XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 43

 

SEDUTA Di VENERdì 26 luglio 2024

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

Inizio lavori h. 14.59

Fine lavori h. 20.10

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 14.59

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Avviamo i lavori. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà. 

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Presidente, buongiorno, grazie.

Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della mozione numero 92/12^ sul problema della carenza di un farmaco salvavita per i pazienti talassemici. 

PRESIDENTE

Votiamo per l'inserimento della mozione del collega Laghi. La mozione è inserita.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie.

Relazione unica sulle proposte di provvedimento amministrativo:
numero 169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)";
numero 170/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde”;
numero 171/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde”

PRESIDENTE

Avviamo i lavori con la proposta di provvedimento amministrativo numero 169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria”.

Se siete d'accordo, relazioniamo in maniera unificata sui primi tre punti e facciamo una discussione unica perché sono tutti provvedimenti di bilancio.?

Cedo la parola al consigliere Crinò per illustrare i primi tre provvedimenti. 

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri), relatore

Presidente, grazie.

La proposta di provvedimento amministrativo numero 169/12^, posta all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 15 luglio scorso.

La proposta di provvedimento amministrativo in oggetto riguarda il Rendiconto generale esercizio finanziario 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria.

Durante i lavori della Commissione abbiamo audito il Commissario straordinario dell'Ente, professor Michelangelo Iannone, il dirigente del Servizio contabilità e gestione del bilancio dell'Agenzia, dottor Gaetano Vigliatore, e il dirigente di settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.

Il dirigente generale del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, ingegner Siviglia, altresì, trasmesso una nota che richiama l'istruttoria allegata al provvedimento.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, del Dipartimento economia e finanze, del parere del Revisore unico dei conti dell'Agenzia e del parere del Comitato regionale di indirizzo ARPACal.

Il Revisore unico dei conti evidenzia che il risultato di amministrazione presenta un accantonamento per Fondo rischi contenzioso, non determinato però secondo le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria; ad avviso dell'Organo di controllo le suddette quote accantonate non risultano congrue per la mancanza di una relazione sullo stato del contenzioso in essere. Talché, il Revisore invita il responsabile dell'Ufficio contenzioso dell'Ente ad effettuare una relazione sul debito potenziale derivante dal contenzioso. L'Organo di controllo, altresì, ha osservato la rilevante consistenza media di cassa e il consistente volume dei residui passivi: questo fa emergere un indice di mediocre capacità di spesa, con un conseguente profilo di rallentamento della realizzazione dei programmi e della difficoltà di raggiungere gli obiettivi di grande importanza che la legge istitutiva affida all'ARPACal. Il Revisore unico dei conti, con verbale del 23 aprile 2024, nell'esprimere parere favorevole all'approvazione del rendiconto dell'ARPACal riferito all'esercizio finanziario 2023, con i relativi allegati, ed al Bilancio economico-patrimoniale, raccomanda agli organi di vertice:

- di prendere atto delle carenze rilevate allo scopo di adottare le necessarie contromisure per consentire all'Agenzia di potenziare le funzioni ad essa riservate per legge;

- di provvedere con opportuna tempestività all'adozione dei regolamenti di contabilità e per la gestione del patrimonio;

- di reperire risorse finanziarie adeguate per lo sviluppo potenziale dei servizi dell'Agenzia. Il Comitato di indirizzo, con verbale del 6 giugno 2024, ha espresso parere favorevole per l'approvazione del Rendiconto di gestione relativo all'esercizio finanziario 2023.

Il Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, nell'istruttoria di competenza, evidenzia che l'Agenzia ha approvato per l'esercizio finanziario 2023 il prospetto contenente le misure di contenimento delle spese di cui all'articolo 6, legge regionale numero 43 del 2016. Dal raffronto delle spese effettuate nell'esercizio 2023 rispetto a quelle sostenute nell'esercizio di riferimento indicato nella normativa vigente, sulle misure di contenimento della spesa, emerge il rispetto dei limiti previsti.

Il Dipartimento vigilante, altresì, condivide il rilievo formulato dal Revisore unico dei conti circa l'eccessivo aumento del volume dei residui passivi, che costituisce un indice di limitata capacità di spesa e di rallentamento nella realizzazione dei programmi e obiettivi, auspicando, al contempo, una maggiore attenzione da parte dell'attuale management aziendale rispetto a questa situazione.

Il Dipartimento, a conclusione dell’istruttoria, esprime parere favorevole al Rendiconto di gestione per l'esercizio finanziario 2023.

Il Dipartimento economia e finanze rileva che, sulla base di apposite verifiche, sembrerebbe sussistere la formale correttezza nella procedura del riaccertamento ordinario dei residui nonché nella quantificazione del valore complessivo del Fondo pluriennale vincolato e, di conseguenza, nella determinazione del risultato di amministrazione dell'esercizio 2023. Relativamente alla quota disponibile del risultato di amministrazione, il Dipartimento ha verificato se le parti accantonate e vincolate sono formalmente corrette. A seguito delle verifiche effettuate, il Fondo crediti dubbia esigibilità da accantonare nel Rendiconto 2023 presenterebbe un valore pari a 243.347,97 euro coincidente al relativo accantonamento effettuato dall'Ente; l'accantonamento al Fondo contenzioso è stato incrementato rispetto all'anno precedente e, come pure osservato dal Revisore unico dei conti, sarebbe necessario acquisire una relazione sul debito potenziale derivante dal contenzioso in essere.

Per quanto concerne la quota vincolata del risultato di amministrazione, nello specifico rispetto all'importo vincolato di cui alla voce “Vincoli derivanti dai trasferimenti”, il Dipartimento prende atto della rideterminazione dello stesso per come spiegato nella relazione sulla gestione 2023, rilevando che, per come attestato dall'Ente, l'importo di cui trattasi sarebbe originato da risorse destinate alla realizzazione di specifici progetti o programmi di spesa rispetto ai quali l'Ente non ha provveduto ad impegnare, o lo ha fatto solo in parte, i corrispondenti stanziamenti di spesa. Dunque, il Dipartimento raccomanda nuovamente all'Ente di prevedere, attraverso un'attenta attività di programmazione, gli impegni di spesa collegati ai corrispondenti accertamenti di entrata, con imputazione agli stessi esercizi in cui è prevista la realizzazione delle varie fasi degli interventi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3, inerente le modalità di registrazione delle spese di investimento, al fine di garantire la corretta applicazione del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria di cui al decreto legislativo numero 118/2011.

Il Dipartimento, a conclusione dell'istruttoria, rileva che:

- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31/12/2023, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

- sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2022 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2023;

- sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;

- sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nello stato patrimoniale, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenze e costi e tra accertamenti e ricavi;

- sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2023, e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell'attivo dello Stato patrimoniale;

- risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2023.

Il Dipartimento economia e finanze, infine, eseguite le verifiche, ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del Rendiconto relativo all'esercizio 2023 dell'ARPACal al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Proseguo con la relazione sulla proposta provvedimento amministrativo numero 170/12^ dodicesima “Rendiconto esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde.

La proposta di provvedimento, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti della seconda Commissione bilancio nella seduta del 15 luglio scorso.

La proposta è relativa al Rendiconto relativo all'esercizio finanziario 2020 dell'Azienda Calabria Verde.

Alla seduta di Commissione hanno partecipato il direttore generale dell'Azienda, dottor Giuseppe Oliva, e il dirigente di settore del Dipartimento economia e finanze, il dottor Luca Buccafurri.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, del verbale del Revisore unico dei conti, delle relazioni istruttorie dell'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione e del Dipartimento economia e finanze.

Il Revisore unico dei conti rileva che il risultato di amministrazione 2020, a seguito degli accantonamenti delle quote vincolate, si determina in un disavanzo da ripianare nel bilancio di previsione del successivo esercizio di euro 38.945.328,73.

Il Revisore con verbale del 8 maggio 2024 attesta l'attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, la congruità del Fondo di crediti di dubbia esigibilità nonché l'attendibilità dei risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati rilevati.

L'Organo di controllo, nell'esprimere giudizio positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2020, raccomanda all'Ente la prosecuzione della fase di risanamento amministrativo, mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023 da sottoporre alla relativa approvazione, anche al fine di coniugare i risultati di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di previsione pluriennale 2024-2026.

L'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione, a seguito delle verifiche effettuate sulle risultanze della gestione dell'Azienda per l'esercizio 2020, attesta la coerenza tra gli impegni assunti dall'Ente e le risorse assegnate con il Piano attuativo della forestazione per l'anno 2020, nonché la perfetta corrispondenza tra le risultanze di cassa di cui al rendiconto in oggetto e quanto riportato nel conto del tesoriere per l'esercizio 2020.

A conclusione dell'istruttoria, l'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione, esprime parere favorevole al Rendiconto esercizio 2020, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di euro 38.945.328,73 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere con atto successivo all’applicazione delle dovute sanzioni in relazione ai limiti di spesa non rispettati.

Il Dipartimento economia e finanze, nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui nonché della determinazione sia del Fondo pluriennale vincolato sia del risultato di amministrazione dell'esercizio 2020. Il Dipartimento, altresì, rileva la forte difficoltà da parte dell'Ente nella riscossione dei canoni per concessioni pluriennali inerenti alla gestione dei boschi e terreni di proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016; ciò ha comportato un progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'Azienda, al fine di salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l’insorgere di possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali.

La quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad euro 38.945.328,73, che consequenzialmente determina un disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'articolo 42, comma 1, del decreto legislativo numero 118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di previsione. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda all'Ente, ma anche all'UOA forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza di Azienda Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti, relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed approvazione del bilancio di previsione 2024-2026, al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo.

A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze rileva che:

- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31/12/2020, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

- sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2019, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2020;

- sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;

- sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali-crediti e tra residui passivi finali-debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

- sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell'attivo dello Stato patrimoniale;

- risulta formalmente corretta la determinazione del risultato di amministrazione al 31/12/2020.

Il Dipartimento economia e finanze, chiarito che con apposito provvedimento provvederà alla riduzione dei trasferimenti a carico del bilancio regionale per l'Azienda Calabria Verde in ragione delle eccedenze di spese riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e consulenza, ritiene possibile procedere all'adozione da parte della Giunta regionale del Rendiconto per l'esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale.

Proseguo, infine, ad illustrare la relazione sulla proposta di provvedimento amministrativo numero 171/12^ “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde”.

La proposta di provvedimento, posta oggi alla approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 15 luglio scorso.

La proposta è relativa al Rendiconto relativo all'esercizio finanziario 2021 dell'Azienda Calabria Verde.

Alla seduta di Commissione hanno partecipato il direttore generale dell'Azienda, dottor Giuseppe Oliva, e il dirigente di settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, del verbale del Revisore unico dei conti, delle relazioni istruttorie dell'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione e del Dipartimento economia e finanze.

Il Revisori unico dei conti rileva che il risultato di amministrazione 2021, a seguito degli accantonamenti e delle quote vincolate, si determina in un disavanzo da ripianare nel bilancio di previsione del successivo esercizio di euro 34.120.774,45.

Il Revisore, con verbale del 29 maggio 2024, attesta l'attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, la congruità del Fondo crediti di dubbia esigibilità nonché l'attendibilità dei risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati relativi.

L'Organo di controllo, nell'esprimere il giudizio positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2021, raccomanda all'Ente la prosecuzione della fase di risanamento, mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023 da sottoporre alla relativa approvazione, anche al fine di coniugare i risultati di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di previsione pluriennale 2024-2026.

L'UOA politiche della montagna, foreste e forestazione, a seguito delle verifiche effettuate sulle risultanze di gestione dell'Azienda per esercizio 2021, attesta la coerenza tra gli impegni assunti dall'Ente e le risorse assegnate con il Piano attuativo della forestazione per l'anno 2021, nonché la perfetta corrispondenza tra le risultanze di cassa di cui al rendiconto in oggetto e quanto riportato nel conto del tesoriere per l'esercizio 2021.

Relativamente alla verifica del rispetto delle norme in materia di spending review, è stato riscontrato il mancato rispetto dei relativi limiti di spesa con riferimento agli incarichi di studio, ricerca e consulenza.

A conclusione dell'istruttoria, l’UOA politiche della montagna, foreste e forestazione esprime parere favorevole al Rendiconto esercizio 2021, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti e in particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere con atto successivo all'applicazione delle dovute sanzioni in relazione ai limiti di spesa non rispettati.

Il Dipartimento economia e finanze, nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui nonché della determinazione sia del Fondo pluriennale vincolato sia del risultato di amministrazione dell'esercizio 2021. Il Dipartimento, altresì, rileva la forte difficoltà da parte dell’Ente nella riscossione dei canoni per concessioni pluriennali inerenti alla gestione dei boschi e terreni di proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016 e fino al 2018; ciò ha comportato un progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo crediti dubbia esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'Azienda, al fine di salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l'insorgere di possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali.

La quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad euro 34.120.774,45 che conseguenzialmente determina un disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'articolo 42, comma 1, del decreto legislativo numero 118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di previsione dell'Ente. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda all'Ente, ma anche all'UOA forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza di Azienda Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti, relativi agli esercizi 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed approvazione del bilancio di previsione 2024-2026, al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo.

A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze rileva che:

- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31/12/2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

- sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2020, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021;

- sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro” per l'esercizio 2021.

Relativamente alla verifica del rispetto delle norme in materia di spending review, è stato riscontrato il mancato rispetto dei relativi limiti di spesa, con riferimento agli incarichi di studio, ricerca e consulenza.

A conclusione dell'istruttoria, l'UOA Politiche della Montagna, Foreste e Forestazione esprime parere favorevole al rendiconto esercizio 2021, con la prescrizione di formulare ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti, nonché di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità e con la riserva di procedere, con atto successivo all'applicazione delle dovute sanzioni, in relazione ai limiti di spesa non rispettati.

Il Dipartimento economia e finanze, nell'istruttoria di competenza, stante quanto attestato dall'Ente, evidenzia la formale correttezza della procedura del riaccertamento ordinario dei residui, nonché della determinazione sia del Fondo Pluriennale Vincolato sia del risultato di amministrazione dell'esercizio 2021. Il Dipartimento, altresì, rileva la forte difficoltà da parte dell'Ente nella riscossione dei canoni per concessioni pluriennali inerenti alla gestione di boschi e terreni, di proprietà della Regione Calabria, dati in uso all'Ente. La suddetta situazione di criticità nella gestione delle entrate patrimoniali afferenti ai canoni pluriennali è emersa a partire dall'esercizio 2016 e fino al 2018; ciò ha comportato un progressivo incremento delle risorse accantonate al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità. Il Dipartimento, dunque, raccomanda all'azienda, al fine di salvaguardare i propri equilibri di bilancio nonché di evitare l'insorgere di possibili danni di natura erariale, di promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per concessione pluriennale.

La quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad euro 34.120.774,45, che conseguenzialmente determina un disavanzo, il cui ripiano, ai sensi dell'art. 42, comma 1 del D. lgs. 118/2011, dovrà avvenire in conto dei successivi bilanci di previsione dell'Ente. Per quanto sopra esposto, il Dipartimento raccomanda all'Ente, ma anche al UOA Forestazione, quale soggetto preposto alla vigilanza di Azienda Calabria Verde, la rapida definizione dei rendiconti seguenti, relativi agli esercizi 2022 e 2023, nonché l'urgente predisposizione ed approvazione del bilancio di previsione 2024/2026, al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo. A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze rileva che:

- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

- sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2020, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021;

- sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";

- sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali-crediti e tra residui passivi finali-debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

- sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide" dell'attivo dello Stato patrimoniale;

- risulta formalmente corretta la determinazione del risultato di amministrazione al 31.12.2021.

Il Dipartimento economia e finanze chiarito che con apposito provvedimento provvederà alla riduzione dei trasferimenti a carico del bilancio regionale per l'Azienda Calabria Verde in ragione delle eccedenze di spesa riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e consulenza, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto per l'esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale.

Ciò premesso, sottopongo all'aula l'esame della proposta di provvedimento amministrativo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Crinò.

Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Preliminarmente, vorrei fare gli auguri ai nuovi Assessori e al Vicepresidente e dichiarare la disponibilità, come abbiamo sempre fatto - poi lo dirà probabilmente il capogruppo a titolo personale - a collaborare sempre guardando il merito dei provvedimenti, Però, è chiaro che in questa Aula si è caratterizzata una, a mio avviso, positiva dialettica democratica. Ho ascoltato alcune dichiarazioni e sinceramente sono un po’ perplesso, perché le nomine degli assessori le fa il Presidente della Giunta; invece, ho letto che in alcune dichiarazioni sono stati ringraziati i coordinatori di Partito. Sinceramente rispetto tutte le decisioni, però credo che sia giusto sottolineare la prerogativa connessa alla funzione di Presidente di Regione a cui ancora oggi, se non è cambiato lo Statuto, compete la nomina degli assessori; non compete, invece, ai coordinatori politici dei Partiti.

Tuttavia, per chiarezza, perché la dialettica in quest'Aula è molto positiva, vi auguro, buon lavoro: congratulazioni per la nomina. Non mancherà da parte mia una proficua collaborazione nel merito che, per me, sono quei provvedimenti concreti che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini calabresi.

Sui punti in esame intervengo brevemente e velocemente. Nella Commissione competente abbiamo sviluppato una articolata, proficua e anche, a tratti, molto aspra discussione nel merito dei rendiconti sia per quanto riguarda Calabria Verde sia per quanto riguarda ARPACal che sono due Enti che intrecciano la loro missione strategica e una serie di tematiche e di problematiche fondamentali ed importanti per la nostra Regione: l'ambiente, il territorio, l'assetto idrogeologico, la tutela del patrimonio boschivo e la battaglia contro gli incendi boschivi. Tuttavia, l'approccio del governo regionale sugli enti strumentali si reitera con un approccio più di natura burocratica che di visione politica e lo dico perché, parlando per esempio dell’ARPACal, il finanziamento, che, come sapete, dovrebbe essere dell'1% del finanziamento previsto per sistema sanitario regionale, è molto al di sotto; il finanziamento a questo importante Ente rimane lo stesso anche quando le somme del sistema sanitario regionale aumentano. Cosa voglio dire? Se il sistema regionale ha sempre lo stesso finanziamento – al momento c'è sempre lo stesso finanziamento e la percentuale è al di sotto dell'1% - va beh, ma, se il finanziamento del sistema regionale aumenta e addirittura la scelta politica - questa sì, la contrasto, la contesto - del Governo è quella di abbassare l'aliquota percentuale di assegnazione delle risorse per mantenere lo stesso finanziamento, questa è una scelta politica sbagliata; anzi noi dovremmo provare invece sull’ARPACal, che è un Ente strumentale fondamentale ed importantissimo per le condizioni economiche, produttive e ambientali della nostra regione, con una certa capacità di programmazione e di gradualità, ad aumentare negli anni la percentuale di finanziamento per raggiungere l’obiettivo importante dell’1 per cento che consentirebbe a questo Ente di assolvere alla sua funzione importante.

La discussione è stata sviluppata nella Commissione molto positivamente, anche, a tratti, con toni molto aspri. È vero che l'organo di vigilanza esprime parere favorevole sulla regolarità contabile dell'Ente - vero, ci mancherebbe pure - però dobbiamo con altrettanta franchezza rilevare, proprio per poterli affrontare con la giusta attenzione, con l'approccio adeguato, che nell'esprimere parere favorevole rileva, appunto, la cospicua consistenza media di cassa e il grande volume dei residui passivi che, rispetto all'inizio dell'anno, sono aumentati: al 1° gennaio 2023 erano 3.624.000,00 di euro e al 31 dicembre addirittura erano oltre 5 milioni. Questo cosa significa? Significa che c'è una insufficiente capacità di spesa e allora sarebbe giusto e utile che il Governo regionale approfondisse, ragionasse, prestasse l'attenzione necessaria per capire perché c'è questa insufficiente capacità di spesa: c'è una carenza di organico? Ci sono disguidi amministrativi? Ci sono contenziosi abnormi? Bisogna prestare attenzione a tutte queste problematiche, con un approccio importante, serio e responsabile. È vero, come diceva il dottore Iannone, che si è preso atto dei rilievi, però una programmazione va fatta cercando di superarli quei rilievi e, affrontando le criticità, bisogna cercare di ripristinare un governo più ordinato, più appropriato, per migliorare l'erogazione dei servizi che, a mio avviso, come dicevo prima, in Calabria diventa un obiettivo strategico ed importante.

Lo stesso vale per Calabria Verde, per i rendiconti di esercizio; ancora siamo al 2020 e al 2021 e si devono approvare il 2022 e il 2023; probabilmente sono stati già approvati e non voglio assolutamente mettere in discussione l'opera di importante risanamento che si sta facendo di un Ente che è importante, ma che ha ereditato una serie di competenze che erano delle comunità montane e dell'AFOR e che ha comportato in eredità anche una quantità di debito enorme, esoso. Per l'amore di Dio, nessuno vuole mettere in discussione questo, però per capire l'entità vera del risanamento che si sta praticando - questo non lo dico io, lo dice il Revisore unico - c'è bisogno di approvare gli altri due rendiconti che ancora mancano all'appello, il 2022 e il 2023.

Lo dico All'assessore perché è molto attento. Anche a lui formulo gli auguri per le nuove deleghe che gli sono state assegnate: mi auguro, Assessore, che sia un riconoscimento di valorizzazione, però, si deve un po’ guardare perché, quando un Assessore riceve troppe deleghe, rischia di ingolfarsi e quindi non so se questa è una sua valorizzazione oppure… perché il trasporto pubblico locale è una delega molto pesante, molto difficile. Non le mancano certamente le capacità, ma accumulare molte deleghe... io ho visto tanti Superman in questa Regione e poi, alla prova, quando si hanno tante competenze e tante funzioni alla fine non sempre si riesce ad assolvere nel migliore dei modi. Però le faccio gli auguri di buon lavoro perché sarebbe positivo se riuscissimo ad affrontare questi temi.

Dicevo, assessore - e chiudo - che nessuno vuole mettere in discussione l'opera di risanamento avviata - ci mancherebbe pure - però, attenzione, si deve capire se questa è effettivamente avvenuta e se ha una prospettiva di messa in sicurezza dell'Ente e la capacità di conferirgli la strategicità dell’importante missione che deve svolgere in Calabria.

Assessore, mi sono permesso di dire al Presidente della Commissione che si è impegnato ad assumere questa disponibilità, che sarebbe utile che, in occasione della discussione sul bilancio di previsione pluriennale, in Commissione venisse anche l'assessore alla forestazione, l'assessore Gallo, perché nella programmazione, rispetto ai rendiconti approvati, lì si capirà se l'opera di risanamento è stata davvero praticata. Lì si capirà soprattutto qual è l'anima e la visione strategica della Regione su temi fondamentali ed importanti che sono quelli che conosciamo: l'assetto idrogeologico, la battaglia contro gli incendi nella nostra regione.

Su questo auspico, Assessore, la sua presenza quando approveremo il bilancio di previsione, perché - lo dico con molta franchezza, senza appartenenza politica - se su questi temi, sui cambiamenti ambientali, climatici, sull'assetto idrogeologico, sulla valorizzazione del patrimonio boschivo riusciremo a dare delle risposte utili e positive, potremmo fare insieme delle cose molto importanti per i cittadini della nostra regione.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà. 

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente.

Interverrò esplicitamente sul primo punto, quello riguardante l’ARPACal, non senza però prima aver rivolto un in bocca al lupo e dato gli auguri al vicepresidente Pietropaolo; all'assessore Calabrese, che ha assunto anche la delega sull'ambiente, che è assolutamente nodale e a me di particolare interesse, all'assessore Gallo, che pure ha ampliato, come è stato detto, le deleghe e, ovviamente, infine, ma non da ultime naturalmente, alle 2 nuove assessori, la dottoressa Capponi e la dottoressa Caracciolo. Sono certo che il lavoro di quest'Aula si gioverà di queste nuove deleghe e di questi nuovi ingressi, quindi in bocca al lupo e buon lavoro.

Per quanto riguarda il primo punto su cui vorrei concentrarmi, in relazione ai miei interessi e alla mia esperienza, l'ARPACal è un'agenzia di particolare interesse. Ci sono dei punti complessivi che riguardano il territorio nazionale. Le ARPA, cioè le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale, sono delle agenzie nodali per il controllo dell'inquinamento e, quindi, in ricaduta della salute delle popolazioni. Come ISDE, Italia medici per l'ambiente, noi da sempre auspichiamo che le ARPA siano in qualche modo rese autonome e che non siano soggette al controllo regionale che, in qualche modo, potrebbe orientare alcune scelte, alcuni comportamenti; però questo è un dato di fatto, su questo noi dobbiamo ragionare.

L’ARPACal, cioè l'ARPA Calabria, storicamente ha vissuto un andamento ondulante, di non continua, accettata e accertata credibilità di riferimento scientifico. Questa situazione obiettivamente sta cambiando nell'ultimo periodo, con la presenza a capo dell'Agenzia del professor Iannone che già, nel corso del periodo di sua competenza, ha dato prova di essere capace di analizzare i punti critici dell'Agenzia, di proporre delle soluzioni che a me sono sembrate adeguate, tanto che, anche in passato, come farò questo pomeriggio, ho votato favorevolmente le proposte di legge e i provvedimenti amministrativi che riguardano l'ARPACal.

La proposta di provvedimento amministrativo attuale è anch'essa di interesse, oltre ad analizzare aspetti economici non secondari, e fa riferimento, come già precedentemente segnalato, a una carenza di personale che andrà comunque programmaticamente risolta, stante l'importanza che un'agenzia come ARPACal ha nella vita della nostra regione. Mi piace anche segnalare la tempestività della presentazione del documento, che anche in questo caso non è storia comune; storicamente non si trova la puntualità che per me è importante perché è indice di efficienza, di lavoro, è indice anche di capacità di programmazione adeguate.

Per tutti questi motivi, senza entrare nel merito delle singole questioni, sono convinto che l'ARPACal meriti il sostegno del Consiglio e, spero, della Giunta regionale, per continuare a svolgere un lavoro che per la sua natura è di straordinaria importanza sia per la salute dei calabresi sia per la tutela dei determinanti ambientali di salute che pesano percentualmente, cosa non nota a tutti, sulla nostra salute più dell'accesso ai servizi sanitari. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà. 

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente.

Anche io formulo i miei auguri ai due nuovi assessori della Giunta ed esprimo naturalmente la soddisfazione nel rinnovo degli assessori che hanno già lavorato nella Giunta, per la vicepresidenza all'assessore Pietropaolo, per il potenziamento delle deleghe all'assessore Gallo, all'assessore Varì, augurando buon lavoro naturalmente alle due donne entrate nella Giunta. Sono sicura che la Giunta dimostrerà, così come ha fatto in questi anni, capacità, competenza e professionalità.

Certo, consigliere Mammoliti, è sicuramente una prerogativa del Presidente della Giunta regionale andare a scegliere lo staff che dovrà insieme a lui produrre il lavoro che dovrà svolgere la Giunta, ma sappiamo che ci troviamo comunque in una coalizione politica di centrodestra e anche l'intervento - non abbiamo nessuna remora a sottolinearlo - dei coordinatori regionali rientra nello svolgimento del proprio ruolo proprio perché riconosciamo ai Partiti quel ruolo e quel peso che devono avere. Quindi, considerato che oggi siamo maggioranza amministrativa della Regione Calabria, che ben venga anche il contributo dei coordinatori regionali dei Partiti.

Intanto, esprimo soddisfazione per quanto riguarda i bilanci che oggi andiamo ad approvare in questa seduta consiliare. Facendo riferimento ad ARPACal, che è un ente a cui riconosciamo notevole importanza per il ruolo che svolge per quanto riguarda gli aspetti ambientali, ritengo che sia forse l'unica agenzia che approva il bilancio nei termini di legge.

Questo, da un punto di vista amministrativo, ritengo che sia un dato che non va assolutamente sottovalutato, come anche i dati positivi che abbiamo registrato per quanto riguarda, ad esempio, i laboratori mobili, le attività giudiziarie che sono state portate avanti attraverso l’intensificazione notevole dei controlli, passati da 30 a 100; per non parlare poi della sensibilità che sta dimostrando il presidente Occhiuto proprio in tema ambientale, ma anche in tema di salvaguardia del nostro territorio anche per quanto riguarda gli incendi. Vorrei sottolineare l'Accordo quadro siglato dalla Giunta regionale, dal Presidente, con l'Agenzia spaziale italiana, grazie al quale usufruiremo di applicazioni nel campo dell'osservazione della Terra che saranno impiegate ai fini del monitoraggio ambientale, marino e forestale e a tutela, naturalmente, del patrimonio agroalimentare e culturale.

Questo ha rappresentato, ritengo, un momento importante per la Regione Calabria, proprio per quanto riguarda la prevenzione, il monitoraggio dei disastri ambientali e, soprattutto, per quanto riguarda i cambiamenti climatici, a dimostrazione che qui c'è un Presidente di una Giunta regionale che sta dimostrando - ne stanno parlando anche le TV nazionali - la sua azione rispetto alla conservazione, alla difesa e alla prevenzione del nostro territorio da un punto di vista ambientale. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla votazione dei singoli provvedimenti.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)”

PRESIDENTE

Proposta di provvedimento amministrativo 169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto 2023 dell'ARPACal”.

Pongo in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 170/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde”

PRESIDENTE

Proposta di provvedimento amministrativo 170/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde”.

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 171/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde”

PRESIDENTE

Proposta di provvedimento amministrativo 171/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde”.

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 178/12^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di Bilancio e dei risultati attesi”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 4, la proposta di provvedimento amministrativo numero 178/12^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 23 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi.” Cedo la parola al collega Cirillo per illustrare il provvedimento, prego. 

CIRILLO Salvatore (Forza Italia), relatore

Grazie, Presidente.

Con la presente proposta di provvedimento amministrativo, l'Assemblea è chiamata ad approvare il rendiconto del Consiglio regionale relativo all'esercizio finanziario 2023, la relazione sulla gestione dell’esercizio 2023 ed il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi.

Al 31.12.2023 risultano iscritti nella contabilità del Consiglio:

-   Residui attivi, pari a 45.710.016,64;

-   Residui passivi, pari a 12.661.069,33;

-   Fondo cassa, per euro 12.697.140,21.

L'avanzo di amministrazione alla data del 31.12.2023 è risultato pari ad euro 39.605.000 e risulta essere così ripartilo:

-   Avanzo vincolato: euro 12.601.208,78,00;

-   Avanzo accantonato: euro 4.092.298,25;

-   Avanzo destinato agli investimenti: euro 11.946.288,40;

-   Avanzo libero: euro 10.996.115,49.

La quota libera del risultato di amministrazione potrà essere utilizzata, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale del rendiconto e contestualmente alla verifica degli equilibri di bilancio, per le finalità previste dalla legge.

Sul presente provvedimento:

la Commissione speciale di Vigilanza, nella seduta del 23 luglio 2024, ha approvato la relazione prevista dall'articolo 110, comma 1, lettera c) del Regolamento Interno di Amministrazione e Contabilità del Consiglio regionale;

il Collegio dei revisori dei conti, con verbale n. 33 del 20 luglio 2024, nell'attestare la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione e nell'esprimere un giudizio positivo sul rendiconto finanziario 2023 del Consiglio regionale, ha raccomandato di "aggiornare per l'approvazione da parte del Consiglio regionale, il prospetto allegato A1 "Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione" relativamente all'esposizione delle somme accantonate al fondo contenzioso, come illustrato nel paragrafo 5.7 della loro relazione.

In particolare, i Revisori dei conti, a differenza degli anni precedenti, hanno richiesto l'esposizione del fondo contenzioso, accantonato al 31.12.2023, dettagliato per capitoli di bilancio. Tale modifica dell'allegalo non ha inciso sui saldi finali dello stesso fondo accantonato al 31.12.2023.

Gli Uffici competenti hanno provveduto ad aggiornare il prospetto allegato A1 "Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione" - come richiesto dal Collegio dei revisori dei conti - e a trasmetterlo all'Assemblea per l'approvazione del rendiconto finanziario 2023. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Cirillo. Non ci sono interventi. Prendiamo atto del parere favorevole del collegio dei Revisori dei conti, della relazione della Commissione speciale di vigilanza e del nuovo prospetto denominato “Elenco risorse accantonate del risultato di amministrazione”, trasmesso con nota, protocollo numero 15001, del 22 luglio 2024 dal dirigente del Settore bilancio e ragioneria, recependo le raccomandazioni del collegio dei revisori dei conti riportate nel paragrafo 5.7 del suddetto parere.

Pongo quindi in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica del Piano Regione di Gestione dei Rifiuti - Integrazione criterio localizzativo ‘Fattore pressione discariche'”

PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5, la proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica del Piano Regionale di gestione dei rifiuti - Integrazione criterio localizzativo “Fattore pressione discariche”.

Cedo la parola al consigliere Raso per illustrare il provvedimento, prego. 

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. Rivolgo gli auguri ai nuovi Assessori, agli Assessori riconfermati e al Vicepresidente della Giunta, Pietropaolo.

La proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^ modifica, con delibera di Giunta regionale numero 293 del 21 giugno 2024, il Piano Regione di Gestione dei Rifiuti, approvato con deliberazione del Consiglio regionale numero 269 del 12 marzo 2024.

La modifica, che si compone degli Allegati A e B, integra il capitolo 32 dedicato ai criteri localizzativi con il paragrafo 32.5 rubricato "Fattore pressione discariche" che ha la finalità di contenere la realizzazione di impianti di discariche nelle aree in cui risultano già presenti con elevata concentrazione. Quindi, in relazione alle volumetrie in discarica su unità di superficie, al superamento di un quantitativo massimo di rifiuti già conferiti in discarica in un determinato territorio, non sarà più possibile autorizzare nuove discariche o ampliamenti di discariche esistenti.

Il "Fattore pressione discariche" consente di individuare la localizzazione migliore per gli impianti di discarica, evitando le aree con particolari criticità, diventando quindi un criterio localizzativo poiché valuta in via preliminare l'idoneità del sito, fermo restante l'applicazione degli ulteriori criteri localizzativi previsti nel Piano e delle previsioni di cui al d.lgs. 36/2003.

Il "Fattore pressione discariche" identifica pertanto la pressione massima che una determinata area territoriale può sopportare ed è da ritenersi applicabile anche alle istanze successive aventi a oggetto la realizzazione di nuove discariche o ampliamenti di discariche esistenti.

Il “Fattore pressione discariche” è stato introdotto a livello regionale con la deliberazione di Giunta Regionale numero 327/2017 che ha stabilito che per il calcolo del fattore di pressione si debba tenere conto dei siti di discarica cessati, in post­ gestione, in gestione operativa con conferimenti ultimati e in corso, ivi compresi quelli non autorizzati e quelli censiti nel Piano delle bonifiche, cui ha fatto seguito la ricognizione sancita nella deliberazione di Giunta regionale numero 652/2018.

Nella presente trattazione si conferma la formula di calcolo introdotta nella DGR 231/2017 e la ricognizione effettuata nel 2018, rivista e integrata con i volumi di discarica successivamente autorizzati, comprensivi dei volumi in ampliamento e dei volumi oggetto di ordinanze contingibili e urgenti.

In aggiunta al "Fattore pressione discariche comunale" viene introdotto il “Fattore pressione discariche areale".

Nel provvedimento si analizzano i dati risultanti dalla ricognizione e si individuano i valori soglia per entrambi i fattori di pressione.

Il "Fattore pressione discariche comunale" viene analizzato per tutto il territorio regionale con l'individuazione di un fattore limite molto più cautelativo rispetto a quello individuato con la DGR numero 562/2018.

Viene introdotto per la prima volta il "Fattore pressione discariche areale" che tiene conto degli impatti cumulativi e sinergici nell'area vasta ed è finalizzato ad evitare un'eccessiva concentrazione di discariche nel territorio di riferimento. Individuati i valori soglia, viene quindi formulato il criterio localizzativo per come segue:

non potranno essere autorizzati nuovi impianti di discarica o modifiche degli impianti esistenti che comportino un aumento della volumetria oppure la modifica a una tipologia di discarica di categoria superiore, ad esempio: da rifiuti non pericolosi a rifiuti pericolosi, nei Comuni dove la realizzazione di tali impianti determini il superamento del fattore pressione discariche pari a 70.000 mc/kmq ovvero il fattore pressione sia già superiore a tale limite.

Il divieto opera anche laddove, individuando un buffer di 5 km dal perimetro/recinzione del sito oggetto di istanza, si determini il superamento del fattore di pressione areale pari a 50.000 mc/ kmq ovvero il fattore pressione areale sia già superiore a tale limite.

Per il calcolo del fattore pressione areale riferito al sito oggetto delle singole istanze, il buffer va individuato a partire dalla recinzione/perimetro dell'impianto: nel caso in cui nel buffer una discarica ricada solo parzialmente, dovrà essere cautelativamente considerata l'intera volumetria della discarica. Qualora nel territorio siano presenti discariche che non siano intercettate nell'areale individuato dal sito oggetto dell'istanza, occorre, in aggiunta, tener conto degli eventuali effetti di sovrapposizione. A tal fine, da ciascuna discarica esterna all'area/e del sito dovrà essere individuata l'area buffer con raggio di 5 km per verificare l'esistenza di sovrapposizioni con l'areale oggetto dell'istanza. Nel caso di sovrapposizioni con uno o più areali, per il sito oggetto dell'istanza occorre prendere a riferimento il fattore pressione areale con valore più alto tra quelli calcolati nelle aree che si sovrappongono. Per cui il divieto di autorizzare nuovi impianti di discarica o modifiche degli impianti esistenti che comportino un aumento della volumetria oppure la modifica ad una tipologia di discarica di categoria superiore, ad es. da rifiuti non pericolosi a rifiuti pericolosi, opera laddove si determini il superamento del fattore di pressione areale pari a 50.000 mc/kmq ovvero il fattore pressione areale sia già superiore a tale limite. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. In questo punto, a mio parere, vanno esaminati in particolare due livelli. Il Piano complessivo dello smaltimento dei rifiuti nella nostra regione che io seguo con grande attenzione, ahimè, da un trentennio e che - ancora una volta, faccio riferimento alla mia associazione internazionale di riferimento: ISDE- medici per l'ambiente - eredita di fatto - a mio modo di vedere non è esattamente la cosa migliore - gli strumenti di smaltimento degli RSU, dei rifiuti solidi urbani, del 2016 che fanno capo, di fatto, a grossi impianti d’incenerimento.

I grossi impianti, previsti anche nell'attuale Piano, che utilizzano la digestione anaerobica, uniscono lo smaltimento dell'umido con l'incenerimento, attraverso processi di combustione che sono assolutamente da evitare, a nostro modo di vedere, sia per l'immissione in atmosfera di gas climalteranti, ma anche, inevitabilmente, di prodotti tossici e cancerogeni che non possono in alcun modo essere intercettati neanche dai filtri più moderni a disposizione.

Questo è l'inquadramento complessivo che mi ha visto votare negativamente, nel passato, per quanto riguarda l'impianto del Piano generale che si trascina dal 2002 al 2016 a quello attuale, senza sostanziali modifiche, alla proposta di legge attuale che presenta tuttavia elementi di interesse, focalizzandosi sul problema delle discariche che rappresentano, come voi ben sapete, nel ranking delle priorità sul corretto smaltimento dei rifiuti, veramente l'ultima spiaggia, cioè la cosa da evitare, la cosa peggiore che ci possa essere sia per lo spreco di materie prime e seconde, sia per l'impatto inquinante e quindi negativo per la salute delle persone.

Ho sentito e sto sentendo in tutti questi anni tante impostazioni interessanti che però, troppo frequentemente, si fermano al livello di enunciato. Bisogna dare alla volontà di cambiamento una concretezza dei fatti che modifichi una realtà davvero deludente e anche questo governo regionale ha più volte ribadito la volontà di mettere al bando le discariche, di chiuderle, di non aprirne, eccetera.

Poi, vi voglio indicare il nome di questa concretezza, un esempio di cui mi sto occupando in questi giorni, dopo essermene occupato per gli ultimi vent'anni: la discarica di Campolescio nel Comune di Castrovillari perché unisce il problema concettuale della chiusura della discarica, il problema del funzionamento della Pubblica amministrazione, che anche lo stesso presidente Occhiuto ha segnalato come un elemento delicato e certe volte di debolezza del funzionamento dell'amministrazione regionale, e una prospettiva di concreto cambiamento.

La discarica di Campolescio è stata finanziata per la chiusura nell'agosto 2020, 4 anni fa, e dopo questa enunciazione di principio, ancorché scritta su carta, non è seguito alcunché.

All'indomani della mia nomina in Consiglio regionale ho fatto - se mi consentite un termine un po’ fantasioso, ma vi assicuro rispondente alla verità – “il cane da tartufi” per vedere se quel finanziamento ci fosse, dove fosse finito, se fosse possibile usufruirne. Dopo alcuni mesi, pur essendo consigliere regionale, sono venuto a scoprire che quel finanziamento c'era ed era utilizzato. Ho votato, con la maggior parte dei presenti, per due volte la rimodulazione di questo finanziamento perché ci fosse maggiore tempo per attuare un provvedimento. Un provvedimento che io giudico fondamentale sotto tutti i punti di vista: ambientale e di salute. Potrebbe essere un segnale importante alle persone che aspettano novità concrete e anche per tutta l'economia del territorio. Parliamo del distretto agroalimentare di qualità di Sibari che è l'unico governato da legge regionale, fra l'altro di iniziativa popolare.

Questo è l'ultimo anno in cui questo finanziamento può essere utilizzato, al 31 dicembre spira e con esso anche la speranza che tante persone ripongono nella soluzione di un problema così delicato. La notizia recente che voglio condividere con voi è che il 22 luglio, cioè quattro giorni fa, è stato finalmente presentato il progetto esecutivo della chiusura della discarica. Si chiama capping, praticamente un cappello che viene chiuso, viene messo sulla discarica per evitare che la stessa continui a produrre percolato, che è un liquido assolutamente tossico prodotto dal passaggio delle acque all'interno della discarica, che poi richiede somme ingenti per essere opportunamente smaltito e, se c'è qualche fessura, vi è la possibilità che venga inquinato il territorio circostante; ci troviamo, come vi dicevo, nel distretto agroalimentare di qualità di Sibari.

A questo punto, il momento storico è fondamentale, occorre semplicemente un bollo, un timbro su un foglio. Fra l'altro, vi segnalo, da parte della STV - Struttura tecnica di valutazione -, che è una modifica non sostanziale, quindi, di fatto, un semplice passaggio burocratico consentirebbe domani, sabato, domenica, lunedì, martedì di mettere a gara il progetto esecutivo e, quindi, darebbe praticamente la sicurezza, a fine luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre, di poter compiere questo intervento.

Credo che, come Assise regionale, sia una possibilità che non possiamo lasciarci sfuggire pur, ripeto, rispettosi delle indicazioni che ha dato il governo regionale. Vi dico che ho già avuto interlocuzioni cordiali e credo proficue con l'assessore Calabrese affinché ci sia la sollecitudine e la diligenza dovuta da parte degli uffici che in questo caso, a mio modo di vedere, dovrebbe essere ancora più incrementata perché stiamo parlando, ribadisco, di un bene comune fondamentale e della soluzione di un problema che ha visto, fra le altre cose, imponenti manifestazioni non degli ambientalisti, anche, ma del settore agroalimentare. Il collega Molinaro ricorderà - è stato presente con alcune centinaia di mezzi agricoli, in quanto all'epoca Presidente di Coldiretti – che abbiamo condotto insieme questa battaglia proprio perché era una battaglia a favore dei cittadini, della loro salute, dell'ambiente e dei loro interessi economici.

Auspico assolutamente che la discarica di Campolescio segnali una sorta di prima e dopo, cioè che l'impostazione teorica, generica, programmatica, possa, finalmente, trovare la concretizzazione reale, tangibile, a favore delle popolazioni calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anch'io mi collego all’ “in bocca al lupo”, agli auguri, ai nuovi Assessori e al Vicepresidente, di buon lavoro.

Noi riteniamo che questa legge vada profondamente modificata e voglio spiegare brevemente perché.

A nostro avviso, è inutile aggiungere criteri localizzativi, integrare con il corretto fattore di pressione delle discariche, se poi la norma prevede delle deroghe importantissime. Vado al dunque, nel capitolo 32.2 “Esclusione del campo di applicazione di criteri localizzativi”, lettera n): “le discariche per la messa in sicurezza permanente, impianti di trattamento e rifiuti realizzati nell'area in oggetto di bonifica e destinati esclusivamente alle operazioni di bonifica dei siti contaminati, secondo le procedure del titolo quinto, d.lgs. numero 152/2006, fermo restando l'obbligo rimozione degli impianti di trattamento di bonifica conclusa”.

Mettere tutti questi criteri per poi dare delle deroghe… deroghe che sembrano cucite ad hoc alla bonifica che ENI dovrà fare a Crotone. Come è noto, vi è un obbligo in capo a ENI di trasferire i rifiuti industriali esistenti nella città di Crotone fuori dalla Calabria, però, la parte che si intende abrogare permetterebbe a ENI di eludere tali disposizioni. Discarica di rifiuti industriali che sta determinando malattie incurabili nella città di Crotone.

In più, riteniamo che nei criteri localizzativi ci debba essere una distinzione marcata tra lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi e i rifiuti pericolosi, cosa che non è avvenuta, motivo per cui abbiamo presentato degli emendamenti che speriamo possano essere valutati positivamente nell'interesse della salute dei calabresi e dell'ambiente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Muraca. Abbiamo ammesso gli emendamenti anche se presentati fuori termine, non entro le 24 ore precedenti. Però, come lei ha detto, vengono proposte delle modifiche sostanziali dell'articolato che, se fossero state presentate in Commissione, sarebbero state valutate dagli uffici, invece, in questo modo non c'è stato tempo per valutarle. Quindi, presumo che non possano essere… però, lei relazioni, magari nella sua relazione agli emendamenti potrà chiarire. Prego.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Intervengo brevemente per rispondere: ci è stato detto che in Commissione ci sarebbe stato soltanto un passaggio per il parere e che non si sarebbero potuti presentare emendamenti, motivo per cui li ho presentati in Consiglio. Giusto per specificare. Grazie.

PRESIDENTE

Torniamo alla pratica. Sono pervenuti emendamenti. Iniziamo dall'esame dell'emendamento protocollo numero 15237/A02 del consigliere Muraca che apporta una modifica alla sezione 32.2 dell'originario Piano dei della gestione dei rifiuti. Faccia così, collega Muraca, illustri tutti gli emendamenti, così poi li passiamo all'esame del relatore e della Giunta.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Con la presente proposta emendativa si intende integrare la proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^ recante "Modifica del Piano Regione di Gestione dei Rifiuti - Integrazione criterio localizzativo 'Fattore pressione discariche" aggiungendovi anche la modifica, non contemplata nella proposta originaria, relativa al paragrafo 32.2 relativo al punto "Esclusione dal campo di applicazione dei criteri localizzativi", al fine di sopprimere la lettera n) ivi prevista.

L'intervento si rende necessario in quanto la disposizione attualmente vigente consente la realizzazione di discariche e/o l'ampliamento di discariche in aree oggetto di bonifica e/o destinate alle operazioni di bonifica. Occorre, pertanto, procedere alla soppressione della suddetta lettera n) al fine di tutelare la salute dei cittadini calabresi e l'integrità ambientale che costituiscono diritti costituzionalmente garantiti.

Alla sezione 32.4. Con la presente proposta emendativa si intende sostituire alla tabella 32.3 "Criteri localizzativi", pagina 394, del Piano Regione di Gestione dei Rifiuti approvato con deliberazione del Consiglio regionale numero 269 del 12 marzo 2024 relativa "Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti agli obiettivi delle Direttive UE "Economia Circolare". Adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Sezione Rifiuti Urbani, del Rapporto Ambientale di VAS e relativi allegati e della Sintesi non Tecnica", una previsione, non contemplata nella proposta originaria, volta ad ampliare i livelli di tutela ivi previsti per i residenti nelle zone limitrofe alle discariche.

La ratio è quella di tutelare la salute dei cittadini calabresi e l'integrità ambientale che costituiscono diritti costituzionalmente garantiti.

Questo nello specifico dell'aumento della distanza a 1000 metri rispetto a quello originale.

Nello stesso capitolo si intende emendare, alla lettera d) del punto 1, le parole "2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "3.000 metri"; alla lettera e) del punto 1, le parole "2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "3.000 metri"; al punto 2 le parole “500 metri” sono sostituite dalle seguenti “1000 metri” e le parole “250 metri” sono sostituite dalle seguenti “500 metri”.

Sempre la tabella 32.3 del capitolo 32.4. Nella colonna relativa ai livelli di tutela: "Alla lettera d) del punto 1, le parole "2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "3.000 metri"; alla lettera e) del punto 1, le parole "2.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "3.000 metri".

Sempre nel capitolo 32.4 da "Penalizzante per tutte le tipologie impiantistiche della tabella 3.1." sono aggiunte le seguenti modifiche: "Escludente per le tipologie impiantistiche A3, B1 e B2 di cui alla tabella 32.1.

Nella colonna corrispondente relativa al "livello di tutela": le parole "distanza: variabile." sono sostituite dalle seguenti: "> 200 metri."; dopo le parole "fatto salvo il punto a)" sono aggiunte le seguenti: "per la tipologia A3 > 1000 metri;".

Sempre il capitolo 32.4, nella modifica al punto relativo ai criteri "Rete Natura 2000: Zone Speciali di Conservazione", nella colonna corrispondente relativa al "livello di tutela", dopo le parole, poste alla fine della colonna "al di fuori della ZSC.", sono aggiunte le seguenti: "Escludente per le tipologie impiantistiche A3, B1 e B2 di cui alla tabella 32.1."

Per quanto riguarda, invece, il capitolo 32.5 proprio dell'emendamento in discussione oggi, noi riteniamo che nel “Fattore pressione discariche", al punto "Fattore pressione comunale” nella formula ivi rappresentata, il valore di riferimento per i rifiuti speciali pericolosi relativo al volume delle discariche per rifiuti pericolosi presenti nel territorio comunale {mc) pari al coefficiente: "1,5" debba essere sostituito dal seguente coefficiente: "2,25".

Per ultimo, Presidente, l’aggiunta al 32.6: “Al fine di garantire la tutela giuridica dell'ambiente e in considerazione della situazione particolare del territorio calabrese, caratterizzata da un'elevata concentrazione dei siti di smaltimento, le procedure autorizzative in essere relative al deposito di rifiuti sul o nel suolo sono sospese se in contrasto con le disposizioni di cui al presente Piano.".

È chiaro che la presenza di autorizzazioni in essere, prima dell'approvazione di questo Piano, renderebbe inutile il lavoro che stiamo facendo per ridurre e per inserire i criteri localizzativi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Muraca. Adesso passiamo alla votazione degli emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 15237/A02 che modifica la sezione 32.2 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Proseguiamo con l'emendamento protocollo numero 15278 del consigliere Muraca che modifica la sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Proseguiamo con l'emendamento protocollo numero 15278/A02 che modifica la sezione 32.4 dell’originario Piano di gestione dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Proseguiamo con l'emendamento protocollo numero 15278/A03 che modifica la tabella 32.3 della sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Passiamo all'emendamento protocollo numero15278/A04 del consigliere Muraca che apporta una modifica alla sezione 32.4 dell'originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Proseguiamo con l'emendamento protocollo numero 15278/A05 del consigliere Muraca che apporta una modifica alla sezione 32.4 dell’originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 15278/A06 del consigliere Muraca che apporta modifica alla sezione 32.4 dell’originario Piano dei rifiuti. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 15237 del consigliere Muraca che apporta la modifica alla sezione 32.5 dell'Allegato B della proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Passiamo all'ultimo emendamento protocollo 15239 del consigliere Muraca che aggiunge il paragrafo 32.6 all'Allegato B della proposta di provvedimento amministrativo numero 168/12^. Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto. Prima di passare alla votazione del provvedimento nel suo complesso, per dichiarazione di voto, ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Ho ascoltato attentamente la relazione del collega Raso e, sicuramente, con la modifica del Piano rifiuti e l'inserimento del fattore pressione discariche si va a inserire un elemento, collega Raso, che io reputo positivo, perché un nuovo criterio per l'installazione, la nascita, la creazione di nuove discariche che tenga conto, appunto, di questo fattore, penso che sia un elemento aggiuntivo positivo, presidente Mancuso.

Manca però questa discussione e mi dispiace che siano anche stati bocciati gli emendamenti del collega Muraca che vanno in questa direzione. La questione è il chiarimento sulle deroghe che la Calabria oggi sta vivendo, soprattutto dal punto di vista comunicativo, la questione del SIN di Crotone che non è più, adesso, superabile. Penso sia inaccettabile credere che per smaltire i rifiuti speciali pericolosi che ci sono a Crotone l'unica discarica disponibile, in tutta Italia, per ricevere questi rifiuti, guarda caso si trovi a Crotone. Allora, se da una parte questo Consiglio regionale, la maggioranza di questo Consiglio regionale di centrodestra vuole dare un segnale con l'inserimento del fattore pressione discarica, non possiamo però, presidente Mancuso, scrivere una cosa e poi prevedere una deroga nel Piano rifiuti che state modificando per dare il segnale che alla Calabria non servono nuove discariche. Lo state dicendo da più anni, ve lo riconosco, siete contro l'istituzione e la creazione di nuove discariche.

Vorrei sapere, collega Raso, queste deroghe in cosa consistono.  Non so se, anche voi, avete ricevuto - penso di sì perché vi ho visto nell'indirizzo della e-mail che abbiamo ricevuto tutti - dal comitato “Fuori i veleni da Crotone” in cui il popolo di Crotone, i cittadini di Crotone che non possono accettare tanti anni di inquinamento ambientale, chiedono che ENI, finalmente, si assuma la responsabilità di togliere i rifiuti, di spostare i rifiuti dal mare, delle acque del Mar Ionio. Non possono accettare, noi non possiamo accettare, in maniera silenziosa, che questi rifiuti siano spostati dalla costa di Crotone all'area montuosa di Crotone, collega Raso. Quindi, per dichiarazione di voto, non posso votare in maniera favorevole alla modifica al Piano rifiuti se non mi rendo conto e non riesco a capire questa deroga. Se le deroghe non vengono superate, non sono state superate dagli emendamenti che non avete approvato al collega Muraca, voglio capire fin dove si vuole arrivare con questa modifica e se, realmente, siamo uniti per dire ad ENI che i rifiuti, sì, vanno spostati da lì, ma, sicuramente, vanno spostati com'era l'accordo iniziale fuori dalla regione Calabria. Se non ci sono discariche nelle altre regioni si pensi a trasferirli in altri Stati dell’Unione europea. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Presidente, intervengo soltanto per dire che, per quanto riguarda gli emendamenti, trattandosi di un aspetto strettamente tecnico, è impossibile valutarli ascoltandoli e senza avere sinotticamente le evidenze delle modifiche. Mi sono astenuto perché non ho elementi di valutazione e non posso votare favorevolmente, anche apprezzando un avanzamento importante riguardo alla pressione comunale, alla pressione aerale sul territorio, per quanto riguarda le discariche. Il mio voto è riferito all'impianto complessivo del Piano regionale che rimane basato, come nel 2000, come nel 2002 e anche nel 2016, sul processo di combustione che, noi, come ISDE Italia, avversiamo da sempre.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anticipo immediatamente, con sintesi, il nostro voto contrario, ovviamente non solo per non avere accettato questi emendamenti. Vado un attimo e rapidamente ad argomentare e vi voglio ricordare che diversi mesi fa abbiamo approvato coram populi, quindi maggioranza e minoranza, una mozione che metteva in luce quali erano le gravità della situazione del SIN di Crotone, Cassano e Cerchiara, mettendole in luce attraverso gli studi scientifici fatti dal “Progetto sentieri” che vi ricordo essere l'unico progetto europeo che mette insieme il Ministero della Salute e il Ministero dell'Ambiente e monitora i quarantasei siti di interesse nazionale. Sul SIN di Crotone, Cassano e Cerchiara, negli anni, non c'è stato un minimo miglioramento dei dati sulla mortalità per tumore e delle patologie croniche; non solo, non c'è stato il minimo miglioramento, ma, addirittura, le situazioni sono gravemente peggiorate perché l'indice di mortalità delle persone che risiedono nei comuni di Crotone, Cassano e Cerchiara è decisamente più alto della media calabrese che già è più alta della media nazionale.

L'indice di mortalità, l'indice di patologie croniche è gravissimo, per cui questi cittadini hanno diritto ad essere posti all’attenzione molto più della situazione regionale che già, di suo, è grave. Vediamo i dati che vengono pubblicati, viviamo in questa regione, abbiamo fatto i medici in questa regione, conosciamo la gravità della salute dei cittadini. I nostri emendamenti erano volti a cercare di proteggere un po’ di più questa situazione, non avevano altre finalità, non volevano mettere in crisi l'impianto generale della proposta ma volevano - lo esprimo chiaramente, a nome, anche, di tutti i miei colleghi del Partito Democratico - salvaguardare, in maniera dedicata e specifica, questa area di Crotone, Cassano e Cerchiara, questo SIN, questo impianto così delicato, in cui l'aumento dei tumori si rivela ancora con caratteristiche peggiori, comprese anche le patologie croniche. L'indice di privazione socioeconomico che riguarda questa cittadinanza, infatti, è per il 60 per cento al di sotto di quelli che sono i livelli minimali, per cui, da questo punto di vista, la collettività non è in grado neanche di difendersi. Questo significa avere inserito nello studio l'indice di deprivazione socioeconomica.

Fatte queste considerazioni, vi invito sempre a ripensare alla mozione che andava a spingere, tra l'altro, il nostro presidente Occhiuto. Sicuramente lo fece, tant'è che poi è stato, anche, nominato il commissario Errigo. Ha avuto un ruolo importante, ma questo ruolo importante ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini e, quindi, di mettere in atto tutte le strategie possibili e immaginabili perché possano non accadere delle situazioni che, a valle di questa legge, che ha dei vulnus, si possono, invece, sviluppare. Il nostro voto, quindi, è un voto contrario. Vi invitiamo, però, lo stesso a ragionare su questo, perché abbiamo una responsabilità, come politici, nei confronti della nostra collettività e dei nostri cittadini.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Raso. Ne ha facoltà.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Volevo puntualizzare che oggetto della discussione è l'introduzione del paragrafo 32.5 in ordine al Piano di gestione dei rifiuti che riguarda l’introduzione del fattore di pressione delle discariche. Nel 2017 con una delibera di Giunta sono stati approvati, da un'amministrazione di centro sinistra, dei valori che erano 120.000 metri cubi per chilometro quadrato per il fattore comunale; con questa variazione si passa da 120.000 metri cubi per chilometro quadrato a 70.000 metri cubi; quindi, è molto più restrittivo di quello che c'era prima. In seconda analisi ci siamo espressi in modo negativo sugli emendamenti presentati dal consigliere Muraca perché, su cinque emendamenti, tre non riguardavano il punto all'ordine del giorno in quanto erano relativi alla lettera n) del paragrafo 32.3 e 32.4. Nel fattore di discarica, nei volumi delle discariche, sono già compresi i valori dei siti da bonificare, per questo c'è anche la deroga. In sostanza, come ho detto in Commissione, per quanto riguarda Crotone si preferisce avere aree non controllate in cui sono ammassati dei rifiuti pericolosi invece di avere delle discariche controllate che, anche se sono nello stesso territorio, però sono sicure. Cioè, preferiamo, noi diamo per partito preso, per raccogliere pure dei consensi elettorali, perché magari la gente non lo sa, dei rifiuti sulla battigia ammassati e non dei rifiuti pericolosi in una discarica ben sicura. Credo, dal punto di vista mio personale, che sarebbe meglio avere questi rifiuti in una discarica, sicuri e ben protetti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Raso. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Mi ha anticipato il consigliere Raso su alcune puntualizzazioni rispetto all'ordine del giorno. Volevo solo sottolineare che in merito al SIN, al sito di bonifica di Crotone, abbiamo avuto in audizione in Commissione il generale Errigo ed è stato illustrato, in maniera eccellente, tutto l'avvio del lavoro di bonifica che si sta portando avanti a Crotone, considerato l'elevato danno ambientale che questa parte di territorio ha subito durante gli anni.

È stato sottolineato dal generale Errigo, insieme, naturalmente, all'impegno da parte del Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, che è stato dato mandato al Comando generale dei carabinieri ambientali e forestali che, nel giro di una settimana, andranno a portare le risultanze rispetto a quella che è stata la verifica delle discariche autorizzate che possono accogliere questi rifiuti pericolosi. Questo è l'impegno nell'andare a fare questa verifica relativamente alle discariche autorizzate. Sono d'accordo con quanto è stato sottolineato dal Presidente della Commissione, Raso, quando dice che abbiamo, a Crotone, una discarica autorizzata a ricevere dei rifiuti pericolosi, dove mai nessuno ha sollevato la questione. Probabilmente sarebbe stato più opportuno utilizzare la discarica autorizzata a Crotone per accogliere i rifiuti pericolosi, nonostante, oggi, ci sia tutto l'impegno da parte della Giunta regionale, insieme al generale Errigo, di verificare se in Italia ci possono essere delle discariche che possano accogliere questi rifiuti.

Parliamo di 350.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Ritengo che il punto all'ordine del giorno andasse in tutt'altra direzione, posto che è quello della pressione delle discariche. Più volte è stato sottolineato che questa amministrazione regionale è contro l'apertura delle discariche private e, sicuramente, opera nella direzione del contenimento di quelle che sono le discariche pubbliche. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Almeno oggi abbiamo messo un punto certo su quella che è la volontà di questa maggioranza: autorizzare un impianto, possibilmente di gestione pubblica, all'interno del territorio di Crotone.

Non era questa, però, la ratio con la quale sono stati presentati gli emendamenti che sono stati presentati, invece, a protezione di un territorio che, negli ultimi trent'anni, è stato violentato dal punto di vista ambientale.

Diceva il consigliere Raso che i rifiuti che insistono nell'area SIN di Crotone sarebbe opportuno toglierli dalla battigia per portarli all'interno di un impianto sicuro. Penso che qualsiasi persona di buon senso sia d'accordo su questo. Il problema è che la provincia di Crotone, negli ultimi trent'anni, ha preso, all'interno del suo territorio, rifiuti provenienti da tutta Italia. La provincia di Crotone è una di quelle più tartassate dal punto di vista dell'incidenza tumorale, soprattutto tra i bambini. Penso che Crotone abbia pagato e stia pagando un prezzo altissimo e i cittadini di quella città e di quella Provincia hanno tutti il diritto di chiedere che questi rifiuti vengano portati fuori dal territorio non solo provinciale ma regionale.

Stiamo parlando di una conferenza di servizi chiusa nel 2019 con una decisione chiara, quella di portare i rifiuti fuori regione. Purtroppo, l'attore principale di questa vicenda è ENI, stiamo parlando di un colosso che, se non sbaglio, ha un giro d'affari di circa cento miliardi di euro l'anno, forse tre volte o quattro volte quella che è una finanziaria che ogni anno, lacrime e sangue, il Governo cerca di far quadrare.

La verità è che ci siamo trovati di fronte a un colosso che in questi anni ha sempre fatto perdere tempo affinché anche le leggi nazionali potessero cambiare, affinché quei rifiuti rimanessero all'interno del territorio crotonese, affinché ENI potesse risparmiare risorse, perché portare i rifiuti fuori regione, chiaramente, ha un costo più alto.

Quindi, la volontà di questi emendamenti non era quella di evitare che si facessero impianti nella nostra regione, ma evitare che la provincia di Crotone, ancora una volta, venisse umiliata e diventasse la pattumiera non solo regionale ma anche nazionale. Da questo punto di vista credo che i SIN, essendo siti di interesse nazionale e non regionale, siano una responsabilità diretta del Governo nazionale e non solo di quello regionale perché, quando si tratta di emergenze di rifiuti, il problema coinvolge tutti. Altrimenti non vedo perché i rifiuti che produciamo all'interno dei nostri territori spesso vadano lavorati in altre Province: i rifiuti che si producono nel cosentino vanno nel reggino, quelli del vibonese nel catanzarese. Quando ero sindaco di Soverato ed ero Vicepresidente per quanto riguarda la gestione dell'ATO rifiuti, a un certo punto - non so se ricordate - ci fu un'insurrezione perché l'impiantistica non riusciva più a sopportare il carico dei rifiuti che arrivava dai Comuni. Il sindaco Abramo all'epoca chiese a tutti i sindaci di sottoscrivere un documento per vietare che ci fosse il conferimento da parte dei Comuni del vibonese nell'impiantistica catanzarese, con una visione limitata di quello che era il problema. Chiaramente ci opponemmo perché il problema dei rifiuti non è di un singolo Comune, di un singolo cittadino, ma è di tutti. Allora vi vorrei chiedere di valutare il problema della Provincia e del Comune di Crotone non come un problema solo dei crotonesi, ma come un problema di tutti i calabresi affinché questi rifiuti non rimangano nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie. Presidente, colleghi tutti, vorrei brevemente e con estrema sintesi esprimere le mie personali considerazioni sull'oggetto in questione, ovvero la modifica al Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrazione, criterio localizzativo, fattori pressione discarica.

Vorrei partire dal presupposto che qualsiasi provvedimento adottato in ambito ambientale non potrà mai restituire quell'immacolata integrità che il nostro territorio ha perso a causa di ottuse e scellerate politiche che non hanno mai, nei decenni passati, difeso l'ecosistema regionale, ma, anzi, hanno permesso che lo stesso venisse impunemente alterato e inquinato in maniera vergognosa e inquietante.

Posso dirvi con estrema amarezza, l'ho detto pure l’altra volta, ho lavorato per 15 anni interessandomi di medicina necroscopica e posso dirvi che il numero di morti a Crotone e Provincia supera di tantissimo le altre regioni, specialmente a causa della leucemia.

Discutiamo di queste discariche con rifiuti speciali, questi rifiuti speciali venuti dal nord, con questi rifiuti speciali posso dirvi che sono state asfaltate, bitumate le strade interpoderali di Crotone e provincia; infatti, anni fa volevano, a poco a poco, eliminare tutte quelle strade, ma hanno capito che ci volevano troppi soldi. Posso anche dirvi che parecchi edifici del crotonese e dentro Crotone sono stati costruiti su terreni inquinati.

Questo intervento vuole far presente alla Giunta regionale che qualsiasi proposta in ambito rifiuti e tutela dell'ambiente deve necessariamente escludere Crotone, questo perché non possono esserci più aperture di discariche o di nuove discariche, perché, oramai, è noto a tutti che da decenni il crotonese è martoriato dall’ inquinamento con un rischio ambientale che ha superato ogni logica. Bisogna insistere con ulteriori azioni affinché l'ecosistema calabrese, ma soprattutto quello crotonese, possano essere tutelati e rispettati in maniera adeguata.

Nell'augurare un buon lavoro alla nuova Giunta regionale ed un personale e sincero benvenuto alle nuove assessore, auspico che le loro proposte e i loro provvedimenti possano essere orientati verso traguardi basati sulla tutela dell'ambiente e sulla promozione di una più diffusa coscienza ecologica. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Ho sempre il massimo rispetto per il dibattito che si svolge in questo Consiglio regionale, però, oggi, i contenuti di questo dibattito, da parte di alcuni consiglieri di opposizione, li ho trovati assolutamente lunari, oppure, comunque, assolutamente. inconsapevoli di quello che in Calabria è successo negli ultimi trent'anni, di quello che in Calabria è successo anche negli ultimi anni dopo l'approvazione del Piano dei rifiuti del 2016 e di quello che a Crotone è successo negli ultimi trent'anni e negli ultimi anni dopo il Piano del 2016.

Facciamo allora il punto su quello che contiene questo Piano. Questo Piano contiene una revisione degli indici di pressione, come diceva bene il consigliere Laghi, areali e comunali, che, di fatto, impediscono, finalmente, che Crotone continui ad essere la discarica di rifiuti speciali e pericolosi d'Italia. Per intenderci questo stesso criterio, formulato in maniera diversa, era contenuto anche nel Piano del 2016, ma il criterio contenuto in quel Piano, per esempio, prevedeva che nel territorio di Crotone si potessero creare altri 10 milioni di metri cubi di discarica; cioè, se oggi non avessimo prodotto questo Piano, con queste modifiche, nel territorio di Crotone, per quello che ha fatto il centrosinistra quando ha governato la Regione approvando il Piano, ci sarebbero potuti essere, nel territorio di Crotone, discariche per altri dieci milioni di metri cubi. Invece, con questo Piano, non ci sarà a Crotone alcuna discarica, che non ci sarebbe stata, che non sarebbe stata proposta se qualcun altro lo avesse fatto, in passato, nel Piano del 2016 o nei Piani precedenti.

Nessuno ha rilevato, con l'onestà intellettuale che, invece, dovrebbe appartenere a chiunque rappresenti i cittadini, al di là delle appartenenze, che oggi, finalmente, la Calabria, a differenza di tante altre regioni che ancora sono alle prese con il recepimento delle direttive sull'economia circolare e con il soddisfacimento delle precondizioni abilitanti che, poi, danno la possibilità di impiegare le risorse comunitarie e quindi di avere risorse da investire, ha ricevuto, grazie al Piano che abbiamo approvato, dalla Commissione europea la condizione abilitante che ci consente di investire delle risorse. Ma una buona notizia per la Calabria non è una buona notizia solo per chi governa la Calabria ora, è una buona notizia per la Calabria e credo che in un dibattito del genere andrebbe salutata come positiva da tutti quelli che intervengono.

In passato si è consentito l'abuso del territorio, lo stupro del territorio a ditte private, a multinazionali; oggi con questo Piano questa cosa la impediamo, cercando di fare i buoni amministratori. Lo diceva bene il consigliere Raso, non è che non abbiamo accettato gli emendamenti dell'opposizione perché siamo di maggioranza e voi siete opposizione, alcuni emendamenti, come diceva molto opportunamente il consigliere Laghi, meritavano, forse, di essere approfonditi tecnicamente. Tra i consiglieri di minoranza ci sono anche i consiglieri che hanno svolto funzioni di Sindaco e sanno che chi vuole amministrare bene quando fa un provvedimento lo deve fare in maniera che non sia impugnabile, che non sia opponibile dal punto di vista giudiziario. Allora perché abbiamo detto “no” alla deroga? Perché il principio della deroga è un principio che a livello nazionale non è considerato un principio di buon senso.

Faccio un esempio che non riguarda Crotone: se in un territorio, domani, ci dovesse essere necessità, in Calabria o in qualsiasi altra regione, di una bonifica e ci fosse in quel territorio un rifiuto che tecnicamente non è asportabile, quel rifiuto deve essere, in qualche modo, bonificato lì in zona e, se si esclude questa possibilità, si rende impugnabile il provvedimento. Non è il caso di Crotone, perché i rifiuti di Crotone non sono tecnicamente non asportabili, i rifiuti di Crotone, per quanto mi riguarda, sono tecnicamente asportabili; c'è un vincolo che la Regione ha posto insieme al Ministero dell'Ambiente e che non ha nessuna intenzione di rimuovere, spero che non abbia intenzione di rimuoverlo nemmeno il Ministero dell'Ambiente, che dice che chi fa la bonifica a Crotone, ENI Rewind, deve smaltire questi rifiuti fuori dalla Calabria e così dovrà essere, ancor di più perché non c'è stata nessuna interlocuzione favorevole con le amministrazioni territoriali di Crotone. Se fossero venute le amministrazioni territoriali di Crotone e avessero detto al Presidente della Regione, all'esito di un confronto in un tavolo con ENI Rewind, che avevano deciso ci fosse questa possibilità alternativa e quindi avessero proposto alla Regione e al Governo, al Ministero dell'Ambiente di rimuovere il vincolo, noi avremmo potuto pure considerare la possibilità. Non è detto che avremmo detto sì, ma avremmo potuto considerarla. Ma qui non siamo nemmeno in questa condizione perché c'è la convergenza di tutte le amministrazioni territoriali nella direzione di dire che questo vincolo non va rimosso e, per quanto ci riguarda, il vincolo rimarrà. Per cui si sta facendo una discussione che, da un lato, non tiene conto di quelle che sono le responsabilità di chi ha amministrato in passato, di chi ha governato in passato questi temi, di chi ha fatto i Piani che hanno consentito, poi, a Crotone di essere una provincia dove ancora si potevano proporre nuove discariche e, dall'altro, però, si sta facendo la discussione come se ci fosse la decisione da parte della Regione o del Ministero dell'ambiente di consentire a ENI Rewind di smaltire in loco i rifiuti. Non è così! Non c'è nessuna intenzione di fare questo.

Abbiamo detto “no” anche all'emendamento che dice che si sospendono le autorizzazioni per nuove discariche, ma lo abbiamo fatto perché chiunque abbia fatto il Sindaco, abbia fatto l'amministratore o abbia un po’ di dimestichezza in materie giuridiche - io ne ho molta meno di molti di voi perché sono laureato in economia - sa che se fai un provvedimento dove viene detto che si sospendono le autorizzazioni. Si sospendono fino a quando? Si sospendono fino a che termine? Si sospendono perché?

Noi stiamo facendo di meglio, di molto meglio. Stiamo facendo un Piano che eviterà alla Calabria e soprattutto alla provincia di Crotone di essere la pattumiera d'Italia e lo stiamo facendo con grande coraggio, con grande determinazione, anche confliggendo con interessi che probabilmente sarebbero stati soddisfatti, se queste modifiche al Piano che noi abbiamo previsto non le avessimo previste e avessimo fatto come chi ha governato nel 2016 e ha fatto il Piano precedente.

Sono intervenuto soltanto per chiarire questi aspetti perché è legittima la polemica politica, non me ne stupisco. Sono stato impegnato, nel corso della mia esperienza, in tante aule dove si esercita il confronto politico. Sì, è possibile, è assolutamente legittimo, ma non è legittimo addossare ad altri, che stanno facendo cose mai fatte in passato, la responsabilità di chi queste cose in passato avrebbe dovuto farle e non le ha fatte. Soprattutto non è legittimo quando questo esercizio appartiene, appunto, a chi raccoglie l'eredità di chi ha fatto il Piano del 2016 e ora si lamenta del fatto che Crotone sia diventata la pattumiera d'Italia.

Noi stiamo lavorando per impedire che questo continui e per fare della provincia di Crotone, come di tutta la Calabria che abbiamo nel cuore, una regione che si segnali per la qualità del suo ambiente e che non regali il suo ambiente a quanti, attraverso lo stupro dello stesso, vogliono acquisire vantaggi, profitti in termini imprenditoriali.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato con l'autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 177/12^ d'Ufficio, recante: “Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge numero 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 6, la proposta di provvedimento amministrativo numero 177/12^ d'ufficio, recante: “Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge numero 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”.

Prima di cedere la parola alla collega De Francesco, volevo portare a conoscenza, per evitare strumentalizzazioni, che prima di questa seduta è stato sottoscritto dai capigruppo di maggioranza e opposizione, eccetto il Movimento Cinque Stelle e il Gruppo misto, un documento che prevede che, in caso di referendum positivo per l'unificazione dei Comuni, la data di avvio del Comune unico sarà entro il 2027. Non ha firmato neanche il consigliere Laghi. Cedo la parola alla collega De Francesco.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatrice

Grazie, signor Presidente. Anch'io mi unisco ai colleghi nel formulare gli auguri di buon lavoro ai nuovi Assessori regionali, alla professoressa Capponi, alla dottoressa Caracciolo, al neo Vicepresidente della Giunta regionale, al dottor Filippo Pietropaolo, e agli Assessori regionali riconfermati.

Grazie, signor Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, colleghi consiglieri, signori della stampa; la proposta di risoluzione che oggi sottoponiamo al Consiglio regionale per l’approvazione è stata approvata in prima Commissione consiliare, che mi onoro di presiedere, lo scorso 20 marzo, portando a compimento un percorso molto importante che ha avuto inizio il 4 maggio 2023, data in cui è stata incardinata la proposta di legge relativa all'istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero.

Sin da subito, insieme ai colleghi sottoscrittori della proposta, insieme ai colleghi della Commissione affari istituzionali, abbiamo deciso di. programmare e di calendarizzare più sedute dedicate allo svolgimento delle audizioni, che consideriamo un presidio di partecipazione e di democrazia davvero efficace, proprio perché pienamente consapevole dell'importanza che riveste il dibattito ed il confronto. C'è stata, quindi, da parte nostra la volontà di portare avanti un iter con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle associazioni di categoria e della società civile e, in veste di Presidente della Commissione di merito, ho cercato sempre di mantenere la giusta e doverosa imparzialità, accogliendo tutte le richieste di audizione di tutti coloro che ne hanno fatto esplicitare richiesta, accogliendo quindi i contributi di tutti, opposizioni comprese, e riservando la giusta attenzione alla trattazione degli atti.

Quindi, come era doveroso, abbiamo ascoltato i Sindaci, abbiamo ascoltato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i rappresentanti degli ordini professionali, parlamentari, docenti universitari di ogni schieramento politico e a tutti desidero esprimere la mia gratitudine.

È stato inoltre realizzato uno studio di fattibilità redatto dal professor Sergio Luigino, che ringrazio, uno studio eseguito con rigore scientifico che dimostra quelli che sono i benefici che ricadranno sul territorio della conurbazione, uno strumento utile a supportare le valutazioni legate alle opportunità della città unica ed è stata trasmessa poi una nota in Commissione, in data 29 gennaio 2024, con la quale tutti quanti noi proponenti della proposta di legge numero 177/12^, abbiamo individuato i nomi del Comune di nuova istituzione da indicare nel quesito referendario, che sono: Cosenza, Cosenza, Rende e Castrolibero e nuova Cosenza. Tutto ciò che abbiamo fatto segue il dettame costituzionale, l'articolo 133 e la legislazione ordinaria di derivazione vengono pedissequamente rispettate allorquando, proprio attraverso la consultazione referendaria, si realizza compiutamente la partecipazione dei cittadini nella scelta di fusione.

Siamo quindi coscienti, cari colleghi, di aver lavorato rispettando ogni procedura e quindi abbiamo lavorato con grande umiltà e con rispetto.

Oltre ad essere il Presidente della Commissione di merito, insieme ai colleghi Caputo, Gallo, Mannarino, Straface, Gentile, Molinaro e Graziano, sono fra i proponenti della proposta di legge e quindi sono favorevole alla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. La grande città è di fatto già esistente, i tre Comuni non hanno chilometri divisori, sono la stessa essenza, lo sono per i cittadini. Una grande realtà amministrativa significherebbe, poi, godere di finanziamenti dell'ordine di 10 milioni di euro per 15 anni, per un totale di 150 milioni di euro, ma ritengo che la fusione rappresenti anche la fase più compiuta della razionalizzazione delle funzioni comunali che comporta diversi vantaggi quali: l'economia di scala, la riduzione delle tasse per la razionalizzazione dei servizi in un unico centro di governo, la riduzione dei costi degli organismi rappresentativi. E poi un'unica grande città significa agganciarsi all'Università della Calabria, alla Facoltà di medicina, creare un nuovo un unico polo tecnologico e industriale, pensare ad una politica dei servizi innovativa creando dei servizi per i cittadini e nuove occasioni di lavoro. Ritornare a pensare a un nuovo ragionamento politico culturale che dica ai nostri figli che rimanere è possibile, perché trovo che la fusione rappresenti un atto d'amore non tanto per noi, ma per chi verrà dopo di noi. Ma oltre alle straordinarie opportunità connesse alla conurbazione, io sono favorevole perché credo bisogna cogliere una domanda che viene dal basso, di città unica se ne parla da almeno cinquant'anni, i cittadini ci chiedono concretezza, sono stanchi dei campanilismi che frenano il processo di fusione.

Noi ovviamente rispettiamo ogni posizione, comprendiamo ogni posizione, ma il fulcro è che saranno i cittadini a decidere e la democrazia è l'unico strumento che può processare i sistemi politici e ad essa ci affideremo sempre.

Insomma, colleghi, io penso che noi in Commissione abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere e quindi ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ai lavori della Commissione per la preziosa collaborazione. Abbiamo portato avanti un lavoro in più di un anno, tempo che quasi mai interessa gli iter legislativi, convinti di avere adempiuto a tutti i passaggi.

Prima di chiudere vorrei rivolgere qualche ringraziamento. Ci tengo ancora una volta a sottolineare l'importante lavoro che è stato svolto in Commissione affari istituzionali, un lavoro che ha dimostrato maturità, attraverso un lavoro sinergico che ha saputo coniugare idee, proposte e ascolto centrando un obiettivo ambizioso, quello di lavorare insieme.

Per quanto mi riguarda è stato un piacere, quindi ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno preso parte ai lavori della Commissione per l'approccio che avete avuto, un approccio scevro da preconcetti e da posizioni predefinite, ma che ha dimostrato volontà di discutere insieme e affrontare insieme questo importante progetto di legge sulla fusione.

Per ultimo, ma non certamente per importanza, desidero rivolgere un ringraziamento agli uffici della prima Commissione consiliare per l'instancabile impegno e per il sempre qualificato lavoro svolto.

Adesso andrò a leggere la proposta che la prima Commissione consiliare sottopone al Consiglio regionale per l'”approvazione, ai sensi dell'articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, numero 13, della deliberazione di effettuazione del previsto referendum consultivo obbligatorio a tutti gli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero sulla proposta di legge numero 177/12^, formulando nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento alla proposta di legge numero 177/12^:

Punto 1: volete voi che sia approvata la proposta di legge numero 177/12^ e che sia istituito un nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero? Punto 2: quali delle seguenti denominazioni volete che assuma il nuovo Comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?

a)Cosenza;

b)Cosenza, Rende e Castrolibero;

c) Nuova Cosenza.

Di proseguire nell'iter procedurale avviato ai sensi della legge regionale numero 13 del 1983.”

Questa, colleghi, è brevemente la proposta di risoluzione attraverso la quale chiediamo l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio e, a seguire, al Presidente della Giunta regionale di indire il referendum che ci restituirà la volontà popolare. Grazie a tutti per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Innanzitutto, esprimo gli auguri di buon lavoro alle neoassessore da poco nominate dal presidente della Giunta regionale Occhiuto. Auguro anche buon lavoro al neovicepresidente Pietropaolo e ai componenti della Giunta restante.

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta regionale, cari colleghi, credo che oggi il gruppo del PD - mi auguro anche qualche altro collega della minoranza - stia dimostrando quanto è pronta ad accettare le sfide legate al cambiamento, all'innovazione e alle trasformazioni necessarie alla Calabria. L’affermo con più forza e determinazione se penso e riporto indietro le lancette dell'orologio a marzo dell'anno 2023 quando - voglio anche questo dirlo e ribadirlo con determinazione - nessuno ha compreso il perché di un procedimento che ha deciso, alla radice, l'opportunità di una discussione franca, pacata e nel merito. Tanto che, in quella seduta - lo dico anche ai colleghi Lo Schiavo e Tavernise -, ci siamo visti costretti ad abbandonare l'Aula nel momento in cui ci siamo ritrovati “impacchettato” il provvedimento normativo sulla nascita della città unica.

Quella, caro Presidente, non è stata una bella pagina per il Consiglio regionale, in primis, perché, in quell'occasione, si è ripetuta l’ingiustificabile pratica di presentare provvedimenti minestrone contenenti le più disparate norme con la volontà manifesta di ammazzare il dibattito, di esautorare il Consiglio delle sue prerogative e di minare la qualità della produzione normativa. Sappiamo anche che questo costituisce un modo subdolo, utilizzato da qualche manina, per infilare di volta in volta provvedimenti che si spera possano passare a fari spenti e che, invece, spesso abbiamo scoperto e portato alla luce del sole. Come quando, in un precedente provvedimento omnibus, con un semplice emendamento, si era tentato di far passare il contendere di cui oggi discutiamo e l'ingrediente più indigesto di quella “insalatona mista” del marzo 2023; la modifica dell'articolo 4 della legge 2006, che toglieva ai Comuni la potestà di aderire o meno al processo di fusione.

Rispetto a quel metodo noi siamo stati chiari, non ci è piaciuto e non ci piace, non possiamo condividerlo perché non è democratico, non è partecipativo. A questo proposito, avevamo invitato il presidente Occhiuto e la sua maggioranza a predisporre e portare in Aula, in tempi brevi, una normativa organica, complessiva e omogenea sulle fusioni che, in linea con l'indirizzo legislativo espresso da altre Regioni - mi riferisco all'Emilia Romagna, ad esempio - consentisse di predisporre gli incentivi economici e fiscali adeguati da affiancare ai contributi statali già in essere, al fine di rendere effettiva la possibilità di aggregazione. Richiesta che oggi rinnoviamo al Presidente, consapevoli che tali processi si governano con una programmazione chiara e trasparente, attraverso un programma annuale regionale di riordino territoriale anche perché siamo sempre più convinti - lo siamo da sempre - che i processi di accorpamento siano da incoraggiare, supportare, perché rappresentano il modello di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali che più di altri risponde alle esigenze di razionalizzazione della spesa e a quella di interventi per aree omogenee che va a incidere, in maniera determinante, anche sull'utilizzo dei finanziamenti e delle risorse pubbliche.

Detto ciò, nell'anno appena trascorso, noi non siamo stati con le mani in mano a guardare, ma abbiamo cercato di capire, di aprire un canale di comunicazione con la società, nelle comunità, aprendo col territorio un ragionamento, una discussione, un dialogo, un confronto, sperando di raccogliere osservazioni da parte di chi esprime preoccupazione, da parte di chi difende in maniera legittima la propria identità, il proprio territorio, l'orgoglio dell’appartenenza a un territorio, ma soprattutto abbiamo cercato di capire quali sono le vere motivazioni che stanno alla base di queste osservazioni, di queste critiche e di queste preoccupazioni. Una minoranza deve saper essere istituzionale, specie quando la maggioranza lo è a giorni alterni, e una classe dirigente degna di questo nome, non può fossilizzarsi sulle schermaglie o strumentalità, ma deve avere quella capacità e intelligenza di innescarsi nel divenire dei processi per poterli modificare, governare e condizionare. Noi questo l'abbiamo fatto in questi mesi e in quest’anno, attraverso un dialogo continuo, un confronto continuo, un raccordo con il nostro partito, un raccordo con il nostro segretario regionale.

Abbiamo fatto un lavoro scrupoloso su questo tema, perché tale deve essere se si vuole essere parte dei processi di cambiamento, dell'innovazione, delle rotture dei localismi e dei campanilismi. Questo bisogna fare se si vuole dare alla Calabria una classe dirigente adeguata alle sfide di cui parliamo, rigettando ogni tentativo della cosiddetta politica dello “scusagno” - lo voglio dire in cosentino, della scusante in italiano -, cioè di trovare e arrabattare tante soluzioni per dire no alla proposta di legge. Noi questo tentativo l'abbiamo rifiutato. Il risultato del nostro approccio e della nostra predisposizione alla concretezza è stato il documento politico a cui, poco fa, ha accennato il presidente Mancuso, che abbiamo ieri, come PD, presentato formalmente in una conferenza stampa e che prevede l'entrata in vigore della fusione a febbraio 2027, sanando uno dei vulnus democratici che avevamo denunciato. Questo è un lavoro fatto da un gruppo dirigente che si ritiene tale, che si pone l'obiettivo di innovare i processi, di cambiare i processi, di essere nei processi e per farlo c'è bisogno di questo approccio: dialogo, confronto, ascolto, ma non della politica dello “scusagno”. Questo documento non è altro che la sintesi di quello che abbiamo raccolto, caro collega Tavernise, sui territori. Cosa ci chiedeva il territorio? Maggiore armonizzazione, più tempo per la realizzazione della città unica, una sintesi migliore, studiare i bilanci, fare una commissione tecnica per affrontare i temi, dare più anni e tempo alle varie burocrazie per creare sinergia, armonizzazioni e questo abbiamo fatto.

Il documento politico è vincolante, lo voglio dire al Presidente del Consiglio, Mancuso, perché con la sua firma garantisce - presidente Mancuso, mi ascolti - anche per quest'Aula consiliare. Per noi è vincolante e tale rimarrà. Quindi, avendo raggiunto la convergenza su questi punti fermi e sui tempi opportuni, oggi possiamo guardare con serenità al provvedimento all'ordine del giorno.

Certo, si è partiti col piede sbagliato, ma abbiamo avuto il tempo di raddrizzare il cammino e arrivare alla meta e la meta non può che essere la soluzione unitaria per Cosenza, Rende e Castrolibero.

D'altronde è la mia storia che mi fa dire questo e affermare questo. In questi anni, sono stato personalmente protagonista di processi di fusione, prima della fusione Casali del Manco, molto più facile rispetto a quella di Corigliano - Rossano che mi ha visto protagonista nel sostenere questo processo di fusione. Credo che con questi processi di fusione si possano ottenere tante opportunità per le comunità, basta vedere i dati, i finanziamenti ottenuti in questi anni dal Comune di Corigliano-Rossano, l'attrattività del Comune di Corigliano per capire che è un provvedimento che rafforza il territorio, che amalgama i territori e li rende attrattivi e forti nell'interlocuzione, nei finanziamenti, nelle scienze strategiche, politiche ed economiche della Calabria e non. Ecco perché non potevamo che essere d'accordo su questo approccio, su questa innovazione, su questa proposta. Abbiamo sempre contestato il metodo e le nostre preoccupazioni sul metodo rimangono tali, ho cercato di spiegarlo al meglio.

Qualcuno poteva anche pensare che il PD volesse intestarsi questa battaglia di retroguardia, perché tale, per me, è non sostenere questi processi di fusione. È una politica che si porta avanti, ormai, a livello nazionale ed europeo, ma noi non siamo quel tipo di minoranza e soprattutto noi siamo quel tipo di partito, noi crediamo fortemente nelle opportunità che possono derivare da queste fusioni e oggi siamo qui per dire al presidente Occhiuto - mi dispiace che non sia in Aula - che questa minoranza e il PD calabrese non hanno paura delle sfide legate al cambiamento, all'innovazione, alla difesa dei diritti essenziali per i calabresi.

Noi, con questa nostra posizione, caro presidente Occhiuto, abbiamo dimostrato di essere pronti ad accettare le sfide. Lo dimostri anche lei, annunciando in quest'Aula la sua scelta per quanto riguarda l'Ospedale nuovo a Cosenza. Qual è la sua scelta? Rende, Policlinico universitario o Vaglio Lise? Inizi anche lei a dimostrare coraggio, venga in quest'Aula e ci proponga un pacchetto importante per le aree interne e noi siamo pronti a sostenerlo. Venga in quest'Aula a dire qual è la sua posizione sull’autonomia differenziata, non giocando più a poker. Dica se è favorevole, come ha detto ieri il senatore Alfieri, e porti in Aula il provvedimento per quanto riguarda di richiesta del referendum abrogativo.

Su questi temi quindi, caro presidente Occhiuto, e altro ancora, troverà il gruppo del PD pronto ad accogliere queste sfide, pur con le nostre proposte e le nostre visioni, ma soprattutto liberi da ogni pressione e da logiche romane che, in questi lunghi anni di regionalismo, non hanno certamente aiutati i calabresi e la difesa dei loro diritti.

Quindi, buon lavoro a tutti, noi siamo pronti da oggi a sfidare questa maggioranza di governo, assumendoci le nostre responsabilità, ma lo facciamo per il bene dei calabresi, lo facciamo perché riteniamo che i provvedimenti di questo genere aiutino a crescere, a far maturare dei processi di cambiamento nella nostra regione.

Siamo pronti quindi, presidente Occhiuto, l'aspettiamo in quest'Aula per misurarci anche sui temi dell'alta velocità, sul Piano dei trasporti, su cui oggi manca una posizione chiara della Giunta regionale, per dire che questa minoranza non si chiude nel proprio recinto, ma vuole essere protagonista nelle scelte fondamentali e lo farà ancora di più da settembre in poi, con proposte mirate, serie, scrupolose che tengano al centro la Calabria e gli interessi dei calabresi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bevacqua. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Presidente, in questa seduta del 26 di luglio avrei preferito parlare di un altro referendum: del referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata, rispetto al quale spero che il Consiglio regionale della Calabria voglia prendere posizione al più presto. Avrei voluto parlare di questo, ma ovviamente l'agenda politica, come decisa anche nella Conferenza dei capigruppo, ha scelto di indicare questo oggi come punto all'ordine del giorno. Su questa vicenda, che tra l'altro è particolarmente rilevante, non solo non ho cambiato idea, e quindi continuo a essere contrario alla proposta che oggi voi portate in Aula, ma cercherò di argomentarla sostenendo che non solo non è una battaglia di retroguardia, ma è un provvedimento pericoloso che oggi noi approviamo perché introduce un precedente politico rilevante che ha delle ricadute concrete nell'ambito dei nostri lavori e che aprirà sicuramente, nel prossimo futuro, ad altri casi molto simili che andremo a discutere in questo Consiglio regionale. Parto da un dato: io non sono cosentino, ma noi non stiamo discutendo solo della fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Noi in quest'Aula stiamo discutendo di qualcosa di più importante.

Parto, anche, da un dato: sono a favore dell'istituto delle fusioni, perché penso che siano assolutamente necessari anche in Calabria una razionalizzazione degli enti locali e un loro ridisegno.

Dico questo perché qualcuno può eccepire che dire sempre “no” sia una posizione conservatrice. In realtà noi stiamo dicendo, io sto dicendo “no” a una proposta che parte su un presupposto totalmente diverso da quello che era lo spirito costituzionale, il Testo Unico degli enti locali e, anche, la nostra legge regionale sul referendum, perché questa proposta non parte dal basso. Questa proposta parte, ovviamente, da un'iniziativa in questo Consiglio regionale e non parte “sentite le popolazioni interessate”.

Attenzione, il Presidente della Commissione, giustamente, diceva: “Abbiamo fatto, in Commissione, una campagna di ascolto con chiunque l'abbia voluto.” È vero! Ma non è mai partita dalle delibere dei Consigli comunali che, oggi, sono costretti a subire questa fusione. Non è mai partita lì. Sono stati ascoltati in Commissione, ma non parte dal basso, parte dall'iniziativa di un consigliere o da più consiglieri regionali.

Vedo che c'è, anche, oggi un'adesione di altri gruppi politici a questa proposta, ma parte dall'alto. E parte - qui era la sfida che noi avevamo proposto col consigliere Tavernise circa un anno fa - senza avere disciplinato e regolamentato gli istituti che consentono la leale democrazia in questo processo che è proprio l'istituto del referendum consultivo di cui oggi stiamo parlando e parleremo. Perché dico questo? Perché la legge regionale che disciplina questo referendum, intanto, non è organica e non è una disciplina completa, ma è una legge che rischia di frustrare, proprio per come si sta ponendo, la reale democrazia e la reale identità delle comunità interessate.

Lo devono sapere i calabresi: il referendum verrà approvato a maggioranza. Cosa significa questo? Che se, nell'ambito di un procedimento di fusione, noi mettiamo assieme Comuni demograficamente diversi, con pesi demografici diversi e con pesi politici diversi, noi non parliamo più di fusione, ma parliamo di annessione. Se io domani, in quest'Aula, propongo la fusione della mia città che ha 30 mila abitanti con il Comune limitrofo che ne ha 2 mila e l'altro Comune limitrofo che ne ha 3 mila, secondo voi l'esito referendario quale risultato potrà portare? Dico questo perché sto parlando non della fusione di Cosenza, su cui nel merito sono anche a favore, attenzione!

Io sto parlando di regole che devono valere al di là del caso di Cosenza.

Noi siamo legislatori regionali, parliamo alla Calabria e introduciamo una discussione che oggi vale per Cosenza, ma domani potrà valere per Reggio Calabria, per Vibo Valentia, per qualunque altra comunità. Per questo sono perplesso.

Ho mantenuto e abbiamo tentato di correggere l'Istituto referendario con una proposta di legge differente e ci siamo basati qui sulla sfida della modernità.

Abbiamo cercato di portare in discussione le leggi delle Regioni che erano più avanzate su questo tema. L’Emilia-Romagna ha una legge in cui, sì, si dà ai consiglieri regionali l'impulso di iniziativa per promuovere le fusioni, ma la legge dell’Emilia-Romagna, ad esempio, che prendo qui in considerazione, a differenza della Regione Calabria, prevede che l'Assemblea legislativa non può trattare la fusione quando i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione ma nella maggioranza dei Comuni, ad esempio, prevale il voto contrario. E ancora - proprio per essere più democratici - se i Comuni sono due è stabilito che se i voti complessivi del referendum sono favorevoli alla fusione, ma il numero dei Comuni favorevoli è uguale a quello dei contrari, non si va avanti alla fusione.

Cosa stabilisce l’Emilia-Romagna? Stabilisce quel principio che prevede dei correttivi, altrimenti se mettiamo Cosenza che ha 63 mila abitanti, con Rende che ne ha 32 mila o Castrolibero che ne ha 9 mila - non ricordo i numeri precisi - mi sembra che, sommando i voti di Cosenza rispetto a quelli di Rende e di Castrolibero, ovviamente, non ci sia un uguale equilibrio demografico.

Poi non capisco cosa cambia rinviare nel 2027.

Questa, a mio avviso, è una questione assolutamente irrilevante per il ragionamento che sto facendo. Nel 2027, finisce il mandato, forse, di un'amministrazione comunale, ma nelle altre cosa succede? Ad esempio, a Rende cosa succede nel 2027? Forse allunghiamo, ancora di più, l'agonia di quella comunità che già priva di un'amministrazione e non so per quanto ne sarà privata?

Questi sono stati i dubbi che noi abbiamo espresso e, quindi, posso apparire conservatore di fronte alla modernità di chi vuole la fusione.

La sfida era nel creare i presupposti della fusione con regole democratiche, stabilire dei principi nuovi, diversi, come le Regioni più avanzate, per cui lì, sì, il Consiglio regionale incentiva le fusioni, ma non così, come atto di imperio di una parte politica o dell'altra parte politica a seconda delle maggioranze che si alterneranno.

Per queste ragioni esprimo il mio voto contrario e invito a ragionarci, perché non stiamo parlando della fusione di due piccoli Comuni, stiamo parlando della fusione più importante che questa regione porrà in essere e queste regole però, se valgono oggi, domani dovranno valere anche per altre città.

Dove arriveremo a cascata? Queste sono le preoccupazioni che, come legislatore regionale e come assertore delle fusioni, pongo a quest'Aula e a tutti voi, nel momento in cui noi l'andremo a votare.

Vorrei dirvi, anche su Cosenza, che non esiste solo l'istituto della fusione.

Ci sono varie forme di collaborazione, anche graduali, che possono essere realizzate tra gli enti locali, compresa l'unione dei Comuni.

Ma non voglio, ripeto, entrare nel merito rispetto a una vicenda che, ovviamente, ha un carattere locale, seppur importante rispetto al mio discorso generale sulle regole e sulla democrazia. Per questo motivo, Presidente, annuncio il mio voto contrario a questa proposta.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo.

Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Chiedo scusa ai nuovi assessori nominati, se nel mio precedente intervento non ho formulato gli auguri. Lo faccio adesso sia alle new entry, sia all'assessore Gallo, per la nuova delega ai trasporti, e sia all'assessore Pietropaolo, per le nuove deleghe ricevute. In bocca al lupo per i prossimi due anni e mezzo di lavoro.

Ho ascoltato attentamente l'intervento della collega De Francesco, ma soprattutto gli interventi dei colleghi di minoranza, Bevacqua prima e Lo Schiavo dopo.

Presidente Mancuso, l'approvazione di questo provvedimento, per chi vive nella provincia di Cosenza, è importante perché si dà la possibilità ai cittadini di Rende, di Cosenza e di Castrolibero di esprimere la propria idea, la propria opinione su un processo di fusione che porterà e trasformerà, probabilmente, la Città unica nella città più popolosa della provincia di Cosenza e una delle città più grandi della Calabria, la seconda dopo Reggio Calabria.

Quindi, non stiamo parlando di un provvedimento che affrontiamo tutti i giorni, stiamo parlando del futuro di tre comunità che si uniranno in un'unica comunità e di un provvedimento i cui effetti ricadranno sulle prossime generazioni.

Se torniamo indietro, collega Bevacqua, penso che tutti quanti in quest'Aula abbiamo da farci un mea culpa su questo provvedimento, perché - sono abituato sempre a dire la verità - devo dare atto ai colleghi, soprattutto al collega Caputo, che prima del deposito di questa proposta di provvedimento e della proposta di legge regionale in sé, c'era stata l'apertura da parte dei colleghi di centrodestra per far firmare questa proposta di legge a tutti i consiglieri regionali eletti nella provincia di Cosenza.

Ammetto il mio errore: sono convinto che, se tutti noi, consiglieri regionali di Cosenza, avessimo firmato, sin da principio, quella proposta di legge, si sarebbe potuto evitare quello che è successo in questo anno e mezzo di iter - cominciando dall’eliminazione, attraverso la legge omnibus, delle delibere di Consiglio comunale – e cioè il battibecco che c'è stato tra l'amministrazione comunale di Castrolibero, quella di Cosenza e tra noi consiglieri regionali di centro-sinistra con quelli di centro-destra.

La storia però è nota a tutti: c'è stata una forzatura da parte della maggioranza, noi siamo usciti, addirittura, dall'Aula quel giorno, abbiamo convocato una conferenza stampa in aula Commissioni, mentre in Aula consiliare si approvava la modifica a quella legge regionale.

Ora, mi dispiace dirlo, ma non è accettabile che il giorno stesso della votazione solo perché è stato cambiato il termine per il processo di voto dal febbraio 2025 al febbraio 2027, noi possiamo assumere una posizione diversa rispetto a quella che abbiamo portato avanti pubblicamente e nelle sedi istituzionali su questo provvedimento amministrativo.

Parliamoci chiaro, il Movimento Cinque Stelle e Davide Tavernise - risiedo nella provincia di Cosenza - hanno nel loro programma a livello nazionale la posizione favorevole nei processi di fusione. Quindi, non voterò mai in maniera contraria quando si chiede ai cittadini di esprimere la propria opinione, il proprio parere su un processo di fusione, ma, sicuramente, devo tener conto e non posso votare favorevolmente se abbiamo due Sindaci che non si sentono assolutamente coinvolti in un processo che riguarda le loro comunità e sono stati eletti democraticamente da quelle comunità e addirittura un terzo Comune, che è Rende, che ha dei Commissari e che quindi non ha una guida politica che può portare e traghettare la comunità di Rende in una comunità unica insieme ai Comuni di Cosenza e Castrolibero.

Ecco perché non posso firmare questa proposta che è stata rivolta ai colleghi di centrodestra e non posso assolutamente votare in maniera favorevole la richiesta di referendum, ma mi astengo.

Mi astengo perché voglio dimostrare la mia coerenza. Non posso di mattina chiedere ai colleghi di centrodestra l'istituzione del referendum sull'autonomia differenziata e dall'altra parte, invece, votare in maniera contraria quando gli stessi colleghi di centrodestra ci chiedono di far esprimere il proprio parere, la propria opinione ai cittadini di Rende, di Cosenza e di Castrolibero.

Collega Caputo, soprattutto, e collega De Francesco, con questo provvedimento si chiede ai cittadini di Rende, Cosenza e Castrolibero se sono o meno d'accordo a un processo di fusione. Ovviamente, mi auguro, anche se il referendum è consultivo, che l'opinione, in quel caso, conti davvero, perché, se la maggioranza dei cittadini di tutti e tre i Comuni voteranno a favore della fusione, penso che sia doveroso continuare ad andare avanti, se succede il contrario, penso che sia altrettanto doveroso che questo processo si fermi.

Vi chiedo, però, visto che, collega De Francesco, lei è la Presidente della prima Commissione - il 31 luglio andremo a discutere anche la proposta di provvedimento amministrativo per la richiesta di referendum sull'autonomia differenziata - altrettanto interesse, altrettanta maturità politica per far sì che questo Consiglio regionale dia la possibilità agli stessi cittadini a cui voi state andando a chiedere il vostro parere, se sono o meno d'accordo sulla legge sull'autonomia differenziata che altri cinque Consigli regionali già hanno portato avanti per la richiesta del referendum e che stanno aspettando una sesta Regione, cioè la Calabria; il presidente Occhiuto - addirittura ieri mattina su Sky Tg24 - ha affermato che se si dovesse portare avanti il referendum sull'autonomia differenziata in Calabria l'80 per cento dei cittadini voterebbero in maniera favorevole all'abrogazione della legge.

Collega Bevacqua, quindi, non so se faccio una politica retrograda o antica, sono tra quelli che dice: “Va bene la fusione, ma non va bene il metodo che ci porta alla richiesta di referendum oggi.” Penso che, ancora, non sia troppo tardi.

Collega De Francesco, me ne deve dare atto: dell'opposizione, forse, ero l'unico che veniva alle sedute della prima Commissione, pur non essendo componente, ad ascoltare il Commissario prefettizio di Rende, ad ascoltare Luigino Sergio quando ha presentato ed esposto lo studio di fattibilità, ero lì quando il Sindaco Caruso ha espresso le proprie perplessità, quindi, ho seguito dalla A alla Z questo iter.

Mi astengo e sono convinto che questo iter - lo considero un po’ distorto - che c'è stato in quest'ultimo anno e mezzo debba essere da esempio, collega Bevacqua, per i prossimi due anni e mezzo: quando si discute di provvedimenti che incidono sul futuro di tanti cittadini, come in questo caso, noi dobbiamo ragionare sin da principio se conviene portare avanti delle battaglie bipartisan. Se noi, tutti insieme, costruiamo determinate tesi politiche, abbiamo la possibilità di contare davvero, collega Bevacqua, se arriviamo l'ultimo giorno corriamo il rischio, purtroppo, che qualcuno dall'altra parte, dagli altri scranni ci dica: “Voi oggi siete d'accordo con noi solo ed esclusivamente perché volete fare arrivare qualche consigliere comunale del vostro partito di riferimento a fine mandato”; noi questo non ce lo possiamo permettere, non possiamo farcelo dire, collega Bevacqua, perché sono convinto che, se vogliamo proporci come una nuova classe dirigente alternativa al centrodestra, dobbiamo far capire che dobbiamo difendere gli interessi delle comunità e non gli interessi di qualche consigliere comunale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Tavernise.

Ha chiesto di intervenire il collega Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Forza Italia)

Presidente, il mio intervento sarà breve, lo sarà prima sul piano tecnico-giuridico e poi sul piano politico.

Ho letto delle dichiarazioni, anche in quest'Aula, anche da coloro che - ancora non ho ben compreso quale sia la posizione del Partito Democratico - così come è avvenuto con riferimento a quello che era il fattore localizzativo delle discariche, non si sono avveduti che su Crotone i rifiuti pericolosi provenivano già da una vita e, oggi, abbiamo finalmente posto la parola fine su quel dato. Nella sostanza, il Partito Democratico in Consiglio regionale ha votato contro questa forma di tutela.

Ed invero, allo stesso modo, sotto il profilo tecnico giuridico, più volte è stato detto che questa legge sarebbe stata anticostituzionale; sennonché, come sapete, i due profili sarebbero potuti rientrare in quello dell'impugnazione da parte del Governo, ancor di più se la legge fosse stata, anche in astratto, contraria ai principi della Costituzione e in particolare contraria a quei principi che sono connessi a tutte le norme che hanno consentito, sino ad oggi, l'adozione della legge medesima.

Ebbene, il Governo non ha impugnato. Qualcuno però eccepiva che ciò potrebbe avvenire allorquando vi saranno degli atti esecutivi attuativi di quella che è stata la modifica del comma 3, articolo 5, della legge numero 15 del 2016.

Sennonché, anche sotto questo aspetto, è giusto rilevare che i Comuni interessati o anche i Comuni non interessati da questa fusione - tutti i Comuni perché in astratto potrebbero essere, tra virgolette, interessati da questa legge - potranno impugnare dinanzi alle autorità competenti, eccepire la questione di legittimità costituzionale e farla valutare nella sua non manifesta fondatezza o meno, ammissibilità, affinché possa essere poi la Corte costituzionale a decidere.

Ma devo rilevare l'assoluta contraddittorietà delle argomentazioni perché, se non vado errato, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio provinciale a Cosenza e il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, sempre a Cosenza, dichiarano e argomentano situazioni del tutto in aperto contrasto con il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, perché i due capigruppo, provinciale e comunale, ci dicono “sì” alla Città unica ma non condividendo il metodo e il criterio utilizzato.

È una formazione, anche questa assai contraddittoria perché, se dici che sei d'accordo sulla Città unica e poi contesti il metodo, allora, a questo punto, anche l'affermazione stessa di essere d'accordo sulla Città unica, in assenza di una valutazione che può essere espressa con un referendum, diventa essa stessa contraddittoria. Ma lo è più nella misura in cui il Partito Democratico in Consiglio regionale sottoscrive un documento dove si deduce, anche dall'intervento fatto dall'esponente del PD, che poiché abbiamo prorogato alla data del 2027 la possibilità dello scioglimento dei Comuni, allora a questo punto siamo d'accordo e firmiamo la legge, una sorta di do ut des legato a un interesse non certamente celato da parte dell'amministrazione comunale di Cosenza, che attualmente governa la città di Cosenza, di voler finire il mandato.

E allora delle due l'una: o parliamo di etica, di politica, di contenuti, di criteri, di controproposte a cui, purtroppo, siamo ormai stati abituati a non assistere e non possiamo assolutamente porre la questione sul piano meramente personale, o parliamo di partito ristretto o di area ristretta dove andiamo a negoziare senza far comprendere però qual è questa interposizione, questa ulteriore proroga di due anni, rispetto a quella che era prevista originariamente nel testo della legge regionale al 1° febbraio 2025. Se non viene spiegata, allora diventa una mera speculazione, strumentalizzazione politica che non ha ragion d'esistere.

Credo che la dialettica politica, anche quella dell'opposizione, sia molto importante.

A volte non è facile essere un componente della maggioranza. Qualcuno dice che hai maggiore agibilità politica. Certo, ma ci sono anche delle regole di partito che molte volte devono assopire quelli che potrebbero essere delle valutazioni personali, frutti di percorsi politici, tecnici e personali diversi dagli altri. Invece, è molto più facile essere un componente dell'opposizione, perché tendenzialmente è più facile fare il populista, come spesso avviene, è più facile dire delle cose che sono in contrasto con quello che tecnicamente noi dovremmo sapere: come e quali siano le procedure per l'adozione di una legge.

In tutte le argomentazioni che, oggi, ho sentito da parte dei consiglieri di centrosinistra, sia sulla questione Crotone - al di là della Conferenza dei servizi dove è normale che Eni Rewind abbia tentato di risparmiare per poter in qualche modo portare i rifiuti pericolosi e lasciarli in Calabria - sia sull'approvazione di questa legge, devo rilevare per l'ennesima volta un totale vulnus argomentativo del Partito Democratico, in particolare, e di tutti quelli che, anche astenendosi, non hanno fornito argomentazioni a supporto né dei rinvii, né della metodologia, né dei criteri, limitandosi semplicemente all'inciso “aspettiamo il referendum”. Anche là, dovremmo allora andare a disciplinare se il voto di un cittadino cosentino vale più di un voto del cittadino di un piccolo paese o altro.

Quello che, invece, dovremmo sottolineare è l'importanza, il coraggio e l'assumersi la responsabilità di un atto politico e l'atto politico è quello di una Città unica che deve essere il frutto di valutazioni non soltanto tecnico-giuridiche, ma di tutte quelle valutazioni che abbiamo svolto nella lunga istruttoria che si è completata positivamente. Quindi, voto contrario o voto positivo che sia, anticipo il mio voto positivo e ritengo che le argomentazioni politiche vadano spiegate bene, altrimenti diventate poco credibili.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Talerico.

Ha chiesto intervenire il collega Mattiani. Ne ha facoltà.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a lei, buon pomeriggio ai componenti della Giunta e un augurio alla dottoressa Caracciolo e alla dottoressa Capponi per la nuova nomina. Sono certo che riuscirete a offrire un grande contributo alla nostra Amministrazione.

Presidente, oggi siamo chiamati ad esprimerci sulla proposta di provvedimento amministrativo relativa all'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”.

Ho chiesto di intervenire brevemente per esprimere il mio voto favorevole, ma anche il mio convinto sostegno a un progetto, quello della fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero che, a mio parere, consentirebbe alle Città interessate di proiettarsi nel futuro; un futuro rappresentato da nuove opportunità, nuovi e ulteriori processi di crescita sia economica sia sociale.

In generale, ritengo che la fusione tra Comuni sia un'opportunità assolutamente da cogliere. Abbiamo davanti a noi un nuovo modo di intendere la macchina amministrativa.

Un modello nuovo in discontinuità con il passato, molto più efficiente e sicuramente anche molto più efficace. L'obiettivo è quello di fornire servizi sempre più attenti ai bisogni dei cittadini, con un minore impiego di risorse.

Una nuova configurazione di una pubblica amministrazione che deve attualizzare la propria azione ai bisogni concreti dei territori che, oggi, correttamente, esigono funzionalità ed efficienza dei servizi e delle infrastrutture che, troppo spesso, i nostri Comuni non sono capaci di garantire.

E, allora, unire le forze significa rendere maggiormente efficienti i servizi e determinare un risparmio di spesa nelle loro erogazioni e nella gestione delle funzioni, in quanto si riducono le spese di funzionamento, soprattutto nei servizi di back office, che possono senz'altro essere razionalizzati a beneficio delle attività di front office, ovvero quelle di erogazione delle prestazioni comunali a diretto beneficio del cittadino.

Non va tralasciato, inoltre, un altro aspetto molto importante: lo Stato incentiva e finanzia le fusioni fra i Comuni e nel caso di specie si prevedono delle erogazioni per 15 anni di circa 10 milioni di euro, quindi 150 milioni di euro messi a disposizione di questo nuovo grande Comune che potrà spendere per migliorare i servizi sul territorio.

La fusione tra Comuni, producendo risparmi di spesa, da una parte, e risorse statali non vincolate, dall'altra, potrebbe assolutamente migliorare le performance del personale, ma anche incentivare nuove assunzioni per i tanti giovani calabresi che sono costretti ad emigrare al Nord per trovare lavoro.

Insomma, è un'opportunità e i vantaggi sono evidenti: una maggiore efficienza della macchina amministrativa, la possibilità di meglio programmare gli investimenti pubblici, la maggiore partecipazione alla vita pubblica da parte dei cittadini, magari attraverso l'istituzione di municipi, maggiori entrate, maggiori contributi, riduzione della spesa, tagli dei costi della politica e del funzionamento della macchina amministrativa. Questi sono sostanzialmente i vantaggi che oggi questa legge, questa prospettiva ci garantiscono.

Vantaggi che superano di gran lunga gli svantaggi che avremmo davanti a noi e che riguardano sicuramente quelli che potrebbero essere la perdita del senso d'identità territoriale, la preoccupazione di sentirsi meno rappresentato, la difficoltà di accettare questo cambiamento.

Certamente, al contrario di quanto sin qui detto, la frammentazione non aiuta però questi processi di modernizzazione delle nostre città e della nostra Calabria. Certamente, al contrario, gli studi condotti, ad esempio, proprio sull'area del cosentino cristallizzano un'estrema frammentazione in tanti Comuni, con le necessarie e negative ricadute sui trasporti, sul servizio di nettezza urbana, nella pubblica istruzione, sugli aspetti urbanistici.

Un territorio, quello interessato dal progetto, che presenta, invece, tutte le caratteristiche di idoneità e omogeneità territoriale necessarie per poter percorrere la strada della fusione tra i Comuni. Come detto, una evidente omogeneità territoriale, ambientale, sociale e culturale.

Gli obiettivi che si potrebbero raggiungere sono ambiziosi, ma realisticamente perseguibili.

A titolo esemplificativo, vado a segnalare: la pianificazione urbanistica e territoriale, pianificata e concordata; la realizzazione di un trasporto pubblico in grado di consentire un efficiente sistema di mobilità su tutto il territorio urbano; la progettazione e realizzazione di una viabilità primaria e secondaria a servizio dell'intera area; la realizzazione, riorganizzazione e potenziamento di servizi essenziali, quali attività sociali, sport, servizio idrico, raccolta dei rifiuti.

Risulta evidente che riuscire a portare a termine il progetto consentirebbe in quell'area non soltanto la creazione di un grande Comune, con un notevole incremento della popolazione, ma si tradurrebbe in maggiore efficienza e maggiori opportunità per ottenere risorse aggiuntive da investire nella gestione – che diverrebbe così comune – di progetti di sviluppo locale, in servizi, trasporti e ambiente.

Si tratta di aree territoriali caratterizzate da elevati standard produttivi che, sebbene non ancora unite in un’unica identità locale, rappresentano già oggi un centro economico fondamentale per l'economia regionale.

Per tale ragione, l'iniziativa intrapresa in questa legislatura. grazie al grande lavoro svolto dalla prima Commissione, presieduta dalla consigliera De Francesco, e da tutti i colleghi che hanno partecipato ai lavori, non può non essere considerata come una chiara opportunità da cogliere.

Dobbiamo acquisire tutti la consapevolezza di quanto l'unione delle forze, lo sviluppo comune, il confronto anche tra storie e tradizioni delimitate da confini territoriali diversi, rappresentino assolutamente un’opportunità da non perdere.

Questo è il mio invito ad una profonda riflessione, scevra da egoismi e con lo sguardo rivolto al domani, al futuro, a nuovi orizzonti. Infatti, se vogliamo affrontare con piglio vincente le grandi sfide del futuro che ci attendono, vedere la Calabria, finalmente, competere a livello nazionale e internazionale e sognare un futuro di progresso e sviluppo, dobbiamo essere pronti ad utilizzare tutti gli strumenti che il nostro ordinamento ci mette a disposizione.

Ritengo che, oggi, sia una necessità pensare alla fusione tra Comuni, specialmente tra i piccoli centri urbani. Purtroppo, le esperienze calabresi di fusione sono poche, ma tutte notevolmente importanti quali il Comune di Casali del Manco, Lamezia Terme e Corigliano-Rossano.

Alla luce di questa breve disamina, non possiamo – personalmente, non posso – non sostenere questo grande e rivoluzionario progetto di fusione tra realtà importanti, protagoniste indiscusse della vita politica, economica e sociale dell’intera Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mattiani. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Credo che la più alta forma di democrazia sia la consultazione della volontà popolare che si esprime attraverso lo strumento del referendum.

Perdonatemi, se sono romantico e idealista, ma appartengo ad una forza politica che, originariamente, proponeva la democrazia diretta e partecipata come strumento cardine per rispondere alle esigenze di una collettività.

Per questo non posso che esprimermi a favore dell’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio per l’istituzione di un nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Affitto. Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Carissimi colleghi, oggi approda in Aula un provvedimento di particolare importanza a cui tengo in modo particolare, essendo stata tra i firmatari: stiamo parlando della fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, che per queste tre importanti città costituisce un'opportunità di crescita gigantesca, legata naturalmente all'attrattività dei finanziamenti, non soltanto per quanto riguarda il numero degli abitanti, ma anche all’armonizzazione della fiscalità e agli interventi infrastrutturali che possono unire le tre città.

Ho assistito al processo di fusione della mia città – parlo di Corigliano Rossano – e sono andata ad analizzare, in modo particolare, quelle che potevano essere le opportunità che un processo di fusione può dare ad una città. Purtroppo, abbiamo registrato che nella mia città – probabilmente, a causa della mancata autorevolezza politica e amministrativa – a distanza di tantissimi anni, questo processo di fusione non è stato realizzato.

Oggi, parliamo del referendum – questo è l’argomento previsto all’ordine del giorno – che è l'elemento centrale affinché un percorso di questo tipo possa avere il crisma della piena legittimità e ci apprestiamo ad approvare un provvedimento volto a definirne le regole di svolgimento.

Con il provvedimento oggi in votazione viene proposto alle popolazioni interessate il quesito referendario e tre alternative sul nome della nuova città.

Stiamo parlando, ovviamente, di una disciplina prevista dalla legge regionale del 1983 e che dà a questo referendum un valore non vincolante.

Secondo lo stato attuale della legislazione, infatti, il “pallino” rispetto al processo di fusione è saldamente in mano alla Regione; il legislatore regionale, infatti, viene riconosciuto come l'interlocutore più affidabile per decidere sui processi aggregativi come nel caso di Cosenza, Rende e Castrolibero.

È evidente che il referendum, pur essendo consultivo, non può avere una funzione meramente indicativa e che il dato politico che uscirà fuori dalle urne dovrà essere tenuto nella giusta considerazione.

Nella campagna referendaria, sarò una ferma e convinta sostenitrice del “sì”, certa che i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero comprenderanno e condivideranno le opportunità e i vantaggi di questa scelta. Certamente, il referendum – ripeto – pur essendo stabilito dalla legge che si tratta di una mera consultazione consultiva, troverà da parte della Regione Calabria una valutazione approfondita, che riguarderà, ovviamente, i dati del responso delle urne.

Oggi abbiamo assistito, per quanto riguarda il tema in discussione, alla posizione del Partito Democratico che, sotto alcuni aspetti, può essere anche condivisibile, però non si può mantenere il piede in due staffe diverse, perché pare che l'obiettivo del PD sia quello di procrastinare, di differire e di allontanare nel tempo questo momento per consentire – ed è anche condivisibile – al Sindaco di Cosenza di arrivare alla fine del mandato.

Sotto certi aspetti, ho condiviso anche l’intervento del consigliere Lo Schiavo perché è entrato nel merito del referendum e sulla questione della vincolatività, pur essendo consapevoli che si tratterebbe di riportare in discussione i contenuti della legge del 1983 che disciplina il referendum regionale. Non è, però, assolutamente possibile condividere ragionamenti equivoci che vanno nella direzione di differire i termini, per il lavoro che è stato portato avanti nella prima Commissione consiliare – faccio i complimenti alla Presidente, Luciana De Francesco, insieme all'intera Commissione – che ha avuto un lungo e approfondito iter nel corso del quale il provvedimento è stato vagliato e discusso dalle rappresentanze sociali, culturali e istituzionali, con il coinvolgimento dei sindaci delle città interessate dal progetto di fusione, corredato, altresì, da un preciso studio di fattibilità che ne fa emergere i vantaggi.

Non posso assolutamente accettare, carissimo consigliere Tavernise, la sua posizione proprio perché non accettiamo posizioni e atteggiamenti equivoci in merito ad un processo così importante perché lei dice di essere d’accordo sul processo di fusione, ma di non accettare il metodo, ma lei non è entrato nello specifico.

Oggi, abbiamo previsto come punto all’ordine del giorno e stiamo attuando un processo fortemente previsto dalla legge regionale del 1983 e abbiamo anche sottolineato che, pur trattandosi di un referendum consultivo e non vincolante, il responso delle urne sarà tenuto nella giusta considerazione.

La procedura è chiara: il referendum sarà un momento importante, il centro-destra guarderà con la dovuta attenzione l'esito del referendum, anche relativamente ai dati dei singoli Comuni, pur non essendo previsto un calcolo percentuale sul singolo Comune. Ritengo che potrebbe anche esserci, ma, poi, ci sarà il tempo di discutere di questo nella Commissione, con l’apertura alle altre parti dei termini per la presentazione degli emendamenti, magari per rafforzare il valore del pronunciamento popolare.

Questo, però, ad una condizione: che non sia l’espediente e il trucco per far saltare questa proposta che, a mio avviso, è un'occasione unica per dare centralità al territorio della parte alta della nostra Provincia, per creare un raccordo importante con l'area dello Ionio e con l'area dell'aeroporto per una scommessa da vincere, attraverso anche la realizzazione di Municipi più autorevoli, più organizzati, in grado di gestire in modo efficiente, economico e produttivo.

Ringrazio ed invito consapevolmente ad un dialogo costruttivo perché la fusione è un bene per tutti noi e non è sicuramente il luogo della tattica politica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Iacucci. Ne ha facoltà.

IACUCCI Francesco Antonio (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Mi associo anch’io agli auguri di buon lavoro, per gli interessi dei territori e della Calabria, ai nuovi assessori, nonché al vicepresidente Pietropaolo e all'assessore Gallo per il nuovo incarico.

Ho deciso di intervenire, Presidente, perché nel dibattito sono emerse diverse argomentazioni, alcune delle quali reputo molto azzeccate, mentre altre sono sicuramente superficiali e, a volte, – non vorrei esagerare – anche pretestuose.

Purtroppo, qualcuno degli intervenuti è andato via e mi dispiace, ma vorrei chiedere alla collega Straface e al collega Talerico se hanno letto il documento che è stato firmato da tutti i capigruppo di maggioranza e dal Partito Democratico perché, quando qualcuno dice che l'intenzione e l'interesse del Partito Democratico è quello di posticipare l’entrata in vigore della legge per favorire la conclusione del mandato elettorale di Cosenza, dice cose non esatte perché vuol dire che non ha letto il contenuto del documento che abbiamo firmato insieme agli altri colleghi del Consiglio regionale.

Come mai – vorrei dire –, se questa era l'intenzione, la volontà e l’interesse del Sindaco di Cosenza, lui continua ad essere contrario al percorso di attuazione di questa legge?

Vuol dire che non era quello l'interesse del comune di Cosenza o non solo quello.

Il contenuto del documento viene giustificato dalla necessità di utilizzare proficuamente questi due anni e mezzo - lo dico anche alla consigliera Straface -, considerati i limiti che ci sono stati nell'attuazione della legge di fusione di Corigliano-Rossano. Rammento a me stesso, infatti, che lo Statuto della fusione del nuovo Comune è stato approvato forse sei mesi fa.

In questo documento affermiamo che questi due anni e mezzo devono servire, anche con la costituzione di una Commissione ad hoc che coinvolge tutti, Consiglio regionale e Consigli comunali, per affrontare questi problemi: approvare lo Statuto, armonizzare i bilanci e anche per l'organizzazione degli uffici sul territorio.

Questo è quello che abbiamo chiesto, sapendo bene – ha fatto bene il capogruppo del Partito Democratico a sottolinearlo – che nella legge e nel suo iter ci sono delle deficienze e delle carenze che non abbiamo condiviso dall'inizio e continuiamo a non condividere anche perché la democrazia ha tanti risvolti.

Non credo, infatti, che la democrazia si esprima soltanto se c'è un'espressione dei Consigli comunali che costituisce, come dice qualcuno, l’atto di impulso e, a volte, se questo non c'è, significa anche che c'è quasi un veto da parte di qualche Sindaco o di qualche Consiglio comunale a non fare partire l’iter.

Qual è la più alta espressione della democrazia? È quella – qualcuno lo ha ribadito in questa sede – di dare parola ai cittadini perché la legge nazionale dice che la competenza è del Consiglio regionale, sentite le popolazioni. E le popolazioni come si sentono? Soltanto con i Consigli comunali o anche con il referendum? Forse il referendum è la più alta espressione di democrazia perché si dà voce ai cittadini, si discute e i cittadini decidono. Questa è la democrazia.

Quindi, nel momento in cui ci siamo trovati di fronte a un provvedimento amministrativo che dà mandato al Presidente della Giunta regionale di indire il referendum, ci siamo posti il problema di capire come dare veramente voce e forza ai territori e ai cittadini e colmare anche una serie di lacune che ci possono essere. Il documento vincolante dice questo.

Per questo penso che il collega Talerico, che accusa gli altri di populismo – lui è un maestro di populismo e non ho dubbi su questo perché dice cose e ci fa una lezione di tecnica giuridica di cui non abbiamo bisogno perché conosciamo bene il procedimento giuridico – e dice che non capisce la posizione del PD, sicuramente non ha letto il documento.

In questo arco di tempo - è quasi un anno e mezzo, ormai, che stiamo discutendo di questo – ho avuto anche la briga di andare a vedere la legislazione comparata delle altre Regioni.

Al mio amico consigliere Lo Schiavo vorrei dire che lui ha letto una parte della legge dell'Emilia-Romagna, quella che giustamente gli interessava, perché i procedimenti sempre di competenza del Consiglio regionale possono essere tanti.

Cosa fanno in Emilia-Romagna? Hanno approvato in Consiglio regionale il Piano delle fusioni e, poi, hanno dato via all’iter, con l’indizione dei referendum, ma l'impulso è partito dal Consiglio regionale che finanzia il progetto di fusione dove si studiano tutti i provvedimenti, Quindi, i procedimenti previsti nelle varie Regioni sono diversi, ma – ha fatto bene, ripeto, il Partito Democratico e concludo veramente – la considerazione che facciamo è che la città di Cosenza, Castrolibero e Rende esiste già di fatto; dobbiamo dare a quest'area contenuti forti, dobbiamo darle le gambe e anche la possibilità di recepire e cogliere le opportunità che la fusione può dare.

In quel territorio, la fusione si regge molto anche sul ruolo dell'Università e vorrei dare atto di questo anche al Rettore che la dirige con grande vigore.

L’Università di Cosenza, l'Unical, è stata la prima in Italia tra le Università dei Comuni con popolazione compresa tra i 20.000 e i 40.000 abitanti. Di fatto, quando si parla dell'Università che è a Rende, nessuno dice l'Università di Rende, ma tutti dicono l’Università di Cosenza.

Rende ha avuto un grande ruolo per la costituzione di questa Università, però l’area urbana di Cosenza esiste già. Dobbiamo renderla più organica, rafforzarla e darle gli strumenti perché diventi veramente una realtà territoriale forte e incisiva.

Questo è quello che abbiamo fatto e, poiché eravamo convinti che stamattina la maggioranza avrebbe approvato il provvedimento amministrativo, poi, ci saremmo trovati di fronte al quesito referendario e il PD che cosa avrebbe fatto?

Voglio rammentare a me stesso e a tutti voi che il PD ha sempre creduto nella fusione. La prima legge sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero è stata presentata dall’allora assessore Nicola Adamo, che adesso esprime qualche perplessità, ma, allora, nel 2006 ha presentato una legge per la fusione dei tre Comuni.

Quindi, il PD è stato sempre assertore e ha creduto, da sempre, tantissimo nella fusione. Pertanto, avevamo il dovere di migliorare la proposta della maggioranza, di esaminare i problemi che ci sono e cercare di capire come risolversi in questi due anni e mezzo, ma senza tentennare un attimo sulla volontà di andare avanti sulla fusione, sia oggi, come ha detto il mio capogruppo, sia anche con il referendum.

Vedo in Aula il mio amico Carlo Petrassi, che era preoccupato che non ci fosse più il nome di Rende, ma nel quesito c’è, così vedremo cosa votano i cittadini. Quindi, anche nelle opzioni sul nome c'è grande rispetto della capacità di decidere dei cittadini: c’è Cosenza, Cosenza, Rende e Castrolibero e la nuova Cosenza.

Pertanto, decideranno i cittadini e dobbiamo essere rispettosi della loro volontà espressa attraverso il referendum, che è la più alta espressione di partecipazione e manifestazione democratica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Saluto il Presidente della Giunta regionale, la Giunta e i colleghi consiglieri regionali. Noto oggi, colleghi dell'opposizione, che il campo largo è diventato un campo “slim”, perché oggi, davvero, siete uniti in pochi.

Qualcuno di voi ha sottolineato che l'alternativa a questa maggioranza diventa difficile se le posizioni sono quelle che avete esplicitato oggi in Aula perché siete veramente divisi su tutto. Oggi, vi siete divisi: c'è chi è favorevole, chi è contrario, chi si astiene.

Nella minoranza siete già in pochi, così rischiate di diventare davvero pochissimi. Il mio collega Franco Iacucci sorride, ma la realtà palese che oggi è apparsa in Aula è quella di una minoranza sempre divisa, minoranza delle minoranze, minoranza delle altre minoranze, insomma, una minoranza che, colgo con stupore, è divisa su tutto.

Noi, invece, abbiamo accolto con molto favore il documento che il Partito Democratico ha presentato nei giorni scorsi perché crediamo che sia indirizzato verso un importante progetto democratico, che si rivolge ai cittadini, agli abitanti e agli elettori di Cosenza, Rende e Castrolibero.

Stiamo parlando della più grande fusione che potrebbe farsi in territorio regionale, anche ascoltando il volere dei cittadini attraverso lo strumento del referendum.

Certo, avrei preferito che nell'intervento del consigliere Bevacqua non ci fossero stati 10 minuti su 15 di ramanzina a questa maggioranza.

Credo che non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, tantomeno dai cattivi maestri che hanno governato in quest’Aula, essendo stato all'opposizione in quel periodo nel quale di leggi e leggine, approvate e non approvate, ne sono state fatte tantissime.

Sicuramente, questa classe dirigente, della quale faccio parte da un po' di anni in questo Consiglio regionale, non ha nulla da imparare da nessuno, caro collega, – ripeto – da nessuno, tantomeno da chi ha già governato questa Regione e l’ha fatto in modo molto maldestro così come maldestro è stato anche in Aula.

Quindi, voi siete stati cattivi maestri, sicuramente noi non lo siamo e non accettiamo lezioni da nessuno.

A proposito di cattivi maestri, collega Lo Schiavo, poiché ha citato l'Emilia-Romagna e vedo che vi piace citarla, riguardo alla fusione più importante e più famosa fatta in Italia, che viene presa ad esempio e citata in tutte le fusioni, cioè quella di Valsamoggia, che è in Provincia di Bologna, ebbene, il nuovo comune di Valsamoggia deriva dalla fusione di cinque Comuni e al referendum ha votato a favore il 51% della popolazione: su cinque Comuni, in due è prevalso il “no”.

Il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha portato avanti la fusione ed esiste il Comune della Valsamoggia. Quindi, anche in questo caso, i cattivi maestri stanno dall'altra parte e, sicuramente, non da questa parte dell'Emiciclo.

Mi trovo, invece, d'accordo con il collega Iacucci, a proposito del processo democratico e costituzionale, perché, in effetti, è giusto. Sia la Costituzione sia il Testo unico sugli Enti locali sono molto chiari: è molto chiaro chi è il proponente, da chi deve nascere il processo di fusione di Comuni oppure di annessione, di divisione di territori. La Costituzione lo affida ai Consigli regionali. È vero, dice “sentite le popolazioni”, che non sono i Comuni perché, altrimenti, la Costituzione avrebbe detto “sentiti i Comuni interessati”, perché i Comuni sono citati, sono organismi costituzionali.

È, quindi, evidente cosa vuol dire “sentite”; non dice neanche “sentiteli con i referendum”, i cittadini potremmo sentirli anche telefonicamente, ma ci vuole un processo di coinvolgimento massimo e qual è se non farli votare?! I cittadini andranno al voto nei Comuni di Rende, di Castrolibero e di Cosenza ed esprimeranno la propria opinione.

Ha ragione il consigliere Iacucci quando dice che si tratta di uno strumento democratico, condivido in pieno questo assunto e sono davvero felice che il Partito Democratico oggi in Aula abbia preso ufficialmente questa posizione, perché in democrazia non c’è nulla di più bello del voto.

L’Italia è una Repubblica che si basa sul voto e sulle elezioni: ascoltiamo, facciamo votare i cittadini e non facciamo prevalere gli interessi di bottega e nemmeno quelli particolari, ma gli interessi collettivi. Per questo lo strumento del referendum è il massimo strumento consultivo per i cittadini e credo che sia fondamentale in questa materia. Certo, si rischia di essere ipocriti, non nel senso letterale, ma non voglio essere offensivo, però, oggettivamente, perché non fare esprimere i cittadini?

Non comprendo l’astensione dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle, nel senso che, poi, ci sarà modo anche di appurarlo in seguito.

Cosa voterà il Movimento Cinque Stelle al referendum? Voterà “sì”? Voterà “no”? Nella scelta del nome della città, sceglierà Cosenza, Rende, Castrolibero o Nuova Cosenza? Non lo so.

Cosa vuol dire astenersi? L’astensione non è una scelta, in un referendum o si vota o non si vota oppure si dice di andare al mare. Che il Movimento Cinque Stelle dica ai propri elettori, a coloro che dovevano, dal basso, cambiare le sorti dell'Italia, finalmente il popolo è a Palazzo Chigi “Andate al mare, non votate!”, credo, oggettivamente, che sia una posizione difficilmente sostenibile per un movimento come i Cinque Stelle – per quello che rappresenta, se lo rappresenta ancora – un movimento populista che viene dal popolo.

Invito ad avvicinarci a questa proposta referendaria con assoluta oggettività. Aspettiamo che il popolo si esprima, credo che non sia un problema se l’istituzione della Città unica avverrà nel 2026 o nel 2027, perché l'importante è costruire.

Ho condiviso il documento che oggi è stato presentato e l'ho controfirmato come capogruppo. È un processo pensato e ragionato anche dopo il referendum. Quindi, più ci pensiamo, più miglioriamo la proposta di legge e più andiamo incontro anche a chi ha votato o voterà “no”, se prevarrà il “sì”, perché è evidente che dobbiamo fare un processo più trasparente, ma soprattutto più funzionale e più efficace possibile.

Credo, quindi, che sia anche naturale e corretto darci un po’ di tempo in più. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha facoltà.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri)

Grazie, Presidente. Intervengo per ultimo perché ho visto che il dibattito è stato interessante e registro fondamentalmente un dato: siamo tutti a favore della Città unica, maggioranza e minoranza, e questo mi inorgoglisce tantissimo perché è un progetto molto ambizioso del quale si parla da troppo tempo.

Ora è arrivato il momento di dare finalmente la parola ai cittadini con un referendum, che aspettano da troppo tempo e credo che sia anche l'occasione di rilanciare il nostro territorio, l'area urbana di Cosenza, Rende, Castrolibero e non solo.

È un percorso che sta iniziando e per questo volevo ringraziare i capigruppo di maggioranza per aver accolto la proposta dei consiglieri regionali del Partito Democratico e tutti i colleghi di maggioranza per il lavoro svolto in questo anno e mezzo.

Un ringraziamento particolare va alla consigliera De Francesco, Presidente della prima Commissione, che ha svolto un lavoro magistrale, veramente con professionalità, è stata bravissima, ma un ringraziamento va a tutti perché – ripeto – è un progetto così ambizioso che non ci devono essere divisioni. Per questo motivo abbiamo accolto la proposta di modificare e di differire la data, anche se oggi non andiamo formalmente a modificare nulla. Oggi approveremo un provvedimento che dà il via all'indizione del referendum che si svolgerà – spero – entro l'anno.

Un ringraziamento va anche al presidente Occhiuto che ci ha supportato in questa vicenda, benché occupato in questioni molto più importanti, ha capito realmente, anche perché conosce bene quell'area urbana e, quindi, ha approvato il nostro progetto ambizioso.

Una città che supera i 100 mila abitanti può diventare la seconda città della Calabria, ma sicuramente un centro urbano importante per tutto il Mezzogiorno.

Oggi, 26 luglio 2024, è una data importante per il nostro territorio e per questo Consiglio regionale.

Fornisco soltanto qualche risposta ai colleghi che mi hanno preceduto perché sento parlare di questa modifica, del provvedimento omnibus, della modifica alla legge regionale numero 15 del 2006. Lo ricordava bene il consigliere Iacucci che, nel 2005, un assessore regionale dell'epoca propose la fusione con una proposta di legge, che conservo con me ed è facilmente consultabile, e poi magicamente si è fermato tutto.

Nel 2006 viene approvata questa legge perché si doveva creare in qualche modo qualche passaggio in più, dando ai Consigli comunali quel potere, che poi potere non è.

Abbiamo modificato quella legge per allinearla alla normativa nazionale, Costituzione e Testo unico sugli Enti locali, perché non è proponibile e pensabile che un Consiglio comunale di colore diverso da una maggioranza regionale possa dire: “No, il referendum non si fa, la fusione non si fa”.

Diamo la parola ai cittadini, così parte l'iter. Sono contento che oggi il Partito Democratico e qualche altro consigliere di minoranza possa accogliere e votare favorevolmente questo provvedimento, che è sicuramente di rilancio per una parte di Calabria che ha la necessità di rafforzarsi. Lo diceva qualcun altro prima di me: abbiamo l'Università di Cosenza, l'Università della Calabria, che è tra i primi posti della classifica nazionale. Questo ci deve inorgoglire e, allora, diamo forza a questa Università perché ci sciacquiamo la bocca dell'Unical però non facciamo niente per rafforzarla sempre di più.

Poi, caro Assessore ai trasporti, è impensabile che il trasporto pubblico locale della città di Cosenza non riesca a servire l'Università della Calabria. Di questo dovremmo discutere invece di pensare alle delibere, se finiamo un anno prima o un anno dopo.

Tutti insieme, con forza e determinazione, ma, soprattutto, con coraggio, cerchiamo di costruire un futuro nuovo per il nostro territorio, ma soprattutto per la nostra comunità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Caputo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Forza Italia)

Sono abituato a fare degli interventi nei quali non configuro mai una argomentazione che sia, in senso stretto, legata ad un fatto cosiddetto personale, ma il consigliere Iacucci ha fatto un intervento del tutto fuori luogo quando fa riferimento alla mia persona.

Dovremmo spiegare al consigliere Iacucci, che è il popolo a stabilire spesso chi è populista e chi non lo è.

Orbene, se, per esempio, a Corigliano-Rossano la lista del Partito Democratico di Iacucci ha fatto un gravissimo flop, i cittadini hanno giudicato chi veramente è un populista, perché il consigliere spesso dimentica le dichiarazioni che fa. Anche lui è populista, perché – ricordatelo – oggi vota a favore della legge, però ha dimenticato di aver aspramente criticato questo centrodestra che aveva introdotto nel comma 3 dell’articolo 5, la cosiddetta parolina “consultivo”, asserendo che in questo modo avremmo raggirato la volontà e l'interesse dei cittadini coinvolti. Oggi, cambia opinione e idea e dice che con la consultazione esaltiamo l'espressione e l'interesse della popolazione coinvolta.

Concludo dicendo che il peggior populista è quello che sa di esserlo e taccia gli altri di esserlo. Esprimo un voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà,

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Intervengo soltanto per ricordare a qualche collega, che forse non aveva letto il documento, che il primo firmatario è il capogruppo del Partito Democratico, per testimoniare il lavoro fatto in questi mesi in termini di ascolto e di capacità di recepire osservazioni, suggerimenti e critiche, provenienti dai nostri interlocutori che abbiamo avuto modo di ascoltare durante questo lungo anno.

Credo che, quando si è classe dirigente di questo Paese o di questo territorio, non si debba avere paura di prendere posizioni anche diverse politicamente, perché non parliamo di autonomia differenziata, di trasporti, di sanità. In quel caso, semmai, dovreste misurare se la minoranza è unita o compatta – ma su temi che riguardano lo sviluppo della mia Provincia, del mio e del nostro territorio, credo che sia legittimo e consono in un'Aula consiliare avere un po’ di libertà, di scelta, di opportunità e, anche, di egoismo nei ragionamenti.

Rispetto le posizioni del consigliere Lo Schiavo, ma non penso che tra me e lui oggi si apra una rottura nei rapporti politici, così come nei confronti del consigliere Tavernise, guai se fosse così.

Oggi proponiamo un provvedimento, un documento politico vincolante –ha ragione il consigliere Caputo quando dice che oggi non deliberiamo nulla – che ha come garanzia la massima espressione di questo Consiglio regionale, che è il Presidente del Consiglio. In questo documento individuiamo un percorso per rispondere a tutte le osservazioni, critiche e suggerimenti ricevuti, comprese le preoccupazioni della consigliera Straface, quando ha messo in evidenza alcune difficoltà oggi legate alla fusione di Corigliano-Rossano.

Questo significa essere responsabili e svolgere il proprio ruolo in termini di responsabilità verso le nostre comunità.

Caro consigliere Caputo, – lo dico a lei che è il primo firmatario della proposta e anche alla consigliera De Francesco – da oggi vi sfidiamo, perché metteremo in campo uomini e donne per vincere la Città unica, non per attaccare il centrodestra come qualcuno immagina o su cui esprime preoccupazioni, perché, se abbiamo una classe dirigente adeguata, preparata, forte, competente, non ho paura di Caputo e della De Francesco; scusate faccio i nostri nomi di consiglieri cosentini, ma non ho – ripeto – paura di voi.

Da oggi vi lancio una sfida nella Città e vediamo chi la vince in termini di proposte, di credibilità e di uomini da mettere in campo.

Questa è la vera sfida che lanciamo oggi al centrodestra sull'innovazione e quando diciamo al presidente Occhiuto “Ti sfidiamo”, non è un modo per dare lezioni, ma per dire che, se il presidente Occhiuto viene in quest'Aula e ci propone risoluzioni sull'Ospedale unico di Cosenza e partono i lavori e su altre cose, sull'alta velocità, saremo al suo fianco perché abbiamo l’interesse principale di garantire servizi efficienti e risposte ai calabresi.

Quindi, non è una lezione, lungi da noi fare lezione a nessuno in quest'Aula, ma abbiamo l'ambizione di essere protagonisti e di dominare i processi – questo lo diciamo a testa alta – e oggi in quest'Aula, nonostante le nostre critiche che rimangono tutte sul metodo adottato, abbiamo dimostrato la maturità politica che è la via maestra per intraprendere progetti di innovazione e di modernità che la gente si aspetta da tempo da questo Consiglio regionale. In questo caso parliamo della mia Provincia e, come Provincia di Cosenza, ringrazio anche il collega Alecci, la collega Bruni e il collega Mammoliti, per avere condiviso questo progetto e aver dato fiducia a noi che siamo rappresentanti della Provincia di Cosenza.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Intervengo molto brevemente, Presidente, per riconfermare il mio voto contrario a questa proposta, che è un voto contrario non alla fusione della città di Cosenza con Rende o Castrolibero, vicenda nel merito della quale non entro perché saranno i cittadini di quelle comunità a scegliere.

Esprimo un voto contrario per le perplessità manifestate relativamente al precedente che creiamo e per le lacune della disciplina normativa calabrese che non bilancia adeguatamente gli interessi coinvolti.

Avevo proposto una rivisitazione dell'istituto del referendum consultivo, lo faccio nuovamente anche in questo momento in sede di voto: possiamo migliorare assieme la disciplina delle fusioni e dell'istituto del referendum per evitare che popolazioni o comunità demograficamente più forti possano annettere i Comuni vicini.

Questo è un rischio che non ci possiamo permettere e questo precedente è rischioso, per questo esprimo un voto contrario.

Detto questo condivido – e concludo – l'intervento del consigliere Bevacqua nella parte in cui dice di fare attenzione a trarre valutazioni politiche da questo voto perché c’è libertà di coscienza, attenendo anche a vicende ovviamente locali e ciascuno ha fatto prevalere la sua visione. Ho dato prevalenza a un ragionamento più generale, c'è stato chi, invece, è entrato più nello specifico vivendo in queste comunità.

Attenzione! Non si dia valenza politica perché l'opposizione è unita, lo dimostra nei fatti, l'ha dimostrato e lo dimostrerà. Quindi, anche qui la differenza di posizioni nasce da valutazioni puramente locali per la questione oggi sottoposta all'ordine del giorno. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Intervengo anche io brevemente in risposta ad alcune dichiarazioni dei colleghi. Volevo rispondere alla consigliera Straface che ha affermato nel suo intervento che il metodo è chiaro. Collega Graziano, potrebbe ricordare alla collega Straface, proprio perché lei, allora, è stato primo firmatario della proposta di legge sulla fusione di Corigliano-Rossano, che l'iter di allora, sicuramente, non è lo stesso che si sta seguendo con questo processo di fusione.

Lei ricorda bene – da coriglianese, tra l'altro, ricordo che, ai tempi, era anche contrario al processo di fusione della sua città – che a Corigliano ci fu l'Amministrazione Geraci che approvò la delibera di Consiglio, favorevole al processo di fusione, e a Rossano ci fu la delibera, anch’essa favorevole al processo di fusione, dell'Amministrazione Mascaro; dopo le delibere dei Consigli comunali siamo arrivati al punto di cui oggi si discute.

Quindi, il metodo di oggi, consigliera Straface, non è lo stesso di allora, quando anche il sottoscritto con il suo Movimento si dichiarò favorevole alla fusione, perché il Movimento Cinque Stelle è favorevole alle fusioni.

In risposta al collega Graziano sull'astensione, dico che adesso abbiamo la possibilità di fare quello che non è stato fatto fino ad ora perché penso che sia assolutamente da immaturi – concordo con lei – che una forza politica seria possa dire oggi fino al giorno della votazione: “Andate al mare o mi astengo”.

È chiaro che, adesso, deve iniziare un processo di ascolto e di sensibilizzazione non soltanto con le Amministrazioni comunali, ma anche con le associazioni e, secondo me, dobbiamo farlo tutti insieme, per capire se realmente questa fusione conviene oppure no.

La mia idea personale sulle fusioni è che convengano sempre.

Alcuni cittadini di Cosenza, Castrolibero e Rende la pensano in maniera diversa; spetta a noi, classe dirigente di centrodestra e di centrosinistra della Provincia di Cosenza, far capire che, anche se ci sono stati degli errori nel metodo – continuo a ribadirlo, per questo non voto in maniera favorevole, perché la modifica alla legge regionale sulle fusioni è stata una forzatura – adesso sta a noi far capire che le fusioni in Calabria convengono.

Continuo a ribadire che le fusioni, soprattutto nel nostro territorio di appartenenza con la legge sulla fusione di Corigliano-Rossano, di cui lei era primo firmatario, convengono al territorio che dopo tanti anni, anche grazie alla fusione, ha avuto e sta avendo una voce a livello regionale.

Quindi, sono convinto che convenga a tutti i cittadini del nostro territorio e della nostra Provincia fare la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, trasformandole nella seconda città più grande della Calabria.

PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo veramente concluso il dibattito. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. È approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 91/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, M. Comito, G. Crinò, F. De Nisi, G. Gelardi, G. Graziano, A. Montuoro, D. Bevacqua, A. Lo Schiavo, recante: “Proroga del termine per la riqualificazione meccatronica”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 91/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Montuoro, Bevacqua e Lo Schiavo: “Proroga del termine per la riqualificazione meccatronica”.

Illustro la mozione che riguarda la proroga del termine per la riqualificazione meccatronica; in pratica, la legge numero 224 del 2012 ha accorpato le sezioni “meccanica e motoristica” ed “elettrauto” nella nuova sezione “meccatronica”. Il termine per la regolarizzazione è stato prorogato al 5 gennaio 2024.

Questa mozione viene richiesta da molte aziende e da molte attività artigianali che rischiano di chiudere. Ad oggi, il registro delle imprese sta avviando alcuni procedimenti per la chiusura di queste attività artigianali; molte imprese non sono riuscite ad adeguarsi entro il termine prorogato, rendendo necessaria un'ulteriore proroga per evitare la perdita di posti di lavoro. Pertanto, occorre richiedere un'ulteriore proroga per consentire alle imprese di completare i corsi di qualificazione necessari e mantenere i posti di lavoro nel settore.

Questa mozione impegna la Giunta regionale a richiedere al Governo e al Parlamento una nuova proroga e l'implementazione di percorsi formativi regionali per la qualificazione meccatronica.

Pongo, quindi, in votazione la mozione.

La mozione è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 92/12^ di iniziativa del consigliere Laghi “Sul problema della carenza di un farmaco salvavita per i pazienti affetti da Talassemia”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 92/12^ di iniziativa del consigliere Laghi: “Sul problema della carenza di un farmaco salvavita per i pazienti affetti da Talassemia”.

Cedo la parola al consigliere Laghi per illustrare il provvedimento. Prego.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente, un grazie non formale a lei e ai colleghi che hanno accettato di inserire all’ordine del giorno della seduta odierna questa mozione, a mio parere, molto importante, in quanto parliamo di malattie che interessano in forma mite circa 3 milioni di persone, 7 mila delle quali presentano questa patologia, la talassemia, ovvero anemia mediterranea, ovvero morbo di Cooley, nelle modalità più gravi, che richiedono una terapia continuativa che liberi l’organismo dall'eccesso di ferro determinato in questi pazienti dalla precoce distruzione dei globuli rossi.

È un problema di per sé estremamente importante, presente in tutta Italia, tanto che la United onlus, che raggruppa i pazienti affetti da talassemie, drepanocitosi e anemie rare, ha contattato i massimi vertici dello Stato e del Parlamento per segnalare questo grave problema, cioè la carenza del farmaco specifico brandizzato, cioè, quello comunemente utilizzato, ma non solo, anche del generico o equivalente.

Questo, fra l'altro, pone un altro problema non banale, perché non è casuale che farmaci che interessano un numero ristretto di persone – parliamo, tuttavia, di 7 mila affetti, con portatori che in alcune Regioni arrivano all'8 per cento della popolazione complessiva – non determinando un sufficiente guadagno per le ditte farmaceutiche, vengono progressivamente ridotti e, addirittura, non più prodotti.

Quindi, è assolutamente fondamentale che la richiesta di ripresa piena della produzione del Desferal, nella forma commerciale brandizzata, e della Deferoxamina, in quella equivalente, venga sollecitata da più Enti, Istituzioni e, in questo caso, Consigli regionali possibili.

Per cui, la mozione ha lo scopo di impegnare la Giunta regionale affinché richieda al Governo nazionale e all'AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, di adottare urgenti ed immediati provvedimenti per risolvere il problema di approvvigionamento di un farmaco assolutamente indispensabile e necessario, quindi salvavita per la cura della talassemia e di altre emoglobinopatie. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Svolgimento interrogazioni ex art. 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Passiamo all'ultimo punto all’ordine del giorno che riguarda lo svolgimento delle interrogazioni ex articolo 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

In relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta regionale, l'interrogante ha il diritto di replicare per non più di tre minuti, al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.

Per le interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione; la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta; l'interrogante ha diritto di replicare per non più di un minuto. In caso di assenza del proponente, l'interrogazione decade; in caso di assenza della Giunta regionale, l'interrogazione è rinviata.

Interrogazione a risposta immediata numero 222/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Taglio fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera”

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata ex articolo 122 del Regolamento interno.

La prima è l'interrogazione numero 222/12^ a firma del consigliere Tavernise: “Taglio Fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera”.

Non vedo il consigliere Tavernise.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta immediata numero 229/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “Sull'eccessivo ritardo nel soccorso sanitario prestato ad un ciclista caduto lungo una strada di Vibo Marina”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 229/12^, a firma del consigliere Mammoliti: “Sull'eccessivo ritardo nel soccorso sanitario prestato ad un ciclista caduto lungo una strada di Vibo Marina”. Cedo la parola all'interrogante per l'illustrazione.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Questa interrogazione mira a denunciare e chiedere quali siano le iniziative urgenti che si intendono adottare per migliorare gli interventi necessari in caso di urgenza.

Nello specifico, si parla di una comunità, una cittadina marittima importante come Vibo marina con 10 mila abitanti in una realtà portuale, industriale e turistica molto cospicua e dove, purtroppo, per soccorrere in emergenza un ciclista caduto accidentalmente ci sono voluti oltre 50 minuti.

Il tempo impiegato dalla prima ambulanza disponibile proveniente da Lamezia terme, attivata dal meccanismo mediante la segnalazione alla centrale del 118, è irragionevole.

Il presidente Occhiuto lo sa molto bene; difatti, stamattina ha rilasciato una dichiarazione in merito alla possibilità di uscire dalla fase di commissariamento.

Tuttavia, affinché ciò sia possibile, appare di fondamentale importanza non solo l'equilibrio di bilancio per alcuni anni consecutivi, ma anche l'affermazione dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) che purtroppo sono molto lontani dall'effettiva realizzazione.

Si chiede, pertanto, al Presidente di sapere quali tempestive iniziative si intendono adottare per scongiurare il ripetersi di questo grave disservizio di assistenza sanitaria.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Cedo la parola al presidente Occhiuto per la replica.

OCCHIUTO Roberto, Presidente Giunta regionale

Grazie, Presidente.

Il collega Mammoliti può chiaramente comprendere che non posso avere contezza di tutti i casi elaborati ogni giorno dal 118, che sono centinaia!

Per rispondere alla sua interrogazione, nella parte che riguarda la vicenda specifica, ho chiesto puntuali chiarimenti sia alla Direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale competente, che era quella di Vibo Valentia, sia al Dipartimento che si occupa dell'Emergenza-Urgenza.

Nella fattispecie in oggetto, la richiesta di intervento era giunta alle ore 16:19 del 12 aprile e, una volta classificata in codice rosso, è stata evasa mediante l’attivazione di tutte le unità di soccorso presenti sul territorio nelle immediate vicinanze, che però risultavano già impiegate in altri soccorsi di pari gravità; pertanto, si è dovuto ricorrere all'unità di soccorso più vicina in quel momento, ovvero la Pet di Lamezia terme, che è arrivata entro 20 minuti.

Come sapete, per il codice rosso la normativa nazionale prevede un tempo di 8 minuti in ambito urbano e di 20 minuti in ambito extraurbano.

Qui – apro e chiudo una parentesi – noi avevamo il tempo di intervento più alto d'Italia, lo stiamo riducendo, ma non sono ancora soddisfatto dei tempi di reazione; però, nel caso di specie, l'ambulanza è arrivata entro il termine di 20 minuti.

Si precisa che sul posto era presente un medico che prestava le prime cure e, nelle interlocuzioni con gli operatori e il medico della sala operativa 118 Sud rassicurava sulle stabili condizioni cliniche del paziente e, su precisa richiesta del medico, riferiva che non vi era necessità dell'attivazione dell’elisoccorso che, in ogni caso, sarebbe potuto intervenire in tempi più brevi, anche perché l'elisoccorso, a mio avviso, è un elemento importantissimo del sistema dell'Emergenza-Urgenza in una Regione come la Calabria.

Quando mi sono insediato ho chiesto che mi venisse in qualche modo computato il costo che la Calabria pagava per l’elisoccorso in ragione dei singoli interventi e ho verificato che ogni intervento dell’elisoccorso costava sostanzialmente 600 mila euro perché era poco utilizzato, mentre in una regione che ha caratteristiche olografiche della Calabria l’elisoccorso deve essere utilizzato con più frequenza.

Vorrei segnalare che noi abbiamo tre elicotteri, la Lombardia ne ha quattro, ma io rivendico la scelta di aver mantenuto tre elicotteri per l’elisoccorso perché credo che possa svolgere un pezzo importante del sistema dell'Emergenza-Urgenza; anzi, ci stiamo attrezzando per consentire il volo notturno.

Abbiamo già attivato tutte le procedure per consentire, per esempio, agli elicotteri di atterrare in molti Comuni, anche nei campi di calcio in erba, con un semplice telecomando per poter soccorrere il paziente, portato lì dall'ambulanza.

Nel caso di specie, il medico ha ritenuto che l’elisoccorso non fosse necessario.

Nell’interrogazione, però, il consigliere Mammoliti fa riferimento alla più generale organizzazione del sistema dell'Emergenza-Urgenza – lo fa anche in una successiva interrogazione alla quale risponderò tra poco – chiedendo se sia giusto accentrare le centrali operative, come si è deciso di fare istituendo una Centrale operativa principale, un'altra vicaria.

A questo proposito, voglio dirvi che la Centrale operativa vicaria, sostanzialmente, che doveva essere quella di Cosenza, paradossalmente è stata realizzata prima della Centrale operativa principale, che doveva essere quella di Catanzaro e che sarà allocata proprio nella Cittadella “Jole Santelli”, di fronte alla Centrale operativa del NUE (Numero unico europeo per le emergenze 112).

Rivendico questa scelta perché credo che il tema non sia quello di ragionare nell'organizzazione del sistema di Emergenza-Urgenza guardando ai campanili, bensì all'efficienza del servizio.

I software che oggi abbiamo a disposizione e che stanno operando nelle Centrali operative danno la possibilità ai tecnici risponditori di sapere dove si trovano i diversi mezzi di soccorso, avendoli localizzati e geolocalizzati su una mappa e un loro monitor, e di sapere anche quali sono i posti liberi negli ospedali.

In questo modo possono deviare, per esempio, un mezzo di soccorso che sta dirigendosi verso un paziente che è stato indicato come codice verde o azzurro e possono, se c'è un'urgenza, deviare quel mezzo verso un codice rosso.

Così deve funzionare il sistema dell'Emergenza-Urgenza e non è mai stato così in Calabria.

Non è che ora stia funzionando come vorrei perché, quando si riforma un sistema, non è facile ottenere i risultati immediatamente, ma chi si occupa di sanità in Calabria - sono convinto che il consigliere Mammoliti se ne sia occupato anche prima di svolgere con onore il ruolo di consigliere regionale - sa che le centrali dell'Emergenza-Urgenza in Calabria prima erano diverse, una per provincia, e quando mi sono insediato non avevano nemmeno, in alcuni casi, il collegamento a Internet.

Chi soccorreva il paziente doveva personalmente mettersi al telefono e chiamare diversi ospedali per capire dove ci fosse un posto.

Non è così che deve funzionare il sistema dell’Emergenza-Urgenza.

Difatti, il sistema che abbiamo progettato e che stiamo realizzando funziona al pari delle Regioni più civili.

Per inciso, faccio di nuovo l'esempio della Lombardia che, pur non essendo di assoluta eccellenza, è indicativo di una Regione dove in passato si è sperimentata una riforma dell'emergenza-urgenza che ha dato dei buoni risultati.

In Lombardia ci sono due Centrali operative per il sistema dell'Emergenza-Urgenza a fronte di 10 milioni di abitanti; la Calabria è una regione di 1 milione 800 mila abitanti e ha bisogno di: tecnici risponditori che siano ben formati, assistenza sui mezzi di soccorso con personale sanitario ben formato, una organizzazione che non metta in condizione chi soccorre di non sapere dove portare il paziente. Non ha bisogno, però, di lotte di campanile quando si tratta, appunto, di riorganizzare un sistema semplicemente avendo come riferimento la qualità del servizio e l'efficienza.

Sono convinto che in questo ambito noi riusciremo in tempi molto brevi a migliorare i target di reazione dei mezzi di soccorso.

Come avete visto, abbiamo fatto anche un investimento nella dotazione strutturale perché abbiamo investito diverse decine di milioni di euro delle risorse POR 2014-2020, che altrimenti avremmo dovuto restituire, acquisendo mezzi di soccorso, e abbiamo avuto in questa direzione un assenso da parte della Commissione europea, che ci ha consentito di utilizzare queste risorse a questo fine.

Vi invito a visitare la Sala operativa del 118 già attiva, che è quella di Cosenza, e sperimentare personalmente il funzionamento del servizio, la perizia e l'abilità dei risponditori, dei tecnici che rispondono al telefono.

Stiamo procedendo anche con la seconda Sala operativa che è quella di Catanzaro.

A Reggio Calabria avevamo previsto di fare la centrale dell'116117 e, anche qui, si sta facendo un supplemento di riflessione, poiché in una delle Sale operative già realizzate potremmo attivare già da domani, semplicemente girando la chiave, anche il servizio 116117.

Farlo in un'altra Provincia solo per assecondare le legittime… fino a un certo punto, perché a volte dietro queste lotte di campanile, più che interessi legittimi, ci sono interessi da parte degli operatori che sono abituati a lavorare in quelle sedi da anni e che vorrebbero rimanerci; quindi, anche su questo stiamo facendo delle riflessioni, ma il lavoro di riforma del sistema dell'emergenza-urgenza sta andando avanti assai velocemente nella direzione di restituire ai calabresi un sistema che sia molto più affidabile di quello che abbiamo raccolto quando, due anni e 8 mesi fa, abbiamo preso in mano la sanità e il sistema dell'emergenza-urgenza in Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

A dire la verità, ho sempre riconosciuto - il Presidente lo sa - il merito delle risposte e delle motivazioni addotte ai problemi sollevati; però, Presidente, ormai ci conosciamo da oltre due anni e mezzo in questo confronto democratico che si sviluppa molto positivamente e, secondo lei, se avessi saputo che l'intervento fosse rientrato nei 20 minuti previsti, avrei presentato l'interrogazione?

Non l'avrei fatto, ma mi è stato riferito diversamente, e ho verificato che, difatti, i tempi non corrispondono ai 20 minuti. Mi creda, Presidente, nessuna rivendicazione campanilistica!

Non ho mai avuto visioni campanilistiche, ma ho sempre privilegiato la visione complessiva di insieme e di sistema; però, trattandosi di una realtà importante e delicata, dove ci sono anche depositi costieri, sarebbe utile lavorare per una postazione fissa e sarebbe anche utile migliorare.

Di questo prendo atto e vigileremo, rispetto al miglioramento dei target dei mezzi di soccorso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mammoliti.

Interrogazione a risposta immediata numero 222/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Taglio fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera” 

PRESIDENTE

Passiamo alla prima interrogazione, rinviata per assenza momentanea del consigliere Tavernise sul “Taglio fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera”.

Cedo la parola all’interrogante per l'illustrazione. Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, Presidente.

Nella mia interrogazione numero 222 del 18 marzo 2024 sul “Taglio fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera”, mi rivolgo al Presidente della Giunta regionale, nonché Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, che sa meglio di me che il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo ha stanziato circa 806 miliardi di euro per i Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR), di cui alla Calabria sono stati destinati attraverso il Fondo complementare del Piano nazionale di ripresa e resilienza del decreto legge 6 maggio 2021, nello specifico: 250 milioni di euro per l'anno 2021; 390 milioni di euro per l’anno 2022; 300 milioni di euro per il 2023; 250 milioni di euro per il 2024; 140 milioni di euro per il 2025; 120 milioni di euro per l'anno 2026.

Nella seduta della Conferenza delle Regioni, gli Assessori alla sanità intervenuti sono stati informati che l'attuale Governo, con il decreto-legge numero 19 del 2 marzo 2024 “Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, all'articolo 1, comma 13, ha definanziato gli investimenti destinati alla realizzazione del programma denominato “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”.

Addirittura, la Commissione salute della Conferenza delle Regioni, allarmata, ha solertemente chiesto un incontro urgente al Ministro della salute, Schillaci, contro il taglio di un miliardo e 200 milioni di euro di fondi del PNRR relativi prevalentemente a opere per la sicurezza sismica o, in generale, per la sicurezza delle strutture ospedaliere, ritenendo come questo taglio sia assolutamente inaccettabile.

Proprio per questo motivo, brevemente, volevo sapere attraverso questa interrogazione se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro del disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per tutelare il Servizio sanitario regionale che, sappiamo tutti, è già aspramente compromesso, e come si sta muovendo in Conferenza Stato-Regioni con gli altri Assessori alla sanità per opporsi a questo taglio di un miliardo e 200 milioni di euro, soprattutto per una Regione come la nostra che ha delle strutture molto vecchie.

Devo anche affermare che il presidente Occhiuto si sta muovendo, attraverso la modernizzazione soprattutto di alcuni Pronto soccorso, abbiamo visto quello di Cosenza, così come si stanno muovendo anche gli altri Assessori alla sanità per opporsi a questo taglio.

PRESIDENTE

Cedo la parola per la risposta al presidente Occhiuto.

OCCHIUTO Roberto, Presidente Giunta regionale

Rispondo al Consiglio regionale e al consigliere Tavernise, perché è giusto che io lo faccia.

Si tratta di un'interrogazione rivolta in Consiglio regionale al Presidente della Regione, che è anche il Commissario ad acta della sanità, ma gli elementi di risposta alla sua interrogazione li avrebbe dovuti rintracciare anche dalla cronaca giornalistica; so che il Consiglio regionale giustamente ha titolo a svolgere discussioni su questi temi, ma credo che la mia posizione su questo argomento sia alquanto nota a livello nazionale, perché sono stato tra i primi Presidenti della Regione – credo il primo Presidente della Regione – a oppormi a questa rimodulazione non del PNRR, ma del Piano nazionale complementare che il ministro Fitto ha deciso di fare in uno dei suoi decreti PNRR di qualche mese fa.

Si tratta, appunto, di un miliardo e 200 milioni di euro.

Ho sempre ritenuto molto apprezzabile il lavoro che il ministro Fitto ha svolto nella direzione di rimodulare il PNRR.

Vorrei ricordarvi che tutti in questo Paese erano convinti che non avremmo avuto le rate del PNRR, che l'Europa non ci avrebbe fatto rimodulare il PNRR; il ministro Fitto è riuscito a fare l'una e l'altra cosa.

Sono molto amico del ministro Fitto da trent'anni, ma ho detto che anche uno bravo come lui a volte può sbagliare; nei confronti della Calabria aveva sbagliato, perché il presupposto dal quale partiva era che queste risorse, coperte dal Piano nazionale complementare, dal PNC, e destinate alla misura denominata “Ospedale sicuro”, fossero risorse che le Regioni avevano già sul loro articolo 20.

Egli disse, sostanzialmente: “Questi sono interventi che voi avevate sull'articolo 20. Un Governo precedente al mio li ha spostati sul Piano nazionale complementare. Molti di questi interventi non si faranno nei tempi previsti; allora li rimettiamo sull'articolo 20, giacché le Regioni hanno circa 8 o 9 miliardi di risorse articolo 20 non spese”.

In linea di principio, poteva anche starci un ragionamento del genere, ma ho spiegato al ministro Fitto che questo ragionamento non valeva per la Calabria, essendo l'unica Regione a non aver avuto interventi di questo genere sull'articolo 20.

Ho cercato di spiegare al ministro Fitto che questa operazione finanziaria per la Calabria si sarebbe tradotta, a differenza delle altre Regioni, in una riduzione dei fondi all'articolo 20, anche rispetto a quelli precedentemente programmati, precisando, quindi, che questa cosa l'avrei osteggiata.

Difatti, sono stato fra i Presidenti di Regione che, in Conferenza delle Regioni, hanno scelto di invitare la Conferenza delle Regioni a ricorrere presso la Corte costituzionale contro questa norma contenuta nel PNRR e la Conferenza delle Regioni ha fatto ricorso alla Corte costituzionale.

Credo di aver segnalato la mia attività come l’attività di un Presidente che, quando deve personalmente ricorrere alla Corte costituzionale su leggi che il Governo impugna, anche se si tratta del mio Governo, come è successo per esempio sulle leggi che riguardavano la mobilità in Calabria, lo fa!

Così, su questo tema ho tenuto questa posizione, registrata anche come una polemica col mio amico, ministro Fitto, sulla stampa nazionale nelle settimane in cui questa discussione si svolgeva.

Per evitare che queste risorse fossero di fatto sottratte alla Calabria per l'articolo 20, prima che entrasse in vigore il decreto, ho proposto al Ministero una rimodulazione di tutte le risorse dell'articolo 20, trovando tutte le risorse necessarie al completamento dei tre grandi Ospedali.

Vorrei ricordare che in Calabria abbiamo tre grandi Ospedali, quello di Palmi, quello di Vibo, quello della Sibaritide, che erano solo sulla carta e necessitavano di consistenti aggiornamenti del PEF, poiché un ospedale, progettato nel 2004, nel 2024 ha prezzi sensibilmente superiori a quelli di vent'anni prima anche perché dal 2004 al 2024 si sono modificati i modi della progettazione degli ospedali.

Banalmente, in mezzo c'è stato il Covid-19 e ora gli ospedali devono avere percorsi dedicati per le emergenze come quelle che abbiamo sperimentato pochissimi anni fa.

Pertanto, ho rimodulato le risorse dell'articolo 20 nella direzione di prevedere di spendere tutto secondo quelli che, a mio giudizio, erano i bisogni prevalenti della Regione.

Come avete visto, abbiamo trovato le risorse per l'Ospedale della Sibaritide e per l'Ospedale di Vibo Valentia, mi auguro che entro fine anno possano iniziare i lavori per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro, e lo abbiamo fatto anche al prezzo di una grande assunzione di responsabilità da parte del Commissario, perché adeguare il PEF in maniera così consistente è un grande atto di responsabilità.

Ho ritenuto che ciò fosse dovuto ai cittadini calabresi che non meritano di avere degli ospedali soltanto sulla carta; ciò ha consentito di accelerare il percorso di realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, di Vibo, e consentirà l’inizio dei lavori per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro, mi auguro, entro fine anno.

Intanto, abbiamo fatto anche altre cose, però.

Vi dicevo delle consistenti risorse che stanno nelle casse delle Regioni per l'articolo 20.

Ciò accade perché le procedure per spendere queste risorse sono assolutamente demenziali, in ragione di un accordo Stato-Regioni stipulato 20 anni fa, sostanzialmente, che di fatto rende impossibile la spesa di queste risorse.

Non è un problema solo per la Calabria, ma per il Paese, perché ci si lamenta della sottostima e del sottofinanziamento della sanità in Italia e poi non si consente alle Regioni di utilizzare risorse che hanno in cassa e che, se fossero utilizzate più facilmente, produrrebbero interventi di edilizia sanitaria che migliorerebbero strutturalmente il Servizio sanitario nazionale.

In Calabria siamo riusciti in qualche modo ad aggirare alcuni di questi vincoli.

Difatti, grazie alla mia pregressa esperienza parlamentare e ai miei personali rapporti con gli uffici legislativi dei vari Ministeri, sono riuscito a fare in modo che, intanto, 43 milioni di euro di queste risorse potessero essere spese direttamente dalla Calabria in deroga alle regole demenziali, appunto, che dispongono la spesa dell'articolo 20.

In ultimo, proprio ieri nel decreto “Liste d'attesa” è passato un altro emendamento che ho proposto e che riguarda la Calabria, che ci fa recuperare 20 milioni dell'articolo 20 prima fase, quello che era stato finanziato con mutui della Cassa depositi e prestiti per interventi che in Calabria non erano stati realizzati 25 anni fa, o erano stati realizzati e avevano prodotto delle economie.

Li avremmo dovuti programmare con le lungaggini delle regole dei tavoli ministeriali; abbiamo proposto un emendamento, che è stato approvato e ci dà la possibilità di utilizzare questi 20 milioni in deroga a queste regole, per l'appunto, demenziali.

Questo mi dà fiducia in ordine al fatto che sull'edilizia sanitaria avremo tutte le risorse occorrenti per completare la costruzione dei tre grandi Ospedali.

La copertura di questi interventi, invece, che sono riferiti ad “Ospedale sicuro” e che il Governo erroneamente riteneva fossero coperti in precedenza dall'articolo 20, e non era così in Calabria, noi la chiederemo al Governo.

Per quanto ci riguarda, è il Governo che ha definanziato questi interventi, poiché questi interventi la Calabria sull'articolo 20 non li aveva mai spesati; anzi, il danno in qualche modo lo abbiamo recuperato, ma non totalmente, perché questi interventi erano comunque spesati sul Piano nazionale complementare; alcune Aziende sanitarie avevano già cominciato questi interventi, che erano in una fase di progettazione molto matura e avevano già prodotto degli impegni giuridicamente vincolanti, per fortuna una parte poco consistente dell'intero importo, e quindi su questi, per i quali ci sono obbligazioni giuridicamente vincolanti, è evidente che si procederà, ma il resto abbiamo deciso di destinarlo a quelle che, per quanto mi riguarda, ma credo anche per quanto riguarda i calabresi, siano le vere priorità dell'edilizia sanitaria in Calabria.

Interrogazione a risposta immediata numero 246/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “Sulle gravi disfunzioni della Centrale Operativa Emergenza-urgenza (COEUR)”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 246/12^ a firma del consigliere Mammoliti “Sulle gravi disfunzioni della Centrale operativa Emergenza-urgenza”.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Ho già risposto a questa.

PRESIDENTE

Ha già risposto, in pratica. Va bene.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Presidente, intervengo brevemente. Capisco il tempo, però, a dimostrazione delle disfunzioni invece di quel meccanismo di centralizzazione, che poc'anzi lei citava, le vorrei leggere una cosa velocemente: “In caso di mancanza di posti letto nel reparto dove il paziente dovrebbe essere ricoverato, a seguito di intervento di medici del Pronto soccorso” - per la ricerca, sostanzialmente, centralizzata – “il medico del Pronto soccorso deve contattare gli altri Ospedali calabresi e quando riuscirà a trovare l'Ospedale disponibile…”; anche in quel caso si attiva un'ulteriore trafila burocratica e, quindi, i tempi si allungano e non sono tempestivi come a volte, invece, dovrebbero essere.

Perché dico queste cose, Presidente?

I migliori modelli organizzativi - ci possono pure stare, ci possono pure essere - se poi non vengono effettivamente valutati nella ricaduta concreta e operativa, sia nel miglioramento dell'agibilità del lavoro degli operatori sia in termini tempestivi di immediatezza per dare risposte ai cittadini, a volte restano dei modelli organizzativi teorici importanti; per esempio, possono andare bene in Lombardia, dove ci sono 99 Pronto soccorso, e invece in Calabria no.

Quindi, cerchiamo di prestare attenzione per vedere quali possano essere eventualmente i passaggi anche di rivisitazione organizzativa, per meglio rispondere a queste esigenze di approccio di sistema e garantire, in caso di emergenza, la tempestività dell'intervento. Grazie.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Intervengo telegraficamente, perché su una parte riguardante l'organizzazione del sistema dell'Emergenza-Urgenza credo di aver già risposto, però il consigliere che fanno i medici o all'onorevole Bruni che pure si è occupata sempre di sanità, ma, per esempio, al consigliere Graziano che di sanità non se ne occupa.

Il consigliere Mammoliti fa riferimento a quello Mammoliti fa riferimento ad un'altra circostanza che io vorrei maggiormente esplicitare per renderla più comprensibile, non tanto all'onorevole Giannetta o all'onorevole Comito che accade quando un paziente viene soccorso e viene portato in un Pronto soccorso. Se poi nel Pronto soccorso, all'esito della visita che il paziente riceve, c'è necessità di un'assistenza ulteriore che in quel momento non è disponibile in quell'Ospedale, è il Pronto soccorso che deve chiamare altri Ospedali per accertarsi che ci sia la possibilità di assistere quel paziente in altri reparti. Questo però non riguarda il sistema dell'Emergenza-Urgenza perché, laddove è ben organizzato, il sistema dell'Emergenza-Urgenza deve arrivare velocemente a soccorrere il paziente e a portarlo nel Pronto soccorso.

Poi, c'è tutta un'altra parte di trasporti, che è per così dire definita - io non sono un medico quindi anche io sono nella condizione del consigliere Graziano, mi scuseranno i medici se uso una terminologia tecnica meno appropriata - dei trasporti secondari: quando il paziente viene soccorso, per esempio, per strada e viene portato in un Pronto soccorso per il sistema, non in Calabria ma nel mondo, il paziente è in una condizione di protezione perché, comunque, è in un ambiente medico che è protetto. Se a quel paziente per spostarlo in un altro Ospedale tu fai arrivare un mezzo che, invece, deve stare per strada, perché deve essere nella condizione di soccorrere, per esempio, un codice rosso, non organizzi bene il sistema delle Emergenze-Urgenze.

Quindi, la circostanza a cui lei fa riferimento in qualche modo merita di essere ulteriormente approfondita dal punto di vista organizzativo, perché anche i trasporti secondari devono essere meglio organizzati, organizzati con maggiore celerità, ma se risolvessimo nel modo in cui lei velatamente propone, cioè, facendo intervenire le ambulanze che, invece, sono dedicate al sistema dell'Emergenza-Urgenza, sbaglieremmo.

Interrogazioni a risposta scritta:

Interrogazione a risposta scritta numero 241/12 di iniziativa dei consiglieri R. Mammoliti, A. Lo Schiavo: “In merito all’approvazione della proposta di legge sulla autonomia differenziata”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione numero 241/12^ a firma dei consiglieri Mammoliti e Lo Schiavo “In merito all'approvazione della proposta di legge sull'autonomia differenziata”.

Di questo abbiamo già parlato. Presidente, vuole aggiungere qualcosa al suo pensiero che è già noto?

Deve solo dare le risposte. Va bene? Prego, Presidente.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Credo che il Presidente del Consiglio si riferisse alla circostanza per cui di autonomia differenziata io sto già parlando in questi giorni e molto diffusamente.

Però, sì, voglio rispondere all'interrogazione ma, se me lo consentiranno gli onorevoli proponenti, cercherò di correggerla nelle loro premesse. Nell'interrogazione loro dicono che lo stesso presidente Occhiuto, seppur fuori tempo massimo, ha espresso dubbi sulla bontà delle riforme e ha condiviso la scelta della deputazione calabrese di Forza Italia di non approvare la legge.

Ecco, approfitto di questa circostanza, di questa interrogazione, signor Presidente, per fare un'operazione che, per quanto mi riguarda, è un'operazione verità che io vorrei, anche, documentare, inviando un documento al Presidente del Consiglio e ai consiglieri regionali della Calabria, soprattutto a quelli del PD che a volte mi sembrano molto distratti su questo tema; sembrano molto attenti a quello che dico io sull'autonomia differenziata, poi mi rendo conto che, invece, sono un po’ distratti perché, evidentemente, leggono solo i titoli dei giornali.

Vorrei inviare al Presidente del Consiglio e ai consiglieri regionali il resoconto della Conferenza delle Regioni dove si diede avvio alla discussione del disegno di legge Calderoli di attuazione del Titolo V della Costituzione. Ho sentito, infatti, spesso evocare che io su questo tema abbia cambiato idea o abbia assunto un'altra posizione, non solo da consiglieri regionali ma anche da ex consiglieri regionali come il suo predecessore, Presidente del Consiglio, e non è così perché, quando vi invierò ciò che io ho detto in Conferenza delle Regioni dal primo giorno, voi verificherete che io dal primo giorno ho detto sostanzialmente no money no party.

In Conferenza delle Regioni - se qualcuno dei miei collaboratori mi mandasse il resoconto, ve lo leggerei -, sostanzialmente, dissi già all'inizio quello che ho sempre ripetuto. Io ho sempre detto che l'autonomia differenziata era una possibilità offerta dalla Costituzione alle Regioni e che l'attuazione del Titolo V della Costituzione, che fu modificato dal centrosinistra nel 2001, se fosse avvenuto compiutamente sarebbe stata una grande opportunità per la Calabria e le Regioni del Sud.

Ho sempre detto di non avere pregiudizi nei confronti dell'autonomia differenziata e, se avete osservato come faccio il Presidente della Regione, sapete che non ho pregiudizi, perché io, anche a legislazione vigente, spazi di autonomia rispetto al Governo, quando è necessario, me li prendo anche impugnando le leggi davanti alla Corte costituzionale e vincendo contro il Governo. Credo che ci sia la possibilità di far valere il ruolo di Presidente della Regione, che oggi vale quanto quello di tre Ministri, anche a legislazione vigente, ritagliandosi uno spazio che consente ai Presidenti di Regione di essere in qualche modo autonomi pure rispetto delle leggi, rispetto al Governo nazionale.

Ho sempre detto che non avevo pregiudizi sull'autonomia differenziata, ma ritenevo però l'autonomia differenziata il primo vagone di questo treno che era costituito dalla Legge di attuazione del Titolo V della Costituzione. Il primo vagone: l'autonomia differenziata, appunto, una possibilità per le Regioni e il Governo di fare delle intese.

Il secondo vagone: il superamento della spesa storica.

In Italia recentemente è stato definito un ultimo LEP che è quello degli asili nido. Da quando è stato definito questo LEP, al Sud sono andate molte più risorse che in passato.

Questa è la dimostrazione che, se si definissero e si finanziassero i LEP, noi al Sud guadagneremmo molto di più di quanto pensano quelli del Nord di guadagnare dall'autonomia differenziata.

Il terzo vagone era quello della perequazione che in questo Paese non ha mai funzionato come la Costituzione dispone ed io ho detto che, se si attua il Titolo V della Costituzione e l’articolo 116 della Costituzione, l'autonomia differenziata, e per attuare il 116 conseguentemente si attua l’articolo 117, che è il superamento della spesa storica e il finanziamento dei diritti sociali e civili secondo i fabbisogni standard e si fa la perequazione, - magari! - noi guadagneremo molto di più.

Ho detto anche che, se questo treno per fare arrivare in stazione l'autonomia differenziata porta al traguardo anche gli altri due vagoni, noi ci guadagniamo moltissimo.

Ho detto sempre questo e che avrei espresso il giudizio finale soltanto alla fine, quando avrei verificato che questo percorso conduceva a trovare le risorse per finanziare i LEP.

Vi vorrei informare che oggi la Corte dei conti ci ha parificato il bilancio e il Presidente della Corte dei conti ha detto che ha apprezzato il dinamismo del Presidente della Regione e che, spesso, non c'è una capacità amministrativa corrispondente nella struttura amministrativa e burocratica. Questa è la dimostrazione che almeno fra i miei collaboratori questa capacità c'è perché mi hanno mandato il verbale che prima vi citavo.

In Conferenza delle Regioni, il verbale così dice: “Per il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il disegno di legge avvia un processo che non riguarda solo l’articolo 116”, quindi l'autonomia differenziata, che è una possibilità peraltro offerta dalla Costituzione, grazie alla riforma prodotta dal centrosinistra; il processo che inizia col disegno di legge ha l'obiettivo anche di fare in modo che i LEP, quindi i diritti sociali e civili, siano definiti secondo i costi e i fabbisogni standard.

Oggi siamo chiamati ad esprimere un parere su un disegno di legge che riguarda complessivamente l'attuazione di questa parte della Costituzione, se esprimessimo un parere contrario, evidentemente, questo equivarrebbe a dire che siamo pregiudizialmente contrari ad attuare questa parte della Costituzione anche con riguardo all’articolo 117, sia nella parte che riguarda l'autonomia differenziata, sia nella parte che riguarda il superamento della spesa storica.

“Il Presidente della Regione dice che non apre un approccio ideologicamente avverso all'autonomia differenziata, ma che è prevalente la realizzazione del 117”. E poi dice, il Presidente della Regione, secondo il verbale della Conferenza delle Regioni, che: “…è evidente che da qui a qualche mese il tema sarà quello relativo alle risorse e sarà quello di quantificare il costo di questo processo di attuazione perché, quando si passa dalla spesa storica ai fabbisogni, ai costi standard, è evidente che vi sono dei costi e quindi bisogna coprirli.”

Questo dicevo il primo giorno che si avviò la discussione; quello sarà il momento decisivo per capire se questo percorso, che oggi si avvia, può trovare una sua definizione e conclusione, e poi continuavo.

Allora, ditemi, rispetto a quello che vi ho letto testualmente e che ho detto nella prima occasione di confronto con gli altri Presidenti e col ministro Calderoli, in Conferenza delle Regioni: ho mai cambiato opinione? Praticamente dicevo: “no money, no party”.

Avviamo la discussione se è utile a finanziare i LEP, se è utile a superare la spesa storica, ma il giudizio su questa riforma, anzi sull'attuazione di questa riforma, io lo potrò dare soltanto quando vedrò le risorse per finanziare il LEP.

Che cosa è successo? È successo che è arrivato a traguardo in stazione il primo vagone, quello dell'autonomia differenziata, e sui LEP, sul finanziamento dei fabbisogni, dei diritti sociali e civili, siamo ancora “a caro amico”.

E allora, sono stato conseguente, coerente rispetto a quello che ho sempre sostenuto, se poi qualcuno di voi si ferma ai titoli e non legge quello che io dico, non è colpa mia, ma che si dica che, seppur fuori tempo massimo, il Presidente ha espresso dei dubbi sull'attuazione di questa riforma, mi pare non corrisponda in alcun modo a verità. Anzi, proprio in questa direzione, in coerenza con quello che ho sostenuto il primo giorno in Conferenza delle Regioni, ho chiesto al mio partito, ai Ministri del mio partito, di approvare in Consiglio dei Ministri il disegno di legge, sul quale poi il Parlamento avrebbe dovuto esprimersi, soltanto a condizione di modificarlo nella direzione di prevedere che non si possano fare intese nelle materie LEP, se prima non sono definiti i diritti sociali e civili e non sono finanziati i diritti sociali e civili allo stesso modo in tutto il Paese.

Quindi, orgogliosamente rivendico il fatto di essere stato nel centrodestra nazionale grazie al mio partito, che ringrazio, a Forza Italia - anche grazie agli altri partiti del centrodestra che hanno accolto queste modifiche - quello che più ha lavorato per modificare un testo di legge che nel suo “avvio” avrebbe consentito di fare intese anche sulle materie LEP, anche sulle materie per i quali la spesa storica non è superata.

Basta? Secondo me non basta, secondo me non basta intanto perché non c'è certezza che le risorse ci siano per finanziare la spesa storica. L'ho detto chiaramente ai giornali: per quanto mi riguarda l'urgenza è quella di superare la spesa storica non l'autonomia differenziata. Non mi sento un Presidente dimezzato in questo contesto istituzionale, anzi sono un Presidente che ha sempre dimostrato, anche, grande autonomia rispetto al Governo. Quindi, non ci sono i soldi.

Ho cercato di rispettare anche quello che il Consiglio regionale della Calabria ha votato, quando ha votato un ordine del giorno condiviso da tutti i partiti che sostengono la mia maggioranza, nel quale si raccoglievano alcune perplessità che anche io avevo rappresentato, quelle in ordine al fatto che sulle materie non LEP, su quelle che potrebbero dar luogo immediatamente a intese, necessitava un approfondimento ulteriore. Ho fatto un esempio che ormai è diventato celebre a livello nazionale sul commercio estero: “Io voglio capire che cosa succede agli agricoltori calabresi che esportano i loro prodotti, alle cantine calabresi che esportano i loro vini, se 4, 5 Regioni del Nord si dichiarano autonome sul commercio estero, non c'è danno? Bene. C'è un danno? Male.”

Per saperlo ho fatto prima una valutazione di impatto e abbiamo chiesto questo in Consiglio regionale e io sto continuando a chiedere questo alla politica nazionale. Peraltro – consentitemi - anche registrando qualche giusta preoccupazione e resistenza nella mia coalizione e qualche inaspettato apprezzamento da parte dell'opposizione nazionale, non quella calabrese, ma nazionale. I dirigenti nazionali del PD mi invitano addirittura alle Feste dell'Unità, io non posso andarci e poi invece qui trovo - come si chiamava quello che era Presidente del Consiglio prima di lei? - altri consiglieri regionali che dicono: “Ah, Occhiuto – no, non me lo ricordo - che Occhiuto…”. Allora, mettetevi d'accordo!

Su questo tema sono stato sempre coerente e credo vada apprezzato anche il coraggio, perché chi è dirigente nazionale del centrodestra come il sottoscritto non trova comodo, facile, assumere posizioni che poi creano tensione. Però, se non hai coraggio, non puoi governare la Calabria.

Ho scelto di governare la Calabria e questo stesso coraggio devo dimostrarlo nella mia funzione di dirigente nazionale del centrodestra.

Sono contento del fatto che oggi, per esempio, in Consiglio dei ministri, la deputazione del mio partito, a cominciare dal Segretario nazionale e vicepremier Tajani, abbia - a giudicare da quello che dicono le agenzie di stampa - riproposto le giuste, secondo me, perplessità che io avevo avanzato.

Non siamo in un Consiglio comunale, siamo in un Consiglio regionale, io poi mi innamoro della discussione in Consiglio regionale, come me ne innamoravo alla Camera quando facevo il capogruppo, però a volte mi pare di registrare un dibattito che in Calabria su questi temi è piccino, nel senso che, non so se so svolgere la mia funzione politica, ma la mia funzione politica la svolgo bene se nella mia coalizione cerco di stimolare un dibattito, un ravvedimento, rispetto a certi temi, nella speranza che diventino patrimonio di tutta la coalizione. Se oggi, per esempio, si facesse quello che io ho proposto ieri, una moratoria sulle intese, anche su quelle non LEP, fino a quando non si definiscono i fabbisogni standard e non si finanziano i fabbisogni standard in tutta Italia, a Vercelli come a Crotone, sarebbe un risultato enorme, molto più enorme di quello che si otterrebbe semplicemente con una dichiarazione da capopopolo, dicendo: “Ah, sono contrario”. È costoso, è costoso, perché i dirigenti nazionali del centrodestra come me o che lo fanno ancora più autorevolmente di me essendo leader di partiti, ti guardano con simpatia quando fai delle dichiarazioni che, comunque, determinano qualche problema alla coalizione; è normale che sia così, però, questo significa svolgere una funzione politica in maniera intelligente, cercando di svolgerla in maniera decisiva per cambiare le cose.

Per rispondere alla vostra interrogazione su che cosa voglio fare: voglio continuare ad essere coerente. Voglio continuare a essere coerente, anche se è scomodo, perché sono un dirigente nazionale del centrodestra e ho la responsabilità di governare una Regione complicata nella quale il rapporto di leale collaborazione col Governo è importante, e dire quello che ho sempre detto: “no money, no party”. Se non ci sono le risorse, per quanto mi riguarda, non si devono fare intese nemmeno sulle materie non LEP.

Poi, ho posto anche una questione di opportunità sul fatto che forse questa legge poteva essere meglio metabolizzata anche al Sud perché, rifiuto anche il racconto, lo storytelling, che fanno molti di sinistra su questa legge, definendola uno “spacca Italia”. Non è una “spacca Italia”, non nel modo in cui è stata modificata anche con gli emendamenti di Forza Italia e di Fratelli d'Italia; addirittura, l'emendamento di Fratelli d'Italia, che è passato al Senato, dice che se domani ci dovesse essere un'intesa che dà, per esempio, ad una Regione la possibilità di pagare di più i medici, quella stessa possibilità deve essere finanziata a tutte le Regioni, anche a quelle che non chiedono le autonomie. Cosa vuol dire? Vuol dire che per come è stata modificata la legge, sulle materie LEP le intese non si potranno fare - secondo me, non si potranno fare mai - se non si trovano 70, 80, 90, 100 miliardi, non è possibile sapere quanti sono se prima non si definiscono i LEP.

Sono orgoglioso di aver prodotto questa modifica che ha fatto di questa legge una legge che non è una “spacca Italia” ma che, secondo me, rischia di essere solo una bandiera per qualcuno. Non produce grandi risultati però, poiché non sono disponibile a far assumere ai calabresi neanche un centesimo di rischio, ho detto: “Sulle questioni che riguardano le materie non LEP, ci vuole un approfondimento di indagini, una valutazione d'impatto”.

E, mentre l'obiettivo dei Presidenti del Nord è l'autonomia differenziata, il mio obiettivo è che si faccia in altri ambiti quello che è stato fatto negli asili nido. Il mio obiettivo è quello che si definiscano altri LEP, per fare in modo che la mia Regione e le Regioni del Sud abbiano più risorse superando la spesa storica. Devo svolgere questa azione e sono credo orgoglioso del fatto che a livello nazionale si riconosca che io questa azione la sto svolgendo.

Ogni tanto, un piccolo moto di orgoglio per la politica calabrese, al di là delle appartenenze e delle sensibilità, dovrebbe produrlo anche il fatto che finalmente la Calabria ha un Presidente di Regione che comunque mette la Calabria al centro del dibattito nazionale su temi di rilevanza nazionale, mentre prima per tanti anni la Calabria questa possibilità non l'ha avuta.

So che è difficile che tutti se ne possano rendere conto, mi dispiace quando verifico che nel Consiglio regionale, nel mio Consiglio regionale, nel Consiglio regionale del quale mi onoro di far parte, ci siano alcuni che chiudono gli occhi pur di affermare posizioni che rischiano di essere minoritarie anche all'interno dei partiti che rappresentano.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Consigliere Mammoliti, ha diritto di replica. Prego.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Debbo prendere atto che tra il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio è ritornato il sereno. L'altra volta non gli ha fatto neanche gli auguri per la riconferma nella Conferenza Euro Mediterranea, e questa volta, invece, il presidente Occhiuto può parlare ore e io a malapena ho diritto di parlare 3 minuti. È impari.

PRESIDENTE

Per par condicio può parlare quanto vuole.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Non voglio assolutamente, però è impari questo confronto. È impari - è chiaro, no?! - perché giustamente il Presidente deve addurre le proprie ragioni in merito alla problematica, non del tutto pertinenti, invece, in merito all'interrogazione, ed è chiaro che deve utilizzare quel tempo. Sarebbe stato utile, invece, se ci fosse stata una discussione e se la proposta di provvedimento amministrativo, invece di essere veicolata nei meandri della Commissione, aveste deciso di portarla direttamente in Consiglio; ciò ci avrebbe forse consentito di sviluppare il confronto che il Presidente citava.

Presidente Occhiuto, lei offre sempre le sue motivazioni di coerenza, però quando ascolta rilievi argomentati e altrettanto validi, efficienti ed efficaci come i suoi, a volte sfocia e lambisce dei tratti - se mi consente - di saccenteria, che fa parte del carattere di ognuno; ci sta, per l'amor di Dio, ognuno si esprime con le motivazioni che ritiene.

Però, non è tutto come dice lei, perché lei puntualizza la coerenza, ma in parte non è coerente perché non è vero che per il provvedimento che è stato approvato è solo una questione di risorse, quindi “no money, no party”. Le risorse intanto, come diceva, non ci sono. È un problema di modifica dell'assetto del Paese, perché le altre 23 materie, per le quali non sono previste le risorse, modificano sostanzialmente la vita e la natura del sistema produttivo calabrese e delle Regioni del Mezzogiorno e del nostro Paese.

Questo, quindi, è un problema che non riguarda solo il Mezzogiorno, ma che riguarda l'insieme del Paese, perché avere 23 politiche energetiche, 23 politiche di altre materie importanti - non è la stessa cosa di quello che sta avvenendo oggi - comporterà un'altra Italia. Quindi non è vero che c'è la coerenza del provvedimento, perché la coerenza del provvedimento riguarda relativamente la parte delle risorse. E però, Presidente, le risorse non ci sono. Noi siamo in uno stato avanzato del “no money, no party”, cioè, il provvedimento adesso c'è e, come lei sa, questi money, queste risorse non ci sono.

Quindi, l'interrogazione che avevamo presentato con il collega Lo Schiavo chiedeva se lei magari fosse intenzionato, visto che i money, le risorse non ci sono, come magari avevano adombrato alcune Regioni, ad impugnare questo provvedimento. Però, ormai, questo mi pare un fatto acclarato, superato, e via discorrendo.

Visto che non ci sono le risorse e sulle altre materie le risorse non sono previste si potrebbe determinare uno Stato arlecchino e si potrebbero danneggiare pesantemente le imprese del sistema produttivo della nostra Regione. Noi le chiedevamo in questa interrogazione quali fossero le azioni, le iniziative che il Presidente di Regione intendeva assumere per difendere e per superare i gap infrastrutturali, economici e produttivi che anche l'applicazione di questo provvedimento, al netto delle risorse sui livelli essenziali della prestazione, quindi diritti civili e diritti sociali, potrebbero determinare per uno Stato arlecchino, mettendo in ginocchio l'economia della nostra Regione, che non ha la capacità, la performance e la forza concorrenziale di competere come gli altri sistemi produttivi.

Avrei preferito che si fosse limitato a rispondere a questi due provvedimenti. Posso capire che non voglia impugnare il provvedimento, ma quali misure mette in atto, oggi, Presidente? Siamo in uno stato avanzato dell’iter, le risorse non ci sono, cosa intende fare?

Ho visto che ha chiesto una moratoria. Le risorse non ci sono. Siccome molte Regioni stanno chiedendo un referendum abrogativo su questo provvedimento, noi le chiediamo cosa intende fare per difendere le ragioni dei calabresi, i diritti sociali, i diritti civili, ma anche il sistema produttivo della nostra Regione. Presidente, lei dice: “no money no party”, money non ci sono, le risorse non ci sono. Molte Regioni stanno chiedendo il referendum, noi abbiamo presentato una proposta di provvedimento amministrativo che il 31 sarà discusso nella Commissione competente. Qual è la sua posizione in merito? Non l'ho capita.

Fa una serie di panegirici in merito al provvedimento del superamento della spesa storica, che io condivido, che porterebbe dei benefici sostanziali - sono assolutamente d'accordo - ma ci sono altri problemi che sono molto seri anche per il sistema competitivo e produttivo della nostra Regione. Sinceramente, caro Presidente, di solito lei è molto appropriato nelle sue motivazioni, però non l'ho capito.

In questa fase avanzata senza un provvedimento che dispone le risorse necessarie per realizzare il livello essenziale delle prestazioni, vorrei capire dal Presidente della Regione cosa fa per difendere le ragioni dei calabresi e del sistema produttivo della Calabria. Grazie.

 

Interrogazioni a risposta immediata

Interrogazione a risposta immediata numero 192/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “In merito alla situazione della Abramo Customer Care S.p.A

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 192/12^ a firma del consigliere Mammoliti.

È rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta immediata numero 227/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “In merito alla nuova conferenza dei servizi indetta dal Ministero dell’ambiente e della sovranità energetica per la bonifica del Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara”

PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione 227/12^ a firma del consigliere Mammoliti: “In merito alla nuova conferenza dei servizi indetta dal Ministero dell'ambiente e della sovranità energetica per la bonifica del Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara ”.

È rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

 

Interrogazione a risposta immediata numero 245/12^ di iniziativa della consigliera A. Bruni: “Stato del mare lungo la costa tirrenica Lamezia Terme – Pizzo Calabro – Falerna – Nocera Terinese”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 245/12^ a firma della consigliera Bruni è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazioni a risposta scritta

Interrogazione a risposta scritta numero 232/12^ di iniziativa del consigliere E. Alecci: “Infermiere di famiglia o di comunità (IFC)”

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.

La numero 232/12^ a firma del consigliere Alecci: “Infermieri di famiglia o di comunità”.

Nelle more dell'avvio della seduta consiliare le è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.

L’interrogante si ritiene soddisfatto.

Interrogazione a risposta scritta numero 176/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “Sull’emergenza incendi nella Provincia di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a firma del consigliere Mammoliti: “Sull'emergenza incendi nella Provincia di Vibo Valentia”.

Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.

L'interrogante si ritiene soddisfatto.

Interrogazione a risposta scritta numero 182/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, F. Iacucci: “Chiusura filiale BPER del Centro Storico di Rossano”

PRESIDENTE

Il consigliere Bevacqua è assente.

È arrivata la risposta, ma il consigliere è assente, non può dichiarare di essere soddisfatto quindi…

Interrogazione a risposta scritta numero 188/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Messa in sicurezza di ponti e viadotti della Strada Statale 107 Silana Crotonese”

PRESIDENTE

Lo stesso per l’interrogazione numero 188/12^. Al consigliere Tavernise è arrivata la risposta, ma è assente.

Interrogazione a risposta scritta numero 191/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti: “Realizzazione di opere di ingegnerizzazione delle reti idriche di distribuzione urbana e lavori di manutenzione straordinaria funzionali al miglioramento della distribuzione idrica e alla riduzione delle perdite nella Regione Calabria nei Comuni della Calabria”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 191/12^, a firma del consigliere Mammoliti, è rinviata per assenza dell'assessore.

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 193/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “L.r. n. 39/2023 - Istituzione del Consorzio Unico di bonifica calabrese”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 193/12^ del consigliere Muraca è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 196/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Lavori di risanamento, adeguamento e ampliamento per il rilancio del porto di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 196/12^ è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 199/12^ di iniziativa del consigliere E. Alecci: “Rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 199/12^ a firma del consigliere Alecci: “Rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria” è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 204/12^ di iniziativa della consigliera A. Bruni: “Conduttura Acquedotto Sambuco- Lamezia Terme”

PRESIDENTE

L'interrogazione 204/12^ a firma della consigliera Bruni: “Conduttura Acquedotto Sambuco- Lamezia Terme” è rinviata per l'assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 211/12^ di iniziativa della consigliera A. Bruni: “Inquinamento atmosferico”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 211/12^ sempre a firma della consigliera Bruni: “Inquinamento atmosferico” è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 215/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Ritardo nell’erogazione del TFR per i lavoratori di Azienda Calabria Verde”

PRESIDENTE

All'interrogazione numero 215/12^ a firma del consigliere Tavernise è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 218/12^ di iniziativa del consigliere E. Alecci: “Trasversale Lamezia Terme – Catanzaro Lido”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 218/12^ a firma del consigliere Alecci: “Trasversale Lamezia Terme – Catanzaro Lido”.

Nelle more dell'avvio alla seduta è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale. L’interrogante si ritiene soddisfatto.

Interrogazione a risposta scritta numero 219/12^ di iniziativa del consigliere S. Cirillo: “Sulla pesca con il palamito (palangaro) alla luce del decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) del 30 gennaio 2024: ‘Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro’”

PRESIDENTE

All’'interrogazione 219/12^ a firma del consigliere Cirillo, nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.

L’interrogante si ritiene soddisfatto.

Interrogazione a risposta scritta numero 220/12^ di iniziativa del consigliere E. Alecci: “Riconoscimento certificazione IGP bergamotto di Reggio Calabria”

PRESIDENTE

All’'interrogazione 220/12^ a firma del consigliere Alecci: “Riconoscimento certificazione IGP bergamotto di Reggio Calabria”, nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta.

L’interrogante si ritiene soddisfatto.

Interrogazione a risposta scritta numero 226/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Ritardo nell’erogazione del TFR per i lavoratori andati in pensione del Consorzio di Bonifica della Calabria”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 226/12^ del consigliere Tavernise è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 228/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, E. Alecci, A. Bruni, F. Iacucci, R. Mammoliti, G. Muraca: “Fondazione mediterranea Terina Onlus”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 228/12^ del consigliere Bevacqua è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 230/12^ di iniziativa del consigliere E. Alecci: “Misure attuative e risorse finanziarie previste per l’attuazione dei Contratti di Fiume, di Costa e di Lago nella Regione Calabria”

PRESIDENTE

L'interrogazione numero 230/12^ a firma del consigliere Alecci è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 233/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Emergenza occupazionale dei lavoratori dell'Abramo Customer Care”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 233/12^ del consigliere Tavernise, che è assente, è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 236/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Carenze del trasporto pubblico locale per i territori della fascia ionica della Provincia di Cosenza”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 236/12^ a firma del consigliere Tavernise, nelle more dell’avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta.

Interrogazione a risposta scritta numero 237/12^ di iniziativa del consigliere A. Lo Schiavo: “In merito al mancato collettamento del fosso Sant'Anna all'impianto depurativo di Porto Salvo nel territorio comunale di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 237/12^ del consigliere Lo Schiavo, che è assente, è rinviata per assenza dell'assessore.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta scritta numero 240/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Malfunzionamento del portale regionale del Sistema Unico per l'Edilizia della Calabria”

PRESIDENTE

All’interrogazione numero 240/12^ a firma del consigliere Tavernise, nelle more dell’avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta.

Abbiamo terminato.

 

Esauriti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 20.10

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Calabrese, Gentile, Montuoro, Neri.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Norme per la promozione, la diffusione e lo sviluppo della pratica sportiva nella Regione Calabria - (Deliberazione G.R. n. 365 del 10.07.2024)” (PL n. 304/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Talerico, Neri, Laghi, De Francesco, Lo Schiavo, Gentile “Modifiche alla legge regionale n. 28 del 11 luglio 1986 (Ricezione turistica all'aria aperta)” (PL n. 301/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

Gallo, Mancuso, Giannetta, Straface, Crinò, Mannarino, De Nisi “Disciplina delle attività escursionistiche ed istituzione della Rete Escursionistica della Calabria” (PL n. 302/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario ex articolo n. 72 del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria.

Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso, Mattiani, Raso “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare della birra artigianale e agricola calabrese” (PL n. 303/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso, Mattiani, Raso “Riconoscimento e valorizzazione delle professioni non organizzate in ordini o collegi” (PL n. 305/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Comito, De Nisi, Gelardi, Crinò, Graziano “Modifiche a leggi regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del principio di leale collaborazione e disposizioni normative” (PL n. 306/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Tavernise “Riconoscimento della manifestazione “Perciavutti”” (PL n. 307/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Mancuso e Montuoro “Istituzione della Riserva Naturale Regionale di Trinchise” (PL n. 308/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso, Mattiani, Raso “Norme di sostegno e promozione degli Enti del Terzo Settore calabrese” (PL n. 309/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“L.R. 12 febbraio 2016, n. 4 “Disciplina sulla trasparenza dell'attività politica e amministrativa della Regione Calabria e dei suoi enti strumentali sull'attività di rappresentanza di interessi particolari” - Registro pubblico dei rappresentanti di interessi particolari - Sezione Giunta regionale. Approvazione del Disciplinare per la tenuta e l'aggiornamento del Registro e della proposta di Codice Etico dei rappresentanti di interessi particolari - (Deliberazione G.R. n. 332 del 10.07.2024)” (PPA n. 175/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito.

“Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Calabria Verde - (Deliberazione G.R. n. 389 del 25.07.2024)” (PPA n. 179/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Rendiconto esercizio 2022 dell’Azienda Calabria Verde - (Deliberazione G.R. n. 390 del 25.07.2024)” (PPA n. 180/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:

“Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano, Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero” (PPA n. 177/12^).

“Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi - (Deliberazione U.P. n. 48 del 2.7.2024)” (PPA n. 178/12^).

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri regionali:

Bevacqua, Tavernise, Lo Schiavo, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca “Richiesta di indizione di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e degli articoli 29 e 30 della legge 25 maggio 1970, n. 352, della Legge 26 giugno 2024, n. 86, recante: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”” (PPA n. 174/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito.

Mancuso “Proposta di legge al Parlamento recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224”” (PPA n. 176/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito.

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 337 del 10 luglio 2024, recante:

“Approvazione del Regolamento di attuazione della legge regionale n. 24 del 15 maggio 2024”.

(Parere numero 40/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione consiliare permanente.

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 387 del 25 luglio 2024, recante:

“Piano Sviluppo e Coesione della Regione Calabria (PSC). Approvazione del Piano finanziario variato della Sezione Speciale 2 del PSC (SS2). Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC (CdS) e della Cabina di regia FSC”.

(Parere numero 41/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione consiliare permanente.

Parere Commissione consiliare competente

La terza Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta regionale n. 337 del 10 luglio 2024, recante:

“Approvazione del Regolamento di attuazione della legge regionale n. 24 del 15 maggio 2024” ed ha espresso, a maggioranza dei gruppi presenti, parere positivo.

(Parere numero 40/12^).

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

In data 11 luglio 2024, il consigliere regionale, Antonello Talerico, ha aderito al Gruppo consiliare “Forza Italia”.

Annunzio di revoca di proposta di legge

La proposta di legge n. 291/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Talerico, Neri, Laghi, De Francesco, Lo Schiavo, Gentile, recante:

“Modifiche alla legge regionale n. 28 del 11 luglio 1986 (Ricezione turistica all'aria aperta)” è stata revocata, giusta comunicazione dell’8.7.2024.

Promulgazione di legge regionale

In data 8 luglio 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 141 dell’8 luglio 2024:

1) legge regionale n. 26 dell’8 luglio 2024, recante: “Riconoscimento dell’albergo nautico diffuso. Modifiche e integrazioni della legge regionale 7 agosto 2018, n. 34 (Norme sulla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere)”;

2) legge regionale n. 27 dell’8 luglio 2024, recante: “Modifiche della legge regionale n. 25/2013. Disposizioni in materia di forestazione”.

In data 10 luglio 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 143 del 10 luglio 2024:

1) legge regionale n. 28 del 10 luglio 2024, recante: “Istituzione della Riserva naturale regionale di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio”;

2) legge regionale n. 29 del 10 luglio 2024, recante: “Riserva naturale regionale Laghi La Vota di Gizzeria”.

Composizione Giunta regionale rideterminazione deleghe

È pervenuto il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 36 del 17 luglio 2024, avente ad oggetto:

“Composizione della Giunta regionale e rideterminazione delle deleghe assessorili”.

La Giunta regionale è così composta:

On.le Dott. Roberto Occhiuto - Presidente

Dott. Filippo Pietropaolo - Vicepresidente

Dott. Giovanni Calabrese - Assessore

Dott.ssa Caterina Capponi - Assessore

Dott.ssa Maria Stefania Caracciolo - Assessore

Avv. Gianluca Gallo - Assessore

Dott. Marcello Minenna - Assessore

Avv. Rosario Varì - Assessore

Deliberazione della Giunta regionale

La Giunta Regionale ha trasmesso la deliberazione n. 383 del 25 luglio 2024, recante:

“Piano di azione e coesione (PAC) Calabria 2007/2013. presa d'atto della conclusione positiva della procedura di consultazione scritta attivata dal Gruppo di azione e coesione istituito presso il Dipartimento per le Politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri (GAC) per l'approvazione del nuovo piano finanziario di cui alla delibera di giunta regionale n. 195/2024. Approvazione schede di intervento rimodulate: I.1, I.2, I.3.1, I.3.2, I.3.3, I.3.4, I.5, II.1.3, II.1.5, II.1.8, II.1.10, II.2.2, II.3, II.8, II.10, II.11, II.13, II.14, II.15, II.18, III.5, III.6, III.7”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 12 luglio 2024, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 146 del 12 luglio 2024:

1) Regolamento regionale n. 6 del 12 luglio 2024, concernente: “Regolamento di attuazione di cui all'art. 12 della legge regionale 15 marzo 2023, n. 12 “Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria””;

2) Regolamento regionale n. 7 del 12 luglio 2024, concernente: “Regolamento di attuazione della legge regionale n. 24 del 15 maggio 2024”;

3) Regolamento regionale n. 8 del 12 luglio 2024, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 25 novembre 2019, n.22 - procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2024-2026:

1) deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 338 alla numero 361 del 10 luglio 2024;

2) deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 373 alla numero 382 e n.n. 384 - 385 - 386 - 388 del 25 luglio 2024.

Interrogazioni a risposta immediata

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- numerosi bagnanti e gestori di lidi balneari hanno segnalato ripetutamente il degrado delle acque marine lungo la costa tirrenica, nel tratto compreso tra Lamezia Terme, Pizzo Calabro, Falerna e Nocera Terinese. Le segnalazioni indicano la presenza di acqua di colore verde, schiuma in superficie ed un cattivo odore, fenomeni che compromettono la fruibilità delle spiagge e la salute dei bagnanti;

- da qualche settimana il colore e l’odore del mare nel tratto citato è mutato;

considerato che: - la qualità delle acque marine è un elemento fondamentale per la tutela dell'ambiente, della salute pubblica e per lo sviluppo turistico della nostra regione. Acque pulite sono essenziali per prevenire malattie e infezioni tra i bagnanti, garantendo un ambiente sicuro e salutare per residenti e turisti. Inoltre, la qualità delle acque incide direttamente sullo sviluppo turistico della regione: un mare pulito e balneabile attira visitatori, sostiene l'economia locale e favorisce la crescita delle attività turistiche e commerciali. La percezione di un ambiente marino inquinato può invece avere effetti devastanti sull'immagine della regione, riducendo l'afflusso turistico e causando danni economici significativi agli operatori del settore.

Tenuto conto che: - l'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) è l'ente deputato al monitoraggio e all'analisi delle acque marine a tutela dei bagnanti, in particolare durante la stagione balneare. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- quali azioni intenda mettere in campo sul fronte della qualità delle acque del mare nel tratto di costa compreso tra Lamezia Terme, Pizzo Calabro, Falerna e Nocera Terinese.

(245; 18/07/2024)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il nuovo sistema di gestione centralizzata del soccorso sanitario sul territorio calabrese, varato dal presidente Occhiuto da circa un anno, mostra, con crescente gravità, man mano che passano i giorni ed i mesi, tutte le sue falle e tutti i suoi limiti e difetti congeniti. A farne le spese sono come al solito sia gli utenti che, anche per un semplice trasferimento da un nosocomio ad un altro sono costretti a vivere delle enormi difficoltà, sia i medici dei Pronto Soccorso che, per portare a compimento il medesimo trasferimento sono tenuti a districarsi in complicati circuiti burocratici che devono esperire contemporaneamente allo svolgimento della loro attività di soccorso e cura degli ammalati. In sintesi: in caso di mancanza di posto letto nel reparto dove il paziente dovrebbe essere ricoverato a seguito dell'intervento dei medici del Pronto Soccorso, si pone il problema della ricerca dell'ospedale che abbia disponibilità di reparto competente e di relativo posto per il ricovero. In base al nuovo sistema di gestione centralizzata del soccorso sanitario, l'anzidetta ricerca deve essere effettuata telefonicamente dal medico del Pronto Soccorso che ha preso in carico il paziente: il medico del Pronto Soccorso dovrà contattare gli altri ospedali calabresi dotati di reparto competente per la cura della patologia di cui è affetto il paziente, fino a quando riuscirà a trovare quell'ospedale che, avendo il posto libero nel reparto richiesto dia la disponibilità al ricovero. Considerato il sovraffollamento degli ospedali calabresi, questa attività di ricerca può durare svariate ore, talvolta anche giorni. Una volta individuato l'ospedale disponibile al ricovero del paziente, inizia una ulteriore trafila burocratica. Infatti, il medico del Pronto Soccorso dovrà contattare, telefonicamente, la Centrale Unica di Risposta di Cosenza per reperire un'ambulanza che trasporti il paziente nell'ospedale dove lo stesso dovrà essere ricoverato. Accade frequentemente che detta Centrale non risponda subito e, quindi, il medico dovrà ritentare più volte fino a quando riuscirà a stabilire un contatto con la Centrale di Cosenza. Stabilito questo contatto, la Centrale di Cosenza chiede al medico di compilare, telematicamente, tutta una serie di moduli, contenenti informazioni dettagliate sul paziente, e di inviarglieli con e-mail. Se l'invio telematico va a buon fine, la Centrale di Cosenza trasmette il tutto alla Centrale di Catanzaro. La Centrale di Catanzaro, una volta esaminato il contenuto dell’e-mail, contatta con i suoi tempi, il medico del Pronto Soccorso e gli indica l'ora e il luogo da dove partirà l'ambulanza nonché l'equipaggiamento medico-sanitario di cui la stessa è dotata. Anche in questo caso può accadere sia che la partenza dell'ambulanza non sia immediata sia che l'ambulanza parte da una postazione lontanissima rispetto al Pronto Soccorso dove deve recarsi per prelevare il paziente o all'ospedale dove il medesimo paziente dovrà essere ricoverato;

accade anche che l'ambulanza non sia medicalizzata e, talvolta, neppure dotata di personale infermieristico. Potrebbe accadere che qualora si dovesse rendere disponibile un’ambulanza di una postazione più vicina al Pronto Soccorso richiedente, non ci sia modo per farla intervenire in quanto occorre attendere l'arrivo dell'ambulanza proveniente dalla postazione più lontana, precedentemente individuata dalla Centrale di Catanzaro, con l’allungamento dei tempi di attesa del paziente in Pronto Soccorso. Se il sistema centralizzato di trasferimento di un paziente da un nosocomio all'altro determina le criticità sopra descritte generando situazioni di forte disagio oltre che altamente rischiose per la salute degli utenti, drammatiche sono le conseguenze della centralizzazione delle richieste d'intervento di emergenza-urgenza mediante servizio di 118: la chiamata al 118 attiva un meccanismo fortemente farraginoso che ritarda notevolmente i tempi di soccorso rispetto ai tempi previsti dai protocolli sanitari con conseguenze che possono essere nefaste per il paziente. Tutto ciò considerato È palese che il nuovo sistema di funzionamento del Dipartimento Emergenza-Urgenza basato su una Centrale Operativa Emergenza Urgenza (COEUR) che prevede un coordinamento centralizzato degli interventi sul territorio calabrese è del tutto inappropriato rispetto alla peculiare geografia fisica e demografica della Regione Calabria. Si rende, pertanto, necessaria una sostanziale rivisitazione di detto sistema al fine di scongiurare, in tempi brevi, possibili risvolti devastanti ed irreversibili nel settore del soccorso sanitario regionale. Si interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria,

per sapere:

quali utili ed urgenti iniziative si intendono adottare nell'immediatezza, al fine di rendere il nuovo sistema di funzionamento del Dipartimento Emergenza-Urgenza più efficiente e rispondente alle reali necessità della popolazione calabrese.

(246; 18/07/2024)

Interrogazioni a risposta scritta

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il Presidio Ospedaliero “Vittorio Cosentino” di Cariati dal 2021 è stato oggetto di una lunga mobilitazione di Comitati e cittadini. Dopo i sit-in, gli appelli, l’occupazione e finanche un film che ne ha raccontato nascita e agonia, il “Vittorio Cosentino”, chiuso nel 2010, è stato inserito nella rete regionale come Ospedale di Zona disagiata, con la trasformazione del Punto di Primo Intervento in Pronto Soccorso, a seguito del Decreto del Commissario ad acta n. 197 del 12 luglio 2023, dove è stata definita la “Programmazione della rete territoriale in attuazione del D.M. 77 del 23 maggio 2022 ed in sostituzione del DCA 65/2020”;

- il Decreto del Commissario ad acta 14 marzo 2024, n. 69 - Modifica e integrazione DCA n. 64/2016 - Nuovo documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti ha previsto il Presidio Ospedaliero “Vittorio Cosentino” di Cariati, quale Ospedale di Zona particolarmente Disagiata, inserendo la struttura nella rete ospedaliera, secondo il modello di cui al D.M. 70 del 02/04/2015, integrato con lo Spoke di Rossano/Corigliano, per trattare in rete patologie acute a bassa intensità di cure, con attività mediche e chirurgiche multidisciplinari ed a diffusione territoriale, atte a garantire risposte adeguate ai territori di riferimento. Sono stati previsti 20 pl di Medicina Generale, Day Surgery per prestazioni di chirurgia generale nel setting ambulatoriale, 4 pl Day Hospital nella branca della cardiologia, servizi dedicati per la gastroenterologia e oncologia. Saranno, inoltre, attivati posti tecnici di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso. Sarà garantita anche l’attivazione di sistemi informatici di collegamento tra la predetta struttura e il Centro Spoke, tale da garantire la qualità e la sicurezza delle prestazioni, con particolare riferimento alla possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine al centro Spoke. Tale struttura avrà vocazione anche di riabilitazione specialistica per la malattia di Parkinson e la malattia di Alzheimer. Il P.O. di Cariati verrà ad essere integrato sotto il profilo fisico e funzionale a una struttura territoriale complessa e composita come l’Ospedale Territoriale (Casa di Comunità, Ospedale di Comunità, UCCP/AFT/MCA, Postazione 118). Considerato che: - l’11 aprile 2024 il tavolo Dm70, composto dai rappresentanti tecnici dei ministeri dell’Economia e delle Finanze e della Salute, ha approvato la rete ospedaliera della Calabria. Tenuto conto che: - il 1° giugno 2024 il presidente della Regione Calabria e commissario ad acta per la sanità ha annunciato l’apertura del nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cariati;

- ad oggi, però, nonostante le affermazioni del presidente della Regione Calabria e dei vertici dell’Asp di Cosenza, l’Ospedale “Vittorio Cosentino” è ancora senza il Pronto Soccorso. In realtà nei nuovi locali è stato trasferito in via provvisoria il già esistente Punto di Primo Intervento ma non c’è stata alcuna riconversione dello stesso in Pronto Soccorso;

- manca il nuovo atto aziendale per il reclutamento del personale necessario all’apertura non solo del Pronto Soccorso ma anche dell’intero Ospedale di Zona Disagiata di Cariati. Occorre, infatti, assicurare H24 i servizi di laboratorio analisi, radiologia e anestesia/rianimazione e incrementare, per come previsto, la dotazione organica di medici, infermieri e Oss. Preso atto che: - il Presidio Ospedaliero di Zona Disagiata di Cariati serve un bacino di utenza, i cui comuni sono dislocati su un’area in gran parte montana;

l’inserimento della struttura nella rete ospedaliera è derivato dalle criticità relative alla posizione geografica di Cariati e del bacino di popolazione di riferimento rispetto agli ospedali dell’area limitrofa, ponderato con il fabbisogno sanitario espresso dalla popolazione del bacino di riferimento. Il DCA 14 marzo 2024, n. 69 evidenzia quali ulteriori elementi critici l’aumento dei flussi turistici nel periodo estivo e il fenomeno della mobilità sanitaria passiva. Sbandierare l’apertura di un Pronto Soccorso che non c’è, unitamente all’aumento sistematico dell’utenza dovuto alla stagione estiva, significa solo incrementare gli accessi al Punto di Primo Intervento, che, operando con lo stesso esiguo numero di dipendenti, potrebbe andare in crisi prestissimo;

- il grave ritardo con cui si sta procedendo all’apertura del Pronto Soccorso del “Vittorio Cosentino” di Cariati ha creato e continua a creare gravi danni a tutti i calabresi dello Ionio cosentino, privi di punto di riferimento sanitario ed esposti ad un rilevante vulnus dei propri diritti costituzionalmente protetti, nonché all’economia regionale, costretta a pagare il conto salatissimo dell’emigrazione sanitaria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se e come intende assumere ogni utile, urgente e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per aprire il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cariati.

(244; 09/07/2024)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-nell’UOC Radiologia presso l’Ospedale di Polistena sono operative 5 metodiche (Eco, TAC, RX Mammografia e RM) con solo 3 medici in servizio, a fronte degli 8 previsti in pianta organica;

- nel 2023 il reparto ha effettuato circa 48.000 prestazioni, tra i quali molti esami di alta specializzazione (angio-TC delle coronarie, colonscopia virtuale, entero-TC, studio multiparametrico della prostata);

- nessuna delle apparecchiature richieste per migliorare il servizio è stata fornita;

- il dirigente è costretto a coprire 15/20 turni notturni al mese, ben al di sopra dei 5 contrattualmente previsti, con impegni di 48/72 ore;

- i due medici cubani, originariamente assegnati lo scorso anno, sono stati trasferiti uno a Gioia Tauro e l’altra a Locri. Considerato che: - la condotta tenuta dall’Azienda provinciale nel corso di questi anni, sia riguardo l’impegno teso alla copertura dei posti in organico sia rispetto agli investimenti necessari, è risultata assolutamente carente;

- la stagione estiva risentirà di un aggravamento della situazione in considerazione dei turni di ferie obbligatori da garantire al personale e dell’incremento della popolazione assistita. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- quali sollecite iniziative intende assumere affinché l’ASP di Reggio Calabria provveda a sopperire alla carenza di personale del reparto;

- quali azioni intende intraprendere affinché l’ASP di Reggio Calabria prenda in considerazione l’urgenza di investire su un reparto necessario e imprescindibile per la diagnostica, nell’unica struttura spoke della Piana di Gioia Tauro.

(247; 22/07/2024)

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la legge 5 febbraio 1992, n.122 recante "Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e disciplina dell'attività di autoriparazione" e, in particolare l'articolo 7, comma 1, lett. b), prevede che il responsabile tecnico deve aver frequentato, con esito positivo, un apposito corso regionale teorico-pratico di qualificazione, seguito da almeno un anno di esercizio dell'attività di autoriparazione, come operaio qualificato, alle dipendenze di imprese operanti nel settore nell'arco degli ultimi cinque anni;

- la legge 11 dicembre 2012, n. 224, entrata in vigore il 5 gennaio 2013, recante "Modifica all'articolo l della legge 5 febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina dell'attività di autoriparazione", prevede, all'articolo 2, che le Regioni e le Province autonome di Trento e di Balzano adeguano i programmi e le modalità di svolgimento dei corsi regionali, previa definizione di livelli minimi comuni, mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentite le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative;

considerato che con la legge 11 dicembre 2012, n. 224, sono stati modificati i requisiti tecnici professionali concernenti l'attività di autoriparazione;

in particolare, sono state accorpate le sezioni "meccanica e motoristica" ed "elettrauto" nella nuova sezione della "meccatronica";

- che a seguito di tale modifica: le imprese che, alla data del 5 gennaio 2013, erano già iscritte al Registro delle imprese sia per l'attività di meccanica - motoristica che per l'attività di elettrauto sono state abilitate d'ufficio alla nuova attività di "meccatronica";

mentre le imprese che, alla data di entrata in vigore della legge, erano già iscritte nel Registro delle imprese e abilitate alla sola attività di meccanica - motoristica o alla sola attività di elettrauto potevano continuare a svolgere l'attività sino al 4 gennaio 2023. Considerato che l'art. 22-ter del cd. decreto milleproroghe (D.L. 198/2022), convertito in legge n.14 il 24/2/23, ha prorogato di un anno il termine per la regolarizzazione, pertanto la data entro cui le imprese avrebbero dovuto regolarizzarsi è quella del 5 gennaio 2024. - Entro tale termine le persone preposte alla gestione tecnica delle imprese sopra indicate avrebbero dovuto estendere l'abilitazione all'intero settore della Meccatronica, in via alternativa, tramite: a) la frequenza del preposto alla gestione tecnica agli appositi corsi integrativi di formazione regionale limitatamente alle discipline relative all'abilitazione professionale non posseduta (percorso di formazione ridotto a 40 ore);

b) la rivalutazione del titolo di studio in possesso del preposto alla gestione tecnica, riconosciuto come titolo culturale abilitante per la sola sezione di meccanica-motoristica o elettrauto, ai fini dell'abilitazione alla nuova sezione della Meccatronica. CONSIDERATO - che il Ministero dello Sviluppo Economico, relativamente al passaggio tra la vecchia Legge n. 122/1992 e la nuova disciplina, con Circolare n. 3703/C del 9 gennaio 2018 ha ribadito che il legislatore statale attraverso tale normativa, ha inteso venire incontro alle reiterate istanze giunte dalle associazioni di categoria miranti a consentire una maggiore libertà di intraprendere iniziative imprenditoriali nel settore della autoriparazione, specificando inoltre che tale spazio di operatività è tuttavia limitato nel tempo (10 anni), ed è a favore esclusivamente delle imprese già operanti nel settore - seppur limitatamente ad una o più sezioni di cui all'art. l, comma 3 della legge n. 122/1992 -alla data di entrata in vigore della legge n. 224/2012, ed è condizionato al sostenimento di corsi di qualificazione entro il termine suindicato di 10 anni;

considerato che - essendo decorso il termine decennale, sono tante le imprese, in Calabria e in tutta Italia, a non essere riuscite, nel suddetto arco temporale prorogato al 5 gennaio 2024, ad adeguarsi alla norma statale, e che il Responsabile tecnico, anche nella persona del titolare, socio o amministratore, non potrà più abilitare l'impresa all'esercizio dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto con la conseguenza che l'Ufficio del Registro delle Imprese ha già avviato il procedimento di divieto di prosecuzione dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto esercitata. Atteso che la formazione del responsabile Tecnico meccatronico delle autoriparazioni è di competenza delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alla definizione degli standard dei percorsi formativi, nonché alla programmazione e organizzazione dei corsi sulla base dei fabbisogni localmente rilevati e nel rispetto degli elementi minimi comuni definiti dall'Accordo del 12 giugno 2014 approvato dalla Conferenza;

valutata conseguentemente la necessità di venire incontro alle esigenze lavorative e formative provenienti dal territorio calabrese e di procedere alla riorganizzazione e, quindi, all'implementazione, a livello regionale, delle specifiche attività formative già avviate per la meccatronica delle autoriparazioni;

precisato che tali percorsi formativi possono essere attivati esclusivamente dagli enti accreditati all'Albo regionale degli operatori della formazione professionale di cui all'articolo 31 della legge regionale 19 aprile 1985, n. 18 (Ordinamento della formazione professionale in Calabria) Tutto ciò premesso e considerato che: - la scadenza del termine del 5 gennaio 2024, già prorogato di un anno per venire incontro alle esigenze provenienti dalle imprese già iscritte al Registro delle imprese e operanti in tutto il territorio statale, non ha consentito, in Calabria e in tutta Italia, l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica;

- la proroga è indispensabile per consentire di sanare i ritardi nella organizzazione dei corsi regionali di qualificazione e creare le condizioni idonee per l'adeguamento della qualificazione degli autoriparatori;

impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale

- a prendere atto dell'impossibilità di avviare e completare in tempi brevi tutte le procedure di organizzazione e realizzazione di percorsi formativi omogenei in ambito regionale rispondenti alla massiccia richiesta formativa proveniente dal territorio;

- venire incontro alle reiterate istanze giunte dalle associazioni di categoria operanti in Calabria e miranti a consentire la prosecuzione di attività imprenditoriali nel settore della autoriparazione, in quanto la Regione non può permettersi la perdita di posti di lavoro in segmenti così importanti dell'economia calabrese;

- ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento, anche attraverso una proposta al Parlamento di modifica della normativa vigente, affinché venga prorogato ulteriormente il termine per consentire l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica;

- individuare l'immediata adozione di indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il territorio regionale la formazione professionale necessaria a coprire tutte le richieste formative e rendere efficace l'ulteriore proroga del termine per l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica.

(91; 16/07/2024) Mancuso, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Montuoro, Bevacqua, Lo Schiavo

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la Talassemia, nota anche come Anemia Mediterranea o Morbo di Cooley o Microcitemia, malattia ereditaria del sangue, molto grave nella sua forma conclamata, è causata da un difetto genetico che provoca la prematura distruzione dei globuli rossi;

- è molto diffusa nelle aree che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e, nel nostro Paese, in particolare nelle regioni del sud Italia e nelle isole maggiori;

- è necessario sottoporre i talassemici ad una terapia per rimuovere, attraverso un processo di chelazione, il ferro che si accumula progressivamente nell’organismo a motivo della precoce distruzione dei globuli rossi e che consiste nella somministrazione periodica della desferioxamina, vero e proprio farmaco salvavita che i pazienti devono praticare con continuità per evitare il suddetto accumulo di ferro. Posto che - la United onlus, fondazione nazionale delle associazioni dei pazienti affetti da Talassemia, Drapacinosi e Anemie rare, ha denunciato una grave carenza della desferioxamina su tutto il territorio nazionale;

- la stessa onlus, considerata la drammatica situazione sopra evidenziata, ha ritenuto opportuno fare appello a tutte le istituzioni competenti (Ministero della salute, Presidente della Commissione Affari Sociali, nonché ai Parlamentari);

- la vicenda è stata altresì proposta all’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni;

- nonostante gli appelli e le sollecitazioni permane il problema di approvvigionamento non solo del farmaco “di riferimento” (Desferal) ma anche del farmaco “equivalente” o “generico”;

- le difficoltà di reperimento del farmaco è presente anche in Calabria;

- i pazienti sono conseguentemente esposti a gravi disagi e a rischi per la loro salute;

- la gravità della situazione, richiede un supporto anche da parte del Consiglio e del Governo regionale,

impegna la Giunta regionale

- a richiedere al Governo nazionale ed all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) di adottare urgenti ed immediati provvedimenti per risolvere il problema di approvvigionamento di un farmaco assolutamente indispensabile e necessario per la cura della Talassemia e di altre emoglobinopatie.

(92; 25/07/2024) Laghi

Risposta scritta ad interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- nelle scorse settimane e, in modo particolare, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, la Provincia di Vibo Valentia è stata colpita da numerosissimi incendi. Roghi di vaste proporzioni si sono sviluppati nei Comuni di Vibo Valentia, Mileto, Ionadi, Ricadi, Spilinga, Drapia, Pizzo Calabro, Francavilla Angitola, Briatico, Parghelia, Zaccanopoli, Zungri e Maierato. In poco tempo, le fiamme hanno letteralmente distrutto migliaia di ettari di macchia mediterranea, giungendo a minacciare, seriamente, diversi centri abitati. In molti casi, a domare le fiamme ormai arrivate in prossimità delle abitazioni, sono stati gli stessi cittadini muniti di secchi d'acqua e tubi e, talvolta, Carabinieri ed agenti della Polizia giunti in soccorso. I vigili del fuoco non sempre sono riusciti a raggiungere i luoghi interessati dai roghi, in quanto impegnati, contemporaneamente, a spegnere incendi scoppiati in altri posti. A mero titolo esemplificativo: a Briatico e a Parghelia, le fiamme hanno lambito alcuni villaggi turistici, costringendo i bagnanti a lasciare la spiaggia;

a Drapia, intere pinete sono state carbonizzate e tutta la zona che circonda la “Cittadella di Padre Pio” è stata completamente devastata;

a Mileto, le fiamme hanno lambito le abitazioni del paese;

a Vibo Valentia, nella frazione di Bivona, ha preso fuoco la storica struttura che ospitava le sale ricevimenti ed il ristorante del Lido degli Aranci;

a causa delle fiamme nei pressi della linea ferroviaria, è stata bloccata la circolazione dei treni all'altezza della stazione di Vibo-Pizzo e sono state chiuse al transito la strada che collega Vibo Marina a Pizzo e la strada provinciale per Spilinga;

a Zaccanopoli, un incendio di vaste proporzioni ha lambito le abitazioni del paese e il cimitero;

nella fiumara della “Ruffa”, nel tratto ricadente nei comuni di Ricadi e di Spilinga, è bruciata quel poco di vegetazione che era scampata ad un altro grosso incendio scoppiato lo scorso mese di luglio. Ovunque risultano distrutti vigneti, uliveti, frutteti, ortaggi oltre che diversi casolari, stalle e altri ricoveri di animali domestici. I danni arrecati all'agricoltura, all'allevamento, alle aziende agrituristiche e alla flora e fauna selvatiche sono immani ed urge una loro quantificazione al fine di predisporre, prontamente, idonee misure di aiuto e di ristoro. Nel mese di giugno del 2022, il sottoscritto Consigliere, al fine di fronteggiare adeguatamente il fenomeno degli incendi estivi su tutto il territorio della Calabria, evidenziava, attraverso un'apposita interrogazione rivolta al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore all'Agricoltura e Forestazione, la necessità di mettere in campo e sviluppare strategie di carattere preventivo che giudicava più efficaci e meno costose rispetto a quelle, pur importanti, basate, esclusivamente, su interventi ex post diretti a spegnere e/o ad arginare gli incendi già scoppiati. E fra le strategie di carattere preventivo auspicate, indicava, anzitutto, l'esigenza di un poderoso incremento delle risorse umane impiegate per presidiare, curare e gestire le aree boschive della Calabria. Quanto accaduto, nella Provincia di Vibo Valentia, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, non fa altro che confermare l'anzidetta esigenza e denota come la pur condivisibile “strategia dei droni” messa in campo dall'attuale Governo regionale, senza un’adeguata manutenzione del territorio, non basti a vigilare e sorvegliare le aree boschive e rurali calabresi. Tutto quanto sopra premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente in materia

per sapere:

1) se e quali utili e tempestive iniziative si intendono adottare per rafforzare un’azione di prevenzione al fine di fronteggiare, in modo efficace e risolutivo, il devastante fenomeno degli incendi estivi nella provincia di Vibo Valentia e in tutta la Calabria;

2) quali urgenti ed idonee misure di aiuto e di ristoro dei danni subiti si intendono adottare in favore dei Comuni della Provincia di Vibo Valentia colpiti dagli incendi del 21 e del 22 settembre.

(176; 04/10/2023).

(Risposta)

 

Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la direzione generale della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (BPER) ha annunciato, non già l’intenzione, ma la decisione di chiudere, a far data dal 15 dicembre p. v., la filiale del Centro Storico di Rossano e di accorparla a quella dello Scalo;

- detta decisione penalizza una zona urbana, sede di banca fin dall’800, vissuta da oltre 7.000 residenti, in maggioranza anziani e fragili;

- la scelta contravviene, inoltre, al doveroso criterio democratico di concertazione con l’Ente Locale e con gli operatori economici e sociali, risultando calata dall’alto senza rispetto e con fare arrogante e neocolonialista, di chi rastrella il risparmio dei cittadini meridionali per investirlo e fare profitto al nord, lasciando senza un servizio di prossimità migliaia di inermi cittadini;

considerato che: - la risposta all’arroganza e all’insensibilità dei vertici della BPER da parte dei cittadini è stata forte e civile, attraverso un nutrito presidio presso la succursale del Centro Storico e la raccolta di diverse centinaia di firme, con la quale si contesta la grave decisione dei notabili della banca e l’intenzione determinata di ritirare i conti correnti e i depositi;

- analoghe proteste e appelli alla ragionevolezza e alla responsabilità, indirizzate agli apicali della BPER, sono stati fatti e si stanno reiterando da parte del Sindaco, dell’Arcivescovo, delle Associazioni culturali, sociali, imprenditoriali, ma finora sono stati rigettati, in modo indifferente e sostanzialmente sprezzante, dimenticando che sono i cittadini che finanziano la banca e non viceversa;

- le proteste da parte della Comunità civile si sono svolte in maniera democratica ma sono caratterizzate dalla viva preoccupazione per l’immediato futuro;

tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale

per sapere:

- se intende contrastare l’arrogante e neo-colonialista operare della BPER promuovendo un incontro urgente con i massimi responsabili della banca (rifiutando interlocuzioni con funzionari non dotati di poteri decisionali), per richiamarli al rispetto doveroso della popolazione calabrese e a non perseguire soltanto l’interesse e il profitto aziendalistico, recedendo dall’inaccettabile proposito di lasciare senza servizio bancario la popolazione residente e mantenendo nel Centro Storico l’attuale sede di Filiale.

(182; 06/11/2023).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

la SS 107 Silana Crotonese è una strada statale di grande comunicazione lunga 138 chilometri, una trasversale est/ovest fondamentale, che parte da Paola, sul mare Tirreno, passa per Cosenza incrociando l’autostrada del Mediterraneo A2 Salerno-Reggio Calabria, attraversa l'altopiano della Sila e arriva sul mar Ionio a Crotone;

la SS 107 negli anni è divenuta strategicamente sempre più importante e pertanto, sempre più trafficata. Quotidianamente è attraversata da numerosi mezzi autoarticolati, molti dei quali di industrie boschive ricadenti sul territorio come dai tanti viaggiatori che raggiungono i centri turistici più importanti del Parco Nazionale della Sila e dai pendolari che lavorano nei capoluoghi di provincia Cosenza e Crotone. L'aumento del flusso di questi mezzi, unito alla consistenza meteorologica che spesso imperversa lungo il tracciato (piogge abbondanti e frequenti e nevicate altrettanto abbondanti), ha progressivamente aumentato la pericolosità della strada, specie in alcuni tratti tortuosi e difficili ove si attraversano gallerie e lunghi viadotti. La strada è, infatti, impietosamente presente nell'elenco delle 10 strade più pericolose d'Italia. Considerato che: questa strada statale, la trasversale fondamentale della Calabria insieme alla SS 280, è di importanza elevatissima per la viabilità delle provincie di Cosenza e di Crotone, l’arteria che garantisce il collegamento principale tra il Tirreno cosentino e lo Ionio e il raccordo con l’autostrada del Mediterraneo. Preso atto che: dal 4 settembre al 4 novembre 2023 la SS 107 è rimasta chiusa nel tratto tra Spezzano della Sila e Camigliatello Silano per lavori di manutenzione straordinaria del Viadotto Testa D’Arente, circa 200 metri di strada, a San Pietro in Guarano. Come spiegato in occasione di questi importanti lavori in una intervista telefonica a inizio settembre 2023 dal Responsabile Area Gestione Rete Anas Calabria, sono diversi gli altri ponti e viadotti su cui intervenire per garantire la sicurezza e la tenuta in esercizio della SS 107 ma le risorse, che hanno un’alternante disponibilità, non consentono una programmazione adeguata degli interventi;

negli anni scorsi hanno destato molta preoccupazione evidenti cedimenti strutturali che hanno provocato un preoccupante avvallamento della sede stradale, visibile ad occhio nudo, su alcuni viadotti della SS 107 come l’Emoli 1 e l’Emoli 2, nel territorio di San Fili, o come l’ormai famoso viadotto Cannavino, conosciuto anche come Ponte di Celico, per il quale sarebbero dovuti iniziare, prima dell’estate appena trascorsa, i lavori per realizzare un nuovo viadotto, affiancato a quello esistente. Tenuto conto che: diverse frane di piccole e medie dimensioni, visibili ad occhio nudo, stanno mettendo a rischio le strutture portanti dei viadotti della SS 107, i cui piloni, piantati sulle sponde di fiumi e torrenti pericolosi dal punto di vista della tenuta idrogeologica, si stanno erodendo con preoccupante velocità a causa dei sempre più frequenti eventi metereologici estremi. Le situazioni più preoccupanti risultano essere quelle dei ponti sul torrente Scirocco e sul fiume Varco le Chianche. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- che iniziative intende assumere la Regione Calabria, anche tramite opportune interlocuzioni con Anas, per l’attivazione immediata di tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza la SS 107, ad iniziare dai ponti e viadotti messi in pericolo dalle recenti frane, come quelli sul torrente Scirocco e sul fiume Varco le Chianche, così da garantire condizioni di agibilità e percorribilità, nell’interesse dell’incolumità dei cittadini, di una strada attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, tra i quali tantissimi sono i mezzi pubblici che fanno la spola tra la costa tirrenica e quella ionica;

- un serio cronoprogramma, che tenga conto delle esigenze economiche e sociali dei territori interessati, dei nuovi interventi e di quelli già previsti da Anas sui ponti e viadotti della SS 107, come quelli sull’Emoli I e sull’Emoli II, e i tempi di realizzazione del nuovo viadotto di Celico, che andrà a sostituire l’esistente.

(188; 22/11/2023).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-regna uno stato di grossa confusione sui disciolti 11 Consorzi di bonifica, mista a preoccupazione per l’avvio del nuovo consorzio unico che conformemente al disposto della L.R. n. 39/2023 dovrebbe partire dal 1° gennaio 2024, come ripetutamente annunciato dal Presidente Roberto Occhiuto, si auspica che alle parole seguono i fatti;

considerato che sull’iter attuativo della legge in questione si registrano gravi e svariati ritardi ed inerzie (vedi mancata approvazione del nuovo Statuto consortile ed improvvise dimissioni del Commissario Unico Avv. ... , nominato con Decreto presidenziale del 11 agosto 2023), che gettano ulteriori ombre sul percorso attuativo della predetta legge regionale, tanto decantata come una delle più importanti riforme scritte in questa legislatura;

tenuto conto che sussistono forti perplessità sul raggiungimento degli obiettivi prefissati e che tale norma non riuscirà a risolvere la situazione dei Consorzi, già pesantemente indebitati, e non porterà alcun beneficio all’Agricoltura calabrese. Tanto premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale

per sapere:

a) se le inerzie e i ritardi accumulati sino alle dimissioni del Commissario ... sono, anche parzialmente, riconducibili alla struttura burocratica regionale;

b) quali iniziative sono state intraprese per assicurare la garanzia degli attuali livelli occupazionali nel passaggio al nuovo ente, scongiurando malaugurate ipotesi di licenziamenti o imminenti piani di esubero;

c) quanti distretti la Giunta Regionale intende istituire, possibilmente in tutte le sedi degli ex 11 consorzi o, in subordine, almeno uno o più, in ognuna delle 5 provincie calabresi;

d) quali strumenti finanziari si intende assegnare alle gestioni liquidatorie, i criteri ed i tempi di nomina dei Commissari e la durata di tali incarichi;

e) quali provvedimenti la Giunta Regionale intende realizzare per consentire al Consorzio Unico di poter eseguire gli interventi connessi al beneficio del presidio idrogeologico.

(193; 22/12/2023).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il porto di Vibo Valentia è destinatario, dal lontano 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro derivante dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Nello specifico gli interventi previsti riguardano “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Pola e Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli” per un importo di 11,5 milioni di euro. Dopo svariati anni in cui le risorse sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa, con grave ritardo, a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina;

- la suddetta Autorità di Sistema Portuale ha potuto, pertanto, bandire le gare e sono stati aggiudicati lavori per nove milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato delle ditte escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei giudici sul nome del definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori sulle banchine;

- per gli ulteriori lavori con l’altra metà del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato l’esigenza di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo necessario, a causa della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della precedente assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A seguito di ciò la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove milioni già assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più immediata cantierabilità, senza specificare quali siano le finalità e l’ubicazione degli stessi;

- i lavori sono assolutamente necessari per ammodernare le banchine e ad assicurare condizioni di attracco più agevoli alla flotta peschereccia così come alle navi commerciali e a quelle a servizio del comparto industriale che utilizza l’infrastruttura vibonese. La relazione generale e tecnica dell’intervento di risanamento delle banchine portuali Pola e Tripoli ha fotografato le condizioni del porto in maniera impietosa: “Le banchine del molo di sopraflutto, calate Pola e Tripoli, presentano situazioni di pericolo dovute a profondi aggrottamenti determinati nel tempo dall’accosto delle petroliere. Anche le banchine Papandrea, Buccarelli e Bengasi presentano fenomeni simili e la Banchina Fiume ha più punti di cedimento. Questa situazione, come si intuisce - asseriscono i tecnici -, determina l’impossibilità di utilizzo da parte delle aziende dell’area industriale, anche per depositi temporanei e per operazioni di carico e scarico della merce”. Viene poi segnalato come il pieno sviluppo del porto necessiti di un adeguamento ormai improcrastinabile, senza dimenticare che queste costruzioni risalgono ai primi anni 30. “I piazzali sottesi le banchine stesse sono sicuramente sottodimensionati rispetto agli standard attuali, ma soprattutto rispetto alle esigenze dei traffici commerciali ed ancor più a quelli futuri. L’adeguamento degli spazi in banchina, il consolidamento dei moli esistenti e la necessità di attrezzare il porto con un molo da destinare anche all’attracco di mega yacht e navi da crociera, costituiscono i problemi attuali del porto di Vibo Marina, per le quali il presente progetto di fattibilità intende individuare le possibili soluzioni tecniche”. Considerato che: - ad ottobre 2023 un’intensa movimentazione commerciale ha messo in evidenza l’inadeguatezza delle banchine e la necessità del reperimento di nuovi spazi da destinare alle attività portuali. L’elevata produttività del polo metalmeccanico vibonese ha portato, infatti, ad un intasamento sulla banchina commerciale Bengasi, interamente occupata da merci. La Amd International di Rombiolo e la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina hanno infatti trasportato nello scalo portuale un grande numero di macchinari da esse prodotti, che sono rimasti a lungo in attesa prima di essere imbarcati. Tenuto conto che: - è stato recentemente approvato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio il piano operativo triennale 2024/2026 che prevede, in un’ottica di rilancio del porto di Vibo Marina, i lavori di demolizione del capannone da tempo dismesso ex Civam, soluzione che contribuirebbe, oltre al reperimento di altre aree nel retro porto, a dare spazio alle merci in partenza agevolando le operazioni d’imbarco e la riqualificazione dell’area attraverso la realizzazione di piazzali attrezzati;

- il porto rappresenta l’infrastruttura più importante della provincia vibonese, a cui è necessario guardare con maggiore attenzione in quanto, nonostante i ritardi accumulati nel corso degli anni, può e deve ancora essere il volano per lo sviluppo economico dell’intero hinterland. Preso atto che: - lo scalo di Vibo Marina è stato più volte individuato quale area in cui sviluppare le proposte per gli itinerari crocieristici nel Mediterraneo, a patto di avere un porto ben attrezzato e perfettamente idoneo all’attracco di grandi navi;

- imprese ad alta tecnologia industriale come la AMD International di Rombiolo, la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina e la Snamprogetti-Tecnomare Eni di Triparni di Vibo Valentia hanno bisogno, per la logistica dell’imbarco/sbarco dei loro prodotti, di un adeguamento della capacità operativa dell’intera infrastruttura portuale;

- le condizioni infrastrutturali di inefficienza hanno finora limitato la crescita dello scalo, determinandone l’impossibilità di attracco alle banchine e, quindi, lo scarso utilizzo delle stesse da parte di aziende della vicina area industriale oltre al mancato sviluppo turistico del porto e alla mancata valorizzazione del comparto pesca;

- l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio non ha mai ricevuto i fondi per la portualità nazionale che, per l’intermodalità, la logistica integrata e il sistema portuale destina 3,68 miliardi di euro;

- dalle royalties del porto di Vibo Marina lo Stato incamera circa 250 milioni di euro e il 10%, circa 25 milioni di euro, tornano alla Regione Calabria, senza alcun apparente ritorno sul territorio vibonese nonostante tutti i disagi annessi e connessi causati dall’ingombrante presenza dei depositi costieri di carburante;

- a tutt’oggi si rimane in attesa dei lavori di risanamento, consolidamento e ampliamento delle banchine ammalorate del porto, più volte annunciati, del prolungamento della diga foranea, che tra l’altro serve anche a salvaguardare l’erosione costiera da Timpa Janca, ricca di biodiversità, a Pizzo Calabro, dov’è presente la ex SS522 a fortissimo rischio cedimento, del dragaggio dei fondali, di nuovi finanziamenti dopo lo spostamento di quelli già stanziati da lunga data e dell’attuazione effettiva del piano Zes. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali iniziative intenda assumere al fine di mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio i nove milioni assegnati fin dal 2018 al porto di Vibo Valentia e poi spostati su altri progetti di cui non si conoscono le finalità;

2. se intende adoperarsi, anche nei confronti del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse necessarie al rilancio del porto di Vibo Marina, così da far diventare questa fondamentale infrastruttura fulcro di una rinascita territoriale sia economica che occupazionale.

(196; 08/01/2024).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l'Azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna - Azienda Calabria Verde nasce con la Legge regionale 16 maggio 2013, n. 25, come Ente strumentale della Regione Calabria, munita di personalità giuridica di diritto pubblico non economico, per assolvere in modo unitario a tutti gli interventi sul territorio nel campo della forestazione e della difesa del suolo, compito assolto sino ad allora dall'Azienda Forestale della Regione Calabria (A.Fo.R.) e dalle Comunità Montane soppresse e poste in liquidazione;

- a seguito dell’entrata in vigore della Legge regionale 30 novembre 2023, n. 55 (Modifica delle leggi regionali n. 20/1992 e n. 25/2013. Disposizioni in materia di forestazione), è stato trasferito e contrattualizzato presso l’Azienda Calabria Verde, a far data dal 1° dicembre 2023, il personale a tempo indeterminato proveniente dagli undici Consorzi di Bonifica commissariati, ai sensi della Legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 (Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale), mantenendo l’inquadramento previdenziale e il trattamento economico fondamentale e accessorio del CCNL Comparto Idraulico-Forestale. È stato anche trasferito e assunto da Azienda Calabria Verde, con contratto di lavoro a tempo determinato e inquadramento nel livello degli operai qualificati ai sensi del CCNL ed integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, il personale di cui alle leggi regionali 2 agosto 2013, n. 40 (Norme per l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità nel bacino regionale e non ancora utilizzati) e 13 giugno 2008, n. 15 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2008), che non sia stato contrattualizzato o stabilizzato ai sensi dell’articolo 1 della Legge regionale 25 giugno 2019, n. 29. Considerato che: -a più riprese i sindacati e i dipendenti di Azienda Calabria Verde hanno posto e stanno ponendo il problema dell’eccessivo ritardo nell’erogazione del trattamento di fine rapporto per i lavoratori già in pensione, come la definizione della situazione del TFR dei dipendenti trasferiti da un Ente ad un altro. A tal proposito si specifica che i Consorzi di Bonifica hanno l’obbligo di dare attuazione del dettato normativo di cui alla L.R. 55/2023, assicurando i trasferimenti dei TFR maturati ed accantonati di ciascun lavoratore;

- a maggio 2022 un articolo di stampa, rimarcando il forte ritardo del pagamento del TFR per i lavoratori forestali posti in quiescenza nel 2020, ha segnalato un debito accumulato da Azienda Calabria Verde per 25 milioni di euro di arretrati per gli anni 2020 e 2021 sul fondo dedicato;

- a settembre 2022 la Regione Calabria ha stanziato 10 milioni di euro per il pagamento del trattamento di fine rapporto vantato dai lavoratori forestali posti in quiescenza dall’Azienda Calabria Verde, dai Consorzi di bonifica e dal Parco regionale delle Serre. “È una risposta importante per centinaia di lavoratori oggi pensionati ma ancora in attesa del loro TFR non erogato dai loro enti di appartenenza. Riteniamo doveroso contribuire a sanare una grave ingiustizia, a tutela dei loro diritti e rispetto degli impegni assunti con loro e con i sindacati di categoria” è stato il commento dell’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo;

- a novembre 2022 la Seconda Sezione d’Appello della Corte dei Conti ha confermato la condanna nei confronti del commissario liquidatore dell’Afor e del dirigente dell’Ufficio legale. L’accusa ha riguardato la stipula di un contratto di investimento a breve-medio termine con un operatore finanziario di dubbia affidabilità e solidità per la gestione di un’ingente somma, circa un milione e mezzo di euro, prelevata dal fondo di accantonamento del trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. Tenuto conto che: in un incontro del 12 febbraio 2024 nella sede della Direzione Generale di Azienda Calabria Verde a Catanzaro con i rappresentanti delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, il Direttore Generale, Dott. _________, rispondendo alla diretta richiesta di chiarimenti da parte delle Organizzazioni Sindacali sulle liquidazioni del TFR per gli operai idraulico-forestali di Calabria Verde posti in quiescenza, per il personale transitato dai Consorzi di Bonifica e per quello relativo alla L.R. 15/2008, ha informato che l'Ente, con le risorse attualmente disponibili, sta per chiudere il pagamento dei TFR relativi ai lavoratori posti in quiescenza nel 2021. Preso atto che: l’Azienda Calabria Verde non rientra nel novero della pubblica amministrazione e per l'istituto del TFR vale, quindi, quanto previsto per il settore privato. Trattasi di credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve essere erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari. Questi tempi possono assimilarsi ragionevolmente in tre mesi, considerando che, in caso di assenza di problemi di liquidità, il TFR viene corrisposto in concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45 giorni. Ricordando che per i dipendenti pubblici il termine ordinario per la liquidazione del TFR varia da 90 giorni (per le pensioni di inabilità o per decesso del lavoratore) a 12 mesi (per raggiungimento dei limiti di età e di servizio) e a 24 mesi (per tutti gli altri casi di cessazione, come per esempio le dimissioni e il licenziamento), la tempistica che sta attuando Azienda Calabria Verde risulta in ogni caso inadeguata e rappresenta una violazione del diritto dei lavoratori posti in quiescenza. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

quali iniziative si intendono assumere, per quanto di competenza della Regione, per garantire i diritti dei lavoratori idraulici forestali andati in pensione, assicurando che da parte di Azienda Calabria Verde ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del trattamento di fine rapporto in tempi ragionevoli e giusti, per come la legge prevede.

(215; 28/02/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- RFI S.p.a. ha indetto una gara di appalto per affidare la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori relativi alla linea ferroviaria Lamezia Terme - Catanzaro Lido. Nello specifico, gli interventi hanno lo scopo di velocizzazione la tratta attraverso una modifica al tracciato tra Lamezia Terme e Settingiano e mediante l’elettrificazione della tratta Lamezia Terme - Catanzaro Lido;

- l’importo complessivo posto a base di gara per la realizzazione dei lavori ferroviari, come da progetto definitivo, ammonta a 165.529.794,73 euro;

- l’appalto è finanziato con i fondi del PNRR a valere sulla Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, Componente 2 “Investimenti sulla rete ferroviaria”, per la quale sono stati stanziati complessivamente 24,77 miliardi di euro;

- sembrerebbe che le condizioni infrastrutturali che verranno definite con la progettazione esecutiva non consentiranno il transito di alcuni treni “performanti”, in quanto la scelta di utilizzare l’attuale tracciato, in particolare le gallerie esistenti sullo stesso, limiterebbe in maniera significativa la circolazione di alcuni convogli ferroviari;

- si tratterebbe di una scelta che avrebbe ricadute macroscopiche sul servizio che verrà erogato, pregiudicando una possibilità di sviluppo della linea Jonica e limitando un’offerta ferroviaria per i cittadini che ricadono nel bacino Crotone/Roccella Jonica;

considerato che: - la Corte dei conti calabrese ha espresso un severo giudizio in merito alla gestione e, soprattutto, sulla verifica dei rapporti costi/ricavi delle grandi opere e la successiva incidenza sul territorio;

- la trasversale Lamezia Terme – Catanzaro Lido riveste un’importanza strategica per i collegamenti con la linea Jonica, attraverso la quale può essere dirottato il traffico merci proveniente da Gioia Tauro, direzione dorsale adriatica;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Regione Calabria e l’Assessore con delega ai trasporti

per sapere:

- se quanto premesso corrisponde al vero;

- in caso di risposta positiva, se intendono intraprendere ogni iniziativa utile a superare le criticità del progetto.

(218; 06/03/2024).

(Risposta)

 

Cirillo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) del 30 gennaio 2024 (“Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro”) ha stabilito che: 1. Il numero complessivo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto non deve essere superiore a 50, qualunque sia il numero delle persone presenti a bordo;

2. È vietato l’uso di verricelli salpa-reti elettrici o collegati a motori termici.

3. A bordo delle unità da diporto, è vietata la detenzione contemporanea di palangari e salpa-reti elettrici o collegati a motori termici. Premesso altresì che: - la pesca sportiva e ricreativa coinvolge in Italia milioni di persone e migliaia di associazioni dilettantistiche che costituiscono un presidio sociale da tutelare. Ritenuto che: - la drastica riduzione del numero di ami consentiti per la pesca con il palamito (da 200 a 50) e il divieto di utilizzo di verricelli elettrici per salparli rappresentino misure fortemente penalizzanti nei confronti degli appassionati che praticano questo tipo di pesca a livello amatoriale e ricreativo;

- le misure contenute nel Decreto ministeriale in oggetto sottendano un approccio non corretto nei confronti della pesca sportiva e ricreativa, sottovalutandone il valore culturale, sociale ed economico. Preso atto che: - il Decreto ministeriale in oggetto va a colpire in modo particolare la Calabria, dove la pesca con il palamito rappresenta una tradizione consolidata e molto praticata. Valutato l’opportunità di: - introdurre, presso le sedi istituzionali competenti e presso i soggetti coinvolti nel processo legislativo, un’incisiva azione finalizzata a salvaguardare la pesca sportiva e ricreativa quale importante risorsa sociale per l’Italia e a scongiurare l’approvazione di norme che ne mettano a rischio l’effettivo esercizio;

considerato che: - che i palamiti rappresentano attrezzi della cultura e della tradizione italiana e che, pertanto, proibirne l’uso provocherebbe l’abbandono della pesca dilettantistica da parte di un gran numero di pescatori, con significative ricadute sul ciclo economico del movimento della pesca ricreativa;

- la pesca ricreativa con il palamito è di tipo selettivo e poco impattante sul prelievo della risorsa ittica nel nostro mare. Interroga il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore competente

per sapere:

- quali iniziative di propria competenza intendano porre in essere, in sede di Conferenza delle Regioni e di Conferenza Stato-Regioni, al fine di tutelare la tradizione della pesca con il palamito e le associazioni di pesca sportiva e ricreativa che la promuovono e praticano.

(219; 07/03/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-nel 2021 veniva presentata al MIPAF la domanda di riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta (IGP) del bergamotto di Reggio Calabria, che acquisiva il parere favorevole del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria;

-al termine di un lungo iter amministrativo burocratico si era giunti all’ultima tappa del procedimento, quella dell’“audizione pubblica”;

- pare che, recentemente, il Presidente Occhiuto, nel corso di una riunione, abbia comunicato l’intenzione di revocare il parere positivo precedentemente espresso, propendendo per il sostegno all’iter per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) in luogo dell’IGP. Considerato che: - la coltura del bergamotto è tipica della fascia costiera della Città metropolitana di Reggio Calabria e si estende su 1.500 ettari ricadenti in circa 50 comuni da Villa San Giovanni a Monasterace;

- il bergamotto rappresenta un’importante risorsa economica per tutto il territorio e va sostenuto e incentivato. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Regione Calabria e l’Assessore all’Agricoltura

per sapere:

- le ragioni alla base della decisione di interrompere la procedura di riconoscimento del marchio IGP per il bergamotto di Reggio Calabria.

(220; 12/03/2024).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

con la Legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale” è stato istituito il Consorzio di Bonifica della Calabria. Con la stessa Legge regionale sono stati soppressi gli undici consorzi di bonifica allora esistenti e nominati i Commissari Straordinari con il compito, tra gli altri, di rilevare “la dotazione di personale, con l'individuazione per ciascun dipendente, della natura giuridica del rapporto, decorrenza ed eventuale termine se previsto, della qualifica e livello retributivo, trattamento giuridico, economico, previdenziale e assistenziale”. A far data dall'approvazione dello Statuto del Consorzio di Bonifica della Calabria, avvenuta il 31 dicembre 2023, gli undici consorzi di bonifica soppressi sono stati posti in liquidazione e si è proceduto alla nomina dei rispettivi Commissari Liquidatori. Considerato che: a più riprese i sindacati e i dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi hanno posto negli anni e stanno ponendo il problema dell’eccessivo ritardo nell’erogazione del trattamento di fine rapporto per i lavoratori già in pensione;

ad aprile 2022, nella risoluzione n. 1 “Azioni per il risanamento dei Consorzi di Bonifica Calabresi”, la Sesta Commissione consiliare “Agricoltura e Foreste, Consorzi di Bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili” ha evidenziato che da una indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di Bonifica calabresi e dalle diverse audizioni tenute sul tema sono emerse una serie di criticità, tra cui quella che “i Consorzi non hanno accantonato i fondi TFR per i lavoratori e non hanno versato i contributi INPS previsti”. Nella risoluzione si sollecitano i Dipartimenti Regionali ad “istituire un tavolo tecnico con INPS per un accordo transattivo per i debiti maturati da parte dei Consorzi in relazione ai contributi non versati verso l’ente previdenziale” e si impegna la Giunta Regionale “perché vengano reperite le risorse finanziarie da destinare in un fondo vincolato per il pagamento dei TFR e per la contribuzione INPS”;

ad agosto 2022 l'Assessore all’Agricoltura, durante il suo intervento nei lavori della Sesta Commissione consiliare, ha espresso la volontà politica di intervenire con un contributo di 3 milioni di euro per far fronte al pagamento delle spettanze arretrate e dei TFR maturati dai lavoratori dei Consorzi di bonifica andati in pensione e non pagati dagli enti. Tenuto conto che: diversi articoli di stampa hanno rimarcato le difficoltà dei dipendenti dei Consorzi di bonifica soppressi andati in pensione, a causa del forte ritardo del pagamento del TFR. A dicembre 2023 uno di questi dipendenti ha segnalato alla stampa che il “Consorzio di bonifica integrale dello jonio cosentino di Trebisacce non ha mai accantonato la quota spettante del mio Tfr mensile per almeno 10 anni” e che “questa mia posizione è uguale ad altri 300 lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni da oltre 5 anni”. A gennaio 2024 una nuova segnalazione: la figlia di un ex operaio ormai in pensione ha raccontato che “mio padre è andato in pensione nel 2020 dopo 40 anni di lavoro. Da allora non ha ancora ricevuto il contributo del Tfr. Si tratta di una cifra che il nostro legale ha stimato essere pari a 65.000 euro. A quel punto, visti i continui ritardi, abbiamo deciso di sporgere denuncia alla Guardia di Finanza e intraprendere un’azione legale. Il giudice ha confermato che dovrà essere il Consorzio di Bonifica a liquidare il contributo. Per questo motivo ci siamo rivolti all’ente consortile che ha però scaricato il problema sulla Regione, la quale non avrebbe pagato il consorzio. La Regione, dal canto suo, rigetta le accuse. Si fa spazio così l’ipotesi che l’ente abbia dirottato le somme corrisposte altrove. Avevamo provato a riscattare la cifra tramite l’Inps ma ci è stato detto che il Consorzio è ancora attivo e non risulta in fallimento, pertanto è tenuto a corrisponderlo secondo le modalità previste”. A febbraio 2024 un altro articolo ha rimarcato come l’azzeramento dei Consorzi e la nomina dei Commissari Liquidatori non ha risolto la questione del TFR non liquidato dal 2018 per gli oltre 100 dipendenti dell’ex Consorzio di bonifica di Trebisacce andati in pensione. Preso atto che: il TFR è un credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve essere erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari che mai possono diventare anni e anni;

i lavoratori degli ex Consorzi di bonifica andati in pensione e le loro famiglie vivono uno stato di disagio, non potendo fare affidamento su somme che ritenevano sicure, pur avendo versato negli anni i contributi dovuti, con inevitabili ripercussioni, quali le difficoltà incontrate nel sostenere spese mediche urgenti, legate anche all'età avanzata, o nel garantire il prosieguo del percorso di studi dei propri figli;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

quali iniziative si intendono assumere per garantire i diritti dei dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi andati in pensione, assicurando che da parte del Consorzio di Bonifica della Calabria o dalle gestioni liquidatorie degli undici ex Consorzi di bonifica ci sia nei confronti dei medesimi lavoratori posti in quiescenza la corresponsione del trattamento di fine rapporto in tempi ragionevoli e giusti, per come la legge prevede.

(226; 03/04/2024).

(Risposta)

 

Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’art. 32 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 “(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” ha trasformato il “Centro servizi avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria SPA” in “Fondazione mediterranea Terina onlus”, centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale ed ambientale;

- la suddetta Fondazione, con sede in Lamezia Terme, è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti di indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo Statuto;

- l’art. 13 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati con esclusione del settore sanità” ha previsto la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a “perseguire unicamente scopi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia;

- con deliberazione della Giunta regionale n. 367 del 02 dicembre 2022, è stato sciolto l’organo amministrativo e da allora la Regione ha nominato commissari straordinari, l’ultimo dei quali l’attuale dirigente generale del dipartimento Turismo;

- recenti approfondimenti giornalistici hanno evidenziato che costosissime attrezzature, acquistate tra l’altro per il progetto Food@Life e per le quali la Fondazione aveva ricevuto ingenti contributi ministeriali, non siano mai stati utilizzati e rischiano ormai di diventare obsolete;

considerato che: - il Ministero finanziante “potrebbe adesso chiedere conto degli investimenti mai valorizzati” Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore con delega all’Agricoltura

per sapere:

-se quanto riportato dalla stampa corrisponde al vero;

- qual è l’attuale situazione della Fondazione Mediterranea Terina onlus, alla luce anche dei sempre presenti problemi di stabilità finanziaria;

- quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per evitare la dispersione del patrimonio umano e materiale della Fondazione.

(228; 10/04/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’art. 1, c. 5 del DL 19 maggio 2020, n. 34, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19” convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77, ha disposto l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità (IFC), al fine di rafforzare i servizi infermieristici;

- il DM. 23 maggio 2022, n. 77, sugli standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale ha previsto, all’interno delle Case della Comunità, la figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità. Il Decreto ha ridefinito il numero (uno ogni 3.000 abitanti) e le attività dell’infermiere di famiglia o di comunità;

- l’IFC è il professionista sanitario di riferimento che assicura assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutte le risorse, formali e informali, della comunità in cui opera, in maniera proattiva e ponendo al centro la persona. L’obiettivo dell’IFoC è garantire l’integrazione interdisciplinare (sanitaria e sociale) dei servizi e dei professionisti e la risposta assistenziale ai nuovi bisogni sanitari, anche potenziali, della comunità;

- nel corso dello scorso anno, Agenas ha emanato le “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità”;

- l’ultimo aggiornamento del documento di “Riorganizzazione della rete territoriale” della Regione Calabria, ha previsto questa figura;

- anche il PNRR, alla Missione 6 – Salute – Componente 1, ha dedicato particolare attenzione alla figura;

- nazioni come il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America utilizzano già da tempo figure professionali simili all’infermiere di famiglia, vedi il Public Healty Nurse per l’U.K. e il Family Nurse Pratictioner per gli U.S.A.;

- in alcune regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, ecc.) la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità è già a regime, mentre in altre è in fase di sperimentazione. Rilevato che: - l’operato dell’IFC permetterebbe di: ridurre considerevolmente l’ospedalizzazione;

ricorrere inutilmente ai servizi di emergenza e urgenza;

valutare lo stato di salute e i bisogni della persona nelle diverse fasi della vita (adulta, infanzia, adolescenza), del contesto familiare e conoscere quelli di comunità;

promuovere interventi informativi ed educativi rivolti ai singoli, alle famiglie e ai gruppi, atti a promuovere modificazioni degli stili di vita, nonché molteplici altre attività atte al mantenimento e al miglioramento dello stato di salute dei cittadini. Considerato che: - sono indubbi i benefici apportarti dall’entrata in servizio di questa figura professionale, responsabile della gestione dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità, che opera in collaborazione con gli altri attori del team multi professionale (composto da MMG, PLS, Medico di comunità, assistenti sociali e professionisti della riabilitazione) e realizza un’assistenza di natura preventiva, curativa e riabilitativa differenziata per bisogno e per fascia di età. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria per conoscere:

per sapere:

- quali azioni la Regione ha adottato o intende assumere volte all’effettivo utilizzo della figura professionale dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità (IFC).

(232; 14/05/2024).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla salute, qualificandolo come un diritto inviolabile, fondamentale dell’individuo, oltre ad un interesse primario per la collettività;

- con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza” così come aggiornato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502” sono stati definiti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);

- la legge 23 dicembre 2005 n. 266, nel quadro degli interventi per il contenimento dei tempi di attesa a garanzia della tutela della salute dei cittadini, all’articolo 1 comma 282, ha stabilito il divieto di sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni disponendo che le Regioni sono tenute ad adottare misure nel caso in cui la sospensione dell’erogazione sia legata a motivi tecnici, dandone informazione periodica al Ministero della Salute. La stessa legge, all’articolo 1 comma 280, ha previsto che il Comitato permanente per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 9 dell’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 23 marzo 2005, deve provvedere a certificare la realizzazione degli interventi in attuazione del Piano di contenimento delle Liste di Attesa. Il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 avente ad oggetto “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” all’art. 41 prevede che gli enti, le aziende e le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni per conto del servizio sanitario sono tenuti ad indicare nel proprio sito, in una apposita sezione denominata «Liste di attesa», i criteri di formazione delle liste di attesa, i tempi di attesa previsti e i tempi medi effettivi di attesa per ciascuna tipologia di prestazione erogata. Con il decreto ministeriale 20 giugno 2019 è stato istituito presso la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria l’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa;

- in data 21 febbraio 2019 è stato siglato, con Intesa Stato-Regioni, il nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021, vigente fino alla stipula di un nuovo Piano, che prevede, tra le altre cose, il rispetto, da parte delle Regioni e delle Province Autonome, dei tempi massimi di attesa individuati nei loro Piani Regionali di Governo delle Liste di Attesa per tutte le prestazioni erogate sul proprio territorio e che, nel caso in cui al cittadino non possa essere assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalla Regione, siano attivati i cosiddetti "percorsi di tutela”. Questi sono percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche per consentire, qualora venga superato il tempo massimo di attesa a livello istituzionale, l’attivazione di una specifica procedura, che permetta al paziente residente e per le richieste di prime prestazioni in classe di priorità di effettuare la prestazione presso un erogatore privato accreditato nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente;

- il PNGLA 2019-2021 sottolinea anche l’importanza della comunicazione e della informazione sulle liste di attesa (in particolare con riguardo alla prenotazione e ai “percorsi di tutela” in caso di sforamento dei tempi massimi) attraverso sezioni dedicate e accessibili sui siti web regionali e aziendali, campagne informative, Uffici Relazioni con il Pubblico (URP), Carte dei servizi e la partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato. Considerato che: - la Regione Calabria ha adottato provvedimenti con specifico riguardo alle liste di attesa e in particolare il decreto del 25 febbraio 2022, n. 13 del Commissario ad acta per il Piano di rientro, con cui è stato adottato il Piano Regionale di Governo delle Liste d'Attesa (PRGLA) che al punto 4 prevede le modalità e la tempistica per il monitoraggio della realizzazione dei Piani di recupero delle prestazioni. Tenuto conto che: - la cattiva gestione delle liste di attesa colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione, ovvero i cittadini a basso reddito e scolarità, arrivando a negare troppo spesso l’accesso tempestivo alle cure. La salute dei cittadini non può essere compromessa a causa di carenze strutturali e organizzative. Preso atto che: - il sito tematico del ministero della salute dedicato alle liste di attesa nella parte denominata “Monitoraggio tempi di attesa: i siti web delle regioni/province autonome e delle aziende sanitarie” rinvia al sito istituzionale della regione Calabria in cui sono pubblicati solo alcuni dati e informazioni;

- stando alle denunce delle associazioni di categoria, riportate anche da organi di stampa, mancherebbe un sistema informativo trasparente e facilmente accessibile sulla procedura da seguire in caso di ritardo nell’espletamento della prestazione sanitaria richiesta. Si lamenta, al riguardo, l’assenza di una indicazione precisa su come fare, quando le strutture pubbliche non siano in grado di garantire il rispetto dei tempi massimi stabiliti nei Piani Nazionale e Regionale di Governo delle liste d’attesa. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per ridurre le liste d’attesa nel nuovo PRGLA, la pubblicazione degli esiti del monitoraggio sul vigente PRGLA e l’applicazione e pubblicizzazione dei percorsi di tutela.

(235; 31/05/2024).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il servizio dei trasporti pubblici in Calabria è disciplinato dalla Legge Regionale n. 35 del 31 dicembre 2015 “Norme per i servizi di trasporto pubblico locale”. L’ente di governo del bacino unico regionale è l’Autorità Regionale dei Trasporti della Calabria (ART-CAL);

- il Piano regionale dei trasporti è stato adottato con deliberazione della Giunta regionale n. 503 del 06/12/2016, e infine approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 157 del 19/12/2016. La Giunta Regionale ha approvato con deliberazione n. 402 del 28 agosto 2019 il Programma pluriennale del Trasporto Pubblico Locale 2019/2021, integrato con successiva D.G.R. n. 35 del 9 aprile 2020. Con la Legge regionale n. 20 del 4 luglio 2022 “Integrazione all’articolo 23 della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale)” il programma di esercizio dei Servizi di trasporto pubblico locale riferito all'annualità 2021 è stato prorogato per l'anno 2022 e, comunque, ritenuto valido ed efficace fino all'approvazione del successivo Programma pluriennale del trasporto pubblico locale. Considerato che: - i contratti di servizio del Trasporto Pubblico Locale su gomma sono stati affidati a sei consorzi che raggruppano ventisei aziende, con affidamenti diretti di emergenza a partire dal 2012;

- con decreto dirigenziale n. 20372 del 29/12/2023 sono stati prorogati i contratti di servizio di trasporto pubblico locale fino al 31/12/2026 ai sensi dell’art. 4, paragrafo 4, del Regolamento del Regolamento (CE) n. 1370/2007 del Parlamento e del Consiglio Europeo, del 23 ottobre 2007, e dell’articolo 24, paragrafo 5 – bis, del Decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, convertito con legge 28 marzo 2022, n. 25;

- tra gli affidatari del servizio di trasporto pubblico locale nella Regione Calabria risulta la società consortile Autoservizi dei Due Mari, in virtù di contratto di servizio sottoscritto con quest’ultima, secondo il modello societario tipico della società consortile (artt. 2615 ter e 2462 ss. Cod. civ.) che svolge tali servizi in modo coordinato per mezzo delle imprese ad essa consorziate e socie, quali Romano Autolinee Regionali S.p.a. Tenuto conto che: - il programma di esercizio che deve essere eseguito è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 230 del 07/08/2020 e assoggetta l’operatore di servizio ad obblighi di servizio pubblico, nella specie degli “obblighi di esercizio”. Il gestore, infatti, non può scegliere se effettuare o meno una corsa in funzione della redditività della medesima, ma è comunque onerato di svolgere la prestazione prefissata;

- il servizio affidato è un servizio pubblico di linea su itinerari e fermate predeterminati. Tra questi servizi è compresa la linea 002007 Cosenza - Mandatoriccio affidata alla ditta Romano Autolinee Regionali S.p.a. che risulterebbe sospesa nel mese di luglio;

- manca un collegamento della fascia ionica della provincia di Cosenza con l’Aeroporto Sant'Anna di Crotone, il terzo aeroporto della Calabria, vocato a servire, per la sua ubicazione, non solo la provincia di Crotone e Catanzaro, ma anche la Sibaritide e l’alto ionio cosentino. Non esiste, infatti, un sistema integrato di mobilità di prossimità, su ferro o gomma, che consenta di collegare lo scalo aeroportuale pitagorico in maniera agevole e in tempi ragionevoli e certi ai territori a nord di Crotone che potrebbero potenzialmente fruire dei voli offerti. Preso atto che: - a tutt’oggi non risulta che la Regione Calabria abbia predisposto una revisione del Programma Pluriennale del T.P.L. 2019/2021, con la relativa piena attuazione della L.R. 35/2015, o la gara europea per l’affidamento del servizio del trasporto pubblico locale;

- il trasporto pubblico locale, in Calabria e in particolar modo nei territori della Sibaritide, assume un particolare valore, alla luce delle croniche carenze nei servizi di mobilità a favore dei cittadini, specie nelle aree interne e più disagiate e nella fascia ionica della regione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa al fine di garantire ai calabresi, in particolare per quelli della Sibaritide, un diritto alla mobilità mortificato per gap infrastrutturale e ataviche inefficienze, assicurando la continuità del servizio relativo alla linea 002007 Cosenza - Mandatoriccio affidata alla ditta Romano Autolinee Regionali S.p.a. e implementando il trasporto ferroviario e su gomma tra l’aeroporto Sant’Anna di Crotone e la fascia ionica della Provincia di Cosenza.

(236; 03/06/2024).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

la Regione Calabria, con la DGR 248/2018, ha istituito lo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE), nell’ambito del sistema unico integrato SUAP/SUE. Lo Sportello Unico per l’Edilizia costituisce l’unico punto di accesso per il privato in relazione a tutte le domande, dichiarazioni, Segnalazioni Certificate di Inizio Attività, Comunicazioni di Inizio Lavori, Permessi di Costruire e ogni altro atto di assenso in materia di attività edilizia privata. Gli Sportelli Unici per l’Edilizia dei comuni calabresi utilizzano il sistema informativo chiamato CalabriaSUE per permettere, al cittadino, la presentazione e gestione telematica della pratica edilizia SUE e, all’ufficio comunale SUE e a tutte le amministrazioni terze coinvolte, la conseguente gestione istruttoria della pratica. Attraverso tale sistema, inoltre, vengono presentate e gestite tutte le pratiche inerenti le opere pubbliche, in coordinamento con gli Enti Pubblici competenti, al fine di gestire telematicamente l’intero procedimento amministrativo e di archiviarne a norma gli atti;

il sistema informativo regionale SUE è stato implementato mediante l’adeguamento della piattaforma già̀ in uso per i SUAP, Sportello Unico per le Attività̀ Produttive, e consente la gestione integrata delle istanze di autorizzazione sismica cooperando con il sistema informativo regionale SISMI.CA. Lo Sportello Unico CalabriaSUAP, necessario per la gestione delle pratiche edilizie, è uno sportello digitale multifunzione a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni aderenti e dei relativi utenti (cittadini/imprese/responsabili di procedimento), per la presentazione, gestione e monitoraggio telematico di varie tipologie di pratiche amministrative nelle quali sono coinvolte più pubbliche amministrazioni;

la rete regionale dei SUE, istituita con DGR 500/2019 per semplificare, uniformare e digitalizzare le procedure amministrative inerenti alle attività di edilizia privata non produttiva e promuovere l’attivazione degli Sportelli Unici per l’Edilizia presso i Comuni, anche mediante esercizio in forma associata, assicurando l’operatività del medesimo Ufficio su tutto il territorio calabrese, è coordinata dall’Ufficio Regionale SURE, Sportello Unico Regionale per L’Edilizia, afferente al Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici. Considerato che: il Sistema telematico CalabriaSUE, integrato ed interoperabile con il sistema regionale SISMI.CA, è gestito da Fincalabra SpA, società in house della Regione Calabria;

fin dalla sua messa “online” (ossia da sempre) la piattaforma CalabriaSUE è risultata spesso e volentieri non operativa (a titolo di esempio: attese indeterminate anche solo per consentire il semplice accesso al portale da parte degli utilizzatori, malfunzionamenti nel collegamento fra le due piattaforme SUE e SISMI.CA che generano errori o forti rallentamenti di invio dei dati);

anche il servizio telefonico di help desk, per come appreso dalle segnalazioni ricevute dai professionisti, risulterebbe inefficiente, con mancate risposte o, pur riuscendo a parlare con un operatore, non ricevendo le opportune soluzioni alle problematiche sollevate dai richiedenti. Tenuto conto che: sono state ricorrenti negli anni le segnalazioni di disservizi sul portale telematico CalabriaSUE/SUAP/SISMI.CA da parte degli Ordini professionali e dei professionisti;

gli Ordini degli Ingegneri dell’intera Regione, congiuntamente agli Ordini degli Architetti, dei Dottori Agronomi e Forestali, dei Geologi, dei Periti Industriali e ai collegi provinciali dei Geometri, pur impegnati a fornire una corretta e doverosa collaborazione istituzionale per la risoluzione della problematica, hanno ripetutamente palesato un'incapacità del sistema di gestire il servizio in modo efficiente e nei tempi contingentati dettati dalle norme e leggi del settore;

il portale CalabriaSUE costituisce l’unico punto a cui il cittadino o un suo tecnico incaricato può rivolgersi in ordine a tutte le procedure amministrative riguardanti i propri interventi edilizi. Preso atto che: la mancata funzionalità della piattaforma telematica CalabriaSUE costituisce un oggettivo limite all'esercizio dell'attività professionale da parte dei professionisti operanti nel settore dell'edilizia ed a cascata di tutto il settore, inficiando anche le attività degli Uffici del Servizio Tecnico regionale. È sempre molto difficoltoso trasmettere le istanze presso lo Sportello Unico per l'Edilizia e tale circostanza impedisce di fatto l'esercizio della specifica attività professionale, bloccando - nel contempo - l'esercizio del diritto dei committenti (pubblici e privati) all'avvio (o chiusura) dell'attività edilizia. Il disservizio della piattaforma, tra l’altro, espone i professionisti incaricati a richieste di risarcimento danni, senza considerare il mancato guadagno degli stessi professionisti, per via della oggettiva impossibilità a richiedere i pagamenti delle proprie spettanze in assenza della trasmissione presso gli enti. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali provvedimenti urgenti si intendono adottare per risolvere l'ormai cronico disservizio del portale regionale del Sistema Unico per l'Edilizia della Calabria;

2. se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei confronti di Fincalabra SpA affinché, attraverso un affidabile partner tecnologico, individui tempestivamente le possibili soluzioni per rendere operativa e pienamente fruibile l’architettura dei sistemi della piattaforma CalabriaSUE/SUAP/SISMI.CA;

3. quali procedure alternative (invio via PEC, secondo quanto previsto dall'articolo 65 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 e che la stessa PEC valga, a tutti gli effetti di legge, come avvenuto deposito dell'istanza, senza l'onere - da parte del professionista - di doverla successivamente trasmettere con la piattaforma, rafforzamento dell’help desk, utilizzo di piattaforme diverse, etc.) intende adottare la Regione Calabria nelle more che venga eliminato il disservizio e finché gli ordini professionali non abbiano accertato la piena funzionalità e operatività della piattaforma.

(240; 18/06/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la casa di cura “Romolo”, nel comune di Rocca di Neto rappresenta da vari lustri un'eccellenza nel panorama sanitario calabrese, garantendo prestazioni urologiche e uro – oncologiche di alto livello;

- i servizi offerti contribuiscono a far diminuire la migrazione sanitaria, fornendo il 50% delle prestazioni urologiche calabresi e attirando pazienti anche dalle regioni vicine. Considerato che: - in conseguenza delle note vicende che hanno coinvolto l’azienda, a partire dal primo luglio non sarà possibile erogare prestazioni in regime di accreditamento con il SSR;

- l’azienda ha ottenuto il rinnovo dell’autorizzazione il 31 gennaio 2024 e il 1° aprile ha inoltrato la richiesta per avviare il rilascio del nuovo accreditamento;

- l’iter burocratico appare essersi concluso positivamente e, pertanto, nulla osta all’adozione del provvedimento finale di accreditamento;

- l’interruzione del servizio costituirebbe gravissimo nocumento all’utenza e ai lavoratori. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della giunta regionale, anche nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria per conoscere:

per sapere:

- i tempi per il rilascio del decreto di accreditamento della casa di cura “Romolo” di Rocca di Neto.

(242; 27/06/2024).

(Risposta)

 

Proposta di provvedimento amministrativo n. 169/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) - Deliberazione di Giunta regionale n. 324 del 25/06/2024” (deliberazione consiliare n. 303)

Il Consiglio regionale

premesso che:

· l’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

· la Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione;

VISTI:

· il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;

· l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

· la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.);

· la legge regionale n. 8/2002;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 324 del 25 giugno 2024, recante: “Rendiconto esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL). Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;

vista la deliberazione n. 235 del 24 aprile 2024, con cui il Commissario straordinario dell’ARPACAL ha approvato il rendiconto di gestione dell’Ente per l’esercizio 2023, allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

tenuto conto che il Revisore unico dell’ARPACAL, con verbale del 23 aprile 2024, allegato al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale,

· ha osservato che la rilevante consistenza media di cassa e il consistente volume dei residui passivi, ammontano a 5.505.874,58 euro;

· ha suggerito di effettuare una ricognizione puntuale sul contenzioso in essere;

· ha raccomandato agli Organi di vertice dell’Ente:

-        di prendere atto delle carenze sopra evidenziate allo scopo di adottare le necessarie contromisure per consentire all’Agenzia di potenziare le proprie funzioni previste per legge;

-        di provvedere con opportuna tempestività all’adozione dei regolamenti di contabilità e della gestione del patrimonio;

-        di reperire le risorse finanziarie adeguate allo sviluppo potenziale dei servizi dell’Agenzia;

· ha espresso “parere favorevole all’approvazione del Rendiconto dell’ARPACAL riferito all’esercizio finanziario 2023, con i relativi allegati, e al Bilancio Economico-patrimoniale”;

rilevato che il Comitato di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n. 1 del 6 giugno 2024, ha espresso parere favorevole per l’approvazione del Rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2023 dell’Agenzia;

considerato che il dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 298401 del 30 aprile 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

· ha “verificato il rispetto delle misure di contenimento della spesa da parte dell’Ente strumentale”,

· ha condiviso il rilievo formulato dal Revisore unico dei conti in ordine all’eccessivo aumento del volume dei residui passivi nel corso dell’anno di riferimento, circostanza che costituisce un indice di limitata capacità di spesa e di rallentamento nella realizzazione dei programmi e obiettivi;

· ha espresso “parere favorevole al rendiconto dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria per l’esercizio 2023”;

tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

· ha rilevato che:

-  sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2023, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

-  sussiste la continuità tra i residui finali dell’esercizio 2022 rispetto a quelli iniziali dell’esercizio 2023;

-  sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;

-  sussiste (a seguito delle scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

-  sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2023, e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;

-  risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato, del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità e del risultato di amministrazione al 31.12.2023;

·    ha raccomandato all’Agenzia di prevedere, attraverso un’attenta attività di programmazione, con riferimento alle attività che prevedono la realizzazione di progetti di investimento, gli impegni di spesa collegati ai corrispondenti accertamenti di entrata, con imputazione degli stessi agli esercizi in cui è prevista la realizzazione delle varie fasi degli interventi, sulla base di appositi cronoprogrammi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3, inerente le modalità di registrazione delle spese di investimento, al fine di garantire la corretta applicazione del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118;

·    preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Agenzia e del dipartimento “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

preso atto che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15 luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per l’esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) e dei documenti ad esso allegati;

udito il consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

·    di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 170/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell'Azienda Calabria Verde - Deliberazione di Giunta regionale n. 325 del 25/06/2024” (deliberazione consiliare n. 304)

Il Consiglio regionale

premesso che:

-   l’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

-   la Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione;

visti:

-   la legge regionale 16 maggio 2013, n. 25, che ha istituito l’Azienda Calabria Verde;

-   la legge regionale n. 8/2002;

-   l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

-   il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 325 del 25 giugno 2024, recante: “Rendiconto esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde - Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;

vista la deliberazione n. 127 del 9 maggio 2024, con cui il Direttore generale dell’Azienda Calabria Verde ha approvato il rendiconto di gestione dell’Ente per l’esercizio 2020;

considerato che il Revisore unico dell’Azienda, con verbale n. 44 dell’8 maggio 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-   ha attestato l’attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, il mancato ricorso dell’Ente ad anticipazioni di tesoreria, la congruità del fondo crediti di dubbia esigibilità, nonché l'attendibilità dei risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti economici positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati rilevati;

-   ha rilevato che, ad oggi, gli equilibri di bilancio e il ripianamento del disavanzo di amministrazione, appurato nel rendiconto 2020, devono trovare riscontro nell'attualizzazione dei risultati delle gestioni successive, la cui mancata approvazione dei relativi documenti programmatori e di rendiconto non permettono di esprimere una valutazione puntuale sullo stato di risanamento avviato;

-   ha raccomandato la rapida prosecuzione della fase di risanamento amministrativo mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023 da sottoporre alla relativa approvazione anche al fine di coniugare i risultati di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di previsione pluriennale 2024-2026;

-   attestando la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, ha espresso “giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2020”;

rilevato che la U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 411207 del 21 giugno 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-  ha verificato il rispetto dei limiti di spesa, di cui alla vigente normativa in materia di spending review, con l’eccezione dei limiti afferenti agli incarichi di studio, ricerca e consulenza;

-  ha espresso parere favorevole al rendiconto esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde”, con la prescrizione di “formulare ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di euro 38.945.328,73 nell'esercizio 2024 e seguenti”, nonché “di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità”;

considerato che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-   ha rilevato che:

·    sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2020, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente importo del conto del tesoriere;

·    sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2019 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2020;

·    sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";

·    sussiste (a seguito delle scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) la corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

·    sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2020, e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;

·    risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di amministrazione al 31.12.2020;

-   così come evidenziato nell’istruttoria al rendiconto per l’esercizio 2019 dell’Ente, ha reiterato la raccomandazione all’Azienda, al fine di salvaguardare i propri equilibri di bilancio e di evitare l’insorgere di possibili danni di natura erariale, di “promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali”;

-   evidenziando che la quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad 38.945.328,73 euro, che conseguenzialmente determina un disavanzo, ha raccomandato all’Azienda e all’U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo” quale soggetto preposto alla vigilanza dell’Ente, la rapida definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2021, 2022 e 2023, nonché l’urgente predisposizione e approvazione del bilancio di previsione 2024/2026, al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo;

-   ha preso atto che, nell’istruttoria di propria competenza, l’U.O.A. vigilante ha provveduto a verificare il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa da parte di Azienda Calabria Verde, con riferimento alle risultanze della gestione per l’esercizio 2020, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 6, comma 7, della legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43, rilevando che, con riferimento al mancato rispetto dei limiti afferenti agli emolumenti per gli organi di vertice dell’Ente e alla spesa per incarichi di studio, ricerca e consulenze si provvederà a predisporre apposito provvedimento amministrativo di riduzione dei trasferimenti, a carico del bilancio regionale, per l'Azienda Calabria Verde, ex art.6, comma 10 della l.r. 43/2016, in ragione delle eccedenze di spesa riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e consulenze di cui agli articoli 13, comma 10, lettera a) della l.r. 69/2012 e 3, comma 1, lettera a) della l.r. 56/2013;

-   prendendo atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e dell’U.O.A. vigilante, richiamate altresì le raccomandazioni dello stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del rendiconto relativo all’esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15 luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per l’esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde e dei documenti ad esso allegati;

udito il consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-   di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2020 dell’Azienda Calabria Verde e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.  

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 171/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Verde - Deliberazione di Giunta regionale n. 326 del 25/06/2024” (deliberazione consiliare n. 305)

Il Consiglio regionale

premesso che:

-   l’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

-   la Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione;

visti:

-   la legge regionale 16 maggio 2013, n. 25, che ha istituito l’Azienda Calabria Verde;

-   la legge regionale n. 8/2002;

-   l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

-   il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 326 del 25 giugno 2024, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde - Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;

vista la deliberazione n. 151 del 1° giugno 2024, con cui il Direttore generale dell’Azienda Calabria Verde ha approvato il rendiconto di gestione dell’Ente per l’esercizio 2021;

considerato che il Revisore unico dell’Azienda, con verbale n. 45 del 28 maggio 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-   ha attestato l’attendibilità delle risultanze della gestione finanziaria, il mancato ricorso dell’Ente ad anticipazioni di tesoreria, la congruità del fondo crediti di dubbia esigibilità, nonché l'attendibilità dei risultati economici generali e di dettaglio con riferimento al rispetto della competenza economica, alla completa e corretta rilevazione dei componenti economici positivi e negativi, alle scritture contabili e alle carte di lavoro a supporto dei dati rilevati;

-   ha rilevato che, ad oggi, gli equilibri di bilancio e il ripianamento del disavanzo di amministrazione, appurato nel rendiconto 2021, devono trovare riscontro nell'attualizzazione dei risultati delle gestioni successive, la cui mancata approvazione dei relativi documenti programmatori e di rendiconto non permettono di esprimere una valutazione puntuale sullo stato di risanamento avviato;

-   ha raccomandato la rapida prosecuzione della fase di risanamento amministrativo mediante la definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023 da sottoporre alla relativa approvazione anche al fine di coniugare i risultati di gestione delle precedenti annualità, con puntuale riscontro degli equilibri di bilancio, del cronoprogramma per il ripiano del disavanzo nel bilancio di previsione pluriennale 2024-2026;

-   attestando la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, ha espresso “giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2021”;

rilevato che la U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 405528 del 19 giugno 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-  ha verificato il rispetto dei limiti di spesa, di cui alla vigente normativa in materia di spending review, con l’eccezione dei limiti afferenti agli incarichi di studio, ricerca e consulenza;

-  ha espresso parere favorevole al rendiconto esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde, con la prescrizione di “formulare ed approvare un piano di rientro dal disavanzo da effettuarsi in un tempo ragionevole e comunque contenuto nei termini di legge e di imputare, in quota parte, il disavanzo di euro 34.120.774,45 nell'esercizio 2024 e seguenti”, nonché “di azionare nei termini di legge ogni utile iniziativa tesa al recupero dei crediti ed in particolare a quelli di dubbia esigibilità”;

considerato che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-   ha rilevato che:

·    sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente importo del conto del tesoriere;

·    sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2020 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021;

·    sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";

·    sussiste (a seguito delle scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) la corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

·    sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio 2021, e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello Stato Patrimoniale;

·    risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di amministrazione al 31.12.2021;

-   così come evidenziato nell’istruttoria al rendiconto per l’esercizio 2019 dell’Ente, ha reiterato la raccomandazione all’Azienda, al fine di salvaguardare i propri equilibri di bilancio e di evitare l’insorgere di possibili danni di natura erariale, di “promuovere tutte le attività necessarie atte a garantire una più incisiva azione di recupero delle posizioni di credito, stante il perdurare di evidenti difficoltà nella riscossione dei proventi relativi alla gestione dei beni, con particolare riferimento ai canoni per concessioni pluriennali”;

-   evidenziando che la quota disponibile del risultato di amministrazione, al netto delle quote accantonate e vincolate, presenta un importo negativo pari ad 34.120.774,45 euro, che conseguenzialmente determina un disavanzo, ha raccomandato all’Azienda e all’U.O.A. “Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e difesa del Suolo” quale soggetto preposto alla vigilanza dell’Ente, la rapida definizione dei rendiconti relativi agli esercizi 2022 e 2023, nonché l’urgente predisposizione e approvazione del bilancio di previsione 2024/2026, al fine di consentire una programmazione strutturata del risanamento aziendale, nel rispetto degli equilibri di bilancio e sulla base della puntuale definizione di un cronoprogramma di ripiano del disavanzo;

-   ha preso atto che, nell’istruttoria di propria competenza, l’U.O.A. vigilante ha provveduto a verificare il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa da parte di Azienda Calabria Verde, con riferimento alle risultanze della gestione per l’esercizio 2021, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 6, comma 7, della legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43, rilevando che, con riferimento al mancato rispetto dei limiti afferenti agli emolumenti per gli organi di vertice dell’Ente e alla spesa per incarichi di studio, ricerca e consulenze si provvederà a predisporre apposito provvedimento amministrativo di riduzione dei trasferimenti, a carico del bilancio regionale, per l'Azienda Calabria Verde, ex art.6, comma 10 della l.r. 43/2016, in ragione delle eccedenze di spesa riscontrate con riferimento al solo limite per incarichi di studio, ricerca e consulenze di cui agli articoli 13, comma 10, lettera a) della l.r. 69/2012 e 3, comma 1, lettera a) della l.r. 56/2013;

-   prendendo atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e dell’U.O.A. vigilante, richiamate altresì le raccomandazioni dello stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del rendiconto relativo all’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15 luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per l’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde e dei documenti ad esso allegati;

udito il consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-   di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Verde e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 178/12^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi” (deliberazione consiliare n. 306)

Il Consiglio regionale

vista la deliberazione n. 48 del 2 luglio 2024, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al Consiglio regionale l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2023 dell’Ente, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi;

premesso che:

-  il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come modificato e integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali;

-  con deliberazione consiliare n. 145 del 22 dicembre 2022 è stato approvato il bilancio di previsione Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2023-2025;

-  con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 95 del 29 dicembre 2022 è stato approvato il Documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione per gli esercizi 2023-2025 e sono state assegnate le risorse al Direttore Generale;

-  con determinazione del Direttore Generale n. 1 del 4 gennaio 2023 è stato approvato il bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025 per il funzionamento del Consiglio regionale della Calabria;

-  con deliberazione del Consiglio regionale n. 226 del 26 ottobre 2023 sono stati approvati l'assestamento e ulteriori variazioni al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale;

-  con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n.2 del 13 febbraio 2024 è stato approvato il verbale di chiusura della contabilità dell'esercizio finanziario 2023;

considerato che:

-  l’articolo 18-bis del d.lgs.118/2011, dispone al comma 1 che «al fine di consentire la comparazione dei bilanci, gli enti adottano un sistema di indicatori semplici, denominato “Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio” misurabili e riferiti ai programmi e agli altri aggregati del bilancio, costruiti secondo criteri e metodologie comuni», e al comma 3 che il Piano di cui al comma 1 è allegato al bilancio di previsione o del budget di esercizio e del bilancio consuntivo o del bilancio di esercizio;

-  l'articolo 67 del d.lgs. 118/2011 dispone che "La Presidenza del Consiglio regionale sottopone all'Assemblea consiliare (...) il rendiconto del Consiglio regionale. Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'art. 63, comma 3. Al fine di consentire il predetto consolidato, l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno dell'anno successivo";

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale della Calabria, approvato con deliberazione consiliare n. 19 del 4 maggio 2017 e successivamente modificato con deliberazione consiliare n. 342 del 28 settembre 2018;

dato atto che:

-  l'articolo 77 del suddetto Regolamento interno dispone che "Successivamente all'approvazione del rendiconto, l'assemblea consiliare approva il bilancio consolidato di gruppo del Consiglio regionale con le società controllate e partecipate secondo le modalità e gli schemi previsti dal d.lgs. 118/2011 (...). Il bilancio consolidato è approvato dal Consiglio regionale entro il 31 agosto dell'anno successivo all'esercizio finanziario di riferimento ed è trasmesso, dopo l'approvazione consiliare, alla Regione entro i dieci giorni successivi";

-  il Consiglio regionale detiene la partecipazione nella società in house providing “Portanova S.p.A.”;

preso atto che:

-  con determinazione del dirigente dell’Area Gestione n. 191 del 28 marzo 2024 è stata effettuata la parificazione del conto del tesoriere e degli agenti contabili interni per l’esercizio 2023;

-  con deliberazione del Consiglio regionale n. 295 del 4 luglio 2024 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2023, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del d.lgs.118/2011 e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2023-2025 e al bilancio di previsione 2024-2026 del Consiglio regionale della Calabria;

richiamato l'articolo 7, comma 8, della legge regionale 15 marzo 2002, n.13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi Consiliari), che dispone la pubblicazione dei rendiconti dei Gruppi consiliari in allegato al conto consuntivo del Consiglio regionale e sul sito istituzionale dell'Ente;

visti:

-  lo schema di rendiconto dell'esercizio 2023, redatto ai sensi dell'allegato 10 al d.lgs.118/2011 e accluso alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

-  la relazione sulla gestione dell'esercizio 2023, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del d.lgs. 118/2011 e allegata al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;

-  il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi relativi al rendiconto dell’esercizio 2023, allegato al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;

preso atto che il Collegio dei Revisori dei conti, con verbale n.33 del 20 luglio 2024 (parere n.12/2024), allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, ha redatto la relazione al rendiconto dell’esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale, esprimendo «complessivamente giudizio positivo per l’approvazione del Rendiconto finanziario 2023 del Consiglio regionale», raccomandando «di aggiornare per l’approvazione del rendiconto 2023 da parte del Consiglio regionale il prospetto allegato A1 “Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione”, come illustrato nel paragrafo 5.7) della presente relazione»;

vista la nota prot. n. 15001 del 22 luglio 2024, con cui il Settore Bilancio e Ragioneria ha trasmesso il prospetto denominato “A1 Elenco risorse accantonate nel risultato di amministrazione”, compilato come illustrato nel paragrafo 5.7) della relazione del Collegio dei revisori sul rendiconto del Consiglio regionale relativo all’esercizio 2023, specificando “che le modifiche riguardano una rappresentazione più dettagliata del fondo rischi da contenzioso giudiziale, che non incidono sui saldi finali”;

vista la relazione della Commissione speciale di Vigilanza, redatta ai sensi dell’articolo 73 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, approvata nella seduta del 23 luglio 2024 e allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

udito il consigliere Cirillo, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-   di approvare il rendiconto dell’esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, nelle seguenti risultanze finali riepilogative:

 

-   di approvare la Relazione sulla gestione dell'esercizio 2023, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del d.lgs. 118/2011 e allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

-   di approvare il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi relativi al rendiconto dell’esercizio 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

-   di dare atto che l’avanzo di amministrazione dell’esercizio 2023 è così suddiviso:

 

Avanzo vincolato

12.061.208,78 €

Avanzo accantonato

4.092.298,25 €

Avanzo destinato agli investimenti

11.946.288,40 €

Avanzo libero

10.996.115,49 €

 

-  di rinviare ad un successivo atto la destinazione dell'avanzo libero dell'esercizio 2023;

-  di dare atto che i risultati della gestione del Consiglio regionale per l'esercizio 2023 confluiranno nel rendiconto consolidato della Regione Calabria, ai sensi dell'articolo 67 del d.lgs. 118/2011;

-  di dare atto che, successivamente all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2023, si procederà all'approvazione del bilancio consolidato di gruppo del Consiglio regionale con la società partecipata "Portanova S.p.A.";

-  di dare atto che i rendiconti dei Gruppi consiliari anno 2023 saranno pubblicati, in allegato, al rendiconto del Consiglio regionale sul sito istituzionale dell'Ente;

-                     di trasmettere la presente deliberazione, unitamente ai relativi allegati sopra richiamati, alla Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 73, comma 6, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, e al Settore Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale per il seguito di competenza.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 168/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica del Piano Regione di Gestione dei Rifiuti - Integrazione criterio localizzativo “Fattore pressione discariche”” (deliberazione consiliare n. 307)

Il Consiglio regionale

visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e in particolare l’articolo 196, che attribuisce alle Regioni la competenza relativa alla predisposizione, all’adozione e all’aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti, e l’articolo 199, che disciplina il contenuto dei piani regionali di gestione dei rifiuti;

viste le quattro direttive del pacchetto “Economia circolare” in vigore dal 4 luglio 2018 (direttiva (UE) 2018/849/UE, direttiva (UE) 2018/850/UE, direttiva (UE) 2018/851/UE, direttiva (UE) 2018/852/UE), che sono state recepite nell’ordinamento nazionale rispettivamente con i decreti legislativi nn. 118/2020, 119/2020, 121/2020, 116/2020;

viste:

· la legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria);

· la legge regionale 20 aprile 2022, n. 10 (Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente);

visto il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione Rifiuti urbani, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 269 del 12 marzo 2024;

rilevato che il suddetto Piano, in applicazione di quanto previsto all'articolo 199, comma 3, lettera I), del d.lgs. 152/2006, riporta al capitolo 32 i criteri localizzativi per l'ubicazione degli impianti di smaltimento e di trattamento e recupero dei rifiuti da applicarsi anche alle operazioni di smaltimento D1-D15 di cui all'allegato B alla parte IV del d.lgs. 152/2006;

tenuto conto che occorre integrare i criteri localizzativi previsti al capitolo 32 del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Sezione Rifiuti urbani con il criterio localizzativo "Fattore pressione discariche", con l'obiettivo, a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, di evitare l'eccessiva concentrazione di tali impianti, limitarne i relativi impatti in porzioni del territorio regionale, garantendo nel contempo la disponibilità di un’adeguata estensione di aree idonee per la localizzazione di discariche, nel rispetto degli ulteriori criteri localizzativi previsti al capitolo 32 del citato Piano;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 293 del 21 giugno 2024, recante: “Modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Integrazione criterio localizzativo ‘Fattore pressione discariche’”;

considerato che, come riportato nella sopra citata DGR n. 293/2024, l'introduzione del “Fattore pressione discariche” non stabilisce il numero e la localizzazione delle discariche, ma è rivolto soltanto a individuare, unitamente agli altri criteri localizzativi previsti nel Piano:

· il livello prescrittivo riferito a un determinato territorio comunale - fattore pressione discariche comunale - in termini di volumetrie residue realizzabili rispetto al valore soglia comunale individuato;

· il livello prescrittivo riferito all'area vasta oggetto dell'istanza, considerato un buffer idoneo - fattore pressione discariche areale - in termini di volumetria residua realizzabile rispetto al valore soglia areale individuato;

visti l’Allegato A "Relazione illustrativa" e l'Allegato B "Paragrafo 32.5 Fattore Pressione discariche", che formano parti integranti e sostanziali della presente deliberazione;

preso atto che nella Relazione illustrativa di cui all’Allegato A si precisa che la presente modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti-Sezione Rifiuti urbani non deve essere assoggettata a procedura di verifica di VAS, in quanto

· non riguarda né gli obiettivi generali da perseguire, né la natura delle misure previste per il loro perseguimento, che rimangono le stesse del vigente Piano;

· non modifica il contributo alla realizzazione di una strategia sostenibile nella gestione dei rifiuti, tenuto conto del parere motivato relativo alla procedura di VAS recepito con decreto dirigenziale n. 19315 del 12 dicembre 2023 del Settore Valutazioni Autorizzazioni Ambientali;

ritenuto, pertanto, di approvare la modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione Rifiuti Urbani, con l'introduzione al capitolo 32 del Piano del criterio localizzativo “Fattore pressione discariche comunale” e "Fattore pressione discariche areale", secondo quanto indicato agli Allegati A e B acclusi alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali;

tenuto conto che la Quarta Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione della modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione Rifiuti Urbani, con l'introduzione al capitolo 32 del Piano del criterio localizzativo "Fattore pressione discariche comunale" e "Fattore pressione discariche areale";

udito il consigliere Raso, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

·    di approvare la modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione Rifiuti Urbani, secondo quanto riportato negli Allegati A e B richiamati in premessa, che formano parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 177/12^ di iniziativa d’Ufficio, recante: “Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano, Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero” (deliberazione consiliare n. 308)

Il Consiglio regionale

vista la proposta di legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”;

valutata la relazione illustrativa della suddetta proposta di legge, che s’intende qui integralmente richiamata, nella quale viene evidenziato che “il progetto per il comune unico, relativo alla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, si pone nella certa prospettiva di un miglioramento continuo dei servizi erogati alla popolazione e - congiuntamente - della promozione di forme avanzate di collaborazione tra i territori, inclusivi, questi, di evidenti analogie e gemellanze di carattere storico e civile, comprovanti i loro forti legami, appunto, territoriali, sociali, economici e culturali” e che “la realizzazione di un unico centro di governo, in un territorio che proprio per le sue ragioni e radici storiche, ha già di per sé forti connotazioni di contiguità territoriale ed unitarietà naturale, consentirebbe, senza dubbio, di migliorare la qualità della amministrazione ed avviare progetti sostenibili per lo sviluppo locale; unitarietà che si avverte fortemente già nella vita pratica e quotidiana dei cittadini residenti nei tre Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”;

rilevata la circostanza, riportata nella citata relazione illustrativa, relativa alla “esistenza già in essere di un unico territorio complessivamente considerato dei tre comuni indicati, il quale, tra l’altro, potrebbe ottenere, in una prospettiva di fusione, una maggiore e migliore crescita in termini di promozione e progresso su scala nazionale ed internazionale, con certo riguardo ad una sicura valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, considerato il suo complesso, si vedrebbe accogliere una comunità di circa 108.889 abitanti residenti (Cosenza 63.561 al 2022; Rende 36.051 al 2022; Castrolibero 9.277 al 2022 per un totale complessivo di 108.889 abitanti)”;

tenuto conto altresì che, nella relazione menzionata, è stato affermato come “il concepimento fattuale di una tale prestigiosa idea di fusione, oltre a quanto in precedenza di rilievo, non può che interessare anche il miglioramento dei livelli di efficienza e di efficacia dell'azione amministrativa, oltre che avere riguardo ad una riduzione della spesa pubblica, ragionevolmente prevedibile a seguito delle inevitabili economie di scala che una corretta gestione unitaria dei servizi naturalmente comporterebbe, il tutto armonizzato dalle nuove risorse finanziarie cui l’auspicato nuovo ente vedrebbe beneficiarsi (sia nella fase ante che post fusione) ”;

valutato lo studio di fattibilità per la fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, nel quale sono stati illustrati i vantaggi nascituri, sul piano finanziario, derivanti dall’aggregazione dei comuni individuati in un unico ente locale territoriale di oltre centomila abitanti, analizzando altresì il capitolo relativo ai tagli dei trasferimenti erariali e dei costi di funzionamento e verificando, attraverso una serie di indicatori, la fattibilità del percorso aggregativo tra enti locali territoriali e la convenienza della fusione dei tre Comuni oggetto d’esame;

visto l’articolo 133, comma 2, della Costituzione che testualmente recita: “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”;

visto il decreto legislativo n. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), che all’articolo 15, comma 1, dispone che “a norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale (…)”;

considerato che l’istituzione di un nuovo Comune avviene con legge regionale, sentite le popolazioni interessate e, pertanto, è necessario, pena l’incostituzionalità della legge, indire il referendum per le popolazioni dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;

vista la legge regionale 5 aprile 1983, n. 13 (Norme di attuazione dello statuto per l'iniziativa legislativa popolare e per i referendum) e, in particolare:

· l’articolo 32 (Spese per adempimenti dei Comuni o relative alle competenze dei componenti i seggi elettorali), che prevede che “Le spese relative agli adempimenti spettanti ai Comuni, nonché quelle dovute ai componenti dei seggi elettorali sono anticipate dai Comuni e rimborsate dalla Regione (…)” e che “La Regione può anticipare, ai Comuni su loro richiesta, un importo pari al 75% dell'ammontare delle spese occorrenti (…)”;

· l’articolo 40 (Referendum consultivo obbligatorio sulla istituzione di nuovi Comuni e sui mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali), che:

-  al comma 1 prevede che: “Prima di procedere all'approvazione di ogni progetto di legge che comporti l'istituzione di nuovi Comuni ovvero mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali, il Consiglio regionale delibera l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio”;

-  al comma 3 statuisce che “La deliberazione del Consiglio regionale indica il quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi della relativa proposta di legge”;

-  al comma 4 dispone che: “Al referendum consultivo sono chiamati: a) nel caso di istituzione di nuovi Comuni, tutti gli elettori residenti nei Comuni interessati dalla variazione territoriale (…)”;

ritenuto che, per quanto precedentemente evidenziato, la consultazione referendaria sulla proposta di legge n. 177/12^ debba essere estesa a tutti gli elettori residenti nei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;

vista la nota prot. n. 2217 del 29 gennaio 2024, con la quale i proponenti della proposta di legge regionale hanno individuato i seguenti nomi del Comune di nuova istituzione da indicare nel quesito referendario: Cosenza; Cosenza Rende Castrolibero; Nuova Cosenza;

ritenuto che la domanda va postulata in modo sintetico e chiaro, al fine di evitare ogni forma di interpretazione distonica e che, pertanto, il quesito da sottoporre alle popolazioni interessate deve contenere, nella medesima scheda elettorale, distinte domande e va formulato nei seguenti termini:

1) «Volete voi che sia approvata la proposta di legge n. 177/XII^ e che sia istituito un nuovo comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?»

2) «Quali delle seguenti denominazioni volete che assuma il nuovo comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?».

Sulla scheda elettorale vanno riportati gli espressi interrogativi nella maniera grafica di seguito riprodotta, ovvero:

:

considerato che la Prima Commissione consiliare permanente ha esaminato in sede referente la proposta di legge n. 177/12^ e ha adottato la risoluzione n.2 del 20 marzo 2024, con la quale ha proposto al Consiglio regionale di deliberare per l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ a tutti gli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, proponendo altresì all’Assemblea di proseguire nell'iter procedurale avviato ai sensi della legge regionale n.13/1983;

ritenuto di accogliere la proposta della Prima Commissione consiliare di proseguire nell'iter procedurale e di procedere all'effettuazione del referendum consultivo delle popolazioni interessate;

rilevato, infine, che ai sensi dell’articolo 40, comma 3, della legge regionale n.13/1983 la deliberazione consiliare di effettuazione del referendum consultivo deve indicare, in quanto mero atto di indirizzo, il quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi della relativa proposta di legge;

visto l’articolo 86 del Regolamento interno;

udito il consigliere De Francesco, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-di approvare, ai sensi dell’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n.13, la deliberazione di effettuazione del previsto referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ agli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;

-di formulare nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento alla proposta di legge n. 177/12^:

1)«Volete voi che sia approvata la proposta di legge n. 177/XII e che sia istituito un nuovo comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?»

2)«Quali delle seguenti denominazioni volete che assuma il nuovo comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero?

a) Cosenza

b) Cosenza Rende Castrolibero

c) Nuova Cosenza»;

-di proseguire nell’iter procedurale avviato ai sensi della legge regionale n.13/1983;

-di dare atto che, ai sensi dell'articolo 133, comma 2 della Costituzione e dell'articolo 40, comma 4, lettera a) della legge regionale n.13/1983, la consultazione referendaria interessa gli elettori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero;

-di chiedere ai sindaci dei Comuni interessati di disporre l'anticipazione, ai sensi dell'articolo 32 della l.r. 13/1983, delle spese strettamente occorrenti per lo svolgimento del referendum consultivo, che la Regione provvederà, a consuntivo, a rimborsare dietro presentazione debitamente documentata delle stesse;

-di trasmettere copia della presente deliberazione al Presidente della Giunta regionale per l’indizione del referendum;

-di trasmettere, per conoscenza, la presente deliberazione ai sindaci dei Comuni interessati;

-di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

 

Mozione numero 91/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Montuoro, Bevacqua, Lo Schiavo, recante: “Proroga del termine per la riqualificazione meccatronica”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- la legge 5 febbraio 1992, n. 122, recante: “Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e disciplina dell'attività di autoriparazione”, e, in particolare l'articolo 7, comma 2, lett. b), prevede che il responsabile tecnico deve aver frequentato, con esito positivo, un apposito corso regionale teorico-pratico di qualificazione, seguito da almeno un anno di esercizio dell'attività di autoriparazione, come operaio qualificato, alle dipendenze di imprese operanti nel settore nell'arco degli ultimi cinque anni;

- la legge 11dicembre 2012, n. 224, entrata in vigore il 5 gennaio 2013, recante: “Modifica all’articolo 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina dell’attività di autoriparazione”, prevede, all'articolo 2, che le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano adeguano i programmi e le modalità di svolgimento dei corsi regionali, previa definizione di livelli minimi comuni, mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentite le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative;

considerato:

- che con la legge 11 dicembre 2012, n. 224, sono stati modificati i requisiti tecnici professionali concernenti l'attività di autoriparazione; in particolare sono state accorpate le sezioni “meccanica e motoristica” ed “elettrauto” nella nuova sezione della “meccatronica”;

- che a seguito di tale modifica: le imprese che, alla data del 5 gennaio 2013, erano già iscritte al Registro delle imprese sia per l'attività di meccanica - motoristica che per l'attività di elettrauto sono state abilitate d'ufficio alla nuova attività di “meccatronica”; mentre le imprese che, alla data di entrata in vigore della legge, erano già iscritte nel Registro delle imprese e abilitate alla sola attività di meccanica- motoristica o alla sola attività di elettrauto potevano continuare a svolgere l'attività sino al 4 gennaio 2023.

Considerato

-che l'art. 22-ter del cd. decreto milleproroghe (D.L. 198/2022), convertito in legge n.14 il 24/2/23, ha prorogato di un anno il termine per la regolarizzazione; pertanto, la data entro cui le imprese avrebbero dovuto regolarizzarsi è quella del5 gennaio 2024.

- entro tale termine le persone preposte alla gestione tecnica delle imprese sopraindicate avrebbero dovuto estendere l'abilitazione all'intero settore della Meccatronica, in via alternativa, tramite:

a)la frequenza del preposto alla gestione tecnica agli appositi corsi integrativi di formazione regionale limitatamente alle discipline relative all'abilitazione professionale non posseduta (percorso di formazione ridotto a 40 ore);

b)gennaio 2024, ad adeguarsi alla norma statale, e che il Responsabile tecnico,

anche nella persona del titolare, socio o amministratore, non potrà più abilitare l'impresa all'esercizio dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto con la conseguenza che l'Ufficio del Registro delle Imprese ha già avviato il procedimento di divieto di prosecuzione dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto esercitata.

atteso che la formazione del responsabile Tecnico meccatronico delle autoriparazioni è di competenza delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alla definizione degli standard dei percorsi formativi, nonché alla programmazione e organizzazione dei corsi sulla base dei fabbisogni localmente rilevati e nel rispetto degli elementi minimi comuni definiti dall'Accordo del 12 giugno 2014 approvato dalla Conferenza;

valutata conseguentemente la necessità di venire incontro alle esigenze lavorative e formative provenienti dal territorio calabrese e di procedere alla riorganizzazione e, quindi, all’implementazione, a livello regionale, delle specifiche attività formative già avviate per la meccatronica delle autoriparazioni;

precisato che tali percorsi formativi possono essere attivati esclusivamente dagli enti accreditati all’Albo regionale degli operatori della formazione professionale di cui all'articolo 31 della legge regionale 19 aprile 1985, n. 18 (Ordinamento della formazione professionale in Calabria)

tutto ciò premesso e considerato che:

- la scadenza del termine del 5 gennaio 2024, già prorogato di un anno pervenire incontro alle esigenze provenienti dalle imprese già iscritte al Registro delle imprese e operanti in tutto il territorio statale, non ha consentito, in Calabria e in tutta Italia, l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica;

- la proroga è indispensabile per consentire di sanare i ritardi nella organizzazione dei corsi regionali di qualificazione e creare le condizioni idonee per l’adeguamento della qualificazione degli autoriparatori;

impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale

- a prendere atto dell’impossibilità di avviare e completare in tempi brevi tutte le procedure di organizzazione e realizzazione di percorsi formativi omogenei in ambito regionale rispondenti alla massiccia richiesta formativa proveniente dal territorio;

-  venire incontro alle reiterate istanze giunte dalle associazioni di categoria operanti in Calabria e miranti a consentire la prosecuzione di attività imprenditoriali nel settore della autoriparazione, in quanto la Regione non può permettersi la perdita di posti di lavoro in segmenti così importanti dell'economia calabrese;

- ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento, anche attraverso una proposta al Parlamento di modifica della normativa vigente, affinché venga prorogato ulteriormente il termine per consentire l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica;

- individuare l'immediata adozione di indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il territorio regionale la formazione professionale necessaria a coprire tutte le richieste formative e rendere efficace l'ulteriore proroga del termine per l’adeguamento dei requisiti richiesti per l’esercizio dell'attività di meccatronica.

(Allegato)

Mozione numero 92/12^ di iniziativa del consigliere regionale Laghi, recante: “Sul problema della carenza di un farmaco salvavita per i pazienti affetti da Talassemia”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- la Talassemia, nota anche come Anemia Mediterranea o Morbo di Cooley o Microcitemia, malattia ereditaria del sangue, molto grave nella sua forma conclamata, è causata da un difetto genetico che provoca la prematura distruzione dei globuli rossi;

- è molto diffusa nelle aree che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e, nel nostro Paese, in particolare nelle regioni del sud Italia e nelle isole maggiori;

- è necessario sottoporre i talassemici ad una terapia per rimuovere, attraverso un processo di chelazione, il ferro che si accumula progressivamente nell’organismo a motivo della precoce distruzione dei globuli rossi e che consiste nella somministrazione periodica della desferioxamina, vero e proprio farmaco salvavita che i pazienti devono praticare con continuità per evitare il suddetto accumulo di ferro.

posto che

- la United onlus, fondazione nazionale delle associazioni dei pazienti affetti da Talassemia, Drapacinosi e Anemie rare, ha denunciato una grave carenza della desferioxamina su tutto il territorio nazionale;

- la stessa onlus, considerata la drammatica situazione sopra evidenziata, ha ritenuto opportuno fare appello a tutte le istituzioni competenti (Ministero della salute, Presidente della Commissione Affari Sociali, nonché ai Parlamentari);

- la vicenda è stata altresì proposta all’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni;

- nonostante gli appelli e le sollecitazioni permane il problema di approvvigionamento non solo del farmaco “di riferimento” (Desferal) ma anche del farmaco “equivalente” o “generico”;

- le difficoltà di reperimento del farmaco sono presenti anche in Calabria;

- i pazienti sono conseguentemente esposti a gravi disagi e a rischi per la loro salute;

- la gravità della situazione richiede un supporto anche da parte del Consiglio e del Governo regionale,

impegna la Giunta regionale

- a richiedere al Governo nazionale ed all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)di adottare urgenti ed immediati provvedimenti per risolvere il problema di approvvigionamento di un farmaco assolutamente indispensabile e necessario per la cura della Talassemia e di altre emoglobinopatie.

(Allegato)