotto nel comma 3 dell’articolo 5, la cosiddetta parolina “consultivo”,
asserendo che in questo modo avremmo raggirato la volontà e l'interesse dei
cittadini coinvolti. Oggi, cambia opinione e idea e dice che con la
consultazione esaltiamo l'espressione e l'interesse della popolazione
coinvolta.
Concludo dicendo che il peggior
populista è quello che sa di esserlo e taccia gli altri di esserlo. Esprimo un
voto favorevole.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà,
Intervengo soltanto per ricordare a
qualche collega, che forse non aveva letto il documento, che il primo
firmatario è il capogruppo del Partito Democratico, per testimoniare il lavoro
fatto in questi mesi in termini di ascolto e di capacità di recepire osservazioni,
suggerimenti e critiche, provenienti dai nostri interlocutori che abbiamo avuto
modo di ascoltare durante questo lungo anno.
Credo che, quando si è classe
dirigente di questo Paese o di questo territorio, non si debba avere paura di
prendere posizioni anche diverse politicamente, perché non parliamo di
autonomia differenziata, di trasporti, di sanità. In quel caso, semmai, dovreste
misurare se la minoranza è unita o compatta – ma su temi che riguardano lo
sviluppo della mia Provincia, del mio e del nostro territorio, credo che sia
legittimo e consono in un'Aula consiliare avere un po’ di libertà, di scelta,
di opportunità e, anche, di egoismo nei ragionamenti.
Rispetto le posizioni del consigliere
Lo Schiavo, ma non penso che tra me e lui oggi si apra una rottura nei rapporti
politici, così come nei confronti del consigliere Tavernise, guai se fosse
così.
Oggi proponiamo un provvedimento, un
documento politico vincolante –ha ragione il consigliere Caputo quando dice che
oggi non deliberiamo nulla – che ha come garanzia la massima espressione di
questo Consiglio regionale, che è il Presidente del Consiglio. In questo
documento individuiamo un percorso per rispondere a tutte le osservazioni,
critiche e suggerimenti ricevuti, comprese le preoccupazioni della consigliera
Straface, quando ha messo in evidenza alcune difficoltà oggi legate alla
fusione di Corigliano-Rossano.
Questo significa essere responsabili e
svolgere il proprio ruolo in termini di responsabilità verso le nostre
comunità.
Caro consigliere Caputo, – lo dico a
lei che è il primo firmatario della proposta e anche alla consigliera De
Francesco – da oggi vi sfidiamo, perché metteremo in campo uomini e donne per
vincere la Città unica, non per attaccare il centrodestra come qualcuno
immagina o su cui esprime preoccupazioni, perché, se abbiamo una classe
dirigente adeguata, preparata, forte, competente, non ho paura di Caputo e
della De Francesco; scusate faccio i nostri nomi di consiglieri cosentini, ma
non ho – ripeto – paura di voi.
Da oggi vi lancio una sfida nella
Città e vediamo chi la vince in termini di proposte, di credibilità e di uomini
da mettere in campo.
Questa è la vera sfida che lanciamo
oggi al centrodestra sull'innovazione e quando diciamo al presidente Occhiuto
“Ti sfidiamo”, non è un modo per dare lezioni, ma per dire che, se il
presidente Occhiuto viene in quest'Aula e ci propone risoluzioni sull'Ospedale
unico di Cosenza e partono i lavori e su altre cose, sull'alta velocità, saremo
al suo fianco perché abbiamo l’interesse principale di garantire servizi
efficienti e risposte ai calabresi.
Quindi, non è una lezione, lungi da
noi fare lezione a nessuno in quest'Aula, ma abbiamo l'ambizione di essere
protagonisti e di dominare i processi – questo lo diciamo a testa alta – e oggi
in quest'Aula, nonostante le nostre critiche che rimangono tutte sul metodo
adottato, abbiamo dimostrato la maturità politica che è la via maestra per
intraprendere progetti di innovazione e di modernità che la gente si aspetta da
tempo da questo Consiglio regionale. In questo caso parliamo della mia
Provincia e, come Provincia di Cosenza, ringrazio anche il collega Alecci, la
collega Bruni e il collega Mammoliti, per avere condiviso questo progetto e
aver dato fiducia a noi che siamo rappresentanti della Provincia di Cosenza.
Grazie. Ha chiesto di intervenire per
dichiarazione di voto il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo molto brevemente,
Presidente, per riconfermare il mio voto contrario a questa proposta, che è un
voto contrario non alla fusione della città di Cosenza con Rende o
Castrolibero, vicenda nel merito della quale non entro perché saranno i
cittadini di quelle comunità a scegliere.
Esprimo un voto contrario per le
perplessità manifestate relativamente al precedente che creiamo e per le lacune
della disciplina normativa calabrese che non bilancia adeguatamente gli
interessi coinvolti.
Avevo proposto una rivisitazione
dell'istituto del referendum consultivo, lo faccio nuovamente anche in questo
momento in sede di voto: possiamo migliorare assieme la disciplina delle
fusioni e dell'istituto del referendum per evitare che popolazioni o comunità
demograficamente più forti possano annettere i Comuni vicini.
Questo è un rischio che non ci
possiamo permettere e questo precedente è rischioso, per questo esprimo un voto
contrario.
Detto questo condivido – e concludo –
l'intervento del consigliere Bevacqua nella parte in cui dice di fare
attenzione a trarre valutazioni politiche da questo voto perché c’è libertà di
coscienza, attenendo anche a vicende ovviamente locali e ciascuno ha fatto
prevalere la sua visione. Ho dato prevalenza a un ragionamento più generale,
c'è stato chi, invece, è entrato più nello specifico vivendo in queste
comunità.
Attenzione! Non si dia valenza
politica perché l'opposizione è unita, lo dimostra nei fatti, l'ha dimostrato e
lo dimostrerà. Quindi, anche qui la differenza di posizioni nasce da
valutazioni puramente locali per la questione oggi sottoposta all'ordine del
giorno. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire per
dichiarazione di voto il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo anche
io brevemente in risposta ad alcune dichiarazioni dei colleghi. Volevo
rispondere alla consigliera Straface che ha affermato nel suo intervento che il
metodo è chiaro. Collega Graziano, potrebbe ricordare alla collega Straface,
proprio perché lei, allora, è stato primo firmatario della proposta di legge
sulla fusione di Corigliano-Rossano, che l'iter di allora, sicuramente,
non è lo stesso che si sta seguendo con questo processo di fusione.
Lei ricorda bene – da coriglianese, tra l'altro, ricordo che, ai tempi, era anche
contrario al processo di fusione della sua città – che a Corigliano ci fu
l'Amministrazione Geraci che approvò la delibera di Consiglio, favorevole al
processo di fusione, e a Rossano ci fu la delibera, anch’essa favorevole al
processo di fusione, dell'Amministrazione Mascaro; dopo le delibere dei
Consigli comunali siamo arrivati al punto di cui oggi si discute.
Quindi, il metodo di oggi, consigliera
Straface, non è lo stesso di allora, quando anche il sottoscritto con il suo
Movimento si dichiarò favorevole alla fusione, perché il Movimento Cinque
Stelle è favorevole alle fusioni.
In risposta al collega Graziano
sull'astensione, dico che adesso abbiamo la possibilità di fare quello che non
è stato fatto fino ad ora perché penso che sia assolutamente da immaturi –
concordo con lei – che una forza politica seria possa dire oggi fino al giorno
della votazione: “Andate al mare o mi astengo”.
È chiaro che, adesso, deve iniziare un
processo di ascolto e di sensibilizzazione non soltanto con le Amministrazioni
comunali, ma anche con le associazioni e, secondo me, dobbiamo farlo tutti
insieme, per capire se realmente questa fusione conviene oppure no.
La mia idea personale sulle fusioni è
che convengano sempre.
Alcuni cittadini di Cosenza,
Castrolibero e Rende la pensano in maniera diversa; spetta a noi, classe
dirigente di centrodestra e di centrosinistra della Provincia di Cosenza, far
capire che, anche se ci sono stati degli errori nel metodo – continuo a ribadirlo,
per questo non voto in maniera favorevole, perché la modifica alla legge
regionale sulle fusioni è stata una forzatura – adesso sta a noi far capire che
le fusioni in Calabria convengono.
Continuo a ribadire che le fusioni,
soprattutto nel nostro territorio di appartenenza con la legge sulla fusione di
Corigliano-Rossano, di cui lei era primo firmatario, convengono al territorio
che dopo tanti anni, anche grazie alla fusione, ha avuto e sta avendo una voce
a livello regionale.
Quindi, sono convinto che convenga a
tutti i cittadini del nostro territorio e della nostra Provincia fare la
fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, trasformandole nella seconda città
più grande della Calabria.
Grazie. Abbiamo veramente concluso il
dibattito. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. È approvato
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 91/12^ di
iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi,
Graziano, Montuoro, Bevacqua e Lo Schiavo: “Proroga del termine per la
riqualificazione meccatronica”.
Illustro la mozione che riguarda la
proroga del termine per la riqualificazione meccatronica; in pratica, la legge
numero 224 del 2012 ha accorpato le sezioni “meccanica e motoristica” ed
“elettrauto” nella nuova sezione “meccatronica”. Il termine per la
regolarizzazione è stato prorogato al 5 gennaio 2024.
Questa mozione viene richiesta da
molte aziende e da molte attività artigianali che rischiano di chiudere. Ad
oggi, il registro delle imprese sta avviando alcuni procedimenti per la
chiusura di queste attività artigianali; molte imprese non sono riuscite ad
adeguarsi entro il termine prorogato, rendendo necessaria un'ulteriore proroga
per evitare la perdita di posti di lavoro. Pertanto, occorre richiedere
un'ulteriore proroga per consentire alle imprese di completare i corsi di
qualificazione necessari e mantenere i posti di lavoro nel settore.
Questa mozione impegna la Giunta
regionale a richiedere al Governo e al Parlamento una nuova proroga e
l'implementazione di percorsi formativi regionali per la qualificazione
meccatronica.
Pongo, quindi, in votazione la
mozione.
La mozione è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 92/12^ di
iniziativa del consigliere Laghi: “Sul problema della carenza di un farmaco
salvavita per i pazienti affetti da Talassemia”.
Cedo la parola al consigliere Laghi
per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente, un grazie non
formale a lei e ai colleghi che hanno accettato di inserire all’ordine del
giorno della seduta odierna questa mozione, a mio parere, molto importante, in
quanto parliamo di malattie che interessano in forma mite circa 3 milioni di
persone, 7 mila delle quali presentano questa patologia, la talassemia, ovvero
anemia mediterranea, ovvero morbo di Cooley, nelle modalità più gravi, che
richiedono una terapia continuativa che liberi l’organismo dall'eccesso di
ferro determinato in questi pazienti dalla precoce distruzione dei globuli
rossi.
È un problema di per sé estremamente
importante, presente in tutta Italia, tanto che la United onlus, che raggruppa
i pazienti affetti da talassemie, drepanocitosi e anemie rare, ha contattato i
massimi vertici dello Stato e del Parlamento per segnalare questo grave
problema, cioè la carenza del farmaco specifico brandizzato, cioè, quello
comunemente utilizzato, ma non solo, anche del generico o equivalente.
Questo, fra l'altro, pone un altro
problema non banale, perché non è casuale che farmaci che interessano un numero
ristretto di persone – parliamo, tuttavia, di 7 mila affetti, con portatori che
in alcune Regioni arrivano all'8 per cento della popolazione complessiva – non
determinando un sufficiente guadagno per le ditte farmaceutiche, vengono
progressivamente ridotti e, addirittura, non più prodotti.
Quindi, è assolutamente fondamentale
che la richiesta di ripresa piena della produzione del Desferal,
nella forma commerciale brandizzata, e della Deferoxamina,
in quella equivalente, venga sollecitata da più Enti, Istituzioni e, in questo
caso, Consigli regionali possibili.
Per cui, la mozione ha lo scopo di
impegnare la Giunta regionale affinché richieda al Governo nazionale e
all'AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, di adottare urgenti ed immediati
provvedimenti per risolvere il problema di approvvigionamento di un farmaco
assolutamente indispensabile e necessario, quindi salvavita per la cura della
talassemia e di altre emoglobinopatie. Grazie.
Pongo in votazione la mozione. La
mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo all'ultimo punto all’ordine
del giorno che riguarda lo svolgimento delle interrogazioni ex articolo 121 e
122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
In relazione alle interrogazioni ex
articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la
risposta della Giunta regionale, l'interrogante ha il diritto di replicare per
non più di tre minuti, al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.
Per le interrogazioni ex articolo 122
del Regolamento interno, ricordo all'Aula che l'interrogante dispone di due
minuti per illustrare l'interrogazione; la Giunta regionale dispone di tre
minuti per la risposta; l'interrogante ha diritto di replicare per non più di
un minuto. In caso di assenza del proponente, l'interrogazione decade; in caso
di assenza della Giunta regionale, l'interrogazione è rinviata.
Iniziamo con le interrogazioni a
risposta immediata ex articolo 122 del Regolamento interno.
La prima è l'interrogazione numero
222/12^ a firma del consigliere Tavernise: “Taglio Fondi PNRR per la sicurezza
sismica ospedaliera”.
Non vedo il consigliere Tavernise.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo all'interrogazione 229/12^, a
firma del consigliere Mammoliti: “Sull'eccessivo ritardo nel soccorso sanitario
prestato ad un ciclista caduto lungo una strada di Vibo Marina”. Cedo la parola
all'interrogante per l'illustrazione.
Grazie,
Presidente.
Questa
interrogazione mira a denunciare e chiedere quali siano le iniziative urgenti
che si intendono adottare per migliorare gli interventi necessari in caso di
urgenza.
Nello
specifico, si parla di una comunità, una cittadina marittima importante come
Vibo marina con 10 mila abitanti in una realtà portuale, industriale e
turistica molto cospicua e dove, purtroppo, per soccorrere in emergenza un
ciclista caduto accidentalmente ci sono voluti oltre 50 minuti.
Il
tempo impiegato dalla prima ambulanza disponibile proveniente da Lamezia terme,
attivata dal meccanismo mediante la segnalazione alla centrale del 118, è
irragionevole.
Il
presidente Occhiuto lo sa molto bene; difatti, stamattina ha rilasciato una
dichiarazione in merito alla possibilità di uscire dalla fase di
commissariamento.
Tuttavia,
affinché ciò sia possibile, appare di fondamentale importanza non solo
l'equilibrio di bilancio per alcuni anni consecutivi, ma anche l'affermazione
dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) che purtroppo sono molto lontani
dall'effettiva realizzazione.
Si
chiede, pertanto, al Presidente di sapere quali tempestive iniziative si
intendono adottare per scongiurare il ripetersi di questo grave disservizio di
assistenza sanitaria.
Grazie,
Presidente.
Cedo la
parola al presidente Occhiuto per la replica.
Grazie,
Presidente.
Il
collega Mammoliti può chiaramente comprendere che non posso avere contezza di
tutti i casi elaborati ogni giorno dal 118, che sono centinaia!
Per
rispondere alla sua interrogazione, nella parte che riguarda la vicenda
specifica, ho chiesto puntuali chiarimenti sia alla Direzione generale
dell'Azienda sanitaria provinciale competente, che era quella di Vibo Valentia,
sia al Dipartimento che si occupa dell'Emergenza-Urgenza.
Nella
fattispecie in oggetto, la richiesta di intervento era giunta alle ore 16:19
del 12 aprile e, una volta classificata in codice rosso, è stata evasa mediante
l’attivazione di tutte le unità di soccorso presenti sul territorio nelle
immediate vicinanze, che però risultavano già impiegate in altri soccorsi di
pari gravità; pertanto, si è dovuto ricorrere all'unità di soccorso più vicina
in quel momento, ovvero la Pet di Lamezia terme, che è arrivata entro 20
minuti.
Come
sapete, per il codice rosso la normativa nazionale prevede un tempo di 8 minuti
in ambito urbano e di 20 minuti in ambito extraurbano.
Qui –
apro e chiudo una parentesi – noi avevamo il tempo di intervento più alto
d'Italia, lo stiamo riducendo, ma non sono ancora soddisfatto dei tempi di
reazione; però, nel caso di specie, l'ambulanza è arrivata entro il termine di
20 minuti.
Si
precisa che sul posto era presente un medico che prestava le prime cure e,
nelle interlocuzioni con gli operatori e il medico della sala operativa 118 Sud
rassicurava sulle stabili condizioni cliniche del paziente e, su precisa
richiesta del medico, riferiva che non vi era necessità dell'attivazione
dell’elisoccorso che, in ogni caso, sarebbe potuto intervenire in tempi più
brevi, anche perché l'elisoccorso, a mio avviso, è un elemento importantissimo
del sistema dell'Emergenza-Urgenza in una Regione come la Calabria.
Quando
mi sono insediato ho chiesto che mi venisse in qualche modo computato il costo
che la Calabria pagava per l’elisoccorso in ragione dei singoli interventi e ho
verificato che ogni intervento dell’elisoccorso costava sostanzialmente 600
mila euro perché era poco utilizzato, mentre in una regione che ha
caratteristiche olografiche della Calabria l’elisoccorso deve essere utilizzato
con più frequenza.
Vorrei
segnalare che noi abbiamo tre elicotteri, la Lombardia ne ha quattro, ma io
rivendico la scelta di aver mantenuto tre elicotteri per l’elisoccorso perché
credo che possa svolgere un pezzo importante del sistema
dell'Emergenza-Urgenza; anzi, ci stiamo attrezzando per consentire il volo
notturno.
Abbiamo
già attivato tutte le procedure per consentire, per esempio, agli elicotteri di
atterrare in molti Comuni, anche nei campi di calcio in erba, con un semplice
telecomando per poter soccorrere il paziente, portato lì dall'ambulanza.
Nel
caso di specie, il medico ha ritenuto che l’elisoccorso non fosse necessario.
Nell’interrogazione,
però, il consigliere Mammoliti fa riferimento alla più generale organizzazione
del sistema dell'Emergenza-Urgenza – lo fa anche in una successiva
interrogazione alla quale risponderò tra poco – chiedendo se sia giusto
accentrare le centrali operative, come si è deciso di fare istituendo una
Centrale operativa principale, un'altra vicaria.
A
questo proposito, voglio dirvi che la Centrale operativa vicaria,
sostanzialmente, che doveva essere quella di Cosenza, paradossalmente è stata
realizzata prima della Centrale operativa principale, che doveva essere quella
di Catanzaro e che sarà allocata proprio nella Cittadella “Jole Santelli”, di
fronte alla Centrale operativa del NUE (Numero unico europeo per le emergenze
112).
Rivendico
questa scelta perché credo che il tema non sia quello di ragionare
nell'organizzazione del sistema di Emergenza-Urgenza guardando ai campanili,
bensì all'efficienza del servizio.
I
software che oggi abbiamo a disposizione e che stanno operando nelle Centrali
operative danno la possibilità ai tecnici risponditori di sapere dove si
trovano i diversi mezzi di soccorso, avendoli localizzati e geolocalizzati su
una mappa e un loro monitor, e di sapere anche quali sono i posti liberi negli
ospedali.
In
questo modo possono deviare, per esempio, un mezzo di soccorso che sta
dirigendosi verso un paziente che è stato indicato come codice verde o azzurro
e possono, se c'è un'urgenza, deviare quel mezzo verso un codice rosso.
Così
deve funzionare il sistema dell'Emergenza-Urgenza e non è mai stato così in
Calabria.
Non è
che ora stia funzionando come vorrei perché, quando si riforma un sistema, non
è facile ottenere i risultati immediatamente, ma chi si occupa di sanità in
Calabria - sono convinto che il consigliere Mammoliti se ne sia occupato anche
prima di svolgere con onore il ruolo di consigliere regionale - sa che le
centrali dell'Emergenza-Urgenza in Calabria prima erano diverse, una per
provincia, e quando mi sono insediato non avevano nemmeno, in alcuni casi, il
collegamento a Internet.
Chi
soccorreva il paziente doveva personalmente mettersi al telefono e chiamare
diversi ospedali per capire dove ci fosse un posto.
Non è
così che deve funzionare il sistema dell’Emergenza-Urgenza.
Difatti,
il sistema che abbiamo progettato e che stiamo realizzando funziona al pari
delle Regioni più civili.
Per
inciso, faccio di nuovo l'esempio della Lombardia che, pur non essendo di
assoluta eccellenza, è indicativo di una Regione dove in passato si è
sperimentata una riforma dell'emergenza-urgenza che ha dato dei buoni
risultati.
In
Lombardia ci sono due Centrali operative per il sistema dell'Emergenza-Urgenza
a fronte di 10 milioni di abitanti; la Calabria è una regione di 1 milione 800
mila abitanti e ha bisogno di: tecnici risponditori che siano ben formati,
assistenza sui mezzi di soccorso con personale sanitario ben formato, una
organizzazione che non metta in condizione chi soccorre di non sapere dove
portare il paziente. Non ha bisogno, però, di lotte di campanile quando si
tratta, appunto, di riorganizzare un sistema semplicemente avendo come
riferimento la qualità del servizio e l'efficienza.
Sono
convinto che in questo ambito noi riusciremo in tempi molto brevi a migliorare
i target di reazione dei mezzi di soccorso.
Come
avete visto, abbiamo fatto anche un investimento nella dotazione strutturale
perché abbiamo investito diverse decine di milioni di euro delle risorse POR
2014-2020, che altrimenti avremmo dovuto restituire, acquisendo mezzi di
soccorso, e abbiamo avuto in questa direzione un assenso da parte della
Commissione europea, che ci ha consentito di utilizzare queste risorse a questo
fine.
Vi
invito a visitare la Sala operativa del 118 già attiva, che è quella di
Cosenza, e sperimentare personalmente il funzionamento del servizio, la perizia
e l'abilità dei risponditori, dei tecnici che rispondono al telefono.
Stiamo
procedendo anche con la seconda Sala operativa che è quella di Catanzaro.
A
Reggio Calabria avevamo previsto di fare la centrale dell'116117 e, anche qui,
si sta facendo un supplemento di riflessione, poiché in una delle Sale
operative già realizzate potremmo attivare già da domani, semplicemente girando
la chiave, anche il servizio 116117.
Farlo
in un'altra Provincia solo per assecondare le legittime… fino a un certo punto,
perché a volte dietro queste lotte di campanile, più che interessi legittimi,
ci sono interessi da parte degli operatori che sono abituati a lavorare in
quelle sedi da anni e che vorrebbero rimanerci; quindi, anche su questo stiamo
facendo delle riflessioni, ma il lavoro di riforma del sistema
dell'emergenza-urgenza sta andando avanti assai velocemente nella direzione di
restituire ai calabresi un sistema che sia molto più affidabile di quello che
abbiamo raccolto quando, due anni e 8 mesi fa, abbiamo preso in mano la sanità
e il sistema dell'emergenza-urgenza in Calabria.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
A dire
la verità, ho sempre riconosciuto - il Presidente lo sa - il merito delle
risposte e delle motivazioni addotte ai problemi sollevati; però, Presidente,
ormai ci conosciamo da oltre due anni e mezzo in questo confronto democratico
che si sviluppa molto positivamente e, secondo lei, se avessi saputo che
l'intervento fosse rientrato nei 20 minuti previsti, avrei presentato
l'interrogazione?
Non
l'avrei fatto, ma mi è stato riferito diversamente, e ho verificato che,
difatti, i tempi non corrispondono ai 20 minuti. Mi creda, Presidente, nessuna
rivendicazione campanilistica!
Non ho
mai avuto visioni campanilistiche, ma ho sempre privilegiato la visione
complessiva di insieme e di sistema; però, trattandosi di una realtà importante
e delicata, dove ci sono anche depositi costieri, sarebbe utile lavorare per
una postazione fissa e sarebbe anche utile migliorare.
Di
questo prendo atto e vigileremo, rispetto al miglioramento dei target dei mezzi
di soccorso. Grazie.
Grazie,
consigliere Mammoliti.
Passiamo
alla prima interrogazione, rinviata per assenza momentanea del consigliere
Tavernise sul “Taglio fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera”.
Cedo la
parola all’interrogante per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente.
Nella
mia interrogazione numero 222 del 18 marzo 2024 sul “Taglio fondi PNRR per la
sicurezza sismica ospedaliera”, mi rivolgo al Presidente della Giunta
regionale, nonché Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, che sa meglio
di me che il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo ha stanziato circa 806
miliardi di euro per i Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR), di cui
alla Calabria sono stati destinati attraverso il Fondo complementare del Piano
nazionale di ripresa e resilienza del decreto legge 6 maggio 2021, nello
specifico: 250 milioni di euro per l'anno 2021; 390 milioni di euro per l’anno
2022; 300 milioni di euro per il 2023; 250 milioni di euro per il 2024; 140
milioni di euro per il 2025; 120 milioni di euro per l'anno 2026.
Nella
seduta della Conferenza delle Regioni, gli Assessori alla sanità intervenuti
sono stati informati che l'attuale Governo, con il decreto-legge numero 19 del
2 marzo 2024 “Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano
nazionale di ripresa e resilienza”, all'articolo 1, comma 13, ha definanziato gli investimenti destinati alla realizzazione
del programma denominato “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”.
Addirittura,
la Commissione salute della Conferenza delle Regioni, allarmata, ha
solertemente chiesto un incontro urgente al Ministro della salute, Schillaci,
contro il taglio di un miliardo e 200 milioni di euro di fondi del PNRR
relativi prevalentemente a opere per la sicurezza sismica o, in generale, per
la sicurezza delle strutture ospedaliere, ritenendo come questo taglio sia
assolutamente inaccettabile.
Proprio
per questo motivo, brevemente, volevo sapere attraverso questa interrogazione
se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro del disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria per tutelare il Servizio sanitario
regionale che, sappiamo tutti, è già aspramente compromesso, e come si sta
muovendo in Conferenza Stato-Regioni con gli altri Assessori alla sanità per
opporsi a questo taglio di un miliardo e 200 milioni di euro, soprattutto per
una Regione come la nostra che ha delle strutture molto vecchie.
Devo
anche affermare che il presidente Occhiuto si sta muovendo, attraverso la
modernizzazione soprattutto di alcuni Pronto soccorso, abbiamo visto quello di
Cosenza, così come si stanno muovendo anche gli altri Assessori alla sanità per
opporsi a questo taglio.
Cedo la
parola per la risposta al presidente Occhiuto.
Rispondo
al Consiglio regionale e al consigliere Tavernise, perché è giusto che io lo
faccia.
Si
tratta di un'interrogazione rivolta in Consiglio regionale al Presidente della
Regione, che è anche il Commissario ad acta della sanità, ma gli
elementi di risposta alla sua interrogazione li avrebbe dovuti rintracciare
anche dalla cronaca giornalistica; so che il Consiglio regionale giustamente ha
titolo a svolgere discussioni su questi temi, ma credo che la mia posizione su
questo argomento sia alquanto nota a livello nazionale, perché sono stato tra i
primi Presidenti della Regione – credo il primo Presidente della Regione – a
oppormi a questa rimodulazione non del PNRR, ma del Piano nazionale
complementare che il ministro Fitto ha deciso di fare in uno dei suoi decreti
PNRR di qualche mese fa.
Si
tratta, appunto, di un miliardo e 200 milioni di euro.
Ho
sempre ritenuto molto apprezzabile il lavoro che il ministro Fitto ha svolto
nella direzione di rimodulare il PNRR.
Vorrei
ricordarvi che tutti in questo Paese erano convinti che non avremmo avuto le
rate del PNRR, che l'Europa non ci avrebbe fatto rimodulare il PNRR; il
ministro Fitto è riuscito a fare l'una e l'altra cosa.
Sono
molto amico del ministro Fitto da trent'anni, ma ho detto che anche uno bravo
come lui a volte può sbagliare; nei confronti della Calabria aveva sbagliato,
perché il presupposto dal quale partiva era che queste risorse, coperte dal
Piano nazionale complementare, dal PNC, e destinate alla misura denominata
“Ospedale sicuro”, fossero risorse che le Regioni avevano già sul loro articolo
20.
Egli
disse, sostanzialmente: “Questi sono interventi che voi avevate sull'articolo
20. Un Governo precedente al mio li ha spostati sul Piano nazionale
complementare. Molti di questi interventi non si faranno nei tempi previsti;
allora li rimettiamo sull'articolo 20, giacché le Regioni hanno circa 8 o 9
miliardi di risorse articolo 20 non spese”.
In
linea di principio, poteva anche starci un ragionamento del genere, ma ho
spiegato al ministro Fitto che questo ragionamento non valeva per la Calabria,
essendo l'unica Regione a non aver avuto interventi di questo genere
sull'articolo 20.
Ho
cercato di spiegare al ministro Fitto che questa operazione finanziaria per la
Calabria si sarebbe tradotta, a differenza delle altre Regioni, in una
riduzione dei fondi all'articolo 20, anche rispetto a quelli precedentemente
programmati, precisando, quindi, che questa cosa l'avrei osteggiata.
Difatti,
sono stato fra i Presidenti di Regione che, in Conferenza delle Regioni, hanno
scelto di invitare la Conferenza delle Regioni a ricorrere presso la Corte
costituzionale contro questa norma contenuta nel PNRR e la Conferenza delle
Regioni ha fatto ricorso alla Corte costituzionale.
Credo
di aver segnalato la mia attività come l’attività di un Presidente che, quando
deve personalmente ricorrere alla Corte costituzionale su leggi che il Governo
impugna, anche se si tratta del mio Governo, come è successo per esempio sulle
leggi che riguardavano la mobilità in Calabria, lo fa!
Così,
su questo tema ho tenuto questa posizione, registrata anche come una polemica
col mio amico, ministro Fitto, sulla stampa nazionale nelle settimane in cui
questa discussione si svolgeva.
Per
evitare che queste risorse fossero di fatto sottratte alla Calabria per
l'articolo 20, prima che entrasse in vigore il decreto, ho proposto al
Ministero una rimodulazione di tutte le risorse dell'articolo 20, trovando
tutte le risorse necessarie al completamento dei tre grandi Ospedali.
Vorrei
ricordare che in Calabria abbiamo tre grandi Ospedali, quello di Palmi, quello
di Vibo, quello della Sibaritide, che erano solo sulla carta e necessitavano di
consistenti aggiornamenti del PEF, poiché un ospedale, progettato nel 2004, nel
2024 ha prezzi sensibilmente superiori a quelli di vent'anni prima anche perché
dal 2004 al 2024 si sono modificati i modi della progettazione degli ospedali.
Banalmente,
in mezzo c'è stato il Covid-19 e ora gli ospedali devono avere percorsi
dedicati per le emergenze come quelle che abbiamo sperimentato pochissimi anni
fa.
Pertanto,
ho rimodulato le risorse dell'articolo 20 nella direzione di prevedere di
spendere tutto secondo quelli che, a mio giudizio, erano i bisogni prevalenti
della Regione.
Come
avete visto, abbiamo trovato le risorse per l'Ospedale della Sibaritide e per
l'Ospedale di Vibo Valentia, mi auguro che entro fine anno possano iniziare i
lavori per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro, e lo abbiamo fatto anche al
prezzo di una grande assunzione di responsabilità da parte del Commissario,
perché adeguare il PEF in maniera così consistente è un grande atto di
responsabilità.
Ho
ritenuto che ciò fosse dovuto ai cittadini calabresi che non meritano di avere
degli ospedali soltanto sulla carta; ciò ha consentito di accelerare il
percorso di realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, di Vibo, e consentirà
l’inizio dei lavori per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro, mi auguro, entro
fine anno.
Intanto,
abbiamo fatto anche altre cose, però.
Vi
dicevo delle consistenti risorse che stanno nelle casse delle Regioni per
l'articolo 20.
Ciò
accade perché le procedure per spendere queste risorse sono assolutamente
demenziali, in ragione di un accordo Stato-Regioni stipulato 20 anni fa,
sostanzialmente, che di fatto rende impossibile la spesa di queste risorse.
Non è
un problema solo per la Calabria, ma per il Paese, perché ci si lamenta della
sottostima e del sottofinanziamento della sanità in Italia e poi non si
consente alle Regioni di utilizzare risorse che hanno in cassa e che, se
fossero utilizzate più facilmente, produrrebbero interventi di edilizia
sanitaria che migliorerebbero strutturalmente il Servizio sanitario nazionale.
In
Calabria siamo riusciti in qualche modo ad aggirare alcuni di questi vincoli.
Difatti,
grazie alla mia pregressa esperienza parlamentare e ai miei personali rapporti
con gli uffici legislativi dei vari Ministeri, sono riuscito a fare in modo
che, intanto, 43 milioni di euro di queste risorse potessero essere spese
direttamente dalla Calabria in deroga alle regole demenziali, appunto, che
dispongono la spesa dell'articolo 20.
In
ultimo, proprio ieri nel decreto “Liste d'attesa” è passato un altro
emendamento che ho proposto e che riguarda la Calabria, che ci fa recuperare 20
milioni dell'articolo 20 prima fase, quello che era stato finanziato con mutui
della Cassa depositi e prestiti per interventi che in Calabria non erano stati
realizzati 25 anni fa, o erano stati realizzati e avevano prodotto delle
economie.
Li
avremmo dovuti programmare con le lungaggini delle regole dei tavoli
ministeriali; abbiamo proposto un emendamento, che è stato approvato e ci dà la
possibilità di utilizzare questi 20 milioni in deroga a queste regole, per
l'appunto, demenziali.
Questo
mi dà fiducia in ordine al fatto che sull'edilizia sanitaria avremo tutte le
risorse occorrenti per completare la costruzione dei tre grandi Ospedali.
La
copertura di questi interventi, invece, che sono riferiti ad “Ospedale sicuro”
e che il Governo erroneamente riteneva fossero coperti in precedenza
dall'articolo 20, e non era così in Calabria, noi la chiederemo al Governo.
Per
quanto ci riguarda, è il Governo che ha definanziato
questi interventi, poiché questi interventi la Calabria sull'articolo 20 non li
aveva mai spesati; anzi, il danno in qualche modo lo abbiamo recuperato, ma non
totalmente, perché questi interventi erano comunque spesati sul Piano nazionale
complementare; alcune Aziende sanitarie avevano già cominciato questi
interventi, che erano in una fase di progettazione molto matura e avevano già
prodotto degli impegni giuridicamente vincolanti, per fortuna una parte poco
consistente dell'intero importo, e quindi su questi,
per i quali ci sono obbligazioni giuridicamente vincolanti, è evidente che si
procederà, ma il resto abbiamo deciso di destinarlo a quelle che, per quanto mi
riguarda, ma credo anche per quanto riguarda i calabresi, siano le vere priorità
dell'edilizia sanitaria in Calabria.
Passiamo all'interrogazione 246/12^ a firma del
consigliere Mammoliti “Sulle gravi disfunzioni della Centrale operativa
Emergenza-urgenza”.
OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta
regionale
Ho già risposto a questa.
Ha già risposto, in pratica. Va bene.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Mammoliti. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente. Capisco il
tempo, però, a dimostrazione delle disfunzioni invece di quel meccanismo di
centralizzazione, che poc'anzi lei citava, le vorrei leggere una cosa
velocemente: “In caso di mancanza di posti letto nel reparto dove il paziente
dovrebbe essere ricoverato, a seguito di intervento di medici del Pronto
soccorso” - per la ricerca, sostanzialmente, centralizzata – “il medico del
Pronto soccorso deve contattare gli altri Ospedali calabresi e quando riuscirà
a trovare l'Ospedale disponibile…”; anche in quel caso si attiva un'ulteriore
trafila burocratica e, quindi, i tempi si allungano e non sono tempestivi come
a volte, invece, dovrebbero essere.
Perché dico queste cose, Presidente?
I migliori modelli organizzativi - ci possono
pure stare, ci possono pure essere - se poi non vengono effettivamente valutati
nella ricaduta concreta e operativa, sia nel miglioramento dell'agibilità del
lavoro degli operatori sia in termini tempestivi di immediatezza per dare
risposte ai cittadini, a volte restano dei modelli organizzativi teorici
importanti; per esempio, possono andare bene in Lombardia, dove ci sono 99
Pronto soccorso, e invece in Calabria no.
Quindi, cerchiamo di prestare attenzione per
vedere quali possano essere eventualmente i passaggi anche di rivisitazione
organizzativa, per meglio rispondere a queste esigenze di approccio di sistema
e garantire, in caso di emergenza, la tempestività dell'intervento. Grazie.
Intervengo telegraficamente, perché su una
parte riguardante l'organizzazione del sistema dell'Emergenza-Urgenza credo di
aver già risposto, però il consigliere che fanno i medici o all'onorevole Bruni
che pure si è occupata sempre di sanità, ma, per esempio, al consigliere
Graziano che di sanità non se ne occupa.
Il consigliere Mammoliti fa riferimento a
quello Mammoliti fa riferimento ad un'altra circostanza che io vorrei
maggiormente esplicitare per renderla più comprensibile, non tanto
all'onorevole Giannetta o all'onorevole Comito che accade quando un paziente
viene soccorso e viene portato in un Pronto soccorso. Se poi nel Pronto
soccorso, all'esito della visita che il paziente riceve, c'è necessità di
un'assistenza ulteriore che in quel momento non è disponibile in quell'Ospedale,
è il Pronto soccorso che deve chiamare altri Ospedali per accertarsi che ci sia
la possibilità di assistere quel paziente in altri reparti. Questo però non
riguarda il sistema dell'Emergenza-Urgenza perché, laddove è ben organizzato,
il sistema dell'Emergenza-Urgenza deve arrivare velocemente a soccorrere il
paziente e a portarlo nel Pronto soccorso.
Poi, c'è tutta un'altra parte di trasporti, che
è per così dire definita - io non sono un medico quindi anche io sono nella
condizione del consigliere Graziano, mi scuseranno i medici se uso una
terminologia tecnica meno appropriata - dei trasporti secondari: quando il
paziente viene soccorso, per esempio, per strada e viene portato in un Pronto
soccorso per il sistema, non in Calabria ma nel mondo, il paziente è in una
condizione di protezione perché, comunque, è in un ambiente medico che è
protetto. Se a quel paziente per spostarlo in un altro Ospedale tu fai arrivare
un mezzo che, invece, deve stare per strada, perché deve essere nella
condizione di soccorrere, per esempio, un codice rosso, non organizzi bene il
sistema delle Emergenze-Urgenze.
Quindi, la circostanza a cui lei fa riferimento
in qualche modo merita di essere ulteriormente approfondita dal punto di vista
organizzativo, perché anche i trasporti secondari devono essere meglio
organizzati, organizzati con maggiore celerità, ma se risolvessimo nel modo in
cui lei velatamente propone, cioè, facendo intervenire le ambulanze che,
invece, sono dedicate al sistema dell'Emergenza-Urgenza, sbaglieremmo.
Passiamo all'interrogazione numero 241/12^ a
firma dei consiglieri Mammoliti e Lo Schiavo “In merito all'approvazione della
proposta di legge sull'autonomia differenziata”.
Di questo abbiamo già parlato. Presidente,
vuole aggiungere qualcosa al suo pensiero che è già noto?
Deve solo dare le risposte. Va bene? Prego, Presidente.
Credo che il Presidente del Consiglio si
riferisse alla circostanza per cui di autonomia differenziata io sto già
parlando in questi giorni e molto diffusamente.
Però, sì, voglio rispondere all'interrogazione
ma, se me lo consentiranno gli onorevoli proponenti, cercherò di correggerla
nelle loro premesse. Nell'interrogazione loro dicono che lo stesso presidente
Occhiuto, seppur fuori tempo massimo, ha espresso dubbi sulla bontà delle
riforme e ha condiviso la scelta della deputazione calabrese di Forza Italia di
non approvare la legge.
Ecco, approfitto di questa circostanza, di
questa interrogazione, signor Presidente, per fare un'operazione che, per
quanto mi riguarda, è un'operazione verità che io vorrei, anche, documentare,
inviando un documento al Presidente del Consiglio e ai consiglieri regionali
della Calabria, soprattutto a quelli del PD che a volte mi sembrano molto
distratti su questo tema; sembrano molto attenti a quello che dico io
sull'autonomia differenziata, poi mi rendo conto che, invece, sono un po’
distratti perché, evidentemente, leggono solo i titoli dei giornali.
Vorrei inviare al Presidente del Consiglio e ai
consiglieri regionali il resoconto della Conferenza delle Regioni dove si diede
avvio alla discussione del disegno di legge Calderoli di attuazione del Titolo
V della Costituzione. Ho sentito, infatti, spesso evocare che io su questo tema
abbia cambiato idea o abbia assunto un'altra posizione, non solo da consiglieri
regionali ma anche da ex consiglieri regionali come il suo predecessore,
Presidente del Consiglio, e non è così perché, quando vi invierò ciò che io ho
detto in Conferenza delle Regioni dal primo giorno, voi verificherete che io
dal primo giorno ho detto sostanzialmente no
money no party.
In Conferenza delle Regioni - se qualcuno dei
miei collaboratori mi mandasse il resoconto, ve lo leggerei -, sostanzialmente,
dissi già all'inizio quello che ho sempre ripetuto. Io ho sempre detto che
l'autonomia differenziata era una possibilità offerta dalla Costituzione alle
Regioni e che l'attuazione del Titolo V della Costituzione, che fu modificato
dal centrosinistra nel 2001, se fosse avvenuto compiutamente sarebbe stata una
grande opportunità per la Calabria e le Regioni del Sud.
Ho sempre detto di non avere pregiudizi nei
confronti dell'autonomia differenziata e, se avete osservato come faccio il
Presidente della Regione, sapete che non ho pregiudizi, perché io, anche a
legislazione vigente, spazi di autonomia rispetto al Governo, quando è
necessario, me li prendo anche impugnando le leggi davanti alla Corte
costituzionale e vincendo contro il Governo. Credo che ci sia la possibilità di
far valere il ruolo di Presidente della Regione, che oggi vale quanto quello di
tre Ministri, anche a legislazione vigente, ritagliandosi uno spazio che
consente ai Presidenti di Regione di essere in qualche modo autonomi pure
rispetto delle leggi, rispetto al Governo nazionale.
Ho sempre detto che non avevo pregiudizi
sull'autonomia differenziata, ma ritenevo però l'autonomia differenziata il
primo vagone di questo treno che era costituito dalla Legge di attuazione del
Titolo V della Costituzione. Il primo vagone: l'autonomia differenziata,
appunto, una possibilità per le Regioni e il Governo di fare delle intese.
Il secondo vagone: il superamento della spesa
storica.
In Italia recentemente è stato definito un
ultimo LEP che è quello degli asili nido. Da quando è stato definito questo
LEP, al Sud sono andate molte più risorse che in passato.
Questa è la dimostrazione che, se si
definissero e si finanziassero i LEP, noi al Sud guadagneremmo molto di più di
quanto pensano quelli del Nord di guadagnare dall'autonomia differenziata.
Il terzo vagone era quello della perequazione
che in questo Paese non ha mai funzionato come la Costituzione dispone ed io ho
detto che, se si attua il Titolo V della Costituzione e l’articolo 116 della
Costituzione, l'autonomia differenziata, e per attuare il 116 conseguentemente
si attua l’articolo 117, che è il superamento della spesa storica e il
finanziamento dei diritti sociali e civili secondo i fabbisogni standard e si
fa la perequazione, - magari! - noi guadagneremo molto di più.
Ho detto anche che, se questo treno per fare
arrivare in stazione l'autonomia differenziata porta al traguardo anche gli
altri due vagoni, noi ci guadagniamo moltissimo.
Ho detto sempre questo e che avrei espresso il
giudizio finale soltanto alla fine, quando avrei verificato che questo percorso
conduceva a trovare le risorse per finanziare i LEP.
Vi vorrei informare che oggi la Corte dei conti
ci ha parificato il bilancio e il Presidente della Corte dei conti ha detto che
ha apprezzato il dinamismo del Presidente della Regione e che, spesso, non c'è
una capacità amministrativa corrispondente nella struttura amministrativa e
burocratica. Questa è la dimostrazione che almeno fra i miei collaboratori
questa capacità c'è perché mi hanno mandato il verbale che prima vi citavo.
In Conferenza delle Regioni, il verbale così
dice: “Per il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il disegno
di legge avvia un processo che non riguarda solo l’articolo 116”, quindi
l'autonomia differenziata, che è una possibilità peraltro offerta dalla
Costituzione, grazie alla riforma prodotta dal centrosinistra; il processo che
inizia col disegno di legge ha l'obiettivo anche di fare in modo che i LEP,
quindi i diritti sociali e civili, siano definiti secondo i costi e i
fabbisogni standard.
Oggi siamo chiamati ad esprimere un parere su
un disegno di legge che riguarda complessivamente l'attuazione di questa parte
della Costituzione, se esprimessimo un parere contrario, evidentemente, questo
equivarrebbe a dire che siamo pregiudizialmente contrari ad attuare questa
parte della Costituzione anche con riguardo all’articolo 117, sia nella parte
che riguarda l'autonomia differenziata, sia nella parte che riguarda il
superamento della spesa storica.
“Il Presidente della Regione dice che non apre
un approccio ideologicamente avverso all'autonomia differenziata, ma che è
prevalente la realizzazione del 117”. E poi dice, il Presidente della Regione,
secondo il verbale della Conferenza delle Regioni, che: “…è evidente che da qui
a qualche mese il tema sarà quello relativo alle risorse e sarà quello di
quantificare il costo di questo processo di attuazione perché, quando si passa
dalla spesa storica ai fabbisogni, ai costi standard, è evidente che vi sono dei
costi e quindi bisogna coprirli.”
Questo dicevo il primo giorno che si avviò la
discussione; quello sarà il momento decisivo per capire se questo percorso, che
oggi si avvia, può trovare una sua definizione e conclusione, e poi continuavo.
Allora, ditemi, rispetto a quello che vi ho
letto testualmente e che ho detto nella prima occasione di confronto con gli
altri Presidenti e col ministro Calderoli, in Conferenza delle Regioni: ho mai
cambiato opinione? Praticamente dicevo: “no
money, no party”.
Avviamo la discussione se è utile a finanziare
i LEP, se è utile a superare la spesa storica, ma il giudizio su questa
riforma, anzi sull'attuazione di questa riforma, io lo potrò dare soltanto
quando vedrò le risorse per finanziare il LEP.
Che cosa è successo? È successo che è arrivato
a traguardo in stazione il primo vagone, quello dell'autonomia differenziata, e
sui LEP, sul finanziamento dei fabbisogni, dei diritti sociali e civili, siamo
ancora “a caro amico”.
E allora, sono stato conseguente, coerente
rispetto a quello che ho sempre sostenuto, se poi qualcuno di voi si ferma ai
titoli e non legge quello che io dico, non è colpa mia, ma che si dica che,
seppur fuori tempo massimo, il Presidente ha espresso dei dubbi sull'attuazione
di questa riforma, mi pare non corrisponda in alcun modo a verità. Anzi,
proprio in questa direzione, in coerenza con quello che ho sostenuto il primo
giorno in Conferenza delle Regioni, ho chiesto al mio partito, ai Ministri del
mio partito, di approvare in Consiglio dei Ministri il disegno di legge, sul
quale poi il Parlamento avrebbe dovuto esprimersi, soltanto a condizione di
modificarlo nella direzione di prevedere che non si possano fare intese nelle
materie LEP, se prima non sono definiti i diritti sociali e civili e non sono
finanziati i diritti sociali e civili allo stesso modo in tutto il Paese.
Quindi, orgogliosamente rivendico il fatto di
essere stato nel centrodestra nazionale grazie al mio partito, che ringrazio, a
Forza Italia - anche grazie agli altri partiti del centrodestra che hanno
accolto queste modifiche - quello che più ha lavorato per modificare un testo
di legge che nel suo “avvio” avrebbe consentito di fare intese anche sulle
materie LEP, anche sulle materie per i quali la spesa storica non è superata.
Basta? Secondo me non basta, secondo me non
basta intanto perché non c'è certezza che le risorse ci siano per finanziare la
spesa storica. L'ho detto chiaramente ai giornali: per quanto mi riguarda
l'urgenza è quella di superare la spesa storica non l'autonomia differenziata.
Non mi sento un Presidente dimezzato in questo contesto istituzionale, anzi
sono un Presidente che ha sempre dimostrato, anche, grande autonomia rispetto
al Governo. Quindi, non ci sono i soldi.
Ho cercato di rispettare anche quello che il
Consiglio regionale della Calabria ha votato, quando ha votato un ordine del
giorno condiviso da tutti i partiti che sostengono la mia maggioranza, nel
quale si raccoglievano alcune perplessità che anche io avevo rappresentato,
quelle in ordine al fatto che sulle materie non LEP, su quelle che potrebbero
dar luogo immediatamente a intese, necessitava un approfondimento ulteriore. Ho
fatto un esempio che ormai è diventato celebre a livello nazionale sul commercio
estero: “Io voglio capire che cosa succede agli agricoltori calabresi che
esportano i loro prodotti, alle cantine calabresi che esportano i loro vini, se
4, 5 Regioni del Nord si dichiarano autonome sul commercio estero, non c'è
danno? Bene. C'è un danno? Male.”
Per saperlo ho fatto prima una valutazione di
impatto e abbiamo chiesto questo in Consiglio regionale e io sto continuando a
chiedere questo alla politica nazionale. Peraltro – consentitemi - anche
registrando qualche giusta preoccupazione e resistenza nella mia coalizione e
qualche inaspettato apprezzamento da parte dell'opposizione nazionale, non
quella calabrese, ma nazionale. I dirigenti nazionali del PD mi invitano
addirittura alle Feste dell'Unità, io non posso andarci e poi invece qui trovo
- come si chiamava quello che era Presidente del Consiglio prima di lei? -
altri consiglieri regionali che dicono: “Ah, Occhiuto – no, non me lo ricordo -
che Occhiuto…”. Allora, mettetevi d'accordo!
Su questo tema sono stato sempre coerente e
credo vada apprezzato anche il coraggio, perché chi è dirigente nazionale del
centrodestra come il sottoscritto non trova comodo, facile, assumere posizioni
che poi creano tensione. Però, se non hai coraggio, non puoi governare la
Calabria.
Ho scelto di governare la Calabria e questo
stesso coraggio devo dimostrarlo nella mia funzione di dirigente nazionale del
centrodestra.
Sono contento del fatto che oggi, per esempio,
in Consiglio dei ministri, la deputazione del mio partito, a cominciare dal
Segretario nazionale e vicepremier Tajani, abbia - a giudicare da quello che
dicono le agenzie di stampa - riproposto le giuste, secondo me, perplessità che
io avevo avanzato.
Non siamo in un Consiglio comunale, siamo in un
Consiglio regionale, io poi mi innamoro della discussione in Consiglio
regionale, come me ne innamoravo alla Camera quando facevo il capogruppo, però
a volte mi pare di registrare un dibattito che in Calabria su questi temi è
piccino, nel senso che, non so se so svolgere la mia funzione politica, ma la
mia funzione politica la svolgo bene se nella mia coalizione cerco di stimolare
un dibattito, un ravvedimento, rispetto a certi temi, nella speranza che diventino
patrimonio di tutta la coalizione. Se oggi, per esempio, si facesse quello che
io ho proposto ieri, una moratoria sulle intese, anche su quelle non LEP, fino
a quando non si definiscono i fabbisogni standard e non si finanziano i
fabbisogni standard in tutta Italia, a Vercelli come a Crotone, sarebbe un
risultato enorme, molto più enorme di quello che si otterrebbe semplicemente
con una dichiarazione da capopopolo, dicendo: “Ah, sono contrario”. È costoso,
è costoso, perché i dirigenti nazionali del centrodestra come me o che lo fanno
ancora più autorevolmente di me essendo leader di partiti, ti guardano con
simpatia quando fai delle dichiarazioni che, comunque, determinano qualche
problema alla coalizione; è normale che sia così, però, questo significa
svolgere una funzione politica in maniera intelligente, cercando di svolgerla
in maniera decisiva per cambiare le cose.
Per rispondere alla vostra interrogazione su
che cosa voglio fare: voglio continuare ad essere coerente. Voglio continuare a
essere coerente, anche se è scomodo, perché sono un dirigente nazionale del
centrodestra e ho la responsabilità di governare una Regione complicata nella
quale il rapporto di leale collaborazione col Governo è importante, e dire
quello che ho sempre detto: “no money, no
party”. Se non ci sono le risorse, per quanto mi riguarda, non si devono
fare intese nemmeno sulle materie non LEP.
Poi, ho posto anche una questione di
opportunità sul fatto che forse questa legge poteva essere meglio metabolizzata
anche al Sud perché, rifiuto anche il racconto, lo storytelling, che fanno molti di sinistra su questa legge,
definendola uno “spacca Italia”. Non è una “spacca Italia”, non nel modo in cui
è stata modificata anche con gli emendamenti di Forza Italia e di Fratelli
d'Italia; addirittura, l'emendamento di Fratelli d'Italia, che è passato al
Senato, dice che se domani ci dovesse essere un'intesa che dà, per esempio, ad
una Regione la possibilità di pagare di più i medici, quella stessa possibilità
deve essere finanziata a tutte le Regioni, anche a quelle che non chiedono le
autonomie. Cosa vuol dire? Vuol dire che per come è stata modificata la legge,
sulle materie LEP le intese non si potranno fare - secondo me, non si potranno
fare mai - se non si trovano 70, 80, 90, 100 miliardi, non è possibile sapere
quanti sono se prima non si definiscono i LEP.
Sono orgoglioso di aver prodotto questa
modifica che ha fatto di questa legge una legge che non è una “spacca Italia”
ma che, secondo me, rischia di essere solo una bandiera per qualcuno. Non
produce grandi risultati però, poiché non sono disponibile a far assumere ai
calabresi neanche un centesimo di rischio, ho detto: “Sulle questioni che
riguardano le materie non LEP, ci vuole un approfondimento di indagini, una
valutazione d'impatto”.
E, mentre l'obiettivo dei Presidenti del Nord è
l'autonomia differenziata, il mio obiettivo è che si faccia in altri ambiti
quello che è stato fatto negli asili nido. Il mio obiettivo è quello che si
definiscano altri LEP, per fare in modo che la mia Regione e le Regioni del Sud
abbiano più risorse superando la spesa storica. Devo svolgere questa azione e
sono credo orgoglioso del fatto che a livello nazionale si riconosca che io
questa azione la sto svolgendo.
Ogni tanto, un piccolo moto di orgoglio per la
politica calabrese, al di là delle appartenenze e delle sensibilità, dovrebbe
produrlo anche il fatto che finalmente la Calabria ha un Presidente di Regione
che comunque mette la Calabria al centro del dibattito nazionale su temi di
rilevanza nazionale, mentre prima per tanti anni la Calabria questa possibilità
non l'ha avuta.
So che è difficile che tutti se ne possano
rendere conto, mi dispiace quando verifico che nel Consiglio regionale, nel mio
Consiglio regionale, nel Consiglio regionale del quale mi onoro di far parte,
ci siano alcuni che chiudono gli occhi pur di affermare posizioni che rischiano
di essere minoritarie anche all'interno dei partiti che rappresentano.
Grazie, Presidente. Consigliere Mammoliti, ha
diritto di replica. Prego.
Grazie, Presidente. Debbo prendere atto che tra
il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio è ritornato il
sereno. L'altra volta non gli ha fatto neanche gli auguri per la riconferma
nella Conferenza Euro Mediterranea, e questa volta, invece, il presidente
Occhiuto può parlare ore e io a malapena ho diritto di parlare 3 minuti. È
impari.
Per par condicio può parlare quanto vuole.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Non voglio assolutamente, però è impari questo
confronto. È impari - è chiaro, no?! - perché giustamente il Presidente deve
addurre le proprie ragioni in merito alla problematica, non del tutto
pertinenti, invece, in merito all'interrogazione, ed è chiaro che deve
utilizzare quel tempo. Sarebbe stato utile, invece, se ci fosse stata una
discussione e se la proposta di provvedimento amministrativo, invece di essere
veicolata nei meandri della Commissione, aveste deciso di portarla direttamente
in Consiglio; ciò ci avrebbe forse consentito di sviluppare il confronto che il
Presidente citava.
Presidente Occhiuto, lei offre sempre le sue
motivazioni di coerenza, però quando ascolta rilievi argomentati e altrettanto
validi, efficienti ed efficaci come i suoi, a volte sfocia e lambisce dei
tratti - se mi consente - di saccenteria, che fa parte del carattere di ognuno;
ci sta, per l'amor di Dio, ognuno si esprime con le motivazioni che ritiene.
Però, non è tutto come dice lei, perché lei
puntualizza la coerenza, ma in parte non è coerente perché non è vero che per
il provvedimento che è stato approvato è solo una questione di risorse, quindi
“no money, no party”. Le risorse
intanto, come diceva, non ci sono. È un problema di modifica dell'assetto del
Paese, perché le altre 23 materie, per le quali non sono previste le risorse,
modificano sostanzialmente la vita e la natura del sistema produttivo calabrese
e delle Regioni del Mezzogiorno e del nostro Paese.
Questo, quindi, è un problema che non riguarda
solo il Mezzogiorno, ma che riguarda l'insieme del Paese, perché avere 23
politiche energetiche, 23 politiche di altre materie importanti - non è la
stessa cosa di quello che sta avvenendo oggi - comporterà un'altra Italia.
Quindi non è vero che c'è la coerenza del provvedimento, perché la coerenza del
provvedimento riguarda relativamente la parte delle risorse. E però,
Presidente, le risorse non ci sono. Noi siamo in uno stato avanzato del “no money, no party”, cioè, il
provvedimento adesso c'è e, come lei sa, questi money, queste risorse non ci sono.
Quindi, l'interrogazione che avevamo presentato
con il collega Lo Schiavo chiedeva se lei magari fosse intenzionato, visto che
i money, le risorse non ci sono, come
magari avevano adombrato alcune Regioni, ad impugnare questo provvedimento.
Però, ormai, questo mi pare un fatto acclarato, superato, e via discorrendo.
Visto che non ci sono le risorse e sulle altre
materie le risorse non sono previste si potrebbe determinare uno Stato
arlecchino e si potrebbero danneggiare pesantemente le imprese del sistema
produttivo della nostra Regione. Noi le chiedevamo in questa interrogazione
quali fossero le azioni, le iniziative che il Presidente di Regione intendeva
assumere per difendere e per superare i gap
infrastrutturali, economici e produttivi che anche l'applicazione di questo
provvedimento, al netto delle risorse sui livelli essenziali della prestazione,
quindi diritti civili e diritti sociali, potrebbero determinare per uno Stato
arlecchino, mettendo in ginocchio l'economia della nostra Regione, che non ha
la capacità, la performance e la forza concorrenziale di competere come gli
altri sistemi produttivi.
Avrei preferito che si fosse limitato a
rispondere a questi due provvedimenti. Posso capire che non voglia impugnare il
provvedimento, ma quali misure mette in atto, oggi, Presidente? Siamo in uno
stato avanzato dell’iter, le risorse non ci sono, cosa intende fare?
Ho visto che ha chiesto una moratoria. Le
risorse non ci sono. Siccome molte Regioni stanno chiedendo un referendum
abrogativo su questo provvedimento, noi le chiediamo cosa intende fare per
difendere le ragioni dei calabresi, i diritti sociali, i diritti civili, ma
anche il sistema produttivo della nostra Regione. Presidente, lei dice: “no money no party”, money non ci sono, le risorse non ci sono. Molte Regioni stanno
chiedendo il referendum, noi abbiamo presentato una proposta di provvedimento
amministrativo che il 31 sarà discusso nella Commissione competente. Qual è la
sua posizione in merito? Non l'ho capita.
Fa una serie di panegirici in merito al
provvedimento del superamento della spesa storica, che io condivido, che
porterebbe dei benefici sostanziali - sono assolutamente d'accordo - ma ci sono
altri problemi che sono molto seri anche per il sistema competitivo e
produttivo della nostra Regione. Sinceramente, caro Presidente, di solito lei è
molto appropriato nelle sue motivazioni, però non l'ho capito.
In questa fase avanzata senza un provvedimento
che dispone le risorse necessarie per realizzare il livello essenziale delle
prestazioni, vorrei capire dal Presidente della Regione cosa fa per difendere
le ragioni dei calabresi e del sistema produttivo della Calabria. Grazie.
Passiamo all'interrogazione 192/12^ a firma del
consigliere Mammoliti.
È rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
Proseguiamo con l'interrogazione 227/12^ a
firma del consigliere Mammoliti: “In merito alla nuova conferenza dei servizi
indetta dal Ministero dell'ambiente e della sovranità energetica per la
bonifica del Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara ”.
È rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
L’interrogazione numero 245/12^ a firma della
consigliera Bruni è rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo alle interrogazioni a risposta
scritta.
La numero 232/12^ a firma del consigliere
Alecci: “Infermieri di famiglia o di comunità”.
Nelle more dell'avvio della seduta consiliare
le è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.
L’interrogante si ritiene soddisfatto.
Passiamo all'interrogazione a firma del
consigliere Mammoliti: “Sull'emergenza incendi nella Provincia di Vibo
Valentia”.
Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è
pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.
L'interrogante si ritiene soddisfatto.
Il consigliere Bevacqua è assente.
È arrivata la risposta, ma il consigliere è assente, non può dichiarare
di essere soddisfatto quindi…
Lo stesso per l’interrogazione numero 188/12^. Al consigliere Tavernise
è arrivata la risposta, ma è assente.
L’interrogazione numero 191/12^, a firma del consigliere Mammoliti, è
rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
All’interrogazione numero 193/12^ del consigliere Muraca è pervenuta
risposta scritta.
All’interrogazione numero 196/12^ è pervenuta risposta scritta.
L’interrogazione numero 199/12^ a firma del
consigliere Alecci: “Rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della
Regione Calabria” è rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
L'interrogazione 204/12^ a firma della
consigliera Bruni: “Conduttura Acquedotto Sambuco- Lamezia Terme” è rinviata
per l'assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
L’interrogazione numero 211/12^ sempre a firma
della consigliera Bruni: “Inquinamento atmosferico” è rinviata per assenza
dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
All'interrogazione numero 215/12^ a firma del consigliere Tavernise è
pervenuta risposta scritta.
Passiamo all'interrogazione 218/12^ a firma del
consigliere Alecci: “Trasversale Lamezia Terme – Catanzaro Lido”.
Nelle more dell'avvio alla seduta è pervenuta risposta scritta da parte
della Giunta regionale. L’interrogante si ritiene soddisfatto.
All’'interrogazione 219/12^ a firma del
consigliere Cirillo, nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta
risposta scritta da parte della Giunta regionale.
L’interrogante si ritiene soddisfatto.
All’'interrogazione 220/12^ a firma del
consigliere Alecci: “Riconoscimento certificazione IGP bergamotto di Reggio
Calabria”, nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta
scritta da parte della Giunta.
L’interrogante si ritiene soddisfatto.
All’interrogazione numero 226/12^ del consigliere Tavernise è pervenuta
risposta scritta.
All’interrogazione numero 228/12^ del consigliere Bevacqua è pervenuta
risposta scritta.
L'interrogazione numero 230/12^ a firma del
consigliere Alecci è rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
L’interrogazione numero 233/12^ del consigliere Tavernise, che è
assente, è rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
All’interrogazione numero 236/12^ a firma del
consigliere Tavernise, nelle more dell’avvio della seduta consiliare è
pervenuta risposta scritta.
L’interrogazione numero 237/12^ del consigliere Lo Schiavo, che è
assente, è rinviata per assenza dell'assessore.
(Il Consiglio rinvia)
All’interrogazione numero 240/12^ a firma del
consigliere Tavernise, nelle more dell’avvio della seduta consiliare è
pervenuta risposta scritta.
Abbiamo terminato.
Esauriti i punti all’ordine del giorno, la
seduta è tolta.
La seduta termina alle 20.10
Hanno chiesto
congedo: Calabrese, Gentile, Montuoro, Neri.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la
seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Norme per la promozione, la diffusione e lo
sviluppo della pratica sportiva nella Regione Calabria - (Deliberazione G.R. n.
365 del 10.07.2024)” (PL n. 304/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione -
Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse
naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Talerico, Neri, Laghi, De Francesco, Lo Schiavo,
Gentile “Modifiche alla legge regionale n. 28 del 11 luglio 1986 (Ricezione
turistica all'aria aperta)” (PL n. 301/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione -
Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse
naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Gallo, Mancuso, Giannetta, Straface, Crinò,
Mannarino, De Nisi “Disciplina delle attività escursionistiche ed istituzione
della Rete Escursionistica della Calabria” (PL n. 302/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione -
Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse
naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito, alla quarta
Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente
per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del
Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario ex articolo n. 72 del
Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria.
Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso,
Mattiani, Raso “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare della
birra artigianale e agricola calabrese” (PL n. 303/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione -
Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse
naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso,
Mattiani, Raso “Riconoscimento e valorizzazione delle professioni non
organizzate in ordini o collegi” (PL n. 305/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Comito, De Nisi, Gelardi, Crinò, Graziano
“Modifiche a leggi regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in
attuazione del principio di leale collaborazione e disposizioni normative” (PL
n. 306/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di
merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Tavernise “Riconoscimento della
manifestazione “Perciavutti”” (PL n. 307/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso e Montuoro “Istituzione della Riserva
Naturale Regionale di Trinchise” (PL n. 308/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso,
Mattiani, Raso “Norme di sostegno e promozione degli Enti del Terzo Settore
calabrese” (PL n. 309/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“L.R. 12 febbraio 2016, n. 4 “Disciplina
sulla trasparenza dell'attività politica e amministrativa della Regione
Calabria e dei suoi enti strumentali sull'attività di rappresentanza di
interessi particolari” - Registro pubblico dei rappresentanti di interessi
particolari - Sezione Giunta regionale. Approvazione del Disciplinare per la
tenuta e l'aggiornamento del Registro e della proposta di Codice Etico dei
rappresentanti di interessi particolari - (Deliberazione G.R. n. 332 del
10.07.2024)” (PPA n. 175/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di
merito.
“Bilancio di previsione 2024-2026
dell’Azienda Calabria Verde - (Deliberazione G.R. n. 389 del 25.07.2024)” (PPA
n. 179/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Rendiconto esercizio 2022 dell’Azienda
Calabria Verde - (Deliberazione G.R. n. 390 del 25.07.2024)” (PPA n. 180/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Effettuazione del referendum consultivo
obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri
regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface,
Graziano, Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione
dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero” (PPA n. 177/12^).
“Approvazione del rendiconto dell’esercizio
finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli
indicatori di bilancio e dei risultati attesi - (Deliberazione U.P. n. 48 del
2.7.2024)” (PPA n. 178/12^).
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Bevacqua, Tavernise, Lo Schiavo, Alecci,
Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca “Richiesta di indizione di referendum
abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e degli articoli 29 e
30 della legge 25 maggio 1970, n. 352, della Legge 26 giugno 2024, n. 86,
recante: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle
Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della
Costituzione”” (PPA n. 174/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di
merito.
Mancuso “Proposta di legge al Parlamento
recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre
2012, n. 224”” (PPA n. 176/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di
merito.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il
parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 337 del 10
luglio 2024, recante:
“Approvazione del Regolamento di attuazione
della legge regionale n. 24 del 15 maggio 2024”.
(Parere numero 40/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione
consiliare permanente.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il
parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 387 del 25
luglio 2024, recante:
“Piano Sviluppo e Coesione della Regione
Calabria (PSC). Approvazione del Piano finanziario variato della Sezione
Speciale 2 del PSC (SS2). Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di
Sorveglianza del PSC (CdS) e della Cabina di regia
FSC”.
(Parere numero 41/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare permanente.
La terza Commissione consiliare, nella seduta
del 18 luglio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta regionale
n. 337 del 10 luglio 2024, recante:
“Approvazione del Regolamento di attuazione
della legge regionale n. 24 del 15 maggio 2024” ed ha espresso, a maggioranza
dei gruppi presenti, parere positivo.
(Parere numero 40/12^).
In data 11 luglio 2024, il consigliere
regionale, Antonello Talerico, ha aderito al Gruppo
consiliare “Forza Italia”.
La proposta di legge n. 291/12^ di iniziativa
dei consiglieri regionali Talerico, Neri, Laghi, De
Francesco, Lo Schiavo, Gentile, recante:
“Modifiche alla legge regionale n. 28 del 11
luglio 1986 (Ricezione turistica all'aria aperta)” è stata revocata, giusta
comunicazione dell’8.7.2024.
In data 8 luglio 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse
sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 141 dell’8 luglio 2024:
1) legge regionale n. 26 dell’8 luglio 2024,
recante: “Riconoscimento dell’albergo nautico diffuso. Modifiche e integrazioni
della legge regionale 7 agosto 2018, n. 34 (Norme sulla classificazione delle
strutture ricettive extralberghiere)”;
2) legge regionale n. 27 dell’8 luglio 2024,
recante: “Modifiche della legge regionale n. 25/2013. Disposizioni in materia
di forestazione”.
In data 10 luglio 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse
sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 143 del 10 luglio 2024:
1) legge regionale n. 28 del 10 luglio 2024,
recante: “Istituzione della Riserva naturale regionale di Sant’Andrea Apostolo
dello Ionio”;
2) legge regionale n. 29 del 10 luglio 2024,
recante: “Riserva naturale regionale Laghi La Vota di Gizzeria”.
È pervenuto il decreto del Presidente della
Giunta regionale n. 36 del 17 luglio 2024, avente ad oggetto:
“Composizione della Giunta regionale e
rideterminazione delle deleghe assessorili”.
La Giunta regionale è così composta:
On.le Dott. Roberto Occhiuto - Presidente
Dott. Filippo Pietropaolo - Vicepresidente
Dott. Giovanni Calabrese - Assessore
Dott.ssa Caterina Capponi - Assessore
Dott.ssa Maria Stefania Caracciolo -
Assessore
Avv. Gianluca Gallo - Assessore
Dott. Marcello Minenna - Assessore
Avv. Rosario Varì - Assessore
La Giunta Regionale ha trasmesso la
deliberazione n. 383 del 25 luglio 2024, recante:
“Piano di azione e coesione (PAC) Calabria
2007/2013. presa d'atto della conclusione positiva della procedura di
consultazione scritta attivata dal Gruppo di azione e coesione istituito presso
il Dipartimento per le Politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del
Consiglio dei ministri (GAC) per l'approvazione del nuovo piano finanziario di
cui alla delibera di giunta regionale n. 195/2024. Approvazione schede di
intervento rimodulate: I.1, I.2, I.3.1, I.3.2, I.3.3, I.3.4, I.5, II.1.3,
II.1.5, II.1.8, II.1.10, II.2.2, II.3, II.8, II.10, II.11, II.13, II.14, II.15,
II.18, III.5, III.6, III.7”.
In data 12 luglio 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli
stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 146 del 12 luglio 2024:
1) Regolamento regionale n. 6 del 12 luglio
2024, concernente: “Regolamento di attuazione di cui all'art. 12 della legge
regionale 15 marzo 2023, n. 12 “Disposizioni per la realizzazione, il
riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria””;
2) Regolamento regionale n. 7 del 12 luglio
2024, concernente: “Regolamento di attuazione della legge regionale n. 24 del
15 maggio 2024”;
3) Regolamento regionale n. 8 del 12 luglio
2024, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 25 novembre 2019, n.22 -
procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo
residenziale e semiresidenziale socioassistenziali, nonché dei servizi
domiciliari, territoriali e di prossimità”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2024-2026:
1) deliberazioni della Giunta regionale dalla
numero 338 alla numero 361 del 10 luglio 2024;
2) deliberazioni della Giunta regionale dalla
numero 373 alla numero 382 e n.n. 384 - 385 - 386 - 388 del 25 luglio 2024.
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- numerosi bagnanti e gestori di lidi
balneari hanno segnalato ripetutamente il degrado delle acque marine lungo la
costa tirrenica, nel tratto compreso tra Lamezia Terme, Pizzo Calabro, Falerna
e Nocera Terinese. Le segnalazioni indicano la presenza di acqua di colore
verde, schiuma in superficie ed un cattivo odore, fenomeni che compromettono la
fruibilità delle spiagge e la salute dei bagnanti;
- da qualche settimana il colore e l’odore
del mare nel tratto citato è mutato;
considerato che: - la qualità delle acque
marine è un elemento fondamentale per la tutela dell'ambiente, della salute
pubblica e per lo sviluppo turistico della nostra regione. Acque pulite sono
essenziali per prevenire malattie e infezioni tra i bagnanti, garantendo un
ambiente sicuro e salutare per residenti e turisti. Inoltre, la qualità delle
acque incide direttamente sullo sviluppo turistico della regione: un mare
pulito e balneabile attira visitatori, sostiene l'economia locale e favorisce
la crescita delle attività turistiche e commerciali. La percezione di un
ambiente marino inquinato può invece avere effetti devastanti sull'immagine
della regione, riducendo l'afflusso turistico e causando danni economici
significativi agli operatori del settore.
Tenuto conto che: - l'ARPACAL (Agenzia
Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) è l'ente deputato al
monitoraggio e all'analisi delle acque marine a tutela dei bagnanti, in
particolare durante la stagione balneare. Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- quali azioni intenda mettere in campo sul
fronte della qualità delle acque del mare nel tratto di costa compreso tra
Lamezia Terme, Pizzo Calabro, Falerna e Nocera Terinese.
(245; 18/07/2024)
Mammoliti. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- il nuovo sistema di gestione centralizzata
del soccorso sanitario sul territorio calabrese, varato dal presidente Occhiuto
da circa un anno, mostra, con crescente gravità, man mano che passano i giorni
ed i mesi, tutte le sue falle e tutti i suoi limiti e difetti congeniti. A
farne le spese sono come al solito sia gli utenti che, anche per un semplice
trasferimento da un nosocomio ad un altro sono costretti a vivere delle enormi
difficoltà, sia i medici dei Pronto Soccorso che, per portare a compimento il
medesimo trasferimento sono tenuti a districarsi in complicati circuiti
burocratici che devono esperire contemporaneamente allo svolgimento della loro
attività di soccorso e cura degli ammalati. In sintesi: in caso di mancanza di
posto letto nel reparto dove il paziente dovrebbe essere ricoverato a seguito
dell'intervento dei medici del Pronto Soccorso, si pone il problema della
ricerca dell'ospedale che abbia disponibilità di reparto competente e di
relativo posto per il ricovero. In base al nuovo sistema di gestione
centralizzata del soccorso sanitario, l'anzidetta ricerca deve essere
effettuata telefonicamente dal medico del Pronto Soccorso che ha preso in
carico il paziente: il medico del Pronto Soccorso dovrà contattare gli altri
ospedali calabresi dotati di reparto competente per la cura della patologia di
cui è affetto il paziente, fino a quando riuscirà a trovare quell'ospedale che,
avendo il posto libero nel reparto richiesto dia la disponibilità al ricovero.
Considerato il sovraffollamento degli ospedali calabresi, questa attività di
ricerca può durare svariate ore, talvolta anche giorni. Una volta individuato
l'ospedale disponibile al ricovero del paziente, inizia una ulteriore trafila
burocratica. Infatti, il medico del Pronto Soccorso dovrà contattare,
telefonicamente, la Centrale Unica di Risposta di Cosenza per reperire
un'ambulanza che trasporti il paziente nell'ospedale dove lo stesso dovrà
essere ricoverato. Accade frequentemente che detta Centrale non risponda subito
e, quindi, il medico dovrà ritentare più volte fino a quando riuscirà a
stabilire un contatto con la Centrale di Cosenza. Stabilito questo contatto, la
Centrale di Cosenza chiede al medico di compilare, telematicamente, tutta una
serie di moduli, contenenti informazioni dettagliate sul paziente, e di
inviarglieli con e-mail. Se l'invio telematico va a buon fine, la Centrale di
Cosenza trasmette il tutto alla Centrale di Catanzaro. La Centrale di
Catanzaro, una volta esaminato il contenuto dell’e-mail, contatta con i suoi
tempi, il medico del Pronto Soccorso e gli indica l'ora e il luogo da dove
partirà l'ambulanza nonché l'equipaggiamento medico-sanitario di cui la stessa
è dotata. Anche in questo caso può accadere sia che la partenza dell'ambulanza
non sia immediata sia che l'ambulanza parte da una postazione lontanissima
rispetto al Pronto Soccorso dove deve recarsi per prelevare il paziente o
all'ospedale dove il medesimo paziente dovrà essere ricoverato;
accade anche che l'ambulanza non sia
medicalizzata e, talvolta, neppure dotata di personale infermieristico.
Potrebbe accadere che qualora si dovesse rendere disponibile un’ambulanza di
una postazione più vicina al Pronto Soccorso richiedente, non ci sia modo per
farla intervenire in quanto occorre attendere l'arrivo dell'ambulanza
proveniente dalla postazione più lontana, precedentemente individuata dalla
Centrale di Catanzaro, con l’allungamento dei tempi di attesa del paziente in
Pronto Soccorso. Se il sistema centralizzato di trasferimento di un paziente da
un nosocomio all'altro determina le criticità sopra descritte generando
situazioni di forte disagio oltre che altamente rischiose per la salute degli
utenti, drammatiche sono le conseguenze della centralizzazione delle richieste
d'intervento di emergenza-urgenza mediante servizio di 118: la chiamata al 118
attiva un meccanismo fortemente farraginoso che ritarda notevolmente i tempi di
soccorso rispetto ai tempi previsti dai protocolli sanitari con conseguenze che
possono essere nefaste per il paziente. Tutto ciò considerato È palese che il
nuovo sistema di funzionamento del Dipartimento Emergenza-Urgenza basato su una
Centrale Operativa Emergenza Urgenza (COEUR) che prevede un coordinamento
centralizzato degli interventi sul territorio calabrese è del tutto
inappropriato rispetto alla peculiare geografia fisica e demografica della
Regione Calabria. Si rende, pertanto, necessaria una sostanziale rivisitazione
di detto sistema al fine di scongiurare, in tempi brevi, possibili risvolti
devastanti ed irreversibili nel settore del soccorso sanitario regionale. Si
interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua
qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo
del settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
quali utili ed urgenti iniziative si
intendono adottare nell'immediatezza, al fine di rendere il nuovo sistema di
funzionamento del Dipartimento Emergenza-Urgenza più efficiente e rispondente
alle reali necessità della popolazione calabrese.
(246; 18/07/2024)
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- il Presidio Ospedaliero “Vittorio
Cosentino” di Cariati dal 2021 è stato oggetto di una lunga mobilitazione di
Comitati e cittadini. Dopo i sit-in, gli appelli, l’occupazione e finanche un
film che ne ha raccontato nascita e agonia, il “Vittorio Cosentino”, chiuso nel
2010, è stato inserito nella rete regionale come Ospedale di Zona disagiata,
con la trasformazione del Punto di Primo Intervento in Pronto Soccorso, a
seguito del Decreto del Commissario ad acta n. 197 del 12 luglio 2023, dove è
stata definita la “Programmazione della rete territoriale in attuazione del
D.M. 77 del 23 maggio 2022 ed in sostituzione del DCA 65/2020”;
- il Decreto del Commissario ad acta 14 marzo
2024, n. 69 - Modifica e integrazione DCA n. 64/2016 - Nuovo documento di
Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e
delle reti tempo-dipendenti ha previsto il Presidio Ospedaliero “Vittorio
Cosentino” di Cariati, quale Ospedale di Zona particolarmente Disagiata,
inserendo la struttura nella rete ospedaliera, secondo il modello di cui al
D.M. 70 del 02/04/2015, integrato con lo Spoke di
Rossano/Corigliano, per trattare in rete patologie acute a bassa intensità di
cure, con attività mediche e chirurgiche multidisciplinari ed a diffusione
territoriale, atte a garantire risposte adeguate ai territori di riferimento.
Sono stati previsti 20 pl di Medicina Generale, Day Surgery per prestazioni di
chirurgia generale nel setting ambulatoriale, 4 pl Day Hospital nella branca
della cardiologia, servizi dedicati per la gastroenterologia e oncologia.
Saranno, inoltre, attivati posti tecnici di Osservazione Breve Intensiva (OBI)
presso il Pronto Soccorso. Sarà garantita anche l’attivazione di sistemi
informatici di collegamento tra la predetta struttura e il Centro Spoke, tale da garantire la qualità e la sicurezza delle
prestazioni, con particolare riferimento alla possibilità di eseguire indagini
radiologiche con trasmissione di immagine al centro Spoke.
Tale struttura avrà vocazione anche di riabilitazione specialistica per la
malattia di Parkinson e la malattia di Alzheimer. Il P.O. di Cariati verrà ad
essere integrato sotto il profilo fisico e funzionale a una struttura
territoriale complessa e composita come l’Ospedale Territoriale (Casa di
Comunità, Ospedale di Comunità, UCCP/AFT/MCA, Postazione 118). Considerato che:
- l’11 aprile 2024 il tavolo Dm70, composto dai rappresentanti tecnici dei
ministeri dell’Economia e delle Finanze e della Salute, ha approvato la rete
ospedaliera della Calabria. Tenuto conto che: - il 1° giugno 2024 il presidente
della Regione Calabria e commissario ad acta per la sanità ha annunciato
l’apertura del nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cariati;
- ad oggi, però, nonostante le affermazioni
del presidente della Regione Calabria e dei vertici dell’Asp di Cosenza,
l’Ospedale “Vittorio Cosentino” è ancora senza il Pronto Soccorso. In realtà
nei nuovi locali è stato trasferito in via provvisoria il già esistente Punto
di Primo Intervento ma non c’è stata alcuna riconversione dello stesso in
Pronto Soccorso;
- manca il nuovo atto aziendale per il
reclutamento del personale necessario all’apertura non solo del Pronto Soccorso
ma anche dell’intero Ospedale di Zona Disagiata di Cariati. Occorre, infatti,
assicurare H24 i servizi di laboratorio analisi, radiologia e
anestesia/rianimazione e incrementare, per come previsto, la dotazione organica
di medici, infermieri e Oss. Preso atto che: - il
Presidio Ospedaliero di Zona Disagiata di Cariati serve un bacino di utenza, i
cui comuni sono dislocati su un’area in gran parte montana;
l’inserimento della struttura nella rete
ospedaliera è derivato dalle criticità relative alla posizione geografica di
Cariati e del bacino di popolazione di riferimento rispetto agli ospedali
dell’area limitrofa, ponderato con il fabbisogno sanitario espresso dalla
popolazione del bacino di riferimento. Il DCA 14 marzo 2024, n. 69 evidenzia
quali ulteriori elementi critici l’aumento dei flussi turistici nel periodo
estivo e il fenomeno della mobilità sanitaria passiva. Sbandierare l’apertura
di un Pronto Soccorso che non c’è, unitamente all’aumento sistematico
dell’utenza dovuto alla stagione estiva, significa solo incrementare gli
accessi al Punto di Primo Intervento, che, operando con lo stesso esiguo numero
di dipendenti, potrebbe andare in crisi prestissimo;
- il grave ritardo con cui si sta procedendo
all’apertura del Pronto Soccorso del “Vittorio Cosentino” di Cariati ha creato
e continua a creare gravi danni a tutti i calabresi dello Ionio cosentino,
privi di punto di riferimento sanitario ed esposti ad un rilevante vulnus dei
propri diritti costituzionalmente protetti, nonché all’economia regionale,
costretta a pagare il conto salatissimo dell’emigrazione sanitaria. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se e come intende assumere ogni utile,
urgente e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria per aprire il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cariati.
(244; 09/07/2024)
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-nell’UOC Radiologia presso l’Ospedale di
Polistena sono operative 5 metodiche (Eco, TAC, RX Mammografia e RM) con solo 3
medici in servizio, a fronte degli 8 previsti in pianta organica;
- nel 2023 il reparto ha effettuato circa
48.000 prestazioni, tra i quali molti esami di alta specializzazione (angio-TC delle coronarie, colonscopia virtuale, entero-TC, studio multiparametrico della prostata);
- nessuna delle apparecchiature richieste per
migliorare il servizio è stata fornita;
- il dirigente è costretto a coprire 15/20
turni notturni al mese, ben al di sopra dei 5 contrattualmente previsti, con
impegni di 48/72 ore;
- i due medici cubani, originariamente
assegnati lo scorso anno, sono stati trasferiti uno a Gioia Tauro e l’altra a
Locri. Considerato che: - la condotta tenuta dall’Azienda provinciale nel corso
di questi anni, sia riguardo l’impegno teso alla copertura dei posti in
organico sia rispetto agli investimenti necessari, è risultata assolutamente
carente;
- la stagione estiva risentirà di un
aggravamento della situazione in considerazione dei turni di ferie obbligatori
da garantire al personale e dell’incremento della popolazione assistita. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale,
anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro
dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- quali sollecite iniziative intende assumere
affinché l’ASP di Reggio Calabria provveda a sopperire alla carenza di
personale del reparto;
- quali azioni intende intraprendere affinché
l’ASP di Reggio Calabria prenda in considerazione l’urgenza di investire su un
reparto necessario e imprescindibile per la diagnostica, nell’unica struttura spoke della Piana di Gioia Tauro.
(247; 22/07/2024)
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la legge 5 febbraio 1992, n.122 recante
"Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e
disciplina dell'attività di autoriparazione" e, in particolare l'articolo
7, comma 1, lett. b), prevede che il responsabile tecnico deve aver
frequentato, con esito positivo, un apposito corso regionale teorico-pratico di
qualificazione, seguito da almeno un anno di esercizio dell'attività di
autoriparazione, come operaio qualificato, alle dipendenze di imprese operanti
nel settore nell'arco degli ultimi cinque anni;
- la legge 11 dicembre 2012, n. 224, entrata
in vigore il 5 gennaio 2013, recante "Modifica all'articolo l della legge
5 febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina dell'attività di
autoriparazione", prevede, all'articolo 2, che le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Balzano adeguano i programmi e le modalità di
svolgimento dei corsi regionali, previa definizione di livelli minimi comuni,
mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentite le organizzazioni
sindacali di categoria maggiormente rappresentative;
considerato che con la legge 11 dicembre
2012, n. 224, sono stati modificati i requisiti tecnici professionali
concernenti l'attività di autoriparazione;
in particolare, sono state accorpate le
sezioni "meccanica e motoristica" ed "elettrauto" nella
nuova sezione della "meccatronica";
- che a seguito di tale modifica: le imprese
che, alla data del 5 gennaio 2013, erano già iscritte al Registro delle imprese
sia per l'attività di meccanica - motoristica che per l'attività di elettrauto
sono state abilitate d'ufficio alla nuova attività di "meccatronica";
mentre le imprese che, alla data di entrata
in vigore della legge, erano già iscritte nel Registro delle imprese e
abilitate alla sola attività di meccanica - motoristica o alla sola attività di
elettrauto potevano continuare a svolgere l'attività sino al 4 gennaio 2023.
Considerato che l'art. 22-ter del cd. decreto milleproroghe (D.L. 198/2022),
convertito in legge n.14 il 24/2/23, ha prorogato di un anno il termine per la
regolarizzazione, pertanto la data entro cui le imprese avrebbero dovuto
regolarizzarsi è quella del 5 gennaio 2024. - Entro tale termine le persone
preposte alla gestione tecnica delle imprese sopra indicate avrebbero dovuto
estendere l'abilitazione all'intero settore della Meccatronica, in via
alternativa, tramite: a) la frequenza del preposto alla gestione tecnica agli
appositi corsi integrativi di formazione regionale limitatamente alle
discipline relative all'abilitazione professionale non posseduta (percorso di
formazione ridotto a 40 ore);
b) la rivalutazione del titolo di studio in
possesso del preposto alla gestione tecnica, riconosciuto come titolo culturale
abilitante per la sola sezione di meccanica-motoristica o elettrauto, ai fini
dell'abilitazione alla nuova sezione della Meccatronica. CONSIDERATO - che il
Ministero dello Sviluppo Economico, relativamente al passaggio tra la vecchia
Legge n. 122/1992 e la nuova disciplina, con Circolare n. 3703/C del 9 gennaio
2018 ha ribadito che il legislatore statale attraverso tale normativa, ha inteso
venire incontro alle reiterate istanze giunte dalle associazioni di categoria
miranti a consentire una maggiore libertà di intraprendere iniziative
imprenditoriali nel settore della autoriparazione, specificando inoltre che
tale spazio di operatività è tuttavia limitato nel tempo (10 anni), ed è a
favore esclusivamente delle imprese già operanti nel settore - seppur
limitatamente ad una o più sezioni di cui all'art. l, comma 3 della legge n.
122/1992 -alla data di entrata in vigore della legge n. 224/2012, ed è
condizionato al sostenimento di corsi di qualificazione entro il termine
suindicato di 10 anni;
considerato che - essendo decorso il termine
decennale, sono tante le imprese, in Calabria e in tutta Italia, a non essere
riuscite, nel suddetto arco temporale prorogato al 5 gennaio 2024, ad adeguarsi
alla norma statale, e che il Responsabile tecnico, anche nella persona del
titolare, socio o amministratore, non potrà più abilitare l'impresa
all'esercizio dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto con la
conseguenza che l'Ufficio del Registro delle Imprese ha già avviato il
procedimento di divieto di prosecuzione dell'attività di meccanica-motoristica
o elettrauto esercitata. Atteso che la formazione del responsabile Tecnico
meccatronico delle autoriparazioni è di competenza delle Regioni e delle
Province Autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alla definizione degli
standard dei percorsi formativi, nonché alla programmazione e organizzazione
dei corsi sulla base dei fabbisogni localmente rilevati e nel rispetto degli
elementi minimi comuni definiti dall'Accordo del 12 giugno 2014 approvato dalla
Conferenza;
valutata conseguentemente la necessità di
venire incontro alle esigenze lavorative e formative provenienti dal territorio
calabrese e di procedere alla riorganizzazione e, quindi, all'implementazione,
a livello regionale, delle specifiche attività formative già avviate per la
meccatronica delle autoriparazioni;
precisato che tali percorsi formativi possono
essere attivati esclusivamente dagli enti accreditati all'Albo regionale degli
operatori della formazione professionale di cui all'articolo 31 della legge
regionale 19 aprile 1985, n. 18 (Ordinamento della formazione professionale in
Calabria) Tutto ciò premesso e considerato che: - la scadenza del termine del 5
gennaio 2024, già prorogato di un anno per venire incontro alle esigenze
provenienti dalle imprese già iscritte al Registro delle imprese e operanti in tutto
il territorio statale, non ha consentito, in Calabria e in tutta Italia,
l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di
meccatronica;
- la proroga è indispensabile per consentire
di sanare i ritardi nella organizzazione dei corsi regionali di qualificazione
e creare le condizioni idonee per l'adeguamento della qualificazione degli
autoriparatori;
impegna il Presidente della Giunta e la
Giunta regionale
- a prendere atto dell'impossibilità di
avviare e completare in tempi brevi tutte le procedure di organizzazione e
realizzazione di percorsi formativi omogenei in ambito regionale rispondenti
alla massiccia richiesta formativa proveniente dal territorio;
- venire incontro alle reiterate istanze
giunte dalle associazioni di categoria operanti in Calabria e miranti a
consentire la prosecuzione di attività imprenditoriali nel settore della
autoriparazione, in quanto la Regione non può permettersi la perdita di posti
di lavoro in segmenti così importanti dell'economia calabrese;
- ad attivarsi presso il Governo e il
Parlamento, anche attraverso una proposta al Parlamento di modifica della
normativa vigente, affinché venga prorogato ulteriormente il termine per
consentire l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività
di meccatronica;
- individuare l'immediata adozione di
indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il territorio regionale
la formazione professionale necessaria a coprire tutte le richieste formative e
rendere efficace l'ulteriore proroga del termine per l'adeguamento dei
requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica.
(91; 16/07/2024) Mancuso, Comito, Crinò, De
Nisi, Gelardi, Graziano, Montuoro, Bevacqua, Lo Schiavo
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la Talassemia, nota anche come Anemia
Mediterranea o Morbo di Cooley o Microcitemia, malattia ereditaria del sangue,
molto grave nella sua forma conclamata, è causata da un difetto genetico che
provoca la prematura distruzione dei globuli rossi;
- è molto diffusa nelle aree che si
affacciano sul bacino del Mediterraneo, e, nel nostro Paese, in particolare
nelle regioni del sud Italia e nelle isole maggiori;
- è necessario sottoporre i talassemici ad
una terapia per rimuovere, attraverso un processo di chelazione, il ferro che
si accumula progressivamente nell’organismo a motivo della precoce distruzione
dei globuli rossi e che consiste nella somministrazione periodica della desferioxamina, vero e proprio farmaco salvavita che i
pazienti devono praticare con continuità per evitare il suddetto accumulo di
ferro. Posto che - la United onlus, fondazione nazionale delle associazioni dei
pazienti affetti da Talassemia, Drapacinosi e Anemie
rare, ha denunciato una grave carenza della desferioxamina
su tutto il territorio nazionale;
- la stessa onlus, considerata la drammatica
situazione sopra evidenziata, ha ritenuto opportuno fare appello a tutte le
istituzioni competenti (Ministero della salute, Presidente della Commissione
Affari Sociali, nonché ai Parlamentari);
- la vicenda è stata altresì proposta
all’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della
Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni;
- nonostante gli appelli e le sollecitazioni
permane il problema di approvvigionamento non solo del farmaco “di riferimento”
(Desferal) ma anche del farmaco “equivalente” o
“generico”;
- le difficoltà di reperimento del farmaco è
presente anche in Calabria;
- i pazienti sono conseguentemente esposti a
gravi disagi e a rischi per la loro salute;
- la gravità della situazione, richiede un
supporto anche da parte del Consiglio e del Governo regionale,
impegna la Giunta regionale
- a richiedere al Governo nazionale ed
all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) di adottare urgenti ed immediati
provvedimenti per risolvere il problema di approvvigionamento di un farmaco
assolutamente indispensabile e necessario per la cura della Talassemia e di
altre emoglobinopatie.
(92; 25/07/2024) Laghi
È pervenuta
risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Mammoliti. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- nelle scorse settimane e, in modo
particolare, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, la Provincia di Vibo
Valentia è stata colpita da numerosissimi incendi. Roghi di vaste proporzioni
si sono sviluppati nei Comuni di Vibo Valentia, Mileto, Ionadi, Ricadi,
Spilinga, Drapia, Pizzo Calabro, Francavilla Angitola, Briatico, Parghelia,
Zaccanopoli, Zungri e Maierato. In poco tempo, le fiamme hanno letteralmente
distrutto migliaia di ettari di macchia mediterranea, giungendo a minacciare,
seriamente, diversi centri abitati. In molti casi, a domare le fiamme ormai
arrivate in prossimità delle abitazioni, sono stati gli stessi cittadini muniti
di secchi d'acqua e tubi e, talvolta, Carabinieri ed agenti della Polizia
giunti in soccorso. I vigili del fuoco non sempre sono riusciti a raggiungere i
luoghi interessati dai roghi, in quanto impegnati, contemporaneamente, a
spegnere incendi scoppiati in altri posti. A mero titolo esemplificativo: a
Briatico e a Parghelia, le fiamme hanno lambito alcuni villaggi turistici,
costringendo i bagnanti a lasciare la spiaggia;
a Drapia, intere pinete sono state
carbonizzate e tutta la zona che circonda la “Cittadella di Padre Pio” è stata
completamente devastata;
a Mileto, le fiamme hanno lambito le
abitazioni del paese;
a Vibo Valentia, nella frazione di Bivona, ha
preso fuoco la storica struttura che ospitava le sale ricevimenti ed il
ristorante del Lido degli Aranci;
a causa delle fiamme nei pressi della linea
ferroviaria, è stata bloccata la circolazione dei treni all'altezza della
stazione di Vibo-Pizzo e sono state chiuse al transito la strada che collega
Vibo Marina a Pizzo e la strada provinciale per Spilinga;
a Zaccanopoli, un incendio di vaste
proporzioni ha lambito le abitazioni del paese e il cimitero;
nella fiumara della “Ruffa”, nel tratto
ricadente nei comuni di Ricadi e di Spilinga, è bruciata quel poco di
vegetazione che era scampata ad un altro grosso incendio scoppiato lo scorso
mese di luglio. Ovunque risultano distrutti vigneti, uliveti, frutteti, ortaggi
oltre che diversi casolari, stalle e altri ricoveri di animali domestici. I
danni arrecati all'agricoltura, all'allevamento, alle aziende agrituristiche e
alla flora e fauna selvatiche sono immani ed urge una loro quantificazione al
fine di predisporre, prontamente, idonee misure di aiuto e di ristoro. Nel mese
di giugno del 2022, il sottoscritto Consigliere, al fine di fronteggiare
adeguatamente il fenomeno degli incendi estivi su tutto il territorio della
Calabria, evidenziava, attraverso un'apposita interrogazione rivolta al
Presidente della Giunta regionale e all'Assessore all'Agricoltura e
Forestazione, la necessità di mettere in campo e sviluppare strategie di
carattere preventivo che giudicava più efficaci e meno costose rispetto a quelle,
pur importanti, basate, esclusivamente, su interventi ex post diretti a
spegnere e/o ad arginare gli incendi già scoppiati. E fra le strategie di
carattere preventivo auspicate, indicava, anzitutto, l'esigenza di un poderoso
incremento delle risorse umane impiegate per presidiare, curare e gestire le
aree boschive della Calabria. Quanto accaduto, nella Provincia di Vibo
Valentia, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, non fa altro che confermare
l'anzidetta esigenza e denota come la pur condivisibile “strategia dei droni”
messa in campo dall'attuale Governo regionale, senza un’adeguata manutenzione
del territorio, non basti a vigilare e sorvegliare le aree boschive e rurali
calabresi. Tutto quanto sopra premesso, si interroga il Presidente della Giunta
regionale e l'Assessore competente in materia
per sapere:
1) se e quali utili e tempestive iniziative
si intendono adottare per rafforzare un’azione di prevenzione al fine di
fronteggiare, in modo efficace e risolutivo, il devastante fenomeno degli
incendi estivi nella provincia di Vibo Valentia e in tutta la Calabria;
2) quali urgenti ed idonee misure di aiuto e
di ristoro dei danni subiti si intendono adottare in favore dei Comuni della
Provincia di Vibo Valentia colpiti dagli incendi del 21 e del 22 settembre.
(176; 04/10/2023).
Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la direzione generale della Banca Popolare
dell’Emilia-Romagna (BPER) ha annunciato, non già l’intenzione, ma la decisione
di chiudere, a far data dal 15 dicembre p. v., la filiale del Centro Storico di
Rossano e di accorparla a quella dello Scalo;
- detta decisione penalizza una zona urbana,
sede di banca fin dall’800, vissuta da oltre 7.000 residenti, in maggioranza
anziani e fragili;
- la scelta contravviene, inoltre, al
doveroso criterio democratico di concertazione con l’Ente Locale e con gli
operatori economici e sociali, risultando calata dall’alto senza rispetto e con
fare arrogante e neocolonialista, di chi rastrella il risparmio dei cittadini
meridionali per investirlo e fare profitto al nord, lasciando senza un servizio
di prossimità migliaia di inermi cittadini;
considerato che: - la risposta all’arroganza
e all’insensibilità dei vertici della BPER da parte dei cittadini è stata forte
e civile, attraverso un nutrito presidio presso la succursale del Centro
Storico e la raccolta di diverse centinaia di firme, con la quale si contesta
la grave decisione dei notabili della banca e l’intenzione determinata di
ritirare i conti correnti e i depositi;
- analoghe proteste e appelli alla
ragionevolezza e alla responsabilità, indirizzate agli apicali della BPER, sono
stati fatti e si stanno reiterando da parte del Sindaco, dell’Arcivescovo,
delle Associazioni culturali, sociali, imprenditoriali, ma finora sono stati
rigettati, in modo indifferente e sostanzialmente sprezzante, dimenticando che
sono i cittadini che finanziano la banca e non viceversa;
- le proteste da parte della Comunità civile
si sono svolte in maniera democratica ma sono caratterizzate dalla viva
preoccupazione per l’immediato futuro;
tutto ciò premesso e considerato interrogano
il Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
- se intende contrastare l’arrogante e
neo-colonialista operare della BPER promuovendo un incontro urgente con i
massimi responsabili della banca (rifiutando interlocuzioni con funzionari non
dotati di poteri decisionali), per richiamarli al rispetto doveroso della
popolazione calabrese e a non perseguire soltanto l’interesse e il profitto
aziendalistico, recedendo dall’inaccettabile proposito di lasciare senza
servizio bancario la popolazione residente e mantenendo nel Centro Storico
l’attuale sede di Filiale.
(182; 06/11/2023).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
la SS 107 Silana Crotonese è una strada
statale di grande comunicazione lunga 138 chilometri, una trasversale est/ovest
fondamentale, che parte da Paola, sul mare Tirreno, passa per Cosenza
incrociando l’autostrada del Mediterraneo A2 Salerno-Reggio Calabria,
attraversa l'altopiano della Sila e arriva sul mar Ionio a Crotone;
la SS 107 negli anni è divenuta
strategicamente sempre più importante e pertanto, sempre più trafficata.
Quotidianamente è attraversata da numerosi mezzi autoarticolati, molti dei
quali di industrie boschive ricadenti sul territorio come dai tanti viaggiatori
che raggiungono i centri turistici più importanti del Parco Nazionale della
Sila e dai pendolari che lavorano nei capoluoghi di provincia Cosenza e
Crotone. L'aumento del flusso di questi mezzi, unito alla consistenza
meteorologica che spesso imperversa lungo il tracciato (piogge abbondanti e
frequenti e nevicate altrettanto abbondanti), ha progressivamente aumentato la
pericolosità della strada, specie in alcuni tratti tortuosi e difficili ove si
attraversano gallerie e lunghi viadotti. La strada è, infatti, impietosamente
presente nell'elenco delle 10 strade più pericolose d'Italia. Considerato che:
questa strada statale, la trasversale fondamentale della Calabria insieme alla
SS 280, è di importanza elevatissima per la viabilità delle provincie di Cosenza
e di Crotone, l’arteria che garantisce il collegamento principale tra il
Tirreno cosentino e lo Ionio e il raccordo con l’autostrada del Mediterraneo.
Preso atto che: dal 4 settembre al 4 novembre 2023 la SS 107 è rimasta chiusa
nel tratto tra Spezzano della Sila e Camigliatello Silano per lavori di
manutenzione straordinaria del Viadotto Testa D’Arente, circa 200 metri di
strada, a San Pietro in Guarano. Come spiegato in occasione di questi
importanti lavori in una intervista telefonica a inizio settembre 2023 dal
Responsabile Area Gestione Rete Anas Calabria, sono diversi gli altri ponti e
viadotti su cui intervenire per garantire la sicurezza e la tenuta in esercizio
della SS 107 ma le risorse, che hanno un’alternante disponibilità, non
consentono una programmazione adeguata degli interventi;
negli anni scorsi hanno destato molta
preoccupazione evidenti cedimenti strutturali che hanno provocato un
preoccupante avvallamento della sede stradale, visibile ad occhio nudo, su
alcuni viadotti della SS 107 come l’Emoli 1 e l’Emoli 2, nel territorio di San Fili, o come l’ormai famoso
viadotto Cannavino, conosciuto anche come Ponte di Celico, per il quale
sarebbero dovuti iniziare, prima dell’estate appena trascorsa, i lavori per
realizzare un nuovo viadotto, affiancato a quello esistente. Tenuto conto che:
diverse frane di piccole e medie dimensioni, visibili ad occhio nudo, stanno
mettendo a rischio le strutture portanti dei viadotti della SS 107, i cui
piloni, piantati sulle sponde di fiumi e torrenti pericolosi dal punto di vista
della tenuta idrogeologica, si stanno erodendo con preoccupante velocità a
causa dei sempre più frequenti eventi metereologici estremi. Le situazioni più
preoccupanti risultano essere quelle dei ponti sul torrente Scirocco e sul
fiume Varco le Chianche. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- che iniziative intende assumere la Regione
Calabria, anche tramite opportune interlocuzioni con Anas, per l’attivazione
immediata di tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza la SS 107,
ad iniziare dai ponti e viadotti messi in pericolo dalle recenti frane, come
quelli sul torrente Scirocco e sul fiume Varco le Chianche, così da garantire
condizioni di agibilità e percorribilità, nell’interesse dell’incolumità dei
cittadini, di una strada attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, tra
i quali tantissimi sono i mezzi pubblici che fanno la spola tra la costa
tirrenica e quella ionica;
- un serio cronoprogramma, che tenga conto
delle esigenze economiche e sociali dei territori interessati, dei nuovi
interventi e di quelli già previsti da Anas sui ponti e viadotti della SS 107,
come quelli sull’Emoli I e sull’Emoli
II, e i tempi di realizzazione del nuovo viadotto di Celico, che andrà a
sostituire l’esistente.
(188; 22/11/2023).
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-regna uno stato di grossa confusione sui
disciolti 11 Consorzi di bonifica, mista a preoccupazione per l’avvio del nuovo
consorzio unico che conformemente al disposto della L.R. n. 39/2023 dovrebbe
partire dal 1° gennaio 2024, come ripetutamente annunciato dal Presidente
Roberto Occhiuto, si auspica che alle parole seguono i fatti;
considerato che sull’iter attuativo della
legge in questione si registrano gravi e svariati ritardi ed inerzie (vedi
mancata approvazione del nuovo Statuto consortile ed improvvise dimissioni del
Commissario Unico Avv. ... , nominato con Decreto presidenziale del 11 agosto
2023), che gettano ulteriori ombre sul percorso attuativo della predetta legge
regionale, tanto decantata come una delle più importanti riforme scritte in
questa legislatura;
tenuto conto che sussistono forti perplessità
sul raggiungimento degli obiettivi prefissati e che tale norma non riuscirà a
risolvere la situazione dei Consorzi, già pesantemente indebitati, e non
porterà alcun beneficio all’Agricoltura calabrese. Tanto premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
a) se le inerzie e i ritardi accumulati sino
alle dimissioni del Commissario ... sono, anche parzialmente, riconducibili
alla struttura burocratica regionale;
b) quali iniziative sono state intraprese per
assicurare la garanzia degli attuali livelli occupazionali nel passaggio al
nuovo ente, scongiurando malaugurate ipotesi di licenziamenti o imminenti piani
di esubero;
c) quanti distretti la Giunta Regionale
intende istituire, possibilmente in tutte le sedi degli ex 11 consorzi o, in
subordine, almeno uno o più, in ognuna delle 5 provincie calabresi;
d) quali strumenti finanziari si intende
assegnare alle gestioni liquidatorie, i criteri ed i tempi di nomina dei
Commissari e la durata di tali incarichi;
e) quali provvedimenti la Giunta Regionale
intende realizzare per consentire al Consorzio Unico di poter eseguire gli
interventi connessi al beneficio del presidio idrogeologico.
(193; 22/12/2023).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- il porto di Vibo Valentia è destinatario,
dal lontano 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro derivante dal Fondo
per lo Sviluppo e la Coesione. Nello specifico gli interventi previsti
riguardano “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Pola e
Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento e
consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli”
per un importo di 11,5 milioni di euro. Dopo svariati anni in cui le risorse
sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa, con grave ritardo, a
disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e
Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina;
- la suddetta Autorità di Sistema Portuale ha
potuto, pertanto, bandire le gare e sono stati aggiudicati lavori per nove
milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato delle ditte
escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei giudici sul nome del
definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori sulle banchine;
- per gli ulteriori lavori con l’altra metà
del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato l’esigenza
di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo necessario, a causa
della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della precedente
assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A seguito di ciò
la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di Sistema Portuale dei
Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove milioni già
assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più immediata
cantierabilità, senza specificare quali siano le finalità e l’ubicazione degli
stessi;
- i lavori sono assolutamente necessari per
ammodernare le banchine e ad assicurare condizioni di attracco più agevoli alla
flotta peschereccia così come alle navi commerciali e a quelle a servizio del
comparto industriale che utilizza l’infrastruttura vibonese. La relazione
generale e tecnica dell’intervento di risanamento delle banchine portuali Pola
e Tripoli ha fotografato le condizioni del porto in maniera impietosa: “Le
banchine del molo di sopraflutto, calate Pola e Tripoli, presentano situazioni
di pericolo dovute a profondi aggrottamenti determinati nel tempo dall’accosto
delle petroliere. Anche le banchine Papandrea, Buccarelli
e Bengasi presentano fenomeni simili e la Banchina Fiume ha più punti di
cedimento. Questa situazione, come si intuisce - asseriscono i tecnici -,
determina l’impossibilità di utilizzo da parte delle aziende dell’area
industriale, anche per depositi temporanei e per operazioni di carico e scarico
della merce”. Viene poi segnalato come il pieno sviluppo del porto necessiti di
un adeguamento ormai improcrastinabile, senza dimenticare che queste
costruzioni risalgono ai primi anni 30. “I piazzali sottesi le banchine stesse
sono sicuramente sottodimensionati rispetto agli standard attuali, ma
soprattutto rispetto alle esigenze dei traffici commerciali ed ancor più a
quelli futuri. L’adeguamento degli spazi in banchina, il consolidamento dei
moli esistenti e la necessità di attrezzare il porto con un molo da destinare
anche all’attracco di mega yacht e navi da crociera, costituiscono i problemi
attuali del porto di Vibo Marina, per le quali il presente progetto di
fattibilità intende individuare le possibili soluzioni tecniche”. Considerato
che: - ad ottobre 2023 un’intensa movimentazione commerciale ha messo in
evidenza l’inadeguatezza delle banchine e la necessità del reperimento di nuovi
spazi da destinare alle attività portuali. L’elevata produttività del polo
metalmeccanico vibonese ha portato, infatti, ad un intasamento sulla banchina
commerciale Bengasi, interamente occupata da merci. La Amd
International di Rombiolo e la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di
Vibo Marina hanno infatti trasportato nello scalo portuale un grande numero di
macchinari da esse prodotti, che sono rimasti a lungo in attesa prima di essere
imbarcati. Tenuto conto che: - è stato recentemente approvato dall’Autorità di
Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio il piano operativo
triennale 2024/2026 che prevede, in un’ottica di rilancio del porto di Vibo
Marina, i lavori di demolizione del capannone da tempo dismesso ex Civam, soluzione che contribuirebbe, oltre al reperimento
di altre aree nel retro porto, a dare spazio alle merci in partenza agevolando
le operazioni d’imbarco e la riqualificazione dell’area attraverso la
realizzazione di piazzali attrezzati;
- il porto rappresenta l’infrastruttura più
importante della provincia vibonese, a cui è necessario guardare con maggiore
attenzione in quanto, nonostante i ritardi accumulati nel corso degli anni, può
e deve ancora essere il volano per lo sviluppo economico dell’intero
hinterland. Preso atto che: - lo scalo di Vibo Marina è stato più volte
individuato quale area in cui sviluppare le proposte per gli itinerari
crocieristici nel Mediterraneo, a patto di avere un porto ben attrezzato e
perfettamente idoneo all’attracco di grandi navi;
- imprese ad alta tecnologia industriale come
la AMD International di Rombiolo, la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo
di Vibo Marina e la Snamprogetti-Tecnomare Eni di
Triparni di Vibo Valentia hanno bisogno, per la logistica dell’imbarco/sbarco
dei loro prodotti, di un adeguamento della capacità operativa dell’intera
infrastruttura portuale;
- le condizioni infrastrutturali di
inefficienza hanno finora limitato la crescita dello scalo, determinandone
l’impossibilità di attracco alle banchine e, quindi, lo scarso utilizzo delle
stesse da parte di aziende della vicina area industriale oltre al mancato
sviluppo turistico del porto e alla mancata valorizzazione del comparto pesca;
- l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari
Tirreno Meridionale e Ionio non ha mai ricevuto i fondi per la portualità
nazionale che, per l’intermodalità, la logistica integrata e il sistema
portuale destina 3,68 miliardi di euro;
- dalle royalties del porto di Vibo Marina lo
Stato incamera circa 250 milioni di euro e il 10%, circa 25 milioni di euro,
tornano alla Regione Calabria, senza alcun apparente ritorno sul territorio
vibonese nonostante tutti i disagi annessi e connessi causati dall’ingombrante
presenza dei depositi costieri di carburante;
- a tutt’oggi si rimane in attesa dei lavori
di risanamento, consolidamento e ampliamento delle banchine ammalorate del
porto, più volte annunciati, del prolungamento della diga foranea, che tra
l’altro serve anche a salvaguardare l’erosione costiera da Timpa Janca, ricca di biodiversità, a Pizzo Calabro, dov’è
presente la ex SS522 a fortissimo rischio cedimento, del dragaggio dei fondali,
di nuovi finanziamenti dopo lo spostamento di quelli già stanziati da lunga
data e dell’attuazione effettiva del piano Zes. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali iniziative intenda assumere al fine
di mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari
Tirreno Meridionale e Ionio i nove milioni assegnati fin dal 2018 al porto di
Vibo Valentia e poi spostati su altri progetti di cui non si conoscono le
finalità;
2. se intende adoperarsi, anche nei confronti
del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse necessarie al
rilancio del porto di Vibo Marina, così da far diventare questa fondamentale
infrastruttura fulcro di una rinascita territoriale sia economica che
occupazionale.
(196; 08/01/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- l'Azienda regionale per la forestazione e
le politiche della montagna - Azienda Calabria Verde nasce con la Legge
regionale 16 maggio 2013, n. 25, come Ente strumentale della Regione Calabria,
munita di personalità giuridica di diritto pubblico non economico, per
assolvere in modo unitario a tutti gli interventi sul territorio nel campo
della forestazione e della difesa del suolo, compito assolto sino ad allora
dall'Azienda Forestale della Regione Calabria (A.Fo.R.)
e dalle Comunità Montane soppresse e poste in liquidazione;
- a seguito dell’entrata in vigore della
Legge regionale 30 novembre 2023, n. 55 (Modifica delle leggi regionali n.
20/1992 e n. 25/2013. Disposizioni in materia di forestazione), è stato
trasferito e contrattualizzato presso l’Azienda Calabria Verde, a far data dal
1° dicembre 2023, il personale a tempo indeterminato proveniente dagli undici
Consorzi di Bonifica commissariati, ai sensi della Legge regionale 10 agosto
2023, n. 39 (Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di
tutela e bonifica del territorio rurale), mantenendo l’inquadramento
previdenziale e il trattamento economico fondamentale e accessorio del CCNL Comparto
Idraulico-Forestale. È stato anche trasferito e assunto da Azienda Calabria
Verde, con contratto di lavoro a tempo determinato e inquadramento nel livello
degli operai qualificati ai sensi del CCNL ed integrativo regionale per gli
addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, il
personale di cui alle leggi regionali 2 agosto 2013, n. 40 (Norme per
l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità nel bacino
regionale e non ancora utilizzati) e 13 giugno 2008, n. 15 (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2008), che non sia stato
contrattualizzato o stabilizzato ai sensi dell’articolo 1 della Legge regionale
25 giugno 2019, n. 29. Considerato che: -a più riprese i sindacati e i
dipendenti di Azienda Calabria Verde hanno posto e stanno ponendo il problema
dell’eccessivo ritardo nell’erogazione del trattamento di fine rapporto per i
lavoratori già in pensione, come la definizione della situazione del TFR dei
dipendenti trasferiti da un Ente ad un altro. A tal proposito si specifica che
i Consorzi di Bonifica hanno l’obbligo di dare attuazione del dettato normativo
di cui alla L.R. 55/2023, assicurando i trasferimenti dei TFR maturati ed
accantonati di ciascun lavoratore;
- a maggio 2022 un articolo di stampa,
rimarcando il forte ritardo del pagamento del TFR per i lavoratori forestali
posti in quiescenza nel 2020, ha segnalato un debito accumulato da Azienda
Calabria Verde per 25 milioni di euro di arretrati per gli anni 2020 e 2021 sul
fondo dedicato;
- a settembre 2022 la Regione Calabria ha
stanziato 10 milioni di euro per il pagamento del trattamento di fine rapporto
vantato dai lavoratori forestali posti in quiescenza dall’Azienda Calabria
Verde, dai Consorzi di bonifica e dal Parco regionale delle Serre. “È una
risposta importante per centinaia di lavoratori oggi pensionati ma ancora in
attesa del loro TFR non erogato dai loro enti di appartenenza. Riteniamo
doveroso contribuire a sanare una grave ingiustizia, a tutela dei loro diritti
e rispetto degli impegni assunti con loro e con i sindacati di categoria” è
stato il commento dell’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo;
- a novembre 2022 la Seconda Sezione
d’Appello della Corte dei Conti ha confermato la condanna nei confronti del
commissario liquidatore dell’Afor e del dirigente dell’Ufficio legale. L’accusa
ha riguardato la stipula di un contratto di investimento a breve-medio termine
con un operatore finanziario di dubbia affidabilità e solidità per la gestione
di un’ingente somma, circa un milione e mezzo di euro, prelevata dal fondo di
accantonamento del trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. Tenuto conto
che: in un incontro del 12 febbraio 2024 nella sede della Direzione Generale di
Azienda Calabria Verde a Catanzaro con i rappresentanti delle sigle sindacali
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, il Direttore Generale, Dott. _________,
rispondendo alla diretta richiesta di chiarimenti da parte delle Organizzazioni
Sindacali sulle liquidazioni del TFR per gli operai idraulico-forestali di
Calabria Verde posti in quiescenza, per il personale transitato dai Consorzi di
Bonifica e per quello relativo alla L.R. 15/2008, ha informato che l'Ente, con
le risorse attualmente disponibili, sta per chiudere il pagamento dei TFR
relativi ai lavoratori posti in quiescenza nel 2021. Preso atto che: l’Azienda
Calabria Verde non rientra nel novero della pubblica amministrazione e per
l'istituto del TFR vale, quindi, quanto previsto per il settore privato.
Trattasi di credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel
corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve essere
erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari. Questi
tempi possono assimilarsi ragionevolmente in tre mesi, considerando che, in
caso di assenza di problemi di liquidità, il TFR viene corrisposto in
concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45
giorni. Ricordando che per i dipendenti pubblici il termine ordinario per la
liquidazione del TFR varia da 90 giorni (per le pensioni di inabilità o per
decesso del lavoratore) a 12 mesi (per raggiungimento dei limiti di età e di
servizio) e a 24 mesi (per tutti gli altri casi di cessazione, come per esempio
le dimissioni e il licenziamento), la tempistica che sta attuando Azienda
Calabria Verde risulta in ogni caso inadeguata e rappresenta una violazione del
diritto dei lavoratori posti in quiescenza. Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali iniziative si intendono assumere, per
quanto di competenza della Regione, per garantire i diritti dei lavoratori
idraulici forestali andati in pensione, assicurando che da parte di Azienda
Calabria Verde ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del
trattamento di fine rapporto in tempi ragionevoli e giusti, per come la legge
prevede.
(215; 28/02/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- RFI S.p.a. ha indetto una gara di appalto
per affidare la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori relativi alla
linea ferroviaria Lamezia Terme - Catanzaro Lido. Nello specifico, gli
interventi hanno lo scopo di velocizzazione la tratta attraverso una modifica
al tracciato tra Lamezia Terme e Settingiano e mediante l’elettrificazione
della tratta Lamezia Terme - Catanzaro Lido;
- l’importo complessivo posto a base di gara
per la realizzazione dei lavori ferroviari, come da progetto definitivo,
ammonta a 165.529.794,73 euro;
- l’appalto è finanziato con i fondi del PNRR
a valere sulla Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”,
Componente 2 “Investimenti sulla rete ferroviaria”, per la quale sono stati
stanziati complessivamente 24,77 miliardi di euro;
- sembrerebbe che le condizioni
infrastrutturali che verranno definite con la progettazione esecutiva non
consentiranno il transito di alcuni treni “performanti”, in quanto la scelta di
utilizzare l’attuale tracciato, in particolare le gallerie esistenti sullo
stesso, limiterebbe in maniera significativa la circolazione di alcuni convogli
ferroviari;
- si tratterebbe di una scelta che avrebbe
ricadute macroscopiche sul servizio che verrà erogato, pregiudicando una
possibilità di sviluppo della linea Jonica e limitando un’offerta ferroviaria
per i cittadini che ricadono nel bacino Crotone/Roccella Jonica;
considerato che: - la Corte dei conti
calabrese ha espresso un severo giudizio in merito alla gestione e,
soprattutto, sulla verifica dei rapporti costi/ricavi delle grandi opere e la
successiva incidenza sul territorio;
- la trasversale Lamezia Terme – Catanzaro
Lido riveste un’importanza strategica per i collegamenti con la linea Jonica,
attraverso la quale può essere dirottato il traffico merci proveniente da Gioia
Tauro, direzione dorsale adriatica;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Regione Calabria e l’Assessore con delega ai trasporti
per sapere:
- se quanto premesso corrisponde al vero;
- in caso di risposta positiva, se intendono
intraprendere ogni iniziativa utile a superare le criticità del progetto.
(218; 06/03/2024).
Cirillo. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- il Decreto del Ministero dell’Agricoltura,
della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) del 30 gennaio 2024 (“Misure
tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro”) ha stabilito
che: 1. Il numero complessivo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o
calati da ciascuna unità da diporto non deve essere superiore a 50, qualunque
sia il numero delle persone presenti a bordo;
2. È vietato l’uso di verricelli salpa-reti
elettrici o collegati a motori termici.
3. A bordo delle unità da diporto, è vietata
la detenzione contemporanea di palangari e salpa-reti elettrici o collegati a
motori termici. Premesso altresì che: - la pesca sportiva e ricreativa
coinvolge in Italia milioni di persone e migliaia di associazioni
dilettantistiche che costituiscono un presidio sociale da tutelare. Ritenuto
che: - la drastica riduzione del numero di ami consentiti per la pesca con il
palamito (da 200 a 50) e il divieto di utilizzo di verricelli elettrici per
salparli rappresentino misure fortemente penalizzanti nei confronti degli
appassionati che praticano questo tipo di pesca a livello amatoriale e
ricreativo;
- le misure contenute nel Decreto
ministeriale in oggetto sottendano un approccio non corretto nei confronti
della pesca sportiva e ricreativa, sottovalutandone il valore culturale,
sociale ed economico. Preso atto che: - il Decreto ministeriale in oggetto va a
colpire in modo particolare la Calabria, dove la pesca con il palamito
rappresenta una tradizione consolidata e molto praticata. Valutato
l’opportunità di: - introdurre, presso le sedi istituzionali competenti e
presso i soggetti coinvolti nel processo legislativo, un’incisiva azione
finalizzata a salvaguardare la pesca sportiva e ricreativa quale importante
risorsa sociale per l’Italia e a scongiurare l’approvazione di norme che ne
mettano a rischio l’effettivo esercizio;
considerato che: - che i palamiti
rappresentano attrezzi della cultura e della tradizione italiana e che,
pertanto, proibirne l’uso provocherebbe l’abbandono della pesca dilettantistica
da parte di un gran numero di pescatori, con significative ricadute sul ciclo
economico del movimento della pesca ricreativa;
- la pesca ricreativa con il palamito è di
tipo selettivo e poco impattante sul prelievo della risorsa ittica nel nostro
mare. Interroga il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore competente
per sapere:
- quali iniziative di propria competenza
intendano porre in essere, in sede di Conferenza delle Regioni e di Conferenza
Stato-Regioni, al fine di tutelare la tradizione della pesca con il palamito e
le associazioni di pesca sportiva e ricreativa che la promuovono e praticano.
(219; 07/03/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-nel 2021 veniva presentata al MIPAF la
domanda di riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta (IGP) del
bergamotto di Reggio Calabria, che acquisiva il parere favorevole del
Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria;
-al termine di un lungo iter amministrativo
burocratico si era giunti all’ultima tappa del procedimento, quella
dell’“audizione pubblica”;
- pare che, recentemente, il Presidente
Occhiuto, nel corso di una riunione, abbia comunicato l’intenzione di revocare
il parere positivo precedentemente espresso, propendendo per il sostegno
all’iter per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) in
luogo dell’IGP. Considerato che: - la coltura del bergamotto è tipica della
fascia costiera della Città metropolitana di Reggio Calabria e si estende su
1.500 ettari ricadenti in circa 50 comuni da Villa San Giovanni a Monasterace;
- il bergamotto rappresenta un’importante
risorsa economica per tutto il territorio e va sostenuto e incentivato. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Regione Calabria e
l’Assessore all’Agricoltura
per sapere:
- le ragioni alla base della decisione di
interrompere la procedura di riconoscimento del marchio IGP per il bergamotto
di Reggio Calabria.
(220; 12/03/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
con la Legge regionale 10 agosto 2023, n. 39
“Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e
bonifica del territorio rurale” è stato istituito il Consorzio di Bonifica
della Calabria. Con la stessa Legge regionale sono stati soppressi gli undici
consorzi di bonifica allora esistenti e nominati i Commissari Straordinari con
il compito, tra gli altri, di rilevare “la dotazione di personale, con
l'individuazione per ciascun dipendente, della natura giuridica del rapporto,
decorrenza ed eventuale termine se previsto, della qualifica e livello
retributivo, trattamento giuridico, economico, previdenziale e assistenziale”.
A far data dall'approvazione dello Statuto del Consorzio di Bonifica della
Calabria, avvenuta il 31 dicembre 2023, gli undici consorzi di bonifica
soppressi sono stati posti in liquidazione e si è proceduto alla nomina dei
rispettivi Commissari Liquidatori. Considerato che: a più riprese i sindacati e
i dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi hanno posto negli anni
e stanno ponendo il problema dell’eccessivo ritardo nell’erogazione del
trattamento di fine rapporto per i lavoratori già in pensione;
ad aprile 2022, nella risoluzione n. 1
“Azioni per il risanamento dei Consorzi di Bonifica Calabresi”, la Sesta
Commissione consiliare “Agricoltura e Foreste, Consorzi di Bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili” ha evidenziato che da
una indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di Bonifica calabresi e dalle
diverse audizioni tenute sul tema sono emerse una serie di criticità, tra cui
quella che “i Consorzi non hanno accantonato i fondi TFR per i lavoratori e non
hanno versato i contributi INPS previsti”. Nella risoluzione si sollecitano i
Dipartimenti Regionali ad “istituire un tavolo tecnico con INPS per un accordo
transattivo per i debiti maturati da parte dei Consorzi in relazione ai
contributi non versati verso l’ente previdenziale” e si impegna la Giunta
Regionale “perché vengano reperite le risorse finanziarie da destinare in un
fondo vincolato per il pagamento dei TFR e per la contribuzione INPS”;
ad agosto 2022 l'Assessore all’Agricoltura,
durante il suo intervento nei lavori della Sesta Commissione consiliare, ha
espresso la volontà politica di intervenire con un contributo di 3 milioni di
euro per far fronte al pagamento delle spettanze arretrate e dei TFR maturati
dai lavoratori dei Consorzi di bonifica andati in pensione e non pagati dagli
enti. Tenuto conto che: diversi articoli di stampa hanno rimarcato le
difficoltà dei dipendenti dei Consorzi di bonifica soppressi andati in
pensione, a causa del forte ritardo del pagamento del TFR. A dicembre 2023 uno
di questi dipendenti ha segnalato alla stampa che il “Consorzio di bonifica
integrale dello jonio cosentino di Trebisacce non ha mai accantonato la quota
spettante del mio Tfr mensile per almeno 10 anni” e che “questa mia posizione è
uguale ad altri 300 lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni da oltre
5 anni”. A gennaio 2024 una nuova segnalazione: la figlia di un ex operaio
ormai in pensione ha raccontato che “mio padre è andato in pensione nel 2020
dopo 40 anni di lavoro. Da allora non ha ancora ricevuto il contributo del Tfr.
Si tratta di una cifra che il nostro legale ha stimato essere pari a 65.000
euro. A quel punto, visti i continui ritardi, abbiamo deciso di sporgere
denuncia alla Guardia di Finanza e intraprendere un’azione legale. Il giudice
ha confermato che dovrà essere il Consorzio di Bonifica a liquidare il
contributo. Per questo motivo ci siamo rivolti all’ente consortile che ha però
scaricato il problema sulla Regione, la quale non avrebbe pagato il consorzio.
La Regione, dal canto suo, rigetta le accuse. Si fa spazio così l’ipotesi che
l’ente abbia dirottato le somme corrisposte altrove. Avevamo provato a
riscattare la cifra tramite l’Inps ma ci è stato detto che il Consorzio è
ancora attivo e non risulta in fallimento, pertanto è tenuto a corrisponderlo
secondo le modalità previste”. A febbraio 2024 un altro articolo ha rimarcato
come l’azzeramento dei Consorzi e la nomina dei Commissari Liquidatori non ha
risolto la questione del TFR non liquidato dal 2018 per gli oltre 100
dipendenti dell’ex Consorzio di bonifica di Trebisacce andati in pensione.
Preso atto che: il TFR è un credito che sorge con la costituzione del rapporto,
matura nel corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve
essere erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari
che mai possono diventare anni e anni;
i lavoratori degli ex Consorzi di bonifica
andati in pensione e le loro famiglie vivono uno stato di disagio, non potendo
fare affidamento su somme che ritenevano sicure, pur avendo versato negli anni
i contributi dovuti, con inevitabili ripercussioni, quali le difficoltà
incontrate nel sostenere spese mediche urgenti, legate anche all'età avanzata,
o nel garantire il prosieguo del percorso di studi dei propri figli;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali iniziative si intendono assumere per
garantire i diritti dei dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi
andati in pensione, assicurando che da parte del Consorzio di Bonifica della
Calabria o dalle gestioni liquidatorie degli undici ex Consorzi di bonifica ci
sia nei confronti dei medesimi lavoratori posti in quiescenza la corresponsione
del trattamento di fine rapporto in tempi ragionevoli e giusti, per come la
legge prevede.
(226; 03/04/2024).
Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti,
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’art. 32 della legge regionale 11 maggio
2007, n. 9 “(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art.
3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” ha trasformato il “Centro servizi
avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria SPA” in
“Fondazione mediterranea Terina onlus”, centro di ricerca industriale e alta
formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale ed ambientale;
- la suddetta Fondazione, con sede in Lamezia
Terme, è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il
bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti di
indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo Statuto;
- l’art. 13 della legge regionale 16 maggio
2013, n. 24 “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali,
società e consorzi comunque denominati con esclusione del settore sanità” ha
previsto la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a “perseguire
unicamente scopi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento
tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità
agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di
certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare
coerentemente con la vigente normativa in materia;
- con deliberazione della Giunta regionale n.
367 del 02 dicembre 2022, è stato sciolto l’organo amministrativo e da allora
la Regione ha nominato commissari straordinari, l’ultimo dei quali l’attuale
dirigente generale del dipartimento Turismo;
- recenti approfondimenti giornalistici hanno
evidenziato che costosissime attrezzature, acquistate tra l’altro per il
progetto Food@Life e per le quali la Fondazione aveva
ricevuto ingenti contributi ministeriali, non siano mai stati utilizzati e
rischiano ormai di diventare obsolete;
considerato che: - il Ministero finanziante
“potrebbe adesso chiedere conto degli investimenti mai valorizzati” Tutto ciò
premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale e
l’Assessore con delega all’Agricoltura
per sapere:
-se quanto riportato dalla stampa corrisponde
al vero;
- qual è l’attuale situazione della
Fondazione Mediterranea Terina onlus, alla luce anche dei sempre presenti
problemi di stabilità finanziaria;
- quali urgenti provvedimenti si intendano
assumere per evitare la dispersione del patrimonio umano e materiale della
Fondazione.
(228; 10/04/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’art. 1, c. 5 del DL 19 maggio 2020, n.
34, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e
all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica
da COVID-19” convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77, ha disposto
l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità (IFC), al fine di
rafforzare i servizi infermieristici;
- il DM. 23 maggio 2022, n. 77, sugli
standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale ha previsto, all’interno
delle Case della Comunità, la figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità. Il
Decreto ha ridefinito il numero (uno ogni 3.000 abitanti) e le attività
dell’infermiere di famiglia o di comunità;
- l’IFC è il professionista sanitario di
riferimento che assicura assistenza infermieristica ai diversi livelli di
complessità in collaborazione con tutte le risorse, formali e informali, della
comunità in cui opera, in maniera proattiva e ponendo al centro la persona.
L’obiettivo dell’IFoC è garantire l’integrazione
interdisciplinare (sanitaria e sociale) dei servizi e dei professionisti e la
risposta assistenziale ai nuovi bisogni sanitari, anche potenziali, della
comunità;
- nel corso dello scorso anno, Agenas ha
emanato le “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità”;
- l’ultimo aggiornamento del documento di
“Riorganizzazione della rete territoriale” della Regione Calabria, ha previsto
questa figura;
- anche il PNRR, alla Missione 6 – Salute –
Componente 1, ha dedicato particolare attenzione alla figura;
- nazioni come il Regno Unito e gli Stati
Uniti d’America utilizzano già da tempo figure professionali simili
all’infermiere di famiglia, vedi il Public Healty
Nurse per l’U.K. e il Family Nurse Pratictioner per
gli U.S.A.;
- in alcune regioni (Lombardia, Piemonte,
Toscana, ecc.) la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità è già a
regime, mentre in altre è in fase di sperimentazione. Rilevato che: - l’operato
dell’IFC permetterebbe di: ridurre considerevolmente l’ospedalizzazione;
ricorrere inutilmente ai servizi di emergenza
e urgenza;
valutare lo stato di salute e i bisogni della
persona nelle diverse fasi della vita (adulta, infanzia, adolescenza), del
contesto familiare e conoscere quelli di comunità;
promuovere interventi informativi ed
educativi rivolti ai singoli, alle famiglie e ai gruppi, atti a promuovere
modificazioni degli stili di vita, nonché molteplici altre attività atte al
mantenimento e al miglioramento dello stato di salute dei cittadini.
Considerato che: - sono indubbi i benefici apportarti dall’entrata in servizio
di questa figura professionale, responsabile della gestione dei processi
infermieristici in ambito familiare e di comunità, che opera in collaborazione
con gli altri attori del team multi professionale (composto da MMG, PLS, Medico
di comunità, assistenti sociali e professionisti della riabilitazione) e
realizza un’assistenza di natura preventiva, curativa e riabilitativa
differenziata per bisogno e per fascia di età. Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema
sanitario nella Regione Calabria per conoscere:
per sapere:
- quali azioni la Regione ha adottato o
intende assumere volte all’effettivo utilizzo della figura professionale
dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità (IFC).
(232; 14/05/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- l’articolo 32 della Costituzione sancisce
il diritto alla salute, qualificandolo come un diritto inviolabile,
fondamentale dell’individuo, oltre ad un interesse primario per la
collettività;
- con il decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di
assistenza” così come aggiornato dal decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri del 12 gennaio 2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli
essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 502” sono stati definiti i Livelli Essenziali
di Assistenza (LEA);
- la legge 23 dicembre 2005 n. 266, nel
quadro degli interventi per il contenimento dei tempi di attesa a garanzia
della tutela della salute dei cittadini, all’articolo 1 comma 282, ha stabilito
il divieto di sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni
disponendo che le Regioni sono tenute ad adottare misure nel caso in cui la
sospensione dell’erogazione sia legata a motivi tecnici, dandone informazione
periodica al Ministero della Salute. La stessa legge, all’articolo 1 comma 280,
ha previsto che il Comitato permanente per l’erogazione dei livelli essenziali
di assistenza, di cui all’articolo 9 dell’Intesa tra il Governo, le Regioni e
le Province autonome di Trento e Bolzano del 23 marzo 2005, deve provvedere a
certificare la realizzazione degli interventi in attuazione del Piano di
contenimento delle Liste di Attesa. Il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33
avente ad oggetto “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso
civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni
da parte delle pubbliche amministrazioni” all’art. 41 prevede che gli enti, le
aziende e le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni per conto
del servizio sanitario sono tenuti ad indicare nel proprio sito, in una apposita
sezione denominata «Liste di attesa», i criteri di formazione delle liste di
attesa, i tempi di attesa previsti e i tempi medi effettivi di attesa per
ciascuna tipologia di prestazione erogata. Con il decreto ministeriale 20
giugno 2019 è stato istituito presso la Direzione Generale della Programmazione
Sanitaria l’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa;
- in data 21 febbraio 2019 è stato siglato,
con Intesa Stato-Regioni, il nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di
Attesa (PNGLA) 2019-2021, vigente fino alla stipula di un nuovo Piano, che
prevede, tra le altre cose, il rispetto, da parte delle Regioni e delle
Province Autonome, dei tempi massimi di attesa individuati nei loro Piani
Regionali di Governo delle Liste di Attesa per tutte le prestazioni erogate sul
proprio territorio e che, nel caso in cui al cittadino non possa essere
assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalla Regione, siano attivati
i cosiddetti "percorsi di tutela”. Questi sono percorsi di accesso
alternativi alle prestazioni specialistiche per consentire, qualora venga
superato il tempo massimo di attesa a livello istituzionale, l’attivazione di
una specifica procedura, che permetta al paziente residente e per le richieste
di prime prestazioni in classe di priorità di effettuare la prestazione presso
un erogatore privato accreditato nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa
vigente;
- il PNGLA 2019-2021 sottolinea anche
l’importanza della comunicazione e della informazione sulle liste di attesa (in
particolare con riguardo alla prenotazione e ai “percorsi di tutela” in caso di
sforamento dei tempi massimi) attraverso sezioni dedicate e accessibili sui
siti web regionali e aziendali, campagne informative, Uffici Relazioni con il
Pubblico (URP), Carte dei servizi e la partecipazione di utenti e di
associazioni di tutela e di volontariato. Considerato che: - la Regione
Calabria ha adottato provvedimenti con specifico riguardo alle liste di attesa
e in particolare il decreto del 25 febbraio 2022, n. 13 del Commissario ad acta
per il Piano di rientro, con cui è stato adottato il Piano Regionale di Governo
delle Liste d'Attesa (PRGLA) che al punto 4 prevede le modalità e la tempistica
per il monitoraggio della realizzazione dei Piani di recupero delle
prestazioni. Tenuto conto che: - la cattiva gestione delle liste di attesa
colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione, ovvero i cittadini a
basso reddito e scolarità, arrivando a negare troppo spesso l’accesso
tempestivo alle cure. La salute dei cittadini non può essere compromessa a
causa di carenze strutturali e organizzative. Preso atto che: - il sito
tematico del ministero della salute dedicato alle liste di attesa nella parte
denominata “Monitoraggio tempi di attesa: i siti web delle regioni/province
autonome e delle aziende sanitarie” rinvia al sito istituzionale della regione
Calabria in cui sono pubblicati solo alcuni dati e informazioni;
- stando alle denunce delle associazioni di
categoria, riportate anche da organi di stampa, mancherebbe un sistema
informativo trasparente e facilmente accessibile sulla procedura da seguire in
caso di ritardo nell’espletamento della prestazione sanitaria richiesta. Si
lamenta, al riguardo, l’assenza di una indicazione precisa su come fare, quando
le strutture pubbliche non siano in grado di garantire il rispetto dei tempi
massimi stabiliti nei Piani Nazionale e Regionale di Governo delle liste
d’attesa. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
se e come intende assumere ogni utile e
necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per
ridurre le liste d’attesa nel nuovo PRGLA, la pubblicazione degli esiti del
monitoraggio sul vigente PRGLA e l’applicazione e pubblicizzazione dei percorsi
di tutela.
(235; 31/05/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- il servizio dei trasporti pubblici in
Calabria è disciplinato dalla Legge Regionale n. 35 del 31 dicembre 2015 “Norme
per i servizi di trasporto pubblico locale”. L’ente di governo del bacino unico
regionale è l’Autorità Regionale dei Trasporti della Calabria (ART-CAL);
- il Piano regionale dei trasporti è stato
adottato con deliberazione della Giunta regionale n. 503 del 06/12/2016, e
infine approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 157 del
19/12/2016. La Giunta Regionale ha approvato con deliberazione n. 402 del 28
agosto 2019 il Programma pluriennale del Trasporto Pubblico Locale 2019/2021,
integrato con successiva D.G.R. n. 35 del 9 aprile 2020. Con la Legge regionale
n. 20 del 4 luglio 2022 “Integrazione all’articolo 23 della legge regionale 31
dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale)” il
programma di esercizio dei Servizi di trasporto pubblico locale riferito
all'annualità 2021 è stato prorogato per l'anno 2022 e, comunque, ritenuto
valido ed efficace fino all'approvazione del successivo Programma pluriennale
del trasporto pubblico locale. Considerato che: - i contratti di servizio del
Trasporto Pubblico Locale su gomma sono stati affidati a sei consorzi che
raggruppano ventisei aziende, con affidamenti diretti di emergenza a partire
dal 2012;
- con decreto dirigenziale n. 20372 del
29/12/2023 sono stati prorogati i contratti di servizio di trasporto pubblico
locale fino al 31/12/2026 ai sensi dell’art. 4, paragrafo 4, del Regolamento
del Regolamento (CE) n. 1370/2007 del Parlamento e del Consiglio Europeo, del
23 ottobre 2007, e dell’articolo 24, paragrafo 5 – bis, del Decreto-legge 27
gennaio 2022, n. 4, convertito con legge 28 marzo 2022, n. 25;
- tra gli affidatari del servizio di
trasporto pubblico locale nella Regione Calabria risulta la società consortile
Autoservizi dei Due Mari, in virtù di contratto di servizio sottoscritto con
quest’ultima, secondo il modello societario tipico della società consortile
(artt. 2615 ter e 2462 ss. Cod. civ.) che svolge tali servizi in modo
coordinato per mezzo delle imprese ad essa consorziate e socie, quali Romano
Autolinee Regionali S.p.a. Tenuto conto che: - il programma di esercizio che
deve essere eseguito è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale
n. 230 del 07/08/2020 e assoggetta l’operatore di servizio ad obblighi di
servizio pubblico, nella specie degli “obblighi di esercizio”. Il gestore,
infatti, non può scegliere se effettuare o meno una corsa in funzione della
redditività della medesima, ma è comunque onerato di svolgere la prestazione
prefissata;
- il servizio affidato è un servizio pubblico
di linea su itinerari e fermate predeterminati. Tra questi servizi è compresa
la linea 002007 Cosenza - Mandatoriccio affidata alla ditta Romano Autolinee
Regionali S.p.a. che risulterebbe sospesa nel mese di luglio;
- manca un collegamento della fascia ionica
della provincia di Cosenza con l’Aeroporto Sant'Anna di Crotone, il terzo
aeroporto della Calabria, vocato a servire, per la sua ubicazione, non solo la
provincia di Crotone e Catanzaro, ma anche la Sibaritide e l’alto ionio
cosentino. Non esiste, infatti, un sistema integrato di mobilità di prossimità,
su ferro o gomma, che consenta di collegare lo scalo aeroportuale pitagorico in
maniera agevole e in tempi ragionevoli e certi ai territori a nord di Crotone che
potrebbero potenzialmente fruire dei voli offerti. Preso atto che: - a
tutt’oggi non risulta che la Regione Calabria abbia predisposto una revisione
del Programma Pluriennale del T.P.L. 2019/2021, con la relativa piena
attuazione della L.R. 35/2015, o la gara europea per l’affidamento del servizio
del trasporto pubblico locale;
- il trasporto pubblico locale, in Calabria e
in particolar modo nei territori della Sibaritide, assume un particolare
valore, alla luce delle croniche carenze nei servizi di mobilità a favore dei
cittadini, specie nelle aree interne e più disagiate e nella fascia ionica
della regione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della
Giunta regionale
per sapere:
se e come intende assumere ogni utile e
necessaria iniziativa al fine di garantire ai calabresi, in particolare per
quelli della Sibaritide, un diritto alla mobilità mortificato per gap
infrastrutturale e ataviche inefficienze, assicurando la continuità del
servizio relativo alla linea 002007 Cosenza - Mandatoriccio affidata alla ditta
Romano Autolinee Regionali S.p.a. e implementando il trasporto ferroviario e su
gomma tra l’aeroporto Sant’Anna di Crotone e la fascia ionica della Provincia
di Cosenza.
(236; 03/06/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
la Regione Calabria, con la DGR 248/2018, ha
istituito lo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE), nell’ambito del sistema
unico integrato SUAP/SUE. Lo Sportello Unico per l’Edilizia costituisce l’unico
punto di accesso per il privato in relazione a tutte le domande, dichiarazioni,
Segnalazioni Certificate di Inizio Attività, Comunicazioni di Inizio Lavori,
Permessi di Costruire e ogni altro atto di assenso in materia di attività
edilizia privata. Gli Sportelli Unici per l’Edilizia dei comuni calabresi utilizzano
il sistema informativo chiamato CalabriaSUE per
permettere, al cittadino, la presentazione e gestione telematica della pratica
edilizia SUE e, all’ufficio comunale SUE e a tutte le amministrazioni terze
coinvolte, la conseguente gestione istruttoria della pratica. Attraverso tale
sistema, inoltre, vengono presentate e gestite tutte le pratiche inerenti le
opere pubbliche, in coordinamento con gli Enti Pubblici competenti, al fine di
gestire telematicamente l’intero procedimento amministrativo e di archiviarne a
norma gli atti;
il sistema informativo regionale SUE è stato
implementato mediante l’adeguamento della piattaforma già̀ in uso per i
SUAP, Sportello Unico per le Attività̀ Produttive, e consente la gestione
integrata delle istanze di autorizzazione sismica cooperando con il sistema
informativo regionale SISMI.CA. Lo Sportello Unico CalabriaSUAP,
necessario per la gestione delle pratiche edilizie, è uno sportello digitale
multifunzione a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni aderenti e dei
relativi utenti (cittadini/imprese/responsabili di procedimento), per la
presentazione, gestione e monitoraggio telematico di varie tipologie di
pratiche amministrative nelle quali sono coinvolte più pubbliche
amministrazioni;
la rete regionale dei SUE, istituita con DGR
500/2019 per semplificare, uniformare e digitalizzare le procedure
amministrative inerenti alle attività di edilizia privata non produttiva e
promuovere l’attivazione degli Sportelli Unici per l’Edilizia presso i Comuni,
anche mediante esercizio in forma associata, assicurando l’operatività del
medesimo Ufficio su tutto il territorio calabrese, è coordinata dall’Ufficio
Regionale SURE, Sportello Unico Regionale per L’Edilizia, afferente al
Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici. Considerato che: il Sistema
telematico CalabriaSUE, integrato ed interoperabile
con il sistema regionale SISMI.CA, è gestito da Fincalabra
SpA, società in house della Regione Calabria;
fin dalla sua messa “online” (ossia da
sempre) la piattaforma CalabriaSUE è risultata spesso
e volentieri non operativa (a titolo di esempio: attese indeterminate anche
solo per consentire il semplice accesso al portale da parte degli utilizzatori,
malfunzionamenti nel collegamento fra le due piattaforme SUE e SISMI.CA che generano
errori o forti rallentamenti di invio dei dati);
anche il servizio telefonico di help desk,
per come appreso dalle segnalazioni ricevute dai professionisti, risulterebbe
inefficiente, con mancate risposte o, pur riuscendo a parlare con un operatore,
non ricevendo le opportune soluzioni alle problematiche sollevate dai
richiedenti. Tenuto conto che: sono state ricorrenti negli anni le segnalazioni
di disservizi sul portale telematico CalabriaSUE/SUAP/SISMI.CA da parte degli
Ordini professionali e dei professionisti;
gli Ordini degli Ingegneri dell’intera
Regione, congiuntamente agli Ordini degli Architetti, dei Dottori Agronomi e
Forestali, dei Geologi, dei Periti Industriali e ai collegi provinciali dei
Geometri, pur impegnati a fornire una corretta e doverosa collaborazione
istituzionale per la risoluzione della problematica, hanno ripetutamente
palesato un'incapacità del sistema di gestire il servizio in modo efficiente e
nei tempi contingentati dettati dalle norme e leggi del settore;
il portale CalabriaSUE
costituisce l’unico punto a cui il cittadino o un suo tecnico incaricato può
rivolgersi in ordine a tutte le procedure amministrative riguardanti i propri
interventi edilizi. Preso atto che: la mancata funzionalità della piattaforma
telematica CalabriaSUE costituisce un oggettivo
limite all'esercizio dell'attività professionale da parte dei professionisti
operanti nel settore dell'edilizia ed a cascata di tutto il settore, inficiando
anche le attività degli Uffici del Servizio Tecnico regionale. È sempre molto
difficoltoso trasmettere le istanze presso lo Sportello Unico per l'Edilizia e
tale circostanza impedisce di fatto l'esercizio della specifica attività
professionale, bloccando - nel contempo - l'esercizio del diritto dei committenti
(pubblici e privati) all'avvio (o chiusura) dell'attività edilizia. Il
disservizio della piattaforma, tra l’altro, espone i professionisti incaricati
a richieste di risarcimento danni, senza considerare il mancato guadagno degli
stessi professionisti, per via della oggettiva impossibilità a richiedere i
pagamenti delle proprie spettanze in assenza della trasmissione presso gli
enti. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
1. quali provvedimenti urgenti si intendono
adottare per risolvere l'ormai cronico disservizio del portale regionale del
Sistema Unico per l'Edilizia della Calabria;
2. se e come intende assumere ogni utile e
necessaria iniziativa nei confronti di Fincalabra SpA affinché, attraverso un affidabile partner tecnologico,
individui tempestivamente le possibili soluzioni per rendere operativa e
pienamente fruibile l’architettura dei sistemi della piattaforma CalabriaSUE/SUAP/SISMI.CA;
3. quali procedure alternative (invio via
PEC, secondo quanto previsto dall'articolo 65 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380
e che la stessa PEC valga, a tutti gli effetti di legge, come avvenuto deposito
dell'istanza, senza l'onere - da parte del professionista - di doverla
successivamente trasmettere con la piattaforma, rafforzamento dell’help desk,
utilizzo di piattaforme diverse, etc.) intende adottare la Regione Calabria
nelle more che venga eliminato il disservizio e finché gli ordini professionali
non abbiano accertato la piena funzionalità e operatività della piattaforma.
(240; 18/06/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la casa di cura “Romolo”, nel comune di
Rocca di Neto rappresenta da vari lustri un'eccellenza nel panorama sanitario
calabrese, garantendo prestazioni urologiche e uro – oncologiche di alto
livello;
- i servizi offerti contribuiscono a far
diminuire la migrazione sanitaria, fornendo il 50% delle prestazioni urologiche
calabresi e attirando pazienti anche dalle regioni vicine. Considerato che: -
in conseguenza delle note vicende che hanno coinvolto l’azienda, a partire dal
primo luglio non sarà possibile erogare prestazioni in regime di accreditamento
con il SSR;
- l’azienda ha ottenuto il rinnovo
dell’autorizzazione il 31 gennaio 2024 e il 1° aprile ha inoltrato la richiesta
per avviare il rilascio del nuovo accreditamento;
- l’iter burocratico appare essersi concluso
positivamente e, pertanto, nulla osta all’adozione del provvedimento finale di
accreditamento;
- l’interruzione del servizio costituirebbe
gravissimo nocumento all’utenza e ai lavoratori. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della giunta regionale, anche nella qualità
di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del
Sistema sanitario nella Regione Calabria per conoscere:
per sapere:
- i tempi per il rilascio del decreto di
accreditamento della casa di cura “Romolo” di Rocca di Neto.
(242; 27/06/2024).
Il Consiglio regionale
premesso che:
·
l’articolo
57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti
degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno
ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che,
previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
·
la
Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la
successiva approvazione;
VISTI:
·
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal
decreto legislativo n. 126/2014;
·
l'articolo
54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto
della regione Calabria);
·
la
legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la
Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.);
·
la
legge regionale n. 8/2002;
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 324 del 25 giugno 2024,
recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL). Trasmissione proposta al Consiglio
regionale per gli atti di competenza”;
vista la deliberazione n. 235 del 24 aprile 2024, con cui il Commissario
straordinario dell’ARPACAL ha approvato il rendiconto di gestione dell’Ente per
l’esercizio 2023, allegato al presente atto quale parte integrante e
sostanziale;
tenuto conto che il Revisore unico
dell’ARPACAL, con verbale del 23 aprile 2024, allegato al presente
provvedimento quale parte integrante e sostanziale,
·
ha
osservato che la rilevante consistenza media di cassa e il consistente volume
dei residui passivi, ammontano a 5.505.874,58 euro;
·
ha
suggerito di effettuare una ricognizione puntuale sul contenzioso in essere;
·
ha
raccomandato agli Organi di vertice dell’Ente:
-
di
prendere atto delle carenze sopra evidenziate allo scopo di adottare le necessarie
contromisure per consentire all’Agenzia di potenziare le proprie funzioni
previste per legge;
-
di
provvedere con opportuna tempestività all’adozione dei regolamenti di
contabilità e della gestione del patrimonio;
-
di
reperire le risorse finanziarie adeguate allo sviluppo potenziale dei servizi
dell’Agenzia;
·
ha
espresso “parere favorevole all’approvazione del Rendiconto dell’ARPACAL
riferito all’esercizio finanziario 2023, con i relativi allegati, e al Bilancio
Economico-patrimoniale”;
rilevato che il Comitato di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n. 1 del
6 giugno 2024, ha espresso parere favorevole per l’approvazione del Rendiconto
di gestione relativo all’esercizio finanziario 2023 dell’Agenzia;
considerato che il dipartimento regionale
“Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività
dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 298401 del 30
aprile 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
·
ha
“verificato il rispetto delle misure di contenimento della spesa da parte
dell’Ente strumentale”,
·
ha
condiviso il rilievo formulato dal Revisore unico dei conti in ordine
all’eccessivo aumento del volume dei residui passivi nel corso dell’anno di
riferimento, circostanza che costituisce un indice di limitata capacità di
spesa e di rallentamento nella realizzazione dei programmi e obiettivi;
·
ha
espresso “parere favorevole al rendiconto dell’Agenzia Regionale per la
Protezione dell’Ambiente della Calabria per l’esercizio 2023”;
tenuto conto che il dipartimento regionale
“Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
ha
rilevato che:
- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31.12.2023, per come risultante dal conto del bilancio, e il
corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
- sussiste la continuità tra i residui finali
dell’esercizio 2022 rispetto a quelli iniziali dell’esercizio 2023;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;
- sussiste (a seguito delle scritture di
rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) corrispondenza tra i valori a
residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata
verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra
residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi;
- sussiste la quadratura tra il saldo di
tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel
corso dell'esercizio 2023, e il valore registrato alla voce “Disponibilità
liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;
- risulta formalmente corretta la
determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato, del Fondo Crediti Dubbia
Esigibilità e del risultato di amministrazione al 31.12.2023;
·
ha
raccomandato all’Agenzia di prevedere, attraverso un’attenta attività di
programmazione, con riferimento alle attività che prevedono la realizzazione di
progetti di investimento, gli impegni di spesa collegati ai corrispondenti
accertamenti di entrata, con imputazione degli stessi agli esercizi in cui è
prevista la realizzazione delle varie fasi degli interventi, sulla base di
appositi cronoprogrammi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3, inerente
le modalità di registrazione delle spese di investimento, al fine di garantire
la corretta applicazione del principio contabile applicato concernente la
contabilità finanziaria di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118;
·
preso
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Agenzia e del dipartimento
“Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività
dell’Ente, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle
rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dallo stesso dipartimento
“Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta
regionale, alla trasmissione del rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) al Consiglio
regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8”;
preso atto che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15
luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto
per l’esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
della Calabria (ARPACAL) e dei documenti ad esso allegati;
udito il consigliere Crinò, che ha illustrato
il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
·
di
approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002,
il rendiconto per l’esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati
richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della
presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
premesso che:
-
l’articolo
57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti
degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai
rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che,
previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la
successiva approvazione;
visti:
-
la
legge regionale 16 maggio 2013, n. 25, che ha istituito l’Azienda Calabria
Verde;
-
la
legge regionale n. 8/2002;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto
della regione Calabria);
-
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal
decreto legislativo n. 126/2014;
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 325 del 25 giugno 2024,
recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde - Trasmissione
proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;
vista la deliberazione n. 127 del 9 maggio 2024, con cui il Direttore
generale dell’Azienda Calabria Verde ha approvato il rendiconto di gestione
dell’Ente per l’esercizio 2020;
considerato che il Revisore unico
dell’Azienda, con verbale n. 44 dell’8 maggio 2024, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
-
ha
attestato l’attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, il
mancato ricorso dell’Ente ad anticipazioni di tesoreria, la congruità del fondo
crediti di dubbia esigibilità, nonché l'attendibilità dei risultati economici
generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica,
alla completa e corretta rilevazione dei componenti economici positivi e
negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati
rilevati;
-
ha
rilevato che, ad oggi, gli equilibri di bilancio e il ripianamento del
disavanzo di amministrazione, appurato nel rendiconto 2020, devono trovare
riscontro nell'attualizzazione dei risultati delle gestioni successive, la cui
mancata approvazione dei relativi documenti programmatori e di rendiconto non
permettono di esprimere una valutazione puntuale sullo stato di risanamento
avviato;
-
ha
raccomandato la rapida prosecuzione della fase di risanamento amministrativo
mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023
da sottoporre alla relativa approvazione anche al fine di coniugare i risultati
di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri
di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di
previsione pluriennale 2024-2026;
-
attestando
la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, ha espresso
“giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario
2020”;
rilevato che la U.O.A. “Politiche della
Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo”, che esercita la vigilanza
sulle attività dell’Ente, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 411207 del
21 giugno 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
- ha verificato il rispetto dei limiti di
spesa, di cui alla vigente normativa in materia di spending review, con
l’eccezione dei limiti afferenti agli incarichi di studio, ricerca e
consulenza;
- ha espresso parere favorevole al rendiconto
esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde”, con la prescrizione di “formulare
ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo
ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota
parte, il disavanzo di euro 38.945.328,73 nell'esercizio 2024 e seguenti”,
nonché “di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero
dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità”;
considerato che il dipartimento regionale
“Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
-
ha
rilevato che:
·
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2020, per come
risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente importo del conto del
tesoriere;
·
sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2019 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2020;
·
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
·
sussiste
(a seguito delle scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) la
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con
riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
·
sussiste
la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e
degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2020, e il valore registrato
alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;
·
risulta
formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del
risultato di amministrazione al 31.12.2020;
-
così
come evidenziato nell’istruttoria al rendiconto per l’esercizio 2019 dell’Ente,
ha reiterato la raccomandazione all’Azienda, al fine di salvaguardare i propri
equilibri di bilancio e di evitare l’insorgere di possibili danni di natura
erariale, di “promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più
incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di
evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei
beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali”;
-
evidenziando
che la quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote
accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad 38.945.328,73
euro, che conseguenzialmente determina un disavanzo, ha raccomandato
all’Azienda e all’U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e
difesa del Suolo” quale soggetto preposto alla vigilanza dell’Ente, la rapida
definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023, nonché
l’urgente predisposizione e approvazione del bilancio di previsione 2024/2026,
al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale,
nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale
definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo;
-
ha
preso atto che, nell’istruttoria di propria competenza, l’U.O.A. vigilante ha
provveduto a verificare il rispetto della normativa vigente in materia di
contenimento della spesa da parte di Azienda Calabria Verde, con riferimento
alle risultanze della gestione per l’esercizio 2020, in applicazione di quanto
previsto dall’articolo 6, comma 7, della legge regionale 27 dicembre 2016, n.
43, rilevando che, con riferimento al mancato rispetto dei limiti afferenti
agli emolumenti per gli organi di vertice dell’Ente e alla spesa per incarichi
di studio, ricerca e consulenze si provvederà a predisporre apposito
provvedimento amministrativo di riduzione dei trasferimenti, a carico del
bilancio regionale, per l'Azienda Calabria Verde, ex art.6, comma 10 della l.r. 43/2016, in ragione delle eccedenze di spesa
riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e
consulenze di cui agli articoli 13, comma 10, lettera a) della l.r. 69/2012 e 3, comma 1, lettera a) della l.r. 56/2013;
-
prendendo
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e dell’U.O.A.
vigilante, richiamate altresì le raccomandazioni dello stesso dipartimento
“Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta
regionale, alla trasmissione del rendiconto relativo all’esercizio 2020
dell’Azienda Calabria Verde al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57,
comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15
luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto
per l’esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde e dei documenti ad esso
allegati;
udito il consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
- di approvare, ai sensi dell’articolo 57,
comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2020
dell’Azienda Calabria Verde e i documenti ad esso allegati richiamati in
premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale
premesso che:
-
l’articolo
57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti
degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai
rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che,
previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la
successiva approvazione;
visti:
-
la
legge regionale 16 maggio 2013, n. 25, che ha istituito l’Azienda Calabria
Verde;
-
la
legge regionale n. 8/2002;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto
della regione Calabria);
-
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal
decreto legislativo n. 126/2014;
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 326 del 25 giugno 2024,
recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde - Trasmissione
proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;
vista la deliberazione n. 151 del 1° giugno 2024, con cui il Direttore
generale dell’Azienda Calabria Verde ha approvato il rendiconto di gestione
dell’Ente per l’esercizio 2021;
considerato che il Revisore unico
dell’Azienda, con verbale n. 45 del 28 maggio 2024, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
-
ha
attestato l’attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, il
mancato ricorso dell’Ente ad anticipazioni di tesoreria, la congruità del fondo
crediti di dubbia esigibilità, nonché l'attendibilità dei risultati economici
generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica,
alla completa e corretta rilevazione dei componenti economici positivi e
negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati
rilevati;
-
ha
rilevato che, ad oggi, gli equilibri di bilancio e il ripianamento del
disavanzo di amministrazione, appurato nel rendiconto 2021, devono trovare
riscontro nell'attualizzazione dei risultati delle gestioni successive, la cui
mancata approvazione dei relativi documenti programmatori e di rendiconto non
permettono di esprimere una valutazione puntuale sullo stato di risanamento
avviato;
-
ha
raccomandato la rapida prosecuzione della fase di risanamento amministrativo
mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023 da
sottoporre alla relativa approvazione anche al fine di coniugare i risultati di
gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di
bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di
previsione pluriennale 2024-2026;
-
attestando
la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, ha espresso “giudizio
positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2021”;
rilevato che la U.O.A. “Politiche della
Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo”, che esercita la vigilanza
sulle attività dell’Ente, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 405528 del
19 giugno 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
- ha verificato il rispetto dei limiti di
spesa, di cui alla vigente normativa in materia di spending review, con
l’eccezione dei limiti afferenti agli incarichi di studio, ricerca e
consulenza;
- ha espresso parere favorevole al rendiconto
esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde, con la prescrizione di “formulare
ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo
ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota
parte, il disavanzo di euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti”,
nonché “di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero
dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità”;
considerato che il dipartimento regionale
“Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
-
ha
rilevato che:
·
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2021, per come
risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente importo del conto del
tesoriere;
·
sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2020 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2021;
·
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
·
sussiste
(a seguito delle scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) la
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con
riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
·
sussiste
la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e
degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2021, e il valore registrato
alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;
·
risulta
formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del
risultato di amministrazione al 31.12.2021;
-
così
come evidenziato nell’istruttoria al rendiconto per l’esercizio 2019 dell’Ente,
ha reiterato la raccomandazione all’Azienda, al fine di salvaguardare i propri
equilibri di bilancio e di evitare l’insorgere di possibili danni di natura
erariale, di “promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più
incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di
evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei
beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali”;
-
evidenziando
che la quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote
accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad 34.120.774,45
euro, che conseguenzialmente determina un disavanzo, ha raccomandato
all’Azienda e all’U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e
difesa del Suolo” quale soggetto preposto alla vigilanza dell’Ente, la rapida
definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023, nonché l’urgente
predisposizione e approvazione del bilancio di previsione 2024/2026, al fine di
consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel
rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di
un cronoprogramma di ripiano del disavanzo;
-
ha
preso atto che, nell’istruttoria di propria competenza, l’U.O.A. vigilante ha
provveduto a verificare il rispetto della normativa vigente in materia di
contenimento della spesa da parte di Azienda Calabria Verde, con riferimento
alle risultanze della gestione per l’esercizio 2021, in applicazione di quanto
previsto dall’articolo 6, comma 7, della legge regionale 27 dicembre 2016, n.
43, rilevando che, con riferimento al mancato rispetto dei limiti afferenti
agli emolumenti per gli organi di vertice dell’Ente e alla spesa per incarichi
di studio, ricerca e consulenze si provvederà a predisporre apposito
provvedimento amministrativo di riduzione dei trasferimenti, a carico del
bilancio regionale, per l'Azienda Calabria Verde, ex art.6, comma 10 della l.r. 43/2016, in ragione delle eccedenze di spesa
riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e
consulenze di cui agli articoli 13, comma 10, lettera a) della l.r. 69/2012 e 3, comma 1, lettera a) della l.r. 56/2013;
-
prendendo
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e
dell’U.O.A. vigilante, richiamate altresì le raccomandazioni dello stesso
dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte
della Giunta regionale, alla trasmissione del rendiconto relativo all’esercizio
2021 dell’Azienda Calabria Verde al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo
57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15
luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto
per l’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde e dei documenti ad esso
allegati;
udito il consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
- di approvare, ai sensi dell’articolo 57,
comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2021
dell’Azienda Calabria Verde e i documenti ad esso allegati richiamati in
premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 48 del 2 luglio 2024, con la quale l’Ufficio
di Presidenza ha proposto al Consiglio regionale l’approvazione del rendiconto
dell’esercizio finanziario 2023 dell’Ente, della relazione sulla gestione 2023
e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi;
premesso che:
- il decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal decreto
legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto
normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di
riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed
enti locali;
- con deliberazione
consiliare n. 145 del 22 dicembre 2022 è stato approvato il bilancio di
previsione Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari
2023-2025;
- con deliberazione
dell'Ufficio di Presidenza n. 95 del 29 dicembre 2022 è stato approvato il
Documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione per gli esercizi
2023-2025 e sono state assegnate le risorse al Direttore Generale;
- con determinazione
del Direttore Generale n. 1 del 4 gennaio 2023 è stato approvato il bilancio
finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025 per
il funzionamento del Consiglio regionale della Calabria;
- con deliberazione
del Consiglio regionale n. 226 del 26 ottobre 2023 sono stati approvati
l'assestamento e ulteriori variazioni al bilancio di previsione 2023-2025 del
Consiglio regionale;
- con deliberazione
dell'Ufficio di Presidenza n.2 del 13 febbraio 2024 è stato approvato il
verbale di chiusura della contabilità dell'esercizio finanziario 2023;
considerato che:
- l’articolo 18-bis
del d.lgs.118/2011, dispone al comma 1 che «al fine di consentire la
comparazione dei bilanci, gli enti adottano un sistema di indicatori semplici,
denominato “Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio”
misurabili e riferiti ai programmi e agli altri aggregati del bilancio,
costruiti secondo criteri e metodologie comuni», e al comma 3 che il Piano di
cui al comma 1 è allegato al bilancio di previsione o del budget di esercizio e
del bilancio consuntivo o del bilancio di esercizio;
- l'articolo 67 del
d.lgs. 118/2011 dispone che "La Presidenza del Consiglio regionale
sottopone all'Assemblea consiliare (...) il rendiconto del Consiglio regionale.
Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui
all'art. 63, comma 3. Al fine di consentire il predetto consolidato,
l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno
dell'anno successivo";
visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del
Consiglio regionale della Calabria, approvato con deliberazione consiliare n.
19 del 4 maggio 2017 e successivamente modificato con deliberazione consiliare
n. 342 del 28 settembre 2018;
dato atto che:
- l'articolo 77 del
suddetto Regolamento interno dispone che "Successivamente all'approvazione
del rendiconto, l'assemblea consiliare approva il bilancio consolidato di
gruppo del Consiglio regionale con le società controllate e partecipate secondo
le modalità e gli schemi previsti dal d.lgs. 118/2011 (...). Il bilancio
consolidato è approvato dal Consiglio regionale entro il 31 agosto dell'anno
successivo all'esercizio finanziario di riferimento ed è trasmesso, dopo
l'approvazione consiliare, alla Regione entro i dieci giorni successivi";
- il Consiglio
regionale detiene la partecipazione nella società in house providing
“Portanova S.p.A.”;
preso atto che:
- con determinazione
del dirigente dell’Area Gestione n. 191 del 28 marzo 2024 è stata effettuata la
parificazione del conto del tesoriere e degli agenti contabili interni per
l’esercizio 2023;
- con deliberazione
del Consiglio regionale n. 295 del 4 luglio 2024 è stato approvato il
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2023, ai
sensi dell'articolo 3, comma 4, del d.lgs.118/2011 e le conseguenti variazioni
al bilancio di previsione 2023-2025 e al bilancio di previsione 2024-2026 del
Consiglio regionale della Calabria;
richiamato l'articolo 7, comma 8, della legge regionale 15 marzo 2002,
n.13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi Consiliari), che
dispone la pubblicazione dei rendiconti dei Gruppi consiliari in allegato al
conto consuntivo del Consiglio regionale e sul sito istituzionale dell'Ente;
visti:
- lo schema di
rendiconto dell'esercizio 2023, redatto ai sensi dell'allegato 10 al
d.lgs.118/2011 e accluso alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
- la relazione sulla
gestione dell'esercizio 2023, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del
d.lgs. 118/2011 e allegata al presente provvedimento quale parte integrante e
sostanziale;
- il Piano degli
indicatori di bilancio e dei risultati attesi relativi al rendiconto
dell’esercizio 2023, allegato al presente provvedimento quale parte integrante
e sostanziale;
preso atto che il Collegio dei Revisori dei conti, con verbale n.33 del
20 luglio 2024 (parere n.12/2024), allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale, ha redatto la relazione al rendiconto
dell’esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale, esprimendo
«complessivamente giudizio positivo per l’approvazione del Rendiconto
finanziario 2023 del Consiglio regionale», raccomandando «di aggiornare per
l’approvazione del rendiconto 2023 da parte del Consiglio regionale il prospetto
allegato A1 “Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione”, come
illustrato nel paragrafo 5.7) della presente relazione»;
vista la nota prot. n. 15001 del 22 luglio 2024, con cui il Settore
Bilancio e Ragioneria ha trasmesso il prospetto denominato “A1 Elenco risorse
accantonate nel risultato di amministrazione”, compilato come illustrato nel
paragrafo 5.7) della relazione del Collegio dei revisori sul rendiconto del
Consiglio regionale relativo all’esercizio 2023, specificando “che le modifiche
riguardano una rappresentazione più dettagliata del fondo rischi da contenzioso
giudiziale, che non incidono sui saldi finali”;
vista la relazione della Commissione speciale di Vigilanza, redatta ai
sensi dell’articolo 73 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità
del Consiglio regionale, approvata nella seduta del 23 luglio 2024 e allegata
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
udito il consigliere Cirillo, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate:
-
di approvare il rendiconto dell’esercizio
finanziario 2023 del Consiglio regionale, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale, nelle seguenti risultanze finali
riepilogative:
-
di approvare la Relazione sulla gestione
dell'esercizio 2023, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del d.lgs.
118/2011 e allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
-
di approvare il Piano degli indicatori di bilancio
e dei risultati attesi relativi al rendiconto dell’esercizio 2023, allegato
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
-
di dare atto che l’avanzo di amministrazione
dell’esercizio 2023 è così suddiviso:
Avanzo vincolato |
12.061.208,78 € |
Avanzo
accantonato |
4.092.298,25 € |
Avanzo destinato
agli investimenti |
11.946.288,40 € |
Avanzo libero |
10.996.115,49 € |
- di rinviare ad un
successivo atto la destinazione dell'avanzo libero dell'esercizio 2023;
- di dare atto che i
risultati della gestione del Consiglio regionale per l'esercizio 2023
confluiranno nel rendiconto consolidato della Regione Calabria, ai sensi
dell'articolo 67 del d.lgs. 118/2011;
- di dare atto che,
successivamente all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2023, si
procederà all'approvazione del bilancio consolidato di gruppo del Consiglio
regionale con la società partecipata "Portanova S.p.A.";
- di dare atto che i
rendiconti dei Gruppi consiliari anno 2023 saranno pubblicati, in allegato, al
rendiconto del Consiglio regionale sul sito istituzionale dell'Ente;
-
di trasmettere la presente deliberazione,
unitamente ai relativi allegati sopra richiamati, alla Giunta regionale, ai
sensi dell’articolo 73, comma 6, del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale, e al Settore Bilancio e Ragioneria del
Consiglio regionale per il seguito di competenza.
Il Consiglio regionale
visto il decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152 (Norme in materia ambientale), e in particolare l’articolo 196, che
attribuisce alle Regioni la competenza relativa alla predisposizione,
all’adozione e all’aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti, e
l’articolo 199, che disciplina il contenuto dei piani regionali di gestione dei
rifiuti;
viste le quattro direttive del pacchetto
“Economia circolare” in vigore dal 4 luglio 2018 (direttiva (UE) 2018/849/UE,
direttiva (UE) 2018/850/UE, direttiva (UE) 2018/851/UE, direttiva (UE)
2018/852/UE), che sono state recepite nell’ordinamento nazionale
rispettivamente con i decreti legislativi nn.
118/2020, 119/2020, 121/2020, 116/2020;
viste:
·
la
legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei
rifiuti urbani in Calabria);
·
la
legge regionale 20 aprile 2022, n. 10 (Organizzazione dei servizi pubblici
locali dell’ambiente);
visto il Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti – Sezione Rifiuti urbani, approvato con deliberazione del Consiglio
regionale n. 269 del 12 marzo 2024;
rilevato che il suddetto Piano, in
applicazione di quanto previsto all'articolo 199, comma 3, lettera I), del
d.lgs. 152/2006, riporta al capitolo 32 i criteri localizzativi per
l'ubicazione degli impianti di smaltimento e di trattamento e recupero dei rifiuti
da applicarsi anche alle operazioni di smaltimento D1-D15 di cui all'allegato B
alla parte IV del d.lgs. 152/2006;
tenuto conto che occorre integrare i criteri
localizzativi previsti al capitolo 32 del Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti - Sezione Rifiuti urbani con il criterio localizzativo "Fattore
pressione discariche", con l'obiettivo, a tutela dell'ambiente e della
salute pubblica, di evitare l'eccessiva concentrazione di tali impianti,
limitarne i relativi impatti in porzioni del territorio regionale, garantendo
nel contempo la disponibilità di un’adeguata estensione di aree idonee per la
localizzazione di discariche, nel rispetto degli ulteriori criteri
localizzativi previsti al capitolo 32 del citato Piano;
vista la deliberazione della Giunta regionale
n. 293 del 21 giugno 2024, recante: “Modifica al Piano Regionale di Gestione
dei Rifiuti – Integrazione criterio localizzativo ‘Fattore pressione
discariche’”;
considerato che, come riportato nella sopra
citata DGR n. 293/2024, l'introduzione del “Fattore pressione discariche” non
stabilisce il numero e la localizzazione delle discariche, ma è rivolto
soltanto a individuare, unitamente agli altri criteri localizzativi previsti
nel Piano:
·
il
livello prescrittivo riferito a un determinato territorio comunale - fattore
pressione discariche comunale - in termini di volumetrie residue realizzabili
rispetto al valore soglia comunale individuato;
·
il
livello prescrittivo riferito all'area vasta oggetto dell'istanza, considerato
un buffer idoneo - fattore pressione discariche areale - in termini di
volumetria residua realizzabile rispetto al valore soglia areale individuato;
visti l’Allegato A "Relazione
illustrativa" e l'Allegato B "Paragrafo 32.5 Fattore Pressione
discariche", che formano parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione;
preso atto che nella Relazione illustrativa
di cui all’Allegato A si precisa che la presente modifica al Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti-Sezione Rifiuti urbani non deve essere assoggettata a
procedura di verifica di VAS, in quanto
·
non
riguarda né gli obiettivi generali da perseguire, né la natura delle misure
previste per il loro perseguimento, che rimangono le stesse del vigente Piano;
·
non
modifica il contributo alla realizzazione di una strategia sostenibile nella
gestione dei rifiuti, tenuto conto del parere motivato relativo alla procedura
di VAS recepito con decreto dirigenziale n. 19315 del 12 dicembre 2023 del
Settore Valutazioni Autorizzazioni Ambientali;
ritenuto, pertanto, di approvare la modifica
del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione Rifiuti Urbani, con
l'introduzione al capitolo 32 del Piano del criterio localizzativo “Fattore
pressione discariche comunale” e "Fattore pressione discariche
areale", secondo quanto indicato agli Allegati A e B acclusi alla presente
deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
tenuto conto che la Quarta Commissione
consiliare, nella seduta del 18 luglio 2024, si è determinata favorevolmente
sull’approvazione della modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti –
Sezione Rifiuti Urbani, con l'introduzione al capitolo 32 del Piano del
criterio localizzativo "Fattore pressione discariche comunale" e
"Fattore pressione discariche areale";
udito il consigliere Raso, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate,
·
di
approvare la modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione
Rifiuti Urbani, secondo quanto riportato negli Allegati A e B richiamati in
premessa, che formano parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Il Consiglio
regionale
vista la proposta di legge n. 177/12^
di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco,
Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante: “Istituzione del nuovo
Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”;
valutata la relazione illustrativa della
suddetta proposta di legge, che s’intende qui integralmente richiamata, nella
quale viene evidenziato che “il
progetto per il comune unico, relativo alla fusione dei Comuni di Cosenza,
Rende e Castrolibero, si pone nella certa prospettiva di un miglioramento
continuo dei servizi erogati alla popolazione e - congiuntamente - della
promozione di forme avanzate di collaborazione tra i territori, inclusivi,
questi, di evidenti analogie e gemellanze di carattere storico e civile,
comprovanti i loro forti legami, appunto, territoriali, sociali, economici e
culturali” e che “la
realizzazione di un unico centro di governo, in un territorio che proprio per
le sue ragioni e radici storiche, ha già di per sé forti connotazioni di
contiguità territoriale ed unitarietà naturale, consentirebbe, senza dubbio, di
migliorare la qualità della amministrazione ed avviare progetti sostenibili per
lo sviluppo locale; unitarietà che si avverte fortemente già nella vita pratica
e quotidiana dei cittadini residenti nei tre Comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero”;
rilevata la circostanza, riportata nella
citata relazione illustrativa, relativa alla “esistenza già in essere di un unico territorio complessivamente
considerato dei tre comuni indicati, il quale, tra l’altro, potrebbe ottenere,
in una prospettiva di fusione, una maggiore e migliore crescita in termini di
promozione e progresso su scala nazionale ed internazionale, con certo riguardo
ad una sicura valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un
territorio che, considerato il suo complesso, si vedrebbe accogliere una
comunità di circa 108.889 abitanti residenti (Cosenza 63.561 al 2022; Rende
36.051 al 2022; Castrolibero 9.277 al 2022 per un totale complessivo di 108.889
abitanti)”;
tenuto conto altresì che, nella relazione
menzionata, è stato affermato come “il
concepimento fattuale di una tale prestigiosa idea di fusione, oltre a quanto
in precedenza di rilievo, non può che interessare anche il miglioramento dei
livelli di efficienza e di efficacia dell'azione amministrativa, oltre che
avere riguardo ad una riduzione della spesa pubblica, ragionevolmente
prevedibile a seguito delle inevitabili economie di scala che una corretta
gestione unitaria dei servizi naturalmente comporterebbe, il tutto armonizzato
dalle nuove risorse finanziarie cui l’auspicato nuovo ente vedrebbe
beneficiarsi (sia nella fase ante che post fusione) ”;
valutato lo studio di fattibilità per la
fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, nel quale sono stati
illustrati i vantaggi nascituri, sul piano finanziario, derivanti
dall’aggregazione dei comuni individuati in un unico ente locale territoriale
di oltre centomila abitanti, analizzando altresì il capitolo relativo ai tagli
dei trasferimenti erariali e dei costi di funzionamento e verificando,
attraverso una serie di indicatori, la fattibilità del percorso aggregativo tra
enti locali territoriali e la convenienza della fusione dei tre Comuni oggetto
d’esame;
visto l’articolo 133, comma 2, della
Costituzione che testualmente recita: “La Regione, sentite le popolazioni interessate,
può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le
loro circoscrizioni e denominazioni”;
visto il decreto legislativo n. 267/2000
(Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), che all’articolo
15, comma 1, dispone che “a norma
degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le regioni possono modificare le
circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate,
nelle forme previste dalla legge regionale (…)”;
considerato che l’istituzione di un nuovo
Comune avviene con legge regionale, sentite le popolazioni interessate e,
pertanto, è necessario, pena l’incostituzionalità della legge, indire il
referendum per le popolazioni dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;
vista la legge regionale 5 aprile 1983, n. 13
(Norme di attuazione dello statuto per l'iniziativa legislativa popolare e per
i referendum) e, in particolare:
·
l’articolo
32 (Spese per adempimenti dei Comuni o relative alle competenze dei componenti
i seggi elettorali), che prevede che “Le
spese relative agli adempimenti spettanti ai Comuni, nonché quelle dovute ai
componenti dei seggi elettorali sono anticipate dai Comuni e rimborsate dalla
Regione (…)” e che “La Regione
può anticipare, ai Comuni su loro richiesta, un importo pari al 75%
dell'ammontare delle spese occorrenti (…)”;
·
l’articolo
40 (Referendum consultivo obbligatorio sulla istituzione di nuovi Comuni e sui
mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali), che:
- al comma 1 prevede che: “Prima di procedere all'approvazione di ogni
progetto di legge che comporti l'istituzione di nuovi Comuni ovvero mutamenti
delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali, il Consiglio regionale
delibera l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio”;
- al comma 3 statuisce che “La deliberazione del Consiglio regionale
indica il quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi della
relativa proposta di legge”;
- al comma 4 dispone che: “Al referendum consultivo sono chiamati: a)
nel caso di istituzione di nuovi Comuni, tutti gli elettori residenti nei
Comuni interessati dalla variazione territoriale (…)”;
ritenuto che, per quanto precedentemente
evidenziato, la consultazione referendaria sulla proposta di legge n. 177/12^
debba essere estesa a tutti gli elettori residenti nei Comuni di Cosenza, Rende
e Castrolibero;
vista la nota prot. n. 2217 del 29 gennaio
2024, con la quale i proponenti della proposta di legge regionale hanno
individuato i seguenti nomi del Comune di nuova istituzione da indicare nel
quesito referendario: Cosenza; Cosenza Rende Castrolibero; Nuova Cosenza;
ritenuto che la domanda va postulata in modo
sintetico e chiaro, al fine di evitare ogni forma di interpretazione distonica
e che, pertanto, il quesito da sottoporre alle popolazioni interessate deve
contenere, nella medesima scheda elettorale, distinte domande e va formulato
nei seguenti termini:
1) «Volete voi che sia approvata la proposta
di legge n. 177/XII^ e che sia istituito un nuovo comune derivante
dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?»
2) «Quali delle seguenti denominazioni volete
che assuma il nuovo comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende
e Castrolibero?».
Sulla scheda elettorale vanno riportati gli
espressi interrogativi nella maniera grafica di seguito riprodotta, ovvero:
:
considerato che la Prima Commissione
consiliare permanente ha esaminato in sede referente la proposta di legge n.
177/12^ e ha adottato la risoluzione n.2 del 20 marzo 2024, con la
quale ha proposto al Consiglio regionale di deliberare per l'effettuazione del
referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^
a tutti gli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, proponendo
altresì all’Assemblea di proseguire nell'iter procedurale avviato ai sensi
della legge regionale n.13/1983;
ritenuto di accogliere la proposta della
Prima Commissione consiliare di proseguire nell'iter procedurale e di procedere
all'effettuazione del referendum consultivo delle popolazioni interessate;
rilevato, infine, che ai sensi dell’articolo
40, comma 3, della legge regionale n.13/1983 la deliberazione consiliare di
effettuazione del referendum consultivo deve indicare, in quanto mero atto di
indirizzo, il quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi
della relativa proposta di legge;
visto l’articolo 86 del Regolamento interno;
udito il consigliere De Francesco, che ha
illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
-di approvare, ai sensi
dell’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n.13, la deliberazione di
effettuazione del previsto referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di
legge n. 177/12^
agli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero;
-di formulare nei seguenti
termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento
alla proposta di legge n.
177/12^:
1)«Volete voi che sia approvata la proposta di legge n.
177/XII e che sia istituito un nuovo comune derivante dalla fusione dei Comuni
di Cosenza, Rende e Castrolibero?»
2)«Quali delle seguenti denominazioni volete che assuma
il nuovo comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e
Castrolibero?
a) Cosenza
b) Cosenza Rende
Castrolibero
c) Nuova Cosenza»;
-di proseguire nell’iter
procedurale avviato ai sensi della legge regionale n.13/1983;
-di dare atto che, ai sensi
dell'articolo 133, comma 2 della Costituzione e dell'articolo 40, comma 4,
lettera a) della legge regionale n.13/1983, la consultazione referendaria
interessa gli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;
-di chiedere ai sindaci dei
Comuni interessati di disporre l'anticipazione, ai sensi dell'articolo 32 della
l.r. 13/1983, delle spese strettamente occorrenti per lo svolgimento del
referendum consultivo, che la Regione provvederà, a consuntivo, a rimborsare
dietro presentazione debitamente documentata delle stesse;
-di trasmettere copia della
presente deliberazione al Presidente della Giunta regionale per l’indizione del
referendum;
-di trasmettere, per
conoscenza, la presente deliberazione ai sindaci dei Comuni interessati;
-di pubblicare la presente
deliberazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
- la legge 5 febbraio 1992, n. 122, recante:
“Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e disciplina
dell'attività di autoriparazione”, e, in particolare l'articolo 7, comma 2,
lett. b), prevede che il responsabile tecnico deve aver frequentato, con esito
positivo, un apposito corso regionale teorico-pratico di qualificazione,
seguito da almeno un anno di esercizio dell'attività di autoriparazione, come
operaio qualificato, alle dipendenze di imprese operanti nel settore nell'arco
degli ultimi cinque anni;
- la legge 11dicembre 2012, n. 224, entrata
in vigore il 5 gennaio 2013, recante: “Modifica all’articolo 1 della legge 5
febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina dell’attività di
autoriparazione”, prevede, all'articolo 2, che le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano adeguano i programmi e le modalità di
svolgimento dei corsi regionali, previa definizione di livelli minimi comuni,
mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentite le organizzazioni
sindacali di categoria maggiormente rappresentative;
considerato:
- che con la legge 11 dicembre 2012, n. 224,
sono stati modificati i requisiti tecnici professionali concernenti l'attività
di autoriparazione; in particolare sono state accorpate le sezioni “meccanica e
motoristica” ed “elettrauto” nella nuova sezione della “meccatronica”;
- che a seguito di tale modifica: le imprese
che, alla data del 5 gennaio 2013, erano già iscritte al Registro delle imprese
sia per l'attività di meccanica - motoristica che per l'attività di elettrauto
sono state abilitate d'ufficio alla nuova attività di “meccatronica”; mentre le
imprese che, alla data di entrata in vigore della legge, erano già iscritte nel
Registro delle imprese e abilitate alla sola attività di meccanica- motoristica
o alla sola attività di elettrauto potevano continuare a svolgere l'attività
sino al 4 gennaio 2023.
Considerato
-che l'art. 22-ter del cd. decreto
milleproroghe (D.L. 198/2022), convertito in legge n.14 il 24/2/23, ha
prorogato di un anno il termine per la regolarizzazione; pertanto, la data
entro cui le imprese avrebbero dovuto regolarizzarsi è quella del5 gennaio
2024.
- entro tale termine le persone preposte alla
gestione tecnica delle imprese sopraindicate avrebbero dovuto estendere
l'abilitazione all'intero settore della Meccatronica, in via alternativa,
tramite:
a)la frequenza del preposto alla gestione tecnica agli appositi corsi
integrativi di formazione regionale limitatamente alle discipline relative
all'abilitazione professionale non posseduta (percorso di formazione ridotto a
40 ore);
b)gennaio 2024, ad adeguarsi alla norma statale, e che il Responsabile
tecnico,
anche nella persona del titolare, socio o
amministratore, non potrà più abilitare l'impresa all'esercizio dell'attività
di meccanica-motoristica o elettrauto con la conseguenza che l'Ufficio del
Registro delle Imprese ha già avviato il procedimento di divieto di
prosecuzione dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto esercitata.
atteso che la formazione del responsabile
Tecnico meccatronico delle autoriparazioni è di competenza delle Regioni e
delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alla definizione
degli standard dei percorsi formativi, nonché alla programmazione e
organizzazione dei corsi sulla base dei fabbisogni localmente rilevati e nel
rispetto degli elementi minimi comuni definiti dall'Accordo del 12 giugno 2014
approvato dalla Conferenza;
valutata conseguentemente la necessità di
venire incontro alle esigenze lavorative e formative provenienti dal territorio
calabrese e di procedere alla riorganizzazione e, quindi, all’implementazione,
a livello regionale, delle specifiche attività formative già avviate per la
meccatronica delle autoriparazioni;
precisato che tali percorsi formativi possono
essere attivati esclusivamente dagli enti accreditati all’Albo regionale degli
operatori della formazione professionale di cui all'articolo 31 della legge
regionale 19 aprile 1985, n. 18 (Ordinamento della formazione professionale in
Calabria)
tutto ciò premesso e considerato che:
- la scadenza del termine del 5 gennaio 2024,
già prorogato di un anno pervenire incontro alle esigenze provenienti dalle
imprese già iscritte al Registro delle imprese e operanti in tutto il
territorio statale, non ha consentito, in Calabria e in tutta Italia,
l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di
meccatronica;
- la proroga è indispensabile per consentire
di sanare i ritardi nella organizzazione dei corsi regionali di qualificazione
e creare le condizioni idonee per l’adeguamento della qualificazione degli
autoriparatori;
impegna il Presidente della Giunta e la
Giunta regionale
- a prendere atto dell’impossibilità di
avviare e completare in tempi brevi tutte le procedure di organizzazione e
realizzazione di percorsi formativi omogenei in ambito regionale rispondenti
alla massiccia richiesta formativa proveniente dal territorio;
-
venire incontro alle reiterate istanze giunte dalle associazioni di
categoria operanti in Calabria e miranti a consentire la prosecuzione di
attività imprenditoriali nel settore della autoriparazione, in quanto la
Regione non può permettersi la perdita di posti di lavoro in segmenti così
importanti dell'economia calabrese;
- ad attivarsi presso il Governo e il
Parlamento, anche attraverso una proposta al Parlamento di modifica della
normativa vigente, affinché venga prorogato ulteriormente il termine per
consentire l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività
di meccatronica;
- individuare l'immediata adozione di
indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il territorio regionale
la formazione professionale necessaria a coprire tutte le richieste formative e
rendere efficace l'ulteriore proroga del termine per l’adeguamento dei
requisiti richiesti per l’esercizio dell'attività di meccatronica.
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso che:
- la
Talassemia, nota anche come Anemia Mediterranea o Morbo di Cooley o
Microcitemia, malattia ereditaria del sangue, molto grave nella sua forma
conclamata, è causata da un difetto genetico che provoca la prematura
distruzione dei globuli rossi;
- è molto
diffusa nelle aree che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e, nel nostro
Paese, in particolare nelle regioni del sud Italia e nelle isole maggiori;
- è necessario
sottoporre i talassemici ad una terapia per rimuovere, attraverso un processo
di chelazione, il ferro che si accumula progressivamente nell’organismo a
motivo della precoce distruzione dei globuli rossi e che consiste nella
somministrazione periodica della desferioxamina, vero
e proprio farmaco salvavita che i pazienti devono praticare con continuità per
evitare il suddetto accumulo di ferro.
posto che
- la United
onlus, fondazione nazionale delle associazioni dei pazienti affetti da
Talassemia, Drapacinosi e Anemie rare, ha denunciato
una grave carenza della desferioxamina su tutto il
territorio nazionale;
- la stessa
onlus, considerata la drammatica situazione sopra evidenziata, ha ritenuto
opportuno fare appello a tutte le istituzioni competenti (Ministero della
salute, Presidente della Commissione Affari Sociali, nonché ai Parlamentari);
- la vicenda è
stata altresì proposta all’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni;
- nonostante
gli appelli e le sollecitazioni permane il problema di approvvigionamento non
solo del farmaco “di riferimento” (Desferal) ma anche
del farmaco “equivalente” o “generico”;
- le
difficoltà di reperimento del farmaco sono presenti anche in Calabria;
- i pazienti
sono conseguentemente esposti a gravi disagi e a rischi per la loro salute;
- la gravità
della situazione richiede un supporto anche da parte del Consiglio e del
Governo regionale,
impegna la
Giunta regionale
- a richiedere
al Governo nazionale ed all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)di adottare
urgenti ed immediati provvedimenti per risolvere il problema di
approvvigionamento di un farmaco assolutamente indispensabile e necessario per
la cura della Talassemia e di altre emoglobinopatie.