XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 8
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SEDUTA Di mercoledì
13 APRILE 2022
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO E
DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Presidenza del
presidente Filippo Mancuso
La seduta
inizia alle 12,26
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Onorevole Presidente della Giunta, colleghi
consiglieri, prima di dar corso alla seduta, rivolgo un saluto ai giornalisti
che, dopo le restrizioni da Covid-19, oggi, finalmente, possono seguire i
nostri lavori dalla tribuna stampa.
Faccio gli auguri a Gazzetta del Sud, che
proprio oggi compie 70 anni, continuando ad essere un prezioso punto di
riferimento per i suoi lettori, per noi e per la Calabria.
Interpretando i sentimenti di tutti voi,
consentitemi l'apprezzamento del Consiglio regionale per l'affettuosa
solidarietà che i calabresi stanno dimostrando verso le donne, i bambini e gli
uomini costretti ad abbandonare l'Ucraina.
Quest'Aula ha condannato fin da subito i
crimini contro l'umanità che si stanno perpetrando ai danni di un popolo
aggredito dall'esercito russo.
L'anelito di pace, da cui dipende ogni
prospettiva di progresso per l'umanità, diventa ancor più forte nell'imminenza
della Festa di Pasqua.
Pertanto, nel porgere i più sinceri auguri ai
calabresi, l'auspicio è che si perseguano le soluzioni giuste, eque e
sostenibili, per porre fine alla guerra.
Presidente della Giunta e colleghi,
all'ordine del giorno dell'odierna seduta, ci sono provvedimenti importanti per
la Calabria che, da noi, si attende segnali di concreto incoraggiamento per
imboccare la via del riscatto economico e sociale.
Ci apprestiamo a varare, oggi, in
particolare, uno degli strumenti fondamentali cui è legato il futuro della
Calabria: il nuovo POR 2021-2027, che movimenta una spesa superiore ai 3
miliardi di euro e su cui il Consiglio è chiamato a confrontarsi, per
introdurre le innovazioni che consentano alla Calabria di ottimizzare la spesa,
finalizzandola allo sviluppo.
Occorrerà assicurare, da un lato, il pieno
utilizzo delle risorse, per controbilanciare le criticità derivanti
dall'epidemia da Covid-19 e dalle pesanti conseguenze della guerra in Ucraina
sulle economie occidentali, attraverso interventi tesi a fornire un sostegno al
tessuto imprenditoriale e alle fasce più esposti alla crisi, e, dall'altro
lato, occorre attivare risorse e politiche per una Calabria più competitiva,
più inclusiva, più green e più connessa.
Credo sia importante l'efficacia della programmazione
regionale, che dipende sia dall’efficienza dell'azione burocratica, che deve
assicurare in tempi certi il risultato prefigurato, sia dalla capacità di
valutare tempestivamente il reale impatto in ogni scelta sull'economia
complessiva della Calabria.
Non c'è dubbio che la positività degli esiti
che ci attendiamo dovrà essere la sfida della burocrazia regionale.
Il POR Calabria non deve prospettarsi come un
libro dei sogni, disallineato dalla realtà attuativa. Alle scelte politiche di
programmazione dovranno seguire, nei tempi giusti, attivando un controllo
rigoroso dei paradigmi operativi attivi del programma, le corrispondenti
azioni. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Presidente Mancuso, come le avevo anticipato,
intervengo, brevemente, per stigmatizzare quello che è avvenuto qualche giorno
fa e, anche, per farle una richiesta.
Ritengo che l’importante seduta del Coordinamento dei Presidenti delle Commissioni politiche
europee di tutta Italia,
tenutasi in Calabria, nella sede della
Giunta regionale, sia stata un
momento positivo per la nostra Regione.
È stato, sicuramente, un evento di notevole
valore nel confronto con le altre Assemblee legislative italiane, però, non
posso non rilevare - così come molti hanno fatto attraverso messaggi,
attraverso tutti gli strumenti possibili che oggi vengono dati ai cittadini -
la confusione che si è generata rispetto al fatto che quella conferenza doveva
avere come sede naturale il Consiglio regionale della Calabria, quindi Palazzo
Campanella.
Non voglio né aprire ferite vecchie né nuove,
però, ribadisco che quella riunione, per sua natura, doveva tenersi nella sede
del Consiglio regionale, anche perché l'impalcatura burocratica che segue le
Commissioni fa parte del Consiglio regionale.
Sono sicuro che il Presidente della Regione,
che è stato vicepresidente del Consiglio regionale, condivide quanto dico.
Presidente, la richiesta che le faccio è che
in futuro episodi di questo tipo non si ripetano, perché a volte la forma
diventa sostanza, generare confusione nei confronti dei cittadini e mettere in
discussione il ruolo istituzionale del Consiglio regionale non è utile, né a
una parte politica né all'altra. Non è utile a nessuno. Non è utile ai
calabresi.
Le chiedo, quindi, anche, attraverso lo
strumento straordinario dell'Ufficio di Presidenza, dove tutti siamo
rappresentati, di poter in futuro evitare che episodi di questo tipo possano
generare confusione e possano consumare anche strappi istituzionali che non
sono corretti sul piano della dialettica politica e non sono corretti per la
storia complessa e complicata di questa Regione. Grazie.
Collega Irto, raccolgo il suo monito e,
ovviamente, conoscendo la sua onestà intellettuale penso che quello che ha
detto non abbia niente di campanilistico, però, la centralità del Consiglio
penso che sia garantita in ogni atto e in ogni azione che lo stesso fa.
È vero, c'è stato questo malinteso, che ho
già chiarito, personalmente, con il consigliere Montuoro.
Nel prosieguo le posso garantire che nulla avverrà di simile.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Comito. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, le sono grato di avermi
dato la parola perché ci tengo molto in questa sede a denunciare un increscioso
episodio, successo ieri, di violenza contro un medico dell'Ospedale di Vibo
Valentia.
Ieri, mi trovavo a Roma - dove si
testimoniava un'ottima sanità calabrese della telecardiologia,
anche, il Presidente ne ha dato la testimonianza e ci ha commosso con il suo
intervento – e ho appreso la notizia di una violenza perpetrata nei confronti
di un valido medico dell'Ospedale di Vibo Valentia che opera nel reparto
malattia infettiva Covid.
Il medico, nel dare la notizia del decesso di
un ottantenne, con molte patologie, aggravate, peraltro, dalla infezione Covid, è stato maltrattato e malmenato dai parenti dello
stesso.
Si tratta di un validissimo medico, che ha
sempre considerato la sua professione come una missione e non solo a parole,
perché ha sempre svolto la sua professione in giro per il mondo, andando ad
affrontare tutte le grandi pandemie nei Paesi poco sviluppati, specialmente,
dell'America Latina e dei Paesi dell'Africa. Una persona che ha sempre trovato
soddisfazione nel suo lavoro e non negli avanzamenti carrieristici, su questo
né do piena testimonianza.
Vorrei che il Consiglio, Presidente, potesse
prendere atto di quello che è successo perché è un attacco alla nostra terra,
alla nostra società, alle nostre istituzioni ed è una minaccia per il nostro
vivere quotidiano. Grazie.
Grazie, collega Comito.
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno
riguardante la proposta di legge numero 49/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Organizzazione di servizi pubblici locali dell'ambiente”.
Cedo la parola al collega Raso per
l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Il disegno di legge in
oggetto scaturisce dall'esigenza di disciplinare in maniera unitaria
l'organizzazione dei servizi pubblici locali ambientali, attraverso: la
creazione di un unico Ambito Territoriale Ottimale, corrispondente al
territorio della Regione Calabria, sia per il servizio idrico integrato sia per
il servizio di gestione dei rifiuti urbani; l'istituzione di un unico Ente di
governo per i predetti servizi, cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni
della Regione Calabria.
La gestione unitaria dei servizi pubblici
locali ambientali costituisce un indubbio valore aggiunto per il razionale
svolgimento delle connaturate attività, in capo ad un'unica governance che sia, tuttavia,
espressione delle comunità locali, nel rispetto dei superiori principi di
sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza e leale collaborazione.
È necessario, pertanto, procedere al riordino
della disciplina in materia di organizzazione dei servizi pubblici locali
ambientali, quindi, alla proposizione di una proposta di legge che sia
espressione dei predetti principi e che, nel contempo, si avvalga di un modello
di governance
unico per il servizio idrico integrato e per il sistema di gestione dei rifiuti
urbani.
Si ritiene, pertanto, di presentare in
Consiglio regionale una proposta di legge regionale che detti le predette
misure. Svolte tali premesse di carattere generale, si analizza, qui di
seguito, in dettaglio il contenuto dei singoli articoli che compongono il
disegno di legge in epigrafe.
L'articolo 1 detta disposizione in ordine
all'oggetto e alle finalità.
L'articolo 2 detta disposizioni di carattere
generale.
L'articolo 3 individua l'ambito territoriale
ottimale nell'intero territorio della Regione Calabria.
L'articolo 4 istituisce l’ente di governo
unitario per il servizio idrico integrato e per il servizio di gestione dei
rifiuti urbani.
L'articolo 5 individua gli organi del
predetto ente di governo.
L'articolo 6 esplicita la composizione e il
funzionamento del consiglio direttivo d'ambito.
L'articolo 7 individua le funzioni di
consiglio direttivo da ambito.
L'articolo 8 disciplina il procedimento per
l'individuazione dei comuni che costituiscono il consiglio direttivo d'ambito.
L'articolo 9 delega allo statuto l'eventuale
istituzioni di CTZ.
L'articolo 10 disciplina il Revisore unico
dei conti.
L'articolo 11 è dedicato al Direttore
generale.
L'articolo 12 individua le funzioni della
Regione.
L'articolo 13 disciplina i piani d'ambito per
entrambi i servizi.
L’articolo 14 contiene la clausola
valutativa.
L’articolo 15 disciplina le modalità di
partecipazione degli utenti, a tutela delle posizioni giuridiche in capo ai
medesimi.
L'articolo 16 disciplina le fattispecie in
cui si realizzano i poteri sostitutivi in capo alla Regione.
L’articolo 17 detta disposizioni transitorie
in sede di prima applicazione della legge e in attesa della completa
operatività della neo istituita Autorità.
L’articolo 18 disciplina la possibilità per
la società Fincalabra di acquisire al costo
complessivo di 1 euro le azioni di SORICAL in mano al socio privato, onde
consentire la totale pubblicizzazione di quest'ultima società.
L'articolo 19 detta disposizioni finali e
dispone le abrogazioni delle previgenti normative.
L'articolo 20 detta disposizioni finanziarie
per la copertura dei costi connessi alle previsioni dell'articolo 18.
L'articolo 21 individua la data di entrata in
vigore della legge, nel giorno successivo a quello della pubblicazione sul
Bollettino Ufficiale della Regione. Grazie.
Grazie, collega Raso.
Ha chiesto di intervenire la consigliera
Bruni. Ne ha facoltà.
Buongiorno, Presidente del Consiglio,
Presidente della Giunta, colleghi consiglieri.
Noi tutti conosciamo la situazione che vive
la Calabria oggi e da ormai moltissimi anni. Questa crisi dei rifiuti è stata
messa in evidenza da sempre, sottolineata da chiunque, politico, tecnico o
cittadino comune. Parole tantissime, ma segnali che potessero prefigurare una
soluzione non ne abbiamo visti.
Le cause sono molte, ma la principale è la
mancanza del rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva sui rifiuti, che
dovrebbe essere invece il nostro baluardo di speranza.
Ora, tra i principali servizi di civiltà di
una collettività ci sono sicuramente un ciclo virtuale dei rifiuti, di tutti i
tipi di rifiuti e la fornitura di acqua, sottolineo acqua potabile.
Ecco perché da parte mia non c'è nessun
pregiudizio a confrontarsi.
Le grandi questioni di civiltà non devono
avere la bandiera politica, l'obiettivo deve essere efficienza e qualità. Come
arrivare a ottenere questi risultati? C'è sicuramente un problema di merito e
di metodo. Avviare una nuova stagione è sicuramente necessario.
I due servizi, così come sono, non funzionano.
È triste, se non angosciante, ricordare che
in materia di rifiuti la Calabria ha vissuto un lunghissimo periodo di
commissariamento statale, sempre commissari, con risultati inconcludenti.
Poi, negli anni si sono susseguiti diversi
interventi legislativi, magari frutto di cambio di governo, ma senza
un’organicità sistemica.
Il regionalismo calabrese ha ondeggiato tra
accentramento e deleghe incompiute: cose fatte a metà e come tali non potevano
funzionare. È accaduto sia per i rifiuti che per l'acqua, come per altre cose.
Ora abbiamo il dovere di avviare un nuovo inizio, ma con questa impostazione
penso proprio che siamo fuori strada e fuori dal tempo.
La Direttiva Europea 851 del 2018, sui
rifiuti, stabilisce misure per affrontare gli effetti negativi della produzione
e della gestione dei rifiuti sull'ambiente e sulla salute umana e per
migliorare l'uso efficiente delle risorse essenziali per il passaggio a
un'economia circolare. Ancora una volta, mi dispiace constatare la totale
inadeguatezza dei metodi utilizzati da questa maggioranza, che continua a
lavorare di fretta optando per soluzioni tampone, che di certo non possono
risolvere il problema dei rifiuti e che, soprattutto, rischiano di essere
obsolete alla luce di un progresso scientifico e tecnologico che arriva, per
fortuna indipendentemente da tutto.
Ed è un fatto grave però, perché così la
Calabria rimarrà, ancora una volta, indietro a causa dell’incompetenza dei suoi
governanti.
A cominciare dal previsto potenziamento
dell'inceneritore di Gioia Tauro, di cui non si discute oggi - lo so bene - ma
su cui è necessario fare un passaggio, perché di fatto è la solita soluzione
temporanea che non risolve il problema ma lo posticipa.
Infatti, l'impossibilità di smaltire in altro
modo i rifiuti vista l’annosa e mai risolta carenza di impianti pubblici, pone
un problema enorme e non si può pensare, però, di gestire e smaltire i nostri
rifiuti con impianti inquinanti come inceneritori/termovalorizzatori e
tantomeno con ampiamento di discariche private.
Come si può pensare che stiamo facendo ciò
che ci chiede l'Europa, se il PNRR va verso la valorizzazione di una lezione
verde a transizione ecologica e noi parliamo ancora di ampliamento di
inceneritori, perché questa è la parola vera?
L'Europa pone, con il PNRR, l'obiettivo di
dotare tutto il Paese di una rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo
di rifiuti.
La Commissione Europea è molto chiara nella
relazione: considera che un'attività arrechi un danno significativo
all’economia circolare, compresi la prevenzione del riciclaggio dei rifiuti, se
conduce a inefficienze significative nell'uso dei materiali o nell'uso diretto
o indiretto di risorse naturali, o se comporta un aumento significativo della
produzione, dell'incenerimento o dello smaltimento di rifiuti oppure se lo
smaltimento a lungo termine degli stessi rifiuti potrebbe causare un danno
significativo e a lungo termine all'ambiente e alla salute.
Passiamo al tema che ci interessa: i rifiuti.
Mi corre l'obbligo però di fare una premessa:
finora in Calabria per gestire il ciclo dei rifiuti si è sempre voluto favorire
l'interramento in discarica e il turismo interregionale dei rifiuti.
Il più delle volte queste attività hanno
alimentato i privati, defraudando la capacità di generare risorse alla comunità
che è rappresentata dal pubblico.
Lo stato reale della situazione in Calabria,
sul tema dei rifiuti, denota certamente una totale incapacità strategica e di
visione dei tanti che hanno avuto in passato, ma che anche oggi hanno
responsabilità di governo.
Semplicemente la nostra regione avrebbe
necessità di una duplice azione di intervento sullo smaltimento dei rifiuti.
Per prima cosa, promuovere campagne di raccordo con gli enti locali per
incrementare la pratica della raccolta differenziata, ancora molto bassa,
alcune province (Reggio con il 32 per cento e Crotone con il 27 per cento) sono
proprio al di sotto della media nazionale e persino regionale. In questa
prospettiva la corretta gestione del ciclo dei rifiuti presupporrebbe un alto grado
di coinvolgimento dei cittadini, mettendo in azione un cambio metodologico e di
approccio nei confronti di un elemento che viene considerato uno scarto, ma che
potrebbe, anzi, deve trasformarsi in ricchezza, come avviene già in molte parti
d'Italia.
Poi, costruire un impianto di compostaggio
per l'umido (la frazione più problematica) che rappresenta tra l'altro il 47
per cento e toglierla dalla spazzatura è fondamentale. Sono impianti moderni di
ultima generazione chiamati TMB che non lasciano odori sgradevoli, non lasciano
elementi inquinanti e che vanno a sostituire i classici inceneritori che,
invece, producono gas e ceneri, che sono pericolosi per l'ambiente e per la
salute dei cittadini. L'incidenza dei tumori nelle aree dove esistono gli inceneritori
infatti è altissima.
Ma certo noi qui non la misuriamo nemmeno.
Non abbiamo più gli epidemiologi, colleghi.
Voglio sottolineare che il presidente
Occhiuto non può dichiarare che vuole rimettere in ordine la sanità e la salute
dei cittadini calabresi e contemporaneamente, invece, ci sembra, non avere
l'attenzione alle patologie gravissime che questo ambiente nocivo produce.
Addirittura il Presidente della Giunta immagina - dalle dichiarazioni fatte
alla stampa - un modello simil Brescia, tralasciando
una questione non di poco conto e cioè l'elevatissima incidenza tumorale
nell'area del bresciano per tumori del polmone e leucemie.
Insomma, in una regione come la nostra in cui
non esiste un Registro tumori afferenti al territorio regionale ben condotto,
in cui non vi è personale sufficiente per mettere a terra una rete
epidemiologica efficiente, è legittimo pretendere una maggiore cautela per non
contravvenire alla lesione del diritto costituzionalmente garantito della
salute, come bene comune per tutti i calabresi. In questa maniera abbatteremmo
i costi, facendo prevenzione, così invece aumentiamo i costi e i tumori.
Nella proposta di legge per l'organizzazione
dei servizi pubblici locali dell'ambiente si esterna la volontà della Giunta
regionale di costituire un unico ATO regionale che stravolge l'assetto attuale
degli ambiti di riferimento territoriali, mirando a un unico cervello
gestionale e programmatorio.
Nulla
quaestio sulla possibilità
di un coordinamento unico, per onestà intellettuale concordo nella forma di
sintesi proposta, ma pongo alcune questioni di merito su quanto detto. L’ATO
unico comporta, senza una visione strategica, una deresponsabilizzazione dei
territori. Il metodo adottato da questo disegno di legge rischierebbe di
avviare un processo di spoliazione dei territori e dei Comuni virtuosi, che
pure esistono in Calabria, che hanno costruito sistemi di autogoverno efficaci
nella gestione, anche, dell'acqua. Dunque, potrebbe andar bene un percorso di
creazione di una mente unica, ma occorre fare attenzione alle esigenze
operative delle braccia nelle periferie.
Quanto prima detto stravolge nel merito,
anche, le funzioni a cui deve assolvere l’ente Regione, compromettendo il
principio costituzionale della sussidiarietà.
La Regione deve svolgere il ruolo di
programmazione e non di gestione della qualunque.
I precedenti fallimenti del regionalismo, che
ha accentrato certe attività in passato, ne sono la prova provata.
Sul tema della gestione pubblica delle acque
ritengo che le performance teatrali a
cui abbiamo assistito e assistiamo, ormai da mesi, siano abbastanza vergognose.
La partita giocata dalla Giunta della
Calabria è poco chiara e la confusione regna sovrana. L'assemblea dei Sindaci
dell’Autorità Idrica della Calabria, con deliberazione numero 5 del 2020, ha
ritenuto opportuno procedere nella scelta della forma di gestione in house.
La stessa ha poi approvato il 28 dicembre il
Piano d'ambito.
Il Direttore generale dell'Autorità idrica ha
prospettato due scenari:
- il primo che prevedeva la trasformazione di
SORICAL in una società totalmente pubblica, con successiva incorporazione delle
gestioni comunali e delle società/soggetti che gestiscono il Servizio Idrico
Integrato;
- il secondo scenario che invece prevedeva la
costituzione di un nuovo soggetto, partecipato dai Comuni, per una gestione
integrata dei segmenti distribuzione idrica interna ai centri abitati,
fognatura e depurazione.
Successivamente l'assemblea dei Sindaci, con
l'atto 39 del 2021, identificava la Società Acque Cosenza (per la sola
provincia di Cosenza) come centro aggregatore dei Comuni, nelle more della ripubblicizzazione di SORICAL.
Contestualmente, è stato, dunque revocato lo
stato di liquidazione in cui versava la società Cosenza Acque, disposta la
trasformazione della stessa Azienda Speciale Consortile e la nuova Azienda è
stata resa disponibile alla partecipazione di tutti i Comuni calabresi.
A questa stessa Azienda Speciale Consortile è
stato dato il nome di Acque Pubbliche della Calabria e l'Autorità Idrica ha
provveduto ad affidare provvisoriamente proprio ad Acque Pubbliche il servizio
idrico integrato per i segmenti distribuzione idrica interna ai centri abitati,
fognatura e depurazione.
Questo percorso sopra descritto - per il
quale ho presentato interrogazione, a cui non ho ricevuto ancora risposta - ha
portato ad una contrapposizione tra l’Autorità Idrica e la SORICAL.
La SORICAL - che deve essere resa pubblica -
presenta nella compagine societaria un fondo governativo tedesco su cui la
Regione non ha ancora chiarito come intende muoversi. Questa contrapposizione
ha comportato un prolungamento dei tempi.
Ora il problema è che certamente se, entro il
prossimo 30 giugno, non verranno affidate a un soggetto gestore che possa
seguire il percorso in maniera omogenea, non solo la Regione Calabria, ma tutte
le altre Regioni d'Italia, perderanno l'opportunità di utilizzare finanziamenti
europei.
Quindi, la multi utility proposta dal presidente Occhiuto rischia, così come è
stata partorita, di aumentare i contrasti sui territori e favorire una gestione
disastrosa delle acque e dei rifiuti. Perché? Perché manca una relazione
puntuale sullo stato dell'arte.
Prima di avanzare queste proposte,
specialmente su servizi così delicati, mi sarei aspettata una relazione che
desse a tutti noi un quadro puntuale e preciso su criticità, punti di
debolezza, punti di forza, le condizioni dei diversi territori regionali, le
inadempienze della Regione e quelle dei territori. La radiografia non c'è
stata.
Noi abbiamo bisogno di avere un quadro
chiaro, abbiamo bisogno sicuramente di avere delle scelte forti, ma che devono
essere condivise con i cittadini, che devono essere condivise con le
istituzioni, con l’ANCI.
L’ANCI è stata contraria all’approvazione del
disegno di legge, lamentando una mancata interlocuzione. L’interlocuzione c'è
stata, anche qui, ribadisco fuori dalle sedi istituzionali del Consiglio e
fuori dalle sedi della Commissione deputata.
Queste condivisioni la Regione non le sta
facendo e a tale disapprovazione fa eco anche la Conferenza dei Sindaci della
Città metropolitana di Reggio, che ha sempre fatto del confronto con i
rappresentanti dei propri territori la bussola del proprio agire. Noi non vogliamo
essere complici di un altro fallimento a danno dei cittadini di questa terra.
Esprimo il mio voto contrario a questa proposta.
Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di
intervenire il collega De Nisi. Ne ha facoltà.
Ricordo all’Aula che il tempo previsto per
l'intervento è di dieci minuti.
Presidente della Giunta, Presidente del
Consiglio, colleghi consiglieri, intervengo per esprimere un plauso e
annunciare il mio voto favorevole a questo progetto di legge perché ritengo
giusto che la Calabria abbia la possibilità di diventare una Regione normale.
La Calabria deve diventare una Regione normale
come le altre Regioni d'Italia!
Ritengo che su temi fondamentali, quali
l'ambiente, la salute dei cittadini e la qualità della vita non bisogna alzare
steccati ideologici o fare riferimento a bandiere politiche, ma bensì essere
compatti e avere l'onestà intellettuale di ammettere quelli che sono i benefici
per questa Regione.
Reputo profondamente fuorvianti le
dichiarazioni degli ultimi giorni e credo che il tema dell'ambiente e
dell'acqua non possa essere, ancora una volta, oggetto di battaglie e di
scontro politico in quanto non vi possono sono differenze politiche tra destra
e sinistra quando si parla di tutela dell’ambiente e di salute dei cittadini.
Il problema dei rifiuti, così come quello delle
risorse idriche, va affrontato in maniera definitiva.
La Calabria deve stabilire la linea da seguire
attraverso una strategia in materia ambientale e credo che sia giunto il
momento di fare delle scelte; non è possibile che i cittadini calabresi debbano
ritrovarsi all’incirca ogni 6 mesi a inseguire una crisi in materia di rifiuti
o per carenza di approvvigionamento idrico.
Per quanto concerne il tema dei rifiuti, ci
ritroviamo a vivere una situazione voluta dai governi degli ultimi decenni, sia
di destra sia di sinistra.
La Regione Calabria è stata divisa in cinque
ATO provinciali; ognuno di questi ha avuto sino ad oggi l'incarico di gestire
la materia dello smaltimento dei rifiuti e del ciclo di raccolta differenziata
all'interno dei propri territori.
La provincia di Cosenza vive una situazione di
completa anarchia in questo settore, in quanto non è stato gestito nulla,
mancano i siti per lo smaltimento, mancano le discariche, manca un controllo
sul ciclo della differenziata, e quanto fatto finora è stato solo frutto della
responsabilità assunta dai funzionari regionali e da chi finora ha avuto
l'onere di mandare avanti questo settore.
I Sindaci non sono stati in grado - mi dispiace
dirlo - di programmare e gestire il settore dei rifiuti in provincia di
Cosenza.
La provincia di Catanzaro è l'unico esempio di
tentativo di gestione mezza virtuosa del ciclo dei rifiuti. Difatti, vi sono
impianti di trattamento perché magari si sono intercettate le imprese giuste
che hanno gestito questo ciclo nel corso degli anni e, quindi, si è sentito
meno il problema dei rifiuti; ci sono state meno battaglie ideologiche e,
quindi, Catanzaro è la provincia che ha avuto meno problematiche.
La provincia di Crotone l’estate scorsa era
sovrastata dai cumuli di rifiuti perché non si riusciva a smaltire nulla e la
percentuale di differenziata è la più bassa della Regione Calabria.
La provincia di Vibo non è riuscita a
raggiungere nessun accordo, quindi non esistono né impianti né siti di
stoccaggio né alcuna politica ambientale in materia gestita dall’ATO
provinciale di Vibo.
La provincia di Reggio è sommersa dai problemi
con degli impianti esistenti, piena di discariche, alcune in funzione, alcune
che andrebbero bonificate.
Questa è la situazione della Calabria ad oggi:
non si è gestito nulla e, soprattutto, non si è fatta una scelta; il che vuol
dire, colleghi consiglieri, che ogni sei-otto mesi, un anno, ci troviamo ad
inseguire l'apertura di una nuova discarica oppure questo e quel broker per lo smaltimento dei rifiuti
dei calabresi fuori regione, fuori nazione, e noi paghiamo oltre 300 euro per
portare una tonnellata di rifiuti nei Paesi del Nord.
Qual è la soluzione per questo problema?
Quella di mantenere gli ATO provinciali nella
completa anarchia, cercando di garantire le posizioni di comodo di questo o di
quel Sindaco che, magari, vogliono gestire il settore, oppure di questa o di
quella impresa che ha in animo o in programma di aprire di qua o di là qualche
sito per scaricare rifiuti o aprire qualche nuova discarica sapendo che prima o
poi si presenterà l'emergenza e, quindi, noi dovremo sicuramente scappare da
lui e riempirlo di soldi dei calabresi?
Questa è la nostra programmazione?
Oppure siamo nelle condizioni di dire qual è il
modello che noi dobbiamo seguire?
Dove arriveremo con questa politica?
Si pensa di bocciare il Piano dei rifiuti
proposto e approvato dalla Giunta del presidente Occhiuto?
Tengo a precisare che il Piano dei rifiuti
prevede l’obbligo di una differenziata minima del 65 per cento; dopodiché, gli
scarti vanno trattati in un termovalorizzatore, per il 25-30 per cento, e il 5
percento, come avviene in tutti i Paesi civili e sviluppati d'Europa, per forza
di cose andrà in discarica.
Ora, è giusto aiutare i Comuni a raggiungere il
65 per cento di differenziata, e questo è sacrosanto.
Mi creda, consigliera Bruni, la percentuale di
differenziata non ha colore politico; non c'è il Sindaco di sinistra che è più
bravo e arriva al 70 o quello di destra che arriva al 5.
Le città hanno problemi, alcune, al di là del
colore politico e al di là della manifestazione di intenzione di essere più
ambientaliste degli altri, e Crotone ne è un esempio.
Crotone dovrebbe essere il più verde di tutti
come Comune perché nelle intenzioni sulla carta era il migliore, però nei fatti
è la città peggiore dal punto di vista dei risultati della differenziata.
Questo non ha un colore politico. Il colore
politico non c'è!
Se pensiamo che la Lombardia che è amministrata
da destra e da sinistra, Milano e Brescia amministrati da sinistra, fanno
ricorso alla termovalorizzazione dei rifiuti con la società A2A; la città di
Roma sta cercando di abbandonare la politica delle discariche e sta facendo
ricorso al termovalorizzatore di San Vittore e di Terni.
In Emilia Romagna, Herambiente,
che rappresenta la maggiore multi utility
del settore, fa ricorso alla differenziata e alla termovalorizzazione.
Non sono i cittadini di Bologna che sono meno
intelligenti di noi, non vogliono e si fanno uccidere, come dice lei, dalle
emissioni inquinanti; è che bisogna cambiare passo, giustamente, bisogna
diventare una regione normale, e questi impianti per una volta vanno costruiti
con tutti i crismi della legalità e vanno gestiti a regola d'arte.
Il nostro compito è proprio quello: controllare
questa gestione.
La differenza, da ora in poi, è che noi
dobbiamo essere partecipi nel controllare questi processi e queste costruzioni,
questa gestione, questi cicli di gestione, devono avvenire come avviene nel
resto d'Italia.
Questa è la vera differenza, non quella di
dire: “non facciamo nulla perché poi tanto li mandiamo all'estero, ci
rivolgiamo alla Svezia”, perché in Svezia fanno la stessa cosa, quello che
dovremmo fare noi: termovalorizzano i rifiuti.
I cittadini calabresi non devono essere
sobbarcati e pagare le tasse più alte d’Italia, ma hanno diritto ad essere
amministrati e governati con parsimonia e con onestà; per questo dico che il
Piano dei rifiuti presentato dal presidente Occhiuto va bene; il modello di
gestione va bene perché la Calabria è troppo piccola per essere divisa in
cinque Ambiti; non sono degli Ambiti ottimali che permettono di avere un Piano
di gestione per ogni Provincia, una gestione autonoma a sé per cui ognuno si
può creare e costruire il proprio impianto.
L'impianto che costruisce la Calabria per tutte
le 5 Province ha le dimensioni dell'impianto che serve la città di Bologna; ha
le stesse dimensioni ed è quasi identico a quello che gestisce Herambiente per la città di Bologna; quindi non c'è nessuna
differenza, non c'è nessun allarme.
Non abbiamo altre soluzioni.
Il mondo avanzato ed evoluto va in questa
direzione, con meno inquinanti, più differenziata, nessuna discarica perché le
discariche con la percentuale piccolissima che dovremmo conferire dureranno
decenni e decenni e, quindi, non c'è bisogno di aprire e di contaminare il
territorio della regione con delle discariche.
Credo che questa sia la linea giusta: un'unica governance fatta
non da estranei, ma da 40 Sindaci dei Comuni della Regione Calabria.
Il dieci per cento dei Comuni della Calabria
sarà rappresentato nel Comitato di gestione dell'Ente regionale unico, quindi
non è vero che i Comuni saranno esclusi; i Comuni parteciperanno alla gestione
nella rappresentanza del dieci per cento dei primi cittadini di questa Regione,
quindi sarà sempre il Comune calabrese, il cittadino calabrese con i propri
rappresentanti a gestire questo Ambito.
Io penso che questo sia l'unico e il miglior
modo di gestire l'ambito dei rifiuti in Calabria, così come penso che la
gestione trasparente delle risorse idriche del ciclo integrato delle acque,
ovvero approvvigionamento e smaltimento con la depurazione, con questo unico
Ente regionale, che nasce oggi in questo Consiglio regionale in modo chiaro e
trasparente senza fare ricorso o attingere a società precostituite che già
gestivano altri ambiti e altre province, sia il modo migliore e più trasparente
di gestire questo settore che per la Calabria è vitale; è vitale per l'economia
perché non si può pensare di fare turismo con il mare inquinato, con i
depuratori abbandonati e non manutenuti, senza che ci sia un vero responsabile;
e quello che sta avvenendo con i pressanti controlli che si stanno effettuando
in questi giorni – cosa mai avvenuta in Calabria – è la prova e la
dimostrazione che questo settore è stato completamente abbandonato per anni;
così come non si può continuare a dire che la Calabria è piena di risorse
idriche, è piena di acqua e l'acqua c'è ovunque, mentre le città nel periodo
estivo, soprattutto quelle costiere, sono quasi completamente a secco; l'acqua
manca per giorni e giorni.
Non si possono avere città dove l'acqua viene
fornita per poche ore al giorno, per cui i cittadini si ritrovano a vivere una
condizione da Paese del Terzo mondo; nemmeno il Nord Africa si trova nelle
condizioni in cui ci troviamo oggi e, quindi, è giusto che questo settore venga
messo nelle condizioni normalità.
È giusto che noi calabresi abbiamo una gestione
oculata e corretta, ed è giusto che noi, come Consiglio regionale, da qui in
poi, abbiamo quella che è la nostra funzione di controllo e di vigilanza su un
servizio fondamentale per la Calabria perché finalmente viene fatta chiarezza
con un Ente di gestione chiaro, trasparente, con la possibilità per tutti i cittadini
di controllare quello che viene fatto e come vengono gestiti i loro servizi.
Pertanto, annuncio il voto favorevole del
gruppo Coraggio Italia a questa proposta di legge.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie, consigliere De Nisi.
Ha chiesto intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Vicepresidente.
Non posso nascondere la mia preoccupazione per
un punto così importante nell’ambito della discussione odierna: la riorganizzazione
dei servizi pubblici, quello idrico e quello della gestione integrata dei
rifiuti, che sono e dovrebbero essere i pilastri di una Regione.
Per quanto riguarda l’aspetto idrico, già
qualche settimana fa, mi espressi in maniera chiara dicendo che l'unica strada
percorribile era quella di rendere pubblica la SORICAL. Lo dissi subito. Colgo
con favore quello che è il percorso che questa Amministrazione regionale sta
perseguendo, però vorrei far notare che, prima di decidere su come immettere l'acqua
per farla arrivare nei rubinetti delle nostre abitazioni, dovremmo preoccuparci
anche dello stato di salute dell'acqua. Proprio ieri sera ho presentato
un’interrogazione al Presidente della Giunta in qualità di Assessore anche
all'ambiente, sul fatto che oltre 2 milioni di euro, signor Presidente, si
stanno perdendo per lo studio della salute delle acque calabresi, dei mari, dei
fiumi, dei laghi, delle sorgenti perché l'ARPACal non
riesce a spenderli non avendo il DURC in regola.
Capisco che una piccola azienda possa non
essere in regola con il DURC perché, magari, non è riuscita a pagare qualche
contributo a causa delle sofferenze del Covid, ma che
un Ente pubblico come l'ARPACal, a partecipazione
regionale, non abbia il DURC in regola e non possa quindi accedere ai Fondi
europei da spendere sul territorio per l'analisi delle acque, è veramente
preoccupante.
Questa situazione va avanti da quasi 9 mesi.
Si tratta di un progetto che doveva durare 2
anni e che purtroppo terminerà a dicembre 2023, signor Presidente, che prevede
anche l'acquisto di attrezzature moderne di cui l'ARPACal
oggi non dispone.
Perdere questo contributo di oltre 2 milioni di
euro per conoscere lo stato di salute delle acque calabresi è veramente uno
schiaffo che la Regione Calabria non merita.
Chiarita la posizione per quanto riguarda la
gestione idrica – per cui sono favorevole che sia gestita da un unico Ente,
come previsto dalla normativa – per quanto riguarda i rifiuti, invece, ho delle
preoccupazioni.
Intanto, volevo segnalare al consigliere De Nisi che è vero che la termovalorizzazione è utilizzata
anche in altre Regioni e in altri Paesi, ma il collega dovrebbe sapere che
questa rappresenta l’ultima delle soluzioni da mettere in atto in quanto, prima
di utilizzare un termovalorizzatore, si cerca di differenziare il più possibile
il rifiuto, non soltanto attraverso la differenziata che fanno i cittadini, ma
anche attraverso l'ammodernamento degli impianti di indifferenziata che ci sono
sul territorio regionale, come stiamo cercando di fare, ad esempio, sul sito di
Alli.
Parlo a ragion veduta perché per qualche anno
ho svolto il ruolo di Vicepresidente dell’ATO di Catanzaro e, devo dire la
verità, tutti sanno che con il sindaco Abramo non c’è un grande feeling politico, eppure abbiamo
lavorato gomito a gomito per far sì che la gestione dei rifiuti nella provincia
di Catanzaro funzionasse e oggi possiamo dire che funziona in maniera ottima.
Il mio suggerimento, signor Presidente, vuole
essere quello di mettere prima in linea le ATO che ci sono sui territori; basti
pensare che a Catanzaro il conferimento dell'indifferenziato in impianto ha una
tariffa di 90 euro a tonnellata; in altre ATO, 140 euro; in altre ancora, 170
euro a tonnellata, ma non è che mettendoli tutti assieme, poi si tira una linea
e si fa una media.
Forse, il modo per operare in questa prima
battuta era quello di concentrarsi sulla gestione delle risorse idriche, quindi
su SORICAL, impegnandosi totalmente in questo e commissariando, come diceva il
consigliere De Nisi, le ATO, laddove, purtroppo, i
Sindaci non sono stati bravi a portare avanti un Piano operativo degno di
questo nome, cercando di sollevarle tutte a un livello simile per poi
integrarle.
Ciò che è successo in Emilia Romagna, e vi
invito ad andare a vedere, è stato proprio questo. In Emilia Romagna non si è
creato un nuovo Ente dalla mattina alla sera, mettendo insieme i primi e gli
ultimi, ma si è cresciuti su tutto il territorio e sono state messe insieme
delle esperienze positive dove ognuno ha portato all'altro un valore
aggiuntivo: le buone pratiche!
In questo caso, invece, purtroppo non è così;
si sta cercando in maniera forzata di mettere assieme realtà totalmente
differenti che in passato non si ha avuto il coraggio di fare perché nel
2011-2012, quando la normativa prevedeva la nascita delle ATO, il progetto
originario era la creazione di tre ATO: una per quanto riguarda la zona di
Cosenza, una per l'area centrale, Catanzaro, Vibo e Crotone, e una per il sud
della Calabria, Reggio Calabria.
Anche all’epoca, la politica non ebbe il
coraggio di farlo, probabilmente perché ognuno voleva gestire i propri
territori, quel poco di potere che poteva creare anche una gestione
differenziata del ciclo integrato dei rifiuti. Quindi, nacquero 5 ATO, che purtroppo
oggi pagano anche un’impiantistica del tutto differente, un'incapacità di poter
cogliere i finanziamenti pubblici che alcune ATO sono riuscite ad intercettare
– difatti, stanno implementando gli impianti – e altre ATO non hanno fatto,
favorendo il privato. Dobbiamo dire chiaramente come, per esempio, sulla
gestione dell'umido, gli impianti privati siano superiori rispetto a quelli
pubblici e questo ci impone, purtroppo, di pagare anche delle tariffe elevate
che ricadono poi su costi che pagano i cittadini.
Ciò che poteva essere inserito in questo Piano
non è l'enfatizzazione di creare un termovalorizzatore come se fosse la
soluzione di tutti i problemi; quindi, facciamo la differenziata nel miglior
modo possibile; ciò che non riusciamo a differenziare lo portiamo nel
termovalorizzatore, lo bruciamo, facciamo energia e siamo tutti contenti.
No! Perché il rifiuto è un'opportunità, non un
problema!
Dobbiamo implementare quelli che sono gli
impianti di lavorazione dell’indifferenziata come si fa in tanti altri Stati e
in altre Regioni, facendo sì che dall'indifferenziata si possa estrarre ancora
del materiale che possa essere messo sul mercato e venduto procurando degli
introiti.
Quella è la soluzione!
Il termovalorizzatore è proprio l'ultima
soluzione, quando non si riesce a fare altro.
Allora io dico: prendiamoci un po' di tempo,
concentriamo le energie su quella che è la gestione idrica perché oggi è una
priorità; se non lo facciamo entro giugno rischiamo di perdere parecchie
centinaia di milioni di euro, non solo la Calabria, ma tutto il Paese, e
commissariamo, prendiamo tempo per quelle ATO che ancora non sono adeguate,
dando un supporto e cercando di far sì che possano migliorare per poi
successivamente unificare in un progetto che io condivido, quello della multi utility – una multiservizi, mi
piace di più chiamarla così, con termini nostri – ma credo che oggi la Regione
Calabria non sia pronta per questa sfida che vorrei che fosse coraggiosa e non
una deriva autoritaria. Grazie.
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di
intervenire il collega Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il Presidente del
Consiglio, il Presidente della Giunta, gli assessori e tutti i colleghi
consiglieri.
Oggi stiamo a discutere della riorganizzazione
dei servizi per l'ambiente in ambito locale e regionale.
Tralascio sull’unificazione dei servizi in
Autorità idrica regionale perché mi pare, anche dagli interventi dei colleghi
dell'opposizione, che questa sia una cosa sulla quale tutti conveniamo.
Mi soffermo un po' sulla discussione che sta
nascendo oggi, soprattutto sul tema che riguarda il trattamento dei rifiuti
prodotti in Calabria.
Sono stati fatti dei passi notevoli in Calabria
per la raccolta differenziata, però c'è ancora tanto da fare; bisogna fare di
più; bisogna uscire – e mi pare che stiamo andando, Presidente, nella giusta
direzione – dalla logica che debba essere oggetto di raccolta differenziata
solo il rifiuto derivante da imballaggi. Tutta la frazione recuperabile
presente nei rifiuti va differenziata e valorizzata, privilegiando il recupero
di materia a quello di energia.
E questo, nella legge da lei proposta oggi in
Consiglio regionale, è ben specificato ed è ben detto; quindi, occorre pensare
all'intero sistema della raccolta differenziata per poterla spingere al massimo
e sono sicuro che con questa legge non ci riusciremo.
Ben vengano gli accordi con il CONAI ma, come abbiamo detto, bisogna
spingere su tutto ciò che non è imballaggio e bisogna andare a differenziare;
su questo, sono d'accordo con il collega Alecci che mi ha preceduto
nell'intervento.
Molto innovativo in questa legge è il richiamo e il ricorso all'auto
compostaggio, al compostaggio di comunità, per migliorare la gestione dei
rifiuti nelle zone agricole e nelle zone meno popolate.
Il compost prodotto va utilizzato in agricoltura, ma è bene che sia un
compost di qualità, quindi, senza impurità e senza inquinanti.
Diventa, dunque, imperativo seguire questo processo perché deve essere
puntualmente controllato, tra virgolette, deve essere “pulito” e - perché no? -
potrebbe essere anche un compost certificato “Calabria”, con la produzione dei
nostri rifiuti; un compost con tali caratteristiche e, quindi, facilmente
piazzabile sul mercato, può portare alla produzione di ricchezza dei rifiuti.
I materiali differenziati bene, infatti, sono una ricchezza e devono
essere lavorati e trasformati in Calabria, chiudendo il ciclo dei rifiuti, per
l'appunto l'economia circolare che oggi oserei definire a chilometro zero.
In sintesi, produciamo i rifiuti, li trasformiamo e realizziamo nuovi
prodotti.
A questo va accompagnata, come giustamente è indicato nella legge, una
campagna di sensibilizzazione che può essere utilmente fatta dal sistema e
dalla rete già operante in Calabria dagli anni scorsi.
Questa legge, oltre alla valorizzazione dei materiali, prevede anche una
valorizzazione in termini energetici.
A mio avviso, va bene potenziare l'impianto di Gioia Tauro con le
migliori tecnologie a disposizione, con la massima tutela per l'ambiente e per
la salute dell'uomo.
La frazione residua, utile ad essere termovalorizzata,
è un ottimo combustibile da cui ricavare sia energia sia calore.
Proprio ieri leggevo un intervento di Diego Tommasi, già Assessore
all'ambiente nella Giunta Loiero, riportante dei dati che mi hanno molto
colpito e che illustro brevemente: “ad oggi l'impianto di Gioia Tauro produce
200 mila chilowatt di energia elettrica, lavorando circa 100 mila tonnellate di
rifiuti; un confronto con il termovalorizzatore di Brescia, che è riconosciuto
per l'efficacia e l'efficienza a livello non solo nazionale, produce 200 giga
di energia elettrica e 300 gigawatt di energia
termica, con una capacità di trattamento di 500 mila tonnellate di rifiuti”
Un potenziamento della linea di Gioia Tauro, quindi, diventa necessario
per avere un’autosufficienza regionale.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di vedere che anche la Puglia, una
Regione che sicuramente non è guidata dal centro-destra, sta affrontando la
crisi energetica già in atto, attraverso l’attivazione della
termovalorizzazione su tutto il territorio regionale.
Un altro punto veramente importante nella gestione dei rifiuti riguarda
l’esigenza di far pagare tutti i cittadini, in maniera equa, a fronte di ciò
che realmente viene prodotto.
Questo è un principio di equità e di giustizia.
Ultimo punto – e chiudo, Presidente – non per importanza riguarda la
necessità di eliminare, come giustamente viene sottolineato nella regge, il
ricorso alla discarica, magari privata, per il conferimento del rifiuto non
differenziato.
Questo è ciò che è accaduto per più di 20 anni in questa Regione, sia
con gli uffici del Commissario sia con la politica.
Potrebbe sembrare una soluzione immediata, ma non fa altro che
procrastinare il problema, consigliera Bruni, così come è avvenuto per 20 anni
in Calabria, impedendo la gestione virtuosa dell'intero ciclo dei rifiuti.
Sono sicuro, presidente Occhiuto, che con il suo governo e la sua azione
politica finalmente riusciremo a raggiungere una gestione virtuosa del rifiuto
in Calabria. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso. Colleghi consiglieri, presidente Occhiuto,
assessori, oggi discutiamo un provvedimento importantissimo in materia di
idrico e rifiuti.
Come ho già evidenziato nella discussione affrontata in seno alla quarta
Commissione della settimana scorsa, questa proposta di legge sulla multi utility non mi vede a priori
contrario, per un semplice motivo: arrivando dalla Piana di Sibari qui in
Consiglio regionale a Reggio Calabria, lungo la Statale 106 Jonica, i
cassonetti erano stracolmi di rifiuti; quindi, oggi né il presidente Occhiuto
né il consigliere Tavernise o gli altri colleghi
possono certificare o dire che il sistema dei rifiuti in Calabria è stato
gestito bene o male.
Si tratta di un dato oggettivo, ovvero che gli ATO provinciali,
soprattutto alcuni – in primis quello
della mia Provincia, che è la provincia di Cosenza – hanno fallito facendo
perdere anche importanti fondi sul restyling
di alcuni impianti; nello specifico, mi riferisco a un impianto che si trova a
4 chilometri da casa mia, che è quello di Bucita. Sono stato l'unico che ha
chiesto ufficialmente e pubblicamente le dimissioni, da Presidente dell’AIC e
dell'ATO Cosenza, dell'attuale Presidente ANCI Calabria, Marcello Manna.
Voglio evidenziare ai giornalisti oggi qui presenti, i quali spesso e
volentieri lamentano la mancanza dell'opposizione o di una parte
dell'opposizione, che è mia abitudine scendere nello specifico e nel merito
delle questioni, in quanto ritengo che alcuni problemi vadano affrontati in
maniera esatta. Non è tanto importante chi prova a risolverli -che lo faccia il
presidente Roberto Occhiuto o che lo faccia Amalia Bruni - ma come si
risolvono.
Su questo voglio essere chiaro, una volta per tutte, perché sono stanco
del fatto che si dica continuamente che l'opposizione rimane silente all'azione
della maggioranza.
Ci sono modi e modi di fare opposizione.
Per quanto mi riguarda, sono allergico ai contro comunicati sulla
stampa.
Detto ciò, quindi sotto l’aspetto del merito, presidente Occhiuto, ho
l'impressione che questa maggioranza, anche quando vuol far qualcosa
assumendosi delle responsabilità, sbagli completamente il metodo.
Si sbaglia il metodo perché non si rende partecipe l’intera Assise, non
si rendono mai partecipi gli attori protagonisti nelle proposte di legge.
Reputo impensabile e un po’ superficiale, presidente Occhiuto, che
l’ANCI venga convocata due giorni prima dell'approvazione della proposta di
legge; addirittura, dopo la discussione e l'approvazione in Commissione.
Ritengo che il criterio più giusto sia quello che stiamo attuando nella
sesta Commissione per quanto riguarda i consorzi di bonifica, dove audiamo gli attori protagonisti per poi arrivare a una
risoluzione. Non si approvano prima le proposte di legge in Commissione e poi
si porta la tavola apparecchiata. Questo è un metodo che io francamente,
Presidente, non posso condividere.
Continuerò a dirvelo a ogni ripresa, finché non ci sarà la totale
condivisione, non solo dell'opposizione, ma anche e soprattutto dei Sindaci,
che sono attori protagonisti di questa proposta di legge che voi avete - non
dico copiato perché è un termine errato - preso come esempio dalla Regione
Emilia Romagna, modificando, però, la modalità di scelta del Direttore generale
che in Emilia Romagna si chiama “Presidente”.
Come lei ben sa, presidente Occhiuto, lì è il Comitato d'ambito, ovvero
i Sindaci, che sceglie il Presidente, qui rinominato “Direttore generale”.
Per questo motivo, ho presentato un emendamento ad hoc insieme al mio collega del Movimento Cinque Stelle,
Francesco Afflitto, dove si chiede alla maggioranza che il Direttore generale
sia scelto dal Comitato d'ambito, ritenendo che questo sia, presidente
Occhiuto, un segnale di condivisione e di collaborazione nei confronti
dell'ANCI, non solo a parole ma in maniera fattiva.
Dall'approvazione o meno di questo emendamento, seguirà poi la scelta da
parte del Movimento Cinque Stelle se votare in maniera positiva o negativa
questa proposta di legge in quanto ritengo che quando si chiede di assumere un
atteggiamento costruttivo, colleghi di maggioranza, si debbano dare anche dei
segnali costruttivi.
La seconda parte del mio intervento è collegata al tema della multi
utility e riguarda il termovalorizzatore di Gioia Tauro, che oggi è un vero e
proprio inceneritore; quindi, siamo tutti d'accordo sul punto che debba essere
adeguato e ammodernato perché, ad oggi, è una vera e propria fonte di
inquinamento e rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini della Piana
di Gioia Tauro.
Condivido l’azione dei Sindaci di quel territorio, che oggi si stanno
opponendo al raddoppio della linea, però non possiamo pensare di essere
ambientalisti quando si parla del nostro territorio e di girarci dall'altra
parte quando ci sono intere province che stanno vivendo un problema di
impiantistica che non hanno e che oggi, purtroppo, si ritrovano i rifiuti in
mezzo alle strade. Arrivati a questo punto, mi viene da dire ai Sindaci di
alcuni territori della Piana di Gioia Tauro che l’inceneritore di Gioia Tauro
andrebbe chiuso completamente perché oggi riceve solo i rifiuti della provincia
di Reggio e della piana di Gioia Tauro.
Se si è ambientalisti, bisogna esserlo sempre!
Sono favorevole alla chiusura definitiva e, quindi, all’avvio di un
ciclo virtuoso, perché con un aumento della raccolta differenziata che oggi –
come ha ben detto la collega Bruni – ha percentuali disastrose con una
percentuale del 47 per cento regionale e in alcune Province, siamo addirittura
al 27 per cento. Non possiamo fare gli ambientalisti di mattina e poi di sera
bruciare i rifiuti dei nostri Comuni nell’inceneritore di Gioia Tauro.
Ribadisco, dunque, la necessità di recepire i rilievi sollevati dal
gruppo che rappresento e che vanno verso i Sindaci e i territori, almeno per
quanto riguarda la scelta del Direttore generale che, a nostro avviso, deve
essere affidata al Comitato d'ambito poiché, presidente Mancuso, come previsto
dall'articolo 12, la Regione esercita già le competenze previste in materia di
programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo del servizio idrico
integrato e del servizio di gestione dei rifiuti; quindi, non c’è bisogno che
anche il Presidente della Giunta regionale scelga il direttore generale.
Nel caso in cui su questo, come su tutte le altre cose, ci sarà una
forzatura da parte della maggioranza e, ancora una volta, non si ascolteranno
le nostre richieste - anche in proposte di legge che, ripeto, condivido
personalmente nel merito - da parte nostra ci sarà un atteggiamento e un voto
assolutamente contrario.
Concludo, presidente Mancuso, rivolgendomi ai colleghi, in particolare,
al collega De Nisi, per quanto concerne la
contrarierà alle discariche. Collega De Nisi, le do
un aggiornamento, testimoniato anche dalla vicepresidente Princi
nelle precedenti sedute di Consiglio regionale: allo stato attuale, la Regione
Calabria ha espresso due pareri favorevoli per l'apertura di una discarica
privata di rifiuti non speciali nel Comune di Scala Coeli – parere favorevole!
– e sta procedendo ad un altro parere favorevole per la riapertura
dell'impianto di San Sago a Tortora.
Anche qui: o si segue una linea oppure se ne segue un'altra.
Per me oggi parlare di apertura di discariche è completamente
anacronistico.
Sono favorevole all'adeguamento dell'inceneritore a termovalorizzatore
di Gioia Tauro e se si riesce a raggiungere percentuali alte di raccolta
differenziata - sulla scia della Regione Veneto, che oggi ha la più alta
percentuale con il 75 per cento - non ci sarà nemmeno bisogno del raddoppio
della linea.
Come Movimento Cinque Stelle, ci riserviamo di esprimere il nostro voto
in seguito all'esito della votazione sugli emendamenti, fermo restando che –
d’accordo con i colleghi di opposizione – se ancora una volta non verremo
ascoltati, da questo momento in poi – e questo i giornalisti lo devono sapere –
inizieranno delle azioni forti e concrete.
Grazie.
Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto di
intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, esprimiamo soddisfazione per
la partecipazione finalmente del pubblico e della stampa ai lavori di questa
Assise regionale.
Intanto, ho il dovere anche di ringraziare il Presidente della quarta
Commissione perché giungiamo oggi a discutere di questo importantissimo punto
all'ordine del giorno, a seguito dell'ampia discussione che, appunto, si è
tenuta in seno alla quarta Commissione.
Credo molto nel lavoro delle Commissioni, del ruolo istituzionale, della
partecipazione, della condivisione e di tutto ciò che può permetterci di
portare il nostro contributo all'interno delle Commissioni regionali, dove non
si è discusso solo di questo punto all'ordine del giorno, per come sostenuto da
chi mi ha preceduto negli interventi, in merito alla mancata partecipazione
dell'ANCI. Non è così! Difatti, in Commissione, è stato audito
il Sindaco della città di Rende, nella qualità di Presidente sia dell’ATO di
Cosenza sia dell'ANCI.
In quell’occasione sono state esposte tutte le criticità e tutti i
problemi legati sia al settore rifiuti sia a quello idrico, così come avvenuto
in un'altra seduta di Commissione, che è stata dedicata anche alla questione SORICAL,
su cui interverrò in seguito.
Quello di oggi è un punto importantissimo e rappresenta una svolta
storica e rivoluzionaria di un sistema che negli anni, purtroppo, ha dimostrato
di essere fallimentare; parliamo di gestione dei rifiuti e del settore idrico,
che sono di vitale importanza per i cittadini calabresi.
Questo disegno di legge, che mi auguro diventi legge, la numero 49/12^,
rappresenta e si presenta soprattutto con una portata storica.
Si tratta di un testo che riforma e rivoluziona la governance regionale in tema di
acqua e rifiuti, prevedendo la nascita di una nuova Authority, la cosiddetta Autorità rifiuti e risorse idriche della
Calabria.
Una multi utility che, di
fatto, andrà a sopprimere l’Autorità Idrica Calabria e gli ATO, Ambiti
territoriali ottimali.
Perché si arriva a questo? Intanto, abbiamo due elementi essenziali di
riferimento: la riduzione dei costi e la semplificazione delle procedure
amministrative, perché oggi cittadini calabresi hanno bisogno di avere delle
risposte con chiarezza e trasparenza.
Pertanto, è opportuno formulare alcune precisazioni in materia, proprio
per sgombrare il campo da dubbi, equivoci e illazioni, che sono stati già
ampiamente dipanati dallo stesso presidente Occhiuto.
Con questa riforma, la Regione Calabria non ha alcuna intenzione di
commissariare le Amministrazioni locali; tuttavia, bisogna tener conto dei
risultati poco lusinghieri prodotti dagli ATO in tema di rifiuti, nonché delle
criticità del settore idrico.
Vi è, dunque, la necessità di andare a riorganizzare la macchina
burocratica; occorre e c’è la necessità in questo momento di una multi utility
regionale che sia in grado di programmare le azioni, gestire i problemi e
soprattutto dare degli input
coordinati ai territori.
Il progetto del presidente Occhiuto, sul quale si esprime la massima
condivisione e il totale sostegno, è improntato a rendere maggiormente
efficiente la macchina amministrativa per avere risposte tempestive ai problemi
con i quali dobbiamo quotidianamente rapportarci.
Il sistema idrico e il sistema dei rifiuti in
Calabria non possono e non devono rappresentare un’emergenza permanente.
C’è la necessità di un autentico cambiamento e
la rivoluzione viene prospettata, in maniera chiara, nell’articolo 4 che cito
testualmente: “Per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al
servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti è costituita
l’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria cui partecipano obbligatoriamente
tutti i Comuni della Calabria” e ancora “l’Autorità esercita le proprie
funzioni per l’intero ambito territoriale ottimale e ha sede legale a
Catanzaro”.
Questi due passaggi rendono l’idea della
strategica inversione di tendenza rispetto al passato. Basta pensare – lo
dicevo poc’anzi – alle numerose e gravose criticità che sono state riscontrate
dagli ATO nell’ultimo periodo.
Consigliere Bruni, è qui che veramente mettiamo
a rischio la salute dei cittadini qualora – così come ho detto all’inizio –
dovesse rimanere quel sistema che si è dimostrato fallimentare, che vede le
strade cittadine piene di rifiuti e dove la differenziata ha raggiunto
veramente i minimi storici.
Ecco perché c’è la necessità di avviare questa
riforma e questo nuovo sistema, ma il fulcro vitale di tale rivoluzione,
naturalmente ispirata ai canoni di equità e risparmio fiscale, è contenuto
nell’articolo 5 del disegno di legge nel momento in cui si prevedono
gli organi della nuova Autorità che, entro 10
giorni dall’entrata in vigore della legge, sarà gestita da un Commissario
straordinario.
Gli organi sono rappresentati: dal Consiglio
direttivo d’ambito, costituito dai 40 Comuni, dal direttore generale, che deve
essere e sarà il braccio operativo della multi
utility, nominato dal Presidente della Regione, e dal Revisore dei conti.
È opportuno fare anche un’altra precisazione in
merito alla figura del Commissario straordinario che subentrerà alla guida
della nuova Autorità: sicuramente, non si procederà subito alla soppressione
degli ATO, ma il Commissario sarà di accompagnamento in questa fase
transitoria.
La gestione e il controllo – questo ritengo sia
veramente l’elemento rivoluzionario – verranno finalmente affidati ad un
tecnico con competenza e la politica dovrà occuparsi soltanto di dare gli
indirizzi.
La gestione dei rifiuti e del settore idrico
devono essere separati per quanto riguarda l’aspetto tecnico e la politica
viene chiamata solo a dare indirizzi e ad esercitare il controllo.
Quali sono, allora, i criteri? Quelli di
efficacia, efficienza ed economicità. L’organizzazione di un servizio che mira
e punta principalmente ad avere anche la determinazione di una tariffa che non
sia parcellizzata, ma che sia unica per tutta la Regione.
A proposito del discorso della gestione dei
rifiuti, ritengo che ci sia una spinta. Come è stato detto dal presidente
Occhiuto nel momento in cui ha illustrato le linee programmatiche, il Piano dei
rifiuti, che risale al 2016, si è dimostrato totalmente insufficiente e,
purtroppo, ha portato i diversi Presidenti di Regione che si sono succeduti ad
emanare delle ordinanze di emergenza.
Qual è, quindi, lo spirito? È quello di
avviare, invece, una politica di gestione del comparto che punti non alla
creazione di nuove discariche, ma a soluzioni innovative e di razionalizzazione
e alla riduzione delle fonti di inquinamento. Qui subentra il
termovalorizzatore di Gioia Tauro.
Attualmente in Calabria viene conferito in
discarica il 50 per cento dei rifiuti. Prima è stata citata la Regione
Lombardia che conferisce in discarica soltanto il 4 per cento.
L’obiettivo, quindi, è quello di realizzare un
modello sostenibile in chiave di economia circolare, migliorando l’offerta
impiantistica e puntando a tecnologie e gestione degli scarti per azzerare, in
5 anni, lo smaltimento in discarica.
Tra gli interventi già annunciati dal
presidente Occhiuto figura l’ammodernamento del termovalorizzatore di Gioia
Tauro, con l’obiettivo di una media regionale di differenziata che sia al 65
per cento. In merito al termovalorizzatore di Gioia Tauro, si registrano
importanti e significative novità da parte della stessa Regione Calabria perché
lo scorso 31 marzo è stato pubblicato l’avviso pubblico per la ricerca di
operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing per
l’affidamento, la progettazione, la realizzazione, l’adeguamento e il
completamento di un termovalorizzatore.
Capisco le preoccupazioni dei sindaci che
saranno ascoltate, così com’è abituato a fare il presidente Occhiuto, ma il
messaggio che si sta trasmettendo e lo spirito su cui si punta rispetto
all’impatto ambientale è quello di utilizzare questi termovalorizzatori nella
produzione di energia pulita. Lo spirito – ripeto – è quello di fare arrivare
al termovalorizzatore meno scarti possibili, attraverso la spinta della
raccolta differenziata.
Purtroppo, carissima consigliera Bruni, mi
sarei aspettata dai banchi dell’opposizione non dico un bravo al presidente
Occhiuto, ma ora ci sono un Presidente e una Giunta che puntano alla riforma di
un sistema che in questi anni ha dimostrato di essere completamente
fallimentare.
Nella Regione Calabria ci sono realtà in cui la
raccolta differenziata non raggiunge neanche il 2 per cento. Facciamo, ad
esempio, riferimento alla Città metropolitana di Reggio Calabria con i suoi 97
Comuni che raggiunge il 43 per cento di differenziata e nella quale ci sono alcune
realtà come Rosarno che raggiunge il 2 per cento e Gioia Tauro il 6 per cento.
La stessa cosa per quanto riguarda la Provincia di Crotone con il 32 per cento,
Cirò Marina al 17 per cento.
In alcune realtà non è stato realizzato neanche
un impianto perché si è parlato del termovalorizzatore, ma sul territorio sono
importanti gli impianti di testa che questa Regione, purtroppo, in questi anni
non è riuscita a realizzare.
Se non abbiamo gli impianti di testa, come
andiamo ad effettuare il ciclo integrato dei rifiuti? Come andiamo ad
effettuare la raccolta differenziata?
Il modello da cui veramente dovremmo prendere
esempio è rappresentato dalla Regione Puglia che nel 2017, quando si rese conto
del fallimento totale degli Ato, ha adottato lo
stesso sistema che stiamo proponendo in questa Assise regionale e molte volte
la Regione Puglia ci è venuta in aiuto.
Ecco, perché chiedo che questo disegno di legge
sia preso in considerazione e approvato con un voto unanime. Lo dobbiamo
soprattutto ai cittadini calabresi che oggi pagano innanzitutto delle tariffe
enormi, che vedono i rifiuti trasportati addirittura in Svezia con notevoli
costi di trasporto e lo chiediamo per quelle comunità che hanno le strade piene
di rifiuti.
Vogliamo puntare su un sistema di gestione dei
rifiuti che vada verso la raccolta differenziata e la produzione di energia
pulita e, soprattutto, sia in grado di garantire un sistema di efficienza, di
equità e un servizio per il quale le tariffe devono necessariamente diminuire.
Grazie.
Grazie, consigliera Straface.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Credo che gli interventi
che mi hanno preceduto abbiano già toccato molti dei punti che tratterò nel mio
intervento, però non potevo esimermi dall’intervenire su un tema così
importante, oggetto di questa proposta di legge, che riguarda la qualità di
vita di ogni comunità perché è proprio intorno ai temi dell’acqua e dei rifiuti
che si caratterizzano le politiche ambientali e turistiche di ogni territorio.
Credo che temi come questi vadano affrontati in
quest’Aula per capire quanto la Giunta e il Presidente in carica abbiano una
visione d’insieme, capace di incidere sulle politiche ambientali e turistiche.
Stiamo, invece, assistendo, da qualche mese, da
parte della Giunta regionale, a continui annunci senza una progettualità alla
base e soprattutto, – lo dico al Presidente, come ho già fatto di persona – con
il rischio di caricare la Regione di competenze che non le appartengono e anche
di responsabilità economica e finanziaria.
Cito un aspetto per tutti, per far capire
quello a cui mi riferisco: di recente è stato annunciato dalla Giunta regionale
che provvederà allo smaltimento dei fanghi.
Dico questo perché non risolviamo le tematiche
caricando ogni problema sulle spalle della Regione. Voglio che i problemi si
risolvano se si ha una visione d’insieme capace di affrontarli nella loro
complessità, come il problema del mare. Non credo che siano soltanto i fanghi
il problema del mare, ma i problemi sono tanti: l’allacciamento abusivo e lo
smaltimento degli scarti agricoli direttamente in mare.
Credo che il nostro compito, di chi governa e
di chi deve fare le proposte di legge, sia quello di avere una visione politica
d’insieme per governare i processi e per risolverli in maniera definitiva.
Per questo mi rivolgo al presidente Mancuso e
al presidente Occhiuto dicendo loro di non lasciarci prendere – l’ho detto
anche in Commissione – dalle ansie da prestazione. Ragioniamo, invece, con
serietà, scrupolosità e senso di responsabilità che deriva dal nostro ruolo
perché credo che su questa materia potremmo commettere degli errori. Non voglio
parlare del costo dei rifiuti, ma voglio esaminare in maniera dettagliata la
proposta di legge che stiamo, oggi, per affrontare nel metodo e nel merito
perché è così che si affronta la discussione in Aula; non parlando di tutto e
di più, perché sappiamo tutti che in Calabria alcuni ATO non funzionano e che
c’è un costo eccessivo per lo smaltimento rifiuti.
I problemi li conosciamo tutti, però, oggi,
vorrei confrontarmi con questa Aula sul testo che stiamo per approvare e non
sul resto, sulle criticità presenti nella nostra Regione.
Invito a riflettere su questo ricordando un
vecchio detto che in quest’Aula conosciamo tutti: “a gatta frettarula
fa i figli cecati”.
Evitiamo che la fretta e l’approssimazione che
sto vedendo anche in questo dibattito possano determinare un’approvazione al
buio.
L’approssimazione e la fretta, caro presidente
Mancuso e caro presidente Raso, emergono chiaramente dalla mancanza in questa
legge di norme chiare, di sicura efficienza e, soprattutto, condivise con i
territori.
Nella legge ho riscontrato queste tre criticità
e oggi cerco – come ho fatto in Commissione – di introdurre – mi auguro – un
momento di discussione e di riflessione all’interno di quest’Aula.
Non è intenzione del gruppo del Partito
Democratico – lo ha già detto il consigliere Alecci – mettere in discussione la
proposta della multiservizi – ci mancherebbe altro! – ma vorremmo che questa
proposta venisse analizzata bene, venissero comprese le ricadute economiche per
i nostri territori e fosse, quindi, assunto come patrimonio di quest’Aula la
funzionalità, l’efficienza e l’efficacia a cui faceva riferimento poco fa la
collega Straface.
A me non interessa che questa legge sia stata
copiata dall’Emilia Romagna perché quando una Regione adotta una buona pratica
è uso che essa venga anche attivata, metabolizzata e fatta propria anche da
altre realtà.
Ripeto: non metto in discussione il fatto che
si sia preso spunto o sia stata scopiazzata dalla legge dell’Emilia Romagna –
ci mancherebbe altro! – perché le buone pratiche servono per migliorare e
fornire risposte efficaci nel territorio, però valutiamo come si è giunti a
questa proposta perché il metodo seguito in Emilia Romagna è completamente
diverso rispetto a quello che oggi ci proponiamo di fare. Lì c’è stato un
dibattito serio e serrato – lo ricordava poco fa il collega Alecci – un cammino
in progress dell’Emilia Romagna cioè
un ATO migliorava, andava avanti, ecc. Questo tipo di approccio è assolutamente
assente nella nostra impostazione.
Ci sono stati mesi di dibattito e discussione
per arrivare alla proposta definitiva, ma la cosa più grave – lo ricordava la
collega Bruni – riguarda come sono stati trattati i territori in questa
proposta di legge perché non è ammissibile che il Presidente dell’ANCI,
dell’UPI o delle Città metropolitane siano convocati in Commissione dopo
l’approvazione della proposta di legge perché vuol dire che il ruolo dei
sindaci è stato calpestato in termini di coinvolgimento, di
responsabilizzazione e anche di motivazione e di stimoli per portare avanti
questo progetto.
Credo che sia davvero incomprensibile l’atteggiamento
tenuto da questa maggioranza su questo tema specifico perché sappiamo che gli ATO
non hanno funzionato bene – ci mancherebbe altro! l’ha detto bene anche il
collega Tavernise – però quando manca la
consultazione manca il metodo democratico che è, poi, quello che dà linfa e
forza ad una proposta, che fa diventare comune l’idea che oggi voi state per
approvare in questa Aula.
E, quindi, io credo che questo sia un tema
importante su cui riflettere. Ho detto - lo ripeto – “la gatta frettarula fa i figghi ciechi”.
Pensiamoci, riflettiamo insieme per capire come non creare oggi un mostro che
potrebbe arrecare danni ai calabresi.
Poi, come si fa, presidente Mancuso, presidente
Raso, a sorvolare sulle tante perplessità fatte emergere dallo Settore assistenza
giuridica? È questo il tema della discussione, non il costo dei rifiuti o il
termovalorizzatore. Come si fa a non tener conto di tutte le perplessità
sollevate, non solo dalla minoranza - è nostro dovere -, ma dall’Ufficio
giuridico di questo Consiglio regionale?
Credo che sia importante fare oggi due o tre
osservazioni perché ritengo che siano alla base della riuscita o meno del
progetto che stiamo approvando.
Alcune domande dovrebbero essere fatte nel
momento in cui nella proposta di legge viene fuori che Fincalabra
acquisisce la SORICAL, Cosa c'entra, anzi cosa ci azzecca, la SORICAL in tutto
questo? La SORICAL è stata messa in liquidazione perché era ormai ritenuta
decotta. Chi ha deciso di recuperarla adesso? Su quali basi e con quali presupposti
si arriva oggi a questa decisione? Come fanno, gli stessi burocrati regionali,
che hanno supportato la decisione di liquidarla, a firmare e sostenere oggi
l'esatto contrario? Dove sono i documenti che certificano le reali condizioni
finanziarie della SORICAL? Di quali e quanti debiti si scaricherà Fincalabra, e quindi la Regione Calabria, attraverso questa
strana operazione? Sono queste le domande a cui dovete rispondere. Che fine
fanno i crediti inesigibili già registrati oggi all'interno del bilancio
regionale? Che fine faranno le strutture, le sedie, gli impianti in capo alla SORICAL?
Per non parlare del personale, perché anche quello è un altro problema da
affrontare.
Se poi pensiamo per un attimo, lo dico al
presidente Occhiuto, alle difficoltà attuali che si riscontrano nella
riscossione dei tributi, non è da sottovalutare il rischio di buchi devastanti,
non soltanto nel bilancio regionale, ma anche nel bilancio dei Comuni.
Se oggi in Comuni come Reggio Calabria
ammettono di riscuotere il 50 per cento della tassa sui rifiuti, oggi noi, come
Regione Calabria, ci carichiamo questo costo?! Non so se questo sarà un
beneficio o un danno ulteriore per i calabresi.
Non sono nemmeno da prendere sotto gamba i
rilievi che la Corte dei conti fa in relazione al passaggio da un ente di
diritto privato a un ente di diritto pubblico.
Il legislatore nazionale chiede, infatti, due
cose: che la scelta sia adeguatamente motivata e che da questa scelta ne
conseguano risultati migliori dal punto di vista dell'efficienza, efficacia ed
economicità della gestione.
Ancora una volta, non c'è traccia di risposte a
questi interrogativi. Spero che il presidente Occhiuto nella sua relazione dia
una risposta alle mie domande e a i miei interrogativi, altrimenti credo che,
in prospettiva, faremo un danno ai calabresi.
Manca anche altro in questa proposta di legge:
non vengono indicati neanche i costi di funzionamento della fantomatica
Autorità unica che si andrebbe a costruire.
Poi, come ha evidenziato il collega Tavernise, nella proposta di legge dell’Emilia Romagna, il
direttore viene indicato dal Consiglio d'ambito, in questa proposta viene
indicato dal Presidente della Giunta regionale. Altro che la politica si
libera! È la politica sempre a decidere il governo dei processi! Questo è un
altro tema che vorrei porre all'attenzione.
Quindi ci sono tante cose che vorrei dire per
confutare il falso entusiasmo che colgo oggi in qualche intervento dei
colleghi, ma mi fermo qui.
C’è tanta carne che abbiamo messo al fuoco
nella discussione, come minoranza, e sarebbe bene che - lo dico con franchezza
- non la facessimo bruciare facendola diventare cancerogena e portatrice di
danni per i calabresi.
Concludo il mio intervento, invitando il
presidente Occhiuto, in primis, e poi
il Presidente del Consiglio a rinviare l’approvazione per riflettere meglio
sulle osservazioni della minoranza e sull’opportunità di accelerare questo
processo e invece di valutare attentamente e rigorosamente tutto ciò che
comporterebbe.
Sono convinto che la Calabria abbia bisogno di
innovazione, di modernità, di cambiamenti radicali, di offrire servizi migliori
ai calabresi. Quindi, efficienza, efficacia e economicità- ci mancherebbe
altro- son principi che tutti noi sottoscriviamo, ma siamo preoccupati per i
danni che la fretta potrebbe arrecare ai calabresi.
Vorrei capire, oggi Fincalabra,
società in house
della Regione acquista - ancora non si sa come andrà a finire - a un euro le
quote della banca svizzera o tedesca che le detiene, i debiti della SORICAL,
quindi è un investimento per la Regione Calabria. Mi auguro che si riveli
positivo, ma temo che possa diventare un ulteriore debito per i calabresi.
Bisogna riflettere meglio sulle cose che stiamo
per fare, non innamoriamoci dell’idea di dare alla Calabria un’innovazione,
linfa nuova, ma preoccupiamoci prima di essere cauti, razionali, capaci di
comprendere esattamente cosa si va a fare in questo momento.
Credo che questo Consiglio e questa Giunta
abbiano messo in campo iniziative interessanti, ma non vorremmo che rimanessero
bloccate perché malfatte, altrimenti perderemmo l'ultima speranza per i
calabresi.
Ben vengano proposte come la multiservizi, ma
vorrei che venissero meglio ponderate, analizzate e che coinvolgessero tutti i
soggetti presenti in questo nostro territorio. Perché la partecipazione – come
recita una canzone di Gaber - è democrazia; la partecipazione aumenta il
consenso; la partecipazione favorisce i processi; la partecipazione non
mortifica i territori; la partecipazione è elemento trainante delle scelte
vincenti per i territori. È questo l’auspicio che, come Partito Democratico,
facciamo a questo Consiglio. La sfida che lanciamo è questa: partecipazione,
coinvolgimento, ma anche responsabilità verso le scelte che si fanno per i
calabresi, per le loro prospettive e per il loro futuro.
Grazie, collega Bevacqua.
Ha chiesto intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio
ringraziare il presidente Occhiuto e la Giunta regionale per essersi impegnati
in prima persona per risolvere problemi storici della Calabria: i rifiuti e la
gestione delle acque. Credo che sia molto importante e che non ci sia più
tempo, siamo già in una situazione di emergenza.
I consiglieri d'opposizione criticano la
velocità con cui è stato predisposto l’atto e non comprendono i motivi che
hanno spinto la Commissione a lavorare velocemente: siamo in emergenza!
Siamo nel mese di aprile, tra un mese si
riproporrà l’emergenza dei rifiuti, delle acque potabili, delle fognature, del
mare inquinato.
Quindi, grazie Presidente, per la tua
tempestività.
Oggi noi discutiamo della governance
del sistema, non parliamo di Piano di gestione dei rifiuti.
Tutti i consiglieri hanno fatto delle
osservazioni su come dovrebbero essere gestiti i rifiuti, ma la Giunta e i
dirigenti regionali sanno bene cosa fare e stanno già progettando come gestire
i rifiuti nella nuova era.
Non è stata fatta l'analisi delle criticità, ma
sono sotto gli occhi di tutti i cittadini calabresi e credo che dovremmo essere
più seri, nel senso di valutare bene e dire quali sono queste criticità.
Dobbiamo dire che abbiamo un sistema di
smaltimento dei rifiuti che si basa su cinque ATO che, sicuramente, non portano
economie di scala per la nostra regione. Non è possibile, in una regione con 2
milioni abitanti, avere 5 ATO, quando nel resto d'Italia un ATO fa riferimento
ad almeno 2 milioni di abitanti. È per questo che si è scelto l’ATO unico.
Poi, non possiamo pensare di smaltire i rifiuti
ognuno per la nostra provincia, perché, magari, nella provincia di Cosenza non
ci sono determinati impianti che ci sono nelle altre province. Quindi, una
sussidiarietà è necessaria.
Ho sentito parlare di compostaggio, ne dobbiamo
proprio parlare perché è una criticità. Nella mia zona si fa la differenziata,
siamo intorno al 40 per cento. Però voglio puntualizzare che, per quanto
riguarda il sistema di smaltimento dell'umido, circa il 40 per cento va in
discarica, l'altro 60 per cento non so dove vada. Difatti, se si porta una
tonnellata di umido nelle nostre discariche, solo 400, 500 chilogrammi vanno in
discarica. Questo è molto negativo, dobbiamo cambiare questo sistema. È
qualcosa che non possiamo sopportare, per questo dobbiamo velocizzare il tutto.
Si parla, poi, di legge copiata dall'Emilia
Romagna. Non abbiamo copiato nulla, magari solo i principi e le finalità:
efficienza del servizio, equità, salvaguardia dell'ambiente.
Infine, secondo me, è giusto che il direttore
generale di questa società venga nominato dal Presidente della Giunta
regionale, perché si impegna in prima persona per risolvere il problema, ne è
responsabile, quindi, deve nominare le persone che reputa più affidabili.
Grazie.
Grazie, collega Raso. Ha chiesto intervenire il
collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Colleghi, Presidente, intervenire su questo
argomento è particolarmente complicato, perché, da un lato, l'emotività e anche
lo stato di fatto delle cose, potrebbero indurci a pensare che sia necessario
intervenire con questa rapidità e con questo tipo di legge, ma in realtà non
basta dire che in Calabria è fallito il sistema della raccolta dei rifiuti,
così come non basta dire che è fallimentare il sistema dell'erogazione e della
gestione idrica calabrese, per supportare il merito di un'iniziativa
legislativa.
Non entrerò nel merito di questioni tecniche
ambientali, mi limiterò al ragionamento politico.
Ancora oggi, con questa legge, noi vediamo una
tendenza che è la stessa di inizio legislatura, è una tendenza politica ben
evidente che, da un certo punto di vista, mi sorprende anche. Ho scoperto che
il presidente Occhiuto e questa Giunta regionale condividono con me
un’impostazione keynesiana dell'economia. Il Presidente condivide direi, non
tanto una visione liberale - come forse potrebbe apparire-, ma un intervento
diretto e molto forte dello Stato, degli Enti locali, della Regione
nell'economia.
Dico questo perché tutti gli atti di indirizzo
politico, che abbiamo visto dall'inizio della legislatura a oggi, portano a un
accentramento di funzioni e alla creazione di Enti, di strumenti giuridici che
rafforzano notevolmente il ruolo e la presenza dello Stato e della Regione in
alcune funzioni essenziali della vita economica e sociale regionale. Lo abbiamo
visto nella sanità, con la nascita di un'unica macro azienda che ha il compito
di centralizzare e gestire una serie di servizi sanitari; lo abbiamo visto, e
lo stiamo vedendo anche oggi, su acqua e rifiuti; lo abbiamo visto sul
rafforzamento della Film Commission. È
un'impostazione politica ben precisa che emerge dall'inizio di questo mandato e
che tende a accentrare ruoli e funzioni in capo alla Regione e, in particolare,
al massimo esponente della Regione che è il Presidente della Giunta regionale.
Ora, io do un giudizio neutro su questo:
intanto mi va bene che la Regione oggi ammetta il fallimento dei privati nella
gestione di alcuni servizi essenziali. Il fallimento dei privati nella gestione
delle acque è come lasciare libera “la mano invisibile” di Adam Smith, cioè
lasciare che l'economia si possa muovere da sola in alcuni servizi che in
realtà riguardano i diritti di cittadinanza dei calabresi.
Oggi c'è una tendenza diversa, si riafferma il
ruolo della Regione e io trovo una visione keynesiana da parte del Presidente
della Giunta regionale che mi sorprende e condivido, ma nello stesso tempo,
però, dico anche che il potere limita il potere. Non basta scomodare
Montesquieu per capire cosa intendo, cioè, quando mi si dice che la legge non è
parametrata sulla legge regionale dell'Emilia Romagna, si dice una cosa falsa e
vera.
Vera, perché c'è una differenza in queste legge
regionale rispetto a quello dell'Emilia Romagna. Io ho una deformazione
giuridica, nella legge dell’Emilia Romagna sono previsti, all'articolo 5, gli
organi di questo Ente pubblico importante, mastodontico, che gestisce rifiuti e
depurazione: il primo organo, ovviamente, è il Presidente dell'Ente che ne ha
la legale rappresentanza. Questa figura del Presidente scompare nella legge
calabrese, dove gli organi dell'Autorità sono il Consiglio direttivo, il
direttore generale e il revisore unico dei conti.
Nella tecnica legislativa, però, può balzare
subito all'occhio come noi non abbiamo un presidente di questa Autorità eletto
dal Comitato, dal Consiglio direttivo d'ambito, che sono i Sindaci, ma abbiamo
negli strumenti giuridici una figura nuova, un direttore generale che non ha
uno strumento tecnico ma - attenzione! - ha la rappresentanza legale dell'ente;
rappresentanza legale dell'ente che, generalmente, compete ai presidenti del Consiglio
di amministrazione. Nell’Autorità, in questo caso, è presidente il direttore
generale che viene nominato dal Presidente della Giunta regionale. Tecnica
legislativa e scelta, questo sì, diversa dall' Emilia Romagna, dove il
presidente è legale rappresentante e viene espresso dai Sindaci. Ovviamente i Sindaci
qui cosa dicono? Cosa possono dire? Non sono sentiti, non sono coinvolti, hanno
di fronte a loro la scelta, che devono subire, di un organismo in cui
partecipano ma la cui legale rappresentanza e la responsabilità giuridica
tecnica amministrativa spetta al Presidente della Regione. È una scelta, è una
scelta che però assume ancor di più una responsabilità con l’accentramento di
funzioni da parte del Presidente della Regione. Abbiamo una concentrazione
enorme, mai vista, di funzioni e ruoli in capo all'Esecutivo.
Quando i giornalisti dicono che l'opposizione è
debole non bisogna pigliarsela con i giornalisti, che fanno il loro mestiere,
bisogna dire, chiaramente, che l'opposizione ha il compito di sottolineare come
mai finora l'Esecutivo ha avuto un ruolo fortissimo, centrale, senza
concertazione e senza mediazione nello svolgimento di tutte le funzioni
essenziali delle istituzioni calabresi. E quando mi si dice che l'opposizione,
comunque, partecipa alle Commissioni, ha gli strumenti, me lo si lasci dire:
non basta la Commissione di vigilanza per riequilibrare i ruoli e il potere.
Per condizioni diverse, ma lo dico con molta chiarezza, non può essere quello
lo strumento a fare da contraltare del potere che limita il potere. Per questo,
prevedendo, più o meno, l’iter, da subito ho posto il problema del controllo
del Consiglio regionale su tutti gli enti e le società partecipate, gli enti strumentali,
gli enti di diritto privato, le società in
house.
Questi sono gli strumenti che, oggi,
decideranno i prossimi anni della vita calabrese, da questi enti passerà la
vita o la morte delle aspettative dei cittadini e delle cittadine calabresi.
Non posso, quindi, che registrare nel mio
intervento questa tendenza che continua a essere evidente e che richiede, però,
ben altro ruolo di questo Consiglio regionale.
Io capisco che la politica oggi è dinamismo,
capisco anche che nell’ esigenza comunicativa, oggi, bisogna superare i tempi
della politica, ma le istituzioni sono istituzioni e alcune cose devono essere
conosciute nei luoghi, nei tempi e nelle forme opportune.
Molte volte apprendo vari elementi non nelle
sedi istituzionali, ma, ovviamente, dai mezzi di comunicazione, il che mi porta
anche a chiedermi qual è il mio ruolo di consigliere regionale; capisco di far
parte di un gruppo consiliare che ha solo due consiglieri regionali e, forse,
nella dinamica dei numeri non saremo influenti, determinanti, ma nella logica
del dibattito politico sicuramente non saremo silenti, non possiamo essere
silenti rispetto a quello che noi, oggi, stiamo vedendo.
Quando parliamo, ovviamente, di scelte così
difficili - oggi non era all'ordine del giorno, ma stiamo parlando anche del
termovalorizzatore - e di cose così complicate dovremmo sempre ricordare che
c'è la vita delle persone dietro. Scegliere se raddoppiare un
termovalorizzatore in una comunità, senza la concertazione, senza l'ascolto,
senza il coinvolgimento in quei territori, significa incidere prepotentemente
sulla vita di quei cittadini, di quelle comunità che non possono vedere le
istituzioni come un ente che fa subire loro scelte o imposizioni nell’ottica di
un dibattito che, poi, si esaurisce in pochi minuti. Attenzione, quindi, quando
parliamo di cose così importanti, perché parliamo della vita di bambini, di
famiglie che vivono accanto a quei siti e che respirano ogni giorno a contatto
con drammi ambientali e devastazioni ambientali.
Lo dice uno che non vuole avere sempre
posizioni preconcette, lo dice chi vuole ragionare sulle questioni e capisce
che, quando si dice o si pensa che si possa creare da una singola località -
ora si parla di Gioia Tauro - potrebbe essere qualunque altro il luogo di
raccolta rifiuti di tutta la regione Calabria. Attenzione, perché la cosa
diventa delicata e difficile anche da spiegare alle popolazioni di quei
territori.
Diventa inutile ricordare l'importanza della
differenziata, ricordare come in Calabria, finora, anche Comuni abbiano
fallito. Mi sembrano delle ovvietà con le quali non vale la pena tediare i
nostri ascoltatori, però la necessità di un metodo e il contro bilanciamento di
questi mostri giuridici che stiamo ponendo in essere è un problema politico che
devo sollevare, sollevo e solleverò in ogni occasione, in ogni circostanza!
Perché il problema è di metodo!
È vero che ci si mette la faccia, è vero che il
Presidente della Giunta regionale ci mette la faccia, ma in forme diverse
ognuno di noi rappresenta il popolo calabrese; in forme diverse ciascuno di noi
ha una responsabilità di maggioranza e minoranza. Ci sono le istituzioni, c'è
il Consiglio regionale, non è importante quante volte si riuniscono le
Commissioni, è importante, in realtà, come nelle Commissioni si possa incidere
sul dibattito, che non deve essere precostituito come se io andassi a creare,
nell'ambito degli strumenti giuridici, dei meccanismi di controllo più
efficaci, più decisi, più forti anche rispetto all'opinione pubblica calabrese.
Annuncio - lo farà il mio capogruppo,
ovviamente, con un argomentazione più dettagliata sulle questioni ambientali -
il voto contrario a questa proposta e chiedo anche - come dicevo, forse, c'è un
emendamento già presentato - di rivedere il meccanismo di nomina e di legale
rappresentanza di questo ente che sta nascendo., Mi sembra che ci sia un corto
circuito giuridico che, forse, richiede un approfondimento ed un ulteriore
vaglio perché avremo un direttore generale che ha la legale rappresentanza di
fronte ad un Presidente che pure esiste - lo strumento prevede il presidente –
ed è eletto da questo Comitato dei Sindaci senza avere la legale
rappresentanza,. Grazie, Presidente, ho concluso.
Grazie, collega Lo schiavo. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Dirò, rapidamente, diverse
cose, partendo dal fatto che, certamente, questa legge, che è stata mutuata da
altri ambiti, avrebbe forse dovuto essere di più calata nelle condizioni di
contesto orografico, viario, socio economico della nostra regione e avrebbe
dovuto, anche, mutuare un percorso concertativo che, francamente, non c'è
stato.
Bisogna riconoscere che la sciagurata gestione,
degli anni scorsi, degli scorsi decenni, di acque e rifiuti potrebbe sembrare
avallare un intervento di imperio, ma sono sempre convinto che la pratica
concertativa, oltre che un elemento di partecipazione democratica,
effettivamente possa dare un contributo di idee e soluzioni utili, appunto, ai
problemi di cui trattasi.
Come gruppo De Magistris è evidente la nostra
opposizione.
Dette queste osservazioni sul metodo, a me
sembra che nella legge ci siano delle enunciazioni di principio del tutto
condivisibili, cioè acqua bene comune, sviluppo sostenibile, economia
circolare, ma che poi gli elementi operativi contrastino con queste
enunciazioni.
Parto dai rifiuti per una trattazione sintetica
per punti: si fa riferimento, giustamente, alla gerarchia dello smaltimento dei
rifiuti europeo e italiano e si parla di come il recupero di materia sia
prioritario rispetto a quello di energia e si parla, ancora, di economia
circolare. Queste due cose non possono rimandare alla pratica distruttiva
dell'incenerimento, né tantomeno al raddoppio dell'attuale inceneritore - si
chiamano inceneritori, il termine termovalorizzatori esiste solo in Italia e in
tutta la letteratura scientifica internazionale sono inceneritori e basta -
oppure alla costruzione, dal mio punto di vista, paventata di altri eventuali inceneritori.
L'incenerimento dei rifiuti, scientificamente,
per tutti gli articoli che escono, è la pratica più pericolosa per la salute
umana e per l'ambiente, né, ovviamente, parlare sempre dell'ultima generazione
di inceneritori, con le migliori tecnologie disponibili, le cosiddette bacs, ci mette al
riparo da questioni di salute, perché gli elementi di tossicità, le micro e
nano polveri, gli idrocarburi policiclici aromatici, i metalli pesanti, le
diossine, cioè i prodotti tossici e cancerogeni, continuano ad uscire dai
camini di questi inceneritori. Non esistono dei filtri che li possano bloccare,
ma non solo sostanze tossiche, gli inceneritori favoriscono i cambiamenti
climatici che, forse, non sono un problema secondario del nostro tempo.
L'incenerimento distrugge i materiali quindi come facciamo a parlare di
economia circolare. In più gli inceneritori hanno una funzione potentemente
diseducativa, perché l'idea che i materiali vengano distrutti, inceneriti,
indebolisce la forza della raccolta differenziata. Non è un caso che Brescia,
di cui tanto si parla, sia stata, nella sua regione, l'unica provincia in
controtendenza della Lombardia a prevedere un incremento di azione dei rifiuti
anziché una loro diminuzione, perché tutto veniva bruciato nel famigerato - non
famoso ma famigerato - inceneritore della A2A bresciana.
Chiederei, ancora, un secondo di attenzione su
un aspetto che trovo assolutamente fondamentale e che è, secondo me, lo stimolo
concettuale: si parla degli inceneritori come alternative alle discariche,
dimenticando, però, che il 25-30 per cento di quello che viene bruciato poi si
trasforma in ceneri come rifiuto pericoloso perché concentrato di elementi di
maggiore pericolosità. Quindi se il metodo per strutturare irreversibilmente le
discariche all'interno del ciclo dei rifiuti è quello di bruciarli, conti alla
mano, quando l'inceneritore di Gioia Tauro, se e quando, andrà al massimo
regime, cioè 120-130 mila tonnellate l'anno, 40.000 tonnellate di essi, che
deriveranno dall'incenerimento, richiederanno delle discariche per rifiuti
pericolosi che sono particolarmente costose da costruire e da manutenere.
Nell'eventualità malaugurata del raddoppio, queste 40.000 tonnellate
diventerebbero 80.000. Considerato che nel 2020 in Calabria sono state prodotte
666.000 tonnellate di rifiuti, ben oltre il 10 per cento di questa quantità
andrebbe in discarica, cioè una quota maggiore dell’obiettivo che questa legge
si pone, cioè quello di avere discariche che contengano meno del 10 per cento
dei rifiuti. Già con le ceneri saremmo ben oltre questo 10 per cento.
Tra l'altro si parla anche di incenerimento di
fanghi. A futura memoria segnalo che i fanghi industriali sono indistinguibili
dai fanghi di depurazione urbani pur essendo molto più soffici e, considerato
il livello dei controlli che esistono in Calabria, ho qualche perplessità
sull'opportunità dell'inserimento di questi fanghi. Ho una domanda da porre,
esplicita perché leggendo la legge e le varie altre carte collegate, non ne ho
trovato traccia: il revamping
dell'inceneritore prevede o non prevede il teleriscaldamento? Questo è un dato
che, francamente, non sono riuscito a estrapolare.
Per quanto riguarda, poi, gli aspetti
economici, mi permetto di dire che il project financing è una pratica che personalmente non
condivido, perché, praticamente, scarica sui cittadini gli oneri economici
della costruzione e favorisce chi quell'impianto costruisce. Ma questa cosa dà
la stura anche ad un problema di economia di scala, cioè porta, come ha già
portato, a un progressivo ampliamento dell'incenerimento.
Il famigerato inceneritore di Brescia è partito
con una linea da 250 mila tonnellate ed è arrivato, oltre le attuali 500 mila,
ad 800 mila tonnellate l’anno, pigliando rifiuti da ogni dove. Anche perché,
fra l'altro, in questo tipo di convenzione c'è il “porta o paga”, cioè gli
inceneritori non possono essere spenti anche se uno fa una raccolta
differenziata buona, sufficiente, esaustiva, perché i contratti che regolano il
funzionamento degli inceneritori prevedono che o porti roba a bruciare oppure
devi pagare per il mancato guadagno. Parlando di soldi vorrei segnalare una
cosa: i costi nascosti degli inceneritori sono cosa poco nota, c'è una rete
europea, la cosiddetta ExternE, che ha controllato quali costi gli
inceneritori determinano per riparare i danni a salute e ambiente che
provocano. I costi sono da 4 a 21 euro a tonnellata che riportato a 250.000
tonnellate ingerite l’anno, portano ad un costo aggiuntivo fra 1 e 5 milioni di
euro. Considerando che gli inceneritori hanno una vita media di 25 anni, i
costi nascosti di un inceneritore variano tra i 25 e i 125 milioni di euro in
25 anni.
Non mi pare un grandissimo affare!
Credo che il Piano regionale dei rifiuti - è lì
che bisognava intervenire pesantemente - sia stata un'occasione perduta per
riformare il sistema di smaltimento dei rifiuti calabresi e, purtroppo, debbo
rilevare che sono rimasti intoccati in due capisaldi, uno è quello degli
eco-distretti. Esattamente il contrario di quello che bisogna fare.
Concluda, consigliere Laghi.
Sono
a 9 minuti e 57 secondi, Presidente. Segnalo che colleghi hanno parlato 17
minuti, 14 minuti, 16 minuti e venti secondi. Due minuti e ho finito. Gli ecodistretti sono il contrario delle modalità di
smaltimento dei rifiuti riconosciuti a livello internazionale. I rifiuti vanno
smaltiti dove vengono prodotti non in queste cattedrali che ammazzano i
territori.
L'altro
aspetto è l'aspetto tecnico della digestione anaerobica. La digestione
anaerobica, anche quella, il famoso biogas, biometano
eccetera, ancora una volta combustione, cioè ancora una volta gas climalteranti
e prodotti tossici immessi in ambiente, poi con l’alibi - di alibi si tratta e
lo dico - del compostaggio derivante dalla digestione anaerobica. Per
chiarirci: il digestato che deriva dalla digestione
anaerobica non è un materiale utilizzabile in agricoltura come ammendante
agricolo; il digestato è un altro sottoprodotto che
va a finire in discarica, quindi ceneri e digestante.
Concludo
con due parole per quanto riguarda il problema della gestione dell'acqua
pubblica: credo che una legge dovrebbe farsi carico di dati certi per dare una
visione prospettica di quello che succederà con ragionevole certezza. Ho visto
che all'articolo 18 sta scritto “ove il predetto socio sia disponibile”, “ove
sussistano le condizioni di legge”. Credo che bisognerebbe, forse, approfondire
questi aspetti, proprio per dare delle certezze che sono tipiche di una legge
e, quindi, consentire una visione ragionevolmente certa del futuro. Per queste
difficoltà, per queste indeterminatezze e per questi aspetti tecnici, anticipo
il voto negativo del nostro gruppo De Magistris Presidente. Grazie.
Grazie, collega Laghi. Ha chiesto la parola il
presidente Occhiuto per la conclusione del dibattito. Ne ha facoltà.
Presidente, la ringrazio e ringrazio i consiglieri che
sono intervenuti e hanno partecipato a questo dibattito.
Consentitemi di rivolgere un ringraziamento particolare
ai consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto questo impianto di riforma
che la Giunta regionale ha proposto attraverso un disegno di legge.
Vorrei approfittare della circostanza, intanto, per
fornire un elemento di chiarezza: questa non è una legge di riforma contro il
sistema delle autonomie locali e non è una legge di riforma contro i sindaci
della Calabria che, proprio negli ambiti dell’idrico e dei rifiuti, per anni,
hanno lamentato di essere stati lasciati soli dalla Regione.
Oggi, la Regione e il Governo regionale si assumono la
responsabilità di intervenire in questi ambiti, certamente anche attraverso un
percorso sussidiario perché - sia chiaro - l’incipit di questa legge è dovuto al fatto che qualche mese fa – e
parlo dell’ambito idrico, poi tratterò anche quello dei rifiuti – ho ricevuto
il Presidente dell’ANCI.
Bisognava partecipare ad un bando, finanziato con Fondi
europei e Fondi del PNRR, che era “React-EU”.
Le condizioni per la partecipazione a questo bando
prevedevano l’individuazione di un soggetto attuatore. Mi fu chiesto se c’era
la disponibilità della Regione a individuare quale soggetto attuatore “Cosenza
acqua”, oggi si chiama “Acque pubbliche di Calabria”. Evidenziai la circostanza
che questo soggetto, secondo me, non aveva la capacità organizzativa e la
struttura per poter essere soggetto attuatore ma, al fine di evitare che non si
partecipasse al bando, rispettai l’autonomia dell’Autorità idrica,
rappresentata dal Presidente dell’ANCI e dissi: “Va bene, per quanto mi
riguarda, se ritenete che questa sia la strada, si vada in questa
direzione”.
Il risultato lo conoscete ed è stato quello di far
perdere alla Calabria un’occasione importante, non perché mancasse una scheda –
o non solo perché mancasse una scheda – ma perché il soggetto attuatore è stato
costituito nello stesso giorno nel quale scadeva il bando. Chi ha il compito di
valutare la possibilità di mettere a terra davvero le risorse del PNRR valuta
anche la capacità amministrativa di un soggetto che non dà garanzie, poiché si
è costituito nello stesso giorno in cui scade il bando.
Che cosa si doveva fare, allora?
Ho ascoltato gli interventi dei consiglieri di
opposizione e qualcuno, tra di essi i consiglieri Tavernise
e Lo Schiavo, si è interrogato sulla presunta debolezza o sulla forza
dell’opposizione. Credo che in politica chi è debole o chi è forte è debole o
forte nella misura in cui riesce a interpretare i bisogni e a sintonizzarsi
sugli umori delle persone che rappresenta.
Ho apprezzato il dibattito, ma in alcune parti di esso ho
rintracciato la debolezza della politica quando descrive quello che è accaduto
in Calabria nell’ambito dei rifiuti e dell’idrico come un sistema che,
comunque, dava garanzia di risultati.
È vero o non è vero che ci sono parti della regione che
hanno un livello bassissimo di raccolta differenziata? È vero o non è vero che
d’estate siamo costretti a vedere nelle strade – dove dovremmo vedere i turisti
– cumuli di immondizia fino ai primi piani dei palazzi? È vero o non è vero che
abbiamo una rete idrica fatiscente che fa perdere moltissime delle risorse
idriche della Regione?
Se tutte queste cose sono vere, allora, ha ragione chi
dice che non possiamo tollerare che ci sia un deficit di governo perpetuo e strutturale di questi ambiti.
Ho deciso di intervenire e mi sono assunto, insieme alla
maggioranza, la responsabilità di farlo.
Possiamo anche sbagliare e possiamo anche aver fatto una
proposta di legge che, probabilmente, poteva essere migliorata, però abbiamo
fatto quello che ritenevamo giusto e l’abbiamo fatto senza inventarci nulla.
Abbiamo guardato a quello che succede in altre realtà e abbiamo cercato di
mutuare delle buone pratiche.
Criteri di efficienza della gestione nel governo di questi
ambiti sono possibili soltanto se c’è un’integrazione degli ambiti.
La Calabria è una Regione di un milione e 800 mila
abitanti. Diceva il consigliere Alecci che, quando furono istituiti gli ATO,
probabilmente, se ne dovevano istituire soltanto tre, ma la politica non ebbe
il coraggio di farlo e ne istituì cinque.
Bene, questa volta la politica ha il coraggio di farlo
perché, addirittura, va nella direzione già praticata da altre Regioni, non di
centro-destra, come l’Emilia Romagna, come la Puglia che aveva degli ATO
provinciali e ora ha fatto un’unica ATO regionale.
Ha il coraggio di fare quello che probabilmente andava
fatto anni fa, anche con più determinazione e più decisione.
Credo che sia da considerare il fatto che questa volta
c’è un Governo regionale che si assume responsabilità che la politica, in
passato, di sovente, non si è assunta. Poi, certo, si può sbagliare, si poteva
fare meglio.
Vi vorrei invitare, però, a considerare anche un’altra
cosa.
Parlavamo dell’idrico e di React-EU.
Chi assume gli impegni per la Calabria nei confronti del Governo è il
Presidente della Regione. Il Governo ci ha assicurato che farà recuperare alla
Calabria le risorse che non ha ottenuto “bucando” i precedenti bandi del PNRR.
Però, se chi assume questi impegni poi non è conseguente
rispetto agli adempimenti da porre in essere, lo svantaggio non è per chi ha
assunto l’impegno, ma è per la Calabria. Lo dico perché molti hanno contestato
la circostanza che nella legge di riforma che oggi proponiamo abbiamo individuato
nel direttore generale una persona scelta dal Governo regionale.
Se il Governo regionale, come ha detto il consigliere
Raso, ci mette la faccia e assume gli impegni, il Governo regionale vuole
scegliere chi questi impegni, poi, li deve realizzare, concretamente,
nell’azione amministrativa.
Il sottoscritto e la maggioranza che lo sostiene hanno
assunto un impegno anche nei confronti dei calabresi ai quali abbiamo promesso
che avremmo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per tentare di
cominciare a cambiare la Calabria.
Dico di cominciare a cambiarla perché le cose che stiamo
facendo non produrranno tutti gli effetti negli anni di questa legislatura, ma,
probabilmente, li produrranno nella prossima, quando questo Presidente,
presumibilmente, non ci sarà più.
Ieri ho fatto una conference
call con Sorgenia
e Cassa depositi e prestiti per avviare il rigassificatore
a Gioia Tauro che, per fortuna, ha tutte le autorizzazioni ancora vive.
Per fare il rigassificatore
occorreranno dai 3 ai 5 anni. Non lo vedrà questo Governo regionale, ma il rigassificatore significa un miliardo e trecentomila o
ottocentomila euro – dipende dai moduli che si faranno – di investimenti per la
Calabria.
Significa fare della Calabria un hub
che produce un terzo dell’energia che ora viene importata dalla Russia;
significa fare una piastra del freddo che potrebbe essere strategica per l’area
di Gioia Tauro dove potrebbe nascere un distretto dell’agroalimentare, capace
di produrre la metà dei surgelati che si consumano in Europa.
È una cosa che vedrà questo Governo regionale? No! Stiamo
facendo cose che guardano alla prospettiva di questa Regione e questo deve
essere, secondo me, il modo di governare.
Consigliere Bevacqua, la
conosco da tanto tempo però come fa lei a dire: “Ah, ma questo Governo
regionale fa annunci!”. Che annunci, scusi?
Quando ci siamo insediati, era in atto la revoca della
società di gestione degli aeroporti. Abbiamo detto che avremmo preso le quote:
detto, fatto! L’abbiamo fatto.
Sui concorsi abbiamo detto che li avremmo delegati al
Ministero della funzione pubblica: l’abbiamo annunciato e l’abbiamo fatto.
Sul commissariamento della sanità l’abbiamo annunciato e
l’abbiamo fatto. Persino, sulle Terme l’abbiamo annunciato e lo stiamo facendo.
Sulla depurazione, sui fanghi lei diceva: “Mah, non è che
la Regione si può caricare tutti i problemi”.
Sì! La Regione si deve caricare i problemi che i
calabresi aspettano che qualcuno risolva! Se non si risolvono, lo fa la Regione
e lo fa in danno, in questo caso, delle società di gestione che non depurano i
fanghi come dovrebbero.
In Puglia si depurano 300 mila tonnellate di fanghi
all’anno; in Calabria dovremmo depurare 150 mila tonnellate di fanghi all’anno,
ne depuriamo 35 mila.
È un problema? Sì. Che facciamo? Guardiamo? No! Non
guardiamo, interveniamo sul problema anche secondo criteri di sussidiarietà che
possono essere verticali o orizzontali e quando sono orizzontali possono andare
verso su o verso giù.
Se ci sono livelli di governo che riescono a risolvere i
problemi, a tali livelli di governo vengono delegate funzioni che possono
svolgere meglio perché sono più prossime ai bisogni dei cittadini.
Quando i livelli di governo che dovrebbero risolvere
questi problemi non li risolvono, qualcun’altro deve farlo perché abbiamo
assunto un impegno con i calabresi e la politica è forte o debole nella misura
in cui assume e poi rispetta gli impegni presi con gli elettori e con i propri
concittadini.
A proposito degli annunci, non ho fatto mai polemica con
chi mi ha preceduto, mai!
Mi fa specie che proprio un dirigente come lei, che ha
un’esperienza molto importante nella sua parte politica, dimentichi gli annunci
di chi mi ha preceduto quando diceva: “Rifiuti zero”. “Il mare da bere”. Che
cosa è successo dopo?
Per ora, quello che stiamo dicendo, noi lo stiamo
facendo. Chi lavora, poi, può fare delle cose buone o delle cose sbagliate,
l’importante è che non lesini gli impegni.
Ancora sui rifiuti e sull’economia circolare. Vi invito a
guardare il Piano dei rifiuti che abbiamo predisposto, nel quale, consigliera
Bruni, abbiamo previsto grandi investimenti della politica regionale sulla
raccolta differenziata, sugli impianti di riciclo, sull’economia circolare dei
rifiuti.
Chi governa, però, ha la necessità di occuparsi anche di
quello che avviene negli scenari avversi. Se dobbiamo aumentare la percentuale
di raccolta differenziata che abbiamo a Crotone o a Reggio Calabria penso che
non ci riusciremo in sei, sette, otto mesi, un anno, anche se facessimo i più grandi
sforzi possibili.
Che cosa facciamo, allora? Intanto, continuiamo ad avere
i rifiuti per le nostre strade? Occuparsi degli scenari avversi significa anche
fare in modo che un impianto, come quello di Gioia Tauro, possa essere
rinnovato dando più garanzie ai cittadini in ordine all’inquinamento e, mentre
si rinnova, possa essere anche raddoppiato nelle sue performance.
Vi invito a leggere anche la manifestazione di interesse
che abbiamo fatto, nella quale abbiamo scritto che saranno preferiti gli operatori
che, nelle more di realizzazione dell’impianto, si impegneranno a smaltire i
rifiuti della Calabria.
Che vuol dire questo? Che sarà preferito chi ci
consentirà di non spendere 320 euro a tonnellata per spedire i nostri rifiuti
in Svezia, ma, se vuole essere scelto per realizzare l’impianto, deve darci la
possibilità di smaltire questi rifiuti anche prima che l’impianto venga
realizzato.
Stiamo lavorando in questa direzione e lo stiamo facendo
con l’atteggiamento di chi, forse, a volte non segue i riti della politica che,
comunque, conosco bene, perché li ho praticati e ne sono stato protagonista,
fintanto che ho svolto un’altra attività.
Ho detto in campagna elettorale che se avessi fatto il
Presidente della Regione sarei stato un uomo di governo, non sarei stato un
dirigente politico e, infatti, come avete visto, non mi occupo di chi fa il
sindaco, di chi fa l’Assessore nei vari Comuni – non mi interessa – anche
perché dico anche ai miei amici del centrodestra, che a volte mi sollecitano,
che ho esperienza di altri Presidenti che avevano con loro 300 sindaci e che,
quando hanno chiesto un consuntivo agli elettori, alla resa dei conti, non
hanno ottenuto un consuntivo elettorale apprezzabile.
Ho coscienza del fatto che saremo giudicati per i
risultati che riusciremo a produrre in Calabria e, quindi, a volte, andiamo
avanti con grande determinazione senza i riti, le liturgie che pure
rispettiamo, ma perché il nostro lavoro, oggi, è quello di tentare di cambiare
la Calabria.
Quindi, sono cosciente del fatto che, a volte, per la
voglia di far presto e di tentare di far bene, rinunciamo anche a prenderci il
tempo che, probabilmente, sarebbe necessario per consumare questa liturgia, per
fare la concertazione che, pure, rispettiamo e che credo sia importante.
Su alcuni ambiti, però, come quello dell’idrico, dei
rifiuti – nei quali dobbiamo anche cogliere la sfida del PNRR perché, in questi
ambiti, la Calabria non ha ancora avuto un centesimo dal PNRR – non c’è tempo
da perdere.
Qualcuno di voi diceva: “Si poteva aspettare un po’,
fermarsi, ragionare”.
No! Proprio in questi settori non c’era tempo per
fermarsi, per ragionare, perché ciò che stiamo facendo oggi, probabilmente,
meritava di essere fatto ieri o qualche anno fa.
Grazie, Presidente.
Passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1.
ALECCI
Ernesto Francesco (Partito Democratico)
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di
voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Volevo anche sollevare una questione giusto per capire,
affinché, poi, tutto questo sacrificio e questi sforzi non siano resi vani e,
quindi, sottolineare come – sulla base delle disposizioni dello Statuto che
avevo letto velocemente – probabilmente non è presente in Aula la maggioranza
richiesta dall’articolo 54, comma 3, dello Statuto che stabilisce che la
Regione può istituire enti, aziende o società regionali anche a carattere
consortile con legge approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti del
Consiglio regionale.
Volevo sottolineare come per l’approvazione di questo
punto all’ordine del giorno sia necessario il voto favorevole di due terzi,
quindi di 21 componenti del Consiglio regionale, affinché la seduta non sia
vana.
Propongo, pertanto, di approfondire questo punto e volevo
anche sottolineare che non è stato richiesto il parere del Consiglio delle
autonomie locali che, ai sensi del Regolamento interno del Consiglio regionale,
viene solitamente richiesto proprio su punti come quello all’ordine del giorno.
Quindi, non vuole essere ostracismo volto a impedire
che venga assunta una decisione, ma a sottolineare come, dal punto di vista
legislativo, serva la maggioranza di due terzi con voto favorevole.
L’intento
non è quello di costituire una società consortile.
La
seduta è sospesa per qualche minuto.
La seduta sospesa alle 15,10 riprende alle 15,13
Dopo
aver consultato il Regolamento, la maggioranza ha fatto esplicito riferimento
ad Enti o società anche consortili.
In
primo luogo, non è una istituzione rientrante tra queste fattispecie e, poi, si
tratta della riorganizzazione di un’autorità già esistente, non della
costituzione di un nuovo ente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Al di
là dell'interpretazione che è stata data, l'articolo 4, comma 1, della proposta
di legge in discussione prevede quanto segue: “È costituita l'Autorità rifiuti
e risorse idriche Calabria cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni
della Calabria. L'autorità è un ente pubblico non economico con personalità di
diritto pubblico ed è dotato di autonomia amministrativa contabile e tecnica”.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ho
ascoltato il dibattito e lo reputo interessante, però ricordo a me stesso che
su questi temi non abbiamo più tempo, visto che ci sono i fondi del PNRR (Piano
nazionale di ripresa e resilienza), atteso che io sono stato protagonista
inconsapevole della fioritura algale, pur non avendo responsabilità, perché,
purtroppo, non c’era un Presidente o un Assessore all'ambiente che si occupava
di queste cose.
Proprio
per questo carattere di urgenza, mi sarei aspettato maggiore collaborazione da
parte della minoranza, anche perché ci siamo ritrovati di fronte all'ennesimo
ritardo dovuto al fatto che la Calabria non era pronta a presentare progetti
validi a consentire l’utilizzo delle risorse oggi disponibili.
Dall’esperienza
di chi ha guidato la coalizione, ma anche dal consigliere Irto, mi sarei
aspettato piuttosto una richiesta di emendamento, di modifica di questo
articolato che, agli occhi di chi ci guarda da casa, serve per mettere in atto
un'organizzazione da troppo tempo rinviata e io, da Assessore al turismo, l'ho
vissuto con i Sindaci di città importanti come Corigliano-Rossano e altri che
hanno i rifiuti per strada, né per colpa loro né per colpa nostra.
Intanto,
si vota un provvedimento: qualcuno vota a favore, qualcuno si astiene per
arrivare al risultato che, come vedete, nasce dal dibattito.
Non
c'è impossibilità di votare il provvedimento, semmai non si registra il numero
e lo si verifica, perché saremo compatti; magari ci saranno 3 astensioni, 4
voti a favore anche dalla minoranza.
Ciò
che non comprendo è il dibatto preventivo su una tecnicità del voto che
giustamente va messa in moto. Pertanto, reputo opportuno votare il
provvedimento.
Vorrà
dire che la seduta di Consiglio regionale sarà riconvocata per chi è malato e
per chi ha avuto difficoltà a partecipare.
Pur
avendo apprezzato tutti gli interventi, compresi quelli animati da grande senso
critico, come l'analisi del consigliere Laghi, considerata l’urgenza e la
necessità, che il tecnicismo lasci spazio anche alla vostra indefessa volontà
di non condividerlo, mi aspetterei un voto anche di non condivisione,
sottolineata, tracciata e pur sempre emendabile perché, come diceva il Presidente,
se qualcosa non funziona, si può sempre migliorare per portare qualcosa di
utile e concreto alla Calabria e ai calabresi. Dall'analisi critica fatta dalla
minoranza, sembrerebbe quasi che la maggioranza voglia fagocitare tutto, ma non
è così!
Non
abbiamo più tempo!
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Comprendo
e condivido le sue parole, Assessore, ma non vorrei che il mio intervento sia
stato male interpretato.
In questo
caso, più che in altri, la forma è sostanza. Non vorrei che si costituisse un
ente e si partecipasse – come diceva il signor Presidente – a finanziamenti e
attività che poi sfumassero in un non nulla a causa dell’illegittimità del
provvedimento approvato da questo Consiglio regionale.
Pertanto,
il mio intervento è di carattere costruttivo, ci mancherebbe altro.
Nessuno
vuole impedire la votazione, ma bensì impedire che si approvi un atto
illegittimo.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Sollecitato
dalle parole dell’Assessore Orsomarso, voglio evidenziare che condivido il
carattere di urgenza del provvedimento di cui, però, è stato contestato il
metodo per lo svolgimento della discussione in Commissione bilancio, che è
durata solo cinque minuti.
Ora,
una cosa è l'urgenza rispetto ai problemi che ci sono e che vanno affrontati,
ma lei chiede perché non abbiamo presentato emendamenti.
Io non
ho avuto la possibilità di emendare questo testo di legge. Ci è stata
consegnata la nuova cartellina con emendamenti scritti a mano! Va benissimo!
Le
urgenze sono urgenze, però non mi chieda perché noi non produciamo emendamenti.
Non lo
facciamo perché non ci è stata data la possibilità di farlo.
Una
cosa è il tema di avere una norma che lo Statuto prevede, perché quando lo
Statuto parla di maggioranza dei componenti del Consiglio regionale è per
evitare che la minoranza presente in Aula possa creare strutture collegate alla
Regione di cui, purtroppo, la nostra Istituzione ha avuto racconti drammatici
negli ultimi 30 anni per responsabilità di tutti.
Mi
sembra un elemento di civiltà come norma non regolamentare, ma statutaria
addirittura. Se ci sono i numeri, si vota. Chiaramente, se c'è la maggioranza
dei componenti, la legge è approvata. Se non si approva, la seduta di Consiglio
regionale si può riconvocare e, magari, anche in quel caso, avremo possibilità
anche di elaborare emendamenti migliorativi, Assessore Orsomarso.
La
mancanza di emendamenti non può essere vista come una responsabilità della
minoranza che non ha avuto la possibilità di produrli.
Questo
serve anche per chiarire i rapporti e i tempi di una discussione che non c'è
stata su questo testo di legge.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne
ha facoltà.
Probabilmente
nel passaggio sugli emendamenti non sono stato chiaro.
Lo
ribadisco, noi abbiamo presentato tre emendamenti che nessuno ha citato. Uno
riguarda la figura del Direttore generale, e visto che si sta iniziando a
ragionare sui numeri, ho fatto un discorso sulla nostra votazione; difatti,
abbiamo detto che se si ascolta l'opposizione, non a parole ma con i fatti – e
lei me lo insegna, Assessore Orsomarso, essendo alla terza Legislatura – nei
rispettivi ruoli si presentano degli emendamenti migliorativi e, in base a come
vengono accolti dalla maggioranza, ci si dichiara favorevoli o meno.
Dei
tre emendamenti presentati: uno prevede l'inserimento nei Comitati di ambito di
Corigliano-Rossano e di Lamezia, che oggi rischiano di rimanere fuori; uno
riguarda la figura del Direttore generale, affinché sia scelto dal Comitato
d'ambito, quindi dai Sindaci, e non dal Presidente della Giunta regionale; il
terzo emendamento prevede la sostituzione del Revisore unico dei conti con un
Collegio di revisori, composto da tre membri.
Questi
non sono salvagenti, ma bensì dei guanti che vi stiamo servendo per migliorare.
Poi, in base allo Statuto, deciderete se forzare o meno.
Cedo
la parola al Presidente della Giunta regionale.
Prego,
presidente Occhiuto.
Credo
che la bellezza di un’Assemblea legislativa sia anche quella di dare a tutti la
possibilità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni attraverso il
voto.
Io vi
fornisco un elemento, poi ciascuno di voi può considerarlo o meno: ci troviamo
di fronte a un bando PNRR che ha scadenza il 19 maggio.
Si
tratta di un bando PNRR che dovrebbe farci recuperare le risorse perse sul ReAct Eu.
Considerato
che non vi è certezza che approvando la legge oggi saremo nella condizione di
partecipare al bando con scadenza il 19 di maggio, ho chiesto al Governo di
prevedere per lo stesso bando una scadenza ad ottobre, che probabilmente si
farà, ma, se non si dovesse fare, ci metterebbe in seria difficoltà.
Già lo
siamo anche se approviamo la legge oggi. Questa è la ragione della fretta.
Non so
se posso parlare per conto della maggioranza, ma visto che la bellezza delle
Assemblee è quella di dare a ciascuno la possibilità di assumersi la
responsabilità delle proprie azioni attraverso il voto, io non me la sento di
sottrarre alla votazione una legge, determinando così la circostanza per cui la
Calabria perda altri 100 milioni di euro per una questione interpretativa che,
peraltro, non ravviso come problematica, perché non stiamo costituendo una
società consortile, ma stiamo semplicemente riorganizzando Autorità che sono
già costituite.
Non me
la sento di assumermi questa responsabilità; pertanto, se il Presidente è
d'accordo, chiedo che il Consiglio regionale si esprima attraverso un voto su
questa legge.
Come
sapete, le nostre leggi sono sempre sottoposte alla valutazione del Governo.
In
tante altre occasioni le leggi della Regione sono state modificate o impugnate
dal Governo perché erano ritenute parzialmente o totalmente illegittime, però
questa è l'interpretazione del consigliere Alecci ma, con tutto il rispetto per
lui, si tratta di un'interpretazione riferita a società consortili o aziende
che si vanno a costituire.
Non
sostituiamo gli ATO e l’AIC con un'altra cosa, ma semplicemente li
riorganizziamo.
Da
questo punto di vista, per quanto mi riguarda – poi ci sono altri con più
competenze delle mie sul piano della produzione legislativa che possono fare le
opportune valutazioni – non ci sono ostacoli normativi e c'è, invece, il
rischio che il Consiglio regionale si assuma la responsabilità di far bucare
alla Calabria un altro bando importante. Chiedo che la legge venga posta in
votazione.
Grazie,
Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente.
Ringrazio
anche il presidente Occhiuto per le delucidazioni che ci ha dato a proposito di
questo bando in scadenza a maggio.
Come
ricorderete, noi abbiamo perso 104 milioni di euro proprio perché l'Autorità
idrica non ha operato bene ai fini della partecipazione al bando.
Credo
che questo oggi non ce lo possiamo più permettere e, pur comprendendo
l'interpretazione che ognuno può fare, consigliere Alecci – ci mancherebbe
altro, al di là se siano interpretazioni notarili o meno – ma oggi non possiamo
non approvare questa legge.
Se
vogliamo, anche in punta di diritto, entrare nel merito, lei ha fatto una
giusta osservazione, ci mancherebbe, che ho voluto anche approfondire, laddove
si parla di nuovi Enti o di nuove società.
In
realtà, l'Autorità d'ambito non è un nuovo ente o una nuova società perché gli
ATO sono già disciplinati dalla legge numero 152 del 2006.
Cosa
facciamo oggi? Anziché suddividere l’ATO in 5 Ambiti, diremo che sarà un unico
ATO regionale e sarà competenza della Regione andare a determinare l’Ambito
territoriale come Ambito regionale anziché provinciale, come è stato finora.
A mio
parere, quindi, non si tratta assolutamente della costituzione di una società o
di un ente. D’altra parte, all'articolo 4, comma 1 del testo si dice proprio
questo, e mi rivolgo anche al consigliere Lo Schiavo.
Come
maggioranza, Presidente, riteniamo che questa proposta di legge si possa
votare.
Tra
l'altro, vorrei aggiungere, che questa proposta di legge è stata discussa anche
nelle rispettive Commissioni: la quarta Commissione, presieduta dal collega
Raso, e la seconda Commissione bilancio e, come ogni provvedimento, è stata
sottoposta alle osservazioni e al giudizio del Settore assistenza giuridica del
Consiglio regionale, di cui ci fidiamo per la sua efficienza e sappiamo bene
che è uno dei migliori d'Italia.
Io mi
fido ciecamente di ciò che è stato stabilito e, quindi, riteniamo che si possa
votare questa legge, che non rientra assolutamente nella casistica annunciata
dal collega Alecci. Grazie.
Grazie,
consigliere Graziano. Chiedo ai Capigruppo di avvicinarsi al banco della
Presidenza. La seduta è sospesa.
La seduta sospesa alle 15,30 riprende alle 16,30
Di concerto con la Giunta regionale, abbiamo deciso di procedere al
rinvio della votazione di questo punto all'ordine del giorno alla prossima
seduta di Consiglio regionale, che già si intende convocata per il 19 aprile
alle ore 15.
(Così resta stabilito)
Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno, la proposta di
provvedimento amministrativo numero 33/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Programma Azione e Coesione (PAC) 2014-2020 della Regione
Calabria. Rimodulazione del Piano finanziario”.
Cedo la parola al consigliere Montuoro per
l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. Porgo un saluto al Presidente della Giunta, al
Presidente del Consiglio, alla Giunta, ai consiglieri e un saluto alla stampa
che, finalmente, ritorna in presenza in quest'Aula.
La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione
di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione Bilancio,
Programmazione economica ed Affari dell'Unione europea, nella seduta del 22
marzo ultimo scorso.
La Commissione consiliare ha esaminato il documento in oggetto ai sensi
dell'articolo 15, comma 2, della legge regionale numero 30 del 2016. Il
provvedimento in oggetto, approvato dall'Esecutivo regionale con deliberazione
numero 63 del 18 febbraio 2022, riguarda la rimodulazione del piano finanziario
del Programma Azione coesione (PAC) 2014/2020.
La delibera nasce dalle esigenze formulate sia dal dirigente del
Dipartimento turismo, marketing territoriale e mobilità sia dal dirigente del
Dipartimento salute e servizi sociosanitari, con le quali si chiede di provvedere
ad una rimodulazione del PAC 2014/2020.
Nello specifico, tale rimodulazione, approvata dal Dipartimento per le politiche
di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede, su richiesta
del Dipartimento salute, l'attivazione all'interno del Programma Azione e
Coesione della misura 9.3.6 bis, nell'ambito dell'Asse 10 "Inclusione
sociale", per un importo pari a 22 milioni di euro, con conseguente
riduzione, per pari importo, dell'Asse 9, misura 9.3.8, per la quale non
sussiste fabbisogno finanziario immediato.
L'introduzione di questa nuova misura è finalizzata a garantire
l'accesso al sistema sanitario, attraverso interventi volti, ad esempio, al
finanziamento degli stipendi di medici e personale sanitario, temporaneamente
impiegato nel contrasto all'emergenza epidemiologica Covid-19.
Analogamente, su richiesta del Dipartimento Turismo, si propone un
incremento di risorse sull'Asse 7, con riferimento all'Obiettivo specifico 7.3,
Azione 7.3.1, finalizzata a "potenziare i servizi di trasporto pubblico
regionale e interregionale su tratte dotate di domanda potenzialmente
significativa”. Tale incremento, pari a 700 mila euro, prevede
una conseguente riduzione per 500 mila euro dell'Asse 9, Misura 9.3.8, e per
200 mila euro dell'Asse 13.
Nel corpo della delibera si chiarisce, inoltre, che la rimodulazione
proposta non comporta una modifica delle priorità strategiche del PAC e delle
risorse ad esse collegate e che, pertanto, sarà garantito il rispetto del
vincolo complessivo di spesa previsto dall'iniziale assegnazione di somme al
Programma.
La rimodulazione in oggetto è stata sottoposta, mediante procedura di
consultazione scritta, al Comitato di coordinamento e la stessa si è conclusa
favorevolmente e senza osservazioni.
Il dettaglio della rimodulazione
è contenuto nello schema inserito nel corpo della delibera in discussione. Grazie.
Non
ci sono richieste di intervento. Pongo in votazione la proposta di
provvedimento amministrativo numero 33/12^ nel suo complesso. Il provvedimento
è approvato.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in Allegati)
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 34/12^, di iniziativa della Giunta
regionale, recante “Piano di azione e coesione (PAC) Calabria 2007-2013.
Approvazione rimodulazione schede di intervento III.6 ‘Politiche attive al lavoro’ e III. 5 “Programma di efficientamento
e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione
delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani nei Comuni costieri della
Regione Calabria”. Approvazione rimodulazione del Piano finanziario.”
Prego,
consigliere Montuoro, ha facoltà di svolgere la
relazione.
Grazie,
Presidente. La proposta di provvedimento
amministrativo è stata licenziata dalla seconda Commissione Bilancio,
Programmazione economica ed Affari dell'Unione europea nella seduta del 22
marzo ultimo scorso.
Il provvedimento in
oggetto, approvato dall'Esecutivo regionale con deliberazione numero 87 del 05
marzo 2022, riguarda la rimodulazione del piano finanziario del Programma
Azione e Coesione (PAC) 2007/2013.
La Commissione consiliare
ha esaminato il documento in oggetto ai sensi dell'articolo 15, comma 2, della
legge regionale numero 30 del 2016.
La Regione Calabria, in
conseguenza dell'aggravarsi della crisi internazionale in atto in Ucraina, ha
ravvisato la necessità e l'urgenza di avviare specifiche iniziative per far
fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini
che arrivano sul territorio regionale, a causa del conflitto bellico in atto
nel Paese.
Il Dipartimento programmazione
unitaria, all'approssimarsi della scadenza del Programma, prevista attualmente
al 31 dicembre 2022, ha avviato una ricognizione sullo stato di attuazione del
PAC 2007/2013, con particolare riferimento alla giacenza di somme eventualmente
prive dell'assunzione di impegni giuridicamente vincolanti.
A seguito di detta ricognizione si è reso disponibile l'importo di
1.210.480,00 di euro da destinare nell'ambito della Scheda III.6 per il
finanziamento del nuovo intervento "Emergenza Accoglienza",
finalizzato all'erogazione di voucher utili a fronteggiare l'emergenza
umanitaria in atto, così da sostenere iniziative volte all'accoglienza dei
cittadini ucraini.
A tal proposito occorre
evidenziare che con successiva delibera di giunta regionale numero 127 del 28
marzo 2022, si è proceduto a rettificare alcuni disallineamenti derivanti da
mero errore materiale contenuti alla predetta scheda III.6, allegata alla DGR
87/2022 in questione, ferma restando la rimodulazione apportata al Piano
finanziario.
Nel corpo della deliberazione 87/2022 si evidenzia, inoltre, che le
altre rimodulazioni nascono dalle esigenze formulate dal Dirigente generale del
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente e dal dirigente generale del
Dipartimento lavoro e welfare.
Su richiesta del Dipartimento Territorio e Tutela dell'Ambiente, si
propone l'incremento della dotazione finanziaria della scheda Nuove Operazioni
III.5, finalizzato all'attuazione di quattro nuovi interventi urgenti
nell'ambito dell'Azione di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle
stazioni di sollevamento dei reflui urbani nei Comuni costieri della Regione
Calabria. Tale incremento, pari a 3 milioni e 500 mila euro, prevede una
conseguente riduzione per 2.789.520,00 euro della scheda III.6 e per 710.480,00
euro della Scheda III.15
Dette modifiche comportano una
conseguente rimodulazione del piano finanziario del PAC 2007/2013 con
redistribuzione di importi nell'ambito del Pilastro 3 "Nuove
operazioni", mantenendo immutato l'importo della dotazione complessiva di
ciascun Asse di programmazione.
Il dettaglio della
rimodulazione al piano finanziario è contenuto nell'Allegato 4 della delibera
87/2022.
Grazie,
consigliere Montuoro. Prendiamo atto che la Giunta
regionale, con deliberazione numero 127 del 28 marzo 2022, ha rettificato e
sostituito l'Allegato 1 della DGR 87, rubricata come proposta di provvedimento
amministrativo numero 34/12^.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Intervengo giusto per sottolineare due passaggi. È del 5
marzo la delibera di Giunta con la quale vengono - e quindi faccio un plauso
alla Giunta - stanziati dei fondi per l'accoglienza degli ucraini, purtroppo, a
seguito del conflitto; una parte per dei voucher, quindi per dei sostegni che
la Protezione civile deve mettere in campo in maniera immediata anche dal punto
di vista delle prime necessità, un'altra parte per quanto riguarda invece la
ricerca di alloggi in cui poter ospitare queste persone. Però mi sembra che, a
distanza di un mese e mezzo, ad oggi non è stato messo in piedi nessun avviso
al quale i Comuni e gli enti possono partecipare per offrire i propri alloggi.
Ho
ricevuto diverse sollecitazioni da tanti Sindaci dei territori che hanno delle
strutture che possono accogliere queste persone per le quali vanno fatti
soltanto piccoli lavori di manutenzione, come la delibera di Giunta indica,
però al momento, purtroppo, sono in attesa che ci sia un avviso al quale poter
partecipare. L’auspicio è quindi che questo intervento che la Giunta regionale
ha ideato e ha pensato - e che noi accogliamo favorevolmente - si possa poi
esplicare in termini rapidi.
Volevo
sottolineare, invece, l'aspetto per quanto riguarda i fondi messi a
disposizione per lo smaltimento dei fanghi, senza farne una ragione
campanilistica perché va benissimo aiutare quella che è la fascia tirrenica che
purtroppo è stata quella che ha sofferto di più le scorse stagioni estive, però
c'è un impegno da parte del signor Presidente della Giunta regionale a
sostenere anche tutti gli altri Comuni costieri che hanno difficoltà sulla
depurazione. A tal proposito, voglio sottolineare ciò che di gravissimo è
accaduto nella Regione Calabria: il Dipartimento infrastrutture e lavori
pubblici scrive, a giugno del 2020, sottolineando 22 interventi urgenti per
depuratori sottoposti a sequestro o che rischiavano di essere sottoposti a
sequestro, per i quali si chiedeva appunto al Dipartimento della
programmazione, al Dipartimento bilancio finanze e patrimonio, all'Assessorato
al ciclo integrato delle acque, quindi all'ambiente, di intervenire. Si erano
messi a disposizione 9 milioni di euro.
Purtroppo,
però, oggi nel finanziamento, ricevuto tramite il CIPE, per 125 impianti sul
territorio, guarda caso mancano proprio i 22 interventi che la Regione stessa
diceva fossero prioritari. Quindi un paradosso! La Regione, il Dipartimento
regionale lavori pubblici scrive agli altri Dipartimenti, tra i quali quello
all'ambiente, dicendo: “Guarda che questi 22 depuratori sono quelli in somma
urgenza che subito vanno risistemati in attesa che arrivi la stagione estiva”.
La Regione che fa? Finanzia la depurazione, lasciando fuori proprio questi 22
che erano prioritari.
Allora
chiedo che ci sia maggiore attenzione anche per quelle che sono le procedure
messe in piedi da parte dei Dipartimenti, perché la prossima stagione estiva
che sta arrivando vedrà 22 impianti sequestrati, 22 impianti che purtroppo funzionano
male, che erano prioritari e che sono rimasti fuori dai finanziamenti. Ne sono
stati finanziati ben 125. Allora io chiedo al presidente Occhiuto uno sforzo
ulteriore - come ha fatto, e ha fatto bene, per la gestione e lo smaltimento
dei fanghi, stanziando 3,5 milioni di euro - di trovare anche le coperture
finanziarie per andare incontro a questi Sindaci e a quei cittadini che hanno
il diritto di potersi fare il bagno in un mare pulito. Grazie.
Grazie, collega Alecci. Pongo
in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto quattro: proposta di
provvedimento amministrativo numero 38/12^ di iniziativa della Giunta regionale
recante “PR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027.
Approvazione del documento finale “Strategia di Specializzazione Intelligente 2021/2027”, della Relazione di
autovalutazione dell'assolvimento della condizione abilitante “Buona governance della S3” e dei relativi Annex”.
Il consigliere Montuoro può svolgere la relazione.
Prego.
Grazie, Presidente. Si tratta
dell’atto propedeutico all'approvazione del documento finale del Por Calabria
del 2021-2027. La proposta è stata licenziata nella seconda Commissione nella
seduta del 4 aprile ultimo scorso.
Il
provvedimento in oggetto, approvato dall'Esecutivo regionale con deliberazione numero
121 del 28 marzo 2022, riguarda "PR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027.
Approvazione del documento finale "Strategia di Specializzazione
Intelligente 2021/2027", della Relazione di autovalutazione
dell'assolvimento della condizione abilitante “Buona governance della S3" e
dei relativi Annex”.
La Commissione consiliare ha
esaminato il documento ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale numero
30 del 2016 che disciplina la partecipazione della Regione Calabria al processo
normativo europeo e all'attuazione delle politiche euro-unitarie. Ai lavori
della Commissione ha partecipato anche il Dirigente generale del Dipartimento programmazione
unitaria, dott. Nicolai, il quale ha dettagliato i
contenuti del nuovo Programma Operativo Regionale plurifondo
FESR/FSE per il ciclo di programmazione 2021-2027, anche con riferimento alla
Strategia di specializzazione intelligente (S3), e ha reso i chiarimenti
richiesti.
La delibera in oggetto
chiarisce che dal 2014 le Regioni adottano lo strumento della "Strategia
di specializzazione intelligente (S3)", quale strategia trasversale ai
fondi strutturali e agli strumenti di programmazione regionali, per individuare
obiettivi, priorità, azioni in grado di massimizzare gli effetti degli
investimenti in ricerca e innovazione, puntando a concentrare le risorse sugli
ambiti di specializzazione caratteristici di ogni territorio per l'utilizzo
delle risorse dei fondi strutturali.
Il Regolamento (UE) 2021/1060
prevede, con riferimento ai singoli obiettivi di Policy, condizioni abilitanti,
il cui soddisfacimento deve essere valutato in fase di elaborazione del
Programma Regionale e il cui mantenimento deve essere garantito per l'intero
periodo della programmazione. Nel corpo della delibera si specifica che
l'approvazione del documento "Strategia
di specializzazione intelligente regionale 53 2021-2027 della Regione
Calabria”, unitamente alla "Relazione di autovalutazione
dell'assolvimento della condizione abilitante "Buona governance
della S3" e gli Annex di approfondimento, costituisce
condizione abilitante ai fini della predisposizione e dell'approvazione del
Programma Regionale dei fondi strutturali 2021-2027. I predetti documenti
potranno essere integrati e aggiornati sulla base dei contributi che potranno
emergere dalle consultazioni con i servizi della Commissione UE.
Grazie, collega Montuoro. Non ci sono altre richieste di intervento. Pongo
in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo al punto 5 all’ordine del giorno: proposta
di provvedimento amministrativo numero 40/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante “Piano Sviluppo e Coesione
(PSC) della regione Calabria approvato dal CIPESS nella seduta del 29 aprile 2021 con delibera n. 14 (G.U. SG n.190
del 10 agosto 2021). Sezione Ordinaria. Riprogrammazione risorse FSC. Presa
d'atto determinazioni del CDS PSC Calabria”. Prego, consigliere Montuoro, può svolgere la relazione.
Grazie, Presidente. La
proposta di provvedimento amministrativo è stata licenziata dalla seconda
Commissione bilancio, programmazione economica ed affari dell'Unione europea
nella seduta del 4 aprile.
Il provvedimento in oggetto è
stato approvato dall'Esecutivo regionale con deliberazione numero 119 del 28
marzo 2022 e riguarda il Piano di Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria,
approvato con delibera numero 14 del 2021 del Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica e Sviluppo Sostenibile (CIPESS).
La Commissione consiliare ha
esaminato il documento in oggetto ai sensi dell'articolo 15, comma 2, della
legge regionale numero 30 del 2016 che disciplina la partecipazione della
Regione Calabria al processo normativo europeo e all'attuazione delle politiche
euro-unitarie.
La deliberazione in oggetto,
dopo aver dato atto dell'avvenuta istituzione del Comitato di sorveglianza del
PSC, nonché della individuazione dell'Autorità responsabile del PSC, chiarisce
che il predetto Piano soggiace alla legge n. 87 del 17 giugno 2021 il cui
articolo 11 novies
prevede espressamente l'obbligo di generare impegni giuridicamente vincolanti
entro il 31 dicembre 2022.
Proprio a seguito di ciò,
l'Autorità responsabile del PSC ha avviato una consultazione interna tra tutti
i Dipartimenti regionali e i soggetti che hanno un ruolo nell'attuazione del
Piano dalla quale è emerso che il Dipartimento Presidenza ha richiesto
l'iscrizione sul tematismo 2 di 13 milioni di euro
per una nuova operazione nell'ambito del PSC per l'intervento denominato
"Numero Unico europeo (NUR) 112 con Centrale Unica di risposta" e che
lo stesso Dipartimento Presidenza, unitamente a quello Tutela della Salute, ha
richiesto l'iscrizione sul tematismo n. 2 di 9
milioni 760 mila euro per la nuova operazione nell'ambito del PSC per
l'intervento denominato "Sanità digitale".
Contestualmente il
Dipartimento tutela dell'ambiente ha indicato le operazioni da deselezionare
sul PSC Calabria afferenti alla tematica 5.2 risorse idriche.
Pertanto, al fine di garantire
l'obbligo di generare impegni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre
2022, si è resa necessaria una variazione del quadro finanziario generale,
mediante l'incremento dell'area tematica 2 Digitalizzazione, Azione 2.1, per un
importo pari a 22.760.555,22 euro con operazioni in grado di conseguire
obbligazioni giuridicamente vincolanti nei termini di legge, e una contestuale
riduzione di pari importo dell'Area Tematica Risorse Naturali, azione 5.2,
nella quale figurano interventi non in grado di conseguire obbligazioni
giuridicamente vincolanti entro il corrente anno.
Nel corpo della delibera si
chiarisce inoltre che è stata avviata la procedura di consultazione scritta, ai
sensi dell'art. 7 del Regolamento interno del Comitato di Sorveglianza,
relativa all'approvazione della metodologia e dei criteri di selezione delle
nuove operazioni e alla variazione del quadro finanziario e che la stessa si è
conclusa in data 28 marzo 2022. Grazie.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci.
Ne ha facoltà.
Grazie, signor
Presidente. Chiedo ai colleghi se hanno letto il testo che si sta per
approvare, perché si è parlato fino ad ora di risorse idriche, ma forse vi è
sfuggito che con questo provvedimento verranno sottratti dalla programmazione,
dal FSC, 22 milioni di euro per impegnarli altrove. Sapete da dove vengono
tolti questi 22 milioni di euro? Ve lo dico subito: dall'area tematica 05,
Ambiente e risorse naturali, e 05.02, Risorse idriche.
Grazie, collega Alecci. Ci sarà sicuramente
una spiegazione. Prego, assessore Orsomarso.
Rispondo in
maniera puntuale, per quanto non rientri fra le mie deleghe.
Poi, è ovvio che di risorse ne servirebbero
tantissime, anche per ripulire dall'amianto la Calabria.
Per cui non è una scelta, è optare per quello
che si poteva fare.
Grazie, assessore Orsomarso. Prego,
consigliere Alecci, ha due minuti per la replica.
Ringrazio l'Assessore
per la risposta.
Grazie,
collega Alecci. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il
provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto 6: proposta di provvedimento
amministrativo numero 41/12^, d’iniziativa della Giunta regionale, recante
“Adozione del Programma Regionale Calabria FESR/FSE Plus 2021-2027, in
attuazione del Reg. (CE) n. 1060/2021 e del Rapporto Ambientale di VAS”. Prego,
consigliere Montuoro, ha facoltà d’illustrarlo.
Grazie, Presidente. Parliamo dell'approvazione
del PR Calabria 2021-2027 e, nello specifico, degli obiettivi principali di
Policy indicati nel documento.
La proposta di provvedimento amministrativo è
stata licenziata dalla seconda Commissione nella seduta del 4 aprile; il
provvedimento è stato approvato dall’Esecutivo regionale con deliberazione
numero 122 del 28 marzo 2022 e riguarda l'approvazione della proposta di
Programma Regionale Calabria FESR-FSE plus 2021-2027 e del Rapporto Ambientale
con rispettivamente l’Allegato 1 e l’Allegato 2 della liberazione in oggetto.
La Commissione consiliare ha esaminato il documento ai sensi dell'articolo 14
della legge regionale numero 30 del 2016 che disciplina la partecipazione della
Regione Calabria al processo normativo europeo e all'attuazione delle politiche
euro unitarie. Ai lavori della Commissione ha partecipato il dirigente generale
del Dipartimento programmazione unitaria, dottor Maurizio Nicolai,
il quale ha dettagliato i contenuti del nuovo Programma operativo regionale plurifondo FESR - FSE per il ciclo di Programmazione 2021-
2027 e reso i chiarimenti richiesti.
Nel corpo della delibera si specifica che, ai
sensi del Regolamento Ue 2021/1060, entro tre mesi dalla presentazione
dell'Accordo di partenariato alla Commissione Europea, è necessario definire e
presentare alla stessa la proposta di Programma regionale. La Commissione
Europea valuta la conformità del Programma regionale ai regolamenti europei e
la sua coerenza con l’Accordo di partenariato e può formulare osservazioni
entro tre mesi dalla presentazione del Programma.
Il Programma potrà quindi subire modifiche e
integrazioni al fine di adeguarlo alle predette osservazioni. La Commissione
Europea approverà il Programma entro 5 mesi dalla data di presentazione dello
stesso.
Il provvedimento si inserisce, dunque, nel
percorso di definizione e stesura del Programma regionale FESR - FSE plus,
relativo al periodo di programmazione 2021-2027. Il nuovo ciclo di
programmazione tiene conto del quadro socio-economico calabrese e mira a
recuperare il divario esistente con altre realtà regionali. È delineato
nell'ottica di valutare le potenzialità della Calabria e intervenire sui limiti
rispetto ai futuri scenari competitivi, definendo i percorsi che potranno
essere seguiti nei prossimi anni per riqualificare la Regione Calabria.
La nuova programmazione concentrerà le proprie
risorse su 5 obiettivi di Policy, 5 obiettivi politici, e si tratta di 5 grandi
traguardi, sintetizzati in modo evocativo e che definiscono le politiche di
sviluppo in un'ottica di semplicità, flessibilità ed efficienza.
Andiamo ad analizzare quelli che sono i 5
obiettivi di Policy contenuti all'interno del programma:
una Calabria più intelligente, con una
dotazione finanziaria di 680.498.735,00 euro, mediante l'innovazione e la
digitalizzazione, la trasformazione economica e il sostegno alle piccole
imprese; all'interno dell'obiettivo Policy numero 1 ci sono 5 Obiettivi
specifici e la strategia riguarda: ridurre il gap con le altre Regioni; accrescere il numero e le dimensioni
delle imprese innovative nei settori ad alta intensità di conoscenze;
migliorare la competitività delle imprese; ridurre il digital divide dalle imprese; incrementare la quota di imprese attive nel
commercio elettronico; migliorare la capacità di governo e di riorganizzazione
dei servizi sul territorio attraverso le tecnologie digitali; rendere il
capitale umano adeguato alle nuove sfide.
L’obiettivo di Policy numero 2: una Calabria
più verde, priva di emissione di carbonio, grazie agli investimenti nella
transizione energetica, nelle energie rinnovabili, nella lotta contro i
cambiamenti climatici. Questo obiettivo ha una dotazione finanziaria molto
importante, poco più di 723 milioni per l'ambiente, più 127.593.512,00 euro per
la mobilità urbana sostenibile. La strategia riguarda: promuovere l'autoconsumo
e la costituzione di comunità energetiche anche con finalità di contrasto del
fenomeno della povertà energetica; promuovere tecnologie di integrazione di
energia da fonti rinnovabili per seguire la gestione sostenibile delle risorse
idriche, principalmente mediante il miglioramento della qualità dei servizi;
promuovere i temi della prevenzione e riduzione dei rifiuti sul riutilizzo, sul
riciclo e sul recupero; incentivare gli interventi per migliorare la qualità
del verde pubblico e degli spazi pubblici attrezzati a livello urbano;
migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi ai cittadini e la riduzione degli
impatti sulla qualità dell'aria nelle città.
Obiettivo di Policy numero 3: una Calabria più
connessa che prevede uno sviluppo e il rafforzamento della mobilità locale e
regionale, per una dotazione finanziaria complessiva di 413.159.946,00 euro. La
strategia prevede: rafforzare in modo inclusivo ed ecosostenibile dotazioni
infrastrutturali di connettività trasportistica per persone e merci; promuovere
una riqualificazione selettiva degli archi stradali; sostenere il rinnovo del
materiale rotabile circolante; promuovere interventi concernenti il
potenziamento e le connessioni su Ferro verso i nodi urbani; migliorare le strutture
portuali, attraverso interventi mirati a valorizzare i porti strategici
regionali; sostenere l'elettrificazione e la sicurezza delle linee ferroviarie,
in complementarità con quanto previsto e programmato in ambito nazionale.
Obiettivo di Policy numero 4: una Calabria più
sociale che sostenga l'accesso al mercato del lavoro dei giovani e delle donne,
l’istruzione, le competenze professionali, l'inclusione sociale e che miri a
ridurre le disuguaglianze. La dotazione finanziaria 291.642.315,00 di euro ai
quali si aggiunge il fondo FSE di circa 700 milioni che è il maggiore importo
di sempre. La strategia prevede: il rafforzamento e l'integrazione di tutte le
forme di sostegno alle persone per l'inclusione; rafforzare il sistema delle
competenze, l'istruzione e le infrastrutture sociali a sostegno delle persone;
migliorare l'accessibilità e la qualità dei servizi ai cittadini per ridurre le
diseguaglianze; sostenere e promuovere l'occupazione giovanile, la
partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre il gender gap occupazionale; superare la
logica ospedale centrica, ripensando alla continuità assistenziale in termini
di prossimità e trasformazione digitale; puntare sul turismo sostenibile, la
cultura, l’innovazione sociale e l'inclusione sociale.
Una Calabria più vicina ai cittadini, obiettivo
di Policy numero 5, che miri alla rigenerazione urbana, attraverso strategie
territoriali che promuovono le città sostenibili, sostenendo modelli di
produzione che facciano perno sull'economia circolare, incentivando la mobilità
sostenibile. Una dotazione finanziaria di 194.428.210,00 euro. All'interno vi
sono 2 obiettivi specifici OS5.1 e OS5.2. La strategia prevede: la promozione
delle città sostenibili e la rigenerazione urbana; promuovere l'innovazione
digitale e sociale; promuovere l'inclusione sociale e l'accesso ai servizi
socio-sanitari; promuovere il turismo sostenibile, la cultura l'economia
creativa; incentivare modelli di produzione che facciano perno sull'economia
circolare e sulle biotecnologie; incentivare la mobilità urbana sostenibile.
Un documento programmatico che è pari a 3,17
miliardi di euro. Un'occasione importantissima per la Calabria, considerando
anche gli altri strumenti finanziari che saranno a disposizione della nostra
Regione per cercare di mettere in campo una progettazione, dei progetti che
siano all'altezza di risolvere tutte le problematiche del nostro territorio.
Abbiamo fatto un’interessantissima discussione in Commissione e devo dire che
un dato molto significativo è stato il fatto che l'informativa alla seconda
Commissione consiliare è stata effettuata ancor prima che il documento venisse
approvato dalla Giunta regionale. C'è stato un grande lavoro da parte del
Dipartimento.
Ora ovviamente il documento sarà oggetto della
seconda procedura negoziale con la Commissione europea che ha 3 mesi di tempo
per fare le osservazioni altri poi altri 60 giorni da parte della Regione per
adeguarsi alle eventuali osservazioni che provengono dalla Commissione Europea.
Un altro dato molto importante e significativo,
Presidente, è che per la prima volta siamo tra le prime Regioni in assoluto ad
aver presentato il Programma, ad aver concluso il primo ciclo negoziale, ciclo
negoziale che è stato anche oggetto poi successivamente di partenariato
istituzionale e socio-economico, dove si è registrata la soddisfazione di tutti
gli attori protagonisti e che sicuramente è stato apprezzato il grande lavoro
svolto dal Dipartimento e dalla Giunta regionale in merito al documento di
programmazione. Ricordiamo anche un’altra cosa: che in alcune Regioni il
documento non viene proprio discusso in Consiglio, ma è la Giunta direttamente
che se ne fa carico e porta avanti tutta la fase procedurale. Quindi, è
un'occasione in più per discutere e confrontarsi sulle opportunità da cogliere
rispetto a questo importantissimo strumento finanziario. Grazie.
Grazie, collega Montuoro.
Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha
facoltà.
Credo che, quando i tecnocrati dell'Europa
leggeranno questo documento, si complimenteranno per il lavoro svolto in
Calabria, perché dal punto di vista tecnico, burocratico è un
documento ineccepibile in quanto tiene conto delle normative e del quadro di
riferimento comunitario; quindi chi l'ha redatto è stato molto bravo ed è stato
anche pedissequamente coerente con i dettami che vengono indicati dall'Unione
Europea.
Che cosa si evince, però, da questo documento? Manca la
politica. La politica non è pervenuta!
In questo documento manca un’anima, un orizzonte
strategico, che pure questa maggioranza e il suo Presidente nella relazione
programmatica di insediamento aveva suggerito, indicando qual era l'orizzonte
anche nel merito dell'utilizzo dei Fondi comunitari. Tuttavia, in questa
operazione, rappresentata dal documento strategico più importante che
probabilmente l’Aula licenzierà, la politica non è pervenuta, è assente, e il
documento ci consentirà di utilizzare esclusivamente le risorse che ci saranno
assegnate.
Per arrivare dove? Per fare cosa? Per raggiungere quali
obiettivi, Assessore?
Bisogna partire dal presupposto che non basta essere i primi ad
approvarlo, perché quando l'attuale Presidente della Regione era Vicepresidente
del Consiglio, anche all'epoca è stata approvato un POR che è stato definito
uno dei migliori delle Regioni, ma il quadro economico sociale e tutti gli
indicatori negativi sono qui a dimostrare che non basta definire il miglior
POR, non basta essere i primi ad approvarlo, ma bisogna capire qual è il contenuto
strategico del documento, quali sono le ricadute concrete e reali che noi
determiniamo sulle condizioni di vita e di lavoro dei calabresi, altrimenti
spendiamo delle risorse per raggiungere target
di spesa; non credo che il compito di governare una Regione sia quello di
raggiungere i target di spesa, bensì,
come ha anche positivamente detto il Presidente, quello di misurarsi sulle
criticità, sui problemi e sulle difficoltà che ci sono e cercare di avere degli
effetti e delle ricadute positive perché, dopo anni di utilizzo di risorse, se
gli indicatori occupazionali, sociali, il PIL (Prodotto interno lordo) pro
capite più basso delle Regioni d'Europa restano quelli che sono, significa che
queste risorse non hanno prodotto gli effetti e gli obiettivi sperati.
Anche qui, abbiamo avuto una discussione veloce in
Commissione, lo diceva anche il presidente Montuoro,
di cui apprezzo anche le modalità con cui ha svolto la discussione e anche
l'informativa preliminare – debbo dire la verità – con il dirigente preposto,
prima dell'approvazione della Giunta regionale; però, parliamoci chiaramente,
anche questa cosa che viene detta, è una non verità; non è vero che nelle altre
Regioni il POR non viene discusso in Consiglio o in Commissione.
Dove non lo si discute, si pratica la cultura della
concertazione, che è una cosa diversa da quello che avete praticato voi, cioè
l'informazione con cui ci informate che avete prodotto un documento.
L’informazione consiste nel dire: “Noi utilizzeremo 3
miliardi di euro per i prossimi sei anni e faremo una serie di azioni e di
iniziative”. No! La concertazione è un'altra cosa!
Concertare significa chiamare tutti gli attori che
interagiscono in un territorio, in una Regione, concordare gli obiettivi e
condividerli.
Si tratta di un'altra cosa, di un altro metodo
culturalmente e politicamente assai diverso dall’informazione che voi avete
praticato.
Perché è un documento eminentemente di natura
tecnico-burocratica?
State dicendo che siamo i primi ad approvarlo a fronte di
chissà quale vantaggio competitivo. Nessuno!
Se questo documento non sarà inserito sulla piattaforma
il 17 ma il 30 aprile, non cambierà nulla, non stravolgerà nulla, non
scompaginerà nulla dal punto di vista delle problematiche e delle ricadute
economiche, sociali e occupazionali della Regione Calabria.
Dunque, su questo tema, su questo documento
strategicamente importante per la Calabria che, come diceva il Presidente,
prevede circa 3 miliardi, sarebbe stato forse più utile ragionare con
l'opposizione e coinvolgere anche il partenariato, perché quando dite che il
partenariato è stato coinvolto, vi vorrei ricordare che vivo nei territori,
conosco le dinamiche; il partenariato è stato convocato a giugno 2021 in una
prima riunione preliminare dove, per capirci, nessuno sapeva ancora qual era
l'orizzonte e – se vogliamo essere chiari tra di noi per rispetto
dell'intelligenza delle persone che siamo – nemmeno adesso.
Il riferimento che noi abbiamo è l'approvazione
dell'Agenda 2030 dell'ONU, che è una cosa che è stata approvata nel 2015, e voi
capite bene cosa significa sul piano economico e sociale una cosa approvata nel
2015!
È cambiato il mondo e non solo a causa dei fattori che
hanno scatenato e che hanno portato l'elaborazione di alcuni passaggi, come il
Covid-19, ma anche l'invasione dell'Ucraina ha ulteriormente indebolito il
tessuto produttivo, economico e sociale delle nostre regioni.
Stiamo attenti, perché ci sono imprese che hanno sospeso
l'attività produttiva.
L'aumento del costo delle materie prime e dell'energia,
la diminuzione dell'export metteranno in ginocchio la tenuta del sistema
economico e produttivo della regione.
Per questo il documento deve tenere conto e si deve
collegare con la realtà che c'è nel mondo economico e sociale delle regioni.
Quindi è questo il quadro di riferimento nel quale noi
abbiamo lavorato – dico abbiamo come Istituzione – è questo il quadro di
riferimento!
Non basta essere primi e fare un elenco di azioni e di
priorità, ma bisogna costruire un’anima, una visione strategica, una visione di
sviluppo che aggredisca quelle che sono le criticità che tutti quanti
effettivamente conosciamo; poi non lo dico io, perché il mio può essere,
giustamente, un giudizio o un’opinione di un consigliere che ha contezza nel
territorio.
Per quanto riguarda il coinvolgimento, dopo quella prima
riunione del 30 giugno dell'anno scorso e alcuni tavoli tematici che si sono
tenuti, mi sembra tra il 28 e 29 luglio del 2021, c’è stato un altro confronto
su alcuni tavoli tematici nel 2022 e la riunione plenaria del 18 marzo. Andate
a vedere chi c'era! Le maggiori organizzazioni sindacali non erano presenti,
non era presente Confindustria, non erano presenti organizzazioni di categoria
importantissime; quindi, state facendo dei passaggi tecnico-burocratici che non
tengono conto del fatto che queste organizzazioni e queste categorie
partecipano di più, per capirci, quando si fanno i bandi.
Allora lì sono più interessate, ma quando si tratta di
dare un giudizio sull’insieme dell'impianto – questi sono i dati – molte di
queste categorie non hanno partecipato.
Questo è il punto politico vero su cui bisognerebbe
ragionare e intraprendere un dialogo propositivo e positivo, come abbiamo fatto
sull'altra legge che si doveva approvare su nodi e su asset strategici fondamentali
della Regione.
Debbo dire la verità, non sono dispiaciuto del rinvio,
anzi, lo considero un atto di sensibilità e anche di grande responsabilità
perché a volte una settimana in più, una settimana in meno non cambia, non
modifica, non cambiano le sorti della Regione, ma quella ragionevolezza
necessaria, quell'ascolto reciproco, ci può aiutare a governare meglio i
processi che sono di natura epocale.
Qui non è in gioco la capacità del Presidente e della sua
maggioranza di saper governare questo documento strategico e determinare
ricadute positive per la Regione, ma bensì la credibilità dell'insieme della
classe dirigente calabrese; proprio per questo, nessuno si può arroccare il
diritto di decidere per gli altri.
Bisogna ascoltare, ragionare e riflettere, perché se si
ragiona e si riflette con tutti gli attori che interagiscono e che
rappresentano degli interessi, anche confliggenti tra di loro, alla fine si
possono individuare e trovare quelle soluzioni utili e necessarie che ci
aiutano a rendere anche coerente l'utilizzo di queste risorse importantissime
di 3 miliardi di euro.
Anche qui, quale deve essere il ruolo di una Regione?
Quello di far spendere le risorse e di utilizzare tutti
questi strumenti senza farli interagire tra di loro, Assessore?
Avete fatto in maniera positiva questi Stati generali a
cui, purtroppo, per impegni non ho potuto partecipare, però apprezzo quando si
organizzano momenti di riflessione con quell’approccio di visione di sistema;
poi, sui temi si può ragionare, non condividere.
Su questi temi, però, vorrei che ci apprestassimo a
ragionare in maniera organica e seria. Non lo dice l'osservatorio del
consigliere regionale che la Regione Calabria non ha garantito e non
garantisce, secondo me, la coerenza tra i fondi 2021-2027, il PNRR, e anche i
fondi precedenti.
Non è che i fondi precedenti che si stanno chiudendo e
quelli che si stanno spendendo sono un'altra cosa, o sono a prescindere, o
quelli non c'entrano nulla.
Non è che l'aumento delle risorse ordinarie, oggi al 34
per cento, dei trasferimenti ordinari non c'entrano nulla, piuttosto che i
fondi del Sud 2030.
E no!
Io credo che la sfida e il compito di un governo
regionale sia quello di coordinare, promuovere, programmare e pianificare lo
sviluppo territoriale di una dimensione regionale, aiutando i Comuni che devono
garantire la messa a terra dei progetti e che, per carenza di personale, non
sono nelle condizioni di poterlo fare.
Cari consiglieri, non è che il mio punto di vista, che ci
può stare, è legittimo in una dialettica politica, diceva molto bene in un
passaggio il presidente Occhiuto.
Questo è il documento, vi prego di leggerlo!
Voglio leggere questo passaggio che è scritto nel
documento, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che è la posizione del consigliere
Mammoliti. Leggetelo!
“Corrispondenza con misure PNRR: campi di intervento”. Le
parole riportate: “Le principali difficoltà incontrate sono state la
corrispondenza parziale nella maggior parte dei casi tra le misure del PNRR, le
tipologie di azione del Por e la genericità delle descrizioni di molte azioni
del Por, visione ricevuta eccetera eccetera… che riportano nella descrizione
molto spesso un elenco di possibili interventi a titolo esemplificativo e, in
alcuni casi, a titolo esemplificativo e non esaustivo”.
Questo non è un pensiero e un punto di vista del
consigliere regionale Mammoliti, bensì uno dei
passaggi contenuti nel documento strategico che è stato approvato dalla
Commissione, licenziato dalla Giunta regionale e che viene riportato, perché
giustamente chi ci guarda da un altro livello vuole, dice, chiede che queste
risorse interagiscano con la coerenza dovuta con gli altri strumenti, a partire
da quello del PNRR.
La sfida è epocale per questa ragione, perché noi abbiamo
una quantità di risorse e di strumenti che forse non c'è mai stata nella
Regione Calabria e non so se si ripeteranno mai questa quantità di risorse e di
strumenti.
Per questo dico che non possiamo, non potete fallire, e
non vi potete assumere la responsabilità di decidere su un documento strategico
così importante per le condizioni economiche, sociali e produttive della
Regione, con un passaggio nella Commissione bilancio, in cui è arrivato il 30
marzo e il 4 aprile è stato approvato, in tre giorni, un documento di 800 pagine!
Anche qui, dimostrate di voler ascoltare, di voler
collaborare, di voler veramente affrontare i temi e le criticità della
Calabria, perché se questo documento viene inserito in piattaforma il 17 o il
20 aprile, non cambia nulla, e io ho anche suggerito, ho anche avanzato delle
proposte molto concrete che sono state elaborate, perché i tecnici che redigono
il Piano, nella coerenza prevista da Bruxelles, “ics” risorse le possono
impiegare in un modo o in un altro.
Qua è la sfida della politica! Questa è la sfida della
politica: orientare le risorse. Dove le vogliamo utilizzare?
Prendo il capitolo dell'Obiettivo ambiente: 700 milioni
di euro su 3 miliardi – parliamo del capitolo ambiente – 700 milioni di euro! Andate
a leggere il documento, perché bisogna leggerlo! Non viene mai riportata la
parola “incendi”.
Stiamo parlando di ambiente: la parola “incendio” non
viene mai nominata; eppure la Calabria l'anno scorso ha bruciato un patrimonio
boschivo enorme.
Ci possiamo accontentare della stesura tecnico-burocratica
di un documento così importante? Non esiste, per quanto mi riguarda! È fuori
dal mondo!
Ecco, dove deve entrare in campo la politica – chiudo,
Presidente –: utilizzare 700 mila euro, non per comprare canadair o elicotteri
per spegnere il fuoco, ma per assumere lavoratrici, lavoratori, tecnici,
ingegneri per presidiare il territorio ed evitare l'incendio.
Ecco dove deve entrare in campo la politica!
Non è che non è scritto bene quel capitolo! Quel capitolo
è scritto bene, ma la scelta politica deve saper orientare la scelta di dove
devono essere destinate le risorse. Anche sul lavoro, Presidente, sulle
politiche sociali: quasi un miliardo di euro su 3 miliardi, un terzo di tutte
le risorse.
Anche qui, vorrei ricordare, in maniera positiva, che a
dicembre, grazie ad una interlocuzione, abbiamo approvato un ordine del giorno
in questo Consiglio regionale.
È vero che l'ordine del giorno non è una legge, non è un
impegno ma, comunque, indica e suggerisce una volontà del Consiglio e della
maggioranza.
Abbiamo approvato un ordine del giorno che prevede che
entro 90 giorni il governo regionale avrebbe varato, previo confronto con le
forze sociali, un Piano straordinario per il lavoro.
Anche qui, queste risorse debbono essere orientate a
costruire in Calabria un grande Piano straordinario per il lavoro, per dare
prospettive a tantissimi giovani che stanno andando via e che stanno
abbandonando la Calabria.
Ecco, solo attraverso queste valutazioni, chiedo a voi
del governo regionale, della Giunta regionale, al presidente Mancuso,
di valutare, considerato che c'è stato un rinvio e abbiamo già convocato una
seduta di Consiglio per martedì, e su questo tema sfidare la minoranza e dire:
“Cara minoranza, ti diamo una settimana di tempo, martedì vieni, ci porti delle
proposte, se sono delle proposte utili che aiutano, che rafforzano, che
irrobustiscono la prospettiva e il contenuto strategico di quel documento,
lavoreremo e li accoglieremo”. Altrimenti significa che vuoi fare solo polemica
per partito preso.
Da questo punto di vista, l’appello che farei è
questo: non licenziamo il documento, che è molto importante, questa sera,
prendiamoci un'altra settimana di riflessione e ognuno come gruppo - io parlo
per il gruppo del PD - in qualche modo si impegna a presentare delle proposte
concrete.
Mi dispiace per il presidente Occhiuto che non
c'è, ma io glielo dico affettuosamente perché gli riconosco grande qualità
politiche e lo sa, lo dico senza peli sulla lingua: gli editti della Regione,
purtroppo, sono molto perentori. Li capisco, però, in subordine, quando sarete
chiamati - come abbiamo visto, abbiamo rimodulato una serie di misure, perché
poi quando non c'è la coerenza, la corrispondenza si rimodulano le risorse - a
rimodulare, cercate, quantomeno per tempo utile, di coinvolgere gli attori e
anche l'opposizione, per realizzare degli obiettivi strategici importanti, in
grado di migliorare concretamente le condizioni di vita e di lavoro di tutti
quanti i calabresi. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere. Ha chiesto di intervenire
l’Assessore Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo e rispondo in primis da consigliere.
Le dico, collega Mammoliti,
con tutta la simpatia che le porto, che il mestiere dell’opposizione l'ho fatto
per tanti anni. Penso di averlo fatto meglio, perché una maggioranza va
stimolata su punti specifici. Intervengo perché ci sono degli errori di
memoria, che è ovvio che non le possano appartenere, e provo a rappresentarvi
anche la difficoltà che come Assessore e come maggioranza stiamo vivendo e che
va condivisa con la minoranza. Non a caso lei era assente a quella riunione
convocata proprio per sentire la minoranza. Ringrazio la consigliera Amalia
Bruni che, con il personale della sua struttura, penso fosse l'unica della
minoranza presente. Non so se mi sia sfuggito qualcuno. C'era anche il collega.
Concordo con la portata di questo documento. La
Calabria ha avuto in passato dei difetti di corpo sociale ed economico, perché
nessun Presidente credo si sia mai candidato - e sono tutti stati di grande
esperienza a fare dottor Jekyll e Mister Hyde - per
non voler cambiare la Calabria, per non mettere a terra le risorse. C'è un
problema del corpo sociale ed economico. Noi questo corpo sociale ed economico
abbiamo iniziato ad ascoltarlo che era ancora viva la compianta Jole Santelli,
abbiamo iniziato ad ascoltare i corpi intermedi e se vedete giù, nella hall
della cittadella, c'è ancora il tabellone dell'ascolto di tutte le categorie sindacali.
Sono ancora lì nella hall, quindi era viva ancora Jole Santelli. Ci sono stati
vari passaggi, poi, nella maggioranza quindi una rivisitazione, che è quello
che noi stiamo provando a fare.
Le aggiungo pure che non è finita, perché io ho
creato una piattaforma tecnologica per sentire gli assenti. Ho detto che la
2023-2025, che riguarda il Piano di sviluppo turistico, per quanto ci riguarda
sarà la Bibbia. Per cui gli assenti hanno torto, chi non è potuto venire
avrebbe potuto scrivere. Così abbiamo ricevuto 700 questionari con le domande
aperte. Che cosa è mancato in questi anni? Non documenti scritti in malo modo!
E questo penso sia scritto bene, sulla base dell'esperienza, perché non ci sono
le 800 tracce di azioni, di libro dei sogni disegnato dove dovevamo fare tutto.
L’Assessore Rosario Varì ha varato - è andata alla
grande - un fondo di Calabria competitiva di 50 milioni. Sono tutti soldi non
spesi da chi ci ha preceduto, per cui ha dovuto rimodulare.
Il mio omologo - io l’ho vissuto sotto lockdown perché mi svegliavo la mattina alle 5
sincopato dell’idea che non avessi fatto qualcosa in quel periodo di sofferenza
- così come l’omologo di Varì, della Princi, nelle altre Regioni ha, rispetto alle 3-4 sigle
sindacali datoriali, gente che somma tutto. Tu incontri tre sigle che
rappresentano tutti i balneari, gli albergatori. Qui le sigle non rappresentano
quasi nessuno. Alcune volte per colpa delle sigle, alcune volte per colpa della
politica, alcune volte per colpa della singolarità calabrese, per cui noi
facciamo tutto da soli e facciamo bene e corrono il rischio di diventare sigle
vuote, su 1000 alberghi. Confindustria, che è grande nel suo lavoro, è stata
puntuale e ha partecipato ai tavoli, non penso non abbia condiviso questo
documento, compresa la CGIL che sentiamo quotidianamente.
Le analisi economiche sono finite, è tempo
delle azioni.
Stiamo venendo dalla BIT e ho dovuto postare un
articolo del Corriere della sera in cui si riportava che la Calabria si è fatta
notare perché era organizzata in modo garbato, puntuale, una cosa
ecosostenibile che è la tendenza 2021-2027. Ma non sono contento e si risolve
lì perché conosco le difficoltà. Non a caso questa maggioranza e il presidente
Occhiuto, con le difficoltà dei Comuni, ha cominciato a dire: “Metterò Fincalabra con professionisti perché poi mancano i progetti
dei Comuni”. È quello che discutevamo prima con il consigliere Alecci. Tutte
quelle difficoltà, che insieme conosciamo e di cui dobbiamo farcene una
ragione, le abbiamo sottovalutate e poco sottolineate. Non voglio offendere un
sindaco o un presidente di provincia quando arrivano e fanno i ministri del
turismo. Un presidente di Provincia dovrebbe, come accade a Tropea, - non era
presente a quella riunione - fare le strade. Noi abbiamo flussi di 450.000
tedeschi ante Covid-19 e ci troviamo sempre puntualmente ad essere concentrati
ciascuno con il proprio ruolo, che è quello che questa Aula deve fare.
È giustissimo quello che dice. Lo dice a chi
però tutti questi passaggi, con consapevolezza e maturità e la serenità, che
anche lei riconosce, li sta svolgendo e penso che tutti lo stiamo riconoscendo
al presidente Occhiuto in questa squadra.
A noi serve azione. Noi non abbiamo in Calabria
le destinazioni turistiche. Alla BIT venivano i sindaci a conoscere le
situazioni e noi dovremmo andare alla prossima BIT - parlo delle mie materie -
con 7 aree, con i destination manager (DMO e DMC); stanno facendo i
distretti e nei distretti ci mettono tutti i comuni della Provincia cioè i
distretti non sono tutti come la Provincia. Quindi l'analisi che lei fa, non è
rivolta soltanto a quest'Aula e a noi.
Le ho risposto perché noi quello che lei sta
dicendo lo abbiamo fatto. Lei era assente, quella riunione l'ho organizzata di
sabato per i consiglieri regionali, ma avrebbe potuto presenziare tramite la
piattaforma, per ascoltare il contributo sulle materie di mia competenza e che
sono contenute in questa programmazione. A differenza del passato c’è una
relazione puntuale, ci sono i fondi per macro aree, c’è il consenso di
Bruxelles e, soprattutto, - mi creda, collega – non è mai stata fatta nella
storia una concertazione più serrata di come l’abbiamo fatta noi stavolta.
È partita da Jole Santelli e si conclude oggi.
Dobbiamo spingere perché tutti, le diverse
categorie - vale per il commercio, l’artigianato - si iscrivano ai corpi
intermedi, perché io da Assessore al turismo non posso parlare con mille
albergatori, dovrei avere tre sigle. Le posso assicurare che non è così. Questa
è l’analisi di cui ho discusso anche con le categorie. Per cui il suo
intervento, puntuale, di scuola di opposizione, è ingrato perché in questo
dibattito manca quel pezzo, che non ti permette di fare sviluppo e di mettere a
terra. Penso, ad esempio, che nel campo del turismo - e chiudo, Presidente - ci
siano da mettere a terra rispetto al lavoro almeno 150 mila posti di lavoro.
Domani credo ci sarà una conferenza stampa presieduta dalla vicepresidente Princi sul cinquantesimo dei Bronzi di Riace. E torno con
un esempio classico - e ho chiuso - che ci siamo trovati a fare in questi
giorni: dobbiamo fare una cosa perché stai celebrando una ricorrenza che dovrà
essere rilanciata per avere i flussi; li hanno scovati a Riace 50 anni fa. Ad
oggi - il che significa lavoro vero - non c'è nessuno che ti vende un magnete
dei Bronzi Riace, una statuetta dei Bronzi di Riace, l'immaginetta dei Bronzi
di Riace. In questo esempio sta il ritardo di una Calabria che non vede quello
che ha.
Noi possiamo essere anche non perfetti perché
io mantengo sempre l'umiltà. La concertazione più di così non si poteva fare.
Adesso serve l'azione! Aiutateci anche voi. Io ne sarei ben lieto. Vi ho
invitato a quello che era la programmazione che guardava le mie materie di
competenza, vi ho invitato a essere più veloci e a mettere in campo azioni.
Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Dunque, una nuova Calabria
è possibile, perché la dotazione finanziaria del POR è enorme e perché la nuova
programmazione comunitaria dovrà essere attuata in complementarietà con altri
ricchi strumenti finanziari quali il PNRR e il PSC.
La Calabria è una delle prime Regioni ad aver
approvato il Programma e questo la dice lunga sulla sua importanza strategica e
politica nella economia dello sviluppo regionale. Il vaglio della Commissione Europea
verrà certamente superato.
È un documento robusto, ben composto che verrà
positivamente apprezzato dai soggetti incaricati della valutazione.
E se ci saranno osservazioni migliorative,
queste saranno il frutto di negoziati guidati dal presidente Occhiuto che ha
già dato prova delle sue capacità diplomatiche, affrontando ben due cicli di
contrattazione informale con i servizi della Commissione Europea.
È un Programma affidabile perché parte dalla
enumerazione e analisi delle plurime deficienze strutturali della Calabria ed
allo stesso tempo si propone sfide tanto affascinanti quanto stimolanti. E si
spera concretamente conseguibili in quanto espressione di necessità non più
rimandabili che provengono dalla collettività.
È vero, ci sono sensibili segnali di
miglioramento. Ma le analisi condotte dagli istituti di statistica non lasciano
residuare alcun dubbio: fra 240 regioni europee prese in considerazione, la
Calabria si classifica assai in basso e fra le regioni italiane è addirittura
penultima.
Sono parecchi e notevoli i ritardi. Su vari
fronti. Ma assumere le sfide contenute nel POR è nostro dovere. In queste sfide
c'è il nostro futuro, il nostro impegno per le nuove generazioni.
Per essere più competitivi è necessario
sostenere ed alimentare finanziariamente la ricerca e l'innovazione
collaborativa, potenziando e valorizzando le relative infrastrutture e quelle
tecnologico-digitali. Proprio sul processo di completa digitalizzazione
l'applicazione deve essere massima perché trattasi di un settore in cui i
ritardi sono notevoli e palesi.
Le prime priorità si concentrano specialmente
sulle imprese con evidenti riflessi, quindi, sul tessuto economico e sociale
della Regione, strizzando l'occhio al binomio innovazione/opportunità
occupazionali.
Il processo di crescita non può che passare dal
rafforzamento degli strumenti, delle competenze e delle capacità amministrative
dei soggetti coinvolti nella politica di programmazione, anche attraverso
l'interscambio di conoscenze fra i titolari dell'ecosistema della ricerca.
Anche la sostenibilità è centrale!
Alla promozione della efficienza energetica si
affiancano gli interventi integrati di riqualificazione energetica e messa in
sicurezza sismica delle strutture più energivore. Analogicamente alle
previsioni del PNIEC, ovvero il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima,
verranno considerate opportunità di promozione di comunità di energia rinnovabile
valorizzando le linee elettriche esistenti per offrire, così, un vero sostegno
ai bilanci dei Comuni.
Una lente di ingrandimento è stata fissata
anche sulle opere di ingegneria naturalistica per prevenire e mitigare i rischi
idrogeologici e idraulici nei territori maggiormente esposti. Qui emerge
l'essenzialità di prevedere la dislocazione territoriale strategica di
strutture e servizi di Protezione civile anche per ottimizzare i livelli di
preparazione alla gestione degli eventi calamitosi e di risposta post-evento.
L'indirizzo è quello di lavorare e investire
sulla così detta cultura di protezione civile, sensibilizzando e coinvolgendo i
cittadini in ordine ai buoni comportamenti adottabili in casi di emergenza.
Altre sfide vengono assunte in materia di gestione delle risorse idriche
laddove l'obiettivo primario diventa il conseguimento della conformità dei
sistemi depurativi per superare le procedure di infrazione e per prevenire
nuovi contenziosi. Altre ancora in tema di economia circolare e riduzione dei
rifiuti, non tralasciando, in tale campo, l'aspetto formativo, della
comunicazione e dalla sensibilizzazione per giungere ad una trasformazione
anche culturale della società. Non a caso, la conoscenza dei modelli
sostenibili è imprescindibile per accompagnare la transizione ecologica.
La promozione della mobilità urbana
sostenibile, nel quadro della transizione verso una rete a emissioni zero di
C02, è essenziale per una Calabria più green. Ed il tema, da più prospettive, è
stato affrontato dal presidente Occhiuto anche in occasione di un evento in
ricordo di Antonio Parente presso il Campus Luiss di Roma alla presenza del
ministro Giovannini.
Intensificare la mobilità locale e regionale: è
questa una delle sfide più dure.
Le criticità del trasporto pubblico ferroviario
regionale sono sotto gli occhi di tutti e pregiudicano le scelte degli utenti
rispetto a tale modalità di trasporto che, invece, su determinate scale
territoriali, dovrebbe prevalere.
Dico grazie al presidente Occhiuto e alla
Giunta intera per aver pensato di censire all'interno del programma la
risoluzione delle criticità del tracciato ferroviario ionico ed in particolare
della linea che conduce da Catanzaro Lido a Melito di Porto Salvo.
Ma tutta l'area metropolitana di Reggio
Calabria è assoluta protagonista nella sezione dedicata al miglioramento della
dotazione dei servizi ed alla promozione dello sviluppo economico.
In sinergia col PNRR assume centralità la
promozione di interventi di riqualificazione degli archi stradali non statali per
migliorare l'accessibilità delle aree interne.
Sul terreno della occupazione, fra le altre
cose, sono parecchie le previsioni su incentivazione e sostegno all'ingresso e
alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro, soprattutto nei settori a
bassa partecipazione femminile. Vanno superati gli eventuali gap retributivi di genere nonché
potenziati i servizi per la conciliazione tra vita e lavoro onde evitare che le
esigenze familiari penalizzino i percorsi di inserimento delle lavoratrici.
L'implementazione del welfare territoriale è
altro obiettivo da conseguire attraverso interventi di sostegno e rafforzamento
dei servizi sociosanitari di qualità, dal punto di vista dell'offerta e
dell'accesso, con programmi indirizzati a gruppi vulnerabili, popolazione
svantaggiata o in povertà sanitaria.
Per avere una Calabria più sociale e inclusiva
bisogna puntare sul ruolo della cultura e del turismo sostenibile
nell'inclusione sociale, nella innovazione sociale e nello sviluppo economico.
Le azioni appaiono adeguatamente poste
all’attenzione anche perché sviluppabili in complementarità con gli interventi
sostenuti dal PNRR Missione 1 e dalla programmazione nazionale cultura 2021/2027.
A ben vedere si tratta di un piano ambizioso, carico di aspettative e di speranza,
con lo scopo di recuperare il gap con le altre regioni e di scongiurarne
l'incremento.
Un piano che approfondisce anche
statisticamente le potenzialità della Calabria, definendo quei percorsi che
potranno contribuire a riqualificare il posizionamento attuale della regione.
Far ripartire lo sviluppo significa promuovere un percorso di trasformazione
economica e perseguire un modello di sostenibilità competitiva investendo in
maniera selettiva sulle persone, sulle imprese e sulle risorse naturali e infrastrutturali.
L'obiettivo finale è quello di evitare la frammentazione degli interventi, di
favorire un utilizzo efficiente dei fondi, tenendo conto della loro
consistenza, del posizionamento territoriale e delle prospettive di sviluppo.
Grazie.
Grazie,
consigliere Crinò. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo
Schiavo. Ne ha facoltà.
Cercherò
di essere più sintetico possibile anche perché affrontare il discorso sul POR
Calabria (Programma operativo regionale)
richiederebbe davvero uno sforzo tecnico e politico enorme, difficile da
condensare in pochi minuti, però partirò dagli aspetti positivi perché bisogna
avere l'onestà intellettuale di dire le cose nella loro realtà.
Ho
apprezzato il metodo adottato dal Presidente della Commissione bilancio, ovvero
quello di ascoltare il dottore Nicolai, Dirigente
generale del Dipartimento programmazione unitaria,
che ha illustrato il Programma operativo regionale e, soprattutto, si è posto
l'obiettivo di verificare nel corso del tempo l'andamento dello stesso anche
attraverso l’esame della stessa Commissione.
Ovviamente,
non nascondo la mancanza di tempo – come diceva bene il consigliere Mammoliti – per poter incidere sul documento; forse non è
neanche nostro compito, però mi limito a dire alcune cose che ho molto
apprezzato di questo Programma operativo regionale ma, nello stesso tempo,
vorrei esporre alcuni dubbi e perplessità.
Intanto,
ritengo che 3 miliardi di euro rappresentino un’enormità per la Regione
Calabria, un miliardo in più.
Io
sono particolarmente sensibile all'Obiettivo 4, per la lotta alla povertà e l'inclusività delle fasce deboli della popolazione.
Nell’ambito
di un ragionamento complessivo e dei suoi macro-obiettivi, il POR non può che
essere condivisibile; il punto, però, è un altro.
Abbiamo
già assistito a un Programma operativo regionale che è stato totalmente
fallimentare. E non uso parole mie, di un consigliere di opposizione, ma bensì
le parole dello stesso dirigente generale del Dipartimento della programmazione
unitaria, Nicolai: “Il precedente Programma operativo
regionale è stato un totale fallimento”. Queste sono le parole pronunciate in
Commissione bilancio.
Da
consigliere regionale, dunque, mi pongo una domanda che ho posto anche in
Commissione bilancio: quali sono le ragioni per cui questo Programma operativo
regionale riuscirà, a differenza del precedente, a realizzare i suoi obiettivi
e a incidere sulle condizioni di vita dei calabresi? Cosa cambia rispetto al
Programma operativo regionale precedente?
Io
partirei da qui, da una riflessione sul perché, nonostante un enorme flusso di
risorse in Calabria, le condizioni di vita dei calabresi non siano migliorate
ma, anzi, siano peggiorate in questi anni!
Quando
la Calabria perde abitanti, perde soprattutto giovani che vanno via e,
nonostante enormi investimenti comunitari, non riescono a sollecitare le
politiche attive del lavoro, ad avere strumenti di inclusività
e, direi anche, di prospettiva di vita in questa regione.
Cosa
ha bloccato il precedente Programma operativo regionale?
Perché
questo POR è differente rispetto agli altri?
A
queste domande non sono riuscito a trovare risposte e non riesco a trovarle
neanche questa sera.
Il
dato che vorrei sottolineare è che la Regione è l'ente attuatore soltanto del
30 per cento dei Fondi comunitari; l'altro 70 per cento è rilasciato e deve
essere applicato da altri enti e il fallimento delle strategie territoriali,
cioè dell'operatività del POR, sta proprio qui, nella debolezza degli altri
enti, della Regione, ma anche degli altri enti attuatori del Programma
operativo regionale.
Il
problema è il sistema di governance
che non è adeguato rispetto alla realizzazione del Programma operativo
regionale.
Non
lo era prima e non lo è neppure oggi, perché se voi andate nei Comuni calabresi
difficilmente avranno le risorse umane e organizzative per potere attuare
questo Programma, che è un bel libro, ma rischia di rimanere un libro dei
sogni.
Se
non ci si pone il problema che il 70 per cento dell’attuazione del POR è
rimesso a enti che non hanno forza, strutture, mezzi e una governance adeguata per poter
attuare e mettere a terra, come si usa nel linguaggio tecnico, i progetti e le
ricadute operative dei finanziamenti, noi non avremo realizzato nulla e avremo
fatto l’ennesimo POR, un importante esercizio di retorica, ma, nello stesso
tempo, non riusciremmo a spendere l'enorme flusso di risorse di cui questa
Regione è destinataria.
Ho
fatto una domanda specifica, che ripropongo qui: quanti soldi di questo POR
sono riservati alle giovani generazioni per le politiche attive del lavoro?
Come riusciamo a utilizzare queste risorse per creare occupazione vera?
I
Comuni stanno morendo, le aree interne si stanno spopolando, la Regione
Calabria continua a perdere abitanti, soprattutto giovani.
Mi
è stato detto che sono previsti 100 milioni di euro da destinare alle giovani
generazioni e alla creazione di posti di lavoro con degli incentivi alle
imprese, ovvero un minore costo del lavoro per l'assunzione di giovani
calabresi.
Anche
in questo caso, 100 milioni di euro rappresentano una somma molto importante e,
anche qui, si è ottenuto un risultato, ovvero che, per la prima volta, queste
risorse potranno essere spese e non essere configurate come aiuti di Stato
vietati dalla Comunità europea.
È
necessario, dunque, capire come nel corso del tempo queste risorse verranno
spese e se riusciranno a cambiare le sfortunate sorti dell’enorme povertà
calabrese.
È
inutile dirlo perché voi, come me, vivete la realtà dei vostri territori. La Calabria è la Regione più povera d'Italia e
d'Europa e quando non si riesce a spendere o a realizzare gli obiettivi,
nonostante questo enorme flusso di denaro, tutti noi abbiamo una responsabilità
enorme.
Chiudo
il mio intervento, chiedendo di pensare a come aiutare gli enti locali e gli
enti territoriali ad attuare concretamente questo Programma operativo così
complesso, che richiede ben altre risorse umane e infrastrutturali, a come noi
riusciremo davvero a superare il fallimento delle precedenti programmazioni
perché, da questo punto di vista, ritengo che non sia stato fatto tutto il
necessario.
Anche
in quest’Aula, questa sera, forse questo aspetto dovrebbe essere affrontato con
più attenzione e con più allarme, perché le risorse ci sono, ma non riusciamo a
spenderle.
Chi
ha vissuto nei Comuni, ha fatto il consigliere comunale o il Sindaco, conosce
la drammatica realtà degli enti locali e si può rendere conto di come tutto poi
resta fumoso e poco realizzabile.
L’impegno
che noi prendiamo con i calabresi è la lotta alla povertà, all'emarginazione,
con particolare attenzione alle politiche sociali e inclusive.
È
necessario verificare che durante questi anni questi soldi siano realmente
spesi per gli obiettivi prefissati e che, finalmente, fra qualche anno si possa
parlare della Calabria in maniera diversa sia a Bruxelles sia nei vari
territori, nei Comuni e nelle aree interne.
Per
tutto quanto esposto, annuncio il voto di astensione su questo documento,
perché pur avendo un’apertura di credito sugli obiettivi complessivi,
permangono comunque delle perplessità rispetto al possibile fallimento
dell’ennesima Programmazione che, come le precedenti, ha fatto poco per
eliminare gli ostacoli che, di fatto, rendono concreta la sua applicazione.Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Lo Schiavo. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Sento il dovere di ringraziare il Presidente della seconda Commissione,
Montuoro, per aver seguito, e soprattutto messo in
risalto, un documento così importante di programmazione che oggi portiamo
all'attenzione del Consiglio regionale, ovvero il nuovo POR Calabria 2021-2027.
Si
tratta – è stato detto – di un documento strategico per il futuro della
Calabria; un documento che sicuramente è frutto dell'impegno e della volontà
dell'Esecutivo regionale. Un documento che è, soprattutto, frutto di un lavoro
svolto con competenza e dedizione dal Dirigente generale della programmazione
unitaria della Regione, il dottor Maurizio Nicolai,
che ringraziamo per il lavoro svolto insieme ai Dipartimenti, che ci consente
questa sera di poter prendere visione, ma soprattutto di comunicare quella che
è la filosofia e l'impostazione di questo importante documento di
programmazione.
Ritengo
che il POR Calabria 2021-2027 costituisca un'autentica sfida per il riscatto
morale, materiale e culturale della Regione, dove la Calabria diventa
protagonista in un discorso di programmazione di Fondi comunitari.
Lo
si evince già dal titolo, “Il futuro è Calabria”; si vuole perseguire un
obiettivo ambizioso che, attraverso una seria e competente programmazione, può
e deve configurarsi come uno strumento che pone in essere e concretizza gli
obiettivi che la Calabria e i cittadini si aspettano.
Il
consigliere Mammoliti ha parlato di un documento
privo dell'anima politica.
Non
condivido quello che lei sostiene, consigliere Mammoliti,
perché questo documento non è altro che lo strumento dove vengono inseriti gli
obiettivi che sono stati elencati dal presidente Occhiuto, dal suo Esecutivo;
gli obiettivi previsti nelle Linee programmatiche.
L'indirizzo
politico, che è alla base della formulazione di questo Programma, risponde a
tre semplici parole: complementarietà, inclusività e
ascolto dei territori.
Su
questi tre elementi si è basata la stesura di questo importante documento. Il Fondo
sociale di cui sarà dotato il Programma è di circa 700 milioni di euro.
Una
sfida, ritengo, profonda e definitiva per affrontare problemi importanti come
sono stati elencati nei vari interventi che ho avuto modo di ascoltare.
Punta
principalmente ad affrontare i problemi che riguardano il disagio sociale,
l'inserimento dei giovani, la disoccupazione, le politiche di genere.
Il Programma
approvato ha una dotazione finanziaria di 3 miliardi di euro.
Questo
ritengo che sia un aspetto non di poco conto, proprio per accettare delle sfide
che vanno dall'innovazione, la competitività delle imprese calabresi, per
guidare la giusta transizione ecologica, affrontare gli irrisolti nodi della
tutela ambientale.
Da
quando a Bruxelles la Giunta regionale aveva assunto un preciso impegno in
merito alla tempistica dell'azione e ha rispettato pienamente quanto è stato
promesso, la Calabria è una delle prime Regioni che approva il Programma.
Qual
è il fine primario che mira puntualmente al tangibile miglioramento della
qualità della vita dei cittadini calabresi? Potenziare i servizi
socio-sanitari, sperimentando anche soluzioni innovative di Telemedicina,
Medicina territoriale; promuovere l'innovazione digitale attraverso
investimenti in infrastrutture a banda larga, rafforzando i servizi digitali;
investire nella cultura come veicolo di coesione economica e sociale;
perseguire una nuova politica urbanistica che sia incentrata sulla
riqualificazione e la tutela ambientale; investire sull'ambiente per
contrastare il dissesto idrogeologico, l'erosione costiera; rafforzare le
politiche per la casa; incentivare la mobilità sostenibile.
Questi
sono solo alcuni esempi delle sfide che il nuovo POR Calabria si impegna a
perseguire.
Quando
il consigliere Lo Schiavo sostiene che si tratta di un Programma che non potrà
essere realizzato perché le amministrazioni, i Comuni, non hanno la dotazione
delle risorse umane per poter utilizzare questi incentivi, io ritengo, invece,
che questo rappresenti il più grande programma di investimento che riguarda
proprio la capacità amministrativa.
Vi
invito a considerare che sono destinati 160 milioni di euro come assistenza
tecnica e ritengo che questo sia un dato non di poco conto. Parliamo di 160
milioni dedicati all'assistenza tecnica delle amministrazioni.
Il
documento non può non essere condiviso, e non può assolutamente essere così
perché tanti sono stati i tavoli e i partenariati.
Non
sto qui a elencare i vari passaggi che ci sono stati, perché l'ha fatto in
maniera eccellente il presidente Montuoro.
La
prima struttura di questo Programma è stata condivisa nella sua impostazione
strategica con il partenariato istituzionale, economico e sociale, tramite lo
svolgimento di cinque tavoli di confronto e l'evento ha rappresentato
l'occasione, inoltre, per rilanciare la piattaforma “Partecipa Calabria”, uno
strumento che consentirà a tutti i cittadini di poter dare il contributo e
presentare, anche on-line, proposte sugli Obiettivi specifici, sulle tipologie
delle azioni che dovranno essere perseguite. Partecipazione, gioco di squadra,
sinergie istituzionali: sono questi gli ingredienti che porteranno questo documento,
questa programmazione a essere vincente per lo sviluppo della Calabria. Grazie.
Grazie,
collega Straface. Conclude la serie degli interventi
il Presidente della Commissione, Montuoro. Prego.
Grazie,
Presidente, ringrazio anche la collega Straface che è
stata molto chiara nella sua esposizione e nel puntualizzare aspetti che anche
i colleghi della dell'opposizione hanno sollevato.
Mi
corre l'obbligo, Presidente, di fare delle precisazioni perché il consigliere Mammoliti ha sollevato alcune questioni che, purtroppo, non
corrispondono alla realtà. Le cose sono completamente diverse.
Prima
di tutto, la partecipazione. Ricordiamo che il primo ciclo negoziale è iniziato
quando ancora questa amministrazione non esisteva, parliamo di luglio 2020, e -
come ha rimarcato anche la collega Straface - a
luglio 2021 è stato istituito il sito “Partecipa Calabria”, grazie al quale sia
i cittadini sia i famosi stakeholder, che sono poi i portatori di interesse,
potevano partecipare e dare una prima valutazione, rispetto alla bozza del
Programma. Oltretutto, il Programma è stato pubblicato sul sito istituzionale
della Regione a gennaio 2022, quindi, c’è stato tutto il tempo per valutare i
primi contenuti inseriti nella bozza.
Un'altra
inesattezza, abbastanza particolare, riguarda le riunioni di partenariato:
consigliere Mammoliti, ho partecipato alla riunione
di partenariato istituzionale e socio-economico, in qualità di Presidente della
seconda Commissione consiliare, e - non è esatto ciò che ha detto, mi dispiace
dirlo – sia il 17 che il 18 di marzo i sindacati erano presenti; il 18 marzo,
per Unindustria Catanzaro - io ero collegato da
remoto -, erano presenti oltre 53 soggetti coinvolti nel partenariato e ,
addirittura, il presidente di Unindustria Catanzaro
che ha fatto un intervento sui contenuti del documento.
Come
si fa a dire delle inesattezze così evidenti? Non mi sembra che ci sia stata
chiusura da parte dell'amministrazione, si è seguito l'iter previsto dal Regolamento
comunitario. Come quando il consigliere Mammoliti mi
parla di tempistica. La tempistica non la dettiamo né io e né lei, la
tempistica è dettata dal Regolamento numero 1060 del 2021, articolo 21, comma
2. È chiarissimo, quindi non vedo dove sia il problema.
Aggiungo
un'altra cosa - ed è un dato politico fondamentale che, purtroppo, tralasciamo
perché ovviamente capisco le posizioni politiche anche se non le condivido -:
abbiamo discusso sul documento e abbiamo fatto anche una dispensa e delle slide
esemplificative rispetto i programmi, i 5 obiettivi politici e tutto il
contenuto del Programma; poi c'è stata l'approvazione da parte della Giunta,
successivamente è ritornato in Commissione, con la presenza nuovamente del
direttore generale, che ha continuato la sua esposizione. Da lì in avanti, fino
ai lavori del Consiglio regionale, non ho visto nessun documento di proposta da
inserire all'interno del documento generale.
Dato
che abbiamo fatto tutti i passaggi istituzionali corretti previsti dal Regolamento,
non vedo quale sia il problema che porti a dover rinviare ulteriormente un
documento programmatico che ha una scadenza ben specificata nel Regolamento.
Ultimo
punto, rispetto a quello che ha detto il consigliere Lo Schiavo: come facciamo
a sapere se questa programmazione avrà l'impatto che ci aspettiamo sulla nostra
terra? Questo sarà compito nostro. Ho chiesto al dottore Nicolai,
in Commissione, di effettuare delle sedute periodiche per monitorare
l'andamento della spesa e, soprattutto, l'impatto che le risorse spese avranno
sul territorio.
Quindi,
è compito nostro monitorare anche l'andamento di questo Programma. Devo dire la
verità, sono molto soddisfatto del lavoro svolto che, sicuramente, può
rappresentare un'importante svolta per tutta la Calabria.
Sono
sicuro che, se riusciamo a collaborare tutti, maggioranza e opposizione, sugli
obiettivi da raggiungere, riusciremo a fare la differenza. Grazie.
Grazie,
collega Montuoro. Conclusi gli interventi, pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al settimo
punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero
36/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Bilancio di previsione
2022-2024 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)”. Cedo la parola al
consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento.
Prego.
Grazie,
Presidente, sarò più breve.
La
proposta di provvedimento amministrativo è stata licenziata dalla seconda
Commissione nella seduta del 4 aprile scorso. La proposta è relativa al
bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente per i Parchi Marini regionali. La
legge regionale numero 24 del 2013 ha accorpato i preesistenti 5 Parchi Marini
regionali, istituendo l’Ente per i Parchi marini regionali che è un Ente
strumentale della Regione, preposto allo svolgimento di funzioni tecniche
operative gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con
particolare riferimento ai Parchi marini regionali. All'Ente sono attribuite le
funzioni svolte dagli Enti gestori dei 5 Parchi marini regionali.
Alla
seduta di Commissione hanno partecipato il Commissario straordinario,
architetto Treccosti, la dirigente del Dipartimento
tutela del territorio e tutela dell'ambiente, avvocato Costantino, e la
dirigente del Dipartimento economia e finanze, dottoressa Misuraca.
Il
provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, della relazione
istruttoria del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente e del Dipartimento
economia e finanze e del parere del revisore unico dei conti dell'Ente.
Il
revisore unico dei conti richiede il rispetto dei termini per l'invio dei dati
relativi al bilancio di previsione, entro 30 giorni dalla sua approvazione,
alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 13 della
legge numero 196 del 2009, compresi i dati aggregati per voce del Piano dei
conti integrato, avvertendo che, nel caso di mancato rispetto di tale termine,
non sarà possibile procedere all'assunzione di personale a qualsiasi titolo,
con qualsivoglia tipologia contrattuale, come disposto dal comma 1 quinquies
dell'articolo 9 del DL 113 del 2016.
L’organo
di controllo ha verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza
delle norme di legge, dello Statuto dell'Ente, del regolamento di contabilità e
delle norme del decreto legislativo 118/2011 e dei relativi principi contabili
applicati, numero 4/1 e 4/2, allegati al decreto. Altresì ha rilevato la
coerenza, la congruità e l'attendibilità contabile delle previsioni di
bilancio.
L'organo
di revisione, con verbale numero 2 del 14/02/2022, ha dunque espresso parere
favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2022-2024 e sui documenti
allegati.
Il
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, nell'istruttoria di competenza,
evidenzia che ancora non risulta costituito il Comitato regionale di indirizzo,
previsto dalla legge regionale numero 24 del 2013.
Relativamente
all'applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della
spesa di cui alla legge regionale 43/2016, il Dipartimento rileva che per il
bilancio 2022-2024 non può ancora trovare applicazione la suddetta normativa,
atteso che parametri di riferimento sono le spese sostenute nell'anno in cui si
è verificata l'assoluta necessità di sostenere la spesa, se l'anno di effettiva
operatività dell'Ente è successivo al 2014. L’Ente è divenuto operativo a far
data dal 01/01/2018 e, ad oggi, la struttura è priva di risorse umane proprie.
Attualmente, per l'espletamento delle attività ad esso demandate, lo stesso si
avvale del personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione regionale che
svolge la propria attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria,
senza oneri a carico dell'Ente.
Il
Dipartimento vigilante, a conclusione dell'istruttoria, esprime parere
favorevole.
Il
Dipartimento economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che
l'equilibrio complessivo della gestione 2022-2024 è conseguito senza
applicazione del risultato di amministrazione presunto. Con riferimento ai
titoli di entrata, riguardo le risorse allocate al titolo II per 3 annualità,
2022-2023 e 2024, risulta la piena corrispondenza tra le previsioni di spesa
del bilancio regionale, relativa al trasferimento ordinario previsto dalla
Regione Calabria a favore dell’Ente e del corrispondente capitolo di entrata
della proposta di bilancio in esame, che presenta una previsione di risorse di
pari importo per ogni annualità. Riguardo l’accantonamento al fondo crediti di
dubbia esigibilità, il Dipartimento evidenzia che non risulta alcun
appostamento nel fondo, poiché non sussisterebbero per l’Ente voci di entrata
tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso.
Conseguentemente,
il Dipartimento raccomanda all'Ente di verificare la congruità del fondo
crediti dubbia esigibilità durante la gestione dell'esercizio 2022, provvedendo
ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate
agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove risorse
di dubbia e difficile esazione. Per quanto concerne il fondo pluriennale
vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito dell'approvazione
della procedura di riaccertamento residui 2021, di
provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti
correttivi al fondo per la parte corrente e capitale e il rispetto del
principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata.
Il
Dipartimento economia e finanza a conclusione dell'istruttoria ritiene
possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione della
proposta di bilancio di previsione 2024 dell'Ente per i Parchi marini regionali
al Consiglio regionale, ai sensi articolo 57, comma 3, legge regionale 4
febbraio 2002 numero 8. Grazie.
Grazie,
collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Brevemente, parto delle parole del collega consigliere Montuoro che, parlando della programmazione del POR, ha
fatto un passaggio sul turismo sostenibile, e anche dalle parole dell'Assessore
Orsomarso che ha detto ai consiglieri di opposizione di incalzare, di stimolare
su punti specifici. Assessore, vorrei attirare l'attenzione sull’Ente che
gestisce i Parchi marini. Forse sfugge a qualcuno che…
(Interruzione)…-
…no,
io parlo del turismo, arrivo, non faccio confusione, non si preoccupi, Assessore.
Forse
a qualcuno sfugge che la Calabria, con oltre 700 km di costa, ha ben 5 Parchi
marini che per qualsiasi altra Regione sarebbero, sicuramente, un valore
aggiunto sul quale scommettere e investire importanti risorse.
Ebbene,
è giusto che i calabresi sappiano - non faccio un discorso politico perché è
una cosa che va avanti ormai da qualche anno, quindi c'era anche con la
precedente amministrazione di centro-sinistra – che c’è un solo dipendente alla
guida dei Parchi marini calabresi, con un consulente e una dotazione
finanziaria di circa 180 mila euro.
Non
ci sono ancora le sedi operative, quindi non ci si può riunire per programmare
il futuro di questi Parchi marini. Non c'è la delimitazione in acqua, quindi un
turista, chiunque, può andare con una barchetta e pescare su un fondale che
dovrebbe essere tutelato perché ci potrebbero essere i cavallucci marini o
altre specie tutelate.
Siamo
praticamente all'anno zero.
Non
c'è un piano dei Parchi marini, che è lo strumento principale per poter
progettare lo sviluppo.
Un'attrazione
turistica, Assessore Orsomarso, come i Parchi marini, meriterebbe anche di
essere invitata a partecipare - sono sicuro che, con la sua sensibilità, lo
farà - alla prossima BIT. Si parla tanto di mare, di valorizzazione del mare
calabrese, allora è giusto anche che partecipi a queste vetrine quello che poi,
tra l'altro, è un Ente strumentale della Regione Calabria.
Ho
un po' di imbarazzo quando parlo di mare in Calabria e di parchi Marini, perché
a chi mi domanda: “Ma in Calabria cosa state facendo da questo punto di vista?”
Dovrei rispondere: “Ancora nulla in realtà, perché c'è un solo dipendente, 180
mila euro”
Vi
lascio con una riflessione su quello che succede per i Parchi montani, dove
spesso anche le nomine dei Commissari, di chi deve guidare questi Enti, innesca
qualche mal di pancia nelle maggioranze.
Allora
dico, se c'è questa attenzione sulla montagna, cerchiamo quantomeno di avere un
po' più di attenzione per il mare calabrese, non solo a parole, ma anche con i
fatti.
La
sfida che lancio, Assessore, è volta a potenziare questo strumento, che è un
magnifico strumento di valorizzazione, di pubblicizzazione della nostra
Calabria, ma che, al momento, non dispone delle risorse necessarie. Grazie,
signor Presidente.
Grazie,
collega Alecci.
Se
non ci sono altri interventi, pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo all'ottavo
punto dell’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo
numero 37/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Bilancio di
previsione 2022-2024 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica Regionale (ATERP Calabria)”. Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento.
Grazie,
Presidente. La proposta di provvedimento è stata licenziata dalla Commissione
bilancio nella seduta del 4 aprile scorso ed è relativa al bilancio di
previsione 2024 dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica
regionale, ATERP Calabria.
Alla
seduta di Commissione hanno partecipato il commissario straordinario, avvocato Petrolo, la dirigente del Dipartimento Economia e finanze,
dottoressa Misuraca; il Dipartimento infrastrutture
lavori pubblici ha invece inviato una nota con la quale conferma il parere
favorevole sul bilancio previsione 2022-2024 dell’ATERP.
Il
provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, della relazione
istruttoria del Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, del Dipartimento
economia e finanze e del parere del Collegio dei revisori dei conti
dell'Azienda.
Il
Collegio dei revisori dei conti, con verbale numero 60 del 16 febbraio 2022, ha
verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di
legge, dello Statuto dell'Ente, del Regolamento di contabilità e delle norme
del decreto legislativo 118/2011 e dei principi contabili applicati, numero 4/1
e 4/2, allegati al decreto legislativo. Altresì il Collegio ha rilevato la
coerenza interna, la congruità e l'attendibilità contabile delle previsioni di
bilancio.
Relativamente
al fondo pluriennale vincolato, l'organo di controllo sollecita l’Ente a
procedere alla determinazione dello stesso, al fine di apportare, se del caso,
le opportune modifiche al bilancio di previsione, tenuto conto degli effetti
che lo stesso fondo pluriennale vincolato spiega sia sugli equilibri di
bilancio sia sul risultato di amministrazione.
Conclusivamente,
il Collegio dei revisori esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio
di previsione 2024 e sui documenti allegati.
Il
Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, nell’istruttoria di competenza,
rileva il rispetto dei limiti di spesa previsti dall'articolo 6, comma 1,
lettera a) e b) della legge regionale numero 43 del 2016 in materia di spese per
il personale e spese per il funzionamento.
Per
come già rilevato dall'organo di revisione, il Dipartimento sollecita la
quantificazione del Fondo pluriennale vincolato in sede di riaccertamento
parziale dei residui, in relazione all’aggiornamento del cronoprogramma di
spesa, che determinerà una variazione al bilancio di previsione 2022-2024.
La
contabilizzazione del Fondo dovrà tener conto delle novità introdotte col
decreto del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il
Ministero dell'interno e della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal primo
marzo 2019 con cui sono stati aggiornati gli allegati al decreto legislativo
numero 118/2011, al fine di disciplinare la contabilizzazione delle spese di
progettazione delle modifiche dalla disciplina del Fondo pluriennale vincolato
per le opere pubbliche.
A
conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento vigilante ha espresso
parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2022-2024 e sui
documenti allegati.
Il
Dipartimento economia e finanze, a seguito dei controlli eseguiti, evidenzia il
minore accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, in quanto i
valori previsti per il Fondo risultano sottodimensionati per tutte e tre le
annualità considerate.
Ne
consegue che, al fine di garantire gli equilibri di bilancio, l’Ente dovrà
provvedere con la massima urgenza ad approvare apposita variazione al documento
contabile implementando gli importi del suddetto Fondo, per come specificato
nell’istruttoria di competenza.
Il
Dipartimento economia e finanze, quindi, raccomanda al Dipartimento
infrastrutture e lavori pubblici, che esercita la vigilanza sull’attività
dell’ATERP Calabria, di monitorare l'adozione del provvedimento di variazione
che l’Ente si è impegnato ad eseguire dopo l'approvazione definitiva da parte
del Consiglio regionale del bilancio di previsione 2022-2024, al fine di
garantire gli equilibri di bilancio e, nel contempo, la corretta gestione delle
attività dell'Ente.
Il
Dipartimento, altresì, raccomanda all'Ente di verificare durante l'intero periodo
degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità dello stesso fondo,
provvedendo ad un aggiornamento dello stesso a seguito di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti dei capitoli in entrata in termini di eventuali
nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento
all’effettivo andamento degli incassi adottando, se necessario, apposite misure
atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Per
quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, il Dipartimento raccomanda
all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento
ordinario dei residui per l’esercizio 2021, di provvedere alle dovute
variazioni di bilancio apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al
Fondo pluriennale vincolato per la parte corrente e capitale nel rispetto del
principio contabile della competenza finanziaria potenziata.
Il
Dipartimento, altresì, ha verificato il recupero del disavanzo pregresso.
Dal
prospetto del risultato di amministrazione presunto 2021 risulta un avanzo di
euro 111 milioni 844 mila 522,25 da una parte disponibile pari ad euro -22
milioni 019 mila 662,69 che risulta in diminuzione rispetto alla parte
disponibile del Rendiconto 2020 approvato, e pari ad euro -24 milioni 568 mila
005,56.
Talché
il Dipartimento evidenzia come l’Ente avrebbe correttamente previsto quale
disavanzo da ripianare in conto degli esercizi 2022/2023/2024 soltanto le quote
di cui al Piano di rientro del disavanzo scaturente da riaccertamento
straordinario, pari ad euro 2 milioni 354 mila 291,27.
A
conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze
ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione
della proposta di bilancio di previsione 2022-2024 dell’Azienda territoriale
per l'edilizia residenziale pubblica regionale al Consiglio regionale, ai sensi
dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2000, numero 8.
Grazie.
Grazie, collega Montuoro.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al nono punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 56/12^ di
iniziativa dei consiglieri Mancuso e Alecci, recante: “Integrazione degli
articoli 14 e 27 della legge regionale numero 17 del 2005 (Norme per
l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio
marittimo)”.
Cedo
la parola al consigliere Alecci per l’illustrazione del provvedimento.
In
realtà, signor Presidente, il provvedimento non fa altro che replicare ciò che
si è fatto anche lo scorso anno.
Da
una chiacchierata insieme a lei nell'ambito dell’Ufficio di Presidenza si è
ritenuto opportuno riproporre al Consiglio regionale l'opportunità per gli
stabilimenti balneari di aumentare la spiaggia a disposizione del 30 per cento,
vista la situazione epidemiologica che ancora non ci consente di stare
tranquilli; anzi, i dati, purtroppo in alcune province sono ancora preoccupanti
e potrebbero rimanere tali anche per la stagione balneare.
Attraverso
questo intervento, si dà la possibilità di applicare il distanziamento sociale
all'interno delle strutture balneari in maniera più prudente, oltre che poter
monitorare con maggiore attenzione anche le spiagge libere e mettere in piedi
tutti quegli strumenti di precauzione che possano scongiurare la diffusione del
Covid-19; quindi, ci è sembrato opportuno portarlo alla vostra attenzione,
anche in virtù delle sofferenze che le piccole e medie imprese vivono, dovute
proprio alla situazione epidemiologica e a un turismo in sofferenza.
Questo
potrebbe dare maggiore sostegno.
Grazie,
consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole a questa proposta
di legge a firma del presidente Mancuso, ma soprattutto del relatore, il
consigliere Alecci, che ho apprezzato fortemente e che arriva proprio nel momento
in cui gli imprenditori turistici iniziano a prepararsi per la stagione estiva
e manifestano perplessità per il ritorno alla situazione del 2019, con i
turisti che, invece, assessore Orsomarso, ormai sono abituati ad avere
concessioni demaniali più vaste e che prevedano il distanziamento sociale.
Purtroppo, oggi si dice di essere usciti dallo stato di emergenza, ma invece
abbiamo i reparti degli ospedali che sono ancora pieni.
Complimenti
per questa proposta di legge che voteremo favorevolmente.
Grazie,
collega Tavernise.
Passiamo
alla votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Articolo
4
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al decimo punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento
amministrativo numero 32/12^ di iniziativa dei consiglieri Graziano, Straface, De Francesco, Fedele, Tavernise,
Gelardi, Alecci e Cirillo, recante: “Proposta di
legge al Parlamento recante: “Modifiche al Decreto legislativo 7 settembre
2012, numero 155 (Nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici
del Pubblico Ministero a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14
settembre 2011, numero 148.”
Cedo
la parola al consigliere Graziano per l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. Questa proposta di legge, in realtà, è rivolta alle Camere.
Difatti,
è la prima volta che questo Consiglio regionale fa una proposta di legge alle
Camere e riguarda un fatto importante per il sistema giudiziario calabrese.
Riguarda,
per l'appunto, una modifica al decreto legislativo 7 settembre 2012, numero
155, che portò alla soppressione, nella riforma giudiziaria dei Tribunali,
degli uffici del Pubblico Ministero dell'allora Tribunale di Rossano, oggi
Corigliano-Rossano, accorpandolo al Tribunale di Castrovillari
Questa
riforma ha generato numerose criticità.
Si
è costituito anche un Coordinamento nazionale dei 30 Tribunali soppressi in
Italia, mentre in Calabria è stato soppresso esclusivamente il Tribunale di
Rossano e, proprio dal lavoro di questo coordinamento, molti Consigli regionali
in questo periodo stanno approvando testi simili al nostro, per far sì che da
parte del Parlamento ci sia una presa d'atto che quella riforma è stata
sbagliata.
Già
quattro Regioni italiane hanno approvato una legge simile, che è già
all'attenzione del Parlamento; quella della Regione Toscana è già stata
incardinata nella Commissione affari e giustizia della Camera.
Altre
due Regioni, La Lombardia e la Sicilia, hanno già stabilito all'ordine del
giorno delle prossime sedute di Consiglio regionale l'approvazione di un
identico testo.
Questa
legge, di cui sono relatore e proponente, è cofirmata da molti colleghi
consiglieri, al di là di maggioranza e minoranza, perché riteniamo, e ritengo,
che ci sia l'unanimità su un testo di legge che, chiaramente, vuole fare
giustizia su una cattiva legge che ha creato ingiustizia.
La
stessa Associazione nazionale dei Magistrati con una missiva al Ministero di
giustizia, ha condannato la riforma, evidenziando come la stessa abbia generato
un aggravio di difficoltà e di lavoro per gli uffici giudiziari.
Lo
stesso Presidente del Tribunale di Castrovillari accorpante ha rilevato, con
una missiva al CSM (Consiglio superiore della Magistratura), alla Corte di
Appello, che il lavoro si è quintuplicato a dispetto di un organico di
Magistrati che, invece, è rimasto sempre lo stesso dell'originario Tribunale di
Castrovillari; quindi, un aggravio di lavoro, a fronte di una diminuzione del
numero dei Magistrati che si occupano degli affari giudiziari e che presenta
problemi, come osserva la stessa Associazione nazionale dei Magistrati, anche
dal punto di vista dell'edilizia giudiziaria.
Il
nuovo Ospedale di Castrovillari, a cui poi è stato accorpato Rossano, occupa
una superficie inferiore rispetto a quella che occupava il Tribunale di Rossano
soppresso.
C'è
da riscontrare, quindi, una ristrettezza di locali, una dilatazione dei tempi
di discussione delle cause presso lo stesso Tribunale, disfunzioni, quindi,
anche dovute alla carenza di personale, alla mole di lavoro e al deficit, come dicevamo prima, di
organico dei Magistrati.
Pertanto,
non può non essere evidenziato che il sistema giustizia si è andato a
compromettere con un sistema a doppia velocità.
Con
questa legge ci si proponeva di far sì che venissero accorpati dei Tribunali e
uno dei principi era che ci fosse facilità di collegamento tra i territori.
In
questi territori i collegamenti non esistono; vale a dire che: non esiste una
linea ferroviaria che collega il territorio dell'ex Tribunale di Rossano al
Tribunale di Castrovillari; non esiste un trasporto pubblico locale; non
esistono le strade, se non delle strade per paesi interni come Bocchigliero o
Terravecchia, che impiegano almeno 2 ore per raggiungere la sede del Tribunale
di Castrovillari per strade montane, tortuose e non sicure, attraverso il
famigerato “cimitero all'aperto” che è la Strada Statale 106.
Dunque,
si ravvede tutto il contrario di ciò che la legge si era prefissata.
Si
tratta di una riforma che è stata fatta in nome della spending review, ma sappiamo bene che la
giustizia non può essere gestita solo in termini di produttività aziendale, ma
è un bisogno primario della collettività il cui costo deve essere considerato
socialmente utile e, sicuramente, doverosamente assorbibile. Se andiamo a
vedere, però, anche in termini di costi, questa riforma non ha generato un
risparmio della spesa, se pensiamo ai costi dovuti alle notificazioni che sono
chiaramente aumentate a dismisura, considerando le distanze.
Basti
pensare quanto costi una notificazione a un cittadino o allo stesso sistema
Stato, magari impiegando anche gli appartenenti alle Forze di Polizia, che
vengono sottratti al loro normale compito di controllo del territorio.
A
tal proposito, vi è un'altra motivazione alla base della soppressione ovvero
quella che ci fosse anche una criminalità omogenea sul territorio.
Nulla
di tutto questo!
Intanto
si tratta di criminalità molto spesso anche per accertamenti giudiziari che
fanno riferimento a ‘ndrine diverse: lo Ionio, la Sibaritide notoriamente, Cassano sono state sempre legate
alle ‘ndrine del Cirotano; quelle del Pollino,
probabilmente più legate alle ‘ndrine del capoluogo
di Provincia, che è Cosenza, ma se andiamo a considerare anche la criminalità
organizzata, che è fortemente presente sul territorio e si può notare anche dai
diversi processi che sono stati incardinati negli ultimi anni presso la
Distrettuale Antimafia, è facilmente aumentata.
Negli
ultimi tre anni ci sono stati più di 10 omicidi per mafia nel nostro territorio.
Anche
la Commissione anti ‘ndrangheta, presieduta dal consigliere Gelardi,
si è occupata, con l'audizione del Sindaco della città di Corigliano-Rossano,
di vari atti incendiari che avvengono a danni di beni di cittadini, ma anche di
beni patrimoniali che si susseguono praticamente con una quotidianità a cui la
gente ha quasi fatto l’abitudine.
Il
Tribunale chiaramente non andava chiuso e oggi ne chiediamo il ripristino.
A
questo, nel frattempo, si è aggiunto un evento importante dal punto di vista
grafico e della geografia territoriale, ovvero la fusione dei Comuni di
Corigliano e Rossano, che è avvenuta nel 2018 e ha dato vita a una città di 80
mila abitanti con la superficie maggiore all'interno del territorio calabrese.
La
stessa riforma Delrio, in tema di fusioni, prevede
che le stesse facilitino la giustizia e che i Tribunali siano presenti presso i
centri più importanti per facilitare le richieste dei cittadini.
Pertanto,
oggi proponiamo al Parlamento di approvare una modifica alla soppressione
andando a restituire questo Tribunale, senza incidere – e colgo l'occasione
anche per ringraziare il consigliere Laghi di averlo precisato, anche se nella
legge non era previsto – sulla giurisdizione degli altri Tribunali già
esistenti in Calabria.
Proponiamo,
altresì, all'interno di questa legge un fatto molto importante ovvero che venga
firmata una convenzione tra la Regione Calabria e il Ministero di giustizia che
vada a prevedere la ricostituzione del Tribunale di Rossano e che sia previsto
anche un fattore fondamentale che fu la causa principale della soppressione del
Tribunale, ovvero quello delle spese che gravavano sullo Stato per la gestione
dei locali che, tra l'altro, erano di proprietà comunale anche per quanto
concerne la vigilanza.
Con
questa legge, si prevede che le spese siano sostenute dalla Regione Calabria
attraverso una convenzione, di modo tale da togliere ogni alibi e far sì che
questo procedimento amministrativo abbia un esito positivo all'interno del
Parlamento italiano con l'approvazione della nostra proposta di legge.
Ritengo
che l’Italia, che è la culla del diritto, non possa diventare tomba della
giustizia, come diceva qualche illustre del secolo scorso.
Pertanto,
auspico che l'Aula voti favorevolmente questa proposta di legge al Parlamento
e, ai molti che chiedono se stiamo facendo la cosa giusta, dico che stiamo
facendo il massimo che la Calabria possa fare, sia come cittadini sia come
rappresentanti della massima Assise regionale.
L’unica
possibilità che abbiamo per far sì che il Tribunale venga ripristinato è quella
di proporre una legge al Parlamento, ma non possiamo fermarci a questo!
Mi
rivolgo a tutti i colleghi che rappresentano i Partiti presenti in Parlamento.
Dopo
l'approvazione, che sono certo avverrà all'unanimità in quest'Aula, dobbiamo
farci parte protagonista e seguire il percorso di questa proposta di legge
affinché sia incardinato in breve tempo nella Commissione giustizia della
Camera e andare a sollecitare personalmente, ognuno di noi, i propri Partiti, i
propri rappresentanti dei Partiti presenti in Parlamento, affinché questa legge
abbia il giusto esito.
Credo
di aver rappresentato in modo completo le esigenze e la risposta che i
cittadini di questo territorio attendono.
La
ringrazio, Presidente, per avermi dato la possibilità di presentare la legge.
Grazie,
consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Dalla chiara esplicitazione del consigliere Graziano è venuto fuori
con ogni evidenza che non si tratta di una legge che produce degli effetti, ma
piuttosto di una segnalazione perché il Parlamento italiano, che è quello
deputato a decidere in questo ambito, decida di riaprire il Tribunale di
Rossano; cosa che io personalmente condivido, stante proprio le situazioni
logistiche e di giustizia che riguardano un territorio che ha bisogno di essere
fisicamente presidiato per i problemi collegati alla criminalità esistente,
organizzata e non.
Questa
iniziativa poteva essere tranquillamente gestita dalla sola maggioranza, o
quasi, dai soli firmatari di questa proposta di legge che, peraltro, vede
esponenti di maggioranza e di minoranza.
In
passato ho proposto un emendamento in occasione di una delle tante cosiddette
“guerre tra poveri”, ovvero una diatriba fra Rossano e Corigliano su chi
dovesse mantenere il Tribunale, ed è del tutto evidente che, con la
soppressione del Tribunale di Rossano, il mio emendamento è volto proprio a garantire – e ringrazio i colleghi
della Commissione, che hanno dato il placet
a questo emendamento – che questa non è una richiesta fatta contro qualcuno,
nello specifico contro il Tribunale di Castrovillari, che viene a questo punto
garantito proprio nello scritto della proposta di legge, ma è una legge fatta a
favore della maggiore giustizia e del maggiore presidio di legalità dei nostri
territori.
Ringrazio il collega Graziano e i colleghi della Commissione che hanno
consentito che l'emendamento fosse recepito; per questo e per quello che la
proposta di legge vuole rappresentare, annuncio il nostro voto favorevole.
Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto intervenire la consigliera De
Francesco. Prego, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri e assessori, la proposta di
provvedimento amministrativo che oggi andiamo a votare, molto probabilmente
all’unanimità, recepisce le istanze di un territorio importante e strategico
per la Regione Calabria, che ha nella nuova città di Corigliano-Rossano il suo
fulcro centrale.
La soppressione del Tribunale di Corigliano-Rossano, partorita dal
decreto Severino e l'accorpamento con Castrovillari destava perplessità e
contrarietà già al tempo della sua emanazione per il risvolto e l'impatto
negativo che avrebbe avuto, così come è successo, per quanti operano con
abnegazione e impegno nel delicato e difficile compito dell'amministrazione
della giustizia.
Perplessità che non avevano nessun colore campanilistico e che videro
accomunati magistrati, avvocati, rappresentanti istituzionali ed Enti locali.
L’obiettivo della riforma del Governo Monti puntava a risparmiare 80
milioni di euro, ma la soppressione dei Tribunali a seguito di uno studio
condotto dal Consiglio dell'Ordine nazionale forense non ha sortito gli effetti
sperati e ha scaricato ulteriori costi e disagi sulla collettività.
Pertanto, la cosiddetta riforma della geografia giudiziaria ha
comportato più problemi che vantaggi per lo Stato.
Oggi il Consiglio regionale si trova ad approvare una norma voluta
principalmente dal collega Graziano, che la Commissione da me presieduta ha
licenziato all'unanimità, non prima di aver ascoltato i colleghi, espressione
diretta del territorio della sibaritide e di stretta
collaborazione con la Commissione anti ‘ndrangheta.
Oggi più che mai il Tribunale ha una necessità impellente per l’area
ionica cosentina minacciata dall'avanzata della criminalità, che è pervasiva e
tenta di penetrare nel tessuto socio-economico e nella filiera produttiva di un
comparto agricolo, che è tra i più importanti del Meridione.
La città di Corigliano-Rossano è stata di recente teatro di attentati
intimidatori contro attività economiche che non hanno risparmiato nemmeno i
Presidi sanitari.
Invocare la riapertura del Tribunale di Corigliano-Rossano rappresenta
una battaglia che interessa tutti per cercare di recuperare e sanare le
conseguenze negative di una riforma iniqua, che con la soppressione del
suddetto Tribunale ha inevitabilmente indebolito l'intero contesto sociale,
economico e civile e, dunque, causato depauperamento del territorio tutto, ma
la rilevanza del Tribunale e la sua riapertura acquisiscono valore anche
rispetto alle controversie civili che oggi ricadono sul Tribunale di Castrovillari,
appesantito da oneri troppo gravosi.
Il Consiglio regionale della Calabria ha l'occasione storica di mandare
un messaggio forte al Parlamento, affinché guardi alla nostra Regione con
un'attenzione e una concretezza che non ammettono divisioni tra schieramenti o
fazioni.
Sono certa che sarà possibile approvare entro la fine della Legislatura
nazionale un provvedimento che restituisca allo Ionio cosentino e al vasto
comprensorio in cui il Tribunale ricadrà, ciò che è stato ingiustamente
sottratto nove anni orsono.
Lo dobbiamo al principio di giustizia giusta, che lega indissolubilmente
la massima Istituzione regionale con il mondo forense e la magistratura in un
legame orientato a soddisfare le esigenze di giustizia e di libertà dei nostri
corregionali.
Ognuno di noi attiverà i propri gruppi parlamentari per fare in modo che
la convergenza registrata in questa sede possa essere replicata a livello
nazionale con un segnale di attenzione finalmente sostanziale verso una terra
che chiede e reclama la valorizzazione della sua dignità.
Grazie a tutti i colleghi della prima Commissione, ai colleghi Straface e Tavernise, che si sono
uniti come rappresentanti del territorio ad una battaglia di civiltà e
progresso che oggi conosce un primo significativo passo per una nuova fase per
la Calabria intera.
Grazie.
Grazie, collega De Francesco. Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso. Anche io mi unisco alle parole della collega
De Francesco, che voglio ringraziare pubblicamente e che, in qualità di
Presidente della prima Commissione Affari istituzionali, ci ha tenuto a far
convergere tutti noi, rappresentanti della sibaritide,
alla firma della proposta di legge del consigliere Giuseppe Graziano, che
ringrazio per l'ottimo lavoro che ha svolto.
Sin da questo momento, mi impegno con il mio movimento di rappresentanza
a Roma per far sì che la proposta sia incardinata al più presto, poiché il
Presidente della Commissione giustizia alla Camera, il deputato Mario Perantoni, è componente del Movimento Cinque Stelle. Avendo
visto che il Presidente della Commissione giustizia del Senato, il senatore
Andrea Ostellari, è in quota Lega, approfitto,
presidente Mancuso, per chiedere che anche voi del gruppo Lega Salvini vi impegnate per far sì che la proposta sia
incardinata al più presto perché, come hanno già detto bene i colleghi De
Francesco, Graziano, ma anche il collega Laghi, il nostro territorio,
soprattutto in questi giorni, sta vivendo dei momenti particolari.
Soltanto da inizio d'anno nella città di Corigliano-Rossano sono state
incendiate ben 30 automobili; è notizia della settimana scorsa che tra i Comuni
di Cassano e Castrovillari ci sono stati due omicidi che sono arrivati alla
ribalta nazionale per la brutalità con cui si sono consumati; addirittura, una
donna è stata uccisa con nove colpi di pistola e un uomo è stato trattato come
un animale, rinchiuso nel bagagliaio di una macchina insieme a un capretto.
Si tratta di fenomeni per i quali non possiamo girarci assolutamente
dall'altra parte e il Tribunale di Rossano è stato l'unico Tribunale della
Regione Calabria chiuso dall'allora governo Monti. Assolutamente mi unisco a
quello che ha detto il collega Laghi: non c'è spazio per campanilismi
nell’essere favorevoli, collega, nei confronti del Tribunale di Castrovillari,
piuttosto che sostituirlo con qualsiasi altro Tribunale, ma il nostro
territorio ha bisogno di un Presidio di giustizia perché, come ha già detto il
collega Graziano, dal 2018 ad oggi, presidente Mancuso, sono state uccise otto
persone, tre lupare bianche, e non è stato individuato ancora alcun colpevole;
vuol dire che la Sibaritide oggi ha bisogno di un
Presidio di giustizia così importante.
Chiedo la cortesia a tutti i colleghi che hanno rappresentanza a Roma,
soprattutto tra i banchi del Governo, di far sì che questa legge sia
incardinata e approvata il prima possibile nella Commissione giustizia perché
il nostro territorio, il territorio della Sibaritide,
ha bisogno di un Tribunale, ha bisogno del Tribunale di Corigliano-Rossano,
insieme a quello di Castrovillari. Comunque, le forze dell'ordine
quotidianamente stanno facendo e svolgono tra mille difficoltà il proprio
dovere, però, collega Graziano, non dobbiamo fermarci oggi; oggi è solo
l'inizio e dobbiamo continuare a lavorare bene insieme.
Vi ringrazio veramente perché quando parlo di collaborazione, quando
parlo di approvare, Assessore Orsomarso, anche proposte che vengono dalla
maggioranza - come può ben vedere - non c'è alcun tipo di problema quando c'è
condivisione; la condivisione c’è stata in Commissione e c'è stata nel voler
far firmare questa proposta di legge anche a me e al collega Alecci.
Grazie ancora. Lavoriamo insieme su questa questione.
Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Esprimo grande soddisfazione per le dichiarazioni
che sono state fatte e per l'unità di intenti verso questo punto all'ordine del
giorno, che riguarda appunto la riapertura del Tribunale della città di
Corigliano-Rossano.
Colgo l'occasione per ringraziare il consigliere Graziano, che ci ha
dato la possibilità di firmare questo disegno di legge e, in particolar modo,
tutti i componenti della prima Commissione.
Si tratta di un iter che
approda nella seduta di Consiglio regionale a seguito del lavoro svolto
all’interno della prima Commissione.
Colgo l'occasione per ringraziare il Presidente della Commissione anti
‘ndrangheta, dove è stato audito il Sindaco della
città di Corigliano-Rossano, che ci ha dato la possibilità di sottolineare
l'esigenza e l'importanza di avere questo importante presidio sul territorio e
che riguarda non soltanto la città di Corigliano-Rossano, ma l'intera Sibaritide.
Ritengo che, nel momento in cui è stata avviata la riorganizzazione del
sistema giudiziario, questa parte del territorio abbia subito un vero e proprio
scippo; è impensabile che una città di 80 mila abitanti sia priva di un
Tribunale. Si tratta di un caso unico in Italia.
Se pensiamo, ad esempio, che a Napoli addirittura hanno istituito un
altro Tribunale, Napoli nord, per comprendere i grossi Comuni del circondario.
Come è stato sottolineato dal consigliere Graziano, ci troviamo di
fronte a un territorio che ritengo sia uno tra i più disagiati, soprattutto per
quanto riguarda la viabilità, le infrastrutture e i trasporti.
Comuni come Bocchigliero, Campana, Scala Coeli e Cariati distano dal
Tribunale di Castrovillari oltre 100 chilometri; ritengo che anche questo sia
un caso unico ed è stato sottolineato in un documento importantissimo
dell'Associazione nazionale Magistrati al Ministero della giustizia, che
presenta alcuni rilievi rispetto alla fragilità di questo territorio in termini
di criminalità organizzata.
Un altro dato di cui bisogna necessariamente tener conto riguarda il
carico delle pendenze penali e civili, i cui dati sono stati estratti dal
registro di cancelleria dell'ex Tribunale di Rossano, e da quelli del Tribunale
di Castrovillari.
È opportuno sottolineare come la parte più consistente provenga proprio
dal territorio della città di Corigliano-Rossano.
Ritengo che questo sia un dato che conferma in modo più che
significativo il danno che viene e che è stato arrecato allo stesso territorio;
un danno che sicuramente non ha portato alcun vantaggio da un punto di vista di
celerità.
Basta pensare che i quattro quinti delle pendenze sono ascrivibili alla
terza città della Calabria e ai Comuni limitrofi.
Ecco perché ritengo che la soppressione del Tribunale di Rossano, oggi
città di Corigliano-Rossano, non abbia portato alcun vantaggio se non dei
disagi, ma la cosa più importante è quella che tutto ciò ha portato ad
aumentare un senso di sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni
giudiziarie e, soprattutto, ad aumentare la percezione dell'insicurezza che il
cittadino vive, dovuta alla mancanza appunto di un presidio di legalità sul
territorio.
Per quanto riguarda i costi di gestione, c'è già una struttura del
Tribunale di Rossano, all'epoca di proprietà dei due Comuni divisi di
Corigliano-Rossano, dove addirittura le spese di gestione venivano sostenute
dalle due Amministrazioni comunali.
A questo possiamo aggiungere che nelle vicinanze c'è anche un’ex caserma
dei Carabinieri che, unita alla struttura che già esiste, potrebbe creare la
Cittadella giudiziaria.
Ecco perché non può e non trova giustificazione la chiusura di questo
presidio di legalità, soprattutto in termini di contenimento dei costi e delle
spese di gestione.
Lo ha detto il consigliere Graziano, la consigliera Luciana De Francesco
e anche gli altri consiglieri regionali: nel momento in cui verrà licenziato
questo testo di legge, e sono sicura che ci sarà l’approvazione unanime, dovrà
essere nostro compito e responsabilità attivare tutti i nostri rappresentanti
istituzionali che oggi compongono la Commissione giustizia.
Come Forza Italia lo stiamo già facendo e sono sicura che lo faranno
anche gli altri Partiti perché adesso si tratta soltanto di una volontà
politica, nell’andare a rivedere la riorganizzazione del sistema giudiziario e
- in questo caso è l'augurio che ci facciamo - la riapertura del Tribunale
della città di Corigliano-Rossano e dell'intera Sibaritide.
Grazie.
Grazie collega.Ha chiesto di intervenire la
collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, signori consiglieri, la mia è un’espressione di voto
assolutamente favorevole perché questo è un argomento estremamente importante e
la nostra terra ha certamente bisogno di presidi di legalità.
Voglio giusto sottolineare come, quando ci occupiamo di temi di
interesse che realmente riguardano il benessere della popolazione, della
collettività e rispondono alle esigenze dei territori, come in questa
situazione - sono stati rispettati tutti i tempi anche delle concertazioni
della discussione, tra la maggioranza, le opposizioni e i territori - i
provvedimenti di legge arrivano ad essere approvati a larga maggioranza.
Mi sarebbe piaciuto che il presidente Occhiuto fosse qui perché è questo
lo spirito collaborativo che noi abbiamo e questo è il metodo che scegliamo per
cambiare questa terra insieme a voi.
Grazie, collega Bruni. Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo all'undicesimo e ultimo punto all'ordine del giorno, la
proposta di legge numero 45/12^ di iniziativa del consigliere Comito, recante:
“Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 19 marzo 2004, numero 11”.
Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare il provvedimento.
Prego, consigliere Comito.
Grazie, Presidente. Si tratta di una piccola ma sostanziale modifica
alla legge regionale numero 5 del 2022 che ha introdotto il comma 5-bis dell'articolo 11 della legge
regionale 19 marzo 2004, numero 11, cioè il Piano regionale della Salute
2004-2006, introducendo nuove forme di assistenza sanitaria con la finalità di
migliorare l'assistenza di prossimità.
Tra le tipologie assistenziali individuate sono indicate le Case di
continuità; invece il PNRR indica le Case della comunità quale strumento
attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in
particolare per i malati cronici.
Pertanto, l'attuale proposta prevede gli adeguare la terminologia a
quella usata nel PNRR sostituendo le “Case di continuità” con le “Case di
comunità”.
Logicamente, dalla proposta non derivano nuovi o maggiori oneri a carico
del bilancio regionale. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Comito.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 9218, a firma
dei consiglieri Cirillo e Caputo, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Prego, consigliere Caputo, può illustrare l’emendamento.
Grazie, Presidente. La proposta emendativa mira a modificare l'articolo
1 della proposta di legge numero 45/12^ recante: “Modifica all’articolo 11
della legge regionale 19 marzo 2004, numero 11, Piano regionale della salute
2004-2006”.
Con l'emendamento si intende sostituire la lettera a) del comma 5-bis
dell'articolo 11 della legge regionale numero 11/2004, al fine di specificare
meglio, oltre che adeguare la terminologia ivi usata a quella di cui al PNRR,
che l’assistenza multidisciplinare primaria ivi prevista sia assicurata da
equipe di professionisti dipendenti e convenzionati con il Servizio sanitario.
Si specifica, inoltre, che l'emendamento del 4 marzo 2022, protocollo
numero 8757, a firma del sottoscritto, è ritirato.
Grazie, collega Caputo. Parere della Giunta?
ORSOMARSO Fausto, Assessore al turismo, marketing territoriale e mobilità
Favorevole, Presidente.
Parere del relatore?
COMITO Michele (Forza
Italia)
Favorevole, Presidente.
L'emendamento è approvato.
Articolo 1
(È approvato
per come emendato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
La seduta è tolta.
La seduta
termina alle 19,04
Hanno chiesto congedo: Gallo, Gentile, Neri, Minasi, Pietropaolo.
(È
concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Organizzazione dei servizi pubblici locali
dell’ambiente - (Deliberazione G.R. n. 118 del 21.03.2022)” (PL n. 49/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente e alla
seconda Commissione – Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Comito “Modifiche all'articolo 11 della legge
regionale 19 marzo 2004, n. 11 (Piano regionale della salute 2004 - 2006)” (PL
n. 45/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative e alla seconda Commissione –
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Gentile, Cirillo, Gelardi,
Graziano, Crino, Neri, Tavernise “Norme per
l’incremento, lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura
calabrese” (PL n. 46/12^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili e
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero - per il
parere.
Bruni “Iscrizione dei senza dimora nelle liste
degli assistiti delle Aziende sanitarie provinciali (ASP) calabresi” (PL n.
47/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative e alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Comito
“Approvazione Statuto del Consorzio Costa degli Dei” (PL n. 48/12^).
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
Cirillo “Modifiche alla legge regionale 26
maggio 2021, n. 14 (Misure urgenti in tema di concessioni per attività di
acquacoltura)” (PL n. 50/12^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili e
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero - per il
parere.
Irto, Alecci, Bevacqua,
Iacucci, Mammoliti
“Istituzione del servizio di Psicologia di base” (PL n. 51/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative e alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Lo
Schiavo “Disciplina delle Cooperative di comunità” (PL n. 52/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative e alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Laghi “Istituzione del Garante Regionale dei
Diritti delle Persone con Disabilità” (PL n. 53/12^).
È
stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali
e normativa elettorale e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
Graziano “Modifica dei confini territoriali dei
comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza” (PL n. 54/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Comito “Esenzione della tassa automobilistica
per i veicoli storici” (PL n. 55/12^).
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
Mancuso e Alecci “Integrazioni agli articoli 14
e 27 della l.r. 17/2005 (Norme per l'esercizio della
delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo)” (PL n.
56/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente e alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Caputo e Cirillo “Modifiche alle leggi
regionali 1/2022, 32/2021 e 9/1996” (PL n. 57/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“Piano di azione e coesione (PAC) 2007/2013.
DGR n. 439 del 14 settembre 2021 - Rimodulazione “Scheda Nuove operazioni n. 7
Interventi per la promozione e la produzione culturale” - Linea di Intervento
III.7; “Scheda Nuove Operazioni, n. 8 Osservatorio sul Turismo a supporto delle
azioni di promozione per l’attrazione di flussi turistici” Linea di Intervento
III.8 - (Deliberazione G.R. n. 115 del 21.03.2022)” (PPA n. 35/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l’estero - per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente per
i Parchi Marini Regionali (EPMR) - (Deliberazione G.R. n. 105 del 21.03.2022)”
(PPA n. 36/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l’estero - per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione 2022-2024 dell’Azienda
Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria) -
(Deliberazione G.R. n. 106 del 21.03.2022)” (PPA n. 37/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l’estero - per l’esame di merito.
“PR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027.
Approvazione del documento finale “Strategia di Specializzazione Intelligente
2021/2027”, della Relazione di autovalutazione dell'assolvimento della
condizione abilitante “Buona governance della S3” e
dei relativi Annex - (Deliberazione G.R. n. 121 del
28.03.2022)” (PPA n. 38/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l’estero - per l’esame di merito.
“Approvazione Piano Regionale di Tutela della
Qualità dell'Aria - PRTQA - aggiornamento della classificazione in seguito ad
un quinquennio di monitoraggio - (Deliberazione G.R. n. 126 del 28.03.2022)”
(PPA n. 39/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - per l’esame di merito.
“Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della regione
Calabria approvato dal Cipess nella seduta del 29
aprile 2021 con Delibera n. 14 (G.U. SG N. 190 del 10 agosto 2021). Sezione
Ordinaria. Riprogrammazione risorse FSC. Presa d'atto determinazioni del CDS
PSC Calabria - (Deliberazione G.R. n. 119 del 28.03.2022)” (PPA n. 40/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per l’esame di merito.
“Adozione del Programma Regionale Calabria
FESR/FSE Plus 2021-2027, in attuazione del Reg. (CE) n. 1060/2021 e del
Rapporto Ambientale di VAS - (Deliberazione G.R. n. 122 del 28.03.2022)” (PPA
n. 41/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per l’esame di merito.
Il
Dipartimento sviluppo economico ed attrattori culturali - Settore 03 - Attività
estrattive ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare,
il decreto dirigenziale n. 2563 dell’11 marzo 2022, recante: “Apertura di una
nuova cava di inerti sabbiosi - comune di Torano Castello (CS). Ditta
individuale “Vitaro Salvatore””.
(Parere
n. 5/12^).
È
stato assegnato alla seconda, quarta e sesta Commissione consiliare.
La
sesta Commissione consiliare, nella seduta del 16 marzo 2022, ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 59 del 18
febbraio 2022, concernente: “Art. 4 - Legge regionale n. 8/2008 - Approvazione
del «Piano Esecutivo annuale 2022».
(Parere
n. 3/12^).
La
seconda Commissione consiliare, nella seduta del 22 marzo 2022, ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 66 del 28
febbraio 2022, concernente: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del
Piano finanziario dell’Asse 1 “Promozione della ricerca e dell’innovazione” (OT
1 FESR), Azioni 1.1.2, 1.1.4, 1.1.5, 1.2.1, 1.2.2, 1.3.2, 1.3.3 e 1.5.1,
dell’Asse 2 “Sviluppo dell’agenda digitale” (OT 2 FESR), Azioni 2.1.1, 2.2.1,
2.2.2, e dell’Asse 6 “Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e
culturale” (OT 6 FESR) Azioni 6.1.2, 6.1.3, 6.5.A.1 e 6.6.1”.
(Parere
n. 4/12^).
Comunico
che, in data 15 marzo 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato
la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 41 del 15
marzo 2022:
-
legge regionale n. 7 del 15
marzo 2022, recante: “Misure per il superamento della discriminazione di genere
e incentivi per l’occupazione femminile”.
Comunico che l’Assessore
alle politiche sociali, Clotilde Minasi, in data 23
marzo 2022 ha formalizzato le proprie dimissioni dal Senato della Repubblica e
che, di conseguenza, ha optato per l’indennità di Assessore regionale.
Comunico
che il Presidente del Consiglio dei Ministri, con ricorso ex art. 127 della
Costituzione contro la Regione Calabria, in persona del Presidente della Giunta
regionale in carica, chiede che la Corte Costituzionale voglia dichiarare
costituzionalmente illegittimo, e conseguentemente annullare, l’articolo 1
della legge regionale n. 41 del 23 dicembre 2021, recante: “Modifica
dell’articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia
di usi civici). Proroga termini”.
Comunico
che il Presidente del Consiglio dei Ministri, con ricorso ex art. 127 della
Costituzione contro la Regione Calabria, in persona del Presidente della Giunta
regionale in carica, chiede che la Corte Costituzionale voglia dichiarare costituzionalmente
illegittima la legge regionale n. 42 del 28 dicembre 2021, recante: “Modifiche
e integrazioni alla legge regionale 25 giugno 2019, n. 29 (Storicizzazione
risorse del precariato storico)”.
Comunico che il
Presidente del Consiglio dei Ministri, nella seduta del 18 marzo 2022, ha
deliberato di rinunciare all’impugnazione dell’art. 26 della legge regionale n.
5 del 23 aprile 2021, recante: “Disciplina delle modalità e delle procedure di
assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche della
regione Calabria e determinazione del canone in attuazione dell’articolo 12 del
decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79”.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2022-2024:
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Giunta regionale, con deliberazione n. 52
della seduta del 18 febbraio 2022, ha approvato la Rete Regionale dei Centri
per l’Impiego e le Linee di indirizzo per lo sviluppo dei punti di accesso di
prossimità;
- detta delibera prevede per la provincia di
Crotone solo i centri per l’impiego di Crotone e Cirò Marina, determinando,
dunque, la chiusura di quello di Petilia Policastro attualmente operativo
seppur con dipendenti in regime di lavoro agile a causa della chiusura degli
uffici avvenuta con provvedimento dell’ufficio del Datore di Lavoro della
Regione Calabria;
- l’ufficio di Petilia Policastro non risulta
incluso neppure tra le Sedi Locali Coordinate che dovrebbero svolgere in tutto
o in parte i servizi previsti dalla normativa per i Centri per l’impiego;
- il Centro per l’Impiego di Petilia Policastro
è punto di riferimento di un bacino che comprende ad oggi più di trentamila
residenti, i quali per raggiungere l’ufficio più vicino, allocato nella città
capoluogo di provincia, sarebbero costretti, in alcuni casi, a percorrere più
di un’ora di auto;
- in ragione di quanto sopra, da notizie
apprese dai lavoratori ad oggi in forza all’ufficio in questione,
l’amministrazione comunale di Petilia Policastro ha offerto a Regione Calabria
la possibilità di allocare gli uffici in strutture reperite dalla medesima
amministrazione comunale;
- ancora, la decisione assunta dalla Giunta
regionale appare contrastare con gli obiettivi assegnati con il “Piano
Straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive
del lavoro”, approvato ai sensi dell’art.12, comma 3 del DL 4/2019, convertito
in legge n. 26 del 28/03/2019”, che mette a disposizione delle regioni
importanti risorse finanziarie sia per nuove assunzioni che per il
potenziamento e la riqualificazione delle strutture;
- detta determinazione stride, ancora di più,
con gli obiettivi del Programma Garanzia di Occupabilità
dei Lavoratori (GOL) che assegna alla Regione Calabria solo per l’anno 2022 €
39.776.000,00 e che per le assegnazioni delle risorse degli anni successivi
applicherà meccanismi premiali basati sul numero dei beneficiari del Programma
GOL presi in carico in ciascuna regione e sull’avanzamento della spesa inerente
le misure e i servizi attivati;
- la chiusura del Centro per l’Impiego di
Petilia Policastro, per le ragioni sopra esposte, appare oltre che
irragionevole, anche contraria a indirizzi e obiettivi assegnati alle regioni
dal Governo nazionale e dalla Comunità Europea e fatti propri anche dalla
Regione Calabria. Tutto quanto sopra premesso, si interroga l’Assessore al
Lavoro
per sapere:
se e quali utili e tempestivi provvedimenti si
intendono adottare per evitare la chiusura del Centro per l’impiego di Petilia
Policastro.
(37; 10/03/2022).
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- con la deliberazione del Consiglio dei
Ministri del 4 novembre 2021 il Presidente della Giunta della Regione Calabria
è stato nominato Commissario ad acta per la prosecuzione del Piano di rientro
dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, secondo i programmi
operativi di cui all'art. 2, comma 88, della legge n. 191 del 2009, ivi
ricomprendendo la gestione dell'emergenza pandemica;
- con il decreto del Ministero della Salute 20
gennaio 2022, recante la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni
e alle Province Autonome per i progetti del PNRR e del Piano per gli
Investimenti Complementari, trasmesso dal Dipartimento per gli Affari regionali
e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati
attribuiti alla Regione Calabria gli importi, a valere sulla Missione 6,
Componente 1, per il complessivo valore di € 128.787.991,27, di cui €
84.677.262,22, quale Investimento 1.1, per la realizzazione di n. 57 Case della
Comunità;
- con DCA n. 15 del 01/03/2022 è stata
approvata la proposta di Piano degli interventi per la realizzazione delle
strutture sanitarie nella Regione Calabria, previste nella ripartizione
programmatica del PNRR, che prevede - tra le altre cose - n. 57 Case della
Comunità (Missione 6, Componente 1, Investimento 1.1 del PNRR), di cui 10 nella
provincia di Catanzaro;
Considerato che: - con decreto del Ministero
dell'economia e delle Finanze del 6 agosto 2021, è stata conferita all'Agenzia
Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas)
l'attuazione di tali interventi;
- caratteristica precipua delle Case della
comunità è - tra le tante -l'assistenza di prossimità in strutture sanitarie di
facile accesso ed individuazione da parte dell'assistito;
- nel corso di un incontro avvenuto il 26
maggio 2021 tra il sub-commissario pro tempore della Regione Calabria ed i
rappresentanti dell'AGENAS sono stati illustrati gli elementi fondamentali per
un sensibile miglioramento dell'assistenza territoriale conseguibile attraverso
le attività da realizzare secondo il relativo cronoprogramma che
originariamente prevedeva, entro il mese di settembre 2021, la ricognizione da
parte della Regione Calabria dei siti idonei per la realizzazione delle CdC, degli OdC e delle COTe, entro il successivo mese di dicembre,
l'individuazione dei siti di realizzazione dei suddetti interventi;
- nell'individuazione dei detti siti, veniva
richiesto alle Aziende sanitarie provinciali di:
1. prendere in considerazione
preferenzialmente, strutture esistenti, da ristrutturare o rifunzionalizzare,
del tipo strutture territoriali ambulatoriali obsolete o reparti ospedalieri da
riconvertire, ovvero, alternativamente di prevedere nuove edificazioni su
terreni di proprietà pubblica, in ogni caso in strutture o su terreni nella
disponibilità delle Aziende;
2. tener conto, nell'individuazione dei siti,
della carente rete assistenziale territoriale su tutto il territorio regionale
nonché dell'assenza di assistenza domiciliare omogeneamente distribuita sul
territorio regionale;
3. tener conto della rete stradale non sempre
agevole specialmente nelle zone montane che non consente di accedere
tempestivamente e facilmente ai presidi sanitari;
4. valutare i fabbisogni sanitari e
sociosanitari in relazione alle caratteristiche epidemiologiche della
popolazione e delle caratteristiche oro-geografiche del territorio;
5. procedere alla distribuzione territoriale
dei siti in modo omogeneo e capillare;
6. acquisire, entro il suddetto termine, il
formale assenso da parte del Comitato di rappresentanza dei Sindaci dei Comuni
che ricadono nei Distretti, in cui verrebbero ipotizzate le realizzazioni delle
CdC, degli OdC e/o COT, se
non diversamente idealizzato;
- la Regione Calabria nel dicembre 2021 ha
comunicato ad Agenas la localizzazione dei terreni e
degli immobili da destinare alla realizzazione di Case di Comunità e Nocera Terinese era tra i comuni individuati ad ospitarne una
struttura;
visto che: - nell'elenco allegato al DCA n. 15
del 01/03/2022 la struttura di cui sopra non risulta più collocata nel comune
di Nocera Terinese ma nel comune di San Mango
d'Aquino;
- non è evidente dall'istruttoria indicata nel
DCA richiamato la motivazione di tale sostituzione, posto che i commissari
prefettizi del comune di Nocera Terinese,
interpellati dall'Asp, hanno dato la disponibilità dei vecchi locali dell'Usi;
- entro il 31maggio 2022 dovranno essere
sottoscritti i relativi Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS);
considerato che - l'immobile individuato nel
comune di San Mango d'Aquino pare sia oggetto di contenzioso per le finalità
cui la stessa struttura era destinata;
per sapere:
se non si ritenga necessario riconsiderare con
urgenza l'istruttoria relativa alle Case della Comunità della provincia di
Catanzaro ripristinando l'iniziale allocazione di una di esse nel comune di
Nocera Terinese.
(41; 21/03/2022).
Straface.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 17/05/2017 è stato stipulato un
protocollo d'intesa tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete
Ferroviaria Italiana S.p.A. e Regione Calabria avente ad oggetto
"Adeguamento e velocizzazione Linea Ferroviaria Jonica" finalizzato
alla realizzazione di interventi infrastrutturali e tecnologici destinati ad
aumentare la capacità del servizio ferroviario nell'ambito di un più generale
progetto di forte sviluppo della rete ferrata regionale sia in termini qualitativi
che quantitativi;
- nello specifico, il protocollo d'intesa, alla
luce dell'interlocuzione avviata dalla Regione Calabria con il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti nell'ambito, tra l'altro, della programmazione
delle risorse del FSC 2014/2020 "Potenziamento della Linea Ferroviaria
Jonica. Rango C. Infrastruttura LARG. Integrazione urbana e intermodalità"
e della conseguente Delibera CIPE n. 54 del 1° dicembre 2016 che ha approvato
l'intervento denominato "Adeguamento e velocizzazione linea ferroviaria
jonica - tratta Sibari/Melito Porto Salvo" per un importo complessivo di
307 M€ a cui si sono sommati 40 M€ da parte della Regione Calabria, con
garanzia di rimborso da parte di RFI, per la soppressione dei passaggi a
livello;
40 M€ da risorse dello Stato già assegnate a
Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. ed ulteriori 90 M€ riallocati dal Ministero
delle Infrastrutture sulla tratta ferroviaria jonica, prevedeva il:
- completamento dell
"istituzione del Rango di velocità "C";
- la soppressione di alcuni passaggi a livello
presenti in punti particolarmente critici;
- il rinnovo con velocizzazione dei deviatoi;
- l'installazione di barriere antirumore;
- il rinnovo di binario ove necessario;
- la rifunzionalizzazione
ed il rinnovo delle stazioni con particolare attenzione a quelle con maggiore
traffico;
- nel giugno 2018, sono iniziati, tra gli
altri, nell'ambito degli interventi progettuali citati, anche i lavori per
l'elettrificazione della tratta ferroviaria jonica Sibari-Catanzaro Lido che
hanno previsto la realizzazione di plinti e posa in opera di pali per la
trazione elettrica e la sostituzione dei binari rendendo, di fatto, questa
linea ferrata più performante ed efficiente tanto da permettere la futura
circolazione di materiale rotabile moderno;
rilevato che: - a seguito di numerose
vicissitudini burocratiche, si è registrato un rallentamento nel cronoprogramma
dei lavori che ha determinato, anche, un'interruzione degli stessi tanto da
richiedere il commissariamento dell'opera da parte del Governo nazionale che è
avvenuto con il DPCM 5 agosto 2021 con la nomina dell'Ing. ---------, dirigente
di Rete Ferroviaria Italiana, a cui è stato affidato il compito di portare a
termine l'elettrificazione della tratta Sibari - Catanzaro Lido entro il 2023;
preso atto che: - la Regione Calabria,
attraverso il Dipartimento regionale dei Lavori Pubblici, ha giustamente
contestato, in via formale, i ritardi attuativi del progetto, causati, tra gli
altri, dal fermo dei lavori tra Sibari e Corigliano, a causa della presenza di
vincoli paesaggistici, successivamente autorizzati dalla Soprintendenza dei
Beni culturali, chiedendo, al contempo, un riallineamento del cronoprogramma
dei lavori anche in considerazione dei recenti sviluppi normativi che
consentono semplificazioni nell'iter autorizzatorio
per i progetti finanziati con fondi PNRR, fondi europei e FSC nonché la
fissazione di incontri diretti ad individuare eventuali criticità e conseguenti
soluzioni;
ravvisato che: - in questi ultimi mesi, alcune
associazioni che si occupano delle problematiche connesse al trasporto
ferroviario in Calabria hanno sottolineato i ritardi dei lavori di
elettrificazione della linea jonica e le conseguenti carenze derivanti al
servizio, sottolineando la necessità di vincolare RFI al rispetto di un
cronoprogramma più stringente ed individuando alcune soluzioni che potrebbero
andare nella direzione di risolvere i problemi più immediati come quella della
messa sotto tensione, che potrebbe avvenire in tempi brevi, vista la presenza
di sottostazioni elettriche, del tratto di circa 26 km tra le stazioni di
Sibari, Corigliano e Rossano garantendo quindi l'avvio del servizio ferroviario
elettrificato su questo tratto di rete;
- sarebbe opportuno che RFI, su impulso della
Regione Calabria, valutasse anche questo tipo di soluzioni dal punto di vista
tecnico e, se fattibili, garantisse l'adozione di opportuni interventi che
vadano nella direzione di fornire il tipo di soluzione prospettata;
- questa soluzione permetterebbe, tra l'altro,
il prolungamento della tratta ferroviaria del Frecciargento
Sibari - Bolzano fino alle stazioni della Città di Corigliano-Rossano, dando,
di conseguenza, un primo e concreto segnale di riconoscimento della sua
importanza, nel contesto regionale, alla terza città della Calabria che ha
necessità di risposte sempre più concrete anche su questo versante;
- con tale ipotesi, diventerebbe, ancora più
appetibile il servizio del Frecciargento in quanto si
attesterebbe su un bacino di utenza sicuramente più ampio;
per sapere:
si chiede quali iniziative intenda realizzare
al fine di intervenire per rendere fattibile un intervento che, in attesa del
più generale completamento dei lavori di elettrificazione in corso sulla linea
jonica, che continuano ancora a scontrarsi con difficoltà di ordine tecnico,
così darebbe un segnale di attenzione forte verso il comprensorio e la città di
Corigliano-Rossano.
(46; 01/04/2022).
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- nella giornata di oggi, 12 aprile, si è
verificata una nuova aggressione, l’ennesima, ai danni di personale sanitario
impiegato presso l’ospedale Jazzolino di Vibo
Valentia, questa volta ad essere colpiti sono stati un medico, un operatore
sanitario e un addetto all’obitorio;
- l’aggressione di oggi segue, di soli pochi
giorni, quella subita da una dottoressa anch’ella impegnata presso l’ospedale
di Vibo Valentia;
- ormai, purtroppo, gli episodi di violenze e
minacce nei confronti di medici, infermieri ed operatori sanitari non si
contano più;
- come appare evidente e come già evidenziato
in una precedente interrogazione, ad oggi rimasta senza risposta, la situazione
della sanità vibonese è diventata, a dir poco, insostenibile: medici ed
operatori sanitari oberati di lavoro che, nonostante lo spirito di abnegazione,
non riescono a far fronte alle legittime richieste dei cittadini della
provincia di Vibo Valentia a causa delle carenze strutturali, tecnologiche e di
personale;
-cittadini esasperati che si vedono negare
l’accesso alle cure ed il diritto, costituzionalmente garantito, alla salute;
-in questo quadro appaiono non più rinviabili
gli interventi già sollecitati con la citata interrogazione e resi ancora più
urgenti dalle ripetute aggressioni perpetrate ai danni del personale sanitario
lasciato solo ad affrontare la rabbia degli utenti. Tutto quanto sopra premesso
si interroga il Presidente della Giunta regionale nella funzione di Commissario
ad acta per il piano di rientro dal disavanzo sanitario,
per sapere:
quali urgenti provvedimenti si intendono adottare
per garantire il diritto alla salute ai cittadini Vibonesi e l’incolumità ai
lavoratori della sanità.
(49; 13/04/2022).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la legge regionale nr. 57/90 “Norme per
l'istituzione del servizio socio-psico-pedagogico in Calabria” ha disciplinato
il servizio socio-psico-pedagogico finalizzato alla prevenzione e al
superamento delle varie forme di disadattamento, funzioni esercitate
nell'ambito del territorio di competenza, dai Comuni singoli o associati ai
sensi dell'articolo 45 del D.P.R. n. 616/1977 con finanziamento a carico della
Regione Calabria;
- la citata legge ha disposto che le figure
professionali di cui si componevano le equipe socio psicopedagogiche fossero
mantenute con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e diventassero
dipendenti della regione nell'ambito dell'assessorato alla sanità con relativo
inquadramento nella ctg D come da contratto
collettivo nazionale del pubblico impiego;
- nell'anno 1997 venne approvata la Legge
Regionale 24/1/1997, n.2 (abrogata poi nel 2011) che prevedeva:
"L'Istituzione, nell'ambito dei posti della dotazione organica del ruolo
regionale di un contingente ad esaurimento per gli operatori delle équipe
socio-psico-pedagogiche." Questa legge prevedeva l'espletamento di un
concorso riservato, per il riconoscimento giuridico del profilo e l'inserimento
nel ruolo regionale di questo personale, concorso bandito ma mai espletato;
- contestualmente con atto deliberativo dell'Assessorato
al personale della Regione Calabria, il personale dell'Equipe veniva assegnato
funzionalmente alle ASL di appartenenza (attualmente ASP), tuttavia, il profilo
e le mansioni non vengono mai definite e attribuite correttamente. Nel caso
degli Psicologi rimane la categoria di origine attribuita dalla Regione, ovvero
Categoria Economica e giuridica "D";
- nel 2007, con l'approvazione della legge
regionale n° 9, il personale veniva trasferito definitivamente nei ruoli delle
ASP con il profilo giuridico ed economico attribuito dalla Regione in attesa
che una commissione, prevista dalla stessa legge, predisponesse la tabella di
equiparazione dei livelli;
- nel 2014 con atto deliberativo n. 949, l'ASP
di Cosenza, in seguito all'adozione della nuova dotazione organica, nella quale
inseriva il personale delle ex Equipe, procedeva ad una disamina delle
posizioni giuridiche per trovare una corrispondenza tra profilo, categoria e
ruolo da assegnare, non riuscendo ad individuare per il personale appartenente
al profilo di Psicologo una equipollenza o corrispondenza con i profili del
ruolo sanitario collocandolo pertanto nella Dotazione Organica con attribuzione
del trattamento economico in godimento" (ovvero categoria "D"
comparto sanità). Considerato che: - Le attività lavorative degli Psicologi,
(ex Equipe Socio- psico -pedagogiche della Regione
Calabria) che da anni operano all'interno dell'Unità Operativa di
Neuropsichiatria Infantile delle ASP Calabresi, non corrispondono all’attuale
collocazione giuridica ed economica. Tenuto conto che: - con il trasferimento
funzionale non è stato definito l’inquadramento giuridico e il profilo
professionale con le conseguenti mansioni le quali, pertanto, non risultano
attribuite correttamente;
- la previsione della legge 9/2007 non ha avuto
mai attuazione, lasciando indefinito sia il profilo giuridico che quello
economico delle figure degli psicologi che rimangono inquadrati nella categoria
"D", con il conseguente trattamento economico riferibile a mansioni
amministrative, nonostante il lavoro svolto è quello di Psicologo all'interno
dell'U.O. di Neuropsichiatria infantile con carichi di lavoro e mansioni
proprie di questo ruolo essendo adibiti a compiti strettamente legati alla cura
dei pazienti loro assegnati alla stessa stregua degli operatori appartenenti ai
ruoli del servizio sanitario nazionale. Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
come il Presidente della Regione Calabria
intende affrontare la questione dell’inquadramento degli psicologi (ex equipe
Socio-psico-pedagogiche) per garantire un trattamento giuridico ed economico
adeguato al profilo e allo spessore delle loro professionalità.
(36; 09/03/2022).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 18, 19 e 20 giugno 2019 sono stati
selezionati tramite una procedura pubblica su base nazionale, a cura di Anpal Servizi Spa, n. 2980 Navigator destinati a servizi di
assistenza tecnica alle Regioni per la gestione del Reddito di Cittadinanza (RdC);
- in data 17/07/2019 in attuazione della
Convenzione stipulata tra la Regione Calabria e Anpal
Servizi SpA e in coerenza con la Deliberazione di
Giunta Regionale n. 389 approvata in data 09/08/2019, sono stati assegnati ai
15 Centri per l’Impiego (CpI) presenti in Calabria n.
170 Navigator;
- ad oggi, i Navigator ancora operanti in
servizio di assistenza tecnica presso i CpI calabresi
sono n. 141;
- i Navigator sono laureati magistrali con voto
medio di laurea pari a 107/110 e hanno maturato una competenza teorica e
pratica nell’ambito delle Politiche Attive del Lavoro (PAL) e dei Servizi per
il Lavoro (SpL), anche a stretto contatto con le governance regionali e le relative procedure
gestionali-operative;
- tali figure professionali hanno già superato
una selezione pubblica che ha anticipato gli attuali concorsi semplificati
voluti dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta (la
selezione dei Navigator si è basata su un test multi-disciplinare a risposta
multipla su n. 100 quesiti in 100 minuti;
- le attuali selezioni dei cd. “concorsi smart”, cui si ispira anche la prova scritta prevista dai
concorsi regionali di potenziamento dei CPI, prevedono test su n. 40 quesiti in
60 minuti);
- i Navigator sono stati oggetto di un
importante investimento pubblico in termini di risorse economiche ed
organizzative, finalizzato alla loro formazione teorica e pratica come
operatori dei servizi pubblici per il lavoro;
- il decreto legge 152/2021, recante
disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR), convertito in legge con approvazione definitiva del Senato
della Repubblica in data 23/12/2021, all’art. 40 bis prevede la proroga dei
Navigator riportando testualmente che “la società ANPAL Servizi Spa è
autorizzata a prorogare i contratti stipulati con il personale che opera presso
le sedi territoriali delle regioni e delle province autonome per svolgere le
predette attività di assistenza tecnica fino al 30 aprile 2022” - la Regione
Calabria ha pubblicato sul BURC n. 115 del 31/12/2021 n. 4 bandi per titoli ed
esami per il potenziamento dei Centri per l’Impiego (n. 279 posti categoria D
“Istruttore direttivo-amministrativo”; n. 177 posti categoria C “Istruttore
amministrativo-contabile”; n. 29 posti categoria D “Specialista in servizi per
il lavoro”; n. 52 posti categoria D “Specialista in servizi per il lavoro”);
- nei suddetti bandi sono previsti n. 456 posti
riguardanti profili professionali meramente amministrativi e solo n. 81 posti
relativi a profili professionali specialistici e maggiormente funzionali ad un
effettivo potenziamento dei CPI;
- permane un chiaro ed oggettivo
sottodimensionamento dei servizi pubblici per il lavoro, a partire dalle
competenze e professionalità presenti nei CpI;
- il programma Garanzia Occupabilità
dei Lavoratori (GOL), di cui alla Missione 5 Componente 1 del Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza (PNRR) e al Decreto Interministeriale del Ministero
dell’Economia e del Ministero del Lavoro, individua target ed obiettivi
stringenti per i servizi pubblici per il lavoro, assegnando alla Regione
Calabria – già per l’anno 2022 - circa 40 milioni di euro finalizzati al
coinvolgimento in GOL di 27 mila calabresi;
- in data 21/12/2021 la Camera dei Deputati,
con parere favorevole del Governo, ha accolto/approvato l’Ordine del Giorno n.
9/03354-A/100 primo firmatario On. Niccolò Invidia (cui si rimanda) che
“impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero
del lavoro e delle politiche sociali, un tavolo tecnico-politico che preveda la
partecipazione delle associazioni sindacali e di categoria maggiormente
rappresentative, al fine di arrivare alla costituzione di una strategia
occupazionale per la figura dei navigator”. - il suddetto tavolo
tecnico-politico è in fase di insediamento presso il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali (in data 17/02, proprio in sede MLPS e alla presenza
del Sottosegretario On. Rossella Accoto, vi è stata
una prima riunione di carattere preparatorio con le forze sindacali).
Considerato che: i navigator calabresi alla data del 31/01/2022: (dati Regione
Calabria – Anpal Servizi Spa) - hanno proceduto a
regolare convocazione, anche con modalità da remoto, di n. 149.832 beneficiari RdC;
- hanno profilato n. 111.933 beneficiari RdC presenti alla 1a convocazione e n. 16.178 presenti
anche alla 2a convocazione;
- hanno promosso la sottoscrizione e/o
l’aggiornamento di n. 61.014 Patti per il Lavoro per i beneficiari RdC regolarmente avviabili a percorsi di ricerca attiva di
lavoro;
dei sopra detti beneficiari con Patto, il 30%
circa ha avuto almeno un rapporto di lavoro regolarmente formalizzato;
- hanno registrato cause di esclusione da
obblighi lavorativi per n. 16.492 beneficiari RdC;
- hanno registrato cause di esonero temporaneo
da obblighi lavorativi per n. 12.412 beneficiari RdC;
- hanno proceduto alla trasformazione di n. 619
beneficiari RdC soggetti al Patto per il Lavoro di
cui ai Centri per l’Impiego in beneficiari RdC
soggetti al Patto per l’Inclusione Sociale di cui ai Comuni;
- hanno associato poco più di 4 mila
beneficiari RdC ai Progetti di Utilità Collettiva
(PUC) attivati in circa 200 comuni calabresi;
- hanno aggiornato i dati di oltre 38 mila
aziende censite nella piattaforma on line Mappature Opportunità Occupazionali
(MOO), contattato circa 12.500 e fornito assistenza tecnica a 3 mila aziende
presenti in MOO per la rilevazione dei relativi fabbisogni occupazionali,
rilevando 2500 piani assunzionali per oltre 1400
aziende coinvolte e per circa 5 mila profili richiesti;
- hanno orientato n. 2.666 beneficiari RdC verso l’offerta formativa regionale di Istruzione
Tecnica Superiore (ITS), coinvolgendoli in attività di promozione per n. 7 ITS
e n. 12 CpI coinvolti;
- hanno promosso l’Avviso di Regione Calabria,
Istituto Commercio con l’Estero (ICE) e ANPAL denominato “Riparti con l’Export
– i Talenti del Reddito di Cittadinanza”, individuano e coinvolgendo n. 107
beneficiari RdC con i requisiti richiesti. TENUTO
conto che: - nel testo di conversione in Legge del Decreto Recovery
per l’attuazione del PNRR, è stata prevista la proroga per i navigator di
quattro mesi fino al 30 aprile 2022;
- la gestione della proroga dei Navigator è
stata affidata ad Anpal;
- i navigator, c.d. tecnici dei servizi per
l’impiego, hanno apportato un’importante innovazione nei servizi per il lavoro,
fondamentale per il loro miglioramento e per incrementare l’occupabilità
degli utenti e per il ruolo di relazione con persone e imprese mai contattate
prima dai centri per l’impiego, decisivo nell’immagine del servizio pubblico;
- sono tecnici specialisti, esperti delle
politiche del mercato del lavoro e visto che per attivare le risorse del Piano
di garanzia di occupabilità dei lavoratori servono le
competenze e la presenza di personale preparato, e oggi sprecare quasi 170
risorse umane appare quanto mai inopportuno, improprio e incomprensibile con
gli obiettivi del Pnrr. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se intende aggiornare e entro quali tempi, il
fabbisogno di personale da utilizzare nelle attività di politiche attive e
servizi per il lavoro, al fine anche di salvaguardare l’esperienza e la
competenza acquisite.
(38; 15/03/2022).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- Il lungomare di Nocera Terinese
era stato inaugurato nel 2010 per una maggiore vivibilità della zona da parte
dei residenti e per veicolare uno sviluppo turistico del territorio, attraverso
la nascita di attività commerciali e la creazione di un anfiteatro per lo svolgimento
di eventi e rappresentazioni artistiche;
- dopo una serie di mareggiate precedenti, il
lungomare è andato interamente distrutto durante una violenta mareggiata nel
marzo del 2018 e da quel giorno lasciato in totale abbandono;
- prima di effettuarne la ricostruzione,
occorrerebbe implementare un efficace piano di salvaguardia dei litorali a
rischio di erosione, prevenendo nuovi eventi di questo genere;
considerato che: - L'erosione costiera è uno
dei grandi problemi della nostra regione;
- per questioni di moto ondoso e agenti
atmosferici, la costa tirrenica presenta una maggiore predisposizione rispetto
a quella jonica;
- nel febbraio del 2020 era stato pubblicato un
avviso per l'appalto di lavori contro l'erosione costiera (Gazzetta Ufficiale
Serie Speciale Contratti Pubblici n. 21 del 21 febbraio 2020), con fondi già
stanziati a valere sul POR FESR FSE 2014/2020 (Linea di Azione 5.1.1) per 4
lotti relativi ad alcune zone della costa tirrenica, poi prorogato fino a
maggio 2020;
- tra questi era previsto il lotto tra Gizzeria
e la foce del fiume Savuto, per un costo dei lavori pari a 6 milioni e 800 mila
euro;
- in quasi due anni la Commissione non si è mai
riunita per l'affidamento della progettazione e il conseguente avvio dei
lavori. Tutto ciò premesso e considerato interroga l'Assessore alle
Infrastrutture e ai lavori Pubblici della Giunta regionale
per sapere:
1. se è a conoscenza dei fatti suesposti
relativamente allo stanziamento dei fondi a valere sul POR FESR FSE 2014/2020
(Linea di Azione 5.1.1) contro l'erosione costiera;
2. quali azioni intenda intraprendere per
velocizzare l'iter di assegnazione dei lavori per il contrasto all'erosione
costiera in relazione ai 4 lotti della zona tirrenica.
(39; 17/03/2022).
Irto, Alecci, Bevacqua,
Iacucci, Mammoliti. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il porto di Gioia Tauro è il più grande
presente in Italia e grazie alla sua posizione geografica riveste un ruolo di
infrastruttura di importanza strategica per l’intero Mediterraneo e rappresenta
uno snodo nevralgico per la logistica nazionale e internazionale;
- la funzione di Gateway del porto di Gioia
Tauro non è pienamente operativa mancando di una rete ferroviaria moderna che
assicuri una connessione intermodale efficiente con l'entroterra, in grado di
garantire un trasferimento veloce delle merci dallo scalo portuale verso il
resto del Paese, dell’Europa e viceversa;
- l’offerta di trasporti intermodali da e per
Gioia Tauro risulterebbe potenziata attraverso un’opera di adeguamento della
struttura di collegamento ferroviario tra il terminal portuale e la rete
ferroviaria di RFI;
- con un ritardo di quasi un anno, nel mese di
maggio 2021, con delibera n. 221, la Giunta regionale esprime formale intesa su
quanto indicato all’ articolo 208 del decreto-legge 34/2020, grazie al quale si
perfezionava il trasferimento a titolo gratuito del collegamento ferroviario
Rosarno-San Ferdinando e il relativo impianto a RFI;
- sempre l’articolo 208 del decreto legge
34/2020, con il trasferimento del raccordo a RFI ha intenso qualificare questo
tratto ferroviario in infrastruttura nazionale e affidare pertanto a RFI, quale
gestore dell’infrastruttura nazionale, il processo di ammodernamento e di
adeguamento di questa linea ferroviaria agli standard della rete nazionale ed
europea, dal punto di vista infrastrutturale, tecnologico e di sicurezza;
- l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha
approvato il regolamento del comprensorio ferroviario del porto di Gioia Tauro,
adottato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e
Ionio, autorizzando altresì la gestione unica del raccordo ferroviario ad opera
di RFI. Considerato che: - ancora oggi non è stato completato il trasferimento
del raccordo ferroviario Rosarno-San Ferdinando e del relativo impianto a RFI;
- in fase di ricognizione dei beni oggetto del
trasferimento è risultato che le particelle catastali interessate dal tratto
ferroviario in questione sono di proprietà del CORAP e addirittura alcune di
esse di proprietà di privati;
- il mancato perfezionamento del trasferimento
ha determinando la sospensione delle operazioni di intervento di ammodernamento
del raccordo da parte di RFI;
- il PNRR ha previsto risorse pari a 60 milioni
di euro per la realizzazione di interventi di potenziamento del collegamento
ferroviario del porto di Gioia Tauro e che in particolare questi interventi
consistono nel raddoppio della bretella di collegamento tra San Ferdinando e
Rosarno, nella sistemazione dell’impianto di Rosarno per la realizzazione di
almeno un binario con modulo pari a 750 metri, nella revisione della stazione
di San Ferdinando per la realizzazione di binari modulo pari a 750 metri e
nell’ammodernamento dei sistemi di sicurezza e segnalamento;
- i lavori dovranno essere realizzati in coerenza
con i tempi fissati dal PNRR che impongono la rendicontazione al 2026 e
pertanto il ritardo dovuto al mancato trasferimento del raccordo rischia ancora
una volta di vanificare ogni tentativo di rendere definitivo il rilancio
dell’infrastruttura portuale considerato da sempre e da tutti sicuro volano
dell’economia dell’intera regione;
- persino le ultime dichiarazioni del Ministro
delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in visita al porto di Gioia
Tauro nei giorni scorsi, hanno evidenziato le potenzialità dell’infrastruttura
definendola strategica per il sistema logistico del Paese anche grazie al
collegamento con l’Alta Velocità ferroviaria;
- il perfezionamento del passaggio della
proprietà del collegamento ferroviario Rosarno San Ferdinando dalla Regione a
RFI non può più attendere oltre, con l’augurio che le ultime vicende che hanno
interessato il CORAP, dimissioni inattese del commissario liquidatore e
conseguente nomina del suo sostituto, non siano utilizzate come pretesto per
ulteriori ritardi. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
- quali azioni intende intraprendere e quali
interventi intende attuare affinché si completi il trasferimento della
proprietà del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando dal CORAP alla
Regione e alla società RFI e si permetta di portare a termine i lavori secondo
programmazione e nei tempi previsti.
(40; 18/03/2022).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Regione Calabria è da più tempo
interessata ad un piano di rientro sanitario che rende necessaria la
riorganizzazione della rete ospedaliera al fine del raggiungimento degli
obiettivi di risanamento della medesima da disservizi e sprechi e per garantire
i minimi Livelli Essenziali di Assistenza, con la nostra regione ultima in
Italia in termini di offerta sanitaria;
- l’Ospedale civile “Nicola Giannettasio”
di Rossano fa parte del presidio ospedaliero di Corigliano-Rossano ed è
inquadrato come struttura con funzioni spoke ovvero
collegamento tra territori diversi della stessa area, con specialità sanitarie
di media complessità nel trattamento delle patologie e con DEA (dipartimento di
emergenza accettazione) di 1° livello. Considerato che: - i casi Covid in provincia di Cosenza e in tutta la Calabria sono
tornati a salire ad un ritmo vertiginoso a causa del dilagare della sotto
variante Omicron BA.2. Una tendenza che, inevitabilmente, porta maggiore
pressione sui servizi assistenziali, piegando in particolare le aree mediche e
mettendo sotto stress i pronto soccorso regionali. In certi momenti della
giornata si ripete l’inquietante rituale delle ambulanze con pazienti a bordo
che restano in attesa nei piazzali e proprio nei pronto soccorso, negli ultimi
giorni, si sono verificati quattro dei sei decessi che si sono contati nella
provincia cosentina. Continua ad allungarsi anche la lista degli operatori
sanitari che quotidianamente risultano contagiati, con corsie che si svuotano
di medici e infermieri e con turni che, inevitabilmente, diventano via via più
logoranti. Tenuto conto che: - il pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Rossano è al collasso: diversi i pazienti
in attesa di ricovero e a causa dell’alto numero di malati che arrivano a bordo
delle ambulanze il personale sanitario, già sotto organico, è costretto a turni
estenuanti per sopperire anche alla mancanza di operatori sanitari dovuto alla
diffusione di questa nuova variante Covid. Una
situazione esplosiva che sottopone il personale in organico a un maggiore
carico di lavoro e a pressioni incessanti da parte dei cittadini che chiedono,
a giusta ragione, di essere visitati e sottoposti alle cure del caso;
- la crisi del pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio è tale da essere ad un passo dal non poter garantire
la copertura dei turni di servizio, a fronte di un già risicato numero di unità
in forza alle emergenze urgenze. Ci sono stati infermieri che hanno continuato
il servizio per 24 ore e medici per 12 ore e troppo spesso si è riusciti a
garantire la presenza di un solo medico nel pronto soccorso. Avere soltanto un
medico in un turno di servizio è fuori da ogni norma e non garantisce
assolutamente l’adeguata assistenza oltre a non poter assicurare il doppio
binario previsto per pazienti Covid e non-Covid;
- mentre risultano essere stati inviati una
decina di operatori socio sanitari e poche unità di infermieri per tamponare la
situazione, anche se non sufficienti a risolvere la cronica situazione di
sotto-organico, il numero di medici disponibili nel pronto soccorso
dell’ospedale Giannettasio si era ulteriormente
assottigliato negli scorsi mesi, indipendentemente dalle positività al Covid che in questo momento sono solo un’aggravante,
passando da otto a sei unità. Due medici, infatti, sono attualmente in malattia,
poiché colpiti da problemi cardiaci. Uno di questi aveva subito un’aggressione
(nel pronto soccorso aggressioni verbali ed anche fisiche si perpetuano da
tempo verso medici ed infermieri) mentre era in servizio nella sala medica che
gli aveva procurato il grave malore per il quale era stato trasferito all’unità
di emodinamica di Castrovillari lasciando un posto vuoto e mai ricoperto. Preso
atto che: - ad oggi, il pronto soccorso di Rossano, nonostante la grande
volontà del personale sanitario, non è più in grado di garantire la sicurezza
delle prestazioni alla cittadinanza a tutto il territorio della costa ionica e
dell’entroterra montano. Con le lunghissime attese e il rischio contagio è
certamente in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini di un’ampia zona,
che si vedono negati i più elementari e fondamentali presidi di tutela e la
garanzia costituzionale del diritto alla salute;
- si ha una responsabilità maggiore a lavorare
in un pronto soccorso rispetto ad altri reparti e si è anche ad alto rischio
denunce. E anche per questo motivo solo aumentando il personale sarebbe
possibile gestire meglio i pazienti e avere meno rischi di errori. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se e come intende assumere ogni utile e
necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria
affinché sia potenziato il pronto soccorso del presidio ospedaliero spoke di Corigliano-Rossano dotandolo di tutte le unità
necessarie, aggiungendo urgentemente nuovi medici e agendo anche per aumentare
la sicurezza del personale sanitario e consentire turni coperti in modo
adeguato, così da tenere ben saldo come unico principio il diritto alla salute
dei cittadini.
(42; 28/03/2022).
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- purtroppo, vi sono anche in Calabria numerose
persone che soffrono di insufficienza renale e che devono, pertanto, sottoporsi
al trattamento emodialitico;
- tale trattamento, a cui i nefropatici non
possono sottrarsi, e che è, pertanto, essenziale e salvavita, viene svolto in
appositi centri dialisi;
- pertanto, più volte i nefropatici (tre volte
a settimana) devono recarsi presso i centri di dialisi;
- tutto ciò comporta, conseguentemente, per i
nefropatici dei costi;
- la legge regionale n. 36/1986 ha previsto il
rimborso delle spese di trasporto in favore dei nefropatici che è, tuttavia,
insufficiente e inadeguato e non congruo;
- infatti, l’art. 4 l. 36/1986 ha disposto “il
rimborso … di 1/8 del costo di benzina super, per ogni Km percorso, per il
trasporto con autovettura privata propria, di familiari, di terzi o di
accompagnatori …”;
- tuttavia, il rimborso previsto dalla L.R. 36/1986
pari ad “1/8 del costo di benzina super per ogni Km percorso” nel caso di
trasporto con autovettura privata è insufficiente e non tiene conto dei costi
complessivi dell’auto e dell’usura cui è sottoposta l’auto con cui il
nefropatico viene accompagnato presso il centro di dialisi;
- ciò è tanto vero al punto che numerose
Regioni, tra cui Emilia Romagna, Puglia e Lazio, hanno previsto il diritto del
nefropatico di ottenere un rimborso pari ad 1/5 del costo di benzina per ogni
km percorso;
- inoltre, la Regione Emilia Romagna ha
correttamente previsto, con circolare n. 13/2018 della Direzione Generale Cura
della Persona Salute e Welfare, che nel caso in cui il nefropatico abbia
bisogno di un accompagnatore, dietro certificazione del medico nefrologo, il nefropatico
ha diritto al rimborso delle “spese di 2 viaggi A/R sempre nella misura pari al
valore di un quinto del costo di un litro di benzina per chilometro”;
- tanto è stato previsto al fine di permettere
all’accompagnatore di non doversi trattenere per tutta la durata del
trattamento emodialitico (che dura almeno quattro ore) e di potere, pertanto,
recarsi al lavoro;
- occorre, pertanto, che la Regione Calabria,
al fine di permettere la tutela di persone fragili e deboli come i nefropatici,
che devono sottoporsi continuativamente all’essenziale trattamento
emodialitico, e in ossequio all’art. 32 della Costituzione, porti, in aderenza
a quanto previsto dalle altre Regioni, il rimborso delle spese di trasporto con
mezzo privato a 1/5 del costo della benzina per ogni chilometro percorso e per
due viaggi di andata e ritorno in caso di necessità del nefropatico di essere
accompagnato per effettuare la dialisi dietro certificazione del medico
nefrologo;
- tutto ciò significherebbe che la Regione
Calabria ha particolare attenzione per le persone deboli e vulnerabili e
significherebbe, inoltre, adeguarsi correttamente a quanto già da tempo
disposto da altre Regioni d’Italia;
- la Regione Calabria è sottoposta al piano di
rientro del servizio sanitario e il Commissario ad acta è stato individuato
nella persona dell’attuale Presidente della Regione Calabria;
tutto ciò premesso, con il presente atto, si
chiede
per sapere:
- se il Presidente della Giunta Regionale e la
Giunta Regionale abbiano contezza di quanto sopra esposto e quali atti ed
iniziative politiche e/o provvedimenti gestionali/amministrativi si intenda
adottare, anche attraverso il Commissario ad acta per la Sanità in Calabria ed
il Dipartimento Salute della Regione Calabria, in ossequio all’art. 32 della
Costituzione, al fine di permettere al nefropatico, che deve necessariamente
sottoporsi al trattamento emodialitico, di ottenere, nel caso di utilizzo di
mezzo privato, un rimborso, per come già previsto da molte Regioni d’Italia,
pari ad 1/5 del costo di un litro di benzina per chilometro al fine di
raggiungere il centro di dialisi e per due viaggi di andata e di ritorno in
caso di necessità per il nefropatico di avere un accompagnatore dietro
certificazione del medico nefrologo.
(43; 28/03/2022).
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
premesso che:
- in Calabria c’è carenza di medici, infermieri
e operatori sanitari;
- tale situazione comporta turni di lavoro,
sovente, insostenibili;
- mancano ancora strutture sanitarie adeguate,
ambulanze, consultori, poliambulatori;
- si evince un dato emblematico riguardante
l’emigrazione sanitaria che costringe tantissimi calabresi a spostarsi in
un’altra regione per curarsi;
- inoltre, dall’inizio dell’epidemia da COVID
19 la situazione calabrese non sembra essere migliorata, nonostante le tante
risorse appositamente previste, in modo particolare, dal decreto rilancio,
ancora oggi la Calabria risulta tra le prime in Italia per occupazione dei
posti letto;
- in tale contesto, risulta ancora più
drammatica la situazione socio-sanitaria della provincia di Vibo Valentia, come
si evince dalle denunce quotidiane, dalla stampa, dai singoli cittadini, dai
sindaci, dalle OO.SS. e come ho potuto constatare personalmente nei giorni
scorsi incontrando il Commissario dell’ASP di Vibo Valentia;
emblematiche sono le oltre 15 mila visite
accumulatesi negli ultimi due anni per prestazioni ambulatoriali e
specialistiche;
- in questo quadro servirebbero risposte
adeguate ed urgenti, assunzioni di medici, infermieri e operatori sanitari,
tecnici ed amministrativi;
c’è urgente bisogno di un piano di adeguamento
tecnologico e soprattutto occorre, nell’immediato, investire nell’adeguamento
strutturale del presidio ospedaliero Spoke Jazzolino di Vibo che si trova in condizioni assai
precarie, mentre non si hanno notizie certe sulla costruzione del nuovo
nosocomio di Vibo Valentia, atteso, ormai, da più di 10 anni;
- in considerazione di tale situazione gli
interventi previsti dal DCA n. 15 del 01/03/2022 appaiono insufficienti e non completamente
rispondenti alle reali necessità del territorio a cui afferisce l’ASP di Vibo
Valentia, in quanto lasciano scoperte importanti aree come il versante costiero
e l’altopiano del Monte Poro, e inoltre non si evincono valutazioni appropriate
(criteri logistici, prossimità al cittadino, dimensione demografica,
caratteristiche epidemiologiche) su tale strategia di programmazione
dell’assistenza territoriale così come la missione 6 del PNRR richiederebbe.
Tutto quanto sopra premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale
nella sua funzione di Commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo
sanitario,
per sapere:
se e quali urgenti provvedimenti intenda
adottare per porre in essere: - l’assunzione di nuovo personale sanitario nell’ASP
di Vibo Valentia;
- l’adeguamento strutturale e tecnologico dei
presidi esistenti;
- l’implementazione del DCA n. 15 del
01/03/2022;
- l’esigibilità dei LEA.
(44; 30/03/2022).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Gazzetta ufficiale n. 72 del 26 marzo 2022
ha pubblicato la delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica) del 22 dicembre 2021 in cui "assegna alle
Regioni e Province Autonome risorse per interventi di immediato avvio dei lavori
o di completamento di lavori in corso" sul Fondo Sviluppo e Coesione;
- all'interno della delibera vengono assegnati
alla Regione Calabria circa 237 milioni di euro;
- all'interno della stessa delibera circa 75
milioni di euro sono previsti per la realizzazione in Calabria di 150
interventi nel comparto della depurazione e delle reti idriche;
considerato che: - Il 30 giugno 2020 il
Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità della Regione Calabria
ha inviato un documento (prot. n. 214332) al Dipartimento
Programmazione Nazionale e Comunitaria, al Dipartimento Bilancio, Finanze e
Patrimonio, e per conoscenza all'Assessore delegato al Ciclo integrato delle
Acque Col. Sergio De Caprio recante in oggetto la seguente dicitura: Piano
stralcio straordinario degli "interventi prioritari funzionale sui sistemi
fognari e depurativi da prevedere nell'immediato";
- all'interno di questo piano veniva
espressamente indicato che il comparto "presenta elementi di forte
criticità nell'intero territorio regionale, causate da un'insufficienza
strutturale, in ragione della quale sono in essere procedure di sequestro di
impianti di depurazione, di stazioni di sollevamento, di scarichi e di corpi
idrici superficiali, e relativi procedimenti penali nei confronti di amministratori
e operatori del settore, in altri casi, alcuni comuni presentano gravi deficit
fognario-depurativi, ormai prossimi ad una eventuale procedura
d'infrazione";
- all'interno del documento era presente una
tabella con 22 interventi prioritari previsti dal Piano da realizzare nei
comuni di Bivongi/Pazzano, Falconara Albanese, Isca sullo Ionio, Limbadi,
Melissa, Melito di Porto Salvo, Montepaone, Pizzo Calabro, Sorianello, Soriano
Calabro, Santa Caterina sullo Ionio, Sant'Agata del Bianco, Torre di Ruggiero,
Trebisacce, Caloveto, Campana, Cleto, Lamezia Terme, San Cosmo Albanese, San
Lucido, Regione Calabria (per lavori presso i comuni di Bianco, Bovalino,
Benestare, Casignana), Rende;
- il Piano Stralcio Straordinario individuava
la copertura finanziaria per questi interventi riportando le economie accertate
in APQ al 31 dicembre 2019 con il relativo codice e la fonte finanziaria per
euro 9.672.089,84;
- da interlocuzioni con i funzionari del
settore è stato rilevato che in realtà le somme previste non siano state
utilizzate per questi interventi e ad oggi non sono più disponibili;
- questi 22 interventi considerati prioritari
non sono stati inseriti tra i 15O interventi finanziati dal CIPE e ad oggi non
sono presenti risorse per la loro realizzazione;
- la Giunta Regionale con DGR n. 5 del 13
gennaio 2021 nel dare atto di indirizzo al Dip.
Tutela dell'Ambiente per la redazione del piano strategico (poi finanziato dal
CIPE) ha ritenuto che alcuni interventi di project financing già finanziati con delibera CIPE n. 60/2012
necessitavano di ulteriori finanziamenti per superare tutte le effettive
criticità. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della
Giunta Regionale anche in qualità della delega di Assessore all'Ambiente
per sapere:
- quali sono stati i criteri per definire la
priorità degli interventi finanziati dal CIPE e perché non siano stati inseriti
i 22 interventi ritenuti prioritari dalla stessa Regione Calabria due anni
prima;
- quali siano stati i metodi di acquisizione
degli atti e delle informazioni per la redazione del piano strategico inviato
al CIPE per il relativo finanziamento;
- come sia possibile che le risorse individuate
per finanziare i 22 interventi così importanti e urgenti ad oggi non siano più
disponibili;
- quali azioni intenda intraprendere per
finanziare gli interventi sulle opere importanti e urgenti che sono rimaste
ancora non realizzate, anche alla luce dell'imminente stagione balneare;
- se è stato previsto che nell'assegnare
ulteriori risorse ai project financing
la quota privata sarà opportunamente adeguata.
(45; 31/03/2022).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) svolge
studi epidemiologici in una vasta gamma di aree del Paese, principalmente con riferimento
ai Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche, ma anche in aree
caratterizzate dalla presenza di siti di smaltimento incontrollato di rifiuti
pericolosi e nei comuni italiani con elevato tasso di mortalità;
- in queste attività, l’I.S.S. collabora con le
Regioni, le ARPA, gli Osservatori Epidemilogici e le
Aziende Sanitarie Locali;
- da alcuni anni si è sviluppata una crescente
rete di collaborazioni fra questo Istituto (in particolare il Dipartimento
Ambiente e Salute) e la Regione Calabria, testimoniati dal Rapporto ISTISAN
16/9 del 2016 dedicato allo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della
Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità” a cura di Pietro Comba e
Massimiliano Pitimada, alla cui stesura hanno
partecipato diverse istituzioni regionali e locali della Calabria come l’ ARPACal, il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie della Regione Calabria e il Registro Tumori della Provincia di
Catanzaro;
Tenuto conto che: - la pubblicazione dei
quattro casi di studio presi in esame fa un primo quadro dello stato di salute
(in uno spazio temporale che va dal 2006 al 2012) e in tre dei quattro studi,
emergono dei dati che meritano di essere “attenzionati”.
Risultati 4 casi studio: 1. Crotone (unico Sito di Interesse Nazionale presente
in Calabria): eccessi di mortalità in entrambi i generi per tutte le cause,
tutti i tumori, tumori epatici e renali. Eccessi di ricoveri ospedalieri per
tutti i tumori e per neoplasie gastriche, epatiche e polmonari. 2. Davoli e
Lamezia Terme: i dati di incidenza oncologica non mostrano eccessi rispetto
alla popolazione di riferimento. 3. Serre Vibonesi (Fabrizia, Mongiana, Serra
San Bruno): eccesso di mortalità per tumori totali e in particolare tumori
gastrici, e per diverse patologie cronicodegenerative.
4. Valle dell’Oliva: nel Comune di Serra d’Aiello eccessi di mortalità per
tumori del colon-retto e per diverse patologie cronico-degenerative;
Preso atto che: - il rapporto, sopra citato, a
cura di P. Comba e M. Pitimada è stato inserito nel Piano
regionale di prevenzione approvato con DCA n.137 del 31 dicembre 2021;
considerato che: - il monitoraggio dei dati
epidemiologici è fondamentale per impostare i programmi di politica sanitaria;
- è prioritario estendere la copertura della
sorveglianza epidemiologica e sanitaria a tutto il territorio regionale. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se sia a conoscenza dei fatti esposti in
premessa e quali misure intenda adottare al fine di individuare in maniera
puntuale i fattori di rischio e le cause che determinano simili preoccupanti
incidenze e di predisporre un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica
e sanitaria nelle aree contaminate della Calabria;
2. quali siano le misure adottate a seguito
della collaborazione tra la Regione e l’Istituto Superiore della Sanità alla
luce del quadro emerso e da attenzionare come
evidenziato in premessa;
3. quali iniziative intenda promuovere in
riferimento al rapporto tra aree inquinate/patologie tumorali al fine di
garantire un opportuno programma di prevenzione, nonché di assistenza sanitaria
che salvaguardi la salute dei cittadini;
4. quando e se si intenda mettere a regime il
Registro Tumori sull’intero territorio regionale alla luce dell’accreditamento
all’AIRTUM al fine di avere un adeguato aggiornamento dei dati inerenti alla
mortalità oncologica, fondamentali per l’analisi dello stato di salute di tutta
la popolazione calabrese;
5. vista l’incidenza della problematica
sull’intero territorio regionale, che oltrepassa l’ambito di competenza delle
Aziende sanitarie provinciali, e i dati particolarmente preoccupanti relativi
all’aspetto sanitario, si chiede quali azioni intenda intraprendere nel merito
e se ritiene utile e necessario coinvolgere il Dipartimento regionale Tutela
della Salute.
(47; 08/04/2022).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-in data 8 febbraio 2021 la Regione Calabria -
Dipartimento Tutela dell'Ambiente - con nota prot.
56357 ha trasmesso ad ARPACAL la proposta di affidamento del Piano di Attività
per il rafforzamento della rete per il monitoraggio dei corpi idrici della
Calabria - POR FESR FSE 2014/2020 Azione 6.4.2;
-con delibera 234 del 13 luglio 2021 il
direttore generale di ARPACAL ha approvato il progetto "rafforzamento
della rete per il monitoraggio dei corpi idrici della Calabria" e la
relativa convenzione con il Dipartimento Regionale Tutela dell'Ambiente;
-il suddetto affidamento prevede un costo
complessivo di euro 2.069.000,00;
-le attività previste dal progetto riguardano
un approfondito monitoraggio di indagine su mari, fiumi, laghi e acque
sotterranee della Calabria finalizzato, soprattutto, alla successiva redazione
del "Piano di tutela delle Acque", operazione fondamentale ai fini
della protezione ambientale e della programmazione delle attività agricole e
ittiche, industriali, turistiche etc, nonché del
pieno raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla Direttiva Quadro
2000/60/CE;
-il finanziamento prevede anche l'acquisto di
nuove e moderne attrezzature per una migliore gestione delle emergenze in mare
e nelle acque superficiali da parte dell'Agenzia;
-la scadenza prevista per il POR FESR FSE
2014/2020 è fissata al 31/12/23;
-tale scadenza implica che tutti gli interventi
finanziati debbano essere conclusi e rendicontati con un ragionevole margine di
anticipo rispetto a tale data;
-considerato che: -la Regione Calabria non è
ancora riuscita ad erogare l'anticipazione dei fondi poiché ARPACal
presenta il DURC non in regola;
-ARPACal possiede
comunque tutti i mezzi per poter iniziare i lavori, ma le attrezzature a ciò
necessarie, custodite presso il Centro Regionale di Strategia Marina di
Crotone, non vengono messe a disposizione del personale incaricato di eseguire
le attività di progetto, nonostante le reiterate richieste da parte dei tecnici
stessi;
-nonostante alcuni solleciti da parte del
Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, ARPACal
a 9 mesi dall'approvazione del progetto non ha ancora avviato l'esecuzione dei
lavori;
-la mancata realizzazione del progetto
negherebbe alla Regione Calabria e ad ARPACal la
possibilità di allinearsi a tutte le altre realtà nazionali in termini di
gestione e controlli diretti dello stato di salute dei corpi idrici regionali,
-Tale mancanza recherebbe un danno a tutti i cittadini calabresi in termini di
tutela della salute e dell'ambiente. Tutto ciò premesso e considerato interroga
il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Assessore alla Tutela
dell'Ambiente,
per sapere:
1.quali azioni intenda intraprendere per
sbloccare definitivamente la situazione e consentire oltre che un celere avvio
dell'esecuzione dei lavori, il completamento dello stesso con il raggiungimento
degli obiettivi prefissati.
(48; 12/04/2022).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- gli standard europei del Soccorso tecnico
urgente dei Vigili del fuoco dettati, emanati dall'UE, prevedono un vigile del
fuoco “permanente” ogni 1.500 abitanti e 60.000 vigili del fuoco “permanenti”
su tutto il territorio nazionale;
- diversamente, in Italia, tale rapporto è di
un vigile del fuoco permanente ogni 16.000 abitanti e 4.000 pompieri
giornalieri sul territorio nazionale;
- in Calabria il rapporto suddiviso per
province è il seguente: Catanzaro l su 6270 abitanti, Cosenza 1 ogni 11211,
Crotone 1 ogni 3789, Reggio Calabria 1 ogni 4251, Vibo Valentia 1 ogni 4529;
- la Regione Calabria in vista della stagione
estiva, particolarmente delicata dal punto di vista della diffusione degli
incendi, ha necessità di programmare per tempo il personale da assegnare al
comparto prevenzione incendi;
- negli ultimi anni - nel periodo estivo - la
regione è stata colpita da incendi che hanno colpito i parchi regionali con
danni significati al patrimonio boschivo regionale considerata: - la procedura
speciale di reclutamento riservata al personale volontario del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco, nella qualifica di vigile del fuoco nel Corpo nazionale
dei vigili del fuoco (graduatoria fino ad esaurimento);
- la proroga della graduatoria degli idonei, ad
oggi ancora aperta, della procedura concorsuale pubblica di 250 posti di vigili
del fuoco;
- la formalizzazione presso il Senato della
Repubblica, da parte del sindacato U.S.B., della petizione n. 1031 degli
identificati vigili del fuoco calabresi, dal titolo breve: "Provvedimenti
urgenti volti allo espletamento e alla tempestiva assunzione della procedura
speciale di stabilizzazione dei precari dei Vigili del Fuoco" Tanto
Premesso
impegna la Giunta regionale
ad adottare opportune iniziative verso il
Governo Draghi per procedere alle urgenti assunzioni di vigili del fuoco con la
procedura speciale di reclutamento, consapevole dell'urgenza di tali assunzioni
per garantire un adeguato servizio ai cittadini ed al territorio calabrese.
(18; 21/03/2022) Lo Schiavo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- La "Vulvodinia"
e la "Neuropatia del Pudendo" sono patologie che colpiscono le donne
di tutte le età, causando forti dolori nella zona dei genitali, e che, nei casi
più gravi, possono durare diversi anni;
- recenti studi hanno evidenziato che a
soffrirne è circa il 15% della popolazione femminile;
- la "Fibromialgia"
presenta dolori muscolari diffusi e colpisce anche tanti uomini;
- nelle forme più acute, queste patologie sono
talmente invalidanti da impedire a chi ne soffre di lavorare, studiare o
svolgere le normali attività quotidiane;
- si tratta di malattie subdole, a volte
invisibili, che possono avere forti ricadute dal punto di vista fisico e
psicologico;
- spesso le terapie necessarie si presentano
come lunghe e costose. Considerato che: - la "Vulvodinia",
la "Neuropatia del Pudendo" e la "Fibromialgia"
non sono inserite nell'elenco delle malattie croniche e invalidanti
riconosciute nei livelli essenziali di assistenza (LEA) da parte del Sistema
Sanitario Nazionale;
- i centri più attrezzati per la cura di
suddette patologie sono presenti in prevalenza al Nord e chi ne soffre è spesso
obbligato a farsi curare fuori regione, con conseguenti ritardi nella diagnosi
e costi elevati per le terapie necessarie;
- altre regioni italiane hanno previsto il
riconoscimento di tali patologie nei propri elenchi delle malattie croniche e
invalidanti.
Impegna la Giunta regionale
- ad inserire le patologie in oggetto nel
proprio elenco delle malattie croniche e invalidanti riconosciute nei livelli
essenziali di assistenza (LEA);
- sostenere all'interno della Conferenza
Stato-Regioni e in Commissione Nazionale per l'aggiornamento LEA la possibilità
di inserimento di queste patologie nell'elenco delle malattie croniche e
invalidanti tutelate dal SSN. - assicurare una corretta formazione al personale
medico riguardo le suddette patologie in modo da ridurre il ritardo
diagnostico;
- individuare presidi sanitari pubblici da
specializzare nella cura di queste patologie;
- definire protocolli terapeutici e percorsi
riabilitativi adeguati;
- promuovere scambi di buone-prassi con presidi
ospedalieri specializzati in altre regioni e campagne di prevenzione volte alla
sensibilizzazione dei cittadini sulla natura di queste patologie.
(19; 24/03/2022) Alecci.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il diritto alle cure odontoiatriche deve
essere garantito mediante un'adeguata dotazione di personale medico-sanitario
in grado di assicurare almeno i livelli essenziali di assistenza;
considerato che: - il mancato impegno del già
esiguo numero di laureati in odontoiatria rischia di procurare un sostanziale
blocco delle prestazioni che finirebbe per penalizzare tutti i cittadini e in
particolare i pazienti più anziani e fragili, ancor più in questo periodo di
emergenze sanitarie ed economiche;
premesso che: - sembrerebbe che da tempo, gli
avvisi pubblici relativi alle procedure selettive finalizzate all'assunzione di
odontoiatri, siano preclusi proprio alla maggior parte degli odontoiatri
ovvero, a coloro che non siano in possesso di una specializzazione nella
medesima disciplina;
tenuto conto che: - è evidente che per i
laureati in odontoiatria e protesi dentaria non occorra alcun tipo di
specializzazione, poiché la normativa vigente in materia li legittima già ad
esercitare compiutamente la professione proprio in virtù dello specialistico
corso di studi universitario sostenuto, e dell'iscrizione al rispettivo albo
dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri;
preso atto che: - è stato recentemente promosso
contro l'Ats Sardegna un ricorso cautelare contro
l'ingresso dei professionisti nelle graduatorie territoriali;
- il Tribunale di Sassari, su specifico
ricorso, ha emesso un'ordinanza (n.1491/2021) di illegittimità e dichiarato
valido il diritto del ricorrente ad essere ammesso alle graduatorie;
- sulla questione il giudice ha osservato
quanto segue:"ll titolo dei laureati in
Odontoiatria e protesi dentaria "assorbe" quello di specializzazione
di Odontoiatria richiesto ai laureati in Medicina e chirurgia;
- si ipotizza un accordo collettivo nazionale,
che sostituisce quello del 2019, secondo il quale sarebbe consentita
l'assegnazione di incarichi di specialisti odontoiatri a tempo indeterminato e
determinato ai laureati in odontoiatria e protesi dentaria e ai laureati in
medicina e chirurgia, iscritti all'albo degli odontoiatri, che abbiano svolto
almeno 3 anni di attività convenzionata. Considerato altresì che: - anche nella
Regione Calabria la carenza di medici odontoiatri, come si evidenzia in alcune
criticità presenti in diversi Comuni, rischia di trasformarsi in un disservizio
per i cittadini;
impegna la Giunta regionale
a sollecitare il Ministero della Sanità,
affinché venga resa attuativa l'ordinanza pilota del suddetto Tribunale, con
conseguente ingresso dei laureati in Odontoiatria nelle graduatorie
territoriali.
(20; 29/03/2022) Loizzo.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la devastante emergenza sanitaria da Covid 19 che ha investito il pianeta negli ultimi due anni
ha messo a dura prova i sistemi sanitari di ciascuna nazione;
- in Italia, poi, la pandemia ha fatto emergere
la debolezza di tutti i diversi modelli di sanità regionale;
- in Calabria, per di più, è emersa la maggiore
fragilità di un sistema sanitario storicamente deficitario e messo, ancora
prima della pandemia, a dura prova dai tagli imposti dal piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario i cui effetti, dopo 12 anni di
commissariamento, si sono rilevati disastrosi: un disavanzo di svariati milioni
di euro, livelli essenziali di assistenza sotto la soglia, con un punteggio di
parecchio inferiore al punteggio minimo di 160, una migrazione sanitaria verso
il Nord che svuota le casse della Regione di centinaia di milioni di euro,
ospedali e presidi territoriali smantellati;
- più tasse con un incremento delle aliquote
fiscali (Irap e Irpef), ma nessun servizio adeguato;
- alcune
ASP sciolte per infiltrazioni mafiose, senza bilanci e con debiti
incalcolabili;
- nonostante tutto, però, anche in Calabria,
come del resto d’Italia, si è riusciti a far fronte all’emergenza, grazie allo
spirito di servizio ed alla professionalità di medici, infermieri, operatori
sanitari, tecnici e amministrativi che, con spirito di abnegazione, hanno,
nonostante tutto, continuato a svolgere il loro lavoro con impegno e dedizione,
rimettendoci, purtroppo non di rado, la vita;
- a questo vero e proprio miracolo hanno
partecipato, senza alcun dubbio, i lavoratori precari della sanità, molti
reclutati nell’immediatezza dell’emergenza, ai quali la Legge 30 dicembre 2021,
n. 234 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio
pluriennale per il triennio 2022-2024), al comma 268 riconosce il diritto alla
stabilizzazione;
- secondo la novella legislativa approvata,
infatti, “al fine di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali
anche per il recupero delle liste d'attesa e di consentire la valorizzazione
della professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio anche
durante l'emergenza da COVID-19, gli enti del Servizio sanitario nazionale, nei
limiti di spesa consentiti per il personale degli enti medesimi dall'articolo
11, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60, come modificato dal comma 269
del presente articolo: a) … b) ferma restando l'applicazione dell'articolo 20
del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, dal 1° luglio 2022 e fino al 31
dicembre 2023 possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano
triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e gli
operatori socio sanitari che siano stati reclutati a tempo determinato con
procedure concorsuali, e che abbiano maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze
di un ente del servizio sanitario nazionale almeno 18 mesi di servizio, anche
non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31
gennaio 2020 e il 30 giugno 2022, secondo criteri di priorità definiti da
ciascuna regione. Alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto
mediante procedure diverse da quelle sopra indicate si provvede previo espletamento
di prove selettive. c) possono, anche al fine di reinternalizzare
i servizi appaltati ed evitare differenze retributive a parità di prestazioni
lavorative, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale,
avviare procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per
l'assolvimento delle funzioni reinternalizzate,
prevedendo la valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non
superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in
mansioni sanitarie e socio- sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi
esternalizzati che abbia garantito assistenza ai pazienti in tutto il periodo
compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 e con almeno tre anni di
servizio. - la norma rappresenta non solo un giusto riconoscimento alle
centinaia di lavoratori che da precari si sono spesi e si spendono tutt’ora
nella lotta alla pandemia, ma anche l’occasione di un rilancio vero della
sanità calabrese;
- molte regioni hanno già avviato confronti
serrati con le Organizzazioni Sindacali per addivenire da una parte alla
stabilizzazione di quelle figure ricomprese nella citata norma e dall’altra a
chiedere a Governo e Parlamento di integrare la stessa norma per includere
figure (tecnici ed amministrativi) oggi escluse;
- l’occasione offerta dalla norma approvata non
può, in alcun modo, essere trascurata o, peggio, sprecata in quanto la Calabria
rischia di perdere professionalità importanti (solo a titolo di esempio,
nell’area centrale della regione parliamo di quasi 500 lavoratori) che, stanchi
della precarietà, potrebbero prendere, come purtroppo spesso avviene, la via
dell’emigrazione scegliendo regioni che offrono una prospettiva di stabilità
lavorativa. Tutto quanto sopra premesso, con la presente si interroga il
Presidente della Giunta regionale, anche nella sua funzione di Commissario ad
Acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario
della Regione Calabria
per sapere:
quali utili e tempestive iniziative intenda
assumere per dare seguito alle disposizioni sopra citate.
(30; 25/02/2022).
Risposta:
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- sulla base del Contratto dei Medici di
Medicina Regionale - "AIR" (Accordo Integrativo Regionale)
susseguitisi negli anni, i medici convenzionati del 118 (Emergenza Sanitaria
Territoriale) hanno sempre percepito un aumento fisso della retribuzione base
prevista dagli Accordi Collettivi Nazionali (ACN) corrisposto anche sulla
retribuzione feriale;
- nell’ultimo AIR della Regione Calabria del 31
luglio 2006 (art. 29) questo aumento, pari ad euro 5,50 per ogni ora di
attività, è stato riconosciuto sotto forma di indennità aggiuntiva legata allo
svolgimento di compiti aggiuntivi, anche se fino a tutto il 2019 la norma è
stata sempre interpretata ed applicata nel senso che per ogni ora di lavoro il
medico del 118 avesse diritto al suddetto compenso aggiuntivo, riconosciuto
anche sulle ore di ferie retribuite, in continuità con quanto previsto dai
precedenti AIR. Considerato che: - nel gennaio del 2019 le parti stipulanti
hanno sottoscritto un accordo di interpretazione autentica dell’art. 29 AIR che,
pur con una serie di accortezze (autocertificazione dei compiti aggiuntivi), ha
sostanzialmente consentito ai medici convenzionati di mantenere l’integrazione
di euro 5,50 su ogni ora di lavoro prestato;
- la gestione commissariale dell’Asp di
Catanzaro, nel gennaio 2020, ha sospeso la corresponsione dell’integrazione di
euro 5,50 lordi per ogni ora, asserendo che fosse dovuta esclusivamente sulle
ore di lavoro eccedenti le 38 ore settimanali e per compiti diversi da quelli
espletati durante l’orario di lavoro;
- l’art. 24 bis D.L. n. 41/2021 (conv. con modif. dalla L. 21
maggio 2021, n. 69) prevede che “Al fine di tutelare il servizio sanitario e di
fronteggiare l'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus
SARS-CoV-2, le somme corrisposte al personale medico convenzionato addetto al
servizio di emergenza-urgenza fino al 31 dicembre 2020, a seguito di
prestazioni lavorative rese in esecuzione di accordi collettivi nazionali di
lavoro o integrativi regionali regolarmente sottoscritti, non sono ripetibili,
salvo che nei casi di dolo o colpa grave”. Tenuto conto che: - la Regione
Calabria ha trasferito le risorse alle Aziende Sanitarie Provinciali che
riconoscono l’indennità aggiuntiva ai medici convenzionati;
- l’ASP di CZ ha inteso avviare, d’ufficio, nei
confronti dei medici impegnati nell’Emergenza Territoriale Sanitaria del 118 il
recupero delle asserite somme erogate indebitamente mediante trattenute in
busta paga chiedendo la restituzione di vari importi anche superiori a euro
100.000,00. Preso atto che: - le ASP di Catanzaro e Crotone sono le uniche che
hanno ridotto drasticamente le indennità ai medici del 118 annullando, in
particolare, quella riconosciuta dall’art. 29 AIR sopra citata;
- l’ASP di Catanzaro sta, tra l’altro, procedendo
al recupero dell’asserito indebito oggettivo, nonostante il giudice del lavoro
si sia recentemente pronunciato in merito dichiarando “l’irripetibilità delle
somme percepite dai ricorrenti a titolo di indennità aggiuntiva, anche sulla
retribuzione feriale, ex articolo 29 dell'Accordo integrativo regionale del
2006, a decorrere dal 2010”, ordinando, di conseguenza, all’Azienda citata la
restituzione degli importi “eventualmente trattenuti a tale titolo oltre
interessi legali e rivalutazione monetaria del dovuto” (sentenza del Tribunale
di Lamezia Terme del 17.02.2022);
- le PET (Postazioni di Emergenza
Territoriale), fondamentali per le emergenze sul territorio, presentano una
grave carenza di organico dei medici dell’emergenza-urgenza;
- tale situazione sta determinando ed
evidenziando una serie di criticità: mancanza di programmazione, rinuncia dei
medici a lavorare nel 118, ambulanze senza medico, lunghi tempi di attesa, una
rete di emergenza urgenza sempre più in ‘emergenza’, che regge solo per l’enorme
sforzo, abnegazione e lavoro degli stessi medici e del personale sanitario;
- quanto sopra evidenzia, di conseguenza, la
fragilità del sistema sanitario di soccorso, oramai al collasso anche perché le
stesse PET sono state demedicalizzate con grave danno per il servizio e
l’utenza. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
1) il motivo della mancata applicazione
dell’art. 29 dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR 2006);
2) quali azioni si intendono portare avanti nel
ridefinire gli accordi integrativi regionali al fine di potenziare l’offerta
relativa all’emergenza sanitaria territoriale in coerenza con le scelte della
programmazione regionale, nonché i tempi di attivazione del tavolo negoziale
per il rinnovo dello stesso AIR;
3) i tempi di risoluzione di tale problematica;
4) quali decisioni intende assumere, come atto
di indirizzo per le ASP e l’ufficio commissariale, al fine di evitare il
nascente contenzioso, foriero di un aggravarsi di spese e responsabilità, per
il recupero delle somme corrisposte al personale medico visto che recentemente
si è pronunciato in senso favorevole il giudice del lavoro di Lamezia Terme
come sopra riferito.
(31; 01/03/2022).
Risposta:
Bevacqua.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il bando Attiva Calabria a sostegno di
percorsi di inserimento e reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati e
inoccupati adulti prevede una procedura di attuazione sulla base del sistema
dotale;
- tantissimi cittadini del tirreno cosentino
stanno aderendo al bando riscontrando però disservizi nei tempi di attesa per
il rilascio, da parte del Centro per l'Impiego di Paola, della documentazione
prodromica (patto di servizio personalizzato Dlgs
150/2015, scheda anagrafico - professionale SAP, C/2 storico;
tutto ciò premesso, si interroga l'on.
Presidente della Giunta
per sapere:
- se è stata attivata una procedura di
prenotazione, per il rilascio della documentazione preliminare alla
presentazione delle domande di adesione, e se la stessa rispetta o meno il
criterio dell'ordine cronologico.
(33; 07/03/2022).
Risposta:
Iacucci.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la presidenza del Consiglio dei Ministri ha
autorizzato un avviso di gara telematica con procedura aperta di massima
urgenza in 21 lotti per la conclusione di Accordi Quadro con più operatori
economici, ai sensi dell'articolo 33 della direttiva 2014/24/UE, per
l'affidamento di lavori, servizi di ingegneria e architettura e altri servizi
tecnici, ai fini dell'attuazione dei piani di riorganizzazione della rete
ospedaliera nazionale di cui all'articolo 1 del decreto legge numero 34/2020
convertito in legge dall'articolo 1 della legge numero 77/2020;
- la procedura per l'aggiudicazione degli
Accordi Quadro è stata gestita mediante la piattaforma di eprocurement
messa a disposizione da Invitalia;
- la presentazione delle offerte da parte degli
operatori economici era stata fissata entro il 12 ottobre 2020, alle ore 14;
- i piani di Riorganizzazione approvati dal
Ministero della Salute hanno consentito la programmazione del rafforzamento
della rete del servizio sanitario nazionale, al fine di fronteggiare anche le
emergenze pandemiche;
- la procedura aperta di massima urgenza in 21
lotti era finalizzata: - all'aumento di posti letto di terapia intensiva e
semi-intensiva con relativa dotazione impiantistica idonea a supportare le
apparecchiature di ausilio alla ventilazione, mediante adeguamento e
ristrutturazione di unità di area medica;
- il consolidamento della separazione dei
percorsi e ristrutturazione dei reparti di pronto soccorso con l'individuazione
di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti di Covid
19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi;
- l'incremento dei mezzi di trasporto dedicati
ai trasferimenti secondari per i pazienti Covid-19, per le dimissioni protette
e per i trasporti interospedalieri per pazienti non
affetti da Covid-19;
- l'aumento del personale necessario ad
assicurare l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). • L'importo
previsto era di euro 1.413.145.000, alla Calabria erano stati destinati euro
51.171.973. Si interroga la S.V.
per sapere:
lo stato di attuazione e di realizzazione dei
Piani di riorganizzazione della rete ospedaliera Covid-19 previsti per la
regione Calabria. Inoltre, il presidente della Regione e commissario ad acta
per la sanità, Roberto Occhiuto, è a conoscenza dei ritardi degli interventi? E
cosa intende fare per fare in modo che questi ritardi vengano superati?
(34; 08/03/2022).
Risposta:
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la strada Longobucco-Macrocioli-Fossiata congiunge la strada statale 177 e la strada
provinciale 255 con uno sviluppo di 8 chilometri e permette il collegamento tra
Longobucco e Cosenza, portando al grande bosco della Fossiata
lungo la vallata del Macrocioli, con un risparmio di
circa 15 chilometri di tornanti e curve rispetto alla SS177;
- la strada è stata realizzata dall’Esac, Ente regionale di Sviluppo Agricolo della Calabria,
ed inserita nel programma quinquennale di sviluppo
intersettoriale-infrastrutture civili nel comune di Longobucco, con inizio anni
1979/80 e completata con un successivo piano operativo nel 1986 a seguito di
progetto del 1983. Considerato che: - con nota n. 2541 del 30 aprile 1996 il
Comune di Longobucco chiedeva delucidazioni all’ARSSA in merito al collaudo
della strada. Con nota n. 6150 del 1 giugno 1996 l’ARSSA comunicava di aver
eseguito i lavori di attuazione del programma pluriennale di infrastrutture
civile con finanziamento a totale carico della Regione Calabria ma che lo
stesso Ente Regionale concedente non ha inteso, alla data della nota, nominare
un collaudatore dell’opera ultimata nel 1986, pur avendo liquidato le spese
sostenute. Nella stessa nota l’ARSSA chiarisce di non possedere nessun atto di
collaudo, ribadendo che la competenza rimane dell’Ente Regionale;
-la strada non è classificabile come strada
comunale e nonostante le richieste del Comune di Longobucco, con la delibera
C.C. n. 424 del 4/11/1987, la nota n. 4762 del 5/9/1995, la delibera di G.C. n.
33/2020, non è stata concessa neanche la provincializzazione. Non è mai stato
indicato, pertanto, un responsabile della sicurezza della strada stessa, che
risulta, tra l’altro, priva in diversi punti di guard-rail. Tenuto conto che: -
per la strada in oggetto non è mai stato individuato l’ente gestore, atteso che
l’ente realizzatore non ha mai presentato la documentazione definitiva sul
completamento dei lavori e i collaudi;
- la strada è utilizzata continuamente da quasi
vent’anni e quindi ampiamente messa in esercizio ed ha uno sviluppo in alta
quota, tra i 1000 e i 1400 metri. Presenta, almeno per 5 Km, delle pendenze
tali da non consentire manutenzioni approssimate, bensì una sorveglianza
costante ed accurata durante tutto l’arco dell’anno nonché specialissima nei
mesi di innevamento. Preso atto che: - la strada desta in una condizione di
vergognoso abbandono e la manutenzione ordinaria, ormai, non si fa più da
decenni. In ogni stagione invernale viene confermata tutta la sua pericolosità
in occasione di precipitazioni atmosferiche negative e, come capita spesso, di
nevicate. Le problematiche inerenti alla viabilità sono frequentissime e
risultano numerosi gli interventi per incidenti o a soccorso degli
automobilisti rimasti bloccati;
- in questo tratto di strada, come sulla SP
225, per mancanza di ripetitori, non vi sono segnali telefonici, per cui, in
caso di difficoltà degli automobilisti, non vi è possibilità di chiedere
soccorso;
- la strada risulta essere più trafficata,
quasi il doppio, rispetto alla parallela gemella, la Statale 177 “Silana
rossanese” che da Longobucco sale fino a lago Cecita
e poi fino a Camigliatello. È più trafficata perché più corta: 16,2 km da Macrocioli a contrada San Giovanni Paliato,
rispetto ai 25,9 km della strada, che dovrebbe essere principale, per collegare
gli stessi due punti;
- la strada, essendo più corta, è anche quella
utilizzata per far transitare i cablaggi delle diverse reti (telefoniche,
idriche, elettriche). Uno di questi lavori, completato nello scorso anno, ha
lasciato per tutto il tragitto un solco a centro carreggiata che, a fine
lavori, si è pensato bene di coprire solo con del cemento. Risultato: le acque
autunnali e la neve invernale (che lì cade copiosa) ha portato via cemento e
inerti contribuendo a far diventare quella via una vera e proprio mulattiera.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la Regione Calabria sia a conoscenza
delle criticità emerse e quali iniziative intenda assumere, visto che la strada
risulta fondamentale per il turismo, per la valorizzazione della Sila greca,
per la connessione delle popolazioni dell’entroterra, collegando l’area
costiera ionica al cuore della Sila e alla città capoluogo di provincia, per
meglio presidiare il territorio che percorre;
2. quali iniziative intenda assumere per
garantire chiarezza di competenze (la strada non ha un nome ufficiale né una
toponomastica) a riguardo della gestione, della responsabilità e della
manutenzione, in particolar modo nelle stagioni invernali, visto che al momento
l’incolumità delle persone che percorrono l’arteria è messa costantemente in
pericolo.
(35; 08/03/2022).
Risposta:
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la legge regionale n. 57/90 “Norme per
l'istituzione del servizio socio-psico-pedagogico in Calabria” ha disciplinato
il servizio socio-psico-pedagogico finalizzato alla prevenzione e al
superamento delle varie forme di disadattamento, funzioni esercitate
nell'ambito del territorio di competenza, dai Comuni singoli o associati ai
sensi dell'articolo 45 del D.P.R. n. 616/1977 con finanziamento a carico della
Regione Calabria;
- la citata legge ha disposto che le figure
professionali di cui si componevano le equipe socio psicopedagogiche fossero
mantenute con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e diventassero
dipendenti della regione nell'ambito dell'assessorato alla sanità con relativo
inquadramento nella ctg D come da contratto
collettivo nazionale del pubblico impiego;
- nell'anno 1997 venne approvata la Legge
Regionale 24/1/1997, n.2 (abrogata poi nel 2011) che prevedeva:
"L'Istituzione, nell'ambito dei posti della dotazione organica del ruolo
regionale di un contingente ad esaurimento per gli operatori delle équipe
socio-psico-pedagogiche." Questa legge prevedeva l'espletamento di un
concorso riservato, per il riconoscimento giuridico del profilo e l'inserimento
nel ruolo regionale di questo personale, concorso bandito ma mai espletato;
- contestualmente con atto deliberativo
dell'Assessorato al personale della Regione Calabria, il personale dell'Equipe
veniva assegnato funzionalmente alle ASL di appartenenza (attualmente ASP),
tuttavia, il profilo e le mansioni non vengono mai definite e attribuite
correttamente. Nel caso degli Psicologi rimane la categoria di origine
attribuita dalla Regione, ovvero Categoria Economica e giuridica "D";
- nel 2007, con l'approvazione della legge
regionale n° 9, il personale veniva trasferito definitivamente nei ruoli delle
ASP con il profilo giuridico ed economico attribuito dalla Regione in attesa
che una commissione, prevista dalla stessa legge, predisponesse la tabella di
equiparazione dei livelli;
- nel 2014 con atto deliberativo n. 949, l'ASP
di Cosenza, in seguito all'adozione della nuova dotazione organica, nella quale
inseriva il personale delle ex Equipe, procedeva ad una disamina delle
posizioni giuridiche per trovare una corrispondenza tra profilo, categoria e
ruolo da assegnare, non riuscendo ad individuare per il personale appartenente
al profilo di Psicologo una equipollenza o corrispondenza con i profili del
ruolo sanitario collocandolo pertanto nella Dotazione Organica con attribuzione
del trattamento economico in godimento" (ovvero categoria "D"
comparto sanità). Considerato che: - Le attività lavorative degli Psicologi,
(ex Equipe Socio- psico -pedagogiche della Regione
Calabria) che da anni operano all'interno dell'Unità Operativa di
Neuropsichiatria Infantile delle ASP Calabresi, non corrispondono all’attuale
collocazione giuridica ed economica. Tenuto conto che: - con il trasferimento
funzionale non è stato definito l’inquadramento giuridico e il profilo
professionale con le conseguenti mansioni le quali, pertanto, non risultano
attribuite correttamente;
- la previsione della legge 9/2007 non ha avuto
mai attuazione, lasciando indefinito sia il profilo giuridico che quello
economico delle figure degli psicologi che rimangono inquadrati nella categoria
"D", con il conseguente trattamento economico riferibile a mansioni
amministrative, nonostante il lavoro svolto è quello di Psicologo all'interno
dell'U.O. di Neuropsichiatria infantile con carichi di lavoro e mansioni
proprie di questo ruolo essendo adibiti a compiti strettamente legati alla cura
dei pazienti loro assegnati alla stessa stregua degli operatori appartenenti ai
ruoli del servizio sanitario nazionale. Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
come il Presidente della Regione Calabria
intende affrontare la questione dell’inquadramento degli psicologi (ex equipe
Socio-psico-pedagogiche) per garantire un trattamento giuridico ed economico
adeguato al profilo e allo spessore delle loro professionalità.
(36; 09/03/2022).
Risposta:
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 18, 19 e 20 giugno 2019 sono stati
selezionati tramite una procedura pubblica su base nazionale, a cura di Anpal Servizi Spa, n. 2980 Navigator destinati a servizi di
assistenza tecnica alle Regioni per la gestione del Reddito di Cittadinanza (RdC);
- in data 17/07/2019 in attuazione della
Convenzione stipulata tra la Regione Calabria e Anpal
Servizi SpA e in coerenza con la Deliberazione di
Giunta Regionale n. 389 approvata in data 09/08/2019, sono stati assegnati ai
15 Centri per l’Impiego (CpI) presenti in Calabria n.
170 Navigator;
- ad oggi, i Navigator ancora operanti in
servizio di assistenza tecnica presso i CpI calabresi
sono n. 141;
- i Navigator sono laureati magistrali con voto
medio di laurea pari a 107/110 e hanno maturato una competenza teorica e
pratica nell’ambito delle Politiche Attive del Lavoro (PAL) e dei Servizi per
il Lavoro (SpL), anche a stretto contatto con le governance regionali e le relative procedure
gestionali-operative;
- tali figure professionali hanno già superato
una selezione pubblica che ha anticipato gli attuali concorsi semplificati
voluti dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta (la
selezione dei Navigator si è basata su un test multi-disciplinare a risposta
multipla su n. 100 quesiti in 100 minuti;
le attuali selezioni dei cd. “concorsi smart”, cui si ispira anche la prova scritta prevista dai
concorsi regionali di potenziamento dei CPI, prevedono test su n. 40 quesiti in
60 minuti);
- i Navigator sono stati oggetto di un
importante investimento pubblico in termini di risorse economiche ed
organizzative, finalizzato alla loro formazione teorica e pratica come
operatori dei servizi pubblici per il lavoro;
- il decreto legge 152/2021, recante
disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR), convertito in legge con approvazione definitiva del Senato
della Repubblica in data 23/12/2021, all’art. 40 bis prevede la proroga dei
Navigator riportando testualmente che “la società ANPAL Servizi Spa è
autorizzata a prorogare i contratti stipulati con il personale che opera presso
le sedi territoriali delle regioni e delle province autonome per svolgere le
predette attività di assistenza tecnica fino al 30 aprile 2022” - la Regione
Calabria ha pubblicato sul BURC n. 115 del 31/12/2021 n. 4 bandi per titoli ed esami
per il potenziamento dei Centri per l’Impiego (n. 279 posti categoria D
“Istruttore direttivo-amministrativo”; n. 177 posti categoria C “Istruttore
amministrativo-contabile”; n. 29 posti categoria D “Specialista in servizi per
il lavoro”; n. 52 posti categoria D “Specialista in servizi per il lavoro”);
- nei suddetti bandi sono previsti n. 456 posti
riguardanti profili professionali meramente amministrativi e solo n. 81 posti
relativi a profili professionali specialistici e maggiormente funzionali ad un
effettivo potenziamento dei CPI;
- permane un chiaro ed oggettivo
sottodimensionamento dei servizi pubblici per il lavoro, a partire dalle
competenze e professionalità presenti nei CpI;
- il programma Garanzia Occupabilità
dei Lavoratori (GOL), di cui alla Missione 5 Componente 1 del Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza (PNRR) e al Decreto Interministeriale del Ministero
dell’Economia e del Ministero del Lavoro, individua target ed obiettivi
stringenti per i servizi pubblici per il lavoro, assegnando alla Regione
Calabria – già per l’anno 2022 - circa 40 milioni di euro finalizzati al
coinvolgimento in GOL di 27 mila calabresi;
- in data 21/12/2021 la Camera dei Deputati,
con parere favorevole del Governo, ha accolto/approvato l’Ordine del Giorno n.
9/03354-A/100 primo firmatario On. Niccolò Invidia (cui si rimanda) che
“impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero
del lavoro e delle politiche sociali, un tavolo tecnico-politico che preveda la
partecipazione delle associazioni sindacali e di categoria maggiormente
rappresentative, al fine di arrivare alla costituzione di una strategia
occupazionale per la figura dei navigator”. - il suddetto tavolo
tecnico-politico è in fase di insediamento presso il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali (in data 17/02, proprio in sede MLPS e alla presenza
del Sottosegretario On. Rossella Accoto, vi è stata
una prima riunione di carattere preparatorio con le forze sindacali).
Considerato che: i navigator calabresi alla data del 31/01/2022: (dati Regione
Calabria – Anpal Servizi Spa) - hanno proceduto a
regolare convocazione, anche con modalità da remoto, di n. 149.832 beneficiari RdC;
- hanno profilato n. 111.933 beneficiari RdC presenti alla 1a convocazione e n. 16.178 presenti anche
alla 2a convocazione;
- hanno promosso la sottoscrizione e/o
l’aggiornamento di n. 61.014 Patti per il Lavoro per i beneficiari RdC regolarmente avviabili a percorsi di ricerca attiva di
lavoro;
dei sopra detti beneficiari con Patto, il 30%
circa ha avuto almeno un rapporto di lavoro regolarmente formalizzato;
- hanno registrato cause di esclusione da
obblighi lavorativi per n. 16.492 beneficiari RdC;
- hanno registrato cause di esonero temporaneo
da obblighi lavorativi per n. 12.412 beneficiari RdC;
- hanno proceduto alla trasformazione di n. 619
beneficiari RdC soggetti al Patto per il Lavoro di
cui ai Centri per l’Impiego in beneficiari RdC
soggetti al Patto per l’Inclusione Sociale di cui ai Comuni;
- hanno associato poco più di 4 mila
beneficiari RdC ai Progetti di Utilità Collettiva
(PUC) attivati in circa 200 comuni calabresi;
- hanno aggiornato i dati di oltre 38 mila
aziende censite nella piattaforma on line Mappature Opportunità Occupazionali
(MOO), contattato circa 12.500 e fornito assistenza tecnica a 3 mila aziende
presenti in MOO per la rilevazione dei relativi fabbisogni occupazionali,
rilevando 2500 piani assunzionali per oltre 1400
aziende coinvolte e per circa 5 mila profili richiesti;
- hanno orientato n. 2.666 beneficiari RdC verso l’offerta formativa regionale di Istruzione
Tecnica Superiore (ITS), coinvolgendoli in attività di promozione per n. 7 ITS
e n. 12 CpI coinvolti;
- hanno promosso l’Avviso di Regione Calabria,
Istituto Commercio con l’Estero (ICE) e ANPAL denominato “Riparti con l’Export
– i Talenti del Reddito di Cittadinanza”, individuano e coinvolgendo n. 107
beneficiari RdC con i requisiti richiesti. TENUTO
conto che: - nel testo di conversione in Legge del Decreto Recovery
per l’attuazione del PNRR, è stata prevista la proroga per i navigator di
quattro mesi fino al 30 aprile 2022;
- la gestione della proroga dei Navigator è
stata affidata ad Anpal;
- i navigator, c.d. tecnici dei servizi per
l’impiego, hanno apportato un’importante innovazione nei servizi per il lavoro,
fondamentale per il loro miglioramento e per incrementare l’occupabilità
degli utenti e per il ruolo di relazione con persone e imprese mai contattate
prima dai centri per l’impiego, decisivo nell’immagine del servizio pubblico;
- sono tecnici specialisti, esperti delle
politiche del mercato del lavoro e visto che per attivare le risorse del Piano
di garanzia di occupabilità dei lavoratori servono le
competenze e la presenza di personale preparato, e oggi sprecare quasi 170
risorse umane appare quanto mai inopportuno, improprio e incomprensibile con
gli obiettivi del PNRR. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se intende aggiornare e entro quali tempi, il
fabbisogno di personale da utilizzare nelle attività di politiche attive e
servizi per il lavoro, al fine anche di salvaguardare l’esperienza e la
competenza acquisite.
(38; 15/03/2022).
Risposta:
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il lungomare di Nocera Terinese
era stato inaugurato nel 2010 per una maggiore vivibilità della zona da parte
dei residenti e per veicolare uno sviluppo turistico del territorio, attraverso
la nascita di attività commerciali e la creazione di un anfiteatro per lo
svolgimento di eventi e rappresentazioni artistiche;
- dopo una serie di mareggiate precedenti, il
lungomare è andato interamente distrutto durante una violenta mareggiata nel
marzo del 2018 e da quel giorno lasciato in totale abbandono;
- prima di effettuarne la ricostruzione,
occorrerebbe implementare un efficace piano di salvaguardia dei litorali a
rischio di erosione, prevenendo nuovi eventi di questo genere;
considerato che: - L'erosione costiera è uno
dei grandi problemi della nostra regione;
- per questioni di moto ondoso e agenti
atmosferici, la costa tirrenica presenta una maggiore predisposizione rispetto
a quella jonica;
- nel febbraio del 2020 era stato pubblicato un
avviso per l'appalto di lavori contro l'erosione costiera (Gazzetta Ufficiale
Serie Speciale Contratti Pubblici n. 21 del 21 febbraio 2020), con fondi già
stanziati a valere sul POR FESR FSE 2014/2020 (Linea di Azione 5.1.1) per 4
lotti relativi ad alcune zone della costa tirrenica, poi prorogato fino a
maggio 2020;
- tra questi era previsto il lotto tra Gizzeria
e la foce del fiume Savuto, per un costo dei lavori pari a 6 milioni e 800 mila
euro;
- in quasi due anni la Commissione non si è mai
riunita per l'affidamento della progettazione e il conseguente avvio dei
lavori. Tutto ciò premesso e considerato interroga l'Assessore alle
Infrastrutture e ai lavori Pubblici della Giunta regionale
per sapere:
1. se è a conoscenza dei fatti suesposti
relativamente allo stanziamento dei fondi a valere sul POR FESR FSE 2014/2020
(Linea di Azione 5.1.1) contro l'erosione costiera;
2. quali azioni intenda intraprendere per
velocizzare l'iter di assegnazione dei lavori per il contrasto all'erosione
costiera in relazione ai 4 lotti della zona tirrenica.
(39; 17/03/2022).
Risposta:
Il Consiglio regionale:
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
63 del 18 febbraio 2022, recante: “Programma Azione e Coesione (PAC) 2014/2020
della Regione Calabria. Rimodulazione del Piano Finanziario”; VISTA la legge
regionale 12 ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della
Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle
politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche
di sviluppo e coesione), in particolare l’articolo 15, comma 2;
visti: - l’articolo 5 della legge n. 183/1987
(Coordinamento delle politiche riguardanti l'appartenenza dell'Italia alle
Comunità europee ed adeguamento dell'ordinamento interno agli atti normativi
comunitari); - l’articolo 1, commi 240, 241, 242 e 245 della Legge 27 dicembre
2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato legge di stabilità 2014); - la Delibera n. 10/2015 del Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), recante: “Definizione
dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il
periodo di programmazione 2014-2020 e relativo monitoraggio. Programmazione
degli interventi complementari di cui all’articolo 1, comma 242, della legge n.
147/2013 previsti nell’accordo di partenariato 2014-2020”; - la deliberazione
di Giunta regionale n. 448 del 14 novembre 2016, recante: “Approvazione del
Piano di Azione e Coesione (PAC) 2014-2020 della Regione Calabria”, approvata
con deliberazione del Consiglio regionale n.160 del 21 dicembre 2016; - la
Delibera n. 7/2017 del Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica (CIPE), recante: “Programma di azione e coesione 2014-2020. Programma
complementare Regione Calabria”; - la deliberazione di Giunta regionale n. 320
del 25 luglio 2017, recante: “Piano di Azione Coesione (PAC) 2014-2020 della
Regione Calabria: presa d’atto dell’approvazione da parte del CIPE con delibera
n. 7/2017”, approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 245 del 26
ottobre 2017; - la deliberazione di Giunta regionale n. 584 del 30 novembre
2018, recante: “Piano Azione e Coesione (PAC) 2014/2020. Rimodulazione del
piano finanziario – Asse 3 “Competitività dei sistemi produttivi” ed Asse 6
“Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale”; - la
deliberazione di Giunta regionale n. 432 del 27 settembre 2019, recante:
“Programma Azione Coesione (PAC) 2007/2013 e Programma Azione Coesione (PAC)
2014/2020. Approvazione Manuale Si.Ge.Co”; - la
deliberazione di Giunta regionale n. 644 del 30 dicembre 2019, recante:
“Programma di Azione Coesione (PAC) Calabria 2014/2020. Istituzione del
Comitato di coordinamento”; - la delibera del Consiglio dei Ministri 31 gennaio
2020, recante: “Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del
rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti
virali trasmissibili”; - la deliberazione di Giunta regionale n. 488 del 22
dicembre 2020, recante: “Programma di Azione Coesione (PAC)/Programma operativo
complementare (POC) 2014/2020 della Regione Calabria. Rimodulazione del piano
finanziario”, approvata con deliberazione del Consiglio regionale n.93 del 29
dicembre 2020; - la deliberazione di Giunta regionale n. 447 del 14 settembre
2021, recante: “Programma azione e coesione (PAC)/Programma operativo
complementare (POC) 2014-2020 della Regione Calabria. Rimodulazione del piano
finanziario”; - la deliberazione di Giunta regionale n. 567 del 18 dicembre
2021, recante: “Programma Azione e Coesione (PAC) 2014/2020 della Regione
Calabria. Rimodulazione del Piano Finanziario”; - la deliberazione di Giunta
regionale n. 574 del 23 dicembre 2021, recante: “Programma Azione e Coesione
(PAC) 2014/2020 della Regione Calabria. Rimodulazione del Piano
Finanziario";
preso atto che: - il Dirigente Generale del
Dipartimento regionale “Salute e Servizi Sociosanitari” ha richiesto la
rimodulazione del PAC 2014/2020, al fine di garantire l’accesso al sistema
sanitario attraverso interventi volti, ad esempio, al finanziamento degli
stipendi di medici e personale sanitario temporaneamente impiegato nel
contrasto all’emergenza epidemiologica da Covid-19; - il Dirigente Generale del
dipartimento regionale “Turismo, Marketing territoriale e Mobilità” ha
richiesto di rimodulazione del PAC 2014/2020, al fine di potenziare i servizi
di trasporto pubblico regionale ed interregionale su tratte dotate di domanda
potenzialmente significativa;
tenuto conto che la predetta rimodulazione
richiesta, approvata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede: - su richiesta del dipartimento
regionale “Salute e Servizi Sociosanitari”, l’attivazione all’interno del
Programma Azione Coesione della Misura 9.3.6 bis, nell’ambito dell’Asse 10
“Inclusione sociale”, per un importo pari a 22.000.000,00 euro; - su richiesta
del dipartimento regionale “Turismo, Marketing territoriale e Mobilità”, un
incremento di risorse sull’Asse 7, con riferimento all’Obiettivo specifico 7.3,
Azione 7.3.1, pari a 700.000,00 euro;
considerato che, al fine di dare seguito alle
richieste dei suddetti dipartimenti, è necessario provvedere ad una conseguente
rimodulazione, in diminuzione, dei seguenti Assi: - Asse 9, Misura 9.3.8, con
un decremento rispetto alla dotazione contenuta nell’ultimo piano finanziario
pari a 22.500.000,00 euro; - Asse 13, con un decremento rispetto alla dotazione
contenuta nell’ultimo piano finanziario, pari a 200.000,00 euro; rilevato che
la rimodulazione è stata sottoposta, mediante procedura di consultazione scritta,
al Comitato di coordinamento e la stessa si è conclusa favorevolmente e senza
osservazioni;
preso atto che: - la predetta rimodulazione non
comporta una modifica delle priorità strategiche del PAC e delle risorse ad
esse collegate e che, pertanto, sarà garantito il rispetto del vincolo
complessivo di spesa previsto dall’iniziale assegnazione di somme al Programma;
- i Dirigenti Generali dei dipartimenti regionali proponenti hanno attestato
che la rimodulazione de qua “non comporta nuovi o ulteriori oneri a carico del
bilancio annuale e/o pluriennale regionale”, come evidenziato nella
deliberazione di Giunta regionale n. 63/2022; - con nota prot.
n. 80395 del 17 febbraio 2022, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, il Dirigente Generale del dipartimento regionale
“Economia e Finanze” ha confermato la compatibilità finanziaria del
provvedimento;
ritenuto di approvare la conseguente
rimodulazione del Piano finanziario del PAC 2014/2020, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale, con ridistribuzione degli
importi nell’ambito dei seguenti Assi: - Asse 10 con una attuale dotazione
finanziaria complessiva pari a 41.193.296,00 euro; - Asse 7 con una attuale
dotazione finanziaria complessiva pari a 93.401.661,00 euro; - Asse 9, Misura
9.3.8, con una attuale dotazione finanziaria complessiva pari a 39.436.436,26
euro; - Asse 13 con una attuale dotazione finanziaria complessiva pari a
24.800.000,00 euro;
tenuto conto che la seconda Commissione consiliare,
nella seduta del 22 marzo 2022, ha approvato la rimodulazione del piano
finanziario del Programma Azione Coesione (PAC) 2014 – 2020 della Regione
Calabria;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate: - di
approvare la rimodulazione del piano finanziario del Piano Azione e Coesione
(PAC) 2014 – 2020 della Regione Calabria, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
87 del 5 marzo 2022, recante: "Piano di Azione e Coesione (PAC) 2007/2013.
Approvazione rimodulazione schede intervento III.6 “Politiche attive del
lavoro” e III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle
stazioni di sollevamento dei reflui urbani nei Comuni costieri della Regione
Calabria”. Approvazione rimodulazione del Piano finanziario”; VISTA la legge
regionale 12 ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della
Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle
politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche
di sviluppo e coesione), in particolare l’articolo 15, comma 2;
visti: - il decreto legislativo 7 aprile 2003,
n. 85 (Attuazione della direttiva 2001/55/CE relativa alla concessione della
protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati ed alla
cooperazione in ambito comunitario); - il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14
(Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina); - il decreto-legge 28 febbraio
2022, n. 16 (Ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina); - l’Ordinanza
n. 872 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
Protezione Civile, recante: “Disposizioni urgenti di protezione civile per
assicurare, sul territorio nazionale, l'accoglienza il soccorso e l'assistenza
alla popolazione in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio
dell'Ucraina”; - la Delibera del Consiglio dei Ministri– Dipartimento della
Protezione Civile del 28 febbraio 2022, recante: “Dichiarazione dello stato di
emergenza per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul
territorio nazionale per la grave crisi in atto”;
viste: - la deliberazione di Giunta regionale
n. 234 del 27 giugno 2013, recante: “Approvazione del Programma Ordinario
Convergenza (POC) e del Sistema di Gestione e Controllo (SiGeCo)”;
- la deliberazione di Giunta regionale n. 121 dell’8 aprile 2014, recante:
“Ridenominazione del Piano Ordinario Convergenza approvato con DGR 234/13 e modificato
con DGR 295/13 in Piano di Azione Coesione”; - la deliberazione di Giunta
regionale n. 42 del 2 marzo 2015, recante: “Risorse rinvenienti dalla riduzione
del cofinanziamento nazionale, per effetto della II fase del processo di
revisione del POR Calabria FESR 2007/2013, approvata dalla Commissione Europea
con decisione C(2014) 8746 final del 18.11.2014.
Costituzione Fondo Unico PAC”, come integrata e modificata dalla deliberazione
di Giunta regionale n. 511 del 3 dicembre 2015; - la deliberazione di Giunta
regionale n. 467 del 12 novembre 2015, recante: “Piano di Azione Coesione.
Rimodulazione del piano finanziario e approvazione schede degli interventi”; -
la deliberazione di Giunta regionale n. 503 del 1 dicembre 2015, recante:
“Piano di Azione Coesione. Rimodulazione del piano finanziario e approvazione
schede interventi”; - la deliberazione di Giunta regionale n. 40 del 24
febbraio 2016, recante: “Rimodulazione del Piano di Azione Coesione (PAC) e
applicazione art. 1, commi 122 e 123 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190”; -
la deliberazione di Giunta regionale n. 520 del 16 dicembre 2016, recante:
“Piano di Azione e Coesione (PAC). Rimodulazione del piano finanziario -
Approvazione e riallineamento schede interventi”; - la deliberazione di Giunta regionale
n. 467 del 29 ottobre 2018, recante: “Piano di Azione Coesione (PAC) 2007/2013.
Rimodulazione Piano Finanziario”, rettificata con deliberazione di Giunta
regionale n. 471 del 2 ottobre 2019, recante: “Piano di Azione Coesione (PAC)
2007/2013. Rettifica D.G.R. 467/2018. Approvazione del Piano Finanziario e
presa atto del differimento del termine di conclusione degli interventi del
Programma”; - la deliberazione di Giunta regionale n.104 del 25 maggio 2020,
recante: “Piano di Azione Coesione 2007/2013. Rimodulazione Piano finanziario e
approvazione schede intervento”, modificata con deliberazione di Giunta
regionale n.141 del 15 giugno 2020, recante: “Piano di Azione e Coesione
2007/2013. Modifica e sostituzione allegati DGR 104 del 25/05/2020”; - la deliberazione
di Giunta regionale n. 216 del 28 luglio 2020, recante: “Piano di Azione
Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione del piano finanziario, del differimento
del termine per la conclusione degli interventi e delle schede nuove
operazioni”, approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 58 del 10
novembre 2020; - la deliberazione di Giunta regionale n. 225 del 7 agosto 2020,
recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione
rimodulazione del Piano Finanziario. Approvazione schede intervento”,
rettificata con deliberazione di Giunta regionale n. 243 del 3 settembre 2020,
e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 59 del 10 novembre
2020; - la deliberazione di Giunta regionale n. 273 del 28 settembre 2020,
recante: “Piano di Azione e Coesione PAC 2007/2013. Approvazione rimodulazione
schede intervento "StaInCalabria", "InCalabria", "II.13 Interventi stradali e
aeroportuali", "III.6 Politiche attive del lavoro". Approvazione
rimodulazione del Piano Finanziario”, integrata con deliberazione di Giunta
regionale n. 292 del 19 ottobre 2020, e approvata con deliberazione del
Consiglio regionale n.60 del 10 novembre 2020;- la deliberazione di Giunta
regionale n. 364 del 11 novembre 2020, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC)
2007-2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento "III
Politiche attive del lavoro" e "III.17 Ospitalità Calabria.
Approvazione rimodulazione del Piano finanziario”, approvata con deliberazione
del Consiglio regionale n. 85 del 28 novembre 2020; - la deliberazione di
Giunta regionale 419 del 30 novembre 2020, recante: “Piano di Azione e Coesione
(PAC) 2007/2013. Rimodulazione schede intervento “III.6 Politiche attive del
lavoro”, “III. 11 Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale
di previsione e prevenzione dei rischi”, “III.14 InCalabria”
“III. 15 StaInCalabria”. Approvazione proposta di
rimodulazione del Piano Finanziario", approvata con deliberazione del
Consiglio regionale n. 90 del 29 dicembre 2020; - la deliberazione di Giunta
regionale n. 265 del 17 giugno 2021, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC)
Calabria 2007/2013. Approvazione rimodulazione schede intervento III.14 "InCalabria"; III.15 "StainCalabria";
III.6 "Politiche attive del lavoro" e II.18 "Interventi di
rafforzamento delle attività di gestione, monitoraggio e controllo FSE".
Approvazione rimodulazione piano finanziario"; - la deliberazione di
Giunta regionale n. 412 del 25 agosto 2021, recante: <<Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento:
Scheda anticiclica n. 6 – Linea di intervento I.5 “Aiuti alle persone con
elevato disagio sociale”; Scheda Misure Salvaguardia – Linea di Intervento II.4
“Progetto Case della Salute”; Scheda Nuove Operazioni n. 6 “Politiche del
lavoro – Linea III.6 ”; Scheda Nuove operazioni n. 7 “Interventi per la
promozione e la produzione culturale” – Linea di Intervento III.7; Scheda Nuove
Operazioni n. 8 “Osservatorio sul Turismo a supporto delle azioni di promozione
per l’attrazione di flussi turistici” - Linea di Intervento III.8; Scheda Nuove
Operazioni n. 11 “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale
di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” - Linea di
Intervento III.11; Scheda Salvaguardia n.12 “Interventi di bonifica dei siti
inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale discariche, siti di
stoccaggio” - Linea di Intervento II.12. Approvazione rimodulazione del Piano
finanziario>>, rettificata con deliberazione di Giunta regionale n. 439
del 14 settembre 2021;
tenuto conto che: - il Dipartimento regionale
“Programmazione Unitaria”, all’approssimarsi della scadenza del Programma,
prevista attualmente al 31.12.2022, ha avviato una ricognizione sullo stato di
attuazione del PAC 2007/2013, con particolare riferimento alla giacenza di
somme eventualmente prive dell’assunzione di impegni giuridicamente vincolanti,
e, a seguito di detta ricognizione, si è reso disponibile l’importo di
1.210.480,00 euro da destinare nell’ambito della Scheda III.6 per il
finanziamento del nuovo intervento “Emergenza Accoglienza”, finalizzato
all’erogazione di voucher utili a fronteggiare l’emergenza umanitaria in atto,
così da sostenere iniziative volte all’accoglienza dei cittadini ucraini; - il Dirigente
Generale del dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente” ha
chiesto l’incremento della dotazione finanziaria della Scheda Nuove Operazioni
III.5 per l’importo di 3.500.000,00 euro, al fine di attuare quattro nuovi
interventi urgenti nell’ambito dell’Azione di efficientamento
e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione
delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani nei Comuni costieri della
Regione Calabria, precisando che i suddetti interventi saranno realizzati entro
e non oltre il 31.12.2022;
rilevato, altresì, che il Dirigente Generale
del dipartimento regionale “Lavoro e Welfare” ha richiesto: - la ridefinizione
delle azioni in cui è articolata la Scheda Nuove Operazioni III.6, riformulando
la predetta scheda e rendendo disponibili risorse del PAC 2007- 2013 per
l’equivalente importo di 2.789.520,00 euro, a riduzione della Scheda III.6
“Politiche attive del lavoro” del medesimo Pilastro Nuove Operazioni; - la
riduzione della dotazione finanziaria della Scheda III.15 “StaInCalabria”
per l’importo di 710.480,00 euro, quali somme in competenza nell’esercizio in
corso e prive di impegno contabile;
preso atto che le suddette modifiche comportano
una conseguente rimodulazione del piano finanziario del PAC 2007/2013 con
redistribuzione di importi nell’ambito del Pilastro III “Nuove operazioni”,
mantenendo immutato l’importo della dotazione complessiva di ciascun Asse di
programmazione;
rilevato che, come attestato dai Dirigenti
Generali dei dipartimenti regionali proponenti, la copertura finanziaria del
provvedimento è assicurata dalle risorse presenti e/o da iscrivere sui seguenti
capitoli di bilancio regionale e per i rispettivi importi: capitolo U4302060301
per l’importo di 2.789.520,00 euro e capitolo U9121003201 per l’importo di
710.480,00 euro;
preso atto che, con nota prot.
n. 110033 del 5 marzo 2022, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, il Dirigente Generale del dipartimento regionale
“Economia e Finanze” ha confermato la compatibilità finanziaria della DGR n.
87/2022;
tenuto conto che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 22 marzo 2022, ha approvato la rimodulazione delle
schede intervento III.6 “Politiche attive del lavoro”, III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione
degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
nei Comuni costieri della Regione Calabria”, e la rimodulazione del piano
finanziario, per come allegati alla deliberazione della Giunta regionale n. 87
del 5 marzo 2022;
considerato che, a seguito del provvedimento
licenziato dalla seconda Commissione consiliare, la Giunta regionale, con
deliberazione n. 127 del 28 marzo 2022, ha rettificato e sostituito l’allegato
1 della propria deliberazione n.87/2022, in quanto per mero errore materiale,
la versione rimodulata della scheda n. III.6 “Politiche del Lavoro” conteneva
alcuni disallineamenti di valori con quelli esposti nel piano finanziario,
fermo restando la rimodulazione apportata al piano finanziario allegato alla
prefata deliberazione n. 87/2022 e la correttezza degli importi ivi contenuti;
preso atto che, con nota prot.
n. 150292 del 28 marzo 2022, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, il Dirigente Generale del dipartimento regionale
“Economia e Finanze” ha confermato la compatibilità finanziaria della DGR n.
127/2022;
ritenuto di approvare: - la rimodulazione della
scheda III.6 “Politiche attive del lavoro”, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato 1), con una
dotazione finanziaria ridotta a 72.562.971,88 euro e conseguente modifica di
target, indicatori e cronoprogrammi nella relativa scheda; - la riduzione della
dotazione finanziaria della Scheda III.15 “StaInCalabria”,
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale
(Allegato 2), con assegnazione della dotazione finanziaria ridotta a 889.520,00
euro e conseguente modifica di target, indicatori e cronoprogrammi nella
relativa scheda; - la rimodulazione della scheda III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione
degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
nei Comuni costieri della Regione Calabria”, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato 3), per un importo
complessivo di 11.484.514,44 euro, con incremento della dotazione finanziaria
pari a 3.500.000,00 euro e conseguente modifica di target, indicatori e
cronoprogrammi nella relativa scheda; - la conseguente rimodulazione del Piano
finanziario del PAC 2007/2013, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale (Allegato 4), con redistribuzione di importi
nell’ambito del Pilastro III “Nuove operazioni”, mantenendo immutato l’importo
della dotazione complessiva di ciascun Asse di programmazione; UDITO il
relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate: - di
approvare la rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro”,
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale
(Allegato 1), con una dotazione finanziaria ridotta a 72.562.971,88 euro e
conseguente modifica di target, indicatori e cronoprogrammi nella relativa
scheda; - di approvare la riduzione della dotazione finanziaria della Scheda
III.15 “StaInCalabria”, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato 2), con
assegnazione della dotazione finanziaria ridotta a 889.520,00 euro e
conseguente modifica di target, indicatori e cronoprogrammi nella relativa
scheda; - di approvare la rimodulazione della scheda III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione
degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
nei Comuni costieri della Regione Calabria”, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato 3), per un importo
complessivo di 11.484.514,44 euro, con incremento della dotazione finanziaria
pari a 3.500.000,00 euro e conseguente modifica di target, indicatori e
cronoprogrammi nella relativa scheda; - di approvare la conseguente
rimodulazione del Piano finanziario del PAC 2007/2013, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato 4), con
redistribuzione di importi nell’ambito del Pilastro III “Nuove operazioni”,
mantenendo immutato l’importo della dotazione complessiva di ciascun Asse di
programmazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
121 del 28 marzo 2022, recante: "PR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027.
Approvazione del documento finale “Strategia di Specializzazione Intelligente
2021/2027”, della Relazione di autovalutazione dell'assolvimento della
condizione abilitante “Buona governance della S3” e
dei relativi Annex”;
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30
(Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e
all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla
programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione), in
particolare l’articolo 14; VISTI: - il Regolamento (UE) 2021/1057 Parlamento
Europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale
europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013; - il
Regolamento (UE) 2021/1058 Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 giugno
2021, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione; -
il Regolamento (UE) 2021/1059 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24
giugno 2021, recante disposizioni specifiche per l'obiettivo “Cooperazione
territoriale europea” (Interreg) sostenuto dal Fondo
europeo di sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno; - il
Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno
2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo
regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una
transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e
l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo
Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento
di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei
visti;
considerato che dal 2014 le Regioni adottano lo
strumento della “Strategia di specializzazione intelligente (S3)”, quale
strategia trasversale ai fondi strutturali e agli strumenti di programmazione
regionali, per individuare obiettivi, priorità, azioni in grado di massimizzare
gli effetti degli investimenti in ricerca e innovazione, puntando a concentrare
le risorse sugli ambiti di specializzazione caratteristici di ogni territorio
per l’utilizzo delle risorse dei fondi strutturali;
vista la deliberazione della Giunta regionale
n. 136 del 15 giugno 2020, recante “Atto di indirizzo per l'avvio del percorso
di costruzione del Programma Operativo Regionale FESR/FSE Plus per il periodo
2021-2027”, approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 49 del 14
luglio 2020;
rilevato che: - con riferimento ai singoli
obiettivi di policy, il Regolamento (UE) 2021/1060 prevede l’esistenza di
cosiddette “condizioni abilitanti”, ossia di prerequisiti il cui soddisfacimento
deve essere valutato in fase di elaborazione del Programma Regionale e il cui
mantenimento deve essere garantito per l’intero periodo della programmazione; -
una condizione abilitante è soddisfatta se sono soddisfatti tutti i criteri
correlati; - per l’attivazione dell’Obiettivo di Policy 1, nell’ambito del
Programma Regionale FESR 2021-2027, tra le condizioni abilitanti necessarie
rientra quella di assicurare una “Buona governance
della strategia di specializzazione intelligente regionale”, e per
l’adempimento della stessa sono stati definiti sette criteri da soddisfare
prima dell’avvio della nuova programmazione;
preso atto che è stato avviato il percorso di
definizione e stesura del Programma Regionale relativo al ciclo di
programmazione 2021-2027, con l’obiettivo di definire le strategie per
conseguire l’integrazione, in scala regionale, della politica di coesione
europea e delle sue politiche prioritarie, tenendo conto sia della S3 e sia
della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS);
ritenuto di procedere all’approvazione della
“Strategia di specializzazione intelligente (S3)” 2021/2027 della Regione
Calabria (Allegato 1), della Relazione di autovalutazione dell’assolvimento
della condizione abilitante “Buona governance della S3”
(Allegato 2) e degli Annex di approfondimento
(Allegato 3), acclusi alla presente deliberazione quali parti integranti e
sostanziali, con la riserva di apportare integrazioni e aggiornamenti sulla
base dei contributi che potranno emergere dalle consultazioni con la
Commissione europea;
preso atto che: - come evidenziato nella
deliberazione di Giunta regionale n. 121/2022, i Dirigenti Generali dei
dipartimenti regionali proponenti hanno attestato che il provvedimento non
comporta oneri a carico del bilancio annuale e/o pluriennale regionale; - con
nota prot. n. 150355 del 28 marzo 2022, allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, il Dirigente
Generale del dipartimento regionale “Economia e Finanze” ha confermato la
compatibilità finanziaria del provvedimento;
tenuto conto che la Seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 4 aprile 2022, ha approvato la “Strategia di
Specializzazione Intelligente 2021/2027”, la Relazione di autovalutazione
dell'assolvimento della condizione abilitante “Buona governance
della S3” e i relativi Annex del Programma Regionale
Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento; DELIBERA per
le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si
intendono integralmente riportate: - di approvare la “Strategia di
Specializzazione Intelligente 2021/2027”, la Relazione di autovalutazione
dell'assolvimento della condizione abilitante “Buona governance
della S3” e i relativi Annex del Programma Regionale
Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027, acclusi alla presente deliberazione quali
parti integranti e sostanziali.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
119 del 28 marzo 2022, recante: "Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della
Regione Calabria approvato dal CIPESS nella seduta del 29 aprile 2021 con
Delibera n. 14 (G.U. SG N. 190 del 10 agosto 2021). Sezione Ordinaria.
Riprogrammazione risorse FSC. Presa d'atto determinazioni del CDS PSC
Calabria";
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30
(Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e
all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla
programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione), in
particolare l’articolo 15, comma 2;
visti: - l’articolo 44 del decreto-legge 30
aprile 2019, n. 34 (Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione
di specifiche situazioni di crisi); - la delibera n. 14/2021 del Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica e Sviluppo Sostenibile
(CIPESS), recante: “Fondo sviluppo e coesione - Approvazione del piano sviluppo
e coesione della Regione Calabria”; - la delibera n. 2/2021 del Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica e Sviluppo Sostenibile
(CIPESS), recante: “Fondo sviluppo e coesione. Disposizioni quadro per il piano
sviluppo e coesione”; - la deliberazione di Giunta regionale n.124 del 15
aprile 2021, recante: “Piano Sviluppo e Coesione (PSC). Art. 44 del
decreto-legge 34/2019, convertito in legge 58/2019 e s.m.i.,
e art. 242 del decreto-legge 34/2020, convertito in legge 77/2020. Atto di
indirizzo per gli adempimenti nelle more dell'approvazione del PSC”;
preso atto che: - il Piano di Sviluppo e
Coesione (PSC) soggiace alla legge 17 giugno 2021, n.87, il cui articolo
11-novies prevede espressamente l’obbligo di generare impegni giuridicamente
vincolanti entro il 31 dicembre 2022; - a seguito di una consultazione interna,
avviata dall’Autorità responsabile del PSC, tra tutti i dipartimenti regionali
e i soggetti che hanno un ruolo nell’attuazione del Piano, è emerso che il
dipartimento “Presidenza” ha richiesto l’iscrizione sul tematismo
2 di 13 milioni di euro per una nuova operazione nell’ambito del PSC per
l’intervento denominato “Numero Unico europeo (NUR) 1-1-2 con Centrale Unica di
risposta”, e che lo stesso dipartimento “Presidenza”, unitamente a quello
competente in materia di Tutela della Salute, ha richiesto l’iscrizione sul tematismo n. 2 di 9,76 milioni di euro per la nuova
operazione nell’ambito del PSC per l’intervento denominato “Sanità digitale”;
- sempre
a seguito di detta consultazione interna, il dipartimento regionale “Tutela
dell’Ambiente” ha indicato le operazioni da deselezionare sul PSC Calabria,
come risulta dall’Allegato 1 alla presente deliberazione quale parte integrante
e sostanziale;
considerato che: - al fine di garantire
l’obbligo di generare impegni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre
2022, è necessaria una variazione del quadro finanziario generale mediante
l’incremento dell’area tematica 2 “Digitalizzazione”, Azione 02.01, per un
importo pari a 22.760.555,22 euro, con operazioni in grado di conseguire
obbligazioni giuridicamente vincolanti nei termini di legge, e una contestuale
riduzione di pari importo dell’Area Tematica “Ambiente e Risorse Naturali”,
Azione 05.02, nella quale figurano interventi non in grado di conseguire
obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il corrente anno; - è stata
attivata la procedura di consultazione scritta, ai sensi dell’articolo 7 del
Regolamento interno del Comitato di Sorveglianza, per quanto riguarda le
variazioni al quadro finanziario del PSC sopra specificate; - detta procedura
di consultazione scritta relativa all’approvazione della metodologia e dei
criteri di selezione delle nuove operazioni e alla variazione del quadro
finanziario si è conclusa in data 28 marzo 2022;
considerato, altresì, che la rimodulazione del
piano finanziario del PSC della Regione Calabria, mantiene immutato l’importo
della dotazione complessiva della sezione ordinaria; ritenuto di prendere atto
della conclusione della procedura scritta in merito all’approvazione della
metodologia e dei criteri di selezione delle nuove operazioni e della
variazione del quadro finanziario, come riportato negli Allegati 2 e 3 alla
presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
preso atto che, come riportato nella
deliberazione di Giunta regionale n.119/2022, i Dirigenti Generali dei dipartimenti
regionali proponenti hanno attestato che il provvedimento trova copertura a
valere sulle risorse presenti e/o da iscrivere sul capitolo U9200301601 del
bilancio regionale per l’importo di 22.760.555,22 euro;
tenuto conto che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 4 aprile 2022, ha approvato la presa d’atto della
conclusione della procedura scritta in merito all’approvazione della
metodologia e dei criteri di selezione delle nuove operazioni a valere sul PSC
Calabria e la variazione del quadro finanziario, per come riportato negli
allegati sopra richiamati, secondo le determinazioni del Comitato di
Sorveglianza del Piano di Sviluppo e Coesione;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate: - di
approvare la presa d’atto della conclusione della procedura scritta in merito
all’approvazione della metodologia e dei criteri di selezione delle nuove
operazioni a valere sul Piano di Sviluppo e Coesione Calabria e la variazione
del quadro finanziario, mantenendo immutato l’importo della dotazione
complessiva della sezione ordinaria, per come riportato negli allegati 1, 2 e 3
richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della
presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
122 del 28 marzo 2022, recante: "Adozione del Programma Regionale Calabria
FESR/FSE Plus 2021-2027, in attuazione del Reg. (CE) n. 1060/2021 e del
Rapporto Ambientale di VAS";
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30
(Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e
all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla
programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione), in particolare
l’articolo 14;
visti: - il Regolamento (UE) 2021/1057 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo
sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013; - il
Regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno
2021, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione; -
il Regolamento (UE) 2021/1059 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24
giugno 2021, recante disposizioni specifiche per l'obiettivo “Cooperazione
territoriale europea” (Interreg) sostenuto dal Fondo
europeo di sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno; - il
Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno
2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo
regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per
una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e
l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo
Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento
di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei
visti; - la “Relazione per paese relativa all'Italia 2019”, comprensiva dell’esame
approfondito sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici,
elaborata dalla Commissione europea nell’ambito del Semestre europeo 2019 e che
contiene, in particolare, all’Allegato D “Orientamenti in materia di
investimenti finanziati dalla politica di coesione 2021-2027 per l'Italia e la
correzione degli squilibri macroeconomici”, le basi per un dialogo tra l'Italia
e i servizi della Commissione in vista della programmazione dei fondi della
politica di coesione (FESR e FSE Plus); - la proposta di Accordo di
Partenariato della politica di coesione europea 2021- 2027 dell’Italia,
trasmesso alla Commissione europea in data 17 gennaio 2022;
viste: - la deliberazione di Giunta regionale
n. 136 del 15 giugno 2020, approvata dal Consiglio regionale con deliberazione
n. 49 del 14 luglio 2020, con cui è stato avviato il percorso di definizione e
stesura del Programma regionale FESR/FSE Plus relativo al periodo di
programmazione 2021-2027; - la deliberazione di Giunta regionale n. 505 del 30
dicembre 2020, recante: “Presa d'atto degli indirizzi strategici regionali per
il negoziato sulla programmazione delle politiche europee di sviluppo
2021-2027. Avvio del percorso di definizione del POR Calabria FESR/FSE
2021-2027", integrata con deliberazione di Giunta regionale n. 168 del 3
maggio 2021, approvate con deliberazione del Consiglio regionale n. 132 del 25
giugno 2021; - la deliberazione di Giunta regionale n. 121 del 28 marzo 2022,
approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 60 del 13 aprile 2022,
con cui è stato approvato il documento relativo alla Strategia di
Specializzazione Intelligente 2021-2027, che definisce il nuovo quadro
strategico per la ricerca e l’innovazione della Regione Calabria e costituisce
condizione abilitante ai fini della predisposizione e approvazione del
Programma Regionale FESR/FSE Plus 2021-2027;
visti altresì: - il decreto legislativo n.
152/2006, in particolare gli articoli 6, 13 e 15 relativamente alla procedura
di Valutazione Ambientale Strategica del POR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027;
- il regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 sulle procedure di
Valutazione di Impatto Ambientale, di Valutazione Ambientale Strategica e delle
procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali;
preso atto che nell’ambito della procedura di
Valutazione Ambientale Strategica del Programma regionale Calabria FESR/FSE
Plus 2021/2027, il Nucleo regionale di Valutazione e Verifica degli
investimenti pubblici della Regione Calabria ha redatto il Rapporto ambientale
con i relativi allegati;
tenuto conto che, ai sensi del Regolamento (UE)
n. 2021/1060: - entro tre mesi dalla presentazione dell’Accordo di Partenariato
alla Commissione europea, è necessario definire e presentare alla stessa la
proposta di Programma Regionale; - la Commissione europea valuta la conformità
del Programma regionale ai regolamenti europei e la sua coerenza con l’Accordo
di Partenariato, formulando eventuali osservazioni entro tre mesi dalla
presentazione del Programma, che viene rivisto tenendo conto delle predette
osservazioni e approvato dalla Commissione europea entro cinque mesi dalla data
di presentazione dello stesso;
preso atto che, come evidenziato nella
deliberazione di Giunta regionale n.122/2022, il Dirigente Generale e il
Dirigente di Settore del dipartimento regionale proponente hanno attestato che
il provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio annuale e/o
pluriennale regionale;
rilevato che la richiamata fase di valutazione
del Programma da parte della Commissione europea necessita per il suo avvio
della preventiva adozione del Programma stesso da parte della Regione entro i
termini perentori di cui al richiamato Regolamento (UE) n. 2021/1060;
ritenuto di dover procedere all’adozione della
proposta di Programma Regionale Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027 e della
proposta di Rapporto Ambientale con i relativi allegati, acclusi alla presente
deliberazione quali parti integranti e sostanziali (Allegati 1 e 2);
tenuto conto che la Seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 4 aprile 2022, ha approvato l’adozione del
Programma Regionale Calabria FESR/FSE Plus 2021-2027 e del Rapporto Ambientale
di VAS, unitamente ai relativi allegati;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate: - di
approvare l’adozione del Programma Regionale Calabria FESR/FSE Plus 2021-2027,
del Rapporto Ambientale di VAS, unitamente ai relativi allegati, acclusi alla
presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
105 del 21 marzo 2022, recante: “Bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente per
i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.). Trasmissione proposta al Consiglio
regionale per gli atti di competenza”;
visti: - la legge regionale n. 24/2013, che ha
istituito l'Ente per Parchi Marini Regionali; - la legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria); - l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione
Calabria; - il decreto legislativo n. 118/2011, per come modificato e integrato
dal decreto legislativo n.126/2014;
premesso che: - l’articolo 57, comma 3, della
legge regionale n. 8/2002 dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e
delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai
rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che,
previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il
successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per
la definitiva istruttoria di propria competenza; - la Giunta regionale entro il
15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre;
tenuto conto che: - con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 195 del 20 dicembre 2016 è stato nominato il
Commissario Straordinario dell'Ente per i Parchi Marini Regionali, al fine di
addivenire all'accorpamento dei cinque Parchi Marini della Regione Calabria
nell'ente unico “Ente per i Parchi Marini Regionali”; - con decreto n. 138 del
12 dicembre 2017 il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a
costituire il nuovo Ente trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i
beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque Parchi
Marini Regionali; - con deliberazione di Giunta regionale n. 318 del 19 luglio
2018 è stato approvato lo statuto dell'Ente;
visto il decreto del Commissario straordinario
dell’Ente n. 9 del 22 febbraio 2022, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale,con cui è stata
approvata la proposta di bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente per i
Parchi Marini Regionali; TENUTO CONTO CHE il Revisore unico dei conti
dell’Ente, con verbale n. 2 del 14 febbraio 2022, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale: - ha rilevato la coerenza,
la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio; - ha
verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di
legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, delle norme del
d.lgs. 118/2011 e dei relativi principi contabili applicati n. 4/1 e n. 4/2
allegati al predetto decreto; - ha espresso parere favorevole sulla proposta di
bilancio di previsione 2022- 2024 e sui documenti allegati;
considerato che il Dipartimento regionale
"Territorio e Tutela dell’Ambiente", che esercita la vigilanza
sull’attività dell’Ente, nell’istruttoria di propria competenza (prot. n. 94289 del 25 febbraio 2022, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale) ha espresso parere
favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente,
attestando altresì che per il documento contabile di cui trattasi non può
trovare applicazione la normativa in materia di contenimento delle spese di cui
alla legge regionale n. 43/2016, in quanto l’Ente “è divenuto operativo dal 1
gennaio 2018 e ad oggi non si è verificata l’assoluta necessità di sostenere la
spesa, poiché la struttura è priva di risorse umane proprie e, attualmente, per
l’espletamento delle attività ad esso demandate, lo stesso si avvale del
personale appartenente ai ruoli dell’Amministrazione regionale che svolge la
propria attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria, senza
oneri a carico dell’Ente”;
tenuto conto che il dipartimento regionale
“Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza (prot.
n. 130584 del 16 marzo 2022, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale): - ha verificato la sussistenza degli equilibri di
bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118; - ha
formulato all’Ente le seguenti raccomandazioni: verificare la congruità del
Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità durante la gestione dell’esercizio 2022,
provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali
nuove risorse di dubbia e difficile esazione, atteso che non risulta alcun
appostamento nel fondo, poiché non sussisterebbero per l’Ente voci di entrata
tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso;
a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2021, provvedere alle dovute
variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale
Vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio
contabile applicato della competenza finanziaria potenziata; - ha ritenuto
possibile procedere alla trasmissione, da parte della Giunta regionale, della
proposta di bilancio di previsione 2022-2024 dell’Ente per i Parchi Marini
Regionali al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3 della
legge regionale n. 8/2002;
preso atto che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 4 aprile 2022, ha approvato il bilancio di
previsione 2022-2024 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i
documenti ad esso allegati;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate: - di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, il
bilancio di previsione 2022-2024 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali
(E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n.
106 del 21 marzo 2022, recante: "Bilancio di previsione 2022 – 2024
dell'Azienda Territoriale Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria).
Trasmissione proposta al Consiglio regionale";
premesso che: - con il decreto legislativo 23
giugno 2011, n.118 ( Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42),
sono stati individuati i principi fondamentali del coordinamento della finanza
pubblica, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione; - l’articolo 57, comma
3 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci di previsione degli
Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi
Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa
istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento
Bilancio, Patrimonio e Finanze per la definitiva istruttoria di propria
competenza; la Giunta regionale trasmette il bilancio al Consiglio regionale
per la successiva approvazione; - con legge regionale 16 maggio 2013, n. 24
(Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e
consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità) è stata
istituita l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica Regionale
(ATERP Calabria), quale ente ausiliario della Regione in materia di edilizia
residenziale pubblica, a seguito dell'accorpamento delle aziende provinciali; -
con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 99 del 9 maggio 2016 è
stata formalmente istituita l'Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica Regionale (ATERP Calabria); - con il Decreto del Presidente della
Giunta regionale n. 91 del 22 giugno 2020 è stato nominato l’avvocato Paolo Petrolo, quale Commissario Straordinario dell’ATERP
Calabria;
vista la deliberazione n. 41 del 17 febbraio
2022, con cui il Commissario straordinario dell’ATERP Calabria ha approvato il
bilancio di previsione e il piano degli indicatori per gli esercizi 2022-2024,
allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
rilevato che il Collegio dei Revisori dei Conti
dell'Ente, con verbale n. 60 del 16 febbraio 2022, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale: - ha verificato che il
bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto
dell’ente, del regolamento di contabilità e dalle norme del decreto legislativo
n. 118/2011 e dai principi contabili applicati n. 4/1 e 4/2 allegati al
predetto decreto legislativo; - ha rilevato la coerenza interna, la congruità e
l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio; - relativamente al
Fondo Pluriennale Vincolato, ha sollecitato l’Ente a procedere alla
determinazione dello stesso al fine di apportare, se del caso, le opportune
modifiche al bilancio di previsione, tenuto conto degli effetti che lo stesso
Fondo Pluriennale Vincolato dispiega sia sugli equilibri di bilancio che sul
risultato di amministrazione; - ha espresso parere favorevole sulla proposta di
bilancio di previsione 2022– 2024 e sui documenti allegati;
tenuto conto che il dipartimento regionale
“Infrastrutture e Lavori Pubblici”, che esercita la vigilanza sulle attività
dell'Ente, nell’ambito dell’istruttoria di propria competenza (prot. n. 110588 del 7 marzo 2022, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale): - ha rilevato il rispetto
dei limiti di spesa previsti dall’articolo 6, comma 1, lettere a) e b) della
legge regionale n. 43/2016 in materia di spese del personale e spese per il
funzionamento; - ha sollecitato la quantificazione del Fondo Pluriennale
Vincolato in sede di riaccertamento parziale dei
residui, in relazione all’aggiornamento del cronoprogramma di spesa che
determinerà una variazione al bilancio di previsione 2022 - 2024; - ha espresso
parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2022 - 2024 e sui
documenti allegati;
rilevato che il dipartimento regionale
“Economia e Finanze”, nell’ambito dell'istruttoria di propria competenza (prot. n. 130723 del 16 marzo 2022, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale): - ha preso atto che la
sussistenza degli equilibri di bilancio, per come definiti dal decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, è garantita esclusivamente da un minore
accantonamento al Fondo Crediti Dubbia Esigibilità (FCDE) da parte dell’Ente; -
ha evidenziato il minore accantonamento al Fondo Crediti Dubbia Esigibilità
(FCDE), in quanto i valori previsti per il fondo risultano sottodimensionati
per tutte e tre le annualità considerate, ritenendo necessario che l’Ente, per garantire
gli equilibri di bilancio, dovrà provvedere, con la massima urgenza, ad
approvare apposita variazione al bilancio di previsione 2022-2024 implementando
gli importi del suddetto Fondo; - ha formulato all’Ente le seguenti
raccomandazioni:
di verificare, durante l’intero periodo degli
esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di
Dubbia Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di
eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in
termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con
riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando se necessarie,
apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio; a seguito del
completamento della procedura di riaccertamento
ordinario dei residui per l’esercizio 2021, di provvedere alle dovute
variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al
Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del
principio contabile della competenza finanziaria potenziata; - ha raccomandato
al dipartimento regionale “Infrastrutture e Lavori Pubblici”, che esercita la
vigilanza sulle attività dell’ATERP Calabria, di monitorare l’adozione del
provvedimento di variazione, secondo quanto espressamente comunicato dall’Ente,
dopo l’approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale del bilancio di
previsione 2022 - 2024, al fine di garantire gli equilibri di bilancio e, nel
contempo, la corretta gestione delle attività dell’Ente; - nel verificare il
recupero del disavanzo pregresso, ha evidenziato come l’Ente avrebbe
correttamente previsto, quale disavanzo da ripianare in conto degli esercizi
2022, 2023 e 2024, soltanto le quote di cui al piano di rientro del disavanzo
derivante dal riaccertamento straordinario, pari a
2.354.291,27 euro; - fermo restando la ragione su cui sorregge l’equilibrio di
bilancio, i rilievi, le raccomandazioni espressi dal dipartimento “Economia e
Finanze” e dal dipartimento “Infrastrutture e Lavori Pubblici”, che esercita la
vigilanza sull’attività dell’Ente, ha ritenuto possibile procedere alla
trasmissione, da parte della Giunta regionale, della proposta di bilancio di
previsione 2022- 2024 dell’ATERP Calabria al Consiglio regionale, ai sensi
dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
preso atto che la Seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 4 aprile 2022, ha approvato il bilancio di
previsione 2022 - 2024 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica della Regione Calabria e i documenti ad esso allegati;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
- di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
legge regionale n. 8/2002, il bilancio di previsione 2022 - 2024 dell'Azienda
Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria),
unitamente ai relativi allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti
integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Art. 1
(Modifiche
all’articolo 14 della l.r. 17/2005)
1. All'articolo 14 della legge regionale 21
dicembre 2005, n. 17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni
amministrative sulle aree del demanio marittimo), sono apportate le seguenti
modifiche: a) al numero 3 della lettera b) del comma 2, le parole: “la stagione
balneare 2021” sono sostituite dalle seguenti: “le stagioni balneari 2021 e
2022”; b) al comma 3-bis le parole: “la stagione balneare 2021” sono sostituite
dalle seguenti: “le stagioni balneari 2021 e 2022”.
Art.
2
(Modifiche
all’articolo 27 della l.r. 17/2005)
1. All'articolo 27 della l.r.
17/2005, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 4, le parole: “la
stagione balneare 2021” sono sostituite dalle seguenti: “le stagioni balneari
2021 e 2022”; b) al comma 7, le parole: “la stagione balneare 2021” sono
sostituite dalle seguenti: “le stagioni balneari 2021 e 2022"; c) al comma
8, le parole: "la stagione balneare 2021" sono sostituite dalle
seguenti: “le stagioni balneari 2021 e 2022”. Art. 3 (Clausola di invarianza
degli oneri finanziari) 1. Dall'attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Art. 4 (Entrata in
vigore) 1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Calabria.
Art. 1
(Introduzione
dell’articolo 8-bis nel d.lgs. 155/2012)
1. Dopo l’articolo 8 del decreto legislativo 7
settembre 2012, n.155 (Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli
uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14
settembre 2011, n.148) sono inseriti i seguenti:
"Art.8-bis
(Interventi
delle Regioni)
1. In attesa di una più ampia e generale
riforma della geografia giudiziaria, da attuare nel rispetto del principio del
massimo decentramento di cui all'articolo 5 della Costituzione e del principio
di prossimità di cui all'articolo 10 del Trattato sull'Unione europea, su
richiesta delle Regioni interessate, il Ministro della giustizia dispone,
nell'ambito di apposite convenzioni, che i tribunali e le procure della
Repubblica soppressi dall'articolo 1 del presente decreto, riprendano appieno
la funzione giudiziaria nelle loro sedi, ripristinando le competenze
territoriali dei tribunali e delle procure della Repubblica precedenti
l’accorpamento, a condizione che le spese di gestione e manutenzione degli immobili
e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture siano
integralmente a carico del bilancio della Regione richiedente.
2. Rimangono a carico dello Stato le spese
relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e di
polizia giudiziaria.
3. Alle Tabelle contenute negli allegati 1, 2 e
3 sono aggiunti i tribunali e le procure della Repubblica ripristinati su
istanza delle Regioni interessate, con conseguente ricostruzione dei relativi
circondari nella Tabella di cui all'allegato 1.
4. Le spese di cui al comma 1 possono essere
sostenute anche dagli enti locali previa intesa con la Regione richiedente.
Art.
8-ter
(Piante
organiche)
1. Entro cento giorni dalla data di stipula
delle convenzioni di cui all'articolo 8-bis, il Ministro della giustizia
provvede alla riformulazione o determinazione delle piante organiche dei
tribunali e delle procure della Repubblica riattivati e alla loro
copertura.".
Art.
2
(Abrogazioni)
1. Sono abrogati:
a) il comma 4-bis dell'articolo 8 del d.lgs.
155/2012;
b) il comma 397 dell'articolo 1 della legge 27
dicembre 2013, n.147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2014).
Art.
3
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dal presente provvedimento non devono
derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza statale. All'attuazione
si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente.
Art. 1
(Modifiche
all’articolo 11 della l.r. 11/2004)
1. La lettera a) del comma 5-bis dell’articolo
11 della legge regionale 19 marzo 2004, n.11 (Piano regionale della salute
2004-2006), è sostituita dalla seguente: “a) la Casa della Comunità, da
intendersi quale struttura fisica garante dell’assistenza multidisciplinare
primaria, assicurata da équipes di professionisti
dipendenti e convenzionati con il servizio sanitario;”.
Art.
2
(Clausola
di invarianza degli oneri finanziari)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.