XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 49

 

SEDUTA Di martedì 21 gennaio 2025

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

E DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO

 

Inizio lavori h. 16,54

Fine  lavori h. 20,10

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 16.54

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

 

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

In memoria di Luigi Aloe, luminare calabrese in neurobiologia

PRESIDENTE

Onorevole presidente Occhiuto, assessori, colleghi consiglieri, prima di avviare i lavori, e anche su input della collega Amalia Bruni, ritengo doveroso ricordare in quest'Aula il profilo professionale e umano di un luminare della neurobiologia, scomparso ieri a Roma, lo scienziato Luigi Aloe, che, per quarant'anni, ha affiancato Rita Levi-Montalcini negli studi che le valsero il Premio Nobel.

Il percorso di vita di Luigi Aloe, calabrese, nato ad Amantea, ha rappresentato un'eccellenza nella scienza per essere stato un talentuoso dirigente di ricerca dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del CNR e un punto di riferimento nella ricerca sul sistema nervoso, ma ha anche rappresentato una formidabile storia di riscatto umano di questo figlio illustre di Calabria che, grazie al suo impegno appassionato e rigoroso, è diventato, da muratore di Amantea, un ricercatore universalmente stimato che si è affermato nel mondo accademico fino a diventare scienziato di fama internazionale. Un'eccellenza mondiale di cui la Calabria va fiera e la cui dedizione nel lavoro, finalizzata a mettere a disposizione dell'umanità la ricerca scientifica, auspichiamo possa essere un esempio per tutti noi e per le nuove generazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Avviamo i lavori. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà. 

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Presidente, poiché lei ha, opportunamente, avviato i lavori del Consiglio regionale, ricordando uno scienziato, esimio, scomparso, e credo questo sia apprezzabile per il Consiglio regionale, vorrei che però il Consiglio regionale potesse ricordare, in questa occasione, il presidente Giuseppe Chiaravalloti, scomparso qualche giorno fa.

È stato un uomo che ha servito le istituzioni, prima nella magistratura, poi nel governo della Regione, lo ha fatto conferendo alle Istituzioni capacità, professionalità, a volte anche una sottile ironia, che rappresentava un suo tratto distintivo.

Credo che sia doveroso per il Consiglio regionale, che è la casa di tutti i calabresi, ricordare chi ha svolto una funzione apicale nel governo di questa Regione, che sia di centrodestra o che sia di centrosinistra.

Ho voluto che la camera ardente fosse allestita nel palazzo del governo regionale e credo che sarebbe opportuno che anche il Consiglio regionale esprimesse un pensiero affettuoso ai familiari, se lo ritiene, signor Presidente, anche, eventualmente, attraverso un minuto di raccoglimento.

In memoria di Giuseppe Chiaravalloti, Presidente della Regione Calabria nella VII^ Legislatura

PRESIDENTE

Osserviamo un minuto di raccoglimento.

(I presenti si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, prima dell'inizio dei lavori, il collega Giovanni Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Naturalmente, mi unisco al cordoglio espresso dalla massima Assise regionale per la grave perdita di questi due eccezionali esponenti calabresi.

Le chiedo, Presidente, di inserire all'ordine del giorno la proposta di legge 336/12^, recante “Abrogazione dell'articolo 14 della legge regionale 26 novembre 2024, numero 36”. Lo chiedo, Presidente, considerato che nell'ultima seduta di sesta Commissione è stato deliberato, all'unanimità dai presenti aventi diritto al voto, di proporre a lei, alla prima seduta di Consiglio utile, di presentare e richiamare la legge in questione. Grazie.

E naturalmente chiedo di mettere ai voti l'inserimento della proposta. 

PRESIDENTE

Non so se avete i numeri per chiedere l'inserimento, ma abbiamo fatto una regolare Conferenza dei capigruppo in cui è stato spiegato al collega suo capogruppo, Bevacqua, che noi eravamo intenzionati ad aspettare l’impugnativa del Governo. Vedo che anche questa volta ne fate una questione strumentale e non rispettate ciò che viene detto nelle relative Conferenze dei capigruppo; quindi, il collega Bevacqua chiede sempre di aggiornarci, di convocarle, di vederci più spesso, ma se ciò che viene deciso nella conferenza dei capigruppo non viene rispettato mi chiedo che le facciamo a fare. Comunque metterò ai voti.

Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, a me dispiace che nel corso di questa Legislatura, dal primo giorno, sulle questioni che riguardano l'ambiente ci sia stata sempre necessità di un atteggiamento più determinato di quello che sarebbe stato giusto, forse, da parte del governo regionale. Intervengo anche per dichiarare il mio voto, nel caso fosse posta all'ordine del giorno questa proposta di legge.

Questa proposta di legge nasce da una decisione del governo regionale di un anno fa, quando la Giunta regionale, con una propria delibera, approvando il Piano del Parco, disse, sostanzialmente, che nel Parco più bello d'Europa, che è il Parco del Pollino, non ci può stare una centrale a biomasse, che è tra le più grandi d'Italia e d'Europa. L'ho detto con grande chiarezza, un anno fa.

Non ha fatto la stessa cosa la Regione Basilicata, perché il Parco è condiviso fra la Calabria e la Basilicata.

Poi, c'è stato un intervento legislativo del Consiglio regionale che, come ha ricordato lei, è sottoposto ad una procedura da parte del Governo che vuole impugnarlo.

Sia chiaro, però, che il governo regionale non è disponibile a indietreggiare nemmeno di un millimetro. Attenzione, io sono disponibile a confrontarmi con tutti, avrei voluto farlo anche con quelli che stavano davanti al Consiglio regionale, oggi, ma nei modi che sono richiesti dal buon funzionamento delle istituzioni. Chi mi conosce sa che non mi sono mai negato al confronto, ma credo che il confronto debba avvenire attraverso una richiesta di appuntamento nei luoghi del governo regionale, se si vuole un appuntamento con il Presidente della Giunta regionale.

Mi stupirebbe se la Camera dei deputati o la Presidenza del Consiglio ricevessero quanti protestano in piazza, sol perché protestano.

E questo mio modo di intendere i rapporti e le relazioni istituzionali credo sia un modo che serve anche a dare maggiore dignità ai luoghi delle istituzioni.

Sono disponibile a confrontarmi con tutti, ma non sono disponibile ad alcun cedimento su un principio che io ho ritenuto fondamentale in questi tre anni, quello secondo il quale l'ambiente della Calabria è una risorsa economica di sviluppo per questa regione. Abbiamo dimostrato che questo è il nostro modo di procedere in tante occasioni, anche quando abbiamo fatto interventi sulla depurazione, a volte contestati, quando abbiamo fatto interventi sull'abbattimento di manufatti abusivi.

Per quanto mi riguarda questo è un principio inderogabile.

Lo voglio dire, quindi, con grande chiarezza: nell'ipotesi fosse messa in votazione questa proposta di inserimento, io voterei contro e chiederei alla mia maggioranza di votare contro. Se ci fosse un risultato diverso significherebbe che, evidentemente, il Presidente che questa maggioranza cerca non è il sottoscritto, perché il sottoscritto, rispetto a queste condizioni, a questi principi, non indietreggia nemmeno di un millimetro, e quindi entro un'ora rassegnerei le mie dimissioni da Presidente della Giunta regionale nelle mani del Presidente del Consiglio regionale. 

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà. 

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Apprezzo la chiarezza con cui il Presidente della Giunta regionale oggi ha manifestato in quest'Aula la sua volontà, apprezzo di meno il suo modo di intendere il rapporto con questo organismo, con i consiglieri regionali, con le Commissioni interessate.

Lei, caro Presidente, non ha la potestà assoluta! Lei ha anche il dovere di portare rispetto, di considerare e valorizzare il lavoro che viene svolto nelle Commissioni consiliari. Oggi, invece, sta palesemente, palesemente, manifestando la sua volontà di non tener conto, in nessun modo, del lavoro di quest'Aula e dei consiglieri regionali, di maggioranza e minoranza.

Questa è la situazione grave che lei oggi ci rappresenta. Forse avevamo ragione noi quando dicevamo che quest'Aula si è ridotta a fare da passacarte per la sua Giunta regionale, se consideriamo tutti le leggi omnibus che abbiamo approvato in quest'Aula, su input della Giunta regionale, scavalcando le Commissioni, non tenendo conto dei lavori delle Commissioni, non tenendo conto nemmeno delle proposte della sua maggioranza.

Credo che questo sia un vulnus democratico, caro Presidente, perché lei non ha avuto rispetto dei lavori della Commissione che all'unanimità aveva deliberato in un certo modo.

Lei non può venire in quest'Aula a dire - fa bene a porre la questione di fiducia, pone un problema politico serio alla sua maggioranza - che per lei l'ambiente è la via maestra per portare avanti… anche noi siamo interessati all'ambiente, anzi noi del PD siamo molto legati, abbiamo una sensibilità culturale importante verso l'ambiente.

La gravità, caro Presidente, è che lei non tiene conto nemmeno della immediata impugnativa da parte del Governo nazionale. Il Governo nazionale le dice che è arrogante in questa cosa, Presidente, perché lei approva una norma con effetti retroattivi e dimostra di essere arrogante. Il Governo le dirà che questa cosa non si può fare in maniera retroattiva, è una realtà già dal 2014, un provvedimento firmato dal Governo nazionale quando c'era Matteo Renzi al Governo. Quindi, sa che non è competenza delle Regioni questa materia, ma è competenza del Ministero dell'ambiente. Questa è la gravità politica, caro presidente Occhiuto: la sua arroganza e anche il mancato rispetto del ruolo di quest'Aula. Quindi, che si assuma la responsabilità politica la sua maggioranza anche, ripeto, della palese violazione del ruolo del Consiglio regionale, caro presidente Occhiuto.

Poi, lei fa bene a porre il voto di fiducia, vuol dire che sa ricattare bene i suoi consiglieri, è un voto di ricatto alla sua maggioranza, fa bene.

Non le ho fatto gli auguri di buon rientro, innanzitutto le chiedo scusa, lo faccio adesso, perché è la prima volta che partecipa alla seduta di quest'Aula, dopo aver subito un intervento di una certa gravità; quindi, le auguriamo buon lavoro e una lunga vita.

Detto questo, la sua arroganza rimane verso quest'Aula, rimane, e rimane un precedente pericoloso, perché io non ricordo mai un atto, come quello a cui stiamo assistendo oggi in quest'Aula, di nessun governo, di centrodestra e centrosinistra, che sia andato contro la volontà della Commissione, in cui sono state abbinate due proposte di legge, di maggioranza e minoranza, ed è passata all'unanimità una decisione, con l'obiettivo di non mortificare il suo ruolo, Presidente, perché era giusto che non venisse mortificato.

Il suo Governo, il Ministero, il dipartimento della Funzione pubblica hanno smentito i presupposti di quella norma, caro Presidente, perché dice che la Regione non ha competenza su questa materia, che la norma non può essere retroattiva e che, poi, viola anche un principio già condiviso e sottoscritto da un'altra Regione, la Basilicata. Lei ha violato tanti elementi con questa sua decisione. Ripeto: se ne assuma la responsabilità politica, ci mancherebbe altro, con la sua maggioranza, ci mancherebbe altro.

Lei, però, non può mortificare le comunità, lei oggi doveva riceverle, anche se con una metodologia sbagliata, come dice lei, ma lei non può mortificare i Sindaci presenti sotto, da stamattina, nella piazza. Non può mortificare le Istituzioni! Caro Presidente, la sensibilità di ognuno di noi è importante, ma le comunità vanno rispettate, perché oggi non è una questione di sensibilità culturale, ma ci sono le comunità interessate di quei territori a chiedere una rivisitazione, una modifica.

Caro Presidente, cosa ci voleva a dire: “Ragazzi, io tengo alla mia Regione; l'ambiente è il modello di sviluppo a cui guardiamo”. Ma se la Corte costituzionale oggi le dice che ha sbagliato tutto su questa cosa, perché deve insistere? Per un cavillo? Per una dimostrazione di potenza o per quale motivo?

Chiedo scusa, Presidente, quante volte lei e la sua maggioranza, per evitare l'impugnativa della Corte costituzionale, in quest'Aula avete modificato, integrato, cambiato e cancellato proposte di legge, perché erano la comunità o il Dipartimento della Funzione pubblica a chiederlo? Il Dipartimento della funzione pubblica, giustamente, lanciava l'alert, e lei si metteva in atto per modificare, per cambiare le cose. Oggi nemmeno questo lei fa! C'è un qualcosa che la disturba personalmente? Forse l'approccio che hanno avuto? Non lo so. Forse l’impegno che aveva garantito? Non lo so.

Però, prendiamo atto, oggi, di questa sua arroganza politica e personale, nei confronti di questo Consiglio regionale, ma anche del Governo di cui lei fa parte perché, quando la legge le viene impugnata, riconoscendo alcuni presupposti di illegittimità costituzionale, e lei continua ad andare avanti, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Cosa non va? Non lo sappiamo, saranno i mesi successivi a dire cosa non va.

Questo, però, è un ragionamento da irresponsabile, di arroganza che noi, come minoranza, non accettiamo, pertanto, abbandoneremo l'Aula, dopo che si esprimerà a favore o contro il richiamo in Aula di questo provvedimento. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Bevacqua. Penso che lei continui a mistificare la realtà. Nell'ultima Conferenza dei capigruppo ci siamo accordati che avremmo aspettato la sentenza della Corte costituzionale, anzi l'impugnativa del Governo, e lei non ha chiesto alcun inserimento all'ordine del giorno nell’ ultima Conferenza dei capigruppo.

Ha chiesto di intervenire il collega Muraca. Ne ha facoltà. 

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Ho trascorso in sesta Commissione circa 8, 9 ore e ho ascoltato i Sindaci, i sindacati, le associazioni di categoria, e sono sicuro che se lei, presidente Occhiuto, avesse ascoltato queste persone, forse, oggi, avrebbe cambiato idea.

L'Osservatorio dimostra con dati scientifici che l'aria - lei giustamente sta richiamando l'importanza dell'ambiente - è tra le migliori d'Europa.

Lo stallo, che voi state creando con questa attesa, causerà la perdita di posti di lavoro di centinaia di persone, perché il gestore dell'impianto ci ha già comunicato che non potrà firmare e finanziare le attività. Per cosa? Abbiamo letto in Commissione la nota del Dipartimento della funzione pubblica: la norma è illegittima ed è stata inserita con un emendamento il giorno prima dell'omnibus! Noi non l'abbiamo neppure letta.

La politica si fa al contrario: non si parte dal territorio per approvare le leggi.

Oggi non avremmo dovuto discutere l'abrogazione, bensì decidere per il suo inserimento nell’omnibus e non il giorno prima. Questa è l'antipolitica!

Presidente, la invito a ragionare su tutto ciò e a non avere fretta su questa decisione perché, mi creda, noi non riusciamo a concepirla e a capirla.

Questa sua posizione ambientalista sul rigassificatore e sulla seconda linea di Gioia Tauro non è proprio identica.

Se non erro, lì siete favorevoli all'approvazione del Piano di gestione su queste linee; pertanto, pur apprezzando tutto questo amore per l'ambiente, mi sembra che sia presente su certe cose e non su altre.

Chiediamo un po’ di coerenza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Muraca. Ha chiesto di intervenire la consigliera Mannarino. Ne ha facoltà.

MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo solo per precisare che, impropriamente, il collega Bevacqua afferma che abbiamo deliberato e deciso in Commissione.

Abbiamo semplicemente preso atto della fine dei lavori, senza votare e rimanendo in attesa delle valutazioni della pre-impugnativa del Governo che ha, in un certo senso, rilevato dei profili di incostituzionalità, con gli articoli 3 e 117. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Mannarino. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo misto)

Intervengo brevemente per ribadire la novità della posizione o, meglio, la forza della posizione del presidente Occhiuto, nel senso che questa vicenda, al di là della proposta del Partito Democratico, sta assumendo una connotazione politica che va oltre il merito della questione. Ovviamente, su questo tema, su cui pesano interessi costituzionalmente rilevanti, ciascuno di noi, in base alla propria sensibilità ha una posizione politica differente, sia nella maggioranza sia nell’opposizione, ma, per come è stata posta oggi, mi pare di capire che ci sia già una presa di posizione politica molto forte di indirizzo di questo governo regionale, rispetto alla quale il Presidente della Giunta regionale chiede la fiducia della propria maggioranza; che sia chiesto in maniera indiretta o in maniera implicita, poco importa.

Mi sembra di capire che ci sia una linea guida già espressa e una posizione netta su cui questa maggioranza di governo deve esprimersi: se debba sostenerla o, invece, non sostenerla.

Per essere chiari, questa ormai ha assunto il carattere di una vicenda politica, la questione di fiducia, che attiene alla maggioranza che governa la Regione Calabria e i rapporti con le linee di indirizzo programmatico espresse dal presidente Occhiuto.

Ovviamente, in questo dibattito l'opposizione a mio avviso può entrare poco nella vicenda, non solo per una questione numerica ma anche perché, rispetto a questa posizione, anche noi abbiamo manifestato e possiamo manifestare posizioni diverse che, però, rispetto a questa vicenda passano in secondo piano.

C'è una linea guida chiaramente espressa dal presidente Occhiuto, il quale afferma che l'ambiente viene prima, anzi, la proposta del consigliere Laghi era stata già anticipata, come dice il presidente Occhiuto, nelle linee guida e nelle scelte del governo regionale.

Ora c'è da capire se la sua maggioranza e la maggioranza di centrodestra intenda dare la fiducia a questa linea politica o, in realtà, su questo tema ci sia uno strappo ancora non consumato e, che, però, è palpabile anche nelle discussioni che sono apparse nella seduta di Commissione, e non solo.

Attendere la decisione della Corte costituzionale può essere solamente un tentativo di rinviare una discussione che però, secondo me, va affrontata in quest'Aula. La Corte costituzionale può togliere le castagne dal fuoco, può dichiarare incostituzionale la norma, ma c'è un problema politico di questa maggioranza ed è opportuno che questa dimostri chiaramente qual è la propria indicazione su questa materia. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo.  A norma di Regolamento la richiesta di inserimento - è stata chiesta dal consigliere Giovanni Muraca - doveva essere sottoscritta da almeno altre sei persone in Aula, ma sono quattro in tutto, quindi la ritengo decaduta.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 205/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC)”

PRESIDENTE

Avviamo i lavori passando al primo punto all'ordine del giorno con la proposta di provvedimento amministrativo numero 205/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti. La proposta di provvedimento posta oggi all'approvazione di questa Assemblea è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione, nella seduta del 14 gennaio ultimo scorso.

La proposta è relativa al bilancio di previsione 2025-2027 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura e sviluppo rurale, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Collegio sindacale costituito in forma monocratica.

L'organo di controllo evidenzia che il bilancio di previsione viene proposto nel rispetto del pareggio finanziario complessivo di competenze e nel rispetto degli equilibri di parte corrente e in conto capitale.

Con riferimento alle norme sul contenimento della spesa, cosiddetta spending review, il Collegio ha verificato che lo stanziamento previsto nel bilancio di previsione 2025-2027 per le spese per il personale, al lordo degli oneri riflessi, dell'IRAP, e le spese di funzionamento, non supera i limiti di spesa impegnata per l’esercizio 2022.

L’organo di revisione, a conclusione delle verifiche, ritiene: congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate; ritiene coerenti le previsioni di spesa per investimenti con il programma amministrativo ed il Piano di sviluppo dell'Azienda; ritiene che le previsioni di cassa sono attendibili in relazione all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza e congrue in relazione al rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai cronoprogrammi, alle scadenze di legge e agli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità.

Il Collegio sindacale, tenuto conto che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello Statuto dell'ente, del Regolamento di contabilità, dei principi previsti dall'articolo 162 del TUEL e delle norme del decreto legislativo numero 118 del 2011, esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 e sui documenti allegati.

Il Dipartimento agricoltura e sviluppo rurale nell’istruttoria di competenza ha provveduto a verificare il rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a) della legge regionale numero 62 del 2023 in materia di spending review, rilevando che il contenimento della spesa può considerarsi complessivamente conseguito.

Il Dipartimento, nell'esprimere parere favorevole al bilancio di previsione 2025-2027, raccomandata all'ente un puntuale monitoraggio delle voci di spesa nel corso dell'esercizio.

Il Dipartimento economia e finanze evidenzia che, con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa, sono garantiti sia gli equilibri contabili, tra cui la quadratura delle cosiddette partite di giro, sia la presenza di un saldo finale di cassa non negativo.

Il Dipartimento rileva che la sussistenza degli equilibri di bilancio avviene nel rispetto del principio contabile applicato alla contabilità finanziaria, di cui al decreto legislativo numero 118 del 2011, nei limiti di cui alle disposizioni introdotte all’articolo 1, comma 897, della legge numero 145 del 2018.

Con riferimento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento rileva che lo stesso   sembrerebbe essere congruo; tuttavia, raccomanda all'Ente di verificare, durante l'intero periodo degli esercizi di quel bilancio di previsione, la congruità del Fondo in esame, provvedendo a un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata.

Relativamente alla previsione del Fondo pluriennale vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2024, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.

A conclusione delle istruttorie di competenza, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni evidenziati nel corpo della predetta istruttoria, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione della proposta dei bilanci di previsione 2025-2027 dell'ARSAC al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 206/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto due dell'ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 206/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi marini regionali”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento posta oggi all'approvazione di questa Assemblea è stata licenziata a maggioranza nella seduta della seconda Commissione del 14 gennaio scorso.

La proposta riguarda il bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi marini regionali.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento ambiente, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti dell'ente.

Il Revisore unico dei conti ritiene che il bilancio di previsione 2025-2027 sia stato redatto nel rispetto dei principi generali e applicati di cui al decreto legislativo numero 118 del 2011 e che le relative previsioni siano state redatte in conformità alla normativa vigente in relazione alle attività tecniche e operative, relative alla gestione dei Parchi marini regionali, rispettando il pareggio finanziario complessivo di competenza.

Per quanto riguarda il rispetto della normativa sul contenimento della spesa, di cui alla legge regionale numero 62 del 2023, il Revisore conferma quanto riportato nella nota integrativa circa la non applicabilità della suddetta normativa.

Il Revisore unico dei conti ritiene, pertanto, congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate previste; ritiene conformi le previsioni di mezzi di copertura finanziaria delle spese per investimenti e ritiene le previsioni di cassa attendibili in relazione all’esigibilità, in quanto trasferite dalla Regione.

L'organo di revisione ha, dunque, espresso parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 e sui documenti allegati.

Il Dipartimento ambiente, relativamente all'applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della spesa di cui alla legge regionale numero 62 del 2023 richiama le motivazioni indicate nella relazione integrativa al bilancio di previsione e viene, altresì, aggiunto che la suddetta normativa si applicherà quando l’Ente entrerà a pieno regime.

Per quanto concerne il piano delle attività allegato alla relazione di bilancio, il Dipartimento rileva la coerenza delle attività programmate dall'Ente rispetto alle suddette previsioni, in relazione alle competenze assegnate dalle norme istitutive e dallo Statuto.

Il Dipartimento vigilante, a conclusione dell'istruttoria, esprime parere favorevole sul bilancio di previsione 2025-2027.

Il Dipartimento economia e finanze, nell'istruttoria di competenza, ha rilevato che: viene rispettato l'equilibrio di bilancio, posto che il totale complessivo delle entrate risulta pareggiare con il totale complessivo delle spese;  con la presente proposta di bilancio di previsione 2025-2027, l'Ente non prevede l'utilizzo di avanzo né tantomeno il recupero di disavanzo in quanto, per come si evince dal prospetto del risultato presunto di amministrazione di cui all'allegato 9 del decreto legislativo numero 118 del 2011, non si prevede che l’esercizio 2024 chiuda in disavanzo.

Riguardo all'accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento evidenzia che non risulta alcun appostamento nel Fondo, poiché non sussisterebbero per l'Ente voci di entrata tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso.

Conseguentemente, il Dipartimento raccomanda all'Ente di verificare la congruità del Fondo crediti di dubbia esigibilità durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, provvedendo a un aggiornamento dello stesso a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.

Per quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, risulterebbe corretta la determinazione del Fondo stesso in esame. Tuttavia, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2024, di provvedere, se necessario, a eventuali variazioni che riguardano il Fondo stesso per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.

Il Dipartimento economia e finanze, a conclusione dell'istruttoria, ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione al Consiglio regionale della proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi marini regionali per i conseguenti adempimenti di competenza, ai sensi dell'articolo 57, comma 3 della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.  Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Montuoro.  Non ci sono richieste di intervento. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 316/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15 (Disciplina dei beni di proprietà della Regione)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto tre, la proposta di legge numero 306/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Modifica alla legge regionale 26 agosto 92, numero 15 (Disciplina dei beni di proprietà della Regione)”.

Cedo la parola alla consigliera De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego, consigliera De Francesco.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatrice

Grazie, Presidente. La proposta di legge numero 316/12^, sottoposta all'esame di questa Assemblea, è stata licenziata all'unanimità dei presenti dalla prima Commissione affari istituzionali e generali nella seduta del 6 novembre scorso.

Il presente disegno di legge mira a riformare la normativa regionale sui beni immobili occupati da infrastrutture pubbliche, allineandola ai principi generali del diritto amministrativo e alle più recenti disposizioni normative.

Attualmente la legge regionale prevede un sistema di compensazioni per queste occupazioni.

Tuttavia, tale sistema è ormai superato alla luce della giurisprudenza consolidata e delle normative nazionali che privilegiano il pagamento di canoni per l'utilizzo dei beni pubblici. La proposta di legge introduce un nuovo sistema, basato sul pagamento di un canone annuo determinato sulla base di criteri oggettivi e trasparenti.

Tale sistema offre numerosi vantaggi e definisce in modo chiaro i diritti e gli obblighi delle parti coinvolte, garantisce un trattamento equo tra pubblico e privato, consente di generare risorse destinabili alla tutela ambientale e allo sviluppo del territorio.

Si propone, pertanto, di sostituire il sistema di compensazione con un sistema a pagamento e di introdurre un sistema più equo e trasparente di determinazione della compensazione modificando l'articolo 14, comma 5, della legge locale numero 15 del 26 agosto 1992, come segue: “Nel caso in cui infrastrutture pubbliche, quali linee elettriche, linee telefoniche, acquedotti, fognature passino su beni immobili o inutilizzabili appartenenti al territorio, è previsto il pagamento di un canone annuo, determinato secondo le modalità e i criteri stabiliti dalla normativa regionale”.

La sostituzione del sistema di compensazione con quello del canone trova solido fondamento nella giurisprudenza amministrativa che ha ripetutamente affermato il principio secondo cui l'utilizzo dei beni pubblici da parte di terzi deve essere remunerato.

I canoni saranno determinati in base a criteri oggettivi come l'area occupata, la durata dell'occupazione e il valore di mercato del terreno.

Sono frequenti le controversie fra autorità amministrative e privati cittadini in merito a pagamento dei canoni e la giurisprudenza fornisce indicazioni chiare sulla valutazione delle controversie.

Il Consiglio di Stato ha ripetutamente confermato questo principio in una serie di sentenze.

Anche il TAR e la Commissione tributaria hanno spesso affrontato la questione e si sono pronunciati in linea con le indicazioni del Consiglio di Stato.

I canoni di locazione sono definiti come un compenso per l'uso della proprietà pubblica al fine di essere equi e di proteggere la proprietà pubblica.

La Corte dei conti ha ripetutamente sottolineato l'importanza di assicurare un'adeguata remunerazione per l'uso dei beni pubblici, osservando che le proprietà statali e i beni inalienabili sono patrimonio di inestimabile valore per la società.

In conclusione, la suddetta proposta di legge rappresenta un passo in avanti verso una Regione più efficiente e trasparente dei beni pubblici, garantendo al contempo un adeguato ritorno economico per la collettività. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.

Non ci sono richieste di parola. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 312/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, P. Caputo, P. Raso, F. De Nisi, recante: “Modifiche e integrazioni all’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n.47 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto quattro, la proposta di legge numero 312/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali F. Mancuso, P. Caputo, P. Raso, F. De Nisi, recante: “Modifiche e integrazioni all’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n.47 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012)”

Cedo la parola al consigliere Raso per l’illustrazione del provvedimento.

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

La presente proposta di legge mira a rafforzare e favorire il completamento degli interventi di edilizia residenziale sociale, ai sensi della legge regionale del 16 ottobre 2008, numero 36, e di cui al punto 3.3 del Programma operativo scaturito dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta regionale numero 347 del 30 luglio 2012 e numero 452 del 30 ottobre 2014.

A causa di diversi fattori, tra cui la pandemia e l’aumento esponenziale dei prezzi dei materiali da costruzione, dell’energia, del gas e così via, tali interventi hanno spesso subito rallentamenti che hanno visto il pronto intervento del legislatore regionale al fine di superare diverse criticità che ne avrebbero messo a serio rischio la realizzazione, considerati tutti gli interessi coinvolti, pubblici e privati, ma soprattutto il fine socio-solidale degli interventi medesimi.

Ebbene, nonostante questo, si registrano a tutt’oggi plurimi aspetti critici che ben potrebbero essere affrontati e risolti con adeguate modifiche normative, per cui, partendo dall’intento del legislatore della legge regionale numero 42 del 2023, che ha modificato l’articolo 39, è chiaro come il legislatore abbia espressamente voluto assicurare ai soggetti attuatori la possibilità di addivenire al completamento degli interventi nonostante l’imponente aumento dei prezzi registrato in questi anni.

L’indisponibilità di nuove risorse, unitamente ad altre e diverse valutazioni, ha evidentemente condotto il legislatore a raggiungere il risultato della “compensazione dei prezzi” attraverso la possibilità di ridurre il numero di alloggi da realizzare, restando fermo il finanziamento concesso. In particolare, quindi, ha stabilito che, alla luce del notevole lasso di tempo intercorso tra il momento della concessione del finanziamento ad oggi, fosse, comunque, congruo accettare la realizzazione del 30 per cento in meno del numero di alloggi a prezzi calmierati inizialmente finanziato.

Ebbene, considerato, quindi, che il legislatore ha già, di fatto, compiuto una valutazione a monte e scelto di accettare la realizzazione di un numero inferiore di alloggi a prezzi calmierati, assicurando ai soggetti attuatori di presentare un’istanza di rimodulazione degli interventi, intesa come riduzione del numero di alloggi approvati nel progetto iniziale, per un numero pari a non oltre il 30 per cento in meno, va da sé che solo sul rimanente 70 per cento degli alloggi andrà a ricadere il contributo regionale.

Dunque, la premessa si è resa necessaria poiché è proprio da qui che prende le mosse la prima integrazione che si intende apportare alla norma di cui all’articolo 39. Al momento, il testo dell’articolo, secondo un’interpretazione strettamente letterale, sembrerebbe stabilire che, in ogni caso, il collaudo finale dell’intervento debba riguardare anche il numero di alloggi escluso dal contributo pubblico in conseguenza della rimodulazione. Per essere più chiari, poiché la legge consente di rimodulare il finanziamento attribuendolo proporzionalmente su di un numero di alloggi inferiore del 30 per cento rispetto alla distribuzione sul 100 per cento degli alloggi approvati nel progetto iniziale, l’intenzione del legislatore di operare una compensazione dei prezzi potrebbe essere vanificata dalla contestuale richiesta di realizzare, comunque, tutto l’intervento per come inizialmente previsto, realizzando, quindi, anche quel 30 per cento di alloggi sociali su cui il contributo pubblico non ricade più, proprio per via della rimodulazione di cui il soggetto attuatore si sia eventualmente avvalso.

Al fine di risolvere tali criticità che stanno rallentando, anziché favorendo, il completamento degli interventi, contravvenendo all’intenzione stessa del legislatore dell’articolo 39, si ritiene opportuno intervenire con una integrazione normativa, volta a consentire la piena realizzazione dei soli alloggi di edilizia agevolata su cui ricade il contributo a seguito della rimodulazione e di tutte le parti comuni dell’edificio, senza necessariamente completare anche gli alloggi in edilizia libera.

Sempre al fine di completare gli interventi, si ritiene utile e necessario anche prevedere la possibilità che i soggetti attuatori, i quali abbiano ottenuto due o più finanziamenti diversi per altrettanti progetti, possano accorpare tali interventi presentendo un nuovo progetto e un nuovo quadro tecnico economico alla Regione, realizzando su di un unico progetto il numero di alloggi complessivamente autorizzato per ciascun intervento finanziato; in conseguenza, anche i contributi assegnati con più finanziamenti confluiscono sull’unico progetto da completare.

Inoltre, si rende anche necessario, sempre al fine di favorire il completamento degli interventi, accordare ai soggetti attuatori, che realizzino alloggi da destinare alla locazione, di stipulare con il conduttore/assegnatario/soggetto beneficiario finale un contratto di locazione con patto di futura vendita, anche in sostituzione del contratto di locazione eventualmente in essere. Questo per favorire non solo il completamento degli interventi e le successive assegnazioni, ma anche per favorire il “diritto all’abitare” attraverso l’acquisto del bene “casa”. In tal caso, laddove le parti si accordino per la stipula del contratto di locazione con patto di futura vendita, il contributo regionale si intende attribuito sulla base delle previsioni già stabilite dal bando ex legge regionale numero 36 del 16 ottobre 2008, per gli alloggi da cedere in locazione con patto di futura vendita, per tutti gli interventi, siano essi scaturiti dal bando ex legge regionale numero 36 del 2008 che dal bando punto 3.3.

Infine, considerato che gli interventi di cui al punto 3.3 del Programma operativo, scaturito dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta regionale numero 347 del 30 luglio 2012 e numero 452 del 30 ottobre 2014, fanno parte di un programma pilota e sperimentale destinato alla locazione permanente, la cui gestione è finalizzata a sostenere modelli abitativi solidali da attuare nelle città con popolazione superiore a 30.000 abitanti, è, altresì, importante consentire e disciplinare la possibilità di conversione degli alloggi destinati all’inclusione sociale, tra cui microcomunità, residenze collettive per l’autonomia e alberghi sociali, da alloggi di edilizia sociale ad alloggi a libero mercato, attraverso la restituzione del contributo eventualmente assegnato in eccesso e a seconda del periodo intercorrente tra l’inizio della gestione di tali alloggi da parte del soggetto attuatore alla dichiarazione di volerli convertire in edilizia libera.

Si precisa che le disposizioni della presente proposta di legge hanno carattere ordinamentale e non producono oneri a carico del bilancio regionale e il testo si compone di complessivi tre articoli. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1585, a firma dei consiglieri Raso e Caputo.

Cedo la parola al consigliere Raso per illustrare l'emendamento. Prego.

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

La presente proposta emendativa mira ad integrare il comma 2 dell’articolo 1 della proposta di legge numero 312/12^ che, a sua volta, modifica l’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, numero 47, specificando, con maggiore puntualità, che, ai fini della determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla stipula della futura vendita, si terrà conto, quale termine iniziale, della data del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto attuatore.

La presente proposta emendativa ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Il testo dell'emendamento è il seguente: <<Nel comma 2 dell’articolo 1 della proposta di legge numero 312/12^ dopo le parole “bando punto 3.3.” sono aggiunte le parole “Ai fini della determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla stipula della futura vendita si tiene conto, quale termine iniziale, della data del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto attuatore.”>>.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessora alle politiche sociali

Il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 1585. L’emendamento è approvato.

Articolo 1

(È approvato così come emendato)

Articolo 2.

(È approvato)

Articolo 3.

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale. 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 305/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Gelardi, Katya Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Valorizzazione delle professioni non organizzate in ordini o collegi sul territorio della regione Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo al punto cinque, relativo alla proposta di legge numero 305/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali P. Molinaro, G. Gelardi, Katya Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Valorizzazione delle professioni non organizzate in ordini o collegi sul territorio della regione Calabria”.

Cedo la parola al consigliere Molinaro per l’illustrazione del provvedimento, prego.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. Il mondo dei servizi professionali ha conosciuto in Italia come in Europa una profonda evoluzione. Accanto alle professioni tradizionali organizzate negli Ordini o nei Collegi è emersa una nuova attività professionale capace di rispondere ad una domanda di servizio altrettanto complessa e mutevole.

Fuori dagli Ordini si è creata nel mercato una enorme galassia di nuove professioni e nuove competenze. Le stime in Italia parlano di circa tre milioni e mezzo di lavoratori indipendenti, spesso dotati di partita IVA, sicuramente intercettori delle tendenze dei mercati. Per questi professionisti stare fuori dal perimetro del riconoscimento significa stare fuori dal perimetro della libera circolazione in ambito europeo.

È proprio in questa ottica che la Calabria intende muoversi adottando uno strumento normativo che dia seguito a quanto già stabilito dalla legge numero 4 del 2013, colmando un gap socioeconomico dalle notevoli ricadute.

Si è inteso regolamentare la nascita di un sistema trasparente di accreditamento – non nuovi ordini professionali o di categoria – utile all'economia regionale che deve ambire ad espandere la propria azione di sviluppo riconoscendo ai soggetti operatori la portabilità delle loro certificazioni e delle competenze acquisite.

L'attuazione della presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 303/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Gelardi, Katya Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare della birra artigianale e agricola calabrese”

PRESIDENTE

Passiamo al punto sei, relativo alla proposta di legge numero 303/12^, di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Gelardi, Katya Gentile, F. Mancuso, G. Mattiani, P. Raso, recante: “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare della birra artigianale e agricola calabrese”.

Cedo la parola alla consigliera Gentile per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Grazie, signor Presidente. Con la presente proposta di legge, nel rispetto del quadro normativo (legge numero 141 del 2015) si intende disciplinare in modo organico lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale in Calabria.

Nell'agricoltura sociale sono diversi i soggetti coinvolti: oltre alle imprese agricole, le cooperative sociali (di tipo A e B), gli utenti – anziani, disabili, persone fragili, che ne beneficiano – gli Enti pubblici, attraverso i quali si crea una rete di rapporti tra soggetti privati e pubblici.

La fattoria sociale diventa, quindi, un centro di servizi sociali dove la coltivazione dell'orto, la cura degli animali, il ciclo naturale biologico offrono nuovi stimoli per interventi di socializzazione e formazione e di supporto all'educazione.

L'integrazione dei servizi mira a rafforzare le finalità imprenditoriali di ogni impresa agricola aderente, beneficiando dello stretto rapporto tra il territorio e le nuove opportunità di mercato.

L'agricoltura sociale, quindi, costituisce un approccio innovativo e multifunzionale fondato sull'abbinamento di due concetti …

PRESIDENTE

Collega Gentile, non è questa la relazione, la proposta di legge in discussione è quella relativa alla birra artigianale agricola calabrese. La prego di ricominciare, per favore.

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Non ho sentito, Presidente, quando l’ha menzionata perché ero presa a riguardare gli appunti, ma mi avevano detto che la proposta di legge sull’agricoltura sociale era stata inserita al punto sei.

Comunque, procedo con la relazione sulla proposta di legge della birra artigianale.

La presente proposta di legge, che mi vede firmataria insieme a tutti gli altri colleghi della Lega e al collega Molinaro che ne è il proponente, ha come obiettivo quello di promuovere, tutelare e valorizzare la birra artigianale agricola calabrese, sostenendo le aziende che operano in questo settore e favorendo il riconoscimento della qualità e dell'autenticità dei prodotti locali.

Si inserisce in un momento storico in cui il comparto ha visto un incremento significativo nella produzione, nel consumo e nelle esportazioni a livello nazionale e internazionale.

La nostra regione vanta una consolidata e affermata tradizione birraria che affonda le radici in una cultura produttiva che ha saputo mescolare l'arte della birra con le caratteristiche tipiche del territorio calabrese.

Negli ultimi decenni, i birrifici artigianali calabresi hanno saputo evolversi e distinguersi creando prodotti di alta qualità che hanno riscosso il favore di una clientela sempre più attenta e consapevole. Alcuni dei birrifici regionali, grazie al loro impegno e innovazione, hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale, attestando l'eccellenza della produzione locale. Il dato per noi più interessante è che il consumo di birra artigianale sta crescendo esponenzialmente; si stima che solo nel 2023 la birra artigianale rappresenti circa il 15% del totale dei consumi di birra in Italia. Un dato che evidenzia la tendenza dei consumatori a preferire i prodotti distintivi che raccontano una storia, una tradizione e un territorio.

La Calabria ha tutte le carte in regola per essere protagonista di questa crescita, grazie alla qualità dei suoi prodotti e all'impegno dei produttori locali. La birra artigianale e agricola calabrese è profondamente legata al territorio in quanto prodotta utilizzando materie prime locali, come l'orzo e il frumento verde, le erbe aromatiche tipiche della nostra regione.

Tutelare e valorizzare la filiera della birra significa anche promuovere le eccellenze agricole calabresi, creando un circolo virtuoso che coinvolge gli agricoltori, i produttori di birra e i consumatori. Oltre ai birrai, il settore coinvolge numerosi professionisti, tra cui tecnici agronomi, esperti in marketing e comunicazione, ma anche il comparto della distribuzione e della ristorazione. Sono centinaia i posti di lavoro diretti e indiretti creati da questo settore e si prevede che con l'espansione del mercato questi numeri cresceranno ulteriormente.

La proposta in esame intende fornire, quindi, una cornice normativa a questo contesto, prevedendo un impegno da parte della Regione a sostenere le imprese del settore, con particolare riguardo a quelle a conduzione giovanile e femminile, a promuovere una serie di iniziative ed eventi sul territorio finalizzati a celebrare e diffondere la cultura della birra artigianale e dei prodotti agricoli calabresi. Tali eventi non solo arricchiranno l'offerta turistica regionale, ma favoriranno anche un'integrazione tra le tradizioni locali e la modernità, rendendo la Calabria una destinazione di eccellenza enogastronomica e un polo di attrazione per turisti, appassionati di birra e di buona cucina.

La previsione di un elenco regionale del piccolo birrificio indipendente, dei microbirrifici artigianali e agricoli e dei Mastri Birrai all'interno della proposta in esame presenta numerosi vantaggi sotto diversi punti di vista. L'elenco può fungere, infatti, da punto di riferimento per consumatori e turisti che cercano prodotti di qualità provenienti da un determinato territorio e, ancora, la creazione di una rete regionale dà visibilità ai birrifici locali, rafforzando l'identità e l'immagine di un brand birrario regionale.

L'inserimento in un elenco ufficiale consente, poi, ai piccoli birrifici di connettersi tra loro, creando sinergie e scambi di know how e opportunità di marketing congiunto. Inoltre, si facilita l'accesso a incentivi e finanziamenti pubblici e privati per i piccoli birrifici, nonché per la formazione e lo sviluppo delle competenze e, al contempo, si consente alle Autorità locali di identificare facilmente i birrifici ed implementare politiche di supporto al settore come sgravi fiscali, incentivi per la sostenibilità e la qualità.

L'obiettivo principale è, dunque, quello di consolidare l'immagine della Calabria come terra di sostenibilità, di innovazione e qualità in campo agroalimentare, creando un'ulteriore opportunità per il turismo esperienziale che affonda le radici nella tradizione, ma guarda anche al futuro, grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

All’articolo 1 sono pervenuti alcuni emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 1664/A01, a firma del consigliere Molinaro al quale cedo la parola per l'illustrazione, prego.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Preciso che questi emendamenti si sono resi necessari per raccogliere alcune indicazioni provenienti sia dalle Commissioni di merito sia dalla Commissione bilancio.

Il primo emendamento riguarda l’istituzione dell'elenco regionale dei piccoli birrifici indipendenti, artigianali e agricoli, aventi stabilimento di produzione sul territorio regionale, e dei relativi Mastri Birrai. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessora alle politiche sociali

Il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A01. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 1664/A02, a firma del consigliere Molinaro, al quale cedo ancora la parola per l'illustrazione, prego.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Il testo dell’emendamento è il seguente: <<Al comma 2 dell’articolo 1, viene aggiunta la lettera “d”: “d) valorizza la diffusione della produzione tipica del territorio, consentendo l'utilizzo della denominazione “Calabria”, secondo le disposizioni sull'autorizzazione all'uso approvate con DGR 111 del 13 marzo 2023 e relative linee guida”.>> Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A02. L'emendamento è approvato.

Articolo 1

(È approvato, così come emendato)

All’articolo 2 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 1664/A03, a firma del collega Molinaro, al quale cedo la parola per l'illustrazione.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

“Art. 2 (Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intende per:

a) birra artigianale: la birra avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma 4-bis, primo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354;

b) birra agricola: la birra prodotta da imprese agricole ai sensi dell’art. 2135, comma 3, del Codice civile, ed avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma 4-bis, primo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354;

c) piccolo birrificio indipendente: il birrificio avente i requisiti indicati dall’art. 2, comma 4-bis, secondo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354 (Disciplina igienica della produzione del commercio della birra), la cui sede di produzione è ubicata nel territorio della regione;

d) microbirrificio: ai sensi del decreto ministeriale 4 giugno 2019, una fabbrica di birra che produce annualmente non più di 10.000 ettolitri e che ha le caratteristiche identificative di cui all’art. 2, comma 4, della legge 16 agosto 1962, n. 1354 n. 1354/62;

e) microbirrificio agricolo: il microbirrificio di cui alla precedente lettera d) utilizzato dall’impresa agricola per la produzione della birra agricola. “

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A03. L'emendamento è approvato.

Articolo 2

(È approvato, così come emendato).

All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1664/A04, a firma del collega Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

L'articolo 3 comma 1 viene così modificato: << dopo le parole “La Giunta Regionale,” sono aggiunte le parole “con propria deliberazione” e dopo le parole “piccoli birrifici indipendenti” sono aggiunte le parole “produttori di birra artigianale ed agricola”. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 1664/A04. L'emendamento è approvato.

Articolo 3

(È approvato, così come emendato).

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

All’articolo 6 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1664/A05, a firma del collega Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione.

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

Do lettura dell’emendamento: <<All’art. 6, comma 1, al termine del periodo sono aggiunte prima le parole “...e si specifica quanto segue:”, e di seguito le lettere “a”, “b” e “c”:

“a) l’attività di promozione e sostegno della Regione prevista dall’art. 1 è garantita dalla DGR 83/2024 che prende atto dell’accordo per lo Sviluppo e la Coesione sottoscritto dalla Regione Calabria con la Presidenza del Consiglio dei ministri, FSC 2021/2027, Allegato A/1 – ID 42595 F3A – 03 Competitività Imprese- Promozione delle imprese del settore agroalimentare sui mercati nazionali ed internazionali.

b) l’art. 3, istituzione dell’elenco regionale dei microbirrifici artigianali e agricoli, dei piccoli birrifici indipendenti e dei Mastri Birrai, utilizza le risorse umane e strumentali a carico del Settore 7 della Giunta regionale, Promozione- Internazionalizzazione delle Imprese Agroalimentari e Cooperazione, senza generare ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.”.

c) la disposizione contenuta all’articolo 5, comma 2, e art. 6, programmi regionali cofinanziati dai fondi comunitari trova applicazione nel PSR Calabria 2014-2022 – Reg.(UE) n. 1305/2013 - Misura 04 - Intervento 4.1.1. “Investimenti nelle aziende agricole” e FSC 2021-2027, DGR 83/2024”>>.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero1664/A05. L’emendamento è approvato.

Articolo 6

(È approvato, così come emendato)

Articolo 7

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Si, Presidente. Chiedo l’inversione del punto 7 all'ordine del giorno con la proposta di legge numero 346/12^ che dal punto 8 passa al punto 7.

PRESIDENTE

Votiamo per l'inversione del punto all'ordine del giorno. È approvata.

Proposta di legge numero 346/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2023, numero 37”

PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto otto, ora diventato punto sette, così come approvato dal Consiglio, la proposta di legge numero 346/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 7 agosto 23, numero 37”. Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare il provvedimento, prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, la proposta di legge regionale numero 346/12^ di iniziativa della Giunta regionale, su impulso del presidente Roberto Occhiuto, si propone di modificare e integrare ulteriormente la legge regionale 7 agosto 2023, numero 37, già emendata con la legge regionale numero 47 del 2023, in materia di regolamentazione del noleggio con conducente.

Questa iniziativa legislativa nasce dall'esigenza di consolidare le disposizioni già introdotte con la legge regionale numero 37/2023, di cui rappresenta un ulteriore affinamento, con particolare riguardo al miglioramento della competitività del settore e all'ampliamento dell'offerta dei servizi di mobilità per i cittadini calabresi. Le principali novità riguardano l'adeguamento normativo e la proposta mira a rendere il testo conforme alla recente pronuncia della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il divieto di rilasciare nuove licenze NCC imposto dal decreto-legge numero 135 del 2008. Inoltre, si favorisce un accesso regolamentato e meritocratico al settore poiché, nell'introdurre un nuovo livello di governo, si attribuisce anche alla Regione una competenza aggiuntiva rispetto a quella comunale nel rilascio dei titoli autorizzatori del servizio NCC, restando ferma la previsione statale della selezione pubblica. Già la legge regionale numero 37 del 2003 aveva rappresentato una svolta importante poiché aveva introdotto un quadro normativo innovativo, autorizzando l'emissione di 200 nuove licenze NCC, in un'ottica di liberalizzazione e potenziamento dei servizi di trasporto pubblico non di linea. Tale scelta legislativa, tuttavia, si poneva in contrasto con la normativa nazionale, che favoriva il mantenimento di restrizioni nel rilascio di licenze, e, dunque, limitava la possibilità per le Regioni di emettere nuove autorizzazioni a tutela di operatori del settore. Il successivo intervento della Corte costituzionale ha ribadito la legittimità delle azioni intraprese dalla Regione Calabria, dichiarando incostituzionale il divieto imposto a livello nazionale. La Consulta ha evidenziato come tale limitazione rappresentasse una violazione della libertà economica e della concorrenza, valorizzando il ruolo delle Regioni nella regolamentazione del settore NCC. La recente sentenza della Corte costituzionale, che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Calabria, ha, pertanto, sancito l'illegittimità delle restrizioni imposte a livello centrale. Tale decisione ha confermato la validità e la lungimiranza dell'azione legislativa della Giunta regionale del presidente Roberto Occhiuto, riaffermando il diritto della Regione ad esercitare la propria potestà legislativa residuale in materia di trasporto pubblico non di linea, in particolare per quanto attiene alla disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative e, dunque, anche alla disciplina del settore NCC, in base alle specifiche esigenze dei territori.

La proposta di legge numero 346/12^ si inserisce in questo contesto per consolidare il quadro normativo regionale, migliorare i criteri per l'assegnazione delle licenze e adeguare le norme alle mutate esigenze dei cittadini e del settore. Ma non è soltanto un adeguamento normativo, rappresenta un passo cruciale verso una regione più dinamica e orientata al progresso, la cui portata è significativa e ci consente di attendere fiduciosi i grandi impatti. L'approvazione della proposta di legge numero 346/12^ consentirà di rafforzare il settore NCC, rendendolo più competitivo e capace di soddisfare la crescente domanda di mobilità, incrementare le opportunità lavorative per gli operatori locali stimolando lo sviluppo economico, rispondere alle esigenze delle comunità locali, soprattutto nelle aree meno servite dai tradizionali mezzi di trasporto pubblico.

Abbiamo sfidato un decreto nazionale vecchio di anni che, con l'obiettivo di proteggere alcune categorie, ha finito per bloccare l'intero sistema, soffocando la concorrenza e riducendo l'offerta di mobilità. La Calabria con coraggio ha detto “no” ad una visione che privilegia pochi a scapito dei molti, “no” a politiche che si traducono in immobilismo. Oggi possiamo parlare con orgoglio di questo aspetto perché la Corte costituzionale ha riconosciuto la bontà del nostro intervento e ha dichiarato incostituzionale quel decreto che ci voleva privare della possibilità di decidere per quel diritto di mobilità dei nostri cittadini.

È una vittoria non solo per la Calabria, ma per chiunque creda che la politica debba essere uno strumento di progresso e non di freno.

Mi piace ricordare a questa massima Assise regionale lo slancio e la soddisfazione con cui è stata sottolineata dal presidente Occhiuto, il quale, con grande lungimiranza, ha sottolineato come questa sentenza non sia solo una vittoria legale, ma, soprattutto, una vittoria per tutti i calabresi che hanno il diritto di vivere in una regione che guarda avanti, che scommette su un futuro fatto di servizi più efficienti, di opportunità per le imprese e di equità. La Calabria ha vinto una battaglia storica che abbiamo combattuto nell'interesse collettivo a favore dei consumatori, per avere servizi più efficienti.

Vince la libertà di impresa, perdono le corporazioni e perde la logica protezionistica.

Con questa nuova proposta andiamo a perfezionare la visione, ampliando ancora di più le possibilità per chi vuole operare in questo settore, regolamentando al meglio l'assegnazione delle licenze e rispondendo alle esigenze di trasporto che le nostre comunità ci chiedono a gran voce, rappresentano una visione moderna e ambiziosa per il futuro della Calabria.

È un segno tangibile del coraggio della Calabria di sfidare lo status quo intervenendo su una materia che per troppo tempo è stata ingessata da logiche corporative, penalizzando l'innovazione e limitando le scelte per i nostri cittadini.

La proposta è un importante tassello nella strategia regionale di modernizzazione del settore dei trasporti che sta portando avanti l'assessore con delega, Gianluca Gallo, poiché garantisce un equilibrio tra le esigenze degli operatori del trasporto pubblico non di linea ed i diritti dei consumatori a beneficiare di servizi efficienti. La sua approvazione non è soltanto un atto dovuto in seguito alla sentenza della Corte costituzionale, ma anche un'opportunità di riaffermare il ruolo centrale della Calabria come promotrice di innovazione legislativa. Invito, pertanto, l'Aula ad esprimere voto favorevole nell'interesse della collettività e per consolidare una visione di sviluppo sostenibile ed inclusivo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Ho ascoltato l'enfasi dell’intervento della consigliera Straface, diamo un po’ di enfasi a questa seduta di Consiglio regionale che, altrimenti, rischia di passare in anonimato con un dibattito privo di discussione. Questa enfasi, che la consigliera Straface manifesta spesso nei suoi interventi, forse, questa volta, in questa seduta, rischia di stridere con la realtà. Forse, non si rende conto del tipo di seduta di Consiglio regionale si stia svolgendo questa sera, cioè, forse, non ci si rende conto che il dato politico che emerge questa sera è di una spaccatura evidente della maggioranza di centrodestra che governa la Regione Calabria e di una difficoltà oggettiva a portare in questa Aula quella spinta riformatrice e quelle riforme che ci sono in agenda della politica regionale, ma che non riescono ad arrivare in quest'Aula, per evidenti divisioni all’internodi questa maggioranza. Questa enfasi, questa sera, onestamente, l'avrei evitata! L'avrei evitata anche perché c'è stata all'inizio di questa seduta un'evidente presa di forza del Presidente della Giunta regionale rispetto a temi politici su cui questa maggioranza è divisa.

È inutile ormai girarci intorno: è evidente come ci siano delle questioni politiche che dividono, oggi, la maggioranza al Governo della Regione.

Tutto ciò, poi, ha una ricaduta concreta anche negli ordini del giorno e nelle nostre discussioni. Quindi, consigliera Straface, quando oggi vogliamo enfatizzare questa azione riformatrice, questi grandi risultati, oggettivamente, cara consigliera, forse, non è la seduta giusta. Forse non è la seduta giusta per rimarcare questa grande compattezza della vostra maggioranza. Aggiungo, consigliera, anche che, su questa proposta che lei dice essere un grandissimo risultato della Regione Calabria - non voglio apparire come la Cassandra - era evidente a tutti che questa norma, che affidava in maniera diretta a Ferrovie della Calabria le licenze del NCC, sarebbe caduta sotto la censura della Corte costituzionale per una violazione del principio di concorrenza.

L'avevamo detto. È accaduto puntualmente.

Oggi, dobbiamo correggere una norma che, ovviamente, deve prevedere una gara con procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle licenze di NCC.

Non sarei neanche intervenuto, consigliera, ma lei ha sottolineato, come altro lato della medaglia, che è stata rimarcata, oggi, anche una competenza delle Regioni in questa materia, ma si ricorderà che, nel dibattito su questa norma, i limiti della sua stesura fossero stati già evidenziati da questa opposizione.

Il dato politico qual è? Il dato politico che appare questa sera, in maniera plastica, da questo dibattito è che, come è accaduto anche in altri governi regionali, a un certo punto della legislatura cominciano a emergere divisioni, veti, difficoltà che, poi, incidono sull'azione riformatrice e sull'azione politica della Regione. È quello che sta accadendo questa sera, consigliera Straface. Quindi, non comprendo questa enfasi per questo grande risultato: con la norma NCC noi stiamo correggendo il dettato della Corte costituzionale, la stiamo riportando alle prescrizioni che ci hanno dato. Me lo lasci dire, consigliera: noi l'avevamo già detto.

E questo mi dà l'occasione, in maniera incidentale, di riportare quest'Aula alla realtà. La realtà è quella che è apparsa e che spero i cronisti abbiano la capacità anche di riportare, ma non in ottica strumentale o in un'ottica di opposizione, ma in un'ottica di una narrazione reale di quello che è il dibattito questa sera in quest'Aula. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'assessore Gallo.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Intervengo brevemente. L'avrei dovuto fare dopo l'intervento del consigliere Bevacqua. Lo faccio adesso, rispetto ad alcuni atteggiamenti e ad alcune prese di posizione da parte del Partito Democratico e, questa sera, anche del consigliere Lo Schiavo che, almeno, ha avuto l'accortezza di rimanere in Aula e, quindi, di svolgere il ruolo per cui i cittadini calabresi vi hanno delegato.

Non possiamo assolutamente accettare la doppia morale di un certo centrosinistra, in particolar modo del PD, che a convenienza, caro presidente Occhiuto, ci dà lezioni da ambientalisti puri e, poi, rispetto ad altre situazioni, invece, assume posizioni completamente diverse.

Il presidente Occhiuto ha tutta la nostra fiducia e la ha, soprattutto, per la sua azione di governo, per il cambiamento che sta portando alla Calabria e lo diciamo in maniera chiara e forte. La coerenza, in alcune situazioni e in alcune prese di posizione, è quella che paga col passare del tempo e la coerenza politica nell'azione amministrativa, di indirizzo, da parte di questa Giunta e da parte del presidente Occhiuto sarà quella che noi andremo a sostenere in maniera forte ed autorevole.

Poi, consigliere Lo Schiavo, la mia non vuole essere enfasi, il mio è un riconoscimento rispetto ad un indirizzo preciso che, con coraggio e con autorevolezza, è stato dato dalla Giunta e dal presidente Occhiuto, in merito ad alcune logiche corporative che, per troppo tempo, si sono consolidate in Calabria. Quindi, oggi, prendiamo atto che quella legge, approvata e poi impugnata dal Governo nazionale, oggi è riconosciuta legittima dalla Corte costituzionale. Grazie.

 

Presidenza del Vicepresidente Pierluigi Caputo

PRESIDENTE

Grazie. La parola all'assessore Gallo.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Grazie, signor Presidente, grazie anche alla collega Straface che con giusta enfasi ha presentato questa proposta di legge che è migliorativa rispetto ad un'iniziativa che il governo regionale, presieduto dal presidente Occhiuto, ha assunto oltre un anno fa, per rispondere ad un'esigenza anche di trasporto locale individuale che, in Calabria, obiettivamente manca e che oggi registra una richiesta sempre crescente, attesa la necessità di intermodalità nei trasporti, soprattutto per il notevole aumento di passeggeri per il trasporto aereo nei nostri aeroporti. Questa è una risposta che viene data.

Per cui, consigliere Lo Schiavo, è una giusta enfasi. In che senso? Nel senso che questa Regione, che ha avuto governi di centrosinistra, di centrodestra, recupera lustro attraverso questa norma. Questa piccola Regione, legiferando, è riuscita, attraverso anche l'impugnativa da parte del Governo dinanzi alla Corte costituzionale, probabilmente a scardinare - lo diceva bene la consigliera Straface - degli interessi corporativistici che, per esempio, impediscono in una città come la nostra capitale un aumento delle licenze, delle concessioni, mettendo ognuno di noi, quando siamo in quella in quella città, in difficoltà. Obiettivamente, per intere giornate, non si riesce a trovare un taxi.

Ebbene, io credo che la scintilla, partita dalla prima delle due norme della nostra Regione, abbia anche determinato una reazione da parte dei tassisti. Mi suggeriva il Presidente che, per questa nostra norma, i tassisti di tutto il Paese hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale. Penso che ci sia stata la capacità di smuovere le acque e non solo questo, perché questa norma rispondeva all'esigenza di velocizzare anche la risposta per la concessione di licenze. In effetti, affidandosi a Ferrovie della Calabria, la Corte costituzionale ha bloccato il percorso solo perché non ha riconosciuto che Ferrovie della Calabria fosse una società pienamente in house. Con questa norma andiamo a superare questa difficoltà, per cui genereremo altre 200 concessioni e daremo la possibilità a 200 ragazzi, padri di famiglia, di avere una concessione e, probabilmente, uno strumento, un'auto, per lavorare. Quindi, su questo andremo avanti e faremo anche investimenti perché genereremo una risposta, non solo in termini di lavoro, ma in termini di investimenti sul nostro territorio. É giusto, quindi, che ci sia enfasi perché, oltre che generare questi risultati, genereremo anche i servizi che oggi obiettivamente mancano.

Immaginate uno straniero che arriva presso un nostro aeroporto: va sulla piattaforma Uber e non riesce ad avere risposta. Non è il miglior biglietto da visita per una regione come la nostra. Per questo, avendo recuperato molti lustri di ritardo, è giusto che ci sia, consigliera Straface, enfasi.

Un'ultima annotazione - il consigliere Lo Schiavo è distratto - di natura politica: consigliere Lo Schiavo, il risultato generato dalla discussione è che si è spaccata la minoranza, perché alcuni di voi sono rimasti in Aula, il Pd è andato via; la minoranza è andata in frantumi, la maggioranza è qui.

Certo, c'è una dialettica all'interno della maggioranza su questi temi, ma credo che queste problematiche saranno come sempre ampiamente superate. Non credo che mai ci sia stato nella storia del regionalismo calabrese un governo che, dopo oltre tre anni e qualche mese, sia così compatto e legato; certo, nelle famiglie, in ogni circostanza, c'è discussione, c'è dialettica, c'è confronto. Guai se non ci fosse. E questo probabilmente è un momento di necessario confronto. Penso, pertanto, che in questa giornata la maggioranza abbia avuto sicuramente un modo e un motivo per discutere, ma ad essersi spaccata è soltanto la minoranza.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 1540, a firma della consigliera Straface a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Con la presente proposta emendativa si intende sostituire il comma 1 dell'articolo 3 della proposta di legge numero 346/12^, recante “Modifica alla legge regionale 7 agosto 2023, numero 37”, al fine di anticipare l'entrata in vigore dell’approvanda legge; ciò in considerazione dell'urgenza di provvedere a garantire, potenziare, lo specifico servizio di trasporto pubblico non di linea a livello regionale e porre rimedio, con effetto immediato, allo squilibrio sempre più importante fra domanda e offerta, causato dall'aumento dei flussi turistici verso la Calabria in tutti i periodi dell'anno.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole.

PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 3. L'articolo 3 è approvato per come emendato.

Articolo 3

(È approvato così come emendato)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo misto)

Intervengo brevemente, perché volevo esprimere il mio voto favorevole. La norma introduce un principio importante e bisogna avere l'onestà intellettuale di riconoscere che l’esigenza che c’era è stata colmata da questa norma. Io lo riconosco. Esprimo parere favorevole perché è stata ricorretta dalla Corte costituzionale, nella parte in cui attribuiva in maniera esclusiva la concessione delle licenze a Ferrovie della Calabria, con una forzatura evidente, non solo per la mancanza di procedura competitiva, ma anche per la stessa sostenibilità della norma. Pertanto, a fronte di una riscrittura e di una correzione della norma, rispetto a un'esigenza sentita da questa Regione, ovviamente io voto favorevolmente.

Non esprimo giudizi sul piano politico. Sarà contento l'assessore Gallo dell'unità della sua maggioranza. L'ordine del giorno di questo Consiglio qualcosa forse la dice, anche sull'essenza di quelle riforme istituzionali che sono state avanzate nelle Commissioni, ma ancora non sono arrivate all’esame dell’Aula. Comunque, ognuno rimane nella sua posizione. Potremmo fare dei sofismi. Sicuramente non è l'opposizione divisa questa sera. Mi sembra che il dato politico sia evidente: non solo sulla vicenda del Mercure, ma su tanti altri dossier di primaria importanza della Regione Calabria mi pare che non ci sia una vera condivisione, tant'è che non sono inseriti stasera all’ordine del giorno di questa seduta. Ma, ripeto, ognuno rimane sulle sue posizioni e forse non vale la pena neanche più insistere su questo concetto rispetto al quale ognuno ha la propria opinione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Svolgimento interrogazioni ex art. 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale
Interrogazioni a risposta immediata

PRESIDENTE

Riprendiamo dall'originario punto 7: Svolgimento interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Per le interrogazioni a risposta immediata del Regolamento interno, ricordo all'Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto.

Interrogazione a risposta immediata numero 278/12^ di iniziativa del consigliere D.Tavernise: “Sui ritardi nei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone”

PRESIDENTE

Iniziamo dall'interrogazione numero 278/12^, a firma del consigliere Tavernise, “Sui ritardi nei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone”. Cedo la parola all'interrogante per l'illustrazione. Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, Vicepresidente. Mi farebbe tanto piacere, presidente Occhiuto, se anche lei ascoltasse la discussione di queste interrogazioni perché, con tutto il rispetto per il Mercure, vanno a toccare non solo i lavoratori o l'indotto che si occupa di una centrale a biomasse, ma si occupano della quotidianità di migliaia e migliaia di cittadini, che vivono nel nord est della Calabria. Presidente Occhiuto, lei - lo ricordo bene – nel suo discorso di insediamento, ha detto - mi rivolgo a lei e anche all'assessore Gallo che, purtroppo, non è adesso presente, ma mi dovrà rispondere fra qualche minuto - che nella sua azione politica c'era la centralità dell'area nord-est della Calabria, un rilancio dell'elettrificazione della ferrovia ionica, il rilancio delle infrastrutture nella jonica, sia stradali sia ferroviarie.

Ecco perché ho voluto presentare un'interrogazione, Presidente. Ed è il motivo, assessore Gallo, per cui sono rimasto in Aula, non di certo perché l'opposizione si è frantumata, ma perché siamo stati eletti per dare risposte ai cittadini. Vorrei tanto sapere, assessore Gallo e Presidente Occhiuto, come mai tutti i cittadini del mio territorio non hanno la possibilità, nel 2024, di prendere un treno, da settembre, e raggiungere, per esempio, la città di Crotone o Catanzaro, che è il capoluogo di Regione, o come sia possibile che un consigliere regionale come me, per venire in Consiglio regionale, debba per forza prendere l’automobile. Non mi posso spostare in treno. Sa perché, Presidente? Nella mia zona, nella mia provincia, non ci sono i treni dal mese di settembre. Era prevista una riapertura della ferrovia ionica il 18 di gennaio, adesso è stata prorogata la chiusura fino a giugno del 2025 per lavori di ammodernamento tecnologico.

Collega Straface, cerco di essere il più istituzionale possibile in quest'Aula, però sentire parlare di biglietti da visita, sentire parlare di una Calabria che è ripartita, quando abbiamo le ferrovie chiuse e i lavori non ultimati sulla SS 106, nonostante nella manovra di bilancio del 2022 vi siate vantati di aver recuperato 3 miliardi di euro per la SS 106; 3 miliardi di euro. Tre miliardi e duecento milioni, adesso, Presidente, con i 200 milioni che sono stati inseriti nell'ultima manovra di bilancio.

Sta di fatto che, nonostante le conferenze dei servizi siano concluse, non sono partiti ancora non solo i lavori ma nemmeno la gara d'appalto, per quanto riguarda sia la tratta che va da Crotone a Catanzaro sia la tratta, collega Straface, che riguarda il nostro territorio; si tratta di 28 km della Sibari Rossano e della Sibari-Coserie.

Discutendo queste interrogazioni, partendo dalla numero 278/12^ e quindi dai ritardi nei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria, visto che, come ho già detto, c'è stata una sospensione della circolazione ferroviaria sulla tratta tra Sibari e Crotone, tra Crotone e Catanzaro, visto che ci sono questi lavori che riguardano interventi di upgrade tecnologico, di potenziamento infrastrutturale, e visto che poche settimane fa sono stati consegnati i lavori dell'elettrificazione, vorrei sapere dall'assessore Gallo che iniziative urgenti stia assumendo la Regione Calabria per fermare i continui ritardi dei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone.

Ricordo che il finanziamento per l'elettrificazione è un finanziamento del PNRR, quindi, vuol dire che entro il 2026 dobbiamo concludere i lavori; vuol dire che entro il 2026 noi dobbiamo avere concluso la tratta ferroviaria che parte da Sibari fino a Catanzaro. Siamo a gennaio del 2025, mi attendo risposte ufficiali da parte di questa Giunta.

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

 

PRESIDENTE

Grazie. Risponde l'assessore Caracciolo. A lei la parola, assessore. Prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica

Grazie. Con riferimento all'interrogazione promossa dal consigliere Tavernise, relativa ai ritardi nei lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone, si rappresenta quanto segue.

Si evidenzia, innanzitutto, che la Regione Calabria e segnatamente il Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, da almeno un paio di anni, alla luce dei vari investimenti in corso sulla linea ferroviaria ionica, conduce periodici e cadenzati incontri con RFI e Trenitalia, allo scopo di ottimizzare l'esecuzione delle opere finanziate, anche con l'obiettivo di minimizzare le interruzioni del servizio e, quindi, i disagi per l'utenza, di intesa con il Dipartimento mobilità e con ART Calabria. Attualmente, ad esempio, l'interruzione della tratta da Crotone a Catanzaro Lido per l'attrezzaggio tecnologico con sistema RTMS viene sfruttata per eseguire contestualmente l'adeguamento della galleria Cutro per elettrificazione e prove riattivazione. Così come l'interruzione sulla Sibari-Crotone per la RTMS vede, in concomitanza, la realizzazione dell'adeguamento opere d'arte con lavori su ponti, sottovia, binari e travate metalliche, e rinnovo di binari e deviatoi per il potenziamento funzionale anche alla velocizzazione della linea. L'elettrificazione della tratta Sibari-Crotone, richiamata nell'interrogazione, è parte del più ampio progetto di “Potenziamento del collegamento Lamezia Terme-Catanzaro Lido-Dorsale Jonica”, la cui realizzazione articolata nei seguenti tre lotti:

Lotto 1: potenziamento ed elettrificazione della tratta Lamezia Terme-Catanzaro Lido;

Lotto 2a: elettrificazione della tratta Sibari-Crotone;

Lotto 2b: elettrificazione della tratta Crotone-Catanzaro Lido.

Per quanto attiene il Lotto 2a, gli interventi prevedono l'elettrificazione della tratta Sibari – Crotone, per un'estesa di circa 112 km, e la realizzazione di 8 sottostazioni elettriche in media tensione, necessarie ad alimentare la linea di contatto elettrica.

Tali sottostazioni sono posizionate nelle località dei Comuni di Cassano allo Ionio, Corigliano-Rossano, Toscano, Mandatoriccio, Crucoli, Cirò Marina, Strongoli e Crotone secondo l'ubicazione prevista nel progetto definitivo approvato con Ordinanza del Commissario straordinario numero 4 del 25/09/2024 e sono in corso di ultimazione le relative procedure di esproprio.

Per quanto attiene il procedimento di accertamento dell'esistenza di usi civici sulle aree interessate dalla realizzazione delle opere di progetto, in data 12/09/2024 l'Ufficio usi civici della Regione Calabria, con nota numero 570694, ha comunicato che tutti i Comuni hanno avviato il procedimento di accertamento demaniale. Fermo quanto sopra, l'articolo 12-ter del recente decreto legge 19/2024 (convertito con modificazioni in legge 56/2024), relativamente alle opere in gestione commissariale e finanziate con risorse del PNRR (requisiti entrambi ricorrenti nel caso di specie) ha introdotto una presunzione di compatibilità tra opera pubblica ed esercizio dell'uso civico, fermo restando il rispetto del vincolo paesaggistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 42.

In considerazione di tale compatibilità, nelle more della conclusione dell'accertamento, stanno proseguendo le attività espropriative e realizzative senza attuali criticità rispetto alla programmazione dell'intervento. Qualora gli esiti delle verifiche di dettaglio dovessero accertare la presenza di usi civici su alcune particelle, cosa che alla luce degli accertamenti fatti è ritenuta da escludersi, RFI svolgerà comunque gli adempimenti che si rendessero necessari per le relative sistemazioni procedurali.

Infine, per quanto attiene all'osservazione riguardante il mancato utilizzo dell'interruzione della circolazione ferroviaria in corso sulla tratta Sibari-Crotone, si rappresenta che questa risultava sostanzialmente incompatibile con i tempi delle attività appaltate che, avviate ad aprile/maggio, necessitavano comunque dello sviluppo della progettazione esecutiva; il programma lavori del progetto aggiudicato non ne prevedeva altresì l'utilizzo pur traguardando il target PNRR come realizzabile.

Ad oggi, i lavori di elettrificazione delle tratte Sibari-Crotone e Crotone-Catanzaro Lido (lotti di appalto 2a e 2b) sono stati consegnati a novembre/dicembre 2024 e risultano sostanzialmente in linea con la programmazione temporale dei progetti definitivi approvati. Per quanto attiene l'intervento di velocizzazione ed elettrificazione della tratta Lamezia Terme-Catanzaro Lido (lotto d'appalto 1), sono in corso le attività propedeutiche di cantierizzazione, demolizione e bonifiche degli ordigni esplosivi.

L'attuale programmazione dei lavori, per quanto sopra detto, traguarda l'ultimazione delle opere per fasi entro il 2026, in linea con gli obiettivi del PNRR con le cui fonti è parzialmente finanziato la totalità degli interventi sulla linea, senza alcuno sforamento/rallentamento rispetto ad esso.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Maria Stefania Caracciolo. Cedo la parola all'interrogante per la replica. Prego. 

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Ringrazio l'assessore Maria Stefania Caracciolo per le delucidazioni.

Assessore, quello che le chiedo è di monitorare, quotidianamente, la messa in opera di questi lavori perché sono fondamentali per i territori che vantano crediti nei confronti di questa Regione. Dico sempre che esistono due Calabrie, una Calabria nella Calabria, con differenze: la Calabria dell'est, che non ha strade e non ha ferrovia, e quella dell'ovest. Quindi, mi auguro che, anche, il mio territorio a fine Legislatura - anche grazie ai fondi del PNRR - riuscirà ad avere una ferrovia adeguata ad una regione normale. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 284/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Mancata sottoscrizione dell'Intesa tra Regione ed Anas per il tratto Sibari-Coserie della S.S. 106 Jonica”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 284/12^ a firma sempre del collega Tavernise: “Mancata sottoscrizione dell'Intesa istituzionale tra Regione e Anas per il tratto Sibari-Coserie della Strada Statale 106 Jonica.

Cedo la parola al collega Tavernise per illustrarla. Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Come ho già accennato prima, la sottoscrizione dell'intesa istituzionale tra Regione ed ANAS per il tratto Sibari-Coserie della SS 106 Jonica sta avendo dei ritardi che, purtroppo, sul territorio non vengono compresi. Poiché il Governo nazionale, in un primo momento, ha stanziato tre miliardi - ho già detto prima che nell'ultima manovra di bilancio sembra siano stati stanziati altri 220 milioni che mancavano per questo tratto proprio della Sibari-Coserie - non capisco come mai ancora, dopo 5 mesi dall'approvazione della Conferenza di servizio e, adesso, dopo un altro mese dallo stanziamento di questi ulteriori fondi, non sia stata firmata l'intesa tra ANAS e Regione Calabria.

Quindi, ho ritenuto necessario depositare un'interrogazione immediata alla Giunta, e a lei nello specifico, perché anche qui collegare quei territori, soprattutto la terza città della Calabria che è Corigliano-Rossano, con lo svincolo della 534 di Firmo risulta, oggi, fondamentale perché tale svincolo porta sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma ancor di più, assessore Caracciolo, lei sa, se Dio vuole, fra un anno, un anno e mezzo, ultimeranno i lavori del terzo Megalotto; quindi, avremo una superstrada a quattro corsie da Roseto Capo Spulico a Sibari ed è fondamentale riuscire ad allungarla di altri 28 km. Finalmente, dopo tanti anni, abbiamo i fondi a disposizione e quindi mi chiedo come mai, ancora, non sia stata firmata l'intesa ANAS e Regione Calabria.

Su questo le chiedo un sollecito per velocizzare l'intensa.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tavernise. La parola all’assessore Maria Stefania Caracciolo, prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica

Intanto, volevo rassicurarla che i nostri incontri sono continui e costanti con ANAS e con RFI, perché ci rendiamo perfettamente conto di quello che significa agevolare e velocizzare la realizzazione delle opere.

Per quanto riguarda, invece, l'interrogazione di cui parliamo adesso, ai fini della sottoscrizione dell'intesa si è atteso al completamento dell'istruttoria e quindi verrà sottoscritta sicuramente entro il prossimo mese di febbraio.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Maria Stefania Caracciolo.  Collega Tavernise, si ritiene soddisfatto? Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Mi ritengo soddisfatto. Tra poche settimane possiamo concludere l'iter e, quindi, avviare, poi, le gare d'appalto. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 285/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Tavernise, D. Bevacqua: “Mancata riapertura della strada Sila Mare”

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione, la 285/12^, a firma dei consiglieri Tavernise e Bevacqua: “Mancata riapertura della strada Sila Mare”.  Cedo la parola al collega Tavernise per illustrarla. Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

L’argomento, forse, non tocca tanti cittadini, così come l'elettrificazione della SS 106, ma va a toccare una fetta ristretta di cittadini che abitano, soprattutto, nei paesi montani della provincia di Cosenza. Mi riferisco soprattutto al Comune di Longobucco, di Caloveto, di Cropalati, di Campana, di Bocchigliero.

Assessore Caracciolo, stiamo aspettando l'apertura di una strada da anni, da quando, ancora, io non ero nemmeno nato. I lavori sulla Sila Mare sono iniziati alla fine degli anni 80, c'è stato, purtroppo - non so se lei lo sa, ma penso di sì - un episodio sgradevole un anno e mezzo fa, a maggio 2023, col crollo di un viadotto nella parte a sud; il crollo è competenza ANAS, ci sono i lavori in corso in quel tratto e ci sono dei ritardi. Avevo presentato un'interrogazione già due anni fa ed era prevista la riapertura da Contrada Manco fino al ponte di Caloveto nei primi mesi del 2024, adesso siamo a gennaio del 2025 e non c'è la riapertura.

Ora ho letto, sia una nota dell'amministrazione comunale di Longobucco sia delle dichiarazioni della collega Straface, dell'apertura nel mese di febbraio. Attendo, anche, da lei una risposta ufficiale su questo, fermo restando il fatto che su quel territorio ci abbiamo messo la faccia, maggioranza e opposizione, e questo è un risultato, collega Straface, collega Graziano e collega Bevacqua, che dobbiamo portare a casa tutti.

Dobbiamo dare risposte a quei cittadini che da tanto tempo sono presi in giro, perché è un continuo rimandare, assessore, ancor prima di questa Legislatura, perché si passa da una data a un’altra.

Stavolta dobbiamo mettere la parola fine a quest'opera. Mi auguro ufficialmente che fra 30 giorni, se lei me lo confermerà tra pochi secondi, riusciremo ad aprire finalmente la Sila Mare dal tratto che va dal Manco fino al ponte di Caloveto. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Maria Stefania Caracciolo. Prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica

I lavori relativi al quarto lotto secondo stralcio, come correttamente indicato, avevano subito un rallentamento in ragione della difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali, ma soprattutto in ragione dell'esigenza di effettuare alcune opere di messa in sicurezza di alcuni versanti non ricompresi nel progetto, che interferivano comunque con il lotto in questione ed hanno fatto così slittare la consegna prevista per l'autunno.

Al momento, il lotto è pressoché completo, a meno degli ultimi metri relativi alla sistemazione dell’innesto sulla Strada Statale 531 che, nei prossimi giorni, dovrebbero essere completati, così come sono in corso di completamento anche gli interventi condotti su alcuni versanti per i quali si è proceduto ad effettuare la messa in sicurezza degli stessi e sui quali si sta ora provvedendo a completare gli interventi di lungo periodo.

Proprio in ragione del completamento delle lavorazioni sui versanti, peraltro, sono in corso interlocuzioni con ANAS al fine di procedere all'apertura della strada, prevedendo dei restringimenti di carreggiata così da consentirne la fruizione e, al contempo, permettere il completamento dei lavori sui versanti, stimati per il mese di aprile, in ragione della scarsa compatibilità con le attuali condizioni meteorologiche, la cui importanza ha richiesto anche il reperimento di ulteriori risorse. A tale proposito, peraltro, sono programmati sopralluoghi congiunti dell'appaltatore di ANAS al fine di definire gli ultimi dettagli e procedere alla messa in esercizio alle condizioni dette già dalla metà del prossimo mese di febbraio.

Per quanto attiene il lavoro del quinto lotto, di competenza ANAS, la Regione continua il costante monitoraggio delle attività con interlocuzioni periodiche al fine di verificarne l'avanzamento, da cui risulta che è in corso di completamento l'iter approvativo del progetto del ponte, così che possa poi essere messo in gara.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Maria Stefania Caracciolo. Cedo la parola all'interrogante per la replica. Prego. 

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie. Aggiungo soltanto, assessore, che, inizialmente, era previsto - si chiama appunto Sila Mare - che collegasse la Sila con il Mar Ionio.

Arriviamo al 15 di febbraio con l'apertura del quarto lotto, così come ha detto, poi, è necessario, da parte del suo assessorato, impegnarsi - se mi posso permettere - nella possibilità di reperire nuovi fondi per realizzare le opere dal ponte di Caloveto fino al Mar Ionio. Da un'interlocuzione avviata con ANAS, al momento la Regione Calabria non ha a disposizione dei fondi per continuare i lavori. Adesso c'è una fase di progettazione, se non erro, quindi, è fondamentale non fermarsi al ponte di Caloveto, ma arrivare alla conclusione del progetto originario, cioè, collegare l'altopiano Silano Cosentino con il Mar Ionio e quindi con i Comuni della costa ionica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tavernise.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 203/12^ di iniziativa d'Ufficio, recante: “Presa d'atto delle dimissioni del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e nuova elezione”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 9 all'ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 203/12^ d'Ufficio, recante: “Presa d'atto delle dimissioni del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e nuove elezione”.

In data 5 novembre 2024, l'avvocato Luca Muglia ha comunicato le proprie dimissioni dall'incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, acquisite al protocollo generale, in pari data, con il numero 22055.

Ai sensi articolo 6, comma 2, della legge regionale numero 1 del 2018, in caso di revoca, dimissioni, morte accertata, impedimento duraturo fisico psichico del garante regionale, il Consiglio regionale, provvede alla nuova elezione con le modalità indicate all'articolo 3, commi 1 e 4 e, comunque, entro il termine dei 45 giorni dal verificarsi dell'evento.

Prendiamo, quindi, atto delle dimissioni del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e procediamo alla nuova elezione.

Ricordo che, ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 1/2018, il Garante è eletto dal Consiglio regionale con deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati, 21; in mancanza del raggiungimento del quorum dalla terza votazione l'elezione avviene a maggioranza semplice dei consiglieri assegnatari.

Nelle cartelle trovate l'elenco dei candidati idonei. Ciascun consigliere regionale può esprimere una sola preferenza.

Si costituisca il seggio elettorale. Chiamo a svolgere le funzioni di segretario, i consiglieri segretari-questori. Chiedo ai commessi di distribuire le schede per poter procedere alla votazione. Chiedo al Segretario questore di procedere con la chiama dei consiglieri regionali, prego.

 

(Sono distribuite le schede)

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione. Presenti e votanti 23. Hanno riportato voti: Russo 23. Pertanto, è eletta quale Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Giovanna Francesca Russo.

Proposta di legge numero 343/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Caputo, Luciana De Francesco, A. Talerico, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo ora al decimo punto, la proposta di legge numero 343/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Caputo, Luciana De Francesco, A. Talerico, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato della Regione Calabria”. Cedo la parola alla collega De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatrice

Signor Presidente, la proposta di legge in esame intende prorogare la validità e l'efficacia delle graduatorie relative alle procedure concorsuali bandite dalla Regione Calabria per le assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto non dirigenziale, in scadenza nei prossimi mesi.

Questo intervento si rende necessario per preservare il capitale umano individuato tramite le precedenti procedure selettive, evitando la dispersione di risorse e garantendo continuità nei servizi pubblici erogati.

La proroga che si propone, per ulteriori 24 mesi, risponde a principi di buon andamento, economicità ed efficienza dell'azione amministrativa. L'incremento delle graduatorie esistenti permetterà di evitare nuovi e onerosi concorsi, con un risparmio significativo per le finanze regionali e senza aggravi sul bilancio. Inoltre, l'adozione di questa soluzione permetterà di rispondere in maniera tempestiva alle necessità di copertura di posti vacanti, senza intraprendere ulteriori lungaggini procedurali.

La legittimità dell'intervento trova fondamento nel consolidato orientamento della Corte costituzionale che riconosce competenza alle Regioni in materia di gestione delle graduatorie concorsuali, purché vengano rispettati i principi del buon andamento della Pubblica amministrazione.

Le disposizioni proposte sono infatti linea con la giurisprudenza recente, tra cui le sentenze numero 267 del 2022, numero 248 del 2018, che ribadiscono l'opportunità di limitare nel tempo l'efficacia delle graduatorie per garantire l'adeguatezza professionale degli idonei. Ulteriori esempi di interventi normativi analoghi adottati da altre Regioni, come la Regione Sicilia, rafforzano la legittimità e la fattibilità di questa proposta.

La proposta di legge comprende tre articoli: l'articolo 1 prevede la proroga delle graduatorie per 24 mesi; l'articolo 2 stabilisce che non vi siano nuovi oneri per il bilancio regionale; l'articolo 3 anticipa l'entrata in vigore della legge, in considerazione della prossima scadenza di alcune graduatorie.

In conclusione, cari colleghi, l'intervento proposto è legittimo, opportuno e coerente con le esigenze di efficienza amministrativa, rispondendo adeguatamente ai bisogni organizzativi. Si invita pertanto il Consiglio regionale a valutare la presente proposta di legge. Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, non ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento del suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 349/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, P. Caputo, M. Comito, D. Giannetta, Luciana De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 11 dell'ordine del giorno, la proposta di legge numero 349/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, P. Caputo, M. Comito, D. Giannetta, Luciana De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria”. Quindi, cedo la parola al collega Comito per illustrare il provvedimento, prego.

COMITO Michele (Forza Italia), relatore

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge reca disposizioni di carattere ordinamentale, finalizzate a prorogare la validità ed efficacia di tutte le graduatorie, approvate nell'anno 2023 e in scadenza nell'anno 2025 dalle Aziende e dagli Enti sanitari della Regione Calabria, all'esito delle procedure concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanitario dirigenziale.

I principi sono gli stessi che ha enunciato la collega De Francesco nella precedente legge: principi essenziali di buon andamento, economicità ed efficienza dell'azione amministrativa. La previsione di disposizione, volta a prorogare, per la durata di 24 mesi, la validità ed efficacia delle graduatorie di prossima scadenza, rientra a pieno titolo nella potestà legislativa regionale.

La presente proposta di legge si declina in tre articoli: l'articolo 1 prevede la proroga di ulteriori 24 mesi dalla scadenza dell'efficacia delle vigenti graduatorie approvate nell'anno 2023 ed in scadenza nell'anno 2025; l'articolo 2 prevede la clausola di invarianza degli oneri finanziari; l'articolo 3 disciplina l'entrata in vigore anticipata della proposta normativa, attesa l'imminente scadenza di alcune graduatorie. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame votazione del provvedimento:

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione del provvedimento del suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento, approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 185/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali F. Mancuso, G. Gallo, Katya Gentile, recante: “Disciplina dell’agricoltura sociale”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 12, la proposta di legge numero 185/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali F. Mancuso, G. Gallo, Katya Gentile, recante: “Disciplina dell’agricoltura sociale”. Cedo la parola al relatore, consigliere Gentile, per illustrare il provvedimento. Prego, collega.

GENTILE Katya (Lega Salvini), relatrice

Grazie, signor Presidente. Con la presente proposta di legge, nel rispetto del quadro normativo nazionale (legge numero 141 del 2015), si intende disciplinare in modo organico lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale in Calabria. Nell'agricoltura sociale sono coinvolti diversi soggetti: le imprese agricole, le cooperative sociali di tipo A e B, gli utenti che ne beneficiano (soggetti fragili, persone con disabilità, gli anziani) e gli enti pubblici, attraverso i quali si crea una rete di rapporti tra soggetti privati e pubblici.

La fattoria sociale diventa così un centro di servizi sociali dove la coltivazione dell'orto, la cura degli animali, il ciclo naturale e biologico, offrono nuovi stimoli per interventi di socializzazione, formazione e di supporto all'educazione. L'integrazione dei servizi mira a rafforzare le finalità imprenditoriali di ogni impresa agricola aderente, beneficiando dello stretto rapporto tra il territorio e le nuove opportunità di mercato.

L'agricoltura sociale, quindi, costituisce un approccio innovativo e multifunzionale fondato sull'abbinamento di due concetti distinti, agricoltura multifunzione e i servizi terapeutici assistenziali a livello locale.

Con la presente legge, inoltre, viene istituito un elenco regionale di operatori di agricoltura sociale, attraverso la dicitura “fattorie sociali”, e si disciplinano dal punto di vista amministrativo tutti gli adempimenti propedeutici all'esercizio dell’attività.

La presente proposta di legge, infine, disciplina l'utilizzo dei beni immobili per lo svolgimento delle attività, prevedendo l'utilizzo dei beni ad uso abitativo già esistenti sul fondo. Potranno essere effettuati interventi di natura manutentiva, sia ordinaria che straordinaria, nel rispetto delle vigenti disposizioni statali e regionali in materia di edilizia e urbanistica, nonché della normativa vigente sul superamento e abbattimento delle barriere architettoniche; è consentito l'ampliamento dei volumi esistenti per la realizzazione di locali tecnici, servizi igienici adeguati e all'abbattimento delle suddette barriere architettoniche. Le attività di agricoltura sociale potranno essere svolte anche all'esterno delle strutture preposte, nel rispetto delle normative in materia di sicurezza e di igiene.

Considerato che le attività di agricoltura sociale, essendo per loro natura intrinsecamente interdisciplinari, presuppongono, quindi, la collaborazione tra più ambiti, con la presente proposta di legge viene istituito un Osservatorio regionale quale luogo di confronto anche con il mondo universitario, per il monitoraggio, l'elaborazione delle informazioni sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale svolte sul territorio regionale e anche come ausilio alla programmazione regionale.

La proposta interviene anche sulla legge regionale del 30 aprile 2009, numero 14, che disciplina le attività agrituristiche delle fattorie didattiche, per eliminare tutti i riferimenti all'agricoltura sociale (denominate “attività sociali e di servizio per le comunità locali”).

Nell'ambito dell'esercizio delle attività di agricoltura sociale, il disegno di legge consente anche la somministrazione di pasti, alimenti e bevande, ma esclusivamente nei confronti dei destinatari delle attività di agricoltura sociale.

Infine, considerato che, per la piena operatività della norma regionale in materia di agricoltura sociale, è necessario dettagliare dal punto di vista strettamente tecnico i requisiti e le modalità per lo svolgimento delle attività, le competenze formative e professionali e le modalità per l'iscrizione nell'elenco delle fattorie sociali, è prevista l’approvazione di un regolamento.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'esame di votazione del provvedimento:

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Articolo 15

(È approvato)

Articolo 16

(È approvato)

All’articolo 17 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 1717, a firma dei consiglieri Mancuso, Gallo e Molinaro. Cedo la parola ai proponenti per l'illustrazione. Prego, assessore Gallo.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Sì, signor Presidente. Si è resa necessaria, a causa di alcune osservazioni, la ridefinizione della norma finanziaria ad invarianza di spesa, per cui abbiamo presentato questo emendamento. Ne chiediamo l'approvazione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Pongo in votazione l'emendamento: è approvato. Pongo in votazione l'articolo 17.

Articolo 17

(È approvato, così come emendato)

Articolo 18

(È approvato)

Articolo 19

(È approvato)

Articolo 20

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge del suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, per come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Passiamo alle mozioni. È stato chiesto dal collega Montuoro se fosse possibile invertire l'ordine del giorno. Votiamo per discutere prima il punto 15.

È inserito al prossimo punto.

Ordine del giorno a firma dei consiglieri regionali A. Montuoro, Luciana De Francesco, G. Neri, Sabrina Mannarino, P. Molinaro “Vicinanza e sostegno alle Forze dell’Ordine”

PRESIDENTE

È un ordine del giorno a firma dei consiglieri regionali A. Montuoro, Luciana De Francesco, G. Neri, Sabrina Mannarino, P. Molinaro “Vicinanza e sostegno alle Forze dell’Ordine”.

Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare l'ordine del giorno, prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente, grazie ai colleghi tutti. Ne do lettura.

“Premesso che: ogni giorno, come anche in queste festività appena trascorse, gli agenti e i militari impegnati sul territorio, garantiscono una tutela dell'ordine pubblico, della sicurezza e il rispetto della legalità e ricevono segni concreti di gratitudine da parte dei cittadini; anche molti recenti provvedimenti legislativi vanno nella direzione di rafforzare le tutele per le donne e gli uomini in divisa che garantiscono la sicurezza delle nostre città;

tenuto conto che le Forze dell'ordine subiscono aggressioni quotidiane nell’assolvimento del proprio dovere, come nel caso degli insulti rivolti da gruppi di stranieri a Capodanno a Milano, o che mettono a rischio la propria vita per difendere la sicurezza dei cittadini, come recentemente accaduto a Rimini e come, Presidente, è accaduto anche nella città di Catanzaro nel periodo delle festività natalizie;

ricordato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo recente discorso di fine anno, ha affermato: “Siamo grati alle forze dell'ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese”.

Tanto premesso, il Consiglio regionale rinnova il proprio sostegno ed esprime un formale sentito ringraziamento alle Forze dell'ordine per il loro impegno quotidiano e dispone l'invio del presente documento alle rispettive articolazioni istituzionali presenti sul territorio regionale, come segno tangibile di vicinanza e solidarietà.”

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione l'ordine del giorno. È approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 106/12^ di iniziativa del consigliere A. Lo Schiavo “Sulla riorganizzazione del servizio farmacia territoriale dell’ASP di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 13, la mozione numero 106/12^ iniziativa del collega Lo Schiavo, al quale chiedo scusa di avere invertito l'ordine del giorno, “Sulla riorganizzazione del servizio farmacia territoriale dell’ASP di Vibo Valentia”. Cedo la parola al collega Lo Schiavo.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Questa sera intendo portare in quest'Aula una mozione particolarmente sentita, a cui do grande rilevanza e ho voluto che i consiglieri regionali affrontassero questa materia che, in realtà, riguarda scelte gestionali e organizzative di un presidio sanitario vibonese. Dopo tante interrogazioni, dopo tanti articoli di stampa, dopo tante sollecitazioni e richieste di intervento, l'ultima strada è quella di far arrivare in quest'Aula una mozione sulla farmacia territoriale di Vibo che rappresenta l'emblema del fallimento della gestione della sanità sul mio territorio. Ed è ancora più inaccettabile che questa vicenda e questa disorganizzazione vadano a colpire gli ultimi, i più fragili, coloro i quali hanno più bisogno di cure. Parliamo di malati con gravi malattie, molte volte terminali, costretti ad affrontare la disorganizzazione, ormai sistematica, di un servizio che dura da anni, e non solo per inadeguatezza dei locali in cui viene gestita la farmacia territoriale. Locali angusti che non hanno un bagno per l'utenza, che fino a qualche giorno fa non avevano neanche una pensilina, ora in costruzione, e si trovavano costretti a stare alle intemperie, al caldo e al freddo, in attesa, per ore e ore, per avere dei farmaci salvavita. Di fronte a questa ingiustizia, di fronte a questa - me lo lasciate dire - vergogna, chiedo a voi consiglieri di dare con forza mandato alla politica che gestisce questo Consiglio regionale, per mandare un atto di indirizzo, un segnale, anche a chi gestisce la sanità del nostro territorio, perché questa situazione ormai non si può più procrastinare. È arrivato il tempo di affrontare il fallimento della farmacia territoriale, di cui vado brevemente a illustrare le carenze. Intanto, il territorio di Vibo ha un'unica farmacia territoriale per tutto il territorio provinciale. Ho l'elenco delle farmacie, ovunque ci sono più farmacie territoriali, la provincia di Vibo ne ha solo una. Basti pensare che a Crotone, a parità di popolazione, ve ne sono tre. E non lo dico per richiamare una guerra tra poveri.

Attenzione! Bisogna pensare che c’è un'unica farmacia, aperta solo quattro giorni la settimana, in cui per due mattine gli sportelli sono chiusi e che deve offrire un servizio a persone che fanno decine di chilometri e aspettano ore e, molte volte, neanche riescono a ricevere i farmaci richiesti.

È inaccettabile. È inaccettabile che oggi in questa farmacia ci sia una pianta organica con due farmacisti e tre amministrativi che devono fronteggiare le esigenze enormi di un territorio. La pianta organica è carente e mette tutti sullo stesso piano come vittime: operatori, sanitari, farmacisti, utenti. Una farmacia depotenziata, senza pianta organica, con locali inadeguati, inidonei, fatiscenti, in cui sostano ogni giorno per ore persone fragili.

Con questa mozione noi chiediamo con forza che sia riorganizzato il servizio, non solo dando la possibilità della distribuzione dei farmaci nel presidio di Serra, che va mantenuto e va potenziato, ma dando anche la possibilità alla fascia costiera del nostro territorio - penso a tutta una serie di zone che chi conosce quel territorio sa, ad esempio Nicotera, Tropea - di avere lì un punto di distribuzione di farmaci. E, poi, non è possibile che questo presidio non sia aperto tutte le mattine, che non abbia la possibilità di riorganizzarsi nonostante la buona volontà - e qui va detto - degli operatori che si trovano a lavorare con gravi carenze infrastrutturali. Non hanno neanche una fotocopiatrice, da quello che mi dicono. Non hanno neanche una fotocopiatrice! E l'apertura dei locali al pubblico comporta un ridimensionamento degli spazi per gli stessi operatori.

È per questo, quindi, colleghi, che vi chiedo di votare all'unanimità questa mozione, perché possa impegnare il Presidente della Giunta regionale, in qualità di Commissario straordinario alla sanità, a trasmettere input ben precisi a chi governa la sanità nel territorio vibonese, che ha già altre problematiche.

Questo, ovviamente, non ci può esonerare dal dire a chi governa la sanità del territorio vibonese che bisogna riorganizzare la farmacia territoriale, con una nuova distribuzione di punti di erogazione sul territorio provinciale, puntando a trovare locali idonei per alleviare la sofferenza di utenti, il carico dei lavoratori e degli operatori.

Ricevo quotidianamente, anche oggi, video inaccettabili e indecorosi per un Paese civile, cari consiglieri. Questo deve essere il nostro monito: il diritto alla salute, come primo punto e prima preoccupazione della politica. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Prima di passare alla votazione, ha chiesto di intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Conosco fin troppo bene l'argomento, conosco tutte le criticità strutturali, funzionali e organizzative presenti nella farmaceutica territoriale. Probabilmente il consigliere Lo Schiavo ignora che è stata nominata una nuova dirigente dopo un pubblico concorso e che c'è stata una svolta importante, non solo dal punto di vista strutturale, perché è stata realizzata la tettoia a cui il consigliere faceva riferimento, proprio all'ingresso. L'ingresso è stato completamente modificato per renderlo molto più funzionale, tanto è vero che è stata creato un front office con due postazioni diverse, con una sala d'attesa abbastanza confortevole. È vero che prima si stava al caldo e al freddo, ma, oggi, dal punto di vista funzionale, la struttura, pur con tutti i suoi limiti strutturali - è ubicata in locali molto ristretti rispetto al reale fabbisogno della farmacia territoriale - ha determinato anche una svolta dal punto di vista funzionale e organizzativo.

I farmaci adesso vengono consegnati per un fabbisogno di almeno due o tre mesi, a differenza di prima quando venivano consegnati per un mese; questo logicamente determina una netta riduzione dell'accesso in farmacia da parte dei pazienti. Le attività sono state organizzate su cinque giorni alla settimana e un giorno è dedicato alla consegna di farmaci particolari e di diete particolari, cosa molto più complessa rispetto all'erogazione degli altri farmaci.

Quello che è ancora più importante è che qualche Comune virtuoso - non quello del capoluogo di provincia di Vibo Valentia - ad esempio il Comune di Serra San Bruno ha organizzato un servizio di consegna dei farmaci a domicilio, con un'intesa fra il Comune di Serra, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo e l'associazione del Terzo settore. Nel comune di Serra San Bruno - è auspicabile che anche gli altri Comuni della provincia si attivino - utilizzando fondi di bilancio destinati al sociale, ci si rivolge alle associazioni tramite manifestazioni di interesse per l'espletamento del servizio, rimborsando i costi. L'ASP forma con il Comune un protocollo d'intesa e forma i volontari per la consegna dei farmaci, nel rispetto della privacy dei pazienti, ai quali viene proposto il servizio; seguendo un calendario concordato, l'ASP recapita i farmaci in Comune, dove vengono prelevati dai volontari che li distribuiscono ai pazienti che hanno richiesto la consegna. Logicamente i pazienti sono assolutamente i più fragili, i grandi anziani o, per esempio, i bambini o adolescenti che necessitano di un'assistenza e di una vicinanza continuativa da parte dei parenti.

Quindi, si è fatto molto in questi mesi grazie ad una organizzazione diversa. Non siamo certamente contenti, caro consigliere Lo Schiavo, perché aneliamo ad una sanità certamente migliore nella nostra provincia, però riconosciamo il merito quando si si fa qualcosa in più per erogare servizi più efficienti ai nostri cittadini.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Sarò telegrafico. Rimango sorpreso per l'intervento del consigliere Comito; rimango sorpreso perché so che c'è una nuova dirigente a cui nessuno, però, vuole dare responsabilità. Quella del consigliere Comito mi sembra una difesa di ufficio. Mi sarei aspettato che, come me, chiedesse, al pari di altri territori, più farmaci, più farmacie territoriali sul territorio, più luoghi per la distribuzione di farmaci, e che si rendesse conto che una pensilina non può bastare a risolvere i problemi organizzativi. Ancora oggi, questa mattina, ci sono disagi enormi perché non sono sufficienti due farmacisti e tre amministrativi in quella struttura. Mi sarei aspettato che il consigliere Comito dicesse questo, come lo dico io, e non che facesse una difesa di ufficio. A chi, poi?

Ritengo che questa situazione si stia protraendo da troppo tempo e che ancora le condizioni della farmacia territoriale siano inaccettabili. Pertanto, chiedo davvero che su questo punto non si indietreggi di un passo, ma si continui a martellare con forza sui media, nella politica e nel Consiglio regionale affinché questo problema possa essere risolto.

PRESIDENTE

C'entra qualcosa il fatto che l'ASP di Vibo è commissariata? Penso c'entri pure. Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Assolutamente, non c'è dubbio. Diamo merito di quel poco che si è riusciti a fare. Probabilmente, il consigliere Lo Schiavo o non vuole ascoltare o ascolta a modo suo. Sto dicendo che dobbiamo anelare situazioni certamente molto più efficienti. Non vi è ombra di dubbio. Lo so, l'ho vissuto sulla mia pelle, so che cosa significa. Però le posso dire che non è tornato indietro un paziente, da almeno un paio di mesi, senza prendere i farmaci. Il servizio è molto più efficiente rispetto a prima. Ripeto: aspettiamo ancora altri miglioramenti, ma vorrei che il sindaco di Vibo Valentia, come ha fatto il sindaco di Serra San Bruno, si attivasse per favorire la trasmissione dei farmaci a domicilio per i pazienti più fragili. Forse sarebbe atto di civiltà anche nel nostro Comune.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 105/12^ di iniziativa dei consiglieri Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, P. Molinaro “Sul trasferimento del processo Reset a Cosenza”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 105/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali De Francesco, Mannarino, Molinaro, “Sul trasferimento del processo Reset a Cosenza”. Cedo la parola alla collega De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, signor Presidente. Colleghi consiglieri, oggi siamo chiamati a discutere una mozione che ho sottoscritto insieme ai colleghi Mannarino e Molinaro e che sollecita il trasferimento del processo Reset dalla sede attuale di Castrovillari a Cosenza, per ragioni che sono chiaramente legate alla necessità di garantire condizioni idonee per lo svolgimento delle attività giudiziarie. Come è noto, il processo Reset, che in passato veniva celebrato presso l'aula bunker di Lamezia Terme, è stato recentemente trasferito a Castrovillari. Tuttavia, sono emerse gravi criticità legate alla sicurezza e alle condizioni igienico sanitarie delle strutture in cui si sta celebrando questo processo. Le condizioni precarie dell'aula bunker di Castrovillari sono state denunciate in particolare dagli avvocati cosentini che hanno indetto una serie di astensioni dalle udienze, proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni su queste problematiche. Le difficoltà in questione non riguardano solo la parte estetica o strutturale dell'aula, ma riguardano questioni fondamentali come la sicurezza, l'igiene e la salubrità degli ambienti, che sono essenziali per lo svolgimento di un processo giusto e trasparente. La giustizia, infatti, non può prescindere dal rispetto della dignità e della salute di tutte le persone coinvolte, che siano giudici, avvocati, imputati, personale di polizia o cittadini.

Si propone, pertanto, il trasferimento del processo al Tribunale di Cosenza, al fine di celebrarlo nella sua sede naturale. Il trasferimento del processo a Cosenza, peraltro, potrebbe anche ottimizzare i costi organizzativi e logistici, riducendo i disagi per gli addetti ai lavori a vario titolo coinvolti. Inoltre, la Corte d'appello di Catanzaro ha la possibilità di intervenire per garantire che il processo prosegua senza interruzioni, individuando soluzioni logistiche che permettano di rispettare i diritti di tutti. A questo punto è necessario un intervento rapido per risolvere la situazione in modo adeguato.

In sintesi, Presidente, quello che si chiede è che si impegni la Giunta regionale ad adottare ogni iniziativa utile affinché si possa valutare concretamente la possibilità di trasferire il processo Reset a Cosenza. Si chiede anche un'azione presso il Ministero della giustizia affinché vengano garantite le strutture adeguate a tutti i processi di rilevante importanza. Infine, si suggerisce di monitorare la situazione in collaborazione con gli enti locali per assicurare che vengano rispettati i diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte e si risolvano le problematiche logistiche che potrebbero compromettere il regolare svolgimento del processo.

La giustizia deve essere amministrata in ambienti idonei che garantiscono la sicurezza e il benessere di tutti gli operatori coinvolti. È fondamentale che il processo prosegua in modo regolare, senza ostacoli logistici e che possano compromettere il suo corso.

In conclusione, invito i colleghi a sostenere questa mozione affinché si possano risolvere le problematiche sollevate e si garantisca il corretto e dignitoso svolgimento del processo in un ambiente idoneo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Prego.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Fra carceri e tribunali sto sviluppando un'attività che non è proprio in linea con le mie corde professionali. Sono concettualmente d'accordo con quello che dice la collega perché credo che fra l'altro sia giusto, cara consigliera De Francesco, che, anche per un criterio di economicità e per non arrecare disagio agli avvocati, si identifichi in Cosenza la sede naturale del processo; quindi, nulla quaestio.

Credo, tuttavia, che il motivo del contendere sia stato un po’ superato dai fatti che sono sopravvenuti. La mozione mi risulta presentata l'11 dicembre; ne ho preso visione e, come di solito sono abituato a fare, ho cercato di verificare, considerato che sono di Castrovillari ed ho anche una facilità logistica. Quindi, sono andato a parlare col presidente del Tribunale, trovandolo, non senza sorpresa, a lavorare il 27 dicembre, cosa che non è assolutamente consueta. È stata una chiacchierata ricca di informazioni perché il Presidente mi ha detto che ci sono, come in tutti i grandi edifici, diverse problematiche. Alcune di queste erano relative alla manutenzione locali, tipo pulire le griglie, eccetera, i cui lavori di manutenzione locale semplice - mi ha detto - sono stati normalmente effettuati; per quanto riguarda, invece, il problema dell'aula bunker, in cui effettivamente c'era un problema di infiltrazione di umidità, il 17 dicembre, quindi praticamente una settimana dopo la presentazione della mozione, il provveditorato alle opere pubbliche ha comunicato il prossimo avvio dei lavori concernenti le infiltrazioni di umidità, appunto, nell'aula bunker stessa. In più, l'aula bunker non è normalmente bloccata, bensì svolge normalmente il funzionamento in alcuni ambiti, per esempio quale aula protetta per i minori - è di una certa complessità sia organizzativa che logistica -ed è efficacemente e normalmente senza disagi presidiata.

Mi sono informato su quali fossero e criticità e c'erano delle infiltrazioni di umidità e l'efficientamento energetico non era adeguato. Giustamente, gli avvocati, chi assiste alle udienze, avevano freddo, considerato che pure siamo nella cattiva stagione.

Il Presidente del Tribunale, allora, mi ha fatto rilevare - questo il 27 dicembre - che il progetto di efficientamento energetico è già pronto da un anno ed è firmato e ha già un direttore dei lavori; quindi, attende che a breve iniziano questi lavori che, purtroppo, non sono sotto la sua diretta gestione. Per cui, mi interessava chiarire il fatto della situazione logistica organizzativa, fermo restando che l'ottimizzazione dell'esecuzione dei processi deve tener conto ovviamente anche dei risparmi di denaro e di evitare, ove possibile, delle trasferte altrimenti inutili. Quindi ecco, nulla quaestio sull’utilità di trasferirlo nella sede propria, ma in questo caso, se posso dire, non per carenza della sede trovata dopo l'inondazione del Tribunale di Lamezia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 107/12^ di iniziativa dei consiglieri Sabrina Mannarino, G. Neri, Luciana De Francesco, A. Montuoro, P. Molinaro “Sulla Task Force Venezuela presso la Farnesina, deputato Amerigo De Grazia, italo-venezuelano, originario di S. Pietro in Amantea (CS), detenuto presso il centro di tortura di El Helicoide, candidato alle recenti elezioni con l’opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di salute e di detenzione”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 16, la mozione numero 107/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Sabrina Mannarino, Neri, Luciana De Francesco, Montuoro, Molinaro, “Sulla Task Force Venezuela presso la Farnesina, deputato Americo De Grazia, italo venezuelano, originario di San Pietro in Amantea, detenuto presso il centro di tortura El Helicoide, candidato alle vicende elezioni con l'opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di salute e di detenzione.”

Cedo la parola alla collega Mannarino per illustrare la mozione. Prego.

MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. La mozione è firmata da tutto il gruppo consiliare Fratelli d’Italia, cioè dai colleghi Neri, De Francesco, Montuoro e Molinaro. Si tratta in realtà del deputato Amerigo De Grazia - colgo l'occasione per salutare ed esprimere la solidarietà alla figlia, che è qui presente in Aula - originario di San Pietro in Amantea, Cosenza; è anche presente il sindaco Gioacchino Lorelli - detenuto presso il centro di tortura El Helicoide, candidato alle recenti elezioni. All'esito delle recenti elezioni risultano scomparsi numerosi oppositori politici italo-venezuelani.

Risulta essere scomparso, tra gli altri, anche Amerigo De Grazia, originario, abbiamo detto già, di San Pietro in Amantea, già due volte sindaco di Piar, due volte consigliere, due volte deputato nel Parlamento.

Amerigo De Grazia è un politico italo-venezuelano, fermo oppositore del regime di Maduro, che si è contraddistinto per aver sempre lottato contro le violazioni dei fondamentali diritti dell’uomo.

La sua incessante e continua denuncia contro le violazioni dei diritti umani e la corruzione dilagante nel Paese lo ha reso un nemico del regime che, nell'anno 2019, gli ha revocato immotivatamente l'immunità parlamentale, costringendolo a rifugiarsi nell'Ambasciata italiana a Caracas dove è rimasto per mesi, prima di rientrare in Italia.

Ritornato in Venezuela per le ultime elezioni presidenziali del 2024, ha sostenuto la candidatura alla presidenza di Edmundo Gonzalez, capo dell'opposizione contro Nicolás Maduro, riuscendo ad essere eletto anche in questa ultima tornata elettorale.

Purtroppo, il regime in Venezuela ha iniziato una dura repressione contro gli oppositori politici; dal 7 agosto ultimo scorso di Amerigo De Grazia si sono perse le tracce; solo dopo varie richieste, da parte dei suoi avvocati venezuelani, si è appreso che il detenuto è in isolamento e gli viene impedito qualsiasi contatto con la famiglia e con i difensori.

Inutile ribadire, in questa sede, le violazioni dei più elementari diritti umani nei confronti del detenuto sequestrato solo perché oppositore politico, senza una contestazione da parte della magistratura inquirente. Sono chiare anche le norme della Costituzione italiana violate e mi riferisco agli articoli 2, 3 e 49.

Ma la violazione più grave viene individuata, in questa mozione, nella norma sancita nell'articolo 13 della Costituzione, a mente della quale “la libertà personale è inviolabile e non è ammessa forma alcuna di detenzione personale né qualsiasi altra forma di restrizione della libertà personale”.

Dal giorno 07/08/2024 la famiglia, composta anche dai figli, tutti in esilio fuori dal Venezuela, non ha alcuna notizia.

Quindi, chiediamo che la Giunta regionale si impegni per:

- richiedere, presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, notizie circa lo stato di detenzione e di salute di Amerigo De Grazia, arrestato a Caracas e detenuto presso il penitenziario di El Helicoide;

- di accertare se in Venezuela sia in corso una visita ispettiva da parte della Commissione della Corte Penale Internazionale per i diritti umani che si sta occupando specificatamente dei prigionieri politici e della loro liberazione;

- di verificare se effettivamente siano stati liberati detenuti oppositori del regime che oggi governa il Venezuela;

- di incaricare l'Ambasciata italiana in Venezuela a mantenere uno stretto contatto con le istituzioni locali al fine della liberazione del detenuto perché non si spengano i fari su questa tremenda situazione.

Invito, pertanto, i consiglieri ad approvare la mozione. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Mannarino.

Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 108/12^ di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro, G. Neri, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, A. Montuoro “Sul sostenere la liquidità aziendale delle imprese agricole e della pesca”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 108/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali, Molinaro, Neri, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Montuoro “Sul sostenere la liquidità aziendale delle imprese agricole e della pesca”.

Cedo la parola al consigliere Molinaro per illustrare il provvedimento. Prego. 

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Con delibera di Giunta regionale numero 301 del 21 giugno 2024 la Giunta ha istituito un Fondo di garanzia a carattere rotativo, denominato “FinAgri-Calabria”, per la concessione di garanzie dirette su operazione di rinegoziazione e ristrutturazione delle esposizioni debitorie in essere, con una dotazione finanziaria di euro 25.552.328,00, a valere su risorse Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, con beneficiari della garanzia diretta fino all'80 per cento le imprese agricole aventi sede operativa sul territorio regionale; con i decreti del direttore generale, numero 18427 del 13 dicembre 2024 e il numero 19156 del 24/12/2024, sono state approvate le graduatorie definitive con 111 aziende agricole ammesse definitivamente per complessive risorse assorbite, per garanzie concedibili, di circa 11,7 milioni di euro, rispetto ad una dotazione finanziaria disponibile di oltre 25 milioni di euro, con il conseguente avanzo di risorse per circa 13,8 milioni di euro.

Rilevato che in Calabria gli agricoltori percettori di premi PAC sono circa 63 mila di cui 20.182 imprese agricole che nel 2023 hanno occupato numero 86.759 operai agricoli dipendenti, quindi, con forte valenza sociale ed economica; ritenuto che le imprese agricole e della pesca calabresi hanno subito danni economici da: emergenza Covid-19, effetti del conflitto ucraino, diverse calamità naturali che si sono verificate negli ultimi 5 anni, danni da cinghiali e diverse epizoozie;

considerato che:

- la cambiale agraria e della pesca, nei limiti della capienza degli aiuti “de minimis” di ciascun beneficiario, è lo strumento per assicurare liquidità alle aziende agricole e della pesca;

- si ritiene necessario sostenere l'accesso al credito, con garanzia regionale diretta fino all'80 per cento, per finanziamenti dell'importo massimo del 50 per cento dei ricavi registrati dal richiedente nell'anno precedente e comunque entro la soglia del “de minimis” con durata massima di 5 anni, di cui massimo 2 di preammortamento.

Tutto quanto sopra premesso e considerato, impegna il Presidente della Giunta regionale a destinare le somme non utilizzate del Fondo denominato “FinAgri-Calabria”, a carattere rotativo e a valere sulle risorse Fondo di Sviluppo e Coesione Calabria 2021-2027, per assicurare la necessaria liquidità finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma individuale o societaria, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, numero 228, con lo strumento della cambiale agraria e della pesca, con garanzia diretta dell'80 per cento, nei limiti della capienza degli aiuti “de minimis” di ciascun beneficiario.

Ringrazio in anticipo il Consiglio per la sensibilità che vorrà dimostrare con un voto favorevole perché è un momento di grande difficoltà dell’agricoltura e dell'agroalimentare calabrese. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Signor Presidente, colleghi consiglieri, considero lodevole l'iniziativa dei colleghi che mostrano grande sensibilità verso il mondo agricolo e che si dimostrano particolarmente attenti rispetto ad una importantissima iniziativa del governo regionale, voluta in particolare dal presidente Occhiuto: il Fondo “FinAgri”, che è una best practice a livello nazionale, lodata anche dai Presidenti nazionali delle Organizzazioni professionali più importanti - mi riferisco a Coldiretti, Confagricoltura - perché l’idea di consentire alle aziende agricole la possibile ristrutturazione della loro debitoria è  unica.

Credo che, appena se ne avrà conoscenza, molti miei colleghi saranno sollecitati dai loro consiglieri regionali, dalle organizzazioni professionali, per dotarsi di questo strumento che - lo voglio dire con grande chiarezza - abbiamo messo in campo non con i soliti fondi a disposizione dell'agricoltura, cioè il PSR, nel nostro caso il CSR 2023-2027, ma con fondi FSC.

Questo è un dato importante, che voglio sottolineare all'attenzione dell'Aula, perché per la prima volta - il collega Molinaro è particolarmente competente - l'agricoltura calabrese non dispone soltanto dei fondi destinati dall'Europa, il Fondo FEARS, che diventa poi PSR-CSR, ma per volontà del presidente Occhiuto dispone di fondi FSC, che noi abbiamo destinato a questo fondo “FinAgri” per 25 milioni, ai Consorzi di bonifica per oltre 30 milioni - mi pare siano 34 milioni - alla promozione per circa 20 milioni, fino al 2027. E tutto questo sta generando risultati importanti.

Il primo fondo “FinAgri” ha riguardato circa 200 aziende, qualcosa in meno, che sono riuscite a ristrutturare - lo faranno nei prossimi mesi, sicuramente, perché si passerà alla fase esecutiva, abbiamo già avuto, in tempi molto veloci, le prime due graduatorie, il primo e il secondo bando – il loro debito e quindi, avendo liquidità, a respirare a fare anche investimenti.

Abbiamo intenzione, con questi fondi, di dare la possibilità anche alle aziende del settore agroalimentare, ma strettamente collegate al settore primario - mi riferisco, per esempio, alle cantine che non hanno potuto partecipare a questo primo bando, nonché a tutte le aziende agricole per il debito a breve termine – di accedere alla famosa cambiale agraria alla quale faceva il riferimento il consigliere Molinaro, vale a dire i 12, 18 mesi. Questo consentirebbe ad altre aziende di entrare in questo contesto, magari aziende che non hanno difficoltà a medio-lungo termine, ma hanno difficoltà sul breve termine, o aziende che non sono propriamente del settore agricolo.

Faremo una nuova notifica alla Commissione europea, con i fondi rimanenti che sono circa 13 milioni sui 25 milioni iniziali, per ottenere questo obiettivo importante, già deciso come governo regionale.

L'Aula tra poco voterà questa mozione, anche col mio voto favorevole, e valuteremo l'estensione alla pesca, quindi alle aziende del settore della pesca. Incontreremo nei prossimi giorni, insieme alla consigliera Straface, le imprese della pesca dello Jonio, in particolare, perché lamentano una mancanza di pescato durante quest'anno, e vedremo, eventualmente, di individuare alcuni strumenti; anche se, lo voglio sottolineare a beneficio dei colleghi, nei mesi passati, con il cosiddetto “bando Ucraina”, abbiamo liquidato alle nostre aziende circa 7 milioni di euro. Lo dico con grande sincerità: molte aziende del settore della pesca ci hanno detto che mai hanno avuto le risorse erogate da questo governo regionale, per aiutarle, naturalmente, a causa delle speculazioni sul carburante del conflitto Russia-Ucraina.

Capiamo bene come c'è la necessita di ulteriori interventi di sostegno, fermo restando che il futuro credo che in questo settore preveda la diminuzione delle giornate di pesca, per la tutela che l'Europa chiede; forse la chiede a giusta ragione se c'è diminuzione di pescato, come evidenziato dalle aziende di pesca; forse il futuro potrebbe essere l'acquacoltura, ma di questo, naturalmente, discuteremo e valuteremo in Aula.

Ho qualche dubbio che lo strumento che abbiamo, vale a dire l’FSC, ci consenta - non di fare garanzie, come abbiamo fatto - di fare spesa corrente, come sarebbe la cambiale agraria all'80 per cento, però assicuro ai colleghi consiglieri che, naturalmente, cercheremo di individuare lo strumento che ci possa consentire questo. ISMEA l’ha fatto, spendendo circa 30 milioni in una prima fase e, credo, altri 30 in una seconda fase, durante il Covid-19, dando liquidità alle piccole aziende con questa cambiale agraria; credo che quella spesa corrente potesse essere effettuata, perché si trattava di fondi nazionali, in quel caso, sì, di fondi di bilancio, in questo caso, invece, si tratta di risorse dell’FSC, speriamo che sia possibile.

Per cui, io voto, naturalmente, a favore, avendovi informato che procederemo immediatamente alla modifica per includere anche le aziende del settore agroalimentare collegate al settore primario e valuteremo sia l'estensione alla pesca sia questa ipotesi della cambiale agraria. 

PRESIDENTE

Grazie, assessore Gallo. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 109/12^ di iniziativa dei consiglieri Amalia Bruni, D. Bevacqua, M. Comito, G. Crinò, F. De Nisi, G. Gelardi, G. Graziano, F. Laghi, A. Lo Schiavo, Luciana De Francesco, D. Tavernise “Sul centro per la fibrosi cistica presso l’Ospedale di Lamezia Terme”

PRESIDENTE

Passiamo all'ultimo punto, la mozione numero 109/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Amalia Bruni, Bevacqua, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, Luciana De Francesco e Tavernise “Sul Centro per la fibrosi cistica presso l'Ospedale di Lamezia Terme”.

La prima firmataria era la collega Bruni, che è assente, ma la discuteremo ugualmente. Chiedo al collega Comito di illustrare la mozione. Prego. 

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Mi dispiace dell'assenza della collega Bruni che ci teneva fortemente a portare avanti questa mozione. Non si è capito perché il gruppo del PD abbia abbandonato l'Aula, evidentemente non sono pronti al dibattito, perché loro parlano, poi vanno via e non vogliono ascoltare.

Comunque, l'oggetto è il centro per la fibrosi cistica presso l'Ospedale di Lamezia Terme.

Con DCA numero 360 del novembre 2024, nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, l’Unità Operativa del Centro per la fibrosi cistica è stata accorpata alla Unità Operativa di pneumologia; questo deliberato ha determinato una fortissima preoccupazione nei pazienti, e nelle loro famiglie.

Sin dalla sua istituzione il Centro per la fibrosi cistica è stato sempre accorpato all'Unità Operativa Complessa di pediatria, così come avviene in tutte le Regioni, rappresentando un'eccellenza unica in Calabria che offre cure indispensabili per la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti affetti da tale patologia, una patologia cronica e multiorgano.

La legge numero 548 del 1993 stabilisce l'obbligo per le Regioni di istituire un Centro di riferimento regionale specializzato nella cura della fibrosi cistica.

La ricollocazione rischia di creare un vuoto assistenziale pregiudizievole per i pazienti e le loro famiglie.

Considerato che: il Centro lametino è divenuto nel corso degli anni Centro di riferimento al punto di ospitare la formazione di personale di altre sedi con fondi erogati dalla Lega Nazionale fibrosi cistica; nel Centro si gestiscono pazienti ormai adulti e, soprattutto, in età evolutiva, si sono create equipe multidisciplinari integrate e multiprofessionali, instaurando un PDTA con altri reparti e servizi dell'Ospedale; a tal fine, è stata perfezionata la modalità di screening neonatale, per cui tutti i nati positivi della Regione Calabria effettuano il test al sudore in tempi brevi e per questo è stata acquisita una strumentazione di ultima generazione che in Italia possiedono solo altri due Centri; questo sviluppo si è sostanziato anche con l'accesso al Registro nazionale per la fibrosi cistica e ai Registri AIFA;

Rilevato che: in questo contesto si registra, pur tra molte difficoltà, un'elevata soddisfazione dei pazienti e non ci sono segnalazioni di disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto complessi; grazie alla presenza del Centro per la fibrosi cistica, accorpata alla pediatria, presso Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme si è registrato il dato più importante, cioè la riduzione della migrazione sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi sono in carico al Centro; la modifica dell'attuale assetto organizzativo, contenuto nel DCA del novembre 2024 sopra richiamato, prevede di aggregare un Centro con vocazione pediatrica all'area medica con la conseguenza di compromettere seriamente la logica funzionale dell'approccio della fibrosi cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e sulle gestanti; la citata perplessità è rafforzata dall'osservazione della realtà nazionale: i Centri per la fibrosi cistica sono perlopiù aggregati alle pediatrie; la continuità assistenziale, specie per patologie complesse come la fibrosi cistica, non può essere garantita senza strutture dedicate e personale adeguatamente formato.

Tutto ciò premesso e considerato, con la mozione si impegna il Presidente della Giunta regionale a voler rimodulare il DCA 360/2024 mantenendo il Centro di fibrosi cistica nella Unità Operativa Complessa di pediatria presso l'Ospedale di Lamezia Terme, con l'attuale configurazione organizzativa, come punto di riferimento per la cura e la prevenzione, riservando, eventualmente, un Centro per adulti a un Ospedale HUB.

Grazie, Presidente. 

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione la mozione. La mozione è approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Avendo esaurito gli argomenti posti all’ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. Grazie a tutti voi. 

 

La seduta termina alle 20.10

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Alecci, Calabrese, Neri, Pietropaolo, Varì.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2023, n. 37 - (Deliberazione G.R. n. 789 del 30.12.2024)” (PL n. 346/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Mancuso, Caputo, Raso, De Nisi “Norme per il recepimento e l'applicazione del d.p.r. 380/2001 nella Regione Calabria” (PL n. 344/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Bruni “Prevenzione e contrasto alla violenza di genere sulle donne e loro figli” (PL n. 345/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Straface, Mannarino e Raso “Riconoscimento delle Farmacie Amiche della Comunità” (PL n. 347/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Cirillo “Istituzione del Forum dei giovani della Calabria” (PL n. 348/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 Mancuso, Caputo, Comito, Giannetta, De Francesco “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria” (PL n. 349/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Bruni “Proroga graduatorie anno 2023, integrazione legge regionale 22 ottobre 2024 n. 34 recante: “Disposizioni per la proroga di graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del Servizio sanitario regionale” (PL n. 350/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione 2025 - 2027 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) - trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza - (Deliberazione G.R. n. 746 del 20.12.2024)” (PPA n. 205/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR) - (Deliberazione G.R. n. 765 del 27.12.2024)” (PPA n. 206/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (ARPAL Calabria) - (Deliberazione G.R. n. 753 del 27.12.2024)” (PPA n. 207/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 776 del 27 dicembre 2024, recante:

“Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria. Modifiche alla Sezione Speciale 2 del PSC. Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC (CdS) sulla procedura di consultazione per iscritto attivata con nota n. 792094 del 17.12.2024 e conclusa con nota n. 806398 del 27.12.2024”.

(Parere numero 46/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione consiliare permanente.

Parere favorevole su deliberazione della Commissione consiliare competente

La seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 gennaio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta regionale n. 727 dell’11 dicembre 2024, recante:

“PR Calabria FESR FSE+ 2021-27. Presa d’atto della Decisione C(2024) 6754 final del 26.09.2024 di approvazione della riprogrammazione “STEP”” ed a conclusione ha espresso, a maggioranza dei presenti, parere favorevole.

Parere numero 45/12^.

La seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 gennaio 2024, ha preso in esame la deliberazione della Giunta regionale n. 776 del 27 dicembre 2024, recante:

“Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria. Modifiche alla Sezione Speciale 2 del PSC. Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC (CdS) sulla procedura di consultazione per iscritto attivata con nota n. 792094 del 17.12.2024 e conclusa con nota n. 806398 del 27.12.2024” ed a conclusione ha espresso, a maggioranza dei presenti, parere favorevole.

Parere numero 46/12^.

In data 23 dicembre 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 267 del 23 dicembre 2024:

1) legge regionale n. 41 del 23 dicembre 2024, recante: “Legge di stabilità regionale 2025”;

2) legge regionale n. 42 del 23 dicembre 2024, recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2025-2027”.

In data 23 dicembre 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 268 del 23 dicembre 2024:

1) legge regionale n. 43 del 23 dicembre 2024, recante: “Interpretazione autentica della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4 (Istituzione del difensore civico presso la Regione Calabria)”.

Sottoscrizione proposta di legge regionale

La proposta di legge n. 343/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato della Regione Calabria” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Talerico.

La proposta di legge n. 329/12^, di iniziativa del consigliere regionale Mancuso, recante: “Norme per la conoscenza, il recupero e la valorizzazione della toponomastica in Calabria. Indirizzi per la toponomastica di genere” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Raso.

La proposta di legge n. 349/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Caputo, Comito, Giannetta, De Francesco, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Talerico.

La proposta di legge n. 328/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Montuoro, Mancuso, recante: “Istituzione della riserva naturale regionale denominata “Le Dune di Giovino” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Alecci.

Deliberazioni della Giunta regionale

La Giunta Regionale ha trasmesso la deliberazione n. 757 del 27 dicembre 2024, concernente: “Approvazione Piano di razionalizzazione periodica delle partecipazioni societarie regionali dirette ed indirette, ai sensi dell'art. 20 del D.lgs. 19/08/2016 n. 175 e s.m.i. - Anno 2023”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 766 del 27 dicembre 2024, recante: “Documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2025-2027 (Artt. 11 e 39, comma 10, D.lgs. 23 giugno 2011, n. 118)”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 767 del 27 dicembre 2024, recante: “Bilancio finanziario gestionale della Regione Calabria per gli anni 2025-2027 (art. 39, comma 10, D.lgs. 23.6.2011, n. 118)”.

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 784 del 30 dicembre 2024, recante: “Approvazione elenco dei soggetti componenti il 'Gruppo Regione Calabria al fine di predisporre il bilancio consolidato della Regione esercizio 2024, ai sensi dell'art. 11-bis del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.

Dichiarazione di illegittimità costituzionale

La Corte costituzionale ha dichiarato:

1) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge della Regione Calabria 14 marzo 2024, n. 8 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della fìbromialgia e della elettrosensibilità e istituzione dei relativi registri regionali), limitatamente alle parole «e della elettrosensibilità»;

2) l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, della legge reg. Calabria n. 8 del 2024, nella parte in cui utilizza l'espressione «alle patologie» anziché «alla patologia», nonché l'espressione «delle malattie» anziché «della malattia»;

3) non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 1, comma 3, 3, comma 1, e 7, comma 1, lettera c), della legge reg. Calabria n. 8 del 2024, promosse, in riferimento agli artt. 3 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Emanazione di regolamento regionale

In data 30 dicembre 2024, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 270 del 30 dicembre 2024:

1) Regolamento regionale n. 15 del 30 dicembre 2024, concernente: “Regolamento di attuazione della legge regionale 21/8/2007, N. 18, recante: “Norme in materia di usi civici””;

2) Regolamento regionale n. 16 del 30 dicembre 2024, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 5 novembre 2013, N. 10, recante: “Regolamento regionale di attuazione della l.r. 3 settembre 2012, n.39 (Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AIA-VI)””.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2024-2026:

1.)  Deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 738 alla numero 745, numeri 747, 748 e 749 del 20 dicembre 2024

2.)    Deliberazioni della Giunta regionale numeri 773 e 774 del 27 dicembre 2024

Interrogazioni a risposta immediata

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

le aree montane della Calabria, tra cui il comune di San Giovanni in Fiore, si trovano in una condizione di grave marginalità per quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari essenziali, a causa delle distanze dai principali ospedali della regione, delle difficoltà infrastrutturali e delle condizioni climatiche avverse, particolarmente critiche nei mesi invernali. Ghiaccio, neve e nebbia sono fattori ancora poco considerati, preferendo soffermarsi su parametri e aspetti economici e organizzando e gestendo la sanità secondo princìpi, modelli, logiche e dinamiche aziendali;

in Calabria, i presidi di San Giovanni in Fiore, Acri, Soveria Mannelli e Serra San Bruno devono garantire il diritto alla salute in territori complessi. Questi ospedali di frontiera sono l’unico avamposto sanitario, e dunque di garanzia di diritti primari nonché di minima civiltà, per migliaia di persone delle aree interne. La situazione dell’Ospedale di San Giovanni in Fiore, come segnalato da diversi report e articoli di stampa, è emblematica delle criticità della sanità montana calabrese: si tratta di una struttura depotenziata, con carenze di personale medico e di reparti pienamente operativi. Questi tagli hanno generato forti disagi tra i cittadini, portando a proteste e sit-in, come quello del 30 ottobre 2024, organizzati da sindacati e associazioni locali per rivendicare il diritto alla salute e chiedere il ripristino dei servizi essenziali. Considerato che: il 4 gennaio 2025, a San Giovanni in Fiore, S. C., 48 anni, sposato, padre di due bambine, è deceduto in circostanze tragiche a causa dei ritardi nei soccorsi: dopo aver manifestato una chiara sintomatologia acuta, è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, dove è stata immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta. Nonostante l’urgenza della situazione, il trasferimento all’ospedale di Cosenza, dotato di Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e di Emodinamica, è stato ritardato di oltre tre ore. La causa del ritardo è stata la mancanza di un medico a bordo dell’ambulanza del 118, un requisito indispensabile per il trasporto di pazienti in condizioni critiche. L’anestesista che avrebbe dovuto accompagnarlo e assisterlo durante il viaggio, pare fosse impegnato in un trasferimento di un altro paziente critico. Anche l’elisoccorso non è riuscito ad intervenire a causa della scarsa visibilità. Quando, infine, è stato possibile avviare il trasferimento, il quarantottenne è spirato in ambulanza, sulla Statale 107, lungo il tragitto verso l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza;

la carenza di personale medico nel Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, con solo due medici su una pianta organica prevista di sei, ha contribuito alla tragedia. Tenuto conto che: il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera” che definisce le diverse tipologie ospedaliere per livelli di complessità assistenziale e in relazione ai volumi di utenza corrispondenti, riporta che negli ospedali di area disagiata in ambienti montani o insulari, anche con una popolazione di riferimento inferiore agli 80mila abitanti, può essere prevista la funzione di Pronto Soccorso. Se questa è istituita, devono esserci, secondo il regolamento citato sugli standard ospedalieri, le discipline di «Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità ininterrotta di Radiologia, Laboratorio ed Emoteca»;

il modello lombardo adottato per l’Ospedale Morelli di Sondalo, un Comune situato nell’alta Valtellina con circa 4mila abitanti, che integra un’efficace rete di cure primarie e servizi specialistici, potrebbe rappresentare un esempio virtuoso da adattare al contesto calabrese. In particolare, l’approccio prevede il potenziamento delle strutture esistenti, l’utilizzo di tecnologie innovative e un sistema di incentivazione per attrarre personale medico nelle aree montane. Preso atto che: la rapida presa in carico dei pazienti con patologie acute, come l’infarto, è determinante per la sopravvivenza e il successo delle cure;

l’organizzazione e la gestione della sanità delle aree interne e montane calabresi, con ospedali ridotti a presidi minimi e una dipendenza pressoché esclusiva dai grandi centri ospedalieri, risultano inadeguate a garantire il diritto alla salute dei cittadini di queste zone. L’episodio di San Giovanni in Fiore evidenzia l'urgenza di potenziare gli organici e i presidi sanitari nelle aree periferiche e montane della Calabria;

la tecnologia, inclusa la telemedicina, può rappresentare un supporto prezioso ma non sufficiente a colmare le carenze strutturali e di personale, soprattutto nei casi di emergenza sanitaria che richiedono interventi tempestivi e in presenza.

Tutto ciò premesso e considerato

interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se intende assumere ogni utile, urgente e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree montane della Calabria, con particolare riferimento all’Ospedale di San Giovanni in Fiore.

(302; 07/01/2025)

 

Mammoliti e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

All'ASP di Vibo Valentia si vive, ormai da tempo, una situazione alquanto “surreale”: da un lato si imputano alle carenze di organico le gravissime disfunzioni che si registrano in tutti i reparti dei centri ospedalieri e nei distretti territoriali;

dall'altro lato, al contrario, si procede a “tagliare” il personale sanitario in servizio. Infatti, su 40 operatori sanitari (15 OSS e 25 infermieri), assunti nel periodo del covid-19 (si tratta di facenti parte dei cosiddetti “eroi del covid” che tanto hanno dato alla nostra comunità per il rischioso lavoro espletato durante la recente pandemia), soltanto 17 si sono visti prorogare, per soli due mesi, il contratto di lavoro a tempo determinato. Quanto accaduto ha suscitato e continua a suscitare sconcerto e rabbia, sia nel mondo politico che sindacale oltre che nella società civile, provocando dei disservizi in termini di risposta sanitaria. Il provvedimento assunto denota un approccio superficiale, essenzialmente “burocratico” e privo di prospettive future, da parte di chi governa l'ASP di Vibo Valentia, nei confronti di un problema, estremamente delicato e serio, quale è quello del reale fabbisogno di personale nel contesto della sanità vibonese. In pratica, si è proceduto a “tagliare” sic et simpliciter, senza pensare minimamente alle conseguenze immediate e future di detto taglio sul concreto funzionamento del sistema sanitario locale e senza pianificare alcun percorso di stabilizzazione nei confronti di quei lavoratori che hanno già raggiunto i requisiti per una contrattualizzazione a tempo indeterminato. Il tutto avviene in un momento in cui le carenze di organico vengono, da ogni parte, additate come la causa primaria del malfunzionamento della sanità vibonese e calabrese. A ciò si aggiunga che è, ormai, acquisito quale dato oggettivo e, dunque, incontrovertibile, la circostanza che, se si dovessero, realmente, applicare i numerosi decreti finora emanati dal Commissario Occhiuto in relazione alla rete sanitaria ospedaliera e territoriale nonché alla medicina di prossimità (con le conseguenti previste aperture degli ospedali di comunità, delle case di comunità e delle COT), sarebbe assolutamente necessario procedere al reclutamento di ulteriori ingenti risorse umane al fine di garantire il rispetto dei LEA. Urge, dunque, un immediato intervento risolutivo del problema di che trattasi, che operi nella prospettiva della necessaria futura elaborazione, non più procrastinabile, di un piano del fabbisogno di personale che guardi alle reali e concrete esigenze della sanità vibonese. Infine, è utile ricordare che la questione della giusta e definitiva collocazione lavorativa degli operatori sanitari di cui si discute nella presente interrogazione, è, da tempo, nota, al Commissario Occhiuto, avendo, lo stesso, nei mesi scorsi, incontrato, nei locali della Prefettura di Vibo Valentia, una delegazione di detti operatori sanitari.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria,

per sapere:

quali utili ed urgenti iniziative si intende adottare per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari dell’Asp di Vibo Valentia che hanno raggiunto i requisiti richiesti dalla legge per la contrattualizzazione a tempo indeterminato.

(305; 13/01/2025).

Interrogazioni a risposta scritta

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-l’ASP di Cosenza ha provveduto a transigere con BFF Bank un contenzioso oggetto di cause vinte dall’avvocatura aziendale, in alcuni casi persino in Cassazione, ragion per cui è lecito dubitare della legittimità dell’intera operazione e delle fatture in relazione alla mancanza di prova dell’esistenza del credito con conseguente nullità delle presunte obbligazioni non fondate su contratto scritto;

-il direttore generale, incredibilmente, ha chiesto il parere alla propria avvocatura aziendale solo dopo aver sottoscritto la transazione per la quale invece si è avvalso di un consulente esterno (prof. ***), che ad oggi è subentrato inspiegabilmente in tutte le cause del Direttore dell’UOC Area Legale a titolo gratuito;

-l’UOC Area Legale non aveva ritenuto di indicare tali contenziosi tra quelli da segnalare per il relativo accantonamento nel fondo rischi, in quanto si trattava di cause vinte almeno in grado e senza alcuna speranza di poter essere vinte da BFF in II° grado, non avendo prodotto alcun contratto che giustificasse le prestazioni;

-con tale transazione si è proceduto al pagamento di somme in gran parte non dovute, perché relative a fatture oggetto di giudizi seguiti e vinti dall’Avvocatura interna (per un ammontare circa di € 25.555.479,22 solo per capitale) o perché non in circolazione e, quindi, non reclamabili ai dell’art. 16 septies c. 2 lett. C9 del D.L. 146/2021, convertito in legge n. 215/2021;

-già dai primi accertamenti resi dalla stessa BFF nel 2022, il presunto credito vantato verso l’ASP di Cosenza, risultava ammontante a complessivi € 6.428.108,63 per “quota capitale” e in € 3.213.452,56 per il “saldo interessi” (oltre € 345.478,70 quale “saldo anatocistici”), mentre nella transazione del dicembre 2023 l’importo è stato di ben € 39 milioni, nettamente superiore a quello indicato dalla stessa BFF solo pochi mesi prima;

-nell’atto transattivo sottoscritto dal Direttore Generale dell’A.S.P. il 16.12.2023 l’Azienda si è impegnata a pagare l’importo complessivo di € 39.000.000 di cui: € 13.619.100,44 quali fatture presenti in contabilità, € 1.854.009.03 quali “fatture non in contabilità oggetto di titoli”, € 23.526.890.53 a titolo di “nota debito emessa per accessori oggetto di accordo”, escludendo le fatture emesse da Althea Italia S.p.A., raggiungendo, in ogni caso, l’importo di € 39.000.000 che rappresenta una quota rilevante dell’intero disavanzo del SSR;

-con riferimento ad Althea appare che invece di essere escluse, risulterebbero pagate fatture di interessi sulle fatture escluse espressamente nella transazione;

-l’UOC Area Legale dell’ASP ha espresso criticità in merito alla transazione perché non era chiaro se si fosse tenuto conto delle sentenze vinte dall’avvocatura interna, né se si fosse tenuto conto che il Giudice si era espresso nel considerare che gli interessi andassero calcolati dalla data della domanda e non da quella delle scadenze delle fatture, né si comprendeva se fossero state escluse quelle somme non in circolarizzazione, né risultava specificato se BFF avesse rinunciato al 100% degli interessi relativi ai procedimenti definiti con le sentenze sopra riportate (ritenuti non dovuti dal Giudice) e in relazione agli ulteriori giudizi pendenti in cui era stata eccepita la mancanza del fondamento contrattuale (proprio come nei giudizi in cui il Tribunale aveva già rigettato tutte le domande avanzate da BFF);

-la U.O.C. Affari Legali aveva fatto presente che gli importi richiesti a titolo di interessi e accessori indicati nella bozza del 15.12 (complessivamente pari ad € 20.014.856,65) così come gli interessi e gli accessori quantificati nell’atto transattivo del 16.12 (confluiti nella nota debito dell’importo di € 23,526,890.53) non offrivano i dati necessari ai fini della verifica della legittimità degli importi richiesti. Considerato che: (…) -in sede di bilancio a consuntivo anno 2023 dall’adozione della delibera di approvazione, n. 1310/2024, si apprende che il fondo rischi è stato elaborato da una società di revisione contabile, la Proxima Audit Italia sorta pochi mesi prima, che ha ricevuto l’incarico senza alcuna procedura di evidenza pubblica, mentre non si è tenuto conto del fondo rischi elaborato dall’ufficio legale interno;

-i Revisori dei Conti hanno sollevato diverse criticità, chiedendo soprattutto al Servizio Finanziario dell’ASP di Cosenza se avesse provveduto alla verifica delle fatture prima dell’emissione dei mandati, che risulterebbero di data anteriore alla stipula della stessa transazione, approvando “con riserva” il bilancio a consuntivo 2023. Tenuto conto che: (…) -a seguito dell’interrogazione rivolta al Presidente della Regione dal gruppo consiliare PD, è emerso che sarebbe stata istituita una rete di controlli a monte sul debito, attraverso il meccanismo della piattaforma per la circolarizzazione e attraverso il monitoraggio di esperti nominati dalla Regione, sotto il controllo della Guardia di Finanza;

-tali controlli stanno avvenendo solo ora a distanza di 1 anno dalla transazione e dopo che il pagamento dell’intera somma è avvenuta entro il 31.12.2023, a seguito del clamore mediatico sollevato dalle testate giornalistiche appalesando come nessun controllo sia stato fatto prima della transazione e prima dell’emissione dei mandati di pagamento da parte dei Servizi Finanziari dell’ASP di Cosenza, che, lavorando anche durante le festività natalizie (ricevendo a tal proposito incentivi economici sulla busta paga di Natale) hanno pagato l’intera somma entro la fine del 2023;

- la circostanza che comprova l’assenza di verifiche contabili è evidente anche dalla recente delibera n.2080 del 30.09.2024, con la quale è stato previsto un progetto obbiettivo di circa 350.000,00 euro in favore dei dirigenti e funzionari del comparto, che avessero partecipato per la verifica di fatture per i bilanci pregressi (che comprendono le cause contro BFF) Preso atto che: -è ormai evidente la responsabilità del direttore generale in ordine alla irregolare definizione di detta transazione e alla generale gestione del bilancio e delle procedure di verifica considerato anche l’utilizzo per detta transazione dei fondi destinati a coprire le soccombenze di altri contenziosi che sarebbero rimaste senza provvista generando interessi passivi e danno erariale;

-anche l’Asp di Reggio Calabria ha provveduto a definire atto di transazione con BFF con delibera 3355 del 21.12.2023 Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. se corrisponde al vero che i pagamenti per la transazione dell’ASP di Cosenza siano iniziati in epoca ben antecedente alla stipula della transazione stessa ed alla data della deliberazione di recepimento e quindi in assenza di alcuna legittimazione giuridica e contabile.

2. A quali periodi risalgono le fatture oggetto della transazione firmata dall’ASP di Reggio con BFF e se erano state circolarizzate ai sensi dell’art.16 septies comma 2 lett.c del DL146/2021 convertito in legge 215/2021, se sono state controllate per verificare la fondatezza del credito e la legittimità dell’obbligazione e l’assenza di sentenze positive per l’Ente.

3. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende assumere a tutela dell’erario regionale e per ridurre il danno erariale emergente dalla transazione definita dall’Asp di Cosenza.

4. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende assumere verso il direttore dell’Asp di Cosenza e verso i responsabili dei controlli regionali e a tutela dei funzionari che hanno invece segnalato le anomalie e le illegittimità della procedura testé descritta.

5. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di Commissario per la Sanità intende prendere per potenziare il sistema dei controlli che rischia di essere un modello didascalico, in assenza di un puntuale coinvolgimento degli uffici legali e di una raccolta completa dei dati da sottoporre alle verifiche opportune previste nel protocollo di intesa con la Guardia di Finanza, per un effettivo e non formale controllo.

(300; 20/12/2024)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con deliberazione n. 816 del 23/10/2020 è stato indetto avviso pubblico finalizzato al conferimento dell’incarico di Direttore della SC di Cardiologia del P.O Spoke Polistena, cui ha fatto seguito la deliberazione n° 1051 del 11/11/2021 di riapertura termini;

- con successiva deliberazione n. 1005 del 15/12/2022, preso atto dei punteggi conseguiti dai candidati partecipanti alla selezione, l’incarico de quo è stato affidato al candidato che ha conseguito il maggior punteggio, nella persona del Dr. ______;

- il Direttore Sanitario Aziendale ff dell’ASP di RC, dott. _________, con formale lettera, firmata per accettazione dal dott. _________, ha individuato tra gli obiettivi che lo stesso avrebbe dovuto raggiungere n.q. di Direttore dell’U.O.C. Cardiologia/UTIC e Cardiostimolazione di Polistena: l’inserimento della Cardiologia/UTC nella rete delle sindromi coronariche acute (SCA), come struttura erogatrice delle prestazioni di rivascolarizzazione miocardica, mediante la creazione del servizio di Emodinamica, così come previsto dall’Atto Aziendale ed il potenziamento del settore della Cardiostimolazione, anche in previsione della esigua presenza sul territorio, di specialisti cardiologi esperti nell’esecuzione delle metodiche di impianto di pacemaker temporanei e permanenti, defibrillatori con cateteri endocavitari, defibrillatori sottocutanei, loop-recoder, ecc;

- stante il collocamento a riposo del prefato direttore, disposto con determina dirigenziale n. 2190 del 10/09/2024 e decorrenza 01/10/2024, con deliberazione n. 734 del 24/09/2024 è stato indetto, ai sensi del D.lgs. 502/92 e ss.mm.ii., l’Avviso Pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento dell’incarico quinquennale di Direttore della Struttura Complessa nella disciplina di Cardiologia- Presidio Ospedaliero di Polistena;

- con nota del 24/09/2024 il dott. ______, direttore della UOC Cardiologia/Utic del P.O. di Polistena, indicava quale Direttore sostituto il dott. ________, dirigente medico esperto in Cardiostimolazione, competenza precipua della UOC per l’elevato livello raggiunto dalla struttura e come correttamente richiesto dal profilo soggettivo dei due bandi in aderenza ai bisogni di salute del territorio;

- il Direttore Generale dell’Asp di Reggio Calabria, Dr.ssa ________ – a seguito di semplice richiesta da parte del Dott. ____, ha disposto con propria deliberazione, n. 807 del 11/10/2024, il conferimento dell’incarico di Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia/UTIC e Cardiostimolazione del Presidio Ospedaliero di Polistena al candidato classificatosi in II° posizione nella procedura di selezione di cui alla deliberazione n. 1005 del 15/12/2022, e la revoca del nuovo avviso indetto con deliberazione n. 734/2024;

- con interrogazione a risposta scritta n. 281/12^ del 06/11/2024, il Sottoscritto ha richiesto chiarimenti in merito alla decisione di cui sopra;

- con nota prot. 76788 del 12/11/2024, in riscontro alla suddetta interrogazione, in maniera del tutto generica e fuorviante, la Dott.ssa _______ si è limitata a ribadire che la scelta di nominare il Dott. _____, quale Direttore della Struttura di Cardiologia a Polistena, è dipesa unicamente ed esclusivamente dalla sua collocazione al secondo posto nella predetta graduatoria. Considerato che: - la Direttrice Generale dell'ASP non abbia fornito elementi soddisfacenti ed anzi abbia fatto emergere con evidenza che la propria decisione si fonda su una valutazione gravemente viziata, in quanto fondata su un'istruttoria carente strutturalmente e su una richiesta unilaterale, e che tale decisione è con ogni evidenza errata nelle conclusioni ed è tale da compromettere l'interesse meritevole di tutela e cioè la salute attraverso un'offerta di servizi sanitari inadeguati e al ribasso rispetto allo standard raggiunto faticosamente in questi anni. Tenuto conto che: - il D.lgs. n. 502/1992, art. 15 comma 7 lettera b) stabilisce che il profilo professionale del dirigente da incaricare da parte dell’Azienda preveda una puntuale valutazione dei volumi dell'attività svolta;

- l’avviso pubblico indetto con deliberazione n. 816 del 23/10/2020, appare palesemente incompleto rispetto alle prescrizioni del DPR 10 dicembre 1997 n. 484 che fissa i requisiti per l'accesso alla direzione sanitaria aziendale. In particolar modo, nell’avviso viene espunto, come contenuto della documentazione oggetto di valutazione, quanto previsto dall’art. 8 comma 3 lettera c): “I contenuti del curriculum professionale, valutati ai fini del comma 1, concernono le attività professionali, di studio, direzionali-organizzative, con riferimento: [..] c) alla tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate dal candidato” (pag. 4 dell’avviso);

- l’avviso pubblico indetto con deliberazione n. 734 del 24.09.2024, successivamente e inspiegabilmente revocato, prevedeva correttamente, invece, quanto richiesto dall’art. 8 comma 3 lettera c, specificando “i contenuti di cui alla lettera c) vale a dire la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate nell’ultimo decennio che deve essere certificata dal Direttore Sanitario Aziendale, sulla base dell’attestazione del Direttore del competente Dipartimento o, in assenza del Responsabile della U.O.C, ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. 484/97”;

- ai sensi dell’art. 8 co. 5 del DPR 484/1997 “i contenuti del curriculum, esclusi quelli di cui al comma 3 lettera c), e le pubblicazioni possono essere autocertificati dal candidato ai sensi della L. 4 gennaio 1968, n. 15, e successive modificazioni”;

- il curriculum professionale e la documentazione allegata del candidato dott. _________ risulta mancante di attestazione circa la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate, venendo valutato con il punteggio di 0(zero)/15;

- risulta quindi palese l’impossibilità di accertare qualsiasi aderenza e idoneità del candidato al profilo ricercato per l’assenza dell’documento oggetto della valutazione nel mentre tali competenze, di seguito riportate, non sono in alcun modo presenti nel curriculum allegato dal candidato: esperienza e competenza nella valutazione clinico-diagnostica e nella gestione clinica delle principali patologie cardiovascolari, con particolare riferimento alle sindromi coronariche acute, allo scompenso cardiaco ed alle aritmie cardiache, anche in rapporto a terapie interventistiche sul substrato aritmico;

documentata esperienza nel campo della cardiostimolazione e capacità di formazione sul campo nel settore per i Dirigenti Medici del reparto si dà implementare il numero di operatori di cardiostimolazione, attraverso un training dedicato;

documentata esperienza organizzativa, con particolare riferimento, nella gestione dei pazienti con sindromi coronariche acute, nell'ambito della rete dell'infarto acuto del miocardio;

- le competenze specifiche nel settore della cardiostimolazione sono indispensabili per la garanzia delle prestazioni richieste e per poter esercitare una funzione formativa nei confronti dei giovani professionisti che si approcciano verso questa branca della cardiologia;

- la potenziale controinteressata, classificatasi al terzo ed ultimo posto in graduatoria, è moglie dello stesso dott. ___________;

- l’ASP di Reggio Calabria, quindi, non possedeva alcun elemento per valutare né direttamente (in relazione a quanto richiesto dal nuovo bando) né per relationem (in relazione alle risultanze della valutazione carente e omessa risultante dal primo bando) la richiesta del dott. ______;

- la gravissima carenza della documentazione del dott. _____ è certificata dalla stessa Commissione che aveva precisato che solo il Dott. ______ “ha prodotto tutte le Autodichiarazioni e Certificazioni incluso quella attinente la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazione come previsto dal Bando” (pag. 3 del verbale della commissione);

- è quindi certificata ed evidente una grave carenza istruttoria da parte degli uffici dell’ASP di Reggio Calabria che si riflette sulla legittimità della deliberazione di nomina del Dott. _____ che ha determinato la nomina di un Direttore di UOC che non possiede le competenze richieste dalla stessa ASP con la definizione del relativo profilo soggettivo;

- l’Azienda sanitaria ha arbitrariamente deciso di affidare l’incarico al Dott. ________ giustificando tale scelta sul mero dato oggettivo che lo stesso si trovasse al secondo posto nella graduatoria finale, per poi, a seguito dell’interrogazione n. 281/12^ dichiarare in maniera del tutto gratuita e fuorviante che “Le attività del Dr.______, ad oggi titolare della struttura complessa in argomento, verranno sottoposte a valutazione circa gli esiti tenuto conto degli obiettivi specifici e generali stigmatizzati nel contratto individuale di conferimento dell’incarico” (v. pag. 5 riscontro ASP RC) con ciò confondendo la valutazione dei risultati con il possesso delle competenze per raggiungerli, dimostrando confusione amministrativa e disinteresse per la salute degli assistiti. Preso atto che in sostanza, l’ASP di Reggio Calabria mette a capo della struttura di cardiologia di Polistena, un professionista che non ha alcuna esperienza nelle specifiche attività che l’UOC deve eseguire, per poi valutare eventualmente a posteriori, gli esiti della propria scelta viziata.

Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. se non ritenga intervenire, nella qualità di Commissario della Sanità calabrese, per verificare la legittimità degli atti posti in essere dalla dott.ssa _________ nella procedura in questione 2. se non ritenga di sollecitare la revoca il conferimento dell’incarico di Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Polistena e indire un nuovo Avviso Pubblico nel rispetto di quanto disposto dal DPR 10 dicembre 1997 n. 484 e il D.lgs. n. 502/1992.

(301; 03/01/2025)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- durante la seduta del Consiglio Regionale, tenutasi in data 20.12.2024 si è svolta l'ennesima manifestazione da parte della Associazione Prosalus di Palmi che nell'occasione ha posto al centro dell'attenzione dell'Assemblea l'annoso ritardo dell'inizio dei lavori per la realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana;

considerato che: - nel corso della manifestazione è stato evidenziato che sono trascorsi ben 17 anni dall'inizio dell'iter burocratico, un tempo a dir poco esorbitante per la finalizzazione delle procedure relative alla realizzazione dell'Ospedale. Tenuto conto che: - con il DCA n°. 84 del 05/04/2024 della Regione Calabria avente ad oggetto la “Programmazione delle risorse residue afferenti al programma di investimenti ex art. 20, L. n.67/1988” per il Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro sono stati stanziati ulteriori 141.518.700,77 euro;

preso atto che: - l'Impresa appaltatrice D'Agostino Costruzione Generali S.p.a., incaricata alla costruzione del Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro, dopo aver avuto validato il progetto definitivo da parte dei preposti uffici della Regione Calabria ha, altresì, presentato il nuovo Piano Economico Finanziario in considerazione della lievitazione dei costi maturati in tutti questi anni e che dopo 60 giorni l'Impresa, così come riportato da un articolo apparso nei giorni scorsi nella pagina regionale della Gazzetta del Sud, avrebbe dovuto ricevere formale risposta da parte degli uffici della Regione;

considerato che: - la mancata approvazione del PEF (piano economico finanziario) determina la non approvazione del progetto definitivo e quindi il non avvio della progettazione esecutiva. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- le ragioni per le quali, essendo trascorsi oltre 120 giorni, gli uffici della Regione Calabria non hanno risposto alla proposta di Piano Economico e Finanziario presentata dall'Impresa appaltatrice D'Agostino Costruzione Generali S.p.a. accumulando così un ulteriore ritardo nell'iter per la realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana;

- entro quanto tempo ritiene di poter approvare il progetto definitivo.

(303; 09/01/2025)

 

Lo Schiavo e Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- secondo gli ultimi dati disponibili del ministero della salute (2022), la Calabria si posiziona all’ultimo posto delle regioni italiane nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in tutti e tre gli ambiti (prevenzione, distrettuale e ospedaliera). In particolare, secondo l’Istituto superiore sanità è all’ultimo posto in Italia per screening oncologici;

- uno degli strumenti individuati dal sistema sanitario per colmare questo gap consiste nella realizzazione di Ospedali di comunità e Case di comunità, attraverso cui si dovrebbe potenziare la medicina territoriale e, con essa, l’area della prevenzione e quella distrettuale;

- dal Piano nazionale di ripresa e resilienza risulta che la Calabria dovrà realizzare 61 Case di comunità e 20 Ospedali di comunità;

- secondo il target del Pnrr le suddette strutture dovrebbero essere completate entro il 30 giugno 2026;

- la Regione Calabria, nel 2022, ha deliberato di affidare a Invitalia Spa l’attuazione degli interventi ricadenti nella Missione M6 - Salute del Pnrr e quindi a stipulare i contratti afferenti le Case e gli Ospedali di comunità. - dai dati messi a disposizione dalla Regione Calabria, risulta che per 14 Case di comunità e 1 Ospedale di comunità non sia stato ancora stipulato il contratto. Per tutti gli altri presidi risulta che siano stati stipulati i contratti, approvati i progetti esecutivi e avviati i lavori di ristrutturazione o edificazione, ma che nessuno sia stato ancora ultimato;

- nel cronoprogramma della Regione Calabria, pubblicato sul sito alla sezione “Focus M6”, non si ricavano gli step relativi all’anno 2024 e 2025, notandosi uno stacco temporale tra il 2023 e il 2026;

Considerato che, se le opere non verranno realizzate o comunque non si avvicineranno al target fissato nel giugno 2026, la Commissione Europea, in caso di ritardi significativi o di mancato raggiungimento degli obiettivi, può decidere di sospendere o revocare i fondi del Pnrr. Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per il piano di rientro

per sapere:

1. quante gare (nell’ordine: per la stipula della progettazione, della verifica della progettazione e dei contratti di concessione o appalto) per la realizzazione delle Case di comunità e Ospedali di comunità calabresi siano andate finora deserte;

2. se le gare per la realizzazione delle opere siano state effettivamente tutte concluse mediante la consegna dei lavori agli aggiudicatari o se con avvio dei lavori s’intende la mera approvazione dei progetti esecutivi;

3. se la Regione Calabria non ritenga di mettere in atto sistemi di monitoraggio più efficaci per verificare costantemente l'avanzamento dei lavori e individuare tempestivamente eventuali criticità;

4. se la Regione Calabria non ritenga di indire tavoli tecnici con Invitalia e con le Asp territoriali allo scopo di un costante controllo del cronoprogramma per l’anno 2025, nonché allo scopo di individuare le ragioni della mancata stipula dei contratti per 15 opere.

(304; 10/01/2025)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il diritto all'abitazione è un diritto fondamentale, riconosciuto da numerosi trattati internazionali, tra cui l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani e questo diritto garantisce che ogni individuo abbia accesso a un’abitazione sicura, accessibile e dignitosa;

- l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (Aterp Calabria), istituita con L.R. n. 24/2013, cura la realizzazione di specifici programmi di edilizia residenziale pubblica per rispondere alle esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni economiche svantaggiate, attua interventi di edilizia residenziale diretti alla costruzione di nuove abitazioni e all’acquisto e al recupero di abitazioni e immobili degradati destinati alla locazione permanente alle fasce sociali più deboli, gestisce il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica, effettua la manutenzione, gli interventi di recupero e la riqualificazione degli immobili. L'Aterp è commissariata dalla Regione sin dal 2016, è priva, quindi, di un Direttore Generale e ha forti carenze nella pianta organica. I dati regionali relativi al 2021 riportano che l’Aterp, in quell’anno, gestiva 34.416 alloggi di edilizia residenziale pubblica;

- nel mese di marzo 2021 sono state avviate le attività dell'Osservatorio Regionale sulle Politiche Abitative, come previsto dalla Legge 431/98, dal D.lgs. 112/1998 e dalla L.R. 32/1996 per il monitoraggio della condizione abitativa nel territorio regionale e la ridefinizione delle priorità regionali nel settore delle politiche abitative. Considerato che: - la Regione Calabria ha pubblicato nel 2022 il “Primo Rapporto sul Disagio Abitativo nella Regione Calabria”, rapporto curato dal Dipartimento Lavori Pubblici e Politiche di edilizia abitativa e riferito al 2021. Il rapporto evidenzia che numerose famiglie, nella nostra regione, non dispongono di abitazioni adeguate, vivono in condizioni di degrado e si recano spesso presso gli Enti comunali per avere risposte concrete attraverso l’attuazione di giuste politiche sociali. Solo il 46% dei comuni calabresi hanno risposto al monitoraggio e gli alloggi di edilizia sociale calcolati su questo campione risultano essere più di 15.000, ma solo il 39% di questi risultano idonei, mentre il resto sono inagibili o privi dei requisiti minimi di sicurezza. Oltre il 60% sono stati costruiti prima degli anni Ottanta e sono carenti sotto il profilo energetico e strutturale. Necessitano di interventi di manutenzione straordinaria e di efficientamento energetico, attraverso la realizzazione di isolamento termico delle pareti perimetrali e dei tetti, la sostituzione degli infissi e la realizzazione di nuovi impianti (termici, idrici, elettrici). Il 15% degli alloggi popolari monitorati versa in pessimo stato di conservazione e il 60% in stato mediocre. Diversi Comuni hanno segnalato la necessità di ricevere finanziamenti pubblici per poter effettuare lavori di manutenzione straordinaria, non più rinviabili, al fine di poter garantire l’incolumità e la sicurezza degli assegnatari. Il rapporto denuncia anche una distribuzione geografica inadeguata degli alloggi pubblici, con molte aree rurali completamente prive di edilizia residenziale pubblica. Gli alloggi disponibili sono spesso concentrati in zone urbane degradate, privi di accesso a servizi essenziali come trasporti, scuole e strutture sanitarie. In Calabria le famiglie vulnerabili, incluse quelle con minori, anziani e persone con disabilità, sono particolarmente esposte a condizioni abitative precarie. Esiste una richiesta consistente di alloggi di edilizia sociale, ma il numero di assegnazioni effettuate, rispetto al totale richiedenti, è decisamente basso. Viceversa, si rileva un numero di esclusi e/o un numero di domande insoddisfatte molto alto. - a dicembre 2024 Uil Calabria e Uniat Calabria hanno pubblicato un report sul disagio abitativo nella nostra regione, secondo il quale oltre 11.000 domande per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica risultano inevase, evidenziando una carenza strutturale di alloggi disponibili, non adeguata a rispondere al fabbisogno abitativo della popolazione più vulnerabile, e un disagio crescente tra le famiglie calabresi. Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica è in gran parte obsoleto, con edifici costruiti prima del 1980, e necessita di urgenti interventi di manutenzione e riqualificazione energetica. I costi dell’affitto privato continuano a rappresentare una grave problematica per i nuclei familiari a basso reddito e solo una piccola percentuale delle famiglie calabresi riesce ad accedere ad alloggi a canone calmierato, a causa di una disponibilità limitata. Questo a fronte di 450 mila appartamenti vuoti o inutilizzati (circa il 40% del totale degli immobili). Il problema è particolarmente grave nel contesto della povertà diffusa nella regione. I dati emersi da una recente relazione della Corte dei conti, poi, raccolti e analizzati nel report, e i risultati sull’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza mostrano una situazione drammatica: migliaia di famiglie calabresi continuano a vivere in condizioni di disagio abitativo senza una prospettiva concreta di miglioramento. La stessa fonte riporta che dei 57 progetti finanziati con il Programma PINQuA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), la spesa effettiva è ferma all’8% e non si riescono a superare le lentezze amministrative e operative nella realizzazione degli interventi previsti anche per il Programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, approvato nell’ambito del Fondo complementare al PNRR. Tenuto conto che: - a dicembre 2024 un’operazione coordinata dalla Procura di Catanzaro e condotta dalla Digos e dai carabinieri del Comando provinciale ha portato alla luce, nella città di Catanzaro, irregolarità nell'assegnazione delle case popolari, in genere localizzate nell’area sud della città capoluogo, a maggiore disagio abitativo. L’inchiesta, partita nel 2022, ha evidenziato come da anni fosse attivo un sistema parallelo che inquinava l’assegnazione delle case popolari e che aveva trasformato l’Aterp in una sorta di agenzia immobiliare. Soggetti che non avevano titolo riuscivano comunque ad ottenere alloggi popolari pagando somme di denaro o altre utilità a funzionari compiacenti dell'Azienda. Secondo gli inquirenti anche l’ufficio Patrimonio, messo al corrente delle irregolarità effettuate nell’assegnare gli alloggi popolari, si girava dall’altra parte. Nonostante l’Ente vantasse crediti per circa 11milioni di euro, per via delle tante e decennali morosità, nessuno attivava i procedimenti di riscossione o aveva mai aggiornato gli elenchi dei morosi. Di 400 alloggi Aterp presenti su Catanzaro, solo 150 sono regolarizzati, mentre degli altri 250, occupati abusivamente, non hanno mai chiesto la regolarizzazione. L’Aterp catanzarese gestisce in totale 2.500 alloggi, ed in cinque anni, da giugno 2019 (periodo di pubblicazione della graduatoria vigente) gli uffici hanno assegnato solo quattro alloggi ed hanno proceduto alla riacquisizione solo di dieci alloggi. - nell’inchiesta denominata “Case popolari“, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ed eseguita dai Carabinieri a febbraio 2024, è emerso il controllo da parte della criminalità organizzata sul settore delle assegnazioni delle abitazioni amministrate dall’ Aterp e dell’Ente Patrimonio Edilizio del Comune di Reggio Calabria, “un vero e proprio mercimonio del patrimonio edilizio sociale”. Per gli inquirenti, ci sarebbe stata la ‘ndrangheta dietro il mercato illegale degli alloggi popolari, che venivano assegnati a persone non aventi diritto;

Preso atto che: - appaiono evidenti le gravi inefficienze dell'Aterp nella gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che, associate allo stato di conservazione degli stessi, con edifici vetusti e obsoleti e una scarsa o nulla manutenzione, non solo impediscono l’utilizzo del patrimonio esistente, ma aumentano anche il rischio di occupazioni abusive, alimentando tensioni sociali. Le famiglie calabresi in condizioni di disagio abitativo vivono spesso in alloggi sovraffollati, insalubri e privi dei requisiti minimi di sicurezza.;

-le irregolarità emerse nell'assegnazione degli alloggi popolari minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e compromettono il diritto fondamentale all'abitazione. È necessario un intervento tempestivo per riformare le procedure di assegnazione degli alloggi, garantire trasparenza e legalità, e assicurare che le risorse destinate all'edilizia residenziale pubblica siano utilizzate in modo efficace, equo e con tempi decisamente più rapidi. Le occupazioni abusive degli alloggi popolari sono in crescita, compromettendo il diritto di accesso per chi è regolarmente in graduatoria. In Calabria vi è, poi, un elevato numero di sfratti, soprattutto per morosità incolpevole, che rappresentano circa il 90% dei casi totali di sfratto registrati negli ultimi anni. L’incidenza degli affitti sul reddito familiare è insostenibile per molte famiglie della nostra regione: circa il 35% delle famiglie in affitto spende più del 40% del proprio reddito per la casa, rendendo difficoltoso sostenere altre spese essenziali;

- l’abitazione rappresenta una condizione indispensabile per l’accesso all’istruzione, alla formazione e a una buona occupazione e solo l’edilizia residenziale pubblica e quella sociale possono attutire il problema della tensione abitativa. Il rilancio e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico appaiono ancora più importanti in una regione che sta invecchiando, in un territorio, il più povero dell’Europa, dove gli stipendi sono sempre più bassi e dove la questione casa potrebbe diventare un vero e proprio rischio sociale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali strategie intenda adottare per incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, anche attraverso la costruzione di nuovi alloggi e coinvolgendo gli enti locali e il settore privato in questo processo, al fine di rispondere adeguatamente al crescente disagio abitativo in Calabria, con particolare riferimento alle famiglie in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica;

2. quali misure siano state predisposte per garantire il rispetto delle graduatorie di assegnazione al fine di velocizzare le procedure di assegnazione degli alloggi popolari e contrastare occupazioni abusive e favoritismi;

3. se siano stati stanziati fondi per interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli alloggi esistenti e quali siano i tempi previsti per la realizzazione di tali interventi;

4. se siano previsti programmi specifici per la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio pubblico non utilizzato, con tempi certi per la loro attuazione;

5. quali iniziative si intendono assumere per affrontare le gravi inefficienze dell'Aterp Calabria nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, garantendo la trasparenza e la legalità nelle procedure di assegnazione degli alloggi, prevenendo future irregolarità e abusi;

6. quali azioni siano previste per prevenire gli sfratti, in particolare per le famiglie colpite da morosità incolpevole, e se sia stato attivato un fondo regionale, in aggiunta ai fondi statali, per il sostegno al pagamento degli affitti.

(306; 20/01/2025)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il Consorzio di Bonifica della Calabria ha emesso e notificato agli agricoltori calabresi gli avvisi bonari di pagamento afferenti il ruolo ordinario di bonifica 2024;

- dalle numerose segnalazioni pervenute, appare che le cartelle inviate contengano errori di calcolo che avrebbero portato, in molti casi, al raddoppio delle tariffe rispetto agli anni precedenti;

- gli errori di cui sopra riguarderebbero soprattutto gli avvisi recapitati agli agricoltori della provincia di Vibo Valentia;

- sulla questione sono intervenute importanti Associazioni Agricole le cui dichiarazioni sembrano confermare l’esistenza degli errori di cui sopra. Tutto quanto sopra premesso si interroga il competente Assessore

per sapere:

- se è a conoscenza della situazione narrata in premessa e, nel caso, quali utili e tempestivi provvedimenti intenda adottare per ovviare agli errori eventualmente contenuti negli avvisi bonari di pagamento afferenti il ruolo ordinario di bonifica 2024.

(307; 21/01/2025).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

• con D.G.R. n. 301 del 21/6/2024 la Giunta Regionale ha istituito un fondo di garanzia a carattere rotativo, denominato FinAgri Calabria, per la concessione di garanzie dirette su operazioni di rinegoziazione e ristrutturazione delle esposizioni debitorie in essere, con una dotazione finanziaria di euro 25.552.328,00, a valere su risorse FSC 2021-2027, con beneficiari della garanzia diretta fino all'80% le imprese agricole aventi sede operativa sul territorio regionale;

• con D.D.G. n.13728 del 01/10/2024 si sono aperti i termini per presentare le domande di aiuto dal 03/10/2024 al 30/10/2024;

• con D D.G. n. 15311 del 30/10/2024 sono stati prorogati i termini delle domande di aiuto al 05/11/2024;

• con D.D.G. n.17068 del 28/11/2024 sono stati ulteriormente prorogati i termini per la presentazione delle domande di aiuto al 09/12/2024;

• con i D.D.G. n.18427 del 13/12/2024 e n. 19156 del 24/12/2024 sono state approvate le graduatorie definitive con n.111 aziende agricole ammesse definitivamente per complessive risorse assorbite, per garanzie concedibili di ca. 11,7 milioni di euro rispetto ad una dotazione finanziaria disponibile di euro 25.552.328,00, con il conseguente avanzo di risorse per ca. 13,8 milioni di euro. RILEVATO CHE: • in Calabria gli Agricoltori percettori di premi PAC sono circa n. 63.000 di cui n. 20.182 imprese agricole che nel 2023 hanno occupato n. 86.759 operai agricoli dipendenti;

ritenuto che: • le imprese agricole e della pesca calabresi hanno subito danni economici da: emergenza Covid-19, effetti del conflitto in Ucraina, diverse calamità naturali che si sono verificate negli ultimi cinque anni, danni da cinghiali e diverse epizoozie.

Considerato che: • la cambiale agraria e pesca, nei limiti della capienza degli aiuti "de minimis" di ciascun beneficiario, è lo strumento per assicurare liquidità alle aziende agricole e della pesca;

• si rende necessario sostenere l'accesso al credito, con garanzia regionale diretta fino all'80%, per finanziamenti dell'importo massimo del 50% dei ricavi registrati dal richiedente nell'anno precedente e comunque entro la soglia del de minimis con durata massima di cinque anni, di cui massimo due di preammortamento. Tutto quanto sopra premesso e considerato, impegna il Presidente e la Giunta Regionale

impegna la Giunta regionale

a destinare le somme non utilizzate del Fondo Regionale per la Continuità e la Crescita delle Imprese Agricole - "FinAgri-Calabria", a carattere rotativo a valere su risorse FSC-Calabria 2021-2027, per assicurare la necessaria liquidità finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma individuale o societaria, ai sensi dell’articolo 1 del D.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, con lo strumento della cambiale agraria e della pesca, con garanzia diretta dell'80% nei limiti della capienza degli aiuti de minimis di ciascun beneficiario.

(108; 07/01/2025) Molinaro, Neri, De Francesco, Mannarino, Montuoro

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- con DCA n.360 del 20.11.2024, pubblicato sul BURC n.241 del 21 novembre 2024, nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, l'Unità Operativa del Centro per la Fibrosi Cistica è stata accorpata alla Unità Operativa di Pneumologia;

- quanto deliberato col DCA 360/2024 ha determinato una fortissima preoccupazione nei pazienti e nelle loro famiglie;

- sin dalla sua istituzione il Centro per la Fibrosi Cistica è stato sempre accorpato alla Unità Operativa Complessa di Pediatria, così come avviene in tutte le regioni;

- il Centro citato rappresenta un’eccellenza unica in Calabria, offrendo cure indispensabili per la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti affetti da tale patologia, una malattia cronica e multiorgano;

- la Legge n. 548/1993 stabilisce l’obbligo per le Regioni di istituire un Centro di riferimento regionale specializzato nella cura della Fibrosi Cistica;

- la ricollocazione rischia di creare un vuoto assistenziale pregiudizievole per i pazienti e le loro famiglie. Considerato che: - il Centro lametino è divenuto nel corso degli anni Centro di riferimento al punto di ospitare la formazione di personale di altre sedi con fondi erogati dalla Lega Nazionale Fibrosi Cistica;

- nel Centro si gestiscono pazienti ormai adulti e, soprattutto, in età evolutiva si sono create equipe multidisciplinari integrate e multiprofessionali, instaurando PDTA con altri Reparti e Servizi dell’Ospedale;

- a tal fine, è stata perfezionata la modalità di screening neonatale, per cui tutti i nati positivi della Regione Calabria effettuano il test al sudore in tempi brevi e per questo è stata acquisita una strumentazione di ultima generazione che in Italia possiedono solo altri due Centri;

- questo sviluppo si è sostanziato anche con l’accesso al Registro nazionale per la Fibrosi cistica ed ai Registri AIFA. Rilevato che: - in questo contesto si registra, pur tra molte difficoltà, un’elevata soddisfazione dei pazienti e non ci sono segnalazioni di disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto complessi;

- grazie alla presenza del Centro per la fibrosi cistica accorpato alla Pediatria presso Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme si è registrato il dato più importante e cioè la riduzione della migrazione sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi sono in carico al centro. - la modifica dell’attuale assetto organizzativo, contenuto nel DCA n. 360/2024 sopra richiamato, prevede di aggregare un Centro con vocazione pediatrica all’area medica con la conseguenza di compromettere seriamente la logica funzionale dell’approccio della Fibrosi cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e sulle gestanti;

- la citata perplessità è rafforzata dall’osservazione della realtà nazionale: i Centri per la fibrosi cistica sono perlopiù aggregati alle Pediatrie (le eccellenze, infatti, sono negli Ospedali Pediatrici Bambin Gesù e Meyer);

- la continuità assistenziale, specie per patologie complesse come la Fibrosi Cistica, non può essere garantita senza strutture dedicate e personale adeguatamente formato. Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

il Presidente della Giunta regionale - a voler rimodulare il DCA 360/2024 mantenendo il Centro di Fibrosi Cistica nella Unità Operativa Complessa di Pediatria presso l'Ospedale di Lamezia Terme con l’attuale configurazione organizzativa come punto di riferimento per la cura e la prevenzione, riservando, eventualmente, un Centro per adulti ad un Ospedale “hub”.

(109; 16/01/2025) Bruni, Bevacqua, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, De Francesco, Tavernise

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- l’Associazione Banco Alimentare della Calabria, con centro direzionale avente sede in Montalto Uffugo (Cs);

presso alcuni padiglioni dell’ex Comac, il fallito Consorzio mercato agricolo alimentare) è un’organizzazione non profit che opera dal 1996, aderisce alla rete nazionale Banco Alimentare e, quotidianamente, recupera alimenti, li dona alle strutture caritative, promuove politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, collaborando con le istituzioni UE (a partire dal Programma FEAD) e nazionali;

- il Banco aiuta annualmente e sistematicamente in Calabria circa 140mila persone, attraverso la distribuzione di alimenti e l’opera di centinaia di volontari, superando nel 2020 le 7mila tonnellate di prodotti distribuiti;

- nonostante ciò, i locali di cui trattasi sono, al momento, gli unici resi disponibili per la meritoria opera che contribuisce a coprire il fabbisogno di centinaia di strutture caritative accreditate: si tratta di mense per i poveri, comunità di accoglienza, centri per gli immigrati, case-famiglia per bambini, sezioni di Cri, Caritas parrocchiali che presidiano il territorio;

- il contratto di locazione sottoscritto con il curatore fallimentare dell’ex Comac di Montalto Uffugo è cessato il 2 dicembre 2024 a seguito dell’aggiudicazione dell’asta di vendita, il che non consente di proseguire le attività avendo la nuova proprietà richiesto il rilascio immediato dei locali;

- è evidente l’assoluta emergenza che il Banco Alimentare si trova innanzi: sia per ciò che concerne il materiale spostamento di tonnellate di derrate alimentari allo stato in giacenza presso i magazzini nonché dei relativi impianti celle frigo, uffici;

sia per l’impossibilità di proseguire le attività che, per come preannunciato, saranno sospese il 20 gennaio p.v., senza che si possa definire il come, il dove e il quando di una riapertura.

Impegna la Giunta regionale

- a intraprendere immediatamente tutte le interlocuzioni e le azioni istituzionalmente possibili per garantire al Banco Alimentare della Calabria senza oneri ulteriori, gli spazi necessari al fine di salvaguardare e rendere efficace la benemerita opera di volontariato che si dedica ad alleviare la disperazione dei più deboli, dei più bisognosi, degli ultimi.

(110; 20/01/2025) Bevacqua e Iacucci

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- In data 24/10/2024 l’Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale ha adottato con provvedimento del Segretario Generale il “Progetto di Piano Stralcio di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale per l’Assetto, la Mitigazione e la Gestione del rischio da Alluvioni – Calabria/Lao (PSdGDAM-RisAlCal/L) e le correlate Misure di Salvaguardia “. - In molti comuni Calabresi, tale piano ha particolarmente ampliato le aree classificate Pericolose a “Rischio Alluvioni “rispetto alla classificazione PAI 2001. - Il provvedimento in adozione che attraverso l’immediata entrata in vigore delle Misure di Salvaguardia, molto restrittive ha la conseguenza di bloccare la capacità edificatoria di molti territori dei nostri comuni Calabresi già parzialmente o totalmente urbanizzati o edificati.

Impegna la Giunta regionale

- ad adottare ogni iniziativa utile affinché vengano modificate le Misure di Salvaguardia del Progetto di Piano, anche considerando le nuove aree a Rischio e Pericolo individuate dal nuovo Piano come Aree di Attenzione fino alla definitiva approvazione del piano.

- Attivarsi presso l’Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale affinché le norme di Salvaguardia non vengano applicate a tutti quegli interventi già programmati in cui si sia avviato l’iter autorizzativo.

- Attivarsi presso l’Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale affinché vengano prorogati i termini per la presentazione delle osservazioni al Progetto di Piano da parte degli interessati. - Monitorare la situazione e collaborare con gli enti locali al fine di valutare gli effetti del Progetto di Piano sulla Pianificazione Urbanistica Comunale.

(111; 20/01/2025) Mancuso, Raso, Caputo, De Nisi, Straface.     

Risposta scritta a interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’ASP (Azienda sanitaria provinciale) di Cosenza è stata appositamente delegata da Azienda Zero ad effettuare tutte le procedure concorsuali per il reclutamento di operatori tecnici specializzati (OTS) autisti di ambulanze;

- con delibera n.142 del 22.1.2024 l'ASP di CS ha approvato la graduatoria del concorso di OTS;

- L'Asp di CS a seguito della riunione in videoconferenza tenutasi il 17 luglio 2024, acquisite le richieste delle aziende:

ASP KR 11 unità;

ASP CZ 15 unità;

ASP VV 19 unità;

ASP RC 13 unità;

- con regolare PEC del 18 luglio u.s. procedeva alla convocazione degli autisti utilmente collocati nella graduatoria al fine di consentire le opzioni per le sedi per le unità come sopra richiamato;

- nelle immediatezze tutte le ASP hanno provveduto alle assunzioni, per come richieste, tranne l'ASP di Crotone. Considerato che: - a tutt'oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni dei diretti interessati e le formali diffide di organizzazione sindacale, l'ASP di Crotone non ha proceduto ad assumere il personale utilmente collocato in graduatoria;

- tale comportamento dell'ASP di Crotone ha prodotto e produce un grave danno e l’impossibilità di attivare i tempestivi interventi spesso per mancanza di medici e in questo caso per mancanza di autisti in un contesto sanitario notoriamente fragile per la Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- quali iniziative intende assumere nei confronti dell’ASP di Crotone al fine di superare l'ingiustizia determinatasi e garantire un miglior servizio delle ambulanze in quel territorio.

(266; 02/10/2024)

(Risposta)

 

Mammoliti, Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- 1) la società AMACO (Azienda per la Mobilità nell'Area Cosentina), società il cui capitale è interamente detenuto dal Comune di Cosenza, gestisce il servizio di trasporto pubblico locale urbano nel Comune di Cosenza e in altri Comuni vicini;

2) la gestione dell'anzidetto servizio avviene in qualità di consorziata del Consorzio CO.ME.TRA.(Consorzio Meridionale Trasporti), Consorzio al quale la Regione Calabria ha affidato, in forza di apposito contratto di servizio appositamente stipulato, l'esercizio del trasporto pubblico locale nel bacino calabrese;

3) AMACO è stata interessata da una procedura di fallimento all'esito della quale è stata dichiarata la liquidazione giudiziale della medesima società da parte del Giudice Delegato;

4) il Giudice Delegato ha disposto la gestione provvisoria della AMACO da parte di un Curatore appositamente nominato, con conseguente prosecuzione delle attività della società di che trattasi;

5) il Curatore ha provveduto ad elaborare un programma di liquidazione che, inizialmente, prevedeva la vendita o l'affitto del ramo di azienda societario dedicato al TPL (Trasporto Pubblico Locale) e, successivamente, risultando infruttuosa la prima procedura competitiva basata su di un bando diretto ad acquisire le relative manifestazioni di interesse, ha previsto e, tuttora, prevede il solo affitto del medesimo ramo di azienda;

6) che, da più parti e, soprattutto, dal mondo sindacale (FILT-CGIL Cosenza, FIT CISL Cosenza, UIL Trasporti Cosenza ecc.) sono stati sollevati forti e ragionevoli dubbi circa la regolarità del programma di liquidazione adottato, che contrasterebbe con i dettami dello Statuto del Consorzio CO.ME.TRA.;

7) in particolare, facendo leva sugli artt. 10 e 7 del predetto Statuto, viene invocato il subentro, ad AMACO, di altra società facente parte del Consorzio CO.ME.TRA., non potendo le relative quote sociali essere trasferite, nel caso specifico, a società diverse e non facenti parte dell'anzidetto Consorzio. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente

Per sapere:

- tenuto conto delle problematiche indicate in premessa, quali utili ed urgenti iniziative si intende adottare al fine di garantire il regolare esercizio del servizio di trasporto pubblico locale finora svolto da AMACO nonché il mantenimento dei relativi livelli occupazionali.

(269; 15/10/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-la riorganizzazione della rete territoriale intende rivedere l’organizzazione dell’assistenza territoriale, sanitaria e sociosanitaria della Regione Calabria;

- l’Accordo Integrativo Regionale (AIR), siglato dal Dipartimento Tutela della salute e servizi sociosanitari, dai sindacati e dalla struttura commissariale, provvede a definire l’organizzazione delle UCCP, delle AFT e delle COT;

- le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) sono una forma organizzativa multi-professionale e strutturata come un sistema integrato di servizi che concorre alla presa in carico della comunità di riferimento;

- le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) sono un raggruppamento funzionale mono-professionale di medici del ruolo unico di assistenza primaria che consente il coordinamento delle attività dei medici;

- la Centrale operativa territoriale (Cot) è un modello organizzativo della sanità territoriale con funzione di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi Setting assistenziali e coordinamento della presa in carico della persona. Considerato che: - la costituzione delle suddette forme associative puntano ad un’estensione del processo di budgeting aziendale, nonché ad un taglio delle postazioni di continuità assistenziale;

- circa trenta sindaci della provincia di Catanzaro, soprattutto delle aree interne, hanno chiesto la revisione della riorganizzazione della rete territoriale, in quanto ritengono che questa preveda il taglio delle postazioni di continuità assistenziale;

- la salute è un diritto fondamentale per il quale il budgeting aziendale, le razionalizzazioni e le riorganizzazioni, che rispondono a criteri di economicità, non possono prevalere sull’effettivo godimento di tale diritto;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- quali azioni intenda intraprendere al fine di tutelare i servizi di guardia medica e il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto se residenti in aree interne e con servizi sanitari insufficienti;

- se intende incontrare gli amministratori delle aree interne e le parti sociali al fine di trovare soluzioni alternative, per assicurare che i tagli alla medicina territoriale non compromettano il godimento del diritto alla salute.

(273; 17/10/2024).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- La peculiarità del sistema di erogazione delle prestazioni assistenziali in ambito psichiatrico nel distretto sanitario della provincia di Reggio Calabria rende necessario un piccolo excursus storico/giuridico. La materia è regolata dal D.lgs. n. 502/1992, i cui artt. 8bis, 8ter, 8quater e 8 quinquies regolano la disciplina dell’esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie per conto e a carico del Servizio Sanitario Nazionale, subordinandolo al rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e all’esercizio e all’accreditamento istituzionale, nonché alla stipula di accordi contrattuali. In base all’art. 8 ter, sopra richiamato, il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione costituisce il momento finale di un iter procedimentale composto da due fasi:

1) la verifica della compatibilità del progetto rispetto alle linee programmatiche regionali, che è atto endo-procedimentale di competenza regionale, avente natura obbligatoria e vincolante per l’amministrazione comunale;

2) la trasmissione al Comune del suddetto parere di verifica, ai fini dell’assunzione delle determinazioni di propria competenza in ordine al rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione. Tali previsioni hanno trovato attuazione a livello regionale con la L.R. n. 24/2008 (e con il connesso regolamento attuativo), nell’ambito delle prestazioni sociosanitarie. Va specificato che tale legge regionale non ha esaminato né considerato l’esistenza delle strutture residenziali psichiatriche, sorte nel 1990 a seguito della chiusura dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, nel territorio attualmente di competenza dell’ASP 5. Altresì la normativa della Regione Calabria ha anche previsto che le strutture pubbliche siano considerate “provvisoriamente accreditate” (art. 65 legge finanziaria Regione Calabria 2009). Occorre pertanto evidenziare come le strutture sorte nel distretto provinciale di Reggio Calabria, a seguito della chiusura dell’ospedale psichiatrico, in ossequio alle linee guida della Regione Calabria allora vigenti che regolamentavano il settore, erano (e sono rimaste ancora ad oggi) strutture “pubbliche”. Infatti, le prestazioni sanitarie sono state ed ancora oggi sono erogate direttamente dal competente Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria, che ha la Direzione della struttura, con utilizzo di proprio personale medico ed infermieristico;

per la logistica (edifici) ed i servizi alberghieri, di riabilitazione e di assistenza alla persona, l’ASP si è avvalsa negli anni, in forza di specifici accordi contrattuali, di cooperative sociali. In tale configurazione, che, ripetiamo ancora persiste, le strutture sono “provvisoriamente accreditate”, in forza del citato art. 65. Tale sistema organizzativo ha trovato applicazione nel solo distretto sanitario della provincia di Reggio Calabria nelle altre province della Calabria le due strutture manicomiali esistenti sono state chiuse solo nel 2009 (in notevole ritardo rispetto le previsioni della legge 180/78). Contestualmente alla chiusura dei manicomi di Serra D’Aiello e Girifalco, nel mese di marzo 2009 sono state approvate con la delibera di G.R, 141/2009 le nuove linee guida per le strutture residenziali psichiatriche. Tale delibera ha previsto la gestione in via esclusiva e l’accreditamento delle strutture da parte di soggetti privati (in questo caso sia cooperative che privato imprenditoriale);

circostanza, questa, che si è verificata per tutte le strutture sorte in seguito alla chiusura dei due manicomi in questione. Considerato che: Nel 2015 è stato istituito un apposito Tavolo Tecnico dalla regione Calabria nell’ambito del quale, d’intesa con l’ASP 5 e con tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle strutture, si è giunti alla determinazione di dover porre fine al sistema che prevedeva (nella provincia di Reggio) il solo affidamento dei servizi “domestico- alberghieri e socio riabilitativi” alle cooperative, dovendosi invece optare per “la riconduzione della gestione, caso per caso, o interamente al pubblico ovvero ad una gestione interamente privata delle strutture sociosanitarie”. Non avendo l’ente pubblico avuto la possibilità di prendere completamente in carico alcuna delle strutture preesistenti, è stato posto a carico delle cooperative il diritto e l’onere di accreditare in proprio ciascuna unità residenziale, presentando ai Comuni competenti per territorio un’istanza di autorizzazione alla realizzazione ai sensi dell’art. 8-ter. Con riferimento alla tempistica procedimentale, nella parte finale del Verbale conclusivo del Tavolo Tecnico le amministrazioni hanno dichiarato di concordare che “il termine ultimo per il completamento del percorso di riqualificazione e di acquisizione dei provvedimenti abilitanti alla continuazione delle attività fissato al 31/12/2016” Tali termini, ribaditi con delibera n. 598/2015 dall’ASP di Reggio Calabria, non sono stati rispettati dalla Regione Calabria e dall’azienda sanitaria, che contravvenendo ai vincoli che esse stesse si erano date, non hanno dato seguito alcuno alle istanze presentate dalle cooperative (che si erano fatte carico degli ingenti investimenti prescritti), prorogando invece l’efficacia dei contratti-ponte in essere con le strutture de quibus . Con DCA n. 221 del 20/11/2018, avente propriamente ad oggetto la “Riorganizzazione della Rete psichiatrica territoriale ASP di Reggio Calabria – gestione fase transitoria”, il Commissario ad acta, dato preliminarmente atto dell’operatività nell’ambito della residenzialità psichiatrica delle strutture istituite fin dalla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria e, allo stato, regolate da un ‘contratto-ponte’ in attesa del perfezionamento delle procedure dell’accreditamento istituzionale in capo alle cooperative, ha istituito un tavolo di monitoraggio, prevedendo la chiusura dei lavori entro il 30/06/2019, approvando un cronoprogramma per la definizione del percorso di accreditamento delle strutture de quibus in capo alle cooperative, già previsto dal “Tavolo Tecnico”. Nella stessa direzione si è mosso il successivo DCA n. 91 del 10/6/2019 (“Assistenza residenziale per la salute mentale nell'ASP di Reggio Calabria, di cui al DCA 166/2017”), con il quale il Commissario ad acta ha raccomandato “per la realizzazione di quanto programmato, l’utilizzo prioritario delle strutture nate dal superamento dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria… vincolando le stesse ad attivare l’iter finalizzato ad ottenere l’autorizzazione”. Conformemente, con delibera n. 321 del 26/06/2019, l’ASP di Reggio Calabria, richiamata la raccomandazione circa “l’utilizzo prioritario delle strutture attualmente individuate quali strutture miste”, ha invitato le cooperative interessate, “al conseguimento esclusivo dell’accreditamento, a presentare formale istanza di avvio dell’iter istituzionale dell’accreditamento ai competenti comuni di residenza entro e non oltre il 15 luglio 2019”. Con successivo D.C.A n. 65 del 10/03/2020 la Regione Calabria ha provveduto alla ridefinizione del fabbisogno relativo alle prestazioni di “residenzialità” nell’ambito del settore della “salute mentale”, stabilendo per l’ASP di Reggio Calabria in relazione alla categoria SRP2 (‘Strutture Residenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo’) – pur a fronte dell’esistenza di liste di attesa lunghissime e del ricorso sempre più sostenuto a ricoveri fuori regione per questa tipologia di pazienti – un fabbisogno di soli 73 p.l. (di cui 10 già assegnati) contro i 114 della programmazione precedente. Con Delibera del Commissario straordinario dell’ASP di Reggio Calabria n. 392/2021, approvata con Decreto del Commissario ad acta n. 81/2021, il fabbisogno territoriale delle prestazioni di cui si discute è stato ridotto a 43 posti letto, anche alla luce dell’assegnazione di n. 20 posti letto alla Cooperativa “Libero Nocera”. Alla fine, il procedimento amministrativo volto alla definitiva riconversione delle c.d. strutture miste si è concluso con l’assegnazione di 42 posti letto, attraverso l’utilizzo del criterio di selezione cronologico di presentazione delle istanze da parte delle cooperative;

criterio mai precedentemente contemplato né menzionato, introdotto del tutto arbitrariamente (e solo dopo la presentazione delle istanze da parte delle cooperative!) dal Dipartimento Tutela Salute per istanze che non avrebbero dovuto essere sottoposte a selezione alcuna, bensì alla sola verifica del possesso dei requisiti minimi per l’ammissione all’accreditamento, come più volte esplicitato nei provvedimenti adottati dall’ente pubblico medesimo. Giammai le cooperative avrebbero potuto immaginare che la Regione Calabria avrebbe potuto operare una selezione di istanze presentate per la riconversione di strutture operative da oltre 30 anni!! E tanto meno avrebbero potuto immaginare che la Regione avrebbe utilizzato tale criterio di selezione!! Tale iniqua ed inadeguata ripartizione dei posti è stata stabilita come segue: - 10 posti letto al “Consorzio Sociale GOEL” - struttura non preesistente - in forza dell’istanza trasmessa dal Comune di Siderno ed acquisita al protocollo regionale il 19/11/2018;

si noti che essendo il percorso di accreditamento riservato alle strutture preesistenti, l'istanza della cooperativa in questione non avrebbe dovuto essere in alcun modo ammessa, stanti i vincoli che l’amministrazione stessa si era data;

- 12 p.l. all’Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”. struttura preesistente - in forza dell’istanza trasmessa dal Comune di Villa San Giovanni il 22/2/2019;

- 20 p.l. alla “Humanitas Cooperativa Sociale” - struttura preesistente - giusta istanza trasmessa alla Regione dal Comune di Scido il 10/7/2019. All’esaurimento dei posti che la Regione aveva in siffatto modo stabilito, l’ufficio competente del Dipartimento “Tutela Salute” ha adottato pareri negativi di compatibilità sanitaria nei confronti delle istanze trasmesse successivamente a quella inoltrata dalla cooperativa “Humanitas”. Sono così state escluse le istanze benché trasmesse entro il termine prefissato del 15/07/2019, dalle cooperative “Città del Sole” (1 struttura, 20 pl);

“Futura” (1 struttura, 20 p.l.);

“Rinascita” (2 strutture 40 p.l. complessivi);

“Skinner” (1 struttura, 20 p.l.) e consequenzialmente i Comuni competenti hanno emesso provvedimenti di diniego all’autorizzazione alla realizzazione. È da rilevare come tali atti - severamente censurati dal Tribunale Amministrativo Regionale - appaiano del tutto incongrui sotto diversi profili. Innanzitutto, è da sottolineare che i posti letto esistenti nelle strutture psichiatriche della Provincia di Reggio erano ( ed ancor più sono ad oggi) del tutto insufficienti a rispondere all’effettivo fabbisogno espresso nel territorio;

prova inconfutabile ne sia quanto esplicitato nella delibera ASP 5 n.1074 del 4/12/23 (approvazione della Rete Territoriale Aziendale), ove a pag. 30 punto 4.6.1 si legge testualmente “Attesa la situazione aziendale circa le strutture miste, che attualmente danno assistenza di tipo residenziale a circa 154 pazienti, e la enorme carenza di risposte in sede che determina elevata mobilità passiva l’Azienda si riserva eventuali precisazioni ed integrazioni a seguito di indicazioni regionali”;

non di meno è da tenere in considerazione che nel documento di programmazione della Regione Calabria (Rete Territoriale, approvata con DCA 197 del 12/07/2023), al paragrafo 3.5.1 residenzialità psichiatrica, pag. 85 si legge “Si evidenzia che in molte strutture esistono liste di attesa significative, mentre il ricorso a ricoveri fuori regione risulta con riferimento all’anno 2019 pari a circa 900 pazienti psichiatrici di cui circa 200 all'anno su disposizione dell'autorità̀ giudiziaria”. Ecco che così, paradossalmente, mentre la Rete Territoriale dei servizi della Regione e la Rete Territoriale dei servizi dell'ASP 5 rilevano una gravissima ed inaccettabile carenza di posti letto, la programmazione dei posti letto della Regione Calabria prevede sostanzialmente una ulteriore sforbiciata di ben 100 posti letto (escludendo 5 strutture da 20 posti preesistenti!), che, nella malaugurata (e preannunciata!) ipotesi di attuazione, andrebbe ad aumentare il già enorme numero dei pazienti curati fuori dal territorio ed il numero dei pazienti rimasti senza cure! Non si può inoltre fare a meno di rilevare come, attraverso un evidente vizio logico, nell’ASP 5 è stato introdotto, già dal 2015, il blocco dei ricoveri nelle strutture residenziali psichiatriche esistenti! Tale blocco, inaccettabile in un territorio appartenente ad un paese civile, che perdura da 9 anni, sarebbe, paradossalmente, “giustificato” dall’ASP in relazione alla circostanza che le strutture in esame non erano e non sono state ancora accreditate in capo alle cooperative! Tralasciando il fatto che il mancato accreditamento delle strutture in capo alle cooperative è stato cagionato dall’inerzia dell’ente pubblico, resterebbero da comprendere gli oscuri motivi che nel 2015, in concomitanza alla decisione di far transitare le strutture de quo verso la configurazione di accreditamento in capo alle cooperative, hanno determinato il blocco dei ricoveri. Che bisogno c’era (e ci sarebbe!) di bloccare i ricoveri in strutture che erano (e sono ancora ad oggi!) “pubbliche”, pertanto come tali provvisoriamente accreditate, in procinto di transitare verso un nuovo regime di accreditamento in capo alle cooperative? Tali incomprensibili ed iniqui provvedimenti oltre a creare gravissime conseguenze sul piano sociale, ledendo il diritto alla cura per una categoria di pazienti particolarmente fragili , creano danni alle casse dell’ASP 5 e della Regione: mentre da un lato l’ASP 5 continua a retribuire il personale sanitario e direttivo operante nelle strutture residenziali del territorio, l’ente medesimo impedisce che in esse si effettuino nuovi ricoveri, preferendo spendere cifre molto più consistenti per i ricoveri effettuati fuori provincia e fuori Regione;

in altre parole, l’ASP retribuisce i propri dipendenti per le prestazioni sanitarie, ma corrisponde la retta per intero (comprensive anche delle stesse prestazioni sanitarie), a soggetti privati operanti fuori provincia! Tenuto conto che: Nei confronti delle Cooperative Sociali “Città del Sole”, “Futura”, “Skinner” e “Rinascita” (per due strutture), è stato emesso dalla Regione Calabria parere di compatibilità negativa nel mese di giugno e consequenzialmente i Comuni hanno emesso nei confronti delle stesse, provvedimento di diniego sulle istanze di autorizzazione prodotte ai sensi dell’art. 8-ter D.lgs. n. 502/1992. I suddetti provvedimenti sono stati impugnati dalle rispettive Cooperative Sociali davanti al TAR – Sezione Staccata di Reggio Calabria. Preso atto che: Il TAR – Sezione Staccata di Reggio Calabria, con sentenza n. … REG.PROV.COLL., ha accolto il ricorso introdotto dalla Cooperativa Sociale “Città del Sole” nel procedimento iscritto al n. … REG.RIC, in particolar modo: - ha annullato per l’effetto il parere regionale negativo di compatibilità con la programmazione sanitaria impugnato;

- ha accolto il primo atto di motivi aggiunti, annullando per l’effetto il conseguenziale provvedimento negativo espresso dal comune competente relativamente alla richiesta di autorizzazione ai sensi dell’art. 8 ter;

- ha accolto il secondo atto di motivi aggiunti annullando per l’effetto i pareri di compatibilità con la programmazione sanitaria regionale adottati dalla Regione Calabria in favore del Consorzio Sociale GOEL, dell’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni e della Cooperativa Sociale Humanitas, nonché i conseguenziali provvedimenti autorizzativi emessi dai Comuni competenti. Preso atto altresì che il TAR, nella parte motiva della sentenza evidenzia come tutte le strutture preesistenti (e solo le strutture preesistenti) hanno acquisito il diritto all’accreditamento, dichiarando altresì illegittimo il criterio cronologico adottato dalla Regione Calabria nell’assegnazione dei posti letto. I giudici infatti così si esprimono: “Pur ritenendosi, dunque, che l’amministrazione non avrebbe dovuto procedere ad una preliminare attività comparativa ai sensi dell’art. 6 del Regolamento approvato con DCA n. 81/2016 – in quanto nei fatti surrogata dalla reiterazione delle convezioni temporanee stipulate negli anni, evidentemente, sul presupposto della persistenza delle condizioni per l’erogazione del servizio, e, ad ogni modo, in considerazione dell’eccentricità della situazione rispetto a quella ‘ordinaria’ oggetto di regolamentazione normativa –, il criterio cronologico impiegato per l’assegnazione dei posti letto disponibili risulta indiscutibilmente illegittimo.” Ed ancora: “Sicché, la reiterata raccomandazione per l’utilizzo prioritario” delle strutture ‘miste’ in questione era incontrovertibilmente da intendere quale obbligo di soddisfare per tramite delle stesse l’intero fabbisogno territoriale di riferimento, aprendo all’accreditamento di terzi operatori soltanto in caso di restante capienza. Dal richiamo alla ‘normativa vigente’ contenuto negli atti di cui si è detto – da intendersi quale ‘limite’ del fabbisogno complessivo di prestazioni stabilito nell’atto di programmazione della rete territoriale di assistenza –, per converso, diversamente da quanto opinato dalla Regione Calabria, non avrebbe potuto desumersi un elemento ostativo alla favorevole definizione del procedimento di conversione nei confronti di una o più delle strutture istanti, non essendo stato in alcun modo previsto nei DCA regolamentanti tale inedita procedura il ricorso ad un criterio selettivo di natura temporale”. Inoltre, il TAR, esplicita la strada che la Regione Calabria avrebbe dovuto/dovrebbe adottare: “anziché ricorrere al criterio cronologico, ledendo per le ragioni esposte le aspettative legittimamente coltivate da alcune delle cooperative interessate all’avviato procedimento di riconversione, la Regione Calabria avrebbe potuto, molto più plausibilmente, rimodulare l’assegnazione dei posti letto in modo da garantire l’accreditamento pro quota, in ragione del numero richiesto, di tutte i soggetti istanti. Per tal via questi ultimi, dopo oltre un ventennio di attività prestata in favore dell’ASP, avrebbero potuto ottenere l’agognato formale riconoscimento del loro status giuridico di ‘strutture accreditate’, ambendo successivamente, nell’evenienza di una rimodulazione in aumento del fabbisogno territoriale della residenzialità della salute mentale, ad un incremento del numero di posti letto assegnati”. Rimodulazione che, ai giudici del Tribunale Amministrativo appare sicuramente necessaria, in ragione della grave dimensione della migrazione sanitaria e delle lunghe liste di attesa sussistenti nel settore ammesse ed esplicitate nella Rete dei Servizi della Regione Calabria e della ASP 5, di cui si è già detto. Sul punto il TAR richiama la nota prot. 40876 del 07/08/2023 trasmessa dall'ASP di Reggio Calabria al Commissario ad acta ed al Dipartimento regionale ‘Tutela della Salute’, attraverso cui il Direttore Generale segnalava la gravissima situazione derivante dal mancato perfezionamento delle procedure di autorizzazione e quindi di accreditamento di ognuna delle cooperative ricorrenti “nonostante le strutture siano esistenti ed operanti sul territorio da anni. Con la conseguenza del “blocco dei ricoveri”, con l’impossibilità di inserire nuova utenza, e il permanere in stato di cronicità, di quella già inserita da anni. Diretto effetto, nonostante l’ingente spesa affrontata, è l’impossibilità a soddisfare in loco la continua domanda per cui si è giunti, malgrado tutto, al punto in cui l’invio fuori regione, con il carico di spesa che esso comporta, rimane l’unica possibilità di non essere inadempienti rispetto al proprio obbligo di cura”. Alla luce di quanto emerso e stabilito con la sentenza n. … REG.PROV.COLL del TAR – Sezione staccata di Reggio Calabria, nonché alla gravità della situazione attestata anche nei documenti di programmazione sanitaria (Rete Territoriale) della Regione e dell’ASP 5, nonché nella nota a firma del Direttore Generale dell’ASP 5, prot. 40876 del 07/08/2023, a Lei trasmessa in cui tra l’altro si legge “si ribadisce la necessità di identificare strategie sollecite e rapide, definendo un percorso di accreditamento destinato alla peculiarità delle strutture già esistenti evitando che le stesse vengano considerate come nuove strutture, superando la necessità che esse procedano alla richiesta di essere autorizzate alla realizzazione, ergo ritenendo già acquisiti i requisiti previsti dall’art. 8.ter, L. 502/1992” Posto altresì che, nel corso di un incontro tenutosi il 16/10/2024 presso la Prefettura di Reggio Calabria, la Regione (nella persona del sub commissario …..) e l’ASP 5 (nella persona del Direttore Generale dr.ssa …….) hanno rappresentato al Prefetto una situazione del tutto distorta della vigente situazione qui ricostruita. In particolare, hanno evidenziato che a seguito della citata sentenza del TAR sarebbe emersa la necessità della chiusura delle strutture operanti sul territorio reggino, sia quelle a cui era stato dato parere positivo sia quelle a cui era stato parere negativo, con il conseguente trasferimento di tutti i pazienti fuori dalla provincia. In realtà, la sentenza sopra citata non annulla l’iter procedurale adottato per il riconoscimento e l’accreditamento delle cooperative sociali ma si limita ad annullare quei provvedimenti regionali e comunali che hanno assegnato o rigettato le istanze sulla base del criterio cronologico, ritenuto illegittimo. Anzi, il Tar dando per assodato il riconoscimento delle suddette strutture ha suggerito una modalità di assegnazione differente dando la possibilità a tutte le strutture di essere assegnatarie pro-quota dei posti letti a disposizione. A conclusione della riunione, i suddetti rappresentanti hanno poi preannunciato ricorso al Consiglio di Stato. Interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali provvedimenti vorrà adottare per autorizzare il tempestivo accreditamento e contrattualizzazione delle Cooperative sociali di cui sopra, previa verifica dei requisiti minimi di funzionamento;

2. se provvederà, nell’ambito delle strutture di cui sopra e di concerto con l’ASP 5, all’immediato sblocco dei ricoveri;

3. se vorrà adottare provvedimenti, di concerto con l’ASP 5, volti a ampliare il numero dei posti letto da destinare alle Strutture Residenziali Psichiatriche nell’ambito dell’ASP 5, anche mediante rimodulazione interna in ambito aziendale dei posti letto destinati alle diverse tipologie di Residenze Sanitarie, traslando, ove ridondanti, i posti letto previsti nella programmazione sanitaria verso le residenze psichiatriche, SRP 2 in particolare, quanto meno fino a poter garantire la contrattualizzazione a pieno regime dei posti letto così come inizialmente e contrattualmente previsti negli accordi sottoscritti;

4. quali sono i ricoveri attuali a carico dell’ASP di Reggio Calabria e quali quelli fuori Regione;

quanti sono i pazienti reggini ricoverati presso le altre provincie, in particolare presso la struttura “Borgo dei Mastri” sita in Paternò Calabro (CS), e quali sono stati i criteri per la loro collocazione;

5. quali sono i costi annui sostenuti dall’ASP 5 per l’assistenza residenziale psichiatrica resa ai pazienti fuori dal territorio, in particolare nelle province di Cosenza e Catanzaro;

6. quali provvedimenti la Giunta della Regione Calabria ed il Commissario alla Sanità intendano attuare per consentire il diritto, a tutti i pazienti della Provincia di Reggio Calabria, di essere curati nel proprio territorio di residenza, evitando lo sradicamento e/o l’assenza di cure;

7. quali sono i provvedimenti che la Giunta della Regione Calabria ed il Commissario Straordinario intende attuare per contenere, per il futuro, le necessità di ricovero nelle strutture residenziali psichiatriche, atteso che l’abnorme numero di ricoveri fuori provincia e fuori Regione attesta in maniera inequivocabile quanto si riscontra nel territorio, riguardo l’assenza di quei servizi (centri diurni, assistenza domiciliare, ecc.) che dovrebbero, attraverso azioni di prevenzione, riuscire a ridurre l’incidenza dei ricoveri in strutture residenziali;

8. quali sono le determinazioni che la Giunta della Regione Calabria ed il Commissario alla Sanità intendono attuare per ridefinire le “linee guida per la Tutela della Salute Mentale” atteso che quelle in vigore, che derivano dalla Delibera G.R. 141/2009, non appaiono in linea con le previsioni della normativa nazionale (legge 180/78), sia in quanto non prevedono gli standard dei servizi diversi dalle strutture residenziali, sia in quanto, per queste ultime, sono previsti parametri inadeguati e standard di personale del tutto insufficienti a garantire la buona qualità del servizio, in particolare riguardo la fondamentale funzione riabilitativa del tutto dimenticata, essendo previsto un solo educatore ogni dieci pazienti.

(275; 25/10/2024).

(Risposta)

 

Alecci, Bevacqua, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- notizie di stampa riportano la mancanza di linearità su talune procedure messe in atto dall'ASP di Cosenza, analizzando la gara per l'affidamento del servizio di pulizia per tutti i presidi sanitari ed ospedalieri ricadenti sul territorio di competenza della stessa;

- in particolare, sullo stesso oggetto, l'ASP ha emanato prima un bando che prevedeva una "gara ponte" nelle more dell'espletamento della stessa sulla piattaforma nazionale CONSIP e, successivamente, un altro che non faceva più riferimento alla procedura CONSIP. Considerato che: - in riferimento alla trasparenza, per tali procedure sussiste l’obbligo di ricorrere al mercato elettronico. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale anche nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- le motivazioni che hanno indotto l'ASP di Cosenza alla pubblicazione di una duplice versione del bando;

- se la struttura commissariale ha dato direttive agli enti sanitari sulla procedura da seguire al fine di unificare il procedimento;

- se Azienda Zero, ente di governo della sanità calabrese, sia stata coinvolta e resa partecipe nel processo al fine di ottimizzare al massimo la spesa attraverso un procedimento unico per tutte le Aziende sanitarie calabresi.

(287; 18/11/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la sanità calabrese, fornendo servizi essenziali ad un’ampia fascia di cittadini;

- in data 22 marzo 2024, in esecuzione della deliberazione 355, è stato indetto un avviso pubblico da parte dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” per il conferimento dell’incarico di Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale del presidio ospedaliero “Pugliese – Ciaccio”;

- in data 4 giugno 2024 si è riunita la Commissione prevista per le operazioni di sorteggio dei componenti da nominare nella Commissione esaminatrice dell’avviso pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento dell’incarico quinquennale di Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale, indetto con delibera di cui sopra, pubblicata sulla G.U. n. 36 del 3 maggio 2024;

- risulta che il concorso per la nomina del primario per il reparto di chirurgia generale non sia ancora stato espletato, nonostante le esigenze organizzative e le necessità di garantire una guida stabile e competente per l’attività sanitaria;

- la carenza di personale medico e l’assenza di un primario titolare rischiano di compromettere la qualità delle prestazioni sanitarie offerte, aggravando la situazione già critica della sanità regionale;

considerato che: - i medici e il personale sanitario operano in condizioni estremamente gravose, con turni di lavoro massacranti che spesso superano i limiti previsti dalle normative vigenti;

- questa situazione mette a rischio la salute psicofisica degli operatori sanitari, oltre a incidere negativamente sulla qualità delle cure offerte ai pazienti;

- la mancata organizzazione efficiente del personale e la gestione inadeguata dei carichi di lavoro sono sintomatiche di una cattiva amministrazione del sistema sanitario regionale;

- la nomina del primario è di fondamentale importanza sia per l’organizzazione e la gestione del reparto di chirurgia generale che per le attività del personale sanitario;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

per sapere:

per quale motivo il concorso per la nomina del primario nel reparto di chirurgia generale presso l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro non è ancora stato espletato e quali sono i tempi previsti per la sua realizzazione;

- quali misure immediate la Regione intenda adottare per migliorare le condizioni di lavoro dei medici e del personale sanitario, garantendo un’organizzazione dei turni che rispetti le normative vigenti e assicuri la tutela della salute dei lavoratori;

- se sono previsti interventi straordinari per il potenziamento del personale sanitario presso l’ospedale “Pugliese-Ciaccio”, al fine di alleggerire il carico di lavoro e migliorare la qualità dell’assistenza offerta ai pazienti.

(289; 28/11/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, che garantisce l’accesso universale a cure e servizi sanitari adeguati per tutti i cittadini;

- la città di Crotone e l’intera area della provincia soffrono da anni di una grave carenza di servizi sanitari essenziali, in particolare per quanto riguarda l’accesso alla medicina nucleare e a terapie come la radioterapia e la PET (Tomografia a Emissione di Positroni);

- i cittadini crotonesi sono costretti a spostarsi verso Catanzaro o, in alternativa, a rivolgersi a strutture sanitarie private, con un conseguente aggravio economico e psicologico, oltre a ritardi potenzialmente pericolosi per la diagnosi e il trattamento di patologie gravi, tra cui il cancro. Considerato che: - la medicina nucleare è essenziale per la diagnosi precoce e il trattamento di molte patologie, in particolare oncologiche. La mancanza di queste prestazioni sul territorio penalizza gravemente i cittadini crotonesi rispetto ad altre aree della Calabria;

- la dipendenza da strutture private rappresenta una violazione del principio di equità nel servizio sanitario nazionale, che dovrebbe garantire a tutti i cittadini un accesso paritario alle cure senza discriminazioni di tipo geografico o economico;

- il potenziamento delle strutture sanitarie locali ridurrebbe significativamente i costi per il sistema sanitario regionale, migliorerebbe l’efficienza e diminuirebbe il fenomeno della migrazione sanitaria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

per sapere:

se sia a conoscenza delle gravi carenze sanitarie che affliggono la provincia di Crotone, in particolare della mancanza di un’unità operativa di medicina nucleare e di strutture per la radioterapia;

- quali azioni concrete intenda intraprendere per colmare queste lacune e garantire ai cittadini crotonesi un accesso equo a servizi sanitari essenziali;

- se la Regione intenda avviare un piano straordinario per l’installazione di apparecchiature PET, di radioterapia e di altri servizi diagnostici e terapeutici a Crotone, così da evitare lo spostamento forzato dei pazienti verso altre città;

- se sia prevista una revisione delle convenzioni con le strutture private per garantire che i servizi essenziali vengano prioritariamente resi disponibili nelle strutture pubbliche.

(294; 04/12/2024).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- le camere mortuarie rappresentano un servizio essenziale all’interno di ogni struttura ospedaliera, non solo per la funzione sanitaria, ma anche per garantire dignità e rispetto alle persone decedute e ai loro familiari;

- presso l’ospedale di Crotone, le camere mortuarie versano in condizioni di grave degrado, con ambienti fatiscenti, sporcizia diffusa e una totale mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria;

- si segnala, inoltre, la mancata operatività degli ascensori dedicati al trasporto delle salme, che costringono il personale a soluzioni di fortuna, aggravandone la situazione e compromettendo la sicurezza e la dignità delle operazioni. Considerato che: - la situazione descritta è stata più volte denunciata dai cittadini e dalle associazioni locali, che lamentano l’assenza di interventi concreti da parte delle autorità competenti;

- lo stato delle camere mortuarie e delle infrastrutture annesse non solo rappresenta una grave mancanza di rispetto verso i defunti e le loro famiglie, ma è anche potenzialmente lesivo della salute pubblica e delle norme igienico-sanitarie;

- l’ospedale di Crotone serve un’ampia area del territorio calabrese, rendendo urgente e imprescindibile un intervento risolutivo per ripristinare condizioni decorose e funzionali. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

per sapere:

- se sia a conoscenza delle disastrose condizioni delle camere mortuarie dell’ospedale di Crotone e della mancanza di ascensori operativi dedicati al trasporto delle salme, - quali siano i motivi del perdurare di tale situazione e se siano state avviate verifiche da parte delle autorità sanitarie competenti per accertare eventuali violazioni delle norme igienico-sanitarie;

- quali provvedimenti immediati si intendano adottare per il ripristino della piena funzionalità delle camere mortuarie, il miglioramento delle infrastrutture annesse e la messa in funzione degli ascensori dedicati;

- se siano previsti fondi specifici o piani di investimento per la riqualificazione delle strutture ospedaliere di Crotone, con particolare riferimento alle camere mortuarie.

(296; 06/12/2024).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

 -l’ASP di Cosenza ha provveduto a transigere con BFF Bank un contenzioso oggetto di cause vinte dall’avvocatura aziendale, in alcuni casi persino in Cassazione, ragion per cui è lecito dubitare della legittimità dell’intera operazione e delle fatture in relazione alla mancanza di prova dell’esistenza del credito con conseguente nullità delle presunte obbligazioni non fondate su contratto scritto;

-il direttore generale, incredibilmente, ha chiesto il parere alla propria avvocatura aziendale solo dopo aver sottoscritto la transazione per la quale invece si è avvalso di un consulente esterno (prof. ***), che ad oggi è subentrato inspiegabilmente in tutte le cause del Direttore dell’UOC Area Legale a titolo gratuito;

-l’UOC Area Legale non aveva ritenuto di indicare tali contenziosi tra quelli da segnalare per il relativo accantonamento nel fondo rischi, in quanto si trattava di cause vinte almeno in grado e senza alcuna speranza di poter essere vinte da BFF in II° grado, non avendo prodotto alcun contratto che giustificasse le prestazioni;

-con tale transazione si è proceduto al pagamento di somme in gran parte non dovute, perché relative a fatture oggetto di giudizi seguiti e vinti dall’Avvocatura interna (per un ammontare circa di € 25.555.479,22 solo per capitale) o perché non in circolazione e, quindi, non reclamabili ai dell’art. 16 septies c. 2 lett. C9 del D.L. 146/2021, convertito in legge n. 215/2021;

-già dai primi accertamenti resi dalla stessa BFF nel 2022, il presunto credito vantato verso l’ASP di Cosenza, risultava ammontante a complessivi € 6.428.108,63 per “quota capitale” e in € 3.213.452,56 per il “saldo interessi” (oltre € 345.478,70 quale “saldo anatocistici”), mentre nella transazione del dicembre 2023 l’importo è stato di ben € 39 milioni, nettamente superiore a quello indicato dalla stessa BFF solo pochi mesi prima;

-nell’atto transattivo sottoscritto dal Direttore Generale dell’A.S.P. il 16.12.2023 l’Azienda si è impegnata a pagare l’importo complessivo di € 39.000.000 di cui: € 13.619.100,44 quali fatture presenti in contabilità, € 1.854.009.03 quali “fatture non in contabilità oggetto di titoli”, € 23.526.890.53 a titolo di “nota debito emessa per accessori oggetto di accordo”, escludendo le fatture emesse da Althea Italia S.p.A., raggiungendo, in ogni caso, l’importo di € 39.000.000 che rappresenta una quota rilevante dell’intero disavanzo del SSR;

-con riferimento ad Althea appare che invece di essere escluse, risulterebbero pagate fatture di interessi sulle fatture escluse espressamente nella transazione;

-l’UOC Area Legale dell’ASP ha espresso criticità in merito alla transazione perché non era chiaro se si fosse tenuto conto delle sentenze vinte dall’avvocatura interna, né se si fosse tenuto conto che il Giudice si era espresso nel considerare che gli interessi andassero calcolati dalla data della domanda e non da quella delle scadenze delle fatture, né si comprendeva se fossero state escluse quelle somme non in circolarizzazione, né risultava specificato se BFF avesse rinunciato al 100% degli interessi relativi ai procedimenti definiti con le sentenze sopra riportate (ritenuti non dovuti dal Giudice) e in relazione agli ulteriori giudizi pendenti in cui era stata eccepita la mancanza del fondamento contrattuale (proprio come nei giudizi in cui il Tribunale aveva già rigettato tutte le domande avanzate da BFF);

-la U.O.C. Affari Legali aveva fatto presente che gli importi richiesti a titolo di interessi e accessori indicati nella bozza del 15.12 (complessivamente pari ad € 20.014.856,65) così come gli interessi e gli accessori quantificati nell’atto transattivo del 16.12 (confluiti nella nota debito dell’importo di € 23,526,890.53) non offrivano i dati necessari ai fini della verifica della legittimità degli importi richiesti. Considerato che: (…) -in sede di bilancio a consuntivo anno 2023 dall’adozione della delibera di approvazione, n. 1310/2024, si apprende che il fondo rischi è stato elaborato da una società di revisione contabile, la Proxima Audit Italia sorta pochi mesi prima, che ha ricevuto l’incarico senza alcuna procedura di evidenza pubblica, mentre non si è tenuto conto del fondo rischi elaborato dall’ufficio legale interno;

-i Revisori dei Conti hanno sollevato diverse criticità, chiedendo soprattutto al Servizio Finanziario dell’ASP di Cosenza se avesse provveduto alla verifica delle fatture prima dell’emissione dei mandati, che risulterebbero di data anteriore alla stipula della stessa transazione, approvando “con riserva” il bilancio a consuntivo 2023. Tenuto conto che: (…) -a seguito dell’interrogazione rivolta al Presidente della Regione dal gruppo consiliare PD, è emerso che sarebbe stata istituita una rete di controlli a monte sul debito, attraverso il meccanismo della piattaforma per la circolarizzazione e attraverso il monitoraggio di esperti nominati dalla Regione, sotto il controllo della Guardia di Finanza;

-tali controlli stanno avvenendo solo ora a distanza di 1 anno dalla transazione e dopo che il pagamento dell’intera somma è avvenuta entro il 31.12.2023, a seguito del clamore mediatico sollevato dalle testate giornalistiche appalesando come nessun controllo sia stato fatto prima della transazione e prima dell’emissione dei mandati di pagamento da parte dei Servizi Finanziari dell’ASP di Cosenza, che, lavorando anche durante le festività natalizie (ricevendo a tal proposito incentivi economici sulla busta paga di Natale) hanno pagato l’intera somma entro la fine del 2023;

- la circostanza che comprova l’assenza di verifiche contabili è evidente anche dalla recente delibera n.2080 del 30.09.2024, con la quale è stato previsto un progetto obbiettivo di circa 350.000,00 euro in favore dei dirigenti e funzionari del comparto, che avessero partecipato per la verifica di fatture per i bilanci pregressi (che comprendono le cause contro BFF) Preso atto che: -è ormai evidente la responsabilità del direttore generale in ordine alla irregolare definizione di detta transazione e alla generale gestione del bilancio e delle procedure di verifica considerato anche l’utilizzo per detta transazione dei fondi destinati a coprire le soccombenze di altri contenziosi che sarebbero rimaste senza provvista generando interessi passivi e danno erariale;

-anche l’Asp di Reggio Calabria ha provveduto a definire atto di transazione con BFF con delibera 3355 del 21.12.2023 Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. Se corrisponde al vero che i pagamenti per la transazione dell’ASP di Cosenza siano iniziati in epoca ben antecedente alla stipula della transazione stessa ed alla data della deliberazione di recepimento e quindi in assenza di alcuna legittimazione giuridica e contabile. 2. A quali periodi risalgono le fatture oggetto della transazione firmata dall’ASP di Reggio con BFF e se erano state circolarizzate ai sensi dell’art.16 septies comma 2 lett.c del DL146/2021 convertito in legge 215/2021, se sono state controllate per verificare la fondatezza del credito e la legittimità dell’obbligazione e l’assenza di sentenze positive per l’Ente. 3. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende assumere a tutela dell’erario regionale e per ridurre il danno erariale emergente dalla transazione definita dall’Asp di Cosenza. 4. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di commissario per la Sanità intende assumere verso il direttore dell’Asp di Cosenza e verso i responsabili dei controlli regionali e a tutela dei funzionari che hanno invece segnalato le anomalie e le illegittimità della procedura testé descritta. 5. Quali urgenti provvedimenti il Presidente nella qualità di Commissario per la Sanità intende prendere per potenziare il sistema dei controlli che rischia di essere un modello didascalico, in assenza di un puntuale coinvolgimento degli uffici legali e di una raccolta completa dei dati da sottoporre alle verifiche opportune previste nel protocollo di intesa con la Guardia di Finanza, per un effettivo e non formale controllo.

(300; 20/12/2024).

(Risposta)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 205/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025 - 2027 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Deliberazione di Giunta regionale n. 746 del 20/12/2024” (deliberazione consiliare n. 343)

Il Consiglio regionale

premesso che:

·         L’articolo 57, comma 3 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Finanze, Programmazione e sviluppo economico" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

·         la Giunta regionale trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma dell’articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;

visti

·         la legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);

·         la legge regionale n. 8/2002;

·         l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

·         il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 746 del 20 dicembre 2024, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio Regionale per gli atti di competenza”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 205/12^;

vista la deliberazione n. 135/C.S. del 14 novembre 2024, con la quale il Commissario Straordinario dell’ARSAC ha approvato il Bilancio di Previsione 2025-2027, secondo gli schemi contabili di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

atteso che il Revisore unico dei conti dell’ARSAC, con verbale n. n. 7 del 19.11.2024, allegato alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e al presente atto quale parte integrante e sostanziale,

·         con riferimento alle previsioni di parte corrente, ha considerato congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate previste, sulla base delle previsioni definitive 2025 – 2027, della salvaguardia degli equilibri effettuata ai sensi dell'art. 193 del TUEL, della quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità;

·         con riferimento alle previsioni di investimenti, ha considerato coerente la previsione di spesa per investimenti con il programma amministrativo ed il piano di sviluppo dell’Azienda;

·         con riferimento alle previsioni di cassa ha riscontrato che “anche se non sono elaborate in considerazione di eventuali presumibili ritardi nella riscossione e nei pagamenti delle obbligazioni già esigibili, sono attendibili in relazione all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza, tenuto conto della media degli incassi degli ultimi cinque anni, e congrue in relazione al rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai cronoprogrammi e alle

scadenze di legge e agli accantonamenti” al fondo crediti di dubbia esigibilità.

·         ha verificato che, con riferimento alle norme sul contenimento della spesa, c.d. “Spending review”, lo stanziamento previsto nel bilancio di previsione 2025-2027, per le spese per il personale al lordo degli oneri riflessi, dell’Irap, e le spese di funzionamento, non supera i limiti di spesa impegnata per l’esercizio 2022;

·         ha verificato che il bilancio è stato redatto in osservanza delle norme di legge, dello statuto e del regolamento di contabilità dell’Ente, nonché dei principi previsti dall’articolo 162 del TUEL, dalle norme del d.lgs. 118/2011 e dai principi contabili applicati 4/1 e 4/2 allegati allo stesso decreto legislativo;

·         ha rilevato la coerenza, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e ha espresso “parere favorevole sulla proposta di Bilancio di Previsione 2025-2027 e sui documenti allegati”;

considerato che il dipartimento regionale “Agricoltura e Sviluppo Rurale”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 786631 del 16 dicembre 2024), allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha provveduto a verificare il rispetto dei limiti di spesa di cui all’art. 1, comma 1, lettera a) della l.r. n. 62/2023 in materia di spending review, rilevando che il contenimento della spesa può considerarsi complessivamente conseguito;

·         nell’esprimere parere favorevole al Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), ha raccomandato:

- un puntuale monitoraggio delle voci di spesa nel corso dell’esercizio;

- di contenere gli impegni per spese di funzionamento nell’importo complessivo di € 147.730,85;

- appena l’Organo di vertice sarà nominato, di provvedere alla formalizzazione delle rettifiche agli allegati di cui alla deliberazione n. 116/CS del 19/09/2024 ed alla conseguente asseverazione da parte dell’organo di revisione.

tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza, allegata alla DGR n. 746 del 20 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha verificato la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;

·         ha raccomandato all’Ente “di verificare, con riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del fondo in esame, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi adottando se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio”;

·         relativamente alla previsione del Fondo Pluriennale Vincolato, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2024, ha raccomandato all’Ente, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata;

·         ha preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Ente e del dipartimento “Agricoltura e Sviluppo Rurale”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8, sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell’ARSAC, fermi restando, i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dal Revisore dei conti dell’ente, nonché dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, e ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta Regionale, alla trasmissione della proposta di Bilancio di Previsione 2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 14 gennaio 2025, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione 2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati;

udito il consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento,

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

-               di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di previsione 2025-2027 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 206/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR) - Deliberazione di Giunta regionale n. 765 del 27/12/2024” (deliberazione consiliare n. 344)

Il Consiglio regionale

premesso che:

·         L’articolo 57, comma 3 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

·         la Giunta regionale trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma dell’articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;

visti

·         l’articolo 9 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), che ha istituito l’Ente per i Parchi Marini Regionali;

·         la legge regionale n. 8/2002;

·         l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

·         il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 765 del 27 dicembre 2024, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.). - Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”, rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 206/12^;

visto il decreto n. 324 del 13 dicembre 2024 del Commissario Straordinario dell’Ente per i Parchi Marini Regionali, con cui è stata approvata la proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell’Ente, allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 765 del 27 dicembre 2024 e al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

atteso che il Revisore unico dei conti dell’Ente, con verbale del 12 dicembre 2024, allegato alla DGR n. 765 del 27 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         per quanto riguarda il rispetto della normativa sul contenimento della spesa, di cui alla L.R. n. 62/2023, conferma quanto riportato nella nota integrativa circa la non applicabilità della suddetta normativa;

·         ha “verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, delle norme del d.lgs. 118/2011 e dei relativi principi contabili applicati n. 4/1 e n. 4/2 allegati al predetto decreto”;

·         ha “rilevato la coerenza, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio”;

·         ha espresso “parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2025- 2027 e sui documenti allegati”;

considerato che il dipartimento regionale “Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 796646 del 19 dicembre 2024), allegata alla DGR n. 765 del 27 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, ha rilevato

·         che “il bilancio previsionale armonizzato 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali è stato redatto secondo lo schema di bilancio di cui all’articolo 9 del decreto legislativo n.118/2011 e dei principi contabili applicati allegati n. 4/1 e 4/2 al medesimo decreto”;

·         che risulta allegato, ai sensi dell’art. 28 comma 3 della legge regionale 24 maggio 2023, n. 22, il programma delle attività nel quale sono definite le azioni da realizzare nel triennio;

·         che il Revisore Unico dei Conti, in qualità di “organo di vigilanza sulla regolarità contabile e finanziaria dell’EPMR” ai sensi dell’art. 9 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e ss.mm.ii., ha pronunciato un motivato giudizio di coerenza, attendibilità e congruità contabile delle previsioni di bilancio e dei programmi e progetti, come previsto dalla normativa in materia ed ha espresso – nella relazione del 12/12/2024 – parere favorevole alle previsioni di bilancio dell’EPMR riferito al triennio 2025/2027 ed ai relativi allegati;

·         che, pur essendo stati rispettati i termini di legge, non sono stati osservati i termini indicati dalle linee guida emanate dal Dipartimento Economia e Finanze con prot. N. 425640/2020 per la presentazione dei documenti contabili al Dipartimento competente per materia secondo le scadenze ivi raccomandate.

considerato che il dipartimento regionale vigilante “Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana”,

·           relativamente all’applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della spesa di cui alla legge regionale n. 62/2023, ha richiamato le motivazioni indicate nella relazione integrativa al bilancio di previsione, le quali specificano che l’anno di riferimento per il rispetto delle disposizioni di contenimento della spesa non può essere considerato il 2022, in quanto l’Ente non era pienamente operativo nel 2022 e non lo è ancora, considerata la mancanza di personale e dotazione organica stabile e dall’articolazione organizzativa periferica, che è ancora in corso di attuazione;

·         ha espresso “parere favorevole alla proposta di bilancio di previsione 2025/2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali e relativa documentazione”;

tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza, allegata alla DGR n. 765 del 27 dicembre 2024 e alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha verificato la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;

·         ha raccomandato all’Ente di verificare, durante l’intero periodo di cui agli esercizi del bilancio di previsione 2025/2027, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, “provvedendo ad un aggiornamento dello stesso a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi adottando se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio”;

·         ha raccomandato all’Ente, “a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2024, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata”;

·         ha preso atto del parere del Revisore Unico dei Conti e dell’istruttoria conclusa con parere favorevole del Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8, sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell’EPMR, fermi restando, i rilievi e le raccomandazioni espressi dal Dipartimento Economia e Finanze e dal Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana, per come riportate nelle istruttorie di rispettiva competenza ed ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta Regionale, alla trasmissione al Consiglio Regionale della presente proposta di Bilancio di Previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR), per i conseguenti adempimenti di competenza, ex articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 14 ottobre 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e dei documenti ad esso allegati;

udito il consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

-               di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di legge n. 316/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 26 agosto 1992, n. 15 (Disciplina dei beni di proprietà della Regione) - Deliberazione di Giunta regionale n. 478 del 13/09/2024” (deliberazione consiliare n. 345)

Art. 1

(Modifica dell’articolo 14 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15)

1. L’articolo 14 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15 è modificato come segue:

a)  nel comma 5 le parole “il canone annuo di concessione è sostituito da una congrua indennità” sono sostituite dalle seguenti: “fatta salva la legislazione statale di settore, è dovuto un canone annuo di concessione secondo le tariffe stabilite con regolamento.”;

b)  nel comma 5-bis le parole “L’indennità” sono sostituite dalle seguenti “Il canone”.

Art. 2

(Norme di adeguamento)

1. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale adegua le disposizioni del regolamento regionale 6 aprile 2017, n. 6 alle norme dettate dall’articolo 1.

Art. 3

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 4

(Norme finali)

1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.

2.  Le disposizioni di cui all’articolo 1 si applicano a decorrere dall’entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 2 e del regolamento previsto dall’articolo 9 della legge regionale 3 agosto 2023, n. 36.

(Allegato)

Proposta di legge n. 312/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Caputo, Raso, De Nisi, recante: “Modifiche e integrazioni all’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012)” (deliberazione consiliare n. 346)

Art. 1

(Modifiche e integrazioni dell’articolo 39 della l.r. 47/2011)

1. Al comma 1 dell’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012), dopo le parole “il QTE deve essere approvato dalla Regione.” sono aggiunti i seguenti periodi: “Il collaudo finale, di cui al successivo comma 1-quinquies 4, ha a oggetto solo gli alloggi sui quali, a seguito della rimodulazione di cui al presente comma, ricade il contributo, oltre che le parti comuni dell’edificio. I soggetti attuatori possono apportare varianti al progetto, anche a seguito della rimodulazione di cui al presente comma, purché siano rispettati sia i criteri di cui al relativo avviso pubblico, sia la normativa SIEG sul divieto di sovracompensazione.”.

2. All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 5 è aggiunto il seguente comma: “6. Per gli alloggi destinati alla locazione permanente, al soggetto attuatore e al soggetto beneficiario finale dell’alloggio è riconosciuta la facoltà di stipulare il contratto di locazione con patto di futura vendita in luogo del contratto di locazione, anche nei casi in cui la locazione abbia già avuto inizio. In tal caso, il contributo regionale si intende attribuito sulla base delle previsioni già stabilite dal bando ex legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36 (Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale) per gli alloggi da cedere in locazione con patto di futura vendita, per tutti gli interventi, siano essi scaturiti dal bando ex l.r. 36/2008 che dal bando punto 3.3. Ai fini della determinazione del periodo per l’avveramento della condizione posta alla stipula della futura vendita si tiene conto, quale termine iniziale, della data del decreto di finanziamento della Regione Calabria al soggetto attuatore. Pertanto, se la percentuale di contributo assegnata al soggetto attuatore per gli alloggi destinati alla locazione è maggiore della percentuale di contributo stabilita per il patto di futura vendita, da individuarsi con riferimento agli scaglioni percentuali fissati per il patto di futura vendita, di cui al bando ex l.r. 36/2008, il soggetto attuatore restituisce alla Regione Calabria la somma relativa alla percentuale di contributo in eccesso. Il soggetto attuatore trasmette alla Regione copia del contratto di locazione con patto di futura vendita entro dieci giorni dalla stipula. Ricevuta la copia del contratto, la Regione comunica le modalità di restituzione del contributo in eccesso. Prima della stipula dell’atto pubblico di vendita è verificato il possesso dei requisiti soggettivi del conduttore o acquirente da parte del competente dipartimento della Regione Calabria, nel rispetto di quanto previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 869 del 4 novembre 2003, anche rispetto gli interventi di cui al punto 3.3 del Programma operativo scaturito dall’attuazione delle deliberazioni della Giunta regionale n. 347 del 30 luglio 2012 e n. 452 del 30 ottobre 2014.”.

3. All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma: “7. I soggetti attuatori assegnatari del contributo per la realizzazione di alloggi destinati all'inclusione sociale, come microcomunità, residenze collettive per l’autonomia, alberghi sociali, possono presentare istanza di conversione della tipologia di alloggio, da edilizia residenziale sociale a edilizia libera, decorsi almeno cinque anni dall'inizio della gestione del servizio. Se la percentuale di contributo assegnata al soggetto attuatore è maggiore della percentuale di contributo stabilita per la conversione, da individuarsi con riferimento agli scaglioni percentuali fissati per il patto di futura vendita, di cui al bando ex l.r. 36/2008, il soggetto attuatore restituisce alla Regione Calabria la somma relativa alla percentuale di contributo in eccesso. Accolta l'istanza, che deve prevedere la conversione in edilizia libera di tutto l'intervento finanziato, la Regione comunica le tempistiche e la tipologia di documentazione da trasmettere, nonché le modalità di restituzione del contributo in eccesso.”.

4. All’articolo 39 della l.r. 47/2011, dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma: “8. Fermo restando il numero di alloggi autorizzato, che dovrà essere integralmente realizzato nei termini stabiliti dalla presente legge, è consentito ai soggetti attuatori l’accorpamento di due o più interventi in un unico progetto. In tal caso, il soggetto attuatore trasmette alla Regione il nuovo progetto unico, comprendente il numero di alloggi complessivamente autorizzato, anche in seguito alla eventuale rimodulazione di cui al comma 1, unitamente al nuovo QTE, che è approvato dai competenti uffici regionali. L’accorpamento implica la convergenza dei finanziamenti assegnati sul nuovo progetto unico. L’accorpamento non comporta deroghe né proroghe ai tempi di realizzazione stabiliti dalla presente legge.”.

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 305/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso, Mattiani, Raso, recante: “Riconoscimento e valorizzazione delle professioni non organizzate in ordini o collegi” (deliberazione consiliare n. 347)

Art. 1

(Finalità)

1. La presente legge regionale, nel rispetto della legge 14 gennaio 2013, n. 4 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate), in attuazione del terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione e nel rispetto dei principi dell’Unione europea, intende regolare, in materia di concorrenza e di libertà di circolazione, le professioni non organizzate in ordini o collegi.

2. Ai fini della presente legge e ai sensi della l. 4/2013 e viste le linee guida aggiornate e semplificate dal Ministero dello sviluppo economico (MISE) con circolare n. 0000221 del 24 marzo 2022, per «professione non organizzata in ordini o collegi», di seguito denominata «professione», si intende l'attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell'articolo 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.

3. La presente legge regionale, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006, n. 30 (Ricognizione dei principi fondamentali in materia di professioni, ai sensi dell'articolo 1 della l. 5 giugno 2003, n. 131), definisce le modalità di raccordo tra la Regione e i soggetti professionali operanti sul territorio regionale al fine di valorizzare e incentivare l’innovazione delle attività professionali dei soggetti iscritti a una associazione riconosciuta dal Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT) o aggregata a una forma aggregativa riconosciuta dal MIMIT riconoscendole come parte determinante del tessuto economico e sociale, sostenendo anche i diritti degli utenti, al fine di una sempre maggiore portabilità delle certificazioni delle competenze acquisite.

Art. 2

(Disposizioni generali)

1. Ai fini esclusivi della presente legge, si intendono per professioni non organizzate, ogni professione disciplinata dalla l. 4/2013 e dalla circolare del MISE n. 0000221 del 24 marzo 2022.

2. Coloro che esercitano la professione non organizzata, possono costituire associazioni a carattere professionale di natura privatistica, fondate su base volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, con il fine di valorizzare le competenze degli associati e garantire il rispetto delle regole deontologiche, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza.

3. Gli statuti e le clausole associative delle associazioni professionali garantiscono la trasparenza delle attività e degli assetti associativi, la dialettica democratica tra gli associati, l'osservanza dei principi deontologici, nonché una struttura organizzativa e tecnico-scientifica adeguata all'effettivo raggiungimento delle finalità dell'associazione.

4. Le associazioni professionali promuovono, anche attraverso specifiche iniziative, la formazione permanente dei propri iscritti, adottano un codice di condotta ai sensi dell'articolo 27-bis del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 (Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229), vigilano sulla condotta professionale degli associati e stabiliscono le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo codice.

5. Alle associazioni sono vietati l'adozione e l'uso di denominazioni professionali relative a professioni organizzate in ordini o collegi.

Art. 3

(Contenuti degli elementi informativi)

1. Le associazioni professionali assicurano, per le finalità e con le modalità di cui all'articolo 4, comma 1, della l. 4/2013, la piena conoscibilità dei seguenti elementi:

a) atto costitutivo e statuto;

b) precisa identificazione delle attività professionali cui l'associazione si riferisce;

c) composizione degli organismi deliberativi e titolari delle cariche sociali;

d) struttura organizzativa dell'associazione;

e) requisiti per la partecipazione all'associazione, con particolare riferimento ai titoli di studio, relativi alle attività professionali, oggetto dell'associazione, all'obbligo degli appartenenti di procedere all'aggiornamento professionale costante e alla predisposizione di strumenti idonei ad accertare l'effettivo assolvimento di tale obbligo e all'indicazione della quota da versare per il conseguimento degli scopi statutari;

f) assenza di scopo di lucro.

2. Nei casi di cui all'articolo 4, comma 1, secondo periodo, della l. 4/2013, l'obbligo di garantire la conoscibilità è esteso ai seguenti elementi:

a) il codice di condotta con la previsione di sanzioni graduate in relazione alle violazioni poste in essere e l'organo preposto all'adozione dei provvedimenti disciplinari dotato della necessaria autonomia;

b) l'elenco degli iscritti, aggiornato annualmente;

c) le sedi dell'associazione sul territorio nazionale;

d) la presenza di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente degli associati, in forma diretta o indiretta;

e) l'eventuale possesso di un sistema certificato di qualità dell'associazione conforme alla norma UNI EN ISO 9001 per il settore di competenza;

f) le garanzie attivate a tutela degli utenti, tra cui la presenza, i recapiti e le modalità di accesso allo sportello di cui all'articolo 2, comma 4, della l. 4/2013.

Art. 4

(Sistema di attestazione)

1. Al fine di tutelare i consumatori e di garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, le associazioni professionali possono rilasciare ai propri iscritti, previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilità del proprio rappresentante legale, un'attestazione di qualità e qualificazione dei servizi prestati, relativa:

a) alla regolare iscrizione del professionista all'associazione;

b) ai requisiti necessari alla partecipazione all'associazione stessa;

c) agli standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli iscritti sono tenuti a rispettare nell'esercizio dell'attività professionale ai fini del mantenimento dell'iscrizione all'associazione;

d) alle garanzie fornite dall'associazione all'utente, tra cui l'attivazione dello sportello di cui all'articolo 2, comma 4, della l. 4/2013;

e) all'eventuale possesso della polizza assicurativa per la responsabilità professionale stipulata dal professionista;

f) all'eventuale possesso da parte del professionista iscritto di una certificazione, rilasciata da un organismo accreditato, relativa alla conformità alla norma tecnica UNI.

2. Le attestazioni di cui al comma 1 non rappresentano requisito necessario per l'esercizio dell'attività professionale.

3. L'attestazione di cui all'articolo 7, comma 1, della l. 4/2013, ha validità pari al periodo per il quale il professionista risulta iscritto all'associazione professionale che la rilascia ed è rinnovata a ogni rinnovo dell'iscrizione stessa per un corrispondente periodo. La scadenza dell'attestazione è specificata nell'attestazione stessa.

4. Il professionista iscritto all'associazione professionale e che ne utilizza l'attestazione ha l'obbligo di informare l'utenza del proprio numero di iscrizione all'associazione.

Art. 5

(Valorizzazione delle attività professionali e portabilità delle certificazioni delle competenze acquisite dei soggetti)

1. Le associazioni professionali, riconosciute dal MIMIT o aggregate a una forma aggregativa riconosciuta dal MIMIT, operanti in Calabria e rappresentative di professionisti che esercitano attività prevalentemente intellettuali non regolamentate, di cui alla l. 4/2013, chiedono la valorizzazione e la portabilità delle certificazioni rilasciate ai propri iscritti in riconoscimento dell’attività e dei loro elenchi di professionisti associati, nel rispetto della normativa statale e regionale in materia.

2. Il dipartimento regionale competente in materia, nel valorizzare le associazioni professionali già inserite nell’elenco tenuto dal MIMIT o aggregate a una forma aggregativa riconosciuta, verifica che i soggetti di cui al comma 1:

a) abbiano adottato un proprio autonomo programma di attività, anche se integrato o sinergico al programma perseguito dalla rispettiva associazione nazionale;

b) siano dotati di regole, a tutela dei cittadini, utili ad assicurare la massima trasparenza dei contenuti delle proprie qualifiche professionali;

c) abbiano definito e approvato un codice deontologico e delle norme per affermarne il rispetto, comprese la verifica e le sanzioni in caso di violazione;

d) prevedano un obbligo, adeguatamente sanzionato, di preventiva dichiarazione agli utenti relativamente all’adozione o meno dell’assicurazione di responsabilità professionale, come requisito di adesione all’associazione;

e) provvedano all’aggiornamento professionale annuale dei membri dell’associazione e alla sua realizzazione, anche mediante il ricorso a soggetti terzi, secondo moduli e strumenti idonei a garantire la massima professionalità, nonché la verificabilità delle attività e le relative sanzioni in caso di mancato rispetto;

f) rispettino la normativa europea e nazionale in materia di trattamento dei dati personali.

Art. 6

(Promozione dei soggetti professionali non organizzati)

1. Al fine di favorire il raccordo tra la Regione e le professioni non organizzate, le associazioni professionali o forme aggregative riconosciute, ai sensi dell’articolo 5, partecipano stabilmente ai diversi tavoli istituzionali, promossi dalla Regione Calabria in cui si trattano le professioni e il lavoro autonomo professionale.

Art. 7

(Clausola di neutralità finanziaria)

1. L’attuazione della presente legge non comporta oneri a carico del bilancio della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 303/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Gelardi, Gentile, Mancuso, Mattiani, Raso, recante: “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare della birra artigianale e agricola calabrese” (deliberazione consiliare n. 348)

Art. 1

(Finalità e ambito di applicazione)

1. La Regione Calabria, al fine di valorizzare la produzione sul territorio regionale della birra artigianale e agricola e relative tradizionali metodologie di lavorazione:

a) istituisce l’elenco regionale dei piccoli birrifici indipendenti artigianali e agricoli, aventi stabilimenti di produzione sul territorio regionale, e dei relativi Mastri Birrai;

b) favorisce lo sviluppo e la qualità della coltivazione e della lavorazione dei prodotti agricoli e della qualità delle acque utilizzate per la produzione della birra;

c) favorisce la formazione degli operatori del settore, anche attraverso la divulgazione delle tecniche di produzione manuali e professionali, nonché delle caratteristiche dei prodotti utilizzati;

d) favorisce la coltivazione e lo sviluppo di filiere per la produzione di birre artigianali e agricole regionali;

e) favorisce lo sviluppo del turismo legato all’attività di produzione di birre artigianali e agricole regionali.

2. Per il perseguimento delle finalità di cui al comma 1 la Regione:

a) valorizza le imprese del settore, sostiene le imprese agricole produttrici di prodotti agricoli e loro derivati, tra cui orzo, luppolo, cereali da maltazione, malto, lievito e, in particolare, sostiene le imprese agricole e artigianali del settore ubicate, preferibilmente, in territori montani e nelle aree a rischio spopolamento;

b) incentiva la creazione di nuove imprese e il consolidamento di quelle esistenti nel settore della produzione di birra artigianale e agricola, in particolare di imprese a conduzione giovanile e di imprese a prevalente partecipazione e conduzione femminile;

c) promuove e sostiene la creazione di percorsi turistici legati ai luoghi di produzione della birra artigianale e agricola e delle produzioni agricole utilizzate nei percorsi gastronomici dedicati, nonché iniziative ed eventi dedicati sul territorio regionale;

d) valorizza la diffusione della produzione tipica del territorio, consentendo l’utilizzo della denominazione “Calabria”, secondo le disposizioni sull’autorizzazione all’uso approvate con DGR 111 del 13 marzo 2023 e relative linee guida.

Art. 2

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intende per:

a) birra artigianale: la birra avente i requisiti indicati dall’articolo 2, comma 4-bis, primo periodo, della legge 16 agosto 1962, n. 1354 (Disciplina igienica della produzione e del commercio di birra);

b) birra agricola: la birra prodotta da imprese agricole ai sensi dell’articolo 2135, comma 3, del Codice civile, ed avente i requisiti indicati dall’articolo 2, comma 4-bis, primo periodo, della legge 1354/1962;

c) piccolo birrificio indipendente: il birrificio avente i requisiti indicati dall'articolo 2, comma 4-bis, secondo periodo, della legge 1354/1962, la cui sede di produzione è ubicata nel territorio della Regione;

d) microbirrificio: ai sensi del decreto ministeriale 4 giugno 2019, una fabbrica di birra che produce annualmente non più di 10.000 ettolitri e che ha le caratteristiche identificative di cui all’articolo 2, comma 4-bis, della legge 1354/1962;

e) microbirrificio agricolo: il microbirrificio di cui alla precedente lettera d) utilizzato dall’impresa agricola per la produzione della birra agricola.

Art. 3

(Istituzione dell’elenco regionale del piccolo birrificio indipendente, dei microbirrifici artigianali e agricoli e dei Mastri Birrai)

1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, istituisce l’elenco regionale dei microbirrifici artigianali e agricoli, dei piccoli birrifici indipendenti produttori di birra artigianale e agricola e dei Mastri Birrai, definisce le modalità per l’iscrizione, ne disciplina le modalità di tenuta e aggiornamento e le eventuali ipotesi di decadenza.

Art. 4

(Qualificazione e formazione professionale degli operatori e dei Mastri Birrai)

1. La Giunta regionale individua, con propria deliberazione, sentite le associazioni di categoria, i requisiti per il conseguimento della qualifica di “Mastro Birraio”, che tengano conto anche dell'esperienza maturata in qualità di imprenditore, di collaboratore familiare, di socio prestatore d'opera addetto a mansioni a carattere produttivo o di dipendente qualificato all'interno di un'impresa esercente attività di produzione della birra e dell'acquisizione, anche attraverso la frequenza obbligatoria di appositi corsi, di un elevato grado di capacità tecnico - professionale e imprenditoriale, nonché di nozioni fondamentali per l'insegnamento del mestiere, e promuove l'aggiornamento del repertorio regionale delle qualificazioni professionali e del catalogo dell'offerta formativa secondo quanto previsto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 335 del 17 settembre 2015, come integrata dalla deliberazione della Giunta regionale n. 215 del 13 giugno 2016, considerando anche la figura del Mastro Birraio.

Art. 5

(Strumenti di programmazione degli interventi)

1. La Regione persegue le finalità della presente legge anche attraverso la pianificazione regionale in materia di promozione turistica, sostegno alle imprese e sviluppo rurale.

2. I programmi regionali cofinanziati dai fondi comunitari attuano, inoltre, gli interventi previsti dalla presente legge compatibilmente con le finalità e le procedure attuative previste dai pertinenti programmi regionali approvati a livello comunitario.

Art. 6

(Disposizioni finanziarie)

1. Al finanziamento delle finalità e degli interventi di cui alla presente legge possono concorrere risorse comunitarie, statali e regionali, per quanto compatibili e si specifica quanto segue:

a) l’attività di promozione e sostegno della Regione, prevista dall’articolo 1, è garantita dalla DGR 83/2024 che prende atto dell’accordo per lo Sviluppo e la Coesione sottoscritto dalla Regione Calabria con la Presidenza del Consiglio dei ministri, FSC 2021/2027, Allegato A/1 – ID 42595 F3A – 03 Competitività Imprese – Promozione delle imprese del settore agroalimentare sui mercati nazionali ed internazionali;

b) l’articolo 3, istituzione dell’elenco regionale dei microbirrifici artigianali e agricoli, dei piccoli birrifici indipendenti e dei Mastri Birrai, utilizza le risorse umane e strumentali a carico del Settore 7 della Giunta regionale, Promozione – Internazionalizzazione delle Imprese Agroalimentari e Cooperazione, senza generare ulteriori oneri a carico del bilancio regionale;

c) la disposizione contenuta all’articolo 5, comma 2, e articolo 6, programmi regionali cofinanziati dai fondi comunitari trova applicazione nel PSR Calabria 2014-2022 – Reg. (UE) n. 1305/2013 – Misura 04 – Intervento 4.1.1. “Investimenti nelle aziende agricole” e FSC 2021-2027, DGR 83/2024.

Art. 7

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore quindici giorni dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 346/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2023, n.37 - Deliberazione di Giunta regionale n. 789 del 30/12/2024” (deliberazione consiliare n. 349)

Art. 1

(Inserimento dell’articolo 2-bis nella l.r. 37/2023)

1. Dopo l’articolo 2 della legge regionale 7 agosto 2023, n. 37 (Disposizioni per l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea) è inserito il seguente:

“Art. 2-bis

(Autorizzazione regionale per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC))

1. Al fine di fronteggiare l’incremento della domanda e garantire i servizi di trasporto in considerazione dell’aumento dei flussi turistici verso la Calabria, anche la Regione, considerata la valenza regionale del servizio, rilascia titoli autorizzatori, nell’ambito del territorio della Regione Calabria, per lo svolgimento del servizio di noleggio con conducente (NCC) di cui alla legge n. 21/1992.

2. I titoli autorizzatori di cui al comma 1 sono rilasciati, anche ai sensi dell’articolo 2, comma 4, dal competente dipartimento regionale, nel limite massimo di duecento autovetture, proporzionato alle esigenze dell'utenza, previo esperimento di apposita procedura di evidenza pubblica, tenuto conto di quanto previsto all’articolo 3, comma 2, lettere da b) a k).”.

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC).

(Allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 203/12^ di iniziativa d’Ufficio, recante: “Presa d'atto delle dimissioni del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e nuova elezione” (deliberazione consiliare n. 350)

Il Consiglio regionale

vista la nota acquisita al protocollo generale con il n. 22055 del 5 novembre 2024 con la quale l’avv. Luca Muglia ha comunicato le proprie dimissioni dall’incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale; 

visti gli articoli 16, comma 2, lettera h) e 54, comma 6 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria);

visto l’articolo 112 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che dispone in materia di nomine di competenza del Consiglio;

considerato che, ai sensi degli articoli 3 e 4, della legge regionale 29 gennaio 2018, n. 1, il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale è eletto dal Consiglio regionale con deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati ed è scelto tra persone di specifica e comprovata formazione, competenza ed esperienza nel campo giuridico - amministrativo e nelle discipline afferenti alla promozione e tutela dei diritti umani o che si siano comunque distinte in attività di impegno sociale, con particolare riguardo ai temi della detenzione, e che offrano garanzie di probità, indipendenza e obiettività;

vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 142 del 12 dicembre 2022 con la quale è stato eletto Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, l’avv. Luca Muglia;

visto l’articolo 6, comma 2 della legge regionale n. 1/2018 il quale dispone che: «In caso di revoca, dimissioni, morte, accertato impedimento duraturo, fisico o psichico del Garante regionale, il Consiglio regionale provvede alla nuova elezione con le modalità indicate dall’articolo 3, commi 1 e 4, e comunque entro il termine di quarantacinque giorni dal verificarsi dell'evento».

richiamata la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 10 del 6 dicembre 2021 con la quale è stata avviata la procedura – mediante pubblicazione del bando – per il conferimento delle cariche, tra le altre, del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale;

richiamate, altresì

- la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 18 del 31 marzo 2022 con la quale si è preso atto delle risultanze dell’istruttoria volta alla verifica del possesso in capo ai candidati dei requisiti previsti per il conferimento delle nomine sopra descritte ed è stato concesso ai candidati esclusi un termine di sette giorni dalla data di pubblicazione degli elenchi provvisori sul sito istituzionale dell’Ente per presentare istanza di riesame;

- la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 30 del 12 maggio 2022 con la quale si è dato atto della verifica delle istanze di riesame relative alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 18/2022 e della predisposizione degli elenchi definitivi relativi a ciascuna delle procedure volte al conferimento delle nomine, nei quali vengono riportati i nominativi dei candidati risultati idonei e quelli dei candidati esclusi;

ritenuto, pertanto, di dover procedere

- alla presa d’atto delle dimissioni dall’incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale presentate dall’avv. Luca Muglia,

- all’elezione del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in ottemperanza alla normativa regionale sopra richiamata,

atteso che, a seguito della prima operazione di voto a scrutinio segreto, lo spoglio delle schede ha dato il seguente risultato:

- presenti e votanti 23;

- ha riportato voti: 23 Russo;

rilevato che, al primo scrutinio si è raggiunto il quorum richiesto dall’articolo 3 della l.r. 1/2018;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-    di prendere atto delle dimissioni dall’incarico di Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale presentate dall’avv. Luca Muglia;

-    di eleggere, ai sensi degli articoli 3 e 4 della l.r. 1/2018, quale Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale l’avv. Russo Giovanna Francesca;

-             di demandare al Settore Segreteria Ufficio di Presidenza la trasmissione del presente provvedimento all’ interessata, con valore di notifica a tutti gli effetti di legge;

-             di trasmettere copia del presente provvedimento al Segretario Generale, al Direttore Generale, al Settore Segreteria Ufficio di Presidenza, nonché alla Presidenza della Giunta regionale per il seguito di competenza e/o per opportuna conoscenza.

(Allegato)

Proposta di legge n. 343/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, De Francesco e Talerico, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato della Regione Calabria” (deliberazione consiliare n. 351)

Art. 1

(Proroga graduatorie vigenti)

1. Al fine di assicurare la continuità dei servizi pubblici erogati e l’efficienza amministrativa, nell’ottica di garantire il buon andamento dell’ente e il contenimento della spesa pubblica regionale è prorogata di ulteriori ventiquattro mesi dalla scadenza, l’efficacia delle graduatorie, vigenti e non scadute alla data di entrata in vigore della presente legge, approvate all’esito delle procedure concorsuali bandite dalla Regione Calabria per le assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto non dirigenziale.

Art. 2

(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 349/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Caputo, Comito, Giannetta, De Francesco, Talerico, recante: “Disposizioni per la proroga della validità delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del servizio sanitario della Regione Calabria” (deliberazione consiliare n. 352)

Art. 1

(Proroga graduatorie vigenti)

1. Al fine di assicurare la continuità del Servizio sanitario regionale e l'efficienza amministrativa, nonché garantire il buon andamento e il contenimento della spesa regionale è prorogata di ulteriori ventiquattro mesi dalla scadenza, l'efficacia di tutte le graduatorie approvate, all’esito delle procedure concorsuali di enti e aziende del Servizio sanitario regionale, nell’anno 2023 e in scadenza nell’anno 2025.

Art. 2

(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, trovando copertura finanziaria sulle risorse disponibili a legislazione vigente nei bilanci degli enti e aziende del Servizio sanitario regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 185/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Gallo e Gentile, recante: “Disciplina dell'agricoltura sociale” (deliberazione consiliare n. 353)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria, nel rispetto dei principi recati dalla legge 18 agosto 2015, n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale) e dalle successive disposizioni attuative, promuove l’agricoltura sociale, quale strumento finalizzato a consolidare la gamma delle opportunità di occupazione e di reddito, favorendo la multifunzionalità delle imprese agricole, attraverso interventi di tipo educativo, sociale, socio-sanitario, di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie, alle persone in stato di disagio o disabilità e alle comunità locali in tutto il territorio regionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate.

2. La Regione sostiene, altresì, il potenziamento dell'offerta dei servizi sociali e la sperimentazione di nuovi modelli del welfare regionale attraverso la realizzazione di interventi innovativi da parte delle fattorie sociali di cui all’articolo 2.

3. La Regione e gli enti strumentali che hanno competenza in materia, nonché le amministrazioni locali, nel quadro della programmazione delle proprie funzioni inerenti alle attività agricole e sociali, promuovono, senza nuovi o maggiori oneri a carico dei propri bilanci, politiche integrate tra imprese agricole e istituzioni locali al fine di sviluppare l’agricoltura sociale, anche tramite politiche di riorientamento della spesa socio-sanitaria ordinaria finalizzate a supportare la creazione di iniziative pilota e la costituzione di reti di protezione sociale caratterizzate dalla presenza attiva dell’agricoltura sociale.

Art. 2

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intendono per:

a) “agricoltura sociale”: le attività previste all’articolo 2, comma 1, della l. 141/2015 esercitate, in forma singola o associata, dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del Codice civile e dalle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381 (Disciplina delle cooperative sociali) iscritte al Registro Nazionale del Terzo Settore nel rispetto dei limiti fissati dall’articolo 2, comma 4, della l. 141/2015 e in coerenza con le proprie finalità statutarie;

b) “fattorie sociali”: i soggetti di cui alla lettera a), dotati di specifica competenza e formazione, che esercitano le attività di agricoltura sociale e che risultano iscritti nell’apposito elenco regionale delle Fattorie sociali, di cui all’articolo 4.

2. Alle fattorie sociali, come definite ai sensi del comma 1, è attribuita anche la qualifica di operatori di agricoltura sociale.

Art. 3

(Svolgimento delle attività di agricoltura sociale)

1. Le attività di cui all’articolo 2, comma 1, possono essere svolte dall'imprenditore agricolo in associazione con le cooperative sociali di cui alla l. 381/1991, con le imprese sociali di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112 (Revisione della disciplina in materia di impresa sociale, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106), con le associazioni di volontariato e di promozione sociale iscritte nel registro unico nazionale previsto dal decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106), con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), ferme restando la disciplina e le agevolazioni applicabili a ciascuno dei soggetti richiamati in base alla normativa vigente, nonché, previa intesa, in collaborazione con le altre pubbliche amministrazioni e autorità.

2. Le attività indicate all'articolo 2, comma 1, lettere b), c) e d), della l. 141/2015 ed esercitate dall'imprenditore agricolo si considerano attività connesse ai sensi dell’articolo 2135 c.c..

3. Le attività di cui all’articolo 2, comma 1, possono anche essere realizzate, secondo il principio di sussidiarietà, instaurando accordi di collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti locali competenti per territorio, con le aziende sanitarie territoriali, con i distretti socio-sanitari, con le aziende pubbliche di servizi alla persona, in coerenza con i Piani sociali di zona e con il Piano regionale per le politiche sociali approvato dalla Regione, nonché con liberi professionisti.

4. Le attività di cui all’articolo 2, comma 1, della l. 141/2015 sono riconosciute come attività di agricoltura sociale a condizione che si svolgano regolarmente e con continuità, per una durata minima di tre anni, anche se con carattere stagionale. Nel caso in cui le attività agricole di cui all’articolo 2135 c.c. siano a carattere stagionale, è sufficiente che le stesse siano svolte, nell’ambito di ciascun anno solare, nei periodi specifici dell’attività stessa almeno per tre mesi all’anno.

5. Nell’ambito delle attività di cui all’articolo 2, comma 1, vi rientrano anche la promozione delle terapie assistite con gli animali (TAA), delle attività assistite con gli animali (AAA) e dell’educazione assistita con gli animali (EAA) di cui alla legge regionale 9 luglio 2013, n. 31 (Norme in materia di Pet Therapy-Terapia, attività ed educazione assistita con animali), nonché l’organizzazione degli agrinidi e agrisili. Nel regolamento di cui all’articolo 16 sono definiti i requisiti e le modalità di svolgimento dei predetti servizi in coerenza con la disciplina regionale in materia di servizi educativi per la prima infanzia.

6. Ai fini dello svolgimento delle attività di agricoltura sociale, la fattoria sociale può avvalersi delle prestazioni di specifiche figure professionali in possesso di adeguate competenze secondo quanto previsto dalla normativa di settore. In particolare, al fine di favorire la dinamicità dell’impresa, la fattoria sociale può avvalersi delle collaborazioni con enti e istituzioni del settore scientifico e tecnologico, per lo sviluppo di attività di ricerca o di sperimentazione nel campo dell’innovazione nell’offerta dei servizi alla persona.

7. Ai fini dello svolgimento delle attività di cui al presente articolo, le fattorie sociali possono ricorrere agli strumenti contrattuali di natura associativa, secondo le disposizioni di legge vigenti.

8. La fattoria sociale può svolgere, anche contemporaneamente, una o più delle attività di cui all’articolo 2, comma 1, a condizione che soddisfi i requisiti previsti dalla presente legge e dal regolamento di cui all’articolo 16.

Art. 4

(Elenco regionale delle fattorie sociali)

1. Al fine di favorire l’integrazione delle attività di agricoltura sociale nella programmazione dei servizi sociali e sociosanitari, è istituito, presso il dipartimento competente in materia di agricoltura, l’elenco regionale delle fattorie sociali. L’elenco è aggiornato semestralmente.

2. All’elenco di cui al comma 1 sono iscritti i soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, in possesso del requisito professionale e dei requisiti definiti con il regolamento di cui all’articolo 16.

3. L’istanza di iscrizione, da presentare secondo i criteri, i limiti, gli obblighi e le modalità definite con il regolamento di cui all’articolo 16, è corredata, in particolare, dalle informazioni sulle attività di agricoltura sociale che si intendono realizzare e sulle collaborazioni che si intendono instaurare con i soggetti di cui all’articolo 3, comma 6, e con le forme associative di cui all’articolo 3, comma 1.

4. Le fattorie sociali iscritte nell’elenco sono tenute a comunicare alla Regione ogni variazione o integrazione ai dati di cui al comma 3 al fine di consentire l’aggiornamento dell’elenco di cui al comma 1.

5. I Comuni e gli altri enti pubblici, nei limiti delle proprie competenze, comunicano al dipartimento regionale competente in materia di agricoltura i dati relativi alle rilevazioni statistiche riguardanti la consistenza delle attività per le finalità di cui all’articolo 1 e, in particolare, per monitoraggio, promozione e valorizzazione delle attività sociali del territorio regionale.

6. La Regione può comunicare agli enti pubblici interessati i dati di cui al comma 3, per le finalità di cui alla presente legge e ai fini del compimento di attività istruttorie.

Art. 5

(Immobili per l’esercizio delle attività)

1. Per le attività di agricoltura sociale possono essere utilizzati le strutture rurali, i fabbricati rurali o le porzioni di fabbricati rurali, sia a destinazione abitativa che strumentale rispetto all’esercizio dell’attività agricola, esistenti sul fondo alla data di presentazione dell’istanza.

2. Gli immobili destinati dagli imprenditori agricoli all'esercizio delle attività di agricoltura sociale sono considerati beni strumentali dell’azienda agricola e mantengono il riconoscimento della ruralità a tutti gli effetti, in quanto utilizzati per l'attività agricola connessa. Non si rende, dunque, necessario il cambio di destinazione d’uso dei locali e dei manufatti aziendali impiegati.

3. Gli immobili destinati ad attività di agricoltura sociale devono essere conformi alle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro ed essere dotati di agibilità, in funzione della tipologia di attività sociale svolta.

4. Possono essere effettuati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo e di ristrutturazione per il recupero del patrimonio edilizio esistente, nel rispetto delle vigenti disposizioni statali e regionali in materia edilizia e urbanistica e degli strumenti urbanistici vigenti, nonché della normativa in materia di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche. Nel rispetto della normativa edilizia vigente, e soltanto per le finalità della presente legge, è consentito l’ampliamento dei volumi esistenti per la realizzazione di locali tecnici, servizi igienici, centrali termiche e per l’adeguamento alla normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche.

5. Le attività di agricoltura sociale possono essere esercitate anche all’esterno delle strutture aziendali e dei beni fondiari nella disponibilità della fattoria sociale nel rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene.

6. Con il regolamento di cui all’articolo 16 possono essere definite le modalità di esercizio, anche contestuale, delle attività di agricoltura sociale e delle altre attività agricole di cui all’articolo 2135 c.c., mediante l’utilizzo dei medesimi immobili.

Art. 6

(Segnalazione certificata di inizio attività)

1. La fattoria sociale, preventivamente iscritta all’elenco di cui all’articolo 4, presenta al Comune nel cui territorio sono ubicati gli immobili da utilizzare per le attività di agricoltura sociale, una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), ai sensi dell’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), corredata della documentazione attestante il possesso dei requisiti definiti dalla presente legge e dal regolamento di cui all’articolo 16 redatta in forma di dichiarazione ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa).

2. Il Comune, qualora accerti la carenza dei requisiti di cui alla presente legge o la difformità rispetto a quanto riportato nella SCIA, nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della medesima SCIA, formula i conseguenti rilievi indicando i tempi per l’adeguamento agli stessi.

3. Nel caso di mancato adeguamento nel termine assegnato, comunque non inferiore a trenta giorni, il Comune assume i necessari provvedimenti anche al fine di inibire la prosecuzione dell’attività, dandone comunicazione alla Regione anche ai fini della cancellazione della fattoria sociale dall’elenco regionale di cui all’articolo 4.

4. Il titolare della fattoria sociale comunica al Comune qualsiasi variazione dei dati dichiarati nella SCIA entro trenta giorni dall’intervenuta variazione.

Art. 7

(Somministrazione di pasti, alimenti e bevande ai destinatari delle attività di agricoltura sociale)

1. Nell’ambito dell’esercizio delle attività di agricoltura sociale può essere effettuata anche la somministrazione di pasti, alimenti e bevande esclusivamente nei confronti dei destinatari delle attività di agricoltura sociale. All’attività di somministrazione si applica la vigente normativa unionale e statale.

2. Il regolamento di cui all’articolo 16 definisce i limiti in base ai quali per l’idoneità della cucina è sufficiente il rispetto dei requisiti previsti dalle vigenti disposizioni e dai regolamenti edilizi e di igiene per i locali di abitazione. Sono fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 (Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore).

Art. 8

(Funzioni e compiti della Regione)

1. La Regione, nei propri strumenti di programmazione e gestione delle politiche per lo sviluppo rurale e delle politiche sociali e sociosanitarie, al fine di sostenere il ruolo e le pratiche dell’agricoltura sociale, prevede iniziative, individuando le necessarie risorse, in particolare per:

a) promuovere la conoscenza delle fattorie sociali e dei servizi da esse offerti, anche di carattere innovativo, e ne sostiene lo sviluppo nel territorio regionale, attraverso adeguati strumenti di informazione, animazione e comunicazione;

b) favorire il raccordo a livello regionale tra le politiche sociosanitarie e quelle in materia di agricoltura, anche mediante la consultazione degli organismi associativi e di rappresentanza, comparativamente più rappresentativi, del Terzo settore, delle persone con disabilità, delle imprese agricole.

Art. 9

(Misure di sostegno)

1. Le misure di sostegno della Regione, dirette e indirette, previste negli atti di programmazione di cui all’articolo 8, sono attivate anche attraverso il supporto delle Organizzazioni professionali agricole e dell’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (ARSAC), senza aggravio di costi a carico delle risorse autonome del bilancio regionale e sono costituite da:

a) interventi formativi per la qualificazione dei servizi offerti nell’ambito delle fattorie sociali;

b) interventi finalizzati a connettere Enti e associazioni deputati all’assistenza tecnica e alla formazione con le fattorie sociali;

c) azioni di informazione, animazione e comunicazione sull’agricoltura sociale;

d) incentivazione di investimenti o di interventi per l’adeguamento e l’allestimento delle fattorie sociali, in conformità e secondo i limiti stabiliti dalla normativa unionale in materia di aiuti di Stato;

e) definizione di criteri di priorità nelle gare d’appalto di mense scolastiche e ospedaliere, nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 1, quarto periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, in legge 7 agosto 2012, n. 135, per le procedure di individuazione dei fornitori, per l'inserimento di prodotti agroalimentari delle fattorie sociali, ferma restando la salvaguardia dei principi recati dal decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Codice dei contratti pubblici), con particolare riferimento alla tutela della concorrenza;

f) agevolazioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale per l’occupazione delle persone con disabilità;

g) sensibilizzazione dei Comuni verso prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nelle aree pubbliche, ai sensi dell’articolo 28 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59);

h) assegnazione in via prioritaria alle fattorie sociali, nell’ambito delle procedure di alienazione e locazione, di beni di proprietà regionale e degli enti pubblici territoriali, di terreni agricoli incolti, abbandonati o insufficientemente coltivati nonché di eventuali beni e terreni oggetto di confisca in applicazione della legislazione antimafia, per favorire l’insediamento e lo sviluppo dell’attività delle fattorie sociali;

i) costituzione di una Rete regionale delle fattorie sociali, a cui aderiscono le fattorie iscritte nell’elenco di cui all’articolo 4;

j) promozione della commercializzazione dei prodotti provenienti da agricoltura sociale nell'ambito delle strategie per valorizzare la filiera corta e degli interventi volti a favorire il commercio equo e sostenibile di prodotti agricoli ed agroalimentari.

Art. 10

(Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale)

1. Con provvedimento della Giunta regionale viene istituito presso il dipartimento competente in materia di agricoltura l’Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale, al quale sono attribuiti i seguenti compiti:

a) definizione delle linee guida per le attività da prevedere nei progetti di agricoltura sociale;

b) monitoraggio annuale e valutazione delle attività, al fine di facilitare la diffusione delle buone pratiche;

c) inserimento e integrazione dei dati e delle esperienze di agricoltura sociale con la rete dei servizi sociosanitari territoriali;

d) proposizione di iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore integrazione dell’agricoltura sociale con le politiche regionali di sviluppo rurale;

e) promozione di campagne di sensibilizzazione finalizzate alla conoscenza e alla socializzazione dei progetti di agricoltura sociale.

2. Nell’ambito dell’Osservatorio, è istituito il Comitato tecnico di indirizzo strategico, con compiti di orientamento della programmazione regionale in funzione dell’integrazione e del potenziamento degli obiettivi della presente legge, composto da:

a) un rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di agricoltura con funzione di Presidente;

b) un rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di tutela della salute e servizi sociosanitari;

c) un rappresentante designato dal dipartimento competente in materia di lavoro e welfare;

d) un rappresentante designato dall’ARSAC;

e) quattro rappresentanti designati congiuntamente dalle organizzazioni regionali agricole maggiormente rappresentative;

f) un rappresentante designato dalle organizzazioni regionali della cooperazione;

g) un rappresentante per ciascuna delle aziende sanitarie provinciali esperto in materia di tutela dei minori, età evolutiva, area disabilità, anziani, salute mentale e dipendenze;

h) un rappresentante degli enti locali, designato dall’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) regionale;

i) previa intesa con il Ministero della giustizia, un rappresentante del sistema penitenziario, designato dallo stesso ministero.

3. I compiti di segreteria dell’Osservatorio sono svolti dal dipartimento competente in materia di agricoltura.

4. Nel corso della prima riunione l’Osservatorio fissa le modalità di funzionamento adottando apposito regolamento interno.

5. I componenti dell’Osservatorio non hanno diritto alla corresponsione di alcuna indennità o compenso, né rimborso spese.

6. Al funzionamento dell’Osservatorio si provvede con le risorse umane e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 11

(Logo delle fattorie sociali)

1. La fattoria sociale iscritta all’elenco regionale di cui all’articolo 4, si avvale di un segno distintivo, predisposto sulla base di un modello definito dalla Giunta regionale, recante la dicitura "Fattoria sociale - Regione Calabria".

2. Il segno distintivo di cui al comma 1 è riportato sul materiale informativo, illustrativo e segnaletico della fattoria sociale.

3. L'utilizzo del segno distintivo è condizionato al mantenimento dei requisiti per l’iscrizione nell’elenco regionale delle fattorie sociali.

Art. 12

(Vigilanza e controllo)

1. La vigilanza e il controllo sull’osservanza delle disposizioni contenute nella presente legge sono esercitate dai Comuni, fatto salvo quanto previsto dai commi 3 e 4.

2. I Comuni effettuano ogni anno un controllo a campione su almeno il 10 per cento delle fattorie sociali ubicate nel territorio comunale. L'esito dei controlli è comunicato alla Regione.

3. La vigilanza e il controllo sul possesso e mantenimento dei requisiti per l’iscrizione all’elenco regionale di cui all’articolo 4 sono esercitate dalla competente struttura regionale.

4. Resta ferma la competenza dei soggetti individuati dalla normativa statale e regionale relativamente ai controlli in materia di igiene, sicurezza alimentare e degli ambienti di lavoro.

Art. 13

(Disposizioni sanzionatorie)

1. La fattoria sociale che esercita attività di agricoltura sociale senza l’iscrizione all’elenco regionale di cui all’articolo 4 è soggetta al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.

2. La fattoria sociale che esercita attività di agricoltura sociale senza aver presentato la SCIA è soggetta al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.

3. Chiunque utilizza il contrassegno “Fattoria sociale – Regione Calabria”, senza averne titolo, è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500,00 euro a 3.000,00 euro.

4. L'utilizzo di contrassegni non conformi al modello definito dalla Giunta regionale è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 500,00 euro a un massimo di 3.000,00 euro.

5. La reiterazione della violazione di una o più delle disposizioni di cui al presente articolo è sanzionata con la cancellazione d’ufficio dall’elenco regionale delle fattorie sociali.

6. Sono fatte salve le sanzioni previste dal regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 (Testo unico delle leggi sanitarie) nonché, per quanto applicabili, le sanzioni previste dalle altre norme statali e regionali vigenti.

7. Si applicano le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale).

8. All’irrogazione delle sanzioni provvedono i vigili urbani, le guardie campestri e il personale ispettivo regionale. I relativi proventi competono agli enti di appartenenza dei soggetti accertatori.

Art. 14

(Fondi sottratti all’attività venatoria)

1. Per esigenze di tutela e salvaguardia dell’incolumità degli ospiti delle fattorie sociali, i titolari dell’impresa agricola possono richiedere alla Regione l’istituzione del divieto di caccia nel proprio fondo rustico.

2. La Regione si pronuncia sulla richiesta valutando le situazioni di potenziale rischio e l’interesse sociale connesso al divieto, che può essere istituito anche solo su parte del fondo.

Art. 15

(Monitoraggio e valutazione)

1. La Giunta regionale, sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio di cui all'articolo 9, con cadenza annuale, comunica al Ministero competente in materia di agricoltura e foreste, ai fini del monitoraggio previsto dall’articolo 7 della l. 141/2015, una relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge, contenente le seguenti informazioni:

a) il numero delle fattorie sociali iscritte all’elenco regionale delle fattorie sociali, nonché il numero delle fattorie sociali che hanno presentato la segnalazione di inizio attività;

b) il numero e le caratteristiche delle attività e dei servizi erogati dalle fattorie sociali;

c) gli obiettivi raggiunti e le criticità emerse nell’attuazione della legge;

d) i percorsi formativi erogati ai sensi della presente legge.

Art. 16

(Regolamento di attuazione)

1. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore competente in materia di agricoltura, approva, entro novanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, il regolamento di attuazione, con il quale sono anche fissati i requisiti professionali e oggettivi nel rispetto della presente legge, i criteri, limiti, obblighi amministrativi e modalità per l’iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 4, per il riconoscimento degli operatori di agricoltura sociale e per lo svolgimento delle attività di cui all’articolo 2, nonché le disposizioni in materia igienico-sanitaria.

2. Per determinate tipologie di agricoltura sociale, l’iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 4, può essere subordinata alla presenza di un tutor aziendale, con competenze agricole o agronomiche, che può essere anche lo stesso imprenditore agricolo.

3. Nel regolamento sono individuati i titoli di studio e di formazione o le competenze e specifiche esperienze necessari per poter svolgere la funzione di tutor aziendale nel rispetto della normativa statale in materia.

Art. 17

(Norma finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico delle risorse autonome del bilancio regionale in quanto gli interventi previsti sono finanziati nell’ambito dei programmi operativi dei fondi strutturali europei e nazionali individuati negli atti di programmazione, previa verifica della coerenza con le linee di intervento in essi previste, nonché con eventuali altre risorse conferite da altre istituzioni o enti pubblici e privati.

2. Per gli anni ricompresi nel periodo 2024-2027, alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si provvede con le risorse previste all’interno del CSR Calabria 2023-2027, gestite dall’organismo pagatore ARCEA, nel limite massimo complessivo di 1.000.000,00 euro.

Art. 18

(Norma finale di rinvio)

1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni della l. 141/2015 e le altre disposizioni statali in materia di agricoltura sociale.

Art. 19

(Abrogazioni)

1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge regionale sono abrogati gli articoli 26, 27 e 28 della legge regionale 30 aprile 2009, n. 14 (Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole) e non sono più applicabili le norme regolamentari attuative dei medesimi articoli.

Art. 20

(Norme transitorie)

1. Con il regolamento di cui all’articolo 16 sono stabilite le modalità per il riconoscimento provvisorio degli operatori dell’agricoltura sociale che alla data di entrata in vigore della presente legge già svolgono attività di agricoltura sociale da almeno due anni, i quali, entro il termine di un anno dalla data suddetta devono dimostrare di essere in possesso dei requisiti prescritti dalle presenti disposizioni, nonché dalle norme per il riconoscimento di operatore sociale per chi intenda avviare l'attività di agricoltura sociale.

(Allegato)

Ordine del giorno numero 11/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Montuoro, De Francesco, Neri, Mannarino, Molinaro, recante: “Vicinanza e sostegno alle Forze dell’Ordine”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

- ogni giorno, come anche in queste festività, gli agenti e i militari impegnati sul territorio garantiscono la tutela dell’ordine pubblico, della sicurezza e il rispetto della legalità e ricevono segni concreti di gratitudine dai cittadini;

- anche molti recenti provvedimenti legislativi vanno nella direzione di rafforzare le tutele per le donne e gli uomini in divisa che garantiscono la sicurezza delle nostre città;

tenuto conto che:

- le Forze dell’Ordine subiscono aggressioni quotidiane nell’assolvimento del proprio dovere, come nel caso degli insulti rivolti dai gruppi di stranieri a Capodanno a Milano, o che mettono a rischio la propria vita per difendere la sicurezza dei cittadini, come recentemente accaduto a Rimini;

ricordato che:

- il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo recente discorso di fine anno ha affermato: "Siamo grati alle Forze dell'Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese";

- rinnova il proprio sostegno ed esprime un formale sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine per il loro impegno quotidiano;

- dispone l’invio del presente documento alle rispettive articolazioni istituzionali presenti sul territorio regionale come segno tangibile di vicinanza e solidarietà.

(Allegato)

Mozione numero 106/12^ di iniziativa del consigliere regionale Lo Schiavo, recante: “Riorganizzazione del servizio farmacia territoriale dell’ASP di Vibo Valentia”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

la Farmacia territoriale dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia rappresenta un presidio di fondamentale importanza per la specifica funzione nell’erogazione diretta agli utenti di:

• farmaci in distribuzione diretta (DD) forniti per garantire la continuità terapeutica. Questa tipologia tipicamente include: farmaci ospedalieri necessari per trattamenti post-ricovero; farmaci ad alto costo per patologie croniche o complesse.

• Farmaci inclusi nel PHT (Prontuario della Distribuzione diretta e per conto) Questa tipologia comprende farmaci inclusi nel Prontuario della Distribuzione Diretta (PHT). Sono medicinali usati per patologie croniche (ad esempio diabete, ipertensione) e per terapie che necessitano di un monitoraggio clinico.

• Farmaci per Malattie rare.

• Farmaci in Piano terapeutico (PT).

• Farmaci per terapie domestiche, cioè medicinali per trattamenti cronici forniti direttamente ai pazienti per uso domiciliare, per ridurre l'accesso continuo all'ospedale.

considerato che:

- per l’intero territorio della Provincia di Vibo Valentia il suddetto servizio di Distribuzione diretta, di vitale e fondamentale importanza, è garantito da un unico punto di erogazione, sito in via Protettì, in locali peraltro insalubri e poco idonei ad accogliere centinaia di pazienti provenienti da tutta la provincia;

- l’organizzazione del servizio di Distribuzione diretta dei farmaci è gravemente inadeguata, come dimostrano le ripetute campagne di stampa, le interrogazioni rivolte al presidente della Giunta nelle sue funzioni di Commissario ad acta al piano di rientro dal debito sanitario, la comune e notoria esasperazione dei cittadini vibonesi, addirittura i disordini e i ripetuti interventi delle forze dell’ordine;

- il punto di erogazione diretta rimane aperto per soli quattro giorni alla settimana, con turni di quattro ore al giorno, e, per tale ragione, si formano code enormi di utenti costretti a sostare all’esterno degli angusti locali, esposti alle intemperie nel periodo invernale e al sole e al caldo in quello estivo;

- il servizio di prenotazione telefonica indicato negli avvisi esterni è pressoché inutilizzato poiché non è presente il personale necessario per rispondere agli utenti.

Tutto ciò premesso e considerato:

impegna il Presidente della Giunta regionale

nella sua qualità di Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito sanitario

- a procedere alla riqualificazione dei locali che ospitano la Farmacia territoriale dell’Asp di Vibo Valentia o al suo trasferimento in altra sede più idonea, alla riorganizzazione del servizio di erogazione diretta dei farmaci da parte della farmacia territoriale anche attraverso una immediata e più efficace dislocazione di almeno due ulteriori punti di erogazione sul territorio provinciale, lungo la fascia costiera (presso il Presidio Ospedaliero di Tropea o presso i locali dell’ex Ospedale di Nicotera) e lungo la fascia montana (presso il presidio di Serra San Bruno o presso l’ex ospedale di Soriano Calabro) in maniera tale da alleggerire il carico insostenibile attualmente gravante sull’unico punto di erogazione di Vibo Valentia, garantire il servizio in punti di maggiore prossimità più facilmente raggiungibili dai pazienti, assicurare locali più accoglienti ed idonei, così alleviando le sofferenze degli utenti ed il carico di lavoro degli operatori.

(Allegato)

Mozione numero 105/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali De Francesco, Mannarino e Molinaro, recante: “Trasferimento del processo Reset a Cosenza”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

• Il processo Reset che si stava celebrando presso l'aula bunker di Lamezia Terme è stato spostato presso l’aula bunker di Castrovillari, le cui condizioni igienico-sanitarie risultano non idonee a garantire un ambiente salubre e funzionale per lo svolgimento delle attività giudiziarie.

• Gli avvocati cosentini hanno indetto tre giorni di astensione dalle udienze per denunciare tali criticità, evidenziando la necessità di un intervento urgente.

• La corretta amministrazione della giustizia deve avvenire in ambienti che garantiscano il rispetto della dignità e della salute di tutte le parti coinvolte, inclusi magistrati, avvocati, personale giudiziario e cittadini.

Considerato che:

• la città di Cosenza dispone di strutture più adeguate per ospitare un processo di tale portata, offrendo spazi che rispettano gli standard necessari per il corretto svolgimento delle udienze.

• Il trasferimento a Cosenza, operato ai sensi dell'articolo 145 bis del codice di procedura penale, potrebbe migliorare le condizioni logistiche e organizzative, riducendo i disagi per gli operatori della giustizia e per i cittadini interessati, oltre che un significativo abbattimento dei costi del processo che grava comunque su tutta la comunità.

• La Corte d'Appello di Catanzaro ha la possibilità di intervenire per individuare una soluzione che garantisca il regolare svolgimento del processo in un ambiente idoneo.

Impegna la Giunta regionale

ad adottare ogni iniziativa utile affinché si valuti la possibilità di trasferire il processo Reset a Cosenza.

• Attivarsi presso il Ministero della Giustizia per consentire che i processi di rilevante importanza si svolgano in strutture adeguate.

• Monitorare la situazione e collaborare con gli enti locali per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte.

(Allegato)

Mozione numero 107/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mannarino, Neri, De Francesco, Montuoro, Molinaro, recante: “Task Force Venezuela presso la Farnesina, Deputato Amerigo De Grazia, Italo-venezuelano, originario di San Pietro in Amantea (CS), detenuto presso il centro di tortura di Helicoide, candidato alle recenti elezioni con l’opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di saluti e di detenzione”

Il Consiglio regionale della Calabria,

Task Force Venezuela presso la Farnesina, Deputato Amerigo De Grazia, Italo-Venezuelano, originario di S. Pietro in Amantea (CS), detenuto presso il centro di tortura di Helicoide, candidato alle recenti elezioni con l’opposizione al regime di Maduro. Richiesta di informazioni sullo stato di salute e di detenzione.

Premesso che:

il Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha istituito, presso la Farnesina, una Task force Venezuela, su indicazioni del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, tanto perché risultano scomparsi, all’esito delle recenti elezioni, numerosi oppositori politici italo-venezuelani. Ed infatti, il dopo elezioni, nello Stato del Venezuela, è stato caratterizzato da una forte repressione verso gli oppositori politici, come unico programma di governo di Maduro, mediante carcerazioni, torture, omicidi, con espressa violazione delle elementari regole della democrazia sulle quali poggia l’intero costrutto della nostra Costituzione.

Risulta essere scomparso, tra gli altri, anche Amerigo De Grazia, originario di S. Pietro in Amantea (CS), già due volte Sindaco di Piar, due volte Consigliere regionale, due volte Deputato nel Parlamento.

Amerigo De Grazia è un politico italo-venezuelano, fermo oppositore del regime Maduro, che si è contraddistinto per aver sempre lottato contro le violazioni dei fondamentali diritti dell’uomo.

Nelle elezioni del periodo 2015-2020 è stato eletto per la seconda volta come deputato al Congresso Nazionale del Venezuela, raggiungendo i 65.307 voti, così diventando una delle voci più importanti dell’opposizione nonché per tutti gli elettori che auspicavano un cambiamento del paese; ha rivestito la carica di Presidente della Commissione di Energia e Miniere del Congresso affrontando le problematiche relative alla cattiva gestione delle risorse naturali, da parte dello Stato, discostandosi dalla politica del regime.

La sua incessante e continua denuncia contro le violazioni dei diritti umani e la corruzione dilagante nel paese lo ha reso un nemico del regime che nell’anno 2019 ha revocato immotivatamente l’immunità parlamentare costringendolo a rifugiarsi nell’Ambasciata italiana a Caracas dove restò per mesi, prima di rientrare in Italia.

Ritornato in Venezuela nelle ultime elezioni presidenziali del 2024, Amerigo De Grazia ha sostenuto il candidato alla presidenza, Edmundo Gonzales, capo dell’opposizione contro Nicolás Maduro, riuscendo ad essere eletto anche in questa ultima tornata elettorale. Purtroppo, il regime in Venezuela ha iniziato una dura repressione contro gli oppositori politici che hanno contestato la legittimità del risultato elettorale ed il 7 agosto ultimo scorso di Amerigo De Grazia si sono perse le tracce; solo dopo varie richieste, da parte dei suoi avvocati venezuelani, si è appreso che il detenuto è in isolamento mentre viene impedito allo stesso qualsiasi contatto con la famiglia e con i difensori. Inutile ribadire, in questa sede, le violazioni dei più elementari diritti umani nei confronti di Amerigo De Grazia, sequestrato solo perché oppositore politico, senza una contestazione da parte della magistratura inquirente, privato della possibilità di difendersi nonché di esprimere il proprio pensiero politico unitamente a quella di proporre opposizione, rispetto alla maggioranza che governa, secondo le regole sottese allo svolgimento della più elementare democrazia. Il trattamento riservato al De Grazia costituisce una violazione di tutti i diritti sanciti e tutelati dalla Costituzione Italiana agli artt.2,3, 49.

La violazione più grave viene, tuttavia, identificata da questo Consiglio in quella sancita dall’art. 13 della Costituzione, a mente del quale la libertà personale è inviolabile e non è ammessa forma alcuna di detenzione personale né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. E ancora, è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione della libertà.

Dal giorno 07.08.2024 la famiglia, composta anche dai figli, tutti in esilio fuori dal Venezuela, non ha più notizie del proprio congiunto.

Considerato che la figlia Maria Rosa De Grazia, residente in Calabria, nel borgo di S. Pietro in Amantea (CS) ha scoperto che il padre si trova nell’El Helicoide, il centro di tortura più grande dell’America Latina e teme ragionevolmente per la sua incolumità e per la sua vita. Considerato, pure, che risulta assolutamente necessario acquisire informazioni utili circa lo stato di detenzione nonché lo stato di salute del De Grazia;

considerato, inoltre, che sulla tragedia venezuelana non si possono spegnere le luci mentre il Consiglio Regionale della Calabria condanna sin da ora ogni comportamento antidemocratico nello svolgimento delle libere elezioni i cui risultati non devono essere unicamente proclamati ma anche e soprattutto verificabili e verificati da ogni cittadino appartenente ad uno stato democratico.

Tutto quanto sopra premesso ed esposto,

impegna la Giunta regionale

1. di richiedere, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, notizie circa lo stato di detenzione e di salute di Amerigo De Grazia, nato a Upata, Regione Bolivar, Venezuela in data 08.12.1959, arrestato a Caracas e detenuto presso il penitenziario di El Helicoide.

2. Di accertare se in Venezuela sia in corso una visita ispettiva da parte della Commissione della Corte Penale Internazionale per i diritti umani che si sta occupando specificatamente dei prigionieri politici e della loro liberazione.

3. Di verificare se effettivamente siano stati liberati detenuti oppositori del regime che oggi governa il Venezuela.

4. Di incaricare l’Ambasciata italiana in Venezuela di mantenere uno stretto contatto con le istituzioni locali fino alla liberazione del detenuto.

(Allegato)

Mozione numero 108/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro, Neri, De Francesco, Mannarino, Montuoro, recante: “Sostenere la liquidità aziendale delle imprese agricole e della pesca”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

• con D.G.R. n. 301 del 21/6/2024 la Giunta Regionale ha istituito un fondo di garanzia a carattere rotativo, denominato FinAgri Calabria, per la concessione di garanzie dirette su operazioni di rinegoziazione e ristrutturazione delle esposizioni debitorie in essere, con una dotazione finanziaria di euro 25.552.328,00, a valere su risorse FSC 2021-2027, con beneficiari della garanzia diretta fino all'80% le imprese agricole aventi sede operativa sul territorio regionale;

• con D.D.G. n.13728 del 01/10/2024 si sono aperti i termini per presentare le domande di aiuto dal 03/10/2024 al 30/10/2024;

• con D. D.G. n. 15311 del 30/10/2024 sono stati prorogati i termini delle domande di aiuto al 05/11/2024;

• con D.D.G. n.17068 del 28/11/2024 sono stati ulteriormente prorogati i termini per la presentazione delle domande di aiuto al 09/12/2024;

• con i D.D.G. n.18427 del 13/12/2024 e n. 19156 del 24/12/2024 sono state approvate le graduatorie definitive con n.111 aziende agricole ammesse definitivamente per complessive risorse assorbite, per garanzie concedibili di ca. 11,7 milioni di euro rispetto ad una dotazione finanziaria disponibile di euro 25.552.328,00, con il conseguente avanzo di risorse per circa 13,8 milioni di euro.

Rilevato che:

• in Calabria gli Agricoltori percettori di premi PAC sono circa n. 63.000 di cui n. 20.182 imprese agricole che nel 2023 hanno occupato n. 86.759 operai agricoli dipendenti;

ritenuto che:

• le imprese agricole e della pesca calabresi hanno subito danni economici da: emergenza Covid-19, effetti del conflitto in Ucraina, diverse calamità naturali che si sono verificate negli ultimi cinque anni, danni da cinghiali e diverse epizoozie.

Considerato che:

• la cambiale agraria e pesca, nei limiti della capienza degli aiuti "de minimis" di ciascun beneficiario, è lo strumento per assicurare liquidità alle aziende agricole e della pesca;

• si rende necessario sostenere l'accesso al credito, con garanzia regionale diretta fino all'80%, per finanziamenti dell'importo massimo del 50% dei ricavi registrati dal richiedente nell'anno precedente e comunque entro la soglia del de minimis con durata massima di cinque anni, di cui massimo due di preammortamento.

Tutto quanto sopra premesso e considerato,

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a destinare le somme non utilizzate del Fondo Regionale per la Continuità e la Crescita delle Imprese Agricole - "FinAgri-Calabria", a carattere rotativo a valere su risorse FSC-Calabria 2021-2027, per assicurare la necessaria liquidità finanziaria alle imprese agricole e della pesca, in forma individuale o societaria, ai sensi dell’articolo 1 del D.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, con lo strumento della cambiale agraria e della pesca, con garanzia diretta dell'80% nei limiti della capienza degli aiuti de minimis di ciascun beneficiario.

(Allegato)

Mozione numero 109/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Bruni, Bevacqua, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, De Francesco, Tavernise, recante: “Centro per la fibrosi cistica presso l’Ospedale di Lamezia Terme”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

- con DCA n.360 del 20.11.2024, pubblicato sul BURC n.241 del 21 novembre 2024, nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, l'Unità Operativa del Centro per la Fibrosi Cistica è stata accorpata alla Unità Operativa di Pneumologia;

- quanto deliberato col DCA 360/2024 ha determinato una fortissima preoccupazione nei pazienti e nelle loro famiglie;

- sin dalla sua istituzione il Centro per la Fibrosi Cistica è stato sempre accorpato alla Unità Operativa Complessa di Pediatria, così come avviene in tutte le regioni;

- il Centro citato rappresenta un’eccellenza unica in Calabria, offrendo cure indispensabili per la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti affetti da tale patologia, una malattia cronica e multiorgano;

- la Legge n. 548/1993 stabilisce l’obbligo per le Regioni di istituire un Centro di riferimento regionale specializzato nella cura della Fibrosi Cistica;

- la ricollocazione rischia di creare un vuoto assistenziale pregiudizievole per i pazienti e le loro famiglie.

Considerato che:

- il Centro lametino è divenuto nel corso degli anni Centro di riferimento al punto di ospitare la formazione di personale di altre sedi con fondi erogati dalla Lega Nazionale Fibrosi Cistica;

- nel Centro si gestiscono pazienti ormai adulti e, soprattutto, in età evolutiva si sono create equipe multidisciplinari integrate e multiprofessionali, instaurando PDTA con altri Reparti e Servizi dell’Ospedale;

- a tal fine, è stata perfezionata la modalità di screening neonatale, per cui tutti i nati positivi della Regione Calabria effettuano il test al sudore in tempi brevi e per questo è stata acquisita una strumentazione di ultima generazione che in Italia possiedono solo altri due Centri;

- questo sviluppo si è sostanziato anche con l’accesso al Registro nazionale per la Fibrosi cistica ed ai Registri AIFA.

Rilevato che:

- in questo contesto si registra, pur tra molte difficoltà, un’elevata soddisfazione dei pazienti e non ci sono segnalazioni di disservizio, sebbene trattasi di pazienti molto complessi;

- grazie alla presenza del Centro per la fibrosi cistica accorpato alla Pediatria presso Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme si è registrato il dato più importante e cioè la riduzione della migrazione sanitaria: attualmente circa 140 pazienti complessi sono in carico al centro.

- la modifica dell’attuale assetto organizzativo, contenuto nel DCA n. 360/2024 sopra richiamato, prevede di aggregare un Centro con vocazione pediatrica all’area medica con la conseguenza di compromettere seriamente la logica funzionale dell’approccio della Fibrosi cistica sempre più polarizzata sulla pediatria e sulle gestanti;

- la citata perplessità è rafforzata dall’osservazione della realtà nazionale: i Centri per la fibrosi cistica sono perlopiù aggregati alle Pediatrie (le eccellenze, infatti, sono negli Ospedali Pediatrici Bambin Gesù e Meyer);

- la continuità assistenziale, specie per patologie complesse come la Fibrosi Cistica, non può essere garantita senza strutture dedicate e personale adeguatamente formato.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna il Presidente della Giunta regionale

- a voler rimodulare il DCA 360/2024 mantenendo il Centro di Fibrosi Cistica nella Unità Operativa Complessa di Pediatria presso l'Ospedale di Lamezia Terme con l’attuale configurazione organizzativa come punto di riferimento per la cura e la prevenzione, riservando, eventualmente, un Centro per adulti ad un Ospedale ‘hub’.

(Allegato)