XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

N. 26

__________

 

SEDUTA Di LUNEDì 15 MAGGIO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

 

Inizio lavori h. 14.58

Fine  lavori h. 19.45

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 14.58

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CAPUTO Pierluigi, Segretario questore f.f.

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Aveva chiesto la parola il collega Giannetta. Ne ha facoltà.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Grazie, Presidente, intervengo solo per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori dell'ordine del giorno, protocollato con numero 9668 del 12 maggio 2023, ad oggetto: “Chiusura della galleria della Limina, con consequenziale richiesta di monitoraggio, programmazione lavori e gestione dei disagi”. Grazie.

PRESIDENTE

Votiamo per l’inserimento dell’ordine del giorno richiesto dal collega. L’ordine del giorno è inserito.

Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente, volevo chiedere l'inserimento della mozione numero 52/12^ del 9 maggio 2023 “In materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale protetta”.

PRESIDENTE

Collega, è la numero 53/12^, la 52/12^ l'aveva ritirata. Votiamo per l'inserimento della mozione numero 53/12^. La mozione è inserita.

Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente, chiedo anche io l'inserimento di una mozione ai sensi dell'articolo 119 del Regolamento interno avente ad oggetto: “Istituzione dell'Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda per il governo della sanità della regione Calabria “Azienda zero””.

PRESIDENTE

Votiamo per l'inserimento della mozione. La mozione è inserita.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 122/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC)”

PRESIDENTE

Avviamo i lavori col primo punto all'ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 122/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)”.

Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente, buongiorno a tutti.

La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 5 maggio scorso.

La proposta è relativa al bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC).

Alla seduta di Commissione hanno partecipato, su delega del Direttore generale, dottor Leuzzi, il Dirigente ARSAC, il Dirigente di settore del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, ingegnere Cerchiara; il dipartimento Economia e Finanza, invece, ha trasmesso una nota con la quale, fermi restando i rilievi, le riserve e le raccomandazioni dell'istruttoria di competenza e quelle espresse nell'istruttoria dal Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, ritiene che non ci siano motivi ostativi all'approvazione della proposta di bilancio di previsione 2023/2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese da parte del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti.

L’organo di controllo evidenzia che il bilancio di previsione proposto rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza. Gli equilibri di parte corrente vengono posti in pareggio dalle previsioni di parte capitale. Il Revisore unico dei conti ha: verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, dei principi previsti dall'articolo 162 del TUEL e dalle norme del decreto legislativo 118/2011 e dai principi contabili applicati numero 4/1 e 4/2 allegati al predetto decreto legislativo. Rilevata la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio, l’organo di revisione, con verbale numero 35 del 19/01/2023, esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2023-2025 e sui documenti allegati.

Il Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, nell'istruttoria di competenza, ha provveduto a verificare il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla vigente normativa in materia di spending review, rilevando che il contenimento della spesa è stato complessivamente garantito; altresì, il Dipartimento ha riscontrato che l'Ente ha imputato correttamente le somme stanziate negli anni 2023, 2024 e 2025 a titolo di contributo ex legge regionale numero 66/2012.

Conclusivamente, il Dipartimento vigilante esprime parere favorevole al bilancio di previsione 2023-2025.

Il Dipartimento economia e finanze evidenzia che, sulla base dei dati, risulta che con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa sono garantiti sia gli equilibri contabili, tra cui la quadratura delle cosiddette partite di giro, sia la presenza di un saldo finale di cassa non negativo; il Dipartimento aggiunge, altresì, che il raggiungimento degli equilibri di bilancio viene ottenuto anche attraverso l'applicazione del risultato di amministrazione presunto per un totale di euro 2.281.478,14, nel rispetto dei principi contabili applicati alla contabilità finanziaria di cui all’allegato 4/2 del decreto legislativo 118/2011 e nei limiti di cui alle disposizione introdotte dall'articolo 1, comma 897, della legge 145 del 2018.

Con riferimento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento rileva che lo stesso sembrerebbe essere congruo; tuttavia raccomanda all'Ente di verificare, durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del fondo in esame, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.

Relativamente alla previsione del Fondo Pluriennale Vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.

A conclusione dell'istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC) al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Sul bilancio, come tra l'altro ho avuto anche modo di affermare nella Commissione competente, registro un approccio, purtroppo, esclusivamente di natura tecnico- burocratica e, pur tuttavia, questo è un bilancio ingessato; è un bilancio ingessato dal punto di vista delle risorse economiche-finanziarie, ed è un bilancio - questa è la cosa politica più rilevante - ingessato dal punto di vista della programmazione, dell’ approccio politico e strategico e della capacità che un governo regionale dovrebbe attribuire ad un Ente importante come questo per la missione fondamentale che assolve e che svolge; intanto è ingessato dal punto di vista economico-finanziario, perché tra i compiti - lo vorrei ricordare a quest'Aula - dell'ARSAC c'è l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura calabrese mediante azioni di divulgazione.

Vorrei far rilevare che per questa finalità nel bilancio vengono individuate appena 4.000 euro e, sinceramente, non capisco con queste risorse quali possano essere le azioni di divulgazione che si dispiegano in un settore strategico come questo dell'agricoltura e dell'agroindustria e dell'agroalimentare.

Poi, come dicevo, c'è questo atteggiamento quasi tecnico-burocratico da parte del governo regionale e - credo io - dell'Assessore competente: non esiste una visione strategica, non dico degli enti strumentali, ma di questo Ente che interagisce in uno dei segmenti dell'economia calabrese tra i più importanti, il settore primario, cioè il settore dell'agroindustria e dell'agroalimentare.

Eppure - lo dico all'assessore competente - in questi mesi sono stati licenziati provvedimenti amministrativi rilevanti, cospicui, con finanziamenti di un certo rilievo. Penso, per esempio, al Piano di sviluppo rurale, per 800 milioni di euro; penso al Piano della forestazione che abbiamo licenziato la volta precedente, senza che abbia un'idea di forestazione di sistema e complessiva; penso all'ARSAC per la quale ogni anno si reitera questo atteggiamento esclusivamente di dimensione ragionieristica, senza un'anima, senza un corpo, senza una visione strategica. Poi, ancora, in questo settore interagiscono strumenti di fondamentale rilevanza strategica e politica; mi riferisco alla strategia delle zone interne. In Calabria esistono, vivaddio, due azioni che vanno in questa direzione: abbiamo la strategia nazionale delle zone interne e abbiamo la strategia regionale delle zone interne.

Allora è possibile che l'Assessore, la Giunta regionale non avvertano la necessità, il bisogno di avere un'idea di approccio, di programmazione e di pianificazione strategica di sistema in settori nevralgici della vita e dell'economia calabrese? È per questa ragione che io nella Commissione bilancio ho rilevato e fatto queste osservazioni e mi sono astenuto, così come mi asterrò, e penso e mi auguro si asterrà tutto il gruppo.

Tra l'altro, abbiamo fatto parecchie volte delle osservazioni anche specifiche a cui ci è stata data risposta con degli atteggiamenti di carattere molto vacuo e generico.

Abbiamo chiesto a che punto è lo stato della gestione liquidatoria dell'ARSA e ci viene sempre ripetuto che c'è un cronoprogramma. Ma possiamo conoscere dall'Assessore lo stato dell’arte? A che punto è questo cronoprogramma?

Nel ribadire queste osservazioni, vorrei che l'Assessore regionale competente rispondesse intanto a questi rilievi sullo stato di liquidazione dell'ARSA. Lo considero importante dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista della programmazione di sistema in settori nevralgici della vita dell'economia calabrese.

Ribadisco, Assessore, perché forse non ha ascoltato che noi abbiamo una cospicua capacità di risorse in settori importanti che sono: il Piano di sviluppo rurale, che è stato approvato, per 800 milioni di euro; abbiamo due strategie che interagiscono in Calabria, la strategia nazionale e la strategia regionale delle zone interne; abbiamo, appunto, questo approccio dell'ARSAC che svolge una funzione importante e ho detto che per l'azione di divulgazione sono state destinate appena 4.000 euro. Cifre risibili!

Allora, per questa ragione chiederei all'Assessore - lo dico con molta franchezza e con spirito collaborativo, costruttivo - se non fosse il caso di dedicare a questi aspetti della vita economica rilevante della nostra Regione una seduta di Consiglio apposita, per avere un quadro d'insieme e capire qual è l'azione di programmazione e di pianificazione che si intende attivare, per un approccio di sistema che consente di interagire con tutti gli altri settori che vanno dal settore primario, che è l'agricoltura, a quello dell'agroindustria e dell'agroalimentare. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Colleghi tutti, buon pomeriggio. La discussione in merito all'approvazione del bilancio preventivo 2023-2025 ARSAC rappresenta l'occasione per rimarcare il fatto che tra le finalità ed i compiti dell'ARSAC vi sono l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura calabrese, mediante azione di divulgazione, sperimentazione e trasferimenti di processi innovativi al sistema produttivo agricolo, agroalimentare e agroindustriale. Nel corso degli anni la predetta attività è stata svolta in modo egregio dai dipendenti dell'Ente. A causa del blocco delle assunzioni e del mancato turnover che dà crescente impiego del suddetto personale presso il Dipartimento agricoltura, in ruoli prettamente amministrativi, per soddisfare i bisogni relativi alle attività istituzionali del Dipartimento medesimo o dall'ente pagatore ARCEA, di fatto, ora, senza l'approvazione dell’atto aziendale definitivo, si rende inefficiente l'Azienda.

La problematica è stata già oggetto di discussione in Commissione di vigilanza in data 21 marzo 2023, in occasione dell'audizione del Direttore generale dell'Ente, dottor Bruno Maiolo, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Ente e aggiornamenti in merito al piano di liquidazione ARSA; quindi, se si vuole mantenere in vita un Ente importantissimo per il settore agricolo calabrese, non si può più rimandare l'approvazione dell'atto aziendale definitivo, ciò perché, solo dopo l'approvazione dello stesso, l'Azienda potrà, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 10, comma 5, della legge 66 del 2012, procedere con nuove assunzioni o realizzare il turnover e, così facendo, continuare ad espletare le molteplici attività in virtù della mission adesso affidata dalla legge istitutiva. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Signor Presidente della Giunta, colleghi Assessori, signor Presidente del Consiglio, colleghi consiglieri, credo che questa discussione anche sull'approvazione di un bilancio, peraltro di un Ente sano dal punto di vista economico-finanziario - non è per nulla scontato in una Regione come la nostra - sia di grande importanza perché è legata ad un mondo, quello dell'agricoltura, che in questo momento riceve attenzioni e sviluppa curiosità al di fuori dei confini regionali, per quanto si sta costruendo attorno a questo mondo che è in questo momento abbastanza dinamico ed effervescente.

Su questa attenzione, su questo interesse non c'è assolutamente da parte di ARSAC una indifferenza, perché quello che si è costruito finora vede comunque protagonisti - lo ricordavano i colleghi - molti dipendenti di ARSAC nel contesto del Dipartimento che - voi lo sapete bene - è assolutamente depauperato di quelle di figure specifiche e professionali. Quindi si ha una presenza importante di dipendenti ARSAC anche all'interno del Dipartimento per le attività di ARCEA, l'ente pagatore; si tratta di agronomi che svolgono queste funzioni, oltre quella importante di divulgazione e una funzione di attenzione sui territori; si pensi, ad esempio, alla questione del rilascio dei patentini che non è secondaria, i corsi di aggiornamento per ogni singolo agricoltore e ogni singolo imprenditore che vengono svolti dai funzionari, dipendenti di ARSAC. Questo non è secondario, sia per quanto attiene alla tutela dell'ambiente sia per quanto attiene alle metodologie di coltivazione sia per quanto attiene ai risparmi sui medicinali o, meglio, le minori utilizzazioni di medicinali; si pensi, altrimenti, anche alle attività di mantenimento di un cospicuo patrimonio immobiliare che viene salvaguardato, manutenuto e, in questo momento, anche difeso rispetto ad attacchi di terzi in un Ente che per molti anni - lo ricorderà il consigliere Mammoliti - è stato commissariato e, quindi, non ha avuto grandi attenzioni. In questo momento, però, ha un'attenzione anche rispetto a dinamiche di sviluppo, per esempio, quando parliamo di sviluppo possiamo parlare dei fascicoli che vengono istruiti da ARSAC per ogni riconoscimento, dal finocchio IGP di Rocca Imperiale alle pesche nettarine al peperoncino di Calabria, in cui ARSAC ha sempre un’azione specifica dal punto di vista scientifico; o, ancora, all'attività di promozione che noi svolgiamo in Italia e all'estero e che vede sempre protagonista ARSAC in maniera attiva con i suoi dipendenti che - lo devo dire - ho visto lavorare di giorno, di notte, di sabato e di domenica senza battere ciglio, in esecuzione anche di un progetto più importante che è quello della promozione dei prodotti calabresi.

Quindi, per un verso certamente è un Ente in equilibrio e credo che questo non possa essere negato, per altro verso è un Ente che svolge delle attività che magari non finiscono sui giornali con titoli di prima pagina, ma sono attività fondamentali per la costruzione e lo sviluppo di un'agricoltura più robusta e anche più sostenibile sui territori.

Quando ci viene indicato, invece, cosa su questa attività e su questo Ente si possa fare in più, ad esempio approvando l'atto aziendale, in un momento in cui naturalmente c'è una esigenza anche di svecchiamento, di ricambio generazionale - molti sono i dipendenti che, prima o dopo, in questi anni stanno andando in pensione, sia per la parte della contrattualistica privata sia per la parte della contrattualistica pubblica - ebbene, anche su questo, sull'idea di un'approvazione di un nuovo atto aziendale e di una mission rinnovata, rilanciata di ARSAC, è chiaro che ci sono una dialettica interna e e un ragionamento interno anche con il Presidente della Giunta regionale che dà grande attenzione a questo Ente e agli altri enti sub regionali, fondamentali per lo sviluppo di questi settori. In questo caso parliamo di agricoltura che è settore nevralgico, ma è chiaro che una discussione, un ragionamento ulteriore, un confronto ulteriore, noi l’accogliamo, così come su tutti gli altri temi che riguardano l'agricoltura. Io rimanifesto, Presidente, la disponibilità, quando lo vorremo, ad avere una discussione, un confronto sui temi dell'agricoltura in linea generale, anche per parlare di numeri, per parlare di evoluzioni, per parlare di tutto ciò che in questi anni si è fatto perché può essere l'occasione per presentare al Consiglio dei risultati che credo siano interessanti.

Stamane sono stato a Palmi, dove si svolge un concorso internazionale fra i più importanti del settore dell'olio, organizzato da dipendenti ARSAC, patrocinato da un dipendente ARSAC, un funzionario che è fra i più grandi esperti mondiali dell'olio; si chiama Antonio Lauro ed è di Palmi. Era affiancato da altri dipendenti ARSAC. Si tratta di un concorso del quale non si sa nulla perché finora non è stata fatta promozione e coinvolge 700 campioni, provenienti da 5 continenti e da 26 Paesi, 20 giudici, provenienti anche dal Giappone o da altri Paesi del mondo intero.

Credo che questo vada a merito anche di chi con professionalità lavora in ARSAC. Dal prossimo anno, se il presidente Occhiuto sarà d'accordo, se la Giunta regionale sarà d'accordo, promuoveremo questo concorso che già è fra i più rinomati a livello mondiale.  Lo abbiamo fatto tutto sommato lo scorso anno per il Concours Mondial de Bruxelles che si sta svolgendo e si è chiuso ieri in Croazia nella edizione 2023. Un giurato, anche con nostalgia nei confronti dell'edizione calabrese del 2022 - questo lo diciamo con orgoglio - mi ha messaggiato dicendo che i 300 giudici, che di solito sono sempre gli stessi, rimpiangevano l'organizzazione dell'edizione 2022 in Calabria. Credo che questo debba essere per noi un orgoglio e ARSAC in questo è stata protagonista. ARSAC sarà protagonista, con i suoi uomini, di questo concorso internazionale sull'olio che per noi è più importante del settore vitivinicolo dove noi produciamo 15 milioni di bottiglie di qualità, ma non abbiamo i numeri che abbiamo nel settore olivicolo dove siamo i secondi produttori in Italia di olio che, naturalmente, va imbottigliato e va spinto verso la qualità. Credo che un concorso che possa promuovere tutto questo, in un territorio che è particolarmente vocato per la produzione di olio, possa rappresentare uno dei migliori viatici per uno sviluppo ulteriore di un settore al quale teniamo moltissimo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 153/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifiche alla legge regionale 3 agosto 1999, n.20 (Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria – ARPACAL)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 2, la proposta di legge 153/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante:” Modifiche alla legge regionale 3 agosto 99, numero 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - Arpacal)”.

Cedo la parola al consigliere Raso per illustrare il provvedimento. Prego, collega.

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge è finalizzata a modificare la legge numero 20 del 1999 di istituzione dell'ARPACAL. In particolare, viene modificato l'articolo 7 della legge citata al fine di rafforzare la Strategia regionale di sviluppo sostenibile. Infatti, tra le attività previste dalla normativa regionale dell'ARPACAL è aggiunta anche la funzione di supporto alla Regione Calabria nelle attività di predisposizione, attuazione e monitoraggio della Strategia regionale di sviluppo sostenibile.

Con la modifica dell'articolo 11, che regolamenta la disciplina del trattamento economico spettante al direttore generale, al direttore amministrativo, al direttore scientifico, si modifica il trattamento economico di queste figure - sottolineo in diminuzione -, infatti viene sostituito il comma 8 dell'articolo 11, equiparando il trattamento economico del direttore generale a quello di dirigenti generali dei Dipartimenti della Giunta regionale, stabilendo che l'inserimento del comma 9, che è il trattamento economico del direttore scientifico e del direttore amministrativo, è pari a quello previsto per il direttore generale, ridotto del 20 per cento. Tali modifiche scaturiscono dal fatto che, nell'attuale formulazione, l'articolo 11 dispone che gli emolumenti delle figure dirigenziali apicali sono uguali al trattamento economico ai vertici delle Aziende sanitarie ospedaliere. Considerato che dal trattamento economico dei direttori generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere è stata eliminata la riduzione del 20 per cento dello stesso trattamento con legge 4 agosto 2022, numero 28, al fine di consentire alla Regione di essere maggiormente attrattiva nella selezione di profili professionali adeguati alla complessità delle attività occorrenti a garantire il conseguimento degli obiettivi del Piano di rientro, di conseguenza, anche gli emolumenti del direttore generale dell'ARPACAL e, di riflesso anche quelli del direttore amministrativo e del direttore scientifico, hanno beneficiato di tale norma, con ciò determinando una situazione di oggettiva disparità di trattamento con gli altri dirigenti apicali degli altri Enti strumentali.

Nel corso delle audizioni della proposta in quarta Commissione, è stato audito il Commissario dell'ARPACAL, generale Emilio Errigo, che ha proposto alla Commissione di inserire nella normativa dei richiami alle modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione, effettuati con legge costituzionale dell’11 febbraio 2022, numero 1, che introduce la tutela dell'ambiente e della biodiversità nell'ambito delle materie tutelate dalla Costituzione della nostra Repubblica, oltre che dai diversi trattati internazionali. Tali proposte sono state accolte con l'approvazione di due emendamenti. La presente proposta è costituita da cinque articoli di cui si chiede l'approvazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Raso. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Su questa proposta di legge ci sono alcuni punti sicuramente condivisibili. Già il collega Billari in Commissione lo ha esternato come Partito Democratico, però, purtroppo, ahimè, in questi mesi si è consumata una vicenda di una gravità eccezionale. Nonostante il sottoscritto, svolgendo il suo ruolo da opposizione costruttiva, già più di un anno fa, abbia chiesto alla Giunta regionale, al Presidente, di seguire quella che è la vicenda sul monitoraggio dei corpi idrici regionali per il quale erano previsti 2 milioni di euro di fondi comunitari, di fondi non regionali per monitorare lo stato di salute del bene più prezioso che c'è nella nostra regione, l'acqua - ho prodotto ben tre interrogazioni, eppure nulla è cambiato - oggi il monitoraggio delle acque calabresi nella nostra regione non vedrà la luce! Si perderanno ben due milioni di euro! Ma la beffa ancor più grave non è solo la perdita dei fondi, quanto che i calabresi non conosceranno lo stato di salute delle acque dei loro mari, dei laghi, dei fiumi, delle sorgenti, quindi anche dei corsi d'acqua sotterranei. Vediamo ogni giorno il Presidente che sorvola in elicottero le coste, droni, lotta agli autospurghi.

“Non faremo sconti a nessuno”: sono state queste le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale.

Allora, io mi chiedo, Presidente: all'Assessore all'ambiente e a chi dirige l'ARPACAL faremo qualche sconto? Magari i saldi di inizio estate?! Perché perdere 2 milioni di euro per la tutela del bene più prezioso della nostra regione è un fatto gravissimo.

Vorrei ricordare a tutti quanti noi che l'ultimo studio risale al 2019, quando una società esterna, a cui fu dato questo appalto, restituì dei dati drammatici; dal Ministero scrissero in Regione per chiedere di verificare con urgenza quei risultati perché le acque risultavano inquinate, non solo quelle dei mari, ma anche quelle interne.

Oggi, a distanza di 4-5 anni, la Calabria è forse l'unica Regione a non avere questo studio.

Solo a una delle mie interrogazioni fu data risposta e mi si disse che bisognava sbrigarsi, c'era bisogno di avere dei consulenti, degli esperti per effettuare questo monitoraggio, che sarebbe stato fatto un avviso per assumerli. E infatti, da lì a poche settimane, fu pubblicato un avviso per l'assunzione di 8 consulenti. Peccato, però, che quell'avviso poche settimane fa è stato revocato e quindi rende inattuabile il progetto di monitoraggio.

E allora, mi sarei aspettato intanto la presenza dell'Assessore all'ambiente: si parla di ARPA, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, la più importante nella nostra Regione, che deve tutelare la qualità delle acque, dell'aria, dei nostri territori, si presenta una proposta di legge per modificarla - anche questo, collega Raso, condivido - con interventi anche costruttivi, accettabili e manca l'Assessore.

Allora io dico: se sconti non se ne fanno a nessuno, cerchiamo quantomeno di non farli a noi stessi, quando si sbaglia un progetto della durata di due anni che ha inizio con l’avvio del mandato Occhiuto, quindi di totale responsabilità di questa amministrazione regionale. Una volta tanto non sentiremo parlare di Oliverio, Scopelliti, tornando indietro fino agli anni ‘70.

Questo era un progetto che è iniziato con questa amministrazione, per il quale io più volte, in maniera costruttiva, ho detto “attenzione che rischiamo di perdere i soldi e non dare ai calabresi uno studio sulla qualità delle acque”.

Non sono stato in silenzio aspettando che sbagliaste per poter dire avete sbagliato. No! In maniera leale ed onesta ho detto “attenzione, spendiamo questi soldi” non perché fallisce il presidente Occhiuto o falliamo noi, ma perché fallisce un'intera Regione.

Mi auguro che il presidente Occhiuto, come ha fatto per l'acquisto dei gadget, come ha fatto per un infermiere che si è rivolto male con un ragazzino, anche questa volta, in maniera autorevole, intervenga per prevedere quantomeno una soluzione e programmare dei nuovi fondi a disposizione per effettuare questo monitoraggio, ormai con i prossimi fondi di Programmazione comunitaria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Questo è un punto che è stato ampiamente discusso in Commissione ambiente e territorio. È un punto all'ordine del giorno che abbiamo votato già positivamente in Commissione perché prevede il rafforzamento di quelle che sono le funzioni di ARPACAL per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, proprio perché riconosciamo nella tutela dell'ambiente un diritto, nel vero senso della parola, dei cittadini calabresi.

E tanto sta facendo il presidente Occhiuto proprio per quanto riguarda il monitoraggio, la depurazione. Un'azione che forse negli anni non era stata mai attivata: il fatto di voler mettere mano a quella che è la depurazione e di dare ai cittadini calabresi un mare pulito. Già l'anno scorso abbiamo raggiunto risultati importanti e sono sicura che anche quest'anno, attraverso questa azione forte, con il coinvolgimento in particolar modo di ARPACAL, otterremo risultati ancora più importanti.

Quanto lei dice che c'è stata un'interruzione rispetto all'azione di ARPACAL, non è assolutamente vero, perché l'impegno è finalizzato a continuare questa azione. Questa proposta di legge prevede ancora, così come dicevo all'inizio, un maggior rafforzamento del monitoraggio e della tutela.

E quando lei dice che si perdono 2 milioni di euro, non è assolutamente vero, perché i termini di scadenza dell'impiego di queste risorse finanziarie sono il 31/12/2023. Ancora abbiamo tanti mesi davanti e abbiamo anche la certezza, conoscendo l'azione amministrativa forte che va in questa direzione, che questo progetto possa essere portato a conclusione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Straface. Ha chiesto intervenire il collega Laghi. Prego, ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Vorrei ribadire quanto è emerso in Commissione per quanto riguarda il supporto a questa legge che è stata inviata in Aula con votazione favorevole all'unanimità. Puntualizzato questo, vorrei anche sottolineare un paio di aspetti, rapidamente, sulle caratteristiche e sulle peculiarità dell'ARPACAL.

In realtà, molto spesso all'ARPACAL viene attribuito un ruolo che non ha: un ruolo ambientale, ma anche un ruolo sanitario. L'ARPACAL, l’ARPA, è in realtà un'Agenzia regionale che va a monitorare aspetti come l'acqua, l'aria e così via. Non ha un mandato di intervento sanitario.

Sarebbe stato forse opportuno - e si farà in tempo prospetticamente - dettagliare meglio l'ampliamento delle funzioni di supporto che l'Arpacal deve avere nei confronti della Regione. Ben venga il potenziamento dell'Arpacal, fra l'altro, attualmente diretta dal generale professore Errigo, che è persona assolutamente di grande livello e unanimemente apprezzata per le cose che ha fatto e per le cose che fa e che dice.

Un'ultima notazione di fondo: personalmente e anche come Associazione a cui appartengo, “ISDE Italia medici per l'ambiente”, ritengo che, semmai ci fosse un peccato originale nelle ARPA italiane, regionali, sia quello che sono enti strumentali della Regione. Per la natura dell'attività che loro svolgono, le ARPA dovrebbero essere svincolate dal rapporto con la politica, proprio perché hanno, obiettivamente, un ruolo di terzietà e cioè di produrre dati che poi la politica deve utilizzare per interventi puntuali, che non sono interventi delegati all'ARPACAL. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Raso. Ne ha facoltà.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Intervengo soltanto per rispondere al collega Alecci. La Calabria non ha perso nulla al momento, perché il programma si può effettuare entro il 31/12/2023. Quindi, non si è perso nulla. L'avviso è stato revocato perché non c'erano le condizioni di legge per proseguire. Comunque, l'ARPACAL sta intervenendo per avere tutte le forze in campo. Però, vorrei pure fare un'osservazione: mai nessuna Giunta regionale che io mi ricordi - lo dico sempre, ho fatto il sindaco - nel mese di aprile, marzo ha chiamato i Sindaci della costa, tutti i Sindaci costieri della regione per chiedere come fosse lo stato e per monitorare la situazione. La Regione sta organizzando pure un programma di investimento, infatti venerdì scorso c'è stata la scadenza di un avviso. Quindi, già ad aprile e maggio, non nel mese di agosto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Raso. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Mi ero riproposto di non intervenire a questa riunione del Consiglio regionale, anzi mi scuso col Presidente, i consiglieri, ma fra poco dovrò lasciare il Consiglio regionale perché sono impegnato a Vibo in una riunione organizzata dalla Prefettura di Vibo per riavviare il Tavolo di monitoraggio sull’Ospedale di Vibo.

Però anche io, come alcuni consiglieri, sono stato stimolato dall'intervento del consigliere Alecci e persino un po’ sorpreso, perché - lo ha rilevato il consigliere Laghi - questa proposta di legge - così mi pare di aver capito - è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione. Lo vorrei ricordare: è una proposta di legge che nella sostanza riduce l'indennità del direttore generale dell'Arpacal, che in Calabria era tra i più pagati.

Quindi, fa una cosa virtuosa, ogni tanto ci piacerebbe che le opposizioni riconoscessero quando la maggioranza o il Governo regionale propongono qualcosa di virtuoso, soprattutto per il governo di Enti strumentali - qui ha ragione il consigliere Laghi - che dovrebbero svolgere una funzione indipendente dal governo regionale e non la svolgono per una disposizione contenuta nella legge quadro nazionale.

Nonostante questo, noi abbiamo deciso di nominare alla guida dell'Arpacal un uomo che la sua indipendenza se l'è guadagnata dimostrandola nella sua vita, perché è un generale della Guardia di finanza che non fa certamente quello che gli dice il governo regionale o la politica, proprio perché avvertiamo la necessità che ARPACAL debba svolgere, in un regime di assoluta indipendenza, un lavoro importante nella direzione dell'ambiente, ma anche in quella della salvaguardia della salute dei calabresi.

Anche qui, io vorrei che, in un impulso di onestà intellettuale, qualcuno riconoscesse le differenze col passato, perché come sapete io non ho mai dato corso a epurazioni, a liste di proscrizione e, nel caso di specie dell'Arpacal, alla sua guida c'era un bravo dirigente politico, un ex parlamentare del PD, un ex consigliere regionale del PD, che io ho mantenuto in carica, perché ho ritenuto che avesse comunque delle competenze e che non bisognasse avere dei pregiudizi nei confronti della politica, al di là del suo colore. L’ho mantenuto nelle sue competenze, perché peraltro era stato il proponente della legge costitutiva dell'Arpacal, quindi aveva maturato delle esperienze, delle competenze. E poi, però, tutto finisce. Alla scadenza abbiamo deciso di individuare un profilo che avesse, appunto, questi requisiti di indipendenza, come quelli che ha il generale Errigo. Però anche su questo, anche sul modo di scegliere le persone, a volte vorrei che in un impeto di onestà intellettuale venissero riconosciute le differenze; invece, con delusione, riscontro che in ogni occasione, anche in quelle in cui si esprime un parere favorevole, perché non si può fare diversamente, su una legge che fa qualcosa di virtuoso, perché riduce l'indennità e quindi i costi per i cittadini calabresi dell'indennità del Commissario non vengono riconosciute.

Peraltro, vorrei segnalarvi che io non ho detto una parola, non c'è un comunicato stampa della Giunta, non c'è una dichiarazione del Presidente, eppure questa proposta l'abbiamo fatta in Giunta mesi fa, ma anche su queste cose a volte si utilizza l'occasione per fare polemiche, agganciandosi a questioni che nulla hanno a che fare col merito delle leggi che approviamo.

Ho dato dimostrazione, credo, di non risparmiarmi nell'impegno, cerco di fare tante cose: è normale, alcune mi riescono, molte altre non mi riescono come vorrei, ma proprio sull'ambiente e sul tema della depurazione credo di aver concentrato molti sforzi e non ricordo Presidenti di Regione, di nessun colore politico, che abbiano concentrato la stessa quantità di sforzi sulla depurazione o sull'ambiente.

Sulla depurazione, in particolare sulla qualità delle acque, credo che questo governo regionale abbia investito anche risorse ulteriori a quelle che erano state destinate nella stagione passata e anche in questa stagione. Per cui, trovo davvero lunare che si vada a trovare la pagliuzza, senza guardare le travi del passato.

Contestate l'attività del governo regionale su qualsiasi attività, ma credo che sulla depurazione, sull'ambiente, gli impegni che questo governo regionale ha tentato di produrre, con risultati che non sono facilmente conseguibili in brevissimo tempo non siano contestabili.

Qui, è vero, anche io ho fatto un errore di valutazione appena mi sono insediato: sono andato a scaricarmi i dati dell'ISPRA sulla depurazione dei fanghi in Italia e ho scoperto che la Puglia depurava 300.000 tonnellate di fanghi all'anno. Ho detto: “La Calabria è su per giù la metà della Puglia, ne depurerà 150.000, forse 130.000”. Beh, per l'ISPRA invece, la Calabria depurava semplicemente 30.000 tonnellate di fanghi. Significa che tutto il resto andava a mare. E lì ho fatto un errore di valutazione e anche di ottimismo. Lo smaltimento dei fanghi nei depuratori - lei lo sa, consigliere Alecci, perché è stato Sindaco - non è una competenza della Regione, è una competenza dei Comuni che a volte, a causa delle ristrettezze finanziarie, affidano questo compito a società di gestione.

In Calabria non sempre le società che si occupano di questa attività sono performanti, diciamolo fra virgolette.

Ho pensato: “Se li smaltisce la Regione in danno di queste società, probabilmente, si risolve il problema”.

Avevo fatto rilevare lo stato dell’arte nelle vasche dei depuratori e avevo visto che, in alcuni depuratori, c’erano dei fanghi cristallizzati da anni, che non si smaltivano e li abbiamo smaltiti, facendo una cosa che la Regione non avrebbe dovuto fare perché non rientrava tra i suoi compiti. Abbiamo svolto un'azione – come vogliamo definirla?! – vicaria, sussidiaria, ma non era – lo ripeto – di competenza regionale.

Perché dico che fu un errore di valutazione?

È stato buono averlo fatto: non è stato questo l’errore. Pensare che questo potesse rappresentare la soluzione o una soluzione al problema, quello sì è stato un errore di valutazione. Perché? Perché, poi, ci siamo resi conto che il tema non era solo quello dei fanghi che stavano nei depuratori, ma anche quello dei depuratori che da anni non erano manutenuti.

La Calabria – per inciso – in rapporto agli abitanti equivalenti è una delle Regioni con il maggior numero di depuratori perché ne ha 539. Questo la dice lunga sulle scelte fatte in passato e non è una questione di colore politico, ma – ripeto – di come sono state fatte le scelte in passato: è stato fatto un sistema della depurazione senza nessuna progettazione, programmazione, senza nemmeno capire quali fossero i fabbisogni.  

Ho riscontrato che questi depuratori, in alcuni casi, avevano quadri elettrici divelti, non funzionavano le pompe di sollevamento che, addirittura, non erano localizzate nel territorio regionale: non si sapeva dove fossero e, quindi, è stata effettuata una ricognizione di tutte le pompe di sollevamento.

Abbiamo chiamato i sindaci e, anche grazie al contributo straordinario offerto, oltre che dai Prefetti, dalle Procure della Repubblica coinvolte, siamo riusciti a intervenire sulla qualità della depurazione svolta dai depuratori.

Qual è stato il risultato? Abbiamo conseguito un risultato, un beneficio, che quantifico nell'ordine del 30-40 per cento, perché, poi, c’era nell’ambito della depurazione, un problema consolidato legato al fatto che abbiamo molte procedure di infrazione per mancato collettamento; ci sono, infatti, interi agglomeranti – a volte porzioni grandissime di territori comunali – che non sono collettati, che scaricano al di fuori del sistema della depurazione e ci sono imprese che non sono collettate e che non hanno la cultura della depurazione. Abbiamo fatto anche delle denunce e, come sapete, c'è stata una denuncia penale sulla vicenda dello scarico di idrocarburi a Gioia Tauro, nel depuratore CORAP gestito da un'altra società, dove, addirittura, scaricavano idrocarburi.

Questa è una regione – lo sappiamo e lo sapete perché fate i consiglieri regionali e, quindi, conoscete il territorio – dove, anche quando c’è la siccità, i torrenti sono sempre in piena perché, a volte, sono delle fogne a cielo aperto che scaricano di tutto in mare.

Stiamo intervenendo per rifare quello che è stato fatto l'anno scorso e anche ad aggiungere un quid perché sono riuscito a convincere il Governo nazionale ad esprimere parere favorevole ad un emendamento che avevo fatto preparare e presentare da qualche parlamentare al Senato o alla Camera - non ricordo - e che poi è diventato legge, consentendo alle Regioni di regolamentare l'attività dell'autospurgo.

Abbiamo 65 autospurgo in Calabria: moltissimi, la maggior parte di questi, lavorano rispettando tutte le regole.

Suppongo che, poiché abbiamo 4000 cosiddetti pozzi neri e depuriamo in maniera tracciata così pochi fanghi, ci siano alcuni che questo lavoro molto virtuoso non lo fanno.

Attraverso l’emendamento di cui parlavo, se riusciamo e se facciamo in tempo, avremo la possibilità di mettere sugli autospurgo dei GPS e di fare una centrale operativa per verificarne il percorso e regolamentarne l'attività per evitare comportamenti che non siano rispettosi dell'ambiente e della salute dei calabresi.

Quindi, stiamo lavorando moltissimo, anche nella direzione di affrontare i temi strutturali legati al collettamento e finalizzati ad una migliore depurazione, però, lo facciamo con la fatica di chi, anche in questo ambito, ha raccolto un contesto che in Calabria non è che sia stato brillantemente governato in passato.

Si può fare certamente di più, si può fare di meglio e siamo impegnati a tentare di fare di più e di meglio, però, ogni tanto, vorrei che prevalesse la coscienza di quello che si sta facendo in maniera diversa rispetto al passato e non, invece, le ragioni di dover affermare le proprie prerogative di opposizione – legittime, per carità – anche quando si scelgono argomenti o temi sui quali forse l’onestà intellettuale sarebbe più semplice scavarla nella propria coscienza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Signor Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto, se è possibile.

PRESIDENTE

Successivamente, quando porremo in votazione la proposta nel suo complesso.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Va bene.

PRESIDENTE

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Prima della votazione della proposta di legge nel suo complesso, il consigliere Alecci ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Devo dire che il presidente Occhiuto è bravissimo a spostare l'attenzione, è un ottimo e abile oratore, però, non posso accettare il suo riferimento all'onestà intellettuale.

Ho sempre riconosciuto il lavoro che si sta portando avanti nella sanità, come sui temi ambientali, però, ho sollevato una questione differente, né pretendevo che il presidente Occhiuto mi ascoltasse – non ho questa presunzione, perché preso da tantissime materie, Commissario alla sanità, assessore al Turismo e ai lavori pubblici – ma ho iniziato il mio precedente intervento sottolineando – meno male che è registrato – anche la bontà di alcuni punti inseriti all’interno di questa proposta di legge.

Ho anche sottolineato che in Commissione il collega Billari, infatti, ha votato favorevolmente, però, credo che sia, oltre che un mio diritto, un mio dovere, sottolineare anche ciò che non funziona all'interno di questa Agenzia per l'ambiente.

Oggi, stiamo caricando un altro compito, che è quello anche di fornire supporto per lo sviluppo sostenibile ad un'Agenzia che, però, non è stata capace in questi due anni di effettuare l'intervento più importante per l’Ente, ma anche per i cittadini calabresi: conoscere, signor presidente Occhiuto, la qualità, delle acque.  

È vero che lei sta mettendo in campo tantissimi sforzi – gliene do atto, come nessun altro mai – ma immagino che lei vorrebbe anche conoscere il punto di partenza della salute delle acque calabresi e il punto di arrivo al quale, con i suoi sforzi, si giungerà tra qualche anno. Se, però, non c’è un monitoraggio che ci dica che le acque soffrono di queste problematiche, lei non potrà neanche sapere se i suoi sforzi sono finalizzati in maniera corretta.

La salute delle acque – ripeto – non è soltanto quella del mare. Sulla depurazione si sta facendo un buon lavoro – ne diamo atto, lo vedremo nei prossimi anni, – ma la salute delle acque è anche quella dei laghi, dei fiumi, delle acque sotterranee che, magari, vengono captate per irrigare i campi e, addirittura, dei rifiuti che sono stati sotterrati nei terreni riescono, poi, ad inquinare quelle falde che servono per irrigare le produzioni agroalimentari della nostra regione.

Se non facciamo un monitoraggio, questo non lo sappiamo. Da esponente di opposizione mi sembra di essere stato molto onesto intellettualmente perché, più di un anno fa, in questo Consiglio regionale – nei modi che mi competono, sempre nella massima educazione e in maniera propositiva – ho detto: “Attenzione, perché non si sta facendo il monitoraggio delle acque, che è finanziato con fondi comunitari, e, quindi, cerchiamo di sbrigarci?”.

Mi è stato risposto: “Sì, è vero, siamo in grave ritardo, dobbiamo assumere otto consulenti per dare un supporto all'ARPACAL perché da sola non ce la fa”.

Collega Straface, collega Raso, è vero che ancora mancano sei anni – mancano sei mesi, scusate – ma ad oggi non è stato fatto praticamente quasi nulla, tranne due uscite in mare, mi sono informato: in sei mesi, con tutti gli sforzi che si possono mettere in campo, non si possono recuperare due anni di lavoro che non sono stati effettuati. In sei mesi – ripeto – non si può fare il lavoro di monitoraggio di tutte le acque calabresi che non è stato fatto in due anni.

Bisognerebbe assumere cento consulenti, non otto, ma se non si è stati in grado di assumerne otto, figuriamoci prenderne cento per questi sei mesi che mancano.

Un anno fa, non mi sarei aspettato un “grazie, consigliere Alecci che ci dice queste cose”, piuttosto che aspettare dicembre 2023 per dire “Avete visto? Non siete stati capaci di spendere i soldi, di fare il monitoraggio”.

In maniera onesta e corretta – credo – l'ho detto più di un anno fa e ho anche protocollato tre interrogazioni sempre in maniera costruttiva.

Concludo, signor Presidente, ho fatto un intervento lungo. Quindi, riconosco gli sforzi che il presidente Occhiuto e tutta la Giunta stanno facendo in tema di depurazione, ma sarebbe limitativo pensare alla salute delle acque come solo al mare. Le acque fanno parte di un ecosistema molto più grande e su questo tema ARPACAL, che è Agenzia regionale, purtroppo, ha fallito.

Ho concluso il mio precedente intervento dicendo che mi auguro e sono sicuro che, con gli sforzi che introdurrete, sarà recuperato il ritardo e nei prossimi anni avremo questo monitoraggio. Per questo motivo, parlo anche al nome del gruppo del Partito Democratico, pur riconoscendo alcuni aspetti propositivi, come il taglio delle spese o altro, in questo momento, non ci sentiamo di votare positivamente, ma esprimiamo un voto di astensione.

Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire per dichiarazioni di voto il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Intervengo, davvero, in maniera breve per esprimere il mio voto favorevole alla proposta che è oggi all'esame dell’Aula.

Sottolineo il dato che, ogni tanto, ci sono degli elementi virtuosi come la riduzione delle indennità per i vertici degli Enti partecipati e penso che questo sia un dato da sottolineare in termini positivi anche in Consiglio regionale.

Mi preme, però, fare una precisazione, pur esprimendo il voto favorevole, e cioè che, molte volte, bisogna davvero credere negli Enti regionali, strumentali, e non sempre ho visto una chiara volontà politica di investimento sull’ARPACAL.

Molte volte ci siamo rivolti anche all'esterno, non so se perché mancassero le competenze o le strumentazioni interne alle nostre società o ai nostri Enti gestionali, quindi, ben venga se questo significa un nuovo corso per cui si vuole davvero investire su ARPACAL, dando responsabilità e ruolo anche su alcune competenze che, forse, sono state delegate anche a terzi. Ancora di più il mio voto sarà favorevole.

In ogni caso, penso che sia da sottolineare nuovamente come non sempre in Calabria aumentiamo le retribuzioni, ma ogni tanto le diminuiamo pure, fermo restando che questo discorso non può avere, ovviamente, una valenza generale, ma vale per quanto di competenza del singolo settore di cui stiamo parlando.

Ben venga la spending review, ben vengano le riduzioni dei compensi e anche gli investimenti che faremo per il rafforzamento del ruolo di questo Ente regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Sarò anche io breve nel mio intervento, ma mi premeva sottolineare un aspetto.

Molti di voi ricorderanno che nel 2004 il Pubblico ministero De Magistris avviò un procedimento penale che aveva ad oggetto proprio la valutazione e l'approfondimento delle condizioni di tutti i depuratori della Regione Calabria.

Orbene, l'inciso di quel procedimento penale si consumò nell'ambito di quelli che erano gli Ambiti territoriali ottimali – i famosi ATO – che tutti voi sapete bene come hanno operato. Bene, emerse che quasi il 99 per cento dei depuratori calabresi non era a norma.

Oggi, sicuramente, questo intervento è un intento che deve sicuramente avere da parte nostra anche una spinta propositiva e di fiducia.

È ovvio che dobbiamo rafforzare i termini di questa Agenzia, ma la ricognizione che è stata fatta è, certamente, storica dal punto di vista della macchina pubblica ed è oggi impossibile poter esprimere delle valutazioni semplicemente in un arco temporale di sei mesi, quando vi ho detto che già nel 2004 veniva cristallizzata una situazione nella quale la depurazione in Calabria era sostanzialmente inesistente proprio per un deficit strutturale di tutti gli impianti.

Quindi, astenersi o, comunque, votare contro quello che, naturalmente, è questo tipo di intervento e di proposta, vuol dire sostanzialmente negare anche il ruolo istituzionale del Consiglio regionale. Il voto di astensione può avere un senso, nella misura in cui nella strutturazione, nell'intento, nella tipologia di intervento proposto, riteniamo di dover avanzare delle perplessità o che ci sia, comunque, un vulnus nell'intervento della macchina amministrativa.

Se questo intervento non viene registrato, se la criticità non è presente in quello che viene proposto, allora, diventa semplicemente una strumentalizzazione politica che ai cittadini calabresi non interessa.

Questo per sottolineare assolutamente il mio voto favorevole, come già espresso anche dal capogruppo del Gruppo misto. Buon lavoro.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Talerico. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Raso. Ne ha facoltà.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Volevo soltanto mettere in evidenza anche ai consiglieri dell'opposizione che i nuovi vertici dell'ARPACAL sono stati nominati il 20 e il passaggio di consegne è stato fatto il 27 gennaio. Quindi, sicuramente, il Presidente vuole scrivere una nuova pagina dell'ARPACAL e sono passati soltanto tre mesi per scriverla.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione coordinamento formale che è approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 154/12^ di iniziativa del consigliere G. Crinò, recante: “Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 154/12^ di iniziativa del consigliere Crinò, recante: “Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro).

Cedo la parola al collega Graziano, prego.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Proponiamo il rinvio della trattazione della proposta all'ordine del giorno per approfondimenti, per riproporla, a breve, in una prossima seduta del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio, che è approvata.

 

(Il Consiglio rinvia)

Sull’ordine dei lavori

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Presidente, mi scusi, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione, a firma mia e del collega Bevacqua, sulla strada statale 177 Sila-mare. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'inserimento della mozione che è approvato.

Proposta di legge numero 156/12^ di iniziativa del consigliere S. Cirillo, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili)”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 156/12^ di iniziativa del consigliere Cirillo, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2020 numero 25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili)”.

Cedo la parola al consigliere Cirillo per l’illustrazione del provvedimento.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge interviene a modificare e integrare la legge regionale 19 novembre 2020 numero 25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili), al fine di adeguarne i contenuti al mutato quadro ordinamentale vigente nazionale ed europeo.

La Regione Calabria intende intraprendere ogni iniziativa volta all'attuazione della transizione energetica, quale nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili al fine di dare un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Europa al 2050. Nel suddetto scenario assume un ruolo fondamentale la Comunità Energetica Rinnovabile che costituisce uno degli strumenti da utilizzare per il processo di transizione energetica anche sul territorio regionale.

La proposta mira ad allineare la legge regionale vigente al mutato quadro ordinamentale europeo, prevedendo, in particolare, le seguenti modifiche:

- la sostituzione del titolo, che indichi, in maniera più incisiva, che la legge regionale è volta alla “Promozione e sviluppo sostenibile di un sistema regionale di Comunità energetica rinnovabile (CER) in Calabria per perseguire l'autoconsumo e l'autonomia energetica”;

- la previsione di un’assistenza tecnica, tramite portale web, per sopperire ad eventuali carenze tecniche degli Enti intenzionati a costituire una Comunità energetica nonché la possibilità di promuovere Protocolli di intesa con Enti nazionali o tra Comuni, al fine di supportare lo sviluppo della Comunità energetica;

- l'attribuzione in capo alla Regione del compito di individuare le aree di proprietà regionali idonee all'installazione di impianti di fonti rinnovabili e l'attivazione della procedura per l'affidamento in concessione della stessa;

- l’istituzione e la disciplina di un Tavolo tecnico permanente e facilitatore di Comunità energetica con funzioni consultive, propositive e di monitoraggio e che supporti e collabori con la Giunta regionale e con i Dipartimenti regionali competenti tra cui gli Enti locali;

- la previsione, in capo alle CER, della redazione del bilancio di sostenibilità che rappresenta il veicolo attraverso il quale le Amministrazioni possono comunicare ai propri interlocutori gli impatti prodotti dalle proprie scelte politiche e gestionali sulla qualità della vita all'interno della propria comunità, nonché valutare la coerenza tra quanto programmato e quanto, invece, operativamente realizzato. La rendicontazione sociale rappresenta una delle principali frontiere di innovazione della comunicazione pubblica. Il bilancio sociale, nelle sue varie accezioni costituisce, infatti, per le Amministrazioni Pubbliche un potente strumento di comunicazione bidirezionale, favorendo, da un lato, la trasparenza dell'agire amministrativo e sollecitando, dall'altro, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica;

- la promozione della costituzione della Comunità energetica rinnovabile attraverso programmi, bandi, progetti e altre iniziative;

- la previsione, infine, della clausola valutativa volta a monitorare lo stato attuativo della legge.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Da parte mia c'è assolutamente un voto favorevole alla proposta di legge del collega Cirillo. Abbiamo già espresso parere favorevole all'unanimità nella sesta Commissione.

Ne approfitto, visto che abbiamo in Aula l'assessore Varì che sin dal suo insediamento nella Giunta regionale ha dato attenzione alle Comunità energetiche rinnovabili, per invitare, in maniera costruttiva - l'assessore Varì sa quanto apprezzi il suo lavoro –, se possibile, l'Assessore e il Dipartimento sviluppo economico della Regione Calabria a prendere esempio dal lavoro che stanno portando avanti diverse altre Regioni. Per esempio, l’Emilia-Romagna e la Lombardia hanno inserito, utilizzando fondi comunitari sia della vecchia sia della nuova Programmazione, dei fondi, appunto, a favore delle CER, delle Comunità energetiche regionali. Per esempio, il 4 febbraio del 2022, la Lombardia ha stanziato 22 milioni di euro, per il triennio 2022-2024, con l'obiettivo di arrivare, in cinque anni, alla realizzazione di nuove Comunità energetiche in un numero compreso tra 3.000 e 6.000, con un incremento di potenza fotovoltaica installata compreso tra i 600 e i 1300, coincidente con un valore variabile tra il 13 per cento e il 29 per cento dell'obiettivo di sviluppo del fotovoltaico al 2030. Questo è il lavoro della Lombardia, mentre per quanto riguarda, invece, l’Emilia-Romagna, il 9 marzo ha stanziato ben 22 milioni di euro per il triennio 2023-2025.

Assessore, lei ha fatto un ottimo lavoro per il portale energia, comunque - mi ricordo -, ha invitato tutti a partecipare, ha invitato i sindaci, però diverse amministrazioni, che si stanno muovendo per la creazione di nuove Comunità energetiche, lamentano la mancanza di fondi. Adesso non so quale sia lo strumento giusto da adottare, però penso che sarebbe utile mettere qualche risorsa, ovviamente se c'è disponibilità. Penso che con la vecchia Programmazione, con i soldi da spendere entro il 31 dicembre, si possa fare di più, ma sicuramente - così come ha detto il consigliere Cirillo - questa è un'ottima proposta di legge verso cui sono assolutamente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Ovviamente, il mio parere, rispetto a questa proposta di legge, è del tutto favorevole. Vorrei però, dato che si parla di fonti rinnovabili, fare alcune puntualizzazioni e precisazioni, credo non inutili, dal punto di vista tecnico. Non è tutto oro quel che quel che riluce, cioè nell'ambito delle fonti rinnovabili - normativamente sono comprese - ci sono, straordinariamente, anche quelle che utilizzano il processo di combustione per la produzione energetica, in particolare le biomasse, compresi i rifiuti; combustione che è esattamente il principio sul quale si basa la produzione energetica da fonti fossili. Quindi, sostanzialmente, biomasse, rifiuti e fonti fossili utilizzano la stessa modalità tecnica per produrre energia e, infatti, hanno la stessa controindicazione cioè immettono in atmosfera gas climalteranti insieme a elementi dannosi per la salute.

È proprio di questi giorni l'ultimo report dell'IPCC, l'Agenzia dell'ONU per i cambiamenti climatici, che ribadisce, ancora una volta, da una parte la responsabilità antropica della produzione della crisi climatica che stiamo vivendo e dall'altra la necessità di intervenire in tempi sempre più ristretti. Quindi, è, di fatto, un ossimoro, in linea generale concettuale, che le fonti che utilizzano il processo di combustione vengano incluse fra le fonti verdi, sostenibili o addirittura rinnovabili, quando il tempo necessario, spesso, per ripristinarle è di decine di anni.

In più, segnalo come le condizioni della Calabria, per quanto riguarda la pianificazione della produzione di energia, siano particolarmente felici in quanto la nostra regione produce tre volte l'energia di cui ha bisogno e questo, ovviamente, ci dovrebbe consentire di fare una programmazione senza avere “l'acqua al collo” e, quindi, di poter decidere dove e come realizzare questi impianti finalizzati alla produzione di energia da fonte rinnovabile senza che abbiano, o minimizzandolo, impatto sull'ambiente, sul paesaggio, sugli interessi economici legati al paesaggio.

Quindi, quali sono le fonti rinnovabili? Sono, certamente, il vento, le maree, l'acqua, il sole. Certamente non lo sono tutte le fonti fossili o non fossili che utilizzano il processo lineare di combustione per la produzione di energia.

Concludo dicendo che, essendo queste fonti rinnovabili e proprio grazie alla quantità di energia prodotta in Calabria, potremmo progressivamente tutti noi valutare come sostituire la produzione da fonte rinnovabile - sarebbe un benefit aggiuntivo - a quella da combustione, anziché limitarci a una semplice addizione che non farebbe - per come io la vedo - l'interesse la nostra regione e dei nostri corregionali.

In ogni caso è una legge fondamentale, la pietra angolare su cui costruire tutto quello che ho detto. Per cui il mio voto è convintamente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

All’articolo 4 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9774/A01 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende sopprimere la lettera b) del comma 1 all'articolo 4, volto a integrare l'articolo 3, al fine di rendere più spedito l'iter di concessione del marchio di qualità ecologica.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 4.

Articolo 4

(È approvato come emendato)

Articolo 5

(È approvato)

All’articolo 6 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9774/A04 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende modificare il comma 1 dell'articolo 4-ter introdotto dall’articolo 6 della proposta numero 156/12^, al fine di precisare meglio il termine entro il quale la Regione individua le aree di proprietà regionali idonee alla installazione di impianti da fonti rinnovabili.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 6.

Articolo 6

(È approvato come emendato)

All’articolo 7 sono stati presentati alcuni emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo numero 9774/A03 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende sopprimere la data indicata nel comma 1 dell'articolo 5-bis, introdotto dall'articolo 7 della proposta numero 156/12^, in quanto superata.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 9738 a firma del consigliere Lo Schiavo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

L'elemento innovativo di questa legge è proprio il Tavolo tecnico, che ovviamente andrà a aiutare il percorso di costituzione, con funzioni consultive e di monitoraggio.

L’emendamento mira a introdurre ulteriori categorie di figure esperte nell'ambito del Tavolo tecnico: un rappresentante dell'ordine degli ingegneri, uno del mondo cooperativo, uno dell'Ordine degli architetti e degli amministratori condominio, ma, più in generale, figure che partecipano attivamente alla predisposizione dei progetti degli impianti e alla redazione della contrattualistica relativa alla loro realizzazione.

Ovviamente, l’emendamento può essere superato se il Tavolo tecnico mantiene una struttura flessibile. Cioè, può essere demandato a un secondo momento, all'applicazione della legge, l'ingresso di figure esperte che possano far parte di questo organo con funzioni consultive.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Cirillo. Ne ha facoltà.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

L'emendamento appena illustrato dal collega Lo Schiavo si può definire superato perché nel Tavolo tecnico entrano di diritto tutte le persone che hanno competenze. Infatti, anche nella Commissione stessa, tutte le persone che faranno richiesta e avranno competenze nelle Comunità energetiche entreranno di diritto. Grazie.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Presidente, a questo punto, visto e considerato che l'ingresso può essere fatto a richiesta e quindi, forse, un elenco tassativo può essere riduttivo da questo punto di vista, ritiro, per queste ragioni, l'emendamento.

PRESIDENTE

Lo ritira. Perfetto. Passiamo quindi all'emendamento protocollo numero 9774/A02 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende integrare l'articolo 5-bis, aggiunto alla legge regionale numero 25 del 2020 dall'articolo 7 della proposta numero 156/12^, al fine di renderlo coerente con l'articolo 2, comma 1, della legge regionale numero 25 del 2020 e uniformarlo alla normativa vigente.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato. 

Pongo in votazione l'articolo 7.

Articolo 7

(È approvato come emendato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Prima di passare alla votazione della legge nel suo complesso, cedo la parola all'Assessore per un commento. Prego.

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico e attrattori culturali

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente soltanto per rispondere e tranquillizzare, in particolar modo, il consigliere Tavernise che mi interrogava sulla circostanza che altre Regioni italiane stanno incentivando la nascita delle Comunità energetiche non soltanto attraverso una serie di attività di promozione, che è quella che finora abbiamo svolto, ma attraverso un sostegno economico, quindi finanziario, alla nascita di queste Comunità energetiche.

Volevo dire che questo lo sta facendo e lo farà anche la Regione Calabria: il Piano regionale 2021-2027 prevede, per il settennio, 40 milioni a sostegno di tutti quei Comuni, con una popolazione superiore a 5.000 abitanti, che vogliano impiantare una Comunità energetica. Abbiamo deciso di sostenere incentivando i Comuni con questa popolazione per non sprecare risorse e per andare in complementarità con quello che prevede il Piano nazionale di ripresa e resilienza che, invece, va a incentivare, le Comunità energetiche nei Comuni che hanno un numero di abitanti inferiori a 5.000.

Questa è stata la scelta che abbiamo fatto ed è una scelta, peraltro, condivisa: il Piano regionale e le misure ivi contenute sono state approvate anche da questo Consiglio regionale. Nel momento in cui avremo la disponibilità di queste risorse -ritengo a breve, nel giro di qualche mese - inizieremo anche con gli avvisi pubblici per fare in modo che queste risorse possano essere messe in campo e possano, quindi, nascere queste Comunità energetiche. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il collega Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Sarò telegrafico. Proprio per sottolineare l’onestà intellettuale di questa parte di opposizione, preannuncio il voto favorevole da parte di tutto il gruppo Partito Democratico e sottolineo il buon lavoro effettuato dall'assessore Varì.

Sapete che a me sta molto a cuore sempre l'aspetto sociale delle cose, quindi è vero che, nel momento del caro energia, dei costi triplicati per gli utenti, che siano privati o pubblici, è fondamentale trovare delle soluzioni per ridurre il costo, ma l'aspetto, secondo me, non secondario è quello di creare delle Comunità nel vero senso della parola, cioè far sì che i calabresi, finalmente, riescano a operare assieme, mettendosi proprio in gruppo per trovare delle soluzioni che facilitino la vita di tutti. Mettere insieme i Comuni è sempre stata un'impresa abbastanza difficile tra vari campanilismi, invidie e gelosie, ora saranno, in qualche modo, anche aiutati o “costretti” a stare assieme per trovare delle soluzioni migliorative.

Come potranno trovare delle soluzioni migliorative anche i liberi cittadini mettendosi assieme per costruire delle Comunità energetiche. Assessore, tengo a precisare che avranno, sicuramente, un valore dal punto di vista economico-finanziario sul risparmio, ma ancora di più dal punto di vista sociale. Quindi, preannuncio il voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci. Sempre per dichiarazione di voto ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Anch'io esprimo il voto favorevole e mi voglio ricollegare brevemente con quello che ha detto il collega Alecci. Cioè, noi dobbiamo mettere assieme le energie di questo territorio sia nelle Comunità energetiche, come idea di comunità, ma anche nelle Cooperative di comunità. Ogni qualvolta noi riusciamo a mettere assieme, soprattutto nei nostri luoghi a rischio di spopolamento, nei nostri Comuni interni che muoiono giorno dopo giorno da un punto di vista demografico, noi riusciamo a centrare l'obiettivo.

Questo è un tassello, le Comunità energetiche, che può essere completato con altri tasselli. A questo riguardo, colgo l'occasione di ricordare all'Assemblea come ci sia una mia proposta di legge sulle Cooperative di comunità che vorrei diventasse una proposta dell'intero Consiglio regionale e che potrebbe essere l’ulteriore completamento di questa prima fase e della legge che oggi noi approviamo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lo Schiavo. Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 157/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, K. Gentile, recante: “Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 'Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto'”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 5, la proposta di legge numero 157/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, K. Gentile, recante: “Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 'Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto'”

Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.

GENTILE Katya (Forza Italia), relatore

Grazie, signor Presidente. Buona sera a tutti e intanto a lei, Presidente, alla Giunta, ai colleghi consiglieri, alla stampa, ai presenti nel pubblico.

La disciplina del Consorzio del bergamotto è stabilita dalla legge regionale numero 41 del 14 ottobre 2002, recante: “Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto”.

Il Consorzio è un organismo di diritto pubblico che riunisce i produttori che ne facciano richiesta, intesi come conduttori agricoli a qualsiasi titolo dei terreni coltivati a bergamotto rientranti nel territorio delimitato nell’articolo 3 del disciplinare approvato dalla Commissione Europea all’atto del riconoscimento della DOP “Bergamotto di Reggio Calabria. Olio essenziale”.

Il suddetto Consorzio ha come finalità, la promozione, l’incremento e la valorizzazione della produzione dell’essenza e di ogni altro derivato del bergamotto, nell’interesse degli stessi produttori.

Attualmente l’articolo 5 della medesima legge stabilisce che sono organi del Consorzio: 1) l’Assemblea dei soci; 2) il Consiglio di amministrazione; 3) il Presidente; 4) il Collegio sindacale.

L’articolo 9 prevede che il Collegio Sindacale sia composto da tre membri effettivi e da due supplenti.

Si è rilevato che questa previsione normativa riguardo il Collegio sindacale si pone in contrasto con quanto stabilito con il comma 1 dell’articolo 13 (“Norme di contenimento della spesa per gli enti sub-regionali”) della L.R. numero 69 del 2012, il quale prevede che questa tipologia di Enti devono provvedere all’adeguamento dei rispettivi statuti al fine di istituire, a partire dal primo rinnovo, un Organo di revisione in forma monocratica.

Tale norma non è stata ad oggi ancora applicata al Consorzio del Bergamotto, pertanto, con la proposta in oggetto si adegua l’rogano di controllo a quelle che sono le norme vigenti.

Inoltre, al fine di realizzare un contenimento dei costi, si ritiene opportuno stabilire che l’incarico di componente del Consiglio di amministrazione, a far data dal 1 gennaio 2024, sia svolto a titolo gratuito.

Si prevede, inoltre, che il compenso del componente supplente dell’Organismo di revisione è consentito esclusivamente in caso di sostituzione del Revisore effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa e previa decurtazione della medesima somma al componente effettivo.

La proposta di modifica prevede, infine, che l’indennità annua, spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti, è commisurata all’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti dell’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), pari ad euro 4.000,00 annue, al lordo delle ritenute di legge. L’indennità, come corrisposta, è da intendersi comunque comprensiva del rimborso delle spese a qualsiasi titolo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Giusto una piccola precisazione che è contemporaneamente una dichiarazione di voto: siamo assolutamente disponibili e favorevoli su questa variazione che era comunque attesa, ma la cosa divertente è che, studiando anche questa legge sul bergamotto, ho scoperto che il decreto nazionale che ha costruito e istituito il Consorzio è del 1946, la Regione Calabria ha fatto poi la legge, come diceva la collega Katia Gentile, nel 2002. Forse siamo un po' lenti.

PRESIDENTE

Va bene, ne prendiamo atto.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 164/12^ di iniziativa dei consiglieri M. Comito, P. Straface, K. Gentile, L. De Francesco, A. Montuoro, F. Laghi, G. Graziano, S. Mannarino, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 agosto 2018, n. 28 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi e istituzione del Registro regionale)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto sei, la proposta di legge numero 164/12^ di iniziativa dei consiglieri Comito, Straface, Gentile, De Francesco, Montuoro, Laghi, Graziano, Mannarino, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 agosto 2018, numero 28 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi e istituzione del Registro regionale)”.

Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare il provvedimento. Prego.

COMITO Michele (Forza Italia), relatore

Grazie, Presidente.

La proposta di legge mira in parte a modificare ma, ancor di più, a integrare la legge regionale numero 28 del 3 agosto 2018 che riconosce la rilevanza sociale dell'endometriosi, patologia complessa della quale, ancora, non si conoscono bene le cause, nonostante siano state avanzate una serie di ipotesi eziopatogenetiche, ma ancor di più patologia complessa e subdola perché presenta dei segni e sintomi aspecifici comuni ad altre patologie, cosa che, purtroppo, fa spesso ritardare la diagnosi. E ritardare la diagnosi, in questi casi, significa creare dei danni organici e clinici devastanti per le nostre giovani donne, in particolare quando la malattia invade altri organi, quindi, è fondamentale una precisa conoscenza dell'endometriosi.

È necessaria una continua campagna divulgativa di sensibilizzazione.

Da un po' di anni sono attive, sul nostro territorio, delle associazioni di volontariato in continuo fermento, autrici di numerosissime iniziative che hanno permesso di far conoscere la patologia alla gente comune, hanno permesso ai medici di tenerla sempre presente nei loro percorsi di diagnosi differenziale e stimolano continuamente il mondo scientifico alla ricerca delle cause della patologia e di altre innovazioni terapeutiche.

Fra le tante iniziative che sono state avanzate, in questi anni, ho il piacere di ricordarne una in particolare che ha un significato simbolico profondo che è “Sediamoci sul giallo: Endopack”, è un segnale tangibile che rimane nel tempo, non qualcosa della durata di ore, di giorni, di settimane o di mesi, ma che rimane anche nel futuro: una panchina gialla in ogni città, in ogni paese, in ogni borgo con una targhetta esplicativa che informi i passanti sul perché della panchina colorata. Panchine fornite, anche, di un QR code da scaricare nella quale sono presenti notizie e informazioni utili, magari collocate vicino alle scuole, in particolare le scuole superiori, dove le nostre ragazze si possono incuriosire per conoscere, ancor meglio, la patologia e far in modo che un domani, qualora ne risultassero affette, possano sensibilizzare il mondo scientifico a questa patologia e quindi arrivare precocemente ad una diagnosi; e in medicina se non pensi a una patologia non la cerchi, non la trovi e immancabilmente questo ti fa sbagliare o ti fa ritardare la diagnosi.

Questo non può più accadere! L'endometriosi va conosciuta, ricercata e individuata per tempo.

Per questi motivi presentiamo, oggi, questa proposta, modificando, integrando una legge regionale già esistente che possa servire anche a sensibilizzare il Dipartimento della salute ad attivare il Tavolo tecnico scientifico già previsto nella precedente legge.

Con la proposta, tutti insieme, abbiamo voluto definire meglio il Registro regionale, abbiamo previsto la creazione di un elenco di professionisti che a vario titolo, in base alle loro competenze specialistiche, possono essere da supporto, in modo volontario e gratuito, alle nostre pazienti. Abbiamo previsto la presenza di un registro di ginecologi, chirurghi, urologi, gastroenterologi, radiologi, terapisti del dolore, fisiatri, fisioterapisti, infermieri, psicologi e nutrizionisti, cioè tutti coloro i quali, a diverso titolo, possono essere da supporto alle nostre pazienti.

Abbiamo, anche, considerato la partecipazione al Tavolo tecnico scientifico di rappresentanti designati dalle associazioni riconosciute a livello sia nazionale sia regionale, perché pienamente convinti che la sensibilità del volontariato sarà il vero motore di tutte le iniziative da intraprendere per i processi diagnostici e terapeutici; la loro collaborazione sarà fondamentale anche nei programmi di screening che si possono eseguire nelle scuole superiori in particolare negli ultimi due anni.

Abbiamo anche suggerito - questa sarà più competenza del Dipartimento della salute e del Tavolo tecnico - l'organizzazione di una rete clinica assistenziale, istituendo un percorso diagnostico terapeutico assistenziale che coinvolge gli ospedali del territorio sia per fare seguire i nostri pazienti nella fase diagnostica sia nei follow up successivi.

E, infine, nel riconoscere e ringraziare per la preziosa attività divulgativa svolta in questi anni dalle associazioni di volontariato, in particolare “La voce di una è la voce di tutti” e la “APE” (Associazione Progetto Endometriosi), abbiamo previsto un modesto ma suggestivo contributo economico per supportarle a proseguire il loro operato.

Oggi, mi sento di ringraziarli pubblicamente anche perché ci hanno aiutato ad affrontare tutti i temi della legge che oggi proponiamo, in particolare il “Telefono giallo”, già attivo da anni, dal lunedì al venerdì, ed egregiamente gestito dalle volontarie dell’associazione “La voce di una è la voce di tutte” al quale ci si può rivolgere per notizie e informazioni, ma, anche, per supporto psico emotivo e ancor di più per creare rete di unione, solidarietà e collaborazione tra tutte le persone affette da endometriosi.

Poi, un altro piccolo contributo per manifestazioni, iniziative per la realizzazione di materiale divulgativo cartaceo o in video, come già abbiamo potuto vedere in questi anni negli spot televisivi a livello nazionale. Abbiamo, infine, riconosciuto e sostenuto la Giornata regionale dell'endometriosi che verrà celebrata ogni 28 marzo in concomitanza della Giornata mondiale. Mi piace ricordare, in questa sede, Palazzo Madama, Palazzo Chigi e il Palazzo del Ministero della salute illuminati in giallo in occasione dell'ultima Giornata mondiale dell'endometriosi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Comito. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intanto devo ringraziare il collega Comito per aver presentato questa proposta di legge che ha visto la partecipazione e la sottoscrizione di altri colleghi consiglieri. È doveroso salutare e ringraziare l'associazione, qui presente, che andrà a gestire il “Telefono giallo” per il quale il loro contributo - così come è stato sottolineato dal collega Comito - è stato fondamentale per la stesura di tale proposta di legge.

Saluto e ringrazio anche l'altra associazione, “l'Associazione Progetto Endometriosi” per l'attività di sensibilizzazione che sta attivando da anni sul territorio calabrese.

La proposta di legge è stata ampiamente discussa in Commissione, come sottolineato dal collega Comito che ha posto in evidenza tutta una serie di criticità della legge regionale numero 28 del 2012; infatti, nonostante l’importanza che caratterizzava tale legge, purtroppo, negli anni non si è registrata quella ricaduta positiva che doveva avere, soprattutto, nei riguardi delle tante donne calabresi che soffrono di questa “malattia”. Quindi, con questa proposta di legge vogliamo porre l'attenzione sulla questione legata proprio al ritardo diagnostico.

L'endometriosi colpisce il 10 per cento dell'intera popolazione femminile a livello nazionale, sono 3 milioni le donne italiane che soffrono di questa malattia, donne giovani in età fertile che subiscono un impatto affettivo sulla propria vita. Lo scopo della proposta di legge è quello proprio di sensibilizzare, creare soprattutto una consapevolezza sull’endometriosi per favorire, quindi, diagnosi precoci e cure efficaci, ma soprattutto per dare al dolore delle donne un nome e una dignità.

I numeri aumentano - è stato sottolineato dal collega a Comito - soprattutto per il ritardo con cui vengono effettuate le diagnosi che, spesso, arrivano con un percorso lungo e dispendioso. Bisogna, quindi, andare nella direzione di favorire la prevenzione, la diagnosi precoce e il miglioramento delle cure.

In particolar modo, la proposta mira - è questa l’attenzione che si sta cercando di dare a livello nazionale e, infatti, sono state presentate tante proposte di legge e si è aperta anche una discussione nazionale - a realizzare una ricerca seria e concreta su questa patologia.

Durante la discussione che si è svolta nella terza Commissione ho voluto presentare alcuni emendamenti. Emendamenti che vanno nella direzione di creare, oltre al previsto elenco regionale di specialisti volontari che rappresenta un preziosissimo riferimento, anche: una rete regionale clinico-assistenziale attiva a livello ospedaliero e territoriale, che parta dai consultori quale primo approccio e percorso preventivo e diagnostico per la patologia di base; un percorso diagnostico terapeutico-assistenziale ove ogni centro lavora secondo una linea di indirizzo standard, attraverso cui poter impostare, quindi, una terapia oppure poter eseguire degli interventi.

L'endometriosi è tra l'altro una malattia riconosciuta come malattia cronica e necessita della presenza e dell’istituzione di ambulatori non soltanto per effettuare la diagnosi, ma, soprattutto, per indirizzare gli ammalati verso un corretto trattamento di cura e per il follow up al fine di poterli seguire nel tempo. Non si tratta soltanto di effettuare la diagnosi, ma di seguire nel tempo rispetto a questo percorso le tante donne che ne necessitano.

Un altro aspetto, che non va assolutamente trascurato e che fa comprendere l’importanza dell'istituzione di una rete regionale clinico-assistenziale, è il turismo sanitario. Assistiamo, infatti, ad una mobilità delle tante pazienti e, quindi, mettendo a loro disposizione strumenti di prevenzione, diagnosi e cura idonei sul territorio regionale, attraverso questa predisposizione, si riduce notevolmente quella che potrebbe essere la mobilità passiva, con un’incidenza sulla spesa sanitaria notevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Straface. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Essendo fra i firmatari di questa proposta di legge, ovviamente, è facile intuire quale sarà il mio voto, né voglio attardarmi in valutazioni che ha brillantemente svolto il collega Comito sulla necessità di questo aggiornamento e sugli strumenti in esso previsti. Volevo segnalare, soltanto, un fatto tecnico di cui, a mio parere, sia questa legge sia altre potrebbero giovarsi, cioè la clausola valutativa: uno dei motivi per cui la precedente legge è andata un po' nel dimenticatoio è proprio il fatto che non è stata monitorata, o monitorizzata che dir si voglia, nel corso della sua attività.

Il fatto che in questa legge sia presente una clausola valutativa, che puntualmente dia informazioni sulle ricadute che la legge stessa ha e avrà, credo che sia utile per il problema dell'endometriosi e potrebbe essere utilmente esportata più frequentemente in altri progetti di legge. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d'Italia)

Grazie, Presidente. Anch'io mi associo ai ringraziamenti. Ringrazio il collega Michele Comito per aver fortemente voluto portare avanti questa iniziativa legislativa e ringrazio l'associazione “La voce di una è la voce di tutte” per aver fornito un prezioso supporto alla redazione del testo e ringrazio, anche, la Presidente della terza Commissione consiliare, la collega Straface, per la sensibilità mostrata su un tema molto importante.

Ho inteso anch’io, insieme agli altri colleghi, sottoscrivere questa proposta di legge, integrativa della legge regionale numero 28 del 2008, che ha lo scopo proprio di migliorare la salute e le condizioni di vita attraverso la prevenzione e con una più approfondita conoscenza della malattia con l'ausilio delle attività di volontariato.

Questa iniziativa fornirà, alle persone affette da endometriosi, informazioni sulla disponibilità di strutture specializzate mediante l'istituzione di un elenco di specialisti volontari nella regione con cui potranno consultarsi. Tra le altre cose è opportuno sottolineare che questo elenco è uno strumento di conoscenza multidisciplinare che riunisce specialisti e professionisti che si dedicano alla cura e al sostegno, anche psicologico, dei pazienti su base volontaria.

La proposta di legge prevede, inoltre, di ampliare e definire più chiaramente le finalità delle attività per la gestione dei dati e di sostenerle formalmente attraverso contributi finanziari. Ritengo sia fondamentale ed indispensabile rivolgere un'attenzione non superficiale per una patologia che ha necessità di un'azione sempre più incisiva in termini di diagnosi precoce, di cura e di ricerca.

L'endometriosi è una patologia senza cause note e senza cure definitive che colpisce una donna su dieci al momento del parto. Il picco di incidenza si registra fra i 25 e 35 anni, ma può verificarsi anche in fasce di età più giovani. Il percorso verso la diagnosi è lungo, costoso e spesso rappresenta un grave carico emotivo per le donne.

Questa patologia è una causa di infertilità e di mancata crescita e il suo impatto è significativo con una riduzione sostanziale della qualità di vita e dei costi diretti e indiretti.

La scarsa conoscenza della malattia è responsabile di gravi ritardi nella prevenzione e nella diagnosi che viene stimata in circa sette anni.

Diagnosi e trattamento precoce possono migliorare la qualità della vita e prevenire l'infertilità. Sono anni importanti che condizionano il futuro di una persona.

Una diagnosi tardiva molto spesso significa che la malattia progredisce e viene individuata quando è più difficile limitare e quindi curare i danni.

Fin dalla più tenera età è estremamente importante sapere che alcuni sintomi non sono normali e non devono essere sottovalutati, anche l'ereditarietà genetica è importante in quanto aumenta di sette volte il rischio di sviluppare la patologia. Gli studi effettuati riconoscono l'endometriosi come una patologia che ha una grande interferenza sulla qualità della vita in quanto determina gravi ripercussioni anche psicologiche che si manifestano nella sfera lavorativa, personale e sociale. Molte donne affette da tale patologia sono costrette ad abbandonare il lavoro e a rinunciare alla propria vita quotidiana. È, quindi, necessaria un'azione condivisa per abbattere i muri del silenzio, per contrastare il buio della disinformazione.

A questo proposito evidenzio, nella presente proposta di legge, l'importanza dal punto di vista sociale, culturale e di sensibilizzazione: l'istituzione di una Giornata regionale dell'endometriosi che si terrà il 28 marzo di ogni anno, in concomitanza con la Giornata mondiale dell'endometriosi, come pure la presenza del Telefono giallo che è il colore simbolo della malattia, uno strumento sempre attivo, sempre connesso, a disposizione di tutte le persone, poiché di endometriosi si deve parlare sempre, non solo a marzo. Concludo con la convinzione che la sinergia fra Istituzioni e associazioni sia fondamentale per diffondere la conoscenza dell'endometriosi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega De Francesco. Ha chiesto di intervenire il collega Giannetta. Ne ha facoltà.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli colleghi.

Non potevo non intervenire - rafforzando quello che già i colleghi, che mi hanno preceduto, hanno fatto - per ringraziare il collega Comito, come primo proponente di questa proposta di legge, le associazioni, qua presenti, perché ancora una volta la Regione Calabria sta sottolineando e sta mettendo all'attenzione una problematica così importante.

Mi rivolgo, in questo momento, soprattutto alle donne di Calabria dicendo: uscite dal silenzio, uscite dall'isolamento, non siete più sole nell'andare a capire che ci sono strumenti che vi possono garantire l’ascolto, come in questo caso in cui questa proposta di legge fa in modo che voi possiate avere un riferimento certo e sicuro. Per questo ringrazio, anche, tutti i colleghi che in maniera volontaria hanno aderito a questa proposta di legge.

Tra le altre cose forse chi mi ha preceduto non ha sottolineato un aspetto fondamentale: da molti anni ormai si parla di decremento demografico all'interno della nostra nazione e, purtroppo, tra le sue cause c’è anche l'infertilità della donna che, in Italia, si aggira attorno al 10-15 per cento e, soprattutto in questo caso specifico, il 50 per cento delle donne infertili è affetta da endometriosi. Capite bene, quindi, come, di per sé, non è solo una questione di patologia, che interessa anche psicologicamente la donna, ma ha una certa rilevanza e un certo impatto sociale anche per quanto riguarda il decremento demografico. Tra le altre cose, l’infertilità colpisce soprattutto il picco delle donne tra i 25 e i 35 anni, quindi nell'età fertile massima. Questa legge – mi avvio alle conclusioni - dà ancora una volta dimostrazione che la nostra Regione è al passo con le reali esigenze e i fabbisogni dei cittadini calabresi e delle donne in questo caso.  Ben venga il processo di sensibilizzazione anche attraverso queste proposte di legge, ben venga anche tutto quello che fanno i nostri professionisti medici, il personale sanitario nella prevenzione, le strutture ospedaliere, le ASP e, in questo caso, in maniera sussidiaria anche la Regione Calabria per una tematica così delicata e importante come quella dell'endometriosi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Giannetta. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per accodarmi, anche a nome di tutto il Partito Democratico, alla posizione positiva nei confronti di questa proposta legislativa che abbiamo discusso in Commissione e per la quale abbiamo anche lungamente audito le amiche dell'associazione di “La voce di una è la voce di tutte”, che ha portato all'attenzione una patologia che continua ad essere misconosciuta. Credo che questo sia un primo valore. La legge precedente sicuramente, come tante altre purtroppo, non ha avuto presa in considerazione verosimilmente anche delle sottolineature del collega Laghi.

Si possono fare tante cose buone, ma se poi non vengono controllate e monitorate, non si hanno dei risultati che spingano i medici e il personale sanitario e la stessa nostra collettività ad andare avanti nella proposizione degli atti ed è evidente che questo rischia di andare giù. Tutti i colleghi, medici e non, hanno sottolineato ovviamente l'importanza di una diagnosi precoce per una patologia che non va assolutamente trascurata e che si conosce poco. Questo è un problema. Uno riconosce le patologie che riesce a conoscere e che ha studiato e spesso e volentieri questa che è una malattia, una patologia con molte modalità anche di presentazione e si accompagna, soprattutto nella giovanissima età, ad una sintomatologia di natura ansioso-depressiva, di agitazione, attacchi di panico, sostenuta spesso dal discorso dolore, che passa invece in secondo piano perché si valuta la giovane età e la presenza dei segni e sintomi psicologici. Per cui, credo che sia intanto molto interessante e importante l’avere inserito tra le diverse professionalità – speriamo, essendo su base volontaria bisognerà che questi professionisti diano la loro disponibilità - la presenza degli psicologi perché in questo tipo di patologia è necessario anche essere sostenuti. Il lavoro che fanno le associazioni di volontariato di mettere in rete le donne, le ragazze, le giovani, trovando un supporto tra pari è molto importante, ma è altrettanto importante poi avere il professionista a cui si possono rivolgere quando le situazioni non possono essere gestite solamente con dei consigli personali.

Altro aspetto importante - è inutile sottolinearlo – è l’urgenza che la diagnosi sia fatta rapidamente, come è altrettanto urgente che questa tematica sia sempre più discussa, presentata, proposta all'attenzione della collettività; spesso e volentieri non c’è l’attenzione giusta, ognuno ci arriva solamente quando ha il caso in famiglia, come del resto capita nella stragrande maggioranza delle nostre delle patologie.

Ben venga, quindi, la giornata regionale anche se io ritengo che su questo si possa fare molto di più. Moltissime delle donne non si sottopongono a valutazioni e visite perché hanno un costo; le nostre liste d'attesa sono particolarmente lunghe e andare da un ginecologo o avere un ginecologo di riferimento ancora sembra quasi un tabù, se non sei sposato o non hai dei figli o comunque hai una certa età, mentre io ritengo che un'attività, per esempio, di screening possa essere fatta.

Su questo immagino che si possa lavorare, così come mi piacerebbe pensare - questo l’ho anche sostenuto un po' in Commissione e ovviamente richiede atti successivi – di avere un centro di riferimento regionale per l'endometriosi. Un centro di riferimento regionale potrebbe non essere sufficiente a vedere l'elevata prevalenza di questa malattia però potrebbe essere il collante di tutte le strutture che esistono al livello degli ospedali, dove ci sono comunque validi ginecologi, svolgendo magari un’azione più di natura culturale, di ricerca e di raccolta perché è da quello che poi nascono i dati che possono essere controllati. Altro aspetto importante sul quale penso dovremmo riflettere, anche in sedi e luoghi diversi dal Consiglio regionale, è di riconoscere delle tutele particolari, soprattutto alle lavoratrici che sono affette da endometriosi. In ogni caso il nostro voto è assolutamente positivo e ringrazio anch'io il consigliere Comito per questo lavoro importante che è stato realizzato.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Sarò telegrafico. Chiaramente anch'io mi complimento per questa proposta e già posso annunciare la dichiarazione di voto favorevole di tutto il gruppo del Partito Democratico. Volevo, però, sottolineare, in maniera costruttiva, un aspetto alla collega Straface: pochi giorni fa la cittadella regionale è stata illuminata di Viola, come lei immagino sappia benissimo, per stare vicino a chi è affetto dalla fibromialgia. In questo Consiglio regionale qualche mese fa, su mia iniziativa, è stata approvata una mozione importante che impegnava la Giunta regionale a trattare con maggiore forza questo tema, facendo sì anche che si creassero dei centri all'interno di presidi già esistenti e si specializzassero i sanitari su queste patologie perché oggi, purtroppo, i calabresi che ne sono affetti vanno fuori regione. Le volevo sottolineare, quindi, come in questi giorni, dopo che la cittadella è stata illuminata di viola, sono stato chiamato da tante persone affette da fibromialgia e che, appunto, sollecitano questo intervento.

Le passo la palla in quanto Presidente della Commissione per cercare di accelerare e di stimolare la Giunta affinché si attuino quelle che erano le regole di ingaggio previste all'interno della mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Non ripeterò gli interventi degli altri, però ne approfitto per valorizzare l'iniziativa del dottore e consigliere Michele Comito che ne è stato il primo sottoscrittore. Vorrei cogliere anche l'occasione per evidenziare un aspetto fondamentale: se noi creiamo queste iniziative e interventi legislativi per evitare di vanificare la portata di questi interventi, così come abbiamo fatto anche per altri istituti - mi viene in mente il registro dei Tumori che va attivato nella sua funzione - ma tutte quelle attività che comunque devono avere un senso, dobbiamo in un certo qual modo anche accelerare alcune procedure. In un intervento, mesi addietro, sul tema dell'endometriosi, il consigliere Laghi parlava di una carenza sostanziale di prevenzione. La prevenzione in Calabria manca per tantissime patologie. Il problema oltre alla prevenzione è poi anche quello dell'attuazione degli intenti che noi abbiamo in materia sanitaria. Qua voglio ribadire - sotto certi aspetti non è una novità – che la necessità che si abbia una sanità corretta efficace nei confronti di tutti i cittadini calabresi sicuramente chiede anche un'accelerazione sotto il profilo della prevenzione, della possibilità di cura e di trattamento sanitario di tantissime gravissime malattie.

Vogliamo ricordarlo: la Calabria in proporzione al numero di abitanti è la regione che ha più malati cronici. E, oltre ad avere più malati cronici, ha più malati che si spostano purtroppo fuori regione. Se vogliamo intervenire anche rispetto a questo deficit, che incide anche sotto il profilo finanziario - l'altra volta abbiamo ricordato che le finanze comunitarie possono incidere nell'ambito della progettazione della Calabria per il 2 per cento, rispetto al bilancio regionale - dobbiamo intervenire sulla spesa della sanità e possiamo intervenire abbattendo alcuni costi diretti dell'ente, sui rimborsi al sistema del servizio sanitario regionale delle altre regioni, ma anche ai costi che supportano le famiglie per andare fuori regione.

La soluzione delle convenzioni, allora, portando degli esperti anche nelle diverse discipline, non traduce in Calabria soltanto il know conoscitivo diretto delle singole patologie, ma consente in un certo qual modo di anticipare la risposta a quella domanda di salute che interviene.

Ovviamente il mio voto è assolutamente favorevole, sarò sempre favorevole a queste iniziative a cui, però, devono poi seguire degli atti concreti, altrimenti rimangono scatole vuote.

PRESIDENTE

Grazie, collega Talerico. Collega Straface, se vuole può intervenire per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Volevo giusto porre l'attenzione rispetto alla richiesta del consigliere Alecci, in merito alla fibromialgia: ho già trasmesso la sua mozione al Dipartimento salute; stiamo valutando se c'è la possibilità… Purtroppo la fibromialgia non rientra nei LEA, non è prevista, ma ciò non toglie che possiamo comunque lavorare su un disegno di legge che vada nella direzione di prevenzione, di assistenza, e prossimamente sarà portata in Commissione per essere discussa. Naturalmente il nostro voto non può che essere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie. In realtà utilizzerò pochi secondi del tempo a cui ho diritto perché sia l'intervento del collega Giannetta sia quello dell’onorevole Talerico - il primo collega anche medico - hanno puntualizzato il problema della diminuita fertilità femminile. Anche io ammetto la non chiara origine di questa patologia e la fertilità in generale in Italia è molto in decremento, sia quella femminile sia quella maschile, tant'è che la qualità degli spermatozoi e il loro numero è andata progressivamente peggiorando la prima e diminuendo la seconda. Rispetto a qualche decennio fa, la quantità media per millilitro di spermatozoi si è ridotta del 50 per cento. Su questo ci sono delle prove assolutamente non discutibili, scientifiche intendo, per cui è l'influenza di un ambiente inquinato che determina questo tipo di problema. Intervenendo, quindi, sui determinanti ambientali di salute cioè sulla salubrità dell'acqua, dell'aria e del suolo certamente si prevengono le malattie e si evitano tutti i disagi collegati. È una cosa che ho voluto condividere, è importante – concludo - considerato che probabilmente non tutti sanno che la ricaduta percentuale sulla nostra salute del Sistema Sanitario arriva intorno al 15-20 per cento e una quota uguale o maggiore è collegata proprio ai determinanti ambientali di salute. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Comito, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo rapidamente, intanto per ringraziare i cofirmatari della proposta di legge: ci abbiamo lavorato tutti insieme e quindi credo che abbiamo fatto veramente un passo avanti oggi qui in regione. Peraltro, ho anche apprezzato tutti gli interventi che, certamente, hanno contribuito a rendere il dibattito ancora più interessante. Giusto per precisare: già ieri mi sono messo un po' all'opera con un collega ginecologo con quale abbiamo anche individuato il modo e i criteri per poter realizzare un adeguato screening delle nostre giovani donne e che va rivolto alla fascia d'età tra i 16 e 18 anni; quindi, vicepresidente Princi, si può collaborare con le scuole, specialmente con gli ultimi due anni delle superiori, dove si può fare un’attenta valutazione nelle nostre ragazze. È lì che va fatta la vera prevenzione, collega Talerico, perché è in quella fascia d'età che bisogna intervenire, onde evitare i danni irreparabili, compresa l’infertilità della quale parlava il dottore Giannetta.

Voglio poi precisare, per quanto ha detto anche la collega Bruni, che c'è al vaglio un disegno di legge che prevede il riconoscimento della patologia a livello nazionale, con la possibilità di far partecipare alle Commissioni di invalidità uno specialista - spesso la patologia viene misconosciuta e sottovalutata dalle Commissioni stesse - e anche il riconoscimento del congedo mestruale proprio a significato che la patologia è molto seria e deve essere oggetto di attenzione anche nell’interesse delle nostre giovani lavoratrici. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Comito. Se non ci sono interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

All’articolo 4 è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 9708, a firma del consigliere Montuoro a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. L'articolo 4 della proposta di legge numero 164/12^ è così modificato: “L’introducendo articolo 10 (Disposizioni finanziarie) è soppresso”.  

Leggo la relazione illustrativa: l’emendamento si rende necessario per dare seguito alle osservazioni formulate dal Dipartimento economia e finanza con protocollo numero 201979 del 04/5/2023. Le disposizioni finanziarie al provvedimento sono contenute nell’introdotto articolo 4-bis della proposta in esame.

Il presente emendamento non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE  

Parere del relatore?

COMITO Michele (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9708. L’emendamento è approvato.

Articolo 4

(È approvato per come emendato)

Articolo 4-bis

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato così come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 167/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Tavernise, K. Gentile, recante: “Istituzione del 'Mese dei Bronzi di Riace'”

PRESIDENTE

Passiamo al punto sette dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 167/12^ di iniziativa dei consiglieri Cirillo, Tavernise e Gentile, recante: “Istituzione del “Mese dei Bronzi di Riace””.

Cedo la parola al consigliere Cirillo per l’illustrazione del provvedimento.  

CIRILLO Salvatore (Coraggio Italia)

Grazie, Presidente. La Regione Calabria, come noto, faceva parte della Magna Grecia ovvero l'insieme di colonie sorte nell’Italia meridionale per mano dei Greci lontano dalla madrepatria.

Tra le prime colonie annoveriamo Sibari, Crotone, Caulonia e anche Rhegion, l'attuale Reggio Calabria, Locri Epizefiri; successivamente, le colonie già presenti nel territorio della Magna Grecia fondano, a loro volta, delle sub-colonie con ruoli di grande importanza. Tra quelle calabresi ricordiamo: Hipponion, l’attuale Vibo, Medma, l’attuale Rosarno, e Metauros, l’attuale Gioia Tauro.

La storia di ogni Provincia calabrese è, dunque, permeata dalla civiltà classica greca e i Bronzi di Riace sono considerati tra le testimonianze più significative dell'arte greca classica.

Sono due statue bronzee raffiguranti due uomini nudi, originariamente armati di scudo e lancia, risalenti al V secolo avanti Cristo e ritrovate il 16 agosto nel 1972, in eccezionale stato di conservazione, sul fondo del Mar Ionio, nei pressi del Comune di Riace Marina, da un appassionato subacqueo durante un'immersione a circa 200 metri dalla costa e alla profondità di 8 metri.

Dopo un primo restauro, realizzato tra il 1975 e il 1980 a Firenze, le due statue sono stato oggetto di un lungo lavoro di restauro, portato avanti al laboratorio di restauro posto nel Museo di Reggio, negli anni 1992-1995, e finalmente concluso nell'ultimo intervento, eseguito tra gli anni 2010 e 2013, nella sala allestita appositamente presso la sede del Consiglio regionale della Calabria, che ha ospitato i Bronzi durante il periodo di chiusura del Museo per un lungo lavoro di ammodernamento.

Fin dalla loro scoperta, i Bronzi di Riace hanno goduto di una grande attenzione da parte del mondo scientifico, ma anche del grande pubblico sia a causa dell’avventurosa vicenda del loro ritrovamento e della loro indiscutibile bellezza sia a causa del desiderio di rispondere a quesiti riguardanti le loro origini, la loro destinazione e il motivo del loro ritrovamento tra i fondali marini calabresi.

Testimoni e simboli indiscussi dell’appartenenza della regione alla Magna Grecia, i Bronzi, riconosciuti in ambito nazionale e internazionale come capolavoro scultoreo dell'arte greca, sono diventati uno dei simboli più affascinanti e identitari della città di Reggio Calabria e dell'intera Regione.

Nella scorsa stagione estiva, in occasione del cinquantesimo anno dal loro ritrovamento, sono state realizzate delle attività dirette alla valorizzazione dei Bronzi e di ciò che essi rappresentano sotto i profili culturali, storici e scientifici.

La proposta di legge prevede di incrementare, incentivare e rendere permanenti le attività di promozione dei Bronzi, favorendo la crescita del marketing territoriale regionale e aumentando l'attrattività turistica, attraverso l’istituzione di un mese dedicato in maniera stabile alla scoperta e riscoperta di tali opere d'arte.

Durante tale mese, individuato tra il 16 luglio e il 16 agosto, data in cui ricade l'anniversario del ritrovamento delle statue, si prevede la realizzazione di una manifestazione a carattere culturale, storico, enogastronomico, sportivo che, accrescendo la conoscenza e la storia dei due “guerrieri” e delle ipotesi connesse al loro ritrovamento e promuovendo, di conseguenza, l'approfondimento della storia regionale, delle suggestioni della Magna Grecia e del bagaglio culturale che quel periodo ha lasciato all'intera Regione Calabria, riesca a migliorare e potenziare l’attrattività turistica regionale.

La previsione che il programma annuale includa di volta in volta attività diverse, comprensive di manifestazioni prettamente culturali, artistiche, sportive, si prefigge l'obiettivo di stimolare la curiosità di una variegata platea di turisti.

La promozione degli eventi consentirà sia di mantenere viva l'attenzione nei confronti della valorizzazione di tali opere d'arte uniche al mondo sia di attirare il turista, incuriosirlo a partecipare a tali eventi mai uguali e, quindi, indurlo a programmare un ritorno costante in Calabria per scoprire e vivere manifestazioni dedicate ai due guerrieri, che assumono, tuttavia, annualmente caratteristiche diverse e peculiari sull'intero territorio calabrese.

La definizione temporale degli eventi potrebbe determinare una naturale espansione della stagione turistica regionale, storicamente concentrata nelle due settimane centrali di agosto, con significative ricadute positive sul territorio regionale.

Per consentire l'organizzazione degli eventi previsti dalla proposta, già a partire dalla stagione turistica dell'anno in corso, appare opportuno indicare la clausola dell’urgenza e prevedere, quindi, l'entrata in vigore della norma il giorno successivo a quella della sua pubblicazione. Grazie.

PRESIDENTE  

Grazie, consigliere Cirillo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Volevo ringraziare il consigliere Cirillo per l'illustrazione, la consigliera Gentile per la disponibilità a firmare insieme a me questa proposta di legge che proviene dalla sesta Commissione, ma soprattutto, mi sento di ringraziare la vicepresidente della Giunta regionale, Giusy Princi, che ci ha praticamente aiutato e supportato in tutto nella redazione di questa proposta di legge.

Presidente Mancuso, questa è una proposta di legge che reputo molto importante perché diamo la possibilità, quindi, storicizziamo dal 16 di luglio al 16 di agosto – a partire da quest'anno o al massimo dall'anno prossimo, ma mi auguro che si riesca a fare qualcosa già da quest'anno – l'istituzione del mese dei Bronzi di Riace, attraverso eventi, itinerari, studi, cerimonie, per far conoscere sempre di più il patrimonio artistico-culturale forse più importante della Calabria, i Bronzi di Riace, che hanno una valenza, direi, quasi mistica, soprattutto a Reggio Calabria e nella provincia..

Sono convinto che si debba far conoscere questo fenomeno sempre di più soprattutto nelle altre quattro province della Regione, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro, perché sono assolutamente sicuro che nelle province lontane da Reggio Calabria non si capisca l'importanza e la straordinarietà che i Bronzi di Riace hanno per la Calabria e per tutti i calabresi.

Invito, quindi, i colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione, a dare un parere positivo al provvedimento. Si faranno, poi, degli avvisi pubblici, sentiti la Città Metropolitana e il Museo nazionale di Reggio Calabria e, quindi, ci sarà la possibilità di attingere a delle risorse dei fondi comunitari che possono essere utilizzati per creare queste nuove iniziative. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tavernise. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo per rimarcare che la nostra è una terra chiaramente ricca di cultura, di storia, di tradizione e a ricordarcelo ci sono proprio loro questi nostri due kouroi, guerrieri, che ci parlano di una Calabria di tanto, tanto tempo fa – che, però, fu influente – posizionata all'interno e al centro di tutte le rotte del Mediterraneo dell'antichità che, all'epoca, davano valore a questa nostra terra e che, oggi, invece, sono diventate quasi, come dire, le rotte della disperazione piuttosto che non della crescita.

Anche questo è, forse, quello che dovremmo invertire, attraverso i Bronzi e anche questa proposta legislativa che consente di mettere al centro queste nostre statue straordinarie che non sono della Calabria, ma dell'Italia, dell'Europa, del mondo, perché appartengono al patrimonio dell'umanità e devono essere sicuramente in grado di attrarre una quantità di turisti e non solo. Infatti, ci sono tanti calabresi, purtroppo, che non li hanno visitati e conosciuti.

I Bronzi possono, certamente, creare un indotto che, finora, non ci hanno aiutato a realizzare, non per loro e nostra mancanza.

Credo che il cinquantesimo anno dal loro ritrovamento abbia avuto, con tutte le iniziative intraprese, il grande valore di attirare l'attenzione e di mantenerla, anno dopo anno; l’istituzione di questo mese penso sia estremamente importante perché ripropone, una volta all'anno, quest’attenzione e questa centralità, assolutamente strategica, confermando la centralità dei Bronzi all'interno della Calabria, ma anche della Calabria all'interno del bacino del Mediterraneo e, quindi, dell'Europa.

Penso che i Bronzi possano aiutarci a guadagnare l’attenzione dell'Europa, che meritiamo, non solo perché non spendiamo bene i Fondi europei, ma, piuttosto, per la considerazione che, essendo al centro del Mediterraneo, possiamo giocare un ruolo chiave nelle dinamiche anche europee.

Siamo Europa e Mediterraneo, contemporaneamente e in egual misura, e questo ce lo dice la nostra genetica e il fatto che siamo una mistura di geni particolari che provengono da varie parti del mondo, che si sono stratificati nei millenni e che adesso si ripropongono e che dalla Calabria si espandono ancora di più nel nord Europa, in tutta una serie di altri Paesi del mondo.

Quindi, le nostre identità sono dei semi piantati, nati da terre lontane con l'influsso dei Greci, dei Bizantini e così via, ed è quello che dobbiamo continuare a valorizzare, perché il patrimonio della diversità è, sicuramente, importante da testimoniare.

La valorizzazione di tutto questo serve soprattutto per ricostruirci come terra, come collettività, riguadagnare una serie di considerazioni che per tanti anni non ci hanno visto in maniera positiva e credo che i nostri Bronzi possano aiutarci in questo percorso.

Quindi, esprimo il mio parere e quello di tutto il Partito Democratico assolutamente favorevole a questo provvedimento.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Prima di cedere la parola alla consigliera Gentile, volevo ricordare l'azione che questo Consiglio ha svolto in occasione del cinquantesimo anno dal ritrovamento dei Bronzi. Abbiamo partecipato a tutti gli eventi promossi dall'Assessorato e, quindi, dalla vicepresidente Princi. Prego, consigliera Gentile.   

GENTILE Katya (Forza Italia)

Grazie, signor Presidente. I Bronzi di Riace sono certamente il più grande attrattore turistico e culturale della regione Calabria e, quando il consigliere Davide Tavernise, vicepresidente della sesta Commissione che presiedo, mi ha sottoposto l'idea, l'ho, immediatamente, sposata perché ho subito pensato che l'occasione fosse temporalmente giusta per proporre una legge regionale che riconoscesse proprio il valore dei Bronzi di Riace, istituendo il mese di festeggiamenti a loro dedicato, in continuità, però, con la ricorrenza del cinquantesimo anniversario dal loro ritrovamento.

Durante la fase interlocutoria e preparatoria, alla quale ha partecipato anche la vicepresidente Princi, che ringrazio per la consueta disponibilità, proprio in un'ottica collaborativa, avevo sottoposto l'idea che la rassegna diventasse itinerante, cioè che mantenesse, sicuramente, il suo epicentro nella Città Metropolitana di Reggio Calabria toccando, però, tutte le province calabresi, proprio al fine di favorire la conoscenza e la consapevolezza del nostro prezioso patrimonio storico, turistico e culturale, incentivando così anche il turismo delle radici.

Abbiamo immaginato, alla fine, un racconto itinerante che, come dicevo, attraverserà le cinque province, passando, magari, – in base ad un ragionamento fatto insieme al consigliere Tavernise, alla vicepresidente Princi, ma anche a Salvatore Cirillo, che ha voluto, anche lui, sottoscrivere questa proposta di legge – attraverso un contest che coinvolga e stimoli la libera interpretazione dei giovani e diversamente giovani talenti  calabresi, con l’applicazione di arti narrative, visive, figurative, realtà aumentata, che possano diffondere il valore turistico, culturale e identitario dei Bronzi di Riace, in modo da capitalizzare anche l’attenzione del grande pubblico nazionale e internazionale che riconosce i nostri affascinanti guerrieri come un capolavoro scultoreo dell'arte greca.

Non essendo previsti finanziamenti a carico del bilancio regionale, sono certa che la vicepresidente Princi, che ha già dato la massima disponibilità e che tanto si è spesa insieme al Presidente del Consiglio, Mancuso, e al presidente Occhiuto, per la realizzazione di un programma di appuntamenti molto vasto e molto ben articolato che ha attratto migliaia di turisti, proprio in occasione del cinquantenario che si è appena concluso, tenga nella dovuta considerazione, per la programmazione turistico- culturale, al fine di intercettare finanziamenti nazionali e comunitari, questa iniziativa di legge che mi auguro che oggi possa essere votata e approvata all'unanimità, considerata la bontà della proposta e le sue ricadute positive per tutto il territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Prima di passare all'esame e alla votazione, ha chiesto di intervenire la vicepresidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti quanti i consiglieri e colleghi Assessori. Quella odierna è una pagina storica perché dopo cinquant’anni questa Assise si pronuncia in merito al patrimonio culturale più importante della nostra Regione, fortemente identitario perché è innegabile quanto la Regione sia identificata con la Magna Grecia e che i Bronzi siano patrimonio culturale dell'arte greca classica.

Il mio plauso – legato al ringraziamento ai proponenti, agli artefici di questo disegno di legge, Davide Tavernise, Katia Gentile, Presidente della sesta Commissione, e anche all'altro firmatario Salvatore Cirillo – va a tutta la sesta Commissione che, all'umanità, ha riconosciuto l’importanza di questa legge, identificando i Bronzi come fortemente identitari e molla di quel famoso riscatto sociale, culturale e anche economico.

I Bronzi rappresentano un patrimonio che tutto il mondo ci invidia e che la Calabria ha tardivamente compreso, perché sono da poco trascorsi i cinquant'anni dal loro ritrovamento e ricordo che non c’è mai stato un anniversario – sono trascorsi i dieci, i venticinque anni e non si è mai attuata alcuna iniziativa – quindi, sono rimasti un po' nell'ombra, quando potrebbero e devono diventare quel catalizzatore importante in termini culturali fortemente identitario anche per le nuove generazioni. In tal senso, sarà importante il mio impegno per il coinvolgimento delle Istituzioni scolastiche.

Perché vi giungono i miei complimenti? Perché abbiamo visto il boom di turisti che abbiamo registrato quest'anno; per la prima volta, vi è stata un’importante campagna promozionale, non solo a livello regionale e locale, ma soprattutto nazionale ed internazionale, nella quale ha investito tanto la Giunta regionale – con un investimento di 2 milioni di euro, voluti dal presidente Occhiuto, e che hanno trovato una logica interdipartimentale, coinvolgendo i Dipartimenti istruzione, turismo, agricoltura e sviluppo economico – e vi è stata anche la partecipazione del Consiglio regionale, con il presidente Mancuso, che ha voluto stanziare una cifra altrettanto importante.

Vi voglio dare qualche numero importante: sono state 2.927 le testate italiane e straniere; oltre 300 articoli giornalistici dedicati che hanno parlato del cinquantenario del ritrovamento; 2.746 magazine e testate on-line italiane e straniere tra cui Il Times, l'Ansa Internazionale, Rainews 24, Tgcom, Sole 24 Ore, Ansa, AdnKronos, Corriere della Sera, Repubblica, Quotidiano Nazionale, Il Giorno, Il Resto del Carlino; 171 pagine, periodici, mensili, settimanali, quotidiani; abbiamo avuto servizi e  speciali TV, dirette da Rai 1, Uno Mattina, Tg1 - 3 edizioni, servizi su Tg1, Tg2, Tg3, TG5, TG4, Studio Aperto.

Soprattutto questo ha determinato un forte impulso, come dicevamo, al settore turistico ed economico della Calabria, infatti, al Marc, Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, sono state registrate quasi 50.000 mila presenze nel solo mese di agosto, con una media giornaliera di 1500 ingressi.

Questi sono numeri importanti, che hanno veicolato, e non di poco, il settore economico oltre che determinato un forte impulso di carattere sociale e culturale.

Questa legge, pertanto, che va a cristallizzare e a storicizzare, come diceva Davide Tavernise, il 16 agosto, che è la giornata del ritrovamento, e, quindi, i 29 giorni che precedono questo importante giorno, diventa significativa perché i Bronzi diventano occasione culturale di eventi che vanno a coinvolgere, come diceva la consigliera Gentile, tutta quanta la Regione, i Comuni capoluogo di Provincia, la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Mobiliteremo tutte quante le istituzioni scolastiche, i media nazionali ed internazionali, quindi, sarà occasione nuovamente di forte impulso turistico, cristallizzando e storicizzando una data significativa. Ci sarà il coinvolgimento del Dipartimento turismo e anche, ovviamente, del Dipartimento istruzione, che rappresento, cioè saremo tutti quanti insieme a festeggiare i nostri Bronzi e la cultura, che non ha colore politico, come ci ha insegnato quest'oggi questa importante Aula, ma diventa trasversale.

Parlare di cultura, in questo caso, significa anche incentivare lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio.

Grazie e nuovamente complimenti.  

PRESIDENTE  

Grazie, assessore Princi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Presidente, annuncio il mio voto favorevole, per dichiarazione di voto, a questo provvedimento, perché è un provvedimento ben fatto e plaudo alla collega Katya Gentile anche in qualità di Presidente della Commissione per il lavoro che ha svolto.

Non accetto, però, che ci sia un invito rivolto alla maggioranza da parte dell'onorevole Tavernise a votare proposte di legge a sua firma! Noi non votiamo questa proposta perché l'ha firmata lei questa legge! Non la votiamo per lei perché lei non ha rispetto istituzionale. È inutile che rida, non sorrida, sono molto serio. Lei deve avere rispetto istituzionale di quest'Aula! Lei questo rispetto non ce l'ha! Vicepresidente, lei deve sapere. Poi ne riparliamo, nella discussione di una mozione specifica, del perché il collega Tavernise non ha rispetto istituzionale per i consiglieri di questo Consiglio e quindi neanche per sé stesso…

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Presidente, io non permetto un'affermazione del genere. Non la permetto, non permetto un’affermazione del genere da parte...

PRESIDENTE

Lei può se vuole può replicare dopo.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Che fa? Mi toglie la parola? Perché perde la pazienza? Stia tranquillo, io non l'ho persa la pazienza, io non l'ho persa quando lei mi ha offeso.

Non la perda oggi. Stia tranquillo. Lei aspetti…

 

(Interruzioni fuori microfono del consigliere Tavernise)

 

Lei aspetti, dopo, sulla mozione su Longobucco, poi apprenderà cosa ho da dirle nel dettaglio. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 117/12^ di iniziativa dei consiglieri A. Montuoro, P. Caputo, recante: “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 117/12^, di iniziativa dei consiglieri Montuoro e Caputo, recante: “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità”. Prima di procedere alla discussione del prossimo punto all'ordine del giorno, colgo l'occasione per segnalare l’attenzione straordinaria che questo Consiglio regionale sta riservando al tema dell'ambiente, ampliando le aree protette e dando loro, come si sta facendo con la proposta di legge sulle aree protette d’iniziativa dei consiglieri Caputo e Montoro, esaminata dalla Commissione presieduta dal collega Raso, una normativa aggiornata per sostenerla efficacemente. Esprimo il compiacimento del Consiglio per il via libera dato dal Governo, l'altro giorno, alla legge regionale sui cammini naturalistici, storici e spirituali che la Regione Calabria, tra le poche in Italia, ancora non aveva. Anche questo provvedimento va nella direzione di valorizzare il notevole patrimonio ambientale della Calabria, aprendo nuove possibilità di sviluppo sostenibile, nuova occupazione.

Ricordo che abbiamo approvato, in ossequio agli articoli 9 e 32 della Costituzione e della normativa dell'unione europea con al centro lo strumento Rete Natura 2000, la legge che istituisce la riserva nazionale del Mesima, la legge che istituisce la riserva nazionale del Vergari, la legge che ha istituito il Parco marino della secca di Amendolara, la legge sulle piante officinali. L'azione legislativa che in 18 mesi di legislatura abbiamo messo in campo su questo specifico settore non è affatto esaurita, infatti le Commissioni, a breve, sono chiamate a confrontarsi su altri progetti legge in materia.

Oggi approveremo una vera e propria legge quadro “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità” che riforma le normative risalenti a vent'anni addietro. Il Consiglio regionale sta dimostrando un'attenzione speciale per la salvaguardia e la valorizzazione naturalistica, lo sta facendo approvando leggi significative che sono in linea con le nuove sensibilità che si registrano in tutto l'occidente e coerenti con l'impegno per rendere possibile la transizione ecologica per la quale l'Europa mette a disposizione dell'Italia, con il PNRR, circa 70 miliardi di euro. Ora cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente, grazie anche per la disamina importante che ha fatto, rispetto all'attenzione che questa amministrazione, questo Consiglio regionale, la Giunta e il nostro Presidente della Giunta stanno avendo nei confronti della tutela del patrimonio ambientale che ha la Regione Calabria.

Questa proposta di legge intende disciplinare l'istituzione della gestione delle aree protette della Calabria, al fine di garantire e promuoverne la conservazione e la valorizzazione delle aree di particolare rilevanza naturalistica della regione. La presente proposta si rende necessaria allo scopo di aggiornare la complessa disciplina sulle aree protette, definendone i contenuti, rispetto alle varie tematiche, in linea al mutato quadro normativo, sia a livello nazionale che comunitario, e semplificando, inoltre, le pratiche amministrative con lo scopo di rendere più rapida ed incisiva l'azione da parte della Regione Calabria.

Le finalità hanno implicazioni positive per la conservazione, la tutela delle aree protette e della rete della biodiversità calabrese, nonché delle specie vegetali e animali in esse presenti. È prevista, inoltre, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale, l'attuazione di politiche e l'adozione di strumenti di promozione del territorio, in un'ottica di rilancio e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Calabria con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

Il disegno in questione indica tra gli obiettivi la conservazione delle specie di fauna selvatica e l'incremento della biodiversità, promuovendo programmi, progetti e modalità di gestione idonei al conseguimento e al mantenimento di densità ottimali per l'equa esistenza tra le specie; assicura la salvaguardia dei biotipi vegetali o forestali e di formazioni geologiche, geomorfologiche, paleontologiche di rilevante valore storico, scientifico e culturale; individua le forme di partecipazione delle comunità locali ai processi di pianificazione di gestione sostenibile delle Aree protette naturali regionali e del sistema della biodiversità calabrese ed, inoltre, intende individuare le modalità di diffusione, uniforme sul territorio regionale, delle informazioni relative alle singole componenti del patrimonio naturalistico ambientale. Si fa riferimento, altresì, per allineare le normative al quadro europeo, all'evoluzione delle aree protette in comunità energetiche rinnovabili, per le finalità di cui alla Direttiva Ue 2018/2001, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, per favorire lo sviluppo e la coesione delle comunità, grazie alla disponibilità di fonti di reddito, ad aumentare l'efficienza energetica delle famiglie e contribuire a combattere la povertà energetica.

La presente proposta intende inserire nel proprio quadro normativo anche la Rete Natura 2000, che è una rete di interesse comunitario e di zone di protezione speciale, creata dall'Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali, prevedendone l'implementazione, inserendo una semplificazione negli strumenti di programmazione dei parchi regionali che prevedono il nuovo piano integrato del parco. Si prevede, tra le altre cose, una semplificazione anche nella composizione del comitato tecnico-scientifico, includendo la partecipazione della rappresentanza degli studenti delle scuole superiori di secondo grado e delle Università calabresi e l'introduzione di strumenti volontari di programmazione negoziata con gli enti locali, con le piccole e medie imprese, con le associazioni di cittadinanza attiva, con le associazioni ambientaliste.

Nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale è prevista l’attuazione di politiche e l'adozione di strumenti di promozione del territorio, in un'ottica di rilancio e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Calabria, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

Infine, nell'ambito del sistema contabile e finanziario, col presente disegno di legge si propone l'adeguamento al nuovo contesto normativo e alle regole di contabilità e bilancio. Non deriva nessun onere finanziario dall'attuazione della presente proposta di legge a carico del bilancio regionale, in quanto lo stesso fornisce elementi per la programmazione strategica regionale in materia di aree protette e biodiversità, senza oneri finanziari aggiuntivi.

Inoltre, ogni azione da intraprendere all'interno di tale intervento si può collocare all'interno del piano di azioni prioritarie, approvato con DGR numero 72 del 15/5/2020 e successiva deliberazione del Consiglio regionale del 14/7/2020. Detto piano di azioni prioritarie ha avuto il parere positivo da parte della Commissione europea, giusta nota ministeriale del 30 marzo 2021. Il suddetto piano di azioni prioritarie è stato finanziato dal POR Calabria 2021-2027, azione 2.7.1 (Azione di tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del sistema delle aree protette della Rete Natura 2000 e delle Infrastrutture verdi).

Ricordiamo che l'iter che ha seguito è stato molto importante: è approdata in sesta Commissione il 6 dicembre 2020, con l'intervento anche del dottore Aramini, dirigente del settore parchi e aree naturali protette, del Dipartimento del territorio e tutela dell'ambiente, e di 6 associazioni ambientaliste, cinque delle quali hanno espresso apprezzamenti e parole di elogio parlando non di un passo, ma di un balzo verso la conservazione della natura; approvata, poi, nella seduta del 5 aprile 2023 della quarta Commissione e, infine, approvata nella seduta di venerdì 5 maggio 2023 nella Commissione bilancio, per quanto concerne la parte finanziaria.

Ringrazio particolarmente il collega Pietro Raso, Presidente della quarta Commissione Ambiente, per il prezioso contributo al lavoro sinergico e, soprattutto, ringrazio il collega Pierluigi Caputo con il quale siamo firmatari di questa proposta di legge e con il quale abbiamo lavorato intensamente per arrivare alla sua stesura definitiva, nonché tutti i colleghi e anche coloro i quali hanno contribuito con degli emendamenti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Vedo con grande favore questa proposta di legge che va a sistematizzare e ad organizzare ancora meglio il sistema delle aree protette calabresi.  Vorrei su questo fare una breve riflessione: effettivamente, c'è stato, come lei ha detto all'inizio, un'accelerazione degli ambiti territoriali protetti, con l’individuazione delle riserve che ha ricordato e con proposte di legge, che sono attualmente leggi, che sono passate nella Commissione Ambiente che vede il collega Raso attento e sensibile Presidente.

Debbo, tuttavia, dire come in realtà questo non possa essere in nessun caso considerato un ambientalismo di facciata oppure una rincorsa alla limitazione delle attività sui territori. Innanzitutto, tengo a sottolineare come la percentuale dei territori protetti in Calabria sia sostanzialmente in linea con la percentuale nazionale, forse addirittura leggermente inferiore, cioè fra il 18 e il 19 per cento. Quindi, è nostro interesse ulteriormente promuoverlo, come credo che faremo, perché ci sono già delle proposte di legge in tal senso.

Una cosa che, però, mi preme particolarmente segnalare è che, diversamente da quanto qualcuno malevolmente talora voglia rappresentare, la presenza di aree protette non è un vincolo che danneggia il territorio, l'economia e quant'altro, ma è un investimento che unisce alla conservazione del patrimonio della biodiversità, bellissimo, ricchissimo e fragilissimo calabrese anche un investimento di salute – l’ho detto prima - e un investimento economico. La nostra regione ha un formidabile volano economico e di progresso economico in un ambiente che è nostro preciso interesse salvaguardare e munire sempre di più. Quindi, ben vengano le leggi che servono ad armonizzare e organizzare meglio le attività protezionistiche territoriali che sono, lo ribadisco, un volano certo della tutela della salute dei calabresi e dello sviluppo economico della nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Il punto all'ordine del giorno, ampiamente discusso in Commissione ambiente e territorio, così come è stato detto, va a disciplinare, dopo vent'anni, una materia importante che riguarda appunto la conservazione, la valorizzazione di aree di particolare rilevanza naturalistica della regione, nonché - ed è questo un aspetto importantissimo - il recupero di quelle aree degradate, nell'ambito dei principi contenuti nella legge del 6 dicembre del 1991, la numero 394.

La legge in trattazione, così come è stato detto dal collega Montuoro, vuole abrogare quella vecchia sulle aree protette, datata luglio 2003, in tema di ambiente e biodiversità, andando, quindi, a definire un quadro normativo che sia al passo con i tempi e con le direttive nazionali in materia di ambiente.

In vent'anni, infatti, la sensibilizzazione ambientale, così come le norme in materia di biodiversità, sono cambiate e, quindi, si è reso necessario questo complesso intervento anche al fine di implementare e adeguarsi agli standard che vengono suggeriti da Rete Natura 2000. Il programma europeo sopraccitato conta al suo attivo 26 mila siti in Europa di cui 184 si trovano in Calabria. Questi siti, naturalmente, vanno regolamentati da direttive, da piani di gestione, da valutazioni ambientali, ma, soprattutto, vanno sottoposti a delle misure di conservazione.

Tutto questo non era previsto nella legge del 2003; alcuni aspetti importanti che vorrei mettere in risalto e che riguardano questo quadro normativo sono ad esempio la VINCA, che è uno dei procedimenti previsti da Rete Natura 2000 e che mancava nella legge, come anche un aspetto importantissimo riguarda proprio gli organi di vigilanza, perché attraverso questa nuova legge è stata introdotta, innanzitutto, una semplificazione amministrativa del comitato tecnico scientifico delle aree protette, ma è stato previsto, in particolar modo, il coinvolgimento attivo del mondo del volontariato, attraverso la regolamentazione delle guardie ecologiche volontarie.

Anche qui l'intervento normativo si è reso necessario perché la legge a cui si faceva riferimento è una legge del 2007 e ha visto soprattutto un superamento nel cambio delle competenze amministrative di riferimento.

È importante anche ricordare che questo Consiglio regionale - lo diceva il presidente Mancuso all'inizio, nell’andare ad introdurre il punto all’ordine del giorno -, guidato dal presidente Occhiuto, ha raggiunto un importante traguardo perché solo negli ultimi sei mesi sono state istituite tre aree protette: il parco Marino di Amendolara, per il quale sono stata la presentatrice della legge e anche la relatrice; la riserva del Vergari e quella della foce del Mesima. Le ultime aree - è giusto ricordarlo - precedentemente istituite risalgono agli anni ’90, come, ad esempio, quella del lago di Tarsia, mentre quella più recente è stata istituita nel 2006 ed è il Canyon di Valli Cupe. Abbiamo raddoppiato le riserve regionali in solo 6 mesi, andando ad allinearci a quelli che sono gli standard europei che sono stati messi in campo da Strategia Europa che prevede il raggiungimento dell'obiettivo del 30 per cento di superficie destinata alle Aree protette entro il 2030.

Il nostro, quindi, non può che essere definito un comportamento virtuoso perché il 30 per cento l'abbiamo raggiunto ad oggi, nel 2023.

Attraverso questa nuova normativa, si aggiunge un organo importante che riguarda la Consulta del parco, così come è prevista all'articolo 18; Consulta del parco che è un organo di supporto e di indirizzo propositivo e consultivo, formato, naturalmente, dalle associazioni ambientaliste, dalle associazioni di promozione turistica, dalle associazioni del mondo produttivo, da quelle venatorie, ittiche; questo ritengo che sia un aspetto importantissimo, come anche la presenza della Consulta degli studenti di ciascuna Provincia territorialmente interessata e del Consiglio degli studenti di ciascuna Università calabrese. Questo è un altro aspetto che merita particolare attenzione in quanto prevede il coinvolgimento dei giovani al mondo dell'ambiente che li circonda. L’educazione ambientale ritengo che sia una missione determinante ed è per questo che, attraverso questo Consiglio, vi è la necessità di lavorare, in particolar modo, su quella che è l'educazione ambientale dei giovani e dei giovanissimi in età scolare, offrendo loro un contesto chiaro, che è rivolto alla tutela, alla salvaguardia ambientale, attraverso progettualità nelle scuole.

E uno degli elementi di novità che introduce questa legge - a tal proposito sono stati reperiti fondi pari a 2 milioni di euro – è che le risorse economiche previste naturalmente non gravano sul bilancio regionale. Stiamo investendo con la programmazione comunitaria 2021-2027 attraverso i PAC, individuando nel quadro delle azioni prioritarie sulla biodiversità un primo e fondamentale step. Attraverso il documento di programmazione, già approvato in Consiglio regionale e supportato anche a livello nazionale ed europeo per la programmazione 2023- 2027, sono stati individuati 92 milioni di euro. Quindi, il forte impulso dato dalla Commissione ambiente, dal suo presidente Raso e dal presidente Occhiuto, segna già una forte controtendenza perché per troppo tempo non è stato mai valorizzato, come adesso, il patrimonio naturalistico. Dall'insediamento di questa Giunta si è messa in moto una visione differente, perché investire nell'ambiente, investire nella sua tutela, vuol dire, soprattutto, garantire una crescita da un punto di vista sociale ed economico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Straface. Non ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

All’articolo 2 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A011, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Questo e gli altri emendamenti che ho presentato vanno nella direzione di valorizzare e promuovere il territorio protetto, dando ovviamente spazio all'agricoltura multifunzionale, al paesaggio agrario e agli agricoltori che operano nelle aree protette.

Nello specifico l’emendamento è il seguente: <<All'articolo 2, 2 comma, lettera g) dopo le parole “applica e promuove modelli di gestione ambientale idonei a realizzare l'equilibrio tra l'ambiente naturale e le attività antropiche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, architettonici, archeologici e storici, nonché, delle attività agricole produttive e agrosilvopastorali, di agricoltura biologica e” sono aggiunte le seguenti parole “agrituristica, nonché” e dopo le parole “di ogni altra attività economica tradizionale attualmente in uso, del turismo naturalistico e del tempo libero, nel rispetto delle finalità di tutela e conservazione naturalistica” sono aggiunte le seguenti parole “ivi comprese le attività che, ai sensi della legge 141/2015 e della normativa regionale derivata, l’agricoltura sociale esprime nell'ambito dei servizi di utilità sociale, affiancando alla tradizionale funzione produttiva, anche legata ai prodotti tradizionali del territorio, la capacità di generare benefici attraverso servizi innovativi nell'ambito dell'assistenza e del coinvolgimento della comunità”>>. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A011. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 2.

Articolo 2

(È approvato per come emendato)

All’articolo 3 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A10, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. All'articolo 3, comma 1, dopo le parole “Il sistema regionale delle aree naturali protette e della biodiversità, di seguito aree protette, è l'insieme dei territori dove sono presenti formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse con rilevante valore naturalistico, paesaggistico,” e aggiunta la parola “agricolo”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parole del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A10. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 3

Articolo 3

(È approvato per come emendato)

All’articolo 4 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A09, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie. All'articolo 4, comma 1, lettera d) dopo le parole “la conservazione e valorizzazione dei valori paesaggistici, storico-culturali” si aggiungono le seguenti parole “nonché del sistema agricolo, con le sue funzioni di presidio e di sviluppo dei paesaggi e dei territori”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A09. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 4.

Articolo 4

(È approvato per come emendato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

All’articolo 7 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo è l’emendamento protocollo numero 9732/A02, a firma del consigliere Alecci, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Gli emendamenti a mia firma all'articolo 7, sia al comma 1 sia al comma 2, sono stati già assorbiti da emendamenti presentati precedentemente dal consigliere Montuoro; quindi, in realtà, sono assorbiti, non li ritiro ma si ritrovano in un emendamento già presentato precedentemente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Vorrei aggiungere, per ragioni di completezza, che ci siamo confrontati col collega Alecci. Siccome questo emendamento e il suo successivo sono assorbiti da quello che abbiamo presentato insieme a lei, relativamente allo stesso articolo, i contenuti li abbiamo condivisi e, quindi, il collega li ritira solo per questa ragione: i contenuti sono già stati inseriti e quindi condivisi da entrambe le parti. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento protocollo numero 9725/A01, a mia firma e a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

All’articolo 7, comma 2, lettera l) dopo le parole “indicati dalle Università della Calabria” vengono inserite le parole “e dagli Ordini professionali”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Il parere del relatore è scontato.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9725/A01. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 9753/A08, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Al comma 2, dell'articolo 7, dopo la lettera m) si inserisce la lettera n) e le seguenti parole “da due rappresentanti indicati dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A08. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 9737/A04, a firma del consigliere Alecci. Anche questo è superato?

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Si, signor Presidente, gli emendamenti protocollo numero 9737/A03, A04 e A05 sono superati quindi li ritiro, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo 7.

Articolo 7

(È approvato per come emendato)

Articolo 8

(È approvato)

All’articolo 9 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9753/A07, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie. All'articolo 9, alla fine del comma 1 sono aggiunte le seguenti parole “e sono definite, nel rispetto delle finalità della presente legge, in coerenza con gli obiettivi e le misure adottate nell'ambito del programma regionale sullo sviluppo rurale” alla fine della lettera b) del comma 2 sono aggiunte le seguenti parole “compresa quella agricola”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A07. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 9.

Articolo 9

(È approvato per come emendato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Articolo 15

(È approvato)

All’articolo 16 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A06, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. All'articolo 16 dopo la lettera e) si aggiunge la lettera f) e le seguenti parole “uno su designazione delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale”. Di seguito e prima del comma 2 si aggiungono le seguenti parole “Nel caso di parità di voto prevale il voto del Presidente”. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A06. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 16

Articolo 16

(È approvato per come emendato)

All’articolo 17 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A05, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Alla lettera c) del comma 2, dell'articolo 17, dopo le parole “esprime il parere obbligatorio” si aggiunge la seguente parola “non vincolante”.

Alla lettera e) dell’articolo 17 dopo le parole “e) promuovere l'equilibrio fra gli obiettivi di protezione naturalistica” si aggiungono le seguenti parole “di valorizzazione del paesaggio agricolo e forestale con”.

PRESIDENTE 

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A05. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 17.

Articolo 17

(È approvato per come emendato)

Articolo 18

(È approvato)

Articolo 19

(È approvato)

Articolo 20

(È approvato)

Articolo 21

(È approvato)

All’articolo 22 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A04, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Alla lettera f) del 2 comma dell'articolo 22, alla fine sono aggiunte le seguenti parole “che comprende, in particolare, la gestione ed il controllo della fauna selvatica. A tal fine, gli agricoltori ed i proprietari di fondi limitrofi alle aree contigue possono intervenire, ai sensi e nel rispetto della normativa statale e regionale, per porre in essere azioni di contenimento in un'ottica di conservazione degli equilibri ecologici del parco”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A04. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 22.

Articolo 22

(È approvato per come emendato)

Articolo 23

(È approvato)

Articolo 24

(È approvato)

Articolo 25

(È approvato)

Articolo 26

(È approvato)

Articolo 27

(È approvato)

Articolo 28

(È approvato)

All’articolo 29 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9725/A02, a mia firma e a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Articolo 29, comma 1, dopo le parole “nomina il Direttore” vengono eliminate le parole “tra soggetti inclusi nell'albo degli idonei all'esercizio dell'attività di Direttore di parco tenuto presso il MITE”.

PRESIDENTE 

Grazie. Parere della Giunta?

 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9725/A02. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 29.

Articoli 29

(È approvato per come emendato)

Articolo 30

(È approvato)

Articolo 31

(È approvato)

Articolo 32

(È approvato)

Articolo 33

(È approvato)

Articolo 34

(È approvato)

Articolo 35

(È approvato)

Articolo 36

(È approvato)

Articolo 37

(È approvato)

Articolo 38

(È approvato)

Articolo 39

(È approvato)

Articolo 40

(È approvato)

Articolo 41

(È approvato)

Articolo 42

(È approvato)

All’articolo 43 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A03, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Dopo la lettera g) del 2 comma dell’articolo 43 si aggiunge la lettera h) e le seguenti parole “a promuovere forme di collaborazione tra le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale e gli enti regionali competenti, finalizzate alla diffusione di alveari e alla promozione della loro tutela, per l'impollinazione di colture agricole e il mantenimento di un equilibrio ottimale dei livelli di biodiversità”; alla fine del 3 comma inserire le seguenti parole: “nonché ricorrere agli strumenti di collaborazione, di cui agli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 228/2001, per la conclusione di accordi con gli imprenditori agricoli che si impegnino nell’esercizio dell'attività di impresa volta ad assicurare la tutela delle risorse naturali, delle specie selvatiche di flora e fauna e del patrimonio di biodiversità che caratterizza i territori”. Grazie.

PRESIDENTE 

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A03. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 43.

Articolo 43

(È approvato per come emendato)

Articolo 44

(È approvato)

Dopo l'articolo 44 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A02, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Al capo IV dopo l'articolo 44 si aggiunge l'articolo 44-bis e le seguenti parole “Ai sensi dell'articolo 22, comma 6, della legge numero 394 del 1991, il soggetto gestore delle aree naturali protette adotta piani di controllo necessari per ricomporre gli squilibri ecologici. In caso di inerzia dell'ente gestore e in presenza di danni alle produzioni agricole, anche nelle aree limitrofe, sulla base di specifica relazione congiunta da parte dei Direttori generali dei Dipartimenti ambiente e agricoltura e foreste, la Giunta regionale può nominare un commissario ad acta affinché sovrintenda l'organizzazione e lo svolgimento dei prelievi faunistici e degli abbattimenti selettivi”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE 

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A02. L’emendamento è approvato.

Articolo 45

(È approvato)

Articolo 46

(È approvato)

All’articolo 47 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo è l’emendamento protocollo numero 9737/A05, a firma del consigliere Alecci, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Anche questo, signor Presidente, è stato ritirato.

PRESIDENTE

Va bene. Quindi passiamo all'emendamento protocollo numero 9737/A06 sempre a sua firma.

 

(Voce fuori microfono)

 

Anche questo è ritirato? Okay.

Quindi pongo in votazione l'articolo 47.

Articolo 47

(È approvato)

Articolo 48

(È approvato)

Articolo 49

(È approvato)

Articolo 50

(È approvato)

Articolo 51

(È approvato)

Articolo 52

(È approvato)

Articolo 53

(È approvato)

Articolo 54

(È approvato)

Articolo 55

(È approvato)

Articolo 56

(È approvato)

Articolo 57

(È approvato)

Articolo 58

(È approvato)

Articolo 59

(È approvato)

All’articolo 60 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9725/A03, a mia firma e del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. All’articolo 60, comma 1, dopo le parole “del territorio regionale” vengono aggiunte le lettere a), b) e c): “a) Per geodiversità si intende la varietà o la specificità delle caratteristiche geologiche del territorio, comprensive delle rocce e dei depositi, delle forme e dei processi in ambito geologico, geomorfologico, idrogeologico, paleontologico, mineralogico e pedologico; b) per patrimonio geologico si intendono le singolarità geologiche ove sono conservate importanti testimonianze della storia e dell'evoluzione della terra, della geodiversità; c) per geositi si intende una località, area o territori in cui è possibile definire un interesse geologico, geomorfologico, per la conservazione del patrimonio geologico.”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A03. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 60.

Articolo 60

(È approvato per come emendato)

Articolo 61

(È approvato)

Articolo 62

(È approvato)

Articolo 63

(È approvato)

Articolo 64

(È approvato)

Articolo 65

(È approvato)

Articolo 66

(È approvato)

All’articolo 67 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A01 a firma del consigliere Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Dopo la lettera b) del secondo comma dell'articolo 67 si introduce la lettera c) e le seguenti parole: “cittadini aderenti ad associazioni agricole o venatorie, che abbiano regolarmente superato l'esame di abilitazione, nonché al corpo di guardie delle associazioni agricole e venatorie”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9753/A01. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 67.

Articolo 67

(È approvato per come emendato)

Articolo 68

(È approvato)

Articolo 69

(È approvato)

Articolo 70

(È approvato)

Articolo 71

(È approvato)

Articolo 72

(È approvato)

Articolo 73

(È approvato)

Articolo 74

(È approvato)

Articolo 75

(È approvato)

Articolo 76

(È approvato)

Articolo 77

(È approvato)

Articolo 78

(È approvato)

All’articolo 79 sono stati presentati emendamenti. Il primo emendamento è il protocollo numero 9725/A04, a mia firma e del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. All’articolo 79, comma 1, dopo le parole “Parco regionale delle Serre” vengono aggiunte le parole “e l'ente parchi marini, istituito con legge regionale 16 maggio 2013 numero 24”. Al comma 2, dopo la parola “vigenti” vengono eliminate le parole “e dalla legge regionale 48/1990”.  Il comma 4 viene soppresso. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A04. L'emendamento è approvato. Passiamo all'emendamento protocollo numero 9776, a firma del consigliere Comito, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Sempre all'articolo 79 viene aggiunto il comma 7: “In deroga a quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 61 della legge regionale 16/04/2002, numero 19, l'autorizzazione paesaggistica di cui all'articolo 146 del decreto legislativo 42/04 e successive modifiche e integrazioni è delegata agli Enti parco regionale, per gli interventi e progetti localizzati in tutto o in parte nel territorio dell'area protetta”.

La modifica appare opportuna per consentire agli Enti parco, nell'ottica della semplificazione amministrativa, di rilasciare l'autorizzazione paesaggistica. Non ha oneri economici. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9776. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 79, per come emendato.

Articolo 79

(È approvato per come emendato)

All’articolo 80 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9834, a mia firma e dei consiglieri Gentile, De Nisi, Caputo, Graziano, Gelardi. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri)

Sì, grazie, Presidente. Il presente emendamento sopprime al primo periodo del comma 3 dell'articolo 80 le parole “nell'ipotesi in cui non siano considerati gli assetti gestionali da almeno 10 anni” e prevede che l'ente locale dovrà presentare un progetto operativo, nonché economico finanziario al Dipartimento Ambiente, il quale dovrà autorizzare la gestione. Al tempo stesso si provvede a sostituire la parola “comunicato” con la parola “proposto” nell'ultimo periodo del comma 3 dell'articolo 80. Si precisa che, in coordinamento formale, in caso di approvazione dell'emendamento appena illustrato, occorre sopprimere anche al comma 1 il seguente periodo: “Sono fatti salvi, comunque, gli assetti gestionali consolidati da almeno 10 anni”. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9834. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 80, per come emendato.

Articolo 80

(È approvato per come emendato)

Articolo 81

(È approvato)

All’articolo 82 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9725/A05 a firma dei consiglieri Mancuso e Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. All’articolo 82, comma 1, dopo la lettera b) viene aggiunta la lettera c) che così recita: “La legge regionale 16 ottobre 2008, numero 30 (Norma di interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge regionale 14 luglio 2003, numero 10)”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A05. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 82, per come emendato.

Articolo 82

(È approvato per come emendato)

Articolo 83

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, per come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Ordine del giorno numero 6 “Sugli interventi di manutenzione della galleria Limina SS 682”

PRESIDENTE

Passiamo adesso all'ordine del giorno di iniziativa del consigliere Giannetta, recante: “Interventi di manutenzione della galleria Limina, Strada statale 682”. Prego.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Chiudere i lavori della galleria Limina h24 vuol dire di fatto interrompere i collegamenti tra lo Ionio e il Tirreno nella provincia di Reggio Calabria e, quindi, isolare la Locride.

Quando qualche giorno fa l'ANAS comunicò che avrebbe voluto chiudere questo tratto di strada, bene fecero i sindaci a riunirsi e, quindi, a preoccuparsi e chiedere un incontro dal Prefetto; bene ha fatto il Prefetto a convocare una riunione nella ricerca di soluzioni condivise; bene hanno fatto anche quelle associazioni di categoria che si sono occupate della questione e benissimo ha fatto la Giunta che ha fatto rinviare la chiusura a settembre.

La Regione, infatti, ha salvato una stagione estiva in quel territorio che rappresenta una boccata di ossigeno importante per l'intera economia.

A questo punto io dico che non basta e, quindi, questo ordine del giorno impegna in maniera forte la Giunta affinché vigili su due questioni fondamentali: bisogna avere delle relazioni puntuali e precise da parte dell’ANAS e degli organi competenti per avere garanzie sulla sicurezza e, soprattutto, su quella che è l'incolumità dei cittadini e, a questo punto, vogliamo anche chiedere una maggiore trasparenza e sapere e capire come mai ci sono in continuazione delle interruzioni e lavori; bisogna richiedere una maggiore concertazione. Non si può così d'emblée, con qualche giorno di anticipo, chiudere una strada così importante, di grande comunicazione tra lo Ionio e il Tirreno.

E quindi vogliamo, sì, andare a ridurre quelli che sono i rischi per i cittadini, ma vogliamo che ci sia una maggiore concertazione, perché dobbiamo impedire soprattutto i disagi in un territorio dove ci sono pochissime vie di comunicazione che siano degne di essere chiamate tali e che siano alternative alla viabilità già in essere, perché non possiamo consentire che la Locride sia letteralmente isolata. Dicevamo prima, anche parlando della questione dei bronzi di Riace, delle iniziative che bisogna mettere in atto, cito questo esempio perché è di attualità: la ionica ha grandi potenzialità, attrattive, turistiche, paesaggistiche, culturali, quindi non può essere isolata in questo modo.

A questo punto dobbiamo assolutamente porre particolare attenzione a questa questione perché, come vi dicevo, le strade alternative mancano e addirittura mancano le fermate di rete ferroviaria.

Quindi l'ordine del giorno voleva impegnare la Giunta in maniera forte e concreta affinché vigili su questa situazione, perché la strada della Limina è una strada di grande comunicazione e non possiamo non porre attenzione alla questione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Giannetta. Pongo in votazione l'ordine del giorno. L'ordine del giorno è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Mozione numero 53/12^ di iniziativa del consigliere F. Laghi “In materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale protetta”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 53/12^ di iniziativa del consigliere Laghi, recante: "In materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale protetta". Consigliere Laghi, ha facoltà di illustrarla.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Premesso che il lupo è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell'ecosistema, in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità, la sua alimentazione è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali, pertanto la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come loro naturale predatore; quindi, ben più efficace dei famosi selettori che poco e nulla ottengono con la loro attività.

Numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico.

Nella Regione Calabria la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il massiccio del Pollino, il massiccio della Sila, i Monti della catena costiera, le Serre, il massiccio dell'Aspromonte.

La presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche, considerato che un grave episodio di bracconaggio è avvenuto il 26 Aprile scorso, con il ritrovamento di un'esemplare di un'esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco presso il Comune di Celico, Provincia di Cosenza, frazione Lagarò, e, ancora prima, il 30 gennaio, sempre di quest'anno, un'esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo, provincia di Reggio Calabria, e il 17 dicembre dello scorso anno un ulteriore esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito e ucciso lungo la strada statale 106, presso il Comune di Rocca imperiale, provincia di Cosenza. Diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, alcune delle quali non menzionate dai mezzi di informazione.

Considerato, altresì, che: la Direttiva Habitat, recepita dall'Italia con DPR 357 del 1997, inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa proibendone la cattura, l'uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione; la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l'uccisione, la detenzione e il commercio e, infine, la Legge 157 del 1992, all'articolo 2, comma 1, lettera a), riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio. Tutto ciò considerato con la mozione si chiede alla Giunta regionale di:  adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio - che è appunto pratica illegale - supportando iniziative di formazione diretta agli allevatori e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna; informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possono alimentare il conflitto uomo/lupo; infine - questo è importante, ulteriormente importante - predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Cedo la parola all'assessore al ramo, Gallo. Prego.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Signor Presidente, colleghi consiglieri, siamo perfettamente consapevoli che la specie del lupo sia una specie salvaguardata e tutelata dalla normativa europea, però, signor Presidente, dobbiamo essere anche consapevoli che negli ultimi anni alcune immissioni sul territorio della nostra regione di fauna selvatica sono diventate poi fuori controllo. L'immissione del lupo era stata determinata dalla necessità di contrastare anche gli ungulati e, poi, ciò non è accaduto, perché gli ungulati, in particolare la specie dei cinghiali, ha esondato e i lupi, in alcune circostanze, si sono rivolti verso una più semplice preda che sono le greggi e i vitelli, insomma, tutti coloro i quali sono allevati dalle aziende zootecniche.

Noi, quindi, non ci opponiamo rispetto a questo, benché sia facile predisporre un ordine del giorno che poi deve essere applicato, è facile dire alla Giunta regionale, come è chiaro che sia, “Dobbiamo predisporre tutto ciò che è necessario per risarcire i danni”. Va bene, non vogliamo opporci rispetto a questo, perché chiaramente noi siamo maggioranza, però dobbiamo essere consapevoli che in questo momento sul territorio regionale c'è una aggressione da parte del lupo e da parte di branchi di lupi nei confronti delle mandrie e nei confronti delle aziende zootecniche.

Non voglio additare, in tutti i casi, la responsabilità ai branchi di lupi perché possono essere anche, in alcune circostanze, branchi di cani selvatici; comunque c'è un problema che esiste, fermo restando che noi siamo consapevoli che c'è una tutela superiore.

Per quanto riguarda gli ungulati, la cosa è sfuggita completamente di mano. Sembra che ci sia oggi una sensibilità diversa anche da parte del Governo centrale, anche nel rapporto con l'Europa, ma gli interventi sono necessari perché noi siamo in una fase di piena emergenza. Mi auguro che ci possa essere una azione volta alla tutela anche di chi fa agricoltura o di chi fa zootecnia in questa regione perché altrimenti rischiamo di dover andare via completamente, lasciando spazio ad altri.

Non è un fatto ideologico, è semplicemente un'esigenza pratica rispetto ad un territorio che da questo punto di vista vive una stretta emergenza. Non giustifico naturalmente chi è intervenuto personalmente, ma è possibile che ci possa essere stata anche qualche aggressione rispetto alla quale qualcuno si sia difeso. Fermo restando che non chiedo alla maggioranza di non votare l'ordine del giorno, ritengo però che alcune precisazioni sicuramente andassero fatte.

PRESIDENTE

Pertanto, votiamo favorevolmente, prendendo atto che conosciamo le difficoltà operative della dicitura “Impegna la Giunta regionale”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Come concordato in Conferenza dei capigruppo, nel testo della mozione ho scritto “Chiede alla Giunta regionale”.

Inoltre, ritengo che le osservazioni sollevate dall'assessore all'agricoltura non sempre siano senza fondamento poiché, in realtà, ci può essere un danno e, infatti, nella mozione è previsto che si intervenga perché questa antinomia uomo-lupo, tecnicamente, non ha ragion d'essere.

Per questo motivo, la formazione, l'informazione e quant'altro si rendono utili per prevenire queste problematiche.

Tra l’altro, forse, anche per raccontarcela tutta, nel problema degli ungulati, il lupo rappresenta certamente un freno, a mio parere.

Ho fatto parte per cinque anni, su indicazione delle associazioni ambientaliste nazionali, del Comitato direttivo del Parco nazionale del Pollino e posso assicurare che tutti gli interventi di selezione, tra qui quello di sparare ai cinghiali, non solo non hanno minimamente risolto il problema ma, semmai, lo hanno aggravato.

Tengo a dire, tra l'altro, che la selezione degli ungulati, attraverso la soppressione mediante armi da fuoco, pone un ulteriore problema; difatti, non ne riducono il numero, ed è bene ricordare che gli ungulati sono in sovrannumero perché è stato messo in atto un ripopolamento, proprio da chi adesso fa la selezione, con ceppi dell’Europa orientale che, diversamente dai nostri, hanno un ritmo di riproduzione più rapido e con più cuccioli; quindi, ci siamo inevitabilmente trovati con un surplus di ungulati rispetto ai quali i lupi svolgono azione meritoria.

Trovo opportuno che l'assessore abbia ricordato come, con una certa frequenza, i danni attribuiti al lupo siano attribuibili a branchi di cani inselvatichiti lasciati a sé; questo rappresenta un problema a parte.

Infine, la mozione illustra semplicemente quello che sono le direttive europee e le leggi nazionali chiedendone, appunto, la puntuale applicazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi.

Pongo in votazione la mozione numero 53/12^.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 55/12^ di iniziativa della consigliera P. Straface, recante “Istituzione dell'Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 55/12^ di iniziativa della consigliera Straface, recante: “Istituzione dell’Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell’Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”.

Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare la mozione.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Prima di andare a illustrare la mozione, mi corre l’obbligo di fare delle premesse di carattere generale rispetto al tema delle dipendenze patologiche.

Ho il dovere di ringraziare il presidente Occhiuto, che ha voluto darmi la delega sulle dipendenze patologiche ma, allo stesso tempo, la predisposizione da parte del Presidente in qualità di Commissario ad acta della sanità, nell’andare a investire in un settore così importante, probabilmente poco conosciuto e sul quale negli anni si è investito quasi niente.

Sin dal momento in cui ho ricevuto questa delega, la prima cosa fatta – premesso che presso il Dipartimento salute non esisteva nessuna struttura che si occupasse della programmazione e dell’attenzione verso, ripeto, un settore così importante e delicato – è stata quella di attivare un tavolo che prevede il coinvolgimento dei soggetti dei Ser.D dei servizi pubblici e delle comunità terapeutiche e, attraverso l’ascolto e il confronto dei soggetti che operano in questa materia, stiamo cercando di costruire quello che è il Piano di azione regionale sulle dipendenze.

A ciò si aggiunge anche il Progetto Gap per quanto riguarda il gioco d’azzardo.

La cosa più importante è stata la scoperta dell’esistenza di un Fondo antidroga presso il Dipartimento salute; un Fondo che per ben 14 anni non è stato mai utilizzato e che è pari a quasi 3 milioni 400 mila euro.

Attraverso l'utilizzo di questo fondo andremo a costruire quella che è una programmazione seria, che vada verso quelle che sono le dipendenze di abuso legale e illegale, e soprattutto verso quelle che sono le dipendenze comportamentali quali, appunto, il gioco d'azzardo.

Allo stesso tempo, stiamo avviando il Progetto Gap e un piano che prevede l'impegno da parte del Ministero, per il recupero di alcune risorse finanziarie relative agli anni 2022 e 2021.

Ci siamo attivati presso le varie ASP, chiedendo l'immediata rendicontazione poiché si rischiava di perdere una risorsa finanziaria così importante e oggi procederemo all'attivazione dell’Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria, Azienda Zero.

Si definisce “dipendenza patologica” una condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall'interazione tra un organismo e una sostanza caratterizzata da risposte comportamentali e da altre azioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.

In questa definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano comportamenti problematici, quali il disturbo da gioco d'azzardo, lo shopping compulsivo, la new technologies addiction, dipendenza da TV, serie TV, Internet, Social Network, videogiochi: diverse nelle manifestazioni cliniche, ma per molti aspetti, correlate sul piano eziologico e psicopatologico.

Più precisamente, quando si parla di dipendenze patologiche, bisogna fare un distinguo tra quelle che sono dipendenze da sostanze legali e illegali, come cocaina, eroina, marijuana, metanfetamine, steroide, alcol, tabacco, e le dipendenze comportamentali, quali: il disturbo da gioco d'azzardo; le dipendenze tecnologiche; lo shopping compulsivo; le dipendenze sessuali; la dipendenza da esercizio fisico; la bigoressia, disturbo alimentare che porta con palestra, dieta proteica e integratori, all’ossessione del corpo perfetto.

Nelle dipendenze comportamentali si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiana che coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare in Internet o andare in palestra, che si trasformano, tuttavia, in una dipendenza fino a condizionare lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di pericolosità per la persona.

Considerato che le dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 26 anni di età, la cosiddetta generazione Z, le conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano di inficiare il corretto sviluppo psicofisico a cui si aggiungono, in prospettiva, le ripercussioni negative sull'intera società.

Si precisa, altresì, che l'insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori di natura estremamente eterogenea: fattori individuali di tipo neurobiologico; eredo-familiari, riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalia della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono dell'umore; fattori individuali e comportamentali correlati all’esperienza di vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità, ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo e di bassa autostima; fattori socio-ambientali, correlati al contesto familiare, socio-culturale ed economico della comunità di appartenenza nonché ad altri fattori estranei all'ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale ai livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e accessibilità e, infine, all'esistenza di regole e di leggi di controllo e di deterrenza.

Rilevato che le dipendenze patologiche hanno un importante impatto socio-sanitario con conseguenze dirette e indirette sull'ordine pubblico, sulla spesa sanitaria e sociale, ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato, sul piano normativo e trattamentale, il Capo IV, articoli da 21 a 35 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale, numero 65 del 18 marzo 2017, ha ridefinito e aggiornato i Livelli essenziali di assistenza, di cui al Decreto legislativo del 30 dicembre del 1992, numero 502, i cosiddetti nuovi LEA, individuando e descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità e impegno assistenziale cui corrispondono diversi percorsi assistenziali, recano l'estensione dell'area delle dipendenze a tutte quelle di tipo patologico e ai comportamenti di abuso.

In particolare, l'articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all'assistenza socio-sanitaria alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell'ambito dell'assistenza territoriale, domiciliare, territoriale e accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d'azzardo o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, la presa in carico multidisciplinare, lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato, la prestazione medica e specialistica, diagnostica e terapeutica, psicologica e psicoterapeutica nonché riabilitativa. Ritenuto per tutto quanto sopra che le dipendenze patologiche, oltre a essere incluse nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e dei servizi che il Sistema sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani, conseguentemente, risulta necessario e urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze, sia comportamentali sia da sostanze legali e illegali.

Vista la legge regionale del 15 dicembre del 2021, numero 32, avente a oggetto “Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale calabrese, denominato Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”, che a mente dell'articolo 2 svolge funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale, assicurando tra l'altro: la produzione di analisi, valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, anche in forme di studi, ricerche, istruttorie di progetti e servizi di controllo, impegna la Giunta regionale, per quanto di competenza, affinché proponga l’istituzione nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero, di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche.

L’istituzione dell'Osservatorio ha come principali obiettivi: la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D, ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze, come ad esempio, i medici di Medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118, interventi per eccesso di sostanze stupefacenti, le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per accesso ai reparti di Pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli enti locali, le scuole, le Forze dell'ordine, le associazioni di categoria, il Terzo settore e le associazioni di volontariato; la promozione di una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno secondo alcuni presupposti fondamentali: il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione; il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali, culturali e sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale; la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all'interno dei diversi territori comunali, provinciali e regionali; la promozione e l'adozione di standard di qualità nell'area della prevenzione dell'uso di sostanze psicotrope, nella riduzione del rischio del trattamento, della riabilitazione e dell'integrazione sociale; la diffusione tra professionisti di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci; avviare, altresì, sul territorio regionale, campagne informative, di sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da sostanze legali, illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare riguardo alla fascia di età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente supporto alla genitorialità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Ringrazio la consigliera Straface per questa mozione che riguarda un argomento assolutamente importantissimo, questo è fuori discussione.

Le dipendenze ingenerano ulteriori patologie e sono sintomo di moltissime altre; quindi, oggi più che mai, soprattutto sostanze d'abuso chimiche generano o quantomeno consentono l'esordio proprio di gravi patologie psichiatriche. Però, nel capitolo delle dipendenze – del resto, la collega Straface lo ha detto in maniera ineccepibile – sono inserite, appunto, le dipendenze da gioco d'azzardo, tant'è che oggi i nostri Ser.T. hanno cambiato nome e si chiamano Ser.D.

Vorrei ricordare, en passant, che questa maggioranza ha voluto favorire, invece, il gioco d'azzardo perché abbiamo eliminato – avete eliminato! – la salvaguardia nei confronti di una legge che pure avevamo.

In ogni caso, monitorare queste patologie è assolutamente importantissimo e la nascita dell'Osservatorio è assolutamente corretta; quindi, tutti questi obiettivi sono importanti, soprattutto l'incrocio dei dati è quello che consente poi realmente le stime epidemiologiche a cui può seguire finalmente la gestione clinica e sociosanitaria di questo fenomeno gravissimo e patologico.

Ciò che non riteniamo corretto è la cornice perché Azienda Zero continua a non esistere. L'esempio più semplice, forse, è pensare che noi abbiamo inserito il 112-118 in una delle ennesime proposte legislative poi passate assegnando prima la competenza ad Azienda zero e, dopo un ping-pong, all'ASP di Cosenza.

Pertanto, mi chiedo: cosa ci aspettiamo dopo questa mozione?

Un DCA del Commissario che, essendo il capo assoluto, inserisce questo Osservatorio operativamente in un'Azienda Zero che, praticamente, ad oggi, comunque non funziona? Ha un capo che si chiama Profiti, lo abbiamo conosciuto; dopodiché, però, da un punto di vista operativo, non mi sembra vi siano situazioni che siano andate avanti.

Dobbiamo aspettarci una nuova proposta legislativa?

Noi non siamo assolutamente in dissenso sulla proposta dell'Osservatorio perché è certamente molto importante.

Riteniamo, però, inadatta la cornice e, soprattutto, ancora una volta – questa non è una sua responsabilità, ovviamente, consigliera Straface, anche se lei fa parte della maggioranza del presidente/commissario Occhiuto – la mancanza di chiarezza tra gli obiettivi di Azienda Zero e quelle del Dipartimento salute perché, di fatto, tutte le operazioni che stiamo facendo non fanno altro che spostare quelli che sono i compiti del Dipartimento della salute su Azienda Zero. Questo voi non ce lo avete assolutamente detto in maniera chiara mentre, invece, questo è un tema da approfondire e affrontare.

Pertanto, pur essendo assolutamente favorevoli al problema, annuncio il voto di astensione del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 54/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, G. Graziano: “Strada statale 177 Sila-mare”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 54/12^ di iniziativa dei consiglieri Bevacqua e Graziano, recante: “Strada Statale 177 Sila-mare”.

Cedo la parola al proponente per l’illustrazione. Prego, consigliere Bevacqua.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Io e il consigliere Graziano abbiamo inteso presentare questa mozione poiché, essendo nativi di quel Comune, in questi giorni, siamo oggetto di pressioni – giuste, non giuste – che derivano dalla nostra appartenenza alla comunità che, in quel territorio, sta vivendo momenti di tensione, dibattito e discussione.

Credo che, in questo momento, il dovere di chi svolge un ruolo di responsabilità come il nostro sia quello di stare vicino ai territori e di dimostrare che c’è un Consiglio regionale attento e una Giunta regionale disponibile al confronto e alla solidarietà in termini di vicinanza umana, ma anche di risorse finanziarie.

Pur appartenendo a sponde politiche diverse, io e il collega Graziano più di altri in questi giorni viviamo sulla nostra pelle la profonda amarezza legata, appunto, a una speranza che aveva caratterizzato quel territorio e che oggi appare a rischio in termini di concretezza e fattibilità.

Pertanto, invito tutto il Consiglio regionale a votare questa mozione senza colori politici evitando anche discussioni che ritengo non adatte a questo ruolo.

Nonostante l'amarezza e le tante telefonate ricevute anche dal collega Graziano, credo che faccia parte del nostro ruolo anche subire e metabolizzare amarezze, delusioni, incazzature perché questo è il nostro dovere; quindi, ritengo sia giusto anche tenere alto il dibattito in quest’Aula, non cedere, appunto, alle amarezze personali di questi giorni e approvare all'unanimità questa mozione, dove chiediamo semplicemente alla Giunta regionale di intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni, al fine di verificare, innanzitutto attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali criticità registrate dopo, appunto, l'alluvione che ha causato il crollo della campata centrale del viadotto Ortiano 2 e per mettere in atto tutte le azioni necessarie per l’eventuale reperimento di risorse finanziarie per la messa in sicurezza l’opera e di coinvolgere ANAS e tutti gli enti predisposti a trovare le giuste misure e le giuste risorse per dare risposte a un territorio che, dopo tanti anni, si aspetta una soluzione a un problema vitale per quella comunità e per l’intero basso Jonio cosentino. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bevacqua. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio i consiglieri Bevacqua e Graziano ed esprimo il mio apprezzamento per la mozione inerente alla Strada Statale 177 Sila-mare per la quale annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Salvini.

Inoltre, mi pregio di informare i colleghi consiglieri che venerdì prossimo venturo, alle ore 12, presso il Ministero delle infrastrutture a Roma, ci sarà un incontro con il ministro Matteo Salvini, organizzato dal gruppo Lega Salvini, a cui parteciperanno il Segretario regionale della Lega, avvocato Gianfranco Saccomanno, l’onorevole Furgiuele, componente della Commissione trasporti alla Camera dei deputati, e il Sindaco di Longobucco.

Inoltre, mi corre l'obbligo di informare che il tutto è scaturito da un sopralluogo immediato del consigliere nonché ingegnere Pietro Raso, insieme all’onorevole Furgiuele, subito dopo il crollo del ponte in quel di Longobucco che ne hanno preso visione e, insieme all'amministrazione comunale e al Sindaco di Longobucco, hanno deciso di fare organizzare questo incontro per trovare soluzioni utili all'immediata e pronta ricostruzione del ponte.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gelardi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Ritengo questa mozione fosse assolutamente necessaria e, come sottolineava prima il consigliere Bevacqua, riguarda entrambi da un punto di vista anche personale che, in quanto nativi di Longobucco, soffriamo particolarmente il crollo del ponte e riteniamo bisognerà far di tutto affinché il paese non rimanga isolato; cosa che ancora oggi non è accaduta.

Il Presidente della Giunta regionale ha sin da subito prestato attenzione alla situazione recandosi con immediatezza sul posto, accompagnato anche da me e dalla collega Straface, per verificare di persona e per confrontarsi con gli amministratori dei Comuni interessati, ovvero Longobucco e Cropalati.

Ci sono stati dei provvedimenti immediati da parte del Presidente della Giunta e nel pomeriggio abbiamo svolto anche un ulteriore sopralluogo su alcune strutture presenti sul territorio, tra cui un altro ponte che collega il vecchio tracciato alla frazione di Ortiano, come il consigliere Bevacqua sa, e anche dei fenomeni erosivi che sono presenti all'interno del fiume Ortiano.

Nel pomeriggio successivo c'è stato un incontro in Giunta regionale con i Sindaci del territorio e gli amministratori, proprio per dare subito un riscontro ai fatti accaduti anche in relazione ai fenomeni erosivi che riguardano nel complesso il bacino del fiume Trionto.

Come richiesto dal presidente Occhiuto ad ANAS, è stato anche avviato un monitoraggio complessivo dei ponti del territorio calabrese che sono all'interno dei fiumi, delle fiumare calabresi, per meglio dire; quindi, questo monitoraggio è importante e, come il consigliere Bevacqua sa, in questi giorni sta riguardando il primo tratto della strada che è quello con le altezze maggiori e che speriamo non abbia problemi di stabilità perché ciò comporterebbe davvero l'isolamento del paese.

Inoltre, la Giunta regionale, come anche noi chiediamo nella mozione, ha già provveduto a implementare le risorse per il Lotto in costruzione, quello che va dalla frazione Destro al ponte di Caloveto perché, per il rialzo dei prezzi, è stato necessario implementare alcune risorse; difatti, la Giunta regionale ha previsto ulteriori dieci milioni di euro per quest’opera e per un'altra in Calabria per far fronte al rincaro dei prezzi e far sì che l'opera possa essere completata.

Si rende necessario, quindi, individuare le risorse necessarie, e di questo il presidente Occhiuto si è fatto carico proprio in quella sede.

Ritengo che da questa tragedia si debba cogliere un'opportunità, che è quella che l'attenzione mediatica sulla caduta del ponte, anche in virtù dell’incontro che ci sarà con il Ministro dei lavori pubblici, potrà darci anche la possibilità di trovare con maggiore celerità le risorse per completare la strada dal ponte di Caloveto dalla Statale 106, che sarebbe l'ultimo tratto che manca alla strada iniziata 30 anni fa con progetti della Comunità montana. Anche in questo Lotto, non c’è una responsabilità diretta di organismi regionali perché sono progetti che furono fatti a suo tempo dalla Comunità montana Sila greca.

In verità, credo che non ci siano responsabilità politiche e, sebbene la Comunità montana sia sempre stata governata da sinistra, non è giusto dirlo perché è evidente che le responsabilità sono di tipo tecnico e non politico.

C'è da dire, però, che nel momento in cui eravamo sul posto con il presidente Occhiuto e la gente di Longobucco, si è verificato un fatto molto grave, un atto inqualificabile da parte di un rappresentante dell'istituzione, il consigliere Tavernise.

Difatti, nell’ambito del lungo e intenso incontro con la popolazione, esasperata anche per altri problemi legati agli Istituti superiori di Longobucco, qualcuno si è svestito del ruolo istituzionale aizzando la folla contro me e la consigliera Straface, ritenuti colpevoli di ciò che era accaduto siamo rimasti basiti e senza parole.

Chiaramente, noi non abbiamo alcuna responsabilità, ma l’azione del consigliere regionale ha svilito quello che è il ruolo di questa Istituzione, Presidente.

Immagini se qualcuno dei cittadini aizzati si fosse avventato, magari verbalmente e non solo, contro di noi.Non so cosa sarebbe potuto accadere!

Effettivamente, non ci aspettavamo questa azione da chi, per quanto possa fare del populismo becero, è in politica prima di me, per esempio.

Difatti, il consigliere Tavernise è stato candidato a Sindaco del Comune di Crosia nella lontana primavera del 2014; quindi, non si può parlare di giovani alla politica, ma è una persona che la politica la fa per professione.

Potremmo reagire allo stesso modo, ma non fa parte del nostro modo di agire, Presidente.

In questi giorni il consigliere è stato oggetto di servizi televisivi da parte di una emittente nazionale, ma non ci sogniamo assolutamente di fare gli avvoltoi su questo; anzi, esprimiamo solidarietà al consigliere Tavernise anche se abbiamo notato che la sua deputata di riferimento non è stata da lui accompagnata a Longobucco; forse, proprio a causa di questo servizio televisivo o perché ha problemi all'interno del suo Partito, visto che dei contratti dei lavoratori il Movimento Cinque Stelle ne ha sempre fatto una bandiera.

Collega Tavernise – l'ho chiamata collega, ma non avrei voluto farlo perché lei non merita di essere mio collega in quest’Aula – come lei ben sa, ci sono impianti di lavorazione inerti lungo questo fiume che hanno fornito il materiale.

In alcuni passaggi anche il consigliere Tavernise ha paventato il fatto che il calcestruzzo e il materiale usati non siano quelli giusti; non solo, quindi, degli errori di progettazione.

Ebbene, come lei sa, qualche anno fa, alcuni di questi impianti sono stati sequestrati, parliamo di luglio 2019, perché erano abusivi, violavano numerose normative ambientali e soprattutto trattavano materiali inquinanti.

Mi auguro che non ci siano responsabilità dirette da parte di chi lavora in quel territorio.

Consigliere Tavernise, lei non solo razzola male, ma predica anche male, e la prego in futuro di astenersi dal fare delle cose che reputo davvero pietose.

Lei non è il Commissario alla sanità!

La smetta di girare gli ospedali della Calabria per dichiarare il numero di infermieri e medici assunti, piuttosto che la presenza di strumenti quali, ad esempio, la Tac, o la riapertura di qualche ospedale.

Questo non lo facciamo neanche noi perché le ricordo che in Calabria la sanità è commissariata.

Avrebbe potuto farlo quando al Governo nazionale c’era il Movimento Cinque Stelle, ma in questo momento lei non è né al Governo nazionale né al governo regionale e non è neanche Commissario alla sanità; quindi, la prego di astenersi da questi atteggiamenti perché da ora in poi, consigliere Tavernise, questo non glielo consentiremo più perché la riprenderemo punto per punto su questi atteggiamenti.

Pertanto, la invito a riflettere meglio sulle sue azioni perché le azioni qualificano anche le persone; in questo caso, lei non si è qualificato nel modo corretto.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, Presidente. Non sarei intervenuto, però il generale Graziano, ex generale Graziano, attuale consigliere regionale di maggioranza dal 2014, l’anno in cui io ho iniziato a fare politica a 21 anni, quindi, se io sono più vecchio di lui e la matematica non è un’opinione, abbiamo iniziato insieme a fare politica; io, in un Consiglio comunale di 10 mila abitanti e lei, invece, in Consiglio regionale.

Ritengo che lei abbia detto una serie di cose inesatte e non perché lo dico io; anzi, presidente Mancuso, mi impegno a farle visionare un video di quell’occasione girato da terzi perché trovo giusto che lei, in qualità di Presidente del Consiglio regionale, visto che sono state utilizzate parole forti, sia informato su ciò che è successo. 

Lei e i colleghi di maggioranza e opposizione avrete modo di visionare delle riprese video e, successivamente, potrete dare un giudizio.

Si tratta di un video, non di opinioni come quelle espresse dal consigliere Graziano, nel quale intervengo a fine intervista del presidente Occhiuto, che aveva di fianco i colleghi Straface e Graziano, semplicemente per dire quello che avevo iniziato a spiegare tramite un'interrogazione protocollata e depositata il 27 marzo di questo mese, presidente Mancuso, con cui chiedevo esattamente le stesse cose contenute nella mozione firmata dal consigliere Graziano e presentata dal consigliere Bevacqua, e che: “Impegna la Giunta regionale a intraprendere presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni, al fine di verificare, attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventualità, criticità in relazione al Lotto di 6 chilometri della strada in oggetto che dalla frazione Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la prima metà del 2023”. Il 27 marzo ho illustrato l’interrogazione e alla fine ho detto: “Tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta regionale per sapere se la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative intende assumere per dare impulso al completamento dell’intera opera, accelerando la consegna dei lavori relativi al quarto Lotto secondo stralcio e avviando una tempestiva interlocuzione con Anas per conoscere l'esatto cronoprogramma degli interventi relativi al quinto Lotto”.

Praticamente, un mese e cinque giorni prima della caduta del viadotto, io chiedevo a che punto fosse il cronoprogramma.

Sì, è vero, collega Graziano e collega Straface, mi riferivo al Lotto successivo in fase di esecuzione, ma noi che siamo di quel territorio sappiamo che i ritardi rispetto alla consegna dei lavori erano dovuti al fatto che sul tratto nord, quindi, un po’ più giù rispetto a dove è caduto il viadotto, nei mesi precedenti al 3 maggio, presidente Mancuso, c'erano state delle frane e delle inondazioni che avevano comportato dei ritardi.

Sono intervenuto subito dopo l'intervista del presidente Occhiuto, quindi ho aspettato che il Presidente parlasse davanti ai mass media e, successivamente, alla presenza di 25/30 persone mi sono permesso di dire al presidente Occhiuto le seguenti parole: “Presidente, l'unica cosa che non accetto è che noi difendiamo ANAS perché ANAS ha la manutenzione ordinaria e straordinaria di questa strada dal 2019”.

Considerato che la strada è stata chiusa 10 minuti prima con un furgone da un solo dipendente di ANAS, è stato un caso che non c’è stato il morto lì, che non è arrivata nessuna chiamata da Roma.

Si è trattato dell’intervento prodigioso di un solo dipendente perché io sono arrivato lì 15 minuti dopo il crollo del viadotto e ho trovato un solo dipendente con tanto di furgone che aveva chiuso la strada non per il viadotto, presidente Mancuso, bensì perché 200 metri più giù stava franando un altro tratto di quel tracciato.

Nel video, che le farò vedere, dico anche: “Ovviamente, presidente Occhiuto, non è colpa sua né dei miei colleghi, però mi permetto di aggiungere che i colleghi Straface e Graziano, un mese fa, con tanto di post su Facebook datato 30 marzo e 1 aprire, cioè 3-4 giorni dopo la mia interrogazione, dicevano che era tutto a posto su quel tratto di strada e che a luglio sarebbero stati consegnati i lavori”.

Fine! Amen!

Da qui è nata l’enorme polemica che negli ultimi 15 giorni mi ha portato a ricevere insulti del tipo: “sciacallo”; “persona che non è adatta a rivestire questo ruolo”; “persona che non merita di essere chiamato collega in quest’Aula…”.

Se noi qui dobbiamo onorare il nostro ruolo – io penso di farlo studiando tutti i giorni – presidente Mancuso, pretendo il rispetto dalle persone che ho di fronte e che chiamo “colleghi”, a differenza di quello che ha detto il consigliere Graziano, ma pretendo lo stesso rispetto perché, anche se ho la metà degli anni del collega Graziano – lui ne ha 62 e io 31, e lui fa parte della pubblica amministrazione da tantissimi anni, mentre io non ho mai ricoperto incarichi di governo in nessun Comune e in nessun ente – pretendo rispetto ed educazione da parte dei colleghi di maggioranza.

Poi, ci sono delle diatribe politiche.

Per esempio, ho apprezzato la collega Straface che mi ha attaccato sull’interrogazione, ma si è fermata lì, dialettica politica, va bene così, ma insulti personali, da questo momento in poi, da parte di colleghi, non ne accetto più perché poi non si parla più di politica, ma di questioni personali.

Consigliere Graziano, lei ha fatto riferimento a un servizio televisivo.

Sono stato attaccato perché ho dei collaboratori in questo Consiglio regionale, però mi sembra che anche lei ne abbia, visto che lo scorso anno il gruppo Movimento Cinque Stelle e il gruppo Unione di Centro hanno speso la stessa identica cifra con la differenza che noi siamo due consiglieri e lei è uno; quindi, ritengo che il populismo lo stia facendo lei e non io.

Per quanto riguarda la sanità, non si preoccupi, ci sono stati 2-3 risultati in quest'ultimo anno e quando ho ritenuto di dover elogiare questa maggioranza, l'ho sempre fatto.

Purtroppo, i problemi sono tanti e molteplici, a partire da un ospedale della sibaritide dove lei continuamente negli ultimi cinque anni ha fatto soltanto fotografie; dovrebbe iniziare ad alzarsi le maniche perché quel cantiere dell'ospedale è fermo e la responsabilità non è sicuramente di Davide Tavernise così come non è di Davide Tavernise la responsabilità che da 30 anni una strada iniziata non è mai stata finita.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tavernise. Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intanto, accolgo questa mozione, anche se parte di essa è stata già attivata da parte del presidente Roberto Occhiuto che, fin dal primo giorno in cui si è recato a prendere visione del crollo del ponte, sul quale poi ritornerò, nell'immediatezza ha convocato i Sindaci con i tecnici della Protezione civile, i tecnici dell'ANAS e dei lavori pubblici per cercare di calendarizzare quelli che potevano essere gli interventi importanti relativamente al ripristino di quella che io definisco una brutta vicenda perché non è pensabile, non è immaginabile che a un ponte realizzato 10 anni fa possa accadere ciò che è accaduto.

Da subito il presidente Occhiuto ha dichiarato che sarebbe stata la Procura a verificare quelle che saranno alcune responsabilità in merito alla caduta del ponte della strada Sila-mare.

Allo stesso tempo, ha attivato, così come dicevo, questo tavolo che vede intorno tutte le figure necessarie per riuscire a togliere la comunità di Longobucco dall’isolamento e posso dire che già da questa mattina, nelle giornate precedenti e anche oggi, vi si sono recati i tecnici dell'ANAS insieme ai tecnici della Regione Calabria per monitorare e verificare la progettualità da mettere in campo.

Gli stessi tecnici dell'ANAS stanno vedendo gli interventi da realizzare in merito ai punti che riguardano la protezione delle pile da Longobucco fino al bivio di Ortiano, come la manutenzione nell'alveo, le opere idrauliche di protezione, tutto ciò che va realizzato per poter ripristinare i luoghi.

Pertanto, buona parte di questa mozione è stata già messa in campo, così come l'accordo che nei prossimi giorni il presidente Occhiuto farà con ANAS, il Consiglio superiore dei lavori pubblici e i vari tecnici, per chiedere che vengano monitorati tutti i ponti della Regione Calabria e, in particolar modo, quelli che sono stati realizzati negli alvei dei fiumi.

Per quanto riguarda il suo comportamento, consigliere Davide Tavernise, ritengo sia un atteggiamento che va assolutamente condannato.

Dico questo, consigliere Tavernise, perché quella mattina, nel momento in cui ci siamo recati insieme al consigliere Graziano e al presidente Occhiuto, intanto per esprimere solidarietà a una popolazione e, allo stesso tempo, per cercare di mettere in atto tutte quelle azioni che rientrano nelle competenze della Giunta regionale, il suo è stato un becero atteggiamento di populismo perché – è inutile che neghi l'evidenza – subito dopo l’intervento del presidente Occhiuto lei ha puntato il dito contro me e il consigliere Graziano dicendo che era nostra responsabilità.

Ma di quale responsabilità sta parlando, consigliere Tavernise?

La responsabilità di aver detto e aver dato atto alla Giunta regionale che, finalmente dopo 30 anni, ha impegnato delle risorse finanziarie per il completamento di quella strada?

Questo abbiamo detto io e il consigliere Graziano, consiglieri di maggioranza, nel momento in cui un Presidente e una Giunta regionale mettono in campo delle risorse finanziarie per il completamento di una strada che si attende da diversi anni.

Cosa c'è stato di strano? Lei è venuto lì a sventolare un'interrogazione che non aveva nulla a che vedere con la pericolosità di quel ponte che è crollato perché noi sappiamo leggere, carissimo consigliere Davide Tavernise.

Nella sua interrogazione lei non parla della pericolosità del ponte, ma soltanto del completamento dell'opera. Ecco la sua caduta di stile, perché così va definita, una caduta di stile e di comportamento istituzionale di fronte a una popolazione che in quel momento chiedeva aiuto alle Istituzioni e non doveva assistere a quel suo atteggiamento di contrasto, in cui è stato invitato dallo stesso presidente Occhiuto ad abbassare i toni politici, confrontandoci su alcune questioni.

La doppia morale, caro consigliere, è un qualcosa che noi non possiamo accettare perché lei è bravo a dire: “È arrivata la TAC a Cariati”; poi esce il secondo giorno e attacca il Presidente; poi arrivano i medici alla chirurgia di Rossano e dice: “Bravo il Presidente che ha fatto arrivare i medici”.

Nella vita, ognuno di noi deve avere uno stile e deve avere soprattutto una linea di coerenza politica; in particolar modo, di fronte alle sciagure e di fronte ai danni che ha subito una popolazione, il suo atteggiamento di populismo, di becero populismo, non possiamo assolutamente accettarlo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Straface. Avete avuto la possibilità di chiarire le singole posizioni. Ritengo opportuno, però, che di fronte a tragedie di questo genere, che interessano la Calabria e che tutta l’Italia osserva, non ci siano né speculazioni politiche di parte né strumentalizzazioni. L'auspicio è che in futuro, soprattutto sulle disgrazie, saremo più unirti perché la Calabria non ha bisogno di queste cose.

Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sulla convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Comunico che la prossima seduta di Consiglio regionale sarà convocata per il 22 maggio alle ore 16 e vedrà al centro del dibattito la problematica dei Fondi strutturali.

Esauriti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 19.45

 

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo: l’Assessore Giovanni Calabrese.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l'apprendimento permanente - (deliberazione G.R. n. 182 del 20.4.2023” (PL n. 176/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito, alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario e alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per il parere di cui all’articolo numero 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria.

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:

Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano, Gallo “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero” (PL n. 177/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Alecci “Disposizioni per il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione del mototurismo” (PL n. 178/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla Seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

Cirillo “Riconoscimento del Palio di RIBUSA di Stilo” (PL n. 179/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 Gallo, Molinaro, Caputo, Comito, Neri “Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986 n. 7/1996, n. 15/2006, n. 40/2008, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 43/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 6/2023, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative” (PL n. 180/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Raso “Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni di cui all’articolo 41 del d.p.r. 327/2001” (PL n. 181/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.    

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) - (deliberazione G.R. n. 187 del 28.4.2023)” (PPA n. 123/12^).

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.

“Legge regionale 5.4.2008 n. 8 “Riordino dell'organizzazione turistica regionale” - Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023/2025 - (deliberazione G.R. n. 190 del 28.4.2023)” (PPA n. 124/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito.

Richiesta parere della Commissione Consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 179 del 20 aprile 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti ai Pilastri I “Misure anticicliche” e II “Salvaguardia”. Approvazione proposta di rimodulazione scheda intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.

(Parere numero 23/12^).

È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

 

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 218 dell’11 maggio 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti al Pilastro I “Misure anticicliche”. Approvazione proposta di rimodulazione schede intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria” e II. 8 “Avviso Pubblico per la realizzazione dei Contratti Locali di Sicurezza”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.

(Parere numero 24/12^).

È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

 

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 207 dell’11 maggio 2023, recante: “Adozione del Piano Esecutivo Annuale di Promozione Turistica 2023”.

(Parere numero 25/12^).

È stato assegnato alla sesta Commissione consiliare permanente.

Espresso parere favorevole della Commissione consiliare competente

Comunico che la Seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 5 maggio 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 179 del 20 aprile 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti ai Pilastri I “Misure anticicliche” e II “Salvaguardia”. Approvazione proposta di rimodulazione scheda intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.

(Parere numero 23/12^). 

Promulgazione di Legge regionale

Comunico che, in data 24 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 93 del 24 aprile 2023:

- Legge regionale n. 16 del 24 aprile 2023, recante: “Autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC)”.

Deliberazione della Giunta regionale

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 178 del 20 aprile 2023, recante: “Riconoscimento debiti fuori bilancio - comma 1, lett. a, art. 73 D.L.vo n. 118/2011 L.R. n. 8/2002; L.R. n. 11/2015 - Sentenza n. 95/2021 - Azienda Agricola Grimaldi Elena e Rita c/Regione Calabria e C/Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Determinazioni”.

 

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 153 del 13 aprile 2023, recante: “Aggiornamento ai sensi dell'art.42 del D. Lgs 118/2011, del prospetto esplicativo del risultato di amministrazione presunto dell'anno 2022, approvato con la legge regionale 23 dicembre 2022, n. 51, recante bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2023-2025”.

 

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 157 del 13 aprile 2023, recante: “Variazioni al Bilancio di previsione 2023- 2025 - annualità 2023 - per iscrizione delle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione, ai sensi dell'articolo 42, comma 8, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.

 

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 200 del 28 aprile 2023, recante: “Legge n. 197 del 29/12/2022 art. 1 comma 697 - approvazione piano per le attività relative al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione FSC 2021- 2027, riduzione rischio idrogeologico e prevenzione e lotta agli incendi”.

Emanazione di regolamento regionale

Comunico che, in data 21 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 93 del 24 aprile 2023:

1.    Regolamento regionale n. 5 del 21 aprile 2023 concernente: “Regolamento di attuazione dell'articolo 3 della legge regionale 16 dicembre 2022, n. 45 «Definizione dei criteri di riparto delle risorse finanziarie e dei criteri specifici per l'assegnazione dei contributi»”;

2.    Regolamento regionale n. 6 del 21 aprile 2023, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 21 giugno 2019 n. 13 recante «Regolamento per i servizi del collocamento mirato e la costituzione dei comitati tecnici»”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:

1.     deliberazione della Giunta regionale numero 169 del 13 aprile 2023

2.      deliberazioni della Giunta regionale numeri 171, 172, 173, 174 e 175 del 20 aprile 2023

3.      deliberazioni della Giunta regionale numeri 191, 192, 193, 194, 195 e 196 del 28 aprile 2023

4.      deliberazione della Giunta regionale numero 202 del 4 maggio 2023

5.      deliberazioni della Giunta regionale numeri 208, 209, 210, 211, 212, 213, 214, 215 e 216 dell'11 maggio 2023

Interrogazioni a risposta immediata

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

• il tratto autostradale A2 Pizzo-Sant'Onofrio è oggetto di interventi di manutenzione che si protraggono da diversi anni;

• i continui lavori si realizzano durante tutto l'arco dell'anno, determinando spesso la riduzione della carreggiata ad una corsia in entrambe le direzioni;

• lo stesso tratto presenta criticità dal punto di vista della sicurezza stradale, considerando che sullo stesso insiste, con i suoi 1.950 metri di lunghezza, il ponte autostradale più lungo dell'intero tracciato calabrese della Salerno Reggio-Calabria, il viadotto "Costiera di Pizzo", privo della corsia di emergenza;

• nelle ultime settimane si sono verificati diversi incidenti, anche gravi, che hanno coinvolto numerosi mezzi e contato decine di feriti;

• la riduzione della carreggiata rappresenta un serio fattore di rischio, in particolare in occasione di precipitazioni che rendono l'asfalto scivoloso;

considerato che: • gli incidenti si sono verificati lungo un tratto interessato da continui ed interminabili cantieri e lo stesso punto preciso in cui è avvenuto un grave scontro a catena si trova a poche decine di metri da uno dei tanti restringimenti di carreggiata presenti;

• i cantieri sono aperti ormai da anni anche e soprattutto in direzione Sud dello stesso tratto dell'A2, e determinano gravi disagi cui quotidianamente vanno incontro gli automobilisti;

• il tratto è attraversato da molti mezzi pesanti che determinano, soprattutto nel tratto a doppio senso, rallentamenti dovuti spesso ad avarie di camion e autobus;

• bisogna dunque intervenire, e con una certa urgenza, affinché vengano immediatamente rimossi tutti i fattori di rischio presenti lungo l'arteria arrivando al completamento dei lavori in corso, specie in previsione dell'aumento dei volumi di traffico che si verificheranno in concomitanza con la stagione estiva;

preso atto che: • risulta urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale teso all'interlocuzione con Anas Spa, funzionale all'adeguamento del tratto autostradale interessato, considerato anche che lo stesso è snodo principale verso la Costa degli Dei, zona di turismo internazionale;

tutto ciò premesso e considerato, interroga l'assessore ai Trasporti della Giunta regionalePer sapere:1) quali iniziative intenda assumere nei confronti di Anas affinché si stabiliscano tempi certi per il ripristino delle minime condizioni di sicurezza nella percorribilità del tratto A2 Pizzo-Sant'Onofrio.

(138; 11/05/2023).

Interrogazioni a risposta scritta

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- i Comitati Etici (CE) sono organismi indipendenti la cui principale funzione è la valutazione degli aspetti etici e scientifici delle sperimentazioni cliniche al fine di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte;

- i ‘Comitati etici’, in sanità, svolgono una funzione assai delicata e strategica, con un ruolo sempre più determinante;

- l'espressione di pareri su più attività sanitarie è imprescindibile tra cui le sperimentazioni cliniche;

- a tutt'oggi insistono richieste di pareri riferite allo scorso anno, come il test di screening per le immunodeficienze geneticamente determinate;

Considerato che: - da tempo l’attività dei ‘Comitati Etici’, in Calabria, viene sottovalutata se non addirittura interrotta, come di fatto sta avvenendo al comitato di Catanzaro;

- il CE di Catanzaro è coinvolto ad esprimere pareri sulle attività dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater-Domini e quindi sulle attività di sperimentazioni cliniche sempre strategiche in materia di ricerca e cura;

- l’espressione di pareri del CE è imprescindibile per l’attuazione dei programmi di Ricerca del PNRR;

- ad oggi, risultano approvati dal comitato etico i seguenti progetti nell’ambito del PNRR: a) Progetto “Malattie Croniche non trasmissibili con codice PNRR-MR1-2022-12375654, dal titolo Genetic and epigenetic modulAtors in Rare neurodegenerative diseases with Dementia: a National study on autosomal dominant Alzheimer disease and genetic frontotemporal degeneration with dementIA (GARDENIA), PI/ Coordinator, Prof. ... Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, b) Progetto di ricerca cod. PNRR-MAD-2022-12376110 dal titolo “Precision medicine in neurodegenerative diseases: feasibility study on plasma diagnostic and prognostic markers”, PI/Coordinator Prof. ... - Università di Brescia - i progetti suddetti pur essendo stati analizzati, non hanno ancora ricevuto il verbale relativo;

Tenuto conto che: - con decreto del Ministero della Salute del 26 gennaio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2023, viene dato corso all’istituzione dei Comitati Etici Territoriali con entrata in vigore il prossimo 7 giugno;

- vengono soppressi tutti i Comitati Etici esistenti sul territorio nazionale ed istituiti 40 (quaranta) Comitati Etici;

- per la Calabria è prevista la soppressione dei CE esistenti e l’istituzione di un Comitato Etico Territoriale. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1) quali iniziative intende assumere per garantire il completamento delle attività dei Comitati Etici in vigore, in particolare in relazione ai progetti summenzionati;

2) quali iniziative sono state, o saranno assunte al fine di garantire l'applicazione del decreto del Ministero della Salute, con l’istituzione del Comitato Etico Unico Regionale, considerato che alla data del 7 giugno p.v., comunque cesseranno le attività dei Comitati Etici esistenti.

(135; 27/04/2023).

Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la mancanza di una adeguata installazione e manutenzione della segnaletica stradale, sia orizzontale che verticale, compromette inevitabilmente la sicurezza stradale oltre a creare disservizi alla circolazione (lavoratori, vettori, turisti, automobilisti in genere);

- il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), all’art 37, Capo II, disciplina l’apposizione e la manutenzione della segnaletica stradale, ripartendo le rispettive competenze;

- la Direttiva del Ministero dei lavori pubblici del 24 ottobre 2000, relativa alla corretta e uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione, richiama al punto 1.3 la “Relazione tra cura della strada e incidentalità stradale” e nello specifico, che: “Numerosi sinistri stradali derivano dall'assenza di segnaletica, dall'inadeguatezza della stessa rispetto alle condizioni della strada e del traffico, dalla sua tardiva o insufficiente percepibilità, dalla collocazione irregolare, dall'usura dei materiali o dalla mancata manutenzione”;

Considerato che: - a seguito di numerose segnalazioni pervenute relativamente alla carenza di segnaletica stradale, orizzontale e verticale, funzionale al raggiungimento della Città di Castrovillari (CS), sia dalle uscite autostradali di riferimento che dalle strade provinciali;

e che: - in ragione di ciò, in data 5 novembre 2022, si è proceduto a interessare la Provincia di Cosenza, relativamente al tratto di competenza, nonché la sezione Anas Spa competente per territorio, per il tratto autostradale di riferimento;

- con la Provincia di Cosenza si sono tenuti degli incontri istituzionali sottesi alla pronta e rapida risoluzione della problematica, per cui a stretto giro si cantiereranno i relativi lavori;

- nonostante reiterati solleciti (il primo in data 20.02.2023;

il secondo, rivolto anche alla sezione regionale nonché alla direzione nazionale, in data 14.04.2023) l’Anas Spa è rimasta silente;

preso atto: - che risulta urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale sotteso alla interlocuzione con Anas Spa, funzionale all’adeguamento della cartellonistica stradale, sia orizzontale che verticale, idonea al raggiungimento della Città di Castrovillari (CS);

S’interroga la Giunta regionalePer sapere:1) quali iniziative intenda assumere per garantire la funzionale presenza di adeguata segnaletica stradale nel tratto di riferimento sopra indicato;

2) quali iniziative sono state, o saranno assunte al fine di garantire un’adeguata segnaletica stradale su tutto il territorio regionale, sia di competenza delle singole provincie che di competenza di Anas Spa.

(136; 08/05/2023).

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

la costa della Calabria rappresenta un patrimonio di inestimabile valore ambientale e rischia di subire rilevanti impatti dai cambiamenti climatici. Il fenomeno dell’erosione costiera, infatti, secondo il rapporto “Spiagge 2022” di Legambiente, interessa 278,8 chilometri del nostro litorale, pari al 60,9% delle coste basse sabbiose calabresi. L’area di spiaggia erosa è stimata in 6,5 milioni di metri quadrati. L’ordine di grandezza del fenomeno erosivo ha comportato, data anche la particolare morfologia delle coste della nostra regione, la perdita di almeno 200 chilometri di coste basse negli ultimi 30 anni con un arretramento medio di circa 25 metri, che ha indirettamente prodotto un incremento delle coste alte nel periodo considerato di circa 150-200 chilometri (coste basse che sono diventate coste alte per la scomparsa della spiaggia);

per lo studio del litorale calabrese, affetto da notevoli problemi di erosione costiera, già nel 2014 il Dipartimento Lavori Pubblici e Infrastrutture e l'Autorità di Bacino Regionale hanno predisposto un “Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria”, approvato il 22 luglio 2014 con la Delibera n. 1 del Comitato Istituzionale. Le finalità degli interventi in esso contenuti sono state oggetto dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) “rafforzato” denominato "Difesa del Suolo ed Erosione delle Coste" siglato tra la Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a fronte della dotazione finanziaria assegnata con la delibera CIPE n. 87/2012. Successivamente è stato poi adottato il “Piano di Bacino Stralcio di Erosione Costiera” (PSEC), approvato l’11 aprile 2016 con la Delibera n. 4 del Comitato Istituzionale;

nel Master plan la costa calabrese è suddivisa in 21 macroaree, tra le quali l’Area 3 che corrisponde al tratto costiero compreso tra Rossano e Cariati nel territorio della provincia di Cosenza e precisamente comprendente i seguenti comuni: Corigliano Rossano (a sud-est di Capo Trionto), Crosia, Calopezzati, Pietrapaola, Mandatoriccio, Scala Coeli, Cariati. Sono stati così individuati gli interventi afferenti ai litorali di Rossano (località Pantano Martucci), Crosia (località Pantano e Centofontane) e Cariati, mediante i quali sono state previste opere trasversali alla linea di riva accompagnati da ripascimenti di spiaggia. Considerato che: il litorale di Crosia, nella frazione di Mirto, dove è stato rilevato un forte fenomeno erosivo che ha causato la quasi totale scomparsa della spiaggia in località Pantano e la riduzione della stessa in località Centofontane, ha subito un intenso sviluppo, diventando un’importante località balneare e dalle grandissime potenzialità di attrazione del turismo. Caratterizzato da spiaggia sottile e, in alcuni tratti, senza duna costiera a causa del fenomeno di antropizzazione, presenta una delle situazioni a maggior rischio della fascia jonica. Il processo erosivo in atto è tuttora in progressione, con decine di metri in meno rispetto alla linea di riva del 1957. Molte abitazioni sono state ormai raggiunte dal mare e a rischio scalzamento, senza che siano presenti opere di difesa organica del litorale. Tenuto conto che: con la Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio 2017 avente ad oggetto “Programma di interventi per la difesa del suolo” a valere su risorse Por Calabria FESR FSE 2014/2020 e con la Delibera di Giunta Regionale n. 160 del 13 maggio 2016 avente ad oggetto "Patto per lo sviluppo della Regione Calabria. Attuazione degli interventi prioritari e individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio" si definiscono gli obiettivi generali della programmazione regionale in materia di difesa del suolo;

nell'allegato alla Deliberazione n. 355/2017 dal titolo "Documento Programmatico Difesa del Suolo" sono definiti e pianificati gli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera e protezione dei litorali e sono individuati 19 interventi, a valere sui fondi di cui all’Azione 5.1.1 del POR Calabria FESR FSE 2014-2020, per un importo complessivo finanziato pari e € 65.424.795,93. Gli obiettivi dell’Azione 5.1.1 “Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza delle infrastrutture nei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera” prevedono la messa in sicurezza di 42 km di costa entro il 2023. Il piano finanziario dell’Azione 5.1.1 è stato poi rimodulato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 488 del 14 ottobre 2022 per oltre 77 milioni di euro;

tra questi interventi è previsto il “Progetto Difesa Costiera. Intervento integrato per il completamento delle opere di difesa costiera tra Capo Trionto e la Foce del fiume Nicà”. In particolare, per il litorale di Crosia, nella frazione di Mirto, in località Pantano e in località Centofontane, si tratta di fronteggiare l'esteso fenomeno erosivo in atto mediante la realizzazione di pennelli e del ripascimento di spiaggia con versamento di materiale proveniente dagli scavi per l’imbasamento dei pennelli e dalla scolmatura dell’alveo del fiume Trionto. Preso atto che: la località Centofontane del Comune di Crosia è stata già interessata da un primo intervento di ripristino dell’equilibrio costiero e di ripascimento della spiaggia. Iniziato nel 2009 e concluso nel 2014 e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nel Programma Por Conv FESR Calabria relativo alla programmazione 2007-2013, è riuscito a far recuperare, in alcuni tratti, anche 80 metri di spiaggia;

nonostante la grande disponibilità di risorse, il progetto di difesa costiera e ricostruzione del litorale di Crosia non è ancora stato avviato mentre in località Pantano continua a sussistere il problema dell'accesso alle abitazioni lambite dalle acque dello Ionio (molte di queste residenze estive) che non sono più raggiungibili anche a causa della degradazione della strada realizzata a ridosso della scogliera;

senza un’accelerazione dei tempi si potrebbe andare incontro ad un possibile disimpegno delle risorse finanziarie, essendo queste relative alla programmazione 2014-2020. I notevoli ritardi nella cantierizzazione degli interventi, inoltre, possono vanificare l'efficacia delle opere visto che, a distanza di anni, la situazione dei luoghi potrebbe trovarsi diversa, con peggioramenti che richiederebbero interventi e risorse aggiuntive rispetto a quanto previsto nel 2017.

Tutto ciò premesso e considerato

INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:1. quali iniziative stia assumendo la Regione Calabria per rimuovere gli ostacoli che fino ad ora hanno impedito l’avvio e il veloce completamento di interventi urgenti e necessari come quello di difesa costiera e ricostruzione del litorale di Crosia, nella frazione di Mirto;

2. se intende attivarsi, a fronte dell’emergenza erosione costiera, per conoscere la situazione dei vari interventi previsti dalla Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio 2017, l’attuale effettiva disponibilità delle risorse, ottenere precise indicazioni sul cronoprogramma degli interventi da attuare in favore delle spiagge calabresi, raggiungere gli obiettivi della Linea di Azione 5.1.1 del Por Calabria 2014-2020, con la messa in sicurezza al 31 dicembre 2023 di 42 chilometri di costa.

(137; 10/05/2023).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- Le immunodeficienze primitive (IDP) rappresentano un gruppo molto ampio di malattie genetiche estremamente gravi e relativamente frequenti, caratterizzate da difetti di sviluppo e/o funzione del sistema immunitario;

- ciò comporta una predisposizione importantissima alle infezioni, che si caratterizzano per una maggiore frequenza;

- queste malattie non sono ancora inserite nei LEA, ma lo saranno a breve;

- per queste patologie esiste una terapia efficace che, se prontamente somministrata migliora la qualità della vita e la sopravvivenza dei bambini;

- le IDP si caratterizzano per una maggiore frequenza, durata e gravità e per la frequente necessità di ricorso a terapie antibiotiche endovenose e protratte;

- i pazienti possono presentare disordini autoimmuni, aumentata suscettibilità a tumori, predisposizione a forme complesse di allergia nonché nelle forme ad esordio precoce diarrea cronica e malassorbimento;

- spesso i pazienti presentano quadri sindromici complessi (problemi ematologici, neurologici, cardiologici etc.) o quadri clinici peculiari quali anomalie della pelle e degli annessi cutanei, livelli eccessivamente alti di IgE, granulomi in vari sedi ed organi;

- spesso vi è familiarità per problemi analoghi, aborti ricorrenti, mortalità precoce;

- nel loro insieme l’incidenza delle IDP può essere calcolata attorno a 1:10000, anche se questo dato è ampiamente sottostimato a causa delle diverse modalità con cui queste malattie vengono diagnosticate;

- nel mondo, più di sei milioni di bambini e adulti sono affetti da IDP ma nemmeno il 30% di questi viene diagnosticato;

- da stime recenti si evince che molte immunodeficienze primitive non hanno ancora un riconoscimento ufficiale e questo rende ancora più difficile la raccolta di informazioni dettagliate e che queste patologie sono caratterizzate da una sintomatologia aspecifica che rende difficile una diagnosi puntuale e tempestiva;

- alcuni dati di letteratura indicano che dall’insorgenza dei primi sintomi fino alla diagnosi passano circa 5 anni per gli adulti e 2 anni e mezzo per i bambini;

- dai dati preliminari si ritiene che in Calabria la prevalenza di IDP nella regione sembri essere 10 volte superiore al resto d’Italia;

- tali previsioni preliminari consigliano approfondimenti scientifici adeguati;

- per eseguire un test di screening per IPD è necessario il consenso dei genitori;

- il centro screening di Catanzaro ha iniziato, in via sperimentale, lo screening neonatale per alcune delle più comuni immunodeficienze geneticamente determinate (si tratta di un test genetico basato sulla RT PCR, che si esegue sul DNA estratto dai cartoncini che si utilizzano per lo screening neonatale tradizionale o SNE);

- il test si esegue già in molte parti del mondo, incluse alcune regioni italiane, poiché in caso di positività è possibile attuare terapie efficaci (come la terapia immunoglobulinica e il trapianto di midollo) che permettono di evitare le gravi conseguenze della malattia;

- il centro screening di Catanzaro eseguirà il test in collaborazione con il centro screening di San Paolo in Brasile, diretto dal Prof. ... , calabrese di origine, Professore Ordinario di Immunologia dell’Università di San Paolo in Brasile;

- il costo dello screening è generosamente e completamente, compresa la spedizione dei cartoncini in Brasile, coperto dalla Jeffrey Modell Foundation;

- la lettera di intenti, sottoposta al parere del Comitato etico dell’Area centrale della Calabria in data 7 novembre 2022, non ha ricevuto ad oggi alcuna risposta.

TUTTO CIO’ PREMESSO

IMPEGNA la Giunta regionale

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE tramite il Dipartimento salute ad assumere ogni iniziativa affinché il comitato etico esprima e trasmetta, il più rapidamente possibile, il parere richiesto in data 7 novembre 2022, viste le ricadute sanitarie e sociali ed economiche che lo screening avrebbe sulla collettività calabrese.

(51; 04/05/2023) Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, Nesi, Tavernise.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;

- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;

- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;

- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;

- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche. Considerato che: - un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;

- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);

- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);

- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione. Considerate altresì: - che la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;

- che la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;

- che la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio.Impegna la Giunta regionale- ad adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio, supportando iniziative di formazione dirette agli allevatori e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;

- ad informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;

- a predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.

(52; 09/05/2023) Laghi.

(Ritirata dal proponente, con nota, protocollo numero 9494 del 10/05/2023).

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;

- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;

- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;

- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;

- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche. Considerato che: - un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;

- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);

- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);

- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione. Considerate altresì: - che la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;

- che la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;

- che la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio. Chiede alla Giunta Regionale:

Impegna la Giunta regionale

- ad adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio, supportando iniziative di formazione dirette agli allevatori e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;

- ad informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;

- a predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.

(53; 10/05/2023) Laghi.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- lo scorso 3 maggio, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena del Fiume Trionto, è crollata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 conosciuta come “Sila – mare” nel Comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;

- la strada, infrastruttura strategica per l'area nella quale insiste, in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina, è già costata circa 80 milioni di euro ed è ancora lontana dal completamento;

Impegna la Giunta regionale

A intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni al fine di: • verificare, attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali criticità in relazione al lotto di sei chilometri della strada in oggetto che dalla frazione Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la prima metà del 2023;

- assicurarsi che siano effettivamente disponibili le risorse necessarie alla ultimazione e consegna del lotto medesimo nei tempi prefissati, nonché quelle relative all’ultimo lotto che da Caloveto dovrà congiungere la SS 177 alla SS 106 ionica e, nel caso di manifeste carenze e indisponibilità, attivarsi affinché le risorse siano reperite.

(54; 15/05/2023) Bevacqua e Graziano.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- l’OMS definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”;

- in questa definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano comportamenti problematici come il disturbo da gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, la new technologies addiction (dipendenza da tv, serie tv, internet, social network, videogiochi), diverse nelle anifestazioni cliniche ma per molti aspetti correlate sul piano eziologico e psicopatologico;

- più puntualmente, quando si parla di dipendenze patologiche bisogna fare un distinguo tra quelle che sono dipendenze da sostanze legali e illegali– come eroina, cocaina, marijuana, metanfetamine, steroidi, alcol e tabacco – e le dipendenze comportamentali – come il disturbo da gioco d’azzardo, le dipendenze tecnologiche, lo shopping compulsivo, le dipendenze sessuali, la dipendenza da esercizio fisico (overtraining) e la bigoressia (il disturbo alimentare che porta, con palestra, dieta proteica ed integratori, all’ossessione del corpo perfetto);

- nelle dipendenze comportamentali si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiane che coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare su internet o andare in palestra, che si trasformano tuttavia in una dipendenza fino a condizionarne lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di pericolosità per la persona;

Considerato che: le dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età compresa fra gli 11 ed i 26 anni di età (la cosiddetta Generazione Z) e le conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano di inficiarne il corretto sviluppo psicofisico, a cui si aggiungono, in prospettiva, le ripercussioni negative sull’intera società;

Precisato che: l’insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori di natura estremamente eterogenea: - fattori individuali di tipo neurobiologico eredo-familiari (riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalie della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore);

- fattori individuali comportamentali correlati alle esperienze di vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità – ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo, bassa autostima;

- fattori socio-ambientali correlati al contesto familiare, socio-culturale ed economico della comunità di appartenenza, nonché ad altri fattori estranei all’ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale, ai livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e accessibilità e, infine, all’esistenza di regole e di leggi di controllo e di deterrenza;

Rilevato che: - le dipendenze patologiche hanno un importante impatto sociosanitario, con conseguenze dirette e indirette sull’ordine pubblico e sulla spesa sanitaria e sociale ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato;

- sul piano normativo e trattamentale il capo IV (articoli da 21 a 35) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017, ha ridefinito e aggiornato i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (i cosiddetti nuovi LEA), individuando e descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità ed impegno assistenziale, cui corrispondono diversi percorsi assistenziali;

- i nuovi LEA recano l’estensione dell’area delle dipendenze a tutte quelle di tipo patologico e ai comportamenti di abuso: in particolare, l’articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all’assistenza sociosanitaria alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell’ambito dell’assistenza territoriale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato. Essa include le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, nonché riabilitative;

Ritenuto per tutto quanto sopra che: le dipendenze patologiche oltre ad essere incluse nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e servizi che il SSN è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani e conseguentemente risulta necessario ed urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza, legale ed illegale;

Vista: - la L.R. del 15 dicembre 2021, n. 32 e ss.mm. ii avente ad oggetto “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero” che a mente dell’art. 2 svolge funzioni di programmazione sanitaria e sociosanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale, assicurando, tra l’altro, la produzione di analisi, valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale anche in forma di studi, ricerche, istruttorie di progetti e servizi di controllo. Tutto ciò premesso e considerato

Impegna la Giunta regionale

per quanto di competenza, affinché proponga l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione dell’Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero, di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche. L’istituzione dell’Osservatorio ha come principali obiettivi: - la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D. ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze: come ad es., i medici di medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118 (interventi per eccesso di sostanze stupefacenti), le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per accessi ai reparti di pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli Enti Locali, le scuole, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, il terzo settore, le associazioni di volontariato;

- la promozione di una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno, secondo alcuni presupposti fondamentali: • il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione;

- il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali, culturali e sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale;

- la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all’interno dei diversi territori comunali provinciali e regionale;

- la promozione e l’adozione di standard di qualità nell’area della prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope, della riduzione del rischio del trattamento, della riabilitazione e dell’integrazione sociale;

- la diffusione, tra i professionisti, di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci. - avviare altresì sul territorio regionale campagne informative, di sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da sostanze, legali e illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare riguardo alla fascia d’età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente supporto alla genitorialità.

(55; 15/05/2023) Straface.

Risposta scritta ad interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- all’interno del Comune di Maida ricade una struttura pubblica, di proprietà del Comune stesso e nella disponibilità dell’ASP di Catanzaro, all’interno della quale insiste il poliambulatorio;

- Con riferimento al PNRR, il Ministero della Salute con decreto del 20/1/2022 ha attribuito alla Regione Calabria gli importi, a valere sulla Missione 6, Componente 1, per il complessivo valore di € 128.787.991, 27 per la realizzazione di Case di Comunità, Centrali operative territoriali e Ospedali di Comunità;

- La Regione Calabria ha chiesto alle Aziende sanitarie provinciali di rinvenire siti idonei per realizzare le dette strutture per le quali sono previsti i fondi del PNRR;

- Il Comune di Maida ha diritto ed interesse a vedere nascere una delle dette strutture all’interno del proprio territorio e ciò in quanto nel comune di Maida insiste già il poliambulatorio all’interno di un bene immobile di proprietà pubblica;

- Il sopracitato poliambulatorio è stato negli anni ridimensionato e, ad oggi, non svolge con efficacia la propria funzione a danno, purtroppo, della comunità di Maida e dei territori limitrofi;

- che la realizzazione di una delle dette strutture porterebbe enormi benefici sanitari non solo al Comune di Maida ma a tutto il comprensorio e ciò in quanto trattasi di territori impervi e difficili da raggiungere e privi di adeguate strutture sanitarie;

CONSIDERATO CHE:

• È intervenuta la deliberazione N. 206 del 23/2/2022 del Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro avente ad oggetto: “Attuazione PNRR -Fase 1: strutture idonee in uso (di proprietà pubblica) – interventi per la realizzazione di ospedali di comunità, case di comunità, hub e spoke e centrali operative territoriali presso i presidi di Catanzaro – Lamezia Terme – Soverato – Approvazione proposta di piano degli interventi”;

• Nonostante la detta deliberazione l’ASP di Catanzaro non ha individuato il Comune di Maida quale ente territoriale all’interno del quale realizzare la casa della comunità o la centrale operativa territoriale o l’ospedale di comunità;

- Tale atto lede gli interessi e i diritti del Comune di Maida e della sua comunità oltre che dell’intero comprensorio;

- Il Comune di Maida, inoltre, con atto del 3/3/2022 ha chiesto, ai sensi della L. 241/90, all’Asp di Catanzaro di avere tutte le carte inerenti la detta deliberazione, tuttavia l’ASP di Catanzaro non ha riscontrato l’istanza di accesso agli atti e non ha fornito le carte al Comune di Maida;

- Nonostante l’esistenza di un immobile di proprietà pubblica nel Comune di Maida e già nella disponibilità dell’ASP di Catanzaro, il Comune di Maida non è stato inserito nell’elenco dei Comuni allegato alla deliberazione;

- Il Comitato di rappresentanza dei Sindaci dei Comuni non ha mai dato il formale assenso, né risulta mai essere stato convocato;

- Inoltre, da notizie pubblicate da organi di informazione, parrebbe che, prima dell’adozione della detta delibera N. 206/22, la Regione Calabria abbia trasmesso ad Agenas, su proposta dell’ASP, una pianificazione all’interno della quale era compreso anche il Comune di Maida;

CONSIDERATO INOLTRE CHE: • il Comune di Maida è stato, pertanto, costretto a rivolgersi al Tar Calabria Catanzaro al fine di tutelare la propria comunità;

- vi è l’esigenza che il Comune di Maida, al fine di garantire il diritto alla salute, ospiti una delle dette strutture di cui alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro.

TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO: Interroga il Presidente della Giunta Regionale della Calabria nella sua funzione di Commissario ad Acta della Sanità

Per sapere:

- Se ha contezza di quanto avvenuto e del fatto che il Comune di Maida, nonostante l’esistenza di una struttura pubblica già nella disponibilità dell’ASP Catanzaro, sia stato escluso dall’elenco dei Comuni allegato alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro e nonostante il detto territorio sia carente di presidi ospedalieri efficienti e vi sia una rete stradale impervia e precaria;

- Cosa si intende fare al fine di permettere - implementando le risorse economiche e rispondendo contestualmente ai rilievi avanzati da AGENAS che aveva espressamente richiesto l’implementazione del numero degli edifici sanitari- anche al Comune di Maida di ospitare una delle strutture di cui alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro con l’obiettivo di tutelare la comunità di Maida e dell’intero comprensorio e di garantire la tutela del diritto alla salute.

(52; 12/05/2022).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-le condizioni del comparto sanitario pubblico nel comprensorio delle Serre vibonesi sono da tempo caratterizzate, per fatto notorio, da innumerevoli criticità;

- in particolare, l’area interessata risente di una oramai risalente carenza di strutture, strumenti e personale;

- l’Ospedale “San Bruno” di Serra San Bruno ricade in un’area interna morfologicamente critica per le tante comunità e con una popolazione di 29.000 abitanti residenti in comuni di altitudine medio-alta che, specialmente nel periodo invernale, incontrano rilevanti difficoltà nel raggiungere altre strutture sanitarie;

- attualmente, non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, si pensi ad esempio alla situazione paradossale venutasi a creare in riferimento alla diagnostica per immagini, dove per aver refertato un esame bisogna attendere il radiologo, presente solamente alcuni giorni a settimana;

- recentemente, il Commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, intervenendo alla Conferenza dei Sindaci, ha comunicato che l’Ospedale rimarrà un ospedale di zona disagiata;

Considerato che: -occorre bandire al più presto concorsi a tempo indeterminato per garantire la presenza di tutte le figure previste per un ospedale di zona disagiata e, nel frattempo, magari consentire che almeno le radiografie effettuate nel nosocomio serrese possano essere refertate digitalmente a distanza da un professionista ubicato in altra struttura che garantisce il servizio h24;

- il Comitato spontaneo costituitosi a difesa del nosocomio ha, più volte, dichiarato di temere che l’allocazione della Casa di Comunità nei locali ospedalieri possa rappresentare il preludio per la chiusura dell’ospedale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche n. q. di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

Per sapere:

- se è a conoscenza dei fatti su esposti;

- quali azioni intenda intraprendere per garantire i livelli di assistenza nel territorio delle serre vibonesi;

-se, specificamente, ritiene di dover adottare provvedimenti urgenti per il potenziamento del pronto soccorso ospedaliero e garantire l’immediata refertazione degli accertamenti diagnostici.

(110; 09/01/2023).

(Risposta)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- In capo alle Aziende Sanitarie Provinciali vi è l’obbligo di provvedere l’erogazione dell’assistenza medico-generica in forma domiciliare e ambulatoriale, assicurando i livelli di prestazioni stabiliti dal Piano Sanitario Nazionale;

- il medico di medicina generale è la figura di riferimento per ogni problema che riguarda la salute del proprio assistito;

- il medico di medicina generale, più comunamente definito medico di base, fornisce le seguenti prestazioni: visita medica generale (ambulatoria domiciliare), prestazione di particolare impegno professionale, prescrizione di farmaci, richiesta di prestazioni specialistiche, proposte di ricovero ospedaliero, certificazione di malattia per i lavoratori, collaborazione ai programmi di assistenza domiciliare;

- tutte le prestazioni sopraindicate sono rese gratuitamente;

- ogni cittadino iscritto al Servizio sanitario nazionale (SSN) ha diritto a un medico di base (o medico di famiglia) che, conoscendo approfonditamente lo stato di salute dei propri pazienti, è in grado di guidarli in tutto il percorso terapeutico all’interno delle strutture del SSN, permettendo loro di accedere a tutti i servizi e alle prestazioni comprese nei Livelli essenziali di assistenza (LEA);

- il cittadino esercita il suo diritto di scelta tra i medici iscritti in un apposito elenco nell’ambito territoriale di residenza. Considerato che: - Nel comune di Nocera Terinese nel giugno 2020 vi è stato il pensionamento della dott.ssa ------- e al suo posto è stata nominata, con delibera Asp CZ, la dott.ssa ----------;

- La dott.ssa -------- lo scorso 20 novembre 2022 a seguito di richiesta di trasferimento è stata spostata a Catanzaro;

Tenuto conto che: -da quanto si apprende dagli organi di informazione e dalle manifestazioni di protesta dei cittadini del comune di Nocera Terinese circa 1000 assistiti (zona centro storico del comune medesimo) si trovano senza medico di base;

- tra i presenti tanti pazienti presentano patologie gravi e il maggior numero di assistiti è rappresentato da anziani;

- la carenza di medici sull’intero territorio regionale. Preso atto che: - gli altri medici di base presenti sul territorio comunale sono già massimalisti (1500 assistiti, limite massimo) e alcuni medici risultano fuori ambito territoriale (l’ambito in questione è costituito dai comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese);

- non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, con grave pregiudizio per la salute pubblica;

Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1. quali azioni, anche n.q. di Commissario ad Acta della sanità regionale, intende portare avanti nella risoluzione del problema sopra evidenziato;

2. lo stato dell’arte dell’interlocuzione con l’Asp di Catanzaro sulle evidenti difficoltà causate alla comunità e ai cittadini del comune di Nocera Terinese per la carenza di assistenza dei pazienti rimasti senza medico di base.

(111; 18/01/2023).

(Risposta)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- purtroppo, per come segnalato anche dal Circolo PD di Lamezia Terme, mancano all’interno della città di Lamezia Terme medici pediatri;

- tutto ciò sta causando disagi e difficoltà alle famiglie e ai genitori dei piccoli pazienti di Lamezia Terme i quali sono costretti a recarsi presso pediatri che si trovano al di fuori della città di Lamezia Terme;

- inoltre, tutto ciò costringe le famiglie a rivolgersi al Pronto Soccorso con conseguente sovraffollamento dello stesso;

- infatti, i medici pediatri, attualmente presenti nella città di Lamezia Terme, hanno raggiunto il numero massimo di piccoli pazienti e non hanno conseguentemente disponibilità;

- tutto ciò è stato segnalato anche da giornali on line;

- non può non vedersi la gravità della situazione esposta che si collega direttamente ed immediatamente con il diritto alla salute dei piccoli pazienti;

- infatti, l’assenza di medici pediatri all’interno della città di Lamezia Terme rende difficoltoso l’accesso alle cure dei piccoli pazienti residenti in Lamezia Terme;

- inoltre, dalle notizie assunte, vi è che con decreto dirigenziale N. 369 del 1/6/2022 del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria è stata approvata la graduatoria regionale dei pediatri di libera scelta”;

- occorre, pertanto, che la Regione Calabria adotti atti e provvedimenti per rendere effettivo e reale e immediato il diritto alle cure e alla salute dei piccoli pazienti che vivono e risiedono nella città di Lamezia Terme garantendo loro il diritto di avere un pediatra che si trovi nella città di Lamezia Terme. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si CHIEDE Al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, anche nella qualità di Commissario ad acta per la sanità calabrese, e alla Giunta Regionale di sapere

Per sapere:

se hanno contezza della grave problematica sopra esposta e quali atti e provvedimenti politici e amministrativi e gestionali si intenda tempestivamente adottare al fine di permettere ai genitori dei piccoli pazienti che risiedono nella città di Lamezia Terme di poter scegliere un pediatra di libera scelta che abbia studio nella stessa città di Lamezia Terme e per consentire che il diritto alle cure sanitarie e alla salute dei detti piccoli pazienti residenti in Lamezia Terme sia immediatamente accessibile e diretto e immediato e concreto.

(113; 25/01/2023).

(Risposta)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis è struttura che svolge continue prestazioni sanitarie soprattutto in campo oncologico;

- tale presidio costituisce struttura di riferimento non solo per i pazienti di Catanzaro ma anche per i pazienti dell’intero territorio regionale;

- è essenziale nello svolgimento delle dette prestazioni sanitarie la disponibilità della Pet;

- fino alla data del 28/8/2022 il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis ha potuto contare sulla disponibilità di una Pet Mobile presente nella struttura per tre giorni a settimana;

- purtuttavia, a decorrere dal 28/8/2022 non è più disponibile presso il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis la Pet mobile;

- l’assenza della Pet nel Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis ostacola con tutta evidenza lo svolgimento delle prestazioni sanitarie tipiche non potendo il detto Presidio disporre di uno strumento diagnostico essenziale;

- al momento, per effetto di una convenzione esistente con l’Azienda Mater Domini, vi è la disponibilità ad utilizzare la Pet dell’azienda Mater Domini in modo, tuttavia, molto limitato e non soddisfacente;

- pertanto, in molti casi i pazienti sono costretti a recarsi fuori dalla regione Calabria al fine di eseguire gli esami a cui è finalizzata la Pet;

- tutto ciò lede il diritto alla salute dei pazienti che si rivolgono al Presidio Ciaccio/De Lellis i quali, purtroppo, a causa dell’assenza della necessaria Pet non possono beneficiare di tempestive e immediate cure sanitarie;

- occorre, pertanto, con rapidità e tempestività, comprendere le ragioni per le quali presso il Presidio Ospedaliero Pugliese/Ciaccio non sia più disponibile l’essenziale Pet e adottare ogni necessario atto e provvedimento al fine di permettere al detto Presidio di poter contare sull’essenziale Pet e di potere dare immediate e tempestive risposte ai pazienti. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si CHIEDE al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, anche nella qualità di Commissario ad acta per la sanità calabrese, e alla Giunta Regionale

Per sapere:

se hanno contezza della grave problematica sopra esposta e di sapere quali atti e provvedimenti politici e amministrativi e gestionali si intenda porre in atto tempestivamente al fine di permettere al Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis e ai pazienti che si rivolgono alla detta struttura di poter disporre della necessaria ed essenziale Pet e al fine di rendere effettivo e concreto e reale anche per i pazienti del Presidio Ciaccio/De Lellis il diritto alla salute e alle cure sanitarie.

(118; 06/02/2023).

(Risposta)

 

Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con delibera CIPE n.32 del 21/3/2018 in attuazione del DM del 6/12/2017 ha assegnato alla Regione Calabria la somma di 9.400.000,00 da destinare alla riqualificazione e all'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione;

- il programma prevede l'acquisto di tre acceleratori lineari da destinare alle Aziende ospedaliere di CS,CZ e RC;

- il programma complessivo é pari a 10 ml di euro di cui 9.400.000,00 a carico dello Stato e 600.000,00 euro a carico della Regione quale quota di cofinanziamento ai sensi dell'art.20 della legge 67/88;

- con nota 436008 del 21/12/2018 il programma di interventi é stato trasmesso al Ministero della Salute;

- con nota 6950 del 10/3/2020 il Ministero della Salute ha comunicato alla Regione l'approvazione del programma;

- con DCA n.75 dell' 8/4/2020 il Commissario ad Acta ha adottato il piano;

- con DCA n.98 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di CS;

- con DCA n.99 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di CZ;

- con DCA n.97 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di RC;

- con rispettivi decreti Dirigenziali del 24/2/2021 il Ministero della Salute ha disposto l'ammissione a finanziamento dei suddetti interventi per consentire alla Regione le procedure di propria competenza;

- solo con DCA n. 91 del 18/8/ 2022 ha inteso stipulare apposita convenzione con INVITALIA per l'attuazione del programma di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologico;

Considerato che: - le procedure di affidamento potranno essere indette fino al 30 giugno 2023;

Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1. lo stato dell'arte del procedimento;

2. il cronoprogramma delle attività e l'avvio della messa in esercizio dei nuovi impianti;

3. i volumi e i costi che la Regione attualmente sostiene per emigrazione sanitaria passiva in materia di radioterapia oncologica;

4. le liste d’attesa in radioterapia oncologica.

(134; 18/04/2023).

(Risposta)

Proposta di provvedimento amministrativo n.122/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Deliberazione di Giunta regionale n. 125 del 31/03/2023” (deliberazione consiliare n. 188)

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

·       l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al dipartimento “Bilancio e Patrimonio” per la definitiva istruttoria di propria competenza;

·       la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

VISTI:

·       la legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);

·       la legge regionale n. 8/2002;

·       l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);

·       il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);

VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 125 del 21 marzo 2023, recante: "Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio Regionale per gli atti di competenza";

VISTA la deliberazione n. 1 del 12 gennaio 2023, con la quale il Direttore Generale dell’ARSAC ha approvato il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda, allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

ATTESO CHE il Revisore unico dei conti dell’ARSAC, con verbale n. 35 del 19 gennaio 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·       con riferimento alle previsioni di parte corrente:

-      ha considerato congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate previste, sulla base delle previsioni definitive 2023-2025, della salvaguardia degli equilibri ex art. 193 del TUEL, delle modalità di quantificazione e aggiornamento del fondo pluriennale vincolato e della quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità;

-      ha osservato che le previsioni di entrata e di spesa corrente devono essere verificate e monitorate costantemente;

·       con riferimento alle previsioni di investimenti, ha considerato coerente la previsione di spesa per investimenti con il programma amministrativo, e il piano di sviluppo dell’Azienda;

·       ha riscontrato che le previsioni di cassa sono attendibili in relazione all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza, e congrue in relazione al rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai cronoprogrammi e alle scadenze di legge e agli accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità;

·       ha verificato che il bilancio è stato redatto in osservanza delle norme di legge, dello statuto e del regolamento di contabilità dell’Ente, nonché dei principi previsti dall’articolo 162 del TUEL, dalle norme del d.lgs. 118/2011 e dai principi contabili applicati 4/1 e 4/2 allegati allo stesso decreto legislativo;

·       ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e ha espresso “parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2023-2025 e sui documenti allegati”;

CONSIDERATO CHE il dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 109875 del 8 marzo 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·       ha riscontrato che l’ARSAC ha imputato correttamente le somme stanziate negli anni 2023, 2024, 2025 a titolo di contributo ex l.r. 66/2012 trasferite dal dipartimento “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, come evidenziato anche nella relazione generale, tenuto conto del parere favorevole del Revisore unico dell’Azienda;

·       ha verificato il rispetto della normativa vigente in tema di spending review ai sensi della legge regionale n. 43/2016, evidenziando che il contenimento della spesa è stato complessivamente garantito;

·       ha espresso “parere favorevole al bilancio di previsione 2023-2024-2025”, approvato con deliberazione del Direttore Generale dell’ARSAC n. 1 del 12 gennaio 2023;

TENUTO CONTO CHE il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 122398 del 15 marzo 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·       ha preso atto che la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 è garantita esclusivamente attraverso l’applicazione della parte accantonata del risultato di amministrazione presunto;

·       ha raccomandato all’Ente di verificare, durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio;

·       con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, ha raccomandato all’Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata;

·       preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e del dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;

PRESO ATTO CHE la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 5 maggio 2023, ha approvato il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati;

UDITO il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;

DELIBERA

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

·       di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di legge n. 153/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - ARPACAL) - Deliberazione di Giunta regionale n. 11 del 16/01/2023” (deliberazione consiliare n. 189)

Art. 1

(Integrazioni all’articolo 1 della l.r. n. 20/1999)

1. Al comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - ARPACAL), dopo le parole: “presente legge,” sono aggiunte le seguenti: “nel rispetto di quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 9 della Costituzione italiana e”.

 

Art. 2

(Modifiche all'articolo 7 della l.r. n. 20/1999)

1. Alla fine del comma 1 dell'articolo 7 della l.r. n. 20/1999 è aggiunta la seguente partizione interna: “bb) fornire supporto alla Regione Calabria nelle attività di predisposizione, attuazione e monitoraggio della strategia regionale di sviluppo sostenibile in attuazione dei principi e valori contenuti nel diritto internazionale, nel diritto dell’Unione Europea e nella Costituzione della Repubblica Italiana, espressamente previsti negli articoli 3,9,10,11,32,41 e 117”.

 

Art. 3

(Modifiche all'articolo 11 della l.r. n. 20/1999)

1. L'articolo 11 della legge regionale n. 20/1999 è modificato come segue:

a) il comma 8 è sostituito dal seguente:

“8. Il trattamento economico del direttore generale è equiparato a quello dei dirigenti generali dei dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità.”.

b) dopo il comma 8 sono aggiunti i seguenti:

“9. Il trattamento economico del direttore scientifico e del direttore amministrativo è pari a quello previsto dal comma 8, ridotto del 20 per cento.

10. Agli emolumenti determinati ai sensi dei commi 8 e 9 non è applicata alcuna ulteriore riduzione, per effetto delle norme regionali in materia di contenimento della spesa degli enti strumentali della Regione Calabria.”

 

Art. 4

(Norma finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 5

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 156/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Cirillo, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili)” (deliberazione consiliare n. 190)

Art. 1

(Sostituzione del titolo della l.r. 25/2020)

1. Il titolo della legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili) è sostituito dal seguente: "Promozione e sviluppo sostenibile di un sistema regionale di Comunità di energia rinnovabile (CER) in Calabria per perseguire l'autoconsumo e l'autonomia energetica".

Art. 2

(Integrazione dell'articolo 1 della l.r. 25/2020)

1. Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 25/2020, dopo le parole "convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8," sono aggiunte le seguenti: "nonché dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili) e dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 210 (Attuazione della direttiva UE 2019/944, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica),”.

Art. 3

(Integrazione dell'articolo 2 della l.r. 25/2020)

1. Al comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 25/2020, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "con il supporto e in collaborazione con il Tavolo tecnico di cui all'articolo 5- bis".

Art. 4

(Integrazione dell'articolo 3 della l.r. 25/2020)

1. L'articolo 3 della l.r. 25/2020 è così integrato:

al comma 1, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "con il supporto e in collaborazione con il Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis".

 

Art. 5

(Modifica dell'articolo 4 della l.r. 25/2020)

1. L'articolo 4 della l.r. 25/2020 è così modificato:

a) la lettera a) del comma 2 è sostituita dalla seguente:

"a) redigono e adottano, entro novanta giorni dalla data della loro costituzione, il bilancio di sostenibilità redatto con finalità informative secondo i principi di European Label of Governance Excellence (ELoGE) per comunicare, tra l'altro, ai propri stakeholders, gli impatti prodotti dalle proprie scelte politiche e gestionali sulla qualità della vita all'interno della propria comunità, valutare la coerenza tra quanto programmato e quanto operativamente realizzato, favorire la trasparenza dell'agire amministrativo, promuovere e sollecitare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, attivare un nuovo sistema di governance locale a responsabilità diretta con alla base l'accountability energetica;";

b) al comma 3 dell'articolo 4 della l.r. 25/2020, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "e redatto con il supporto e in collaborazione con il Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis".

Art. 6

(Inserimento degli articoli 4-bis e 4-ter nella l.r. 25/2020)

1. Dopo l’articolo 4 della l.r. 25/2020 sono inseriti i seguenti:

“Art. 4-bis

(Assistenza tecnica e incentivi allo sviluppo)

1. La Regione Calabria, tramite il portale Calabria Energia, curato e gestito dall’assessorato competente in materia di sviluppo economico e attività produttive, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, fornisce assistenza tecnica e supporto alla promozione e allo sviluppo delle comunità energetiche.

2. L’attività di assistenza e supporto di cui al comma 1 è rivolta ai soggetti proponenti l’istituzione di una comunità energetica e riguarda:

a) l’individuazione del modello di produzione, autoconsumo e condivisione di energia;

b) la valutazione circa la sostenibilità ecologica ed economica della comunità energetica;

c) il percorso da seguire per l’istituzione della comunità energetica;

d) la promozione di iniziative formative e informative rivolte a privati, associazioni ed enti pubblici;

e) la realizzazione di un archivio delle buone prassi utili alla costituzione delle comunità energetiche.

3. La Regione, altresì, incentiva lo sviluppo delle comunità energetiche attraverso:

a) la promozione di protocolli di intesa e collaborazione con i distributori locali di energia elettrica e con il Gestore dei servizi energetici (GSE) S.p.A., finalizzati a facilitare la costituzione e il regolare funzionamento delle comunità energetiche nonché la comunicazione dei dati sulle comunità energetiche costituite nel territorio regionale;

b) la promozione di un protocollo di intesa con il Ministero competente in materia di beni culturali per definire le condizioni necessarie all’ottenimento dei pareri e delle autorizzazioni necessarie alla costituzione delle comunità energetiche, con l’obiettivo di favorire il processo di decarbonizzazione e di mitigazione del cambiamento climatico;

c) la promozione di protocolli di intesa con i Comuni o le associazioni di Comuni o altre istituzioni per semplificare e uniformare i procedimenti autorizzatori.

Art. 4-ter

(Disposizioni per la installazione di impianti da fonti rinnovabili)

1. La Regione Calabria ai sensi dell’articolo 47, commi 4 e 5, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 (Disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune), convertito con modificazioni in legge 21 aprile 2023, n. 41, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge individua le aree di proprietà regionale idonee alla installazione di impianti da fonti rinnovabili e attiva le procedure per l’affidamento in concessione delle stesse.”.

Art. 7

(Inserimento degli articoli 5-bis e 5-ter nella l.r. 25/2020)

1. Dopo l'articolo 5 della l.r. 25/2020 sono inseriti i seguenti:

"Art. 5-bis

(Tavolo tecnico permanente con funzioni consultive e di monitoraggio)

1. Il Presidente del Consiglio regionale, con proprio atto, istituisce presso il Consiglio regionale, il Tavolo tecnico permanente con autonomia funzionale di analisi, assistenza, consultive e confronto per la promozione, la sostenibilità energetica, lo sviluppo e il sostegno della transizione ecologica regionale, anche a supporto della Regione, dei dipartimenti regionali e degli enti locali. È composto da esperti in materia, con competenze tecnica, amministrativa, contabile oltre che, preferibilmente, da rappresentanti della Regione, delle associazioni maggiormente rappresentative a livello regionale, ANCI Calabria, Unione delle province d'Italia Calabria (UPI Calabria) e dai cluster regionali competenti in materia. All'attività del Tavolo tecnico permanente concorre il Consiglio delle autonomie locali. La Giunta regionale e il Consiglio regionale definiscono le modalità volte a garantire la piena collaborazione tecnica tra le rispettive strutture ai fini del funzionamento del Tavolo permanente.

2. Il Tavolo tecnico permanente, nell'ambito delle funzioni di cui al comma 1, svolge, tra l'altro, le seguenti attività:

a) analisi dei risultati in termini energetici delle comunità energetiche rinnovabili e del loro contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano regionale integrato energia e clima (PRIEC) e di quelli che verranno individuati a livello regionale nel percorso per la neutralità carbonica entro il 2050, in coerenza con gli obiettivi stabiliti dalla programmazione nazionale ed europea;

b) promozione della risoluzione di problematiche relative alla gestione delle reti;

c) individuazione delle migliori pratiche in campo nazionale ed internazionale al fine di stimolare la costituzione delle CER e promuovere la diffusione, anche tra gli enti locali del territorio regionale, dell'incremento dell'autoconsumo di energia da fonte rinnovabile, della riduzione dei consumi energetici e della solidarietà energetica;

d) monitoraggio delle situazioni di povertà energetica per promuoverne misure di contrasto, stimolare la costituzione di comunità rivolte a mitigare tali problematiche e incoraggiare ulteriori azioni solidaristiche rivolte a platee anche più ampie delle singole comunità energetiche;

e) promozione di strategie di sviluppo per incrementare l'autonomia energetica dei comuni e delle province e per soddisfare il fabbisogno di cittadini, operatori, enti pubblici e consumatori locali anche con il coinvolgimento diretto degli enti locali;

f) proposizione di azioni di rafforzamento dell'utilizzo e dell'accettabilità delle fonti rinnovabili nel sistema calabrese di produzione di energia;

g) analisi e valutazione dei modelli di produzione, autoconsumo, condivisione ed uso razionale dell'energia e promozione della cultura dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile con iniziative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti locali finalizzate alla diffusione delle CER;

h) analisi e promozione della diversificazione delle fonti di produzione di energia rinnovabile elettrica e termica, in coerenza con le specificità dei territori per valorizzare l'imprenditoria e le materie prime locali;

i) promozione del coinvolgimento degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, del Terzo settore, dei territori montani e periferici, e sostegno alla nascita di nuove forme cooperative intercomunali per valorizzare lo scambio mutualistico tra la CER fornitrice e i soci consumatori di energia;

j) studio, analisi delle forme di finanziamento pubbliche e private esistenti e dei relativi ambiti di applicazione e di innovativi strumenti economici e finanziari da proporre per la finalità della presente legge.

3. Ai fini di cui ai commi 1 e 2, il Tavolo tecnico permanente può promuovere, presso la commissione consiliare competente in materia di ambiente, audizioni con rappresentanti delle comunità energetiche iscritte nel Registro regionale di cui all'articolo 4, comma 3, degli enti locali e dei gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, con rappresentanti delle società di distribuzione e gestione delle reti, con le agenzie energetiche locali, nonché con altri soggetti sia pubblici che privati interessati alla materia o che ne fanno espressa richiesta.

4. Il Tavolo tecnico permanente, quale facilitatore di comunità energetica, può, altresì, formulare proposte alla Giunta regionale in merito a strumenti legislativi o meccanismi di finanziamento funzionali a promuovere la diffusione di comunità energetiche rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo collettivo, nonché proposte da sottoporre all'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) e al Gestore dei servizi energetici (GSE) S.p.A. in merito alla regolazione delle comunità energetiche.

5. Il funzionamento del Tavolo tecnico permanente non comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale.

Art. 5-ter

(Promozione della costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili)

1. La Regione, nell’ambito degli strumenti di programmazione economica e finanziaria regionale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, può prevedere programmi, bandi, progetti, misure e iniziative per favorire e incentivare la creazione delle Comunità energetiche rinnovabili e l’acquisto di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile.”.

Art. 8

(Inserimento dell'articolo 6-bis nella l.r. 25/2020)

1. Dopo l'articolo 6 della l.r. 25/2020 è inserito il seguente:

"Art. 6-bis

(Clausola valutativa)

1. Il Consiglio regionale valuta l'attuazione della presente legge e i risultati progressivamente ottenuti per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, ridurre i consumi energetici e favorire l'autonomia energetica della Calabria.

2. A tal fine, la Giunta regionale, anche avvalendosi della collaborazione e del supporto del Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis, presenta al Consiglio regionale una relazione annuale che documenta e descrive in forma analitica le seguenti informazioni:

a) gli interventi attuati e i risultati della loro implementazione, indicandone strumenti e modalità applicative;

b) i tempi dei procedimenti e le eventuali criticità emerse;

c) il numero e la diffusione territoriale delle CER;

d) l'energia prodotta dagli impianti nella disponibilità dei soggetti beneficiari della presente legge.

3. I soggetti pubblici e privati coinvolti nell'attuazione della presente legge sono tenuti a fornire al Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis le informazioni necessarie al monitoraggio e alla valutazione degli interventi.

4. Il Consiglio regionale, previo esame della relazione annuale da parte della commissione consiliare competente in materia di ambiente, la rende pubblica unitamente agli eventuali documenti che concludono l'esame della commissione.".

Art. 9

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione delle presenti disposizioni non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 10

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 157/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Gallo e Gentile, recante: “Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 “Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto”” (deliberazione consiliare n. 191)

Art. 1

(Modifiche all'art. 5 della l.r. 41/2022)

1. Al numero 4) del comma 1 dell’articolo 5 della legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 (Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto), le parole “il Collegio Sindacale”, sono sostituite dalle seguenti: “l’Organismo di revisione dei conti”.

 

Art. 2

(Modifiche all’articolo 6 della l.r. 41/2002)

1. Al comma 4 dell’articolo 6 della l.r. 41/2002 le parole: “del Collegio Sindacale” sono sostituite dalle seguenti: “dell’Organismo di revisione dei conti”.

 

Art. 3

(Modifiche e integrazioni all’articolo 7 della l.r. 41/2002)

1. All’articolo 7 della l.r. 41/2002 sono apportate le seguenti modifiche:

a) la lettera c) del comma 1 è sostituita dalla seguente: “c) un componente nominato dal Consiglio metropolitano in rappresentanza della Città metropolitana di Reggio Calabria”;

b) dopo il comma 10 è aggiunto il seguente: ”11. A far data dal 1° gennaio 2024 l’incarico di componente del Consiglio di Amministrazione è svolto a titolo gratuito.”.

 

Art. 4

(Modifiche all’articolo 9 della l.r. 41/2002)

1. La rubrica dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituita dalla seguente: “(Organismo di Revisione dei conti)”.

2. Il comma 1 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituito dal seguente: “1. L’Organismo di revisione dei conti è l’organo di controllo del Consorzio, costituito in forma monocratica e composto da un membro effettivo e da un membro supplente, nominati per la durata di tre anni dalla Giunta regionale tra gli iscritti nel Registro dei revisori legali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati), istituito con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 20 giugno 2012, n. 144 (Regolamento concernente le modalità di iscrizione e cancellazione dal Registro dei revisori legali).”.

3. Il comma 2 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituito dal seguente: “2. L’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti è commisurata all’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti dell’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), pari a 4.000,00 euro annue al lordo delle ritenute di legge. L’indennità, come corrisposta, è da intendersi comunque comprensiva del rimborso delle spese a qualsiasi titolo. Il compenso del membro supplente è consentito esclusivamente in caso di sostituzione del membro effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa e previa decurtazione della medesima somma al revisore effettivo.”.

4. All’inizio del comma 3 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 le parole: “Il Collegio Sindacale” sono sostituite dalle seguenti: “L’Organismo di revisione dei conti”.

 

Art. 5

(Clausola di invarianza finanziaria)

1.Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 6

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 164/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Comito, Straface, Gentile, De Francesco, Montuoro, Laghi, Graziano, Mannarino, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 agosto 2018, n. 28 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi e istituzione del Registro regionale)” (deliberazione consiliare n. 192)

Art. 1

(Integrazioni dell’articolo 2 della l. r. n. 28/2018)

1. Alla fine del comma 2 dell’articolo 2 della legge regionale 3 agosto 2018, n.28 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi e istituzione del Registro regionale), è aggiunto il seguente periodo: “I dati riportati nel Registro sono, inoltre, finalizzati all’aggiornamento delle linee guida riguardanti i trattamenti medico-sanitari più efficaci e per la realizzazione di studi clinici e farmacologici.”.

Art. 2

(Modifiche all’articolo 4 della l.r. n. 28/2018)

1. La lettera d) del comma 2 dell’articolo 4 della l.r. n. 28/2018 è sostituita dalla seguente:

“d) un rappresentante designato da ciascuna associazione maggiormente rappresentativa a livello nazionale e regionale impegnata nel sostegno alle persone affette da endometriosi;”.

Art. 3

(Sostituzione articoli 6, 7 e 8 della l. r. n. 28/2018)

1. Gli articoli 6, 7 e 8 della l.r. 28/2018 sono sostituiti dai seguenti:

“Art. 6

(Istituzione di un elenco regionale specialisti volontari, di una rete clinico-assistenziale regionale e di un percorso diagnostico terapeutico-assistenziale)

1. La Regione, al fine di offrire un servizio di natura consultiva alle numerose persone affette da endometriosi, istituisce, presso il dipartimento competente in materia di salute e politiche sociali, senza oneri a carico del proprio bilancio, con la collaborazione delle associazioni, un elenco multidisciplinare che contenga i centri e gli specialisti dediti alla cura di questa malattia.

2. All’elenco possono iscriversi, su base volontaria, le seguenti figure professionali:

a) ginecologi specializzati nell’ambito dell’endometriosi;

b) chirurghi generali, urologi, gastroenterologi;

c) medici radiologi;

d) infermieri professionali, con specifica formazione nella comunicazione e consulenza;

e) fisiatri;

f) proctologi;

g) medici terapisti del dolore;

h) fisioterapisti, esperti nel trattamento del pavimento pelvico, con l’utilizzo di strumentazioni e manipolazioni apposite;

i) psicologi con specializzazione clinica;

j) nutrizionisti;

k) ginecologi esperti in procreazione medicalmente assistita (PMA) ed ogni altra figura connessa e necessaria ad un approccio multidisciplinare.

3. Coloro che risultano inseriti in tale elenco offrono, a titolo gratuito e fuori dagli impegni lavorativi, la loro prestazione professionale alle associazioni del settore per la realizzazione di campagne di controllo e prevenzione sul territorio regionale a supporto delle persone affette da endometriosi.

4. La Regione costituisce una rete clinico-assistenziale attiva a livello ospedaliero e territoriale, strutturata su differenti livelli di competenza, relativi ai gradi di complessità della patologia e operante sulla base di un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA), istituito al fine di garantire standardizzazione ed equità d’accesso alle prestazioni.

Art. 7

(Istituzione della giornata regionale per la lotta all’endometriosi)

1. La Regione istituisce, senza oneri a carico del proprio bilancio, la giornata regionale per la lotta all’endometriosi, che si celebra, annualmente, il 28 marzo, mese della consapevolezza sull’endometriosi.

2. In occasione della giornata di cui al comma 1, la Regione può concedere il patrocinio morale alle iniziative, di rilevante interesse regionale, poste in essere dalle pubbliche amministrazioni o dagli enti del Terzo settore presenti sul territorio calabrese e finalizzate alla promozione dell’informazione e della sensibilizzazione degli operatori del settore e della popolazione sulle caratteristiche della malattia, sulla sintomatologia e sulle procedure di prevenzione, anche sulle complicanze, nonché alla realizzazione di apposite sessioni di screening.

Art. 8

(Riconoscimento del “telefono giallo”)

1. La Regione riconosce la funzione sociale, di prevenzione e supporto del “telefono giallo”, canale comunicativo al servizio delle persone affette da endometriosi.

2. Per il funzionamento e la gestione del servizio telefonico di cui al comma 1, la Regione riconosce, entro il mese di marzo di ogni anno, all’Associazione “La voce di una è la voce di tutte ODV” un contributo pari a 10.000,00 euro, comprensivi dei costi di realizzazione del materiale informativo per la diffusione del servizio telefonico e per la divulgazione delle attività dell’Associazione stessa.

3. L’Associazione di cui al comma 2 trasmette al dipartimento competente in materia di salute e politiche sociali della Regione Calabria, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione dettagliata che attesta l’attività svolta, riporta il numero delle chiamate in entrata e i servizi resi ai soggetti affetti da endometriosi.”

Art. 4

(Inserimento articoli 9 e 10 della l. r. n. 28/2018)

1. Dopo l’articolo 8 della l.r. n. 28/2018 sono inseriti i seguenti articoli:

“Art. 9

(Finanziamento materiale informativo)

1. La Regione, per la realizzazione di materiale informativo relativo alla patologia medica dell’endometriosi, riconosce, entro il mese di marzo di ogni anno, alla Associazione Progetto Endometriosi ODV (A.P.E. ODV), operante nel territorio regionale e che si occupa di prevenzione, sensibilizzazione e sostegno alle persone affette da endometriosi, un contributo complessivo pari a 5.000,00 euro.

2. L’Associazione di cui al comma 1 trasmette al dipartimento competente in materia di salute e politiche sociali della Regione Calabria, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione dettagliata che attesti l’attività svolta.

3. Il materiale informativo, di cui al comma 1 è distribuito presso le scuole, le università, gli istituti penitenziari, gli istituti sportivi, le piazze o in occasione di convegni ed eventi anche di carattere scientifico organizzati dall’associazione.

4. La Giunta e il Consiglio regionale, attraverso i siti istituzionali e altri strumenti divulgativi, pubblicizzano, senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale, le iniziative di cui al presente articolo, al fine di rendere più efficace l’attività di informazione e sensibilizzazione.

Art. 10

(Clausola valutativa)

1. Il Consiglio regionale verifica l'attuazione della presente legge e ne valuta gli esiti in relazione alla programmazione e predisposizione degli interventi finalizzati alla prevenzione, diagnosi ed alla cura dei disturbi legati all’endometriosi. A tal fine, la Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una relazione che documenta:

a) le azioni attivate dai soggetti istituzionali competenti in attuazione della presente legge;

b) la funzionalità e le criticità dell’operatività e della gestione del Registro di cui all’articolo 2;

c) le attività di informazione, formative nonché campagne di sensibilizzazione promosse dalle associazioni sul territorio regionale;

d) le eventuali criticità riscontrate nell'attuazione della legge.

2. La Giunta regionale rende accessibili i dati e le informazioni raccolte per le attività valutative ed il Consiglio regionale rende pubblici, sul proprio sito istituzionale, i documenti che concludono l'esame svolto, unitamente alla relazione che ne è stata oggetto.”.


 

Art. 5

(Norma finanziaria)

1. Alla copertura degli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge, determinati nel limite massimo di 15.000,00 euro per ciascuna delle annualità del bilancio 2023-2025, si provvede con la riduzione dello stanziamento del Fondo speciale per le leggi di parte corrente disponibile al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023 - 2025, che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.

2. Le somme indicate nel comma 1 sono contestualmente allocate alla Missione 12, Programma 08 (U.12.08) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023-2025.

3. Per gli esercizi successivi all’anno 2025, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti delle risorse disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.

4. La Giunta è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche allo stato di previsione della spesa di bilancio di previsione 2023-2025.

Art. 6

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 167/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Tavernise e Gentile, recante: “Istituzione del “Mese dei Bronzi di Riace”” (deliberazione consiliare n. 193)

Art. 1

(Istituzione del Mese dei Bronzi di Riace)

1. La Regione Calabria, per sviluppare il turismo, promuovere la conoscenza dei Bronzi di Riace e valorizzare il territorio regionale, ai sensi e nel rispetto della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica regionale), istituisce il “Mese dei Bronzi di Riace”, da tenersi ogni anno, a decorrere dall’anno dell’entrata in vigore della presente legge, nel periodo compreso tra il 16 luglio e il 16 agosto.

Art. 2

(Programma di interventi per la celebrazione del Mese dei Bronzi di Riace)

1. La Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente in materia di turismo da rendersi entro trenta giorni dalla ricezione della richiesta, sentite la Città metropolitana di Reggio Calabria, le Province e il Direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, predispone annualmente, entro il mese di febbraio, il programma degli interventi per la celebrazione del Mese dei Bronzi di Riace, di seguito programma.

2. Il programma definisce gli ambiti di intervento delle iniziative dirette ad aumentare l’attrattività turistica, favorire la conoscenza del territorio, celebrare i Bronzi di Riace e la loro storia e prevede:

a) l’organizzazione di cerimonie, seminari di approfondimento, manifestazioni culturali sul territorio regionale;

b) la realizzazione di itinerari storico-turistici;

c) la realizzazione di studi, ricerche, pubblicazioni e mostre dedicate alla scoperta, alla storia e alla valorizzazione dei Bronzi di Riace nel loro contesto territoriale;

d) l’organizzazione di un evento celebrativo conclusivo.

3. Il programma, annualmente, è articolato su tematiche differenti che valorizzano le peculiarità culturali e storiche dei diversi territori e prevede attività distribuite sull’intera Regione, tra cui almeno un evento per ciascuna Provincia e almeno due eventi per la Città metropolitana di Reggio Calabria.

4. Gli eventi di cui al comma 2 possono essere realizzati da enti locali in collaborazione con altri enti pubblici e associazioni, e, previa intesa, con le istituzioni scolastiche e accademiche che manifestano la volontà di partecipare.

5. La Giunta regionale e il Consiglio regionale concedono il patrocinio morale agli eventi di cui al comma 2.

6. La Regione valorizza i progetti che vedono la partecipazione delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado che inseriscono nella loro programmazione triennale dell’offerta formativa focus tematici dedicati alla storia e divulgazione del mito dei Bronzi di Riace.

7. Sul sito istituzionale della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria è istituita specifica sezione, denominata Mese dei Bronzi di Riace, dove sono indicate le attività inserite nel programma approvato per ciascun anno di riferimento e sono pubblicizzate le iniziative promosse e realizzate ai sensi del comma 1.

Art. 3

(Promozione del Mese dei Bronzi di Riace)

1. La Regione, nell’ambito degli strumenti di programmazione delle attività di promozione turistica regionale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, può prevedere bandi, progetti, misure e iniziative per promuovere la realizzazione degli eventi.

Art. 4

(Norma transitoria)

1. Per l’anno 2023, il programma di cui al comma 1 dell’articolo 2 è predisposto entro il mese di maggio.

Art. 5

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 6

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 117/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Montuoro e Caputo, recante: “Norme in materia di Aree protette e sistema regionale della biodiversità” (deliberazione consiliare n. 194)

Art. 1

(Principi generali)

1. La Regione Calabria garantisce e promuove in maniera unitaria e in forma coordinata con lo Stato e gli enti locali, nel rispetto degli accordi internazionali e della normativa europea, la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale, costituito da formazioni fisiche, biologiche, geologiche e geomorfologiche, che, assieme agli elementi antropici ad esse connessi, compongono, nella loro dinamica interazione, un bene primario costituzionalmente garantito.

2. La gestione sostenibile delle singole risorse ambientali, il rispetto delle relative condizioni di equilibrio naturale, la conservazione di tutte le specie animali e vegetali e dei loro patrimoni genetici, sono perseguiti dalla Regione Calabria attraverso gli strumenti della conoscenza e della programmazione e mediante la promozione e l'istituzione di aree protette di interesse regionale.

3. Nel sistema integrato delle aree naturali protette della Calabria di cui all’articolo 3, la Regione, gli enti locali, altri soggetti pubblici e privati e le comunità del parco promuovono e attuano forme di cooperazione e di intesa utilizzando gli strumenti della programmazione negoziata previsti dalla normativa vigente.

Art. 2

(Finalità)

1. La presente legge, nell'ambito dei princìpi della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette), degli articoli 9 e 32 della Costituzione e delle norme dell'Unione europea in materia ambientale e di sviluppo durevole e sostenibile, disciplina l'istituzione e la gestione delle aree protette della Calabria al fine di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree di particolare rilevanza naturalistica della Regione, nonché il recupero e il restauro ambientale di quelle degradate.

2. Ai fini di cui al comma 1, nel quadro della normativa di riferimento, la presente legge:

a) individua le funzioni della Regione, degli enti locali e degli altri enti in materia di istituzione, organizzazione e gestione delle aree protette regionali e del sistema della biodiversità della Calabria;

b) definisce le misure e gli strumenti per la valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale regionale, assicurandone la corretta fruizione da parte dei cittadini;

c) persegue la conservazione delle specie di fauna selvatica e l’incremento della biodiversità, promuovendo programmi, progetti e modalità di gestione idonei al conseguimento e al mantenimento di densità ottimali per la coesistenza fra le specie e sostenibili per le attività antropiche;

d) assicura la salvaguardia dei biotopi, di associazioni di vegetali o forestali e di formazioni geologiche, geomorfologiche e paleontologiche di rilevante valore storico, scientifico e culturale;

e) individua le forme di partecipazione delle comunità locali ai processi di pianificazione e di gestione sostenibile delle aree protette naturali regionali e del sistema della biodiversità calabrese;

f) individua le modalità di diffusione uniforme sul territorio regionale delle informazioni relative alle singole componenti del patrimonio naturalistico ambientale;

g) applica e promuove modelli di gestione ambientale idonee a realizzare l’equilibrio tra l’ambiente naturale e le attività antropiche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, architettonici, archeologici e storici, nonché, delle attività agricole produttive e agrosilvopastorali, di agricoltura biologica e agrituristica, nonché di ogni altra attività economica tradizionale attualmente in uso, del turismo naturalistico e del tempo libero, nel rispetto delle finalità di tutela e conservazione naturalistica ivi comprese le attività che, ai sensi della legge 18 agosto 2015, n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale) e della normativa regionale derivata, l’agricoltura sociale esprime nell’ambito dei servizi di utilità sociale, affiancando alla tradizionale funzione produttiva, anche legata ai prodotti tradizionali del territorio, la capacità di generare benefici attraverso servizi innovativi nell’ambito dell’assistenza e del coinvolgimento della comunità;

h) promuove il contratto di fiume, di lago e di costa, quale strumento volontario di programmazione strategica e negoziata in attuazione della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, della direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e della direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino;

i) promuove lo strumento aperto della comunità di energia rinnovabile di cui all’articolo 22 della direttiva (UE) 2018/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, per favorire lo sviluppo e la coesione delle comunità grazie alla disponibilità di fonti di reddito e alla creazione di posti di lavoro a livello locale, aumentare l'efficienza energetica delle famiglie e contribuire a combattere la povertà energetica;

j) favorisce azioni rivolte alla informazione, formazione, ed educazione alla sostenibilità.

3. All'interno del sistema delle aree protette calabresi e delle strutture antropiche si sperimenta un sistema di educazione ambientale basato anche su forme di risparmio e produzioni alternative dell'energia rinnovabile ecosostenibili, sul riciclaggio dei materiali utilizzati, su modelli di raccolta differenziata integrale dei rifiuti solidi urbani, su sistemi di riduzione dei rifiuti e degli imballaggi, nonché su forme di incentivazione all'uso dei materiali tradizionali esistenti nell'area sulla base di un piano ecologico di rinnovazione degli stessi. Le suddette iniziative sono adeguatamente pubblicizzate nel sistema informativo delle aree protette calabresi al fine di promuovere una piena educazione integrata ambientale.

4. Per il conseguimento delle finalità di cui alla presente legge si assicurano il coordinamento e la più ampia partecipazione degli enti locali, delle forze sociali e del Terzo settore presenti nel territorio, e si incentiva la partecipazione degli organismi istituzionali di rappresentanza degli studenti della scuola secondaria di secondo grado e delle università calabresi nell’ambito della loro autonomia.

Art. 3

(Sistema regionale delle aree protette e della biodiversità)

1. Il sistema regionale delle aree naturali protette e della biodiversità, di seguito aree protette, è l’insieme dei territori dove sono presenti formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse, con rilevante valore naturalistico, paesaggistico, agricolo e ambientale, riconosciuto per le generazioni presenti e future.

2.Il sistema di cui al comma 1 è costituito:

a) dai Parchi regionali e dalle Riserve naturali regionali istituiti ai sensi delle relative leggi regionali, nel quadro generale dei principi di cui alla legge 394/1991;

b) dalla rete regionale della biodiversità di cui all’articolo 6.

3. Al fine di assicurare la gestione sinergica dei territori ricadenti nel sistema integrato delle aree protette della Calabria, la Regione promuove l'interazione e il coordinamento delle politiche regionali e nazionali e attua forme di cooperazione e di intesa con il Ministero competente in materia di ambiente, nelle forme previste dalla vigente normativa di settore.

Art. 4

(Parchi regionali)

1. I Parchi regionali, di seguito parchi, sono sistemi territoriali che, per il loro particolare valore naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico, necessitano di una gestione unitaria al fine di assicurare le migliori condizioni per:

a) la conservazione, il ripristino, il miglioramento e la valorizzazione dell’ambiente naturale e degli habitat naturali e seminaturali nonché per la salvaguardia delle specie vegetali e animali selvatiche, anche tramite gli interventi necessari a conseguire o ripristinare equilibri faunistici ottimali;

b) il corretto utilizzo delle risorse naturali presenti;

c) lo sviluppo di attività economiche ecosostenibili;

d) la conservazione e valorizzazione dei valori paesaggistici e storico-culturali nonché del sistema agricolo, con le sue funzioni di presidio e sviluppo dei paesaggi e dei territori.

2. L’istituzione dei parchi persegue, in particolare, le finalità di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 394/1991.

Art. 5

(Riserve naturali regionali)

1. Le Riserve naturali regionali sono territori che, per la presenza di particolari specie di flora o di fauna, o di particolari ecosistemi o emergenze geologiche e geomorfologiche rilevanti dal punto di vista naturalistico, sono organizzati in modo da garantire la conservazione dei valori naturalistici e paesaggistici anche legati alla permanenza di paesaggi agricoli e pascolivi.

2. L’istituzione delle Riserve naturali di cui al comma 1 persegue, in particolare, le finalità di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 394/1991.

Art. 6

(Rete regionale della biodiversità)

1. La Rete regionale della biodiversità è l’insieme delle aree soggette a disciplina speciale in quanto funzionali alla tutela di specie e habitat di interesse conservazionistico ed è costituita da:

a) siti appartenenti alla rete ecologica europea, denominata rete Natura 2000, composta da:

1) siti di importanza comunitaria (SIC), riconosciuti con decisione della Commissione europea per ogni regione biogeografica che, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) sono designati quali zone speciali di conservazione (ZSC);

2) zone di protezione speciale (ZPS), istituite ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 2, lettera a), e dell’articolo 4, paragrafo 1, della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici;

b) aree di collegamento ecologico funzionale e gli altri elementi funzionali e strutturali finalizzati a garantire la continuità fisico- territoriale ed ecologico - funzionale fra gli ambienti naturali e la connettività fra popolazioni di specie animali e vegetali. Esse assicurano la coerenza del sistema regionale delle aree naturali protette e della biodiversità e, in un’ottica di reciproca funzionalità, concorrono a garantire la conservazione del patrimonio naturalistico regionale;

c) zone umide di importanza internazionale che, in applicazione della Convenzione di Ramsar, sono incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448 (Esecuzione della convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971).

Art. 7

(Comitato tecnico- scientifico per le aree protette e la biodiversità)

1. Il Comitato tecnico- scientifico per le aree protette e la biodiversità, di seguito Comitato, è organo di supporto tecnico-scientifico della Giunta regionale per l’attuazione della presente legge e, in generale, per la tutela e la valorizzazione degli aspetti naturalistici e della biodiversità.

2. Il Comitato, nominato dal Presidente della Giunta regionale, è composto:

a) dall’assessore regionale con delega alle aree protette o suo delegato, che lo presiede;

b) dal dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di ambiente o suo delegato;

c) dal dirigente del settore regionale competente in materia di parchi e aree protette o suo delegato;

d) dal dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di agricoltura o suo delegato;

e) dal dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di turismo o suo delegato;

f) dal dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di urbanistica e paesaggio o suo delegato;

g) dal responsabile regionale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare (CUTFAA) dei Carabinieri o suo delegato, previa intesa con l’amministrazione di appartenenza;

h) dal presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, ANCI Calabria, o suo delegato;

i) dal Presidente dell’Associazione nazionale piccoli Comuni italiani, ANPCI Calabria, o suo delegato;

j) dal Presidente dell’Unione Province d’Italia, UPI Calabria, o suo delegato;

k) da un membro designato dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL);

l) da cinque esperti, scelti fra una terna di nominativi, per ciascuna delle seguenti figure professionali, indicati dalle università calabresi e dagli ordini professionali:

1) un esperto in scienze naturali con specifiche competenze in flora terrestre;

2) un esperto in scienze naturali con specifiche competenze in fauna terrestre;

3) un esperto in scienze geologiche;

4) un esperto in biologia marina;

5) un esperto in scienze agrarie e forestali e botanica;

m) da due rappresentanti tra quelli indicati dalle associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n.349 (Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale), previa intesa con l’ente di provenienza;

n) da due rappresentanti indicati dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale.

3. Il Presidente della Giunta regionale può provvedere alla costituzione del Comitato quando è pervenuta almeno la metà delle designazioni.

4. I componenti del Comitato durano in carica per l’intera legislatura e fino all’insediamento del successivo. La partecipazione è a titolo gratuito e non dà luogo a rimborso spese.

5. Il Comitato esprime pareri obbligatori su atti proposti dalla Giunta regionale con riferimento:

a) alla istituzione delle aree naturali protette regionali, nonché alle modifiche delle perimetrazioni delle aree protette;

b) ai seguenti contenuti: del piano integrato per il parco e del regolamento del parco di cui agli articoli 22 e 24; del regolamento delle riserve naturali regionali di cui all’articolo 35; delle misure di conservazione e dei piani di gestione dei siti della rete Natura 2000 di cui agli articoli 54 e 56;

c) alla predisposizione e aggiornamento dell’elenco dei geositi di interesse regionale di cui all’articolo 61.

6. Il Comitato, inoltre:

a) rilascia pareri nelle materie di sua competenza, anche su richiesta delle strutture regionali competenti, degli enti parco regionali, nonché degli enti locali che svolgono attività di gestione nelle aree protette e nelle componenti del sistema regionale della biodiversità disciplinate dalla presente legge;

b) formula proposte in materia di sperimentazione, di ricerca scientifica, di informazione, formazione e ambientale e di educazione allo sviluppo sostenibile.

Art. 8

(Osservatorio regionale per la biodiversità)

1. L’Osservatorio regionale per la biodiversità è un gruppo interdisciplinare, tecnico - specialistico della Giunta regionale, già operativo, che svolge la funzione di acquisire, elaborare e interpretare dati e informazioni sulle aree protette necessari anche per la predisposizione, l’aggiornamento periodico e l’attuazione della strategia regionale per la biodiversità. Le attività dell’Osservatorio sono realizzate con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento regionale competente in materia di ambiente.

Art. 9

(Programmazione regionale sulle aree protette)

1. Le politiche di intervento in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale assumono come riferimento strategico il documento di economia e finanza regionale (DEFR) di cui all’articolo 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni e degli enti locali e dei loro organismi) e sono definite, nel rispetto delle finalità della presente legge, in coerenza con gli obiettivi e le misure adottate nell’ambito del programma regionale sullo sviluppo rurale.

2. Al fine di perseguire obiettivi di valorizzazione e conservazione delle risorse ambientali in una prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile, la Giunta regionale, nel rispetto della legge 394/1991, definisce:

a) le strategie per la gestione del sistema delle aree naturali protette regionali;

b) la strategia regionale della biodiversità, individuando le finalità, gli obiettivi generali e le priorità delle politiche regionali in materia di tutela della biodiversità compresa quella agricola;

c) il quadro dei fabbisogni e delle risorse attivabili, con riferimento all'attuazione delle strategie.

3. Per ogni ciclo di programmazione di fondi comunitari, la Giunta regionale approva un piano di azioni prioritarie orientato all’integrazione dei diversi fondi per l’attivazione di interventi coerenti con le finalità della presente legge.

TITOLO II

Disciplina del sistema regionale delle aree protette

CAPO I

Funzioni della Regione e degli enti locali

Art. 10

(Funzioni della Regione)

1. La Regione esercita le funzioni di programmazione, indirizzo, controllo in materia di aree protette regionali con le risorse umane e strumentali proprie del dipartimento regionale competente in materia di ambiente, in forma coordinata con le aree protette nazionali e, in particolare:

a) istituisce, con legge regionale, i parchi regionali e gli enti di diritto pubblico preposti alla loro gestione;

b) nomina il presidente, il consiglio direttivo e il revisore unico dei conti dei parchi regionali;

c) approva lo statuto dei parchi regionali;

d) adotta e approva il piano integrato per il parco e approva il regolamento dei parchi regionali;

e) approva il bilancio di previsione e il rendiconto di gestione dei parchi regionali;

f) sovrintende e vigila sull’attuazione della presente legge;

g) esercita attività di indirizzo, coordinamento, verifica e controllo sull’amministrazione dei parchi regionali;

h) istituisce le riserve naturali regionali indicando le finalità, le forme e le modalità di gestione;

i) approva il regolamento della riserva;

j) esercita, attraverso le strutture regionali allo scopo preposte, le funzioni amministrative relative alla gestione delle riserve naturali regionali;

k) può mettere a disposizione dei parchi regionali e delle riserve naturali regionali i beni necessari per il raggiungimento delle loro finalità istitutive;

l) può partecipare a organismi associativi per lo svolgimento di attività funzionali alle attività istituzionali in materia di aree protette e di biodiversità, nei limiti delle disponibilità di bilancio;

m) raccoglie i dati e le informazioni ai fini del monitoraggio e dell’aggiornamento per la conoscenza, la divulgazione e la promozione dell’offerta del sistema regionale delle aree protette.

2. La Regione esercita, altresì, le funzioni ad essa attribuite dalla legge 394/1991 in materia di parchi nazionali.

Art. 11

(Funzioni delle Province e della Città metropolitana)

1. Le Province e la Città metropolitana di Reggio Calabria partecipano, senza oneri a carico della finanza locale, al procedimento di istituzione delle aree protette regionali sul territorio di competenza, ai sensi dell’articolo 22, comma 1, lettera a), della legge 394/1994 e a ogni altra funzione ad esse attribuita dalla normativa regionale e nazionale vigente.

Art. 12

(Funzioni dei Comuni)

1. I Comuni partecipano, ai sensi dell’articolo 22, comma 1, lettera a), della legge 394/1991, al procedimento di istituzione delle aree protette regionali ricadenti nel proprio territorio e possono proporre alla Regione, anche d'intesa con gli altri enti locali, i territori per l’istituzione di nuove aree naturali protette regionali, indicandone le finalità, i principali aspetti di interesse ambientale, le modalità di gestione, in coerenza con le previsioni della programmazione regionale.

2. In particolare i Comuni:

a) per gli aspetti di loro competenza, collaborano con la Provincia o con la Città metropolitana, alla predisposizione delle proposte per la definizione del regolamento delle riserve regionali che interessano il proprio territorio;

b) possono partecipare, mediante la presentazione di proposte e il finanziamento di specifici progetti, alla definizione e all'attuazione degli obiettivi definiti dagli atti della programmazione regionale;

c) svolgono attività di sorveglianza e accertano gli illeciti amministrativi, tramite la competente polizia municipale, sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge, dai piani e dai regolamenti dei parchi regionali, dai regolamenti delle riserve naturali;

d) possono mettere a disposizione dei parchi regionali e delle riserve naturali regionali i beni necessari per il conseguimento delle loro finalità istitutive.

CAPO II

Disposizioni in materia di parchi regionali

Art. 13

(Istituzione e funzioni dei parchi regionali)

1. La Regione istituisce con legge i parchi regionali e definisce:

a) le finalità del parco;

b) la perimetrazione provvisoria del parco;

c) le misure di salvaguardia;

d) l’ente gestore del parco;

e) gli elementi del piano integrato per il parco;

f) i tempi e le modalità per l’approvazione dello statuto;

g) le norme specifiche in relazione alle finalità istitutive;

h) le forme e le modalità di finanziamento regionale ed eventualmente degli enti locali facenti parte della comunità del parco.

2. La Regione assicura la partecipazione degli enti locali al procedimento di istituzione del parco ai sensi della legge 394/1991.

3. Le leggi istitutive assicurano, altresì, il rispetto dei divieti e dei vincoli previsti dalla legge 394/1991.

4. All'ente parco, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, è affidata la gestione del territorio perimetrato quale parco; esso svolge, in particolare, le seguenti funzioni e attività:

a) adotta lo statuto del parco regionale;

b) predispone la proposta di piano integrato per il parco e la relativa proposta di regolamento;

c) adotta il bilancio preventivo economico e il bilancio di esercizio del parco regionale;

d) rilascia il nulla osta relativo alla realizzazione di interventi, impianti e opere;

e) svolge attività di sorveglianza sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge, dal piano integrato e dal regolamento;

f) elabora il programma annuale delle attività;

g) fornisce alla Regione i dati e le informazioni ai fini del monitoraggio e dell’aggiornamento per la conoscenza, la divulgazione e la promozione dell’offerta del sistema regionale delle aree protette;

h) accerta gli illeciti amministrativi e applica le sanzioni di cui all’articolo 62;

i) realizza gli interventi, relativi ai progetti specifici per i parchi regionali, ammessi ai contributi comunitari, statali o regionali secondo quanto previsto.

5. All’ente parco sono delegate le funzioni di autorità competente per la valutazione di incidenza ai sensi dell’articolo 5 del d.p.r. 357/1997, per come specificato all’articolo 59, comma 6, lettera a).

Art. 14

(Organi dell’ente parco e loro durata)

1. Sono organi dell’ente parco:

a) il presidente;

b) il consiglio direttivo;

c) la comunità del parco;

d) la consulta del parco;

e) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.

2. Gli organi dell’ente parco, ad eccezione della comunità del parco, durano in carica cinque anni e possono essere rinnovati per una sola volta.

Art. 15

(Presidente)

1. Il presidente dell’ente parco è nominato dal Presidente del Consiglio regionale sulla base di un elenco di almeno quattro nominativi, indicati dalla comunità del parco, dotati di comprovata esperienza e competenze in materia di aree protette e biodiversità e di gestione amministrativa idonee al ruolo e alle funzioni da ricoprire risultanti da documentato curriculum.

2. Il presidente del parco:

a) ha la legale rappresentanza dell’ente parco e ne coordina l'attività;

b) convoca e presiede le sedute del consiglio direttivo;

c) esercita le altre funzioni ad esso delegate dal consiglio direttivo secondo quanto stabilito dallo statuto.

3. Il presidente dell'ente parco regionale non può esercitare attività che non consentono la presenza costante nella gestione dell'ente. Si applicano le disposizioni del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico) e della legge regionale 27 novembre 2015, n. 21 (Disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale al decreto legislativo n. 39/2013).

4. All'atto del conferimento dell'incarico l'interessato presenta una dichiarazione sulla insussistenza delle cause di inconferibilità previste dalla normativa vigente; la dichiarazione è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.

5. L'incarico di componente di presidente ha la durata di cinque anni, salvo anticipata decadenza.

Art. 16

(Consiglio direttivo)

1. Il consiglio direttivo è composto dal presidente dell’ente parco, che lo presiede, e da sei membri, nominati dalla Giunta regionale, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della comunità del parco, secondo le seguenti modalità:

a) due su designazione della comunità del parco;

b) uno su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell'articolo 13 della legge 349/1986, previa intesa;

c) uno su designazione delle università calabresi, previa intesa;

d) uno su designazione dell’assessore regionale competente in materia ambientale;

e) uno su designazione dell’assessore regionale competente in materia agroforestale;

f) uno su designazione delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale.

Nel caso di parità di voto prevale il voto del presidente.

2. Quando sono designati, quali membri del consiglio direttivo, ai sensi del comma 1, lettera a), sindaci di un Comune o presidenti di una Provincia o il sindaco metropolitano di Reggio Calabria presenti nella comunità del parco, la cessazione dalle predette cariche a qualsiasi titolo comporta la decadenza immediata dall'incarico di membro del consiglio direttivo e la conseguente nuova designazione. La stessa norma si applica nei confronti degli assessori e di consiglieri degli stessi enti. 3. Il consiglio direttivo è legittimamente insediato quando è nominata la maggioranza dei suoi componenti.

4. Il consiglio direttivo:

a) predispone la proposta di piano integrato per il parco;

b) adotta il regolamento del parco;

c) approva il regolamento di contabilità del parco;

d) adotta il bilancio di previsione e il rendiconto di gestione;

e) approva il regolamento che disciplina l’organizzazione dell’ente;

f) esercita le ulteriori funzioni ad esso attribuite dallo statuto dell’ente parco e comunque quelle non espressamente attribuite ad altro organo.

5. Il consiglio direttivo delega al presidente l’esercizio delle funzioni di cui al comma 4, secondo quanto stabilito dallo statuto dell’ente parco.

6. L'incarico di componente del consiglio direttivo ha la durata di cinque anni, salvo anticipata decadenza.

Art. 17

(Comunità del parco)

1. La Comunità del parco, fatto salvo quanto previsto al comma 5, è composta dai sindaci dei Comuni, nonché dai presidenti delle Province e dal sindaco della Città metropolitana i cui territori sono compresi, anche parzialmente, nell’area del parco. Lo statuto determina la quota percentuale di rappresentatività di ciascun componente, in rapporto all’estensione del territorio degli enti locali di appartenenza ricadenti nell’area del parco e nelle aree contigue e alla popolazione ivi residente.

2. La comunità del parco:

a) adotta lo statuto del parco;

b) indica i nominativi per la nomina del presidente del parco e i membri del consiglio direttivo di sua competenza;

c) esprime parere obbligatorio non vincolante in relazione:

1) al piano integrato per il parco;

2) all'adozione del regolamento;

3) all'adozione del bilancio di previsione e rendiconto di gestione del parco;

4) agli ulteriori atti previsti dallo statuto;

d) svolge funzioni propositive sulla gestione dell’ente;

e) promuove l’equilibrio fra gli obiettivi di protezione naturalistica di valorizzazione del paesaggio agricolo e forestale con le attività socio-economiche presenti all’interno delle aree del parco;

f) svolge funzioni di indirizzo e di promozione dell’attività dell'ente;

g) vigila sull’attuazione degli interventi previsti dal piano integrato per il parco;

h) svolge le ulteriori funzioni attribuite dallo statuto.

3. La comunità del parco, tenuto conto dei criteri per la determinazione della percentuale di rappresentatività di cui al comma 1 e in conformità a quanto previsto dallo statuto, può concorrere, tramite gli enti rappresentati, al finanziamento delle spese per la gestione del parco.

4. La comunità del parco elegge al suo interno il presidente e il vicepresidente. Essa è convocata dal presidente almeno due volte l’anno e quando ne fa richiesta il presidente del parco o un numero di componenti determinato dallo statuto.

5. I singoli Comuni appartenenti a unioni di Comuni possono delegare l’unione stessa all’esercizio di tutti i poteri loro riconosciuti all’interno della comunità del parco ai sensi della presente legge. In tal caso, il presidente dell’unione fa parte della comunità del parco in sostituzione dei sindaci dei Comuni deleganti, rappresenta ad ogni effetto i Comuni per la quota di rappresentatività ad essi riferita dallo statuto e risponde degli adempimenti cui i Comuni sono tenuti.

6. Ai componenti della comunità del parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.

7. I pareri di cui al comma 2 sono resi entro trenta giorni dalla richiesta. Decorso tale termine, gli stessi si intendono favorevoli.

Art. 18

(Consulta del parco)

1. Gli enti parco svolgono la propria attività garantendo la più ampia informazione, improntano l’attività gestionale e le scelte di pianificazione e di programmazione alla più ampia partecipazione dei cittadini mediante appositi strumenti di informazione e consultazione previsti nello statuto.

2. Per le finalità previste dal comma 1 l’ente parco si avvale della Consulta, organismo propositivo e consultivo, formato da rappresentanti delle seguenti associazioni più rappresentative a livello locale, previa intesa con gli organismi di provenienza:

a) associazioni espressione delle attività produttive del settore primario;

b) associazioni di attività di promozione turistica;

c) associazioni ambientaliste;

d) associazioni venatorie e ittiche;

e) un rappresentante della Consulta degli studenti di ciascuna provincia territorialmente interessata;

f) un rappresentante del Consiglio degli studenti di ciascuna università calabrese.

3. La Consulta esprime proposte e pareri:

a) sui regolamenti del parco;

b) sul piano integrato per il parco;

c) sui programmi di gestione e valorizzazione del parco.

4. I pareri di cui al comma 3 sono adottati entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta, trascorso il quale se ne prescinde.

5. La Consulta del parco è nominata dal Presidente della comunità del parco, previa designazione degli organismi di provenienza, ed è presieduta dal presidente dell’ente parco che la convoca almeno ogni sei mesi.

6. Ai componenti della Consulta del parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.

7. Le sedute della Consulta sono pubbliche e la sua composizione e il suo funzionamento sono stabiliti dallo statuto.

8. La Consulta ha durata di tre anni dalla data del decreto di nomina, le modalità di designazione e di svolgimento dei suoi lavori sono disciplinati da apposito regolamento approvato dal consiglio direttivo.

Art. 19

(Il revisore unico dei conti)

1. Il controllo sugli atti e sulla gestione finanziaria dell’ente è esercitato dal revisore unico dei conti. È prevista la nomina di un revisore supplente.

2. Il revisore unico dei conti e il revisore supplente sono nominati dal Consiglio regionale tra gli iscritti all’albo dei revisori dei conti. L’incarico ha la durata di cinque anni.

3. Il revisore unico dei conti vigila sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione. Redige una relazione sul progetto del bilancio preventivo. Redige, altresì, una relazione sul conto consuntivo contenente valutazioni sulla corrispondenza del conto alle risultanze della gestione, nonché proposte per migliorare l'efficienza e l'economicità della gestione. In attuazione dell'articolo 14, comma 1, lettera e), del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, il revisore unico dei conti, quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione, svolge le seguenti ulteriori attività:

a) esprime parere obbligatorio, consistente in un motivato giudizio di congruità, coerenza e attendibilità delle previsioni sulle proposte di bilancio, di assestamento e di variazione del bilancio, di rendiconto e sui relativi allegati;

b) effettua verifiche di cassa almeno trimestrali;

c) vigila, mediante rilevazioni a campione, sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione relativamente all'acquisizione delle entrate, all'effettuazione delle spese, all'attività contrattuale, all'amministrazione dei beni, alla completezza della documentazione, agli adempimenti fiscali e alla tenuta della contabilità;

d) esercita il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i vincoli di bilancio e quelli derivanti dall'applicazione delle norme di legge;

e) esercita ogni altra funzione demandata dalla legge o dai regolamenti.

4. Il revisore dei conti può procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo e richiedere notizie sull’andamento delle operazioni svolte.

5. Il revisore unico dei conti risponde della veridicità delle attestazioni rese e adempie ai propri doveri con la diligenza del mandatario. È tenuto ad osservare l’obbligo di riservatezza sui fatti e documenti di cui ha conoscenza per ragione del proprio ufficio.

Art. 20

(Indennità spettanti agli organi dell’ente parco)

1. Al presidente e ai componenti del consiglio direttivo spetta un compenso pari rispettivamente all'80 per cento e al 40 per cento di quello attribuiti per le medesime cariche agli organismi dei parchi nazionali; gli importi così determinati sono ridotti del 20 per cento, in applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 9, comma 2, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale).

2. Al revisore unico dei conti spetta l’indennità determinata ai sensi dell’articolo 10, comma 3, della l.r. 22/2010.

Art. 21

(Statuto dell’Ente parco regionale)

1. In conformità all’articolo 24 della legge 394/1991 e nel rispetto della presente legge, la comunità del parco adotta lo statuto dell’ente parco e lo invia alla Giunta regionale che lo approva, previa acquisizione del parere della competente commissione consiliare, la quale si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta. Decorso tale termine il parere si intende reso positivamente.

2. Lo statuto del parco prevede, in particolare:

a) la sede dell'ente;

b) i compiti, le modalità di convocazione e di funzionamento degli organi;

c) le quote di rappresentatività degli enti locali nella comunità del parco, e l’eventuale modalità di rappresentanza delle unioni di Comuni, secondo quanto previsto dall’articolo 17;

d) i criteri per la definizione delle eventuali quote di partecipazione degli enti locali al finanziamento del parco, ulteriori rispetto a quelli previsti dalla lettera c);

e) i compiti del direttore e le modalità di nomina;

f) la composizione e il funzionamento della Consulta del parco di cui all’articolo 18;

g) le forme e le modalità di partecipazione dei cittadini con riferimento agli atti più significativi dell’ente;

h) le forme di pubblicità degli atti.

3. Le modifiche dello statuto sono adottate e approvate con la stessa procedura di cui al comma 1.

4. Lo statuto acquista efficacia dalla data della pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC). Esso è consultabile sul sito istituzionale della Regione Calabria e dell’ente parco a cui si riferisce.

Art. 22

(Piano integrato per il parco)

1. Il piano integrato per il parco è lo strumento di attuazione delle finalità del parco e comprende, in due sezioni distinte, gli atti di pianificazione e di programmazione.

2. I contenuti della sezione relativa alla pianificazione del piano integrato per il parco sono quelli di cui all’articolo 12 della legge 394/1991, nonché:

a) la perimetrazione definitiva del parco, seguendo linee cartografiche certe individuabili sul territorio;

b) la perimetrazione delle aree contigue del parco seguendo linee cartografiche certe e individuabili sul territorio e la disciplina delle stesse nelle materie e nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 32, comma 1, della legge 394/1991;

c) l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in zone;

d) la disciplina e la progettazione attuativa delle previsioni del piano medesimo anche relativamente ad aree specifiche e singoli interventi, per quanto necessario;

e) specifici vincoli e salvaguardie;

f) specifiche direttive per le aree contigue nelle materie di cui all’articolo 32, comma 1, della legge 394/1991, cui debbono uniformarsi le diverse discipline e i regolamenti degli enti locali anche al fine di una efficace tutela delle aree interne al parco che comprende, in particolare, la gestione e il controllo della fauna selvatica. A tal fine, gli agricoltori e i proprietari di fondi limitrofi alle aree contigue possono intervenire, ai sensi e nel rispetto della normativa statale e regionale, per porre in essere azioni di contenimento in un’ottica di conservazione degli equilibri ecologici del parco;

g) la conformazione alla perimetrazione dei pSIC, SIC/ZSC e ZPS ricadenti, anche in parte, nel territorio del parco e nelle relative aree contigue;

h) l’individuazione e la disciplina, per quanto di competenza, delle ulteriori componenti del patrimonio naturalistico-ambientale e le emergenze geologiche e geomorfologiche ricadenti all’interno del parco;

i) l’individuazione, la descrizione e la disciplina degli habitat di interesse conservazionistico, anche ai fini della redazione della Carta della natura di cui all’articolo 3 della legge 394/1991;

j) la conformazione alle misure di conservazione dei siti di rete Natura 2000.

3. Il piano integrato del parco si conforma al piano paesaggistico ai sensi dell’articolo 145, comma 3, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e sostituisce i piani territoriali e urbanistici di qualsiasi livello, ai sensi dell’articolo 25 della legge 394/1991.

4. Fatte salve le norme di salvaguardia dei piani paesaggistici, la sezione pianificatoria del piano integrato per il parco può prevedere ulteriori specifiche salvaguardie. Gli enti locali adeguano i propri strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica alle previsioni della medesima sezione pianificatoria del piano integrato per il parco.

5. La sezione programmatica del piano integrato per il parco, in coerenza con gli strumenti della programmazione regionale di cui all’articolo 9 e nel rispetto dei principi di cooperazione con lo Stato e di partecipazione degli enti locali interessati:

a) attua gli obiettivi e i fini istitutivi del parco;

b) individua e promuove iniziative e attività di soggetti pubblici e privati compatibili con le finalità del parco, con specifico riferimento ai contenuti di cui all’articolo 14, comma 3, della legge 394/1991, atte a favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale della collettività residente nel parco, nelle aree contigue e nei territori adiacenti, comprese le iniziative e le attività idonee a prevenire, contenere e mitigare i danni determinati dalla fauna selvatica. Tali attività sono coordinate con quelle della Regione e degli enti locali interessati;

c) riconosce il ruolo anche delle attività agricole e zootecniche ai fini della tutela ambientale e paesaggistica;

d) individua le azioni relative alla didattica, alla formazione e informazione ambientale e all’educazione allo sviluppo sostenibile;

e) può prevedere l’attribuzione di incentivi a soggetti pubblici o privati, con riferimento prioritario agli interventi, agli impianti e alle opere di cui all’articolo 7, comma 1, della legge 394/1991.

6. All'attuazione della sezione programmatica del piano integrato per il parco si provvede attraverso il programma annuale di cui all’articolo 28, comma 3.

Art. 23

(Procedimento per l’approvazione del piano integrato per il parco)

1. La proposta di piano integrato per il parco di cui all’articolo 22 è predisposta dal consiglio direttivo del parco, che la invia, completa del parere della comunità del parco, alla Giunta regionale. La Giunta regionale, previa acquisizione del parere del Comitato tecnico scientifico per le aree protette, adotta la proposta di piano integrato. Successivamente all’adozione da parte della Giunta, il piano è pubblicato sul sito istituzionale della Regione, dell’ente parco e dei Comuni della comunità del parco per consentire a chiunque, nei quarantacinque giorni successivi alla pubblicazione, di prenderne visione e di presentare eventuali osservazioni. Si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni in materia di consultazione, ai fini della valutazione ambientale strategica (VAS), di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale). Valutate le osservazioni entro i successivi trenta giorni, il consiglio direttivo trasmette alla Giunta regionale il documento di programmazione modificato o integrato sulla base delle osservazioni contestualmente all’elenco delle osservazioni pervenute e alle motivazioni del loro accoglimento o diniego. La Giunta regionale approva il piano integrato previa acquisizione del parere motivato rilasciato dall’autorità competente in materia di VAS sul piano osservato e dalla competente commissione consiliare, entro i successivi quarantacinque giorni.

2. Le autorità interessate provvedono a rendere le informazioni sul parere motivato e ad effettuare gli adempimenti relativi al piano di monitoraggio del piano integrato del parco, nel rispetto degli articoli 17 e 18 del d.lgs. 152/2006.

3. Il piano integrato del parco è aggiornato con cadenza decennale, seguendo lo stesso procedimento di formazione e approvazione.

Art. 24

(Regolamento del parco)

1. Il regolamento del parco disciplina l'esercizio delle attività consentite nell’area del parco ed è adottato dal consiglio direttivo, entro sei mesi dall’approvazione del piano integrato per il parco, previa acquisizione del parere obbligatorio della comunità del parco.

2. I contenuti del regolamento sono quelli di cui all’articolo 11 della legge 394/1991.

3. La Giunta regionale approva il regolamento, previa acquisizione del parere obbligatorio del Comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 7. Il regolamento acquista efficacia decorsi novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BURC.

4. Entro lo stesso termine di cui al comma 3, gli enti locali ricompresi nell’area del parco adeguano i propri atti, anche di natura regolamentare, al regolamento del parco. In caso di mancato adeguamento entro tale termine, si applica la disciplina del regolamento del parco.

Art. 25

(Nulla osta)

1. Nelle aree del parco e in quelle eventualmente disciplinate direttamente dal piano integrato per il parco, come previsto dalla legge istitutiva del parco, il rilascio di autorizzazioni o concessioni relative alla realizzazione di interventi, impianti e opere, è subordinato al preventivo nulla osta dell’ente parco, che ne verifica la conformità alla legge istitutiva e ai propri atti di programmazione e regolamentazione.

2. Il nulla osta deve essere rilasciato al richiedente entro quarantacinque giorni dalla relativa istanza, fatta salva eventuale sospensione, per un periodo non superiore a sessanta giorni, dovuta alla necessità di integrazione della documentazione.

3. Nei casi di cui all’articolo 59, il nulla osta viene espresso congiuntamente alla valutazione di incidenza effettuata dall’ente parco.

Art. 26

(Patrimonio)

1. L’ente parco ha un proprio patrimonio costituito da beni immobili e mobili derivanti da acquisizioni, donazioni, eredità, lasciti ed espropriazioni.

2. I terreni e i beni immobili, comunque acquisiti dall’ente, fanno parte del patrimonio indisponibile dell’ente medesimo.

3. La Regione e gli enti locali ricompresi nell’area del parco possono mettere a disposizione dell’ente i beni che ritengono necessari per il raggiungimento delle finalità istitutive del parco stesso.

Art. 27

(Entrate dell’ente parco)

1. Costituiscono entrate degli enti parco regionali da destinare al conseguimento dei fini istitutivi:

a) i contributi ordinari definiti annualmente con legge di bilancio regionale;

b) i contributi straordinari della Regione per progetti e attività specifici, in attuazione degli strumenti della programmazione regionale;

c) eventuali contributi ordinari e straordinari degli enti componenti la comunità del parco;

d) i contributi e i finanziamenti dello stato e di altri enti pubblici per specifici progetti;

e) i contributi di enti privati, persone fisiche e associazioni, i lasciti, le donazioni e le erogazioni liberali in denaro disciplinate dalla normativa vigente;

f) i redditi patrimoniali;

g) i canoni delle concessioni, i diritti e le tariffe dei servizi forniti dal parco, determinate dal parco stesso sulla base dei propri regolamenti e degli atti del consiglio direttivo, in conformità agli eventuali indirizzi regionali;

h) i proventi di attività commerciali e promozionali;

i) i proventi delle sanzioni derivanti dalle inosservanze delle norme e dei provvedimenti emanati dal parco;

j) ogni altro provento acquisito in relazione all'attività del parco;

k) i proventi derivanti dai servizi aggiuntivi offerti ai visitatori delle aree protette, fermo restando che la mera fruizione delle risorse naturali è libera e gratuita.

Art. 28

(Contabilità e bilancio dell’ente parco)

1. Il sistema contabile e gli schemi di bilancio sono adottati in coerenza ai principi contenuti nel d.lgs. 118/2011.

2. L’ente parco, al fine di rendere nota l’efficacia della propria attività e di indirizzare l’azione dei soggetti economici verso metodi produttivi improntati a criteri di sostenibilità, può redigere annualmente il bilancio sociale e ambientale, con il quale, anche in esito al coinvolgimento dei residenti nel territorio di competenza e degli utenti dei servizi offerti:

a) dà conto dei risultati dell’attività istituzionale svolta e delle scelte operative effettuate, con riferimento anche alle attività di comunicazione del valore del patrimonio naturalistico e di educazione allo sviluppo sostenibile;

b) esplicita e analizza le scelte operate e le azioni intraprese in campo ambientale, dà atto del relativo stato di attuazione e ne valuta gli effetti.

3. Il programma annuale delle attività, con proiezione triennale, è una sezione della relazione illustrativa del bilancio preventivo economico, nel quale sono definite le azioni da realizzare nel triennio.

4. Il programma di cui al comma 3 evidenzia la coerenza con il bilancio preventivo economico e con la sezione programmatica del piano integrato per il parco.

Art. 29

(Direttore del parco)

1. Il presidente dell’ente parco, previa manifestazione di interesse, nel rispetto delle norme nazionali e regionali in tema di dirigenza pubblica e delle disposizioni dello statuto, nomina il direttore; si applicano le disposizioni del d.lgs. 39/2013 e della l.r. 21/2015.

2. A seguito della nomina di cui al comma 1, il presidente stipula con il direttore un contratto di diritto privato, di durata non superiore a cinque anni e rinnovabile una sola volta.

3. L’ammontare del trattamento economico, onnicomprensivo, è determinato nell’atto di nomina con riferimento agli emolumenti spettanti ai dirigenti regionali di ruolo, così come definiti dalla Regione Calabria, inclusa la retribuzione di posizione e di risultato, ed è adeguato automaticamente alle modifiche cui sono soggetti i suddetti emolumenti.

4. Il direttore:

a) attua le deliberazioni del consiglio direttivo;

b) dirige e coordina il personale dell’ente parco, di cui è responsabile;

c) sovrintende al buon andamento degli uffici e dei servizi;

d) predispone il piano della qualità della prestazione organizzativa;

e) supporta il consiglio direttivo nella elaborazione degli atti di cui all’articolo 16, comma 4, lettere a), b), c), d), ed e);

f) supporta il presidente nell’esercizio delle sue funzioni e di quelle ad esso delegate ai sensi dell’articolo 15;

g) esercita le attività di cui all’articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), nel rispetto delle modalità previste dallo statuto e le altre funzioni attribuitegli dallo statuto.

Art. 30

(Norme sul personale del parco)

1. Al personale dell’ente parco si applica lo stato giuridico e il trattamento economico del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto Funzioni locali.

2. Il piano del fabbisogno del personale dell’ente parco è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’ente parco nei limiti delle disponibilità di bilancio dell’ente e tenuto conto delle specificità territoriali del parco.

3. Al fine di ottimizzare la spesa relativa al personale delle aree protette le stesse possono avvalersi, nell'ambito della propria pianta organica, di personale regionale in posizione di distacco funzionale.

Art. 31

(Espropriazioni e Indennizzi)

1. L’ente parco regionale è autorità espropriante per la realizzazione delle opere da esso realizzate nel perseguimento delle finalità istituzionali ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità).

2. L’ente parco regionale è autorità espropriante nelle espropriazioni finalizzate alla realizzazione di opere private da realizzarsi nel territorio del parco e delle aree contigue al parco medesimo.

3. L'ente parco è tenuto a indennizzare i danni provocati da fauna selvatica.

Art. 32

(Funzioni di indirizzo e coordinamento sull'attività degli enti parco regionali. Vigilanza sulla gestione del parco)

1. La Giunta regionale, anche al fine di ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e di garantire uniformità di trattamento sul territorio regionale, esercita le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività degli enti parco regionali e di vigilanza sulla gestione del parco.

2. Sono soggetti all'approvazione della Giunta regionale i seguenti atti:

a) statuto;

b) regolamento di organizzazione e funzionamento;

c) regolamento di contabilità e dei contratti, ai sensi del d.lgs. 118/2011;

d) programma annuale, con proiezione triennale, delle attività;

e) bilancio di previsione annuale, con allegato il bilancio di previsione pluriennale; conto consuntivo annuale;

f) dotazione organica e sue variazioni;

g) alienazione e acquisto di immobili;

h) accensione di mutui e prestiti.

CAPO III

Istituzione e gestione delle riserve naturali regionali. Prescrizioni

Art. 33

(Istituzione e gestione delle riserve naturali regionali)

1. Nel rispetto della strategia europea e nazionale per la biodiversità, la legge regionale provvede a:

a) istituire la riserva, indicando le finalità, le forme, le modalità di gestione e di finanziamento;

b) determinare la perimetrazione provvisoria della riserva e delle eventuali aree contigue;

c) individuare le misure di salvaguardia da applicare fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 35.

2. La legge istitutiva assicura la partecipazione degli enti locali al procedimento di istituzione e alla gestione delle riserve ai sensi dell'articolo 22 della legge 394/1991.

3. La gestione delle riserve naturali regionali è affidata agli enti locali territorialmente interessati, in forma singola o associata.

4. Gli enti locali ai quali è affidata la gestione possono avvalersi, attraverso specifiche convenzioni, di associazioni ambientaliste operanti in Calabria, riconosciute dal competente ministero e individuate d'intesa con la Regione Calabria. Gli enti gestori possono nominare direttori o responsabili della gestione amministrativa seguendo le procedure previste dalle normative del comparto enti locali.

5. Alla gestione delle riserve partecipano, previa intesa con l’ente di provenienza, anche un rappresentante della Consulta degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Calabria e un rappresentante del Consiglio degli studenti delle università calabresi. Le forme di partecipazione sono disciplinate nel regolamento di cui all’articolo 35.

6. Gli enti di cui al comma 3 presentano alla Giunta regionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione sulle attività svolte.

Art. 34

(Prescrizioni per le riserve naturali regionali)

1. Nelle riserve naturali regionali, fatte salve le deroghe previste dal regolamento di cui all’articolo 35, sono vietate:

a) le attività non consentite nelle riserve naturali statali di cui all’articolo 17, comma 2, della legge 394/1991;

b) l’attività venatoria e l’apertura di cave, miniere e impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti.

2. Nelle riserve naturali regionali è vietata, altresì, l’esecuzione di opere di trasformazione del territorio, ad eccezione della realizzazione di nuove infrastrutture, di nuove opere edilizie e di ampliamenti di costruzioni esistenti, quando indispensabili al conseguimento delle finalità della riserva come individuate dagli atti istitutivi e dal regolamento di cui all’articolo 35.

3. Nelle aree delle riserve naturali regionali sono ammessi:

a) i mutamenti di destinazione d’uso non contrastanti con le finalità delle riserve medesime;

b) le utilizzazioni produttive tradizionali coerenti con le finalità delle riserve, nonché quelle ecocompatibili;

c) gli interventi di contenimento per la conservazione degli equilibri faunistici e ambientali, ai sensi dell’articolo 22, comma 6, della legge 394/1991.

4. Nelle riserve regionali si applicano altresì i divieti di cui all’articolo 11, comma 3, della legge 394/1991, nonché quelli previsti dal regolamento di cui all’articolo 35 della presente legge.

Art. 35

(Regolamento della riserva naturale regionale)

1. Nel rispetto degli indirizzi e dei criteri previsti dalla pianificazione paesaggistica e dagli strumenti della programmazione regionale, il regolamento della riserva naturale regionale disciplina l’esercizio delle attività consentite nell’area della riserva.

2. Il regolamento definisce, in particolare:

a) la perimetrazione definitiva della riserva seguendo linee cartografiche certe e individuabili sul territorio;

b) la perimetrazione delle aree contigue della riserva seguendo linee cartografiche certe e individuabili sul territorio, nonché la disciplina delle stesse nelle materie di cui all’articolo 32, comma 1, della legge 394/1991;

c) l’organizzazione generale del territorio e la sua eventuale articolazione in zone;

d) le modalità di rilascio del nulla osta di cui all’articolo 37;

e) gli interventi da realizzare, con particolare riferimento a quelli di contenimento per la conservazione degli equilibri faunistici e ambientali, per cui sono definite le modalità di esecuzione e di partecipazione agli abbattimenti selettivi.

3. Il regolamento, altresì:

a) riporta la perimetrazione delle proposte di SIC (pSIC), SIC/ZSC e ZPS ricadenti, anche in parte, nel territorio della riserva e delle relative aree contigue;

b) individua e disciplina, per quanto di competenza, le ulteriori componenti del patrimonio naturalistico - ambientale e i valori riconosciuti dalla finalità della presente legge, conformandosi alle disposizioni comunitarie e statali;

c) individua, descrive e disciplina gli habitat di interesse conservazionistico, anche ai fini della redazione della Carta della natura;

d) programma le specifiche misure di conservazione come definite dalla Giunta regionale dei siti di cui alla lettera a), e ne può elaborare il piano di gestione.

4. Il regolamento disciplina, inoltre, le attività, i divieti e le deroghe di cui all’articolo 11, commi 2, 2-bis, 3 e 4 della legge 394/1991.

5. Al regolamento è allegata la cartografia, in cui risultano evidenziati i confini dell’area di riserva, dell'area contigua e della eventuale zonizzazione interna.

6. Il regolamento si conforma al piano paesaggistico contenuto nel Quadro Territoriale Regionale con valenza Paesaggistica (QTRP) e ai Piani Paesaggistici d'Ambito di cui alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria).

7. Il regolamento disciplina il rilascio degli atti autorizzatori di competenza degli enti gestori, conformandosi alle specifiche norme d’uso in relazione agli obiettivi di tutela previsti.

Art. 36

(Procedimento per l’approvazione del regolamento della riserva naturale regionale)

1. Il regolamento della riserva naturale regionale è proposto dall'ente gestore, è adottato dalla Giunta regionale, previa acquisizione del parere obbligatorio del Comitato tecnico-scientifico regionale per le aree protette, ed è approvato dalla competente commissione consiliare.

2. Il regolamento è approvato entro due anni dall’atto istitutivo della riserva naturale regionale.

Art. 37

(Nulla osta)

1. Nelle aree della riserva naturale e in quelle eventualmente disciplinate dal regolamento, come previsto dalla legge istitutiva della riserva, il rilascio di autorizzazioni o concessioni relative alla realizzazione di interventi, impianti e opere, è subordinato al preventivo nulla osta del soggetto gestore, che ne verifica la conformità alla legge istitutiva e al regolamento. Sono vietati interventi di trasformazione del territorio e cambiamenti di destinazione d’uso in contrasto con le finalità della riserva.

2. Il nulla osta di cui al comma 1 deve essere rilasciato al richiedente entro quarantacinque giorni dalla relativa istanza, fatta salva eventuale sospensione, per un periodo non superiore a sessanta giorni, dovuta alla necessità di integrazione della documentazione.

Art. 38

(Patrimonio delle riserve naturali regionali)

1. La Regione e gli enti locali nel cui territorio insistono le riserve naturali regionali possono mettere a disposizione delle stesse i beni che ritengono necessari per il raggiungimento delle finalità istitutive della riserva medesima.

CAPO IV

Norme comuni per le aree naturali protette

Art. 39

(Aree contigue)

1. L’area contigua è il territorio esterno ai confini dell’area naturale protetta ove è necessario intervenire per assicurare la conservazione dei valori dell’area protetta, ai sensi dell'articolo 32, comma 1, della legge 394/1991. L’area contigua può essere oggetto di zonizzazione ai fini dell’applicazione di specifiche misure di tutela.

2. I soggetti gestori dei parchi e delle riserve regionali, al fine di assicurare la conservazione dei valori ambientali delle aree protette, stabiliscono nei propri documenti di pianificazione, programmazione e regolamentazione, le misure di disciplina della caccia, della pesca e delle attività produttive nelle aree contigue di cui al comma 1.

3. Le aree contigue al parco regionale e la loro disciplina sono individuate dal piano integrato per il parco.

4. Le aree contigue alle riserve naturali regionali e la loro disciplina sono individuate nel regolamento della riserva naturale regionale.

Art. 40

(Fruizione delle aree protette)

1. Nel rispetto dei vincoli derivanti dalla presente legge, la fruizione delle aree protette è libera e gratuita.

2. Eventuali biglietti a carico dei fruitori possono riguardare servizi aggiuntivi erogati dagli enti gestori.

Art. 41

(Sorveglianza nelle aree naturali protette)

1. Ferme restando le funzioni di accertamento degli illeciti amministrativi dei soggetti e organi espressamente abilitati dalle leggi vigenti, i seguenti soggetti esercitano le funzioni indicate:

a) gli enti gestori dei parchi esercitano le funzioni di controllo sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge, dal piano e dal regolamento del parco, mediante proprio personale di sorveglianza, appositamente individuato nella pianta organica dell’ente, e a cui si applicano le vigenti disposizioni in materia di polizia municipale e provinciale;

b) la Regione e gli enti gestori delle aree protette, e i Comuni, anche in forma associata, possono abilitare propri dipendenti, secondo i principi dei rispettivi ordinamenti, all'esercizio delle funzioni di sorveglianza sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge e dal regolamento delle riserve naturali regionali nonché all'accertamento dei relativi illeciti amministrativi.

2. Gli enti di cui al comma 1, per l’esercizio delle attività di sorveglianza e di accertamento degli illeciti amministrativi, possono avvalersi del servizio volontario di vigilanza ambientale di cui al titolo V della presente legge.

Art. 42

(Principi per lo svolgimento delle attività di gestione, di promozione e di valorizzazione del territorio delle aree protette)

1. La Regione attribuisce alla cittadinanza attiva una funzione fondamentale per la gestione delle aree protette. Gli enti gestori delle stesse aree promuovono azioni rivolte al coinvolgimento delle comunità locali, in particolare della popolazione studentesca, nella loro gestione e fruizione. La Consulta provinciale degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Calabria, attraverso il coordinamento regionale, e il Consiglio degli studenti delle università calabresi, previa intesa con l’ente di provenienza, sono direttamente coinvolti nelle scelte programmatiche e gestionali delle aree protette regionali.

2. La Regione e gli enti gestori delle aree protette, nello svolgimento delle attività di tutela e di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del territorio di competenza:

a) operano per la gestione sostenibile delle attività economiche e sociali, in attuazione degli obiettivi degli atti generali della programmazione regionale;

b) aderiscono e promuovono, in attuazione della normativa comunitaria e nazionale, la realizzazione di contratti di fiume, di costa e di lago, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata, e perseguono la realizzazione delle Comunità energetiche rinnovabili;

c) adottano, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le iniziative necessarie per il conseguimento dell’obiettivo strategico dell’applicazione del metodo dell’agricoltura biologica, nel rispetto della normativa comunitaria vigente, da parte delle aziende agro-zootecniche che operano all’interno del territorio delle aree protette, anche attraverso la promozione dei biodistretti.

3. Ai fini di cui al presente articolo, il programma pluriennale di attività delle aree protette prevede, tra l’altro, iniziative e interventi per lo sviluppo delle attività turistiche ecosostenibili e di accoglienza finalizzate, in particolare, al conseguimento dei seguenti obiettivi:

a) realizzazione di strutture e infrastrutture di servizio, di divulgazione, di informazione ambientale, di valorizzazione culturale delle comunità e delle produzioni agricole zootecniche e forestali, e di educazione allo sviluppo sostenibile;

b) realizzazione di segnaletica informativa;

c) creazione e ripristino di sentieri tematici o escursionistici contraddistinti da apposita segnaletica;

d) definizione e attuazione di proposte educative, didattiche e di divulgazione e sensibilizzazione ambientale;

e) acquisizione di certificazioni ambientali;

f) percorsi partecipati dedicati;

g) partecipazione a forme di gemellaggio o di cooperazione con parchi o altre aree protette ricadenti nel territorio regionale ed extra regionale;

h) uso di sistemi energetici a basso costo ambientale;

i) sviluppo delle tecnologie decentrate per la produzione di energia da fonti rinnovabili, incentivando la realizzazione di comunità di energia rinnovabile per aumentare l'efficienza energetica delle famiglie, contribuire a combattere la povertà energetica, creare coesione sociale e sviluppo locale;

j) attivazione di strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata attraverso lo strumento del contratto di fiume, di costa e di lago.

4. Gli enti locali territorialmente interessati possono concorrere finanziariamente alle iniziative di cui al presente articolo anche mediante la proposta di specifici progetti da realizzare a cura degli enti locali stessi con il coordinamento delle competenti strutture regionali o degli enti parco interessati.

Art. 43

(Attività economiche e produttive ecocompatibili)

1. La Regione e gli enti gestori delle aree protette valorizzano le attività agricole, le attività produttive e di turismo naturalistico svolte nelle aree protette secondo i principi della sostenibilità ambientale e della diffusione delle buone pratiche in attuazione degli obiettivi degli atti generali della programmazione regionale.

2. Per le finalità di cui al comma 1, sentite le organizzazioni rappresentative delle attività agricole e produttive e le associazioni ambientaliste presenti nel territorio, la Giunta regionale e gli enti gestori delle aree protette, in coerenza con le indicazioni e gli indirizzi contenuti nel programma pluriennale di attività, individuano, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, forme di collaborazione volte, tra l’altro:

a) alla gestione e al ripristino della biodiversità;

b) a promuovere le produzioni del territorio e le pratiche colturali tradizionali ed ecocompatibili, anche attraverso il sostegno alla realizzazione di biodistretti;

c) a incentivare pratiche colturali ecocompatibili e tecniche agroforestali che favoriscono la tutela della biodiversità e il mantenimento degli habitat naturali;

d) a ripristinare e mantenere gli assetti e le infrastrutture territoriali che costituiscono elementi riconoscibili del territorio, tra cui le piantate, i filari alberati, le siepi, gli stagni e le sistemazioni agrarie tradizionali;

e) a mantenere e recuperare i nuclei abitati rurali e le tipologie di architettura rurale;

f) a promuovere il turismo sostenibile rurale e naturalistico, comprese le attività di pescaturismo;

g) a introdurre misure di mitigazione degli interventi di trasformazione del suolo e di nuova costruzione, incentivando il ricorso alla ingegneria naturalistica e alle energie rinnovabili,

h) a promuovere forme di collaborazione tra le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale e gli enti regionali competenti, finalizzate alla diffusione di alveari e alla promozione della loro tutela, per l’impollinazione di colture agricole e il mantenimento di un equilibrio ottimale dei livelli di biodiversità.

3. La Giunta regionale e gli enti gestori delle aree protette, al fine di promuovere e sostenere le attività, di gestione forestale, agricole e di governo del territorio, sostenibili e coerenti con le finalità dell’area naturale protetta, possono sottoscrivere convenzioni con le imprese operanti nel territorio di competenza, nonché ricorrere agli strumenti di collaborazione, di cui agli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo), per la conclusione di accordi con gli imprenditori agricoli che si impegnano nell’esercizio dell’attività di impresa volta ad assicurare la tutela delle risorse naturali, delle specie selvatiche di flora e fauna e del patrimonio di biodiversità che caratterizza i territori.

Art. 44

(Emblema dell’area protetta e di qualità etico-ambientale)

1. Al fine di garantire la riconoscibilità delle aree protette regionali, la Giunta regionale, con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente, adotta l’emblema che deve sempre accompagnare il simbolo delle diverse aree protette regionali.

2. Ai fini della promozione ecoturistica, la Regione, in conformità alle direttive dell’Unione europea e alla normativa nazionale di settore, promuove il rilascio dell’emblema di qualità etico-ambientale, per prodotti o servizi che presentano caratteristiche di qualità, di sostenibilità etico-ambientale e di tipicità territoriale, legati al territorio delle aree protette che rispettano specifici disciplinari di prodotto o di processo.

Art. 45

(Piani di controllo per ricomporre squilibri ecologici)

1. Ai sensi dell’articolo 22, comma 6, della legge 394/1991, il soggetto gestore delle aree naturali protette adotta piani di controllo necessari per ricomporre gli squilibri ecologici. In caso di inerzia dell’ente gestore e in presenza di danni alle produzioni agricole, anche nelle aree limitrofe, la Giunta regionale, sulla base di specifica relazione congiunta da parte dei direttori generali dei dipartimenti regionali competenti in materia di ambiente, agricoltura e forestazione, può nominare un commissario ad acta affinché sovrintenda all’organizzazione e allo svolgimento dei prelievi faunistici e degli abbattimenti selettivi.

TITOLO III

Disciplina del sistema regionale della biodiversità

CAPO I

Disposizioni generali

Art. 46

(Oggetto)

1. In attuazione del d.p.r. 357/1997 e in conformità alle direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE, il presente titolo disciplina le modalità per la conservazione della biodiversità e per la razionale gestione dei territori del sistema regionale della biodiversità, garantendo, in particolare, la conservazione o, all'occorrenza, il ripristino dello stato di conservazione delle popolazioni di specie animali selvatiche, delle specie vegetali non coltivate e degli habitat naturali e seminaturali nella loro area di ripartizione, d'interesse comunitario.

Art. 47

(Definizioni in materia di biodiversità)

1. Ai fini del presente titolo, si applicano le definizioni e i termini previsti dal d.p.r. 357/1997, nonché dalle direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE e dalla legge 14 febbraio 1994, n. 124 (Ratifica e esecuzione della convenzione sulla biodiversità, con annessi, fatta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992).

Art. 48

(Funzioni della Regione in materia di biodiversità)

1. La Regione concorre alla tutela della biodiversità e alla costituzione della rete Natura 2000 con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente e, in particolare:

a) individua i siti da proporre quali SIC in cui si trovano tipi di habitat naturali e gli habitat di specie animali e vegetali di cui agli allegati A e B del d.p.r. 357/1997, sentiti gli enti locali e gli enti parco interessati;

b) individua i siti da proporre quale ZPS di cui alla direttiva 2009/147/CE, sentiti gli enti locali e gli enti parco interessati;

c) effettua la valutazione periodica di cui all’articolo 3, comma 4-bis, del d.p.r. 357/1997 e propone al Ministero competente in materia di ambiente l’aggiornamento dell’elenco dei SIC, della loro delimitazione e dei contenuti della relativa scheda informativa;

d) esercita le funzioni amministrative relative alla gestione dei siti della rete Natura 2000 non compresi nel territorio di competenza dei parchi nazionali o regionali e, in particolare, attua le misure di tutela e conservazione, provvede al monitoraggio di habitat e specie nonché alla redazione e all’approvazione, se necessari, dei piani di gestione di cui all’articolo 3, comma 4, del d.p.r. 357/1997;

e) effettua gli studi sulla biologia e sulla consistenza delle popolazioni vegetali e animali e provvede alla cura e all’effettuazione delle iniziative di sensibilizzazione rispetto ai valori naturalistici, ambientali e della tutela degli habitat e delle specie, con la collaborazione dei soggetti gestori dei siti stessi;

f) individua con atto della Giunta regionale i soggetti gestori dei siti Natura 2000 ricompresi nel territorio regionale;

g) in attuazione dell’articolo 4 del d.p.r. 357/1997, definisce le forme e le modalità di tutela e conservazione idonee ad evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie che hanno determinato l’individuazione dei siti della rete Natura 2000 e, in particolare:

1) adotta entro sei mesi dalla designazione delle ZSC, le misure di cui all’articolo 4, commi 2 e 3, del d.p.r. 357/1997, nel rispetto delle linee guida emanate dal Ministero competente in materia di ambiente;

2) assicura per i pSIC le misure di cui all’articolo 4, comma 1, del d.p.r. 357/1997;

3) esprime l’intesa di cui all’articolo 3, comma 2, del d.p.r. 357/1997 ai fini della designazione dei SIC in ZSC da parte del Ministero competente in materia di ambiente;

4) assicura il monitoraggio delle autorizzazioni in deroga disciplinate dall’articolo 11 del d.p.r. 357/1997;

h) coordina la gestione dei siti del sistema regionale della biodiversità di cui all’articolo 6 ed emana direttive e indirizzi agli enti competenti per l'esercizio uniforme delle connesse funzioni amministrative con particolare riferimento:

1) all’attuazione delle misure volte a garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di cui all’articolo 7, comma 2, del d.p.r. 357/1997;

2) alla definizione, per quanto di competenza, di linee guida e modelli di riferimento per l’effettuazione della valutazione d’incidenza di cui al d.p.r. 357/1997;

3) al coordinamento della diffusione delle informazioni relative al sistema regionale della biodiversità, tramite il sistema informativo regionale;

i) svolge le funzioni di autorità competente per la valutazione d'incidenza, ai sensi dell’articolo 5 del d.p.r. 357/1997, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 58 della presente legge.

2. La Regione, in attuazione della normativa comunitaria e nazionale e in applicazione delle convenzioni internazionali, adotta altresì le misure di protezione degli habitat e delle specie animali e vegetali, provvedendo in particolare:

a) a individuare le specie animali e vegetali soggette a regime di tutela, con particolare riferimento a quelle vulnerabili, in pericolo o in pericolo critico e a promuovere studi e interventi volti alla loro conservazione;

b) a individuare, per quanto di competenza, i centri per la conservazione “in situ” ed “ex situ”, la riproduzione, il recupero, il ricovero delle specie vegetali e animali di cui alla lettera a);

c) ad assicurare la conservazione degli ecosistemi e degli habitat;

d) a promuovere la valorizzazione e la conservazione delle aree caratterizzate dalla presenza di alberi di particolare interesse naturalistico, storico, paesaggistico, culturale ed etno-antropologico;

e) a promuovere attività didattiche e divulgative volte alla conoscenza delle specie oggetto di tutela e alla sensibilizzazione dei cittadini.

Art. 49

(Funzioni delle Province e della Città metropolitana di Reggio Calabria in materia di biodiversità)

1. Le Province e la Città metropolitana di Reggio Calabria possono concorrere alla conservazione e valorizzazione della biodiversità e alla costituzione e gestione della rete Natura 2000 attraverso:

a) iniziative di sensibilizzazione rispetto ai valori naturalistici, ambientali e della tutela degli habitat e delle specie;

b) l’individuazione delle aree e la proposta alla Regione, sentiti gli enti locali, ai fini della richiesta di riconoscimento di siti della rete Natura 2000.

2. Le Province e la Città metropolitana di Reggio Calabria, nello svolgimento delle funzioni di competenza, garantiscono l’applicazione delle misure di conservazione e salvaguardia dei siti e delle aree del sistema regionale della biodiversità.

Art. 50

(Funzioni degli enti parco regionali in materia di biodiversità)

1. Le funzioni esercitate dalla Regione ai sensi dell'articolo 48, comma 1, lettere d) ed e), e quelle attribuite alle Province e alla Città metropolitana ai sensi dell'articolo 49, comma 1, lettera b), sono svolte dagli enti parco regionali, con riferimento ai siti della rete Natura 2000 ricadenti, anche in parte, nel territorio di competenza e nelle relative aree contigue. Gli enti parco regionali svolgono, altresì, le funzioni di autorità competente per la valutazione di incidenza agli stessi attribuite ai sensi dell'articolo 59, secondo le modalità ivi previste.

2. Gli enti parco regionali comunicano ogni due anni alla Giunta regionale gli esiti dei monitoraggi sulla distribuzione degli habitat e delle specie, mediante una relazione sullo stato di salute delle popolazioni vegetali e animali e degli habitat di cui al presente titolo, nonché sullo stato di conservazione e tutela dei siti della rete Natura 2000 e dei p(SIC) ricadenti nei territori di competenza e inviano un elenco di tutti i piani, programmi, progetti e interventi che hanno interessato i siti e che sono stati sottoposti a procedura di valutazione di incidenza con indicazione dei relativi esiti e dei pareri espressi.

Art. 51

(Funzioni dei Comuni in materia di biodiversità)

1. I Comuni singoli o in forma associata possono concorrere alla conservazione e valorizzazione della biodiversità e alla costituzione e gestione della rete Natura 2000 in conformità ai principi della legislazione nazionale e agli atti di programmazione e di indirizzo regionali.

2. I Comuni, nello svolgimento delle funzioni di propria competenza, garantiscono l’applicazione delle misure di conservazione e salvaguardia dei siti e delle aree del sistema regionale della biodiversità.

3. Oltre alle funzioni di cui ai commi 1 e 2, i Comuni svolgono, per quanto di competenza, attività di sorveglianza e accertano gli illeciti amministrativi per il tramite della competente polizia municipale.

Art. 52

(Funzioni degli enti gestori dei siti Natura 2000 esterni ai parchi)

1. Gli enti gestori, designati dalla Regione, dei siti Natura 2000 esterni ai parchi regionali espletano le seguenti funzioni:

a) concorrono alla conservazione e valorizzazione dei siti di propria competenza;

b) su richiesta dell’autorità competente esprimono parere per la valutazione di incidenza;

c) collaborano con la Regione nell’attuazione delle misure di conservazione e nel monitoraggio dei siti Natura 2000 di propria competenza;

d) collaborano nell’attuazione del piano di gestione.

CAPO II

Disposizioni in materia di biodiversità

Art. 53

(Individuazione dei siti della rete Natura 2000 e modifiche ai siti esistenti)

1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, individua, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del d.p.r. 357/1997, le aree da proporre quali SIC nonché quelle da designare quali ZPS, in applicazione dei criteri tecnico scientifici di cui alla direttiva 92/43/CE e alla direttiva 2009/147/CE, tenuto conto anche delle proposte delle Province, della Città metropolitana di Reggio Calabria, degli enti parco regionali e delle segnalazioni delle amministrazioni dello Stato, degli enti locali, degli enti di gestione delle aree protette, delle istituzioni scientifiche e delle associazioni di protezione ambientale.

2. La deliberazione di cui al comma 1 è trasmessa, previa acquisizione del parere vincolante della competente commissione consiliare, al Ministero competente in materia di ambiente, ai fini della formulazione alla Commissione europea dell'elenco dei siti di importanza comunitaria proposti.

3. La Giunta regionale partecipa, mediante intesa, alla designazione, da parte del Ministero competente in materia di ambiente, dei SIC quali ZSC, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del d.p.r. 357/1997.

4. La proposta di aggiornamento dell'elenco dei SIC, delle ZPS e la proposta di verifica della loro delimitazione sono effettuate, secondo le procedure di cui al presente articolo, sulla base della valutazione periodica dei siti stessi di cui all'articolo 3, comma 4-bis, del d.p.r. 357/1997.

Art. 54

(Misure per la tutela e conservazione dei p(SIC) e dei siti della rete Natura 2000)

1. La Giunta regionale, nel rispetto delle direttive statali e comunitarie, sentiti gli enti locali gestori, definisce:

a) le forme e le modalità di tutela e di conservazione dei p(SIC) e dei siti della rete Natura 2000, in base ai criteri e alle linee guida del Ministero competente in materia di ambiente, di cui all'articolo 4 del d.p.r. 357/1997, adottando specifiche misure di conservazione e individuando i casi in cui è necessario procedere all’adozione di appropriati piani di gestione;

b) le direttive per lo svolgimento delle attività di monitoraggio, sulla base delle linee guida di cui all'articolo 7, comma 1, del d.p.r. 357/1997.

2. Le misure di conservazione dei siti Natura 2000 assumono valenza vincolante per gli enti preposti alla pianificazione territoriale ai sensi della l.r. 19/2002.

Art. 55

(Misure per la tutela e conservazione delle aree di collegamento ecologico funzionale)

1. Le aree di collegamento ecologico funzionale e gli altri elementi di cui all’articolo 6, comma 1, lettera b), sono individuati e disciplinati dalla Giunta regionale e recepiti dagli strumenti di pianificazione e dagli atti di governo del territorio riconosciuti dalla l.r. 19/2002 conformemente alla pianificazione paesaggistica.

2. Gli enti competenti all'approvazione di piani o interventi incidenti sulle aree di collegamento ecologico funzionale definiscono le misure necessarie a mitigare gli eventuali effetti negativi sulla coerenza del sistema integrato regionale delle aree naturali protette e della biodiversità. Tali misure di mitigazione sono realizzate a carico dei soggetti proponenti del piano o dell’intervento.

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione e in coerenza con le previsioni degli strumenti della programmazione regionale, può approvare, d’intesa con gli enti parco e gli enti locali interessati, specifici programmi di attività e di intervento riferiti alle aree di collegamento ecologico funzionale per la loro conservazione e ricostituzione.

Art. 56

(Misure per la tutela, conservazione e valorizzazione delle zone umide di importanza internazionale)

1. Le zone umide di importanza internazionale di cui all’articolo 6, comma 1, lettera c), sono incluse nell’elenco previsto dal d.p.r. 448/1976, e tutelate ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera i), del d.lgs. 42/2004.

2. La gestione delle zone umide di importanza internazionale richiede appropriate misure finalizzate in particolare a:

a) garantire il mantenimento in uno stato soddisfacente delle componenti oggetto di specifica tutela;

b) regolamentare le attività antropiche maggiormente impattanti;

c) promuovere la realizzazione di interventi e progetti volti alla conservazione e valorizzazione del territorio interessato.

3. Le misure di conservazione delle zone umide di importanza internazionale assumono valenza vincolante per gli enti preposti alla pianificazione territoriale ai sensi della l.r. 19/2002.

Art. 57

(Piani di gestione dei siti della rete Natura 2000)

1. Ove previsto dagli atti adottati ai sensi dell'articolo 54, comma 1, lettera a), e fatto salvo quanto previsto al comma 2, i piani di gestione finalizzati a garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano i siti sono approvati con deliberazione della Giunta regionale, previo parere della competente commissione consiliare, che è reso entro il termine di quarantacinque giorni, decorsi i quali si intende acquisito.

2. Per i siti della rete Natura 2000 e i p(SIC) ricadenti nelle riserve naturali, i piani di gestione di cui al comma 1 integrano la disciplina di tali siti contenuta nel regolamento e negli atti di programmazione della riserva naturale regionale, di cui all'articolo 35, ovvero, se approvati successivamente, ne costituiscono variante.

3. Gli enti gestori delle aree protette regionali approvano i piani di gestione dei siti della rete Natura 2000 compresi nelle medesime aree, adeguando, ove necessario, gli strumenti di pianificazione e regolamentazione di propria competenza e conformandosi alle disposizioni e alle misure di conservazione definite ai sensi della presente legge.

CAPO III

Valutazione di incidenza

Art. 58

(Valutazione di incidenza di piani e programmi)

1. Gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore e le loro varianti, compresi i piani sovra comunali agricoli, forestali e faunistico venatori e gli atti di programmazione non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, qualora interessino in tutto o in parte pSIC e siti della rete Natura 2000, o comunque siano suscettibili di produrre effetti sugli stessi, contengono, ai fini della valutazione d’incidenza di cui all’articolo 5 del d.p.r. 357/1997, apposito studio volto ad individuare i principali effetti sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

2. Ai sensi dell’articolo 10, comma 3, del d.lgs. 152/2006, la VAS comprende le procedure di valutazione d'incidenza di cui al comma 1; a tal fine, il rapporto ambientale e lo studio preliminare ambientale contengono gli elementi di cui all'allegato G dello stesso d.p.r. 357/1997 e la valutazione dell'autorità competente si estende alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure deve dare atto degli esiti della valutazione di incidenza. Le modalità di informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione procedurale.

3. La Regione Calabria, con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente, è autorità competente per la valutazione d'incidenza di cui al comma 1.

4. Per i piani e i programmi che interessano siti ricadenti in tutto o in parte in aree protette nazionali, è comunque sentito l’ente gestore.

5. È fatta salva la disciplina a livello nazionale dei procedimenti di valutazione d’incidenza di competenza dello Stato per piani e programmi riferibili al campo di applicazione della normativa statale, comprese le opere destinate alla difesa.

Art. 59

(Valutazione di incidenza di interventi e progetti)

1. I proponenti di interventi o progetti non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti o necessari alla gestione dei siti, ma che interessano in tutto o in parte pSIC e siti della rete Natura 2000, o che possono avere incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano alle autorità competenti di cui al presente articolo, ai fini della valutazione d’incidenza ai sensi dell’articolo 5 del d.p.r. 357/1997, un apposito studio volto a individuare i principali effetti sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

2. L’ente competente all’approvazione di progetti o interventi ubicati all’esterno di pSIC o di siti della rete Natura 2000, verifica la sussistenza di possibili incidenze sugli stessi, ai fini dell’eventuale attivazione delle procedure di valutazione di incidenza. In caso di esclusione dell’attivazione di dette procedure, l’ente competente motiva in ordine alle determinazioni assunte.

3. La valutazione d’incidenza è effettuata entro i sessanta giorni successivi all’acquisizione dello studio d’incidenza da parte della struttura individuata per l’espletamento della relativa istruttoria, secondo l’ordinamento dell’ente competente e il relativo procedimento si conclude con apposito provvedimento. Le autorità competenti alla valutazione chiedono una sola volta le integrazioni dello stesso. In tal caso, il termine decorre nuovamente dalla data di ricevimento delle integrazioni. La pronuncia di valutazione di incidenza contiene, ove necessario, le prescrizioni alle quali il proponente deve attenersi al fine di migliorare ulteriormente l’inserimento ambientale degli interventi previsti, riducendo l’incidenza del progetto o dell’intervento sul sito stesso.

4. La valutazione di incidenza di progetti sottoposti a procedura di verifica di assoggettabilità o a procedura di VIA è ricompresa nell’ambito di detta procedura, ed è effettuata, entro i termini stabiliti per l’adozione dei relativi provvedimenti conclusivi, dalle autorità competenti per le procedure di VIA; a tal fine, lo studio di impatto ambientale contiene gli elementi di cui all'allegato G del d.p.r. 357 /1997 e la valutazione dell'autorità competente si estende alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure deve dare atto degli esiti della valutazione di incidenza. Le modalità di informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione procedurale.

5. La Regione Calabria, con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente, è autorità competente per la valutazione d'incidenza di interventi e progetti:

a) indicati al comma 4;

b) per gli interventi e progetti a titolarità regionale diversi da quelli di cui al comma 4;

c) per gli interventi e progetti non compresi nel territorio di competenza degli enti parco regionali e dei soggetti gestori delle aree protette nazionali, o che possono avere incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno;

d) per gli interventi di cui al comma 6, qualora non venga sottoscritto l'accordo ivi previsto con gli enti parco.

6. Sono autorità competenti per la valutazione d’incidenza, nel caso di interventi e progetti diversi da quelli di cui al comma 5, previa sottoscrizione di accordo con la Regione Calabria:

a) gli enti parco regionale, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte in SIC o siti della rete Natura 2000 ricadenti nei territori e nelle aree di competenza, o che possono avere incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno. In tal caso l’ente parco esprime la valutazione d’incidenza congiuntamente al provvedimento di nulla osta ove previsto ai sensi dell’articolo 25, comma 3, in applicazione dei principi di semplificazione;

b) l’ente gestore dell’area protetta nazionale, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte in SIC o siti della rete Natura 2000 ricadenti nei territori e nelle aree di competenza, o che possono avere incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno. In tal caso l’ente gestore esprime la valutazione d’incidenza congiuntamente al provvedimento di nulla osta ove previsto ai sensi dell’articolo 13 della legge 394/1991.

7. È fatta salva la disciplina a livello nazionale dei procedimenti di valutazione d’incidenza di competenza dello Stato per interventi e progetti riferibili al campo di applicazione della normativa statale, comprese le opere destinate alla difesa.

8. Per i progetti e gli interventi che interessano siti ricadenti in tutto o in parte in aree protette nazionali, è comunque sentito l’ente gestore, ai sensi dell’articolo 5, comma 7, del d.p.r. 357/1997.

Art. 60

(Linee guida e indirizzi in materia di valutazione di incidenza)

1. La Regione, nel rispetto della normativa statale e comunitaria e dei contenuti di cui all’allegato G del d.p.r. 357/1997, nonché nel rispetto delle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza approvate in Conferenza Stato-Regioni:

a) adotta linee guida e indirizzi per le modalità di presentazione dello studio, per l’effettuazione della valutazione di incidenza di cui agli articoli 58 e 59, e per l’individuazione delle eventuali misure compensative, in armonia con le specifiche normative di settore e in applicazione dei principi di semplificazione;

b) qualora siano state adottate le specifiche misure di conservazione di cui all’articolo 54, individua indirizzi, criteri ed eventuali procedure semplificate per l’effettuazione della valutazione di incidenza di progetti e interventi di cui all’articolo 59.

TITOLO IV

Ulteriore patrimonio naturalistico ambientale

Capo I

Riconoscimento e valorizzazione della geodiversità

Art. 61

(Riconoscimento e valorizzazione dei geositi di interesse regionale)

1. Al fine di riconoscere il patrimonio geologico e valorizzare la geodiversità, la Regione individua i geositi di interesse regionale quali forme naturali del territorio, di superficie o sotterranee, costituite da particolari emergenze geologiche, che presentano un rilevante valore ambientale, scientifico e didattico, la cui conservazione è strategica nell’ambito del territorio regionale:

a) per geodiversità si intende la varietà o la specificità delle caratteristiche geologiche del territorio, comprensive delle rocce e dei depositi, delle forme e dei processi in ambito geologico, geomorfologico, idrogeologico, paleontologico, mineralogico e pedologico;

b) per patrimonio geologico si intendono le singolarità geologiche ove sono conservate importanti testimonianze della storia e dell’evoluzione della Terra della geodiversità;

c) per geositi si intende la località, area o territorio in cui è possibile definire un interesse geologico-geomorfologico per la conservazione del patrimonio geologico.

2. L’istituzione dei geositi di cui al comma 1 avviene secondo le modalità istitutive delle riserve naturali regionali di cui all’articolo 33, comma 1.

3. Le Province e la Città metropolitana, anche su segnalazione dei Comuni, e gli enti parco, formulano alla Giunta regionale le proposte di istituzione dei geositi.

4. I geositi di interesse regionale che ricadono nel territorio dei parchi e delle riserve regionali, nei siti della rete Natura 2000, nonché nelle aree di cui agli articoli 136 e 142 del d.lgs. 42/2004, sono altresì soggetti alla disciplina relativa alle suddette aree.

5. I geositi d’interesse regionale possono formare oggetto di progetti di valorizzazione e di educazione ambientale promossi dalla Regione, dagli enti parco regionali e dagli enti locali competenti, in attuazione degli obiettivi determinati dagli strumenti della programmazione regionale di cui all’articolo 9.

TITOLO V

Sorveglianza e sanzioni

Art. 62

(Sorveglianza nelle aree naturali protette)

1. Ferme restando le funzioni di accertamento degli illeciti amministrativi dei soggetti e organi espressamente abilitati dalle leggi vigenti, gli enti gestori delle aree protette esercitano le funzioni di controllo sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge, dal piano e dal regolamento del parco, mediante proprio personale di sorveglianza, appositamente individuato nella pianta organica dell’ente e a cui si applicano le vigenti disposizioni in materia di polizia municipale e provinciale.

2. Gli enti di cui al comma 1, per l’esercizio delle attività di sorveglianza e di accertamento degli illeciti amministrativi possono avvalersi del servizio volontario di vigilanza ambientale di cui al titolo VI.

Art. 63

(Sanzioni in materia di aree protette e biodiversità di interesse regionale)

1. Ferme restando le norme di carattere penale eventualmente previste, chiunque violi:

a) le misure di salvaguardia indicate nella presente legge, nelle leggi istitutive delle aree protette regionali, nei piani integrati, nei regolamenti dei parchi o delle riserve naturali regionali, è soggetto alla sanzione amministrativa da un minimo di 600,00 euro a un massimo di 6.000,00 euro;

b) la disciplina delle aree contigue contenute negli atti di cui all’articolo 39, è soggetto alla sanzione amministrativa da un minimo di 300,00 euro a un massimo di 3.000,00 euro;

c) i divieti o gli obblighi previsti dalle misure di conservazione di cui all’articolo 54, comma 1, lettera a), e all’articolo 55, comma 2, è soggetto alla sanzione amministrativa di una somma da 250,00 euro a 1.500,00 euro.

Art. 64

(Sospensione e riduzione in pristino)

1. Ferme restando le sanzioni amministrative di cui all’articolo 63, qualora sia esercitata un’attività in difformità dalle disposizioni della presente legge, dalle leggi istitutive delle aree protette, dai piani, dai regolamenti dei parchi o delle riserve naturali regionali, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 29 della legge 394/1991.

Art. 65

(Sanzioni in materia di valutazione di incidenza)

1. Qualora i soggetti di cui all’articolo 62, comma 1, accertino violazioni delle prescrizioni impartite o modifiche progettuali tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali della procedura di valutazione di incidenza, l’autorità competente di cui agli articoli 58 e 59, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente l’adeguamento dell’opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità. Qualora il proponente non adempia a quanto imposto, l’autorità competente provvede d’ufficio a spese dell’inadempiente. Il recupero di tali spese è effettuato con le modalità e gli effetti previsti dall’articolo 40-bis della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

2. Nel caso di opere e interventi realizzati senza la previa sottoposizione alle procedure di valutazione di incidenza o in violazione delle medesime disposizioni e nel caso di difformità sostanziali da quanto disposto dai provvedimenti finali dei procedimenti svolti ai sensi della presente legge, l’autorità competente, valutata l’entità del pregiudizio ambientale arrecato e di quello conseguente all’applicazione della sanzione, dispone la sospensione dei lavori e può disporre la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e le modalità. In caso di inottemperanza, l’autorità competente provvede d’ufficio a spese dell’inadempiente. Il recupero di tali spese è effettuato con le modalità e gli effetti previsti dall’articolo 40-bis della l.r. 8/2002.

3. Nei casi di cui ai commi 1 e 2 è altresì prevista la sanzione amministrativa di una somma da 1.500,00 euro a 9.000,00 euro.

Art. 66

(Irrogazione sanzioni amministrative pecuniarie)

1. La Regione Calabria, con le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente, provvede, con propria ordinanza, ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), all'irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui agli articoli 63 e 65.

Art. 67

(Destinazione dei proventi delle sanzioni)

1. I proventi derivanti dall’applicazione delle sanzioni di cui al presente titolo sono introitati dai soggetti gestori delle aree protette di cui all’articolo 3, oppure dalla Regione per gli accertamenti ricadenti nel territorio regionale non compreso nella delimitazione delle aree protette stesse, e destinati alle seguenti finalità:

a) misure di conservazione e dei monitoraggi previsti ai sensi della presente legge;

b) servizio volontario di vigilanza ambientale di cui al titolo VI;

c) centri di conservazione di cui all’articolo 48, comma 2, lettera b);

d) progetti di educazione ambientale.

TITOLO VI

Servizi volontari di vigilanza ambientale. Guardie ecologiche volontarie

Art. 68

(Servizio volontario di vigilanza di Guardie ecologiche volontarie)

1. La Regione promuove la partecipazione dei cittadini, singoli o in forma associata, alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale calabrese favorendone l'integrazione, nel quadro delle pubbliche funzioni, come membri del servizio volontario di vigilanza ambientale.

2. Ai fini del comma 1, il servizio volontario di vigilanza ambientale è svolto mediante atto di nomina della Regione e previo conseguimento della qualifica di Guardia ecologica volontaria, tramite:

a) cittadini singoli, su indicazione dei soggetti organizzatori di cui all’articolo 70, comma 1;

b) cittadini aderenti alle associazioni di volontariato ambientale iscritte al registro di cui all’articolo 5 della legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato), nonché alle associazioni riconosciute ai sensi dell’articolo 13 della legge 349/1986;

c) cittadini aderenti ad associazioni agricole o venatorie, che hanno regolarmente superato l’esame di abilitazione, nonché al corpo di guardie delle associazioni agricole e venatorie.

Art. 69

(Funzioni della Regione)

1. La Regione, al fine di assicurare l'esercizio omogeneo del servizio di vigilanza e lo svolgimento dei compiti riconosciuti alle Guardie ecologiche volontarie con risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia di ambiente:

a) organizza, con proprio personale o avvalendosi di associazioni ambientaliste, corsi per la qualificazione e la riqualificazione delle Guardie ecologiche volontarie nonché corsi di aggiornamento, a frequenza obbligatoria, qualora intervengano modifiche sostanziali alle normative vigenti in materia ambientale;

b) indice e svolge le sessioni di esame per il conseguimento dell'idoneità alla qualifica di Guardie ecologiche volontarie, nominando la relativa commissione d'esame, su richiesta degli enti organizzatori di cui all’articolo 70, comma 1, nonché delle associazioni che abbiano stipulato le convenzioni di cui all’articolo 70, comma 2, lettera b);

c) redige l'elenco degli idonei che hanno superato la prova d'esame di cui alla lettera b), articolato su base territoriale provinciale o di città metropolitana. L'elenco reca l'indicazione della data di conseguimento dell'idoneità e l'eventuale appartenenza alle associazioni;

d) istituisce e gestisce il registro delle Guardie ecologiche volontarie, sulla scorta della articolazione di cui alla lettera c);

e) provvede a nominare le Guardie ecologiche volontarie e ad adottare i provvedimenti concernenti il loro status.

2. L'esercizio omogeneo del servizio di vigilanza e lo svolgimento dei compiti riconosciuti alle Guardie ecologiche volontarie sono assicurati attraverso il Coordinamento di cui all’articolo 21, comma 4, della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria –ARPACAL).

3. La Giunta regionale, ai fini di cui al comma 1, con deliberazione da emanarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce in particolare:

a) il regolamento di servizio delle Guardie ecologiche volontarie, nonché le linee guida per la formulazione dei programmi delle loro attività;

b) le materie oggetto dei corsi di qualificazione e di riqualificazione e degli esami;

c) lo schema tipo delle convenzioni di cui all'articolo 70, comma 2, lettera b);

d) i requisiti formativi o professionali necessari per l’ammissione alla frequenza dei corsi di riqualificazione;

e) il modello del tesserino di riconoscimento e del distintivo delle Guardie ecologiche volontarie;

f) i criteri per la composizione della commissione d’esame per l'acquisizione dell'idoneità alla nomina di Guardie ecologiche volontarie.

Art. 70

(Organizzazione del servizio volontario di vigilanza ambientale)

1. Gli enti gestori dei parchi regionali e delle riserve regionali, la Città metropolitana, i Comuni e le associazioni di Comuni, di seguito denominati “soggetti organizzatori”, nel caso in cui intendono avvalersi del servizio volontario di vigilanza ambientale, provvedono, a propria cura e spese, all'organizzazione delle attività di vigilanza, alla dotazione delle necessarie attrezzature nonché alla copertura assicurativa per infortuni, responsabilità civile verso terzi e assistenza legale connessa con l’attività di servizio delle Guardie ecologiche volontarie.

2. I soggetti organizzatori attivano il servizio volontario di vigilanza ambientale mediante:

a) utilizzo di singole Guardie ecologiche volontarie;

b) stipula di convenzioni con le associazioni ambientaliste di cui all’articolo 69, comma 1, lettera a), per lo svolgimento, mediante impiego di propri iscritti che abbiano ottenuto l'idoneità alla qualifica di Guardie ecologiche volontarie, dell’attività di vigilanza ambientale.

3. Le convenzioni di cui al comma 2, lettera b), specificano forme e modalità della collaborazione tra soggetto organizzatore e associazione ambientalista.

Art. 71

(Compiti dei soggetti organizzatori)

1. I soggetti organizzatori di cui all’articolo 70, comma 1, che accedono al servizio volontario di vigilanza ambientale, provvedono a:

a) trasmettere al dipartimento competente in materia di aree protette gli atti d'inquadramento o le convenzioni stipulate di cui all'articolo 70, comma 2, lettera b);

b) formulare il programma di attività delle Guardie ecologiche volontarie e organizzare il relativo servizio;

c) vigilare sul regolare svolgimento del servizio e sull’osservanza da parte delle Guardie ecologiche volontarie degli obblighi derivanti dal presente titolo;

d) trasmettere al dipartimento competente in materia di aree protette, entro il 31 marzo di ogni anno, dati e informazioni sull’utilizzo del personale volontario nell’anno precedente;

e) pubblicare sul proprio sito istituzionale informazioni sull’organizzazione del servizio di vigilanza ambientale e gli elementi conoscitivi di cui alla lettera d);

f) comunicare al dipartimento competente in materia di aree protette ogni circostanza di rilievo che possa incidere sullo status di Guardie ecologiche volontarie.

2. I soggetti organizzatori del servizio volontario di vigilanza ambientale possono regolare, mediante protocolli operativi, lo svolgimento sinergico e coordinato delle attività delle Guardie ecologiche volontarie.

Art. 72

(Compiti e doveri delle Guardie ecologiche volontarie)

1. Le Guardie ecologiche volontarie operano per favorire e garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di protezione dell’ambiente, della flora e della fauna, contenute nella normativa vigente. In particolare, le Guardie ecologiche volontarie svolgono i seguenti compiti:

a) prevenzione delle violazioni di cui alla presente legge con particolare riferimento ai parchi, alle riserve naturali, ai territori sottoposti a vincolo paesaggistico, alle aree e ai siti appartenenti al sistema regionale delle aree naturali protette e della biodiversità di cui all'articolo 3;

b) vigilanza, mediante l’accertamento delle violazioni degli illeciti amministrativi di cui alla presente legge, dei regolamenti e dei piani unici integrati delle aree naturali protette, nonché mediante la segnalazione dei casi di degrado ambientale e delle relative cause alle autorità competenti;

c) educazione ambientale, partecipando a programmi di sensibilizzazione e informazione ambientale nelle scuole e promuovendo l’informazione sulle normative in materia ambientale;

d) valorizzazione, concorrendo con le istituzioni competenti alle attività di recupero e promozione del patrimonio e della cultura ambientale;

e) salvaguardia, concorrendo con le autorità competenti a fronteggiare fattispecie di emergenza ambientale.

2. Le attività di cui al comma 1 possono essere svolte anche nelle cavità ipogee e negli ambienti subacquei da Guardie ecologiche volontarie, dotate di specifica qualificazione speleologica, o subacquea attestata da organismi del settore.

3. Le Guardie ecologiche volontarie:

a) operano nell’ambito territoriale indicato dal soggetto organizzatore;

b) sono pubblici ufficiali nell’espletamento delle funzioni di cui al comma 1;

c) sono dotate di tesserino di riconoscimento e di distintivo conformi al modello approvato con deliberazione della Giunta regionale.

4. L’espletamento del servizio di vigilanza ambientale delle Guardie ecologiche volontarie non dà luogo a costituzione di rapporto di pubblico impiego o comunque di lavoro subordinato o autonomo essendo prestato a titolo gratuito e senza rimborso spese ai sensi della normativa vigente sul volontariato. È demandata al regolamento di servizio di cui all’articolo 69, comma 3, lettera a), la definizione delle modalità di espletamento delle attività delle Guardie ecologiche volontarie.

Art. 73

(Sospensione e revoca della nomina a Guardie ecologiche volontarie)

1. I soggetti organizzatori vigilano sull'osservanza dei doveri delle Guardie ecologiche volontarie, direttamente o tramite gli organi di polizia locale e gli altri soggetti preposti alla sorveglianza di cui agli articoli 41 e 62.

2. I soggetti organizzatori, nel caso in cui riscontrano irregolarità o violazioni nell’espletamento dei compiti assegnati alle Guardie ecologiche volontarie, previa instaurazione di idoneo contraddittorio con le stesse, propongono al dipartimento regionale competente la sospensione dall’attività per un periodo non superiore a sei mesi.

3. Il dipartimento competente in materia, accertata la regolarità del procedimento di cui al comma 2, dispone la sospensione della Guardie ecologiche volontarie dall’attività per un periodo non superiore a sei mesi.

4. In caso di persistente e accertata inattività non dovuta a giustificati motivi o di reiterate violazioni dei doveri delle Guardie ecologiche volontarie che abbiano comportato la sospensione dell’attività per almeno due volte e per un periodo complessivo pari ad almeno dodici mesi, il dipartimento competente in materia, su proposta del soggetto organizzatore che, nel contraddittorio con l’interessato, abbia verificato una nuova violazione, dispone la revoca della nomina e provvede alla cancellazione del nominativo della Guardia ecologica volontaria dal registro.

TITOLO VII

Sistema di educazione alla sostenibilità ambientale

Art.74

(Principi)

1. La Regione Calabria si riconosce nel rispetto dei principi sanciti dall’Unione europea, dallo Stato italiano, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), e dalle organizzazioni internazionali e comunitarie in genere, in materia di educazione allo sviluppo sostenibile.

2. La Regione Calabria si riconosce nel rispetto dei principi vigenti nell'ordinamento dell'Unione europea e nell'ordinamento nazionale in materia di diritto all'informazione su ambiente e sostenibilità, su tutela e valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio naturale.

3. La Regione Calabria attribuisce un ruolo fondamentale all’educazione allo sviluppo sostenibile per la tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali.

4. La Regione Calabria si riconosce nei principi fondamentali della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, firmata ad Aarhus il 25 giugno 1998, ratificata ai sensi della legge 16 marzo 2001, n.108.

Art. 75

(Finalità)

1. La Regione Calabria, attraverso le proprie strutture e con proprio personale, si prefigge le seguenti finalità:

a) promuovere lo sviluppo di valori, conoscenze, comportamenti e capacità nei cittadini, orientati alla sostenibilità ambientale, in tutte le sue declinazioni: sociale, economica e istituzionale;

b) promuovere l’educazione alla sostenibilità che possa infondere nel cittadino una visione dell’ambiente che integri gli aspetti della protezione dell'ambiente e della gestione sostenibile delle risorse naturali, a livello globale e locale, con i principi della cittadinanza attiva, della pace, della democrazia, dei diritti umani, dello sviluppo equo e solidale, della tutela della qualità della vita, delle pari opportunità, della cultura;

c) promuovere, nell’ambito della Rete di educazione ambientale per la sostenibilità (REALS) di cui all’articolo 78, la continuità di azioni e programmi educativi per l’educazione allo sviluppo sostenibile sull’intero territorio regionale;

d) promuovere il continuo coordinamento e la reale integrazione tra le strutture della REALS, i loro programmi e le programmazioni regionali, salvaguardando e valorizzando le specificità territoriali e le caratteristiche delle singole strutture afferenti alla REALS.

Art. 76

(Organizzazione del sistema di educazione alla sostenibilità ambientale)

1. La Regione persegue le finalità di cui all’articolo 75 attraverso:

a) il programma regionale di informazione, formazione ed educazione ambientale;

b) la REALS di cui all’articolo 78;

c) il Tavolo tecnico per l’educazione alla sostenibilità;

d) la relazione sullo stato dell’attuazione dell’attività di educazione e informazione ambientale della Regione;

e) la promozione e la diffusione di strumenti editoriali cartacei, digitali e informatici, rivolti ai cittadini e finalizzati a favorire lo sviluppo di nuove conoscenze, comportamenti consapevoli verso il proprio contesto ambientale, lo scambio di informazioni e di esperienze di informazione ambientale e di educazione allo sviluppo sostenibile.

Art. 77

(Programma regionale di informazione, formazione ed educazione ambientale)

1. Il programma regionale di informazione, formazione ed educazione ambientale rappresenta lo strumento di indirizzo e di attuazione delle politiche regionali in materia di educazione allo sviluppo sostenibile, anche all’interno delle aree regionali protette.

2. Il programma regionale, di durata triennale, è approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessorato competente, sentito il parere del Tavolo tecnico di cui all’articolo 79.

Art. 78

(Rete di educazione ambientale per la sostenibilità)

1. La Rete di educazione ambientale per la sostenibilità (REALS) è costituita da soggetti pubblici e privati che svolgono attività di educazione allo sviluppo sostenibile finalizzate all’incremento di valori, conoscenze, comportamenti e capacità orientati alla sostenibilità.

2. La Regione Calabria promuove, supporta e coordina la REALS.

3. La Regione Calabria promuove la collaborazione con il mondo scolastico pubblico, anche attraverso l’Ufficio scolastico regionale, e privato, con azioni dedicate alle scuole realizzate attraverso la REALS, nell’ambito del programma regionale di cui all’articolo 77.

4. Le attività di educazione alla sostenibilità ambientale sono svolte, in prevalenza, nei territori delle aree protette regionali.

Art.79

(Tavolo tecnico per l’educazione alla sostenibilità)

1. Il Tavolo tecnico è istituito con delibera di Giunta regionale, dura in carica cinque anni ed è composto:

a) dal dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di ambiente, o suo delegato, con funzioni di presidente;

b) dal dirigente generale del dipartimento competente in materia di Istruzione o suo delegato;

c) dal dirigente del settore competente in materia di educazione ambientale;

d) da tre rappresentanti della REALS;

e) da un rappresentante di ARPACAL;

f) da un rappresentante dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo Agricolo della Calabria (ARSAC);

g) dai rappresentati delle aree protette della Regione Calabria;

h) dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, o suo delegato, previo accordo;

i) un rappresentante del reparto Corpo Carabinieri per la biodiversità, previo accordo.

2. Il Tavolo tecnico svolge le seguenti funzioni consultive in merito:

a) al programma regionale di informazione, formazione ed educazione ambientale;

b) all’andamento e ai risultati del programma regionale di educazione ambientale;

c) ai servizi e alle attività della REALS.

3. La partecipazione al Tavolo tecnico avviene a titolo gratuito e non è previsto alcun rimborso spese.

4. Ai lavori del Tavolo tecnico possono essere invitati di volta in volta diversi portatori di interesse in merito agli argomenti all’ordine del giorno.

TITOLO VIII

Disposizioni transitorie e finali

Art. 80

(Disposizioni di prima applicazione e transitorie per l’adeguamento degli atti dei Parchi regionali)

1. L’ente parco regionale delle Serre, istituito con legge regionale 5 maggio 1990, n. 48 (Istituzione del parco regionale delle Serre), e l’Ente per i Parchi marini regionali istituito con legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati), al fine di adeguare gli atti di competenza alle disposizioni della presente legge, provvedono:

a) all’adozione e trasmissione alla Giunta regionale dello statuto di cui all’articolo 21, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;

b) alla predisposizione e trasmissione alla Giunta regionale della proposta di piano integrato per il parco di cui all’articolo 22, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge;

c) all’adozione e trasmissione alla Giunta regionale del regolamento, entro i termini di cui all’articolo 24, comma 1.

2. Fino agli adeguamenti di cui al comma 1, restano fermi lo statuto e i regolamenti già approvati alla data di entrata in vigore della presente legge, i quali continuano ad essere regolati dalle disposizioni vigenti.

3. In caso di mancato rispetto dei termini di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale, previa diffida, procede alla nomina di commissari ad acta, ai sensi della normativa vigente.

4. Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge si osservano le disposizioni di cui alla legge 394/1991, e al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).

5. Al fine di recepire le istanze provenienti dagli enti locali non inclusi nel perimetro del Parco naturale regionale delle Serre, la Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, approva la nuova perimetrazione della suddetta area protetta. La perimetrazione è proposta dal consiglio direttivo del Parco delle Serre, previa conforme deliberazione della comunità del parco e assenso dei nuovi Comuni inclusi nell'area protetta.

6. In deroga a quanto previsto dall’articolo 61, comma 3, della l.r. 19/2002, l’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del d.lgs. 42/2004 è delegata agli Enti parco regionali, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte nel territorio dell’area protetta.

Art. 81

(Disposizioni di prima applicazione e transitorie per l’adeguamento degli atti delle riserve naturali regionali e degli assetti gestionali)

1. La Regione, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvede all’adozione dei regolamenti di cui all’articolo 35, nonché all’adeguamento dell’assetto gestionale ai sensi dell’articolo 33, comma 2.

2. Fino all’adozione dei regolamenti ai sensi del comma 1, restano fermi i regolamenti e i piani di assetto naturalistico già approvati alla data di entrata in vigore della presente legge.

3. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, nelle riserve regionali nelle quali l'ente di gestione non è un soggetto pubblico, gli enti locali nel cui territorio ricade l'area protetta, possono comunicare alla Regione Calabria la volontà di gestire l'area protetta in forma singola, ove vi sia un solo ente pubblico interessato o sia delegato a fare comunicazione in forma singola dagli altri enti, o in forma associata o consorzio di enti, ai sensi dell'articolo 33, commi 3 e 4. A tal fine l’ente locale presenta un progetto operativo nonché economico-finanziario al dipartimento regionale competente in materia di ambiente, il quale autorizza o meno la gestione. La Regione, in tale caso, provvede all'affidamento al nuovo gestore, ente singolo o consorzio o associazione di enti, mediante provvedimento amministrativo adottato dal dipartimento regionale competente in materia di ambiente. Ove nel termine di sei mesi di cui al presente comma gli enti territoriali interessati non hanno proposto la volontà di gestione, rimane confermata la gestione in corso.

Art. 82

(Disposizioni transitorie sui procedimenti di valutazione di incidenza)

1. Ai procedimenti di valutazione di incidenza in corso alla data di entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti alla data di avvio dei procedimenti stessi.

TITOLO IX

Norme Finali

Art. 83

(Abrogazioni)

1. Fermo restando quanto previsto dalle norme transitorie, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogate:

a) la legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 (Norme in materia di aree protette;

b) la legge regionale 21 agosto 2007, n. 19 (Servizi di vigilanza ecologica- Guardie ecologiche volontarie);

c) la legge regionale 16 ottobre 2008, n. 30 (Norma di interpretazione autentica dell’art. 17 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10).

Art. 84

(Norma finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale rispetto alla legislazione previgente.

2. Le risorse destinate alle aree protette regionali sono definite nelle relative leggi istitutive.

(Allegato)

Ordine del Giorno numero 06/12^ di Iniziativa del Consigliere regionale Giannetta, recante: “Sugli interventi di manutenzione della galleria Limina - strada statale 682”

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO CHE:

- nei giorni scorsi l’ANAS S.p.A. ha comunicato l’avvio della cantierizzazione del tratto della SS 682, meglio conosciuta come “strada di Grande Comunicazione Jonio-Tirreno”, nel tratto che comprende la galleria Limina, della lunghezza di metri 3200, con interdizione totale del traffico in entrambi i sensi di marcia per la durata di 75 giorni e con decorrenza 15 maggio p.v., per l’intera durata della giornata, h 24;

- per come si è appreso anche dalla stampa on line in tempo reale e già dalla sera del 10 maggio 2023, l’inizio di detti lavori è stato procrastinato al mese di settembre prossimo;

- l’arteria stradale in oggetto è di vitale ed imprescindibile importanza per lo svolgimento di ogni tipo di attività, non solo lavorativa, commerciale ed economica, ma anche di vita quotidiana, degli abitanti dei Comuni serviti dalla SS 682 e dai comuni della provincia reggina dell’alto Jonio;

- necessitano maggiori delucidazioni sul tipo di lavori che saranno effettuati e sullo stato di sicurezza ed affidabilità dell’intero impianto viario (e non solo nel tratto che sarà oggetto del programmato intervento);

- a tutt’oggi, permangono gli interventi di manutenzione della galleria ‘Torbido’, tra gli svincoli di Limina e Mammola, in provincia di Reggio Calabria;

- l’ennesima chiusura per lavori della galleria “Torbido” - e ciò che comporta in termini di sicurezza, incolumità, disagi e interruzione, di fatto, del collegamento tra lo Ionio ed il Tirreno ed in particolare della Locride, a rischio isolamento - induce a riconsiderare l’opportunità strategica della strada Bagnara Calabra – Bovalino di cui si è costruito solo il primo lotto;

- il percorso stradale alternativo alla galleria del Torbido, attraverso la montagna della Limina, è fortemente disagevole sia per i mezzi privati che per i mezzi pubblici e che molti Comuni della Locride non sono serviti da stazioni ferroviarie;

- i Sindaci della Locride hanno richiesto l’intervento del Prefetto di Reggio Calabria, che, in accoglimento, ha convocato un incontro in Prefettura con gli attori coinvolti per individuare una soluzione concertata e condivisa;

- la Giunta Regionale ha proficuamente condotto interlocuzioni con l’ANAS S.p.A. ottenendo il rinvio dei lavori a settembre, scongiurando la chiusura nel periodo estivo;

- perché la Locride sia adeguatamente e definitivamente valorizzata è necessario assicurare collegamenti viari e ferroviari più affidabili e sicuri, garantiti anche in presenza di interventi di manutenzione della SS 682;

- in caso di svolgimento di lavori di qualsivoglia natura sulla SS 682 non si può compromettere, senza un’adeguata soluzione, il traffico veicolare, atteso che ciò pregiudicherebbe oltre misura attività economiche e lavorative, compromettendo gravemente la capacità di produrre reddito dei cittadini della Locride;

- la qualificata proposta culturale, turistica e di intrattenimento della Locride rappresenta un motore di sviluppo della Locride e della Calabria che deve essere presa opportunamente in considerazione nella programmazione di interventi che interessano la sicurezza e la mobilità;

Tutto ciò premesso, affinché

IMPEGNI

Il Presidente della Giunta regionale, a richiedere all’ANAS S.p.A. ed agli altri Enti ed Organismi interessati e coinvolti nella gestione della SS 682, nel monitoraggio delle condizioni di sicurezza, anche statica, nella manutenzione, nella progettazione e nell’esecuzione degli interventi che interesseranno la galleria Limina ed in quelli attualmente in essere, relazioni approfondite e dettagliate, anche periodiche, sullo stato di fatto dell’intera arteria stradale della SS 682, al fine di garantire la totale sicurezza di migliaia di cittadini che periodicamente la percorrono; la trasparenza in merito alle date di avvio e conclusione dei lavori; la conoscenza e concertazione, laddove possibile, della programmazione degli interventi, degli orari delle chiusure per lavori, dei percorsi alternativi, delle soluzioni più performanti alle esigenze dei flussi di traffico da e per la Locride, a garanzia, prioritariamente della sicurezza e dell’incolumità pubblica e a tutela del transito, onde attutire i disagi e scongiurare rischi di isolamento di aree della Calabria che meritano di essere agevolmente raggiunte e valorizzate.

(Allegato)

Mozione numero 53/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Laghi, recante: “In materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale protetta”

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

PREMESSO CHE:

- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;

- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;

- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;

- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;

- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche.

CONSIDERATO CHE:

- un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;

- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);

- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);

- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione.

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE:

- la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;

- la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;

- la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio.

CHIEDE ALLA GIUNTA REGIONALE 

- di adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio supportando iniziative di formazione dirette agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;

- di informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;

- di predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.

(Allegato)

Mozione numero 55/12^ di iniziativa della Consigliera regionale Straface, recante: “Istituzione dell’osservatorio sulle dipendenze patologiche nell’ambito dell’organizzazione dell’Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria (Azienda Zero)”

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

PREMESSO CHE:

- l’OMS definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”;

- in questa definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano comportamenti problematici come il disturbo da gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, la new technologies addiction (dipendenza da tv, serie tv, internet, social network, videogiochi), diverse nelle manifestazioni cliniche ma per molti aspetti correlate sul piano eziologico e psicopatologico;

- più puntualmente, quando si parla di dipendenze patologiche bisogna fare un distinguo

tra quelle che sono dipendenze da sostanze legali e illegali– come eroina, cocaina, marijuana, metanfetamine, steroidi, alcol e tabacco – e le dipendenze comportamentali – come il disturbo da gioco d’azzardo, le dipendenze tecnologiche, lo shopping compulsivo, le dipendenze sessuali, la dipendenza da esercizio fisico (overtraining) e la bigoressia (il disturbo alimentare che porta, con palestra, dieta proteica ed integratori, all’ossessione del corpo perfetto);

- nelle dipendenze comportamentali si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiane che coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare su internet o andare in palestra, che si trasformano tuttavia in una dipendenza fino a condizionarne lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di pericolosità per la persona;

CONSIDERATO CHE:

le dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età compresa fra gli 11 ed i 26 anni di età (la cosiddetta Generazione Z) e le conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano di inficiarne il corretto sviluppo psicofisico, a cui si aggiungono, in prospettiva, le ripercussioni negative sull’intera società;

PRECISATO CHE:

l’insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori di natura estremamente eterogenea:

- fattori individuali di tipo neurobiologico eredo-familiari (riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalie della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore);

- fattori individuali comportamentali correlati alle esperienze di vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità – ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo, bassa autostima;

- fattori socio-ambientali correlati al contesto familiare, socio-culturale ed economico della comunità di appartenenza, nonché ad altri fattori estranei all’ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale, ai livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e accessibilità e, infine, all’esistenza di regole e di leggi di controllo e di deterrenza;

RILEVATO CHE:

- le dipendenze patologiche hanno un importante impatto sociosanitario, con conseguenze dirette e indirette sull’ordine pubblico e sulla spesa sanitaria e sociale ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato;

- sul piano normativo e trattamentale il capo IV (articoli da 21 a 35) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017, ha ridefinito e aggiornato i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (i cosiddetti nuovi LEA), individuando e descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità ed impegno assistenziale, cui corrispondono diversi percorsi assistenziali;

- i nuovi LEA recano l’estensione dell’area delle dipendenze a tutte quelle di tipo patologico e ai comportamenti di abuso: in particolare, l’articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all’assistenza sociosanitaria alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell’ambito dell’assistenza territoriale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato. Essa include le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, nonché riabilitative;

RITENUTO PER TUTTO QUANTO SOPRA CHE:

le dipendenze patologiche oltre ad essere incluse nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e servizi che il SSN è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani e conseguentemente risulta necessario ed urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza, legale ed illegale;

VISTA:

- la L.R. del 15 dicembre 2021, n. 32 e ss.mm. ii. avente ad oggetto “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero” che a mente dell’art. 2 svolge funzioni di programmazione sanitaria e sociosanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale, assicurando, tra l’altro, la produzione di analisi, valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale anche in forma di studi, ricerche, istruttorie di progetti e servizi di controllo.

Tutto ciò premesso e considerato

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

per quanto di competenza, affinché proponga l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione dell’Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero, di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche.

L’istituzione dell’Osservatorio ha come principali obiettivi:

- la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D. ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze: come ad es., i medici di medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118 (interventi per eccesso di sostanze stupefacenti), le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per accessi ai reparti di pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli Enti Locali, le scuole, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, il terzo settore, le associazioni di volontariato;

- la promozione di una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno, secondo alcuni presupposti fondamentali:

• il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione;

• il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali,

culturali e sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale;

• la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all’interno dei diversi territori comunali provinciali e regionale;

• la promozione e l’adozione di standard di qualità nell’area della prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope, della riduzione del rischio del trattamento, della riabilitazione e dell’integrazione sociale;

• la diffusione, tra i professionisti, di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci.

- avviare altresì sul territorio regionale campagne informative, di sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da sostanze, legali e illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare riguardo alla fascia d’età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente supporto alla genitorialità.

(Allegato)

Mozione numero 54/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Bevacqua e Graziano, recante: “Strada statale 177 (Sila-mare)”

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

PREMESSO CHE:

• lo scorso 3 maggio, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena del Fiume Trionto, è crollata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 conosciuta come “Sila – mare” nel Comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;

• la strada, infrastruttura strategica per l'area nella quale insiste, in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina, è già costata circa 80 milioni di euro ed è ancora lontana

dal completamento;

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

A intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni al fine di:

• verificare, attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali criticità in relazione al lotto di sei chilometri della strada in oggetto che dalla frazione Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la prima metà del 2023;

• assicurarsi che siano effettivamente disponibili le risorse necessarie alla ultimazione e consegna del lotto medesimo nei tempi prefissati, nonché quelle relative all’ultimo lotto che

da Caloveto dovrà congiungere la SS 177 alla SS 106 ionica e, nel caso di manifeste carenze e indisponibilità, attivarsi affinché le risorse siano reperite.

(Allegato)