XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 32
__________
SEDUTA Di LUNEDì 23 OTTOBRE 2023
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 13,50
Fine lavori h. 17,48
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
La
seduta inizia alle 13.50
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Avviamo i
lavori con il primo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di
provvedimento amministrativo numero 139/12^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale
della Calabria: assestamento e variazioni”.
Cedo la
parola al consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente.
Con la
presente proposta il Consiglio regionale è chiamato ad approvare l’assestamento
e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio
regionale. Tale proposta è stata approvata dall’Ufficio di Presidenza con
deliberazione numero 49 del 4 ottobre 2023.
Il bilancio
di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025 è stato
approvato con deliberazione consiliare numero 145 del 22 dicembre 2022.
Con il
presente provvedimento, sulla base delle proposte elaborate dai dirigenti delle
strutture amministrative, è stato applicato al bilancio di previsione del
2023-2025, esercizio 2023, parte del risultato di amministrazione relativo
all'esercizio 2023, pari ad euro 25.496.109,68
così suddiviso: avanzo vincolato da leggi per l'importo di euro
1.221.735,37; avanzo vincolato da trasferimenti per l'importo di euro
617.331,06; avanzo accantonato al fondo contenzioso per l'importo di euro
25.000,00; avanzo accantonato al fondo passività potenziali per l'importo di
euro 754.551,56; avanzo destinato agli investimenti, per l'importo di euro
9.133.696,13; avanzo libero di euro 13.743.795,56 di cui è euro 3.880.000,00
destinati al finanziamento di spese di investimento ed euro 9.863.795,56 da
restituire al bilancio della Regione Calabria.
Con il
presente provvedimento, inoltre, sono state approvate le modifiche al bilancio
di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale derivanti: 1. dalle richieste
di variazione delle previsioni di bilancio per gli esercizi 2023-2025 derivanti
dai fabbisogni evidenziati dai dirigenti delle strutture amministrative al
Consiglio regionale; 2. dalla necessità di adeguare le entrate del Consiglio
regionale derivanti dai trasferimenti disposti con la legge regionale numero 39
del 2022 di assestamento del bilancio 2022 della Regione Calabria. Tale somma,
non essendo stata utilizzata dal Consiglio regionale, sarà oggetto di
restituzione alla Regione unitamente alla quota di avanzo libero non utilizzata
per altre finalità.
A seguito
delle variazioni apportate con l’approvazione del presente provvedimento, sono
garantiti gli equilibri generali di bilancio per il triennio 2023-2025.
Sul presente
provvedimento il Collegio dei revisori, con verbale numero 56 dell'11 ottobre
2023, ha espresso parere favorevole. Grazie.
Non ci sono richieste
di intervento. Prendiamo atto del parere favorevole del Collegio dei revisori
dei conti. Pongo in votazione di provvedimento nel suo complesso. Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al secondo
punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento
amministrativo numero 135/12^ d'Ufficio, recante: “Corecom Calabria -
Approvazione Programma delle attività per l'anno 2024, unitamente relativo
fabbisogno finanziario”.
Cedo la
parola consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente.
Con delibera numero 36 del 15 settembre 2023, il Corecom Calabria ha
approvato il programma delle attività per l'anno 2024 e il relativo fabbisogno
finanziario, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale numero 2
del 2001, per sottoporlo alla definitiva approvazione di questa Assemblea.
Nel provvedimento in esame sono pertanto illustrati le attività che l’Ente
si propone di svolgere nel 2024.
Per quanto riguarda le funzioni proprie, il Comitato, nell'ambito
dell’attività di vigilanza sull'inquinamento elettromagnetico, ha programmato
di dare piena attuazione alle linee programmatiche stabilite dal Protocollo d’intesa
sottoscritto con ARPACAL e ANCI il 27 luglio 2023, al fine definire forme di
collaborazione sinergica e azioni congiunte sul territorio, atte alla verifica
dell'osservanza dei livelli di soglia minima dei valori e dei campi
elettromagnetici generali.
Al contempo, il Corecom si propone di rafforzare la par condicio e la vigilanza sul rispetto, da parte delle
emittenti radiotelevisive locali, dei principi generali del pluralismo,
dell’obiettività, della completezza e dell'imparzialità dell'informazione,
intervenendo nel caso di segnalazioni di presunte violazioni in materia di
comunicazione istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni, anche attraverso
il monitoraggio delle trasmissioni di informazione, di approfondimento
informativo, di comunicazione politica delle emittenti televisive locali.
Tra le funzioni delegate sono annoverate:
a) la tutela a garanzia dell'utenza, con particolare riferimento ai minori,
attraverso iniziative di studio, analisi ed educazione all'utilizzo dei media
tradizionali e dei nuovi media nel rispetto degli indirizzi stabiliti all'Autorità
e delle Istituzioni competenti in materia, anche in attuazione di Protocolli
d’intesa per la migliore tutela decentrata dei minori sul territorio nazionale;
b) la vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel Regolamento relativo alla
pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa
diffusi in ambito locale; c) la risoluzione delle controversie; d) la vigilanza
sul rispetto delle norme in materie di esercizio dell’attività radiotelevisiva
locale, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell'emittenza locale
privata nonché di quella di concessionaria pubblica, per l'ambito di diffusione
regionale, con particolare riferimento agli obblighi in materia di
programmazione, anche a tutela delle minoranze linguistiche e dei minori,
pubblicità e contenuti radiotelevisivi previsti dal Testo Unico dei Servizi di Media
Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR), come integrato dai Regolamenti attuativi
dell’Autorità.
Il presente programma per l'anno 2024 prevede anche lo svolgimento di attività
trasversali, quali ad esempio quelle concernenti l'Osservatorio Media e Minori,
promuovendo in sinergia con le Istituzioni coinvolte lo sviluppo del progetto
Corecom Academy e sottoscrivendo protocolli d’intesa con Pubbliche Amministrazioni,
Autorità indipendenti e altri soggetti terzi (Associazioni ed altri enti
no-profit, istituzioni ecclesiastiche) nonché accordi con le Università
calabresi per lo svolgimento di specifici progetti per le attività
dell'Osservatorio.
Rientrano, altresì, tra le azioni trasversali: a) il Progetto “Ai confini
del web: il metaverso e l'umanità digitale” finalizzato alla alfabetizzazione
mediatica e digitale; b) il Protocollo d'intesa con il Garante per la
protezione dei dati personali, finalizzato alla protezione dei minori, con
riferimento al trattamento dei dati personali, alla prevenzione e al contrasto
dei fenomeni nel Cyberbullismo e del Revenge porn; c)
l'adozione di iniziative volte alla promozione, valorizzazione e diffusione del
patrimonio storico, culturale e linguistico delle minoranze linguistiche
calabresi.
Infine, alla luce della legge regionale numero 52 del 2022, che ha
ampliato le funzioni del Comitato, il Corecom Calabria è il primo in Italia ad
accreditarsi sulla piattaforma dell’Unione Europea per la partecipazione ai bandi
europei, prevedendo per il 2024, in relazione alla suddetta attività, la
costituzione di un gruppo di lavoro interno (Ufficio Bandi Comunitari), formato
da personale dipendente del Corecom e da un project manager da
individuare nell'ambito del Consiglio regionale che predisponga un avviso
pubblico o una manifestazione d’interesse per la presentazione, da parte di
associazioni o Università, di proposte di partecipazione a bandi comunitari
aventi ad oggetto l’alfabetizzazione mediatica e digitale in linea con quanto
previsto dal piano d'azione per l'istruzione digitale (2021-2027).
Pertanto, sottopongo all'approvazione dell'Aula il provvedimento, fermo
restando che, per lo svolgimento delle funzioni proprie del Comitato, la
dotazione a carico del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio
finanziario 2023 ammonta a euro 54 mila, mentre, per lo svolgimento delle
funzioni delegate, il Corecom riceverà il contributo annuale dell’Ag.Com.
Grazie.
Non ci sono richieste di intervento, quindi pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso.
Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di
provvedimento amministrativo numero 137/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Ente per i Parchi Marini
Regionali.
Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione
di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione nella seduta
del 11 ottobre scorso.
La proposta è relativa al Rendiconto esercizio 2022 dell'Ente per i Parchi
Marini Regionali.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle
relazioni istruttorie del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, del
Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti
dell'Ente.
Il Revisore unico dei conti, nel corso del 2022, non ha rilevato
irregolarità contabili o gravi anomalie gestionali e/o suggerito misure
correttive non adottate dall'Ente.
Con riferimento alle spese, il Revisore evidenzia che l’ente
nell'esercizio del 2022 non ha sostenuto spese di personale poiché attualmente
per l’espletamento delle attività istituzionali si avvale di personale
appartenente all'Amministrazione regionale.
L'organo di controllo, conclusivamente, attesta la corrispondenza del
rendiconto alle risultanze della gestione ed esprime giudizio positivo per
l'approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2022.
Il Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente evidenzia che l'ente è
divenuto operativo a far data dal 1° gennaio 2018. Quindi per il rendiconto
finanziario 2022 non può ancora trovare applicazione la normativa sul
contenimento della spesa di cui alla legge regionale numero 43 del 2016, atteso
che i parametri di riferimento sono le “spese sostenute nell'anno in cui si è
verificata l’assoluta necessità di sostenere la spesa se l’anno di effettiva
operatività dell'ente è successivo al 2014” e, ad oggi, non si è verificata
l’assoluta necessità di sostenere la spesa poiché la struttura, attualmente,
per l’espletamento delle attività ad esso demandate, si avvale del personale
appartenente ai ruoli dell'Amministrazione regionale che svolge la propria
attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria, senza onori a
carico dell'ente. Ne consegue che, non avendo l’Ente sostenuto le spese, le
verifiche di cui alla legge regionale numero 43 del 2016 non possono essere
effettuate.
Il Dipartimento vigilante, verificato che quanto riportato nel rendiconto
finanziario 2022 è coerente con le previsioni dell'ente per i Parchi Marini Regionali,
di cui al bilancio di previsione adottato per il medesimo anno, esprime parere
favorevole all'approvazione del progetto consultivo 2022 dell'Ente.
Il Dipartimento economia e finanze evidenzia che sembrerebbe sussistere la
formale correttezza nella procedura del riaccertamento ordinario dei residui
nonché nel computo del Fondo pluriennale vincolato e, di conseguenza, nella
determinazione del risultato di amministrazione dell'esercizio 2022. Con
riferimento alla “parte disponibile del risultato di amministrazione”, il Dipartimento
riscontra la congruità delle quote accantonate e vincolate, limitatamente alle
voci verificabili almeno formalmente. Rispetto ad un eventuale utilizzo della
parte disponibile, il Dipartimento raccomandata all'ente di rispettare le
regole di bilancio inerenti le modalità di impiego
della parte libera dell'avanzo di amministrazione, ai sensi dell'articolo 42,
comma 6, del decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118.
Il Dipartimento, a conclusione dell’istruttoria di competenza, rileva che:
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31/12/2022, per come
risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente saldo di cui al conto
del tesoriere; sussiste continuità tra i residui finali dell'esercito 2021,
rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2022; sussiste la quadratura delle
poste contabili iscritti nelle cosiddette partite di giro; sussiste
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti nonché, con
riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi; sussiste la quadratura tra il
saldo di cassa pari a euro 1.276.762,51, riportato nel conto del bilancio 2022,
e il valore registrato alla voce “disponibilità liquide” dell’attivo dello stato
patrimoniale; risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo pluriennale
vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2022.
A conclusione dell’istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e
finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla
trasmissione del rendiconto relativo all'esercito 2022 dell'ente per i Parchi marini
regionali al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della
legge regionale numero 8 del 2002.
Grazie, Presidente.
Presidenza del vicepresidente
Pierluigi Caputo
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per una notazione tecnica: questa
è una legge assolutamente importante che riguarda la gestione dei Parchi Marini
regionali e, come è stato opportunamente ricordato dal collega Montuoro, non ha
una disponibilità di organico sufficiente, che è veramente risicato per
svolgere un’attività così delicata e importante.
Per cui, anche in un'ottica di previsione di finanziamenti che dovrebbero
essere prossimi e copiosi, vorrei segnalare l'utilità, anzi, la necessità di
dotare tale Ente di una numerosità di personale adeguato, ripeto, alle
importanti e delicate funzioni che svolge. Grazie.
Grazie. Ha chiesto intervenire collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo brevemente perché, in effetti, nella
Commissione bilancio abbiamo affrontato e approfondito alcune problematiche con
il Commissario straordinario dell’Ente, il dottore Greco, e naturalmente
abbiamo espresso - almeno per quanto mi riguarda a nome del gruppo che
rappresento - sicuramente un'attenzione verso l'impegno del programma di
attività che il Commissario ci ha esposto, però anche delle criticità in merito
agli obiettivi importanti di tutela di salvaguardia ambientale marine e
costiere che questo importante Parco marino, che rappresenta le diverse realtà
della nostra regione, dovrebbe effettivamente attivare.
Tuttavia, la programmazione delle attività che il dottore Greco ci ha esposto
è sicuramente degna di attenzione e di considerazione positiva, però è del
tutto evidente - lo diceva anche il collega Laghi - che il personale esistente
purtroppo non è adeguatamente sufficiente per dispiegare quell'attività molto
poderosa che è stata positivamente, a mio avviso, esposta.
Quindi, è giusto, anche dal punto di vista del quadro statutario,
procedere al superamento di alcuni ritardi che si stanno registrando; penso al
commissariamento che ormai si reitera da anni e non è stato nominato il direttore
generale, per come prevede l'articolo 7 dello Statuto dell'Ente e così come non
è stato applicato l'articolo 10 dello Statuto che prevede la nomina di un
Comitato di indirizzo e, quindi, il suo insediamento.
Quindi, per quanto ci riguarda, prestando l'attenzione necessaria
all'attività che deve dispiegare, noi vorremmo che, dal punto di vista della
implementazione delle risorse umane, ci fosse quella necessità di azione e di
intervento per consentire al meglio di poter realmente realizzare questi obiettivi
strategici che sono veramente molto importanti, anche, abbastanza positivi per
l'ambiente e l'economia della nostra regione.
Quindi, per queste valutazioni, a nome del Partito Democratico, ribadisco
le nostre posizioni e dichiaro che ci asteniamo dalla votazione sul punto
all'ordine del giorno.
Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo giusto per alcune precisazioni per dovere
di cronaca, ma soprattutto, anche, per far capire il lavoro che si sta
svolgendo.
In Commissione abbiamo avuto la partecipazione sia del Commissario
straordinario dell’Ente sia della dottoressa Elvira Costantino, delegata del
Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente, che ci ha delucidato -
ricorderà bene il collega Mammoliti che è vicepresidente della Commissione -
rispetto alle attività che si stanno svolgendo.
Per quanto riguarda la carenza di personale, attualmente - lo dicevo nella
mia relazione - l’Ente parchi marini svolge la sua attività con il personale interno
della Regione Calabria, quindi, senza costi di personale a carico dell'ente, ma
giova precisare che è recente l'approvazione del piano del fabbisogno che vedrà,
appunto, l’ente dotarsi di personale specifico e di personale soprattutto che
abbia delle competenze specifiche in materia, in maniera tale da attivare le sedi
che ci sono attualmente in Calabria per il funzionamento generale dell'ente.
Ciò
è quanto ha riferito il Commissario straordinario durante la seduta di Commissione,
quindi, questo è un importante passo in avanti verso il potenziamento di quelle
che devono essere le attività dell'Ente parchi marini regionali.
Per
quanto riguarda l’aspetto del commissariamento, il Commissario è stato molto
chiaro anche su questo aspetto rispetto alle osservazioni che la Commissione ha
fatto.
Difatti,
era stata espletata una procedura per la nomina del direttore generale, che dovrà
essere modificata poiché, nel frattempo, il Consiglio regionale ha approvato la
nuova legge regionale che riguarda la tutela delle aree naturali, delle riserve
naturali in Calabria che, quindi, dal punto di vista normativo deve essere
adeguata a quella che è la nuova legge regionale che è subentrata a quella
precedente.
Anche
su tale problematica si sta intervenendo in maniera diretta per cercare di
risolverla il prima possibile e abbiamo avuto varie delucidazioni anche sulle varie
attività che si stanno svolgendo.
Ricordo
che questo Commissario si è insediato il 18 maggio e, nonostante siano passati pochi
mesi, grazie al supporto della Giunta, del Consiglio regionale e del Dipartimento,
ha comunque impresso un’accelerazione rispetto a quelle che sono le attività da
portare avanti; ad esempio, uno su tutti, il finanziamento per il progetto dei
campi boe per le imbarcazioni e per le immersioni, per un importo pari a 2
milioni 500 mila euro, che sarà un’altra attività molto importante delle tante
che si stanno mettendo in campo.
Da
questo punto di vista, ritengo che si stia facendo un buon lavoro.
Anche
questa amministrazione, nell'ambito dell’approvazione del Piano operativo
regionale, Azione 2.7.1 del Por Calabria, ha previsto 51 milioni di euro per la
conservazione e la valorizzazione delle aree protette dei Parchi marini e di
tutto quello che è l’importante patrimonio naturale di cui dispone la Regione
Calabria.
Si
sta, quindi, dando un'impronta diversa rispetto al percorso che questo ente dovrà
svolgere nelle funzioni demandate.
Giusto
per precisare che il quadro è totalmente differente rispetto a quanto riferito ma,
ripeto, è stato affrontato in Commissione.
Ho
ritenuto corretto informare anche l’Aula e chi ci ascolta, chi ci vede in
diretta per far capire quello che è il prezioso lavoro che si sta svolgendo
anche su questa tematica importante. Grazie, Presidente.
Grazie
per la precisazione, consigliere Montuoro. Poniamo in votazione il
provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al quarto punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di legge numero
217/12^ di iniziativa dei consiglieri Comito, Lo Schiavo, Mancuso, Crinò, De
Nisi, Gelardi, Graziano, Bevacqua, Laghi, Neri, Tavernise recante: “Integrazioni
alla legge regionale 4 settembre 2001, numero 19 (Norme sul procedimento
amministrativo, la pubblicità degli atti e il diritto di accesso)”.
La
parola al consigliere Lo Schiavo per illustrare il provvedimento. Prego,
consigliere Lo Schiavo.
Grazie,
Presidente. Questa proposta, che reca la firma di tutti i capigruppo in
Consiglio regionale, mira a semplificare il procedimento amministrativo e
scaturisce dalle sollecitazioni che i medici di famiglia e i pediatri calabresi
hanno avanzato alla classe politica.
Il
testo scaturisce dall’accorpamento di mia proposta di legge presentata quasi
contemporaneamente al consigliere Comito, quindi, nasce da un comune sentire e
consente alla Calabria di annoverarsi tra le prime Regioni del Meridione nell’ambito
di questo processo di semplificazione amministrativa.
Difatti,
il decreto del Presidente della Repubblica del 1967 in materia di medicina
scolastica prevedeva l’obbligo di presentare un certificato medico per gli
alunni delle scuole che si erano assentati dalle lezioni per più di 5 giorni
consecutivi.
In
realtà, nel corso degli anni, questo obbligo di certificazione è stato abolito in
numerose Regioni italiane, ma soprattutto il Consiglio di Stato ha precisato che
nell'ambito di questo tipo di certificazione non ci si trova su un terreno di
prevenzione collettiva, nel senso che questi certificati non avevano e non assolvono
a un compito di tutela della salute pubblica, ma rientravano nella
disponibilità amministrativa del procedimento che ciascuna Regione poteva con
propria autonomia adottare.
Proprio
quest’anno, la Regione Toscana ha abolito l'obbligo di presentazione di questi
certificati medici.
In
realtà, chi come me ha dei figli in età scolastica sa bene che questo tipo di
certificazione comporta un appesantimento non solo per i pediatri calabresi, che
sono aggravati da obblighi burocratici, ma anche per le famiglie stesse che
sono costrette dopo i 5 giorni a doversi recare e a contattare senza alcuna
urgenza i medici di famiglia; quindi, questo certificato ormai è considerato anacronistico
e al pediatra, comunque, resta l'obbligo di segnalare la malattia infettiva al Servizio
di igiene.
Il
messaggio che voglio mandare è che noi non abbassiamo ovviamente la guardia
rispetto alla tutela delle malattie infettive, né questo certificato ha a che
fare con la tutela per l’emergenza Covid; emergenza, tra l'altro, cessata in
Italia ad aprile del 2022.
Questo
certificato aveva, ed ha, altre funzioni; quindi, ritengo che bene faccia il
Consiglio regionale della Calabria a semplificare il procedimento
amministrativo sostituendo la certificazione e questo tipo di documento che devono
rilasciare i medici pediatri con un'autocertificazione, dove ovviamente le
famiglie attesteranno e si assumeranno la responsabilità di quanto dichiarato.
Ovviamente,
l'utilizzo di questo strumento dimostra che non è stato uno strumento per
prevenire focolai infettivi al rientro in classe; quindi, tutto depone per la
possibilità di adottare questa scelta e di inserire la Regione Calabria assieme
a una serie di Regioni del nostro Paese, tra cui: Friuli-Venezia-Giulia, Liguria,
Piemonte, Lombardia, Umbria, Emilia-Romagna, Lazio, Marche e, come dicevo, la Toscana
nel 2023; quindi, può rappresentare anche un segnale positivo nelle Regioni meridionali,
essendo la Calabria un’apripista nell'ambito della semplificazione di questo
procedimento amministrativo.
Grazie,
Presidente.
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
Grazie,
consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Prego,
ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Concordo con quanto riferito dal collega Lo Schiavo e mi
complimento anche col collega Comito per avere insieme concepito quello che è
oggettivamente una semplificazione e, quindi, un avanzamento civile della Regione
Calabria.
Stante
l'argomento legato all’istruzione, vorrei chiederle Presidente, un minuto per
leggere poche righe.
Presidente
e colleghi, mi preme segnalare – trattandosi di una cosa che fa assolutamente
onore alla Calabria – la cerimonia di consegna del prestigioso Premio "Principessa
delle Asturie”, comunemente considerato come il Nobel spagnolo, tenutosi
venerdì scorso a Oviedo in Spagna, in cui la famiglia reale ha consegnato il
premio relativamente al tema comunicazione e umanistica ai familiari del
compianto professor Nuccio Ordine, nostro conterraneo illustre.
Letterato,
saggista, docente dell'Università della Calabria, come è noto, Ordine ci ha
lasciato prematuramente lo scorso 10 giugno, con unanime cordoglio di quanti lo
hanno conosciuto o hanno solo apprezzato l’apporto del professore Ordine alla
cultura universale, tra cui lei stesso, presidente Mancuso, così come il Presidente
della Giunta, onorevole Roberto Occhiuto.
Nel
corso della cerimonia, re Felipe Sesto ha ricordato il suo insegnamento: “Facciamo
della ricerca libera e dell'arte del pensiero critico l'orizzonte che ci ispira
per essere migliori”. Grazie, Presidente.
Grazie,
consigliere Laghi. Passiamo all’esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
alla proposta di legge numero 207/12^ di iniziativa dei consiglieri Molinaro, Gelardi,
Mancuso, Raso recante: “Promozione del cicloturismo e riconoscimento della
ciclovia dei Parchi della Calabria”.
Cedo
la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego, ne
ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Un cordiale saluto a tutti i colleghi, i signori della Giunta, il Presidente
della Giunta, i signori della stampa e il pubblico presente.
Intanto,
mi complimento con i colleghi consiglieri proponenti per la bontà di questa proposta
di legge.
L'obiettivo
della presente proposta di legge è quello di fornire una cornice normativa
all'interno della quale poter promuovere iniziative indirizzate alla
valorizzazione dei percorsi cicloturistici e allo sviluppo di nuovi prodotti
turistici in bicicletta.
Mettere
a sistema le molte iniziative già assunte, sia da parte pubblica sia da parte
privata, grazie alle quali sono già fruibili in Calabria diverse occasioni di
cicloturismo, consentirà di offrire un'immagine unica di offerta sul territorio
sulla quale avviare politiche di programmazione nella specifica sezione
introdotta dalla presente legge destinata allo sviluppo del cicloturismo
nell'ambito del Piano regionale del turismo e del Piano regionale dei trasporti.
Si
prevede l’istituzione del Catasto regionale dei percorsi cicloturistici e
l'introduzione della Carta dei servizi, strumento fondamentale per stimolare la
qualificazione dell'offerta cicloturistica e per incentivare lo sviluppo di un
tessuto imprenditoriale consapevole e collaborativo verso questa nuova forma di
turismo.
Il
turismo in generale, e quello calabrese nello specifico, stanno ormai da tempo
sperimentando il successo di forme di turismo esperienziale di cui il cicloturismo
nelle sue molteplici forme rappresenta una delle espressioni più innovative e
sostenibili.
Una
realtà ovunque costante e in esponenziale crescita.
Lo
confermano con nettezza i dati forniti dal terzo Rapporto sul cicloturismo,
elaborato circa un anno fa da ISNART, Istituto nazionale ricerche turistiche,
in collaborazione con Legambiente, secondo il quale dal 2019 al 2022 il numero
dei cicloturisti in Italia è raddoppiato, registrando nell'ultimo anno circa 33
milioni di presenze e con un impatto economico diretto che ammonta, secondo le stime
ISNART, a 4,1 miliardi di euro.
Tale
espansione ha recentemente interessato le Regioni meridionali che sono diventate
meta turistica per il 17 per cento di cicloturisti puri rispetto al 7 per cento
registrato nel 2019, grazie anche al diffondersi di nuove ciclovie e percorsi
cicloturistici.
Un
settore e una linea di intervento sui quali questa amministrazione ha investito
molto, portando avanti politiche di valorizzazione del turismo sostenibile e slow
nel nostro territorio, di promozione di processi di destagionalizzazione e di
internazionalizzazione dei flussi turistici finalizzati a intercettare target e
sentimenti diversi da quelli attratti dalle nostre mete turistiche tradizionali,
di valorizzazione delle aree interne e di incentivazione di nuove attività
imprenditoriali, grazie anche alle opportunità offerte dal PNRR (Piano nazionale
di ripresa e resilienza), che ha destinato ingenti risorse finanziarie a
progetti e investimenti riconducibili al cicloturismo.
L’attività
della sesta Commissione, da me presieduta –ringrazio sempre tutti i componenti
per il grande lavoro che stiamo facendo insieme – e competente in materia, è fortemente
incentrata sui medesimi obiettivi, attraverso un costante lavoro di ascolto e
riflessione finalizzato a delineare per tale settore un substrato normativo che
fornisca terreno fertile per una programmazione organica e continuativa in tal
senso.
È
opportuno ricordare, inoltre, che in tale ottica quest'anno è stato rinnovato
il bando di avviso pubblico della Regione Calabria per la selezione e il
finanziamento di interventi per il miglioramento delle condizioni e degli
standard di offerta e fruizione turistica della ciclovia dei Parchi della
Calabria all'interno dell'Asse 3 (Competitività dei sistemi produttivi) del PAC
Calabria 2014-2020.
L'obiettivo
di tale sostegno è potenziare e qualificare i servizi turistici, compresa
l'accoglienza, la ricettività, l'accessibilità dei luoghi, l’innovazione di
processi e di servizi delle imprese nelle destinazioni turistiche localizzate
lungo la ciclovia dei Parchi della Calabria.
Si
constata, inoltre, che lungo gli itinerari ciclabili sono nati servizi
innovativi di successo con chiari risvolti positivi anche in ambito occupazione;
è il caso, per esempio, della Catasta, un geo sito UNESCO, il primo Hub
turistico della cultura dedicato del Parco nazionale del Pollino.
Molteplici
sono, dunque, i vantaggi legati al cicloturismo che deve, tra l'altro, essere
concepito in un'ottica di complementarità ad altre tipologie di turismo fortemente
sviluppate all'interno della regione, quale quello enogastronomico,
paesaggistico e folkloristico.
Il
Parlamento europeo, ravvedendo le potenzialità insite in questo settore, ha
recentemente elaborato la Cycling Strategy, una risoluzione che in 18 punti
pone agli Stati membri sfidanti obiettivi, tra i quali quello di raddoppiare il
numero dei chilometri pedalabili in Europa entro il 2030; un obiettivo già
perseguito dalla Regione Calabria con l'inaugurazione nel 2021 della ciclovia dei
Parchi della Calabria; ben 545 chilometri di percorsi ciclabili che attraverso
la regione, dall'alto verso il basso, collegano le quattro aree protette dell’entroterra
calabro, l'Aspromonte, la Sila, il Pollino e le Serre per godersi in bicicletta
una Calabria inedita, autentica e sorprendentemente straordinaria.
Nel
2021 la ciclovia dei Parchi di Calabria ha visto assegnarsi l’Oscar italiano
del cicloturismo, con la seguente dichiarazione: “Motivazione della vittoria è
stato l'impegno della Regione in un progetto di valorizzazione del turismo
sostenibile e della mobilità lenta focalizzato su quattro meravigliose e integre
aree protette e su borghi e paesi che incarnano lo spirito calabrese”.
La
ciclovia dei Parchi rappresenta, inoltre, un valido esempio di comunicazione integrata
per l'ottima organizzazione e la capacità di presentare il percorso e il
territorio attraverso il sito multilingue e di canali Social.
Si
tratta, evidentemente, di riconoscimenti che ci confermano che la strada
intrapresa è quella giusta e che solo grazie all’impegno, alla volontà e alla
collaborazione e sinergia tra i vari attori coinvolti è possibile conseguire
importanti i traguardi per la valorizzazione della nostra Regione. Grazie.
Grazie,
consigliera Gentile. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Grazie,
signor Presidente, sarò telegrafico. Ben venga questa proposta di legge. Faccio
i complimenti a chi l’ha redatta e alla relatrice, la collega Gentile.
Voglio
solo sottolineare, però, senza alcuna polemica, che sono state presentate anche
altre proposte di legge per potenziare il settore turistico nella Regione
Calabria.
Io
ne ho presentata una sul mototurismo tre mesi prima rispetto a questa sul
cicloturismo.
Pur
essendo un misero consigliere d'opposizione, ritengo giusto portare avanti allo
stesso modo tutte le leggi buone per la Calabria, come la proposta sulla street
art, votata all'unanimità in Commissione.
Ormai
è passato un anno e tanti giovani artisti hanno perso l'opportunità di poter
essere aiutati da questa proposta di legge.
Il
mio augurio è che, quando le proposte di legge sono buone, come quella
presentata oggi dalla collega Gentile, siano poi discusse in Aula e in Commissione
con la stessa celerità; quindi, grazie e complimenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anch’io apprezzo moltissimo questa proposta di legge e mi complimento con chi ci ha lavorato.
Volevo segnalare un aspetto che ho già segnalato in Commissione, ma che reputo assolutamente nodale per conservare un patrimonio che richiede anche degli esborsi economici non poco rilevanti: il problema del controllo e della manutenzione delle ciclovie, che è fondamentale poiché, se lasciate al loro naturale e normale degrado, anche perché sono in ambito non urbano – l'ambito urbano però non garantisce granché sulla percorribilità delle strade – le ciclovie spesso non sono né controllate né manutenute.
Per esempio, la ciclovia del Parco del Pollino, che è bellissima e va da Castrovillari a Morano, è davvero una realtà che spinge all'utilizzo della bicicletta per gustare il panorama e quant'altro, però, è in stato di progressivo degrado.
Tra l'altro, mentre la presenza di ciclovie è attrattiva anche dal punto di vista del turismo, soprattutto il turismo lento che, quindi, gode della visione dei Parchi e della visita dei luoghi, allora diventa una sorta di boomerang perché, oltre a essere pericoloso, diventa un biglietto da visita negativo che, poi, col passaparola fa gli interessi contrari a quelli della Calabria.
Pertanto, chiedo di focalizzare particolarmente gli aspetti di controllo e manutentivi che ci permetterebbero, invece, di avere un elemento ormai fondamentale per la fruizione dei Parchi e un ottimo biglietto da visita per la Regione Calabria.
Grazie.
Grazie, consigliere Laghi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Prego, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti. Vorrei esprimere le mie personali considerazioni sull'oggetto in questione, ovvero il cicloturismo e le ciclovie in Calabria.
Fortunatamente è opinione diffusa che le ciclovie, oltre a richiamare flussi di turisti, promuovono un turismo ecosostenibile.
I veri protagonisti delle ciclovie sono la bicicletta e il paesaggio. Quest'ultimo viene vissuto e goduto nella propria interezza, apprezzandone al meglio l'essenza e la bellezza, ma soprattutto rispettandolo appieno.
L'interesse sempre maggiore per l'ambiente fa sì che alla bici si possa riconoscere la facoltà di diventare protagonista di quel futuro ecologico che dovrebbe migliorare le condizioni del nostro ecosistema.
Optare per le due ruote non significa solo maggiore agibilità di spostamento, bensì eliminare l'inquinamento, anche di tipo olfattivo e acustico.
La bicicletta, infatti, rappresenta una soluzione per la mobilità sostenibile, che permette di evitare consumo di carburante ed emissioni, e di guadagnare in salute e agilità di spostamento, rispettando e salvaguardando il paesaggio.
La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile comincia dalle piccole azioni e dalle piccole proposte.
L'idea che oggi discutiamo in Aula sulle ciclovie si incardina in questa battaglia e non può che trovarmi favorevole.
Apprezzo il lavoro svolto dalla Commissione presieduta dalla presidente Gentile che, fin dall'inizio, ha dato un eccellente slancio propulsivo, orientando l'azione verso traguardi basati sulla tutela dell'ambiente e sulla promozione di una sempre più diffusa coscienza ecologica. Tuttavia, ancora può e deve essere fatto. Grazie.
Grazie, consigliere Afflitto. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 19955, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Molinaro.
Grazie, Presidente. La presente proposta emendativa modifica il comma 1, dell'articolo 3, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Il testo dell'emendamento è il seguente: <al comma 1, dell'articolo 3, dopo le parole “Nell'ambito del Piano regionale del turismo e del Piano regionale dei trasporti” viene aggiunto: “senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, e comunque nei limiti delle risorse finanziarie già presenti in bilancio”>.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Molinaro. Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Articolo 3
(È approvato per come emendato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, per come emendata con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata, per come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 236/12^ di iniziativa dei consiglieri Comito, Crinò, De Nisi, Graziano, Gelardi, Neri, recante: “Interventi normativi sulle leggi regionali 12/2023, 14/2023, 25/2020, 28/2018, 22/2023, 24/2023, 8/2023, 19/2002, 45/2012, 25/2023, 32/1996, 36/2023, 37/2023, 39/2023, 19/2009, 42/2017 e disposizioni normative”.
Cedo la parola alla consigliera De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego, consigliera De Francesco.
Grazie, signor Presidente. La proposta di legge numero 236/12^ è stata licenziata dalla prima Commissione consiliare e il contesto degli interventi normativi proposto in oggetto è quello di garantire il pieno funzionamento della gestione regionale.
Inoltre, tenendo conto della sua importanza strategica come servizio di interesse generale, faciliterà l'attuazione di tutte le iniziative necessarie al raggiungimento dei suoi obiettivi, ottenendone l'efficacia, anche attraverso l'individuazione e l'analisi dei principali effetti delle sovrapposizioni e delle incoerenze delle normative che regolano i vari settori, alla luce delle distorsioni che possono avere influito negativamente sul rispetto delle disposizioni normative.
Le disposizioni contenute negli articoli da 1 a 14 costituiscono l'adempimento degli impegni istituzionali assunti dal Presidente della Giunta regionale nell'ambito delle discussioni instaurate con i Ministeri competenti in merito alle leggi regionali in corso di modifica in data odierna, al fine di attuare il principio di leale collaborazione.
In particolare, si segnala che l'articolo 14, comma 1, lettera c), è stato inserito per superare una criticità relativa alla portata finanziaria della legge numero 39 del 2023, così come segnalato dal Ministero dell'economia e delle finanze con la nota numero 47818 del 2023, che si configura come un mero errore di battitura, anche alla luce della relazione tecnico-finanziaria allegata a tale legge.
L'articolo 15 è volto ad abrogare la disposizione regionale relativa al servizio di tesoreria. Infatti, la previsione di una tesoreria unica penalizzerebbe in termini di economie di scala la Regione e tutti gli Enti, le Aziende e le Agenzie regionali, comprese le Aziende del Servizio sanitario regionale, indicati al comma 1 dell'articolo in esame, poiché l'intero gruppo soffrirebbe della mancata sostenibilità delle ingenti disponibilità finanziarie richieste all'affidatario.
La norma è, quindi, di complessa applicazione, in quanto rende inaccettabile dal punto di vista gestionale ed economico lo svolgimento del servizio di tesoreria all'intera periferia soggettiva individuata dall'ATI e dai grandi gruppi bancari, impedendo la frammentazione dei contratti.
Infatti, a causa della sua scarsa attrattività, solo lo scorso anno, due procedure su questo contratto sono andate a vuoto, riducendo a zero la possibilità per gli Enti di sottoscrivere un unico contratto.
Inoltre, il TAR della Calabria si è recentemente pronunciato ordinando alla Regione Calabria di fissare un termine finale per l'appalto attualmente prorogato per la gestione delle operazioni di tesoreria nazionale, nonostante l'oggettiva impossibilità di commissionare tale lavoro.
Poiché i servizi di tesoreria statale sono servizi pubblici essenziali, devono necessariamente essere affidati a operatori di mercato, nell'interesse di tutti gli Enti coinvolti e nel rispetto del principio generale del favor partecipationis e della tutela delle piccole e medie imprese nell'affidamento degli appalti pubblici sanciti dal Codice degli appalti.
Si ritiene opportuno, pertanto, abrogare le disposizioni obbligatorie del Tesoriere unico locale.
Trattandosi di una norma di tipo ordinamentale, non comporta alcun onere per il bilancio regionale.
Per quanto attiene l'articolo 16, la legge locale numero 39 del 29 novembre 2022 autorizza la spesa complessiva di 600 mila euro nel biennio 2022/2023 per consentire l’espletamento delle procedure di selezione per il reclutamento del personale affidato a FORMEZ PA.
A seguito di ciò, è stata avviata la procedura di selezione per “113 posti di categoria D in Calabria” e pubblicato un avviso pubblico su Gazzetta Ufficiale numero 94 del 29 novembre 2022 e di un'apposita convenzione con FORMEZ PA. Sono state attuate le suddette procedure e, tenuto conto dell'elevato numero di partecipanti – esattamente 10.381 domande in relazione ai due profili professionali messi a disposizione – e del conseguente elevato numero di candidati che hanno superato la prova orale, la Commissione Ripam si riserva di nominare delle sottocommissioni per garantire la funzionalità e la rapidità della procedura concorsuale.
L'articolo 17 prevede misure di sostegno alle attività forestali.
L'articolo 18 prevede il differimento di un termine di liquidazione della Fondazione in house Calabria Etica.
L'articolo 19 contiene disposizioni finanziarie.
L'articolo 20 prevede l'entrata in vigore della legge.
Grazie.
Grazie, consigliera De Francesco. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Per molti di voi potrei sembrare noioso, ripetitivo e per qualcun altro – mi auguro in pochi – anche fastidioso, perché ogni qualvolta proponete in Aula un provvedimento cosiddetto ominibus o di manutenzione ordinaria delle leggi, reputo doveroso, da parte di chi ricopre un ruolo di opposizione in quest'Aula, dichiarare un certo imbarazzo poiché, ancora una volta, dimostrate su questi provvedimenti approssimazione e superficialità nello svolgimento della funzione legislativa.
Non me ne voglia il Settore assistenza giuridica del Consiglio regionale, ma ritengo che tale imbarazzo dovrebbe riguardare anche gli Uffici interessati a garantire trasparenza e rispetto dei principi normativi alla base di ogni provvedimento.
Lo dico con grande rispetto verso le professionalità presenti negli Uffici interessati, ma la domanda sorge spontanea: siete autorevoli nel rivendicare il ruolo e il rispetto della vostra funzione o siete proni a chi oggi governa questa Regione col piglio autoritario e senza considerazioni verso chi è chiamato a svolgere il proprio compito, mortificandone professionalità e competenze?
Credo che mai nella storia del regionalismo calabrese la qualità del processo legislativo che sta caratterizzando questa legislatura sia stata così bassa e poco gratificante per chi dovrebbe supportarlo e contribuire con la propria funzione.
La vostra superficialità – mi rivolgo alla Presidente della Commissione, all'amica De Francesco – emerge ancora più chiaramente dal tempo che avete dedicato alla discussione su questo provvedimento nella sua Commissione, e che riguardava ben 18 interventi di manutenzione legislativa.
Sapete quanto tempo avete dedicato? Solo 8 minuti per approvare un provvedimento che solo nella lettura richiedeva sicuramente ben più tempo rispetto al tempo utilizzato!
Questo è un fatto che non vuole accusare la Presidente o la Commissione; è un fatto che riscontriamo costantemente e continuamente in quest'Aula.
Difatti, questo è il nono provvedimento omnibus che presentate in quest'Aula.
Oggi siamo qui – mi soffermo solo su alcuni punti – per intervenire su ben 9 leggi approvate nel 2023 e che già necessitano di correzioni sostanziali di non poco conto.
Io vorrei solo soffermarmi su tre o quattro di questi provvedimenti oggi in discussione, iniziando dai Consorzi di bonifica.
Non voglio più parlare delle riforme perché sarà il tempo a deciderne la giustezza o meno.
Sono certo, però, che gli unici che pagheranno il prezzo di queste riforme saranno gli operai con il TFR e i creditori che avanzano risorse importanti da questi Enti. Per il resto, sarà la storia a dire se è giusta o meno questa riforma.
Oggi, in questo provvedimento si parla di un refuso riscontrato in questa riforma e che, guarda caso, riguarda 14 milioni di euro. Altro che refuso! Non può essere un refuso dimenticarsi 14 milioni di euro!
Magari, è frutto di un confronto successivo con le associazioni di categoria, con le associazioni interessate, ma avreste dovuto dire: “Abbiamo riscontrato una criticità che oggi risaniamo in Aula”.
Non abbiamo assistito nemmeno a questo atto di umiltà, nel dire che si tratta di un provvedimento frutto di un discorso successivo all'approvazione del contratto di qualifica, ma si parla di refuso.
Come altro si può definire se non superficiale un intervento normativo che induce a un errore di 11 milioni e 700 mila euro nel computo di spese per le misure a sostegno dell'attività di forestazione?
Argomento già trattato e considerato nella recente legge di bilancio! Altro che refuso!
Cos'altro si potrebbe dire, ad esempio, sui limiti ISEE per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, in merito al quale questo Consiglio regionale è già intervenuto nelle sedute del 2 agosto e del 29 settembre 2023, cioè un mese fa, e oggi siamo in quest'Aula per fare un ulteriore provvedimento di manutenzione legislativa!
“Cammini di Calabria” è un provvedimento molto sostenuto e apprezzato in quest'Aula, che anche noi abbiamo condiviso, ma come si fa a dimenticarsi, nel primo articolo, che esiste una legge quadro del 1998 sulle aree protette? Come si fa?!
Ecco perché parlo di approssimazione e superficialità nell'approvazione delle leggi.
La legge della biodiversità, caro presidente Mancuso, approvata a maggio, dimentica i necessari richiami alle Linee guida nazionali approvati in Conferenza Stato-Regioni.
Poi, il capolavoro dei capolavori: una legge di manutenzione che cancella articoli di una legge di manutenzione approvata a maggio scorso. Altro che sostanza e qualità.
Se non siamo di fronte ad approssimazioni o superficialità nell’approvazione di questa legge, che noi denunciamo da tempo, di cosa oggi dovremmo parlare?
Mi fermo qui, non voglio mettere altra carne al fuoco.
Vorrei solo ricordarvi che, in un anno e mezzo, avete portato in quest'Aula 39 leggi consistenti in modifiche e integrazioni e, badate bene, 59 interventi di manutenzione normativa, mai successo in 50 anni di vita regionale e poi voglio terminare il mio intervento soltanto con una considerazione: comprendiamo che oggi un Governo amico aiuta gli amici degli amici – ci sta, lo facevamo anche noi – per evitare ricorsi.
Quindi, – ripeto – va bene un
Governo che aiuta gli amici degli amici, ma ritenete – lo dico a quest’Aula – che
questo rappresenti un biglietto da visita importante per questo Consiglio
regionale.
Sono preoccupato dalle
notizie che mi giungono da Roma dove dicono che il Consiglio regionale
calabrese è poco qualificato e poco attento ai provvedimenti legislativi e ciò scredita
non soltanto il presidente Mancuso, ma anche il consigliere Bevacqua, quindi, è
un problema del Consiglio regionale.
L’invito che mi permetto, sommessamente,
di fare per l’ennesima volta in quest’Aula è quello di valutare e riflettere meglio
su ciò che produciamo, di perdere un mese in più per l’approvazione delle leggi
perché questo è un atto importante che qualifica il Consiglio e non l’esecutivo
regionale perché le leggi le approviamo noi, le approva il Consiglio regionale
nonostante – ci mancherebbe altro – l’input e le indicazioni dell’esecutivo regionale,
ma siamo noi a metterci la faccia.
Chiederei anche ai Presidenti
delle Commissioni di riflettere di più su queste proposte di legge perché – ripeto
– questo riguarda anche la vostra e la nostra dignità nonché la nostra
considerazione a livello più ampio che è quello nazionale oltre che locale e
territoriale.
Poi, una proposta che presenteremo
come Partito Democratico, nel momento in cui si riparlerà di Commissioni e
quant’altro, è quella di riattivare il Comitato sulla qualità delle leggi che già
c’era in precedenza – non ricordo, se è stato, poi, accorpato o modificato – che
non comporta aumento di spesa e nel quale sono presenti esponenti sia di
maggioranza sia di opposizione che valutano l’efficacia e l’efficienza delle
leggi regionali, perché anche quello è un metro per capire se quello che
approviamo e deliberiamo rientra in una logica positiva e propositiva per la
Calabria o diventa soltanto un mero strumento di propaganda che non lascia
nulla sul territorio. Grazie.
Grazie, consigliere Bevacqua.
Lei sa quanto rispetto ho per le opposizioni e per lei, però devo segnalarle
che lei non è stato attento alla relazione della collega De Francesco e,
inoltre, non abbiamo tradito gli accordi presi nella riunione della Conferenza
dei capigruppo nella quale – c’è il verbale che, magari, lei può visionare – può
constatare che avevamo detto che si sarebbe presentato un provvedimento omnibus.
È stato presentato
regolarmente in Commissione, si è aperta la discussione nella seduta alla quale
poteva partecipare e contestare qualcosa.
A tal proposito, voglio
dire che in questo provvedimento omnibus 14 articoli costituiscono
adempimenti degli impegni istituzionali assunti dal Presidente della Giunta
regionale in attuazione del principio di leale collaborazione tra Stato e
Regioni e non – come lo definisce lei, mi consenta, con tutto il rispetto, – provvedimento
di amici degli amici: non ci sta che si esprima in questi termini in quest’Aula,
questo me lo deve consentire.
Quello che, poi, lei chiama
un errore sulla proposta di legge sulla forestazione riguarda lo stanziamento
di 11.700.000 euro in più per il settore; non c’è alcun errore in quanto lo stanziamento
è finalizzato a pagare i dipendenti.
Quindi, onestamente, comprendo
che quello che stiamo facendo, questa enorme produzione di leggi a lei può,
magari, non andare bene, però stia tranquillo che non lediamo né gli interessi
di terzi né quelli di questo Consiglio, ma cerchiamo di fare le cose per bene,
in democrazia: abbiamo detto che sarebbe stato presentato questo provvedimento omnibus
e, onestamente, penso che, in attuazione del principio di leale collaborazione,
stiamo rispettando tutte le parti.
Magari, poi, in separata sede,
possiamo parlarne più approfonditamente. Lei mi ha fatto richiesta di una
discussione in Commissione di una legge e le ho detto che me ne sarei occupato.
Penso che stiamo procedendo con grande rispetto di tutte le parti. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, volevo
soltanto aggiungere alcune cose senza ripetere quello che è stato già detto.
Presidente Mancuso, su una
cosa sono d’accordo con lei: questo Consiglio regionale sta approvando una
serie di leggi. Penso, però, colleghi della maggioranza – lo dico pubblicamente
– che possiamo fare ancora di più.
Ci sono diverse proposte di
legge – lo dico, Presidente, pubblicamente a nome dell’opposizione – che vi invito
a firmare tutti quanti insieme come capigruppo. Se c’è un problema di pubblicità
che non volete fare ai colleghi dell’opposizione, a me personalmente non interessa,
però penso che sia un peccato per le leggi che sono a costo zero e che, quindi,
non comportano oneri di bilancio, che sono depositate, presidente Mancuso, da
tanti mesi e non vengono calendarizzate dai Presidenti delle Commissioni.
Ci sono – ripeto – diverse leggi
dell’opposizione a costo zero che non vengono calendarizzate.
Tra le leggi che sono state
citate, per esempio, quella sui Cammini di Calabria, che è stata approvata
dalla sesta Commissione, è stata condivisa da maggioranza e opposizione e
sottoscritta dai consiglieri Caputo, Molinaro e Gentile, però, poi, i Dipartimenti
devono renderle esecutive, altrimenti, ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Presidente Gentile, lei lo
sa meglio di me, sulla legge sui Cammini di Calabria, insieme ai colleghi Caputo
e Molinaro, avevamo stabilito che, dopo l’approvazione della legge, i Dipartimenti
turismo e cultura si sarebbero attivati per creare il Tavolo di coordinamento.
Se approviamo delle buone leggi e, poi, i Dipartimenti non le rendono esecutive,
davvero voglio dire “ce la suoniamo e ce la cantiamo” da soli.
Questo, presidente Mancuso,
penso che sia il problema più importante che dobbiamo discutere oggi come Consiglio
regionale. Stiamo approvando alcune leggi buone, altre meno buone, ma i Dipartimenti
le devono rendere esecutive.
Vicepresidente Princi, stessa
cosa per quanto riguarda la legge istitutiva del mese dei Bronzi di Riace.
Abbiamo fatto un bellissimo lavoro tutti quanti insieme, maggioranza e
opposizione, e in questo caso il tempo era poco perché abbiamo approvato la
legge il 15 maggio; quest’inverno, lavoriamoci sin da ora affinché il prossimo
anno si abbia lo strumento per istituire il mese dei Bronzi di Riace.
La stessa cosa per quanto
riguarda la legge sui Cammini di Calabria, così come tante altre leggi. Colleghi
di maggioranza, su quel che possiamo, al di là dei Partiti di appartenenza, diamo
un bel segnale ai nostri concittadini calabresi.
Presidente, invito anche
lei, davvero, a chiedere ai Presidenti delle Commissioni di calendarizzare
anche le proposte di legge della minoranza e le firmiamo tutti quanti insieme, capigruppo
di maggioranza e opposizione, perché è un peccato che tante leggi non vengano
calendarizzate. Grazie.
Va bene, garantisco anche a
lei un impegno in tal senso, ma deve ricordarsi che lei è opposizione e noi
siamo maggioranza, perché ogni tanto sembra che tante cose si facciano per
merito suo. Le ripeto che lei è opposizione e noi siamo maggioranza.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, sinceramente
porrei la problematica e i contenuti di questo provvedimento da un altro
versante.
Presidente Mancuso, in
questa vicenda, secondo me, c’è un aspetto sicuramente di natura politica – il merito
e l’attività amministrativa e legislativa della Giunta – però, secondo il mio
modesto punto di vista, molto attiene anche alla funzione, alla prerogativa e al
ruolo dei consiglieri e del funzionamento di questo Consiglio regionale.
Quindi, credo sia giusto – per
quanto mi riguarda, lo dico senza nessuna posizione politica precostituita e
pregiudiziale – apprestare su questi passaggi anche dei ragionevoli
accorgimenti che potrebbero sostanzialmente evitare alcuni messaggi e alcuni
segnali che si possono leggere tra le righe dell’approvazione di questi
provvedimenti.
Per esempio, al di là del
numero dei minuti che ci sono voluti per approvare la legge, sarebbe stato
opportuna la trattazione nella Commissione bilancio e non sarebbe successo
nulla.
Presidente Mancuso, lo dico
per una ragione, da questo punto di vista, importante che, sicuramente, lei per
la sua sensibilità avrà valutato più di me, però credo sia utile e giusto
prestare l’attenzione necessaria perché siamo di fronte anche ad una annuale
presa di posizione della relazione della Corte dei conti che dice delle cose
molto nette, chiare e anche abbastanza precise.
Presidente, lei ha,
certamente, ragione sull’attuazione del principio di leale collaborazione, però,
se la Corte dei conti svolge, secondo me, questa funzione e questa attività
importante, noi come Consiglio regionale come vogliamo rispondere? La Corte ogni
anno reitera la sua relazione e noi, Presidente, continuiamo a viaggiare per la
nostra strada oppure cerchiamo, in qualche modo, di tenere conto e di osservare
le indicazioni e i suggerimenti istituzionali che ci vengono forniti da quelle
importanti Autorità?
Credo che sarebbe utile e
giusto, come, sicuramente saprà fare lei nel dirigere questa Assemblea,
prestare l’attenzione dovuta e necessaria perché - parliamoci chiaramente -
quella relazione dice delle cose molto chiare e, se volete, anche abbastanza incontrovertibili
per alcuni aspetti, cioè l’azione legislativa che, come lei dice, Presidente, è
spesso poderosa, è però, per una buona parte, costituita anche di normative di novellazione: 36 leggi su 55, cioè stiamo parlando del 65
per cento delle leggi approvate.
Quindi, c’è una quantità di
normative e di leggi, ma c’è anche però una qualità dell’azione legislativa perché,
ricorrendo sempre a continue proroghe sine die, è come se, in qualche modo,
si potesse determinare effettivamente un principio derogatorio alle normative.
Anche qui alcune criticità
frequenti, sempre rilevate dalla relazione annuale della Corte dei conti, con 14
leggi su 55 leggi, cioè un quarto, il 25 per cento, che sono prive del parere
finanziario della Commissione competente che, in questo caso, è la Commissione
bilancio. Anche in questo caso, qual era l’urgenza e la necessità di approvare
questo provvedimento omnibus senza farlo passare dalla Commissione
bilancio?
Ci sono degli accorgimenti
di responsabilità istituzionale che, secondo me, sono molto utili per
rafforzare e qualificare l’azione dei provvedimenti legislativi che vengono
approvati, a volte, con velocità e, altre volte commettendo delle
sottovalutazioni.
Vorrei ricordare soltanto
due esempi per dimostrare, come avevamo anche suggerito, delle proposte
alternative durante la fase di approvazione di alcuni provvedimenti. Mi preme
sottolineare in maniera veloce – e concludo – la legge sul Consorzio di bonifica
unico che è stata posta come la vita o la morte di questa legislatura, cioè
come la panacea dei mali della Calabria. Eppure, in quella legge si dimentica
di prevedere che la Calabria subentra nei rapporti concessori della derivazione
idrica inerente alle dighe a prevalente scopo irriguo o si omette, come è stato,
poi, però, precisato, la questione delle coperture finanziarie.
Come pure sull’ARPAL abbiamo
svolto un’azione proficua, positiva e c’è stata un’interlocuzione utile che ci
ha portato anche su quell’azione a realizzare, finalmente, in Calabria le
politiche attive del lavoro.
Abbiamo approvato quel
provvedimento di legge, avevamo presentato degli emendamenti, alcuni dei quali sono
stati approvati, ma oggi modifichiamo un aspetto che avevamo proposto e c’è
stato bocciato nella Commissione che prevedeva l’inserimento nella rete
regionale dei servizi e delle politiche del lavoro dell’Ufficio scolastico
regionale che è l’emanazione diretta del Ministero dell’Istruzione.
Presidente, pur
comprendendo le osservazioni che lei ha offerto alle puntuali dichiarazioni
politiche del nostro capogruppo, la inviterei su queste problematiche e su
questi provvedimenti omnibus a prestare quell’accortezza e quell’attenzione
necessaria perché compromette non soltanto il valore politico dei
provvedimenti, ma anche e soprattutto la cifra e la qualità culturale e
istituzionale della funzione e della prerogativa dei consiglieri regionali e di
questo Consiglio regionale. Grazie, Presidente.
Grazie, anche del consiglio.
Come lei può notare, non abbiamo trattato in Consiglio nessun provvedimento non
previsto all’ordine del giorno e la invito a guardare la statistica di ciò che faceva
il centro sinistra prima. So che lei non c’era e magari si sarebbe opposto
anche al suo centro sinistra, però è così.
Ha chiesto di intervenire
la consigliera De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo,
brevemente, per replicare al collega Bevacqua.
Intanto, ringrazio lei,
signor Presidente, per aver puntualizzato i contenuti del provvedimento.
Probabilmente, il collega non avrà compreso la relazione che la sottoscritta ha
poc’anzi esposto in Aula.
Per quanto riguarda la
Commissione, ovviamente, la discussione è avvenuta in quella sede che, per
quanto mi riguarda, è il luogo, preposto proprio per esaminare e discutere i
provvedimenti e nella quale dispiace, però, segnalare la mancata partecipazione
dei colleghi dell’opposizione.
Consigliere Bevacqua, avrebbe
potuto, quindi, tranquillamente partecipare in Commissione e, magari, avrei
apprezzato una eventuale collaborazione rispetto anche ai provvedimenti che
vengono esaminati. Poi, ovviamente, è troppo facile venire in Aula ed esporre
ogni volta qui le lamentele e le contestazioni sui provvedimenti che vengono
puntualmente esaminati in sede di Commissione. Grazie.
Grazie, consigliera De
Francesco.
Passiamo all’esame e
votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Articolo
4
(È
approvato)
Articolo
5
All’articolo 6 è pervenuto
l’emendamento protocollo numero 20173/A02, a firma della consigliera De
Francesco, alla quale cedo la parola per l’illustrazione, prego.
Grazie, Presidente. Il
presente emendamento mira a sopprimere l’articolo 11 della proposta di legge numero
236/12^, atteso che l’impegno assunto con il Governo è stato già inserito nel
nostro ordinamento regionale. Il presente emendamento ha carattere
ordinamentale e non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 20173/A02. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo
6 per come emendato.
Articolo
6
(È
approvato così come emendato)
Articolo
7
(È
approvato)
All’articolo 8 è pervenuto
l’emendamento protocollo numero 20173/A04, a firma della consigliera De
Francesco, alla quale cedo la parola per l’illustrazione.
Presidente, il presente
emendamento è redatto al fine di adeguare le norme ivi contenute ai rilievi di
natura squisitamente formali contenuti nella scheda di analisi
tecnico-normativa, redatta dal Settore assistenza giuridica del Consiglio
regionale.
Il presente emendamento ha
carattere ordinamentale e non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del
Bilancio.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 8.
Articolo 8
(È approvato
così come emendato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
All’articolo 11 è pervenuto l'emendamento protocollo 20173/A06 a firma del consigliere De Francesco, a cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.
Il presente emendamento mira a
sopprimere l'articolo 11 della proposta di legge 236/12^, atteso che
l'intervento di recepimento dell'impegno assunto con il Governo è stato già
inserito nel nostro ordinamento regionale. Il presente emendamento ha carattere ordinamentale e
non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del Bilancio regionale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 11.
Articolo 11
(È approvato
così come emendato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Articolo 18
(È approvato)
Dopo l’articolo 18 è pervenuto l'emendamento protocollo 20244, a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Il presente emendamento mira a introdurre l'articolo 18-bis alla proposta di legge 236/12^. L'intervento normativo si rende necessario al fine di favorire lo sviluppo economico-sociale e l'accessibilità del territorio regionale e per assicurare la continuità del servizio essenziale di interesse economico generale inerente al trasporto aereo e i servizi aeroportuali, la Regione, con la presente legge, promuove un intervento finanziario a favore della società, SACAL S.p.A. La norma, al comma 1, prevede l'autorizzazione dei soci pubblici o a partecipazione pubblica a concedere contributi e sovvenzioni alla società SACAL S.p.A. per incentivare i vettori aerei a implementare nuove rotte o a consolidare quelle esistenti per il sostegno dei flussi turistici in arrivo, nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali e tutti gli adempimenti procedimentali previsti al paragrafo 3.5 della "Comunicazione della Commissione europea relativa agli orientamenti sugli aiuti di Stato”.
Gli orientamenti della Commissione stabiliscono che, quando un gestore aeroportuale dispone di risorse pubbliche, in linea di principio, si può escludere che si tratti di aiuto di Stato a una compagnia aerea che utilizza l'aeroporto quando il rapporto tra il gestore dell'aeroporto e la suddetta compagnia è conforme al cosiddetto "MEO" o test dell'operatore in un'economia di mercato, che si intende superato quando le condizioni economiche praticate ai servizi aeroportuali sono in linea con i prezzi di mercato, oppure quando tali condizioni sono in grado, nel medio periodo, di assicurare un margine di profitto incrementale. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento
è approvato. Pertanto, è inserito l’articolo 18-bis.
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Prima dell'approvazione della legge nel suo complesso, cedo la parola al collega Mammoliti che ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto. Prego.
Grazie, Presidente. Per dire la verità, a causa dell'approccio sia politico sia istituzionale che registro, noi dovremmo votare contro. Tuttavia, siamo sempre persone ragionevoli e responsabili e ci sono alcuni contenuti che attengono naturalmente ad aspetti di reciproca collaborazione con alcuni Enti istituzionali. Per questa ragione, a nome del gruppo, annuncio l'astensione dal voto sul provvedimento.
Però, sinceramente, consentitemi di dire che avete approvato un provvedimento omnibus senza passare dalla prevista Commissione, la seconda Commissione, e, addirittura, con velocità supersonica oggi approvate emendamenti alla proposta omnibus. Veramente complimenti, perché siete straordinari, sinceramente!
Credo, Presidente, che l'appello che ho rivolto a lei, in qualità di Presidente di questo Consiglio, andrebbe valutato - e sono sicuro che lo valuterà vista la sua grande predisposizione culturale e istituzionale - perché l'attività legislativa di quest'Aula deve essere sempre più all'altezza della sfida relativa al compito affidatole, anche nei termini del principio di leale collaborazione, ma soprattutto cercando anche di rispettare, dal punto di vista politico e formale, gli orientamenti della relazione annuale della Corte dei conti. Quindi, come gruppo Partito Democratico, ci asteniamo. Grazie, Presidente.
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, per come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Visto che siamo arrivati alla trattazione delle mozioni, chiedo, se è possibile, di inserire la mozione numero 67/12^ del 20 ottobre 2023.
Votiamo per l'inserimento della mozione del collega Alecci. La mozione è inserita.
Ha chiesto d’intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiediamo l'inserimento della mozione numero 70/12^ in merito a “Azioni da adottare per contrastare il preoccupante fenomeno della violenza di genere e in merito all'istituzione di un percorso di tutela per le vittime di violenza e ai loro figli”
Votiamo per l'inserimento della mozione della collega Straface. La mozione è inserita.
Ha chiesto d’intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Vorrei chiedere l'inserimento all'ordine del giorno di un'altra mozione: “In merito al Documento Zero o Pass sanitario mondiale”.
Votiamo l'inserimento della mozione della collega Gentile. La mozione è inserita.
Dà lettura di un seguito di comunicazioni.
Passiamo al punto 7. Rispetto a questo punto all'ordine del giorno comunico che è pervenuta la mozione 69/12^ a firma mia e dei consiglieri Comito, Neri, Gelardi, Crinò, De Nisi, Graziano, Bevacqua, Talerico, Laghi, Tavernise, recante: “Applicazione della Direttiva comunitaria Fit for 55 - Possibili conseguenze all’infrastruttura portuale di Gioia Tauro” che è il risultato della sintesi dei testi della mozione numero 65/12^, di iniziativa dei consiglieri Comito, Mancuso Neri, Gelardi, Crinò, De Nisi e Graziano, recante “Applicazione della Direttiva comunitaria Fit for 55 - Possibili conseguenze all’infrastruttura portuale di Gioia Tauro”, e della mozione numero 68/12^, di iniziativa dei consiglieri Bevacqua Alecci Billari, Bruni, Iacucci, Mammoliti, recante “Direttiva UE 20/23/959 a salvaguardia dell'infrastruttura portuale di Gioia Tauro”.
In pratica, responsabilmente, abbiamo trovato una sintesi su queste due mozioni, l'abbiamo riscritta e integrata, quindi, è all'attenzione dell'Aula un documento congiunto. Oltre ai sottoscrittori delle mozioni, dei capigruppo di maggioranza e del PD, si sono aggiunte, ovviamente, le firme anche dei consiglieri Lo Schiavo e Talerico del Gruppo Misto e di Tavernise, del gruppo De Magistris; quindi è firmata all'unanimità dei presenti.
Onorevole Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, insieme abbiamo partecipato alla manifestazione a Gioia Tauro dell’altro giorno e insieme, maggioranza e opposizioni, approveremo in Consiglio regionale una sola mozione, con l’intento di contribuire a stoppare la scellerata direttiva europea ‘Fit for 55’.
Ho sentito i capigruppo di maggioranza, che hanno depositato il 4 ottobre una loro mozione, e il capogruppo del PD, che ha depositato il 19 ottobre, sulla stessa questione, una propria mozione e, ovviamente, si è trovata la giusta sintesi.
Questo è uno dei momenti cruciali in cui c’è bisogno che forze politiche, sociali e imprenditoriali, di concerto con le istanze più rappresentative della società civile, uniscano energie e impegno, per scongiurare il peggio e permettere all’infrastruttura portuale principale della Calabria, una delle più produttive dell’Europa, di proseguire nel percorso che l’ha resa un’eccellenza nel Mezzogiorno e in Italia.
Ci conforta, per il momento, apprendere che dalla riunione dei Ministri dell’ambiente dell’Unione europea è stata avviata, come ha riferito il ministro Gilberto Pichetto Fratin, una discussione per adottare iniziative finalizzate a mitigare gli effetti negativi derivanti dall’inclusione nel sistema ETS di questo settore.
L’Italia è in prima linea nel contrasto dei cambiamenti climatici e a favore delle politiche europee di abbattimento delle emissioni inquinanti. Ma le attuali regole europee in materia di applicazione del meccanismo ETS al settore marittimo, in assenza di una applicazione dello stesso a livello mondiale, determinerebbero una sicura perdita di competitività di molti porti europei, e in particolare italiani, per i traffici merci su container con trasbordo, con conseguente rischio per tutto il sistema logistico europeo.
Il Consiglio regionale, senza se e senza ma, sta dalla parte del Porto di Gioia Tauro. Dinanzi a questioni strategiche, che incidono sullo sviluppo della Calabria, dobbiamo sempre far prevalere ciò che ci unisce, per fare il bene comune e difendere gli interessi generali”.
Passo a leggere la mozione:
“Il Consiglio regionale premesso che la Commissione europea recentemente ha adottato un pacchetto di misure, denominato "Pronti per il 55 per cento" “ (Fit for 55”, in inglese), finalizzate al contenimento dell’inquinamento climatico, che propone una serie di iniziative legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal europeo.
In particolare, l’Unione Europea con tale pacchetto si propone di giungere alla riduzione delle emissioni di gas serra del 55 per cento (da qui il nome del pacchetto) rispetto ai livelli del 1990, avendo come obiettivo di arrivare alla "carbon neutrality" per il 2050. Pur tenendo presente la fondamentale lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di gas serra, è assolutamente indispensabile salvaguardare l'operatività della principale struttura portuale calabrese, giacché le azioni propedeutiche alla tutela dell'ambiente è utile a mitigare gli effetti del riscaldamento globale non possono e non devono ignorare i tempi e i modi per evitare che la transizione energetica si tramuti in tragedie economiche e sociali; Considerato che tale normativa entrerà in vigore il prossimo primo gennaio 2024 e, nel settore del trasporto marittimo, comporterà l’immediata applicazione di una tassazione aggiuntiva a carico degli armatori proprietari di navi con una stazza superiore alle cinquemila tonnellate.
Nello specifico, tale tassazione andrà a colpire le grandi navi portacontainer, utilizzate esclusivamente per coprire le lunghe tratte, in quanto, sfruttando la loro stazza oggi è possibile abbattere i costi di spedizione consentendo di caricare e trasportare molta più merce in un unico viaggio. Nel pacchetto di misure “Fit for 55” è previsto che la nuova tassazione sia calcolata, oltre che in relazione alla tipologia di nave, anche in rapporto alla rotta e alla distanza da questa percorsa, (infatti, è prevista l’applicazione del 100 per cento della tassazione se gli scali di partenza o destino sono ubicati in territorio comunitario ovvero, un abbattimento della tassazione del 50 per cento se lo scalo di partenza o destino sono ubicati in territorio extra-UE).
Rilevato che l’applicazione del nuovo regime fiscale renderà, con ogni evidenza, più conveniente, per i grandi vettori marittimi, utilizzare porti di transhipment extraeuropei piuttosto che quelli comunitari, avendo come conseguenza una consistente perdita di competitività degli scali di transhipment europei. A titolo esemplificativo: una nave proveniente da uno scalo extraeuropeo, attraverso il Canale di Suez, potrà facilmente aggirare la tassazione al 100 per cento approdando in un porto di trasbordo nordafricano e non più, come accade oggi a Gioia Tauro, prima di arrivare alla sua destinazione finale in Europa ed ancora, una nave di passaggio nel Mediterraneo, per raggiungere l’oceano Atlantico o indiano, potrà eludere tale tassazione evitando di toccare i porti dell’Unione europea.
Tenuto conto che l’applicazione della direttiva Emission Trasfer System (ETS), la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2024, creerà, uno scenario molto preoccupante poiché nel breve termine comporterà, certamente, la perdita di competitività e di centralità degli scali italiani a partire da quello di Gioia Tauro, con un impatto negativo dal punto di vista economico, sociale ed occupazionale per l’intero sistema economico nazionale.
L’applicazione della misura EU-ETS rischia non solo di penalizzare i porti europei a vocazione transhipment, come il porto di Gioia Tauro, ma creerà una condizione di scarsa competitività per tutti i porti di trasbordo collocati all’interno del territorio comunitario. In Italia quasi il 28 per cento di tutti i container movimentati ed il 77 per cento di quelli trasbordati – magari su navi più piccole per raggiungere porti di dimensioni inferiori – passano da Gioia Tauro e che l’hub portuale calabrese dà lavoro a quasi seimila lavoratori, 1.600 direttamente e 4.000 indirettamente, secondo i dati dell’Autorità portuale.
Il Porto di Gioia Tauro è, evidentemente, uno dei principali porti europei in virtù della sua capacità di accomodare le grandi navi portacontainer.
Imporre un tributo così esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, appare una scelta illogica che riflette la distanza tra la visione burocratica dell’Europa e gli interessi reali dei Paesi aderenti ed al contempo, non garantisce nel complesso alcuna riduzione di gas nocivi per il nostro pianeta.
Tutto ciò premesso e considerato, impegna la Giunta regionale, per quanto di competenza, a farsi portavoce presso il Governo nazionale e le competenti Istituzioni comunitarie affinché vengano apportati i necessari correttivi alla normativa “Fit for 55” che rischia di arrecare danni irreversibili all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale principale della nostra Regione e più in generale a tutte le infrastrutture portuali italiane oltre che all’economie del sistema sociale di tutti i paesi ospitanti analoghi realtà portuali e a che la normativa non penalizzi il Porto di Gioia Tauro rispetto agli altri porti del Mediterraneo fuori dall'area UE, al fine di salvaguardare, in via principale, l'occupazione del territorio. Firmato tutto in Consiglio all'unanimità.”
Presidente, vuole intervenire?
Intervengo semplicemente per esprimere il mio personale apprezzamento, ma anche l’apprezzamento del governo regionale per la decisione assunta dal Consiglio regionale di sottoscrivere all’unanimità una mozione che va nella direzione di difendere la più grande infrastruttura logistica della Calabria, che è anche la più grande infrastruttura logistica portuale dell'Italia.
Ho molto apprezzato la circostanza che, su questo tema, ci sia stata una convergenza di impegni da parte delle organizzazioni sindacali, da parte dei Sindaci dei territori coinvolti - credo che questo sia un tema che dovrebbe riguardare tutti i Sindaci della Calabria -, da parte di tutte le forze politiche. Ho detto in altre occasioni che il Porto di Gioia Tauro, che è diventato così importante in Italia e così potenzialmente importante per la Calabria - dirò anche perché, purtroppo, potenzialmente e non in atto - è un porto che si è sviluppato spesso nella indifferenza delle Istituzioni nazionali e, consentitemelo, anche delle istituzioni regionali. Non mi pare che, in passato, ci sia stato un grande investimento, anche per quanto riguarda il racconto di quello che deve essere lo sviluppo della Calabria, sul Porto di Gioia Tauro da parte dei dirigenti politici che hanno assunto importanti funzioni di governo. Ed erano calabresi.
Invece,
è un fatto estremamente positivo che oggi che ci sia una convergenza di impegni
per rivolgere attenzione a questa infrastruttura. Questo, consentitemelo,
dimostra che il Consiglio regionale si fa carico, nella sua interezza, di un
tema che, purtroppo, è stato spesso poco considerato dalla politica regionale.
Attenzione,
però, che, se siamo qui oggi a discutere della possibilità di avere una deroga
nell'attuazione della direttiva, significa che il nostro Paese non è in alcun
modo intervenuto nella fase ascendente, come spesso succede per tutte le
decisioni che l'Unione europea assume. L'Unione europea assume delle decisioni
e, spesso, queste decisioni vengono osservate con grande distacco, grande e
colpevole distacco, da parte dei Governi nazionali, del Parlamento nazionale.
Nel caso di specie, anche con grande sottovalutazione da parte dei parlamentari
europei.
Ho
sufficiente esperienza di quello che succede nelle Assemblee parlamentari per
sapere che spesso capita, a molti, di votare cose che evidentemente non hanno
nemmeno letto. Ma, se siamo oggi arrivati a dover chiedere alla Commissione una
deroga su una direttiva che è stata approvata dal Parlamento europeo, c’è
qualche responsabilità da parte di tutti! Sono pochissimi i gruppi parlamentari
che, in quell'occasione, non hanno votato questa direttiva. Qualche
responsabilità c'è, ma è un fatto che, purtroppo, solitamente e colpevolmente accade
in Italia. Non siamo mai attenti alla fase di formazione delle decisioni a
livello europeo e ci lamentiamo poi degli effetti di queste decisioni, quando
diventa complicato modificare questi effetti.
E,
infatti, nel caso di specie, voi, con questa mozione, chiedete che, di fatto,
venga realizzato un correttivo che però, poiché la direttiva è chiusa, può
essere praticato solo nella fase di prima esecuzione della fase esecutiva della
direttiva. È avvenuto altre volte in Europa. Non è semplicissimo, perché è una
direttiva chiusa senza che nessuno chiedesse, nella sua fase di formazione, che
fosse stabilito un regime particolare per i porti di transhipment. Oggi, a
direttiva chiusa, ci svegliamo, si sveglia l'Italia e chiede di modificarla.
Quindi,
non è semplice. Sono intervenuto, decine e decine di volte, con il Ministro
dell'ambiente, Pichetto Fratin, nella fase
immediatamente precedente alla riunione dei Ministri dell'ambiente europei. Ho
chiesto che facesse iscrivere all'ordine del giorno di quella riunione il tema
e chiedesse una deroga. Lo ha fatto - al termine della riunione ci siamo
sentiti -, ha chiesto, a nome del Governo nazionale, una deroga per il Porto di
Gioia Tauro. Perché, attenzione, oggi questa possibilità è unicamente nelle
mani del Consiglio europeo, che è formato dai Governi dei Paesi membri, e della
Commissione.
La
mozione, giustamente, impegna la Giunta regionale. Io vi sto raccontando quello
che abbiamo fatto, anche in assenza di una mozione che ci impegnasse a farlo,
ma lo abbiamo fatto, perché era giusto. Ma forse la mozione, se fosse possibile
- ma credo non sia possibile dal punto di vista regolamentare -, sarebbe più
corretta se impegnasse ciascuno di noi a fare tutto quello che è possibile, perché
nella Commissione europea ci sono autorevoli esponenti che appartengono a forze
politiche non vicine a quella della Giunta; quindi, sarebbe utile che si
intervenisse anche sull’onorevole Gentiloni e questo, probabilmente, può farlo con
molta più prossimità chi siede nei banchi dell'opposizione. Forse questa
possibilità si può aggiungere a ciò che facciamo con il Governo nazionale -
continua a intervenire nel Consiglio europeo in questa direzione -, ma c'è
bisogno del contributo di tutti, altrimenti è davvero difficile che questa
soluzione derogatoria venga presa in considerazione.
Sono
intervenuto anche con il vicepremier Tajani, che è il Ministro degli esteri, e
farà un'azione sul Consiglio europeo per fare assumere questa decisione.
Sono
intervenuto anche nella qualità di Presidente del Comitato che raggruppa tutti
i Presidenti delle Regioni del Mediterraneo, perché questo è un tema che
riguarda, sì, il Porto di Gioia Tauro, che per il 65 per cento fa transhipment,
ma riguarda anche molti altri porti come, per esempio, quello di Malta. Quindi,
ho chiesto, anche in seno a quell'organismo, che ci sia una rivalutazione di
questa decisione.
Non
nego la necessità di produrre delle decisioni che vadano nella direzione di
farsi carico dell'ambiente e dell’assoluta necessità di contrastare i
cambiamenti climatici. Ho fatto riferimento all'organismo che presiedo, il
Comitato delle Regioni del Mediterraneo. Se c'è una parte del mondo molto
interessata ai cambiamenti climatici, è quella costituita dalle regioni del
Mediterraneo. Difatti, quello che accade, oggi, in termini di desertificazione,
avviene con più intensità in molte di queste regioni anziché trenta, quarant'anni
fa; quello che accade per effetto delle piogge, oggi, avviene con molta più
intensità rispetto a tanto tempo fa.
Credo
sia idiota l'atteggiamento di chi fa il negazionista rispetto alla necessità di
impegnarsi nella direzione di non distruggere l'ambiente, perché da comportamenti
irresponsabili discendono gli effetti avversi che stiamo vedendo con una
frequenza sconosciuta nel nostro Paese quindici, venti anni fa. Basta accendere
il televisore, sintonizzarsi su uno qualsiasi dei telegiornali e ogni settimana
vediamo quello che producono, con una frequenza che è diventata molto
preoccupante, le piogge e i cambiamenti climatici. Quindi, non nego affatto la
necessità di intervenire in questa direzione. Dico, però, che la difesa
dell'ambiente va fatta in maniera economicamente sostenibile e va fatta in
maniera intelligente. Fatta con una direttiva come quella prodotta dalla
Commissione europea, avrà il risultato che le navi inquinanti comunque
passeranno nel Mediterraneo e continueranno a inquinare, ci saranno comunque le
emissioni, ma invece di fermarsi a Gioia Tauro si fermeranno a Porto Said, a Tangeri,
e quindi, praticamente, arricchiranno i porti del Nord Africa.
Ho
cercato di ricordare al ministro Tajani che questa circostanza dovrebbe essere posta
all’attenzione anche sul piano degli assetti della geopolitica. Noi abbiamo in
Europa asset logistici dei porti che sono controllati da democrazie occidentali,
come quelle che compongono l'Europa. In Nord Africa molti di questi porti
stanno orientandosi verso il controllo di Paesi che probabilmente meriterebbero
di essere osservati meglio.
Allora,
fare una direttiva che indebolisce i porti europei, indebolisce i porti
occidentali, e rafforza i porti del Nord Africa, senza nemmeno conseguire una
riduzione delle emissioni, per quanto mi riguarda, è stupido. Per questo ho
detto che ho grande rispetto dell'Europa, ma anche l'Europa, a volte, assume
delle decisioni stupide.
Noi
dobbiamo lavorare, quindi, nella direzione di ottenere questa deroga. Però,
attenzione, dobbiamo continuare a lavorare nella direzione di fare del Porto di
Gioia Tauro un asset logistico importante per la Calabria, non solo dal punto
di vista potenziale, ma anche per le possibilità in termini di attrazione degli
investimenti che può generare. Fintanto che il Porto di Gioia Tauro sarà un
porto quasi esclusivamente di transhipment, saremo più esposti a decisioni come
quelle che oggi contestiamo e, soprattutto, avremo un porto che produce per la
Calabria molta meno ricchezza di quella che invece potrebbe produrre.
Per
questo è importante che questo tema sia centrale. Mi piacerebbe che la decisione
che oggi assume il Consiglio regionale, cioè di firmare all'unanimità una
mozione a difesa del porto, sia comunque l'avvio di una discussione che il
Consiglio regionale - anche qui senza differenze di appartenenza - dovrebbe
continuare a svolgere nel corso dei prossimi mesi per creare le condizioni
affinché l'area retroportuale di Lamezia possa allocare investimenti da parte
di imprese nazionali e multinazionali che pian piano trasformino questo porto
da porto di transhipment quasi esclusivo, come oggi, in un porto dove le merci
vengono scaricate per essere lavorate.
A
volte qualcuno mi ha contestato che parlo troppo del Porto di Gioia Tauro, ma
io sono convinto che potrebbe essere davvero un motore straordinario per lo
sviluppo di tutta la regione, per cui sono davvero felice che il Consiglio
regionale oggi abbia deciso di assumere una decisione all'unanimità su questo
tema.
Mi
auguro che non sia l'ultima, ma che sia l'inizio, anche in Consiglio regionale,
di una discussione su questo tema che, per la verità, io stesso già da un paio
d'anni sto cercando di animare anche nel dibattito nazionale.
Grazie,
Presidente. Passiamo quindi alla votazione. Pongo in
votazione la mozione. La mozione è approvata all'unanimità con l'autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 67/12^ di iniziativa del consigliere Alecci, recante: “Diffusione
delle tecniche salvavita: disostruzione delle vie aeree”. Prego, collega.
Grazie,
signor Presidente, cercherò di essere rapido. Avendo partecipato, qualche
settimana fa, a dei corsi di BLSD per l'utilizzo dei defibrillatori - penso che
molti di noi, se non tutti, abbiamo partecipato a questi corsi di primo
soccorso -ne ho compreso l'importanza. In quell'occasione, parlando con alcuni pediatri,
mi hanno spiegato che, nelle scuole, ma più in generale su tutto il territorio
nazionale, ogni anno, purtroppo, vengono a mancare circa 50 bambini a causa
dell'ostruzione delle vie aeree È un numero enorme se pensiamo che ogni anno 50
bambini, spesso entro i tre anni, perdono la vita per soffocamento; cinquecento
bambini a livello europeo. In Italia, mille bambini finiscono in ospedale per
questo motivo. Allora, insieme a questi pediatri, abbiamo pensato di presentare
una mozione che potesse impegnare in qualche modo la Giunta a sollecitare l’insegnamento
di queste tecniche di disostruzione, che sono molto semplici, soprattutto
all'interno delle scuole - sono i luoghi in cui, attraverso le mense
scolastiche, la maggior parte dei bambini, fino ai 9 -10 anni, pranzano durante
la giornata - effettuando dei corsi di formazione aperti non solo agli
insegnanti, ma anche ai genitori dei bambini che frequentano queste scuole.
Quindi,
si tratta di un intervento abbastanza banale, molto semplice. Tra l'altro ci
sono decine di associazioni sul territorio calabrese capaci di erogare questi
corsi di formazione - durano non più di un quarto d'ora, venti minuti – che potrebbero
salvare, sicuramente salveranno, la vita di tanti bambini, non solo all'interno
delle scuole, ma anche durante la vita quotidiana, nelle proprie abitazioni.
Credo
che a molti di noi sia successo a tavola, anche con adulti, di imbattersi in
persone che, purtroppo, durante il pranzo o la cena rischiano il soffocamento
per pezzi di cibo ingerito.
Quindi,
in realtà è una mozione dal contenuto molto semplice, ma che può avere una
ricaduta comunque importante. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 70/12^ iniziativa dei consiglieri
Straface, Mannarino, De Francesco, Gentile, recante: “Azioni da adottare per
contrastare il preoccupante fenomeno della violenza di genere e in merito
all'istituzione di un percorso di tutela per le vittime di violenza e ai loro
figli”
Prego,
collega Straface.
Grazie,
Presidente. Questa è un percorso che è stato condiviso con il Comitato Donne reggine.
Si tratta di azioni da adottare per contrastare il preoccupante fenomeno della
violenza di genere, istituendo, quindi, un percorso di tutela per le vittime di
violenza e ai loro figli. È una mozione che abbiamo voluto presentare noi donne
consigliere del centrodestra nella figura della sottoscritta e delle colleghe
Mannarino, De Francesco e Gentile.
Premesso
che: la violenza di genere è una grave violazione dei diritti umani e della libertà
individuale in tutte le sue sfere, personale, lavorativa ed economica, oltreché
rappresentare un grave problema culturale; i bambini e i ragazzi orfani a
seguito di un crimine domestico costituiscono il volto nascosto della violenza
di genere. È facile dimenticarsi di loro quando si affronta il tema della violenza
sulle donne. Invece violenza di genere vuoi dire, il più delle volte, violenza
sui più piccoli, sul loro immaginario, sulle loro certezze, sul loro mondo
emotivo, affettivo e psichico. In definitiva sul loro presente e sul loro
futuro; si tratta di un fenomeno complesso del quale non si conosce la reale
dimensione e che lo Stato, nella sua accezione generale, ha il dovere di
contrastare sul piano culturale, normativo e giudiziario, adottando, come
prevede l'articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e
adolescenza, del 1989, "ogni misura legislativa, amministrativa, sociale
ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza", per
evitare che questi ragazzi siano orfani tre volte, per la perdita di entrambi i
genitori e per l'indifferenza dello Stato;
preso
atto che le cronache recenti, suffragate dai dati dell'Istat e
dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD),
raccontano di un preoccupante aumento in ambito nazionale e regionale, sia delle
denunce di atti di violenza di genere che di casi di femminicidio;
rilevato
che la violenza contro le donne, il femminicidio e la discriminazione di genere
pervadono ogni ambito della società contemporanea, senza limiti geografici e
culturali;
ancora
oggi, un numero elevato di donne è vittima di femminicidio per mano della
controparte maschile, che purtroppo coinvolge irrimediabilmente anche i loro
figli ed i familiari tutti;
tenuto
conto che in ambito nazionale, il legislatore è intervenuto per fronteggiare
tale delicata tematica mediante tutta una serie di normative e di leggi, che mi
riservo di non leggere;
rilevato che la Regione Calabria ha, nel tempo,
adeguato e poi rafforzato la propria normativa in materia di contrasto alla
violenza di genere, alla tutela dei minori colpiti da tale dramma, attraverso
l'approvazione delle seguenti leggi regionali: legge regionale del 12 novembre
2004, numero 28 (Garante per l’infanzia e l’adolescenza); legge regionale del
21 agosto 2007, numero 20 (Disposizioni per la promozione e il sostegno dei
centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà); legge
regionale del 23 novembre 2016, numero 38 (Istituzione dell'Osservatorio
regionale sulla violenza di genere); legge regionale 1 febbraio 2017, numero 2
(Istituzione dell'Osservatorio regionale per i minori); legge del 15 marzo 2022,
numero 7 (Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi
per l'occupazione femminile);
considerato
che: ai sensi della legge regionale numero 20 del 2007, la Regione Calabria,
anche in attuazione della legge 4 aprile 2001, numero 154, e della legge dell'8
novembre 2000, numero 328, promuove e coordina iniziative per contrastare la
violenza sessuale, fisica, psicologica ed economica, i maltrattamenti e le molestie,
i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti
sociali, a partire da quello familiare; riconosce e valorizza i percorsi di
elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza autonome, autogestite dalle
donne, basate sulle relazioni tra donne, nonché le esperienze espresse
localmente da enti, associazioni di volontariato e organizzazioni non lucrative
di utilità sociale che abbiano tra i loro scopi essenziali la lotta alla
violenza contro le donne e i minori, la sua prevenzione, la solidarietà alle
vittime, che possono dimostrare di disporre di personale adeguato per i compiti
predetti, che abbiano almeno tre anni di esperienza nello specifico settore; finanzia
progetti antiviolenza che prevedono il sostegno, l'attivazione e la gestione di
centri antiviolenza e accoglienza per donne vittime di violenza;
dato
atto che la Regione Calabria è impegnata nel contrastare il fenomeno della
violenza contro le donne e i loro figli, secondo linee comuni fissate a livello
nazionale e internazionale nell'ambito delle quali si è dotata di propri
strumenti normativi e di indirizzo, promuovendo la creazione di servizi e
strutture di accoglienza, sostegno, assistenza e ospitalità delle vittime di
violenza;
ritenuto necessario implementare, con urgenza,
politiche, azioni e progetti finalizzati al contrasto del fenomeno del
femminicidio e della violenza di genere, tutelando, nello specifico, tutti quei
minori che sono interessati da tale dramma attraverso l'istituzione di un
apposito fondo di solidarietà che permetta loro di poter godere di un
contributo di spese per le cure mediche psicologiche e per il completamento del
loro percorso formativo e di vita; tutto ciò premesso e considerato, si impegna
il Presidente della Regione e la Giunta regionale: ad adottare ogni atto utile
e necessario per rafforzare le politiche rivolte alla tutela dei minori
interessati da episodi di femminicidio attraverso l'istituzione, nel bilancio
della Regione Calabria, di un apposito capitolo denominato “Fondo di solidarietà
ai minori vittime di violenza e di reato da femminicidio”, finalizzato al
sostegno economico delle spese per le cure mediche psicologiche, per il
sostentamento finanziario del loro percorso formativo di vita; a promuovere
percorsi specifici per assicurare ai figli delle vittime di violenza domestica
l'erogazione di borse di studio nonché per il finanziamento di iniziative di
orientamento, di formazione e di sostegno per l'inserimento dei medesimi nell’attività
lavorativa; favorire l'attività delle organizzazioni di volontariato
coordinandola con quella dei servizi pubblici. Grazie.
Grazie. Pongo in votazione la mozione. La
mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 71/12^ d’iniziativa
dei consiglieri, Gentile, Straface, Mannarino e De Francesco “In ordine al Documento
Zero o pass sanitario mondiale”. Prego consigliera Gentile, ha facoltà di
illustrarla.
Grazie, signor Presidente. La mozione è relativa
proprio all'entrata in vigore di questo pass sanitario mondiale, già approvato
dalla Commissione europea a giugno con una forma di partenariato con l'organizzazione
mondiale della sanità (OMS) e che dovrebbe entrare in vigore a novembre. Stavamo
cercando di approfondire, con gli altri colleghi consiglieri anche
dell'opposizione, considerando che la preoccupazione è quella della scadenza.
La rinviamo, magari, alla prossima seduta di
Consiglio.
Sì, in maniera tale da, eventualmente,
integrarla, anche, con il contributo di tutti gli altri.
Assolutamente sì, va bene.
Grazie.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo
ora allo svolgimento delle interrogazioni, ex articolo 121 e 122 del Regolamento
del Consiglio regionale.
In
relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo
all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di
replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno
soddisfatto. Per le interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno ricordo
all'Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione,
la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta e l'interrogante ha
diritto di replica per non più di un minuto. Iniziamo con le interrogazioni a
risposta immediata. Siccome il Presidente ha necessità di andare via per un
impegno passiamo prima alle interrogazioni che lo riguardano.
Procediamo, quindi, con l'interrogazione
numero 139/12^ dei consiglieri Bruni, Bevacqua Alecci, Billari,
Iacucci e Mammoliti sui ristori COVID. Cedo la parola
all'interrogante per l'illustrazione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi,
ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, scusi. Volevo soltanto
dire che la mia interrogazione a risposta scritta, la numero 136, ha avuto
soddisfacimento nella risposta.
Collega, va bene, poi, quando la tratteremo lo
dichiarerà, non c'è problema, va bene. Prego consigliere Alecci, può illustrare
l’interrogazione.
Signor Presidente, l'interrogazione si
illustra da sé; quindi, attendiamo la risposta per poi replicare.
Presidente, prego.
Si,
però è utile che si dica qual è il senso dell'interrogazione, lo dico anche al
consigliere Bevacqua che sta andando via.
Questa
interrogazione, proposta dai consiglieri d'opposizione, riguarda i ristori COVID
per le aziende che si occupano di sanità in regime privato convenzionato.
Lasciatemi fare una battuta. Sto cercando di rafforzare, quanto più possibile,
il settore pubblico della sanità in questa regione e l'assunzione di medici -
avete visto anche l'effetto del concorso regionale che abbiamo fatto per i
nostri ospedali - va in questa direzione; l'accelerazione sulla dotazione di
tecnologie TAC e risonanze va in questa direzione, perché credo che un sistema
equilibrato sia un sistema che rafforza il pubblico e che, poi, utilizza il
privato convenzionato come supporto al pubblico per quello che quest’ultimo non
riesce a fare. Però, allo stesso tempo, stiamo guardando, soprattutto, al
rafforzamento del settore pubblico della sanità.
Certo,
a differenza del passato, cerchiamo di dare certezza anche a quelli che fanno
impresa nella sanità, per cui, abbiamo previsto, per esempio, la possibilità di
fare con loro degli accordi triennali, in maniera tale che possano fare degli
investimenti che vanno nella direzione della qualità. Infatti, se non dici a chi
eroga prestazioni in regime privato convenzionato che può contare su un budget
per tre anni, probabilmente, non gli fai assumere medici e comprare attrezzature
capaci di qualificare questo servizio. Dico, però, che, quando abbiamo fatto
questo, ho letto sulla stampa dichiarazioni rilasciate dagli stessi firmatari
dell'interrogazione che dicevano: “Ah, ma si fanno provvedimenti che vanno nella
direzione di farsi carico delle esigenze del privato”. Oggi mi trovo un'interrogazione
a firma dei consiglieri Bevacqua e Amalia Bruni che dicevano queste cose, lamentandosi
del fatto che la Regione non aveva dato ancora i ristori COVID alle aziende
private. Per cui si illustra da sé, ma è giusto che venga illustrata, io l'ho
illustrata.
Come
sapete la normativa si fa carico di questo che è un diritto delle aziende
private, nel senso che prevede che questi ristori COVID possano essere dati a
condizione che, però, il sistema sanitario sia in equilibrio, perché,
altrimenti, questi ristori COVID, con buona pace delle aziende sanitarie
private, non devono essere dati loro. Quindi i ristori del 2020 assolutamente
non devono essere dati alle aziende che fanno sanità privata in regime
convenzionato perché nel 2020 il Sistema sanitario regionale era non era in
equilibrio, c'era un disavanzo.
È
vero, abbiamo un avanzo di amministrazione nel 2021 e nel 2022, quindi questi
ristori potrebbero essere dati. La risposta alla interrogazione è la seguente:
noi abbiamo trasferito le risorse alle Aziende sanitarie perché quantifichino
la parte dei ristori che possono dare alle aziende private in ragione di una normativa
nazionale, la normativa prevede che abbiano diritto al 90 per cento dei costi
fissi. Le Aziende sanitarie, a volte, hanno difficoltà a quantificare quanto
sia questo 90 per cento, stanno procedendo. Dopo l'accertamento definitivo
dell'equilibrio di bilancio, che si è avuto per effetto dell'approvazione dei
bilanci delle Aziende sanitarie, oggi, possono procedere, a condizione, appunto,
che quantifichino la spesa; per cui non abbiamo difficoltà ad
adeguarci a quello che dice la normativa. Trovo singolare che, a volte, si
firmino atti di sindacato ispettivo che vanno in una direzione e, poi, quando
il governo regionale fa dei provvedimenti che vanno in una direzione simile,
forse anche più virtuosa, questi provvedimenti vengono contestati.
Grazie, Presidente. Se vuole replicare,
consigliere Alecci, per un minuto ne ha facoltà.
Non è una replica. Volevo spiegare perché si
illustra da sé: il Partito Democratico ha un gruppo composto da sei componenti
ed è la collega Bruni che si occupa, soprattutto, della sanità e oggi, per
motivi familiari importanti, non può essere presente. Quindi, non ero
sicuramente all'altezza di sostituirla su una materia nella quale non sono autocrate
o non ho, non penso di avere, la scienza infusa; quindi, ho pensato bene di far
sì che l'interrogazione si illustrasse da sé. Questo è il motivo.
Procediamo con l'interrogazione numero 140/12^,
a firma del consigliere Lo Schiavo, in merito al servizio SUEM di Sersale,
dell'Alto Ionio e della Presila catanzarese. Cedo la
parola all'interrogante per l'illustrazione. Prego, ne ha facoltà.
Si illustra da sé.
Prego, Presidente.
L'interrogazione
ha per oggetto il servizio SUEM di Sersale. I temi posti in questa
interrogazione sono gli stessi che sono stati posti, credo, in più
dichiarazioni alla stampa nel corso dei mesi; infatti, si parte proprio dalle
notizie raccolte dalla stampa circa la criticità dei servizi sanitari afferenti
a questo territorio nel catanzarese.
Il
Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale, Battistini, si è attivato per
fornire al sottoscritto una risposta in ordine a quello che è stato prodotto
per il comprensorio di Sersale. Per porre rimedio alla situazione del Servizio
di emergenza urgenza dell'area provincia di Catanzaro, distretto Ionico, è stata
tenuta, il 17 maggio, una riunione presieduta proprio da Battistini; alla
riunione era presente il direttore del distretto sanitario e il rappresentante
dei medici di Medicina generale.
Preso
atto della carenza, soprattutto, dei medici di continuità assistenziale - come
sapete, è una carenza che c'è in tutta Italia - si è stabilito di predisporre
una nuova articolazione sperimentale dell'assistenza primaria che consenta
un'estensione della durata temporale dei presidi sanitari. Inoltre, l'Azienda
sanitaria provinciale di Catanzaro sta per attingere da una graduatoria di
autisti di ambulanze, già vigente in Regione, per procedere all'assunzione di
altro personale e disporre, quindi, di un numero maggiore di mezzi di soccorso.
Per inciso, vi comunico che a fine mese arriveranno 60 nuovi mezzi di soccorso,
60 nuove ambulanze, acquistate per tutta la regione dall'Azienda sanitaria provinciale
di Cosenza, ed entro fine anno arriveranno altre 30 ambulanze che metteremo a
disposizione, soprattutto, dei soccorsi primari. In questa regione il problema
è che, spesso, molti mezzi devono essere utilizzati anche per i trasferimenti
secondari all'interno delle Aziende sanitarie provinciali o fra un presidio
ospedaliero e l'altro.
Nel
corso di incontri del Commissario straordinario dell'ASP e di alcuni sindaci
dell'aria è stata condivisa l’opportunità che, attesa la carenza di risorse, si
possa ricorrere a potenziamenti mirati delle postazioni di soccorso in
occasione di eventi particolari. L’interrogazione è di maggio, quindi la
risposta preparata da Battistini era riferita a qualche giorno dopo l'interrogazione,
gli ho chiesto, stamattina, di darmi qualche elemento in ordine alle altre
attività che avesse messo in cantiere e vi posso comunicare che sono presenti a
Sersale cinque infermieri, sei O.S.S. e due amministrativi, oltre a un
direttore medico che viene dal distretto, è garantita l'assistenza domiciliare
territoriale con tre infermieri, è stata progettata la messa a norma della
nuova sala del telecomandato radiologico.
Il
progetto è stato approvato ed è in firma di contratto specifico dei lavori, i
lavori sono previsti per novembre, c'è stata una fornitura di arredi, quindi
lettini, nuove poltrone per prelievi, alcuni già arrivati, c'è stato un
ammodernamento informatico con nuovi PC, ordinati a luglio su Consip, l'arrivo
è previsto a giorni. Sono state ripristinate le prestazioni specialistiche
ambulatoriali di dermatologia, endocrinologia, ortopedia, pneumologia,
cardiologia, malattie metaboliche, neurologia, oculistica e otorinolaringoiatria.
Due volte a settimana c'è il punto prelievo di sangue che verrà aumentato a tre
sedute, in concomitanza con l'aumento dei tecnici di laboratorio a Soverato. Quindi,
c'è una importante attività di potenziamento che si sta facendo in questa zona e
nella provincia di Cosenza.
Devo dire che, questo, è uno degli esempi nei quali l'attenzione del territorio e anche dei rappresentanti politici del territorio è utile perché, in ragione di questa attenzione che si chiedeva di rivolgere a questo presidio, sono state poste in essere molte attività che sono quelle che vi ho illustrato.
Consentitemi, però - non è il caso di questa interrogazione né degli interroganti che hanno rivolto queste domande al Commissario - una riflessione: a volte io credo che, rispetto alle critiche che si muovono e che hanno per oggetto il governo della sanità in Calabria, si difetti di onestà intellettuale. Può essere una mia sensazione, però, l'ho detto nei giorni scorsi in un paio di occasioni: “Facciamo finta che il sistema sanitario calabrese sia esso stesso un paziente”. Allora, il Sistema sanitario calabrese, che io ho preso in cura da due anni, dopo 12 anni di commissariamento, era stato ridotto in una condizione di coma profondo da 12 anni di commissariamento. Io ho preso in cura un paziente che era in coma. Questo paziente l'ho risvegliato. So che all'interno di questo Consiglio regionale ci sono anche dei medici, dovrebbero sapere che, quando un paziente si risveglia dal coma e da un coma di 12 anni, c'è bisogno di un periodo di riabilitazione intensiva, poi di un periodo di riabilitazione estensiva. Quando, a volte, anche da chi fa il medico e questo sistema lo conosce, io registro delle critiche nei confronti di questa gestione commissariale che, magari, in passato non erano state mosse alle precedenti gestioni commissariali, mi viene il dubbio che qualcuno ritenga che un paziente, che è stato in coma per 12 anni e che è stato risvegliato, possa diventare da un giorno all'altro un atleta capace di fare i 400 metri ostacolo perché qualcun altro usa la bacchetta magica. Non è così.
Vi vorrei
tranquillizzare in ordine al fatto che io la bacchetta magica non ce l'ho. Però,
come sono riuscito a risvegliare questo paziente, riuscirò a porlo fuori dalla
riabilitazione intensiva o semintensiva, con buona pace di chi ritiene invece
che si possano fare i miracoli. I miracoli non si possono fare! Ci vuole invece
tanto lavoro, tanta determinazione per fare quello che è possibile fare e lo
faremo. Questo paziente forse lo porteremo nella condizione di poter
deambulare, camminare tranquillamente anche se è stato in coma per così tanti
anni.
Grazie, Presidente. Interviene per replica il collega Lo Schiavo.
Grazie, Presidente, intanto per la risposta che lei mi ha dato. Ovviamente arriva dopo un bel po’ di tempo e rischia anche di non essere d'attualità, però diamo a quella comunità un segnale di attenzione nella risposta che mi ha dato.
Lei dice di essere riuscito a risvegliare da un coma che durava 12 anni la sanità calabrese. Forse si è svegliata dal coma, Presidente, però non solo non cammina, ma ancora non risponde. Siamo alla fase in cui forse non è in coma, ma sicuramente ancora non riesce a dare risposte. Questo non a causa dell'abnegazione e dell'impegno che lei ci mette. Nessuno pretende i miracoli e sono contento che lo diciamo perché in questo modo i cittadini calabresi sanno che le cose sono sempre più complesse di come appaiono e che non possono risolversi nell'arco di poco tempo con bacchette magiche. Però, ancora la sanità rimane il problema vero dei calabresi, la grande questione centrale dei diritti negati ai calabresi; quindi, bene fa, Presidente, a dedicare ogni energia a questo settore.
Arriveranno le ambulanze, ma devono arrivare anche i medici. Noi abbiamo bisogno di ambulanze che viaggino assieme a medici, a personale medico che non sia costretto a fare dei turni, anche contra legem, che non sia costretto a dover supplire delle carenze che, come lei diceva, durano da anni.
Noi abbiamo bisogno di una rivoluzione nella sanità che non si fa ovviamente dalla sera alla mattina. Abbiamo bisogno di investimenti, di risorse, di risorse pubbliche. Siamo ancora nella fase del commissariamento, quindi abbiamo un compito ingrato: dover fare ribilanciare i conti come ogni commissariamento deve fare, ma nello stesso tempo noi abbiamo la necessità anche di programmare, di investire, di puntare sul futuro.
Presidente, l'ho già detto in quest'Aula: le cose che mi chiedono di più i cittadini sono cose elementari, non sono dei favori, è la salvaguardia di diritti. Quando a Sersale mi chiedono l'ambulanza o mi chiedono in vari territori di potere garantire tempi certi nelle liste d'attesa, mi stanno chiedendo l'attuazione di un diritto costituzionale. Noi abbiamo una sfida enorme davanti a noi e qui dobbiamo remare tutti assieme nella stessa direzione. Certo, a un certo punto noi dovremmo fare anche un'analisi scientifica dei risultati prodotti. Forse è ancora troppo presto, però dovremmo ragionare con dati e numeri alla mano; dovremmo ragionare su quelli che sono i risultati di Azienda Zero e se questa creatura, che noi abbiamo messo in atto, comincia a produrre i suoi risultati; dovremmo ragionare su come far ritornare alla normalità le Aziende sanitarie provinciali che oggi sono molte di queste commissariate; addirittura commissariate con presenze di Generali ai loro vertici.
La presenza di Generali ai vertici delle Aziende sanitarie calabresi dimostra come in questa regione per tanto tempo, per troppo tempo, sia mancata la normalità. Noi dobbiamo ritornare alla normalità e, quindi, io spero che il paziente, che oggi si è risvegliato, in poco tempo riesca anche ad esercitare le funzioni minime, basilari, quelle vitali e che riesca a dare una risposta ai calabresi. Grazie a lei, Presidente.
Passiamo all'interrogazione numero 143/12^ di iniziativa del consigliere Mammoliti, recante “Richiesta delle organizzazioni sindacali in merito alla convocazione del Tavolo istituzionale servizio idrico integrato”. Vi prego però di rispettare i tempi: due minuti per la domanda; tre minuti, Presidente, per la risposta. Altrimenti non facciamo in tempo neanche per mezzanotte. Prego, consigliere Mammoliti.
Grazie, Presidente. Utilizzerò anche meno del tempo che mi spetta, per una ragione politica molto semplice. Ognuno di noi, anche quando le mozioni vengono firmate in gruppo, elabora il contenuto dell'interrogazione, ma, pur prendendo atto della convocazione odierna del Consiglio e dell'aver inserito all’ordine del giorno questi punti di interrogazione, si tratta di interrogazioni che non sono state di fatto evase, perché, se fossero state evase nei tempi previsti dal Regolamento, probabilmente, non saremmo qui a discutere di queste problematiche. Il contenuto di questa interrogazione, però, credo che sia stato sinceramente accolto.
Non mi voglio prendere del tutto il merito, ma voglio ringraziare il presidente Occhiuto che ha prestato l'attenzione necessaria perché nell'interrogazione veniva chiesto, in merito alla problematica dell'importantissimo obiettivo della riforma del servizio idrico integrato, di coinvolgere le organizzazioni sindacali che, debbo dire la verità e debbo dare atto, sono state non solo già convocate ma, da quello di cui sono a conoscenza, mi risulta che anche domani ci sia un’ulteriore convocazione; quindi posso considerarmi soddisfatto perché il contenuto di questa interrogazione è stato pienamente colto. Grazie, Presidente.
Prego, signor Presidente della Giunta.
Di fatto ha risposto il consigliere Mammoliti, cioè le organizzazioni sindacali sono state coinvolte. Brevemente, ne approfitto per dare un'ulteriore informativa al Consiglio regionale in ordine alle questioni che pure erano poste nella interrogazione e che riguardano, sostanzialmente, l'attuazione e la riforma che questo Consiglio regionale, su impulso del governo regionale, ha prodotto quando si è costituita Arrical. Ormai Arrical è la base dei comuni aderenti per poter diventare il soggetto che sarà governato dai comuni stessi; quindi, è mia intenzione e del governo regionale restituire questo soggetto ai comuni, ora che i comuni hanno aderito, affinché possano avere la governance del sistema. Da qui a qualche settimana saranno indette le elezioni per i vertici di Arrical. Nel contempo, siamo impegnati affinché Sorical sia posta nella condizione di poter svolgere pienamente la sua funzione.
Come sapete, sono andato a Bruxelles, lì ho avuto il disco verde alla Commissione europea per poter dotare Sorical di finanza utile a realizzare tutte le attività. Ho incontrato l'amministratore delegato di Enel, incontrerò anche ai vertici di FMS, che è il fondo governativo tedesco che ha in pegno alcune quote di Sorical, perché l'idea è quella di arrivare ad un piano di ristrutturazione che metta Sorical nella condizione di poter assolvere al suo compito, senza i vincoli che oggi la normativa le pone in capo per via appunto della legge fallimentare e del piano di rientro a suo tempo approvato. Si sta andando, quindi, velocemente nella direzione tracciata e i comuni saranno, oltre alle organizzazioni sindacali, sicuramente protagonisti di questo processo, perché a breve governeranno, appunto, l'autorità che è Arrical.
Grazie, Presidente.
Passiamo all'interrogazione numero 150/12^ di iniziativa del consigliere Mammoliti, in merito alla fuoriuscita di percolato dalla discarica di Scala Coeli.
Grazie, Presidente. Anche qui, per recuperare tempo naturalmente, mi rifaccio al contenuto dell'interrogazione. Naturalmente, vorrei anche conoscere, rispetto agli interventi che verranno illustrati, quali sono state le attività realizzate a seguito della rimozione del percolato e se l'ARPACAL, così come aveva anche annunciato, ha svolto una verifica sull'accaduto, insieme al Dipartimento, quale azione si è messa in campo e, soprattutto, vorrei capire quali sono le conseguenze e le ricadute sull'ambiente e sulle falde acquifere a causa di quello che è accaduto nella discarica di Scala Coeli. Grazie.
Risponde il Presidente della Giunta regionale. Prego.
Presidente, mi pare che siano due le interrogazioni sullo stesso argomento. Se vuole rispondo a questa interrogazione, intendendo rispondere anche alla successiva.
Sì, l’interrogazione a firma dei consiglieri Tavernise e Afflitto è sullo stesso argomento.
Quindi, se il consigliere Afflitto lo ritiene, potrei rispondere ad entrambe ora e, per il suo tramite, dare loro anche il documento che il Dipartimento competente ha preparato perché io potessi rispondere e che ricostruisce tutte le vicende e tutte le attività che sono state svolte subito dopo il disastro provocato dalla fuoriuscita del percolato qualche mese fa, lì, a Scala Coeli. Sono state eseguite diverse misure in fase emergenziale, intraprese per la messa in sicurezza del sito di discarica e del contesto territoriale e ambientale interessato all'evento.
Si comunica che sono in corso le attività di verifica in merito allo stato ambientale del sito inerente alla discarica. E, pertanto, ogni valutazione di competenza non può prescindere dai dati scientifici risultanti dai monitoraggi, dai cambiamenti, dalle analisi eseguite appunto da ARPACAL di cui, consigliere Mammoliti, ancora si attendono gli esiti definitivi. Le valutazioni finali in merito alle procedure da porre in essere per il ripristino ambientale dei siti interessati avverranno di concerto con gli organi di controllo e a seguito dello studio intrapreso circa l'eventuale superamento delle soglie di contaminazione delle matrici ambientali indagate. Come sapete, su questo tema, peraltro, c'è anche un lavoro che sta facendo la Procura della Repubblica, per cui noi saremo attenti sia ai risultati delle valutazioni che ARPACAL ha già fatto sia ai risultati delle valutazioni che la Procura dovesse fare.
Vi anticipo quella che è un'indicazione di governo che noi vorremmo dare: avendo disposto il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, che è una cosa che non piace ad alcuni di voi, come al consigliere Laghi - ho visto che è sobbalzato quando l'ho detto - noi, in prospettiva, non abbiamo bisogno di discariche. Per cui il mio personale orientamento è quello di limitare quanto più possibile il proliferare di discariche nella nostra regione e di fare in modo che le autorità preposte svolgano i controlli quanto più stringenti possibili sulle discariche in esercizio che devono rispettare tutti i valori ambientali previsti dalla legge.
Grazie, Presidente. Collega Afflitto, penso che il Presidente della Giunta abbia risposto anche alla sua interrogazione che, pertanto, consideriamo evasa. Interviene, per replica, il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente. È chiaro che poi vedremo i risultati, in attesa dell'evoluzione che ci sarà su queste problematiche, però, intanto, c'è la necessità dell'immediatezza. E sull'immediatezza bisogna dire che l'intervento è stato svolto, il percolato è stato rimosso, anche se sembrerebbe che la Bieco abbia svolto delle analisi di cui ancora l'esito non si conosce, mentre, giustamente, il Presidente parlava anche delle analisi effettuate dall'ARPACL. Prendo atto dell'interessamento in maniera positiva, ma vorrei che su questa problematica, per l'importanza dal punto di vista sia ambientale sia delle conseguenze anche sulle falde acquifere, ci fosse, così come è stato puntualmente riportato dal Presidente, tutta l'attenzione e l'impegno necessario. Grazie.
Grazie.
Passiamo all’interrogazione, sempre a firma del collega Mammoliti, sulla mancata assegnazione dei medici cubani al Pronto soccorso all'Ospedale di Vibo Valentia. Consigliere Mammoliti, ha facoltà di illustrarla.
Grazie, Presidente, anche se, di fatto, questa interrogazione è in parte superata. Però, Presidente, io la seguo molto, in maniera anche abbastanza appropriata, nei suoi interventi e negli impegni che sta dispiegando sulla problematica della sanità calabrese e io ho avuto modo di dire, Presidente, secondo il mio modesto punto di vista, c'è una discrasia molto stridente tra l'orientamento, le direttive e i provvedimenti che lei assume a livello regionale e quanto si verifica poi nella ricaduta del governo della sanità territoriale.
Mi assumo la responsabilità di quello che dico e ho presentato atti, provvedimenti e iniziative. Questa credo che sia una di quelle che, in maniera paradigmatica, dimostra come esista, caro Presidente, questa discrasia con l'input che indica lei, in qualità di Commissario, sui temi della sanità.
Quando lei ha annunciato la presenza dei medici cubani a Vibo in un'intervista, in una dichiarazione sulla stampa, in maniera molto chiara si evinceva che nell'ospedale di Vibo Valentia bisognava collocare questi medici cubani, tre al Pronto soccorso e uno in ortopedia. Guarda caso, arrivo a Vibo, vado a salutare i medici cubani senza nessun invito - mi hanno insegnato questo dal punto di vista istituzionale - e, quella mattina, non so per decisione di chi, quei tre medici vanno a finire nei reparti; quei medici che dovevano essere, come lei opportunamente aveva giustamente annunciato, al Pronto soccorso che bisogna potenziare e rafforzare - lo condivido e lo sostengo, Presidente – perché è la prima linea. Oggi, sembrerebbe che di quei tre, almeno due sono ritornati al Pronto soccorso.
Quindi, caro Presidente, io sono molto attento sui provvedimenti che lei in maniera appropriata sta introducendo nella sanità, però le ribadisco di prestare attenzione, perché sugli input che lei manda al governo dei territori della sanità territoriale c'è una discrasia che non sempre va nella direzione che lei indica. Grazie, Presidente.
Prego, Presidente.
Riporto i numeri: i medici cubani a Serra San Bruno - parlo quindi di tutta l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo a Serra San Bruno - lavorano autonomi nel Pronto soccorso; a Tropea lavorano affiancati in Pronto soccorso e saranno valutati per la loro autonomia nella prossima settimana; a Vibo sono impegnati prevalentemente in Terapia intensiva, ma questo consente ad altri medici di Vibo di poter fare turni in Pronto soccorso con la prestazione aggiuntiva.
Consigliere Mammoliti, lei ricorderà che, quando io in quest'Aula ho parlato della mia decisione di prendere i medici cubani, ci fu una levata di scudi, non solo in quest'Aula, ma dappertutto, io fui messo all'indice dalla comunità scientifica medica nazionale, i sindacati, gli Ordini dei medici mi attaccarono per questa decisione; oggi, questa mia decisione viene salutata come una decisione positiva che anche altre Regioni vorrebbero intraprendere.
Faccia attenzione, però, consigliere Mammoliti, i medici che hanno lavorato a Reggio Calabria sono lì da 7-8 mesi e, pure in una regione complicata come la Calabria, pure in una regione giustamente attenta alla qualità dei servizi offerti, non c'è stata una sola protesta da parte dei pazienti sulla qualità dei medici che hanno lavorato negli Ospedali di Reggio Calabria per diversi mesi.
Perché questo? Perché abbiamo utilizzato anche dei protocolli che ci hanno consentito l'inserimento di questi medici nel modo più appropriato. I medici cubani non vengono mandati in Pronto soccorso dal giorno in cui vengono nell'Azienda sanitaria o nell'Ospedale; si verifica che abbiano intanto la capacità per relazionarsi e poi vanno nel Pronto soccorso. Così è stato anche a Vibo Valentia. Così vorrei che fosse per gli altri medici che potremmo prendere, sempre da Cuba, e che potrebbero aiutarci nell’Emergenza-Urgenza.
Potremmo anche pensare di utilizzare questi medici per rendere medicalizzate le ambulanze che prendiamo, facendo in modo, però, che questi medici, quando non sono impegnati nei soccorsi per il sistema Emergenza-Urgenza, possano, per esempio, prendersi in carico 30, 40 cronici e possano fare quelle prestazioni assistenza territoriale che, purtroppo, il nostro sistema sanitario non riesce a erogare.
Quindi, sì, si sta ragionando anche nella direzione di rendere ulteriormente utile l'apporto dei medici cubani. Lei diceva che forse non c'è una corrispondenza fra l'azione che io faccio e le azioni dei dirigenti sul territorio. Prima, forse, nell'intervento di risposta che ho fatto al consigliere Lo Schiavo, dicevo che manca la capacità amministrativa e che il sistema è in coming, anche perché non c'è un tessuto amministrativo.
Lei, consigliere Mammoliti, come il consigliere Lo Schiavo, proviene da una provincia dove, anche all'interno dell'Azienda sanitaria provinciale, c'è la necessità di approfondimenti in ordine a eventuali infiltrazioni, così come c'è stata in moltissimi comuni della provincia. Allora lei mi diceva: “Si mettono i generali”. Sì, soprattutto in alcune realtà, forse è utile che ci sia un generale che ha anche competenze in materia sanitaria perché ha governato la sanità militare e che deve avere in qualche modo la possibilità di verificare che pratiche del passato, che hanno seriamente compromesso la funzionalità amministrativa di un'Azienda come quella di Vibo, non si ripetano.
Ho fiducia nel fatto che la presenza di questi dirigenti può essere un argine verso fenomeni che dobbiamo insieme debellare.
Quindi, sì, sono estremamente convinto della bontà della scelta, quando per esempio per l’azienda sanitaria provinciale di Vibo ho scelto un generale con grandi competenze mediche. La legge mi imporrebbe di nominare Commissari; la legge io l'ho fatta modificare perché, quando mi sono insediato, potevo soltanto nominare i Commissari.
Ho chiesto al Parlamento nazionale di modificare la norma e oggi posso nominare sia Commissari sia direttori generali. Laddove ci sono le condizioni per nominare un direttore generale e per restituire normalità alla gestione dell'Azienda sanitaria, lì è giusto nominare un direttore generale; laddove, invece, ci sono problemi di diverso genere, forse lì è utile tenere un Commissario.
Qualche sua collega l'altra volta diceva: “Ah, ma bisogna dare continuità alla gestione e bisogna nominare i direttori generali delle aziende”. Se non fosse stato perché l'ho chiesto io, direttori generali nelle aziende oggi non se ne potevano nominare perché quella norma l’ho chiesta io al Parlamento e al Governo ed è stata approvata. Ora abbiamo la possibilità di nominare il direttore generale ed il Commissario. Questo si fa laddove è possibile farlo.
“Ci vogliono medici”, diceva prima qualcuno - non so se lei o il consigliere Lo Schiavo -, “non bastano le ambulanze, ci vogliono medici”.
Ho sempre rispetto di quello che dice il consigliere Lo Schiavo, generalmente certe volte riesce a essere molto meno banale: è normale che ci vogliono medici, ma ci vogliono medici in tutta Italia, non ci vogliono medici solo in Calabria. Anzi, siamo riusciti, nell'ultima settimana - l'ho detto qualche giorno fa - a fare qualcosa per la prima volta in Calabria: abbiamo fatto un concorso unico, attraverso il modello di Azienda Zero, perché il deficit di capacità amministrativa che ho nel Dipartimento e a valle nelle Aziende lo devo colmare in qualche modo e lo devo colmare con Azienda Zero. Se non avessimo fatto Azienda Zero, non avremmo potuto fare il concorso unico per i medici, non avremmo potuto fare l'acquisto centralizzato dei mezzi dell'Emergenza-Urgenza. Certo, non l'abbiamo fatto con Azienda Zero perché Azienda Zero ancora non ha gli uffici del personale per fare tutte queste cose, ma l'abbiamo fatto con questo modello, nel senso che è Azienda Zero ad averlo disposto e l'abbiamo voluto fare facendo in modo che Azienda Zero si avvalesse di un'altra azienda, che facesse il suo lavoro. Se non avessimo costruito questo modello, non l'avremmo fatto e fra 10 giorni non avremmo avuto le 60 ambulanze, fra tre mesi non avremmo avuto le 100 ambulanze, non avremmo avuto nemmeno il concorso di cui vi ho parlato; un concorso, che era stato fatto per 220 posti, ha avuto 440 domande a Catanzaro. Una cosa mai successa in Calabria, una cosa che difficilmente succede anche nel resto d'Italia. Perché l'abbiamo fatto? Perché siamo stati più bravi? Non io, ma evidentemente il generale che l'ha fatto è stato più bravo perché ha utilizzato tutte le innovazioni legislative degli ultimi mesi, quelle del decreto bollette, e ha fatto un concorso finalmente attrattivo, aperto anche agli specializzati.
Vogliamo dirne un'altra? Abbiamo finanziato 85 borse di specializzazione. Mai successo anche questo in Calabria! Quindi abbiamo avuto più domande dei posti messi a bando. È chiaro che servono i medici, ma stiamo lavorando per superare queste criticità. E lo stiamo facendo, appunto, avendo risvegliato il paziente, a cui facevo riferimento prima, abbiamo cominciato a - stia tranquillo, siano tranquilli i consiglieri dell'opposizione - a farlo camminare come mai ha fatto nei 12 anni precedenti.
Prego, collega Mammoliti, può replicare.
Grazie, Presidente. Naturalmente prendo atto dei contenuti della risposta e di quanto è avvenuto, però vorrei ricordarle, Presidente, veramente con grande merito e senza ragionamenti dietrologici che non mi appartengono, che lei è molto abile.
Comprendo il profilo della risposta che ha voluto dare, perché, come dice lei, agiamo in un terreno molto delicato: l'ASP di Vibo è stata già sciolta per infiltrazioni nel passato, c'è poco da fare. Bisogna tenere bene in mente anche le indagini giudiziarie che sono in corso su quell'ASP, ma, proprio per questa ragione, io la inviterei a valutare le interrogazioni propositive che noi facciamo alla sua attenzione perché la vorremmo anche aiutare; non è tanto per porre il problema, ma per ricostruire quell'obiettivo positivo che si vuole infondere nella sanità. Debbo dare atto che la partecipazione al concorso di tanti medici credo che sia finalmente un segnale molto positivo; è un lavoro complicato, difficile, però credo che sia un primo segnale.
Finisco, Presidente. Il problema non è tanto il Commissario. Politicamente sono contrario alla gestione dei Commissari generali, prefetti e via dicendo, perché, se dopo 13 anni siamo in quelle condizioni è anche perché ci sono stati molti generali, comandanti dei carabinieri, e via dicendo. Ma il punto lì è che noi abbiamo un Commissario part time, Presidente, lei lo sa. Abbiamo un Commissario che viene una volta alla settimana. Nomini un generale pure, ma nomini un generale che viene tutta la settimana per prestare l'attenzione dovuta a quella problematica della sanità che richiede una grandissima appropriata attenzione, Presidente. E poi, infine - e chiudo, ma senza nessuna polemica, perché a me interessa il risultato - quei medici, Presidente, venivano da un corso intensivo dell'Unical; quindi, se erano stati bravi al corso intensivo dell'Unical e li avete mandati a Serre al Pronto soccorso e li avete mandati a Tropea al Pronto soccorso, è possibile che solo quelli che dovevano andare al Pronto soccorso di Vibo non erano stati così bravi da superare questo corso intensivo? Grazie, Presidente.
Procediamo con l’interrogazione, sempre a firma del collega Mammoliti, la numero 166/12^ “Sulla sospensione da parte dell'ASP di Vibo del servizio di trasporto delle persone sottoposte a trattamento di emodialisi”.
Intervengo, brevemente, anche qui, Presidente, rifacendomi naturalmente al contenuto dell'interrogazione. Questo disservizio che di fatto si è determinato, Presidente, in linea con le riflessioni che le ho, in maniera molto puntuale e garbata, sottoposto, si è determinato una situazione nella quale una Convenzione, sottoscritta con la Croce Rossa e l'ASP di Vibo, non tiene conto delle linee guida che lei aveva emanato con un DCA qualche giorno prima. Quando le dico che c'è una discrasia tra la sua impostazione regionale e le ricadute incongruenti che si verificano in chi governa la sanità vibonese, non è una presa di posizione politica pregiudiziale, ma è una constatazione di merito costante, quotidiana, che faccio sulla base di questi provvedimenti, di questi atti amministrativi che si approvano e che determinano poi dei disservizi che, se evitati, consentirebbero di fare bene al territorio e soprattutto agli ammalati. Grazie, Presidente.
Prego, Presidente.
L'ASP di Vibo non ha mai sospeso il servizio di trasporto pazienti dializzati nell'ambito territoriale di competenza, nel rispetto della normativa di settore, con particolare riferimento proprio al DCA, a cui lei faceva riferimento, il 191 del 2023; l'Azienda mi ha risposto dicendo che “è consapevole della circostanza che il trasporto per le cure dialitiche, essendo parte della cura, deve essere garantito a tutti i pazienti, ma al tempo stesso attiene alla discrezionalità del rapporto medico-paziente stabilire se, per beneficiare delle medesime cure, il paziente possa usufruire di un mezzo dell'Azienda sanitaria e/o messo a disposizione dall'Azienda stessa, ovvero voglia accedere alle sedute dialitiche con mezzo proprio, potendo chiedere il ristoro delle spese sostenute, che è determinato su parametri precisi”.
Il trasporto dei dializzati non è legato alla condizione fisica del paziente, bensì alla patologia e, come tale, deve essere considerato parte integrante della cura e quindi un LEA, in quanto tale, mai sospeso dall'Azienda sanitaria provinciale di Vibo. Infine, appare opportuno segnalare come assolutamente non possa essere confusa, come sembra essere fatto nell'interrogazione, la garanzia dell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza con la modalità di programmazione dell'erogazione individuale degli stessi.
Al riguardo l'ASP di Vibo non ha dunque disatteso l'applicazione del DCA a cui lei faceva riferimento, consigliere Mammoliti, rimandando ai singoli la scelta sulle modalità di trasporto, attesa altresì la valenza positiva sul piano psicologico nonché sociale della possibilità di autodeterminarsi nella scelta e, soprattutto, dell'autonomia nello spostamento.
Con riferimento alla scelta aziendale di sottoscrivere una convenzione tra l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo e la Croce Rossa, si rinvia all'iter logico giuridico di cui all'atto deliberativo conseguente di approvazione e adozione della Convenzione attualmente vigente. Ma glielo faremo avere nel caso. Ad ogni buon conto appare opportuno precisare che i pazienti dializzati nell'ASP di Vibo Valentia sono 18 e che ad oggi i trasporti programmati, effettuati in esecuzione della Convenzione, sono stati soltanto due.
Ecco, questa è la risposta a questa interrogazione. Però, siccome ho letto e ho dato una risposta un po’ noiosa, ne approfitto per tornare su quello che diceva prima consigliere Mammoliti in ordine al fatto che i medici cubani in qualche Ospedale vanno in Pronto soccorso dopo qualche giorno, in qualche Ospedale dopo qualche settimana, non tutti hanno la stessa propensione ad apprendere le lingue.
Pensi, consigliere Mammoliti, che ogni mattina alle 7 seguo un corso online per migliorare il mio inglese e, poiché ho un gigantesco problema di pronuncia, probabilmente lo faccio con meno profitto di come lo farebbe lei. Capita anche ai cubani.
Grazie, Presidente. La liberiamo perché sono finite le interrogazioni che la riguardavano, quindi, passiamo all'interrogazione numero 138/12^ a firma del consigliere Lo Schiavo “In merito ai lavori sul tratto autostradale A2 Pizzo - Sant'Onofrio”.
Mi rifaccio al contenuto dell'interrogazione. Si illustra da sé.
Risponde il Presidente della Giunta regionale.
Presidente, rispondo io. Il tratto autostradale a cui fa riferimento l'interrogazione è uno dei due tratti autostradali che, come sapete, fu inaugurato nel 2016 da chi aveva necessità di inaugurare la nuova autostrada, ma, invece, non era stato effettivamente rifatto. L'altro tratto autostradale è quello fra Cosenza e Altilia.
Su questo tratto autostradale, l'ANAS sta intervenendo con importanti risorse, purtroppo solo di manutenzione ordinaria e straordinaria, e i lavori sono ancora più complicati quando insistono su viadotti.
Nel bilancio di ANAS sono previsti altri 400 milioni di euro di risorse per ulteriori interventi nella direzione di manutenere questo tratto autostradale. Abbiamo più volte insistito con ANAS affinché, soprattutto nelle fasi più complicate, quelle dell'esodo turistico, questo tratto non fosse interessato da lavori. ANAS lo ha fatto perché, come ha visto, nella scorsa estate questo tratto è stato completamente liberato. Sia chiaro che, quando si smonta un cantiere, non si fanno i lavori e poi si rimonta successivamente, tutto questo periodo va recuperato nei lavori di manutenzione programmati.
Quindi, c'è sicuramente un'attenzione costante da parte del governo regionale affinché l’ANAS continui nei lavori di manutenzione.
Il mio auspicio è che si trovino le risorse in prospettiva per completare l'opera – ripeto, fu inaugurata, ma non completata, nel 2016 – e per completare davvero l'autostrada A2, rifacendo completamente il tratto fra Cosenza e Altilia e il tratto fra Pizzo e Sant'Onofrio.
Sul tratto fra Cosenza e Altilia, la progettazione c'era, invece sul tratto fra Pizzo e Sant'Onofrio la progettazione di ANAS non c'è, quindi, dobbiamo invitarla anche a intervenire per dotarsi di una progettazione riferita, appunto, a questo tratto.
Grazie, Presidente. Prego, collega Lo Schiavo, può replicare.
Intanto, ringrazio il Presidente per avermi risposto personalmente, ma ovviamente questa interrogazione era stata presentata nel periodo estivo di forte traffico autostradale.
Purtroppo, sarò banale due volte oggi, ma anche qui, se i mezzi di accesso alle nostre strutture e alle nostre mete di villeggiatura comportano gravi disagi per il transito stradale agli automobilisti turisti, inevitabilmente, ne risente l'immagine della Calabria.
Devo dare atto, per onestà intellettuale, che nel periodo estivo è stata data una parziale soluzione a questo problema, così come devo dare atto che su questo tema ovviamente non è competente il Presidente della Giunta regionale, ma dobbiamo esercitare una pressione mediatica più forte e più incisiva possibile per sollecitare ANAS a intervenire con urgenza su questi tratti autostradali.
Certamente, non sarà la mia interrogazione a cambiare il corso degli eventi, ma sicuramente su questi temi teniamo l'attenzione alta e, quindi, nonostante tutto, sono contento della risposta perché i riflettori non devono chiudersi su questo problema.
So di nuovi cantieri imminenti, perché quello è un tratto autostradale che percorro continuamente - lei lo conosce bene, conosce quello tra Cosenza e Altilia, non devo aggiungere altro - per cui manteniamo alta l'attenzione sui cantieri della nostra rete autostradale.
Ferme restando le competenze di ANAS, dobbiamo – ripeto – tenere il fiato sul collo perché davvero il sistema dei trasporti calabresi è centrale nello sviluppo di questa regione, non soltanto per il turismo, ma per tanti cittadini pendolari che si muovono continuamente in questa regione.
La mobilità è al centro della qualità della vita e, quindi, continuerò a essere banale e a presentare interrogazioni su questi temi.
Passiamo all'interrogazione numero 146/12^ di iniziativa del consigliere Mammoliti “In merito all'emergenza cinghiali”.
Cedo direttamente la parola all’assessore Gallo per la risposta, senza l’illustrazione perché penso che il problema trattato sia noto.
Signor Presidente, colleghi consiglieri. Rispondo, naturalmente, ad una interrogazione che costituisce un tema di straordinaria attualità, non soltanto nella nostra regione, ma nell'intero Paese, perché l'emergenza dei cinghiali ha colpito, appunto, l'intero Paese.
Da molti anni a questa parte, tutti gli assessori regionali all’agricoltura hanno posto al Governo centrale questa problematica, ma spesso anche per questioni di natura ideologica non si è intervenuto.
L'unica azione che ci è stata consentita è quella del selecontrollo e in Calabria abbiamo svolto tantissimi corsi affinché tanti cacciatori diventassero selecontrollori, ma questo, naturalmente, non ha diminuito l'incidenza dei cinghiali. A questo si è aggiunta un’emergenza ulteriore, quella della peste suina africana per la Provincia di Reggio Calabria e, rispetto a questa situazione - peraltro, elimina anche la possibilità delle attività venatorie, se non attraverso i selecontrollori, con la girata ad 8 e con almeno 3 cani - abbiamo iniziato una serie di attività che dovranno portare all’eradicazione in Provincia di Reggio della presenza degli ungulati e nelle altre Province ad un controllo della specie, con una diminuzione del numero dei cinghiali.
Abbiamo elaborato un PRIU (Piano Regionale Interventi Urgenti), approvato dall'ISPRA, che prevede 84.000 abbattimenti per quest'anno; abbiamo rinnovato il disciplinare per la caccia al cinghiale chiedendo alle squadre di aumentare il numero degli abbattimenti: del 50 per cento per coloro che hanno superato nell'anno precedente i 100 capi; del 100 per cento e almeno 50 capi per coloro che non hanno superato i 100 capi. Abbiamo consentito alle squadre di fare gemellaggi, abbiamo previsto che le zone bianche possano essere assegnate alle squadre di caccia che hanno territori contigui; abbiamo chiesto ed ottenuto dal presidente Occhiuto che si firmasse un’ordinanza che creasse la filiera della carne al cinghiale, per cui probabilmente individueremo delle celle frigorifere di prossimità, oltre quelle che abbiamo già da tempo dato agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), per fare in modo che gli animali abbattuti, in attesa della verifica sanitaria, possano essere collocati in queste celle frigorifere per poi essere avviati alla costituzione della filiera.
Inoltre, stiamo per prevedere anche la possibilità, almeno per gli agricoltori a seguito dell'azione di selecontrollo, nel caso in cui ci siano abbattimenti, dell'interramento delle carcasse che non è assolutamente un elemento secondario.
Nei prossimi giorni, per l'ennesima volta, sarà in Calabria - e abbiamo chiesto che sia in Provincia di Reggio Calabria - il Commissario per la peste suina africana che dovrà elaborare, insieme a noi, il Piano per l'eradicazione della specie ungulata, perché gli abbattimenti per i suini ci sono stati in maniera massiva per chi avesse nelle aree rosse degli allevamenti da suini e, pertanto, ci sarà un Piano per l'eradicazione dei cinghiali nelle aree rosse, quindi nella Provincia di Reggio Calabria, sperando che il virus non si estenda.
In conclusione, si tratta di un’emergenza straordinaria a livello nazionale che riguarda tutte le regioni e tutto il Paese, che, naturalmente, è di natura anche economica, perché molti sono i danni che la Calabria e tutte le regioni stanno pagando per l’attività degli ungulati con il rischio di abbandono di intere aree, soprattutto interne, e poi è un'emergenza anche per la pubblica incolumità perché stanno aumentando i sinistri, in alcuni casi anche mortali. Rappresenta, poi, una gravissima emergenza sanitaria che costituisce un pericolo per gli esseri umani, perché non si tratta di una zoonosi - la peste suina africana, al contrario della tubercolosi, non è trasmissibile all'uomo - ma in ogni caso è un problema di natura sanitaria importante, perché, comprendete, potrebbe essere di nocumento per la filiera suinicola e anche del settore dei salumi e della ‘nduja, che per noi sono produzioni di pregio e di qualità e che hanno un fatturato per la nostra regione di almeno 150 milioni di euro all'anno. Quindi, naturalmente non si tratta del prosciutto di Parma, ma è, comunque, un’economia per la nostra provincia e per la regione.
Grazie, assessore Gallo. Cedo la parola al consigliere Mammoliti per la replica.
Grazie, Presidente. Dovrei poter svolgere il mio intervento per tre minuti, poiché mi sono limitato non illustrando l'interrogazione, consentitemi almeno, Presidente, di esporre alcune considerazioni.
Può replicare, allora, per quattro minuti.
Sicuramente, di meno. Sinceramente, do atto all'Assessoredel suo lavoro perché, come sa, abbiamo svolto insieme qualche iniziativa in qualche Comune, nel quale, purtroppo, come ha visto l'assessore, un ottantenne è stato aggredito in maniera molto grave.
Sono d'accordo, assessore, che ci sono una serie di interventi e che c'è una straordinarietà che ha colpito l'intero Paese che, naturalmente, si ripercuote con una serie di danni sull’agricoltura e sui piccoli imprenditori: l’aumento dei sinistri, la pericolosità sulla sicurezza, il problema sanitario della peste suina. Mi permetto di dire questo, Assessore: comprendendo la difficoltà nella quale bisogna agire, bisogna avere un approccio – non soltanto in Calabria ma nel Paese – rispetto alla dimensione straordinaria che questo aspetto ha assunto, perché purtroppo, a volte, ho la sensazione che non tanto in Calabria, ma a livello nazionale, si stia agendo con provvedimenti ordinari rispetto a una problematica che, invece, è diventata assolutamente d'emergenza e straordinaria.
Grazie, Presidente.
Passiamo all’interrogazione numero 147/12^ di iniziativa del consigliere Tavernise, “Disservizi ai treni navetta per le coincidenze del Frecciarossa Sibari – Bolzano”.
Cedo la parola al consigliere Tavernise per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. In breve. È stato istituito tre anni fa il treno Frecciarossa Sibari Bolzano. Ora, lo scorso anno, nel mese di settembre, per favorire i passeggeri e i pendolari della costa ionica, con un accordo stipulato nell'aprile 2021 tra l’Autorità trasporti della Calabria e Trenitalia, la Regione Calabria ha istituito un servizio treno navetta da e per Sibari, per garantire le coincidenze. Ora, senza rileggere tutta l’interrogazione, assessore Staine, purtroppo, su questo treno navetta spesso e volentieri ci sono dei ritardi e, quindi, molti passeggeri rimangono a piedi con il rischio che questo servizio non sia funzionale a trasportare i passeggeri da Crotone fino alla stazione di Sibari. Soprattutto nei mesi estivi mi sono pervenute diverse segnalazioni a tal proposito.
È chiaro che è un'interrogazione, presidente Mancuso, presentata a giugno, per la quale la risposta sta arrivando a fine ottobre, però ormai siamo qui e la discutiamo. Grazie.
Cedo la parola all’assessore Staine. Ha tre minuti per la risposta.
Consigliere Tavernise, grazie per la sua interrogazione alla quale desidero rispondere anche perché le sue interrogazioni sempre puntuali mi danno l'occasione per illustrare quello che stiamo facendo sui trasporti, soprattutto sulla tratta ionica.
Dopo un attento confronto con la Direzione regionale Calabria di Trenitalia tengo a precisare che i treni in oggetto, il regionale 5646 e il regionale 12979, non sono da considerarsi come navette, ma treni regionali a tutti gli effetti, come previsto nel contratto di servizio, e valutati, consigliere Tavernise, secondo il criterio di tutto il servizio regionale.
La programmazione, poi, è stata confermata nei diversi cambi di orario, incluso quello dello scorso dicembre 2022 che ha visto la riprogrammazione dell'intera offerta secondo il modello dell'orario cadenzato e senza alcuna compensazione straordinaria, perché sono stati gestiti all'interno del contratto di servizio.
Nello specifico, con riferimento al mese di maggio 2023, si evidenzia che il treno R5646 direzione nord, ha registrato un unico caso di ritardo, determinato da un guasto di linea e, dunque, non è stata garantita la connessione con il Frecciarossa.
Il treno regionale 12979, sempre nel mese di maggio 2023, ha registrato ritardo in 8 giornate con un tempo inferiore ai 13 minuti e mezzo, esattamente solo nei casi in cui ha dovuto attendere il Frecciarossa per Sibari in arrivo oltre l'orario stabilito. Quando il Frecciarossa ha superato la soglia di ritardo indicata, oltre 13 minuti, il treno regionale - non un treno navetta, tendo a sottolinearlo, perché nella trasportistica occorre essere precisi, - è partito senza aspettare i viaggiatori perché lo stesso treno ha una sua frequentazione specifica, non legata solo al Frecciarossa, dunque, ci sono i viaggiatori che attenderebbero per un tempo non quantificabile il treno regionale previsto su altri punti di percorrenza.
In tutti i casi di ritardo del treno Frecciarossa, i viaggiatori hanno usufruito di riprotezione di tutte le stazioni con un'organizzazione in capo alla direzione business alta velocità di Trenitalia sia con il ricorso a treni successivi sia a bus sostitutivi, senza nessun costo aggiuntivo per la Regione.
Quando accadono queste cose, mi premuro di chiamare la Direzione di Trenitalia e sto attenta perché le segnalazioni giungono per prima a me, così come è avvenuto nel giorno indicato da lei, consigliere Tavernise, il 17 giugno, quando gli 8 viaggiatori che proseguivano in direzione Crotone sono stati portati a destinazione con un bus sostitutivo, organizzato e a carico della direzione business alta velocità.
Questi sono i dati in nostro possesso. Inoltre, emerge uno scarso utilizzo del servizio ferroviario in questione, con una media inferiore a 10 passeggeri. Ulteriormente, lo slittamento in avanti di orario o l'aumento della fascia di tolleranza causerebbe un'ulteriore e significativo incremento dei costi.
È mio dovere essere molto attenta alla valutazione del rapporto tra costi e benefici, non perché sia mia intenzione penalizzare un determinato territorio, che è quello ionico, anzi mi pare, ed è evidente agli occhi di tutti, che da quando sono Assessore in questa Giunta, sulla linea ionica, abbiamo inserito tre nuovi Blues proprio perché sapevamo dei ritardi atavici che c'erano in quella linea.
Quindi, è evidente il fatto che, grazie alla prospettiva politica di questo governo regionale, stiamo investendo sulla rete di trasporto pubblico con mezzi moderni ed efficienti, così come in iniziative che tendono allo scopo della sostenibilità.
Siamo convinti che questa sia una strategia vincente che non solo migliorerà la qualità di vita dei nostri cittadini in termini di servizi, ma che avrà anche un impatto positivo sulle riduzioni di emissione CO2.
Il secondo treno, che abbiamo inaugurato a luglio, è il primo in Italia a zero emissioni, il Blues, questo sì per cancellare i ritardi più gravi che sono quelli della politica.
Questa è una risposta tecnica e spero di essere stata esaustiva, consigliere Tavernise, poi, se mi permette, le vorrei precisare con molta umiltà, visto che siamo della stessa generazione, che credo, quando si parla di trasporti o, in generale, quando si parla della politica calabrese, che i calabresi meritino una visione. I politici si possono dividere in due categorie: la prima è quella dei politici che decidono di far rimanere un segno in questa regione - credo che questa Giunta stia rispondendo con i fatti – e la seconda, invece, è quella dei politici che non hanno un'ottica lunga, una visione di ampio respiro; quest’ultima è la politica degli slogan e dei post sui social che, purtroppo, però, in una regione in cui serve tanto coraggio, non ha vita lunga.
Quindi, il mio suggerimento, appunto perché appartiene a una nuova generazione, consigliere Tavernise, è che, quando si parla di trasporti, di sanità o delle grandi decisioni di questa Regione, lei cerchi di lasciare il segno, perché i post sui social lasciano il tempo che trovano.
Immagino che il consigliere Tavernise voglia replicare. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente e assessore Staine.
Mi fa piacere che sia molto attenta e sia sul pezzo, però sa - me l'ha ricordato prima il presidente Mancuso - in quest'Aula è vero che c'è una maggioranza, ma dovete accettare che ci sia anche un'opposizione, altrimenti ci trasferiamo tutti nella Striscia di Gaza e comanda soltanto una Nazione.
Purtroppo, assessore Staine - lei lo sa meglio di me - ultimamente non sto nemmeno mandando comunicati stampa, le mando direttamente una Pec facendole proposte, magari come quella che le ho fatto sul trasporto verso l'aeroporto di Crotone.
Se lei vuole che lasciamo il segno. Servono giusto 2-3 minuti in più anche solo per la risposta alla Pec di un consigliere regionale, sarebbe anche una buona azione di una politica che vuol lasciare il segno, altrimenti poi gli slogan che vengono dall'opposizione, vengono poi recepiti anche dalla maggioranza. Grazie.
Grazie, collega Tavernise. Riprendiamo, collega Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, siccome ho visto che tra le interrogazioni a risposta scritta, ce n'è una che ha presentato il consigliere Alecci e sulla quale non avrei l'obbligo di rispondere, però ho letto la risposta ed è semplicemente una risposta tecnica. Se lei e il Consiglio lo consentiste, potrei integrare oralmente quella risposta tecnica con un giudizio politico sulla questione che il consigliere Alecci ha posto.
Va bene. Lei vuole integrare la risposta scritta.
Però, siccome io devo andare a Crotone, la cortesia che chiedo, a lei e al Consiglio, è di invertire l'ordine.
Prego, può rispondere sull'interrogazione numero 172/12^ di iniziativa dei consiglieri Alecci e Bevacqua sulla “Discarica di Giammiglione”.
Prego, Presidente.
(Interruzione del consigliere
Alecci)
Risponde il Presidente, poi lei si dichiara soddisfatto o meno, perché è una interrogazione a risposta scritta, non va illustrata, non è come le altre. Presidente, prego.
L’interrogazione che i consiglieri Alecci e Bevacqua hanno posto al governo regionale riguarda, appunto, la discarica di Giammiglione, che è una discarica di rifiuti pericolosi, speciali.
La risposta che il Dipartimento ha preparato e che io ho trasmesso come mia risposta è, appunto, una risposta tecnica, però io su questo tema non voglio evitare di esprimere un orientamento politico del governo regionale.
L'indirizzo di governo che la Giunta regionale sta dando agli Uffici della Regione è quello di ridurre quanto più possibile l'utilizzo di discariche, sia di discariche tradizionali sia, soprattutto, di discariche di rifiuti speciali o pericolosi.
Questa discarica produrrebbe utili per i proponenti, probabilmente, nell'ordine di centinaia di milioni di euro nei prossimi 3 o 4 anni.
È vero che io ho ereditato una Regione nella quale le procedure amministrative, le conferenze di servizio, tutte le procedure propedeutiche ad assumere decisioni in ordine all'apertura delle discariche erano state già fatte, quindi dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra le istanze di chi propone discariche in questa Regione - avendo avuto dai governi regionali precedenti delle pronunce tendenzialmente favorevoli - e questo orientamento politico di governo regionale che, sostanzialmente, mi fa dire che la Calabria non ha bisogno di questi insediamenti.
Quindi dal punto di vista dell'indirizzo di governo la Giunta regionale ha trasmesso queste indicazioni agli Uffici, si tratta di fare le cose come vanno fatte in un ordinamento come il nostro, dove ogni decisione deve essere sostenuta da percorsi amministrativi ineccepibili.
Però, siccome la risposta era, appunto, soltanto tecnica, ho voluto integrare questa risposta con quella che è l'opinione del governo regionale; poi, è evidente, le opinioni devono essere compatibili con i percorsi amministrativi.
Grazie, Presidente. Collega Alecci, la prego di attenersi ai tempi, perché abbiamo tantissime altre interrogazioni da discutere. Prego.
Non sono 50 le interrogazioni, come diceva, sono 20, però saremo veloci, ci mancherebbe altro. Intanto, innanzitutto, ringrazio il Presidente per la risposta.
Mi tranquillizza molto questa sua presa di posizione, perché quella della gestione dei rifiuti e, soprattutto, l'individuazione dei territori per le discariche è una pagina buia della nostra Regione.
Crotone - mi piace dare questo dato perché è significativo - ha un fattore di pressione – per fattore di pressione si intendono le tonnellate di rifiuti in proporzione ai metri quadrati della provincia - pari a 6 mila; quindi, i rifiuti presenti negli impianti nella provincia di Crotone danno un fattore o indice di pressione di 6 mila, nella provincia di Catanzaro di 3 mila, nella provincia di Reggio Calabria di 2 mila, nelle province di Vibo e di Cosenza 1800. Questo ci fa capire, in maniera chiara, che oggi la provincia di Crotone è quella, dal punto di vista ambientale e della quantità di rifiuti che vengono accolti, più martoriata.
Ricordo anche che questa discarica, che purtroppo potrebbe ricevere rifiuti speciali anche industriali da tutta la Regione Calabria, appesantirebbe anche il traffico veicolare sulla Strada Statale 106, perché transiterebbero camion da tutta la Calabria per arrivare in quest'area centrale, in cui già ne arrivano numerosi perché c'è un'altra discarica privata che è la Columbra, che oggi continua ad ospitare rifiuti anche speciali e che ha ospitato finanche i rifiuti provenienti da Napoli; quando Napoli viveva nell'emergenza rifiuti, i rifiuti della città di Napoli venivano portati in Calabria, ahimè, nella provincia di Crotone.
Quindi il fattore di pressione ci dice che ciò non è possibile, però, quello che mi preoccupa è il Consiglio di Stato che nella sua sentenza, dando ragione all'imprenditore, dichiara che: “Le previsioni regionali sono restrittive rispetto a quanto previsto dalla pianificazione regionale”. Cioè, si intendeva che questa discarica potesse essere solo al servizio dell'area SIN di Crotone, la Pertusola; il Consiglio di Stato dice che è troppo restrittiva e, quindi, può accogliere i rifiuti provenienti da tutta la Calabria perché la pianificazione regionale prevede questo.
Credo, allora, che la pianificazione regionale sia frutto della volontà politica e mi auguro che l'impegno sia quello di modificare l'individuazione dei territori capaci di accogliere oggi, ancora, rifiuti perché – ripeto - la provincia di Crotone non lo merita; è diventata la discarica regionale.
Ho accolto anche di buon grado l'idea che il concerto di Capodanno, probabilmente, si farà nella città di Crotone; ben venga un segno di attenzione verso una delle province che vive gravi disagi.
Un'annotazione simpatica, visto che lei è appassionato di droni: eviterei che nel veglione ci siano dei droni che si alzano, Presidente, perché a poche centinaia di metri dalla piazza dove si ballerà c'è l'area dell'ex Pertusola, un'area industriale abbandonata proprio sulle spiagge di fronte al mare, non sarebbe una bella immagine inquadrarla per la Calabria. Grazie.
Grazie.
Passiamo all’interrogazione numero 153/12^ di iniziativa del consigliere Mammoliti, “In merito alla presunta violazione della legge sulla parità di accesso agli organi di amministrazione da parte di Lameziaeuropa spa”.
Risponde l’assessore Varì. Prego.
Grazie, Presidente, onorevoli consiglieri, colleghi della Giunta.
Con questa interrogazione il consigliere Mammoliti interroga il governo regionale in merito alla presunta violazione della legge sulla parità di accesso agli organi di amministrazione da parte della società Lameziaeuropa, partecipata da FINCALABRA.
A seguito della sua interrogazione, consigliere Mammoliti, il Dipartimento sviluppo economico ha interessato della questione FINCALABRA che, a sua volta, si è rivolta naturalmente a Lameziaeuropa.
Lameziaeuropa ha - per il tramite del collegio sindacale della medesima società - dichiarato che non sussistono i presupposti per l'applicazione del DPR numero 251 del 2012, atteso che non si riscontrano le condizioni di cui all'articolo 2359, comma 1 e 2, del Codice civile, perché, leggo testualmente il verbale del Collegio sindacale: “Non si realizzano i presupposti di cui al DPR 251 del 30/11/2012, poiché nessun azionista avente soggettività pubblica possiede una partecipazione superiore al 50 per cento del capitale sociale. Non si realizzano peraltro né un'influenza dominante, in assenza di composizioni para-sociali oppure convenzioni contrattuali, né il cosiddetto controllo di fatto, poiché la volontà decisionale nelle assemblee di Lameziaeuropa è esclusivamente raggiunta quando prevale la somma dei voti favorevoli espressi dagli azionisti partecipanti. L'articolo 2359 è chiaro nella sua espressione letterale e negli effetti voluti; non si fa riferimento alla prevalenza nella base sociale di azionisti che abbiano soggettività pubblica, ma alla posizione di ciascun azionista, in relazione all'esercizio di controllo esplicabile da chi disponga della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria. La mera titolarità pubblica della maggioranza di capitale è, da sola, elemento estraneo all'articolo 2359”.
Ciò precisato, consigliere Mammoliti, il Dipartimento sviluppo economico proporrà a FINCALABRA di avviare un'interlocuzione con i soci per la sottoscrizione di un accordo finalizzato all'applicazione del principio di equilibrio di genere nella composizione degli organi di amministrazione e di controllo.
Del resto, consigliere Mammoliti, mi sembra chiara quella che è l'indicazione di governo da parte di questa Amministrazione regionale, sia lato Consiglio sia lato Giunta.
Lei, che è un consigliere attento, certamente, non potrà aver dimenticato la circostanza che per iniziativa della Giunta regionale, su proposta della Vicepresidente della Giunta, l'anno scorso, questo Consiglio ha approvato la legge numero 7 del 2022 a tutela della parità di genere. Così come il governo regionale in più occasioni ha dimostrato attenzione a questa problematica; ricordo, ad esempio, che il mio assessorato, Assessorato allo sviluppo economico, ha pubblicato, come primo bando pubblico nel 2022, quello relativo all'imprenditoria femminile, grazie al quale sono state premiate le imprese a compagine sociale femminile con un capitale veramente considerevole, perché c'era un fondo perduto di 400 mila euro.
Così come devo evidenziare che nei bandi che sono di prossima pubblicazione - quello relativo a impianti e macchinari è già in pre-informazione e quindi potrà verificare la circostanza -- tra i criteri di ammissibilità dei partecipanti viene premiata la presenza femminile nella compagine sociale. Grazie, Presidente.
Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente. Ho ascoltato, assessore Varì, la sua risposta e debbo dire che l'articolo 33 dello Statuto di Lameziaeuropa - non il mio Statuto o una mia interpretazione - di fatto contraddice questo. L'articolo 33 dello Statuto di Lameziaeuropa è molto chiaro e dice che in caso di nomina del Consiglio di amministrazione almeno un terzo dei suoi componenti dovrà appartenere al genere meno rappresentato. Ora, senza nulla togliere giustamente alle azioni che state mettendo in campo, prendo atto sul piano politico, tuttavia, che a prescindere dalla normativa, lei si è dichiarato disponibile a fare questo accordo e garantire l'esigibilità del principio di genere a prescindere dal riferimento normativo. Grazie, Presidente.
Grazie.
Proseguiamo con le interrogazioni a risposta scritta, ex articolo 121.
Nelle more della convocazione sono
pervenute le risposte scritte da parte della Giunta regionale alle seguenti
interrogazioni sulle quali si chiede all'interrogante se vuole intervenire:
numero 90/12^ a firma del consigliere Bevacqua: “Contratto di servizio con
Trenitalia”; numero 130/12^, di iniziativa del consigliere Tavernise: “Completamento
della strada Sila-mare”; numero 136/12^ di iniziativa del consigliere Laghi: “In merito alle condizioni della segnaletica nel tratto stradale e
autostradale che conduce alla Città di Castrovillari (CS)”; numero
137/12^ di iniziativa del consigliere Tavernise: “Difesa della costiera e ricostruzione
del litorale di Crosia nella frazione di Mirto”; numero 144/12^ a firma del
consigliere Lo Schiavo: “In merito agli interventi sul torrente Murria e al ripristino dell'omonimo bacino irriguo”; numero
152/12^ di iniziativa del consigliere Billari: “Completamento e attivazione infrastruttura della diga sul fiume Metramo”; numero 154/12^ a firma del consigliere
Tavernise: “Elettrificazione della linea ferroviaria ionica” - consigliere, se
non l'ha ricevuta, mi preoccuperò a fargliela pervenire; numero 171/12^ di
iniziativa del consigliere Tavernise: “Bonifica del SIN ‘Crotone-Cassano-Cerchiara”.
Gliela faccio pervenire, senz'altro. Grazie, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,48
Hanno
chiesto congedo: Billari e Bruni.
(È
concesso)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
De Nisi e Graziano
“Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Filadelfia, Francavilla
Angitola e Polia della provincia di Vibo Valentia” (PL n. 230/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso, Comito e Caputo
“Recepimento e applicazione della normativa nazionale in materia di
riconoscimento dei maggiori oneri derivanti dall’emergenza COVID-19 sostenuti
dagli erogatori privati accreditati, nel triennio 2020-2022” (PL n. 231/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Alecci “Istituzione del
Servizio di psicologia scolastica” (PL n. 232/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Mattiani “Modifiche
e integrazioni all’articolo 4 della legge regionale 10 luglio 2008, n. 22 “Istituzione
del Garante della Salute della Regione Calabria”” (PL n. 233/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso, Crinò,
Comito, Graziano, Gelardi, De Nisi, Laghi, Neri, Lo Schiavo, Bevacqua “Premialità
nelle procedure di aggiudicazione di contratti pubblici per le imprese
resistenti alla criminalità organizzata” (PL n. 234/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito, alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario e alla Commissione speciale
contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità
diffusa per il parere di cui all’art. n. 66, comma 2 del Regolamento Interno
del Consiglio regionale della Calabria.
Gentile “Modifiche all’articolo 11 della legge
regionale 15 marzo 2023, n.12 (Disposizioni per la realizzazione, il
riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria)” (PL
n. 235/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla Seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Comito, Crinò,
De Nisi, Graziano, Gelardi, Neri “Interventi normativi sulle leggi regionali n.
12/2023 n. 14/2023, n. 25/2020, n. 28/2018, n. 22/2023, n. 24/2023, n. 8/2023,
n. 19/2002, n. 45/2012, n. 25/2023, n. 32/1996, n. 36/2023, n. 37/2023, n.
39/2023, n. 19/2009, n. 42/2017 e disposizioni normative” (PL n. 236/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“Rendiconto esercizio 2022
dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR) - (Deliberazione C.R. n. 500 del
26.09.2023)” (PPA n. 137/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per l’esame di merito.
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio
di Presidenza:
“Bilancio di previsione
2023-2025 del Consiglio Regionale della Calabria: assestamento e variazioni -
(deliberazione U.P. n. 49 del 4.10.2023)” (PPA n. 139/12^).
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dei
Consiglieri regionali:
Gelardi, Graziano, Tavernise, Bevacqua, Comito, Crinò,
De Nisi, Laghi, Lo Schiavo, Neri “Modifiche al Regolamento interno del
Consiglio regionale della Calabria” (PPA n. 136/12^).
È stata assegnata alla
quinta Commissione - Riforme per l’esame di merito.
Alecci “Proposta di legge
al Parlamento concernente: “Modifiche e integrazioni al DPR 22 dicembre 1986,
n. 917 (Testo unico delle imposte sui redditi)”” (PPA n. 138/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha
trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la
deliberazione n. 499 del 26 settembre 2023, recante:
“Modifiche alla D.G.R. n.
503 del 25 ottobre 2019 relativa a “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale
del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche
sociali. Legge 8 novembre 2000, n. 328 e Legge regionale 26 novembre 2003, n.
23 e ss.mm.ii. e s.m.i””.
(Parere numero 30/12^).
È stato assegnato alla terza
Commissione consiliare permanente.
Il Dipartimento Sviluppo
Economico ed Attrattori Culturali, Osservatorio Regionale delle Attività
Estrattive (O.R.A.E.) ha trasmesso il Decreto Dirigenziale n. 13269 del
20.09.2023 concernente:
“Autorizzazione, ai sensi
dell’art. 26 della L.R. 40/2009, per l’apertura di una nuova cava per la
coltivazione e il recupero ambientale di una cava di calcarenite sita in
località Fratte del Comune di Isola di Capo Rizzuto (KR)”.
(Parere numero 31/12^).
È stato assegnato alle
seguenti Commissioni consiliari permanenti: alla sesta, alla seconda e alla
quarta.
La Terza Commissione
consiliare, nella seduta del 28 settembre 2023, ha espresso parere positivo in
ordine alla deliberazione della Giunta regionale n. 499 del 26 settembre 2023,
recante:
“Modifiche alla D.G.R. n.
503 del 25 ottobre 2019 relativa a “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale
del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche
sociali. Legge 8 novembre 2000, n. 328 e Legge regionale 26 novembre 2003, n.
23 e ss.mm.ii. e s.m.i””.
(Parere numero 30/12^).
Con nota pervenuta in data
25 settembre 2023, i consiglieri regionali De Nisi e Graziano, hanno ritirato
la proposta di legge n. 194/12^, recante:
“Modifica dei confini
territoriali dei Comuni di Filadelfia, Francavilla Angitola e Polia della
provincia di Vibo Valentia”.
Con
nota pervenuta in data 4 ottobre 2023, i consiglieri regionali Mancuso, Caputo
e Comito, hanno ritirato la proposta di legge n. 120/12^, recante:
“Riconoscimento dei
maggiori oneri derivanti dall’emergenza COVID-19 sostenuti dagli erogatori
privati accreditati, nel triennio 2020-2022, e liquidazione dei conseguenti
ristori economici”.
La proposta di legge n.
202/12^, d’iniziativa del consigliere regionale Straface, recante:
“Modifiche ed integrazioni
alla legge regionale 12 febbraio 2016, n. 2 (Istituzione del Registro tumori di
popolazione della Regione Calabria)”, è stata sottoscritta anche dai
Consiglieri regionali Mannarino, Raso e Laghi.
La
proposta di legge n. 223/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro,
Gelardi, Mancuso, Raso, recante:
“Interventi per il
trasferimento dei crediti fiscali derivanti dall’efficientamento energetico del
patrimonio edilizio”, è stata sottoscritta anche dai Consiglieri regionali De
Francesco e Mattiani.
La
proposta di legge n. 160/12^, di iniziativa del Consigliere regionale Laghi,
recante:
“Norme in materia di valorizzazione
delle aree verdi e delle formazioni vegetali in ambito urbano”, è stata
sottoscritta anche dai Consiglieri regionali Raso, Straface, De Francesco, De
Nisi, Lo Schiavo.
La
proposta di legge n. 227/12^, di iniziativa dei Consiglieri regionali Mancuso,
Cirillo, recante:
“Cimiteri per animali
d’affezione”, è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Gentile.
In data 27 settembre 2023,
il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 211 del 27 settembre 2023:
1) Legge regionale n. 40
del 27 settembre 2023, recante: “Modifiche e integrazioni della legge regionale
24 maggio 2023, n. 22 (Norme in materia di aree protette e sistema regionale
della biodiversità)”;
2) Legge regionale n. 41
del 27 settembre 2023, recante: “Modifica della legge regionale 6 maggio 2022,
n.13 (Strutture residenziali per minori e giovani adulti sottoposti a
procedimento penale ovvero in esecuzione di pena)”.
In data 29 settembre 2023,
il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 214 del 29 settembre 2023:
1)
Legge regionale n. 42 del 29 settembre 2023, recante: “Modifiche e integrazioni
dell’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l'anno 2012)”;
2) Legge regionale n. 43
del 29 settembre 2023, recante: “Modifiche e integrazioni della legge regionale
25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei
canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)”.
In data 3 ottobre 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 218 del 5 ottobre 2023:
1) Legge regionale n. 44
del 3 ottobre 2023, recante: “Disciplina regionale in materia di impianti
radioelettrici ai fini di un efficace sviluppo delle reti di telecomunicazione
in osservanza della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”;
2) Legge regionale n. 45
del 3 ottobre 2023, recante: “Promozione del benessere degli animali
d’affezione e prevenzione del randagismo”.
La Commissione speciale di
Vigilanza ha trasmesso, ai sensi dell’art. 34, comma 3, lett. e) del R.I., la
relazione sulla Deliberazione della Corte dei conti - Sezione regionale di
Controllo per la Calabria n. 108/2023 avente ad oggetto:
“Relazione annuale sulla
tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate
nel 2022 e sulle tecniche di quantificazione degli oneri” (articolo 1, c. 2,
del D.L. n. 174), approvata nella Seduta del 4 ottobre 2023, all’unanimità dei
Gruppi consiliari presenti.
In data 27 settembre 2023,
il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti
regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 211 del 27 settembre 2023:
1) Regolamento regionale n.
8 del 27 settembre 2023, concernente: “Regolamento regionale di attuazione
della legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, ai sensi dell'art. 22 della legge
regionale 24 febbraio 2023, n. 4”;
2) Regolamento regionale n.
9 del 27 settembre 2023, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 9
aprile 2020, n. 2 - Regolamento di attuazione della legge regionale 12 ottobre
2012 n. 45 - gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale
regionale”.
In data 29 settembre 2023,
il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 214 del 29 settembre 2023:
- Regolamento regionale n.
10 del 29 settembre 2023 concernente: “Modifiche al regolamento regionale 25
novembre 2019, n. 22 - Procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza
delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziali,
nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”.
La Giunta regionale ha
trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di
previsione finanziario 2023 - 2025:
1)
Deliberazioni della Giunta
regionale dalla numero 494 alla numero 497 del 26 settembre 2023;
2)
deliberazioni della Giunta
regionale dalla numero 519 alla numero 529 del 6 ottobre 2023;
3)
deliberazioni della Giunta
regionale dalla numero 550 alla numero 564 del 13 ottobre 2023.
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-
in data 09 febbraio 2023 è stata presentata,
a firma dell’interrogante, l’interrogazione a risposta scritta n. 120 “Rischio
disimpegno per i Fondi Ue della Programmazione 2014-2020”, presentata a seguito
della relazione annuale 2022 approvata con Delibera n. 1/2023 dalla Sezione di
controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, sui
rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi
comunitari, in cui emergevano criticità per quanto riguarda la gestione dei
Fondi Comunitari per la Programmazione 2014-2020. In uno dei rilievi contenuti
nella relazione, la Corte dei Conti osservava che
“tenendo conto della tempistica per l’avvio dei bandi e per la valutazione ed
esecuzione dei progetti, si ritiene possibile che il tempo per rispettare la
cosiddetta regola “n+3” (prevista per il 2023) e per evitare il disimpegno
automatico, possa non essere sufficiente”;
nella risposta del 24
febbraio 2023 alla citata interrogazione n.120, il Dipartimento Programmazione
Unitaria forniva un quadro, al 31 dicembre 2022, dello stato di attuazione del
POR Calabria FESR FSE 2014-2020. La spesa complessiva ancora da sostenere per
garantire il completo assorbimento della quota comunitaria risultava essere di
776 milioni di euro. Ad un anno dalla chiusura del programma, quindi, risultava
speso il 60 per cento delle somme complessive a disposizione. Considerato che:
i dati pubblicati sul portale Cohesion Data della
Commissione europea al 31 dicembre 2022 riportavano che la spesa certificata da
Bruxelles era pari al 58 per cento, tra fondi Fers e
Use. Per la Commissione europea rimanevano da spendere 942 milioni di euro
entro il 31 dicembre 2023;
al 30 giugno 2023, sempre
secondo i dati del portale della Commissione Europea Cohesion
Data, la Regione Calabria risulta attestarsi al 67 per cento di spesa, un dato
in crescita di nove punti percentuali rispetto a sei mesi prima, ma inferiore
alle altre regioni italiane che si attestano mediamente su un target di spesa
intorno all’80 per cento, con punte come la Puglia dove si è raggiunto il 104
per cento di spesa. La Regione Calabria, secondo Bruxelles, non ha speso
risorse per 747 milioni di euro, a sei mesi dalla chiusura del programma.
Tenuto conto che: alla chiusura della Programmazione 2014-2020 mancano solo tre
mesi e aumenta il rischio di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse
che dovessero risultare eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023;
a causa dei tempi tecnici
delle procedure di rendicontazione e controllo vi è quasi sempre uno scarto tra
spese certificate e spese effettivamente sostenute. Preso atto che: secondo il
portale Cohesion Data della Commissione Europea sono
state utilizzate risorse per circa 200 milioni nei primi sei mesi del 2023 ma
mancano ancora 747 milioni di euro da spendere nei restanti sei mesi dell’anno;
tali dati confermano la
gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse
importanti per la Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali iniziative urgenti
intende intraprendere la Regione Calabria per evitare il disimpegno delle
risorse entro il 31 dicembre 2023 e per migliorare e accelerare i processi di
impegno e di spesa delle somme messe a disposizione dall'Unione Europea;
2. qual è il dato reale di
spesa del POR Calabria FESR FSE 2014-2020 e quali sono le principali attività
da realizzare negli ultimi tre mesi del Programma per garantire il completo
assorbimento entro la chiusura.
(173; 27/09/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
la Ferrovia Silana, che
collega Cosenza a San Giovanni in Fiore, è una linea ferroviaria a scartamento
ridotto di 950mm ricca di opere di ingegneria che generano ancora oggi
l’attenzione degli studiosi di tutto il mondo e che attraversa borghi
ricchissimi di storia e tradizioni. Si sviluppa nel cuore del Parco Nazionale
della Sila, distaccandosi dalla linea per Catanzaro nella stazione di Pedace, 7
chilometri a sud di Cosenza. Rappresenta uno dei massimi esempi ancora
esistenti di ingegneria ferroviaria in Italia. Difatti la linea, partendo da
Cosenza, a 232 metri sul livello del mare, raggiunge il picco a San Nicola
Silvana Mansio, tetto ferroviario d’Italia, la più alta stazione del nostro
Paese in esercizio, con i suoi 1.406 metri di altezza, per poi ridiscendere a
San Giovanni in Fiore, a quota 1.048 metri. Per superare tanto dislivello, di
oltre 1.000 metri, la ferrovia si avvalse di soluzioni ingegneristiche al
limite delle possibilità dell'epoca;
la Ferrovia Silana è
rimasta interrotta nel 2011 ed è stata riaperta al traffico turistico solo nel
2016, anche grazie all’impegno dell’Associazione Ferrovie della Calabria,
limitatamente alla tratta Moccone - Camigliatello e San Nicola - Silvana
Mansio, con il “Treno della Sila”, iniziativa turistica di grande successo che
circola praticamente tutto l’anno, salvo brevi periodi di interruzione. Il
Treno della Sila è composto da una locomotiva risalente al 1926 modello 353 Borsig di fabbricazione tedesca e da una serie di carrozze
completamente in legno perfettamente restaurate, che fanno parte di un lotto di
veicoli costruiti a inizio Novecento dalla società milanese Carminati &
Toselli. Da Pedace a Moccone e da San Nicola Silvana Mansio a San Giovanni in
Fiore, invece, la linea non è stata ancora ripristinata. Considerato che: la
legge 9 agosto 2017, n. 128 recante: “Disposizioni per l'istituzione di
ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di
dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o
archeologico”, ha classificato, all’articolo 2, comma 2, la tratta Cosenza- San
Giovanni in Fiore come tratta ferroviaria ad uso turistico, riconoscendone, per
tale via, il rilevante pregio culturale, paesaggistico e turistico;
tale classificazione è
stata poi ribadita dal decreto interministeriale del 17 maggio 2022, che, in
attuazione della legge 128/2017, tutela 26 linee ferroviarie locali, e tra
queste la Ferrovia Silana, a scopo turistico. Queste tratte ferroviarie
potranno tornare in servizio o essere maggiormente utilizzate valorizzando i
relativi territori, anche grazie ai fondi del Piano complementare al PNRR.
Tenuto conto che: le ferrovie turistiche e treni storici rappresentano
un’offerta di turismo che permette di immergersi nella storia, una nuova forma
di turismo con effetti positivi sull’indotto dei territori da esse
attraversate, in termini di promozione dei centri di interesse culturale,
naturalistico ed enogastronomico e di opportunità di promozione e vendita di
prodotti tipici;
un servizio di mobilità
dolce ed ecosostenibile come quello della Ferrovia Silana non ha soltanto una
valenza esclusivamente turistica. Il rilancio di tutta l'area silana attraverso
questa iniziativa, si affianca, infatti, ad un'altra importantissima questione,
ovvero la sicurezza di tutti coloro che vogliono raggiungere la Sila o che, al
contrario, dalle zone montane devono raggiungere il capoluogo di Provincia
Cosenza. Vista infatti la ben nota pericolosità della Strada Statale 107 Silana
Crotonese, specie in inverno ed in presenza di precipitazioni nevose, la
Ferrovia Silana potrebbe rappresentare un valido mezzo di trasporto alternativo
alla gomma, per "intercettare" almeno una parte delle migliaia di
persone che si spostano in auto su una delle strade più pericolose d’Italia,
quella SS107 troppo spesso interrotta per manutenzione sui tanti viadotti e
gallerie che la contraddistinguono. Preso atto che: nel 2017 è stato previsto
un finanziamento per il ripristino della ferrovia storica della Sila, attraverso
i fondi Por, nell’ottica di un rilancio turistico della Sila;
con delibera n. 148 del 4
aprile 2023, la Giunta regionale, rideterminando le destinazioni nell’ambito
della dotazione finanziaria dell’Asse 6 Programma “Tutela e valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale” ha rimodulato la cifra di 685.000 euro
destinata ad iniziative relative al ripristino della funzionalità della Linea
Pedace - San Giovanni in Fiore di cui all’Azione 6.8.3 ”Sostegno alla fruizione
integrata delle risorse culturali e naturali e alla promozione delle
destinazioni turistiche” del POC 2014/2020, spostandola sul potenziamento della
Seggiovia Puntone Scirocco del comprensorio sciistico di Gambarie, su proposta
del Comune di Santo Stefano in Aspromonte;
sul tema, il 7 agosto 2023,
il Presidente Occhiuto ha dichiarato: “Abbiamo rimodulato quel finanziamento
per evitare il disimpegno e lo abbiamo ‘riprotetto’,
destinandolo a un progetto che era pronto a partire. Ma per il trenino della
Sila le risorse ci sono, useremo finanziamenti spendibili in maggior tempo.”;
da interlocuzioni informali
assunte presso l’Assessorato competente, l’Associazione Ferrovie della Calabria
ha appreso che per il ripristino della tratta Pedace - Moccone occorrerebbe un
impegno finanziario non sostenibile dalla Regione e che la linea non sarebbe
“produttiva”. Pertanto la proposta dell'assessorato
sarebbe quella di ripristinare come ferrovia turistica solo la tratta San
Nicola Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore e trasformare in ciclovia la
tratta Pedace - Moccone. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. tempistica e modalità
per provvedere al reintegro delle originarie dotazioni finanziarie previste per
il ripristino della funzionalità dei tratti Pedace - Moccone e San Nicola
Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore, secondo quanto previsto dalla D.G.R.
148/2023;
2. criteri e parametri
utilizzati dall’Assessorato competente per la quantificazione delle spese da
sostenere per il ripristino della tratta Pedace - Moccone e/o se esiste o meno
uno studio di fattibilità che certifichi questi dati e valuti il ritorno economico
della linea, in termini turistici e di mobilità rispetto alla pericolosità
della Strada Statale 107 Silana Crotonese;
3. tempi e modalità di
finanziamento e ripristino della Ferrovia Silana da Cosenza a San Giovanni in
Fiore, nella sua interezza.
(174; 29/09/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’aeroporto Sant’Anna di
Crotone è situato a 15 km a sud della città di Crotone, lungo la SS 106, nel
territorio comunale di Isola Capo Rizzuto. Si tratta del terzo aeroporto della
Calabria, vocato a servire, per la sua ubicazione, non solo la provincia di
Crotone, ma anche la Sibaritide e la fascia ionica delle province di Cosenza e
Catanzaro;
- dopo un periodo di
cessazione dell’attività nel 2016, a seguito del fallimento della società di
gestione dell'aeroporto, lo scalo pitagorico, dopo essere passato nel 2017 alla
gestione della Società Aeroportuale calabrese – S.A.CAL. SpA,
ha riaperto alle operazioni di volo a novembre dello stesso anno. Con la
successiva rinuncia dell'unica compagnia che vi volava, l’aeroporto, pur
formalmente aperto, non è stato servito da nessun volo di linea fino all'estate
2018;
- Sacal
ha reso noti i dati relativi all’estate appena trascorsa, che indicano una
formidabile crescita del numero dei passeggeri (+52%) e dei movimenti aerei
(+45%) dell’aeroporto crotonese rispetto al medesimo periodo dell’anno 2022.
Considerato che: - dal mese di ottobre 2023 il vettore SkyAlps,
aggiudicatario della gara sugli oneri di servizio sullo scalo pitagorico,
garantirà per i prossimi tre anni due voli al giorno (uno di andata alle 7,30 e
uno di ritorno alle 17,30) sulla tratta Crotone - Roma, che si aggiungono ai
voli per Venezia, Milano e Bologna, gestiti dal vettore Ryanair;
- in data 2 ottobre 2023
dall’aeroporto Sant’Anna è decollato il primo aeromobile della compagnia SkyAlps con soli 37 passeggeri a bordo su una portata
totale di 67. Le prenotazioni, per ora, si aggirano attorno alle 30 persone per
volo, come reso noto dal General Director Aviation di SkyAlps.
Tenuto conto che: - la distanza tra l’aeroporto Sant’Anna e la stazione FS di
Isola Capo Rizzuto è di soli sei chilometri e mezzo, ma, allo stato, lo scalo
ferroviario risulta chiuso, non essendo prevista alcuna fermata. Non esiste un
collegamento bus navetta tra aeroporto e stazione ferroviaria né di Isola Capo
Rizzuto né di Crotone;
- non esiste un sistema
integrato di mobilità di prossimità, su ferro o gomma, che consenta di
collegare lo scalo aeroportuale crotonese in maniera agevole e in tempi
ragionevoli e certi ai territori che potrebbero potenzialmente fruire dei voli
offerti (Sibaritide, fascia ionica cosentina e catanzarese, entroterra
crotonese);
- l’Amministratore unico di
Sacal, ------------, in una conferenza stampa
tenutasi ai margini del primo volo diretto tra l’aeroporto di Crotone e quello
di Roma Fiumicino, ha messo in evidenza la necessità di mettere in rete il
Sant’Anna con gli altri collegamenti, in modo da renderlo punto di riferimento
per tutta la Sibaritide: “Io davvero trovo assurdo che attualmente l’aeroporto
non sia collegato con la stazione ferroviaria - ha detto - bisogna lavorare su
questi aspetti e anche sul trasporto su gomma”. Anche riguardo Ryanair
---------- ha ammesso che il timore di poter perdere qualcuno dei voli attuali
è reale: “Loro lavorano sui numeri. Se un volo non ha almeno il 90% dei posti
disponibili occupati, la loro politica è di eliminarlo”. Ha anche evidenziato
che i servizi di mobilità territoriale non possono essere garantiti dai vettori
e neanche dalla società aeroportuale;
- lo scalo aeroportuale di
Crotone è un’infrastruttura fondamentale per la mobilità dei territori serviti
e il suo sviluppo rappresenta uno strumento formidabile per il rilancio e il
potenziamento turistico del crotonese. L’investimento sull’aeroporto Sant’Anna
potrebbe, però, rivelarsi vano se non si riuscirà a connettere quanto più
rapidamente possibile la Sibaritide e tutta la Calabria del nord-est con lo
scalo pitagorico. Preso atto che: - i vettori hanno necessità che sui voli da
Crotone vi sia la sostenibilità economica per continuare a operare in questo
aeroporto. È evidente che per rendere effettivamente operativo e utile alle
necessità del territorio nonché commercialmente vantaggioso lo scalo
aeroportuale crotonese, sia indispensabile creare le condizioni di mobilità
idonee a garantire l’arrivo dell’utenza in coincidenza con gli orari di
partenza e arrivo dei voli, soprattutto per i passeggeri della Sibaritide, che
sono un bacino d’utenza fondamentale per lo scalo crotonese;
- l’aeroporto di Crotone
potrebbe continuare a registrare numeri di transito in crescita, non solo
durante il periodo estivo ma durante l’arco dell’intero anno, se si avessero
collegamenti certi e veloci con la Sibaritide e la fascia ionica cosentina e catanzarese;
- è necessario incrementare
il trasporto ferroviario e su gomma da e per l’aeroporto Sant’Anna di Crotone,
al fine di rimuovere gli ostacoli che ne impediscono la piena fruizione e la
efficiente gestione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
1. se e con quale
tempistica la Regione Calabria intenda ristabilire la fermata presso la
stazione ferroviaria di Isola Capo Rizzuto, da cui far partire un servizio di
navetta con bus, da e per l’aeroporto di Crotone;
2. se e con quale
tempistica la Regione Calabria intenda rimodulare orari e percorrenza dei treni
regionali nella tratta tra Sibari e Isola Capo Rizzuto, prevedendo le fermate
intermedie a Corigliano-Rossano, Cariati, Cirò, Crotone, in coincidenza con i voli
in partenza e in arrivo da e nell’aeroporto Sant’Anna.
(175; 04/10/2023)
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- nelle scorse settimane e,
in modo particolare, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, la Provincia di
Vibo Valentia è stata colpita da numerosissimi incendi. Roghi di vaste
proporzioni si sono sviluppati nei Comuni di Vibo Valentia, Mileto, Ionadi, Ricadi,
Spilinga, Drapia, Pizzo Calabro, Francavilla Angitola, Briatico, Parghelia,
Zaccanopoli, Zungri e Maierato. In poco tempo, le fiamme hanno letteralmente
distrutto migliaia di ettari di macchia mediterranea, giungendo a minacciare,
seriamente, diversi centri abitati. In molti casi, a domare le fiamme ormai
arrivate in prossimità delle abitazioni, sono stati gli stessi cittadini muniti
di secchi d'acqua e tubi e, talvolta, Carabinieri ed agenti della Polizia
giunti in soccorso. I vigili del fuoco non sempre sono riusciti a raggiungere i
luoghi interessati dai roghi, in quanto impegnati, contemporaneamente, a
spegnere incendi scoppiati in altri posti. A mero titolo esemplificativo: a
Briatico e a Parghelia, le fiamme hanno lambito alcuni villaggi turistici,
costringendo i bagnanti a lasciare la spiaggia;
a Drapia, intere pinete
sono state carbonizzate e tutta la zona che circonda la “Cittadella di Padre
Pio” è stata completamente devastata;
a Mileto, le fiamme hanno
lambito le abitazioni del paese;
a Vibo Valentia, nella
frazione di Bivona, ha preso fuoco la storica struttura che ospitava le sale
ricevimenti ed il ristorante del Lido degli Aranci;
a causa delle fiamme nei
pressi della linea ferroviaria, è stata bloccata la circolazione dei treni
all'altezza della stazione di Vibo-Pizzo e sono state chiuse al transito la
strada che collega Vibo Marina a Pizzo e la strada provinciale per Spilinga;
a Zaccanopoli, un incendio
di vaste proporzioni ha lambito le abitazioni del paese e il cimitero;
nella fiumara della
“Ruffa”, nel tratto ricadente nei comuni di Ricadi e di Spilinga, è bruciata
quel poco di vegetazione che era scampata ad un altro grosso incendio scoppiato
lo scorso mese di luglio. Ovunque risultano distrutti vigneti, uliveti, frutteti,
ortaggi oltre che diversi casolari, stalle e altri ricoveri di animali
domestici. I danni arrecati all'agricoltura, all'allevamento, alle aziende
agrituristiche e alla flora e fauna selvatiche sono immani ed urge una loro
quantificazione al fine di predisporre, prontamente, idonee misure di aiuto e
di ristoro. Nel mese di giugno del 2022, il sottoscritto Consigliere, al fine
di fronteggiare adeguatamente il fenomeno degli incendi estivi su tutto il
territorio della Calabria, evidenziava, attraverso un'apposita interrogazione
rivolta al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore all'Agricoltura e
Forestazione, la necessità di mettere in campo e sviluppare strategie di
carattere preventivo che giudicava più efficaci e meno costose rispetto a quelle,
pur importanti, basate, esclusivamente, su interventi ex post diretti a
spegnere e/o ad arginare gli incendi già scoppiati. E fra le strategie di
carattere preventivo auspicate, indicava, anzitutto, l'esigenza di un poderoso
incremento delle risorse umane impiegate per presidiare, curare e gestire le
aree boschive della Calabria. Quanto accaduto, nella Provincia di Vibo
Valentia, nelle giornate del 21 e del 22 settembre, non fa altro che confermare
l'anzidetta esigenza e denota come la pur condivisibile “strategia dei droni” messa in campo dall'attuale Governo regionale, senza
un’adeguata manutenzione del territorio, non basti a vigilare e sorvegliare le
aree boschive e rurali calabresi. Tutto quanto sopra premesso, si interroga il
Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente in materia
per sapere:
1) se e quali utili e
tempestive iniziative si intendono adottare per rafforzare un’azione di
prevenzione al fine di fronteggiare, in modo efficace e risolutivo, il
devastante fenomeno degli incendi estivi nella provincia di Vibo Valentia e in
tutta la Calabria;
2) quali urgenti e idonee
misure di aiuto e di ristoro dei danni subiti si intendono adottare in favore
dei Comuni della Provincia di Vibo Valentia colpiti dagli incendi del 21 e del
22 settembre.
(176; 04/10/2023)
Mammoliti e Lo Schiavo. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
da più parti giungono
segnalazioni che evidenziano una situazione molto problematica all'interno dei
locali che ospitano la Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia e che si
traduce in gravi e quotidiani disagi nei confronti dell'utenza. In linea generale,
fra le attività svolte dalle Farmacie territoriali vi è quella di fornire, alle
persone affette da patologie gravi e/o croniche e/o rare, i medicinali
necessari per la loro cura. E si tratta di medicinali che, per le loro
specifiche caratteristiche e per i loro effetti sull'organismo umano, possono
essere forniti solo in forza di appositi piani terapeutici rilasciati da medici
specialisti nella disciplina medica attinente la
patologia da trattare. Essendo frequentate, il più delle volte, da persone
fragili e sofferenti e con problemi di salute particolari che, spesso, si
traducono in situazioni di vita difficili e spiacevoli, le Farmacie
territoriali dovrebbero essere luoghi ospitali ed accoglienti e dovrebbero
essere strutturate in modo tale da erogare il loro servizio con continuità ed
efficienza. A Vibo Valentia, accade, invece, che la Farmacia territoriale, alla
quale fa riferimento e confluisce la popolazione dell'intera Provincia vibonese
ogniqualvolta sussiste la necessità di ottenere la fornitura dei cosiddetti
“medicinali da piano terapeutico”, ha sede all'interno di un locale, sito in
via Protettì, che presenta, in tutto e per tutto, le
fattezze di un vero e proprio “scantinato”. E si tratta di uno “scantinato”
privo di sale di attesa per gli utenti (gli utenti sono costretti ad attendere
il loro turno nel cortile esterno, disponendosi in lunghe file sotto il sole
cocente in estate e sotto la pioggia ed il vento in inverno) e che è tenuto in
condizioni igienico-sanitarie evidentemente inadeguate. Ma vi è di più.
Infatti, accade, anche, che gli utenti, dopo aver sopportato lunghe code e
snervanti attese, talvolta sotto l'azione delle intemperie, non ottengono,
inspiegabilmente, i medicinali di cui hanno vitale bisogno oppure ne ottengono
un quantitativo inferiore rispetto a quello prescritto nei piani terapeutici.
La frequente mancata o insufficiente fornitura di medicinali, da parte della
Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia, alle persone affette da
patologie gravi e/o croniche e/o rare, è ormai un fatto risaputo che, spesso,
compare nella cronaca giornalistica quotidiana che si occupa della “malasanità”
del vibonese. E l'anzidetta cronaca giornalistica ha, da ultimo, evidenziato,
portandolo a conoscenza dell'opinione pubblica, lo sconcertante caso di un
padre al quale la Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia non ha
fornito un medicinale “salva-vita”, necessario a scongiurare il rischio, reale,
di morte del figlio, affetto da una grave forma di allergia alimentare, perché
“non ne possedeva neppure una scatola”. Le gravissime criticità strutturali,
igienico-sanitarie, organizzative e gestionali che si riscontrano nella
Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia e che si traducono,
inevitabilmente, nel malfunzionamento della medesima, sono emblematiche di una
Sanità che, nella Provincia di Vibo Valentia, è, ormai, letteralmente,
“implosa” e che, chi la governa, non sembra, ad oggi, volerla riportare in un
quadro di efficienza e civiltà. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente
della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
1) quali utili ed urgenti
iniziative intende adottare, nell'immediatezza, al fine di eliminare le suesposte gravissime criticità esistenti nella Farmacia
territoriale dell'ASP di Vibo Valentia;
2) se le anzidette utili ed
urgenti iniziative sono rivolte, anche, a verificare la sufficienza del
personale sanitario ed amministrativo operante nella Farmacia territoriale
dell'ASP di Vibo Valentia.
(177; 05/10/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la promozione e la
valorizzazione dei Cammini di Calabria e il riconoscimento dei cammini di
interesse regionale è importante per promuovere lo sviluppo sostenibile del
territorio, del patrimonio religioso, naturale e storico-agricolo-paesaggistico
e delle tradizioni locali nonché la conoscenza, il recupero, la salvaguardia
del patrimonio escursionistico regionale, anche al fine di sviluppare il
turismo ecosostenibile e implementare l’offerta culturale, enogastronomica e
turistica regionale;
- il Consiglio regionale
nella seduta n. 23 del 10 marzo 2023 ha approvato la Legge Regionale 12/2023
recante: “Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la
valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria";
- tale legge, con
l’obiettivo di valorizzare e sviluppare l’offerta culturale, enogastronomica e
di accoglienza turistica calabrese, promuove una politica integrata di gestione
e manutenzione del patrimonio naturale e storico-paesaggistico, di conoscenza
delle tradizioni locali, dei prodotti enogastronomici, nonché la conoscenza, il
recupero, la salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, per
favorire lo sviluppo di un turismo ecosostenibile, i pellegrinaggi e diffondere
la pratica dell’escursionismo e delle attività sportive e ricreative all’aperto
in ottica smart tourism, utilizzando le nuove
tecnologie per creare un’offerta turistica di tipo esperienziale e altamente
personalizzabile con particolare attenzione ai temi dell’ambiente, dell’energia
e della mobilità. Considerato che: - oltre la promozione territoriale, la Legge
Regionale 15 marzo 2023, n. 12 ha l’intento di disciplinare la gestione dei
cammini in capo ad associazioni ed enti in genere, che siano in possesso di
particolari requisiti in ossequio alla serietà degli scopi prefissati. Tenuto
conto che: - l’art.12 della Legge Regionale 15 marzo 2023, n. 12, nel termine
di 180 giorni dalla sua entrata in vigore, dispone che la Giunta regionale, su
proposta dell’assessore con delega in materia di turismo, di concerto con gli
assessori con delega in materia di cultura, agricoltura e ambiente, emani il
Regolamento di attuazione che deve disciplinare la materia. Preso atto che: -
il termine fissato nell’art.12 per l’emanazione del Regolamento di attuazione
della Legge è scaduto e ad oggi non risulta che sia stato emanato alcun
Regolamento. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della
Giunta regionale
per sapere:
1. i motivi che hanno
portato a disattendere il termine previsto per l’emanazione del Regolamento di
attuazione della Legge Regionale 15 marzo 2023, n. 12;
2. la tempistica per la
redazione ed emanazione del Regolamento, senza il quale non può esserci il
pieno dispiegamento degli effetti giuridici e delle finalità e degli obiettivi
contenuti nella Legge sui Cammini di Calabria.
(178; 06/10/2023).
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- la Commissione europea
recentemente ha adottato un pacchetto di misure, denominato “Pronti per il 55%”
(Fit for 55”, in inglese), finalizzate al
contenimento dell’inquinamento climatico, che propone una serie di iniziative
legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal europeo;
- in particolare, l’Unione
Europea con tale pacchetto si propone di giungere alla riduzione delle
emissioni di gas serra del 55 per cento (da qui il nome del pacchetto) rispetto
ai livelli del 1990, avendo come obiettivo di arrivare alla "carbon neutrality" per il 2050. Considerato che: - tale
normativa entrerà in vigore il prossimo 01 gennaio 2024 e, nel settore del
trasporto marittimo, comporterà l’immediata applicazione di una tassazione
aggiuntiva a carico degli armatori proprietari di navi con una stazza superiore
alle cinquemila tonnellate;
- nello specifico, tale
tassazione andrà a colpire le grandi navi portacontainer, utilizzate
esclusivamente per coprire le lunghe tratte, in quanto, sfruttando la loro
stazza oggi è possibile abbattere i costi di spedizione consentendo di caricare
e trasportare molta più merce in un unico viaggio;
- nel pacchetto di misure “Fit for 55” è previsto che la nuova tassazione sia
calcolata, oltre che in relazione alla tipologia di nave, anche in rapporto
alla rotta ed alla distanza da questa percorsa, (infatti, è prevista
l’applicazione del 100 % della tassazione se gli scali di partenza o destino
sono ubicati in territorio comunitario ovvero, un abbattimento della tassazione
del 50% se lo scalo di partenza o destino sono ubicati in territorio extra-Ue).
Rilevato che: - l’applicazione del nuovo regime fiscale renderà, con ogni
evidenza, più conveniente, per i grandi vettori marittimi, utilizzare porti di
transhipment extraeuropei piuttosto che quelli comunitari, avendo come
conseguenza una consistente perdita di competitività degli scali di
transhipment europei, (a titolo esemplificativo, una nave proveniente da uno
scalo extraeuropeo, attraverso il canale di Suez, potrà facilmente aggirare la
tassazione al 100% approdando in un porto di trasbordo nordafricano e non più,
come accade oggi a Gioia Tauro, prima di arrivare alla sua destinazione finale
in Europa ed ancora, una nave di passaggio nel Mediterraneo, per raggiungere
l’oceano atlantico o indiano, potrà eludere tale tassazione evitando di toccare
i porti Ue). Tenuto conto che: - l’applicazione della direttiva Emission Trasfer System (ETS), la
cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2024, creerà, uno scenario
molto preoccupante poiché nel breve termine comporterà, certamente, la perdita
di competitività e di centralità degli scali italiani a partire da quello di
Gioia Tauro, con un impatto negativo dal punto di vista economico, sociale ed
occupazionale per l’intero sistema economico nazionale;
- l’applicazione della
misura Eu-Ets rischia non solo di penalizzare i porti europei a vocazione
transhipment, come il porto di Gioia Tauro, ma creerà una condizione di scarsa
competitività per tutti i porti di trasbordo collocati all’intero del territorio
comunitario;
- in Italia quasi il 28% di
tutti i container movimentati ed il 77% di quelli trasbordati (magari su navi
più piccole per raggiungere porti di dimensioni inferiori) passano da Gioia
Tauro e che l’hub portuale calabrese dà lavoro a quasi seimila lavoratori,
1.600 direttamente e 4.000 indirettamente (secondo i dati dell’Autorità
portuale);
- il porto di Gioia Tauro è
evidentemente, uno tra i principali porti europei in virtù della sua capacità
di accomodare le grandi navi portacontainer;
- imporre un tributo così
esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del
Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, appare
una scelta illogica che riflette la distanza tra la visione burocratica dell’Europa
e gli interessi reali dei Paesi aderenti ed al contempo, non garantisce nel
complesso alcuna riduzione di gas nocivi per il nostro pianeta. Tutto ciò
premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
per quanto di competenza -
a farsi portavoce presso il Governo nazionale e le competenti istituzioni
comunitarie affinché vengano apportati i necessari correttivi alla normativa “Fit for 55” che rischia di arrecare danni irreversibili
all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale principale della nostra
Regione e più in generale a tutte le infrastrutture portuali italiane oltre che
all’economie del sistema sociale di tutti i paesi ospitanti analoghi realtà
portuali.
(65; 04/10/2023) Comito,
Mancuso, Neri, Gelardi, Crinò, De Nisi, Graziano
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- recentemente il
Parlamento ha riconosciuto il rilievo dello sport, introducendo un nuovo comma
all’art. 33 della Costituzione che recita “La Repubblica riconosce il valore
educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività
sportiva in tutte le sue forme”;
- dai dati ISTAT emerge che
la Calabria si piazza al penultimo posto nella classifica delle regioni
rispetto all’attività sportiva, infatti il 58,4% della popolazione non pratica
alcun tipo di sport;
- sempre più bambini
risultano in sovrappeso o obesi e moltissimi trascorrono parecchio tempo
davanti allo schermo di uno smartphone;
- la nuova normativa sullo
sport induce le società e associazioni sportive a dotarsi di una adeguata
organizzazione, più specialistica e professionale, con conseguenti spese e
investimenti facendo, inevitabilmente, aumentare i costi riferiti all’iscrizione
e alla partecipazione nei confronti dei praticanti;
considerato che: - dovrebbe
essere compito primario delle istituzioni incentivare lo svolgimento di
attività sportive in maniera concreta;
- la mancata pratica
sportiva produce importanti ricadute anche dal punto di vista sanitario e
sociale;
- molte famiglie calabresi,
con numerosi figli e redditi bassi, non riescono a pagare le rette mensili per
consentire a bambini e adolescenti di praticare sport;
- la Regione potrebbe intervenire
nei confronti delle famiglie, sostenendo l’accesso alla pratica sportiva,
quanto meno dei minori (da 5 a 17 anni), a fronte di un reddito al di sotto di
una soglia ISEE da individuare;
- tale obiettivo
risulterebbe coerente con il PR Calabria FESR/FSE 2021/2027, Priorità 4
Inclusione, Obiettivo specifico 12, Azione 4.l.1 che ha tra le sue finalità,
tra l’altro, progetti di inclusione sociale (per esempio: progetti che
sostengono la pratica sportiva di ragazzi/e in condizione di disagio
socioeconomico);
impegna la Giunta regionale
- a sostenere il reddito
delle famiglie al di sotto di una soglia ISEE da individuare, volto a
promuovere l’accesso alla pratica sportiva per i minori favorendo anche,
indirettamente, società e associazioni sportive con l’adesione di nuovi
iscritti e tesserati.
(66; 12/10/2023) Alecci
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- un corpo estraneo può
provocare una ostruzione parziale o completa delle vie aere con insufficiente
passaggio d’aria e la necessità di un rapido intervento soccorritore;
- per le Linee guida del
Ministero della Salute il soffocamento rappresenta “un problema rilevante di
salute pubblica”, in quanto a esso sono da attribuirsi le principali cause di
morte nei bambini di età inferiore ai 3 anni, anche se la quota di incidenti
afferenti a tale fattispecie rimane elevata fino al quattordicesimo anno di
età”, tale problematica, tuttavia, non esclude la popolazione adulta, con
particolare riferimento agli anziani;
- si stima che in Europa,
ogni anno, 500 bambini muoiano a causa del soffocamento, di cui 50 in Italia;
- le richiamate linee guida
hanno evidenziato che in relazione alla quota degli incidenti per soffocamento
in Italia negli ultimi anni è stato rilevato un “trend
stabile (…) con circa 1.000 ospedalizzazioni all’anno, con conseguenti
costi elevati associati alla diagnosi, al trattamento e alle eventuali sequele.
Le stime più recenti, calcolate includendo i “quasi eventi” e gli episodi di
minore gravità (che si sono risolti grazie all’intervento della famiglia, senza
necessità di rivolgersi ai sanitari) mostrano come l’incidenza reale del
fenomeno sia 50 – 80 volte superiore rispetto a quella dei ricoveri (circa
80.000 episodi stimati per anno in Italia), mentre tra il 60% e l’80% degli
episodi di soffocamento risulta imputabile al cibo”. Preso atto che: - gli
episodi di soffocamento oltre che dal cibo possono essere causati da corpi
estranei;
-al riguardo il Progetto
“Susy Safe” ha reso possibile l’attivazione di un registro di controllo per le
lesioni causate da indigestione, aspirazione, inalazione o inserimento di corpi
estranei nel quale vengono raccolti i dati provenienti da tutti i paesi, al
fine di fornire un profilo di analisi di rischio per tutti i prodotti causanti
il soffocamento, nella prospettiva di creare un sistema di controllo riguardo i
casi di soffocamento nei giovani consumatori causati da prodotti mal progettati
o mal confezionati;
- nel corso degli ultimi
anni a livello internazionale molti giovani e associazioni professionali hanno
profuso un forte impegno sul fronte della prevenzione del soffocamento causato
da alimenti, elaborando specifiche linee di indirizzo rivolte alle famiglie e
agli adulti responsabili della cura dei bambini (es. educatori), con
particolare riferimento a coloro i quali prestano servizio presso mense
(scolastiche, centri estivi, ecc.) frequentate da bambini;
- le Linee guida ERC 2021
su Basic Life Support and Defribillation basate sul
Consenso Scientifico Internazionale sulla Rianimazione Cardiopolmonare (ILCOR)
con Raccomandazioni sul Trattamento (CoSTER) del
2020, comprendono: il riconoscimento dell’arresto cardiaco;
l’allertamento dei servizi
di emergenza;
le compressioni toraciche;
le ventilazioni;
la defibrillazione
semiautomatica esterna con DAE;
la misurazione della
qualità della RCP;
le nuove tecnologie;
la sicurezza;
l’ostruzione delle vie
aeree del corpo estraneo. Considerato che: - la manovra di Heimlich
è una tecnica di primo soccorso finalizzata a rimuovere un’ostruzione delle vie
aeree, particolarmente indicata per risolvere in modo rapido i casi di
soffocamento;
una manovra efficace ma non
abbastanza conosciuta e diffusa nei risvolti operativi;
- alla luce dei dati
epidemiologici sopra richiamati che vedono in particolare nei bambini i più
colpiti dell’ostruzione delle vie aeree con conseguente perdita della o
insorgenza dei danni anossici, si rende necessario rendere sempre più diffusa
la conoscenza e la preparazione all’esecuzione delle giuste manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di Heimlich.
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per promuovere
le attività finalizzate a divulgare, mediante specifiche campagne informative e
protocolli d’intesa con le istituzioni scolastiche, la pratica delle manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di Heimlich,
presso quanti operano a stretto contatto con i bambini, sia nel mondo della
scuola che del tempo libero.
(67; 20/10/2023) Alecci
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- la direttiva (UE)
2023/959, recante modifica della direttiva 2003/87/CE, ha ampliato l'ambito di
applicazione del sistema EU ETS estendendo gli obblighi derivanti dalla
direttiva 2003/87/CE alle emissioni prodotte dal trasporto marittimo;
- l’assegnazione di quote e
gli obblighi di restituzione si applicano alla totalità (100%) delle emissioni
delle navi che effettuano tratte in partenza da un porto di scalo sotto la
giurisdizione di uno Stato membro e in arrivo in un porto di scalo sotto la
giurisdizione di uno Stato membro, e delle navi all'interno di un porto di
scalo sotto la giurisdizione di uno Stato membro. Le emissioni delle navi che
effettuano tratte tra un porto sotto la giurisdizione di uno stato membro e un
porto al di fuori della giurisdizione di uno stato membro, si conteggiano
invece solo al 50%” (Articolo 3 octies bis, Ambito di
applicazione per le attività di trasporto marittimo);
- la direttiva riguarda le
navi con una stazza di più di 5mila tonnellate e, pertanto, colpisce
maggiormente i porti con più del 65% di traffico in transhipment, cioè
trasbordo, dove da navi enormi con migliaia di container, si caricano navi più
piccole;
- Il Porto Gioia Tauro è
proprio questo tipo di porto, con un movimento che a fine 2023 raggiungerà i 4
milioni di Teu;
- in Italia quasi il 28% di
tutti i container movimentati ed il 77% di quelli trasbordati (magari su navi
più piccole per raggiungere porti di dimensioni inferiori) passano da Gioia
Tauro e che l'hub portuale calabrese dà lavoro a quasi seimila lavoratori, 1.600
direttamente e 4.000 indirettamente;
- è evidente che, in
relazione settore transhipment, tutti i porti mediterranei che vi operano
debbano sottostare alle medesime regole;
- pur tenendo presente la
fondamentale lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di
gas serra, è assolutamente indispensabile salvaguardare l'operatività della
principale struttura portuale calabrese, giacché le azioni propedeutiche alla
tutela dell’ambiente e utili a mitigare gli effetti del riscaldamento globale
non possono e non devono ignorare i tempi e i modi per evitare che la
transizione energetica si tramuti in tragedia economica e sociale;
- ribadendo la necessità di
fare fronte comune con i lavoratori, le imprese portuali, le organizzazioni di
settore, i sindacati e tutte le istituzioni, al fine di sostenere ogni
iniziativa si ponga a difesa della competitività della struttura portuale di Gioia
Tauro;
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi in tutte le
sedi istituzionali affinché, in relazione alla procedura di recepimento della
Direttiva di cui trattasi, il Parlamento italiano:
- non penalizzi il Porto di
Gioia Tauro rispetto agli altri porti mediterranei specializzati in traffico in
transhipment, con particolare riferimento a quelli di Port Said, Tangeri e nord
africani in genere;
- garantisca al Porto di
Gioia Tauro quelle pari condizioni di mercato indispensabili ad assicurarne la
competitività;
- consideri la possibilità
di utilizzare i fondi provenienti dalla tassazione prevista dal sistema ETS per
finanziare la conversione di navi inquinanti e l’ammodernamento delle flotte;
- predisponga un sistema
premiale per quelle navi che effettuano più scali nei nostri porti nazionali.
(68; 23/10/2023) Bevacqua,
Alecci, Billari, Bruni, Iacucci,
Mammoliti
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- La Commissione europea
recentemente ha adottato un pacchetto di misure, denominato “Pronti per il 55%”
(Fit for 55", in inglese), finalizzate al
contenimento dell'inquinamento climatico, che propone una serie di iniziative
legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal europeo;
- in particolare, l'Unione
Europea con tale pacchetto si propone di giungere alla riduzione delle
emissioni di gas serra del 55 per cento (da qui il nome del pacchetto) rispetto
ai livelli del 1990, avendo come obiettivo di arrivare alla "carbon neutrality" per il 2050;
- pur tenendo presente la
fondamentale lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di
gas serra, è assolutamente indispensabile salvaguardare l'operatività della
principale struttura portuale calabrese, giacché le azioni propedeutiche alla
tutela dell'ambiente e utili a mitigare gli effetti del riscaldamento globale
non possono e non devono ignorare i tempi e i modi per evitare che la
transizione energetica si tramuti in tragedia economica e sociale. Considerato
che: - tale normativa entrerà in vigore il prossimo 01 gennaio 2024 e, nel
settore del trasporto marittimo, comporterà l'immediata applicazione di una
tassazione aggiuntiva a carico degli armatori proprietari di navi con una
stazza superiore alle cinquemila tonnellate;
- nello specifico, tale
tassazione andrà a colpire le grandi navi portacontainer, utilizzate
esclusivamente per coprire le lunghe tratte, in quanto, sfruttando la loro
stazza oggi è possibile abbattere i costi di spedizione consentendo di caricare
e trasportare molta più mercé in un unico viaggio;
- nel pacchetto di misure
"Fit for 55" è previsto che la nuova
tassazione sia calcolata, oltre che in relazione alla tipologia di nave, anche
in rapporto alla rotta ed alla distanza da questa percorsa, (infatti, è
prevista l'applicazione del 100 % della tassazione se gli scali di partenza o
destino sono ubicati in territorio comunitario ovvero, un abbattimento della
tassazione del 50% se lo scalo di partenza o destino sono ubicati in territorio
extra-Ue). Rilevato che: - l'applicazione del nuovo regime fiscale renderà, con
ogni evidenza, più conveniente, per i grandi vettori marittimi, utilizzare
porti di transhipment extraeuropei piuttosto che quelli comunitari, avendo come
conseguenza una consistente perdita di competitività degli scali di
transhipment europei, (a titolo esemplificativo, una nave proveniente da uno
scalo extraeuropeo, attraverso il Canale di Suez, potrà facilmente aggirare la
tassazione al 100% approdando in un porto di trasbordo nordafricano e non più,
come accade oggi a Gioia Tauro, prima di arrivare alla sua destinazione finale
in Europa ed ancora, una nave di passaggio nel Mediterraneo, per raggiungere
l'oceano atlantico o indiano, potrà eludere tale tassazione evitando di toccare
i porti Ue). Tenuto conto che: - l'applicazione della direttiva Emission Trasfer System (ETS), la
cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2024, creerà, uno scenario
molto preoccupante poiché nel breve termine comporterà, certamente, la perdita
di competitività e di centralità degli scali italiani a partire da quello di
Gioia Tauro, con un impatto negativo dal punto di vista economico, sociale ed
occupazionale per l'intero sistema economico nazionale;
- l'applicazione della
misura Eu-Ets rischia non solo di penalizzare i porti europei a vocazione
transhipment, come il porto di Gioia Tauro, ma creerà una condizione di scarsa
competitività per tutti i porti di trasbordo collocati all'intero del territorio
comunitario;
- in Italia quasi il 28% di
tutti i container movimentati ed il 77% di quelli trasbordati (magari su navi
più piccole per raggiungere porti di dimensioni inferiori) passano da Gioia
Tauro e che l'hub portuale calabrese dà lavoro a quasi seimila lavoratori,
1.600 direttamente e 4.000 indirettamente (secondo i dati dell'Autorità
portuale);
- il porto di Gioia Tauro è
evidentemente, uno tra i principali porti europei in virtù della sua capacità
di accomodare le grandi navi portacontainer;
- imporre un tributo così
esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del
Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, appare
una scelta illogica che riflette la distanza tra la visione burocratica dell'Europa
e gli interessi reali dei Paesi aderenti ed al contempo, non garantisce nel
complesso alcuna riduzione di gas nocivi per il nostro pianeta. Tutto ciò
premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
per quanto di competenza -
a farsi portavoce presso il Governo nazionale e le competenti istituzioni
comunitarie affinché vengano apportati i necessari correttivi alla normativa
"Fit for 55" che rischia di arrecare danni
irreversibili all'economia prodotta dall'infrastruttura portuale principale
della nostra Regione e più in generale a tutte le infrastrutture portuali
italiane oltre che all'economie del sistema sociale di tutti i paesi ospitanti
analoghi realtà portuali. - Che la normativa non penalizzi il porto di Gioia
tauro rispetto agli altri porti del Mediterraneo fuori dall'area UÈ al fine di
salvaguardare in via principale l'occupazione del territorio.
(69; 23/10/2023) Mancuso,
Comito, Neri, Gelardi, Crinò, De Nisi, Graziano,
Bevacqua, Talerico, Laghi, Tavernise,
Lo Schiavo
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- la violenza di genere è
una grave violazione dei diritti umani e della libertà individuale in tutte le
sue sfere, personale, lavorativa ed economica, oltreché rappresentare un grave
problema culturale;
- i bambini e i ragazzi
orfani a seguito di un crimine domestico costituiscono il volto nascosto della
violenza di genere. È facile dimenticarsi di loro quando si affronta il tema
della violenza sulle donne. Invece violenza di genere vuoi dire il più delle
volte violenza sui più piccoli, sul loro immaginario, sulle loro certezze, sul
loro mondo emotivo, affettivo e psichico. In definitiva sul loro presente e sul
loro futuro;
- si tratta di un fenomeno
complesso del quale non si conosce la reale dimensione e che lo Stato, nella
sua accezione generale, ha il dovere di contrastare sul piano culturale,
normativo e giudiziario, adottando, come prevede l'articolo 19 della Convenzione
Onu sui diritti dell'infanzia e adolescenza del 1989, "ogni misura
legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo
contro ogni forma di violenza", per evitare che questi ragazzi siano
orfani tre volte, per la perdita di entrambi i genitori e per l'indifferenza
dello Stato. Preso atto che: - le cronache recenti, suffragate dai dati
dell'Istat e dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori
(OSCAD), raccontano di un preoccupante aumento in ambito nazionale e regionale,
sia delle denunce di atti di violenza di genere che di casi di femminicidio;
- gli ultimi dati
disponibili in ambito nazionale risalgono al 2020, anno in cui, secondo alcune
stime, gli orfani di femminicidio erano 169 in totale, di cui il 39,6%
minorenni (67 su 169), il 32,5% (55 su 169) è rimasto orfano anche del padre
che si è tolto la vita dopo il femminicidio;
- nella società calabrese
risultano permanere nelle relazioni di genere, anche tra i più giovani,
rapporti conflittuali che sfociano spesso in azioni violente;
- nel complesso le
statistiche nazionali danno in aumento le segnalazioni di maltrattamenti,
abusi, fino al preoccupante fenomeno di femminicidio che rappresentano
sicuramente il dramma più forte per i minori interessati;
- per una vera azione di
prevenzione è fondamentale educare all'uguaglianza tra donne e uomini, ed in
generale tra le persone, al rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali a
partire dall'infanzia e proseguendo fino all'età adulta.
Rilevato che - la violenza
contro le donne, il femminicidio e la discriminazione di genere pervadono ogni
ambito della società contemporanea, senza limiti geografici e culturali;
- ancora oggi, un numero
elevato di donne è vittima di femminicidio per mano della controparte maschile,
che purtroppo coinvolge irrimediabilmente anche i loro figli ed i familiari
tutti;
tenuto conto che: - in
ambito nazionale, il legislatore è intervenuto per fronteggiare tale delicata
tematica mediante:
> la legge 8 novembre
2000 n. 328, (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali), ed in particolare l'articolo 20 che prevede la
ripartizione, da parte dello Stato, delle risorse del Fondo Nazionale per le politiche
sociali finalizzato alla promozione e al raggiungimento degli obiettivi di
politica sociale;
> la legge 4 aprile 2001
n. 154, (Misure contro la violenza nelle relazioni familiari), che ha
introdotto nuove misure volte a contrastare in maniera incisiva i casi di
violenza all'interno delle mura domestiche, modificando sia l'ordinamento
penale che civile;
> la legge 27 giugno
2013, n. 77, (Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa
sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la
violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011 (13G00122) con la quale
l'Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione sulla prevenzione e
il contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica adottata ad
Istanbul, dal Consiglio d'Europa, l'11/05/2011;
> il decreto-legge 14
agosto 2013 n. 93 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il
contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di
commissariamento delle province), che, all'articolo 5, prevede l'adozione di un
"Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di
genere", e in particolare il comma 2, lettera d), stabilisce di
"potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di
violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della
rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di
assistenza alle donne vittime di violenza";
> la legge 11 gennaio
2018, n. 4, (Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di
procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini
domestici) che contiene una serie di disposizioni rivolte ai figli minorenni e
maggiorenni economicamente non autosufficienti, della vittima di un omicidio
commesso dal coniuge (anche se separato o divorziato), dal partner di un'unione
civile (anche se cessata) o da persona che è o è stata legata da relazione
affettiva e stabile convivenza;
> la legge 19 luglio
2019, n. 69 (Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre
disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di
genere) denominata Codice rosso.
Rilevato che: la Regione
Calabria ha nel tempo adeguato e poi rafforzato la propria normativa in materia
di contrasto alla violenza di genere e alla tutela dei minori colpiti da tale
dramma attraverso l'approvazione delle seguenti leggi regionali:
> legge regionale 12
novembre 2004, n. 28 (Garante per l'infanzia e l'adolescenza);
> legge regionale 21
agosto 2007, n. 20 (Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di
antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà);
> legge regionale 23
novembre 2016, n. 38 (Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza di
genere);
> legge regionale 1 febbraio 2017, n. 2 (Istituzione dell'Osservatorio
regionale per i minori);
> legge 15 marzo 2022,
n. 7 (Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per
l'occupazione femminile}.
Considerato che: ai sensi
della legge regionale n. 20/2007, la Regione Calabria, anche in attuazione
della legge 4 aprile 2001, n. 154 (Misure contro la violenza nelle relazioni
familiari) e della legge 8 novembre 2000, n. 328, (Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali): >
promuove e coordina iniziative per contrastare la violenza sessuale, fisica,
psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo
sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali, a partire da
quello familiare;
> riconosce e valorizza
i percorsi di elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza autonome e
autogestite delle donne basate sulle relazioni tra donne, nonché le esperienze
e le competenze espresse localmente da enti, associazioni di volontariato e
organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), che abbiano, tra i
loro scopi essenziali, la lotta alla violenza contro le donne e i minori, la
sua prevenzione, la solidarietà alle vittime e che possono dimostrare di
disporre di personale adeguato per i compiti predetti e almeno tre anni di
esperienza nello specifico settore;
> finanzia progetti
antiviolenza che prevedono il sostegno, l'attivazione e la gestione dei
"centri antiviolenza" e delle "case di accoglienza" per
donne vittime di violenza.
Dato atto che: - la Regione
Calabria è impegnata nel contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e
ai loro figli, secondo linee comuni fissate a livello nazionale e
internazionale nell'ambito delle quali si è dotata di propri strumenti
normativi e di indirizzo, promuovendo la creazione di servizi e strutture di
accoglienza, sostegno, assistenza e ospitalità delle vittime di violenza.
Ritenuto necessario
implementare con urgenza politiche, azioni e progetti finalizzate al contrasto
del fenomeno del femminicidio e della violenza di genere tutelando, nello
specifico, tutti quei minori che sono interessati da tale dramma, attraverso
l'istituzione di un apposito Fondo di solidarietà che permetta loro di poter
godere di un contributo spese per le cure mediche e psicologiche e per il
completamento del loro percorso formativo e di vita;
tutto ciò premesso e
considerato
impegna la Giunta regionale
e il Presidente della Regione
1) ad
adottare ogni atto utile e necessario per rafforzare le politiche rivolte alla
tutela dei minori interessati da episodi di femminicidio, attraverso
l'istituzione, nel bilancio della Regione Calabria, di un apposito capitolo
denominato: "Fondo di solidarietà ai minori vittime di violenza e di reati
da femminicidio", finalizzato al sostegno economico delle spese per le
cure mediche e psicologiche e per il sostentamento finanziario del loro
percorso formativo e di vita;
2) a promuovere percorsi
specifici per assicurare, ai figli delle vittime di violenza domestica,
l'erogazione di borse di studio, nonché il finanziamento di iniziative di
orientamento, di formazione e di sostegno per l'inserimento dei medesimi
nell'attività lavorativa;
3) favorire le attività
delle organizzazioni di volontariato, coordinandole con quelle dei servizi
pubblici.
(70; 23/10/2023) Straface,
Mannarino, Gentile, De Francesco
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- studi scientifici hanno
già dimostrato ed ancora stanno provando la natura artificiale del Covid-19 e
le connessioni della ricerca con apparati militari;
- il prof. __________
(professore di Microchirurgia and Microtecnologie all'Aston University di
Birmingham, e in Micro e Nano Tecnologie, presso la BIB, Brunel University, di
Londra. Direttore di Nano Medicina, all'Amity University di New Delhi, India,
Vice Primario alla Kamineni Institute of Medical Sciences, Hyderabad, India. Presidente della World
Academy of Biomedical Sciences and Technologies WABT Accademia sotto l'egida dell'INSULA/UNESCO),
Presidente dell'ICET/lnternational
Council for Engineering and Technologies, Presidente WABIT - World Association
of Bio Info Technologies. Presidente BioMiNT
(WABT) - Micro and NanoTechnologies in BioMedicine) è un profondo conoscitore dei retroscena
dietro le sperimentazioni e la seguente comparsa del virus, ha fatto
affermazioni gravi circa la realtà della sperimentazione con i virus al Senato
della Repubblica;
- il prof. ......... in
detto intervento ha spiegato con estrema chiarezza e lucidità quali sono i
piani futuri dell'OMS per il tramite del c.d. Documento Zero o pass sanitario
mondiale che diventerà esecutivo a novembre del corrente Anno se gli Stati non
faranno qualcosa per modificarlo. In particolare, il Documento obbliga i Paesi
ad accettare qualsiasi agenda dei vaccini proposta dall'OMS, indipendentemente
dalla volontà politica dei singoli Paesi;
- ad oggi, detto Documento
è già stato approvato in via preliminare dalla UÈ, senza che siano stati
preventivamente consultati gli Stati membri o il Parlamento Europeo;
- solo dopo il prossimo mese
di novembre l'OMS comunicherà quali sono i vaccini obbligatori, per cui in
forza di detto accordo l'OMS potrà imporre agli Stati le proprie decisioni,
rendendo obbligatorie le vaccinazioni che meglio riterrà, subordinando il
rilascio di un green pass mondiale, in merito al quale la Commissione Europea
già si è dichiarata favorevole, al fine di poter viaggiare;
- - ciò rappresenta una
vera e propria dittatura scientifica mondiale ed è un attacco evidente, non
solo alla sovranità di ciascun Stato sovrano, quanto anche, se non soprattutto,
un attacco diretto a ciascun cittadino;
- l'OMS, anche se è
un'Agenzia delle Nazioni Unite, oggi viene finanziata maggiormente da privati e
nella fattispecie dalle Case farmaceutiche, il Prof. ........ nell'intervento
al Senato della Repubblica ha spiegato come si vorrebbe modificare lo statuto
dell'OMS, cambiando la sua mission. Ritenuto che:
1. i Trattati
internazionali, in forza di quanto sancito dagli artt.1 e 54 della
Costituzione, non possono violare i principi fondamentali della Costituzione
italiana;
2. detti Trattati
internazionali non possono essere interpretati o applicati in modo da ridurre o
limitare i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione italiana;
3. i diritti umani fondamentali
garantiti dalla Costituzione hanno un'importanza superiore rispetto ai Trattati
internazionali;
4. i Trattati
internazionali non possono intaccare l'indipendenza e la sovranità dello Stato
italiano, in quanto l'Italia mantiene il diritto di adottare decisioni autonome
che riguardano gli affari interni del proprio Paese, anche se potrebbero andare
in conflitto con i trattati internazionali;
5. le materie riservate
alla legge nazionale non possono essere modificate o regolate da Trattati
internazionali senza una specifica legge di attuazione;
6. l'interpretazione e
l'applicazione dei Trattati internazionali devono avvenire sempre nel rispetto
dei principi costituzionali, quali la democrazia, lo Stato di diritto e la
tutela dei diritti fondamentali;
ciò premesso e ritenuto si
impegna la Giunta regionale
e il Presidente ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché
manifestino una ferma e netta opposizione alla cessione della sovranità
sanitaria all'OMS, il cui perfezionamento della procedura di adesione scadrà il
prossimo Novembre 2023, ritenendo non negoziabili i diritti sottostanti,
nemmeno parzialmente, dovendo la loro tutela rimanere nella piena disponibilità
dei singoli Stati, a tutela dei diritti fondamentali dei loro cittadini, ed i
invita il Governo della Repubblica Italiana ad assumere ogni e più opportuna
iniziativa tesa alla modifica, financo alla non adesione, finalizzata alla
riserva di sovranità a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.
(71; 23/10/2023) Gentile,
Straface, De Francesco, Mannarino
È
pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- L'Ospedale di Serra San
Bruno è stato, per decenni, un punto di riferimento assolutamente fondamentale
dell'ASP di Vibo Valentia. - La sua realizzazione, in quanto finalizzata a
rendere concretamente fruibile il servizio sanitario provinciale da parte di un
ampio bacino di utenza (oltre quarantamila persone), ha rappresentato una vera
e propria conquista di civiltà per la quale si sono battute, negli anni Sessanta
e Settanta, le forze politiche e sociali che, all'epoca, erano maggiormente
rappresentative sul territorio dell'allora provincia di Catanzaro.
- L'Ospedale di Serra San
Bruno ha, infatti, consentito, alla numerosa popolazione dei comuni montani che
ruotano attorno a Serra San Bruno, di beneficiare dell'assistenza sanitaria
essenziale che, in mancanza di detto ospedale, sarebbe stato estremamente
difficile garantire. E ciò in quanto Serra San Bruno e gli altri comuni vicini
sono situati in zone montuose, molto distanti e mal collegate alla città di
Vibo Valentia e al relativo ospedale cittadino.
- Non a caso l'ospedale di
che trattasi nacque anche sotto la spinta dello scalpore che, in seno
all'opinione pubblica, era stato suscitato da diversi casi di persone decedute
nel lungo, tortuoso e, durante la stagione invernale, pressoché impercorribile,
tragitto per raggiungere l'Ospedale di Vibo Valentia. Purtroppo, ormai da
qualche anno, l'Ospedale di Serra San Bruno è interessato da un lento e
inesorabile processo di decadimento che non sembra voler cessare. Infatti,
l'anzidetto nosocomio presenta rilevanti carenze di organico, oltre che
strumentali e strutturali, rispetto alle quali poco o nulla è stato, finora,
fatto in termini di individuazione e successiva applicazione di misure
effettivamente risolutive. In particolare, gravissime carenze di personale
medico-sanitario si registrano nei reparti di Pronto Soccorso, di Chirurgia, di
Radiologia e di Medicina. A dette carenze di personale, si accompagna, poi, la
disorganizzazione dei reparti nei quali i pochi medici rimasti si trovano a
gestire “situazioni limite” in condizioni di scarsa sicurezza ed esponendosi,
spesso, alle “aggressioni” degli utenti esasperati dalle lunghe attese e dalla
mancanza di prestazioni sanitarie efficienti. Infine, su tutta questa, a dir
poco, drammatica situazione, aleggia, anche, il dubbio che l'Ospedale di Serra
San Bruno possa, da qui a breve, essere privato del suo importantissimo ruolo
di presidio posto a servizio dei numerosi comuni montani situati nelle
vicinanze e che, ove questo dubbio dovesse trasformarsi in certezza,
resterebbero, letteralmente, “tagliati fuori” nella fruizione, efficace ed
efficiente, del servizio sanitario provinciale per ovvie ragioni legate alla
distanza che li separa dall'ospedale di Vibo Valentia e dagli altri ospedali
della provincia e alla deficitaria viabilità. Tutto quanto sopra premesso, si
interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria:
per sapere:
1) se, nel Programma
Operativo Sanitario Regionale, è stata prevista la conferma dell'Ospedale di
Serra San Bruno quale ospedale cosiddetto di “montagna”;
2) quali utili e tempestive
iniziative si intendono adottare per garantire, nell'immediatezza, i livelli
essenziali di assistenza sanitaria.
(70; 26/07/2022)
Bruni, Bevacqua e Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 14 dicembre 2021
veniva approvata la Legge Regionale n. 32 con la quale si è provveduto
all’Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese
denominata “Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria -
Azienda Zero” attribuendo a questa tutta una serie di competenze di governo del
sistema sanitario;
- “Azienda Zero” è un ente
del Servizio sanitario regionale dotato di personalità giuridica di diritto
pubblico e di autonomia imprenditoriale, tecnica, gestionale e contabile;
- tale azienda è istituita
al fine di perseguire la programmazione, la razionalizzazione, l'integrazione e
l'efficientamento, nonché il controllo direzionale e gestionale dei servizi
sanitari, sociosanitari e tecnico-amministrativi del Servizio sanitario
regionale. Tenuto conto che: - dall’istituzione del nuovo ente di governance ad
oggi si sono alternati diversi interventi politici e legislativi con rimandi
normativi e modifiche di articoli e commi. In particolare, sono state approvate
già ben quattro leggi volte a modificare l’originario impianto normativo del
dicembre 2021 per come di seguito indicate:
- la legge regionale 2
marzo 2022, nr. 4 ha apportato una serie di modifiche sostanziali – e non
semplici passaggi tecnici - alla l.r. 32 del 2021 per
come segnalate dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli
Affari regionali e le autonomie, per renderla maggiormente intellegibile ed
evitare problemi interpretativi, modifiche che, con ogni evidenza, il governo
ha chiesto in cambio della decisione benevola di non impugnare la legge
istitutiva. In alcuni casi si tratta di refusi o di chiarimenti interpretativi.
In altri proprio no. Come nel caso della cosiddetta norma di salvaguardia, che
ha lo scopo di «garantire le prerogative spettanti al commissario ad acta fino
al termine del periodo di commissariamento, nonché a salvaguardare l’applicazione
delle norme nazionali». La norma specifica che fino a quando sarà in atto il
commissariamento sono «fatte salve, nell’attuazione della presente legge, le
competenze attribuite al Commissario ad acta». La seconda aggiunta prevede che
la legge su Azienda zero si applichi «laddove non in contrasto con quanto
disposto dal decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150 (il “Decreto Calabria”, ndr). Con tutta evidenza il governo si è voluto tutelare
mettendo i paletti all’Azienda zero e richiamando la centralità del
commissario;
- la legge regionale 1 marzo 2022 nr. 1 è intervenuta assegnando ad Azienda zero
tutto il sistema regionale dell’emergenza urgenza 118 ed elisoccorso e il
numero unico di emergenza 112;
- la legge regionale 6
maggio 2022, n. 12 ha meglio precisato i compiti con riferimento al numero
unico di emergenza 112;
- la legge regionale 7
luglio 2022, n. 21 ha modificato l’art. 12 della l.r.
32 del 2021 prevedendo la nomina di un Commissario straordinario di Azienda
Zero. Preso atto che: - con DCA nr. 59 del 24 maggio 2022 è stato approvato il
Piano Operativo regionale degli Investimenti relativi alla Missione 6 “Salute”
del PNRR;
- con DCA nr. 60 del 24
maggio 2022 sono state disciplinate, in conformità a quanto previsto dalla
legge regionale 15 dicembre 2021, n.32, le attività necessarie per garantire il
funzionamento e i tempi di attuazione di Azienda zero prevedendo un percorso
realizzativo in due fasi: • la prima fase ridisegnando il sistema e il processo
di accentramento di competenze e risorse professionali;
- la seconda fase avviando
la riallocazione di queste tra Dipartimento Tutela della Salute e Servizi
Sociali e Socio Sanitari e Azienda Zero;
- con DCA nr. 61 del 24
maggio 2022 è stato nominato il prof. ............. quale Commissario
straordinario di Azienda zero, con decorrenza dall’1/6/2022 per la durata di 12
mesi, prorogabili di ulteriori 12 mesi, prevedendo un compenso omnicomprensivo
corrispondente al 90% del compenso spettante al Direttore Generale delle
aziende sanitarie della Regione Calabria, unitamente al rimborso delle spese di
missione sostenute in ragione dell’incarico e liquidate secondo le misure e le
modalità previste per i Dirigenti generali della Regione Calabria;
- tale nomina è stata
legittimata successivamente con l’approvazione della Legge regionale 7 luglio
2022, n. 21, che ha modificato l’art. 12 della l.r.
2021 numero 32 inserendo il “1-bis ‘Il Commissario straordinario di Azienda
Zero, nelle more della definizione dell'organizzazione necessaria, esercita le
funzioni di cui alla presente legge per il tramite del Dipartimento Tutela
della salute e delle sue articolazioni amministrative nonché delle Aziende del
Servizio sanitario regionale”. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la mancata
attivazione di Azienda Zero ha generato una condizione di stallo, nonché
confusione tra competenze aziendali e competenze del Dipartimento Salute,
soprattutto in riferimento a quelle competenze trasferite al nuovo Ente del
servizio sanitario regionale;
2. quando e come Azienda
Zero entrerà in funzione;
3. il perché la Giunta non
abbia ancora emanato la DGR atta a specificare il funzionamento e i tempi di
attuazione dell'Azienda Zero.
(71; 27/07/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
-
nel corso della seduta del Consiglio regionale del 30 agosto u.s. il Presidente
della Giunta regionale ha reso un’informativa sull'accordo per la fornitura di
servizi medici e sanitari di cui al D.C.A. 87 del 17 agosto 2022;
il D.C.A. 87 del 17 agosto
2022 prevede, in ragione della grave carenza di personale medico nelle aziende
sanitarie provinciali ed in quelle ospedaliere e considerata la difficoltà a
reperirlo per le vie ordinarie, un accordo transnazionale con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. (CSMC S.A.)
con l’attivazione di procedure di distacco internazionale per la fornitura di
medici da utilizzare a copertura del fabbisogno;
nel corso di detta
informativa il Presidente della Giunta, nello stigmatizzare la condotta di
società e agenzie per l’intermediazione di lavoro che, a suo dire, nel fornire
medici ai sistemi sanitari regionali porrebbero in essere
un’azione speculatrice distorcendo il mercato e ancora evidenziando aspetti che
richiederebbero l’attenzione della magistratura;
vale la pena ricordare che
senza lo spirito di abnegazione di tutto il personale sanitario, da premiare e
valorizzare, che è stato ed è in prima linea nella difesa del diritto alla
salute e nella lotta al covid 19, il nostro sistema socio-sanitario
sarebbe sprofondato in una crisi irreversibile dalle conseguenze devastanti,
ciononostante, come ammesso dallo stesso Presidente, buona parte di detto
personale non ha ancora ricevuto le previste indennità covid;
nel corso, poi, di una
video intervista il Presidente della giunta regionale, rispondendo alle domande
di un cronista, a proposito della gestione dei concorsi da parte delle aziende
ospedaliere e sanitarie, ha affermato che esistono centri di potere amministrativi
e dirigenti del personale che “fanno i concorsi non che servono ai cittadini,
ma che servono a loro”;
da ultimo, sempre in
riferimento alla mancanza di medici e alla difficoltà di reclutamento, come
sottolineato da alcune organizzazioni sindacali, parrebbe che molti medici del
sistema sanitario regionale svolgerebbero funzioni amministrative anziché mediche.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il
Presidente della Giunta regionale, anche nella sua funzione di Commissario ad
Acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario
della Regione Calabria,
per sapere:
1. quali azioni coerenti
intenda mettere in atto per fare piena luce, e/o eventualmente sottoporre a altre sedi competenti l’attività di intermediazione da
parte di Cooperative private in merito ai contenuti delle sue affermazioni. 2.
se, alla luce delle dichiarazioni rese in merito a comportamenti di alcuni
dirigenti del personale di A.S.P. e A.O., quali utili e tempestivi
provvedimenti intenda adottare al fine di porvi rimedio;
3. se non ritenga opportuno
porre in essere un’azione di verifica e monitoraggio
per rilevare se e quanto personale medico svolge mansioni amministrative.
(77; 05/09/2022).
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la Legge regionale n.
33/2021, “Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel
territorio regionale”, a seguito dell’intesa tra Commissario ad Acta per
l’attuazione del Piano di Rientro nella Regione Calabria e l’Università degli
Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, stabilisce che
l’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” sia incorporata nell’Azienda
Ospedaliera-Universitaria “Mater Domini”;
- “entro dodici mesi
dall’entrata in vigore della legge succitata sono definiti i rapporti tra la Regione
Calabria e Università degli Studi “Magna Graecia” di
Catanzaro in materia di attività integrate di didattica, ricerca ed assistenza,
mediante Protocollo d’Intesa ai sensi dell’articolo 1 del D.lgs. 517/1999
sottoscritto dal Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di Rientro
della Regione Calabria e dal rettore dell’Università”;
- l’art. 2 comma 3 della
Legge Regionale n. 33/2021 stabilisce che “le attività prodromiche alla
definizione del testo del Protocollo d’Intesa siano svolte da una Commissione
tecnica paritetica composta da due delegati del Commissario ad Acta per l’attuazione
del Piano di Rientro nella Regione Calabria e da due delegati del rettore
dell’Università, che partecipano alla Commissione a titolo gratuito. I
Commissari straordinari dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di
Catanzaro e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” trasmettono
senza indugio i dati e le notizie richiesti dalla Commissione tecnica per lo
svolgimento delle funzioni ad essa devolute”. Considerato che: - ai sensi
dell’art. 3 comma 1 “la fusione per incorporazione disposta dalla legge 33/21
diviene efficace il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria del Protocollo d’Intesa” e che dal giorno
successivo cessano di diritto gli organi delle due Aziende. Tenuto conto che: -
il Decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 pubblicato in Gazzetta
Ufficiale il 12 gennaio 2000 (Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario
Nazionale ed Università, a norma dell’articolo 6 della legge 30 novembre 1998,
n. 419) all’art. 1 regola i rapporti tra Servizio Sanitario Nazionale e
Università ed in particolare, al comma 3, prevede che “i protocolli d’intesa di
cui al comma 1 stabiliscono altresì, anche sulla base della disciplina
regionale di cui all'articolo 2, comma 2-sexies, lettera b), del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, criteri generali per
l'adozione, da parte del Direttore Generale delle Aziende di cui all'articolo
2, degli atti normativi interni, ivi compreso l'atto aziendale previsto
dall'articolo 3”;
- il DPCM 24 maggio 2001
contempla le “Linee guida concernenti i Protocolli di Intesa da stipulare tra
Regioni e Università per lo svolgimento delle attività assistenziali delle
università nel quadro della Programmazione nazionale e regionale ai sensi dell'art.
1, comma 2, del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517” e, in
particolare, disciplina all’art. 2 l’“Integrazione delle attività assistenziali
didattiche e di ricerca”. Preso atto che: - la “Commissione tecnica paritetica
Regione-Università” deve svolgere le attività prodromiche alla definizione del
testo del Protocollo d’Intesa Università Magna Graecia
e Regione Calabria;
- da più notizie di stampa,
e in particolare dall’organizzazione sindacale CISL MEDICI, si è appreso della
presenza di un altro tavolo parallelo, coordinato dal Commissario di Azienda
Zero e costituito dagli attuali management delle due Aziende Ospedaliere, che
sembrerebbe debba occuparsi dell’organizzazione della futura Azienda
“Dulbecco”, valutando addirittura accorpamenti e soppressioni di strutture
anche in base alla presenza di direttori, FF o prossimi al pensionamento;
- le due Aziende che si
fonderanno tramite incorporazione della Azienda “Pugliese Ciaccio” nella A.O.U.
“Mater Domini” presentano significativi debiti pregressi, che peserebbero sul
Bilancio della futura Azienda Ospedaliera Universitaria “Dulbecco”. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. lo stato dell’arte delle
attività svolte dalla “Commissione tecnica paritetica Regione-Università”;
2. se corrisponde al vero
la notizia appresa dalla stampa, in particolare dall’organizzazione sindacale
CISL MEDICI, ovvero l’esistenza di un altro tavolo parallelo coordinato dal
Commissario di Azienda Zero, ed eventualmente, qualora fosse confermata, sapere
quali obiettivi si prefigge il tavolo in questione ed in base a quali
disposizioni lo stesso sia stato costituito;
3. quali siano i debiti
pregressi delle due Aziende interessate alla fusione per incorporazione della
Azienda “Pugliese Ciaccio” nella A.O.U. “Mater Domini” ed il relativo
ammontare;
4. quali azioni si
intendono portare avanti per risanare gli eventuali debiti pregressi della
futura “Azienda Ospedaliera Universitaria “Dulbecco”.
(78; 06/09/2022).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- sia il Piano europeo
contro il cancro (febbraio 2021) che il Piano nazionale della prevenzione
2020-2025 (PNP) sottolineano la centralità e la fondamentale rilevanza della
prevenzione e della diagnosi precoce;
- dai dati dell’ultimo
rapporto AIOM-AIRTUM “I NUMERI DEL CANCRO IN ITALIA 2021”, pubblicato ad
ottobre 2021 sul sito del Ministero della Salute e presentato all’Istituto
Superiore di Sanità, emerge che i tumori – nel 2021 – siano stati la causa di
morte per 100.200 uomini e 81.100 donne benché si registri una riduzione dei
tassi di mortalità di circa il 10% negli uomini e dell’8% nelle donne tra il
2015 e il 2021;
- sempre nel citato report
AIOM-AIRTUM, la Rete nazionale dei registri dei tumori, dei sistemi di
sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della
popolazione rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta contro il
cancro, e che per realizzarla sono stati stanziati tre milioni di euro da
ripartire fra le Regioni per la creazione dei registri regionali dei tumori,
che alimenteranno la Rete nazionale;
considerato che - la legge
22 marzo 2019, n. 29, istituisce e disciplina la Rete nazionale dei registri
dei tumori e dei sistemi di sorveglianza nonché il referto epidemiologico per
il controllo sanitario della popolazione che, attraverso la raccolta, lo scambio,
l’analisi e lo studio dei dati si propone, in particolare, finalità di
“prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, programmazione sanitaria,
verifica della qualità delle cure, valutazione dell'assistenza sanitaria”
(lett. b, comma 1, articolo 1) nonché ulteriori obiettivi tesi alla promozione
ed al progresso della ricerca, alla sorveglianza epidemiologica, al
monitoraggio dei fattori di rischio su tutto il territorio nazionale;
- seppure in attesa di
ulteriori provvedimenti di attuazione da parte dello Stato, le Regioni sono
chiamate ad assicurare con la massima tempestività, efficienza e sistematicità
l’invio dei dati anche attraverso una gestione corretta dei registri tumori;
atteso che - la Regione
Calabria ha istituito il registro tumori della popolazione con legge regionale
12 febbraio 2016, n. 2, la quale prevede nello specifico:
a) la creazione della Rete
dei registri tumori, per come individuati nella DGR n. 289 del 25 marzo 2010 e
nello specifico Cosenza/Crotone, Catanzaro/Vibo Valentia e Reggio Calabria
nonché le sub articolazioni di Vibo Valentia e Crotone (articolo 1);
b) il Centro di
coordinamento dei Registri tumori con compiti di supporto per l’accreditamento
all’AIRTUM dei registri e di interventi ed azioni rivolte alla prevenzione,
diagnosi e studi relativi all’impatto sull’ambiente del cancro (articolo 2);
c) l’adozione di un
regolamento regionale, in particolare per disciplinare il trattamento dei dati,
nel rispetto della normativa vigente in materia (articolo 3);
posto che - sulla base dei
dati rilevati dal sito AIRTUM, delle informazioni e delle ricerche effettuate,
nonché del confronto con gli operatori del settore emergono, all’interno della
Regione Calabria, diverse e preoccupanti criticità nel sistema di gestione dei
registri che di seguito si riportano:
a) disomogeneità nella
raccolta dei dati da parte dei referenti dei registri delle Asp preposte;
b) non operatività del
Centro di coordinamento regionale;
c) mancata adozione del
regolamento regionale, fondamentale per la gestione ed il trattamento di dati
sensibili;
d) difficoltà nel
reperimento e nella gestione dei flussi informatici di anatomia patologica e
dei dati di mortalità;
- I Registri tumori
consentono di ottenere indicatori certi e che l'individuazione del tasso di
prevalenza e di incidenza delle neoplasie può permettere di pianificare
interventi preventivi, tuttavia, i dati relativi alla Regione Calabria vengono
per lo più trasmessi con un ritardo che li rende sostanzialmente non idonei ad
essere utilizzati per le finalità di prevenzione per cui sono stati istituiti i
registri. Per quanto sopra esposto, considerata l’estrema delicatezza e
importanza della tematica in questione, nell’ottica della salvaguardia della
salute pubblica,
per sapere:
se - il Presidente della
Giunta regionale, anche in qualità di Commissario alla Sanità, sia a conoscenza
di quanto evidenziato e se ritenga di dover intervenire urgentemente per
rendere pienamente operativo il Registro regionale dei tumori;
- quali iniziative intenda
intraprendere per rendere trasparenti, efficienti, nonché tempestive le
attività dei centri che operano a livello provinciale all’interno delle Aziende
Sanitarie calabresi.
(81; 20/09/2022).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- costituisce un fatto
notorio quello della piaga dell'emigrazione sanitaria dalla Calabria, e nello
specifico l'impatto della cosiddetta migrazione sanitaria medico-chirurgica e
riabilitativa dei minori residenti in Calabria: condizione che determina costi
economici, umani e sociali rilevanti;
- le patologie motivo di
ricovero sono prevalentemente le malattie neuro-psichiatriche (18,64%), le
malformazioni congenite (14,57%), metaboliche/immunologiche (7,67%) e
onco-ematologiche (5,68%): patologie che presuppongono l'assistenza presso una
struttura ospedaliera con un reparto valido ed efficiente di Neuropsichiatria
infantile;
- con nota prot.101/ist/2020 a firma del dott. ---------- della Direzione
generale della digitalizzazione del sistema informativo sanitario e della
statistica, in riscontro a puntuale richiesta delle associazioni Codacons ed
Articolo 32, il ministero della Salute ha reso noto che "per quanto
riguarda l'attività ospedaliera si comunica inoltre che nella Regione Calabria
non risultano attivi reparti ospedalieri di Neuropsichiatria infantile";
preso atto che: - con
comunicato del 03/08/2022 è stato reso noto l'accordo tra Regione Calabria e
Bambino Gesù per potenziare la rete pediatrica e contenere la migrazione
sanitaria e si è così provveduto a rendicontare che "sono stati oltre
7.500 i bambini calabresi a raggiungere il Bambino Gesù di Roma per cure
mediche, ma fortunatamente solo il 15% di questi pazienti - poco più di 1000 -
ha avuto bisogno di un ricovero. La stragrande maggioranza delle prestazioni
(12.049 su 13.195) ha riguardato visite ambulatoriali, esami diagnostici o day
hospital. Per la trasferta a Roma, il viaggio, il vitto, la permanenza, i
giorni di lavoro persi, la stima della spesa per le famiglie ammonta
complessivamente a circa 5 milioni di euro".
Considerato che - Tale accordo ha certamente un impatto importante ma al tempo
stesso non può costituire l'unica forma di assistenza specialistica ai pazienti
pediatrici della regione;
- le famiglie calabresi
ancora oggi sono costrette a sopportare veri e propri "viaggi della
speranza" anche per meri controlli di routine;
il personale medico si
scontra con carenze strutturali e di personale, l'offerta regionale per i
pazienti con malattie neurologiche ad oggi è pressoché inesistente se si
considera che per tali piccoli pazienti le patologie richiedono approcci
multidisciplinari la cui assenza e/o inidoneità di fatto impedisce che la loro
presa in carico sia effettiva e totale, mancando un sistema capace di fare
rete;
per sapere:
1) se il Presidente della
Regione Calabria, in qualità di commissario ad acta del settore sanitario in
Calabria, non ritenga opportuno, per il perseguimento dell'obiettivo della
tutela dell'effettività del diritto alla salute, procedere alla immediata
creazione in Calabria di un reparto ospedaliero e/o universitario di Neurologia
pediatrica e di neuropsichiatria infantile;
2) se non ritenga opportuno
adottare gli atti amministrativi e aziendali idonei a definire anche l'offerta
territoriale dei servizi della Neuropsichiatria infantile (Npi),
considerato che la complessità degli interventi di ambito rende necessario un
costante lavoro di integrazione tra la rete degli operatori interna al
servizio, la rete locale esterna al servizio, la rete di collegamento tra
Centri ospedaliero-universitari e servizi territoriali, secondo il modello Hub-Spoke;
3) quali misure intenda porre in essere affinché si regolamenti l'effettiva presa in
carico da parte del Sistema sanitario regionale, dei pazienti con patologie
neurologiche pediatriche laddove gli stessi siano presi in cura a livello
specialistico da un ospedale extraregionale;
4) quali misure intenda
adottare al fine di garantire la continuità e la qualità dell'assistenza e
riabilitazione dei pazienti con patologie neurologiche pediatriche o
neuropsichiatriche infantili anche in relazione al carico enorme che di fatto
ad oggi ricade in via quasi esclusiva sulle famiglie.
(83; 29/09/2022).
Bevacqua. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Giunta regionale, con
deliberazione n. 441 del 30 settembre u.s. ha approvato misure urgenti per
ridurre l’impatto sull’utenza dell’incremento tariffario dei servizi affidati a
Trenitalia S.p.A.;
- la Giunta regionale, con
deliberazione n. 274 dell’1 luglio 2019 aveva approvato
la struttura tariffaria e l’importo delle tariffe dei servizi di trasporto
pubblico locale;
- la Giunta regionale, con
deliberazione n. 277 dell’1 luglio 2019 aveva
approvato le regole relative all’integrazione tariffaria e gli indicatori di
qualità per l’applicazione del metodo del price-cap;
- la materia inerente la politica tariffaria è regolata dal “Contratto di servizio
per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale”,
approvato con delibera n. 23 del 2 dicembre 2019 dell’ente di governo del
trasporto pubblico locale, ARTCal;
- l’articolo 14, comma 3
del predetto accordo prevede che la Regione, inoltre,
stabilisce gli incrementi tariffari per la durata contrattuale, definiti
nell’allegato 4 al presente Contratto;
- il successivo comma 4
prevede che le Parti si danno reciprocamente atto che l’adeguamento di cui al
precedente comma 3, contribuisce all’equilibrio economico del presente
Contratto e, pertanto, qualora la Regione intervenga per non effettuarli, ARTCal compenserà con i meccanismi di cui alla Matrice dei
rischi l’importo corrispondente all’aumento atteso – anno per anno;
tale importo non è
considerato nel calcolo di cui all’art. 8, comma 3, lettera a);
- l’allegato 4b prevede,
tra l’altro, che entro il 1° agosto 2020 e, comunque non prima di quattro mesi
dalla comunicazione da parte di ARTCal delle tabelle
delle tariffe, Trenitalia adotterà il nuovo sistema tariffario, di cui alle
deliberazioni Giunta regionale n. 274/2019 e n. 277/2019;
- allo scopo ARTCal invierà, entro il 15 marzo 2020 la tabella delle
tariffe da implementare nel sistema di vendita di Trenitalia, riservandosi di
aggiornarla entro 30 giorni dalla consuntivazione ISTAT dell’indice NIC e dal
calcolo degli indicatori che intervengono nel metodo del price cap;
- in particolare, le
tariffe dovranno essere adeguate progressivamente in tre fasi:
a) a decorrere dal 1°
agosto 2024, fino al termine del periodo contrattuale, si applicherà
integralmente la tariffa a regime;
b) dal 1° agosto 2022 al 31
luglio 2024 si applicherà la tariffa calcolata in ragione di una tariffa base
calcolata come media pesata: • della tariffa base applicabile al momento della
sottoscrizione del presente Contratto, con peso 1;
- dalla tariffa base
applicabile a regime, con peso 2;
c) dal 1° agosto 2020 al 31
luglio 2022, si applicherà la tariffa calcolata in ragione di una tariffa base
calcolata come media pesata: • della tariffa base applicabile al momento della
sottoscrizione del presente Contratto, con peso 2;
- della tariffa base
applicabile a regime, con peso 1. - in tutte le tre fasi è sempre previsto
l’adeguamento tariffario annuale all’inflazione, come definito nella successiva
sezione “adeguamento inflattivo e price cap”. Le
tariffe aggiornate dovranno essere trasmesse dall’ARTCal
entro il 30 giugno;
- le integrazioni
tariffarie di cui alle citate delibere regionali entreranno in vigore quando la
Regione avrà messo a disposizione degli operatori di trasporto pubblico gli
adeguati sistemi organizzativi e tecnologici individuati.
Considerato che: - il
Contratto di servizio risulta analitico in ogni sua previsione, dettagliando
minuziosamente le varie scadenze relative agli adeguamenti tariffari e che,
pertanto, le stesse erano note al competente Dipartimento da tempo, si evidenzia
con ciò una carenza di scambio informativo tra la struttura burocratica e gli
organi di direzione politica;
- ARTCal,
istituita dalla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35, con il conferimento di
funzioni fondamentali in materia di trasporto pubblico locale, a tutt’oggi non
è entrata pienamente in funzione risultando, dopo 7 anni, retta ancora da un
Commissario;
tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore alla
Mobilità
per sapere:
se e in quale data
Trenitalia abbia comunicato alla Regione e all’ARTCal
l’aumento tariffario;
se vi sia stato un
provvedimento di approvazione dei predetti aumenti da
parte degli organi interessati;
se gli incrementi si
riferiscono esclusivamente a quanto riportato nella delibera della Giunta
regionale o gli stessi siano il portato di un aumento inflattivo;
quali provvedimenti
intendano adottare per evitare il ripetersi di situazioni quale quella
verificatasi recentemente e, infine, quale utile azione intendano intraprendere
per favorire con urgenza la costituzione degli organi di governance di ARTCal.
(90; 13/10/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- nel Comune di Cirò Marina,
cittadina che conta 15.000 abitanti, esiste una sola guardia medica o, come più
correttamente viene definita oggi, servizio di continuità assistenziale;
- è bene ricordare come la
guardia medica rappresenti il servizio che, in assenza del medico di famiglia,
garantisce l'assistenza medica di base per situazioni che rivestono carattere
di indifferibilità, cioè per quei problemi sanitari per i quali non si può
aspettare fino all'apertura dell'ambulatorio del proprio medico curante o
pediatra di libera scelta, in ragione di ciò il servizio dovrebbe essere attivo
nelle ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi;
- detto servizio a Cirò
Marina funziona, ormai da troppo tempo, a singhiozzo: assai spesso, specie nel
periodo estivo quando la cittadina vede raddoppiare la propria popolazione, non
si riesce a coprire tutti i turni e i cittadini sono costretti a rivolgersi
alle guardie mediche dei paesi vicini o, addirittura, a recarsi a Crotone
presso il pronto soccorso dell’unico ospedale della provincia che dista oltre
40 km;
- appare del tutto chiaro
che la situazione descritta rappresenti una grave lesione del diritto alla
salute dei cittadini cirotani che si vedono privati di un servizio essenziale
per la loro salute;
- lo scorso 29 agosto si è
svolta a Cirò Marina, di fronte il Poliambulatorio che ospita la guardia
medica, una partecipata manifestazione per porre l’attenzione sul problema
descritto;
- a indurre gli
organizzatori ad indire la manifestazione è stato il decesso di un pensionato
che, come raccontato anche da numerosi quotidiani, recatosi presso la locale
postazione di guardia medica per un malore, ha trovato ad attenderlo non un
medico, ma un cartello che invitava quanti avessero bisogno del medico a
rivolgersi ai paesi viciniori;
- secondo quanto sostenuto
dal responsabile del distretto unico dell’Asp di Crotone, esiste una oggettiva
difficoltà a reperire medici, nonostante siano stati banditi concorsi,
pubblicati sul bollettino regionale, contattati medici neolaureati, pubblicati
avvisi per reperire professionisti esterni, anche in pensione;
- lo stesso dirigente del
distretto ha, poi, evidenziato come i pochi medici che hanno risposto
all’avviso hanno scelto i paesi più piccoli, rifiutando sistematicamente Cirò
Marina;
- alla base di tali rifiuti
ci sarebbero sostanzialmente due ragioni: da una parte il fatto che la
popolazione di Cirò Marina nel periodo estivo si raddoppi, raggiungendo i
30.000 abitanti e, dunque, sottoponendo i medici in servizio presso la guardia
medica ad un super lavoro, dall’altra le ripetute aggressioni subite dai medici
in servizio;
- già nel 2019, infatti,
l’ASP di Crotone comunicava alla Commissione Straordinaria, che allora
amministrava il Comune di Cirò Marina, della difficoltà di garantire il
servizio di guardia medica per le ripetute intimidazioni e vessazioni subite
dai medici di turno;
- oggi, da quanto si
apprende, ad assicurare il servizio, sono due medici di cui uno è un medico di
base in pensione che, con spirito di sacrificio e dedizione, continua a
lavorare ma, nonostante ciò, molti turni rimangono scoperti. Tutto quanto sopra
premesso, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della
Giunta, anche nella funzione Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del settore sanitario,
per sapere:
- se è a conoscenza della
situazione in cui versa il servizio di continuità assistenziale del comune di
Cirò Marina;
- se e quali tempestivi
provvedimenti intenda adottare per porvi rimedio.
(94; 28/10/2022).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- Il decreto ministeriale
28 maggio 1999, n. 329 stabilisce che l’HiV rientra
tra quelle “condizioni e malattie croniche e invalidanti che danno diritto
all’esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni
sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza”;
- la circolare prot. n.
35203-04/08/2022-DGPRE, sulla base dei criteri concordati con le Regioni, ha
regolamentato il piano di distribuzione della seconda tranche di donazione del
vaccino antivaiolo Jynneos da parte della Commissione
Europea e, sulla base della ripartizione territoriale indicata nel predetto Piano, risultano essere assegnate n. 220 fiale di
vaccino alla regione Calabria;
- la circolare ministeriale
n. 35365 del 5 agosto 2022 dispone, altresì, la vaccinazione contro il vaiolo
delle scimmie gratuita per le categorie di soggetti ad alto rischio con età
superiore a 18 anni, tra le quali rientrano le PLWHIV, che costituiscono uno
dei gruppi prioritari da sottoporre a vaccinazione Considerato che: -
l’Associazione Arcigay Cosenza ha ricevuto segnalazioni da parte degli
associati circa difficoltà ad ottenere informazioni riguardanti modalità e
tempi relativi alla somministrazione del vaccino in questione da parte dell’ASP
di Cosenza;
- sul sito istituzionale
dell’Azienda non emergono informazioni in ordine allo stato di attuazione della
campagna vaccinale da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di
Cosenza;
- l’autorizzazione
d’emergenza data dall’AIFA per il vaccino scade il 31/12/2022;
per sapere:
come la Regione Calabria
abbia organizzato la somministrazione delle 220 dosi assegnate del vaccino
contro il vaiolo delle scimmie e, in particolare, quali siano le iniziative
assunte a tal proposito da parte dell’ASP di Cosenza.
(98; 14/11/2022).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
-
Il percorso di definizione del
modello calabrese della Rete delle Case della Salute si inserisce nel percorso
di "rientro" economico finanziario del sistema sanitario regionale e
nella conseguente riorganizzazione delle tre reti assistenziali, ospedaliera,
territoriale e dell'emergenza-urgenza;
-
Il D.P.G.R. n. 18 del 22.10.2010
ha previsto il riassetto del servizio sanitario regionale, programmando la
riconversione di 12 strutture ospedaliere che con successivo D.P.G.R. n. 34 del
6 maggio 2011 e in funzione della tipologia assistenziale attribuita sono state
denominate CAPT (Centri di Assistenza Primaria Territoriale) e che, in seguito,
la Regione ha previsto di collocarvi le sedi delle Case della Salute;
•la D.P.G.R n. 135 del
21.12.2011 la Regione Calabria ha individuato le sedi dove realizzare la Rete
Regionale delle Case della Salute;
•la D.G.R. n. 647 del
29.12.2017, a valere sulla dotazione finanziaria prevista dalla D.G.R. n.
40/2016 (PAC 2007/2013), pari a € 49.315.529,20, con la quale è stata approvata
la nuova scheda salvaguardia n. 4 “Rete Regionale Case della Salute”, ha
confermato la realizzazione delle Case della salute all’interno dei comuni di
San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno;
•in seguito a molteplici
differimenti, il finanziamento per la realizzazione dei progetti relativi alla
Rete Regionale delle Case della Salute impegna, in ultima istanza, risorse
afferenti all’azione 9.3.8 del POR CALABRIA FESR FSE 2014/2020 per un ammontare
massimo di € 48.952.332,43;
•il D.C.A. n. 59/2022 per
la Regione Calabria, denominato “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR)- Missione 6 - Componenti 1 e 2 - Approvazione del Piano Operativo
Regionale – PNRR”, prevede la realizzazione di n. 60 Case della Comunità, di
cui n. 14 Hub e n. 46 Spoke;
considerato che: •le “Case
della Comunità Hub” dovranno essere dotate di attrezzature tecnologiche, al
fine di garantire: parità di accesso, prossimità territoriale e qualità
dell'assistenza alle persone, indipendentemente dall’età e dal loro quadro
clinico, mediante l'attivazione, lo sviluppo e l'aggregazione di servizi di
assistenza primaria e la realizzazione di centri di erogazione dell'assistenza,
efficienti sotto il profilo sanitario, funzionale ed energetico, per una
risposta multiprofessionale;
•la Casa della Salute è una
"struttura polivalente e funzionale in grado di erogare materialmente
l'insieme delle cure primarie, di garantire la continuità assistenziale e le
attività di prevenzione;
sede pubblica dove trovano
allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano
prestazioni sanitarie e sociali;
luogo di prevenzione e
promozione della salute e del benessere sociale";
•l’assistenza sanitaria
erogabile dalle strutture “Case della Comunità Hub” e “Case della Salute”
risulta, in pratica, equipollente ed entrambi i modelli si riferiscono a bacini
di utenza di circa 50.000 abitanti;
•i siti identificati dal
menzionato Piano Operativo Regionale per la realizzazione delle Case della
Comunità Hub non coincidono con quelli afferenti al progetto della Rete
Regionale delle Case della Salute;
•il recente D.M. 77/2022
non annovera tra i modelli di assistenza territoriale le “Case della Salute”;
considerato, altresì, che:
•l’Ambito Territoriale Sociale-Assistenziale N. 2 del distretto Sanitario
Esaro-Pollino dell’ASP di Cosenza censisce una popolazione di circa 50.000
abitanti;
•il D.C.A. n. 59/2022
identifica il Comune di Roggiano Gravina come unica sede di “Casa della
Comunità Hub” per l’Ambito Territoriale Sociale-Assistenziale N. 2 del
distretto Sanitario Esaro-Pollino;
•nel territorio di Roggiano
Gravina non sono censite strutture assimilabili all’ex Ospedale “L. Pasteur” –
sito nel comune di San Marco Argentano - o che possano essere allestite
tempestivamente per assolvere alla funzione di “Casa della Comunità Hub” nei
termini previsti dal PNRR;
•la realizzazione della
Casa della Salute presso l’ex Ospedale “L. Pasteur” è inserita negli obiettivi
e nelle scelte regionali fin dalla "Programmazione unitaria 2007-2013”
nonché confermata dal D.P.G.R n. 135 del 21.12.2011 ed atti successivi;
•la sede dell’ex Ospedale
Civile “L. Pasteur” a San Marco Argentano rappresenta da diversi decenni il
riferimento sanitario primario dell’omonimo Ambito Territoriale di competenza e
risulta dotata di una struttura che si sviluppa su 4 piani rialzati ed 1 piano
seminterrato, per una superficie totale di 8.152 mq che risulta solo
parzialmente utilizzata;
•sono state impegnate
risorse pari a 8.149.648,89 euro, afferenti alla realizzazione della Rete
Regionale Case della Salute, destinate all’ammodernamento dell’ex Ospedale
Civile “L. Pasteur” per il quale i Progetti di fattibilità tecnico-economica
sono stati approvati dall’ASP di Cosenza con Deliberazione n. 1290 del 29
luglio 2022;
Interroga il Presidente
della Giunta regionale, anche nella qualità di Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro,
per sapere:
•se l’attuazione della Rete
Regionale Case della Salute risulti compatibile con l’attuazione del Piano
Operativo Regionale;
•quale impatto avrà sulla
realizzazione del progetto originario la mancata inclusione delle strutture
afferenti alla Rete delle Case della Salute tra le Case di Comunità Hub
previste per la Regione Calabria;
•se la previsione di una
Casa della Comunità Hub presso il Comune di Roggiano Gravina sia alternativa o
aggiuntiva alla realizzazione della Casa della Salute presso l’ex Ospedale
Civile di San Marco Argentano per l’Ambito Territoriale Sociale-Assistenziale
n. 2 del distretto Sanitario Esaro-Pollino.
(104; 16/12/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
-
da notizie di stampa, si apprende che, da alcuni mesi, nell'aeroporto di
Lamezia Terme, si verificano gravi disfunzioni nell'espletamento del servizio
di assistenza delle persone con ridotta mobilità (PRM). Le persone con ridotta
mobilità (indicate con l'acronimo “PRM”) sono tutti quei soggetti che, per
ragioni legate a disabilità fisiche e/o mentali e/o all'età, presentano delle
limitazioni, più o meno gravi, nelle capacità motorie e che, pertanto, per
soddisfarne le specifiche esigenze, necessitano di un'attenzione particolare e
di un adattamento del servizio che viene comunemente fornito a tutti i
passeggeri. Più precisamente, la società che gestisce l'aeroporto (nella specie
si tratta della SACAL S.p.A. “Società Aeroportuale Calabrese”) deve assicurare,
ai passeggeri che presentano una ridotta mobilità, un'assistenza sia nella fase
del viaggio che riguarda la partenza sia in quella che riguarda l'arrivo. Nella
fase della partenza, il passeggero con ridotta mobilità deve essere accolto, in
aerostazione, da personale specializzato che lo assiste durante il check-in, lo
accompagna ai controlli di sicurezza e, poi, fino al gate d'imbarco. Nella fase
di arrivo, il passeggero con ridotta mobilità deve essere accolto
all'atterraggio e, quindi, accompagnato al controllo dei documenti, al ritiro
dei bagagli e all'esterno dell'aerostazione fino al mezzo scelto per
raggiungere la destinazione desiderata. In entrambe le anzidette fasi del
viaggio, possono essere utilizzati, se necessari, strumenti (quali sedie a rotelle
e macchinari elevatori) per facilitare la salita e la discesa sull'aereo e
dall'aereo nonché il trasporto a terra. L'assistenza sopra descritta è
espressamente prevista da specifiche normative nazionali e comunitarie che si
ispirano al fondamentale principio della non discriminazione nella elargizione
di un servizio al pubblico. Ebbene, soprattutto sulla stampa locale, compaiono,
ormai da alcuni mesi, articoli che denunciano il malfunzionamento del servizio
di che trattasi. La causa di detto malfunzionamento andrebbe ricercata nella
grave carenza di organico. Il numero degli operatori addetti all'espletamento
del servizio sarebbe, cioè, estremamente esiguo e, in ogni caso, insufficiente
a soddisfare le molteplici richieste di assistenza. Nei momenti di maggiore
afflusso di passeggeri all'aeroporto, pare che la SACAL S.p.A., per sopperire
alle carenze di organico, abbia, addirittura, fatto ricorso all'impiego del
personale (già, di per sé, numericamente ridotto) in servizio presso la
postazione del pronto soccorso aeroportuale che, di conseguenza, sarebbe
rimasta, per lungo tempo, sguarnita, nonché all'impiego del personale addetto
al servizio di pulizia dello scalo. L'impiego del personale in servizio presso
la postazione del pronto soccorso aeroportuale e di quello addetto al servizio
di pulizia dello scalo, oltre ad essere, evidentemente, inopportuno ed
inadeguato in quanto prestato da soggetti del tutto privi di una specifica
formazione, non avrebbe, in ogni caso, evitato i paventati ritardi che si sarebbero,
comunque, verificati accumulandosi sull'intera programmazione dei voli
giornalieri. Tutto quanto sopra premesso, considerato l'approssimarsi delle
vacanze natalizie che determineranno un notevole incremento del numero dei
passeggeri, considerato, altresì, che la gestione di SACAL S.p.A. è tornata in
capo alla Regione Calabria che, direttamente ed indirettamente, possiede e
controlla la maggior parte delle azioni dell'anzidetta società, si interroga il
Presidente della Giunta regionale ed il competente Assessore,
per sapere:
- quali utili ed urgenti
iniziative intende adottare per eliminare, in tempi brevi, le descritte
disfunzioni nel servizio di assistenza dei passeggeri con ridotta mobilità
prestato all'interno dell'aeroporto di Lamezia Terme.
(107; 20/12/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
-
La crisi economica scatenata
dall’emergenza sanitaria da COVID 19 prima e lo scoppio della guerra in Ucraina
poi rischiano di soffocare l’economia italiana e ancora di più, la già debole
economia calabrese;
in questo contesto emergono
con forza le difficoltà della Calabria, dove da una parte assistiamo al
crescere del numero dei lavoratori precari e dall’altra all’aumento degli
inoccupati con una preoccupante impennata degli inattivi o, come vengono
definiti oggi con un acronimo inglese, dei NEET, cioè di persone che non
studiano, né lavorano né ricevono una formazione;
il sito Openpolis rileva,
infatti, come il fenomeno dei neet appare particolarmente impattante nelle
regioni del mezzogiorno, nel 2020, a fronte di una media nazionale del 23,3%
nella fascia 15-29 anni, spiccano i dati di Sicilia (37,5%), Calabria (34,6%) e
Campania (34,5%);
di fronte a questi dati
così preoccupanti, coerentemente con quanto previsto dal programma GOL, dal
Piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e dal Piano
strategico nazionale sulle Nuove Competenze (PNC), appare non più rinviabile la
costruzione di un vero e proprio piano per il lavoro che da una parte
contribuisca al superamento del precariato e dall’altro si rivolga a quanti un
lavoro non ce l’hanno o non ce l’hanno più e a quanti, addirittura, hanno
rinunciato a cercarlo;
le ingenti risorse previste
dal PNRR e dalla nuova programmazione comunitaria, con la loro corretta e
puntuale spesa, offrono un’opportunità importante che non può andare sprecata;
il Consiglio regionale con
la legge regionale 28 dicembre 2021, n. 42 recante “Modifiche e integrazioni
alla legge regionale 25 giugno 2019, n. 29 (Storicizzazione risorse del
precariato storico)” ha segnato un importante, ma non risolutivo, punto per il
superamento del precariato calabrese;
nel corso della stessa
seduta che ha visto l’approvazione della Legge citata, il Consiglio regionale
ha votato all’unanimità un ordine del giorno, proposto dal sottoscritto
consigliere, che impegnava la Giunta regionale, entro novanta giorni e
attraverso il necessario coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali, a
definire un quadro completo dell’insieme dei lavoratori precari della Regione
Calabria e, contestualmente, alla elaborazione di un piano straordinario del
lavoro, attraverso gli strumenti e le risorse disponibili, al fine di assorbire
gli attuali e residui bacini di precariato e attuare coerenti politiche attive
del lavoro anche nei confronti degli inoccupati;
ad oggi, da quanto è dato
sapere, il percorso di redazione di tale Piano non è stato avviato. Tutto ciò
premesso, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della
Giunta regionale e l’Assessore con delega al Lavoro
per sapere:
1. se la Giunta regionale
ha dato seguito al deliberato del Consiglio del 23 dicembre 2021;
2. quali utili e
appropriate iniziative intenda intraprendere per la puntuale applicazione del
citato ordine del giorno.
(108; 20/12/2022).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- oltre quattromila
tirocinanti calabresi, hanno svolto, da oltre un decennio, e stanno svolgendo
servizio nella Pubblica amministrazione: in Tribunali, scuole, servizi per i
beni culturali, Comuni;
- in sede di Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di
Trento e Bolzano, in data 22 gennaio 2015 è stato raggiunto l’accordo relativo
alle “Linee guida per i tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento
finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla
riabilitazione”, recepito dalla Regione Calabria con DGR n. 472 del 29 ottobre
2018;
- nel 2019, a seguito di
avvisi pubblici rivolti a soggetti pubblici e privati interessati ad avviare
percorsi per la realizzazione di tirocini di inserimento sociale (TIS) rivolti
a disoccupati ex percettori di mobilità in deroga, tutti i soggetti appartenenti
a tale categoria sono stati inseriti in progetti TIS. Considerato che: - la DGR
n. 410 del 01 settembre 2022 prevede che il tirocinio possa essere prorogato
oltre il limite dei due anni “in seguito all’attestazione della sua necessità
da parte del servizio pubblico che ha in carico la persona e non più di una
volta per un massimo di 24 mesi”. Nella delibera, vista la scadenza dei
percorsi di tirocinio precedentemente avviati, si dispone che il dipartimento
lavoro debba avviare le interlocuzioni necessarie con gli enti ospitanti per
prorogare gli stage per ulteriori 12 mesi. Non solo, si invita anche ad avviare
“ogni altro atto necessario a dare impulso alla prosecuzione dei percorsi per
un’ulteriore annualità” coinvolgendo i centri per l’impiego e a reperire le
risorse finanziarie necessarie per la copertura di tale operazione. I Tis, quindi, dovrebbero proseguire in continuità, senza
alcuna interruzione man mano che i percorsi nei 458 enti interessati
termineranno. Tenuto conto che: - i tirocinanti hanno acquisito competenze
professionali importanti nel corso dei numerosi anni di servizio, lavorando
presso gli enti ospitanti, il cui organico è, nella maggior parte dei casi,
sottodimensionato. Questi enti, soprattutto gli enti locali, riescono a
garantire i servizi essenziali ai propri cittadini proprio grazie al contributo
dei tirocinanti;
- nonostante tale
importante contributo professionale presso gli enti ospitanti, i tirocinanti
vivono in uno stato costante di precarietà e non hanno diritto a nessun
trattamento previdenziale e contributivo. Gli stage, infatti, non hanno alcun
valore ai fini pensionistici, dunque tutti questi
soggetti non solo sono e rimangono a rischio di esclusione sociale, ma stanno
anche costruendo enormi buchi nella loro storia previdenziale che avranno
effetti deleteri al momento di andare in pensione. Preso atto che: - la
condizione di precariato riguardante i tirocinanti, persone per lo più over 50
per le quali in tutti questi anni la politica non è riuscita a trovare una
soluzione che non fosse un tirocinio reiterato nel tempo, persiste da troppi
anni e non è più procrastinabile un serio un drastico cambiamento di rotta
sulle politiche del lavoro, anche e soprattutto in vista della scadenza dei
tirocini. Tutto ciò premesso e considerato Interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali iniziative intenda
intraprendere la Regione Calabria per risolvere, entro il termine di scadenza
della proroga, tale situazione di precarietà e riconoscere la dignità che
questi lavoratori meritano, anche attraverso politiche volte a portare alla stabilizzazione
delle posizioni lavorative dei tirocinanti e con il coinvolgimento dei
ministeri competenti.
(127; 22/03/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la strada Mirto
Crosia-Longobucco, nota anche come strada Sila-mare, risulta essere
un’infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello Ionio
cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta ultimata,
consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne
dell’altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
- l’idea di disegnare una
via alternativa alla statale 177 che da Rossano si inerpica in Sila nasce a
cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nell’ambito di un
ragionamento sviluppato attorno alla bonifica del Trionto.
Un ventennio più tardi la bonifica del fiume – a valle – viene appena
accennata, sperperando 50 miliardi di lire in quello che doveva essere il
progetto della diga sul torrente Laurenzano, affluente del Trionto,
per placare la sete degli abitanti e delle produzioni agricole a valle, in
tubazioni, scavi, condotte idriche abbandonate a sé stesse ed ancora oggi ben
visibili;
- la costruzione
dell’opera, con una spesa complessiva che finora supera gli 80 milioni di euro,
è stata avviata negli anni 90 con l’esecuzione di un primo lotto di lavori a
valle dell’abitato di Longobucco. Sono stati poi realizzati il secondo lotto e
il terzo lotto e, successivamente, con l’Accordo di Programma 2002-2006:
“Sistema delle infrastrutture di trasporto”, il primo stralcio dell’originario
progetto del IV lotto, garantendo la viabilità fino al ponte sul Trionto posto in località Destro. La prima parte della
strada, per un tratto di undici chilometri, viene inaugurata nel 2015. È in via
di completamento il IV lotto II stralcio, finanziato con le risorse FSC
2007/2013 di cui alla Delibera CIPE numero 62 del 03 agosto 2011
(“Individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale
ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per l'attuazione del
piano nazionale per il sud”), lungo circa sei chilometri che dalla località
Destro giunge al ponte di Cropalati. La consegna dei lavori di questo lotto era
prevista per il 2018, poi via via prorogata fino a marzo 2023. Da Cropalati,
poi, deve essere ultimato il V lotto, quello finale, per arrivare a Mirto
Crosia e ricongiungersi alla SS 106 ionica. Il progetto per questo ultimo tratto
è stato affidato ad Anas, individuato come soggetto attuatore e il costo è di
21,80 milioni di euro. Considerato che: le risorse economiche per il
completamento di questa strada, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la
coesione 2014-2020, sono disponibili e il completamento dell’opera è inserita
nello strumento attuativo Piano Pluriennale Anas 2016 – 2020. Tenuto conto che:
- al momento l’andamento dei lavori risulta nuovamente intermittente e c’è
profonda incertezza sui tempi di consegna dei lavori riguardanti il quarto
lotto secondo stralcio e di completamento dell’ultimo quinto lotto, affidato ad
Anas, da Cropalati fino a Mirto Crosia e la SS106. Ciò determina ulteriori e
ormai costanti disagi per la cittadinanza. Preso atto che: - la strada Sila-mare
è fondamentale per l’ammodernamento e la sicurezza dei collegamenti delle aree
interne con le zone costiere. Il completamento dell’asse Mirto
Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio di
Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 20 minuti e ne
aumenterebbe l’attrattività e la competitività anche e non solo sotto il
profilo turistico: accorciare le distanze significa abbattere tempi di
percorrenza e costi di trasporto. Una leva fondamentale per il progresso dell’intera
regione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
se la Regione Calabria sia
a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative intenda assumere per
dare impulso al completamento dell’intera opera, accelerando la consegna dei
lavori relativi al quarto lotto secondo stralcio e avviando una tempestiva
interlocuzione con Anas per conoscere l’esatto cronoprogramma degli interventi
relativi al quinto lotto.
(130; 27/03/2023).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la mancanza di una adeguata
installazione e manutenzione della segnaletica stradale, sia orizzontale che
verticale, compromette inevitabilmente la sicurezza stradale
oltre a creare disservizi alla circolazione (lavoratori, vettori, turisti,
automobilisti in genere);
- il decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), all’art 37, Capo II,
disciplina l’apposizione e la manutenzione della segnaletica stradale,
ripartendo le rispettive competenze;
- la Direttiva del
Ministero dei lavori pubblici del 24 ottobre 2000, relativa alla corretta e
uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di
segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione, richiama al punto
1.3 la “Relazione tra cura della strada e incidentalità stradale” e nello
specifico, che: “Numerosi sinistri stradali derivano dall'assenza di
segnaletica, dall'inadeguatezza della stessa rispetto alle condizioni della
strada e del traffico, dalla sua tardiva o insufficiente percepibilità, dalla
collocazione irregolare, dall'usura dei materiali o dalla mancata
manutenzione”;
considerato che: - a
seguito di numerose segnalazioni pervenute relativamente alla carenza di
segnaletica stradale, orizzontale e verticale, funzionale al raggiungimento
della Città di Castrovillari (CS), sia dalle uscite autostradali di riferimento
che dalle strade provinciali;
e che: - in ragione di ciò,
in data 5 novembre 2022, si è proceduto a interessare la Provincia di Cosenza,
relativamente al tratto di competenza, nonché la sezione Anas Spa competente
per territorio, per il tratto autostradale di riferimento;
- con la Provincia di
Cosenza si sono tenuti degli incontri istituzionali sottesi alla pronta e
rapida risoluzione della problematica, per cui a stretto giro si cantiereranno
i relativi lavori;
- nonostante reiterati
solleciti (il primo in data 20.02.2023;
il secondo, rivolto anche
alla sezione regionale nonché alla direzione nazionale, in data 14.04.2023)
l’Anas Spa è rimasta silente;
preso atto: - che risulta
urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale sotteso alla
interlocuzione con Anas Spa, funzionale all’adeguamento della cartellonistica
stradale, sia orizzontale che verticale, idonea al raggiungimento della Città
di Castrovillari (CS);
s’interroga la Giunta
regionale
per sapere:
1) quali iniziative intenda
assumere per garantire la funzionale presenza di adeguata segnaletica stradale
nel tratto di riferimento sopra indicato;
2) quali iniziative sono
state, o saranno assunte al fine di garantire un’adeguata segnaletica stradale
su tutto il territorio regionale, sia di competenza delle singole provincie che
di competenza di Anas Spa.
(136; 08/05/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-
la costa della Calabria
rappresenta un patrimonio di inestimabile valore ambientale e rischia di subire
rilevanti impatti dai cambiamenti climatici. Il fenomeno dell’erosione
costiera, infatti, secondo il rapporto “Spiagge 2022” di Legambiente, interessa
278,8 chilometri del nostro litorale, pari al 60,9% delle coste basse sabbiose
calabresi. L’area di spiaggia erosa è stimata in 6,5 milioni di metri quadrati.
L’ordine di grandezza del fenomeno erosivo ha comportato, data anche la
particolare morfologia delle coste della nostra regione, la perdita di almeno
200 chilometri di coste basse negli ultimi 30 anni con un arretramento medio di
circa 25 metri, che ha indirettamente prodotto un incremento delle coste alte
nel periodo considerato di circa 150-200 chilometri (coste basse che sono
diventate coste alte per la scomparsa della spiaggia);
per lo studio del litorale
calabrese, affetto da notevoli problemi di erosione costiera, già nel 2014 il
Dipartimento Lavori Pubblici e Infrastrutture e l'Autorità di Bacino Regionale
hanno predisposto un “Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio
di erosione costiera in Calabria”, approvato il 22 luglio 2014 con la Delibera
n. 1 del Comitato Istituzionale. Le finalità degli interventi in esso contenuti
sono state oggetto dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) “rafforzato”
denominato "Difesa del Suolo ed Erosione delle Coste" siglato tra la
Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero
dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a fronte della
dotazione finanziaria assegnata con la delibera CIPE n. 87/2012.
Successivamente è stato poi adottato il “Piano di Bacino Stralcio di Erosione
Costiera” (PSEC), approvato l’11 aprile 2016 con la Delibera n. 4 del Comitato
Istituzionale;
nel Master plan la costa
calabrese è suddivisa in 21 macroaree, tra le quali l’Area 3 che corrisponde al
tratto costiero compreso tra Rossano e Cariati nel territorio della provincia
di Cosenza e precisamente comprendente i seguenti comuni: Corigliano Rossano (a
sud-est di Capo Trionto), Crosia, Calopezzati,
Pietrapaola, Mandatoriccio, Scala Coeli, Cariati. Sono stati così individuati
gli interventi afferenti ai litorali di Rossano (località Pantano Martucci),
Crosia (località Pantano e Centofontane) e Cariati,
mediante i quali sono state previste opere trasversali alla linea di riva
accompagnati da ripascimenti di spiaggia. Considerato che: il litorale di
Crosia, nella frazione di Mirto, dove è stato rilevato un forte fenomeno
erosivo che ha causato la quasi totale scomparsa della spiaggia in località
Pantano e la riduzione della stessa in località Centofontane,
ha subito un intenso sviluppo, diventando un’importante località balneare e
dalle grandissime potenzialità di attrazione del turismo. Caratterizzato da
spiaggia sottile e, in alcuni tratti, senza duna costiera a causa del fenomeno
di antropizzazione, presenta una delle situazioni a maggior rischio della
fascia jonica. Il processo erosivo in atto è tuttora in progressione, con
decine di metri in meno rispetto alla linea di riva del 1957. Molte abitazioni
sono state ormai raggiunte dal mare e a rischio scalzamento, senza che siano
presenti opere di difesa organica del litorale. Tenuto conto che: con la
Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio 2017 avente ad oggetto
“Programma di interventi per la difesa del suolo” a valere su risorse Por
Calabria FESR FSE 2014/2020 e con la Delibera di Giunta Regionale n. 160 del 13
maggio 2016 avente ad oggetto "Patto per lo sviluppo della Regione Calabria.
Attuazione degli interventi prioritari e individuazione delle aree di
intervento strategiche per il territorio" si definiscono gli obiettivi
generali della programmazione regionale in materia di difesa del suolo;
nell'allegato alla
Deliberazione n. 355/2017 dal titolo "Documento Programmatico Difesa del
Suolo" sono definiti e pianificati gli interventi di mitigazione del
rischio di erosione costiera e protezione dei litorali e sono individuati 19
interventi, a valere sui fondi di cui all’Azione 5.1.1 del POR Calabria FESR
FSE 2014-2020, per un importo complessivo finanziato pari e € 65.424.795,93.
Gli obiettivi dell’Azione 5.1.1 “Interventi di messa in sicurezza e per
l’aumento della resilienza delle infrastrutture nei territori più esposti a
rischio idrogeologico e di erosione costiera” prevedono la messa in sicurezza
di 42 km di costa entro il 2023. Il piano finanziario dell’Azione 5.1.1 è stato
poi rimodulato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 488 del 14 ottobre
2022 per oltre 77 milioni di euro;
tra questi interventi è
previsto il “Progetto Difesa Costiera. Intervento integrato per il
completamento delle opere di difesa costiera tra Capo Trionto
e la Foce del fiume Nicà”. In particolare, per il
litorale di Crosia, nella frazione di Mirto, in località Pantano e in località Centofontane, si tratta di fronteggiare l'esteso fenomeno
erosivo in atto mediante la realizzazione di pennelli e del ripascimento di
spiaggia con versamento di materiale proveniente dagli scavi per l’imbasamento
dei pennelli e dalla scolmatura dell’alveo del fiume Trionto.
Preso atto che: la località Centofontane del Comune
di Crosia è stata già interessata da un primo intervento di ripristino
dell’equilibrio costiero e di ripascimento della spiaggia. Iniziato nel 2009 e
concluso nel 2014 e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nel
Programma Por Conv FESR Calabria relativo alla
programmazione 2007-2013, è riuscito a far recuperare, in alcuni tratti, anche
80 metri di spiaggia;
nonostante la grande
disponibilità di risorse, il progetto di difesa costiera e ricostruzione del
litorale di Crosia non è ancora stato avviato mentre in località Pantano
continua a sussistere il problema dell'accesso alle abitazioni lambite dalle
acque dello Ionio (molte di queste residenze estive) che non sono più
raggiungibili anche a causa della degradazione della strada realizzata a
ridosso della scogliera;
senza un’accelerazione dei
tempi si potrebbe andare incontro ad un possibile disimpegno delle risorse
finanziarie, essendo queste relative alla programmazione 2014-2020. I notevoli
ritardi nella cantierizzazione degli interventi, inoltre, possono vanificare
l'efficacia delle opere visto che, a distanza di anni, la situazione dei luoghi
potrebbe trovarsi diversa, con peggioramenti che richiederebbero interventi e
risorse aggiuntive rispetto a quanto previsto nel 2017. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali iniziative stia
assumendo la Regione Calabria per rimuovere gli ostacoli che fino ad ora hanno
impedito l’avvio e il veloce completamento di interventi urgenti e necessari
come quello di difesa costiera e ricostruzione del litorale di Crosia, nella
frazione di Mirto;
2. se intende attivarsi, a
fronte dell’emergenza erosione costiera, per conoscere la situazione dei vari
interventi previsti dalla Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio
2017, l’attuale effettiva disponibilità delle risorse, ottenere precise indicazioni
sul cronoprogramma degli interventi da attuare in favore delle spiagge
calabresi, raggiungere gli obiettivi della Linea di Azione 5.1.1 del Por
Calabria 2014-2020, con la messa in sicurezza al 31 dicembre 2023 di 42
chilometri di costa.
(137; 10/05/2023).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
• la “Cipolla rossa di
Tropea Calabria Igp” è un’eccellenza nel campo gastronomico calabrese, ed è
stata iscritta all’elenco europeo delle “Denominazioni di origine e indicazioni
geografiche protette” il 28 marzo 2008 con Reg. CE n. 284/2008 della Commissione;
• la “Cipolla rossa di
Tropea Calabria Igp”, grazie al lavoro di valorizzazione e tutela del medesimo
Consorzio, ormai in essere da diversi anni, rappresenta con successo in Italia
e all’estero il meglio dell’agroalimentare calabrese;
• le principali zone di
coltivazione sono riferibili ai comuni del Vibonese e che il territorio di
Briatico rappresenta una delle principali aree produttive;
• tale area, per
l’approvvigionamento idrico, ha fatto riferimento nel corso degli anni al
bacino idrico del torrente Murria;
• l’acqua del torrente Murria negli ultimi tempi è stata compromessa da residui
fognari che ne hanno inficiato l’uso per l’irrigazione dei campi;
• da diversi mesi, i
produttori hanno lanciato l’allarme rispetto all’approvvigionamento idrico dei
campi dettato dall’impossibilità di accedere al suddetto bacino irriguo;
• per sopperire a dette
carenze idriche, anche grazie all’intervento della Regione, sono stati eseguiti
interventi sul torrente Murria allo scopo di
realizzare una serie di bypass utili a rimettere in funzione il bacino irriguo
con acqua non contaminata;
• che lo stesso bacino
necessita di interventi di bonifica;
considerato che: • gli
agricoltori, riuniti nel Comitato Murrìa, avevano
lanciato l’allarme circa la modalità dei lavori in essere sul torrente, a loro
giudizio approntati in modo tecnicamente discutibile;
• le recenti e violente
piogge hanno divelto e danneggiato i tubi necessari alla realizzazione dei
by-pass e quindi ripristino della vasca irrigua;
• secondo il “Comitato Murria” la stagione di produzione della Cipolla rossa di
Tropea Calabria Igp nella zona di Briatico risulta già compromessa ed è a
rischio anche quella dei prossimi anni;
• bisogna dunque
intervenire, e con una certa urgenza, a porre rimedio ai notevoli danni
economici causati ai produttori dall’alluvione verificatasi nei giorni scorsi;
• non è concepibile che
nella esecuzione di lavori così urgenti e delicati non si sia tenuta in
considerazione una probabile piena del torrente e non siano state messe in atto
azioni a tutela delle infrastrutture in corso di realizzazione;
preso atto che: • risulta
urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale a sostegno degli
agricoltori e per la salvaguardia della salute pubblica nell’agro di Briatico;
si interroga la Giunta
regionale
per sapere:
1) quali iniziative urgenti
intenda assumere per il ripristino delle opere realizzate sul torrente Murria al fine di scongiurare la grave carenza idrica per
le coltivazioni della “Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp”;
2) quali interventi di
bonifica sono previsti sul bacino idrico per rendere l’acqua conforme e salubre
per l’irrigazione e riportare all’effettiva operatività il bacino stesso;
3) quali interventi di
sostegno economico si intendono attivare a tutela delle imprese agricole ed
ortofrutticole della zona, danneggiate dagli eventi su esposti, onde evitarne
il fallimento.
(144; 13/06/2023).
Billari.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la diga sul fiume Metramo, fonte di rifornimento idrico importante per i
cittadini e gli agricoltori della Piana di Gioia Tauro, non è mai entrata in
funzione, nonostante l’opera sia stata collaudata nel 2013;
- per essere pienamente
funzionante ed efficiente la diga necessita di opere di completamento che
riguarderebbero oltre alla rete di distribuzione delle acque per irrigare i
terreni agricoli e fornire acqua potabile al territorio della Piana di Gioia
Tauro, anche la realizzazione di due centrali idroelettriche a valle della
diga, per la produzione di energia rinnovabile;
- la Regione Calabria,
secondo recenti dichiarazioni ufficiali di alcuni dei suoi rappresentanti, ha
espresso la volontà di portare l'opera a compimento avendo a disposizione le
somme necessarie per finanziare il completamento della rete di distribuzione
delle acque e la realizzazione degli impianti di produzione energetica.
Considerato che: - la diga è una delle più importanti infrastrutture d’Europa,
con un alto valore strategico, il cui pieno funzionamento, con le opere di
completamento da realizzare, non solo aiuterebbe a sopperire alle ataviche
carenze idriche, ma avrebbe anche delle ricadute eccezionali per il territorio
in termini economici con enormi prospettive di sviluppo e quindi di impiego in
diversi settori: energetico, industriale, agricolo, ambientale e turistico;
- il completamento di
questa importante infrastruttura rappresenta ormai un fatto di civiltà, non è
più accettabile, infatti, che nell’attuale contesto politico economico europeo
ci siano ancora realtà, come la nostra regione, dove non si riesce a fornire un
servizio essenziale come l'approvvigionamento idrico;
- l’inconfutabile emergenza
climatico ambientale, con i conseguenti rischi di estrema siccità e di
desertificazione, impone come urgenti e pressanti delle soluzioni, così come
potrebbe rappresentare questa infrastruttura, almeno per buona parte del territorio
calabrese;
- malgrado gli impegni
assunti e i proclami fatti dai rappresentanti dell’attuale amministrazione
regionale, la diga sul Metramo rischia di diventare
l'ennesima promessa non mantenuta e l’ennesimo sperpero di danaro pubblico
soprattutto se, come dichiarato, le somme per il completamento
dell’infrastruttura sono disponibili e tuttavia non vengono utilizzate. Tanto
premesso e considerato il sottoscritto consigliere regionale interroga il
Presidente della Giunta regionale per conoscere:
per sapere:
- le cause che ancora oggi
impediscono il funzionamento dell’infrastruttura della diga sul fiume del Metramo;
- se, rilevati eventuali
impedimenti, sono state avviate le procedure necessarie per superarli e
ultimare i lavori di canalizzazione, e di tutte le parti progettate e non
realizzate, per rendere pienamente efficiente l’opera una volta messa in
funzione e andare così oltre i proclami rispettando i bisogni del territorio e
cogliendo tutte le opportunità che questa realtà offre.
(152; 28/06/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-
la ferrovia ionica occupa un posto
rilevantissimo tra le vergogne ferroviarie italiane: si tratta della linea
ferroviaria lunga 472 chilometri che unisce Reggio Calabria a Taranto e che
lungo il suo percorso tocca, oltre alle due città capolinea, un altro capoluogo
di provincia, Crotone, ed uno di regione, Catanzaro (che si raggiunge da
Catanzaro Lido). La linea si presenta per la maggior parte nelle condizioni in
cui fu inaugurata nel lontano 1875: a binario unico, non elettrificata. Fanno
eccezione il tratto Taranto-Sibari, elettrificato, ed il Reggio Calabria
centrale - Melito di Porto Salvo;
l’attivazione
dell’elettrificazione sulla tratta da Sibari a Catanzaro Lido e per la
trasversale da Catanzaro Lido a Lamezia Terme Centrale era prevista per l’anno
attualmente in corso. Le attuali stime del gestore dell’infrastruttura del
Gruppo FS Italiane e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
invece, prevedono l’autorizzazione alla messa in servizio della trazione
elettrica sulle tratte in questione a dicembre 2026. Mentre sul tratto da
Sibari a Catanzaro Lido i lavori sono iniziati, pur costellati da ritardi,
commissariamenti e criticità varie che ne hanno minato il corretto svolgimento,
i 147,7 chilometri che separano Catanzaro Lido da Melito di Porto Salvo
restano, finora, rigorosamente a binario unico e non elettrificati senza
neanche un cronoprogramma degli interventi da effettuare. Considerato che: il
1° agosto 2022 il Comitato interministeriale per la programmazione economica e
lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha approvato il
contratto di programma di Rfi 2022-2026 e per l’elettrificazione della tratta
sud Catanzaro Lido - Melito di Porto Salvo sono state stanziate risorse del
Fondo Sviluppo e Coesione programmazione 2021-2027 pari a 180 milioni che
assicurano la copertura finanziaria dei costi di progettazione e realizzazione.
Preso atto che: nel documento del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti dell’8 giugno 2023 intitolato “Primo atto integrativo al Contratto di
Programma 2022-2026 - parte Investimenti. Informativa ai sensi dell’art.15,
comma 2 bis del decreto legislativo 5 luglio 2015, n. 112” il Governo, in
maniera unilaterale, ha deciso di spostare oltre 2,5 miliardi di euro già
stanziati dal Cipess per opere da realizzare
prevalentemente al Sud per finanziare progetti da realizzare prevalentemente al
Nord. Con questo provvedimento vengono pertanto ridotti fondi già stanziati per
la realizzazione di infrastrutture prioritarie per il Paese. Si tratta di opere
che riguardano in particolar modo il meridione d’Italia, progetti attesi da
anni dai territori e che rappresentano strumenti fondamentali per la
realizzazione di collegamenti moderni e funzionali, necessari per la crescita
economica e occupazionale di zone vaste e diversificate. Fra quei fondi ci sono
40 milioni di euro che erano destinati all’elettrificazione della linea
ferroviaria Catanzaro Lido – Melito di Porto Salvo;
in una nota del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti del 12 luglio 2023 si specifica che in
occasione del Cipess del 20 luglio il Mit, in accordo con Rfi, proporrà di utilizzare tutti i
fondi disponibili e accantonati per impiegarli subito e garantire la giusta
liquidità alle imprese. Per il 2024 c’è l’impegno del Mit
per finanziare tutte le opere garantendo il rispetto dei cronoprogrammi. Le
risorse che saranno spostate a breve verranno riproposte in seguito. In
particolare, saranno accelerati alcuni interventi urgenti come: nodo di Genova
e Terzo Valico dei Giovi, upgrading infrastrutturale e tecnologico nodo di
Firenze, upgrading infrastrutturale e tecnologico nodo di Milano, Porto di
Trieste, Linea AV/AC Verona-Padova 2° lotto funzionale e altri, prelevando le
risorse da opere quali: ”adeguamento e la
velocizzazione linea ferroviaria Jonica”. Tenuto conto che: non esiste certezza
che nel 2024 le risorse spostate vengano riproposte, visto che nessun Governo
può garantire la sua durata in carica;
il mantenimento della linea
ferroviaria ionica nelle attuali condizioni rappresenta un fortissimo handicap
per lo sviluppo dei territori che attraversa. Tutto ciò premesso e considerato interroga
il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative intende
assumere la Regione Calabria per opporsi a questo taglio di risorse già
finanziate e destinate alla linea ferroviaria ionica, considerando che non può
esserci nessuna garanzia che detti fondi torneranno al loro posto e nei tempi
previsti.
(154; 13/07/2023).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la linea ferroviaria a
scartamento ridotto Cosenza – Catanzaro, sebbene sospesa da più di un decennio
nel tratto compreso tra i comuni di Marzi (Cs) e Soveria Mannelli (Cz), per quasi un secolo ha servito molti Paesi interni
delle due province, svolgendo un ruolo importante per le comunità interessate,
collegandole con i due capoluoghi di provincia e con i diversi servizi svolti
da uffici pubblici, strutture sanitarie, attività ricettive e di ristorazione
ed Istituti di Istruzione Superiore presenti nelle due città e in alcuni comuni
più popolosi situati lungo il percorso;
- tale linea ha anche una
funzione di rilevante richiamo turistico per la bellezza delle aree e dei
paesaggi da essa attraversati, interessando porzioni di territorio della Sila,
del Savuto e del Reventino, particolarmente rilevanti
per il loro patrimonio naturalistico, archeologico, storico, artistico e
culturale;
- attualmente il servizio
viene erogato in maniera insoddisfacente e per tratte separate - atteso che sin
dal 2009, a causa di alcune frane, la linea diretta è stata prima sospesa e poi
interrotta - ed è attivo con convogli che collegano, da un lato, Cosenza a
Marzi e, dall’altro, Catanzaro a Soveria Mannelli, connettendo i comuni posti
tra Marzi e Soveria Mannelli con un inadeguato servizio sostitutivo su gomma;
- il 30 novembre 2022,
Ferrovie della Calabria S.r.l. ha pubblicato un bando pubblico per la
realizzazione di consistenti “Interventi di potenziamento e ammodernamento
delle linee ferroviarie regionali Cosenza - Catanzaro delle Ferrovie della
Calabria s.r.l.”;
- la relazione descrittiva
della procedura di appalto di cui sopra prevede, tra l’altro: - “il
soddisfacimento dei fabbisogni di mobilità della popolazione residente;
- il rilancio e sviluppo
del collegamento ferroviario rapido tra Cosenza e Catanzaro, con la garanzia,
durante i lavori e per tutta la durata degli stessi, della non interruzione del
servizio erogato;
- la realizzazione di
un’infrastruttura tecnologicamente ammodernata... in piena conformità rispetto
alla vigente normativa;
- la razionalizzazione
delle attività di progettazione, fino a quella esecutiva, e delle connesse
verifiche attraverso l’uso degli strumenti BIM;
- l’efficientamento
energetico dell’opera e la riduzione dell’inquinamento in senso lato (acustico,
vibrazionale, ambientale etc.);
- l’oggetto principale
della procedura è il seguente: A. Linea Cosenza – Catanzaro — adeguamento
dell’armamento ferroviario e delle opere infrastrutturali (gallerie, fabbricati
di stazione/fermata, opere d’arte etc.) alle best practices... con lo scopo di
ottenere anche una drastica riduzione del tempo di percorrenza tra le stazioni
terminali di Cosenza Vaglio Lise e Catanzaro Città al valore minimo di 110’;
- negli anni scorsi era
stato abbandonato, di certo per la previsione di costi eccessivi, un precedente
e più ambizioso progetto sul tracciato in premessa, da realizzare sulla base di
uno studio di fattibilità commissionato alla società Sintagma. Tale studio
prevedeva di ridurre i tempi di percorrenza tra i due capoluoghi a soli 50
minuti ed aveva il fine di rendere competitiva la linea ferrata rispetto al
collegamento su gomma, richiedente 70-75 minuti circa;
- l’accantonamento
definitivo dell’idea di competere sui tempi con il trasporto su gomma ha fatto
sì che questa linea ferrata continuasse a svolgere sostanzialmente la sua
funzione storica, ovvero garantire la mobilità collettiva, in una ottica di
sostenibilità e compatibilità ambientali, puntualmente e precipuamente per
tutte le comunità delle aree interne afferenti al percorso. Atteso che: - da
più parti -cittadini, amministratori locali, associazioni- sono state sollevate
forti preoccupazione per il fatto che pare ci si stia orientando verso la
scelta di escludere, dal nuovo percorso, alcuni Comuni, tra cui con insistenza
viene indicato quello di Decollatura, snaturando così la rilevante funzione
sociale svolta nel corso del ‘900 da questa tratta ferroviaria;
- in questi giorni, i dubbi
sollevati dalle parti citate sono rafforzati oltre che dal mancato
coinvolgimento partecipativo degli Enti locali e delle organizzazioni sociali
territoriali alle decisioni definitive da assumere in merito alle modifiche del
tracciato, anche da quanto riferito ad amministratori locali da alcuni
lavoratori FdC, circa la decisione di abbandonare una
precedente indicazione volta ad effettuare delle attività propedeutiche ai
lavori da eseguire proprio nel territorio di Decollatura. Considerato che: - il
comune di Decollatura è uno dei più popolosi del territorio del Reventino ed ha la più ampia superficie territoriale tra
quelli situati nell’area del Savuto-Reventino;
svolge un ruolo importante
per la presenza di diversi servizi pubblici comprensoriali - Ambulatori medici
presenti nella innovativa Uccp (Unità complessa di
cure primarie del Reventino), Ufficio Arsa con
annesso Centro di Divulgazione Agricola, Istituto di Istruzione Superiore
(Liceo scientifico) “Costanzo” - e rappresenta quello con la maggiore capacità
attrattiva dal punto di vista turistico, sia per la rilevanza e consistenza
della attività ricettive ed alberghiere, che per la presenza di associazioni che
promuovono attività di turismo sostenibile.
Per sapere:
• se, alla luce di quanto
sopra esposto, la scelta del tracciato definitivo del percorso ferroviario in
oggetto ed il possibile taglio di alcuni Comuni dal nuovo tracciato siano di
pertinenza esclusivamente dell’appaltatore e di FdC;
• se non si ritenga
opportuno intervenire con urgenza per coinvolgere e far partecipare Enti Locali
e Organizzazioni sociali del territorio alle scelte definitive che si devono
assumere in merito alla mobilità che interessa direttamente le loro comunità;
• se, di conseguenza, non
sia anche il caso di avviare una larga interlocuzione con i cittadini, le
associazioni del territorio ed i comitati di pendolari, per concordare
congiuntamente le problematiche da affrontare e per giungere a soluzioni eque e
condivise tra la Regione Calabria e le comunità territoriali servite da questa
indispensabile tratta di FdC.
(156; 31/07/2023).
Bevacqua, Alecci, Billari, Bruni, Iacucci,
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- secondo recenti notizie
di stampa, si attende la chiusura della Strada di Grande Comunicazione n. 682
“Jonio-Tirreno”, di collegamento tra le due relative coste del territorio
provinciale di Reggio Calabria, comprendente 42 comuni;
- di recente il Presidente
della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha confermato che per alcuni lavori
concernenti la Galleria della Limina la strada in questione sarà chiusa per 20
mesi a partire dal gennaio 2024. Detta chiusura, secondo quanto diffusamente
riportato sulla stampa calabrese, appare necessaria in ragione di imprecisati
interventi da realizzare;
- lungo la stessa strada
statale dovranno essere effettuati lavori di manutenzione nella galleria
denominata “Torbido”, tra gli svincoli di Limina e Mammola in provincia di
Reggio Calabria;
-per dei citati lavori, con
inizio previsto il prossimo settembre, stando a un comunicato dell’ANAS, verrà
chiusa la citata galleria e la stessa strada di transito per una tempistica non
inferiore a 70 giorni;
- in merito a tali fatti
emerge una forte preoccupazione tra i sindaci della Locride e della Piana di
Gioia Tauro, oltre che di tutta la cittadinanza;
- i sindaci
dell’associazione dei Comuni della Locride si stanno continuamente riunendo,
con la volontà di richiedere, se necessario, delle soluzioni straordinarie,
unitamente all’auspicio di trovare una soluzione condivisa rispettosa delle
esigenze del territorio e, stante la perdurante incertezza circa i dettagli dei
lavori da effettuare, che emergano dati certi da cui partire, anche a beneficio
dell’informazione ai cittadini;
- la chiusura della strada
statale n. 682 peserà anche sul collegamento tra l’ospedale di Locri e quello
di Polistena, specie nel caso di trasferimento di degenti da un presidio
all’altro;
- chiudere la strada,
l’unica che porta la Locride fuori dall’isolamento, avrebbe ripercussioni
drammatiche in vari settori fondamentali, economico, turistico e sociale, con
conseguenze pesantissime per gli abitanti dell’area indicata e per i potenziali
turisti;
- lungo la statale, ANAS ha
confermato altri interventi manutentivi e puntualizzato che, per garantire la
sicurezza della circolazione, si è previsto di realizzare opere provvisionali;
- da diversi anni si
aspettano interventi strutturali che rendano più sicuro il transito dei veicoli
lungo l’arteria stradale;
considerato che: - tutti i
cittadini hanno diritto alla mobilità nella massima sicurezza;
- i Sindaci dei comuni
interessati lamentano la mancanza di confronto con le istituzioni e con ANAS;
tutto ciò premesso e
considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
- quali iniziative intende
intraprendere verso il Governo nazionale per richiamare la necessaria
attenzione e sollecitare le adeguate risposte e nei confronti di ANAS al fine
di far conoscere agli amministratori locali e ai cittadini gli interventi da realizzare
e al fine di garantire la certezza dei tempi di chiusura dell’arteria;
- se si è attivato per
programmare valide e sicure alternative al percorso inibito;
-se sono previsti
interventi di messa in sicurezza e riqualificazione della SP 5 Limina - Mammola
e della SP 1 Cittanova-Locri;
- se intende prendere in
considerazione la possibilità di riconoscere ristori economici agli operatori
economici che, irrimediabilmente, subiranno contraccolpi negativi dalla
chiusura della strada.
(159; 04/08/2023).
Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 19 luglio u.s.,
nel territorio calabrese, presso la stazione di Serrastretta – Carlopoli, la
storica locomotiva a vapore FCL 502, risalente a oltre 70 anni fa, da decenni
accantonata presso la stazione sopracitata, sulla tratta Catanzaro – Cosenza di
Ferrovie della Calabria, veniva trasferita a mezzo di carrello stradale, verso
una località ignota;
- in data 20 luglio u.s.,
la locomotiva veniva avvistata (e fotografata) nel centro abitato di Davoli
Marina;
- circolano voci non
ufficiali secondo cui sarebbe stata assegnata al Comune di Castel di Sangro, in
Abruzzo;
- l’Associazione Ferrovie
in Calabria denunciava il fatto chiedendosi il motivo per il quale un bene
culturale risalente ad oltre 70 anni fa, quindi
automaticamente vincolato dalla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e
Paesaggio, venisse spostato e trasferito su strada con tale semplicità;
- in precedenza, erano
state avanzate due richieste di monumentazione della
storica locomotiva da parte dei Comuni di Decollatura e Carlopoli, di fatto
ignorate da Ferrovie della Calabria;
- è evidente che la stessa
Ferrovie della Calabria ha deciso in totale autonomia di trasferire fuori
Regione un bene culturale appartenente ai calabresi;
- la sopracitata
Associazione provvedeva, pertanto, a segnalare quanto avvenuto al Ministero
della Cultura, il quale però rispondeva di non avere nessuna informazione in
ordine allo storico locomotore;
- il citato Ministero
avrebbe poi invitato il governo regionale ad agire celermente per verificare
dove si trova la locomotiva e mettere in atto tutte le iniziative necessarie
per la tutela di un bene divenuto, a tutti gli effetti, facente parte del patrimonio
culturale collettivo del Comune di Carlopoli. Considerato che: - trattasi di un
bene risalente ad oltre 70 anni fa e come tale vincolato dalla Soprintendenza
Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio;
- se è previsto un restauro
del bene culturale, devono essere consultati gli organi preposti, tra cui la
citata Soprintendenza, prima di procedere agli interventi. Tenuto conto che: -
a tal proposito, l'Amministrazione comunale di Carlopoli aveva già nel 2018
inoltrato apposita richiesta per avere in affidamento la locomotiva alla
società Ferrovie della Calabria senza avere alcuna risposta in merito. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se è a conoscenza dello
spostamento e trasferimento su strada della locomotiva a vapore FCL 502
risalente a oltre 70 anni fa, da decenni accantonata presso la stazione
sopracitata, sulla tratta Catanzaro – Cosenza di Ferrovie della Calabria;
- quali iniziative intende
intraprendere o ha intrapreso a seguito della richiesta del Ministero della
Cultura al fine di accertare quanto denunciato ed in particolare dove si trova
attualmente allocata la locomotiva;
- quali iniziative intende
mettere in atto per la tutela di un bene divenuto, a tutti gli effetti, facente
parte del patrimonio culturale collettivo del Comune di Carlopoli, al fine di
evitare ogni possibile danno, perdita di materiale rotabile o addirittura
servizi ferroviari stessi, per la collettività calabrese.
(160; 10/08/2023).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
•il Family Act ha previsto
un pacchetto di misure, rientranti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), che le amministrazioni pubbliche devono attuare quali forme di supporto
alle famiglie meno abbienti per rendere effettivo il diritto allo studio, in
applicazione del più ampio principio di eguaglianza sostanziale previsto
dall’art. 3, 2 co. della Costituzione;
•in attuazione di quanto
sopra il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con decreto direttoriale n.
425 del 30.03.2023, a firma del Direttore Generale ..., visto lo stanziamento
di fondi necessari, ha disposto il pagamento della somma complessiva di €.
133.000.000,00 (centotrentatremilioni/00), a carico
del Cap. 2043 del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, con
impegno contemporaneo a favore delle Regioni per l’E.F. 2023, ai fini della
fornitura dei libri di testo in favore degli alunni meno abbienti delle scuole
dell’obbligo e secondarie superiori per l’anno scolastico 2023/2024;
•al decreto direttoriale n.
425 del 30.03.2023 sono allegate le tabelle del piano di riparto per le somme
da attribuire alla Regione Calabria, che ammontano a circa € 4.773.980,6 per le
scuole dell’obbligo ed € 1.712.651,3 per le secondarie superiori;
•l’attuazione immediata di
tale norma, visti i report dell’Istituto Nazionale di Statistica, che
individuano in Calabria circa 28.977 famiglie non abbienti con ISEE inferiore
ad euro 15.493,71 e potenziali aventi diritto alle misure, si rende necessaria
per assicurare sostegno alle famiglie in virtù dell’imminente inizio dell’anno
scolastico;
•Per i 10.977 studenti
delle scuole medie superiori di cui alla tab. B del d.d.
425/2023 la copertura finanziaria dei libri di testo sarebbe di 156,602 euro
pro capite, cifra insufficiente sia rispetto al tetto di spesa per i libri
della I classe scuole superiori stabilito con D.M 781/2013 (294 euro) sia
rispetto al costo reale per l’a.s. 2023/24, stimato
in 340 euro da organizzazioni qualificate degli studenti (Rete studenti medi);
•attualmente la Regione
Calabria non ha dato esecuzione al decreto ministeriale sopra indicato.
Considerato che: •le famiglie italiane, ma più specificamente quelle calabresi,
visto il rincaro dei prezzi al consumo hanno sempre più necessità di interventi
di welfare per assicurare il diritto allo studio;
•bisogna dunque
intervenire, e con una certa urgenza, affinché si venga incontro alle esigenze
di numerose famiglie che hanno necessità di acquistare i libri scolastici per i
propri figli;
•non è concepibile che lo
stanziamento di fondi statali venga erogato con ritardi che incidono sulla
gestione di interessi relativi alla famiglia, formazione sociale
costituzionalmente garantita e protetta;
•il Forum delle
associazioni familiari Calabria ha sottolineato in questi giorni l’urgenza di
un intervento regionale per mitigare i costi dei libri di testo, •La Regione
Calabria, per l’A.s. 2023/24, ha stabilito di
stanziare, attraverso i Comuni, contributi per il Bonus libri (o Voucher per lo
studio) per le famiglie con ISEE inferiore a € 6000, mentre, ad oggi, risulta
che le altre Regioni, e i rispettivi comuni, hanno stabilito tetti di reddito
superiori, quindi più solidali, per accedere ai contributi;
•Le Regioni possono
stanziare risorse aggiuntive di bilancio per l’acquisto di libri scolastici,
secondo la legislazione vigente;
•La Regione Calabria ha
previsto espressamente di fornire (in comodato) l’intera dotazione di
pubblicazioni indicate dagli organi scolastici agli alunni della scuola media
superiore, in condizioni di particolare disagio economico, con L.R. n. 27/1985
(art. 4), tuttavia nelle delibere attuative degli ultimi decenni l’art. 4 è
rimasto lettera morta;
preso atto che: •risulta
urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale a sostegno delle
famiglie calabresi per la concessione di benefici per il diritto allo studio,
quali contributi per l’acquisto di libri di testo in favore degli alunni meno abbienti
delle scuole dell’obbligo e secondarie superiori per l’anno scolastico
2023/2024;
•è necessario attendere la
circolare attuativa tecnica ministeriale per dare avvio alle procedure per
l’individuazione degli studenti beneficiari;
•i dati sulla povertà
educativa della Calabria sono più allarmanti rispetto al resto d’Italia. Si
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1)quali iniziative intenda
assumere in attesa della nuova circolare attuativa ministeriale per stabilire i
criteri e le modalità per la concessione di Contributi per i libri di testo per
l’anno scolastico 2023/2024”;
2)se non si ritenga di
estendere per l’annualità 2023/2024 la soglia ISEE oltre i € 6.000,00 per
ottenere il beneficio del Voucher Io Studio;
3)quali tempistiche sono
necessarie per l’attuazione del Decreto Direttoriale n. 425 del 30.03.2023 del
MIUR e per rendere effettivamente operativo quanto stabilito nelle norme
statali in un territorio particolarmente bisognoso di sostegno economico. 4)se
non si ritenga necessario, in previsione del nuovo bilancio regionale,
stanziare ulteriori risorse da bilancio regionale a copertura dei costi dei
libri di testo per le famiglie meno abbienti;
5)quali azioni sono in
programma, relativamente al P. O. 2021-2027, finalizzate all'inclusione e alla
tutela del diritto allo studio, che consentano direttamente alle famiglie di
essere beneficiarie delle risorse.
(163; 29/08/2023).
Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il cantiere del nuovo
Ospedale della Sibaritide, opera attesa dalla cittadinanza dal lontano 2013, è,
nei fatti, bloccato fin dal novembre 2022;
- lo stesso continuerà a
restare fermo almeno fino all’approvazione della perizia di variante sanitaria
e tecnologica e del piano economico e finanziario;
- una volta approvato il
piano serviranno almeno sei mesi per stipulare i contratti principali con i
fornitori privati e approvvigionare i materiali;
- oltre all’aumento dei
costi, al quale si dovrà far fronte per l’adeguamento dell’opera, non si può
dimenticare che dal dopo pandemia Covid 19 e con il conflitto in Ucraina ancora
in corso, i tempi di approvvigionamento dei materiali si sono quadruplicati,
facendo ulteriormente lievitare le spese;
- ai tempi già calcolati si
devono aggiungere circa sei mesi necessari al collaudo della struttura e delle
apparecchiature sanitarie e per il rilascio dell’agibilità, portando
complessivamente a impiegare non meno di quattro anni dall’approvazione della variante,
che non è dato sapere quando avverrà. Considerato che: - nel frattempo sono
stati depotenziati i due presidi ospedalieri della spoke
di Corigliano Rossano, il “Giannettasio” e il
“Compagna”, creando ulteriori difficoltà ai cittadini del popoloso comprensorio,
con evidenti ricadute negative sul proprio diritto alla salute. Tutto ciò
premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale, anche
nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai
disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- se la struttura
competente abbia già stilato un cronoprogramma, chiaro e credibile, rispetto
alla tempistica di ultimazione dell’opera;
- quali interventi tampone
si ha intenzione di intraprendere per affrontare al meglio la situazione
sanitaria del territorio durante il periodo occorrente all’ultimazione
dell’Ospedale.
(165; 31/08/2023).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- in meno di una settimana,
in Calabria, si sono registrate due morti sul lavoro che ci rammentano, ancora
una volta, come la sicurezza sui luoghi di lavoro, nella nostra regione come in
Italia, sia ancora un miraggio e come appaia del tutto evidente che ciò che si
sta facendo non sia abbastanza;
- come ricordato
recentemente dal Presidente della Repubblica, l’Italia colloca il diritto al
lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica e non
può essere tollerato perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della
disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul
lavoro;
- secondo i dati pubblicati
dall’INAIL, da gennaio a luglio 2023 il bilancio delle morti sul lavoro è
drammatico: 559 le vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere,
con una media di 80 decessi al mese. Considerato che: - in questo quadro,
secondo la classificazione a zone, parametrata sull’Indice di incidenza media
(Im=Indice incidenza medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di
lavoratori), fatta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di
un’importante società specializzata, nei primi sette mesi del 2023, la
Calabria, insieme ad Umbria, Abruzzo e Basilicata, viene collocata nella c.d.
zona rossa (quella con una rilevanza maggiore) con un’incidenza superiore al
125% rispetto alla media nazionale;
- a riprova di quanto sopra
e solo a titolo di esempio, la maxioperazione “Vigilanza 110 in sicurezza”
effettuata lo scorso 29 marzo su tutto il territorio nazionale dall’Ispettorato
del Lavoro, in collaborazione con Arma dei Carabinieri, Asl, Inail e Inps, ha
disvelato come oltre l’80% dei 334 cantieri edili ispezionati sia risultato
irregolare;
- i dati più allarmanti,
nell’ambito della citata operazione, per come si è letto sulla stampa, vengono
dalla Calabria dove su 15 cantieri edili controllati 15 presentavano
irregolarità, 21 aziende su 22 sono risultate non a norma e in 11 delle 50
posizioni lavorative verificate è stata disposta la sospensione per ragioni di
sicurezza;
tenuto conto che: -
l’esercizio della funzione di vigilanza sull’applicazione della legislazione in
materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, secondo l’art. 13 del d.l. n. 146 del 2021 (convertito con legge n. 215/21) che
ha innovato il d.lgs. 81/08 “è svolta dalla azienda sanitaria locale competente
per territorio, dall’Ispettorato nazionale del lavoro e, per quanto di
specifica competenza, dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, […]”;
- nello specifico, alle
Aziende Sanitarie Locali sono assegnati i seguenti compiti: - individuare e
controllare i fattori di rischio all'interno dei luoghi di lavoro;
- sorvegliare sulla salute
dei lavoratori;
- verificare la conformità
dei requisiti dei diversi luoghi di lavoro in base a normative specifiche;
- vigilare su macchine,
fabbricati, impianti e mezzi di protezione presenti nei luoghi di lavoro;
- la Giunta regionale, con
D.G.R. n. 852 del 29 dicembre 2010, in attuazione del d.lgs. 9 aprile 2008 n.
81 e del D.P.C.M. 21 dicembre 2007, ha costituito in seno alla Presidenza della
Giunta il Comitato regionale di Coordinamento per la tutela della salute e la
sicurezza sul lavoro, con funzioni di prevenzione, comunicazione, formazione,
informazione, assistenza, vigilanza e analisi del fenomeno degli infortuni sul
lavoro e delle malattie professionali;
- in ultimo, il Consiglio
regionale ha approvato la Legge regionale 30 novembre 2022, n. 41 che
istituisce “l’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di
lavoro” con la funzione, tra le altre, di prevenire i rischi di infortuni e di
malattie professionali sul lavoro. Tutto quanto sopra premesso e considerato,
si interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se e quali iniziative
intenda assumere per rafforzare l’azione di vigilanza sull’applicazione della
legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- se le Aziende Sanitarie
Provinciali hanno risorse finanziarie e umane sufficienti a garantire
l’efficiente funzionamento dei compiti loro assegnati nella materia oggetto
della presente interrogazione e, nel caso contrario, quali utili e tempestive
azioni si intendano assumere al fine di realizzare un piano di rafforzamento
dell’azione di vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- se è stato insediato il
Comitato Regionale di Coordinamento costituito con D.G.R. n.852 del 29 dicembre
2010 e, nel caso, quali risultati abbia conseguito;
- se è stato costituito
l’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro di cui
alla Legge regionale 30 novembre 2022, n. 41 e, nel caso, quali risultati abbia
conseguito.
(167; 14/09/2023).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- tra il Ministero della
Salute e la Regione Calabria, in data 13.12.2007, è stato sottoscritto
l’Accordo di programma per la realizzazione degli ospedali di Vibo Valentia, di
Catanzaro e della Piana di Gioia Tauro;
- con ordinanza del
Commissario delegato ai sensi dell’Opcm 3635/2007 n.
31 del 4 maggio 2011 è stato approvato il progetto preliminare relativo alla
realizzazione del Nuovo ospedale di Vibo Valentia, nonché il relativo bando di
gara;
- in data 12 settembre 2014
è stato sottoscritto il contratto di concessione, registrato in pari data al
Rep. N. 2 dell’Asp di Vibo Valentia, tra la Regione Calabria, l’Asp di Vibo
Valentia e la società “Vibo Hospital Service Spa”, avente ad oggetto la realizzazione
del nuovo ospedale di Vibo Valentia e la gestione, per l’intera durata della
concessione, dei servizi di supporto non sanitari nonché dei servizi
commerciali compatibili con l’attività sanitaria;
- in data 22 ottobre 2015 è
stato sottoscritto il contratto di appalto, registrato in pari data al Rep. n.
1878 della Regione Calabria, con il quale è stato affidato alla Società Rina
Check Srl il servizio di verifica dei progetti
definitivo ed esecutivo dell’intervento di realizzazione del Nuovo ospedale di
Vibo Valentia di cui agli artt. 93, comma 6 e 112, comma 5 del D.lgs. 163/2006,
e del Titolo II, Capo II del Dpr 207/2010;
- con decreto n.7411 del
06.07.2022 è stato approvato il progetto definitivo del Nuovo ospedale di Vibo;
- con Decreto n.9278 del
3.8.2022 è stata indetta la gara articolata in tre lotti per l’affidamento
degli incarichi di componente della Commissione di collaudo in corso d’opera e
finale relativo alla “Concessione di costruzione e gestione, ai sensi dell’art.
144 del D.lgs. 163/06 e ss.mm.ii., dell’intervento di
realizzazione del Nuovo ospedale di Vibo Valentia”;
preso atto che: - il 17
maggio 2023 si è svolta l’ennesima cerimonia di consegna lavori dell’Ospedale
di Vibo alla presenza di alte cariche istituzionali del territorio con la firma
della consegna lavori alla Vibo Hospital Service per le opere complementari;
- delle comunicazioni, in
quella sede, dell’ingegnere ------------, dirigente del Settore edilizia
sanitaria e investimenti tecnologici della Regione Calabria, in merito al
cronoprogramma degli interventi di sistemazione idraulica e realizzazione delle
opere complementari;
- i tempi per installare un
sistema di monitoraggio pluviometrico e idrometrico per tenere sotto controllo
le condizioni idrauliche dell’area erano stimati in 30 giorni, a seguito dei
quali, sarebbero dovuti iniziare i lavori delle opere di sistemazione
idraulica;
considerato che: - la
durata effettiva dei lavori del Nuovo ospedale di Vibo, per come da contratto
sottoscritto con il Concessionario, è fissato in giorni 1.116 (millecentosedici), naturali e consecutivi, decorrenti dalla
data del verbale di consegna lavori;
- dalle dichiarazioni rese
in più circostanze pubbliche dal presidente della Regione Calabria, Roberto
Occhiuto, si conferma la determinazione dell’Esecutivo a consegnare l’opera ai
calabresi entro il 2026;
verificato che: - al
momento nessuna opera idraulica è iniziata nella zona del fosso Calzone;
- a causa dell’aumento dei
costi delle materie prime è necessario, senza alcun dubbio, incrementare il
finanziamento iniziale di 190 milioni di euro per non vanificare la
realizzazione del nuovo ospedale di Vibo;
tutto ciò premesso, si
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1. se sarà correttamente
rispettato il cronoprogramma delle opere complementari afferenti al nuovo
ospedale di Vibo Valentia;
2. se il monitoraggio
pluviometrico e idrometrico dell’area, preliminare alla realizzazione delle
opere di sistemazione idraulica, è stato effettuato;
3. se è stato dato
effettivo seguito all’accordo intercorso tra Rfi e Provincia di Vibo Valentia
in merito alle opere di sistemazione idraulica e all’attraversamento
ferroviario di Vibo Marina e se lo stesso accordo ha subito variazioni di
carattere tecnico ed economico;
4. quali interventi
immediati si intendano mettere in atto qualora il cronoprogramma risulti non
rispettato;
5. quali fondi sono stati
individuati a copertura dell’aumento del costo dei materiali rispetto alla
dotazione finanziaria iniziale di 190 milioni di euro necessari alla
realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia.
(168; 15/09/2023).
Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con legge regionale 24 febbraio 2023, n. 6
“Misure urgenti per le attività di affiancamento nell’attuazione del PNRR e dei
fondi SIE.” , la Regione Calabria, al fine di garantire l’attivazione di una
serie di azioni di rafforzamento amministrativo in termini di affiancamento e
potenziamento per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza
(PNRR) e delle misure di cui ai Fondi strutturali e di investimento europei
(SIE), nelle fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione, individuava
“un contingente di personale", di cui avrebbero potuto avvalersi come
supporto tecnico-operativo i dipartimenti regionali nonché le amministrazioni
locali, in forma singola o associata;
- tale azione veniva posta in essere data la carenza di personale nelle dotazioni
organiche degli enti locali;
- per la realizzazione
delle attività suddette, la Regione Calabria si sarebbe dovuta avvalere dei
soggetti rientranti nella graduatoria generale dei lavoratori in possesso dei
requisiti previsti dalla legge regionale 13 gennaio 2014, n. 1 (Indirizzi volti
a favorire il superamento del precariato), come da elenco di cui ai decreti
dirigenziali n. 11614 del 12/11/2020 e n. 4847 del 10/05/2021, mediante il
reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori qualificati con esperienza
pregressa;
- la legge entrava in
vigore il 31 marzo 2023;
- la copertura finanziaria
prevista è di 3.469.000,00 euro per l'anno 2023 e le risorse da allocare sono
individuate nei capitoli dell’Assistenza Tecnica delle singole Autorità di
Gestione, in ragione di un terzo sul Programma di Sviluppo Rurale 2023-2027 e
due terzi sul POR Calabria 2021-2027 ;
considerato che - ad oggi,
risulta che nessuno di questi soggetti abbia ancora preso servizio presso gli
enti individuati dalla legge;
tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- quali sono le ragioni per
le quali ancora oggi non è stata data attuazione alla legge regionale 24
febbraio 2023, n. 6 “Misure urgenti per le attività di affiancamento
nell’attuazione del PNRR e dei fondi SIE.”;
- entro quando si prevede
di dare attuazione alla suddetta legge.
(169; 20/09/2023).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la presenza di una
popolazione di cinghiale nella Regione Calabria, come accade per altro anche in
altre e numerose aree del Paese, ha raggiunto numeri talmente elevati da
determinare gravi problemi riguardanti i danni cagionati alle attività
agricole, ma anche rischi per la salute umana e animale, causati sia da
possibili incidenti di varia natura derivanti da branchi di cinghiali, che per
trasmissione di agenti patogeni, quali quelli della tubercolosi e della Peste
Suina Africana (c.d. PSA) di cui i cinghiali potrebbero essere portatori;
- a questi rischi e danni
si aggiungono quelli che possono essere causati dai “Sottoprodotti di Origine
Animale” (SOA);
- per “Sottoprodotti di
Origine Animale” (SOA), secondo l’art. 3 del Regolamento CEE n. 1069/2009, si
intendono i residui biodegradabili che comprendono “corpi interi o parti di
animali, prodotti di origine animale o altri prodotti ottenuti da animali, non
destinati al consumo umano;
- i SOA costituiscono una
potenziale fonte di rischi per la salute umana e degli animali. L’insorgenza di
tali malattie potrebbe essere conseguenza diretta alla esposizione/utilizzo dei
SOA, oppure del negativo impatto degli stessi sull’ambiente, a seguito di un
loro non corretto smaltimento;
- i cinghiali abbattuti
ogni anno a seguito dell’attività venatoria si calcola siano circa 25.000;
- il peso medio per capo è
di circa 55/60 kg, da ogni animale si ricavano 20/22 kg di carne edibile,
mentre 38/40 kg sono i sottoprodotti di origine animale (pelle, ossa, testa,
sangue, grasso, visceri addominale e toracici) non commestibili e che perciò la
quantità di SOA raggiunge annualmente quantità assolutamente rilevanti;
- la caccia al cinghiale si
aprirà il primo ottobre e durerà fino al al
31 dicembre, con la conseguenza di un aumento esponenziale del numero dei
cinghiali cacciati che andranno a sommarsi a quelli della caccia di selezione,
determinando, conseguentemente, l’incremento di sottoprodotti;
considerato inoltre che
sono vigenti restrizioni circa la gestione dei SOA di origine suina che
perseguono l’eradicazione della Peste Suina Africana (c.d. PSA);
atteso che la materia è
disciplinata a livello comunitario e statale: - dal Regolamento CE n. 1069/2009
che reca norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai
prodotti derivati non destinati al consumo umano;
- dal Regolamento UE n.
142/2010 della Commissione Europea del 25/2/2011 che reca disposizioni di
applicazione del predetto regolamento CE n. 1069/2009;
- dal decreto legislativo del
01/10/2012 n° 186 recante: “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle
disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1069/2009 recante norme sanitarie
relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non
destinati al consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002, e per
la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 142/2011 recante
disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1069/2009”;
- dal D. Lgs n. 152/2006
“Norme in materia ambientale” e s.m.i;
- dal decreto del Ministro
della Salute 16 ottobre 2003 “Misure di protezione contro le encefalopatie
spongiformi trasmissibili” e s.m.i. - e che la
Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali, al fine di garantire sul
territorio nazionale l’uniformità applicativa delle norme sanitarie in materia
e al contempo conseguire gli obiettivi posti dalla normativa comunitaria di
tutela della salute pubblica e animale ha sancito, in data 7/2/2013, apposito
Accordo sul documento “Linee guida per l’applicazione del Regolamento CE n.
1069/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 recante
norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti
derivati non destinati al consumo umano e abroga il Regolamento CE n. 1774/2002”,
demandando alle Regioni la definizione di modalità procedurali adeguate allo
specifico contesto locale;
interroga la Giunta
regionale
per sapere:
- quale sia il numero dei
capi di cinghiale abbattuti complessivamente nell’ultimo triennio sul
territorio regionale;
- a chi sia affidato lo smaltimento
dei SOA e attraverso quali modalità;
- se siano stati adottati
provvedimenti atti a garantire che tutte le operazioni tese allo smaltimento
dei SOA siano eseguite secondo la normativa vigente onde assicurare la maggiore
tutela da rischi in ambito sanitario e da contaminazioni ambientali;
-se siano stati individuate
modalità e soggetti deputati al controllo di tale attività;
- se la Regione Calabria
abbia stipulato, direttamente o indirettamente, convenzioni con strutture
autorizzate allo smaltimento dei SOA.
(170; 21/09/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- Crotone ospita uno dei
siti più contaminati dell'intero Paese e rientra nel Sito di bonifica di
Interesse Nazionale “Crotone-Cassano-Cerchiara”, avendo ospitato dagli anni '20
agli anni '90 del secolo scorso diverse industrie chimiche. In particolare,
nella zona costiera alle porte della città, nell’area “ex Pertusola”, di
proprietà di Syndial S.p.A., oggi Eni Rewind S.p.A., sono ammassate enormi
quantità di rifiuti che rappresentano un grave pericolo per l'ambiente e la
salute dei cittadini dell'intera area urbana, oltre a impedire qualunque
sviluppo turistico ed economico del territorio. Nel sito si registra una
concentrazione di metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio, piombo,
zinco e non, composti inorganici, composti organici di
varia natura, ivi inclusi gli alifatici clorati, materie prime di natura
chimica e metallurgica, residui di lavorazione ad elevato contenuto di
radioattività;
- è prevista la bonifica
dell'area industriale in questione, riconosciuta anche da una sentenza del
Tribunale di Milano passata in giudicato che ha condannato Eni-Rewind, la
società che ha sostituito Syndial per le operazioni di bonifica, al pagamento
della somma di 72 milioni di euro per il danno ambientale provocato al
sopracitato Sin;
- in data 24 ottobre 2019
si è tenuta una Conferenza dei Servizi per l’esame del progetto relativo al
Sito di bonifica di Interesse Nazionale “Crotone-Cassano-Cerchiara” –
Discariche fronte mare e aree industriali – Progetto di Bonifica fase 2 (Pob 2) trasmesso in precedenza da Syndial. All’interno del
provvedimento Paur (Provvedimento autorizzatorio
unico regionale) relativo al Pob 2 sono state
inserite una serie di prescrizioni, la cui principale è l'asporto ed il
trasferimento, fuori dalla regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica
pericolosi per la salute pubblica, sia Tenorm (Technological enhanced occurring radioactive materials), sia non Tenorm. Il
verbale riporta che “la richiesta di portare i rifiuti all'esterno del
territorio regionale nasceva, sin dalle fasi iniziali della valutazione del
progetto, dalla necessità, condivisa da tutte le amministrazioni locali, di non
aggravare la situazione già presente localmente mediante la realizzazione di
nuove discariche”. La Conferenza dei servizi ha espresso, all'unanimità, parere
favorevole sul progetto in esame;
- nonostante tale accordo,
Eni-Rewind ha proposto, invece, in un secondo momento, di cambiare la
destinazione d’uso del sito “Pertusola sud” al fine di poter “tombare” parte
dei rifiuti nel sito industriale stesso, trasferendo il resto a distanza di
pochi chilometri, ovvero in una discarica privata detta Columbra,
posizionata vicino tre zone abitate: il centro della città di Crotone, il
quartiere conosciuto come Papanice, il Comune di Cutro. Viene richiesto,
quindi, alla Regione Calabria la riapertura del Paur.
Nella Conferenza dei servizi del 9 febbraio 2023, convocata al Ministero
competente e avente ad oggetto «Variante al POB fase 2 realizzazione di una
discarica di scopo per rifiuti Tenorm con amianto
derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec
"Farina-Trappeto" all'interno del sito Eni Rewind di Crotone», le
istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e gli enti tecnici
hanno bocciato la Variante, confermando il deliberato preso con la Conferenza
dei Servizi decisoria del 24 ottobre 2019 e cioè che i rifiuti debbano essere
trasportati fuori dal territorio regionale. Considerato che: - la società “Maio
Guglielmo Srl” ha chiesto l’autorizzazione per
realizzare una discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi in località Giammiglione, a Crotone. La discarica, posizionata a
ridosso del centro abitato di Crotone, dovrebbe avere una capacità di
abbancamento di 4.200.000 metri cubi, distribuiti su un’area di circa 400.000
metri quadrati. Nel sito di Giammiglione, però,
ricadono vincoli di carattere idraulico che sono indicati nel Piano di gestione
del rischio di alluvioni della Calabria (Pgra), i
quali non possono essere superati con interventi di mitigazione del rischio
idraulico, così come invece sostiene di fare la società che ha proposto il
progetto;
-Eni-Rewind continua, anche
giudiziariamente, a chiedere la riapertura del Paur,
per evitare di dover trasportare un milione di tonnellate di rifiuti, derivanti
dalle attività industriali a Crotone, fuori dal territorio della Regione
Calabria come sancito nelle Conferenze dei servizi del 2019 e del 2023. Tenuto
conto che: -le popolazioni residenti nel Sin “Crotone-Cassano-Cerchiara”
registrano allarmanti dati di rischio per la salute a causa delle esposizioni
ambientali, per come dimostrato dallo studio Sentieri (promosso dall’Istituto
Superiore di Sanità di concerto con il Ministero della Salute e il Ministero
dell’Ambiente): aumento di tumori (in particolare su Crotone la mortalità per
cause con evidenza a priori di associazione con le fonti di esposizione
ambientale risulta in eccesso per il tumore epatico e, nei soli maschi, un
eccesso di tumori allo stomaco, linfomi e tumore della vescica e nelle femmine
tumore della mammella), mortalità prematura, maggiore ospedalizzazione per
tumori in età giovanile dai 0 ai 29 anni, a cui si aggiunge il fatto che si
tratta di territori segnati da un alto livello di deprivazione socioeconomica,
condizione che incide negativamente sulla qualità di vita e salute;
- Crotone ha diversi e
troppi impianti che lavorano o smaltiscono rifiuti: la già citata megadiscarica
di Columbra con due linee di produzione (rifiuti
solidi urbani e tossici e pericolosi), la vecchia discarica di proprietà del
Comune in località Farina, mai bonificata nonostante le promesse, un
termovalorizzatore nell’area industriale che incenerisce rifiuti ospedalieri,
centrali a biomasse e turbogas, senza contare la discarica della “Passeggiata
degli innamorati” costruita sul mare e il resto dell’area inquinata che
Eni-Rewind dovrebbe bonificare;
- la mancata bonifica del
Sin è recentemente entrata anche nell’inchiesta "Glicine Acheronte"
della Dda di Catanzaro, scattata il 27 giugno 2023 con 43 misure cautelari
eseguite dai Carabinieri. Si tratta del blitz che ha colpito la cosca Megna di
Papanice e smantellato il presunto comitato d'affari che avrebbe influenzato le
istituzioni pubbliche per fini elettorali e che avrebbe organizzato un “diffuso
sistema clientelare” per la gestione di appalti pubblici, per lo smaltimento
dei rifiuti e per dirigere una serie di nomine ed incarichi politici. Alcuni
indagati, secondo gli investigatori della Dia, osteggiavano il progetto di
tombamento dei rifiuti nel sito Pertusola, pretendendo che i rifiuti pericolosi
venissero tutti trasferiti nella discarica di Columbra.
Preso atto che: - la Regione Calabria, nell’anno 2005, ha istituito a Crotone
il cosiddetto Distretto Energetico, un sistema che avrebbe dovuto integrare fra
loro le diverse tecnologie ad alta efficienza, con lo scopo di ottimizzare il
consumo e la produzione locale di energia, ricorrendo soprattutto alle fonti
energetiche rinnovabili, con l’obiettivo finale di raggiungere l’indipendenza
dall’approvvigionamento energetico e di influire anche sull’occupazione del
territorio. Dopo quasi venti anni dalla sua istituzione niente di tutto questo,
però, è stato realizzato e il Distretto Energetico è servito solo e soltanto
per facilitare le autorizzazioni per l’apertura di centrali ed impianti di
smaltimento rifiuti;
- il 19/06/2023 è stata
approvata all’unanimità in Consiglio regionale la mozione n. 58 avente ad
oggetto “Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara”, firmata da tutti i
capigruppo, nella quale si impegna la Giunta regionale “a coordinare l’insieme
delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il
tentativo dell’ENI di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi” e
“a sostenere in sede governativa e nello specifico tramite il Ministero
dell’Ambiente, il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo
Economico le ragioni delle istituzioni calabresi”. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative intende
assumere la Regione Calabria per dar seguito agli impegni indicati nella
mozione n. 58, assumendo una posizione decisa e immutabile sull’impossibilità
di riapertura del Paur e/o di rimodulazione del Pob 2, chiarendo in maniera definitiva che i rifiuti
derivanti dalle attività industriali a Crotone devono essere trasportati fuori
dal territorio regionale;
2. se e come intende
assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del nuovo Commissario
Straordinario, generale e professor ------------, delegato a coordinare e
promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del
danno ambientale nel Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara, al fine di avere al
più presto un piano degli interventi e un cronoprogramma dei lavori;
3. quale posizione intende
assumere a riguardo del progetto per la realizzazione di una discarica per
rifiuti pericolosi e non pericolosi in località Giammiglione,
lesivo della salute pubblica e della situazione ambientale di un territorio già
ampiamente compromesso;
4. se intende valutare la
revoca della delibera costitutiva del Distretto Energetico di Crotone.
(171; 22/09/2023).
Alecci E Bevacqua. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- nel lontano 2009 è stata
presentata istanza VIA e AIA per la realizzazione di una discarica in località Giammiglione, nel comune di Crotone;
- con DDG n. 5066/2010 e
DDG n. 9549/2012 venivano esitati entrambi i pareri negativi;
- i due provvedimenti
venivano impugnati davanti al TAR Calabria che li annullava nel 2011 e nel
2012;
- la Regione si appellava
al Consiglio di Stato che, nel 2013, confermava il giudicato di primo grado;
- la struttura tecnica di
valutazione (STV), agli inizi del 2016, esprimeva parere favorevole alla
realizzazione della discarica a condizione che la stessa fosse destinata “al
conferimento di rifiuti speciali derivanti dalla bonifica del Sito di interesse
nazionale (Sin Crotone, Cassano e Cerchiara);
- a seguito di ciò il
richiedente riproponeva impugnazione e, prima il TAR nel 2020 e,
successivamente, il Consiglio di Stato, nel 2021, annullavano il provvedimento;
- nel frattempo, il
progetto ha ottenuto il parere favorevole da parte dell’Autorità di bacino
dell’Appennino meridionale. Considerato che: - nel 2021 era già stata convocata
una Conferenza dei servizi e, a breve, il richiedente potrebbe convocare una conferenza
di servizi decisoria;
- il progetto prevede di
realizzare una discarica per rifiuti speciali anche industriali che potrebbero
arrivare da tutta la Calabria;
- la realizzazione della
discarica avrebbe ripercussioni anche sul traffico veicolare nella S.S. 106
Jonica;
- nei piani regionali dei
rifiuti, a partire dal 2005, non emergono le indicazioni che gli enti locali dovrebbero
dare rispetto all’idoneità dei siti e, sempre al 2005, risale l’indicazione
generica del Commissario per l’emergenza ambientale rispetto a Giammiglione che poteva genericamente essere idonea alla
costruzione di una discarica per conferire i rifiuti del Sin;
- la delibera della Giunta
regionale n. 327/2017 ha istituito il livello di prescrizione della
localizzazione dei siti per la costruzione delle discariche rispetto ai cui
criteri la discarica non potrebbe essere autorizzata e costruita;
- Il fattore di pressione,
oggetto in Parlamento di una proposta di modifica all’articolo 195 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernente l’introduzione del fattore di
pressione tra i criteri di valutazione per la localizzazione delle discariche,
risulta essere per la provincia di Crotone pari a 6 mila MC su KM2 dato già di
per se allarmante;
- c’è anche da tenere
presente che sul sito prescelto graverebbero vincoli alluvionali, archeologici
e coltivazioni agricole e l’area è attraversata dal torrente Giammiglione per 600 metri, rispetto al quale il
richiedente ha presentato proposta di intubazione per deviarlo. Tutto ciò
premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
se corrisponde al vero
quanto sopra esposto e per chiarire quale urgenti iniziative politiche e
amministrative intende mettere in atto per scongiurare la realizzazione del
progetto nei termini sopra descritti.
(172; 23/09/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-
la Ferrovia Silana, che collega
Cosenza a San Giovanni in Fiore, è una linea ferroviaria a scartamento ridotto
di 950mm ricca di opere di ingegneria che generano ancora oggi l’attenzione
degli studiosi di tutto il mondo e che attraversa borghi ricchissimi di storia
e tradizioni. Si sviluppa nel cuore del Parco Nazionale della Sila,
distaccandosi dalla linea per Catanzaro nella stazione di Pedace, 7 chilometri
a sud di Cosenza. Rappresenta uno dei massimi esempi ancora esistenti di
ingegneria ferroviaria in Italia. Difatti la linea, partendo da Cosenza, a 232
metri sul livello del mare, raggiunge il picco a San Nicola Silvana Mansio,
tetto ferroviario d’Italia, la più alta stazione del nostro Paese in esercizio,
con i suoi 1.406 metri di altezza, per poi ridiscendere a San Giovanni in
Fiore, a quota 1.048 metri. Per superare tanto dislivello, di oltre 1.000
metri, la ferrovia si avvalse di soluzioni ingegneristiche al limite delle
possibilità dell'epoca;
la Ferrovia Silana è
rimasta interrotta nel 2011 ed è stata riaperta al traffico turistico solo nel
2016, anche grazie all’impegno dell’Associazione Ferrovie della Calabria,
limitatamente alla tratta Moccone - Camigliatello e San Nicola - Silvana
Mansio, con il “Treno della Sila”, iniziativa turistica di grande successo che
circola praticamente tutto l’anno, salvo brevi periodi di interruzione. Il
Treno della Sila è composto da una locomotiva risalente al 1926 modello 353 Borsig di fabbricazione tedesca e da una serie di carrozze
completamente in legno perfettamente restaurate, che fanno parte di un lotto di
veicoli costruiti a inizio Novecento dalla società milanese Carminati &
Toselli. Da Pedace a Moccone e da San Nicola Silvana Mansio a San Giovanni in
Fiore, invece, la linea non è stata ancora ripristinata. Considerato che: la
legge 9 agosto 2017, n. 128 recante: “Disposizioni per l'istituzione di
ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di
dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o
archeologico”, ha classificato, all’articolo 2, comma 2, la tratta Cosenza- San
Giovanni in Fiore come tratta ferroviaria ad uso turistico, riconoscendone, per
tale via, il rilevante pregio culturale, paesaggistico e turistico;
tale classificazione è
stata poi ribadita dal Decreto interministeriale del 17 maggio 2022, che, in
attuazione della Legge 128/2017, tutela 26 linee ferroviarie locali, e tra
queste la Ferrovia Silana, a scopo turistico. Queste tratte ferroviarie potranno
tornare in servizio o essere maggiormente utilizzate valorizzando i relativi
territori, anche grazie ai fondi del Piano complementare al PNRR. Tenuto conto
che: le ferrovie turistiche e treni storici rappresentano un’offerta di turismo
che permette di immergersi nella storia, una nuova forma di turismo con effetti
positivi sull’indotto dei territori da esse attraversate, in termini di
promozione dei centri di interesse culturale, naturalistico ed enogastronomico
e di opportunità di promozione e vendita di prodotti tipici;
un servizio di mobilità
dolce ed ecosostenibile come quello della Ferrovia Silana non ha soltanto una
valenza esclusivamente turistica. Il rilancio di tutta l'area silana attraverso
questa iniziativa, si affianca, infatti, ad un'altra importantissima questione,
ovvero la sicurezza di tutti coloro che vogliono raggiungere la Sila o che, al
contrario, dalle zone montane devono raggiungere il capoluogo di Provincia
Cosenza. Vista infatti la ben nota pericolosità della Strada Statale 107 Silana
Crotonese, specie in inverno ed in presenza di precipitazioni nevose, la
Ferrovia Silana potrebbe rappresentare un valido mezzo di trasporto alternativo
alla gomma, per "intercettare" almeno una parte delle migliaia di
persone che si spostano in auto su una delle strade più pericolose d’Italia,
quella SS107 troppo spesso interrotta per manutenzione sui tanti viadotti e
gallerie che la contraddistinguono. Preso atto che: nel 2017 è stato previsto
un finanziamento per il ripristino della ferrovia storica della Sila, attraverso
i fondi Por, nell’ottica di un rilancio turistico della Sila;
con delibera n. 148 del 4
aprile 2023, la Giunta regionale, rideterminando le destinazioni nell’ambito
della dotazione finanziaria dell’Asse 6 Programma “Tutela e valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale” ha rimodulato la cifra di 685.000 euro
destinata ad iniziative relative al ripristino della funzionalità della Linea
Pedace - San Giovanni in Fiore di cui all’Azione 6.8.3 ”Sostegno alla fruizione
integrata delle risorse culturali e naturali e alla promozione delle
destinazioni turistiche” del POC 2014/2020, spostandola sul potenziamento della
Seggiovia Puntone Scirocco del comprensorio sciistico di Gambarie, su proposta
del Comune di Santo Stefano in Aspromonte;
sul tema, il 7 agosto 2023,
il Presidente Occhiuto ha dichiarato: “Abbiamo rimodulato quel finanziamento
per evitare il disimpegno e lo abbiamo ‘riprotetto’,
destinandolo a un progetto che era pronto a partire. Ma per il trenino della
Sila le risorse ci sono, useremo finanziamenti spendibili in maggior tempo.”;
da interlocuzioni informali
assunte presso l’Assessorato competente, l’Associazione Ferrovie della Calabria
ha appreso che per il ripristino della tratta Pedace - Moccone occorrerebbe un
impegno finanziario non sostenibile dalla Regione e che la linea non sarebbe
“produttiva”. Pertanto la proposta dell'assessorato
sarebbe quella di ripristinare come ferrovia turistica solo la tratta San
Nicola Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore e trasformare in ciclovia la
tratta Pedace - Moccone. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. tempistica e modalità
per provvedere al reintegro delle originarie dotazioni finanziarie previste per
il ripristino della funzionalità dei tratti Pedace - Moccone e San Nicola
Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore, secondo quanto previsto dalla D.G.R.
148/2023;
2. criteri e parametri
utilizzati dall’Assessorato competente per la quantificazione delle spese da
sostenere per il ripristino della tratta Pedace - Moccone e/o se esiste o meno
uno studio di fattibilità che certifichi questi dati e valuti il ritorno economico
della linea, in termini turistici e di mobilità rispetto alla pericolosità
della Strada Statale 107 Silana Crotonese;
3. tempi e modalità di
finanziamento e ripristino della Ferrovia Silana da Cosenza a San Giovanni in
Fiore, nella sua interezza.
(174; 29/09/2023).
Il Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo
23 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25
(Statuto della Regione Calabria) stabilisce che "il Consiglio regionale, nell'esercizio delle sue
funzioni e nell'espletamento delle sue attività, gode di autonomia
organizzativa, funzionale e contabile
secondo le norme dei
regolamenti interni";
- il decreto
legislativo 23 giugno
2011, n. 118, cosi come modificato
e integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto
normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato
a stabilire il quadro complessivo
di riferimento dei principi
contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali, fissando
al primo gennaio
2015 l'entrata in vigore per gli enti citati delle norme in materia
di armonizzazione contabile;
- con
deliberazione consiliare n. 145 del 22 dicembre 2022 è stato approvato il
bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2023-2025;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza
n. 95 del 29 dicembre 2022 è stato approvato il documento tecnico di
accompagnamento al bilancio di previsione per gli esercizi 2023-2025 e sono
state assegnate le risorse al Direttore generale, ai sensi dell'articolo 15,
comma 4, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale;
- con
determinazione del Direttore generale n. 1
del 4 gennaio 2023 è stato approvato
il bilancio finanziario gestionale
del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025;
- con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 9 del 23 febbraio 2023 è stato
approvato l’adeguamento degli stanziamenti iniziali dei residui attivi e
passivi presunti del bilancio di previsione 2023-2025, esercizio 2023, ai dati
del verbale di chiusura della contabilità dell’esercizio 2022, e la conseguente
variazione degli stanziamenti delle previsioni di cassa del bilancio di
previsione 2023-2025, esercizio 2023;
- con
deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza n. 19 del 3 maggio 2023, n. 39 del 9
agosto 2023 e n. 47 del 27 settembre 2023, sono stati riconosciuti tre debiti
fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del d.lgs.
118/2011;
- con
deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza n. 20 del 3 maggio 2023, n. 32 del 19
luglio 2023 e n. 40 del 9 agosto 2023 sono state approvate tre variazioni del
documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione 2023-2025;
- con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 30 del 19 luglio 2023, è stata
approvata una variazione di bilancio di previsione 2023-2025, esercizio 2023,
mediante l’applicazione dell’avanzo accantonato nel risultato presunto di
amministrazione dell’esercizio 2022, e con deliberazione dell’Ufficio di
Presidenza n. 31 del 19 luglio 2023, è stata approvata una variazione
compensativa al bilancio di previsione 2023-2025, esercizio 2023;
- con
le determinazioni del Direttore generale n. 140 del 21 febbraio 2023, n.312
dell’8 maggio 2023, n. 359 del 24 maggio 2023, n. 444 del 27 luglio 2023, n.
483 del 10 agosto 2023, n. 538 del 15 settembre 2023 e n. 557 del 28 settembre
2023 sono state approvate sette variazioni al bilancio gestionale del Consiglio
regionale per gli esercizi 2023-2025;
- con deliberazione consiliare n. 203 del 22 giugno 2023 è stato
approvato il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al
31.12.2022, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo n.
118/2011 e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2022-2024 e al
bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale della Calabria;
vista la deliberazione n. 49 del 4 ottobre 2023 con
cui l’Ufficio di Presidenza ha sottoposto all’Assemblea legislativa
l’approvazione dell’assestamento e variazioni al bilancio di previsione
2023-2025 del Consiglio regionale;
vista la legge regionale 29 novembre 2022, n. 39
(Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni
2022-2024), con la quale sono stati assegnati ulteriori fondi per il
funzionamento del Consiglio regionale per l’annualità 2022;
richiamata
la deliberazione consiliare n. 215 del 3 agosto 2023 di approvazione del rendiconto
dell'esercizio finanziario 2022, della relazione sulla gestione e del Piano
degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi, dalla quale risulta che il
risultato di amministrazione al 31 dicembre
2022 è pari a 43.539.112,09
euro, così composto:
·
Quota vincolata pari a 11.213.574,24 euro, distinta in:
- Vincoli derivanti
da leggi e dai principi
contabili, pari a 10.596.243,18 euro;
- Vincoli derivanti da trasferimenti, pari a
617.331,06 euro;
·
Quota accantonata pari a 6.447.051,76 euro, distinta in:
- Fondi crediti
di dubbia esigibilità al 31.12.2022, pari a 127.243,76 euro;
- Fondo contenzioso, pari a 4.557.306,74
euro;
- Altri accantonamenti, pari a 1.762.501,26
euro;
·
Quota destinata agli investimenti pari a 12.134.690,53
euro;
·
Quota libera dell'avanzo di amministrazione
pari a 13.743.795,56 euro;
considerato che, a
seguito della richiesta effettuata dal dirigente del Settore Bilancio e
Ragioneria di indicare le quote del risultato di amministrazione dell’esercizio
2022 da applicare, in sede di assestamento, al bilancio di previsione
2023-2025, esercizio 2023, i dirigenti del Consiglio regionale hanno indicato i
seguenti fabbisogni:
·
avanzo vincolato da leggi e dai
principi contabili: 1.221.735,37 euro;
·
avanzo vincolato da trasferimenti:
617.331,06 euro;
·
avanzo accantonato per il fondo
contenzioso: 25.000,00 euro;
·
avanzo accantonato per il fondo
passività potenziali: 754.551,56 euro;
·
avanzo destinato agli
investimenti: 9.133.696,13 euro;
·
avanzo libero: 13.743.795,56 euro,
di cui 3.880.000,00 euro destinati al finanziamento di spese di investimento, e
9.863.795,56 euro da restituire al bilancio della Regione Calabria;
dato atto che le somme
assegnate dalla Regione Calabria con legge regionale 29 novembre 2022, n. 39,
pari a 152.782,00 euro, non sono state utilizzate poiché il Consiglio regionale
ha coperto le maggiori spese relative all’esercizio 2022 con economie rinvenute
all’interno del proprio bilancio e che, pertanto, devono essere restituite;
preso atto che:
·
con deliberazione consiliare n. 203 del 22
giugno 2023 è stato approvato il riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022, da cui è risultato che:
- l'ammontare
dei residui attivi al 31.12.2022 è
pari a 31.088.830,14 euro;
- l'ammontare
dei residui passivi al 31.12.2022 è pari a 6.669.118,20 euro;
·
con deliberazione consiliare n. 215 del 3 agosto 2023 è stato approvato
il rendiconto dell'esercizio finanziario 2022, la relazione sulla
gestione e il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi, da cui è risultato che:
- il
fondo cassa al 1° gennaio
rispetto a quello presunto riportato nel bilancio di previsione 2023-2025 è rideterminato in 27.982.108,60
euro;
- il fondo pluriennale vincolato
iscritto nell'entrata del bilancio
di previsione 2023 è quantificato in 8.862.708,45
euro, di cui 5.891.552,78 euro per spese correnti e 2.971.155,67 euro per spese in conto capitale;
·
con deliberazione dell’Ufficio di
Presidenza n. 30 del 19 luglio 2023 è stato applicato al bilancio 2023-2025,
esercizio 2023, una quota parte del risultato di amministrazione presunto al
31.12.2022, accantonato al fondo contenzioso, pari a 271.918,81 euro;
ritenuto:
-
di applicare sull’annualità 2023
del bilancio di previsione del Consiglio regionale 2023-2025 quota parte
dell’avanzo di amministrazione relativo all’esercizio 2022, per l’importo
complessivo di 25.496.109,68 euro, come riportato nella Nota Integrativa allegata
al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;
-
di apportare al bilancio di
previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2023-2025 le variazioni, di
competenza e di cassa, allo stato di previsione dell’entrata e allo stato di
previsione della spesa richieste dai dirigenti del Consiglio regionale, come
riportato nella Nota Integrativa allegata al presente provvedimento quale parte
integrante e sostanziale;
-
di restituire alla Regione
Calabria la somma complessiva di 10.016.577,56 euro, di cui 9.863.795,56 euro
relativa alla quota disponibile del risultato di amministrazione dell’esercizio
2022 non utilizzata per finanziare spese per il funzionamento del Consiglio
regionale, e 152.782,00 euro quale somma relativa ai trasferimenti correnti
disposti con la sopra citata legge regionale 29 novembre 2022, n. 39;
-
di destinare il risultato
economico dell’esercizio 2022, pari ad una perdita di 3.049.883,25 euro, a
ridurre, nell’esercizio 2023, la voce “Risultati economici di esercizi
precedenti” del patrimonio netto dell’Assemblea legislativa;
visto l’Allegato A), parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento, riportante le operazioni
di applicazione di quota parte dell’avanzo di amministrazione dell’esercizio
2022, nonché le ulteriori variazioni di competenza e di cassa da apportare al bilancio
di previsione del Consiglio regionale per il triennio 2023-2025, richieste dai
dirigenti del Consiglio regionale;
visti gli Allegati B), C) e
D), rispettivamente denominati “Nota Integrativa”, “Prospetto delle variazioni
al bilancio 2023-2025 riportante i dati d’interesse del Tesoriere” ed
“Equilibri di bilancio”, che costituiscono parti integranti e sostanziali della
presente deliberazione;
dato atto che:
-
sono soddisfatte le necessità di
utilizzo della quota vincolata, accantonata, destinata agli investimenti e
libera dell’avanzo di amministrazione dell’esercizio precedente, coerentemente
alle indicazioni di cui all’articolo 42 del decreto legislativo n. 118/2011;
-
sono soddisfatti i fabbisogni
rappresentati dai dirigenti delle strutture amministrative che hanno richiesto
di apportare alcune variazioni al bilancio di previsione 2023 - 2025;
-
sono garantiti gli equilibri
generali del bilancio di previsione per il triennio 2023-2025, come risulta
dall’Allegato D), parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
considerato che, in
coerenza con quanto disposto dall’articolo 51 del d.lgs. 118/2011,
successivamente all’approvazione da parte del Consiglio regionale del presente
provvedimento, l’Ufficio di Presidenza:
·
procederà alla conseguente
variazione del documento tecnico di accompagnamento al bilancio 2023-2025,
approvato con propria deliberazione n. 95 del 29 dicembre 2022;
·
autorizzerà, senza ulteriori
formalità, il Direttore generale ad apportare le variazioni di cui al presente
provvedimento al bilancio finanziario gestionale per gli esercizi 2023-2025,
approvato con determinazione del Direttore generale n. 1 del 4 gennaio 2023;
visti:
- il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, per come modificato e integrato
dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126;
- il
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale,
approvato con deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017,
successivamente aggiornato con deliberazione consiliare n. 342 del 28 settembre
2018;
preso atto del parere favorevole del Collegio dei
revisori dei conti espresso con verbale n. 56 dell’11 ottobre 2023 (parere n.
17/2023), allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
udito il relatore, consigliere Cirillo, che ha
illustrato il provvedimento;
delibera
per le
considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono
integralmente riportate:
- di
applicare al bilancio di previsione 2023-2025, esercizio 2023, l'importo di
25.496.109,68 euro, quota parte dell’avanzo di amministrazione dell’esercizio
2022, come di seguito indicato:
·
avanzo vincolato da leggi e dai
principi contabili: 1.221.735,37 euro;
·
avanzo vincolato da trasferimenti:
617.331,06 euro;
·
avanzo accantonato per il fondo
contenzioso: 25.000,00 euro;
·
avanzo accantonato per il fondo
passività potenziali: 754.551,56 euro;
·
avanzo destinato agli
investimenti: 9.133.696,13 euro;
·
avanzo libero: 13.743.795,56 euro,
di cui 3.880.000,00 euro destinati al finanziamento di spese di investimento, e
9.863.795,56 euro da restituire al bilancio della Regione Calabria;
- di
apportare al bilancio di previsione 2023-2025, esercizi 2023-2024-2025, le
variazioni di competenza e di cassa riportate nell’Allegato A), che forma parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
- di
approvare l’Allegato B) “Nota integrativa”, che costituisce parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
- di
approvare l’Allegato C) relativo al prospetto delle variazioni al bilancio
2023-2025 riportante i dati d’interesse del Tesoriere, che forma parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
- di
restituire alla Regione Calabria la somma complessiva di 10.016.577,56 euro, di
cui 9.863.795,56 euro relativa alla quota disponibile del risultato di
amministrazione dell’esercizio 2022 non utilizzato per il funzionamento del
Consiglio regionale, e 152.782,00 euro quale somma relativa ai trasferimenti
correnti disposti con legge regionale 29 novembre 2022, n. 39 (Assestamento del
bilancio della Regione Calabria per gli anni 2022-2024);
- di
dare atto che, dall’applicazione delle variazioni di cui ai punti precedenti,
sono garantiti gli equilibri del bilancio di previsione del Consiglio regionale
per il triennio 2023-2025, come risulta dall’Allegato D), che costituisce parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
- di
destinare il risultato economico dell’esercizio 2023, pari ad una perdita di
3.049.883,25 euro, a ridurre, nell’esercizio 2023, la voce “Risultati economici
di esercizi precedenti” del patrimonio netto dell’Assemblea legislativa;
- di
prendere atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti di cui
al verbale n. 56 dell’11 ottobre 2023, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale;
- di
dare atto che l'Ufficio di Presidenza procederà alla conseguente variazione del
documento tecnico di accompagnamento al bilancio 2023-2025, approvato con
propria deliberazione n. 95 del 29 dicembre 2022, nonché autorizzerà, senza
ulteriori formalità, il Direttore generale ad apportare le variazioni di cui al
presente provvedimento al bilancio finanziario gestionale per gli esercizi
2023-2025, approvato con determinazione del Direttore generale n. 1 del 4
gennaio 2023;
-
di trasmettere la presente
deliberazione, unitamente ai relativi allegati sopra richiamati, alla Giunta
regionale e al Settore Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale, per il
rispettivo seguito di competenza, ai sensi dell’articolo 26, commi 5 e 6 del
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale.
Il
Consiglio regionale
vista la legge 31 luglio
1997, n. 249 (Istituzione dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni e
norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo);
vista la legge regionale 22
gennaio 2001, n. 2 (Istituzione e funzionamento del Comitato regionale per le
Comunicazioni - CORECOM), ed in particolare l'articolo 10, comma 1, che dispone
che il Comitato presenta al Consiglio regionale per la relativa approvazione, e
all’Autorità per la parte relativa alle funzioni da essa delegate, il programma
di attività per l’anno successivo, unitamente al relativo fabbisogno
finanziario;
vista la delibera n. 36 del
15 settembre 2023 del CORECOM, con la quale il Comitato ha approvato il
programma delle attività per l'anno 2024, ai sensi dell'articolo 10, comma 1,
della legge regionale n. 2/2001, unitamente al relativo fabbisogno finanziario,
allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali
(Allegati A, B e C);
considerato che il
programma contiene, suddivise per ciascuna delle voci di spesa in cui si
articola il capitolo del bilancio del Consiglio regionale afferente al
Comitato, le relative previsioni di fabbisogno finanziario;
visto l'articolo 3, comma
2, lettera d) del Regolamento interno del CORECOM Calabria;
udito il relatore,
consigliere Cirillo, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le
considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono
integralmente riportate:
- di approvare, ai sensi dell'articolo 10, comma
1, della legge regionale n.2/2001, il programma delle attività del CORECOM per
l'anno 2024, unitamente al relativo fabbisogno finanziario, allegati alla
presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
-
l’articolo 57, comma 7, della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8
(Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione Calabria)
dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali
sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la Giunta regionale entro il 15
maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 giugno;
visti:
-
l’articolo 9 della legge regionale
16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore
sanità), che ha istituito l’Ente per i Parchi Marini Regionali;
-
la legge regionale n. 8/2002;
-
l'articolo 54, comma 5, lettera
b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della regione
Calabria);
-
il decreto legislativo n. 118/2011
(Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi
di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), per come
modificato e integrato dal decreto legislativo n.126/2014;
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 500 del 26 settembre 2023, recante: "Rendiconto
esercizio 2022 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) -
Trasmissione al Consiglio Regionale per gli atti di competenza";
visto il decreto n. 55 del
19 settembre 2023 del Commissario Straordinario dell’Ente per i Parchi Marini
Regionali, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, con cui è stato approvato il rendiconto della gestione per
l’esercizio finanziario 2022 dell’Ente;
rilevato che il Revisore
unico dei conti, con verbale n. 4 del 13 settembre 2023, allegato al presente
provvedimento quale parte integrante e sostanziale,
· non
ha rilevato gravi irregolarità contabili o gravi anomalie gestionali e/o
suggerito misure correttive non adottate dall’Ente,
· ha
attestato la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione,
evidenziando il rispetto dei seguenti dati esposti nella relazione al
rendiconto:
-
attendibilità delle risultanze
della gestione finanziaria;
-
congruità del fondo crediti di
dubbia esigibilità e dei fondi rischi;
-
attendibilità dei valori
patrimoniali e dei risultati economici generali e di dettaglio;
· ha
espresso “giudizio positivo per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio
finanziario 2022”;
considerato che il Dipartimento
regionale "Territorio e Tutela dell’Ambiente", che esercita la
vigilanza sull’attività dell’Ente, nell’istruttoria di propria competenza
(prot. n. 406885 del 19 settembre 2023), allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale,
-
ha evidenziato che “per il
Rendiconto finanziario 2022 non può ancora trovare applicazione la normativa
sul contenimento della spesa di cui alla legge regionale n. 43/2016”, in quanto
“essendo l’Ente divenuto operativo a far data dall’1.1.2018, ad oggi non si è
verificata l’assoluta necessità di sostenere la spesa, poiché la struttura è
priva di risorse umane proprie e, attualmente, per l’espletamento delle
attività ad esso demandate, lo stesso si avvale del personale appartenente ai
ruoli dell’Amministrazione Regionale che svolge la propria attività in regime
di collaborazione temporanea e saltuaria, senza oneri a carico dell’ente”;
-
ha attestato che “quanto riportato
nel rendiconto finanziario 2022 è coerente con le previsioni del bilancio
dell’Ente per i Parchi Marini Regionali del medesimo anno”;
-
ha espresso parere favorevole
all’approvazione del consuntivo 2022 dell’Ente;
preso atto che il
dipartimento “Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza (prot. n.
413442 del 22 settembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale,
· ha
rilevato che:
-
sussiste la piena corrispondenza
tra il saldo di cassa al 31.12.2022, per come risultante dal conto di bilancio,
e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;
-
sussiste la continuità tra i
residui finali dell’esercizio 2021 rispetto a quelli iniziali dell’esercizio
2022;
-
sussiste la quadratura delle poste
contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;
-
sussiste corrispondenza tra i
valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata
verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra
residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi;
-
sussiste la quadratura tra il
saldo di cassa pari a 1.276.762,51 euro, riportato nel conto del bilancio 2022,
e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello
Stato Patrimoniale;
-
risulta formalmente corretta la
determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di
amministrazione al 31.12.2022;
· ha
raccomandato all’Ente, con riferimento all’eventuale utilizzo della quota
disponibile dell’avanzo di amministrazione, di rispettare le regole di bilancio
inerenti alle modalità di impiego della parte libera, ai sensi dell’articolo
42, comma 6, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;
· preso
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei Conti dell’Ente e del
dipartimento “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, fermi restando i rilievi e
raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento
vigilante e dal medesimo dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto
“possibile procedere alla trasmissione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto per l'esercizio 2022 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)
al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 7, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
rilevato che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta dell’11 ottobre 2023, ha approvato il
rendiconto per l’esercizio 2022 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali
(E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati;
udito il relatore,
consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le
considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono
integralmente riportate:
-
di approvare, ai sensi dell'articolo
57, comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2022
dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso
allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e
sostanziali della presente deliberazione.
Art. 1
(Integrazioni alla l.r.
n. 19/2001)
1.
Dopo l’articolo 29 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul
procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso)
è aggiunto il seguente articolo:
“Art.
29-bis
(Semplificazione delle certificazioni
sanitarie in ambito scolastico)
1.
Per favorire la semplificazione amministrativa in materia igienico-sanitaria
nell'ambito scolastico, nella regione Calabria è abolito l'obbligo di
presentazione dei certificati medici per la riammissione oltre cinque giorni di
assenza di cui all'articolo 42, comma 6, del regolamento emanato con decreto
del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1967, n. 1518 (Regolamento per
l'applicazione del titolo III del decreto del Presidente della Repubblica 11
febbraio 1961, n. 264, relativo ai servizi di medicina scolastica), salvo
quanto previsto dai provvedimenti adottati, a livello nazionale o locale, per
fronteggiare le malattie infettive e diffusive in attuazione della normativa
vigente. L’abolizione di cui al presente articolo riguarda le scuole di ogni ordine
e grado, comprese quelle dell’infanzia e nidi.
2. L'obbligo di cui al
comma 1 permane nei casi in cui il soggetto richiedente è tenuto alla
presentazione del certificato in altre regioni in cui vige una diversa
disciplina.".
Art.
2
(Clausola d’invarianza finanziaria)
1.
Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri
finanziari a carico del bilancio della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, in
coerenza con quanto previsto dalla legge 11 gennaio 2018, n. 2 (Disposizioni
per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la rete nazionale di
percorribilità ciclistica), promuove il cicloturismo quale strumento di
diversificazione stagionale e territoriale dell’offerta turistica
ecosostenibile, valorizzando, tra l’altro, il sistema delle aree protette e
della biodiversità di cui alla legge regionale 24 maggio 2023, n. 22 (Norme in
materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità).
Art.
2
(Azioni)
1.
Per le finalità di cui all’articolo 1, la Regione:
a)
promuove iniziative indirizzate alla valorizzazione dei percorsi cicloturistici
e allo sviluppo di nuovi prodotti turistici in bicicletta, inserendoli nella
programmazione operativa dei fondi strutturali e d’investimento europei, previa
verifica della coerenza con le linee di intervento in essi previste;
b) riconosce la Ciclovia
dei parchi della Calabria, già realizzata dalla Regione Calabria e dai Parchi
del Pollino, della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte e insignita nel 2021
dell’Oscar del cicloturismo italiano, quale percorso cicloturistico di grande
valenza regionale che costituisce un importante attrattore turistico per le
aree protette e per tutti i borghi dell’entroterra che la ciclovia stessa
attraversa.
Art.
3
(Programmazione del cicloturismo)
1.
Nell’ambito del Piano regionale del turismo e del Piano regionale dei
trasporti, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale e comunque nei
limiti delle risorse finanziarie già presenti in bilancio, è implementata la
specifica sezione destinata allo sviluppo del cicloturismo, in coerenza con il
Piano generale della mobilità ciclistica di cui all’articolo 3 della legge n.
2/2018, nonché ai fini della partecipazione della Regione alla definizione
della Rete ciclabile nazionale “Bicitalia” di cui all’articolo
4 della stessa legge n. 2/2018.
2.
Gli strumenti di programmazione di cui al comma 1, in particolare:
a)
promuovono il sistema cicloturistico regionale, quale rete di percorsi
funzionali e attrezzati per i cicloturisti, anche in collegamento con la rete
ciclabile transeuropea “EuroVelo” e con quella nazionale “Bicitalia”;
b)
favoriscono lo sviluppo di servizi complementari ai percorsi ciclabili legati
alla ricettività, all’accoglienza e alle esigenze specifiche dei viaggiatori in
bicicletta;
c)
individuano la Ciclovia dei parchi della Calabria quale infrastruttura centrale
sulla quale far convergere e sviluppare percorsi di collegamento con i
territori costieri e in particolare con la Ciclovia della Magna Grecia,
attualmente in fase di realizzazione al fine di favorire la
destagionalizzazione del turismo, la valorizzazione delle aree interne, dei
borghi e la fruizione sostenibile delle aree protette;
d) promuovono
l’individuazione di percorsi cicloturistici che non comportano consumo di
suolo, utilizzando strade a bassa intensità di traffico per come previsto dal
Codice della strada, dando priorità al recupero di vecchie ferrovie dismesse.
Art.
4
(Catasto regionale dei percorsi
cicloturistici)
1.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, il dipartimento
regionale competente in materia di turismo istituisce il Catasto regionale dei
percorsi cicloturistici, definendo, sentite le associazioni maggiormente
rappresentative del cicloturismo, i requisiti tecnici dei percorsi, i soggetti
proponenti, le modalità di gestione e aggiornamento del Catasto.
2. Nel Catasto di cui al
comma 1 sono censiti e localizzati geograficamente i servizi diretti ai
viaggiatori in bicicletta.
Art.
5
(Carta dei servizi)
1.
La Carta dei servizi rappresenta lo strumento fondamentale per stimolare la
qualificazione dell'offerta cicloturistica e per incentivare lo sviluppo di un
tessuto imprenditoriale consapevole e collaborativo verso questa nuova forma di
turismo.
2.
La Carta dei servizi ha l'obiettivo di segnalare ai cicloturisti le strutture e
i servizi che rispondono a precisi requisiti e a un'etica di accoglienza
appropriata, attraverso la sottoscrizione di precisi impegni da parte del mondo
imprenditoriale.
3. Entro sei mesi
dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale definisce con
regolamento le condizioni per l'adesione alla Carta dei servizi, in coerenza e
facendo salvo quanto già realizzato per la Ciclovia dei parchi della Calabria di
cui all'articolo 2, comma 1, lettera b).
Art.
6
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dalla presente legge non
derivano ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
7
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Modifica della l.r.
n. 12/2023)
1.
Alla legge regionale 15 marzo 2023, n. 12 (Disposizioni per la realizzazione,
il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria)
sono apportate le seguenti modifiche:
a)
nel comma 1 dell’articolo 1, dopo le parole “dell'Unione europea” sono inserite
le seguenti: “, fermo restando quanto disciplinato dai piani, dai regolamenti
delle aree naturali protette e dalla relativa disciplina di tutela nonché da
eventuali altri atti vigenti all’interno delle medesime aree ai sensi della
legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette),”;
b) nel comma 1
dell’articolo 3, dopo la parola “Calabria” sono inserite le seguenti: “,
limitatamente ai percorsi che non ricadono nei territori delle aree naturali
protette, in relazione ai quali restano ferme le competenze attribuite ai
relativi enti di gestione dalla legislazione statale e regionale vigente in
materia e, in particolare, dalla legge 394/1991,”.
Art.
2
(Modifica della l.r.
n. 14/2023)
1.
Alla legge regionale 14 aprile 2023, n. 14 (Disciplina delle attività di
coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e
commercializzazione delle piante officinali) sono apportate le seguenti
modifiche:
a)
nella lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 le parole: “parti di esse
contenenti principi attivi utilizzabili nel settore erboristico o alimentare”
sono sostituite dalle seguenti: “specie vegetali che in considerazione delle
loro proprietà e delle loro caratteristiche funzionali possono essere
impiegate, anche in seguito a trasformazione, nelle categorie di prodotti per
le quali ciò è consentito dalla normativa di settore, previa verifica del
rispetto dei requisiti di conformità richiesti”;
b)
la lettera b) del comma 4 dell’articolo 5 è soppressa;
c)
nel comma 5 dell’articolo 8, dopo le parole “gennaio 2002” sono inserite le
seguenti: “, dal regolamento UE/2283/2015, relativo ai nuovi alimenti e che
modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del
Consiglio e abroga il regolamento (CE) n. 258/1997 del Parlamento europeo e del
Consiglio e il regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione”;
d)
nel comma 4 dell’articolo 9, è soppressa la seguente parola: “erboristico,”;
e)
la lettera a) del comma 1 dell’articolo 12 è soppressa;
f)
alla fine del comma 4 dell’articolo 12 le parole: “, le guardie campestri e
ogni altro agente appartenente a forze dell’ordine” sono sostituite dalle
seguenti: “e le guardie campestri”.
Art.
3
(Modifica della l.r.
n. 25/2020)
1. Nella lettera h) del
comma 2 dell’articolo 5-bis, della legge regionale 19 novembre 2020, n. 25
(Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili),
dopo le parole: “specificità dei territori” sono inserite le seguenti: “, anche
in riferimento alle connotazioni paesaggistiche individuate nel Quadro
territoriale regionale paesaggistico,”.
Art.
4
(Modifica dell’articolo 6 della l.r. n. 28/2018)
1.
Il comma 2 dell’articolo 6 della legge regionale 3 agosto 2018, n. 28
(Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi e
istituzione del Registro regionale) è modificato come segue:
a)
nella lettera d), sono soppresse le seguenti parole: “professionali, con
specifica formazione nella comunicazione e consulenza”;
b)
nella lettera h), le parole: “, esperti nel trattamento del pavimento pelvico,
con l’utilizzo di strumentazioni e manipolazioni apposite” sono sostituite
dalle seguenti: “in possesso del master specialistico in «Fisioterapia delle
disfunzioni del pavimento pelvico»”;
c)
nella lettera i), la parola: “clinica” è sostituita dalle seguenti: “in ambito
clinico”;
d) dopo la lettera k) è
aggiunta la seguente: “l) ostetriche in possesso del master specialistico in
«ostetricia nella riabilitazione del pavimento pelvico»”.
Art. 5
(Modifica della l.r.
n. 22/2023)
1.
Alla legge regionale 24 maggio 2023, n. 22 (Norme in materia di aree protette e
sistema regionale della biodiversità), sono apportate le seguenti modifiche:
a)
alla fine del comma 3 dell’articolo 22 sono aggiunte le seguenti parole: “ed è
aggiornato entro dodici mesi ai contenuti e alle prescrizioni della
pianificazione di bacino di cui all’articolo 65 del decreto legislativo
152/2006”;
b) dopo il comma 3
dell’articolo 30 è aggiunto il seguente comma: “4. Dall’entrata in vigore della
legge istitutiva delle aree protette, un contingente di operai idraulico –
forestali, proporzionato all'estensione forestata
dell'area protetta, viene assegnato all’Ente di gestione per il raggiungimento
degli obiettivi di cui alla presente legge.”.
Art.
6
(Abrogazione di disposizioni delle leggi
regionali n. 22/2010 e n. 5/2021)
1.
Il comma 6-bis dell’articolo 9 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22
(Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale) è
abrogato.
2.
Il comma 3 dell’articolo 2 della legge regionale 23 aprile 2021, n. 5
(Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni
di grandi derivazioni idroelettriche della regione Calabria e determinazione
del canone in attuazione dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo
1999, n. 79) è abrogato.
Art.
7
(Modifica della l.r.
n. 8/2023)
1.
L’articolo 10 della legge regionale 24 febbraio 2023, n. 8 (Modifiche leggi
regionali e disposizioni normative) è così modificato:
a)
nel comma 1:
1)
dopo la parola “Calabria” sono inserite le seguenti: “, nel rispetto di quanto
dispone il d.lgs. n. 42/2004”;
2)
le parole: “il potenziamento” sono sostituite dalle seguenti: “la
manutenzione”;
3)
è soppressa la seguente parola: “proprio”;
4)
dopo la parola “connesse” sono aggiunte le seguenti: “, in coerenza con le
previsioni di pianificazione di area vasta e di quanto stabilito, in merito
alla qualità paesaggistica dei territori boschivi, agli articoli 10 e 25 delle
disposizioni normative del Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico”;
b)
nel secondo periodo del comma 4:
1)
dopo le parole: “anche per” sono inserite le seguenti: “favorire attività
escursionistiche di comprensione del paesaggio e per”;
2)
sono soppresse le seguenti parole: “su aree e tracciati esclusivamente
destinati a tali attività”;
c) nel comma 5, sono
soppresse le seguenti parole: “e dei vigili del fuoco”.
Art.
8
(Modifica dell’articolo 61 della l.r. n. 19/2002)
1. Al comma 3 dell’articolo
61 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed
uso del territorio - Legge urbanistica della Calabria) sono soppresse le
seguenti parole: “per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in
parte nel territorio dell’area protetta”.
Art.
9
(Modifica dell’articolo 23 della l.r. n. 45/2012)
1. Al comma 8 dell’articolo
23 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e
valorizzazione del patrimonio forestale regionale) le parole: “, purché venga
preventivamente accertato lo stato di abbandono delle attività agropastorali
preesistenti” sono sostituite dalle seguenti: “dal Piano paesaggistico
regionale, ovvero nell’ambito degli specifici accordi di collaborazione
stipulati ai sensi dell’articolo 15 della legge n. 241/1990”.
Art.
10
(Modifica della l.r.
n. 25/2023)
1.
La legge regionale 28 giugno 2023, n. 25 (Norme per il mercato del lavoro, le
politiche attive e l’apprendimento permanente) è così modificata:
a)
nella lettera f) del comma 1 dell’articolo 5, dopo la parola: “26” sono
inserite le seguenti: “, nonché del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48,
convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, e in particolare
alle disposizioni di cui al Capo I – Nuove misure di inclusione sociale e
lavorativa”;
b)
nell’articolo 11:
1)
nel comma 2, dopo le parole: “26/2019” sono inserite le seguenti: “, nonché del
decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3
luglio 2023, n. 85, e in particolare alle disposizioni di cui al Capo I – Nuove
misure di inclusione sociale e lavorativa”;
2)
nel comma 3, dopo la parola: “ANPAL” sono inserite le seguenti: “e con il
Ministero dell’istruzione e del merito per le materie di competenza”;
c) nella lettera c) del
comma 1 dell’articolo 15 dopo la parola: “ANPAL” sono inserite le seguenti: “e
con il Ministero dell’istruzione e del merito per le materie di competenza”.
Art.
11
(Modifica della l.r.
n. 36/2023)
1.
Alla legge regionale 3 agosto 2023, n. 36 (Norme in materia di autorizzazione
alla costruzione ed esercizio di linee ed impianti elettrici con tensione non
superiore a 150.000 volt e delle linee ad altissima tensione non facenti parte
della rete di trasmissione nazionale e delle linee e degli impianti
indispensabili per la connessione di impianti per la produzione di energia da
fonti rinnovabili) sono apportate le seguenti modifiche:
a)
nel titolo sono soppresse le seguenti parole: “e delle linee ad altissima
tensione”;
b) il comma 3 dell’articolo
3 è abrogato.
Art.
12
(Abrogazione dell’articolo 12 della l.r. n. 37/2023)
1. L’articolo 12 della
legge regionale 7 agosto 2023, n. 37 (Disposizioni per l’esercizio del
trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei
servizi pubblici di trasporto non di linea) è abrogato.
Art.
13
(Modifica della l.r.
n. 39/2023)
1.
Alla legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 (Disciplina in materia di
ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio
rurale) sono apportate le seguenti modifiche:
a)
il comma 3 dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: “3. Il Consorzio di
bonifica della Calabria subentra nei rapporti concessori delle derivazioni
idriche inerenti alle dighe a prevalente scopo irriguo, già in essere nei
confronti dei Consorzi di bonifica di cui all’articolo 36, comma 1.”;
b)
dopo il comma 6 dell’articolo 30 è inserito il seguente: “6-bis. La
pianificazione delle attività di bonifica, per gli aspetti inerenti alla difesa
del suolo, la sicurezza idraulica e il razionale utilizzo della risorsa idrica
deve acquisire il parere di compatibilità dell’Autorità di bacino distrettuale
competente per territorio, ai sensi dell’articolo 63 del decreto legislativo
n.152/2006.”;
c) al comma 6 dell’articolo
37 le parole: “annualità 2024 e 2025” sono sostituite dalle seguenti: “per
l’importo di euro 2.000.000,00 nell’annualità 2023, per euro 7.000.000,00
nell’annualità 2024 e per euro 5.000.000,00 nell’annualità 2025”.
Art.
14
(Abrogazione dell’articolo 31 della l.r. n. 19/2009)
1. L’articolo 31 della
legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2009) è abrogato.
Art.
15
(Misure per accelerare le procedure di
selezione del personale)
1. Per le attività previste
dall’articolo 4, comma 5, della legge regionale 29 novembre 2022, n. 39
(Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni
2022-2024), è autorizzata, per l’annualità 2023, una ulteriore spesa di euro 120.000,00
con allocazione alla Missione 01, Programma 01 (U.01.01) dello stato di
previsione della spesa del bilancio di previsione 2023- 2025.
Art.
16
(Misure a sostengo degli interventi in
materia di forestazione)
1. Al fine di garantire la
prosecuzione delle attività di cui alla legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20
(Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria), lo
stanziamento di cui al capitolo U0223321101 allocato alla Missione 09,
Programma 05 (U.09.05) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025, annualità 2023, è incrementato di euro 11.700.000,00.
Art.
17
(Modifica dell’articolo 1 della l.r. n. 42/2017)
1. Al comma 3 dell’articolo
1 della legge regionale 7 novembre 2017, n. 42 (Differimento dei termini di
conclusione delle procedure di liquidazione di enti pubblici previsti da
disposizioni di leggi regionali) le parole da: “giugno” a “compenso” sono sostituite
dalle seguenti: “dicembre 2024”.
Art.
18
(Disposizioni per il sostegno ai collegamenti
aerei)
1.
La Regione Calabria, gli enti pubblici e le società a partecipazione pubblica
socie della Società di gestione aeroportuale degli aeroporti calabresi (SACAL
S.p.a.) possono finanziare, nel limite delle risorse disponibili, la medesima
società affinché operi in conformità al paragrafo 3.5 della Comunicazione della
Commissione Europea relativa agli Orientamenti sugli aiuti di Stato agli
aeroporti e alle compagnie aeree (2014/C 99/03), e coerentemente al piano
industriale.
2.
La Regione Calabria finanzia gli interventi di cui al comma 1 in favore di
tutti i soci pubblici di SACAL S.p.A., anche per il tramite della società in
house providing Fincalabra
S.p.a., ferma restando la possibilità di contribuzione aggiuntiva di ciascun
socio.
3.
La competente articolazione amministrativa della Giunta regionale adotta tutti
gli atti occorrenti all’attuazione delle disposizioni del presente articolo.
4. Alla copertura degli
oneri finanziari derivanti dalla presente disposizione, quantificati, per il
periodo 2024-2026, nel limite massimo di euro 38.000.000,00, si provvede con le
risorse della Programmazione nazionale Poc 2014-2020
– Azione 7.2.2 rese disponibili a seguito delle rimodulazioni del Programma di
cui trattasi effettuate con le deliberazioni della Giunta regionale n. 542 del
6 ottobre 2023 e n. 549 del 13 ottobre 2023.
Art.
19
(Norma finanziaria)
1.
Dalle disposizioni di cui agli articoli da 1 a 14 della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
2.
Alla copertura degli oneri derivanti dall’attuazione delle attività previste
dagli articoli 15 e 16, quantificati complessivamente in euro 11.820.000,00, si
provvede mediante la riduzione di pari importo dello stanziamento allocato alla
Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2023-2025, annualità 2023.
3. La Giunta è autorizzata
a effettuare le necessarie variazioni al bilancio di previsione 2023-2025.
Art.
20
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che:
- la Commissione europea
recentemente ha adottato un pacchetto di misure, denominato “Pronti per il 55%”
(“Fit for 55", in inglese), finalizzate al
contenimento dell'inquinamento climatico, che propone una serie di iniziative
legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal europeo;
- in particolare, l'Unione
Europea con tale pacchetto si propone di giungere alla riduzione delle
emissioni di gas serra del 55 per cento (da qui il nome del pacchetto) rispetto
ai livelli del 1990, avendo come obiettivo di arrivare alla "carbon neutrality" peril 2050;
- pur tenendo presente la
fondamentale lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di
gas serra, è assolutamente indispensabile salvaguardare l'operatività della
principale struttura portuale calabrese, giacché le azioni propedeutiche alla
tutela dell'ambiente e utili a mitigare gli effetti del riscaldamento globale
non possono e non devono ignorare i tempi e i modi per evitare che la transizione
energetica si tramuti in tragedia economica e sociale.
Considerato che:
- tale normativa entrerà in
vigore il prossimo 01 gennaio 2024 e, nel settore del trasporto marittimo,
comporterà l'immediata applicazione di una tassazione aggiuntiva a carico degli
armatori proprietari di navi con una stazza superiore alle cinquemila
tonnellate;
- nello specifico, tale
tassazione andrà a colpire le grandi navi portacontainer, utilizzate esclusivamente
per coprire le lunghe tratte, in quanto, sfruttando la loro stazza oggi è possibile
abbattere i costi di spedizione consentendo di caricare e trasportare molta più
merce in un unico viaggio;
- nel pacchetto di misure “Fit for 55" è previsto che la nuova tassazione sia
calcolata, oltre che in relazione alla tipologia di nave, anche in rapporto
alla rotta ed alla distanza da questa percorsa, (infatti, è prevista
l'applicazione del 100 % della tassazione se gli scali di partenza o destino
sono ubicati in territorio comunitario ovvero, un abbattimento della tassazione
del 50% se lo scalo di partenza o destino sono ubicati in territorio extra-Ue).
Rilevato che:
- l'applicazione del nuovo
regime fiscale renderà, con ogni evidenza, più conveniente, per i grandi
vettori marittimi, utilizzare porti di transhipment extraeuropei piuttosto che
quelli comunitari, avendo come conseguenza una consistente perdita di competitività
degli scali di transhipment europei, (a titolo esemplificativo, una nave proveniente
da uno scalo extraeuropeo, attraverso il canale di Suez, potrà facilmente aggirare
la tassazione al 100% approdando in un porto di trasbordo nordafricano e non
più, come accade oggi a Gioia Tauro, prima di arrivare alla sua destinazione
finale in Europa ed ancora, una nave di passaggio nel Mediterraneo, per
raggiungere l 'oceano atlantico o indiano, potrà eludere tale tassazione
evitando di toccare i porti Ue).
Tenuto conto che:
- l'applicazione della
direttiva Emission Trasfer
System (ETS), la cui entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2024,
creerà, uno scenario molto preoccupante poiché nel breve termine comporterà,
certamente, la perdita di competitività e di centralità degli scali italiani a
partire da quello di Gioia Tauro, con un impatto negativo dal punto divista
economico, sociale ed occupazionale per l'intero sistema economico nazionale;
- l'applicazione della
misura Eu-Ets rischia non solo di penalizzare i porti europei avocazione
transhipment, come il porto di Gioia Tauro, ma creerà una condizione di scarsa
competitività per tutti i porti di trasbordo collocati all'intero del
territorio comunitario;
- in Italia quasi il 28% di
tutti i container movimentati ed il 77% di quelli trasbordati (magari su navi
più piccole per raggiungere porti di dimensioni inferiori) passano da Gioia
Tauro e che l'hub portuale calabrese dà lavoro a quasi seimila lavoratori,
1.600direttamente e 4.000 indirettamente (secondo i dati dell'Autorità
portuale);
- il porto di Gioia Tauro è
evidentemente, uno tra i principali porti europei in virtù della sua capacità
di accomodare le grandi navi portacontainer;
- imporre un tributo così
esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del
Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, appare
una scelta illogica che riflette la distanza tra la visione burocratica
dell'Europa e gli interessi reali dei Paesi aderenti ed al contempo, non
garantisce nel complesso alcuna riduzione di gas nocivi per il nostro pianeta.
Tutto ciò premesso e
considerato
impegna la Giunta regionale
per quanto di competenza
- a farsi portavoce presso
il Governo nazionale e le competenti istituzioni comunitarie affinché vengano
apportati i necessari correttivi alla normativa "Fit
for 55" che rischia di arrecare danni irreversibili all'economia prodotta
dall'infrastruttura portuale principale della nostra Regione e più in generale
a tutte le infrastrutture portuali italiane oltre che all'economie del sistema
sociale di tutti i paesi ospitanti analoghi realtà portuali.
- che la normativa non
penalizzi il porto di Gioia tauro rispetto agli altri porti del Mediterraneo
fuori dall'area UE al fine di salvaguardare in via principale l'occupazione del
territorio.
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che:
- un corpo estraneo può
provocare una ostruzione parziale o completa delle vie aeree con insufficiente
passaggio d’aria e la necessità di un rapido intervento soccorritore;
- per le Linee guida del
Ministero della Salute il soffocamento rappresenta “un problema rilevante di
salute pubblica”, in quanto a esso sono da attribuirsi le principali cause di
morte nei bambini di età inferiore ai 3 anni, anche se la quota di incidenti
afferenti a tale fattispecie rimane elevata fino al quattordicesimo anno di
età”, tale problematica, tuttavia, non esclude la popolazione adulta, con
particolare riferimento agli anziani;
- si stima che in Europa,
ogni anno, 500 bambini muoiano a causa del soffocamento, di cui 50 in Italia;
- le richiamate linee guida
hanno evidenziato che in relazione alla quota degli incidenti per soffocamento
in Italia negli ultimi anni è stato rilevato un “trend
stabile (…) con circa 1.000 ospedalizzazioni all’anno, con conseguenti
costi elevati associati alla diagnosi, al trattamento e alle eventuali sequele.
Le stime più recenti, calcolate includendo i “quasi eventi” e gli episodi di
minore gravità (che si sono risolti grazie all’intervento della famiglia, senza
necessità di rivolgersi ai sanitari) mostrano come l’incidenza reale del
fenomeno sia 50 – 80 volte superiore rispetto a quella dei ricoveri (circa
80.000 episodi stimati per anno in Italia), mentre tra il 60% e l’80% degli
episodi di soffocamento risulta imputabile al cibo”.
Preso atto che:
- gli episodi di
soffocamento oltre che dal cibo possono essere causati da corpi estranei; al
riguardo il Progetto “Susy Safe” ha reso possibile l’attivazione di un registro
di controllo per le lesioni causate da indigestione, aspirazione, inalazione o
inserimento di corpi estranei nel quale vengono raccolti i dati provenienti da
tutti i paesi, al fine di fornire un profilo di analisi di rischio per tutti i
prodotti causanti il soffocamento, nella prospettiva di creare un sistema di
controllo riguardo i casi di soffocamento nei giovani consumatori causati da
prodotti mal progettati o mal confezionati;
- nel corso degli ultimi
anni a livello internazionale molti giovani e associazioni professionali hanno
profuso un forte impegno sul fronte della prevenzione del soffocamento causato
da alimenti, elaborando specifiche linee di indirizzo rivolte alle famiglie e
agli adulti responsabili della cura dei bambini (es. educatori), con
particolare riferimento a coloro i quali prestano servizio presso mense
(scolastiche, centri estivi, ecc.) frequentate da bambini;
- le Linee guida ERC 2021
su Basic Life Support and Defribillation basate sul
Consenso Scientifico Internazionale sulla Rianimazione Cardiopolmonare (ILCOR)
con Raccomandazioni sul Trattamento (CoSTER) del
2020, comprendono: il riconoscimento dell’arresto cardiaco; l’allertamento dei
servizi di emergenza;
le compressioni toraciche;
le ventilazioni; la defibrillazione semiautomatica esterna con DAE; la
misurazione della qualità della RCP; le nuove tecnologie; la sicurezza;
l’ostruzione delle vie
aeree del corpo estraneo.
Considerato che:
- la manovra di Heimlich è una tecnica di primo soccorso finalizzata a
rimuovere un’ostruzione delle vie aeree, particolarmente indicata per risolvere
in modo rapido i casi di soffocamento; una manovra efficace ma non abbastanza
conosciuta e diffusa nei risvolti operativi;
- alla luce dei dati
epidemiologici sopra richiamati che vedono in particolare nei bambini i più
colpiti dell’ostruzione delle vie aeree con conseguente perdita della o
insorgenza dei danni anossici, si rende necessario rendere sempre più diffusa
la conoscenza e la preparazione all’esecuzione delle giuste manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di Heimlich.
Impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per promuovere
le attività finalizzate a divulgare, mediante specifiche campagne informative e
protocolli d’intesa con le istituzioni scolastiche, la pratica delle manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di “Heimlich”,
presso quanti operano a stretto contatto con i bambini, sia nel mondo della scuola
che del tempo libero.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
premesso che:
- la violenza di genere è
una grave violazione dei diritti umani e della libertà individuale in tutte le
sue sfere, personale, lavorativa ed economica, oltreché rappresentare un grave
problema culturale;
- i bambini e i ragazzi
orfani a seguito di un crimine domestico costituiscono il volto nascosto della
violenza di genere. È facile dimenticarsi di loro quando si affronta il tema
della violenza sulle donne. Invece violenza di genere vuoi dire il più delle
volte violenza sui più piccoli, sul loro immaginario, sulle loro certezze, sul
loro mondo emotivo, affettivo e psichico. In definitiva sul loro presente e sul
loro futuro;
- si tratta di un fenomeno
complesso del quale non si conosce la reale dimensione e che lo Stato, nella
sua accezione generale, ha il dovere di contrastare sul piano culturale,
normativa e giudiziario, adottando, come prevede l'articolo 19 della Convenzione
Onu sui diritti dell'infanzia e adolescenza del 1989, "ogni misura
legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo
contro ogni forma di violenza", per evitare che questi ragazzi siano
orfani tre volte, per la perdita di entrambi i genitori e per l'indifferenza
dello Stato.
Preso atto:
- che le cronache recenti,
suffragate dai dati dell'lstat e dell'Osservatorio
per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), raccontano di un
preoccupante aumento in ambito nazionale e regionale, sia delle denunce di atti
di violenza di genere che di casi di femminicidio;
- che gli ultimi dati
disponibili in ambito nazionale risalgono al 2020, anno in cui, secondo alcune
stime, gli orfani di femminicidio erano 169 in totale, di cui il 39,6%
minorenni (67 su169), il 32,5% (55 su 169) è rimasto orfano anche del padre che
si è tolto la vita dopo il femminicidio;
- che nella società
calabrese risultano permanere nelle relazioni di genere, anche tra i più
giovani, rapporti conflittuali che sfociano spesso in azioni violente;
- che nel complesso le
statistiche nazionali danno in aumento le segnalazioni di maltrattamenti,
abusi, fino al preoccupante fenomeno di femminicidio che rappresentano
sicuramente il dramma più forte per i minori interessati- che per una vera
azione di prevenzione è fondamentale educare all'uguaglianza tra donne e uomini,
ed in generale tra le persone, al rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali
a partire dall'infanzia e proseguendo fino all'età adulta.
Rilevato che:
- la violenza contro le
donne, il femminicidio e la discriminazione di genere pervadono ogni ambito
della società contemporanea, senza limiti geografici e culturali;
- ancora oggi, un numero
elevato di donne è vittima di femminicidio per mano della controparte maschile,
che purtroppo coinvolge irrimediabilmente anche i loro figli ed i familiari
tutti.
Tenuto conto:
- che in ambito nazionale,
il legislatore è intervenuto per fronteggiare tale delicata tematica mediante:
➢ la legge 8 novembre 2000 n. 328,
(Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali), ed in particolare l'articolo 20 che prevede la ripartizione,
da parte dello Stato, delle risorse del Fondo Nazionale per le politiche
sociali finalizzato alla promozione e al raggiungimento degli obiettivi di
politica sociale;
➢ la legge 4 aprile 2001 n. 154,
(Misure contro la violenza nelle relazioni familiari), che ha introdotto nuove
misure volte a contrastare in maniera incisiva i casi di violenza all'interno
delle mura domestiche, modificando sia l'ordinamento penale che civile;
➢ la legge 27 giugno 2013, n. 77
(Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla
prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la
violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011 (13G00122)) con la quale
l'Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione sulla prevenzione e
il contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica adottata ad Istanbul,
dal Consiglio d'Europa, l’11/05/2021;
➢ il decreto-legge 14 agosto 2013
n. 93 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della
violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento
delle province), che, all'articolo 5, prevede l'adozione di un "Piano
d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere", e in
particolare il comma 2, lettera d), stabilisce di "potenziare le forme di
assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli
attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi
territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne
vittime di violenza";
➢ la legge 11 gennaio 2018, n. 4,
(Modifiche al Codice civile, al Codice penale, al Codice di procedura penale e
altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici) che contiene
una serie di disposizioni rivolte ai figli minorenni e maggiorenni
economicamente non autosufficienti, della vittima di un omicidio commesso dal
coniuge (anche se separato o divorziato), dal partner di un'unione civile
(anche se cessata) o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva e
stabile convivenza;
➢ la legge 19 luglio 2019, n. 69
(Modifiche al Codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni
in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere)
denominata Codice rosso.
Rilevato:
- che la Regione Calabria
ha nel tempo adeguato e poi rafforzato la propria normativa in materia di
contrasto alla violenza di genere e alla tutela dei minori colpiti da tale
dramma attraverso l'approvazione delle seguenti leggi regionali:
➢ legge regionale 12 novembre 2004,
n. 28 (Garante per l'infanzia e l'adolescenza);
➢ legge regionale 21 agosto 2007,
n. 20 (Disposizioni per la promozione e il sostegno dei centri di antiviolenza
e delle case di accoglienza per donne in difficoltà);
➢ legge regionale 23 novembre 2016,
n. 38 (Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere);
➢ legge regionale 1 febbraio 2017, n. 2 (Istituzione dell'Osservatorio
regionale per i minori);
➢ legge 15 marzo 2022, n. 7 (Misure
per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per
l'occupazione femminile).
Considerato:
- che ai sensi della legge
regionale n. 20/2007, la Regione Calabria, anche in attuazione della legge 4
aprile 2001, n. 154 (Misure contro la violenza nelle relazioni familiari) e
della legge 8 novembre 2000, n. 328, (Legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali):
➢ promuove e coordina iniziative
per contrastare la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i
maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle
donne in tutti gli ambiti sociali, a partire da quello familiare;
➢ riconosce e valorizza i percorsi
di elaborazione culturale e le pratiche di accoglienza autonome e autogestite
delle donne basate sulle relazioni tra donne, nonché le esperienze e le
competenze espresse localmente da enti, associazioni di volontariato e organizzazioni
non lucrative di utilità sociale (ONLUS), che abbiano, tra i loro scopi
essenziali, la lotta alla violenza contro le donne e i minori, la sua
prevenzione, la solidarietà alle vittime e che possono dimostrare di disporre
di personale adeguato per i compiti predetti e almeno tre anni di esperienza
nello specifico settore;
➢ finanzia progetti antiviolenza
che prevedono il sostegno, l'attivazione e la gestione dei "centri
antiviolenza" e delle "case di accoglienza" per donne vittime di
violenza.
Dato atto:
- che la Regione Calabria è
impegnata nel contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai loro
figli, secondo linee comuni fissate a livello nazionale e internazionale
nell'ambito delle quali si è dotata di propri strumenti normativi e di indirizzo,
promuovendo la creazione di servizi e strutture di accoglienza, sostegno,
assistenza e ospitalità delle vittime di violenza.
Ritenuto
- necessario implementare
con urgenza politiche, azioni e progetti finalizzate al contrasto del fenomeno
del femminicidio e della violenza di genere tutelando, nello specifico, tutti
quei minori che sono interessati da tale dramma, attraverso l'istituzione di un
apposito Fondo di solidarietà che permetta loro di poter godere di un
contributo spese per le cure mediche e psicologiche e per il completamento del
loro percorso formativo e di vita.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna il Presidente della
Regione e la Giunta regionale
1) a adottare ogni atto
utile e necessario per rafforzare le politiche rivolte alla tutela dei minori
interessati da episodi di femminicidio, attraverso l'istituzione, nel bilancio
della Regione Calabria, di un apposito capitolo denominato: "Fondo di
solidarietà ai minori vittime di violenza e di reati da femminicidio",
finalizzato al sostegno economico delle spese per le cure mediche e
psicologiche e per il sostentamento finanziario del loro percorso formativo e
di vita;
2) a promuovere percorsi
specifici per assicurare, ai figli delle vittime di violenza domestica,
l'erogazione di borse di studio, nonché il finanziamento di iniziative di orientamento,
di formazione e di sostegno per l'inserimento dei medesimi nell'attività
lavorativa;
3) favorire le attività
delle organizzazioni di volontariato, coordinandole con quelle dei servizi
pubblici.