XII^ LEGISLATURA

 

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

N. 36

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SEDUTA Di MERCOLEDì 31 GENNAIO 2024

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

E DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO

 

 

Inizio lavori h. 14,09

Fine lavori h. 18,15

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 14,09

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

 

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Volevo chiedere, compatibilmente con i lavori del Consiglio regionale, sarei davvero riconoscente a lei e al Consiglio stesso se potessi dare la risposta all'interrogazione, che mi è stata posta, all'inizio dei lavori o anche più tardi, ma prima delle 16.

PRESIDENTE

Vi chiedo di votare per la trattazione immediata del punto numero 12 all’ordine dei lavori.

 

(Il Consiglio approva)

Interrogazione numero 202/12^ di iniziativa del consigliere R. Mammoliti <<In merito alla revoca della procedura di cui al DCA 194 del 10.07.2023 “Avviso pubblico di selezione per la formazione delle rose degli idonei al conferimento degli incarichi di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino -Morelli di Reggio Calabria”>>

PRESIDENTE

Cedo la parola al collega Mammoliti per illustrare l’interrogazione. Prego.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente, anche per la disponibilità dimostrata e soprattutto per aver assolto finalmente a una importante funzione istituzionale, che è quella rispetto alla quale è giusto, nel rispetto dei regolamenti per il funzionamento istituzionale di questo organismo, portare all'ordine del giorno della prima seduta utile di Consiglio l'interrogazione posta.

Presidente e commissario Occhiuto, anche pubblicamente, sulla stampa, lei ha fatto dei passaggi in merito alle problematiche che avrebbero determinato questa sospensione. Sinceramente non voglio entrare nel merito, però c'è intanto una differenza sostanziale tra il Commissario straordinario e il direttore generale. Avevo salutato in maniera positiva la volontà di nominare un direttore generale perché può prestare l'impegno e l'attenzione necessari anche per una pianificazione più organica e più appropriata alla drammatica situazione della sanità vibonese. Naturalmente lei ha proceduto a questa sospensione, anche per le ragioni che venivano addotte dalla stampa, in quanto all'ASP di Vibo c'è una Commissione d'accesso.

Chiedevo, quindi, di conoscere le ragioni, Presidente, ma soprattutto: Vibo Valentia per la situazione sanitaria che ha, ha bisogno di un direttore generale, se vuole anche di un Commissario straordinario, ma di un Commissario straordinario a tempo pieno, perché lei ha reiterato la nomina di un Commissario straordinario che è part-time tra l'ASP di Catanzaro e quella di Vibo Valentia.

PRESIDENTE

Risponde il Presidente della Giunta regionale. Prego.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Sono grato al consigliere Mammoliti che mi dà la possibilità di fare chiarezza in ordine a una scelta che ho compiuto e che, come ha evidenziato il consigliere Mammoliti, ho spiegato anche pubblicamente, ma è giusto che la spieghi in Consiglio regionale, che è il luogo più deputato a valutare sia la mia attività sia quella della Giunta regionale, nonché l'attività del Commissario che, come sapete, è un organo del Governo nazionale. Poiché il Commissario è il Presidente della Regione, è giusto che si confronti col Consiglio stesso.

Vorrei, preliminarmente, però, ricordare al consigliere Mammoliti che prima che io mi insediassi non era affatto prevista la possibilità di nominare dei direttori generali nelle Aziende sanitarie calabresi; questa possibilità è stata conferita dalla legge soltanto dopo il mio insediamento quando, in occasione della prima proroga del “Decreto Calabria”, ho chiesto al Governo e quindi al Parlamento di modificare il decreto stesso nella direzione di prevedere la possibilità di nominare dei commissari o dei direttori generali; cioè, prima del mio insediamento, non era neanche possibile nominare direttori generali delle Aziende sanitarie, il Commissario ad acta poteva nominare soltanto commissari.

Poiché vorrei che questa fase di commissariamento della sanità si potesse concludere in tempi ragionevolmente brevi e vorrei che non determinasse una precarizzazione della governance delle Aziende, ho chiesto al Parlamento, per il tramite del Governo, di modificare la norma e di darmi la possibilità di nominare anche i direttori generali, e ho cercato di svolgere questa nuova attività, quella della nomina dei direttori generali, con le categorie del buon senso.

Sono partito dalle Aziende sanitarie provinciali più grandi, da quelle che avevano prodotto nel corso degli anni la maggior parte del debito e da quelle che gestiscono più Ospedali spoke in Calabria; era giusto stabilizzare queste Aziende sanitarie che erano, appunto, quelle più grandi, e l'abbiamo fatto grazie a questa norma; abbiamo nominato i direttori generali per l'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e per l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

Avevo dato mandato agli Uffici di preparare un bando per la nomina anche dei direttori generali delle due Aziende ospedaliere e dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, proprio in ragione della circostanza che lei evidenziava prima: l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia è retta da un bravissimo Commissario, il generale Battistini, che ha comandato la sanità militare e che, a differenza di molti militari che pure rispetto, ha un approccio manageriale e molto concreto alla soluzione dei problemi, e che, però, come lei ha evidenziato, è anche Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.

Quando ho chiesto agli Uffici di predisporre il bando per le due Aziende ospedaliere, ho inserito anche l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia proprio perché sono persuaso della bontà del suo argomento: l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia avrebbe bisogno di un Commissario che a tempo pieno dedicasse il suo impegno a quella Azienda; quindi, la mia idea era, appunto, quella di trovare un direttore generale che potesse consentire al generale Battistini di svolgere soltanto le funzioni di commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.

Tutto questo però è avvenuto prima che la Prefettura e il Ministero degli interni disponessero l'invio della Commissione di accesso nell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. È una circostanza che noi non possiamo osservare con distacco, come se non fosse una circostanza eccezionale; secondo me, non può farlo, soprattutto chi, come lei, ha coscienza delle criticità dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia.

E, allora, anche qui ho cercato di utilizzare il buon senso che chi governa deve utilizzare e ho detto: “Ho un commissario che è una persona di riconosciuta correttezza, moralità, che ha concretezza per amministrare - è vero, è commissario anche di un'altra Azienda sanitaria provinciale - che ha già una conoscenza delle criticità e può aiutare la Commissione d'accesso a far emergere tutto quello che è giusto che emerga, forse è meno opportuno che oggi, mentre c'è la Commissione d'accesso a Reggio Calabria, si nomini un direttore generale che, nell'ipotesi in cui le risultanze della Commissione d'accesso dovessero essere tali da determinare lo scioglimento dell'Azienda stessa, andrebbe a casa senza aver nemmeno contribuito all’opera di chiarezza e anche di bonifica dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, che il generale Battistini sta cercando meritoriamente di fare negli ultimi mesi”.

Qualche giorno fa, nonostante fossi molto più sofferente di quanto sono oggi - oggi non ho assunto antidolorifici ma fino a qualche giorno fa lo facevo - sono stato ospite di una trasmissione, su una rete nazionale; sono andato perché mi hanno detto che ci sarebbe stato un servizio devastante sulla sanità calabrese; ho chiesto di partecipare personalmente perché - voi lo sapete - il mio modo di affrontare le questioni è quello di metterci la faccia, non di scappare, e delle volte, invece, mi arrabbio quando vedo altri dirigenti pubblici calabresi scappare davanti ai giornalisti.

In quell’occasione, mi è stato mostrato un servizio nel quale si evidenziava che persino un ristorante di Tropea era allocato da anni, da vent'anni, in un immobile dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia e pagava una miseria all'anno, anzi, avrebbe dovuto pagare una miseria all'anno perché mi risulta che poi nemmeno l’abbia pagata; ho risposto che avrei chiesto al commissario Battistini di mandare subito via questi ristoratori dall’immobile. Perché lo sto ricordando? Perché, quando la mattina dopo ho chiamato il commissario Battistini per chiedere di mandare via questi ristoratori, mi ha detto che aveva già provveduto a fare quello che io gli chiedevo, sei mesi prima; il giornalista lo sapeva, ha omesso di dirlo, poi questi chiaramente hanno resistito, come succede sempre nei casi di sfratto.

Perché lo dico? Perché, in questo momento, secondo me, alla guida di un'Azienda complicata e che ha bisogno di offrire ai Commissari prefettizi tutto il supporto necessario per fare emergere tutto quello che è giusto che emerga - è giusto che ci sia una persona come il generale Battistini.

Questa circostanza mi ha indotto a revocare il bando e, quasi contestualmente, invece, ad avviare le procedure per la selezione dei direttori generali delle altre Aziende, tant'è che, proprio ieri o avantieri, è stata pubblicata la manifestazione di interesse per il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza e si provvederà nelle prossime settimane a scegliere chi dovrà essere il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza; analoga cosa vorrei fare con l'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria.

Lo schema, consigliere Mammoliti, per quanto mi riguarda, è questo: oggi che ho ottenuto la possibilità, negata ai miei predecessori - io l'ho ottenuta perché con forza l'ho chiesta al Parlamento - di nominare i direttori generali, nelle Aziende sanitarie più complicate, più grandi, io vado a nominare i direttori generali, e l'ho fatto.

Nelle Aziende ospedaliere che sono HUB cerco di fare la stessa cosa; qualche problema in più probabilmente l'abbiamo sull’Azienda ospedaliera universitaria Dulbecco perché è protagonista di un complicato percorso di integrazione tra Pugliese e Mater Domini.

La mia idea, però, è quella di stabilizzare il sistema - tant'è che la norma che mi consente di nominare i direttori generali l’ho chiesta io e l'ho anche utilizzata, - però tutto quanto va fatto con prudenza, con buon senso, perché, soprattutto sulla sanità, dobbiamo evitare di fare scelte pur di farle o perché si teme qualche polemica o qualche interrogazione: dobbiamo fare quello che è giusto fare, anche quando magari si ha difficoltà a farlo comprendere.

La volevo, quindi, tranquillizzare in ordine alla circostanza che avendo io chiesto al Parlamento la possibilità di nominare i direttori generali e avendolo ottenuto, continuerò a nominare i direttori generali, laddove è possibile farlo. Lo farò sempre con grande prudenza, utilizzando le categorie del buon senso, soprattutto sull'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia che, ancorché piccola, ha grandi criticità e per tali ragioni, in questa fase, non ci penso proprio a nominare un direttore generale.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Può intervenire per la replica il consigliere Mammoliti. Ha tre minuti. Prego.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Apprezzo la chiarezza e le dichiarazioni di voler introdurre nella sanità calabrese - mi auguro, anche in quella vibonese - con appropriatezza, provvedimenti utili a far uscire il sistema sanitario dalle tantissime criticità che purtroppo regnano ormai da tanti anni di mala gestione.

Mi fa piacere che proseguirà e continuerà in questo percorso della nomina dei direttori generali, che meglio possono aiutare avanzamenti di governance positiva nei diversi livelli di gestione della sanità.

C'è un aspetto, però, Presidente, che voglio sottolineare senza termini polemici: lei ha constatato, anche per le tante interrogazioni che ho avuto modo di presentare e alla cui stragrande maggioranza ha risposto, che io sulla sanità ho valutato e guardato il merito e l'appropriatezza, mai il senso di approccio o l’appartenenza politica. Per queste stesse ragioni, Presidente, comprendo l'opportunità, la delicatezza e la cautela della situazione sanitaria di Vibo Valentia e capisco e comprendo che sia il caso di ovviare, in questo momento, alla nomina del direttore generale per le vicende della Commissione acceso.

C'è un aspetto dal quale però nessuno di noi può sfuggire: in 5 anni l'ASP di Vibo Valentia ha avuto cinque commissari straordinari e due di questi hanno operato part-time, compreso l'attuale Generale. Oggettivamente questa è una situazione precaria che non aiuta quella situazione sanitaria a farla uscire dallo stato in cui si trova e che lei dice.

Ben venga la nomina dei direttori generali, ben venga la cautela, Presidente, ma, se ci sono le condizioni e fino a quando la Commissione non si pronuncerà, nominate un commissario straordinario a tempo pieno. Grazie.

Relazione unica sulle proposte di provvedimento amministrativo:
numero 146/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”

numero 147/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione validità Organigramma FEAMP” – approvazione del Piano finanziario FEAMPA”
numero 145/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC)”
numero 149/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione piano delle attività anno 2024”

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo al primo punto posto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 146/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la coesione della Regione Calabria”.

Cedo la parola al consigliere relatore Crinò, pregandolo di relazionare sui punti da uno a quattro, su cui poi faremo una discussione unica per procedere, poi, ovviamente, con votazioni separate.

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica ed affari dell'Unione europea nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.

Ai lavori della Commissione ha partecipato il dirigente generale del Dipartimento programmazione unitaria, dottor Maurizio Nicolai, che ha compiutamente illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.

Il provvedimento in oggetto, approvato dall'esecutivo regionale con deliberazione numero 745 del 19/12/2023, riguarda la proposizione di un quadro di esigenze da assumere a riferimento nel negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l'individuazione delle nuove progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021-2027.

Nella delibera in oggetto si chiarisce che l'assegnazione alle Regioni delle risorse FSC 2021-2027 sarà determinata previa definizione di Accordi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e ciascuna Regione per la condivisione di Piani per il finanziamento e l'attuazione dello sviluppo territoriale (Accordi per la coesione).

Secondo quanto previsto dalla delibera CIPESS 25/2023, l'imputazione programmatica in favore della Regione Calabria risulta così determinata:

-        importo lordo imputazione programmatica pro quota per Regione Calabria: euro 2.863.063.355,70;

-        anticipazioni disposte con delibera CIPESS 79/2021 e legge 197/2022: euro 633.189.453,37;

-        concorso FSC massimo sul cofinanziamento regionale dei Programmi europei FESR e FSE Plus: euro 142.788.549,00;

-        importo disponibile per nuove progettualità FSC 2021-2027: euro 2.087.085.353,13.

Il Dipartimento regionale programmazione unitaria ha avviato, presso i Dipartimenti regionali competenti per materia, una ricognizione tesa a definire un primo quadro di esigenze.

Nelle interlocuzioni con i Dipartimenti regionali sono stati condivisi i criteri per la definizione del predetto quadro, quali:

-        coordinamento con le iniziative già programmate negli altri strumenti regionali attivi;

-        assenza di sovrapposizione con le tipologie di iniziative programmabili nell'ambito del Programma regionale Calabria FESR FSE 2021-2027;

-        salvaguardia di interventi strategici e spunti del PSC Calabria 2000-2020, in quanto connotati da sviluppo attuativo non in grado di garantire il conseguimento di obbligazioni giuridicamente vincolanti alla data del 31/12/2022.

Sulla base dei suddetti criteri, è emerso un quadro di esigenze che evidenzia la necessità di intervento finanziario in tutte le Aree tematiche agevolabili con il FSC 2021-2027 ad eccezione delle Aree tematiche “01 Ricerca e Innovazione” e “04 Energia”, interamente finanziabili sul Programma regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027.

Questo è il quadro di esigenze che formerà la base di riferimento per il negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l'individuazione congiunta delle progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021-2027.

Come risulta dalla delibera di Giunta regionale, il dirigente generale e il dirigente di Settore del Dipartimento competente hanno attestato che l’istruttoria è completa e la conformità della delibera alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali; e che il provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale.

Procedo con la relazione sulla proposta di provvedimento amministrativo numero 147/12^, per come richiesto dal Presidente.

La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica e affari dell'Unione europea nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.

Ai lavori della Commissione ha partecipato il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, nonché referente dell'Autorità di gestione del FEAMP 2014-2020, dottor Giacomo Giovinazzo, che ha compiutamente illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.

Il provvedimento in oggetto, approvato dall'esecutivo regionale con deliberazione numero 789 del 29/12/2023, riguarda l'approvazione del nuovo Piano finanziario del FEAMPA 2021-2027.

Nella deliberazione in oggetto viene espressamente specificato che, al fine di assicurare la chiusura del Programma operativo FEAMP 2014-2020 e garantire un’efficace, efficiente e corretto avvio del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, si procede all'approvazione del nuovo Piano finanziario del PN FEAMPA 2021-2027, per come risultante dall'esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, protocollo numero 559696 del 10/10/2023, al cui interno è riportata la ripartizione delle risorse per la Regione Calabria (Allegato A) e conclusa con nota del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, protocollo numero 580354 del 19/10/2023.

Nel corpo della stessa delibera si chiarisce che si procede, in ossequio ai principi di continuità e di economicità dell'azione amministrativa, nelle more dell'approvazione, da parte dell’Autorità di gestione nazionale, delle schede di Intervento/Azione a valere sul FEAMPA 2021-2027, delle Linee guida sulle spese ammissibili e del Manuale delle procedure e dei controlli, all'estensione della validità ed efficacia dell'organigramma FEAMP 2014-2020 approvato con delibera 570/2023, fino alla data del 30 giugno 2024, data di trasmissione della dichiarazione di spesa finale del Programma.

Infine, nel provvedimento vengono dettagliati gli oneri nascenti dalla delibera in questione e viene indicata la relativa copertura.

Nello specifico, la quota regionale di cofinanziamento del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, pari a euro 5.194.310,72, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2027 sarà garantita giusta legge regionale numero 57/2023, recante “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2024-2026”.

La quota annuale per le singole annualità 2024, 2025, 2026 e 2027 è pari ad euro 1.298.577,68.

Come risulta dalla delibera di Giunta regionale, il dirigente generale del Dipartimento competente, nonché referente dell'Autorità di gestione FEAMP 2014-2020 ha attestato che l'istruttoria è completa e che sono stati acquisiti tutti gli atti e i documenti previsti dalle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali ed individua la copertura finanziaria dello stesso provvedimento.

Continuo con la relazione del punto tre.

La proposta di provvedimento amministrativo numero 145/12^, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.

La proposta è relativa al Rendiconto generale esercizio finanziario 2022 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese, cosiddetta ARSAC.

Alla seduta di Commissione hanno partecipato: il commissario straordinario dell'Azienda, dottoressa Fulvia Michela Caligiuri; il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, dottor Giacomo Giovinazzo; il dirigente di settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione e del Dipartimento di economia e finanze e del parere del Revisore unico.

L'organo di controllo dà atto che l'Azienda ha provveduto al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31/12/2022 e che il risultato di amministrazione dell'esercizio 2022 presenta un avanzo di euro 9.656.554,05.

Il Revisore dei conti, al fine di fornire all'Azienda un supporto di collaborazione tendente a conseguire efficienza ed economicità della gestione, evidenzia quanto segue: una particolare attenzione deve essere prestata alla gestione degli acquedotti, con costante monitoraggio dei residui attivi; un costante monitoraggio del Fondo crediti di dubbia esigibilità e del Fondo rischi; l'eventuale utilizzazione dell'avanzo di amministrazione disponibile deve tenere conto delle entrate in conto capitale, non vincolate all'avanzo stesso, riguardante la revisione ventennale degli impianti a fune di Camigliatello; l'azienda si deve dotare di una adeguata struttura al fine di avere una situazione patrimoniale ed un inventario dei beni mobili e immobili aggiornato.

Il Revisore evidenzia l'attendibilità delle risultanze riportate e il rispetto dei principi contabili; l'Organo di controllo, nell'esprimere giudizio positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2022, attesta la corrispondenza del Rendiconto alle risultanze della gestione.

Il Dipartimento agricoltura, nell’istruttoria di competenza, ha provveduto a verificare il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla vigente normativa in materia di spending review, rilevando il rispetto degli stessi da parte dell'ARSAC; altresì, il Dipartimento ha riscontrato che l'Ente ha imputato correttamente le somme impegnate nel 2022 a titolo di contributo ex legge regionale numero 66/2012.

Conclusivamente, il Dipartimento vigilante esprime parere favorevole al conto consuntivo ARSAC esercizio 2022.

Il Dipartimento economia e finanze evidenzia, con riferimento alla parte disponibile del risultato di amministrazione, la congruità delle quote accantonate e vincolate, limitatamente alle voci verificabili almeno formalmente.

Relativamente alla quantificazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, lo stesso risulta pari all'89,70 per cento delle entrate del Titolo 3 Tipologia 100 “Vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione dei beni” in peggioramento rispetto alla percentuale registrata nell'esercizio precedente che si attestava all'81,59 per cento; il Dipartimento evidenzia che la percentuale di riscossione dei crediti è ancora bassa e dunque rammenta come l'inadeguata realizzazione delle proprie ragioni creditorie non può dirsi superata attraverso l’appostazione al Fondo crediti di dubbia esigibilità, in quanto quest'ultimo è diretto a fronteggiare il rischio della perdita o dell'erosione del valore nominale del credito, ma non rappresenta uno strumento risolutivo ai fini della tenuta prospettica degli equilibri di bilancio, per come più volte statuito dalla Magistratura contabile. Pertanto, il Dipartimento raccomanda all'Ente di proseguire nelle iniziative opportune alla cura dei propri crediti, al fine di evitare l'insorgere di possibili danni di natura erariale e al Dipartimento che esercita la vigilanza sulle attività dell'Ente di monitorare costantemente sull'attuazione di tali operazioni.

Relativamente alla quota disponibile di risultato di amministrazione pari ad euro 4.524.141,11, il Dipartimento segnala che la quota può essere utilizzata solo a seguito dell'approvazione in via definitiva del Rendiconto da parte del Consiglio regionale, esclusivamente per le seguenti finalità, che si elencano in ordine di priorità: per la copertura dei debiti fuori bilancio; per i provvedimenti necessari per la salvaguardia degli equilibri di bilancio ove non possa provvedersi con mezzi ordinari; per il finanziamento di spese di investimento; per il finanziamento delle spese correnti a carattere non permanente; per l'estinzione anticipata dei prestiti.

A conclusione dell'istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e finanze rileva che: sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2021, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2022; sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro; sussiste corrispondenza tra i valori residui e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra i residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché con riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi; sussiste la quadratura tra il saldo di cassa pari ad euro 13.228.435,08 riportato nel conto del bilancio 2022, e il valore registrato alla voce “disponibilità liquide” dell'attivo dello Stato patrimoniale; risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2022.

Il Dipartimento economia e finanze, dunque, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del Rendiconto per l'esercizio 2022 dell'ARSAC al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale numero 8/2002.

Mi avvio a relazionare sull'ultimo punto.

La proposta di provvedimento ammnistrativo numero 149/12^, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti della seconda Commissione bilancio nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.

La proposta di provvedimento amministrativo in oggetto riguarda il bilancio di previsione 2024-2026 dell'ARPACAL Calabria e l'approvazione del Piano delle attività anno 2024.

Durante i lavori della Commissione abbiamo audito: il commissario straordinario dell'Ente, professor Michelangelo Iannone, il quale ha illustrato il provvedimento e fornito i chiarimenti richiesti; la dirigente di Settore del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, avvocato Elvira Costantino, la quale ha confermato l'istruttoria di competenza del Dipartimento e la coerenza del Piano delle attività 2024 con le previsioni di bilancio; il dirigente di Settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie dei Dipartimenti territorio e tutela dell'ambiente e del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti dell'Agenzia nonché di quello del Comitato di indirizzo.

Il Revisore unico dei conti dell'Ente rileva che il bilancio di previsione proposto rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza e gli equilibri di parte corrente in conto capitale. In ordine all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione presunto, il Revisore unico dei conti si è espresso favorevolmente.

Con riferimento ai contenziosi in essere, l'organo di revisione suggerisce di valutare con attenzione la possibilità di ridurre lo stanziamento del Fondo rischi contenzioso, considerando che dalla documentazione esibita non emergono soccombenze particolari. L'Organo di revisione, con verbale numero 25 del 23/11/2023, attesta la corrispondenza delle previsioni finanziarie del bilancio 2024-2026 alle norme di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rileva la coerenza interna, la congruità e l'attendibilità delle previsioni ed esprime parevole parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione dell'ARPACAL, riferito al triennio 2024-2026 ed ai relativi allegati.

Relativamente alla normativa sulla spending review, il Revisore unico dei conti ha asseverato il provvedimento adottato dall'Agenzia che tiene conto delle riduzioni di spesa operate nel bilancio di previsione 2024-2026, con specifico riferimento al costo del personale, articolo 6, comma 1, lettera a), della legge regionale numero 43/2016.

Il Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente evidenzia che, con deliberazione numero 510 del 13/11/2023, è stato assunto il provvedimento di cui all'articolo 6, comma 6, della legge regionale numero 43/2016, relativo alle misure di contenimento delle spese ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a) e b) della legge regionale numero 43/2016, asseverato da parte dell'Organo di revisione. A conclusione dell'istruttoria effettuata, il Dipartimento esprime parere favorevole al bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Regione Calabria.

In ordine al Piano delle attività 2024 dell'Agenzia, che rappresenta lo strumento programmatico attuativo attraverso il quale l'Agenzia propone obiettivi e programmi da perseguire nel periodo di riferimento e che risulta collegato con le risorse finanziarie iscritte nel Bilancio di previsione 2024-2026, il Dipartimento vigilante ha espresso parere favorevole sul suddetto Piano.

Il Comitato di indirizzo, con verbale numero 3 del 07/12/2023, ha espresso parere favorevole per l'approvazione del Bilancio di previsione finanziario 2024-2026 e Piano delle attività 2024 dell'ARSAC.

Il Dipartimento economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che il raggiungimento degli equilibri di bilancio è ottenuto anche attraverso l'applicazione della parte vincolata del risultato di amministrazione presunto per un totale di euro 403.797,40 in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità finanziaria punto 9.2 dell'allegato 4/2 del Decreto legislativo numero 118/2011, che prevede quanto segue: “Non è conforme ai precetti dell'articolo 81, 4° comma, della Costituzione realizzare il pareggio di bilancio in sede preventiva, attraverso l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione non accertato e verificato a seguito della procedura di approvazione del bilancio consuntivo dell'esercizio precedente (sentenza numero 70/2012 della Corte costituzionale).

Lo stesso principio, altresì, stabilisce che: “Tuttavia, in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione, e con successive variazioni di bilancio, è consentito l'utilizzo della quota del risultato di amministrazione presunto costituita dai fondi vincolati, e dalle somme accantonate risultanti dall'ultimo consuntivo approvato”.

Il Dipartimento ha, dunque, verificato, con esito positivo, la corretta applicazione del suddetto principio da parte dell'Ente, analizzando la quota vincolata dell'avanzo di amministrazione presunto applicata, al fine di rilevare se la stessa sia andata a finanziare le sole spese di cui agli specifici progetti di investimento, in ragione dei corrispondenti vincoli determinati dall'Ente.

Con riferimento all'avvenuta applicazione della parte vincolata dell'avanzo di amministrazione presunto, il Dipartimento ha provveduto ad un ulteriore controllo al fine di verificare se il totale dell'avanzo vincolato rientri nei limiti di cui alle disposizioni introdotte dall'articolo 1 comma 897 della legge numero 145/2018, ritenendo che i suddetti limiti sono stati pienamente rispettati.

Per quanto riguarda il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento raccomanda all'Ente, nel corso dell'esercizio 2024, di aggiornare le previsioni di spesa di cui al suddetto fondo verificandone, a seguito dell'attività di gestione, la congruità, provvedendo ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi.

Per quanto concerne il Fondo Pluriennale Vincolato, il Dipartimento evidenzia che lo stesso risulta correttamente appostato. Tuttavia, il Dipartimento economia e finanze raccomanda all'Agenzia, a seguito dell'approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di bilancio di previsione 2024-2026, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata.

A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame della proposta di provvedimento amministrativo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Iniziamo la discussione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Qualche giorno fa, abbiamo affrontato una discussione importante in Commissione bilancio alla presenza del dirigente del Dipartimento programmazione unitaria, Nicolai, e abbiamo focalizzato l'attenzione sui vari aspetti.

Oggi, parliamo di vari bilanci, ma ci siamo concentrati in particolar modo sui Fondi di Sviluppo e Coesione e sull'accordo che il Governo ha raggiunto con la Regione Calabria in base alle esigenze manifestate anche dalla nostra Regione. In questa discussione è emerso, intanto, un dato macroeconomico, rappresentato dal dato generale che in questo Paese le politiche di coesione hanno fallito da oltre cinquant'anni e questo fallimento, ovviamente, non riguarda soltanto la Regione Calabria.

C'è un rapporto ISTAT che indica come, nonostante le politiche comunitarie e questo enorme flusso di denaro, nelle Regioni dell'Unione europea il divario tra quelle più sviluppate e quelle più povere continua a rimanere tale ed è un problema – ripeto – che non riguarda soltanto la Calabria; infatti, il rapporto ISTAT rileva che le stesse dinamiche riguardano la Grecia, la Francia e la stessa Spagna. Divari regionali non colmati dalle politiche di coesione. Parliamo di risorse enormi, perché l'accordo che ha raggiunto la Calabria è importante, si tratta di 2.800.000.000,00 euro, con un aumento delle risorse destinate alla nostra Regione.

Qualche anno fa, si è tenuto un dibattito all'Università della Calabria sulle ragioni per cui le politiche di coesione avessero fallito, sul perché, nonostante gli interventi dell'Unione europea, permanessero i ritardi delle Regioni meridionali rispetto al resto del Paese e come gli investimenti pubblici non avessero determinato un moltiplicatore di ricchezza. Investiamo risorse, abbiamo una marea di denaro pubblico, ma non migliorano le condizioni di vita e neanche il reddito pro capite dei cittadini.

Questa discussione, ovviamente, riguarda strumenti che non sono soltanto nella disponibilità della Regione Calabria, ma interrogano la politica, intanto sulle priorità di spesa e sulla capacità degli apparati amministrativi di riuscire a completare per tempo la programmazione per non essere costretti a rimodulare continuamente le risorse al fine di evitare la loro dispersione. Accanto a questa discussione generale, poi, ce n'era qualcuna di maggiore attualità politica, perché nei Fondi di Sviluppo e Coesione abbiamo una contribuzione di 300 milioni di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, che avviene con i fondi destinati alla Calabria.

Non entro nel merito dell'importanza strategica dell'opera – questo è un dibattito che divide e molte volte è di carattere ideologico – però, entro nel merito di un'innovazione di principio che non può non essere sottolineata: per la prima volta, si stabilisce un principio – di questo, ovviamente, è ben consapevole il nostro Presidente che rappresenta tutti i calabresi – ossia che le Regioni devono compartecipare con risorse ad esse destinate – al di là se siano Fondi di Sviluppo e Coesione o altro – alla realizzazione di opere strategiche che attraversano il proprio territorio.

Mi è stato detto che si tratta di 300 milioni di euro, che tanto abbiamo 2.800.000.000,00 euro e sono aumentate le risorse per la Calabria, che molte volte non sono state neanche spese.

Quindi, cosa sono 300 milioni di euro? Al di là del fatto che per la Sicilia sono previste delle somme diverse, si tratta del principio di cofinanziamento per cui la Regione Calabria utilizza risorse proprie per la realizzazione di un'opera che ha una valenza non puramente regionale. Non mi risulta che altre opere di tale natura – penso alla TAV, al Mose, a opere strategiche che hanno riguardato, ad esempio, le regioni del Nord Italia – abbiano avuto una compartecipazione regionale quando le opere stesse avevano una rilevanza che superava, ovviamente, i confini regionali.

Mi è stato anche detto che si tratta di opere funzionali: sono i collegamenti stradali, opere che restano sul territorio e, ovviamente, si tratta di infrastrutture previste per la realizzazione di tutte le grandi opere. Spero, quindi, che questo principio, previsto per la Regione Calabria, sia rispettato anche dalla Regione Lombardia, dalla Regione Veneto, dalla Regione Piemonte, ogni qualvolta sarà realizzata un'opera di valenza europea, strategica e che superi i confini regionali.

So che il Presidente farà valere, d’ora in poi, questo principio, così come questo dibattito – che è incentrato sulle politiche di coesione e, quindi, sui divari regionali – non può non aprire anche una finestra su quanto avvenuto qualche giorno fa in Senato, con l'approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata, perché le questioni sono connesse.

Anche qui nessuna posizione ideologica. Ho una mia posizione personale che è stata già espressa, non è questa la sede, ma anche su questo rivolgo un'esortazione al Presidente della Regione, che ha tutto il mio sostegno nel tenere la barra dritta rispetto a quello che ha già affermato e cioè che non si può avere nessuna autonomia differenziata se prima non vengono definiti e, soprattutto, quantificati e finanziati i livelli essenziali delle prestazioni, LEP.

Su queste posizioni, il mandato che il Consiglio regionale della Calabria deve dare deve essere preciso. Sull’autonomia differenziata non possiamo far finta che non riguardi noi, quest'Aula e i nostri cittadini e, quindi, voglio ribadire in questo intervento che il Presidente della Regione – ha più volte detto di essere prima il Presidente dei calabresi e, poi, un militante di una qualsiasi formazione politica – avrà il mio appoggio e quello dei cittadini calabresi perché sull'autonomia differenziata non possiamo fare sconti a nessuno, al di là delle maggioranze di Governo che si possono interscambiare nel corso delle legislature. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Inizio il mio intervento, naturalmente, dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per affrontare anche poi, molto brevemente, gli altri punti che, comunque, sono stati trattati e ricondotti ad un’unica discussione.

Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che ha una finalità molto precipua anche molto importante, a mio modesto avviso, si inserisce in un quadro di dotazione economico-finanziaria – non vorrei utilizzare affermazioni imponenti – considerevole per la nostra Regione, se consideriamo i fondi comunitari 2021/2027, oltre tre miliardi di euro; il Fondo dello sviluppo rurale, oltre 850 milioni di euro; i fondi del PNRR e i Fondi di coesione, al netto dei 300 milioni di euro – sui quali, comunque, poi qualcosa dirò – che vanno a realizzare delle opere necessarie ad impiantare questa infrastruttura strategica così importante del Ponte sullo Stretto.

Quindi, si tratta di oltre due miliardi di euro. Vi rendete conto che in Calabria abbiamo una quantità di risorse che, se venissero utilizzate in maniera proficua, a mio modesto avviso, potrebbero, in qualche modo, consentire di scrivere una narrazione diversa della Calabria?!

Intanto, come diceva giustamente il consigliere Lo Schiavo, nel corso di questi anni, abbiamo avuto – a prescindere dal colore politico – una ricaduta negativa sulle condizioni economiche, sociali ed occupazionali di questa regione, nonostante siano state utilizzate delle risorse molto cospicue.

La classe dirigente calabrese – a prescindere da chi governa in questo momento, che ha, sicuramente, maggiori responsabilità – deve soffermarsi su questo elemento di riflessione, perché non è possibile che si possano spendere delle risorse senza che le stesse producano, poi, una ricaduta positiva sulle condizioni economiche, sociali ed occupazionali della Regione.

Voglio, però, inserire un elemento di contesto e di valutazione sul quale ognuno di noi deve essere chiamato a fare un'appropriata riflessione ossia che siamo in presenza di una quantità cospicua di risorse e di importanti strumenti, ma anche di un nuovo centralismo più che di autonomia, con decisioni del Governo nazionale che puntano, invece, a ricentralizzare la governance di alcune importanti risorse. Questo non fa altro che avvilire le autonomie locali, oltre che tradursi, naturalmente, in minori trasferimenti per quanto riguarda il Mezzogiorno.

In un anno di governo, abbiamo avuto: la chiusura dell'Agenzia che aveva il compito di garantire la coesione territoriale; la cancellazione delle ZES, che dovevano essere degli strumenti attrattivi per rendere competitivo il sistema produttivo della nostra Regione; la cancellazione di circa 20 milioni di euro destinati al Sud, oltre alla diminuzione del fondo perequativo infrastrutturale, che prevedeva 4.600.000,00 euro.

Credo che dobbiamo spendere qualche parola di fronte a questo atteggiamento del Governo nazionale, unitamente al provvedimento che vuole introdurre anche la cosiddetta autonomia differenziata, anche perché le altre Regioni hanno assunto delle posizioni molto determinate e forti per difendere le ragioni delle condizioni materiali dei propri cittadini, a prescindere dalla filiera politica o istituzionale di appartenenza allo stesso colore politico. Quindi, anche questo strumento così importante, di fatto, con queste modalità, viene, in qualche modo, un po’ stravolto nelle finalità essenziali e negli obiettivi che, invece, dovrebbe perseguire.

Come diceva il consigliere Lo Schiavo, abbiamo sviluppato una discussione nella Commissione bilancio ed effettuato anche delle riflessioni. Intanto, non abbiamo il quadro, se non di natura generica, delle priorità che il Governo intende finanziare con queste opere così strategiche. Il dottore Nicolai ci ha offerto delle riflessioni e delle valutazioni che introducono, almeno per quanto mi riguarda, ulteriori elementi di preoccupazione – lo dico con molta franchezza – perché, quando si parla di aggancio e di utilizzo dei progetti retrospettivi per raggiungere il target di spesa, per quanto mi riguarda, è un elemento di preoccupazione, perché con i progetti retrospettivi – sostituiscono i vecchi progetti sponda – di fatto, utilizziamo dei progetti che hanno ottenuto un altro canale di finanziamento per rendicontare la spesa. Questo, quindi, ci consente di realizzare il target della spesa, però, dal punto di vista della ricaduta, produce zero e non sappiamo se, con il canale di finanziamento che quel progetto retrospettivo aveva, quell’intervento viene garantito o, addirittura, rientra nella disponibilità del Governo nazionale per poterlo utilizzare in altre direzioni.

Sono preoccupato perché il Governo nazionale, sta imprimendo questa azione accentratrice, altro che autonomia, e lo ha fatto anche per delle risorse fondamentali e importanti che dovevano essere già spese per problematiche rilevanti che afferiscono, per esempio, alla sanità per quanto riguarda l’elisoccorso.

La strategia nazionale delle aree interne è una misura che, adesso, è stata concentrata in una cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei ministri. Quindi, come vediamo, una quantità di risorse che dovrebbe essere immediatamente disponibile per l’utilizzo per il sistema produttivo, per i cittadini e per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei calabresi, di fatto, viene accentrata in un'unica governance, in un'unica regia nazionale e, purtroppo, oltre a provocare dei ritardi, potrebbe anche provocare delle ricadute non sicuramente positive.

Quindi, cosa diciamo rispetto a questo provvedimento? Non essendo definite le opere strategiche, chiediamo al governo regionale, dopo che avrà concluso il negoziato con il Governo nazionale, di aprire e animare una discussione pubblica in Calabria, coinvolgendo il partenariato e attori importanti come i sindaci, aprendo un dibattito in Consiglio regionale anche con l'opposizione, per individuare e capire, con un livello di compartecipazione e di convergenza, quali sono le opere strategiche da mettere in atto in Calabria per determinare condizioni di crescita e di sviluppo produttivo. Naturalmente, su questo chiediamo ancora una particolare attenzione, non soltanto per spendere le risorse e farlo bene per evitare la rimodulazione che c'è stata nel passato, ma, soprattutto, diciamo che è utile attivare un rafforzamento amministrativo per evitare, appunto, il disimpegno delle risorse o, poi, le rimodulazioni dell'ultimo momento.

Su questi temi saremo, naturalmente, molto attenti e scrupolosi, ma vorremmo dare il nostro contributo nella definizione delle priorità strategiche delle opere che si dovrebbero e che si devono realizzare con queste importantissime risorse.

Intervengo molto brevemente sugli altri punti: anche sulle problematiche degli Enti strumentali, purtroppo, mi pare che si continui con questo livello di governo senza una visione d'insieme che è stata più volte sollecitata sia nelle Commissioni sia anche nel dibattito in Consiglio regionale.

Intanto, per quanto riguarda, per esempio, alcune misure inserite nella priorità del fondo del FEAMP, abbiamo detto – su questo chiediamo all'assessore competente e al Governo regionale di prestare l'attenzione necessaria – che in alcune priorità sono state inserite zero risorse, per esempio, per quanto riguarda l’arresto temporaneo delle attività di pesca.

Cosa vuol dire? Se c'è un problema che interviene e determina un arresto temporaneo dell'attività di pesca, non è giusto che i pescatori delle nostre marinerie possano avere, così come avviene in moltissime altre regioni del Paese, un reddito, un contributo, un sostegno da parte della Regione?

Mi è stato riferito che alcune misure sono state definite a livello ministeriale, però non si esclude che le Regioni possano determinare, con propri suggerimenti e proposte, anche il miglioramento e un utilizzo molto più appropriato di queste risorse, che possono aiutare anche le nostre marinerie, che hanno una storia economica e produttiva importante, ad affrontare momenti di crisi e di bisogno.

Poi, sull'ARPACAL, anche qui ho dimostrato nella discussione in Commissione che, quando ci sono dei segnali di inversione di tendenza, vanno accolti e salutati favorevolmente.

Parliamoci, chiaramente, per la prima volta, su questo bilancio si interviene, intanto, nei tempi previsti, che può sembrare un aspetto burocratico e banale, ma, a volte, anche il rispetto dei tempi, nella definizione e nell'elaborazione dei documenti contabili, credo che rappresenti, invece, un aspetto sostanziale della qualità e anche della capacità di governo di Enti così strategici e così importanti.

Nonostante qualche lieve miglioramento, anche dal punto di vista della pianificazione per quanto riguarda anche la consistenza presunta di cassa – che ancora rimane molto alta e denota una scarsa capacità di spesa – rimane ancora molto distante l'obiettivo del finanziamento previsto per l'ARPACAL, che dovrebbe essere l'1 per cento del Sistema sanitario regionale, mentre noi siamo appena allo 0,41 per cento.

Sarebbe, quindi, utile, invece, attivare una riflessione e una valutazione per garantire la missione strategica di questo Ente per un graduale aumento della percentuale di risorse per consentirgli di assolvere alle funzioni nel modo migliore. Anche qui, ho rilevato una incongruenza che esiste: a fronte di 1.500.000,00 euro di risorse disponibili per effettuare nuove assunzioni, nel bilancio, invece, ci accorgiamo che la pianta organica arriva a 246 unità e, quindi, c’è un'ulteriore diminuzione di 8 unità di forza lavoro. È una contraddizione, cioè come è possibile, se sono previsti 1.500.000,00 di euro per fare nuove assunzioni che, invece, la pianta organica preveda una diminuzione di 8 unità.

Infine, sull'altra problematica dell'ARSAC, anche qui vedo che ci sono buone intenzioni e intenti positivi per superare la situazione di criticità esistente che, comunque, è una criticità storica.

Parliamoci chiaramente, per esempio, la situazione dei crediti di dubbia esigibilità riscontra un peggioramento, cioè di anno in anno, i dati, invece di migliorare, peggiorano. Nell'anno precedente, per quanto riguarda i crediti di dubbia esigibilità eravamo all’81,59 per cento, oggi, siamo all'89,70 per cento.

Ancora una volta, ribadiamo al Governo regionale la necessità di una discussione approfondita di sistema da intraprendere su tutti gli Enti strumentali per dare consistenza, valore strategico di rafforzamento e di consolidamento degli obiettivi che alcuni Enti e strumenti hanno e valutarne anche, eventualmente, la razionalizzazione o l'eventuale conclusione di alcune esperienze che, probabilmente, non hanno prodotto nella nostra regione quegli obiettivi strategici per i quali erano stati realizzati. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Sono stato presente nell'ultima seduta della Commissione bilancio, pur non facendone parte, perché mi interessavano gli argomenti in discussione, quelli che, appunto, poi sono stati portati questa sera in Consiglio.

Devo dire che sono rimasto positivamente impressionato dalla capacità espositiva degli auditi che hanno contribuito a dare una raffigurazione comprensibile della situazione, soprattutto, a persone che non hanno grandissima dimestichezza con i numeri e i bilanci.

Per esempio, in particolare, il direttore del Dipartimento di programmazione unitaria, il dottor Nicolai, ha delineato un quadro molto preciso e anche prospettico, però il mio focus voleva essere soprattutto sul problema di ARPACAL.

Appartengo a un'Associazione che, ormai da molto tempo, insieme a tante altre, auspica che le ARPA siano rese autonome dal governo regionale e cioè che sia un Ente terzo a valutare le condizioni ambientali.

In attesa che questo eventualmente accada, le ARPA sono, notoriamente, un’Agenzia strumentale delle Regioni, che svolge un ruolo assolutamente centrale e positivo rispetto a un elemento che non è solo l'ambiente, ma ambiente e salute, perché le due componenti non sono scindibili. Per cui è estremamente importante che, fin quanto ARPA sarà ARPACAL e cioè dipenderà dal governo regionale, venga presidiata e potenziata al massimo possibile non soltanto, mi permetto di dire, con un aumento in bilancio e, quindi, dei fondi – cosa sicuramente necessaria – ma anche nella selezione e nella scelta del management che, naturalmente, deve dare le garanzie, come credo francamente che, nelle ultimissime tornate, i direttori di ARPACAL abbiano dato e stiano dando.

L’audizione, infatti, del professor Iannone è stata, a mio parere, esaustiva, interessante e anche per certi versi confortante, per cui, quindi, non c'è soltanto un bilancio che viene tempestivamente presentato, ma che, comunque, a mio parere è anche condivisibile.

Pertanto, su questo punto specifico voterò positivamente e segnalo soltanto a latere che faccio mia la richiesta del professor Iannone – che è stata fatta anche dai colleghi che sono intervenuti precedentemente – di potenziare questa Agenzia, perché è fondamentale che abbia una strumentazione all'avanguardia e un management estremamente efficiente e capace, ma anche che possa avere la forza lavoro per coprire il territorio regionale e, quindi, monitorare quei tantissimi elementi di sua pertinenza che, ripeto, sono collegate all'unicum rappresentato da ambiente e salute. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Intervengo ora. Poi, ho visto che ci sono altri consiglieri iscritti a parlare altri consiglieri di maggioranza che prego di intervenire senza ritirare la loro iscrizione, perché non è sempre detto che il Presidente della Regione debba concludere i dibattiti. Il Presidente della Regione può intervenire al pari degli altri consiglieri regionali, quando lo dovesse ritenere necessario. Intervengo in questa fase perché, purtroppo, sarò impegnato, da qui a poco, in altri incontri e, però, non volevo sottrarmi alle sollecitazioni che sono intervenute attraverso gli interventi dei consiglieri di opposizione.

Vorrei utilizzare l'occasione anche per dare una notizia al Consiglio regionale. Siccome si sta discutendo del Fondo di sviluppo e coesione (FSC), sapete che il Governo ha fatto Accordi di coesione con diverse Regioni, ma non ne ha fatto nessuno, ancora, con Regioni del Sud, un po’ perché il Fondo di sviluppo e coesione - lo sapete bene - è un fondo che è destinato per l'ottanta per cento al Sud, per cui, per esempio, la Calabria dispone di più di 2 miliardi e 800 milioni di euro e poi ci sono le risorse già anticipate per il contrasto al dissesto, mentre Regioni ben più ampie della Calabria, Regioni del Nord magari, hanno un Fondo di coesione che complessivamente cuba 300-400 milioni di euro. Quindi, è più semplice per quelle Regioni e per il Governo fare degli Accordi, è più complesso per le Regioni del Sud.

Però la Calabria - è questa la notizia - dovrebbe essere la prima Regione del Sud a stipulare l'Accordo di coesione col Governo. Credo che questa firma possa intervenire nelle prossime settimane, comunque entro, spero, la prima quindicina del mese di febbraio, perché gli Uffici della Regione, gli Uffici del Ministero della coesione e anche gli Uffici degli altri Ministeri hanno di fatto concluso il lavoro istruttorio e avremo finalmente la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo di sviluppo e coesione così come programmato.

Ho ascoltato gli interventi dei consiglieri di opposizione, li ho, per la verità, persino condivisi in alcune parti, perché ho sentito dire che la Politica di coesione in questi anni non ha funzionato nel Mezzogiorno, in particolar modo non ha funzionato in Calabria. Chi ha governato in questi ultimi vent'anni? Vi vorrei ricordare che ho ereditato dai miei predecessori un miliardo di FSC non speso, di certo non si può gettar la croce addosso alla compianta Jole Santelli, che ha gestito per solo dieci mesi in una condizione molto complicata come quella del Covid, o a chi l'ha sostituita, come il vicepresidente Spirlì, mentre di mese in mese si ipotizzava il voto.

Si parla di Programmi che hanno avuto un arco temporale 2014/2021 e vedremo poi qual è stata la progressione della spesa nel 2014, nel 2015, nel 2016, nel 2017, nel 2018, nel 2019. Ho trovato un miliardo di FSC non speso, un miliardo di risorse POR non spese. E quanti gufi ci sono stati, in questi due anni, che hanno detto: “Ah, ma che succederà? Ci sarà il disimpegno di queste risorse?”. Vedrete fra qualche mese, quando saranno disponibili i dati di Open Coesione, che la Calabria non perderà un solo euro, perché in questi due anni siamo riusciti a spendere quanto non era stato speso negli anni passati.

Abbiamo speso tutto.

Ho sentito dire che le risorse del FSC si potevano utilizzare anche per la sanità. Abbiamo speso persino più di 100 milioni di risorse POR per comprare ambulanze, TAC, risonanze, avendo la possibilità di rimodulare queste risorse col consenso della Commissione europea. Quindi, abbiamo speso tutto.

Abbiamo speso tutto.

Ho fatto qualche studio di economia, non so che studi di economia abbiano fatto i consiglieri di opposizione, però vedo che sempre lamentano un progressivo, costante peggioramento nei dati macroeconomici della Calabria. Ora, se avessero fatto degli studi di economia, saprebbero che i dati macroeconomici non cambiano con una tempistica immediata, nel senso che i dati macroeconomici cambiano riverberando - magari con un orizzonte temporale di un anno e mezzo, due anni - gli effetti di scelte di governo nazionale e regionale prodottisi un anno e mezzo, due anni prima. Saprebbero che il problema vero della Calabria è che, per quante attività meritorie possano svolgere il Consiglio regionale e il governo regionale nella direzione di promuovere lo sviluppo della Calabria, fintanto che non si riuscirà a trattenere in Calabria una risorsa che noi perdiamo in maniera copiosa ogni anno, che è quella dei giovani che vanno via, la Calabria continuerà a perdere 15.000/20.000 persone all'anno. Vorrei ricordare che sono, sì, 15.000 storie, 15.000 speranze, 15.000 persone che hanno famiglia, prospettive, futuro, ma sono anche 15.000 porzioni di prodotto interno lordo individuale, nel senso che la Calabria ogni anno si impoverisce perché continua a perdere queste persone.

E voi pensate che in due anni, in tre anni, si possa costruire un complesso di attività per riparare a 20 o 25 anni di politiche sciagurate che hanno ucciso ogni prospettiva per quelli che oggi vanno via dalla Calabria?

Mi stupisco che ci possa essere un livello anche di strumentalità, in alcune argomentazioni, così marchiano.

Poi, è vero, io parlo col beneficio del dubbio, consigliere Mammoliti, perché non ho avuto modo - di questo mi dispiaccio molto - di leggere l'ultima fatica letteraria del consigliere Bevacqua alla quale so ha partecipato anche lei , questo Libro bianco. Anzi, Presidente, se il gruppo del PD gliene avesse fornito copia, le sarei davvero grato se me la potesse dare, così magari la leggerò anch'io.

Nel momento in cui si rappresenta il fallimento delle Politiche di coesione, un po’ di autocritica bisognerebbe pure farla, perché io governo da poco più di due anni e governando ho speso tutto quello che in passato non era stato speso e ho cercato di creare condizioni per costruire una macchina amministrativa capace di spendere produttivamente le risorse.

Mi piacerebbe che in questa fatica letteraria, per esempio, ci fosse un raffronto fra quello che è stato fatto rispetto alle Politiche di coesione in passato e quello che stiamo facendo noi, avendo – attenzione! - la consapevolezza che tutto quello che facciamo è poco rispetto a quello che ancora dobbiamo fare.

In coscienza, vi dico che credo che questo governo regionale abbia già fatto in questi due anni, in termini di risorse, di riforme, di efficientamento della macchina amministrativa, molto, molto, molto di più di quello che in vent'anni - prima di questo governo regionale - è stato fatto in Calabria. Di questo ne ho perfetta coscienza. Se mi chiedete se sono soddisfatto, vi rispondo: “No”, perché ho perfetta contezza del fatto che anche ciò che è stato fatto è pochissimo rispetto a quello che ancora rimane da fare in questa regione.

Vi ricordate i governi precedenti in Calabria? Ricordo che stavano sempre in una posizione di fortissima soggezione, di fortissima sudditanza, nei confronti del Governo nazionale. Ci sono stati Presidenti che minacciavano di incatenarsi, che facevano polemiche incredibili col Governo nazionale. Questo governo regionale - consigliere Bevacqua, non faccio nomi, ma lei è stato vice di qualcuno di questi Presidenti - in due anni, anzi in un anno - è stato fatto prima dei due anni -, è riuscito, per esempio, ad avere 3 miliardi per la Strada Statale 106. Tre miliardi. Nei vent'anni precedenti, i precedenti governi regionali avevano ottenuto dal Governo nazionale al massimo un miliardo per il terzo macrolotto. Tre miliardi.

Poi, la politica è anche il confronto con la politica nazionale, va fatta da chi conosce gli strumenti, le tecniche e fino a che punto può arrivare per conseguire un obiettivo che, poi, magari può anche essere rinegoziato.

Vi ricordate quando abbiamo avuto i 3 miliardi con un orizzonte temporale di 15 anni? Tutti dicevano: “Ah, 15 anni! Che servono 3 miliardi in 15 anni?” Bene, si stanno facendo le gare per spendere immediatamente questi 3 miliardi - quindi non in 15 anni - e ANAS ha detto, alla presenza dei sindacati, che questi 3 miliardi saranno spesi, concludendo i lavori oggetto delle gare in 5 anni.

Credo di aver dimostrato di non avere alcun complesso nei confronti del Governo nazionale e di essere anche un Presidente che insieme alla mia squadra, insieme al governo regionale, sa trattare col Governo nazionale.

Mi è stato rimproverato di aver contribuito al finanziamento del Ponte sullo Stretto con 300 milioni - la Sicilia ne dà un miliardo e tre - si dice che è stato stabilito un principio: il principio del cofinanziamento delle Grandi opere con fondi regionali. Non è vero, perché ci sono altri casi, nel Paese, in cui le Regioni hanno contribuito a infrastrutture per loro strategiche e lo hanno fatto, addirittura, con fondi di bilancio, perché le risorse FSC le hanno solo le Regioni del Sud.

Il vero cofinanziamento, il peggiore che è stato realizzato in Calabria nel corso degli ultimi anni - io direi degli ultimi decenni -, è stato quello nel quale le risorse del Fondo di sviluppo e coesione, che dovevano essere aggiuntive, sono state spese in maniera tale da essere sostitutive di interventi che lo Stato aveva finanziato con altre risorse. Sapete come avveniva la rendicontazione prima di questo governo regionale? Si portavano a rendiconto con il Fondo di sviluppo e coesione progetti - lo avete detto voi – retrospettivi, progetti sponda, che erano finanziati con risorse nazionali. Andate a vedere quale sarà la percentuale di progetti retrospettivi che abbiamo utilizzato per spendere questi 2 miliardi. Non abbiamo utilizzato progetti retrospettivi! Abbiamo fatto spesa vera. Certo, abbiamo fatto anche il monitoraggio della spesa che non era stata comunicata a Roma, perché abbiamo mandato i revisori nei Comuni.

Ho ereditato una Regione che, da anni, non faceva domande di pagamento per avere le risorse. Abbiamo fatto le domande di pagamento, abbiamo mandato nei Comuni i revisori a verificare quale fosse la spesa che si era prodotta, ma non abbiamo utilizzato progetti sponda, progetti retrospettivi. Quelli sì, sono un odioso cofinanziamento, nemmeno cofinanziamento, un finanziamento sostitutivo, perché nel momento in cui l'FSC non viene utilizzato in maniera aggiuntiva, ma - pur di rendicontare - per spesare opere che lo Stato aveva deciso di finanziare in altro modo, questo sì che è un danno.

Sì, ho deciso di contribuire al finanziamento del Ponte sullo Stretto per il 2 per cento del costo che, vi ricordo, è circa 4 miliardi. Questo costa il Ponte, poi tutte le altre sono opere infrastrutturali che si faranno nell'area di Reggio Calabria, nell'area di Villa San Giovanni e nell'area di Messina. Anche queste hanno un valore per la Calabria.

Ho tenuto a inserire queste risorse di 300 milioni per il Ponte nell'Accordo di coesione. Perché? Perché sono convinto che, se partiranno i lavori, il Ponte si realizzerà, ma non sono ancora partiti, quindi ci può essere, ipoteticamente, la possibilità che i lavori del Ponte non partano. Allora che ho fatto? Li ho messi nell'Accordo di coesione in maniera tale che, se il Ponte non si dovesse fare, queste risorse, dato che sono rimodulabili, potrebbero essere utilizzate per altre finalità. Poi, io mi auguro che i lavori per il Ponte partano perché diventerà un grande attrattore di attenzione verso la Calabria e la Sicilia.

Ho fatto riferimento alla capacità negoziale che il governo regionale ha nei confronti del Governo nazionale: la Calabria ha contribuito al finanziamento del Ponte per 300 milioni, voi pensate che avremmo avuto i 3 miliardi per la Strada Statale 106 se non avessi utilizzato il Ponte come argomento per attrarre risorse per altre infrastrutture che sono altrettanto utili? Ho spiegato al ministro Salvini che il Ponte è importante in quanto attrattore d’investimento. Gli ho detto: “Se parte il Ponte, ma continuano le morti sulla Strada Statale 106 (SS106), si spacca l'autostrada, la gente difficilmente capirà che si sta facendo una cosa buona”.

E proprio in ragione del fatto che ho utilizzato, prima che ci sia, il Ponte come un attrattore di investimenti infrastrutturali, abbiamo avuto prima le risorse per la SS106, poi la velocizzazione della spesa per le stesse e abbiamo avuto anche 890 milioni per il tratto autostradale compreso tra Cosenza e Altilia che Renzi inaugurò nel 2016, quando ancora non era stato fatto.

Cioè, a fronte di 300 milioni che spenderemo soltanto se il Ponte - come io spero - si farà davvero - altrimenti li rimoduleremo -, abbiamo ottenuto risorse ben più consistenti. È stato o non è stato un investimento importante? Sono convinto che sia stato un investimento molto, molto importante.

Poi, certo, il tema del funzionamento della Politica di coesione va affrontato e io vorrei che anche i miei colleghi Presidenti del Mezzogiorno l’affrontassero con grande serenità e equilibrio.

Credo che il Governo nazionale abbia ottenuto un'importante risultato presso la Commissione europea, avendo ottenuto la possibilità - questo voi sicuramente lo sapete perché siete attenti osservatori e quindi l'avete già registrato, ma ve lo ricordo - di rimodulare il POR 2021-2027. Cioè, tra gli obiettivi del PNRR, l'Italia ha deciso di inserire, col consenso della Commissione europea, una condizione che è la seguente: l'Italia dovrà fare, entro marzo, un decreto legge che darà la possibilità di rimodulare i 3 miliardi e 200 milioni, per esempio, della Calabria, del POR 2021-2027,destinandoli a interventi strategici nel campo della depurazione, dell'idrico, nel campo dell'attrazione turistica, attraverso gli aeroporti, e, quindi, noi avremo la possibilità di spendere queste risorse in deroga alle regole che generalmente sono alla base della spesa di queste risorse.

Questo è un grande risultato che ci dà la possibilità di velocizzare la spesa e di renderla più produttiva, perché il tema non è solo la velocità della spesa, il tema è la produttività, l'efficacia della spesa. Difatti, il vero fallimento della Politica di coesione in Calabria è stato non solo non aver speso per tempo tutto quello che andava speso, ma di averlo speso male, senza creare condizioni che favorissero davvero lo sviluppo del territorio. Questa è una possibilità che, oggi, è offerta al nostro Paese e che noi dobbiamo avere la capacità di cogliere in un rapporto competitivo, senza sudditanze, senza soggezioni col Governo nazionale. Credo di aver dimostrato questo, consigliere Lo Schiavo, anche sulle questioni che riguardano l'Autonomia. Poi, se vorremo, faremo - se il Presidente lo consentirà - anche un’altra seduta di Consiglio regionale sull'Autonomia differenziata, ma le assicuro che non ho alcun complesso né nei confronti del mio partito né dei confronti del Governo nazionale. Credo di averlo dimostrato anche in passato, per esempio, su altre Misure che, secondo me, avranno un riverbero negativo sui dati macroeconomici della Calabria, come la cancellazione del reddito di cittadinanza. Ho detto che erano misure che forse andavano approfondite in maniera diversa. Eppure, quello era un mantra del centrodestra, no? Non ho complessi, faccio quello che ritengo giusto fare. Ho visto che, se faccio quello che ritengo giusto, do al centrodestra nazionale, che è la mia parte politica, la possibilità di poter dire che ci sono, anche al Sud, governi autorevoli che dimostrano quanto il centrodestra sappia governare. Per farlo mi consento tutte le libertà che rappresentano un mio dovere nei confronti dei cittadini calabresi.

Anche sull'Autonomia differenziata, ho avuto l'atteggiamento di chi non sta col cappello in mano o assume una posizione semplicemente rivendicativa nei confronti delle Regioni del Nord, proprio perché - vorrei segnalarlo ancora - noi non abbiamo complessi nei confronti delle Regioni del Nord. Ho conosciuto gruppi dirigenti di altre Regioni, anche per la funzione nazionale che svolgo nel mio partito, e vi dico che - al di là della qualità delle vostre fatiche letterarie che non ho avuto ancora la possibilità di giudicare – mediamente, il gruppo dirigente della Regione Calabria, in tutte le sue articolazioni di maggioranza o di minoranza, non ha alcuna ragione di avere complessi nei confronti dei gruppi dirigenti delle altre Regioni.

È un approccio meramente rivendicativo. È lo stesso approccio che, in Calabria, hanno avuto i gruppi dirigenti del Sud per 20-30 anni. Cosa ha prodotto? Ha prodotto soltanto sperequazione e il fallimento delle Politiche di coesione.

Io le sfide le colgo - certo, sempre col mio atteggiamento trattativista nei confronti del Governo nazionale e delle altre Regioni - nella direzione di massimizzare i profitti per la mia Regione. Allora, ho detto: “Se volete l’Autonomia differenziata, dateci il superamento della spesa storica”. Se mettiamo su un piatto della bilancia l'Autonomia differenziata - mi dispiace non poter allargare tanto questo braccio per indicare il piatto della bilancia - e sull'altro il superamento della spesa storica, sappiate che il superamento della spesa storica, per noi, rappresenta un vantaggio molto più grande dell'Autonomia differenziata per le Regioni del Nord che - sono sicuro che abbiate notato anche questo –, pur di ottenere questa bandiera, hanno accettato un testo, quello uscito dal Senato, che sostanzialmente dice che non si possono fare Intese se i LEP non sono finanziati su quella materia in tutta Italia. Questo vuol dire che, se una Regione del Nord chiede un'Intesa su una materia, prima di poterla fare, ci deve essere il finanziamento dei LEP su quella materia per tutte le Regioni.

Un altro emendamento - guardate il testo uscito dal Senato perché così magari aggiornate anche la bibliografia del vostro libro bianco -, approvato in Aula, dice addirittura che, se per effetto delle Intese c'è un aumento della spesa per un LEP in una Regione, questo stesso aumento deve essere garantito proporzionalmente a tutte le Regioni, anche a quelle che non hanno chiesto l'Intesa.

La mia convinzione è che, per come è stata approvata dal Senato, questa legge senza i 70 - 80 miliardi necessari per finanziare i LEP non potrà dar luogo a Intese. Anche rispetto a questo, il mio atteggiamento è sempre stato quello di avere una disponibilità al confronto, senza soggezione alcuna, ma nell'interesse della Regione che ho l'onore di governare.

State sicuri che continuerò a fare così.

Mi scuso ancora con voi se ho potuto soffermarmi soltanto sulle sollecitazioni che mi avete offerto oggi nei vostri interventi in Consiglio regionale e non ho potuto intervenire sulle altre suggestioni della vostra fatica letteraria. Vi prometto, però, che leggerò quello che avete scritto. Il mio desiderio è, soprattutto, leggerlo insieme a voi alla fine di questa legislatura, per verificare insieme quanto bianco possa essere questo libro e quanto grigio o nero possano essere i libri non scritti in passato in Calabria.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. L'intervento del presidente Occhiuto - che è stato veramente straordinario -, caratterizzato dalla sua appartenenza a questa terra di Calabria e dal suo amore verso i cittadini calabresi, ha dato risposte alle sollecitazioni pervenute dai banchi della opposizione. Quando andiamo a trattare temi che riguardano programmazione, pianificazione, bilanci contabili, abbiamo l'abitudine di approfondirli, soprattutto di fronte a un tema così importante qual è, appunto, quello del Fondo di sviluppo di coesione. Un tema difficile da affrontare, ma che ritengo che, per la prima volta in Calabria, dia un segnale forte di cambio di rotta rispetto alla governance della Regione Calabria.

Come ricordava bene il presidente Occhiuto, il governo regionale si è caratterizzato in soli 24 mesi, nei quali è stata utilizzata completamente la spesa legata ai Fondi comunitari.

Il provvedimento che noi oggi andiamo ad affrontare è frutto di un lavoro attento, meticoloso, di questa amministrazione regionale, il tutto, naturalmente, in sinergia con il Dipartimento di programmazione unitaria e rappresenta, così come dicevo, il vero e proprio punto di svolta per quella progettazione futura che permetterà alla Regione Calabria di raggiungere dei traguardi sempre più grandi e ambiziosi.

La programmazione del Fondo di sviluppo e coesione che - è opportuno ricordarlo - fa suoi gli investimenti e non prevede niente di immateriale rispetto alle linee programmatiche del presidente Occhiuto, e tutti gli interventi, naturalmente, sono legati alla complementarità con i fondi comunitari. Infatti, prima di tutto la scelta è ricaduta su azioni e interventi che non sono finanziabili con altri finanziamenti comunitari, nell'ottica di integrarli attraverso i vari strumenti disponibili. Un ringraziamento particolare va, quindi, al presidente Occhiuto che con la sua autorevolezza ha, finalmente, reso la Calabria un interlocutore privilegiato con il Governo nazionale, alla vicepresidente Princi con la delega alla programmazione unitaria e un ringraziamento va anche al dottore Maurizio Nicolai, direttore generale del Dipartimento programmazione unitaria, per il lavoro, che è riuscito a mettere in campo.

Qual è il dato politico? È che, finalmente, in Calabria si comincia a programmare e a pianificare e che, nelle prossime settimane, così come è stato ricordato dal presidente Occhiuto, andremo a chiudere con il Governo nazionale l'Accordo di coesione, grazie al quale la nostra Regione beneficerà di una quota di fondo di due miliardi e ottocento milioni. Parliamo di risorse fondamentali per intervenire su alcuni settori strategici che sono stati suddivisi in 12 aree tematiche, ad esclusione, naturalmente, della ricerca e dell'energia, che sono state già finanziate col POR Calabria e per le quali abbiamo già un miliardo di euro a disposizione. Allo stesso tempo abbiamo interventi che riguardano opere infrastrutturali di strade e viabilità che, sicuramente, non possiamo affrontare con i Fondi comunitari e per i quali utilizzeremo il Fondo di Sviluppo e Coesione. Così come è stato detto, viene tutto realizzato nell'ottica della complementarità: ciò che fai con uno strumento non lo puoi fare con l'altro.

L'importanza di questa Programmazione sta anche nel fatto che contempla interventi sofisticati che, naturalmente, non hanno richiesto dieci minuti ed è per questo che di tutte le grandi Regioni nessuna, ancora, ha firmato questo Accordo. Hanno proceduto soltanto la Regione Liguria, in cui è previsto un importo di 200 milioni, e noi, a cui è destinato un importo di due miliardi e ottocento milioni, saremo, forse, una delle prime Regioni a firmare l'Accordo.

Elencare tutti i singoli interventi previsti diventa impossibile perché sono centinaia e centinaia, però possiamo individuare le macroaree tematiche: ad esempio, nel settore delle infrastrutture sono previsti quasi trecento milioni di euro per le opere infrastrutturali propedeutiche al Ponte sullo Stretto. Lo diceva il presidente Occhiuto: questi trecento milioni di euro, comunque, saranno destinati alla realizzazione di infrastrutture importanti, indipendentemente dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto, come ad esempio il nuovo raccordo autostradale di Reggio Calabria o il nuovo raccordo merci di Villa San Giovanni; sono previsti, ancora, centodieci milioni di euro per la portualità turistica, dato che questo intervento non può essere finanziato con il POR e, dunque, viene spostato sul Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC).

Anche per quanto riguarda l'ambiente i servizi che prevediamo sono destinati a una programmazione di settanta milioni di euro per le bonifiche delle discariche - anche questi non finanziabili con il POR - più altri interventi per la depurazione, i rifiuti, i parchi; inoltre, un dato importante sono i centosettanta milioni di euro destinati al cofinanziamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, mentre cento milioni di euro li investe il privato - l'intervento sul termovalorizzatore non può essere finanziato con fondi comunitari poiché, essendo di lunga attuazione, sforerebbe con i tempi previsti e rimarrebbe incompiuto e per questo è stato necessario spostarlo sul FSC -; infine, sono previsti centodieci milioni di euro per la ristrutturazione della SORICAL. Tutta la programmazione che abbiamo voluto inserire nel FSC è frutto delle linee programmatiche che il presidente Occhiuto ha esposto nell’intervento del suo insediamento al governo regionale, ma allo stesso tempo è anche frutto di tutte quelle riforme messe in campo da questo governo regionale.

È giusto ricordare anche che, per la prima volta in Calabria, i rifiuti non sono esportati all'estero; per la prima volta in Calabria i rifiuti saranno smaltiti in discariche esclusivamente pubbliche. E ancora: la Programmazione prevede interventi strategici di ampio respiro, come, ad esempio, i 142 milioni di euro utilizzati per il cofinanziamento dei fondi comunitari, dato che la Regione Calabria avrebbe dovuto finanziare una quota di 244 milioni die uro. Altri 800 milioni di euro per quanto riguarda i servizi di aiuto alle imprese, 365 milioni di euro per interventi di carattere economico generale.

Come si può ben vedere, siamo di fronte ad una lungimiranza che mai si è avuta finora in nessun governo regionale. Possiamo dire che stiamo entrando nella storia e ciò permetterà, veramente, il risanamento dell'intera Regione, tenendo conto del fatto che, finalmente, si dialoga in maniera proficua con l'Unione europea anche perché, forse, finalmente, chi interloquisce con l'Unione europea parla l'inglese e si fa comprendere fino in fondo.

Questi fondi andranno a sommarsi a quelli previsti dal POR, dal PNRR e da altre fonti di finanziamento disponibili e permetteranno alla Calabria di compiere un virtuoso passo e un salto in avanti per diventare una regione ancora più strategica e in crescita. Abbiamo la possibilità, con questa progettualità, di chiudere, finalmente, la stagione dei fondi spesi male e, a differenza del passato in cui ogni consigliere cercava di farsi finanziare il piccolo intervento, si pianifica strategicamente, segnando un vero e proprio cambio di passo.

Se qualcuno pensa di interessarsi alla cosa allo scopo di tornare ai vecchi metodi, che bene ha fatto il presidente Occhiuto a ricordare, con soddisfazione possiamo annunciare che quel vecchio modo di agire è finito!

Bisogna anche ricordare che ha lasciato un problema grande quanto una casa: 123 procedure di infrazione comunitaria solo sulla depurazione che da 23 anni costano allo Stato 365 milioni di euro all'anno, precisamente un milione al giorno. Con i vecchi metodi prima non si interveniva e ci si lamentava del mare sporco, della mancata depurazione, del mancato sviluppo economico di questa regione, mentre adesso, finalmente, si interviene per prevenire e risolvere i problemi. Questa amministrazione regionale guarda alle grandi opere strategiche, alle opportunità di sviluppo. Sul fondo di sviluppo e di coesione: basta ai piccoli interventi, bisogna guardare a progetti di ampio respiro. Ci troviamo ad amministrare una terra che non si può più permettere di perdere fondi di finanziamento e treni finanziari di alcun tipo o di dover restituire i soldi non spesi così come è accaduto in passato.

È tempo di progettare, di costruire, di edificare quella Calabria che abbiamo in mente: una Calabria efficiente, attrattiva, protagonista. È grazie al lavoro di questa amministrazione a guida del presidente Occhiuto che tutti questi obiettivi, finalmente, diventeranno realtà. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie. Signor Presidente, non sarei intervenuto - è intervenuto il collega Mammoliti su questo punto - però mi sembrava opportuno che il Presidente, dopo il suo intervento, rimanesse in Aula anche per sentire le nostre valutazioni. Sarebbe stato un atto garbato nei confronti dell’opposizione.

PRESIDENTE

Avevo comunicato io al Presidente che i rappresentanti dell'opposizione che si erano prenotati erano già intervenuti; non c'era più nessuno, non era prenotato. Il Presidente lo aveva detto che dopo di lui ci sarebbero stati due interventi di consiglieri di maggioranza. Ma, va bene, ascolto e riferisco.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Ci saremmo prenotati. Sarò telegrafico. Non c'è bisogno di una laurea in economia per saper fare delle addizioni e contare il tempo che passa.

Credo che la prossima estate avremo tutti quanti noi l'opportunità di vedere se i nostri mari saranno più puliti o meno puliti rispetto agli anni passati.

Basterà aspettare qualche giorno per avere i dati sugli incendi che hanno colpito la Calabria nel 2023 e se il sistema di droni messo in campo con le risorse spese ha funzionato e se, come dice lui, la Calabria è un esempio a livello nazionale o se sono stati bruciati più ettari degli anni passati, anche di quando amministrava qualcun altro.

Aspetteremo la prossima estate per sapere se ci saranno più turisti in Calabria rispetto al 2019, al 2018, agli anni precedenti; quindi, non c'è bisogno di salire in cattedra e pontificare, basta soltanto attendere e, come dice lui stesso, prendere atto di quelli che sono i numeri ufficiali che i Dipartimenti e gli uffici addetti, poi, riusciranno a darci.

Basterà anche aspettare cinque anni per sapere se la Strada Statale 106 - me lo auguro, mi fara piacere, perché tante, troppe vite vengono perse su quella strada - tra cinque anni sarà completata e se i lavori saranno conclusi o se, fra tre anni, come ha dichiarato lo stesso presidente Occhiuto, taglierà il nastro dell'ospedale di Vibo Valentia. Me lo auguro, sia da consigliere regionale sia da calabrese.

Noi continueremo, qui, a svolgere il nostro ruolo di opposizione, ma, soprattutto, saranno i calabresi ad attendere che, poi, tutti questi impegni, queste promesse siano mantenute. Chiudo, signor Presidente, cogliendo l'occasione per chiedere, nel momento in cui l'assessore Gallo volesse farlo, una sua relazione circa le proteste degli agricoltori che da alcuni giorni colpiscono tutta la nostra regione. Proteste che registriamo a livello europeo, a livello nazionale ma anche a livello regionale, con il blocco delle nostre strade, in un settore molto importante per la nostra regione e, soprattutto, per il futuro di tanti lavoratori. L'agricoltura è sempre stato un patrimonio importante per la Calabria, lavorando la terra molti genitori hanno dato l'opportunità ai loro figli di poter studiare e diventare classe dirigente; è, sicuramente, un settore da tutelare; quindi, credo che sia un tema di grande attualità, di grande importanza.

Chiedo all'assessore Gallo se vuole riferirci degli incontri avuti con gli agricoltori, cosa ci dobbiamo aspettare e quali sono gli interventi anche da parte della Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Gallo, prima di passare alla votazione, potrebbe dare un'informativa. Grazie.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Grazie, Presidente. Il collega Alecci, in maniera puntuale, sollevava una questione di grande attualità in questi ultimi giorni, in queste ultime settimane, non solo in Calabria, ma nell'intera Europa.

Le politiche comunitarie in questi ultimi anni non hanno certamente favorito gli agricoltori. Diciamolo con grande chiarezza: sono state politiche sostenibili, ambientaliste che ci hanno anche portato a una non autosufficienza nelle produzioni. Lo abbiamo scoperto durante il conflitto tra Russia e Ucraina, quando ci siamo resi conto che i nostri grani, i nostri cereali provenivano da quei Paesi e che noi non eravamo nella condizione di essere autonomi rispetto a queste produzioni. È altro tipo di politica, per esempio, la nuova PAC, il nuovo primo pilastro che prevede le alternanze delle produzioni. Significa che in alcune regioni di Francia e Germania, dove c'è poca marginalità nelle produzioni, ci sono delle coltivazioni periodiche e saltare un'annata vuol dire mettere in difficoltà gli stessi agricoltori. Da lì è partita una protesta che ha visto il Belgio, la Germania, oggi anche la Francia in maniera molto determinata con l'assedio a Parigi, e che ha interessato, naturalmente, anche il nostro Paese. Perché? Perché alcuni temi sono temi di grande attualità.

Dal conflitto tra Russia e Ucraina in poi c'è stata non solo questa scoperta, ma anche un aumento incontrollato del gasolio agricolo e dei costi energetici che hanno messo a dura prova gli agricoltori, facendo aumentare a dismisura i costi di produzione e diminuendo la marginalità dei produttori stessi. Anche questa decisione, sia pure non incidendo molto sul bilancio dello Stato perché riguarda meno di 300 milioni di euro sull’IRPEF e sui redditi dominicali, così come anche altre questioni che riguardano l’etichettatura “Made in Italy”, hanno indotto gli agricoltori alla protesta anche in Calabria con i blocchi stradali che si sono determinati in vari punti della nostra Regione.

Gli agricoltori sono venuti anche in Cittadella a protestare, magari non contro la Regione, ma sono venuti a protestare e si sono confrontati con noi su alcune tematiche. Devo dire con grande sincerità che hanno portato anche un elenco di richieste che io ho ascoltato essendo un assessore regionale che ragiona in maniera proficua con le organizzazioni professionali, che sono i miei partner istituzionali. Ho relazioni ottime con le organizzazioni professionali, ma ho sempre pensato che ascoltare l'agricoltore, andare in azienda e cercare di capire quali sono le proposte, i progetti, le osservazioni degli agricoltori, fosse molto importante. Li ho, quindi, ascoltati e hanno rappresentato una serie di considerazioni. Hanno lamentato, per esempio, che sulla PAC, su certi titoli del primo pilastro, c'è un ritardo nei pagamenti; c'è un ritardo da parte di AGEA, che è l'ente pagatore nazionale, e c'è un ritardo da parte di ARCEA, che è il nostro ente pagatore. Il 2024 è la prima annualità della programmazione 2023 – 2027. Negli ultimi anni c'erano domande di conferma rispetto a graduatorie o a situazioni già consolidate, per cui bisognava fare soltanto la domanda di conferma, cosa che accadrà dal 2024 in poi, per avere il riconoscimento delle risorse.

Cosa accade, invece, per questa prima annualità? Bisogna far mettere sui sistemi informativi le certificazioni degli enti di certificazione e fare incrociare gli algoritmi per far lavorare i sistemi operativi; questo ha rallentato, essendo il primo anno per tutti i pagamenti, perché hanno ricevuto soltanto un anticipo del primo pilastro. Abbiamo, poi, approvato come Regione la graduatoria sul biologico, sull'integrato, sul benessere animale e siamo stati fra i primi in assoluto; prima la Regione Emilia-Romagna e, poi, noi, insieme all’Umbria. Rispetto ad altre Regioni che non hanno approvato tutto questo, abbiamo confermato il nostro primato sul biologico con oltre il 30 per cento di superficie agricola utilizzata biologica, con un impegno di 47 milioni di euro all'anno. Pagheremo tutte le aziende con un taglio del 14 per cento, proietteremo questo per un quinquennio; abbiamo anche aumentato - sono 9.600 le aziende sul biologico - le aziende sull'integrato che sono oltre 1600. Anche in questo caso avremo un impegno di circa 10 milioni di euro all'anno, con taglio al 14 per cento, e pagheremo tutti per cinque anni.

Abbiamo aumentato le risorse sul benessere animale. Quando arrivai come assessore c'era un impegno di quattro milioni e mezzo e venivano pagate 4.450 aziende. Oggi le aziende che accedono al benessere animale sono 1.300, sia del settore bovino, del settore suinicolo, del settore ovicaprino e anche, qualcuno, del settore avicolo e riusciamo, quindi, con un impegno di 12 milioni di euro, a pagare le aziende sul benessere animale pari a 1.300; questo è importante perché la Commissione europea ci considera Regione esemplare sul benessere animale.

Sta partendo anche la programmazione 2023 - 2027.

Poi, in materia di investimenti ci hanno chiesto di intervenire sui Consorzi di bonifica. Come lei sa e come sanno i colleghi, noi non abbiamo gestito i Consorzi di bonifica e negli ultimi anni abbiamo dovuto, con la legge dello scorso agosto, assumerne la responsabilità. Abbiamo anche nominato il direttore generale del Dipartimento agricoltura come Commissario; quindi, di fatto, stiamo guidando noi la navicella con un impegno importante della Regione. L’arrivo di odiose cartelle, negli anni notificate agli agricoltori anche senza un servizio diretto, ha determinato, naturalmente, migliaia di ricorsi; ci hanno chiesto delle moratorie, ci hanno chiesto degli sgravi e noi abbiamo messo a disposizione negli uffici dei vecchi Consorzi, oggi comprensori, degli addetti che possono incontrare gli agricoltori e procedere, se del caso, a degli sgravi.

Ci hanno chiesto di intervenire sulla questione degli ungulati. È una grande emergenza. Tra la prima e la seconda riunione che abbiamo svolto in Cittadella, c'è stata l'approvazione del PRIU che è un piano straordinario di intervento e di regolazione della fauna selvatica, per cui ci saranno migliaia di abbattimenti, naturalmente con l'ausilio del mondo venatorio. Ma credo che anche questo non basti e spero che da parte del Governo centrale ci siano ulteriori misure per affrontare questa tematica. Si potrà fare, di fatto, la caccia in girata ad otto elementi con tre cani e questo avverrà anche negli altri mesi dell'anno e consentirà altre migliaia di abbattimenti. Ormai bisogna fare in modo che i cinghiali vadano nelle aree vocate perché mettono in crisi gli agricoltori.

Ci è stato chiesto di ragionare sul sull'UMA, il gasolio agricolo, e di fare in modo che ci siano maggiori erogazioni, nonostante mille indagini della Guardia di Finanza. Credo che riusciremo a farlo chiedendo a Roma, a causa dei cambiamenti climatici, una rivalutazione di tutto questo nel rapporto con gli agricoltori.

Ci è stato chiesto di rivedere - forse lo faremo in una prossima seduta di Consiglio regionale - d'accordo con la sesta Commissione consiliare, la norma inserita - è una norma molto forte - nell'articolo 10, comma 15, della legge 39/2023, che è la legge che istituisce il Consorzio unico. Lì si prevede che non possono essere erogate risorse agli agricoltori non in regola con i contributi. Non significa che non erogheremo, non potrà funzionare così, non possiamo bloccare un agricoltore a cui spettano 10 mila euro per una cartella di cento euro, è normale che sia così, ma forse va formulata meglio, la scriveremo meglio e sottoporremo al Consiglio regionale, naturalmente in una delle prossime sedute, d'accordo con la Commissione, eventualmente, una modifica. Tutto questo per andare incontro alle esigenze degli agricoltori.

A seguito del secondo incontro, hanno rimosso dei blocchi in quel di Botricello e hanno alleggerito il blocco di Crotone. Spero che nelle prossime settimane la protesta rientri.

Noi siamo sempre disponibili ad ascoltare da parte dei colleghi consiglieri di minoranza, oltre che dei colleghi di maggioranza e, soprattutto, degli agricoltori, stimoli, spunti, osservazioni per migliorare il servizio che rendiamo a questo prezioso mondo fatto di gente non abituata a protestare. Se sono scesi in piazza - lo voglio dire con grande chiarezza, perché conosco ormai bene questo mondo - è perché, veramente, non ce la fanno più.

È quindi una protesta da sostenere, da comprendere. Ho chiesto loro, però, di non rendere una protesta che riscuote le simpatie generali e corali - tutti ci rendiamo conto di questo - una protesta antipatica, magari aggravando i blocchi. Ancora una volta, questi lavoratori lo hanno compreso. Non so cosa accadrà adesso nel rapporto con l'Europa, sembra che l'Europa si sia accorta di questa protesta, si riuniranno verso fine settimana i ministri dell'agricoltura europei. Mi auguro che ci siano risposte anche per il nostro Paese e non ci siano soltanto le risposte delle quali parla la stampa internazionale, vale a dire l’eliminazione dell'alternanza fra le produzioni e quindi la PAC che consente di tenere fermi per un anno i terreni per limitarne lo sfruttamento. Mi auguro che ci siano risposte, anche concrete, per i nostri agricoltori, soprattutto per il costo del gasolio agricolo e per l'IRPEF sui redditi dominicali.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Gallo. Passiamo alla votazione del provvedimento. Per dichiarazioni di voto ho chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo sia per la valutazione politica fatta dal gruppo, ma, soprattutto, per convinzione personale. La mia conoscenza empirica mi impone di confrontarmi con i dati e non con i voli pindarici esposti nelle nervose repliche fatte sul merito dei punti che, positivamente e appropriatamente, l'opposizione ha avanzato rispetto ad alcune problematiche.

Questa storia ormai mi sembra molto superflua, prenderemo per buono - non so se il nostro capogruppo ha dato una copia al Presidente del nostro libro bianco - l'appuntamento di fine legislatura che annunciava il presidente Occhiuto, sperando che non voglia scappare prima. Ci sono tante voci in giro, lo vedremo, ci vedremo perché, come si suol dire, i cavalli buoni si vedono all'arrivo. Però c'è, di fatto, che dopo quattro anni, sta governando il centrodestra, non sta governando il centrosinistra e, a prescindere da tutto questo, poiché ci sono le risorse, provate a governare e a fare meglio di quelli che voi dite non hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare.

Non ha risposto, però, alla nostra richiesta principale circa l’indicazione delle risorse esistenti. Volete aprire una discussione in Consiglio con l'opposizione, con i Sindaci, con gli attori competenti, con il partenariato per definire e condividere le opere strategiche che è necessario realizzare con queste risorse? Su questo nessuna risposta, per questa ragione ci asteniamo.

PRESIDENTE

Grazie. Votiamo le quattro proposte di provvedimento amministrativo separatamente.

Proposta di Provvedimento Amministrativo n.146/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Pongo ai voti il primo punto posto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 146/12^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 147/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione validità Organigramma FEAMP” – approvazione del Piano finanziario FEAMPA”

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del punto due, proposta di provvedimento amministrativo 147/12^ d’'iniziativa della Giunta regionale recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione validità Organigramma FEAMP” – approvazione del Piano finanziario FEAMPA”. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 145/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC)”

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del punto tre, proposta di provvedimento amministrativo numero 145/12^ d’ iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC)”. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 149/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione piano delle attività anno 2024”

PRESIDENTE

Passiamo infine alla votazione del punto quattro, proposta di provvedimento amministrativo numero 149/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione piano delle attività anno 2024”.

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 222/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, S. Cirillo, recante: “Interventi per la regolarizzazione degli immobili di cui alla legge numero 437/1968”

PRESIDENTE

Passiamo al quinto punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 222/12^ di iniziativa dei consiglieri Mancuso, Cirillo, recante: “Interventi per la regolarizzazione degli immobili di cui alla legge numero 437/1968”.

Cedo la parola al consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego.

CIRILLO Salvatore (Forza Italia), relatore

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge mira a disciplinare le procedure finalizzate al trasferimento ed alla regolarizzazione degli immobili realizzati ai sensi della legge 28 marzo 1968, numero 437 (Provvedimenti straordinari per la Calabria) e della legge regionale 31 agosto 1973, numero 16 (Trasferimento e consolidamento degli abitati colpiti da calamità naturali).

Nello specifico si interviene per risolvere tutte quelle situazioni giuridiche verificatesi con espresso riferimento al trasferimento nel tempo degli abitanti ubicati in zone classificate a grave rischio di dissesto idrogeologico o colpite da calamità naturali.

L'articolo 1, nel dettato normativo, affida ai Comuni il compito di effettuare la ricognizione di tutti gli immobili rientranti nella casistica di cui alla legge sopra citata e che sono posseduti a seguito di assegnazioni ai nuclei familiari sfollati a causa degli eventi alluvionali del tempo e conseguentemente autorizza l'attivazione delle procedure amministrative per il loro trasferimento ai soggetti beneficiari.

L'articolo 2 disciplina in dettaglio l'iter procedurale che gli enti municipali ed i soggetti beneficiari dell'iniziativa legislativa devono osservare per giungere alla corretta conclusione delle procedure per la regolarizzazione delle posizioni giuridiche in atto presenti. Inoltre, vengono stabiliti criteri chiari ed univoci che devono possedere i soggetti titolati per la partecipazione agli avvisi pubblici predisposti dai Comuni. Infine, si specifica che tutte le spese previste per la redazione, registrazione e regolarizzazione degli atti notarili sono a carico dei richiedenti.

L'articolo 3 indica la clausola di invarianza finanziaria.

L'articolo 4 dispone l'entrata in vigore anticipata della legge, fissandola nel giorno successivo a quella della sua pubblicazione sul BUR Calabria, invece che nell'ordinario termine dei 15 giorni della medesima pubblicazione. L'entrata in vigore anticipata si rende necessaria per attribuire efficacia immediata alla disposizione ivi contenuta e consentire agli assegnatari originari o agli eredi legittimi di avviare l'iter di valorizzazione nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Sinceramente su questo punto chiederei, se ci fossero le condizioni, un rinvio per un ulteriore approfondimento e spiego anche le ragioni di questa proposta. Non so quali siano i Comuni coinvolti da tale provvedimento perché non sono citati, però conosco e sono a conoscenza che in alcuni Comuni, in merito a questa problematica, ci sono anche dei contenziosi aperti. In merito ai contenziosi, per taluni che hanno adito l'autorità giudiziaria, forse amministrativa, ci sono stati, dei pronunciamenti favorevoli che hanno imposto alle Amministrazioni di modificare alcuni provvedimenti che erano stati varati.

Ora, non so quale Comune sia interessato da questo provvedimento, ma sicuramente c'è un aspetto dal quale noi non possiamo sfuggire: esistono in dei Comuni dei legittimi assegnatari, c'è una graduatoria già definita, quindi, non riesco a cogliere l’aspetto di esigibilità di questo diritto, essendoci già una graduatoria. Perché non si procede, visto che c'è già un'assegnazione, a un eventuale scorrimento, se ci dovessero essere degli alloggi disponibili? La mia preoccupazione e la richiesta di una sospensione, per un ulteriore approfondimento, sono dovute dagli eventuali contenziosi che la stessa approvazione della legge potrebbe ancora determinare.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Se mi consente, collega, questa proposta di legge è nata proprio perché ci sono alcuni Comuni in cui gli alloggi che erano della Regione sono stati dati ai Comuni per assegnarli a soggetti alluvionati; si tratta di case per gli alluvionati del 1968, del 1969 e del 1971.

Cosa succede da allora? Gli assegnatari se li sono trasmessi di padre in figlio senza alcun titolo. Questa proposta di legge pone fine proprio a quello che dice lei: ai contenziosi, perché non è mai stato possibile intestare la proprietà di queste capitazioni. Con tale legge, legittimamente, diciamo ai Comuni, destinatari da parte della Regione degli alloggi, di assegnarli e di fare le volture a tutti i legittimi assegnatari, come dice lei. Per me è proprio questa la chiave di volta: la norma consente di assegnare le abitazioni. Poi, siamo sempre disponibili, a qualche variazione o introduzione di norme che possano essere utili.

Non ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 260/12^ di mia iniziativa, recante: “Modifiche alla legge regionale del 21 ottobre 2022, numero 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario regionale)”, naturalmente con i relativi emendamenti. Grazie.

PRESIDENTE

Collega, si è confrontata con i colleghi dell'opposizione? Sono d'accordo, allora votiamo per l'inserimento che è approvato. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Presidente, chiedo scusa, non so con chi abbia parlato la collega, non lo so. Ma stiamo parlando della proposta di legge che ho sottoscritto pure io? Stiamo parlando…quindi ha parlato con il consigliere Bevacqua? Va bene.

PRESIDENTE

Collega Straface, può spiegare di che cosa si tratta?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Si tratta di una proposta di legge che abbiamo già approvato in Commissione, è stata approvata all'unanimità. Ho avuto modo di interloquire con i capigruppo della minoranza e della maggioranza, forse mi è sfuggito il consigliere Laghi, le chiedo scusa, ma in Commissione abbiamo concordato di trasmettere al Consiglio questa proposta di legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Con grande garbo, ma con uguale chiarezza, voglio ricordare all'Aula e alla collega che le minoranze presenti sono almeno tre, probabilmente quattro, fra cui De Magistris Presidente che ha un ruolo del tutto autonomo, come i lavori di questi due anni e mezzo dimostrano. Per cui, con grande franchezza, debbo dire, senza uscire dalla valutazione positiva della cosa di cui abbiamo parlato in Commissione, ma per rispetto istituzionale del gruppo di cui mi onoro di essere capogruppo e a cui appartengo, di non essere favorevole all'inserimento. Grazie.

Proposta di legge numero 208/12^ di iniziativa del consigliere M. Comito, recante: “Modifica dell'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 208/12^ di iniziativa del consigliere Comito, recante: “Modifica all'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, numero 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)”.

Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.

GENTILE Katya (Forza Italia), relatrice

Buongiorno a tutti, anzi buon pomeriggio a tutti. Grazie, signor Presidente. La presente proposta di legge, a firma del collega Michele Comito, mira a modificare la lettera e) dell'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, numero 22 (Disciplina delle associazioni Pro Loco).

Nello specifico, con l'intervento normativo si permette, nell'ambito dello stesso territorio comunale, la costituzione di massimo due Pro Loco, a condizione che il bacino della popolazione residente nel Comune sia uguale o superiore a 15.000 abitanti. La modifica è giustificata dalla necessità di potenziare il più possibile l'azione di promozione dei territori e favorire l'importante azione sociale che svolgono tali associazioni in ambito comunale. Tra l'altro, andando i Comuni verso la direzione dell'associazionismo e, quindi, delle fusioni o unioni dei Comuni, ci è sembrato giusto anche in Commissione licenziare questa proposta di legge all'unanimità proprio perché si consenta la rappresentatività delle Pro Loco già esistenti in territori che poi verrebbero uniti.

L'intervento normativo, a carattere meramente ordinamentale, non comporta nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

La proposta di legge costa di tre articoli: l'articolo 1 è rubricato “Modifiche dell'articolo 5 della legge regionale numero 22/2020”. L'articolo 2 è rubricato “Clausola di invarianza finanziaria”. L'articolo 3 è rubricato “Entrata in vigore”. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo per una brevissima riflessione su tale proposta legislativa e contemporaneamente per una dichiarazione di voto. Una dichiarazione di voto favorevole. Riteniamo che il ruolo delle Pro Loco sia assolutamente importante non solo da un punto di vista di attività turistica, ma di coesione sociale, quindi, è certamente molto importante svilupparle.

Vorrei però sottolineare due aspetti che penso possano essere importanti da colmare nel futuro. Intanto, per esempio, le regioni come la Sardegna e la Campania, che sono a noi molto affini e vicine, essendo ovviamente regioni del Sud, hanno dei finanziamenti importanti; la Sardegna dà un conferimento di 1 milione di euro alle Pro Loco e la Regione Campania dà 800 mila euro. Questo è un aspetto in cui noi potremmo, attraverso forme che sono sicura voi vorrete trovare, aiutare concretamente le Pro Loco.

L'altro aspetto che mi sembrerebbe, però, altrettanto importante - metto un condizionale però - è che mi pare che manchi il regolamento di funzione di queste Pro Loco. Questo potrebbe essere importante da sviluppare e da mettere in opera - se non è già stato fatto - perché il rischio è che, realizzando più Pro Loco all'interno di un'area, si rischi di lavorare non in maniera solidale ma, se scelgono la stessa attività, di creare contrasto tra le stesse Pro Loco.

Sottolineo, comunque, il voto favorevole del Partito Democratico, ma, se il regolamento manca, cerchiamo di spingere gli uffici, i Dipartimenti a sviluppare e a realizzare un aspetto di rivalutazione, con un'attenzione particolare ad una sinergia e non ad un contrasto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Intervengo rapidissimamente per un commento e una dichiarazione di voto. Il mio voto sarà favorevole. Condivido e ritengo che sia opportuno contingentare il numero massimo delle Pro Loco nei Comuni con oltre 15.000 abitanti limitandole a due, perché molto frequentemente questo è un ambito in cui l'interesse per lo sviluppo della collettività, della Comunità talora confligge con obiettivi personali o di piccoli gruppi; quindi, il fatto di limitarli, appunto, massimo a due nei Comuni oltre 15.000 abitanti, trovo, comunque, sia assolutamente lodevole. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Intervengo soltanto per assicurare che la legge detta chiaramente che al massimo saranno due Pro Loco per Comune.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 235/12^ di iniziativa del consigliere K. Gentile, recante: “Modifica dell'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 2023, n.12 (Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria)”

PRESIDENTE

Passiamo al settimo punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 235/12^ di iniziativa della consigliera Gentile, recante: “Modifica dell'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 23, numero 12 (Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria)”.

Cedo la parola alla collega Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.

GENTILE Katya (Forza Italia), relatrice

Grazie, signor Presidente. La presente proposta di legge mira a modificare l'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 2023, numero 12 (Disposizioni per la realizzazione e il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria).

Nello specifico, con l'intervento normativo, si introduce anche un rappresentante del Touring Club Italiano nel coordinamento dei Cammini di Calabria. La presenza di un rappresentante di tale associazione nazionale all'interno del coordinamento previsto dalla legge costituirà senza dubbio un valore aggiunto, tenuto conto che il Touring Club Italiano, come opportunamente segnalato con nota del 13 aprile 2023, pervenuto presso la sesta Commissione, ha inserito nel suo catalogo di pubblicazioni la guida Cammini di Calabria e ho provveduto a certificare il “Cammino di San Francesco di Paola - Via del giovane” quale cammino sostenibile che, grazie alla fruibilità del suo percorso, offre al turista un'esperienza autentica. É innegabile, pertanto, il riconoscimento a tale Associazione quale parte attiva nella valorizzazione e promozione dei Cammini di Calabria.

L’intervento normativo, naturalmente, ha carattere meramente ordinamentale e non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

La presente proposta costa di tre articoli: l'articolo 1 è rubricato “Modifica dell'articolo 11 della legge regionale 12/2023”; l'articolo 2 è rubricato “Clausola di invarianza finanziaria”; l'articolo 3 è rubricato “Entrata in vigore”.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gentile. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 147/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Mattiani, A. Montuoro, recante: “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 147/12^ di iniziativa dei consiglieri Mattiani, Montuoro, recante: “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare”.

Cedo la parola al collega Mattiani per illustrare il provvedimento. Prego.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi del Consiglio regionale.

Oggi giunge a termine un iter legislativo per me molto importante, mi tocca nel profondo del cuore, è quello relativo al riconoscimento il sostegno del caregiver familiare: un'iniziativa legislativa che prima di giungere al vaglio del Consiglio regionale ha avuto il via libera da parte della terza Commissione, presieduta dalla presidente Straface, e della seconda Commissione, presieduta dal presidente Montuoro.

Si tratta di un'iniziativa molto importante e sono convinto che il Consiglio regionale, assolutamente, non mancherà nel sostenerla con il suo voto favorevole. È stato un iter caratterizzato, quindi, da innumerevoli interlocuzioni, soprattutto con le associazioni di categoria, nonché con le famiglie che materialmente si occupano quotidianamente della cura e dell'assistenza dei propri familiari. Ho avuto, durante queste settimane, questi mesi, incontri con le famiglie che mi hanno toccato profondamente nel cuore, che mi hanno veramente fatto capire il disagio in cui si trovano e con quale amore, con quale dedizione aiutano i loro familiari.

Ritengo sia arrivato il momento che la Regione Calabria vada a colmare un vuoto normativo, riconoscendo e valorizzando, finalmente, la figura del caregiver familiare quale attore della rete dei servizi di assistenza alla persona, ne sostenga l'attività di cura non professionale prestata nei confronti di persone che necessitano di assistenza per lungo termine, nel contesto di relazione affettiva e familiare, e ne riconosca il valore sociale ed economico connesso ai rilevanti vantaggi per l'intera collettività.

Il ruolo del caregiver familiare è divenuto soprattutto in questi ultimi anni indispensabile. Si tratta di veri e propri angeli custodi di persone, di familiari che si prendono cura di uomini, di donne non autosufficienti, mettendo da parte se stessi e la loro vita per dedicarla ai loro familiari. E questo lo fanno, anche, a discapito della propria persona, perché tante volte avere a che fare con queste sofferenze può comportare nel soggetto che si occupa di queste persone non autosufficienti, anche delle situazioni e delle ripercussioni psichiche, fisiche, anche dal punto di vista lavorativo.

Ed è, quindi, per il ruolo che ricoprono, per le funzioni che svolgono, che tale proposta di legge vuole riconoscere al caregiver familiare lo status di vero e proprio componente informale della rete di assistenza alle persone e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto o di un familiare.

La Regione Calabria, nel perseguire siffatto obiettivo, nell'ambito della propria programmazione sociale, socio-sanitaria e sanitaria: prevede azioni a supporto del caregiver familiare, attraverso il sostegno ai comuni e alle ASP; promuove forme di sostegno economico, attraverso l'erogazione dell'assegno di cura e di interventi economici per l'adattamento domestico, come previsto nell'ambito della normativa vigente per la non autosufficienza; può favorire accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedono premi agevolati per le polizze eventualmente stipulate dal caregiver familiare; promuove intese e accordi con le associazioni datoriali, volte a una maggiore flessibilità oraria, che permette di conciliare la vita lavorativa con esigenze di cura; cura programmi di aggiornamento degli operatori sociali, socio-sanitari e sanitari sui temi legati alla valorizzazione dei caregiver familiari e sulla relazione e comunicazione con gli stessi; istituisce il caregiver day.

Gli ambiti territoriali, invece, assicurano al caregiver familiare: l'informazione e la sua formazione, supporti utili a evitare l'isolamento e il rischio di burnout come esito patologico di un processo stressogeno che può colpire le persone coinvolte nelle attività di cura; nei casi più complessi, l'attivazione di reti solidali, supporto psicologico e partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto di caregiver familiari e degli altri congiunti coinvolti nelle attività di assistenza; la definizione del responsabile delle cure nell'ambito del Piano assistenziale individualizzato (PAI) della persona assistita; l'individuazione di soluzioni condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenza segnalate al caregiver familiare; il sollievo di emergenza e tipo programmato; la domiciliazione delle visite specialistiche nei casi di difficoltà di spostamento dell'assistito.

Saranno i Comuni capofila degli ambiti territoriali sociali, preposti alla pianificazione dei servizi socioassistenziali, ad essere tenuti ad istituire l'elenco dei caregiver familiari.

Colleghi, ho voluto incentivare questo mio breve intervento per cercare di farvi capire la reale importanza che oggi i caregiver assumono nella nostra società e la fondamentale necessità di riconoscerli dal punto di vista anche normativo.

Abbiamo un'occasione storica, quella di far sentire concretamente il supporto della politica alle famiglie che ogni giorno lottano e aiutano col cuore e con l'amore i propri familiari in questo percorso importante. Quindi, per questi motivi, chiedo al Consiglio regionale di votare favorevolmente questa proposta legislativa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mattiani. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Condivido la gran parte delle cose che ha detto il collega Mattiani. È, sicuramente, una legge importante che riguarda un settore assolutamente nevralgico e delicatissimo in ambito sanitario.

Credo, francamente, che sia una legge perfettibile, come tutte le leggi, ma è già un primo importante passo e ho apprezzato anche il percorso in Commissione. Inizialmente, ero rimasto un po’ perplesso sulla neutralità finanziaria perché c'erano alcuni aspetti che, secondo me, erano meritevoli e necessitavano di avere un minimo di supporto finanziario. Debbo, positivamente, rilevare che questo cambiamento è stato introdotto dando alla legge, secondo me, una maggiore pratica ricaduta in questo ambito.

Per questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo De Magistris Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Abbiamo seguito sin dalla Commissione l’iter di tale proposta legislativa, proponendo anche alcune modifiche e molto discutendo. Il tema è importantissimo perché riguarda una quantità enorme di soggetti che assistono le persone con disabilità, ma queste disabilità non sono e non identificano un'area, un punto, sono disabilità trasversali a tutte le età della vita, dai bambini agli anziani. Riguardano le mamme che hanno e che gestiscono figli con malattie rare, riguardano le stesse mamme che hanno e gestiscono e assistono i loro figli con autismo, riguardano soprattutto le persone e i caregiver dei nostri pazienti con demenza - più di oltre 30.000 in Calabria - e sono persone che si annullano completamente, dovendosi dedicare alla gestione di questi loro cari affetti.

Sono perlopiù le donne - è un dato non solo calabrese, non solo italiano, ma di livello mondiale - che lasciano il lavoro per potersi dedicare alla gestione dei loro cari. Dunque, questa legge che, ovviamente, nel solco di una legge nazionale, è nata per i caregiver.

Questo fondo per i caregiver è nato un po’ di anni fa e oggi, per fortuna, si sta discutendo di una legge molto più articolata, che è in essere; molto recentemente è stato costituito un tavolo di lavoro per normare tale ambito in maniera completa a livello nazionale.

Pertanto, si tratta di una legge molto importante perché ne riconosce il ruolo, la dignità e il valore - questo è certamente importantissimo - e soprattutto una serie di aspetti che, in realtà, per essere sviluppati e realizzati avrebbero bisogno molto di più dei 15 mila euro che sono stati assegnati solo per il caregiver day.

Vorrei, però, ricordare che per la figura del caregiver sono previsti dei Fondi nazionali; l’ultimo decreto è stato pubblicato il 30 novembre.

Mi dispiace che l'assessore Staine sia andata via, ma immagino che queste mie parole le arriveranno comunque.

Che cosa succede su questi fondi che sono stati stanziati oggi per i caregiver?

Il decreto è stato pubblicato il 30 novembre 2023 e le Regioni possono fare richiesta entro 60 giorni. Diversamente, il Dipartimento nazionale non erogherà il contributo.

Auspico che la Regione Calabria abbia ottemperato a tale richiesta, al fine di distribuire queste risorse ai Comuni che a loro volta le erogheranno attraverso gli ATO (Ambiti territoriali ottimali).

Si tratta di risorse pari a 882 mila 616 euro che si vanno ad aggiungere ai 15 mila euro che, seppur non sufficienti, saranno sicuramente una quota importante.

Ritengo che l’assessore Staine vorrà immediatamente attivarsi, qualora non lo avesse già fatto, ma sono più che certa che abbia dato indicazione al Dipartimento welfare per richiedere questi fondi, quale capitale per la sopravvivenza di questi caregiver.

Intanto, annuncio il voto favorevole di tutto il gruppo del Partito democratico.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Intervengo solo per annunciare, anche se lo ha già fatto già la collega Bruni, il voto favorevole del gruppo del Partito democratico e per fare i complimenti al consigliere Mattiani, a cui ho avuto già modo di farli durante i lavori della Commissione.

La notizia positiva, tra le altre, è che un membro della Lega inserisca all'interno del provvedimento anche le unioni civili.

Fino a qualche tempo fa il Segretario della Lega invitava i Sindaci a non effettuare unioni civili nei loro Comuni; invece, oggi un consigliere regionale ribadisce il fatto che, quando si tratta, appunto, di determinate patologie e disabilità, è giusto che sia riconosciuto questo ruolo di caregiver a tutti coloro che convivono sotto lo stesso tetto.

Questa è una bellissima notizia.

La figura del caregiver è già riconosciuta a livello ministeriale su alcune attività che la Regione svolge; ad esempio, negli avvisi “Dopo di noi”, nell'assistenza anche domiciliare, che viene messa in piedi con l'FNA (Fondo per la non autosufficienza).

L'unica perplessità che ho, ma che si potrà affrontare successivamente con gli Ambiti, è la costituzione dell'elenco al quale poter accedere nel momento in cui si ha bisogno.

Io l'ho vissuto anche in prima persona quando ero presidente di un Ambito: il caregiver svolge questa funzione per un proprio familiare, sacrificando gran parte della sua vita per stargli a fianco; difficilmente troverei in queste persone la disponibilità a seguire altre persone, magari nello stesso Comune.

Invece, questo Albo potrebbe avere un'utilità ancora maggiore, come in maniera puntuale è stato anche precisato, per potersi confrontare con un gruppo di caregiver che si possano mettere a sistema, interfacciarsi quando vengono redatti i Piani d'ambito o nel tavolo del terzo Settore o quando la Regione Calabria stessa disciplina e programma quelli che sono gli investimenti con i fondi delle Politiche sociali.

Ecco che allora quell'Albo avrebbe un senso, perché sarebbe un confronto sano all'interno di un tavolo di discussione; forse un po’ meno per far seguire i propri familiari da qualcun altro, visto che ci sono delle figure specializzate in questo, ovvero gli OSS e gli assistenti sociali.

Al di là di tutto, ritengo che la proposta di legge sia assolutamente meritoria e, pertanto, ribadisco il voto favorevole del gruppo del Partito democratico.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mattiani. Ne ha facoltà.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Intanto rispondo alla consigliera Bruni, comunicando che già abbiamo interloquito con l'assessore Staine, la quale ha dato certezza che la richiesta dei contributi nazionali è già stata eseguita.

Altresì, colgo l'occasione per ringraziare i consiglieri di minoranza per aver condiviso questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

All’articolo 3 sono stati presentati degli emendamenti.

Il primo è l’emendamento, protocollo numero 2368/A01, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione.

Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa modifica il comma 2 dell'articolo 3, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

VARI’ Rosario, Assessore sviluppo economico, internalizzazione e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 2368/A02, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro. Cedo la parola al consigliere Mattiani per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa modifica il comma 4 dell'articolo 3, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Al comma 4 dell'articolo 3, dopo la parola “fornire” è aggiunta la frase “nei limiti delle risorse nazionali disponibili”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

VARI’ Rosario, Assessore sviluppo economico, internalizzazione e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 3

(È approvato per come emendato)

 

Passiamo all'articolo 4. Sono stati presentati emendamenti.

Il primo è l’emendamento protocollo numero 2368/A03, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.

Cedo la parola al consigliere Mattiani per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa modifica il comma 2 dell'articolo 4, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Al comma 2 dell'articolo 4, dopo la parola “Regione” è aggiunta la frase “nei limiti delle risorse nazionali disponibili”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

VARI’ Rosario, Assessore sviluppo economico, internalizzazione e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 2368/A04, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.

Cedo la parola al consigliere Mattiani per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa modifica il comma 3 dell'articolo 4, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Al comma 3 dell'articolo 4, dopo le parole “Piano di zona” vengono soppresse le parole “nei limiti delle risorse disponibili”; al comma 3 dell'articolo 4, dopo le parole “Piano di zona” è aggiunta la seguente frase “secondo le normative nazionali già previste e nei limiti delle risorse nazionali disponibili”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

VARI’ Rosario, Assessore sviluppo economico, internalizzazione e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 4

(È approvato per come emendato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

All’articolo 7 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 2368/A05, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.

Cedo la parola al consigliere Mattiani per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa modifica il comma 1 dell'articolo 7, al fine di equipararlo alla norma finanziaria, e modifica il comma 3 dell'articolo 7, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Al comma 1 dell'articolo 7 dopo le parole “la Regione Calabria” sono soppresse le parole “senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale”; al comma 2 dell'articolo 7, dopo le parole “fine della diffusione” è aggiunta la seguente frase “attraverso i canali già in uso”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 7

(È approvato per come emendato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

All’articolo 10 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 2368/A06, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.

Cedo la parola al preponente per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)

La presente proposta emendativa intende sopprimere l'intero articolo 10 perché la legge non ha carattere d'urgenza. L'articolo 10 è abrogato.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

MINNENNA Marcello, Assessore economia e finanze

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

 

(L’articolo 10 è espunto dal testo)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come modificata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Proposta di legge numero 160/12^ di iniziativa dei consiglieri, Laghi, Raso, Straface, De Francesco, De Nisi, Lo Schiavo, recante “Norme in materia di valorizzazione delle aree verdi e delle formazioni vegetali in ambito urbano”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 160/12^ di iniziativa dei consiglieri Laghi, Raso, Straface, De Francesco, De Nisi, Lo Schiavo, recante: “Norme in materia di valorizzazione delle aree verdi e delle formazioni vegetali in ambito urbano”.

Cedo la parola al consigliere Laghi per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Laghi.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente), relatore

Grazie, Presidente. Le città, intese come ambienti slegati dall'ambito naturale, non sono più concettualmente accettabili. Infatti, anche quotidianamente vediamo come la natura insista su questi nuclei urbani attraverso delle sfide che sono rappresentate, per esempio, dalla siccità, dalle ondate di calore, dalle piogge intense, dai venti sempre più forti.

In più, le città presentano specularmente dei rischi per la salute collegati con l'inquinamento atmosferico ovvero le polveri sottili, che sono cancerogeni certi, così come i metalli pesanti, gli idrocarburi policiclici aromatici e l'anidride carbonica, derivanti dal traffico veicolare e soprattutto dal riscaldamento domestico, oltre che da altre componenti, come ad esempio, attività industriali vicine ai centri urbani.

Pertanto, gli spazi verdi all'interno delle città non rappresentano solo un abbellimento, ma sono dei veri e propri servizi che si definiscono “ecosistemici” per quello che abbiamo detto prima e che antagonizzano; il verde urbano serve proprio, per esempio, a dare ricetto all’avifauna che interferisce con la proliferazione degli insetti, serve a mitigare le ondate di calore, cioè la classica isola di calore rappresentata, appunto, dai centri urbani e, quindi, come dicevo, ad antagonizzare tutte le cose di cui prima abbiamo parlato, ma danno anche dei benefici sociali legati alla salute fisica e mentale, in quanto rappresentano degli spazi aggregativi e relazionali e, quindi, sono estremamente importanti per l'equilibrio psicofisico della popolazione.

Dobbiamo, tuttavia, segnalare come ci siano delle situazioni in cui, per importazioni di specie alloctone o non adeguate al contesto urbano, si possono creare dei conflitti tra il verde urbano stesso e i cittadini; quindi, è importantissimo avere degli strumenti di programmazione oltre che di gestione del verde urbano, non solo per mitigare questi conflitti, ma anche perché bisogna tendere all'azzeramento.

Per far questo bisogna cambiare la concezione del verde urbano, in primo luogo degli alberi, che non debbono essere considerati come un servizio, come può essere una strada o un ponte, bensì come veri e propri “cittadini” che nascono, creano delle condizioni ambientali e muoiono sempre nello stesso posto, dando un loro contributo al miglioramento dell'ambito urbano.

Queste non sono naturalmente delle idee e delle ipotesi né di scuola né personali, ma fanno riferimento a studi autorevoli condotti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, dall'Unione europea, ma anche a livello nazionale; tutti studi che sottolineano l'assoluta e fondamentale necessità del verde urbano nei centri urbani.

Eppure, in Italia e in Calabria – è cosa molto comune, nell'ultimo scorcio storico in maniera particolare – il verde urbano non è rispettato come meriterebbe e non è programmato come si dovrebbe, poiché viene gestito con modalità assolutamente non consone.

Cito, per esempio, due aspetti fondamentali che si sono sparsi nel tempo a macchia d'olio in tutta Italia e anche ovviamente in Calabria. Il primo è quello della pratica della capitozzatura, che è una pratica con cui si pensa di poter potare gli alberi utilizzando una tecnica che non è riconosciuta come tecnica di potatura e che determina nei confronti degli alberi un danno, indebolendone il sistema proprio immunitario e indebolendo gli alberi stessi, mettendoli, da un lato, a rischio di sopravvivenza e, dall'altro, creando anche delle situazioni di pericolo per gli abitanti delle città, proprio a motivo della maggiore fragilità di questi alberi capitozzati che, quindi, possono cadere in parte o completamente, determinando danni a persone o cose di cui poi ovviamente l'amministrazione è responsabile.

L'altro unico esempio che voglio portare – ne riparlerò al termine di questa breve presentazione – è quello della cementificazione o dell'utilizzo dell'asfalto che arriva a cingere il colletto degli alberi. Questa è una pratica assolutamente sbagliata e dannosa, perché gli alberi respirano con le radici e, quindi, per non “soffocare”, quando non c'è spazio per respirare, si creano lo spazio rompendo i marciapiedi, invadendo e alterando la sede stradale.

C'è un perché per tutto!

Questa proposta è declinata in 10 articoli, che vado rapidissimamente a leggere nell'oggetto: l'articolo 1 tratta, appunto, dell'oggetto e delle finalità; l’articolo 2 delle azioni di intervento; l’articolo 3 del censimento comunale del verde urbano; l’articolo 4 del regolamento comunale del verde; l’articolo 5 del Piano comunale del verde urbano; l’articolo 6 delle linee operative per gli enti locali, obblighi e divieti; l’articolo 7 delle linee operative per il rispetto della naturalità degli alberi, delle siepi e componenti arbustive ed erbacee perenni; l’articolo 8 degli indirizzi per la piantagione compensativa; l’articolo 9 delle misure di sostegno e premialità; l’articolo 10 contiene la clausola di invarianza finanziaria.

Rifacendomi a quest'ultimo aspetto, mi piace sottolineare come questa legge non comporti oneri per la Regione Calabria e non ne comporti neanche per i Comuni, che invece andranno a risparmiare proprio in virtù dei due aspetti che citavo prima: da un lato l'eliminazione delle capitozzature abbasserà il rischio di incidenti, di cadute di alberi e, quindi, di indennizzi a persone o cose eventualmente coinvolte; l'altro problema relativo alla grandezza delle aiuole, puntualmente indicata nella legge, da un lato determinerà la possibilità di non affrontare spese straordinarie di manutenzione e, quindi, per la messa in sicurezza di marciapiedi o sedi stradali; dall'altra, ancora una volta, consentirà di evitare anche in questo caso il contenzioso legale determinato dalle rotture di marciapiedi o sedi viarie che si creano inevitabilmente quando l'albero viene soffocato.

Mi piace sottolineare che questa legge, in elaborazione ormai da un anno, non ha avuto momenti di stasi, ma vi è stata un'elaborazione continua da parte di tutti i Dipartimenti interessati, che voglio qui ringraziare: i Dipartimenti ambiente, urbanistica, bilancio, insieme ai colleghi della Commissione ambiente, in particolare al presidente Raso e al Settore assistenza giuridica, che ringrazio per l’importante contributo.

Il risultato è quello di una legge che in questo ambito pone la Calabria come Regione innovatrice dal punto di vista legislativo; per esempio, non ho trovato in letteratura giuridica che altre Regioni abbiano inibito la possibilità di capitozzare gli alberi; quindi, fornisce ai Comuni uno strumento estremamente importante di programmazione e tutela del verde urbano, ma – una cosa che gli eventi degli ultimi giorni hanno ancora una volta ribadito – fornisce anche uno strumento di collaborazione e di controllo ai comitati, alle associazioni, ai cittadini che stanno lì a difendere il bene comune rappresentato dal verde urbano e che, mi auguro, da domani avranno un'arma molto importante di tutela per far ascoltare la propria voce, ma soprattutto per garantire a tutti i calabresi un presidio di salute psicofisica e di contrasto a tutta una serie di fattori negativi che il verde urbano garantisce.

Per questo motivo, auspico e ritengo che questa proposta di legge possa essere approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale.Grazie.

 

Presidenza del Vicepresidente Pierluigi Caputo

 

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Annuncio il voto favorevole già espresso in Commissione, ma invito a riflettere sul vincolo, per gli enti locali, di aggiornare ogni tre anni il Piano di gestione che, a sua volta, è uno strumento necessario per l’approvazione del Piano strutturale, considerato che finanziare il Piano di gestione ogni tre anni è un onere che non sempre i Comuni riescono ad affrontare.

Pertanto, ritengo che bisognerebbe individuare la copertura finanziaria per dare la possibilità agli enti di aggiornare i Piani di gestione.

Difatti, la Regione Calabria sta conducendo una battaglia con gli enti locali per l’approvazione dei Piani strutturali, cui è allegato il Piano di gestione, che è obbligatorio.

Annuncio, quindi, il voto favorevole, ma auspico che possano essere individuate le risorse utili agli Enti locali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Sicuramente è buono l'intento di questa proposta di legge che, però, in alcuni passaggi mi sembra troppo restrittiva nei confronti degli Enti locali e dei Comuni, all’interno dei quali, posso assicurare, in gran parte vi sono operai e personale formato nella gestione del verde pubblico; quindi, tenderei a non criminalizzare le attività che si svolgono negli enti locali, di potatura e gestione del verde.

Difatti, la capitozzatura, in alcuni casi viene effettuata perché ci sono delle specie arboree che la sopportano e, se la si fa a distanza di 4-5 anni e non ripetuta ogni anno, su alcuni tipi di alberi non ornamentali non provoca alcun danno.

Sembra anche sia impedito che possano essere tagliati degli alberi ad alto fusto, nel centro storico e nelle città, e ciò mi lascia perplesso perché forse non tutti sanno che gran parte del verde, soprattutto gli alberi che sono presenti all'interno dei Comuni, spesso si trova – grazie a delle giornate che venivano dedicate anche con le scuole nel piantumare questi alberi – in zone sbagliate, spesso con specie sbagliate.

Ad esempio, nelle città vi è stato un abuso di Pini marittimi e di Eucaliptus.

La prima specie ha delle radici molto superficiali che molto spesso, nelle giornate ventose, vanno a terra, creando gravi danni e mettendo in pericolo anche l'incolumità delle persone e, quindi, in alcune zone devono essere levati; anche alberi che hanno un apparato radicale importante molto spesso conquistano terreno, quindi, invadono tratti di strada, sollevando l'asfalto e creando anche pericoli per la viabilità.

Lì i Sindaci e le amministrazioni comunali sono tenuti a intervenire per mettere in sicurezza il territorio.

A mio avviso, la norma ha una finalità positiva, che è quella della tutela del verde pubblico, ci mancherebbe altro; ci sono tantissime associazioni, e ormai tanti cittadini, che sono particolarmente sensibili ma, come diceva il collega Muraca, tenderei sia ad alleggerire il carico sui Comuni, che li espone con una programmazione triennale anche a un costo che devono sopportare, sia ad essere un po’ più transigenti per quanto riguarda alcune attività specifiche che i Sindaci e le amministrazioni devono mettere in campo per rendere più sicure le proprie città.

Abbiamo deciso di votare favorevolmente il provvedimento rispetto alle intenzioni, per poi successivamente magari rimettere mano e dare maggiori possibilità ai Comuni di poter intervenire. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di interviene il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Intanto, ringrazio i colleghi del gruppo del Partito Democratico, poiché mi conforta il loro voto favorevole. Sono anche in grado, per la verità, di tranquillizzare i colleghi che sono intervenuti rispetto alle loro perplessità, che forse un po’ derivano anche dalla non perfetta conoscenza dell'articolato della legge.

Appare del tutto evidente, consigliere Alecci, come è esplicitato nella legge, che, in tutti i casi in cui ci sono interferenze o rischi di pubbliche incolumità, non ci sono norme che tengano, nel senso che è previsto che ci siano gli interventi, quelli che lei auspicava, sono già nella lettera della legge per cui l'Amministrazione comunale interviene laddove, prioritariamente, ci sono altre situazioni che non siano le esigenze del verde urbano.

Per quanto riguarda, invece, l'aspetto del carico economico finanziario sui Comuni, ricordo, per la verità, che la proposta è stata ritirata, una prima volta, dalla Commissione bilancio, proprio per approfondire questi aspetti poiché non basta, come voi sapete, che una legge non preveda carichi economici per la Regione e li riversi magari sui Comuni.

Per questo motivo dicevo che è stato un anno di intensa elaborazione. Poi, c'è stato il placet del Dipartimento economia e finanze e, per il fatto specifico che lei segnalava, nell'articolo precedente c'è scritto che gli obblighi e i divieti che non sono onerosi, per come descritti negli articoli successivi, intervengono anche se i Comuni non danno luogo all’attualizzazione dell'articolo 2, cioè a quelle norme e quell’impostazione di cui parlavamo.

Quindi, sono lietissimo e concludo ribadendo che con questa legge i Comuni spenderanno meno perché dovranno effettuare meno interventi di manutenzione straordinaria sulle strade e sui marciapiedi e anche molti meno contenziosi. Per fare un esempio, a Castrovillari, c'è tanta gente che si sloga, magari, la caviglia o inciampa oppure buca la ruota della macchina o rompe un giunto perché le radici hanno sollevato i marciapiedi o le strade. In quel caso, bisogna intervenire per togliere l'inciampo, davvero metaforico e reale, però, c'è da attendersi che con questa legge quegli inciampi non si verificheranno o, comunque, diminuiranno nettamente a vantaggio dell'erario comunale e della sicurezza dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 2199/A03, a firma del consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie. Presidente, avevo dimenticato nella replica di precisare, relativamente alla  criminalizzazione delle capitozzature, che queste non sono da intendersi, secondo le linee guida ministeriali, come potature e, pertanto, non vanno effettuate.

Con la proposta emendativa all'articolo 3, comma 1 si intende introdurre un’opportuna precisazione di natura economico-finanziaria, proprio per blindare la possibilità di ulteriori spese. L'emendamento non reca disposizioni che comportano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale.

Al comma 1 dell'articolo 3 “Censimento comunale del verde urbano”, dopo le parole “economici necessari”, si aggiunge il seguente periodo: “compatibilmente con le risorse presenti nel bilancio dell'Ente”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 2199/A03. L’emendamento è approvato.

Articolo 3

(È approvato per come emendato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

All’articolo 8, è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 2199/A04, sempre a firma del consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie. Anche in questo caso, si tratta di un emendamento con il quale si intendono introdurre opportune precisazioni di carattere economico finanziario. L'emendamento non reca disposizioni che comportino nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale.

Ai commi 1 e 4 dell'articolo 8 “Indirizzi per la piantagione compensativa” si inserisce al termine dei periodi dei commi indicati, quanto segue: “nei limiti delle disponibilità di bilancio dei Comuni”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 2199/A04. L’emendamento è approvato.

Articolo 8

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 9 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 2199/A05, sempre a firma del consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Anche quest'ultimo emendamento è della stessa natura dei precedenti e, quindi, con tale proposta emendativa si intende introdurre un’opportuna precisazione di carattere economico finanziario. L'emendamento non reca disposizioni che comportino nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale.

Al comma 1 dell'articolo 9 “Misure di sostegno e premialità”, dopo le parole “Azienda Calabria Verde” si aggiunge il seguente periodo: “gratuitamente per i Comuni e nei limiti delle disponibilità di bilancio dell'Azienda”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 2199/A05. L’emendamento è approvato.

Articolo 9

(È approvato per come emendato)

Articolo 10

(È approvato)

Prendiamo atto delle nuove relazioni illustrativa e tecnico-finanziaria, presentate dal consigliere Laghi e acquisite al protocollo numero 2199/A02, e passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta è approvata, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 264/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali M. Comito, G. Gelardi, G. Neri, G. Crinò, F. De Nisi, G. Graziano, recante: “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 28/1986, n. 9/1996, n. 29/2001, n. 11/2011, n. 39/2012, n. 48/2019, n. 9/2023, n. 22/2023, n. 25/2023, n. 39/2023, n. 45/2023 e n. 62/2023”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 10 all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 264/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Comito, Gelardi, Neri, Crinò, De Nisi, Graziano, recante: “Modifiche e integrazioni alle leggi regionali numero 28/1986, numero 9/1996, numero 29/2001, numero 11/2011, numero 39/2012, numero 48/2019, numero 9/2023, numero 22/2023, numero 25/2023, numero 39/2023, numero 45/2023 e numero 62/2023”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Volevo chiedere all'Assemblea il rinvio di questa proposta di legge, firmata dai capigruppo di maggioranza, perché è necessario un approfondimento ulteriore, anche eventualmente nella Commissione competente. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta del consigliere Graziano, che è approvata. La proposta, quindi, viene rinviata.

 

(Il Consiglio rinvia)

Proposta di legge numero 128/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici)”

PRESIDENTE

Passiamo, quindi, al punto numero 11 dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 128/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in materia di usi civici)”.

Cedo la parola alla consigliera Gentile, Presidente della sesta Commissione consiliare, per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

GENTILE Katya (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. La modifica della legge regionale in materia di usi civici è stata avviata a seguito della sentenza della Corte costituzionale numero 236 del 2022, che ha dichiarato illegittima la proroga delle norme transitorie in quanto - si legge - invade una materia di esclusiva competenza del legislatore statale, ma, oltretutto, in quanto proroga la vigenza di una disciplina improntata alla massima semplificazione.

A seguito di tale sentenza, gli uffici comunali sono stati bloccati in quanto il Dipartimento regionale competente in materia ha sostenuto che tutte le istanze in itinere dovevano essere riproposte ex novo; per tale motivo si è creato un blocco delle istanze e, conseguentemente, anche delle entrate nei Comuni ed un calo del lavoro per i tecnici del settore, i cosiddetti P.I.D.

Successivamente, il Dipartimento ha elaborato un progetto di legge che è stato approvato in Commissione agricoltura a dicembre del 2022, anche se con diverse riserve proprio per via dei tempi così contingentati, rimandando al Consiglio l'onere di rimediare alle criticità con l'obiettivo di superare, in tempi brevi, questo blocco amministrativo di notevole entità. Purtroppo, però, le sopracitate criticità erano tali da dover richiedere ulteriori approfondimenti, che sono stati affrontati in un energico e serrato confronto con il Dipartimento, nel tentativo di arrivare ad una sintesi soddisfacente, ma, soprattutto, nel rispetto della normativa vigente.

Il presente progetto di legge rappresenta, quindi, una sintesi delle posizioni espresse dal Dipartimento agricoltura, dalla parte politica e dalle varie sentenze della Corte costituzionale ed è stato redatto nel rispetto della normativa vigente.

Nel testo ci sono alcuni elementi di novità che semplificano le procedure sia per i tecnici sia per l'Amministrazione.

Nell'ottica di velocizzare l'iter delle pratiche in materia di usi civici e offrire al cittadino, rispetto al passato, un percorso chiaro e definito nel rapporto con la Pubblica amministrazione, si ritiene meritevole di nota l'individuazione di un'indicazione chiara del valore di legittimazione e del valore del canone di natura enfiteutica.

Quindi, le principali novità riguardano la determinazione dei valori di legittimazione che sono contenuti nell'articolo 18: è stato utilizzato, infatti, per i terreni agricoli il criterio dei valori medi già presente nella normativa vigente, ma riadattato con delle correzioni per le specificità degli immobili, ai sensi delle varie pronunce della Corte costituzionale, mentre è stato utilizzato il valore IMU per i terreni diventati edificabili, al fine di individuare un valore oggettivo vicino al valore venale; è stata, inoltre, inserita la determinazione del canone enfiteutico nell'articolo 19, ai sensi dell'articolo 1 della legge numero 617 del 1966 che dispone in tal senso: “i canoni enfiteutici perpetui o temporanei e le altre prestazioni fondiarie perpetue non possono, comunque, superare l'ammontare corrispondente al reddito dominicale del fondo sul quale gravano”.

Inoltre, come affermato dalle varie pronunce della Suprema Corte di Cassazione, per effetto della legittimazione, l'occupante abusivo diventa titolare di un diritto soggettivo perfetto, con pienezza di facoltà, nel senso che, per effetto della legittimazione, sorge in capo al privato, già occupante abusivo, non la piena proprietà del terreno, ma un diritto soggettivo di natura privatistica valido erga omnes.

Tale canone, seppur esiguo, non rappresenta una svendita dei terreni, come qualcuno potrebbe rilevare, ma viene dettato dal rispetto, appunto, della normativa vigente, sovraordinata a quella regionale.

Al fine di semplificare e velocizzare l'iter delle istanze relative agli usi civici è stata conferita ai Comuni una semplice delega per istruire le istanze, contenuta nell'articolo 13, lasciando il controllo formale e finale alla Regione, per come previsto nell'articolo 14, nel rispetto dell'articolo 66 del DPR numero 616 del 1977, che al comma 5 dispone: “sono trasferite alle Regioni tutte le funzioni amministrative relative alla liquidazione degli usi civici, allo scioglimento delle promiscuità, alla verifica delle occupazioni e alla destinazione delle terre di uso civico e delle terre provenienti da affrancazioni, ivi comprese le nomine di periti ed istruttori per il compimento delle operazioni relative e la determinazione delle loro competenze”; mentre al comma 7 dispone: “l'approvazione delle legittimazioni di cui all'articolo 9 della legge del 16 giugno 1927, numero 1766, è effettuata con decreto del Presidente della Repubblica, d'intesa con la Regione interessata”.

Infine, è stato superato il blocco delle istanze depositate presso i Comuni e la Regione, attraverso l'introduzione dell'articolo 25 che prevede che “tutte le istanze in materia di usi civici sono istruite nel rispetto della normativa vigente, alla data della presentazione delle medesime”.

In conclusione, credo che l'aspetto fondamentale di questa legge sia quello di non prevedere maggiori oneri, specialmente in questo particolare momento critico, ponendo l'attenzione sulle problematiche del settore agricolo, degli agricoltori e dei Comuni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Articolo 15

(È approvato)

Articolo 16

(È approvato)

Articolo 17

(È approvato)

Articolo 18

(È approvato)

Articolo 19

(È approvato)

Articolo 20

(È approvato)

Articolo 21

(È approvato)

Articolo 22

(È approvato)

Articolo 23

(È approvato)

Articolo 24

(È approvato)

Prendiamo atto della nuova relazione tecnico finanziaria presentata dai consiglieri Gentile e Mancuso e acquisita al protocollo con il numero 2259.

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 74/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, G. Gelardi, G. Mattiani, P. Molinaro, P. Raso, recante: “L’armonizzazione necessaria ed obbligatoria della gestione del demanio marittimo da parte degli Enti locali delegati ai sensi del Piano di Indirizzo regionale (legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17)”

PRESIDENTE

Passiamo adesso alla mozione numero 74, di iniziativa dei consiglieri Mancuso, Gelardi, Mattiani, Molinaro, Raso, recante: “L’armonizzazione necessaria ed obbligatoria della gestione del demanio marittimo da parte degli Enti locali delegati ai sensi del Piano di Indirizzo regionale (legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17)”.

Cedo la parola al consigliere Gelardi per l'illustrazione. Prego.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Vista la stringente attualità della problematica relativa alle concessioni demaniali marittime, il Gruppo della Lega in Consiglio regionale ha deciso di presentare una mozione per contemperare il principio del rispetto della normativa vigente nell'ordinamento italiano e la salvaguardia delle numerose attività imprenditoriali, la quasi totalità a gestione familiare, operative da anni in questo settore strategico per l'economia calabrese.

Si tratta di un intervento necessario ad assicurare che gli Enti locali calabresi si muovano in armonia e senza creare situazioni difformi, in contesti separati magari da pochi chilometri.

La mozione dimostra, anzitutto con una corposa ricostruzione giuridica della pur intricata disciplina della materia, come le Sezioni Unite della Cassazione abbiano affermato la sopravvenienza della potestà normativa esercitata da Parlamento e Governo.

Prevale, quindi, quanto stabilito dal legislatore nazionale con la legge numero 118 del 2022, al cui articolo 3 è disposto che i titoli concessori, in assenza di adeguata pubblicità delle assegnazioni, sono prorogati sino al 31 dicembre 2024; inoltre, se entro tale data emergono ragione oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva, il termine di scadenza può essere differito fino al 31 dicembre 2025.

Sulla scorta di questi paletti normativi, con la mozione si impegna la Giunta regionale a costituire un Tavolo tecnico permanente, affinché la gestione delle concessioni demaniali marittime sia uniforme su tutto il territorio calabrese. In aggiunta, il Tavolo fornirà agli Enti delegati della Regione per la pianificazione turistica delle aree demaniali indicazioni operative e puntuali, ad esempio: dare la priorità per l'avvio delle procedure ad evidenza pubblica alle aree libere e non occupate - la Calabria, con 800 km di costa, evidentemente, ne ha parecchie - mentre, per quanto riguarda le procedure riferite alle aree già occupate, dovranno essere stabiliti una serie di criteri omogenei che tengano conto, in particolare, della posizione dei soggetti che, nei 5 anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare e della determinazione di meccanismi equi per il riconoscimento dell'indennizzo ai concessionari uscenti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Gelardi. Pongo in votazione la mozione, che è approvata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 76/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Gelardi, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso recante: “Al fine di procedere all’adozione degli atti utili per la piena attuazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive in Calabria, art. 6 L.r. n. 40/2009 e ss.mm.ii

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 76 di iniziativa dei consiglieri Molinaro, Gelardi, Mancuso, Mattiani e Raso, recante: “Al fine di procedere all'adozione degli atti utili per la piena attuazione del Piano regionale delle attività estrattive in Calabria, articolo 6 legge regionale numero 40 del 2009 e successive modifiche e integrazioni”.

Cedo la parola al consigliere Molinaro per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Do lettura della mozione: “Il Consiglio regionale - premesso che:

con la legge regionale numero 42/2009 e ss. mm. ii. e con il Regolamento regionale di attuazione numero 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia dell’attività estrattiva del territorio;

l’attività mineraria è subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e l’impiego delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della compatibilità con la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela degli altri beni e risorse presenti nel territorio;

per dare attuazione alle finalità previste dalla citata legge regionale, risulta indispensabile la redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E., art. 6, L. r. 40/09 e ss. mm. ii.);

il P.R.A.E. costituisce l'atto di pianificazione e programmazione dell'attività estrattiva in tutte le sue fasi;

nell'ambito della procedura di VAS del P.R.A.E. occorre, quindi, individuare le condizioni di sensibilità, vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle risorse interessate dal Piano, non solo quelle di tipo ambientale, ma anche quelle di tipo paesaggistico;

tali condizioni devono orientare l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione estrattiva, oltre che la definizione delle regole e delle condizioni alla trasformazione;

in funzione delle importanti e strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa improcrastinabile definire l’esatta stima di materie minerali prime, al fine di garantirne l’esatto approvvigionamento.

Impegna la Giunta regionale ad adottare ogni procedura utile all’elaborazione ed approvazione del previsto Piano Regionale delle Attività Estrattive, P.R.A.E., in attuazione a quanto previsto dall’articolo 6 della legge regionale numero 40 del 2009 e ss. mm. ii.”

Ne approfitto per ringraziare i colleghi del Gruppo della Lega che hanno voluto insieme a me sottoscrivere questa mozione e ringrazio, ovviamente, l'Aula per il voto finalizzato a supportare questa mozione affinché la Giunta regionale e l'assessore alle attività produttive, Varì, qui presente, possa dare un input a questa definizione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Mi fa piacere che oggi venga accolto in Aula un appello che avevo lanciato più di sei mesi fa, quando avevo invitato, tramite la stampa, questo Consiglio e la Giunta regionale ad accelerare l’iter per l'attuazione di un Piano per le estrazioni e di un registro cave. Si parla di opere importanti – tra l'altro, ne avevamo parlato anche in Aula – come la Strada Statale 106, l'alta velocità, il Ponte sullo Stretto, ma i milioni di metri cubi di ghiaia e di inerti, che servirebbero per le realizzazioni di queste opere, ad oggi in Calabria non ci sono.

Speriamo che la Giunta regionale e, soprattutto, il Dipartimento accelerino l'iter burocratico e possano dotare, finalmente, la nostra Regione di questo Piano che ci darà anche la possibilità - mi auguro - di realizzare le opere delle quali parlava il presidente Occhiuto e cioè di realizzare la Statale 106 in 5 anni, ma questo difficilmente si potrà realizzare, in assenza di un registro cave che preveda nuove cave autorizzate.

L’augurio è, insomma, quello di poter percorrere, il prima possibile, queste nuove strade e ferrovie. Grazie. Chiaramente, anticipo il voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire l'assessore Varì. Prego, assessore.

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Grazie, Presidente. Volevo ringraziare il consigliere Molinaro e il Gruppo consiliare della Lega per la mozione che con questo governo regionale, consigliere Alecci, sfonda una porta aperta perché, per iniziativa della Giunta, l’attività estrattiva è stata ulteriormente regolamentata dal Consiglio regionale, grazie alla modifica approvata più di un anno fa, a seguito della quale è stato adottato un Regolamento dalla Giunta regionale e dal governo Occhiuto.

Poi, ovviamente, bisogna redigere il Piano regionale delle attività estrattive, ma, come questo Consiglio e il consigliere Molinaro sanno bene, ci sono delle attività propedeutiche alla redazione del Piano ovvero bisogna nominare l'Osservatorio regionale per le attività estrattive (ORAE), che è l’organo che darà una serie di pareri in merito alla relazione del Piano.

Da questo punto di vista, voglio rassicurarvi che la procedura per la nomina dell'Osservatorio è stata già avviata, quindi, verranno nominati i componenti e, successivamente, si procederà, da qui a breve, all'inizio della redazione del Piano regionale attività estrattive.

Pertanto, vi ringrazio per aver posto attenzione a questa attività.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Pongo in votazione la mozione che è approvata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 260/12^ di iniziativa del consigliere P. Straface recante: “Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale”

PRESIDENTE

Ora, passiamo alla proposta di legge numero 260/12^, di iniziativa della consigliera regionale Straface, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 37 del 2022 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale)”.

Cedo la parola alla consigliera Straface per l’illustrazione.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. Con il disegno di legge numero 260/12^ ho inteso dettare delle norme di modifica della legge regionale numero 37 del 21 ottobre 2022 al fine di prevedere la possibilità di ricorrere, per il personale medico ed infermieristico dei servizi di elisoccorso, alle prestazioni aggiuntive in libera professione di cui all'articolo 89 del contratto collettivo nazionale di lavoro dell'area sanità sottoscritto appena pochi giorni fa, il 23 gennaio 2024, nonché, per il personale infermieristico, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera d), del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto sanità.

L’intervento legislativo si è reso urgente e necessario al fine di garantire la regolare esecuzione dei servizi medesimi, di fondamentale importanza per la salute collettiva, e di garantire il pronto intervento in situazioni di estrema urgenza.

La tariffa oraria delle predette prestazioni aggiuntive rimane entro i parametri contenuti nel decreto legge numero 34/2023 che, all’articolo 11 sull’Incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive e anticipo dell'indennità nei servizi di emergenza-urgenza, consente per l’anno 2023 alle aziende ed agli enti del Servizio Sanitario Nazionale di ricorrere alle prestazioni aggiuntive da parte del personale medico e infermieristico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri fissandone il limite.

L’intervento normativo che stiamo oggi esaminando appare ancora più prezioso poiché consente alle aziende e agli enti del Servizio Sanitario regionale, sulla scia di quello nazionale, sia di far fronte alla carenza di personale medico e infermieristico presso i servizi di elisoccorso, ricorrendo allo strumento delle prestazioni aggiuntive ad integrazione delle attività proprie al fine di rispondere ad esigenze non strutturali - attenzione! - ma assolutamente momentanee ed eccezionali, sia di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni, attraverso la possibilità di ricorrere alle prestazioni aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva nazionale per le professionalità che operano presso i servizi di elisoccorso, rendendo possibile un aumento della relativa tariffa oraria per il personale sia medico, sia infermieristico.

La proposta normativa appare, altresì, urgente e necessaria in quanto risponde all’esigenza di garantire il servizio nelle more dell’adozione di tutti gli atti occorrenti all’individuazione di ulteriore nuovo personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento del servizio medesimo ed all’effettuazione delle attività formative occorrenti a garantire l’addestramento ed il reclutamento di ulteriore personale delle professioni sanitarie; ciò anche al fine di evitare che, a lungo andare, il personale sanitario sia sottoposto a turni massacranti, che rischiano di incidere sulla qualità delle prestazioni, e affinché l'impiego delle prestazioni aggiuntive rimanga circoscritto solo a carenze in organico che siano temporanee.

Al fine di assicurare il carattere di temporaneità dello strumento delle prestazioni aggiuntive, la proposta di legge prevede già la pubblicazione, entro il 29 febbraio prossimo, di un avviso finalizzato all’individuazione del personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento dei servizi di interesse nonché l’organizzazione, con cadenza biennale, di corsi di formazione, addestramento e reclutamento di ulteriori professionalità mediche ed infermieristiche da assegnare al servizio in via ordinaria.

Per assicurare lo svolgimento delle suddette procedure in tempi congrui e prevenire lungaggini, la proposta prevede, altresì, che la tardiva attuazione degli adempimenti previsti, finalizzati al reclutamento di nuove professionalità, debba essere oggetto di specifica valutazione in capo alla Dirigenza competente da parte dell’organismo regionale indipendente di valutazione.

In riferimento all’aspetto finanziario, è stato stimato che l’espletamento del servizio di elisoccorso richiede l’effettuazione, su base regionale, di numero 20.868 ore di attività, per cui, aumentando la tariffa oraria fissata dal CCNL di settore, nei limiti del Decreto-legge numero 34 del 2023 e per come specificato nell’articolo 1, comma 1, lettera a) della proposta in discussione, si prevede un incremento di spesa pari ad euro 830.000,00 su base annua per le annualità 2024, 2025, 2026 ed un totale nel triennio di euro 2.490.000, 00.

A tale spesa, derivante dall’attuazione della presente legge, non si può fare fronte né con risorse statali, poiché non sono riconosciute indennità aggiuntive a favore del personale del servizio di elisoccorso, né con risorse proprie, ancor più in questa fase di commissariamento.

La soluzione è farvi fronte con l’avanzo di bilancio derivante dal risparmio di spesa e non utilizzato e, dunque, con le risorse previste dall’articolo 2 (Norma finanziaria), destinando alla copertura finanziaria la parte delle risorse eccedenti il concorso all’equilibrio del sistema sanitario regionale dell’anno 2022, quantificato in euro 50.000.000 circa e già certificato dal MEF (ministero economia e finanze), che ha così svincolato le risorse consentendone la immediata destinazione!

L’articolo 3 dispone, infine, l’entrata in vigore anticipata della legge rispetto al termine ordinario di 15 giorni, atteso che le norme ivi contenute rappresentano una urgente necessità e richiedono di entrare in vigore nel più breve tempo possibile.

Ringrazio tutti i componenti della Commissione che hanno partecipato alla stesura di questa proposta di legge, che è stata approvata all'unanimità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Intervengo soltanto per dire qualche parola giusto per sottolineare l'importanza di questo settore che fa parte a pieno titolo dell'emergenza-urgenza; l’emergenza-urgenza non è un tema molto caro all'interno di questa Regione Calabria, in cui succede di tutto e di più e dove spesso l’elisoccorso si trova a dover affrontare situazioni estremamente difficili. Proprio a causa della pessima viabilità vi è la necessità di dovere utilizzare un mezzo che, purtroppo, a noi costa molto perché è particolarmente costoso, ma ovviamente in alcune zone non possiamo farne a meno.

Colgo l'occasione, nel ribadire il voto favorevole di tutto il gruppo del Partito Democratico a questa proposta legislativa, di segnalare come sia assolutamente indispensabile - faccio un passaggio su un argomento differente, ma comunque correlato - che i dettami delle procedure per la SNAI, e cioè per le aree interne che voi sapete benissimo essere state programmate e finanziate in maniera assolutamente autonoma, attendano per esempio la realizzazione delle 17 piazzole perché gli elicotteri possano poggiarsi in queste aree estremamente difficili. Con questa legge, quindi, dobbiamo fare in modo che tutte le aree interne possano comunque usufruirne. Vi preannuncio che, come gruppo del Partito Democratico, stiamo per presentare un’interrogazione per capire lo stato dell’arte di queste piazzole Snai e smuovere questa situazione: ci sono 17 aree che hanno necessità di essere coperte da questo punto di vista. Sono convinta che ci sarà una procedura rapida nell’organizzazione, che avrebbe dovuto già chiudersi la fine del mese di novembre.

Comunque, il gruppo del Partito Democratico è disponibile a votare favorevolmente questa proposta legislativa.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

All’articolo 1 sono pervenuti due emendamenti. Iniziamo ad esaminare l'emendamento protocollo 2212, a firma della consigliera Straface, a cui cedo la parola per illustrazione. Prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

L'emendamento è modificativo dell'articolo 1, lettera a). Con la presente proposta emendativa si intende modificare l'inserendo comma 4-bis dell'articolo 1 (Modifiche alla legge regionale del 21 ottobre 2022, numero 37) della proposta di legge numero 260/12^ al fine di aggiornarne i riferimenti al nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro dell'Area sanità, sottoscritto il 23 gennaio 2024. Dalla presente proposta emendativa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Do lettura del testo: <<All’ inserendo comma 4-bis della lettera a) del comma 1, all'articolo 1 “Articolo 1 (Modifiche alla legge regionale del 21 ottobre 2022, numero 37) della proposta di legge regionale numero 260/12^ le parole “115, comma 2”, sono sostituite dalle seguenti “89” e le parole “19 dicembre 2019” sono sostituite dalle seguenti “23 gennaio 2024”>>.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato. Passiamo all’emendamento protocollo numero 2255, sempre a firma della consigliera Straface. Prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

L’emendamento è soppressivo della lettera b) del comma 1 dell’articolo 1.

Con la presente proposta emendativa si intende modificare l’articolo 1 al fine di coordinarlo con il nuovo articolo 2. Dalla presente proposta emendativa non derivano oneri finanziari. Do lettura del testo dell’emendamento: “All’articolo 1 della proposta di legge regionale numero 260/12^, recante “Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 2022, numero 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di esistenza del sistema sanitario regionale) la lettera b) del comma 1 è soppressa”. Naturalmente abbiamo anche la relazione alla norma finanziaria.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Favorevole.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Votiamo l'articolo 1.

 

Articolo 1

(È approvato per come emendato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Prendiamo atto, come ha detto in precedenza la consigliera Straface della nuova relazione tecnico finanziaria, presentata dal proponente e acquisita al protocollo col numero 2255/ A02. Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Esauriti gli argomenti, dichiaro tolta la seduta. Grazie.

 

La seduta termina alle 18.15

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Afflitto, De Nisi, Montuoro, Calabrese, Pietropaolo.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Tavernise “Norme per favorire la parità di genere” (PL n. 259/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Straface “Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale)” (PL n. 260/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Cirillo “Riconoscimento del Corteo Storico di Seminara” (PL n. 261/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca “Riordino delle funzioni amministrative della Regione Calabria” (PL n. 262/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Mammoliti “Istituzione di un Reddito di Dignità regionale” (PL n. 263/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Comito, Gelardi, Neri, Crinò, De Nisi, Graziano “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 28/1986, n. 9/1996, n. 29/2001, n. 11/2011, n. 39/2012, n. 48/2019, n. 9/2023, n. 22/2023, n. 25/2023, n. 39/2023, n. 45/2023 e n. 62/2023” (PL n. 264/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Molinaro, Raso, Gelardi, Mancuso, Mattiani “Università Popolari: provvedimenti per la promozione culturale di persone adulte ed anziane” (PL n. 265/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Mancuso e Caputo “Disciplina del Sistema Statistico Calabria (SiSCal)” (PL n. 266/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 - Estensione validità Organigramma FEAMP - Approvazione del Piano finanziario FEAMPA - (Deliberazione G.R. n. 789 del 29.12.2023)” (PPA n. 147/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione Piano delle attività anno 2024 - (Deliberazione G.R. n. 792 del 29.12.2023)” (PPA n. 149/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (ATERP CALABRIA) - (Deliberazione G.R. n. 6 del 23.01.2024)” (PPA n. 150/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti agli obiettivi delle Direttive UE “Economia Circolare” - Adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Sezione Rifiuti Urbani, del Rapporto Ambientale di VAS e relativi allegati, e della Sintesi non Tecnica - (Deliberazione G.R. n. 5 del 23.01.2024)” (PPA n. 151/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito.

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del Consigliere regionale Mammoliti:

“Modifica ed integrazione del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria di cui alla deliberazione del Consiglio regionale, n. 5 del 27 maggio 2005. Previsione della clausola valutativa negli atti normativi” (PPA n. 148/12^).

È stata assegnata alla quinta Commissione - Riforme per l’esame di merito.

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della Commissione consiliare competente, la deliberazione n. 2 del 23 gennaio 2024, recante:

“Adozione Piano Esecutivo Annuale di Promozione Turistica 2024”.

(Parere numero 34/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione consiliare permanente.

Adesione di Consigliere regionale a Gruppo consiliare

In data 23 gennaio 2024, il consigliere regionale Salvatore Cirillo ha aderito al Gruppo consiliare “Forza Italia”.

Sottoscrizione proposte di legge regionale

La proposta di legge n. 189/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Gelardi, Mancuso, Raso, recante:

“Unità di Pedagogia Scolastica per lo sviluppo della comunità educante e per la promozione del diritto all'educazione e all'istruzione nella Regione Calabria”, è stata sottoscritta anche dai Consiglieri regionali Mattiani e Alecci.

La proposta di legge n. 219/12^ di iniziativa del consigliere regionale Laghi, recante: “Istituzione della Riserva Naturale Regionale Fascia Pedemontana - Lande parasteppiche di Castrovillari”, è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Raso.

La proposta di legge n. 218/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Straface, Raso, Mattiani, Mannarino, recante:

“Misure per il recupero e l’abbattimento delle liste d’attesa per l’accesso a prestazioni sanitarie” - (Relatore: Consigliere Straface), è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Mammoliti.

La proposta di legge n. 147/12^ di iniziativa del consigliere regionale Mattiani, recante:

“Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare”, è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Montuoro.

Promulgazione di legge regionale

In data 27 dicembre 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 279 del 27 dicembre 2023:

1)Legge regionale n. 56 del 27 dicembre 2023, recante: “Legge di stabilità regionale 2024”;

2) Legge regionale n. 57 del 27 dicembre 2023, recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2024-2026”;

3) Legge regionale n. 58 del 27 dicembre 2023, recante: “Riconoscimento della legittimità di due debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lettera e) del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118”;

4) Legge regionale n. 59 del 27 dicembre 2023, recante: “Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della L.r. 15/2013”.

In data 27 dicembre 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 281 del 27 dicembre 2023:

1) Legge regionale n. 60 del 27 dicembre 2023, recante: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2023, n. 39”;

2) Legge regionale n. 61 del 27 dicembre 2023, recante: “Misure a sostegno del sistema aeroportuale calabrese”;

3) Legge regionale n. 62 del 27 dicembre 2023, recante: “Norme in materia di spending review”.

Relazione secondo semestre 2023 sull’attività della Commissione Speciale di Vigilanza (Articolo 34, comma 3, lettera a del Regolamento interno)

È pervenuta la relazione sull’attività svolta dalla Commissione Speciale di Vigilanza nel secondo semestre 2023 (articolo 34, comma 3, lettera a del Regolamento Interno).  

Deliberazioni della Giunta regionale

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 765 del 28.12.2023, recante:

“Approvazione Piano di razionalizzazione periodica delle partecipazioni societarie regionali dirette e indirette, ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 19.8.2016 n. 175 e s.m.i. - Anno 2022”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 790 del 29.12.2023, recante:

“Disciplina del regime di condizionalità e dei requisiti minimi relativi all'uso di prodotti fertilizzanti e fitosanitari e al benessere degli animali ai sensi del regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio del 2 dicembre 2021 e individuazione del termine ultimo per la presentazione delle domande di aiuto per lo sviluppo rurale. Provvedimenti”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 1 del 4 gennaio 2024, recante:

“Approvazione piano regionale di dimensionamento scolastico 2024-2025 - Integrazione DGR N. 719 del 15.12.2023 ai sensi del decreto “Milleproroghe»”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 768 del 28 dicembre 2023, recante:

“Approvazione elenco dei soggetti componenti il “Gruppo Regione Calabria” al fine di predisporre il bilancio consolidato della Regione esercizio 2023, ai sensi dell'art. 11-bis del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 769 del 28 dicembre 2023, recante:

“Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni (PAV) degli immobiliti di proprietà della Regione Calabria”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 779 del 28 dicembre 2023, recante:

“Documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2024-2026 (artt. 11 e 39, comma 10, D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118)”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 28 dicembre 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 283 del 28 dicembre 2023:

- Regolamento regionale n. 16 del 28 dicembre 2023, concernente: “Approvazione modifiche del Regolamento regionale n. 12/2022”.

Iin data 29 dicembre 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 285 del 29 dicembre 2023:

- Regolamento regionale n. 17 del 29 dicembre 2023, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 9 aprile 2020, n. 2 «Regolamento di attuazione della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 “Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale».

In data 24 gennaio 2024, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 17 del 24 gennaio 2024:

- Regolamento regionale n. 1 del 24 gennaio 2024 concernente: “Modifiche al regolamento regionale 5 novembre 2013, n. 10 (Regolamento regionale di attuazione della L.r. 3 settembre 2012, n. 39 recante «Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AIA-VI»”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:

1.)  deliberazione della Giunta regionale n. 686 del 29 novembre 2023;

2.)  deliberazioni della Giunta regionale numeri 753, 754 e 755 del 19 dicembre 2023;

3.)  deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 770 alla numero 778 del 28 dicembre 2023;

4.)  deliberazione della Giunta regionale n. 793 del 29 dicembre 2023;

5.)  deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 7 alla numero 14 del 23 gennaio 2024.

Interrogazioni a risposta immediata

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con DCA 194 del 10.07.2023 il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR indiva avviso pubblico di selezione per la formazione delle rose degli idonei al conferimento degli incarichi di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria ai sensi dell'art.2 d.lgs. n.171/2016 e ss.mm.ii.;

- l’avviso pubblico di cui sopra puntava ad una stabilizzazione dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, da troppi anni ormai dirette da commissari straordinari. Solo a titolo di esempio, si richiama il caso della ASP di Vibo Valentia che in cinque anni ha avuto ben cinque diversi commissari;

- le procedure di cui al richiamato avviso si sarebbero dovute concludere con lo svolgimento dei colloqui dei candidati previsti per il 23 gennaio p.v. - da quanto si apprende, la Commissione incaricata ha comunicato ai candidati l’annullamento dei colloqui in ragione della revoca della procedura di cui al DCA 194 del 10. 07. 2023 comunicata alla stessa Commissione dalla struttura commissariale;

tutto quanto sopra premesso, interroga il Presidente della Giunta regionale nella sua funzione di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR

per sapere:

- le ragioni che hanno portato alla revoca della procedura di cui al dca 194 del 10.07.2023 10. 07.2023.

(202; 22/01/2024).

Interrogazioni a risposta scritta

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

• con la legge n. 234/2021 (Legge Finanziaria 2022), art.1 commi 293 e 294 è stato costituito un fondo destinato alla dirigenza medica e al personale del comparto sanità alle dipendenze delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale ed operante nei servizi di pronto soccorso;

•con la stessa norma è stato definito un importo pari a 27 milioni di euro per la dirigenza medica e di 63 milioni di Euro per il personale del comparto sanità, una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere, in ragione dell’effettiva presenza in servizio, con decorrenza dal 1° gennaio 2022;

•con deliberazione n. 278 del 21 dicembre 2022 la Conferenza delle Regioni ha provveduto al relativo riparto delle risorse;

Considerato che:

•l’erogazione delle rispettive indennità è subordinata alla sottoscrizione di specifico accordo sindacale;

•nonostante le ripetute richieste da parte di tutte le organizzazioni sindacali a tutt’oggi non è stato neppure insediato un tavolo di contrattazione;

•gran parte delle regioni ha da tempo definito la contrattazione e provveduto alla erogazione di predette indennità;

•la mancata definizione della contrattazione produce, di fatto, un grave danno a tutti gli operatori del 118 e dei pronto soccorso della nostra regione;

•un simile ritardo non è più ammissibile, anche alla luce delle tante criticità e sofferenze che da anni vivono gli operatori del 118 e dei pronto soccorso;

•è inaccettabile detenere risorse a destinazione vincolata nelle casse della regione per mancanza di adempimenti, risorse tra l’altro destinate a servizi così importanti. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere:

per sapere:

1) quali iniziative intende assumere tese a definire in tempi brevi l’applicazione, anche nella regione Calabria, dell’art. 1 commi 293/94 della legge 234/2021.

(194; 22/12/2023)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-il POR Programma Operativo Regionale Calabria FESR FSE 2014-2020 termina il 31 dicembre 2023. La dotazione complessivamente assegnata, come da ultimo piano finanziario riprogrammato a seguito dell’iniziativa SAFE, approvato dai competenti servizi della Commissione europea con la decisione finale C(2023) 7321 del 23 ottobre 2023, è pari a 2.223.159.324 €, con una dotazione per gli Assi FESR di 1.839.390.414 € e per gli Assi FSE di 383.768.909 €. Si registra, con questa riprogrammazione finale del Programma, una rimodulazione di segno negativo per 37,37 milioni di euro rispetto alla precedente dotazione finanziaria di € 2.260.531.679 (comprendente 1.860,7 mln di euro in favore dei dieci Assi cofinanziati dal FESR e 339,8 mln di euro in favore dei quattro Assi cofinanziati dal FSE);

il Decimo Comitato di sorveglianza sullo stato di attuazione del Por Calabria tenuto il 6 luglio 2023, ha fissato la percentuale di completamento ad un complessivo 61,9% della spesa certificata con 1.400.806.086 € spesi rispetto ai 2 miliardi e 260 milioni di euro precedentemente previsti. Il Comitato di sorveglianza ha certificato che nel resto dei mesi mancanti fino al 31 dicembre 2023, per evitare il disimpegno automatico delle risorse, sarebbe stato necessario spendere 397 milioni di euro, al netto del programma Safe sui ristori energetici già contabilizzati e previsti. Considerato che: al 30 settembre 2023 secondo i dati del portale della Commissione Europea Cohesion Data, la Regione Calabria risulta attestarsi ad una percentuale di completamento pari a 71% con 1.596.986.092 € spesi, un dato ampiamente inferiore ad altre regioni italiane come la Puglia che raggiunge il 106% di spesa. Secondo Bruxelles, a tre mesi dalla chiusura del programma, in Calabria rimangono da spendere 626 milioni di euro;

nella risposta del 19 ottobre 2023 della Commissione UE alla interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-002895/2023 formulata dalla europarlamentare Laura Ferrara si riporta che alla data del 2 ottobre 2023, l'importo della spesa certificata del programma operativo regionale POR Calabria 2014-2020, in base alle informazioni fatte pervenite dall'autorità di gestione, ammontava a 1.619,5 milioni di euro. Ciò equivale al 72,8% delle risorse disponibili a valere sul Programma Operativo Regionale. La Commissione sottolinea che non è possibile escludere che le risorse inutilizzate possano essere disimpegnate in sede di chiusura della programmazione;

secondo i dati del Monitoraggio delle Politiche di Coesione, effettuato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, al 31 ottobre 2023 l’impegno di spesa del POR Calabria 2014-2020 risulta essere del 80,76% pari a 1.795,34 milioni di euro. Questo dato risulta essere il peggiore tra le regioni della stessa categoria “meno sviluppate”, ben al di sotto degli impegni di spesa della Puglia, che con uno stato di attuazione del 151,35% occupa il primo posto, della Sicilia con 101,26%, della Campania con 97,42% e della Basilicata con 97,87%. Il dato della Calabria risulta essere il più basso anche considerando le altre regioni del Sud della categoria “in transizione”: Abruzzo (83,77%), Molise (101,47%) e Sardegna (95,47%).

Tenuto conto che: nel Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2022, pubblicato dalla Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per la Calabria, nell’udienza del 14 novembre 2023, si sottolineano i ritardi nella fase di attuazione del POR Calabria 2014-2020, segnalando le criticità in ordine agli interventi ricadenti negli Assi afferenti il FESR, maggiormente per quanto concerne i progetti di investimento, che non permettono il completamento di taluni interventi entro il 31 dicembre 2023 o ne compromettono le possibilità di realizzazione.

Nell’Asse 4 (efficienza energetica), ad esempio, a valere sull’azione 4.1.3 (adozione di soluzioni tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica), è stato registrato un significativo ritardo in fase di avvio lavori, per cui 120 interventi, con un costo ammesso di 24 milioni di euro (il 50% del complessivo costo ammesso), molto probabilmente non possono essere stati completati entro la data di eleggibilità del programma. Ancora nell’Asse 4, azioni 4.1.1 e 4.1.2 (realizzazione efficientamento energetico negli edifici), poiché la durata dei lavori è stata prevista entro i 18 mesi dalla stipula delle convenzioni (sottoscritte maggiormente con i comuni rientranti nelle strategie aree interne), la maggior parte delle operazioni sono a rischio chiusura entro il 31 dicembre 2023, in virtù dei ritardi registrati (il costo complessivo ammesso è pari a 21,7 milioni di euro).

Nell’asse 5 (prevenzione dei rischi), per gli specifici interventi in tema di difesa del suolo ed erosione costiera, a valere sull’azione 5.1.1 (programma difesa suolo), per 21 operazioni delle 25 ammesse (costo complessivo ammesso di € 76 milioni.), si registrano ritardi di carattere attuativo (secondo i cronoprogrammi trasmessi dal settore competente), per cui l’ultimazione dei lavori è prevista ben al di là del 31.12.2023. Il costo ammesso delle 21 operazioni che non saranno ultimate entro la data prevista è di € 73.000.000,00. In tema di protezione civile, sempre nell’asse 5, a valere su azione 5.1.4 (centro funzionale multirischi 2.0), al ritardo registrato in fase di attuazione del relativo progetto, di rafforzamento del centro funzionale, conseguirà che lo stesso non può essere stato completato entro dicembre 2023 (costo ammesso 11 milioni di euro; spese certificate € 3,3 milioni).

Nell’Asse 6 (tutela e valorizzazione patrimonio ambientale e culturale), a valere su azione 6.1.2, in tema di rifiuti, sono state registrate criticità per il piano di azione “interventi per il miglioramento del servizio di raccolta differenziata”. Per l’Avviso pubblico rivolto ai Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, sono stati registrati ritardi generalizzati di carattere attuativo in virtù dei quali per 21 operazioni (costo ammesso 21 milioni di euro) è alto il rischio di mancato completamento entro la data di eleggibilità del Programma. Inoltre, 7 operazioni (costo complessivo 5 milioni di euro) non saranno completate entro il 31.12.2023. Anche per l’Avviso pubblico rivolto ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 ab. (152 operazioni complessive ammesse a finanziamento) i ritardi di attuazione potrebbero far slittare i tempi di conclusione al di là della data prevista. In tema di beni culturali e Turismo, Asse 6, azioni 6.7.1 e 6.7.2, i ritardi generalizzati, di carattere procedurale, sulle 32 operazioni ammesse (il cui valore è di € 22,9 milioni di euro) potrebbero averne pregiudicato la regolare conclusione entro dicembre 2023: i beneficiari, titolari delle operazioni, non hanno finalizzato la progettazione esecutiva e/o espletato le procedure di gara propedeutiche all'aggiudicazione e alla successiva consegna dei lavori. Per 7 operazioni, considerata la natura e il corrispondente importo, superiore ad 1 milione di euro, è quasi certo che non si possa essere arrivati al completamento entro dicembre 2023.

Analoghe problematiche le si rinvengono con riguardo all’Asse 7, all’Asse 9 (inclusione sociale) ed all’Asse 11 (istruzione e formazione). Preso atto che: in data 27 settembre 2023 è stata presentata, a firma dell’interrogante, l’interrogazione a risposta scritta n. 173 “Rischio disimpegno automatico delle risorse UE non utilizzate della Programmazione 2014-2020”. Nella risposta del 31 ottobre 2023 il Dipartimento Programmazione Unitaria ha reso noto che, in riferimento alla spese certificate al 31 agosto 2023, la spesa totale da realizzare per il raggiungimento del target comunitario al 31 dicembre 2023, con il contributo delle spese attese sugli assi SAFE, è di 333.480.962 euro;

i risultati del programma Safe sui ristori energetici sono stati pubblicati il 23 novembre 2023. Le graduatorie riportano agevolazioni per circa 45 milioni di euro a 2.131 imprese calabresi. A settembre 2023 però, il programma è stato lanciato annunciando risorse del POR 2014-2020 per complessivi 60 milioni;

i dati riportati non scongiurano l’eventualità di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023. I dati dei diversi portali e delle Commissioni, al contrario, considerando che a causa dei tempi tecnici delle procedure di rendicontazione e controllo vi è quasi sempre uno scarto tra spese certificate e spese effettivamente sostenute, sommati alle criticità segnalate dalla Corte dei conti, confermano la gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

qual è il dato reale di spesa del POR Programma Operativo Regionale Calabria FESR FSE 2014-2020 al 31 dicembre 2023, a conclusione del programma, con l’indicazione della esatta percentuale di completamento e, nel caso, della quantità di risorse che incorrerà nel disimpegno automatico.

(195; 03/01/2024)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il porto di Vibo Valentia è destinatario, dal lontano 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro derivante dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Nello specifico gli interventi previsti riguardano “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Pola e Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli” per un importo di 11,5 milioni di euro. Dopo svariati anni in cui le risorse sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa, con grave ritardo, a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina;

- la suddetta Autorità di Sistema Portuale ha potuto, pertanto, bandire le gare e sono stati aggiudicati lavori per nove milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato delle ditte escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei giudici sul nome del definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori sulle banchine;

- per gli ulteriori lavori con l’altra metà del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato l’esigenza di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo necessario, a causa della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della precedente assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A seguito di ciò la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove milioni già assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più immediata cantierabilità, senza specificare quali siano le finalità e l’ubicazione degli stessi;

- i lavori sono assolutamente necessari per ammodernare le banchine e ad assicurare condizioni di attracco più agevoli alla flotta peschereccia così come alle navi commerciali e a quelle a servizio del comparto industriale che utilizza l’infrastruttura vibonese. La relazione generale e tecnica dell’intervento di risanamento delle banchine portuali Pola e Tripoli ha fotografato le condizioni del porto in maniera impietosa: “Le banchine del molo di sopraflutto, calate Pola e Tripoli, presentano situazioni di pericolo dovute a profondi aggrottamenti determinati nel tempo dall’accosto delle petroliere. Anche le banchine Papandrea, Buccarelli e Bengasi presentano fenomeni simili e la Banchina Fiume ha più punti di cedimento. Questa situazione, come si intuisce - asseriscono i tecnici -, determina l’impossibilità di utilizzo da parte delle aziende dell’area industriale, anche per depositi temporanei e per operazioni di carico e scarico della merce”. Viene poi segnalato come il pieno sviluppo del porto necessiti di un adeguamento ormai improcrastinabile, senza dimenticare che queste costruzioni risalgono ai primi anni 30. “I piazzali sottesi le banchine stesse sono sicuramente sottodimensionati rispetto agli standard attuali, ma soprattutto rispetto alle esigenze dei traffici commerciali ed ancor più a quelli futuri. L’adeguamento degli spazi in banchina, il consolidamento dei moli esistenti e la necessità di attrezzare il porto con un molo da destinare anche all’attracco di mega yacht e navi da crociera, costituiscono i problemi attuali del porto di Vibo Marina, per le quali il presente progetto di fattibilità intende individuare le possibili soluzioni tecniche”.

Considerato che: - ad ottobre 2023 un’intensa movimentazione commerciale ha messo in evidenza l’inadeguatezza delle banchine e la necessità del reperimento di nuovi spazi da destinare alle attività portuali. L’elevata produttività del polo metalmeccanico vibonese ha portato, infatti, ad un intasamento sulla banchina commerciale Bengasi, interamente occupata da merci. La Amd International di Rombiolo e la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina hanno infatti trasportato nello scalo portuale un grande numero di macchinari da esse prodotti, che sono rimasti a lungo in attesa prima di essere imbarcati.

Tenuto conto che: - è stato recentemente approvato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio il piano operativo triennale 2024/2026 che prevede, in un’ottica di rilancio del porto di Vibo Marina, i lavori di demolizione del capannone da tempo dismesso ex Civam, soluzione che contribuirebbe, oltre al reperimento di altre aree nel retro porto, a dare spazio alle merci in partenza agevolando le operazioni d’imbarco e la riqualificazione dell’area attraverso la realizzazione di piazzali attrezzati;

- il porto rappresenta l’infrastruttura più importante della provincia vibonese, a cui è necessario guardare con maggiore attenzione in quanto, nonostante i ritardi accumulati nel corso degli anni, può e deve ancora essere il volano per lo sviluppo economico dell’intero hinterland. Preso atto che: - lo scalo di Vibo Marina è stato più volte individuato quale area in cui sviluppare le proposte per gli itinerari crocieristici nel Mediterraneo, a patto di avere un porto ben attrezzato e perfettamente idoneo all’attracco di grandi navi;

- imprese ad alta tecnologia industriale come la AMD International di Rombiolo, la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina e la Snamprogetti-Tecnomare Eni di Triparni di Vibo Valentia hanno bisogno, per la logistica dell’imbarco/sbarco dei loro prodotti, di un adeguamento della capacità operativa dell’intera infrastruttura portuale;

- le condizioni infrastrutturali di inefficienza hanno finora limitato la crescita dello scalo, determinandone l’impossibilità di attracco alle banchine e, quindi, lo scarso utilizzo delle stesse da parte di aziende della vicina area industriale oltre al mancato sviluppo turistico del porto e alla mancata valorizzazione del comparto pesca;

- l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio non ha mai ricevuto i fondi per la portualità nazionale che, per l’intermodalità, la logistica integrata e il sistema portuale destina 3,68 miliardi di euro;

- dalle royalties del porto di Vibo Marina lo Stato incamera circa 250 milioni di euro e il 10%, circa 25 milioni di euro, tornano alla Regione Calabria, senza alcun apparente ritorno sul territorio vibonese nonostante tutti i disagi annessi e connessi causati dall’ingombrante presenza dei depositi costieri di carburante;

- a tutt’oggi si rimane in attesa dei lavori di risanamento, consolidamento e ampliamento delle banchine ammalorate del porto, più volte annunciati, del prolungamento della diga foranea, che tra l’altro serve anche a salvaguardare l’erosione costiera da Timpa Janca, ricca di biodiversità, a Pizzo Calabro, dov’è presente la ex SS522 a fortissimo rischio cedimento, del dragaggio dei fondali, di nuovi finanziamenti dopo lo spostamento di quelli già stanziati da lunga data e dell’attuazione effettiva del piano ZES. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali iniziative intenda assumere al fine di mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio i nove milioni assegnati fin dal 2018 al porto di Vibo Valentia e poi spostati su altri progetti di cui non si conoscono le finalità;

2. se intende adoperarsi, anche nei confronti del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse necessarie al rilancio del porto di Vibo Marina, così da far diventare questa fondamentale infrastruttura fulcro di una rinascita territoriale sia economica che occupazionale.

(196; 08/01/2024)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-Nella serata del 05 gennaio u.s. si è verificata una nuova aggressione, l'ennesima, ai danni di personale sanitario impiegato presso l'ASP di Vibo Valentia. Questa volta ad essere coinvolti sono stati un medico ed un infermiere. Il fatto si è verificato nei locali dell'ex Ospedale San Domenico di Soriano Calabro adibiti a Guardia medica e ulteriori momenti di tensione si sono anche registrati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Nelle mie funzioni di Consigliere regionale, ho ripetutamente evidenziato e denunciato le condizioni in cui versa l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, condizioni caratterizzate da gravissime disfunzioni e carenze sotto molteplici profili, che si traducono, quotidianamente, nell'erogazione di un servizio che, in quanto ad efficienza, risulta essere molto al di sotto del livello minimo necessario a soddisfare le esigenze sanitarie essenziali della Provincia Vibonese. In un siffatto quadro, a dir poco, drammatico, in cui non si riesce a garantire neppure i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le esplosioni di violenza, ingiustificabili ed assolutamente inaccettabili, si ripetono con sempre maggiore frequenza e denotano l'esistenza di un malessere che pervade in profondità il mondo della sanità vibonese. Non c'è dubbio che per eliminare le precitate disfunzioni e carenze, ormai croniche, il punto di partenza imprescindibile consiste nel predisporre provvedimenti atti a prevenire queste azioni di violenza e garantire l’incolumità e la sicurezza di tutti gli operatori della sanità nei loro luoghi di lavoro;

ritengo inoltre necessario affidare la guida dell'ASP di Vibo Valentia ad una figura che sia messa in condizioni di concentrare tutte le sue attenzioni e tutto il suo sforzo lavorativo unicamente sulla medesima ASP e non anche su altre Aziende Sanitarie. Pertanto, appare oltremodo inopportuna la decisione del Commissario ad acta Dott. Roberto Occhiuto, di affidare l'amministrazione dell'ASP di Vibo Valentia a persona che è già impegnata nell'amministrazione della grande e più complessa Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. Parimenti, appare discutibile l'eventuale scelta di proseguire l'affidamento dell'ASP di Vibo Valentia ad una amministrazione commissariale, i cui risultati ancora non garantiscono il raggiungimento dei LEA invece di preferire l'affidamento all'amministrazione di un Direttore Generale. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta Regionale dott. Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, al fine di conoscere:

per sapere:

- lo stato di avanzamento e i prevedibili tempi di conclusione della procedura diretta ad affidare l'amministrazione dell'ASP di Vibo Valentia ad un direttore generale;

- se, qualora si prevedano tempi lunghi per la conclusione dell'anzidetta procedura, sia stata, quanto meno, vagliata l'opportunità di affidare, medio tempore, l'ASP di Vibo Valentia all'amministrazione di un commissario che ivi svolga la sua attività “a tempo pieno” e non “a tempo parziale”.

(197; 09/01/2024)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il DCA n. 65 del 10 marzo 2020 ha previsto la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;

- la Delibera n. 323 del 23 marzo 2022 dell’ASP di Catanzaro ha approvato la convenzione per la realizzazione della Casa della Salute di Chiaravalle Centrale - il Programma Operativo 2022-2025 della Regione Calabria ha disciplinato l’attuazione della programmazione sanitaria per il periodo di riferimento;

considerato che: - dallo studio di fattibilità il vecchio Presidio Ospedaliero “San Biagio” di Chiaravalle Centrale non poteva essere ristrutturato;

- si è dato inizio all’iter per la progettazione e aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova struttura per la Casa della Salute adiacente allo stabile di cui sopra;

- nel settembre 2022 sono stati consegnati i lavori con conseguente cantierizzazione del sito in questione;

- ad oggi non risulta un reale progresso nello svolgimento dei lavori in questione;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- lo stato attuale di avanzamento dei lavori e le motivazioni alla base dei ritardi;

- l’aggiornamento del cronoprogramma con la data di conclusione dei lavori;

- le eventuali azioni che si intendono intraprendere per superare gli ostacoli riscontrati.

(198; 10/01/2024)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’agenzia regionale ARPACAL era stata destinataria del progetto “Rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria” di cui al Decreto dirigenziale n. 8338, del 10/08/2021, già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo da parte del sottoscritto;

- il progetto, finalizzato al monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Calabria, per la somma complessiva di € 2.069.129,34, era stato attuato nell’ambito del POR Calabria FESR FSE2014/2020, Azione 6.4.2 ed era stato previsto l’erogazione di contributi in conto capitale per stati di avanzamento;

- la Regione Calabria aveva erogato un’anticipazione di € 366.082,93;

- nel corso di questi anni ho segnalato più volte, anche con atti formali, i ritardi che via via si accumulavano nella realizzazione del progetto;

- con delibera del Commissario Straordinario Arpacal n. 612, del 21/12/2023 è stato dato mandato alla Ragioneria di Arpacal di restituire alla Regione l’anticipazione precedentemente incassata, con ciò certificando definitivamente il fallimento del progetto;

Considerato che: - il progetto, a suo tempo sollecitato dal Ministero dell’Ambiente, avrebbe dovuto dare risposte sullo stato di salute delle acque calabresi, che in uno studio del 2019 erano risultate particolarmente inquinate;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Assessore all’Ambiente

per sapere:

- quali siano stati i gravi motivi che hanno determinato la mancata realizzazione del progetto;

- quali urgenti iniziative intende intraprendere per evitare che si verifichino nuovamente situazioni analoghe, che comportano non solo la perdita di ingenti risorse finalizzate ma anche la mancata attuazione di progetti irrinunciabili per il territorio;

- nello specifico, con quali strumenti si intenderà operare per attuare un approfondito monitoraggio su mari, fiumi, laghi e acque sotterranee non più procrastinabile.

(199; 16/01/2024)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il DCA n. 64 del 5 luglio 2016 ha disciplinato la riorganizzazione delle reti assistenziali;

- il DCA n. 198 del 12 luglio 2023 ha modificato e integrato il precedente Decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti;

- le condizioni del comparto sanitario pubblico nel territorio delle Serre vibonesi sono da tempo caratterizzate da innumerevoli criticità;

- in particolare, l’area interessata risente di un’importante carenza di strutture, strumenti e personale;

- l’Ospedale “San Bruno” di Serra San Bruno ricade in un’area interna morfologicamente critica per le tante comunità che vi risiedono;

- la popolazione delle aree interessate, specialmente nel periodo invernale, incontra rilevanti difficoltà nel raggiungere altre strutture sanitarie;

- attualmente, non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza e l’Ospedale è classificato come Ospedale di zona disagiata;

- nel novembre 2023 le associazioni, i cittadini e numerosi sindaci si sono ritrovati davanti la cittadella regionale per chiedere al Presidente della Regione e Commissario della sanità di invertire le scelte compiute e il destino dell’Ospedale di Serra San Bruno;

Considerato che: - il Comitato spontaneo costituitosi a difesa del nosocomio ha, più volte, dichiarato di temere che l’allocazione della Casa di Comunità nei locali ospedalieri possa rappresentare il preludio per la chiusura dell’Ospedale;

- il piano di ridimensionamento e riorganizzazione ha previsto una riduzione di posti letto assegnati ai territori del vibonese rispetto ad altre province con simile densità di popolazione;

- il DCA n. 198 del 12 luglio 2023 ha previsto che il nuovo Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia sostituisca totalmente l’attuale offerta pubblica nei settori di acuzie e post-acuzie;

- qualora l’Ospedale di Serra San Bruno venisse privato del Pronto soccorso, la distanza dagli altri Presidi Ospedalieri risulta essere superiori a 35 minuti e, per alcuni comuni, anche più di un’ora;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

per sapere:

- quali azioni intenda intraprendere per garantire i livelli essenziali di assistenza nella provincia di Vibo Valentia;

- come intende agire per garantire l’assistenza sanitaria adeguata alla numerosa popolazione dei comuni montani intorno a Serra San Bruno, vista la difficoltosa mobilità che caratterizza i territori interessati per il raggiungimento degli altri Presidi Ospedalieri.

(200; 18/01/2024)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

 - nel lontano 2012 è stato chiuso il passaggio a livello nel comune di Badolato in corrispondenza di via Aquilia;

- erano state previste opere sostitutive di attraversamento per i pedoni e per i ciclisti;

- che tali opere, che prevedevano un sistema di rampe, erano state progettate soprattutto per favorire l’accesso alla zona mare alle persone con mobilità ridotta;

- il comune di Badolato si era fatto parte attiva nel realizzare l’opera utilizzando fondi propri;

- ad oggi esiste un solo sottopasso carrabile che non soddisfa le esigenze dell’intera comunità badolatese in particolar modo nel periodo estivo;

- il nuovo sottopasso è necessario per ricucire il tessuto urbano diviso dai binari ferroviari agevolando anche lo sviluppo turistico;

- l’opera è necessaria per evitare la pericolosa abitudine di attraversamento dei binari in tratti non autorizzati e messi in sicurezza;

- i tecnici delle Ferrovie dello Stato hanno effettuato più sopraluoghi con i tecnici regionali per verificare la fattibilità dell’opera;

considerato che: - il comune di Badolato ad oggi vive una situazione di dissesto finanziario;

- il comune ha richiesto più volte alla Regione Calabria i fondi necessari alla realizzazione dell’opera;

- il comitato spontaneo “insieme si può fare” ha inviato al Presidente della Giunta Regionale in data 11/11/2023 una petizione popolare sottoscritta da oltre 500 cittadini con cui chiedono un tavolo di confronto tra Sindaco, regione Calabria e Ferrovie dello Stato;

tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale

per sapere:

se e quali iniziative si intendono prendere per una tempestiva soluzione alla problematica su esposta.

(201; 19/01/2024)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- ad ottobre 2023 è stato presentato il “Dossier sul precariato in Calabria. Analisi e ricostruzione storica”, elaborato dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e alla Formazione Professionale e dal Dipartimento Lavoro e Welfare della Regione Calabria in collaborazione con Anpal Servizi S.P.A. Il Dossier presenta un lavoro di ricognizione sui vari bacini di precariato regionale, con i dati aggiornati al 20 ottobre 2023, svolto allo scopo di per poter affrontare un percorso risolutivo partendo da una chiara analisi dei dati storicamente ricostruiti;

- in occasione della presentazione del Dossier l'assessore alle Politiche del Lavoro e alla Formazione Professionale ha ribadito “la ferma volontà del governo regionale di svuotare tutti i bacini di precariato in essere”. Considerato che: - nel bacino di precariato che necessita interventi mirati e definitivi per invertire la rotta sul lavoro in Calabria, come indicato nel sopracitato Dossier, ci sono anche i precari Ex Programma Stages/Ex Programma Modernizzazione P.A. (ex Borsisti);

- il “Programma Stages” è partito nel 2008 e aveva tra gli obiettivi il rinnovo della pubblica amministrazione regionale. Centinaia di laureati calabresi da 110 e lode, scelti mediante selezione pubblica basata su titoli meritocratici e criteri oggettivi, hanno svolto tirocini retribuiti negli Enti locali calabresi con tipologie di lavoro di collaborazione o a tempo determinato. Successivamente sono stati contrattualizzati nell’ente in house Azienda Calabria Lavoro con il compito di collaborare e di assistere le attività istituzionali dei Dipartimenti Regionali. Con il “Programma Modernizzazione della P.A. (ex Borsisti)” sono stati individuati, nel 2010, 60 giovani laureati per la frequenza di due Master territoriali, attivati ad hoc, in Management Pubblico e in Management per le Aziende Sanitarie della Regione Calabria. Anche loro sono stati contrattualizzati con Azienda Calabria Lavoro nell’attuazione del programma di modernizzazione e riqualificazione della P.A. Entrambi i bacini sono poi confluiti, nel 2019, in un unico progetto, sempre con Azienda Calabria Lavoro nell’ambito del “Piano Straordinario di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro”. Attualmente il bacino di lavoratori composto da “ex stagisti” ed “ex borsisti”, impiegato nel citato Piano regionale, è costituito da 56 unità operanti nei Centri per l’impiego calabresi, nel Dipartimento competente in materia di Lavoro e in altri Dipartimenti regionali in procedure e Avvisi connessi ai servizi e politiche attive del lavoro.

Tenuto conto che: - la L.R. 28 giugno 2023, n. 25, “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente” prevede, all’art. 14 (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro), la trasformazione di Azienda Calabria Lavoro in “Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro ARPAL Calabria”. Tutti i lavoratori contrattualizzati dall’ente strumentale Azienda Calabria Lavoro dovrebbero transitare nella nuova ARPAL, ovvero un Ente della Pubblica Amministrazione che riconosce quindi ai lavoratori tutti i diritti e le tutele anche di natura previdenziale e assistenziale, oltre che contrattuale, applicando il Testo Unico del Pubblico Impiego. Chi è ancora precario sarà inserito in un percorso di stabilizzazione, seguendo le dovute procedure normative ed amministrative, con l’obiettivo di non creare più, per il futuro, ambigue forme di precariato nella pubblica amministrazione regionale.

Preso atto che: - il Programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) è un’azione di riforma prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia (Missione 5, Componente 1) per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro. Il 24 agosto 2023 è stato adottato il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che assegna alle Regioni e Province autonome le risorse e gli obiettivi annuali per il 2023, al fine di garantire il raggiungimento del target finale di almeno 3 milioni di beneficiari di GOL avviati ai percorsi entro il 2025. Al 30 novembre 2023 sono 1.870.964 le persone che sono entrate nel sistema delle politiche attive del lavoro secondo le nuove regole del Programma GOL, dato che corrisponde al 62,4% del sopra citato target assegnato dal PNRR per la fine del Programma, tenendo conto che nel 2025 occorrerà dimostrare le attività svolte dai beneficiari dopo la presa in carico. La Calabria, purtroppo, è tra le cinque regioni italiane che alla data del 30 novembre 2023 risultano in ritardo rispetto al target nazionale. Quindici regioni e una provincia autonoma hanno superato, alla stessa data, l’obiettivo fissato per fine anno; Abruzzo, Marche, Sicilia e Veneto già ad agosto 2023. L’attuazione del Programma Gol è connessa al Piano straordinario di rafforzamento dei centri per l’impiego (Cpi) e al Piano strategico nazionale sulle nuove competenze (Pnc), anch’essi inseriti nel PNRR;

- l’Azienda Calabria Lavoro è stata individuata quale soggetto attuatore delle specifiche azioni previste al fine di assicurare la realizzazione del Piano Regionale Straordinario di Potenziamento dei Centri per l'Impiego e delle Politiche attive del lavoro e del Piano Attuativo Regionale (PAR) Calabria del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità (GOL) relativamente ai sistemi informativi nell'ambito dei servizi per il lavoro e delle politiche attive della Regione Calabria, nonché ha avuta assegnata la realizzazione della linea di intervento “Osservatorio”;

- le problematiche relative al precariato riguardano tante famiglie nella nostra regione, causando non poche difficoltà a numerose categorie di lavoratori costretti a convivere con evidenti disagi economici e sociali, non ravvisando possibilità alcuna di programmare la propria vita. In particolare, i 56 super laureati calabresi “ex stagisti” ed “ex borsisti” necessiterebbero di una immediata e determinata programmazione, perché si possa finalmente farli uscire da una condizione di precariato che si trascina ormai da troppi anni e consentire loro di dare quel valido supporto di cui la Calabria ha tanto bisogno nelle politiche attive del lavoro. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

quali provvedimenti si intendono adottare per risolvere l'emergenza del lavoro precario e quali iniziative di competenza si intendono assumere al fine di accelerare la stabilizzazione dei precari Ex Programma Stages/Ex Programma Modernizzazione P.A. (ex Borsisti) e consentire, così, alla nuova Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro - Arpal lo svolgimento degli importanti compiti assegnati in merito alle politiche attive del lavoro e in particolare per il completamento del Programma Gol.

(203; 22/01/2024)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con legge regionale n. 10/2022 è stata istituita l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria (‘ArriCal’), per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani, a cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria;

- con Decreto del Presidente della Regione Calabria n. 86 del 18 ottobre 2023 è stato rinnovato l’incarico di Commissario Straordinario dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria “… per ulteriori sei mesi (19 aprile 2024), ovvero fino alla costituzione degli Organi dell’Autorità di cui all’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), qualora nel frattempo intervenuta.”;

considerato che: - sono trascorsi ormai 2 anni dall’entrata in vigore della legge;

- ArriCal subentra come nuovo gestore unico dell’acqua, anche, nel comune di Lamezia Terme;

visto: - l'insistente deterioramento dell'acquedotto Sambuco di Lamezia Terme, attribuito alla vetustà delle condutture, con ripetute e consistenti perdite idriche;

- constatati gli enormi disagi subiti dai cittadini, ostacolati nelle normali attività quotidiane con pregiudizi anche igienico-sanitari;

tenuto conto che: - l’accesso all’acqua deve essere riconosciuto come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo, trattandosi di un bene comune trattandosi di una risorsa naturale per tutti, fonte di vita insostituibile;

- tali problematiche costituiscono, pertanto, una lesione del diritto alla qualità della vita e della libera estrinsecazione della personalità, garantiti dall'art. 2 della Costituzione, nonché del diritto alla salute pubblica;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- quali sono le misure che intende adottare per risolvere definitivamente i continui guasti comportanti notevoli perdite idriche relativamente alle condutture dell'acquedotto Sambuco di Lamezia Terme, al fine di garantire un efficiente servizio ai cittadini e mantenere i livelli di qualità dei servizi di acquedotto per uso idropotabile con continuità e in maniera omogenea su tutto il territorio regionale?

(204; 30/01/2024).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- nei giorni scorsi un vigliacco raid vandalico ha devastato un immobile confiscato alla ‘ndrangheta nel comune di Isola Capo Rizzuto e assegnato in gestione all’Associazione “Valentia”;

- l’immobile è destinato a ospitare un centro di diffusione della cultura della legalità e di lotta alla criminalità organizzata, intitolato a Piersanti Mattarella;

- la Regione Calabria, nel corso degli ultimi anni, ha prestato particolare attenzione al tema dei beni confiscati, dotandosi di una normativa all’avanguardia;

considerato che: - occorre dare una risposta tempestiva nel contrastare fattivamente tali episodi onde rafforzare, sia nei confronti del volontariato, che quotidianamente si impegna, sia dell’opinione pubblica, la determinazione a continuare ad opporsi alla ‘ndrangheta in tutti i contesti;

impegna la Giunta regionale

ad attivarsi per reperire le risorse finanziarie occorrenti alla ristrutturazione dell’immobile oggetto di devastazione e al riavvio dell’importante progetto a cui è stato destinato.

(73; 02/01/2024) Alecci

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- il settore turistico balneare ha assunto da sempre aspetti fondamentali per l’intera economia della Regione Calabria ed è in costante evoluzione caratterizzato da un sistema complesso e dalla forte eterogeneità, composto per lo più da piccole imprese quasi sempre a conduzione familiare;

- il settore ha una notevole ricaduta sia in termini di indotto che di salvaguardia e tutela dell’ambiente costiero, oltre a garantire l’ottimale fruizione del “bene mare” nella stagione estiva;

- in tema di concessioni demaniali marittime, fluviali e lacuali ad uso turistico-ricreativo si è registrato di recente:

1) l’intervento della Corte di Giustizia con la sentenza n. 348/2022 del 20.4.2022 la quale ha ritenuto sussistente l’obbligo per gli Stati membri di adottare una procedura ad evidenza pubblica solo in caso di accertata scarsità della risorsa naturale (paragrafo n.71 Sent. cit.), che pertanto non può presumersi come invece aveva affermato l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le sentenze gemelle n. 17 e 18 del novembre 2021;

2) la sentenza dell’Adunanza Plenaria è stata cassata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione con sentenza del 23.11.2023, n. 32559;

3) il Tavolo tecnico istituito ai sensi dell’articolo 10 quater del DL 198/2022 per delineare i criteri per la scarsità della risorsa naturale ha parzialmente concluso l’iter, dovendosi ancora acquisire i dati relativi ai titoli concessori assegnati su laghi e fiumi;

rilevato che - la direttiva n. 2006/123/CE, c.d. Direttiva Bolkestein, ha colpito in maniera incontrovertibile le attività economiche insistenti sul demanio marittimo, lacuale e fluviale operanti all’interno del territorio regionale;

- la sentenza della Corte di Giustizia 14 luglio 2016 resa nelle cause riunite C-458/14 (Promoimpresa) e C-67/15 (Melis + altri) al paragrafo n. 41 ha ritenuto che le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, “possono quindi essere qualificate come «autorizzazioni», ai sensi delle disposizioni della direttiva 2006/123, in quanto costituiscono atti formali, qualunque sia la loro qualificazione nel diritto nazionale, che i prestatori devono ottenere dalle autorità nazionali al fine di poter esercitare la loro attività economica” e ferma, in ogni caso, la rilevante riserva contenuta ai successivi paragrafi n. 44 e 45 secondo cui spetta al giudice nazionale stabilire se tali atti possano costituire concessioni di servizi in quanto “(ne) risulta che le disposizioni relative ai regimi di autorizzazione della direttiva 2006/123 non sono applicabili a concessioni di servizi pubblici..”, dovendosi preferire la ricostruzione che propende per il loro inquadramento quali concessioni di beni “È quindi con questa riserva che la Corte risponde alle questioni sollevate (cfr. paragrafo n.62)”;

- in ogni caso, il regime ordinario delle “autorizzazioni” è riportato all’articolo 11 della Direttiva, rubricato “Durata e validità della autorizzazione” e prevede al paragrafo 1 che: “L’autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata, ad eccezione dei casi seguenti:

a) l’autorizzazione prevede il rinnovo automatico o è esclusivamente soggetta al costante rispetto dei requisiti;

b) il numero di autorizzazioni disponibili è limitato da un motivo imperativo di interesse generale;

o c) una durata limitata è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale”, sicché deve ritenersi che il rinnovo automatico è compatibile con la Direttiva laddove l’autorizzazione abbia una durata limitata nel tempo;

- quale eccezione al regime ordinario di durata delle autorizzazioni precedentemente riportato, l’ articolo 12 della Direttiva rubricato “Selezione tra diversi candidati” prevede che “Qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di imparzialità e di trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento”;

- il paragrafo n. 2 dell’articolo 12 contempla il divieto del rinnovo automatico solo ove ricorrano i presupposti del citato paragrafo 1, ovvero allorquando “il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali.” - del tutto coerentemente la Corte di Giustizia nella causa C-348/22 ha ribadito il divieto di proroghe automatiche e generalizzate (precedente sentenza Promoimpresa) senza il previo accertamento della scarsità della risorsa naturale come agevolmente può evincersi dalla lettura del paragrafo n. 71 della citata sentenza del 20 aprile 2023;

- la CGUE ha ritenuto inapplicabili le norme della Direttiva ai rapporti concessori sorti prima della scadenza del termine del suo recepimento, ossia il 28 dicembre 2009 (cfr. paragrafo n.73). - contestualmente, la CGUE, rimeditando le conclusioni contenute nella sentenza Promoimpresa ha demandato allo Stato membro ovvero allo Stato-Amministrazione e non al giudice nazionale l’individuazione dei criteri per la determinazione della scarsità della risorsa naturale, nello specifico affermando che: “Infatti, alla luce del suo tenore letterale, l'articolo 12, paragrafo 1, della direttiva2006/123 conferisce agli Stati membri un certo margine di discrezionalità nella scelta dei criteri applicabili alla valutazione della scarsità delle risorse naturali. Tale margine di discrezionalità può condurli a preferire una valutazione generale e astratta, valida per tutto il territorio nazionale, ma anche, al contrario, a privilegiare un approccio caso per caso, che ponga l'accento sulla situazione esistente nel territorio costiero di un comune o dell'autorità amministrativa competente, o addirittura a combinare tali due approcci” (cfr. paragrafo n. 41) - la CGUE ha ulteriormente statuito che: “In ogni caso, è necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su criteri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”;

- il legislatore italiano con la legge 5 agosto 2022 n. 118 (e già prima con la legge 30 dicembre 2018 n. 145) aveva affermato la necessità di eseguire una mappatura dei titoli concessori. E tale accertamento, quale presupposto applicativo dell’articolo 12 della Direttiva, è stato integrato con l’articolo 10 quater del DL n.198/2022 recante la previsione per cui: “È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali (.) Il tavolo tecnico di cui al comma 1, acquisiti i dati relativi a tutti i rapporti concessori in essere delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali, elaborati ai sensi all'articolo 2 della legge 5 agosto 2022, n. 118, definisce i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello disaggregato a livello regionale, e della rilevanza economica transfrontaliera”;

- con la medesima legge n. 118/2022 è stata recepita la giurisprudenza del Consiglio di Stato resa in Adunanza Plenaria (sentenza n. 18 del 2021) successivamente cassata dalle Sezioni Unite delle Suprema Corte con sentenza del 23.11.2023, n. 32559 ed in base alla quale la scadenza dei titoli concessori veniva fissata al 31 dicembre 2023, ostacolando il legislatore ad intervenire normativamente sulla scadenza dei titoli nelle forme già mutuate;

- per quel che specificamente qui interessa, l’articolo 4 (rubricato “Delega al Governo in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive”) della legge n. 118/2022, dispone che: “Al fine di assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, lacuale e fluviale, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore dei servizi e delle attività economiche connessi all'utilizzo delle concessioni per finalità turistico-ricreative e sportive, nel rispetto delle politiche di protezione dell'ambiente e del patrimonio culturale, il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive, ivi incluse quelle affidate ad associazioni e società senza fini di lucro, con esclusione delle concessioni relative ad aree, strutture e infrastrutture dedicate alla cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi, anche in deroga al codice della navigazione: a) …;

b) …;

c) …

e) definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di affidamento delle concessioni sulla base dei seguenti criteri:

1) …;

…;

7) previsione della durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinare in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici;

f) …;

g) …;

h) …;

i) definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante;

…”.

- Nella delega di cui alla legge n. 118/2022, pertanto, il legislatore ha previsto - tra i criteri direttivi cui il Governo dovrà attenersi nell’adozione dei decreti delegati attuativi - l’introduzione di un “indennizzo” da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, commisurato alla perdita dell’avviamento dell’attività commerciale/turistica ed al valore residuo dei beni immobili e mobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa durante il periodo concessorio e in ultimo del valore di azienda da quantificare in sede di assegnazione.

 - Tale previsione, del resto, si pone in linea con quanto affermato con le sopra citate pronunce dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, come detto, aveva già rilevato la necessità di tutelare la posizione dei concessionari uscenti mediante un meccanismo indennitario.

- Ancorché il Governo non ha ancora adottato il decreto o i decreti attuativi della delega prevista dalla L. 118/2022, è evidente che né le Amministrazioni pubbliche né il Giudice Amministrativo possono prescindere dai criteri fissati dal Parlamento proprio al fine di dare attuazione ai principi eurounitari delineati in materia a partire dalla direttiva n. 2006/123/UE. - il parere motivato elaborato dalla Commissione europea nell’ambito della procedura di infrazione n. (2020) 4118 indirizzato alla Repubblica italiana il 16.11.2023 merita di essere rimeditato e giustamente contrastato alla luce della corretta interpretazione della Direttiva offerta dalla CGUE con la pronuncia Comune di Ginosa, C-348/2022, e della suddetta statuizione delle SSUU, la quale, sebbene abbia inciso il profilo dell’ammissibilità dell’intervento dei terzi in giudizio - con assorbimento degli altri motivi-, nondimeno ha integralmente cassato le statuizioni dell’Adunanza Plenaria rimuovendola dall’ordinamento giuridico;

- le Sezioni Unite nel rimettere la questione nuovamente al Consiglio di Stato per la decisione, hanno formulato espresso invito a prendere atto “…delle sopravvenienze legislative, avendo il Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti” con ciò decretandone, definitivamente, la piena legittimità contrariamente a quanto ritenuto dell’Adunanza Plenaria P. - è doveroso, nelle more della scadenza legale dei titoli, attendere se non altro che il legislatore nazionale, cui unicamente compete in base all’art 117 comma 2, lett e) Cost. la tutela della concorrenza (fra le tante Corte Cost. n.202/2020), fissi i criteri uniformi per la determinazione della scarsità della risorsa naturale e ridisegni il quadro normativo della materia non essendo consentito alle Amministrazioni concedenti, a diritto positivo vigente, procedere in maniera disorganica diversamente da quanto statuito a livello centrale. Ritenuto che - le concessioni assegnate nel territorio della Regione Calabria, che con atto dell'ente concedente sono individuati come affidati o rinnovati mediante procedura selettiva con adeguate garanzie di imparzialità e di trasparenza e, in particolare, con adeguata pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento, debbano continuare ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo titolo e comunque fino al 31 dicembre 2024 se il termine previsto è anteriore a tale data (art. 3, comma 2, legge n.118/2022);

- sull’adeguatezza della pubblicità, in tema di procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni demaniali, specie quando non vi siano state istanze concorrenti, è costante l’indirizzo giurisprudenziale che esclude il riferimento al codice dei contratti pubblici ma ritiene soddisfatto il requisito di legge mediante ricorso alla procedura selettiva già prevista nella legislazione speciale del codice della navigazione (art. 37) e del relativo regolamento di esecuzione (art. 18) che prevede la pubblicazione delle istanze all’albo pretorio come può evincersi, ex multis, dalla lettura della recentissima lettura della sentenza del Consiglio di Stato, 30 novembre 2023 n. 10378/2023 (la quale richiama sia l’AP che la sentenza della CGUE C-348/22), nel solco di Consiglio di Stato, sezione V, 9 dicembre 2020, n. 7837;

T.A.R. Sicilia Catania, sezione III, sent. n. 82 del 14 gennaio 2021;

Consiglio di Stato, sezione V, 16 febbraio 2017, n. 688;

Consiglio di Stato, VI Sezione, 26 giugno 2009, n. 5765;

etc.;

- ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione secondo la procedura del codice della navigazione (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), i titoli concessori, nelle more del riordino della materia che tenga conto dell’art.11 della Direttiva, continuano ad avere efficacia sino il 31 dicembre 2024 (articolo 3, comma 1, legge n. 118/2022) in base al d.l n. 198/2023, dovendosi concordare con le SSUU della Suprema Corte n. 32559/23 che ricomprendono l’intervento normativo del Governo e del Parlamento, nell’ambito dei “poteri spettatigli”;

- nondimeno, in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2024, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa, l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2025. Fino a tale data l'occupazione dell'area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima anche in relazione all'articolo 1161 del codice della navigazione (articolo 3, comma 3, legge n.118/2022);

considerato che - sussiste la necessità di impartire direttive uniformi a sostegno dei comuni delegati fino alla promulgazione della legge nazionale di riordino delle concessioni demaniali a cui seguirà la necessaria revisione del Piano di Indirizzo Regionale;

tutto ciò premesso e considerato - nel rispetto degli articoli 43 e 46 dello Statuto Regionale e della legge regionale n. 17/2005;

impegna la Giunta regionale

per quanto di competenza - a procedere, di concerto con la Presidenza del Consiglio regionale, alla costituzione di un tavolo tecnico permanente, composto da personale esperto in materia di demanio marittimo e dalle associazioni di categoria, di cui alla legge regionale n. 17/2005;

- a considerare i titoli concessori, ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione, secondo la procedura del codice della navigazione, (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), nelle more del riordino della materia che tenga conto dell’art.11 della Direttiva, efficaci sino il 31 dicembre 2024;

- ad indicare agli enti delegati una pianificazione turistica delle aree demaniali marittime quale programmazione inclusiva e non discriminatoria in linea con le forme di “conservazione” delle aree già concesse nel rispetto dei precetti di cui alla legge n. 118\2022, sospendendo sino all’approvazione della riforma delle concessioni, l’efficacia della pianificazione territoriale e regionale non conforme alla normativa sopravvenuta e commissariando la predisposizione dei piani locali non approvati entro il 31.12.2023, attraverso gli Uffici regionali dotati di pieni poteri. - ad assegnare le aree demaniali libere attraverso procedure ad evidenza pubblica, depurate dalle indicazioni della Legge 118\2022, seguendo le indicazioni di cui al Codice della Navigazione in stretta osservanza alle indicazioni formulate dalla pianificazione turistica delle aree demaniali marittime costiere eventualmente predisposta dalla Regione su commissariamento;

- ad individuare, nelle more dell’attuazione dei decreti di cui legge n. 118/2022, in caso di affidamenti in aree già concesse, la definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di assegnazioni delle concessioni”, che tenga in considerazione la legge n. 118/2022, come nella scelta del concessionario:

a) “l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione, secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza”;

b) la “posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”;

c) la “previsione di clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell'attività del concessionario uscente”;

d) la “previsione della durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinare in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici”;

e) la “definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente e il valore di azienda, posto a carico del concessionario subentrante”.

(74; 10/01/2024) Mancuso

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- il 15 marzo 2023 si è svolta la Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, ovvero la Giornata del fiocchetto lilla, che focalizza l'attenzione (e vuole sensibilizzare) sulle disfunzioni dell'alimentazione oggi associate, anche, alla recente pandemia;

- in Italia, tale giornata è stata deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per favorire e promuovere l'attenzione degli italiani su patologie alimentari che «usano» il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla malattia;

- in realtà, sempre in Italia, la Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall'Associazione «Mi Nutro di Vita» per volontà di un padre, ....... ......, in onore e ricordo della figlia ........., affetta da Bulimia Nervosa, morta a soli 17 anni il 15 marzo 2011 mentre era in «lista di attesa» per essere curata in un centro fuori dalla sua regione di appartenenza;

- i disturbi del comportamento alimentare o/e dell’alimentazione e della nutrizione sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, che è ovviamente la spia di dinamiche psicologiche estremamente complesse;

- se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte;

- attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l'anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia;

- secondo i dati dalla survey nazionale del Ministero della Salute 2019-2023, che incrocia fonti diverse, Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), accessi ai centri specializzati e alla specialistica ambulatoriale, al pronto soccorso e le esenzioni, sono oltre 3 milioni le persone in Italia in cura per anoressia, bulimia e binge eating;

- in particolare, nel 2019 i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati sono stati 680.569, balzati a 879.560 nel 2020, a 1.230.468 nel 2021 e a 1.450.567 nel 2022;

- anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte) sono purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2023 rileva complessivamente quasi 4mila decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni;

- si tratta di dati sottostimati e incompleti visto che molte persone oggi non arrivano alla presa in carico e alle cure necessarie a causa di una grave carenza di strutture presenti sul territorio nazionale;

- si tratta di un'«epidemia nascosta» che si fronteggia con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale che retrocede, a fronte del galoppante aumento dei casi. Dopo la pandemia 38 strutture specializzate non sono state mai riaperte. Nel 2019 erano 164, nella rilevazione dell'Istituto Superiore di Sanità del 2022 sono 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui molte erogano un servizio «parziale». Di queste, 63 centri sono al Nord (20 in Emilia-Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole. Tra le 126 strutture 112 sono pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato e comunque solo il 48 per cento del totale dei centri ha dichiarato di prendere in carico i minori fino a 14 anni;

mentre la fascia pediatrica della popolazione, in costante aumento di casi vede solo pochissimi reparti dedicati in tutta Italia. Questa mancanza di presa in carico immediata genera casi gravi già dalla preadolescenza;

- secondo il numero verde nazionale «SOS Disturbi Alimentari» nei suoi 12 anni di attività le richieste di aiuto sono aumentate prima progressivamente e poi nell'ultimo anno vertiginosamente. Sono oltre 3 milioni i pazienti in cura (3.678.362 per l'esattezza, di cui 1,4 milioni di nuovi casi solo nel 2022). La metà soffre di anoressia, il 20,2 per cento di obesità, il 19,9 per cento di bulimia nervosa e l'1,9 per cento di Arfid, il disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo, l'ultimo inserito nelle tabelle sanitarie, dieci anni fa;

- sempre al numero verde, è stato accertato che sono in maggioranza le donne (87 per cento) a utilizzarlo. Il 51 per cento delle persone che si rivolge al servizio di counseling gratuito e anonimo della Presidenza del Consiglio, in precedenza, non aveva mai chiesto aiuto. Per molti è il primo difficile passo, l'unico sollievo dalla solitudine della propria condizione di sofferenza. Il 47 per cento delle chiamate arriva da parte dei genitori, il 44 per cento dagli interessati. Nel 9 per cento dei casi sono amici e partner a cercare conforto e a richiedere il primo accesso virtuale all'offerta di cura;

- la scarsa presenza di centri specializzati e la loro non omogenea collocazione sul territorio nazionale non permette una reale, adeguata e tempestiva presa in carico di questi giovani e delle loro famiglie;

- la mancanza di strutture adeguate fa sì che molto spesso le famiglie vengano lasciate sole ad affrontare le prime fasi di questo dramma, innescando di fatto un peregrinare in cerca di luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, quando la situazione il più delle volte è ormai compromessa si arriva ad una presa in carico della persona e del suo nucleo familiare;

- attualmente i posti letti a disposizione per gli eventuali ricoveri sono nel complesso in Italia, tenendo conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, solo circa 900 e di questi l'85 per cento è collocato al Nord Italia e, di certo, non può rispondere ai bisogni di cura di circa tre milioni e mezzo di italiani affetti da anoressia, bulimia e dipendenze da cibo;

- si tratta di un numero infinitesimale rispetto ai reali bisogni effettivi e, molte volte, vista la giovane età delle persone coinvolte e in relazione alla gravità del quadro clinico si ricorre al ricovero presso i reparti di pediatria e medicina generale e purtroppo ormai sempre più spesso ai reparti di psichiatria;

- la metà delle regioni non ha una rete completa di assistenza, che dovrebbe prevedere quattro livelli: ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, che assorbono il 60 per cento della richiesta, servizi semiresidenziali (centri diurni dove le persone possono fare i propri pasti), servizi residenziali extraospedalieri h24 che dovrebbero garantire una presa in carico della persona dai 3 ai 5 mesi, e infine i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale;

- nel 2018 il Ministero della Salute, su forte sollecitazione delle associazioni dei familiari e degli operatori sanitari, che necessitano di strumenti pratici in una tematica in cui ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull'intero territorio nazionale, ha elaborato un documento inerente l'istituzione di un vero e proprio «codice lilla» al momento dell'accettazione al pronto soccorso di persone con disturbi della nutrizione dell'alimentazione. Il documento offre indicazioni operative in un'ottica multidisciplinare anche tenuto conto del fatto che l'accesso al pronto soccorso può rappresentare un'occasione per intercettare una persona che soffre di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e avviarlo così verso un percorso terapeutico;

ad oggi ancora non c'è traccia di applicazione del «Codice Lilla» così come era stato pensato e voluto;

- la sperequazione tra l'offerta assistenziale e la domanda di cura è stata la grande artefice dell'importante numero di morti che in questi anni si sono verificati a causa dei disturbi alimentari. In media in Italia per disturbi alimentari muoiono circa 3000 ragazzi, nel 2020 a causa nella pandemia da COVID-19 i morti sono stati circa 5000. L'incremento drammatico è dovuto di certo all'aumento della prevalenza della malattia causa Covid, ma anche a causa del fatto che l'esile tessuto assistenziale presente sul territorio non ha retto l'emergenza sanitaria;

- un primo passo per tentare di invertire la tendenza caratterizzata da pochi strumenti e molta solitudine vissuta dalle famiglie, dai pazienti e dagli operatori del settore ed iniziare ad immaginare una cura diffusa sul territorio, inclusiva e innovativa con l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità di tale patologia è stata l'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021 n. 234) che inserisce le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) al di fuori del capitolo della «salute mentale» con un budget autonomo ampliando la possibilità di erogare prestazioni e servizi;

- nelle more dell’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza la Legge di bilancio 30 dicembre 2021, n. 234 ha previsto l’istituzione, presso il Ministero della Salute, di un Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione con dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 che ha consentito il finanziamento di Piani di intervento regionali e provinciali volti al miglioramento dell’assistenza alle persone con disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, sia in termini di efficacia clinica che di adeguamento organizzativo, garantendo quanto già raccomandato in letteratura dalle Linee Guida, dalle raccomandazioni espresse dalla Comunità scientifica a livello nazionale ed internazionale e dai documenti di indirizzo del Ministero della Salute;

- inoltre, grazie alla medesima legge di bilancio i disturbi alimentari verranno riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche: questo consentirà finalmente di erogare prestazioni e servizi gratuiti (o dietro pagamento di un ticket) attraverso il Ssn;

dopo l'inserimento nei Lea sarebbe altresì opportuno includere il «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge Eating Disorder) nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione. Considerato che: - l’ultima legge di bilancio, approvata nel dicembre 2023, ha azzerato le disponibilità finanziarie del suddetto Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, mettendo in discussione l’intera struttura di assistenza e prevenzione costituitasi grazie alle risorse messe a disposizione del Fondo stesso;

- non sono ancora stati emanati i decreti attuativi per inserire ufficialmente i disturbi alimentare dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).

Impegna la Giunta regionale

ad esprimersi formalmente nei confronti del Governo affinché si provveda nel più breve tempo possibile al rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e all’emanazione dei decreti attuativi necessari per l’inserimento dei disturbi alimentari nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).

(75; 16/01/2024) Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- con la legge regionale n. 40/2009 e ss.mm.ii. e con il Regolamento regionale di attuazione n. 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia dell’attività estrattiva del territorio;

- tra le finalità che la legge regionale intende perseguire, in particolare, emerge quella di razionalizzare lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel rispetto del preminente interesse pubblico;

- l’attività mineraria è subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e l’impiego delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della compatibilità con la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela degli altri beni e risorse presenti nel territorio;

- per dare attuazione alle finalità previste dalla citata legge regionale, risulta indispensabile la redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E., art. 6, L.r. 40/09 e ss.mm.ii.);

- il P.R.A.E. costituisce l’atto di pianificazione e programmazione dell’attività estrattiva in tutte le sue fasi di ricerca, esplorazione, coltivazione, arricchimento e prima trasformazione delle sostanze minerali per come individuate dalla legge regionale in materia (art. 2, commi 2 e 3);

- in base alla L.R. n. 40/2009 e ss.mm.ii., recante “Disposizioni in materia di attività estrattiva nel territorio regionale”, è utile evidenziare come tale piano “assume efficacia giuridica di piano di settore e valore sovraordinato sulla pianificazione urbanistica locale”, attraverso il quale la Regione deve perseguire le finalità di tutela, valorizzazione, utilizzo dei materiali estrattivi in una prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile;

- nella elaborazione dei contenuti del PRAE la valutazione strategica assume importanza primaria nella pianificazione territoriale regionale, dovendo individuare i presupposti della sostenibilità delle scelte progettuali, orientando la formulazione della disciplina del Piano in modo da ridurre o mitigare gli impatti prodotti dalle trasformazioni previste attraverso l'attività estrattiva;

- uno dei principali contenuti progettuali del PRAE consiste nell’individuazione di determinati ambiti omogenei entro cui rapportare le diverse azioni tecniche, programmatorie e pianificatorie a livello regionale;

- nell'ambito della procedura di VAS del PRAE occorre, quindi, individuare le condizioni di sensibilità, vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle risorse interessate dal Piano, non solo quelli di tipo ambientale ma anche quelli di tipo paesaggistico;

- tali condizioni devono orientare l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione estrattiva, oltre che la definizione delle regole e delle condizioni alla trasformazione;

- in funzione delle importanti e strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa improcrastinabile definire l’esatta stima di materie minerali prime al fine di garantirne l’esatto approvvigionamento;

tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

- a adottare ogni procedura utile alla elaborazione ed approvazione del previsto Piano Regionale delle Attività Estrattive, P.R.A.E., in attuazione a quanto previsto dall’art. 6 della legge regionale n. 40 del 2009 e ss.mm.ii.

(76; 18/01/2024) Molinaro, Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso

 

Risposta scritta ad interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) comprendono un gruppo di disordini del neurosviluppo e coinvolgono tra il 10 e il 20 per cento della popolazione infantile e adolescenziale. La eziologia è multifattoriale e i sintomi si manifestano generalmente entro i primi tre anni di vita mediante alterazioni della comunicazione e delle interazioni sociali, compromissione del comportamento e specifica sensibilità agli stimoli sensoriali. Più precisamente, quando si parla di disturbi dello spettro autistico, bisogna tenere presente che gli stessi variano sensibilmente per tipologia ed intensità e si diagnosticano attraverso la loro manifestazione comportamentale. Autorevoli studi scientifici evidenziano che la diagnosi e l’avvio precoce delle terapie personalizzate possono migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti;

- il DPCM del 12 gennaio 2017, recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”, all’articolo 60, ha inserito i trattamenti di diagnosi e cura dei disturbi dello spettro autistico tra i livelli essenziali di assistenza;

- nel 2011, il CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), col sostegno della Fondazione Cesare Serono e in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Genitori con Autismo (ANGSA), ha promosso in Italia un’indagine riservata ai genitori di bambini e ragazzi con autismo, o a coloro che se ne occupano prioritariamente, da cui sono emersi diversi aspetti percepiti come gravi, quali la mancanza di comunicazione con i propri figli, le difficoltà di gestione, elementi comportamentali come l’aggressività e l’autolesione, il carico economico da sostenere, la frequente perdita del lavoro di almeno un familiare (più frequentemente la madre), la perdita di disponibilità di tempo per sé e per la socializzazione e diverse criticità oggettive riconducili a mancanza di un sistema informativo e di monitoraggio dedicato ai disturbi neuropsichici dell’età evolutiva, che includa le informazioni relative ai percorsi di cura effettivamente erogati, alla loro appropriatezza e agli esiti ottenuti, insufficiente risposta ai bisogni di utenti e famiglie e insufficiente organizzazione qualitativa e quantitativa sei servizi. Considerato che: - allo stato, per come emerge dal DCA 197 del 12 luglio 2023, a fronte di un fabbisogno stimato, a livello regionale, di un totale di 88 posti letto per soddisfare le esigenze relative alla residenzialità e di 467 prestazioni pro/die relative alla semi residenzialità, vi è la disponibilità di 12 posti letto nell’ASP di Cosenza e 10 posti letto nell’ASP di Reggio Calabria con riferimento alla residenzialità, e di 10 prestazioni pro/die presso l’ASP di Cosenza e 10 prestazioni pro/die presso l’ASP di Catanzaro, con riferimento alla semi-residenzialità;

- il Piano sociale regionale di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n° 502 del 22 dicembre 2020, ha individuato tra le priorità regionali del triennio l’attivazione di servizi semiresidenziali, come i centri diurni e i centri socioeducativi, anche per adulti con disabilità complessa che necessitano di un livello assistenziale più alto che contrasti l’isolamento sociale. I centri socioeducativi devono essere parte integrante della rete dei servizi, e presenti nei distretti sociosanitari al fine di favorire una presa in carico globale della persona con disabilità e l’integrazione con i servizi sanitari, con le realtà formative e con i contesti occupazionali;

- con il DGR n. 571 del 23 dicembre 2021 sono state approvate le “Linee guida per l’avvio dei Centri Polivalenti per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico ed altre disabilità con bisogni complessi nella Regione Calabria” con la finalità di attivare territorialmente le risposte più appropriate per il progetto di vita di cui ai principi cardine dell’istituto ex art. 14 della Legge 328/2000 e dell’articolo 6 della Legge Regionale 23/2003 di un giovane e adulto che presenta una condizione di disabilità entro un quadro diagnostico di disturbo dello spettro autistico o altro bisogno la cui complessità richiede approcci altamente integrati prioritariamente a livello sociale, oltre che a livello socio-sanitario, politiche innovative e risposte personalizzate;

- ad oggi non risulta un’offerta attiva in termini di residenzialità e/o semi residenzialità per minori, in quanto tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile presenti nella regione vengono erogati attraverso prestazioni ambulatoriali. Tenuto conto che: - in Calabria, come riportato nel DCA 65/2020, non è attivo un sistema informativo dedicato mediante il quale poter valutare il fabbisogno di prestazioni per minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo;

- la diagnosi di autismo sembra essere dimenticata con il progredire dell’età adulta, mentre dovrebbe essere prioritaria la creazione di una continuità di aiuti e servizi per tutto l’arco dell’esistenza, dando la possibilità, in primis alle famiglie, di poter disporre di una rete assistenziale di servizi specifici accessibili già dai primi anni di vita del bambino;

- con legge regionale 24 febbraio 2023, n. 5 è stato istituito l’Osservatorio regionale per giovani e adulti con disturbi dello spettro autistico, con funzioni consultive e di monitoraggio delle politiche socioassistenziali, diagnosi e cura delle persone con disturbi dello spettro autistico, per rafforzare la sinergia tra le famiglie, le associazioni del settore e le istituzioni pubbliche. Ai sensi dell’articolo 2, tale Osservatorio avrebbe dovuto essere costituito con delibera della Giunta regionale entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. Preso atto che: - tale Osservatorio non è stato ancora costituito;

- le misure messe in campo finora sono state insufficienti e la rete assistenziale che dovrebbe soddisfare i bisogni sanitari e sociosanitari delle famiglie calabresi di bambini affetti da disturbi in età evolutiva, in modo da assicurare una rete di protezione sociale e sanitaria stabile e duratura nel tempo, risulta decisamente non adeguata;

- molte famiglie calabresi di bambini e ragazzi affetti dai disturbi dello spettro autistico sono costrette a rivolgersi a centri di diagnosi e cura che si trovano in altre regioni, fronteggiando costi insostenibili sotto il profilo sia economico, sia pratico. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale anche assumendo, ove dovuta, ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario:

per sapere:

1. se e quali sono i progetti attualmente finanziati dalla Regione Calabria per sostenere le persone affette da disturbi dello spettro autistico e le loro famiglie;

2. se, quali e quante sono le strutture pubbliche e private, convenzionate e non convenzionate, presenti sul territorio regionale e suddivisi per ciascuna Provincia e per la Città metropolitana di Reggio Calabria;

3. quale sia il cronoprogramma per raggiungere i livelli di fabbisogno individuati dal DCA 197 del 12 luglio 2023 e stimati in un totale di 88 posti letto per soddisfare le esigenze relative alla residenzialità e di 467 prestazioni pro/die relative alla semi residenzialità;

4. i motivi per i quali l’Osservatorio istituito dalla L.R. 5/2023 non è stato costituito e la tempistica per la sua costituzione.

(184; 13/11/2023)

(Risposta)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

•con la legge n. 234/2021 (Legge Finanziaria 2022), art.1 commi 293 e 294 è stato costituito un fondo destinato alla dirigenza medica e al personale del comparto sanità alle dipendenze delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale ed operante nei servizi di pronto soccorso;

•con la stessa norma è stato definito un importo pari a 27 milioni di euro per la dirigenza medica e di 63 milioni di euro per il personale del comparto sanità, una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere, in ragione dell’effettiva presenza in servizio, con decorrenza dal 1° gennaio 2022;

•con deliberazione n. 278 del 21 dicembre 2022 la Conferenza delle Regioni ha provveduto al relativo riparto delle risorse;

considerato che: •l’erogazione delle rispettive indennità è subordinata alla sottoscrizione di specifico accordo sindacale;

•nonostante le ripetute richieste da parte di tutte le organizzazioni sindacali a tutt’oggi non è stato neppure insediato un tavolo di contrattazione;

•gran parte delle regioni ha da tempo definito la contrattazione e provveduto alla erogazione di predette indennità;

•la mancata definizione della contrattazione produce, di fatto, un grave danno a tutti gli operatori del 118 e dei pronto soccorso della nostra regione;

•un simile ritardo non è più ammissibile, anche alla luce delle tante criticità e sofferenze che da anni vivono gli operatori del 118 e dei pronto soccorso;

•è inaccettabile detenere risorse a destinazione vincolata nelle casse della regione per mancanza di adempimenti, risorse tra l’altro destinate a servizi così importanti. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere:

per sapere:

1) quali iniziative intende assumere tese a definire in tempi brevi l’applicazione, anche nella regione Calabria, dell’art. 1 commi 293/94 della legge 234/2021.

(194; 22/12/2023)

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il DCA n. 65 del 10 marzo 2020 ha previsto la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;

- la delibera n. 323 del 23 marzo 2022 dell’ASP di Catanzaro ha approvato la convenzione per la realizzazione della Casa della Salute di Chiaravalle Centrale - il Programma Operativo 2022-2025 della Regione Calabria ha disciplinato l’attuazione della programmazione sanitaria per il periodo di riferimento;

considerato che: - dallo studio di fattibilità il vecchio Presidio Ospedaliero “San Biagio” di Chiaravalle Centrale non poteva essere ristrutturato;

- si è dato inizio all’iter per la progettazione e aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova struttura per la Casa della Salute adiacente allo stabile di cui sopra;

- nel settembre 2022 sono stati consegnati i lavori con conseguente cantierizzazione del sito in questione;

- ad oggi non risulta un reale progresso nello svolgimento dei lavori in questione;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- lo stato attuale di avanzamento dei lavori e le motivazioni alla base dei ritardi;

- l’aggiornamento del cronoprogramma con la data di conclusione dei lavori;

- le eventuali azioni che si intendono intraprendere per superare gli ostacoli riscontrati.

(198; 10/01/2024)

(Risposta)

 

Proposta di provvedimento amministrativo n. 146/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria” (deliberazione consiliare n. 253)

Il Consiglio regionale

visti:

-       l’articolo 1, comma 178 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023);

-       l’articolo 1, comma 697, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025);

-       il decreto - legge 19 settembre 2023, n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione), convertito con modificazioni dalla legge 13 novembre 2023, n. 162;

-       la delibera CIPESS n. 79/2021, recante: “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 e 2021-2027. Assegnazione risorse per interventi COVID-19 (FSC 2014-2020) e anticipazioni alle regioni e province autonome per interventi di immediato avvio dei lavori o di completamento di interventi in corso (FSC 2021-2027)”;

-       la delibera CIPESS n. 25/2023, recante: “Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. Imputazione programmatica in favore di regioni e province autonome”;

-       il Documento “Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 Aree tematiche e Obiettivi strategici. Comunicazione ai sensi dell'articolo 1, comma 178, Legge n. 178/2020”;

vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 745 del 19 dicembre 2023, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 146/12^;

considerato che:

-     l’assegnazione alle Regioni delle risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) 2021/2027 sarà determinata previa definizione di Accordi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e ciascuna Regione per la condivisione di Piani per il finanziamento e l’attuazione dello sviluppo territoriale (Accordi per la coesione);

-     a tal fine, il dipartimento regionale “Programmazione Unitaria” ha avviato, presso i dipartimenti regionali competenti per materia, una ricognizione tesa a definire un primo quadro di esigenze da assumere a riferimento nel negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l’individuazione delle nuove progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021/2027;

preso atto che nelle interlocuzioni con i dipartimenti regionali sono stati condivisi i criteri per la definizione del predetto quadro:

-     coordinamento con le iniziative già programmate negli altri strumenti regionali attivi;

-     assenza di sovrapposizione con le tipologie di iniziative programmabili nell’ambito del Programma Regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027;

-     salvaguardia di interventi strategici espunti dal PSC Calabria 2000-2020, in quanto connotati da sviluppo attuativo non in grado di garantire il conseguimento di obbligazioni giuridicamente vincolanti alla data del 31.12.2022;

tenuto conto che sulla base dei suddetti criteri, è emerso un quadro di esigenze che evidenzia la necessità di intervento finanziario in tutte le Aree Tematiche agevolabili con il FSC 2021/2027 ad eccezione delle Aree tematiche “01 Ricerca e Innovazione” e ”04 Energia”, interamente finanziabili sul Programma regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027;

ritenuto di dover prendere atto che il predetto quadro di esigenze formerà la base di riferimento per il negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l’individuazione congiunta delle progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021/2027 (Accordo per la Coesione della Regione Calabria);

rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è determinata favorevolmente sui criteri per la definizione del quadro di esigenze e l’avvio della concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria, nell’ambito del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027;

visti gli articoli 14 e 16 della legge regionale n. 30/2016;

udito il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-di approvare la proposta di provvedimento amministrativo n. 146/12^, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”.

(Allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 147/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 - Estensione validità Organigramma FEAMP - Approvazione del Piano finanziario FEAMPA - Deliberazione di Giunta regionale n. 789 del 29/12/2023” (deliberazione consiliare n. 254)

Il Consiglio regionale

visti:

-       il Regolamento (UE) n. 2021/1060 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti;

-       il Regolamento (UE) n. 2021/1139 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituisce il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura e che modifica il regolamento (UE) 2017/1004;

-       la decisione di esecuzione della Commissione del 15 luglio 2022, che approva l'accordo di partenariato con la Repubblica italiana;

-       la decisione di esecuzione della Commissione del 3 novembre 2022, che approva il programma "Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura - Programma per l'Italia" per il periodo 2021-2027 ai fini del sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura in Italia;

-       la delibera 78/2021 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile inerente alla Programmazione della politica di coesione 2021-2027 – Approvazione della proposta di accordo di partenariato 2021-2027 e definizione dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il ciclo di programmazione 2021-2027;

-       il decreto ministeriale n. 233337 del 4 maggio 2023, con il quale è stato approvato l’Accordo multiregionale tra Autorità di gestione e gli Organismi Intermedi per l’attuazione coordinata degli interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) nell’ambito del Programma Nazionale FEAMPA 2021-2027;

-       la deliberazione della Giunta regionale n. 570 del 18 ottobre 2023, recante “Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014/2020 - D.G.R. nn. 234/2017 – 382/2019 - 58/2023 e 397/2023- Istituzione Centro di Responsabilità di Elevata Qualificazione. Modifica Organigramma di attuazione”;

-       la nota prot. n. 0559696 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 10 ottobre 2023;

-       la nota prot. n. 0580354 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 19 ottobre 2023;

vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione);

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 789 del 29 dicembre 2023, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione validità Organigramma FEAMP - approvazione del Piano Finanziario FEAMPA”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 147/12^;

preso atto che:

-     al fine di assicurare la chiusura del Programma operativo FEAMP 2014/2020 e garantire un efficace, efficiente e corretto avvio del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, si procede all’approvazione del nuovo piano finanziario del PN FEAMPA 2021/2027, per come risultante dall’esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, prot. n. 559696 del 10 ottobre 2023, al cui interno è riportata la ripartizione delle risorse per la Regione Calabria;

-     si procede, in ossequio ai principi di continuità e di economicità dell’azione amministrativa, nelle more dell’approvazione, da parte dell’Autorità di gestione nazionale, delle schede di Intervento/Azione a valere sul FEAMPA 2021/2027, delle linee guida sulle spese ammissibili e del Manuale delle procedure e dei controlli, all’estensione della validità ed efficacia dell’organigramma FEAMP 2014/2020 approvato con deliberazione della Giunta regionale n.570/2023, fino alla data del 30 giugno 2024, data di trasmissione della dichiarazione di spesa finale del Programma;

tenuto conto che nel corpo della DGR n. 789/2023 sono dettagliati gli oneri derivanti dalla stessa, che trovano copertura finanziaria per come segue:

-     la quota regionale di cofinanziamento del Programma Nazionale FEAMPA 2021/2027, pari a 5.194.310,72 €, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2027, sarà garantita, giusta legge regionale n. 57/2023, con quote annuali pari a 1.298.577,68 € per ciascun anno dal 2024 al 2027;

-     gli oneri derivanti dall’estensione dell’Organigramma FEAMP, dal 1° gennaio 2024 al 30 giugno 2024, trovano copertura finanziaria, ai sensi dell’articolo 56 del d.lgs. 118/2011, sul capitolo vincolato FEAMP, U9160200202 (AT78 Assistenza Tecnica) che prevede uno stanziamento pari a 35.850,09 €, precisando che le rela­tive spese saranno rendicontate sul PN FEAMPA 2021-2027 in quanto ammissibili a tale ciclo di programmazione comunitaria, sulla misura AT Assistenza Tecnica;

visto il nuovo Piano finanziario del P.O. FEAMPA 2021/2027, per come risultante all’esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota prot. n.0889696 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 10 ottobre 2023, al cui interno è riportata la ripartizione delle risorse per la Regione Calabria;

ritenuto di approvare il nuovo Piano finanziario del P.O. FEAMPA 2021/2027, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

considerato che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione nuovo Piano finanziario del P.O. FEAMPA 2021/2027, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, per come risultante all’esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota prot. n.0889696 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 10 ottobre 2023;

visto l’articolo 14 della legge regionale n. 30/2016;

udito il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-     di approvare la proposta di provvedimento amministrativo n. 147/12^, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027. Estensione validità Organigramma FEAMP e approvazione del Piano Finanziario FEAMPA”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 145/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Deliberazione di Giunta regionale n. 721 del 15/12/2023” (deliberazione consiliare n. 255)

Il Consiglio regionale

premesso che:

-       l’articolo 57, comma 7 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

-       la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;

visti:

-       la legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);

-       la legge regionale n. 8/2002;

-       l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

-       il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);

vista la deliberazione di Giunta regionale n. 721 del 15 dicembre 2023, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;

vista la deliberazione n. 100 del 4 luglio 2023, con cui il Direttore Generale dell’ARSAC ha approvato il rendiconto della gestione per l’esercizio 2022 dell’Ente, allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

atteso che il Revisore unico dell’ARSAC, con verbale n. 41 dell’11 luglio 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha evidenziato l’attendibilità delle risultanze riportate nel conto consuntivo 2022 e il rispetto dei principi contabili;

·         ha rilevato che l’Azienda ha operato nel rispetto del decreto legislativo n.118/2011 e non sono emerse irregolarità contabili;

·         al fine di fornire all’Azienda un supporto di collaborazione volto a conseguire efficienza ed economicità della gestione, ha formulato le seguenti considerazioni, proposte e rilievi:

-     prestare particolare attenzione alla gestione degli acquedotti, con costante monitoraggio dei residui attivi;

-     realizzare un costante monitoraggio del fondo crediti di dubbia esigibilità o del fondo rischi;

-     l’eventuale utilizzazione dell’avanzo di amministrazione disponibile deve tenere conto delle entrate in conto capitale, non vincolate all’avanzo stesso, riguardante la revisione ventennale degli impianti a fune di Camigliatello;

-     l’Azienda si deve dotare di un’adeguata struttura al fine di avere una situazione patrimoniale e un inventario dei beni mobili e immobili aggiornato;

·         ha attestato la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione e ha espresso “giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2022”;

considerato che il dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 546407 del 7 dicembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-       ha riscontrato che l’ARSAC ha imputato correttamente le somme impegnate nel 2022 a titolo di contributo ex l.r. 66/2012 che sono state interamente trasferite dal dipartimento “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione” nel 2021, come evidenziato anche nella relazione generale, tenuto conto del parere favorevole del Revisore unico dell’Azienda;

-       ha verificato il rispetto della normativa vigente in tema di spending review ai sensi della legge regionale n. 43/2016, evidenziando che il contenimento della spesa è stato complessivamente garantito;

-       ha espresso parere favorevole al conto consuntivo dell’esercizio 2022, approvato con deliberazione del Direttore Generale n. 100 del 4 luglio 2023;

tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 548067 dell’11 dicembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha rilevato che:

-     sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2021 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2022;

-     sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;

-     sussiste (a seguito di scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’ente) corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

-     sussiste la quadratura tra il saldo di cassa, pari a 13.228.435,08 euro, riportato nel conto del bilancio 2022 e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello stato patrimoniale;

-     risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2022;

·         nel rilevare che la percentuale di riscossione dei crediti è ancora bassa, ha raccomandato all’Ente di proseguire nelle iniziative opportune alla cura dei propri crediti, al fine di evitare l’insorgere di possibili danni di natura erariale;

·         ha raccomandato al dipartimento vigilante di monitorare costantemente l’attuazione delle suddette operazioni;

·         preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e del dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere all’adozione, da parte della Giunta Regionale, del rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

dato atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati;

udito il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 149/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione piano delle attività anno 2024 - Deliberazione di Giunta regionale n. 792 del 29/12/2023” (deliberazione consiliare n. 256)

Il Consiglio regionale

premesso che:

-       l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che “i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza”;

-       la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre;

visti:

-     la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.);

-     la legge regionale n. 8/2002;

-     l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

-     il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 792 del 29 dicembre 2023, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL). Approvazione Piano delle attività anno 2024 – Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;

vista la deliberazione n. 562 del 30 novembre 2023, con la quale il Commissario Straordinario dell’ARPACAL ha approvato il bilancio previsionale 2024-2026 e il Piano annuale delle attività 2024 dell’Ente, allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali;

rilevato che il Revisore unico dei conti dell’Agenzia, con verbale n. 23 del 10 novembre 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, ha asseverato il provvedimento adottato dall’Agenzia che tiene conto delle riduzioni di spesa operate nel bilancio di previsione 2024-2026, con specifico riferimento del costo del personale (art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. 43/2016) e con verbale n. 25 del 23 novembre 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-     ha rilevato che il bilancio di previsione rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza e gli equilibri di parte corrente e in conto capitale;

-     si è espresso favorevolmente in ordine all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione presunto;

-     con riferimento ai contenziosi in essere, ha verificato la congruità dello stanziamento del fondo rischi contenzioso e ha suggerito di valutare con attenzione la possibilità di ridurre lo stanziamento del fondo, considerato che dalla documentazione esibita non emergono soccombenze particolari;

-     ha attestato la corrispondenza delle previsioni finanziarie del bilancio 2024-2026 alle norme di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rilevando altresì la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni;

-     ha espresso “parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione finanziario dell’ARPACAL riferito al triennio 2024/2026 ed ai relativi allegati”;

dato atto che il Comitato regionale di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n.3 del 7 dicembre 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, ha espresso parere favorevole per l’approvazione del “bilancio di previsione finanziario 2024/2026 e del Piano delle attività per l’anno 2024” dell’Ente;

considerato che il dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sull’Ente, nell’istruttoria di propria competenza (prot. n.557776 del 14 dicembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-     ha evidenziato che l’Agenzia ha assunto, con deliberazione n. 510 del 13.11.2023, il provvedimento relativo alle misure di contenimento delle spese ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettere a) e b) della legge regionale n.43/2016, asseverato dall’organo di revisione dell’Ente;

-     ha espresso parere favorevole al bilancio di previsione 2024-2026 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria;

tenuto conto che il dipartimento “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 560209 del 15 dicembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

-     ha verificato, con esito positivo, la corretta applicazione da parte dell’Ente della quota vincolata dell’avanzo di amministrazione presunto ai fini del raggiungimento degli equilibri di bilancio, in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità finanziaria punto 9.2 dell’allegato 4/2 del d.lgs. 118/2011, e nel rispetto dei limiti di cui alle disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma 897 della Legge n. 145/2018;

-     ha formulato all’Ente le seguenti raccomandazioni:

·      con riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), nel corso dell’esercizio 2024, di aggiornare le previsioni di spesa del Fondo, verificandone, a seguito dell’attività di gestione, la congruità e provvedendo ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi;

·      con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, di provvedere, a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2023, alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di bilancio di previsione 2024-2026, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata;

-     preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti e del dipartimento vigilante “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni del dipartimento vigilante e dello stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024– 2026 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 dell’ARPACAL, con i documenti ad esso allegati, e sul Piano delle attività per l’anno 2024;

udito il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-     di approvare, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di previsione 2024 – 2026 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL), con i documenti ad esso allegati, e il Piano delle attività per l’anno 2024, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di legge n. 222/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso e Cirillo, recante: “Interventi per la regolarizzazione degli immobili di cui alla legge n. 437/1968” (deliberazione consiliare n. 257)

Art. 1

(Disposizioni generali e finalità)

1. La presente legge disciplina il trasferimento e le procedure per la regolarizzazione degli immobili realizzati ai sensi della legge 28 marzo 1968, n.437 (Provvedimenti straordinari per la Calabria) e della legge regionale 31 agosto 1973, n. 16 (Trasferimento e consolidamento degli abitati colpiti da calamità naturali).

2. Gli immobili di cui al comma 1 sono trasferiti al Comune nel cui territorio sono stati edificati e vengono acquisiti, previa deliberazione della giunta comunale, dopo aver effettuato la ricognizione di tutti gli immobili oggetto di rinuncia tacita o espressa successivamente alla presentazione dell’originaria domanda di assegnazione da parte del beneficiario.

3. I Comuni attivano le procedure amministrative di trasferimento alle famiglie aventi diritto, secondo le norme vigenti.

Art. 2

(Procedura per la regolarizzazione degli immobili)

1. A seguito di apposito avviso, pubblicato entro sessanta giorni dall’approvazione della presente legge e per i successivi novanta giorni sull’albo pretorio del Comune, gli originari assegnatari degli immobili di cui all’articolo 1 o i loro eredi legittimi, possono presentare domanda di regolarizzazione degli stessi.

2. Decorso il termine di cui al comma 1, gli immobili per i quali nessun assegnatario diretto o erede legittimo ha presentato richiesta di regolarizzazione della proprietà formale, possono essere richiesti da coloro i quali risultano occupanti alla data del 31 dicembre 2022 e hanno provato la titolarità del diritto alla assegnazione. La domanda è presentata entro e non oltre novanta giorni dalla pubblicazione di apposita procedura sull’albo pretorio. Entro i successivi centottanta giorni l’Ente fissa un termine, non superiore a trecentosessantacinque giorni, per il compimento delle operazioni di rogito e regolarizzazione secondo la normativa vigente, prorogabile una sola volta per ulteriori centottanta giorni. Decorso infruttuosamente tale termine, l’occupante che non ha ottemperato agli adempimenti necessari alla regolarizzazione decade dal diritto di assegnazione e il bene si considera acquisito nella disponibilità del Comune che lo utilizza per soddisfare le esigenze connesse con le emergenze abitative del territorio.

3. Le spese, gli oneri e i costi per la redazione, registrazione e regolarizzazione dell’atto sono a carico del richiedente.

Art. 3

(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 4

(Entrata in vigore)

1.    La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 208/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Comito, recante: “Modifiche all'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)” (deliberazione consiliare n. 258)

Art. 1

(Modifica dell’art. 5 della l.r. 22/2020)

1. La lettera e) del comma 2 dell’articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco) è sostituita dalla seguente: “e) svolgimento dell'attività in un Comune nel quale non opera altra Pro Loco iscritta all'Albo regionale, salvo che il Comune abbia una popolazione pari o superiore a 15.000 abitanti, nel qual caso possono essere iscritte fino a due Pro Loco.”.

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1.    La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 235/12^ di iniziativa della Consigliera regionale Gentile, recante: “Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 2023, n.12 (Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione Cammini di Calabria)” (deliberazione consiliare n. 259)

Art. 1

(Modifica dell’articolo 11 della l.r. n.12/2023)

1. Dopo la lettera i) del comma 2 dell’articolo 11 della legge regionale 15 marzo 2023, n. 12 (Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria) è aggiunta la seguente lettera: “j) da un rappresentante del Touring Club Italiano”.

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 147/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Mattiani e Montuoro, recante: “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” (deliberazione consiliare n. 260)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria tutela la famiglia e attua il principio di sussidiarietà favorendo l’iniziativa di singoli e associati, famiglie e altre formazioni sociali. 

2. In attuazione dei principi statutari, al fine di sviluppare una rete integrata di servizi sociali, sociosanitari e sanitari, favorisce e sostiene politiche e azioni integrate per la realizzazione di welfare di comunità, valorizzando l’apporto di singoli cittadini, associazioni e altre forme di volontariato. 

3. La Regione Calabria promuove, nell'ambito delle politiche del welfare, la solidarietà familiare riconoscendo e valorizzando la figura del caregiver familiare quale attore della rete dei servizi di assistenza alla persona, sostenendo l'attività di cura non professionale prestata nei confronti di persone che necessitano di assistenza a lungo termine a causa di malattia, infermità o disabilità gravi, svolta nel contesto di relazioni affettive e familiari; ne riconosce il valore sociale ed economico connesso ai rilevanti vantaggi che trae l'intera collettività e la tutela al fine di conciliarla con le esigenze personali di vita sociale e lavorativa. 

4. La figura del caregiver familiare è componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari. 

5. Ai fini di cui al comma 3, la Regione definisce le modalità per favorire l'integrazione dell'attività del caregiver familiare nell'ambito del sistema regionale degli interventi sociali, sociosanitari e sanitari anche attraverso adeguate attività formative e di supporto. 

Art. 2

(Il caregiver familiare)

1. Il caregiver familiare è la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76 (Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze), di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili). 

2. Il caregiver familiare viene riconosciuto come risorsa dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari e opera, in relazione alla situazione di bisogno della persona assistita, nell’ambito del Piano assistenziale individualizzato (PAI), assistendo il parente nella cura in ambiente domestico, nelle relazioni di comunità, contribuendo al suo benessere psico-fisico, aiutandolo nella mobilità e nell’espletamento delle pratiche amministrative. 

3. Il caregiver familiare interagisce e si integra con gli operatori di cura e assistenza, anche avvalendosi dei servizi di cura pubblici e privati, favorendo e privilegiando le organizzazioni non profit del Terzo settore. 

Art. 3

(Libera scelta e rapporto con i servizi sociali, sociosanitari e sanitari del sistema regionale)

1. I servizi sociali dei Comuni e i servizi delle Aziende sanitarie provinciali (ASP) riconoscono il caregiver familiare quale elemento della rete del welfare locale e gli assicurano il sostegno e l'affiancamento necessari a sostenerne la qualità dell'opera di assistenza prestata. 

2. Nell'ambito delle proprie competenze gli Ambiti territoriali sociali, di concerto con le ASP e gli enti del Terzo settore, attraverso i Piani di zona, e la Regione attraverso il Piano sociale regionale, possono promuovere, nei limiti delle risorse nazionali disponibili, iniziative di informazione e orientamento relative a servizi, o finanziamenti, che interessano la figura del caregiver familiare. 

3. Allo scopo di favorire il mantenimento della persona assistita al proprio domicilio e la normale vita di relazione, il caregiver familiare, previo consenso della persona assistita, deve essere coinvolto in modo attivo nel percorso di valutazione, definizione e realizzazione del PAI. 

4. Il PAI esplicita il contributo di cura e le attività del caregiver familiare nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire, nei limiti delle risorse nazionali disponibili, al fine di permettere al caregiver familiare di affrontare al meglio possibili difficoltà o urgenze e di svolgere le normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata e senza rischi per l'assistito e per sé medesimo. I Comuni capofila degli Ambiti territoriali sociali - di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), per come richiamata dall’articolo 9 della legge regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria) - preposti alla pianificazione dei servizi socioassistenziali, istituiscono l’elenco dei caregiver familiari. 

5. La Giunta regionale, con il regolamento di cui all’articolo 8 della presente legge, definisce le modalità di tenuta dell’elenco, le modalità e i requisiti di iscrizione e cancellazione dallo stesso. 

Art. 4

(Interventi a favore del caregiver)

1. Le rappresentanze dei caregiver familiari sono sentite nell'ambito della programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria, nelle forme e nei modi previsti dalla legislazione vigente e dal regolamento di cui all’articolo 8. 

2. La Regione, nei limiti delle risorse nazionali disponibili: 

a) prevede, nell'ambito della propria programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria, azioni a supporto del caregiver familiare, anche attraverso il sostegno ai Comuni e alle ASP per la realizzazione delle previsioni di cui al comma 3; 

b) promuove forme di sostegno economico attraverso l'erogazione dell'assegno di cura e di interventi economici per l'adattamento domestico, come previsto nell'ambito della normativa vigente per la non autosufficienza; 

c) può favorire accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedono premi agevolati per le polizze eventualmente stipulate dal caregiver familiare che opera nell'ambito del PAI, per la copertura degli infortuni e della responsabilità civile connessi all'attività prestata; 

d) promuove intese e accordi con le associazioni datoriali, volti a una maggior flessibilità oraria che permetta di conciliare la vita lavorativa con le esigenze di cura, incentivando il telelavoro o il lavoro agile; 

e) cura, in accordo con gli Ambiti territoriali e con il coinvolgimento dei soggetti gestori ed erogatori di servizi sociali, sociosanitari e sanitari, programmi di aggiornamento degli operatori sociali, sociosanitari e sanitari sui temi legati alla valorizzazione dei caregiver familiari e sulla relazione e comunicazione con gli stessi. 

3. Gli Ambiti territoriali, di concerto con le ASP e gli enti del Terzo settore, attraverso i Piani di zona, secondo le normative nazionali già previste e nei limiti delle risorse nazionali disponibili, assicurano: 

a) l'informazione e la formazione del caregiver attraverso: un percorso educativo strutturato e documentato con l’utilizzo di specifici strumenti condivisi tra i diversi setting di cura; la previsione di momenti di addestramento, sia a livello ospedaliero sia domiciliare, al fine di promuovere l’empowerment del caregiver familiare; 

b) con il raccordo tra il Servizio sociale e il nucleo familiare, per le persone in carico, il servizio di sostituzione temporanea dei caregiver familiari, anche attraverso l’utilizzo dell’elenco di cui all’articolo 3, comma 4, supporti utili a evitare l'isolamento e il rischio di burnout, come esito patologico di un processo stressogeno che può colpire le persone coinvolte nelle attività di cura; nei casi più complessi, l'attivazione di reti solidali, supporto psicologico e partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto di caregiver familiari e degli altri congiunti coinvolti nelle attività di assistenza; 

c) la definizione del responsabile delle cure nell'ambito del PAI della persona assistita; 

d) l'individuazione di soluzioni condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenziale segnalate dal caregiver familiare, con possibile piano per fronteggiare l'emergenza o la ridefinizione del PAI stesso qualora la situazione imprevista assuma carattere di stabilità; 

e) il sollievo di emergenza e di tipo programmato; 

f) la domiciliarizzazione delle visite specialistiche nei casi di difficoltà di spostamento dell'assistito, compatibilmente con la disponibilità del personale medico e l'organizzazione dei servizi sanitari. 

Art. 5

(Rete di sostegno al caregiver familiare nell'ambito del sistema integrato dei servizi regionali)

1. La rete di sostegno al caregiver familiare è costituita dal sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari e da reti di solidarietà. 

2. Sono elementi della rete di cui al comma 1: 

a) il responsabile del caso, che nell'ambito del PAI è la figura di riferimento e il referente del caregiver familiare; 

b) il medico di medicina generale, che è il referente terapeutico della persona assistita e l'infermiere referente o case manager; 

c) i servizi sociali, sociosanitari e sanitari e i servizi specialistici sanitari, chiamati a intervenire per particolari bisogni o specifiche necessità; 

d) le organizzazioni del Terzo settore senza fini di lucro e in particolar modo il volontariato e la solidarietà di vicinato, che rappresentano un'ulteriore risorsa della rete e possono arricchire il PAI e contrastare i rischi di isolamento del caregiver familiare. 

Art. 6

(Riconoscimento delle competenze)

1. Per favorire la valorizzazione delle competenze, l'esperienza maturata nell'attività di assistenza e cura prestata in qualità di caregiver familiare operante nell'ambito del PAI può essere valutata sulla base dei criteri, delle modalità e delle procedure previste dal regolamento di cui all’articolo 8, ai fini di una formalizzazione o certificazione delle competenze, ovvero quale credito formativo per l'accesso ai percorsi formativi finalizzati all'acquisizione della qualifica di operatore sociosanitario o di altre figure del repertorio regionale relative all'area sociosanitaria. 

2. La Giunta regionale definisce le modalità e gli istituti autorizzati al rilascio delle certificazioni delle competenze e determina il valore dei crediti formativi in riferimento alla normativa vigente in materia. 

Art. 7

(Azioni di sensibilizzazione e partecipazione)

1. Al fine di sensibilizzare la comunità sul valore sociale del caregiver familiare, la Regione Calabria istituisce il "Caregiver day", da celebrarsi indicativamente l'ultimo sabato di maggio di ogni anno, con la collaborazione degli enti locali e delle ASP, delle associazioni di tutela dei malati e delle persone con disabilità, del Terzo settore, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni datoriali. 

2. La Regione documenta e raccoglie i materiali e le esperienze provenienti dai singoli territori al fine della diffusione, attraverso i canali già in uso, delle buone pratiche, della programmazione di iniziative e progetti di valorizzazione e supporto dei caregiver familiari. 

Art. 8

(Regolamento di attuazione)

1. La Giunta regionale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, approva il regolamento di attuazione. 

Art. 9

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni contenute agli articoli 3 e 4 si provvede nei limiti delle risorse assegnate dallo Stato ed allocate nel bilancio di previsione regionale 2024-2026, alla Missione 12, Programma 02 (U.12.02). 

2. Alle spese per l’attuazione degli interventi di cui all’articolo 7, quantificati nel limite massimo di euro 5.000,00 per ciascuna annualità del triennio 2024-2026, si fa fronte con le risorse stanziate alla Missione 12, Programma 02 (U.12.02) mediante contestuale diminuzione, per pari importo, degli stanziamenti relativi al Fondo speciale per le leggi di parte corrente allocati alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione del bilancio 2024-2026. 

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2024-2026. 

(Allegato)

Proposta di legge n. 160/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Laghi, Raso, Straface, De Francesco, De Nisi, Lo Schiavo, recante: “Norme in materia di valorizzazione delle aree verdi e delle formazioni vegetali in ambito urbano” (deliberazione consiliare n. 261)

Art. 1

(Oggetto e finalità)

1. La Regione Calabria, nel rispetto dei principi sanciti dal secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione e delle norme comunitarie e nazionali, con particolare riferimento al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), alla legge 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), nonché nel rispetto della vigente pianificazione sovraordinata, riconosce e valorizza l’ecosistema urbano come luogo abitato dalla componente umana, vegetale e animale in stretta correlazione tra di loro e l’ambiente. In particolare, valorizza e protegge le aree verdi e le formazioni vegetali in virtù del ruolo che esse svolgono nell’implementazione dei servizi ecosistemici, come la riduzione degli inquinanti atmosferici e la riduzione del dissesto idrogeologico, così da migliorare la qualità della vita nelle città e realizzare le condizioni che garantiscono la vita delle alberature e del verde così da implementare i servizi ecosistemici, contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, aumentare la resilienza degli ecosistemi e limitare i rischi legati al dissesto idrogeologico.

2. Al fine di cui al comma 1, la Regione Calabria fornisce agli enti locali indirizzi per riqualificare, progettare, gestire, tutelare, fruire e manutenere, secondo criteri di sostenibilità ambientale, il capitale naturale nel contesto urbano.

3. Le disposizioni della presente legge si applicano alle aree verdi e alle formazioni vegetali pubbliche in ambito urbano e sono obbligatorie e vincolanti anche in assenza delle azioni di intervento di cui all’articolo 2.

4. I Comuni, nelle azioni di intervento di cui all’articolo 2, possono anche recepire ulteriori indirizzi delle linee guida elaborate, ai sensi della l. 10/2013, dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico.

Art. 2

(Azioni di intervento)

1. La Regione Calabria, per garantire la piena funzionalità e il corretto uso del verde urbano, al fine della effettiva valorizzazione dello stesso e per godere dei benefici erogati ai cittadini dai servizi ecosistemici nel breve, medio e lungo periodo, individua i seguenti tre strumenti tra di loro complementari e non alternativi:

a) censimento comunale del verde urbano;

b) regolamento comunale del verde urbano;

c) piano comunale del verde urbano.

Art. 3

(Censimento comunale del verde urbano)

1. Il censimento del verde in aree urbane è il primo strumento conoscitivo, propedeutico alla corretta programmazione, pianificazione, progettazione, valorizzazione ed eventuale riqualificazione del patrimonio verde urbano, nonché fondamentale per la stima degli investimenti economici necessari compatibilmente con le risorse presenti nel bilancio dell’ente.

2. I Comuni, fermo restando la predisposizione del bilancio arboreo prevista dall’articolo 3-bis della legge 29 gennaio 1992, n. 113 (Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica), provvedono, ogni tre anni, al censimento del verde urbano nei territori di competenza.

Art. 4

(Regolamento comunale del verde urbano)

1. Il regolamento comunale del verde contiene prescrizioni specifiche e indicazioni tecniche minime, obbligatorie e vincolanti, nel rispetto degli obblighi, dei divieti e degli indirizzi fissati dalla presente legge, per le politiche di riqualificazione, progettazione, gestione, tutela, fruizione e manutenzione del verde urbano.

2. Il regolamento comunale del verde urbano, in particolare, contiene i seguenti elementi minimi:

a) Disposizioni introduttive, contenenti:

1) oggetto, principi e finalità;

2) funzioni, tipologie di verde urbano e ambiti di applicazione;

3) indicazioni sulle modalità di sensibilizzazione, promozione e coinvolgimento del cittadino e delle scuole riguardo la cultura del verde come patrimonio comune;

4) disciplina della modalità di affidamento e sponsorizzazione;

5) riferimenti alla normativa sovraordinata e inquadramento degli strumenti di pianificazione vigenti;

b) Gestione del verde preesistente, contenente:

1) norme e criteri generali per la tutela, la salvaguardia e la corretta manutenzione delle aree verdi;

2) norme e criteri generali di gestione delle alberature in termini di cura, potatura, rinnovo, trapianto, tenendo conto dei divieti di cui all’articolo 6;

3) norme di allestimento e conduzione di cantieri edili in aree con presenza di alberi o di altra vegetazione e definizione delle modalità d’intervento nel sottosuolo in prossimità di alberature;

4) difesa fitosanitaria;

5) tutela e corretta gestione degli alberi di pregio e monumentali, anche ai sensi delle norme di attuazione del Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica, nel rispetto del d.lgs. 42/2004 e delle disposizioni di cui all’articolo 7 della l. 10/2013;

c) Progettazione del nuovo verde, contenente:

1) predisposizione delle linee guida progettuali e norme per la corretta piantumazione;

2) definizione dell’iter autorizzativo;

3) elenco di specie autoctone, a integrazione di quelle previste dall’articolo 19, comma 2, del regolamento regionale 9 aprile 2020, n. 2, di attuazione della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale);

4) procedure di autorizzazione e di comunicazione degli interventi di abbattimento degli alberi e indicazioni delle misure di compensazione ambientale;

5) divieti relativi all’immissione di specie alloctone nel verde pubblico di cui al regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive;

d) Norme speciali, contenenti:

1) indicazione delle modalità di riuso del materiale vegetale di risulta dalle attività di manutenzione del verde urbano, nel rispetto nella normativa vigente in materia;

2) definizione del sistema sanzionatorio per le azioni di trasgressione;

3) indicazione delle modalità di intervento ed eventuale ripristino in caso di manomissione o danneggiamento di alberi ed aree verdi con relativa stima del danno;

4) norme di corretto utilizzo di aree verdi;

5) procedure di autorizzazione degli interventi di abbattimento degli alberi e indicazione delle misure di compensazione ambientale;

6) ambiti di applicazione ed esclusione;

7) definizione dei criteri generali per il censimento del verde e del piano del verde;

8) norme tecniche;

9) eventuale disciplina di affidamento degli orti urbani.

3. I Comuni, tramite il Consiglio comunale, approvano, unitamente al piano comunale del verde urbano di cui all’articolo 5, il regolamento comunale del verde urbano.

4. Per le superfici comprese entro il perimetro di aree protette o sottoposte a vincoli sovraordinati, il regolamento si applica per le prescrizioni compatibili con le relative norme.

Art. 5

(Piano comunale del verde urbano)

1. Il piano strutturale comunale individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano valutando il rinvio a specifici piani delle politiche di riqualificazione, gestione e manutenzione.

2. Il piano comunale del verde urbano di cui alla presente legge, elaborato dal Comune nell’ambito della strumentazione urbanistica comunale vigente e approvato dal Consiglio comunale, costituisce il piano specifico delle politiche di riqualificazione, progettazione, gestione, tutela, fruizione e manutenzione del verde urbano, nel rispetto di quanto previsto dal regolamento di cui all’articolo 4.

Art. 6

(Linee operative per gli enti locali. Obblighi e divieti)

1. Nel rispetto della presente legge i Comuni sono tenuti ad osservare i seguenti obblighi e divieti:

a) obblighi:

1) preservare dal danneggiamento e dall’abbattimento la vegetazione arborea cittadina di rilevanza paesaggistica, botanica, storico-culturale o monumentale prevedendo un impianto sanzionatorio a rafforzamento della stessa;

2) incrementare all’interno dei propri territori le alberature nelle strade e nelle piazze pubbliche, nei filari alberati, nei parchi e giardini pubblici;

3) censire, pianificare e progettare l’implementazione di reti ecologiche cittadine con connessioni alle aree periurbane;

4) prevedere un sistema di controllo per evitare danni alla componente verde, e in particolare arborea, cittadina e la riduzione dello spazio vitale necessario alla stessa;

b) divieti:

1) capitozzare, abbattere, eradicare, danneggiare alberi e siepi;

2) danneggiare le reti ecologiche cittadine;

3) intervenire, nei periodi di nidificazione, sulla vegetazione ospitante nidificazioni dell’avifauna migratoria o della fauna urbana;

4) autorizzare l’asfaltatura, la pavimentazione o la cementificazione delle siepi, delle aiuole e delle piazzole riservate agli alberi.

2. Eventuali interventi di cui alla lettera b) del comma 1 possono essere previsti solo in presenza di casi di documentate esigenze di carattere fitosanitario o di tutela dell’incolumità pubblica.

Art. 7

(Linee operative per il rispetto della naturalità degli alberi, delle siepi, componenti arbustive ed erbacee perenni)

1. La potatura ordinaria degli alberi collocati in contesti naturali, parchi o giardini, è limitata a interventi di correzione e messa in sicurezza.

2. Gli alberi inseriti in ambiente urbano sono oggetto di potatura, funzionale allo sviluppo e alla crescita in rapporto ai vincoli dati dalle costruzioni e infrastrutture circostanti.

3. La potatura deve essere autorizzata dall’amministrazione comunale ed eseguita nel rispetto dei seguenti criteri:

a) deve essere limitata alla sola rimozione delle porzioni di chioma prive di attività vegetativa o di quelle lesionate o alterate da attacchi di natura fitosanitaria e da altri danni di natura abiotica, che possono pregiudicare la salute della pianta o la sua stabilità ovvero a quelle strettamente necessarie, escludendo interventi che alterano in maniera sostanziale la struttura della pianta, ne compromettono la crescita e ne pregiudicano la sopravvivenza;

b) gli interventi ordinari, effettuati per limitare l’espansione della chioma, non devono interessare, salvo i casi di rami secchi o i danni di natura fitosanitaria, rami di primo e di secondo ordine, ad esclusione delle alberature geometriche;

c) gli interventi di potatura straordinaria riguardante rami di primo e di secondo ordine devono essere effettuati sulla base di specifiche valutazioni tecniche.

4. È vietato l’abbattimento degli alberi e delle siepi senza l’autorizzazione del Comune, che può essere concessa esclusivamente nei seguenti casi:

a) documentate esigenze legate a interventi di lotta obbligatoria o di incolumità pubblica;

b) realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità;

c) edificazione e ristrutturazione di costruzioni edilizie;

d) diradamento selettivo per la riduzione della competizione e il mantenimento di un più equilibrato sviluppo strutturale e vegetativo;

e) alberi o siepi o componenti arbustive ed erbacee perenni che arrecano danno a costruzioni, manufatti o a reti tecnologiche;

f) alberi o siepi o componenti arbustive ed erbacee perenni completamente secchi o schiantati;

g) esecuzione di sentenze passate in giudicato;

h) mantenimento delle distanze di sicurezza previste da leggi e da regolamenti a tutela di determinati beni e impianti.

Art. 8

(Indirizzi per la piantagione compensativa)

1. Al fine di garantire la conservazione e la rinnovazione del patrimonio arboreo o delle siepi o delle componenti arbustive ed erbacee perenni estirpate, per ogni albero abbattuto o per ogni siepe o componente arbustiva ed erbacea perenne estirpata, è prevista la piantagione, rispettivamente, di due o più alberi appartenenti alle stesse specie, salvo i casi di specie alloctone invasive, da eseguire, nei limiti delle disponibilità di bilancio dei Comuni, entro sei mesi dalla data dell’autorizzazione all’abbattimento.

2. Nell’autorizzazione all’abbattimento sono indicate le caratteristiche degli alberi o delle siepi o delle componenti arbustive ed erbacee perenni da mettere a dimora, le modalità e i luoghi di impianto. In particolare, per ogni nuovo albero messo a dimora, per compensazione o per altri motivi, l’aiuola di pertinenza deve essere di dimensioni congrue rispetto alle dimensioni dell’albero adulto e, comunque, non inferiore a un quadrato di 1,2 metri di lato, oppure a una circonferenza con diametro non inferiore a 1,4 metri, con una superficie, in entrambi i casi, non inferiore a 1,44 metri quadrati.

3. Le procedure di autorizzazione e i criteri per la piantagione compensativa sono disciplinati dal regolamento comunale di cui all’articolo 4.

4. Ai sensi della l. 113/1992, resta fermo l’obbligo per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti di provvedere, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, di porre a dimora un albero nel territorio comunale. Con la presente legge tale obbligo è esteso ai Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nei limiti delle disponibilità di bilancio dei Comuni.

Art. 9

(Misure di sostegno e premialità)

1. Ai fini dell’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla piantagione compensativa di cui all’articolo 8, i Comuni possono richiedere piante sostitutive ad Azienda Calabria Verde, gratuitamente per i Comuni e nei limiti delle disponibilità di bilancio dell’Azienda.

2. Ai Comuni adempienti sono riconosciute premialità nella concessione dei finanziamenti regionali di settore, anche a valere su fondi della programmazione comunitaria e nazionale.

Art. 10

(Clausola di invarianza finanziaria)

1.    Dalla presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

(Allegato)

Proposta di legge n. 128/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici) - Deliberazione di Giunta regionale n. 576 del 15/11/2022” (deliberazione consiliare n. 262)

Art. 1

(Modifiche dell’art. 1 della l.r.18/2007)

1. All’articolo 1 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici) sono apportate le seguenti modifiche:

a) nei commi 2 e 3 le parole: “le proprietà collettive” sono sostituite dalle seguenti: “i domini collettivi”;

b) il comma 5 è abrogato.

Art. 2

(Abrogazione dell’articolo 2 della l.r. 18/2007)

1. L’articolo 2 della l.r. 18/2007 è abrogato.

Art. 3

(Modifiche dell’articolo 3 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 3 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) i commi 2, 3 e 4 sono abrogati;

b) il comma 5 è sostituito dal seguente:

“5. Sui terreni gravati da usi civici è imposto il vincolo paesaggistico ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera h) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Tale vincolo è mantenuto anche in caso di liquidazione degli stessi beni.”.

Art. 4

(Modifiche dell’articolo 4 della l.r. 18/2007)

1. Il comma 2 dell’articolo 4 della l.r. 18/2007 è abrogato.

Art. 5

(Modifiche dell’articolo 5 della l.r. 18/2007)

1. Il comma 2 dell’articolo 5 della l.r. 18/2007 è abrogato.

Art. 6

(Modifiche dell’articolo 6 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 6 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla fine del comma 1 le parole: “presente legge” sono sostituite dalle seguenti: “legislazione vigente”;

b) i commi 2 e 3 sono abrogati.

Art. 7

(Abrogazione degli articoli 7 e 8 della l.r. 18/2007)

1. Gli articoli 7 e 8 della l.r. 18/2007 sono abrogati.

Art. 8

(Modifiche dell’articolo 9 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 9 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) nella rubrica dell’articolo, le parole: “delle terre civiche” sono sostituite dalle seguenti: “degli usi civici”;

b) alla fine del comma 1, dopo la parola: “accertamento”, sono aggiunte le seguenti: “da comunicare al ministero competente”;

c) nell’alinea del comma 2 le parole: “con deliberazione prevista all’articolo precedente” sono soppresse.

Art. 9

(Modifiche all’articolo 10 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 10 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) la rubrica dell’articolo è sostituita dalla seguente: “Registro generale degli usi civici”;

b) il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. La Regione, d’intesa con i Comuni, provvede a formare il Registro generale degli usi civici con funzioni di pubblicità puramente notiziale, e a pubblicarlo sui siti web istituzionali regionali e comunali, per quanto di loro competenza.”;

c) il comma 2 è abrogato;

d) il comma 3 è così modificato:

1) l’alinea è sostituito dal seguente: “Il regolamento per la redazione del Registro generale degli usi civici, adottato e tenuto dal competente dirigente generale, comprende:”

2) alla lettera a), le parole: “dell’inventario” sono sostituite dalle seguenti: “del Registro”;

3) alla fine della lettera b), le parole: “l’inventario” sono sostituite dalle seguenti: “il Registro”.

Art. 10

(Abrogazione dell’articolo 11 della l.r. 18/2007)

1. L’articolo 11 della l.r. 18/2007 è abrogato.

Art. 11

(Modifiche dell’articolo 12 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 12 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla fine del comma 2, sono aggiunte le seguenti parole: “nel rispetto della normativa vigente”;

b) il comma 4 è sostituito dal seguente:

“4. Il Piano è depositato presso il Comune o i Comuni interessati per almeno trenta giorni. Del deposito è data immediata notizia nell’albo pretorio del Comune, specificando la data di inizio e cessazione del deposito. Nei trenta giorni successivi alla pubblicazione dell’avviso di deposito i cittadini, le loro associazioni e gli Enti possono presentare osservazioni.”.

Art. 12

(Modifiche dell’articolo 13 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 13 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) nella rubrica dell’articolo la parola: “Albo” è sostituita dalla seguente: “Elenco”;

b) il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. La Giunta regionale cura la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco regionale degli istruttori e periti demaniali in materia di usi civici.”;

c) il comma 2 è abrogato;

d) al comma 3 la parola: “albo” è sostituita dalla seguente: “elenco”;

e) alla fine del comma 4 le parole: “nonché i rimborsi e le indennità ai membri della stessa” sono soppresse.

Art. 13

(Modifiche dell’articolo 14 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 14 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. Le funzioni amministrative in materia di usi civici sono delegate ai Comuni nel rispetto della normativa statale vigente.”;

b) alla fine del comma 2 le parole: “all’Amministrazione provinciale.” sono sostituite dalle seguenti: “a ciascun Comune in relazione alla parte di territorio di competenza.”.

Art. 14

(Modifiche dell’articolo 15 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 15 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. Le Amministrazioni comunali, ove non sia espressamente prevista la competenza di altro organo, adottano l'atto finale del procedimento con deliberazione della Giunta comunale in esito all'istruttoria affidata al perito istruttore demaniale, nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative.”;

b) il comma 2 è sostituito dal seguente:

“2. Il provvedimento finale diviene efficace a seguito di controllo del dipartimento competente, che esercita l’esame di legittimità sul provvedimento.”;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente:

“3. Il dipartimento competente esamina i provvedimenti delle Amministrazioni comunali, che sono trasmessi alla Regione, completi di tutti gli allegati e degli atti istruttori, nel termine di novanta giorni dalla ricezione.”;

d) il comma 4 è sostituito dal seguente:

“4. Il dipartimento può chiedere, per una sola volta, chiarimenti, documenti o integrazioni istruttorie; in tal caso il temine è interrotto e riprende a decorrere per intero dalla ricezione degli atti richiesti.”;

e) i commi 6 e 7 sono abrogati;

f) il comma 8 è sostituito dal seguente:

“8. Le spese per l'istruttoria dei procedimenti, relativamente ai compensi di periti ed istruttori demaniali, sono a carico delle parti private interessate e sono determinati in misura non superiore a quella prevista dalla normativa vigente in materia. La parcella professionale è validata dal Comune a conclusione delle operazioni demaniali affidate, previo parere di congruità del Comune ai sensi della normativa vigente, e successivamente, al controllo di cui al comma 3.”.

Art. 15

(Modifiche dell’articolo 16 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 16 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 2 è sostituito dal seguente:

“2. A tal fine, il dipartimento competente assegna all'ente inadempiente il termine di sessanta giorni per provvedere.”;

b) alla fine del comma 3, le parole: “novanta giorni, ovvero avoca all'amministrazione regionale il procedimento, impartendo le opportune disposizioni per la sua definizione” sono sostituite dalle seguenti: “sessanta giorni.”.

Art. 16

(Modifiche dell’articolo 17 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 17 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: “della legge e del regolamento regionale” sono sostituite dalle seguenti: “della legislazione vigente”;

b) i commi 3, 4, 5 e 6 sono abrogati.

Art. 17

(Modifiche dell’articolo 18 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 18 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. La funzione amministrativa concernente la verifica demaniale delle terre oggetto di usi civici è esercitata dal Comune.”;

b) al comma 4, le parole: “dall’art. 18 della legge 8 luglio 1986 n. 349” sono sostituite dalle seguenti: “dalla normativa vigente”.

Art. 18

(Modifiche dell’articolo 19 della l.r. 18/2007)

1. Il comma 2 dell’articolo 19 della l.r. 18/2007 è sostituito dal seguente:

“2. Il valore della legittimazione per i terreni agricoli è pari al Valore Agricolo Medio della coltura presente diminuita dalle migliorie aumentato di almeno dieci annualità di interessi. Il valore del terreno deve tenere conto delle peculiarità della zona decurtando dal valore il 10 per cento per la difficoltà o assenza di strade, il 5 per cento per l’esposizione e il 5 per cento per la pendenza del terreno.”.

2. Dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:

“2-bis Il valore della legittimazione per i terreni edificabili è pari ai valori utilizzati dal Comune per il calcolo dell’IMU rivalutato secondo i coefficienti ISTAT.

2-ter Il valore del canone enfiteutico da assegnare ai terreni, ai fabbricati rurali o diruti è pari al reddito dominicale riferito alla qualità del pascolo della prima classe o in mancanza di questa al valore della classe unica.”.

Art. 19

(Modifiche dell’articolo 20 della l.r. 18/2007)

1. All’articolo 20 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. L’affrancazione del canone è concessa dall’Ente concedente, su richiesta dell’avente diritto, nei termini e alle condizioni previste dalla legge statale vigente.”;

b) i commi 3, 4 e 5 sono abrogati;

c) dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:

“7. Per i terreni agricoli l’affrancazione dei canoni relativa ai rapporti legittimi si opera mediante il pagamento di una somma pari a quindici volte il loro valore. Nel caso in cui il valore del canone non è individuabile, né si può calcolare con i criteri riportati negli atti in archivio, viene assegnato quale valore del canone il reddito dominicale risultante dalla visura cartacea dell’impianto rilasciata presso gli uffici dell’Agenzia del territorio o Agenzia delle entrate.

8. Per i terreni edificabili l’affrancazione dei canoni relativa ai rapporti legittimi si opera mediante il pagamento di una somma pari a quindici volte il loro valore. Nel caso in cui il valore del canone non è individuabile, viene assegnato quale valore del canone il reddito dominicale risultante dalla visura catastale digitale.”.

Art. 20

(Modifiche dell’articolo 21 della l.r. 18/2007)

1. Il comma 3 dell’articolo 21 della l.r. 18/2007 è abrogato.

Art. 21

(Sostituzione dell’articolo 22 della l.r. 18/2007)

1. L’articolo 22 è sostituito dal seguente:

“Art. 22

(Vigilanza)

1. Per i fini di vigilanza, accertamento e tutela delle terre di uso civico previsti negli articoli precedenti, i Comuni si avvalgono del personale di polizia municipale e del Comando unità forestali, ambientali ed agroalimentari dei Carabinieri.

2. A tal fine la Giunta regionale promuove la conclusione di apposita convenzione con il Comando unità forestali, ambientali ed agroalimentari dei Carabinieri ovvero procede alla integrazione degli accordi esistenti.”.

Art. 22

(Sostituzione dell’articolo 25 della l.r. 18/2007)

1. L’articolo 25 è sostituito dal seguente:

“Art. 25

(Norma transitoria)

1. Tutte le istanze in materia di usi civici sono istruite nel rispetto della normativa vigente alla data di presentazione delle medesime.”.

Art. 23

(Abrogazione degli articoli 26, 27, 28 e 29 della l.r. 18/2007)

1. Gli articoli 26, 27, 28 e 29 sono abrogati.

Art. 24

(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)

1.    Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

(Allegato)

Mozione numero 74/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Gelardi, Mattiani, Molinaro, Raso, recante: “L’armonizzazione necessaria ed obbligatoria della gestione del Demanio marittimo da parte degli Enti locali delegati ai sensi del Piano di Indirizzo regionale (Legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17)”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- il settore turistico balneare ha assunto da sempre aspetti fondamentali per l’intera economia della Regione Calabria ed è in costante evoluzione caratterizzato da un sistema complesso e dalla forte eterogeneità, composto per lo più da piccole imprese quasi sempre a conduzione familiare;

- il settore ha una notevole ricaduta sia in termini di indotto che di salvaguardia e tutela dell’ambiente costiero, oltre a garantire l’ottimale fruizione del “bene mare” nella stagione estiva;

- in tema di concessioni demaniali marittime, fluviali e lacuali ad uso turistico-ricreativo si è registrato di recente:

1) l’intervento della Corte di Giustizia con la sentenza n. 348/2022 del 20.4.2022 la quale ha ritenuto sussistente l’obbligo per gli Stati membri di adottare una procedura ad evidenza pubblica solo in caso di accertata scarsità della risorsa naturale (paragrafo n.71 Sent. cit.), che pertanto non può presumersi come invece aveva affermato l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le sentenze gemelle nn. 17 e 18 del novembre 2021;

2) la sentenza dell’Adunanza Plenaria è stata cassata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione con sentenza del 23.11.2023, n. 32559;

3) il Tavolo tecnico istituito ai sensi dell’articolo 10 quater del D.L. 198/2022 per delineare i criteri per la scarsità della risorsa naturale ha parzialmente concluso l’iter, dovendosi ancora acquisire i dati relativi ai titoli concessori assegnati su laghi e fiumi;

rilevato che:

- la direttiva n. 2006/123/CE, c.d. Direttiva Bolkestein, ha colpito in maniera incontrovertibile le attività economiche insistenti sul demanio marittimo, lacuale e fluviale operanti all’interno del territorio regionale;

- la sentenza della Corte di Giustizia 14 luglio 2016 resa nelle cause riunite C-458/14(Promo-impresa) e C-67/15 (Melis + altri) al paragrafo n. 41 ha ritenuto che le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, “possono quindi essere qualificate come «autorizzazioni», ai sensi delle disposizioni della direttiva 2006/123, in quanto costituiscono atti formali, qualunque sia la loro qualificazione nel diritto nazionale, che i prestatori devono ottenere dalle autorità nazionali al fine di poter esercitare la loro attività economica” e ferma, in ogni caso, la rilevante riserva contenuta ai successivi paragrafi n. 44 e 45 secondo cui spetta al giudice nazionale stabilire se tali atti possano costituire concessioni di servizi inquanto “(ne) risulta che le disposizioni relative ai regimi di autorizzazione della direttiva2006/123 non sono applicabili a concessioni di servizi pubblici..”, dovendosi preferire la ricostruzione che propende per il loro inquadramento quali concessioni di beni “È quindi con questa riserva che la Corte risponde alle questioni sollevate (cfr. paragrafo n.62)”;

- in ogni caso, il regime ordinario delle “autorizzazioni” è riportato all’articolo 11 della Direttiva, rubricato “Durata e validità della autorizzazione” e prevede al paragrafo 1 che: “L’autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata, ad eccezione dei casi seguenti: a) l’autorizzazione prevede il rinnovo automatico o è esclusivamente soggetta al costante rispetto dei requisiti; b) il numero di autorizzazioni disponibili è limitato da un motivo imperativo di interesse generale; o c) una durata limitata è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale”, sicché deve ritenersi che il rinnovo automatico è compatibile con la Direttiva laddove l’autorizzazione abbia una durata limitata nel tempo;

- quale eccezione al regime ordinario di durata delle autorizzazioni precedentemente riportato, l’articolo 12 della Direttiva rubricato “Selezione tra diversi candidati” prevede che “Qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di

imparzialità e di trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento”;

- il paragrafo n. 2 dell’articolo 12 contempla il divieto del rinnovo automatico solo ove ricorrano i presupposti del citato paragrafo 1, ovvero allorquando “il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali”.

- del tutto coerentemente la Corte di Giustizia nella causa C-348/22 ha ribadito il divieto di proroghe automatiche e generalizzate (precedente sentenza Promoimpresa) senza il previo accertamento della scarsità della risorsa naturale come agevolmente può evincersi dalla lettura del paragrafo n. 71 della citata sentenza del 20 aprile 2023;

- la CGUE ha ritenuto inapplicabili le norme della Direttiva ai rapporti concessori sorti prima della scadenza del termine del suo recepimento, ossia il 28 dicembre 2009 (cfr. paragrafon.73).

- contestualmente, la CGUE, rimeditando le conclusioni contenute nella sentenza Promo-impresa ha demandato allo Stato membro ovvero allo Stato-Amministrazione e non al giudice nazionale l’individuazione dei criteri per la determinazione della scarsità della risorsa naturale, nello specifico affermando che: “Infatti, alla luce del suo tenore letterale, l'articolo12, paragrafo 1, della direttiva 2006/123 conferisce agli Stati membri un certo margine di discrezionalità nella scelta dei criteri applicabili alla valutazione della scarsità delle risorse naturali. Tale margine di discrezionalità può condurli a preferire una valutazione generale ea stratta, valida per tutto il territorio nazionale, ma anche, al contrario, a privilegiare un approccio caso per caso, che ponga l'accento sulla situazione esistente nel territorio costiero di un comune o dell'autorità amministrativa competente, o addirittura a combinare tali due approcci” (cfr. paragrafo n. 41).

- la CGUE ha ulteriormente statuito che: “In ogni caso, è necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su criteri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”;

- il legislatore italiano con la legge 5 agosto 2022 n. 118 (e già prima con la legge 30 dicembre2018 n. 145) aveva affermato la necessità di eseguire una mappatura dei titoli concessori. E tale accertamento, quale presupposto applicativo dell’articolo 12 della Direttiva, è stato integrato con l’articolo 10 quater del D.L. n.198/2022 recante la previsione per cui: “È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali (.) Il tavolo tecnico di cui al comma 1, acquisiti i dati relativi a tutti i rapporti concessori in essere delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali, elaborati ai sensi all'articolo 2 della legge 5 agosto 2022,n. 118, definisce i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello disaggregato a livello regionale, e della rilevanza economica transfrontaliera”;

- con la medesima legge n. 118/2022 è stata recepita la giurisprudenza del Consiglio di Stato resa in Adunanza Plenaria (sentenza n. 18 del 2021) successivamente cassata dalle Sezioni Unite delle Suprema Corte con sentenza del 23.11.2023, n. 32559 ed in base alla quale la scadenza dei titoli concessori veniva fissata al 31 dicembre 2023, ostacolando il legislatore ad intervenire normativamente sulla scadenza dei titoli nelle forme già mutuate.

Per quel che specificamente qui interessa, l’articolo 4 (rubricato “Delega al Governo in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive”) della legge n. 118/2022, dispone che:

“Al fine di assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, lacuale e fluviale, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore dei servizi e delle attività economiche connessi all'utilizzo delle concessioni per finalità turistico-ricreative e sportive, nel rispetto delle politiche di protezione dell'ambiente e del patrimonio culturale, il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28agosto 1997, n. 281, uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative

e sportive, ivi incluse quelle affidate ad associazioni e società senza fini di lucro, con esclusione delle concessioni relative ad aree, strutture e infrastrutture dedicate alla cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura. I decreti legislativi di cui al comma 1sono adottati nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi, anche in deroga al codice della navigazione: a) …; b) …; c) … e) definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di affidamento delle concessioni sulla base dei seguenti criteri: 1) …; …; … 7)previsione della durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinare in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici; f) …; g) …; h) …; i) definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante; …”.

Nella delega di cui alla legge n. 118/2022, pertanto, il legislatore ha previsto - tra i criteri direttivi cui il Governo dovrà attenersi nell’adozione dei decreti delegati attuativi -l’introduzione di un “indennizzo” da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, commisurato alla perdita dell’avviamento dell’attività commerciale/turistica ed al valore residuo dei beni immobili e mobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa durante il periodo concessorio e in ultimo del valore di azienda da quantificare in sede di assegnazione.

Tale previsione, del resto, si pone in linea con quanto affermato con le sopra citate pronunce dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, come detto, aveva già rilevato la necessità di tutelare la posizione dei concessionari uscenti mediante un meccanismo indennitario.

Ancorché il Governo non ha ancora adottato il decreto o i decreti attuativi della delega prevista dalla L. 118/2022, è evidente che né le Amministrazioni pubbliche né il Giudice Amministrativo possono prescindere dai criteri fissati dal Parlamento proprio al fine di dare attuazione ai principi euro unitari delineati in materia a partire dalla direttiva n. 2006/123/UE.

- il parere motivato elaborato dalla Commissione europea nell’ambito della procedura d’infrazione n. (2020) 4118 indirizzato alla Repubblica italiana il 16.11.2023 merita di essere rimeditato e giustamente contrastato alla luce della corretta interpretazione della Direttiva offerta dalla CGUE con la pronuncia Comune di Ginosa, C-348/2022, e della suddetta statuizione delle SSUU, la quale, sebbene abbia inciso il profilo dell’ammissibilità dell’intervento dei terzi in giudizio – con assorbimento degli altri motivi -, nondimeno ha integralmente cassato le statuizioni dell’Adunanza Plenaria rimuovendola dall’ordinamento giuridico;

- le Sezioni Unite nel rimettere la questione nuovamente al Consiglio di Stato per la decisione, hanno formulato espresso invito a prendere atto “... delle sopravvenienze legislative, avendo il Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti” con ciò decretandone, definitivamente, la piena legittimità contrariamente a quanto ritenuto dell’Adunanza Plenaria P.

- è doveroso, nelle more della scadenza legale dei titoli, attendere se non altro che il legislatore nazionale, cui unicamente compete in base all’art 117 comma 2, lettera e) Cost. la tutela della concorrenza (fra le tante Corte Cost. n.202/2020), fissi i criteri uniformi per la determinazione della scarsità della risorsa naturale e ridisegni il quadro normativo della materia non essendo consentito alle Amministrazioni concedenti, a diritto positivo vigente, procedere in maniera disorganica diversamente da quanto statuito a livello centrale.

Ritenuto che:

- le concessioni assegnate nel territorio della Regione Calabria, che con atto dell'ente concedente sono individuati come affidati o rinnovati mediante procedura selettiva con adeguate garanzie di imparzialità e di trasparenza e, in particolare, con adeguata pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento, debbano continuare ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo titolo e comunque fino al 31 dicembre 2024se il termine previsto è anteriore a tale data (art. 3, comma 2, legge n.118/2022);

- sull’adeguatezza della pubblicità, in tema di procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni demaniali, specie quando non vi siano state istanze concorrenti, è costante l’indirizzo giurisprudenziale che esclude il riferimento al codice dei contratti pubblici ma ritiene soddisfatto il requisito di legge mediante ricorso alla procedura selettiva già prevista nella legislazione speciale del codice della navigazione (art. 37) e del relativo regolamento di esecuzione (art. 18) che prevede la pubblicazione delle istanze all’albo pretorio come può evincersi, ex multis, dalla lettura della recentissima lettura della sentenza del Consiglio di Stato, 30 novembre 2023 n. 10378/2023 (la quale richiama sia l’AP che la sentenza della CGUE C-348/22), nel solco di Consiglio di Stato, sezione V, 9 dicembre 2020, n. 7837; T.A.R. Sicilia Catania, sezione III, sent. n. 82 del 14 gennaio 2021; Consiglio di Stato, sezione V, 16febbraio 2017, n. 688; Consiglio di Stato, VI Sezione, 26 giugno 2009, n. 5765; etc.;

- ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione secondo la procedura del codice della navigazione (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), i titoli concessori, nelle more del riordino della materia che tenga conto dell’art.11 della Direttiva, continuano ad avere efficacia sino il 31 dicembre 2024 (articolo 3, comma 1, legge n. 118/2022) in base al DL n. 198/2023, dovendosi concordare con le SSUU della Suprema Corte n. 32559/23 che ricomprendono l’intervento normativo del Governo e del Parlamento, nell’ambito dei “poteri spettatigli”;

- nondimeno, in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2024, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa, l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2025. Fino a tale data l'occupazione dell'area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima anche in relazione all'articolo 1161 del codice della navigazione (articolo 3, comma 3, legge n.118/2022);

considerato che:

- sussiste la necessità di impartire direttive uniformi a sostegno dei comuni delegati fino alla promulgazione della legge nazionale di riordino delle concessioni demaniali a cui seguirà la necessaria revisione del Piano di Indirizzo Regionale;

tutto ciò premesso e considerato

- nel rispetto degli articoli 43 e 46 dello Statuto Regionale e della legge regionale n. 17/2005;

impegna la Giunta regionale

- a procedere, di concerto con la Presidenza del Consiglio regionale, alla costituzione di un tavolo tecnico permanente, composto da personale esperto in materia di demanio marittimo e dalle associazioni di categoria, di cui alla legge regionale n. 17/2005;

- a considerare i titoli concessori, ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione, secondo la procedura del codice della navigazione, (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), nelle more del riordino della materia che tenga contodell’art.11 della Direttiva, efficaci sino il 31 dicembre 2024;

- ad indicare agli enti delegati una pianificazione turistica delle aree demaniali marittime quale programmazione inclusiva e non discriminatoria in linea con le forme di “conservazione” delle aree già concesse nel rispetto dei precetti di cui alla legge n. 118/2022, sospendendo sino all’approvazione della riforma delle concessioni, l’efficacia della pianificazione territoriale e regionale non conforme alla normativa sopravvenuta e commissariando la predisposizione dei piani locali non approvati entro il 31.12.2023, attraverso gli Uffici regionali dotati di pieni poteri;

- ad assegnare le aree demaniali libere attraverso procedure ad evidenza pubblica, depurate dalle indicazioni della Legge 118/2022, seguendo le indicazioni di cui al Codice della Navigazione in stretta osservanza alle indicazioni formulate dalla pianificazione turistica delle aree demaniali marittime costiere eventualmente predisposta dalla Regione su commissariamento;

- ad individuare, nelle more dell’attuazione dei decreti di cui legge n. 118/2022, in caso di affidamenti in aree già concesse, la definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di assegnazioni delle concessioni”, che tenga in considerazione la legge n.118/2022, come nella scelta del concessionario:

a) “l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione, secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza”;

b) la “posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”;

c) la “previsione di clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell'attività del concessionario uscente”;

d) la “previsione della durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinare in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici”;

e) la “definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente e il valore di azienda, posto a carico del concessionario subentrante”.

(Allegato)

Mozione numero 76/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso, recante: “Al fine di procedere all’adozione degli atti utili per la piena attuazione del Piano regionale delle Attività Estrattive in Calabria, articolo 6, Legge regionale n. 40/2009 e ss.mm.ii

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- con la legge regionale n. 40/2009 e ss.mm.ii. e con il Regolamento regionale di attuazione n. 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia dell’attività estrattiva del territorio;

- tra le finalità che la legge regionale intende perseguire, in particolare, emerge quella di razionalizzare lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel rispetto del preminente interesse pubblico;

- l’attività mineraria è subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e l’impiego delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della compatibilità con la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela degli altri beni e risorse presenti nel territorio;

- per dare attuazione alle finalità previste dalla citata legge regionale, risulta indispensabile la redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E., art. 6, lr. 40/09 e ss.mm.ii.);

- il P.R.A.E. costituisce l’atto di pianificazione e programmazione dell’attività estrattiva in tutte le sue fasi di ricerca, esplorazione, coltivazione, arricchimento e prima trasformazione delle sostanze minerali per come individuate dalla legge regionale in materia (art. 2, commi2 e 3);

- in base alla L.R. n. 40/2009 e ss.mm.ii., recante “Disposizioni in materia di attività estrattiva nel territorio regionale”, è utile evidenziare come tale piano “assume efficacia giuridica di piano di settore e valore sovraordinato sulla pianificazione urbanistica locale”, attraverso il quale la Regione deve perseguire le finalità di tutela, valorizzazione, utilizzo dei materiali estrattivi in una prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile;

- nella elaborazione dei contenuti del PRAE la valutazione strategica assume importanza primaria nella pianificazione territoriale regionale, dovendo individuare i presupposti della sostenibilità delle scelte progettuali, orientando la formulazione della disciplina del Piano in modo da ridurre o mitigare gli impatti prodotti dalle trasformazioni previste attraverso l'attività estrattiva;

- uno dei principali contenuti progettuali del PRAE consiste nell’individuazione di determinati ambiti omogenei entro cui rapportare le diverse azioni tecniche, programmatorie e pianificatorie a livello regionale;

- nell'ambito della procedura di VAS del PRAE occorre, quindi, individuare le condizioni di sensibilità, vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle risorse interessate dal Piano, non solo quelli di tipo ambientale ma anche quelli di tipo paesaggistico;

- tali condizioni devono orientare l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione estrattiva, oltre che la definizione delle regole e delle condizioni alla trasformazione;

- in funzione delle importanti e strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa improcrastinabile definire l’esatta stima di materie minerali prime al fine di garantirne l’esatto approvvigionamento.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

ad adottare ogni procedura utile alla elaborazione ed approvazione del previsto Piano regionale delle Attività Estrattive, P.R.A.E., in attuazione a quanto previsto dall’art. 6 della legge regionale n. 40 del 2009 e ss.mm.ii.

(Allegato)

Proposta di legge n. 260/12^ di iniziativa della consigliera regionale Straface, recante: “Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale” (deliberazione consiliare n. 263)

Art. 1

(Integrazione dell’articolo 1 della legge regionale 37/2022)

1. Dopo il comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale) sono inseriti i seguenti:

“4-bis. Per affrontare la carenza di personale medico e infermieristico presso i servizi di elisoccorso e nelle more degli adempimenti di cui al comma 4-quater, è possibile ricorrere, per il personale medico, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 89 del contratto collettivo nazionale di lavoro dell'Area sanità del 23 gennaio 2024, nonché per il personale infermieristico, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera d), del contratto collettivo nazionale di lavoro - triennio 2019-2021, del 2 novembre 2022, relativo al personale del comparto sanità.

4-ter. Nelle ipotesi di cui al comma 4-bis, la tariffa oraria per il personale medico è determinata in misura pari a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'amministrazione, mentre quella per il personale infermieristico è determinata in misura pari a 40 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'amministrazione, nel rispetto dei parametri stabiliti dall’articolo 11 del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34 (Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali) convertito, con modifiche, in legge 26 maggio 2023, n.56.

4-quater. Entro il 29 febbraio 2024, è pubblicato un avviso finalizzato all’individuazione del personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento del servizio. Con cadenza biennale sono organizzati corsi di formazione e addestramento, per il reclutamento di ulteriori professionalità mediche ed infermieristiche, da assegnare al servizio in via ordinaria.

4-quinquies. La tardiva attuazione delle disposizioni di cui al comma 4-quater è oggetto di specifica valutazione dell’organismo regionale indipendente di valutazione.”.

Art. 2

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, quantificati in 830.000,00 euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, che non comportano il superamento del limite della spesa di personale rappresentato dal corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento, come previsto dall’articolo 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Legge finanziaria 2010), per come richiamato dall’articolo 11, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 (Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria), convertito, con modifiche, in legge 25 giugno 2019, n. 60, per il 2024, si provvede mediante imputazione della spesa sulle risorse del bilancio regionale derivanti dal gettito fiscale conseguente all’attivazione delle misure di cui all’articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Legge finanziaria 2005), a valere sulla parte eccedente il concorso all’equilibrio del sistema sanitario regionale dell’anno 2022, quantificato in 50.000.000 euro circa.

2. Le risorse di cui al comma 1 ammontano a complessivi 2.490.000 euro nel triennio.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1.La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)