XII^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 36
__________
SEDUTA Di MERCOLEDì
31 GENNAIO 2024
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 14,09
Fine lavori h. 18,15
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 14,09
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il Presidente
della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Volevo chiedere, compatibilmente con i lavori del Consiglio regionale, sarei davvero riconoscente a lei e al Consiglio stesso se potessi dare la risposta all'interrogazione, che mi è stata posta, all'inizio dei lavori o anche più tardi, ma prima delle 16.
Vi chiedo di votare per la trattazione
immediata del punto numero 12 all’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
Cedo la
parola al collega Mammoliti per illustrare l’interrogazione. Prego.
Presidente e commissario Occhiuto, anche
pubblicamente, sulla stampa, lei ha fatto dei passaggi in merito alle
problematiche che avrebbero determinato questa sospensione. Sinceramente non
voglio entrare nel merito, però c'è intanto una differenza sostanziale tra il
Commissario straordinario e il direttore generale. Avevo salutato in maniera
positiva la volontà di nominare un direttore generale perché può prestare
l'impegno e l'attenzione necessari anche per una pianificazione più organica e
più appropriata alla drammatica situazione della sanità vibonese. Naturalmente
lei ha proceduto a questa sospensione, anche per le ragioni che venivano
addotte dalla stampa, in quanto all'ASP di Vibo c'è una Commissione d'accesso.
Chiedevo, quindi, di conoscere le ragioni,
Presidente, ma soprattutto: Vibo Valentia per la situazione sanitaria che ha,
ha bisogno di un direttore generale, se vuole anche di un Commissario
straordinario, ma di un Commissario straordinario a tempo pieno, perché lei ha
reiterato la nomina di un Commissario straordinario che è part-time tra l'ASP di
Catanzaro e quella di Vibo Valentia.
Risponde il Presidente
della Giunta regionale. Prego.
Grazie, Presidente. Sono grato al consigliere Mammoliti che mi dà la possibilità di fare chiarezza in ordine a una scelta che ho compiuto e che, come ha evidenziato il consigliere Mammoliti, ho spiegato anche pubblicamente, ma è giusto che la spieghi in Consiglio regionale, che è il luogo più deputato a valutare sia la mia attività sia quella della Giunta regionale, nonché l'attività del Commissario che, come sapete, è un organo del Governo nazionale. Poiché il Commissario è il Presidente della Regione, è giusto che si confronti col Consiglio stesso.
Vorrei, preliminarmente, però, ricordare al consigliere Mammoliti che prima che io mi insediassi non era affatto prevista la possibilità di nominare dei direttori generali nelle Aziende sanitarie calabresi; questa possibilità è stata conferita dalla legge soltanto dopo il mio insediamento quando, in occasione della prima proroga del “Decreto Calabria”, ho chiesto al Governo e quindi al Parlamento di modificare il decreto stesso nella direzione di prevedere la possibilità di nominare dei commissari o dei direttori generali; cioè, prima del mio insediamento, non era neanche possibile nominare direttori generali delle Aziende sanitarie, il Commissario ad acta poteva nominare soltanto commissari.
Poiché vorrei che questa fase di commissariamento della sanità si potesse concludere in tempi ragionevolmente brevi e vorrei che non determinasse una precarizzazione della governance delle Aziende, ho chiesto al Parlamento, per il tramite del Governo, di modificare la norma e di darmi la possibilità di nominare anche i direttori generali, e ho cercato di svolgere questa nuova attività, quella della nomina dei direttori generali, con le categorie del buon senso.
Sono partito dalle Aziende sanitarie provinciali più grandi, da quelle che avevano prodotto nel corso degli anni la maggior parte del debito e da quelle che gestiscono più Ospedali spoke in Calabria; era giusto stabilizzare queste Aziende sanitarie che erano, appunto, quelle più grandi, e l'abbiamo fatto grazie a questa norma; abbiamo nominato i direttori generali per l'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e per l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
Avevo dato mandato agli Uffici di preparare un bando per la nomina anche dei direttori generali delle due Aziende ospedaliere e dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, proprio in ragione della circostanza che lei evidenziava prima: l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia è retta da un bravissimo Commissario, il generale Battistini, che ha comandato la sanità militare e che, a differenza di molti militari che pure rispetto, ha un approccio manageriale e molto concreto alla soluzione dei problemi, e che, però, come lei ha evidenziato, è anche Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
Quando ho chiesto agli Uffici di predisporre il bando per le due Aziende ospedaliere, ho inserito anche l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia proprio perché sono persuaso della bontà del suo argomento: l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia avrebbe bisogno di un Commissario che a tempo pieno dedicasse il suo impegno a quella Azienda; quindi, la mia idea era, appunto, quella di trovare un direttore generale che potesse consentire al generale Battistini di svolgere soltanto le funzioni di commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
Tutto questo però è avvenuto prima che la Prefettura e il Ministero degli interni disponessero l'invio della Commissione di accesso nell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. È una circostanza che noi non possiamo osservare con distacco, come se non fosse una circostanza eccezionale; secondo me, non può farlo, soprattutto chi, come lei, ha coscienza delle criticità dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia.
E, allora, anche qui ho cercato di utilizzare il buon senso che chi governa deve utilizzare e ho detto: “Ho un commissario che è una persona di riconosciuta correttezza, moralità, che ha concretezza per amministrare - è vero, è commissario anche di un'altra Azienda sanitaria provinciale - che ha già una conoscenza delle criticità e può aiutare la Commissione d'accesso a far emergere tutto quello che è giusto che emerga, forse è meno opportuno che oggi, mentre c'è la Commissione d'accesso a Reggio Calabria, si nomini un direttore generale che, nell'ipotesi in cui le risultanze della Commissione d'accesso dovessero essere tali da determinare lo scioglimento dell'Azienda stessa, andrebbe a casa senza aver nemmeno contribuito all’opera di chiarezza e anche di bonifica dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, che il generale Battistini sta cercando meritoriamente di fare negli ultimi mesi”.
Qualche giorno fa, nonostante fossi molto più sofferente di quanto sono oggi - oggi non ho assunto antidolorifici ma fino a qualche giorno fa lo facevo - sono stato ospite di una trasmissione, su una rete nazionale; sono andato perché mi hanno detto che ci sarebbe stato un servizio devastante sulla sanità calabrese; ho chiesto di partecipare personalmente perché - voi lo sapete - il mio modo di affrontare le questioni è quello di metterci la faccia, non di scappare, e delle volte, invece, mi arrabbio quando vedo altri dirigenti pubblici calabresi scappare davanti ai giornalisti.
In quell’occasione, mi è stato mostrato un servizio nel quale si evidenziava che persino un ristorante di Tropea era allocato da anni, da vent'anni, in un immobile dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia e pagava una miseria all'anno, anzi, avrebbe dovuto pagare una miseria all'anno perché mi risulta che poi nemmeno l’abbia pagata; ho risposto che avrei chiesto al commissario Battistini di mandare subito via questi ristoratori dall’immobile. Perché lo sto ricordando? Perché, quando la mattina dopo ho chiamato il commissario Battistini per chiedere di mandare via questi ristoratori, mi ha detto che aveva già provveduto a fare quello che io gli chiedevo, sei mesi prima; il giornalista lo sapeva, ha omesso di dirlo, poi questi chiaramente hanno resistito, come succede sempre nei casi di sfratto.
Perché lo dico? Perché, in questo momento, secondo me, alla guida di un'Azienda complicata e che ha bisogno di offrire ai Commissari prefettizi tutto il supporto necessario per fare emergere tutto quello che è giusto che emerga - è giusto che ci sia una persona come il generale Battistini.
Questa circostanza mi ha indotto a revocare il bando e, quasi contestualmente, invece, ad avviare le procedure per la selezione dei direttori generali delle altre Aziende, tant'è che, proprio ieri o avantieri, è stata pubblicata la manifestazione di interesse per il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza e si provvederà nelle prossime settimane a scegliere chi dovrà essere il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza; analoga cosa vorrei fare con l'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria.
Lo schema, consigliere Mammoliti, per quanto mi riguarda, è questo: oggi che ho ottenuto la possibilità, negata ai miei predecessori - io l'ho ottenuta perché con forza l'ho chiesta al Parlamento - di nominare i direttori generali, nelle Aziende sanitarie più complicate, più grandi, io vado a nominare i direttori generali, e l'ho fatto.
Nelle Aziende ospedaliere che sono HUB cerco di fare la stessa cosa; qualche problema in più probabilmente l'abbiamo sull’Azienda ospedaliera universitaria Dulbecco perché è protagonista di un complicato percorso di integrazione tra Pugliese e Mater Domini.
La mia idea, però, è quella di stabilizzare il sistema - tant'è che la norma che mi consente di nominare i direttori generali l’ho chiesta io e l'ho anche utilizzata, - però tutto quanto va fatto con prudenza, con buon senso, perché, soprattutto sulla sanità, dobbiamo evitare di fare scelte pur di farle o perché si teme qualche polemica o qualche interrogazione: dobbiamo fare quello che è giusto fare, anche quando magari si ha difficoltà a farlo comprendere.
La volevo, quindi, tranquillizzare in ordine alla circostanza che avendo io chiesto al Parlamento la possibilità di nominare i direttori generali e avendolo ottenuto, continuerò a nominare i direttori generali, laddove è possibile farlo. Lo farò sempre con grande prudenza, utilizzando le categorie del buon senso, soprattutto sull'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia che, ancorché piccola, ha grandi criticità e per tali ragioni, in questa fase, non ci penso proprio a nominare un direttore generale.
Grazie, Presidente. Può intervenire per la replica il consigliere Mammoliti. Ha tre minuti. Prego.
Grazie, Presidente. Apprezzo la chiarezza e le dichiarazioni di voler introdurre nella sanità calabrese - mi auguro, anche in quella vibonese - con appropriatezza, provvedimenti utili a far uscire il sistema sanitario dalle tantissime criticità che purtroppo regnano ormai da tanti anni di mala gestione.
Mi fa piacere che proseguirà e continuerà in questo percorso della nomina dei direttori generali, che meglio possono aiutare avanzamenti di governance positiva nei diversi livelli di gestione della sanità.
C'è un aspetto, però, Presidente, che voglio sottolineare senza termini polemici: lei ha constatato, anche per le tante interrogazioni che ho avuto modo di presentare e alla cui stragrande maggioranza ha risposto, che io sulla sanità ho valutato e guardato il merito e l'appropriatezza, mai il senso di approccio o l’appartenenza politica. Per queste stesse ragioni, Presidente, comprendo l'opportunità, la delicatezza e la cautela della situazione sanitaria di Vibo Valentia e capisco e comprendo che sia il caso di ovviare, in questo momento, alla nomina del direttore generale per le vicende della Commissione acceso.
C'è un aspetto dal quale però nessuno di noi può sfuggire: in 5 anni l'ASP di Vibo Valentia ha avuto cinque commissari straordinari e due di questi hanno operato part-time, compreso l'attuale Generale. Oggettivamente questa è una situazione precaria che non aiuta quella situazione sanitaria a farla uscire dallo stato in cui si trova e che lei dice.
Ben venga la nomina dei direttori generali, ben venga la cautela, Presidente, ma, se ci sono le condizioni e fino a quando la Commissione non si pronuncerà, nominate un commissario straordinario a tempo pieno. Grazie.
Grazie. Passiamo al primo punto posto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 146/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la coesione della Regione Calabria”.
Cedo la parola al consigliere relatore Crinò, pregandolo di relazionare sui punti da uno a quattro, su cui poi faremo una discussione unica per procedere, poi, ovviamente, con votazioni separate.
Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica ed affari dell'Unione europea nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.
Ai lavori della Commissione ha partecipato il dirigente generale del Dipartimento programmazione unitaria, dottor Maurizio Nicolai, che ha compiutamente illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.
Il provvedimento in oggetto, approvato dall'esecutivo regionale con deliberazione numero 745 del 19/12/2023, riguarda la proposizione di un quadro di esigenze da assumere a riferimento nel negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l'individuazione delle nuove progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021-2027.
Nella delibera in oggetto si chiarisce che l'assegnazione alle Regioni delle risorse FSC 2021-2027 sarà determinata previa definizione di Accordi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e ciascuna Regione per la condivisione di Piani per il finanziamento e l'attuazione dello sviluppo territoriale (Accordi per la coesione).
Secondo quanto previsto dalla delibera CIPESS 25/2023, l'imputazione programmatica in favore della Regione Calabria risulta così determinata:
- importo lordo imputazione programmatica pro quota per Regione Calabria: euro 2.863.063.355,70;
- anticipazioni disposte con delibera CIPESS 79/2021 e legge 197/2022: euro 633.189.453,37;
- concorso FSC massimo sul cofinanziamento regionale dei Programmi europei FESR e FSE Plus: euro 142.788.549,00;
- importo disponibile per nuove progettualità FSC 2021-2027: euro 2.087.085.353,13.
Il Dipartimento regionale programmazione unitaria ha avviato, presso i Dipartimenti regionali competenti per materia, una ricognizione tesa a definire un primo quadro di esigenze.
Nelle interlocuzioni con i Dipartimenti regionali sono stati condivisi i criteri per la definizione del predetto quadro, quali:
- coordinamento con le iniziative già programmate negli altri strumenti regionali attivi;
- assenza di sovrapposizione con le tipologie di iniziative programmabili nell'ambito del Programma regionale Calabria FESR FSE 2021-2027;
- salvaguardia di interventi strategici e spunti del PSC Calabria 2000-2020, in quanto connotati da sviluppo attuativo non in grado di garantire il conseguimento di obbligazioni giuridicamente vincolanti alla data del 31/12/2022.
Sulla base dei suddetti criteri, è emerso un quadro di esigenze che evidenzia la necessità di intervento finanziario in tutte le Aree tematiche agevolabili con il FSC 2021-2027 ad eccezione delle Aree tematiche “01 Ricerca e Innovazione” e “04 Energia”, interamente finanziabili sul Programma regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027.
Questo è il quadro di esigenze che formerà la base di riferimento per il negoziato da condurre con le Amministrazioni nazionali per l'individuazione congiunta delle progettualità da finanziare con le risorse FSC 2021-2027.
Come risulta dalla delibera di Giunta regionale, il dirigente generale e il dirigente di Settore del Dipartimento competente hanno attestato che l’istruttoria è completa e la conformità della delibera alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali; e che il provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Procedo con la relazione sulla proposta di provvedimento amministrativo numero 147/12^, per come richiesto dal Presidente.
La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica e affari dell'Unione europea nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.
Ai lavori della Commissione ha partecipato il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, nonché referente dell'Autorità di gestione del FEAMP 2014-2020, dottor Giacomo Giovinazzo, che ha compiutamente illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.
Il provvedimento in oggetto, approvato dall'esecutivo regionale con deliberazione numero 789 del 29/12/2023, riguarda l'approvazione del nuovo Piano finanziario del FEAMPA 2021-2027.
Nella deliberazione in oggetto viene espressamente specificato che, al fine di assicurare la chiusura del Programma operativo FEAMP 2014-2020 e garantire un’efficace, efficiente e corretto avvio del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, si procede all'approvazione del nuovo Piano finanziario del PN FEAMPA 2021-2027, per come risultante dall'esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, protocollo numero 559696 del 10/10/2023, al cui interno è riportata la ripartizione delle risorse per la Regione Calabria (Allegato A) e conclusa con nota del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, protocollo numero 580354 del 19/10/2023.
Nel corpo della stessa delibera si chiarisce che si procede, in ossequio ai principi di continuità e di economicità dell'azione amministrativa, nelle more dell'approvazione, da parte dell’Autorità di gestione nazionale, delle schede di Intervento/Azione a valere sul FEAMPA 2021-2027, delle Linee guida sulle spese ammissibili e del Manuale delle procedure e dei controlli, all'estensione della validità ed efficacia dell'organigramma FEAMP 2014-2020 approvato con delibera 570/2023, fino alla data del 30 giugno 2024, data di trasmissione della dichiarazione di spesa finale del Programma.
Infine, nel provvedimento vengono dettagliati gli oneri nascenti dalla delibera in questione e viene indicata la relativa copertura.
Nello specifico, la quota regionale di cofinanziamento del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, pari a euro 5.194.310,72, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2027 sarà garantita giusta legge regionale numero 57/2023, recante “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2024-2026”.
La quota annuale per le singole annualità 2024, 2025, 2026 e 2027 è pari ad euro 1.298.577,68.
Come risulta dalla delibera di Giunta regionale, il dirigente generale del Dipartimento competente, nonché referente dell'Autorità di gestione FEAMP 2014-2020 ha attestato che l'istruttoria è completa e che sono stati acquisiti tutti gli atti e i documenti previsti dalle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali ed individua la copertura finanziaria dello stesso provvedimento.
Continuo con la relazione del punto tre.
La proposta di provvedimento amministrativo numero 145/12^, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.
La proposta è relativa al Rendiconto generale esercizio finanziario 2022 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese, cosiddetta ARSAC.
Alla seduta di Commissione hanno partecipato: il commissario straordinario dell'Azienda, dottoressa Fulvia Michela Caligiuri; il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, dottor Giacomo Giovinazzo; il dirigente di settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione e del Dipartimento di economia e finanze e del parere del Revisore unico.
L'organo di controllo dà atto che l'Azienda ha provveduto al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31/12/2022 e che il risultato di amministrazione dell'esercizio 2022 presenta un avanzo di euro 9.656.554,05.
Il Revisore dei conti, al fine di fornire all'Azienda un supporto di collaborazione tendente a conseguire efficienza ed economicità della gestione, evidenzia quanto segue: una particolare attenzione deve essere prestata alla gestione degli acquedotti, con costante monitoraggio dei residui attivi; un costante monitoraggio del Fondo crediti di dubbia esigibilità e del Fondo rischi; l'eventuale utilizzazione dell'avanzo di amministrazione disponibile deve tenere conto delle entrate in conto capitale, non vincolate all'avanzo stesso, riguardante la revisione ventennale degli impianti a fune di Camigliatello; l'azienda si deve dotare di una adeguata struttura al fine di avere una situazione patrimoniale ed un inventario dei beni mobili e immobili aggiornato.
Il Revisore evidenzia l'attendibilità delle risultanze riportate e il rispetto dei principi contabili; l'Organo di controllo, nell'esprimere giudizio positivo per l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2022, attesta la corrispondenza del Rendiconto alle risultanze della gestione.
Il Dipartimento agricoltura, nell’istruttoria di competenza, ha provveduto a verificare il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla vigente normativa in materia di spending review, rilevando il rispetto degli stessi da parte dell'ARSAC; altresì, il Dipartimento ha riscontrato che l'Ente ha imputato correttamente le somme impegnate nel 2022 a titolo di contributo ex legge regionale numero 66/2012.
Conclusivamente, il Dipartimento vigilante esprime parere favorevole al conto consuntivo ARSAC esercizio 2022.
Il Dipartimento economia e finanze evidenzia, con riferimento alla parte disponibile del risultato di amministrazione, la congruità delle quote accantonate e vincolate, limitatamente alle voci verificabili almeno formalmente.
Relativamente alla quantificazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, lo stesso risulta pari all'89,70 per cento delle entrate del Titolo 3 Tipologia 100 “Vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione dei beni” in peggioramento rispetto alla percentuale registrata nell'esercizio precedente che si attestava all'81,59 per cento; il Dipartimento evidenzia che la percentuale di riscossione dei crediti è ancora bassa e dunque rammenta come l'inadeguata realizzazione delle proprie ragioni creditorie non può dirsi superata attraverso l’appostazione al Fondo crediti di dubbia esigibilità, in quanto quest'ultimo è diretto a fronteggiare il rischio della perdita o dell'erosione del valore nominale del credito, ma non rappresenta uno strumento risolutivo ai fini della tenuta prospettica degli equilibri di bilancio, per come più volte statuito dalla Magistratura contabile. Pertanto, il Dipartimento raccomanda all'Ente di proseguire nelle iniziative opportune alla cura dei propri crediti, al fine di evitare l'insorgere di possibili danni di natura erariale e al Dipartimento che esercita la vigilanza sulle attività dell'Ente di monitorare costantemente sull'attuazione di tali operazioni.
Relativamente alla quota disponibile di risultato di amministrazione pari ad euro 4.524.141,11, il Dipartimento segnala che la quota può essere utilizzata solo a seguito dell'approvazione in via definitiva del Rendiconto da parte del Consiglio regionale, esclusivamente per le seguenti finalità, che si elencano in ordine di priorità: per la copertura dei debiti fuori bilancio; per i provvedimenti necessari per la salvaguardia degli equilibri di bilancio ove non possa provvedersi con mezzi ordinari; per il finanziamento di spese di investimento; per il finanziamento delle spese correnti a carattere non permanente; per l'estinzione anticipata dei prestiti.
A conclusione dell'istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e finanze rileva che: sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2021, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2022; sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro; sussiste corrispondenza tra i valori residui e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra i residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché con riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi; sussiste la quadratura tra il saldo di cassa pari ad euro 13.228.435,08 riportato nel conto del bilancio 2022, e il valore registrato alla voce “disponibilità liquide” dell'attivo dello Stato patrimoniale; risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2022.
Il Dipartimento economia e finanze, dunque, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del Rendiconto per l'esercizio 2022 dell'ARSAC al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale numero 8/2002.
Mi avvio a relazionare sull'ultimo punto.
La proposta di provvedimento ammnistrativo numero 149/12^, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti della seconda Commissione bilancio nella seduta del 23 gennaio ultimo scorso.
La proposta di provvedimento amministrativo in oggetto riguarda il bilancio di previsione 2024-2026 dell'ARPACAL Calabria e l'approvazione del Piano delle attività anno 2024.
Durante i lavori della Commissione abbiamo audito: il commissario straordinario dell'Ente, professor Michelangelo Iannone, il quale ha illustrato il provvedimento e fornito i chiarimenti richiesti; la dirigente di Settore del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, avvocato Elvira Costantino, la quale ha confermato l'istruttoria di competenza del Dipartimento e la coerenza del Piano delle attività 2024 con le previsioni di bilancio; il dirigente di Settore del Dipartimento economia e finanze, dottor Luca Buccafurri.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie dei Dipartimenti territorio e tutela dell'ambiente e del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti dell'Agenzia nonché di quello del Comitato di indirizzo.
Il Revisore unico dei conti dell'Ente rileva che il bilancio di previsione proposto rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza e gli equilibri di parte corrente in conto capitale. In ordine all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione presunto, il Revisore unico dei conti si è espresso favorevolmente.
Con riferimento ai contenziosi in essere, l'organo di revisione suggerisce di valutare con attenzione la possibilità di ridurre lo stanziamento del Fondo rischi contenzioso, considerando che dalla documentazione esibita non emergono soccombenze particolari. L'Organo di revisione, con verbale numero 25 del 23/11/2023, attesta la corrispondenza delle previsioni finanziarie del bilancio 2024-2026 alle norme di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rileva la coerenza interna, la congruità e l'attendibilità delle previsioni ed esprime parevole parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione dell'ARPACAL, riferito al triennio 2024-2026 ed ai relativi allegati.
Relativamente alla normativa sulla spending review, il Revisore unico dei conti ha asseverato il provvedimento adottato dall'Agenzia che tiene conto delle riduzioni di spesa operate nel bilancio di previsione 2024-2026, con specifico riferimento al costo del personale, articolo 6, comma 1, lettera a), della legge regionale numero 43/2016.
Il Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente evidenzia che, con deliberazione numero 510 del 13/11/2023, è stato assunto il provvedimento di cui all'articolo 6, comma 6, della legge regionale numero 43/2016, relativo alle misure di contenimento delle spese ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a) e b) della legge regionale numero 43/2016, asseverato da parte dell'Organo di revisione. A conclusione dell'istruttoria effettuata, il Dipartimento esprime parere favorevole al bilancio di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Regione Calabria.
In ordine al Piano delle attività 2024 dell'Agenzia, che rappresenta lo strumento programmatico attuativo attraverso il quale l'Agenzia propone obiettivi e programmi da perseguire nel periodo di riferimento e che risulta collegato con le risorse finanziarie iscritte nel Bilancio di previsione 2024-2026, il Dipartimento vigilante ha espresso parere favorevole sul suddetto Piano.
Il Comitato di indirizzo, con verbale numero 3 del 07/12/2023, ha espresso parere favorevole per l'approvazione del Bilancio di previsione finanziario 2024-2026 e Piano delle attività 2024 dell'ARSAC.
Il
Dipartimento economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che
il raggiungimento degli equilibri di bilancio è ottenuto anche attraverso
l'applicazione della parte vincolata del risultato di amministrazione presunto
per un totale di euro 403.797,40 in ossequio al principio contabile
applicato alla contabilità finanziaria punto 9.2 dell'allegato 4/2 del Decreto
legislativo numero 118/2011, che prevede quanto segue: “Non è conforme ai
precetti dell'articolo 81, 4° comma, della Costituzione realizzare il pareggio
di bilancio in sede preventiva, attraverso l'utilizzo dell'avanzo di
amministrazione non accertato e verificato a seguito della procedura di
approvazione del bilancio consuntivo dell'esercizio precedente”
(sentenza numero 70/2012 della Corte costituzionale).
Lo
stesso principio, altresì, stabilisce che: “Tuttavia, in occasione
dell'approvazione del bilancio di previsione, e con successive variazioni di
bilancio, è consentito l'utilizzo della quota del risultato di amministrazione
presunto costituita dai fondi vincolati, e dalle somme accantonate risultanti
dall'ultimo consuntivo approvato”.
Il Dipartimento ha, dunque, verificato,
con esito positivo, la corretta applicazione del suddetto principio da parte
dell'Ente, analizzando la quota vincolata dell'avanzo di amministrazione
presunto applicata, al fine di rilevare se la stessa sia andata a finanziare le
sole spese di cui agli specifici progetti di investimento, in ragione dei
corrispondenti vincoli determinati dall'Ente.
Con riferimento all'avvenuta applicazione
della parte vincolata dell'avanzo di amministrazione presunto, il Dipartimento
ha provveduto ad un ulteriore controllo al fine di verificare se il totale
dell'avanzo vincolato rientri nei limiti di cui alle disposizioni introdotte
dall'articolo 1 comma 897 della legge numero 145/2018, ritenendo che i suddetti
limiti sono stati pienamente rispettati.
Per quanto riguarda il Fondo crediti di
dubbia esigibilità, il Dipartimento raccomanda all'Ente, nel corso
dell'esercizio 2024, di aggiornare le previsioni di spesa di cui al suddetto
fondo verificandone, a seguito dell'attività di gestione, la congruità,
provvedendo ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali
variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di
entrata, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi.
Per quanto concerne il Fondo Pluriennale
Vincolato, il Dipartimento evidenzia che lo stesso risulta correttamente
appostato. Tuttavia, il Dipartimento economia e finanze raccomanda all'Agenzia,
a seguito dell'approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2023,
di provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti
correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di
cui alla proposta di bilancio di previsione 2024-2026, nel rispetto del
principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata.
A conclusione dell'attività istruttoria,
il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della
Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione
2024-2026 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) al
Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale
4 febbraio 2002, numero 8.
Ciò premesso, sottopongo
all'Aula l'esame della proposta di provvedimento amministrativo. Grazie,
Presidente.
Grazie. Iniziamo la
discussione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Qualche
giorno fa, abbiamo affrontato una discussione importante in Commissione
bilancio alla presenza del dirigente del Dipartimento programmazione unitaria,
Nicolai, e abbiamo focalizzato l'attenzione sui vari aspetti.
Oggi, parliamo di vari
bilanci, ma ci siamo concentrati in particolar modo sui Fondi di Sviluppo e
Coesione e sull'accordo che il Governo ha raggiunto con la Regione Calabria in
base alle esigenze manifestate anche dalla nostra Regione. In questa discussione
è emerso, intanto, un dato macroeconomico, rappresentato dal dato generale che
in questo Paese le politiche di coesione hanno fallito da oltre cinquant'anni e
questo fallimento, ovviamente, non riguarda soltanto la Regione Calabria.
C'è un rapporto ISTAT che
indica come, nonostante le politiche comunitarie e questo enorme flusso di
denaro, nelle Regioni dell'Unione europea il divario tra quelle più sviluppate
e quelle più povere continua a rimanere tale ed è un problema – ripeto – che
non riguarda soltanto la Calabria; infatti, il rapporto ISTAT rileva che le
stesse dinamiche riguardano la Grecia, la Francia e la stessa Spagna. Divari
regionali non colmati dalle politiche di coesione. Parliamo di risorse enormi,
perché l'accordo che ha raggiunto la Calabria è importante, si tratta di
2.800.000.000,00 euro, con un aumento delle risorse destinate alla nostra
Regione.
Qualche anno fa, si è
tenuto un dibattito all'Università della Calabria sulle ragioni per cui le
politiche di coesione avessero fallito, sul perché, nonostante gli interventi
dell'Unione europea, permanessero i ritardi delle Regioni meridionali rispetto al
resto del Paese e come gli investimenti pubblici non avessero determinato un
moltiplicatore di ricchezza. Investiamo risorse, abbiamo una marea di denaro
pubblico, ma non migliorano le condizioni di vita e neanche il reddito pro
capite dei cittadini.
Questa discussione,
ovviamente, riguarda strumenti che non sono soltanto nella disponibilità della
Regione Calabria, ma interrogano la politica, intanto sulle priorità di spesa e
sulla capacità degli apparati amministrativi di riuscire a completare per tempo
la programmazione per non essere costretti a rimodulare continuamente le
risorse al fine di evitare la loro dispersione. Accanto a questa discussione
generale, poi, ce n'era qualcuna di maggiore attualità politica, perché nei
Fondi di Sviluppo e Coesione abbiamo una contribuzione di 300 milioni di euro
per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, che avviene con i
fondi destinati alla Calabria.
Non entro nel merito
dell'importanza strategica dell'opera – questo è un dibattito che divide e
molte volte è di carattere ideologico – però, entro nel merito di
un'innovazione di principio che non può non essere sottolineata: per la prima
volta, si stabilisce un principio – di questo, ovviamente, è ben consapevole il
nostro Presidente che rappresenta tutti i calabresi – ossia che le Regioni
devono compartecipare con risorse ad esse destinate – al di là se siano Fondi
di Sviluppo e Coesione o altro – alla realizzazione di opere strategiche che
attraversano il proprio territorio.
Mi è stato detto che si
tratta di 300 milioni di euro, che tanto abbiamo 2.800.000.000,00 euro e sono
aumentate le risorse per la Calabria, che molte volte non sono state neanche
spese.
Quindi, cosa sono 300
milioni di euro? Al di là del fatto che per la Sicilia sono previste delle
somme diverse, si tratta del principio di cofinanziamento per cui la Regione
Calabria utilizza risorse proprie per la realizzazione di un'opera che ha una
valenza non puramente regionale. Non mi risulta che altre opere di tale natura
– penso alla TAV, al Mose, a opere strategiche che hanno riguardato, ad
esempio, le regioni del Nord Italia – abbiano avuto una compartecipazione
regionale quando le opere stesse avevano una rilevanza che superava,
ovviamente, i confini regionali.
Mi è stato anche detto che
si tratta di opere funzionali: sono i collegamenti stradali, opere che restano
sul territorio e, ovviamente, si tratta di infrastrutture previste per la
realizzazione di tutte le grandi opere. Spero, quindi, che questo principio,
previsto per la Regione Calabria, sia rispettato anche dalla Regione Lombardia,
dalla Regione Veneto, dalla Regione Piemonte, ogni qualvolta sarà realizzata
un'opera di valenza europea, strategica e che superi i confini regionali.
So che il Presidente farà
valere, d’ora in poi, questo principio, così come questo dibattito – che è
incentrato sulle politiche di coesione e, quindi, sui divari regionali – non
può non aprire anche una finestra su quanto avvenuto qualche giorno fa in Senato,
con l'approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata, perché le
questioni sono connesse.
Anche qui nessuna posizione
ideologica. Ho una mia posizione personale che è stata già espressa, non è
questa la sede, ma anche su questo rivolgo un'esortazione al Presidente della
Regione, che ha tutto il mio sostegno nel tenere la barra dritta rispetto a
quello che ha già affermato e cioè che non si può avere nessuna autonomia
differenziata se prima non vengono definiti e, soprattutto, quantificati e
finanziati i livelli essenziali delle prestazioni, LEP.
Su queste posizioni, il
mandato che il Consiglio regionale della Calabria deve dare deve essere
preciso. Sull’autonomia differenziata non possiamo far finta che non riguardi
noi, quest'Aula e i nostri cittadini e, quindi, voglio ribadire in questo
intervento che il Presidente della Regione – ha più volte detto di essere prima
il Presidente dei calabresi e, poi, un militante di una qualsiasi formazione
politica – avrà il mio appoggio e quello dei cittadini calabresi perché
sull'autonomia differenziata non possiamo fare sconti a nessuno, al di là delle
maggioranze di Governo che si possono interscambiare nel corso delle
legislature. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Inizio
il mio intervento, naturalmente, dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per
affrontare anche poi, molto brevemente, gli altri punti che, comunque, sono
stati trattati e ricondotti ad un’unica discussione.
Il Fondo per lo Sviluppo e
la Coesione, che ha una finalità molto precipua anche molto importante, a mio
modesto avviso, si inserisce in un quadro di dotazione economico-finanziaria –
non vorrei utilizzare affermazioni imponenti – considerevole per la nostra
Regione, se consideriamo i fondi comunitari 2021/2027, oltre tre miliardi di
euro; il Fondo dello sviluppo rurale, oltre 850 milioni di euro; i fondi del
PNRR e i Fondi di coesione, al netto dei 300 milioni di euro – sui quali,
comunque, poi qualcosa dirò – che vanno a realizzare delle opere necessarie ad
impiantare questa infrastruttura strategica così importante del Ponte sullo
Stretto.
Quindi, si tratta di oltre
due miliardi di euro. Vi rendete conto che in Calabria abbiamo una quantità di
risorse che, se venissero utilizzate in maniera proficua, a mio modesto avviso,
potrebbero, in qualche modo, consentire di scrivere una narrazione diversa
della Calabria?!
Intanto, come diceva
giustamente il consigliere Lo Schiavo, nel corso di questi anni, abbiamo avuto
– a prescindere dal colore politico – una ricaduta negativa sulle condizioni
economiche, sociali ed occupazionali di questa regione, nonostante siano state
utilizzate delle risorse molto cospicue.
La classe dirigente
calabrese – a prescindere da chi governa in questo momento, che ha,
sicuramente, maggiori responsabilità – deve soffermarsi su questo elemento di
riflessione, perché non è possibile che si possano spendere delle risorse senza
che le stesse producano, poi, una ricaduta positiva sulle condizioni
economiche, sociali ed occupazionali della Regione.
Voglio, però, inserire un
elemento di contesto e di valutazione sul quale ognuno di noi deve essere
chiamato a fare un'appropriata riflessione ossia che siamo in presenza di una
quantità cospicua di risorse e di importanti strumenti, ma anche di un nuovo
centralismo più che di autonomia, con decisioni del Governo nazionale che
puntano, invece, a ricentralizzare la governance di alcune importanti
risorse. Questo non fa altro che avvilire le autonomie locali, oltre che
tradursi, naturalmente, in minori trasferimenti per quanto riguarda il
Mezzogiorno.
In un anno di governo,
abbiamo avuto: la chiusura dell'Agenzia che aveva il compito di garantire la
coesione territoriale; la cancellazione delle ZES, che dovevano essere degli
strumenti attrattivi per rendere competitivo il sistema produttivo della nostra
Regione; la cancellazione di circa 20 milioni di euro destinati al Sud, oltre
alla diminuzione del fondo perequativo infrastrutturale, che prevedeva
4.600.000,00 euro.
Credo che dobbiamo spendere
qualche parola di fronte a questo atteggiamento del Governo nazionale,
unitamente al provvedimento che vuole introdurre anche la cosiddetta autonomia
differenziata, anche perché le altre Regioni hanno assunto delle posizioni molto
determinate e forti per difendere le ragioni delle condizioni materiali dei
propri cittadini, a prescindere dalla filiera politica o istituzionale di
appartenenza allo stesso colore politico. Quindi, anche questo strumento così
importante, di fatto, con queste modalità, viene, in qualche modo, un po’
stravolto nelle finalità essenziali e negli obiettivi che, invece, dovrebbe
perseguire.
Come diceva il consigliere
Lo Schiavo, abbiamo sviluppato una discussione nella Commissione bilancio ed
effettuato anche delle riflessioni. Intanto, non abbiamo il quadro, se non di
natura generica, delle priorità che il Governo intende finanziare con queste
opere così strategiche. Il dottore Nicolai ci ha offerto delle riflessioni e
delle valutazioni che introducono, almeno per quanto mi riguarda, ulteriori
elementi di preoccupazione – lo dico con molta franchezza – perché, quando si
parla di aggancio e di utilizzo dei progetti retrospettivi per raggiungere il target
di spesa, per quanto mi riguarda, è un elemento di preoccupazione, perché con i
progetti retrospettivi – sostituiscono i vecchi progetti sponda – di fatto,
utilizziamo dei progetti che hanno ottenuto un altro canale di finanziamento
per rendicontare la spesa. Questo, quindi, ci consente di realizzare il target
della spesa, però, dal punto di vista della ricaduta, produce zero e non
sappiamo se, con il canale di finanziamento che quel progetto retrospettivo
aveva, quell’intervento viene garantito o, addirittura, rientra nella
disponibilità del Governo nazionale per poterlo utilizzare in altre direzioni.
Sono preoccupato perché il
Governo nazionale, sta imprimendo questa azione accentratrice, altro che
autonomia, e lo ha fatto anche per delle risorse fondamentali e importanti che
dovevano essere già spese per problematiche rilevanti che afferiscono, per esempio,
alla sanità per quanto riguarda l’elisoccorso.
La strategia nazionale
delle aree interne è una misura che, adesso, è stata concentrata in una cabina
di regia della Presidenza del Consiglio dei ministri. Quindi, come vediamo, una
quantità di risorse che dovrebbe essere immediatamente disponibile per l’utilizzo
per il sistema produttivo, per i cittadini e per migliorare le condizioni di
vita e di lavoro dei calabresi, di fatto, viene accentrata in un'unica governance,
in un'unica regia nazionale e, purtroppo, oltre a provocare dei ritardi,
potrebbe anche provocare delle ricadute non sicuramente positive.
Quindi, cosa diciamo
rispetto a questo provvedimento? Non essendo definite le opere strategiche,
chiediamo al governo regionale, dopo che avrà concluso il negoziato con il
Governo nazionale, di aprire e animare una discussione pubblica in Calabria,
coinvolgendo il partenariato e attori importanti come i sindaci, aprendo un
dibattito in Consiglio regionale anche con l'opposizione, per individuare e
capire, con un livello di compartecipazione e di convergenza, quali sono le
opere strategiche da mettere in atto in Calabria per determinare condizioni di
crescita e di sviluppo produttivo. Naturalmente, su questo chiediamo ancora una
particolare attenzione, non soltanto per spendere le risorse e farlo bene per
evitare la rimodulazione che c'è stata nel passato, ma, soprattutto, diciamo
che è utile attivare un rafforzamento amministrativo per evitare, appunto, il
disimpegno delle risorse o, poi, le rimodulazioni dell'ultimo momento.
Su questi temi saremo,
naturalmente, molto attenti e scrupolosi, ma vorremmo dare il nostro contributo
nella definizione delle priorità strategiche delle opere che si dovrebbero e
che si devono realizzare con queste importantissime risorse.
Intervengo molto brevemente
sugli altri punti: anche sulle problematiche degli Enti strumentali, purtroppo,
mi pare che si continui con questo livello di governo senza una visione
d'insieme che è stata più volte sollecitata sia nelle Commissioni sia anche nel
dibattito in Consiglio regionale.
Intanto, per quanto
riguarda, per esempio, alcune misure inserite nella priorità del fondo del
FEAMP, abbiamo detto – su questo chiediamo all'assessore competente e al
Governo regionale di prestare l'attenzione necessaria – che in alcune priorità
sono state inserite zero risorse, per esempio, per quanto riguarda l’arresto
temporaneo delle attività di pesca.
Cosa vuol dire? Se c'è un
problema che interviene e determina un arresto temporaneo dell'attività di
pesca, non è giusto che i pescatori delle nostre marinerie possano avere, così
come avviene in moltissime altre regioni del Paese, un reddito, un contributo,
un sostegno da parte della Regione?
Mi è stato riferito che
alcune misure sono state definite a livello ministeriale, però non si esclude
che le Regioni possano determinare, con propri suggerimenti e proposte, anche
il miglioramento e un utilizzo molto più appropriato di queste risorse, che
possono aiutare anche le nostre marinerie, che hanno una storia economica e
produttiva importante, ad affrontare momenti di crisi e di bisogno.
Poi, sull'ARPACAL, anche
qui ho dimostrato nella discussione in Commissione che, quando ci sono dei
segnali di inversione di tendenza, vanno accolti e salutati favorevolmente.
Parliamoci, chiaramente,
per la prima volta, su questo bilancio si interviene, intanto, nei tempi
previsti, che può sembrare un aspetto burocratico e banale, ma, a volte, anche
il rispetto dei tempi, nella definizione e nell'elaborazione dei documenti contabili,
credo che rappresenti, invece, un aspetto sostanziale della qualità e anche
della capacità di governo di Enti così strategici e così importanti.
Nonostante qualche lieve
miglioramento, anche dal punto di vista della pianificazione per quanto
riguarda anche la consistenza presunta di cassa – che ancora rimane molto alta
e denota una scarsa capacità di spesa – rimane ancora molto distante l'obiettivo
del finanziamento previsto per l'ARPACAL, che dovrebbe essere l'1 per cento del
Sistema sanitario regionale, mentre noi siamo appena allo 0,41 per cento.
Sarebbe, quindi, utile,
invece, attivare una riflessione e una valutazione per garantire la missione
strategica di questo Ente per un graduale aumento della percentuale di risorse
per consentirgli di assolvere alle funzioni nel modo migliore. Anche qui, ho
rilevato una incongruenza che esiste: a fronte di 1.500.000,00 euro di risorse
disponibili per effettuare nuove assunzioni, nel bilancio, invece, ci
accorgiamo che la pianta organica arriva a 246 unità e, quindi, c’è
un'ulteriore diminuzione di 8 unità di forza lavoro. È una contraddizione, cioè
come è possibile, se sono previsti 1.500.000,00 di euro per fare nuove
assunzioni che, invece, la pianta organica preveda una diminuzione di 8 unità.
Infine, sull'altra
problematica dell'ARSAC, anche qui vedo che ci sono buone intenzioni e intenti
positivi per superare la situazione di criticità esistente che, comunque, è una
criticità storica.
Parliamoci chiaramente, per
esempio, la situazione dei crediti di dubbia esigibilità riscontra un
peggioramento, cioè di anno in anno, i dati, invece di migliorare, peggiorano.
Nell'anno precedente, per quanto riguarda i crediti di dubbia esigibilità eravamo
all’81,59 per cento, oggi, siamo all'89,70 per cento.
Ancora una volta, ribadiamo
al Governo regionale la necessità di una discussione approfondita di sistema da
intraprendere su tutti gli Enti strumentali per dare consistenza, valore
strategico di rafforzamento e di consolidamento degli obiettivi che alcuni Enti
e strumenti hanno e valutarne anche, eventualmente, la razionalizzazione o
l'eventuale conclusione di alcune esperienze che, probabilmente, non hanno
prodotto nella nostra regione quegli obiettivi strategici per i quali erano
stati realizzati. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere
Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sono
stato presente nell'ultima seduta della Commissione bilancio, pur non facendone
parte, perché mi interessavano gli argomenti in discussione, quelli che,
appunto, poi sono stati portati questa sera in Consiglio.
Devo dire che sono rimasto
positivamente impressionato dalla capacità espositiva degli auditi che hanno
contribuito a dare una raffigurazione comprensibile della situazione,
soprattutto, a persone che non hanno grandissima dimestichezza con i numeri e i
bilanci.
Per esempio, in
particolare, il direttore del Dipartimento di programmazione unitaria, il
dottor Nicolai, ha delineato un quadro molto preciso e anche prospettico, però
il mio focus voleva essere soprattutto sul problema di ARPACAL.
Appartengo a
un'Associazione che, ormai da molto tempo, insieme a tante altre, auspica che
le ARPA siano rese autonome dal governo regionale e cioè che sia un Ente terzo
a valutare le condizioni ambientali.
In attesa che questo
eventualmente accada, le ARPA sono, notoriamente, un’Agenzia strumentale delle
Regioni, che svolge un ruolo assolutamente centrale e positivo rispetto a un
elemento che non è solo l'ambiente, ma ambiente e salute, perché le due componenti
non sono scindibili. Per cui è estremamente importante che, fin quanto ARPA
sarà ARPACAL e cioè dipenderà dal governo regionale, venga presidiata e
potenziata al massimo possibile non soltanto, mi permetto di dire, con un
aumento in bilancio e, quindi, dei fondi – cosa sicuramente necessaria – ma
anche nella selezione e nella scelta del management che, naturalmente,
deve dare le garanzie, come credo francamente che, nelle ultimissime tornate, i
direttori di ARPACAL abbiano dato e stiano dando.
L’audizione, infatti, del
professor Iannone è stata, a mio parere, esaustiva, interessante e anche per
certi versi confortante, per cui, quindi, non c'è soltanto un bilancio che
viene tempestivamente presentato, ma che, comunque, a mio parere è anche condivisibile.
Pertanto, su questo punto
specifico voterò positivamente e segnalo soltanto a latere che faccio mia la
richiesta del professor Iannone – che è stata fatta anche dai colleghi che sono
intervenuti precedentemente – di potenziare questa Agenzia, perché è fondamentale
che abbia una strumentazione all'avanguardia e un management
estremamente efficiente e capace, ma anche che possa avere la forza lavoro per
coprire il territorio regionale e, quindi, monitorare quei tantissimi elementi
di sua pertinenza che, ripeto, sono collegate all'unicum rappresentato da
ambiente e salute. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Intervengo ora. Poi, ho visto che ci sono altri consiglieri iscritti a parlare altri
consiglieri di maggioranza che prego di intervenire senza ritirare la loro
iscrizione, perché non è sempre detto che il Presidente della Regione debba
concludere i dibattiti. Il Presidente della Regione può intervenire al pari
degli altri consiglieri regionali, quando lo dovesse ritenere necessario.
Intervengo in questa fase perché, purtroppo, sarò impegnato, da qui a poco, in
altri incontri e, però, non volevo sottrarmi alle sollecitazioni che sono
intervenute attraverso gli interventi dei consiglieri di opposizione.
Vorrei
utilizzare l'occasione anche per dare una notizia al Consiglio regionale.
Siccome si sta discutendo del Fondo di sviluppo e coesione (FSC), sapete che il
Governo ha fatto Accordi di coesione con diverse Regioni, ma non ne ha fatto
nessuno, ancora, con Regioni del Sud, un po’ perché il Fondo di sviluppo e
coesione - lo sapete bene - è un fondo che è destinato per l'ottanta per cento
al Sud, per cui, per esempio, la Calabria dispone di più di 2 miliardi e 800
milioni di euro e poi ci sono le risorse già anticipate per il contrasto al
dissesto, mentre Regioni ben più ampie della Calabria, Regioni del Nord magari,
hanno un Fondo di coesione che complessivamente cuba 300-400 milioni di euro.
Quindi, è più semplice per quelle Regioni e per il Governo fare degli Accordi,
è più complesso per le Regioni del Sud.
Però
la Calabria - è questa la notizia - dovrebbe essere la prima Regione del Sud a
stipulare l'Accordo di coesione col Governo. Credo che questa firma possa
intervenire nelle prossime settimane, comunque entro, spero, la prima
quindicina del mese di febbraio, perché gli Uffici della Regione, gli Uffici
del Ministero della coesione e anche gli Uffici degli altri Ministeri hanno di
fatto concluso il lavoro istruttorio e avremo finalmente la possibilità di
utilizzare le risorse del Fondo di sviluppo e coesione così come programmato.
Ho
ascoltato gli interventi dei consiglieri di opposizione, li ho, per la verità,
persino condivisi in alcune parti, perché ho sentito dire che la Politica di
coesione in questi anni non ha funzionato nel Mezzogiorno, in particolar modo
non ha funzionato in Calabria. Chi ha governato in questi ultimi vent'anni? Vi
vorrei ricordare che ho ereditato dai miei predecessori un miliardo di FSC non
speso, di certo non si può gettar la croce addosso alla compianta Jole
Santelli, che ha gestito per solo dieci mesi in una condizione molto complicata
come quella del Covid, o a chi l'ha sostituita, come il vicepresidente Spirlì, mentre di mese in mese si ipotizzava il voto.
Si
parla di Programmi che hanno avuto un arco temporale 2014/2021 e vedremo poi
qual è stata la progressione della spesa nel 2014, nel 2015, nel 2016, nel
2017, nel 2018, nel 2019. Ho trovato un miliardo di FSC non speso, un miliardo
di risorse POR non spese. E quanti gufi ci sono stati, in questi due anni, che
hanno detto: “Ah, ma che succederà? Ci sarà il disimpegno di queste risorse?”.
Vedrete fra qualche mese, quando saranno disponibili i dati di Open Coesione,
che la Calabria non perderà un solo euro, perché in questi due anni siamo
riusciti a spendere quanto non era stato speso negli anni passati.
Abbiamo
speso tutto.
Ho
sentito dire che le risorse del FSC si potevano utilizzare anche per la sanità.
Abbiamo speso persino più di 100 milioni di risorse
POR per comprare ambulanze, TAC, risonanze, avendo la possibilità di rimodulare
queste risorse col consenso della Commissione europea. Quindi, abbiamo speso
tutto.
Abbiamo
speso tutto.
Ho
fatto qualche studio di economia, non so che studi di economia abbiano fatto i
consiglieri di opposizione, però vedo che sempre lamentano un progressivo,
costante peggioramento nei dati macroeconomici della Calabria. Ora, se avessero
fatto degli studi di economia, saprebbero che i dati macroeconomici non
cambiano con una tempistica immediata, nel senso che i dati macroeconomici
cambiano riverberando - magari con un orizzonte temporale di un anno e mezzo,
due anni - gli effetti di scelte di governo nazionale e regionale prodottisi un
anno e mezzo, due anni prima. Saprebbero che il problema vero della Calabria è
che, per quante attività meritorie possano svolgere il Consiglio regionale e il
governo regionale nella direzione di promuovere lo sviluppo della Calabria,
fintanto che non si riuscirà a trattenere in Calabria una risorsa che noi
perdiamo in maniera copiosa ogni anno, che è quella dei giovani che vanno via,
la Calabria continuerà a perdere 15.000/20.000 persone all'anno. Vorrei
ricordare che sono, sì, 15.000 storie, 15.000 speranze, 15.000 persone che
hanno famiglia, prospettive, futuro, ma sono anche 15.000 porzioni di prodotto
interno lordo individuale, nel senso che la Calabria ogni anno si impoverisce
perché continua a perdere queste persone.
E
voi pensate che in due anni, in tre anni, si possa costruire un complesso di
attività per riparare a 20 o 25 anni di politiche sciagurate che hanno ucciso
ogni prospettiva per quelli che oggi vanno via dalla Calabria?
Mi
stupisco che ci possa essere un livello anche di strumentalità, in alcune
argomentazioni, così marchiano.
Poi,
è vero, io parlo col beneficio del dubbio, consigliere Mammoliti, perché non ho
avuto modo - di questo mi dispiaccio molto - di leggere l'ultima fatica
letteraria del consigliere Bevacqua alla quale so ha partecipato anche lei , questo Libro bianco. Anzi, Presidente, se il gruppo
del PD gliene avesse fornito copia, le sarei davvero grato se me la potesse dare, così magari la leggerò anch'io.
Nel
momento in cui si rappresenta il fallimento delle Politiche di coesione, un po’
di autocritica bisognerebbe pure farla, perché io governo da poco più di due
anni e governando ho speso tutto quello che in passato non era stato speso e ho
cercato di creare condizioni per costruire una macchina amministrativa capace
di spendere produttivamente le risorse.
Mi
piacerebbe che in questa fatica letteraria, per esempio, ci fosse un raffronto
fra quello che è stato fatto rispetto alle Politiche di coesione in passato e
quello che stiamo facendo noi, avendo – attenzione! - la consapevolezza che
tutto quello che facciamo è poco rispetto a quello che ancora dobbiamo fare.
In
coscienza, vi dico che credo che questo governo regionale abbia già fatto in
questi due anni, in termini di risorse, di riforme, di efficientamento della
macchina amministrativa, molto, molto, molto di più di quello che in vent'anni
- prima di questo governo regionale - è stato fatto in Calabria. Di questo ne
ho perfetta coscienza. Se mi chiedete se sono soddisfatto, vi rispondo: “No”,
perché ho perfetta contezza del fatto che anche ciò che è stato fatto è
pochissimo rispetto a quello che ancora rimane da fare in questa regione.
Vi
ricordate i governi precedenti in Calabria? Ricordo che stavano sempre in una
posizione di fortissima soggezione, di fortissima sudditanza, nei confronti del
Governo nazionale. Ci sono stati Presidenti che minacciavano di incatenarsi,
che facevano polemiche incredibili col Governo nazionale. Questo governo
regionale - consigliere Bevacqua, non faccio nomi, ma lei è stato vice di
qualcuno di questi Presidenti - in due anni, anzi in un anno - è stato fatto
prima dei due anni -, è riuscito, per esempio, ad avere 3 miliardi per la
Strada Statale 106. Tre miliardi. Nei vent'anni precedenti, i precedenti
governi regionali avevano ottenuto dal Governo nazionale al massimo un miliardo
per il terzo macrolotto. Tre miliardi.
Poi,
la politica è anche il confronto con la politica nazionale, va fatta da chi
conosce gli strumenti, le tecniche e fino a che punto può arrivare per
conseguire un obiettivo che, poi, magari può anche essere rinegoziato.
Vi
ricordate quando abbiamo avuto i 3 miliardi con un orizzonte temporale di 15
anni? Tutti dicevano: “Ah, 15 anni! Che servono 3 miliardi in 15 anni?” Bene,
si stanno facendo le gare per spendere immediatamente questi 3 miliardi -
quindi non in 15 anni - e ANAS ha detto, alla presenza dei sindacati, che
questi 3 miliardi saranno spesi, concludendo i lavori oggetto delle gare in 5
anni.
Credo
di aver dimostrato di non avere alcun complesso nei confronti del Governo
nazionale e di essere anche un Presidente che insieme alla mia squadra, insieme
al governo regionale, sa trattare col Governo nazionale.
Mi
è stato rimproverato di aver contribuito al finanziamento del Ponte sullo
Stretto con 300 milioni - la Sicilia ne dà un miliardo e tre - si dice che è
stato stabilito un principio: il principio del cofinanziamento delle Grandi
opere con fondi regionali. Non è vero, perché ci sono altri casi, nel Paese, in
cui le Regioni hanno contribuito a infrastrutture per loro strategiche e lo
hanno fatto, addirittura, con fondi di bilancio, perché le risorse FSC le hanno
solo le Regioni del Sud.
Il
vero cofinanziamento, il peggiore che è stato realizzato in Calabria nel corso
degli ultimi anni - io direi degli ultimi decenni -, è stato quello nel quale
le risorse del Fondo di sviluppo e coesione, che dovevano essere aggiuntive,
sono state spese in maniera tale da essere sostitutive di interventi che lo
Stato aveva finanziato con altre risorse. Sapete come avveniva la
rendicontazione prima di questo governo regionale? Si portavano a rendiconto
con il Fondo di sviluppo e coesione progetti - lo avete detto voi –
retrospettivi, progetti sponda, che erano finanziati con risorse nazionali.
Andate a vedere quale sarà la percentuale di progetti retrospettivi che abbiamo
utilizzato per spendere questi 2 miliardi. Non abbiamo
utilizzato progetti retrospettivi! Abbiamo fatto spesa vera. Certo, abbiamo
fatto anche il monitoraggio della spesa che non era stata comunicata a Roma,
perché abbiamo mandato i revisori nei Comuni.
Ho
ereditato una Regione che, da anni, non faceva domande di pagamento per avere
le risorse. Abbiamo fatto le domande di pagamento, abbiamo mandato nei Comuni i
revisori a verificare quale fosse la spesa che si era prodotta, ma non abbiamo
utilizzato progetti sponda, progetti retrospettivi. Quelli sì, sono un odioso
cofinanziamento, nemmeno cofinanziamento, un finanziamento sostitutivo, perché
nel momento in cui l'FSC non viene utilizzato in maniera aggiuntiva, ma - pur
di rendicontare - per spesare opere che lo Stato aveva deciso di finanziare in
altro modo, questo sì che è un danno.
Sì,
ho deciso di contribuire al finanziamento del Ponte sullo Stretto per il 2 per
cento del costo che, vi ricordo, è circa 4 miliardi. Questo costa il Ponte, poi
tutte le altre sono opere infrastrutturali che si faranno nell'area di Reggio
Calabria, nell'area di Villa San Giovanni e nell'area di Messina. Anche queste
hanno un valore per la Calabria.
Ho
tenuto a inserire queste risorse di 300 milioni per il Ponte nell'Accordo di
coesione. Perché? Perché sono convinto che, se partiranno i lavori, il Ponte si
realizzerà, ma non sono ancora partiti, quindi ci può essere, ipoteticamente,
la possibilità che i lavori del Ponte non partano. Allora che ho fatto? Li ho
messi nell'Accordo di coesione in maniera tale che, se il Ponte non si dovesse
fare, queste risorse, dato che sono rimodulabili, potrebbero essere utilizzate
per altre finalità. Poi, io mi auguro che i lavori per il Ponte partano perché
diventerà un grande attrattore di attenzione verso la Calabria e la Sicilia.
Ho
fatto riferimento alla capacità negoziale che il governo regionale ha nei
confronti del Governo nazionale: la Calabria ha contribuito al finanziamento
del Ponte per 300 milioni, voi pensate che avremmo avuto i 3 miliardi per la
Strada Statale 106 se non avessi utilizzato il Ponte come argomento per
attrarre risorse per altre infrastrutture che sono altrettanto utili? Ho
spiegato al ministro Salvini che il Ponte è importante in quanto attrattore
d’investimento. Gli ho detto: “Se parte il Ponte, ma continuano le morti sulla
Strada Statale 106 (SS106), si spacca l'autostrada, la gente difficilmente
capirà che si sta facendo una cosa buona”.
E
proprio in ragione del fatto che ho utilizzato, prima che ci sia, il Ponte come
un attrattore di investimenti infrastrutturali, abbiamo avuto prima le risorse
per la SS106, poi la velocizzazione della spesa per le stesse e abbiamo avuto
anche 890 milioni per il tratto autostradale compreso tra Cosenza e Altilia che
Renzi inaugurò nel 2016, quando ancora non era stato fatto.
Cioè,
a fronte di 300 milioni che spenderemo soltanto se il Ponte - come io spero -
si farà davvero - altrimenti li rimoduleremo -, abbiamo ottenuto risorse ben
più consistenti. È stato o non è stato un investimento importante? Sono
convinto che sia stato un investimento molto, molto importante.
Poi,
certo, il tema del funzionamento della Politica di coesione va affrontato e io
vorrei che anche i miei colleghi Presidenti del Mezzogiorno l’affrontassero con
grande serenità e equilibrio.
Credo
che il Governo nazionale abbia ottenuto un'importante risultato presso la
Commissione europea, avendo ottenuto la possibilità - questo voi sicuramente lo
sapete perché siete attenti osservatori e quindi l'avete già registrato, ma ve
lo ricordo - di rimodulare il POR 2021-2027. Cioè, tra gli obiettivi del PNRR,
l'Italia ha deciso di inserire, col consenso della Commissione europea, una
condizione che è la seguente: l'Italia dovrà fare, entro marzo, un decreto
legge che darà la possibilità di rimodulare i 3 miliardi e 200 milioni, per
esempio, della Calabria, del POR 2021-2027,destinandoli a interventi strategici
nel campo della depurazione, dell'idrico, nel campo dell'attrazione turistica,
attraverso gli aeroporti, e, quindi, noi avremo la possibilità di spendere
queste risorse in deroga alle regole che generalmente sono alla base della
spesa di queste risorse.
Questo
è un grande risultato che ci dà la possibilità di velocizzare la spesa e di
renderla più produttiva, perché il tema non è solo la velocità della spesa, il
tema è la produttività, l'efficacia della spesa. Difatti, il vero fallimento
della Politica di coesione in Calabria è stato non solo non aver speso per
tempo tutto quello che andava speso, ma di averlo speso male, senza creare
condizioni che favorissero davvero lo sviluppo del territorio. Questa è una
possibilità che, oggi, è offerta al nostro Paese e che noi dobbiamo avere la
capacità di cogliere in un rapporto competitivo, senza sudditanze, senza
soggezioni col Governo nazionale. Credo di aver dimostrato questo, consigliere
Lo Schiavo, anche sulle questioni che riguardano l'Autonomia. Poi, se vorremo,
faremo - se il Presidente lo consentirà - anche un’altra seduta di Consiglio
regionale sull'Autonomia differenziata, ma le assicuro che non ho alcun
complesso né nei confronti del mio partito né dei confronti del Governo
nazionale. Credo di averlo dimostrato anche in passato, per esempio, su altre
Misure che, secondo me, avranno un riverbero negativo sui dati macroeconomici
della Calabria, come la cancellazione del reddito di cittadinanza. Ho detto che
erano misure che forse andavano approfondite in maniera diversa. Eppure, quello
era un mantra del centrodestra, no? Non ho complessi, faccio quello che ritengo
giusto fare. Ho visto che, se faccio quello che ritengo giusto, do al
centrodestra nazionale, che è la mia parte politica, la possibilità di poter
dire che ci sono, anche al Sud, governi autorevoli che dimostrano quanto il
centrodestra sappia governare. Per farlo mi consento tutte le libertà che
rappresentano un mio dovere nei confronti dei cittadini calabresi.
Anche
sull'Autonomia differenziata, ho avuto l'atteggiamento di chi non sta col
cappello in mano o assume una posizione semplicemente rivendicativa nei
confronti delle Regioni del Nord, proprio perché - vorrei segnalarlo ancora -
noi non abbiamo complessi nei confronti delle Regioni del Nord. Ho conosciuto
gruppi dirigenti di altre Regioni, anche per la funzione nazionale che svolgo
nel mio partito, e vi dico che - al di là della qualità delle vostre fatiche
letterarie che non ho avuto ancora la possibilità di giudicare – mediamente, il
gruppo dirigente della Regione Calabria, in tutte le sue articolazioni di
maggioranza o di minoranza, non ha alcuna ragione di avere complessi nei
confronti dei gruppi dirigenti delle altre Regioni.
È
un approccio meramente rivendicativo. È lo stesso approccio che, in Calabria,
hanno avuto i gruppi dirigenti del Sud per 20-30 anni. Cosa ha prodotto? Ha
prodotto soltanto sperequazione e il fallimento delle Politiche di coesione.
Io
le sfide le colgo - certo, sempre col mio atteggiamento trattativista nei
confronti del Governo nazionale e delle altre Regioni - nella direzione di
massimizzare i profitti per la mia Regione. Allora, ho detto: “Se volete
l’Autonomia differenziata, dateci il superamento della spesa storica”. Se
mettiamo su un piatto della bilancia l'Autonomia differenziata - mi dispiace
non poter allargare tanto questo braccio per indicare il piatto della bilancia
- e sull'altro il superamento della spesa storica, sappiate che il superamento
della spesa storica, per noi, rappresenta un vantaggio molto più grande
dell'Autonomia differenziata per le Regioni del Nord che - sono sicuro che
abbiate notato anche questo –, pur di ottenere questa bandiera, hanno accettato
un testo, quello uscito dal Senato, che sostanzialmente dice che non si possono
fare Intese se i LEP non sono finanziati su quella materia in tutta Italia.
Questo vuol dire che, se una Regione del Nord chiede un'Intesa su una materia,
prima di poterla fare, ci deve essere il finanziamento dei LEP su quella
materia per tutte le Regioni.
Un
altro emendamento - guardate il testo uscito dal Senato perché così magari
aggiornate anche la bibliografia del vostro libro bianco -, approvato in Aula,
dice addirittura che, se per effetto delle Intese c'è un aumento della spesa
per un LEP in una Regione, questo stesso aumento deve essere garantito
proporzionalmente a tutte le Regioni, anche a quelle che non hanno chiesto
l'Intesa.
La
mia convinzione è che, per come è stata approvata dal Senato, questa legge
senza i 70 - 80 miliardi necessari per finanziare i LEP non potrà dar luogo a
Intese. Anche rispetto a questo, il mio atteggiamento è sempre stato quello di
avere una disponibilità al confronto, senza soggezione alcuna, ma
nell'interesse della Regione che ho l'onore di governare.
State
sicuri che continuerò a fare così.
Mi
scuso ancora con voi se ho potuto soffermarmi soltanto sulle sollecitazioni che
mi avete offerto oggi nei vostri interventi in Consiglio regionale e non ho
potuto intervenire sulle altre suggestioni della vostra fatica letteraria. Vi
prometto, però, che leggerò quello che avete scritto. Il mio desiderio è,
soprattutto, leggerlo insieme a voi alla fine di questa legislatura, per
verificare insieme quanto bianco possa essere questo libro e quanto grigio o
nero possano essere i libri non scritti in passato in Calabria.
Grazie,
Presidente. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. L'intervento del presidente Occhiuto - che è stato veramente
straordinario -, caratterizzato dalla sua appartenenza a questa terra di
Calabria e dal suo amore verso i cittadini calabresi, ha dato risposte alle
sollecitazioni pervenute dai banchi della opposizione. Quando andiamo a
trattare temi che riguardano programmazione, pianificazione, bilanci contabili,
abbiamo l'abitudine di approfondirli, soprattutto di fronte a un tema così
importante qual è, appunto, quello del Fondo di sviluppo di coesione. Un tema
difficile da affrontare, ma che ritengo che, per la prima volta in Calabria,
dia un segnale forte di cambio di rotta rispetto alla governance della Regione
Calabria.
Come
ricordava bene il presidente Occhiuto, il governo regionale si è caratterizzato
in soli 24 mesi, nei quali è stata utilizzata completamente la spesa legata ai
Fondi comunitari.
Il
provvedimento che noi oggi andiamo ad affrontare è frutto di un lavoro attento,
meticoloso, di questa amministrazione regionale, il tutto, naturalmente, in
sinergia con il Dipartimento di programmazione unitaria e rappresenta, così
come dicevo, il vero e proprio punto di svolta per quella progettazione futura
che permetterà alla Regione Calabria di raggiungere dei traguardi sempre più
grandi e ambiziosi.
La
programmazione del Fondo di sviluppo e coesione che - è opportuno ricordarlo -
fa suoi gli investimenti e non prevede niente di immateriale rispetto alle
linee programmatiche del presidente Occhiuto, e tutti gli interventi,
naturalmente, sono legati alla complementarità con i fondi comunitari. Infatti,
prima di tutto la scelta è ricaduta su azioni e interventi che non sono
finanziabili con altri finanziamenti comunitari, nell'ottica di integrarli
attraverso i vari strumenti disponibili. Un ringraziamento particolare va,
quindi, al presidente Occhiuto che con la sua autorevolezza ha, finalmente,
reso la Calabria un interlocutore privilegiato con il Governo nazionale, alla
vicepresidente Princi con la delega alla programmazione unitaria e un
ringraziamento va anche al dottore Maurizio Nicolai, direttore generale del
Dipartimento programmazione unitaria, per il lavoro, che è riuscito a mettere in campo.
Qual è il dato politico? È che,
finalmente, in Calabria si comincia a programmare e a pianificare e che, nelle
prossime settimane, così come è stato ricordato dal presidente Occhiuto,
andremo a chiudere con il Governo nazionale l'Accordo di coesione, grazie al
quale la nostra Regione beneficerà di una quota di fondo di due miliardi e
ottocento milioni. Parliamo di risorse fondamentali per intervenire su alcuni
settori strategici che sono stati suddivisi in 12 aree tematiche, ad
esclusione, naturalmente, della ricerca e dell'energia, che sono state già
finanziate col POR Calabria e per le quali abbiamo già un miliardo di euro a
disposizione. Allo stesso tempo abbiamo interventi che riguardano opere
infrastrutturali di strade e viabilità che, sicuramente, non possiamo
affrontare con i Fondi comunitari e per i quali utilizzeremo il Fondo di
Sviluppo e Coesione. Così come è stato detto, viene tutto realizzato
nell'ottica della complementarità: ciò che fai con uno strumento non lo puoi
fare con l'altro.
L'importanza di questa Programmazione
sta anche nel fatto che contempla interventi sofisticati che, naturalmente, non
hanno richiesto dieci minuti ed è per questo che di tutte le grandi Regioni
nessuna, ancora, ha firmato questo Accordo. Hanno proceduto soltanto la Regione
Liguria, in cui è previsto un importo di 200 milioni, e noi, a cui è destinato
un importo di due miliardi e ottocento milioni, saremo, forse, una delle prime
Regioni a firmare l'Accordo.
Elencare tutti i singoli
interventi previsti diventa impossibile perché sono centinaia e centinaia, però
possiamo individuare le macroaree tematiche: ad esempio, nel settore delle
infrastrutture sono previsti quasi trecento milioni di euro per le opere infrastrutturali
propedeutiche al Ponte sullo Stretto. Lo diceva il presidente Occhiuto: questi
trecento milioni di euro, comunque, saranno destinati alla realizzazione di
infrastrutture importanti, indipendentemente dalla realizzazione del Ponte
sullo Stretto, come ad esempio il nuovo raccordo autostradale di Reggio
Calabria o il nuovo raccordo merci di Villa San Giovanni; sono previsti,
ancora, centodieci milioni di euro per la portualità turistica, dato che questo
intervento non può essere finanziato con il POR e, dunque, viene spostato sul
Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC).
Anche per quanto riguarda
l'ambiente i servizi che prevediamo sono destinati a una programmazione di
settanta milioni di euro per le bonifiche delle discariche - anche questi non
finanziabili con il POR - più altri interventi per la depurazione, i rifiuti, i
parchi; inoltre, un dato importante sono i centosettanta milioni di euro
destinati al cofinanziamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, mentre
cento milioni di euro li investe il privato - l'intervento sul
termovalorizzatore non può essere finanziato con fondi comunitari poiché,
essendo di lunga attuazione, sforerebbe con i tempi previsti e rimarrebbe
incompiuto e per questo è stato necessario spostarlo sul FSC -; infine, sono
previsti centodieci milioni di euro per la ristrutturazione della SORICAL.
Tutta la programmazione che abbiamo voluto inserire nel FSC è frutto delle
linee programmatiche che il presidente Occhiuto ha esposto nell’intervento del
suo insediamento al governo regionale, ma allo stesso tempo è anche frutto di
tutte quelle riforme messe in campo da questo governo
regionale.
È giusto ricordare anche che, per
la prima volta in Calabria, i rifiuti non sono esportati all'estero; per la
prima volta in Calabria i rifiuti saranno smaltiti in discariche esclusivamente
pubbliche. E ancora: la Programmazione prevede interventi strategici di ampio
respiro, come, ad esempio, i 142 milioni di euro utilizzati per il
cofinanziamento dei fondi comunitari, dato che la Regione Calabria avrebbe
dovuto finanziare una quota di 244 milioni die uro. Altri 800 milioni di euro
per quanto riguarda i servizi di aiuto alle imprese, 365 milioni di euro per
interventi di carattere economico generale.
Come si può ben vedere, siamo di
fronte ad una lungimiranza che mai si è avuta finora in nessun governo
regionale. Possiamo dire che stiamo entrando nella storia e ciò permetterà,
veramente, il risanamento dell'intera Regione, tenendo conto del fatto che,
finalmente, si dialoga in maniera proficua con l'Unione europea anche perché,
forse, finalmente, chi interloquisce con l'Unione europea parla l'inglese e si
fa comprendere fino in fondo.
Questi fondi andranno a sommarsi a
quelli previsti dal POR, dal PNRR e da altre fonti di finanziamento disponibili
e permetteranno alla Calabria di compiere un virtuoso passo e un salto in
avanti per diventare una regione ancora più strategica e in crescita. Abbiamo
la possibilità, con questa progettualità, di chiudere, finalmente, la stagione
dei fondi spesi male e, a differenza del passato in cui ogni consigliere
cercava di farsi finanziare il piccolo intervento, si pianifica
strategicamente, segnando un vero e proprio cambio di passo.
Se qualcuno pensa di interessarsi
alla cosa allo scopo di tornare ai vecchi metodi, che bene ha fatto il
presidente Occhiuto a ricordare, con soddisfazione possiamo annunciare che quel
vecchio modo di agire è finito!
Bisogna anche ricordare che ha
lasciato un problema grande quanto una casa: 123 procedure di infrazione
comunitaria solo sulla depurazione che da 23 anni costano allo Stato 365
milioni di euro all'anno, precisamente un milione al giorno. Con i vecchi metodi
prima non si interveniva e ci si lamentava del mare sporco, della mancata
depurazione, del mancato sviluppo economico di questa regione, mentre adesso,
finalmente, si interviene per prevenire e risolvere i problemi. Questa
amministrazione regionale guarda alle grandi opere strategiche, alle
opportunità di sviluppo. Sul fondo di sviluppo e di coesione: basta ai piccoli
interventi, bisogna guardare a progetti di ampio respiro. Ci troviamo ad
amministrare una terra che non si può più permettere di perdere fondi di
finanziamento e treni finanziari di alcun tipo o di dover restituire i soldi
non spesi così come è accaduto in passato.
È tempo di progettare, di
costruire, di edificare quella Calabria che abbiamo in mente: una Calabria
efficiente, attrattiva, protagonista. È grazie al lavoro di questa
amministrazione a guida del presidente Occhiuto che tutti questi obiettivi,
finalmente, diventeranno realtà. Grazie.
Grazie, collega Straface. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie. Signor Presidente, non
sarei intervenuto - è intervenuto il collega Mammoliti su questo punto - però
mi sembrava opportuno che il Presidente, dopo il suo intervento, rimanesse in
Aula anche per sentire le nostre valutazioni. Sarebbe stato un atto garbato nei
confronti dell’opposizione.
Avevo comunicato io al Presidente
che i rappresentanti dell'opposizione che si erano prenotati erano già
intervenuti; non c'era più nessuno, non era prenotato. Il Presidente lo aveva
detto che dopo di lui ci sarebbero stati due interventi di consiglieri di
maggioranza. Ma, va bene, ascolto e riferisco.
Ci saremmo prenotati. Sarò
telegrafico. Non c'è bisogno di una laurea in economia per saper fare delle
addizioni e contare il tempo che passa.
Credo che la prossima estate
avremo tutti quanti noi l'opportunità di vedere se i nostri mari saranno più
puliti o meno puliti rispetto agli anni passati.
Basterà aspettare qualche giorno
per avere i dati sugli incendi che hanno colpito la Calabria nel 2023 e se il
sistema di droni messo in campo con le risorse spese
ha funzionato e se, come dice lui, la Calabria è un esempio a livello nazionale
o se sono stati bruciati più ettari degli anni passati, anche di quando
amministrava qualcun altro.
Aspetteremo la prossima estate per
sapere se ci saranno più turisti in Calabria rispetto al 2019, al 2018, agli
anni precedenti; quindi, non c'è bisogno di salire in cattedra e pontificare,
basta soltanto attendere e, come dice lui stesso, prendere atto di quelli che
sono i numeri ufficiali che i Dipartimenti e gli uffici addetti, poi,
riusciranno a darci.
Basterà anche aspettare cinque
anni per sapere se la Strada Statale 106 - me lo auguro, mi fara piacere,
perché tante, troppe vite vengono perse su quella strada - tra cinque anni sarà
completata e se i lavori saranno conclusi o se, fra tre anni, come ha
dichiarato lo stesso presidente Occhiuto, taglierà il nastro dell'ospedale di
Vibo Valentia. Me lo auguro, sia da consigliere regionale sia da calabrese.
Noi continueremo, qui, a svolgere
il nostro ruolo di opposizione, ma, soprattutto, saranno i calabresi ad
attendere che, poi, tutti questi impegni, queste promesse siano mantenute.
Chiudo, signor Presidente, cogliendo l'occasione per chiedere, nel momento in
cui l'assessore Gallo volesse farlo, una sua relazione circa le proteste degli
agricoltori che da alcuni giorni colpiscono tutta la nostra regione. Proteste
che registriamo a livello europeo, a livello nazionale ma anche a livello
regionale, con il blocco delle nostre strade, in un settore molto importante
per la nostra regione e, soprattutto, per il futuro di tanti lavoratori.
L'agricoltura è sempre stato un patrimonio importante per la Calabria,
lavorando la terra molti genitori hanno dato l'opportunità ai loro figli di
poter studiare e diventare classe dirigente; è, sicuramente, un settore da
tutelare; quindi, credo che sia un tema di grande attualità, di grande
importanza.
Chiedo all'assessore Gallo se
vuole riferirci degli incontri avuti con gli agricoltori, cosa ci dobbiamo
aspettare e quali sono gli interventi anche da parte della Regione Calabria.
Grazie.
Assessore
Gallo, prima di passare alla votazione, potrebbe dare un'informativa. Grazie.
Grazie, Presidente. Il collega
Alecci, in maniera puntuale, sollevava una questione di grande attualità in
questi ultimi giorni, in queste ultime settimane, non solo in Calabria, ma
nell'intera Europa.
Le politiche comunitarie in questi
ultimi anni non hanno certamente favorito gli agricoltori. Diciamolo con grande
chiarezza: sono state politiche sostenibili, ambientaliste che ci hanno anche
portato a una non autosufficienza nelle produzioni. Lo abbiamo scoperto durante
il conflitto tra Russia e Ucraina, quando ci siamo resi conto che i nostri
grani, i nostri cereali provenivano da quei Paesi e che noi non eravamo nella
condizione di essere autonomi rispetto a queste produzioni. È altro tipo di
politica, per esempio, la nuova PAC, il nuovo primo pilastro che prevede le
alternanze delle produzioni. Significa che in alcune regioni di Francia e
Germania, dove c'è poca marginalità nelle produzioni, ci sono delle
coltivazioni periodiche e saltare un'annata vuol dire mettere in difficoltà gli
stessi agricoltori. Da lì è partita una protesta che ha visto il Belgio, la
Germania, oggi anche la Francia in maniera molto determinata con l'assedio a
Parigi, e che ha interessato, naturalmente, anche il nostro Paese. Perché?
Perché alcuni temi sono temi di grande attualità.
Dal conflitto tra Russia e Ucraina
in poi c'è stata non solo questa scoperta, ma anche un aumento incontrollato
del gasolio agricolo e dei costi energetici che hanno messo a dura prova gli
agricoltori, facendo aumentare a dismisura i costi di produzione e diminuendo
la marginalità dei produttori stessi. Anche questa decisione, sia pure non
incidendo molto sul bilancio dello Stato perché riguarda meno di 300 milioni di
euro sull’IRPEF e sui redditi dominicali, così come anche altre questioni che
riguardano l’etichettatura “Made in Italy”, hanno
indotto gli agricoltori alla protesta anche in Calabria con i blocchi stradali
che si sono determinati in vari punti della nostra Regione.
Gli agricoltori sono venuti anche
in Cittadella a protestare, magari non contro la Regione, ma sono venuti a
protestare e si sono confrontati con noi su alcune tematiche. Devo dire con
grande sincerità che hanno portato anche un elenco di richieste che io ho
ascoltato essendo un assessore regionale che ragiona in maniera proficua con le
organizzazioni professionali, che sono i miei partner istituzionali. Ho
relazioni ottime con le organizzazioni professionali, ma ho sempre pensato che
ascoltare l'agricoltore, andare in azienda e cercare di capire quali sono le
proposte, i progetti, le osservazioni degli agricoltori, fosse molto
importante. Li ho, quindi, ascoltati e hanno rappresentato una serie di
considerazioni. Hanno lamentato, per esempio, che sulla PAC, su certi titoli
del primo pilastro, c'è un ritardo nei pagamenti; c'è un ritardo da parte di
AGEA, che è l'ente pagatore nazionale, e c'è un ritardo da parte di ARCEA, che
è il nostro ente pagatore. Il 2024 è la prima annualità della programmazione 2023
– 2027. Negli ultimi anni c'erano domande di conferma rispetto a graduatorie o
a situazioni già consolidate, per cui bisognava fare soltanto la domanda di
conferma, cosa che accadrà dal 2024 in poi, per avere il riconoscimento delle
risorse.
Cosa accade, invece, per questa
prima annualità? Bisogna far mettere sui sistemi informativi le certificazioni
degli enti di certificazione e fare incrociare gli algoritmi per far lavorare i
sistemi operativi; questo ha rallentato, essendo il primo anno per tutti i
pagamenti, perché hanno ricevuto soltanto un anticipo del primo pilastro.
Abbiamo, poi, approvato come Regione la graduatoria sul biologico,
sull'integrato, sul benessere animale e siamo stati fra i primi in assoluto;
prima la Regione Emilia-Romagna e, poi, noi, insieme all’Umbria. Rispetto ad
altre Regioni che non hanno approvato tutto questo, abbiamo confermato il
nostro primato sul biologico con oltre il 30 per cento di superficie agricola
utilizzata biologica, con un impegno di 47 milioni di euro all'anno. Pagheremo
tutte le aziende con un taglio del 14 per cento, proietteremo questo per un
quinquennio; abbiamo anche aumentato - sono 9.600 le aziende sul biologico - le
aziende sull'integrato che sono oltre 1600. Anche in questo caso avremo un impegno
di circa 10 milioni di euro all'anno, con taglio al 14 per cento, e pagheremo
tutti per cinque anni.
Abbiamo aumentato le risorse sul
benessere animale. Quando arrivai come assessore c'era un impegno di quattro
milioni e mezzo e venivano pagate 4.450 aziende. Oggi le aziende che accedono
al benessere animale sono 1.300, sia del settore bovino, del settore suinicolo,
del settore ovicaprino e anche, qualcuno, del settore avicolo e riusciamo,
quindi, con un impegno di 12 milioni di euro, a pagare le aziende sul benessere
animale pari a 1.300; questo è importante perché la Commissione europea ci
considera Regione esemplare sul benessere animale.
Sta partendo anche la
programmazione 2023 - 2027.
Poi, in materia di investimenti ci
hanno chiesto di intervenire sui Consorzi di bonifica. Come lei sa e come sanno
i colleghi, noi non abbiamo gestito i Consorzi di bonifica e negli ultimi anni
abbiamo dovuto, con la legge dello scorso agosto, assumerne la responsabilità.
Abbiamo anche nominato il direttore generale del Dipartimento agricoltura come
Commissario; quindi, di fatto, stiamo guidando noi la navicella con un impegno
importante della Regione. L’arrivo di odiose cartelle, negli anni notificate
agli agricoltori anche senza un servizio diretto, ha determinato, naturalmente,
migliaia di ricorsi; ci hanno chiesto delle moratorie, ci hanno chiesto degli
sgravi e noi abbiamo messo a disposizione negli uffici dei vecchi Consorzi,
oggi comprensori, degli addetti che possono incontrare gli agricoltori e
procedere, se del caso, a degli sgravi.
Ci hanno chiesto di intervenire
sulla questione degli ungulati. È una grande emergenza. Tra la prima e la
seconda riunione che abbiamo svolto in Cittadella, c'è stata l'approvazione del
PRIU che è un piano straordinario di intervento e di regolazione della fauna
selvatica, per cui ci saranno migliaia di abbattimenti, naturalmente con
l'ausilio del mondo venatorio. Ma credo che anche questo non basti e spero che
da parte del Governo centrale ci siano ulteriori misure per affrontare questa
tematica. Si potrà fare, di fatto, la caccia in girata ad otto elementi con tre
cani e questo avverrà anche negli altri mesi dell'anno e consentirà altre
migliaia di abbattimenti. Ormai bisogna fare in modo che i cinghiali vadano
nelle aree vocate perché mettono in crisi gli agricoltori.
Ci è stato chiesto di ragionare
sul sull'UMA, il gasolio agricolo, e di fare in modo che ci siano maggiori
erogazioni, nonostante mille indagini della Guardia di Finanza. Credo che
riusciremo a farlo chiedendo a Roma, a causa dei cambiamenti climatici, una
rivalutazione di tutto questo nel rapporto con gli agricoltori.
Ci è stato chiesto di rivedere -
forse lo faremo in una prossima seduta di Consiglio regionale - d'accordo con
la sesta Commissione consiliare, la norma inserita - è una norma molto forte -
nell'articolo 10, comma 15, della legge 39/2023, che è la legge che istituisce
il Consorzio unico. Lì si prevede che non possono essere erogate risorse agli
agricoltori non in regola con i contributi. Non significa che non erogheremo,
non potrà funzionare così, non possiamo bloccare un agricoltore a cui spettano 10 mila euro per una cartella di cento euro, è normale che
sia così, ma forse va formulata meglio, la scriveremo meglio e sottoporremo al
Consiglio regionale, naturalmente in una delle prossime sedute, d'accordo con
la Commissione, eventualmente, una modifica. Tutto questo per andare incontro
alle esigenze degli agricoltori.
A seguito del secondo incontro,
hanno rimosso dei blocchi in quel di Botricello e hanno alleggerito il blocco
di Crotone. Spero che nelle prossime settimane la protesta rientri.
Noi siamo sempre disponibili ad
ascoltare da parte dei colleghi consiglieri di minoranza, oltre che dei
colleghi di maggioranza e, soprattutto, degli agricoltori, stimoli, spunti,
osservazioni per migliorare il servizio che rendiamo a questo prezioso mondo
fatto di gente non abituata a protestare. Se sono scesi in piazza - lo voglio
dire con grande chiarezza, perché conosco ormai bene questo mondo - è perché,
veramente, non ce la fanno più.
È quindi una protesta da
sostenere, da comprendere. Ho chiesto loro, però, di non rendere una protesta
che riscuote le simpatie generali e corali - tutti ci rendiamo conto di questo
- una protesta antipatica, magari aggravando i blocchi. Ancora una volta,
questi lavoratori lo hanno compreso. Non so cosa accadrà adesso nel rapporto
con l'Europa, sembra che l'Europa si sia accorta di questa protesta, si
riuniranno verso fine settimana i ministri dell'agricoltura europei. Mi auguro
che ci siano risposte anche per il nostro Paese e non ci siano soltanto le
risposte delle quali parla la stampa internazionale, vale a dire l’eliminazione
dell'alternanza fra le produzioni e quindi la PAC che consente di tenere fermi
per un anno i terreni per limitarne lo sfruttamento. Mi auguro che ci siano
risposte, anche concrete, per i nostri agricoltori, soprattutto per il costo
del gasolio agricolo e per l'IRPEF sui redditi dominicali.
Grazie, assessore Gallo. Passiamo
alla votazione del provvedimento. Per dichiarazioni di voto ho chiesto di
intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo sia
per la valutazione politica fatta dal gruppo, ma, soprattutto, per convinzione
personale. La mia conoscenza empirica mi impone di confrontarmi con i dati e
non con i voli pindarici esposti nelle nervose repliche fatte sul merito dei
punti che, positivamente e appropriatamente, l'opposizione ha avanzato rispetto
ad alcune problematiche.
Questa storia ormai mi sembra
molto superflua, prenderemo per buono - non so se il nostro capogruppo ha dato
una copia al Presidente del nostro libro bianco - l'appuntamento di fine
legislatura che annunciava il presidente Occhiuto, sperando che non voglia
scappare prima. Ci sono tante voci in giro, lo vedremo, ci vedremo perché, come
si suol dire, i cavalli buoni si vedono all'arrivo. Però c'è, di fatto, che
dopo quattro anni, sta governando il centrodestra, non sta governando il
centrosinistra e, a prescindere da tutto questo, poiché ci sono le risorse,
provate a governare e a fare meglio di quelli che voi dite non hanno fatto
quello che avrebbero dovuto fare.
Non ha risposto, però, alla nostra
richiesta principale circa l’indicazione delle risorse esistenti. Volete aprire
una discussione in Consiglio con l'opposizione, con i Sindaci, con gli attori
competenti, con il partenariato per definire e condividere le opere strategiche
che è necessario realizzare con queste risorse? Su questo nessuna risposta, per
questa ragione ci asteniamo.
Grazie. Votiamo le quattro
proposte di provvedimento amministrativo separatamente.
Pongo ai voti il primo punto posto
all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo
numero 146/12^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondo Sviluppo e
Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del quadro di
esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali finalizzata
alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione Calabria”. Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo alla votazione del punto
due, proposta di provvedimento amministrativo 147/12^ d’'iniziativa della
Giunta regionale recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e
Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per
gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione
validità Organigramma FEAMP” – approvazione del Piano finanziario FEAMPA”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è
approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo alla votazione del punto
tre, proposta di provvedimento amministrativo numero 145/12^ d’ iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Rendiconto
esercizio 2022 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC)”. Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo infine alla votazione del
punto quattro, proposta di provvedimento amministrativo numero 149/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio
di previsione 2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente (ARPACAL) - Approvazione piano delle attività anno 2024”.
Pongo
in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al quinto punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero
222/12^ di iniziativa dei consiglieri Mancuso, Cirillo, recante: “Interventi
per la regolarizzazione degli immobili di cui alla legge numero 437/1968”.
Cedo
la parola al consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge mira a disciplinare le procedure
finalizzate al trasferimento ed alla regolarizzazione degli immobili realizzati
ai sensi della legge 28 marzo 1968, numero 437 (Provvedimenti straordinari per
la Calabria) e della legge regionale 31 agosto 1973, numero 16 (Trasferimento e
consolidamento degli abitati colpiti da calamità naturali).
Nello
specifico si interviene per risolvere tutte quelle situazioni giuridiche
verificatesi con espresso riferimento al trasferimento nel tempo degli abitanti
ubicati in zone classificate a grave rischio di dissesto idrogeologico o
colpite da calamità naturali.
L'articolo
1, nel dettato normativo, affida ai Comuni il compito di effettuare la
ricognizione di tutti gli immobili rientranti nella casistica di cui alla legge
sopra citata e che sono posseduti a seguito di assegnazioni ai nuclei familiari
sfollati a causa degli eventi alluvionali del tempo e conseguentemente
autorizza l'attivazione delle procedure amministrative per il loro
trasferimento ai soggetti beneficiari.
L'articolo
2 disciplina in dettaglio l'iter procedurale che gli enti municipali ed i
soggetti beneficiari dell'iniziativa legislativa devono osservare per giungere
alla corretta conclusione delle procedure per la regolarizzazione delle
posizioni giuridiche in atto presenti. Inoltre, vengono stabiliti criteri
chiari ed univoci che devono possedere i soggetti titolati per la
partecipazione agli avvisi pubblici predisposti dai Comuni. Infine, si
specifica che tutte le spese previste per la redazione, registrazione e
regolarizzazione degli atti notarili sono a carico dei richiedenti.
L'articolo
3 indica la clausola di invarianza finanziaria.
L'articolo
4 dispone l'entrata in vigore anticipata della legge, fissandola nel giorno
successivo a quella della sua pubblicazione sul BUR Calabria, invece che
nell'ordinario termine dei 15 giorni della medesima pubblicazione. L'entrata in
vigore anticipata si rende necessaria per attribuire efficacia immediata alla
disposizione ivi contenuta e consentire agli assegnatari originari o agli eredi
legittimi di avviare l'iter di valorizzazione nel più breve tempo possibile.
Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Sinceramente su questo punto chiederei, se ci fossero le
condizioni, un rinvio per un ulteriore approfondimento e spiego anche le
ragioni di questa proposta. Non so quali siano i Comuni coinvolti da tale
provvedimento perché non sono citati, però conosco e sono a conoscenza che in
alcuni Comuni, in merito a questa problematica, ci sono anche dei contenziosi
aperti. In merito ai contenziosi, per taluni che hanno adito l'autorità
giudiziaria, forse amministrativa, ci sono stati, dei pronunciamenti favorevoli
che hanno imposto alle Amministrazioni di modificare alcuni provvedimenti che
erano stati varati.
Ora,
non so quale Comune sia interessato da questo provvedimento, ma sicuramente c'è
un aspetto dal quale noi non possiamo sfuggire: esistono in dei Comuni dei
legittimi assegnatari, c'è una graduatoria già definita, quindi, non riesco a
cogliere l’aspetto di esigibilità di questo diritto, essendoci già una
graduatoria. Perché non si procede, visto che c'è già un'assegnazione, a un
eventuale scorrimento, se ci dovessero essere degli alloggi disponibili? La mia
preoccupazione e la richiesta di una sospensione, per un ulteriore
approfondimento, sono dovute dagli eventuali contenziosi che la stessa
approvazione della legge potrebbe ancora determinare.
Grazie,
Presidente.
Se
mi consente, collega, questa proposta di legge è nata proprio perché ci sono
alcuni Comuni in cui gli alloggi che erano della Regione sono stati dati ai
Comuni per assegnarli a soggetti alluvionati; si tratta di case per gli
alluvionati del 1968, del 1969 e del 1971.
Cosa
succede da allora? Gli assegnatari se li sono trasmessi di padre in figlio
senza alcun titolo. Questa proposta di legge pone fine proprio a quello che
dice lei: ai contenziosi, perché non è mai stato possibile intestare la
proprietà di queste capitazioni. Con tale legge, legittimamente, diciamo ai
Comuni, destinatari da parte della Regione degli alloggi, di assegnarli e di
fare le volture a tutti i legittimi assegnatari, come dice lei. Per me è
proprio questa la chiave di volta: la norma consente di assegnare le
abitazioni. Poi, siamo sempre disponibili, a qualche variazione o introduzione
di norme che possano essere utili.
Non
ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha
chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge
numero 260/12^ di mia iniziativa, recante: “Modifiche alla legge regionale del
21 ottobre 2022, numero 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli
essenziali di assistenza del sistema sanitario regionale)”, naturalmente con i
relativi emendamenti. Grazie.
Collega,
si è confrontata con i colleghi dell'opposizione? Sono d'accordo, allora
votiamo per l'inserimento che è approvato. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo scusa, non so con chi abbia parlato la collega, non lo so. Ma stiamo
parlando della proposta di legge che ho sottoscritto pure io? Stiamo
parlando…quindi ha parlato con il consigliere Bevacqua? Va bene.
Collega
Straface, può spiegare di che cosa si tratta?
Si
tratta di una proposta di legge che abbiamo già approvato in Commissione, è
stata approvata all'unanimità. Ho avuto modo di interloquire con i capigruppo
della minoranza e della maggioranza, forse mi è sfuggito il consigliere Laghi,
le chiedo scusa, ma in Commissione abbiamo concordato di trasmettere al
Consiglio questa proposta di legge.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Con grande garbo, ma con uguale chiarezza, voglio ricordare
all'Aula e alla collega che le minoranze presenti sono almeno tre,
probabilmente quattro, fra cui De Magistris Presidente che ha un ruolo del
tutto autonomo, come i lavori di questi due anni e mezzo dimostrano. Per cui,
con grande franchezza, debbo dire, senza uscire dalla valutazione positiva
della cosa di cui abbiamo parlato in Commissione, ma per rispetto istituzionale
del gruppo di cui mi onoro di essere capogruppo e a cui appartengo, di non essere
favorevole all'inserimento. Grazie.
Passiamo
alla proposta di legge numero 208/12^ di iniziativa del consigliere Comito,
recante: “Modifica all'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020,
numero 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)”.
Cedo
la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.
Buongiorno
a tutti, anzi buon pomeriggio a tutti. Grazie, signor Presidente. La presente
proposta di legge, a firma del collega Michele Comito, mira a modificare la
lettera e) dell'articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, numero 22
(Disciplina delle associazioni Pro Loco).
Nello
specifico, con l'intervento normativo si permette, nell'ambito dello stesso
territorio comunale, la costituzione di massimo due Pro Loco, a condizione che
il bacino della popolazione residente nel Comune sia uguale o superiore a
15.000 abitanti. La modifica è giustificata dalla necessità di potenziare il
più possibile l'azione di promozione dei territori e favorire l'importante
azione sociale che svolgono tali associazioni in ambito comunale. Tra l'altro,
andando i Comuni verso la direzione dell'associazionismo e, quindi, delle
fusioni o unioni dei Comuni, ci è sembrato giusto anche in Commissione
licenziare questa proposta di legge all'unanimità proprio perché si consenta la
rappresentatività delle Pro Loco già esistenti in territori che poi verrebbero
uniti.
L'intervento
normativo, a carattere meramente ordinamentale, non comporta nuovi e maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
La
proposta di legge costa di tre articoli: l'articolo 1 è rubricato “Modifiche
dell'articolo 5 della legge regionale numero 22/2020”. L'articolo 2 è rubricato
“Clausola di invarianza finanziaria”. L'articolo 3 è rubricato “Entrata in
vigore”. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo per una brevissima riflessione su tale proposta
legislativa e contemporaneamente per una dichiarazione di voto. Una
dichiarazione di voto favorevole. Riteniamo che il ruolo delle Pro Loco sia
assolutamente importante non solo da un punto di vista di attività turistica,
ma di coesione sociale, quindi, è certamente molto importante svilupparle.
Vorrei
però sottolineare due aspetti che penso possano essere importanti da colmare
nel futuro. Intanto, per esempio, le regioni come la Sardegna e la Campania,
che sono a noi molto affini e vicine, essendo ovviamente regioni del Sud, hanno
dei finanziamenti importanti; la Sardegna dà un conferimento di 1 milione di
euro alle Pro Loco e la Regione Campania dà 800 mila euro. Questo è un aspetto
in cui noi potremmo, attraverso forme che sono sicura voi vorrete trovare,
aiutare concretamente le Pro Loco.
L'altro
aspetto che mi sembrerebbe, però, altrettanto importante - metto un
condizionale però - è che mi pare che manchi il regolamento di funzione di
queste Pro Loco. Questo potrebbe essere importante da sviluppare e da mettere
in opera - se non è già stato fatto - perché il rischio è che, realizzando più
Pro Loco all'interno di un'area, si rischi di lavorare non in maniera solidale
ma, se scelgono la stessa attività, di creare contrasto tra le stesse Pro Loco.
Sottolineo,
comunque, il voto favorevole del Partito Democratico, ma, se il regolamento
manca, cerchiamo di spingere gli uffici, i Dipartimenti a sviluppare e a
realizzare un aspetto di rivalutazione, con un'attenzione particolare ad una
sinergia e non ad un contrasto.
Grazie,
collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo rapidissimamente per un commento e una dichiarazione di
voto. Il mio voto sarà favorevole. Condivido e ritengo che sia opportuno
contingentare il numero massimo delle Pro Loco nei Comuni con oltre 15.000
abitanti limitandole a due, perché molto frequentemente questo è un ambito in
cui l'interesse per lo sviluppo della collettività, della Comunità talora
confligge con obiettivi personali o di piccoli gruppi; quindi, il fatto di
limitarli, appunto, massimo a due nei Comuni oltre 15.000 abitanti, trovo,
comunque, sia assolutamente lodevole. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.
Intervengo
soltanto per assicurare che la legge detta chiaramente che al massimo saranno
due Pro Loco per Comune.
Passiamo
all'esame votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale.
La
proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al settimo punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero
235/12^ di iniziativa della consigliera Gentile, recante: “Modifica
dell'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 23, numero 12 (Disposizioni per
la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei
Cammini di Calabria)”.
Cedo
la parola alla collega Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
signor Presidente. La presente proposta di legge mira a modificare l'articolo
11 della legge regionale 15 marzo 2023, numero 12 (Disposizioni per la
realizzazione e il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei
Cammini di Calabria).
Nello
specifico, con l'intervento normativo, si introduce anche un rappresentante del
Touring Club Italiano nel coordinamento dei Cammini di Calabria. La presenza di
un rappresentante di tale associazione nazionale all'interno del coordinamento
previsto dalla legge costituirà senza dubbio un valore aggiunto, tenuto conto
che il Touring Club Italiano, come opportunamente segnalato con nota del 13
aprile 2023, pervenuto presso la sesta Commissione, ha inserito nel suo
catalogo di pubblicazioni la guida Cammini di Calabria e ho provveduto a
certificare il “Cammino di San Francesco di Paola - Via del giovane” quale
cammino sostenibile che, grazie alla fruibilità del suo percorso, offre al
turista un'esperienza autentica. É innegabile, pertanto, il riconoscimento a
tale Associazione quale parte attiva nella valorizzazione e promozione dei
Cammini di Calabria.
L’intervento
normativo, naturalmente, ha carattere meramente ordinamentale e non comporta
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
La
presente proposta costa di tre articoli: l'articolo 1 è rubricato “Modifica
dell'articolo 11 della legge regionale 12/2023”; l'articolo 2 è rubricato
“Clausola di invarianza finanziaria”; l'articolo 3 è rubricato “Entrata in
vigore”.
Grazie,
collega Gentile. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale.
La
proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla proposta di legge numero 147/12^ di iniziativa dei consiglieri Mattiani,
Montuoro, recante: “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver
familiare”.
Cedo
la parola al collega Mattiani per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. Un saluto ai colleghi del Consiglio regionale.
Oggi
giunge a termine un iter legislativo per me molto importante, mi tocca nel
profondo del cuore, è quello relativo al riconoscimento il sostegno del caregiver
familiare: un'iniziativa legislativa che prima di giungere al vaglio del
Consiglio regionale ha avuto il via libera da parte della terza Commissione,
presieduta dalla presidente Straface, e della seconda Commissione, presieduta
dal presidente Montuoro.
Si
tratta di un'iniziativa molto importante e sono convinto che il Consiglio
regionale, assolutamente, non mancherà nel sostenerla con il suo voto
favorevole. È stato un iter caratterizzato, quindi, da innumerevoli
interlocuzioni, soprattutto con le associazioni di categoria, nonché con le
famiglie che materialmente si occupano quotidianamente della cura e
dell'assistenza dei propri familiari. Ho avuto, durante queste settimane,
questi mesi, incontri con le famiglie che mi hanno toccato profondamente nel cuore,
che mi hanno veramente fatto capire il disagio in cui si trovano e con quale
amore, con quale dedizione aiutano i loro familiari.
Ritengo
sia arrivato il momento che la Regione Calabria vada a colmare un vuoto
normativo, riconoscendo e valorizzando, finalmente, la figura del caregiver
familiare quale attore della rete dei servizi di assistenza alla persona, ne
sostenga l'attività di cura non professionale prestata nei confronti di persone
che necessitano di assistenza per lungo termine, nel contesto di relazione
affettiva e familiare, e ne riconosca il valore sociale ed economico connesso
ai rilevanti vantaggi per l'intera collettività.
Il
ruolo del caregiver familiare è divenuto soprattutto in questi ultimi
anni indispensabile. Si tratta di veri e propri angeli custodi di persone, di
familiari che si prendono cura di uomini, di donne non autosufficienti,
mettendo da parte se stessi e la loro vita per dedicarla ai loro familiari. E
questo lo fanno, anche, a discapito della propria persona, perché tante volte
avere a che fare con queste sofferenze può comportare nel soggetto che si
occupa di queste persone non autosufficienti, anche delle situazioni e delle
ripercussioni psichiche, fisiche, anche dal punto di vista lavorativo.
Ed
è, quindi, per il ruolo che ricoprono, per le funzioni che svolgono, che tale
proposta di legge vuole riconoscere al caregiver familiare lo status
di vero e proprio componente informale della rete di assistenza alle persone e
risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari che
assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra
persone dello stesso sesso o del convivente di fatto o di un familiare.
La
Regione Calabria, nel perseguire siffatto obiettivo, nell'ambito della propria
programmazione sociale, socio-sanitaria e sanitaria: prevede azioni a supporto
del caregiver familiare, attraverso il sostegno ai comuni e alle ASP;
promuove forme di sostegno economico, attraverso l'erogazione dell'assegno di
cura e di interventi economici per l'adattamento domestico, come previsto
nell'ambito della normativa vigente per la non autosufficienza; può favorire
accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedono premi
agevolati per le polizze eventualmente stipulate dal caregiver familiare;
promuove intese e accordi con le associazioni datoriali, volte a una maggiore
flessibilità oraria, che permette di conciliare la vita lavorativa con esigenze
di cura; cura programmi di aggiornamento degli operatori sociali,
socio-sanitari e sanitari sui temi legati alla valorizzazione dei caregiver
familiari e sulla relazione e comunicazione con gli stessi; istituisce il caregiver
day.
Gli
ambiti territoriali, invece, assicurano al caregiver familiare:
l'informazione e la sua formazione, supporti utili a evitare l'isolamento e il
rischio di burnout come esito patologico di un processo stressogeno
che può colpire le persone coinvolte nelle attività di cura; nei casi più
complessi, l'attivazione di reti solidali, supporto psicologico e
partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto di caregiver familiari e
degli altri congiunti coinvolti nelle attività di assistenza; la definizione
del responsabile delle cure nell'ambito del Piano assistenziale
individualizzato (PAI) della persona assistita; l'individuazione di soluzioni
condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenza segnalate al
caregiver familiare; il sollievo di emergenza e tipo programmato; la
domiciliazione delle visite specialistiche nei casi di difficoltà di
spostamento dell'assistito.
Saranno
i Comuni capofila degli ambiti territoriali sociali, preposti alla
pianificazione dei servizi socioassistenziali, ad essere tenuti ad istituire
l'elenco dei caregiver familiari.
Colleghi,
ho voluto incentivare questo mio breve intervento per cercare di farvi capire
la reale importanza che oggi i caregiver assumono nella nostra società e
la fondamentale necessità di riconoscerli dal punto di vista anche normativo.
Abbiamo
un'occasione storica, quella di far sentire concretamente il supporto della
politica alle famiglie che ogni giorno lottano e aiutano col cuore e con
l'amore i propri familiari in questo percorso importante. Quindi, per questi
motivi, chiedo al Consiglio regionale di votare favorevolmente questa proposta
legislativa. Grazie.
Grazie,
collega Mattiani. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Condivido la gran parte delle cose che ha detto il collega
Mattiani. È, sicuramente, una legge importante che riguarda un settore
assolutamente nevralgico e delicatissimo in ambito sanitario.
Credo,
francamente, che sia una legge perfettibile, come tutte le leggi, ma è già un
primo importante passo e ho apprezzato anche il percorso in Commissione.
Inizialmente, ero rimasto un po’ perplesso sulla neutralità finanziaria perché
c'erano alcuni aspetti che, secondo me, erano meritevoli e necessitavano di
avere un minimo di supporto finanziario. Debbo, positivamente, rilevare che
questo cambiamento è stato introdotto dando alla legge, secondo me, una
maggiore pratica ricaduta in questo ambito.
Per
questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo De Magistris Presidente.
Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Abbiamo seguito sin dalla Commissione l’iter di tale proposta
legislativa, proponendo anche alcune modifiche e molto discutendo. Il tema è
importantissimo perché riguarda una quantità enorme di soggetti che assistono
le persone con disabilità, ma queste disabilità non sono e non identificano
un'area, un punto, sono disabilità trasversali a tutte le età della vita, dai
bambini agli anziani. Riguardano le mamme che hanno e che gestiscono figli con
malattie rare, riguardano le stesse mamme che hanno e gestiscono e assistono i
loro figli con autismo, riguardano soprattutto le persone e i caregiver
dei nostri pazienti con demenza - più di oltre 30.000 in Calabria - e sono
persone che si annullano completamente, dovendosi dedicare alla gestione di
questi loro cari affetti.
Sono
perlopiù le donne - è un dato non solo calabrese, non solo italiano, ma di
livello mondiale - che lasciano il lavoro per potersi dedicare alla gestione
dei loro cari. Dunque, questa legge che, ovviamente, nel solco di una legge
nazionale, è nata per i caregiver.
Questo fondo per i caregiver è nato un po’ di anni fa e oggi,
per fortuna, si sta discutendo di una legge molto più articolata, che è in
essere; molto recentemente è stato costituito un tavolo di lavoro per normare
tale ambito in maniera completa a livello nazionale.
Pertanto, si tratta di una legge molto
importante perché ne riconosce il ruolo, la dignità e il valore - questo è
certamente importantissimo - e soprattutto una serie di aspetti che, in realtà,
per essere sviluppati e realizzati avrebbero bisogno molto di più dei 15 mila
euro che sono stati assegnati solo per il caregiver day.
Vorrei, però, ricordare che per la figura del caregiver
sono previsti dei Fondi nazionali; l’ultimo decreto è stato pubblicato il 30
novembre.
Mi dispiace che l'assessore Staine sia andata via, ma immagino che queste mie parole le
arriveranno comunque.
Che cosa succede su questi fondi che sono
stati stanziati oggi per i caregiver?
Il decreto è stato pubblicato il 30 novembre
2023 e le Regioni possono fare richiesta entro 60 giorni. Diversamente, il
Dipartimento nazionale non erogherà il contributo.
Auspico che la Regione Calabria abbia
ottemperato a tale richiesta, al fine di distribuire queste risorse ai Comuni
che a loro volta le erogheranno attraverso gli ATO (Ambiti territoriali
ottimali).
Si tratta di risorse pari a 882 mila 616 euro
che si vanno ad aggiungere ai 15 mila euro che, seppur non sufficienti, saranno
sicuramente una quota importante.
Ritengo che l’assessore Staine
vorrà immediatamente attivarsi, qualora non lo avesse già fatto, ma sono più
che certa che abbia dato indicazione al Dipartimento welfare per richiedere
questi fondi, quale capitale per la sopravvivenza di questi caregiver.
Intanto, annuncio il voto favorevole di tutto
il gruppo del Partito democratico.
Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Intervengo solo per
annunciare, anche se lo ha già fatto già la collega Bruni, il voto favorevole
del gruppo del Partito democratico e per fare i complimenti al consigliere
Mattiani, a cui ho avuto già modo di farli durante i lavori della Commissione.
La notizia positiva, tra le altre, è che un
membro della Lega inserisca all'interno del provvedimento anche le unioni
civili.
Fino a qualche tempo fa il Segretario della
Lega invitava i Sindaci a non effettuare unioni civili nei loro Comuni; invece,
oggi un consigliere regionale ribadisce il fatto che, quando si tratta,
appunto, di determinate patologie e disabilità, è giusto che sia riconosciuto
questo ruolo di caregiver a tutti coloro che convivono sotto lo stesso
tetto.
Questa è una bellissima notizia.
La figura del caregiver è già
riconosciuta a livello ministeriale su alcune attività che la Regione svolge;
ad esempio, negli avvisi “Dopo di noi”, nell'assistenza anche domiciliare, che
viene messa in piedi con l'FNA (Fondo per la non autosufficienza).
L'unica perplessità che ho, ma che si potrà
affrontare successivamente con gli Ambiti, è la costituzione dell'elenco al
quale poter accedere nel momento in cui si ha bisogno.
Io l'ho vissuto anche in prima persona quando
ero presidente di un Ambito: il caregiver svolge questa funzione per un
proprio familiare, sacrificando gran parte della sua vita per stargli a fianco;
difficilmente troverei in queste persone la disponibilità a seguire altre
persone, magari nello stesso Comune.
Invece, questo Albo potrebbe avere un'utilità
ancora maggiore, come in maniera puntuale è stato anche precisato, per potersi
confrontare con un gruppo di caregiver che si possano mettere a sistema,
interfacciarsi quando vengono redatti i Piani d'ambito o nel tavolo del terzo
Settore o quando la Regione Calabria stessa disciplina e programma quelli che
sono gli investimenti con i fondi delle Politiche sociali.
Ecco che allora quell'Albo avrebbe un senso,
perché sarebbe un confronto sano all'interno di un tavolo di discussione; forse
un po’ meno per far seguire i propri familiari da qualcun altro, visto che ci
sono delle figure specializzate in questo, ovvero gli OSS e gli assistenti
sociali.
Al di là di tutto, ritengo che la proposta di
legge sia assolutamente meritoria e, pertanto, ribadisco il voto favorevole del
gruppo del Partito democratico.
Grazie, consigliere Alecci. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mattiani. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto rispondo alla
consigliera Bruni, comunicando che già abbiamo interloquito con l'assessore Staine, la quale ha dato certezza che la richiesta dei
contributi nazionali è già stata eseguita.
Altresì, colgo l'occasione per ringraziare i
consiglieri di minoranza per aver condiviso questa proposta di legge. Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
All’articolo 3 sono stati presentati degli
emendamenti.
Il primo è l’emendamento, protocollo numero
2368/A01, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro. Cedo la parola al
proponente per l'illustrazione.
Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa modifica il
comma 2 dell'articolo 3, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero
2368/A02, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro. Cedo la parola al
consigliere Mattiani per l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa modifica il
comma 4 dell'articolo 3, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Al comma 4 dell'articolo 3, dopo la parola
“fornire” è aggiunta la frase “nei limiti delle risorse nazionali disponibili”.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Articolo 3
(È approvato per come emendato)
Passiamo all'articolo 4. Sono stati presentati
emendamenti.
Il primo è l’emendamento protocollo numero
2368/A03, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.
Cedo la parola al consigliere Mattiani per
l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa modifica il
comma 2 dell'articolo 4, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Al comma 2 dell'articolo 4, dopo la parola
“Regione” è aggiunta la frase “nei limiti delle risorse nazionali disponibili”.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero
2368/A04, a firma dei consiglieri Mattiani e Montuoro.
Cedo la parola al consigliere Mattiani per
l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa modifica il
comma 3 dell'articolo 4, al fine di garantire l'assenza di nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Al comma 3 dell'articolo 4, dopo le parole
“Piano di zona” vengono soppresse le parole “nei limiti delle risorse
disponibili”; al comma 3 dell'articolo 4, dopo le parole “Piano di zona” è
aggiunta la seguente frase “secondo le normative nazionali già previste e nei
limiti delle risorse nazionali disponibili”.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Articolo 4
(È approvato per come emendato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
All’articolo 7 è stato presentato
l'emendamento protocollo numero 2368/A05, a firma dei consiglieri Mattiani e
Montuoro.
Cedo la parola al consigliere Mattiani per
l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa modifica il
comma 1 dell'articolo 7, al fine di equipararlo alla norma finanziaria, e
modifica il comma 3 dell'articolo 7, al fine di garantire l'assenza di nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Al comma 1 dell'articolo 7 dopo le parole “la
Regione Calabria” sono soppresse le parole “senza nuovi oneri a carico del
bilancio regionale”; al comma 2 dell'articolo 7, dopo le parole “fine della
diffusione” è aggiunta la seguente frase “attraverso i canali già in uso”.
Parere
della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Articolo 7
(È approvato per come emendato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
All’articolo 10 è stato presentato
l'emendamento protocollo numero 2368/A06, a firma dei consiglieri Mattiani e
Montuoro.
Cedo la parola al preponente per
l'illustrazione. Prego, consigliere Mattiani.
La presente proposta emendativa intende
sopprimere l'intero articolo 10 perché la legge non ha carattere d'urgenza.
L'articolo 10 è abrogato.
Parere della Giunta regionale?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
(L’articolo 10 è espunto dal testo)
Passiamo alla votazione della proposta di
legge nel suo complesso, come modificata, con richiesta di autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al consigliere Laghi per
illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Laghi.
Grazie, Presidente. Le città, intese come
ambienti slegati dall'ambito naturale, non sono più concettualmente
accettabili. Infatti, anche quotidianamente vediamo come la natura insista su
questi nuclei urbani attraverso delle sfide che sono rappresentate, per
esempio, dalla siccità, dalle ondate di calore, dalle piogge intense, dai venti
sempre più forti.
In più, le città presentano specularmente dei
rischi per la salute collegati con l'inquinamento atmosferico ovvero le polveri
sottili, che sono cancerogeni certi, così come i metalli pesanti, gli
idrocarburi policiclici aromatici e l'anidride carbonica, derivanti dal
traffico veicolare e soprattutto dal riscaldamento domestico, oltre che da
altre componenti, come ad esempio, attività industriali vicine ai centri
urbani.
Pertanto, gli spazi verdi all'interno delle
città non rappresentano solo un abbellimento, ma sono dei veri e propri servizi
che si definiscono “ecosistemici” per quello che abbiamo detto prima e che
antagonizzano; il verde urbano serve proprio, per esempio, a dare ricetto
all’avifauna che interferisce con la proliferazione degli insetti, serve a
mitigare le ondate di calore, cioè la classica isola di calore rappresentata,
appunto, dai centri urbani e, quindi, come dicevo, ad antagonizzare tutte le
cose di cui prima abbiamo parlato, ma danno anche dei benefici sociali legati
alla salute fisica e mentale, in quanto rappresentano degli spazi aggregativi e
relazionali e, quindi, sono estremamente importanti per l'equilibrio
psicofisico della popolazione.
Dobbiamo, tuttavia, segnalare come ci siano
delle situazioni in cui, per importazioni di specie alloctone o non adeguate al
contesto urbano, si possono creare dei conflitti tra il verde urbano stesso e i
cittadini; quindi, è importantissimo avere degli strumenti di programmazione
oltre che di gestione del verde urbano, non solo per mitigare questi conflitti,
ma anche perché bisogna tendere all'azzeramento.
Per far questo bisogna cambiare la concezione
del verde urbano, in primo luogo degli alberi, che non debbono essere
considerati come un servizio, come può essere una strada o un ponte, bensì come
veri e propri “cittadini” che nascono, creano delle condizioni ambientali e
muoiono sempre nello stesso posto, dando un loro contributo al miglioramento
dell'ambito urbano.
Queste non sono naturalmente delle idee e
delle ipotesi né di scuola né personali, ma fanno riferimento a studi
autorevoli condotti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, dall'Unione
europea, ma anche a livello nazionale; tutti studi che sottolineano l'assoluta
e fondamentale necessità del verde urbano nei centri urbani.
Eppure, in Italia e in Calabria – è cosa molto
comune, nell'ultimo scorcio storico in maniera particolare – il verde urbano
non è rispettato come meriterebbe e non è programmato come si dovrebbe, poiché
viene gestito con modalità assolutamente non consone.
Cito, per esempio, due aspetti fondamentali
che si sono sparsi nel tempo a macchia d'olio in tutta Italia e anche
ovviamente in Calabria. Il primo è quello della pratica della capitozzatura,
che è una pratica con cui si pensa di poter potare gli alberi utilizzando una
tecnica che non è riconosciuta come tecnica di potatura e che determina nei
confronti degli alberi un danno, indebolendone il sistema proprio immunitario e
indebolendo gli alberi stessi, mettendoli, da un lato, a rischio di
sopravvivenza e, dall'altro, creando anche delle situazioni di pericolo per gli
abitanti delle città, proprio a motivo della maggiore fragilità di questi
alberi capitozzati che, quindi, possono cadere in parte o completamente,
determinando danni a persone o cose di cui poi ovviamente l'amministrazione è
responsabile.
L'altro unico esempio che voglio portare – ne
riparlerò al termine di questa breve presentazione – è quello della
cementificazione o dell'utilizzo dell'asfalto che arriva a cingere il colletto
degli alberi. Questa è una pratica assolutamente sbagliata e dannosa, perché
gli alberi respirano con le radici e, quindi, per non “soffocare”, quando non
c'è spazio per respirare, si creano lo spazio rompendo i marciapiedi, invadendo
e alterando la sede stradale.
C'è un perché per tutto!
Questa proposta è declinata in 10 articoli,
che vado rapidissimamente a leggere nell'oggetto: l'articolo 1 tratta, appunto,
dell'oggetto e delle finalità; l’articolo 2 delle azioni di intervento;
l’articolo 3 del censimento comunale del verde urbano; l’articolo 4 del
regolamento comunale del verde; l’articolo 5 del Piano comunale del verde
urbano; l’articolo 6 delle linee operative per gli enti locali, obblighi e
divieti; l’articolo 7 delle linee operative per il rispetto della naturalità
degli alberi, delle siepi e componenti arbustive ed erbacee perenni; l’articolo
8 degli indirizzi per la piantagione compensativa; l’articolo 9 delle misure di
sostegno e premialità; l’articolo 10 contiene la clausola di invarianza
finanziaria.
Rifacendomi a quest'ultimo aspetto, mi piace
sottolineare come questa legge non comporti oneri per la Regione Calabria e non
ne comporti neanche per i Comuni, che invece andranno a risparmiare proprio in
virtù dei due aspetti che citavo prima: da un lato l'eliminazione delle
capitozzature abbasserà il rischio di incidenti, di cadute di alberi e, quindi,
di indennizzi a persone o cose eventualmente coinvolte; l'altro problema
relativo alla grandezza delle aiuole, puntualmente indicata nella legge, da un lato
determinerà la possibilità di non affrontare spese straordinarie di
manutenzione e, quindi, per la messa in sicurezza di marciapiedi o sedi
stradali; dall'altra, ancora una volta, consentirà di evitare anche in questo
caso il contenzioso legale determinato dalle rotture di marciapiedi o sedi
viarie che si creano inevitabilmente quando l'albero viene soffocato.
Mi piace sottolineare che questa legge, in
elaborazione ormai da un anno, non ha avuto momenti di stasi, ma vi è stata
un'elaborazione continua da parte di tutti i Dipartimenti interessati, che
voglio qui ringraziare: i Dipartimenti ambiente, urbanistica, bilancio, insieme
ai colleghi della Commissione ambiente, in particolare al presidente Raso e al
Settore assistenza giuridica, che ringrazio per l’importante contributo.
Il risultato è quello di una legge che in
questo ambito pone la Calabria come Regione innovatrice dal punto di vista
legislativo; per esempio, non ho trovato in letteratura giuridica che altre
Regioni abbiano inibito la possibilità di capitozzare gli alberi; quindi,
fornisce ai Comuni uno strumento estremamente importante di programmazione e
tutela del verde urbano, ma – una cosa che gli eventi degli ultimi giorni hanno
ancora una volta ribadito – fornisce anche uno strumento di collaborazione e di
controllo ai comitati, alle associazioni, ai cittadini che stanno lì a
difendere il bene comune rappresentato dal verde urbano e che, mi auguro, da
domani avranno un'arma molto importante di tutela per far ascoltare la propria
voce, ma soprattutto per garantire a tutti i calabresi un presidio di salute
psicofisica e di contrasto a tutta una serie di fattori negativi che il verde
urbano garantisce.
Per questo motivo, auspico e ritengo che
questa proposta di legge possa essere approvata all'unanimità da questo
Consiglio regionale.Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Pierluigi
Caputo
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.
Annuncio il voto favorevole già espresso in
Commissione, ma invito a riflettere sul vincolo, per gli enti locali, di
aggiornare ogni tre anni il Piano di gestione che, a sua volta, è uno strumento
necessario per l’approvazione del Piano strutturale, considerato che finanziare
il Piano di gestione ogni tre anni è un onere che non sempre i Comuni riescono
ad affrontare.
Pertanto, ritengo che bisognerebbe individuare
la copertura finanziaria per dare la possibilità agli enti di aggiornare i
Piani di gestione.
Difatti, la Regione Calabria sta conducendo
una battaglia con gli enti locali per l’approvazione dei Piani strutturali, cui
è allegato il Piano di gestione, che è obbligatorio.
Annuncio, quindi, il voto favorevole, ma
auspico che possano essere individuate le risorse utili agli Enti locali.
Grazie.
Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sicuramente è buono
l'intento di questa proposta di legge che, però, in alcuni passaggi mi sembra
troppo restrittiva nei confronti degli Enti locali e dei Comuni, all’interno
dei quali, posso assicurare, in gran parte vi sono operai e personale formato
nella gestione del verde pubblico; quindi, tenderei a non criminalizzare le
attività che si svolgono negli enti locali, di potatura e gestione del verde.
Difatti, la capitozzatura, in alcuni casi
viene effettuata perché ci sono delle specie arboree che la sopportano e, se la
si fa a distanza di 4-5 anni e non ripetuta ogni anno, su alcuni tipi di alberi
non ornamentali non provoca alcun danno.
Sembra anche sia impedito che possano essere
tagliati degli alberi ad alto fusto, nel centro storico e nelle città, e ciò mi
lascia perplesso perché forse non tutti sanno che gran parte del verde,
soprattutto gli alberi che sono presenti all'interno dei Comuni, spesso si
trova – grazie a delle giornate che venivano dedicate anche con le scuole nel
piantumare questi alberi – in zone sbagliate, spesso con specie sbagliate.
Ad esempio, nelle città vi è stato un abuso di
Pini marittimi e di Eucaliptus.
La prima specie ha delle radici molto
superficiali che molto spesso, nelle giornate ventose, vanno a terra, creando
gravi danni e mettendo in pericolo anche l'incolumità delle persone e, quindi,
in alcune zone devono essere levati; anche alberi che hanno un apparato
radicale importante molto spesso conquistano terreno, quindi, invadono tratti
di strada, sollevando l'asfalto e creando anche pericoli per la viabilità.
Lì i Sindaci e le amministrazioni comunali
sono tenuti a intervenire per mettere in sicurezza il territorio.
A mio avviso, la norma ha una finalità
positiva, che è quella della tutela del verde pubblico, ci mancherebbe altro;
ci sono tantissime associazioni, e ormai tanti cittadini, che sono
particolarmente sensibili ma, come diceva il collega Muraca, tenderei sia ad
alleggerire il carico sui Comuni, che li espone con una programmazione
triennale anche a un costo che devono sopportare, sia ad essere un po’ più
transigenti per quanto riguarda alcune attività specifiche che i Sindaci e le
amministrazioni devono mettere in campo per rendere più sicure le proprie
città.
Abbiamo deciso di votare favorevolmente il
provvedimento rispetto alle intenzioni, per poi successivamente magari
rimettere mano e dare maggiori possibilità ai Comuni di poter intervenire.
Grazie.
Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di
interviene il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Intanto, ringrazio i colleghi del gruppo del
Partito Democratico, poiché mi conforta il loro voto favorevole. Sono anche in
grado, per la verità, di tranquillizzare i colleghi che sono intervenuti
rispetto alle loro perplessità, che forse un po’ derivano anche dalla non
perfetta conoscenza dell'articolato della legge.
Appare del tutto evidente, consigliere Alecci,
come è esplicitato nella legge, che, in tutti i casi in cui ci sono
interferenze o rischi di pubbliche incolumità, non ci sono norme che tengano,
nel senso che è previsto che ci siano gli interventi, quelli che lei auspicava,
sono già nella lettera della legge per cui l'Amministrazione comunale
interviene laddove, prioritariamente, ci sono altre situazioni che non siano le
esigenze del verde urbano.
Per
quanto riguarda, invece, l'aspetto del carico economico finanziario sui Comuni,
ricordo, per la verità, che la proposta è stata ritirata, una prima volta,
dalla Commissione bilancio, proprio per approfondire questi aspetti poiché non
basta, come voi sapete, che una legge non preveda carichi economici per la
Regione e li riversi magari sui Comuni.
Per
questo motivo dicevo che è stato un anno di intensa elaborazione. Poi, c'è
stato il placet del Dipartimento economia e finanze e, per il fatto
specifico che lei segnalava, nell'articolo precedente c'è scritto che gli
obblighi e i divieti che non sono onerosi, per come descritti negli articoli
successivi, intervengono anche se i Comuni non danno luogo all’attualizzazione
dell'articolo 2, cioè a quelle norme e quell’impostazione di cui parlavamo.
Quindi,
sono lietissimo e concludo ribadendo che con questa legge i Comuni spenderanno
meno perché dovranno effettuare meno interventi di manutenzione straordinaria
sulle strade e sui marciapiedi e anche molti meno contenziosi. Per fare un
esempio, a Castrovillari, c'è tanta gente che si sloga, magari, la caviglia o
inciampa oppure buca la ruota della macchina o rompe un giunto perché le radici
hanno sollevato i marciapiedi o le strade. In quel caso, bisogna intervenire
per togliere l'inciampo, davvero metaforico e reale, però, c'è da attendersi
che con questa legge quegli inciampi non si verificheranno o, comunque,
diminuiranno nettamente a vantaggio dell'erario comunale e della sicurezza dei
cittadini. Grazie.
Grazie,
consigliere Laghi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
All’articolo
3 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 2199/A03, a firma del
consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie.
Presidente, avevo dimenticato nella replica di precisare, relativamente alla criminalizzazione
delle capitozzature, che queste non sono da intendersi, secondo le linee guida
ministeriali, come potature e, pertanto, non vanno effettuate.
Con
la proposta emendativa all'articolo 3, comma 1 si intende introdurre
un’opportuna precisazione di natura economico-finanziaria, proprio per blindare
la possibilità di ulteriori spese. L'emendamento non reca disposizioni che
comportano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale.
Al
comma 1 dell'articolo 3 “Censimento comunale del verde urbano”, dopo le parole
“economici necessari”, si aggiunge il seguente periodo: “compatibilmente con le
risorse presenti nel bilancio dell'Ente”.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 2199/A03. L’emendamento è
approvato.
Articolo 3
(È approvato per come emendato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
All’articolo
8, è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 2199/A04, sempre a firma
del consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie.
Anche in questo caso, si tratta di un emendamento con il quale si intendono
introdurre opportune precisazioni di carattere economico finanziario.
L'emendamento non reca disposizioni che comportino nuovi o maggiori oneri
finanziari a valere sul bilancio regionale.
Ai
commi 1 e 4 dell'articolo 8 “Indirizzi per la piantagione compensativa” si
inserisce al termine dei periodi dei commi indicati, quanto segue: “nei limiti
delle disponibilità di bilancio dei Comuni”. Grazie.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 2199/A04. L’emendamento è
approvato.
Articolo 8
(È approvato per come emendato)
All’articolo
9 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 2199/A05, sempre a firma
del consigliere Laghi, al quale cedo la parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Anche quest'ultimo emendamento è della stessa natura dei precedenti
e, quindi, con tale proposta emendativa si intende introdurre un’opportuna
precisazione di carattere economico finanziario. L'emendamento non reca
disposizioni che comportino nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul
bilancio regionale.
Al
comma 1 dell'articolo 9 “Misure di sostegno e premialità”, dopo le parole
“Azienda Calabria Verde” si aggiunge il seguente periodo: “gratuitamente per i
Comuni e nei limiti delle disponibilità di bilancio dell'Azienda”. Grazie.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 2199/A05. L’emendamento è
approvato.
Articolo 9
(È approvato per come emendato)
Articolo 10
(È approvato)
Prendiamo
atto delle nuove relazioni illustrativa e tecnico-finanziaria, presentate dal
consigliere Laghi e acquisite al protocollo numero 2199/A02, e passiamo alla
votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con
richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta è approvata,
come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 10 all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero
264/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Comito, Gelardi, Neri, Crinò,
De Nisi, Graziano, recante: “Modifiche e integrazioni alle leggi regionali
numero 28/1986, numero 9/1996, numero 29/2001, numero 11/2011, numero 39/2012,
numero 48/2019, numero 9/2023, numero 22/2023, numero 25/2023, numero 39/2023,
numero 45/2023 e numero 62/2023”.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Volevo chiedere all'Assemblea il rinvio di questa proposta di
legge, firmata dai capigruppo di maggioranza, perché è necessario un
approfondimento ulteriore, anche eventualmente nella Commissione competente.
Grazie, Presidente.
Pongo
in votazione la richiesta del consigliere Graziano, che è approvata. La
proposta, quindi, viene rinviata.
(Il
Consiglio rinvia)
Passiamo,
quindi, al punto numero 11 dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di
legge numero 128/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in
materia di usi civici)”.
Cedo
la parola alla consigliera Gentile, Presidente della sesta Commissione
consiliare, per l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. La modifica della legge regionale in materia di usi civici è stata
avviata a seguito della sentenza della Corte costituzionale numero 236 del
2022, che ha dichiarato illegittima la proroga delle norme transitorie in
quanto - si legge - invade una materia di esclusiva competenza del legislatore
statale, ma, oltretutto, in quanto proroga la vigenza di una disciplina
improntata alla massima semplificazione.
A
seguito di tale sentenza, gli uffici comunali sono stati bloccati in quanto il
Dipartimento regionale competente in materia ha sostenuto che tutte le istanze
in itinere dovevano essere riproposte ex novo; per tale motivo si
è creato un blocco delle istanze e, conseguentemente, anche delle entrate nei
Comuni ed un calo del lavoro per i tecnici del settore, i cosiddetti P.I.D.
Successivamente,
il Dipartimento ha elaborato un progetto di legge che è stato approvato in
Commissione agricoltura a dicembre del 2022, anche se con diverse riserve
proprio per via dei tempi così contingentati, rimandando al Consiglio l'onere
di rimediare alle criticità con l'obiettivo di superare, in tempi brevi, questo
blocco amministrativo di notevole entità. Purtroppo, però, le sopracitate
criticità erano tali da dover richiedere ulteriori approfondimenti, che sono
stati affrontati in un energico e serrato confronto con il Dipartimento, nel
tentativo di arrivare ad una sintesi soddisfacente, ma, soprattutto, nel
rispetto della normativa vigente.
Il
presente progetto di legge rappresenta, quindi, una sintesi delle posizioni
espresse dal Dipartimento agricoltura, dalla parte politica e dalle varie
sentenze della Corte costituzionale ed è stato redatto nel rispetto della
normativa vigente.
Nel
testo ci sono alcuni elementi di novità che semplificano le procedure sia per i
tecnici sia per l'Amministrazione.
Nell'ottica
di velocizzare l'iter delle pratiche in materia di usi civici e offrire al
cittadino, rispetto al passato, un percorso chiaro e definito nel rapporto con
la Pubblica amministrazione, si ritiene meritevole di nota l'individuazione di
un'indicazione chiara del valore di legittimazione e del valore del canone di
natura enfiteutica.
Quindi,
le principali novità riguardano la determinazione dei valori di legittimazione
che sono contenuti nell'articolo 18: è stato utilizzato, infatti, per i terreni
agricoli il criterio dei valori medi già presente nella normativa vigente, ma
riadattato con delle correzioni per le specificità degli immobili, ai sensi
delle varie pronunce della Corte costituzionale, mentre è stato utilizzato il
valore IMU per i terreni diventati edificabili, al fine di individuare un
valore oggettivo vicino al valore venale; è stata, inoltre, inserita la
determinazione del canone enfiteutico nell'articolo 19, ai sensi dell'articolo
1 della legge numero 617 del 1966 che dispone in tal senso: “i canoni
enfiteutici perpetui o temporanei e le altre prestazioni fondiarie perpetue non
possono, comunque, superare l'ammontare corrispondente al reddito dominicale
del fondo sul quale gravano”.
Inoltre,
come affermato dalle varie pronunce della Suprema Corte di Cassazione, per
effetto della legittimazione, l'occupante abusivo diventa titolare di un
diritto soggettivo perfetto, con pienezza di facoltà, nel senso che, per
effetto della legittimazione, sorge in capo al privato, già occupante abusivo,
non la piena proprietà del terreno, ma un diritto soggettivo di natura
privatistica valido erga omnes.
Tale
canone, seppur esiguo, non rappresenta una svendita dei terreni, come qualcuno
potrebbe rilevare, ma viene dettato dal rispetto, appunto, della normativa
vigente, sovraordinata a quella regionale.
Al
fine di semplificare e velocizzare l'iter delle istanze relative agli usi
civici è stata conferita ai Comuni una semplice delega per istruire le istanze,
contenuta nell'articolo 13, lasciando il controllo formale e finale alla
Regione, per come previsto nell'articolo 14, nel rispetto dell'articolo 66 del
DPR numero 616 del 1977, che al comma 5 dispone: “sono trasferite alle Regioni
tutte le funzioni amministrative relative alla liquidazione degli usi civici,
allo scioglimento delle promiscuità, alla verifica delle occupazioni e alla
destinazione delle terre di uso civico e delle terre provenienti da
affrancazioni, ivi comprese le nomine di periti ed istruttori per il compimento
delle operazioni relative e la determinazione delle loro competenze”; mentre al
comma 7 dispone: “l'approvazione delle legittimazioni di cui all'articolo 9
della legge del 16 giugno 1927, numero 1766, è effettuata con decreto del
Presidente della Repubblica, d'intesa con la Regione interessata”.
Infine,
è stato superato il blocco delle istanze depositate presso i Comuni e la
Regione, attraverso l'introduzione dell'articolo 25 che prevede che “tutte le
istanze in materia di usi civici sono istruite nel rispetto della normativa
vigente, alla data della presentazione delle medesime”.
In
conclusione, credo che l'aspetto fondamentale di questa legge sia quello di non
prevedere maggiori oneri, specialmente in questo particolare momento critico,
ponendo l'attenzione sulle problematiche del settore agricolo, degli
agricoltori e dei Comuni. Grazie.
Grazie.
Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Articolo 21
(È approvato)
Articolo 22
(È approvato)
Articolo 23
(È approvato)
Articolo 24
(È approvato)
Prendiamo
atto della nuova relazione tecnico finanziaria presentata dai consiglieri
Gentile e Mancuso e acquisita al protocollo con il numero 2259.
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale. La proposta è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
adesso alla mozione numero 74, di iniziativa dei consiglieri Mancuso, Gelardi,
Mattiani, Molinaro, Raso, recante: “L’armonizzazione necessaria ed obbligatoria
della gestione del demanio marittimo da parte degli Enti locali delegati ai
sensi del Piano di Indirizzo regionale (legge regionale 21 dicembre 2005, n.
17)”.
Cedo
la parola al consigliere Gelardi per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Vista la stringente attualità della problematica relativa alle
concessioni demaniali marittime, il Gruppo della Lega in Consiglio regionale ha
deciso di presentare una mozione per contemperare il principio del rispetto
della normativa vigente nell'ordinamento italiano e la salvaguardia delle
numerose attività imprenditoriali, la quasi totalità a gestione familiare,
operative da anni in questo settore strategico per l'economia calabrese.
Si
tratta di un intervento necessario ad assicurare che gli Enti locali calabresi
si muovano in armonia e senza creare situazioni difformi, in contesti separati
magari da pochi chilometri.
La
mozione dimostra, anzitutto con una corposa ricostruzione giuridica della pur
intricata disciplina della materia, come le Sezioni Unite della Cassazione
abbiano affermato la sopravvenienza della potestà normativa esercitata da
Parlamento e Governo.
Prevale,
quindi, quanto stabilito dal legislatore nazionale con la legge numero 118 del
2022, al cui articolo 3 è disposto che i titoli concessori, in assenza di
adeguata pubblicità delle assegnazioni, sono prorogati sino al 31 dicembre
2024; inoltre, se entro tale data emergono ragione oggettive che impediscono la
conclusione della procedura selettiva, il termine di scadenza può essere
differito fino al 31 dicembre 2025.
Sulla
scorta di questi paletti normativi, con la mozione si impegna la Giunta
regionale a costituire un Tavolo tecnico permanente, affinché la gestione delle
concessioni demaniali marittime sia uniforme su tutto il territorio calabrese.
In aggiunta, il Tavolo fornirà agli Enti delegati della Regione per la
pianificazione turistica delle aree demaniali indicazioni operative e puntuali,
ad esempio: dare la priorità per l'avvio delle procedure ad evidenza pubblica
alle aree libere e non occupate - la Calabria, con 800 km di costa,
evidentemente, ne ha parecchie - mentre, per quanto riguarda le procedure
riferite alle aree già occupate, dovranno essere stabiliti una serie di criteri
omogenei che tengano conto, in particolare, della posizione dei soggetti che, nei
5 anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una
concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo
familiare e della determinazione di meccanismi equi per il riconoscimento
dell'indennizzo ai concessionari uscenti. Grazie, Presidente.
Grazie,
consigliere Gelardi. Pongo in votazione la mozione, che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 76 di iniziativa dei consiglieri Molinaro, Gelardi,
Mancuso, Mattiani e Raso, recante: “Al fine di procedere all'adozione degli
atti utili per la piena attuazione del Piano regionale delle attività
estrattive in Calabria, articolo 6 legge regionale numero 40 del 2009 e
successive modifiche e integrazioni”.
Cedo
la parola al consigliere Molinaro per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Do lettura della mozione: “Il Consiglio regionale - premesso che:
con
la legge regionale numero 42/2009 e ss. mm. ii. e con il Regolamento regionale
di attuazione numero 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia
dell’attività estrattiva del territorio;
l’attività
mineraria è subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle
dimensioni quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e
l’impiego delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della
compatibilità con la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela
degli altri beni e risorse presenti nel territorio;
per
dare attuazione alle finalità previste dalla citata legge regionale, risulta
indispensabile la redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività
Estrattive (P.R.A.E., art. 6, L. r. 40/09 e ss. mm. ii.);
il
P.R.A.E. costituisce l'atto di pianificazione e programmazione dell'attività
estrattiva in tutte le sue fasi;
nell'ambito
della procedura di VAS del P.R.A.E. occorre, quindi, individuare le condizioni
di sensibilità, vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle
risorse interessate dal Piano, non solo quelle di tipo ambientale, ma anche
quelle di tipo paesaggistico;
tali condizioni devono orientare
l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione estrattiva, oltre
che la definizione delle regole e delle condizioni alla trasformazione;
in funzione delle importanti e
strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come
il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli
interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa improcrastinabile
definire l’esatta stima di materie minerali prime, al fine di garantirne
l’esatto approvvigionamento.
Impegna la Giunta regionale ad adottare ogni procedura utile all’elaborazione ed
approvazione del previsto Piano Regionale delle Attività Estrattive, P.R.A.E.,
in attuazione a quanto previsto dall’articolo 6 della legge regionale numero 40
del 2009 e ss. mm. ii.”
Ne approfitto per ringraziare i
colleghi del Gruppo della Lega che hanno voluto insieme a me sottoscrivere
questa mozione e ringrazio, ovviamente, l'Aula per il voto finalizzato a
supportare questa mozione affinché la Giunta regionale e l'assessore alle attività
produttive, Varì, qui presente, possa dare un input a questa
definizione. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Mi
fa piacere che oggi venga accolto in Aula un appello che avevo lanciato più di
sei mesi fa, quando avevo invitato, tramite la stampa, questo Consiglio e la
Giunta regionale ad accelerare l’iter per l'attuazione di un Piano per le
estrazioni e di un registro cave. Si parla di opere importanti – tra l'altro,
ne avevamo parlato anche in Aula – come la Strada Statale 106, l'alta velocità,
il Ponte sullo Stretto, ma i milioni di metri cubi di ghiaia e di inerti, che
servirebbero per le realizzazioni di queste opere, ad oggi in Calabria non ci
sono.
Speriamo
che la Giunta regionale e, soprattutto, il Dipartimento accelerino l'iter
burocratico e possano dotare, finalmente, la nostra Regione di questo Piano che
ci darà anche la possibilità - mi auguro - di realizzare le opere delle quali
parlava il presidente Occhiuto e cioè di realizzare la Statale 106 in 5 anni,
ma questo difficilmente si potrà realizzare, in assenza di un registro cave che
preveda nuove cave autorizzate.
L’augurio
è, insomma, quello di poter percorrere, il prima possibile, queste nuove strade
e ferrovie. Grazie. Chiaramente, anticipo il voto favorevole.
Grazie,
consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire l'assessore Varì. Prego,
assessore.
Grazie,
Presidente. Volevo ringraziare il consigliere Molinaro e il Gruppo consiliare
della Lega per la mozione che con questo governo regionale, consigliere Alecci,
sfonda una porta aperta perché, per iniziativa della Giunta, l’attività
estrattiva è stata ulteriormente regolamentata dal Consiglio regionale, grazie
alla modifica approvata più di un anno fa, a seguito della quale è stato
adottato un Regolamento dalla Giunta regionale e dal governo Occhiuto.
Poi,
ovviamente, bisogna redigere il Piano regionale delle attività estrattive, ma,
come questo Consiglio e il consigliere Molinaro sanno bene, ci sono delle
attività propedeutiche alla redazione del Piano ovvero bisogna nominare
l'Osservatorio regionale per le attività estrattive (ORAE), che è l’organo che
darà una serie di pareri in merito alla relazione del Piano.
Da
questo punto di vista, voglio rassicurarvi che la procedura per la nomina
dell'Osservatorio è stata già avviata, quindi, verranno nominati i componenti
e, successivamente, si procederà, da qui a breve, all'inizio della redazione
del Piano regionale attività estrattive.
Pertanto,
vi ringrazio per aver posto attenzione a questa attività.
Grazie,
assessore. Pongo in votazione la mozione che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ora,
passiamo alla proposta di legge numero 260/12^, di iniziativa della consigliera
regionale Straface, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 37 del 2022
(Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza
nel sistema sanitario regionale)”.
Cedo
la parola alla consigliera Straface per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Con il disegno di legge numero 260/12^ ho inteso dettare delle norme di modifica della legge regionale numero 37 del 21 ottobre 2022 al fine di prevedere la possibilità di ricorrere, per il personale medico ed infermieristico dei servizi di elisoccorso, alle prestazioni aggiuntive in libera professione di cui all'articolo 89 del contratto collettivo nazionale di lavoro dell'area sanità sottoscritto appena pochi giorni fa, il 23 gennaio 2024, nonché, per il personale infermieristico, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera d), del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto sanità.
L’intervento legislativo si è reso urgente e necessario al fine di garantire la regolare esecuzione dei servizi medesimi, di fondamentale importanza per la salute collettiva, e di garantire il pronto intervento in situazioni di estrema urgenza.
La tariffa oraria delle predette prestazioni aggiuntive rimane entro i parametri contenuti nel decreto legge numero 34/2023 che, all’articolo 11 sull’Incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive e anticipo dell'indennità nei servizi di emergenza-urgenza, consente per l’anno 2023 alle aziende ed agli enti del Servizio Sanitario Nazionale di ricorrere alle prestazioni aggiuntive da parte del personale medico e infermieristico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri fissandone il limite.
L’intervento normativo che stiamo oggi esaminando appare ancora più prezioso poiché consente alle aziende e agli enti del Servizio Sanitario regionale, sulla scia di quello nazionale, sia di far fronte alla carenza di personale medico e infermieristico presso i servizi di elisoccorso, ricorrendo allo strumento delle prestazioni aggiuntive ad integrazione delle attività proprie al fine di rispondere ad esigenze non strutturali - attenzione! - ma assolutamente momentanee ed eccezionali, sia di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni, attraverso la possibilità di ricorrere alle prestazioni aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva nazionale per le professionalità che operano presso i servizi di elisoccorso, rendendo possibile un aumento della relativa tariffa oraria per il personale sia medico, sia infermieristico.
La proposta normativa appare, altresì, urgente e necessaria in quanto risponde all’esigenza di garantire il servizio nelle more dell’adozione di tutti gli atti occorrenti all’individuazione di ulteriore nuovo personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento del servizio medesimo ed all’effettuazione delle attività formative occorrenti a garantire l’addestramento ed il reclutamento di ulteriore personale delle professioni sanitarie; ciò anche al fine di evitare che, a lungo andare, il personale sanitario sia sottoposto a turni massacranti, che rischiano di incidere sulla qualità delle prestazioni, e affinché l'impiego delle prestazioni aggiuntive rimanga circoscritto solo a carenze in organico che siano temporanee.
Al fine di assicurare il carattere di temporaneità dello strumento delle prestazioni aggiuntive, la proposta di legge prevede già la pubblicazione, entro il 29 febbraio prossimo, di un avviso finalizzato all’individuazione del personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento dei servizi di interesse nonché l’organizzazione, con cadenza biennale, di corsi di formazione, addestramento e reclutamento di ulteriori professionalità mediche ed infermieristiche da assegnare al servizio in via ordinaria.
Per assicurare lo svolgimento delle suddette procedure in tempi congrui e prevenire lungaggini, la proposta prevede, altresì, che la tardiva attuazione degli adempimenti previsti, finalizzati al reclutamento di nuove professionalità, debba essere oggetto di specifica valutazione in capo alla Dirigenza competente da parte dell’organismo regionale indipendente di valutazione.
In riferimento all’aspetto finanziario, è stato stimato che l’espletamento del servizio di elisoccorso richiede l’effettuazione, su base regionale, di numero 20.868 ore di attività, per cui, aumentando la tariffa oraria fissata dal CCNL di settore, nei limiti del Decreto-legge numero 34 del 2023 e per come specificato nell’articolo 1, comma 1, lettera a) della proposta in discussione, si prevede un incremento di spesa pari ad euro 830.000,00 su base annua per le annualità 2024, 2025, 2026 ed un totale nel triennio di euro 2.490.000, 00.
A tale spesa, derivante dall’attuazione della presente legge, non si può fare fronte né con risorse statali, poiché non sono riconosciute indennità aggiuntive a favore del personale del servizio di elisoccorso, né con risorse proprie, ancor più in questa fase di commissariamento.
La soluzione è farvi fronte con l’avanzo di bilancio derivante dal risparmio di spesa e non utilizzato e, dunque, con le risorse previste dall’articolo 2 (Norma finanziaria), destinando alla copertura finanziaria la parte delle risorse eccedenti il concorso all’equilibrio del sistema sanitario regionale dell’anno 2022, quantificato in euro 50.000.000 circa e già certificato dal MEF (ministero economia e finanze), che ha così svincolato le risorse consentendone la immediata destinazione!
L’articolo 3 dispone, infine, l’entrata in vigore anticipata della legge rispetto al termine ordinario di 15 giorni, atteso che le norme ivi contenute rappresentano una urgente necessità e richiedono di entrare in vigore nel più breve tempo possibile.
Ringrazio tutti i componenti della Commissione che hanno partecipato alla stesura di questa proposta di legge, che è stata approvata all'unanimità. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Intervengo soltanto per dire qualche parola giusto per sottolineare l'importanza di questo settore che fa parte a pieno titolo dell'emergenza-urgenza; l’emergenza-urgenza non è un tema molto caro all'interno di questa Regione Calabria, in cui succede di tutto e di più e dove spesso l’elisoccorso si trova a dover affrontare situazioni estremamente difficili. Proprio a causa della pessima viabilità vi è la necessità di dovere utilizzare un mezzo che, purtroppo, a noi costa molto perché è particolarmente costoso, ma ovviamente in alcune zone non possiamo farne a meno.
Colgo l'occasione, nel ribadire il voto favorevole di tutto il gruppo del Partito Democratico a questa proposta legislativa, di segnalare come sia assolutamente indispensabile - faccio un passaggio su un argomento differente, ma comunque correlato - che i dettami delle procedure per la SNAI, e cioè per le aree interne che voi sapete benissimo essere state programmate e finanziate in maniera assolutamente autonoma, attendano per esempio la realizzazione delle 17 piazzole perché gli elicotteri possano poggiarsi in queste aree estremamente difficili. Con questa legge, quindi, dobbiamo fare in modo che tutte le aree interne possano comunque usufruirne. Vi preannuncio che, come gruppo del Partito Democratico, stiamo per presentare un’interrogazione per capire lo stato dell’arte di queste piazzole Snai e smuovere questa situazione: ci sono 17 aree che hanno necessità di essere coperte da questo punto di vista. Sono convinta che ci sarà una procedura rapida nell’organizzazione, che avrebbe dovuto già chiudersi la fine del mese di novembre.
Comunque, il gruppo del Partito Democratico è disponibile a votare favorevolmente questa proposta legislativa.
Grazie, consigliera Bruni. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
All’articolo 1 sono pervenuti due emendamenti. Iniziamo ad esaminare l'emendamento protocollo 2212, a firma della consigliera Straface, a cui cedo la parola per illustrazione. Prego.
L'emendamento è modificativo dell'articolo 1, lettera a). Con la presente proposta emendativa si intende modificare l'inserendo comma 4-bis dell'articolo 1 (Modifiche alla legge regionale del 21 ottobre 2022, numero 37) della proposta di legge numero 260/12^ al fine di aggiornarne i riferimenti al nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro dell'Area sanità, sottoscritto il 23 gennaio 2024. Dalla presente proposta emendativa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Do lettura del testo: <<All’ inserendo comma 4-bis della lettera a) del comma 1, all'articolo 1 “Articolo 1 (Modifiche alla legge regionale del 21 ottobre 2022, numero 37) della proposta di legge regionale numero 260/12^ le parole “115, comma 2”, sono sostituite dalle seguenti “89” e le parole “19 dicembre 2019” sono sostituite dalle seguenti “23 gennaio 2024”>>.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato. Passiamo all’emendamento protocollo numero 2255, sempre a firma della consigliera Straface. Prego.
L’emendamento è soppressivo della lettera b) del comma 1 dell’articolo 1.
Con la presente proposta emendativa si intende modificare l’articolo 1 al fine di coordinarlo con il nuovo articolo 2. Dalla presente proposta emendativa non derivano oneri finanziari. Do lettura del testo dell’emendamento: “All’articolo 1 della proposta di legge regionale numero 260/12^, recante “Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 2022, numero 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di esistenza del sistema sanitario regionale) la lettera b) del comma 1 è soppressa”. Naturalmente abbiamo anche la relazione alla norma finanziaria.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Grazie. Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Votiamo l'articolo 1.
Articolo 1
(È
approvato per come emendato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Prendiamo atto, come ha detto in precedenza la consigliera Straface della nuova relazione tecnico finanziaria, presentata dal proponente e acquisita al protocollo col numero 2255/ A02. Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Esauriti gli argomenti, dichiaro tolta la seduta. Grazie.
La seduta
termina alle 18.15
Hanno
chiesto congedo: Afflitto, De Nisi, Montuoro, Calabrese, Pietropaolo.
(È
concesso)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Tavernise
“Norme per favorire la parità di genere” (PL n. 259/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Straface “Modifiche alla legge
regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni straordinarie per assicurare i
livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale)” (PL n.
260/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Cirillo “Riconoscimento del
Corteo Storico di Seminara” (PL n. 261/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca “Riordino delle funzioni
amministrative della Regione Calabria” (PL n. 262/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mammoliti “Istituzione di un
Reddito di Dignità regionale” (PL n. 263/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Comito, Gelardi, Neri, Crinò, De Nisi, Graziano “Modifiche ed integrazioni alle
leggi regionali n. 28/1986, n. 9/1996, n. 29/2001, n. 11/2011, n. 39/2012, n.
48/2019, n. 9/2023, n. 22/2023, n. 25/2023, n. 39/2023, n. 45/2023 e n.
62/2023” (PL n. 264/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Molinaro, Raso, Gelardi,
Mancuso, Mattiani “Università Popolari: provvedimenti
per la promozione culturale di persone adulte ed anziane” (PL n. 265/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Mancuso e Caputo “Disciplina del
Sistema Statistico Calabria (SiSCal)” (PL n.
266/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg.
(UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli
Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 - Estensione
validità Organigramma FEAMP - Approvazione del Piano finanziario FEAMPA -
(Deliberazione G.R. n. 789 del 29.12.2023)” (PPA n. 147/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione
2024-2026 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) -
Approvazione Piano delle attività anno 2024 - (Deliberazione G.R. n. 792 del
29.12.2023)” (PPA n. 149/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Rendiconto esercizio 2022
dell'Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (ATERP
CALABRIA) - (Deliberazione G.R. n. 6 del 23.01.2024)” (PPA n. 150/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Aggiornamento del Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti agli obiettivi delle Direttive UE “Economia
Circolare” - Adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Sezione
Rifiuti Urbani, del Rapporto Ambientale di VAS e relativi allegati, e della
Sintesi non Tecnica - (Deliberazione G.R. n. 5 del 23.01.2024)” (PPA n.
151/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito.
È stata presentata
alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di
iniziativa del Consigliere regionale Mammoliti:
“Modifica ed integrazione del
Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria di cui alla
deliberazione del Consiglio regionale, n. 5 del 27 maggio 2005. Previsione
della clausola valutativa negli atti normativi” (PPA n. 148/12^).
È stata assegnata alla
quinta Commissione - Riforme per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha
trasmesso, per il parere della Commissione consiliare competente, la
deliberazione n. 2 del 23 gennaio 2024, recante:
“Adozione Piano Esecutivo
Annuale di Promozione Turistica 2024”.
(Parere numero 34/12^).
È stata assegnata alla sesta
Commissione consiliare permanente.
In data 23 gennaio 2024, il
consigliere regionale Salvatore Cirillo ha aderito al Gruppo consiliare “Forza
Italia”.
La proposta di legge n. 189/12^
di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Gelardi, Mancuso, Raso,
recante:
“Unità di Pedagogia Scolastica
per lo sviluppo della comunità educante e per la promozione del diritto
all'educazione e all'istruzione nella Regione Calabria”, è stata sottoscritta
anche dai Consiglieri regionali Mattiani e Alecci.
La proposta di legge n. 219/12^
di iniziativa del consigliere regionale Laghi, recante: “Istituzione della
Riserva Naturale Regionale Fascia Pedemontana - Lande parasteppiche
di Castrovillari”, è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Raso.
La proposta di legge n. 218/12^
di iniziativa dei consiglieri regionali Straface, Raso, Mattiani,
Mannarino, recante:
“Misure per il recupero e
l’abbattimento delle liste d’attesa per l’accesso a prestazioni sanitarie” -
(Relatore: Consigliere Straface), è stata sottoscritta anche dal Consigliere
regionale Mammoliti.
La proposta di legge n. 147/12^
di iniziativa del consigliere regionale Mattiani,
recante:
“Norme per il riconoscimento e
il sostegno del caregiver familiare”, è stata sottoscritta anche dal
Consigliere regionale Montuoro.
In data 27 dicembre 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 279 del 27 dicembre 2023:
1)Legge regionale n. 56 del 27
dicembre 2023, recante: “Legge di stabilità regionale 2024”;
2) Legge regionale n. 57 del 27
dicembre 2023, recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione
Calabria per gli anni 2024-2026”;
3) Legge regionale n. 58 del 27
dicembre 2023, recante: “Riconoscimento della legittimità di due debiti fuori
bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell'articolo 73,
comma 1, lettera e) del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118”;
4) Legge regionale n. 59 del 27
dicembre 2023, recante: “Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle
disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle
strutture socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della L.r. 15/2013”.
In data 27 dicembre 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 281 del 27 dicembre 2023:
1) Legge regionale n. 60 del 27
dicembre 2023, recante: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2023, n. 39”;
2) Legge regionale n. 61 del 27
dicembre 2023, recante: “Misure a sostegno del sistema aeroportuale calabrese”;
3) Legge regionale n. 62 del 27
dicembre 2023, recante: “Norme in materia di spending review”.
È pervenuta la relazione
sull’attività svolta dalla Commissione Speciale di Vigilanza nel secondo
semestre 2023 (articolo 34, comma 3, lettera a del Regolamento Interno).
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 765 del 28.12.2023, recante:
“Approvazione Piano di
razionalizzazione periodica delle partecipazioni societarie regionali dirette e
indirette, ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 19.8.2016 n. 175 e s.m.i. - Anno 2022”.
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 790 del 29.12.2023, recante:
“Disciplina del regime di
condizionalità e dei requisiti minimi relativi all'uso di prodotti
fertilizzanti e fitosanitari e al benessere degli animali ai sensi del
regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio del 2
dicembre 2021 e individuazione del termine ultimo per la presentazione delle
domande di aiuto per lo sviluppo rurale. Provvedimenti”.
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 1 del 4 gennaio 2024, recante:
“Approvazione piano regionale di
dimensionamento scolastico 2024-2025 - Integrazione DGR N. 719 del 15.12.2023
ai sensi del decreto “Milleproroghe»”.
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 768 del 28 dicembre 2023, recante:
“Approvazione elenco dei
soggetti componenti il “Gruppo Regione Calabria” al fine di predisporre il
bilancio consolidato della Regione esercizio 2023, ai sensi dell'art. 11-bis
del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 769 del 28 dicembre 2023, recante:
“Piano delle Alienazioni e
Valorizzazioni (PAV) degli immobiliti di proprietà della Regione Calabria”.
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 779 del 28 dicembre 2023, recante:
“Documento tecnico di
accompagnamento al bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria
per gli anni 2024-2026 (artt. 11 e 39, comma 10, D.Lgs.
23 giugno 2011, n. 118)”.
In data 28 dicembre 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 283 del 28 dicembre 2023:
- Regolamento regionale n. 16
del 28 dicembre 2023, concernente: “Approvazione modifiche del Regolamento
regionale n. 12/2022”.
Iin
data 29 dicembre 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il
sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 285 del 29
dicembre 2023:
- Regolamento regionale n. 17
del 29 dicembre 2023, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 9 aprile
2020, n. 2 «Regolamento di attuazione della legge regionale 12 ottobre 2012, n.
45 “Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale».
In data 24 gennaio 2024, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 17 del 24 gennaio 2024:
- Regolamento regionale n. 1 del
24 gennaio 2024 concernente: “Modifiche al regolamento regionale 5 novembre
2013, n. 10 (Regolamento regionale di attuazione della L.r.
3 settembre 2012, n. 39 recante «Istituzione della struttura tecnica di
valutazione VAS-VIA-AIA-VI»”.
La Giunta regionale ha trasmesso
copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione
finanziario 2023-2025:
1.) deliberazione
della Giunta regionale n. 686 del 29 novembre 2023;
2.) deliberazioni
della Giunta regionale numeri 753, 754 e 755 del 19 dicembre 2023;
3.) deliberazioni
della Giunta regionale dalla numero 770 alla numero 778 del 28 dicembre 2023;
4.) deliberazione
della Giunta regionale n. 793 del 29 dicembre 2023;
5.) deliberazioni
della Giunta regionale dalla numero 7 alla numero 14 del 23 gennaio 2024.
Mammoliti. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- con DCA 194 del 10.07.2023 il
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR
indiva avviso pubblico di selezione per la formazione
delle rose degli idonei al conferimento degli incarichi di Direttore Generale
dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, dell’Azienda Ospedaliera
di Cosenza e del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino
– Morelli” di Reggio Calabria ai sensi dell'art.2 d.lgs. n.171/2016 e ss.mm.ii.;
- l’avviso pubblico di cui sopra
puntava ad una stabilizzazione dei vertici delle aziende sanitarie e
ospedaliere calabresi, da troppi anni ormai dirette da commissari straordinari.
Solo a titolo di esempio, si richiama il caso della ASP di Vibo Valentia che in
cinque anni ha avuto ben cinque diversi commissari;
- le procedure di cui al
richiamato avviso si sarebbero dovute concludere con lo svolgimento dei
colloqui dei candidati previsti per il 23 gennaio p.v. - da quanto si apprende,
la Commissione incaricata ha comunicato ai candidati l’annullamento dei colloqui
in ragione della revoca della procedura di cui al DCA 194 del 10. 07. 2023
comunicata alla stessa Commissione dalla struttura commissariale;
tutto quanto sopra premesso,
interroga il Presidente della Giunta regionale nella sua funzione di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR
per sapere:
- le ragioni che hanno portato
alla revoca della procedura di cui al dca 194 del
10.07.2023 10. 07.2023.
(202; 22/01/2024).
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
• con la legge n. 234/2021
(Legge Finanziaria 2022), art.1 commi 293 e 294 è stato costituito un fondo
destinato alla dirigenza medica e al personale del comparto sanità alle
dipendenze delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale ed operante
nei servizi di pronto soccorso;
•con la stessa norma è stato
definito un importo pari a 27 milioni di euro per la dirigenza medica e di 63
milioni di Euro per il personale del comparto sanità,
una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere, in ragione
dell’effettiva presenza in servizio, con decorrenza dal 1° gennaio 2022;
•con deliberazione n. 278 del 21
dicembre 2022 la Conferenza delle Regioni ha provveduto al relativo riparto
delle risorse;
Considerato che:
•l’erogazione delle rispettive
indennità è subordinata alla sottoscrizione di specifico accordo sindacale;
•nonostante le ripetute
richieste da parte di tutte le organizzazioni sindacali a tutt’oggi non è stato
neppure insediato un tavolo di contrattazione;
•gran parte delle regioni ha da
tempo definito la contrattazione e provveduto alla erogazione di predette
indennità;
•la mancata definizione della
contrattazione produce, di fatto, un grave danno a tutti gli operatori del 118
e dei pronto soccorso della nostra regione;
•un simile ritardo non è più
ammissibile, anche alla luce delle tante criticità e sofferenze che da anni
vivono gli operatori del 118 e dei pronto soccorso;
•è inaccettabile detenere
risorse a destinazione vincolata nelle casse della regione per mancanza di
adempimenti, risorse tra l’altro destinate a servizi così importanti. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale per
conoscere:
per sapere:
1) quali iniziative intende
assumere tese a definire in tempi brevi l’applicazione, anche nella regione
Calabria, dell’art. 1 commi 293/94 della legge 234/2021.
(194; 22/12/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-il POR Programma Operativo
Regionale Calabria FESR FSE 2014-2020 termina il 31 dicembre 2023. La dotazione
complessivamente assegnata, come da ultimo piano finanziario riprogrammato a
seguito dell’iniziativa SAFE, approvato dai competenti servizi della Commissione
europea con la decisione finale C(2023) 7321 del 23
ottobre 2023, è pari a 2.223.159.324 €, con una dotazione per gli Assi FESR di
1.839.390.414 € e per gli Assi FSE di 383.768.909 €. Si registra, con questa
riprogrammazione finale del Programma, una rimodulazione di segno negativo per
37,37 milioni di euro rispetto alla precedente dotazione finanziaria di €
2.260.531.679 (comprendente 1.860,7 mln di euro in favore dei dieci Assi
cofinanziati dal FESR e 339,8 mln di euro in favore dei quattro Assi
cofinanziati dal FSE);
il Decimo Comitato di
sorveglianza sullo stato di attuazione del Por Calabria tenuto il 6 luglio
2023, ha fissato la percentuale di completamento ad un complessivo 61,9% della
spesa certificata con 1.400.806.086 € spesi rispetto ai 2 miliardi e 260 milioni
di euro precedentemente previsti. Il Comitato di sorveglianza ha certificato
che nel resto dei mesi mancanti fino al 31 dicembre 2023, per evitare il
disimpegno automatico delle risorse, sarebbe stato necessario spendere 397
milioni di euro, al netto del programma Safe sui ristori energetici già
contabilizzati e previsti. Considerato che: al 30 settembre 2023 secondo i dati
del portale della Commissione Europea Cohesion Data,
la Regione Calabria risulta attestarsi ad una percentuale di completamento pari
a 71% con 1.596.986.092 € spesi, un dato ampiamente inferiore ad altre regioni
italiane come la Puglia che raggiunge il 106% di spesa. Secondo Bruxelles, a
tre mesi dalla chiusura del programma, in Calabria rimangono da spendere 626
milioni di euro;
nella risposta del 19 ottobre
2023 della Commissione UE alla interrogazione prioritaria con richiesta di
risposta scritta P-002895/2023 formulata dalla europarlamentare Laura Ferrara
si riporta che alla data del 2 ottobre 2023, l'importo della spesa certificata
del programma operativo regionale POR Calabria 2014-2020, in base alle
informazioni fatte pervenite dall'autorità di gestione, ammontava a 1.619,5
milioni di euro. Ciò equivale al 72,8% delle risorse disponibili a valere sul
Programma Operativo Regionale. La Commissione sottolinea che non è possibile
escludere che le risorse inutilizzate possano essere disimpegnate in sede di
chiusura della programmazione;
secondo i dati del Monitoraggio
delle Politiche di Coesione, effettuato dal Dipartimento della Ragioneria
Generale dello Stato, al 31 ottobre 2023 l’impegno di spesa del POR Calabria
2014-2020 risulta essere del 80,76% pari a 1.795,34 milioni di euro. Questo
dato risulta essere il peggiore tra le regioni della stessa categoria “meno
sviluppate”, ben al di sotto degli impegni di spesa della Puglia, che con uno
stato di attuazione del 151,35% occupa il primo posto, della Sicilia con
101,26%, della Campania con 97,42% e della Basilicata con 97,87%. Il dato della
Calabria risulta essere il più basso anche considerando le altre regioni del
Sud della categoria “in transizione”: Abruzzo (83,77%), Molise (101,47%) e
Sardegna (95,47%).
Tenuto conto che: nel Giudizio
di parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio
finanziario 2022, pubblicato dalla Corte dei Conti, sezione regionale di
controllo per la Calabria, nell’udienza del 14 novembre 2023, si sottolineano i
ritardi nella fase di attuazione del POR Calabria 2014-2020, segnalando le
criticità in ordine agli interventi ricadenti negli Assi afferenti il FESR,
maggiormente per quanto concerne i progetti di investimento, che non permettono
il completamento di taluni interventi entro il 31 dicembre 2023 o ne
compromettono le possibilità di realizzazione.
Nell’Asse 4 (efficienza
energetica), ad esempio, a valere sull’azione 4.1.3 (adozione di soluzioni
tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici delle reti di
illuminazione pubblica), è stato registrato un significativo ritardo in fase di
avvio lavori, per cui 120 interventi, con un costo ammesso di 24 milioni di
euro (il 50% del complessivo costo ammesso), molto probabilmente non possono
essere stati completati entro la data di eleggibilità del programma. Ancora
nell’Asse 4, azioni 4.1.1 e 4.1.2 (realizzazione efficientamento energetico
negli edifici), poiché la durata dei lavori è stata prevista entro i 18 mesi
dalla stipula delle convenzioni (sottoscritte maggiormente con i comuni
rientranti nelle strategie aree interne), la maggior parte delle operazioni
sono a rischio chiusura entro il 31 dicembre 2023, in virtù dei ritardi
registrati (il costo complessivo ammesso è pari a 21,7 milioni di euro).
Nell’asse 5 (prevenzione dei
rischi), per gli specifici interventi in tema di difesa del suolo ed erosione
costiera, a valere sull’azione 5.1.1 (programma difesa suolo), per 21
operazioni delle 25 ammesse (costo complessivo ammesso di € 76 milioni.), si registrano
ritardi di carattere attuativo (secondo i cronoprogrammi trasmessi dal settore
competente), per cui l’ultimazione dei lavori è prevista ben al di là del
31.12.2023. Il costo ammesso delle 21 operazioni che non saranno ultimate entro
la data prevista è di € 73.000.000,00. In tema di protezione civile, sempre
nell’asse 5, a valere su azione 5.1.4 (centro funzionale multirischi
2.0), al ritardo registrato in fase di attuazione del relativo progetto, di
rafforzamento del centro funzionale, conseguirà che lo stesso non può essere
stato completato entro dicembre 2023 (costo ammesso 11 milioni di euro; spese
certificate € 3,3 milioni).
Nell’Asse 6 (tutela e
valorizzazione patrimonio ambientale e culturale), a valere su azione 6.1.2, in
tema di rifiuti, sono state registrate criticità per il piano di azione
“interventi per il miglioramento del servizio di raccolta differenziata”. Per
l’Avviso pubblico rivolto ai Comuni con popolazione superiore ai 5.000
abitanti, sono stati registrati ritardi generalizzati di carattere attuativo in
virtù dei quali per 21 operazioni (costo ammesso 21 milioni di euro) è alto il
rischio di mancato completamento entro la data di eleggibilità del Programma.
Inoltre, 7 operazioni (costo complessivo 5 milioni di euro) non saranno
completate entro il 31.12.2023. Anche per l’Avviso pubblico rivolto ai Comuni
con popolazione inferiore ai 5.000 ab. (152 operazioni complessive ammesse a
finanziamento) i ritardi di attuazione potrebbero far slittare i tempi di
conclusione al di là della data prevista. In tema di beni culturali e Turismo,
Asse 6, azioni 6.7.1 e 6.7.2, i ritardi generalizzati, di carattere
procedurale, sulle 32 operazioni ammesse (il cui valore è di € 22,9 milioni di
euro) potrebbero averne pregiudicato la regolare conclusione entro dicembre
2023: i beneficiari, titolari delle operazioni, non hanno finalizzato la
progettazione esecutiva e/o espletato le procedure di gara propedeutiche
all'aggiudicazione e alla successiva consegna dei lavori. Per 7 operazioni,
considerata la natura e il corrispondente importo, superiore ad 1 milione di
euro, è quasi certo che non si possa essere arrivati al completamento entro
dicembre 2023.
Analoghe problematiche le si
rinvengono con riguardo all’Asse 7, all’Asse 9 (inclusione sociale) ed all’Asse
11 (istruzione e formazione). Preso atto che: in data 27 settembre 2023 è stata
presentata, a firma dell’interrogante, l’interrogazione a risposta scritta n.
173 “Rischio disimpegno automatico delle risorse UE non utilizzate della
Programmazione 2014-2020”. Nella risposta del 31 ottobre 2023 il Dipartimento
Programmazione Unitaria ha reso noto che, in riferimento alla spese certificate
al 31 agosto 2023, la spesa totale da realizzare per il raggiungimento del
target comunitario al 31 dicembre 2023, con il contributo delle spese attese
sugli assi SAFE, è di 333.480.962 euro;
i risultati del programma Safe
sui ristori energetici sono stati pubblicati il 23 novembre 2023. Le
graduatorie riportano agevolazioni per circa 45 milioni di euro a 2.131 imprese
calabresi. A settembre 2023 però, il programma è stato lanciato annunciando
risorse del POR 2014-2020 per complessivi 60 milioni;
i dati riportati non scongiurano
l’eventualità di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse
eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023. I dati dei diversi
portali e delle Commissioni, al contrario, considerando che a causa dei tempi tecnici
delle procedure di rendicontazione e controllo vi è quasi sempre uno scarto tra
spese certificate e spese effettivamente sostenute, sommati alle criticità
segnalate dalla Corte dei conti, confermano la gravità della situazione e
mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
qual è il dato reale di spesa
del POR Programma Operativo Regionale Calabria FESR FSE 2014-2020 al 31
dicembre 2023, a conclusione del programma, con l’indicazione della esatta
percentuale di completamento e, nel caso, della quantità di risorse che incorrerà
nel disimpegno automatico.
(195; 03/01/2024)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il porto di Vibo Valentia è
destinatario, dal lontano 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro
derivante dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Nello specifico gli
interventi previsti riguardano “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine
Pola e Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento
e consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli”
per un importo di 11,5 milioni di euro. Dopo svariati anni in cui le risorse
sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa, con grave ritardo, a
disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e
Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina;
- la suddetta Autorità di
Sistema Portuale ha potuto, pertanto, bandire le gare e sono stati aggiudicati
lavori per nove milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di
Stato delle ditte escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei
giudici sul nome del definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori
sulle banchine;
- per gli ulteriori lavori con
l’altra metà del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato
l’esigenza di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo
necessario, a causa della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della
precedente assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A
seguito di ciò la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di
Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove
milioni già assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più
immediata cantierabilità, senza specificare quali
siano le finalità e l’ubicazione degli stessi;
- i lavori sono assolutamente
necessari per ammodernare le banchine e ad assicurare condizioni di attracco
più agevoli alla flotta peschereccia così come alle navi commerciali e a quelle
a servizio del comparto industriale che utilizza l’infrastruttura vibonese. La
relazione generale e tecnica dell’intervento di risanamento delle banchine
portuali Pola e Tripoli ha fotografato le condizioni del porto in maniera
impietosa: “Le banchine del molo di sopraflutto, calate Pola e Tripoli,
presentano situazioni di pericolo dovute a profondi aggrottamenti determinati
nel tempo dall’accosto delle petroliere. Anche le banchine Papandrea, Buccarelli e Bengasi presentano fenomeni simili e la
Banchina Fiume ha più punti di cedimento. Questa situazione, come si intuisce -
asseriscono i tecnici -, determina l’impossibilità di utilizzo da parte delle
aziende dell’area industriale, anche per depositi temporanei e per operazioni
di carico e scarico della merce”. Viene poi segnalato come il pieno sviluppo
del porto necessiti di un adeguamento ormai improcrastinabile, senza
dimenticare che queste costruzioni risalgono ai primi anni 30. “I piazzali
sottesi le banchine stesse sono sicuramente sottodimensionati rispetto agli
standard attuali, ma soprattutto rispetto alle esigenze dei traffici
commerciali ed ancor più a quelli futuri. L’adeguamento degli spazi in
banchina, il consolidamento dei moli esistenti e la necessità di attrezzare il
porto con un molo da destinare anche all’attracco di mega yacht e navi da
crociera, costituiscono i problemi attuali del porto di Vibo Marina, per le
quali il presente progetto di fattibilità intende individuare le possibili
soluzioni tecniche”.
Considerato che: - ad ottobre
2023 un’intensa movimentazione commerciale ha messo in evidenza l’inadeguatezza
delle banchine e la necessità del reperimento di nuovi spazi da destinare alle
attività portuali. L’elevata produttività del polo metalmeccanico vibonese ha
portato, infatti, ad un intasamento sulla banchina commerciale Bengasi,
interamente occupata da merci. La Amd International
di Rombiolo e la Baker Hughes Nuovo Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina hanno
infatti trasportato nello scalo portuale un grande numero di macchinari da esse
prodotti, che sono rimasti a lungo in attesa prima di essere imbarcati.
Tenuto conto che: - è stato
recentemente approvato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno
Meridionale e Ionio il piano operativo triennale 2024/2026 che prevede, in
un’ottica di rilancio del porto di Vibo Marina, i lavori di demolizione del capannone
da tempo dismesso ex Civam, soluzione che
contribuirebbe, oltre al reperimento di altre aree nel retro porto, a dare
spazio alle merci in partenza agevolando le operazioni d’imbarco e la
riqualificazione dell’area attraverso la realizzazione di piazzali attrezzati;
- il porto rappresenta
l’infrastruttura più importante della provincia vibonese, a cui è necessario
guardare con maggiore attenzione in quanto, nonostante i ritardi accumulati nel
corso degli anni, può e deve ancora essere il volano per lo sviluppo economico
dell’intero hinterland. Preso atto che: - lo scalo di Vibo Marina è stato più
volte individuato quale area in cui sviluppare le proposte per gli itinerari
crocieristici nel Mediterraneo, a patto di avere un porto ben attrezzato e
perfettamente idoneo all’attracco di grandi navi;
- imprese ad alta tecnologia
industriale come la AMD International di Rombiolo, la Baker Hughes Nuovo
Pignone di Porto Salvo di Vibo Marina e la Snamprogetti-Tecnomare
Eni di Triparni di Vibo Valentia hanno bisogno, per la logistica
dell’imbarco/sbarco dei loro prodotti, di un adeguamento della capacità
operativa dell’intera infrastruttura portuale;
- le condizioni infrastrutturali
di inefficienza hanno finora limitato la crescita dello scalo, determinandone
l’impossibilità di attracco alle banchine e, quindi, lo scarso utilizzo delle
stesse da parte di aziende della vicina area industriale oltre al mancato
sviluppo turistico del porto e alla mancata valorizzazione del comparto pesca;
- l’Autorità di Sistema Portuale
dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio non ha mai ricevuto i fondi per la
portualità nazionale che, per l’intermodalità, la logistica integrata e il
sistema portuale destina 3,68 miliardi di euro;
- dalle royalties del porto di
Vibo Marina lo Stato incamera circa 250 milioni di euro e il 10%, circa 25
milioni di euro, tornano alla Regione Calabria, senza alcun apparente ritorno
sul territorio vibonese nonostante tutti i disagi annessi e connessi causati
dall’ingombrante presenza dei depositi costieri di carburante;
- a tutt’oggi si rimane in
attesa dei lavori di risanamento, consolidamento e ampliamento delle banchine
ammalorate del porto, più volte annunciati, del prolungamento della diga
foranea, che tra l’altro serve anche a salvaguardare l’erosione costiera da Timpa
Janca, ricca di biodiversità, a Pizzo Calabro, dov’è
presente la ex SS522 a fortissimo rischio cedimento, del dragaggio dei fondali,
di nuovi finanziamenti dopo lo spostamento di quelli già stanziati da lunga
data e dell’attuazione effettiva del piano ZES. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali iniziative intenda
assumere al fine di mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità di Sistema
Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio i nove milioni assegnati fin dal
2018 al porto di Vibo Valentia e poi spostati su altri progetti di cui non si
conoscono le finalità;
2. se intende adoperarsi, anche
nei confronti del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse
necessarie al rilancio del porto di Vibo Marina, così da far diventare questa
fondamentale infrastruttura fulcro di una rinascita territoriale sia economica
che occupazionale.
(196; 08/01/2024)
Mammoliti. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
-Nella serata del 05 gennaio
u.s. si è verificata una nuova aggressione, l'ennesima, ai danni di personale
sanitario impiegato presso l'ASP di Vibo Valentia. Questa volta ad essere
coinvolti sono stati un medico ed un infermiere. Il fatto si è verificato nei
locali dell'ex Ospedale San Domenico di Soriano Calabro adibiti a Guardia
medica e ulteriori momenti di tensione si sono anche registrati presso il
Pronto Soccorso dell’Ospedale Jazzolino di Vibo
Valentia. Nelle mie funzioni di Consigliere regionale, ho ripetutamente
evidenziato e denunciato le condizioni in cui versa l'Azienda Sanitaria
Provinciale di Vibo Valentia, condizioni caratterizzate da gravissime
disfunzioni e carenze sotto molteplici profili, che si traducono,
quotidianamente, nell'erogazione di un servizio che, in quanto ad efficienza,
risulta essere molto al di sotto del livello minimo necessario a soddisfare le
esigenze sanitarie essenziali della Provincia Vibonese. In un siffatto quadro,
a dir poco, drammatico, in cui non si riesce a garantire neppure i Livelli
Essenziali di Assistenza (LEA), le esplosioni di violenza, ingiustificabili ed
assolutamente inaccettabili, si ripetono con sempre maggiore frequenza e
denotano l'esistenza di un malessere che pervade in profondità il mondo della
sanità vibonese. Non c'è dubbio che per eliminare le precitate disfunzioni e
carenze, ormai croniche, il punto di partenza imprescindibile consiste nel
predisporre provvedimenti atti a prevenire queste azioni di violenza e
garantire l’incolumità e la sicurezza di tutti gli operatori della sanità nei
loro luoghi di lavoro;
ritengo inoltre necessario
affidare la guida dell'ASP di Vibo Valentia ad una figura che sia messa in
condizioni di concentrare tutte le sue attenzioni e tutto il suo sforzo
lavorativo unicamente sulla medesima ASP e non anche su altre Aziende
Sanitarie. Pertanto, appare oltremodo inopportuna la decisione del Commissario
ad acta Dott. Roberto Occhiuto, di affidare l'amministrazione dell'ASP di Vibo
Valentia a persona che è già impegnata nell'amministrazione della grande e più
complessa Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. Parimenti, appare
discutibile l'eventuale scelta di proseguire l'affidamento dell'ASP di Vibo
Valentia ad una amministrazione commissariale, i cui risultati ancora non
garantiscono il raggiungimento dei LEA invece di preferire l'affidamento
all'amministrazione di un Direttore Generale. Tutto ciò premesso, si interroga
il Presidente della Giunta Regionale dott. Roberto Occhiuto, nella sua qualità
di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria, al fine di conoscere:
per sapere:
- lo stato di avanzamento e i
prevedibili tempi di conclusione della procedura diretta ad affidare
l'amministrazione dell'ASP di Vibo Valentia ad un direttore generale;
- se, qualora si prevedano tempi
lunghi per la conclusione dell'anzidetta procedura, sia stata, quanto meno,
vagliata l'opportunità di affidare, medio tempore, l'ASP di Vibo Valentia
all'amministrazione di un commissario che ivi svolga la sua attività “a tempo
pieno” e non “a tempo parziale”.
(197; 09/01/2024)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- il DCA n. 65 del 10 marzo 2020
ha previsto la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;
- la Delibera n. 323 del 23
marzo 2022 dell’ASP di Catanzaro ha approvato la convenzione per la
realizzazione della Casa della Salute di Chiaravalle Centrale - il Programma
Operativo 2022-2025 della Regione Calabria ha disciplinato l’attuazione della
programmazione sanitaria per il periodo di riferimento;
considerato che: - dallo studio
di fattibilità il vecchio Presidio Ospedaliero “San Biagio” di Chiaravalle
Centrale non poteva essere ristrutturato;
- si è dato inizio all’iter per
la progettazione e aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova
struttura per la Casa della Salute adiacente allo stabile di cui sopra;
- nel settembre 2022 sono stati
consegnati i lavori con conseguente cantierizzazione del sito in questione;
- ad oggi non risulta un reale
progresso nello svolgimento dei lavori in questione;
tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema
sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- lo stato attuale di
avanzamento dei lavori e le motivazioni alla base dei ritardi;
- l’aggiornamento del
cronoprogramma con la data di conclusione dei lavori;
- le eventuali azioni che si
intendono intraprendere per superare gli ostacoli riscontrati.
(198; 10/01/2024)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- l’agenzia regionale ARPACAL
era stata destinataria del progetto “Rete per il monitoraggio ambientale dei
corpi idrici della Regione Calabria” di cui al Decreto dirigenziale n. 8338,
del 10/08/2021, già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo da parte
del sottoscritto;
- il progetto, finalizzato al
monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Calabria, per la somma
complessiva di € 2.069.129,34, era stato attuato nell’ambito del POR Calabria
FESR FSE2014/2020, Azione 6.4.2 ed era stato previsto l’erogazione di contributi
in conto capitale per stati di avanzamento;
- la Regione Calabria aveva
erogato un’anticipazione di € 366.082,93;
- nel corso di questi anni ho
segnalato più volte, anche con atti formali, i ritardi che via via si
accumulavano nella realizzazione del progetto;
- con delibera del Commissario
Straordinario Arpacal n. 612, del 21/12/2023 è stato
dato mandato alla Ragioneria di Arpacal di restituire
alla Regione l’anticipazione precedentemente incassata, con ciò certificando
definitivamente il fallimento del progetto;
Considerato che: - il progetto,
a suo tempo sollecitato dal Ministero dell’Ambiente, avrebbe dovuto dare
risposte sullo stato di salute delle acque calabresi, che in uno studio del
2019 erano risultate particolarmente inquinate;
tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Assessore
all’Ambiente
per sapere:
- quali siano stati i gravi
motivi che hanno determinato la mancata realizzazione del progetto;
- quali urgenti iniziative
intende intraprendere per evitare che si verifichino nuovamente situazioni
analoghe, che comportano non solo la perdita di ingenti risorse finalizzate ma
anche la mancata attuazione di progetti irrinunciabili per il territorio;
- nello specifico, con quali
strumenti si intenderà operare per attuare un approfondito monitoraggio su
mari, fiumi, laghi e acque sotterranee non più procrastinabile.
(199; 16/01/2024)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- il DCA n. 64 del 5 luglio 2016
ha disciplinato la riorganizzazione delle reti assistenziali;
- il DCA n. 198 del 12 luglio
2023 ha modificato e integrato il precedente Decreto sulla riorganizzazione
della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti
tempo-dipendenti;
- le condizioni del comparto
sanitario pubblico nel territorio delle Serre vibonesi sono da tempo
caratterizzate da innumerevoli criticità;
- in particolare, l’area
interessata risente di un’importante carenza di strutture, strumenti e
personale;
- l’Ospedale “San Bruno” di
Serra San Bruno ricade in un’area interna morfologicamente critica per le tante
comunità che vi risiedono;
- la popolazione delle aree
interessate, specialmente nel periodo invernale, incontra rilevanti difficoltà
nel raggiungere altre strutture sanitarie;
- attualmente, non sono
garantiti i livelli essenziali di assistenza e l’Ospedale è classificato come
Ospedale di zona disagiata;
- nel novembre 2023 le
associazioni, i cittadini e numerosi sindaci si sono ritrovati davanti la
cittadella regionale per chiedere al Presidente della Regione e Commissario
della sanità di invertire le scelte compiute e il destino dell’Ospedale di
Serra San Bruno;
Considerato che: - il Comitato
spontaneo costituitosi a difesa del nosocomio ha, più volte, dichiarato di
temere che l’allocazione della Casa di Comunità nei locali ospedalieri possa
rappresentare il preludio per la chiusura dell’Ospedale;
- il piano di ridimensionamento
e riorganizzazione ha previsto una riduzione di posti letto assegnati ai
territori del vibonese rispetto ad altre province con simile densità di
popolazione;
- il DCA n. 198 del 12 luglio
2023 ha previsto che il nuovo Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia sostituisca
totalmente l’attuale offerta pubblica nei settori di acuzie e post-acuzie;
- qualora l’Ospedale di Serra
San Bruno venisse privato del Pronto soccorso, la distanza dagli altri Presidi
Ospedalieri risulta essere superiori a 35 minuti e, per alcuni comuni, anche
più di un’ora;
tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema
sanitario nella Regione Calabria,
per sapere:
- quali azioni intenda
intraprendere per garantire i livelli essenziali di assistenza nella provincia
di Vibo Valentia;
- come intende agire per
garantire l’assistenza sanitaria adeguata alla numerosa popolazione dei comuni
montani intorno a Serra San Bruno, vista la difficoltosa mobilità che
caratterizza i territori interessati per il raggiungimento degli altri Presidi
Ospedalieri.
(200; 18/01/2024)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- nel lontano 2012 è stato chiuso il passaggio
a livello nel comune di Badolato in corrispondenza di via Aquilia;
- erano state previste opere
sostitutive di attraversamento per i pedoni e per i ciclisti;
- che tali opere, che
prevedevano un sistema di rampe, erano state progettate soprattutto per
favorire l’accesso alla zona mare alle persone con mobilità ridotta;
- il comune di Badolato si era
fatto parte attiva nel realizzare l’opera utilizzando fondi propri;
- ad oggi esiste un solo
sottopasso carrabile che non soddisfa le esigenze dell’intera comunità
badolatese in particolar modo nel periodo estivo;
- il nuovo sottopasso è
necessario per ricucire il tessuto urbano diviso dai binari ferroviari
agevolando anche lo sviluppo turistico;
- l’opera è necessaria per
evitare la pericolosa abitudine di attraversamento dei binari in tratti non
autorizzati e messi in sicurezza;
- i tecnici delle Ferrovie dello
Stato hanno effettuato più sopraluoghi con i tecnici regionali per verificare
la fattibilità dell’opera;
considerato che: - il comune di
Badolato ad oggi vive una situazione di dissesto finanziario;
- il comune ha richiesto più
volte alla Regione Calabria i fondi necessari alla realizzazione dell’opera;
- il comitato spontaneo “insieme
si può fare” ha inviato al Presidente della Giunta Regionale in data 11/11/2023
una petizione popolare sottoscritta da oltre 500 cittadini con cui chiedono un
tavolo di confronto tra Sindaco, regione Calabria e Ferrovie dello Stato;
tutto ciò premesso e considerato
interrogano il Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
se e quali iniziative si
intendono prendere per una tempestiva soluzione alla problematica su esposta.
(201; 19/01/2024)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- ad ottobre 2023 è stato
presentato il “Dossier sul precariato in Calabria. Analisi e ricostruzione
storica”, elaborato dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e alla
Formazione Professionale e dal Dipartimento Lavoro e Welfare della Regione
Calabria in collaborazione con Anpal Servizi S.P.A.
Il Dossier presenta un lavoro di ricognizione sui vari bacini di precariato
regionale, con i dati aggiornati al 20 ottobre 2023, svolto allo scopo di per
poter affrontare un percorso risolutivo partendo da una chiara analisi dei dati
storicamente ricostruiti;
- in occasione della
presentazione del Dossier l'assessore alle Politiche del Lavoro e alla
Formazione Professionale ha ribadito “la ferma volontà del governo regionale di
svuotare tutti i bacini di precariato in essere”. Considerato che: - nel bacino
di precariato che necessita interventi mirati e definitivi per invertire la
rotta sul lavoro in Calabria, come indicato nel sopracitato Dossier, ci sono
anche i precari Ex Programma Stages/Ex Programma Modernizzazione P.A. (ex
Borsisti);
- il “Programma Stages” è
partito nel 2008 e aveva tra gli obiettivi il rinnovo della pubblica
amministrazione regionale. Centinaia di laureati calabresi da 110 e lode,
scelti mediante selezione pubblica basata su titoli meritocratici e criteri
oggettivi, hanno svolto tirocini retribuiti negli Enti locali calabresi con
tipologie di lavoro di collaborazione o a tempo determinato. Successivamente
sono stati contrattualizzati nell’ente in house Azienda Calabria Lavoro con il
compito di collaborare e di assistere le attività istituzionali dei
Dipartimenti Regionali. Con il “Programma Modernizzazione della P.A. (ex
Borsisti)” sono stati individuati, nel 2010, 60 giovani laureati per la
frequenza di due Master territoriali, attivati ad hoc, in Management Pubblico e
in Management per le Aziende Sanitarie della Regione Calabria. Anche loro sono
stati contrattualizzati con Azienda Calabria Lavoro nell’attuazione del
programma di modernizzazione e riqualificazione della P.A. Entrambi i bacini
sono poi confluiti, nel 2019, in un unico progetto, sempre con Azienda Calabria
Lavoro nell’ambito del “Piano Straordinario di potenziamento dei Centri per
l’Impiego e delle politiche attive del lavoro”. Attualmente il bacino di
lavoratori composto da “ex stagisti” ed “ex borsisti”, impiegato nel citato
Piano regionale, è costituito da 56 unità operanti nei Centri per l’impiego
calabresi, nel Dipartimento competente in materia di Lavoro e in altri
Dipartimenti regionali in procedure e Avvisi connessi ai servizi e politiche
attive del lavoro.
Tenuto conto che: - la L.R. 28
giugno 2023, n. 25, “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e
l’apprendimento permanente” prevede, all’art. 14 (Agenzia regionale per le
politiche attive del lavoro), la trasformazione di Azienda Calabria Lavoro in
“Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro ARPAL Calabria”. Tutti i
lavoratori contrattualizzati dall’ente strumentale Azienda Calabria Lavoro
dovrebbero transitare nella nuova ARPAL, ovvero un Ente della Pubblica
Amministrazione che riconosce quindi ai lavoratori tutti i diritti e le tutele
anche di natura previdenziale e assistenziale, oltre che contrattuale,
applicando il Testo Unico del Pubblico Impiego. Chi è ancora precario sarà
inserito in un percorso di stabilizzazione, seguendo le dovute procedure
normative ed amministrative, con l’obiettivo di non creare più, per il futuro,
ambigue forme di precariato nella pubblica amministrazione regionale.
Preso atto che: - il Programma
Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) è un’azione di riforma prevista
dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia (Missione 5, Componente
1) per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro. Il 24 agosto 2023
è stato adottato il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che assegna alle
Regioni e Province autonome le risorse e gli obiettivi annuali per il 2023, al
fine di garantire il raggiungimento del target finale di almeno 3 milioni di
beneficiari di GOL avviati ai percorsi entro il 2025. Al 30 novembre 2023 sono
1.870.964 le persone che sono entrate nel sistema delle politiche attive del
lavoro secondo le nuove regole del Programma GOL, dato che corrisponde al 62,4%
del sopra citato target assegnato dal PNRR per la fine del Programma, tenendo
conto che nel 2025 occorrerà dimostrare le attività svolte dai beneficiari dopo
la presa in carico. La Calabria, purtroppo, è tra le cinque regioni italiane
che alla data del 30 novembre 2023 risultano in ritardo rispetto al target
nazionale. Quindici regioni e una provincia autonoma hanno superato, alla
stessa data, l’obiettivo fissato per fine anno; Abruzzo, Marche, Sicilia e Veneto
già ad agosto 2023. L’attuazione del Programma Gol è connessa al Piano
straordinario di rafforzamento dei centri per l’impiego (Cpi)
e al Piano strategico nazionale sulle nuove competenze (Pnc),
anch’essi inseriti nel PNRR;
- l’Azienda Calabria Lavoro è
stata individuata quale soggetto attuatore delle specifiche azioni previste al
fine di assicurare la realizzazione del Piano Regionale Straordinario di
Potenziamento dei Centri per l'Impiego e delle Politiche attive del lavoro e
del Piano Attuativo Regionale (PAR) Calabria del Programma nazionale per la
garanzia di occupabilità (GOL) relativamente ai sistemi informativi nell'ambito
dei servizi per il lavoro e delle politiche attive della Regione Calabria,
nonché ha avuta assegnata la realizzazione della linea di intervento
“Osservatorio”;
- le problematiche relative al
precariato riguardano tante famiglie nella nostra regione, causando non poche
difficoltà a numerose categorie di lavoratori costretti a convivere con
evidenti disagi economici e sociali, non ravvisando possibilità alcuna di
programmare la propria vita. In particolare, i 56 super laureati calabresi “ex
stagisti” ed “ex borsisti” necessiterebbero di una immediata e determinata
programmazione, perché si possa finalmente farli uscire da una condizione di
precariato che si trascina ormai da troppi anni e consentire loro di dare quel
valido supporto di cui la Calabria ha tanto bisogno nelle politiche attive del
lavoro. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
quali provvedimenti si intendono
adottare per risolvere l'emergenza del lavoro precario e quali iniziative di
competenza si intendono assumere al fine di accelerare la stabilizzazione dei
precari Ex Programma Stages/Ex Programma Modernizzazione P.A. (ex Borsisti) e
consentire, così, alla nuova Agenzia Regionale per le Politiche Attive del
Lavoro - Arpal lo svolgimento degli importanti compiti assegnati in merito alle
politiche attive del lavoro e in particolare per il completamento del Programma
Gol.
(203; 22/01/2024)
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- con legge regionale n. 10/2022
è stata istituita l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria (‘ArriCal’), per l’esercizio associato delle funzioni
pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei
rifiuti urbani, a cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della
Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria;
- con Decreto del Presidente
della Regione Calabria n. 86 del 18 ottobre 2023 è stato rinnovato l’incarico
di Commissario Straordinario dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria
“… per ulteriori sei mesi (19 aprile 2024), ovvero fino alla costituzione degli
Organi dell’Autorità di cui all’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), qualora
nel frattempo intervenuta.”;
considerato che: - sono
trascorsi ormai 2 anni dall’entrata in vigore della
legge;
- ArriCal
subentra come nuovo gestore unico dell’acqua, anche, nel comune di Lamezia
Terme;
visto: - l'insistente
deterioramento dell'acquedotto Sambuco di Lamezia Terme, attribuito alla
vetustà delle condutture, con ripetute e consistenti perdite idriche;
- constatati gli enormi disagi
subiti dai cittadini, ostacolati nelle normali attività quotidiane con
pregiudizi anche igienico-sanitari;
tenuto conto che: - l’accesso
all’acqua deve essere riconosciuto come un diritto fondamentale, inalienabile,
individuale e collettivo, trattandosi di un bene comune trattandosi di una
risorsa naturale per tutti, fonte di vita insostituibile;
- tali problematiche
costituiscono, pertanto, una lesione del diritto alla qualità della vita e
della libera estrinsecazione della personalità, garantiti dall'art. 2 della
Costituzione, nonché del diritto alla salute pubblica;
tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- quali sono le misure che
intende adottare per risolvere definitivamente i continui guasti comportanti
notevoli perdite idriche relativamente alle condutture dell'acquedotto Sambuco
di Lamezia Terme, al fine di garantire un efficiente servizio ai cittadini e
mantenere i livelli di qualità dei servizi di acquedotto per uso idropotabile
con continuità e in maniera omogenea su tutto il territorio regionale?
(204; 30/01/2024).
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- nei giorni scorsi un vigliacco
raid vandalico ha devastato un immobile confiscato alla ‘ndrangheta nel comune
di Isola Capo Rizzuto e assegnato in gestione all’Associazione “Valentia”;
- l’immobile è destinato a
ospitare un centro di diffusione della cultura della legalità e di lotta alla
criminalità organizzata, intitolato a Piersanti Mattarella;
- la Regione Calabria, nel corso
degli ultimi anni, ha prestato particolare attenzione al tema dei beni
confiscati, dotandosi di una normativa all’avanguardia;
considerato che: - occorre dare
una risposta tempestiva nel contrastare fattivamente tali episodi onde
rafforzare, sia nei confronti del volontariato, che quotidianamente si impegna,
sia dell’opinione pubblica, la determinazione a continuare ad opporsi alla
‘ndrangheta in tutti i contesti;
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per reperire le
risorse finanziarie occorrenti alla ristrutturazione dell’immobile oggetto di
devastazione e al riavvio dell’importante progetto a cui è stato destinato.
(73; 02/01/2024) Alecci
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- il settore turistico balneare
ha assunto da sempre aspetti fondamentali per l’intera economia della Regione
Calabria ed è in costante evoluzione caratterizzato da un sistema complesso e
dalla forte eterogeneità, composto per lo più da piccole imprese quasi sempre a
conduzione familiare;
- il settore ha una notevole
ricaduta sia in termini di indotto che di salvaguardia e tutela dell’ambiente
costiero, oltre a garantire l’ottimale fruizione del “bene mare” nella stagione
estiva;
- in tema di concessioni
demaniali marittime, fluviali e lacuali ad uso turistico-ricreativo si è
registrato di recente:
1) l’intervento della Corte di
Giustizia con la sentenza n. 348/2022 del 20.4.2022 la quale ha ritenuto
sussistente l’obbligo per gli Stati membri di adottare una procedura ad
evidenza pubblica solo in caso di accertata scarsità della risorsa naturale (paragrafo
n.71 Sent. cit.), che pertanto non può presumersi come invece aveva affermato
l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le sentenze gemelle n. 17 e 18
del novembre 2021;
2) la sentenza dell’Adunanza
Plenaria è stata cassata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione
con sentenza del 23.11.2023, n. 32559;
3) il Tavolo tecnico istituito
ai sensi dell’articolo 10 quater del DL 198/2022 per delineare i criteri per la
scarsità della risorsa naturale ha parzialmente concluso l’iter, dovendosi
ancora acquisire i dati relativi ai titoli concessori assegnati su laghi e
fiumi;
rilevato che - la direttiva n.
2006/123/CE, c.d. Direttiva Bolkestein, ha colpito in maniera incontrovertibile
le attività economiche insistenti sul demanio marittimo, lacuale e fluviale
operanti all’interno del territorio regionale;
- la sentenza della Corte di
Giustizia 14 luglio 2016 resa nelle cause riunite C-458/14 (Promoimpresa)
e C-67/15 (Melis + altri) al paragrafo n. 41 ha ritenuto che le concessioni
demaniali marittime, lacuali e fluviali, “possono quindi essere qualificate
come «autorizzazioni», ai sensi delle disposizioni della direttiva 2006/123, in
quanto costituiscono atti formali, qualunque sia la loro qualificazione nel
diritto nazionale, che i prestatori devono ottenere dalle autorità nazionali al
fine di poter esercitare la loro attività economica” e ferma, in ogni caso, la
rilevante riserva contenuta ai successivi paragrafi n. 44 e 45 secondo cui
spetta al giudice nazionale stabilire se tali atti possano costituire
concessioni di servizi in quanto “(ne) risulta che le disposizioni relative ai
regimi di autorizzazione della direttiva 2006/123 non sono applicabili a
concessioni di servizi pubblici..”, dovendosi preferire la ricostruzione che
propende per il loro inquadramento quali concessioni di beni “È quindi con questa
riserva che la Corte risponde alle questioni sollevate (cfr. paragrafo n.62)”;
- in ogni caso, il regime
ordinario delle “autorizzazioni” è riportato all’articolo 11 della Direttiva,
rubricato “Durata e validità della autorizzazione” e prevede al paragrafo 1
che: “L’autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata, ad
eccezione dei casi seguenti:
a) l’autorizzazione prevede il
rinnovo automatico o è esclusivamente soggetta al costante rispetto dei
requisiti;
b) il numero di autorizzazioni
disponibili è limitato da un motivo imperativo di interesse generale;
o c) una durata limitata è
giustificata da un motivo imperativo di interesse generale”, sicché deve
ritenersi che il rinnovo automatico è compatibile con la Direttiva laddove
l’autorizzazione abbia una durata limitata nel tempo;
- quale eccezione al regime
ordinario di durata delle autorizzazioni precedentemente riportato, l’ articolo
12 della Direttiva rubricato “Selezione tra diversi candidati” prevede che
“Qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività
sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità
tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione
tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di imparzialità e di
trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della
procedura e del suo svolgimento e completamento”;
- il paragrafo n. 2
dell’articolo 12 contempla il divieto del rinnovo automatico solo ove ricorrano
i presupposti del citato paragrafo 1, ovvero allorquando “il numero di
autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via
della scarsità delle risorse naturali.” - del tutto coerentemente la Corte di
Giustizia nella causa C-348/22 ha ribadito il divieto di proroghe automatiche e
generalizzate (precedente sentenza Promoimpresa)
senza il previo accertamento della scarsità della risorsa naturale come
agevolmente può evincersi dalla lettura del paragrafo n. 71 della citata
sentenza del 20 aprile 2023;
- la CGUE ha ritenuto
inapplicabili le norme della Direttiva ai rapporti concessori sorti prima della
scadenza del termine del suo recepimento, ossia il 28 dicembre 2009 (cfr.
paragrafo n.73). - contestualmente, la CGUE, rimeditando le conclusioni contenute
nella sentenza Promoimpresa ha demandato allo Stato
membro ovvero allo Stato-Amministrazione e non al giudice nazionale
l’individuazione dei criteri per la determinazione della scarsità della risorsa
naturale, nello specifico affermando che: “Infatti, alla luce del suo tenore
letterale, l'articolo 12, paragrafo 1, della direttiva2006/123 conferisce agli
Stati membri un certo margine di discrezionalità nella scelta dei criteri
applicabili alla valutazione della scarsità delle risorse naturali. Tale margine
di discrezionalità può condurli a preferire una valutazione generale e
astratta, valida per tutto il territorio nazionale, ma anche, al contrario, a
privilegiare un approccio caso per caso, che ponga l'accento sulla situazione
esistente nel territorio costiero di un comune o dell'autorità amministrativa
competente, o addirittura a combinare tali due approcci” (cfr. paragrafo n. 41)
- la CGUE ha ulteriormente statuito che: “In ogni caso, è necessario che i
criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse
naturali utilizzabili si basino su criteri obiettivi, non discriminatori,
trasparenti e proporzionati”;
- il legislatore italiano con la
legge 5 agosto 2022 n. 118 (e già prima con la legge 30 dicembre 2018 n. 145)
aveva affermato la necessità di eseguire una mappatura dei titoli concessori. E
tale accertamento, quale presupposto applicativo dell’articolo 12 della
Direttiva, è stato integrato con l’articolo 10 quater del DL n.198/2022 recante
la previsione per cui: “È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia di
concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali (.) Il tavolo tecnico di
cui al comma 1, acquisiti i dati relativi a tutti i rapporti concessori in
essere delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali, elaborati ai sensi
all'articolo 2 della legge 5 agosto 2022, n. 118, definisce i criteri tecnici
per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale
disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello
disaggregato a livello regionale, e della rilevanza economica transfrontaliera”;
- con la medesima legge n.
118/2022 è stata recepita la giurisprudenza del Consiglio di Stato resa in
Adunanza Plenaria (sentenza n. 18 del 2021) successivamente cassata dalle
Sezioni Unite delle Suprema Corte con sentenza del 23.11.2023, n. 32559 ed in base
alla quale la scadenza dei titoli concessori veniva fissata al 31 dicembre
2023, ostacolando il legislatore ad intervenire normativamente sulla scadenza
dei titoli nelle forme già mutuate;
- per quel che specificamente
qui interessa, l’articolo 4 (rubricato “Delega al Governo in materia di
affidamento delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per
finalità turistico-ricreative e sportive”) della legge n. 118/2022, dispone che:
“Al fine di assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio
marittimo, lacuale e fluviale, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in
coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel
settore dei servizi e delle attività economiche connessi all'utilizzo delle
concessioni per finalità turistico-ricreative e sportive, nel rispetto delle
politiche di protezione dell'ambiente e del patrimonio culturale, il Governo è
delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, su proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità
sostenibili e del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro della
transizione ecologica, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro
dello sviluppo economico e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie,
previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281, uno o più decreti legislativi volti a
riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali
marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive, ivi
incluse quelle affidate ad associazioni e società senza fini di lucro, con
esclusione delle concessioni relative ad aree, strutture e infrastrutture
dedicate alla cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura. I
decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti
principi e criteri direttivi, anche in deroga al codice della navigazione: a)
…;
b) …;
c) …
e) definizione di una disciplina
uniforme delle procedure selettive di affidamento delle concessioni sulla base
dei seguenti criteri:
1) …;
…;
…
7) previsione della durata della
concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al
concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti
autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della concessione e
comunque da determinare in ragione dell’entità e della rilevanza economica
delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche
automatici;
f) …;
g) …;
h) …;
i) definizione di criteri
uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al
concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante;
…”.
- Nella delega di cui alla legge
n. 118/2022, pertanto, il legislatore ha previsto - tra i criteri direttivi cui
il Governo dovrà attenersi nell’adozione dei decreti delegati attuativi -
l’introduzione di un “indennizzo” da riconoscere al concessionario uscente,
posto a carico del concessionario subentrante, commisurato alla perdita
dell’avviamento dell’attività commerciale/turistica ed al valore residuo dei
beni immobili e mobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa
durante il periodo concessorio e in ultimo del valore di azienda da
quantificare in sede di assegnazione.
- Tale previsione, del resto, si pone in linea
con quanto affermato con le sopra citate pronunce dall’Adunanza Plenaria del
Consiglio di Stato che, come detto, aveva già rilevato la necessità di tutelare
la posizione dei concessionari uscenti mediante un meccanismo indennitario.
- Ancorché il Governo non ha
ancora adottato il decreto o i decreti attuativi della delega prevista dalla L.
118/2022, è evidente che né le Amministrazioni pubbliche né il Giudice
Amministrativo possono prescindere dai criteri fissati dal Parlamento proprio
al fine di dare attuazione ai principi eurounitari
delineati in materia a partire dalla direttiva n. 2006/123/UE. - il parere
motivato elaborato dalla Commissione europea nell’ambito della procedura di
infrazione n. (2020) 4118 indirizzato alla Repubblica italiana il 16.11.2023
merita di essere rimeditato e giustamente contrastato alla luce della corretta
interpretazione della Direttiva offerta dalla CGUE con la pronuncia Comune di
Ginosa, C-348/2022, e della suddetta statuizione delle SSUU, la quale, sebbene
abbia inciso il profilo dell’ammissibilità dell’intervento dei terzi in
giudizio - con assorbimento degli altri motivi-, nondimeno ha integralmente
cassato le statuizioni dell’Adunanza Plenaria rimuovendola dall’ordinamento
giuridico;
- le Sezioni Unite nel rimettere
la questione nuovamente al Consiglio di Stato per la decisione, hanno formulato
espresso invito a prendere atto “…delle sopravvenienze legislative, avendo il
Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i
poteri normativi loro spettanti” con ciò decretandone, definitivamente, la
piena legittimità contrariamente a quanto ritenuto dell’Adunanza Plenaria P. -
è doveroso, nelle more della scadenza legale dei titoli, attendere se non altro
che il legislatore nazionale, cui unicamente compete in base all’art 117 comma
2, lett e) Cost. la tutela della concorrenza (fra le
tante Corte Cost. n.202/2020), fissi i criteri uniformi per la determinazione
della scarsità della risorsa naturale e ridisegni il quadro normativo della
materia non essendo consentito alle Amministrazioni concedenti, a diritto
positivo vigente, procedere in maniera disorganica diversamente da quanto
statuito a livello centrale. Ritenuto che - le concessioni assegnate nel
territorio della Regione Calabria, che con atto dell'ente concedente sono
individuati come affidati o rinnovati mediante procedura selettiva con adeguate
garanzie di imparzialità e di trasparenza e, in particolare, con adeguata
pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento,
debbano continuare ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo
titolo e comunque fino al 31 dicembre 2024 se il termine previsto è anteriore a
tale data (art. 3, comma 2, legge n.118/2022);
- sull’adeguatezza della
pubblicità, in tema di procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni
demaniali, specie quando non vi siano state istanze concorrenti, è costante
l’indirizzo giurisprudenziale che esclude il riferimento al codice dei contratti
pubblici ma ritiene soddisfatto il requisito di legge mediante ricorso alla
procedura selettiva già prevista nella legislazione speciale del codice della
navigazione (art. 37) e del relativo regolamento di esecuzione (art. 18) che
prevede la pubblicazione delle istanze all’albo pretorio come può evincersi, ex
multis, dalla lettura della recentissima lettura
della sentenza del Consiglio di Stato, 30 novembre 2023 n. 10378/2023 (la quale
richiama sia l’AP che la sentenza della CGUE C-348/22), nel solco di Consiglio
di Stato, sezione V, 9 dicembre 2020, n. 7837;
T.A.R. Sicilia Catania, sezione
III, sent. n. 82 del 14 gennaio 2021;
Consiglio di Stato, sezione V,
16 febbraio 2017, n. 688;
Consiglio di Stato, VI Sezione,
26 giugno 2009, n. 5765;
etc.;
- ove non vi sia stata adeguata
pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione secondo la procedura del
codice della navigazione (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), i
titoli concessori, nelle more del riordino della materia che tenga conto
dell’art.11 della Direttiva, continuano ad avere efficacia sino il 31 dicembre
2024 (articolo 3, comma 1, legge n. 118/2022) in base al d.l
n. 198/2023, dovendosi concordare con le SSUU della Suprema Corte n. 32559/23
che ricomprendono l’intervento normativo del Governo e del Parlamento,
nell’ambito dei “poteri spettatigli”;
- nondimeno, in presenza di
ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva
entro il 31 dicembre 2024, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di
un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura
stessa, l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di
scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla
conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2025. Fino a
tale data l'occupazione dell'area demaniale da parte del concessionario uscente
è comunque legittima anche in relazione all'articolo 1161 del codice della
navigazione (articolo 3, comma 3, legge n.118/2022);
considerato che - sussiste la
necessità di impartire direttive uniformi a sostegno dei comuni delegati fino
alla promulgazione della legge nazionale di riordino delle concessioni
demaniali a cui seguirà la necessaria revisione del Piano di Indirizzo Regionale;
tutto ciò premesso e considerato
- nel rispetto degli articoli 43 e 46 dello Statuto Regionale e della legge
regionale n. 17/2005;
impegna la Giunta regionale
per quanto di competenza - a
procedere, di concerto con la Presidenza del Consiglio regionale, alla
costituzione di un tavolo tecnico permanente, composto da personale esperto in
materia di demanio marittimo e dalle associazioni di categoria, di cui alla
legge regionale n. 17/2005;
- a considerare i titoli
concessori, ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura
di assegnazione, secondo la procedura del codice della navigazione, (ovvero sia
mancata la pubblicazione dell’istanza), nelle more del riordino della materia
che tenga conto dell’art.11 della Direttiva, efficaci sino il 31 dicembre 2024;
- ad indicare agli enti delegati
una pianificazione turistica delle aree demaniali marittime quale
programmazione inclusiva e non discriminatoria in linea con le forme di
“conservazione” delle aree già concesse nel rispetto dei precetti di cui alla
legge n. 118\2022, sospendendo sino all’approvazione della riforma delle
concessioni, l’efficacia della pianificazione territoriale e regionale non
conforme alla normativa sopravvenuta e commissariando la predisposizione dei
piani locali non approvati entro il 31.12.2023, attraverso gli Uffici regionali
dotati di pieni poteri. - ad assegnare le aree demaniali libere attraverso
procedure ad evidenza pubblica, depurate dalle indicazioni della Legge
118\2022, seguendo le indicazioni di cui al Codice della Navigazione in stretta
osservanza alle indicazioni formulate dalla pianificazione turistica delle aree
demaniali marittime costiere eventualmente predisposta dalla Regione su
commissariamento;
- ad individuare, nelle more
dell’attuazione dei decreti di cui legge n. 118/2022, in caso di affidamenti in
aree già concesse, la definizione di una disciplina uniforme delle procedure
selettive di assegnazioni delle concessioni”, che tenga in considerazione la
legge n. 118/2022, come nella scelta del concessionario:
a) “l'esperienza tecnica e
professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione,
secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza”;
b) la “posizione dei soggetti
che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno
utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il
proprio nucleo familiare”;
c) la “previsione di clausole
sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato
nell'attività del concessionario uscente”;
d) la “previsione della durata
della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per
garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli
investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della
concessione e comunque da determinare in ragione dell'entità e della rilevanza
economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi
anche automatici”;
e) la “definizione di criteri
uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al
concessionario uscente e il valore di azienda, posto a carico del
concessionario subentrante”.
(74; 10/01/2024) Mancuso
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- il 15 marzo 2023 si è svolta
la Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, ovvero la
Giornata del fiocchetto lilla, che focalizza l'attenzione (e vuole
sensibilizzare) sulle disfunzioni dell'alimentazione oggi associate, anche,
alla recente pandemia;
- in Italia, tale giornata è
stata deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei
ministri, per favorire e promuovere l'attenzione degli italiani su patologie
alimentari che «usano» il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo
che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla
malattia;
- in realtà, sempre in Italia,
la Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall'Associazione «Mi
Nutro di Vita» per volontà di un padre, ....... ......, in onore e ricordo
della figlia ........., affetta da Bulimia Nervosa, morta a soli 17 anni il 15
marzo 2011 mentre era in «lista di attesa» per essere curata in un centro fuori
dalla sua regione di appartenenza;
- i disturbi del comportamento
alimentare o/e dell’alimentazione e della nutrizione sono un gigantesco
contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti
tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto
conflittuale e faticoso con il cibo, che è ovviamente la spia di dinamiche
psicologiche estremamente complesse;
- se non trattati in tempo e con
metodi adeguati, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono
diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di
tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale,
endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico
ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte;
- attualmente questi disturbi
rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per
l'anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c'è stato un progressivo
abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi
in età preadolescenziale e nell'infanzia;
- secondo i dati dalla survey
nazionale del Ministero della Salute 2019-2023, che incrocia fonti diverse,
Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), accessi ai centri specializzati e alla
specialistica ambulatoriale, al pronto soccorso e le esenzioni, sono oltre 3
milioni le persone in Italia in cura per anoressia, bulimia e binge eating;
- in particolare, nel 2019 i
casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge
eating) intercettati sono stati 680.569, balzati a
879.560 nel 2020, a 1.230.468 nel 2021 e a 1.450.567 nel 2022;
- anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte) sono
purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2023 rileva
complessivamente quasi 4mila decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della
Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni
dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media
di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età
inferiore a 25 anni;
- si tratta di dati sottostimati
e incompleti visto che molte persone oggi non arrivano alla presa in carico e
alle cure necessarie a causa di una grave carenza di strutture presenti sul
territorio nazionale;
- si tratta di un'«epidemia
nascosta» che si fronteggia con una rete di cura del Servizio sanitario
nazionale che retrocede, a fronte del galoppante aumento dei casi. Dopo la
pandemia 38 strutture specializzate non sono state mai riaperte. Nel 2019 erano
164, nella rilevazione dell'Istituto Superiore di Sanità del 2022 sono 126
strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui molte erogano un
servizio «parziale». Di queste, 63 centri sono al Nord (20 in Emilia-Romagna),
23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole. Tra le 126 strutture 112 sono
pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14
appartenenti al settore del privato accreditato e comunque solo il 48 per cento
del totale dei centri ha dichiarato di prendere in carico i minori fino a 14
anni;
mentre la fascia pediatrica
della popolazione, in costante aumento di casi vede solo pochissimi reparti
dedicati in tutta Italia. Questa mancanza di presa in carico immediata genera
casi gravi già dalla preadolescenza;
- secondo il numero verde
nazionale «SOS Disturbi Alimentari» nei suoi 12 anni di attività le richieste
di aiuto sono aumentate prima progressivamente e poi nell'ultimo anno
vertiginosamente. Sono oltre 3 milioni i pazienti in cura (3.678.362 per
l'esattezza, di cui 1,4 milioni di nuovi casi solo nel 2022). La metà soffre di
anoressia, il 20,2 per cento di obesità, il 19,9 per cento di bulimia nervosa e
l'1,9 per cento di Arfid, il disturbo
evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo, l'ultimo inserito nelle tabelle
sanitarie, dieci anni fa;
- sempre al numero verde, è
stato accertato che sono in maggioranza le donne (87 per cento) a utilizzarlo.
Il 51 per cento delle persone che si rivolge al servizio di counseling gratuito
e anonimo della Presidenza del Consiglio, in precedenza, non aveva mai chiesto
aiuto. Per molti è il primo difficile passo, l'unico sollievo dalla solitudine
della propria condizione di sofferenza. Il 47 per cento delle chiamate arriva
da parte dei genitori, il 44 per cento dagli interessati. Nel 9 per cento dei
casi sono amici e partner a cercare conforto e a richiedere il primo accesso
virtuale all'offerta di cura;
- la scarsa presenza di centri
specializzati e la loro non omogenea collocazione sul territorio nazionale non
permette una reale, adeguata e tempestiva presa in carico di questi giovani e
delle loro famiglie;
- la mancanza di strutture
adeguate fa sì che molto spesso le famiglie vengano lasciate sole ad affrontare
le prime fasi di questo dramma, innescando di fatto un peregrinare in cerca di
luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, quando la situazione il più
delle volte è ormai compromessa si arriva ad una presa in carico della persona
e del suo nucleo familiare;
- attualmente i posti letti a
disposizione per gli eventuali ricoveri sono nel complesso in Italia, tenendo
conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, solo circa 900 e di
questi l'85 per cento è collocato al Nord Italia e, di certo, non può
rispondere ai bisogni di cura di circa tre milioni e mezzo di italiani affetti
da anoressia, bulimia e dipendenze da cibo;
- si tratta di un numero
infinitesimale rispetto ai reali bisogni effettivi e, molte volte, vista la
giovane età delle persone coinvolte e in relazione alla gravità del quadro
clinico si ricorre al ricovero presso i reparti di pediatria e medicina generale
e purtroppo ormai sempre più spesso ai reparti di psichiatria;
- la metà delle regioni non ha
una rete completa di assistenza, che dovrebbe prevedere quattro livelli:
ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, che assorbono il 60 per cento
della richiesta, servizi semiresidenziali (centri diurni dove le persone
possono fare i propri pasti), servizi residenziali extraospedalieri h24 che
dovrebbero garantire una presa in carico della persona dai 3 ai 5 mesi, e
infine i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi
rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale;
- nel 2018 il Ministero della
Salute, su forte sollecitazione delle associazioni dei familiari e degli
operatori sanitari, che necessitano di strumenti pratici in una tematica in cui
ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento
sull'intero territorio nazionale, ha elaborato un documento inerente l'istituzione di un vero e proprio «codice lilla» al momento
dell'accettazione al pronto soccorso di persone con disturbi della nutrizione
dell'alimentazione. Il documento offre indicazioni operative in un'ottica
multidisciplinare anche tenuto conto del fatto che l'accesso al pronto soccorso
può rappresentare un'occasione per intercettare una persona che soffre di
disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e avviarlo così verso un
percorso terapeutico;
ad oggi ancora non c'è traccia
di applicazione del «Codice Lilla» così come era stato pensato e voluto;
- la sperequazione tra l'offerta
assistenziale e la domanda di cura è stata la grande artefice dell'importante
numero di morti che in questi anni si sono verificati a causa dei disturbi
alimentari. In media in Italia per disturbi alimentari muoiono circa 3000
ragazzi, nel 2020 a causa nella pandemia da COVID-19 i morti sono stati circa
5000. L'incremento drammatico è dovuto di certo all'aumento della prevalenza
della malattia causa Covid, ma anche a causa del fatto che l'esile tessuto
assistenziale presente sul territorio non ha retto l'emergenza sanitaria;
- un primo passo per tentare di
invertire la tendenza caratterizzata da pochi strumenti e molta solitudine
vissuta dalle famiglie, dai pazienti e dagli operatori del settore ed iniziare
ad immaginare una cura diffusa sul territorio, inclusiva e innovativa con
l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità di tale patologia è stata
l'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre
2021 n. 234) che inserisce le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione
dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) al di
fuori del capitolo della «salute mentale» con un budget autonomo ampliando la
possibilità di erogare prestazioni e servizi;
- nelle more dell’aggiornamento
dei Livelli Essenziali di Assistenza la Legge di bilancio 30 dicembre 2021, n.
234 ha previsto l’istituzione, presso il Ministero della Salute, di un Fondo
per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione con
dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 che ha consentito il
finanziamento di Piani di intervento regionali e provinciali volti al
miglioramento dell’assistenza alle persone con disturbi dell’alimentazione e
della nutrizione, sia in termini di efficacia clinica che di adeguamento
organizzativo, garantendo quanto già raccomandato in letteratura dalle Linee
Guida, dalle raccomandazioni espresse dalla Comunità scientifica a livello
nazionale ed internazionale e dai documenti di indirizzo del Ministero della
Salute;
- inoltre, grazie alla medesima
legge di bilancio i disturbi alimentari verranno riconosciuti in una categoria
a sé stante nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con un budget autonomo
da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche: questo consentirà
finalmente di erogare prestazioni e servizi gratuiti (o dietro pagamento di un
ticket) attraverso il Ssn;
dopo l'inserimento nei Lea
sarebbe altresì opportuno includere il «Disturbo da alimentazione
incontrollata» (Binge Eating
Disorder) nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è
prevista l'esenzione. Considerato che: - l’ultima legge di bilancio, approvata
nel dicembre 2023, ha azzerato le disponibilità finanziarie del suddetto Fondo
per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, mettendo
in discussione l’intera struttura di assistenza e prevenzione costituitasi
grazie alle risorse messe a disposizione del Fondo stesso;
- non sono ancora stati emanati
i decreti attuativi per inserire ufficialmente i disturbi alimentare dei Lea
(Livelli essenziali di assistenza).
Impegna la Giunta regionale
ad esprimersi formalmente nei
confronti del Governo affinché si provveda nel più breve tempo possibile al
rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e
dell’Alimentazione e all’emanazione dei decreti attuativi necessari per l’inserimento
dei disturbi alimentari nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).
(75; 16/01/2024) Bevacqua,
Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- con la legge regionale n.
40/2009 e ss.mm.ii. e con il Regolamento regionale di
attuazione n. 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia
dell’attività estrattiva del territorio;
- tra le finalità che la legge
regionale intende perseguire, in particolare, emerge quella di razionalizzare
lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva
che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel
rispetto del preminente interesse pubblico;
- l’attività mineraria è
subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni
quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e l’impiego
delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della compatibilità con
la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela degli altri beni e
risorse presenti nel territorio;
- per dare attuazione alle
finalità previste dalla citata legge regionale, risulta indispensabile la
redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive
(P.R.A.E., art. 6, L.r. 40/09 e ss.mm.ii.);
- il P.R.A.E. costituisce l’atto
di pianificazione e programmazione dell’attività estrattiva in tutte le sue
fasi di ricerca, esplorazione, coltivazione, arricchimento e prima
trasformazione delle sostanze minerali per come individuate dalla legge regionale
in materia (art. 2, commi 2 e 3);
- in base alla L.R. n. 40/2009 e
ss.mm.ii., recante “Disposizioni in materia di
attività estrattiva nel territorio regionale”, è utile evidenziare come tale
piano “assume efficacia giuridica di piano di settore e valore sovraordinato
sulla pianificazione urbanistica locale”, attraverso il quale la Regione deve
perseguire le finalità di tutela, valorizzazione, utilizzo dei materiali
estrattivi in una prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile;
- nella elaborazione dei
contenuti del PRAE la valutazione strategica assume importanza primaria nella
pianificazione territoriale regionale, dovendo individuare i presupposti della
sostenibilità delle scelte progettuali, orientando la formulazione della
disciplina del Piano in modo da ridurre o mitigare gli impatti prodotti dalle
trasformazioni previste attraverso l'attività estrattiva;
- uno dei principali contenuti
progettuali del PRAE consiste nell’individuazione di determinati ambiti
omogenei entro cui rapportare le diverse azioni tecniche, programmatorie e
pianificatorie a livello regionale;
- nell'ambito della procedura di
VAS del PRAE occorre, quindi, individuare le condizioni di sensibilità,
vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle risorse interessate
dal Piano, non solo quelli di tipo ambientale ma anche quelli di tipo paesaggistico;
- tali condizioni devono
orientare l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione
estrattiva, oltre che la definizione delle regole e delle condizioni alla
trasformazione;
- in funzione delle importanti e
strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come
il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli
interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa
improcrastinabile definire l’esatta stima di materie minerali prime al fine di
garantirne l’esatto approvvigionamento;
tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
- a adottare ogni procedura
utile alla elaborazione ed approvazione del previsto Piano Regionale delle
Attività Estrattive, P.R.A.E., in attuazione a quanto previsto dall’art. 6
della legge regionale n. 40 del 2009 e ss.mm.ii.
(76; 18/01/2024) Molinaro,
Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- i Disturbi dello Spettro
Autistico (ASD) comprendono un gruppo di disordini del neurosviluppo e
coinvolgono tra il 10 e il 20 per cento della popolazione infantile e
adolescenziale. La eziologia è multifattoriale e i sintomi si manifestano
generalmente entro i primi tre anni di vita mediante alterazioni della
comunicazione e delle interazioni sociali, compromissione del comportamento e
specifica sensibilità agli stimoli sensoriali. Più precisamente, quando si
parla di disturbi dello spettro autistico, bisogna tenere presente che gli
stessi variano sensibilmente per tipologia ed intensità e si diagnosticano
attraverso la loro manifestazione comportamentale. Autorevoli studi scientifici
evidenziano che la diagnosi e l’avvio precoce delle terapie personalizzate
possono migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti;
- il DPCM del 12 gennaio 2017,
recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di
cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”,
all’articolo 60, ha inserito i trattamenti di diagnosi e cura dei disturbi
dello spettro autistico tra i livelli essenziali di assistenza;
- nel 2011, il CENSIS (Centro
Studi Investimenti Sociali), col sostegno della Fondazione Cesare Serono e in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei
Genitori con Autismo (ANGSA), ha promosso in Italia un’indagine riservata ai
genitori di bambini e ragazzi con autismo, o a coloro che se ne occupano
prioritariamente, da cui sono emersi diversi aspetti percepiti come gravi,
quali la mancanza di comunicazione con i propri figli, le difficoltà di
gestione, elementi comportamentali come l’aggressività e l’autolesione, il
carico economico da sostenere, la frequente perdita del lavoro di almeno un
familiare (più frequentemente la madre), la perdita di disponibilità di tempo
per sé e per la socializzazione e diverse criticità oggettive riconducili a
mancanza di un sistema informativo e di monitoraggio dedicato ai disturbi
neuropsichici dell’età evolutiva, che includa le informazioni relative ai
percorsi di cura effettivamente erogati, alla loro appropriatezza e agli esiti
ottenuti, insufficiente risposta ai bisogni di utenti e famiglie e
insufficiente organizzazione qualitativa e quantitativa sei servizi.
Considerato che: - allo stato, per come emerge dal DCA 197 del 12 luglio 2023,
a fronte di un fabbisogno stimato, a livello regionale, di un totale di 88 posti
letto per soddisfare le esigenze relative alla residenzialità e di 467
prestazioni pro/die relative alla semi residenzialità, vi è la disponibilità di
12 posti letto nell’ASP di Cosenza e 10 posti letto nell’ASP di Reggio Calabria
con riferimento alla residenzialità, e di 10 prestazioni pro/die presso l’ASP
di Cosenza e 10 prestazioni pro/die presso l’ASP di Catanzaro, con riferimento
alla semi-residenzialità;
- il Piano sociale regionale di
cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n° 502 del 22 dicembre 2020, ha
individuato tra le priorità regionali del triennio l’attivazione di servizi
semiresidenziali, come i centri diurni e i centri socioeducativi, anche per
adulti con disabilità complessa che necessitano di un livello assistenziale più
alto che contrasti l’isolamento sociale. I centri socioeducativi devono essere
parte integrante della rete dei servizi, e presenti nei distretti sociosanitari
al fine di favorire una presa in carico globale della persona con disabilità e
l’integrazione con i servizi sanitari, con le realtà formative e con i contesti
occupazionali;
- con il DGR n. 571 del 23
dicembre 2021 sono state approvate le “Linee guida per l’avvio dei Centri
Polivalenti per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico ed altre
disabilità con bisogni complessi nella Regione Calabria” con la finalità di
attivare territorialmente le risposte più appropriate per il progetto di vita
di cui ai principi cardine dell’istituto ex art. 14 della Legge 328/2000 e
dell’articolo 6 della Legge Regionale 23/2003 di un giovane e adulto che
presenta una condizione di disabilità entro un quadro diagnostico di disturbo
dello spettro autistico o altro bisogno la cui complessità richiede approcci
altamente integrati prioritariamente a livello sociale, oltre che a livello
socio-sanitario, politiche innovative e risposte personalizzate;
- ad oggi non risulta un’offerta
attiva in termini di residenzialità e/o semi residenzialità per minori, in
quanto tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile presenti nella regione
vengono erogati attraverso prestazioni ambulatoriali. Tenuto conto che: - in
Calabria, come riportato nel DCA 65/2020, non è attivo un sistema informativo
dedicato mediante il quale poter valutare il fabbisogno di prestazioni per
minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo;
- la diagnosi di autismo sembra
essere dimenticata con il progredire dell’età adulta, mentre dovrebbe essere
prioritaria la creazione di una continuità di aiuti e servizi per tutto l’arco
dell’esistenza, dando la possibilità, in primis alle famiglie, di poter
disporre di una rete assistenziale di servizi specifici accessibili già dai
primi anni di vita del bambino;
- con legge regionale 24
febbraio 2023, n. 5 è stato istituito l’Osservatorio regionale per giovani e
adulti con disturbi dello spettro autistico, con funzioni consultive e di
monitoraggio delle politiche socioassistenziali, diagnosi e cura delle persone
con disturbi dello spettro autistico, per rafforzare la sinergia tra le
famiglie, le associazioni del settore e le istituzioni pubbliche. Ai sensi
dell’articolo 2, tale Osservatorio avrebbe dovuto essere costituito con
delibera della Giunta regionale entro trenta giorni dall’entrata in vigore
della legge. Preso atto che: - tale Osservatorio non è stato ancora costituito;
- le misure messe
in campo finora sono state insufficienti e la rete assistenziale che
dovrebbe soddisfare i bisogni sanitari e sociosanitari delle famiglie calabresi
di bambini affetti da disturbi in età evolutiva, in modo da assicurare una rete
di protezione sociale e sanitaria stabile e duratura nel tempo, risulta
decisamente non adeguata;
- molte famiglie calabresi di
bambini e ragazzi affetti dai disturbi dello spettro autistico sono costrette a
rivolgersi a centri di diagnosi e cura che si trovano in altre regioni,
fronteggiando costi insostenibili sotto il profilo sia economico, sia pratico.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
anche assumendo, ove dovuta, ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi
del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario:
per sapere:
1. se e quali sono i progetti
attualmente finanziati dalla Regione Calabria per sostenere le persone affette
da disturbi dello spettro autistico e le loro famiglie;
2. se, quali e quante sono le
strutture pubbliche e private, convenzionate e non convenzionate, presenti sul
territorio regionale e suddivisi per ciascuna Provincia e per la Città
metropolitana di Reggio Calabria;
3. quale sia il cronoprogramma
per raggiungere i livelli di fabbisogno individuati dal DCA 197 del 12 luglio
2023 e stimati in un totale di 88 posti letto per soddisfare le esigenze
relative alla residenzialità e di 467 prestazioni pro/die relative alla semi residenzialità;
4. i motivi per i quali
l’Osservatorio istituito dalla L.R. 5/2023 non è stato costituito e la
tempistica per la sua costituzione.
(184; 13/11/2023)
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
•con la legge n. 234/2021 (Legge
Finanziaria 2022), art.1 commi 293 e 294 è stato costituito un fondo destinato
alla dirigenza medica e al personale del comparto sanità alle dipendenze delle
aziende e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale ed operante nei servizi
di pronto soccorso;
•con la stessa norma è stato
definito un importo pari a 27 milioni di euro per la dirigenza medica e di 63
milioni di euro per il personale del comparto sanità, una specifica indennità
di natura accessoria da riconoscere, in ragione dell’effettiva presenza in
servizio, con decorrenza dal 1° gennaio 2022;
•con deliberazione n. 278 del 21
dicembre 2022 la Conferenza delle Regioni ha provveduto al relativo riparto
delle risorse;
considerato che: •l’erogazione
delle rispettive indennità è subordinata alla sottoscrizione di specifico
accordo sindacale;
•nonostante le ripetute
richieste da parte di tutte le organizzazioni sindacali a tutt’oggi non è stato
neppure insediato un tavolo di contrattazione;
•gran parte delle regioni ha da
tempo definito la contrattazione e provveduto alla erogazione di predette
indennità;
•la mancata definizione della
contrattazione produce, di fatto, un grave danno a tutti gli operatori del 118
e dei pronto soccorso della nostra regione;
•un simile ritardo non è più
ammissibile, anche alla luce delle tante criticità e sofferenze che da anni
vivono gli operatori del 118 e dei pronto soccorso;
•è inaccettabile detenere
risorse a destinazione vincolata nelle casse della regione per mancanza di
adempimenti, risorse tra l’altro destinate a servizi così importanti. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale per
conoscere:
per sapere:
1) quali iniziative intende
assumere tese a definire in tempi brevi l’applicazione, anche nella regione
Calabria, dell’art. 1 commi 293/94 della legge 234/2021.
(194; 22/12/2023)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- il DCA n. 65 del 10 marzo 2020
ha previsto la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;
- la delibera n. 323 del 23
marzo 2022 dell’ASP di Catanzaro ha approvato la convenzione per la
realizzazione della Casa della Salute di Chiaravalle Centrale - il Programma
Operativo 2022-2025 della Regione Calabria ha disciplinato l’attuazione della
programmazione sanitaria per il periodo di riferimento;
considerato che: - dallo studio
di fattibilità il vecchio Presidio Ospedaliero “San Biagio” di Chiaravalle
Centrale non poteva essere ristrutturato;
- si è dato inizio all’iter per
la progettazione e aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova
struttura per la Casa della Salute adiacente allo stabile di cui sopra;
- nel settembre 2022 sono stati
consegnati i lavori con conseguente cantierizzazione del sito in questione;
- ad oggi non risulta un reale
progresso nello svolgimento dei lavori in questione;
tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema
sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- lo stato attuale di
avanzamento dei lavori e le motivazioni alla base dei ritardi;
- l’aggiornamento del
cronoprogramma con la data di conclusione dei lavori;
- le eventuali azioni che si
intendono intraprendere per superare gli ostacoli riscontrati.
(198; 10/01/2024)
Il
Consiglio regionale
visti:
- l’articolo 1, comma 178
della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Bilancio di previsione dello Stato per
l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023);
- l’articolo 1, comma 697,
della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione dello Stato per
l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025);
- il decreto - legge 19
settembre 2023, n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di politiche di
coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese,
nonché in materia di immigrazione), convertito con modificazioni dalla legge 13
novembre 2023, n. 162;
- la delibera CIPESS n.
79/2021, recante: “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 e 2021-2027.
Assegnazione risorse per interventi COVID-19 (FSC 2014-2020) e anticipazioni
alle regioni e province autonome per interventi di immediato avvio dei lavori o
di completamento di interventi in corso (FSC 2021-2027)”;
- la delibera CIPESS n.
25/2023, recante: “Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. Imputazione
programmatica in favore di regioni e province autonome”;
- il Documento “Fondo Sviluppo
e Coesione 2021-2027 Aree tematiche e Obiettivi strategici. Comunicazione ai
sensi dell'articolo 1, comma 178, Legge n. 178/2020”;
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30
(Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e
all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla
programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione;
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 745 del 19 dicembre 2023, recante:
“Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Criteri per la definizione del
quadro di esigenze e avvio concertazione con le Amministrazioni nazionali
finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione
Calabria”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 146/12^;
considerato che:
- l’assegnazione alle Regioni
delle risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) 2021/2027 sarà determinata previa
definizione di Accordi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e ciascuna
Regione per la condivisione di Piani per il finanziamento e l’attuazione dello
sviluppo territoriale (Accordi per la coesione);
- a tal fine, il dipartimento
regionale “Programmazione Unitaria” ha avviato, presso i dipartimenti regionali
competenti per materia, una ricognizione tesa a definire un primo quadro di
esigenze da assumere a riferimento nel negoziato da condurre con le Amministrazioni
nazionali per l’individuazione delle nuove progettualità da finanziare con le
risorse FSC 2021/2027;
preso atto che nelle interlocuzioni con i dipartimenti
regionali sono stati condivisi i criteri per la definizione del predetto quadro:
- coordinamento con le
iniziative già programmate negli altri strumenti regionali attivi;
- assenza di sovrapposizione
con le tipologie di iniziative programmabili nell’ambito del Programma
Regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027;
- salvaguardia di interventi
strategici espunti dal PSC Calabria 2000-2020, in quanto connotati da sviluppo
attuativo non in grado di garantire il conseguimento di obbligazioni
giuridicamente vincolanti alla data del 31.12.2022;
tenuto conto che sulla base dei suddetti criteri, è
emerso un quadro di esigenze che evidenzia la necessità di intervento
finanziario in tutte le Aree Tematiche agevolabili con il FSC 2021/2027 ad
eccezione delle Aree tematiche “01 Ricerca e Innovazione” e ”04 Energia”,
interamente finanziabili sul Programma regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027;
ritenuto
di dover prendere atto che il predetto quadro di
esigenze formerà la base di riferimento per il negoziato da condurre con le
Amministrazioni nazionali per l’individuazione congiunta delle progettualità da
finanziare con le risorse FSC 2021/2027 (Accordo per la Coesione della Regione
Calabria);
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è
determinata favorevolmente sui criteri per la definizione del quadro di
esigenze e l’avvio della concertazione con le Amministrazioni nazionali
finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la Coesione della Regione
Calabria, nell’ambito del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027;
visti
gli articoli 14 e 16 della legge regionale n. 30/2016;
udito
il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-di approvare la proposta di provvedimento
amministrativo n. 146/12^, recante: “Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027.
Criteri per la definizione del quadro di esigenze e avvio concertazione con le
Amministrazioni nazionali finalizzata alla sottoscrizione dell'Accordo per la
Coesione della Regione Calabria”.
Il
Consiglio regionale
visti:
- il Regolamento (UE) n.
2021/1060 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, recante le
disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al
Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione
giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e acquacoltura, e
le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e
integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno
finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti;
- il Regolamento (UE) n.
2021/1139 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituisce il Fondo
europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura e che modifica il
regolamento (UE) 2017/1004;
- la decisione di esecuzione
della Commissione del 15 luglio 2022, che approva l'accordo di partenariato con
la Repubblica italiana;
- la decisione di esecuzione
della Commissione del 3 novembre 2022, che approva il programma "Fondo
europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura - Programma per
l'Italia" per il periodo 2021-2027 ai fini del sostegno del Fondo europeo
per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura in Italia;
- la delibera 78/2021 del
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo
Sostenibile inerente alla Programmazione della politica di coesione 2021-2027 –
Approvazione della proposta di accordo di partenariato 2021-2027 e definizione
dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il
ciclo di programmazione 2021-2027;
- il decreto ministeriale n.
233337 del 4 maggio 2023, con il quale è stato approvato l’Accordo
multiregionale tra Autorità di gestione e gli Organismi Intermedi per
l’attuazione coordinata degli interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per gli
Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) nell’ambito del Programma
Nazionale FEAMPA 2021-2027;
- la deliberazione della
Giunta regionale n. 570 del 18 ottobre 2023, recante “Programma Operativo Fondo
Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014/2020 - D.G.R. nn. 234/2017 – 382/2019 - 58/2023 e 397/2023- Istituzione
Centro di Responsabilità di Elevata Qualificazione. Modifica Organigramma di
attuazione”;
- la nota prot. n. 0559696 del
Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 10
ottobre 2023;
- la nota prot. n. 0580354 del
Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 19
ottobre 2023;
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30
(Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e
all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla
programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione);
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 789 del 29 dicembre 2023, recante:
“Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale
finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e
l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027 – Estensione validità Organigramma FEAMP -
approvazione del Piano Finanziario FEAMPA”, rubricata come proposta di
provvedimento amministrativo n. 147/12^;
preso atto che:
- al fine di assicurare la
chiusura del Programma operativo FEAMP 2014/2020 e garantire un efficace,
efficiente e corretto avvio del Programma nazionale FEAMPA 2021-2027, si
procede all’approvazione del nuovo piano finanziario del PN FEAMPA 2021/2027,
per come risultante dall’esito della procedura di consultazione scritta avviata
con nota del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle
foreste, prot. n. 559696 del 10 ottobre 2023, al cui interno è riportata la
ripartizione delle risorse per la Regione Calabria;
- si procede, in ossequio ai
principi di continuità e di economicità dell’azione amministrativa, nelle more
dell’approvazione, da parte dell’Autorità di gestione nazionale, delle schede
di Intervento/Azione a valere sul FEAMPA 2021/2027, delle linee guida sulle
spese ammissibili e del Manuale delle procedure e dei controlli, all’estensione
della validità ed efficacia dell’organigramma FEAMP 2014/2020 approvato con
deliberazione della Giunta regionale n.570/2023, fino alla data del 30 giugno
2024, data di trasmissione della dichiarazione di spesa finale del Programma;
tenuto conto che nel corpo della DGR n. 789/2023 sono
dettagliati gli oneri derivanti dalla stessa, che trovano copertura finanziaria
per come segue:
- la quota regionale di
cofinanziamento del Programma Nazionale FEAMPA 2021/2027, pari a 5.194.310,72
€, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2027, sarà garantita, giusta legge
regionale n. 57/2023, con quote annuali pari a 1.298.577,68 € per ciascun anno
dal 2024 al 2027;
- gli oneri derivanti
dall’estensione dell’Organigramma FEAMP, dal 1° gennaio 2024 al 30 giugno 2024,
trovano copertura finanziaria, ai sensi dell’articolo 56 del d.lgs. 118/2011,
sul capitolo vincolato FEAMP, U9160200202 (AT78 Assistenza Tecnica) che prevede
uno stanziamento pari a 35.850,09 €, precisando che le relative spese saranno
rendicontate sul PN FEAMPA 2021-2027 in quanto ammissibili a tale ciclo di
programmazione comunitaria, sulla misura AT Assistenza Tecnica;
visto
il nuovo Piano finanziario del P.O. FEAMPA 2021/2027, per come risultante
all’esito della procedura di consultazione scritta avviata con nota prot.
n.0889696 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle
foreste del 10 ottobre 2023, al cui interno è riportata la ripartizione delle
risorse per la Regione Calabria;
ritenuto
di approvare il nuovo Piano finanziario del P.O. FEAMPA 2021/2027, allegato
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
considerato
che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è
determinata favorevolmente sull’approvazione nuovo Piano finanziario del P.O.
FEAMPA 2021/2027, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, per come risultante all’esito della procedura di consultazione
scritta avviata con nota prot. n.0889696 del Ministero dell’agricoltura, della
sovranità alimentare e delle foreste del 10 ottobre 2023;
visto
l’articolo 14 della legge regionale n. 30/2016;
udito
il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
- di approvare la proposta di
provvedimento amministrativo n. 147/12^, recante: “Reg. (UE) n. 2021/1060 e
Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per
gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027. Estensione
validità Organigramma FEAMP e approvazione del Piano Finanziario FEAMPA”.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo 57, comma 7 della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni
anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia
che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il
successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la
definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale entro il
15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 giugno;
visti:
- la legge regionale 20
dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per lo sviluppo
dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);
- la legge regionale n.
8/2002;
- l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione
Calabria);
- il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi);
vista
la deliberazione di Giunta regionale n. 721 del 15 dicembre 2023, recante:
“Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio
regionale per gli atti di competenza”;
vista
la deliberazione n. 100 del 4 luglio 2023, con cui il Direttore Generale
dell’ARSAC ha approvato il rendiconto della gestione per l’esercizio 2022
dell’Ente, allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;
atteso che il Revisore unico dell’ARSAC, con verbale n.
41 dell’11 luglio 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale,
·
ha
evidenziato l’attendibilità delle risultanze riportate nel conto consuntivo
2022 e il rispetto dei principi contabili;
·
ha
rilevato che l’Azienda ha operato nel rispetto del decreto legislativo
n.118/2011 e non sono emerse irregolarità contabili;
·
al
fine di fornire all’Azienda un supporto di collaborazione volto a conseguire
efficienza ed economicità della gestione, ha formulato le seguenti
considerazioni, proposte e rilievi:
- prestare particolare
attenzione alla gestione degli acquedotti, con costante monitoraggio dei
residui attivi;
- realizzare un costante
monitoraggio del fondo crediti di dubbia esigibilità o del fondo rischi;
- l’eventuale utilizzazione
dell’avanzo di amministrazione disponibile deve tenere conto delle entrate in
conto capitale, non vincolate all’avanzo stesso, riguardante la revisione
ventennale degli impianti a fune di Camigliatello;
- l’Azienda si deve dotare di
un’adeguata struttura al fine di avere una situazione patrimoniale e un
inventario dei beni mobili e immobili aggiornato;
·
ha
attestato la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione e ha
espresso “giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio
finanziario 2022”;
considerato che il dipartimento regionale “Agricoltura,
Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle
attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 546407
del 7 dicembre 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale,
- ha riscontrato che l’ARSAC
ha imputato correttamente le somme impegnate nel 2022 a titolo di contributo ex
l.r. 66/2012 che sono state interamente trasferite
dal dipartimento “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione” nel 2021,
come evidenziato anche nella relazione generale, tenuto conto del parere
favorevole del Revisore unico dell’Azienda;
- ha verificato il rispetto
della normativa vigente in tema di spending review ai sensi della legge
regionale n. 43/2016, evidenziando che il contenimento della spesa è stato
complessivamente garantito;
- ha espresso parere
favorevole al conto consuntivo dell’esercizio 2022, approvato con deliberazione
del Direttore Generale n. 100 del 4 luglio 2023;
tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e
Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 548067 dell’11 dicembre
2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
·
ha
rilevato che:
- sussiste continuità tra i
residui finali dell'esercizio 2021 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio
2022;
- sussiste la quadratura delle
poste contabili iscritte nelle cosiddette “partite di giro”;
- sussiste (a seguito di
scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’ente) corrispondenza tra
i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è
stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra
residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi;
- sussiste la quadratura tra
il saldo di cassa, pari a 13.228.435,08 euro, riportato nel conto del bilancio
2022 e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell’attivo dello
stato patrimoniale;
- risulta formalmente corretta
la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di
amministrazione al 31 dicembre 2022;
·
nel
rilevare che la percentuale di riscossione dei crediti è ancora bassa, ha
raccomandato all’Ente di proseguire nelle iniziative opportune alla cura dei
propri crediti, al fine di evitare l’insorgere di possibili danni di natura
erariale;
·
ha
raccomandato al dipartimento vigilante di monitorare costantemente l’attuazione
delle suddette operazioni;
·
preso
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e del
dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”,
che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e
le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento
vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto
“possibile procedere all’adozione, da parte della Giunta Regionale, del
rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Azienda regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al fine della successiva trasmissione dello
stesso al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8”;
dato
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024,
si è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per
l’esercizio 2022 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati;
udito
il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-di
approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale n.8/2002,
il rendiconto per l’esercizio 2022 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in
premessa, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo 57, comma 3,
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che “i bilanci degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni
anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia
che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il
successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e
Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio
per la definitiva istruttoria di propria competenza”;
- la Giunta regionale entro il
15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre;
visti:
- la legge regionale 3 agosto
1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.);
- la legge regionale n.
8/2002;
- l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione
Calabria);
- il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi);
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 792 del 29 dicembre 2023, recante:
“Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Agenzia regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL). Approvazione Piano delle attività anno
2024 – Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di
competenza”;
vista
la deliberazione n. 562 del 30 novembre 2023, con la quale il Commissario
Straordinario dell’ARPACAL ha approvato il bilancio previsionale 2024-2026 e il
Piano annuale delle attività 2024 dell’Ente, allegati alla presente
deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
rilevato che il Revisore unico dei conti dell’Agenzia,
con verbale n. 23 del 10 novembre 2023, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale, ha asseverato il provvedimento adottato
dall’Agenzia che tiene conto delle riduzioni di spesa operate nel bilancio di
previsione 2024-2026, con specifico riferimento del costo del personale (art.
6, comma 1, lettera a) della l.r. 43/2016) e con
verbale n. 25 del 23 novembre 2023, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale,
- ha rilevato che il bilancio
di previsione rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza e gli
equilibri di parte corrente e in conto capitale;
- si è espresso favorevolmente
in ordine all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione presunto;
- con riferimento ai
contenziosi in essere, ha verificato la congruità dello stanziamento del fondo
rischi contenzioso e ha suggerito di valutare con attenzione la possibilità di
ridurre lo stanziamento del fondo, considerato che dalla documentazione esibita
non emergono soccombenze particolari;
- ha attestato la
corrispondenza delle previsioni finanziarie del bilancio 2024-2026 alle norme
di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rilevando altresì la
coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni;
- ha espresso “parere
favorevole all’approvazione del bilancio di previsione finanziario dell’ARPACAL
riferito al triennio 2024/2026 ed ai relativi allegati”;
dato
atto che il Comitato regionale di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n.3 del 7
dicembre 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, ha espresso parere favorevole per l’approvazione del “bilancio di
previsione finanziario 2024/2026 e del Piano delle attività per l’anno 2024”
dell’Ente;
considerato che il dipartimento regionale “Territorio e
Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sull’Ente, nell’istruttoria di
propria competenza (prot. n.557776 del 14 dicembre 2023), allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
- ha evidenziato che l’Agenzia
ha assunto, con deliberazione n. 510 del 13.11.2023, il provvedimento relativo
alle misure di contenimento delle spese ai sensi dell’articolo 6, comma 1,
lettere a) e b) della legge regionale n.43/2016, asseverato dall’organo di
revisione dell’Ente;
- ha espresso parere
favorevole al bilancio di previsione 2024-2026 dell’Agenzia Regionale per la
Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria;
tenuto conto che il dipartimento “Economia e Finanze”,
nell’istruttoria di competenza (prot. n. 560209 del 15 dicembre 2023), allegata
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
- ha verificato, con esito
positivo, la corretta applicazione da parte dell’Ente della quota vincolata
dell’avanzo di amministrazione presunto ai fini del raggiungimento degli
equilibri di bilancio, in ossequio al principio contabile applicato alla
contabilità finanziaria punto 9.2 dell’allegato 4/2 del d.lgs. 118/2011, e nel
rispetto dei limiti di cui alle disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma
897 della Legge n. 145/2018;
- ha formulato all’Ente le
seguenti raccomandazioni:
·
con
riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), nel corso
dell’esercizio 2024, di aggiornare le previsioni di spesa del Fondo,
verificandone, a seguito dell’attività di gestione, la congruità e provvedendo
ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata,
nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi;
·
con
riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, di provvedere, a seguito
dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2023, alle
dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo
Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di
bilancio di previsione 2024-2026, nel rispetto del principio contabile
applicato della competenza finanziaria potenziata;
- preso atto dei pareri
favorevoli del Revisore unico dei conti e del dipartimento vigilante
“Territorio e Tutela dell’Ambiente”, fermi restando i rilievi e le
raccomandazioni del dipartimento vigilante e dello stesso dipartimento
“Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta
regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024–
2026 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria
(ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 gennaio 2024, si è
determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione
2024-2026 dell’ARPACAL, con i documenti ad esso allegati, e sul Piano delle
attività per l’anno 2024;
udito
il relatore, consigliere Crinò, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
- di approvare, ai sensi
dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di
previsione 2024 – 2026 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria (ARPACAL), con i documenti ad esso allegati, e il Piano delle attività
per l’anno 2024, che costituiscono parti integranti e sostanziali della
presente deliberazione.
Art.
1
(Disposizioni generali e finalità)
1. La presente legge
disciplina il trasferimento e le procedure per la regolarizzazione degli
immobili realizzati ai sensi della legge 28 marzo 1968, n.437 (Provvedimenti
straordinari per la Calabria) e della legge regionale 31 agosto 1973, n. 16
(Trasferimento e consolidamento degli abitati colpiti da calamità naturali).
2. Gli immobili di cui al
comma 1 sono trasferiti al Comune nel cui territorio sono stati edificati e
vengono acquisiti, previa deliberazione della giunta comunale, dopo aver
effettuato la ricognizione di tutti gli immobili oggetto di rinuncia tacita o
espressa successivamente alla presentazione dell’originaria domanda di
assegnazione da parte del beneficiario.
3. I Comuni attivano le procedure amministrative di
trasferimento alle famiglie aventi diritto, secondo le norme vigenti.
Art. 2
(Procedura per la regolarizzazione degli immobili)
1. A seguito di apposito
avviso, pubblicato entro sessanta giorni dall’approvazione della presente legge
e per i successivi novanta giorni sull’albo pretorio del Comune, gli originari
assegnatari degli immobili di cui all’articolo 1 o i loro eredi legittimi,
possono presentare domanda di regolarizzazione degli stessi.
2. Decorso il termine di cui
al comma 1, gli immobili per i quali nessun assegnatario diretto o erede
legittimo ha presentato richiesta di regolarizzazione della proprietà formale,
possono essere richiesti da coloro i quali risultano occupanti alla data del 31
dicembre 2022 e hanno provato la titolarità del diritto alla assegnazione. La
domanda è presentata entro e non oltre novanta giorni dalla pubblicazione di
apposita procedura sull’albo pretorio. Entro i successivi centottanta giorni
l’Ente fissa un termine, non superiore a trecentosessantacinque giorni, per il
compimento delle operazioni di rogito e regolarizzazione secondo la normativa
vigente, prorogabile una sola volta per ulteriori centottanta giorni. Decorso
infruttuosamente tale termine, l’occupante che non ha ottemperato agli
adempimenti necessari alla regolarizzazione decade dal diritto di assegnazione
e il bene si considera acquisito nella disponibilità del Comune che lo utilizza
per soddisfare le esigenze connesse con le emergenze abitative del territorio.
3. Le spese, gli oneri e i costi per la redazione,
registrazione e regolarizzazione dell’atto sono a carico del richiedente.
Art. 3
(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Modifica dell’art. 5 della l.r. 22/2020)
1. La lettera
e) del comma 2 dell’articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 22
(Disciplina delle Associazioni Pro Loco) è sostituita dalla seguente: “e)
svolgimento dell'attività in un Comune nel quale non opera altra Pro Loco
iscritta all'Albo regionale, salvo che il Comune abbia una popolazione pari o
superiore a 15.000 abitanti, nel qual caso possono essere iscritte fino a due
Pro Loco.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Modifica dell’articolo 11 della l.r.
n.12/2023)
1. Dopo la lettera i) del comma 2 dell’articolo 11 della
legge regionale 15 marzo 2023, n. 12 (Disposizioni per la realizzazione, il
riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria) è
aggiunta la seguente lettera: “j) da un rappresentante del Touring Club
Italiano”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Finalità)
1. La Regione Calabria
tutela la famiglia e attua il principio di sussidiarietà favorendo l’iniziativa
di singoli e associati, famiglie e altre formazioni sociali.
2. In attuazione dei
principi statutari, al fine di sviluppare una rete integrata di servizi
sociali, sociosanitari e sanitari, favorisce e sostiene politiche e azioni
integrate per la realizzazione di welfare di comunità, valorizzando l’apporto
di singoli cittadini, associazioni e altre forme di volontariato.
3. La Regione Calabria
promuove, nell'ambito delle politiche del welfare, la solidarietà familiare
riconoscendo e valorizzando la figura del caregiver familiare quale attore
della rete dei servizi di assistenza alla persona, sostenendo l'attività di
cura non professionale prestata nei confronti di persone che necessitano di
assistenza a lungo termine a causa di malattia, infermità o disabilità gravi,
svolta nel contesto di relazioni affettive e familiari; ne riconosce il valore
sociale ed economico connesso ai rilevanti vantaggi che trae l'intera
collettività e la tutela al fine di conciliarla con le esigenze personali di
vita sociale e lavorativa.
4. La figura del caregiver
familiare è componente informale della rete di assistenza alla persona e
risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e
sanitari.
5. Ai fini di cui al comma
3, la Regione definisce le modalità per favorire l'integrazione dell'attività
del caregiver familiare nell'ambito del sistema regionale degli interventi
sociali, sociosanitari e sanitari anche attraverso adeguate attività formative
e di supporto.
Art.
2
(Il
caregiver familiare)
1. Il caregiver familiare è
la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte
dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai
sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76 (Regolamentazione delle unioni civili
tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze), di un familiare
o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati
dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro
per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate), di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia,
infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente
e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto
bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi
dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992, o sia titolare di indennità di
accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di
accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili).
2. Il caregiver familiare
viene riconosciuto come risorsa dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari e
opera, in relazione alla situazione di bisogno della persona assistita,
nell’ambito del Piano assistenziale individualizzato (PAI), assistendo il parente
nella cura in ambiente domestico, nelle relazioni di comunità, contribuendo al
suo benessere psico-fisico, aiutandolo nella mobilità e nell’espletamento delle
pratiche amministrative.
3. Il caregiver familiare
interagisce e si integra con gli operatori di cura e assistenza, anche
avvalendosi dei servizi di cura pubblici e privati, favorendo e privilegiando
le organizzazioni non profit del Terzo settore.
Art.
3
(Libera
scelta e rapporto con i servizi sociali, sociosanitari e sanitari del sistema
regionale)
1. I servizi sociali dei
Comuni e i servizi delle Aziende sanitarie provinciali (ASP) riconoscono il
caregiver familiare quale elemento della rete del welfare locale e gli
assicurano il sostegno e l'affiancamento necessari a sostenerne la qualità
dell'opera di assistenza prestata.
2. Nell'ambito delle
proprie competenze gli Ambiti territoriali sociali, di concerto con le ASP e
gli enti del Terzo settore, attraverso i Piani di zona, e la Regione attraverso
il Piano sociale regionale, possono promuovere, nei limiti delle risorse nazionali
disponibili, iniziative di informazione e orientamento relative a servizi, o
finanziamenti, che interessano la figura del caregiver familiare.
3. Allo scopo di favorire
il mantenimento della persona assistita al proprio domicilio e la normale vita
di relazione, il caregiver familiare, previo consenso della persona assistita,
deve essere coinvolto in modo attivo nel percorso di valutazione, definizione e
realizzazione del PAI.
4. Il PAI esplicita il
contributo di cura e le attività del caregiver familiare nonché le prestazioni,
gli ausili, i contributi necessari e i supporti che i servizi sociali e
sanitari si impegnano a fornire, nei limiti delle risorse nazionali disponibili,
al fine di permettere al caregiver familiare di affrontare al meglio possibili
difficoltà o urgenze e di svolgere le normali attività di assistenza e di cura
in maniera appropriata e senza rischi per l'assistito e per sé medesimo. I
Comuni capofila degli Ambiti territoriali sociali - di cui all’articolo 8,
comma 3, lettera a), della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), per come
richiamata dall’articolo 9 della legge regionale 26 novembre 2003, n. 23
(Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella
Regione Calabria) - preposti alla pianificazione dei servizi
socioassistenziali, istituiscono l’elenco dei caregiver familiari.
5. La Giunta regionale, con
il regolamento di cui all’articolo 8 della presente legge, definisce le
modalità di tenuta dell’elenco, le modalità e i requisiti di iscrizione e
cancellazione dallo stesso.
Art.
4
(Interventi
a favore del caregiver)
1. Le rappresentanze dei
caregiver familiari sono sentite nell'ambito della programmazione sociale,
sociosanitaria e sanitaria, nelle forme e nei modi previsti dalla legislazione
vigente e dal regolamento di cui all’articolo 8.
2. La Regione, nei limiti
delle risorse nazionali disponibili:
a) prevede, nell'ambito
della propria programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria, azioni a
supporto del caregiver familiare, anche attraverso il sostegno ai Comuni e alle
ASP per la realizzazione delle previsioni di cui al comma 3;
b) promuove forme di
sostegno economico attraverso l'erogazione dell'assegno di cura e di interventi
economici per l'adattamento domestico, come previsto nell'ambito della
normativa vigente per la non autosufficienza;
c) può favorire accordi con
le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedono premi agevolati
per le polizze eventualmente stipulate dal caregiver familiare che opera
nell'ambito del PAI, per la copertura degli infortuni e della responsabilità
civile connessi all'attività prestata;
d) promuove intese e
accordi con le associazioni datoriali, volti a una maggior flessibilità oraria
che permetta di conciliare la vita lavorativa con le esigenze di cura,
incentivando il telelavoro o il lavoro agile;
e) cura, in accordo con gli
Ambiti territoriali e con il coinvolgimento dei soggetti gestori ed erogatori
di servizi sociali, sociosanitari e sanitari, programmi di aggiornamento degli
operatori sociali, sociosanitari e sanitari sui temi legati alla valorizzazione
dei caregiver familiari e sulla relazione e comunicazione con gli stessi.
3. Gli Ambiti territoriali,
di concerto con le ASP e gli enti del Terzo settore, attraverso i Piani di
zona, secondo le normative nazionali già previste e nei limiti delle risorse
nazionali disponibili, assicurano:
a) l'informazione e la
formazione del caregiver attraverso: un percorso educativo strutturato e
documentato con l’utilizzo di specifici strumenti condivisi tra i diversi
setting di cura; la previsione di momenti di addestramento, sia a livello
ospedaliero sia domiciliare, al fine di promuovere l’empowerment del caregiver
familiare;
b) con il raccordo tra il
Servizio sociale e il nucleo familiare, per le persone in carico, il servizio
di sostituzione temporanea dei caregiver familiari, anche attraverso l’utilizzo
dell’elenco di cui all’articolo 3, comma 4, supporti utili a evitare l'isolamento
e il rischio di burnout, come esito patologico di un processo stressogeno che può colpire le persone coinvolte nelle
attività di cura; nei casi più complessi, l'attivazione di reti solidali,
supporto psicologico e partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto di caregiver
familiari e degli altri congiunti coinvolti nelle attività di assistenza;
c) la definizione del
responsabile delle cure nell'ambito del PAI della persona assistita;
d) l'individuazione di
soluzioni condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenziale
segnalate dal caregiver familiare, con possibile piano per fronteggiare
l'emergenza o la ridefinizione del PAI stesso qualora la situazione imprevista
assuma carattere di stabilità;
e) il sollievo di emergenza
e di tipo programmato;
f) la domiciliarizzazione
delle visite specialistiche nei casi di difficoltà di spostamento
dell'assistito, compatibilmente con la disponibilità del personale medico e
l'organizzazione dei servizi sanitari.
Art.
5
(Rete
di sostegno al caregiver familiare nell'ambito del sistema integrato dei
servizi regionali)
1. La rete di sostegno al
caregiver familiare è costituita dal sistema integrato dei servizi sociali,
sociosanitari e sanitari e da reti di solidarietà.
2. Sono elementi della rete
di cui al comma 1:
a) il responsabile del
caso, che nell'ambito del PAI è la figura di riferimento e il referente del
caregiver familiare;
b) il medico di medicina
generale, che è il referente terapeutico della persona assistita e l'infermiere
referente o case manager;
c) i servizi sociali,
sociosanitari e sanitari e i servizi specialistici sanitari, chiamati a
intervenire per particolari bisogni o specifiche necessità;
d) le organizzazioni del
Terzo settore senza fini di lucro e in particolar modo il volontariato e la
solidarietà di vicinato, che rappresentano un'ulteriore risorsa della rete e
possono arricchire il PAI e contrastare i rischi di isolamento del caregiver
familiare.
Art.
6
(Riconoscimento
delle competenze)
1. Per favorire la
valorizzazione delle competenze, l'esperienza maturata nell'attività di
assistenza e cura prestata in qualità di caregiver familiare operante
nell'ambito del PAI può essere valutata sulla base dei criteri, delle modalità
e delle procedure previste dal regolamento di cui all’articolo 8, ai fini di
una formalizzazione o certificazione delle competenze, ovvero quale credito
formativo per l'accesso ai percorsi formativi finalizzati all'acquisizione
della qualifica di operatore sociosanitario o di altre figure del repertorio
regionale relative all'area sociosanitaria.
2. La Giunta regionale
definisce le modalità e gli istituti autorizzati al rilascio delle
certificazioni delle competenze e determina il valore dei crediti formativi in
riferimento alla normativa vigente in materia.
Art.
7
(Azioni
di sensibilizzazione e partecipazione)
1. Al fine di
sensibilizzare la comunità sul valore sociale del caregiver familiare, la
Regione Calabria istituisce il "Caregiver day", da celebrarsi
indicativamente l'ultimo sabato di maggio di ogni anno, con la collaborazione
degli enti locali e delle ASP, delle associazioni di tutela dei malati e delle
persone con disabilità, del Terzo settore, delle organizzazioni sindacali dei
lavoratori e delle associazioni datoriali.
2. La Regione documenta e
raccoglie i materiali e le esperienze provenienti dai singoli territori al fine
della diffusione, attraverso i canali già in uso, delle buone pratiche, della
programmazione di iniziative e progetti di valorizzazione e supporto dei
caregiver familiari.
Art.
8
(Regolamento
di attuazione)
1. La Giunta regionale,
entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, approva il
regolamento di attuazione.
Art.
9
(Norma
finanziaria)
1. Agli oneri derivanti
dall’attuazione delle disposizioni contenute agli articoli 3 e 4 si provvede
nei limiti delle risorse assegnate dallo Stato ed allocate nel bilancio di
previsione regionale 2024-2026, alla Missione 12, Programma 02 (U.12.02).
2. Alle spese per
l’attuazione degli interventi di cui all’articolo 7, quantificati nel limite
massimo di euro 5.000,00 per ciascuna annualità del triennio 2024-2026, si fa
fronte con le risorse stanziate alla Missione 12, Programma 02 (U.12.02)
mediante contestuale diminuzione, per pari importo, degli stanziamenti relativi
al Fondo speciale per le leggi di parte corrente allocati alla Missione 20,
Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione del bilancio 2024-2026.
3. La Giunta regionale è
autorizzata ad apportare le necessarie variazioni allo stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 2024-2026.
Art.
1
(Oggetto e finalità)
1. La Regione Calabria, nel
rispetto dei principi sanciti dal secondo comma dell’articolo 9 della
Costituzione e delle norme comunitarie e nazionali, con particolare riferimento
al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del
paesaggio), al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia
ambientale), alla legge 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli
spazi verdi urbani), nonché nel rispetto della vigente pianificazione
sovraordinata, riconosce e valorizza l’ecosistema urbano come luogo abitato
dalla componente umana, vegetale e animale in stretta correlazione tra di loro
e l’ambiente. In particolare, valorizza e protegge le aree verdi e le
formazioni vegetali in virtù del ruolo che esse svolgono nell’implementazione
dei servizi ecosistemici, come la riduzione degli inquinanti atmosferici e la
riduzione del dissesto idrogeologico, così da migliorare la qualità della vita
nelle città e realizzare le condizioni che garantiscono la vita delle
alberature e del verde così da implementare i servizi ecosistemici, contribuire
alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, aumentare la
resilienza degli ecosistemi e limitare i rischi legati al dissesto
idrogeologico.
2. Al fine di cui al comma
1, la Regione Calabria fornisce agli enti locali indirizzi per riqualificare,
progettare, gestire, tutelare, fruire e manutenere, secondo criteri di
sostenibilità ambientale, il capitale naturale nel contesto urbano.
3. Le disposizioni della
presente legge si applicano alle aree verdi e alle formazioni vegetali
pubbliche in ambito urbano e sono obbligatorie e vincolanti anche in assenza
delle azioni di intervento di cui all’articolo 2.
4. I Comuni, nelle azioni di intervento di cui
all’articolo 2, possono anche recepire ulteriori indirizzi delle linee guida
elaborate, ai sensi della l. 10/2013, dal Comitato per lo sviluppo del verde
pubblico.
Art. 2
(Azioni di intervento)
1. La Regione Calabria, per
garantire la piena funzionalità e il corretto uso del verde urbano, al fine
della effettiva valorizzazione dello stesso e per godere dei benefici erogati
ai cittadini dai servizi ecosistemici nel breve, medio e lungo periodo, individua
i seguenti tre strumenti tra di loro complementari e non alternativi:
a) censimento comunale del
verde urbano;
b) regolamento comunale del
verde urbano;
c) piano comunale del verde urbano.
Art. 3
(Censimento comunale del verde urbano)
1. Il censimento del verde
in aree urbane è il primo strumento conoscitivo, propedeutico alla corretta
programmazione, pianificazione, progettazione, valorizzazione ed eventuale
riqualificazione del patrimonio verde urbano, nonché fondamentale per la stima degli
investimenti economici necessari compatibilmente con le risorse presenti nel
bilancio dell’ente.
2. I Comuni, fermo restando la predisposizione del
bilancio arboreo prevista dall’articolo 3-bis della legge 29 gennaio 1992, n.
113 (Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni
neonato, a seguito della registrazione anagrafica), provvedono, ogni tre anni,
al censimento del verde urbano nei territori di competenza.
Art. 4
(Regolamento comunale del verde urbano)
1. Il regolamento comunale
del verde contiene prescrizioni specifiche e indicazioni tecniche minime,
obbligatorie e vincolanti, nel rispetto degli obblighi, dei divieti e degli
indirizzi fissati dalla presente legge, per le politiche di riqualificazione,
progettazione, gestione, tutela, fruizione e manutenzione del verde urbano.
2. Il regolamento comunale
del verde urbano, in particolare, contiene i seguenti elementi minimi:
a) Disposizioni
introduttive, contenenti:
1) oggetto, principi e
finalità;
2) funzioni, tipologie di
verde urbano e ambiti di applicazione;
3) indicazioni sulle
modalità di sensibilizzazione, promozione e coinvolgimento del cittadino e
delle scuole riguardo la cultura del verde come patrimonio comune;
4) disciplina della modalità
di affidamento e sponsorizzazione;
5) riferimenti alla
normativa sovraordinata e inquadramento degli strumenti di pianificazione
vigenti;
b) Gestione del verde
preesistente, contenente:
1) norme e criteri generali
per la tutela, la salvaguardia e la corretta manutenzione delle aree verdi;
2) norme e criteri generali
di gestione delle alberature in termini di cura, potatura, rinnovo, trapianto,
tenendo conto dei divieti di cui all’articolo 6;
3) norme di allestimento e
conduzione di cantieri edili in aree con presenza di alberi o di altra
vegetazione e definizione delle modalità d’intervento nel sottosuolo in
prossimità di alberature;
4) difesa fitosanitaria;
5) tutela e corretta
gestione degli alberi di pregio e monumentali, anche ai sensi delle norme di
attuazione del Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica, nel
rispetto del d.lgs. 42/2004 e delle disposizioni di cui all’articolo 7 della l.
10/2013;
c) Progettazione del nuovo
verde, contenente:
1) predisposizione delle
linee guida progettuali e norme per la corretta piantumazione;
2) definizione dell’iter
autorizzativo;
3) elenco di specie
autoctone, a integrazione di quelle previste dall’articolo 19, comma 2, del
regolamento regionale 9 aprile 2020, n. 2, di attuazione della legge regionale
12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale
regionale);
4) procedure di
autorizzazione e di comunicazione degli interventi di abbattimento degli alberi
e indicazioni delle misure di compensazione ambientale;
5) divieti relativi
all’immissione di specie alloctone nel verde pubblico di cui al regolamento
(UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014,
recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione
delle specie esotiche invasive;
d) Norme speciali,
contenenti:
1) indicazione delle
modalità di riuso del materiale vegetale di risulta dalle attività di
manutenzione del verde urbano, nel rispetto nella normativa vigente in materia;
2) definizione del sistema
sanzionatorio per le azioni di trasgressione;
3) indicazione delle
modalità di intervento ed eventuale ripristino in caso di manomissione o
danneggiamento di alberi ed aree verdi con relativa stima del danno;
4) norme di corretto
utilizzo di aree verdi;
5) procedure di
autorizzazione degli interventi di abbattimento degli alberi e indicazione
delle misure di compensazione ambientale;
6) ambiti di applicazione ed
esclusione;
7) definizione dei criteri
generali per il censimento del verde e del piano del verde;
8) norme tecniche;
9) eventuale disciplina di
affidamento degli orti urbani.
3. I Comuni, tramite il
Consiglio comunale, approvano, unitamente al piano comunale del verde urbano di
cui all’articolo 5, il regolamento comunale del verde urbano.
4. Per le superfici comprese entro il perimetro di aree
protette o sottoposte a vincoli sovraordinati, il regolamento si applica per le
prescrizioni compatibili con le relative norme.
Art. 5
(Piano comunale del verde urbano)
1. Il piano strutturale
comunale individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano valutando
il rinvio a specifici piani delle politiche di riqualificazione, gestione e
manutenzione.
2. Il piano
comunale del verde urbano di cui alla presente legge, elaborato dal Comune
nell’ambito della strumentazione urbanistica comunale vigente e approvato dal
Consiglio comunale, costituisce il piano specifico delle politiche di
riqualificazione, progettazione, gestione, tutela, fruizione e manutenzione del
verde urbano, nel rispetto di quanto previsto dal regolamento di cui
all’articolo 4.
Art.
6
(Linee operative per gli enti locali. Obblighi e divieti)
1. Nel rispetto della
presente legge i Comuni sono tenuti ad osservare i seguenti obblighi e divieti:
a) obblighi:
1) preservare dal
danneggiamento e dall’abbattimento la vegetazione arborea cittadina di
rilevanza paesaggistica, botanica, storico-culturale o monumentale prevedendo
un impianto sanzionatorio a rafforzamento della stessa;
2) incrementare all’interno
dei propri territori le alberature nelle strade e nelle piazze pubbliche, nei
filari alberati, nei parchi e giardini pubblici;
3) censire, pianificare e
progettare l’implementazione di reti ecologiche cittadine con connessioni alle
aree periurbane;
4) prevedere un sistema di
controllo per evitare danni alla componente verde, e in particolare arborea,
cittadina e la riduzione dello spazio vitale necessario alla stessa;
b) divieti:
1) capitozzare, abbattere,
eradicare, danneggiare alberi e siepi;
2) danneggiare le reti
ecologiche cittadine;
3) intervenire, nei periodi
di nidificazione, sulla vegetazione ospitante nidificazioni dell’avifauna
migratoria o della fauna urbana;
4) autorizzare
l’asfaltatura, la pavimentazione o la cementificazione delle siepi, delle
aiuole e delle piazzole riservate agli alberi.
2. Eventuali interventi di cui alla lettera b) del comma
1 possono essere previsti solo in presenza di casi di documentate esigenze di
carattere fitosanitario o di tutela dell’incolumità pubblica.
Art.
7
(Linee operative per il
rispetto della naturalità degli alberi, delle siepi, componenti arbustive ed
erbacee perenni)
1. La potatura ordinaria
degli alberi collocati in contesti naturali, parchi o giardini, è limitata a
interventi di correzione e messa in sicurezza.
2. Gli alberi inseriti in
ambiente urbano sono oggetto di potatura, funzionale allo sviluppo e alla
crescita in rapporto ai vincoli dati dalle costruzioni e infrastrutture
circostanti.
3. La potatura deve essere
autorizzata dall’amministrazione comunale ed eseguita nel rispetto dei seguenti
criteri:
a) deve essere limitata alla
sola rimozione delle porzioni di chioma prive di attività vegetativa o di
quelle lesionate o alterate da attacchi di natura fitosanitaria e da altri
danni di natura abiotica, che possono pregiudicare la salute della pianta o la
sua stabilità ovvero a quelle strettamente necessarie, escludendo interventi
che alterano in maniera sostanziale la struttura della pianta, ne compromettono
la crescita e ne pregiudicano la sopravvivenza;
b) gli interventi ordinari,
effettuati per limitare l’espansione della chioma, non devono interessare,
salvo i casi di rami secchi o i danni di natura fitosanitaria, rami di primo e
di secondo ordine, ad esclusione delle alberature geometriche;
c) gli interventi di
potatura straordinaria riguardante rami di primo e di secondo ordine devono
essere effettuati sulla base di specifiche valutazioni tecniche.
4. È vietato l’abbattimento
degli alberi e delle siepi senza l’autorizzazione del Comune, che può essere
concessa esclusivamente nei seguenti casi:
a) documentate esigenze
legate a interventi di lotta obbligatoria o di incolumità pubblica;
b) realizzazione di opere
pubbliche o di pubblica utilità;
c) edificazione e
ristrutturazione di costruzioni edilizie;
d) diradamento selettivo per
la riduzione della competizione e il mantenimento di un più equilibrato
sviluppo strutturale e vegetativo;
e) alberi o siepi o
componenti arbustive ed erbacee perenni che arrecano danno a costruzioni,
manufatti o a reti tecnologiche;
f) alberi o siepi o
componenti arbustive ed erbacee perenni completamente secchi o schiantati;
g) esecuzione di sentenze
passate in giudicato;
h)
mantenimento delle distanze di sicurezza previste da leggi e da regolamenti a
tutela di determinati beni e impianti.
Art.
8
(Indirizzi per la piantagione compensativa)
1. Al fine di garantire la
conservazione e la rinnovazione del patrimonio arboreo o delle siepi o delle
componenti arbustive ed erbacee perenni estirpate, per ogni albero abbattuto o
per ogni siepe o componente arbustiva ed erbacea perenne estirpata, è prevista
la piantagione, rispettivamente, di due o più alberi appartenenti alle stesse
specie, salvo i casi di specie alloctone invasive, da eseguire, nei limiti
delle disponibilità di bilancio dei Comuni, entro sei mesi dalla data
dell’autorizzazione all’abbattimento.
2. Nell’autorizzazione
all’abbattimento sono indicate le caratteristiche degli alberi o delle siepi o
delle componenti arbustive ed erbacee perenni da mettere a dimora, le modalità
e i luoghi di impianto. In particolare, per ogni nuovo albero messo a dimora,
per compensazione o per altri motivi, l’aiuola di pertinenza deve essere di
dimensioni congrue rispetto alle dimensioni dell’albero adulto e, comunque, non
inferiore a un quadrato di 1,2 metri di lato, oppure a una circonferenza con
diametro non inferiore a 1,4 metri, con una superficie, in entrambi i casi, non
inferiore a 1,44 metri quadrati.
3. Le procedure di
autorizzazione e i criteri per la piantagione compensativa sono disciplinati
dal regolamento comunale di cui all’articolo 4.
4. Ai sensi della l. 113/1992, resta fermo l’obbligo per
i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti di provvedere, entro sei
mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun
minore adottato, di porre a dimora un albero nel territorio comunale. Con la
presente legge tale obbligo è esteso ai Comuni con popolazione superiore ai
3.000 abitanti, nei limiti delle disponibilità di bilancio dei Comuni.
Art. 9
(Misure di sostegno e premialità)
1. Ai fini dell’attuazione
della presente legge, con particolare riferimento alla piantagione compensativa
di cui all’articolo 8, i Comuni possono richiedere piante sostitutive ad
Azienda Calabria Verde, gratuitamente per i Comuni e nei limiti delle disponibilità
di bilancio dell’Azienda.
2. Ai Comuni adempienti sono
riconosciute premialità nella concessione dei finanziamenti regionali di
settore, anche a valere su fondi della programmazione comunitaria e nazionale.
Art. 10
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dalla presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
1
(Modifiche dell’art. 1 della l.r.18/2007)
1. All’articolo 1 della
legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici) sono
apportate le seguenti modifiche:
a) nei commi 2 e 3 le
parole: “le proprietà collettive” sono sostituite dalle seguenti: “i domini
collettivi”;
b) il comma 5 è abrogato.
Art. 2
(Abrogazione dell’articolo 2 della l.r.
18/2007)
1. L’articolo 2 della l.r.
18/2007 è abrogato.
Art. 3
(Modifiche dell’articolo 3 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 3 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 2, 3 e 4 sono
abrogati;
b) il comma 5 è sostituito
dal seguente:
“5. Sui terreni gravati da usi civici è imposto il
vincolo paesaggistico ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera h) del
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del
paesaggio). Tale vincolo è mantenuto anche in caso di liquidazione degli stessi
beni.”.
Art. 4
(Modifiche dell’articolo 4 della l.r. 18/2007)
1. Il comma 2 dell’articolo 4 della l.r.
18/2007 è abrogato.
Art. 5
(Modifiche dell’articolo 5 della l.r. 18/2007)
1.
Il comma 2 dell’articolo 5 della l.r. 18/2007 è
abrogato.
Art.
6
(Modifiche dell’articolo 6 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 6 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla fine del comma 1 le
parole: “presente legge” sono sostituite dalle seguenti: “legislazione
vigente”;
b) i commi 2 e 3 sono abrogati.
Art. 7
(Abrogazione degli articoli 7 e 8 della l.r.
18/2007)
1. Gli articoli 7 e 8 della l.r.
18/2007 sono abrogati.
Art. 8
(Modifiche dell’articolo 9 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 9 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nella rubrica
dell’articolo, le parole: “delle terre civiche” sono sostituite dalle seguenti:
“degli usi civici”;
b) alla fine del comma 1,
dopo la parola: “accertamento”, sono aggiunte le seguenti: “da comunicare al
ministero competente”;
c) nell’alinea del comma 2 le parole: “con deliberazione
prevista all’articolo precedente” sono soppresse.
Art. 9
(Modifiche all’articolo 10 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 10 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) la rubrica dell’articolo
è sostituita dalla seguente: “Registro generale degli usi civici”;
b) il comma 1 è sostituito
dal seguente:
“1. La Regione, d’intesa con
i Comuni, provvede a formare il Registro generale degli usi civici con funzioni
di pubblicità puramente notiziale, e a pubblicarlo sui siti web istituzionali
regionali e comunali, per quanto di loro competenza.”;
c) il comma 2 è abrogato;
d) il comma 3 è così
modificato:
1) l’alinea è sostituito dal
seguente: “Il regolamento per la redazione del Registro generale degli usi
civici, adottato e tenuto dal competente dirigente generale, comprende:”
2) alla lettera a), le
parole: “dell’inventario” sono sostituite dalle seguenti: “del Registro”;
3) alla fine della lettera b), le parole: “l’inventario”
sono sostituite dalle seguenti: “il Registro”.
Art. 10
(Abrogazione dell’articolo 11 della l.r.
18/2007)
1. L’articolo 11 della l.r.
18/2007 è abrogato.
Art. 11
(Modifiche dell’articolo 12 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 12 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla fine del comma 2,
sono aggiunte le seguenti parole: “nel rispetto della normativa vigente”;
b) il comma 4 è sostituito
dal seguente:
“4. Il Piano è depositato presso il Comune o i Comuni
interessati per almeno trenta giorni. Del deposito è data immediata notizia
nell’albo pretorio del Comune, specificando la data di inizio e cessazione del
deposito. Nei trenta giorni successivi alla pubblicazione dell’avviso di
deposito i cittadini, le loro associazioni e gli Enti possono presentare
osservazioni.”.
Art. 12
(Modifiche dell’articolo 13 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 13 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nella rubrica
dell’articolo la parola: “Albo” è sostituita dalla seguente: “Elenco”;
b) il comma 1 è sostituito
dal seguente:
“1. La Giunta regionale cura
la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco regionale degli istruttori e periti
demaniali in materia di usi civici.”;
c) il comma 2 è abrogato;
d) al comma 3 la parola:
“albo” è sostituita dalla seguente: “elenco”;
e) alla fine del comma 4 le parole: “nonché i rimborsi e
le indennità ai membri della stessa” sono soppresse.
Art.
13
(Modifiche dell’articolo 14 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 14 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito
dal seguente:
“1. Le funzioni
amministrative in materia di usi civici sono delegate ai Comuni nel rispetto
della normativa statale vigente.”;
b) alla fine del comma 2 le parole: “all’Amministrazione
provinciale.” sono sostituite dalle seguenti: “a ciascun Comune in relazione
alla parte di territorio di competenza.”.
Art. 14
(Modifiche dell’articolo 15 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 15 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito
dal seguente:
“1. Le Amministrazioni
comunali, ove non sia espressamente prevista la competenza di altro organo,
adottano l'atto finale del procedimento con deliberazione della Giunta comunale
in esito all'istruttoria affidata al perito istruttore demaniale, nel rispetto delle
vigenti disposizioni legislative.”;
b) il comma 2 è sostituito
dal seguente:
“2. Il provvedimento finale
diviene efficace a seguito di controllo del dipartimento competente, che
esercita l’esame di legittimità sul provvedimento.”;
c) il comma 3 è sostituito
dal seguente:
“3. Il dipartimento
competente esamina i provvedimenti delle Amministrazioni comunali, che sono
trasmessi alla Regione, completi di tutti gli allegati e degli atti istruttori,
nel termine di novanta giorni dalla ricezione.”;
d) il comma 4 è sostituito
dal seguente:
“4. Il dipartimento può
chiedere, per una sola volta, chiarimenti, documenti o integrazioni
istruttorie; in tal caso il temine è interrotto e riprende a decorrere per
intero dalla ricezione degli atti richiesti.”;
e) i commi 6 e 7 sono
abrogati;
f) il comma 8 è sostituito
dal seguente:
“8. Le spese per l'istruttoria dei procedimenti,
relativamente ai compensi di periti ed istruttori demaniali, sono a carico
delle parti private interessate e sono determinati in misura non superiore a
quella prevista dalla normativa vigente in materia. La parcella professionale è
validata dal Comune a conclusione delle operazioni demaniali affidate, previo
parere di congruità del Comune ai sensi della normativa vigente, e
successivamente, al controllo di cui al comma 3.”.
Art. 15
(Modifiche dell’articolo 16 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 16 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 2 è sostituito
dal seguente:
“2. A tal fine, il
dipartimento competente assegna all'ente inadempiente il termine di sessanta
giorni per provvedere.”;
b) alla fine del comma 3, le parole: “novanta giorni,
ovvero avoca all'amministrazione regionale il procedimento, impartendo le
opportune disposizioni per la sua definizione” sono sostituite dalle seguenti:
“sessanta giorni.”.
Art. 16
(Modifiche dell’articolo 17 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 17 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, le parole:
“della legge e del regolamento regionale” sono sostituite dalle seguenti:
“della legislazione vigente”;
b) i commi 3, 4, 5 e 6 sono abrogati.
Art. 17
(Modifiche dell’articolo 18 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 18 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito
dal seguente:
“1. La funzione
amministrativa concernente la verifica demaniale delle terre oggetto di usi
civici è esercitata dal Comune.”;
b) al comma 4, le parole: “dall’art. 18 della legge 8
luglio 1986 n. 349” sono sostituite dalle seguenti: “dalla normativa vigente”.
Art. 18
(Modifiche dell’articolo 19 della l.r. 18/2007)
1. Il comma 2 dell’articolo
19 della l.r. 18/2007 è sostituito dal seguente:
“2. Il valore della
legittimazione per i terreni agricoli è pari al Valore Agricolo Medio della
coltura presente diminuita dalle migliorie aumentato di almeno dieci annualità
di interessi. Il valore del terreno deve tenere conto delle peculiarità della zona
decurtando dal valore il 10 per cento per la difficoltà o assenza di strade, il
5 per cento per l’esposizione e il 5 per cento per la pendenza del terreno.”.
2. Dopo il comma 2 sono
aggiunti i seguenti:
“2-bis Il valore della
legittimazione per i terreni edificabili è pari ai valori utilizzati dal Comune
per il calcolo dell’IMU rivalutato secondo i coefficienti ISTAT.
2-ter Il valore del canone enfiteutico da assegnare ai
terreni, ai fabbricati rurali o diruti è pari al reddito dominicale riferito
alla qualità del pascolo della prima classe o in mancanza di questa al valore
della classe unica.”.
Art. 19
(Modifiche dell’articolo 20 della l.r. 18/2007)
1. All’articolo 20 della l.r. 18/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito
dal seguente: “1. L’affrancazione del canone è concessa dall’Ente concedente,
su richiesta dell’avente diritto, nei termini e alle condizioni previste dalla
legge statale vigente.”;
b) i commi 3, 4 e 5 sono
abrogati;
c) dopo il comma 6 sono
aggiunti i seguenti:
“7. Per i terreni agricoli
l’affrancazione dei canoni relativa ai rapporti legittimi si opera mediante il
pagamento di una somma pari a quindici volte il loro valore. Nel caso in cui il
valore del canone non è individuabile, né si può calcolare con i criteri
riportati negli atti in archivio, viene assegnato quale valore del canone il
reddito dominicale risultante dalla visura cartacea dell’impianto rilasciata
presso gli uffici dell’Agenzia del territorio o Agenzia delle entrate.
8. Per i terreni edificabili l’affrancazione dei canoni
relativa ai rapporti legittimi si opera mediante il pagamento di una somma pari
a quindici volte il loro valore. Nel caso in cui il valore del canone non è
individuabile, viene assegnato quale valore del canone il reddito dominicale
risultante dalla visura catastale digitale.”.
Art. 20
(Modifiche dell’articolo 21 della l.r. 18/2007)
1. Il comma 3 dell’articolo 21 della l.r.
18/2007 è abrogato.
Art. 21
(Sostituzione dell’articolo 22 della l.r.
18/2007)
1. L’articolo 22 è
sostituito dal seguente:
“Art. 22
(Vigilanza)
1. Per i fini di vigilanza,
accertamento e tutela delle terre di uso civico previsti negli articoli
precedenti, i Comuni si avvalgono del personale di polizia municipale e del
Comando unità forestali, ambientali ed agroalimentari dei Carabinieri.
2. A tal fine la Giunta regionale promuove la
conclusione di apposita convenzione con il Comando unità forestali, ambientali
ed agroalimentari dei Carabinieri ovvero procede alla integrazione degli
accordi esistenti.”.
Art. 22
(Sostituzione dell’articolo 25 della l.r.
18/2007)
1. L’articolo 25 è
sostituito dal seguente:
“Art. 25
(Norma transitoria)
1. Tutte le istanze in
materia di usi civici sono istruite nel rispetto della normativa vigente alla
data di presentazione delle medesime.”.
Art. 23
(Abrogazione degli articoli 26, 27, 28 e 29 della l.r.
18/2007)
1. Gli articoli 26, 27, 28 e 29 sono abrogati.
Art. 24
(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Il Consiglio regionale della
Calabria
premesso che:
- il settore turistico balneare
ha assunto da sempre aspetti fondamentali per l’intera economia della Regione
Calabria ed è in costante evoluzione caratterizzato da un sistema complesso e
dalla forte eterogeneità, composto per lo più da piccole imprese quasi sempre a
conduzione familiare;
- il settore ha una notevole
ricaduta sia in termini di indotto che di salvaguardia e tutela dell’ambiente
costiero, oltre a garantire l’ottimale fruizione del “bene mare” nella stagione
estiva;
- in tema di concessioni
demaniali marittime, fluviali e lacuali ad uso turistico-ricreativo si è
registrato di recente:
1) l’intervento della Corte di
Giustizia con la sentenza n. 348/2022 del 20.4.2022 la quale ha ritenuto
sussistente l’obbligo per gli Stati membri di adottare una procedura ad
evidenza pubblica solo in caso di accertata scarsità della risorsa naturale (paragrafo
n.71 Sent. cit.), che pertanto non può presumersi come invece aveva affermato
l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le sentenze gemelle nn. 17 e 18 del novembre 2021;
2) la sentenza dell’Adunanza
Plenaria è stata cassata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione
con sentenza del 23.11.2023, n. 32559;
3) il Tavolo tecnico istituito
ai sensi dell’articolo 10 quater del D.L. 198/2022 per delineare i criteri per
la scarsità della risorsa naturale ha parzialmente concluso l’iter, dovendosi
ancora acquisire i dati relativi ai titoli concessori assegnati su laghi e
fiumi;
rilevato che:
- la direttiva n. 2006/123/CE,
c.d. Direttiva Bolkestein, ha colpito in maniera incontrovertibile le attività
economiche insistenti sul demanio marittimo, lacuale e fluviale operanti
all’interno del territorio regionale;
- la sentenza della Corte di
Giustizia 14 luglio 2016 resa nelle cause riunite C-458/14(Promo-impresa) e
C-67/15 (Melis + altri) al paragrafo n. 41 ha ritenuto che le concessioni
demaniali marittime, lacuali e fluviali, “possono quindi essere qualificate
come «autorizzazioni», ai sensi delle disposizioni della direttiva 2006/123, in
quanto costituiscono atti formali, qualunque sia la loro qualificazione nel
diritto nazionale, che i prestatori devono ottenere dalle autorità nazionali al
fine di poter esercitare la loro attività economica” e ferma, in ogni caso, la
rilevante riserva contenuta ai successivi paragrafi n. 44 e 45 secondo cui
spetta al giudice nazionale stabilire se tali atti possano costituire
concessioni di servizi inquanto “(ne) risulta che le disposizioni relative ai
regimi di autorizzazione della direttiva2006/123 non sono applicabili a
concessioni di servizi pubblici..”, dovendosi preferire la ricostruzione che
propende per il loro inquadramento quali concessioni di beni “È quindi con questa
riserva che la Corte risponde alle questioni sollevate (cfr. paragrafo n.62)”;
- in ogni caso, il regime
ordinario delle “autorizzazioni” è riportato all’articolo 11 della Direttiva,
rubricato “Durata e validità della autorizzazione” e prevede al paragrafo 1
che: “L’autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata, ad
eccezione dei casi seguenti: a) l’autorizzazione prevede il rinnovo automatico
o è esclusivamente soggetta al costante rispetto dei requisiti; b) il numero di
autorizzazioni disponibili è limitato da un motivo imperativo di interesse
generale; o c) una durata limitata è giustificata da un motivo imperativo di
interesse generale”, sicché deve ritenersi che il rinnovo automatico è
compatibile con la Direttiva laddove l’autorizzazione abbia una durata limitata
nel tempo;
- quale eccezione al regime
ordinario di durata delle autorizzazioni precedentemente riportato, l’articolo
12 della Direttiva rubricato “Selezione tra diversi candidati” prevede che
“Qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività
sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità
tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione
tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di
imparzialità e di trasparenza e
preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e
del suo svolgimento e completamento”;
- il paragrafo n. 2
dell’articolo 12 contempla il divieto del rinnovo automatico solo ove ricorrano
i presupposti del citato paragrafo 1, ovvero allorquando “il numero di
autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via
della scarsità delle risorse naturali”.
- del tutto coerentemente la
Corte di Giustizia nella causa C-348/22 ha ribadito il divieto di proroghe
automatiche e generalizzate (precedente sentenza Promoimpresa)
senza il previo accertamento della scarsità della risorsa naturale come
agevolmente può evincersi dalla lettura del paragrafo n. 71 della citata
sentenza del 20 aprile 2023;
- la CGUE ha ritenuto
inapplicabili le norme della Direttiva ai rapporti concessori sorti prima della
scadenza del termine del suo recepimento, ossia il 28 dicembre 2009 (cfr.
paragrafon.73).
- contestualmente, la CGUE,
rimeditando le conclusioni contenute nella sentenza Promo-impresa ha demandato
allo Stato membro ovvero allo Stato-Amministrazione e non al giudice nazionale
l’individuazione dei criteri per la determinazione della scarsità della risorsa
naturale, nello specifico affermando che: “Infatti, alla luce del suo tenore
letterale, l'articolo12, paragrafo 1, della direttiva 2006/123 conferisce agli
Stati membri un certo margine di discrezionalità nella scelta dei criteri
applicabili alla valutazione della scarsità delle risorse naturali. Tale
margine di discrezionalità può condurli a preferire una valutazione generale ea
stratta, valida per tutto il territorio nazionale, ma anche, al contrario, a
privilegiare un approccio caso per caso, che ponga l'accento sulla situazione
esistente nel territorio costiero di un comune o dell'autorità amministrativa
competente, o addirittura a combinare tali due approcci” (cfr. paragrafo n.
41).
- la CGUE ha ulteriormente
statuito che: “In ogni caso, è necessario che i criteri adottati da uno Stato
membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino
su criteri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”;
- il legislatore italiano con la
legge 5 agosto 2022 n. 118 (e già prima con la legge 30 dicembre2018 n. 145)
aveva affermato la necessità di eseguire una mappatura dei titoli concessori. E
tale accertamento, quale presupposto applicativo dell’articolo 12 della
Direttiva, è stato integrato con l’articolo 10 quater del D.L. n.198/2022
recante la previsione per cui: “È istituito presso la Presidenza del Consiglio
dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia
di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali (.) Il tavolo tecnico di
cui al comma 1, acquisiti i dati relativi a tutti i rapporti concessori in
essere delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali, elaborati ai sensi
all'articolo 2 della legge 5 agosto 2022,n. 118, definisce i criteri tecnici
per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale
disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello
disaggregato a livello regionale, e della rilevanza economica transfrontaliera”;
- con la medesima legge n.
118/2022 è stata recepita la giurisprudenza del Consiglio di Stato resa in
Adunanza Plenaria (sentenza n. 18 del 2021) successivamente cassata dalle
Sezioni Unite delle Suprema Corte con sentenza del 23.11.2023, n. 32559 ed in base
alla quale la scadenza dei titoli concessori veniva fissata al 31 dicembre
2023, ostacolando il legislatore ad intervenire normativamente sulla scadenza
dei titoli nelle forme già mutuate.
Per quel che specificamente qui
interessa, l’articolo 4 (rubricato “Delega al Governo in materia di affidamento
delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità
turistico-ricreative e sportive”) della legge n. 118/2022, dispone che:
“Al fine di assicurare un più
razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, lacuale e fluviale,
favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa
europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore dei servizi e delle
attività economiche connessi all'utilizzo delle concessioni per finalità
turistico-ricreative e sportive, nel rispetto delle politiche di protezione
dell'ambiente e del patrimonio culturale, il Governo è delegato ad adottare,
entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su
proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del
Ministro del turismo, di concerto con il Ministro della transizione ecologica,
il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico
e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di
Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28agosto
1997, n. 281, uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare
la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali
per finalità turistico-ricreative
e sportive, ivi incluse quelle
affidate ad associazioni e società senza fini di lucro, con esclusione delle
concessioni relative ad aree, strutture e infrastrutture dedicate alla
cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura. I decreti legislativi
di cui al comma 1sono adottati nel rispetto dei seguenti principi e criteri
direttivi, anche in deroga al codice della navigazione: a) …; b) …; c) … e)
definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di affidamento
delle concessioni sulla base dei seguenti criteri: 1) …; …; … 7)previsione
della durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario
per garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli
investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della
concessione e comunque da determinare in ragione dell’entità e della rilevanza
economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi
anche automatici; f) …; g) …; h) …; i) definizione di criteri uniformi per la
quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto
a carico del concessionario subentrante; …”.
Nella delega di cui alla legge
n. 118/2022, pertanto, il legislatore ha previsto - tra i criteri direttivi cui
il Governo dovrà attenersi nell’adozione dei decreti delegati attuativi
-l’introduzione di un “indennizzo” da riconoscere al concessionario uscente,
posto a carico del concessionario subentrante, commisurato alla perdita
dell’avviamento dell’attività commerciale/turistica ed al valore residuo dei
beni immobili e mobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa
durante il periodo concessorio e in ultimo del valore di azienda da
quantificare in sede di assegnazione.
Tale previsione, del resto, si
pone in linea con quanto affermato con le sopra citate pronunce dall’Adunanza
Plenaria del Consiglio di Stato che, come detto, aveva già rilevato la
necessità di tutelare la posizione dei concessionari uscenti mediante un meccanismo
indennitario.
Ancorché il Governo non ha
ancora adottato il decreto o i decreti attuativi della delega prevista dalla L.
118/2022, è evidente che né le Amministrazioni pubbliche né il Giudice
Amministrativo possono prescindere dai criteri fissati dal Parlamento proprio
al fine di dare attuazione ai principi euro unitari delineati in materia a
partire dalla direttiva n. 2006/123/UE.
- il parere motivato elaborato
dalla Commissione europea nell’ambito della procedura d’infrazione n. (2020)
4118 indirizzato alla Repubblica italiana il 16.11.2023 merita di essere
rimeditato e giustamente contrastato alla luce della corretta interpretazione
della Direttiva offerta dalla CGUE con la pronuncia Comune di Ginosa,
C-348/2022, e della suddetta statuizione delle SSUU, la quale, sebbene abbia
inciso il profilo dell’ammissibilità dell’intervento dei terzi in giudizio –
con assorbimento degli altri motivi -, nondimeno ha integralmente cassato le
statuizioni dell’Adunanza Plenaria rimuovendola dall’ordinamento giuridico;
- le Sezioni Unite nel rimettere
la questione nuovamente al Consiglio di Stato per la decisione, hanno formulato
espresso invito a prendere atto “... delle sopravvenienze legislative, avendo
il Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata,
i poteri normativi loro spettanti” con ciò decretandone, definitivamente, la
piena legittimità contrariamente a quanto ritenuto dell’Adunanza Plenaria P.
- è doveroso, nelle more della
scadenza legale dei titoli, attendere se non altro che il legislatore
nazionale, cui unicamente compete in base all’art 117 comma 2, lettera e) Cost.
la tutela della concorrenza (fra le tante Corte Cost. n.202/2020), fissi i
criteri uniformi per la determinazione della scarsità della risorsa naturale e
ridisegni il quadro normativo della materia non essendo consentito alle
Amministrazioni concedenti, a diritto positivo vigente, procedere in maniera
disorganica diversamente da quanto statuito a livello centrale.
Ritenuto che:
- le concessioni assegnate nel
territorio della Regione Calabria, che con atto dell'ente concedente sono
individuati come affidati o rinnovati mediante procedura selettiva con adeguate
garanzie di imparzialità e di trasparenza e, in particolare, con adeguata
pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento,
debbano continuare ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo
titolo e comunque fino al 31 dicembre 2024se il termine previsto è anteriore a
tale data (art. 3, comma 2, legge n.118/2022);
- sull’adeguatezza della
pubblicità, in tema di procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni
demaniali, specie quando non vi siano state istanze concorrenti, è costante
l’indirizzo giurisprudenziale che esclude il riferimento al codice dei
contratti pubblici ma ritiene soddisfatto il requisito di legge mediante
ricorso alla procedura selettiva già prevista nella legislazione speciale del
codice della navigazione (art. 37) e del relativo regolamento di esecuzione
(art. 18) che prevede la pubblicazione delle istanze all’albo pretorio come può
evincersi, ex multis, dalla lettura della
recentissima lettura della sentenza del Consiglio di Stato, 30 novembre 2023 n.
10378/2023 (la quale richiama sia l’AP che la sentenza della CGUE C-348/22),
nel solco di Consiglio di Stato, sezione V, 9 dicembre 2020, n. 7837; T.A.R.
Sicilia Catania, sezione III, sent. n. 82 del 14
gennaio 2021; Consiglio di Stato, sezione V, 16febbraio 2017, n. 688; Consiglio
di Stato, VI Sezione, 26 giugno 2009, n. 5765; etc.;
- ove non vi sia stata adeguata
pubblicità dell’avvio della procedura di assegnazione secondo la procedura del
codice della navigazione (ovvero sia mancata la pubblicazione dell’istanza), i
titoli concessori, nelle more del riordino della materia che tenga conto
dell’art.11 della Direttiva, continuano ad avere efficacia sino il 31 dicembre
2024 (articolo 3, comma 1, legge n. 118/2022) in base al DL n. 198/2023,
dovendosi concordare con le SSUU della Suprema Corte n. 32559/23 che
ricomprendono l’intervento normativo del Governo e del Parlamento, nell’ambito
dei “poteri spettatigli”;
- nondimeno, in presenza di
ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva
entro il 31 dicembre 2024, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di
un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura
stessa, l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di
scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla
conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2025. Fino a
tale data l'occupazione dell'area demaniale da parte del concessionario uscente
è comunque legittima anche in relazione all'articolo 1161 del codice della
navigazione (articolo 3, comma 3, legge n.118/2022);
considerato che:
- sussiste la necessità di
impartire direttive uniformi a sostegno dei comuni delegati fino alla
promulgazione della legge nazionale di riordino delle concessioni demaniali a
cui seguirà la necessaria revisione del Piano di Indirizzo Regionale;
tutto ciò premesso e considerato
- nel rispetto degli articoli 43
e 46 dello Statuto Regionale e della legge regionale n. 17/2005;
impegna la Giunta regionale
- a procedere, di concerto con
la Presidenza del Consiglio regionale, alla costituzione di un tavolo tecnico
permanente, composto da personale esperto in materia di demanio marittimo e
dalle associazioni di categoria, di cui alla legge regionale n. 17/2005;
- a considerare i titoli
concessori, ove non vi sia stata adeguata pubblicità dell’avvio della procedura
di assegnazione, secondo la procedura del codice della navigazione, (ovvero sia
mancata la pubblicazione dell’istanza), nelle more del riordino della materia
che tenga contodell’art.11 della Direttiva, efficaci sino il 31 dicembre 2024;
- ad indicare agli enti delegati
una pianificazione turistica delle aree demaniali marittime quale
programmazione inclusiva e non discriminatoria in linea con le forme di
“conservazione” delle aree già concesse nel rispetto dei precetti di cui alla
legge n. 118/2022, sospendendo sino all’approvazione della riforma delle
concessioni, l’efficacia della pianificazione territoriale e regionale non
conforme alla normativa sopravvenuta e commissariando la predisposizione dei
piani locali non approvati entro il 31.12.2023, attraverso gli Uffici regionali
dotati di pieni poteri;
- ad assegnare le aree demaniali
libere attraverso procedure ad evidenza pubblica, depurate dalle indicazioni
della Legge 118/2022, seguendo le indicazioni di cui al Codice della
Navigazione in stretta osservanza alle indicazioni formulate dalla pianificazione
turistica delle aree demaniali marittime costiere eventualmente predisposta
dalla Regione su commissariamento;
- ad individuare, nelle more
dell’attuazione dei decreti di cui legge n. 118/2022, in caso di affidamenti in
aree già concesse, la definizione di una disciplina uniforme delle procedure
selettive di assegnazioni delle concessioni”, che tenga in considerazione la
legge n.118/2022, come nella scelta del concessionario:
a) “l'esperienza tecnica e
professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione,
secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza”;
b) la “posizione dei soggetti
che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno
utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il
proprio nucleo familiare”;
c) la “previsione di clausole
sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato
nell'attività del concessionario uscente”;
d) la “previsione della durata
della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per
garantire al concessionario l'ammortamento e l'equa remunerazione degli
investimenti autorizzati dall'ente concedente in sede di assegnazione della
concessione e comunque da determinare in ragione dell'entità e della rilevanza
economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi
anche automatici”;
e) la “definizione di criteri
uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al
concessionario uscente e il valore di azienda, posto a carico del
concessionario subentrante”.
Il Consiglio regionale della
Calabria
premesso che:
- con la legge regionale n.
40/2009 e ss.mm.ii. e con il Regolamento regionale di
attuazione n. 8/2023, la Regione Calabria ha regolamentato la materia
dell’attività estrattiva del territorio;
- tra le finalità che la legge
regionale intende perseguire, in particolare, emerge quella di razionalizzare
lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva
che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel
rispetto del preminente interesse pubblico;
- l’attività mineraria è
subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni
quantitative della produzione, nonché a garantire che l’estrazione e l’impiego
delle risorse minerarie regionali avvengano nel quadro della compatibilità con
la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e la tutela degli altri beni e
risorse presenti nel territorio;
- per dare attuazione alle
finalità previste dalla citata legge regionale, risulta indispensabile la
redazione ed approvazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive
(P.R.A.E., art. 6, lr. 40/09 e ss.mm.ii.);
- il P.R.A.E. costituisce l’atto
di pianificazione e programmazione dell’attività estrattiva in tutte le sue
fasi di ricerca, esplorazione, coltivazione, arricchimento e prima
trasformazione delle sostanze minerali per come individuate dalla legge regionale
in materia (art. 2, commi2 e 3);
- in base alla L.R. n. 40/2009 e
ss.mm.ii., recante “Disposizioni in materia di
attività estrattiva nel territorio regionale”, è utile evidenziare come tale
piano “assume efficacia giuridica di piano di settore e valore sovraordinato
sulla pianificazione urbanistica locale”, attraverso il quale la Regione deve
perseguire le finalità di tutela, valorizzazione, utilizzo dei materiali
estrattivi in una prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile;
- nella elaborazione dei
contenuti del PRAE la valutazione strategica assume importanza primaria nella
pianificazione territoriale regionale, dovendo individuare i presupposti della
sostenibilità delle scelte progettuali, orientando la formulazione della
disciplina del Piano in modo da ridurre o mitigare gli impatti prodotti dalle
trasformazioni previste attraverso l'attività estrattiva;
- uno dei principali contenuti
progettuali del PRAE consiste nell’individuazione di determinati ambiti
omogenei entro cui rapportare le diverse azioni tecniche, programmatorie e
pianificatorie a livello regionale;
- nell'ambito della procedura di
VAS del PRAE occorre, quindi, individuare le condizioni di sensibilità,
vulnerabilità e criticità del contesto ambientale e delle risorse interessate
dal Piano, non solo quelli di tipo ambientale ma anche quelli di tipo paesaggistico;
- tali condizioni devono
orientare l’identificazione e la perimetrazione delle aree a vocazione
estrattiva, oltre che la definizione delle regole e delle condizioni alla
trasformazione;
- in funzione delle importanti e
strategiche opere pubbliche infrastrutturali prioritarie già programmate come
il Ponte sullo Stretto, la nuova S.S. 106, l’alta velocità ferroviaria e gli
interventi di difesa costiera e di dissesto idrogeologico, diventa
improcrastinabile definire l’esatta stima di materie minerali prime al fine di
garantirne l’esatto approvvigionamento.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
ad
adottare ogni procedura utile alla elaborazione ed approvazione del previsto
Piano regionale delle Attività Estrattive, P.R.A.E., in attuazione a quanto
previsto dall’art. 6 della legge regionale n. 40 del 2009 e ss.mm.ii.
Art.
1
(Integrazione dell’articolo 1 della legge regionale 37/2022)
1. Dopo il comma 4
dell’articolo 1 della legge regionale 21 ottobre 2022, n. 37 (Disposizioni
straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema
sanitario regionale) sono inseriti i seguenti:
“4-bis. Per affrontare la
carenza di personale medico e infermieristico presso i servizi di elisoccorso e
nelle more degli adempimenti di cui al comma 4-quater, è possibile ricorrere,
per il personale medico, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 89 del
contratto collettivo nazionale di lavoro dell'Area sanità del 23 gennaio 2024,
nonché per il personale infermieristico, alle prestazioni aggiuntive di cui
all'articolo 7, comma 1, lettera d), del contratto collettivo nazionale di
lavoro - triennio 2019-2021, del 2 novembre 2022, relativo al personale del
comparto sanità.
4-ter. Nelle ipotesi di cui
al comma 4-bis, la tariffa oraria per il personale medico è determinata in
misura pari a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a
carico dell'amministrazione, mentre quella per il personale infermieristico è
determinata in misura pari a 40 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli
oneri riflessi a carico dell'amministrazione, nel rispetto dei parametri
stabiliti dall’articolo 11 del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34 (Misure
urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia
elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali)
convertito, con modifiche, in legge 26 maggio 2023, n.56.
4-quater. Entro il 29
febbraio 2024, è pubblicato un avviso finalizzato all’individuazione del
personale in possesso dei requisiti necessari allo svolgimento del servizio.
Con cadenza biennale sono organizzati corsi di formazione e addestramento, per
il reclutamento di ulteriori professionalità mediche ed infermieristiche, da
assegnare al servizio in via ordinaria.
4-quinquies.
La tardiva attuazione delle disposizioni di cui al comma 4-quater è oggetto di
specifica valutazione dell’organismo regionale indipendente di valutazione.”.
Art.
2
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti
dall’attuazione della presente legge, quantificati in 830.000,00 euro per
ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, che non comportano il superamento del
limite della spesa di personale rappresentato dal corrispondente ammontare
dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento, come previsto dall’articolo 2,
comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Legge finanziaria 2010), per
come richiamato dall’articolo 11, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n.
35 (Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e
altre misure urgenti in materia sanitaria), convertito, con modifiche, in legge
25 giugno 2019, n. 60, per il 2024, si provvede mediante imputazione della
spesa sulle risorse del bilancio regionale derivanti dal gettito fiscale
conseguente all’attivazione delle misure di cui all’articolo 1, comma 174,
della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Legge finanziaria 2005), a valere sulla
parte eccedente il concorso all’equilibrio del sistema sanitario regionale
dell’anno 2022, quantificato in 50.000.000 euro circa.
2. Le risorse di cui al comma 1 ammontano a complessivi
2.490.000 euro nel triennio.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1.La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.