XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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N. 49
SEDUTA Di martedì
21 gennaio 2025
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 16,54
Fine lavori h. 20,10
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 16.54
Dà avvio ai lavori, invitando
il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Onorevole presidente Occhiuto, assessori, colleghi consiglieri, prima di
avviare i lavori, e anche su input della
collega Amalia Bruni, ritengo doveroso ricordare in quest'Aula il profilo
professionale e umano di un luminare della neurobiologia, scomparso ieri a
Roma, lo scienziato Luigi Aloe, che, per quarant'anni, ha affiancato Rita
Levi-Montalcini negli studi che le valsero il Premio Nobel.
Il percorso di vita di Luigi Aloe, calabrese, nato ad Amantea, ha
rappresentato un'eccellenza nella scienza per essere stato un talentuoso
dirigente di ricerca dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del
CNR e un punto di riferimento nella ricerca sul sistema nervoso, ma ha anche
rappresentato una formidabile storia di riscatto umano di questo figlio
illustre di Calabria che, grazie al suo impegno appassionato e rigoroso, è
diventato, da muratore di Amantea, un ricercatore universalmente stimato che si
è affermato nel mondo accademico fino a diventare scienziato di fama
internazionale. Un'eccellenza mondiale di cui la Calabria va fiera e la cui
dedizione nel lavoro, finalizzata a mettere a disposizione dell'umanità la
ricerca scientifica, auspichiamo possa essere un esempio per tutti noi e per le
nuove generazioni.
Avviamo
i lavori. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha
facoltà.
Presidente, poiché lei ha, opportunamente, avviato i lavori del
Consiglio regionale, ricordando uno scienziato, esimio, scomparso, e credo
questo sia apprezzabile per il Consiglio regionale, vorrei che però il
Consiglio regionale potesse ricordare, in questa occasione, il presidente
Giuseppe Chiaravalloti, scomparso qualche giorno fa.
È stato un uomo che ha servito le istituzioni, prima nella magistratura,
poi nel governo della Regione, lo ha fatto conferendo alle Istituzioni
capacità, professionalità, a volte anche una sottile ironia, che rappresentava
un suo tratto distintivo.
Credo che sia doveroso per il Consiglio regionale, che è la casa di
tutti i calabresi, ricordare chi ha svolto una funzione apicale nel governo di
questa Regione, che sia di centrodestra o che sia di centrosinistra.
Ho voluto che la camera
ardente fosse allestita nel palazzo del governo regionale e credo che sarebbe
opportuno che anche il Consiglio regionale esprimesse un pensiero affettuoso ai
familiari, se lo ritiene, signor Presidente, anche, eventualmente, attraverso
un minuto di raccoglimento.
Osserviamo un minuto di
raccoglimento.
(I presenti si levano in piedi
e osservano un minuto di silenzio)
Ha chiesto di intervenire,
prima dell'inizio dei lavori, il collega Giovanni Muraca. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Naturalmente, mi unisco al cordoglio espresso dalla
massima Assise regionale per la grave perdita di questi due eccezionali esponenti
calabresi.
Le chiedo, Presidente, di
inserire all'ordine del giorno la proposta di legge 336/12^, recante
“Abrogazione dell'articolo 14 della legge regionale 26 novembre 2024, numero
36”. Lo chiedo, Presidente, considerato che nell'ultima seduta di sesta Commissione
è stato deliberato, all'unanimità dai presenti aventi diritto al voto, di
proporre a lei, alla prima seduta di Consiglio utile, di presentare e
richiamare la legge in questione. Grazie.
E naturalmente chiedo di
mettere ai voti l'inserimento della proposta.
Non so se avete i numeri per chiedere l'inserimento, ma abbiamo fatto
una regolare Conferenza dei capigruppo in cui è stato spiegato al collega suo
capogruppo, Bevacqua, che noi eravamo intenzionati ad aspettare l’impugnativa del
Governo. Vedo che anche questa volta ne fate una questione strumentale e non
rispettate ciò che viene detto nelle relative Conferenze dei capigruppo; quindi,
il collega Bevacqua chiede sempre di aggiornarci, di convocarle, di vederci più
spesso, ma se ciò che viene deciso nella conferenza dei capigruppo non viene rispettato
mi chiedo che le facciamo a fare. Comunque metterò ai voti.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, a me dispiace che nel corso di questa Legislatura,
dal primo giorno, sulle questioni che riguardano l'ambiente ci sia stata sempre
necessità di un atteggiamento più determinato di quello che sarebbe stato
giusto, forse, da parte del governo regionale. Intervengo anche per dichiarare
il mio voto, nel caso fosse posta all'ordine del giorno questa proposta di
legge.
Questa proposta di legge nasce da una decisione del governo regionale di
un anno fa, quando la Giunta regionale, con una propria delibera, approvando il
Piano del Parco, disse, sostanzialmente, che nel Parco più bello d'Europa, che
è il Parco del Pollino, non ci può stare una centrale a biomasse, che è tra le
più grandi d'Italia e d'Europa. L'ho detto con grande chiarezza, un anno fa.
Non ha fatto la stessa cosa la Regione Basilicata, perché il Parco è
condiviso fra la Calabria e la Basilicata.
Poi, c'è stato un intervento legislativo del Consiglio regionale che,
come ha ricordato lei, è sottoposto ad una procedura da parte del Governo che
vuole impugnarlo.
Sia chiaro, però, che il governo regionale non è disponibile a
indietreggiare nemmeno di un millimetro. Attenzione, io sono disponibile a
confrontarmi con tutti, avrei voluto farlo anche con quelli che stavano davanti
al Consiglio regionale, oggi, ma nei modi che sono richiesti dal buon
funzionamento delle istituzioni. Chi mi conosce sa che non mi sono mai negato
al confronto, ma credo che il confronto debba avvenire attraverso una richiesta
di appuntamento nei luoghi del governo regionale, se si vuole un appuntamento con
il Presidente della Giunta regionale.
Mi stupirebbe se la Camera dei deputati o la Presidenza del Consiglio
ricevessero quanti protestano in piazza, sol perché protestano.
E questo mio modo di intendere i rapporti e le relazioni istituzionali
credo sia un modo che serve anche a dare maggiore dignità ai luoghi delle
istituzioni.
Sono disponibile a confrontarmi con tutti, ma non sono disponibile ad
alcun cedimento su un principio che io ho ritenuto fondamentale in questi tre
anni, quello secondo il quale l'ambiente della Calabria è una risorsa economica
di sviluppo per questa regione. Abbiamo dimostrato che questo è il nostro modo
di procedere in tante occasioni, anche quando abbiamo fatto interventi sulla
depurazione, a volte contestati, quando abbiamo fatto interventi
sull'abbattimento di manufatti abusivi.
Per quanto mi riguarda questo è un principio inderogabile.
Lo voglio dire, quindi, con grande chiarezza: nell'ipotesi fosse messa
in votazione questa proposta di inserimento, io voterei contro e chiederei alla
mia maggioranza di votare contro. Se ci fosse un risultato diverso
significherebbe che, evidentemente, il Presidente che questa maggioranza cerca
non è il sottoscritto, perché il sottoscritto, rispetto a queste condizioni, a
questi principi, non indietreggia nemmeno di un millimetro, e quindi entro
un'ora rassegnerei le mie dimissioni da Presidente della Giunta regionale nelle
mani del Presidente del Consiglio regionale.
Grazie, Presidente. Ha chiesto
di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Apprezzo la chiarezza con cui il Presidente della Giunta regionale oggi
ha manifestato in quest'Aula la sua volontà, apprezzo di meno il suo modo di
intendere il rapporto con questo organismo, con i consiglieri regionali, con le
Commissioni interessate.
Lei, caro Presidente, non ha la potestà assoluta! Lei ha anche il dovere
di portare rispetto, di considerare e valorizzare il lavoro che viene svolto nelle
Commissioni consiliari. Oggi, invece, sta palesemente, palesemente,
manifestando la sua volontà di non tener conto, in nessun modo, del lavoro di
quest'Aula e dei consiglieri regionali, di maggioranza e minoranza.
Questa è la situazione grave che lei oggi ci rappresenta. Forse avevamo
ragione noi quando dicevamo che quest'Aula si è ridotta a fare da passacarte per
la sua Giunta regionale, se consideriamo tutti le leggi omnibus che abbiamo approvato in quest'Aula, su input della Giunta regionale,
scavalcando le Commissioni, non tenendo conto dei lavori delle Commissioni, non
tenendo conto nemmeno delle proposte della sua maggioranza.
Credo che questo sia un vulnus
democratico, caro Presidente, perché lei non ha avuto rispetto dei lavori della
Commissione che all'unanimità aveva deliberato in un certo modo.
Lei non può venire in quest'Aula a dire - fa bene a porre la questione
di fiducia, pone un problema politico serio alla sua maggioranza - che per lei
l'ambiente è la via maestra per portare avanti… anche noi siamo interessati
all'ambiente, anzi noi del PD siamo molto legati, abbiamo una sensibilità
culturale importante verso l'ambiente.
La gravità, caro Presidente, è che lei non tiene conto nemmeno della
immediata impugnativa da parte del Governo nazionale. Il Governo nazionale le
dice che è arrogante in questa cosa, Presidente, perché lei approva una norma
con effetti retroattivi e dimostra di essere arrogante. Il Governo le dirà che questa
cosa non si può fare in maniera retroattiva, è una realtà già dal 2014, un
provvedimento firmato dal Governo nazionale quando c'era Matteo Renzi al Governo.
Quindi, sa che non è competenza delle Regioni questa materia, ma è competenza
del Ministero dell'ambiente. Questa è la gravità politica, caro presidente
Occhiuto: la sua arroganza e anche il mancato rispetto del ruolo di quest'Aula.
Quindi, che si assuma la responsabilità politica la sua maggioranza anche,
ripeto, della palese violazione del ruolo del Consiglio regionale, caro
presidente Occhiuto.
Poi, lei fa bene a porre il voto di fiducia, vuol dire che sa ricattare
bene i suoi consiglieri, è un voto di ricatto alla sua maggioranza, fa bene.
Non le ho fatto gli auguri di buon rientro, innanzitutto le chiedo
scusa, lo faccio adesso, perché è la prima volta che partecipa alla seduta di
quest'Aula, dopo aver subito un intervento di una certa gravità; quindi, le
auguriamo buon lavoro e una lunga vita.
Detto questo, la sua arroganza rimane verso quest'Aula, rimane, e rimane
un precedente pericoloso, perché io non ricordo mai un atto, come quello a cui
stiamo assistendo oggi in quest'Aula, di nessun governo, di centrodestra e
centrosinistra, che sia andato contro la volontà della Commissione, in cui sono
state abbinate due proposte di legge, di maggioranza e minoranza, ed è passata
all'unanimità una decisione, con l'obiettivo di non mortificare il suo ruolo,
Presidente, perché era giusto che non venisse mortificato.
Il suo Governo, il Ministero, il dipartimento della Funzione pubblica hanno
smentito i presupposti di quella norma, caro Presidente, perché dice che la
Regione non ha competenza su questa materia, che la norma non può essere
retroattiva e che, poi, viola anche un principio già condiviso e sottoscritto
da un'altra Regione, la Basilicata. Lei ha violato tanti elementi con questa
sua decisione. Ripeto: se ne assuma la responsabilità politica, ci mancherebbe
altro, con la sua maggioranza, ci mancherebbe altro.
Lei, però, non può mortificare le comunità, lei oggi doveva riceverle, anche
se con una metodologia sbagliata, come dice lei, ma lei non può mortificare i
Sindaci presenti sotto, da stamattina, nella piazza. Non può mortificare le Istituzioni!
Caro Presidente, la sensibilità di ognuno di noi è importante, ma le comunità
vanno rispettate, perché oggi non è una questione di sensibilità culturale, ma ci
sono le comunità interessate di quei territori a chiedere una rivisitazione, una
modifica.
Caro Presidente, cosa ci voleva a dire: “Ragazzi, io tengo alla mia
Regione; l'ambiente è il modello di sviluppo a cui guardiamo”. Ma se la Corte
costituzionale oggi le dice che ha sbagliato tutto su questa cosa, perché deve
insistere? Per un cavillo? Per una dimostrazione di potenza o per quale motivo?
Chiedo scusa, Presidente, quante volte lei e la sua maggioranza, per
evitare l'impugnativa della Corte costituzionale, in quest'Aula avete modificato,
integrato, cambiato e cancellato proposte di legge, perché erano la comunità o
il Dipartimento della Funzione pubblica a chiederlo? Il Dipartimento della
funzione pubblica, giustamente, lanciava l'alert, e lei si metteva in atto
per modificare, per cambiare le cose. Oggi nemmeno questo lei fa! C'è un
qualcosa che la disturba personalmente? Forse l'approccio che hanno avuto? Non
lo so. Forse l’impegno che aveva garantito? Non lo so.
Però, prendiamo atto, oggi, di questa sua arroganza politica e
personale, nei confronti di questo Consiglio regionale, ma anche del Governo di
cui lei fa parte perché, quando la legge le viene impugnata, riconoscendo
alcuni presupposti di illegittimità costituzionale, e lei continua ad andare
avanti, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Cosa non va? Non lo sappiamo,
saranno i mesi successivi a dire cosa non va.
Questo, però, è un ragionamento da irresponsabile, di arroganza che noi,
come minoranza, non accettiamo, pertanto, abbandoneremo l'Aula, dopo che si
esprimerà a favore o contro il richiamo in Aula di questo provvedimento.
Grazie, collega Bevacqua. Penso che lei continui a mistificare la realtà.
Nell'ultima Conferenza dei capigruppo ci siamo accordati che avremmo aspettato
la sentenza della Corte costituzionale, anzi l'impugnativa del Governo, e lei non
ha chiesto alcun inserimento all'ordine del giorno nell’ ultima Conferenza dei
capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il collega Muraca. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho trascorso in sesta Commissione circa 8, 9 ore e
ho ascoltato i Sindaci, i sindacati, le associazioni di categoria, e sono
sicuro che se lei, presidente Occhiuto, avesse
ascoltato queste persone, forse, oggi, avrebbe cambiato idea.
L'Osservatorio dimostra con dati scientifici che l'aria - lei
giustamente sta richiamando l'importanza dell'ambiente - è tra le migliori
d'Europa.
Lo stallo, che voi state creando con questa attesa, causerà la perdita
di posti di lavoro di centinaia di persone, perché il gestore dell'impianto ci
ha già comunicato che non potrà firmare e finanziare le attività. Per cosa? Abbiamo
letto in Commissione la nota del Dipartimento della funzione
pubblica: la norma è illegittima ed è stata inserita con un emendamento il
giorno prima dell'omnibus! Noi non l'abbiamo neppure letta.
La politica si fa al contrario: non si parte
dal territorio per approvare le leggi.
Oggi non avremmo dovuto discutere
l'abrogazione, bensì decidere per il suo inserimento nell’omnibus e non il
giorno prima. Questa è l'antipolitica!
Presidente, la invito a ragionare su tutto
ciò e a non avere fretta su questa decisione perché, mi creda, noi non
riusciamo a concepirla e a capirla.
Questa sua posizione ambientalista sul
rigassificatore e sulla seconda linea di Gioia Tauro non è proprio identica.
Se non erro, lì siete favorevoli
all'approvazione del Piano di gestione su queste linee; pertanto, pur
apprezzando tutto questo amore per l'ambiente, mi sembra che sia presente su
certe cose e non su altre.
Chiediamo un po’ di coerenza. Grazie.
Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Mannarino. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo solo per
precisare che, impropriamente, il collega Bevacqua afferma che abbiamo
deliberato e deciso in Commissione.
Abbiamo semplicemente preso atto della fine
dei lavori, senza votare e rimanendo in attesa delle valutazioni della pre-impugnativa del Governo che ha, in un certo senso,
rilevato dei profili di incostituzionalità, con gli articoli 3 e 117. Grazie.
Grazie, consigliera Mannarino. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente per ribadire la novità
della posizione o, meglio, la forza della posizione del presidente Occhiuto,
nel senso che questa vicenda, al di là della proposta del Partito Democratico,
sta assumendo una connotazione politica che va oltre il merito della questione.
Ovviamente, su questo tema, su cui pesano interessi costituzionalmente
rilevanti, ciascuno di noi, in base alla propria sensibilità ha una posizione
politica differente, sia nella maggioranza sia nell’opposizione, ma, per come è
stata posta oggi, mi pare di capire che ci sia già una presa di posizione
politica molto forte di indirizzo di questo governo regionale, rispetto alla
quale il Presidente della Giunta regionale chiede la fiducia della propria
maggioranza; che sia chiesto in maniera indiretta o in maniera implicita, poco
importa.
Mi sembra di capire che ci sia una linea
guida già espressa e una posizione netta su cui questa maggioranza di governo
deve esprimersi: se debba sostenerla o, invece, non sostenerla.
Per essere chiari, questa ormai ha assunto il
carattere di una vicenda politica, la questione di fiducia, che attiene alla
maggioranza che governa la Regione Calabria e i rapporti con le linee di
indirizzo programmatico espresse dal presidente Occhiuto.
Ovviamente, in questo dibattito l'opposizione
a mio avviso può entrare poco nella vicenda, non solo per una questione
numerica ma anche perché, rispetto a questa posizione, anche noi abbiamo
manifestato e possiamo manifestare posizioni diverse che, però, rispetto a
questa vicenda passano in secondo piano.
C'è una linea guida chiaramente espressa dal
presidente Occhiuto, il quale afferma che l'ambiente viene prima, anzi, la
proposta del consigliere Laghi era stata già anticipata, come dice il
presidente Occhiuto, nelle linee guida e nelle scelte del governo regionale.
Ora c'è da capire se la sua maggioranza e la
maggioranza di centrodestra intenda dare la fiducia a questa linea politica o,
in realtà, su questo tema ci sia uno strappo ancora non consumato e, che, però,
è palpabile anche nelle discussioni che sono apparse nella seduta di
Commissione, e non solo.
Attendere la decisione della Corte
costituzionale può essere solamente un tentativo di rinviare una discussione
che però, secondo me, va affrontata in quest'Aula. La Corte costituzionale può
togliere le castagne dal fuoco, può dichiarare incostituzionale la norma, ma
c'è un problema politico di questa maggioranza ed è opportuno che questa
dimostri chiaramente qual è la propria indicazione su questa materia. Grazie,
Presidente.
Grazie, consigliere Lo Schiavo. A norma di Regolamento la richiesta di
inserimento - è stata chiesta dal consigliere Giovanni Muraca - doveva essere
sottoscritta da almeno altre sei persone in Aula, ma sono quattro in tutto,
quindi la ritengo decaduta.
Avviamo i lavori passando al primo punto
all'ordine del giorno con la proposta di provvedimento amministrativo numero
205/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione
2025-2027 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese
(ARSAC)”.
Cedo la parola al consigliere Montuoro per
illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Montuoro.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
La proposta di provvedimento posta oggi all'approvazione di questa Assemblea è
stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione, nella
seduta del 14 gennaio ultimo scorso.
La proposta è relativa al bilancio di
previsione 2025-2027 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura
calabrese.
Il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura e
sviluppo rurale, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Collegio
sindacale costituito in forma monocratica.
L'organo di controllo evidenzia che il
bilancio di previsione viene proposto nel rispetto del pareggio finanziario
complessivo di competenze e nel rispetto degli equilibri di parte corrente e in
conto capitale.
Con riferimento alle norme sul contenimento
della spesa, cosiddetta spending review, il Collegio ha verificato che
lo stanziamento previsto nel bilancio di previsione 2025-2027 per le spese per
il personale, al lordo degli oneri riflessi, dell'IRAP, e le spese di
funzionamento, non supera i limiti di spesa impegnata per l’esercizio 2022.
L’organo di revisione, a conclusione delle
verifiche, ritiene: congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate;
ritiene coerenti le previsioni di spesa per investimenti con il programma
amministrativo ed il Piano di sviluppo dell'Azienda; ritiene che le previsioni
di cassa sono attendibili in relazione all’esigibilità dei residui attivi e
delle entrate di competenza e congrue in relazione al rispetto dei termini di
pagamento con riferimento ai cronoprogrammi, alle scadenze di legge e agli
accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità.
Il Collegio sindacale, tenuto conto che il
bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello Statuto
dell'ente, del Regolamento di contabilità, dei principi previsti dall'articolo
162 del TUEL e delle norme del decreto legislativo numero 118 del 2011, esprime
parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 e sui
documenti allegati.
Il Dipartimento agricoltura e sviluppo rurale
nell’istruttoria di competenza ha provveduto a verificare il rispetto dei
limiti di spesa di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a) della legge
regionale numero 62 del 2023 in materia di spending review, rilevando
che il contenimento della spesa può considerarsi complessivamente conseguito.
Il Dipartimento, nell'esprimere parere
favorevole al bilancio di previsione 2025-2027, raccomandata all'ente un
puntuale monitoraggio delle voci di spesa nel corso dell'esercizio.
Il Dipartimento economia e finanze evidenzia
che, con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa, sono garantiti sia
gli equilibri contabili, tra cui la quadratura delle cosiddette partite di
giro, sia la presenza di un saldo finale di cassa non negativo.
Il Dipartimento rileva che la sussistenza
degli equilibri di bilancio avviene nel rispetto del principio contabile
applicato alla contabilità finanziaria, di cui al decreto legislativo numero
118 del 2011, nei limiti di cui alle disposizioni introdotte all’articolo 1,
comma 897, della legge numero 145 del 2018.
Con riferimento al Fondo crediti di dubbia
esigibilità, il Dipartimento rileva che lo stesso sembrerebbe essere congruo; tuttavia,
raccomanda all'Ente di verificare, durante l'intero periodo degli esercizi di
quel bilancio di previsione, la congruità del Fondo in esame, provvedendo a un
aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli
stanziamenti dei capitoli di entrata.
Relativamente alla previsione del Fondo
pluriennale vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del
completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per
l'esercizio 2024, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando,
se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e
capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria
potenziata.
A conclusione delle istruttorie di
competenza, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni evidenziati nel corpo
della predetta istruttoria, il Dipartimento economia e
finanze ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla
trasmissione della proposta dei bilanci di previsione 2025-2027 dell'ARSAC al
Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale
4 febbraio 2002, numero 8.
Non ci sono richieste di intervento. Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto due dell'ordine del giorno,
la proposta di provvedimento amministrativo numero 206/12^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i
Parchi marini regionali”.
Cedo la parola al consigliere Montuoro per
illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Montuoro.
Grazie, Presidente. La proposta di
provvedimento posta oggi all'approvazione di questa Assemblea è stata
licenziata a maggioranza nella seduta della seconda Commissione del 14 gennaio
scorso.
La proposta riguarda il bilancio di
previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi marini regionali.
Il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento ambiente, del
Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti
dell'ente.
Il Revisore unico dei conti ritiene che il
bilancio di previsione 2025-2027 sia stato redatto nel rispetto dei principi
generali e applicati di cui al decreto legislativo numero 118 del 2011 e che le
relative previsioni siano state redatte in conformità alla normativa vigente in
relazione alle attività tecniche e operative, relative alla gestione dei Parchi
marini regionali, rispettando il pareggio finanziario complessivo di
competenza.
Per quanto riguarda il rispetto della
normativa sul contenimento della spesa, di cui alla legge regionale numero 62
del 2023, il Revisore conferma quanto riportato nella nota integrativa circa la
non applicabilità della suddetta normativa.
Il Revisore unico dei conti ritiene,
pertanto, congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate previste;
ritiene conformi le previsioni di mezzi di copertura finanziaria delle spese
per investimenti e ritiene le previsioni di cassa attendibili in relazione
all’esigibilità, in quanto trasferite dalla Regione.
L'organo di revisione ha, dunque, espresso
parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 e sui
documenti allegati.
Il Dipartimento ambiente, relativamente
all'applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della
spesa di cui alla legge regionale numero 62 del 2023 richiama le motivazioni
indicate nella relazione integrativa al bilancio di previsione e viene,
altresì, aggiunto che la suddetta normativa si applicherà quando l’Ente entrerà
a pieno regime.
Per quanto concerne il piano delle attività
allegato alla relazione di bilancio, il Dipartimento rileva la coerenza delle
attività programmate dall'Ente rispetto alle suddette previsioni, in relazione
alle competenze assegnate dalle norme istitutive e dallo Statuto.
Il Dipartimento vigilante, a conclusione
dell'istruttoria, esprime parere favorevole sul bilancio di previsione
2025-2027.
Il Dipartimento economia e finanze,
nell'istruttoria di competenza, ha rilevato che: viene rispettato l'equilibrio
di bilancio, posto che il totale complessivo delle entrate risulta pareggiare
con il totale complessivo delle spese;
con la presente proposta di bilancio di previsione 2025-2027, l'Ente non
prevede l'utilizzo di avanzo né tantomeno il recupero di disavanzo in quanto,
per come si evince dal prospetto del risultato presunto di amministrazione di
cui all'allegato 9 del decreto legislativo numero 118 del 2011, non si prevede
che l’esercizio 2024 chiuda in disavanzo.
Riguardo all'accantonamento al Fondo crediti
di dubbia esigibilità, il Dipartimento evidenzia che non risulta alcun
appostamento nel Fondo, poiché non sussisterebbero per l'Ente voci di entrata
tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso.
Conseguentemente, il Dipartimento raccomanda
all'Ente di verificare la congruità del Fondo crediti di dubbia esigibilità
durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione,
provvedendo a un aggiornamento dello stesso a seguito di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali
nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento
all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite
misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Per quanto concerne il Fondo pluriennale
vincolato, risulterebbe corretta la determinazione del Fondo stesso in esame.
Tuttavia, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento
della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2024,
di provvedere, se necessario, a eventuali variazioni che riguardano il Fondo
stesso per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile
della competenza finanziaria potenziata.
Il
Dipartimento economia e finanze, a conclusione dell'istruttoria, ritiene
possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione al
Consiglio regionale della proposta di bilancio di previsione 2025-2027
dell'Ente per i Parchi marini regionali per i conseguenti adempimenti di
competenza, ai sensi dell'articolo 57, comma 3 della legge regionale 4 febbraio
2002, numero 8. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Montuoro. Non ci sono richieste di intervento. Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto tre, la proposta di legge
numero 306/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Modifica alla
legge regionale 26 agosto 92, numero 15 (Disciplina dei beni di proprietà della
Regione)”.
Cedo la parola alla consigliera De Francesco
per illustrare il provvedimento. Prego, consigliera De Francesco.
Grazie, Presidente. La proposta di legge
numero 316/12^, sottoposta all'esame di questa Assemblea, è stata licenziata
all'unanimità dei presenti dalla prima Commissione affari istituzionali e
generali nella seduta del 6 novembre scorso.
Il presente disegno di legge mira a riformare
la normativa regionale sui beni immobili occupati da infrastrutture pubbliche,
allineandola ai principi generali del diritto amministrativo e alle più recenti
disposizioni normative.
Attualmente la legge regionale prevede un
sistema di compensazioni per queste occupazioni.
Tuttavia, tale sistema è ormai superato alla
luce della giurisprudenza consolidata e delle normative nazionali che
privilegiano il pagamento di canoni per l'utilizzo dei beni pubblici. La
proposta di legge introduce un nuovo sistema, basato sul pagamento di un canone
annuo determinato sulla base di criteri oggettivi e trasparenti.
Tale sistema offre numerosi vantaggi e
definisce in modo chiaro i diritti e gli obblighi delle parti coinvolte,
garantisce un trattamento equo tra pubblico e privato, consente di generare
risorse destinabili alla tutela ambientale e allo sviluppo del territorio.
Si propone, pertanto, di sostituire il
sistema di compensazione con un sistema a pagamento e di introdurre un sistema
più equo e trasparente di determinazione della compensazione modificando
l'articolo 14, comma 5, della legge locale numero 15 del 26 agosto 1992, come
segue: “Nel caso in cui infrastrutture pubbliche, quali linee elettriche, linee
telefoniche, acquedotti, fognature passino su beni immobili o inutilizzabili
appartenenti al territorio, è previsto il pagamento di un canone annuo,
determinato secondo le modalità e i criteri stabiliti dalla normativa
regionale”.
La sostituzione del sistema di compensazione
con quello del canone trova solido fondamento nella giurisprudenza
amministrativa che ha ripetutamente affermato il principio secondo cui
l'utilizzo dei beni pubblici da parte di terzi deve essere remunerato.
I canoni saranno determinati in base a
criteri oggettivi come l'area occupata, la durata dell'occupazione e il valore
di mercato del terreno.
Sono frequenti le controversie fra autorità
amministrative e privati cittadini in merito a pagamento dei canoni e la
giurisprudenza fornisce indicazioni chiare sulla valutazione delle
controversie.
Il Consiglio di Stato ha ripetutamente
confermato questo principio in una serie di sentenze.
Anche il TAR e la Commissione tributaria
hanno spesso affrontato la questione e si sono pronunciati in linea con le
indicazioni del Consiglio di Stato.
I canoni di locazione sono definiti come un
compenso per l'uso della proprietà pubblica al fine di essere equi e di
proteggere la proprietà pubblica.
La Corte dei conti ha ripetutamente
sottolineato l'importanza di assicurare un'adeguata remunerazione per l'uso dei
beni pubblici, osservando che le proprietà statali e i beni inalienabili sono
patrimonio di inestimabile valore per la società.
In conclusione, la suddetta proposta di legge
rappresenta un passo in avanti verso una Regione più efficiente e trasparente
dei beni pubblici, garantendo al contempo un adeguato ritorno economico per la
collettività. Grazie.
Grazie.
Non ci sono richieste di parola. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel
suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto quattro, la proposta di
legge numero 312/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali F. Mancuso, P. Caputo, P.
Raso, F. De Nisi, recante: “Modifiche e integrazioni all’articolo 39 della
legge regionale 23 dicembre 2011, n.47 (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l'anno 2012)”
Cedo la parola al consigliere Raso per l’illustrazione del
provvedimento.
La presente proposta di legge mira a rafforzare e favorire il
completamento degli interventi di edilizia residenziale sociale, ai sensi della
legge regionale del 16 ottobre 2008, numero 36, e di cui al punto 3.3 del
Programma operativo scaturito dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta
regionale numero 347 del 30 luglio 2012 e numero 452 del 30 ottobre 2014.
A causa di diversi fattori, tra cui la pandemia e l’aumento esponenziale
dei prezzi dei materiali da costruzione, dell’energia, del gas e così via, tali
interventi hanno spesso subito rallentamenti che hanno visto il pronto
intervento del legislatore regionale al fine di superare diverse criticità che
ne avrebbero messo a serio rischio la realizzazione, considerati tutti gli
interessi coinvolti, pubblici e privati, ma soprattutto il fine socio-solidale
degli interventi medesimi.
Ebbene, nonostante questo, si registrano a tutt’oggi plurimi aspetti
critici che ben potrebbero essere affrontati e risolti con adeguate modifiche
normative, per cui, partendo dall’intento del legislatore della legge regionale
numero 42 del 2023, che ha modificato l’articolo 39, è chiaro come il
legislatore abbia espressamente voluto assicurare ai soggetti attuatori la
possibilità di addivenire al completamento degli interventi nonostante
l’imponente aumento dei prezzi registrato in questi anni.
L’indisponibilità di nuove risorse, unitamente ad altre e diverse
valutazioni, ha evidentemente condotto il legislatore a raggiungere il
risultato della “compensazione dei prezzi” attraverso la possibilità di ridurre
il numero di alloggi da realizzare, restando fermo il finanziamento concesso.
In particolare, quindi, ha stabilito che, alla luce del notevole lasso di tempo
intercorso tra il momento della concessione del finanziamento ad oggi, fosse,
comunque, congruo accettare la realizzazione del 30 per cento in meno del
numero di alloggi a prezzi calmierati inizialmente finanziato.
Ebbene, considerato, quindi, che il legislatore ha già, di fatto,
compiuto una valutazione a monte e scelto di accettare la realizzazione di un
numero inferiore di alloggi a prezzi calmierati, assicurando ai soggetti
attuatori di presentare un’istanza di rimodulazione degli interventi, intesa
come riduzione del numero di alloggi approvati nel progetto iniziale, per un
numero pari a non oltre il 30 per cento in meno, va da sé che solo sul
rimanente 70 per cento degli alloggi andrà a ricadere il contributo regionale.
Dunque, la premessa si è resa necessaria poiché è proprio da qui che
prende le mosse la prima integrazione che si intende apportare alla norma di
cui all’articolo 39. Al momento, il testo dell’articolo, secondo
un’interpretazione strettamente letterale, sembrerebbe stabilire che, in ogni
caso, il collaudo finale dell’intervento debba riguardare anche il numero di
alloggi escluso dal contributo pubblico in conseguenza della rimodulazione. Per
essere più chiari, poiché la legge consente di rimodulare il finanziamento
attribuendolo proporzionalmente su di un numero di alloggi inferiore del 30 per
cento rispetto alla distribuzione sul 100 per cento degli alloggi approvati nel
progetto iniziale, l’intenzione del legislatore di operare una compensazione
dei prezzi potrebbe essere vanificata dalla contestuale richiesta di
realizzare, comunque, tutto l’intervento per come inizialmente previsto,
realizzando, quindi, anche quel 30 per cento di alloggi sociali su cui il
contributo pubblico non ricade più, proprio per via della rimodulazione di cui
il soggetto attuatore si sia eventualmente avvalso.
Al fine di risolvere tali criticità che stanno rallentando, anziché
favorendo, il completamento degli interventi, contravvenendo all’intenzione
stessa del legislatore dell’articolo 39, si ritiene opportuno intervenire con
una integrazione normativa, volta a consentire la piena realizzazione dei soli
alloggi di edilizia agevolata su cui ricade il contributo a seguito della
rimodulazione e di tutte le parti comuni dell’edificio, senza necessariamente
completare anche gli alloggi in edilizia libera.
Sempre al fine di completare gli interventi, si ritiene utile e
necessario anche prevedere la possibilità che i soggetti attuatori, i quali
abbiano ottenuto due o più finanziamenti diversi per altrettanti progetti,
possano accorpare tali interventi presentendo un nuovo progetto e un nuovo quadro
tecnico economico alla Regione, realizzando su di un unico progetto il numero
di alloggi complessivamente autorizzato per ciascun intervento finanziato; in
conseguenza, anche i contributi assegnati con più finanziamenti confluiscono
sull’unico progetto da completare.
Inoltre, si rende anche necessario, sempre al fine di favorire il
completamento degli interventi, accordare ai soggetti attuatori, che realizzino
alloggi da destinare alla locazione, di stipulare con il
conduttore/assegnatario/soggetto beneficiario finale un contratto di locazione
con patto di futura vendita, anche in sostituzione del contratto di locazione
eventualmente in essere. Questo per favorire non solo il completamento degli
interventi e le successive assegnazioni, ma anche per favorire il “diritto all’abitare”
attraverso l’acquisto del bene “casa”. In tal caso, laddove le parti si
accordino per la stipula del contratto di locazione con patto di futura
vendita, il contributo regionale si intende attribuito sulla base delle
previsioni già stabilite dal bando ex legge regionale numero 36 del 16 ottobre
2008, per gli alloggi da cedere in locazione con patto di futura vendita, per
tutti gli interventi, siano essi scaturiti dal bando ex legge regionale numero
36 del 2008 che dal bando punto 3.3.
Infine, considerato che gli interventi di cui al punto 3.3 del Programma
operativo, scaturito dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta regionale
numero 347 del 30 luglio 2012 e numero 452 del 30 ottobre 2014, fanno parte di
un programma pilota e sperimentale destinato alla locazione permanente, la cui
gestione è finalizzata a sostenere modelli abitativi solidali da attuare nelle
città con popolazione superiore a 30.000 abitanti, è, altresì, importante
consentire e disciplinare la possibilità di conversione degli alloggi destinati
all’inclusione sociale, tra cui microcomunità, residenze collettive per
l’autonomia e alberghi sociali, da alloggi di edilizia sociale ad alloggi a
libero mercato, attraverso la restituzione del contributo eventualmente assegnato
in eccesso e a seconda del periodo intercorrente tra l’inizio della gestione di
tali alloggi da parte del soggetto attuatore alla dichiarazione di volerli
convertire in edilizia libera.
Si precisa che le disposizioni della presente proposta di legge hanno
carattere ordinamentale e non producono oneri a carico del bilancio regionale e
il testo si compone di complessivi tre articoli. Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 1585, a firma dei consiglieri Raso e Caputo.
Cedo la parola al consigliere Raso per
illustrare l'emendamento. Prego.
La presente proposta emendativa mira ad
integrare il comma 2 dell’articolo 1 della proposta di legge numero 312/12^
che, a sua volta, modifica l’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre
2011, numero 47, specificando, con maggiore puntualità, che, ai fini della
determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla
stipula della futura vendita, si terrà conto, quale termine iniziale, della
data del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto attuatore.
La presente proposta emendativa ha carattere
ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Il testo dell'emendamento è il seguente:
<<Nel comma 2 dell’articolo 1 della proposta di legge numero 312/12^ dopo
le parole “bando punto 3.3.” sono aggiunte le parole “Ai fini della
determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla
stipula della futura vendita si tiene conto, quale termine iniziale, della data
del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto
attuatore.”>>.
Parere della Giunta?
CAPPONI
Caterina, Assessora alle politiche sociali
Il parere della Giunta è favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo
numero 1585. L’emendamento è approvato.
Articolo 1
(È approvato così come
emendato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel
suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato, così come
emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto cinque, relativo alla
proposta di legge numero 305/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali P. Molinaro, G. Gelardi,
Katya Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Valorizzazione delle
professioni non organizzate in ordini o collegi sul territorio della regione
Calabria”.
Cedo la parola al consigliere Molinaro per
l’illustrazione del provvedimento, prego.
Grazie, Presidente. Il mondo dei servizi
professionali ha conosciuto in Italia come in Europa una profonda evoluzione.
Accanto alle professioni tradizionali organizzate negli Ordini o nei Collegi è
emersa una nuova attività professionale capace di rispondere ad una domanda di
servizio altrettanto complessa e mutevole.
Fuori dagli Ordini si è creata nel mercato una enorme galassia di nuove
professioni e nuove competenze. Le stime in Italia parlano di circa tre milioni
e mezzo di lavoratori indipendenti, spesso dotati di partita IVA, sicuramente
intercettori delle tendenze dei mercati. Per questi professionisti stare fuori
dal perimetro del riconoscimento significa stare fuori dal perimetro della
libera circolazione in ambito europeo.
È proprio in questa ottica che la Calabria
intende muoversi adottando uno strumento normativo che dia seguito a quanto già
stabilito dalla legge numero 4 del 2013, colmando un gap
socioeconomico dalle notevoli ricadute.
Si è inteso regolamentare la nascita di un
sistema trasparente di accreditamento – non nuovi ordini professionali o di
categoria – utile all'economia regionale che deve ambire ad espandere la
propria azione di sviluppo riconoscendo ai soggetti operatori la portabilità
delle loro certificazioni e delle competenze acquisite.
L'attuazione della presente legge non
comporta oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Grazie. Non ci sono interventi. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel
suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto sei, relativo alla proposta
di legge numero 303/12^, di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Gelardi, Katya
Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Promozione e
valorizzazione della filiera agroalimentare della birra artigianale e agricola
calabrese”.
Cedo la parola alla consigliera Gentile per
l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Grazie, signor Presidente. Con la presente
proposta di legge, nel rispetto del quadro normativo (legge numero 141 del
2015) si intende disciplinare in modo organico lo svolgimento delle attività di
agricoltura sociale in Calabria.
Nell'agricoltura sociale sono diversi i
soggetti coinvolti: oltre alle imprese agricole, le cooperative sociali (di
tipo A e B), gli utenti – anziani, disabili, persone fragili, che ne
beneficiano – gli Enti pubblici, attraverso i quali si crea una rete di
rapporti tra soggetti privati e pubblici.
La fattoria sociale diventa, quindi, un
centro di servizi sociali dove la coltivazione dell'orto, la cura degli
animali, il ciclo naturale biologico offrono nuovi stimoli per interventi di
socializzazione e formazione e di supporto all'educazione.
L'integrazione dei servizi mira a rafforzare
le finalità imprenditoriali di ogni impresa agricola aderente, beneficiando
dello stretto rapporto tra il territorio e le nuove opportunità di mercato.
L'agricoltura sociale, quindi, costituisce un
approccio innovativo e multifunzionale fondato sull'abbinamento di due concetti
…
Collega Gentile, non è questa la relazione,
la proposta di legge in discussione è quella relativa alla birra artigianale
agricola calabrese. La prego di ricominciare, per favore.
Non ho sentito, Presidente, quando l’ha
menzionata perché ero presa a riguardare gli appunti, ma mi avevano detto che
la proposta di legge sull’agricoltura sociale era stata inserita al punto sei.
Comunque, procedo con la relazione sulla
proposta di legge della birra artigianale.
La presente proposta di legge, che mi vede
firmataria insieme a tutti gli altri colleghi della Lega e al collega Molinaro
che ne è il proponente, ha come obiettivo quello di promuovere, tutelare e
valorizzare la birra artigianale agricola calabrese, sostenendo le aziende che
operano in questo settore e favorendo il riconoscimento della qualità e
dell'autenticità dei prodotti locali.
Si inserisce in un momento storico in cui il
comparto ha visto un incremento significativo nella produzione, nel consumo e
nelle esportazioni a livello nazionale e internazionale.
La nostra regione vanta una consolidata e
affermata tradizione birraria che affonda le radici in una cultura produttiva
che ha saputo mescolare l'arte della birra con le caratteristiche tipiche del
territorio calabrese.
Negli ultimi decenni, i birrifici artigianali
calabresi hanno saputo evolversi e distinguersi creando prodotti di alta
qualità che hanno riscosso il favore di una clientela sempre più attenta e
consapevole. Alcuni dei birrifici regionali, grazie al loro impegno e
innovazione, hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale,
attestando l'eccellenza della produzione locale. Il dato per noi più
interessante è che il consumo di birra artigianale sta crescendo
esponenzialmente; si stima che solo nel 2023 la birra artigianale rappresenti
circa il 15% del totale dei consumi di birra in Italia. Un dato che evidenzia
la tendenza dei consumatori a preferire i prodotti distintivi che raccontano
una storia, una tradizione e un territorio.
La Calabria ha tutte le carte in regola per
essere protagonista di questa crescita, grazie alla qualità dei suoi prodotti e
all'impegno dei produttori locali. La birra artigianale e agricola calabrese è
profondamente legata al territorio in quanto prodotta utilizzando materie prime
locali, come l'orzo e il frumento verde, le erbe aromatiche tipiche della
nostra regione.
Tutelare e valorizzare la filiera della birra
significa anche promuovere le eccellenze agricole calabresi, creando un circolo
virtuoso che coinvolge gli agricoltori, i produttori di birra e i consumatori.
Oltre ai birrai, il settore coinvolge numerosi professionisti, tra cui tecnici
agronomi, esperti in marketing e comunicazione, ma anche il comparto della
distribuzione e della ristorazione. Sono centinaia i posti di lavoro diretti e
indiretti creati da questo settore e si prevede che con l'espansione del mercato
questi numeri cresceranno ulteriormente.
La proposta in esame intende fornire, quindi,
una cornice normativa a questo contesto, prevedendo un impegno da parte della
Regione a sostenere le imprese del settore, con particolare riguardo a quelle a
conduzione giovanile e femminile, a promuovere una serie di iniziative ed
eventi sul territorio finalizzati a celebrare e diffondere la cultura della
birra artigianale e dei prodotti agricoli calabresi. Tali eventi non solo
arricchiranno l'offerta turistica regionale, ma favoriranno anche
un'integrazione tra le tradizioni locali e la modernità, rendendo la Calabria
una destinazione di eccellenza enogastronomica e un polo di attrazione per
turisti, appassionati di birra e di buona cucina.
La previsione di un elenco regionale del
piccolo birrificio indipendente, dei microbirrifici artigianali e agricoli e
dei Mastri Birrai all'interno della proposta in esame presenta numerosi
vantaggi sotto diversi punti di vista. L'elenco può fungere, infatti, da punto
di riferimento per consumatori e turisti che cercano prodotti di qualità
provenienti da un determinato territorio e, ancora, la creazione di una rete
regionale dà visibilità ai birrifici locali, rafforzando l'identità e
l'immagine di un brand birrario regionale.
L'inserimento in un elenco ufficiale
consente, poi, ai piccoli birrifici di connettersi tra loro, creando sinergie e
scambi di know how e opportunità di marketing
congiunto. Inoltre, si facilita l'accesso a incentivi e finanziamenti pubblici
e privati per i piccoli birrifici, nonché per la formazione e lo sviluppo delle
competenze e, al contempo, si consente alle Autorità locali di identificare
facilmente i birrifici ed implementare politiche di supporto al settore come
sgravi fiscali, incentivi per la sostenibilità e la qualità.
L'obiettivo principale è, dunque, quello di
consolidare l'immagine della Calabria come terra di sostenibilità, di
innovazione e qualità in campo agroalimentare, creando un'ulteriore opportunità
per il turismo esperienziale che affonda le radici nella tradizione, ma guarda
anche al futuro, grazie.
Grazie. Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
All’articolo 1 sono pervenuti alcuni
emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 1664/A01, a firma del
consigliere Molinaro al quale cedo la parola per l'illustrazione, prego.
Grazie, Presidente. Preciso che questi
emendamenti si sono resi necessari per raccogliere alcune indicazioni
provenienti sia dalle Commissioni di merito sia dalla Commissione bilancio.
Il primo emendamento riguarda l’istituzione
dell'elenco regionale dei piccoli birrifici indipendenti, artigianali e
agricoli, aventi stabilimento di produzione sul territorio regionale, e dei
relativi Mastri Birrai. Grazie.
Parere della Giunta?
CAPPONI Caterina, Assessora alle politiche
sociali
Il parere della Giunta è favorevole.
Parere del relatore?
GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo
numero 1664/A01. L’emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero
1664/A02, a firma del consigliere Molinaro, al quale cedo ancora la parola per
l'illustrazione, prego.
Grazie, Presidente. Il testo dell’emendamento
è il seguente: <<Al comma 2 dell’articolo 1, viene aggiunta la lettera
“d”: “d) valorizza la diffusione della produzione tipica del territorio,
consentendo l'utilizzo della denominazione “Calabria”, secondo le disposizioni
sull'autorizzazione all'uso approvate con DGR 111 del 13 marzo 2023 e relative
linee guida”.>> Grazie.
Parere
della Giunta?
Parere favorevole.
Parere del relatore?
GENTILE Katya (Lega
Salvini), relatrice
Parere favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A02.
L'emendamento è approvato.
Articolo
1
(È
approvato, così come emendato)
All’articolo
2 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 1664/A03, a firma del
collega Molinaro, al quale cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie,
Presidente.
“Art. 2 (Definizioni)
1. Ai fini della presente
legge, si intende per:
a) birra artigianale: la
birra avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma 4-bis, primo periodo,
della legge 16 agosto 1962, n. 1354;
b) birra agricola: la birra
prodotta da imprese agricole ai sensi dell’art. 2135, comma 3, del Codice
civile, ed avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma 4-bis, primo periodo,
della legge 16 agosto 1962, n. 1354;
c) piccolo birrificio
indipendente: il birrificio avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma
4-bis, secondo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354 (Disciplina
igienica della produzione del commercio della birra), la cui sede di produzione
è ubicata nel territorio della regione;
d) microbirrificio: ai sensi
del decreto ministeriale 4 giugno 2019, una fabbrica di birra che produce
annualmente non più di 10.000 ettolitri e che ha le caratteristiche
identificative di cui all’art. 2, comma 4, della legge 16 agosto 1962, n. 1354
n. 1354/62;
e) microbirrificio agricolo:
il microbirrificio di cui alla precedente lettera d) utilizzato dall’impresa
agricola per la produzione della birra agricola. “
Grazie. Parere della Giunta?
CAPPONI
Caterina, Assessore alle politiche sociali
Parere favorevole.
Parere del relatore?
GENTILE Katya (Lega
Salvini), relatrice
Parere favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A03. L'emendamento
è approvato.
Articolo
2
(È
approvato, così come emendato).
All’articolo
3 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1664/A04, a firma del collega
Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
L'articolo
3 comma 1 viene così modificato: << dopo
le parole “La Giunta Regionale,” sono aggiunte le parole “con propria
deliberazione” e dopo le parole “piccoli birrifici indipendenti” sono
aggiunte le parole “produttori di birra artigianale ed agricola”.
Grazie.
Grazie.
Parere della Giunta?
CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche
sociali
Parere
favorevole.
Parere
del relatore?
GENTILE
Katya (Lega Salvini), relatrice
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A04. L'emendamento è
approvato.
Articolo
3
(È
approvato, così come emendato).
Articolo
4
(È
approvato)
Articolo
5
(È
approvato)
All’articolo
6 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1664/A05, a firma del collega
Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie,
Presidente.
Do lettura dell’emendamento:
<<All’art. 6, comma 1, al termine del periodo sono aggiunte prima le
parole “...e si specifica quanto segue:”, e di seguito le lettere “a”,
“b” e “c”:
“a) l’attività di promozione
e sostegno della Regione prevista dall’art. 1 è garantita dalla DGR 83/2024 che
prende atto dell’accordo per lo Sviluppo e la Coesione sottoscritto dalla
Regione Calabria con la Presidenza del Consiglio dei ministri, FSC 2021/2027,
Allegato A/1 – ID 42595 F3A – 03 Competitività Imprese- Promozione delle
imprese del settore agroalimentare sui mercati nazionali ed internazionali.
b) l’art. 3, istituzione
dell’elenco regionale dei microbirrifici artigianali e agricoli, dei piccoli
birrifici indipendenti e dei Mastri Birrai, utilizza le risorse umane e
strumentali a carico del Settore 7 della Giunta regionale, Promozione-
Internazionalizzazione delle Imprese Agroalimentari e Cooperazione, senza
generare ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.”.
c) la disposizione contenuta
all’articolo 5, comma 2, e art. 6, programmi regionali cofinanziati dai fondi
comunitari trova applicazione nel PSR Calabria 2014-2022 – Reg.(UE)
n. 1305/2013 - Misura 04 - Intervento 4.1.1. “Investimenti nelle aziende
agricole” e FSC 2021-2027, DGR 83/2024”>>.
Grazie.
Parere della giunta?
CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche
sociali
Parere
favorevole.
Parere
del relatore?
GENTILE
Katya (Lega Salvini), relatrice
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero1664/A05. L’emendamento è
approvato.
Articolo
6
(È
approvato, così come emendato)
Articolo
7
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione del provvedimento nel suo complesso, così come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come
emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Ha
chiesto di intervenire l'assessore Gallo, ne ha facoltà.
Si,
Presidente. Chiedo l’inversione del punto 7 all'ordine del giorno con la
proposta di legge numero 346/12^ che dal punto 8 passa al punto 7.
Votiamo
per l'inversione del punto all'ordine del giorno. È approvata.
Passiamo
all'esame del punto otto, ora diventato punto sette, così come approvato dal
Consiglio, la proposta di legge numero 346/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 7 agosto 23, numero 37”.
Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare il provvedimento, prego.
Grazie,
Presidente. Colleghi consiglieri, la proposta di legge regionale numero 346/12^
di iniziativa della Giunta regionale, su impulso del presidente Roberto
Occhiuto, si propone di modificare e integrare ulteriormente la legge regionale
7 agosto 2023, numero 37, già emendata con la legge regionale numero 47 del
2023, in materia di regolamentazione del noleggio con conducente.
Questa
iniziativa legislativa nasce dall'esigenza di consolidare le disposizioni già
introdotte con la legge regionale numero 37/2023, di cui rappresenta un
ulteriore affinamento, con particolare riguardo al miglioramento della
competitività del settore e all'ampliamento dell'offerta dei servizi di
mobilità per i cittadini calabresi. Le principali novità riguardano
l'adeguamento normativo e la proposta mira a rendere il testo conforme alla
recente pronuncia della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale
il divieto di rilasciare nuove licenze NCC imposto dal decreto-legge numero 135
del 2008. Inoltre, si favorisce un accesso regolamentato e meritocratico al
settore poiché, nell'introdurre un nuovo livello di governo, si attribuisce
anche alla Regione una competenza aggiuntiva rispetto a quella comunale nel
rilascio dei titoli autorizzatori del servizio NCC, restando ferma la
previsione statale della selezione pubblica. Già la legge regionale numero 37
del 2003 aveva rappresentato una svolta importante poiché aveva introdotto un
quadro normativo innovativo, autorizzando l'emissione di 200 nuove licenze NCC,
in un'ottica di liberalizzazione e potenziamento dei servizi di trasporto
pubblico non di linea. Tale scelta legislativa, tuttavia, si poneva in
contrasto con la normativa nazionale, che favoriva il mantenimento di
restrizioni nel rilascio di licenze, e, dunque, limitava la possibilità per le
Regioni di emettere nuove autorizzazioni a tutela di operatori del settore. Il
successivo intervento della Corte costituzionale ha ribadito la legittimità
delle azioni intraprese dalla Regione Calabria, dichiarando incostituzionale il
divieto imposto a livello nazionale. La Consulta ha evidenziato come tale
limitazione rappresentasse una violazione della libertà economica e della
concorrenza, valorizzando il ruolo delle Regioni nella regolamentazione del
settore NCC. La recente sentenza della Corte costituzionale, che ha accolto il
ricorso presentato dalla Regione Calabria, ha, pertanto, sancito l'illegittimità
delle restrizioni imposte a livello centrale. Tale decisione ha confermato la
validità e la lungimiranza dell'azione legislativa della Giunta regionale del
presidente Roberto Occhiuto, riaffermando il diritto della Regione ad
esercitare la propria potestà legislativa residuale in materia di trasporto
pubblico non di linea, in particolare per quanto attiene alla disciplina
dell'esercizio delle funzioni amministrative e, dunque, anche alla disciplina
del settore NCC, in base alle specifiche esigenze dei territori.
La
proposta di legge numero 346/12^ si inserisce in questo contesto per
consolidare il quadro normativo regionale, migliorare i criteri per
l'assegnazione delle licenze e adeguare le norme alle mutate esigenze dei
cittadini e del settore. Ma non è soltanto un adeguamento normativo,
rappresenta un passo cruciale verso una regione più dinamica e orientata al
progresso, la cui portata è significativa e ci consente di attendere fiduciosi
i grandi impatti. L'approvazione della proposta di legge numero 346/12^ consentirà
di rafforzare il settore NCC, rendendolo più competitivo e capace di soddisfare
la crescente domanda di mobilità, incrementare le opportunità lavorative per
gli operatori locali stimolando lo sviluppo economico, rispondere alle esigenze
delle comunità locali, soprattutto nelle aree meno servite dai tradizionali
mezzi di trasporto pubblico.
Abbiamo
sfidato un decreto nazionale vecchio di anni che, con l'obiettivo di proteggere
alcune categorie, ha finito per bloccare l'intero sistema, soffocando la
concorrenza e riducendo l'offerta di mobilità. La Calabria con coraggio ha
detto “no” ad una visione che privilegia pochi a scapito dei molti, “no” a
politiche che si traducono in immobilismo. Oggi possiamo parlare con orgoglio
di questo aspetto perché la Corte costituzionale ha riconosciuto la bontà del
nostro intervento e ha dichiarato incostituzionale quel decreto che ci voleva
privare della possibilità di decidere per quel diritto di mobilità dei nostri
cittadini.
È
una vittoria non solo per la Calabria, ma per chiunque creda che la politica
debba essere uno strumento di progresso e non di freno.
Mi
piace ricordare a questa massima Assise regionale lo slancio e la soddisfazione
con cui è stata sottolineata dal presidente Occhiuto, il quale, con grande
lungimiranza, ha sottolineato come questa sentenza non sia solo una vittoria
legale, ma, soprattutto, una vittoria per tutti i calabresi che hanno il
diritto di vivere in una regione che guarda avanti, che scommette su un futuro
fatto di servizi più efficienti, di opportunità per le imprese e di equità. La
Calabria ha vinto una battaglia storica che abbiamo combattuto nell'interesse
collettivo a favore dei consumatori, per avere servizi più efficienti.
Vince
la libertà di impresa, perdono le corporazioni e perde la logica
protezionistica.
Con
questa nuova proposta andiamo a perfezionare la visione, ampliando ancora di
più le possibilità per chi vuole operare in questo settore, regolamentando al
meglio l'assegnazione delle licenze e rispondendo alle esigenze di trasporto
che le nostre comunità ci chiedono a gran voce, rappresentano una visione
moderna e ambiziosa per il futuro della Calabria.
È
un segno tangibile del coraggio della Calabria di sfidare lo status quo
intervenendo su una materia che per troppo tempo è stata ingessata da logiche
corporative, penalizzando l'innovazione e limitando le scelte per i nostri
cittadini.
La
proposta è un importante tassello nella strategia regionale di modernizzazione
del settore dei trasporti che sta portando avanti l'assessore con delega,
Gianluca Gallo, poiché garantisce un equilibrio tra le esigenze degli operatori
del trasporto pubblico non di linea ed i diritti dei consumatori a beneficiare
di servizi efficienti. La sua approvazione non è soltanto un atto dovuto in
seguito alla sentenza della Corte costituzionale, ma anche un'opportunità di
riaffermare il ruolo centrale della Calabria come promotrice di innovazione
legislativa. Invito, pertanto, l'Aula ad esprimere voto favorevole
nell'interesse della collettività e per consolidare una visione di sviluppo
sostenibile ed inclusivo. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Ho
ascoltato l'enfasi dell’intervento della consigliera Straface, diamo un po’ di
enfasi a questa seduta di Consiglio regionale che, altrimenti, rischia di
passare in anonimato con un dibattito privo di discussione. Questa enfasi, che
la consigliera Straface manifesta spesso nei suoi interventi, forse, questa
volta, in questa seduta, rischia di stridere con la realtà. Forse, non si rende
conto del tipo di seduta di Consiglio regionale si stia svolgendo questa sera,
cioè, forse, non ci si rende conto che il dato politico che emerge questa sera
è di una spaccatura evidente della maggioranza di centrodestra che governa la
Regione Calabria e di una difficoltà oggettiva a portare in questa Aula quella
spinta riformatrice e quelle riforme che ci sono in agenda della politica
regionale, ma che non riescono ad arrivare in quest'Aula, per evidenti
divisioni all’internodi questa maggioranza. Questa enfasi, questa sera,
onestamente, l'avrei evitata! L'avrei evitata anche perché c'è stata all'inizio
di questa seduta un'evidente presa di forza del Presidente della Giunta
regionale rispetto a temi politici su cui questa maggioranza è divisa.
È
inutile ormai girarci intorno: è evidente come ci siano delle questioni
politiche che dividono, oggi, la maggioranza al Governo della Regione.
Tutto
ciò, poi, ha una ricaduta concreta anche negli ordini del giorno e nelle nostre
discussioni. Quindi, consigliera Straface, quando oggi vogliamo enfatizzare
questa azione riformatrice, questi grandi risultati, oggettivamente, cara
consigliera, forse, non è la seduta giusta. Forse non è la seduta giusta per
rimarcare questa grande compattezza della vostra maggioranza. Aggiungo,
consigliera, anche che, su questa proposta che lei dice essere un grandissimo
risultato della Regione Calabria - non voglio apparire come la Cassandra - era
evidente a tutti che questa norma, che affidava in maniera diretta a Ferrovie
della Calabria le licenze del NCC, sarebbe caduta sotto la censura della Corte
costituzionale per una violazione del principio di concorrenza.
L'avevamo
detto. È accaduto puntualmente.
Oggi,
dobbiamo correggere una norma che, ovviamente, deve prevedere una gara con
procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle licenze di NCC.
Non
sarei neanche intervenuto, consigliera, ma lei ha sottolineato, come altro lato
della medaglia, che è stata rimarcata, oggi, anche una competenza delle Regioni
in questa materia, ma si ricorderà che, nel dibattito su questa norma, i limiti
della sua stesura fossero stati già evidenziati da questa opposizione.
Il
dato politico qual è? Il dato politico che appare questa sera, in maniera
plastica, da questo dibattito è che, come è accaduto anche in altri governi
regionali, a un certo punto della legislatura cominciano a emergere divisioni,
veti, difficoltà che, poi, incidono sull'azione riformatrice e sull'azione
politica della Regione. È quello che sta accadendo questa sera, consigliera
Straface. Quindi, non comprendo questa enfasi per questo grande risultato: con
la norma NCC noi stiamo correggendo il dettato della Corte costituzionale, la
stiamo riportando alle prescrizioni che ci hanno dato. Me lo lasci dire,
consigliera: noi l'avevamo già detto.
E questo mi dà l'occasione,
in maniera incidentale, di riportare quest'Aula alla realtà. La realtà è quella
che è apparsa e che spero i cronisti abbiano la capacità anche di riportare, ma
non in ottica strumentale o in un'ottica di opposizione, ma in un'ottica di una
narrazione reale di quello che è il dibattito questa sera in quest'Aula.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'assessore
Gallo.
Intervengo brevemente.
L'avrei dovuto fare dopo l'intervento del consigliere Bevacqua. Lo faccio
adesso, rispetto ad alcuni atteggiamenti e ad alcune prese di posizione da
parte del Partito Democratico e, questa sera, anche del consigliere Lo Schiavo
che, almeno, ha avuto l'accortezza di rimanere in Aula e, quindi, di svolgere
il ruolo per cui i cittadini calabresi vi hanno delegato.
Non possiamo assolutamente
accettare la doppia morale di un certo centrosinistra, in particolar modo del
PD, che a convenienza, caro presidente Occhiuto, ci dà lezioni da ambientalisti
puri e, poi, rispetto ad altre situazioni, invece, assume posizioni completamente
diverse.
Il presidente Occhiuto ha
tutta la nostra fiducia e la ha, soprattutto, per la sua azione di governo, per
il cambiamento che sta portando alla Calabria e lo diciamo in maniera chiara e
forte. La coerenza, in alcune situazioni e in alcune prese di posizione, è
quella che paga col passare del tempo e la coerenza politica nell'azione
amministrativa, di indirizzo, da parte di questa Giunta e da parte del
presidente Occhiuto sarà quella che noi andremo a sostenere in maniera forte ed
autorevole.
Poi, consigliere Lo Schiavo,
la mia non vuole essere enfasi, il mio è un riconoscimento rispetto ad un
indirizzo preciso che, con coraggio e con autorevolezza, è stato dato dalla
Giunta e dal presidente Occhiuto, in merito ad alcune logiche corporative che,
per troppo tempo, si sono consolidate in Calabria. Quindi, oggi, prendiamo atto
che quella legge, approvata e poi impugnata dal Governo nazionale, oggi è
riconosciuta legittima dalla Corte costituzionale. Grazie.
Presidenza del
Vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie. La parola
all'assessore Gallo.
Grazie, signor Presidente,
grazie anche alla collega Straface che con giusta enfasi ha presentato questa
proposta di legge che è migliorativa rispetto ad un'iniziativa che il governo
regionale, presieduto dal presidente Occhiuto, ha assunto oltre un anno fa, per
rispondere ad un'esigenza anche di trasporto locale individuale che, in
Calabria, obiettivamente manca e che oggi registra una richiesta sempre
crescente, attesa la necessità di intermodalità nei trasporti, soprattutto per
il notevole aumento di passeggeri per il trasporto aereo nei nostri aeroporti.
Questa è una risposta che viene data.
Per cui, consigliere Lo
Schiavo, è una giusta enfasi. In che senso? Nel senso che questa Regione, che
ha avuto governi di centrosinistra, di centrodestra, recupera lustro attraverso
questa norma. Questa piccola Regione, legiferando, è riuscita, attraverso anche
l'impugnativa da parte del Governo dinanzi alla Corte costituzionale,
probabilmente a scardinare - lo diceva bene la consigliera Straface - degli
interessi corporativistici che, per esempio, impediscono in una città come la
nostra capitale un aumento delle licenze, delle concessioni, mettendo ognuno di
noi, quando siamo in quella in quella città, in difficoltà. Obiettivamente, per
intere giornate, non si riesce a trovare un taxi.
Ebbene, io credo che la
scintilla, partita dalla prima delle due norme della nostra Regione, abbia
anche determinato una reazione da parte dei tassisti. Mi suggeriva il
Presidente che, per questa nostra norma, i tassisti di tutto il Paese hanno
proclamato una giornata di sciopero nazionale. Penso che ci sia stata la
capacità di smuovere le acque e non solo questo, perché questa norma rispondeva
all'esigenza di velocizzare anche la risposta per la concessione di licenze. In
effetti, affidandosi a Ferrovie della Calabria, la Corte costituzionale ha
bloccato il percorso solo perché non ha riconosciuto che Ferrovie della
Calabria fosse una società pienamente in house. Con questa norma andiamo
a superare questa difficoltà, per cui genereremo altre 200 concessioni e daremo
la possibilità a 200 ragazzi, padri di famiglia, di avere una concessione e,
probabilmente, uno strumento, un'auto, per lavorare. Quindi, su questo andremo
avanti e faremo anche investimenti perché genereremo una risposta, non solo in
termini di lavoro, ma in termini di investimenti sul nostro territorio. É
giusto, quindi, che ci sia enfasi perché, oltre che generare questi risultati,
genereremo anche i servizi che oggi obiettivamente mancano.
Immaginate uno straniero che
arriva presso un nostro aeroporto: va sulla piattaforma Uber e non riesce ad
avere risposta. Non è il miglior biglietto da visita per una regione come la
nostra. Per questo, avendo recuperato molti lustri di ritardo, è giusto che ci
sia, consigliera Straface, enfasi.
Un'ultima annotazione - il
consigliere Lo Schiavo è distratto - di natura politica: consigliere Lo
Schiavo, il risultato generato dalla discussione è che si è spaccata la
minoranza, perché alcuni di voi sono rimasti in Aula, il Pd è andato via; la
minoranza è andata in frantumi, la maggioranza è qui.
Certo, c'è una dialettica
all'interno della maggioranza su questi temi, ma credo che queste problematiche
saranno come sempre ampiamente superate. Non credo che mai ci sia stato nella
storia del regionalismo calabrese un governo che, dopo oltre tre anni e qualche
mese, sia così compatto e legato; certo, nelle famiglie, in ogni circostanza,
c'è discussione, c'è dialettica, c'è confronto. Guai se non ci fosse. E questo
probabilmente è un momento di necessario confronto. Penso, pertanto, che in
questa giornata la maggioranza abbia avuto sicuramente un modo e un motivo per
discutere, ma ad essersi spaccata è soltanto la minoranza.
Grazie, Assessore. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
All’articolo 3 è pervenuto
l'emendamento, protocollo numero 1540, a firma della consigliera Straface a cui
cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Con la presente proposta
emendativa si intende sostituire il comma 1 dell'articolo 3 della proposta di
legge numero 346/12^, recante “Modifica alla legge regionale 7 agosto 2023,
numero 37”, al fine di anticipare l'entrata in vigore dell’approvanda
legge; ciò in considerazione dell'urgenza di provvedere a garantire,
potenziare, lo specifico servizio di trasporto pubblico non di linea a livello
regionale e porre rimedio, con effetto immediato, allo squilibrio sempre più
importante fra domanda e offerta, causato dall'aumento dei flussi turistici
verso la Calabria in tutti i periodi dell'anno.
Parere della Giunta?
GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura,
risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche,
servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale
Favorevole.
Poniamo in votazione
l'emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 3.
L'articolo 3 è approvato per come emendato.
Articolo 3
(È approvato così come
emendato)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente,
perché volevo esprimere il mio voto favorevole. La norma introduce un principio
importante e bisogna avere l'onestà intellettuale di riconoscere che l’esigenza
che c’era è stata colmata da questa norma. Io lo riconosco. Esprimo parere
favorevole perché è stata ricorretta dalla Corte costituzionale, nella parte in
cui attribuiva in maniera esclusiva la concessione delle licenze a Ferrovie
della Calabria, con una forzatura evidente, non solo per la mancanza di
procedura competitiva, ma anche per la stessa sostenibilità della norma.
Pertanto, a fronte di una riscrittura e di una correzione della norma, rispetto
a un'esigenza sentita da questa Regione, ovviamente io voto favorevolmente.
Non esprimo giudizi sul
piano politico. Sarà contento l'assessore Gallo dell'unità della sua
maggioranza. L'ordine del giorno di questo Consiglio qualcosa forse la dice,
anche sull'essenza di quelle riforme istituzionali che sono state avanzate
nelle Commissioni, ma ancora non sono arrivate all’esame dell’Aula. Comunque,
ognuno rimane nella sua posizione. Potremmo fare dei sofismi. Sicuramente non è
l'opposizione divisa questa sera. Mi sembra che il dato politico sia evidente:
non solo sulla vicenda del Mercure, ma su tanti altri
dossier di primaria importanza della Regione Calabria mi pare che non ci sia
una vera condivisione, tant'è che non sono inseriti stasera all’ordine del
giorno di questa seduta. Ma, ripeto, ognuno rimane sulle sue posizioni e forse
non vale la pena neanche più insistere su questo concetto rispetto al quale
ognuno ha la propria opinione. Grazie, Presidente.
Grazie. Passiamo alla
votazione del provvedimento nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Riprendiamo dall'originario
punto 7: Svolgimento interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno del
Consiglio regionale.
Per le interrogazioni a
risposta immediata del Regolamento interno, ricordo all'Aula che l'interrogante
dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale
dispone di tre minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per
non più di un minuto.
Iniziamo dall'interrogazione
numero 278/12^, a firma del consigliere Tavernise, “Sui ritardi nei lavori di
elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone”. Cedo la parola
all'interrogante per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Vicepresidente. Mi
farebbe tanto piacere, presidente Occhiuto, se anche lei ascoltasse la
discussione di queste interrogazioni perché, con tutto il rispetto per il Mercure, vanno a toccare non solo i lavoratori o l'indotto
che si occupa di una centrale a biomasse, ma si occupano della quotidianità di
migliaia e migliaia di cittadini, che vivono nel nord est della Calabria.
Presidente Occhiuto, lei - lo ricordo bene – nel suo discorso di insediamento,
ha detto - mi rivolgo a lei e anche all'assessore Gallo che, purtroppo, non è
adesso presente, ma mi dovrà rispondere fra qualche minuto - che nella sua
azione politica c'era la centralità dell'area nord-est della Calabria, un
rilancio dell'elettrificazione della ferrovia ionica, il rilancio delle infrastrutture
nella jonica, sia stradali sia ferroviarie.
Ecco perché ho voluto
presentare un'interrogazione, Presidente. Ed è il motivo, assessore Gallo, per
cui sono rimasto in Aula, non di certo perché l'opposizione si è frantumata, ma
perché siamo stati eletti per dare risposte ai cittadini. Vorrei tanto sapere,
assessore Gallo e Presidente Occhiuto, come mai tutti i cittadini del mio
territorio non hanno la possibilità, nel 2024, di prendere un treno, da
settembre, e raggiungere, per esempio, la città di Crotone o Catanzaro, che è
il capoluogo di Regione, o come sia possibile che un consigliere regionale come
me, per venire in Consiglio regionale, debba per forza prendere l’automobile.
Non mi posso spostare in treno. Sa perché, Presidente? Nella mia zona, nella
mia provincia, non ci sono i treni dal mese di settembre. Era prevista una
riapertura della ferrovia ionica il 18 di gennaio, adesso è stata prorogata la
chiusura fino a giugno del 2025 per lavori di ammodernamento tecnologico.
Collega Straface, cerco di
essere il più istituzionale possibile in quest'Aula, però sentire parlare di
biglietti da visita, sentire parlare di una Calabria che è ripartita, quando
abbiamo le ferrovie chiuse e i lavori non ultimati sulla SS 106, nonostante
nella manovra di bilancio del 2022 vi siate vantati di aver recuperato 3
miliardi di euro per la SS 106; 3 miliardi di euro. Tre miliardi e duecento
milioni, adesso, Presidente, con i 200 milioni che sono stati inseriti
nell'ultima manovra di bilancio.
Sta di fatto che, nonostante
le conferenze dei servizi siano concluse, non sono partiti ancora non solo i
lavori ma nemmeno la gara d'appalto, per quanto riguarda sia la tratta che va
da Crotone a Catanzaro sia la tratta, collega Straface, che riguarda il nostro
territorio; si tratta di 28 km della Sibari Rossano e della Sibari-Coserie.
Discutendo queste
interrogazioni, partendo dalla numero 278/12^ e quindi dai ritardi nei lavori
di elettrificazione della tratta ferroviaria, visto che, come ho già detto, c'è
stata una sospensione della circolazione ferroviaria sulla tratta tra Sibari e
Crotone, tra Crotone e Catanzaro, visto che ci sono questi lavori che
riguardano interventi di upgrade tecnologico, di potenziamento
infrastrutturale, e visto che poche settimane fa sono stati consegnati i lavori
dell'elettrificazione, vorrei sapere dall'assessore Gallo che iniziative
urgenti stia assumendo la Regione Calabria per fermare i continui ritardi dei
lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone.
Ricordo che il finanziamento
per l'elettrificazione è un finanziamento del PNRR, quindi, vuol dire che entro
il 2026 dobbiamo concludere i lavori; vuol dire che entro il 2026 noi dobbiamo
avere concluso la tratta ferroviaria che parte da Sibari fino a Catanzaro.
Siamo a gennaio del 2025, mi attendo risposte ufficiali da parte di questa Giunta.
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
Grazie. Risponde l'assessore
Caracciolo. A lei la parola, assessore. Prego.
Grazie. Con riferimento
all'interrogazione promossa dal consigliere Tavernise, relativa ai ritardi nei
lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone, si
rappresenta quanto segue.
Si evidenzia, innanzitutto,
che la Regione Calabria e segnatamente il Dipartimento infrastrutture e lavori
pubblici, da almeno un paio di anni, alla luce dei vari investimenti in corso
sulla linea ferroviaria ionica, conduce periodici e cadenzati incontri con RFI
e Trenitalia, allo scopo di ottimizzare l'esecuzione delle opere finanziate,
anche con l'obiettivo di minimizzare le interruzioni del servizio e, quindi, i
disagi per l'utenza, di intesa con il Dipartimento mobilità e con ART Calabria.
Attualmente, ad esempio, l'interruzione della tratta da Crotone a Catanzaro
Lido per l'attrezzaggio tecnologico con sistema RTMS viene sfruttata per
eseguire contestualmente l'adeguamento della galleria Cutro per
elettrificazione e prove riattivazione. Così come l'interruzione sulla
Sibari-Crotone per la RTMS vede, in concomitanza, la realizzazione
dell'adeguamento opere d'arte con lavori su ponti, sottovia, binari e travate
metalliche, e rinnovo di binari e deviatoi per il potenziamento funzionale
anche alla velocizzazione della linea. L'elettrificazione della tratta
Sibari-Crotone, richiamata nell'interrogazione, è parte del più ampio progetto
di “Potenziamento del collegamento Lamezia Terme-Catanzaro Lido-Dorsale
Jonica”, la cui realizzazione articolata nei seguenti tre lotti:
Lotto 1: potenziamento ed elettrificazione
della tratta Lamezia Terme-Catanzaro Lido;
Lotto 2a: elettrificazione della tratta
Sibari-Crotone;
Lotto 2b: elettrificazione della tratta
Crotone-Catanzaro Lido.
Per quanto attiene il Lotto 2a, gli
interventi prevedono l'elettrificazione della tratta Sibari – Crotone, per
un'estesa di circa 112 km, e la realizzazione di 8 sottostazioni elettriche in
media tensione, necessarie ad alimentare la linea di contatto elettrica.
Tali sottostazioni sono posizionate nelle
località dei Comuni di Cassano allo Ionio, Corigliano-Rossano, Toscano,
Mandatoriccio, Crucoli, Cirò Marina, Strongoli e Crotone secondo l'ubicazione
prevista nel progetto definitivo approvato con Ordinanza del Commissario
straordinario numero 4 del 25/09/2024 e sono in corso di ultimazione le
relative procedure di esproprio.
Per quanto attiene il procedimento di
accertamento dell'esistenza di usi civici sulle aree interessate dalla
realizzazione delle opere di progetto, in data 12/09/2024 l'Ufficio usi civici
della Regione Calabria, con nota numero 570694, ha comunicato che tutti i
Comuni hanno avviato il procedimento di accertamento demaniale. Fermo quanto
sopra, l'articolo 12-ter del recente decreto legge 19/2024 (convertito
con modificazioni in legge 56/2024), relativamente alle opere in gestione
commissariale e finanziate con risorse del PNRR (requisiti entrambi ricorrenti
nel caso di specie) ha introdotto una presunzione di compatibilità tra opera
pubblica ed esercizio dell'uso civico, fermo restando il rispetto del vincolo
paesaggistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 42.
In considerazione di tale compatibilità,
nelle more della conclusione dell'accertamento, stanno proseguendo le attività
espropriative e realizzative senza attuali criticità rispetto alla
programmazione dell'intervento. Qualora gli esiti delle verifiche di dettaglio
dovessero accertare la presenza di usi civici su alcune particelle, cosa che
alla luce degli accertamenti fatti è ritenuta da escludersi, RFI svolgerà
comunque gli adempimenti che si rendessero necessari per le relative
sistemazioni procedurali.
Infine, per quanto attiene all'osservazione
riguardante il mancato utilizzo dell'interruzione della circolazione
ferroviaria in corso sulla tratta Sibari-Crotone, si rappresenta che questa
risultava sostanzialmente incompatibile con i tempi delle attività appaltate
che, avviate ad aprile/maggio, necessitavano comunque dello sviluppo della
progettazione esecutiva; il programma lavori del progetto aggiudicato non ne
prevedeva altresì l'utilizzo pur traguardando il target PNRR come realizzabile.
Ad oggi, i lavori di elettrificazione delle
tratte Sibari-Crotone e Crotone-Catanzaro Lido (lotti di appalto 2a e 2b) sono
stati consegnati a novembre/dicembre 2024 e risultano sostanzialmente in linea
con la programmazione temporale dei progetti definitivi approvati. Per quanto
attiene l'intervento di velocizzazione ed elettrificazione della tratta Lamezia
Terme-Catanzaro Lido (lotto d'appalto 1), sono in corso le attività
propedeutiche di cantierizzazione, demolizione e bonifiche degli ordigni
esplosivi.
L'attuale programmazione dei lavori, per
quanto sopra detto, traguarda l'ultimazione delle opere per fasi entro il 2026,
in linea con gli obiettivi del PNRR con le cui fonti è parzialmente finanziato
la totalità degli interventi sulla linea, senza alcuno sforamento/rallentamento
rispetto ad esso.
Grazie, assessore Maria
Stefania Caracciolo. Cedo la parola all'interrogante per la replica.
Prego.
Grazie, Presidente. Ringrazio l'assessore
Maria Stefania Caracciolo per le delucidazioni.
Assessore, quello che le chiedo è di
monitorare, quotidianamente, la messa in opera di questi lavori perché sono
fondamentali per i territori che vantano crediti nei confronti di questa
Regione. Dico sempre che esistono due Calabrie, una Calabria nella Calabria,
con differenze: la Calabria dell'est, che non ha strade e non ha ferrovia, e
quella dell'ovest. Quindi, mi auguro che, anche, il mio territorio a fine
Legislatura - anche grazie ai fondi del PNRR - riuscirà ad avere una ferrovia
adeguata ad una regione normale. Grazie.
Passiamo all'interrogazione 284/12^ a firma
sempre del collega Tavernise: “Mancata sottoscrizione dell'Intesa istituzionale
tra Regione e Anas per il tratto Sibari-Coserie della Strada Statale 106
Jonica.
Cedo la parola al collega Tavernise per
illustrarla. Prego.
Grazie, Presidente. Come ho già accennato
prima, la sottoscrizione dell'intesa istituzionale tra Regione ed ANAS per il
tratto Sibari-Coserie della SS 106 Jonica sta avendo dei ritardi che,
purtroppo, sul territorio non vengono compresi. Poiché il Governo nazionale, in
un primo momento, ha stanziato tre miliardi - ho già detto prima che
nell'ultima manovra di bilancio sembra siano stati stanziati altri 220 milioni
che mancavano per questo tratto proprio della Sibari-Coserie - non capisco come
mai ancora, dopo 5 mesi dall'approvazione della Conferenza di servizio e,
adesso, dopo un altro mese dallo stanziamento di questi ulteriori fondi, non
sia stata firmata l'intesa tra ANAS e Regione Calabria.
Quindi, ho ritenuto necessario depositare
un'interrogazione immediata alla Giunta, e a lei nello specifico, perché anche
qui collegare quei territori, soprattutto la terza città della Calabria che è
Corigliano-Rossano, con lo svincolo della 534 di Firmo risulta, oggi,
fondamentale perché tale svincolo porta sull'autostrada Salerno-Reggio
Calabria, ma ancor di più, assessore Caracciolo, lei sa, se Dio vuole, fra un
anno, un anno e mezzo, ultimeranno i lavori del terzo Megalotto;
quindi, avremo una superstrada a quattro corsie da Roseto Capo Spulico a Sibari
ed è fondamentale riuscire ad allungarla di altri 28 km. Finalmente, dopo tanti
anni, abbiamo i fondi a disposizione e quindi mi chiedo come mai, ancora, non
sia stata firmata l'intesa ANAS e Regione Calabria.
Su questo le chiedo un sollecito per
velocizzare l'intensa.
Grazie, consigliere Tavernise. La parola
all’assessore Maria Stefania Caracciolo, prego.
Intanto, volevo rassicurarla che i nostri
incontri sono continui e costanti con ANAS e con RFI, perché ci rendiamo
perfettamente conto di quello che significa agevolare e velocizzare la
realizzazione delle opere.
Per quanto riguarda, invece, l'interrogazione
di cui parliamo adesso, ai fini della sottoscrizione dell'intesa si è atteso al
completamento dell'istruttoria e quindi verrà sottoscritta sicuramente entro il
prossimo mese di febbraio.
Grazie, assessore Maria Stefania Caracciolo. Collega Tavernise, si ritiene soddisfatto?
Prego.
Mi ritengo soddisfatto. Tra poche settimane
possiamo concludere l'iter e, quindi, avviare, poi, le gare d'appalto. Grazie.
Passiamo all'ultima interrogazione, la 285/12^, a
firma dei consiglieri Tavernise e Bevacqua: “Mancata riapertura della strada
Sila Mare”. Cedo la parola al collega
Tavernise per illustrarla. Prego.
L’argomento, forse, non tocca tanti
cittadini, così come l'elettrificazione della SS 106, ma va a toccare una fetta
ristretta di cittadini che abitano, soprattutto, nei paesi montani della
provincia di Cosenza. Mi riferisco soprattutto al Comune di Longobucco, di
Caloveto, di Cropalati, di Campana, di Bocchigliero.
Assessore Caracciolo, stiamo aspettando
l'apertura di una strada da anni, da quando, ancora, io non ero nemmeno nato. I
lavori sulla Sila Mare sono iniziati alla fine degli anni 80, c'è stato,
purtroppo - non so se lei lo sa, ma penso di sì - un episodio sgradevole un
anno e mezzo fa, a maggio 2023, col crollo di un viadotto nella parte a sud; il
crollo è competenza ANAS, ci sono i lavori in corso in quel tratto e ci sono
dei ritardi. Avevo presentato un'interrogazione già due anni fa ed era prevista
la riapertura da Contrada Manco fino al ponte di Caloveto nei primi mesi del
2024, adesso siamo a gennaio del 2025 e non c'è la riapertura.
Ora ho letto, sia una nota
dell'amministrazione comunale di Longobucco sia delle dichiarazioni della
collega Straface, dell'apertura nel mese di febbraio. Attendo, anche, da lei
una risposta ufficiale su questo, fermo restando il fatto che su quel territorio
ci abbiamo messo la faccia, maggioranza e opposizione, e questo è un risultato,
collega Straface, collega Graziano e collega Bevacqua, che dobbiamo portare a
casa tutti.
Dobbiamo dare risposte a quei cittadini che
da tanto tempo sono presi in giro, perché è un continuo rimandare, assessore,
ancor prima di questa Legislatura, perché si passa da una data a un’altra.
Stavolta dobbiamo mettere la parola fine a
quest'opera. Mi auguro ufficialmente che fra 30 giorni, se lei me lo confermerà
tra pochi secondi, riusciremo ad aprire finalmente la Sila Mare dal tratto che
va dal Manco fino al ponte di Caloveto. Grazie.
La parola all’assessore Maria Stefania
Caracciolo. Prego.
I lavori relativi al quarto lotto secondo
stralcio, come correttamente indicato, avevano subito un rallentamento in
ragione della difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali, ma
soprattutto in ragione dell'esigenza di effettuare alcune opere di messa in
sicurezza di alcuni versanti non ricompresi nel progetto, che interferivano
comunque con il lotto in questione ed hanno fatto così slittare la consegna
prevista per l'autunno.
Al momento, il lotto è pressoché completo, a
meno degli ultimi metri relativi alla sistemazione dell’innesto sulla Strada
Statale 531 che, nei prossimi giorni, dovrebbero essere completati, così come
sono in corso di completamento anche gli interventi condotti su alcuni versanti
per i quali si è proceduto ad effettuare la messa in sicurezza degli stessi e
sui quali si sta ora provvedendo a completare gli interventi di lungo periodo.
Proprio in ragione del completamento delle
lavorazioni sui versanti, peraltro, sono in corso interlocuzioni con ANAS al
fine di procedere all'apertura della strada, prevedendo dei restringimenti di
carreggiata così da consentirne la fruizione e, al contempo, permettere il
completamento dei lavori sui versanti, stimati per il mese di aprile, in
ragione della scarsa compatibilità con le attuali condizioni meteorologiche, la
cui importanza ha richiesto anche il reperimento di ulteriori risorse. A tale
proposito, peraltro, sono programmati sopralluoghi congiunti dell'appaltatore
di ANAS al fine di definire gli ultimi dettagli e procedere alla messa in
esercizio alle condizioni dette già dalla metà del prossimo mese di febbraio.
Per quanto attiene il lavoro del quinto
lotto, di competenza ANAS, la Regione continua il costante monitoraggio delle
attività con interlocuzioni periodiche al fine di verificarne l'avanzamento, da
cui risulta che è in corso di completamento l'iter approvativo del progetto del
ponte, così che possa poi essere messo in gara.
Grazie, assessore Maria Stefania Caracciolo. Cedo la parola all'interrogante per la replica.
Prego.
Grazie. Aggiungo soltanto, assessore, che,
inizialmente, era previsto - si chiama appunto Sila Mare - che collegasse la
Sila con il Mar Ionio.
Arriviamo al 15 di febbraio con l'apertura
del quarto lotto, così come ha detto, poi, è necessario, da parte del suo
assessorato, impegnarsi - se mi posso permettere - nella possibilità di
reperire nuovi fondi per realizzare le opere dal ponte di Caloveto fino al Mar
Ionio. Da un'interlocuzione avviata con ANAS, al momento la Regione Calabria
non ha a disposizione dei fondi per continuare i lavori. Adesso c'è una fase di
progettazione, se non erro, quindi, è fondamentale non fermarsi al ponte di
Caloveto, ma arrivare alla conclusione del progetto originario, cioè, collegare
l'altopiano Silano Cosentino con il Mar Ionio e quindi con i Comuni della costa
ionica. Grazie.
Grazie, consigliere Tavernise.
Passiamo al punto 9 all'ordine del giorno, la
proposta di provvedimento amministrativo numero 203/12^ d'Ufficio, recante:
“Presa d'atto delle dimissioni del Garante regionale dei diritti delle persone
detenute o private della libertà personale e nuove elezione”.
In data 5 novembre 2024, l'avvocato Luca
Muglia ha comunicato le proprie dimissioni dall'incarico di Garante dei diritti
delle persone detenute o private della libertà personale, acquisite al
protocollo generale, in pari data, con il numero 22055.
Ai sensi articolo 6, comma 2, della legge
regionale numero 1 del 2018, in caso di revoca, dimissioni, morte accertata,
impedimento duraturo fisico psichico del garante regionale, il Consiglio
regionale, provvede alla nuova elezione con le modalità indicate all'articolo
3, commi 1 e 4 e, comunque, entro il termine dei 45 giorni dal verificarsi
dell'evento.
Prendiamo, quindi, atto delle dimissioni del
Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà
personale e procediamo alla nuova elezione.
Ricordo che, ai sensi dell’articolo 3 della
legge regionale 1/2018, il Garante è eletto dal Consiglio regionale con
deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati,
21; in mancanza del raggiungimento del quorum dalla terza votazione l'elezione
avviene a maggioranza semplice dei consiglieri assegnatari.
Nelle cartelle trovate l'elenco dei candidati
idonei. Ciascun consigliere regionale può esprimere una sola preferenza.
Si costituisca il seggio elettorale. Chiamo a
svolgere le funzioni di segretario, i consiglieri segretari-questori. Chiedo ai
commessi di distribuire le schede per poter procedere alla votazione. Chiedo al
Segretario questore di procedere con la chiama dei consiglieri regionali,
prego.
(Sono
distribuite le schede)
Fa la chiama.
Comunico
l'esito della votazione. Presenti e votanti 23. Hanno riportato voti: Russo 23.
Pertanto, è eletta quale Garante regionale dei diritti delle persone detenute o
private della libertà personale, Giovanna Francesca Russo.
Passiamo
ora al decimo punto, la proposta di legge numero 343/12^ di iniziativa dei
consiglieri P. Caputo, Luciana De Francesco, A. Talerico,
recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti
dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato della Regione
Calabria”. Cedo la parola alla collega De Francesco per illustrare il
provvedimento. Prego.
Signor
Presidente, la proposta di legge in esame intende prorogare la validità e
l'efficacia delle graduatorie relative alle procedure concorsuali bandite dalla
Regione Calabria per le assunzioni a tempo indeterminato di personale del
comparto non dirigenziale, in scadenza nei prossimi mesi.
Questo
intervento si rende necessario per preservare il capitale umano individuato
tramite le precedenti procedure selettive, evitando la dispersione di risorse e
garantendo continuità nei servizi pubblici erogati.
La
proroga che si propone, per ulteriori 24 mesi, risponde a principi di buon
andamento, economicità ed efficienza dell'azione amministrativa. L'incremento
delle graduatorie esistenti permetterà di evitare nuovi e onerosi concorsi, con
un risparmio significativo per le finanze regionali e senza aggravi sul
bilancio. Inoltre, l'adozione di questa soluzione permetterà di rispondere in
maniera tempestiva alle necessità di copertura di posti vacanti, senza
intraprendere ulteriori lungaggini procedurali.
La
legittimità dell'intervento trova fondamento nel consolidato orientamento della
Corte costituzionale che riconosce competenza alle Regioni in materia di
gestione delle graduatorie concorsuali, purché vengano rispettati i principi
del buon andamento della Pubblica amministrazione.
Le
disposizioni proposte sono infatti linea con la giurisprudenza recente, tra cui
le sentenze numero 267 del 2022, numero 248 del 2018, che ribadiscono
l'opportunità di limitare nel tempo l'efficacia delle graduatorie per garantire
l'adeguatezza professionale degli idonei. Ulteriori esempi di interventi
normativi analoghi adottati da altre Regioni, come la Regione Sicilia,
rafforzano la legittimità e la fattibilità di questa proposta.
La
proposta di legge comprende tre articoli: l'articolo 1 prevede la proroga delle
graduatorie per 24 mesi; l'articolo 2 stabilisce che non vi siano nuovi oneri
per il bilancio regionale; l'articolo 3 anticipa l'entrata in vigore della
legge, in considerazione della prossima scadenza di alcune graduatorie.
In
conclusione, cari colleghi, l'intervento proposto è legittimo, opportuno e
coerente con le esigenze di efficienza amministrativa, rispondendo
adeguatamente ai bisogni organizzativi. Si invita pertanto il Consiglio
regionale a valutare la presente proposta di legge. Grazie per l'attenzione.
Grazie, non ci sono richieste di intervento.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
(È approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione del provvedimento del suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 11 dell'ordine del giorno, la proposta di legge numero 349/12^ di
iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, P. Caputo, M. Comito, D. Giannetta,
Luciana De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della validità
delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio
sanitario della Regione Calabria”. Quindi, cedo la parola al collega Comito per
illustrare il provvedimento, prego.
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge reca disposizioni di carattere
ordinamentale, finalizzate a prorogare la validità ed efficacia di tutte le
graduatorie, approvate nell'anno 2023 e in scadenza nell'anno 2025 dalle
Aziende e dagli Enti sanitari della Regione Calabria, all'esito delle procedure
concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto
sanitario dirigenziale.
I
principi sono gli stessi che ha enunciato la collega De Francesco nella
precedente legge: principi essenziali di buon andamento, economicità ed
efficienza dell'azione amministrativa. La previsione di disposizione, volta a
prorogare, per la durata di 24 mesi, la validità ed efficacia delle graduatorie
di prossima scadenza, rientra a pieno titolo nella potestà legislativa
regionale.
La
presente proposta di legge si declina in tre articoli: l'articolo 1 prevede la
proroga di ulteriori 24 mesi dalla scadenza dell'efficacia delle vigenti
graduatorie approvate nell'anno 2023 ed in scadenza nell'anno 2025; l'articolo
2 prevede la clausola di invarianza degli oneri finanziari; l'articolo 3
disciplina l'entrata in vigore anticipata della proposta normativa, attesa
l'imminente scadenza di alcune graduatorie. Grazie, Presidente.
Passiamo
all'esame votazione del provvedimento:
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo alla votazione del
provvedimento del suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento, approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 12, la proposta di legge numero 185/12^ di iniziativa dei consiglieri
regionali F. Mancuso, G. Gallo, Katya Gentile, recante: “Disciplina
dell’agricoltura sociale”. Cedo la parola al relatore, consigliere Gentile, per
illustrare il provvedimento. Prego, collega.
Grazie,
signor Presidente. Con la presente proposta di legge, nel rispetto del quadro
normativo nazionale (legge numero 141 del 2015), si intende disciplinare in
modo organico lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale in Calabria.
Nell'agricoltura sociale sono coinvolti diversi soggetti: le imprese agricole,
le cooperative sociali di tipo A e B, gli utenti che ne beneficiano (soggetti
fragili, persone con disabilità, gli anziani) e gli enti pubblici, attraverso i
quali si crea una rete di rapporti tra soggetti privati e pubblici.
La
fattoria sociale diventa così un centro di servizi sociali dove la coltivazione
dell'orto, la cura degli animali, il ciclo naturale e biologico, offrono nuovi
stimoli per interventi di socializzazione, formazione e di supporto
all'educazione. L'integrazione dei servizi mira a rafforzare le finalità
imprenditoriali di ogni impresa agricola aderente, beneficiando dello stretto
rapporto tra il territorio e le nuove opportunità di mercato.
L'agricoltura
sociale, quindi, costituisce un approccio innovativo e multifunzionale fondato
sull'abbinamento di due concetti distinti, agricoltura multifunzione e i
servizi terapeutici assistenziali a livello locale.
Con
la presente legge, inoltre, viene istituito un elenco regionale di operatori di
agricoltura sociale, attraverso la dicitura “fattorie sociali”, e si
disciplinano dal punto di vista amministrativo tutti gli adempimenti
propedeutici all'esercizio dell’attività.
La
presente proposta di legge, infine, disciplina l'utilizzo dei beni immobili per
lo svolgimento delle attività, prevedendo l'utilizzo dei beni ad uso abitativo
già esistenti sul fondo. Potranno essere effettuati interventi di natura
manutentiva, sia ordinaria che straordinaria, nel rispetto delle vigenti
disposizioni statali e regionali in materia di edilizia e urbanistica, nonché
della normativa vigente sul superamento e abbattimento delle barriere
architettoniche; è consentito l'ampliamento dei volumi esistenti per la
realizzazione di locali tecnici, servizi igienici adeguati e all'abbattimento
delle suddette barriere architettoniche. Le attività di agricoltura sociale
potranno essere svolte anche all'esterno delle strutture preposte, nel rispetto
delle normative in materia di sicurezza e di igiene.
Considerato
che le attività di agricoltura sociale, essendo per loro natura intrinsecamente
interdisciplinari, presuppongono, quindi, la collaborazione tra più ambiti, con
la presente proposta di legge viene istituito un Osservatorio regionale quale
luogo di confronto anche con il mondo universitario, per il monitoraggio,
l'elaborazione delle informazioni sullo sviluppo delle attività di agricoltura
sociale svolte sul territorio regionale e anche come ausilio alla
programmazione regionale.
La
proposta interviene anche sulla legge regionale del 30 aprile 2009, numero 14,
che disciplina le attività agrituristiche delle fattorie didattiche, per
eliminare tutti i riferimenti all'agricoltura sociale (denominate “attività
sociali e di servizio per le comunità locali”).
Nell'ambito
dell'esercizio delle attività di agricoltura sociale, il disegno di legge
consente anche la somministrazione di pasti, alimenti e bevande, ma
esclusivamente nei confronti dei destinatari delle attività di agricoltura
sociale.
Infine,
considerato che, per la piena operatività della norma regionale in materia di
agricoltura sociale, è necessario dettagliare dal punto di vista strettamente
tecnico i requisiti e le modalità per lo svolgimento delle attività, le
competenze formative e professionali e le modalità per l'iscrizione nell'elenco
delle fattorie sociali, è prevista l’approvazione di un regolamento.
Grazie.
Passiamo all'esame di votazione del provvedimento:
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Articolo
4
(È
approvato)
Articolo
5
(È
approvato)
Articolo
6
(È
approvato)
Articolo
7
(È
approvato)
Articolo
8
(È
approvato)
Articolo
9
(È
approvato)
Articolo
10
(È
approvato)
Articolo
11
(È
approvato)
Articolo
12
(È
approvato)
Articolo
13
(È
approvato)
Articolo
14
(È
approvato)
Articolo
15
(È
approvato)
Articolo
16
(È
approvato)
All’articolo
17 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1717, a firma dei consiglieri
Mancuso, Gallo e Molinaro. Cedo la parola ai proponenti per l'illustrazione.
Prego, assessore Gallo.
Sì,
signor Presidente. Si è resa necessaria, a causa di alcune osservazioni, la
ridefinizione della norma finanziaria ad invarianza di spesa, per cui abbiamo
presentato questo emendamento. Ne chiediamo l'approvazione.
Grazie,
Assessore. Pongo in votazione l'emendamento: è approvato. Pongo in votazione
l'articolo 17.
Articolo
17
(È
approvato, così come emendato)
Articolo
18
(È
approvato)
Articolo
19
(È
approvato)
Articolo
20
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge del suo complesso, con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, per come
emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
alle mozioni. È stato chiesto dal collega Montuoro se fosse possibile invertire
l'ordine del giorno. Votiamo per discutere prima il punto 15.
È
inserito al prossimo punto.
È
un ordine del giorno a firma dei consiglieri regionali A. Montuoro, Luciana De
Francesco, G. Neri, Sabrina Mannarino, P. Molinaro “Vicinanza e sostegno alle
Forze dell’Ordine”.
Cedo
la parola al collega Montuoro per illustrare l'ordine del giorno, prego.
Grazie,
Presidente, grazie ai colleghi tutti. Ne do lettura.
“Premesso
che: ogni giorno, come anche in queste festività appena trascorse, gli agenti e
i militari impegnati sul territorio, garantiscono una tutela dell'ordine
pubblico, della sicurezza e il rispetto della legalità e ricevono segni
concreti di gratitudine da parte dei cittadini; anche molti recenti
provvedimenti legislativi vanno nella direzione di rafforzare le tutele per le
donne e gli uomini in divisa che garantiscono la sicurezza delle nostre città;
tenuto
conto che le Forze dell'ordine subiscono aggressioni quotidiane
nell’assolvimento del proprio dovere, come nel caso degli insulti rivolti da
gruppi di stranieri a Capodanno a Milano, o che mettono a rischio la propria
vita per difendere la sicurezza dei cittadini, come recentemente accaduto a
Rimini e come, Presidente, è accaduto anche nella città di Catanzaro nel
periodo delle festività natalizie;
ricordato
che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo recente discorso
di fine anno, ha affermato: “Siamo grati alle forze dell'ordine, presidio della
libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di
sicurezza in cui vive il nostro Paese”.
Tanto
premesso, il Consiglio regionale rinnova il proprio sostegno ed esprime un
formale sentito ringraziamento alle Forze dell'ordine per il loro impegno
quotidiano e dispone l'invio del presente documento alle rispettive
articolazioni istituzionali presenti sul territorio regionale, come segno
tangibile di vicinanza e solidarietà.”
Grazie.
Grazie.
Pongo in votazione l'ordine del giorno. È approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 13, la mozione numero 106/12^ iniziativa del
collega Lo Schiavo, al quale chiedo scusa di avere invertito l'ordine del
giorno, “Sulla riorganizzazione del servizio farmacia territoriale dell’ASP di
Vibo Valentia”. Cedo la parola al collega Lo Schiavo.
Grazie,
Presidente. Questa sera intendo portare in quest'Aula una mozione
particolarmente sentita, a cui do grande rilevanza e ho voluto che i
consiglieri regionali affrontassero questa materia che, in realtà, riguarda
scelte gestionali e organizzative di un presidio sanitario vibonese. Dopo tante
interrogazioni, dopo tanti articoli di stampa, dopo tante sollecitazioni e
richieste di intervento, l'ultima strada è quella di far arrivare in quest'Aula
una mozione sulla farmacia territoriale di Vibo che rappresenta l'emblema del
fallimento della gestione della sanità sul mio territorio. Ed è ancora più
inaccettabile che questa vicenda e questa disorganizzazione vadano a colpire
gli ultimi, i più fragili, coloro i quali hanno più bisogno di cure. Parliamo
di malati con gravi malattie, molte volte terminali, costretti ad affrontare la
disorganizzazione, ormai sistematica, di un servizio che dura da anni, e non
solo per inadeguatezza dei locali in cui viene gestita la farmacia
territoriale. Locali angusti che non hanno un bagno per l'utenza, che fino a
qualche giorno fa non avevano neanche una pensilina, ora in costruzione, e si
trovavano costretti a stare alle intemperie, al caldo e al freddo, in attesa,
per ore e ore, per avere dei farmaci salvavita. Di fronte a questa ingiustizia,
di fronte a questa - me lo lasciate dire - vergogna, chiedo a voi consiglieri
di dare con forza mandato alla politica che gestisce questo Consiglio regionale, per
mandare un atto di indirizzo, un segnale, anche a chi gestisce la sanità del
nostro territorio, perché questa situazione ormai non si può più procrastinare.
È arrivato il tempo di affrontare il fallimento della farmacia territoriale, di
cui vado brevemente a illustrare le carenze. Intanto, il territorio di Vibo ha
un'unica farmacia territoriale per tutto il territorio provinciale. Ho l'elenco
delle farmacie, ovunque ci sono più farmacie territoriali, la provincia di Vibo
ne ha solo una. Basti pensare che a Crotone, a parità di popolazione, ve ne
sono tre. E non lo dico per richiamare una guerra tra poveri.
Attenzione! Bisogna pensare
che c’è un'unica farmacia, aperta solo quattro giorni la settimana, in cui per
due mattine gli sportelli sono chiusi e che deve offrire un servizio a persone
che fanno decine di chilometri e aspettano ore e, molte volte, neanche riescono
a ricevere i farmaci richiesti.
È inaccettabile. È
inaccettabile che oggi in questa farmacia ci sia una pianta organica con due
farmacisti e tre amministrativi che devono fronteggiare le esigenze enormi di
un territorio. La pianta organica è carente e mette tutti sullo stesso piano
come vittime: operatori, sanitari, farmacisti, utenti. Una farmacia
depotenziata, senza pianta organica, con locali inadeguati, inidonei,
fatiscenti, in cui sostano ogni giorno per ore persone fragili.
Con questa mozione noi
chiediamo con forza che sia riorganizzato il servizio, non solo dando la
possibilità della distribuzione dei farmaci nel presidio di Serra, che va
mantenuto e va potenziato, ma dando anche la possibilità alla fascia costiera
del nostro territorio - penso a tutta una serie di zone che chi conosce quel
territorio sa, ad esempio Nicotera, Tropea - di avere lì un punto di
distribuzione di farmaci. E, poi, non è possibile che questo presidio non sia
aperto tutte le mattine, che non abbia la possibilità di riorganizzarsi
nonostante la buona volontà - e qui va detto - degli operatori che si trovano a
lavorare con gravi carenze infrastrutturali. Non hanno neanche una
fotocopiatrice, da quello che mi dicono. Non hanno neanche una fotocopiatrice!
E l'apertura dei locali al pubblico comporta un ridimensionamento degli spazi
per gli stessi operatori.
È per questo, quindi,
colleghi, che vi chiedo di votare all'unanimità questa mozione, perché possa
impegnare il Presidente della Giunta regionale, in qualità di Commissario
straordinario alla sanità, a trasmettere input ben precisi a chi governa la
sanità nel territorio vibonese, che ha già altre problematiche.
Questo, ovviamente, non ci
può esonerare dal dire a chi governa la sanità del territorio vibonese che
bisogna riorganizzare la farmacia territoriale, con una nuova distribuzione di
punti di erogazione sul territorio provinciale, puntando a trovare locali
idonei per alleviare la sofferenza di utenti, il carico dei lavoratori e degli
operatori.
Ricevo quotidianamente,
anche oggi, video inaccettabili e indecorosi per un Paese civile, cari
consiglieri. Questo deve essere il nostro monito: il diritto alla salute, come
primo punto e prima preoccupazione della politica. Grazie, Presidente.
Grazie. Prima di passare
alla votazione, ha chiesto di intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Conosco
fin troppo bene l'argomento, conosco tutte le criticità strutturali, funzionali
e organizzative presenti nella farmaceutica territoriale. Probabilmente il
consigliere Lo Schiavo ignora che è stata nominata una nuova dirigente dopo un
pubblico concorso e che c'è stata una svolta importante, non solo dal punto di
vista strutturale, perché è stata realizzata la tettoia a cui il consigliere
faceva riferimento, proprio all'ingresso. L'ingresso è stato completamente
modificato per renderlo molto più funzionale, tanto è vero che è stata creato
un front office con due postazioni diverse, con una sala d'attesa
abbastanza confortevole. È vero che prima si stava al caldo e al freddo, ma,
oggi, dal punto di vista funzionale, la struttura, pur con tutti i suoi limiti
strutturali - è ubicata in locali molto ristretti rispetto al reale fabbisogno
della farmacia territoriale - ha determinato anche una svolta dal punto di
vista funzionale e organizzativo.
I farmaci adesso vengono
consegnati per un fabbisogno di almeno due o tre mesi, a differenza di prima
quando venivano consegnati per un mese; questo logicamente determina una netta
riduzione dell'accesso in farmacia da parte dei pazienti. Le attività sono
state organizzate su cinque giorni alla settimana e un giorno è dedicato alla
consegna di farmaci particolari e di diete particolari, cosa molto più
complessa rispetto all'erogazione degli altri farmaci.
Quello che è ancora più
importante è che qualche Comune virtuoso - non quello del capoluogo di
provincia di Vibo Valentia - ad esempio il Comune di Serra San Bruno ha
organizzato un servizio di consegna dei farmaci a domicilio, con un'intesa fra
il Comune di Serra, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo e l'associazione
del Terzo settore. Nel comune di Serra San Bruno - è auspicabile che anche gli
altri Comuni della provincia si attivino - utilizzando fondi di bilancio
destinati al sociale, ci si rivolge alle associazioni tramite manifestazioni di
interesse per l'espletamento del servizio, rimborsando i costi. L'ASP forma con
il Comune un protocollo d'intesa e forma i volontari per la consegna dei
farmaci, nel rispetto della privacy dei pazienti, ai quali viene proposto il
servizio; seguendo un calendario concordato, l'ASP recapita i farmaci in
Comune, dove vengono prelevati dai volontari che li distribuiscono ai pazienti
che hanno richiesto la consegna. Logicamente i pazienti sono assolutamente i
più fragili, i grandi anziani o, per esempio, i bambini o adolescenti che
necessitano di un'assistenza e di una vicinanza continuativa da parte dei
parenti.
Quindi, si è fatto molto in
questi mesi grazie ad una organizzazione diversa. Non siamo certamente
contenti, caro consigliere Lo Schiavo, perché aneliamo ad una sanità certamente
migliore nella nostra provincia, però riconosciamo il merito quando si si fa
qualcosa in più per erogare servizi più efficienti ai nostri cittadini.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Sarò telegrafico. Rimango
sorpreso per l'intervento del consigliere Comito; rimango sorpreso perché so
che c'è una nuova dirigente a cui nessuno, però, vuole dare responsabilità.
Quella del consigliere Comito mi sembra una difesa di ufficio. Mi sarei aspettato
che, come me, chiedesse, al pari di altri territori, più farmaci, più farmacie
territoriali sul territorio, più luoghi per la distribuzione di farmaci, e che
si rendesse conto che una pensilina non può bastare a risolvere i problemi
organizzativi. Ancora oggi, questa mattina, ci sono disagi enormi perché non
sono sufficienti due farmacisti e tre amministrativi in quella struttura. Mi
sarei aspettato che il consigliere Comito dicesse questo, come lo dico io, e
non che facesse una difesa di ufficio. A chi, poi?
Ritengo che questa
situazione si stia protraendo da troppo tempo e che ancora le condizioni della
farmacia territoriale siano inaccettabili. Pertanto, chiedo davvero che su
questo punto non si indietreggi di un passo, ma si continui a martellare con
forza sui media, nella politica e nel Consiglio regionale affinché questo
problema possa essere risolto.
C'entra qualcosa il fatto
che l'ASP di Vibo è commissariata? Penso c'entri pure. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.
Assolutamente, non c'è
dubbio. Diamo merito di quel poco che si è riusciti a fare. Probabilmente, il
consigliere Lo Schiavo o non vuole ascoltare o ascolta a modo suo. Sto dicendo
che dobbiamo anelare situazioni certamente molto più efficienti. Non vi è ombra
di dubbio. Lo so, l'ho vissuto sulla mia pelle, so che cosa significa. Però le
posso dire che non è tornato indietro un paziente, da almeno un paio di mesi,
senza prendere i farmaci. Il servizio è molto più efficiente rispetto a prima.
Ripeto: aspettiamo ancora altri miglioramenti, ma vorrei che il sindaco di Vibo
Valentia, come ha fatto il sindaco di Serra San Bruno, si attivasse per
favorire la trasmissione dei farmaci a domicilio per i pazienti più fragili.
Forse sarebbe atto di civiltà anche nel nostro Comune.
Grazie. Pongo in votazione
la mozione. La mozione è approvata.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero
105/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali De Francesco, Mannarino,
Molinaro, “Sul trasferimento del processo Reset a Cosenza”. Cedo la parola alla
collega De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, signor Presidente.
Colleghi consiglieri, oggi siamo chiamati a discutere una mozione che ho
sottoscritto insieme ai colleghi Mannarino e Molinaro e che sollecita il
trasferimento del processo Reset dalla sede attuale di Castrovillari a Cosenza,
per ragioni che sono chiaramente legate alla necessità di garantire condizioni
idonee per lo svolgimento delle attività giudiziarie. Come è noto, il processo
Reset, che in passato veniva celebrato presso l'aula bunker di Lamezia Terme, è
stato recentemente trasferito a Castrovillari. Tuttavia, sono emerse gravi
criticità legate alla sicurezza e alle condizioni igienico sanitarie delle
strutture in cui si sta celebrando questo processo. Le condizioni precarie
dell'aula bunker di Castrovillari sono state denunciate in particolare dagli
avvocati cosentini che hanno indetto una serie di astensioni dalle udienze,
proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni su queste
problematiche. Le difficoltà in questione non riguardano solo la parte estetica
o strutturale dell'aula, ma riguardano questioni fondamentali come la
sicurezza, l'igiene e la salubrità degli ambienti, che sono essenziali per lo
svolgimento di un processo giusto e trasparente. La giustizia, infatti, non può
prescindere dal rispetto della dignità e della salute di tutte le persone
coinvolte, che siano giudici, avvocati, imputati, personale di polizia o
cittadini.
Si propone, pertanto, il
trasferimento del processo al Tribunale di Cosenza, al fine di celebrarlo nella
sua sede naturale. Il trasferimento del processo a Cosenza, peraltro, potrebbe
anche ottimizzare i costi organizzativi e logistici, riducendo i disagi per gli
addetti ai lavori a vario titolo coinvolti. Inoltre, la Corte d'appello di
Catanzaro ha la possibilità di intervenire per garantire che il processo
prosegua senza interruzioni, individuando soluzioni logistiche che permettano
di rispettare i diritti di tutti. A questo punto è necessario un intervento
rapido per risolvere la situazione in modo adeguato.
In sintesi, Presidente,
quello che si chiede è che si impegni la Giunta regionale ad
adottare ogni iniziativa utile affinché si possa valutare concretamente la
possibilità di trasferire il processo Reset a Cosenza. Si chiede anche
un'azione presso il Ministero della giustizia affinché vengano garantite le
strutture adeguate a tutti i processi di rilevante importanza. Infine, si
suggerisce di monitorare la situazione in collaborazione con gli enti locali
per assicurare che vengano rispettati i diritti fondamentali di tutte le parti
coinvolte e si risolvano le problematiche logistiche che potrebbero
compromettere il regolare svolgimento del processo.
La giustizia deve essere
amministrata in ambienti idonei che garantiscono la sicurezza e il benessere di
tutti gli operatori coinvolti. È fondamentale che il processo prosegua in modo
regolare, senza ostacoli logistici e che possano compromettere il suo corso.
In conclusione, invito i
colleghi a sostenere questa mozione affinché si possano risolvere le
problematiche sollevate e si garantisca il corretto e
dignitoso svolgimento del processo in un ambiente idoneo. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il collega Laghi. Prego.
Grazie, Presidente. Fra
carceri e tribunali sto sviluppando un'attività che non è proprio in linea con
le mie corde professionali. Sono concettualmente d'accordo con quello che dice
la collega perché credo che fra l'altro sia giusto, cara consigliera De
Francesco, che, anche per un criterio di economicità e per non arrecare disagio
agli avvocati, si identifichi in Cosenza la sede naturale del processo; quindi,
nulla quaestio.
Credo, tuttavia, che il
motivo del contendere sia stato un po’ superato dai fatti che sono
sopravvenuti. La mozione mi risulta presentata l'11 dicembre; ne ho preso
visione e, come di solito sono abituato a fare, ho cercato di verificare,
considerato che sono di Castrovillari ed ho anche una facilità logistica.
Quindi, sono andato a parlare col presidente del Tribunale, trovandolo, non
senza sorpresa, a lavorare il 27 dicembre, cosa che non è assolutamente
consueta. È stata una chiacchierata ricca di informazioni perché il Presidente
mi ha detto che ci sono, come in tutti i grandi edifici, diverse problematiche.
Alcune di queste erano relative alla manutenzione locali, tipo pulire le
griglie, eccetera, i cui lavori di manutenzione locale semplice - mi ha detto -
sono stati normalmente effettuati; per quanto riguarda, invece, il problema
dell'aula bunker, in cui effettivamente c'era un problema di infiltrazione di
umidità, il 17 dicembre, quindi praticamente una settimana dopo la
presentazione della mozione, il provveditorato alle opere pubbliche ha
comunicato il prossimo avvio dei lavori concernenti le infiltrazioni di
umidità, appunto, nell'aula bunker stessa. In più, l'aula bunker non è
normalmente bloccata, bensì svolge normalmente il funzionamento in alcuni
ambiti, per esempio quale aula protetta per i minori - è di una certa
complessità sia organizzativa che logistica -ed è efficacemente e normalmente
senza disagi presidiata.
Mi sono informato su quali
fossero e criticità e c'erano delle infiltrazioni di umidità e
l'efficientamento energetico non era adeguato. Giustamente, gli avvocati, chi
assiste alle udienze, avevano freddo, considerato che pure siamo nella cattiva
stagione.
Il Presidente del Tribunale,
allora, mi ha fatto rilevare - questo il 27 dicembre - che il progetto di
efficientamento energetico è già pronto da un anno ed è firmato e ha già un
direttore dei lavori; quindi, attende che a breve iniziano questi lavori che,
purtroppo, non sono sotto la sua diretta gestione. Per cui, mi interessava
chiarire il fatto della situazione logistica organizzativa, fermo restando che
l'ottimizzazione dell'esecuzione dei processi deve tener conto ovviamente anche
dei risparmi di denaro e di evitare, ove possibile, delle trasferte altrimenti
inutili. Quindi ecco, nulla quaestio sull’utilità di trasferirlo nella
sede propria, ma in questo caso, se posso dire, non per carenza della sede
trovata dopo l'inondazione del Tribunale di Lamezia. Grazie.
Grazie. Pongo in votazione
la mozione. La mozione è approvata.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto 16, la
mozione numero 107/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Sabrina
Mannarino, Neri, Luciana De Francesco, Montuoro, Molinaro, “Sulla Task Force
Venezuela presso la Farnesina, deputato Americo De Grazia, italo venezuelano,
originario di San Pietro in Amantea, detenuto presso il centro di tortura El Helicoide, candidato alle vicende elezioni con
l'opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di
salute e di detenzione.”
Cedo la parola alla collega
Mannarino per illustrare la mozione. Prego.
Grazie, Presidente. La mozione è firmata da tutto il gruppo consiliare
Fratelli d’Italia, cioè dai colleghi Neri, De Francesco, Montuoro e Molinaro.
Si tratta in realtà del deputato Amerigo De Grazia - colgo l'occasione per
salutare ed esprimere la solidarietà alla figlia, che è qui presente in Aula -
originario di San Pietro in Amantea, Cosenza; è anche presente il sindaco
Gioacchino Lorelli - detenuto presso il centro di tortura El Helicoide, candidato alle recenti elezioni. All'esito delle
recenti elezioni risultano scomparsi numerosi oppositori politici
italo-venezuelani.
Risulta essere scomparso, tra gli altri, anche Amerigo De Grazia,
originario, abbiamo detto già, di San Pietro in Amantea, già due volte sindaco
di Piar, due volte consigliere, due volte deputato nel Parlamento.
Amerigo De Grazia è un politico italo-venezuelano, fermo oppositore del
regime di Maduro, che si è contraddistinto per aver sempre lottato contro le
violazioni dei fondamentali diritti dell’uomo.
La sua incessante e continua denuncia contro le violazioni dei diritti
umani e la corruzione dilagante nel Paese lo ha reso un nemico del regime che,
nell'anno 2019, gli ha revocato immotivatamente l'immunità parlamentale,
costringendolo a rifugiarsi nell'Ambasciata italiana a Caracas dove è rimasto
per mesi, prima di rientrare in Italia.
Ritornato in Venezuela per le ultime elezioni presidenziali del 2024, ha
sostenuto la candidatura alla presidenza di Edmundo Gonzalez, capo
dell'opposizione contro Nicolás Maduro, riuscendo ad essere
eletto anche in questa ultima tornata elettorale.
Purtroppo, il regime in Venezuela ha iniziato una dura repressione
contro gli oppositori politici; dal 7 agosto ultimo scorso di Amerigo De Grazia
si sono perse le tracce; solo dopo varie richieste, da parte dei suoi avvocati
venezuelani, si è appreso che il detenuto è in isolamento e gli viene impedito
qualsiasi contatto con la famiglia e con i difensori.
Inutile ribadire, in questa sede, le violazioni dei più elementari
diritti umani nei confronti del detenuto sequestrato solo perché oppositore
politico, senza una contestazione da parte della magistratura inquirente. Sono
chiare anche le norme della Costituzione italiana violate e mi riferisco agli
articoli 2, 3 e 49.
Ma la violazione più grave viene individuata, in questa mozione, nella
norma sancita nell'articolo 13 della Costituzione, a mente della quale “la
libertà personale è inviolabile e non è ammessa forma alcuna di detenzione
personale né qualsiasi altra forma di restrizione della libertà personale”.
Dal giorno 07/08/2024 la famiglia, composta anche dai figli, tutti in
esilio fuori dal Venezuela, non ha alcuna notizia.
Quindi, chiediamo che la Giunta regionale si impegni per:
- richiedere, presso il Ministero degli affari esteri e della
cooperazione internazionale, notizie circa lo stato di detenzione e di salute
di Amerigo De Grazia, arrestato a Caracas e detenuto presso il penitenziario di
El Helicoide;
- di accertare se in Venezuela sia in corso una visita ispettiva da
parte della Commissione della Corte Penale Internazionale per i diritti umani
che si sta occupando specificatamente dei prigionieri politici e della loro
liberazione;
- di verificare se effettivamente siano stati liberati detenuti
oppositori del regime che oggi governa il Venezuela;
- di incaricare l'Ambasciata italiana in Venezuela a mantenere uno
stretto contatto con le istituzioni locali al fine della liberazione del
detenuto perché non si spengano i fari su questa tremenda situazione.
Invito, pertanto, i consiglieri ad approvare la mozione. Grazie.
Grazie, collega Mannarino.
Pongo in votazione la mozione.
La mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 108/12^ di iniziativa dei consiglieri
regionali, Molinaro, Neri, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Montuoro
“Sul sostenere la liquidità aziendale delle imprese agricole e della pesca”.
Cedo la parola al consigliere Molinaro per illustrare il provvedimento.
Prego.
Grazie, Presidente. Con delibera di Giunta regionale numero 301 del 21
giugno 2024 la Giunta ha istituito un Fondo di garanzia a carattere rotativo,
denominato “FinAgri-Calabria”, per la concessione di
garanzie dirette su operazione di rinegoziazione e ristrutturazione delle
esposizioni debitorie in essere, con una dotazione finanziaria di euro
25.552.328,00, a valere su risorse Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, con
beneficiari della garanzia diretta fino all'80 per cento le imprese agricole
aventi sede operativa sul territorio regionale; con i decreti del direttore
generale, numero 18427 del 13 dicembre 2024 e il numero 19156 del 24/12/2024,
sono state approvate le graduatorie definitive con 111 aziende agricole ammesse
definitivamente per complessive risorse assorbite, per garanzie concedibili, di
circa 11,7 milioni di euro, rispetto ad una dotazione finanziaria disponibile
di oltre 25 milioni di euro, con il conseguente avanzo di risorse per circa
13,8 milioni di euro.
Rilevato che in Calabria gli agricoltori percettori di premi PAC sono
circa 63 mila di cui 20.182 imprese agricole che nel 2023 hanno occupato numero
86.759 operai agricoli dipendenti, quindi, con forte valenza sociale ed
economica; ritenuto che le imprese agricole e della pesca calabresi hanno
subito danni economici da: emergenza Covid-19, effetti del conflitto ucraino,
diverse calamità naturali che si sono verificate negli ultimi 5 anni, danni da
cinghiali e diverse epizoozie;
considerato che:
- la cambiale agraria e della pesca, nei limiti della capienza degli
aiuti “de minimis” di ciascun beneficiario, è
lo strumento per assicurare liquidità alle aziende agricole e della pesca;
- si ritiene necessario sostenere l'accesso al credito, con garanzia
regionale diretta fino all'80 per cento, per finanziamenti dell'importo massimo
del 50 per cento dei ricavi registrati dal richiedente nell'anno precedente e
comunque entro la soglia del “de minimis” con
durata massima di 5 anni, di cui massimo 2 di preammortamento.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, impegna il Presidente della
Giunta regionale a destinare le somme non utilizzate del Fondo denominato “FinAgri-Calabria”, a carattere rotativo e a valere sulle
risorse Fondo di Sviluppo e Coesione Calabria 2021-2027, per assicurare la
necessaria liquidità finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma
individuale o societaria, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 18
maggio 2001, numero 228, con lo strumento della cambiale agraria e della pesca,
con garanzia diretta dell'80 per cento, nei limiti della capienza degli aiuti “de
minimis” di ciascun beneficiario.
Ringrazio in anticipo il Consiglio per la sensibilità che vorrà
dimostrare con un voto favorevole perché è un momento di grande difficoltà
dell’agricoltura e dell'agroalimentare calabrese. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire l'assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, considero lodevole l'iniziativa
dei colleghi che mostrano grande sensibilità verso il mondo agricolo e che si
dimostrano particolarmente attenti rispetto ad una importantissima iniziativa
del governo regionale, voluta in particolare dal presidente Occhiuto: il Fondo
“FinAgri”, che è una best practice a livello nazionale, lodata anche dai Presidenti
nazionali delle Organizzazioni professionali più importanti - mi riferisco a
Coldiretti, Confagricoltura - perché l’idea di consentire alle aziende agricole
la possibile ristrutturazione della loro debitoria è unica.
Credo che, appena se ne avrà conoscenza, molti miei colleghi saranno
sollecitati dai loro consiglieri regionali, dalle organizzazioni professionali,
per dotarsi di questo strumento che - lo voglio dire con grande chiarezza -
abbiamo messo in campo non con i soliti fondi a
disposizione dell'agricoltura, cioè il PSR, nel nostro caso il CSR 2023-2027,
ma con fondi FSC.
Questo è un dato importante, che voglio sottolineare all'attenzione
dell'Aula, perché per la prima volta - il collega Molinaro è particolarmente
competente - l'agricoltura calabrese non dispone soltanto dei fondi destinati
dall'Europa, il Fondo FEARS, che diventa poi PSR-CSR, ma per volontà del
presidente Occhiuto dispone di fondi FSC, che noi abbiamo destinato a questo
fondo “FinAgri” per 25 milioni, ai Consorzi di
bonifica per oltre 30 milioni - mi pare siano 34 milioni - alla promozione per
circa 20 milioni, fino al 2027. E tutto questo sta generando risultati
importanti.
Il primo fondo “FinAgri” ha riguardato circa
200 aziende, qualcosa in meno, che sono riuscite a ristrutturare - lo faranno
nei prossimi mesi, sicuramente, perché si passerà alla fase esecutiva, abbiamo
già avuto, in tempi molto veloci, le prime due graduatorie, il primo e il secondo
bando – il loro debito e quindi, avendo liquidità, a respirare a fare anche
investimenti.
Abbiamo intenzione, con questi fondi, di dare la possibilità anche alle
aziende del settore agroalimentare, ma strettamente collegate al settore
primario - mi riferisco, per esempio, alle cantine che non hanno potuto
partecipare a questo primo bando, nonché a tutte le aziende agricole per il
debito a breve termine – di accedere alla famosa cambiale agraria alla quale
faceva il riferimento il consigliere Molinaro, vale a dire i 12, 18 mesi.
Questo consentirebbe ad altre aziende di entrare in questo contesto, magari
aziende che non hanno difficoltà a medio-lungo termine, ma hanno difficoltà sul
breve termine, o aziende che non sono propriamente del settore agricolo.
Faremo una nuova notifica alla Commissione europea, con i fondi
rimanenti che sono circa 13 milioni sui 25 milioni iniziali, per ottenere
questo obiettivo importante, già deciso come governo regionale.
L'Aula tra poco voterà questa mozione, anche col mio voto favorevole, e
valuteremo l'estensione alla pesca, quindi alle aziende del settore della
pesca. Incontreremo nei prossimi giorni, insieme alla consigliera Straface, le
imprese della pesca dello Jonio, in particolare, perché lamentano una mancanza
di pescato durante quest'anno, e vedremo, eventualmente, di individuare alcuni
strumenti; anche se, lo voglio sottolineare a beneficio dei colleghi, nei mesi
passati, con il cosiddetto “bando Ucraina”, abbiamo liquidato alle nostre
aziende circa 7 milioni di euro. Lo dico con grande
sincerità: molte aziende del settore della pesca ci hanno detto che mai hanno
avuto le risorse erogate da questo governo regionale, per aiutarle,
naturalmente, a causa delle speculazioni sul carburante del conflitto Russia-Ucraina.
Capiamo bene come c'è la necessita di ulteriori interventi di sostegno,
fermo restando che il futuro credo che in questo settore preveda la diminuzione
delle giornate di pesca, per la tutela che l'Europa chiede; forse la chiede a
giusta ragione se c'è diminuzione di pescato, come evidenziato dalle aziende di
pesca; forse il futuro potrebbe essere l'acquacoltura, ma di questo,
naturalmente, discuteremo e valuteremo in Aula.
Ho qualche dubbio che lo strumento che abbiamo, vale a dire l’FSC, ci
consenta - non di fare garanzie, come abbiamo fatto - di fare spesa corrente,
come sarebbe la cambiale agraria all'80 per cento, però assicuro ai colleghi
consiglieri che, naturalmente, cercheremo di individuare lo strumento che ci
possa consentire questo. ISMEA l’ha fatto, spendendo circa 30 milioni in una
prima fase e, credo, altri 30 in una seconda fase, durante il Covid-19, dando
liquidità alle piccole aziende con questa cambiale agraria; credo che quella
spesa corrente potesse essere effettuata, perché si trattava di fondi
nazionali, in quel caso, sì, di fondi di bilancio, in questo caso, invece, si
tratta di risorse dell’FSC, speriamo che sia possibile.
Per cui, io voto, naturalmente, a favore, avendovi informato che
procederemo immediatamente alla modifica per includere anche le aziende del
settore agroalimentare collegate al settore primario e valuteremo sia
l'estensione alla pesca sia questa ipotesi della cambiale agraria.
Grazie, assessore Gallo. Pongo in votazione la mozione. La mozione è
approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo all'ultimo punto, la mozione numero 109/12^ di iniziativa dei
consiglieri regionali Amalia Bruni, Bevacqua, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi,
Graziano, Laghi, Lo Schiavo, Luciana De Francesco e Tavernise “Sul Centro per
la fibrosi cistica presso l'Ospedale di Lamezia Terme”.
La prima firmataria era la collega Bruni, che è assente, ma la
discuteremo ugualmente. Chiedo al collega Comito di illustrare la mozione.
Prego.
Grazie, Presidente. Mi dispiace dell'assenza della collega Bruni che ci
teneva fortemente a portare avanti questa mozione. Non si è capito perché il
gruppo del PD abbia abbandonato l'Aula, evidentemente non sono pronti al
dibattito, perché loro parlano, poi vanno via e non vogliono ascoltare.
Comunque, l'oggetto è il centro per la fibrosi cistica presso l'Ospedale
di Lamezia Terme.
Con DCA numero 360 del novembre 2024, nell'ambito della riorganizzazione
della rete ospedaliera regionale, l’Unità Operativa del Centro per la fibrosi
cistica è stata accorpata alla Unità Operativa di pneumologia; questo
deliberato ha determinato una fortissima preoccupazione nei pazienti, e nelle
loro famiglie.
Sin dalla sua istituzione il Centro per la fibrosi cistica è stato
sempre accorpato all'Unità Operativa Complessa di pediatria, così come avviene
in tutte le Regioni, rappresentando un'eccellenza unica in Calabria che offre
cure indispensabili per la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti
affetti da tale patologia, una patologia cronica e multiorgano.
La legge numero 548 del 1993 stabilisce l'obbligo per le Regioni di
istituire un Centro di riferimento regionale specializzato nella cura della
fibrosi cistica.
La ricollocazione rischia di creare un vuoto assistenziale
pregiudizievole per i pazienti e le loro famiglie.
Considerato che: il Centro lametino è divenuto nel corso degli anni
Centro di riferimento al punto di ospitare la formazione di personale di altre
sedi con fondi erogati dalla Lega Nazionale fibrosi cistica; nel Centro si
gestiscono pazienti ormai adulti e, soprattutto, in età evolutiva, si sono
create equipe multidisciplinari
integrate e multiprofessionali, instaurando un PDTA con altri reparti e servizi
dell'Ospedale; a tal fine, è stata perfezionata la modalità di screening neonatale, per cui tutti i nati
positivi della Regione Calabria effettuano il test al sudore in tempi brevi e
per questo è stata acquisita una strumentazione di ultima generazione che in
Italia possiedono solo altri due Centri; questo sviluppo si è sostanziato anche
con l'accesso al Registro nazionale per la fibrosi cistica e ai Registri AIFA;
Rilevato che: in questo contesto si registra, pur tra molte difficoltà,
un'elevata soddisfazione dei pazienti e non ci sono segnalazioni di
disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto complessi; grazie alla presenza
del Centro per la fibrosi cistica, accorpata alla pediatria, presso Presidio
Ospedaliero di Lamezia Terme si è registrato il dato più importante, cioè la
riduzione della migrazione sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi
sono in carico al Centro; la modifica dell'attuale assetto organizzativo,
contenuto nel DCA del novembre 2024 sopra richiamato, prevede di aggregare un
Centro con vocazione pediatrica all'area medica con la conseguenza di
compromettere seriamente la logica funzionale dell'approccio della fibrosi
cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e sulle gestanti; la citata
perplessità è rafforzata dall'osservazione della realtà nazionale: i Centri per
la fibrosi cistica sono perlopiù aggregati alle pediatrie; la continuità
assistenziale, specie per patologie complesse come la fibrosi cistica, non può
essere garantita senza strutture dedicate e personale adeguatamente formato.
Tutto ciò premesso e considerato, con la mozione si impegna il
Presidente della Giunta regionale a voler rimodulare il DCA 360/2024 mantenendo
il Centro di fibrosi cistica nella Unità Operativa Complessa di pediatria
presso l'Ospedale di Lamezia Terme, con l'attuale configurazione organizzativa,
come punto di riferimento per la cura e la prevenzione, riservando,
eventualmente, un Centro per adulti a un Ospedale HUB.
Grazie, Presidente.
Grazie. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Avendo esaurito gli argomenti
posti all’ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. Grazie a tutti
voi.
La seduta termina alle 20.10
Hanno chiesto congedo: Alecci, Calabrese, Neri,
Pietropaolo, Varì.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2023, n.
37 - (Deliberazione G.R. n. 789 del 30.12.2024)” (PL n. 346/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Mancuso, Caputo, Raso, De Nisi “Norme per il
recepimento e l'applicazione del d.p.r. 380/2001 nella Regione Calabria” (PL n.
344/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Bruni “Prevenzione e contrasto alla violenza di
genere sulle donne e loro figli” (PL n. 345/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Straface, Mannarino e Raso “Riconoscimento delle
Farmacie Amiche della Comunità” (PL n. 347/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Cirillo “Istituzione del Forum dei giovani della
Calabria” (PL n. 348/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso, Caputo, Comito, Giannetta, De Francesco “Disposizioni
per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici
di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria” (PL n. 349/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Bruni “Proroga graduatorie anno 2023, integrazione
legge regionale 22 ottobre 2024 n. 34 recante: “Disposizioni per la proroga di
graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del Servizio
sanitario regionale” (PL n. 350/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di
iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione 2025 - 2027 dell'Azienda
Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) - trasmissione
proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza - (Deliberazione
G.R. n. 746 del 20.12.2024)” (PPA n. 205/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Ente per i
Parchi Marini Regionali (EPMR) - (Deliberazione G.R. n. 765 del 27.12.2024)” (PPA
n. 206/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Agenzia
Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (ARPAL Calabria) - (Deliberazione
G.R. n. 753 del 27.12.2024)” (PPA n. 207/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere
della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 776 del 27
dicembre 2024, recante:
“Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione
Calabria. Modifiche alla Sezione Speciale 2 del PSC. Presa d’atto delle
determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC (CdS)
sulla procedura di consultazione per iscritto attivata con nota n. 792094 del
17.12.2024 e conclusa con nota n. 806398 del 27.12.2024”.
(Parere numero 46/12^).
È stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare permanente.
La seconda Commissione consiliare permanente, nella
seduta del 14 gennaio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta
regionale n. 727 dell’11 dicembre 2024, recante:
“PR Calabria FESR FSE+ 2021-27. Presa d’atto della
Decisione C(2024) 6754 final
del 26.09.2024 di approvazione della riprogrammazione “STEP”” ed a conclusione
ha espresso, a maggioranza dei presenti, parere favorevole.
Parere numero 45/12^.
La seconda Commissione consiliare permanente, nella
seduta del 14 gennaio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta
regionale n. 776 del 27 dicembre 2024, recante:
“Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione
Calabria. Modifiche alla Sezione Speciale 2 del PSC. Presa d’atto delle
determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC (CdS)
sulla procedura di consultazione per iscritto attivata con nota n. 792094 del
17.12.2024 e conclusa con nota n. 806398 del 27.12.2024” ed a conclusione ha
espresso, a maggioranza dei presenti, parere favorevole.
Parere numero 46/12^.
In data 23 dicembre 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse
sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 267 del 23 dicembre 2024:
1) legge regionale n. 41 del 23 dicembre 2024,
recante: “Legge di stabilità regionale 2025”;
2) legge regionale n. 42 del 23 dicembre 2024,
recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli
anni 2025-2027”.
In data 23 dicembre 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa
è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 268 del 23 dicembre 2024:
1) legge regionale n. 43 del 23 dicembre 2024,
recante: “Interpretazione autentica della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4
(Istituzione del difensore civico presso la Regione Calabria)”.
La proposta di legge n. 343/12^, di iniziativa dei consiglieri
regionali Caputo, De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della
validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a
tempo indeterminato della Regione Calabria” è stata sottoscritta anche dal consigliere
regionale Talerico.
La proposta di legge n. 329/12^, di iniziativa del consigliere
regionale Mancuso, recante: “Norme per la conoscenza, il recupero e la
valorizzazione della toponomastica in Calabria. Indirizzi per la toponomastica
di genere” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Raso.
La proposta di legge n. 349/12^, di iniziativa dei consiglieri
regionali Mancuso, Caputo, Comito, Giannetta, De Francesco, recante: “Disposizioni
per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici
di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria” è stata
sottoscritta anche dal consigliere regionale Talerico.
La proposta di legge n. 328/12^, di iniziativa dei consiglieri
regionali Montuoro, Mancuso, recante: “Istituzione della riserva naturale
regionale denominata “Le Dune di Giovino” è stata sottoscritta anche dal consigliere
regionale Alecci.
La Giunta Regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 757 del 27 dicembre 2024, concernente: “Approvazione Piano di
razionalizzazione periodica delle partecipazioni societarie regionali dirette
ed indirette, ai sensi dell'art. 20 del D.lgs. 19/08/2016 n. 175 e s.m.i. - Anno 2023”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 766 del 27 dicembre 2024, recante: “Documento tecnico di accompagnamento al
bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni
2025-2027 (Artt. 11 e 39, comma 10, D.lgs. 23 giugno 2011, n. 118)”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 767 del 27 dicembre 2024, recante: “Bilancio finanziario gestionale della
Regione Calabria per gli anni 2025-2027 (art. 39, comma 10, D.lgs. 23.6.2011,
n. 118)”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 784 del 30 dicembre 2024, recante: “Approvazione elenco dei soggetti
componenti il 'Gruppo Regione Calabria al fine di predisporre il bilancio
consolidato della Regione esercizio 2024, ai sensi dell'art. 11-bis del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.
La Corte costituzionale ha dichiarato:
1) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1,
comma 1, della legge della Regione Calabria 14 marzo 2024, n. 8 (Disposizioni
per il riconoscimento della rilevanza sociale della fìbromialgia
e della elettrosensibilità e istituzione dei relativi registri regionali),
limitatamente alle parole «e della elettrosensibilità»;
2) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1,
comma 2, della legge reg. Calabria n. 8 del 2024, nella parte in cui utilizza
l'espressione «alle patologie» anziché «alla patologia», nonché l'espressione
«delle malattie» anziché «della malattia»;
3) non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le
questioni di legittimità costituzionale degli artt. 1, comma 3, 3, comma 1, e
7, comma 1, lettera c), della legge reg. Calabria n. 8 del 2024, promosse, in
riferimento agli artt. 3 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione,
dal Presidente del Consiglio dei ministri.
In data 30 dicembre 2024, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli
stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 270 del 30 dicembre 2024:
1) Regolamento regionale n. 15 del 30 dicembre 2024,
concernente: “Regolamento di attuazione della legge regionale 21/8/2007, N. 18,
recante: “Norme in materia di usi civici””;
2) Regolamento regionale n. 16 del 30 dicembre 2024,
concernente: “Modifiche al regolamento regionale 5 novembre 2013, N. 10, recante:
“Regolamento regionale di attuazione della l.r. 3
settembre 2012, n.39 (Istituzione della struttura tecnica di valutazione
VAS-VIA-AIA-VI)””.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2024-2026:
1.) Deliberazioni della Giunta
regionale dalla numero 738 alla numero 745, numeri 747, 748 e 749 del 20
dicembre 2024
2.) Deliberazioni della Giunta regionale numeri 773
e 774 del 27 dicembre 2024
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
le aree montane della Calabria, tra cui il comune
di San Giovanni in Fiore, si trovano in una condizione di grave marginalità per
quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari essenziali, a causa delle
distanze dai principali ospedali della regione, delle difficoltà
infrastrutturali e delle condizioni climatiche avverse, particolarmente
critiche nei mesi invernali. Ghiaccio, neve e nebbia sono fattori ancora poco
considerati, preferendo soffermarsi su parametri e aspetti economici e
organizzando e gestendo la sanità secondo princìpi, modelli, logiche e
dinamiche aziendali;
in Calabria, i presidi di San Giovanni in Fiore,
Acri, Soveria Mannelli e Serra San Bruno devono garantire il diritto alla
salute in territori complessi. Questi ospedali di frontiera sono l’unico
avamposto sanitario, e dunque di garanzia di diritti primari nonché di minima
civiltà, per migliaia di persone delle aree interne. La situazione
dell’Ospedale di San Giovanni in Fiore, come segnalato da diversi report e
articoli di stampa, è emblematica delle criticità della sanità montana
calabrese: si tratta di una struttura depotenziata, con carenze di personale
medico e di reparti pienamente operativi. Questi tagli hanno generato forti
disagi tra i cittadini, portando a proteste e sit-in, come quello del 30
ottobre 2024, organizzati da sindacati e associazioni locali per rivendicare il
diritto alla salute e chiedere il ripristino dei servizi essenziali.
Considerato che: il 4 gennaio 2025, a San Giovanni in Fiore, S. C., 48 anni,
sposato, padre di due bambine, è deceduto in circostanze tragiche a causa dei
ritardi nei soccorsi: dopo aver manifestato una chiara sintomatologia acuta, è
stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, dove è stata
immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta. Nonostante
l’urgenza della situazione, il trasferimento all’ospedale di Cosenza, dotato di
Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e di Emodinamica, è stato ritardato di
oltre tre ore. La causa del ritardo è stata la mancanza di un medico a bordo
dell’ambulanza del 118, un requisito indispensabile per il trasporto di
pazienti in condizioni critiche. L’anestesista che avrebbe dovuto accompagnarlo
e assisterlo durante il viaggio, pare fosse impegnato in un trasferimento di un
altro paziente critico. Anche l’elisoccorso non è riuscito ad intervenire a
causa della scarsa visibilità. Quando, infine, è stato possibile avviare il
trasferimento, il quarantottenne è spirato in ambulanza, sulla Statale 107,
lungo il tragitto verso l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza;
la carenza di personale medico nel Pronto Soccorso
di San Giovanni in Fiore, con solo due medici su una pianta organica prevista
di sei, ha contribuito alla tragedia. Tenuto conto che: il Decreto Ministeriale
2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard
qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza
ospedaliera” che definisce le diverse tipologie ospedaliere per livelli di
complessità assistenziale e in relazione ai volumi di utenza corrispondenti, riporta
che negli ospedali di area disagiata in ambienti montani o insulari, anche con
una popolazione di riferimento inferiore agli 80mila abitanti, può essere
prevista la funzione di Pronto Soccorso. Se questa è istituita, devono esserci,
secondo il regolamento citato sugli standard ospedalieri, le discipline di
«Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e servizi di
supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità
ininterrotta di Radiologia, Laboratorio ed Emoteca»;
il modello lombardo adottato per l’Ospedale Morelli
di Sondalo, un Comune situato nell’alta Valtellina con circa 4mila abitanti,
che integra un’efficace rete di cure primarie e servizi specialistici, potrebbe
rappresentare un esempio virtuoso da adattare al contesto calabrese. In
particolare, l’approccio prevede il potenziamento delle strutture esistenti,
l’utilizzo di tecnologie innovative e un sistema di incentivazione per attrarre
personale medico nelle aree montane. Preso atto che: la rapida presa in carico
dei pazienti con patologie acute, come l’infarto, è determinante per la
sopravvivenza e il successo delle cure;
l’organizzazione e la gestione della sanità delle
aree interne e montane calabresi, con ospedali ridotti a presidi minimi e una
dipendenza pressoché esclusiva dai grandi centri ospedalieri, risultano
inadeguate a garantire il diritto alla salute dei cittadini di queste zone.
L’episodio di San Giovanni in Fiore evidenzia l'urgenza di potenziare gli
organici e i presidi sanitari nelle aree periferiche e montane della Calabria;
la tecnologia, inclusa la telemedicina, può
rappresentare un supporto prezioso ma non sufficiente a colmare le carenze
strutturali e di personale, soprattutto nei casi di emergenza sanitaria che
richiedono interventi tempestivi e in presenza.
Tutto ciò premesso e considerato
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se intende assumere ogni utile, urgente e
necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per
garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree montane della Calabria,
con particolare riferimento all’Ospedale di San Giovanni in Fiore.
(302; 07/01/2025)
Mammoliti e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
All'ASP di Vibo Valentia si vive, ormai da tempo,
una situazione alquanto “surreale”: da un lato si imputano alle carenze di
organico le gravissime disfunzioni che si registrano in tutti i reparti dei
centri ospedalieri e nei distretti territoriali;
dall'altro lato, al contrario, si procede a
“tagliare” il personale sanitario in servizio. Infatti, su 40 operatori
sanitari (15 OSS e 25 infermieri), assunti nel periodo del covid-19 (si tratta
di facenti parte dei cosiddetti “eroi del covid” che tanto hanno dato alla
nostra comunità per il rischioso lavoro espletato durante la recente pandemia),
soltanto 17 si sono visti prorogare, per soli due mesi, il contratto di lavoro
a tempo determinato. Quanto accaduto ha suscitato e continua a suscitare sconcerto
e rabbia, sia nel mondo politico che sindacale oltre che nella società civile,
provocando dei disservizi in termini di risposta sanitaria. Il provvedimento
assunto denota un approccio superficiale, essenzialmente “burocratico” e privo
di prospettive future, da parte di chi governa l'ASP di Vibo Valentia, nei
confronti di un problema, estremamente delicato e serio, quale è quello del
reale fabbisogno di personale nel contesto della sanità vibonese. In pratica,
si è proceduto a “tagliare” sic et simpliciter, senza pensare minimamente alle
conseguenze immediate e future di detto taglio sul concreto funzionamento del
sistema sanitario locale e senza pianificare alcun percorso di stabilizzazione
nei confronti di quei lavoratori che hanno già raggiunto i requisiti per una
contrattualizzazione a tempo indeterminato. Il tutto avviene in un momento in
cui le carenze di organico vengono, da ogni parte, additate come la causa
primaria del malfunzionamento della sanità vibonese e calabrese. A ciò si
aggiunga che è, ormai, acquisito quale dato oggettivo e, dunque,
incontrovertibile, la circostanza che, se si dovessero, realmente, applicare i
numerosi decreti finora emanati dal Commissario Occhiuto in relazione alla rete
sanitaria ospedaliera e territoriale nonché alla medicina di prossimità (con le
conseguenti previste aperture degli ospedali di comunità, delle case di
comunità e delle COT), sarebbe assolutamente necessario procedere al
reclutamento di ulteriori ingenti risorse umane al fine di garantire il
rispetto dei LEA. Urge, dunque, un immediato intervento risolutivo del problema
di che trattasi, che operi nella prospettiva della necessaria futura
elaborazione, non più procrastinabile, di un piano del fabbisogno di personale
che guardi alle reali e concrete esigenze della sanità vibonese. Infine, è
utile ricordare che la questione della giusta e definitiva collocazione
lavorativa degli operatori sanitari di cui si discute nella presente
interrogazione, è, da tempo, nota, al Commissario Occhiuto, avendo, lo stesso,
nei mesi scorsi, incontrato, nei locali della Prefettura di Vibo Valentia, una
delegazione di detti operatori sanitari.
Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente
della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
quali utili ed urgenti iniziative si intende
adottare per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari dell’Asp di
Vibo Valentia che hanno raggiunto i requisiti richiesti dalla legge per la
contrattualizzazione a tempo indeterminato.
(305; 13/01/2025).
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-l’ASP di Cosenza ha provveduto a transigere con
BFF Bank un contenzioso oggetto di cause vinte dall’avvocatura aziendale, in
alcuni casi persino in Cassazione, ragion per cui è lecito dubitare della
legittimità dell’intera operazione e delle fatture in relazione alla mancanza
di prova dell’esistenza del credito con conseguente nullità delle presunte
obbligazioni non fondate su contratto scritto;
-il direttore generale, incredibilmente, ha chiesto
il parere alla propria avvocatura aziendale solo dopo aver sottoscritto la
transazione per la quale invece si è avvalso di un consulente esterno (prof.
***), che ad oggi è subentrato inspiegabilmente in tutte le cause del Direttore
dell’UOC Area Legale a titolo gratuito;
-l’UOC Area Legale non aveva ritenuto di indicare
tali contenziosi tra quelli da segnalare per il relativo accantonamento nel
fondo rischi, in quanto si trattava di cause vinte almeno in I°
grado e senza alcuna speranza di poter essere vinte da BFF in II° grado, non
avendo prodotto alcun contratto che giustificasse le prestazioni;
-con tale transazione si è proceduto al pagamento
di somme in gran parte non dovute, perché relative a fatture oggetto di giudizi
seguiti e vinti dall’Avvocatura interna (per un ammontare circa di €
25.555.479,22 solo per capitale) o perché non in circolazione e, quindi, non
reclamabili ai dell’art. 16 septies c. 2 lett. C9 del
D.L. 146/2021, convertito in legge n. 215/2021;
-già dai primi accertamenti resi dalla stessa BFF
nel 2022, il presunto credito vantato verso l’ASP di Cosenza, risultava
ammontante a complessivi € 6.428.108,63 per “quota capitale” e in €
3.213.452,56 per il “saldo interessi” (oltre € 345.478,70 quale “saldo
anatocistici”), mentre nella transazione del dicembre 2023 l’importo è stato di
ben € 39 milioni, nettamente superiore a quello indicato dalla stessa BFF solo
pochi mesi prima;
-nell’atto transattivo sottoscritto dal Direttore
Generale dell’A.S.P. il 16.12.2023 l’Azienda si è impegnata a pagare l’importo
complessivo di € 39.000.000 di cui: € 13.619.100,44 quali fatture presenti in
contabilità, € 1.854.009.03 quali “fatture non in contabilità oggetto di
titoli”, € 23.526.890.53 a titolo di “nota debito emessa per accessori oggetto
di accordo”, escludendo le fatture emesse da Althea Italia S.p.A.,
raggiungendo, in ogni caso, l’importo di € 39.000.000 che rappresenta una quota
rilevante dell’intero disavanzo del SSR;
-con riferimento ad Althea appare che invece di
essere escluse, risulterebbero pagate fatture di interessi sulle fatture
escluse espressamente nella transazione;
-l’UOC Area Legale dell’ASP ha espresso criticità
in merito alla transazione perché non era chiaro se si fosse tenuto conto delle
sentenze vinte dall’avvocatura interna, né se si fosse tenuto conto che il
Giudice si era espresso nel considerare che gli interessi andassero calcolati
dalla data della domanda e non da quella delle scadenze delle fatture, né si
comprendeva se fossero state escluse quelle somme non in circolarizzazione, né
risultava specificato se BFF avesse rinunciato al 100% degli interessi relativi
ai procedimenti definiti con le sentenze sopra riportate (ritenuti non dovuti
dal Giudice) e in relazione agli ulteriori giudizi pendenti in cui era stata
eccepita la mancanza del fondamento contrattuale (proprio come nei giudizi in
cui il Tribunale aveva già rigettato tutte le domande avanzate da BFF);
-la U.O.C. Affari Legali aveva fatto presente che
gli importi richiesti a titolo di interessi e accessori indicati nella bozza
del 15.12 (complessivamente pari ad € 20.014.856,65) così come gli interessi e
gli accessori quantificati nell’atto transattivo del 16.12 (confluiti nella
nota debito dell’importo di € 23,526,890.53) non offrivano i dati necessari ai
fini della verifica della legittimità degli importi richiesti. Considerato che:
(…) -in sede di bilancio a consuntivo anno 2023 dall’adozione della delibera di
approvazione, n. 1310/2024, si apprende che il fondo rischi è stato elaborato
da una società di revisione contabile, la Proxima Audit Italia sorta pochi mesi
prima, che ha ricevuto l’incarico senza alcuna procedura di evidenza pubblica,
mentre non si è tenuto conto del fondo rischi elaborato dall’ufficio legale
interno;
-i Revisori dei Conti hanno sollevato diverse
criticità, chiedendo soprattutto al Servizio Finanziario dell’ASP di Cosenza se
avesse provveduto alla verifica delle fatture prima dell’emissione dei mandati,
che risulterebbero di data anteriore alla stipula della stessa transazione,
approvando “con riserva” il bilancio a consuntivo 2023. Tenuto conto che: (…)
-a seguito dell’interrogazione rivolta al Presidente della Regione dal gruppo
consiliare PD, è emerso che sarebbe stata istituita una rete di controlli a
monte sul debito, attraverso il meccanismo della piattaforma per la
circolarizzazione e attraverso il monitoraggio di esperti nominati dalla
Regione, sotto il controllo della Guardia di Finanza;
-tali controlli stanno avvenendo solo ora a
distanza di 1 anno dalla transazione e dopo che il pagamento dell’intera somma
è avvenuta entro il 31.12.2023, a seguito del clamore mediatico sollevato dalle
testate giornalistiche appalesando come nessun controllo sia stato fatto prima
della transazione e prima dell’emissione dei mandati di pagamento da parte dei
Servizi Finanziari dell’ASP di Cosenza, che, lavorando anche durante le
festività natalizie (ricevendo a tal proposito incentivi economici sulla busta paga
di Natale) hanno pagato l’intera somma entro la fine del 2023;
- la circostanza che comprova l’assenza di
verifiche contabili è evidente anche dalla recente delibera n.2080 del
30.09.2024, con la quale è stato previsto un progetto obbiettivo di circa
350.000,00 euro in favore dei dirigenti e funzionari del comparto, che avessero
partecipato per la verifica di fatture per i bilanci pregressi (che comprendono
le cause contro BFF) Preso atto che: -è ormai evidente la responsabilità del
direttore generale in ordine alla irregolare definizione di detta transazione e
alla generale gestione del bilancio e delle procedure di verifica considerato
anche l’utilizzo per detta transazione dei fondi destinati a coprire le
soccombenze di altri contenziosi che sarebbero rimaste senza provvista
generando interessi passivi e danno erariale;
-anche l’Asp di Reggio Calabria ha provveduto a
definire atto di transazione con BFF con delibera 3355 del 21.12.2023 Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se corrisponde al vero che i pagamenti per la
transazione dell’ASP di Cosenza siano iniziati in epoca ben antecedente alla
stipula della transazione stessa ed alla data della deliberazione di
recepimento e quindi in assenza di alcuna legittimazione giuridica e contabile.
2. A quali periodi risalgono le fatture oggetto
della transazione firmata dall’ASP di Reggio con BFF e se erano state circolarizzate ai sensi dell’art.16 septies
comma 2 lett.c del DL146/2021 convertito in legge
215/2021, se sono state controllate per verificare la fondatezza del credito e
la legittimità dell’obbligazione e l’assenza di sentenze positive per l’Ente.
3. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella
qualità di commissario per la Sanità intende assumere a tutela dell’erario
regionale e per ridurre il danno erariale emergente dalla transazione definita
dall’Asp di Cosenza.
4. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella
qualità di commissario per la Sanità intende assumere verso il direttore
dell’Asp di Cosenza e verso i responsabili dei controlli regionali e a tutela
dei funzionari che hanno invece segnalato le anomalie e le illegittimità della
procedura testé descritta.
5. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella
qualità di Commissario per la Sanità intende prendere per potenziare il sistema
dei controlli che rischia di essere un modello didascalico, in assenza di un
puntuale coinvolgimento degli uffici legali e di una raccolta completa dei dati
da sottoporre alle verifiche opportune previste nel protocollo di intesa con la
Guardia di Finanza, per un effettivo e non formale controllo.
(300; 20/12/2024)
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con deliberazione n. 816 del 23/10/2020 è stato
indetto avviso pubblico finalizzato al conferimento dell’incarico di Direttore
della SC di Cardiologia del P.O Spoke Polistena, cui
ha fatto seguito la deliberazione n° 1051 del 11/11/2021 di riapertura termini;
- con successiva deliberazione n. 1005 del
15/12/2022, preso atto dei punteggi conseguiti dai candidati partecipanti alla
selezione, l’incarico de quo è stato affidato al candidato che ha conseguito il
maggior punteggio, nella persona del Dr. ______;
- il Direttore Sanitario Aziendale ff dell’ASP di
RC, dott. _________, con formale lettera, firmata per accettazione dal dott.
_________, ha individuato tra gli obiettivi che lo stesso avrebbe dovuto
raggiungere n.q. di Direttore dell’U.O.C.
Cardiologia/UTIC e Cardiostimolazione di Polistena:
l’inserimento della Cardiologia/UTC nella rete delle sindromi coronariche acute
(SCA), come struttura erogatrice delle prestazioni di rivascolarizzazione
miocardica, mediante la creazione del servizio di Emodinamica, così come
previsto dall’Atto Aziendale ed il potenziamento del settore della Cardiostimolazione, anche in previsione della esigua
presenza sul territorio, di specialisti cardiologi esperti nell’esecuzione
delle metodiche di impianto di pacemaker temporanei e permanenti,
defibrillatori con cateteri endocavitari, defibrillatori sottocutanei, loop-recoder, ecc;
- stante il collocamento a riposo del prefato
direttore, disposto con determina dirigenziale n. 2190 del 10/09/2024 e
decorrenza 01/10/2024, con deliberazione n. 734 del 24/09/2024 è stato indetto,
ai sensi del D.lgs. 502/92 e ss.mm.ii., l’Avviso
Pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento dell’incarico
quinquennale di Direttore della Struttura Complessa nella disciplina di
Cardiologia- Presidio Ospedaliero di Polistena;
- con nota del 24/09/2024 il dott. ______,
direttore della UOC Cardiologia/Utic del P.O. di
Polistena, indicava quale Direttore sostituto il dott. ________, dirigente
medico esperto in Cardiostimolazione, competenza
precipua della UOC per l’elevato livello raggiunto dalla struttura e come
correttamente richiesto dal profilo soggettivo dei due bandi in aderenza ai
bisogni di salute del territorio;
- il Direttore Generale dell’Asp di Reggio
Calabria, Dr.ssa ________ – a seguito di semplice richiesta da parte del Dott.
____, ha disposto con propria deliberazione, n. 807 del 11/10/2024, il
conferimento dell’incarico di Direttore della Struttura Complessa di
Cardiologia/UTIC e Cardiostimolazione del Presidio
Ospedaliero di Polistena al candidato classificatosi in II° posizione nella
procedura di selezione di cui alla deliberazione n. 1005 del 15/12/2022, e la
revoca del nuovo avviso indetto con deliberazione n. 734/2024;
- con interrogazione a risposta scritta n. 281/12^
del 06/11/2024, il Sottoscritto ha richiesto chiarimenti in merito alla
decisione di cui sopra;
- con nota prot. 76788 del 12/11/2024, in riscontro
alla suddetta interrogazione, in maniera del tutto generica e fuorviante, la
Dott.ssa _______ si è limitata a ribadire che la scelta di nominare il Dott.
_____, quale Direttore della Struttura di Cardiologia a Polistena, è dipesa
unicamente ed esclusivamente dalla sua collocazione al secondo posto nella predetta graduatoria. Considerato che: - la Direttrice
Generale dell'ASP non abbia fornito elementi soddisfacenti ed anzi abbia fatto
emergere con evidenza che la propria decisione si fonda su una valutazione
gravemente viziata, in quanto fondata su un'istruttoria carente strutturalmente
e su una richiesta unilaterale, e che tale decisione è con ogni evidenza errata
nelle conclusioni ed è tale da compromettere l'interesse meritevole di tutela e
cioè la salute attraverso un'offerta di servizi sanitari inadeguati e al
ribasso rispetto allo standard raggiunto faticosamente in questi anni. Tenuto
conto che: - il D.lgs. n. 502/1992, art. 15 comma 7 lettera b) stabilisce che
il profilo professionale del dirigente da incaricare da parte dell’Azienda
preveda una puntuale valutazione dei volumi dell'attività svolta;
- l’avviso pubblico indetto con deliberazione n.
816 del 23/10/2020, appare palesemente incompleto rispetto alle prescrizioni
del DPR 10 dicembre 1997 n. 484 che fissa i requisiti per l'accesso alla
direzione sanitaria aziendale. In particolar modo, nell’avviso viene espunto,
come contenuto della documentazione oggetto di valutazione, quanto previsto
dall’art. 8 comma 3 lettera c): “I contenuti del curriculum professionale,
valutati ai fini del comma 1, concernono le attività professionali, di studio,
direzionali-organizzative, con riferimento: [..] c) alla tipologia qualitativa
e quantitativa delle prestazioni effettuate dal candidato” (pag. 4
dell’avviso);
- l’avviso pubblico indetto con deliberazione n.
734 del 24.09.2024, successivamente e inspiegabilmente revocato, prevedeva
correttamente, invece, quanto richiesto dall’art. 8 comma 3 lettera c,
specificando “i contenuti di cui alla lettera c) vale a dire la tipologia
qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate nell’ultimo decennio
che deve essere certificata dal Direttore Sanitario Aziendale, sulla base
dell’attestazione del Direttore del competente Dipartimento o, in assenza del
Responsabile della U.O.C, ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. 484/97”;
- ai sensi dell’art. 8 co. 5 del DPR 484/1997 “i
contenuti del curriculum, esclusi quelli di cui al comma 3 lettera c), e le
pubblicazioni possono essere autocertificati dal candidato ai sensi della L. 4
gennaio 1968, n. 15, e successive modificazioni”;
- il curriculum professionale e la documentazione
allegata del candidato dott. _________ risulta mancante di attestazione circa
la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate, venendo
valutato con il punteggio di 0(zero)/15;
- risulta quindi palese l’impossibilità di
accertare qualsiasi aderenza e idoneità del candidato al profilo ricercato per
l’assenza dell’documento oggetto della valutazione nel mentre tali competenze,
di seguito riportate, non sono in alcun modo presenti nel curriculum allegato
dal candidato: esperienza e competenza nella valutazione clinico-diagnostica e
nella gestione clinica delle principali patologie cardiovascolari, con
particolare riferimento alle sindromi coronariche acute, allo scompenso
cardiaco ed alle aritmie cardiache, anche in rapporto a terapie
interventistiche sul substrato aritmico;
documentata esperienza nel campo della cardiostimolazione e capacità di formazione sul campo nel
settore per i Dirigenti Medici del reparto si dà implementare il numero di
operatori di cardiostimolazione, attraverso un
training dedicato;
documentata esperienza organizzativa, con
particolare riferimento, nella gestione dei pazienti con sindromi coronariche
acute, nell'ambito della rete dell'infarto acuto del miocardio;
- le competenze specifiche nel settore della cardiostimolazione sono indispensabili per la garanzia
delle prestazioni richieste e per poter esercitare una funzione formativa nei
confronti dei giovani professionisti che si approcciano verso questa branca
della cardiologia;
- la potenziale controinteressata, classificatasi
al terzo ed ultimo posto in graduatoria, è moglie dello stesso dott.
___________;
- l’ASP di Reggio Calabria, quindi, non possedeva
alcun elemento per valutare né direttamente (in relazione a quanto richiesto
dal nuovo bando) né per relationem (in relazione alle
risultanze della valutazione carente e omessa risultante dal primo bando) la
richiesta del dott. ______;
- la gravissima carenza della documentazione del
dott. _____ è certificata dalla stessa Commissione che aveva precisato che solo
il Dott. ______ “ha prodotto tutte le Autodichiarazioni e Certificazioni
incluso quella attinente la tipologia qualitativa e
quantitativa delle prestazione come previsto dal Bando” (pag. 3 del verbale
della commissione);
- è quindi certificata ed evidente una grave
carenza istruttoria da parte degli uffici dell’ASP di Reggio Calabria che si
riflette sulla legittimità della deliberazione di nomina del Dott. _____ che ha
determinato la nomina di un Direttore di UOC che non possiede le competenze
richieste dalla stessa ASP con la definizione del relativo profilo soggettivo;
- l’Azienda sanitaria ha arbitrariamente deciso di
affidare l’incarico al Dott. ________ giustificando tale scelta sul mero dato
oggettivo che lo stesso si trovasse al secondo posto nella graduatoria finale,
per poi, a seguito dell’interrogazione n. 281/12^ dichiarare in maniera del
tutto gratuita e fuorviante che “Le attività del Dr.______, ad oggi titolare
della struttura complessa in argomento, verranno sottoposte a valutazione circa
gli esiti tenuto conto degli obiettivi specifici e generali stigmatizzati nel
contratto individuale di conferimento dell’incarico” (v. pag. 5 riscontro ASP
RC) con ciò confondendo la valutazione dei risultati con il possesso delle
competenze per raggiungerli, dimostrando confusione amministrativa e
disinteresse per la salute degli assistiti. Preso atto che in sostanza, l’ASP
di Reggio Calabria mette a capo della struttura di cardiologia di Polistena, un
professionista che non ha alcuna esperienza nelle specifiche attività che l’UOC
deve eseguire, per poi valutare eventualmente a posteriori, gli esiti della
propria scelta viziata.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se non ritenga intervenire, nella qualità di
Commissario della Sanità calabrese, per verificare la legittimità degli atti
posti in essere dalla dott.ssa _________ nella procedura in questione 2. se non
ritenga di sollecitare la revoca il conferimento dell’incarico di Direttore
della Struttura Complessa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Polistena
e indire un nuovo Avviso Pubblico nel rispetto di quanto disposto dal DPR 10
dicembre 1997 n. 484 e il D.lgs. n. 502/1992.
(301; 03/01/2025)
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- durante la seduta del Consiglio Regionale,
tenutasi in data 20.12.2024 si è svolta l'ennesima manifestazione da parte
della Associazione Prosalus di Palmi che
nell'occasione ha posto al centro dell'attenzione dell'Assemblea l'annoso
ritardo dell'inizio dei lavori per la realizzazione del Nuovo Ospedale della
Piana;
considerato che: - nel corso della manifestazione è
stato evidenziato che sono trascorsi ben 17 anni dall'inizio dell'iter
burocratico, un tempo a dir poco esorbitante per la finalizzazione delle
procedure relative alla realizzazione dell'Ospedale. Tenuto conto che: - con il
DCA n°. 84 del 05/04/2024 della Regione Calabria avente ad oggetto la “Programmazione
delle risorse residue afferenti al programma di investimenti ex art. 20, L.
n.67/1988” per il Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro sono stati stanziati
ulteriori 141.518.700,77 euro;
preso atto che: - l'Impresa appaltatrice D'Agostino
Costruzione Generali S.p.a., incaricata alla costruzione del Nuovo Ospedale
della Piana di Gioia Tauro, dopo aver avuto validato il progetto definitivo da
parte dei preposti uffici della Regione Calabria ha, altresì, presentato il
nuovo Piano Economico Finanziario in considerazione della lievitazione dei
costi maturati in tutti questi anni e che dopo 60 giorni l'Impresa, così come
riportato da un articolo apparso nei giorni scorsi nella pagina regionale della
Gazzetta del Sud, avrebbe dovuto ricevere formale risposta da parte degli
uffici della Regione;
considerato che: - la mancata approvazione del PEF
(piano economico finanziario) determina la non approvazione del progetto
definitivo e quindi il non avvio della progettazione esecutiva. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- le ragioni per le quali, essendo trascorsi oltre
120 giorni, gli uffici della Regione Calabria non hanno risposto alla proposta
di Piano Economico e Finanziario presentata dall'Impresa appaltatrice
D'Agostino Costruzione Generali S.p.a. accumulando così un ulteriore ritardo
nell'iter per la realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana;
- entro quanto tempo ritiene di poter approvare il
progetto definitivo.
(303; 09/01/2025)
Lo Schiavo e Mammoliti. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- secondo gli ultimi dati disponibili del ministero
della salute (2022), la Calabria si posiziona all’ultimo posto delle regioni
italiane nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in tutti e tre gli ambiti
(prevenzione, distrettuale e ospedaliera). In particolare, secondo l’Istituto
superiore sanità è all’ultimo posto in Italia per screening oncologici;
- uno degli strumenti individuati dal sistema
sanitario per colmare questo gap consiste nella
realizzazione di Ospedali di comunità e Case di comunità, attraverso cui si
dovrebbe potenziare la medicina territoriale e, con essa, l’area della
prevenzione e quella distrettuale;
- dal Piano nazionale di ripresa e resilienza
risulta che la Calabria dovrà realizzare 61 Case di comunità e 20 Ospedali di
comunità;
- secondo il target del Pnrr
le suddette strutture dovrebbero essere completate entro il 30 giugno 2026;
- la Regione Calabria, nel 2022, ha deliberato di
affidare a Invitalia Spa l’attuazione degli interventi ricadenti nella Missione
M6 - Salute del Pnrr e quindi a stipulare i contratti
afferenti le Case e gli Ospedali di comunità. - dai
dati messi a disposizione dalla Regione Calabria, risulta che per 14 Case di
comunità e 1 Ospedale di comunità non sia stato ancora stipulato il contratto.
Per tutti gli altri presidi risulta che siano stati stipulati i contratti,
approvati i progetti esecutivi e avviati i lavori di ristrutturazione o
edificazione, ma che nessuno sia stato ancora ultimato;
- nel cronoprogramma della Regione Calabria,
pubblicato sul sito alla sezione “Focus M6”, non si ricavano gli step relativi
all’anno 2024 e 2025, notandosi uno stacco temporale tra il 2023 e il 2026;
Considerato che, se le opere non verranno
realizzate o comunque non si avvicineranno al target fissato nel giugno 2026,
la Commissione Europea, in caso di ritardi significativi o di mancato
raggiungimento degli obiettivi, può decidere di sospendere o revocare i fondi
del Pnrr. Tutto ciò premesso e considerato, si
interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per il piano di rientro
per sapere:
1. quante gare (nell’ordine: per la stipula della
progettazione, della verifica della progettazione e dei contratti di
concessione o appalto) per la realizzazione delle Case di comunità e Ospedali
di comunità calabresi siano andate finora deserte;
2. se le gare per la realizzazione delle opere
siano state effettivamente tutte concluse mediante la consegna dei lavori agli
aggiudicatari o se con avvio dei lavori s’intende la mera approvazione dei
progetti esecutivi;
3. se la Regione Calabria non ritenga di mettere in
atto sistemi di monitoraggio più efficaci per verificare costantemente
l'avanzamento dei lavori e individuare tempestivamente eventuali criticità;
4. se la Regione Calabria non ritenga di indire
tavoli tecnici con Invitalia e con le Asp territoriali allo scopo di un
costante controllo del cronoprogramma per l’anno 2025, nonché allo scopo di
individuare le ragioni della mancata stipula dei contratti per 15 opere.
(304; 10/01/2025)
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il diritto all'abitazione è un diritto
fondamentale, riconosciuto da numerosi trattati internazionali, tra cui
l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani e questo diritto
garantisce che ogni individuo abbia accesso a un’abitazione sicura, accessibile
e dignitosa;
- l’Azienda Territoriale per l’Edilizia
Residenziale Pubblica Regionale (Aterp Calabria),
istituita con L.R. n. 24/2013, cura la realizzazione di specifici programmi di
edilizia residenziale pubblica per rispondere alle esigenze abitative dei
nuclei familiari che si trovano in condizioni economiche svantaggiate, attua
interventi di edilizia residenziale diretti alla costruzione di nuove
abitazioni e all’acquisto e al recupero di abitazioni e immobili degradati
destinati alla locazione permanente alle fasce sociali più deboli, gestisce il
patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica, effettua la
manutenzione, gli interventi di recupero e la riqualificazione degli immobili.
L'Aterp è commissariata dalla Regione sin dal 2016, è
priva, quindi, di un Direttore Generale e ha forti carenze nella pianta
organica. I dati regionali relativi al 2021 riportano che l’Aterp,
in quell’anno, gestiva 34.416 alloggi di edilizia residenziale pubblica;
- nel mese di marzo 2021 sono state avviate le
attività dell'Osservatorio Regionale sulle Politiche Abitative, come previsto
dalla Legge 431/98, dal D.lgs. 112/1998 e dalla L.R. 32/1996 per il
monitoraggio della condizione abitativa nel territorio regionale e la
ridefinizione delle priorità regionali nel settore delle politiche abitative.
Considerato che: - la Regione Calabria ha pubblicato nel 2022 il “Primo
Rapporto sul Disagio Abitativo nella Regione Calabria”, rapporto curato dal
Dipartimento Lavori Pubblici e Politiche di edilizia abitativa e riferito al
2021. Il rapporto evidenzia che numerose famiglie, nella nostra regione, non
dispongono di abitazioni adeguate, vivono in condizioni di degrado e si recano
spesso presso gli Enti comunali per avere risposte concrete attraverso
l’attuazione di giuste politiche sociali. Solo il 46% dei comuni calabresi
hanno risposto al monitoraggio e gli alloggi di edilizia sociale calcolati su
questo campione risultano essere più di 15.000, ma solo il 39% di questi risultano
idonei, mentre il resto sono inagibili o privi dei requisiti minimi di
sicurezza. Oltre il 60% sono stati costruiti prima degli anni Ottanta e sono
carenti sotto il profilo energetico e strutturale. Necessitano di interventi di
manutenzione straordinaria e di efficientamento energetico, attraverso la
realizzazione di isolamento termico delle pareti perimetrali e dei tetti, la
sostituzione degli infissi e la realizzazione di nuovi impianti (termici,
idrici, elettrici). Il 15% degli alloggi popolari monitorati versa in pessimo
stato di conservazione e il 60% in stato mediocre. Diversi Comuni hanno
segnalato la necessità di ricevere finanziamenti pubblici per poter effettuare
lavori di manutenzione straordinaria, non più rinviabili, al fine di poter garantire
l’incolumità e la sicurezza degli assegnatari. Il rapporto denuncia anche una
distribuzione geografica inadeguata degli alloggi pubblici, con molte aree
rurali completamente prive di edilizia residenziale pubblica. Gli alloggi
disponibili sono spesso concentrati in zone urbane degradate, privi di accesso
a servizi essenziali come trasporti, scuole e strutture sanitarie. In Calabria
le famiglie vulnerabili, incluse quelle con minori, anziani e persone con
disabilità, sono particolarmente esposte a condizioni abitative precarie.
Esiste una richiesta consistente di alloggi di edilizia sociale, ma il numero
di assegnazioni effettuate, rispetto al totale richiedenti, è decisamente
basso. Viceversa, si rileva un numero di esclusi e/o un numero di domande insoddisfatte
molto alto. - a dicembre 2024 Uil Calabria e Uniat
Calabria hanno pubblicato un report sul disagio abitativo nella nostra regione,
secondo il quale oltre 11.000 domande per l'assegnazione di alloggi di edilizia
residenziale pubblica risultano inevase, evidenziando una carenza strutturale
di alloggi disponibili, non adeguata a rispondere al fabbisogno abitativo della
popolazione più vulnerabile, e un disagio crescente tra le famiglie calabresi.
Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica è in gran parte obsoleto, con
edifici costruiti prima del 1980, e necessita di urgenti interventi di
manutenzione e riqualificazione energetica. I costi dell’affitto privato
continuano a rappresentare una grave problematica per i nuclei familiari a
basso reddito e solo una piccola percentuale delle famiglie calabresi riesce ad
accedere ad alloggi a canone calmierato, a causa di una disponibilità limitata.
Questo a fronte di 450 mila appartamenti vuoti o inutilizzati (circa il 40% del
totale degli immobili). Il problema è particolarmente grave nel contesto della
povertà diffusa nella regione. I dati emersi da una recente relazione della Corte
dei conti, poi, raccolti e analizzati nel report, e i risultati sull’attuazione
dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza mostrano una
situazione drammatica: migliaia di famiglie calabresi continuano a vivere in
condizioni di disagio abitativo senza una prospettiva concreta di
miglioramento. La stessa fonte riporta che dei 57 progetti finanziati con il
Programma PINQuA (Programma innovativo nazionale per
la qualità dell’abitare), la spesa effettiva è ferma all’8% e non si riescono a
superare le lentezze amministrative e operative nella realizzazione degli
interventi previsti anche per il Programma “Sicuro, verde e sociale:
riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, approvato nell’ambito
del Fondo complementare al PNRR. Tenuto conto che: - a dicembre 2024
un’operazione coordinata dalla Procura di Catanzaro e condotta dalla Digos e
dai carabinieri del Comando provinciale ha portato alla luce, nella città di
Catanzaro, irregolarità nell'assegnazione delle case popolari, in genere
localizzate nell’area sud della città capoluogo, a maggiore disagio abitativo.
L’inchiesta, partita nel 2022, ha evidenziato come da anni fosse attivo un
sistema parallelo che inquinava l’assegnazione delle case popolari e che aveva
trasformato l’Aterp in una sorta di agenzia
immobiliare. Soggetti che non avevano titolo riuscivano comunque ad ottenere
alloggi popolari pagando somme di denaro o altre utilità a funzionari
compiacenti dell'Azienda. Secondo gli inquirenti anche l’ufficio Patrimonio,
messo al corrente delle irregolarità effettuate nell’assegnare gli alloggi
popolari, si girava dall’altra parte. Nonostante l’Ente vantasse crediti per
circa 11milioni di euro, per via delle tante e decennali morosità, nessuno
attivava i procedimenti di riscossione o aveva mai aggiornato gli elenchi dei
morosi. Di 400 alloggi Aterp presenti su Catanzaro,
solo 150 sono regolarizzati, mentre degli altri 250, occupati abusivamente, non
hanno mai chiesto la regolarizzazione. L’Aterp
catanzarese gestisce in totale 2.500 alloggi, ed in cinque anni, da giugno 2019
(periodo di pubblicazione della graduatoria vigente) gli uffici hanno assegnato
solo quattro alloggi ed hanno proceduto alla riacquisizione solo di dieci
alloggi. - nell’inchiesta denominata “Case popolari“,
coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ed eseguita dai Carabinieri a febbraio
2024, è emerso il controllo da parte della criminalità organizzata sul settore
delle assegnazioni delle abitazioni amministrate dall’ Aterp
e dell’Ente Patrimonio Edilizio del Comune di Reggio Calabria, “un vero e
proprio mercimonio del patrimonio edilizio sociale”. Per gli inquirenti, ci
sarebbe stata la ‘ndrangheta dietro il mercato illegale degli alloggi popolari,
che venivano assegnati a persone non aventi diritto;
Preso atto che: - appaiono evidenti le gravi
inefficienze dell'Aterp nella gestione degli alloggi
di edilizia residenziale pubblica, che, associate allo stato di conservazione
degli stessi, con edifici vetusti e obsoleti e una scarsa o nulla manutenzione,
non solo impediscono l’utilizzo del patrimonio esistente, ma aumentano anche il
rischio di occupazioni abusive, alimentando tensioni sociali. Le famiglie
calabresi in condizioni di disagio abitativo vivono spesso in alloggi
sovraffollati, insalubri e privi dei requisiti minimi di sicurezza.;
-le irregolarità emerse nell'assegnazione degli
alloggi popolari minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e
compromettono il diritto fondamentale all'abitazione. È necessario un
intervento tempestivo per riformare le procedure di assegnazione degli alloggi,
garantire trasparenza e legalità, e assicurare che le risorse destinate
all'edilizia residenziale pubblica siano utilizzate in modo efficace, equo e
con tempi decisamente più rapidi. Le occupazioni abusive degli alloggi popolari
sono in crescita, compromettendo il diritto di accesso per chi è regolarmente
in graduatoria. In Calabria vi è, poi, un elevato numero di sfratti,
soprattutto per morosità incolpevole, che rappresentano circa il 90% dei casi
totali di sfratto registrati negli ultimi anni. L’incidenza degli affitti sul
reddito familiare è insostenibile per molte famiglie della nostra regione:
circa il 35% delle famiglie in affitto spende più del 40% del proprio reddito
per la casa, rendendo difficoltoso sostenere altre spese essenziali;
- l’abitazione rappresenta una condizione
indispensabile per l’accesso all’istruzione, alla formazione e a una buona
occupazione e solo l’edilizia residenziale pubblica e quella sociale possono
attutire il problema della tensione abitativa. Il rilancio e la
riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico appaiono ancora più
importanti in una regione che sta invecchiando, in un territorio, il più povero
dell’Europa, dove gli stipendi sono sempre più bassi e dove la questione casa
potrebbe diventare un vero e proprio rischio sociale. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali strategie intenda adottare per
incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, anche attraverso la
costruzione di nuovi alloggi e coinvolgendo gli enti locali e il settore
privato in questo processo, al fine di rispondere adeguatamente al crescente
disagio abitativo in Calabria, con particolare riferimento alle famiglie in
condizioni di vulnerabilità sociale ed economica;
2. quali misure siano state predisposte per
garantire il rispetto delle graduatorie di assegnazione al fine di velocizzare
le procedure di assegnazione degli alloggi popolari e contrastare occupazioni
abusive e favoritismi;
3. se siano stati stanziati fondi per interventi di
manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed efficientamento energetico
degli alloggi esistenti e quali siano i tempi previsti per la realizzazione di
tali interventi;
4. se siano previsti programmi specifici per la
riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio pubblico non utilizzato,
con tempi certi per la loro attuazione;
5. quali iniziative si intendono assumere per
affrontare le gravi inefficienze dell'Aterp Calabria
nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, garantendo
la trasparenza e la legalità nelle procedure di assegnazione degli alloggi,
prevenendo future irregolarità e abusi;
6. quali azioni siano previste per prevenire gli
sfratti, in particolare per le famiglie colpite da morosità incolpevole, e se
sia stato attivato un fondo regionale, in aggiunta ai fondi statali, per il
sostegno al pagamento degli affitti.
(306; 20/01/2025)
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il Consorzio di Bonifica della Calabria ha emesso
e notificato agli agricoltori calabresi gli avvisi bonari di pagamento
afferenti il ruolo ordinario di bonifica 2024;
- dalle numerose segnalazioni pervenute, appare che
le cartelle inviate contengano errori di calcolo che avrebbero portato, in
molti casi, al raddoppio delle tariffe rispetto agli anni precedenti;
- gli errori di cui sopra riguarderebbero
soprattutto gli avvisi recapitati agli agricoltori della provincia di Vibo
Valentia;
- sulla questione sono intervenute importanti
Associazioni Agricole le cui dichiarazioni sembrano confermare l’esistenza
degli errori di cui sopra. Tutto quanto sopra premesso si interroga il
competente Assessore
per sapere:
- se è a conoscenza della situazione narrata in
premessa e, nel caso, quali utili e tempestivi provvedimenti intenda adottare
per ovviare agli errori eventualmente contenuti negli avvisi bonari di
pagamento afferenti il ruolo ordinario di bonifica
2024.
(307; 21/01/2025).
Il Consiglio regionale, premesso che:
• con D.G.R. n. 301 del 21/6/2024 la Giunta
Regionale ha istituito un fondo di garanzia a carattere rotativo, denominato FinAgri Calabria, per la concessione di garanzie dirette su
operazioni di rinegoziazione e ristrutturazione delle esposizioni debitorie in
essere, con una dotazione finanziaria di euro 25.552.328,00, a valere su
risorse FSC 2021-2027, con beneficiari della garanzia diretta fino all'80% le
imprese agricole aventi sede operativa sul territorio regionale;
• con D.D.G. n.13728 del 01/10/2024 si sono aperti
i termini per presentare le domande di aiuto dal 03/10/2024 al 30/10/2024;
• con D D.G. n. 15311 del 30/10/2024 sono stati
prorogati i termini delle domande di aiuto al 05/11/2024;
• con D.D.G. n.17068 del 28/11/2024 sono stati
ulteriormente prorogati i termini per la presentazione delle domande di aiuto
al 09/12/2024;
• con i D.D.G. n.18427 del 13/12/2024 e n. 19156
del 24/12/2024 sono state approvate le graduatorie definitive con n.111 aziende
agricole ammesse definitivamente per complessive risorse assorbite, per
garanzie concedibili di ca. 11,7 milioni di euro rispetto ad una dotazione
finanziaria disponibile di euro 25.552.328,00, con il conseguente avanzo di
risorse per ca. 13,8 milioni di euro. RILEVATO CHE: • in Calabria gli
Agricoltori percettori di premi PAC sono circa n. 63.000 di cui n. 20.182
imprese agricole che nel 2023 hanno occupato n. 86.759 operai agricoli
dipendenti;
ritenuto che: • le imprese agricole e della pesca
calabresi hanno subito danni economici da: emergenza Covid-19, effetti del
conflitto in Ucraina, diverse calamità naturali che si sono verificate negli
ultimi cinque anni, danni da cinghiali e diverse epizoozie.
Considerato che: • la cambiale agraria e pesca, nei
limiti della capienza degli aiuti "de minimis"
di ciascun beneficiario, è lo strumento per assicurare liquidità alle aziende
agricole e della pesca;
• si rende necessario sostenere l'accesso al
credito, con garanzia regionale diretta fino all'80%, per finanziamenti
dell'importo massimo del 50% dei ricavi registrati dal richiedente nell'anno
precedente e comunque entro la soglia del de minimis
con durata massima di cinque anni, di cui massimo due di preammortamento. Tutto
quanto sopra premesso e considerato, impegna il Presidente e la Giunta
Regionale
impegna la Giunta regionale
a destinare le somme non utilizzate del Fondo
Regionale per la Continuità e la Crescita delle Imprese Agricole - "FinAgri-Calabria", a carattere rotativo a valere su
risorse FSC-Calabria 2021-2027, per assicurare la necessaria liquidità
finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma individuale o
societaria, ai sensi dell’articolo 1 del D.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, con lo
strumento della cambiale agraria e della pesca, con garanzia diretta dell'80%
nei limiti della capienza degli aiuti de minimis di
ciascun beneficiario.
(108; 07/01/2025) Molinaro, Neri, De Francesco,
Mannarino, Montuoro
Il Consiglio regionale, premesso che:
- con DCA n.360 del 20.11.2024, pubblicato sul BURC
n.241 del 21 novembre 2024, nell'ambito della riorganizzazione della rete
ospedaliera regionale, l'Unità Operativa del Centro per la Fibrosi Cistica è
stata accorpata alla Unità Operativa di Pneumologia;
- quanto deliberato col DCA 360/2024 ha determinato
una fortissima preoccupazione nei pazienti e nelle loro famiglie;
- sin dalla sua istituzione il Centro per la
Fibrosi Cistica è stato sempre accorpato alla Unità Operativa Complessa di
Pediatria, così come avviene in tutte le regioni;
- il Centro citato rappresenta un’eccellenza unica
in Calabria, offrendo cure indispensabili per la qualità della vita e la
sopravvivenza dei pazienti affetti da tale patologia, una malattia cronica e
multiorgano;
- la Legge n. 548/1993 stabilisce l’obbligo per le
Regioni di istituire un Centro di riferimento regionale specializzato nella
cura della Fibrosi Cistica;
- la ricollocazione rischia di creare un vuoto
assistenziale pregiudizievole per i pazienti e le loro famiglie. Considerato
che: - il Centro lametino è divenuto nel corso degli anni Centro di riferimento
al punto di ospitare la formazione di personale di altre sedi con fondi erogati
dalla Lega Nazionale Fibrosi Cistica;
- nel Centro si gestiscono pazienti ormai adulti e,
soprattutto, in età evolutiva si sono create equipe multidisciplinari integrate
e multiprofessionali, instaurando PDTA con altri Reparti e Servizi
dell’Ospedale;
- a tal fine, è stata perfezionata la modalità di
screening neonatale, per cui tutti i nati positivi della Regione Calabria
effettuano il test al sudore in tempi brevi e per questo è stata acquisita una
strumentazione di ultima generazione che in Italia possiedono solo altri due
Centri;
- questo sviluppo si è sostanziato anche con
l’accesso al Registro nazionale per la Fibrosi cistica ed ai Registri AIFA.
Rilevato che: - in questo contesto si registra, pur tra molte difficoltà,
un’elevata soddisfazione dei pazienti e non ci sono segnalazioni di
disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto complessi;
- grazie alla presenza del Centro per la fibrosi
cistica accorpato alla Pediatria presso Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme
si è registrato il dato più importante e cioè la riduzione della migrazione
sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi sono in carico al centro. -
la modifica dell’attuale assetto organizzativo, contenuto nel DCA n. 360/2024
sopra richiamato, prevede di aggregare un Centro con vocazione pediatrica
all’area medica con la conseguenza di compromettere seriamente la logica funzionale
dell’approccio della Fibrosi cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e
sulle gestanti;
- la citata perplessità è rafforzata
dall’osservazione della realtà nazionale: i Centri per la fibrosi cistica sono
perlopiù aggregati alle Pediatrie (le eccellenze, infatti, sono negli Ospedali
Pediatrici Bambin Gesù e Meyer);
- la continuità assistenziale, specie per patologie
complesse come la Fibrosi Cistica, non può essere garantita senza strutture
dedicate e personale adeguatamente formato. Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
il Presidente della Giunta regionale - a voler
rimodulare il DCA 360/2024 mantenendo il Centro di Fibrosi Cistica nella Unità
Operativa Complessa di Pediatria presso l'Ospedale di Lamezia Terme con
l’attuale configurazione organizzativa come punto di riferimento per la cura e
la prevenzione, riservando, eventualmente, un Centro per adulti ad un Ospedale “hub”.
(109; 16/01/2025) Bruni, Bevacqua, Comito, Crinò,
De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, De Francesco, Tavernise
Il Consiglio regionale, premesso che:
- l’Associazione Banco Alimentare della Calabria,
con centro direzionale avente sede in Montalto Uffugo (Cs);
presso alcuni padiglioni dell’ex Comac, il fallito
Consorzio mercato agricolo alimentare) è un’organizzazione non profit che opera
dal 1996, aderisce alla rete nazionale Banco Alimentare e, quotidianamente,
recupera alimenti, li dona alle strutture caritative, promuove politiche a
favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della lotta alla povertà
e all’esclusione sociale, collaborando con le istituzioni UE (a partire dal
Programma FEAD) e nazionali;
- il Banco aiuta annualmente e sistematicamente in
Calabria circa 140mila persone, attraverso la distribuzione di alimenti e
l’opera di centinaia di volontari, superando nel 2020 le 7mila tonnellate di
prodotti distribuiti;
- nonostante ciò, i locali di cui trattasi sono, al
momento, gli unici resi disponibili per la meritoria opera che contribuisce a
coprire il fabbisogno di centinaia di strutture caritative accreditate: si
tratta di mense per i poveri, comunità di accoglienza, centri per gli
immigrati, case-famiglia per bambini, sezioni di Cri, Caritas parrocchiali che
presidiano il territorio;
- il contratto di locazione sottoscritto con il
curatore fallimentare dell’ex Comac di Montalto Uffugo è cessato il 2 dicembre
2024 a seguito dell’aggiudicazione dell’asta di vendita, il che non consente di
proseguire le attività avendo la nuova proprietà richiesto il rilascio
immediato dei locali;
- è evidente l’assoluta emergenza che il Banco
Alimentare si trova innanzi: sia per ciò che concerne il materiale spostamento
di tonnellate di derrate alimentari allo stato in giacenza presso i magazzini
nonché dei relativi impianti celle frigo, uffici;
sia per l’impossibilità di proseguire le attività
che, per come preannunciato, saranno sospese il 20 gennaio p.v., senza che si
possa definire il come, il dove e il quando di una riapertura.
Impegna la Giunta regionale
- a intraprendere immediatamente tutte le
interlocuzioni e le azioni istituzionalmente possibili per garantire al Banco
Alimentare della Calabria senza oneri ulteriori, gli spazi necessari al fine di
salvaguardare e rendere efficace la benemerita opera di volontariato che si
dedica ad alleviare la disperazione dei più deboli, dei più bisognosi, degli
ultimi.
(110; 20/01/2025) Bevacqua e Iacucci
Il Consiglio regionale, premesso che:
- In data 24/10/2024 l’Autorità di Bacino
Distrettuale dell'Appennino Meridionale ha adottato con provvedimento del
Segretario Generale il “Progetto di Piano Stralcio di Bacino del Distretto
Idrografico dell’Appennino Meridionale per l’Assetto, la Mitigazione e la
Gestione del rischio da Alluvioni – Calabria/Lao (PSdGDAM-RisAlCal/L)
e le correlate Misure di Salvaguardia “. - In molti comuni Calabresi, tale
piano ha particolarmente ampliato le aree classificate Pericolose a “Rischio
Alluvioni “rispetto alla classificazione PAI 2001. - Il provvedimento in
adozione che attraverso l’immediata entrata in vigore delle Misure di
Salvaguardia, molto restrittive ha la conseguenza di bloccare la capacità
edificatoria di molti territori dei nostri comuni Calabresi già parzialmente o
totalmente urbanizzati o edificati.
Impegna la Giunta regionale
- ad adottare ogni
iniziativa utile affinché vengano modificate le Misure di Salvaguardia del
Progetto di Piano, anche considerando le nuove aree a Rischio e Pericolo
individuate dal nuovo Piano come Aree di Attenzione fino alla definitiva
approvazione del piano.
- Attivarsi presso l’Autorità di Bacino
Distrettuale dell'Appennino Meridionale affinché le norme di Salvaguardia non
vengano applicate a tutti quegli interventi già programmati in cui si sia
avviato l’iter autorizzativo.
- Attivarsi presso l’Autorità di Bacino
Distrettuale dell'Appennino Meridionale affinché vengano prorogati i termini
per la presentazione delle osservazioni al Progetto di Piano da parte degli
interessati. - Monitorare la situazione e collaborare con gli enti locali al
fine di valutare gli effetti del Progetto di Piano sulla Pianificazione
Urbanistica Comunale.
(111; 20/01/2025) Mancuso, Raso, Caputo, De Nisi,
Straface.
È pervenuta risposta
scritta alle seguenti interrogazioni:
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’ASP (Azienda sanitaria provinciale) di Cosenza
è stata appositamente delegata da Azienda Zero ad effettuare tutte le procedure
concorsuali per il reclutamento di operatori tecnici specializzati (OTS)
autisti di ambulanze;
- con delibera n.142 del 22.1.2024 l'ASP di CS ha
approvato la graduatoria del concorso di OTS;
- L'Asp di CS a seguito della riunione in
videoconferenza tenutasi il 17 luglio 2024, acquisite le richieste delle
aziende:
ASP KR 11 unità;
ASP CZ 15 unità;
ASP VV 19 unità;
ASP RC 13 unità;
- con regolare PEC del 18 luglio u.s. procedeva
alla convocazione degli autisti utilmente collocati nella graduatoria al fine
di consentire le opzioni per le sedi per le unità come sopra richiamato;
- nelle immediatezze tutte le ASP hanno provveduto
alle assunzioni, per come richieste, tranne l'ASP di Crotone. Considerato che:
- a tutt'oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni dei diretti interessati e
le formali diffide di organizzazione sindacale, l'ASP di Crotone non ha
proceduto ad assumere il personale utilmente collocato in graduatoria;
- tale comportamento dell'ASP di Crotone ha
prodotto e produce un grave danno e l’impossibilità di attivare i tempestivi
interventi spesso per mancanza di medici e in questo caso per mancanza di
autisti in un contesto sanitario notoriamente fragile per la Calabria. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- quali iniziative intende assumere nei confronti
dell’ASP di Crotone al fine di superare l'ingiustizia determinatasi e garantire
un miglior servizio delle ambulanze in quel territorio.
(266; 02/10/2024)
Mammoliti, Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- 1) la società AMACO (Azienda per la Mobilità
nell'Area Cosentina), società il cui capitale è interamente detenuto dal Comune
di Cosenza, gestisce il servizio di trasporto pubblico locale urbano nel Comune
di Cosenza e in altri Comuni vicini;
2) la gestione dell'anzidetto servizio avviene in
qualità di consorziata del Consorzio CO.ME.TRA.(Consorzio
Meridionale Trasporti), Consorzio al quale la Regione Calabria ha affidato, in
forza di apposito contratto di servizio appositamente stipulato, l'esercizio
del trasporto pubblico locale nel bacino calabrese;
3) AMACO è stata interessata da una procedura di
fallimento all'esito della quale è stata dichiarata la liquidazione giudiziale
della medesima società da parte del Giudice Delegato;
4) il Giudice Delegato ha disposto la gestione
provvisoria della AMACO da parte di un Curatore appositamente nominato, con
conseguente prosecuzione delle attività della società di che trattasi;
5) il Curatore ha provveduto ad elaborare un
programma di liquidazione che, inizialmente, prevedeva la vendita o l'affitto
del ramo di azienda societario dedicato al TPL (Trasporto Pubblico Locale) e,
successivamente, risultando infruttuosa la prima procedura competitiva basata
su di un bando diretto ad acquisire le relative manifestazioni di interesse, ha
previsto e, tuttora, prevede il solo affitto del medesimo ramo di azienda;
6) che, da più parti e, soprattutto, dal mondo
sindacale (FILT-CGIL Cosenza, FIT CISL Cosenza, UIL Trasporti Cosenza ecc.)
sono stati sollevati forti e ragionevoli dubbi circa la regolarità del
programma di liquidazione adottato, che contrasterebbe con i dettami dello
Statuto del Consorzio CO.ME.TRA.;
7) in particolare, facendo leva sugli artt. 10 e 7
del predetto Statuto, viene invocato il subentro, ad
AMACO, di altra società facente parte del Consorzio CO.ME.TRA., non potendo le
relative quote sociali essere trasferite, nel caso specifico, a società diverse
e non facenti parte dell'anzidetto Consorzio. Tutto ciò premesso, si interroga
il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente
Per sapere:
- tenuto conto delle problematiche indicate in
premessa, quali utili ed urgenti iniziative si intende adottare al fine di
garantire il regolare esercizio del servizio di trasporto pubblico locale
finora svolto da AMACO nonché il mantenimento dei relativi livelli
occupazionali.
(269; 15/10/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la riorganizzazione della rete territoriale
intende rivedere l’organizzazione dell’assistenza territoriale, sanitaria e
sociosanitaria della Regione Calabria;
- l’Accordo Integrativo Regionale (AIR), siglato
dal Dipartimento Tutela della salute e servizi sociosanitari, dai sindacati e
dalla struttura commissariale, provvede a definire l’organizzazione delle UCCP,
delle AFT e delle COT;
- le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) sono
una forma organizzativa multi-professionale e
strutturata come un sistema integrato di servizi che concorre alla presa in
carico della comunità di riferimento;
- le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)
sono un raggruppamento funzionale mono-professionale di medici del ruolo unico
di assistenza primaria che consente il coordinamento delle attività dei medici;
- la Centrale operativa territoriale (Cot) è un modello organizzativo della sanità territoriale
con funzione di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi
Setting assistenziali e coordinamento della presa in carico della persona.
Considerato che: - la costituzione delle suddette forme associative puntano ad
un’estensione del processo di budgeting aziendale, nonché ad un taglio delle
postazioni di continuità assistenziale;
- circa trenta sindaci della provincia di
Catanzaro, soprattutto delle aree interne, hanno chiesto la revisione della
riorganizzazione della rete territoriale, in quanto ritengono che questa
preveda il taglio delle postazioni di continuità assistenziale;
- la salute è un diritto fondamentale per il quale
il budgeting aziendale, le razionalizzazioni e le riorganizzazioni, che
rispondono a criteri di economicità, non possono prevalere sull’effettivo
godimento di tale diritto;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad Acta per
l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella
Regione Calabria
per sapere:
- quali azioni intenda intraprendere al fine di
tutelare i servizi di guardia medica e il diritto alla salute dei cittadini,
soprattutto se residenti in aree interne e con servizi sanitari insufficienti;
- se intende incontrare gli amministratori delle
aree interne e le parti sociali al fine di trovare soluzioni alternative, per
assicurare che i tagli alla medicina territoriale non compromettano il
godimento del diritto alla salute.
(273; 17/10/2024).
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- La peculiarità del sistema di erogazione delle
prestazioni assistenziali in ambito psichiatrico nel distretto sanitario della
provincia di Reggio Calabria rende necessario un piccolo excursus
storico/giuridico. La materia è regolata dal D.lgs. n. 502/1992, i cui artt.
8bis, 8ter, 8quater e 8 quinquies regolano la disciplina dell’esercizio di
attività sanitarie e sociosanitarie per conto e a carico del Servizio Sanitario
Nazionale, subordinandolo al rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e
all’esercizio e all’accreditamento istituzionale, nonché alla stipula di
accordi contrattuali. In base all’art. 8 ter, sopra richiamato, il rilascio
dell’autorizzazione alla realizzazione costituisce il momento finale di un iter
procedimentale composto da due fasi:
1) la verifica della compatibilità del progetto
rispetto alle linee programmatiche regionali, che è atto endo-procedimentale
di competenza regionale, avente natura obbligatoria e vincolante per
l’amministrazione comunale;
2) la trasmissione al Comune del suddetto parere di
verifica, ai fini dell’assunzione delle determinazioni di propria competenza in
ordine al rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione. Tali previsioni
hanno trovato attuazione a livello regionale con la L.R. n. 24/2008 (e con il
connesso regolamento attuativo), nell’ambito delle prestazioni sociosanitarie.
Va specificato che tale legge regionale non ha esaminato né considerato
l’esistenza delle strutture residenziali psichiatriche, sorte nel 1990 a seguito
della chiusura dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, nel territorio
attualmente di competenza dell’ASP 5. Altresì la normativa della Regione
Calabria ha anche previsto che le strutture pubbliche siano considerate
“provvisoriamente accreditate” (art. 65 legge finanziaria Regione Calabria
2009). Occorre pertanto evidenziare come le strutture sorte nel distretto
provinciale di Reggio Calabria, a seguito della chiusura dell’ospedale
psichiatrico, in ossequio alle linee guida della Regione Calabria allora
vigenti che regolamentavano il settore, erano (e sono rimaste ancora ad oggi)
strutture “pubbliche”. Infatti, le prestazioni sanitarie sono state ed ancora
oggi sono erogate direttamente dal competente Dipartimento di Salute Mentale
dell’Azienda sanitaria, che ha la Direzione della struttura, con utilizzo di
proprio personale medico ed infermieristico;
per la logistica (edifici) ed i servizi
alberghieri, di riabilitazione e di assistenza alla persona, l’ASP si è avvalsa
negli anni, in forza di specifici accordi contrattuali, di cooperative sociali.
In tale configurazione, che, ripetiamo ancora persiste, le strutture sono
“provvisoriamente accreditate”, in forza del citato art. 65. Tale sistema
organizzativo ha trovato applicazione nel solo distretto sanitario della
provincia di Reggio Calabria nelle altre province della Calabria le due
strutture manicomiali esistenti sono state chiuse solo nel 2009 (in notevole
ritardo rispetto le previsioni della legge 180/78). Contestualmente alla
chiusura dei manicomi di Serra D’Aiello e Girifalco, nel mese di marzo 2009
sono state approvate con la delibera di G.R, 141/2009 le nuove linee guida per
le strutture residenziali psichiatriche. Tale delibera ha previsto la gestione
in via esclusiva e l’accreditamento delle strutture da parte di soggetti
privati (in questo caso sia cooperative che privato imprenditoriale);
circostanza, questa, che si è verificata per tutte
le strutture sorte in seguito alla chiusura dei due manicomi in questione.
Considerato che: Nel 2015 è stato istituito un apposito Tavolo Tecnico dalla
regione Calabria nell’ambito del quale, d’intesa con l’ASP 5 e con tutti i
soggetti coinvolti nella gestione delle strutture, si è giunti alla
determinazione di dover porre fine al sistema che prevedeva (nella provincia di
Reggio) il solo affidamento dei servizi “domestico- alberghieri e socio
riabilitativi” alle cooperative, dovendosi invece optare per “la riconduzione
della gestione, caso per caso, o interamente al pubblico ovvero ad una gestione
interamente privata delle strutture sociosanitarie”. Non avendo l’ente pubblico
avuto la possibilità di prendere completamente in carico alcuna delle strutture
preesistenti, è stato posto a carico delle cooperative il diritto e l’onere di
accreditare in proprio ciascuna unità residenziale, presentando ai Comuni
competenti per territorio un’istanza di autorizzazione alla realizzazione ai
sensi dell’art. 8-ter. Con riferimento alla tempistica procedimentale, nella
parte finale del Verbale conclusivo del Tavolo Tecnico le amministrazioni hanno
dichiarato di concordare che “il termine ultimo per il completamento del percorso
di riqualificazione e di acquisizione dei provvedimenti abilitanti alla
continuazione delle attività fissato al 31/12/2016” Tali termini, ribaditi con
delibera n. 598/2015 dall’ASP di Reggio Calabria, non sono stati rispettati
dalla Regione Calabria e dall’azienda sanitaria, che contravvenendo ai vincoli
che esse stesse si erano date, non hanno dato seguito alcuno alle istanze
presentate dalle cooperative (che si erano fatte carico degli ingenti
investimenti prescritti), prorogando invece l’efficacia dei contratti-ponte in
essere con le strutture de quibus . Con DCA n. 221
del 20/11/2018, avente propriamente ad oggetto la “Riorganizzazione della Rete
psichiatrica territoriale ASP di Reggio Calabria – gestione fase transitoria”,
il Commissario ad acta, dato preliminarmente atto dell’operatività nell’ambito
della residenzialità psichiatrica delle strutture istituite fin dalla chiusura
dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria e, allo stato, regolate da un
‘contratto-ponte’ in attesa del perfezionamento delle procedure
dell’accreditamento istituzionale in capo alle cooperative, ha istituito un
tavolo di monitoraggio, prevedendo la chiusura dei lavori entro il 30/06/2019,
approvando un cronoprogramma per la definizione del percorso di accreditamento
delle strutture de quibus in capo alle
cooperative, già previsto dal “Tavolo Tecnico”. Nella stessa direzione si è
mosso il successivo DCA n. 91 del 10/6/2019 (“Assistenza residenziale per la
salute mentale nell'ASP di Reggio Calabria, di cui al DCA 166/2017”), con il
quale il Commissario ad acta ha raccomandato “per la realizzazione di quanto
programmato, l’utilizzo prioritario delle strutture nate dal superamento
dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria… vincolando le stesse ad attivare
l’iter finalizzato ad ottenere l’autorizzazione”. Conformemente, con delibera
n. 321 del 26/06/2019, l’ASP di Reggio Calabria, richiamata la raccomandazione
circa “l’utilizzo prioritario delle strutture attualmente individuate quali
strutture miste”, ha invitato le cooperative interessate, “al conseguimento
esclusivo dell’accreditamento, a presentare formale istanza di avvio dell’iter
istituzionale dell’accreditamento ai competenti comuni di residenza entro e non
oltre il 15 luglio 2019”. Con successivo D.C.A n. 65 del 10/03/2020 la Regione
Calabria ha provveduto alla ridefinizione del fabbisogno relativo alle
prestazioni di “residenzialità” nell’ambito del settore della “salute mentale”,
stabilendo per l’ASP di Reggio Calabria in relazione alla categoria SRP2
(‘Strutture Residenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico
riabilitativi a carattere estensivo’) – pur a fronte dell’esistenza di liste di
attesa lunghissime e del ricorso sempre più sostenuto a ricoveri fuori regione
per questa tipologia di pazienti – un fabbisogno di soli 73 p.l.
(di cui 10 già assegnati) contro i 114 della programmazione precedente. Con
Delibera del Commissario straordinario dell’ASP di Reggio Calabria n. 392/2021,
approvata con Decreto del Commissario ad acta n. 81/2021, il fabbisogno
territoriale delle prestazioni di cui si discute è stato ridotto a 43 posti
letto, anche alla luce dell’assegnazione di n. 20 posti letto alla Cooperativa
“Libero Nocera”. Alla fine, il procedimento amministrativo volto alla
definitiva riconversione delle c.d. strutture miste si è concluso con
l’assegnazione di 42 posti letto, attraverso l’utilizzo del criterio di
selezione cronologico di presentazione delle istanze da parte delle
cooperative;
criterio mai precedentemente contemplato né
menzionato, introdotto del tutto arbitrariamente (e solo dopo la presentazione
delle istanze da parte delle cooperative!) dal Dipartimento Tutela Salute per
istanze che non avrebbero dovuto essere sottoposte a selezione alcuna, bensì
alla sola verifica del possesso dei requisiti minimi per l’ammissione
all’accreditamento, come più volte esplicitato nei provvedimenti adottati
dall’ente pubblico medesimo. Giammai le cooperative avrebbero potuto immaginare
che la Regione Calabria avrebbe potuto operare una selezione di istanze
presentate per la riconversione di strutture operative da oltre 30 anni!! E
tanto meno avrebbero potuto immaginare che la Regione avrebbe utilizzato tale
criterio di selezione!! Tale iniqua ed inadeguata ripartizione dei posti è
stata stabilita come segue: - 10 posti letto al “Consorzio Sociale GOEL” -
struttura non preesistente - in forza dell’istanza trasmessa dal Comune di
Siderno ed acquisita al protocollo regionale il 19/11/2018;
si noti che essendo il percorso di accreditamento
riservato alle strutture preesistenti, l'istanza della cooperativa in questione
non avrebbe dovuto essere in alcun modo ammessa, stanti i vincoli che
l’amministrazione stessa si era data;
- 12 p.l.
all’Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”. struttura preesistente -
in forza dell’istanza trasmessa dal Comune di Villa San Giovanni il 22/2/2019;
- 20 p.l. alla “Humanitas
Cooperativa Sociale” - struttura preesistente - giusta istanza trasmessa alla
Regione dal Comune di Scido il 10/7/2019. All’esaurimento dei posti che la
Regione aveva in siffatto modo stabilito, l’ufficio competente del Dipartimento
“Tutela Salute” ha adottato pareri negativi di compatibilità sanitaria nei
confronti delle istanze trasmesse successivamente a quella inoltrata dalla
cooperativa “Humanitas”. Sono così state escluse le istanze benché trasmesse
entro il termine prefissato del 15/07/2019, dalle cooperative “Città del Sole”
(1 struttura, 20 pl);
“Futura” (1 struttura, 20 p.l.);
“Rinascita” (2 strutture 40 p.l.
complessivi);
“Skinner” (1 struttura, 20 p.l.)
e consequenzialmente i Comuni competenti hanno emesso provvedimenti di diniego
all’autorizzazione alla realizzazione. È da rilevare come tali atti -
severamente censurati dal Tribunale Amministrativo Regionale - appaiano del
tutto incongrui sotto diversi profili. Innanzitutto, è da sottolineare che i
posti letto esistenti nelle strutture psichiatriche della Provincia di Reggio
erano ( ed ancor più sono ad oggi) del tutto
insufficienti a rispondere all’effettivo fabbisogno espresso nel territorio;
prova inconfutabile ne sia quanto esplicitato nella
delibera ASP 5 n.1074 del 4/12/23 (approvazione della Rete Territoriale
Aziendale), ove a pag. 30 punto 4.6.1 si legge testualmente “Attesa la
situazione aziendale circa le strutture miste, che attualmente danno assistenza
di tipo residenziale a circa 154 pazienti, e la enorme carenza di risposte in
sede che determina elevata mobilità passiva l’Azienda si riserva eventuali
precisazioni ed integrazioni a seguito di indicazioni regionali”;
non di meno è da tenere in considerazione che nel
documento di programmazione della Regione Calabria (Rete Territoriale,
approvata con DCA 197 del 12/07/2023), al paragrafo 3.5.1 residenzialità
psichiatrica, pag. 85 si legge “Si evidenzia che in molte strutture esistono
liste di attesa significative, mentre il ricorso a ricoveri fuori regione
risulta con riferimento all’anno 2019 pari a circa 900 pazienti psichiatrici di
cui circa 200 all'anno su disposizione dell'autorità̀ giudiziaria”. Ecco
che così, paradossalmente, mentre la Rete Territoriale dei servizi della
Regione e la Rete Territoriale dei servizi dell'ASP 5 rilevano una gravissima
ed inaccettabile carenza di posti letto, la programmazione dei posti letto
della Regione Calabria prevede sostanzialmente una ulteriore sforbiciata di ben
100 posti letto (escludendo 5 strutture da 20 posti preesistenti!), che, nella
malaugurata (e preannunciata!) ipotesi di attuazione, andrebbe ad aumentare il
già enorme numero dei pazienti curati fuori dal territorio ed il numero dei
pazienti rimasti senza cure! Non si può inoltre fare a meno di rilevare come,
attraverso un evidente vizio logico, nell’ASP 5 è stato introdotto, già dal
2015, il blocco dei ricoveri nelle strutture residenziali psichiatriche
esistenti! Tale blocco, inaccettabile in un territorio appartenente ad un paese
civile, che perdura da 9 anni, sarebbe,
paradossalmente, “giustificato” dall’ASP in relazione alla circostanza che le
strutture in esame non erano e non sono state ancora accreditate in capo alle
cooperative! Tralasciando il fatto che il mancato accreditamento delle
strutture in capo alle cooperative è stato cagionato dall’inerzia dell’ente
pubblico, resterebbero da comprendere gli oscuri motivi che nel 2015, in
concomitanza alla decisione di far transitare le strutture de quo verso la
configurazione di accreditamento in capo alle cooperative, hanno determinato il
blocco dei ricoveri. Che bisogno c’era (e ci sarebbe!) di bloccare i ricoveri
in strutture che erano (e sono ancora ad oggi!) “pubbliche”, pertanto come tali
provvisoriamente accreditate, in procinto di transitare verso un nuovo regime
di accreditamento in capo alle cooperative? Tali incomprensibili ed iniqui
provvedimenti oltre a creare gravissime conseguenze sul piano sociale, ledendo
il diritto alla cura per una categoria di pazienti particolarmente fragili ,
creano danni alle casse dell’ASP 5 e della Regione: mentre da un lato l’ASP 5
continua a retribuire il personale sanitario e direttivo operante nelle
strutture residenziali del territorio, l’ente medesimo impedisce che in esse si
effettuino nuovi ricoveri, preferendo spendere cifre molto più consistenti per
i ricoveri effettuati fuori provincia e fuori Regione;
in altre parole, l’ASP retribuisce i propri
dipendenti per le prestazioni sanitarie, ma corrisponde la retta per intero
(comprensive anche delle stesse prestazioni sanitarie), a soggetti privati
operanti fuori provincia! Tenuto conto che: Nei confronti delle Cooperative
Sociali “Città del Sole”, “Futura”, “Skinner” e “Rinascita” (per due
strutture), è stato emesso dalla Regione Calabria parere di compatibilità
negativa nel mese di giugno e consequenzialmente i Comuni hanno emesso nei
confronti delle stesse, provvedimento di diniego sulle istanze di
autorizzazione prodotte ai sensi dell’art. 8-ter D.lgs. n. 502/1992. I suddetti
provvedimenti sono stati impugnati dalle rispettive Cooperative Sociali davanti
al TAR – Sezione Staccata di Reggio Calabria. Preso atto che: Il TAR – Sezione
Staccata di Reggio Calabria, con sentenza n. … REG.PROV.COLL., ha accolto il
ricorso introdotto dalla Cooperativa Sociale “Città del Sole” nel procedimento
iscritto al n. … REG.RIC, in particolar modo: - ha annullato per l’effetto il
parere regionale negativo di compatibilità con la programmazione sanitaria
impugnato;
- ha accolto il primo atto di motivi aggiunti,
annullando per l’effetto il conseguenziale provvedimento negativo espresso dal
comune competente relativamente alla richiesta di autorizzazione ai sensi
dell’art. 8 ter;
- ha accolto il secondo atto di motivi aggiunti
annullando per l’effetto i pareri di compatibilità con la programmazione
sanitaria regionale adottati dalla Regione Calabria in favore del Consorzio
Sociale GOEL, dell’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni e della Cooperativa
Sociale Humanitas, nonché i conseguenziali provvedimenti autorizzativi emessi
dai Comuni competenti. Preso atto altresì che il TAR, nella parte motiva della
sentenza evidenzia come tutte le strutture preesistenti (e solo le strutture preesistenti)
hanno acquisito il diritto all’accreditamento, dichiarando altresì illegittimo
il criterio cronologico adottato dalla Regione Calabria nell’assegnazione dei
posti letto. I giudici infatti così si esprimono: “Pur ritenendosi, dunque, che
l’amministrazione non avrebbe dovuto procedere ad una preliminare attività
comparativa ai sensi dell’art. 6 del Regolamento approvato con DCA n. 81/2016 –
in quanto nei fatti surrogata dalla reiterazione delle convezioni temporanee
stipulate negli anni, evidentemente, sul presupposto della persistenza delle
condizioni per l’erogazione del servizio, e, ad ogni modo, in considerazione
dell’eccentricità della situazione rispetto a quella ‘ordinaria’ oggetto di
regolamentazione normativa –, il criterio cronologico impiegato per
l’assegnazione dei posti letto disponibili risulta indiscutibilmente
illegittimo.” Ed ancora: “Sicché, la reiterata raccomandazione per l’utilizzo
prioritario” delle strutture ‘miste’ in questione era incontrovertibilmente da
intendere quale obbligo di soddisfare per tramite delle stesse l’intero
fabbisogno territoriale di riferimento, aprendo all’accreditamento di terzi
operatori soltanto in caso di restante capienza. Dal richiamo alla ‘normativa
vigente’ contenuto negli atti di cui si è detto – da intendersi quale ‘limite’
del fabbisogno complessivo di prestazioni stabilito nell’atto di programmazione
della rete territoriale di assistenza –, per converso, diversamente da quanto
opinato dalla Regione Calabria, non avrebbe potuto desumersi un elemento
ostativo alla favorevole definizione del procedimento di conversione nei
confronti di una o più delle strutture istanti, non essendo stato in alcun modo
previsto nei DCA regolamentanti tale inedita procedura il ricorso ad un
criterio selettivo di natura temporale”. Inoltre, il TAR, esplicita la strada
che la Regione Calabria avrebbe dovuto/dovrebbe adottare: “anziché ricorrere al
criterio cronologico, ledendo per le ragioni esposte le aspettative
legittimamente coltivate da alcune delle cooperative interessate all’avviato
procedimento di riconversione, la Regione Calabria avrebbe potuto, molto più
plausibilmente, rimodulare l’assegnazione dei posti letto in modo da garantire
l’accreditamento pro quota, in ragione del numero richiesto, di tutte i soggetti
istanti. Per tal via questi ultimi, dopo oltre un ventennio di attività
prestata in favore dell’ASP, avrebbero potuto ottenere l’agognato formale
riconoscimento del loro status giuridico di ‘strutture accreditate’, ambendo
successivamente, nell’evenienza di una rimodulazione in aumento del fabbisogno
territoriale della residenzialità della salute mentale, ad un incremento del
numero di posti letto assegnati”. Rimodulazione che, ai giudici del Tribunale
Amministrativo appare sicuramente necessaria, in ragione della grave dimensione
della migrazione sanitaria e delle lunghe liste di attesa sussistenti nel
settore ammesse ed esplicitate nella Rete dei Servizi della Regione Calabria e
della ASP 5, di cui si è già detto. Sul punto il TAR richiama la nota prot.
40876 del 07/08/2023 trasmessa dall'ASP di Reggio Calabria al Commissario ad
acta ed al Dipartimento regionale ‘Tutela della Salute’, attraverso cui il
Direttore Generale segnalava la gravissima situazione derivante dal mancato
perfezionamento delle procedure di autorizzazione e quindi di accreditamento di
ognuna delle cooperative ricorrenti “nonostante le strutture siano esistenti ed
operanti sul territorio da anni. Con la conseguenza del “blocco dei ricoveri”,
con l’impossibilità di inserire nuova utenza, e il permanere in stato di
cronicità, di quella già inserita da anni. Diretto effetto, nonostante
l’ingente spesa affrontata, è l’impossibilità a soddisfare in loco la continua
domanda per cui si è giunti, malgrado tutto, al punto in cui l’invio fuori regione,
con il carico di spesa che esso comporta, rimane l’unica possibilità di non
essere inadempienti rispetto al proprio obbligo di cura”. Alla luce di quanto
emerso e stabilito con la sentenza n. … REG.PROV.COLL
del TAR – Sezione staccata di Reggio Calabria, nonché alla gravità della
situazione attestata anche nei documenti di programmazione sanitaria (Rete
Territoriale) della Regione e dell’ASP 5, nonché nella nota a firma del
Direttore Generale dell’ASP 5, prot. 40876 del 07/08/2023, a Lei trasmessa in
cui tra l’altro si legge “si ribadisce la necessità di identificare strategie
sollecite e rapide, definendo un percorso di accreditamento destinato alla
peculiarità delle strutture già esistenti evitando che le stesse vengano
considerate come nuove strutture, superando la necessità che esse procedano
alla richiesta di essere autorizzate alla realizzazione, ergo ritenendo già
acquisiti i requisiti previsti dall’art. 8.ter, L. 502/1992” Posto altresì che,
nel corso di un incontro tenutosi il 16/10/2024 presso la Prefettura di Reggio
Calabria, la Regione (nella persona del sub commissario …..) e l’ASP 5 (nella
persona del Direttore Generale dr.ssa …….) hanno rappresentato al Prefetto una
situazione del tutto distorta della vigente situazione qui ricostruita. In
particolare, hanno evidenziato che a seguito della citata sentenza del TAR
sarebbe emersa la necessità della chiusura delle strutture operanti sul
territorio reggino, sia quelle a cui era stato dato parere positivo sia quelle
a cui era stato parere negativo, con il conseguente trasferimento di tutti i
pazienti fuori dalla provincia. In realtà, la sentenza sopra citata non annulla
l’iter procedurale adottato per il riconoscimento e l’accreditamento delle
cooperative sociali ma si limita ad annullare quei provvedimenti regionali e
comunali che hanno assegnato o rigettato le istanze sulla base del criterio
cronologico, ritenuto illegittimo. Anzi, il Tar dando per assodato il
riconoscimento delle suddette strutture ha suggerito una modalità di
assegnazione differente dando la possibilità a tutte le strutture di essere
assegnatarie pro-quota dei posti letti a disposizione. A conclusione della
riunione, i suddetti rappresentanti hanno poi preannunciato ricorso al
Consiglio di Stato. Interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali provvedimenti vorrà adottare per
autorizzare il tempestivo accreditamento e contrattualizzazione delle
Cooperative sociali di cui sopra, previa verifica dei requisiti minimi di
funzionamento;
2. se provvederà, nell’ambito delle strutture di
cui sopra e di concerto con l’ASP 5, all’immediato sblocco dei ricoveri;
3. se vorrà adottare provvedimenti, di concerto con
l’ASP 5, volti a ampliare il numero dei posti letto da destinare alle Strutture
Residenziali Psichiatriche nell’ambito dell’ASP 5, anche mediante rimodulazione
interna in ambito aziendale dei posti letto destinati alle diverse tipologie di
Residenze Sanitarie, traslando, ove ridondanti, i posti letto previsti nella
programmazione sanitaria verso le residenze psichiatriche, SRP 2 in
particolare, quanto meno fino a poter garantire la contrattualizzazione a pieno
regime dei posti letto così come inizialmente e contrattualmente previsti negli
accordi sottoscritti;
4. quali sono i ricoveri attuali a carico dell’ASP
di Reggio Calabria e quali quelli fuori Regione;
quanti sono i pazienti reggini ricoverati presso le
altre provincie, in particolare presso la struttura “Borgo dei Mastri” sita in
Paternò Calabro (CS), e quali sono stati i criteri per la loro collocazione;
5. quali sono i costi annui sostenuti dall’ASP 5
per l’assistenza residenziale psichiatrica resa ai pazienti fuori dal
territorio, in particolare nelle province di Cosenza e Catanzaro;
6. quali provvedimenti la Giunta della Regione
Calabria ed il Commissario alla Sanità intendano attuare per consentire il
diritto, a tutti i pazienti della Provincia di Reggio Calabria, di essere
curati nel proprio territorio di residenza, evitando lo sradicamento e/o
l’assenza di cure;
7. quali sono i provvedimenti che la Giunta della
Regione Calabria ed il Commissario Straordinario intende attuare per contenere,
per il futuro, le necessità di ricovero nelle strutture residenziali
psichiatriche, atteso che l’abnorme numero di ricoveri fuori provincia e fuori
Regione attesta in maniera inequivocabile quanto si riscontra nel territorio,
riguardo l’assenza di quei servizi (centri diurni, assistenza domiciliare,
ecc.) che dovrebbero, attraverso azioni di prevenzione, riuscire a ridurre
l’incidenza dei ricoveri in strutture residenziali;
8. quali sono le determinazioni che la Giunta della
Regione Calabria ed il Commissario alla Sanità intendono attuare per ridefinire
le “linee guida per la Tutela della Salute Mentale” atteso che quelle in
vigore, che derivano dalla Delibera G.R. 141/2009, non appaiono in linea con le
previsioni della normativa nazionale (legge 180/78), sia in quanto non
prevedono gli standard dei servizi diversi dalle strutture residenziali, sia in
quanto, per queste ultime, sono previsti parametri inadeguati e standard di personale
del tutto insufficienti a garantire la buona qualità del servizio, in
particolare riguardo la fondamentale funzione riabilitativa del tutto
dimenticata, essendo previsto un solo educatore ogni dieci pazienti.
(275; 25/10/2024).
Alecci, Bevacqua, Bruni, Iacucci, Mammoliti,
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- notizie di stampa riportano la mancanza di
linearità su talune procedure messe in atto dall'ASP di Cosenza, analizzando la
gara per l'affidamento del servizio di pulizia per tutti i presidi sanitari ed
ospedalieri ricadenti sul territorio di competenza della stessa;
- in particolare, sullo stesso oggetto, l'ASP ha
emanato prima un bando che prevedeva una "gara ponte" nelle more
dell'espletamento della stessa sulla piattaforma nazionale CONSIP e,
successivamente, un altro che non faceva più riferimento alla procedura CONSIP.
Considerato che: - in riferimento alla trasparenza, per tali procedure sussiste
l’obbligo di ricorrere al mercato elettronico. Tutto ciò premesso e considerato
interrogano il Presidente della Giunta Regionale anche nella qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema
sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- le motivazioni che hanno indotto l'ASP di Cosenza
alla pubblicazione di una duplice versione del bando;
- se la struttura commissariale ha dato direttive
agli enti sanitari sulla procedura da seguire al fine di unificare il
procedimento;
- se Azienda Zero, ente di governo della sanità
calabrese, sia stata coinvolta e resa partecipe nel processo al fine di
ottimizzare al massimo la spesa attraverso un procedimento unico per tutte le
Aziende sanitarie calabresi.
(287; 18/11/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro
rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la sanità calabrese,
fornendo servizi essenziali ad un’ampia fascia di cittadini;
- in data 22 marzo 2024, in esecuzione della
deliberazione 355, è stato indetto un avviso pubblico da parte dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” per il conferimento dell’incarico
di Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale del presidio
ospedaliero “Pugliese – Ciaccio”;
- in data 4 giugno 2024 si è riunita la Commissione
prevista per le operazioni di sorteggio dei componenti da nominare nella
Commissione esaminatrice dell’avviso pubblico, per titoli e colloquio, per il
conferimento dell’incarico quinquennale di Direttore della Struttura Complessa
di Chirurgia Generale, indetto con delibera di cui sopra, pubblicata sulla G.U.
n. 36 del 3 maggio 2024;
- risulta che il concorso per la nomina del
primario per il reparto di chirurgia generale non sia ancora stato espletato,
nonostante le esigenze organizzative e le necessità di garantire una guida
stabile e competente per l’attività sanitaria;
- la carenza di personale medico e l’assenza di un
primario titolare rischiano di compromettere la qualità delle prestazioni
sanitarie offerte, aggravando la situazione già critica della sanità regionale;
considerato che: - i medici e il personale
sanitario operano in condizioni estremamente gravose, con turni di lavoro
massacranti che spesso superano i limiti previsti dalle normative vigenti;
- questa situazione mette a rischio la salute
psicofisica degli operatori sanitari, oltre a incidere negativamente sulla
qualità delle cure offerte ai pazienti;
- la mancata organizzazione efficiente del
personale e la gestione inadeguata dei carichi di lavoro sono sintomatiche di
una cattiva amministrazione del sistema sanitario regionale;
- la nomina del primario è di fondamentale
importanza sia per l’organizzazione e la gestione del reparto di chirurgia
generale che per le attività del personale sanitario;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella
Regione Calabria,
per sapere:
per quale motivo il concorso per la nomina del
primario nel reparto di chirurgia generale presso l’ospedale “Pugliese-Ciaccio”
di Catanzaro non è ancora stato espletato e quali sono i tempi previsti per la
sua realizzazione;
- quali misure immediate la Regione intenda
adottare per migliorare le condizioni di lavoro dei medici e del personale
sanitario, garantendo un’organizzazione dei turni che rispetti le normative
vigenti e assicuri la tutela della salute dei lavoratori;
- se sono previsti interventi straordinari per il
potenziamento del personale sanitario presso l’ospedale “Pugliese-Ciaccio”, al
fine di alleggerire il carico di lavoro e migliorare la qualità dell’assistenza
offerta ai pazienti.
(289; 28/11/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32
della Costituzione italiana, che garantisce l’accesso universale a cure e
servizi sanitari adeguati per tutti i cittadini;
- la città di Crotone e l’intera area della
provincia soffrono da anni di una grave carenza di servizi sanitari essenziali,
in particolare per quanto riguarda l’accesso alla medicina nucleare e a terapie
come la radioterapia e la PET (Tomografia a Emissione di Positroni);
- i cittadini crotonesi sono costretti a spostarsi
verso Catanzaro o, in alternativa, a rivolgersi a strutture sanitarie private,
con un conseguente aggravio economico e psicologico, oltre a ritardi
potenzialmente pericolosi per la diagnosi e il trattamento di patologie gravi,
tra cui il cancro. Considerato che: - la medicina nucleare è essenziale per la
diagnosi precoce e il trattamento di molte patologie, in particolare
oncologiche. La mancanza di queste prestazioni sul territorio penalizza
gravemente i cittadini crotonesi rispetto ad altre aree della Calabria;
- la dipendenza da strutture private rappresenta
una violazione del principio di equità nel servizio sanitario nazionale, che
dovrebbe garantire a tutti i cittadini un accesso paritario alle cure senza
discriminazioni di tipo geografico o economico;
- il potenziamento delle strutture sanitarie locali
ridurrebbe significativamente i costi per il sistema sanitario regionale,
migliorerebbe l’efficienza e diminuirebbe il fenomeno della migrazione
sanitaria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della
Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del
Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,
per sapere:
se sia a conoscenza delle gravi carenze sanitarie
che affliggono la provincia di Crotone, in particolare della mancanza di
un’unità operativa di medicina nucleare e di strutture per la radioterapia;
- quali azioni concrete intenda intraprendere per
colmare queste lacune e garantire ai cittadini crotonesi un accesso equo a
servizi sanitari essenziali;
- se la Regione intenda avviare un piano
straordinario per l’installazione di apparecchiature PET, di radioterapia e di
altri servizi diagnostici e terapeutici a Crotone, così da evitare lo
spostamento forzato dei pazienti verso altre città;
- se sia prevista una revisione delle convenzioni
con le strutture private per garantire che i servizi essenziali vengano
prioritariamente resi disponibili nelle strutture pubbliche.
(294; 04/12/2024).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- le camere mortuarie rappresentano un servizio
essenziale all’interno di ogni struttura ospedaliera, non solo per la funzione
sanitaria, ma anche per garantire dignità e rispetto alle persone decedute e ai
loro familiari;
- presso l’ospedale di Crotone, le camere mortuarie
versano in condizioni di grave degrado, con ambienti fatiscenti, sporcizia
diffusa e una totale mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria;
- si segnala, inoltre, la mancata operatività degli
ascensori dedicati al trasporto delle salme, che costringono il personale a
soluzioni di fortuna, aggravandone la situazione e compromettendo la sicurezza
e la dignità delle operazioni. Considerato che: - la situazione descritta è
stata più volte denunciata dai cittadini e dalle associazioni locali, che
lamentano l’assenza di interventi concreti da parte delle autorità competenti;
- lo stato delle camere mortuarie e delle
infrastrutture annesse non solo rappresenta una grave mancanza di rispetto
verso i defunti e le loro famiglie, ma è anche potenzialmente lesivo della
salute pubblica e delle norme igienico-sanitarie;
- l’ospedale di Crotone serve un’ampia area del
territorio calabrese, rendendo urgente e imprescindibile un intervento
risolutivo per ripristinare condizioni decorose e funzionali. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in
qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai
disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,
per sapere:
- se sia a conoscenza delle disastrose condizioni
delle camere mortuarie dell’ospedale di Crotone e della mancanza di ascensori
operativi dedicati al trasporto delle salme, - quali siano i motivi del
perdurare di tale situazione e se siano state avviate verifiche da parte delle
autorità sanitarie competenti per accertare eventuali violazioni delle norme
igienico-sanitarie;
- quali provvedimenti immediati si intendano
adottare per il ripristino della piena funzionalità delle camere mortuarie, il
miglioramento delle infrastrutture annesse e la messa in funzione degli
ascensori dedicati;
- se siano previsti fondi specifici o piani di
investimento per la riqualificazione delle strutture ospedaliere di Crotone,
con particolare riferimento alle camere mortuarie.
(296; 06/12/2024).
Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-l’ASP di
Cosenza ha provveduto a transigere con BFF Bank un contenzioso oggetto di cause
vinte dall’avvocatura aziendale, in alcuni casi persino in Cassazione, ragion
per cui è lecito dubitare della legittimità dell’intera operazione e delle
fatture in relazione alla mancanza di prova dell’esistenza del credito con
conseguente nullità delle presunte obbligazioni non fondate su contratto
scritto;
-il direttore generale, incredibilmente, ha chiesto
il parere alla propria avvocatura aziendale solo dopo aver sottoscritto la
transazione per la quale invece si è avvalso di un consulente esterno (prof.
***), che ad oggi è subentrato inspiegabilmente in tutte le cause del Direttore
dell’UOC Area Legale a titolo gratuito;
-l’UOC Area Legale non aveva ritenuto di indicare
tali contenziosi tra quelli da segnalare per il relativo accantonamento nel
fondo rischi, in quanto si trattava di cause vinte almeno in I°
grado e senza alcuna speranza di poter essere vinte da BFF in II° grado, non
avendo prodotto alcun contratto che giustificasse le prestazioni;
-con tale transazione si è proceduto al pagamento
di somme in gran parte non dovute, perché relative a fatture oggetto di giudizi
seguiti e vinti dall’Avvocatura interna (per un ammontare circa di €
25.555.479,22 solo per capitale) o perché non in circolazione e, quindi, non
reclamabili ai dell’art. 16 septies c. 2 lett. C9 del
D.L. 146/2021, convertito in legge n. 215/2021;
-già dai primi accertamenti resi dalla stessa BFF
nel 2022, il presunto credito vantato verso l’ASP di Cosenza, risultava
ammontante a complessivi € 6.428.108,63 per “quota capitale” e in €
3.213.452,56 per il “saldo interessi” (oltre € 345.478,70 quale “saldo
anatocistici”), mentre nella transazione del dicembre 2023 l’importo è stato di
ben € 39 milioni, nettamente superiore a quello indicato dalla stessa BFF solo
pochi mesi prima;
-nell’atto transattivo sottoscritto dal Direttore
Generale dell’A.S.P. il 16.12.2023 l’Azienda si è impegnata a pagare l’importo
complessivo di € 39.000.000 di cui: € 13.619.100,44 quali fatture presenti in
contabilità, € 1.854.009.03 quali “fatture non in contabilità oggetto di
titoli”, € 23.526.890.53 a titolo di “nota debito emessa per accessori oggetto
di accordo”, escludendo le fatture emesse da Althea Italia S.p.A.,
raggiungendo, in ogni caso, l’importo di € 39.000.000 che rappresenta una quota
rilevante dell’intero disavanzo del SSR;
-con riferimento ad Althea appare che invece di
essere escluse, risulterebbero pagate fatture di interessi sulle fatture
escluse espressamente nella transazione;
-l’UOC Area Legale dell’ASP ha espresso criticità
in merito alla transazione perché non era chiaro se si fosse tenuto conto delle
sentenze vinte dall’avvocatura interna, né se si fosse tenuto conto che il
Giudice si era espresso nel considerare che gli interessi andassero calcolati
dalla data della domanda e non da quella delle scadenze delle fatture, né si
comprendeva se fossero state escluse quelle somme non in circolarizzazione, né
risultava specificato se BFF avesse rinunciato al 100% degli interessi relativi
ai procedimenti definiti con le sentenze sopra riportate (ritenuti non dovuti
dal Giudice) e in relazione agli ulteriori giudizi pendenti in cui era stata
eccepita la mancanza del fondamento contrattuale (proprio come nei giudizi in
cui il Tribunale aveva già rigettato tutte le domande avanzate da BFF);
-la U.O.C. Affari Legali aveva fatto presente che
gli importi richiesti a titolo di interessi e accessori indicati nella bozza
del 15.12 (complessivamente pari ad € 20.014.856,65) così come gli interessi e
gli accessori quantificati nell’atto transattivo del 16.12 (confluiti nella
nota debito dell’importo di € 23,526,890.53) non offrivano i dati necessari ai
fini della verifica della legittimità degli importi richiesti. Considerato che:
(…) -in sede di bilancio a consuntivo anno 2023 dall’adozione della delibera di
approvazione, n. 1310/2024, si apprende che il fondo rischi è stato elaborato
da una società di revisione contabile, la Proxima Audit Italia sorta pochi mesi
prima, che ha ricevuto l’incarico senza alcuna procedura di evidenza pubblica,
mentre non si è tenuto conto del fondo rischi elaborato dall’ufficio legale
interno;
-i Revisori dei Conti hanno sollevato diverse
criticità, chiedendo soprattutto al Servizio Finanziario dell’ASP di Cosenza se
avesse provveduto alla verifica delle fatture prima dell’emissione dei mandati,
che risulterebbero di data anteriore alla stipula della stessa transazione,
approvando “con riserva” il bilancio a consuntivo 2023. Tenuto conto che: (…)
-a seguito dell’interrogazione rivolta al Presidente della Regione dal gruppo
consiliare PD, è emerso che sarebbe stata istituita una rete di controlli a
monte sul debito, attraverso il meccanismo della piattaforma per la
circolarizzazione e attraverso il monitoraggio di esperti nominati dalla
Regione, sotto il controllo della Guardia di Finanza;
-tali controlli stanno avvenendo solo ora a
distanza di 1 anno dalla transazione e dopo che il pagamento dell’intera somma
è avvenuta entro il 31.12.2023, a seguito del clamore mediatico sollevato dalle
testate giornalistiche appalesando come nessun controllo sia stato fatto prima
della transazione e prima dell’emissione dei mandati di pagamento da parte dei
Servizi Finanziari dell’ASP di Cosenza, che, lavorando anche durante le
festività natalizie (ricevendo a tal proposito incentivi economici sulla busta paga
di Natale) hanno pagato l’intera somma entro la fine del 2023;
- la circostanza che comprova l’assenza di
verifiche contabili è evidente anche dalla recente delibera n.2080 del
30.09.2024, con la quale è stato previsto un progetto obbiettivo di circa
350.000,00 euro in favore dei dirigenti e funzionari del comparto, che avessero
partecipato per la verifica di fatture per i bilanci pregressi (che comprendono
le cause contro BFF) Preso atto che: -è ormai evidente la responsabilità del
direttore generale in ordine alla irregolare definizione di detta transazione e
alla generale gestione del bilancio e delle procedure di verifica considerato
anche l’utilizzo per detta transazione dei fondi destinati a coprire le
soccombenze di altri contenziosi che sarebbero rimaste senza provvista
generando interessi passivi e danno erariale;
-anche l’Asp di Reggio Calabria ha provveduto a
definire atto di transazione con BFF con delibera 3355 del 21.12.2023 Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. Se corrisponde al vero che i pagamenti per la
transazione dell’ASP di Cosenza siano iniziati in epoca ben antecedente alla
stipula della transazione stessa ed alla data della deliberazione di
recepimento e quindi in assenza di alcuna legittimazione giuridica e contabile.
2. A quali periodi risalgono le fatture oggetto della transazione firmata
dall’ASP di Reggio con BFF e se erano state circolarizzate
ai sensi dell’art.16 septies comma 2 lett.c del DL146/2021 convertito in legge 215/2021, se sono
state controllate per verificare la fondatezza del credito e la legittimità
dell’obbligazione e l’assenza di sentenze positive per l’Ente. 3. Quali urgenti
provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende
assumere a tutela dell’erario regionale e per ridurre il danno erariale
emergente dalla transazione definita dall’Asp di Cosenza. 4. Quali urgenti
provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende
assumere verso il direttore dell’Asp di Cosenza e verso i responsabili dei
controlli regionali e a tutela dei funzionari che hanno invece segnalato le
anomalie e le illegittimità della procedura testé
descritta. 5. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di
Commissario per la Sanità intende prendere per potenziare il sistema dei
controlli che rischia di essere un modello didascalico, in assenza di un
puntuale coinvolgimento degli uffici legali e di una raccolta completa dei dati
da sottoporre alle verifiche opportune previste nel protocollo di intesa con la
Guardia di Finanza, per un effettivo e non formale controllo.
(300; 20/12/2024).
Il Consiglio regionale
premesso
che:
·
L’articolo 57, comma 3 della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi Dipartimenti
della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa
con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Finanze,
Programmazione e sviluppo economico" per la definitiva istruttoria di
propria competenza;
·
la Giunta regionale trasmette
i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma
dell’articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;
visti
·
la legge regionale 20 dicembre
2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo
dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);
·
la legge regionale n. 8/2002;
·
l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione
Calabria);
·
il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi);
vista la
deliberazione della Giunta regionale n. 746 del 20 dicembre 2024, recante: “Bilancio
di previsione 2025-2027 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio Regionale per gli atti
di competenza”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n.
205/12^;
vista la
deliberazione n. 135/C.S. del 14 novembre 2024, con la quale il Commissario
Straordinario dell’ARSAC ha approvato il Bilancio di Previsione 2025-2027,
secondo gli schemi contabili di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118, allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e al
presente atto quale parte integrante e sostanziale;
atteso
che il Revisore unico dei conti dell’ARSAC, con verbale n. n.
7 del 19.11.2024, allegato alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e al presente
atto quale parte integrante e sostanziale,
·
con riferimento alle
previsioni di parte corrente, ha considerato congrue le previsioni di spesa e
attendibili le entrate previste, sulla base delle previsioni definitive 2025 –
2027, della salvaguardia degli equilibri effettuata ai sensi dell'art. 193 del
TUEL, della quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità;
·
con riferimento alle
previsioni di investimenti, ha considerato coerente la previsione di spesa per
investimenti con il programma amministrativo ed il piano di sviluppo
dell’Azienda;
·
con riferimento alle
previsioni di cassa ha riscontrato che “anche se non sono elaborate in
considerazione di eventuali presumibili ritardi nella riscossione e nei
pagamenti delle obbligazioni già esigibili, sono attendibili in relazione
all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza, tenuto conto
della media degli incassi degli ultimi cinque anni, e congrue in relazione al
rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai cronoprogrammi e alle
scadenze di legge e agli accantonamenti” al fondo crediti di dubbia
esigibilità.
·
ha verificato che, con
riferimento alle norme sul contenimento della spesa, c.d. “Spending review”, lo
stanziamento previsto nel bilancio di previsione 2025-2027, per le spese per il
personale al lordo degli oneri riflessi, dell’Irap, e le spese di funzionamento,
non supera i limiti di spesa impegnata per l’esercizio 2022;
·
ha verificato che il bilancio
è stato redatto in osservanza delle norme di legge, dello statuto e del
regolamento di contabilità dell’Ente, nonché dei principi previsti
dall’articolo 162 del TUEL, dalle norme del d.lgs. 118/2011 e dai principi
contabili applicati 4/1 e 4/2 allegati allo stesso decreto legislativo;
·
ha rilevato la coerenza, la
congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e ha
espresso “parere favorevole sulla proposta di Bilancio di Previsione 2025-2027
e sui documenti allegati”;
considerato
che il dipartimento regionale “Agricoltura e Sviluppo
Rurale”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito
dell’istruttoria di competenza (prot. n. 786631 del 16 dicembre 2024), allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
ha provveduto a verificare il
rispetto dei limiti di spesa di cui all’art. 1, comma 1, lettera a) della l.r. n. 62/2023 in materia di spending review, rilevando
che il contenimento della spesa può considerarsi complessivamente conseguito;
·
nell’esprimere parere
favorevole al Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Azienda regionale per lo
Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), ha raccomandato:
- un puntuale monitoraggio delle voci di spesa nel corso dell’esercizio;
- di contenere gli impegni per spese di funzionamento nell’importo
complessivo di € 147.730,85;
- appena l’Organo di vertice sarà nominato, di provvedere alla
formalizzazione delle rettifiche agli allegati di cui alla deliberazione n.
116/CS del 19/09/2024 ed alla conseguente asseverazione da parte dell’organo di
revisione.
tenuto
conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di
competenza, allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
ha verificato la sussistenza
degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118;
·
ha raccomandato all’Ente “di
verificare, con riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, durante
l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità
del fondo in esame, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di
eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in
termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con
riferimento all’effettivo andamento degli incassi adottando se necessarie,
apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio”;
·
relativamente alla previsione
del Fondo Pluriennale Vincolato, a seguito del completamento della procedura di
riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2024, ha raccomandato
all’Ente, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se
necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale,
nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata;
·
ha preso atto dei pareri
favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Ente e del dipartimento
“Agricoltura e Sviluppo Rurale”, che esercita la vigilanza sulle attività
dell’Ente,
ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4
febbraio 2002, n.8, sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027
dell’ARSAC, fermi restando, i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle
rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dal Revisore dei conti
dell’ente, nonché dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, e ha ritenuto
“possibile procedere, da parte della Giunta Regionale, alla trasmissione della
proposta di Bilancio di Previsione 2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al Consiglio Regionale, ai sensi
dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 14 gennaio 2025,
si è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione
2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese
(ARSAC) e i documenti ad esso allegati;
udito il consigliere Montuoro, che ha illustrato il
provvedimento,
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate,
-
di approvare, ai sensi
dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di
previsione 2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che
costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
premesso
che:
·
L’articolo 57, comma 3 della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi Dipartimenti
della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa
con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
·
la Giunta regionale trasmette
i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma
dell’articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;
visti
·
l’articolo 9 della legge
regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni,
agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del
settore sanità), che ha istituito l’Ente per i Parchi Marini Regionali;
·
la legge regionale n. 8/2002;
·
l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione
Calabria);
·
il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi;
vista la
deliberazione della Giunta regionale n. 765 del 27 dicembre 2024, recante: “Bilancio
di previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.). -
Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”,
rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 206/12^;
visto il
decreto n. 324 del 13 dicembre 2024 del Commissario Straordinario dell’Ente per
i Parchi Marini Regionali, con cui è stata approvata la proposta di bilancio di
previsione 2024-2026 dell’Ente, allegato alla deliberazione della Giunta
regionale n. 765 del 27 dicembre 2024 e al presente atto quale parte integrante
e sostanziale;
atteso
che il Revisore unico dei conti dell’Ente, con verbale del 12 dicembre 2024, allegato alla DGR n. 765 del 27 dicembre 2024 e alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
per quanto riguarda il
rispetto della normativa sul contenimento della spesa, di cui alla L.R. n.
62/2023, conferma quanto riportato nella nota integrativa circa la non
applicabilità della suddetta normativa;
·
ha “verificato che il bilancio
è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente,
del regolamento di contabilità, delle norme del d.lgs. 118/2011 e dei relativi
principi contabili applicati n. 4/1 e n. 4/2 allegati al predetto decreto”;
·
ha “rilevato la coerenza, la
congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio”;
·
ha espresso “parere favorevole
sulla proposta di bilancio di previsione 2025- 2027 e sui documenti allegati”;
considerato
che il dipartimento regionale “Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana”, che
esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di
competenza (prot. n. 796646 del 19 dicembre 2024), allegata alla DGR n. 765 del
27 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, ha rilevato
·
che “il bilancio previsionale
armonizzato 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali è stato redatto
secondo lo schema di bilancio di cui all’articolo 9 del decreto legislativo
n.118/2011 e dei principi contabili applicati allegati n. 4/1 e 4/2 al medesimo decreto”;
·
che risulta allegato, ai sensi
dell’art. 28 comma 3 della legge regionale 24 maggio 2023, n. 22, il programma
delle attività nel quale sono definite le azioni da realizzare nel triennio;
·
che il Revisore Unico dei
Conti, in qualità di “organo di vigilanza sulla regolarità contabile e
finanziaria dell’EPMR” ai sensi dell’art. 9 della legge regionale 16 maggio
2013, n. 24 e ss.mm.ii., ha pronunciato un motivato
giudizio di coerenza, attendibilità e congruità contabile delle previsioni di
bilancio e dei programmi e progetti, come previsto dalla normativa in materia
ed ha espresso – nella relazione del 12/12/2024 – parere favorevole alle
previsioni di bilancio dell’EPMR riferito al triennio 2025/2027 ed ai relativi
allegati;
·
che, pur essendo stati
rispettati i termini di legge, non sono stati osservati i termini indicati
dalle linee guida emanate dal Dipartimento Economia e Finanze con prot. N.
425640/2020 per la presentazione dei documenti contabili al Dipartimento
competente per materia secondo le scadenze ivi raccomandate.
considerato
che il dipartimento regionale vigilante “Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana”,
·
relativamente all’applicazione
della normativa regionale in materia di contenimento della spesa di cui alla
legge regionale n. 62/2023, ha richiamato le motivazioni indicate nella
relazione integrativa al bilancio di previsione, le quali specificano che
l’anno di riferimento per il rispetto delle disposizioni di contenimento della
spesa non può essere considerato il 2022, in quanto l’Ente non era pienamente
operativo nel 2022 e non lo è ancora, considerata la mancanza di personale e
dotazione organica stabile e dall’articolazione organizzativa periferica, che è
ancora in corso di attuazione;
·
ha espresso “parere favorevole
alla proposta di bilancio di previsione 2025/2027 dell’Ente per i Parchi Marini
Regionali e relativa documentazione”;
tenuto
conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di
competenza, allegata alla DGR n. 765 del 27 dicembre 2024 e alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
ha verificato la sussistenza
degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118;
·
ha raccomandato all’Ente di
verificare, durante l’intero periodo di cui agli esercizi del bilancio di
previsione 2025/2027, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità,
“provvedendo ad un aggiornamento dello stesso a seguito di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali
nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento
all’effettivo andamento degli incassi adottando se necessarie, apposite misure
atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio”;
·
ha raccomandato all’Ente, “a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario
dei residui per l’esercizio 2024, di provvedere alle dovute variazioni di
bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo
Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del
principio contabile della competenza finanziaria potenziata”;
·
ha preso atto del parere del
Revisore Unico dei Conti e dell’istruttoria conclusa con parere favorevole del
Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, che esercita la vigilanza
sulle attività dell’Ente, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4
febbraio 2002, n.8, sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027
dell’EPMR, fermi restando, i rilievi e le raccomandazioni espressi dal
Dipartimento Economia e Finanze e dal Dipartimento Ambiente, Paesaggio e
Qualità Urbana, per come riportate nelle istruttorie di rispettiva competenza
ed ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta Regionale, alla
trasmissione al Consiglio Regionale della presente proposta di Bilancio di
Previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR), per i
conseguenti adempimenti di competenza, ex articolo 57, comma 3, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 14 ottobre 2024,
si è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione
2024-2026 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e dei documenti ad
esso allegati;
udito il
consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate,
-
di approvare, ai sensi
dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il Bilancio di
previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i
documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti
integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Art. 1
(Modifica dell’articolo 14
della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15)
1.
L’articolo 14 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15 è modificato come
segue:
a) nel comma 5 le parole “il canone annuo di
concessione è sostituito da una congrua indennità” sono sostituite dalle
seguenti: “fatta salva la legislazione statale di settore, è dovuto un canone
annuo di concessione secondo le tariffe stabilite con regolamento.”;
b) nel comma 5-bis le parole “L’indennità” sono
sostituite dalle seguenti “Il canone”.
Art. 2
(Norme di adeguamento)
1. Entro
30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale
adegua le disposizioni del regolamento regionale 6 aprile 2017, n. 6 alle norme
dettate dall’articolo 1.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Norme finali)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione.
2. Le disposizioni di cui all’articolo 1 si
applicano a decorrere dall’entrata in vigore del regolamento di cui
all’articolo 2 e del regolamento previsto dall’articolo 9 della legge regionale
3 agosto 2023, n. 36.
Art. 1
(Modifiche e integrazioni dell’articolo
39 della l.r. 47/2011)
1. Al
comma 1 dell’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47
(Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012), dopo le parole
“il QTE deve essere approvato dalla Regione.” sono aggiunti i seguenti periodi:
“Il collaudo finale, di cui al successivo comma 1-quinquies 4, ha a oggetto
solo gli alloggi sui quali, a seguito della rimodulazione di cui al presente
comma, ricade il contributo, oltre che le parti comuni dell’edificio. I
soggetti attuatori possono apportare varianti al progetto, anche a seguito
della rimodulazione di cui al presente comma, purché siano rispettati sia i
criteri di cui al relativo avviso pubblico, sia la normativa SIEG sul divieto
di sovracompensazione.”.
2.
All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 5 è
aggiunto il seguente comma: “6. Per gli alloggi destinati alla locazione
permanente, al soggetto attuatore e al soggetto beneficiario finale
dell’alloggio è riconosciuta la facoltà di stipulare il contratto di locazione
con patto di futura vendita in luogo del contratto di locazione, anche nei casi
in cui la locazione abbia già avuto inizio. In tal caso, il contributo
regionale si intende attribuito sulla base delle previsioni già stabilite dal
bando ex legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36 (Norme di indirizzo per
programmi di edilizia sociale) per gli alloggi da cedere in locazione con patto
di futura vendita, per tutti gli interventi, siano essi scaturiti dal bando ex l.r. 36/2008 che dal bando punto 3.3. Ai fini della
determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla
stipula della futura vendita si tiene conto, quale termine iniziale, della data
del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto attuatore.
Pertanto, se la percentuale di contributo assegnata al soggetto attuatore per
gli alloggi destinati alla locazione è maggiore della percentuale di contributo
stabilita per il patto di futura vendita, da individuarsi con riferimento agli
scaglioni percentuali fissati per il patto di futura vendita, di cui al bando
ex l.r. 36/2008, il soggetto attuatore restituisce
alla Regione Calabria la somma relativa alla percentuale di contributo in
eccesso. Il soggetto attuatore trasmette alla Regione copia del contratto di locazione
con patto di futura vendita entro dieci giorni dalla stipula. Ricevuta la copia
del contratto, la Regione comunica le modalità di restituzione del contributo
in eccesso. Prima della stipula dell’atto pubblico di vendita è verificato il
possesso dei requisiti soggettivi del conduttore o acquirente da parte del
competente dipartimento della Regione Calabria, nel rispetto di quanto previsto
dalla deliberazione di Giunta regionale n. 869 del 4 novembre 2003, anche
rispetto gli interventi di cui al punto 3.3 del Programma operativo scaturito
dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta regionale n. 347 del 30 luglio
2012 e n. 452 del 30 ottobre 2014.”.
3.
All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 6 è
aggiunto il seguente comma: “7. I soggetti attuatori assegnatari del contributo
per la realizzazione di alloggi destinati all'inclusione sociale, come
microcomunità, residenze collettive per l’autonomia, alberghi sociali, possono
presentare istanza di conversione della tipologia di alloggio, da edilizia
residenziale sociale a edilizia libera, decorsi almeno cinque anni dall'inizio
della gestione del servizio. Se la percentuale di contributo assegnata al
soggetto attuatore è maggiore della percentuale di contributo stabilita per la
conversione, da individuarsi con riferimento agli scaglioni percentuali fissati
per il patto di futura vendita, di cui al bando ex l.r.
36/2008, il soggetto attuatore restituisce alla Regione Calabria la somma
relativa alla percentuale di contributo in eccesso. Accolta l'istanza, che deve
prevedere la conversione in edilizia libera di tutto l'intervento finanziato,
la Regione comunica le tempistiche e la tipologia di documentazione da
trasmettere, nonché le modalità di restituzione del contributo in eccesso.”.
4.
All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 7 è
aggiunto il seguente comma: “8. Fermo restando il numero di alloggi
autorizzato, che dovrà essere integralmente realizzato nei termini stabiliti
dalla presente legge, è consentito ai soggetti attuatori l’accorpamento di due
o più interventi in un unico progetto. In tal caso, il soggetto attuatore
trasmette alla Regione il nuovo progetto unico, comprendente il numero di
alloggi complessivamente autorizzato, anche in seguito alla eventuale
rimodulazione di cui al comma 1, unitamente al nuovo QTE, che è approvato dai
competenti uffici regionali. L’accorpamento implica la convergenza dei
finanziamenti assegnati sul nuovo progetto unico. L’accorpamento non comporta
deroghe né proroghe ai tempi di realizzazione stabiliti dalla presente legge.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La
presente legge regionale, nel rispetto della legge 14 gennaio 2013, n. 4
(Disposizioni in materia di professioni non organizzate), in attuazione del
terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione e nel rispetto dei principi
dell’Unione europea, intende regolare, in materia di concorrenza e di libertà
di circolazione, le professioni non organizzate in ordini o collegi.
2. Ai
fini della presente legge e ai sensi della l. 4/2013 e viste le linee guida
aggiornate e semplificate dal Ministero dello sviluppo economico (MISE) con
circolare n. 0000221 del 24 marzo 2022, per «professione non organizzata in
ordini o collegi», di seguito denominata «professione», si intende l'attività
economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a
favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro
intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle
attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi
dell'articolo 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e delle
attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati
da specifiche normative.
3. La
presente legge regionale, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,
n. 30 (Ricognizione dei principi fondamentali in materia di professioni, ai
sensi dell'articolo 1 della l. 5 giugno 2003, n. 131), definisce le modalità di
raccordo tra la Regione e i soggetti professionali operanti sul territorio
regionale al fine di valorizzare e incentivare l’innovazione delle attività
professionali dei soggetti iscritti a una associazione riconosciuta dal
Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT) o
aggregata a una forma aggregativa riconosciuta dal MIMIT riconoscendole come
parte determinante del tessuto economico e sociale, sostenendo anche i diritti
degli utenti, al fine di una sempre maggiore portabilità delle certificazioni
delle competenze acquisite.
Art. 2
(Disposizioni generali)
1. Ai
fini esclusivi della presente legge, si intendono per professioni non
organizzate, ogni professione disciplinata dalla l. 4/2013 e dalla circolare
del MISE n. 0000221 del 24 marzo 2022.
2.
Coloro che esercitano la professione non organizzata, possono costituire
associazioni a carattere professionale di natura privatistica, fondate su base
volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, con il fine di
valorizzare le competenze degli associati e garantire il rispetto delle regole
deontologiche, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle
regole sulla concorrenza.
3. Gli
statuti e le clausole associative delle associazioni professionali garantiscono
la trasparenza delle attività e degli assetti associativi, la dialettica
democratica tra gli associati, l'osservanza dei principi deontologici, nonché
una struttura organizzativa e tecnico-scientifica adeguata all'effettivo
raggiungimento delle finalità dell'associazione.
4. Le
associazioni professionali promuovono, anche attraverso specifiche iniziative,
la formazione permanente dei propri iscritti, adottano un codice di condotta ai
sensi dell'articolo 27-bis del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206
(Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n.
229), vigilano sulla condotta professionale degli associati e stabiliscono le
sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo
codice.
5. Alle
associazioni sono vietati l'adozione e l'uso di denominazioni professionali
relative a professioni organizzate in ordini o collegi.
Art. 3
(Contenuti degli elementi
informativi)
1. Le
associazioni professionali assicurano, per le finalità e con le modalità di cui
all'articolo 4, comma 1, della l. 4/2013, la piena conoscibilità dei seguenti
elementi:
a) atto
costitutivo e statuto;
b)
precisa identificazione delle attività professionali cui l'associazione si
riferisce;
c)
composizione degli organismi deliberativi e titolari delle cariche sociali;
d)
struttura organizzativa dell'associazione;
e)
requisiti per la partecipazione all'associazione, con particolare riferimento
ai titoli di studio, relativi alle attività professionali, oggetto
dell'associazione, all'obbligo degli appartenenti di procedere
all'aggiornamento professionale costante e alla predisposizione di strumenti
idonei ad accertare l'effettivo assolvimento di tale obbligo e all'indicazione
della quota da versare per il conseguimento degli scopi statutari;
f)
assenza di scopo di lucro.
2. Nei
casi di cui all'articolo 4, comma 1, secondo periodo, della l. 4/2013, l'obbligo
di garantire la conoscibilità è esteso ai seguenti elementi:
a) il
codice di condotta con la previsione di sanzioni graduate in relazione alle
violazioni poste in essere e l'organo preposto
all'adozione dei provvedimenti disciplinari dotato della necessaria autonomia;
b)
l'elenco degli iscritti, aggiornato annualmente;
c) le
sedi dell'associazione sul territorio nazionale;
d) la
presenza di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione
permanente degli associati, in forma diretta o indiretta;
e)
l'eventuale possesso di un sistema certificato di qualità dell'associazione
conforme alla norma UNI EN ISO 9001 per il settore di competenza;
f) le
garanzie attivate a tutela degli utenti, tra cui la presenza, i recapiti e le
modalità di accesso allo sportello di cui all'articolo 2, comma 4, della l.
4/2013.
Art. 4
(Sistema di attestazione)
1. Al
fine di tutelare i consumatori e di garantire la trasparenza del mercato dei
servizi professionali, le associazioni professionali possono rilasciare ai
propri iscritti, previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilità del
proprio rappresentante legale, un'attestazione di qualità e qualificazione dei
servizi prestati, relativa:
a) alla
regolare iscrizione del professionista all'associazione;
b) ai
requisiti necessari alla partecipazione all'associazione stessa;
c) agli
standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli iscritti sono
tenuti a rispettare nell'esercizio dell'attività professionale ai fini del
mantenimento dell'iscrizione all'associazione;
d) alle
garanzie fornite dall'associazione all'utente, tra cui l'attivazione dello
sportello di cui all'articolo 2, comma 4, della l. 4/2013;
e)
all'eventuale possesso della polizza assicurativa per la responsabilità
professionale stipulata dal professionista;
f)
all'eventuale possesso da parte del professionista iscritto di una
certificazione, rilasciata da un organismo accreditato, relativa alla
conformità alla norma tecnica UNI.
2. Le
attestazioni di cui al comma 1 non rappresentano requisito necessario per
l'esercizio dell'attività professionale.
3.
L'attestazione di cui all'articolo 7, comma 1, della l. 4/2013, ha validità
pari al periodo per il quale il professionista risulta iscritto
all'associazione professionale che la rilascia ed è rinnovata a ogni rinnovo
dell'iscrizione stessa per un corrispondente periodo. La scadenza
dell'attestazione è specificata nell'attestazione stessa.
4. Il
professionista iscritto all'associazione professionale e che ne utilizza
l'attestazione ha l'obbligo di informare l'utenza del proprio numero di
iscrizione all'associazione.
Art. 5
(Valorizzazione delle attività
professionali e portabilità delle certificazioni delle competenze acquisite dei
soggetti)
1. Le
associazioni professionali, riconosciute dal MIMIT o aggregate a una forma
aggregativa riconosciuta dal MIMIT, operanti in Calabria e rappresentative di
professionisti che esercitano attività prevalentemente intellettuali non
regolamentate, di cui alla l. 4/2013, chiedono la valorizzazione e la
portabilità delle certificazioni rilasciate ai propri iscritti in
riconoscimento dell’attività e dei loro elenchi di professionisti associati,
nel rispetto della normativa statale e regionale in materia.
2. Il
dipartimento regionale competente in materia, nel valorizzare le associazioni
professionali già inserite nell’elenco tenuto dal MIMIT o aggregate a una forma
aggregativa riconosciuta, verifica che i soggetti di cui al comma 1:
a)
abbiano adottato un proprio autonomo programma di attività, anche se integrato
o sinergico al programma perseguito dalla rispettiva associazione nazionale;
b) siano
dotati di regole, a tutela dei cittadini, utili ad assicurare la massima
trasparenza dei contenuti delle proprie qualifiche professionali;
c)
abbiano definito e approvato un codice deontologico e delle norme per
affermarne il rispetto, comprese la verifica e le sanzioni in caso di
violazione;
d)
prevedano un obbligo, adeguatamente sanzionato, di preventiva dichiarazione
agli utenti relativamente all’adozione o meno dell’assicurazione di
responsabilità professionale, come requisito di adesione all’associazione;
e)
provvedano all’aggiornamento professionale annuale dei membri dell’associazione
e alla sua realizzazione, anche mediante il ricorso a soggetti terzi, secondo
moduli e strumenti idonei a garantire la massima professionalità, nonché la
verificabilità delle attività e le relative sanzioni in caso di mancato
rispetto;
f)
rispettino la normativa europea e nazionale in materia di trattamento dei dati
personali.
Art. 6
(Promozione dei soggetti
professionali non organizzati)
1. Al
fine di favorire il raccordo tra la Regione e le professioni non organizzate,
le associazioni professionali o forme aggregative riconosciute, ai sensi
dell’articolo 5, partecipano stabilmente ai diversi tavoli istituzionali,
promossi dalla Regione Calabria in cui si trattano le professioni e il lavoro
autonomo professionale.
Art. 7
(Clausola di neutralità
finanziaria)
1.
L’attuazione della presente legge non comporta oneri a carico del bilancio
della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità e ambito di
applicazione)
1. La
Regione Calabria, al fine di valorizzare la produzione sul territorio regionale
della birra artigianale e agricola e relative tradizionali metodologie di
lavorazione:
a)
istituisce l’elenco regionale dei piccoli birrifici indipendenti artigianali e
agricoli, aventi stabilimenti di produzione sul territorio regionale, e dei
relativi Mastri Birrai;
b)
favorisce lo sviluppo e la qualità della coltivazione e della lavorazione dei
prodotti agricoli e della qualità delle acque utilizzate per la produzione
della birra;
c)
favorisce la formazione degli operatori del settore, anche attraverso la
divulgazione delle tecniche di produzione manuali e professionali, nonché delle
caratteristiche dei prodotti utilizzati;
d)
favorisce la coltivazione e lo sviluppo di filiere per la produzione di birre
artigianali e agricole regionali;
e)
favorisce lo sviluppo del turismo legato all’attività di produzione di birre
artigianali e agricole regionali.
2. Per
il perseguimento delle finalità di cui al comma 1 la Regione:
a)
valorizza le imprese del settore, sostiene le imprese agricole produttrici di
prodotti agricoli e loro derivati, tra cui orzo, luppolo, cereali da maltazione, malto, lievito e, in particolare, sostiene le
imprese agricole e artigianali del settore ubicate, preferibilmente, in
territori montani e nelle aree a rischio spopolamento;
b)
incentiva la creazione di nuove imprese e il consolidamento di quelle esistenti
nel settore della produzione di birra artigianale e agricola, in particolare di
imprese a conduzione giovanile e di imprese a prevalente partecipazione e
conduzione femminile;
c)
promuove e sostiene la creazione di percorsi turistici legati ai luoghi di
produzione della birra artigianale e agricola e delle produzioni agricole
utilizzate nei percorsi gastronomici dedicati, nonché iniziative ed eventi
dedicati sul territorio regionale;
d)
valorizza la diffusione della produzione tipica del territorio, consentendo
l’utilizzo della denominazione “Calabria”, secondo le disposizioni sull’autorizzazione
all’uso approvate con DGR 111 del 13 marzo 2023 e relative linee guida.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai
fini della presente legge, si intende per:
a) birra
artigianale: la birra avente i requisiti indicati dall’articolo 2, comma 4-bis,
primo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354 (Disciplina igienica della
produzione e del commercio di birra);
b) birra
agricola: la birra prodotta da imprese agricole ai sensi dell’articolo 2135,
comma 3, del Codice civile, ed avente i requisiti indicati dall’articolo 2,
comma 4-bis, primo periodo, della legge 1354/1962;
c)
piccolo birrificio indipendente: il birrificio avente i requisiti indicati
dall'articolo 2, comma 4-bis, secondo periodo, della legge 1354/1962, la cui
sede di produzione è ubicata nel territorio della Regione;
d)
microbirrificio: ai sensi del decreto ministeriale 4 giugno 2019, una fabbrica
di birra che produce annualmente non più di 10.000 ettolitri e che ha le
caratteristiche identificative di cui all’articolo 2, comma 4-bis, della legge
1354/1962;
e)
microbirrificio agricolo: il microbirrificio di cui alla precedente lettera d)
utilizzato dall’impresa agricola per la produzione della birra agricola.
Art. 3
(Istituzione dell’elenco
regionale del piccolo birrificio indipendente, dei microbirrifici artigianali e
agricoli e dei Mastri Birrai)
1. La
Giunta regionale, con propria deliberazione, istituisce l’elenco regionale dei
microbirrifici artigianali e agricoli, dei piccoli birrifici indipendenti
produttori di birra artigianale e agricola e dei Mastri Birrai, definisce le
modalità per l’iscrizione, ne disciplina le modalità di tenuta e aggiornamento
e le eventuali ipotesi di decadenza.
Art. 4
(Qualificazione e formazione
professionale degli operatori e dei Mastri Birrai)
1. La Giunta
regionale individua, con propria deliberazione, sentite le associazioni di
categoria, i requisiti per il conseguimento della qualifica di “Mastro
Birraio”, che tengano conto anche dell'esperienza maturata in qualità di
imprenditore, di collaboratore familiare, di socio prestatore d'opera addetto a
mansioni a carattere produttivo o di dipendente qualificato all'interno di
un'impresa esercente attività di produzione della birra e dell'acquisizione,
anche attraverso la frequenza obbligatoria di appositi corsi, di un elevato
grado di capacità tecnico - professionale e imprenditoriale, nonché di nozioni
fondamentali per l'insegnamento del mestiere, e promuove l'aggiornamento del
repertorio regionale delle qualificazioni professionali e del catalogo dell'offerta
formativa secondo quanto previsto dalla deliberazione della Giunta regionale n.
335 del 17 settembre 2015, come integrata dalla deliberazione della Giunta
regionale n. 215 del 13 giugno 2016, considerando anche la figura del Mastro
Birraio.
Art. 5
(Strumenti di programmazione
degli interventi)
1. La
Regione persegue le finalità della presente legge anche attraverso la
pianificazione regionale in materia di promozione turistica, sostegno alle
imprese e sviluppo rurale.
2. I
programmi regionali cofinanziati dai fondi comunitari attuano, inoltre, gli
interventi previsti dalla presente legge compatibilmente con le finalità e le
procedure attuative previste dai pertinenti programmi regionali approvati a
livello comunitario.
Art. 6
(Disposizioni finanziarie)
1. Al
finanziamento delle finalità e degli interventi di cui alla presente legge
possono concorrere risorse comunitarie, statali e regionali, per quanto
compatibili e si specifica quanto segue:
a)
l’attività di promozione e sostegno della Regione, prevista dall’articolo 1, è
garantita dalla DGR 83/2024 che prende atto dell’accordo per lo Sviluppo e la
Coesione sottoscritto dalla Regione Calabria con la Presidenza del Consiglio
dei ministri, FSC 2021/2027, Allegato A/1 – ID 42595 F3A – 03 Competitività
Imprese – Promozione delle imprese del settore agroalimentare sui mercati
nazionali ed internazionali;
b)
l’articolo 3, istituzione dell’elenco regionale dei microbirrifici artigianali
e agricoli, dei piccoli birrifici indipendenti e dei Mastri Birrai, utilizza le
risorse umane e strumentali a carico del Settore 7 della Giunta regionale,
Promozione – Internazionalizzazione delle Imprese Agroalimentari e
Cooperazione, senza generare ulteriori oneri a carico del bilancio regionale;
c) la
disposizione contenuta all’articolo 5, comma 2, e articolo 6, programmi
regionali cofinanziati dai fondi comunitari trova applicazione nel PSR Calabria
2014-2022 – Reg. (UE) n. 1305/2013 – Misura 04 – Intervento 4.1.1.
“Investimenti nelle aziende agricole” e FSC 2021-2027, DGR 83/2024.
Art. 7
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore quindici giorni dopo la pubblicazione sul
Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Inserimento dell’articolo
2-bis nella l.r. 37/2023)
1. Dopo
l’articolo 2 della legge regionale 7 agosto 2023, n. 37 (Disposizioni per
l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo
dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea) è inserito il
seguente:
“Art. 2-bis
(Autorizzazione regionale per
l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC))
1. Al
fine di fronteggiare l’incremento della domanda e garantire i servizi di
trasporto in considerazione dell’aumento dei flussi turistici verso la
Calabria, anche la Regione, considerata la valenza regionale del servizio,
rilascia titoli autorizzatori, nell’ambito del territorio della Regione
Calabria, per lo svolgimento del servizio di noleggio con conducente (NCC) di
cui alla legge n. 21/1992.
2. I
titoli autorizzatori di cui al comma 1 sono rilasciati, anche ai sensi
dell’articolo 2, comma 4, dal competente dipartimento regionale, nel limite
massimo di duecento autovetture, proporzionato alle esigenze dell'utenza,
previo esperimento di apposita procedura di evidenza pubblica, tenuto conto di
quanto previsto all’articolo 3, comma 2, lettere da b) a k).”.
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1.
Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC).
Il Consiglio regionale
visti gli articoli 16, comma
2, lettera h) e 54, comma 6 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25
(Statuto della Regione Calabria);
visto l’articolo 112 del
Regolamento interno del Consiglio regionale, che dispone in materia di nomine
di competenza del Consiglio;
considerato che, ai sensi
degli articoli 3 e 4, della legge regionale 29 gennaio 2018, n. 1, il Garante
regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
è eletto dal Consiglio regionale con deliberazione adottata a maggioranza dei
due terzi dei consiglieri assegnati ed è scelto tra persone di specifica e
comprovata formazione, competenza ed esperienza nel campo giuridico -
amministrativo e nelle discipline afferenti alla promozione e tutela dei
diritti umani o che si siano comunque distinte in attività di impegno sociale,
con particolare riguardo ai temi della detenzione, e che offrano garanzie di
probità, indipendenza e obiettività;
vista la deliberazione del
Consiglio regionale n. 142 del 12 dicembre 2022 con la quale è stato eletto
Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale,
l’avv. Luca Muglia;
visto l’articolo 6, comma 2
della legge regionale n. 1/2018 il quale dispone che: «In caso di revoca,
dimissioni, morte, accertato impedimento duraturo, fisico o psichico del
Garante regionale, il Consiglio regionale provvede alla nuova elezione con le
modalità indicate dall’articolo 3, commi 1 e 4, e comunque entro il termine di
quarantacinque giorni dal verificarsi dell'evento».
richiamata la deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 10 del 6 dicembre 2021 con la quale è stata
avviata la procedura – mediante pubblicazione del bando – per il conferimento
delle cariche, tra le altre, del Garante regionale dei diritti delle persone
detenute o private della libertà personale;
richiamate, altresì
- la deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 18 del 31 marzo 2022 con la quale si è preso atto
delle risultanze dell’istruttoria volta alla verifica del possesso in capo ai
candidati dei requisiti previsti per il conferimento delle nomine sopra descritte
ed è stato concesso ai candidati esclusi un termine di sette giorni dalla data
di pubblicazione degli elenchi provvisori sul sito istituzionale dell’Ente per
presentare istanza di riesame;
- la deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 30 del 12 maggio 2022 con la quale si è dato atto
della verifica delle istanze di riesame relative alla deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 18/2022 e della predisposizione degli elenchi
definitivi relativi a ciascuna delle procedure volte al conferimento delle
nomine, nei quali vengono riportati i nominativi dei candidati risultati idonei
e quelli dei candidati esclusi;
ritenuto, pertanto, di dover
procedere
- alla presa d’atto delle
dimissioni dall’incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o
private della libertà personale presentate dall’avv. Luca Muglia,
- all’elezione del Garante
regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
in ottemperanza alla normativa regionale sopra richiamata,
atteso che, a seguito della
prima operazione di voto a scrutinio segreto, lo spoglio delle schede ha dato
il seguente risultato:
- presenti e votanti 23;
- ha riportato voti: 23 Russo;
rilevato che, al primo
scrutinio si è raggiunto il quorum richiesto dall’articolo 3 della l.r. 1/2018;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
-
di prendere atto delle
dimissioni dall’incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o
private della libertà personale presentate dall’avv. Luca Muglia;
-
di eleggere, ai sensi degli
articoli 3 e 4 della l.r. 1/2018, quale Garante
regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
l’avv. Russo Giovanna Francesca;
-
di demandare al Settore
Segreteria Ufficio di Presidenza la trasmissione del presente provvedimento
all’ interessata, con valore di notifica a tutti gli effetti di legge;
-
di trasmettere copia del
presente provvedimento al Segretario Generale, al Direttore Generale, al
Settore Segreteria Ufficio di Presidenza, nonché alla Presidenza della Giunta
regionale per il seguito di competenza e/o per opportuna conoscenza.
Art. 1
(Proroga graduatorie vigenti)
1. Al
fine di assicurare la continuità dei servizi pubblici erogati e l’efficienza
amministrativa, nell’ottica di garantire il buon andamento dell’ente e il
contenimento della spesa pubblica regionale è prorogata di ulteriori
ventiquattro mesi dalla scadenza, l’efficacia delle graduatorie, vigenti e non
scadute alla data di entrata in vigore della presente legge, approvate
all’esito delle procedure concorsuali bandite dalla Regione Calabria per le
assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto non dirigenziale.
Art. 2
(Clausola di invarianza degli
oneri finanziari)
1. Dall’attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Proroga graduatorie vigenti)
1. Al
fine di assicurare la continuità del Servizio sanitario regionale e
l'efficienza amministrativa, nonché garantire il buon andamento e il
contenimento della spesa regionale è prorogata di ulteriori ventiquattro mesi
dalla scadenza, l'efficacia di tutte le graduatorie approvate, all’esito delle
procedure concorsuali di enti e aziende del Servizio sanitario regionale,
nell’anno 2023 e in scadenza nell’anno 2025.
Art. 2
(Clausola di invarianza degli
oneri finanziari)
1.
Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale, trovando copertura finanziaria sulle risorse
disponibili a legislazione vigente nei bilanci degli enti e aziende del
Servizio sanitario regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La
Regione Calabria, nel rispetto dei principi recati dalla legge 18 agosto 2015,
n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale) e dalle successive
disposizioni attuative, promuove l’agricoltura sociale, quale strumento
finalizzato a consolidare la gamma delle opportunità di occupazione e di
reddito, favorendo la multifunzionalità delle imprese agricole, attraverso
interventi di tipo educativo, sociale, socio-sanitario, di inserimento
socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato e uniforme alle
prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie, alle persone
in stato di disagio o disabilità e alle comunità locali in tutto il territorio
regionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate.
2. La
Regione sostiene, altresì, il potenziamento dell'offerta dei servizi sociali e
la sperimentazione di nuovi modelli del welfare regionale attraverso la
realizzazione di interventi innovativi da parte delle fattorie sociali di cui
all’articolo 2.
3. La
Regione e gli enti strumentali che hanno competenza in materia, nonché le
amministrazioni locali, nel quadro della programmazione delle proprie funzioni
inerenti alle attività agricole e sociali, promuovono, senza nuovi o maggiori
oneri a carico dei propri bilanci, politiche integrate tra imprese agricole e
istituzioni locali al fine di sviluppare l’agricoltura sociale, anche tramite
politiche di riorientamento della spesa socio-sanitaria ordinaria finalizzate a
supportare la creazione di iniziative pilota e la costituzione di reti di
protezione sociale caratterizzate dalla presenza attiva dell’agricoltura
sociale.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai
fini della presente legge, si intendono per:
a)
“agricoltura sociale”: le attività previste all’articolo 2, comma 1, della l.
141/2015 esercitate, in forma singola o associata, dagli imprenditori agricoli
di cui all’articolo 2135 del Codice civile e dalle cooperative sociali di cui
alla legge 8 novembre 1991, n. 381 (Disciplina delle cooperative sociali)
iscritte al Registro Nazionale del Terzo Settore nel rispetto dei limiti
fissati dall’articolo 2, comma 4, della l. 141/2015 e in coerenza con le
proprie finalità statutarie;
b)
“fattorie sociali”: i soggetti di cui alla lettera a), dotati di specifica
competenza e formazione, che esercitano le attività di agricoltura sociale e
che risultano iscritti nell’apposito elenco regionale delle Fattorie sociali,
di cui all’articolo 4.
2. Alle
fattorie sociali, come definite ai sensi del comma 1, è attribuita anche la
qualifica di operatori di agricoltura sociale.
Art. 3
(Svolgimento delle attività di
agricoltura sociale)
1. Le
attività di cui all’articolo 2, comma 1, possono essere svolte
dall'imprenditore agricolo in associazione con le cooperative sociali di cui
alla l. 381/1991, con le imprese sociali di cui al decreto legislativo 3 luglio
2017, n. 112 (Revisione della disciplina in materia di impresa sociale, a norma
dell'articolo 1, comma 1, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106), con
le associazioni di volontariato e di promozione sociale iscritte nel registro
unico nazionale previsto dal decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice
del Terzo settore a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6
giugno 2016, n. 106), con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 5, della
legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali), ferme restando la disciplina e le
agevolazioni applicabili a ciascuno dei soggetti richiamati in base alla
normativa vigente, nonché, previa intesa, in collaborazione con le altre
pubbliche amministrazioni e autorità.
2. Le
attività indicate all'articolo 2, comma 1, lettere b), c) e d), della l.
141/2015 ed esercitate dall'imprenditore agricolo si considerano attività
connesse ai sensi dell’articolo 2135 c.c..
3. Le
attività di cui all’articolo 2, comma 1, possono anche essere realizzate,
secondo il principio di sussidiarietà, instaurando accordi di collaborazione
con i servizi socio-sanitari e con gli enti locali competenti per territorio,
con le aziende sanitarie territoriali, con i distretti socio-sanitari, con le
aziende pubbliche di servizi alla persona, in coerenza con i Piani sociali di
zona e con il Piano regionale per le politiche sociali approvato dalla Regione,
nonché con liberi professionisti.
4. Le
attività di cui all’articolo 2, comma 1, della l. 141/2015 sono riconosciute
come attività di agricoltura sociale a condizione che si svolgano regolarmente
e con continuità, per una durata minima di tre anni, anche se con carattere
stagionale. Nel caso in cui le attività agricole di cui all’articolo 2135 c.c.
siano a carattere stagionale, è sufficiente che le stesse siano svolte,
nell’ambito di ciascun anno solare, nei periodi specifici dell’attività stessa
almeno per tre mesi all’anno.
5.
Nell’ambito delle attività di cui all’articolo 2, comma 1, vi rientrano anche
la promozione delle terapie assistite con gli animali (TAA), delle attività
assistite con gli animali (AAA) e dell’educazione assistita con gli animali
(EAA) di cui alla legge regionale 9 luglio 2013, n. 31 (Norme in materia di Pet
Therapy-Terapia, attività ed educazione assistita con
animali), nonché l’organizzazione degli agrinidi e agrisili. Nel regolamento di cui all’articolo 16 sono
definiti i requisiti e le modalità di svolgimento dei predetti
servizi in coerenza con la disciplina regionale in materia di servizi educativi
per la prima infanzia.
6. Ai
fini dello svolgimento delle attività di agricoltura sociale, la fattoria
sociale può avvalersi delle prestazioni di specifiche figure professionali in
possesso di adeguate competenze secondo quanto previsto dalla normativa di
settore. In particolare, al fine di favorire la dinamicità dell’impresa, la
fattoria sociale può avvalersi delle collaborazioni con enti e istituzioni del
settore scientifico e tecnologico, per lo sviluppo di attività di ricerca o di
sperimentazione nel campo dell’innovazione nell’offerta dei servizi alla
persona.
7. Ai
fini dello svolgimento delle attività di cui al presente articolo, le fattorie
sociali possono ricorrere agli strumenti contrattuali di natura associativa,
secondo le disposizioni di legge vigenti.
8. La
fattoria sociale può svolgere, anche contemporaneamente, una o più delle
attività di cui all’articolo 2, comma 1, a condizione che soddisfi i requisiti
previsti dalla presente legge e dal regolamento di cui all’articolo 16.
Art. 4
(Elenco regionale delle
fattorie sociali)
1. Al
fine di favorire l’integrazione delle attività di agricoltura sociale nella
programmazione dei servizi sociali e sociosanitari, è istituito, presso il
dipartimento competente in materia di agricoltura, l’elenco regionale delle
fattorie sociali. L’elenco è aggiornato semestralmente.
2.
All’elenco di cui al comma 1 sono iscritti i soggetti di cui all’articolo 2,
comma 1, in possesso del requisito professionale e dei requisiti definiti con
il regolamento di cui all’articolo 16.
3.
L’istanza di iscrizione, da presentare secondo i criteri, i limiti, gli
obblighi e le modalità definite con il regolamento di cui all’articolo 16, è
corredata, in particolare, dalle informazioni sulle attività di agricoltura
sociale che si intendono realizzare e sulle collaborazioni che si intendono
instaurare con i soggetti di cui all’articolo 3, comma 6, e con le forme
associative di cui all’articolo 3, comma 1.
4. Le
fattorie sociali iscritte nell’elenco sono tenute a comunicare alla Regione
ogni variazione o integrazione ai dati di cui al comma 3 al fine di consentire
l’aggiornamento dell’elenco di cui al comma 1.
5. I
Comuni e gli altri enti pubblici, nei limiti delle proprie competenze,
comunicano al dipartimento regionale competente in materia di agricoltura i
dati relativi alle rilevazioni statistiche riguardanti la consistenza delle
attività per le finalità di cui all’articolo 1 e, in particolare, per
monitoraggio, promozione e valorizzazione delle attività sociali del territorio
regionale.
6. La
Regione può comunicare agli enti pubblici interessati i dati di cui al comma 3,
per le finalità di cui alla presente legge e ai fini del compimento di attività
istruttorie.
Art. 5
(Immobili per l’esercizio delle
attività)
1. Per
le attività di agricoltura sociale possono essere utilizzati le strutture
rurali, i fabbricati rurali o le porzioni di fabbricati rurali, sia a
destinazione abitativa che strumentale rispetto all’esercizio dell’attività
agricola, esistenti sul fondo alla data di presentazione dell’istanza.
2. Gli
immobili destinati dagli imprenditori agricoli all'esercizio delle attività di
agricoltura sociale sono considerati beni strumentali dell’azienda agricola e
mantengono il riconoscimento della ruralità a tutti gli effetti, in quanto
utilizzati per l'attività agricola connessa. Non si rende, dunque, necessario
il cambio di destinazione d’uso dei locali e dei manufatti aziendali impiegati.
3. Gli
immobili destinati ad attività di agricoltura sociale devono essere conformi
alle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro ed essere
dotati di agibilità, in funzione della tipologia di attività sociale svolta.
4.
Possono essere effettuati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria,
di restauro e di risanamento conservativo e di ristrutturazione per il recupero
del patrimonio edilizio esistente, nel rispetto delle vigenti disposizioni
statali e regionali in materia edilizia e urbanistica e degli strumenti
urbanistici vigenti, nonché della normativa in materia di superamento ed
eliminazione delle barriere architettoniche. Nel rispetto della normativa
edilizia vigente, e soltanto per le finalità della presente legge, è consentito
l’ampliamento dei volumi esistenti per la realizzazione di locali tecnici,
servizi igienici, centrali termiche e per l’adeguamento alla normativa relativa
all’abbattimento delle barriere architettoniche.
5. Le
attività di agricoltura sociale possono essere esercitate anche all’esterno
delle strutture aziendali e dei beni fondiari nella disponibilità della
fattoria sociale nel rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene.
6. Con
il regolamento di cui all’articolo 16 possono essere definite le modalità di
esercizio, anche contestuale, delle attività di agricoltura sociale e delle
altre attività agricole di cui all’articolo 2135 c.c., mediante l’utilizzo dei
medesimi immobili.
Art. 6
(Segnalazione certificata di
inizio attività)
1. La
fattoria sociale, preventivamente iscritta all’elenco di cui all’articolo 4,
presenta al Comune nel cui territorio sono ubicati gli immobili da utilizzare
per le attività di agricoltura sociale, una segnalazione certificata di inizio
attività (SCIA), ai sensi dell’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241
(Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso
ai documenti amministrativi), corredata della documentazione attestante il
possesso dei requisiti definiti dalla presente legge e dal regolamento di cui
all’articolo 16 redatta in forma di dichiarazione ai sensi degli articoli 46 e
47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo
unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa).
2. Il
Comune, qualora accerti la carenza dei requisiti di cui alla presente legge o
la difformità rispetto a quanto riportato nella SCIA, nel termine di sessanta
giorni dal ricevimento della medesima SCIA, formula i conseguenti rilievi
indicando i tempi per l’adeguamento agli stessi.
3. Nel
caso di mancato adeguamento nel termine assegnato, comunque non inferiore a
trenta giorni, il Comune assume i necessari provvedimenti anche al fine di
inibire la prosecuzione dell’attività, dandone comunicazione alla Regione anche
ai fini della cancellazione della fattoria sociale dall’elenco regionale di cui
all’articolo 4.
4. Il
titolare della fattoria sociale comunica al Comune qualsiasi variazione dei
dati dichiarati nella SCIA entro trenta giorni dall’intervenuta variazione.
Art. 7
(Somministrazione di pasti,
alimenti e bevande ai destinatari delle attività di agricoltura sociale)
1.
Nell’ambito dell’esercizio delle attività di agricoltura sociale può essere
effettuata anche la somministrazione di pasti, alimenti e bevande
esclusivamente nei confronti dei destinatari delle attività di agricoltura
sociale. All’attività di somministrazione si applica la vigente normativa unionale e statale.
2. Il
regolamento di cui all’articolo 16 definisce i limiti in base ai quali per
l’idoneità della cucina è sufficiente il rispetto dei requisiti previsti dalle
vigenti disposizioni e dai regolamenti edilizi e di igiene per i locali di
abitazione. Sono fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 6 novembre
2007, n. 193 (Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in
materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel
medesimo settore).
Art. 8
(Funzioni e compiti della
Regione)
1. La
Regione, nei propri strumenti di programmazione e gestione delle politiche per
lo sviluppo rurale e delle politiche sociali e sociosanitarie, al fine di
sostenere il ruolo e le pratiche dell’agricoltura sociale, prevede iniziative,
individuando le necessarie risorse, in particolare per:
a)
promuovere la conoscenza delle fattorie sociali e dei servizi da esse offerti,
anche di carattere innovativo, e ne sostiene lo sviluppo nel territorio
regionale, attraverso adeguati strumenti di informazione, animazione e
comunicazione;
b)
favorire il raccordo a livello regionale tra le politiche sociosanitarie e
quelle in materia di agricoltura, anche mediante la consultazione degli
organismi associativi e di rappresentanza, comparativamente più
rappresentativi, del Terzo settore, delle persone con disabilità, delle imprese
agricole.
Art. 9
(Misure di sostegno)
1. Le
misure di sostegno della Regione, dirette e indirette, previste negli atti di
programmazione di cui all’articolo 8, sono attivate anche attraverso il
supporto delle Organizzazioni professionali agricole e dell’Agenzia regionale
per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (ARSAC), senza aggravio di costi a
carico delle risorse autonome del bilancio regionale e sono costituite da:
a)
interventi formativi per la qualificazione dei servizi offerti nell’ambito
delle fattorie sociali;
b)
interventi finalizzati a connettere Enti e associazioni deputati all’assistenza
tecnica e alla formazione con le fattorie sociali;
c)
azioni di informazione, animazione e comunicazione sull’agricoltura sociale;
d)
incentivazione di investimenti o di interventi per l’adeguamento e
l’allestimento delle fattorie sociali, in conformità e secondo i limiti
stabiliti dalla normativa unionale in materia di
aiuti di Stato;
e)
definizione di criteri di priorità nelle gare d’appalto di mense scolastiche e
ospedaliere, nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 1,
quarto periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti
per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini
nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore
bancario), convertito, con modificazioni, in legge 7 agosto 2012, n. 135, per
le procedure di individuazione dei fornitori, per l'inserimento di prodotti
agroalimentari delle fattorie sociali, ferma restando la salvaguardia dei
principi recati dal decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Codice dei
contratti pubblici), con particolare riferimento alla tutela della concorrenza;
f)
agevolazioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale per
l’occupazione delle persone con disabilità;
g)
sensibilizzazione dei Comuni verso prodotti provenienti dall’agricoltura
sociale nelle aree pubbliche, ai sensi dell’articolo 28 del decreto legislativo
31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina relativa al settore del
commercio, a norma dell’articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59);
h)
assegnazione in via prioritaria alle fattorie sociali, nell’ambito delle
procedure di alienazione e locazione, di beni di proprietà regionale e degli
enti pubblici territoriali, di terreni agricoli incolti, abbandonati o
insufficientemente coltivati nonché di eventuali beni e terreni oggetto di
confisca in applicazione della legislazione antimafia, per favorire
l’insediamento e lo sviluppo dell’attività delle fattorie sociali;
i)
costituzione di una Rete regionale delle fattorie sociali, a cui aderiscono le
fattorie iscritte nell’elenco di cui all’articolo 4;
j)
promozione della commercializzazione dei prodotti provenienti da agricoltura
sociale nell'ambito delle strategie per valorizzare la filiera corta e degli
interventi volti a favorire il commercio equo e sostenibile di prodotti
agricoli ed agroalimentari.
Art. 10
(Osservatorio regionale
sull’agricoltura sociale)
1. Con
provvedimento della Giunta regionale viene istituito presso il dipartimento
competente in materia di agricoltura l’Osservatorio regionale sull’agricoltura
sociale, al quale sono attribuiti i seguenti compiti:
a)
definizione delle linee guida per le attività da prevedere nei progetti di
agricoltura sociale;
b)
monitoraggio annuale e valutazione delle attività, al fine di facilitare la
diffusione delle buone pratiche;
c)
inserimento e integrazione dei dati e delle esperienze di agricoltura sociale
con la rete dei servizi sociosanitari territoriali;
d)
proposizione di iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore
integrazione dell’agricoltura sociale con le politiche regionali di sviluppo
rurale;
e)
promozione di campagne di sensibilizzazione finalizzate alla conoscenza e alla
socializzazione dei progetti di agricoltura sociale.
2.
Nell’ambito dell’Osservatorio, è istituito il Comitato tecnico di indirizzo
strategico, con compiti di orientamento della programmazione regionale in
funzione dell’integrazione e del potenziamento degli obiettivi della presente
legge, composto da:
a) un
rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di agricoltura
con funzione di Presidente;
b) un
rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di tutela della
salute e servizi sociosanitari;
c) un
rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di lavoro e
welfare;
d) un
rappresentante designato dall’ARSAC;
e)
quattro rappresentanti designati congiuntamente dalle organizzazioni regionali
agricole maggiormente rappresentative;
f) un
rappresentante designato dalle organizzazioni regionali della cooperazione;
g) un
rappresentante per ciascuna delle aziende sanitarie provinciali esperto in
materia di tutela dei minori, età evolutiva, area disabilità, anziani, salute
mentale e dipendenze;
h) un
rappresentante degli enti locali, designato dall’Associazione nazionale comuni
italiani (ANCI) regionale;
i)
previa intesa con il Ministero della giustizia, un rappresentante del sistema
penitenziario, designato dallo stesso ministero.
3. I
compiti di segreteria dell’Osservatorio sono svolti dal dipartimento competente
in materia di agricoltura.
4. Nel
corso della prima riunione l’Osservatorio fissa le modalità di funzionamento
adottando apposito regolamento interno.
5. I
componenti dell’Osservatorio non hanno diritto alla corresponsione di alcuna
indennità o compenso, né rimborso spese.
6. Al
funzionamento dell’Osservatorio si provvede con le risorse umane e strumentali
disponibili a legislazione vigente e comunque senza maggiori oneri a carico
della finanza pubblica.
Art. 11
(Logo delle fattorie sociali)
1. La
fattoria sociale iscritta all’elenco regionale di cui all’articolo 4, si avvale
di un segno distintivo, predisposto sulla base di un modello definito dalla
Giunta regionale, recante la dicitura "Fattoria sociale - Regione
Calabria".
2. Il
segno distintivo di cui al comma 1 è riportato sul materiale informativo,
illustrativo e segnaletico della fattoria sociale.
3.
L'utilizzo del segno distintivo è condizionato al mantenimento dei requisiti
per l’iscrizione nell’elenco regionale delle fattorie sociali.
Art. 12
(Vigilanza e controllo)
1. La
vigilanza e il controllo sull’osservanza delle disposizioni contenute nella
presente legge sono esercitate dai Comuni, fatto salvo quanto previsto dai
commi 3 e 4.
2. I
Comuni effettuano ogni anno un controllo a campione su almeno il 10 per cento
delle fattorie sociali ubicate nel territorio comunale. L'esito dei controlli è
comunicato alla Regione.
3. La
vigilanza e il controllo sul possesso e mantenimento dei requisiti per
l’iscrizione all’elenco regionale di cui all’articolo 4 sono esercitate dalla
competente struttura regionale.
4. Resta
ferma la competenza dei soggetti individuati dalla normativa statale e
regionale relativamente ai controlli in materia di igiene, sicurezza alimentare
e degli ambienti di lavoro.
Art. 13
(Disposizioni sanzionatorie)
1. La
fattoria sociale che esercita attività di agricoltura sociale senza
l’iscrizione all’elenco regionale di cui all’articolo 4 è soggetta al pagamento
di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.
2. La
fattoria sociale che esercita attività di agricoltura sociale senza aver
presentato la SCIA è soggetta al pagamento di una sanzione amministrativa
pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.
3.
Chiunque utilizza il contrassegno “Fattoria sociale – Regione Calabria”, senza
averne titolo, è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa
pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.
4.
L'utilizzo di contrassegni non conformi al modello definito dalla Giunta
regionale è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di
500,00 euro a un massimo di 3.000,00 euro.
5. La
reiterazione della violazione di una o più delle disposizioni di cui al
presente articolo è sanzionata con la cancellazione d’ufficio dall’elenco
regionale delle fattorie sociali.
6. Sono
fatte salve le sanzioni previste dal regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265
(Testo unico delle leggi sanitarie) nonché, per quanto applicabili, le sanzioni
previste dalle altre norme statali e regionali vigenti.
7. Si
applicano le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche
al sistema penale).
8.
All’irrogazione delle sanzioni provvedono i vigili urbani, le guardie campestri
e il personale ispettivo regionale. I relativi proventi competono agli enti di
appartenenza dei soggetti accertatori.
Art. 14
(Fondi sottratti all’attività
venatoria)
1. Per
esigenze di tutela e salvaguardia dell’incolumità degli ospiti delle fattorie
sociali, i titolari dell’impresa agricola possono richiedere alla Regione
l’istituzione del divieto di caccia nel proprio fondo rustico.
2. La
Regione si pronuncia sulla richiesta valutando le situazioni di potenziale
rischio e l’interesse sociale connesso al divieto, che può essere istituito
anche solo su parte del fondo.
Art. 15
(Monitoraggio e valutazione)
1. La
Giunta regionale, sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio di cui
all'articolo 9, con cadenza annuale, comunica al Ministero competente in
materia di agricoltura e foreste, ai fini del monitoraggio previsto
dall’articolo 7 della l. 141/2015, una relazione sullo stato di attuazione e
sugli effetti della legge, contenente le seguenti informazioni:
a) il
numero delle fattorie sociali iscritte all’elenco regionale delle fattorie
sociali, nonché il numero delle fattorie sociali che hanno presentato la
segnalazione di inizio attività;
b) il
numero e le caratteristiche delle attività e dei servizi erogati dalle fattorie
sociali;
c) gli
obiettivi raggiunti e le criticità emerse nell’attuazione della legge;
d) i
percorsi formativi erogati ai sensi della presente legge.
Art. 16
(Regolamento di attuazione)
1. La
Giunta regionale, su proposta dell’assessore competente in materia di
agricoltura, approva, entro novanta giorni dalla entrata in vigore della
presente legge, il regolamento di attuazione, con il quale sono anche fissati i
requisiti professionali e oggettivi nel rispetto della presente legge, i
criteri, limiti, obblighi amministrativi e modalità per l’iscrizione nell’elenco
di cui all’articolo 4, per il riconoscimento degli operatori di agricoltura
sociale e per lo svolgimento delle attività di cui all’articolo 2, nonché le
disposizioni in materia igienico-sanitaria.
2. Per
determinate tipologie di agricoltura sociale, l’iscrizione nell’elenco di cui
all’articolo 4, può essere subordinata alla presenza di un tutor aziendale, con
competenze agricole o agronomiche, che può essere anche lo stesso imprenditore
agricolo.
3. Nel
regolamento sono individuati i titoli di studio e di formazione o le competenze
e specifiche esperienze necessari per poter svolgere la funzione di tutor
aziendale nel rispetto della normativa statale in materia.
Art. 17
(Norma finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico delle risorse autonome del bilancio regionale in quanto gli interventi
previsti sono finanziati nell’ambito dei programmi operativi dei fondi
strutturali europei e nazionali individuati negli atti di programmazione,
previa verifica della coerenza con le linee di intervento in essi previste,
nonché con eventuali altre risorse conferite da altre istituzioni o enti
pubblici e privati.
2. Per
gli anni ricompresi nel periodo 2024-2027, alla copertura degli oneri derivanti
dalla presente legge si provvede con le risorse previste all’interno del CSR
Calabria 2023-2027, gestite dall’organismo pagatore ARCEA, nel limite massimo
complessivo di 1.000.000,00 euro.
Art. 18
(Norma finale di rinvio)
1. Per
quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni della l.
141/2015 e le altre disposizioni statali in materia di agricoltura sociale.
Art. 19
(Abrogazioni)
1. Dalla
data di entrata in vigore della presente legge regionale sono abrogati gli
articoli 26, 27 e 28 della legge regionale 30 aprile 2009, n. 14 (Nuova
disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale
nelle aziende agricole) e non sono più applicabili le norme regolamentari
attuative dei medesimi articoli.
Art. 20
(Norme transitorie)
1. Con
il regolamento di cui all’articolo 16 sono stabilite le modalità per il
riconoscimento provvisorio degli operatori dell’agricoltura sociale che alla
data di entrata in vigore della presente legge già svolgono attività di
agricoltura sociale da almeno due anni, i quali, entro il termine di un anno
dalla data suddetta devono dimostrare di essere in possesso dei requisiti
prescritti dalle presenti disposizioni, nonché dalle norme per il
riconoscimento di operatore sociale per chi intenda avviare l'attività di
agricoltura sociale.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- ogni giorno, come anche
in queste festività, gli agenti e i militari impegnati sul territorio
garantiscono la tutela dell’ordine pubblico, della sicurezza e il rispetto della
legalità e ricevono segni concreti di gratitudine dai cittadini;
- anche molti recenti
provvedimenti legislativi vanno nella direzione di rafforzare le tutele per le
donne e gli uomini in divisa che garantiscono la sicurezza delle nostre città;
tenuto conto che:
- le Forze dell’Ordine
subiscono aggressioni quotidiane nell’assolvimento del proprio dovere, come nel
caso degli insulti rivolti dai gruppi di stranieri a Capodanno a Milano, o che
mettono a rischio la propria vita per difendere la sicurezza dei cittadini,
come recentemente accaduto a Rimini;
ricordato che:
- il Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella nel suo recente discorso di fine anno ha
affermato: "Siamo grati alle Forze dell'Ordine, presidio della libertà dei
cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in
cui vive il nostro Paese";
- rinnova il proprio
sostegno ed esprime un formale sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine
per il loro impegno quotidiano;
- dispone l’invio del
presente documento alle rispettive articolazioni istituzionali presenti sul
territorio regionale come segno tangibile di vicinanza e solidarietà.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
premesso che:
la Farmacia territoriale
dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia rappresenta un presidio di
fondamentale importanza per la specifica funzione nell’erogazione diretta agli
utenti di:
• farmaci in
distribuzione diretta (DD) forniti per garantire la continuità terapeutica. Questa
tipologia tipicamente include: farmaci ospedalieri necessari per trattamenti post-ricovero;
farmaci ad alto costo per patologie croniche o complesse.
• Farmaci inclusi nel
PHT (Prontuario della Distribuzione diretta e per conto) Questa tipologia
comprende farmaci inclusi nel Prontuario della Distribuzione Diretta (PHT).
Sono medicinali usati per patologie croniche (ad esempio diabete, ipertensione)
e per terapie che necessitano di un monitoraggio clinico.
• Farmaci per Malattie
rare.
• Farmaci in Piano
terapeutico (PT).
• Farmaci per terapie
domestiche, cioè medicinali per trattamenti cronici forniti direttamente ai
pazienti per uso domiciliare, per ridurre l'accesso continuo all'ospedale.
considerato che:
- per l’intero
territorio della Provincia di Vibo Valentia il suddetto servizio di Distribuzione
diretta, di vitale e fondamentale importanza, è garantito da un unico punto di
erogazione, sito in via Protettì, in locali peraltro
insalubri e poco idonei ad accogliere centinaia di pazienti provenienti da
tutta la provincia;
- l’organizzazione del
servizio di Distribuzione diretta dei farmaci è gravemente inadeguata, come
dimostrano le ripetute campagne di stampa, le interrogazioni rivolte al
presidente della Giunta nelle sue funzioni di Commissario ad acta al piano di
rientro dal debito sanitario, la comune e notoria esasperazione dei cittadini
vibonesi, addirittura i disordini e i ripetuti interventi delle forze
dell’ordine;
- il punto di erogazione
diretta rimane aperto per soli quattro giorni alla settimana, con turni di
quattro ore al giorno, e, per tale ragione, si formano code enormi di utenti
costretti a sostare all’esterno degli angusti locali, esposti alle intemperie
nel periodo invernale e al sole e al caldo in quello estivo;
- il servizio di
prenotazione telefonica indicato negli avvisi esterni è pressoché inutilizzato
poiché non è presente il personale necessario per rispondere agli utenti.
Tutto ciò premesso e
considerato:
impegna il Presidente
della Giunta regionale
nella sua qualità di
Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito sanitario
- a procedere alla
riqualificazione dei locali che ospitano la Farmacia territoriale dell’Asp di
Vibo Valentia o al suo trasferimento in altra sede più idonea, alla riorganizzazione
del servizio di erogazione diretta dei farmaci da parte della farmacia
territoriale anche attraverso una immediata e più efficace dislocazione di
almeno due ulteriori punti di erogazione sul territorio provinciale, lungo la
fascia costiera (presso il Presidio Ospedaliero di Tropea o presso i locali
dell’ex Ospedale di Nicotera) e lungo la fascia montana (presso il presidio di
Serra San Bruno o presso l’ex ospedale di Soriano Calabro) in maniera tale da
alleggerire il carico insostenibile attualmente gravante sull’unico punto di
erogazione di Vibo Valentia, garantire il servizio in punti di maggiore
prossimità più facilmente raggiungibili dai pazienti, assicurare locali più
accoglienti ed idonei, così alleviando le sofferenze degli utenti ed il carico di
lavoro degli operatori.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
premesso che:
• Il processo Reset che
si stava celebrando presso l'aula bunker di Lamezia Terme è stato spostato
presso l’aula bunker di Castrovillari, le cui condizioni igienico-sanitarie
risultano non idonee a garantire un ambiente salubre e funzionale per lo svolgimento
delle attività giudiziarie.
• Gli avvocati cosentini
hanno indetto tre giorni di astensione dalle udienze per denunciare tali
criticità, evidenziando la necessità di un intervento urgente.
• La corretta
amministrazione della giustizia deve avvenire in ambienti che garantiscano il
rispetto della dignità e della salute di tutte le parti coinvolte, inclusi magistrati,
avvocati, personale giudiziario e cittadini.
Considerato che:
• la città di Cosenza
dispone di strutture più adeguate per ospitare un
processo di tale portata, offrendo spazi che rispettano gli standard necessari
per il corretto svolgimento delle udienze.
• Il trasferimento a
Cosenza, operato ai sensi dell'articolo 145 bis del codice di procedura penale,
potrebbe migliorare le condizioni logistiche e organizzative, riducendo i
disagi per gli operatori della giustizia e per i cittadini interessati, oltre che
un significativo abbattimento dei costi del processo che grava comunque su
tutta la comunità.
• La Corte d'Appello di
Catanzaro ha la possibilità di intervenire per individuare una soluzione che
garantisca il regolare svolgimento del processo in un ambiente idoneo.
Impegna la Giunta
regionale
• ad
adottare ogni iniziativa utile affinché si valuti la possibilità di trasferire
il processo Reset a Cosenza.
• Attivarsi presso il
Ministero della Giustizia per consentire che i processi di rilevante importanza
si svolgano in strutture adeguate.
• Monitorare la
situazione e collaborare con gli enti locali per assicurare il rispetto dei
diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
Task Force Venezuela
presso la Farnesina, Deputato Amerigo De Grazia, Italo-Venezuelano, originario
di S. Pietro in Amantea (CS), detenuto presso il centro di tortura di Helicoide, candidato alle recenti elezioni con
l’opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di
salute e di detenzione.
Premesso che:
il Ministero degli affari
Esteri e della Cooperazione Internazionale ha istituito, presso la Farnesina,
una Task force Venezuela, su indicazioni del Vicepresidente del Consiglio e
Ministro degli Esteri Antonio Tajani, tanto perché risultano scomparsi, all’esito
delle recenti elezioni, numerosi oppositori politici italo-venezuelani. Ed infatti,
il dopo elezioni, nello Stato del Venezuela, è stato caratterizzato da una
forte repressione verso gli oppositori politici, come unico programma di
governo di Maduro, mediante carcerazioni, torture, omicidi, con espressa
violazione delle elementari regole della democrazia sulle quali poggia l’intero
costrutto della nostra Costituzione.
Risulta essere scomparso,
tra gli altri, anche Amerigo De Grazia, originario di S. Pietro in Amantea
(CS), già due volte Sindaco di Piar, due volte Consigliere regionale, due volte
Deputato nel Parlamento.
Amerigo De Grazia è un
politico italo-venezuelano, fermo oppositore del regime Maduro, che si è
contraddistinto per aver sempre lottato contro le violazioni dei fondamentali
diritti dell’uomo.
Nelle elezioni del
periodo 2015-2020 è stato eletto per la seconda volta come deputato al
Congresso Nazionale del Venezuela, raggiungendo i 65.307 voti, così diventando
una delle voci più importanti dell’opposizione nonché per tutti gli elettori che
auspicavano un cambiamento del paese; ha rivestito la carica di Presidente
della Commissione di Energia e Miniere del Congresso affrontando le
problematiche relative alla cattiva gestione delle risorse naturali, da parte
dello Stato, discostandosi dalla politica del regime.
La sua incessante e
continua denuncia contro le violazioni dei diritti umani e la corruzione
dilagante nel paese lo ha reso un nemico del regime che nell’anno 2019 ha
revocato immotivatamente l’immunità parlamentare costringendolo a rifugiarsi nell’Ambasciata
italiana a Caracas dove restò per mesi, prima di rientrare in Italia.
Ritornato in Venezuela
nelle ultime elezioni presidenziali del 2024, Amerigo De Grazia ha sostenuto il
candidato alla presidenza, Edmundo Gonzales, capo dell’opposizione contro
Nicolás Maduro, riuscendo ad essere eletto anche in questa ultima tornata
elettorale. Purtroppo, il regime in Venezuela ha iniziato una dura repressione
contro gli oppositori politici che hanno contestato la legittimità del risultato
elettorale ed il 7 agosto ultimo scorso di Amerigo De Grazia si sono perse le
tracce; solo dopo varie richieste, da parte dei suoi avvocati venezuelani, si è
appreso che il detenuto è in isolamento mentre viene impedito allo stesso
qualsiasi contatto con la famiglia e con i difensori. Inutile ribadire, in
questa sede, le violazioni dei più elementari diritti umani nei confronti di
Amerigo De Grazia, sequestrato solo perché oppositore politico, senza una
contestazione da parte della magistratura inquirente, privato della possibilità
di difendersi nonché di esprimere il proprio pensiero politico unitamente a
quella di proporre opposizione, rispetto alla maggioranza che governa, secondo
le regole sottese allo svolgimento della più elementare democrazia. Il
trattamento riservato al De Grazia costituisce una violazione di tutti i
diritti sanciti e tutelati dalla Costituzione Italiana agli artt.2,3, 49.
La violazione più grave
viene, tuttavia, identificata da questo Consiglio in quella sancita dall’art.
13 della Costituzione, a mente del quale la libertà personale è inviolabile e
non è ammessa forma alcuna di detenzione personale né qualsiasi altra restrizione
della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e
nei soli casi e modi previsti dalla legge. E ancora, è punita ogni violenza
fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione della libertà.
Dal giorno 07.08.2024 la
famiglia, composta anche dai figli, tutti in esilio fuori dal Venezuela, non ha
più notizie del proprio congiunto.
Considerato che la figlia
Maria Rosa De Grazia, residente in Calabria, nel borgo di S. Pietro in Amantea
(CS) ha scoperto che il padre si trova nell’El Helicoide,
il centro di tortura più grande dell’America Latina e teme ragionevolmente per
la sua incolumità e per la sua vita. Considerato, pure, che risulta
assolutamente necessario acquisire informazioni utili circa lo stato di
detenzione nonché lo stato di salute del De Grazia;
considerato, inoltre, che
sulla tragedia venezuelana non si possono spegnere le luci mentre il Consiglio
Regionale della Calabria condanna sin da ora ogni comportamento antidemocratico
nello svolgimento delle libere elezioni i cui risultati non devono essere
unicamente proclamati ma anche e soprattutto verificabili e verificati da ogni
cittadino appartenente ad uno stato democratico.
Tutto quanto sopra
premesso ed esposto,
impegna la Giunta
regionale
1. di richiedere, presso
il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, notizie
circa lo stato di detenzione e di salute di Amerigo De Grazia, nato a Upata, Regione Bolivar, Venezuela in data 08.12.1959,
arrestato a Caracas e detenuto presso il penitenziario di El Helicoide.
2. Di accertare se in
Venezuela sia in corso una visita ispettiva da parte della Commissione della
Corte Penale Internazionale per i diritti umani che si sta occupando
specificatamente dei prigionieri politici e della loro liberazione.
3. Di verificare se
effettivamente siano stati liberati detenuti oppositori del regime che oggi
governa il Venezuela.
4. Di incaricare
l’Ambasciata italiana in Venezuela di mantenere uno stretto contatto con le
istituzioni locali fino alla liberazione del detenuto.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
premesso che:
• con D.G.R. n. 301 del
21/6/2024 la Giunta Regionale ha istituito un fondo di garanzia a carattere
rotativo, denominato FinAgri Calabria, per la
concessione di garanzie dirette su operazioni di rinegoziazione e
ristrutturazione delle esposizioni debitorie in essere, con una dotazione
finanziaria di euro 25.552.328,00, a valere su risorse FSC 2021-2027, con
beneficiari della garanzia diretta fino all'80% le imprese agricole aventi sede
operativa sul territorio regionale;
• con D.D.G. n.13728 del
01/10/2024 si sono aperti i termini per presentare le domande di aiuto dal
03/10/2024 al 30/10/2024;
• con D. D.G. n. 15311
del 30/10/2024 sono stati prorogati i termini delle domande di aiuto al
05/11/2024;
• con D.D.G. n.17068 del
28/11/2024 sono stati ulteriormente prorogati i termini per la presentazione
delle domande di aiuto al 09/12/2024;
• con i D.D.G. n.18427
del 13/12/2024 e n. 19156 del 24/12/2024 sono state approvate le graduatorie
definitive con n.111 aziende agricole ammesse definitivamente per complessive
risorse assorbite, per garanzie concedibili di ca. 11,7 milioni di euro
rispetto ad una dotazione finanziaria disponibile di euro 25.552.328,00, con il
conseguente avanzo di risorse per circa 13,8 milioni di euro.
Rilevato che:
• in Calabria gli
Agricoltori percettori di premi PAC sono circa n. 63.000 di cui n. 20.182
imprese agricole che nel 2023 hanno occupato n. 86.759 operai agricoli dipendenti;
ritenuto che:
• le imprese agricole e
della pesca calabresi hanno subito danni economici da: emergenza Covid-19,
effetti del conflitto in Ucraina, diverse calamità naturali che si sono
verificate negli ultimi cinque anni, danni da cinghiali e diverse epizoozie.
Considerato che:
• la cambiale agraria e
pesca, nei limiti della capienza degli aiuti "de minimis"
di ciascun beneficiario, è lo strumento per assicurare liquidità alle aziende
agricole e della pesca;
• si rende necessario
sostenere l'accesso al credito, con garanzia regionale diretta fino all'80%,
per finanziamenti dell'importo massimo del 50% dei ricavi registrati dal richiedente
nell'anno precedente e comunque entro la soglia del de minimis
con durata massima di cinque anni, di cui massimo due di preammortamento.
Tutto quanto sopra
premesso e considerato,
impegna il Presidente e
la Giunta regionale
a destinare le somme non
utilizzate del Fondo Regionale per la Continuità e la Crescita delle Imprese
Agricole - "FinAgri-Calabria", a carattere
rotativo a valere su risorse FSC-Calabria 2021-2027, per assicurare la
necessaria liquidità finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma
individuale o societaria, ai sensi dell’articolo 1 del D.lgs. 18 maggio 2001,
n. 228, con lo strumento della cambiale agraria e della pesca, con garanzia
diretta dell'80% nei limiti della capienza degli aiuti de minimis
di ciascun beneficiario.
Il Consiglio regionale
della Calabria,
premesso che:
- con DCA n.360 del
20.11.2024, pubblicato sul BURC n.241 del 21 novembre 2024, nell'ambito della
riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, l'Unità Operativa del Centro
per la Fibrosi Cistica è stata accorpata alla Unità Operativa di Pneumologia;
- quanto deliberato col
DCA 360/2024 ha determinato una fortissima preoccupazione nei pazienti e nelle
loro famiglie;
- sin dalla sua
istituzione il Centro per la Fibrosi Cistica è stato sempre accorpato alla
Unità Operativa Complessa di Pediatria, così come avviene in tutte le regioni;
- il Centro citato
rappresenta un’eccellenza unica in Calabria, offrendo cure indispensabili per
la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti affetti da tale patologia,
una malattia cronica e multiorgano;
- la Legge n. 548/1993
stabilisce l’obbligo per le Regioni di istituire un Centro di riferimento
regionale specializzato nella cura della Fibrosi Cistica;
- la ricollocazione
rischia di creare un vuoto assistenziale pregiudizievole per i pazienti e le
loro famiglie.
Considerato che:
- il Centro lametino è
divenuto nel corso degli anni Centro di riferimento al punto di ospitare la
formazione di personale di altre sedi con fondi erogati dalla Lega Nazionale
Fibrosi Cistica;
- nel Centro si
gestiscono pazienti ormai adulti e, soprattutto, in età evolutiva si sono
create equipe multidisciplinari integrate e multiprofessionali, instaurando PDTA
con altri Reparti e Servizi dell’Ospedale;
- a tal fine, è stata
perfezionata la modalità di screening neonatale, per cui tutti i nati positivi
della Regione Calabria effettuano il test al sudore in tempi brevi e per questo
è stata acquisita una strumentazione di ultima generazione che in Italia possiedono
solo altri due Centri;
- questo sviluppo si è
sostanziato anche con l’accesso al Registro nazionale per la Fibrosi cistica ed
ai Registri AIFA.
Rilevato che:
- in questo contesto si
registra, pur tra molte difficoltà, un’elevata soddisfazione dei pazienti e non
ci sono segnalazioni di disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto
complessi;
- grazie alla presenza
del Centro per la fibrosi cistica accorpato alla Pediatria presso Presidio
Ospedaliero di Lamezia Terme si è registrato il dato più importante e cioè la
riduzione della migrazione sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi sono
in carico al centro.
- la modifica
dell’attuale assetto organizzativo, contenuto nel DCA n. 360/2024 sopra
richiamato, prevede di aggregare un Centro con vocazione pediatrica all’area medica
con la conseguenza di compromettere seriamente la logica funzionale dell’approccio
della Fibrosi cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e sulle gestanti;
- la citata perplessità è
rafforzata dall’osservazione della realtà nazionale: i Centri per la fibrosi
cistica sono perlopiù aggregati alle Pediatrie (le eccellenze, infatti, sono negli
Ospedali Pediatrici Bambin Gesù e Meyer);
- la continuità
assistenziale, specie per patologie complesse come la Fibrosi Cistica, non può
essere garantita senza strutture dedicate e personale adeguatamente formato.
Tutto ciò premesso e
considerato
impegna il Presidente
della Giunta regionale
- a voler rimodulare il
DCA 360/2024 mantenendo il Centro di Fibrosi Cistica nella Unità Operativa
Complessa di Pediatria presso l'Ospedale di Lamezia Terme con l’attuale
configurazione organizzativa come punto di riferimento per la cura e la prevenzione,
riservando, eventualmente, un Centro per adulti ad un Ospedale ‘hub’.