XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 26
__________
SEDUTA Di LUNEDì 15 MAGGIO
2023
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 14.58
Fine lavori h. 19.45
Presidenza del presidente Filippo
Mancuso
La seduta inizia alle 14.58
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Aveva chiesto la parola il collega Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo solo per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori dell'ordine del giorno, protocollato con numero 9668 del 12 maggio 2023, ad oggetto: “Chiusura della galleria della Limina, con consequenziale richiesta di monitoraggio, programmazione lavori e gestione dei disagi”. Grazie.
Votiamo per l’inserimento dell’ordine del giorno richiesto dal collega. L’ordine del giorno è inserito.
Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, volevo chiedere l'inserimento della mozione numero 52/12^ del 9 maggio 2023 “In materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale protetta”.
Collega, è la numero 53/12^, la 52/12^ l'aveva ritirata. Votiamo per l'inserimento della mozione numero 53/12^. La mozione è inserita.
Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, chiedo anche io l'inserimento di una mozione ai sensi dell'articolo 119 del Regolamento interno avente ad oggetto: “Istituzione dell'Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda per il governo della sanità della regione Calabria “Azienda zero””.
Votiamo per l'inserimento della mozione. La mozione è inserita.
Avviamo i lavori col primo punto all'ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 122/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)”.
Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente, buongiorno a tutti.
La proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 5 maggio scorso.
La proposta è relativa al bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC).
Alla seduta di Commissione hanno partecipato, su delega del Direttore generale, dottor Leuzzi, il Dirigente ARSAC, il Dirigente di settore del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, ingegnere Cerchiara; il dipartimento Economia e Finanza, invece, ha trasmesso una nota con la quale, fermi restando i rilievi, le riserve e le raccomandazioni dell'istruttoria di competenza e quelle espresse nell'istruttoria dal Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, ritiene che non ci siano motivi ostativi all'approvazione della proposta di bilancio di previsione 2023/2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese da parte del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti.
L’organo di controllo evidenzia che il bilancio di previsione proposto rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenza. Gli equilibri di parte corrente vengono posti in pareggio dalle previsioni di parte capitale. Il Revisore unico dei conti ha: verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, dei principi previsti dall'articolo 162 del TUEL e dalle norme del decreto legislativo 118/2011 e dai principi contabili applicati numero 4/1 e 4/2 allegati al predetto decreto legislativo. Rilevata la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio, l’organo di revisione, con verbale numero 35 del 19/01/2023, esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2023-2025 e sui documenti allegati.
Il Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, nell'istruttoria di competenza, ha provveduto a verificare il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla vigente normativa in materia di spending review, rilevando che il contenimento della spesa è stato complessivamente garantito; altresì, il Dipartimento ha riscontrato che l'Ente ha imputato correttamente le somme stanziate negli anni 2023, 2024 e 2025 a titolo di contributo ex legge regionale numero 66/2012.
Conclusivamente, il Dipartimento vigilante esprime parere favorevole al bilancio di previsione 2023-2025.
Il Dipartimento economia e finanze evidenzia che, sulla base dei dati, risulta che con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa sono garantiti sia gli equilibri contabili, tra cui la quadratura delle cosiddette partite di giro, sia la presenza di un saldo finale di cassa non negativo; il Dipartimento aggiunge, altresì, che il raggiungimento degli equilibri di bilancio viene ottenuto anche attraverso l'applicazione del risultato di amministrazione presunto per un totale di euro 2.281.478,14, nel rispetto dei principi contabili applicati alla contabilità finanziaria di cui all’allegato 4/2 del decreto legislativo 118/2011 e nei limiti di cui alle disposizione introdotte dall'articolo 1, comma 897, della legge 145 del 2018.
Con riferimento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento rileva che lo stesso sembrerebbe essere congruo; tuttavia raccomanda all'Ente di verificare, durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del fondo in esame, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Relativamente alla previsione del Fondo Pluriennale Vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.
A conclusione dell'istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC) al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Sul bilancio, come tra l'altro ho avuto anche modo di affermare nella Commissione competente, registro un approccio, purtroppo, esclusivamente di natura tecnico- burocratica e, pur tuttavia, questo è un bilancio ingessato; è un bilancio ingessato dal punto di vista delle risorse economiche-finanziarie, ed è un bilancio - questa è la cosa politica più rilevante - ingessato dal punto di vista della programmazione, dell’ approccio politico e strategico e della capacità che un governo regionale dovrebbe attribuire ad un Ente importante come questo per la missione fondamentale che assolve e che svolge; intanto è ingessato dal punto di vista economico-finanziario, perché tra i compiti - lo vorrei ricordare a quest'Aula - dell'ARSAC c'è l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura calabrese mediante azioni di divulgazione.
Vorrei far rilevare che per questa finalità nel bilancio vengono individuate appena 4.000 euro e, sinceramente, non capisco con queste risorse quali possano essere le azioni di divulgazione che si dispiegano in un settore strategico come questo dell'agricoltura e dell'agroindustria e dell'agroalimentare.
Poi, come dicevo, c'è questo atteggiamento quasi tecnico-burocratico da parte del governo regionale e - credo io - dell'Assessore competente: non esiste una visione strategica, non dico degli enti strumentali, ma di questo Ente che interagisce in uno dei segmenti dell'economia calabrese tra i più importanti, il settore primario, cioè il settore dell'agroindustria e dell'agroalimentare.
Eppure - lo dico all'assessore competente - in questi mesi sono stati licenziati provvedimenti amministrativi rilevanti, cospicui, con finanziamenti di un certo rilievo. Penso, per esempio, al Piano di sviluppo rurale, per 800 milioni di euro; penso al Piano della forestazione che abbiamo licenziato la volta precedente, senza che abbia un'idea di forestazione di sistema e complessiva; penso all'ARSAC per la quale ogni anno si reitera questo atteggiamento esclusivamente di dimensione ragionieristica, senza un'anima, senza un corpo, senza una visione strategica. Poi, ancora, in questo settore interagiscono strumenti di fondamentale rilevanza strategica e politica; mi riferisco alla strategia delle zone interne. In Calabria esistono, vivaddio, due azioni che vanno in questa direzione: abbiamo la strategia nazionale delle zone interne e abbiamo la strategia regionale delle zone interne.
Allora è possibile che l'Assessore, la Giunta regionale non avvertano la necessità, il bisogno di avere un'idea di approccio, di programmazione e di pianificazione strategica di sistema in settori nevralgici della vita e dell'economia calabrese? È per questa ragione che io nella Commissione bilancio ho rilevato e fatto queste osservazioni e mi sono astenuto, così come mi asterrò, e penso e mi auguro si asterrà tutto il gruppo.
Tra l'altro, abbiamo fatto parecchie volte delle osservazioni anche specifiche a cui ci è stata data risposta con degli atteggiamenti di carattere molto vacuo e generico.
Abbiamo chiesto a che punto è lo stato della gestione liquidatoria dell'ARSA e ci viene sempre ripetuto che c'è un cronoprogramma. Ma possiamo conoscere dall'Assessore lo stato dell’arte? A che punto è questo cronoprogramma?
Nel ribadire queste osservazioni, vorrei che l'Assessore regionale competente rispondesse intanto a questi rilievi sullo stato di liquidazione dell'ARSA. Lo considero importante dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista della programmazione di sistema in settori nevralgici della vita dell'economia calabrese.
Ribadisco, Assessore, perché forse non ha ascoltato che noi abbiamo una cospicua capacità di risorse in settori importanti che sono: il Piano di sviluppo rurale, che è stato approvato, per 800 milioni di euro; abbiamo due strategie che interagiscono in Calabria, la strategia nazionale e la strategia regionale delle zone interne; abbiamo, appunto, questo approccio dell'ARSAC che svolge una funzione importante e ho detto che per l'azione di divulgazione sono state destinate appena 4.000 euro. Cifre risibili!
Allora, per questa ragione chiederei all'Assessore - lo dico con molta franchezza e con spirito collaborativo, costruttivo - se non fosse il caso di dedicare a questi aspetti della vita economica rilevante della nostra Regione una seduta di Consiglio apposita, per avere un quadro d'insieme e capire qual è l'azione di programmazione e di pianificazione che si intende attivare, per un approccio di sistema che consente di interagire con tutti gli altri settori che vanno dal settore primario, che è l'agricoltura, a quello dell'agroindustria e dell'agroalimentare. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi tutti, buon pomeriggio. La discussione in merito all'approvazione del bilancio preventivo 2023-2025 ARSAC rappresenta l'occasione per rimarcare il fatto che tra le finalità ed i compiti dell'ARSAC vi sono l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura calabrese, mediante azione di divulgazione, sperimentazione e trasferimenti di processi innovativi al sistema produttivo agricolo, agroalimentare e agroindustriale. Nel corso degli anni la predetta attività è stata svolta in modo egregio dai dipendenti dell'Ente. A causa del blocco delle assunzioni e del mancato turnover che dà crescente impiego del suddetto personale presso il Dipartimento agricoltura, in ruoli prettamente amministrativi, per soddisfare i bisogni relativi alle attività istituzionali del Dipartimento medesimo o dall'ente pagatore ARCEA, di fatto, ora, senza l'approvazione dell’atto aziendale definitivo, si rende inefficiente l'Azienda.
La problematica è stata già oggetto di discussione in Commissione di vigilanza in data 21 marzo 2023, in occasione dell'audizione del Direttore generale dell'Ente, dottor Bruno Maiolo, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Ente e aggiornamenti in merito al piano di liquidazione ARSA; quindi, se si vuole mantenere in vita un Ente importantissimo per il settore agricolo calabrese, non si può più rimandare l'approvazione dell'atto aziendale definitivo, ciò perché, solo dopo l'approvazione dello stesso, l'Azienda potrà, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 10, comma 5, della legge 66 del 2012, procedere con nuove assunzioni o realizzare il turnover e, così facendo, continuare ad espletare le molteplici attività in virtù della mission adesso affidata dalla legge istitutiva. Grazie.
Grazie, collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente della Giunta, colleghi Assessori, signor Presidente del Consiglio, colleghi consiglieri, credo che questa discussione anche sull'approvazione di un bilancio, peraltro di un Ente sano dal punto di vista economico-finanziario - non è per nulla scontato in una Regione come la nostra - sia di grande importanza perché è legata ad un mondo, quello dell'agricoltura, che in questo momento riceve attenzioni e sviluppa curiosità al di fuori dei confini regionali, per quanto si sta costruendo attorno a questo mondo che è in questo momento abbastanza dinamico ed effervescente.
Su questa attenzione, su questo interesse non c'è assolutamente da parte di ARSAC una indifferenza, perché quello che si è costruito finora vede comunque protagonisti - lo ricordavano i colleghi - molti dipendenti di ARSAC nel contesto del Dipartimento che - voi lo sapete bene - è assolutamente depauperato di quelle di figure specifiche e professionali. Quindi si ha una presenza importante di dipendenti ARSAC anche all'interno del Dipartimento per le attività di ARCEA, l'ente pagatore; si tratta di agronomi che svolgono queste funzioni, oltre quella importante di divulgazione e una funzione di attenzione sui territori; si pensi, ad esempio, alla questione del rilascio dei patentini che non è secondaria, i corsi di aggiornamento per ogni singolo agricoltore e ogni singolo imprenditore che vengono svolti dai funzionari, dipendenti di ARSAC. Questo non è secondario, sia per quanto attiene alla tutela dell'ambiente sia per quanto attiene alle metodologie di coltivazione sia per quanto attiene ai risparmi sui medicinali o, meglio, le minori utilizzazioni di medicinali; si pensi, altrimenti, anche alle attività di mantenimento di un cospicuo patrimonio immobiliare che viene salvaguardato, manutenuto e, in questo momento, anche difeso rispetto ad attacchi di terzi in un Ente che per molti anni - lo ricorderà il consigliere Mammoliti - è stato commissariato e, quindi, non ha avuto grandi attenzioni. In questo momento, però, ha un'attenzione anche rispetto a dinamiche di sviluppo, per esempio, quando parliamo di sviluppo possiamo parlare dei fascicoli che vengono istruiti da ARSAC per ogni riconoscimento, dal finocchio IGP di Rocca Imperiale alle pesche nettarine al peperoncino di Calabria, in cui ARSAC ha sempre un’azione specifica dal punto di vista scientifico; o, ancora, all'attività di promozione che noi svolgiamo in Italia e all'estero e che vede sempre protagonista ARSAC in maniera attiva con i suoi dipendenti che - lo devo dire - ho visto lavorare di giorno, di notte, di sabato e di domenica senza battere ciglio, in esecuzione anche di un progetto più importante che è quello della promozione dei prodotti calabresi.
Quindi, per un verso certamente è un Ente in equilibrio e credo che questo non possa essere negato, per altro verso è un Ente che svolge delle attività che magari non finiscono sui giornali con titoli di prima pagina, ma sono attività fondamentali per la costruzione e lo sviluppo di un'agricoltura più robusta e anche più sostenibile sui territori.
Quando ci viene indicato, invece, cosa su questa attività e su questo Ente si possa fare in più, ad esempio approvando l'atto aziendale, in un momento in cui naturalmente c'è una esigenza anche di svecchiamento, di ricambio generazionale - molti sono i dipendenti che, prima o dopo, in questi anni stanno andando in pensione, sia per la parte della contrattualistica privata sia per la parte della contrattualistica pubblica - ebbene, anche su questo, sull'idea di un'approvazione di un nuovo atto aziendale e di una mission rinnovata, rilanciata di ARSAC, è chiaro che ci sono una dialettica interna e e un ragionamento interno anche con il Presidente della Giunta regionale che dà grande attenzione a questo Ente e agli altri enti sub regionali, fondamentali per lo sviluppo di questi settori. In questo caso parliamo di agricoltura che è settore nevralgico, ma è chiaro che una discussione, un ragionamento ulteriore, un confronto ulteriore, noi l’accogliamo, così come su tutti gli altri temi che riguardano l'agricoltura. Io rimanifesto, Presidente, la disponibilità, quando lo vorremo, ad avere una discussione, un confronto sui temi dell'agricoltura in linea generale, anche per parlare di numeri, per parlare di evoluzioni, per parlare di tutto ciò che in questi anni si è fatto perché può essere l'occasione per presentare al Consiglio dei risultati che credo siano interessanti.
Stamane sono stato a Palmi, dove si svolge un concorso internazionale fra i più importanti del settore dell'olio, organizzato da dipendenti ARSAC, patrocinato da un dipendente ARSAC, un funzionario che è fra i più grandi esperti mondiali dell'olio; si chiama Antonio Lauro ed è di Palmi. Era affiancato da altri dipendenti ARSAC. Si tratta di un concorso del quale non si sa nulla perché finora non è stata fatta promozione e coinvolge 700 campioni, provenienti da 5 continenti e da 26 Paesi, 20 giudici, provenienti anche dal Giappone o da altri Paesi del mondo intero.
Credo che questo vada a merito
anche di chi con professionalità lavora in ARSAC. Dal prossimo anno, se il presidente
Occhiuto sarà d'accordo, se la Giunta regionale sarà d'accordo, promuoveremo questo
concorso che già è fra i più rinomati a livello mondiale. Lo abbiamo fatto tutto sommato lo scorso anno
per il Concours Mondial de Bruxelles che si sta
svolgendo e si è chiuso ieri in Croazia nella edizione 2023. Un giurato, anche
con nostalgia nei confronti dell'edizione calabrese del 2022 - questo lo
diciamo con orgoglio - mi ha messaggiato dicendo che i 300 giudici, che di
solito sono sempre gli stessi, rimpiangevano l'organizzazione dell'edizione
2022 in Calabria. Credo che questo debba essere per noi un orgoglio e ARSAC in
questo è stata protagonista. ARSAC sarà protagonista, con i suoi uomini, di
questo concorso internazionale sull'olio che per noi è più importante del
settore vitivinicolo dove noi produciamo 15 milioni di bottiglie di qualità, ma
non abbiamo i numeri che abbiamo nel settore olivicolo dove siamo i secondi
produttori in Italia di olio che, naturalmente, va imbottigliato e va spinto
verso la qualità. Credo che un concorso che possa promuovere tutto questo, in
un territorio che è particolarmente vocato per la produzione di olio, possa rappresentare
uno dei migliori viatici per uno sviluppo ulteriore di un settore al quale teniamo
moltissimo.
Grazie,
Assessore. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel
suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo
al punto 2, la proposta di legge 153/12^ di iniziativa della Giunta regionale
recante:” Modifiche alla legge regionale 3 agosto 99, numero 20 (Istituzione
dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - Arpacal)”.
Cedo
la parola al consigliere Raso per illustrare il provvedimento. Prego, collega.
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge è finalizzata a modificare la legge
numero 20 del 1999 di istituzione dell'ARPACAL. In particolare, viene
modificato l'articolo 7 della legge citata al fine di rafforzare la Strategia
regionale di sviluppo sostenibile. Infatti, tra le attività previste dalla
normativa regionale dell'ARPACAL è aggiunta anche la funzione di supporto alla
Regione Calabria nelle attività di predisposizione, attuazione e monitoraggio
della Strategia regionale di sviluppo sostenibile.
Con
la modifica dell'articolo 11, che regolamenta la disciplina del trattamento
economico spettante al direttore generale, al direttore amministrativo, al
direttore scientifico, si modifica il trattamento economico di queste figure -
sottolineo in diminuzione -, infatti viene sostituito il comma 8 dell'articolo
11, equiparando il trattamento economico del direttore generale a quello di
dirigenti generali dei Dipartimenti della Giunta regionale, stabilendo che
l'inserimento del comma 9, che è il trattamento economico del direttore
scientifico e del direttore amministrativo, è pari a quello previsto per il
direttore generale, ridotto del 20 per cento. Tali modifiche scaturiscono dal
fatto che, nell'attuale formulazione, l'articolo 11 dispone che gli emolumenti
delle figure dirigenziali apicali sono uguali al trattamento economico ai
vertici delle Aziende sanitarie ospedaliere. Considerato che dal trattamento
economico dei direttori generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere è stata
eliminata la riduzione del 20 per cento dello stesso trattamento con legge 4
agosto 2022, numero 28, al fine di consentire alla Regione di essere
maggiormente attrattiva nella selezione di profili professionali adeguati alla
complessità delle attività occorrenti a garantire il conseguimento degli
obiettivi del Piano di rientro, di conseguenza, anche gli emolumenti del direttore
generale dell'ARPACAL e, di riflesso anche quelli del direttore amministrativo
e del direttore scientifico, hanno beneficiato di tale norma, con ciò
determinando una situazione di oggettiva disparità di trattamento con gli altri
dirigenti apicali degli altri Enti strumentali.
Nel
corso delle audizioni della proposta in quarta Commissione, è stato audito il
Commissario dell'ARPACAL, generale Emilio Errigo, che ha proposto alla
Commissione di inserire nella normativa dei richiami alle modifiche degli
articoli 9 e 41 della Costituzione, effettuati con legge costituzionale dell’11
febbraio 2022, numero 1, che introduce la tutela dell'ambiente e della
biodiversità nell'ambito delle materie tutelate dalla Costituzione della nostra
Repubblica, oltre che dai diversi trattati internazionali. Tali proposte sono
state accolte con l'approvazione di due emendamenti. La presente proposta è
costituita da cinque articoli di cui si chiede l'approvazione. Grazie.
Grazie,
collega Raso. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Su questa proposta di legge ci sono alcuni punti sicuramente
condivisibili. Già il collega Billari in Commissione
lo ha esternato come Partito Democratico, però, purtroppo, ahimè, in questi
mesi si è consumata una vicenda di una gravità eccezionale. Nonostante il
sottoscritto, svolgendo il suo ruolo da opposizione costruttiva, già più di un
anno fa, abbia chiesto alla Giunta regionale, al Presidente, di seguire quella
che è la vicenda sul monitoraggio dei corpi idrici regionali per il quale erano
previsti 2 milioni di euro di fondi comunitari, di fondi non regionali per
monitorare lo stato di salute del bene più prezioso che c'è nella nostra
regione, l'acqua - ho prodotto ben tre interrogazioni, eppure nulla è cambiato -
oggi il monitoraggio delle acque calabresi nella nostra regione non vedrà la
luce! Si perderanno ben due milioni di euro! Ma la beffa ancor più grave non è
solo la perdita dei fondi, quanto che i calabresi non conosceranno lo stato di
salute delle acque dei loro mari, dei laghi, dei fiumi, delle sorgenti, quindi
anche dei corsi d'acqua sotterranei. Vediamo ogni giorno il Presidente che
sorvola in elicottero le coste, droni, lotta agli autospurghi.
“Non
faremo sconti a nessuno”: sono state queste le dichiarazioni del Presidente
della Giunta regionale.
Allora,
io mi chiedo, Presidente: all'Assessore all'ambiente e a chi dirige l'ARPACAL
faremo qualche sconto? Magari i saldi di inizio estate?! Perché perdere 2 milioni di euro per la tutela del bene più prezioso della
nostra regione è un fatto gravissimo.
Vorrei
ricordare a tutti quanti noi che l'ultimo studio risale al 2019, quando una
società esterna, a cui fu dato questo appalto, restituì dei dati drammatici;
dal Ministero scrissero in Regione per chiedere di verificare con urgenza quei
risultati perché le acque risultavano inquinate, non solo quelle dei mari, ma
anche quelle interne.
Oggi,
a distanza di 4-5 anni, la Calabria è forse l'unica Regione a non avere questo
studio.
Solo
a una delle mie interrogazioni fu data risposta e mi si disse che bisognava
sbrigarsi, c'era bisogno di avere dei consulenti, degli esperti per effettuare
questo monitoraggio, che sarebbe stato fatto un avviso per assumerli. E infatti,
da lì a poche settimane, fu pubblicato un avviso per l'assunzione di 8 consulenti. Peccato, però, che quell'avviso poche
settimane fa è stato revocato e quindi rende inattuabile il progetto di
monitoraggio.
E
allora, mi sarei aspettato intanto la presenza dell'Assessore all'ambiente: si
parla di ARPA, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, la più
importante nella nostra Regione, che deve tutelare la qualità delle acque,
dell'aria, dei nostri territori, si presenta una proposta di legge per
modificarla - anche questo, collega Raso, condivido - con interventi anche
costruttivi, accettabili e manca l'Assessore.
Allora
io dico: se sconti non se ne fanno a nessuno, cerchiamo quantomeno di non farli
a noi stessi, quando si sbaglia un progetto della durata di due anni che ha
inizio con l’avvio del mandato Occhiuto, quindi di totale responsabilità di
questa amministrazione regionale. Una volta tanto non sentiremo parlare di
Oliverio, Scopelliti, tornando indietro fino agli anni ‘70.
Questo
era un progetto che è iniziato con questa amministrazione, per il quale io più
volte, in maniera costruttiva, ho detto “attenzione che rischiamo di perdere i
soldi e non dare ai calabresi uno studio sulla qualità delle acque”.
Non
sono stato in silenzio aspettando che sbagliaste per poter dire avete sbagliato.
No! In maniera leale ed onesta ho detto “attenzione, spendiamo questi soldi” non
perché fallisce il presidente Occhiuto o falliamo noi, ma perché fallisce
un'intera Regione.
Mi
auguro che il presidente Occhiuto, come ha fatto per l'acquisto dei gadget, come
ha fatto per un infermiere che si è rivolto male con un ragazzino, anche questa
volta, in maniera autorevole, intervenga per prevedere quantomeno una soluzione
e programmare dei nuovi fondi a disposizione per effettuare questo
monitoraggio, ormai con i prossimi fondi di Programmazione comunitaria. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Questo è un punto che è stato ampiamente discusso in Commissione
ambiente e territorio. È un punto all'ordine del giorno che abbiamo votato già
positivamente in Commissione perché prevede il rafforzamento di quelle che sono
le funzioni di ARPACAL per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, proprio perché
riconosciamo nella tutela dell'ambiente un diritto, nel vero senso della parola,
dei cittadini calabresi.
E
tanto sta facendo il presidente Occhiuto proprio per quanto riguarda il
monitoraggio, la depurazione. Un'azione che forse negli anni non era stata mai
attivata: il fatto di voler mettere mano a quella che è la depurazione e di
dare ai cittadini calabresi un mare pulito. Già l'anno scorso abbiamo raggiunto
risultati importanti e sono sicura che anche quest'anno, attraverso questa
azione forte, con il coinvolgimento in particolar modo di ARPACAL, otterremo
risultati ancora più importanti.
Quanto
lei dice che c'è stata un'interruzione rispetto all'azione di ARPACAL, non è
assolutamente vero, perché l'impegno è finalizzato a continuare questa azione.
Questa proposta di legge prevede ancora, così come dicevo all'inizio, un
maggior rafforzamento del monitoraggio e della tutela.
E
quando lei dice che si perdono 2 milioni di euro, non è assolutamente vero,
perché i termini di scadenza dell'impiego di queste risorse finanziarie sono il
31/12/2023. Ancora abbiamo tanti mesi davanti e abbiamo anche la certezza,
conoscendo l'azione amministrativa forte che va in questa direzione, che questo
progetto possa essere portato a conclusione. Grazie.
Grazie,
collega Straface. Ha chiesto intervenire il collega Laghi. Prego, ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Vorrei ribadire quanto è emerso in Commissione per quanto riguarda
il supporto a questa legge che è stata inviata in Aula con votazione favorevole
all'unanimità. Puntualizzato questo, vorrei anche sottolineare un paio di
aspetti, rapidamente, sulle caratteristiche e sulle peculiarità dell'ARPACAL.
In
realtà, molto spesso all'ARPACAL viene attribuito un ruolo che non ha: un ruolo
ambientale, ma anche un ruolo sanitario. L'ARPACAL, l’ARPA, è in realtà un'Agenzia
regionale che va a monitorare aspetti come l'acqua, l'aria e così via. Non ha
un mandato di intervento sanitario.
Sarebbe
stato forse opportuno - e si farà in tempo prospetticamente - dettagliare
meglio l'ampliamento delle funzioni di supporto che l'Arpacal deve avere nei
confronti della Regione. Ben venga il potenziamento dell'Arpacal, fra l'altro,
attualmente diretta dal generale professore Errigo, che è persona assolutamente
di grande livello e unanimemente apprezzata per le cose che ha fatto e per le
cose che fa e che dice.
Un'ultima
notazione di fondo: personalmente e anche come Associazione a cui appartengo, “ISDE
Italia medici per l'ambiente”, ritengo che, semmai ci fosse un peccato
originale nelle ARPA italiane, regionali, sia quello che sono enti strumentali
della Regione. Per la natura dell'attività che loro svolgono, le ARPA dovrebbero
essere svincolate dal rapporto con la politica, proprio perché hanno,
obiettivamente, un ruolo di terzietà e cioè di produrre dati che poi la
politica deve utilizzare per interventi puntuali, che non sono interventi
delegati all'ARPACAL. Grazie.
Grazie,
collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Raso. Ne ha facoltà.
Intervengo
soltanto per rispondere al collega Alecci. La Calabria non ha perso nulla al
momento, perché il programma si può effettuare entro il 31/12/2023. Quindi, non
si è perso nulla. L'avviso è stato revocato perché non c'erano le condizioni di
legge per proseguire. Comunque, l'ARPACAL sta intervenendo per avere tutte le
forze in campo. Però, vorrei pure fare un'osservazione: mai nessuna Giunta
regionale che io mi ricordi - lo dico sempre, ho fatto il sindaco - nel mese di
aprile, marzo ha chiamato i Sindaci della costa, tutti i Sindaci costieri della
regione per chiedere come fosse lo stato e per monitorare la situazione. La Regione
sta organizzando pure un programma di investimento, infatti venerdì scorso c'è
stata la scadenza di un avviso. Quindi, già ad aprile e maggio, non nel mese di
agosto. Grazie.
Grazie,
collega Raso. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi ero riproposto di non intervenire a questa riunione del
Consiglio regionale, anzi mi scuso col Presidente, i consiglieri, ma fra poco
dovrò lasciare il Consiglio regionale perché sono impegnato a Vibo in una
riunione organizzata dalla Prefettura di Vibo per riavviare il Tavolo di
monitoraggio sull’Ospedale di Vibo.
Però
anche io, come alcuni consiglieri, sono stato stimolato dall'intervento del consigliere
Alecci e persino un po’ sorpreso, perché - lo ha rilevato il consigliere Laghi -
questa proposta di legge - così mi pare di aver capito - è stata licenziata
all'unanimità dalla Commissione. Lo vorrei ricordare: è una proposta di legge
che nella sostanza riduce l'indennità del direttore generale dell'Arpacal, che
in Calabria era tra i più pagati.
Quindi,
fa una cosa virtuosa, ogni tanto ci piacerebbe che le opposizioni
riconoscessero quando la maggioranza o il Governo regionale propongono qualcosa
di virtuoso, soprattutto per il governo di Enti strumentali - qui ha ragione il
consigliere Laghi - che dovrebbero svolgere una funzione indipendente dal governo
regionale e non la svolgono per una disposizione contenuta nella legge quadro
nazionale.
Nonostante
questo, noi abbiamo deciso di nominare alla guida dell'Arpacal un uomo che la
sua indipendenza se l'è guadagnata dimostrandola nella sua vita, perché è un
generale della Guardia di finanza che non fa certamente quello che gli dice il
governo regionale o la politica, proprio perché avvertiamo la necessità che ARPACAL
debba svolgere, in un regime di assoluta indipendenza, un lavoro importante
nella direzione dell'ambiente, ma anche in quella della salvaguardia della
salute dei calabresi.
Anche
qui, io vorrei che, in un impulso di onestà intellettuale, qualcuno
riconoscesse le differenze col passato, perché come sapete io non ho mai dato
corso a epurazioni, a liste di proscrizione e, nel caso di specie dell'Arpacal,
alla sua guida c'era un bravo dirigente politico, un ex parlamentare del PD, un
ex consigliere regionale del PD, che io ho mantenuto in carica, perché ho
ritenuto che avesse comunque delle competenze e che non bisognasse avere dei
pregiudizi nei confronti della politica, al di là del suo colore. L’ho
mantenuto nelle sue competenze, perché peraltro era stato il proponente della legge
costitutiva dell'Arpacal, quindi aveva maturato delle esperienze, delle
competenze. E poi, però, tutto finisce. Alla scadenza abbiamo deciso di individuare
un profilo che avesse, appunto, questi requisiti di indipendenza, come quelli
che ha il generale Errigo. Però anche su questo, anche sul modo di scegliere le
persone, a volte vorrei che in un impeto di onestà intellettuale venissero
riconosciute le differenze; invece, con delusione, riscontro che in ogni
occasione, anche in quelle in cui si esprime un parere favorevole, perché non
si può fare diversamente, su una legge che fa qualcosa di virtuoso, perché
riduce l'indennità e quindi i costi per i cittadini calabresi dell'indennità
del Commissario non vengono riconosciute.
Peraltro,
vorrei segnalarvi che io non ho detto una parola, non c'è un comunicato stampa
della Giunta, non c'è una dichiarazione del Presidente, eppure questa proposta
l'abbiamo fatta in Giunta mesi fa, ma anche su queste cose a volte si utilizza
l'occasione per fare polemiche, agganciandosi a questioni che nulla hanno a che
fare col merito delle leggi che approviamo.
Ho
dato dimostrazione, credo, di non risparmiarmi nell'impegno, cerco di fare
tante cose: è normale, alcune mi riescono, molte altre non mi riescono come
vorrei, ma proprio sull'ambiente e sul tema della depurazione credo di aver
concentrato molti sforzi e non ricordo Presidenti di Regione, di nessun colore
politico, che abbiano concentrato la stessa quantità di sforzi sulla
depurazione o sull'ambiente.
Sulla
depurazione, in particolare sulla qualità delle acque, credo che questo governo
regionale abbia investito anche risorse ulteriori a quelle che erano state
destinate nella stagione passata e anche in questa stagione. Per cui, trovo
davvero lunare che si vada a trovare la pagliuzza, senza guardare le travi del
passato.
Contestate
l'attività del governo regionale su qualsiasi attività, ma credo che sulla
depurazione, sull'ambiente, gli impegni che questo governo regionale ha tentato
di produrre, con risultati che non sono facilmente conseguibili in brevissimo
tempo non siano contestabili.
Qui,
è vero, anche io ho fatto un errore di valutazione appena mi sono insediato: sono
andato a scaricarmi i dati dell'ISPRA sulla depurazione dei fanghi in Italia e
ho scoperto che la Puglia depurava 300.000 tonnellate di fanghi all'anno. Ho
detto: “La Calabria è su per giù la metà della Puglia, ne depurerà 150.000,
forse 130.000”. Beh, per l'ISPRA invece, la Calabria depurava semplicemente
30.000 tonnellate di fanghi. Significa che tutto il resto andava a mare. E lì
ho fatto un errore di valutazione e anche di ottimismo. Lo smaltimento dei
fanghi nei depuratori - lei lo sa, consigliere Alecci, perché è stato Sindaco -
non è una competenza della Regione, è una competenza dei Comuni che a volte, a
causa delle ristrettezze finanziarie, affidano questo compito a società di
gestione.
In
Calabria non sempre le società che si occupano di questa attività sono
performanti, diciamolo fra virgolette.
Ho
pensato: “Se li smaltisce la Regione in danno di queste società, probabilmente,
si risolve il problema”.
Avevo
fatto rilevare lo stato dell’arte nelle vasche dei depuratori e avevo visto che,
in alcuni depuratori, c’erano dei fanghi cristallizzati da anni, che non si
smaltivano e li abbiamo smaltiti, facendo una cosa che la Regione non avrebbe
dovuto fare perché non rientrava tra i suoi compiti. Abbiamo svolto un'azione –
come vogliamo definirla?! – vicaria, sussidiaria, ma non era – lo ripeto – di competenza
regionale.
Perché
dico che fu un errore di valutazione?
È
stato buono averlo fatto: non è stato questo l’errore. Pensare che questo
potesse rappresentare la soluzione o una soluzione al problema, quello sì è
stato un errore di valutazione. Perché? Perché, poi, ci siamo resi conto che il
tema non era solo quello dei fanghi che stavano nei depuratori, ma anche quello
dei depuratori che da anni non erano manutenuti.
La
Calabria – per inciso – in rapporto agli abitanti equivalenti è una delle Regioni
con il maggior numero di depuratori perché ne ha 539. Questo la dice lunga sulle
scelte fatte in passato e non è una questione di colore politico, ma – ripeto –
di come sono state fatte le scelte in passato: è stato fatto un sistema della
depurazione senza nessuna progettazione, programmazione, senza nemmeno capire
quali fossero i fabbisogni.
Ho
riscontrato che questi depuratori, in alcuni casi, avevano quadri elettrici
divelti, non funzionavano le pompe di sollevamento che, addirittura, non erano
localizzate nel territorio regionale: non si sapeva dove fossero e, quindi, è
stata effettuata una ricognizione di tutte le pompe di sollevamento.
Abbiamo
chiamato i sindaci e, anche grazie al contributo straordinario offerto, oltre
che dai Prefetti, dalle Procure della Repubblica coinvolte, siamo riusciti a intervenire
sulla qualità della depurazione svolta dai depuratori.
Qual
è stato il risultato? Abbiamo conseguito un risultato, un beneficio, che
quantifico nell'ordine del 30-40 per cento, perché, poi, c’era nell’ambito della
depurazione, un problema consolidato legato al fatto che abbiamo molte
procedure di infrazione per mancato collettamento; ci sono, infatti, interi
agglomeranti – a volte porzioni grandissime di territori comunali – che non
sono collettati, che scaricano al di fuori del sistema della depurazione e ci sono
imprese che non sono collettate e che non hanno la cultura della depurazione. Abbiamo
fatto anche delle denunce e, come sapete, c'è stata una denuncia penale sulla
vicenda dello scarico di idrocarburi a Gioia Tauro, nel depuratore CORAP gestito
da un'altra società, dove, addirittura, scaricavano idrocarburi.
Questa
è una regione – lo sappiamo e lo sapete perché fate i consiglieri regionali e,
quindi, conoscete il territorio – dove, anche quando c’è la siccità, i torrenti
sono sempre in piena perché, a volte, sono delle fogne a cielo aperto che scaricano
di tutto in mare.
Stiamo
intervenendo per rifare quello che è stato fatto l'anno scorso e anche ad aggiungere
un quid perché sono riuscito a convincere il Governo nazionale ad
esprimere parere favorevole ad un emendamento che avevo fatto preparare e
presentare da qualche parlamentare al Senato o alla Camera - non ricordo - e
che poi è diventato legge, consentendo alle Regioni di regolamentare l'attività
dell'autospurgo.
Abbiamo
65 autospurgo in Calabria: moltissimi, la maggior parte
di questi, lavorano rispettando tutte le regole.
Suppongo
che, poiché abbiamo 4000 cosiddetti pozzi neri e depuriamo in maniera tracciata
così pochi fanghi, ci siano alcuni che questo lavoro molto virtuoso non lo fanno.
Attraverso
l’emendamento di cui parlavo, se riusciamo e se facciamo in tempo, avremo la possibilità
di mettere sugli autospurgo dei GPS e di fare una
centrale operativa per verificarne il percorso e regolamentarne l'attività per
evitare comportamenti che non siano rispettosi dell'ambiente e della salute dei
calabresi.
Quindi,
stiamo lavorando moltissimo, anche nella direzione di affrontare i temi
strutturali legati al collettamento e finalizzati ad una migliore depurazione, però,
lo facciamo con la fatica di chi, anche in questo ambito, ha raccolto un
contesto che in Calabria non è che sia stato brillantemente governato in
passato.
Si
può fare certamente di più, si può fare di meglio e siamo impegnati a tentare
di fare di più e di meglio, però, ogni tanto, vorrei che prevalesse la
coscienza di quello che si sta facendo in maniera diversa rispetto al passato e
non, invece, le ragioni di dover affermare le proprie prerogative di opposizione
– legittime, per carità – anche quando si scelgono argomenti o temi sui quali
forse l’onestà intellettuale sarebbe più semplice scavarla nella propria
coscienza. Grazie.
Grazie,
Presidente. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Signor
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto, se è possibile.
Successivamente,
quando porremo in votazione la proposta nel suo complesso.
Va
bene.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Prima
della votazione della proposta di legge nel suo complesso, il consigliere
Alecci ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Devo dire che il presidente Occhiuto è bravissimo a spostare
l'attenzione, è un ottimo e abile oratore, però, non posso accettare il suo
riferimento all'onestà intellettuale.
Ho
sempre riconosciuto il lavoro che si sta portando avanti nella sanità, come sui
temi ambientali, però, ho sollevato una questione differente, né pretendevo che
il presidente Occhiuto mi ascoltasse – non ho questa presunzione, perché preso
da tantissime materie, Commissario alla sanità, assessore al Turismo e ai
lavori pubblici – ma ho iniziato il mio precedente intervento sottolineando – meno
male che è registrato – anche la bontà di alcuni punti inseriti all’interno di
questa proposta di legge.
Ho
anche sottolineato che in Commissione il collega Billari,
infatti, ha votato favorevolmente, però, credo che sia, oltre che un mio
diritto, un mio dovere, sottolineare anche ciò che non funziona all'interno di
questa Agenzia per l'ambiente.
Oggi,
stiamo caricando un altro compito, che è quello anche di fornire supporto per
lo sviluppo sostenibile ad un'Agenzia che, però, non è stata capace in questi
due anni di effettuare l'intervento più importante per l’Ente, ma anche per i
cittadini calabresi: conoscere, signor presidente Occhiuto, la qualità, delle
acque.
È
vero che lei sta mettendo in campo tantissimi sforzi – gliene do atto, come nessun
altro mai – ma immagino che lei vorrebbe anche conoscere il punto di partenza della
salute delle acque calabresi e il punto di arrivo al quale, con i suoi sforzi,
si giungerà tra qualche anno. Se, però, non c’è un monitoraggio che ci dica che
le acque soffrono di queste problematiche, lei non potrà neanche sapere se i
suoi sforzi sono finalizzati in maniera corretta.
La
salute delle acque – ripeto – non è soltanto quella del mare. Sulla depurazione
si sta facendo un buon lavoro – ne diamo atto, lo vedremo nei prossimi anni, – ma
la salute delle acque è anche quella dei laghi, dei fiumi, delle acque
sotterranee che, magari, vengono captate per irrigare i campi e, addirittura, dei
rifiuti che sono stati sotterrati nei terreni riescono, poi, ad inquinare quelle
falde che servono per irrigare le produzioni agroalimentari della nostra
regione.
Se
non facciamo un monitoraggio, questo non lo sappiamo. Da esponente di
opposizione mi sembra di essere stato molto onesto intellettualmente perché,
più di un anno fa, in questo Consiglio regionale – nei modi che mi competono,
sempre nella massima educazione e in maniera propositiva – ho detto: “Attenzione,
perché non si sta facendo il monitoraggio delle acque, che è finanziato con
fondi comunitari, e, quindi, cerchiamo di sbrigarci?”.
Mi
è stato risposto: “Sì, è vero, siamo in grave ritardo, dobbiamo assumere otto
consulenti per dare un supporto all'ARPACAL perché da sola non ce la fa”.
Collega
Straface, collega Raso, è vero che ancora mancano sei anni – mancano sei mesi, scusate
– ma ad oggi non è stato fatto praticamente quasi nulla, tranne due uscite in mare,
mi sono informato: in sei mesi, con tutti gli sforzi che si possono mettere in
campo, non si possono recuperare due anni di lavoro che non sono stati
effettuati. In sei mesi – ripeto – non si può fare il lavoro di monitoraggio di
tutte le acque calabresi che non è stato fatto in due anni.
Bisognerebbe
assumere cento consulenti, non otto, ma se non si è stati in grado di assumerne
otto, figuriamoci prenderne cento per questi sei mesi che mancano.
Un
anno fa, non mi sarei aspettato un “grazie, consigliere Alecci che ci dice
queste cose”, piuttosto che aspettare dicembre 2023 per dire “Avete visto? Non siete
stati capaci di spendere i soldi, di fare il monitoraggio”.
In
maniera onesta e corretta – credo – l'ho detto più di un anno fa e ho anche
protocollato tre interrogazioni sempre in maniera costruttiva.
Concludo,
signor Presidente, ho fatto un intervento lungo. Quindi, riconosco gli sforzi
che il presidente Occhiuto e tutta la Giunta stanno facendo in tema di
depurazione, ma sarebbe limitativo pensare alla salute delle acque come solo al
mare. Le acque fanno parte di un ecosistema molto più grande e su questo tema ARPACAL,
che è Agenzia regionale, purtroppo, ha fallito.
Ho
concluso il mio precedente intervento dicendo che mi auguro e sono sicuro che,
con gli sforzi che introdurrete, sarà recuperato il ritardo e nei prossimi anni
avremo questo monitoraggio. Per questo motivo, parlo anche al nome del gruppo
del Partito Democratico, pur riconoscendo alcuni aspetti propositivi, come il
taglio delle spese o altro, in questo momento, non ci sentiamo di votare positivamente,
ma esprimiamo un voto di astensione.
Grazie,
signor Presidente.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazioni di voto il consigliere Lo Schiavo.
Ne ha facoltà.
Intervengo,
davvero, in maniera breve per esprimere il mio voto favorevole alla proposta
che è oggi all'esame dell’Aula.
Sottolineo
il dato che, ogni tanto, ci sono degli elementi virtuosi come la riduzione
delle indennità per i vertici degli Enti partecipati e penso che questo sia un
dato da sottolineare in termini positivi anche in Consiglio regionale.
Mi
preme, però, fare una precisazione, pur esprimendo il voto favorevole, e cioè
che, molte volte, bisogna davvero credere negli Enti regionali, strumentali, e
non sempre ho visto una chiara volontà politica di investimento sull’ARPACAL.
Molte
volte ci siamo rivolti anche all'esterno, non so se perché mancassero le
competenze o le strumentazioni interne alle nostre società o ai nostri Enti
gestionali, quindi, ben venga se questo significa un nuovo corso per cui si
vuole davvero investire su ARPACAL, dando responsabilità e ruolo anche su alcune
competenze che, forse, sono state delegate anche a terzi. Ancora di più il mio
voto sarà favorevole.
In
ogni caso, penso che sia da sottolineare nuovamente come non sempre in Calabria
aumentiamo le retribuzioni, ma ogni tanto le diminuiamo pure, fermo restando
che questo discorso non può avere, ovviamente, una valenza generale, ma vale
per quanto di competenza del singolo settore di cui stiamo parlando.
Ben
venga la spending review, ben vengano le riduzioni dei compensi e
anche gli investimenti che faremo per il rafforzamento del ruolo di questo Ente
regionale. Grazie.
Grazie,
consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il
consigliere Talerico. Ne ha facoltà.
Sarò
anche io breve nel mio intervento, ma mi premeva sottolineare un aspetto.
Molti
di voi ricorderanno che nel 2004 il Pubblico ministero De Magistris avviò un procedimento
penale che aveva ad oggetto proprio la valutazione e l'approfondimento delle condizioni
di tutti i depuratori della Regione Calabria.
Orbene,
l'inciso di quel procedimento penale si consumò nell'ambito di quelli che erano
gli Ambiti territoriali ottimali – i famosi ATO – che tutti voi sapete bene come
hanno operato. Bene, emerse che quasi il 99 per cento dei depuratori calabresi non
era a norma.
Oggi,
sicuramente, questo intervento è un intento che deve sicuramente avere da parte
nostra anche una spinta propositiva e di fiducia.
È
ovvio che dobbiamo rafforzare i termini di questa Agenzia, ma la ricognizione
che è stata fatta è, certamente, storica dal punto di vista della macchina
pubblica ed è oggi impossibile poter esprimere delle valutazioni semplicemente
in un arco temporale di sei mesi, quando vi ho detto che già nel 2004 veniva
cristallizzata una situazione nella quale la depurazione in Calabria era sostanzialmente
inesistente proprio per un deficit strutturale di tutti gli impianti.
Quindi,
astenersi o, comunque, votare contro quello che, naturalmente, è questo tipo di
intervento e di proposta, vuol dire sostanzialmente negare anche il ruolo
istituzionale del Consiglio regionale. Il voto di astensione può avere un senso,
nella misura in cui nella strutturazione, nell'intento, nella tipologia di
intervento proposto, riteniamo di dover avanzare delle perplessità o che ci sia,
comunque, un vulnus nell'intervento della macchina amministrativa.
Se
questo intervento non viene registrato, se la criticità non è presente in
quello che viene proposto, allora, diventa semplicemente una
strumentalizzazione politica che ai cittadini calabresi non interessa.
Questo
per sottolineare assolutamente il mio voto favorevole, come già espresso anche
dal capogruppo del Gruppo misto. Buon lavoro.
Grazie,
consigliere Talerico. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere
Raso. Ne ha facoltà.
Volevo
soltanto mettere in evidenza anche ai consiglieri dell'opposizione che i nuovi
vertici dell'ARPACAL sono stati nominati il 20 e il passaggio di consegne è
stato fatto il 27 gennaio. Quindi, sicuramente, il Presidente vuole scrivere
una nuova pagina dell'ARPACAL e sono passati soltanto tre mesi per scriverla.
Grazie.
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione
coordinamento formale che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo
al terzo punto all'ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 154/12^
di iniziativa del consigliere Crinò, recante: “Modifiche alla legge regionale
14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro).
Cedo
la parola al collega Graziano, prego.
Grazie,
Presidente. Proponiamo il rinvio della trattazione della proposta all'ordine
del giorno per approfondimenti, per riproporla, a breve, in una prossima seduta
del Consiglio. Grazie.
Pongo
in votazione la richiesta di rinvio, che è approvata.
(Il Consiglio rinvia)
Presidente,
mi scusi, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione, a firma
mia e del collega Bevacqua, sulla strada statale 177 Sila-mare. Grazie,
Presidente.
Pongo
in votazione l'inserimento della mozione che è approvato.
Passiamo
alla proposta di legge numero 156/12^ di iniziativa del consigliere Cirillo,
recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2020 numero
25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili)”.
Cedo
la parola al consigliere Cirillo per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge interviene a modificare e integrare
la legge regionale 19 novembre 2020 numero 25 (Promozione dell'istituzione
delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili), al fine di adeguarne i
contenuti al mutato quadro ordinamentale vigente nazionale ed europeo.
La
Regione Calabria intende intraprendere ogni iniziativa volta all'attuazione
della transizione energetica, quale nuovo modello di organizzazione sociale
basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili al
fine di dare un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati
dall'Europa al 2050. Nel suddetto scenario assume un ruolo fondamentale la
Comunità Energetica Rinnovabile che costituisce uno degli strumenti da
utilizzare per il processo di transizione energetica anche sul territorio
regionale.
La
proposta mira ad allineare la legge regionale vigente al mutato quadro
ordinamentale europeo, prevedendo, in particolare, le seguenti modifiche:
-
la sostituzione del titolo, che indichi, in maniera più incisiva, che la legge
regionale è volta alla “Promozione e sviluppo sostenibile di un sistema
regionale di Comunità energetica rinnovabile (CER) in Calabria per perseguire
l'autoconsumo e l'autonomia energetica”;
- la previsione di un’assistenza tecnica,
tramite portale web, per sopperire ad eventuali carenze tecniche degli Enti
intenzionati a costituire una Comunità energetica nonché la possibilità di
promuovere Protocolli di intesa con Enti nazionali o tra Comuni, al fine di supportare
lo sviluppo della Comunità energetica;
- l'attribuzione in capo alla Regione del
compito di individuare le aree di proprietà regionali idonee all'installazione
di impianti di fonti rinnovabili e l'attivazione della procedura per
l'affidamento in concessione della stessa;
- l’istituzione e la disciplina di un Tavolo
tecnico permanente e facilitatore di Comunità energetica con funzioni
consultive, propositive e di monitoraggio e che supporti e collabori con la
Giunta regionale e con i Dipartimenti regionali competenti tra cui gli Enti
locali;
- la previsione, in capo alle CER, della
redazione del bilancio di sostenibilità che rappresenta il veicolo attraverso
il quale le Amministrazioni possono comunicare ai propri interlocutori gli
impatti prodotti dalle proprie scelte politiche e gestionali sulla qualità
della vita all'interno della propria comunità, nonché valutare la coerenza tra
quanto programmato e quanto, invece, operativamente realizzato. La
rendicontazione sociale rappresenta una delle principali frontiere di
innovazione della comunicazione pubblica. Il bilancio sociale, nelle sue varie
accezioni costituisce, infatti, per le Amministrazioni Pubbliche un potente
strumento di comunicazione bidirezionale, favorendo, da un lato, la trasparenza
dell'agire amministrativo e sollecitando, dall'altro, la partecipazione dei
cittadini alla vita pubblica;
- la promozione della costituzione della Comunità
energetica rinnovabile attraverso programmi, bandi, progetti e altre iniziative;
- la previsione, infine, della clausola
valutativa volta a monitorare lo stato attuativo della legge.
Grazie, Presidente.
Grazie.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Da parte mia c'è assolutamente un voto favorevole alla proposta di
legge del collega Cirillo. Abbiamo già espresso parere favorevole all'unanimità
nella sesta Commissione.
Ne
approfitto, visto che abbiamo in Aula l'assessore Varì che sin dal suo
insediamento nella Giunta regionale ha dato attenzione alle Comunità
energetiche rinnovabili, per invitare, in maniera costruttiva - l'assessore
Varì sa quanto apprezzi il suo lavoro –, se possibile, l'Assessore e il
Dipartimento sviluppo economico della Regione Calabria a prendere esempio dal
lavoro che stanno portando avanti diverse altre Regioni. Per esempio,
l’Emilia-Romagna e la Lombardia hanno inserito, utilizzando fondi comunitari
sia della vecchia sia della nuova Programmazione, dei fondi, appunto, a favore
delle CER, delle Comunità energetiche regionali. Per esempio, il 4 febbraio del
2022, la Lombardia ha stanziato 22 milioni di euro, per il triennio 2022-2024,
con l'obiettivo di arrivare, in cinque anni, alla realizzazione di nuove
Comunità energetiche in un numero compreso tra 3.000 e 6.000, con un incremento
di potenza fotovoltaica installata compreso tra i 600 e i 1300, coincidente con
un valore variabile tra il 13 per cento e il 29 per cento dell'obiettivo di
sviluppo del fotovoltaico al 2030. Questo è il lavoro della Lombardia, mentre
per quanto riguarda, invece, l’Emilia-Romagna, il 9 marzo ha stanziato ben 22
milioni di euro per il triennio 2023-2025.
Assessore,
lei ha fatto un ottimo lavoro per il portale energia, comunque - mi ricordo -,
ha invitato tutti a partecipare, ha invitato i sindaci, però diverse
amministrazioni, che si stanno muovendo per la creazione di nuove Comunità
energetiche, lamentano la mancanza di fondi. Adesso non so quale sia lo
strumento giusto da adottare, però penso che sarebbe utile mettere qualche
risorsa, ovviamente se c'è disponibilità. Penso che con la vecchia
Programmazione, con i soldi da spendere entro il 31 dicembre, si possa fare di
più, ma sicuramente - così come ha detto il consigliere Cirillo - questa è
un'ottima proposta di legge verso cui sono assolutamente favorevole. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Ovviamente, il mio parere, rispetto a questa proposta di legge, è
del tutto favorevole. Vorrei però, dato che si parla di fonti rinnovabili, fare
alcune puntualizzazioni e precisazioni, credo non inutili, dal punto di vista
tecnico. Non è tutto oro quel che quel che riluce, cioè nell'ambito delle fonti
rinnovabili - normativamente sono comprese - ci sono, straordinariamente, anche
quelle che utilizzano il processo di combustione per la produzione energetica,
in particolare le biomasse, compresi i rifiuti; combustione che è esattamente
il principio sul quale si basa la produzione energetica da fonti fossili.
Quindi, sostanzialmente, biomasse, rifiuti e fonti fossili utilizzano la stessa
modalità tecnica per produrre energia e, infatti, hanno la stessa
controindicazione cioè immettono in atmosfera gas climalteranti insieme a
elementi dannosi per la salute.
È
proprio di questi giorni l'ultimo report dell'IPCC, l'Agenzia dell'ONU per i
cambiamenti climatici, che ribadisce, ancora una volta, da una parte la
responsabilità antropica della produzione della crisi climatica che stiamo
vivendo e dall'altra la necessità di intervenire in tempi sempre più ristretti.
Quindi, è, di fatto, un ossimoro, in linea generale concettuale, che le fonti
che utilizzano il processo di combustione vengano incluse fra le fonti verdi,
sostenibili o addirittura rinnovabili, quando il tempo necessario, spesso, per
ripristinarle è di decine di anni.
In
più, segnalo come le condizioni della Calabria, per quanto riguarda la
pianificazione della produzione di energia, siano particolarmente felici in
quanto la nostra regione produce tre volte l'energia di cui ha bisogno e
questo, ovviamente, ci dovrebbe consentire di fare una programmazione senza
avere “l'acqua al collo” e, quindi, di poter decidere dove e come realizzare
questi impianti finalizzati alla produzione di energia da fonte rinnovabile
senza che abbiano, o minimizzandolo, impatto sull'ambiente, sul paesaggio,
sugli interessi economici legati al paesaggio.
Quindi,
quali sono le fonti rinnovabili? Sono, certamente, il vento, le maree, l'acqua,
il sole. Certamente non lo sono tutte le fonti fossili o non fossili che
utilizzano il processo lineare di combustione per la produzione di energia.
Concludo
dicendo che, essendo queste fonti rinnovabili e proprio grazie alla quantità di
energia prodotta in Calabria, potremmo progressivamente tutti noi valutare come
sostituire la produzione da fonte rinnovabile - sarebbe un benefit aggiuntivo -
a quella da combustione, anziché limitarci a una semplice addizione che non
farebbe - per come io la vedo - l'interesse la nostra regione e dei nostri
corregionali.
In
ogni caso è una legge fondamentale, la pietra angolare su cui costruire tutto
quello che ho detto. Per cui il mio voto è convintamente favorevole. Grazie.
Grazie, collega Laghi. Passiamo all'esame e
votazione del provvedimento.
(È
approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
All’articolo
4 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9774/A01 a firma del
consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la
presente proposta emendativa si intende sopprimere la lettera
b) del comma 1 all'articolo 4, volto a integrare l'articolo 3, al fine di rendere
più spedito l'iter di concessione del marchio di qualità ecologica.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo 4.
Articolo 4
(È
approvato)
All’articolo
6 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9774/A04 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per
l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende modificare il comma
1 dell'articolo 4-ter introdotto dall’articolo 6 della proposta numero 156/12^,
al fine di precisare meglio il termine entro il quale la Regione individua le
aree di proprietà regionali idonee alla installazione di impianti da fonti
rinnovabili.
Grazie.
Parere della Giunta?
PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 6.
Articolo 6
(È approvato come emendato)
All’articolo
7 sono stati presentati alcuni emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo
numero 9774/A03 a firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per
l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende sopprimere la data
indicata nel comma 1 dell'articolo 5-bis, introdotto dall'articolo 7 della
proposta numero 156/12^, in quanto superata.
Grazie.
Parere della Giunta?
PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Passiamo
all'emendamento protocollo numero 9738 a firma del consigliere Lo Schiavo a cui
cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
L'elemento
innovativo di questa legge è proprio il Tavolo tecnico, che ovviamente andrà a
aiutare il percorso di costituzione, con funzioni consultive e di monitoraggio.
L’emendamento
mira a introdurre ulteriori categorie di figure esperte nell'ambito del Tavolo
tecnico: un rappresentante dell'ordine degli ingegneri, uno del mondo
cooperativo, uno dell'Ordine degli architetti e degli amministratori
condominio, ma, più in generale, figure che partecipano attivamente alla
predisposizione dei progetti degli impianti e alla redazione della
contrattualistica relativa alla loro realizzazione.
Ovviamente,
l’emendamento può essere superato se il Tavolo tecnico mantiene una struttura
flessibile. Cioè, può essere demandato a un secondo momento, all'applicazione della
legge, l'ingresso di figure esperte che possano far parte di questo organo con
funzioni consultive.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Cirillo. Ne ha facoltà.
L'emendamento
appena illustrato dal collega Lo Schiavo si può definire superato perché nel
Tavolo tecnico entrano di diritto tutte le persone che hanno competenze.
Infatti, anche nella Commissione stessa, tutte le persone che faranno richiesta
e avranno competenze nelle Comunità energetiche entreranno di diritto. Grazie.
Presidente,
a questo punto, visto e considerato che l'ingresso può essere fatto a richiesta
e quindi, forse, un elenco tassativo può essere riduttivo da questo punto di vista,
ritiro, per queste ragioni, l'emendamento.
Lo
ritira. Perfetto. Passiamo quindi all'emendamento protocollo numero 9774/A02 a
firma del consigliere Cirillo a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende integrare l'articolo
5-bis, aggiunto alla legge regionale numero 25 del 2020 dall'articolo 7 della
proposta numero 156/12^, al fine di renderlo coerente con l'articolo 2, comma 1,
della legge regionale numero 25 del 2020 e uniformarlo alla normativa vigente.
Grazie.
Parere della Giunta?
PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 7.
Articolo 7
(È approvato come emendato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Prima
di passare alla votazione della legge nel suo complesso, cedo la parola
all'Assessore per un commento. Prego.
Grazie,
Presidente. Intervengo brevemente soltanto per rispondere e tranquillizzare, in
particolar modo, il consigliere Tavernise che mi interrogava sulla circostanza che
altre Regioni italiane stanno incentivando la nascita delle Comunità
energetiche non soltanto attraverso una serie di attività di promozione, che è
quella che finora abbiamo svolto, ma attraverso un sostegno economico, quindi
finanziario, alla nascita di queste Comunità energetiche.
Volevo
dire che questo lo sta facendo e lo farà anche la Regione Calabria: il Piano
regionale 2021-2027 prevede, per il settennio, 40 milioni a sostegno di tutti
quei Comuni, con una popolazione superiore a 5.000 abitanti, che vogliano
impiantare una Comunità energetica. Abbiamo deciso di sostenere incentivando i
Comuni con questa popolazione per non sprecare risorse e per andare in
complementarità con quello che prevede il Piano nazionale di ripresa e
resilienza che, invece, va a incentivare, le Comunità energetiche nei Comuni
che hanno un numero di abitanti inferiori a 5.000.
Questa
è stata la scelta che abbiamo fatto ed è una scelta, peraltro, condivisa: il
Piano regionale e le misure ivi contenute sono state approvate anche da questo
Consiglio regionale. Nel momento in cui avremo la disponibilità di queste
risorse -ritengo a breve, nel giro di qualche mese - inizieremo anche con gli
avvisi pubblici per fare in modo che queste risorse possano essere messe in
campo e possano, quindi, nascere queste Comunità energetiche. Grazie.
Grazie,
Assessore. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il collega
Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Sarò telegrafico. Proprio per sottolineare l’onestà
intellettuale di questa parte di opposizione, preannuncio il voto favorevole da
parte di tutto il gruppo Partito Democratico e sottolineo il buon lavoro
effettuato dall'assessore Varì.
Sapete
che a me sta molto a cuore sempre l'aspetto sociale delle cose, quindi è vero
che, nel momento del caro energia, dei costi triplicati per gli utenti, che
siano privati o pubblici, è fondamentale trovare delle soluzioni per ridurre il
costo, ma l'aspetto, secondo me, non secondario è quello di creare delle
Comunità nel vero senso della parola, cioè far sì che i calabresi, finalmente,
riescano a operare assieme, mettendosi proprio in gruppo per trovare delle
soluzioni che facilitino la vita di tutti. Mettere insieme i Comuni è sempre
stata un'impresa abbastanza difficile tra vari campanilismi, invidie e gelosie,
ora saranno, in qualche modo, anche aiutati o “costretti” a stare assieme per
trovare delle soluzioni migliorative.
Come
potranno trovare delle soluzioni migliorative anche i liberi cittadini
mettendosi assieme per costruire delle Comunità energetiche. Assessore, tengo a
precisare che avranno, sicuramente, un valore dal punto di vista economico-finanziario
sul risparmio, ma ancora di più dal punto di vista sociale. Quindi, preannuncio
il voto favorevole. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Sempre per dichiarazione di voto ha chiesto di intervenire il
consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Anch'io
esprimo il voto favorevole e mi voglio ricollegare brevemente con quello che ha
detto il collega Alecci. Cioè, noi dobbiamo mettere assieme le energie di
questo territorio sia nelle Comunità energetiche, come idea di comunità, ma
anche nelle Cooperative di comunità. Ogni qualvolta noi riusciamo a mettere
assieme, soprattutto nei nostri luoghi a rischio di spopolamento, nei nostri
Comuni interni che muoiono giorno dopo giorno da un punto di vista demografico,
noi riusciamo a centrare l'obiettivo.
Questo
è un tassello, le Comunità energetiche, che può essere completato con altri
tasselli. A questo riguardo, colgo l'occasione di ricordare all'Assemblea come
ci sia una mia proposta di legge sulle Cooperative di comunità che vorrei
diventasse una proposta dell'intero Consiglio regionale e che potrebbe essere
l’ulteriore completamento di questa prima fase e della legge che oggi noi
approviamo.
Grazie,
collega Lo Schiavo. Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo
complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 5, la proposta di legge numero 157/12^ di iniziativa dei consiglieri
G. Gallo, K. Gentile, recante: “Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2002,
n. 41 'Norme per la salvaguardia della coltura e
della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del
Bergamotto'”
Cedo
la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
signor Presidente. Buona sera a tutti e intanto a lei, Presidente, alla Giunta,
ai colleghi consiglieri, alla stampa, ai presenti nel pubblico.
La
disciplina del Consorzio del bergamotto è stabilita dalla legge regionale
numero 41 del 14 ottobre 2002, recante: “Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto.
Disciplina del Consorzio del Bergamotto”.
Il
Consorzio è un organismo di diritto pubblico che riunisce i produttori che ne
facciano richiesta, intesi come conduttori agricoli a qualsiasi titolo dei
terreni coltivati a bergamotto rientranti nel territorio delimitato
nell’articolo 3 del disciplinare approvato dalla Commissione Europea all’atto
del riconoscimento della DOP “Bergamotto di Reggio Calabria. Olio essenziale”.
Il
suddetto Consorzio ha come finalità, la promozione, l’incremento e la
valorizzazione della produzione dell’essenza e di ogni altro derivato del
bergamotto, nell’interesse degli stessi produttori.
Attualmente
l’articolo 5 della medesima legge stabilisce che sono organi del Consorzio: 1)
l’Assemblea dei soci; 2) il Consiglio di amministrazione; 3) il Presidente; 4)
il Collegio sindacale.
L’articolo
9 prevede che il Collegio Sindacale sia composto da tre membri effettivi e da
due supplenti.
Si
è rilevato che questa previsione normativa riguardo il Collegio sindacale si
pone in contrasto con quanto stabilito con il comma 1 dell’articolo 13 (“Norme
di contenimento della spesa per gli enti sub-regionali”) della L.R. numero 69
del 2012, il quale prevede che questa tipologia di Enti devono provvedere
all’adeguamento dei rispettivi statuti al fine di istituire, a partire dal
primo rinnovo, un Organo di revisione in forma monocratica.
Tale
norma non è stata ad oggi ancora applicata al Consorzio del Bergamotto,
pertanto, con la proposta in oggetto si adegua l’rogano di controllo a quelle
che sono le norme vigenti.
Inoltre,
al fine di realizzare un contenimento dei costi, si ritiene opportuno stabilire
che l’incarico di componente del Consiglio di amministrazione, a far data dal 1
gennaio 2024, sia svolto a titolo gratuito.
Si
prevede, inoltre, che il compenso del componente supplente dell’Organismo di revisione
è consentito esclusivamente in caso di sostituzione del Revisore effettivo, in
misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa e previa
decurtazione della medesima somma al componente effettivo.
La
proposta di modifica prevede, infine, che l’indennità annua, spettante al
membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti, è commisurata
all’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione
dei conti dell’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura
(ARCEA), pari ad euro 4.000,00 annue, al lordo delle ritenute di legge.
L’indennità, come corrisposta, è da intendersi comunque comprensiva del
rimborso delle spese a qualsiasi titolo. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto d’intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Giusto
una piccola precisazione che è contemporaneamente una dichiarazione di voto:
siamo assolutamente disponibili e favorevoli su questa variazione che era
comunque attesa, ma la cosa divertente è che, studiando anche questa legge sul
bergamotto, ho scoperto che il decreto nazionale che ha costruito e istituito
il Consorzio è del 1946, la Regione Calabria ha fatto poi la legge, come diceva
la collega Katia Gentile, nel 2002. Forse siamo un po' lenti.
Va bene, ne prendiamo atto.
Passiamo all'esame e votazione del
provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di
legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento
formale.
Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto sei, la proposta di legge
numero 164/12^ di iniziativa dei consiglieri Comito, Straface, Gentile, De
Francesco, Montuoro, Laghi, Graziano, Mannarino, recante: “Modifiche e
integrazioni alla legge regionale 3 agosto 2018, numero 28 (Disposizioni per il
riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi e istituzione del
Registro regionale)”.
Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare
il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente.
La proposta di legge mira in parte a
modificare ma, ancor di più, a integrare la legge regionale numero 28 del 3
agosto 2018 che riconosce la rilevanza sociale dell'endometriosi, patologia
complessa della quale, ancora, non si conoscono bene le cause, nonostante siano
state avanzate una serie di ipotesi eziopatogenetiche, ma ancor di più
patologia complessa e subdola perché presenta dei segni e sintomi aspecifici
comuni ad altre patologie, cosa che, purtroppo, fa spesso ritardare la
diagnosi. E ritardare la diagnosi, in questi casi, significa creare dei danni
organici e clinici devastanti per le nostre giovani donne, in particolare
quando la malattia invade altri organi, quindi, è fondamentale una precisa
conoscenza dell'endometriosi.
È necessaria una continua campagna
divulgativa di sensibilizzazione.
Da un po' di anni sono attive, sul nostro
territorio, delle associazioni di volontariato in continuo fermento, autrici di
numerosissime iniziative che hanno permesso di far conoscere la patologia alla
gente comune, hanno permesso ai medici di tenerla sempre presente nei loro
percorsi di diagnosi differenziale e stimolano continuamente il mondo scientifico
alla ricerca delle cause della patologia e di altre innovazioni terapeutiche.
Fra le tante iniziative che sono state
avanzate, in questi anni, ho il piacere di ricordarne una in particolare che ha
un significato simbolico profondo che è “Sediamoci sul giallo: Endopack”, è un segnale tangibile che rimane nel tempo, non
qualcosa della durata di ore, di giorni, di settimane o di mesi, ma che rimane
anche nel futuro: una panchina gialla in ogni città, in ogni paese, in ogni
borgo con una targhetta esplicativa che informi i passanti sul perché della
panchina colorata. Panchine fornite, anche, di un QR code da scaricare nella
quale sono presenti notizie e informazioni utili, magari collocate vicino alle
scuole, in particolare le scuole superiori, dove le nostre ragazze si possono
incuriosire per conoscere, ancor meglio, la patologia e far in modo che un
domani, qualora ne risultassero affette, possano sensibilizzare il mondo
scientifico a questa patologia e quindi arrivare precocemente ad una diagnosi;
e in medicina se non pensi a una patologia non la cerchi, non la trovi e
immancabilmente questo ti fa sbagliare o ti fa ritardare la diagnosi.
Questo non può più accadere! L'endometriosi
va conosciuta, ricercata e individuata per tempo.
Per questi motivi presentiamo, oggi, questa
proposta, modificando, integrando una legge regionale già esistente che possa
servire anche a sensibilizzare il Dipartimento della salute ad attivare il
Tavolo tecnico scientifico già previsto nella precedente legge.
Con la proposta, tutti insieme, abbiamo
voluto definire meglio il Registro regionale, abbiamo previsto la creazione di
un elenco di professionisti che a vario titolo, in base alle loro competenze
specialistiche, possono essere da supporto, in modo volontario e gratuito, alle
nostre pazienti. Abbiamo previsto la presenza di un registro di ginecologi,
chirurghi, urologi, gastroenterologi, radiologi, terapisti del dolore,
fisiatri, fisioterapisti, infermieri, psicologi e nutrizionisti, cioè tutti
coloro i quali, a diverso titolo, possono essere da supporto alle nostre
pazienti.
Abbiamo, anche, considerato la partecipazione
al Tavolo tecnico scientifico di rappresentanti designati dalle associazioni
riconosciute a livello sia nazionale sia regionale, perché pienamente convinti
che la sensibilità del volontariato sarà il vero motore di tutte le iniziative
da intraprendere per i processi diagnostici e terapeutici; la loro
collaborazione sarà fondamentale anche nei programmi di screening che si
possono eseguire nelle scuole superiori in particolare negli ultimi due anni.
Abbiamo anche suggerito - questa sarà più
competenza del Dipartimento della salute e del Tavolo tecnico -
l'organizzazione di una rete clinica assistenziale, istituendo un percorso
diagnostico terapeutico assistenziale che coinvolge gli ospedali del territorio
sia per fare seguire i nostri pazienti nella fase diagnostica sia nei follow
up successivi.
E, infine, nel riconoscere e ringraziare per
la preziosa attività divulgativa svolta in questi anni dalle associazioni di
volontariato, in particolare “La voce di una è la voce di tutti” e la “APE”
(Associazione Progetto Endometriosi), abbiamo previsto un modesto ma suggestivo
contributo economico per supportarle a proseguire il loro operato.
Oggi, mi sento di ringraziarli pubblicamente
anche perché ci hanno aiutato ad affrontare tutti i temi della legge che oggi
proponiamo, in particolare il “Telefono giallo”, già attivo da anni, dal lunedì
al venerdì, ed egregiamente gestito dalle volontarie dell’associazione “La voce
di una è la voce di tutte” al quale ci si può rivolgere per notizie e
informazioni, ma, anche, per supporto psico emotivo e ancor di più per creare
rete di unione, solidarietà e collaborazione tra tutte le persone affette da
endometriosi.
Poi, un altro piccolo contributo per
manifestazioni, iniziative per la realizzazione di materiale divulgativo
cartaceo o in video, come già abbiamo potuto vedere in questi anni negli spot
televisivi a livello nazionale. Abbiamo, infine, riconosciuto e sostenuto la
Giornata regionale dell'endometriosi che verrà celebrata ogni 28 marzo in
concomitanza della Giornata mondiale. Mi piace ricordare, in questa sede,
Palazzo Madama, Palazzo Chigi e il Palazzo del Ministero della salute
illuminati in giallo in occasione dell'ultima Giornata mondiale
dell'endometriosi. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Comito. Ha chiesto di
intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto devo ringraziare
il collega Comito per aver presentato questa proposta di legge che ha visto la
partecipazione e la sottoscrizione di altri colleghi consiglieri. È doveroso
salutare e ringraziare l'associazione, qui presente, che andrà a gestire il
“Telefono giallo” per il quale il loro contributo - così come è stato
sottolineato dal collega Comito - è stato fondamentale per la stesura di tale
proposta di legge.
Saluto e ringrazio anche l'altra
associazione, “l'Associazione Progetto Endometriosi” per l'attività di
sensibilizzazione che sta attivando da anni sul territorio calabrese.
La proposta di legge è stata ampiamente
discussa in Commissione, come sottolineato dal collega Comito che ha posto in
evidenza tutta una serie di criticità della legge regionale numero 28 del 2012;
infatti, nonostante l’importanza che caratterizzava tale legge, purtroppo,
negli anni non si è registrata quella ricaduta positiva che doveva avere,
soprattutto, nei riguardi delle tante donne calabresi che soffrono di questa
“malattia”. Quindi, con questa proposta di legge vogliamo porre l'attenzione
sulla questione legata proprio al ritardo diagnostico.
L'endometriosi colpisce il 10 per cento
dell'intera popolazione femminile a livello nazionale, sono 3 milioni le donne
italiane che soffrono di questa malattia, donne giovani in età fertile che
subiscono un impatto affettivo sulla propria vita. Lo scopo della proposta di
legge è quello proprio di sensibilizzare, creare soprattutto una consapevolezza
sull’endometriosi per favorire, quindi, diagnosi precoci e cure efficaci, ma
soprattutto per dare al dolore delle donne un nome e una dignità.
I numeri aumentano - è stato sottolineato dal
collega a Comito - soprattutto per il ritardo con cui vengono effettuate le
diagnosi che, spesso, arrivano con un percorso lungo e dispendioso. Bisogna, quindi,
andare nella direzione di favorire la prevenzione, la diagnosi precoce e il
miglioramento delle cure.
In particolar modo, la proposta mira - è
questa l’attenzione che si sta cercando di dare a livello nazionale e, infatti,
sono state presentate tante proposte di legge e si è aperta anche una
discussione nazionale - a realizzare una ricerca seria e concreta su questa
patologia.
Durante la discussione che si è svolta nella
terza Commissione ho voluto presentare alcuni emendamenti. Emendamenti che vanno
nella direzione di creare, oltre al previsto elenco regionale di specialisti
volontari che rappresenta un preziosissimo riferimento, anche: una rete
regionale clinico-assistenziale attiva a livello ospedaliero e territoriale,
che parta dai consultori quale primo approccio e percorso preventivo e
diagnostico per la patologia di base; un percorso diagnostico
terapeutico-assistenziale ove ogni centro lavora secondo una linea di indirizzo
standard, attraverso cui poter impostare, quindi, una terapia oppure poter
eseguire degli interventi.
L'endometriosi è tra l'altro una malattia
riconosciuta come malattia cronica e necessita della presenza e
dell’istituzione di ambulatori non soltanto per effettuare la diagnosi, ma,
soprattutto, per indirizzare gli ammalati verso un corretto trattamento di cura
e per il follow up al fine di poterli seguire nel tempo. Non si tratta
soltanto di effettuare la diagnosi, ma di seguire nel tempo rispetto a questo
percorso le tante donne che ne necessitano.
Un altro aspetto, che non va assolutamente
trascurato e che fa comprendere l’importanza dell'istituzione di una rete
regionale clinico-assistenziale, è il turismo sanitario. Assistiamo, infatti,
ad una mobilità delle tante pazienti e, quindi, mettendo a loro disposizione strumenti
di prevenzione, diagnosi e cura idonei sul territorio regionale, attraverso
questa predisposizione, si riduce notevolmente quella che potrebbe essere la
mobilità passiva, con un’incidenza sulla spesa sanitaria notevole. Grazie.
Grazie, collega Straface. Ha chiesto di
intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Essendo fra i firmatari
di questa proposta di legge, ovviamente, è facile intuire quale sarà il mio
voto, né voglio attardarmi in valutazioni che ha brillantemente svolto il
collega Comito sulla necessità di questo aggiornamento e sugli strumenti in
esso previsti. Volevo segnalare, soltanto, un fatto tecnico di cui, a mio
parere, sia questa legge sia altre potrebbero giovarsi, cioè la clausola
valutativa: uno dei motivi per cui la precedente legge è andata un po' nel
dimenticatoio è proprio il fatto che non è stata monitorata, o monitorizzata
che dir si voglia, nel corso della sua attività.
Il fatto che in questa legge sia presente una
clausola valutativa, che puntualmente dia informazioni sulle ricadute che la
legge stessa ha e avrà, credo che sia utile per il problema dell'endometriosi e
potrebbe essere utilmente esportata più frequentemente in altri progetti di
legge. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega
De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anch'io mi associo ai
ringraziamenti. Ringrazio il collega Michele Comito per aver fortemente voluto
portare avanti questa iniziativa legislativa e ringrazio l'associazione “La
voce di una è la voce di tutte” per aver fornito un prezioso supporto alla
redazione del testo e ringrazio, anche, la Presidente della terza Commissione
consiliare, la collega Straface, per la sensibilità mostrata su un tema molto
importante.
Ho inteso anch’io, insieme agli altri
colleghi, sottoscrivere questa proposta di legge, integrativa della legge
regionale numero 28 del 2008, che ha lo scopo proprio di migliorare la salute e
le condizioni di vita attraverso la prevenzione e con una più approfondita
conoscenza della malattia con l'ausilio delle attività di volontariato.
Questa iniziativa fornirà, alle persone
affette da endometriosi, informazioni sulla disponibilità di strutture
specializzate mediante l'istituzione di un elenco di specialisti volontari
nella regione con cui potranno consultarsi. Tra le altre cose è opportuno
sottolineare che questo elenco è uno strumento di conoscenza multidisciplinare
che riunisce specialisti e professionisti che si dedicano alla cura e al
sostegno, anche psicologico, dei pazienti su base volontaria.
La proposta di legge prevede, inoltre, di
ampliare e definire più chiaramente le finalità delle attività per la gestione
dei dati e di sostenerle formalmente attraverso contributi finanziari. Ritengo
sia fondamentale ed indispensabile rivolgere un'attenzione non superficiale per
una patologia che ha necessità di un'azione sempre più incisiva in termini di
diagnosi precoce, di cura e di ricerca.
L'endometriosi è una patologia senza cause
note e senza cure definitive che colpisce una donna su dieci al momento del
parto. Il picco di incidenza si registra fra i 25 e 35 anni, ma può verificarsi
anche in fasce di età più giovani. Il percorso verso la diagnosi è lungo,
costoso e spesso rappresenta un grave carico emotivo per le donne.
Questa patologia è una causa di infertilità e
di mancata crescita e il suo impatto è significativo con una riduzione
sostanziale della qualità di vita e dei costi diretti e indiretti.
La scarsa conoscenza della malattia è
responsabile di gravi ritardi nella prevenzione e nella diagnosi che viene
stimata in circa sette anni.
Diagnosi e trattamento precoce possono
migliorare la qualità della vita e prevenire l'infertilità. Sono anni
importanti che condizionano il futuro di una persona.
Una diagnosi tardiva molto spesso significa
che la malattia progredisce e viene individuata quando è più difficile limitare
e quindi curare i danni.
Fin dalla più tenera età è estremamente importante
sapere che alcuni sintomi non sono normali e non devono essere sottovalutati,
anche l'ereditarietà genetica è importante in quanto aumenta di sette volte il
rischio di sviluppare la patologia. Gli studi effettuati riconoscono l'endometriosi
come una patologia che ha una grande interferenza sulla qualità della vita in
quanto determina gravi ripercussioni anche psicologiche che si manifestano nella
sfera lavorativa, personale e sociale. Molte donne affette da tale patologia
sono costrette ad abbandonare il lavoro e a rinunciare alla propria vita
quotidiana. È, quindi, necessaria un'azione condivisa per abbattere i muri del
silenzio, per contrastare il buio della disinformazione.
A questo proposito evidenzio, nella presente
proposta di legge, l'importanza dal punto di vista sociale, culturale e di
sensibilizzazione: l'istituzione di una Giornata regionale dell'endometriosi
che si terrà il 28 marzo di ogni anno, in concomitanza con la Giornata mondiale
dell'endometriosi, come pure la presenza del Telefono giallo che è il colore
simbolo della malattia, uno strumento sempre attivo, sempre connesso, a
disposizione di tutte le persone, poiché di endometriosi si deve parlare
sempre, non solo a marzo. Concludo con la convinzione che la sinergia fra Istituzioni
e associazioni sia fondamentale per diffondere la conoscenza dell'endometriosi.
Grazie.
Grazie, collega De Francesco. Ha chiesto di
intervenire il collega Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli
colleghi.
Non potevo non intervenire - rafforzando
quello che già i colleghi, che mi hanno preceduto, hanno fatto - per
ringraziare il collega Comito, come primo proponente di questa proposta di
legge, le associazioni, qua presenti, perché ancora una volta la Regione
Calabria sta sottolineando e sta mettendo all'attenzione una problematica così
importante.
Mi rivolgo, in questo momento, soprattutto
alle donne di Calabria dicendo: uscite dal silenzio, uscite dall'isolamento,
non siete più sole nell'andare a capire che ci sono strumenti che vi possono
garantire l’ascolto, come in questo caso in cui questa proposta di legge fa in
modo che voi possiate avere un riferimento certo e sicuro. Per questo
ringrazio, anche, tutti i colleghi che in maniera volontaria hanno aderito a
questa proposta di legge.
Tra le altre cose forse chi mi ha preceduto non ha sottolineato un aspetto
fondamentale: da molti anni ormai si parla di decremento demografico
all'interno della nostra nazione e, purtroppo, tra le sue cause c’è anche
l'infertilità della donna che, in Italia, si aggira attorno al 10-15 per cento
e, soprattutto in questo caso specifico, il 50 per cento delle donne infertili
è affetta da endometriosi. Capite bene, quindi, come, di per sé, non è solo una
questione di patologia, che interessa anche psicologicamente la donna, ma ha
una certa rilevanza e un certo impatto sociale anche per quanto riguarda il
decremento demografico. Tra le altre cose, l’infertilità colpisce soprattutto
il picco delle donne tra i 25 e i 35 anni, quindi nell'età fertile massima.
Questa legge – mi avvio alle conclusioni - dà ancora una volta dimostrazione
che la nostra Regione è al passo con le reali esigenze e i fabbisogni dei
cittadini calabresi e delle donne in questo caso. Ben venga il processo di sensibilizzazione
anche attraverso queste proposte di legge, ben venga anche tutto quello che
fanno i nostri professionisti medici, il personale sanitario nella prevenzione,
le strutture ospedaliere, le ASP e, in questo caso, in maniera sussidiaria
anche la Regione Calabria per una tematica così delicata e importante come
quella dell'endometriosi. Grazie.
Grazie, collega
Giannetta. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Anch'io intervengo per accodarmi, anche a nome di tutto il Partito
Democratico, alla posizione positiva nei confronti di questa proposta
legislativa che abbiamo discusso in Commissione e per la quale abbiamo anche
lungamente audito le amiche dell'associazione di “La voce di una è la voce di
tutte”, che ha portato all'attenzione una patologia che continua ad essere
misconosciuta. Credo che questo sia un primo valore. La legge precedente
sicuramente, come tante altre purtroppo, non ha avuto presa in considerazione
verosimilmente anche delle sottolineature del collega Laghi.
Si
possono fare tante cose buone, ma se poi non vengono controllate e monitorate,
non si hanno dei risultati che spingano i medici e il personale sanitario e la
stessa nostra collettività ad andare avanti nella proposizione degli atti ed è
evidente che questo rischia di andare giù. Tutti i colleghi, medici e non,
hanno sottolineato ovviamente l'importanza di una diagnosi precoce per una
patologia che non va assolutamente trascurata e che si conosce poco. Questo è
un problema. Uno riconosce le patologie che riesce a conoscere e che ha
studiato e spesso e volentieri questa che è una malattia, una patologia con
molte modalità anche di presentazione e si accompagna, soprattutto nella
giovanissima età, ad una sintomatologia di natura ansioso-depressiva, di
agitazione, attacchi di panico, sostenuta spesso dal discorso dolore, che passa
invece in secondo piano perché si valuta la giovane età e la presenza dei segni
e sintomi psicologici. Per cui, credo che sia intanto molto interessante e
importante l’avere inserito tra le diverse professionalità – speriamo, essendo
su base volontaria bisognerà che questi professionisti diano la loro
disponibilità - la presenza degli psicologi perché in questo tipo di patologia
è necessario anche essere sostenuti. Il lavoro che fanno le associazioni di
volontariato di mettere in rete le donne, le ragazze, le giovani, trovando un
supporto tra pari è molto importante, ma è altrettanto importante poi avere il
professionista a cui si possono rivolgere quando le situazioni non possono
essere gestite solamente con dei consigli personali.
Altro
aspetto importante - è inutile sottolinearlo – è l’urgenza che la diagnosi sia
fatta rapidamente, come è altrettanto urgente che questa tematica sia sempre
più discussa, presentata, proposta all'attenzione della collettività; spesso e
volentieri non c’è l’attenzione giusta, ognuno ci arriva solamente quando ha il
caso in famiglia, come del resto capita nella stragrande maggioranza delle
nostre delle patologie.
Ben
venga, quindi, la giornata regionale anche se io ritengo che su questo si possa
fare molto di più. Moltissime delle donne non si sottopongono a valutazioni e
visite perché hanno un costo; le nostre liste d'attesa sono particolarmente
lunghe e andare da un ginecologo o avere un ginecologo di riferimento ancora
sembra quasi un tabù, se non sei sposato o non hai dei figli o comunque hai una
certa età, mentre io ritengo che un'attività, per esempio, di screening possa
essere fatta.
Su
questo immagino che si possa lavorare, così come mi piacerebbe pensare - questo
l’ho anche sostenuto un po' in Commissione e ovviamente richiede atti
successivi – di avere un centro di riferimento regionale per l'endometriosi. Un
centro di riferimento regionale potrebbe non essere sufficiente a vedere
l'elevata prevalenza di questa malattia però potrebbe essere il collante di
tutte le strutture che esistono al livello degli ospedali, dove ci sono
comunque validi ginecologi, svolgendo magari un’azione più di natura culturale,
di ricerca e di raccolta perché è da quello che poi nascono i dati che possono
essere controllati. Altro aspetto importante sul quale penso dovremmo
riflettere, anche in sedi e luoghi diversi dal Consiglio regionale, è di
riconoscere delle tutele particolari, soprattutto alle lavoratrici che sono
affette da endometriosi. In ogni caso il nostro voto è assolutamente positivo e
ringrazio anch'io il consigliere Comito per questo lavoro importante che è stato
realizzato.
Grazie, collega Bruni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Sarò telegrafico. Chiaramente anch'io mi complimento per
questa proposta e già posso annunciare la dichiarazione di voto favorevole di
tutto il gruppo del Partito Democratico. Volevo, però, sottolineare, in maniera
costruttiva, un aspetto alla collega Straface: pochi giorni fa la cittadella
regionale è stata illuminata di Viola, come lei immagino sappia benissimo, per
stare vicino a chi è affetto dalla fibromialgia. In questo Consiglio regionale
qualche mese fa, su mia iniziativa, è stata approvata una mozione importante
che impegnava la Giunta regionale a trattare con maggiore forza questo tema,
facendo sì anche che si creassero dei centri all'interno di presidi già
esistenti e si specializzassero i sanitari su queste patologie perché oggi,
purtroppo, i calabresi che ne sono affetti vanno fuori regione. Le volevo
sottolineare, quindi, come in questi giorni, dopo che la cittadella è stata
illuminata di viola, sono stato chiamato da tante persone affette da
fibromialgia e che, appunto, sollecitano questo intervento.
Le
passo la palla in quanto Presidente della Commissione per cercare di accelerare
e di stimolare la Giunta affinché si attuino quelle che erano le regole di
ingaggio previste all'interno della mozione. Grazie.
Grazie, collega
Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.
Non
ripeterò gli interventi degli altri, però ne approfitto per valorizzare
l'iniziativa del dottore e consigliere Michele Comito che ne è stato il primo
sottoscrittore. Vorrei cogliere anche l'occasione per evidenziare un aspetto
fondamentale: se noi creiamo queste iniziative e interventi legislativi per
evitare di vanificare la portata di questi interventi, così come abbiamo fatto
anche per altri istituti - mi viene in mente il registro dei Tumori che va
attivato nella sua funzione - ma tutte quelle attività che comunque devono
avere un senso, dobbiamo in un certo qual modo anche accelerare alcune
procedure. In un intervento, mesi addietro, sul tema dell'endometriosi, il
consigliere Laghi parlava di una carenza sostanziale di prevenzione. La
prevenzione in Calabria manca per tantissime patologie. Il problema oltre alla
prevenzione è poi anche quello dell'attuazione degli intenti che noi abbiamo in
materia sanitaria. Qua voglio ribadire - sotto certi aspetti non è una novità –
che la necessità che si abbia una sanità corretta efficace nei confronti di
tutti i cittadini calabresi sicuramente chiede anche un'accelerazione sotto il
profilo della prevenzione, della possibilità di cura e di trattamento sanitario
di tantissime gravissime malattie.
Vogliamo
ricordarlo: la Calabria in proporzione al numero di abitanti è la regione che
ha più malati cronici. E, oltre ad avere più malati cronici, ha più malati che
si spostano purtroppo fuori regione. Se vogliamo intervenire anche rispetto a questo
deficit, che incide anche sotto il profilo finanziario - l'altra volta abbiamo
ricordato che le finanze comunitarie possono incidere nell'ambito della
progettazione della Calabria per il 2 per cento, rispetto al bilancio regionale
- dobbiamo intervenire sulla spesa della sanità e possiamo intervenire
abbattendo alcuni costi diretti dell'ente, sui rimborsi al sistema del servizio
sanitario regionale delle altre regioni, ma anche ai costi che supportano le
famiglie per andare fuori regione.
La
soluzione delle convenzioni, allora, portando degli esperti anche nelle diverse
discipline, non traduce in Calabria soltanto il know conoscitivo diretto delle
singole patologie, ma consente in un certo qual modo di anticipare la risposta
a quella domanda di salute che interviene.
Ovviamente
il mio voto è assolutamente favorevole, sarò sempre favorevole a queste
iniziative a cui, però, devono poi seguire degli atti concreti, altrimenti
rimangono scatole vuote.
Grazie, collega
Talerico. Collega Straface, se vuole può intervenire per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.
Volevo giusto porre
l'attenzione rispetto alla richiesta del consigliere Alecci, in merito alla
fibromialgia: ho già trasmesso la sua mozione al Dipartimento salute; stiamo
valutando se c'è la possibilità… Purtroppo la fibromialgia non rientra nei LEA,
non è prevista, ma ciò non toglie che possiamo comunque lavorare su un disegno
di legge che vada nella direzione di prevenzione, di assistenza, e prossimamente
sarà portata in Commissione per essere discussa. Naturalmente il nostro voto
non può che essere favorevole. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie. In realtà
utilizzerò pochi secondi del tempo a cui ho diritto perché sia l'intervento del
collega Giannetta sia quello dell’onorevole Talerico - il primo collega anche
medico - hanno puntualizzato il problema della diminuita fertilità femminile.
Anche io ammetto la non chiara origine di questa patologia e la fertilità in
generale in Italia è molto in decremento, sia quella femminile sia quella
maschile, tant'è che la qualità degli spermatozoi e il loro numero è andata
progressivamente peggiorando la prima e diminuendo la seconda. Rispetto a
qualche decennio fa, la quantità media per millilitro di spermatozoi si è
ridotta del 50 per cento. Su questo ci sono delle prove assolutamente non
discutibili, scientifiche intendo, per cui è l'influenza di un ambiente inquinato
che determina questo tipo di problema. Intervenendo, quindi, sui determinanti
ambientali di salute cioè sulla salubrità dell'acqua, dell'aria e del suolo
certamente si prevengono le malattie e si evitano tutti i disagi collegati. È
una cosa che ho voluto condividere, è importante – concludo - considerato che
probabilmente non tutti sanno che la ricaduta percentuale sulla nostra salute
del Sistema Sanitario arriva intorno al 15-20 per cento e una quota uguale o
maggiore è collegata proprio ai determinanti ambientali di salute. Grazie.
Grazie, collega Laghi.
Ha chiesto di intervenire il collega Comito, per dichiarazione di voto. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo rapidamente,
intanto per ringraziare i cofirmatari della proposta di legge: ci abbiamo
lavorato tutti insieme e quindi credo che abbiamo fatto veramente un passo
avanti oggi qui in regione. Peraltro, ho anche apprezzato tutti gli interventi
che, certamente, hanno contribuito a rendere il dibattito ancora più
interessante. Giusto per precisare: già ieri mi sono messo un po' all'opera con
un collega ginecologo con quale abbiamo anche individuato il modo e i criteri
per poter realizzare un adeguato screening delle nostre giovani donne e che va
rivolto alla fascia d'età tra i 16 e 18 anni; quindi, vicepresidente Princi, si
può collaborare con le scuole, specialmente con gli ultimi due anni delle
superiori, dove si può fare un’attenta valutazione nelle nostre ragazze. È lì
che va fatta la vera prevenzione, collega Talerico, perché è in quella fascia
d'età che bisogna intervenire, onde evitare i danni irreparabili, compresa
l’infertilità della quale parlava il dottore Giannetta.
Voglio poi precisare, per quanto ha detto
anche la collega Bruni, che c'è al vaglio un disegno di legge che prevede il
riconoscimento della patologia a livello nazionale, con la possibilità di far
partecipare alle Commissioni di invalidità uno specialista - spesso la
patologia viene misconosciuta e sottovalutata dalle Commissioni stesse - e
anche il riconoscimento del congedo mestruale proprio a significato che la
patologia è molto seria e deve essere oggetto di attenzione anche
nell’interesse delle nostre giovani lavoratrici. Grazie.
Grazie, collega Comito.
Se non ci sono interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
All’articolo 4 è stato
presentato l'emendamento, protocollo numero 9708, a firma del consigliere Montuoro
a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. L'articolo 4 della proposta di legge numero 164/12^ è così modificato: “L’introducendo articolo 10 (Disposizioni finanziarie) è soppresso”.
Leggo la relazione illustrativa: l’emendamento si rende necessario per dare seguito alle osservazioni formulate dal Dipartimento economia e finanza con protocollo numero 201979 del 04/5/2023. Le disposizioni finanziarie al provvedimento sono contenute nell’introdotto articolo 4-bis della proposta in esame.
Il presente emendamento non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 9708. L’emendamento è approvato.
Articolo 4
(È approvato per come
emendato)
Articolo 4-bis
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato così come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto sette dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 167/12^ di iniziativa dei consiglieri Cirillo, Tavernise e Gentile, recante: “Istituzione del “Mese dei Bronzi di Riace””.
Cedo la parola al consigliere Cirillo per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. La Regione Calabria, come noto, faceva parte della Magna Grecia ovvero l'insieme di colonie sorte nell’Italia meridionale per mano dei Greci lontano dalla madrepatria.
Tra le prime colonie annoveriamo Sibari, Crotone, Caulonia e anche Rhegion, l'attuale Reggio Calabria, Locri Epizefiri; successivamente, le colonie già presenti nel territorio della Magna Grecia fondano, a loro volta, delle sub-colonie con ruoli di grande importanza. Tra quelle calabresi ricordiamo: Hipponion, l’attuale Vibo, Medma, l’attuale Rosarno, e Metauros, l’attuale Gioia Tauro.
La storia di ogni Provincia calabrese è, dunque, permeata dalla civiltà classica greca e i Bronzi di Riace sono considerati tra le testimonianze più significative dell'arte greca classica.
Sono due statue bronzee raffiguranti due uomini nudi, originariamente armati di scudo e lancia, risalenti al V secolo avanti Cristo e ritrovate il 16 agosto nel 1972, in eccezionale stato di conservazione, sul fondo del Mar Ionio, nei pressi del Comune di Riace Marina, da un appassionato subacqueo durante un'immersione a circa 200 metri dalla costa e alla profondità di 8 metri.
Dopo un primo restauro, realizzato tra il 1975 e il 1980 a Firenze, le due statue sono stato oggetto di un lungo lavoro di restauro, portato avanti al laboratorio di restauro posto nel Museo di Reggio, negli anni 1992-1995, e finalmente concluso nell'ultimo intervento, eseguito tra gli anni 2010 e 2013, nella sala allestita appositamente presso la sede del Consiglio regionale della Calabria, che ha ospitato i Bronzi durante il periodo di chiusura del Museo per un lungo lavoro di ammodernamento.
Fin dalla loro scoperta, i Bronzi di Riace hanno goduto di una grande attenzione da parte del mondo scientifico, ma anche del grande pubblico sia a causa dell’avventurosa vicenda del loro ritrovamento e della loro indiscutibile bellezza sia a causa del desiderio di rispondere a quesiti riguardanti le loro origini, la loro destinazione e il motivo del loro ritrovamento tra i fondali marini calabresi.
Testimoni e simboli indiscussi dell’appartenenza della regione alla Magna Grecia, i Bronzi, riconosciuti in ambito nazionale e internazionale come capolavoro scultoreo dell'arte greca, sono diventati uno dei simboli più affascinanti e identitari della città di Reggio Calabria e dell'intera Regione.
Nella scorsa stagione estiva, in occasione del cinquantesimo anno dal loro ritrovamento, sono state realizzate delle attività dirette alla valorizzazione dei Bronzi e di ciò che essi rappresentano sotto i profili culturali, storici e scientifici.
La proposta di legge prevede di incrementare, incentivare e rendere permanenti le attività di promozione dei Bronzi, favorendo la crescita del marketing territoriale regionale e aumentando l'attrattività turistica, attraverso l’istituzione di un mese dedicato in maniera stabile alla scoperta e riscoperta di tali opere d'arte.
Durante tale mese, individuato tra il 16 luglio e il 16 agosto, data in cui ricade l'anniversario del ritrovamento delle statue, si prevede la realizzazione di una manifestazione a carattere culturale, storico, enogastronomico, sportivo che, accrescendo la conoscenza e la storia dei due “guerrieri” e delle ipotesi connesse al loro ritrovamento e promuovendo, di conseguenza, l'approfondimento della storia regionale, delle suggestioni della Magna Grecia e del bagaglio culturale che quel periodo ha lasciato all'intera Regione Calabria, riesca a migliorare e potenziare l’attrattività turistica regionale.
La previsione che il programma annuale includa di volta in volta attività diverse, comprensive di manifestazioni prettamente culturali, artistiche, sportive, si prefigge l'obiettivo di stimolare la curiosità di una variegata platea di turisti.
La promozione degli eventi consentirà sia di mantenere viva l'attenzione nei confronti della valorizzazione di tali opere d'arte uniche al mondo sia di attirare il turista, incuriosirlo a partecipare a tali eventi mai uguali e, quindi, indurlo a programmare un ritorno costante in Calabria per scoprire e vivere manifestazioni dedicate ai due guerrieri, che assumono, tuttavia, annualmente caratteristiche diverse e peculiari sull'intero territorio calabrese.
La definizione temporale degli eventi potrebbe determinare una naturale espansione della stagione turistica regionale, storicamente concentrata nelle due settimane centrali di agosto, con significative ricadute positive sul territorio regionale.
Per consentire l'organizzazione degli eventi previsti dalla proposta, già a partire dalla stagione turistica dell'anno in corso, appare opportuno indicare la clausola dell’urgenza e prevedere, quindi, l'entrata in vigore della norma il giorno successivo a quella della sua pubblicazione. Grazie.
Grazie, consigliere Cirillo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Volevo ringraziare il consigliere Cirillo per l'illustrazione, la consigliera Gentile per la disponibilità a firmare insieme a me questa proposta di legge che proviene dalla sesta Commissione, ma soprattutto, mi sento di ringraziare la vicepresidente della Giunta regionale, Giusy Princi, che ci ha praticamente aiutato e supportato in tutto nella redazione di questa proposta di legge.
Presidente Mancuso, questa è una proposta di legge che reputo molto importante perché diamo la possibilità, quindi, storicizziamo dal 16 di luglio al 16 di agosto – a partire da quest'anno o al massimo dall'anno prossimo, ma mi auguro che si riesca a fare qualcosa già da quest'anno – l'istituzione del mese dei Bronzi di Riace, attraverso eventi, itinerari, studi, cerimonie, per far conoscere sempre di più il patrimonio artistico-culturale forse più importante della Calabria, i Bronzi di Riace, che hanno una valenza, direi, quasi mistica, soprattutto a Reggio Calabria e nella provincia..
Sono convinto che si debba far conoscere questo fenomeno sempre di più soprattutto nelle altre quattro province della Regione, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro, perché sono assolutamente sicuro che nelle province lontane da Reggio Calabria non si capisca l'importanza e la straordinarietà che i Bronzi di Riace hanno per la Calabria e per tutti i calabresi.
Invito, quindi, i colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione, a dare un parere positivo al provvedimento. Si faranno, poi, degli avvisi pubblici, sentiti la Città Metropolitana e il Museo nazionale di Reggio Calabria e, quindi, ci sarà la possibilità di attingere a delle risorse dei fondi comunitari che possono essere utilizzati per creare queste nuove iniziative. La ringrazio, Presidente.
Grazie, consigliere Tavernise. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per rimarcare che la nostra è una terra chiaramente ricca di cultura, di storia, di tradizione e a ricordarcelo ci sono proprio loro questi nostri due kouroi, guerrieri, che ci parlano di una Calabria di tanto, tanto tempo fa – che, però, fu influente – posizionata all'interno e al centro di tutte le rotte del Mediterraneo dell'antichità che, all'epoca, davano valore a questa nostra terra e che, oggi, invece, sono diventate quasi, come dire, le rotte della disperazione piuttosto che non della crescita.
Anche questo è, forse, quello che dovremmo invertire, attraverso i Bronzi e anche questa proposta legislativa che consente di mettere al centro queste nostre statue straordinarie che non sono della Calabria, ma dell'Italia, dell'Europa, del mondo, perché appartengono al patrimonio dell'umanità e devono essere sicuramente in grado di attrarre una quantità di turisti e non solo. Infatti, ci sono tanti calabresi, purtroppo, che non li hanno visitati e conosciuti.
I Bronzi possono, certamente, creare un indotto che, finora, non ci hanno aiutato a realizzare, non per loro e nostra mancanza.
Credo che il cinquantesimo anno dal loro ritrovamento abbia avuto, con tutte le iniziative intraprese, il grande valore di attirare l'attenzione e di mantenerla, anno dopo anno; l’istituzione di questo mese penso sia estremamente importante perché ripropone, una volta all'anno, quest’attenzione e questa centralità, assolutamente strategica, confermando la centralità dei Bronzi all'interno della Calabria, ma anche della Calabria all'interno del bacino del Mediterraneo e, quindi, dell'Europa.
Penso che i Bronzi possano aiutarci a guadagnare l’attenzione dell'Europa, che meritiamo, non solo perché non spendiamo bene i Fondi europei, ma, piuttosto, per la considerazione che, essendo al centro del Mediterraneo, possiamo giocare un ruolo chiave nelle dinamiche anche europee.
Siamo Europa e Mediterraneo, contemporaneamente e in egual misura, e questo ce lo dice la nostra genetica e il fatto che siamo una mistura di geni particolari che provengono da varie parti del mondo, che si sono stratificati nei millenni e che adesso si ripropongono e che dalla Calabria si espandono ancora di più nel nord Europa, in tutta una serie di altri Paesi del mondo.
Quindi, le nostre identità sono dei semi piantati, nati da terre lontane con l'influsso dei Greci, dei Bizantini e così via, ed è quello che dobbiamo continuare a valorizzare, perché il patrimonio della diversità è, sicuramente, importante da testimoniare.
La valorizzazione di tutto questo serve soprattutto per ricostruirci come terra, come collettività, riguadagnare una serie di considerazioni che per tanti anni non ci hanno visto in maniera positiva e credo che i nostri Bronzi possano aiutarci in questo percorso.
Quindi, esprimo il mio parere e quello di tutto il Partito Democratico assolutamente favorevole a questo provvedimento.
Grazie, consigliera Bruni. Prima di cedere la parola alla consigliera Gentile, volevo ricordare l'azione che questo Consiglio ha svolto in occasione del cinquantesimo anno dal ritrovamento dei Bronzi. Abbiamo partecipato a tutti gli eventi promossi dall'Assessorato e, quindi, dalla vicepresidente Princi. Prego, consigliera Gentile.
Grazie, signor Presidente. I Bronzi di Riace sono certamente il più grande attrattore turistico e culturale della regione Calabria e, quando il consigliere Davide Tavernise, vicepresidente della sesta Commissione che presiedo, mi ha sottoposto l'idea, l'ho, immediatamente, sposata perché ho subito pensato che l'occasione fosse temporalmente giusta per proporre una legge regionale che riconoscesse proprio il valore dei Bronzi di Riace, istituendo il mese di festeggiamenti a loro dedicato, in continuità, però, con la ricorrenza del cinquantesimo anniversario dal loro ritrovamento.
Durante la fase interlocutoria e preparatoria, alla quale ha partecipato anche la vicepresidente Princi, che ringrazio per la consueta disponibilità, proprio in un'ottica collaborativa, avevo sottoposto l'idea che la rassegna diventasse itinerante, cioè che mantenesse, sicuramente, il suo epicentro nella Città Metropolitana di Reggio Calabria toccando, però, tutte le province calabresi, proprio al fine di favorire la conoscenza e la consapevolezza del nostro prezioso patrimonio storico, turistico e culturale, incentivando così anche il turismo delle radici.
Abbiamo immaginato, alla fine, un racconto itinerante che, come dicevo, attraverserà le cinque province, passando, magari, – in base ad un ragionamento fatto insieme al consigliere Tavernise, alla vicepresidente Princi, ma anche a Salvatore Cirillo, che ha voluto, anche lui, sottoscrivere questa proposta di legge – attraverso un contest che coinvolga e stimoli la libera interpretazione dei giovani e diversamente giovani talenti calabresi, con l’applicazione di arti narrative, visive, figurative, realtà aumentata, che possano diffondere il valore turistico, culturale e identitario dei Bronzi di Riace, in modo da capitalizzare anche l’attenzione del grande pubblico nazionale e internazionale che riconosce i nostri affascinanti guerrieri come un capolavoro scultoreo dell'arte greca.
Non essendo previsti finanziamenti a carico del bilancio regionale, sono certa che la vicepresidente Princi, che ha già dato la massima disponibilità e che tanto si è spesa insieme al Presidente del Consiglio, Mancuso, e al presidente Occhiuto, per la realizzazione di un programma di appuntamenti molto vasto e molto ben articolato che ha attratto migliaia di turisti, proprio in occasione del cinquantenario che si è appena concluso, tenga nella dovuta considerazione, per la programmazione turistico- culturale, al fine di intercettare finanziamenti nazionali e comunitari, questa iniziativa di legge che mi auguro che oggi possa essere votata e approvata all'unanimità, considerata la bontà della proposta e le sue ricadute positive per tutto il territorio. Grazie.
Grazie. Prima di passare all'esame e alla votazione, ha chiesto di intervenire la vicepresidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti quanti i consiglieri e colleghi Assessori. Quella odierna è una pagina storica perché dopo cinquant’anni questa Assise si pronuncia in merito al patrimonio culturale più importante della nostra Regione, fortemente identitario perché è innegabile quanto la Regione sia identificata con la Magna Grecia e che i Bronzi siano patrimonio culturale dell'arte greca classica.
Il mio plauso – legato al ringraziamento ai proponenti, agli artefici di questo disegno di legge, Davide Tavernise, Katia Gentile, Presidente della sesta Commissione, e anche all'altro firmatario Salvatore Cirillo – va a tutta la sesta Commissione che, all'umanità, ha riconosciuto l’importanza di questa legge, identificando i Bronzi come fortemente identitari e molla di quel famoso riscatto sociale, culturale e anche economico.
I Bronzi rappresentano un patrimonio che tutto il mondo ci invidia e che la Calabria ha tardivamente compreso, perché sono da poco trascorsi i cinquant'anni dal loro ritrovamento e ricordo che non c’è mai stato un anniversario – sono trascorsi i dieci, i venticinque anni e non si è mai attuata alcuna iniziativa – quindi, sono rimasti un po' nell'ombra, quando potrebbero e devono diventare quel catalizzatore importante in termini culturali fortemente identitario anche per le nuove generazioni. In tal senso, sarà importante il mio impegno per il coinvolgimento delle Istituzioni scolastiche.
Perché vi giungono i miei complimenti? Perché abbiamo visto il boom di turisti che abbiamo registrato quest'anno; per la prima volta, vi è stata un’importante campagna promozionale, non solo a livello regionale e locale, ma soprattutto nazionale ed internazionale, nella quale ha investito tanto la Giunta regionale – con un investimento di 2 milioni di euro, voluti dal presidente Occhiuto, e che hanno trovato una logica interdipartimentale, coinvolgendo i Dipartimenti istruzione, turismo, agricoltura e sviluppo economico – e vi è stata anche la partecipazione del Consiglio regionale, con il presidente Mancuso, che ha voluto stanziare una cifra altrettanto importante.
Vi voglio dare qualche numero importante: sono state 2.927 le testate italiane e straniere; oltre 300 articoli giornalistici dedicati che hanno parlato del cinquantenario del ritrovamento; 2.746 magazine e testate on-line italiane e straniere tra cui Il Times, l'Ansa Internazionale, Rainews 24, Tgcom, Sole 24 Ore, Ansa, AdnKronos, Corriere della Sera, Repubblica, Quotidiano Nazionale, Il Giorno, Il Resto del Carlino; 171 pagine, periodici, mensili, settimanali, quotidiani; abbiamo avuto servizi e speciali TV, dirette da Rai 1, Uno Mattina, Tg1 - 3 edizioni, servizi su Tg1, Tg2, Tg3, TG5, TG4, Studio Aperto.
Soprattutto questo ha determinato un forte impulso, come dicevamo, al settore turistico ed economico della Calabria, infatti, al Marc, Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, sono state registrate quasi 50.000 mila presenze nel solo mese di agosto, con una media giornaliera di 1500 ingressi.
Questi sono numeri importanti, che hanno veicolato, e non di poco, il settore economico oltre che determinato un forte impulso di carattere sociale e culturale.
Questa legge, pertanto, che va a cristallizzare e a storicizzare, come diceva Davide Tavernise, il 16 agosto, che è la giornata del ritrovamento, e, quindi, i 29 giorni che precedono questo importante giorno, diventa significativa perché i Bronzi diventano occasione culturale di eventi che vanno a coinvolgere, come diceva la consigliera Gentile, tutta quanta la Regione, i Comuni capoluogo di Provincia, la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Mobiliteremo tutte quante le istituzioni scolastiche, i media nazionali ed internazionali, quindi, sarà occasione nuovamente di forte impulso turistico, cristallizzando e storicizzando una data significativa. Ci sarà il coinvolgimento del Dipartimento turismo e anche, ovviamente, del Dipartimento istruzione, che rappresento, cioè saremo tutti quanti insieme a festeggiare i nostri Bronzi e la cultura, che non ha colore politico, come ci ha insegnato quest'oggi questa importante Aula, ma diventa trasversale.
Parlare di cultura, in questo caso, significa anche incentivare lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio.
Grazie e nuovamente complimenti.
Grazie, assessore Princi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Presidente, annuncio il mio voto favorevole, per dichiarazione di voto, a questo provvedimento, perché è un provvedimento ben fatto e plaudo alla collega Katya Gentile anche in qualità di Presidente della Commissione per il lavoro che ha svolto.
Non accetto, però, che ci sia un invito rivolto alla maggioranza da parte dell'onorevole Tavernise a votare proposte di legge a sua firma! Noi non votiamo questa proposta perché l'ha firmata lei questa legge! Non la votiamo per lei perché lei non ha rispetto istituzionale. È inutile che rida, non sorrida, sono molto serio. Lei deve avere rispetto istituzionale di quest'Aula! Lei questo rispetto non ce l'ha! Vicepresidente, lei deve sapere. Poi ne riparliamo, nella discussione di una mozione specifica, del perché il collega Tavernise non ha rispetto istituzionale per i consiglieri di questo Consiglio e quindi neanche per sé stesso…
Presidente, io non permetto un'affermazione del genere. Non la permetto, non permetto un’affermazione del genere da parte...
Lei può se vuole può replicare dopo.
Che fa? Mi toglie la parola? Perché perde la pazienza? Stia tranquillo, io non l'ho persa la pazienza, io non l'ho persa quando lei mi ha offeso.
Non la perda oggi. Stia tranquillo. Lei aspetti…
(Interruzioni fuori microfono del
consigliere Tavernise)
Lei aspetti, dopo, sulla mozione su Longobucco, poi apprenderà cosa ho da dirle nel dettaglio. Grazie.
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 117/12^, di iniziativa dei consiglieri Montuoro e Caputo, recante: “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità”. Prima di procedere alla discussione del prossimo punto all'ordine del giorno, colgo l'occasione per segnalare l’attenzione straordinaria che questo Consiglio regionale sta riservando al tema dell'ambiente, ampliando le aree protette e dando loro, come si sta facendo con la proposta di legge sulle aree protette d’iniziativa dei consiglieri Caputo e Montoro, esaminata dalla Commissione presieduta dal collega Raso, una normativa aggiornata per sostenerla efficacemente. Esprimo il compiacimento del Consiglio per il via libera dato dal Governo, l'altro giorno, alla legge regionale sui cammini naturalistici, storici e spirituali che la Regione Calabria, tra le poche in Italia, ancora non aveva. Anche questo provvedimento va nella direzione di valorizzare il notevole patrimonio ambientale della Calabria, aprendo nuove possibilità di sviluppo sostenibile, nuova occupazione.
Ricordo che abbiamo approvato, in ossequio agli articoli 9 e 32 della Costituzione e della normativa dell'unione europea con al centro lo strumento Rete Natura 2000, la legge che istituisce la riserva nazionale del Mesima, la legge che istituisce la riserva nazionale del Vergari, la legge che ha istituito il Parco marino della secca di Amendolara, la legge sulle piante officinali. L'azione legislativa che in 18 mesi di legislatura abbiamo messo in campo su questo specifico settore non è affatto esaurita, infatti le Commissioni, a breve, sono chiamate a confrontarsi su altri progetti legge in materia.
Oggi approveremo una vera e propria legge quadro “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità” che riforma le normative risalenti a vent'anni addietro. Il Consiglio regionale sta dimostrando un'attenzione speciale per la salvaguardia e la valorizzazione naturalistica, lo sta facendo approvando leggi significative che sono in linea con le nuove sensibilità che si registrano in tutto l'occidente e coerenti con l'impegno per rendere possibile la transizione ecologica per la quale l'Europa mette a disposizione dell'Italia, con il PNRR, circa 70 miliardi di euro. Ora cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente, grazie anche per la disamina importante che ha fatto, rispetto all'attenzione che questa amministrazione, questo Consiglio regionale, la Giunta e il nostro Presidente della Giunta stanno avendo nei confronti della tutela del patrimonio ambientale che ha la Regione Calabria.
Questa proposta di legge intende disciplinare l'istituzione della gestione delle aree protette della Calabria, al fine di garantire e promuoverne la conservazione e la valorizzazione delle aree di particolare rilevanza naturalistica della regione. La presente proposta si rende necessaria allo scopo di aggiornare la complessa disciplina sulle aree protette, definendone i contenuti, rispetto alle varie tematiche, in linea al mutato quadro normativo, sia a livello nazionale che comunitario, e semplificando, inoltre, le pratiche amministrative con lo scopo di rendere più rapida ed incisiva l'azione da parte della Regione Calabria.
Le finalità hanno implicazioni positive per la conservazione, la tutela delle aree protette e della rete della biodiversità calabrese, nonché delle specie vegetali e animali in esse presenti. È prevista, inoltre, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale, l'attuazione di politiche e l'adozione di strumenti di promozione del territorio, in un'ottica di rilancio e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Calabria con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Il disegno in questione indica tra gli obiettivi la conservazione delle specie di fauna selvatica e l'incremento della biodiversità, promuovendo programmi, progetti e modalità di gestione idonei al conseguimento e al mantenimento di densità ottimali per l'equa esistenza tra le specie; assicura la salvaguardia dei biotipi vegetali o forestali e di formazioni geologiche, geomorfologiche, paleontologiche di rilevante valore storico, scientifico e culturale; individua le forme di partecipazione delle comunità locali ai processi di pianificazione di gestione sostenibile delle Aree protette naturali regionali e del sistema della biodiversità calabrese ed, inoltre, intende individuare le modalità di diffusione, uniforme sul territorio regionale, delle informazioni relative alle singole componenti del patrimonio naturalistico ambientale. Si fa riferimento, altresì, per allineare le normative al quadro europeo, all'evoluzione delle aree protette in comunità energetiche rinnovabili, per le finalità di cui alla Direttiva Ue 2018/2001, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, per favorire lo sviluppo e la coesione delle comunità, grazie alla disponibilità di fonti di reddito, ad aumentare l'efficienza energetica delle famiglie e contribuire a combattere la povertà energetica.
La presente proposta intende inserire nel proprio quadro normativo anche la Rete Natura 2000, che è una rete di interesse comunitario e di zone di protezione speciale, creata dall'Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali, prevedendone l'implementazione, inserendo una semplificazione negli strumenti di programmazione dei parchi regionali che prevedono il nuovo piano integrato del parco. Si prevede, tra le altre cose, una semplificazione anche nella composizione del comitato tecnico-scientifico, includendo la partecipazione della rappresentanza degli studenti delle scuole superiori di secondo grado e delle Università calabresi e l'introduzione di strumenti volontari di programmazione negoziata con gli enti locali, con le piccole e medie imprese, con le associazioni di cittadinanza attiva, con le associazioni ambientaliste.
Nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale è prevista l’attuazione di politiche e l'adozione di strumenti di promozione del territorio, in un'ottica di rilancio e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Calabria, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Infine, nell'ambito del sistema contabile e finanziario, col presente disegno di legge si propone l'adeguamento al nuovo contesto normativo e alle regole di contabilità e bilancio. Non deriva nessun onere finanziario dall'attuazione della presente proposta di legge a carico del bilancio regionale, in quanto lo stesso fornisce elementi per la programmazione strategica regionale in materia di aree protette e biodiversità, senza oneri finanziari aggiuntivi.
Inoltre, ogni azione da intraprendere all'interno di tale intervento si può collocare all'interno del piano di azioni prioritarie, approvato con DGR numero 72 del 15/5/2020 e successiva deliberazione del Consiglio regionale del 14/7/2020. Detto piano di azioni prioritarie ha avuto il parere positivo da parte della Commissione europea, giusta nota ministeriale del 30 marzo 2021. Il suddetto piano di azioni prioritarie è stato finanziato dal POR Calabria 2021-2027, azione 2.7.1 (Azione di tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del sistema delle aree protette della Rete Natura 2000 e delle Infrastrutture verdi).
Ricordiamo che l'iter che ha seguito è stato molto importante: è approdata in sesta Commissione il 6 dicembre 2020, con l'intervento anche del dottore Aramini, dirigente del settore parchi e aree naturali protette, del Dipartimento del territorio e tutela dell'ambiente, e di 6 associazioni ambientaliste, cinque delle quali hanno espresso apprezzamenti e parole di elogio parlando non di un passo, ma di un balzo verso la conservazione della natura; approvata, poi, nella seduta del 5 aprile 2023 della quarta Commissione e, infine, approvata nella seduta di venerdì 5 maggio 2023 nella Commissione bilancio, per quanto concerne la parte finanziaria.
Ringrazio particolarmente il collega Pietro Raso, Presidente della quarta Commissione Ambiente, per il prezioso contributo al lavoro sinergico e, soprattutto, ringrazio il collega Pierluigi Caputo con il quale siamo firmatari di questa proposta di legge e con il quale abbiamo lavorato intensamente per arrivare alla sua stesura definitiva, nonché tutti i colleghi e anche coloro i quali hanno contribuito con degli emendamenti. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vedo con grande favore questa proposta di legge che va a sistematizzare e ad organizzare ancora meglio il sistema delle aree protette calabresi. Vorrei su questo fare una breve riflessione: effettivamente, c'è stato, come lei ha detto all'inizio, un'accelerazione degli ambiti territoriali protetti, con l’individuazione delle riserve che ha ricordato e con proposte di legge, che sono attualmente leggi, che sono passate nella Commissione Ambiente che vede il collega Raso attento e sensibile Presidente.
Debbo, tuttavia, dire come in realtà questo non possa essere in nessun caso considerato un ambientalismo di facciata oppure una rincorsa alla limitazione delle attività sui territori. Innanzitutto, tengo a sottolineare come la percentuale dei territori protetti in Calabria sia sostanzialmente in linea con la percentuale nazionale, forse addirittura leggermente inferiore, cioè fra il 18 e il 19 per cento. Quindi, è nostro interesse ulteriormente promuoverlo, come credo che faremo, perché ci sono già delle proposte di legge in tal senso.
Una cosa che, però, mi preme particolarmente segnalare è che, diversamente da quanto qualcuno malevolmente talora voglia rappresentare, la presenza di aree protette non è un vincolo che danneggia il territorio, l'economia e quant'altro, ma è un investimento che unisce alla conservazione del patrimonio della biodiversità, bellissimo, ricchissimo e fragilissimo calabrese anche un investimento di salute – l’ho detto prima - e un investimento economico. La nostra regione ha un formidabile volano economico e di progresso economico in un ambiente che è nostro preciso interesse salvaguardare e munire sempre di più. Quindi, ben vengano le leggi che servono ad armonizzare e organizzare meglio le attività protezionistiche territoriali che sono, lo ribadisco, un volano certo della tutela della salute dei calabresi e dello sviluppo economico della nostra regione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Il punto all'ordine del giorno, ampiamente discusso in Commissione ambiente e territorio, così come è stato detto, va a disciplinare, dopo vent'anni, una materia importante che riguarda appunto la conservazione, la valorizzazione di aree di particolare rilevanza naturalistica della regione, nonché - ed è questo un aspetto importantissimo - il recupero di quelle aree degradate, nell'ambito dei principi contenuti nella legge del 6 dicembre del 1991, la numero 394.
La legge in trattazione, così come è stato detto dal collega Montuoro, vuole abrogare quella vecchia sulle aree protette, datata luglio 2003, in tema di ambiente e biodiversità, andando, quindi, a definire un quadro normativo che sia al passo con i tempi e con le direttive nazionali in materia di ambiente.
In vent'anni, infatti, la sensibilizzazione ambientale, così come le norme in materia di biodiversità, sono cambiate e, quindi, si è reso necessario questo complesso intervento anche al fine di implementare e adeguarsi agli standard che vengono suggeriti da Rete Natura 2000. Il programma europeo sopraccitato conta al suo attivo 26 mila siti in Europa di cui 184 si trovano in Calabria. Questi siti, naturalmente, vanno regolamentati da direttive, da piani di gestione, da valutazioni ambientali, ma, soprattutto, vanno sottoposti a delle misure di conservazione.
Tutto questo non era previsto nella legge del 2003; alcuni aspetti importanti che vorrei mettere in risalto e che riguardano questo quadro normativo sono ad esempio la VINCA, che è uno dei procedimenti previsti da Rete Natura 2000 e che mancava nella legge, come anche un aspetto importantissimo riguarda proprio gli organi di vigilanza, perché attraverso questa nuova legge è stata introdotta, innanzitutto, una semplificazione amministrativa del comitato tecnico scientifico delle aree protette, ma è stato previsto, in particolar modo, il coinvolgimento attivo del mondo del volontariato, attraverso la regolamentazione delle guardie ecologiche volontarie.
Anche qui l'intervento normativo si è reso necessario perché la legge a cui si faceva riferimento è una legge del 2007 e ha visto soprattutto un superamento nel cambio delle competenze amministrative di riferimento.
È importante anche ricordare che questo Consiglio regionale - lo diceva il presidente Mancuso all'inizio, nell’andare ad introdurre il punto all’ordine del giorno -, guidato dal presidente Occhiuto, ha raggiunto un importante traguardo perché solo negli ultimi sei mesi sono state istituite tre aree protette: il parco Marino di Amendolara, per il quale sono stata la presentatrice della legge e anche la relatrice; la riserva del Vergari e quella della foce del Mesima. Le ultime aree - è giusto ricordarlo - precedentemente istituite risalgono agli anni ’90, come, ad esempio, quella del lago di Tarsia, mentre quella più recente è stata istituita nel 2006 ed è il Canyon di Valli Cupe. Abbiamo raddoppiato le riserve regionali in solo 6 mesi, andando ad allinearci a quelli che sono gli standard europei che sono stati messi in campo da Strategia Europa che prevede il raggiungimento dell'obiettivo del 30 per cento di superficie destinata alle Aree protette entro il 2030.
Il nostro, quindi, non può che essere definito un comportamento virtuoso perché il 30 per cento l'abbiamo raggiunto ad oggi, nel 2023.
Attraverso questa nuova normativa, si aggiunge un organo importante che riguarda la Consulta del parco, così come è prevista all'articolo 18; Consulta del parco che è un organo di supporto e di indirizzo propositivo e consultivo, formato, naturalmente, dalle associazioni ambientaliste, dalle associazioni di promozione turistica, dalle associazioni del mondo produttivo, da quelle venatorie, ittiche; questo ritengo che sia un aspetto importantissimo, come anche la presenza della Consulta degli studenti di ciascuna Provincia territorialmente interessata e del Consiglio degli studenti di ciascuna Università calabrese. Questo è un altro aspetto che merita particolare attenzione in quanto prevede il coinvolgimento dei giovani al mondo dell'ambiente che li circonda. L’educazione ambientale ritengo che sia una missione determinante ed è per questo che, attraverso questo Consiglio, vi è la necessità di lavorare, in particolar modo, su quella che è l'educazione ambientale dei giovani e dei giovanissimi in età scolare, offrendo loro un contesto chiaro, che è rivolto alla tutela, alla salvaguardia ambientale, attraverso progettualità nelle scuole.
E uno degli elementi di novità che introduce questa legge - a tal proposito sono stati reperiti fondi pari a 2 milioni di euro – è che le risorse economiche previste naturalmente non gravano sul bilancio regionale. Stiamo investendo con la programmazione comunitaria 2021-2027 attraverso i PAC, individuando nel quadro delle azioni prioritarie sulla biodiversità un primo e fondamentale step. Attraverso il documento di programmazione, già approvato in Consiglio regionale e supportato anche a livello nazionale ed europeo per la programmazione 2023- 2027, sono stati individuati 92 milioni di euro. Quindi, il forte impulso dato dalla Commissione ambiente, dal suo presidente Raso e dal presidente Occhiuto, segna già una forte controtendenza perché per troppo tempo non è stato mai valorizzato, come adesso, il patrimonio naturalistico. Dall'insediamento di questa Giunta si è messa in moto una visione differente, perché investire nell'ambiente, investire nella sua tutela, vuol dire, soprattutto, garantire una crescita da un punto di vista sociale ed economico. Grazie.
Grazie, collega Straface. Non ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
All’articolo 2 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A011, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Questo e gli altri emendamenti che ho presentato vanno nella direzione di valorizzare e promuovere il territorio protetto, dando ovviamente spazio all'agricoltura multifunzionale, al paesaggio agrario e agli agricoltori che operano nelle aree protette.
Nello specifico l’emendamento è il seguente: <<All'articolo 2, 2 comma, lettera g) dopo le parole “applica e promuove modelli di gestione ambientale idonei a realizzare l'equilibrio tra l'ambiente naturale e le attività antropiche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, architettonici, archeologici e storici, nonché, delle attività agricole produttive e agrosilvopastorali, di agricoltura biologica e” sono aggiunte le seguenti parole “agrituristica, nonché” e dopo le parole “di ogni altra attività economica tradizionale attualmente in uso, del turismo naturalistico e del tempo libero, nel rispetto delle finalità di tutela e conservazione naturalistica” sono aggiunte le seguenti parole “ivi comprese le attività che, ai sensi della legge 141/2015 e della normativa regionale derivata, l’agricoltura sociale esprime nell'ambito dei servizi di utilità sociale, affiancando alla tradizionale funzione produttiva, anche legata ai prodotti tradizionali del territorio, la capacità di generare benefici attraverso servizi innovativi nell'ambito dell'assistenza e del coinvolgimento della comunità”>>. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A011. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 2.
Articolo 2
(È approvato
per come emendato)
All’articolo 3 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A10, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. All'articolo 3, comma 1, dopo le parole “Il sistema regionale delle aree naturali protette e della biodiversità, di seguito aree protette, è l'insieme dei territori dove sono presenti formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse con rilevante valore naturalistico, paesaggistico,” e aggiunta la parola “agricolo”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parole del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A10. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 3
Articolo 3
(È approvato
per come emendato)
All’articolo 4 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A09, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie. All'articolo 4, comma 1, lettera d) dopo le parole “la conservazione e valorizzazione dei valori paesaggistici, storico-culturali” si aggiungono le seguenti parole “nonché del sistema agricolo, con le sue funzioni di presidio e di sviluppo dei paesaggi e dei territori”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A09. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 4.
Articolo 4
(È approvato per come emendato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
All’articolo 7 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo è l’emendamento protocollo numero 9732/A02, a firma del consigliere Alecci, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, signor Presidente. Gli
emendamenti a mia firma all'articolo 7, sia al comma 1 sia al comma 2, sono
stati già assorbiti da emendamenti presentati precedentemente dal consigliere
Montuoro; quindi, in realtà, sono assorbiti, non li ritiro ma si ritrovano in
un emendamento già presentato precedentemente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.
Vorrei aggiungere, per ragioni di completezza, che ci siamo confrontati col collega Alecci. Siccome questo emendamento e il suo successivo sono assorbiti da quello che abbiamo presentato insieme a lei, relativamente allo stesso articolo, i contenuti li abbiamo condivisi e, quindi, il collega li ritira solo per questa ragione: i contenuti sono già stati inseriti e quindi condivisi da entrambe le parti. Grazie.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 9725/A01, a mia firma e a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente.
All’articolo 7, comma 2, lettera l) dopo le parole “indicati dalle Università della Calabria” vengono inserite le parole “e dagli Ordini professionali”.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Il parere del relatore è scontato.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9725/A01. L’emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 9753/A08, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Al comma 2, dell'articolo 7, dopo la lettera m) si inserisce la lettera n) e le seguenti parole “da due rappresentanti indicati dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A08. L’emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 9737/A04, a firma del consigliere Alecci. Anche questo è superato?
Si, signor Presidente, gli
emendamenti protocollo numero 9737/A03, A04 e A05 sono superati quindi li
ritiro, Presidente.
Pongo in votazione l'articolo 7.
Articolo 7
(È approvato per come emendato)
Articolo 8
(È approvato)
All’articolo 9 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9753/A07, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie. All'articolo 9, alla fine del comma 1 sono aggiunte le seguenti parole “e sono definite, nel rispetto delle finalità della presente legge, in coerenza con gli obiettivi e le misure adottate nell'ambito del programma regionale sullo sviluppo rurale” alla fine della lettera b) del comma 2 sono aggiunte le seguenti parole “compresa quella agricola”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A07. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo 9.
Articolo 9
(È approvato per come emendato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
All’articolo 16 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A06, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. All'articolo 16 dopo la lettera e) si aggiunge la lettera f) e le seguenti parole “uno su designazione delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale”. Di seguito e prima del comma 2 si aggiungono le seguenti parole “Nel caso di parità di voto prevale il voto del Presidente”. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A06. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 16
Articolo 16
(È approvato
per come emendato)
All’articolo 17 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A05, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie, Presidente. Alla lettera c) del comma 2, dell'articolo 17, dopo le parole “esprime il parere obbligatorio” si aggiunge la seguente parola “non vincolante”.
Alla lettera e) dell’articolo 17 dopo le parole “e) promuovere l'equilibrio fra gli obiettivi di protezione naturalistica” si aggiungono le seguenti parole “di valorizzazione del paesaggio agricolo e forestale con”.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A05. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo 17.
Articolo 17
(È approvato
per come emendato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Articolo 21
(È approvato)
All’articolo 22 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A04, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Alla lettera f) del 2 comma dell'articolo 22, alla fine sono aggiunte le seguenti parole “che comprende, in particolare, la gestione ed il controllo della fauna selvatica. A tal fine, gli agricoltori ed i proprietari di fondi limitrofi alle aree contigue possono intervenire, ai sensi e nel rispetto della normativa statale e regionale, per porre in essere azioni di contenimento in un'ottica di conservazione degli equilibri ecologici del parco”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A04. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 22.
Articolo 22
(È approvato
per come emendato)
Articolo 23
(È approvato)
Articolo 24
(È approvato)
Articolo 25
(È approvato)
Articolo 26
(È approvato)
Articolo 27
(È approvato)
Articolo 28
(È approvato)
All’articolo 29 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9725/A02, a mia firma e a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Articolo 29, comma 1, dopo le parole “nomina il Direttore” vengono eliminate le parole “tra soggetti inclusi nell'albo degli idonei all'esercizio dell'attività di Direttore di parco tenuto presso il MITE”.
Grazie. Parere della Giunta?
GALLO
Gianluca, Assessore all’agricoltura,
risorse agroalimentari e forestazione
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9725/A02. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 29.
Articoli 29
(È approvato
per come emendato)
Articolo 30
(È approvato)
Articolo 31
(È approvato)
Articolo 32
(È approvato)
Articolo 33
(È approvato)
Articolo 34
(È approvato)
Articolo 35
(È approvato)
Articolo 36
(È approvato)
Articolo 37
(È approvato)
Articolo 38
(È approvato)
Articolo 39
(È approvato)
Articolo 40
(È approvato)
Articolo 41
(È approvato)
Articolo 42
(È approvato)
All’articolo 43 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A03, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Dopo la lettera g) del 2 comma dell’articolo 43 si aggiunge la lettera h) e le seguenti parole “a promuovere forme di collaborazione tra le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale e gli enti regionali competenti, finalizzate alla diffusione di alveari e alla promozione della loro tutela, per l'impollinazione di colture agricole e il mantenimento di un equilibrio ottimale dei livelli di biodiversità”; alla fine del 3 comma inserire le seguenti parole: “nonché ricorrere agli strumenti di collaborazione, di cui agli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 228/2001, per la conclusione di accordi con gli imprenditori agricoli che si impegnino nell’esercizio dell'attività di impresa volta ad assicurare la tutela delle risorse naturali, delle specie selvatiche di flora e fauna e del patrimonio di biodiversità che caratterizza i territori”. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A03. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo 43.
Articolo 43
(È approvato
per come emendato)
Articolo 44
(È approvato)
Dopo l'articolo 44 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A02, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Al capo IV dopo l'articolo 44 si aggiunge l'articolo 44-bis e le seguenti parole “Ai sensi dell'articolo 22, comma 6, della legge numero 394 del 1991, il soggetto gestore delle aree naturali protette adotta piani di controllo necessari per ricomporre gli squilibri ecologici. In caso di inerzia dell'ente gestore e in presenza di danni alle produzioni agricole, anche nelle aree limitrofe, sulla base di specifica relazione congiunta da parte dei Direttori generali dei Dipartimenti ambiente e agricoltura e foreste, la Giunta regionale può nominare un commissario ad acta affinché sovrintenda l'organizzazione e lo svolgimento dei prelievi faunistici e degli abbattimenti selettivi”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 9753/A02. L’emendamento è approvato.
Articolo 45
(È approvato)
Articolo 46
(È approvato)
All’articolo 47 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo è l’emendamento protocollo numero 9737/A05, a firma del consigliere Alecci, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Anche questo, signor Presidente, è
stato ritirato.
Va bene. Quindi passiamo all'emendamento protocollo numero 9737/A06 sempre a sua firma.
(Voce fuori microfono)
Anche questo è ritirato? Okay.
Quindi pongo in votazione l'articolo 47.
Articolo 47
(È approvato)
Articolo 48
(È approvato)
Articolo 49
(È approvato)
Articolo 50
(È approvato)
Articolo 51
(È approvato)
Articolo 52
(È approvato)
Articolo 53
(È approvato)
Articolo 54
(È approvato)
Articolo 55
(È approvato)
Articolo 56
(È approvato)
Articolo 57
(È approvato)
Articolo 58
(È approvato)
Articolo 59
(È approvato)
All’articolo 60 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 9725/A03, a mia firma e del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. All’articolo 60, comma 1, dopo le parole “del territorio regionale”
vengono aggiunte le lettere a), b) e c): “a) Per geodiversità
si intende la varietà o la specificità delle caratteristiche geologiche del
territorio, comprensive delle rocce e dei depositi, delle forme e dei processi
in ambito geologico, geomorfologico, idrogeologico, paleontologico, mineralogico
e pedologico; b) per patrimonio geologico si intendono le singolarità geologiche
ove sono conservate importanti testimonianze della storia e dell'evoluzione
della terra, della geodiversità; c) per geositi si intende una località, area o territori in cui è
possibile definire un interesse geologico, geomorfologico, per la conservazione
del patrimonio geologico.”.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A03. L’emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 60.
Articolo
60
(È
approvato per come emendato)
Articolo
61
(È
approvato)
Articolo
62
(È
approvato)
Articolo
63
(È
approvato)
Articolo
64
(È
approvato)
Articolo
65
(È
approvato)
Articolo
66
(È
approvato)
All’articolo
67 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9753/A01 a firma del
consigliere Molinaro, cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.
Grazie,
Presidente. Dopo la lettera b) del secondo comma dell'articolo 67 si introduce
la lettera c) e le seguenti parole: “cittadini aderenti ad associazioni
agricole o venatorie, che abbiano regolarmente superato l'esame di
abilitazione, nonché al corpo di guardie delle associazioni agricole e
venatorie”. Grazie.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9753/A01. L'emendamento è
approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 67.
Articolo
67
(È
approvato per come emendato)
Articolo
68
(È
approvato)
Articolo
69
(È
approvato)
Articolo
70
(È
approvato)
Articolo
71
(È
approvato)
Articolo
72
(È
approvato)
Articolo
73
(È
approvato)
Articolo
74
(È
approvato)
Articolo
75
(È
approvato)
Articolo
76
(È
approvato)
Articolo
77
(È
approvato)
Articolo
78
(È
approvato)
All’articolo
79 sono stati presentati emendamenti. Il primo emendamento è il protocollo numero
9725/A04, a mia firma e del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per
l'illustrazione, prego.
Grazie,
Presidente. All’articolo 79, comma 1, dopo le parole “Parco regionale delle Serre”
vengono aggiunte le parole “e l'ente parchi marini, istituito con legge
regionale 16 maggio 2013 numero 24”. Al comma 2, dopo la parola “vigenti”
vengono eliminate le parole “e dalla legge regionale 48/1990”. Il comma 4 viene soppresso. Grazie.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A04. L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 9776, a firma del consigliere Comito,
a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Sempre all'articolo 79 viene aggiunto il comma 7: “In deroga a quanto
previsto dal comma 3 dell'articolo 61 della legge regionale 16/04/2002, numero
19, l'autorizzazione paesaggistica di cui all'articolo 146 del decreto
legislativo 42/04 e successive modifiche e integrazioni è delegata agli Enti
parco regionale, per gli interventi e progetti localizzati in tutto o in parte
nel territorio dell'area protetta”.
La
modifica appare opportuna per consentire agli Enti parco, nell'ottica della
semplificazione amministrativa, di rilasciare l'autorizzazione paesaggistica.
Non ha oneri economici. Grazie, Presidente.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9776. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 79, per come emendato.
Articolo
79
(È
approvato per come emendato)
All’articolo
80 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9834, a mia firma e dei
consiglieri Gentile, De Nisi, Caputo, Graziano, Gelardi. Cedo la parola al
proponente per l'illustrazione.
Sì,
grazie, Presidente. Il presente emendamento sopprime al primo periodo del comma
3 dell'articolo 80 le parole “nell'ipotesi in cui non siano considerati gli
assetti gestionali da almeno 10 anni” e prevede che l'ente locale dovrà
presentare un progetto operativo, nonché economico finanziario al Dipartimento
Ambiente, il quale dovrà autorizzare la gestione. Al tempo stesso si provvede a
sostituire la parola “comunicato” con la parola “proposto” nell'ultimo periodo
del comma 3 dell'articolo 80. Si precisa che, in coordinamento formale, in caso
di approvazione dell'emendamento appena illustrato, occorre sopprimere anche al
comma 1 il seguente periodo: “Sono fatti salvi, comunque, gli assetti
gestionali consolidati da almeno 10 anni”. Grazie.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9834. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 80, per come emendato.
Articolo
80
(È
approvato per come emendato)
Articolo
81
(È
approvato)
All’articolo
82 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 9725/A05 a firma dei
consiglieri Mancuso e Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione,
prego.
Grazie,
Presidente. All’articolo 82, comma 1, dopo la lettera b) viene aggiunta la
lettera c) che così recita: “La legge regionale 16 ottobre 2008, numero 30 (Norma
di interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge regionale 14 luglio
2003, numero 10)”. Grazie.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 9725/A05. L'emendamento è
approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 82, per come emendato.
Articolo
82
(È
approvato per come emendato)
Articolo
83
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, per come emendata,
con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è
approvato per come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
adesso all'ordine del giorno di iniziativa del consigliere Giannetta, recante: “Interventi
di manutenzione della galleria Limina, Strada statale 682”. Prego.
Grazie,
Presidente. Chiudere i lavori della galleria Limina h24 vuol dire di fatto interrompere
i collegamenti tra lo Ionio e il Tirreno nella provincia di Reggio Calabria e,
quindi, isolare la Locride.
Quando
qualche giorno fa l'ANAS comunicò che avrebbe voluto chiudere questo tratto di
strada, bene fecero i sindaci a riunirsi e, quindi, a preoccuparsi e chiedere
un incontro dal Prefetto; bene ha fatto il Prefetto a convocare una riunione
nella ricerca di soluzioni condivise; bene hanno fatto anche quelle
associazioni di categoria che si sono occupate della questione e benissimo ha
fatto la Giunta che ha fatto rinviare la chiusura a settembre.
La
Regione, infatti, ha salvato una stagione estiva in quel territorio che rappresenta
una boccata di ossigeno importante per l'intera economia.
A
questo punto io dico che non basta e, quindi, questo ordine del giorno impegna
in maniera forte la Giunta affinché vigili su due questioni fondamentali:
bisogna avere delle relazioni puntuali e precise da parte dell’ANAS e degli
organi competenti per avere garanzie sulla sicurezza e, soprattutto, su quella
che è l'incolumità dei cittadini e, a questo punto, vogliamo anche chiedere una
maggiore trasparenza e sapere e capire come mai ci sono in continuazione delle
interruzioni e lavori; bisogna richiedere una maggiore concertazione. Non si
può così d'emblée, con qualche giorno di anticipo, chiudere una strada così importante,
di grande comunicazione tra lo Ionio e il Tirreno.
E
quindi vogliamo, sì, andare a ridurre quelli che sono i rischi per i cittadini,
ma vogliamo che ci sia una maggiore concertazione, perché dobbiamo impedire
soprattutto i disagi in un territorio dove ci sono pochissime vie di
comunicazione che siano degne di essere chiamate tali e che siano alternative
alla viabilità già in essere, perché non possiamo consentire che la Locride sia
letteralmente isolata. Dicevamo prima, anche parlando della questione dei
bronzi di Riace, delle iniziative che bisogna mettere in atto, cito questo
esempio perché è di attualità: la ionica ha grandi potenzialità, attrattive,
turistiche, paesaggistiche, culturali, quindi non può essere isolata in questo
modo.
A
questo punto dobbiamo assolutamente porre particolare attenzione a questa
questione perché, come vi dicevo, le strade alternative mancano e addirittura
mancano le fermate di rete ferroviaria.
Quindi
l'ordine del giorno voleva impegnare la Giunta in maniera forte e concreta
affinché vigili su questa situazione, perché la strada della Limina è una
strada di grande comunicazione e non possiamo non porre attenzione alla
questione.
Grazie,
collega Giannetta. Pongo in votazione l'ordine del giorno. L'ordine del giorno
è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 53/12^ di iniziativa del consigliere Laghi, recante: "In
materia di contrasto al bracconaggio e tutela del lupo come specie animale
protetta". Consigliere Laghi, ha facoltà di illustrarla.
Grazie,
Presidente. Premesso che il lupo è un predatore al vertice della catena
alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande
adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell'ecosistema, in grado di
contribuire al mantenimento della biodiversità, la sua alimentazione è composta
principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali, pertanto la sua presenza
risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di
cinghiali che hanno il lupo come loro naturale predatore; quindi, ben più
efficace dei famosi selettori che poco e nulla ottengono con la loro attività.
Numerosi
studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia
efficace dal punto di vista sanitario nel contenere diverse patologie della
fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico.
Nella
Regione Calabria la presenza documentata di branchi
stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il massiccio del
Pollino, il massiccio della Sila, i Monti della catena costiera, le Serre, il
massiccio dell'Aspromonte.
La
presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare
il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività
zootecniche, considerato che un grave episodio di bracconaggio è avvenuto il 26
Aprile scorso, con il ritrovamento di un'esemplare di un'esemplare di lupo
ucciso da un colpo di arma da fuoco presso il Comune di Celico, Provincia di
Cosenza, frazione Lagarò, e, ancora prima, il 30
gennaio, sempre di quest'anno, un'esemplare di lupo è stato ucciso sul versante
orientale del Parco nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo, provincia di
Reggio Calabria, e il 17 dicembre dello scorso anno un ulteriore esemplare di
lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito e ucciso lungo la
strada statale 106, presso il Comune di Rocca imperiale, provincia di Cosenza.
Diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio
calabrese, alcune delle quali non menzionate dai mezzi di informazione.
Considerato,
altresì, che: la Direttiva Habitat, recepita dall'Italia con DPR 357 del 1997,
inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono
una protezione rigorosa proibendone la cattura, l'uccisione, il disturbo, la
detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione; la Convenzione
di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura,
l'uccisione, la detenzione e il commercio e, infine, la Legge 157 del 1992, all'articolo
2, comma 1, lettera a), riconosce il lupo tra le specie particolarmente
protette, anche sotto il profilo sanzionatorio. Tutto ciò considerato con la
mozione si chiede alla Giunta regionale di:
adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio - che è appunto
pratica illegale - supportando iniziative di formazione diretta agli allevatori
e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna; informare la
popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste di volontariato,
riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo,
allo scopo di prevenire comportamenti che possono alimentare il conflitto uomo/lupo;
infine - questo è importante, ulteriormente importante - predisporre un
programma di sostegni alle imprese agricole per la realizzazione di presidi di
prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle
opere effettuate sui terreni di pascolo. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Laghi. Cedo la parola all'assessore al ramo, Gallo. Prego.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, siamo perfettamente consapevoli che la specie
del lupo sia una specie salvaguardata e tutelata dalla normativa europea, però,
signor Presidente, dobbiamo essere anche consapevoli che negli ultimi anni
alcune immissioni sul territorio della nostra regione di fauna selvatica sono
diventate poi fuori controllo. L'immissione del lupo era stata determinata dalla
necessità di contrastare anche gli ungulati e, poi, ciò non è accaduto, perché
gli ungulati, in particolare la specie dei cinghiali, ha esondato e i lupi, in
alcune circostanze, si sono rivolti verso una più semplice preda che sono le
greggi e i vitelli, insomma, tutti coloro i quali sono allevati dalle aziende
zootecniche.
Noi,
quindi, non ci opponiamo rispetto a questo, benché sia facile predisporre un
ordine del giorno che poi deve essere applicato, è facile dire alla Giunta
regionale, come è chiaro che sia, “Dobbiamo predisporre tutto ciò che è
necessario per risarcire i danni”. Va bene, non vogliamo opporci rispetto a
questo, perché chiaramente noi siamo maggioranza, però dobbiamo essere
consapevoli che in questo momento sul territorio regionale c'è una aggressione
da parte del lupo e da parte di branchi di lupi nei confronti delle mandrie e
nei confronti delle aziende zootecniche.
Non
voglio additare, in tutti i casi, la responsabilità ai branchi di lupi perché
possono essere anche, in alcune circostanze, branchi di cani selvatici; comunque
c'è un problema che esiste, fermo restando che noi siamo consapevoli che c'è
una tutela superiore.
Per
quanto riguarda gli ungulati, la cosa è sfuggita completamente di mano. Sembra
che ci sia oggi una sensibilità diversa anche da parte del Governo centrale,
anche nel rapporto con l'Europa, ma gli interventi sono necessari perché noi
siamo in una fase di piena emergenza. Mi auguro che ci possa essere una azione
volta alla tutela anche di chi fa agricoltura o di chi fa zootecnia in questa
regione perché altrimenti rischiamo di dover andare via completamente,
lasciando spazio ad altri.
Non
è un fatto ideologico, è semplicemente un'esigenza pratica rispetto ad un
territorio che da questo punto di vista vive una stretta emergenza. Non giustifico
naturalmente chi è intervenuto personalmente, ma è possibile che ci possa
essere stata anche qualche aggressione rispetto alla quale qualcuno si sia
difeso. Fermo restando che non chiedo alla maggioranza di non votare l'ordine
del giorno, ritengo però che alcune precisazioni sicuramente andassero fatte.
Pertanto, votiamo
favorevolmente, prendendo atto che conosciamo le difficoltà operative della
dicitura “Impegna la Giunta regionale”.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Come concordato in Conferenza dei capigruppo, nel testo della
mozione ho scritto “Chiede alla Giunta regionale”.
Inoltre, ritengo
che le osservazioni sollevate dall'assessore all'agricoltura non sempre siano senza
fondamento poiché, in realtà, ci può essere un danno e, infatti, nella mozione è
previsto che si intervenga perché questa antinomia uomo-lupo, tecnicamente, non
ha ragion d'essere.
Per questo motivo,
la formazione, l'informazione e quant'altro si rendono utili per prevenire
queste problematiche.
Tra l’altro, forse,
anche per raccontarcela tutta, nel problema degli ungulati, il lupo rappresenta
certamente un freno, a mio parere.
Ho fatto parte per
cinque anni, su indicazione delle associazioni ambientaliste nazionali, del Comitato
direttivo del Parco nazionale del Pollino e posso assicurare che tutti gli
interventi di selezione, tra qui quello di sparare ai cinghiali, non solo non
hanno minimamente risolto il problema ma, semmai, lo hanno aggravato.
Tengo a dire, tra
l'altro, che la selezione degli ungulati, attraverso la soppressione mediante
armi da fuoco, pone un ulteriore problema; difatti, non ne riducono il numero,
ed è bene ricordare che gli ungulati sono in sovrannumero perché è stato messo
in atto un ripopolamento, proprio da chi adesso fa la selezione, con ceppi dell’Europa
orientale che, diversamente dai nostri, hanno un ritmo di riproduzione più
rapido e con più cuccioli; quindi, ci siamo inevitabilmente trovati con un
surplus di ungulati rispetto ai quali i lupi svolgono azione meritoria.
Trovo opportuno che
l'assessore abbia ricordato come, con una certa frequenza, i danni attribuiti
al lupo siano attribuibili a branchi di cani inselvatichiti lasciati a sé; questo
rappresenta un problema a parte.
Infine, la mozione
illustra semplicemente quello che sono le direttive europee e le leggi
nazionali chiedendone, appunto, la puntuale applicazione. Grazie.
Grazie,
consigliere Laghi.
Pongo in votazione
la mozione numero 53/12^.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo alla
mozione numero 55/12^ di iniziativa della consigliera Straface, recante: “Istituzione
dell’Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione dell’Azienda
per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”.
Cedo la parola
alla consigliera Straface per illustrare la mozione.
Grazie, Presidente.
Prima di andare a illustrare la mozione, mi corre l’obbligo di fare delle premesse
di carattere generale rispetto al tema delle dipendenze patologiche.
Ho il dovere di
ringraziare il presidente Occhiuto, che ha voluto darmi la delega sulle
dipendenze patologiche ma, allo stesso tempo, la predisposizione da parte del Presidente
in qualità di Commissario ad acta della sanità, nell’andare a investire
in un settore così importante, probabilmente poco conosciuto e sul quale negli
anni si è investito quasi niente.
Sin dal momento in
cui ho ricevuto questa delega, la prima cosa fatta – premesso che presso il Dipartimento
salute non esisteva nessuna struttura che si occupasse della programmazione e
dell’attenzione verso, ripeto, un settore così importante e delicato – è stata
quella di attivare un tavolo che prevede il coinvolgimento dei soggetti dei Ser.D dei servizi pubblici e delle comunità terapeutiche e,
attraverso l’ascolto e il confronto dei soggetti che operano in questa materia,
stiamo cercando di costruire quello che è il Piano di azione regionale sulle dipendenze.
A ciò si aggiunge
anche il Progetto Gap per quanto riguarda il gioco d’azzardo.
La cosa più
importante è stata la scoperta dell’esistenza di un Fondo antidroga presso il Dipartimento
salute; un Fondo che per ben 14 anni non è stato mai utilizzato e che è pari a
quasi 3 milioni 400 mila euro.
Attraverso l'utilizzo
di questo fondo andremo a costruire quella che è una programmazione seria, che
vada verso quelle che sono le dipendenze di abuso legale e illegale, e
soprattutto verso quelle che sono le dipendenze comportamentali quali, appunto,
il gioco d'azzardo.
Allo stesso tempo,
stiamo avviando il Progetto Gap e un piano che prevede l'impegno da parte del Ministero,
per il recupero di alcune risorse finanziarie relative agli anni 2022 e 2021.
Ci siamo attivati
presso le varie ASP, chiedendo l'immediata rendicontazione poiché si rischiava
di perdere una risorsa finanziaria così importante e oggi procederemo all'attivazione
dell’Osservatorio sulle dipendenze patologiche nell'ambito dell'organizzazione
dell'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria, Azienda Zero.
Si definisce “dipendenza
patologica” una condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante
dall'interazione tra un organismo e una sostanza caratterizzata da risposte comportamentali
e da altre azioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza
in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psichici e
talvolta di evitare il malessere della sua privazione.
In questa
definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano
comportamenti problematici, quali il disturbo da gioco d'azzardo, lo shopping
compulsivo, la new technologies addiction, dipendenza da TV, serie TV, Internet, Social
Network, videogiochi: diverse nelle manifestazioni cliniche, ma per molti
aspetti, correlate sul piano eziologico e psicopatologico.
Più precisamente,
quando si parla di dipendenze patologiche, bisogna fare un distinguo tra quelle
che sono dipendenze da sostanze legali e illegali, come cocaina, eroina,
marijuana, metanfetamine, steroide, alcol, tabacco, e le dipendenze
comportamentali, quali: il disturbo da gioco d'azzardo; le dipendenze
tecnologiche; lo shopping compulsivo; le dipendenze sessuali; la dipendenza da
esercizio fisico; la bigoressia, disturbo alimentare che porta con palestra,
dieta proteica e integratori, all’ossessione del corpo perfetto.
Nelle dipendenze comportamentali
si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiana che
coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare in Internet
o andare in palestra, che si trasformano, tuttavia, in una dipendenza fino a
condizionare lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di
pericolosità per la persona.
Considerato che le
dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono
sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età
compresa tra gli 11 e i 26 anni di età, la cosiddetta generazione Z, le
conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano
di inficiare il corretto sviluppo psicofisico a cui si aggiungono, in
prospettiva, le ripercussioni negative sull'intera società.
Si precisa,
altresì, che l'insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori
di natura estremamente eterogenea: fattori individuali di tipo neurobiologico;
eredo-familiari, riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalia della
disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono
dell'umore; fattori individuali e comportamentali correlati all’esperienza di
vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità, ricerca di sensazioni
forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo e di bassa
autostima; fattori socio-ambientali, correlati al contesto familiare, socio-culturale
ed economico della comunità di appartenenza nonché ad altri fattori estranei
all'ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale ai
livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di
dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e
accessibilità e, infine, all'esistenza di regole e di leggi di controllo e di
deterrenza.
Rilevato che le
dipendenze patologiche hanno un importante impatto socio-sanitario con conseguenze
dirette e indirette sull'ordine pubblico, sulla spesa sanitaria e sociale, ed è
oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato, sul piano
normativo e trattamentale, il Capo IV, articoli da 21 a 35 del decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, pubblicato nel
supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale, numero 65 del 18 marzo 2017, ha
ridefinito e aggiornato i Livelli essenziali di assistenza, di cui al Decreto legislativo
del 30 dicembre del 1992, numero 502, i cosiddetti nuovi LEA, individuando e
descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di
complessità e impegno assistenziale cui corrispondono diversi percorsi
assistenziali, recano l'estensione dell'area delle dipendenze a tutte quelle di
tipo patologico e ai comportamenti di abuso.
In particolare,
l'articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all'assistenza socio-sanitaria
alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell'ambito dell'assistenza
territoriale, domiciliare, territoriale e accesso diretto, il Servizio sanitario
nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la
dipendenza da gioco d'azzardo o con comportamenti di abuso patologico di
sostanze, la presa in carico multidisciplinare, lo svolgimento di un programma
terapeutico individualizzato, la prestazione medica e specialistica, diagnostica
e terapeutica, psicologica e psicoterapeutica nonché riabilitativa. Ritenuto
per tutto quanto sopra che le dipendenze patologiche, oltre a essere incluse
nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e dei servizi che il Sistema
sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno
complesso e particolarmente diffuso tra i giovani, conseguentemente, risulta
necessario e urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di
intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione
delle dipendenze, sia comportamentali sia da sostanze legali e illegali.
Vista la legge regionale
del 15 dicembre del 2021, numero 32, avente a oggetto “Istituzione dell'ente di
governance della sanità regionale calabrese, denominato Azienda per il governo
della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”, che a mente dell'articolo 2
svolge funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria, coordinamento,
indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio
sanitario regionale, assicurando tra l'altro: la produzione di analisi,
valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e
socio-sanitaria regionale, anche in forme di studi, ricerche, istruttorie di
progetti e servizi di controllo, impegna la Giunta regionale, per quanto di
competenza, affinché proponga l’istituzione nell'ambito dell'organizzazione
dell'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero,
di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche.
L’istituzione
dell'Osservatorio ha come principali obiettivi: la conoscenza del fenomeno
delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua
evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici,
basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati
provenienti non solo dai Ser.D, ma anche da altri
servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze,
come ad esempio, i medici di Medicina generale, equipe che operano nel carcere,
il servizio di emergenza 118, interventi per eccesso di sostanze stupefacenti,
le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di
tossicodipendenza e alcolismo o per accesso ai reparti di Pronto soccorso per
uso di sostanze psicoattive, gli enti locali, le scuole, le Forze dell'ordine,
le associazioni di categoria, il Terzo settore e le associazioni di
volontariato; la promozione di una strategia di programmazione regionale che,
distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale
rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del
danno secondo alcuni presupposti fondamentali: il riconoscimento e la
valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione; il coinvolgimento
e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali, culturali e
sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale; la
partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti
all'interno dei diversi territori comunali, provinciali e regionali; la
promozione e l'adozione di standard di qualità nell'area della prevenzione
dell'uso di sostanze psicotrope, nella riduzione del rischio del trattamento,
della riabilitazione e dell'integrazione sociale; la diffusione tra
professionisti di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci;
avviare, altresì, sul territorio regionale, campagne informative, di
sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da
sostanze legali, illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare
riguardo alla fascia di età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente
supporto alla genitorialità. Grazie.
Grazie,
consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente.
Ringrazio la consigliera Straface per questa mozione che riguarda un argomento
assolutamente importantissimo, questo è fuori discussione.
Le dipendenze ingenerano
ulteriori patologie e sono sintomo di moltissime altre; quindi, oggi più che
mai, soprattutto sostanze d'abuso chimiche generano o quantomeno consentono
l'esordio proprio di gravi patologie psichiatriche. Però, nel capitolo delle
dipendenze – del resto, la collega Straface lo ha detto in maniera ineccepibile
– sono inserite, appunto, le dipendenze da gioco d'azzardo, tant'è che oggi i
nostri Ser.T. hanno cambiato nome e si chiamano Ser.D.
Vorrei ricordare, en
passant, che questa maggioranza ha voluto favorire, invece, il gioco
d'azzardo perché abbiamo eliminato – avete eliminato! – la salvaguardia nei
confronti di una legge che pure avevamo.
In ogni caso,
monitorare queste patologie è assolutamente importantissimo e la nascita dell'Osservatorio
è assolutamente corretta; quindi, tutti questi obiettivi sono importanti,
soprattutto l'incrocio dei dati è quello che consente poi realmente le stime
epidemiologiche a cui può seguire finalmente la gestione clinica e sociosanitaria
di questo fenomeno gravissimo e patologico.
Ciò che non
riteniamo corretto è la cornice perché Azienda Zero continua a non esistere. L'esempio
più semplice, forse, è pensare che noi abbiamo inserito il 112-118 in una delle
ennesime proposte legislative poi passate assegnando prima la competenza ad Azienda
zero e, dopo un ping-pong, all'ASP di Cosenza.
Pertanto, mi
chiedo: cosa ci aspettiamo dopo questa mozione?
Un DCA del Commissario
che, essendo il capo assoluto, inserisce questo Osservatorio operativamente in
un'Azienda Zero che, praticamente, ad oggi, comunque non funziona? Ha un capo
che si chiama Profiti, lo abbiamo conosciuto; dopodiché, però, da un punto di vista
operativo, non mi sembra vi siano situazioni che siano andate avanti.
Dobbiamo aspettarci
una nuova proposta legislativa?
Noi non siamo
assolutamente in dissenso sulla proposta dell'Osservatorio perché è certamente
molto importante.
Riteniamo, però,
inadatta la cornice e, soprattutto, ancora una volta – questa non è una sua
responsabilità, ovviamente, consigliera Straface, anche se lei fa parte della maggioranza
del presidente/commissario Occhiuto – la mancanza di chiarezza tra gli
obiettivi di Azienda Zero e quelle del Dipartimento salute perché, di fatto,
tutte le operazioni che stiamo facendo non fanno altro che spostare quelli che
sono i compiti del Dipartimento della salute su Azienda Zero. Questo voi non ce
lo avete assolutamente detto in maniera chiara mentre, invece, questo è un tema
da approfondire e affrontare.
Pertanto, pur
essendo assolutamente favorevoli al problema, annuncio il voto di astensione
del Partito Democratico.
Grazie,
consigliera Bruni. Pongo in votazione la mozione.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo alla
mozione numero 54/12^ di iniziativa dei consiglieri Bevacqua e Graziano,
recante: “Strada Statale 177 Sila-mare”.
Cedo la parola al proponente
per l’illustrazione. Prego, consigliere Bevacqua.
Grazie, Presidente.
Io e il consigliere Graziano abbiamo inteso presentare questa mozione poiché, essendo
nativi di quel Comune, in questi giorni, siamo oggetto di pressioni – giuste,
non giuste – che derivano dalla nostra appartenenza alla comunità che, in quel
territorio, sta vivendo momenti di tensione, dibattito e discussione.
Credo che, in
questo momento, il dovere di chi svolge un ruolo di responsabilità come il
nostro sia quello di stare vicino ai territori e di dimostrare che c’è un Consiglio
regionale attento e una Giunta regionale disponibile al confronto e alla
solidarietà in termini di vicinanza umana, ma anche di risorse finanziarie.
Pur appartenendo a
sponde politiche diverse, io e il collega Graziano più di altri in questi
giorni viviamo sulla nostra pelle la profonda amarezza legata, appunto, a una
speranza che aveva caratterizzato quel territorio e che oggi appare a rischio
in termini di concretezza e fattibilità.
Pertanto, invito
tutto il Consiglio regionale a votare questa mozione senza colori politici
evitando anche discussioni che ritengo non adatte a questo ruolo.
Nonostante l'amarezza
e le tante telefonate ricevute anche dal collega Graziano, credo che faccia parte
del nostro ruolo anche subire e metabolizzare amarezze, delusioni, incazzature
perché questo è il nostro dovere; quindi, ritengo sia giusto anche tenere alto il
dibattito in quest’Aula, non cedere, appunto, alle amarezze personali di questi
giorni e approvare all'unanimità questa mozione, dove chiediamo semplicemente
alla Giunta regionale di intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali
competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni, al fine di
verificare, innanzitutto attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali
criticità registrate dopo, appunto, l'alluvione che ha causato il crollo della
campata centrale del viadotto Ortiano 2 e per mettere in atto tutte le azioni
necessarie per l’eventuale reperimento di risorse finanziarie per la messa in
sicurezza l’opera e di coinvolgere ANAS e tutti gli enti predisposti a trovare
le giuste misure e le giuste risorse per dare risposte a un territorio che,
dopo tanti anni, si aspetta una soluzione a un problema vitale per quella comunità
e per l’intero basso Jonio cosentino. Grazie.
Grazie,
consigliere Bevacqua. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio i consiglieri Bevacqua e Graziano ed esprimo il mio
apprezzamento per la mozione inerente alla Strada Statale 177 Sila-mare per la
quale annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Salvini.
Inoltre, mi pregio
di informare i colleghi consiglieri che venerdì prossimo venturo, alle ore 12,
presso il Ministero delle infrastrutture a Roma, ci sarà un incontro con il
ministro Matteo Salvini, organizzato dal gruppo Lega Salvini, a cui parteciperanno
il Segretario regionale della Lega, avvocato Gianfranco Saccomanno, l’onorevole
Furgiuele, componente della Commissione trasporti
alla Camera dei deputati, e il Sindaco di Longobucco.
Inoltre, mi corre
l'obbligo di informare che il tutto è scaturito da un sopralluogo immediato del
consigliere nonché ingegnere Pietro Raso, insieme all’onorevole Furgiuele, subito dopo il crollo del ponte in quel di
Longobucco che ne hanno preso visione e, insieme all'amministrazione comunale e
al Sindaco di Longobucco, hanno deciso di fare organizzare questo incontro per
trovare soluzioni utili all'immediata e pronta ricostruzione del ponte.
Grazie, collega Gelardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Ritengo questa mozione fosse assolutamente necessaria e, come sottolineava
prima il consigliere Bevacqua, riguarda entrambi da un punto di vista anche
personale che, in quanto nativi di Longobucco, soffriamo particolarmente il crollo
del ponte e riteniamo bisognerà far di tutto affinché il paese non rimanga
isolato; cosa che ancora oggi non è accaduta.
Il Presidente della
Giunta regionale ha sin da subito prestato attenzione alla situazione recandosi
con immediatezza sul posto, accompagnato anche da me e dalla collega Straface,
per verificare di persona e per confrontarsi con gli amministratori dei Comuni
interessati, ovvero Longobucco e Cropalati.
Ci sono stati dei
provvedimenti immediati da parte del Presidente della Giunta e nel pomeriggio
abbiamo svolto anche un ulteriore sopralluogo su alcune strutture presenti sul
territorio, tra cui un altro ponte che collega il vecchio tracciato alla
frazione di Ortiano, come il consigliere Bevacqua sa, e anche dei fenomeni
erosivi che sono presenti all'interno del fiume Ortiano.
Nel pomeriggio
successivo c'è stato un incontro in Giunta regionale con i Sindaci del
territorio e gli amministratori, proprio per dare subito un riscontro ai fatti
accaduti anche in relazione ai fenomeni erosivi che riguardano nel complesso il
bacino del fiume Trionto.
Come richiesto dal
presidente Occhiuto ad ANAS, è stato anche avviato un monitoraggio complessivo dei
ponti del territorio calabrese che sono all'interno dei fiumi, delle fiumare
calabresi, per meglio dire; quindi, questo monitoraggio è importante e, come il
consigliere Bevacqua sa, in questi giorni sta riguardando il primo tratto della
strada che è quello con le altezze maggiori e che speriamo non abbia problemi
di stabilità perché ciò comporterebbe davvero l'isolamento del paese.
Inoltre, la Giunta
regionale, come anche noi chiediamo nella mozione, ha già provveduto a
implementare le risorse per il Lotto in costruzione, quello che va dalla frazione
Destro al ponte di Caloveto perché, per il rialzo dei prezzi, è stato
necessario implementare alcune risorse; difatti, la Giunta regionale ha previsto
ulteriori dieci milioni di euro per quest’opera e per un'altra in Calabria per
far fronte al rincaro dei prezzi e far sì che l'opera possa essere completata.
Si rende
necessario, quindi, individuare le risorse necessarie, e di questo il presidente
Occhiuto si è fatto carico proprio in quella sede.
Ritengo che da
questa tragedia si debba cogliere un'opportunità, che è quella che l'attenzione
mediatica sulla caduta del ponte, anche in virtù dell’incontro che ci sarà con
il Ministro dei lavori pubblici, potrà darci anche la possibilità di trovare
con maggiore celerità le risorse per completare la strada dal ponte di Caloveto
dalla Statale 106, che sarebbe l'ultimo tratto che manca alla strada iniziata
30 anni fa con progetti della Comunità montana. Anche in questo Lotto, non c’è una
responsabilità diretta di organismi regionali perché sono progetti che furono
fatti a suo tempo dalla Comunità montana Sila greca.
In verità, credo
che non ci siano responsabilità politiche e, sebbene la Comunità montana sia
sempre stata governata da sinistra, non è giusto dirlo perché è evidente che le
responsabilità sono di tipo tecnico e non politico.
C'è da dire, però,
che nel momento in cui eravamo sul posto con il presidente Occhiuto e la gente
di Longobucco, si è verificato un fatto molto grave, un atto inqualificabile da
parte di un rappresentante dell'istituzione, il consigliere Tavernise.
Difatti,
nell’ambito del lungo e intenso incontro con la popolazione, esasperata anche
per altri problemi legati agli Istituti superiori di Longobucco, qualcuno si è
svestito del ruolo istituzionale aizzando la folla contro me e la consigliera
Straface, ritenuti colpevoli di ciò che era accaduto siamo rimasti basiti e senza parole.
Chiaramente, noi non abbiamo alcuna responsabilità, ma l’azione del
consigliere regionale ha svilito quello che è il ruolo di questa Istituzione,
Presidente.
Immagini se qualcuno dei cittadini aizzati si fosse avventato, magari
verbalmente e non solo, contro di noi.Non so cosa
sarebbe potuto accadere!
Effettivamente, non ci aspettavamo questa azione da chi, per quanto
possa fare del populismo becero, è in politica prima di me, per esempio.
Difatti, il consigliere Tavernise è stato candidato a Sindaco del Comune
di Crosia nella lontana primavera del 2014; quindi, non si può parlare di
giovani alla politica, ma è una persona che la politica la fa per professione.
Potremmo reagire allo stesso modo, ma non fa parte del nostro modo di
agire, Presidente.
In questi giorni il consigliere è stato oggetto di servizi televisivi da
parte di una emittente nazionale, ma non ci sogniamo assolutamente di fare gli
avvoltoi su questo; anzi, esprimiamo solidarietà al consigliere Tavernise anche
se abbiamo notato che la sua deputata di riferimento non è stata da lui
accompagnata a Longobucco; forse, proprio a causa di questo servizio televisivo
o perché ha problemi all'interno del suo Partito, visto che dei contratti dei
lavoratori il Movimento Cinque Stelle ne ha sempre fatto una bandiera.
Collega Tavernise – l'ho chiamata collega, ma non avrei voluto farlo
perché lei non merita di essere mio collega in quest’Aula – come lei ben sa, ci
sono impianti di lavorazione inerti lungo questo fiume che hanno fornito il
materiale.
In alcuni passaggi anche il consigliere Tavernise ha paventato il fatto
che il calcestruzzo e il materiale usati non siano quelli giusti; non solo,
quindi, degli errori di progettazione.
Ebbene, come lei sa, qualche anno fa, alcuni di questi impianti sono
stati sequestrati, parliamo di luglio 2019, perché erano abusivi, violavano
numerose normative ambientali e soprattutto trattavano materiali inquinanti.
Mi auguro che non ci siano responsabilità dirette da parte di chi lavora
in quel territorio.
Consigliere Tavernise, lei non solo razzola male, ma predica anche male,
e la prego in futuro di astenersi dal fare delle cose che reputo davvero
pietose.
Lei non è il Commissario alla sanità!
La smetta di girare gli ospedali della Calabria per dichiarare il numero
di infermieri e medici assunti, piuttosto che la presenza di strumenti quali,
ad esempio, la Tac, o la riapertura di qualche ospedale.
Questo non lo facciamo neanche noi perché le ricordo che in Calabria la sanità
è commissariata.
Avrebbe potuto farlo quando al Governo nazionale c’era il Movimento
Cinque Stelle, ma in questo momento lei non è né al Governo nazionale né al
governo regionale e non è neanche Commissario alla sanità; quindi, la prego di
astenersi da questi atteggiamenti perché da ora in poi, consigliere Tavernise,
questo non glielo consentiremo più perché la riprenderemo punto per punto su
questi atteggiamenti.
Pertanto, la invito a riflettere meglio sulle sue azioni perché le
azioni qualificano anche le persone; in questo caso, lei non si è qualificato
nel modo corretto.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non sarei intervenuto, però il generale Graziano, ex
generale Graziano, attuale consigliere regionale di maggioranza dal 2014,
l’anno in cui io ho iniziato a fare politica a 21 anni, quindi, se io sono più
vecchio di lui e la matematica non è un’opinione, abbiamo iniziato insieme a
fare politica; io, in un Consiglio comunale di 10 mila abitanti e lei, invece,
in Consiglio regionale.
Ritengo che lei abbia detto una serie di cose inesatte e non perché lo
dico io; anzi, presidente Mancuso, mi impegno a farle visionare un video di
quell’occasione girato da terzi perché trovo giusto che lei, in qualità di
Presidente del Consiglio regionale, visto che sono state utilizzate parole
forti, sia informato su ciò che è successo.
Lei e i colleghi di maggioranza e opposizione avrete modo di visionare
delle riprese video e, successivamente, potrete dare un giudizio.
Si tratta di un video, non di opinioni come quelle espresse dal
consigliere Graziano, nel quale intervengo a fine intervista del presidente
Occhiuto, che aveva di fianco i colleghi Straface e Graziano, semplicemente per
dire quello che avevo iniziato a spiegare tramite un'interrogazione
protocollata e depositata il 27 marzo di questo mese, presidente Mancuso, con
cui chiedevo esattamente le stesse cose contenute nella mozione firmata dal
consigliere Graziano e presentata dal consigliere Bevacqua, e che: “Impegna la
Giunta regionale a intraprendere presso tutte le sedi istituzionali competenti,
le opportune e immediate interlocuzioni e azioni, al fine di verificare,
attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventualità, criticità in
relazione al Lotto di 6 chilometri della strada in oggetto che dalla frazione
Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la
prima metà del 2023”. Il 27 marzo ho illustrato l’interrogazione e alla fine ho
detto: “Tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta
regionale per sapere se la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità
emerse e quali iniziative intende assumere per dare impulso al completamento
dell’intera opera, accelerando la consegna dei lavori relativi al quarto Lotto
secondo stralcio e avviando una tempestiva interlocuzione con Anas per
conoscere l'esatto cronoprogramma degli interventi relativi al quinto Lotto”.
Praticamente, un mese e cinque giorni prima della caduta del viadotto,
io chiedevo a che punto fosse il cronoprogramma.
Sì, è vero, collega Graziano e collega Straface, mi riferivo al Lotto
successivo in fase di esecuzione, ma noi che siamo di quel territorio sappiamo
che i ritardi rispetto alla consegna dei lavori erano dovuti al fatto che sul
tratto nord, quindi, un po’ più giù rispetto a dove è caduto il viadotto, nei
mesi precedenti al 3 maggio, presidente Mancuso, c'erano state delle frane e
delle inondazioni che avevano comportato dei ritardi.
Sono intervenuto subito dopo l'intervista del presidente Occhiuto,
quindi ho aspettato che il Presidente parlasse davanti ai mass media e,
successivamente, alla presenza di 25/30 persone mi sono permesso di dire al
presidente Occhiuto le seguenti parole: “Presidente, l'unica cosa che non
accetto è che noi difendiamo ANAS perché ANAS ha la manutenzione ordinaria e
straordinaria di questa strada dal 2019”.
Considerato che la strada è stata chiusa 10 minuti prima con un furgone
da un solo dipendente di ANAS, è stato un caso che non c’è stato il morto lì,
che non è arrivata nessuna chiamata da Roma.
Si è trattato dell’intervento prodigioso di un solo dipendente perché io
sono arrivato lì 15 minuti dopo il crollo del viadotto e ho trovato un solo
dipendente con tanto di furgone che aveva chiuso la strada non per il viadotto,
presidente Mancuso, bensì perché 200 metri più giù stava franando un altro
tratto di quel tracciato.
Nel video, che le farò vedere, dico anche: “Ovviamente, presidente
Occhiuto, non è colpa sua né dei miei colleghi, però mi permetto di aggiungere
che i colleghi Straface e Graziano, un mese fa, con tanto di post su Facebook
datato 30 marzo e 1 aprire, cioè 3-4 giorni dopo la mia interrogazione,
dicevano che era tutto a posto su quel tratto di strada e che a luglio
sarebbero stati consegnati i lavori”.
Fine! Amen!
Da qui è nata l’enorme polemica che negli ultimi 15 giorni mi ha portato
a ricevere insulti del tipo: “sciacallo”; “persona che non è adatta a rivestire
questo ruolo”; “persona che non merita di essere chiamato collega in quest’Aula…”.
Se noi qui dobbiamo onorare il nostro ruolo – io penso di farlo
studiando tutti i giorni – presidente Mancuso, pretendo il rispetto dalle persone
che ho di fronte e che chiamo “colleghi”, a differenza di quello che ha detto
il consigliere Graziano, ma pretendo lo stesso rispetto perché, anche se ho la
metà degli anni del collega Graziano – lui ne ha 62 e io 31, e lui fa parte
della pubblica amministrazione da tantissimi anni, mentre io non ho mai
ricoperto incarichi di governo in nessun Comune e in nessun ente – pretendo
rispetto ed educazione da parte dei colleghi di maggioranza.
Poi, ci sono delle diatribe politiche.
Per esempio, ho apprezzato la collega Straface che mi ha attaccato
sull’interrogazione, ma si è fermata lì, dialettica politica, va bene così, ma
insulti personali, da questo momento in poi, da parte di colleghi, non ne
accetto più perché poi non si parla più di politica, ma di questioni personali.
Consigliere Graziano, lei ha fatto riferimento a un servizio televisivo.
Sono stato attaccato perché ho dei collaboratori in questo Consiglio
regionale, però mi sembra che anche lei ne abbia, visto che lo scorso anno il
gruppo Movimento Cinque Stelle e il gruppo Unione di Centro hanno speso la
stessa identica cifra con la differenza che noi siamo due consiglieri e lei è
uno; quindi, ritengo che il populismo lo stia facendo lei e non io.
Per quanto riguarda la sanità, non si preoccupi, ci sono stati 2-3
risultati in quest'ultimo anno e quando ho ritenuto di dover elogiare questa
maggioranza, l'ho sempre fatto.
Purtroppo, i problemi sono tanti e molteplici, a partire da un ospedale
della sibaritide dove lei continuamente negli ultimi
cinque anni ha fatto soltanto fotografie; dovrebbe iniziare ad alzarsi le
maniche perché quel cantiere dell'ospedale è fermo e la responsabilità non è
sicuramente di Davide Tavernise così come non è di Davide Tavernise la
responsabilità che da 30 anni una strada iniziata non è mai stata finita.
Grazie.
Grazie, consigliere Tavernise. Ha chiesto di intervenire la consigliera
Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto, accolgo questa mozione, anche se parte di
essa è stata già attivata da parte del presidente Roberto Occhiuto che, fin dal
primo giorno in cui si è recato a prendere visione del crollo del ponte, sul
quale poi ritornerò, nell'immediatezza ha convocato i Sindaci con i tecnici
della Protezione civile, i tecnici dell'ANAS e dei lavori pubblici per cercare
di calendarizzare quelli che potevano essere gli interventi importanti
relativamente al ripristino di quella che io definisco una brutta vicenda
perché non è pensabile, non è immaginabile che a un ponte realizzato 10 anni fa
possa accadere ciò che è accaduto.
Da subito il presidente Occhiuto ha dichiarato che sarebbe stata la
Procura a verificare quelle che saranno alcune responsabilità in merito alla
caduta del ponte della strada Sila-mare.
Allo stesso tempo, ha attivato, così come dicevo, questo tavolo che vede
intorno tutte le figure necessarie per riuscire a togliere la comunità di
Longobucco dall’isolamento e posso dire che già da questa mattina, nelle
giornate precedenti e anche oggi, vi si sono recati i tecnici dell'ANAS insieme
ai tecnici della Regione Calabria per monitorare e verificare la progettualità
da mettere in campo.
Gli stessi tecnici dell'ANAS stanno vedendo gli interventi da realizzare
in merito ai punti che riguardano la protezione delle pile da Longobucco fino
al bivio di Ortiano, come la manutenzione nell'alveo, le opere idrauliche di
protezione, tutto ciò che va realizzato per poter ripristinare i luoghi.
Pertanto, buona parte di questa mozione è stata già messa in campo, così
come l'accordo che nei prossimi giorni il presidente Occhiuto farà con ANAS, il
Consiglio superiore dei lavori pubblici e i vari tecnici, per chiedere che
vengano monitorati tutti i ponti della Regione Calabria e, in particolar modo,
quelli che sono stati realizzati negli alvei dei fiumi.
Per quanto riguarda il suo comportamento, consigliere Davide Tavernise,
ritengo sia un atteggiamento che va assolutamente condannato.
Dico questo, consigliere Tavernise, perché quella mattina, nel momento
in cui ci siamo recati insieme al consigliere Graziano e al presidente
Occhiuto, intanto per esprimere solidarietà a una popolazione e, allo stesso
tempo, per cercare di mettere in atto tutte quelle azioni che rientrano nelle
competenze della Giunta regionale, il suo è stato un becero atteggiamento di
populismo perché – è inutile che neghi l'evidenza – subito dopo l’intervento
del presidente Occhiuto lei ha puntato il dito contro me e il consigliere
Graziano dicendo che era nostra responsabilità.
Ma di quale responsabilità sta parlando, consigliere Tavernise?
La responsabilità di aver detto e aver dato atto alla Giunta regionale
che, finalmente dopo 30 anni, ha impegnato delle risorse finanziarie per il
completamento di quella strada?
Questo abbiamo detto io e il consigliere Graziano, consiglieri di
maggioranza, nel momento in cui un Presidente e una Giunta regionale mettono in
campo delle risorse finanziarie per il completamento di una strada che si
attende da diversi anni.
Cosa c'è stato di strano? Lei è venuto lì a sventolare un'interrogazione
che non aveva nulla a che vedere con la pericolosità di quel ponte che è
crollato perché noi sappiamo leggere, carissimo consigliere Davide Tavernise.
Nella sua interrogazione lei non parla della pericolosità del ponte, ma
soltanto del completamento dell'opera. Ecco la sua caduta di stile, perché così
va definita, una caduta di stile e di comportamento istituzionale di fronte a
una popolazione che in quel momento chiedeva aiuto alle Istituzioni e non
doveva assistere a quel suo atteggiamento di contrasto, in cui è stato invitato
dallo stesso presidente Occhiuto ad abbassare i toni politici, confrontandoci
su alcune questioni.
La doppia morale, caro consigliere, è un qualcosa che noi non possiamo
accettare perché lei è bravo a dire: “È arrivata la TAC a Cariati”; poi esce il
secondo giorno e attacca il Presidente; poi arrivano i medici alla chirurgia di
Rossano e dice: “Bravo il Presidente che ha fatto arrivare i medici”.
Nella vita, ognuno di noi deve avere uno stile e deve avere soprattutto
una linea di coerenza politica; in particolar modo, di fronte alle sciagure e
di fronte ai danni che ha subito una popolazione, il suo atteggiamento di
populismo, di becero populismo, non possiamo assolutamente accettarlo. Grazie.
Grazie, consigliera Straface. Avete avuto la possibilità di chiarire le
singole posizioni. Ritengo opportuno, però, che di fronte a tragedie di questo
genere, che interessano la Calabria e che tutta l’Italia osserva, non ci siano
né speculazioni politiche di parte né strumentalizzazioni. L'auspicio è che in
futuro, soprattutto sulle disgrazie, saremo più unirti perché la Calabria non
ha bisogno di queste cose.
Pongo in votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Comunico che la prossima seduta di Consiglio regionale sarà convocata
per il 22 maggio alle ore 16 e vedrà al centro del dibattito la problematica
dei Fondi strutturali.
Esauriti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 19.45
Ha chiesto congedo: l’Assessore Giovanni Calabrese.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l'apprendimento permanente - (deliberazione G.R. n. 182 del 20.4.2023” (PL n. 176/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito, alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario e alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per il parere di cui all’articolo numero 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano, Gallo “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero” (PL n. 177/12^).
È stata assegnata
alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Alecci “Disposizioni per il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione del mototurismo” (PL n. 178/12^).
È stata assegnata alla sesta
Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio,
Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla
Seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Cirillo “Riconoscimento del Palio di RIBUSA di Stilo” (PL n. 179/12^).
È stata assegnata alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di
merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Gallo, Molinaro, Caputo, Comito, Neri “Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986 n. 7/1996, n. 15/2006, n. 40/2008, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 43/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 6/2023, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative” (PL n. 180/12^).
È stata assegnata
alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Raso “Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni di cui all’articolo 41 del d.p.r. 327/2001” (PL n. 181/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) - (deliberazione G.R. n. 187 del 28.4.2023)” (PPA n. 123/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Legge regionale 5.4.2008 n. 8 “Riordino dell'organizzazione turistica regionale” - Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023/2025 - (deliberazione G.R. n. 190 del 28.4.2023)” (PPA n. 124/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 179 del 20 aprile 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti ai Pilastri I “Misure anticicliche” e II “Salvaguardia”. Approvazione proposta di rimodulazione scheda intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.
(Parere numero 23/12^).
È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 218 dell’11 maggio 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti al Pilastro I “Misure anticicliche”. Approvazione proposta di rimodulazione schede intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria” e II. 8 “Avviso Pubblico per la realizzazione dei Contratti Locali di Sicurezza”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.
(Parere numero 24/12^).
È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 207 dell’11 maggio 2023, recante: “Adozione del Piano Esecutivo Annuale di Promozione Turistica 2023”.
(Parere numero 25/12^).
È stato assegnato alla sesta Commissione consiliare permanente.
Comunico che la Seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 5 maggio 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 179 del 20 aprile 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione afferenti ai Pilastri I “Misure anticicliche” e II “Salvaguardia”. Approvazione proposta di rimodulazione scheda intervento III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario”.
(Parere numero 23/12^).
Comunico che, in data 24 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 93 del 24 aprile 2023:
- Legge regionale n. 16 del 24 aprile 2023, recante: “Autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC)”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 178 del 20 aprile 2023, recante: “Riconoscimento debiti fuori bilancio - comma 1, lett. a, art. 73 D.L.vo n. 118/2011 L.R. n. 8/2002; L.R. n. 11/2015 - Sentenza n. 95/2021 - Azienda Agricola Grimaldi Elena e Rita c/Regione Calabria e C/Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Determinazioni”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 153 del 13 aprile 2023, recante: “Aggiornamento ai sensi dell'art.42 del D. Lgs 118/2011, del prospetto esplicativo del risultato di amministrazione presunto dell'anno 2022, approvato con la legge regionale 23 dicembre 2022, n. 51, recante bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2023-2025”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 157 del 13 aprile 2023, recante: “Variazioni al Bilancio di previsione 2023- 2025 - annualità 2023 - per iscrizione delle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione, ai sensi dell'articolo 42, comma 8, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 200 del 28 aprile 2023, recante: “Legge n. 197 del 29/12/2022 art. 1 comma 697 - approvazione piano per le attività relative al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione FSC 2021- 2027, riduzione rischio idrogeologico e prevenzione e lotta agli incendi”.
Comunico che, in data 21 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sottoindicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 93 del 24 aprile 2023:
1. Regolamento regionale n. 5 del 21 aprile 2023 concernente: “Regolamento di attuazione dell'articolo 3 della legge regionale 16 dicembre 2022, n. 45 «Definizione dei criteri di riparto delle risorse finanziarie e dei criteri specifici per l'assegnazione dei contributi»”;
2. Regolamento regionale n. 6 del 21 aprile 2023, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 21 giugno 2019 n. 13 recante «Regolamento per i servizi del collocamento mirato e la costituzione dei comitati tecnici»”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:
1. deliberazione della Giunta regionale numero 169 del 13 aprile 2023
2. deliberazioni della Giunta regionale numeri 171, 172, 173, 174 e 175 del 20 aprile 2023
3. deliberazioni della Giunta regionale numeri 191, 192, 193, 194, 195 e 196 del 28 aprile 2023
4. deliberazione della Giunta regionale numero 202 del 4 maggio 2023
5. deliberazioni della Giunta regionale numeri 208, 209, 210, 211, 212, 213, 214, 215 e 216 dell'11 maggio 2023
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
• il tratto autostradale A2 Pizzo-Sant'Onofrio è oggetto di interventi di manutenzione che si protraggono da diversi anni;
• i continui lavori si realizzano durante tutto l'arco dell'anno, determinando spesso la riduzione della carreggiata ad una corsia in entrambe le direzioni;
• lo stesso tratto presenta criticità dal punto di vista della sicurezza stradale, considerando che sullo stesso insiste, con i suoi 1.950 metri di lunghezza, il ponte autostradale più lungo dell'intero tracciato calabrese della Salerno Reggio-Calabria, il viadotto "Costiera di Pizzo", privo della corsia di emergenza;
• nelle ultime settimane si sono verificati diversi incidenti, anche gravi, che hanno coinvolto numerosi mezzi e contato decine di feriti;
• la riduzione della carreggiata rappresenta un serio fattore di rischio, in particolare in occasione di precipitazioni che rendono l'asfalto scivoloso;
considerato che: • gli incidenti si sono verificati lungo un tratto interessato da continui ed interminabili cantieri e lo stesso punto preciso in cui è avvenuto un grave scontro a catena si trova a poche decine di metri da uno dei tanti restringimenti di carreggiata presenti;
• i cantieri sono aperti ormai da anni anche e soprattutto in direzione Sud dello stesso tratto dell'A2, e determinano gravi disagi cui quotidianamente vanno incontro gli automobilisti;
• il tratto è attraversato da molti mezzi pesanti che determinano, soprattutto nel tratto a doppio senso, rallentamenti dovuti spesso ad avarie di camion e autobus;
• bisogna dunque intervenire, e con una certa urgenza, affinché vengano immediatamente rimossi tutti i fattori di rischio presenti lungo l'arteria arrivando al completamento dei lavori in corso, specie in previsione dell'aumento dei volumi di traffico che si verificheranno in concomitanza con la stagione estiva;
preso atto che: • risulta urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale teso all'interlocuzione con Anas Spa, funzionale all'adeguamento del tratto autostradale interessato, considerato anche che lo stesso è snodo principale verso la Costa degli Dei, zona di turismo internazionale;
tutto ciò premesso e considerato, interroga l'assessore ai Trasporti della Giunta regionalePer sapere:1) quali iniziative intenda assumere nei confronti di Anas affinché si stabiliscano tempi certi per il ripristino delle minime condizioni di sicurezza nella percorribilità del tratto A2 Pizzo-Sant'Onofrio.
(138; 11/05/2023).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- i Comitati Etici (CE) sono organismi indipendenti la cui principale funzione è la valutazione degli aspetti etici e scientifici delle sperimentazioni cliniche al fine di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte;
- i ‘Comitati etici’, in sanità, svolgono una funzione assai delicata e strategica, con un ruolo sempre più determinante;
- l'espressione di pareri su più attività sanitarie è imprescindibile tra cui le sperimentazioni cliniche;
- a tutt'oggi insistono richieste di pareri riferite allo scorso anno, come il test di screening per le immunodeficienze geneticamente determinate;
Considerato che: - da tempo l’attività dei ‘Comitati Etici’, in Calabria, viene sottovalutata se non addirittura interrotta, come di fatto sta avvenendo al comitato di Catanzaro;
- il CE di Catanzaro è coinvolto ad esprimere pareri sulle attività dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater-Domini e quindi sulle attività di sperimentazioni cliniche sempre strategiche in materia di ricerca e cura;
- l’espressione di pareri del CE è imprescindibile per l’attuazione dei programmi di Ricerca del PNRR;
- ad oggi, risultano approvati dal comitato etico i seguenti progetti nell’ambito del PNRR: a) Progetto “Malattie Croniche non trasmissibili con codice PNRR-MR1-2022-12375654, dal titolo Genetic and epigenetic modulAtors in Rare neurodegenerative diseases with Dementia: a National study on autosomal dominant Alzheimer disease and genetic frontotemporal degeneration with dementIA (GARDENIA), PI/ Coordinator, Prof. ... Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, b) Progetto di ricerca cod. PNRR-MAD-2022-12376110 dal titolo “Precision medicine in neurodegenerative diseases: feasibility study on plasma diagnostic and prognostic markers”, PI/Coordinator Prof. ... - Università di Brescia - i progetti suddetti pur essendo stati analizzati, non hanno ancora ricevuto il verbale relativo;
Tenuto conto che: - con decreto del Ministero della Salute del 26 gennaio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2023, viene dato corso all’istituzione dei Comitati Etici Territoriali con entrata in vigore il prossimo 7 giugno;
- vengono soppressi tutti i Comitati Etici esistenti sul territorio nazionale ed istituiti 40 (quaranta) Comitati Etici;
- per la Calabria è prevista la soppressione dei CE esistenti e l’istituzione di un Comitato Etico Territoriale. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1) quali iniziative intende assumere per garantire il completamento delle attività dei Comitati Etici in vigore, in particolare in relazione ai progetti summenzionati;
2) quali iniziative sono state, o saranno assunte al fine di garantire l'applicazione del decreto del Ministero della Salute, con l’istituzione del Comitato Etico Unico Regionale, considerato che alla data del 7 giugno p.v., comunque cesseranno le attività dei Comitati Etici esistenti.
(135; 27/04/2023).
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la mancanza di una adeguata installazione e manutenzione della segnaletica stradale, sia orizzontale che verticale, compromette inevitabilmente la sicurezza stradale oltre a creare disservizi alla circolazione (lavoratori, vettori, turisti, automobilisti in genere);
- il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), all’art 37, Capo II, disciplina l’apposizione e la manutenzione della segnaletica stradale, ripartendo le rispettive competenze;
- la Direttiva del Ministero dei lavori pubblici del 24 ottobre 2000, relativa alla corretta e uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione, richiama al punto 1.3 la “Relazione tra cura della strada e incidentalità stradale” e nello specifico, che: “Numerosi sinistri stradali derivano dall'assenza di segnaletica, dall'inadeguatezza della stessa rispetto alle condizioni della strada e del traffico, dalla sua tardiva o insufficiente percepibilità, dalla collocazione irregolare, dall'usura dei materiali o dalla mancata manutenzione”;
Considerato che: - a seguito di numerose segnalazioni pervenute relativamente alla carenza di segnaletica stradale, orizzontale e verticale, funzionale al raggiungimento della Città di Castrovillari (CS), sia dalle uscite autostradali di riferimento che dalle strade provinciali;
e che: - in ragione di ciò, in data 5 novembre 2022, si è proceduto a interessare la Provincia di Cosenza, relativamente al tratto di competenza, nonché la sezione Anas Spa competente per territorio, per il tratto autostradale di riferimento;
- con la Provincia di Cosenza si sono tenuti degli incontri istituzionali sottesi alla pronta e rapida risoluzione della problematica, per cui a stretto giro si cantiereranno i relativi lavori;
- nonostante reiterati solleciti (il primo in data 20.02.2023;
il secondo, rivolto anche alla sezione regionale nonché alla direzione nazionale, in data 14.04.2023) l’Anas Spa è rimasta silente;
preso atto: - che risulta urgente e improcrastinabile un intervento istituzionale sotteso alla interlocuzione con Anas Spa, funzionale all’adeguamento della cartellonistica stradale, sia orizzontale che verticale, idonea al raggiungimento della Città di Castrovillari (CS);
S’interroga la Giunta regionalePer sapere:1) quali iniziative intenda assumere per garantire la funzionale presenza di adeguata segnaletica stradale nel tratto di riferimento sopra indicato;
2) quali iniziative sono state, o saranno assunte al fine di garantire un’adeguata segnaletica stradale su tutto il territorio regionale, sia di competenza delle singole provincie che di competenza di Anas Spa.
(136; 08/05/2023).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
la costa della Calabria rappresenta un patrimonio di inestimabile valore ambientale e rischia di subire rilevanti impatti dai cambiamenti climatici. Il fenomeno dell’erosione costiera, infatti, secondo il rapporto “Spiagge 2022” di Legambiente, interessa 278,8 chilometri del nostro litorale, pari al 60,9% delle coste basse sabbiose calabresi. L’area di spiaggia erosa è stimata in 6,5 milioni di metri quadrati. L’ordine di grandezza del fenomeno erosivo ha comportato, data anche la particolare morfologia delle coste della nostra regione, la perdita di almeno 200 chilometri di coste basse negli ultimi 30 anni con un arretramento medio di circa 25 metri, che ha indirettamente prodotto un incremento delle coste alte nel periodo considerato di circa 150-200 chilometri (coste basse che sono diventate coste alte per la scomparsa della spiaggia);
per lo studio del litorale calabrese, affetto da notevoli problemi di erosione costiera, già nel 2014 il Dipartimento Lavori Pubblici e Infrastrutture e l'Autorità di Bacino Regionale hanno predisposto un “Master Plan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria”, approvato il 22 luglio 2014 con la Delibera n. 1 del Comitato Istituzionale. Le finalità degli interventi in esso contenuti sono state oggetto dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) “rafforzato” denominato "Difesa del Suolo ed Erosione delle Coste" siglato tra la Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a fronte della dotazione finanziaria assegnata con la delibera CIPE n. 87/2012. Successivamente è stato poi adottato il “Piano di Bacino Stralcio di Erosione Costiera” (PSEC), approvato l’11 aprile 2016 con la Delibera n. 4 del Comitato Istituzionale;
nel Master plan la costa calabrese è suddivisa in 21 macroaree, tra le quali l’Area 3 che corrisponde al tratto costiero compreso tra Rossano e Cariati nel territorio della provincia di Cosenza e precisamente comprendente i seguenti comuni: Corigliano Rossano (a sud-est di Capo Trionto), Crosia, Calopezzati, Pietrapaola, Mandatoriccio, Scala Coeli, Cariati. Sono stati così individuati gli interventi afferenti ai litorali di Rossano (località Pantano Martucci), Crosia (località Pantano e Centofontane) e Cariati, mediante i quali sono state previste opere trasversali alla linea di riva accompagnati da ripascimenti di spiaggia. Considerato che: il litorale di Crosia, nella frazione di Mirto, dove è stato rilevato un forte fenomeno erosivo che ha causato la quasi totale scomparsa della spiaggia in località Pantano e la riduzione della stessa in località Centofontane, ha subito un intenso sviluppo, diventando un’importante località balneare e dalle grandissime potenzialità di attrazione del turismo. Caratterizzato da spiaggia sottile e, in alcuni tratti, senza duna costiera a causa del fenomeno di antropizzazione, presenta una delle situazioni a maggior rischio della fascia jonica. Il processo erosivo in atto è tuttora in progressione, con decine di metri in meno rispetto alla linea di riva del 1957. Molte abitazioni sono state ormai raggiunte dal mare e a rischio scalzamento, senza che siano presenti opere di difesa organica del litorale. Tenuto conto che: con la Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio 2017 avente ad oggetto “Programma di interventi per la difesa del suolo” a valere su risorse Por Calabria FESR FSE 2014/2020 e con la Delibera di Giunta Regionale n. 160 del 13 maggio 2016 avente ad oggetto "Patto per lo sviluppo della Regione Calabria. Attuazione degli interventi prioritari e individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio" si definiscono gli obiettivi generali della programmazione regionale in materia di difesa del suolo;
nell'allegato alla Deliberazione n. 355/2017 dal titolo "Documento Programmatico Difesa del Suolo" sono definiti e pianificati gli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera e protezione dei litorali e sono individuati 19 interventi, a valere sui fondi di cui all’Azione 5.1.1 del POR Calabria FESR FSE 2014-2020, per un importo complessivo finanziato pari e € 65.424.795,93. Gli obiettivi dell’Azione 5.1.1 “Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza delle infrastrutture nei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera” prevedono la messa in sicurezza di 42 km di costa entro il 2023. Il piano finanziario dell’Azione 5.1.1 è stato poi rimodulato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 488 del 14 ottobre 2022 per oltre 77 milioni di euro;
tra questi interventi è previsto il “Progetto Difesa Costiera. Intervento integrato per il completamento delle opere di difesa costiera tra Capo Trionto e la Foce del fiume Nicà”. In particolare, per il litorale di Crosia, nella frazione di Mirto, in località Pantano e in località Centofontane, si tratta di fronteggiare l'esteso fenomeno erosivo in atto mediante la realizzazione di pennelli e del ripascimento di spiaggia con versamento di materiale proveniente dagli scavi per l’imbasamento dei pennelli e dalla scolmatura dell’alveo del fiume Trionto. Preso atto che: la località Centofontane del Comune di Crosia è stata già interessata da un primo intervento di ripristino dell’equilibrio costiero e di ripascimento della spiaggia. Iniziato nel 2009 e concluso nel 2014 e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nel Programma Por Conv FESR Calabria relativo alla programmazione 2007-2013, è riuscito a far recuperare, in alcuni tratti, anche 80 metri di spiaggia;
nonostante la grande disponibilità di risorse, il progetto di difesa costiera e ricostruzione del litorale di Crosia non è ancora stato avviato mentre in località Pantano continua a sussistere il problema dell'accesso alle abitazioni lambite dalle acque dello Ionio (molte di queste residenze estive) che non sono più raggiungibili anche a causa della degradazione della strada realizzata a ridosso della scogliera;
senza un’accelerazione dei tempi si potrebbe andare incontro ad un possibile disimpegno delle risorse finanziarie, essendo queste relative alla programmazione 2014-2020. I notevoli ritardi nella cantierizzazione degli interventi, inoltre, possono vanificare l'efficacia delle opere visto che, a distanza di anni, la situazione dei luoghi potrebbe trovarsi diversa, con peggioramenti che richiederebbero interventi e risorse aggiuntive rispetto a quanto previsto nel 2017.
Tutto ciò premesso e considerato
INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:1. quali iniziative stia assumendo la Regione Calabria per rimuovere gli ostacoli che fino ad ora hanno impedito l’avvio e il veloce completamento di interventi urgenti e necessari come quello di difesa costiera e ricostruzione del litorale di Crosia, nella frazione di Mirto;
2. se intende attivarsi, a fronte dell’emergenza erosione costiera, per conoscere la situazione dei vari interventi previsti dalla Delibera di Giunta Regionale n. 355 del 31 luglio 2017, l’attuale effettiva disponibilità delle risorse, ottenere precise indicazioni sul cronoprogramma degli interventi da attuare in favore delle spiagge calabresi, raggiungere gli obiettivi della Linea di Azione 5.1.1 del Por Calabria 2014-2020, con la messa in sicurezza al 31 dicembre 2023 di 42 chilometri di costa.
(137; 10/05/2023).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- Le immunodeficienze primitive (IDP) rappresentano un gruppo molto ampio di malattie genetiche estremamente gravi e relativamente frequenti, caratterizzate da difetti di sviluppo e/o funzione del sistema immunitario;
- ciò comporta una predisposizione importantissima alle infezioni, che si caratterizzano per una maggiore frequenza;
- queste malattie non sono ancora inserite nei LEA, ma lo saranno a breve;
- per queste patologie esiste una terapia efficace che, se prontamente somministrata migliora la qualità della vita e la sopravvivenza dei bambini;
- le IDP si caratterizzano per una maggiore frequenza, durata e gravità e per la frequente necessità di ricorso a terapie antibiotiche endovenose e protratte;
- i pazienti possono presentare disordini autoimmuni, aumentata suscettibilità a tumori, predisposizione a forme complesse di allergia nonché nelle forme ad esordio precoce diarrea cronica e malassorbimento;
- spesso i pazienti presentano quadri sindromici complessi (problemi ematologici, neurologici, cardiologici etc.) o quadri clinici peculiari quali anomalie della pelle e degli annessi cutanei, livelli eccessivamente alti di IgE, granulomi in vari sedi ed organi;
- spesso vi è familiarità per problemi analoghi, aborti ricorrenti, mortalità precoce;
- nel loro insieme l’incidenza delle IDP può essere calcolata attorno a 1:10000, anche se questo dato è ampiamente sottostimato a causa delle diverse modalità con cui queste malattie vengono diagnosticate;
- nel mondo, più di sei milioni di bambini e adulti sono affetti da IDP ma nemmeno il 30% di questi viene diagnosticato;
- da stime recenti si evince che molte immunodeficienze primitive non hanno ancora un riconoscimento ufficiale e questo rende ancora più difficile la raccolta di informazioni dettagliate e che queste patologie sono caratterizzate da una sintomatologia aspecifica che rende difficile una diagnosi puntuale e tempestiva;
- alcuni dati di letteratura indicano che dall’insorgenza dei primi sintomi fino alla diagnosi passano circa 5 anni per gli adulti e 2 anni e mezzo per i bambini;
- dai dati preliminari si ritiene che in Calabria la prevalenza di IDP nella regione sembri essere 10 volte superiore al resto d’Italia;
- tali previsioni preliminari consigliano approfondimenti scientifici adeguati;
- per eseguire un test di screening per IPD è necessario il consenso dei genitori;
- il centro screening di Catanzaro ha iniziato, in via sperimentale, lo screening neonatale per alcune delle più comuni immunodeficienze geneticamente determinate (si tratta di un test genetico basato sulla RT PCR, che si esegue sul DNA estratto dai cartoncini che si utilizzano per lo screening neonatale tradizionale o SNE);
- il test si esegue già in molte parti del mondo, incluse alcune regioni italiane, poiché in caso di positività è possibile attuare terapie efficaci (come la terapia immunoglobulinica e il trapianto di midollo) che permettono di evitare le gravi conseguenze della malattia;
- il centro screening di Catanzaro eseguirà il test in collaborazione con il centro screening di San Paolo in Brasile, diretto dal Prof. ... , calabrese di origine, Professore Ordinario di Immunologia dell’Università di San Paolo in Brasile;
- il costo dello screening è generosamente e completamente, compresa la spedizione dei cartoncini in Brasile, coperto dalla Jeffrey Modell Foundation;
- la lettera di intenti, sottoposta al parere del Comitato etico dell’Area centrale della Calabria in data 7 novembre 2022, non ha ricevuto ad oggi alcuna risposta.
TUTTO CIO’ PREMESSO
IMPEGNA la Giunta regionale
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE tramite il Dipartimento salute ad assumere ogni iniziativa affinché il comitato etico esprima e trasmetta, il più rapidamente possibile, il parere richiesto in data 7 novembre 2022, viste le ricadute sanitarie e sociali ed economiche che lo screening avrebbe sulla collettività calabrese.
(51; 04/05/2023) Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, Nesi, Tavernise.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;
- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;
- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;
- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;
- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche. Considerato che: - un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;
- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);
- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);
- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione. Considerate altresì: - che la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;
- che la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;
- che la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio.Impegna la Giunta regionale- ad adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio, supportando iniziative di formazione dirette agli allevatori e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;
- ad informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;
- a predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.
(52; 09/05/2023) Laghi.
(Ritirata dal proponente, con nota, protocollo numero 9494 del 10/05/2023).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;
- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;
- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;
- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;
- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche. Considerato che: - un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;
- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);
- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);
- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione. Considerate altresì: - che la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;
- che la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;
- che la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio. Chiede alla Giunta Regionale:
Impegna la Giunta regionale
- ad adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio, supportando iniziative di formazione dirette agli allevatori e agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;
- ad informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;
- a predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.
(53; 10/05/2023) Laghi.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- lo scorso 3 maggio, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena del Fiume Trionto, è crollata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 conosciuta come “Sila – mare” nel Comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;
- la strada, infrastruttura strategica per l'area nella quale insiste, in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina, è già costata circa 80 milioni di euro ed è ancora lontana dal completamento;
Impegna la Giunta regionale
A intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni al fine di: • verificare, attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali criticità in relazione al lotto di sei chilometri della strada in oggetto che dalla frazione Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la prima metà del 2023;
- assicurarsi che siano effettivamente disponibili le risorse necessarie alla ultimazione e consegna del lotto medesimo nei tempi prefissati, nonché quelle relative all’ultimo lotto che da Caloveto dovrà congiungere la SS 177 alla SS 106 ionica e, nel caso di manifeste carenze e indisponibilità, attivarsi affinché le risorse siano reperite.
(54; 15/05/2023) Bevacqua e Graziano.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- l’OMS definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”;
- in questa definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano comportamenti problematici come il disturbo da gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, la new technologies addiction (dipendenza da tv, serie tv, internet, social network, videogiochi), diverse nelle anifestazioni cliniche ma per molti aspetti correlate sul piano eziologico e psicopatologico;
- più puntualmente, quando si parla di dipendenze patologiche bisogna fare un distinguo tra quelle che sono dipendenze da sostanze legali e illegali– come eroina, cocaina, marijuana, metanfetamine, steroidi, alcol e tabacco – e le dipendenze comportamentali – come il disturbo da gioco d’azzardo, le dipendenze tecnologiche, lo shopping compulsivo, le dipendenze sessuali, la dipendenza da esercizio fisico (overtraining) e la bigoressia (il disturbo alimentare che porta, con palestra, dieta proteica ed integratori, all’ossessione del corpo perfetto);
- nelle dipendenze comportamentali si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiane che coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare su internet o andare in palestra, che si trasformano tuttavia in una dipendenza fino a condizionarne lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di pericolosità per la persona;
Considerato che: le dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età compresa fra gli 11 ed i 26 anni di età (la cosiddetta Generazione Z) e le conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano di inficiarne il corretto sviluppo psicofisico, a cui si aggiungono, in prospettiva, le ripercussioni negative sull’intera società;
Precisato che: l’insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori di natura estremamente eterogenea: - fattori individuali di tipo neurobiologico eredo-familiari (riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalie della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore);
- fattori individuali comportamentali correlati alle esperienze di vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità – ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo, bassa autostima;
- fattori socio-ambientali correlati al contesto familiare, socio-culturale ed economico della comunità di appartenenza, nonché ad altri fattori estranei all’ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale, ai livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e accessibilità e, infine, all’esistenza di regole e di leggi di controllo e di deterrenza;
Rilevato che: - le dipendenze patologiche hanno un importante impatto sociosanitario, con conseguenze dirette e indirette sull’ordine pubblico e sulla spesa sanitaria e sociale ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato;
- sul piano normativo e trattamentale il capo IV (articoli da 21 a 35) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017, ha ridefinito e aggiornato i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (i cosiddetti nuovi LEA), individuando e descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità ed impegno assistenziale, cui corrispondono diversi percorsi assistenziali;
- i nuovi LEA recano l’estensione dell’area delle dipendenze a tutte quelle di tipo patologico e ai comportamenti di abuso: in particolare, l’articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all’assistenza sociosanitaria alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell’ambito dell’assistenza territoriale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato. Essa include le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, nonché riabilitative;
Ritenuto per tutto quanto sopra che: le dipendenze patologiche oltre ad essere incluse nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e servizi che il SSN è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani e conseguentemente risulta necessario ed urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza, legale ed illegale;
Vista: - la L.R. del 15 dicembre 2021, n. 32 e ss.mm. ii avente ad oggetto “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero” che a mente dell’art. 2 svolge funzioni di programmazione sanitaria e sociosanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale, assicurando, tra l’altro, la produzione di analisi, valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale anche in forma di studi, ricerche, istruttorie di progetti e servizi di controllo. Tutto ciò premesso e considerato
Impegna la Giunta regionale
per quanto di competenza, affinché proponga l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione dell’Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero, di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche. L’istituzione dell’Osservatorio ha come principali obiettivi: - la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D. ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze: come ad es., i medici di medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118 (interventi per eccesso di sostanze stupefacenti), le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per accessi ai reparti di pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli Enti Locali, le scuole, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, il terzo settore, le associazioni di volontariato;
- la promozione di una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno, secondo alcuni presupposti fondamentali: • il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione;
- il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali, culturali e sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale;
- la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all’interno dei diversi territori comunali provinciali e regionale;
- la promozione e l’adozione di standard di qualità nell’area della prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope, della riduzione del rischio del trattamento, della riabilitazione e dell’integrazione sociale;
- la diffusione, tra i professionisti, di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci. - avviare altresì sul territorio regionale campagne informative, di sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da sostanze, legali e illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare riguardo alla fascia d’età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente supporto alla genitorialità.
(55; 15/05/2023) Straface.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- all’interno del Comune di Maida ricade una struttura pubblica, di proprietà del Comune stesso e nella disponibilità dell’ASP di Catanzaro, all’interno della quale insiste il poliambulatorio;
- Con riferimento al PNRR, il Ministero della Salute con decreto del 20/1/2022 ha attribuito alla Regione Calabria gli importi, a valere sulla Missione 6, Componente 1, per il complessivo valore di € 128.787.991, 27 per la realizzazione di Case di Comunità, Centrali operative territoriali e Ospedali di Comunità;
- La Regione Calabria ha chiesto alle Aziende sanitarie provinciali di rinvenire siti idonei per realizzare le dette strutture per le quali sono previsti i fondi del PNRR;
- Il Comune di Maida ha diritto ed interesse a vedere nascere una delle dette strutture all’interno del proprio territorio e ciò in quanto nel comune di Maida insiste già il poliambulatorio all’interno di un bene immobile di proprietà pubblica;
- Il sopracitato poliambulatorio è stato negli anni ridimensionato e, ad oggi, non svolge con efficacia la propria funzione a danno, purtroppo, della comunità di Maida e dei territori limitrofi;
- che la realizzazione di una delle dette strutture porterebbe enormi benefici sanitari non solo al Comune di Maida ma a tutto il comprensorio e ciò in quanto trattasi di territori impervi e difficili da raggiungere e privi di adeguate strutture sanitarie;
CONSIDERATO CHE:
• È intervenuta la deliberazione N. 206 del 23/2/2022 del Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro avente ad oggetto: “Attuazione PNRR -Fase 1: strutture idonee in uso (di proprietà pubblica) – interventi per la realizzazione di ospedali di comunità, case di comunità, hub e spoke e centrali operative territoriali presso i presidi di Catanzaro – Lamezia Terme – Soverato – Approvazione proposta di piano degli interventi”;
• Nonostante la detta deliberazione l’ASP di Catanzaro non ha individuato il Comune di Maida quale ente territoriale all’interno del quale realizzare la casa della comunità o la centrale operativa territoriale o l’ospedale di comunità;
- Tale atto lede gli interessi e i diritti del Comune di Maida e della sua comunità oltre che dell’intero comprensorio;
- Il Comune di Maida, inoltre, con atto del 3/3/2022 ha chiesto, ai sensi della L. 241/90, all’Asp di Catanzaro di avere tutte le carte inerenti la detta deliberazione, tuttavia l’ASP di Catanzaro non ha riscontrato l’istanza di accesso agli atti e non ha fornito le carte al Comune di Maida;
- Nonostante l’esistenza di un immobile di proprietà pubblica nel Comune di Maida e già nella disponibilità dell’ASP di Catanzaro, il Comune di Maida non è stato inserito nell’elenco dei Comuni allegato alla deliberazione;
- Il Comitato di rappresentanza dei Sindaci dei Comuni non ha mai dato il formale assenso, né risulta mai essere stato convocato;
- Inoltre, da notizie pubblicate da organi di informazione, parrebbe che, prima dell’adozione della detta delibera N. 206/22, la Regione Calabria abbia trasmesso ad Agenas, su proposta dell’ASP, una pianificazione all’interno della quale era compreso anche il Comune di Maida;
CONSIDERATO INOLTRE CHE: • il Comune di Maida è stato, pertanto, costretto a rivolgersi al Tar Calabria Catanzaro al fine di tutelare la propria comunità;
- vi è l’esigenza che il Comune di Maida, al fine di garantire il diritto alla salute, ospiti una delle dette strutture di cui alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro.
TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO: Interroga il Presidente della Giunta Regionale della Calabria nella sua funzione di Commissario ad Acta della Sanità
Per sapere:
- Se ha contezza di quanto avvenuto e del fatto che il Comune di Maida, nonostante l’esistenza di una struttura pubblica già nella disponibilità dell’ASP Catanzaro, sia stato escluso dall’elenco dei Comuni allegato alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro e nonostante il detto territorio sia carente di presidi ospedalieri efficienti e vi sia una rete stradale impervia e precaria;
- Cosa si intende fare al fine di permettere - implementando le risorse economiche e rispondendo contestualmente ai rilievi avanzati da AGENAS che aveva espressamente richiesto l’implementazione del numero degli edifici sanitari- anche al Comune di Maida di ospitare una delle strutture di cui alla deliberazione N. 206/2022 del Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro con l’obiettivo di tutelare la comunità di Maida e dell’intero comprensorio e di garantire la tutela del diritto alla salute.
(52; 12/05/2022).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-le condizioni del comparto sanitario pubblico nel comprensorio delle Serre vibonesi sono da tempo caratterizzate, per fatto notorio, da innumerevoli criticità;
- in particolare, l’area interessata risente di una oramai risalente carenza di strutture, strumenti e personale;
- l’Ospedale “San Bruno” di Serra San Bruno ricade in un’area interna morfologicamente critica per le tante comunità e con una popolazione di 29.000 abitanti residenti in comuni di altitudine medio-alta che, specialmente nel periodo invernale, incontrano rilevanti difficoltà nel raggiungere altre strutture sanitarie;
- attualmente, non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, si pensi ad esempio alla situazione paradossale venutasi a creare in riferimento alla diagnostica per immagini, dove per aver refertato un esame bisogna attendere il radiologo, presente solamente alcuni giorni a settimana;
- recentemente, il Commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, intervenendo alla Conferenza dei Sindaci, ha comunicato che l’Ospedale rimarrà un ospedale di zona disagiata;
Considerato che: -occorre bandire al più presto concorsi a tempo indeterminato per garantire la presenza di tutte le figure previste per un ospedale di zona disagiata e, nel frattempo, magari consentire che almeno le radiografie effettuate nel nosocomio serrese possano essere refertate digitalmente a distanza da un professionista ubicato in altra struttura che garantisce il servizio h24;
- il Comitato spontaneo costituitosi a difesa del nosocomio ha, più volte, dichiarato di temere che l’allocazione della Casa di Comunità nei locali ospedalieri possa rappresentare il preludio per la chiusura dell’ospedale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche n. q. di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,
Per sapere:
- se è a conoscenza dei fatti su esposti;
- quali azioni intenda intraprendere per garantire i livelli di assistenza nel territorio delle serre vibonesi;
-se, specificamente, ritiene di dover adottare provvedimenti urgenti per il potenziamento del pronto soccorso ospedaliero e garantire l’immediata refertazione degli accertamenti diagnostici.
(110; 09/01/2023).
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- In capo alle Aziende Sanitarie Provinciali vi è l’obbligo di provvedere l’erogazione dell’assistenza medico-generica in forma domiciliare e ambulatoriale, assicurando i livelli di prestazioni stabiliti dal Piano Sanitario Nazionale;
- il medico di medicina generale è la figura di riferimento per ogni problema che riguarda la salute del proprio assistito;
- il medico di medicina generale, più comunamente definito medico di base, fornisce le seguenti prestazioni: visita medica generale (ambulatoria domiciliare), prestazione di particolare impegno professionale, prescrizione di farmaci, richiesta di prestazioni specialistiche, proposte di ricovero ospedaliero, certificazione di malattia per i lavoratori, collaborazione ai programmi di assistenza domiciliare;
- tutte le prestazioni sopraindicate sono rese gratuitamente;
- ogni cittadino iscritto al Servizio sanitario nazionale (SSN) ha diritto a un medico di base (o medico di famiglia) che, conoscendo approfonditamente lo stato di salute dei propri pazienti, è in grado di guidarli in tutto il percorso terapeutico all’interno delle strutture del SSN, permettendo loro di accedere a tutti i servizi e alle prestazioni comprese nei Livelli essenziali di assistenza (LEA);
- il cittadino esercita il suo diritto di scelta tra i medici iscritti in un apposito elenco nell’ambito territoriale di residenza. Considerato che: - Nel comune di Nocera Terinese nel giugno 2020 vi è stato il pensionamento della dott.ssa ------- e al suo posto è stata nominata, con delibera Asp CZ, la dott.ssa ----------;
- La dott.ssa -------- lo scorso 20 novembre 2022 a seguito di richiesta di trasferimento è stata spostata a Catanzaro;
Tenuto conto che: -da quanto si apprende dagli organi di informazione e dalle manifestazioni di protesta dei cittadini del comune di Nocera Terinese circa 1000 assistiti (zona centro storico del comune medesimo) si trovano senza medico di base;
- tra i presenti tanti pazienti presentano patologie gravi e il maggior numero di assistiti è rappresentato da anziani;
- la carenza di medici sull’intero territorio regionale. Preso atto che: - gli altri medici di base presenti sul territorio comunale sono già massimalisti (1500 assistiti, limite massimo) e alcuni medici risultano fuori ambito territoriale (l’ambito in questione è costituito dai comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese);
- non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, con grave pregiudizio per la salute pubblica;
Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. quali azioni, anche n.q. di Commissario ad Acta della sanità regionale, intende portare avanti nella risoluzione del problema sopra evidenziato;
2. lo stato dell’arte dell’interlocuzione con l’Asp di Catanzaro sulle evidenti difficoltà causate alla comunità e ai cittadini del comune di Nocera Terinese per la carenza di assistenza dei pazienti rimasti senza medico di base.
(111; 18/01/2023).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- purtroppo, per come segnalato anche dal Circolo PD di Lamezia Terme, mancano all’interno della città di Lamezia Terme medici pediatri;
- tutto ciò sta causando disagi e difficoltà alle famiglie e ai genitori dei piccoli pazienti di Lamezia Terme i quali sono costretti a recarsi presso pediatri che si trovano al di fuori della città di Lamezia Terme;
- inoltre, tutto ciò costringe le famiglie a rivolgersi al Pronto Soccorso con conseguente sovraffollamento dello stesso;
- infatti, i medici pediatri, attualmente presenti nella città di Lamezia Terme, hanno raggiunto il numero massimo di piccoli pazienti e non hanno conseguentemente disponibilità;
- tutto ciò è stato segnalato anche da giornali on line;
- non può non vedersi la gravità della situazione esposta che si collega direttamente ed immediatamente con il diritto alla salute dei piccoli pazienti;
- infatti, l’assenza di medici pediatri all’interno della città di Lamezia Terme rende difficoltoso l’accesso alle cure dei piccoli pazienti residenti in Lamezia Terme;
- inoltre, dalle notizie assunte, vi è che con decreto dirigenziale N. 369 del 1/6/2022 del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria è stata approvata la graduatoria regionale dei pediatri di libera scelta”;
- occorre, pertanto, che la Regione Calabria adotti atti e provvedimenti per rendere effettivo e reale e immediato il diritto alle cure e alla salute dei piccoli pazienti che vivono e risiedono nella città di Lamezia Terme garantendo loro il diritto di avere un pediatra che si trovi nella città di Lamezia Terme. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si CHIEDE Al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, anche nella qualità di Commissario ad acta per la sanità calabrese, e alla Giunta Regionale di sapere
Per sapere:
se hanno contezza della grave problematica sopra esposta e quali atti e provvedimenti politici e amministrativi e gestionali si intenda tempestivamente adottare al fine di permettere ai genitori dei piccoli pazienti che risiedono nella città di Lamezia Terme di poter scegliere un pediatra di libera scelta che abbia studio nella stessa città di Lamezia Terme e per consentire che il diritto alle cure sanitarie e alla salute dei detti piccoli pazienti residenti in Lamezia Terme sia immediatamente accessibile e diretto e immediato e concreto.
(113; 25/01/2023).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis è struttura che svolge continue prestazioni sanitarie soprattutto in campo oncologico;
- tale presidio costituisce struttura di riferimento non solo per i pazienti di Catanzaro ma anche per i pazienti dell’intero territorio regionale;
- è essenziale nello svolgimento delle dette prestazioni sanitarie la disponibilità della Pet;
- fino alla data del 28/8/2022 il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis ha potuto contare sulla disponibilità di una Pet Mobile presente nella struttura per tre giorni a settimana;
- purtuttavia, a decorrere dal 28/8/2022 non è più disponibile presso il Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis la Pet mobile;
- l’assenza della Pet nel Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis ostacola con tutta evidenza lo svolgimento delle prestazioni sanitarie tipiche non potendo il detto Presidio disporre di uno strumento diagnostico essenziale;
- al momento, per effetto di una convenzione esistente con l’Azienda Mater Domini, vi è la disponibilità ad utilizzare la Pet dell’azienda Mater Domini in modo, tuttavia, molto limitato e non soddisfacente;
- pertanto, in molti casi i pazienti sono costretti a recarsi fuori dalla regione Calabria al fine di eseguire gli esami a cui è finalizzata la Pet;
- tutto ciò lede il diritto alla salute dei pazienti che si rivolgono al Presidio Ciaccio/De Lellis i quali, purtroppo, a causa dell’assenza della necessaria Pet non possono beneficiare di tempestive e immediate cure sanitarie;
- occorre, pertanto, con rapidità e tempestività, comprendere le ragioni per le quali presso il Presidio Ospedaliero Pugliese/Ciaccio non sia più disponibile l’essenziale Pet e adottare ogni necessario atto e provvedimento al fine di permettere al detto Presidio di poter contare sull’essenziale Pet e di potere dare immediate e tempestive risposte ai pazienti. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si CHIEDE al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, anche nella qualità di Commissario ad acta per la sanità calabrese, e alla Giunta Regionale
Per sapere:
se hanno contezza della grave problematica sopra esposta e di sapere quali atti e provvedimenti politici e amministrativi e gestionali si intenda porre in atto tempestivamente al fine di permettere al Presidio Ospedaliero Ciaccio/De Lellis e ai pazienti che si rivolgono alla detta struttura di poter disporre della necessaria ed essenziale Pet e al fine di rendere effettivo e concreto e reale anche per i pazienti del Presidio Ciaccio/De Lellis il diritto alla salute e alle cure sanitarie.
(118; 06/02/2023).
Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con delibera CIPE n.32 del 21/3/2018 in attuazione del DM del 6/12/2017 ha assegnato alla Regione Calabria la somma di 9.400.000,00 da destinare alla riqualificazione e all'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione;
- il programma prevede l'acquisto di tre acceleratori lineari da destinare alle Aziende ospedaliere di CS,CZ e RC;
- il programma complessivo é pari a 10 ml di euro di cui 9.400.000,00 a carico dello Stato e 600.000,00 euro a carico della Regione quale quota di cofinanziamento ai sensi dell'art.20 della legge 67/88;
- con nota 436008 del 21/12/2018 il programma di interventi é stato trasmesso al Ministero della Salute;
- con nota 6950 del 10/3/2020 il Ministero della Salute ha comunicato alla Regione l'approvazione del programma;
- con DCA n.75 dell' 8/4/2020 il Commissario ad Acta ha adottato il piano;
- con DCA n.98 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di CS;
- con DCA n.99 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di CZ;
- con DCA n.97 del 28 luglio 2020 é stato approvato il progetto dell'A.O. di RC;
- con rispettivi decreti Dirigenziali del 24/2/2021 il Ministero della Salute ha disposto l'ammissione a finanziamento dei suddetti interventi per consentire alla Regione le procedure di propria competenza;
- solo con DCA n. 91 del 18/8/ 2022 ha inteso stipulare apposita convenzione con INVITALIA per l'attuazione del programma di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologico;
Considerato che: - le procedure di affidamento potranno essere indette fino al 30 giugno 2023;
Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. lo stato dell'arte del procedimento;
2. il cronoprogramma delle attività e l'avvio della messa in esercizio dei nuovi impianti;
3. i volumi e i costi che la Regione attualmente sostiene per emigrazione sanitaria passiva in materia di radioterapia oncologica;
4. le liste d’attesa in radioterapia oncologica.
(134; 18/04/2023).
IL
CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO CHE:
·
l’articolo
57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci
degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10
settembre di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta regionale
competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole,
li inviano entro il successivo 20 settembre al dipartimento “Bilancio e
Patrimonio” per la definitiva istruttoria di propria competenza;
·
la
Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale
per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54,
comma 5, lettera b) dello Statuto;
VISTI:
·
la
legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per
lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo
dell'agricoltura);
·
la
legge regionale n. 8/2002;
·
l'articolo
54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto
della regione Calabria);
·
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi);
VISTA
la deliberazione della Giunta regionale n. 125 del 21 marzo 2023, recante:
"Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio
Regionale per gli atti di competenza";
VISTA
la deliberazione n. 1 del 12 gennaio 2023, con la quale il Direttore Generale
dell’ARSAC ha approvato il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda,
allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;
ATTESO CHE il Revisore unico dei conti dell’ARSAC, con
verbale n. 35 del 19 gennaio 2023, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale,
·
con
riferimento alle previsioni di parte corrente:
- ha considerato congrue le
previsioni di spesa e attendibili le entrate previste, sulla base delle
previsioni definitive 2023-2025, della salvaguardia degli equilibri ex art. 193
del TUEL, delle modalità di quantificazione e aggiornamento del fondo
pluriennale vincolato e della quantificazione del fondo crediti di dubbia
esigibilità;
- ha osservato che le
previsioni di entrata e di spesa corrente devono essere verificate e monitorate
costantemente;
·
con
riferimento alle previsioni di investimenti, ha considerato coerente la
previsione di spesa per investimenti con il programma amministrativo, e il
piano di sviluppo dell’Azienda;
·
ha
riscontrato che le previsioni di cassa sono attendibili in relazione
all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza, e congrue in
relazione al rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai
cronoprogrammi e alle scadenze di legge e agli accantonamenti al fondo crediti
di dubbia esigibilità;
·
ha
verificato che il bilancio è stato redatto in osservanza delle norme di legge,
dello statuto e del regolamento di contabilità dell’Ente, nonché dei principi
previsti dall’articolo 162 del TUEL, dalle norme del d.lgs. 118/2011 e dai
principi contabili applicati 4/1 e 4/2 allegati allo stesso decreto
legislativo;
·
ha
rilevato la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle
previsioni di bilancio e ha espresso “parere favorevole sulla proposta di
bilancio di previsione 2023-2025 e sui documenti allegati”;
CONSIDERATO CHE il dipartimento regionale “Agricoltura,
Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle
attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 109875
del 8 marzo 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante
e sostanziale,
·
ha
riscontrato che l’ARSAC ha imputato correttamente le somme stanziate negli anni
2023, 2024, 2025 a titolo di contributo ex l.r.
66/2012 trasferite dal dipartimento “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e
Forestazione”, come evidenziato anche nella relazione generale, tenuto conto
del parere favorevole del Revisore unico dell’Azienda;
·
ha
verificato il rispetto della normativa vigente in tema di spending review ai
sensi della legge regionale n. 43/2016, evidenziando che il contenimento della
spesa è stato complessivamente garantito;
·
ha
espresso “parere favorevole al bilancio di previsione 2023-2024-2025”,
approvato con deliberazione del Direttore Generale dell’ARSAC n. 1 del 12
gennaio 2023;
TENUTO CONTO CHE il dipartimento regionale “Economia e
Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n. 122398 del 15 marzo 2023),
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
·
ha
preso atto che la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 è garantita esclusivamente
attraverso l’applicazione della parte accantonata del risultato di
amministrazione presunto;
·
ha
raccomandato all’Ente di verificare, durante l’intero periodo degli esercizi di
cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia
Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di
eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in
termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con
riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie,
apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio;
·
con
riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, ha raccomandato all’Ente, a seguito
del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per
l’esercizio 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando,
se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e
capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria
potenziata;
·
preso
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e del
dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”,
che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e
le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento
vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto
“possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della
proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al Consiglio Regionale, ai sensi
dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
PRESO
ATTO CHE la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 5 maggio 2023, ha
approvato il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo
Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati;
UDITO
il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
DELIBERA
per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,
·
di
approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002,
il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in
premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Art. 1
(Integrazioni all’articolo 1 della l.r. n. 20/1999)
1. Al comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - ARPACAL), dopo le parole: “presente legge,” sono aggiunte le seguenti: “nel rispetto di quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 9 della Costituzione italiana e”.
Art. 2
(Modifiche all'articolo 7 della l.r. n. 20/1999)
1. Alla fine del comma 1 dell'articolo 7 della l.r. n. 20/1999 è aggiunta la seguente partizione interna: “bb) fornire supporto alla Regione Calabria nelle attività di predisposizione, attuazione e monitoraggio della strategia regionale di sviluppo sostenibile in attuazione dei principi e valori contenuti nel diritto internazionale, nel diritto dell’Unione Europea e nella Costituzione della Repubblica Italiana, espressamente previsti negli articoli 3,9,10,11,32,41 e 117”.
Art. 3
(Modifiche all'articolo 11 della l.r. n. 20/1999)
1. L'articolo 11 della legge regionale n. 20/1999 è modificato come segue:
a) il comma 8 è sostituito dal seguente:
“8. Il trattamento economico del direttore generale è equiparato a quello dei dirigenti generali dei dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità.”.
b) dopo il comma 8 sono aggiunti i seguenti:
“9. Il trattamento economico del direttore scientifico e del direttore amministrativo è pari a quello previsto dal comma 8, ridotto del 20 per cento.
10. Agli emolumenti determinati ai sensi dei commi 8 e 9 non è applicata alcuna ulteriore riduzione, per effetto delle norme regionali in materia di contenimento della spesa degli enti strumentali della Regione Calabria.”
Art. 4
(Norma finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 5
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Sostituzione del titolo della l.r. 25/2020)
1. Il titolo della legge regionale 19 novembre 2020, n.
25 (Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche da fonti
rinnovabili) è sostituito dal seguente: "Promozione e sviluppo sostenibile
di un sistema regionale di Comunità di energia rinnovabile (CER) in Calabria
per perseguire l'autoconsumo e l'autonomia energetica".
Art. 2
(Integrazione dell'articolo 1 della l.r.
25/2020)
1. Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r.
25/2020, dopo le parole "convertito con modificazioni dalla legge 28
febbraio 2020, n. 8," sono aggiunte le seguenti: "nonché dal decreto
legislativo 8 novembre 2021, n. 199 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001
del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione
dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili) e dal decreto legislativo 8
novembre 2021, n. 210 (Attuazione della direttiva UE 2019/944, del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il
mercato interno dell'energia elettrica),”.
Art. 3
(Integrazione dell'articolo 2 della l.r.
25/2020)
1. Al comma 1 dell'articolo 2 della l.r.
25/2020, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti:
"con il supporto e in collaborazione con il Tavolo tecnico di cui
all'articolo 5- bis".
Art. 4
(Integrazione dell'articolo 3 della l.r.
25/2020)
1. L'articolo 3 della l.r. 25/2020 è così integrato:
al comma 1, dopo le parole
"Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "con il supporto e
in collaborazione con il Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis".
Art. 5
(Modifica dell'articolo 4 della l.r. 25/2020)
1. L'articolo 4 della l.r. 25/2020 è così modificato:
a) la lettera a) del comma 2
è sostituita dalla seguente:
"a) redigono e
adottano, entro novanta giorni dalla data della loro costituzione, il bilancio
di sostenibilità redatto con finalità informative secondo i principi di European Label of Governance Excellence
(ELoGE) per comunicare, tra l'altro, ai propri stakeholders,
gli impatti prodotti dalle proprie scelte politiche e gestionali sulla qualità
della vita all'interno della propria comunità, valutare la coerenza tra quanto
programmato e quanto operativamente realizzato, favorire la trasparenza
dell'agire amministrativo, promuovere e sollecitare la partecipazione dei
cittadini alla vita pubblica, attivare un nuovo sistema di governance locale a
responsabilità diretta con alla base l'accountability energetica;";
b) al comma 3 dell'articolo 4 della l.r.
25/2020, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti:
"e redatto con il supporto e in collaborazione con il Tavolo tecnico di
cui all'articolo 5-bis".
Art. 6
(Inserimento degli articoli 4-bis e 4-ter nella l.r.
25/2020)
1. Dopo l’articolo 4 della l.r.
25/2020 sono inseriti i seguenti:
“Art. 4-bis
(Assistenza tecnica e incentivi allo sviluppo)
1. La Regione Calabria, tramite
il portale Calabria Energia, curato e gestito dall’assessorato competente in
materia di sviluppo economico e attività produttive, con le risorse umane,
strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, fornisce
assistenza tecnica e supporto alla promozione e allo sviluppo delle comunità
energetiche.
2. L’attività di assistenza
e supporto di cui al comma 1 è rivolta ai soggetti proponenti l’istituzione di
una comunità energetica e riguarda:
a) l’individuazione del
modello di produzione, autoconsumo e condivisione di energia;
b) la valutazione circa la
sostenibilità ecologica ed economica della comunità energetica;
c) il percorso da seguire
per l’istituzione della comunità energetica;
d) la promozione di
iniziative formative e informative rivolte a privati, associazioni ed enti
pubblici;
e) la realizzazione di un
archivio delle buone prassi utili alla costituzione delle comunità energetiche.
3. La Regione, altresì,
incentiva lo sviluppo delle comunità energetiche attraverso:
a) la promozione di
protocolli di intesa e collaborazione con i distributori locali di energia
elettrica e con il Gestore dei servizi energetici (GSE) S.p.A., finalizzati a
facilitare la costituzione e il regolare funzionamento delle comunità
energetiche nonché la comunicazione dei dati sulle comunità energetiche
costituite nel territorio regionale;
b) la promozione di un
protocollo di intesa con il Ministero competente in materia di beni culturali
per definire le condizioni necessarie all’ottenimento dei pareri e delle autorizzazioni
necessarie alla costituzione delle comunità energetiche, con l’obiettivo di
favorire il processo di decarbonizzazione e di mitigazione del cambiamento
climatico;
c) la promozione di protocolli di intesa con i Comuni o
le associazioni di Comuni o altre istituzioni per semplificare e uniformare i
procedimenti autorizzatori.
Art.
4-ter
(Disposizioni per la installazione di impianti da fonti rinnovabili)
1. La Regione Calabria ai sensi dell’articolo 47, commi
4 e 5, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 (Disposizioni urgenti per
l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano
nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per
l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune),
convertito con modificazioni in legge 21 aprile 2023, n. 41, entro sessanta
giorni dall’entrata in vigore della presente legge individua le aree di
proprietà regionale idonee alla installazione di impianti da fonti rinnovabili
e attiva le procedure per l’affidamento in concessione delle stesse.”.
Art. 7
(Inserimento degli articoli 5-bis e 5-ter nella l.r.
25/2020)
1. Dopo l'articolo 5 della l.r.
25/2020 sono inseriti i seguenti:
"Art. 5-bis
(Tavolo tecnico permanente con funzioni consultive e di monitoraggio)
1. Il Presidente del
Consiglio regionale, con proprio atto, istituisce presso il Consiglio
regionale, il Tavolo tecnico permanente con autonomia funzionale di analisi,
assistenza, consultive e confronto per la promozione, la sostenibilità
energetica, lo sviluppo e il sostegno della transizione ecologica regionale,
anche a supporto della Regione, dei dipartimenti regionali e degli enti locali.
È composto da esperti in materia, con competenze tecnica, amministrativa,
contabile oltre che, preferibilmente, da rappresentanti della Regione, delle
associazioni maggiormente rappresentative a livello regionale, ANCI Calabria,
Unione delle province d'Italia Calabria (UPI Calabria) e dai cluster regionali
competenti in materia. All'attività del Tavolo tecnico permanente concorre il
Consiglio delle autonomie locali. La Giunta regionale e il Consiglio regionale
definiscono le modalità volte a garantire la piena collaborazione tecnica tra
le rispettive strutture ai fini del funzionamento del Tavolo permanente.
2. Il Tavolo tecnico
permanente, nell'ambito delle funzioni di cui al comma 1, svolge, tra l'altro,
le seguenti attività:
a) analisi dei risultati in
termini energetici delle comunità energetiche rinnovabili e del loro contributo
al raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano regionale integrato
energia e clima (PRIEC) e di quelli che verranno individuati a livello
regionale nel percorso per la neutralità carbonica entro il 2050, in coerenza
con gli obiettivi stabiliti dalla programmazione nazionale ed europea;
b) promozione della
risoluzione di problematiche relative alla gestione delle reti;
c) individuazione delle
migliori pratiche in campo nazionale ed internazionale al fine di stimolare la
costituzione delle CER e promuovere la diffusione, anche tra gli enti locali
del territorio regionale, dell'incremento dell'autoconsumo di energia da fonte
rinnovabile, della riduzione dei consumi energetici e della solidarietà
energetica;
d) monitoraggio delle
situazioni di povertà energetica per promuoverne misure di contrasto, stimolare
la costituzione di comunità rivolte a mitigare tali problematiche e
incoraggiare ulteriori azioni solidaristiche rivolte a platee anche più ampie
delle singole comunità energetiche;
e) promozione di strategie
di sviluppo per incrementare l'autonomia energetica dei comuni e delle province
e per soddisfare il fabbisogno di cittadini, operatori, enti pubblici e
consumatori locali anche con il coinvolgimento diretto degli enti locali;
f) proposizione di azioni di
rafforzamento dell'utilizzo e dell'accettabilità delle fonti rinnovabili nel
sistema calabrese di produzione di energia;
g) analisi e valutazione dei
modelli di produzione, autoconsumo, condivisione ed uso razionale dell'energia
e promozione della cultura dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile con
iniziative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti locali finalizzate
alla diffusione delle CER;
h) analisi e promozione
della diversificazione delle fonti di produzione di energia rinnovabile
elettrica e termica, in coerenza con le specificità dei territori per
valorizzare l'imprenditoria e le materie prime locali;
i) promozione del
coinvolgimento degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, del Terzo
settore, dei territori montani e periferici, e sostegno alla nascita di nuove
forme cooperative intercomunali per valorizzare lo scambio mutualistico tra la
CER fornitrice e i soci consumatori di energia;
j) studio, analisi delle
forme di finanziamento pubbliche e private esistenti e dei relativi ambiti di
applicazione e di innovativi strumenti economici e finanziari da proporre per
la finalità della presente legge.
3. Ai fini di cui ai commi 1
e 2, il Tavolo tecnico permanente può promuovere, presso la commissione
consiliare competente in materia di ambiente, audizioni con rappresentanti
delle comunità energetiche iscritte nel Registro regionale di cui all'articolo
4, comma 3, degli enti locali e dei gruppi di autoconsumatori
di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, con rappresentanti delle
società di distribuzione e gestione delle reti, con le agenzie energetiche
locali, nonché con altri soggetti sia pubblici che privati interessati alla
materia o che ne fanno espressa richiesta.
4. Il Tavolo tecnico
permanente, quale facilitatore di comunità energetica, può, altresì, formulare
proposte alla Giunta regionale in merito a strumenti legislativi o meccanismi
di finanziamento funzionali a promuovere la diffusione di comunità energetiche
rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo collettivo, nonché proposte da
sottoporre all'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) e al
Gestore dei servizi energetici (GSE) S.p.A. in merito alla regolazione delle
comunità energetiche.
5. Il funzionamento del Tavolo tecnico permanente non
comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale.
Art. 5-ter
(Promozione della costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili)
1. La Regione, nell’ambito degli strumenti di
programmazione economica e finanziaria regionale, nei limiti massimi delle
risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni
europee e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, può
prevedere programmi, bandi, progetti, misure e iniziative per favorire e
incentivare la creazione delle Comunità energetiche rinnovabili e l’acquisto di
impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile.”.
Art. 8
(Inserimento dell'articolo 6-bis nella l.r.
25/2020)
1. Dopo l'articolo 6 della l.r.
25/2020 è inserito il seguente:
"Art. 6-bis
(Clausola valutativa)
1. Il Consiglio regionale
valuta l'attuazione della presente legge e i risultati progressivamente
ottenuti per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, ridurre i
consumi energetici e favorire l'autonomia energetica della Calabria.
2. A tal fine, la Giunta regionale,
anche avvalendosi della collaborazione e del supporto del Tavolo tecnico di cui
all'articolo 5-bis, presenta al Consiglio regionale una relazione annuale che
documenta e descrive in forma analitica le seguenti informazioni:
a) gli interventi attuati e
i risultati della loro implementazione, indicandone strumenti e modalità
applicative;
b) i tempi dei procedimenti
e le eventuali criticità emerse;
c) il numero e la diffusione
territoriale delle CER;
d) l'energia prodotta dagli
impianti nella disponibilità dei soggetti beneficiari della presente legge.
3. I soggetti pubblici e
privati coinvolti nell'attuazione della presente legge sono tenuti a fornire al
Tavolo tecnico di cui all'articolo 5-bis le informazioni necessarie al
monitoraggio e alla valutazione degli interventi.
4. Il Consiglio regionale, previo esame della relazione
annuale da parte della commissione consiliare competente in materia di
ambiente, la rende pubblica unitamente agli eventuali documenti che concludono
l'esame della commissione.".
Art. 9
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione delle presenti disposizioni non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 10
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'art. 5 della l.r. 41/2022)
1. Al numero 4) del comma 1 dell’articolo 5 della legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 (Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto), le parole “il Collegio Sindacale”, sono sostituite dalle seguenti: “l’Organismo di revisione dei conti”.
Art. 2
(Modifiche all’articolo 6 della l.r. 41/2002)
1. Al comma 4 dell’articolo 6 della l.r. 41/2002 le parole: “del Collegio Sindacale” sono sostituite dalle seguenti: “dell’Organismo di revisione dei conti”.
Art. 3
(Modifiche e integrazioni all’articolo 7 della l.r. 41/2002)
1. All’articolo 7 della l.r. 41/2002 sono apportate le seguenti modifiche:
a) la lettera c) del comma 1 è sostituita dalla seguente: “c) un componente nominato dal Consiglio metropolitano in rappresentanza della Città metropolitana di Reggio Calabria”;
b) dopo il comma 10 è aggiunto il seguente: ”11. A far data dal 1° gennaio 2024 l’incarico di componente del Consiglio di Amministrazione è svolto a titolo gratuito.”.
Art. 4
(Modifiche all’articolo 9 della l.r. 41/2002)
1. La rubrica dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituita dalla seguente: “(Organismo di Revisione dei conti)”.
2. Il comma 1 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituito dal seguente: “1. L’Organismo di revisione dei conti è l’organo di controllo del Consorzio, costituito in forma monocratica e composto da un membro effettivo e da un membro supplente, nominati per la durata di tre anni dalla Giunta regionale tra gli iscritti nel Registro dei revisori legali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati), istituito con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 20 giugno 2012, n. 144 (Regolamento concernente le modalità di iscrizione e cancellazione dal Registro dei revisori legali).”.
3. Il comma 2 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 è sostituito dal seguente: “2. L’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti è commisurata all’indennità annua spettante al membro effettivo dell’Organismo di revisione dei conti dell’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), pari a 4.000,00 euro annue al lordo delle ritenute di legge. L’indennità, come corrisposta, è da intendersi comunque comprensiva del rimborso delle spese a qualsiasi titolo. Il compenso del membro supplente è consentito esclusivamente in caso di sostituzione del membro effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa e previa decurtazione della medesima somma al revisore effettivo.”.
4. All’inizio del comma 3 dell’articolo 9 della l.r. 41/2002 le parole: “Il Collegio Sindacale” sono sostituite dalle seguenti: “L’Organismo di revisione dei conti”.
Art. 5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazioni dell’articolo 2 della l. r. n. 28/2018)
1. Alla fine del comma 2 dell’articolo 2 della legge
regionale 3 agosto 2018, n.28 (Disposizioni per il riconoscimento della
rilevanza sociale dell’endometriosi e istituzione del Registro regionale), è
aggiunto il seguente periodo: “I dati riportati nel Registro sono, inoltre,
finalizzati all’aggiornamento delle linee guida riguardanti i trattamenti
medico-sanitari più efficaci e per la realizzazione di studi clinici e
farmacologici.”.
Art. 2
(Modifiche all’articolo 4 della l.r. n.
28/2018)
1. La lettera d) del comma 2
dell’articolo 4 della l.r. n. 28/2018 è sostituita
dalla seguente:
“d) un rappresentante designato da ciascuna associazione
maggiormente rappresentativa a livello nazionale e regionale impegnata nel
sostegno alle persone affette da endometriosi;”.
Art. 3
(Sostituzione articoli 6, 7 e 8 della l. r. n. 28/2018)
1. Gli articoli 6, 7 e 8
della l.r. 28/2018 sono sostituiti dai seguenti:
“Art. 6
(Istituzione di un elenco regionale specialisti volontari, di una rete
clinico-assistenziale regionale e di un percorso diagnostico terapeutico-assistenziale)
1. La Regione, al fine di
offrire un servizio di natura consultiva alle numerose persone affette da
endometriosi, istituisce, presso il dipartimento competente in materia di
salute e politiche sociali, senza oneri a carico del proprio bilancio, con la
collaborazione delle associazioni, un elenco multidisciplinare che contenga i
centri e gli specialisti dediti alla cura di questa malattia.
2. All’elenco possono
iscriversi, su base volontaria, le seguenti figure professionali:
a) ginecologi specializzati
nell’ambito dell’endometriosi;
b) chirurghi generali,
urologi, gastroenterologi;
c) medici radiologi;
d) infermieri professionali,
con specifica formazione nella comunicazione e consulenza;
e) fisiatri;
f) proctologi;
g) medici terapisti del dolore;
h) fisioterapisti, esperti
nel trattamento del pavimento pelvico, con l’utilizzo di strumentazioni e
manipolazioni apposite;
i) psicologi con
specializzazione clinica;
j) nutrizionisti;
k) ginecologi esperti in
procreazione medicalmente assistita (PMA) ed ogni altra figura connessa e
necessaria ad un approccio multidisciplinare.
3. Coloro che risultano
inseriti in tale elenco offrono, a titolo gratuito e fuori dagli impegni
lavorativi, la loro prestazione professionale alle associazioni del settore per
la realizzazione di campagne di controllo e prevenzione sul territorio
regionale a supporto delle persone affette da endometriosi.
4. La Regione costituisce una rete clinico-assistenziale
attiva a livello ospedaliero e territoriale, strutturata su differenti livelli
di competenza, relativi ai gradi di complessità della patologia e operante
sulla base di un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA),
istituito al fine di garantire standardizzazione ed equità d’accesso alle
prestazioni.
Art. 7
(Istituzione della giornata regionale per la lotta all’endometriosi)
1. La Regione istituisce,
senza oneri a carico del proprio bilancio, la giornata regionale per la lotta
all’endometriosi, che si celebra, annualmente, il 28 marzo, mese della
consapevolezza sull’endometriosi.
2. In occasione della giornata di cui al comma 1, la
Regione può concedere il patrocinio morale alle iniziative, di rilevante
interesse regionale, poste in essere dalle pubbliche amministrazioni o dagli
enti del Terzo settore presenti sul territorio calabrese e finalizzate alla
promozione dell’informazione e della sensibilizzazione degli operatori del
settore e della popolazione sulle caratteristiche della malattia, sulla
sintomatologia e sulle procedure di prevenzione, anche sulle complicanze,
nonché alla realizzazione di apposite sessioni di screening.
Art. 8
(Riconoscimento del “telefono giallo”)
1. La Regione riconosce la
funzione sociale, di prevenzione e supporto del “telefono giallo”, canale
comunicativo al servizio delle persone affette da endometriosi.
2. Per il funzionamento e la
gestione del servizio telefonico di cui al comma 1, la Regione riconosce, entro
il mese di marzo di ogni anno, all’Associazione “La voce di una è la voce di
tutte ODV” un contributo pari a 10.000,00 euro, comprensivi dei costi di
realizzazione del materiale informativo per la diffusione del servizio
telefonico e per la divulgazione delle attività dell’Associazione stessa.
3. L’Associazione di cui al comma 2 trasmette al
dipartimento competente in materia di salute e politiche sociali della Regione
Calabria, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione dettagliata che
attesta l’attività svolta, riporta il numero delle chiamate in entrata e i
servizi resi ai soggetti affetti da endometriosi.”
Art. 4
(Inserimento articoli 9 e 10 della l. r. n. 28/2018)
1. Dopo l’articolo 8 della l.r. n. 28/2018 sono inseriti i seguenti articoli:
“Art. 9
(Finanziamento materiale informativo)
1. La Regione, per la
realizzazione di materiale informativo relativo alla patologia medica
dell’endometriosi, riconosce, entro il mese di marzo di ogni anno, alla
Associazione Progetto Endometriosi ODV (A.P.E. ODV), operante nel territorio
regionale e che si occupa di prevenzione, sensibilizzazione e sostegno alle
persone affette da endometriosi, un contributo complessivo pari a 5.000,00
euro.
2. L’Associazione di cui al
comma 1 trasmette al dipartimento competente in materia di salute e politiche
sociali della Regione Calabria, entro il 31 dicembre di ogni anno, una
relazione dettagliata che attesti l’attività svolta.
3. Il materiale informativo,
di cui al comma 1 è distribuito presso le scuole, le università, gli istituti
penitenziari, gli istituti sportivi, le piazze o in occasione di convegni ed
eventi anche di carattere scientifico organizzati dall’associazione.
4. La Giunta e il Consiglio regionale, attraverso i siti
istituzionali e altri strumenti divulgativi, pubblicizzano, senza maggiori
oneri a carico del bilancio regionale, le iniziative di cui al presente
articolo, al fine di rendere più efficace l’attività di informazione e
sensibilizzazione.
Art. 10
(Clausola valutativa)
1. Il Consiglio regionale
verifica l'attuazione della presente legge e ne valuta gli esiti in relazione
alla programmazione e predisposizione degli interventi finalizzati alla
prevenzione, diagnosi ed alla cura dei disturbi legati all’endometriosi. A tal
fine, la Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una
relazione che documenta:
a) le azioni attivate dai
soggetti istituzionali competenti in attuazione della presente legge;
b) la funzionalità e le
criticità dell’operatività e della gestione del Registro di cui all’articolo 2;
c) le attività di
informazione, formative nonché campagne di sensibilizzazione promosse dalle associazioni
sul territorio regionale;
d) le eventuali criticità
riscontrate nell'attuazione della legge.
2. La Giunta regionale rende accessibili i dati e le
informazioni raccolte per le attività valutative ed il Consiglio regionale
rende pubblici, sul proprio sito istituzionale, i documenti che concludono
l'esame svolto, unitamente alla relazione che ne è stata oggetto.”.
Art. 5
(Norma finanziaria)
1. Alla copertura degli
oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge,
determinati nel limite massimo di 15.000,00 euro per ciascuna delle annualità
del bilancio 2023-2025, si provvede con la riduzione dello stanziamento del
Fondo speciale per le leggi di parte corrente disponibile al Programma U.20.03
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023 - 2025, che presenta la
necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.
2. Le somme indicate nel
comma 1 sono contestualmente allocate alla Missione 12, Programma 08 (U.12.08)
dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023-2025.
3. Per gli esercizi
successivi all’anno 2025, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti
delle risorse disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.
4. La Giunta è autorizzata ad apportare le necessarie
modifiche allo stato di previsione della spesa di bilancio di previsione
2023-2025.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Istituzione del Mese dei Bronzi di Riace)
1. La Regione Calabria, per sviluppare il turismo,
promuovere la conoscenza dei Bronzi di Riace e valorizzare il territorio
regionale, ai sensi e nel rispetto della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8
(Riordino dell’organizzazione turistica regionale), istituisce il “Mese dei
Bronzi di Riace”, da tenersi ogni anno, a decorrere dall’anno dell’entrata in
vigore della presente legge, nel periodo compreso tra il 16 luglio e il 16
agosto.
Art. 2
(Programma di interventi per la celebrazione del Mese dei Bronzi di
Riace)
1. La Giunta regionale,
previo parere della Commissione consiliare competente in materia di turismo da
rendersi entro trenta giorni dalla ricezione della richiesta, sentite la Città
metropolitana di Reggio Calabria, le Province e il Direttore del Museo
archeologico nazionale di Reggio Calabria, predispone annualmente, entro il
mese di febbraio, il programma degli interventi per la celebrazione del Mese
dei Bronzi di Riace, di seguito programma.
2. Il programma definisce
gli ambiti di intervento delle iniziative dirette ad aumentare l’attrattività
turistica, favorire la conoscenza del territorio, celebrare i Bronzi di Riace e
la loro storia e prevede:
a) l’organizzazione di
cerimonie, seminari di approfondimento, manifestazioni culturali sul territorio
regionale;
b) la realizzazione di
itinerari storico-turistici;
c) la realizzazione di
studi, ricerche, pubblicazioni e mostre dedicate alla scoperta, alla storia e
alla valorizzazione dei Bronzi di Riace nel loro contesto territoriale;
d) l’organizzazione di un
evento celebrativo conclusivo.
3. Il programma,
annualmente, è articolato su tematiche differenti che valorizzano le
peculiarità culturali e storiche dei diversi territori e prevede attività
distribuite sull’intera Regione, tra cui almeno un evento per ciascuna
Provincia e almeno due eventi per la Città metropolitana di Reggio Calabria.
4. Gli eventi di cui al
comma 2 possono essere realizzati da enti locali in collaborazione con altri
enti pubblici e associazioni, e, previa intesa, con le istituzioni scolastiche
e accademiche che manifestano la volontà di partecipare.
5. La Giunta regionale e il
Consiglio regionale concedono il patrocinio morale agli eventi di cui al comma
2.
6. La Regione valorizza i
progetti che vedono la partecipazione delle istituzioni scolastiche di ogni
ordine e grado che inseriscono nella loro programmazione triennale dell’offerta
formativa focus tematici dedicati alla storia e divulgazione del mito dei
Bronzi di Riace.
7. Sul sito istituzionale della Regione Calabria e del
Consiglio regionale della Calabria è istituita specifica sezione, denominata
Mese dei Bronzi di Riace, dove sono indicate le attività inserite nel programma
approvato per ciascun anno di riferimento e sono pubblicizzate le iniziative
promosse e realizzate ai sensi del comma 1.
Art. 3
(Promozione del Mese dei Bronzi di Riace)
1. La Regione, nell’ambito degli strumenti di
programmazione delle attività di promozione turistica regionale, nei limiti
massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle
disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e
sussidiarietà, può prevedere bandi, progetti, misure e iniziative per promuovere
la realizzazione degli eventi.
Art. 4
(Norma transitoria)
1. Per l’anno 2023, il programma di cui al comma 1
dell’articolo 2 è predisposto entro il mese di maggio.
Art. 5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Principi generali)
1. La Regione Calabria
garantisce e promuove in maniera unitaria e in forma coordinata con lo Stato e
gli enti locali, nel rispetto degli accordi internazionali e della normativa
europea, la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale,
costituito da formazioni fisiche, biologiche, geologiche e geomorfologiche,
che, assieme agli elementi antropici ad esse connessi, compongono, nella loro
dinamica interazione, un bene primario costituzionalmente garantito.
2. La gestione sostenibile
delle singole risorse ambientali, il rispetto delle relative condizioni di
equilibrio naturale, la conservazione di tutte le specie animali e vegetali e
dei loro patrimoni genetici, sono perseguiti dalla Regione Calabria attraverso
gli strumenti della conoscenza e della programmazione e mediante la promozione
e l'istituzione di aree protette di interesse regionale.
3. Nel sistema integrato delle aree naturali protette
della Calabria di cui all’articolo 3, la Regione, gli enti locali, altri
soggetti pubblici e privati e le comunità del parco promuovono e attuano forme
di cooperazione e di intesa utilizzando gli strumenti della programmazione
negoziata previsti dalla normativa vigente.
Art. 2
(Finalità)
1. La presente legge,
nell'ambito dei princìpi della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro
sulle aree protette), degli articoli 9 e 32 della Costituzione e delle norme
dell'Unione europea in materia ambientale e di sviluppo durevole e sostenibile,
disciplina l'istituzione e la gestione delle aree protette della Calabria al
fine di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree
di particolare rilevanza naturalistica della Regione, nonché il recupero e il
restauro ambientale di quelle degradate.
2. Ai fini di cui al comma
1, nel quadro della normativa di riferimento, la presente legge:
a) individua le funzioni
della Regione, degli enti locali e degli altri enti in materia di istituzione,
organizzazione e gestione delle aree protette regionali e del sistema della
biodiversità della Calabria;
b) definisce le misure e gli
strumenti per la valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale
regionale, assicurandone la corretta fruizione da parte dei cittadini;
c) persegue la conservazione
delle specie di fauna selvatica e l’incremento della biodiversità, promuovendo
programmi, progetti e modalità di gestione idonei al conseguimento e al
mantenimento di densità ottimali per la coesistenza fra le specie e sostenibili
per le attività antropiche;
d) assicura la salvaguardia
dei biotopi, di associazioni di vegetali o forestali e di formazioni
geologiche, geomorfologiche e paleontologiche di rilevante valore storico,
scientifico e culturale;
e) individua le forme di
partecipazione delle comunità locali ai processi di pianificazione e di
gestione sostenibile delle aree protette naturali regionali e del sistema della
biodiversità calabrese;
f) individua le modalità di
diffusione uniforme sul territorio regionale delle informazioni relative alle
singole componenti del patrimonio naturalistico ambientale;
g) applica e promuove
modelli di gestione ambientale idonee a realizzare l’equilibrio tra l’ambiente
naturale e le attività antropiche mediante la salvaguardia dei valori antropologici,
architettonici, archeologici e storici, nonché, delle attività agricole
produttive e agrosilvopastorali, di agricoltura biologica e agrituristica,
nonché di ogni altra attività economica tradizionale attualmente in uso, del
turismo naturalistico e del tempo libero, nel rispetto delle finalità di tutela
e conservazione naturalistica ivi comprese le attività che, ai sensi della
legge 18 agosto 2015, n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale) e
della normativa regionale derivata, l’agricoltura sociale esprime nell’ambito
dei servizi di utilità sociale, affiancando alla tradizionale funzione
produttiva, anche legata ai prodotti tradizionali del territorio, la capacità
di generare benefici attraverso servizi innovativi nell’ambito dell’assistenza
e del coinvolgimento della comunità;
h) promuove il contratto di
fiume, di lago e di costa, quale strumento volontario di programmazione
strategica e negoziata in attuazione della direttiva 2000/60/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per
l'azione comunitaria in materia di acque, della direttiva 2007/60/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla
valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, della direttiva 92/43/CEE
del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e della
direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno
2008, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della
politica per l’ambiente marino;
i) promuove lo strumento
aperto della comunità di energia rinnovabile di cui all’articolo 22 della
direttiva (UE) 2018/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre
2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, per favorire
lo sviluppo e la coesione delle comunità grazie alla disponibilità di fonti di
reddito e alla creazione di posti di lavoro a livello locale, aumentare
l'efficienza energetica delle famiglie e contribuire a combattere la povertà
energetica;
j) favorisce azioni rivolte
alla informazione, formazione, ed educazione alla sostenibilità.
3. All'interno del sistema
delle aree protette calabresi e delle strutture antropiche si sperimenta un
sistema di educazione ambientale basato anche su forme di risparmio e
produzioni alternative dell'energia rinnovabile ecosostenibili, sul riciclaggio
dei materiali utilizzati, su modelli di raccolta differenziata integrale dei
rifiuti solidi urbani, su sistemi di riduzione dei rifiuti e degli imballaggi,
nonché su forme di incentivazione all'uso dei materiali tradizionali esistenti
nell'area sulla base di un piano ecologico di rinnovazione degli stessi. Le
suddette iniziative sono adeguatamente pubblicizzate nel sistema informativo
delle aree protette calabresi al fine di promuovere una piena educazione
integrata ambientale.
4. Per il conseguimento delle finalità di cui alla
presente legge si assicurano il coordinamento e la più ampia partecipazione
degli enti locali, delle forze sociali e del Terzo settore presenti nel
territorio, e si incentiva la partecipazione degli organismi istituzionali di
rappresentanza degli studenti della scuola secondaria di secondo grado e delle
università calabresi nell’ambito della loro autonomia.
Art. 3
(Sistema regionale delle
aree protette e della biodiversità)
1. Il sistema regionale
delle aree naturali protette e della biodiversità, di seguito aree protette, è
l’insieme dei territori dove sono presenti formazioni fisiche, geologiche,
geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse, con rilevante valore
naturalistico, paesaggistico, agricolo e ambientale, riconosciuto per le
generazioni presenti e future.
2.Il sistema di cui al comma
1 è costituito:
a) dai Parchi regionali e
dalle Riserve naturali regionali istituiti ai sensi delle relative leggi
regionali, nel quadro generale dei principi di cui alla legge 394/1991;
b) dalla rete regionale
della biodiversità di cui all’articolo 6.
3. Al fine di assicurare la gestione sinergica dei
territori ricadenti nel sistema integrato delle aree protette della Calabria,
la Regione promuove l'interazione e il coordinamento delle politiche regionali
e nazionali e attua forme di cooperazione e di intesa con il Ministero competente
in materia di ambiente, nelle forme previste dalla vigente normativa di
settore.
Art. 4
(Parchi regionali)
1. I Parchi regionali, di
seguito parchi, sono sistemi territoriali che, per il loro particolare valore
naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico, necessitano di una
gestione unitaria al fine di assicurare le migliori condizioni per:
a) la conservazione, il
ripristino, il miglioramento e la valorizzazione dell’ambiente naturale e degli
habitat naturali e seminaturali nonché per la salvaguardia delle specie
vegetali e animali selvatiche, anche tramite gli interventi necessari a
conseguire o ripristinare equilibri faunistici ottimali;
b) il corretto utilizzo
delle risorse naturali presenti;
c) lo sviluppo di attività
economiche ecosostenibili;
d) la conservazione e
valorizzazione dei valori paesaggistici e storico-culturali nonché del sistema
agricolo, con le sue funzioni di presidio e sviluppo dei paesaggi e dei
territori.
2. L’istituzione dei parchi persegue, in particolare, le
finalità di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 394/1991.
Art. 5
(Riserve naturali regionali)
1. Le Riserve naturali
regionali sono territori che, per la presenza di particolari specie di flora o
di fauna, o di particolari ecosistemi o emergenze geologiche e geomorfologiche
rilevanti dal punto di vista naturalistico, sono organizzati in modo da
garantire la conservazione dei valori naturalistici e paesaggistici anche
legati alla permanenza di paesaggi agricoli e pascolivi.
2. L’istituzione delle Riserve naturali di cui al comma
1 persegue, in particolare, le finalità di cui all’articolo 1, comma 3, della
legge 394/1991.
Art. 6
(Rete regionale della
biodiversità)
1. La Rete regionale della
biodiversità è l’insieme delle aree soggette a disciplina speciale in quanto
funzionali alla tutela di specie e habitat di interesse conservazionistico ed è
costituita da:
a) siti appartenenti alla
rete ecologica europea, denominata rete Natura 2000, composta da:
1) siti di importanza
comunitaria (SIC), riconosciuti con decisione della Commissione europea per
ogni regione biogeografica che, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto
del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357 (Regolamento recante
attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) sono
designati quali zone speciali di conservazione (ZSC);
2) zone di protezione
speciale (ZPS), istituite ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 2, lettera a), e
dell’articolo 4, paragrafo 1, della direttiva 2009/147/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione
degli uccelli selvatici;
b) aree di collegamento
ecologico funzionale e gli altri elementi funzionali e strutturali finalizzati
a garantire la continuità fisico- territoriale ed ecologico - funzionale fra
gli ambienti naturali e la connettività fra popolazioni di specie animali e
vegetali. Esse assicurano la coerenza del sistema regionale delle aree naturali
protette e della biodiversità e, in un’ottica di reciproca funzionalità,
concorrono a garantire la conservazione del patrimonio naturalistico regionale;
c) zone umide di importanza internazionale che, in
applicazione della Convenzione di Ramsar, sono incluse nell'elenco previsto dal
decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448 (Esecuzione della
convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale, firmata a
Ramsar il 2 febbraio 1971).
Art. 7
(Comitato tecnico-
scientifico per le aree protette e la biodiversità)
1. Il Comitato tecnico-
scientifico per le aree protette e la biodiversità, di seguito Comitato, è
organo di supporto tecnico-scientifico della Giunta regionale per l’attuazione
della presente legge e, in generale, per la tutela e la valorizzazione degli
aspetti naturalistici e della biodiversità.
2. Il Comitato, nominato dal
Presidente della Giunta regionale, è composto:
a) dall’assessore regionale
con delega alle aree protette o suo delegato, che lo presiede;
b) dal dirigente generale
del dipartimento regionale competente in materia di ambiente o suo delegato;
c) dal dirigente del settore
regionale competente in materia di parchi e aree protette o suo delegato;
d) dal dirigente generale
del dipartimento regionale competente in materia di agricoltura o suo delegato;
e) dal dirigente generale
del dipartimento regionale competente in materia di turismo o suo delegato;
f) dal dirigente generale
del dipartimento regionale competente in materia di urbanistica e paesaggio o
suo delegato;
g) dal responsabile
regionale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e
agroalimentare (CUTFAA) dei Carabinieri o suo delegato, previa intesa con
l’amministrazione di appartenenza;
h) dal presidente
dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, ANCI Calabria, o suo delegato;
i) dal Presidente
dell’Associazione nazionale piccoli Comuni italiani, ANPCI Calabria, o suo
delegato;
j) dal Presidente
dell’Unione Province d’Italia, UPI Calabria, o suo delegato;
k) da un membro designato
dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria
(ARPACAL);
l) da cinque esperti, scelti
fra una terna di nominativi, per ciascuna delle seguenti figure professionali,
indicati dalle università calabresi e dagli ordini professionali:
1) un esperto in scienze
naturali con specifiche competenze in flora terrestre;
2) un esperto in scienze
naturali con specifiche competenze in fauna terrestre;
3) un esperto in scienze
geologiche;
4) un esperto in biologia
marina;
5) un esperto in scienze agrarie
e forestali e botanica;
m) da due rappresentanti tra
quelli indicati dalle associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi
dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n.349 (Istituzione del Ministero
dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale), previa intesa con l’ente
di provenienza;
n) da due rappresentanti
indicati dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente
rappresentative a livello regionale.
3. Il Presidente della
Giunta regionale può provvedere alla costituzione del Comitato quando è pervenuta
almeno la metà delle designazioni.
4. I componenti del Comitato
durano in carica per l’intera legislatura e fino all’insediamento del
successivo. La partecipazione è a titolo gratuito e non dà luogo a rimborso
spese.
5. Il Comitato esprime
pareri obbligatori su atti proposti dalla Giunta regionale con riferimento:
a) alla istituzione delle
aree naturali protette regionali, nonché alle modifiche delle perimetrazioni
delle aree protette;
b) ai seguenti contenuti:
del piano integrato per il parco e del regolamento del parco di cui agli
articoli 22 e 24; del regolamento delle riserve naturali regionali di cui
all’articolo 35; delle misure di conservazione e dei piani di gestione dei siti
della rete Natura 2000 di cui agli articoli 54 e 56;
c) alla predisposizione e
aggiornamento dell’elenco dei geositi di interesse
regionale di cui all’articolo 61.
6. Il Comitato, inoltre:
a) rilascia pareri nelle
materie di sua competenza, anche su richiesta delle strutture regionali
competenti, degli enti parco regionali, nonché degli enti locali che svolgono
attività di gestione nelle aree protette e nelle componenti del sistema
regionale della biodiversità disciplinate dalla presente legge;
b) formula proposte in materia di sperimentazione, di
ricerca scientifica, di informazione, formazione e ambientale e di educazione
allo sviluppo sostenibile.
Art. 8
(Osservatorio regionale per
la biodiversità)
1. L’Osservatorio regionale per la biodiversità è un
gruppo interdisciplinare, tecnico - specialistico della Giunta regionale, già
operativo, che svolge la funzione di acquisire, elaborare e interpretare dati e
informazioni sulle aree protette necessari anche per la predisposizione,
l’aggiornamento periodico e l’attuazione della strategia regionale per la biodiversità.
Le attività dell’Osservatorio sono realizzate con le risorse umane, finanziarie
e strumentali già a disposizione del dipartimento regionale competente in
materia di ambiente.
Art. 9
(Programmazione regionale
sulle aree protette)
1. Le politiche di
intervento in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio
naturalistico-ambientale assumono come riferimento strategico il documento di
economia e finanza regionale (DEFR) di cui all’articolo 36 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni e degli enti
locali e dei loro organismi) e sono definite, nel rispetto delle finalità della
presente legge, in coerenza con gli obiettivi e le misure adottate nell’ambito
del programma regionale sullo sviluppo rurale.
2. Al fine di perseguire
obiettivi di valorizzazione e conservazione delle risorse ambientali in una
prospettiva di sviluppo durevole e sostenibile, la Giunta regionale, nel
rispetto della legge 394/1991, definisce:
a) le strategie per la
gestione del sistema delle aree naturali protette regionali;
b) la strategia regionale
della biodiversità, individuando le finalità, gli obiettivi generali e le
priorità delle politiche regionali in materia di tutela della biodiversità
compresa quella agricola;
c) il quadro dei fabbisogni
e delle risorse attivabili, con riferimento all'attuazione delle strategie.
3. Per ogni ciclo di programmazione di fondi comunitari,
la Giunta regionale approva un piano di azioni prioritarie orientato
all’integrazione dei diversi fondi per l’attivazione di interventi coerenti con
le finalità della presente legge.
TITOLO II
Disciplina del sistema
regionale delle aree protette
CAPO I
Funzioni della Regione e
degli enti locali
Art. 10
(Funzioni della Regione)
1. La Regione esercita le
funzioni di programmazione, indirizzo, controllo in materia di aree protette
regionali con le risorse umane e strumentali proprie del dipartimento regionale
competente in materia di ambiente, in forma coordinata con le aree protette
nazionali e, in particolare:
a) istituisce, con legge
regionale, i parchi regionali e gli enti di diritto pubblico preposti alla loro
gestione;
b) nomina il presidente, il
consiglio direttivo e il revisore unico dei conti dei parchi regionali;
c) approva lo statuto dei
parchi regionali;
d) adotta e approva il piano
integrato per il parco e approva il regolamento dei parchi regionali;
e) approva il bilancio di
previsione e il rendiconto di gestione dei parchi regionali;
f) sovrintende e vigila
sull’attuazione della presente legge;
g) esercita attività di
indirizzo, coordinamento, verifica e controllo sull’amministrazione dei parchi
regionali;
h) istituisce le riserve
naturali regionali indicando le finalità, le forme e le modalità di gestione;
i) approva il regolamento
della riserva;
j) esercita, attraverso le
strutture regionali allo scopo preposte, le funzioni amministrative relative
alla gestione delle riserve naturali regionali;
k) può mettere a
disposizione dei parchi regionali e delle riserve naturali regionali i beni
necessari per il raggiungimento delle loro finalità istitutive;
l) può partecipare a
organismi associativi per lo svolgimento di attività funzionali alle attività
istituzionali in materia di aree protette e di biodiversità, nei limiti delle
disponibilità di bilancio;
m) raccoglie i dati e le
informazioni ai fini del monitoraggio e dell’aggiornamento per la conoscenza,
la divulgazione e la promozione dell’offerta del sistema regionale delle aree
protette.
2. La Regione esercita, altresì, le funzioni ad essa
attribuite dalla legge 394/1991 in materia di parchi nazionali.
Art. 11
(Funzioni delle Province e
della Città metropolitana)
1. Le Province e la Città metropolitana di Reggio
Calabria partecipano, senza oneri a carico della finanza locale, al
procedimento di istituzione delle aree protette regionali sul territorio di
competenza, ai sensi dell’articolo 22, comma 1, lettera a), della legge
394/1994 e a ogni altra funzione ad esse attribuita dalla normativa regionale e
nazionale vigente.
Art. 12
(Funzioni dei Comuni)
1. I Comuni partecipano, ai
sensi dell’articolo 22, comma 1, lettera a), della legge 394/1991, al
procedimento di istituzione delle aree protette regionali ricadenti nel proprio
territorio e possono proporre alla Regione, anche d'intesa con gli altri enti
locali, i territori per l’istituzione di nuove aree naturali protette
regionali, indicandone le finalità, i principali aspetti di interesse
ambientale, le modalità di gestione, in coerenza con le previsioni della
programmazione regionale.
2. In particolare i Comuni:
a) per gli aspetti di loro
competenza, collaborano con la Provincia o con la Città metropolitana, alla
predisposizione delle proposte per la definizione del regolamento delle riserve
regionali che interessano il proprio territorio;
b) possono partecipare,
mediante la presentazione di proposte e il finanziamento di specifici progetti,
alla definizione e all'attuazione degli obiettivi definiti dagli atti della
programmazione regionale;
c) svolgono attività di
sorveglianza e accertano gli illeciti amministrativi, tramite la competente
polizia municipale, sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla
presente legge, dai piani e dai regolamenti dei parchi regionali, dai
regolamenti delle riserve naturali;
d) possono mettere a disposizione dei parchi regionali e
delle riserve naturali regionali i beni necessari per il conseguimento delle
loro finalità istitutive.
CAPO II
Disposizioni in materia di
parchi regionali
Art. 13
(Istituzione e funzioni dei
parchi regionali)
1. La Regione istituisce con
legge i parchi regionali e definisce:
a) le finalità del parco;
b) la perimetrazione
provvisoria del parco;
c) le misure di
salvaguardia;
d) l’ente gestore del parco;
e) gli elementi del piano
integrato per il parco;
f) i tempi e le modalità per
l’approvazione dello statuto;
g) le norme specifiche in
relazione alle finalità istitutive;
h) le forme e le modalità di
finanziamento regionale ed eventualmente degli enti locali facenti parte della
comunità del parco.
2. La Regione assicura la
partecipazione degli enti locali al procedimento di istituzione del parco ai
sensi della legge 394/1991.
3. Le leggi istitutive
assicurano, altresì, il rispetto dei divieti e dei vincoli previsti dalla legge
394/1991.
4. All'ente parco, dotato di
personalità giuridica di diritto pubblico, è affidata la gestione del
territorio perimetrato quale parco; esso svolge, in particolare, le seguenti
funzioni e attività:
a) adotta lo statuto del
parco regionale;
b) predispone la proposta di
piano integrato per il parco e la relativa proposta di regolamento;
c) adotta il bilancio
preventivo economico e il bilancio di esercizio del parco regionale;
d) rilascia il nulla osta
relativo alla realizzazione di interventi, impianti e opere;
e) svolge attività di
sorveglianza sul rispetto degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente
legge, dal piano integrato e dal regolamento;
f) elabora il programma
annuale delle attività;
g) fornisce alla Regione i
dati e le informazioni ai fini del monitoraggio e dell’aggiornamento per la
conoscenza, la divulgazione e la promozione dell’offerta del sistema regionale
delle aree protette;
h) accerta gli illeciti
amministrativi e applica le sanzioni di cui all’articolo 62;
i) realizza gli interventi,
relativi ai progetti specifici per i parchi regionali, ammessi ai contributi
comunitari, statali o regionali secondo quanto previsto.
5. All’ente parco sono delegate le funzioni di autorità
competente per la valutazione di incidenza ai sensi dell’articolo 5 del d.p.r.
357/1997, per come specificato all’articolo 59, comma 6, lettera a).
Art. 14
(Organi dell’ente parco e
loro durata)
1. Sono organi dell’ente
parco:
a) il presidente;
b) il consiglio direttivo;
c) la comunità del parco;
d) la consulta del parco;
e) il revisore unico dei
conti e un revisore supplente.
2. Gli organi dell’ente parco, ad eccezione della
comunità del parco, durano in carica cinque anni e possono essere rinnovati per
una sola volta.
Art. 15
(Presidente)
1. Il presidente dell’ente
parco è nominato dal Presidente del Consiglio regionale sulla base di un elenco
di almeno quattro nominativi, indicati dalla comunità del parco, dotati di
comprovata esperienza e competenze in materia di aree protette e biodiversità e
di gestione amministrativa idonee al ruolo e alle funzioni da ricoprire
risultanti da documentato curriculum.
2. Il presidente del parco:
a) ha la legale
rappresentanza dell’ente parco e ne coordina l'attività;
b) convoca e presiede le
sedute del consiglio direttivo;
c) esercita le altre
funzioni ad esso delegate dal consiglio direttivo secondo quanto stabilito
dallo statuto.
3. Il presidente dell'ente
parco regionale non può esercitare attività che non consentono la presenza
costante nella gestione dell'ente. Si applicano le disposizioni del decreto
legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le
pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico) e
della legge regionale 27 novembre 2015, n. 21 (Disposizioni di adeguamento
dell’ordinamento regionale al decreto legislativo n. 39/2013).
4. All'atto del conferimento
dell'incarico l'interessato presenta una dichiarazione sulla insussistenza
delle cause di inconferibilità previste dalla
normativa vigente; la dichiarazione è condizione per l'acquisizione
dell'efficacia dell'incarico.
5. L'incarico di componente di presidente ha la durata
di cinque anni, salvo anticipata decadenza.
Art. 16
(Consiglio direttivo)
1. Il consiglio direttivo è
composto dal presidente dell’ente parco, che lo presiede, e da sei membri,
nominati dalla Giunta regionale, scelti tra persone particolarmente qualificate
per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti
della comunità del parco, secondo le seguenti modalità:
a) due su designazione della
comunità del parco;
b) uno su designazione delle
associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell'articolo 13
della legge 349/1986, previa intesa;
c) uno su designazione delle
università calabresi, previa intesa;
d) uno su designazione
dell’assessore regionale competente in materia ambientale;
e) uno su designazione
dell’assessore regionale competente in materia agroforestale;
f) uno su designazione delle
organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello
regionale.
Nel caso di parità di voto
prevale il voto del presidente.
2. Quando sono designati,
quali membri del consiglio direttivo, ai sensi del comma 1, lettera a), sindaci
di un Comune o presidenti di una Provincia o il sindaco metropolitano di Reggio
Calabria presenti nella comunità del parco, la cessazione dalle predette
cariche a qualsiasi titolo comporta la decadenza immediata dall'incarico di
membro del consiglio direttivo e la conseguente nuova designazione. La stessa
norma si applica nei confronti degli assessori e di consiglieri degli stessi
enti. 3. Il consiglio direttivo è legittimamente insediato quando è nominata la
maggioranza dei suoi componenti.
4. Il consiglio direttivo:
a) predispone la proposta di
piano integrato per il parco;
b) adotta il regolamento del
parco;
c) approva il regolamento di
contabilità del parco;
d) adotta il bilancio di
previsione e il rendiconto di gestione;
e) approva il regolamento
che disciplina l’organizzazione dell’ente;
f) esercita le ulteriori
funzioni ad esso attribuite dallo statuto dell’ente parco e comunque quelle non
espressamente attribuite ad altro organo.
5. Il consiglio direttivo
delega al presidente l’esercizio delle funzioni di cui al comma 4, secondo
quanto stabilito dallo statuto dell’ente parco.
6. L'incarico di componente del consiglio direttivo ha
la durata di cinque anni, salvo anticipata decadenza.
Art. 17
(Comunità del parco)
1. La Comunità del parco,
fatto salvo quanto previsto al comma 5, è composta dai sindaci dei Comuni,
nonché dai presidenti delle Province e dal sindaco della Città metropolitana i
cui territori sono compresi, anche parzialmente, nell’area del parco. Lo
statuto determina la quota percentuale di rappresentatività di ciascun
componente, in rapporto all’estensione del territorio degli enti locali di
appartenenza ricadenti nell’area del parco e nelle aree contigue e alla
popolazione ivi residente.
2. La comunità del parco:
a) adotta lo statuto del
parco;
b) indica i nominativi per
la nomina del presidente del parco e i membri del consiglio direttivo di sua
competenza;
c) esprime parere
obbligatorio non vincolante in relazione:
1) al piano integrato per il
parco;
2) all'adozione del
regolamento;
3) all'adozione del bilancio
di previsione e rendiconto di gestione del parco;
4) agli ulteriori atti
previsti dallo statuto;
d) svolge funzioni
propositive sulla gestione dell’ente;
e) promuove l’equilibrio fra
gli obiettivi di protezione naturalistica di valorizzazione del paesaggio
agricolo e forestale con le attività socio-economiche presenti all’interno
delle aree del parco;
f) svolge funzioni di
indirizzo e di promozione dell’attività dell'ente;
g) vigila sull’attuazione
degli interventi previsti dal piano integrato per il parco;
h) svolge le ulteriori
funzioni attribuite dallo statuto.
3. La comunità del parco,
tenuto conto dei criteri per la determinazione della percentuale di
rappresentatività di cui al comma 1 e in conformità a quanto previsto dallo statuto,
può concorrere, tramite gli enti rappresentati, al finanziamento delle spese
per la gestione del parco.
4. La comunità del parco
elegge al suo interno il presidente e il vicepresidente. Essa è convocata dal
presidente almeno due volte l’anno e quando ne fa richiesta il presidente del
parco o un numero di componenti determinato dallo statuto.
5. I singoli Comuni
appartenenti a unioni di Comuni possono delegare l’unione stessa all’esercizio
di tutti i poteri loro riconosciuti all’interno della comunità del parco ai
sensi della presente legge. In tal caso, il presidente dell’unione fa parte
della comunità del parco in sostituzione dei sindaci dei Comuni deleganti,
rappresenta ad ogni effetto i Comuni per la quota di rappresentatività ad essi
riferita dallo statuto e risponde degli adempimenti cui i Comuni sono tenuti.
6. Ai componenti della
comunità del parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.
7. I pareri di cui al comma 2 sono resi entro trenta
giorni dalla richiesta. Decorso tale termine, gli stessi si intendono
favorevoli.
Art. 18
(Consulta del parco)
1. Gli enti parco svolgono
la propria attività garantendo la più ampia informazione, improntano l’attività
gestionale e le scelte di pianificazione e di programmazione alla più ampia
partecipazione dei cittadini mediante appositi strumenti di informazione e
consultazione previsti nello statuto.
2. Per le finalità previste
dal comma 1 l’ente parco si avvale della Consulta, organismo propositivo e
consultivo, formato da rappresentanti delle seguenti associazioni più
rappresentative a livello locale, previa intesa con gli organismi di
provenienza:
a) associazioni espressione
delle attività produttive del settore primario;
b) associazioni di attività
di promozione turistica;
c) associazioni ambientaliste;
d) associazioni venatorie e
ittiche;
e) un rappresentante della
Consulta degli studenti di ciascuna provincia territorialmente interessata;
f) un rappresentante del
Consiglio degli studenti di ciascuna università calabrese.
3. La Consulta esprime
proposte e pareri:
a) sui regolamenti del
parco;
b) sul piano integrato per
il parco;
c) sui programmi di gestione
e valorizzazione del parco.
4. I pareri di cui al comma
3 sono adottati entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento della
richiesta, trascorso il quale se ne prescinde.
5. La Consulta del parco è
nominata dal Presidente della comunità del parco, previa designazione degli
organismi di provenienza, ed è presieduta dal presidente dell’ente parco che la
convoca almeno ogni sei mesi.
6. Ai componenti della
Consulta del parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.
7. Le sedute della Consulta
sono pubbliche e la sua composizione e il suo funzionamento sono stabiliti
dallo statuto.
8. La Consulta ha durata di tre anni dalla data del
decreto di nomina, le modalità di designazione e di svolgimento dei suoi lavori
sono disciplinati da apposito regolamento approvato dal consiglio direttivo.
Art. 19
(Il revisore unico dei
conti)
1. Il controllo sugli atti e
sulla gestione finanziaria dell’ente è esercitato dal revisore unico dei conti.
È prevista la nomina di un revisore supplente.
2. Il revisore unico dei
conti e il revisore supplente sono nominati dal Consiglio regionale tra gli
iscritti all’albo dei revisori dei conti. L’incarico ha la durata di cinque
anni.
3. Il revisore unico dei conti
vigila sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione.
Redige una relazione sul progetto del bilancio preventivo. Redige, altresì, una
relazione sul conto consuntivo contenente valutazioni sulla corrispondenza del
conto alle risultanze della gestione, nonché proposte per migliorare
l'efficienza e l'economicità della gestione. In attuazione dell'articolo 14,
comma 1, lettera e), del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure
urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con
modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, il revisore unico dei
conti, quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed
economica della gestione, svolge le seguenti ulteriori attività:
a) esprime parere
obbligatorio, consistente in un motivato giudizio di congruità, coerenza e
attendibilità delle previsioni sulle proposte di bilancio, di assestamento e di
variazione del bilancio, di rendiconto e sui relativi allegati;
b) effettua verifiche di
cassa almeno trimestrali;
c) vigila, mediante
rilevazioni a campione, sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica
della gestione relativamente all'acquisizione delle entrate, all'effettuazione
delle spese, all'attività contrattuale, all'amministrazione dei beni, alla
completezza della documentazione, agli adempimenti fiscali e alla tenuta della
contabilità;
d) esercita il controllo
sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i
vincoli di bilancio e quelli derivanti dall'applicazione delle norme di legge;
e) esercita ogni altra
funzione demandata dalla legge o dai regolamenti.
4. Il revisore dei conti può
procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo e richiedere
notizie sull’andamento delle operazioni svolte.
5. Il revisore unico dei conti risponde della veridicità
delle attestazioni rese e adempie ai propri doveri con la diligenza del
mandatario. È tenuto ad osservare l’obbligo di riservatezza sui fatti e
documenti di cui ha conoscenza per ragione del proprio ufficio.
Art. 20
(Indennità spettanti agli
organi dell’ente parco)
1. Al presidente e ai
componenti del consiglio direttivo spetta un compenso pari rispettivamente
all'80 per cento e al 40 per cento di quello attribuiti per le medesime cariche
agli organismi dei parchi nazionali; gli importi così determinati sono ridotti
del 20 per cento, in applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 9,
comma 2, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di
razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale).
2. Al revisore unico dei conti spetta l’indennità
determinata ai sensi dell’articolo 10, comma 3, della l.r.
22/2010.
Art. 21
(Statuto dell’Ente parco
regionale)
1. In conformità
all’articolo 24 della legge 394/1991 e nel rispetto della presente legge, la
comunità del parco adotta lo statuto dell’ente parco e lo invia alla Giunta
regionale che lo approva, previa acquisizione del parere della competente
commissione consiliare, la quale si esprime entro trenta giorni dal ricevimento
della richiesta. Decorso tale termine il parere si intende reso positivamente.
2. Lo statuto del parco
prevede, in particolare:
a) la sede dell'ente;
b) i compiti, le modalità di
convocazione e di funzionamento degli organi;
c) le quote di rappresentatività
degli enti locali nella comunità del parco, e l’eventuale modalità di
rappresentanza delle unioni di Comuni, secondo quanto previsto dall’articolo
17;
d) i criteri per la
definizione delle eventuali quote di partecipazione degli enti locali al
finanziamento del parco, ulteriori rispetto a quelli previsti dalla lettera c);
e) i compiti del direttore e
le modalità di nomina;
f) la composizione e il
funzionamento della Consulta del parco di cui all’articolo 18;
g) le forme e le modalità di
partecipazione dei cittadini con riferimento agli atti più significativi
dell’ente;
h) le forme di pubblicità
degli atti.
3. Le modifiche dello
statuto sono adottate e approvate con la stessa procedura di cui al comma 1.
4. Lo statuto acquista efficacia dalla data della pubblicazione
sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC). Esso è
consultabile sul sito istituzionale della Regione Calabria e dell’ente parco a
cui si riferisce.
Art. 22
(Piano integrato per il
parco)
1. Il piano integrato per il
parco è lo strumento di attuazione delle finalità del parco e comprende, in due
sezioni distinte, gli atti di pianificazione e di programmazione.
2. I contenuti della sezione
relativa alla pianificazione del piano integrato per il parco sono quelli di
cui all’articolo 12 della legge 394/1991, nonché:
a) la perimetrazione
definitiva del parco, seguendo linee cartografiche certe individuabili sul
territorio;
b) la perimetrazione delle
aree contigue del parco seguendo linee cartografiche certe e individuabili sul
territorio e la disciplina delle stesse nelle materie e nel rispetto delle
disposizioni di cui all’articolo 32, comma 1, della legge 394/1991;
c) l’organizzazione generale
del territorio e la sua articolazione in zone;
d) la disciplina e la
progettazione attuativa delle previsioni del piano medesimo anche relativamente
ad aree specifiche e singoli interventi, per quanto necessario;
e) specifici vincoli e
salvaguardie;
f) specifiche direttive per
le aree contigue nelle materie di cui all’articolo 32, comma 1, della legge
394/1991, cui debbono uniformarsi le diverse discipline e i regolamenti degli
enti locali anche al fine di una efficace tutela delle aree interne al parco che
comprende, in particolare, la gestione e il controllo della fauna selvatica. A
tal fine, gli agricoltori e i proprietari di fondi limitrofi alle aree contigue
possono intervenire, ai sensi e nel rispetto della normativa statale e
regionale, per porre in essere azioni di contenimento in un’ottica di
conservazione degli equilibri ecologici del parco;
g) la conformazione alla
perimetrazione dei pSIC, SIC/ZSC e ZPS ricadenti,
anche in parte, nel territorio del parco e nelle relative aree contigue;
h) l’individuazione e la
disciplina, per quanto di competenza, delle ulteriori componenti del patrimonio
naturalistico-ambientale e le emergenze geologiche e geomorfologiche ricadenti
all’interno del parco;
i) l’individuazione, la
descrizione e la disciplina degli habitat di interesse conservazionistico,
anche ai fini della redazione della Carta della natura di cui all’articolo 3
della legge 394/1991;
j) la conformazione alle
misure di conservazione dei siti di rete Natura 2000.
3. Il piano integrato del
parco si conforma al piano paesaggistico ai sensi dell’articolo 145, comma 3,
del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del
paesaggio) e sostituisce i piani territoriali e urbanistici di qualsiasi
livello, ai sensi dell’articolo 25 della legge 394/1991.
4. Fatte salve le norme di
salvaguardia dei piani paesaggistici, la sezione pianificatoria
del piano integrato per il parco può prevedere ulteriori specifiche
salvaguardie. Gli enti locali adeguano i propri strumenti di pianificazione territoriale
e urbanistica alle previsioni della medesima sezione pianificatoria
del piano integrato per il parco.
5. La sezione programmatica
del piano integrato per il parco, in coerenza con gli strumenti della
programmazione regionale di cui all’articolo 9 e nel rispetto dei principi di
cooperazione con lo Stato e di partecipazione degli enti locali interessati:
a) attua gli obiettivi e i
fini istitutivi del parco;
b) individua e promuove
iniziative e attività di soggetti pubblici e privati compatibili con le
finalità del parco, con specifico riferimento ai contenuti di cui all’articolo
14, comma 3, della legge 394/1991, atte a favorire lo sviluppo economico,
sociale e culturale della collettività residente nel parco, nelle aree contigue
e nei territori adiacenti, comprese le iniziative e le attività idonee a
prevenire, contenere e mitigare i danni determinati dalla fauna selvatica. Tali
attività sono coordinate con quelle della Regione e degli enti locali
interessati;
c) riconosce il ruolo anche
delle attività agricole e zootecniche ai fini della tutela ambientale e
paesaggistica;
d) individua le azioni
relative alla didattica, alla formazione e informazione ambientale e
all’educazione allo sviluppo sostenibile;
e) può prevedere
l’attribuzione di incentivi a soggetti pubblici o privati, con riferimento
prioritario agli interventi, agli impianti e alle opere di cui all’articolo 7,
comma 1, della legge 394/1991.
6. All'attuazione della sezione programmatica del piano
integrato per il parco si provvede attraverso il programma annuale di cui
all’articolo 28, comma 3.
Art. 23
(Procedimento per l’approvazione
del piano integrato per il parco)
1. La proposta di piano
integrato per il parco di cui all’articolo 22 è predisposta dal consiglio
direttivo del parco, che la invia, completa del parere della comunità del
parco, alla Giunta regionale. La Giunta regionale, previa acquisizione del
parere del Comitato tecnico scientifico per le aree protette, adotta la
proposta di piano integrato. Successivamente all’adozione da parte della
Giunta, il piano è pubblicato sul sito istituzionale della Regione, dell’ente
parco e dei Comuni della comunità del parco per consentire a chiunque, nei
quarantacinque giorni successivi alla pubblicazione, di prenderne visione e di
presentare eventuali osservazioni. Si applicano, per quanto compatibili, le
disposizioni in materia di consultazione, ai fini della valutazione ambientale
strategica (VAS), di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152 (Norme in materia ambientale). Valutate le osservazioni entro i
successivi trenta giorni, il consiglio direttivo trasmette alla Giunta
regionale il documento di programmazione modificato o integrato sulla base
delle osservazioni contestualmente all’elenco delle osservazioni pervenute e
alle motivazioni del loro accoglimento o diniego. La Giunta regionale approva
il piano integrato previa acquisizione del parere motivato rilasciato
dall’autorità competente in materia di VAS sul piano osservato e dalla
competente commissione consiliare, entro i successivi quarantacinque giorni.
2. Le autorità interessate
provvedono a rendere le informazioni sul parere motivato e ad effettuare gli
adempimenti relativi al piano di monitoraggio del piano integrato del parco,
nel rispetto degli articoli 17 e 18 del d.lgs. 152/2006.
3. Il piano integrato del parco è aggiornato con cadenza
decennale, seguendo lo stesso procedimento di formazione e approvazione.
Art. 24
(Regolamento del parco)
1. Il regolamento del parco
disciplina l'esercizio delle attività consentite nell’area del parco ed è
adottato dal consiglio direttivo, entro sei mesi dall’approvazione del piano
integrato per il parco, previa acquisizione del parere obbligatorio della
comunità del parco.
2. I contenuti del
regolamento sono quelli di cui all’articolo 11 della legge 394/1991.
3. La Giunta regionale
approva il regolamento, previa acquisizione del parere obbligatorio del
Comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 7. Il regolamento acquista
efficacia decorsi novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BURC.
4. Entro lo stesso termine di cui al comma 3, gli enti
locali ricompresi nell’area del parco adeguano i propri atti, anche di natura
regolamentare, al regolamento del parco. In caso di mancato adeguamento entro
tale termine, si applica la disciplina del regolamento del parco.
Art. 25
(Nulla osta)
1. Nelle aree del parco e in
quelle eventualmente disciplinate direttamente dal piano integrato per il
parco, come previsto dalla legge istitutiva del parco, il rilascio di
autorizzazioni o concessioni relative alla realizzazione di interventi,
impianti e opere, è subordinato al preventivo nulla osta dell’ente parco, che
ne verifica la conformità alla legge istitutiva e ai propri atti di
programmazione e regolamentazione.
2. Il nulla osta deve essere
rilasciato al richiedente entro quarantacinque giorni dalla relativa istanza,
fatta salva eventuale sospensione, per un periodo non superiore a sessanta
giorni, dovuta alla necessità di integrazione della documentazione.
3. Nei casi di cui all’articolo 59, il nulla osta viene
espresso congiuntamente alla valutazione di incidenza effettuata dall’ente
parco.
Art. 26
(Patrimonio)
1. L’ente parco ha un
proprio patrimonio costituito da beni immobili e mobili derivanti da
acquisizioni, donazioni, eredità, lasciti ed espropriazioni.
2. I terreni e i beni
immobili, comunque acquisiti dall’ente, fanno parte del patrimonio
indisponibile dell’ente medesimo.
3. La Regione e gli enti locali ricompresi nell’area del
parco possono mettere a disposizione dell’ente i beni che ritengono necessari
per il raggiungimento delle finalità istitutive del parco stesso.
Art. 27
(Entrate dell’ente parco)
1. Costituiscono entrate
degli enti parco regionali da destinare al conseguimento dei fini istitutivi:
a) i contributi ordinari
definiti annualmente con legge di bilancio regionale;
b) i contributi straordinari
della Regione per progetti e attività specifici, in attuazione degli strumenti
della programmazione regionale;
c) eventuali contributi
ordinari e straordinari degli enti componenti la comunità del parco;
d) i contributi e i
finanziamenti dello stato e di altri enti pubblici per specifici progetti;
e) i contributi di enti
privati, persone fisiche e associazioni, i lasciti, le donazioni e le
erogazioni liberali in denaro disciplinate dalla normativa vigente;
f) i redditi patrimoniali;
g) i canoni delle concessioni,
i diritti e le tariffe dei servizi forniti dal parco, determinate dal parco
stesso sulla base dei propri regolamenti e degli atti del consiglio direttivo,
in conformità agli eventuali indirizzi regionali;
h) i proventi di attività
commerciali e promozionali;
i) i proventi delle sanzioni
derivanti dalle inosservanze delle norme e dei provvedimenti emanati dal parco;
j) ogni altro provento
acquisito in relazione all'attività del parco;
k) i proventi derivanti dai servizi aggiuntivi offerti
ai visitatori delle aree protette, fermo restando che la mera fruizione delle
risorse naturali è libera e gratuita.
Art. 28
(Contabilità e bilancio
dell’ente parco)
1. Il sistema contabile e
gli schemi di bilancio sono adottati in coerenza ai principi contenuti nel d.lgs.
118/2011.
2. L’ente parco, al fine di
rendere nota l’efficacia della propria attività e di indirizzare l’azione dei
soggetti economici verso metodi produttivi improntati a criteri di
sostenibilità, può redigere annualmente il bilancio sociale e ambientale, con
il quale, anche in esito al coinvolgimento dei residenti nel territorio di
competenza e degli utenti dei servizi offerti:
a) dà conto dei risultati
dell’attività istituzionale svolta e delle scelte operative effettuate, con
riferimento anche alle attività di comunicazione del valore del patrimonio
naturalistico e di educazione allo sviluppo sostenibile;
b) esplicita e analizza le
scelte operate e le azioni intraprese in campo ambientale, dà atto del relativo
stato di attuazione e ne valuta gli effetti.
3. Il programma annuale
delle attività, con proiezione triennale, è una sezione della relazione
illustrativa del bilancio preventivo economico, nel quale sono definite le
azioni da realizzare nel triennio.
4. Il programma di cui al comma 3 evidenzia la coerenza
con il bilancio preventivo economico e con la sezione programmatica del piano
integrato per il parco.
Art. 29
(Direttore del parco)
1. Il presidente dell’ente
parco, previa manifestazione di interesse, nel rispetto delle norme nazionali e
regionali in tema di dirigenza pubblica e delle disposizioni dello statuto,
nomina il direttore; si applicano le disposizioni del d.lgs. 39/2013 e della l.r. 21/2015.
2. A seguito della nomina di
cui al comma 1, il presidente stipula con il direttore un contratto di diritto
privato, di durata non superiore a cinque anni e rinnovabile una sola volta.
3. L’ammontare del
trattamento economico, onnicomprensivo, è determinato nell’atto di nomina con
riferimento agli emolumenti spettanti ai dirigenti regionali di ruolo, così
come definiti dalla Regione Calabria, inclusa la retribuzione di posizione e di
risultato, ed è adeguato automaticamente alle modifiche cui sono soggetti i
suddetti emolumenti.
4. Il direttore:
a) attua le deliberazioni
del consiglio direttivo;
b) dirige e coordina il
personale dell’ente parco, di cui è responsabile;
c) sovrintende al buon
andamento degli uffici e dei servizi;
d) predispone il piano della
qualità della prestazione organizzativa;
e) supporta il consiglio
direttivo nella elaborazione degli atti di cui all’articolo 16, comma 4,
lettere a), b), c), d), ed e);
f) supporta il presidente
nell’esercizio delle sue funzioni e di quelle ad esso delegate ai sensi
dell’articolo 15;
g) esercita le attività di cui all’articolo 4, comma 2,
del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento
del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), nel rispetto delle
modalità previste dallo statuto e le altre funzioni attribuitegli dallo
statuto.
Art. 30
(Norme sul personale del
parco)
1. Al personale dell’ente
parco si applica lo stato giuridico e il trattamento economico del contratto
collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto Funzioni
locali.
2. Il piano del fabbisogno
del personale dell’ente parco è approvato dalla Giunta regionale su proposta
dell’ente parco nei limiti delle disponibilità di bilancio dell’ente e tenuto
conto delle specificità territoriali del parco.
3. Al fine di ottimizzare la spesa relativa al personale
delle aree protette le stesse possono avvalersi, nell'ambito della propria
pianta organica, di personale regionale in posizione di distacco funzionale.
Art. 31
(Espropriazioni e
Indennizzi)
1. L’ente parco regionale è
autorità espropriante per la realizzazione delle opere da esso realizzate nel
perseguimento delle finalità istituzionali ai sensi dell’articolo 1, comma 2,
del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per
pubblica utilità).
2. L’ente parco regionale è
autorità espropriante nelle espropriazioni finalizzate alla realizzazione di
opere private da realizzarsi nel territorio del parco e delle aree contigue al
parco medesimo.
3. L'ente parco è tenuto a indennizzare i danni
provocati da fauna selvatica.
Art. 32
(Funzioni di indirizzo e
coordinamento sull'attività degli enti parco regionali. Vigilanza sulla
gestione del parco)
1. La Giunta regionale,
anche al fine di ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e di garantire
uniformità di trattamento sul territorio regionale, esercita le funzioni di
indirizzo e di coordinamento delle attività degli enti parco regionali e di
vigilanza sulla gestione del parco.
2. Sono soggetti
all'approvazione della Giunta regionale i seguenti atti:
a) statuto;
b) regolamento di
organizzazione e funzionamento;
c) regolamento di
contabilità e dei contratti, ai sensi del d.lgs. 118/2011;
d) programma annuale, con
proiezione triennale, delle attività;
e) bilancio di previsione
annuale, con allegato il bilancio di previsione pluriennale; conto consuntivo
annuale;
f) dotazione organica e sue
variazioni;
g) alienazione e acquisto di
immobili;
h) accensione di mutui e prestiti.
CAPO III
Istituzione e gestione delle
riserve naturali regionali. Prescrizioni
Art. 33
(Istituzione e gestione
delle riserve naturali regionali)
1. Nel rispetto della
strategia europea e nazionale per la biodiversità, la legge regionale provvede
a:
a) istituire la riserva,
indicando le finalità, le forme, le modalità di gestione e di finanziamento;
b) determinare la
perimetrazione provvisoria della riserva e delle eventuali aree contigue;
c) individuare le misure di
salvaguardia da applicare fino alla data di entrata in vigore del regolamento
di cui all’articolo 35.
2. La legge istitutiva
assicura la partecipazione degli enti locali al procedimento di istituzione e
alla gestione delle riserve ai sensi dell'articolo 22 della legge 394/1991.
3. La gestione delle riserve
naturali regionali è affidata agli enti locali territorialmente interessati, in
forma singola o associata.
4. Gli enti locali ai quali
è affidata la gestione possono avvalersi, attraverso specifiche convenzioni, di
associazioni ambientaliste operanti in Calabria, riconosciute dal competente
ministero e individuate d'intesa con la Regione Calabria. Gli enti gestori
possono nominare direttori o responsabili della gestione amministrativa
seguendo le procedure previste dalle normative del comparto enti locali.
5. Alla gestione delle
riserve partecipano, previa intesa con l’ente di provenienza, anche un
rappresentante della Consulta degli studenti delle scuole secondarie di secondo
grado della Calabria e un rappresentante del Consiglio degli studenti delle
università calabresi. Le forme di partecipazione sono disciplinate nel
regolamento di cui all’articolo 35.
6. Gli enti di cui al comma 3 presentano alla Giunta
regionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione sulle attività
svolte.
Art. 34
(Prescrizioni per le riserve
naturali regionali)
1. Nelle riserve naturali
regionali, fatte salve le deroghe previste dal regolamento di cui all’articolo
35, sono vietate:
a) le attività non
consentite nelle riserve naturali statali di cui all’articolo 17, comma 2,
della legge 394/1991;
b) l’attività venatoria e
l’apertura di cave, miniere e impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti.
2. Nelle riserve naturali
regionali è vietata, altresì, l’esecuzione di opere di trasformazione del
territorio, ad eccezione della realizzazione di nuove infrastrutture, di nuove
opere edilizie e di ampliamenti di costruzioni esistenti, quando indispensabili
al conseguimento delle finalità della riserva come individuate dagli atti
istitutivi e dal regolamento di cui all’articolo 35.
3. Nelle aree delle riserve
naturali regionali sono ammessi:
a) i mutamenti di
destinazione d’uso non contrastanti con le finalità delle riserve medesime;
b) le utilizzazioni
produttive tradizionali coerenti con le finalità delle riserve, nonché quelle
ecocompatibili;
c) gli interventi di
contenimento per la conservazione degli equilibri faunistici e ambientali, ai
sensi dell’articolo 22, comma 6, della legge 394/1991.
4. Nelle riserve regionali si applicano altresì i
divieti di cui all’articolo 11, comma 3, della legge 394/1991, nonché quelli
previsti dal regolamento di cui all’articolo 35 della presente legge.
Art. 35
(Regolamento della riserva
naturale regionale)
1. Nel rispetto degli indirizzi
e dei criteri previsti dalla pianificazione paesaggistica e dagli strumenti
della programmazione regionale, il regolamento della riserva naturale regionale
disciplina l’esercizio delle attività consentite nell’area della riserva.
2. Il regolamento definisce,
in particolare:
a) la perimetrazione
definitiva della riserva seguendo linee cartografiche certe e individuabili sul
territorio;
b) la perimetrazione delle
aree contigue della riserva seguendo linee cartografiche certe e individuabili
sul territorio, nonché la disciplina delle stesse nelle materie di cui
all’articolo 32, comma 1, della legge 394/1991;
c) l’organizzazione generale
del territorio e la sua eventuale articolazione in zone;
d) le modalità di rilascio
del nulla osta di cui all’articolo 37;
e) gli interventi da
realizzare, con particolare riferimento a quelli di contenimento per la
conservazione degli equilibri faunistici e ambientali, per cui sono definite le
modalità di esecuzione e di partecipazione agli abbattimenti selettivi.
3. Il regolamento, altresì:
a) riporta la perimetrazione
delle proposte di SIC (pSIC), SIC/ZSC e ZPS
ricadenti, anche in parte, nel territorio della riserva e delle relative aree
contigue;
b) individua e disciplina,
per quanto di competenza, le ulteriori componenti del patrimonio naturalistico
- ambientale e i valori riconosciuti dalla finalità della presente legge,
conformandosi alle disposizioni comunitarie e statali;
c) individua, descrive e
disciplina gli habitat di interesse conservazionistico, anche ai fini della
redazione della Carta della natura;
d) programma le specifiche
misure di conservazione come definite dalla Giunta regionale dei siti di cui
alla lettera a), e ne può elaborare il piano di gestione.
4. Il regolamento
disciplina, inoltre, le attività, i divieti e le deroghe di cui all’articolo
11, commi 2, 2-bis, 3 e 4 della legge 394/1991.
5. Al regolamento è allegata
la cartografia, in cui risultano evidenziati i confini dell’area di riserva,
dell'area contigua e della eventuale zonizzazione interna.
6. Il regolamento si
conforma al piano paesaggistico contenuto nel Quadro Territoriale Regionale con
valenza Paesaggistica (QTRP) e ai Piani Paesaggistici d'Ambito di cui alla
legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del
territorio - Legge Urbanistica della Calabria).
7. Il regolamento disciplina il rilascio degli atti
autorizzatori di competenza degli enti gestori, conformandosi alle specifiche
norme d’uso in relazione agli obiettivi di tutela previsti.
Art. 36
(Procedimento per
l’approvazione del regolamento della riserva naturale regionale)
1. Il regolamento della
riserva naturale regionale è proposto dall'ente gestore, è adottato dalla
Giunta regionale, previa acquisizione del parere obbligatorio del Comitato
tecnico-scientifico regionale per le aree protette, ed è approvato dalla
competente commissione consiliare.
2. Il regolamento è approvato entro due anni dall’atto
istitutivo della riserva naturale regionale.
Art. 37
(Nulla osta)
1. Nelle aree della riserva naturale
e in quelle eventualmente disciplinate dal regolamento, come previsto dalla
legge istitutiva della riserva, il rilascio di autorizzazioni o concessioni
relative alla realizzazione di interventi, impianti e opere, è subordinato al
preventivo nulla osta del soggetto gestore, che ne verifica la conformità alla
legge istitutiva e al regolamento. Sono vietati interventi di trasformazione
del territorio e cambiamenti di destinazione d’uso in contrasto con le finalità
della riserva.
2. Il nulla osta di cui al comma 1 deve essere
rilasciato al richiedente entro quarantacinque giorni dalla relativa istanza,
fatta salva eventuale sospensione, per un periodo non superiore a sessanta
giorni, dovuta alla necessità di integrazione della documentazione.
Art.
38
(Patrimonio delle riserve
naturali regionali)
1. La Regione e gli enti locali nel cui territorio
insistono le riserve naturali regionali possono mettere a disposizione delle
stesse i beni che ritengono necessari per il raggiungimento delle finalità
istitutive della riserva medesima.
CAPO IV
Norme comuni per le aree
naturali protette
Art. 39
(Aree contigue)
1. L’area contigua è il
territorio esterno ai confini dell’area naturale protetta ove è necessario
intervenire per assicurare la conservazione dei valori dell’area protetta, ai
sensi dell'articolo 32, comma 1, della legge 394/1991. L’area contigua può
essere oggetto di zonizzazione ai fini dell’applicazione di specifiche misure
di tutela.
2. I soggetti gestori dei
parchi e delle riserve regionali, al fine di assicurare la conservazione dei
valori ambientali delle aree protette, stabiliscono nei propri documenti di
pianificazione, programmazione e regolamentazione, le misure di disciplina
della caccia, della pesca e delle attività produttive nelle aree contigue di
cui al comma 1.
3. Le aree contigue al parco
regionale e la loro disciplina sono individuate dal piano integrato per il
parco.
4. Le aree contigue alle riserve naturali regionali e la
loro disciplina sono individuate nel regolamento della riserva naturale
regionale.
Art. 40
(Fruizione delle aree
protette)
1. Nel rispetto dei vincoli
derivanti dalla presente legge, la fruizione delle aree protette è libera e
gratuita.
2. Eventuali biglietti a carico dei fruitori possono
riguardare servizi aggiuntivi erogati dagli enti gestori.
Art. 41
(Sorveglianza nelle aree
naturali protette)
1. Ferme restando le
funzioni di accertamento degli illeciti amministrativi dei soggetti e organi
espressamente abilitati dalle leggi vigenti, i seguenti soggetti esercitano le
funzioni indicate:
a) gli enti gestori dei
parchi esercitano le funzioni di controllo sul rispetto degli obblighi e dei
divieti previsti dalla presente legge, dal piano e dal regolamento del parco,
mediante proprio personale di sorveglianza, appositamente individuato nella
pianta organica dell’ente, e a cui si applicano le vigenti disposizioni in
materia di polizia municipale e provinciale;
b) la Regione e gli enti
gestori delle aree protette, e i Comuni, anche in forma associata, possono abilitare
propri dipendenti, secondo i principi dei rispettivi ordinamenti, all'esercizio
delle funzioni di sorveglianza sul rispetto degli obblighi e dei divieti
previsti dalla presente legge e dal regolamento delle riserve naturali
regionali nonché all'accertamento dei relativi illeciti amministrativi.
2. Gli enti di cui al comma 1, per l’esercizio delle
attività di sorveglianza e di accertamento degli illeciti amministrativi,
possono avvalersi del servizio volontario di vigilanza ambientale di cui al
titolo V della presente legge.
Art. 42
(Principi per lo svolgimento
delle attività di gestione, di promozione e di valorizzazione del territorio
delle aree protette)
1. La Regione attribuisce
alla cittadinanza attiva una funzione fondamentale per la gestione delle aree
protette. Gli enti gestori delle stesse aree promuovono azioni rivolte al
coinvolgimento delle comunità locali, in particolare della popolazione studentesca,
nella loro gestione e fruizione. La Consulta provinciale degli studenti delle
scuole secondarie di secondo grado della Calabria, attraverso il coordinamento
regionale, e il Consiglio degli studenti delle università calabresi, previa
intesa con l’ente di provenienza, sono direttamente coinvolti nelle scelte
programmatiche e gestionali delle aree protette regionali.
2. La Regione e gli enti
gestori delle aree protette, nello svolgimento delle attività di tutela e di
valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del territorio di
competenza:
a) operano per la gestione
sostenibile delle attività economiche e sociali, in attuazione degli obiettivi
degli atti generali della programmazione regionale;
b) aderiscono e promuovono,
in attuazione della normativa comunitaria e nazionale, la realizzazione di
contratti di fiume, di costa e di lago, quali strumenti volontari di
programmazione strategica e negoziata, e perseguono la realizzazione delle
Comunità energetiche rinnovabili;
c) adottano, entro tre anni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, le iniziative necessarie
per il conseguimento dell’obiettivo strategico dell’applicazione del metodo
dell’agricoltura biologica, nel rispetto della normativa comunitaria vigente,
da parte delle aziende agro-zootecniche che operano all’interno del territorio
delle aree protette, anche attraverso la promozione dei biodistretti.
3. Ai fini di cui al
presente articolo, il programma pluriennale di attività delle aree protette
prevede, tra l’altro, iniziative e interventi per lo sviluppo delle attività
turistiche ecosostenibili e di accoglienza finalizzate, in particolare, al
conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) realizzazione di
strutture e infrastrutture di servizio, di divulgazione, di informazione ambientale,
di valorizzazione culturale delle comunità e delle produzioni agricole
zootecniche e forestali, e di educazione allo sviluppo sostenibile;
b) realizzazione di
segnaletica informativa;
c) creazione e ripristino di
sentieri tematici o escursionistici contraddistinti da apposita segnaletica;
d) definizione e attuazione
di proposte educative, didattiche e di divulgazione e sensibilizzazione
ambientale;
e) acquisizione di
certificazioni ambientali;
f) percorsi partecipati
dedicati;
g) partecipazione a forme di
gemellaggio o di cooperazione con parchi o altre aree protette ricadenti nel
territorio regionale ed extra regionale;
h) uso di sistemi energetici
a basso costo ambientale;
i) sviluppo delle tecnologie
decentrate per la produzione di energia da fonti rinnovabili, incentivando la
realizzazione di comunità di energia rinnovabile per aumentare l'efficienza
energetica delle famiglie, contribuire a combattere la povertà energetica,
creare coesione sociale e sviluppo locale;
j) attivazione di strumenti
volontari di programmazione strategica e negoziata attraverso lo strumento del
contratto di fiume, di costa e di lago.
4. Gli enti locali territorialmente interessati possono
concorrere finanziariamente alle iniziative di cui al presente articolo anche
mediante la proposta di specifici progetti da realizzare a cura degli enti
locali stessi con il coordinamento delle competenti strutture regionali o degli
enti parco interessati.
Art. 43
(Attività economiche e
produttive ecocompatibili)
1. La Regione e gli enti
gestori delle aree protette valorizzano le attività agricole, le attività
produttive e di turismo naturalistico svolte nelle aree protette secondo i
principi della sostenibilità ambientale e della diffusione delle buone pratiche
in attuazione degli obiettivi degli atti generali della programmazione
regionale.
2. Per le finalità di cui al
comma 1, sentite le organizzazioni rappresentative delle attività agricole e
produttive e le associazioni ambientaliste presenti nel territorio, la Giunta
regionale e gli enti gestori delle aree protette, in coerenza con le
indicazioni e gli indirizzi contenuti nel programma pluriennale di attività,
individuano, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, forme di
collaborazione volte, tra l’altro:
a) alla gestione e al
ripristino della biodiversità;
b) a promuovere le
produzioni del territorio e le pratiche colturali tradizionali ed
ecocompatibili, anche attraverso il sostegno alla realizzazione di biodistretti;
c) a incentivare pratiche
colturali ecocompatibili e tecniche agroforestali che favoriscono la tutela
della biodiversità e il mantenimento degli habitat naturali;
d) a ripristinare e
mantenere gli assetti e le infrastrutture territoriali che costituiscono
elementi riconoscibili del territorio, tra cui le piantate, i filari alberati,
le siepi, gli stagni e le sistemazioni agrarie tradizionali;
e) a mantenere e recuperare
i nuclei abitati rurali e le tipologie di architettura rurale;
f) a promuovere il turismo
sostenibile rurale e naturalistico, comprese le attività di pescaturismo;
g) a introdurre misure di
mitigazione degli interventi di trasformazione del suolo e di nuova
costruzione, incentivando il ricorso alla ingegneria naturalistica e alle
energie rinnovabili,
h) a promuovere forme di
collaborazione tra le organizzazioni professionali agricole maggiormente
rappresentative a livello regionale e gli enti regionali competenti,
finalizzate alla diffusione di alveari e alla promozione della loro tutela, per
l’impollinazione di colture agricole e il mantenimento di un equilibrio
ottimale dei livelli di biodiversità.
3. La Giunta regionale e gli enti gestori delle aree
protette, al fine di promuovere e sostenere le attività, di gestione forestale,
agricole e di governo del territorio, sostenibili e coerenti con le finalità
dell’area naturale protetta, possono sottoscrivere convenzioni con le imprese
operanti nel territorio di competenza, nonché ricorrere agli strumenti di
collaborazione, di cui agli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 18 maggio
2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo), per la
conclusione di accordi con gli imprenditori agricoli che si impegnano
nell’esercizio dell’attività di impresa volta ad assicurare la tutela delle
risorse naturali, delle specie selvatiche di flora e fauna e del patrimonio di
biodiversità che caratterizza i territori.
Art. 44
(Emblema dell’area protetta
e di qualità etico-ambientale)
1. Al fine di garantire la
riconoscibilità delle aree protette regionali, la Giunta regionale, con le
risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento
competente in materia di ambiente, adotta l’emblema che deve sempre
accompagnare il simbolo delle diverse aree protette regionali.
2. Ai fini della promozione ecoturistica, la Regione, in
conformità alle direttive dell’Unione europea e alla normativa nazionale di
settore, promuove il rilascio dell’emblema di qualità etico-ambientale, per
prodotti o servizi che presentano caratteristiche di qualità, di sostenibilità
etico-ambientale e di tipicità territoriale, legati al territorio delle aree
protette che rispettano specifici disciplinari di prodotto o di processo.
Art. 45
(Piani di controllo per
ricomporre squilibri ecologici)
1. Ai sensi dell’articolo
22, comma 6, della legge 394/1991, il soggetto gestore delle aree naturali
protette adotta piani di controllo necessari per ricomporre gli squilibri
ecologici. In caso di inerzia dell’ente gestore e in presenza di danni alle
produzioni agricole, anche nelle aree limitrofe, la Giunta regionale, sulla
base di specifica relazione congiunta da parte dei direttori generali dei
dipartimenti regionali competenti in materia di ambiente, agricoltura e
forestazione, può nominare un commissario ad acta affinché sovrintenda
all’organizzazione e allo svolgimento dei prelievi faunistici e degli
abbattimenti selettivi.
TITOLO III
Disciplina del sistema
regionale della biodiversità
CAPO I
Disposizioni generali
Art. 46
(Oggetto)
1. In attuazione del d.p.r. 357/1997 e in conformità
alle direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE, il presente titolo disciplina le
modalità per la conservazione della biodiversità e per la razionale gestione
dei territori del sistema regionale della biodiversità, garantendo, in
particolare, la conservazione o, all'occorrenza, il ripristino dello stato di
conservazione delle popolazioni di specie animali selvatiche, delle specie
vegetali non coltivate e degli habitat naturali e seminaturali nella loro area
di ripartizione, d'interesse comunitario.
Art. 47
(Definizioni in materia di
biodiversità)
1. Ai fini del presente titolo, si applicano le
definizioni e i termini previsti dal d.p.r. 357/1997, nonché dalle direttive
92/43/CEE e 2009/147/CE e dalla legge 14 febbraio 1994, n. 124 (Ratifica e
esecuzione della convenzione sulla biodiversità, con annessi, fatta a Rio de
Janeiro il 5 giugno 1992).
Art. 48
(Funzioni della Regione in
materia di biodiversità)
1. La Regione concorre alla
tutela della biodiversità e alla costituzione della rete Natura 2000 con le
risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento
competente in materia di ambiente e, in particolare:
a) individua i siti da
proporre quali SIC in cui si trovano tipi di habitat naturali e gli habitat di
specie animali e vegetali di cui agli allegati A e B del d.p.r. 357/1997,
sentiti gli enti locali e gli enti parco interessati;
b) individua i siti da
proporre quale ZPS di cui alla direttiva 2009/147/CE, sentiti gli enti locali e
gli enti parco interessati;
c) effettua la valutazione
periodica di cui all’articolo 3, comma 4-bis, del d.p.r. 357/1997 e propone al
Ministero competente in materia di ambiente l’aggiornamento dell’elenco dei
SIC, della loro delimitazione e dei contenuti della relativa scheda
informativa;
d) esercita le funzioni
amministrative relative alla gestione dei siti della rete Natura 2000 non
compresi nel territorio di competenza dei parchi nazionali o regionali e, in
particolare, attua le misure di tutela e conservazione, provvede al
monitoraggio di habitat e specie nonché alla redazione e all’approvazione, se
necessari, dei piani di gestione di cui all’articolo 3, comma 4, del d.p.r.
357/1997;
e) effettua gli studi sulla
biologia e sulla consistenza delle popolazioni vegetali e animali e provvede
alla cura e all’effettuazione delle iniziative di sensibilizzazione rispetto ai
valori naturalistici, ambientali e della tutela degli habitat e delle specie,
con la collaborazione dei soggetti gestori dei siti stessi;
f) individua con atto della
Giunta regionale i soggetti gestori dei siti Natura 2000 ricompresi nel
territorio regionale;
g) in attuazione
dell’articolo 4 del d.p.r. 357/1997, definisce le forme e le modalità di tutela
e conservazione idonee ad evitare il degrado degli habitat naturali e degli
habitat di specie nonché la perturbazione delle specie che hanno determinato
l’individuazione dei siti della rete Natura 2000 e, in particolare:
1) adotta entro sei mesi
dalla designazione delle ZSC, le misure di cui all’articolo 4, commi 2 e 3, del
d.p.r. 357/1997, nel rispetto delle linee guida emanate dal Ministero
competente in materia di ambiente;
2) assicura per i pSIC le misure di cui all’articolo 4, comma 1, del d.p.r.
357/1997;
3) esprime l’intesa di cui
all’articolo 3, comma 2, del d.p.r. 357/1997 ai fini della designazione dei SIC
in ZSC da parte del Ministero competente in materia di ambiente;
4) assicura il monitoraggio
delle autorizzazioni in deroga disciplinate dall’articolo 11 del d.p.r.
357/1997;
h) coordina la gestione dei
siti del sistema regionale della biodiversità di cui all’articolo 6 ed emana
direttive e indirizzi agli enti competenti per l'esercizio uniforme delle
connesse funzioni amministrative con particolare riferimento:
1) all’attuazione delle
misure volte a garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello stato di
conservazione delle specie e degli habitat di cui all’articolo 7, comma 2, del
d.p.r. 357/1997;
2) alla definizione, per
quanto di competenza, di linee guida e modelli di riferimento per
l’effettuazione della valutazione d’incidenza di cui al d.p.r. 357/1997;
3) al coordinamento della
diffusione delle informazioni relative al sistema regionale della biodiversità,
tramite il sistema informativo regionale;
i) svolge le funzioni di
autorità competente per la valutazione d'incidenza, ai sensi dell’articolo 5
del d.p.r. 357/1997, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 58 della
presente legge.
2. La Regione, in attuazione
della normativa comunitaria e nazionale e in applicazione delle convenzioni
internazionali, adotta altresì le misure di protezione degli habitat e delle
specie animali e vegetali, provvedendo in particolare:
a) a individuare le specie
animali e vegetali soggette a regime di tutela, con particolare riferimento a
quelle vulnerabili, in pericolo o in pericolo critico e a promuovere studi e
interventi volti alla loro conservazione;
b) a individuare, per quanto
di competenza, i centri per la conservazione “in situ” ed “ex situ”, la
riproduzione, il recupero, il ricovero delle specie vegetali e animali di cui
alla lettera a);
c) ad assicurare la
conservazione degli ecosistemi e degli habitat;
d) a promuovere la
valorizzazione e la conservazione delle aree caratterizzate dalla presenza di
alberi di particolare interesse naturalistico, storico, paesaggistico,
culturale ed etno-antropologico;
e) a promuovere attività didattiche e divulgative volte
alla conoscenza delle specie oggetto di tutela e alla sensibilizzazione dei
cittadini.
Art. 49
(Funzioni delle Province e
della Città metropolitana di Reggio Calabria in materia di biodiversità)
1. Le Province e la Città
metropolitana di Reggio Calabria possono concorrere alla conservazione e
valorizzazione della biodiversità e alla costituzione e gestione della rete
Natura 2000 attraverso:
a) iniziative di
sensibilizzazione rispetto ai valori naturalistici, ambientali e della tutela
degli habitat e delle specie;
b) l’individuazione delle
aree e la proposta alla Regione, sentiti gli enti locali, ai fini della
richiesta di riconoscimento di siti della rete Natura 2000.
2. Le Province e la Città metropolitana di Reggio
Calabria, nello svolgimento delle funzioni di competenza, garantiscono
l’applicazione delle misure di conservazione e salvaguardia dei siti e delle
aree del sistema regionale della biodiversità.
Art. 50
(Funzioni degli enti parco
regionali in materia di biodiversità)
1. Le funzioni esercitate
dalla Regione ai sensi dell'articolo 48, comma 1, lettere d) ed e), e quelle
attribuite alle Province e alla Città metropolitana ai sensi dell'articolo 49,
comma 1, lettera b), sono svolte dagli enti parco regionali, con riferimento ai
siti della rete Natura 2000 ricadenti, anche in parte, nel territorio di
competenza e nelle relative aree contigue. Gli enti parco regionali svolgono,
altresì, le funzioni di autorità competente per la valutazione di incidenza
agli stessi attribuite ai sensi dell'articolo 59, secondo le modalità ivi previste.
2. Gli enti parco regionali comunicano ogni due anni
alla Giunta regionale gli esiti dei monitoraggi sulla distribuzione degli
habitat e delle specie, mediante una relazione sullo stato di salute delle
popolazioni vegetali e animali e degli habitat di cui al presente titolo,
nonché sullo stato di conservazione e tutela dei siti della rete Natura 2000 e
dei p(SIC) ricadenti nei territori di competenza e inviano un elenco di tutti i
piani, programmi, progetti e interventi che hanno interessato i siti e che sono
stati sottoposti a procedura di valutazione di incidenza con indicazione dei
relativi esiti e dei pareri espressi.
Art. 51
(Funzioni dei Comuni in
materia di biodiversità)
1. I Comuni singoli o in
forma associata possono concorrere alla conservazione e valorizzazione della
biodiversità e alla costituzione e gestione della rete Natura 2000 in
conformità ai principi della legislazione nazionale e agli atti di
programmazione e di indirizzo regionali.
2. I Comuni, nello
svolgimento delle funzioni di propria competenza, garantiscono l’applicazione
delle misure di conservazione e salvaguardia dei siti e delle aree del sistema
regionale della biodiversità.
3. Oltre alle funzioni di cui ai commi 1 e 2, i Comuni
svolgono, per quanto di competenza, attività di sorveglianza e accertano gli
illeciti amministrativi per il tramite della competente polizia municipale.
Art. 52
(Funzioni degli enti gestori
dei siti Natura 2000 esterni ai parchi)
1. Gli enti gestori, designati
dalla Regione, dei siti Natura 2000 esterni ai parchi regionali espletano le
seguenti funzioni:
a) concorrono alla
conservazione e valorizzazione dei siti di propria competenza;
b) su richiesta
dell’autorità competente esprimono parere per la valutazione di incidenza;
c) collaborano con la Regione
nell’attuazione delle misure di conservazione e nel monitoraggio dei siti
Natura 2000 di propria competenza;
d) collaborano nell’attuazione del piano di gestione.
CAPO II
Disposizioni
in materia di biodiversità
Art. 53
(Individuazione dei siti della
rete Natura 2000 e modifiche ai siti esistenti)
1. La Giunta regionale, con
propria deliberazione, individua, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del d.p.r.
357/1997, le aree da proporre quali SIC nonché quelle da designare quali ZPS,
in applicazione dei criteri tecnico scientifici di cui alla direttiva 92/43/CE
e alla direttiva 2009/147/CE, tenuto conto anche delle proposte delle Province,
della Città metropolitana di Reggio Calabria, degli enti parco regionali e
delle segnalazioni delle amministrazioni dello Stato, degli enti locali, degli
enti di gestione delle aree protette, delle istituzioni scientifiche e delle
associazioni di protezione ambientale.
2. La deliberazione di cui
al comma 1 è trasmessa, previa acquisizione del parere vincolante della competente
commissione consiliare, al Ministero competente in materia di ambiente, ai fini
della formulazione alla Commissione europea dell'elenco dei siti di importanza
comunitaria proposti.
3. La Giunta regionale partecipa,
mediante intesa, alla designazione, da parte del Ministero competente in
materia di ambiente, dei SIC quali ZSC, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del
d.p.r. 357/1997.
4. La proposta di aggiornamento dell'elenco dei SIC,
delle ZPS e la proposta di verifica della loro delimitazione sono effettuate,
secondo le procedure di cui al presente articolo, sulla base della valutazione
periodica dei siti stessi di cui all'articolo 3, comma 4-bis, del d.p.r.
357/1997.
Art. 54
(Misure per la tutela e
conservazione dei p(SIC) e dei siti della rete Natura 2000)
1. La Giunta regionale, nel
rispetto delle direttive statali e comunitarie, sentiti gli enti locali
gestori, definisce:
a) le forme e le modalità di
tutela e di conservazione dei p(SIC) e dei siti della rete Natura 2000, in base
ai criteri e alle linee guida del Ministero competente in materia di ambiente,
di cui all'articolo 4 del d.p.r. 357/1997, adottando specifiche misure di
conservazione e individuando i casi in cui è necessario procedere all’adozione
di appropriati piani di gestione;
b) le direttive per lo
svolgimento delle attività di monitoraggio, sulla base delle linee guida di cui
all'articolo 7, comma 1, del d.p.r. 357/1997.
2. Le misure di conservazione dei siti Natura 2000
assumono valenza vincolante per gli enti preposti alla pianificazione
territoriale ai sensi della l.r. 19/2002.
Art. 55
(Misure per la tutela e
conservazione delle aree di collegamento ecologico funzionale)
1. Le aree di collegamento
ecologico funzionale e gli altri elementi di cui all’articolo 6, comma 1,
lettera b), sono individuati e disciplinati dalla Giunta regionale e recepiti
dagli strumenti di pianificazione e dagli atti di governo del territorio
riconosciuti dalla l.r. 19/2002 conformemente alla
pianificazione paesaggistica.
2. Gli enti competenti all'approvazione
di piani o interventi incidenti sulle aree di collegamento ecologico funzionale
definiscono le misure necessarie a mitigare gli eventuali effetti negativi
sulla coerenza del sistema integrato regionale delle aree naturali protette e
della biodiversità. Tali misure di mitigazione sono realizzate a carico dei
soggetti proponenti del piano o dell’intervento.
3. La Giunta regionale, con propria deliberazione e in
coerenza con le previsioni degli strumenti della programmazione regionale, può
approvare, d’intesa con gli enti parco e gli enti locali interessati, specifici
programmi di attività e di intervento riferiti alle aree di collegamento
ecologico funzionale per la loro conservazione e ricostituzione.
Art. 56
(Misure per la tutela,
conservazione e valorizzazione delle zone umide di importanza internazionale)
1. Le zone umide di
importanza internazionale di cui all’articolo 6, comma 1, lettera c), sono
incluse nell’elenco previsto dal d.p.r. 448/1976, e tutelate ai sensi
dell’articolo 142, comma 1, lettera i), del d.lgs. 42/2004.
2. La gestione delle zone
umide di importanza internazionale richiede appropriate misure finalizzate in
particolare a:
a) garantire il mantenimento
in uno stato soddisfacente delle componenti oggetto di specifica tutela;
b) regolamentare le attività
antropiche maggiormente impattanti;
c) promuovere la
realizzazione di interventi e progetti volti alla conservazione e
valorizzazione del territorio interessato.
3. Le misure di conservazione delle zone umide di
importanza internazionale assumono valenza vincolante per gli enti preposti
alla pianificazione territoriale ai sensi della l.r.
19/2002.
Art. 57
(Piani di gestione dei siti
della rete Natura 2000)
1. Ove previsto dagli atti
adottati ai sensi dell'articolo 54, comma 1, lettera a), e fatto salvo quanto
previsto al comma 2, i piani di gestione finalizzati a garantire il
raggiungimento degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie
che caratterizzano i siti sono approvati con deliberazione della Giunta regionale,
previo parere della competente commissione consiliare, che è reso entro il
termine di quarantacinque giorni, decorsi i quali si intende acquisito.
2. Per i siti della rete
Natura 2000 e i p(SIC) ricadenti nelle riserve naturali, i piani di gestione di
cui al comma 1 integrano la disciplina di tali siti contenuta nel regolamento e
negli atti di programmazione della riserva naturale regionale, di cui
all'articolo 35, ovvero, se approvati successivamente, ne costituiscono variante.
3. Gli enti gestori delle aree protette regionali
approvano i piani di gestione dei siti della rete Natura 2000 compresi nelle
medesime aree, adeguando, ove necessario, gli strumenti di pianificazione e
regolamentazione di propria competenza e conformandosi alle disposizioni e alle
misure di conservazione definite ai sensi della presente legge.
CAPO III
Valutazione di incidenza
Art. 58
(Valutazione di incidenza di
piani e programmi)
1. Gli atti della
pianificazione territoriale, urbanistica e di settore e le loro varianti, compresi
i piani sovra comunali agricoli, forestali e faunistico venatori e gli atti di
programmazione non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti,
qualora interessino in tutto o in parte pSIC e siti
della rete Natura 2000, o comunque siano suscettibili di produrre effetti sugli
stessi, contengono, ai fini della valutazione d’incidenza di cui all’articolo 5
del d.p.r. 357/1997, apposito studio volto ad individuare i principali effetti
sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
2. Ai sensi dell’articolo
10, comma 3, del d.lgs. 152/2006, la VAS comprende le procedure di valutazione
d'incidenza di cui al comma 1; a tal fine, il rapporto ambientale e lo studio
preliminare ambientale contengono gli elementi di cui all'allegato G dello
stesso d.p.r. 357/1997 e la valutazione dell'autorità competente si estende
alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure
deve dare atto degli esiti della valutazione di incidenza. Le modalità di
informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione
procedurale.
3. La Regione Calabria, con
le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento
competente in materia di ambiente, è autorità competente per la valutazione
d'incidenza di cui al comma 1.
4. Per i piani e i programmi
che interessano siti ricadenti in tutto o in parte in aree protette nazionali,
è comunque sentito l’ente gestore.
5. È fatta salva la disciplina a livello nazionale dei
procedimenti di valutazione d’incidenza di competenza dello Stato per piani e
programmi riferibili al campo di applicazione della normativa statale, comprese
le opere destinate alla difesa.
Art. 59
(Valutazione di incidenza di
interventi e progetti)
1. I proponenti di interventi
o progetti non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato
di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti o
necessari alla gestione dei siti, ma che interessano in tutto o in parte pSIC e siti della rete Natura 2000, o che possono avere
incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno,
singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano alle autorità
competenti di cui al presente articolo, ai fini della valutazione d’incidenza
ai sensi dell’articolo 5 del d.p.r. 357/1997, un apposito studio volto a
individuare i principali effetti sul sito, tenuto conto degli obiettivi di
conservazione del medesimo.
2. L’ente competente
all’approvazione di progetti o interventi ubicati all’esterno di pSIC o di siti della rete Natura 2000, verifica la
sussistenza di possibili incidenze sugli stessi, ai fini dell’eventuale
attivazione delle procedure di valutazione di incidenza. In caso di esclusione
dell’attivazione di dette procedure, l’ente competente motiva in ordine alle
determinazioni assunte.
3. La valutazione
d’incidenza è effettuata entro i sessanta giorni successivi all’acquisizione
dello studio d’incidenza da parte della struttura individuata per
l’espletamento della relativa istruttoria, secondo l’ordinamento dell’ente
competente e il relativo procedimento si conclude con apposito provvedimento.
Le autorità competenti alla valutazione chiedono una sola volta le integrazioni
dello stesso. In tal caso, il termine decorre nuovamente dalla data di
ricevimento delle integrazioni. La pronuncia di valutazione di incidenza
contiene, ove necessario, le prescrizioni alle quali il proponente deve
attenersi al fine di migliorare ulteriormente l’inserimento ambientale degli
interventi previsti, riducendo l’incidenza del progetto o dell’intervento sul
sito stesso.
4. La valutazione di
incidenza di progetti sottoposti a procedura di verifica di assoggettabilità o
a procedura di VIA è ricompresa nell’ambito di detta procedura, ed è effettuata,
entro i termini stabiliti per l’adozione dei relativi provvedimenti conclusivi,
dalle autorità competenti per le procedure di VIA; a tal fine, lo studio di
impatto ambientale contiene gli elementi di cui all'allegato G del d.p.r. 357
/1997 e la valutazione dell'autorità competente si estende alle finalità di
conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure deve dare atto degli
esiti della valutazione di incidenza. Le modalità di informazione del pubblico
danno specifica evidenza della integrazione procedurale.
5. La Regione Calabria, con
le risorse umane, finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento
competente in materia di ambiente, è autorità competente per la valutazione
d'incidenza di interventi e progetti:
a) indicati al comma 4;
b) per gli interventi e
progetti a titolarità regionale diversi da quelli di cui al comma 4;
c) per gli interventi e
progetti non compresi nel territorio di competenza degli enti parco regionali e
dei soggetti gestori delle aree protette nazionali, o che possono avere
incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al loro esterno;
d) per gli interventi di cui
al comma 6, qualora non venga sottoscritto l'accordo ivi previsto con gli enti
parco.
6. Sono autorità competenti
per la valutazione d’incidenza, nel caso di interventi e progetti diversi da
quelli di cui al comma 5, previa sottoscrizione di accordo con la Regione
Calabria:
a) gli enti parco regionale,
per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte in SIC o siti della
rete Natura 2000 ricadenti nei territori e nelle aree di competenza, o che
possono avere incidenze significative sugli stessi siti, anche se ubicati al
loro esterno. In tal caso l’ente parco esprime la valutazione d’incidenza
congiuntamente al provvedimento di nulla osta ove previsto ai sensi
dell’articolo 25, comma 3, in applicazione dei principi di semplificazione;
b) l’ente gestore dell’area
protetta nazionale, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in
parte in SIC o siti della rete Natura 2000 ricadenti nei territori e nelle aree
di competenza, o che possono avere incidenze significative sugli stessi siti,
anche se ubicati al loro esterno. In tal caso l’ente gestore esprime la
valutazione d’incidenza congiuntamente al provvedimento di nulla osta ove
previsto ai sensi dell’articolo 13 della legge 394/1991.
7. È fatta salva la
disciplina a livello nazionale dei procedimenti di valutazione d’incidenza di
competenza dello Stato per interventi e progetti riferibili al campo di
applicazione della normativa statale, comprese le opere destinate alla difesa.
8. Per i progetti e gli interventi che interessano siti
ricadenti in tutto o in parte in aree protette nazionali, è comunque sentito
l’ente gestore, ai sensi dell’articolo 5, comma 7, del d.p.r. 357/1997.
Art. 60
(Linee guida e indirizzi in
materia di valutazione di incidenza)
1. La Regione, nel rispetto
della normativa statale e comunitaria e dei contenuti di cui all’allegato G del
d.p.r. 357/1997, nonché nel rispetto delle linee guida nazionali per la
valutazione di incidenza approvate in Conferenza Stato-Regioni:
a) adotta linee guida e
indirizzi per le modalità di presentazione dello studio, per l’effettuazione
della valutazione di incidenza di cui agli articoli 58 e 59, e per l’individuazione
delle eventuali misure compensative, in armonia con le specifiche normative di
settore e in applicazione dei principi di semplificazione;
b) qualora siano state adottate le specifiche misure di
conservazione di cui all’articolo 54, individua indirizzi, criteri ed eventuali
procedure semplificate per l’effettuazione della valutazione di incidenza di
progetti e interventi di cui all’articolo 59.
TITOLO IV
Ulteriore patrimonio
naturalistico ambientale
Capo I
Riconoscimento e
valorizzazione della geodiversità
Art. 61
(Riconoscimento e
valorizzazione dei geositi di interesse regionale)
1. Al fine di riconoscere il
patrimonio geologico e valorizzare la geodiversità,
la Regione individua i geositi di interesse regionale
quali forme naturali del territorio, di superficie o sotterranee, costituite da
particolari emergenze geologiche, che presentano un rilevante valore
ambientale, scientifico e didattico, la cui conservazione è strategica
nell’ambito del territorio regionale:
a) per geodiversità
si intende la varietà o la specificità delle caratteristiche geologiche del
territorio, comprensive delle rocce e dei depositi, delle forme e dei processi
in ambito geologico, geomorfologico, idrogeologico, paleontologico,
mineralogico e pedologico;
b) per patrimonio geologico
si intendono le singolarità geologiche ove sono conservate importanti
testimonianze della storia e dell’evoluzione della Terra della geodiversità;
c) per geositi
si intende la località, area o territorio in cui è possibile definire un
interesse geologico-geomorfologico per la conservazione del patrimonio
geologico.
2. L’istituzione dei geositi di cui al comma 1 avviene secondo le modalità
istitutive delle riserve naturali regionali di cui all’articolo 33, comma 1.
3. Le Province e la Città
metropolitana, anche su segnalazione dei Comuni, e gli enti parco, formulano
alla Giunta regionale le proposte di istituzione dei geositi.
4. I geositi
di interesse regionale che ricadono nel territorio dei parchi e delle riserve
regionali, nei siti della rete Natura 2000, nonché nelle aree di cui agli
articoli 136 e 142 del d.lgs. 42/2004, sono altresì soggetti alla disciplina
relativa alle suddette aree.
5. I geositi d’interesse
regionale possono formare oggetto di progetti di valorizzazione e di educazione
ambientale promossi dalla Regione, dagli enti parco regionali e dagli enti
locali competenti, in attuazione degli obiettivi determinati dagli strumenti
della programmazione regionale di cui all’articolo 9.
TITOLO V
Sorveglianza e sanzioni
Art. 62
(Sorveglianza nelle aree
naturali protette)
1. Ferme restando le
funzioni di accertamento degli illeciti amministrativi dei soggetti e organi
espressamente abilitati dalle leggi vigenti, gli enti gestori delle aree
protette esercitano le funzioni di controllo sul rispetto degli obblighi e dei
divieti previsti dalla presente legge, dal piano e dal regolamento del parco,
mediante proprio personale di sorveglianza, appositamente individuato nella
pianta organica dell’ente e a cui si applicano le vigenti disposizioni in
materia di polizia municipale e provinciale.
2. Gli enti di cui al comma 1, per l’esercizio delle
attività di sorveglianza e di accertamento degli illeciti amministrativi
possono avvalersi del servizio volontario di vigilanza ambientale di cui al
titolo VI.
Art. 63
(Sanzioni in materia di aree
protette e biodiversità di interesse regionale)
1. Ferme restando le norme
di carattere penale eventualmente previste, chiunque violi:
a) le misure di salvaguardia
indicate nella presente legge, nelle leggi istitutive delle aree protette
regionali, nei piani integrati, nei regolamenti dei parchi o delle riserve
naturali regionali, è soggetto alla sanzione amministrativa da un minimo di
600,00 euro a un massimo di 6.000,00 euro;
b) la disciplina delle aree
contigue contenute negli atti di cui all’articolo 39, è soggetto alla sanzione
amministrativa da un minimo di 300,00 euro a un massimo di 3.000,00 euro;
c) i divieti o gli obblighi previsti dalle misure di
conservazione di cui all’articolo 54, comma 1, lettera a), e all’articolo 55,
comma 2, è soggetto alla sanzione amministrativa di una somma da 250,00 euro a
1.500,00 euro.
Art. 64
(Sospensione e riduzione in
pristino)
1. Ferme restando le sanzioni amministrative di cui
all’articolo 63, qualora sia esercitata un’attività in difformità dalle
disposizioni della presente legge, dalle leggi istitutive delle aree protette,
dai piani, dai regolamenti dei parchi o delle riserve naturali regionali, si
applicano le disposizioni di cui all’articolo 29 della legge 394/1991.
Art. 65
(Sanzioni in materia di
valutazione di incidenza)
1. Qualora i soggetti di cui
all’articolo 62, comma 1, accertino violazioni delle prescrizioni impartite o
modifiche progettuali tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali
della procedura di valutazione di incidenza, l’autorità competente di cui agli
articoli 58 e 59, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente
l’adeguamento dell’opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità.
Qualora il proponente non adempia a quanto imposto, l’autorità competente
provvede d’ufficio a spese dell’inadempiente. Il recupero di tali spese è
effettuato con le modalità e gli effetti previsti dall’articolo 40-bis della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria).
2. Nel caso di opere e
interventi realizzati senza la previa sottoposizione alle procedure di
valutazione di incidenza o in violazione delle medesime disposizioni e nel caso
di difformità sostanziali da quanto disposto dai provvedimenti finali dei
procedimenti svolti ai sensi della presente legge, l’autorità competente,
valutata l’entità del pregiudizio ambientale arrecato e di quello conseguente
all’applicazione della sanzione, dispone la sospensione dei lavori e può
disporre la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi e della
situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e
le modalità. In caso di inottemperanza, l’autorità competente provvede
d’ufficio a spese dell’inadempiente. Il recupero di tali spese è effettuato con
le modalità e gli effetti previsti dall’articolo 40-bis della l.r. 8/2002.
3. Nei casi di cui ai commi 1 e 2 è altresì prevista la
sanzione amministrativa di una somma da 1.500,00 euro a 9.000,00 euro.
Art. 66
(Irrogazione sanzioni
amministrative pecuniarie)
1. La Regione Calabria, con le risorse umane,
finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in
materia di ambiente, provvede, con propria ordinanza, ai sensi della legge 24
novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), all'irrogazione delle
sanzioni amministrative pecuniarie di cui agli articoli 63 e 65.
Art. 67
(Destinazione dei proventi
delle sanzioni)
1. I proventi derivanti
dall’applicazione delle sanzioni di cui al presente titolo sono introitati dai
soggetti gestori delle aree protette di cui all’articolo 3, oppure dalla
Regione per gli accertamenti ricadenti nel territorio regionale non compreso
nella delimitazione delle aree protette stesse, e destinati alle seguenti
finalità:
a) misure di conservazione e
dei monitoraggi previsti ai sensi della presente legge;
b) servizio volontario di
vigilanza ambientale di cui al titolo VI;
c) centri di conservazione
di cui all’articolo 48, comma 2, lettera b);
d) progetti di educazione ambientale.
TITOLO VI
Servizi volontari di
vigilanza ambientale. Guardie ecologiche volontarie
Art. 68
(Servizio volontario di
vigilanza di Guardie ecologiche volontarie)
1. La Regione promuove la
partecipazione dei cittadini, singoli o in forma associata, alla salvaguardia e
valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale calabrese favorendone
l'integrazione, nel quadro delle pubbliche funzioni, come membri del servizio
volontario di vigilanza ambientale.
2. Ai fini del comma 1, il
servizio volontario di vigilanza ambientale è svolto mediante atto di nomina
della Regione e previo conseguimento della qualifica di Guardia ecologica
volontaria, tramite:
a) cittadini singoli, su
indicazione dei soggetti organizzatori di cui all’articolo 70, comma 1;
b) cittadini aderenti alle
associazioni di volontariato ambientale iscritte al registro di cui
all’articolo 5 della legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la
promozione e la disciplina del volontariato), nonché alle associazioni
riconosciute ai sensi dell’articolo 13 della legge 349/1986;
c) cittadini aderenti ad
associazioni agricole o venatorie, che hanno regolarmente superato l’esame di
abilitazione, nonché al corpo di guardie delle associazioni agricole e
venatorie.
Art. 69
(Funzioni della Regione)
1. La Regione, al fine di
assicurare l'esercizio omogeneo del servizio di vigilanza e lo svolgimento dei
compiti riconosciuti alle Guardie ecologiche volontarie con risorse umane,
finanziarie e strumentali già a disposizione del dipartimento competente in materia
di ambiente:
a) organizza, con proprio
personale o avvalendosi di associazioni ambientaliste, corsi per la
qualificazione e la riqualificazione delle Guardie ecologiche volontarie nonché
corsi di aggiornamento, a frequenza obbligatoria, qualora intervengano
modifiche sostanziali alle normative vigenti in materia ambientale;
b) indice e svolge le
sessioni di esame per il conseguimento dell'idoneità alla qualifica di Guardie
ecologiche volontarie, nominando la relativa commissione d'esame, su richiesta
degli enti organizzatori di cui all’articolo 70, comma 1, nonché delle
associazioni che abbiano stipulato le convenzioni di cui all’articolo 70, comma
2, lettera b);
c) redige l'elenco degli
idonei che hanno superato la prova d'esame di cui alla lettera b), articolato
su base territoriale provinciale o di città metropolitana. L'elenco reca
l'indicazione della data di conseguimento dell'idoneità e l'eventuale
appartenenza alle associazioni;
d) istituisce e gestisce il
registro delle Guardie ecologiche volontarie, sulla scorta della articolazione
di cui alla lettera c);
e) provvede a nominare le
Guardie ecologiche volontarie e ad adottare i provvedimenti concernenti il loro
status.
2. L'esercizio omogeneo del
servizio di vigilanza e lo svolgimento dei compiti riconosciuti alle Guardie
ecologiche volontarie sono assicurati attraverso il Coordinamento di cui
all’articolo 21, comma 4, della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20
(Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della
Calabria –ARPACAL).
3. La Giunta regionale, ai
fini di cui al comma 1, con deliberazione da emanarsi entro dodici mesi dalla
data di entrata in vigore della presente legge, definisce in particolare:
a) il regolamento di
servizio delle Guardie ecologiche volontarie, nonché le linee guida per la
formulazione dei programmi delle loro attività;
b) le materie oggetto dei
corsi di qualificazione e di riqualificazione e degli esami;
c) lo schema tipo delle
convenzioni di cui all'articolo 70, comma 2, lettera b);
d) i requisiti formativi o
professionali necessari per l’ammissione alla frequenza dei corsi di
riqualificazione;
e) il modello del tesserino
di riconoscimento e del distintivo delle Guardie ecologiche volontarie;
f) i criteri per la composizione della commissione
d’esame per l'acquisizione dell'idoneità alla nomina di Guardie ecologiche
volontarie.
Art. 70
(Organizzazione del servizio
volontario di vigilanza ambientale)
1. Gli enti gestori dei
parchi regionali e delle riserve regionali, la Città metropolitana, i Comuni e le
associazioni di Comuni, di seguito denominati “soggetti organizzatori”, nel
caso in cui intendono avvalersi del servizio volontario di vigilanza
ambientale, provvedono, a propria cura e spese, all'organizzazione delle
attività di vigilanza, alla dotazione delle necessarie attrezzature nonché alla
copertura assicurativa per infortuni, responsabilità civile verso terzi e
assistenza legale connessa con l’attività di servizio delle Guardie ecologiche
volontarie.
2. I soggetti organizzatori
attivano il servizio volontario di vigilanza ambientale mediante:
a) utilizzo di singole
Guardie ecologiche volontarie;
b) stipula di convenzioni
con le associazioni ambientaliste di cui all’articolo 69, comma 1, lettera a),
per lo svolgimento, mediante impiego di propri iscritti che abbiano ottenuto
l'idoneità alla qualifica di Guardie ecologiche volontarie, dell’attività di
vigilanza ambientale.
3. Le convenzioni di cui al comma 2, lettera b),
specificano forme e modalità della collaborazione tra soggetto organizzatore e
associazione ambientalista.
Art. 71
(Compiti dei soggetti
organizzatori)
1. I soggetti organizzatori
di cui all’articolo 70, comma 1, che accedono al servizio volontario di
vigilanza ambientale, provvedono a:
a) trasmettere al
dipartimento competente in materia di aree protette gli atti d'inquadramento o
le convenzioni stipulate di cui all'articolo 70, comma 2, lettera b);
b) formulare il programma di
attività delle Guardie ecologiche volontarie e organizzare il relativo
servizio;
c) vigilare sul regolare svolgimento
del servizio e sull’osservanza da parte delle Guardie ecologiche volontarie
degli obblighi derivanti dal presente titolo;
d) trasmettere al
dipartimento competente in materia di aree protette, entro il 31 marzo di ogni
anno, dati e informazioni sull’utilizzo del personale volontario nell’anno
precedente;
e) pubblicare sul proprio
sito istituzionale informazioni sull’organizzazione del servizio di vigilanza
ambientale e gli elementi conoscitivi di cui alla lettera d);
f) comunicare al
dipartimento competente in materia di aree protette ogni circostanza di rilievo
che possa incidere sullo status di Guardie ecologiche volontarie.
2. I soggetti organizzatori del servizio volontario di
vigilanza ambientale possono regolare, mediante protocolli operativi, lo
svolgimento sinergico e coordinato delle attività delle Guardie ecologiche
volontarie.
Art. 72
(Compiti e doveri delle
Guardie ecologiche volontarie)
1. Le Guardie ecologiche
volontarie operano per favorire e garantire la corretta applicazione delle disposizioni
in materia di protezione dell’ambiente, della flora e della fauna, contenute
nella normativa vigente. In particolare, le Guardie ecologiche volontarie
svolgono i seguenti compiti:
a) prevenzione delle
violazioni di cui alla presente legge con particolare riferimento ai parchi,
alle riserve naturali, ai territori sottoposti a vincolo paesaggistico, alle
aree e ai siti appartenenti al sistema regionale delle aree naturali protette e
della biodiversità di cui all'articolo 3;
b) vigilanza, mediante l’accertamento
delle violazioni degli illeciti amministrativi di cui alla presente legge, dei
regolamenti e dei piani unici integrati delle aree naturali protette, nonché
mediante la segnalazione dei casi di degrado ambientale e delle relative cause
alle autorità competenti;
c) educazione ambientale,
partecipando a programmi di sensibilizzazione e informazione ambientale nelle
scuole e promuovendo l’informazione sulle normative in materia ambientale;
d) valorizzazione,
concorrendo con le istituzioni competenti alle attività di recupero e
promozione del patrimonio e della cultura ambientale;
e) salvaguardia, concorrendo
con le autorità competenti a fronteggiare fattispecie di emergenza ambientale.
2. Le attività di cui al
comma 1 possono essere svolte anche nelle cavità ipogee e negli ambienti
subacquei da Guardie ecologiche volontarie, dotate di specifica qualificazione
speleologica, o subacquea attestata da organismi del settore.
3. Le Guardie ecologiche
volontarie:
a) operano nell’ambito
territoriale indicato dal soggetto organizzatore;
b) sono pubblici ufficiali
nell’espletamento delle funzioni di cui al comma 1;
c) sono dotate di tesserino
di riconoscimento e di distintivo conformi al modello approvato con
deliberazione della Giunta regionale.
4. L’espletamento del servizio di vigilanza ambientale
delle Guardie ecologiche volontarie non dà luogo a costituzione di rapporto di
pubblico impiego o comunque di lavoro subordinato o autonomo essendo prestato a
titolo gratuito e senza rimborso spese ai sensi della normativa vigente sul
volontariato. È demandata al regolamento di servizio di cui all’articolo 69,
comma 3, lettera a), la definizione delle modalità di espletamento delle
attività delle Guardie ecologiche volontarie.
Art. 73
(Sospensione e revoca della
nomina a Guardie ecologiche volontarie)
1. I soggetti organizzatori
vigilano sull'osservanza dei doveri delle Guardie ecologiche volontarie,
direttamente o tramite gli organi di polizia locale e gli altri soggetti
preposti alla sorveglianza di cui agli articoli 41 e 62.
2. I soggetti organizzatori,
nel caso in cui riscontrano irregolarità o violazioni nell’espletamento dei
compiti assegnati alle Guardie ecologiche volontarie, previa instaurazione di
idoneo contraddittorio con le stesse, propongono al dipartimento regionale
competente la sospensione dall’attività per un periodo non superiore a sei
mesi.
3. Il dipartimento
competente in materia, accertata la regolarità del procedimento di cui al comma
2, dispone la sospensione della Guardie ecologiche volontarie dall’attività per
un periodo non superiore a sei mesi.
4. In caso di persistente e accertata inattività non
dovuta a giustificati motivi o di reiterate violazioni dei doveri delle Guardie
ecologiche volontarie che abbiano comportato la sospensione dell’attività per
almeno due volte e per un periodo complessivo pari ad almeno dodici mesi, il
dipartimento competente in materia, su proposta del soggetto organizzatore che,
nel contraddittorio con l’interessato, abbia verificato una nuova violazione,
dispone la revoca della nomina e provvede alla cancellazione del nominativo
della Guardia ecologica volontaria dal registro.
TITOLO VII
Sistema di educazione alla
sostenibilità ambientale
Art.74
(Principi)
1. La Regione Calabria si
riconosce nel rispetto dei principi sanciti dall’Unione europea, dallo Stato
italiano, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza
e la Cultura (UNESCO), e dalle organizzazioni internazionali e comunitarie in
genere, in materia di educazione allo sviluppo sostenibile.
2. La Regione Calabria si
riconosce nel rispetto dei principi vigenti nell'ordinamento dell'Unione
europea e nell'ordinamento nazionale in materia di diritto all'informazione su
ambiente e sostenibilità, su tutela e valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio
naturale.
3. La Regione Calabria
attribuisce un ruolo fondamentale all’educazione allo sviluppo sostenibile per
la tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali.
4. La Regione Calabria si riconosce nei principi
fondamentali della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la
partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia
in materia ambientale, firmata ad Aarhus il 25 giugno 1998, ratificata ai sensi
della legge 16 marzo 2001, n.108.
Art. 75
(Finalità)
1. La Regione Calabria,
attraverso le proprie strutture e con proprio personale, si prefigge le
seguenti finalità:
a) promuovere lo sviluppo di
valori, conoscenze, comportamenti e capacità nei cittadini, orientati alla sostenibilità
ambientale, in tutte le sue declinazioni: sociale, economica e istituzionale;
b) promuovere l’educazione
alla sostenibilità che possa infondere nel cittadino una visione dell’ambiente
che integri gli aspetti della protezione dell'ambiente e della gestione
sostenibile delle risorse naturali, a livello globale e locale, con i principi
della cittadinanza attiva, della pace, della democrazia, dei diritti umani,
dello sviluppo equo e solidale, della tutela della qualità della vita, delle
pari opportunità, della cultura;
c) promuovere, nell’ambito
della Rete di educazione ambientale per la sostenibilità (REALS) di cui
all’articolo 78, la continuità di azioni e programmi educativi per l’educazione
allo sviluppo sostenibile sull’intero territorio regionale;
d) promuovere il continuo coordinamento e la reale
integrazione tra le strutture della REALS, i loro programmi e le programmazioni
regionali, salvaguardando e valorizzando le specificità territoriali e le
caratteristiche delle singole strutture afferenti alla REALS.
Art. 76
(Organizzazione del sistema
di educazione alla sostenibilità ambientale)
1. La Regione persegue le
finalità di cui all’articolo 75 attraverso:
a) il programma regionale di
informazione, formazione ed educazione ambientale;
b) la REALS di cui
all’articolo 78;
c) il Tavolo tecnico per
l’educazione alla sostenibilità;
d) la relazione sullo stato
dell’attuazione dell’attività di educazione e informazione ambientale della
Regione;
e) la promozione e la diffusione di strumenti editoriali
cartacei, digitali e informatici, rivolti ai cittadini e finalizzati a favorire
lo sviluppo di nuove conoscenze, comportamenti consapevoli verso il proprio
contesto ambientale, lo scambio di informazioni e di esperienze di informazione
ambientale e di educazione allo sviluppo sostenibile.
Art. 77
(Programma regionale di
informazione, formazione ed educazione ambientale)
1. Il programma regionale di
informazione, formazione ed educazione ambientale rappresenta lo strumento di
indirizzo e di attuazione delle politiche regionali in materia di educazione
allo sviluppo sostenibile, anche all’interno delle aree regionali protette.
2. Il programma regionale, di durata triennale, è
approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessorato competente,
sentito il parere del Tavolo tecnico di cui all’articolo 79.
Art. 78
(Rete di educazione
ambientale per la sostenibilità)
1. La Rete di educazione
ambientale per la sostenibilità (REALS) è costituita da soggetti pubblici e
privati che svolgono attività di educazione allo sviluppo sostenibile finalizzate
all’incremento di valori, conoscenze, comportamenti e capacità orientati alla
sostenibilità.
2. La Regione Calabria
promuove, supporta e coordina la REALS.
3. La Regione Calabria
promuove la collaborazione con il mondo scolastico pubblico, anche attraverso
l’Ufficio scolastico regionale, e privato, con azioni dedicate alle scuole
realizzate attraverso la REALS, nell’ambito del programma regionale di cui
all’articolo 77.
4. Le attività di educazione alla sostenibilità
ambientale sono svolte, in prevalenza, nei territori delle aree protette
regionali.
Art.79
(Tavolo tecnico per
l’educazione alla sostenibilità)
1. Il Tavolo tecnico è
istituito con delibera di Giunta regionale, dura in carica cinque anni ed è
composto:
a) dal dirigente generale
del dipartimento regionale competente in materia di ambiente, o suo delegato,
con funzioni di presidente;
b) dal dirigente generale del
dipartimento competente in materia di Istruzione o suo delegato;
c) dal dirigente del settore
competente in materia di educazione ambientale;
d) da tre rappresentanti
della REALS;
e) da un rappresentante di
ARPACAL;
f) da un rappresentante
dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo Agricolo della Calabria (ARSAC);
g) dai rappresentati delle
aree protette della Regione Calabria;
h) dal direttore
dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, o suo delegato, previo
accordo;
i) un rappresentante del
reparto Corpo Carabinieri per la biodiversità, previo accordo.
2. Il Tavolo tecnico svolge
le seguenti funzioni consultive in merito:
a) al programma regionale di
informazione, formazione ed educazione ambientale;
b) all’andamento e ai
risultati del programma regionale di educazione ambientale;
c) ai servizi e alle
attività della REALS.
3. La partecipazione al
Tavolo tecnico avviene a titolo gratuito e non è previsto alcun rimborso spese.
4. Ai lavori del Tavolo tecnico possono essere invitati
di volta in volta diversi portatori di interesse in merito agli argomenti
all’ordine del giorno.
TITOLO VIII
Disposizioni transitorie e
finali
Art. 80
(Disposizioni di prima
applicazione e transitorie per l’adeguamento degli atti dei Parchi regionali)
1. L’ente parco regionale
delle Serre, istituito con legge regionale 5 maggio 1990, n. 48 (Istituzione
del parco regionale delle Serre), e l’Ente per i Parchi marini regionali
istituito con legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende
regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati), al fine di adeguare gli atti di competenza alle disposizioni della
presente legge, provvedono:
a) all’adozione e
trasmissione alla Giunta regionale dello statuto di cui all’articolo 21, entro centottanta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;
b) alla predisposizione e
trasmissione alla Giunta regionale della proposta di piano integrato per il
parco di cui all’articolo 22, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge;
c) all’adozione e
trasmissione alla Giunta regionale del regolamento, entro i termini di cui
all’articolo 24, comma 1.
2. Fino agli adeguamenti di
cui al comma 1, restano fermi lo statuto e i regolamenti già approvati alla
data di entrata in vigore della presente legge, i quali continuano ad essere
regolati dalle disposizioni vigenti.
3. In caso di mancato
rispetto dei termini di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale,
previa diffida, procede alla nomina di commissari ad acta, ai sensi della
normativa vigente.
4. Per quanto non
espressamente previsto dalla presente legge si osservano le disposizioni di cui
alla legge 394/1991, e al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo
unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).
5. Al fine di recepire le
istanze provenienti dagli enti locali non inclusi nel perimetro del Parco
naturale regionale delle Serre, la Giunta regionale, entro sei mesi
dall'entrata in vigore della presente legge, approva la nuova perimetrazione
della suddetta area protetta. La perimetrazione è proposta dal consiglio
direttivo del Parco delle Serre, previa conforme deliberazione della comunità
del parco e assenso dei nuovi Comuni inclusi nell'area protetta.
6. In deroga a quanto previsto dall’articolo 61, comma
3, della l.r. 19/2002, l’autorizzazione paesaggistica
di cui all’articolo 146 del d.lgs. 42/2004 è delegata agli Enti parco
regionali, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte nel
territorio dell’area protetta.
Art. 81
(Disposizioni di prima
applicazione e transitorie per l’adeguamento degli atti delle riserve naturali
regionali e degli assetti gestionali)
1. La Regione, entro
ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,
provvede all’adozione dei regolamenti di cui all’articolo 35, nonché
all’adeguamento dell’assetto gestionale ai sensi dell’articolo 33, comma 2.
2. Fino all’adozione dei
regolamenti ai sensi del comma 1, restano fermi i regolamenti e i piani di
assetto naturalistico già approvati alla data di entrata in vigore della
presente legge.
3. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente
legge, nelle riserve regionali nelle quali l'ente di gestione non è un soggetto
pubblico, gli enti locali nel cui territorio ricade l'area protetta, possono
comunicare alla Regione Calabria la volontà di gestire l'area protetta in forma
singola, ove vi sia un solo ente pubblico interessato o sia delegato a fare
comunicazione in forma singola dagli altri enti, o in forma associata o
consorzio di enti, ai sensi dell'articolo 33, commi 3 e 4. A tal fine l’ente
locale presenta un progetto operativo nonché economico-finanziario al dipartimento
regionale competente in materia di ambiente, il quale autorizza o meno la
gestione. La Regione, in tale caso, provvede all'affidamento al nuovo gestore,
ente singolo o consorzio o associazione di enti, mediante provvedimento
amministrativo adottato dal dipartimento regionale competente in materia di
ambiente. Ove nel termine di sei mesi di cui al presente comma gli enti
territoriali interessati non hanno proposto la volontà di gestione, rimane
confermata la gestione in corso.
Art. 82
(Disposizioni transitorie
sui procedimenti di valutazione di incidenza)
1. Ai procedimenti di valutazione di incidenza in corso
alla data di entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi le
disposizioni vigenti alla data di avvio dei procedimenti stessi.
TITOLO IX
Norme Finali
Art. 83
(Abrogazioni)
1. Fermo restando quanto
previsto dalle norme transitorie, a decorrere dalla data di entrata in vigore
della presente legge sono abrogate:
a) la legge regionale 14
luglio 2003, n. 10 (Norme in materia di aree protette;
b) la legge regionale 21
agosto 2007, n. 19 (Servizi di vigilanza ecologica- Guardie ecologiche
volontarie);
c) la legge regionale 16 ottobre 2008, n. 30 (Norma di
interpretazione autentica dell’art. 17 della legge regionale 14 luglio 2003, n.
10).
Art. 84
(Norma finanziaria)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale rispetto alla legislazione previgente.
2. Le risorse destinate alle
aree protette regionali sono definite nelle relative leggi istitutive.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO CHE:
- nei giorni scorsi l’ANAS S.p.A. ha comunicato l’avvio della cantierizzazione del tratto della SS 682, meglio conosciuta come “strada di Grande Comunicazione Jonio-Tirreno”, nel tratto che comprende la galleria Limina, della lunghezza di metri 3200, con interdizione totale del traffico in entrambi i sensi di marcia per la durata di 75 giorni e con decorrenza 15 maggio p.v., per l’intera durata della giornata, h 24;
- per come si è appreso anche dalla stampa on line in tempo reale e già dalla sera del 10 maggio 2023, l’inizio di detti lavori è stato procrastinato al mese di settembre prossimo;
- l’arteria stradale in oggetto è di vitale ed imprescindibile importanza per lo svolgimento di ogni tipo di attività, non solo lavorativa, commerciale ed economica, ma anche di vita quotidiana, degli abitanti dei Comuni serviti dalla SS 682 e dai comuni della provincia reggina dell’alto Jonio;
- necessitano maggiori delucidazioni sul tipo di lavori che saranno effettuati e sullo stato di sicurezza ed affidabilità dell’intero impianto viario (e non solo nel tratto che sarà oggetto del programmato intervento);
- a tutt’oggi, permangono gli interventi di manutenzione della galleria ‘Torbido’, tra gli svincoli di Limina e Mammola, in provincia di Reggio Calabria;
- l’ennesima chiusura per lavori della galleria “Torbido” - e ciò che comporta in termini di sicurezza, incolumità, disagi e interruzione, di fatto, del collegamento tra lo Ionio ed il Tirreno ed in particolare della Locride, a rischio isolamento - induce a riconsiderare l’opportunità strategica della strada Bagnara Calabra – Bovalino di cui si è costruito solo il primo lotto;
- il percorso stradale alternativo alla galleria del Torbido, attraverso la montagna della Limina, è fortemente disagevole sia per i mezzi privati che per i mezzi pubblici e che molti Comuni della Locride non sono serviti da stazioni ferroviarie;
- i Sindaci della Locride hanno richiesto l’intervento del Prefetto di Reggio Calabria, che, in accoglimento, ha convocato un incontro in Prefettura con gli attori coinvolti per individuare una soluzione concertata e condivisa;
- la Giunta Regionale ha proficuamente condotto interlocuzioni con l’ANAS S.p.A. ottenendo il rinvio dei lavori a settembre, scongiurando la chiusura nel periodo estivo;
- perché la Locride sia adeguatamente e definitivamente valorizzata è necessario assicurare collegamenti viari e ferroviari più affidabili e sicuri, garantiti anche in presenza di interventi di manutenzione della SS 682;
- in caso di svolgimento di lavori di qualsivoglia natura sulla SS 682 non si può compromettere, senza un’adeguata soluzione, il traffico veicolare, atteso che ciò pregiudicherebbe oltre misura attività economiche e lavorative, compromettendo gravemente la capacità di produrre reddito dei cittadini della Locride;
- la qualificata proposta culturale, turistica e di intrattenimento della Locride rappresenta un motore di sviluppo della Locride e della Calabria che deve essere presa opportunamente in considerazione nella programmazione di interventi che interessano la sicurezza e la mobilità;
Tutto ciò premesso, affinché
IMPEGNI
Il Presidente della Giunta regionale, a richiedere all’ANAS S.p.A. ed agli altri Enti ed Organismi interessati e coinvolti nella gestione della SS 682, nel monitoraggio delle condizioni di sicurezza, anche statica, nella manutenzione, nella progettazione e nell’esecuzione degli interventi che interesseranno la galleria Limina ed in quelli attualmente in essere, relazioni approfondite e dettagliate, anche periodiche, sullo stato di fatto dell’intera arteria stradale della SS 682, al fine di garantire la totale sicurezza di migliaia di cittadini che periodicamente la percorrono; la trasparenza in merito alle date di avvio e conclusione dei lavori; la conoscenza e concertazione, laddove possibile, della programmazione degli interventi, degli orari delle chiusure per lavori, dei percorsi alternativi, delle soluzioni più performanti alle esigenze dei flussi di traffico da e per la Locride, a garanzia, prioritariamente della sicurezza e dell’incolumità pubblica e a tutela del transito, onde attutire i disagi e scongiurare rischi di isolamento di aree della Calabria che meritano di essere agevolmente raggiunte e valorizzate.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
- Il lupo (Canis lupus) è un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti e per il suo ruolo nell’ecosistema in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità;
- l’alimentazione del lupo è composta principalmente da ungulati, in prevalenza cinghiali. Pertanto, la sua presenza risulta uno strumento efficace anche per il contenimento della popolazione di cinghiali che hanno il lupo come il loro naturale predatore;
- numerosi studi hanno evidenziato come la predazione selettiva operata dai lupi sia efficace dal punto di vista sanitario, nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico;
- nella Regione Calabria, la presenza documentata di branchi stabili e riproduttivi di lupi riguarda diverse aree montuose: il Massiccio del Pollino, il Massiccio della Sila, i Monti della Catena Costiera, le Serre ed il Massiccio dell’Aspromonte;
- la presenza del lupo, che negli ultimi decenni è tornato naturalmente a ripopolare il territorio, richiede un articolato confronto anche con chi svolge attività zootecniche.
CONSIDERATO CHE:
- un grave episodio di bracconaggio è avvenuto in data 26 aprile 2023, con il ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo di arma da fuoco, presso il Comune di Celico (CS), Frazione Lagarò;
- in data 30 gennaio 2023 un esemplare di lupo è stato ucciso sul versante orientale del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in località Monte Scapparrone, presso il Comune di Africo (RC);
- in data 17 dicembre 2022 un esemplare di lupo è stato vittima di un incidente stradale, investito ed ucciso lungo la S.S. 106 presso il Comune di Rocca Imperiale (CS);
- diverse altre uccisioni di lupi si sono verificate negli ultimi anni sul territorio calabrese, di cui alcune non menzionate sui mezzi di informazione.
CONSIDERATO ALTRESI’ CHE:
- la Direttiva “Habitat” (92/43/CEE) recepita dall’Italia con DPR n. 357 del 08/09/97 inserisce il lupo tra le specie prioritarie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione;
- la Convenzione di Berna inserisce il lupo tra le specie strettamente protette, proibendone la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio;
- la legge n. 157 del 11/02/92 infine, all’articolo 2, comma 1, lettera a, riconosce il lupo tra le specie particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio.
CHIEDE ALLA GIUNTA REGIONALE
- di adottare misure sottese a contrastare il bracconaggio supportando iniziative di formazione dirette agli altri soggetti che vivono e frequentano la montagna;
- di informare la popolazione, in cooperazione con le associazioni ambientaliste e di volontariato, riguardo i comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza del lupo, allo scopo di prevenire comportamenti che possano alimentare il conflitto lupo-uomo;
- di predisporre un programma di sostegni alle imprese agricole, per la realizzazione di presidi di prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni di pascolo.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
- l’OMS definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”;
- in questa definizione rientrano anche le dipendenze senza sostanza che riguardano comportamenti problematici come il disturbo da gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, la new technologies addiction (dipendenza da tv, serie tv, internet, social network, videogiochi), diverse nelle manifestazioni cliniche ma per molti aspetti correlate sul piano eziologico e psicopatologico;
- più puntualmente, quando si parla di dipendenze patologiche bisogna fare un distinguo
tra quelle che sono dipendenze da sostanze legali e illegali– come eroina, cocaina, marijuana, metanfetamine, steroidi, alcol e tabacco – e le dipendenze comportamentali – come il disturbo da gioco d’azzardo, le dipendenze tecnologiche, lo shopping compulsivo, le dipendenze sessuali, la dipendenza da esercizio fisico (overtraining) e la bigoressia (il disturbo alimentare che porta, con palestra, dieta proteica ed integratori, all’ossessione del corpo perfetto);
- nelle dipendenze comportamentali si devono anche comprendere tutte quelle situazioni di attività quotidiane che coinvolgono pulsioni normali come lavorare, fare acquisti, navigare su internet o andare in palestra, che si trasformano tuttavia in una dipendenza fino a condizionarne lo stile di vita e a raggiungere un certo livello di eccesso e di pericolosità per la persona;
CONSIDERATO CHE:
le dipendenze patologiche da sostanze legali e illegali e comportamentali sono sempre più in espansione presso la popolazione giovanile nella fascia di età compresa fra gli 11 ed i 26 anni di età (la cosiddetta Generazione Z) e le conseguenze nel caso di minori sono particolarmente gravi, in quanto rischiano di inficiarne il corretto sviluppo psicofisico, a cui si aggiungono, in prospettiva, le ripercussioni negative sull’intera società;
PRECISATO CHE:
l’insorgenza della dipendenza è riconducibile a numerosi fattori di natura estremamente eterogenea:
- fattori individuali di tipo neurobiologico eredo-familiari (riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalie della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore);
- fattori individuali comportamentali correlati alle esperienze di vita nonché a caratteristiche specifiche di personalità – ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo, bassa autostima;
- fattori socio-ambientali correlati al contesto familiare, socio-culturale ed economico della comunità di appartenenza, nonché ad altri fattori estranei all’ambiente familiare, quali la presenza o meno di reti di sostegno sociale, ai livelli di tolleranza sociale e di non contrasto dei comportamenti di dipendenza, alle caratteristiche delle sostanze e alla loro disponibilità e accessibilità e, infine, all’esistenza di regole e di leggi di controllo e di deterrenza;
RILEVATO CHE:
- le dipendenze patologiche hanno un importante impatto sociosanitario, con conseguenze dirette e indirette sull’ordine pubblico e sulla spesa sanitaria e sociale ed è oggetto di interventi generici e specifici da parte dello Stato;
- sul piano normativo e trattamentale il capo IV (articoli da 21 a 35) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017, ha ridefinito e aggiornato i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (i cosiddetti nuovi LEA), individuando e descrivendo le tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità ed impegno assistenziale, cui corrispondono diversi percorsi assistenziali;
- i nuovi LEA recano l’estensione dell’area delle dipendenze a tutte quelle di tipo patologico e ai comportamenti di abuso: in particolare, l’articolo 35 dei nuovi LEA dispone in ordine all’assistenza sociosanitaria alle persone con dipendenze patologiche e prevede che, nell’ambito dell’assistenza territoriale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato. Essa include le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche, nonché riabilitative;
RITENUTO PER TUTTO QUANTO SOPRA CHE:
le dipendenze patologiche oltre ad essere incluse nei LEA in termini di estensione delle prestazioni e servizi che il SSN è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani e conseguentemente risulta necessario ed urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza, legale ed illegale;
VISTA:
- la L.R. del 15 dicembre 2021, n. 32 e ss.mm. ii. avente ad oggetto “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero” che a mente dell’art. 2 svolge funzioni di programmazione sanitaria e sociosanitaria, coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale, assicurando, tra l’altro, la produzione di analisi, valutazioni e proposte a supporto della programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale anche in forma di studi, ricerche, istruttorie di progetti e servizi di controllo.
Tutto ciò premesso e considerato
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
per quanto di competenza, affinché proponga l’istituzione, nell’ambito dell’organizzazione dell’Azienda per il governo della Sanità della Regione Calabria-Azienda Zero, di un Osservatorio regionale sulle dipendenze patologiche.
L’istituzione dell’Osservatorio ha come principali obiettivi:
- la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio della Regione Calabria e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D. ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze: come ad es., i medici di medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118 (interventi per eccesso di sostanze stupefacenti), le comunità terapeutiche, gli ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per accessi ai reparti di pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli Enti Locali, le scuole, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, il terzo settore, le associazioni di volontariato;
- la promozione di una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno, secondo alcuni presupposti fondamentali:
• il riconoscimento e la valorizzazione della dimensione culturale della prevenzione;
• il coinvolgimento e il raccordo di tutte le energie istituzionali, professionali,
culturali e sociali presenti a livello nazionale, regionale e territoriale;
• la partecipazione e la mobilitazione delle risorse e delle capacità presenti all’interno dei diversi territori comunali provinciali e regionale;
• la promozione e l’adozione di standard di qualità nell’area della prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope, della riduzione del rischio del trattamento, della riabilitazione e dell’integrazione sociale;
• la diffusione, tra i professionisti, di strumenti per applicare interventi di prevenzione efficaci.
- avviare altresì sul territorio regionale campagne informative, di sensibilizzazione e prevenzione in materia di dipendenze patologiche da sostanze, legali e illegali e comportamentali, da rivolgere con particolare riguardo alla fascia d’età giovanile, al contesto scolastico e al conseguente supporto alla genitorialità.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
• lo scorso 3 maggio, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena del Fiume Trionto, è crollata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 conosciuta come “Sila – mare” nel Comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;
• la strada, infrastruttura strategica per l'area nella quale insiste, in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina, è già costata circa 80 milioni di euro ed è ancora lontana
dal completamento;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
A intraprendere, presso tutte le sedi istituzionali competenti, le opportune e immediate interlocuzioni e azioni al fine di:
• verificare, attraverso i Dipartimenti regionali competenti, eventuali criticità in relazione al lotto di sei chilometri della strada in oggetto che dalla frazione Destro giunge al ponte di Caloveto e la cui consegna era stata fissata per la prima metà del 2023;
• assicurarsi che siano effettivamente disponibili le risorse necessarie alla ultimazione e consegna del lotto medesimo nei tempi prefissati, nonché quelle relative all’ultimo lotto che
da Caloveto dovrà congiungere la SS 177 alla SS 106 ionica e, nel caso di manifeste carenze e indisponibilità, attivarsi affinché le risorse siano reperite.