XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 7
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SEDUTA Di martedì 8 MARZO 2022
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E
DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 12,52
Fine lavori h. 15,39
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
La seduta
inizia alle 12,52
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Prima di passare ai lavori, Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri regionali, anzitutto voglio fare gli auguri a tutte le donne calabresi.
Voglio esprimere – associati alla speranza che la pace abbia il sopravvento sulla guerra –gli auguri del Consiglio regionale alle donne ucraine che vivono in Calabria e a tutte le donne del popolo ucraino che stanno resistendo all’aggressione unilaterale dell’esercito russo.
Sono dell’avviso che, per costruire una società più giusta, occorra avere il massimo rispetto per la condizione femminile in tutte le sue espressioni, non solo l’8 marzo ma tutti giorni dell’anno.
Abbiamo deciso di tenere, oggi, una seduta del Consiglio per approvare la legge, recante “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile”, proposta dalla Giunta regionale su input della vicepresidente Giusi Princi, esaminata positivamente dalle Commissioni competenti e su cui relazionerà il consigliere Michele Comito, Presidente della terza Commissione.
E l’abbiamo voluto fare col proposito di festeggiare l’8 marzo, traducendo i buoni propositi che si nutrono nelle ricorrenze in provvedimenti legislativi di contrasto al marcato divario di genere nel mondo del lavoro, che colloca le regioni meridionali agli ultimi posti dell’Unione europea.
Se si sommano i dati che certificano lo svantaggio delle donne calabresi - meno occupate, più esposte ai lavori precari, spesso utilizzate senza adeguata valutazione di titoli di studio e professionalità e meno retribuite degli uomini - alla fragilità del welfare calabrese che aggrava la scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro, si ravvisa in Calabria la persistenza di un’irrisolta questione femminile e di un quadro di problematiche a cui dobbiamo prestare attenzione, energie e risorse.
E possiamo farlo, oggi, con più speranza di riuscirci, grazie anche
alla presenza in Consiglio di otto donne: sei consigliere regionali (Amalia
Bruni, Katya Gentile, Pasqualina Straface, Valeria
Fedele, Luciana De Francesco, Simona Loizzo) a cui si aggiungono la
vicepresidente Giuseppina Princi e l'assessore Tilde Minasi.
Spiegheranno, il relatore e i consiglieri che interverranno, i
contenuti della legge che oggi discutiamo e gli impegni per il prossimo futuro
su questo specifico fronte.
L'obiettivo del PNRR è un aumento del 4 per cento di donne occupate
entro il 2026. Un obiettivo che potrà ridurre il distacco che vi è tra
l’Italia, che oggi in Europa ha la quota più bassa di donne che lavorano, il 53,1
per cento, a fronte della media europea del 67,4 per cento, senza però
dimenticare la gravita quantitativa e qualitativa delle diseguaglianze di
genere nel Mezzogiorno, dove lavora, come certificato dall’Istat, una
donna su tre, il 33 per cento contro il 50,5 per cento nazionale.
Ebbene, alla vigilia di uno degli investimenti più ragguardevoli dal
dopoguerra, il PNRR, l’auspicio è che leggi, come quella che oggi approviamo,
rientrino in una efficace strategia regionale, nazionale ed europea per
agevolare, a una quota consistente di donne, l’entrata nel mercato del lavoro e
aumentare reddito e consumi, partecipando cosi alla ricostruzione dell’economia
nazionale e alla crescita del Sud.
Tutto senza dimenticare che le difficoltà delle donne si possono fronteggiare
potenziando i cosiddetti servizi di cittadinanza: asili nido, tempo pieno a
scuola, sostegni per anziani e disabili.
Serve una terapia d’urto, come sostengono alcuni economisti che
ipotizzano una tassazione più favorevole sul lavoro delle donne, ma serve anche
un cambio di mentalità e di modello di sviluppo che, in linea con le previsioni
dell’articolo 37 della Costituzione che
vieta ogni discriminazione, annulli il divario di genere nell’interesse delle
donne e nell’interesse del Paese.
Passiamo al punto uno dell'ordine del giorno con la
proposta di legge 43/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure
per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per
l'occupazione femminile”.
Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare il
provvedimento.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri. Bisogna dare
atto che la Giunta Regionale, in questi primi mesi di amministrazione, ha
trasmesso a tutti noi dinamismo e concretezza.
Anche oggi, giornata internazionale della Donna – che
vuole ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche che essere
occasione per evidenziare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono
ancora oggetto in ogni parte del mondo – la Giunta regionale, il presidente
Occhiuto, la vicepresidente Princi, che ringrazio per lo scambio di idee che ha
voluto concedermi in questa occasione, gli assessori tutti hanno voluto offrire
risposte e soluzioni concrete.
Una proposta di legge che più di qualsiasi gesto
simbolico, di qualsiasi fiore, risponde oggi e vuole testimoniare rispetto,
vuole onorare la donna. Un atto che apre un altro capitolo di conquista sociale
nel rispetto dell’equità.
Certo, quando ho visto la proposta arrivare in
Commissione, non nascondo di aver avuto un momento di sorpresa e, alla
sorpresa, è seguita poi una giusta riflessione.
Sorpresa perché il tema della disparità di genere è stato
uno dei motivi di sciopero nei miei anni liceo, al pari di tante altre rivalse
di quegli anni. E vi assicuro che ne sono passati di decenni!
E dopo decenni di lotte dedicate
al superamento di inqualificabili retaggi culturali, pensavo che il diritto all’uguaglianza fosse ormai
radicato nelle coscienze di tutti, ancora di più dopo l’entrata in vigore del decreto
legislativo 198/2006, in ottemperanza alla “Convenzione dell’Organizzazione
internazionale del lavoro numero 190 sull’eliminazione della violenza e delle
molestie sul luogo di lavoro”.
Purtroppo, non ci si può esimere dal prendere atto che il
cammino è ancora lungo e che il problema si manifesta, oggi, non solo secondo
gli schemi classici di retaggi e stereotipi culturali che facciamo fatica a
estirpare, ma anche sotto profili nuovi e diversi in considerazione dell’evolversi
della nostra società.
La proposta di legge ne dà piena testimonianza e si
propone attraverso la previsione di misure volte a fronteggiare le profonde
differenze occupazionali, retributive e attinenti alla progressione in carriera
e volte a reprimere condotte di violenza verbale e di violenza fisica.
Certamente il problema ha forti radici culturali e
ripropone la persistente logica della prevaricazione; la prevaricazione del più
forte sul più debole.
L’intervento delle istituzioni deve essere massiccio e in
grado di permeare in ogni contesto della vita sociale: dalla casa, alla scuola,
fino al mercato del lavoro.
L’obiettivo della parità di genere deve essere un faro
che ci consenta di far luce su ogni spazio lasciato in penombra, così da
intervenire quotidianamente ogni qualvolta ciò si renda necessario.
Ecco perché sono orgoglioso, oggi, di introdurre questa
proposta di legge, che rappresenta l'unico vero modo col quale l'azione
pubblica assicura la piena tutela di diritti fondamentali, con la sensibilità
del rispetto. Solo il raggiungimento di un equo sistema di cittadinanza può
favorire un reale e civile sviluppo socio-economico del territorio,
particolarmente adesso che si affacciano tante opportunità di ripresa.
Grazie ancora, vicepresidente Princi!
Il disegno di legge regionale: “Misure per il superamento
della discriminazione di genere e incentivi per l'occupazione femminile”.
L'articolo 1 esplicita l'oggetto e la finalità della
legge stessa.
La Regione sostiene il principio di parità di genere in
tutte le sue declinazioni attraverso il rafforzamento delle politiche di
uguaglianza, delle opportunità per tutti i sessi e detta disposizioni per
favorire l'occupazione femminile, l'adozione di strumenti di equilibrio tra
vita professionale e familiare, l'eliminazione delle disparità nella formazione
e nel lavoro con riguardo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro,
alla carriera e all'imprenditorialità, anche attraverso la qualificazione
professionale.
L'articolo 2 orienta l'agire della Regione nel promuovere
azioni positive per il superamento delle differenziazioni di genere nei luoghi
di lavoro.
La Regione riconosce che le pari opportunità sono parte
integrante delle politiche di sviluppo del territorio, promuovendo misure che
favoriscono di fatto l'uguaglianza al fine di superare le differenziazioni
anche retributive basate sul genere.
L’articolo 3. La Regione applica il Sistema nazionale di
certificazione della parità di genere. Alle imprese pubbliche e private,
virtuose in materia di antidiscriminazione, in possesso della certificazione
della parità di genere rilasciato dal Dipartimento per le pari opportunità
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e così come previsto dalla
normativa nazionale europea vigente in materia, la Regione riconosce un “bollino
di parità” per l'applicazione di premialità nell’accesso a strumenti di
incentivazione.
L'articolo 4. La Regione promuove il contrasto al
fenomeno delle molestie sui luoghi di lavoro, nonché il divieto di porre in
essere patti o atti finalizzati alla cessazione del rapporto di lavoro per
discriminazioni basate sul sesso, sul matrimonio, sulla maternità.
Dà orientamenti affinché le imprese, condannate in tal
senso e con sentenza passata in giudicato, vengano escluse per il triennio
successivo alla condanna, dalla partecipazione a procedure selettive
finalizzate alla concessione di beni economici. Al fine … promuove la
cooperazione istituzionale con gli ispettorati interregionali di lavoro.
Con l'articolo 5, la legge prevede, negli avvisi per la
concessione di finanziamenti erogati a qualsiasi titolo, premialità nella forma
di punteggio aggiuntivo per le imprese che utilizzano strumenti di equilibrio
vita lavoro, – faccio degli esempi: orario flessibile, smart working, ferie e permessi solidali, banca
ore, asilo nido e quant'altro – per le
imprese che assumono donne con disabilità, per le imprese che assumono donne
vittime di violenza.
L'articolo 6 promuove la formazione per l'inserimento e
il reinserimento lavorativo.
In particolare, con l'articolo 7 prevede il funzionamento
di un servizio denominato “Spazio Donna” dedicato alle politiche attive del lavoro
rivolte a donne inoccupate e disoccupate.
L’articolo 8. Le misure per sostenere l'imprenditoria
femminile sono contemplate premialità nella forma di punteggio aggiuntivo in
favore di: società cooperative e società di persone che sono costituite in
misura non inferiore al 50per cento da donne; società di capitali i cui organi di
amministrazione sono costituiti per almeno il 50per cento da donne; imprese
individuali che sono gestite da donne.
Promuove la formazione imprenditoriale e la
qualificazione della professionalità delle donne imprenditrici, con particolare
attenzione alle situazioni di disagio sociale. In particolare per le donne
disoccupate, donne vittime di violenza, orfani di vittime di femminicidio, donne con disabilità, donne vittime di tratta,
donne prive di sostegno familiare e parentale, donne ex detenute o in
esecuzione penale esterna.
L'articolo 9 esplicita le modalità con cui la Regione promuove
la parità di genere nell’attività dell'organizzazione, del reclutamento e della
gestione del personale regionale. L’articolo 10 esplicita la volontà della Regione
a intraprendere azioni tese a promuovere l'equilibrio tra i tempi di vita e di
lavoro.
L'articolo 11 istituisce, quale strumento di
programmazione della Giunta regionale, il Piano di intervento per le politiche
di genere.
L’articolo 12 sancisce la neutralità finanziaria della
presente disposizione.
L'articolo 13 stabilisce l'entrata in vigore della legge
dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione
Calabria.
Presidente, mi piace confermare che la legge risulta
pienamente compatibile con la normativa comunitaria, anche nel rispetto del
piano di azione 2021-2025 dell'Unione Europea sulla parità di genere (gender action plan) presentato dalla Commissione Europea il 5 marzo
2020.
A carico dell'Italia non vi sono procedure di infrazione
in atto sulle materie oggetto della legge. A livello globale, il raggiungimento
dell'uguaglianza di genere dell'emancipazione di tutte le donne è declinato dall’obiettivo
numero 5 dell'agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il testo è pienamente compatibile con la Carta costituzionale
che, peraltro, indica doverosità dell'intervento dello Stato per la rimozione
dei fattori che favoriscono la discriminazione di genere.
Grazie, Presidente.
Grazie. Iniziamo la serie degli interventi, per i quali,
ovviamente, ho inteso dare priorità alle donne. Vi prego di attenervi ai cinque
minuti decisi in Conferenza dei capigruppo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Amalia Bruni. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Un saluto a tutti voi colleghi e alle
colleghe consigliere, assessore e Vicepresidente. Un altro pensiero è rivolto
alle donne ucraine, a tutte le donne grandi e piccole che devono difendersi da
guerra e da violenza.
Numerosi studi hanno identificato ed evidenziato la
nostra Italia posizionata ai livelli più bassi delle classifiche proprio
sull'uguaglianza di genere.
Siamo praticamente al quattordicesimo posto dei paesi
europei, con un punteggio di 63.5, inferiore alla media di 4.4. La causa è,
probabilmente, proprio la mancanza di consapevolezza culturale che sia fondamentale
conseguire una effettiva uguaglianza di genere.
Quindi questo ci pone all'interno dei 17 obiettivi di
sviluppo sostenibile che dovranno essere raggiunti entro il 2030 e quindi anche
nel PNRR, che individua la parità di genere come una delle tre priorità
trasversali in termine di inclusione sociale, perseguita in tutte le Missioni che
compongono il piano.
La legge che ci viene presentata oggi, però, pienamente
condivisibile per i principi enunciati, non ha una dotazione finanziaria, non
prevede un solo euro di spesa e non prevede neppure quelle azioni concrete,
capaci di rendere tangibili i buoni propositi che in essa sono contemplati. E
tutto rischia di essere aleatorio e astratto.
Bene, quindi, una legge di promozione, una legge quadro,
ma, considerata la situazione presente in Calabria, forse si doveva fare di più,
bisognava fare di più. La nostra terra necessita di una legge sulla parità di
genere che, nel concreto, rimuova realmente gli ostacoli che impediscono
l'uguaglianza tra uomo e donna e che punti, per esempio, alla realizzazione di
politiche di conciliazione vita-lavoro. In tal senso, occorrerebbe incentivare
lo smart working che è
stato praticato durante l'emergenza sanitaria - ha agevolato tante lavoratrici
- e occorrerebbero altre azioni, come la promozione delle convenzioni con gli
asili nido, la concessione di buoni per l'acquisto di servizi di baby-sitting.
Ebbene, sì, mi rendo conto che tutto questo comporta una
spesa, però tale spesa si rende necessaria per dare autonomia e dignità alle
donne nello svolgimento del loro lavoro.
Mi domando e vi domando: un significativo sostegno all'imprenditoria
femminile può forse essere concepito senza la previsione di fondi per
sostenerla? E nella lotta contro la violenza di genere, possono non risultare
necessari dei fondi per la realizzazione di percorsi lavorativi dedicate alle
donne vittime di violenza? E ancora, soffermandoci all'istituzione di cui
facciamo parte e che rappresentiamo, possiamo pensare di garantire la parità di
genere se non cominciamo a parlare seriamente dell'accesso agli organi di
amministrazione e di controllo degli enti strumentali e delle società
controllate o partecipate dalla Regione?
E, dunque, è evidente che sarebbe stato più opportuno
avere più tempo a disposizione per analizzare il problema in maniera
approfondita e più responsabile, al fine di varare gli interventi mirati e
concreti per ridurre il “gender gap”,
sia in ambito sociale sia economico. Sappiamo che non dovremmo partire da zero,
esaminando e studiando quanto di buono è stato fatto dall'Europa, dalla Nazione,
anche dalla Regione. Troveremmo, infatti, buone pratiche da replicare.
In Calabria esistono problemi culturali e sociali che
tendono a ingigantire ancora di più il divario di genere. Una cultura
maschilista che invece di diminuire continua a imperversare.
Oltre cento i femminicidi negli
ultimi 10 anni.
Per questo c'è urgenza di contrastare fermamente la
violenza sulle donne, tutelare l’incolumità, istituendo nuove case rifugio,
ampliando i posti dei centri attualmente presenti sul territorio calabrese, non
sufficienti.
È indispensabile comprendere meglio il fenomeno ed è per
questo che mi sono fatta promotrice, assieme alle altre consigliere, della
richiesta di incontro del Coordinamento Antiviolenza Donne Insieme per La
Calabria. Un incontro che terremo il 14 marzo in Cittadella, grazie alla
disponibilità, alla collaborazione e all'attenzione avuta da tutte le
consigliere e dalla vicepresidente Princi.
Da ricercatrice prima e da politico oggi, ritengo che
ascoltare le voci, le testimonianze, le sollecitazioni e le esigenze di chi
opera quotidianamente nella società sia il modus
operandi da privilegiare per promuovere le politiche di genere vincenti,
che abbiano ricadute davvero significative nei nostri territori.
E, dunque, mettiamo mano alle risorse economiche e
finanziarie della Regione Calabria, per poche o molte che siano, per esempio
facendo una ricognizione di fondi ancora non spesi per le politiche sociali,
per l'imprenditoria femminile e contemporaneamente intercettiamo l'enormità di
risorse che dovrebbero arrivare col PNRR in aggiunta a quelle dei Fondi Strutturali.
E, poi, programmiamo come spendere questi soldi. Dobbiamo
investire sull'occupazione, sull'imprenditoria, sulla formazione e sulla
cultura, affinché si possa raggiungere concretamente una parità di genere.
Sono ben consapevole che il compito è ancora più arduo in
Calabria, ma io da donna calabrese, interpretando il sentire di tutte le mie
conterranee, ci credo e voglio impegnarmi perché ciò accada.
Vi comunico di avere presentato tre emendamenti; li avevo
già presentati in Commissione. Non sarebbe stato necessario, se la Commissione
avesse adempiuto, in maniera profonda, esattamente all'analisi di tutti questi
emendamenti, arrivare in Consiglio a ripresentare questi stessi. Ritengo che le
Commissioni e il lavoro delle Commissioni debba essere realmente cospicuo e
contributivo ai fini di un perfetto, ottimo e sicuramente migliorativo lavoro
del Consiglio regionale.
Grazie, collega Bruni. Ha chiesto intervenire la
consigliera Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, un saluto all'Aula. Oggi il Consiglio regionale si vede chiamato ad
affrontare una verifica importante su quelli che sono gli intendimenti che,
come consiglieri, ci proponiamo.
Il Consiglio regionale ha un compito molto preciso: quello di legiferare. Nel caso di specie, ci viene sottoposta una proposta che risponde esattamente a una precisa esigenza, ovverosia intervenire concretamente e fattivamente nel recepimento delle normative in materia, già prefissate a livello comunitario e a livello nazionale, al fine di colmare un gap, un vulnus all'interno di quello che è l'ordinamento giuridico regionale e intervenire concretamente con uno strumento pertinente, qual è una legge regionale, al fine di disporre una normativa in grado sia di tutelare le donne calabresi avverso la discriminazione di genere sia promuovere la parità nel mondo del lavoro sia, soprattutto, di incentivare l'occupazione femminile.
È chiaro a tutti che qualsiasi iniziativa, qualsiasi lavoro può essere, sicuramente, e deve essere soggetto alla perfettibilità ma, di fronte alle mancanze, oggi ci troviamo, invece, nella condizione di poter discutere e certamente approvare uno strumento che, oggettivamente, si propone di essere intanto una risposta precisa, concreta e pertinente.
Il testo di legge che abbiamo avuto modo di esaminare è stato realizzato anche attraverso un tavolo di lavoro, promosso dalla vicepresidente Princi, che si è resa interprete della sensibilità dell'Esecutivo tutto, dimostrando che, anche se presi e compresi da emergenze e urgenze contingenti, non vengono però trascurati quelli che sono problemi strutturali del nostro assetto, della nostra struttura, del nostro tessuto tanto giuridico quanto sociale. Intervenendo pertanto rispetto all'esigenza di una promozione dell'occupazione femminile e partendo, chiaramente, da un intervento giuridico, che è quello di stretta competenza a cui siamo chiamati, è ovvio che si intendono portare avanti dei risultati.
Perfettibilità! Io comprendo che tutto può essere perfettibile, ma oggi abbiamo uno strumento pratico, uno strumento che si propone nella sua struttura, nella sua ratio univoca e chiara e soprattutto nel suo testo assolutamente snello, come uno strumento apprezzabile, in termini formali e sostanziali.
Abbiamo infatti un testo di legge che si articola per fattispecie di carattere generale, un testo che contempla tutta una serie di occasioni e di opportunità per rendere concreto non soltanto l'articolo 37 della Costituzione, ma che in maniera esplicita rinvia a quella che è la grandissima forza del nostro testo costituzionale: il comma 2 dell'articolo 3, che insiste su un aspetto di qualità che i nostri padri costituenti hanno posto, ovverosia non dichiarazioni di semplice uguaglianza formale ma tese a insistere attraverso quella che è l'uguaglianza sostanziale; andare nel merito, andare oltre, partire da quelle che sono le disuguaglianze reali, intervenire in maniera tale da essere concreti e fattivi per far sì che le disparità dinanzi la legge - e dalle disparità si parte - possano infine essere risolte per giungere a un’uguaglianza che sia tanto formale quanto, soprattutto, sostanziale.
Abbiamo avuto modo di apprezzare, nel confronto tra le consigliere regionali, quella che era invece la chiarezza anche della lettera di questo testo. Non soltanto chiaro e univoco e perfettamente rispondente alla normativa sovraordinata quanto, soprattutto, indirizzato chiaramente a un ventaglio di possibilità che meritano e necessitano, ma in un momento successivo, di una normativa di dettaglio. Saranno regolamenti, saranno disciplinati, sarà il momento del Piano degli interventi a far sì che, attraverso un'interlocuzione pertinente con tutti i rappresentanti, parti sociali, rappresentanti culturali, rappresentanti delle istituzioni, si possa entrare nel merito ed essere in grado di tradurre, appunto con una normativa più dettagliata, più puntuale, quelli che sono i principi di questa normativa.
Oggi il testo che ci viene proposto si vuole rappresentare come l'architrave normativa che mancava e su cui innestare tutta l'attività successiva. Per cui nessuno verrà tagliato fuori dal confronto, anzi abbiamo bisogno del contributo e dell'aiuto di tutti, soprattutto per evitare che negli intendimenti alti, elevati si possa in qualche modo dare un taglio di sessismo al contrario, al fine quindi di evitare qualunque partigianeria di genere.
Il testo è particolarmente equilibrato e ha dettato un solco chiaro, preciso e pertinente su cui possiamo innestare un lavoro fattivo che non esclude e non preclude nessun tipo di contributo e che consentirà di intervenire particolarmente nel merito di ogni fattispecie che qui è rappresentata.
Abbiamo tempi, modi e condizioni per fare di più. Oggi, oggettivamente, ci viene proposta l'opportunità di fare il nostro dovere, di adempiere al nostro ruolo di legislatori regionali e di farlo attraverso lo strumento che ci compete. Uno strumento che, come dicevo, è oggettivamente apprezzabile, non appartiene a nessuna parte, non può essere in nessun modo messo all'angolo da dichiarazioni o discussioni che vogliono fare dei distinguo.
Oggi appartiene a tutti noi la capacità e la forza di rispondere a un’esigenza molto precisa che è quella di colmare il vuoto normativo che purtroppo è stato riscontrato, consapevoli che un minuto dopo bisognerà insistere fattivamente perché il diritto che oggi approviamo diventi diritto vivente.
Uno degli sforzi principali sarà quello di intervenire nel contestare e contrastare comportamenti convenzionalmente e socialmente accettati. Non basta soltanto intervenire rispetto a fenomeni gravi, a fenomeni di violenza. La discriminazione, purtroppo, nasce anche in maniera strisciante rispetto ad un modo di vivere, rispetto a degli atteggiamenti che sono convenzionalmente e supinamente accettati. Il nostro compito sarà quello di insistere perché il diritto non resti lettera morta e riesca ad essere il pungolo per quella rivoluzione culturale che noi tutti ci prefissiamo. Questa però, lungi dall'essere un monolite chiuso, rappresenta lo stimolo per andare avanti e per fare di più.
Certamente non può contestarsi che sia la prima pietra e senza prima pietra non possiamo fare meglio e fare oltre.
Ci siamo proposti questo intendimento e in 120 giorni, con il contributo di tutti, a prescindere dal loro sesso, avremo modo di intervenire dettagliatamente e approfonditamente in maniera tale da tradurre questo testo normativo in una realtà concreta e operativa a tutela dei diritti delle donne lavoratrici calabresi. Ed è per questo che io invito l'Aula tutta, senza distinguo, senza sé e senza ma, ad approvare il testo odierno, così da essere orgogliosi del nostro operato, tanto come consiglieri regionali quanto soprattutto come individui e calabresi. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie, consigliera Fedele. Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto i consiglieri regionali, la Giunta.
È stato ricordato negli interventi che mi hanno preceduto: l’otto marzo quest'anno ha il volto delle donne ucraine. Nel giorno in cui si doveva e si parlerà della rivendicazione delle pari opportunità, soprattutto nel mondo del lavoro, nella speranza di nuove prospettive previste dal PNRR, vediamo che dopo la pandemia ci troviamo la guerra con il suo carico di dolore. E allora quella di oggi vuole essere la giornata internazionale delle donne, dove noi chiediamo a gran voce lo stop al conflitto, che sarà dedicata alle sorelle ucraine, in particolare a quelle donne che si mettono in cammino da sole con i propri figli per raggiungere i confini, sfidando bombe e violenze, violenze anche sessuali.
Ci prepariamo anche noi, attraverso i provvedimenti previsti dal nostro Presidente della Giunta regionale, all’accoglienza di queste donne. Un’accoglienza che sia svolta nella pienezza della sicurezza, senza alcuna forma di violenza nei confronti delle donne ucraine. Volendo entrare nel punto all'ordine del giorno, mi ritengo molto soddisfatta della trattazione di questo punto. Dico questo perché partecipo a questa seduta con un sentimento che va al di là di quelle che sono le funzioni istituzionali.
La data che è stata scelta oggi per riunirci, quali componenti della massima Assise calabrese, assume un valore simbolico e porta con sé un messaggio rivolto a tutti i nostri corregionali.
Un messaggio che è sinonimo di una profonda sensibilità e il cui merito va ascritto al presidente Roberto Occhiuto e a tutta la Giunta regionale per la ‘svolta’ che diamo oggi in un delicato campo che va contro ogni forma di discriminazione, nel solco di una società equa e solidale.
E allora per questi motivi, da donna che ha sempre portato avanti idee e azioni per l’affermazione di principi egualitari in ogni campo della vita associata, intendo rivolgere un ringraziamento alla vicepresidente Giusy Princi, che ha deciso di affrontare la questione delle pari opportunità oggi e lo ha fatto in modo tangibile, proponendo misure concrete di sostegno a tutte le donne calabresi.
Un modo quindi per celebrare la giornata dell’8 marzo senza ricorrere - seppur importante - alla convegnistica, con il rischio di cedere il passo alla retorica e a concetti astratti ma, attuando politiche reali e puntando al miglioramento della qualità della vita delle donne, delle loro famiglie, del tessuto sociale tutto, siamo chiamati ad approvare oggi la proposta di legge recante “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l'occupazione femminile”.
Una ‘svolta’, come dicevo all’inizio del mio intervento, perché per la prima volta nella storia il Consiglio regionale della Calabria si trova a discutere e ad affrontare una legge quadro in materia. Una serie di interventi caratterizzati dall’efficacia che va al di là del mero concetto delle pari opportunità, ma si distingue. Si distingue perché abbraccia tutti i settori della vita quotidiana e incide sulla cultura e sulla fattiva inclusione.
Così facendo, intendiamo oggi festeggiare in Aula l‘8 marzo della XII Legislatura, traducendo i buoni propositi che si nutrono, ma soprattutto ricorrendo a dei provvedimenti legislativi di contrasto al divario di genere nel mondo del lavoro, andando in tal modo a colmare gli atavici ritardi che collocano la Calabria tra le regioni meridionali agli ultimi posti dell'Unione Europea.
Prima di entrare nel dettaglio della proposta di legge, vorrei soffermarmi su un’altra iniziativa, - in questo mi rivolgo all'intervento della consigliera Amalia Bruni quando dice che approviamo una legge che non prevede copertura in bilancio, che non prevede un impegno finanziario - precisando che lo spirito di questa legge quadro si andrà a concretizzare - ringrazio nuovamente la vice presidente Giusy - attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico. È una sfida questa del tavolo tecnico e sarà lo strumento che vedrà impegnati noi consiglieri regionali della Calabria, attraverso anche il coinvolgimento di esperti di comprovata esperienza in materia di promozione e sostegno alle politiche per le pari opportunità.
Tale organismo sarà caratterizzato da alcuni aspetti salienti che intendo porre in evidenza.
Innanzitutto abbiamo il concetto della trasversalità del raggio di azione che coinvolgerà questo prezioso strumento istituzionale e che sarà da qui a breve attivato. Un campo che andrà oltre la mera sfera delle pari opportunità, ma che toccherà tutti gli ambiti nei quali le donne sono impegnate in nuove sfide. Un raggio d'azione che andrà dall'istruzione alla formazione, dall'economia al lavoro.
Un altro aspetto importante di questo tavolo tecnico è quello della propositività, poiché si tratta di un mezzo con il quale noi componenti, noi consiglieri regionali, andremo ad avanzare proposte operative, a formulare azioni, progetti condivisi. E le formuleremo a chi? All’indirizzo della Giunta regionale, per migliorare le condizioni vere e concrete delle donne calabresi e favorire un processo utile nel contrasto di situazioni di disparità.
In tale ottica, l'attività che sarà intrapresa dal tavolo tecnico, che da qui a breve vedrà la luce su impulso della vicepresidente Giusy Princi, si distinguerà per l'ideazione e l'attuazione delle cosiddette azioni positive che si intendono portare a compimento.
Non si tratta dell’ennesimo tavolo istituzionale che nasce e si configura per la redazione di dossier e/o iniziative per gli ‘addetti ai lavori’, ma si tratta di redigere soluzioni che siano ispirate al pragmatismo e capaci d’incidere realmente sulla qualità della vita delle donne nella società.
Entrando, poi, nel merito della proposta di legge all’ordine del giorno, è chiaro a tutti come la stessa sia incentrata su un assunto più che condiviso e che trae ispirazione da una visione d’insieme di quanto accade in ogni lembo della nostra regione Calabria: senza parità di genere non si può raggiungere un sistema equo di cittadinanza, né può esserci un reale sviluppo socioeconomico del territorio.
Primo aspetto da sottolineare è che il suddetto disegno di legge si pone come virtuoso, un virtuoso esempio istituzionale poiché intende cogliere l’occasione offerta dall’arrivo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, per il suo contributo, ha come obiettivo quello di contribuire a incentivare l’occupazione femminile e ridimensionare il divario retributivo tra uomini e donne.
“Al centro - recita il testo che siamo chiamati oggi ad approvare - c’è il lavoro come leva per la libertà e l’autonomia delle donne”. Un concetto di fondamentale importanza con il quale, nel ribadire il diritto al lavoro costituzionalmente garantito per tutti i cittadini italiani, si avvalora la figura e l’opera strategica delle donne e la necessità di rimuovere tutti quegli ostacoli che le donne purtroppo si trovano ad affrontare nella nostra società e che impediscono di esprimere pienamente le rispettive potenzialità.
È lampante, infatti, come i cambiamenti sociali, che pure ci sono stati in questi ultimi anni e che hanno cambiato la condizione femminile nella società, non sono stati accompagnati negli anni. Ecco l’importanza di questa legge quadro: non sono stati accompagnati da una puntuale trasformazione del welfare nell’organizzazione del lavoro, dei tempi, dei rapporti tra i generi nella condivisione dei compiti.
E allora, questa proposta di legge merita la piena condivisione perché si prefigge il superamento delle differenziazioni nei luoghi di lavoro basati sul genere.
Con l’articolo 3 la Regione riconosce il “bollino di parità” che è utile per l’accesso a strumenti di incentivazione alle imprese pubbliche e private. Parliamo di imprese pubbliche e private virtuose in materia di antidiscriminazione di genere, promozione dell’equilibrio vita-lavoro e parità retributiva.
Un altro aspetto importante, distintivo della proposta di legge è quello afferente la promozione di interventi volti a contrastare il fenomeno delle molestie sui luoghi di lavoro nonché il divieto di ogni atto che porti alla cessazione del rapporto di lavoro per discriminazioni basate sul sesso, sul matrimonio e sulla maternità. E allora da questa proposta di legge ho apprezzato, cara assessore vicepresidente Princi, il riconoscimento anche di premialità negli avvisi per la concessione di finanziamenti erogati a qualsiasi titolo alle imprese che utilizzano strumenti di equilibrio vita-lavoro nonché quanto disposto anche all’articolo 7, con il quale si prevede l’apertura di un servizio denominato “spazio donna” all’interno dei centri dell’impiego, dedicato quindi concretamente alle politiche attive del lavoro rivolte alle donne inoccupate o disoccupate.
E allora, carissimi consiglieri, quella che noi oggi ci accingiamo ad approvare è un’iniziativa istituzionale da sostenere con convinzione perché rappresenta un’assoluta novità nel suo genere in Calabria, e lo fa, a differenza di quello che ha sostenuto la consigliera Amalia Bruni, senza comportare oneri a carico del Bilancio regionale perché questa è una legge che si limita - ed ecco la sua importanza - a orientare l’agire di soggetti pubblici e privati a favore delle donne.
A seguito dell’approvazione, ed entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, la Giunta regionale sarà chiamata ad approvare il Piano di intervento per le politiche di genere per l’attuazione delle misure e degli interventi contenuti nel progetto di legge stesso: una risposta finalmente univoca e definita per garantire l’equo riconoscimento della parità di genere nella vita sociale e lavorativa della nostra Regione, amata Calabria.
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
Grazie, collega Straface. Ha
chiesto di intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà, con la preghiera
di attenersi ai tempi stabiliti.
Presidente, grazie, anche per gli auguri. Un saluto a
tutte e a tutti i colleghi consiglieri, alle signore e signori della Giunta.
Oggi sono orgogliosa di essere donna e onorata di poter rappresentare, insieme
alle colleghe, il genere femminile in questo consesso. Sappiamo di
rappresentare le mamme, le donne lavoratrici, le donne separate ma anche le
giovani donne, le giovani studentesse, le donne malate, le donne sole, le donne
maltrattate, le donne molestate, le donne stuprate, le donne vittime di femminicidio.
Dobbiamo avere la consapevolezza di parlare a nome di
tutte quelle donne che, troppe volte, hanno visto violati i propri diritti.
Troppe sono quelle donne che non hanno trovato una rete di salvataggio quando
serviva, troppe sono quelle donne che non hanno trovato spazio nel mondo del
lavoro, troppe sono quelle donne che vedono differenze salariali ancora
rispetto ai colleghi uomini e quelle che non possono usufruire dei servizi di
supporto essenziali che possono far conciliare la vita lavorativa e la vita
familiare privata.
Viviamo in una società, forse, ancora troppo
maschilista, che registra, ancora, un divario più ampio in Calabria, cara Vicepresidente.
Era necessario, secondo me, farsi trovare pronti per quelle che sono le misure
che verranno attuate con il PNRR e che si fondano proprio sull'inclusione
sociale.
Per cui ringrazio, sentitamente, la vicepresidente
Giusy Princi per aver tanto voluto, con grande
sensibilità, proporre questo disegno di legge che, secondo me, va in una
direzione finalmente diversa, che va verso la creazione di quella rete di
salvataggio di cui le donne calabresi, in particolar modo, necessitano più di
altre.
Questo disegno di legge mi ha colpito intanto perché
arriva in un momento storico in cui ci sono già una normativa nazionale e una
normativa europea che affrontano la discriminazione di genere. Da un po' di
anni che si sperimentano anche i bilanci di genere e quindi è necessario farsi
trovare pronti, Vicepresidente, in Calabria. Per cui la ringrazio sentitamente
per questo, ma la ringrazio anche perché ha voluto coinvolgere le consigliere
regionali in questo futuro tavolo tecnico che si andrà ad insediare subito dopo
l'approvazione di questa legge che io, come le altre colleghe, auspico possa
essere approvata all'unanimità proprio perché rappresenta un punto di svolta
per una regione come la nostra in cui il processo evolutivo, storico, sociale e
culturale ha necessità di stimoli nuovi, differenti, migliori.
Ritengo che ci sia un grande lavoro da fare in questo
tavolo tecnico che ci vedrà impegnate per centoventi giorni nei quali dovremmo
avere la sensibilità di raccogliere le istanze che provengono dal mondo
femminile, ma anche dal mondo delle famiglie. Non dimentichiamo che la famiglia
ruota intorno alle donne, ruota intorno alle mamme, ed è necessario che ci sia,
finalmente, la possibilità di far conciliare le esigenze lavorative di una
donna che deve, poi, barcamenarsi con mille impegni lavorativi, familiari,
personali Penso, anche, alla forza che va data ai centri antiviolenza. Ci sarà
un grande lavoro da fare, ci sarà da dare occasioni alle donne.
Questa è un'opportunità che non si poteva perdere ed
era necessario parlare finalmente un linguaggio che guardi alla donna in
termini di rispetto, di giustizia, di equità e di pari opportunità. Voglio
concludere, non mi dilungo più, citando una frase bellissima di Oscar Wilde che
credo rappresenti al meglio questo momento storico: “Date alle donne occasioni
adeguate ed esse potranno far tutto”. Grazie.
Grazie, consigliera Gentile. Ha chiesto di intervenire
l’assessore Minasi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Permettetemi, prima di iniziare
questo mio intervento, di tributare un riconoscimento, seppur virtuale, a tutte
le donne che, per diversi motivi, oggi più di ieri, si trovano di nuovo nelle
situazioni di difficoltà e, ovviamente, un pensiero a tutte le donne ucraine
che, oggi, stanno dimostrando grande forza e coraggio in questo triste momento.
Oggi questa assise,
in questa giornata significativa per ciò che rappresenta, parte con un'azione
concreta che non vuole assolvere a un momento di celebrazione che inizia e
finisce con dichiarazioni di intenti e di programmi, ma, bensì, vuole veicolare
un messaggio di forte impatto e cioè che il Consiglio regionale calabrese e l’Esecutivo
sono dalla parte delle donne perché riconoscono il ruolo essenziale rivestito
dalle donne il cui operato costituisce un tassello significativo del nostro
assetto socio-economico, intra ed extra familiare; ruolo, che è - mi piace
sottolineare - ancor più profondo nella nostra terra dove le tante
contraddizioni si riflettono proprio nel carattere dell'universo femminile.
Certo i dati, le statistiche, ma anche gli eventi
tracciano una fotografia dalla quale emerge, in maniera anche preponderante, il
cosiddetto gender gap. Non stiamo
certo qui ad elencare i segmenti di disparità che caratterizzano il mondo delle
donne, dal momento che siamo di fronte a dati ed analisi che sono ben noti a
tutti e sono stati sviscerate nel tempo. Però voglio sottolineare come
determinate dinamiche, oggi, siano divenute ancora più evidenti con l'avvento
della pandemia e le conseguenze che ne stanno derivando.
Il compito della politica, quindi, che deve essere in
grado di intercettare i mutamenti sociali, è quello di un impegno strutturato
affinché si cerchi di ridurre nettamente queste differenze che ancora oggi
esistono. A maggior ragione in un Paese come l'Italia in cui i range, in tal senso, non sono certo
incoraggianti e, sebbene il rapporto annuale di women at business ci dice che c'è un aumento
di due punti percentuali rispetto al 2021, il Paese, come avete già rimarcato
un poco tutte, rimane nelle posizioni più basse tra le trenta economie mondiali
prese in considerazione.
Spostando, poi, l'attenzione nella nostra realtà che
soffre, insieme ai gap appena
richiamati, anche di divari di altra natura, diviene ancora più rilevante
l'impegno che si sta assumendo attraverso questo provvedimento legislativo -
per il quale ringrazio anch'io la vicepresidente Princi
e tutte le consigliere che vi hanno contribuito - che può diventare, a sua
volta, un input propedeutico ai percorsi incisivi che guardano al progresso
paritario della società.
Credo che le fasi di cambiamento che stiamo
attraversando, cui la pandemia - come ho già detto - ha dato un'ulteriore
accelerazione, devono trovarci preparati ad affrontare ogni sfida che può
incidere positivamente sullo status quo
del mondo femminile. E, se è vero che ogni momento critico nella storia ha dato
sempre, per contrappeso, degli input per la ripartenza, oggi abbiamo l’occasione
e anche tanti strumenti, per poter avviare un vero cambio culturale oltre che
arrivare a migliorare le condizioni di vita delle donne, soprattutto di quelle
che lavorano, promuovendo la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro sui
quali già stiamo lavorando.
Cambio culturale inteso come base fondamentale su cui
costruire nuovi trend e nuovi approcci.
Non mi dilungo ancora, però vorrei concludere
rimarcando la capacità di questa legge di toccare tutti gli aspetti
preponderanti che riguardano la condizione femminile, senza dimenticare un
riferimento particolare alla parte inerente le vittime di violenza. Se, in
generale, l'autonomia economica e lavorativa, giustamente retribuita e
garantita da pari opportunità, ovviamente, di accesso e svolgimento, è, per la
maggior parte delle donne, il legittimo coronamento delle proprie ambizioni e
aspirazioni, per tante altre, invece, è la via d'accesso ad una quotidianità
libera, non più costellata da prevaricazioni di genere. È proprio a queste
donne che voglio, anche, dedicare questa giornata dell’otto marzo e a loro
rivolgo un pensiero di vicinanza, con l'auspicio che questa legge rappresenti,
anche per loro, uno spiraglio di sicurezza che le indirizzi verso un processo
di cambiamento e di coraggio, di rinnovamento nella visione di sé stesse e di
appropriazione della propria centralità sociale. Grazie.
Grazie, assessore Minasi. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Credo che non sia inutile
sottolineare come stiamo parlando e stiamo discutendo non della parità di
genere in assoluto, perché credo che questa sia un concetto che ci vede
certamente tutti quanti, unanimemente, dalla stessa parte, ma di uno strumento
normativo che, appunto, detta delle linee di principio che, a mio modo di
vedere, sono del tutto condivisibili. Quindi è già lodevole l'iniziativa di
portare in Aula un disegno di legge del genere.
Tuttavia, mi permetto di sottolineare come, in realtà,
anche questa proposta di legge non si sia dotata di un percorso
sufficientemente articolato, come altre in precedenza, che ne avrebbe
consentito una maggiore aderenza alle complessive necessità e ad antagonizzare
le discriminazioni di genere nella nostra regione. Anche la specificità
territoriale credo sia un elemento assolutamente rilevante che, forse, sarebbe
risaltato più adeguatamente se questo percorso fosse stato, diversamente, più
congruamente e temporalmente articolato.
Nei garbati interventi delle colleghe e dei colleghi
che mi hanno preceduto mi sembra di avere riscontrato, fra le righe - a fronte
di una adesione abbastanza ovvia alla proposta - se non un disagio, forse
l'opportunità che questa proposta avesse tempi più congrui e un lavoro più articolato
in sede di Commissione. Infatti, non casualmente, il presidente Comito ha
consentito - per quello ho votato positivamente sulla sua proposta - qualche
ora in più di valutazione, rinviando all'Aula le proposte di modifica dei vari
articoli della legge. Anche in questo modo, tuttavia, la legge, a mio parere,
sconta il fatto che non è stata sufficientemente condivisa, non soltanto fra i
componenti di questa Aula ma anche, probabilmente, con i gruppi, cioè il
contesto sociale, le associazioni, i comitati che da sempre si occupano del
disaggio femminile e di queste problematiche. Credo, avrebbero, opportunamente,
potuto contribuire all'articolazione di questa legge. Questo per quanto attiene
al percorso tecnico della legge stessa.
Noi abbiamo organizzato anche una sorta di affrettato
audit con alcune componenti sociali come i centri antiviolenza, rappresentati
nell'occasione da Chiara Gradina, Mediterranea Media, con Nadia Gambilongo, e altri soggetti che hanno partecipato a questa
discussione a seguito della quale, per la verità, si sono riscontrate delle
possibili integrazioni che si sarebbero potute fare prima della presentazione
della legge, anche se è stato detto che, a seguito di questo dibattito, ci sarà
un tavolo tecnico che verterà su queste problematiche.
Ho appuntato alcune delle manchevolezze che sono state
rilevate nelle discussioni che abbiamo avuto, per esempio la mancanza di
copertura finanziaria, un poco da tutti rilevata, così come la mancanza di un
percorso formativo dettagliato, oppure gli assenti o carenti riferimenti ai
servizi sociali, cioè alla rete integrata dei servizi socio sanitari, ai
consultori, alle Aziende Sanitarie, ai centri antiviolenza, alle case di
accoglienza, il problema della mancanza di strumenti specifici previsti per
l'indipendenza delle donne migranti e altri che non sto qui a dettagliare,
altrimenti rischio di fare la lista della spesa.
Proprio per questo abbiamo preferito non proporre
degli emendamenti, ma rinviare a una successiva proposta articolata che, fra
l'altro, tenga anche conto e inserisca le disposizioni normative che già
esistono e sono state abbastanza numerose nel tempo. Cito - non a memoria
perché altrimenti mi perderei proprio per la numerosità – ad esempio: la legge
regionale del 26 gennaio del 1987, numero 4, sull'istituzione della Commissione
per l'uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna; la
legge regionale 19 aprile 95, numero 22, con l'istituzione del progetto donna,
che ho avuto modo di richiamare in questa Aula quando abbiamo discusso delle
linee programmatiche della Giunta regionale e che è uno strumento importante,
presente, già avallato che, però, necessità di uno specifico finanziamento che,
anche in questa sede, ulteriormente sollecito; la legge regionale numero 20,
del 21 agosto 2007, recante le disposizioni per il sostegno dei centri
antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà e , non da
ultimo, la legge regionale numero 38 del 23 novembre 2016, la più recente, sull'istituzione
dell'osservatorio regionale sulla violenza di genere.
Come vedete tutto questo pane normativo abbiamo in
animo di utilizzarlo insieme al confronto sociale e all'apporto del tessuto
sociale calabrese - ho concluso, Presidente - perché una norma del genere non
può non fare riferimento territoriale alle condizioni sociali, economiche,
relazionali che sono della regione di cui tratta.
Per questo ci asterremo dal proporre emendamenti,
riservandoci di proporre, complessivamente, una ulteriore proposta di legge,
rispetto a questa che consideriamo come apripista, importante, interessante,
per declinare più tecnicamente, in maniera più specifica, le possibilità di
annullare o di ridurre al massimo la discriminazione di genere. Grazie,
Presidente.
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire
il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.
Onorevoli presidenti di Giunta e Consiglio, onorevoli
assessori e colleghi consiglieri, intervengo, oggi, nel dibattito relativo a
questo progetto di legge anche a nome della collega, capogruppo della Lega in
Consiglio regionale, onorevole Simona Loizzo,
impossibilitata a partecipare ai lavori della seduta odierna. È mia convinzione
profonda che un deciso percorso di valorizzazione, sviluppo ed emancipazione
della Calabria passi, in maniera determinante, da una migliore valorizzazione
del ruolo della donna nella nostra comunità. Viviamo in una regione dove la
famiglia è stata, più che in altre realtà, nucleo fondante e collante vero
della società e, per poter garantire questo, spesso le donne hanno dovuto
sopportare un carico e un peso impressionanti, sacrificando ambizioni personali
e professionali.
Oggi, però, le dinamiche sociali sono attraversate da
forti correnti di cambiamento e dobbiamo intercettare questa necessità di
cambiamento. Nel contesto odierno già si vede un chiaro mutamento, anche in
quest’Aula dove abbiamo l'onore di collaborare con sei consigliere e due
assessore di peso, come mai prima era accaduto.
Mi auguro che in futuro anche in politica si possa
arrivare a numeri simili a quelli del contesto scolastico, dal quale provengo,
dove le donne sono molto rappresentate anche a livello dirigenziale. In questa
direzione auspico che il ruolo femminile prosegua e, perché questo possa
avvenire, dobbiamo compiere tutti uno sforzo per indirizzarci su un modello
nuovo di società che, pur nel rispetto delle nostre amate tradizioni, sappia
compenetrarsi al processo di rinnovamento sociale di questi anni per molti
versi difficili.
Uno sforzo in questo senso deve essere profuso, con
vigore, dalla classe dirigente e noi, cari colleghi, che abbiamo l'onere e
l'onore di essere, in questo momento, la classe dirigente della Calabria
dobbiamo essere all'altezza del delicato compito.
È con questo spirito che chiedo, oggi, l'approvazione
del progetto di legge numero 43/12^, proposto e voluto fortissimamente dalla
vicepresidente Princi, che sarà, certamente, un
tassello importante in questo percorso, grazie alle novità in esso contenute. Mi
riferisco, ad esempio, all'articolo 3, comma 2, del progetto di legge che
prevede il riconoscimento del bollino di genere come utile strumento col quale
applicare la premialità nell' accesso a strumenti di
incentivazione della Regione per le aziende virtuose.
La creatività e la determinazione delle donne sono un
elemento fondamentale di modernizzazione e innovazione.
Sappiamo che oggi spesso le donne si laureano prima
degli uomini e con voti più alti ma, nonostante ciò, continuano a essere
sottorappresentate in alcuni ambienti professionali.
Queste situazioni creano un rallentamento nei processi
di competitività del Paese e della nostra regione e noi dobbiamo contribuire a
modificarli. Approvando questa proposta di legge faremo, certamente, un
significativo passo in avanti al quale ognuno di noi ha il dovere di compartecipare.
Prima di concludere, mi sia consentito di rivolgere un
veloce, ma profondamente sentito, pensiero a tutte quelle persone che ancora
oggi, nel ventunesimo secolo, soffrono per gli orrori della guerra. Guerra,
tragedia infinita per tutta l'umanità che nella sua insensatezza non risparmia
nemmeno donne e bambini. In merito a questo, occorre rivolgere un plauso al
nostro presidente Occhiuto che ha prontamente schierato la nostra Regione dalla
parte dell'umanità e dall'accoglienza, così come è sempre stato già dai tempi
della lotta iconoclasta nell'impero di Bisanzio nell'ottavo secolo. Oggi, come allora,
vogliamo e possiamo essere terra di vita, speranza e cultura.
Cari colleghi, il compito è arduo ma noi uniti e coesi
sapremo affrontarlo. Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente. Parto dalle considerazioni
che hanno fatto i colleghi su come sia importante predisporre una proposta di
legge che vada in questa direzione. È chiaro che portarla in Aula l’8 marzo ha un
impatto emotivo importante e, quindi, comprendo la fretta che ha portato a
giustificarla, chiaramente, come una scelta di indirizzo politico. Da questi
banchi però si chiede che non rimanga soltanto un puro esercizio di stile, ma
che sia anche essere riempita di contenuti.
Ho apprezzato molto le parole del consigliere Comito,
che mi ha preceduto, che ha parlato di un radicamento culturale, purtroppo, nella
nostra regione, richiamando ricordi, forse liceali.
Ebbene, proprio da questo dobbiamo partire.
Per tale motivo, ho presentato un emendamento affinché
si possa aggiungere un articolo che preveda il coinvolgimento delle scuole. Perché,
cara Vicepresidente - lei è dirigente scolastico e mamma -, questa rivoluzione
culturale che si vuole portare avanti all'interno della nostra regione non può
prescindere dalle scuole, non può prescindere dalla consapevolezza delle donne,
già in età scolastica, del ruolo che possono e devono avere all'interno della
nostra società.
È necessario anche che la legge preveda incontri con
gli Ordini professionali, con Unindustria, Unicommercio, affinché si possa ipotizzare uno sviluppo della
vita delle donne differente da alcuni esempi familiari.
Quindi, chiedo con forza che questo emendamento possa
essere inserito all'interno della legge.
Chiudo chiedendo anche degli atti concreti. Ho sentito
qualcuno, qualche collega, nel suo intervento dire: “sì, con questa proposta di
legge noi orienteremo, suggeriremo…” no, cari colleghi, le proposte di legge
dispongono, non suggeriscono. Facciamo sì che ci siano degli atti concreti che siano
sotto gli occhi di tutti.
Qualche anno fa, quando è stato inaugurato il Palazzo
regionale a Catanzaro, sono stati previsti degli spazi per l'asilo. Nella legge
si promuovono azioni a sostegno della conciliazione dei tempi di lavoro e di
vita, bene, allora dimostriamo con un atto concreto ai circa 1000 dipendenti e
collaboratori che frequentano il Palazzo regionale di avere questa sensibilità,
facendo sì che possano accompagnare i loro bambini per la mano all'interno di
quella che è la casa di tutti i cittadini della nostra regione.
Sarebbe un bel gesto, come sarebbe anche un bel gesto
iniziare a equilibrare anche il ruolo degli uomini e delle donne all'interno
delle dirigenze regionali, perché, se andiamo a consultare l’elenco dei
direttori generali insediati in questo momento, gli uomini sono di gran lunga
in maggioranza rispetto alle donne.
Quindi, ben venga questa proposta di legge, però iniziamo
a fare anche degli atti concreti per dare un'immagine diversa della nostra
Regione. Preso atto che, credo, solo la Regione Emilia-Romagna abbia un asilo
all'interno dei propri dei propri locali. Grazie.
Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso, colleghi consiglieri. Intanto,
auguri a tutte le donne presenti in Consiglio e a tutte le donne calabresi che,
in una regione così importante ma difficile come la nostra, soffrono
quotidianamente, purtroppo ancora oggi, l'isolamento, non solo sui luoghi di
lavoro ma nell'intera società calabrese.
Personalmente, apprezzo questa proposta di legge,
vicepresidente Princi, e penso che questa terra abbia
bisogno di introdurre nuove proposte di legge di questo genere e che questo Consiglio
regionale sia la testimonianza palese del fatto che le donne calabresi sono una
risorsa in più per la nostra regione.
È sotto gli occhi di tutti il contributo che le nostre
colleghe stanno dando in questi primi mesi di legislatura. Mi riferisco alla
mia collega Bruni che sta dando dimostrazione delle sue qualità in questo Consiglio
regionale, ma anche alle colleghe di maggioranza: la collega Fedele, la collega
Gentile, la collega Straface, la collega De Francesco
- mi sembra di non aver dimenticato nessuno -, ma anche lei, vicepresidente Princi. È bello avere una Vicepresidente donna, soprattutto
se viene dall’ambito scolastico ed è dirigente scolastico, e mi fa piacere che
ci sia anche l’assessore Minasi che incarna, anche
lei, questo spirito di risorsa per la Calabria, ma, mi allargo un po' di più,
abbiamo anche il segretario generale dell'Assemblea regionale, la dottoressa
Lauria, che, anche lei donna, dà il proprio contributo con la propria
competenza al servizio della nostra regione.
Bisogna continuare in questa direzione.
Vengo da una famiglia molto umile - lo dico spesso -,
mia madre ha potuto fare soltanto la mamma perché la sua generazione ha avuto
difficoltà nell'inserimento nel mondo del lavoro. E, da una parte, noi siamo
stati fortunati perché si sono potute dedicare soltanto ai figli, però così non
va bene! Nel resto del mondo le donne riescono a fare le mamme, ma anche a
essere parte integrante della società, soprattutto nel mondo nel mondo del
lavoro. Purtroppo, vicepresidente Princi, molte donne
di questa regione ancora oggi sono costrette ad andare via perché non vi è
alcuno sbocco lavorativo.
Quindi, non basta adesso soltanto scrivere delle belle
parole su un disegno di legge - che condividiamo tutti - vicepresidente Princi, dobbiamo fare di più.
Ho proposto il mio umile contributo, attraverso un
emendamento, al presidente Mancuso e all'intera dell’Assemblea, in cui chiedo un
Tavolo regionale di coordinamento per la parità di genere, perché c'è bisogno
di organizzarsi, di strutturarsi, di coordinarsi per trovare tutti insieme un
modo per risolvere questo annoso problema.
Concludo il mio intervento dicendo che non sono mai
stato favorevole a queste giornate in generale, perché penso che bisogna
rispettare, non solo le donne, ma tutti gli esseri umani, non solo l’8 marzo ma
tutti i giorni. È quello che, colleghi, vi invito a fare quotidianamente ed è
quello che mi riprometto di fare anch’io ogni giorno.
Concludo facendo un piccolo appunto alla forma,
vicepresidente Princi e presidente Mancuso: noi
stiamo facendo un bel lavoro come Assemblea legislativa - di questo ne sono
convinto, lo dico quotidianamente anche all'esterno – ma peccate spesso e
volentieri - forse lo fate anche in maniera involontaria – nella forma.
Le spiego: la settimana scorsa, abbiamo dato un'ottima
dimostrazione del rapporto di collaborazione tra maggioranza e opposizione, per
esempio, per la Strada statale 106 per la quale abbiamo scritto tutti insieme una
mozione: io, la collega Bruni, il collega Irto, ma anche il capogruppo di
Fratelli d'Italia, Neri.
Su queste materie sarebbe il caso, presidente Mancuso,
che la Conferenza dei capigruppo – se mi posso permettere – discutesse prima di
calendarizzare l'ordine del giorno. Viene la Vicepresidente, espone quello che
vuole portare in Consiglio e noi, insieme, diamo il nostro contributo prima,
dopo arriviamo in Aula e votiamo.
Altrimenti rischiamo di perderci in un bicchiere
d'acqua, rischiamo di non riuscire a dare un parere favorevole su un qualcosa
che lo meriterebbe, non tanto per il contenuto, ma per la forma.
Il mio continua ad essere un invito costruttivo per cercare,
su argomenti che non hanno colore politico, di organizzarci meglio per dare
dimostrazione alla regione Calabria che questo Consiglio regionale vuole
lavorare e vuole lavorare bene. Grazie.
Grazie, collega Tavernise.
Questa seduta di Consiglio è stata calendarizzata nella riunione dei capigruppo
del 28, prima del Consiglio precedente, forse lei non ricorda, però ha i
colleghi a cui chiedere.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Buongiorno, Presidente, grazie. Non so se preoccuparmi
perché abbiamo dei capigruppo distratti o se il Presidente del Consiglio,
invece, è molto efficiente nel suo lavoro perché, ai reiterati rilievi che gli
vengono rivolti, risponde: “Vi siete dimenticati? L'abbiamo deciso in questa
riunione”.
Preliminarmente saluto le consigliere, le donne del Consiglio,
della Giunta, le donne presenti e rivolgo, naturalmente, un pensiero anche alle
donne ucraine costrette, purtroppo, a fuggire dal loro Paese e dalla loro vita
per salvare i propri figli. Auguro a tutte un buon 8 marzo nei valori della
pace, dei diritti e della solidarietà.
In questa importantissima giornata della festa
internazionale dei diritti delle donne, avete proposto una proposta di legge
con un titolo molto suggestivo. Anche leggendo il merito, gli articoli, i
contenuti, naturalmente non si può che essere d'accordo, soprattutto in
considerazione della situazione in Calabria dal punto di vista dei divari, delle
diseguaglianze per l'accesso al lavoro e alle professioni, per la disparità
salariale, per l’impossibilità di usufruire dei servizi di welfare, per
il gap socio-culturale di cui spesso si nutrono le discriminazioni e le
violenze.
Non si può, quindi, non riconoscere che c'è
profondamente bisogno anche di un impianto normativo che dia un orientamento.
Spesso e anche in quest’occasione, nel presentare alcune
proposte di legge, fate riferimento ad altre Regioni, però prendete solo la
parte che a voi interessa e non l'insieme dalle buone pratiche che le altre Regioni
pongono in essere.
Oltretutto, fate riferimento al Piemonte, al Veneto e alla
vicina Puglia, e, allora, non andiamo lontano, soffermiamoci sulla Puglia che,
come la Calabria, è una regione del Mezzogiorno. Ebbene, la Regione Puglia ha
approvato un provvedimento analogo a quello in esame oggi, però lo ha sostenuto
con una cospicua quantità di risorse del proprio bilancio, e non solo, ha
aggiunto anche in maniera straordinaria delle risorse dei Fondi comunitari del
Piano SIO, del ciclo 2021-2027.
Non solo, vorrei ancora richiamare nella discussione
di quest’Aula la legge numero 162 del 2021, non so se nell'impianto normativo di
questa proposta voi abbiate inserito tutti gli aspetti che contiene questa
norma, non solo in termini di parità salariale, ma anche, soprattutto, di
parità di genere nelle società pubbliche.
Ancora, la legge di bilancio nazionale del 2022. Anche
in questo caso il Governo ha già adottato una serie di provvedimenti concreti e
operativi, come per esempio l’esonero contributivo per l'assunzione di donne. Voi
sapete, e in parte è stato anche accennato, che l'occupazione femminile in
Calabria è 20 punti percentuali più bassa di quella maschile, per non parlare
della disoccupazione che raggiunge livelli impressionanti e intollerabili. Non
solo: questa legge addirittura rimpingua un Fondo riservato alle politiche
della famiglia per le donne in maternità che vogliono rientrare subito
nell'attività lavorativa; offre e finanzia misure a favore della parità
salariale e consente degli sconti sui contributi da versare alle imprese che
adottano misure per ridurre il divario salariale e di mansioni.
Avete fatto degli appelli - ci mancherebbe pure -
anche abbastanza garbati, cordiali, ma che, per poter essere accolti, avrebbero
bisogno di ascolto e di reciprocità.
Mi sembra, invece, che, in più occasioni, questa
maggioranza abbia dimostrato di non avere interesse per la reciprocità. La
minoranza non si sottrae - almeno per quanto mi riguarda - al dibattito, al
confronto sul merito. Il gruppo Partito democratico - e poi lo dirà,
naturalmente, meglio il capogruppo – non si sottrae alle responsabilità e agli
appelli a costruire insieme, così com'è stato fatto in altre occasioni. Penso
alla statale 106.
Però voi non potete chiedere ogni volta alla minoranza
responsabilità e disponibilità e, poi, di fronte a emendamenti, suggerimenti,
riflessioni propositive, vi chiudete a riccio dentro una logica culturale di
maggioranza e numerica.
E no! E no!
Non avete il diritto di chiederle, se utilizzate
questo atteggiamento di chiusura verso le proposte che possono corroborare e
arricchire il dibattito sul testo legislativo.
È di questo che stiamo parlando, vogliamo essere molto
chiari senza fare ipocrisie? Questo provvedimento è arrivato in tutta fretta nelle
Commissioni convocate congiuntamente d'urgenza e arriva in Aula senza una
discussione, non solo con le opposizioni, ma nemmeno si è aperto un confronto in
Regione con le forze sociali, con le associazioni, con una serie di figure che
possono dare un contributo su queste tematiche sensibili e così importanti.
Aggiungo, inoltre, che avete già indetto una
conferenza stampa alle 15:30, quindi, è chiaro il senso, lo scopo e l'obiettivo
principale dell’approvazione di questo provvedimento.
Poi, non avete previsto un solo euro di
finanziamento.
Il quadro normativo contiene un’elencazione
di misure e di interventi, a sostegno dei quali non è stato previsto uno
stanziamento finanziario.
Questi sono i fatti, cari colleghi della
maggioranza!
Se anche su questo tema, così delicato e
sensibile, vogliamo scrivere e segnare una pagina positiva e propositiva per la
politica di genere nella nostra regione, dovete avere la forza, il coraggio e
la capacità di aprire, di ascoltare e di sentire anche le proposte concrete,
operative e propositive che il Partito Democratico, ma anche l’insieme dei
diversi gruppi dell’opposizione, avanzano in maniera proficua e positiva.
Se manifestate e ascoltate con questa stessa
disponibilità, per quanto mi riguarda – lo annunciava anche con il collega
Ernesto Alecci – abbiamo presentato degli emendamenti che possono soltanto
rendere esclusivamente più cogente l’impianto normativo, senza aver previsto lo
stanziamento di un solo euro. Grazie.
Grazie, consigliere Mammoliti.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto, auguro buona
festa della donna a tutte le donne italiane e calabresi, a quelle presenti in
questa Istituzione e in questa Assise, a partire dalle consigliere, ma faccio
riferimento soprattutto alle donne che fanno parte della Giunta regionale.
Posso assicurarvi che questa terra ha sempre
avuto un limite e noi – che non siamo osservatori esterni, ma siamo calabresi,
uomini e donne delle Istituzioni – non possiamo non riconoscere a noi stessi
che la Calabria, per ragioni sociologiche, antropologiche, culturali e anche
storiche, resta ancora, per certi versi, la società più maschilista d’Italia, e
da qui l’assunto che, secondo me, si coglie.
Devo dire che trovo i colleghi della
minoranza, anche rispetto agli interventi dei consiglieri di maggioranza,
sempre molto puntuali e li ringrazio, nel senso che anche il dibattito della
giornata odierna poteva apparire relativo a una legge manifesto, invece, dà
senso alle Istituzioni e a quello che va fatto in Calabria.
Intervengo – anche se non era necessario nel
senso che ci sono stati tutti gli interventi dei capigruppo – per essere da stimolo e per trasferirvi
questo messaggio che, magari, non si coglie: intanto, ci sono due donne in
Giunta, la vicepresidente Giusy Princi e la collega Minasi che hanno una piena autonomia nello svolgere il
proprio ruolo. Non è banale perché da questi banchi ho visto donne protagoniste
in politica, al di là delle stagioni di centro destra e di centro sinistra, e
questa è una grande novità.
Qual è l’aspetto da cogliere? Lo dico
riferendomi agli interventi di coloro che sono e devono essere giustamente
critici e propositivi, ma il tono che oggi provo a utilizzare è senza retorica
per una giornata animata dal sorriso perché le donne – a partire dalle mamme e
dalle figlie, – sono la maggioranza in Italia e anche in Calabria.
Proporrei di cogliere gli aspetti positivi in
questa giornata. Quali sono?
Non faccio differenza in termini di Giunta o
Consiglio regionale – sono curioso di capire come ha impiegato le risorse
libere la Puglia, ma esprimo dei dubbi, per quanto la regione stia andando
avanti, al di là di quello che facciamo, anche con l’approvazione di leggi
contro lo stalking e contro la violenza sulle donne – ma
penso che questa Regione abbia fatto.
L’assessore Varì ha
da poco pubblicato un bando importantissimo sull’imprenditoria femminile che è
sperimentale e che, fin dalla sua pubblicazione, è stato invidiato da tutta
Italia.
È un bando sulla Strategia di
Specializzazione Intelligente (S3) cioè su quelle imprese che nascono a Milano
e in altri luoghi – mentre qui, invece, si facevano i soliti bandi – che
prevede l’assegnazione fino a 400 mila euro
a fondo perduto. È ovvio che è un punto di partenza
rispetto all’interrogativo che può diventare un punto di confronto.
Poi, considerato che non ho seguito i lavori
della Commissione consiliare, non entro nel dibattito su quanto e come la legge
potrà essere emendata. Tutto è sempre migliorabile, ma è un punto di partenza
per inchiodare la futura programmazione dei Fondi europei perché gli strumenti
che la Giunta regionale mette in campo, ancora oggi, riguardano la
rimodulazione delle risorse impegnate male da chi ci ha preceduto.
Quindi, si tratta di una rivalutazione e sono
sperimentali.
Per esempio, mi auguro che quel progetto per
l’imprenditoria femminile, con una dotazione di 400 milioni di euro a fondo
perduto, destinato a finanziare progetti da realizzare in varie regioni dal
Veneto alla Sicilia, – dico: ma come lo avete costruito? – possa rappresentare
uno strumento più moderno per creare imprese vere, con le donne impiegate nei
diversi comparti.
Aggiungo questo elemento per assicurarvi,
umilmente, – perché va bene la vostra azione di controllo e anche di critica –
che questa, secondo me, è una legge importante – ovviamente, non necessita di
copertura finanziaria dal momento che si limita a sancire una serie di principi
che il Consiglio e la Giunta, in particolare, vogliono affermare, – perché deve
impegnare la futura programmazione, quella 2021-2027, a destinare risorse
cospicue su questi articoli di legge. Il dato è anche informare l’azione di un
Governo nazionale.
Il corto circuito che riguarda il Sud – che
non è un non ancora Nord – quando sento parlare soprattutto delle donne che
partono – in tanti lo hanno fatto – è legato alla necessità di costruire anche
i mestieri che uomini e donne possono fare in Calabria.
Quindi, intervengo – ripeto – con il sorriso,
dicendo che va bene la critica, però ho provato a dire che anche questo Governo
di centro-destra ha fatto cose più importanti rispetto al quadro nazionale. Si
pensi, ad esempio, in Francia, al quoziente familiare che ha sostenuto, oltre
agli asili nido, la possibilità alle donne con nuclei familiari più importanti.
Quindi, servono le politiche nazionali che in
questa norma – come sottolineato dalla Vicepresidente – vengono ben collegate.
È ovvio che tenere, poi, una conferenza
stampa significa celebrare la festa della donna in Consiglio regionale con il
contributo anche della minoranza, in questo caso non accolto, ma non entro nel
merito dei dati tecnici perché è una norma che non ho seguito personalmente.
Coglierei – e concludo – questo aspetto
fondamentale: il contributo che può arrivare da voi e da tutte le forze sociali
e sindacali è quello di fare un percorso collegato alla dignità della donna.
In Calabria, partiti, sindacati, Istituzioni,
restano ancora la società più maschilista di questa nostra Europa. La
conosciamo e comprendiamo quali sono i difetti.
Al di là dei colori politici, cogliamo
insieme l’aspetto peculiare di questa norma che è quello di accelerare percorsi
che sono ben rappresentati da chi guida l’opposizione in quest’Aula e da due
donne che, in modo autonomo e con fermezza, – in una Giunta tra l’altro
consolidata, con persone d’esperienza come il collega Gallo e altri –
rappresentano un modo diverso anche di sentire l’azione legislativa e
governativa, un po’ non solo perché c’è la parità di genere, ma perché c’è la
differenza di genere che può esaltare questa terra soprattutto nei momenti di
difficoltà.
Quindi, colgo questo aspetto positivo e,
secondo me, dobbiamo ritrovarci insieme per condizionare la programmazione
2021-2027, elaborando proposte trasversali finalizzate a rendere la Calabria
sempre più moderna e adeguata, perché – lo ripeto sempre – sono stanco che
questa Regione venga, spesso con autolesionismo, rappresentata come se, in
pezzi di intera economia e società, fossimo tutti ‘ndranghetisti
a strascico.
Non è così e sappiamo bene che le donne, le
mamme e le figlie di questa regione possono rappresentare in Calabria una
grande differenza.
Questo è lo spirito. Dobbiamo riempire la
nuova programmazione con stanziamenti reali, come ha fatto l’assessore Varì che ha previsto, in via sperimentale, lo stanziamento
di 6 milioni di euro. Non abbiamo le risorse ed è ovvio che stiamo parlando di
una trance che rimane di una vecchia
programmazione.
Su quella sperimentazione, su questa norma e
su tutto quello che l’assessorato al lavoro e alla formazione potrà fare – ho
concluso – è da rinvenire lo spirito di questa legge che vorrei celebrare e
festeggiare insieme a voi.
Viva le donne di Calabria! Grazie.
Grazie, assessore Orsomarso. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Interverrò in maniera
molto concisa e devo dire che non vorrei rompere questo clima di festa che oggi
si registra perché, ovviamente, l’8 marzo è una data importante.
Avete scelto una data simbolica per portare
in discussione questo testo di legge, però, a mio avviso, rischiamo di fare un
dibattito che, molte volte, esula dalla realtà esistente fuori da quest’Aula.
Dico questo perché, oggi, affrontando il tema della parità di genere, forse non
ci rendiamo conto della reale situazione delle donne in Calabria.
La Calabria è l’ultima regione d’Italia per
occupazione femminile: in questa regione lavorano solo 29 donne su 100. Di
fronte a questa emergenza e agli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena
uguaglianza dei cittadini, oggi non possiamo limitarci a fare annunci spot, a ritenerci assolti dal nostro
compito e a racchiudere tutto in una conferenza stampa.
Lo dico perché da questo dibattito mi
aspettavo alcuni gridi di allarme che, in realtà, non ho ascoltato e cioè, se
parliamo della donna in Calabria, nel meridione d’Italia, non possiamo non
partire dalle divergenze territoriali che si registrano tra aree del Paese, che
non risalgono agli anni scorsi e alla famosa questione meridionale. Mi
riferisco, piuttosto, agli ultimi dati statistici che prevedono un’ulteriore
divario nella ripartizione delle risorse per le politiche sociali e
dell’offerta dei servizi primari.
Le donne non lavorano in Calabria perché,
come diceva chi mi ha preceduto, devono occuparsi della propria famiglia e
quando parliamo delle donne e della parità di genere, dovremmo ricordare come a
Reggio Emilia esistono 60 asili nido mentre a Reggio Calabria ne abbiamo solo 3
e come in Emilia Romagna si spendono 2.400 euro pro capite per asili, mentre in
Calabria spendiamo soltanto 59 euro.
Avrei voluto partire da qui, dalla mancanza
di asili nido, di risorse, di quell’offerta formativa che assicura
l’uguaglianza vera tra i cittadini e tra uomo e donna perché, altrimenti,
cadiamo in enunciazioni di principio.
Questa è una bella legge con tante
enunciazioni di principio, rispetto alle quali nessuno di noi può essere
contrario, ma rispetto all’emergenza delle disuguaglianze di questa regione non
può bastare un bollino che si dà alle imprese per avere una sorta di preferenza
nella ripartizione di eventuali incentivi. È un’iniziativa lodevole, ma non può
servire a garantire quella parità di genere di cui, oggi, dobbiamo discutere,
anche perché l’articolo 11 della proposta prevede che il Piano di intervento
per le politiche di genere per l’attuazione delle misure previste dalla legge
sarà adottato dalla Giunta regionale entro 120 giorni dalla data di entrata in
vigore.
Quindi, oggi, consentitemi di dire che stiamo
parlando soltanto di enunciazioni di principio, pertanto, il pensiero unico che
in questa Aula, per troppe volte e troppo spesso, si vuole richiamare, penso
debba essere rotto.
Ho apprezzato l’intervento del capogruppo
Laghi e del consigliere Mammoliti.
L’opposizione deve fare opposizione e
dev’essere in grado di dire che il tempo degli annunci sta per finire perché
c’è una Calabria che bolle nelle sue emergenze sociali, nelle disuguaglianze,
nelle sofferenze e, quando alle donne, dopo una pandemia così forte che le ha
viste arretrare ancora di più nelle loro posizioni lavorative – molte hanno
dovuto abbandonare il lavoro – proponiamo solo enunciazioni di principio,
allora, lì dobbiamo fermarci e dire che questi strumenti sono solo
dichiarazioni importanti e condivisibili, ma che siamo ancora lontani
dall’affrontare con strumenti veri e con grande efficacia la lotta per la
parità di genere.
Ripartiamo dal federalismo fiscale e dai
Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che tutti i cittadini devono avere;
ripartiamo dalle difficoltà e dalle ingiustizie nella ripartizione della spesa
pubblica; ripartiamo dagli asili nido che mancano e dai Comuni che non hanno
risorse per le politiche sociali. Solo così possiamo parlare di uguaglianza e
di parità di genere, altrimenti i cittadini fuori da questo Palazzo non
capiscono.
Siamo buoni per un post sui social, ma non a
contrastare le piaghe di questa regione.
Concludo il mio intervento ricordando anch’io
come, oggi, giorno della festa della donna, pensiamo tutti alle mamme
dell’Ucraina, – ho visto delle immagini strazianti – ma allargherei il campo e vorrei augurare buona
festa della donna a tutte quelle donne che in questo momento si trovano in
luoghi del mondo dove maggiori sono le sofferenze, a tutte le donne, ucraine e
non, che scappano dalle guerre, perché tante sono le guerre nel mondo, a tutti
i migranti, qualunque sia il colore della loro pelle, a tutte le donne che
lottano affinché i propri figli abbiano un futuro di pace e di serenità.
La sofferenza è tanta per le donne di
Calabria e per le donne del mondo e, di fronte a queste sofferenze, la politica
deve produrre fatti e ha bisogno di parlare alla Calabria, da oggi in avanti,
con azioni concrete. Questo penso che si aspettano i cittadini da noi.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo molto
brevemente. Intanto, anch’io mi associo agli auguri a tutte le donne, ma
soprattutto oggi è d’obbligo rivolgere il nostro saluto e il nostro augurio
alle donne, alle mamme, alle mogli e alle figlie ucraine e allo stesso modo
alle mamme, alle mogli e a tutte le donne russe che, in questo momento,
vorrebbero avere più libertà, invece, vivono in una finta democrazia, in una
piena dittatura, che sta opprimendo anche il dibattito, la discussione e,
finanche, l’informazione. Vorrei, infatti, esprimere anche solidarietà al
popolo russo che in questi giorni si è visto chiudere, giorno dopo giorno, ogni
mezzo di comunicazione, finanche i social
network nella giornata di ieri.
Il nostro compito oggi è quello di salutare e
rivolgere davvero il nostro augurio a tutte le donne, ma il nostro pensiero
deve essere rivolto principalmente a quelle vicende e a queste situazioni di
disagio drammatico che un pezzo d’Europa e un pezzo del mondo stanno vivendo.
Relativamente al testo di legge che abbiamo
ricevuto, comprendiamo che c’è stata la necessità di far coincidere l’8 marzo
con una bella legge regionale da presentare alla stampa, una legge manifesto,
come diceva l’assessore Orsomarso.
Rischiamo, però, assessore Orsomarso, di fare
una legge spot per due questioni.
La prima di metodo: le Commissioni consiliari
devono funzionare davvero.
Se in Commissione una parte dell’opposizione
presenta degli emendamenti, bisogna avere il tempo di poterli discutere e
migliorare perché il tema che la legge vuole affrontare è un tema importante,
non è un tema di una parte su un’altra parte – e, poi dirò qualcosa su questo –
però, occorre – ripeto – far funzionare le Commissioni in maniera civile, non condizionarle
ai tempi stretti della comunicazione esterna perché, altrimenti, diventiamo
un’altra cosa. Non siamo più un Consiglio regionale, ma siamo semplicemente dei
soggetti che ogni tanto vengono chiamati in Commissione per discutere dei testi
preconfezionati, che dovranno essere pubblicizzati sui social network e che i social
media già conoscono così come i giornalisti e gli addetti stampa che
dovranno partecipare alle conferenze stampa.
Se si vuole dare centralità all’Istituzione e
alle Commissioni consiliari, chiedo al Governo regionale, ma anche all’Ufficio
di Presidenza e al Presidente del Consiglio regionale di cambiare finalmente
metodo e far lavorare le Commissioni in maniera civile, rispettando i
Regolamenti.
Il merito della legge. Ho fatto una battuta ai colleghi capigruppo di
minoranza, dicendo che, per alcuni versi, non serviva nemmeno una legge, ma si
potevano fare delle mozioni.
Il tema è che si rischia di approvare un testo importante che, essendo
carente di alcune cose, quali l'impegno economico e la visione finale, ha la
stessa valenza di un atto importante quali sono le mozioni consiliari.
Come si può ribaltare e rendere efficace un testo di legge importante?
Intanto, dandogli una visione, una copertura economica e dicendo in che modo vogliamo,
Vicepresidente, che tra una settimana, dopo la sua approvazione, sia migliorato
e cambi qualcosa.
Questo è il punto centrale. E mi torna in mente quello che abbiamo fatto
qualche anno fa, quando in questa stessa Aula, all'unanimità, su mia proposta,
ma con la condivisione generale di tutto il Consiglio regionale – il
consigliere Orsomarso lo ricorderà –
approvammo la legge che istituiva l'Osservatorio sulla violenza di
genere, precisando: “Stiamo approvando la legge che istituisce l’Osservatorio sulla
violenza di genere, però a 2 km da qua, una donna viene bruciata viva dal
marito!”.
In quel caso, in che modo l'Istituzione può lavorare affinché ci siano
atti concreti per mettere fine al dramma della violenza di genere?
In questo caso, in che modo mettiamo in campo un progetto di legge che
abbia corrispondenza e che dia risposte alle donne calabresi? Cosa chiedono le
donne calabresi? Chiedono rispetto, pari opportunità, lavoro e che non ci sia
più una violenza forte nei loro confronti. In che modo la Regione può mettere
in campo azioni? Manca la visione in questo progetto di legge.
Non siamo contro un testo di legge che affronta il tema delle
discriminazioni di genere o della parità di genere, però sarebbe stato
opportuno che l’opposizione fosse coinvolta; sarebbe stato opportuno stanziare
una copertura finanziaria come altre Regioni fanno; sarebbe stato opportuno
dare una visione. Il racconto di una Calabria sempre brutta, sporca e cattiva è
anche un altro errore sul quale non dobbiamo cadere perché, nel silenzio
generale – e forse, anche questo, è un errore – la settimana scorsa alla Camera
dei Deputati è stato incardinato il progetto di legge per l'inserimento
lavorativo delle donne vittime di violenza di genere.
Quel progetto di legge – lo dico all’Istituzione, in questo caso, e non
a una parte politica – parla calabrese perché le proposte principali sono
pervenute dalla Commissione alle Pari opportunità di questo Consiglio
regionale, allora presieduta dalla presidente Cinzia
Nava.
Quello è un atto concreto, firmato dalle parlamentari del Partito
Democratico, ma che è aperto alla discussione del Parlamento intero e
rappresenta un'innovazione forte per consentire a chi è veramente vittima di
violenza di avere una priorità nell'inserimento nel mondo del lavoro.
Mi rendo conto che in Calabria c’è un'aspettativa in più e me ne rendo
conto perché già in quest’Aula, presidente Mancuso, rivolgendomi al suo
predecessore, raccontai un aneddoto. Quando questo Consiglio regionale, per
responsabilità di tutte le forze politiche, non riuscì ad approvare la legge
sulla doppia preferenza di genere, c'era un grande dibattito nazionale ed io mi
trovavo a Napoli per una conferenza di solidarietà anticamorra – l’assessore
Gallo se lo ricorderà – insieme agli altri Presidenti dei Consigli regionali e,
davanti alla stampa di tutta Italia, un giornalista chiese chi fosse il
Presidente del Consiglio regionale della Calabria.
Io pensai che volesse fare una delle tante domande per fatti di cronaca,
attualità, magari anche giudiziaria o politica della Calabria; invece, la
domanda che mi fece fu la seguente: “Quando il Consiglio regionale della
Calabria approverà la legge sulla doppia preferenza di genere?”
Io risposi: “Guardi, è stata calendarizzata tra un mese, e questa è la
mia risposta. Ora le pongo una domanda: perché lo chiede solo al Presidente del
Consiglio regionale della Calabria e non lo chiede anche ai Presidenti delle
altre sei Regioni che non si sono ancora dotate della legge sulla doppia
preferenza di genere?”
Lì sono stati tutti zitti, perché sulla Calabria si scontra un racconto
di arretratezza, probabilmente anche esterno, con le azioni messe in campo
dalla politica e di tutti i colori politici che non hanno reso credibili le
azioni che mettiamo in campo.
La notizia nazionale era se la Calabria avrebbe approvato la legge sulla
doppia preferenza di genere; cosa per cui, come è noto, ci siamo molto battuti
e anche io personalmente mi sono molto battuto. Però anche altre Regioni non
l'avevano.
Su questo, bisogna avere anche la capacità di fare un contro racconto.
Si può fare con questo tipo di legge? Secondo me, no!
Si tratta di un punto di partenza, però la Giunta regionale con questo
progetto di legge si gioca una partita, che è quella di evitare di dare la connotazione
di una legge spot.
Avrete 120 giorni – secondo me, anche meno – perché se c’è la volontà
politica di dare visione e di dare copertura economica, si può fare anche
prima.
Oggi si approva questa legge. Noi abbiamo presentato degli emendamenti migliorativi
che non entrano nel merito e non smontano la proposta del progetto di legge.
Chiediamo che ci sia una discussione franca sugli emendamenti che
abbiamo presentato. Allo stesso tempo, chiediamo che su questa legge, nei
giorni immediatamente successivi, qualora venisse approvata, ci sia una
discussione anche in Commissione bilancio per capire se si può dare forma,
sostegno, e soprattutto risposte.
In una parola, cara Vicepresidente della Giunta regionale, bisogna
capire se questa legge un giorno riuscirà a darci un cambio di rotta negli
indicatori drammatici che sono stati raccontati dai consiglieri di opposizione;
numeri drammatici generati dal Covid e dal momento di
incertezza anche internazionale perché, mentre noi parliamo, c’è un mondo fuori
da quest’Aula che ha un caro bollette in più, un costo del carburante in più e
difficoltà in più ogni giorno; voi comprendete che quando le difficoltà
aumentano per tutti, per le donne lo sono ancora di più.
In che modo la Regione Calabria può riuscire con un progetto di legge a
mettere in campo una visione che oggi in questo testo non c'è?
I testi si fanno, ma poi si possono migliorare e possiamo capire in che
modo nelle prossime settimane, dando vocazione e forza al ruolo delle
Commissioni per riaprire una discussione su questo progetto di legge.
Pertanto, chiediamo di confrontarci sugli emendamenti al fine di capire
se ci sono le condizioni per votare positivamente o no questo progetto di
legge.
Grazie.
Grazie, collega Irto. Cedo la parola alla vicepresidente Princi per le conclusioni.
Prego, vicepresidente Princi.
Grazie, presidente Mancuso. Intanto, buon pomeriggio a tutti quanti voi.
Anch'io mi associo a quello che è il dolore che sta interessando le
donne, le mamme e le figlie ucraine, la cui resilienza in questa tragedia, in
questo momento di tristezza, è la più bella fotografia che viene data al mondo.
Entrando nel merito del disegno di legge numero 43/12^, intanto
ringrazio tutti quanti voi, consiglieri di opposizione e di maggioranza, per
gli importanti contributi che sono stati resi in quest'Aula.
Come diceva il consigliere Mammoliti, è vero
che la Puglia si è già dotata di uno strumento normativo importante; non solo
la Puglia, ma anche il Lazio, la Campania, il Piemonte, il Veneto e l'Emilia
Romagna.
Pertanto, con la proposta di legge numero 43/12^, la Regione Calabria va
a superare un'importante gap che,
anche in termini normativi, la vedeva ultima in Italia.
Voglio chiarire al consigliere Alecci che non rinneghiamo quella che è
la fotografia impietosa che viene data dalla nostra Regione in termini di
occupazione femminile. Difatti, il disegno di legge è partito proprio da questo
bisogno. Tutti sappiamo che la Calabria è tra le cinque Regioni d'Italia ultime
in Europa in quanto a tasso di occupazione femminile.
Sappiamo dall’indagine dell’Eurostat che il
tasso di occupazione femminile è al di sotto del 30 per cento, e la maggior
parte dei posti di lavoro che si sono persi nel periodo di Covid
del precedente anno interessa la regione Calabria.
Non solo, dai dati che fuoriescono dall’Osservatorio regionale rispetto
alla violenza di genere, la Regione Calabria è all’ultimo posto in classifica
rispetto a una normativa in tal senso.
Come precedentemente riferito dalla consigliera Bruni, negli ultimi
dieci anni abbiamo registrato un tasso di violenza, parliamo di femminicidio, che ha superato le 100 vittime.
Ecco da che cosa è nata questa legge.
Ovviamente, la Calabria è interessata in modo più drammatico, ma in
tutta Italia si registrano dei numeri impressionanti in tal senso; qualcuno li
ha già ricordati.
Nel nostro Paese il tasso di occupazione femminile è pari al 49,9 per
cento, uno dei più bassi d’Europa.
Che cosa ha determinato il dato di percentuale di venti punti di scarto
contro la percentuale maschile?
Che noi come Pil (Prodotto interno
lordo) abbiamo perso 88 miliardi di euro.
Ecco perché rientriamo nel Programma Gol, che ha interessato anche la
Regione Calabria con 40 milioni di euro.
Cosa consentirà di fare il Programma Gol? Nei prossimi 4 anni andrà ad
investire una cifra importante e, quindi, dovranno essere interessati 3 milioni
di utenti in termini di posti di lavoro e il 75 per cento andrà a coinvolgere
le donne e i giovani. Saranno destinate risorse importanti. Il focus della legge, lo voglio ricordare,
è proprio il lavoro.
Sappiamo che il livello di democrazia di un Paese, in questo caso di una
Regione, si misura dal livello di inserimento delle donne nella società, nelle
Istituzioni e soprattutto nel lavoro. Ce lo dice l’articolo 37 della
Costituzione, così come l’articolo 15 dello Statuto dei lavoratori.
Il focus di questa legge,
quindi, va ad essere proprio l’occupazione femminile di cui tanto si sta
parlando in quest’Aula; infatti, cercheremo di risolvere il divario retributivo
che va a penalizzare le donne.
Un divario non solo salariale, ma anche contrattuale, perché la
difficoltà delle donne calabresi non è soltanto l’inserimento lavorativo, ma
anche la permanenza in posti di lavoro stabili, la difficoltà ad avere una
progressione di carriera e a conciliare uno status
di vita privata familiare con uno status lavorativo.
Questo vuole rappresentare questo disegno di legge nei suoi importanti
articoli.
Il consigliere Irto prima diceva che 120 giorni diventano eccessivi. Intanto,
voglio chiarire un aspetto: è vero che nell’impianto della legge non è previsto
alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio, ma semplicemente perché – come
diceva prima il collega Orsomarso, e abbiamo qui anche il collega assessore Varì – tutti questi articoli dovranno essere declinati, lo
dice l’articolo 11, in proposte fattive e concrete.
Qui parliamo di concretezza e la legge odierna non è uno spot. Non ci saremmo dotati di questo
strumento che, come giustamente diceva il collega Mammoliti,
ci vedeva sprovvisti rispetto alle altre Regioni. Egli citava la Puglia, io ho
evidenziato anche altre Regioni d’Italia. Tutti questi articoli dovranno essere
declinati in interventi attuativi.
Il progetto sull’imprenditoria femminile rappresenta il prosieguo di un
percorso già intrapreso dall’allora assessore Orsomarso.
Il bando prevede 5 milioni e 700 mila euro che verranno proprio
stanziati per incentivare l’imprenditoria femminile.
Ricordo, altresì, che sul Fondo sociale europeo, come Regione Calabria,
si è passati da 360 milioni a 700 milioni. All’interno di questi, le politiche
di genere, avranno un ruolo preponderante.
Inoltre, il programma che la Regione Calabria sta presentando alla
Commissione – per cui è in atto, appunto, la negoziazione – andrà a valorizzare
la Polis di genere e, quindi, andrà a intervenire su un gap che andava a discriminare le donne nell'ambito occupazionale.
Ho citato prima i 40 milioni di euro che rientrano nel Programma Gol.
Ecco perché non siamo intervenuti all'interno di un bilancio già
risicato, anche perché investire in questa fase 100 milioni di euro sarebbe
stata una cifra irrisoria rispetto all'impianto normativo importante che
dobbiamo andare a rendere concreto ed attuale.
Ringrazio veramente il presidente Mancuso che ha fortemente sostenuto la
convocazione di questa seduta di Consiglio regionale e ci ha accompagnati in
questo percorso, insieme al Settore assistenza giuridica. Ringrazio la terza
Commissione, presieduta dal consigliere Comito. Ringrazio tutte le consigliere
donne, dalla consigliera Amalia Bruni con la quale, pur nella diversità avvolte
di veduta, si è creata una piacevole dialettica democratica. Ringrazio la
collega Tilde Minasi, assessore della Giunta
regionale. Ovviamente, ringrazio a tutti
quanti i colleghi assessori della Giunta regionale, presieduta dal presidente
Occhiuto che ha fortemente voluto e sostenuto questa legge. Ringrazio la
consigliera Valeria Fedele, il cui supporto normativo è stato determinante
nello stilare questo disegno di legge; la consigliera Katia Gentile, per il
contributo altrettanto fattivo; la consigliera Pasqualina Straface,
la cui esperienza è stata importante in quanto già consigliera del Comitato
Pari opportunità; ancora, le consigliere Luciana De Francesco e Simona Loizzo, che per motivi personali non sono presenti
quest’oggi, ma hanno fortemente sostenuto questo impianto normativo.
A breve sarà convocato un tavolo tecnico, che si arricchirà di tutte le
professionalità e si arricchirà del contributo di tutti i consiglieri di
quest'Aula che permetteranno, appunto, di declinare quelli che sono gli
articoli normativi di questa legge con delle proposte concrete.
Ci siamo dati massimo 120 giorni, però ci auguriamo di potere uscire
prima; proprio perché sono degli articoli importanti, è necessario che vengano
sviscerati e che diventino concreti, attraverso il contributo delle parti
sociali che dovranno essere coinvolte, altrimenti sarebbe uno scheletro monco
di quella che deve essere la carta attuativa che è rappresentata dai
protagonisti.
Il consigliere Alecci ha parlato di asili nido. Il focus della legge è, e deve rimanere, l'occupazione femminile e il
lavoro ma, proprio perché sono stata chiamata in causa, comunico che, per
quanto concerne gli asili nido e la fascia 0-6, stiamo lavorando insieme alla
collega Minasi perché abbiamo la fotografia del
rapporto Save the Children.
Stiamo intervenendo su 30 milioni di euro e stiamo individuando i Comuni
che assurgeranno al ruolo di capofila di ambito; quindi, utilizzando queste
risorse e quelle stanziate dal Ministro per il Sud, Carfagna,
riusciremo veramente a dare ai bambini calabresi questa importante opportunità.
Rispetto alla legge – i cui articoli, ovviamente, dovranno essere
declinati – volevo ricordare che
nell'articolo 5 è già previsto che vengano dati incentivi sotto forma di premialità economica.
Ricordo che le risorse ci saranno, ma è già previsto che vengano
assegnate alle imprese che utilizzano strumenti di equilibrio vita-lavoro e,
quindi, che abbiano all'interno orari flessibili, smart working, ferie, permessi solidari, banca
ore, asili nido aziendali.
Questo è già previsto all'interno dell'articolo 5 di questo disegno di
legge; così come, sempre articolo 5, lettera c) per le imprese che assumono
donne vittime di violenza prese in carico da un Servizio sociale, da un Centro
antiviolenza, da una Casa accoglienza o rifugio, donne vittime di tratta, donne
che possono comunque attestare la loro condizione di vittime o donne esposte a
fenomeni di violenza, è prevista la premialità in
forma di incentivi.
Tale premialità è raddoppiata in caso di
utilizzo di servizi e misure di accompagnamento alla fuoriuscita dalla
situazione di vittima, sostegno psicologico alla donna e ai figli minori, voucher per supporto al diritto alla
salute.
Lo dico per il consigliere Laghi che, giustamente, chiedeva se è stato
previsto qualcosa in termini sanitari. Questo articolo dovrà essere declinato,
anzi, con l’occasione la invito a partecipare al tavolo tecnico in qualità di
componente.
Ci farebbe piacere perché abbiamo bisogno di competenze specifiche nel
settore di intervento e, quindi, rispetto a questo articolo, il suo contributo
potrebbe essere importante. Non mi voglio più trattenere.
È una pagina importante
e ringrazio tutti quanti voi. Mi auguro, ovviamente, che la proposta di legge
possa essere, trasversalmente, sostenuta. In bocca al lupo alla Calabria per
tutto ciò che riuscirà a fare per salvaguardare quella che è l'equità dei
diritti e la parità di genere, declinata in tutte le sue forme. Grazie.
Grazie, vicepresidente Princi.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento...
Presidente, vorrei intervenire per una rapidissima
dichiarazione di voto.
Consigliere Laghi, le darò la parola prima
della votazione del provvedimento, ora passiamo alla votazione dei singoli
articoli.
Va bene, Presidente.
Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
All’articolo 4 è pervenuto l’emendamento,
protocollo numero 6410, a firma del consigliere Comito, a cui cedo la parola
per l’illustrazione.
Prego, consigliere Comito, può illustrare
l’emendamento.
Grazie, Presidente. L’emendamento è una mera
precisazione che riguarda il comma 2 dell'articolo 4, della proposta di legge
in discussione, che recita: dopo le parole “alla concessione di benefici
economici” sono aggiunte le parole “erogati o attribuiti dalla Regione”.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo
numero 6410. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 4, così come
emendato.
Articolo 4, come emendato.
(È
approvato)
All’articolo 5 è pervenuto l'emendamento,
protocollo numero 6433, a firma dei consiglieri Bruni, Irto e Tavernise. Cedo la parola al proponente per
l’illustrazione.
Prego, consigliera Bruni, può illustrare
l’emendamento.
Signori consiglieri, è un emendamento dettato
dalla necessità di rendere maggiormente intellegibile il contenuto della
lettera b), comma 1, dell'articolo 5, perché la premialità
è riconosciuta nel caso in cui l'assunzione di donne con disabilità è pari o
superi la quota prevista per legge; la seconda parte della lettera d) è stata
riformulata per una questione lessicale.
Cedo la parola al Presidente della seconda
Commissione, consigliere Montuoro. Prego.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Relativamente alla proposta di emendamento formulata dalla consigliera Bruni,
questa mattina è pervenuto il parere finanziario, da parte del Dipartimento
economia e finanze, a firma del direttore generale.
Do lettura del provvedimento: “In ordine agli
emendamenti al disegno di legge numero 43/12^ riportati in epigrafe,
relativamente agli aspetti finanziari, e ferme restando le competenze delle
pertinenti Commissioni consiliari, deve premettersi che la legge regionale di
cui trattasi, di iniziativa della Giunta, è stata già sottoposta al vaglio di
questo Dipartimento che ha verificato che la relazione tecnico finanziaria,
predisposta dal competente Dipartimento regionale, fosse conforme ai parametri
dettati dalla magistratura contabile in
ordine al contenuto obbligatorio sulla relazione stessa.
Infatti, come precisato nelle “Relazioni
sulla quantificazione degli oneri sulle modalità di copertura delle leggi di
spesa regionali” annualmente redatte dalla Corte dei conti, le relazioni
tecnico finanziarie delle leggi regionali devono contenere analitica
quantificazione degli oneri e/o dettagliata motivazione dell’invarianza
finanziaria delle singole disposizioni, ritenendo non conforme alla
legislazione vigente ogni apodittica affermazione di invarianza di spesa.
La magistratura contabile, inoltre, in
ossequio alle disposizioni del comma 3 dell'articolo 93 del Regolamento del
Consiglio regionale, ha ribadito che l'esistenza di medesimo dettaglio
informativo deve essere garantito anche con riferimento agli emendamenti
presentati in Aula. Ciò premesso, tenendo conto che le richieste della Corte
dei conti sono finalizzate proprio a garantire la trasparenza e
l'intelligibilità delle disposizioni presentate e che, come su accennato, le
competenti Sezioni regionali controllano annualmente il rispetto di quanto
indicato, deve precisarsi che non è possibile fornire pareri in ordine alla
copertura finanziaria degli emendamenti qualora gli stessi non siano corredati
da esaustive relazioni tecnico-finanziaria”.
Quindi, il Dipartimento economia e finanze,
sostanzialmente, viste le carenze evidenziate, dà parere negativo.
Grazie, consigliere Montuoro.
Parere della Giunta?
Contrario.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è respinto.
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
Articolo 8
(È
approvato)
Articolo 9
(È
approvato)
Dopo l'articolo 9 è pervenuto l’emendamento,
protocollo numero 6433, a firma dei consiglieri Bruni, Irto e Tavernise. Cedo la parola al proponente per
l’illustrazione.
Prego, consigliera Bruni, può illustrare
l’emendamento.
L’emendamento ha lo scopo di introdurre
all'interno della proposta di legge numero 43/12^ la disciplina dello smart working e del
trasferimento del personale delle Pubbliche Amministrazioni, al fine di
garantire la parità di genere e dare la possibilità alle donne di poter
conciliare al meglio le loro esigenze di vita con quelle lavorative.
La ripresa economica passa attraverso
l'innovazione tecnologica e, sicuramente, dello smart working non si potrà fare a meno, tutto
questo ben si concilia con i bisogni delle lavoratrici.
Nelle conclusioni prospettate dalla XI
Commissione del lavoro della Camera dei deputati - convocata in audizione in
merito al processo di adozione della Direttiva europea per l'applicazione del
principio della parità di retribuzione tra uomini e donne - lo smart working, se
strutturale e vero, è in grado di favorire l'equità e la trasparenza
retributiva di genere.
L'organizzazione del lavoro e la flessibilità
organizzativa tipiche del lavoro agile nella sua forma vera e strutturale come
soluzione di efficienza organizzativa voluta e condivisa, quindi non dettata da
motivi emergenziali o di welfare, contribuisce a realizzare una più equa
distribuzione dei compiti di cura della casa e dei figli, riducendo il ricorso
alle cosiddette ferie forzate o part-time.
Altro tema importante è quello relativo alle
dipendenti che subiscono violenza di genere. La Regione si impegni quindi a
promuovere specifici percorsi di protezione debitamente certificati, garantendo
così la possibilità di chiedere trasferimenti e congedi, in applicazione della
normativa nazionale.
Grazie, consigliera Bruni. Consigliere Montuoro, mi sembra di capire che vale la stessa
motivazione dell'altro emendamento, giusto?
Sì, Presidente, le confermo che vale la
stessa motivazione del precedente emendamento.
Parere della Giunta?
Contrario.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è respinto.
Articolo 10
(È
approvato)
Dopo l'articolo 10 è pervenuto l'emendamento,
protocollo numero 6433, a firma dei consiglieri Bruni, Irto e Tavernise. Cedo la parola al proponente per
illustrarlo.
Prego, consigliera Bruni, può illustrare
l’emendamento.
Sempre con riferimento alla parità di genere,
si rende necessario predisporre strumenti di misurazione e conoscenza del
fenomeno.
Il bilancio di genere risponde a questa
esigenza perché costituisce uno strumento di monitoraggio e valutazione delle
politiche pubbliche secondo un approccio di genere, ossia utilizzando l'analisi
dell'impatto che esse hanno sulla componente femminile e maschile della
popolazione in un'ottica di pari opportunità.
Il postulato teorico sul quale si fonda il
bilancio di genere risiede nel principio che l’allocazione e la distribuzione
delle risorse pubbliche non sono neutrali da un punto di vista del genere. Al
contrario, come è noto, nella fase di composizione di un bilancio pubblico,
nazionale, regionale o locale, vengono operate le scelte più rilevanti rispetto
alle azioni e all'adozione di misure che possono promuovere l'equità di genere
o, al contrario, generare ulteriore discriminazione e difficoltà.
In questo senso i bilanci di genere sono
considerati strumenti importanti per il raggiungimento di standard di buona governance in
riferimento sia ai parametri di trasparenza e partecipazione sia agli obiettivi
di crescita, di efficienza spesa e di garanzia di equità sociale.
Ad oggi, le prime esperienze realizzate di
bilancio di genere hanno due obiettivi: da una parte, analizzare e valutare le
politiche pubbliche e, dall'altra, creare consapevolezza sul tema e incidere
laddove possibile per modificarle. Nell'ordinamento italiano la dimensione del
genere è stata oggetto di una sperimentazione per la redazione del bilancio di
genere, in attuazione dell'articolo 38-septies della legge numero 196 del 2009,
introdotto dal Decreto legislativo numero 90 del 2016.
Successivamente, con il decreto legislativo
del 12 settembre 2018, numero 116, la funzione del bilancio di genere è stata
rafforzata, ponendo l'accento sull’opportunità che tale strumento sia
utilizzato come base informativa per promuovere la parità di genere tramite le
politiche pubbliche, attraverso una maggiore trasparenza della destinazione
delle risorse e attraverso un'analisi degli effetti delle suddette politiche in
base al genere.
Si rende, pertanto, necessario che anche la
Regione Calabria si doti di questo strumento al fine di poter indirizzare, con
sempre maggiore efficacia e trasparenza, la propria azione politica e
amministrativa. Il bilancio di genere, su questa legge che è monca, chiuderebbe
il cerchio e rappresenterebbe un esempio da seguire per gli altri enti
territoriali, nonché il fiore all'occhiello della nostra Regione.
Grazie, consigliera Bruni. Consigliere Montuoro, vale sempre la stessa motivazione dell'altro
emendamento?
Sì, Presidente, la motivazione è uguale a
quella delle proposte precedenti.
Parere della Giunta?
Contrario, anche perché ricordo che il
bilancio di genere è già previsto dalla legge regionale numero 15 del 13 giugno
2008.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è respinto.
Articolo 11
(È
approvato)
Dopo l'articolo 11 sono pervenuti alcuni
emendamenti. Il primo è l’emendamento, protocollo numero 6361, a firma dei
consiglieri Tavernise, Irto e Bruni.
Parere della giunta?
Vale la stessa giustificazione di prima?
Sì, contrario.
Parere del relatore?
Contrario.
Presidente, scusi, ci dovrebbe essere il mio
emendamento dopo l’articolo 11.
Consigliere Mammoliti,
il suo emendamento viene dopo.
Scusi, Presidente. Grazie.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo
numero 6361. L'emendamento è respinto. Passiamo all’emendamento, protocollo
numero 6432, a firma dei consiglieri Mammoliti, Irto,
Bruni e Tavernise. Cedo la parola al proponente per
l’illustrazione.
Prego, consigliere Mammoliti,
può illustrare l’emendamento.
Grazie, Presidente. Questo emendamento si
propone come obiettivo di creare, oggi, una pagina positiva nell'azione del
Consiglio regionale della Calabria.
Questo articolo 11 bis non modifica
l'impianto sostanziale della legge, semmai lo rafforza e lo rende inoppugnabile
e, dal punto di vista politico, sollecita il governo regionale a dimostrare
coerenza tra gli obiettivi della legge e l'azione amministrativa e di governo
che si prefigge di realizzare.
L'articolo 11 bis recita: “La Giunta
regionale, annualmente, predispone e trasmette al Consiglio regionale una
relazione sullo stato di attuazione della presente legge, sulle attività poste
in essere, sul Piano di interventi adottato ai sensi del precedente articolo
11…”, che - come è stato poc'anzi detto - prevede il varo di questo Piano entro
120 giorni, “…sulle risorse naturalmente impiegate e le eventuali criticità
emerse”.
Per questa ragione faccio appello alla
maggioranza di collaborare in maniera utile, in maniera positiva per scrivere
una pagina importante su una tematica così delicata per la vita della nostra
regione. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere. Parere della giunta?
Si rappresenta che la conferma
dell’invarianza finanziaria del presente emendamento è subordinata
all'espunzione del riferimento alle risorse impiegate dal testo di legge,
all'acquisizione del parere da parte del Dipartimento competente e alla
integrazione della relazione tecnico finanziaria per come specificato.
Quindi favorevole a queste condizioni.
Voglio chiarire, ho preso un appunto, che
l'emendamento introduce una disposizione rafforzativa dell'attività di
monitoraggio e si potrebbe affidare all'Osservatorio regionale che è stato già
costituito con legge regionale numero 38 del 23 novembre 2016, ampliando così
il campo di osservazione.
Parere del relatore?
Favorevole alle stesse condizioni.
Grazie. Pongo in votazione l’emendamento.
L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento, protocollo numero
6480, a firma del consigliere Alecci a cui cedo la parola per illustrarlo.
Prego.
Grazie, signor Presidente. Sarò rapidissimo.
Intanto una nota di colore:
lei ha parlato, Vicepresidente, di minestroni
sugli asili, probabilmente non mi sono espresso bene. Non ho parlato di
inserire gli asili all'interno di questa proposta di legge, ho accolto la
richiesta dei dipendenti di attivare l'asilo all'interno della Cittadella
regionale, dove ci sono 1000 dipendenti.
No, non l'ha detto lei, l'ha detto altro
consigliere. Non mi riferivo a quanto ha detto lei, assolutamente, anzi è
proprio nello spirito dell'impianto normativo. Gli asili aziendali sono previsti.
Perfetto. Esatto. Presidente, per quanto
attiene l'emendamento, gli studi più recenti parlano del raggiungimento
dell'eguaglianza di genere in Europa tra circa 60 anni. Pensiamo a ciò che può
accadere in Italia e in Calabria.
Vanno benissimo tutti gli interventi
proposti, l'assessore Varì spinge
sull’imprenditorialità femminile, va bene, a meno che non siano donne
prestanome di mariti, cugini, fratelli o non siano collaboratrici domestiche di
chi è fallito con un’impresa in Calabria.
Ben vengano questi interventi, ma - come
diceva il collega, ho preso spunto dalle parole del collega Comito - la
rivoluzione deve essere culturale e non può prescindere dai bambini o dalle
bambine. Vado a leggere l’emendamento del quale si chiede l'approvazione: “La
Giunta regionale” - accanto alle azioni già previste – “si adoperi alla
sottoscrizione di un Protocollo di Intesa con Confindustria, Camera di
Commercio, Ordini professionali, Associazione del terzo Settore e Uffici
scolastici, al fine di predisporre giornate formative da effettuare all'interno
di istituti scolastici secondari di primo e secondo grado volti alla
sensibilizzazione degli studenti riguardo le potenzialità delle donne
all'interno del mondo del lavoro. Gli interventi saranno mirati al superamento
di ogni ostacolo culturale, proveniente dall'ambito familiare e/o scolastico
nella affermazione delle donne all'interno del mondo professionale, accrescendo
un appunto la loro consapevolezza sin dall'età scolare”. Grazie, signor
Presidente.
Grazie, collega Alecci. Parere della Giunta?
Favorevole e potrà essere accolta questa
proposta in sede di formulazione del Piano di cui all'articolo 11. Ovviamente,
chiarisco che, al fine di garantire la neutralità finanziaria rispetto alla
proposta, nella relazione tecnico-finanziaria devono essere esplicitate le
motivazioni per cui non derivino ulteriori oneri a carico del bilancio
regionale.
Parere del relatore?
Favorevole. Consigliere Alecci, nel 1946 si è
ripresa la celebrazione della giornata internazionale della donna, sono passati
70 anni, quindi aspetteremo altri 60.
Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo
complesso, con autorizzazione al coordinamento formale. Ha chiesto
d’intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Laghi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Rapidissimamente, vorrei
informare che questo pomeriggio a Cosenza e a Lamezia si svolgeranno due
manifestazioni per la parità di genere a cui parteciperanno sia il gruppo
“FEM.IN Cosentine in lotta”, a Cosenza, e il gruppo nazionale “Non Una di Meno”
di cui fa parte Rosa Tavella, già consigliere regionale, a Lamezia.
Dico questo perché sento molto la
responsabilità, non della rappresentanza, ma di dare voce a tutti questi
movimenti, a queste componenti fondamentali. Ed è per questo che la nostra
posizione era ed è di astensione, certamente non di opposizione, in attesa di
riproporre, con i suggerimenti che ho già citato nel mio intervento, una legge
più organica e più incisiva. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto
d’intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha
facoltà.
Intervengo solo per dichiarazione di voto.
Quando si ha la possibilità di ascoltarsi reciprocamente con l’approvazione di
proposte, di emendamenti che possono soltanto corroborare l'impianto normativo,
si addiviene a delle valutazioni di merito molto appropriate.
Non posso che guardare con rinnovata fiducia
agli obiettivi che si vogliono realizzare nei propositi di questo
provvedimento.
Naturalmente, annuncio il mio voto favorevole
vista la disponibilità mostrata non solo sul mio emendamento, ma anche su altri
emendamenti che sono stati approvati e che hanno rivelato attenzione e senso di
responsabilità.
Raccomando, però, che le disposizioni
previste all'articolo 11 possano essere arricchite da un maggiore
coinvolgimento delle forze sociali e anche del Consiglio regionale.
Voto favorevole. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Tavernise. Prego, per dichiarazione di voto.
Anche noi del gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle esprimiamo voto favorevole al testo
definitivo.
Vicepresidente Princi,
prima è stato bocciato un emendamento che inseriva l’articolo 11 bis, a mia
firma e di alcuni colleghi, e proponeva un Tavolo regionale di coordinamento
per la parità di genere.
Penso sia stato confuso con un emendamento
che chiedeva uno scostamento di bilancio, bisognerebbe rileggerlo perché penso
che si possa, quindi, approvare tranquillamente.
Andremo a costituire un Tavolo tecnico
permanente, lo prevede l'articolo 11 - l'abbiamo già detto - faremo questo con
le consigliere donne, invitando quanti di voi vogliano inserirsi a dare il
proprio contributo.
Va bene. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire la consigliera
Bruni. Ne ha facoltà.
Anch'io vorrei fare una dichiarazione di
voto. Mi esprimerò favorevolmente su questa legge, pur tenendo conto che due
emendamenti importanti, a mio parere, non sono stati recepiti integralmente in
questo momento. Mi auguro che da questo possa sortire un cammino all'interno
del Tavolo con la ricezione sia, soprattutto, del bilancio di genere - è vero
che è normato, ma non è attuato -, sia di tutta una serie di modifiche che mi
auguro il Tavolo tecnico vada a fare.
Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto
d’intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Penso, signor Presidente, che, in una
giornata simbolicamente così importante, sia stata data una bella dimostrazione
ai calabresi con un confronto leale ma soprattutto costruttivo. Mi auguro che
questo stesso modo di operare si possa portare anche nelle Commissioni perché
se questo confronto avesse avuto più tempo di essere elaborato all'interno
della Commissione, saremmo arrivati oggi con un risultato ancora migliore.
Però, mi sembra che sia stata scritta una
bella pagina e quindi esprimo voto favorevole.
Grazie. Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso, come modificata, con autorizzazione coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Grazie. La
seduta è tolta.
La
seduta termina alle 15,39
Hanno chiesto congedo: Bevacqua e Loizzo.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile - (Deliberazione G.R. n. 77 del 28.2.2022)” (PL n. 43/12^).
È stata assegnata alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Comito “Misure per fronteggiare la situazione emergenziale sanitaria” (PL n. 42/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione
- Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per il parere.
De Francesco “Interventi
in materia di sussidio a favore di pazienti oncologiche affette da alopecia”
(PL n. 44/12^).
È stata assegnata alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione schede intervento III.6 “Politiche attive del lavoro” e III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei rifiuti urbani nei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione rimodulazione del Piano Finanziario - (Deliberazione di Giunta regionale n. 87 del 5.3.2022)” (PPA n. 34/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 66 del 28 febbraio 2022, concernente:
“POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano finanziario dell’Asse 1 “Promozione della ricerca e dell’innovazione” (OT 1 FESR), Azioni 1.1.2, 1.1.4, 1.1.5, 1.2.1, 1.2.2, 1.3.2, 1.3.3 e 1.5.1, dell’Asse 2 “Sviluppo dell’agenda digitale” (OT 2 FESR), Azioni 2.1.1, 2.2.1, 2.2.2, e dell’Asse 6 “Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” (OT 6 FESR) Azioni 6.1.2, 6.1.3, 6.5.A.1 e 6.6.1”.
(Parere numero 4/12^).
È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare.
Comunico che, in data 1 marzo 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 36 dell’1 marzo 2022:
1. Legge regionale n. 1 dell’1 marzo 2022, recante: “Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 9/1996, 30/2015, 8/2003, 7/1996, 1/2006, 32/2021 e 6/2021”;
2. Legge regionale n. 2 dell’1 marzo 2022, recante: “Modifiche all’articolo 24 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)”;
3. Legge regionale n. 3 dell’1 marzo 2022, recante: “Abrogazione dell’articolo 25 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 (Collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2005)”.
Comunico che, in data 2 marzo 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 37 del 2 marzo 2022:
1. Legge regionale n. 4 del 2 marzo 2022, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 15 dicembre 2021, n. 32 (Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato “Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”)”;
2. Legge regionale n. 5 del 2 marzo 2022, recante: “Integrazioni all'articolo 11 della legge regionale 19 marzo 2004, n. 11 (Piano regionale della salute 2004 - 2006)”;
3. Legge regionale n. 6 del 2 marzo 2022, recante: “Valorizzazione e gestione del patrimonio dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese”.
Comunico che, in data 1 marzo 2022, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 36 dell’1 marzo 2022:
- Regolamento regionale n. 1 dell’1 marzo 2022, concernente: “Abrogazione del regolamento regionale del 06.11.2009, n.16 avente ad oggetto “Regolamento della procedura di valutazione di incidenza (direttiva 92/43/CEE «habitat» relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche e direttiva «uccelli» relativa alla conservazione dell’avifauna) e modifiche ed integrazioni al regolamento regionale n. 3/2008 del 4/8/2008 e al regolamento regionale n. 5/2009 del 14/5/2009.”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2022-2024:
1. Deliberazioni di Giunta regionale numeri 72, 73, 74 e 75 del 28 febbraio 2022
2. Deliberazioni di Giunta regionale numeri 78, 79, 80 e 81 del 05 marzo 2022
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il problema delle fonti energetiche rinnovabili è un tema di grande attualità nel passaggio alla transizione ecologica e, alla luce dei recenti e tragici fatti di guerra, in prospettiva di una maggiore autonomia energetica del nostro Paese;
- la produzione di energia eolica e di conseguenza i progetti e gli investimenti ad essa legati rientrano tra le priorità degli obiettivi del PNRR, in particolare è stato inserito nella Missione 2 del PNRR, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”;
- la produzione eolica italiana copre il 9% della produzione elettrica nazionale e, circa il 90% degli impianti eolici, per caratteristiche territoriali, è concentrato nel Sud e nelle isole;
- in Calabria negli ultimi anni si è assistito ad una incontrollata ed eccessiva crescita dei parchi eolici, in una Regione ove si registra un surplus di produzione energetica del 179,5%. In Calabria peraltro l’utilizzo di energia è ancorato a tutt’ oggi, per la gran parte, alle fonti fossili, e solo in minima parte, alle fonti rinnovabili;
- nonostante quanto detto sopra, continua a crescere a dismisura la produzione di impianti eolici e continue e numerose sono le richieste di installazione di nuovi parchi;
- la costruzione selvaggia, nell’assoluta assenza di rigidi controlli e soprattutto la mancanza di un adeguato piano eolico regionale che, peraltro, dovrebbe favorire la sostituzione progressiva delle fonti fossili con quelle rinnovabili, ha creato in primo luogo problemi di carattere ambientale e di tutela della salute. Da una parte, infatti, si è assistito ad un pericoloso fenomeno di deturpazione ambientale (consumo del suolo, abbattimento di alberi, danni alla biodiversità) con evidenti ripercussioni sotto il profilo turistico ed economico, dall’altra sono evidenti i danni alla salute, per la rumorosità delle pale, la generazione di campi elettromagnetici ed altro. Tutte componenti che possono determinare gravi disturbi, tra cui vertigini, mal di testa, nausea, offuscamento della vista, tachicardia, insonnia, disturbi della libido;
- peraltro la costruzione di impianti eolici rappresenta un business (si stima che ogni megawatt installato renda almeno 300 mila euro l’anno per trenta o anche quarant’anni) che ovviamente ha attirato il malaffare, la ‘ndrangheta ed alimentato corruzione e contenziosi;
- infine, secondo il Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), dovranno essere installate nei prossimi anni le pale in mare e favorire i progetti del cosiddetto eolico off-shore galleggiante che potrebbe determinare ulteriori danni all’ecosistema marino, oltre che all’attività di pesca, tanto che sono numerose le autorità locali ed i cittadini che protestano in questi giorni perché rischiano di vedere deturpati luoghi di grande bellezza naturale ed importante attrattiva turistica;
- considerato quanto sopra evidenziato e la problematica di enorme importanza, attualità e complessità che necessariamente richiede un urgente intervento da parte del governo regionale che deve porre in essere una programmazione seria ed intelligente sul tema e predisporre un piano appropriato sul tema dell’eolico che preveda peraltro un costante e proficuo rapporto di collaborazione con i rappresentanti delle comunità locali, interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quale programma intende presentare in tema di produzione e gestione dell’energia rinnovabile, in particolare attraverso l’utilizzo dei parchi eolici.
(32; 03/03/2022).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- sulla base del Contratto dei Medici di Medicina Regionale - "AIR" (Accordo Integrativo Regionale) susseguitisi negli anni, i medici convenzionati del 118 (Emergenza Sanitaria Territoriale) hanno sempre percepito un aumento fisso della retribuzione base prevista dagli Accordi Collettivi Nazionali (ACN) corrisposto anche sulla retribuzione feriale;
- nell’ultimo AIR della Regione Calabria del 31 luglio 2006 (art. 29) questo aumento, pari ad euro 5,50 per ogni ora di attività, è stato riconosciuto sotto forma di indennità aggiuntiva legata allo svolgimento di compiti aggiuntivi, anche se fino a tutto il 2019 la norma è stata sempre interpretata ed applicata nel senso che per ogni ora di lavoro il medico del 118 avesse diritto al suddetto compenso aggiuntivo, riconosciuto anche sulle ore di ferie retribuite, in continuità con quanto previsto dai precedenti AIR.
Considerato che: - nel gennaio del 2019 le parti stipulanti hanno sottoscritto un accordo di interpretazione autentica dell’art. 29 AIR che, pur con una serie di accortezze (autocertificazione dei compiti aggiuntivi), ha sostanzialmente consentito ai medici convenzionati di mantenere l’integrazione di euro 5,50 su ogni ora di lavoro prestato;
- la gestione commissariale dell’Asp di Catanzaro, nel gennaio 2020, ha sospeso la corresponsione dell’integrazione di euro 5,50 lordi per ogni ora, asserendo che fosse dovuta esclusivamente sulle ore di lavoro eccedenti le 38 ore settimanali e per compiti diversi da quelli espletati durante l’orario di lavoro;
- l’art. 24 bis D.L. n. 41/2021 (conv. con modif. dalla L. 21 maggio 2021, n. 69) prevede che “Al fine di tutelare il servizio sanitario e di fronteggiare l'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-CoV-2, le somme corrisposte al personale medico convenzionato addetto al servizio di emergenza-urgenza fino al 31 dicembre 2020, a seguito di prestazioni lavorative rese in esecuzione di accordi collettivi nazionali di lavoro o integrativi regionali regolarmente sottoscritti, non sono ripetibili, salvo che nei casi di dolo o colpa grave”. Tenuto conto che: - la Regione Calabria ha trasferito le risorse alle Aziende Sanitarie Provinciali che riconoscono l’indennità aggiuntiva ai medici convenzionati;
- l’Asp di CZ ha inteso avviare, d’ufficio, nei confronti dei medici impegnati nell’Emergenza Territoriale Sanitaria del 118 il recupero delle asserite somme erogate indebitamente mediante trattenute in busta paga chiedendo la restituzione di vari importi anche superiori a euro 100.000,00. Preso atto che:
- le ASP di Catanzaro e Crotone sono le uniche che hanno ridotto drasticamente le indennità ai medici del 118 annullando, in particolare, quella riconosciuta dall’art. 29 AIR sopra citata;
- l’ASP di Catanzaro sta, tra l’altro, procedendo al recupero dell’asserito indebito oggettivo, nonostante il giudice del lavoro si sia recentemente pronunciato in merito dichiarando “l’irripetibilità delle somme percepite dai ricorrenti a titolo di indennità aggiuntiva, anche sulla retribuzione feriale, ex articolo 29 dell'Accordo integrativo regionale del 2006, a decorrere dal 2010”, ordinando, di conseguenza, all’Azienda citata la restituzione degli importi “eventualmente trattenuti a tale titolo oltre interessi legali e rivalutazione monetaria del dovuto” (sentenza del Tribunale di Lamezia Terme del 17.02.2022);
- le PET (Postazioni di Emergenza Territoriale), fondamentali per le emergenze sul territorio, presentano una grave carenza di organico dei medici dell’emergenza-urgenza;
- tale situazione sta determinando ed evidenziando una serie di criticità: mancanza di programmazione, rinuncia dei medici a lavorare nel 118, ambulanze senza medico, lunghi tempi di attesa, una rete di emergenza urgenza sempre più in ‘emergenza’, che regge solo per l’enorme sforzo, abnegazione e lavoro degli stessi medici e del personale sanitario;
- quanto sopra evidenzia, di conseguenza, la fragilità del sistema sanitario di soccorso, oramai al collasso anche perché le stesse PET sono state demedicalizzate con grave danno per il servizio e l’utenza. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1) il motivo della mancata applicazione dell’art. 29 dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR 2006);
2) quali azioni si intendono portare avanti nel ridefinire gli accordi integrativi regionali al fine di potenziare l’offerta relativa all’emergenza sanitaria territoriale in coerenza con le scelte della programmazione regionale, nonché i tempi di attivazione del tavolo negoziale per il rinnovo dello stesso AIR;
3) i tempi di risoluzione di tale problematica;
4) quali decisioni intende assumere, come atto di indirizzo per le ASP e l’ufficio commissariale, al fine di evitare il nascente contenzioso, foriero di un aggravarsi di spese e responsabilità, per il recupero delle somme corrisposte al personale medico visto che recentemente si è pronunciato in senso favorevole il giudice del lavoro di Lamezia Terme come sopra riferito.
(31; 01/03/2022).
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il bando Attiva Calabria a sostegno di percorsi di inserimento e reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati e inoccupati adulti prevede una procedura di attuazione sulla base del sistema dotale;
- tantissimi cittadini del tirreno cosentino stanno aderendo al bando riscontrando però disservizi nei tempi di attesa per il rilascio, da parte del Centro per l'Impiego di Paola, della documentazione prodromica (patto di servizio personalizzato Dlgs 150/2015, scheda anagrafico - professionale SAP, C/2 storico;
tutto ciò premesso, si interroga l'on. Presidente della Giunta
per sapere:
- se è stata attivata una procedura di prenotazione, per il rilascio della documentazione preliminare alla presentazione delle domande di adesione, e se la stessa rispetta o meno il criterio dell'ordine cronologico.
(33; 07/03/2022).
Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha autorizzato un avviso di gara telematica con procedura aperta di massima urgenza in 21 lotti per la conclusione di Accordi Quadro con più operatori economici, ai sensi dell'articolo 33 della direttiva 2014/24/UE, per l'affidamento di lavori, servizi di ingegneria e architettura e altri servizi tecnici, ai fini dell'attuazione dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera nazionale di cui all'articolo 1 del decreto legge numero 34/2020 convertito in legge dall'articolo 1 della legge numero 77/2020;
- la procedura per l'aggiudicazione degli Accordi Quadro è stata gestita mediante la piattaforma di e-procurement messa a disposizione da Invitalia;
- la presentazione delle offerte da parte degli operatori economici era stata fissata entro il 12 ottobre 2020, alle ore 14;
- i piani di Riorganizzazione approvati dal Ministero della Salute hanno consentito la programmazione del rafforzamento della rete del servizio sanitario nazionale, al fine di fronteggiare anche le emergenze pandemiche;
- la procedura aperta di massima urgenza in 21 lotti era finalizzata: - all'aumento di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva con relativa dotazione impiantistica idonea a supportare le apparecchiature di ausilio alla ventilazione, mediante adeguamento e ristrutturazione di unità di area medica;
- il consolidamento della separazione dei percorsi e ristrutturazione dei reparti di pronto soccorso con l'individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti di Covid 19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi;
- l'incremento dei mezzi di trasporto dedicati ai trasferimenti secondari per i pazienti Covid-19, per le dimissioni protette e per i trasporti interospedalieri per pazienti non affetti da Covid-19;
- l'aumento del personale necessario ad assicurare l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). • L'importo previsto era di euro 1.413.145.000, alla Calabria erano stati destinati euro 51.171.973. Si interroga la S.V.
per sapere:
lo stato di attuazione e di realizzazione dei Piani di riorganizzazione della rete ospedaliera Covid-19 previsti per la regione Calabria. Inoltre, il presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità, Roberto Occhiuto, è a conoscenza dei ritardi degli interventi? E cosa intende fare per fare in modo che questi ritardi vengano superati?
(34; 08/03/2022).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la strada Longobucco-Macrocioli-Fossiata congiunge la strada statale 177 e la strada provinciale 255 con uno sviluppo di 8 chilometri e permette il collegamento tra Longobucco e Cosenza, portando al grande bosco della Fossiata lungo la vallata del Macrocioli, con un risparmio di circa 15 chilometri di tornanti e curve rispetto alla SS177;
- la strada è stata realizzata dall’Esac, Ente regionale di Sviluppo Agricolo della Calabria, ed inserita nel programma quinquennale di sviluppo intersettoriale-infrastrutture civili nel comune di Longobucco, con inizio anni 1979/80 e completata con un successivo piano operativo nel 1986 a seguito di progetto del 1983. Considerato che: - con nota n. 2541 del 30 aprile 1996 il Comune di Longobucco chiedeva delucidazioni all’ARSSA in merito al collaudo della strada. Con nota n. 6150 del 1 giugno 1996 l’ARSSA comunicava di aver eseguito i lavori di attuazione del programma pluriennale di infrastrutture civile con finanziamento a totale carico della Regione Calabria ma che lo stesso Ente Regionale concedente non ha inteso, alla data della nota, nominare un collaudatore dell’opera ultimata nel 1986, pur avendo liquidato le spese sostenute. Nella stessa nota l’ARSSA chiarisce di non possedere nessun atto di collaudo, ribadendo che la competenza rimane dell’Ente Regionale;
-la strada non è classificabile come strada comunale e nonostante le richieste del Comune di Longobucco, con la delibera C.C. n. 424 del 4/11/1987, la nota n. 4762 del 5/9/1995, la delibera di G.C. n. 33/2020, non è stata concessa neanche la provincializzazione. Non è mai stato indicato, pertanto, un responsabile della sicurezza della strada stessa, che risulta, tra l’altro, priva in diversi punti di guard-rail. Tenuto conto che: - per la strada in oggetto non è mai stato individuato l’ente gestore, atteso che l’ente realizzatore non ha mai presentato la documentazione definitiva sul completamento dei lavori e i collaudi;
- la strada è utilizzata continuamente da quasi vent’anni e quindi ampiamente messa in esercizio ed ha uno sviluppo in alta quota, tra i 1000 e i 1400 metri. Presenta, almeno per 5 Km, delle pendenze tali da non consentire manutenzioni approssimate, bensì una sorveglianza costante ed accurata durante tutto l’arco dell’anno nonché specialissima nei mesi di innevamento. Preso atto che: - la strada desta in una condizione di vergognoso abbandono e la manutenzione ordinaria, ormai, non si fa più da decenni. In ogni stagione invernale viene confermata tutta la sua pericolosità in occasione di precipitazioni atmosferiche negative e, come capita spesso, di nevicate. Le problematiche inerenti alla viabilità sono frequentissime e risultano numerosi gli interventi per incidenti o a soccorso degli automobilisti rimasti bloccati;
- in questo tratto di strada, come sulla SP 225, per mancanza di ripetitori, non vi sono segnali telefonici, per cui, in caso di difficoltà degli automobilisti, non vi è possibilità di chiedere soccorso;
- la strada risulta essere più trafficata, quasi il doppio, rispetto alla parallela gemella, la Statale 177 “Silana rossanese” che da Longobucco sale fino a lago Cecita e poi fino a Camigliatello. È più trafficata perché più corta: 16,2 km da Macrocioli a contrada San Giovanni Paliato, rispetto ai 25,9 km della strada, che dovrebbe essere principale, per collegare gli stessi due punti;
- la strada, essendo più corta, è anche quella utilizzata per far transitare i cablaggi delle diverse reti (telefoniche, idriche, elettriche). Uno di questi lavori, completato nello scorso anno, ha lasciato per tutto il tragitto un solco a centro carreggiata che, a fine lavori, si è pensato bene di coprire solo con del cemento. Risultato: le acque autunnali e la neve invernale (che lì cade copiosa) ha portato via cemento e inerti contribuendo a far diventare quella via una vera e proprio mulattiera. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative intenda assumere, visto che la strada risulta fondamentale per il turismo, per la valorizzazione della Sila greca, per la connessione delle popolazioni dell’entroterra, collegando l’area costiera ionica al cuore della Sila e alla città capoluogo di provincia, per meglio presidiare il territorio che percorre;
2. quali iniziative intenda assumere per garantire chiarezza di competenze (la strada non ha un nome ufficiale né una toponomastica) a riguardo della gestione, della responsabilità e della manutenzione, in particolar modo nelle stagioni invernali, visto che al momento l’incolumità delle persone che percorrono l’arteria è messa costantemente in pericolo.
(35; 08/03/2022).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il presente ed il futuro prossimo della Regione Calabria sarà accompagnato da una serie di risorse rispettivamente del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; dei Fondi di Coesione 2021-2027, del Programma Operativo Regionale Fesr/Fse 2021-2027;
- le risorse a disposizione dovranno essere incanalate, secondo le dichiarazioni programmatiche del Presidente Roberto Occhiuto, approvate a dicembre del 2021, in modo da raggiungere obiettivi certi di coesione, sviluppo, sostenibilità e interessare i vari assetti dei settori produttivi, sociali e culturali della Regione;
- la priorità della coesione territoriale richiede che a monte ci sia una governance che promuova e realizzi, in sinergia con gli obiettivi tematici della programmazione europea, una riforma sistemica del territorio regionale a partire dagli "Ambiti Territoriali Ottimali" all'interno dei quali gestire la specificità idrogeologica del territorio, il ciclo dei rifiuti, il sistema della depurazione, quello idrico;
- una parte cospicua delle risorse riguarda l'obiettivo della coesione territoriale, che si realizza anche attraverso l'azzeramento del 'gap' infrastrutturale tra la dorsale ionica e quella tirrenica e all'interno delle stesse "dorsali";
- la ZES (zona economica speciale) che interessa per 2500 ettari le aree retrostanti, i porti e gli aeroporti del territorio, e che "offre" benefici fiscali, ha bisogno, per essere pienamente operativa, e quindi "attrattiva" per le imprese che intendono investire, di infrastrutture stradali e ferroviarie di collegamento tra le stesse aree ZES ed i corridoi Ten-T (transeuropei), e ciò sia nella dorsale tirrenica, sia in quella ionica, in un ambito di ecosistema intermodale;
considerato che: - l'ammodernamento e la messa in Sicurezza della strada statale 106 Ionica che mette in comunicazione i due capoluoghi, i numerosi comuni costieri, l'autostrada del Mediterraneo e l'autostrada A14 "Adriatica", è parte integrante dell'ecosistema intermodale e rappresenta l'arteria stradale di collegamento in funzione dell'operatività della ZES;
- il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, in risposta ad un question time dello scorso 8 settembre c. a., ha evidenziato come la Strada Statale Jonica sia un'opera strategica per la Calabria, un asse viario cruciale tanto per la mobilità dei cittadini residenti sull'intero tratto costiero che per la connettività del sistema produttivo calabrese, con le principali vie di accesso terrestri e portuali ai mercati italiani e internazionali;
- il Ministro Carfagna argomentò che, trattandosi di un'opera complessa e di notevole impatto sul territorio e sulle comunità, essa non può che essere realizzata per lotti funzionali: ne sono stati progettati 12, alcuni dei quali già dotati di un livello di progettazione definitiva, altri ancora a un livello di fattibilità tecnico-economica;
tenuto conto che: - secondo i dati forniti dal MIMS, lungo la Statale Jonica l'ANAS ha completato l'ampliamento a quattro corsie di tutto il tratto ricadente in Puglia e in Basilicata. In Calabria, sono stati ampliati a quattro corsie circa 67 chilometri. Per il restante tratto di oltre 300 chilometri, l'ANAS ha in atto un piano complessivo di riqualificazione, ammodernamento, ampliamento, messa in sicurezza e manutenzione;
- lungo la "dorsale ZES", oltre alla portualità ed aeroportualità funzionali alla Zona Economica Speciale si trovano trenta porti turistici, attualmente sottodimensionati, con i loro entroterra ricchi di risorse naturali e culturali, ma anche le cosiddette "Aree Interne" che rappresentano il 77,8% dei Comuni, la metà della popolazione 50,8% ed il 78,9% della superficie territoriale;
- il potenziale di sviluppo contenuto nelle "Aree Interne" che sono così classificate, sulla base della distanza dai centri di offerta, dei servizi essenziali (sanità, istruzione e mobilità), può dare un apporto rilevante al generale sviluppo della Calabria;
- queste aree infatti, sono centrali per l'offerta di beni e servizi ecosistemici (acqua, aria, territori, foreste, diversità biologica, paesaggio, sistemi ecologici complessi ecc.), per la filiera agroalimentare e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono fondamentali per la tutela dell'identità culturale e l'integrità fisica del territorio. Custodiscono, inoltre, un importante patrimonio storico, architettonico, culturale e identitaria e sono, per propria natura storia e strutturale, produttrici di coesione sociale e senso di comunità. Approntare un piano di rigenerazione e di resilienza dei Borghi secondo gli obiettivi e le risorse del Pnrr con progetti corredati da un piano di gestione sostenibile anche oltre il 2026;
preso atto che: - la quasi totalità dei 24 Distretti Agricoli Territoriali che costituisce il sistema produttivo agricolo regionale, si trova in "Aree interne" che sono dunque "aree rurali", divise a loro volta in "aree intermedie rurali", "rurali con problemi di sviluppo" e "rurali ad agricoltura intensiva";
Dirompenti sono gli effetti del caro bollette sulle attività agricole: 50% in più per il gasolio, mentre le piccole e medie imprese pagano l'energia elettrica il 75,6% in più ed il gas addirittura il 133,5% in più delle grandi imprese;
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale: - A demandare alle strutture competenti il compito di eseguire una ricognizione (con relazione scritta) delle risorse del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dei Fondi di Coesione 2021-2027, del Programma Operativo Regionale Fesr/Fse 2021-2027;
- a promuovere la revisione della Legge Regionale 24 novembre 2006, n.15 (Riordino territoriale ed incentivazione delle forme associative di Comuni), più specificatamente nella parte che riguarda gli Ambiti secondo criteri di "Aria Vasta", ovvero di Aree territorialmente simili, individuabili in un "range" demografico compreso tra i 380-430 mila abitanti;
- a promuovere, attraverso una legge statutaria, l'inserimento nello Statuto della Regione Calabria del modello di produzione e consumo definito "economia circolare", secondo le Direttive Europee nonché il principio di tutela dell'ambiente, Dnsh "Do No Significant Harm" che prevede che gli interventi non arrechino alcun danno significativo all'ambiente: tale principio è stato fondamentale per accedere ai finanziamenti del Recovery and Reslience Facility(RRF) e deve essere rispettato lungo tutta la fase di attuazione;
- a costituire una "Task force", nell'ambito di Fincalabria, organismo in house providing della Regione Calabria, per aiutare i Comuni, in particolare quelli con popolazione sino a 5 mila abitanti, nei processi di informazione, formazione dei procedimenti amministrativi, progettazione degli interventi e rendicontazione della spesa, relativi ai Fondi Pnrr ed europei;
(Fincalabra gestisce fondi pubblici, per conto del socio unico Regione Calabria, in prevalenza rinvenienti dai programmi operativi POR FESR-POR FSE-PSR, nell'ambito dei regimi di aiuto stabiliti dalla UE).
-ad aprire un negoziato con il Governo Nazionale sul “budget” relativo agli investimenti infrastrutturali, oggetto, fra l'altro, di una lettera al premier Draghi, del Presidente Occhiuto. Con particolare riferimento alla programmazione delle risorse per l'ammodernamento e la messa in sicurezza della Statale 106 Jonica;
- a rivedere, con l'obiettivo di ampliarla ad altre Aree e programmare un piano di investimenti con fondi europei, la strategia regionale per le Aree interne. (deliberazione della Giunta regionale, n. 490 del 27 novembre 2015 con oggetto: "Politica di Coesione 2014-2020. Approvazione strategia regionale per le Aree Interne/SRAI ed individuazione area progetto per la Strategia Nazionale per le Aree Interne del Paese);
- ad approntare, in concertazione con il mondo agricolo, un piano finalizzato a favorire l'innovazione tecnologica, il trasferimento di know how dai centri di ricerca alle aziende, l'ammodernamento di macchinari ed impianti nonché la realizzazione di "comunità energetiche", ovvero coalizione di produttori agricoli che producono, gestiscono e consumano energia attraverso uno o più impianti locali da fonti rinnovabili. In questo modo le minori risorse finanziarie della nuova Pac, a partire dal 2023, potrebbero essere "integrate" dall'abbassamento del costo dell'energia autoprodotta;
- ad affidare alle Strutture regionali competenti in collaborazione con gli Enti, le cui funzioni istituzionali sono legate direttamente o indirettamente alla gestione ambientale e alla salvaguardia del territorio, uno studio di fattibilità che accerti quali e quante opere, materiali o immateriali (tecnologie) ci sia bisogno e in quanto tempo occorra per realizzarle per quanto attiene al riassetto idrogeologico del territorio, il sistema di depurazione, la rete idrica;
- a promuovere i Contratti di Fiume, strumenti volontari di programmazione negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale;
- a condividere con il Governo l'istituzione di un Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per la riqualificazione dei siti ex industriali, afferenti la "dorsale lungo la quale si sviluppa la Zona Economica Speciale, con particolare riferimento all'ex centrale Enel di Rossano, l'ex Pertusola dell'Eni di Crotone, l'ex Sir di Lametia Terme, l'ex Italcementi di Vibo Valentia, nel rispetto dei requisiti di economia circolare, sostenibilità ambientale e valorizzazione delle risorse territoriali. - Prevedere, altresì la realizzazione di un collegamento di “Metropolitana Leggera” tra Sibari e Crotone e l'istituzione di una macro-area regionale denominata "ecosistema dell'innovazione" per lo svolgimento di attività di formazione e ricerca multidisciplinare finalizzata all'innovazione, in particolare nel settore dell'agroalimentare del Mediterraneo, delle scienze della vita, dell'economia circolare e dell'industria culturale;
- a promuovere l'apertura dei 30 porti turistici, con i loro entroterra ricchi di risorse naturali e culturali, al "Turismo Nautico". Se messi in rete con una logistica appropriata, con infrastrutture e servizi di qualità, con l'offerta rilevante e prestigiosa di valori turisticamente attraenti, come i siti archeologici, i luoghi d'arte e le aree di eccellenza agroalimentare, potrebbero rappresentare il circuito di portualità turistica e da diporto, ovvero di "turismo nautico" più grande d'Europa.
(16; 01/03/2022) Loizzo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea che già con le direttive 2012/27/UE, 2018/844/UE e 2018/2001/UE, aveva promosso l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili anche nelle attività produttive, assegnando precisi obiettivi agli Stati membri. Adesso, con il “Green Deal europeo”, ha individuato la strategia di crescita mirata a trasformare l'Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse. La neutralità climatica nell'UE entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di riduzione netta di almeno il 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 hanno costituito il riferimento per l'elaborazione degli investimenti e delle riforme in materia di transizione verde contenuti nei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE 2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche;
- coerentemente agli indirizzi europei, l'Italia ha adottato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030: la copertura del 30% dei consumi energetici finali lordi da energia da fonti rinnovabili. Gli obiettivi individuati nel PNIEC devono essere ancora adeguati a quanto previsto dall’European Green Deal;
- il dibattito sulle modalità per ridurre gli impatti e affrontare i rischi del cambiamento climatico ha determinato la forte presa di posizione delle Istituzioni dell’Unione. Di fronte alla proposta della Commissione europea sull’innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 55% al 2030, il Parlamento Europeo ha rilanciato con un traguardo ancora più ambizioso, pari a una riduzione del 60%. I nuovi target, molto più sfidanti rispetto a quelli già individuati, richiedono un maggior impegno dell'Italia;
- le evoluzioni del contesto territoriale e dello scenario energetico nazionale e regionale, nonché le innovazioni introdotte a livello strategico e normativo dalla Commissione Europea e dal Governo richiedono una immediata trasformazione del PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), approvato con delibera del Consiglio regionale 14 febbraio 2005, n. 315, nel nuovo PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima), modellandolo sui continui progressi tecnici e tecnologici, redigendo le modalità di sviluppo energetiche della Calabria e puntando ad una concreta decarbonizzazione regionale attraverso una decisa transizione energetica finalizzata alla promozione dell'utilizzo delle energie rinnovabili e di interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, così da avere un fondamentale atto di pianificazione in materia energetica ed ambientale;
- nelle linee programmatiche per il governo regionale 2021-2026, approvate in Consiglio regionale il 14 dicembre 2021, vengono previsti “premi per comunità che vantano comportamenti virtuosi nel risparmio energetico piuttosto che nell’abbattimento di CO2”;
- il Consiglio regionale ha approvato la Legge Regionale 19 novembre 2020, n. 25 “Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili” modificato con la L.R. 23 aprile 2021, n. 2;
- le comunità energetiche sono diventate realtà con le disposizioni contenute all'articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8. Sono associazioni di cittadini, commercianti, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, che uniscono le forze dotandosi di impianti per la produzione e l'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Tutti i soggetti coinvolti si possono trovare in un perimetro anche più ampio di un condominio, ma devono essere collegati alla stessa cabina di trasformazione dell'energia, affinché la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale principale. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 2021, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 di attuazione della direttiva UE RED II (2018/2001) del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, si è compiuto l’atteso passo avanti che consentirà alle comunità energetiche rinnovabili di dispiegare tutto il loro potenziale. La direttiva Red II stabilisce che entro il 2030, a livello europeo, le energie rinnovabili dovranno incidere per almeno il 32% sul consumo finale lordo di energia. Il decreto contiene due elementi principali che dovrebbero consentire lo sviluppo e la diffusione delle comunità energetiche: l’aumento del limite di potenza degli impianti ammessi ai meccanismi di incentivazione, che passa da 200 kW a 1 MW;
la rimozione del limite della cabina secondaria, che permette la costituzione di comunità energetiche con membri connessi alla cabina di trasformazione dell'energia primaria. Oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante e, in caso di riqualificazione complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro (identificati dalle norme come interventi trainanti), è possibile accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c. d. Superbonus) anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche, purché l’energia non autoconsumata o condivisa sia ceduta al GSE;
- è importante perseguire una pianificazione energetica regionale fondata sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con la finalità di massimizzare le opportunità di produzione di energia offerte da un uso razionale e integrato delle fonti rinnovabili disponibili localmente diminuendo la dipendenza da combustibili fossili e migliorando le condizioni ambientali con la riduzione di emissioni climalteranti. Tutti i piani regionali, nazionali ed europei sull’energia prevedono azioni importanti per fare ripartire un'economia circolare e green durevole nel tempo e che permetta di annullare la povertà energetica, molto spesso sottovalutata anche nella nostra regione. Tra gli obiettivi di questi piani vi sono lo sviluppo delle fonti rinnovabili locali e la spinta all’autoconsumo, soprattutto con la promozione delle comunità energetiche rinnovabili, portata avanti anche dal PNRR e dalla programmazione europea 2021-2027, al fine di diffondere la nascita di queste comunità che permetteranno ai cittadini di passare dall’essere dei semplici consumatori di energia a dei veri e propri produttori (prosumer). Considerato che: nell’audizione innanzi alle Commissioni riunite VIII, X e XIII della Camera dei Deputati, il 15 febbraio 2022, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministro della transizione ecologica, prof. Roberto Cingolani, ha spiegato come il MiTE abbia titolarità della porzione più rilevante della Missione 2 ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ con 34,71 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, suddivisi in 4 componenti:
1) Economia circolare e agricoltura sostenibile;
2) Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;
3) Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
4) Tutela del territorio e della risorsa idrica. In particolare, è prevista l’emanazione di nuovi bandi (con il Sud destinatario del 40% delle risorse) per quasi 10 miliardi di euro: ‘Rafforzamento smart grid’ (per 3,61 miliardi di euro), ‘Sviluppo Agrovoltaico’ (per 1,1 miliardi), ‘Sviluppo del biometano’ (per 1,92 miliardi) , ‘Interventi su resilienza climatica reti’ (per 0,5 miliardi), ‘Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano’ (per 0,33 miliardi), ‘Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento’ (per 0,2 miliardi) ma soprattutto sulla ‘Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'autoconsumo’ per la cifra di 2,2 miliardi di euro;
- risulta essere fondamentale, nell’attuazione del PNNR, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle regioni, nella predisposizione dei progetti;
- il 15 febbraio 2022 il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la legge “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l'autonomia energetica” (relatori Massimo De Rosa del Movimento 5 Stelle e Gabriele Barucco di Forza Italia). La normativa è sostenuta da un investimento regionale iniziale di ventidue milioni di euro che consentirà di creare una rete diffusa di impianti di produzione e accumulo energetico formata da 6mila comunità energetiche che nasceranno nei prossimi 5 anni nel territorio lombardo. La “rete” risponderà ai fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi energetici a carico dei consumatori. A regime, infatti, le Comunità Energetiche della Lombardia saranno in grado di generare un incremento di potenza fotovoltaica di quasi 1.300 MW, cioè un terzo dell’obiettivo di sviluppo del fotovoltaico entro il 2030. Senza trascurare il fatto che la realizzazione dei nuovi impianti e la loro manutenzione potrebbe avere anche significative ricadute occupazionali generando nuove opportunità di lavoro. La funzione di coordinamento di tutte le comunità energetiche sarà svolta dalla Comunità Energetica Regionale Lombarda (CERL). La CERL dovrà promuovere la cultura delle fonti di energia rinnovabile con iniziative formative e informative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti e supportare la nascita delle singole comunità energetiche territoriali. Il Consiglio regionale della Lombardia, con questa legge, vuole utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a sostegno delle comunità energetiche, che prevedono un finanziamento di 2,2 miliardi di euro per i Comuni con meno di 5 mila abitanti e quelle del POR FESR a disposizione della Regione Lombardia per il sostegno alla diffusione delle CER che ammontano a 55,5 milioni di euro.
Tenuto conto che: - secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, DGISSEG - DIV. III, su dati SNAM Rete Gas, S.G.I s.p.a. ed altre, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d'Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale;
- secondo le ultime stime, nel 2021 il consumo lordo di gas in Italia è stato pari a 76,071 miliardi di metri cubi di gas con 3,343 miliardi di metri cubi di produzione nazionale e la restante parte (72,728 miliardi) importata dall’estero: ben il 95,7%. Preso atto che: - il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti ambiente) ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse). Il caro-bollette derivante dalla crisi dei mercati dell'elettricità e del gas comporta rilevanti problematiche a causa di un ingente maggiore spesa energetica. I rincari colpiscono infatti pesantemente le famiglie, sia direttamente con gli aumenti in bolletta e sia per gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo per effetto degli aumenti dei costi di produzione. L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, connessa con la forte dipendenza del nostro Paese da approvvigionamenti dall’estero, ha determinato un impatto significativo del “caro energia” sul sistema produttivo e sulle famiglie tale da indurre il Governo ad interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo. Inoltre, le attività economiche, per le medesime ragioni, vedono ulteriormente indebolita la propria competitività sui mercati. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili mirati ad affrancare l'Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le azioni di efficientamento energetico offrono numerosi vantaggi: rappresentano in primo luogo un valido aiuto per ridurre il peso della bolletta energetica, consentendo di abbattere i costi;
sono uno strumento fondamentale per favorire la riduzione delle emissioni di CO2, contribuendo ad un'effettiva transizione ecologica;
- nel comunicato dell’8 gennaio 2022, la CGIA di Mestre, sulla base dei calcoli effettuati dall’Ufficio studi, ha evidenziato che, rispetto al 2019, ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa solo dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. L’incremento del costo per le imprese ubicate in Calabria sarà pari a 424 milioni di euro. Secondo la Nota del 17 gennaio 2022 sui rincari delle commodities, realizzata dal Centro Studi di Confindustria, tale evoluzione dello scenario energetico comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019, ad oltre 20 miliardi nel 2021 e oltre 37 miliardi nel 2022. Si tratta di un incremento del costo complessivo del 350% nel 2021 e del 650% rispetto ai costi del 2020. Tali aumenti di costi risultano insostenibili in termini di competitività per le imprese italiane. A subire gli effetti dei rincari è anche l’intera filiera agroalimentare, così importante nella nostra regione, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Agli aumenti di luce e gas si aggiunge il rincaro dei carburanti che si abbatte in particolare sul mondo dell’autotrasporto facendo chiudere le imprese e mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie;
- in una nota del 3 marzo 2022 Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, ha stimato gli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato. Lo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell'energia, già in atto da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell'elettricità sui mercati internazionali. Conseguentemente, l'impatto sulla bolletta energetica di famiglie e imprese diventa sempre più pesante e difficilmente sostenibile. In particolare, per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l'eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021;
sul fronte carburanti, il prezzo del petrolio macina nuovi record e spinge il gasolio oltre 1,8 € al litro e con il conflitto in corso per l'autotrasporto si rischia una maggiore spesa annua di 21 miliardi. Il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi, a inizio febbraio era intorno a 80 € per megawattora, per salire a 120 € il giorno dell'inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170 €, livelli incomparabili con i 25 € di un anno fa;
- è necessario promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese e una delle misure può essere quella di incentivare e diffondere in modo capillare le comunità energetiche, al fine di contribuire in maniera consistente alla produzione di energia rinnovabile a scala locale e apportare benefici ambientali ed economici anche al sistema energetico nazionale;
- sarebbe quanto mai necessaria la riqualificazione energetica degli immobili gestiti dall’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Calabria (ATERP) e il loro inserimento in comunità energetiche rinnovabili, non solo ai fini dell’accrescimento di valore del patrimonio immobiliare, ma anche in considerazione del fatto che gli inquilini occupanti sono notoriamente soggetti a basso reddito che beneficerebbero in modo rilevante dei risparmi in bolletta ottenuti grazie a tali interventi; impegna la Giunta regionale
1.ad aggiornare il PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), trasformandolo in PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) che persegua il più ampio ricorso a strumenti che migliorino insieme sicurezza energetica, tutela dell’ambiente e accessibilità dei costi dell’energia, rafforzando l’impegno per la transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia, tenendo in debita considerazione aspetti di sostenibilità economica e sociale, nonché di compatibilità con altri obiettivi di tutela ambientale e possa indicare nuovi scenari evolutivi dello sviluppo energetico regionale, gli obiettivi e gli strumenti della politica energetica regionale, la formulazione di indirizzi generali, le proposte volte a incentivare il ricorso alle energie rinnovabili ed al risparmio e all’efficientamento energetico e la definizione di un programma dettagliato delle azioni da realizzare.
2. A promuovere le comunità energetiche e l’autoconsumo, assumendo un ruolo di protagonista nella fase del cambiamento e per intercettare i finanziamenti previsti dal PNRR, anche mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese che funga da centro di coordinamento e impieghi anche aree o edifici di proprietà regionale, mettendo al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese e gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica e sostenendo prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica.
3. A porre in essere tutti gli atti necessari volti a garantire la possibilità di usufruire nei termini di legge, dei bonus di efficientamento energetico riguardanti gli immobili di edilizia residenziale pubblica gestiti dall’ATERP e a favorire la costituzione delle comunità energetiche per gli stessi edifici, così da riqualificare il patrimonio esistente, valorizzare gli immobili e migliorare le condizioni di vita degli inquilini, solitamente a basso reddito, con una diminuzione dei costi dell’energia consumata.
4. Ad individuare risorse per l’emanazione di bandi, in particolare per le piccole e medie imprese calabresi, che prevedano incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle attività produttive, compensando l’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera dei trasporti e della logistica, anche estendendo la platea dei beneficiari e individuando eventuali possibili misure di sostegno per le imprese calabresi e le famiglie meno abbienti per far fronte all’aumento dei costi di energia e gas.
5. A interloquire con il Governo Nazionale per promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese con la finalità di tutelare la competitività delle imprese e ridurre l'impatto negativo sui consumi delle famiglie.
6. A prevedere lo stanziamento di maggiori risorse per finanziare, attraverso la costituzione di un fondo rotativo per l'accesso al credito gestito da Fincalabra S.p.A. (con le seguenti caratteristiche: essere uno strumento finanziario a tasso zero, essere estendibile alla vita utile dell’impianto ed essere inoltre strutturato come un fondo garantito), l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici, di dispositivi di accumulo energetico nonché la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, finalizzati al conseguimento degli obiettivi di transizione energetica e riduzione dei consumi delle imprese calabresi nonché alla diffusione capillare di comunità energetiche rinnovabili.
7. A promuovere anche avvalendosi dei principali canali di comunicazione sia tradizionali che digitali di Regione Calabria, iniziative di divulgazione, promozione e informazione finalizzate ad ampliare le conoscenze in merito alla transizione energetica, lo sviluppo di comunità energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili nei confronti dei cittadini, delle associazioni, delle imprese e degli Enti locali.
8. A sostenere, in sede di Conferenza Stato Regioni e presso tutte le opportune sedi di confronto con il Governo nazionale, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle Regioni, nella predisposizione dei progetti attuativi del PNNR, finalizzati allo sviluppo dell’utilizzo delle energie e alla tutela delle risorse rinnovabili, affinché il PNNR diventi lo strumento principale per la diffusione sul territorio della produzione di energia da fonti rinnovabili. 9. A promuovere iniziative volte a rafforzare lo sviluppo della filiera in Regione Calabria per la promozione delle energie rinnovabili e per la loro integrazione nel contesto locale per abbassare ulteriormente i prezzi degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
(17; 07/03/2022) Bruni, Irto e Tavernise.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l'erosione costiera rappresenta una problematica complessa che investe diversi tratti del litorale calabrese;
- la salvaguardia delle spiagge e quindi la difesa delle coste dall'azione delle mareggiate, essendo ambito che attiene non solo alla tutela dell'ambiente ma anche allo sviluppo economico e turistico, costituisce una priorità dell'azione politico amministrativa della Regione Calabria;
- l'erosione costiera fa sentire i suoi effetti dannosi lungo tutte le coste calabresi e i litorali particolarmente esposti come quello tirrenico, dove insistono alcune tra le principali località turistiche della regione;
- si segnalano particolari criticità nelle località della costa tirrenica centro-meridionale come Pizzo, Tropea, Nicotera nel Vibonese, Villa San Giovanni, Punta Pellaro, Bocale nel Reggino oltre, che del litorale ionico come Cirò Marina nel Crotonese, ma nessuna provincia può ritenersi esente da tale problematica;
- il fenomeno subisce un costante aggravamento dovuto ad una serie di cause di tipo naturale ed antropico rispetto alle quali il Tavolo nazionale sull'erosione costiera con il coordinamento tecnico dell'Ispra ha predisposto ed approvato nel 2018 le linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici;
considerato che: - sono continui gli appelli ad intervenire di associazioni di categoria e singoli operatori turistici in vista dell'approssimarsi della stagione estiva i quali guardano con apprensione ogni singola mareggiata che potrebbe mettere a repentaglio anni di sacrifici economici;
- il dipartimento e l'autorità di bacino regionale hanno predisposto un "Master pian degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria" nel 2014;
- le finalità degli interventi in esso contenuti sono state oggetto dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) siglato tra la Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- con delibera del comitato istituzionale nel 2016 è stato adottato il piano di bacino stralcio di erosione costiera (PSEC);
- con delibera di G.R. n. 355 del 31.07.2017 sono stati indicati gli interventi in difesa del suolo a valere sui fondi POR che prevedono la messa in sicurezza di 43 km di costa entro il 2023;
verificato che: - la Giunta regionale della Calabria nell'agosto 2021 ha approvato il protocollo d'intesa per la costituzione del "Tavolo tecnico regionale permanente per il coordinamento dei soggetti istituzionalmente preposti alla mitigazione del fenomeno dell'erosione costiera in Calabria".
Per sapere:
1) Lo stato di attuazione degli interventi relativi alla delibera di G.R. n. 355;
2) quali sono le determinazioni assunte in sede di Tavolo tecnico, se si è pensato in particolare di allargare il suddetto organismo anche alle professioni tecniche;
3) qual è lo stato di impiego dei finanziamenti previsti dall'Accordo di programma quadro 2016, nonché di quelli dell'Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale e di quelli direttamente riconducibili alla Regione come l'Fsc o il Por;
4) se non si ritiene di aggiornare il Master Pian degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria adeguandoli alle linee guida predisposte dal tavolo Nazionale sull'erosione costiera.
(26; 14/02/2022).
Risposta:
Tavernise, Irto e Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la ferrovia jonica calabrese è una delle poche tratte ferroviarie italiane, con posizione strategica per lo sviluppo dell'intera regione, a non essere elettrificata. E mentre altrove si progetta l'alta velocità, sulla costa jonica calabrese ancora si fatica a completare l'elettrificazione. L’importanza di tale collegamento per il nostro territorio risulta fondamentale, oltre che per assicurare il diritto alla mobilità dei residenti, per le positive ricadute che potrà avere nel settore socio economico e produttivo oltre che nel settore turistico;
nel maggio 2017 è stato siglato il Protocollo d'intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per "Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica", consistente nella realizzazione di interventi per 477 milioni di euro, derivanti per 307 milioni di euro da delibera CIPE n. 54 del 1 dicembre 2016, per 40 milioni di euro, relativamente alla soppressione dei passaggi a livello, con risorse dalla Regione Calabria con garanzia di rimborsi da RFI, per 40 milioni di euro da risorse dello Stato già attribuite a RFI, nonché ulteriori 90 milioni di euro derivanti dalle risorse per la velocizzazione della linea tirrenica, riallocate dal MIT, su proposta della Regione Calabria e d’intesa con RFI, sulla tratta ferroviaria jonica. Tra i principali interventi previsti:
(a) velocizzazione ed elevazione a rango C di tutta la linea jonica;
(b) eliminazione di passaggi a livello e realizzazione di opere viarie alternative;
(c) rinnovo degli scambi e dei binari, nei punti della rete in cui è necessario;
(d) prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi;
(e) riqualificazione di stazioni, con particolare attenzione a quelle con maggiore traffico di viaggiatori. Nel 2017 sono stati: eseguiti lavori di rinnovo armamento di linea per 63 km di infrastruttura;
avviata l'attività di rimozione di 77 PL pubblici e 12 PL privati con 6 PL per i quali i lavori sono stati consegnati;
lavori di rinnovo armamento, installazione deviatoi e rinnovo binari in alcune stazioni (Corigliano, Calopezzati, Mandatoriccio, Simeri, Crucoli, Cropani);
lavori di rinnovo binari nei pressi di 14 PL nella tratta Sibari-CZ Lido;
adeguamento e manutenzione galleria di Cutro. Nel 2018 lavori di adeguamento infrastrutturale nella tratta Metaponto-Sibari;
lavori nelle stazioni di tale tratta (tra cui Trebisacce, Montegiordano, Mirto Crosia, Botricello, Gioiosa J., Bovalino, Palizzi);
lavori di rinnovo binari con risanamento massicciata in alcune tratte della infrastruttura tra Rossano — Mirto Crosia e a scendere fino a Crotone. A tale azione si dovevano affiancare i lavori di elettrificazione della linea jonica. Intervento che ricade in un contesto complessivo di velocizzazione tramite elettrificazione che comprende la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme e la linea Sibari-Catanzaro Lido per un budget complessivo che uno studio di fattibilità di RFI aveva stimato in circa 275 milioni con risorse provenienti da Contratto di Programma RFI, Fondi FSC (Delibera CIPE del 28 febbraio 2018) e altre fonti di competenza regionale e RFI;
i lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Catanzaro Lido hanno avuto inizio il 30 agosto 2018 con la posa dei primi pali tipo LS, la realizzazione dei plinti e la posa in opera dei tralicci per la trazione elettrica, nella stazione di località Corigliano a Corigliano-Rossano (Cosenza) e dovrebbero concludersi, sempre relativamente al tratto Sibari-Catanzaro Lido, entro il 2023;
il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha commissariato la Ferrovia Jonica tra Catanzaro Lido e Sibari, dove i lavori hanno subito un rallentamento, e la trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, dove i lavori di rinnovo, rettifica, velocizzazione ed elettrificazione non sono in realtà mai iniziati, pur essendo finanziati;
il commissariamento prevede l’accelerazione del processo di potenziamento infrastrutturale ed elettrificazione della Lamezia Terme Centrale – Catanzaro Lido, nelle seguenti fasi: – Fase funzionale 1: Potenziamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Fase funzionale 2: Elettrificazione Lamezia Terme – Catanzaro Lido Relativamente all’Elettrificazione della Ferrovia Jonica, questo è il cronoprogramma: – Fase funzionale 1: Elettrificazione Catanzaro Lido – Crotone – Fase funzionale 2: Elettrificazione Crotone – Sibari. Il commissario straordinario per l’opera, nominato con DPCM del 6 agosto 2021, è l’Ingegnere ... , dirigente di Rete Ferroviaria Italiana. L’obiettivo è di portare a termine l’elettrificazione della tratta Sibari – Catanzaro Lido entro il 2023. Considerato che: l’intervento del costo stimato di 315 milioni nei tratti Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme è stato definitivamente finanziato con la somma aggiuntiva di 94 milioni di euro del PNRR;
risulta essere già stato avviato lo studio di fattibilità per definire l’intervento da realizzare con le risorse stanziate a valere sul fondo PNRR, per quanto riguarda l’elettrificazione del tratto Catanzaro Lido - Melito Porto Salvo. Tenuto conto che: durante la realizzazione della sola palificazione (avviata, come detto, nel 2018) sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido, sono sorte problematiche strutturali all’interno della Galleria di Cutro e lungaggini burocratiche nella progettazione delle sottostazioni elettriche. Preso atto che: nella tratta Sibari – Catanzaro Lido i lavori risultano fermi da circa due anni, nonostante il commissariamento, e a tre anni e mezzo dalla posa del primo palo dell'elettrificazione in corso, il cronoprogramma non sembra soddisfare le iniziali tempistiche previste, nonostante gli interventi di rinnovo e velocizzazione di questa tratta siano già finanziati;
le risorse previste nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nello specifico quelle del piano di infrastrutture per la mobilità, territorializzato dal Ministero, risultano essere, per la Calabria, un miliardo e 419,37 milioni di euro complessivi, che rappresentano il 5,5% del totale delle risorse gestite dal dicastero alle Infrastrutture. In particolare 785,82 milioni di euro provenienti dal Pnrr e 633,55 milioni dal Piano nazionale complementare. Per quanto riguarda le opere ferroviarie finanziate in Calabria, risultano esserci le tratte Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria e la Trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido a cui il ministero ha dedicato ulteriori 300 milioni di euro;
la Calabria attende queste importanti opere, alta velocità compresa, da decenni e il commissariamento dell’opera Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme avrebbe dovuto impedire proprio le lungaggini e il blocco sine die dei lavori. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria per velocizzare il completamento dell’elettrificazione sull’intera linea ferroviaria jonica;
2. se intende attivarsi per conoscere il cronoprogramma dell’opera e ottenere precise indicazioni sui tempi e sulle modalità degli interventi previsti e sulla effettiva funzionalità della infrastruttura e per intervenire in merito alla generale situazione di stallo dei lavori di elettrificazione, in particolar modo sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme.
(27; 15/02/2022).
Risposta:
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la zona del Reventino è raggiungibile attraverso la SS 19;
che trattasi di strada alquanto trascurata, gestita da Anas, attraverso cui è possibile, tuttavia, raggiungere i Comuni di Tiriolo, San Pietro Apostolo, Decollatura, Soveria Mannelli, Carlopoli, Serrastretta, Gimigliano, Cicala e Panettieri;
che da decenni si parla, invano, della realizzazione di una nuova strada che metta in collegamento le province di Catanzaro e di Cosenza;
che nel mese di febbraio 2021 sono caduti sulla strada de qua, nel tratto tra i Comuni di Tiriolo e San Pietro Apostolo, due enormi massi che non solo hanno messo a rischio la incolumità delle persone ma hanno determinato il blocco della circolazione sul detto tratto;
che, a seguito di un incontro, svoltosi in Anas nel mese di febbraio 2021, alla presenza anche di numerosi amministratori locali, i vertici Anas hanno assicurato la messa in sicurezza del tratto ed hanno anche assicurato l'impegno dell'Anas a risolvere definitivamente i problemi del detto tratto stradale realizzando una galleria paramassi e individuando, per il periodo di esecuzione dei lavori, un percorso alternativo;
che l'Anas ha svolto i lavori di messa in sicurezza del detto tratto;
che, tuttavia, con riferimento ai lavori relativi alla definitiva risoluzione del problema con la realizzazione della galleria paramassi l'Anas vorrebbe, a breve, dare inizio ai detti lavori, che dovrebbero durare 330 giorni lavorativi, senza avere tuttavia individuato preventivamente un percorso alternativo;
che tutto ciò, ove effettivamente avvenisse, significherebbe il blocco totale del detto territorio per un lunghissimo periodo e ciò in quanto la SS 19 è l'unica strada che permette, nonostante le sue condizioni di trascuratezza, di raggiungere i Comuni sopra indicati;
che, peraltro, nei detti territori insistono attività commerciali e imprenditoriali di rilievo che evidentemente dal blocco della strada subirebbero danni enormi;
che, inoltre, i detti territori sono oggetto di visite turistiche che, con tutta evidenza, cesserebbero a causa del blocco della strada predetta;
che, inoltre, il blocco della strada renderebbe difficoltoso il raggiungimento dei detti territori da parte dei mezzi di soccorso;
che, pertanto, l'avvio dei lavori predetti senza la preventiva individuazione di un idoneo e comodo percorso alternativo causerebbe danni enormi alla comunità, determinando di fatto l'isolamento dei detti Comuni;
che occorre, pertanto, che la Regione Calabria, in qualità di ente al cui interno ricadono la detta SS 19 e i predetti Comuni, intervenga tempestivamente al fine di evitare che l'Anas avvii i detti lavori senza avere preventivamente individuato il detto necessario percorso alternativo;
che la notizia dell'imminente blocco del detto tratto stradale senza che l'Anas abbia individuato il detto percorso alternativo ha messo in agitazione le comunità che risiedono nei detti territori. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede
per sapere:
di sapere se il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta Regionale abbiano contezza di quanto sopra esposto e del fatto che l'Anas abbia intenzione di chiudere a breve il detto tratto stradale per l'esecuzione dei lavori (per la realizzazione di una galleria paramassi) senza avere preventivamente individuato il necessario percorso alternativo e cosa si intende fare e quali atti politico/amministrativi si intende adottare al fine di indurre l'Anas ad individuare, prima dell'avvio dei lavori sul detto tratto stradale, un comodo e congruo percorso alternativo che permetta alle comunità che vivono nei detti territori di non rimanere isolati.
(28; 16/02/2022).
Risposta:
Art. 1
(Oggetto e finalità)
1. La Regione sostiene il principio di parità di genere in tutte le sue declinazioni e riconosce l'equiparazione dei diritti delle donne rispetto agli uomini e maggiori tutele alle donne lavoratrici per favorire il superamento dei divari di genere nella società, attraverso l'adozione di misure specifiche che tengano conto delle pari opportunità.
2. La Regione promuove, tra gli obiettivi strategici, il principio di parità tra donne e uomini attraverso il rafforzamento delle politiche di uguaglianza delle opportunità per i sessi, riconoscendo che le politiche di pari opportunità sono un obiettivo ineludibile.
3. La Regione favorisce le pari opportunità in tutte le politiche regionali.
4. Ai fini di cui ai commi 1, 2 e 3 la presente legge detta disposizioni per favorire:
a) l'occupazione femminile anche attraverso il contrasto alle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro, sotto l'aspetto sia dell'accesso al lavoro sia della progressione di carriera, in coerenza con quanto disposto dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246);
b) l'adozione di strumenti di equilibrio tra vita professionale e familiare;
c) l'eliminazione delle disparità nella formazione e nel lavoro con riguardo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, alla carriera e all'imprenditorialità, anche attraverso la qualificazione professionale.
Art. 2
(Azioni per il superamento delle differenziazioni di genere nei luoghi di lavoro)
1. La Regione riconosce che le pari opportunità sono parte integrante delle politiche di sviluppo del territorio, promuovendo misure che favoriscano di fatto l'uguaglianza per il raggiungimento di una parità sostanziale mediante l'impiego di azioni positive.
2. Al fine di superare le differenziazioni, anche retributive, basate sul genere, secondo quanto stabilito dal Piano di azione dell'Unione europea sulla parità di genere (GAP III), la Regione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 46 del d.lgs. 198/2006, favorisce specifiche azioni positive.
Art. 3
(Certificazione della parità di genere)
1. La Regione applica, anche attraverso il Piano di intervento per le politiche di genere di cui all'articolo 11, il Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, così come previsto dall'articolo 46-bis del d.lgs. 198/2006,
individuando e accompagnando a livello territoriale la crescita di opportunità per le donne all'interno delle imprese, l'uguaglianza delle remunerazioni a parità di lavoro, la presenza di politiche per la diversità di genere, la protezione della maternità.
2. Alle imprese pubbliche e private in possesso della certificazione della parità di genere e che attuano principi di tutela della maternità, gestione della gender diversity, equità remunerativa e processi positivi nella gestione delle risorse umane, opportunità di crescita in azienda per le donne e che utilizzano forme di linguaggio non discriminatorio, così come previsto dalla normativa nazionale ed europea vigente in materia, la Regione riconosce un bollino di parità per l'applicazione di premialità nell'accesso a strumenti di incentivazione, che saranno individuati nel Piano di cui all’articolo 11.
Art. 4
(Misure per contrastare i licenziamenti illegittimi)
1. In conformità all'articolo 26 del d.lgs.198/2006 e in ottemperanza alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 del 10 giugno 2019 sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro, la Regione promuove il contrasto al fenomeno delle molestie sui luoghi di lavoro, nonché il divieto di porre in essere patti o atti finalizzati alla cessazione del rapporto di lavoro per discriminazioni basate sul sesso per come previsto dall’articolo 15 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), sul matrimonio per come previsto dall’articolo 35 del d.lgs. 198/2006, sulla maternità -anche in caso di adozione o affidamento -e a causa della domanda o fruizione del periodo di congedo parentale o per malattia del bambino per come previsto dall’articolo 54 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità).
2. La Giunta regionale, nel Piano di intervento di cui all'articolo 11, dà orientamenti affinché le imprese condannate con sentenza passata in giudicato nell'ambito di giudizi aventi a oggetto le dimissioni ovvero il licenziamento, dichiarati illegittimi in quanto posti in essere in violazione della normativa vigente in materia di tutela della maternità e della paternità, vengano escluse, per il triennio successivo alla condanna, dalla partecipazione a procedure selettive finalizzate alla concessione di benefici economici erogati o attribuiti dalla Regione.
3. Al fine di prevenire e contrastare le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro, la Regione promuove la cooperazione istituzionale con gli Ispettorati interregionali del lavoro.
Art. 5
(Misure di intervento a favore dell'occupazione femminile)
1. La Regione, nel rispetto della normativa vigente, prevede, negli avvisi per la concessione di finanziamenti erogati a qualsiasi titolo, premialità nella forma di punteggio aggiuntivo:
a) per le imprese che utilizzano strumenti di equilibrio vita-lavoro, quali, tra gli altri, orario flessibile, lavoro agile, ferie e permessi solidali, banca ore, asilo nido aziendale, campus nei giorni di chiusura delle scuole;
b) per le imprese che assumono donne con disabilità con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, senza esservi tenute ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili); tale premialità è raddoppiata in caso di acquisto di strumentazioni ad hoc per la singola disabilità o di utilizzo di strumenti quali telelavoro e lavoro agile;
c) per le imprese che assumono donne vittime di violenza, prese in carico da un servizio sociale, da un Centro antiviolenza, da una Casa accoglienza o rifugio, donne vittime di tratta, donne che possano comunque attestare la loro condizione di vittime o di donne esposte a fenomeni di violenza, oltre agli orfani di vittime di femminicidio, con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato; tale premialità è raddoppiata in caso di utilizzo di servizi e misure di accompagnamento alla fuoriuscita dalla situazione di vittima, quali, tra gli altri, sostegno psicologico alla donna e ai figli minori, voucher per supporto al diritto alla salute, alla casa, all'istruzione e alla formazione.
2. Il Piano di intervento per le politiche di genere di cui all'articolo 11 definisce le modalità e i criteri per il riconoscimento delle premialità di cui al comma 2, garantendo la proporzionalità delle azioni positive intraprese nell'anno precedente.
Art. 6
(Formazione per l'inserimento e il reinserimento lavorativo)
1. La Regione, nell'ambito degli indirizzi di programmazione dell'offerta formativa, promuove percorsi rivolti alle donne inoccupate o disoccupate al fine del loro inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro, nonché dell'accrescimento delle competenze nei settori economici più innovativi.
Art. 7
(Spazio Donna)
1. Presso i Centri per l'impiego regionali è garantito, nell'ambito delle attività di competenza e senza oneri finanziari aggiuntivi a carico del bilancio regionale, il funzionamento di un servizio denominato “Spazio Donna”, dedicato alle politiche attive del lavoro rivolte a donne inoccupate o disoccupate.
Art. 8
(Misure per sostenere l'imprenditoria femminile)
1. Nel rispetto della normativa vigente, negli avvisi per la concessione a qualsiasi titolo di finanziamenti sono contemplate premialità nella forma di punteggio aggiuntivo in favore di:
a) società cooperative e società di persone costituite in misura non inferiore al cinquanta per cento da donne;
b) società di capitali i cui organi di amministrazione sono costituiti per almeno il cinquanta per cento da donne;
c) imprese individuali gestite da donne operanti nei settori indicati all'articolo 53, comma 1, lettera a) del d.lgs. 198/2006.
2. La Regione, nell'ambito degli indirizzi di programmazione dell'offerta formativa, promuove la formazione imprenditoriale e la qualificazione della professionalità delle donne imprenditrici nel rispetto della normativa vigente e secondo le modalità stabilite nel Piano di cui all'articolo 11.
3. Nell'ambito dei programmi regionali, finanziati a qualsiasi titolo, sono promossi strumenti, servizi e misure per favorire l'autoimpiego e l'autoimprenditorialità delle donne, con particolare attenzione alle seguenti situazioni di disagio sociale:
a) donne disoccupate che non hanno diritto o hanno concluso il periodo di fruizione della indennità mensile di disoccupazione di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22 (Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183);
b) donne vittime di violenza;
c) orfani di vittime di femminicidio;
d) donne con disabilità;
e) donne componenti di famiglie monoparentali con figli a carico e prive di sostegno al mantenimento secondo la normativa vigente in materia;
f) donne vittime di tratta;
g) donne prive di sostegno familiare e parentale;
h) donne ex detenute o in esecuzione penale esterna.
Art. 9
(Azioni di welfare aziendale)
1. La Regione, in conformità a quanto disposto dall'articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), garantisce:
a) la parità e le pari opportunità tra uomini e donne;
b) l'assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all'età, all'orientamento sessuale, all'origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell'accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro;
c) un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo.
2. La Regione, ritenendo gli stereotipi di genere una delle basi culturali su cui si innestano i processi di discriminazione di genere:
a) attua un'organizzazione del lavoro improntata sul benessere organizzativo, basata su una cultura di genere;
b) promuove azioni di formazione e aggiornamento professionale al rientro a lavoro dopo la maternità;
c) favorisce la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita;
d) monitora sulla corretta applicazione delle normative vigenti in materia di parità di genere.
3. Per le finalità di cui al presente articolo, la Regione si avvale dell'attività del Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità di cui all'articolo 57 del d.lgs. 165/2001.
Art. 10
(Equilibrio tra tempi di vita e di lavoro e benessere collettivo)
1.In attuazione della normativa vigente in materia, al fine di favorire l'equilibrio tra i tempi dedicati alla propria vita personale e familiare e quelli dedicati all'impegno professionale quale fondamento per lo sviluppo locale e l'inserimento e il reinserimento delle donne nel mercato del lavoro, la Regione:
a) sostiene l'armonizzazione dei servizi, sia pubblici sia privati, favorendo l'utilizzo di strumenti di conciliazione tra vita e lavoro, così come previsto dall'articolo 27 della legge 8 marzo 2000, n. 53 (Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città);
b) promuove azioni per favorire la conciliazione tra vita privata e professionale, come l'orario flessibile o il tempo parziale;
c) favorisce l'adozione di nuovi modelli organizzativi e di gestione del personale attraverso l'introduzione di modelli orari in accordo con le imprese pubbliche e private per riequilibrio dei tempi di vita e di lavoro;
d) incoraggia l'utilizzo di servizi digitali, con particolare riferimento ai servizi pubblici dedicati alle famiglie e alle fasce più disagiate della cittadinanza.
Art. 11
(Piano di intervento per le politiche di genere)
1. La Giunta regionale, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta il Piano di intervento per le politiche di genere per l'attuazione delle misure e degli interventi di cui alla presente legge.
Art. 12
(Relazione sullo stato di attuazione)
1. L’Osservatorio di cui alla legge regionale 23 novembre 2016, n. 38 (Istituzione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere), annualmente, predispone e trasmette al Consiglio regionale una relazione sullo stato di attuazione della presente legge, sulle attività poste in essere, sul piano di interventi adottato ai sensi dell’articolo 11 e sulle eventuali criticità emerse.
Art. 13
(Promozione della formazione)
1. La Giunta regionale si impegna alla sottoscrizione di Protocolli d’intesa con Confindustria, Camere di commercio, Ordini professionali, associazioni del Terzo settore e Uffici scolastici, al fine di predisporre, senza oneri a carico del bilancio regionale, giornate formative presso gli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado volte alla sensibilizzazione sulle potenzialità delle donne all’interno del mondo del lavoro. Gli interventi sono mirati al superamento di ogni ostacolo culturale, proveniente dall’ambito familiare o scolastico, e all’affermazione delle donne all’interno del mondo professionale, in modo da accrescerne la consapevolezza sin dall’età scolare.
Art. 14
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 15
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.