XII^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 24
__________
SEDUTA Di MARTEDì
11 APRILE 2023
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 16,01
Fine lavori h. 18,53
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 16.01
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Prima di avviare i lavori, sento
il dovere e il piacere di rivolgere, a nome del Consiglio regionale, gli auguri
alla Polizia di Stato per i suoi 171 anni al servizio del Paese, compiuti il 10
aprile e che saranno celebrati il 12 aprile nelle piazze di tutte le province, mentre
la celebrazione nazionale si terrà a Roma.
Un
ringraziamento sentito per l’importante lavoro che gli uomini e le donne della
Polizia di Stato svolgono quotidianamente, a garanzia della sicurezza dei
cittadini, e che è ben compendiato nel motto “Esserci sempre”.
Avviamo
i lavori.
Presidente, chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno protocollo
numero 7441 relativo alla possibilità di proroga dei medici di medicina
generale.
Pongo in votazione l'inserimento
dell'ordine del giorno del consigliere Giannetta, che è inserito.
Presidente, volevo chiedere l'inserimento di un ulteriore ordine del
giorno sullo spreco alimentare.
Pongo in votazione l'inserimento dell'ordine del giorno del consigliere Laghi,
che è inserito. Gli ordini del giorno inseriti saranno discussi dopo i
provvedimenti già inseriti all’ordine del giorno.
Passiamo al primo punto relativo alla proposta di provvedimento
amministrativo numero 120/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Presa
d'atto della conclusione del negoziato per l'approvazione del Programma
Regionale Calabria FESR – FSE 2021-2027 – Decisione della Commissione C (2022)
8027 final del 3.11.2022. Istituzione del Comitato di
Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori adempimenti”
Cedo la parola al collega Neri per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Come recita il testo del provvedimento, oggi prendiamo
atto della conclusione del negoziato per l'approvazione del Programma regionale
Calabria FESR – FSE+ 2021-2027. Il Programma, nella sua versione definitiva, è
stato trasmesso il 12 ottobre 2022 ed è stato approvato dalla Commissione
Europea con decisione del 3 novembre 2022. In seguito, la Giunta regionale ha
istituito il Comitato di sorveglianza del Programma, al quale sono stati
illustrati, nel corso della seduta, i contenuti del Programma regionale e gli
adempimenti regolamentari conseguenti, tra cui, appunto, l’approvazione dei criteri
di selezione delle operazioni, avvenuta nella seduta del 17 marzo 2023.
C'è da far notare, Presidente, come, rispetto alla precedente Programmazione,
l'afflusso di risorse assegnato alla Regione vede un aumento di circa un
miliardo di euro con un importo complessivo pari a circa 3,17 miliardi di euro.
L'intera strategia del Programma poggia su cinque obiettivi che sono
sostanzialmente: una Calabria più competitiva e intelligente; una Calabria resiliente
e sostenibile; una Calabria più connessa a livello locale e regionale; una
Calabria con più opportunità, istruzione, competenze, inclusione a favore dei
giovani e una Calabria più vicina ai cittadini.
Nello specifico, il primo obiettivo mira, appunto, a promuovere la
competitività, la trasformazione digitale, l’imprenditorialità e l'innovazione.
L'importanza di un tale obiettivo è evidente alla luce del contesto
socioeconomico calabrese, notoriamente caratterizzato da debolezze strutturali
che ne frenano lo sviluppo. Per recuperare il divario economico con il resto
d'Italia è indispensabile perseguire un percorso di trasformazione economica,
puntando sull'innovazione e sulla digitalizzazione del sistema economico
regionale. Le risorse assegnate a questo obiettivo sono pari a circa 680 milioni
di euro.
Per quanto riguarda, invece, il secondo obiettivo, una Calabria
resiliente e sostenibile, lo scopo è quello di promuovere la transizione verso
un'energia pulita ed equa per migliorare l'efficienza energetica – fondamentale
nell'attuale contesto congiunturale, caratterizzato dall'aumento dei prezzi e
dell'energia in seguito alla guerra in Ucraina – sostenere la transizione verso
un'economia a basse emissioni di carbonio in linea con gli obiettivi dell'agenda
ONU 2030. Le somme assegnate a questo obiettivo sono pari a circa 850,6 milioni
di euro.
Il terzo obiettivo, una Calabria più connessa a livello locale e regionale,
intende sostenere e promuovere il trasporto a livello locale e regionale al
fine di colmare il gap infrastrutturale di cui
è caratterizzato il contesto calabrese e che si ripercuote sulla competitività
del sistema territoriale regionale. Le azioni previste in questa direttrice
strategica sono finalizzate a incrementare, appunto, la percentuale di rete
elettrificata per il trasporto regionale, la sicurezza e l'affidabilità delle
connessioni attraverso la definizione di interventi di rafforzamento del
servizio di trasporto ferroviario regionale. Le somme assegnate a questo
obiettivo sono pari a 413 milioni di euro.
Il quarto obiettivo è, appunto, definito come una Calabria con più
opportunità, istruzione, competenze e inclusione a favore dei giovani. È l’obiettivo
attraverso il quale si intendono attuare i principi del pilastro europeo dei diritti
sociali, migliorando l'accesso al mercato del lavoro e le condizioni di
occupabilità, l'apprendimento permanente, le infrastrutture, l’istruzione e
formazione, nonché le infrastrutture sanitarie culturali e sociali. Le somme
assegnate a questo obiettivo sono circa 920 milioni di euro.
L'ultimo, l’obiettivo numero cinque, una Calabria più vicina ai
cittadini, è un obiettivo trasversale degli altri obiettivi del Programma, in
quanto intende rafforzare la debole struttura territoriale calabrese attraverso
la definizione una strategia territoriale integrata, condivisa con tutti gli stakeholder;
in particolare, si intende offrire un nuovo lustro alle comunità e agli Enti locali
all'interno del processo decisionale, così da favorire lo sviluppo locale
integrato per le dimensioni sociali, economiche e ambientali, ponendo specifico
focus sulle tematiche del patrimonio culturale, del turismo e della sicurezza in
tali aree. Le somme assegnate a questo obiettivo sono pari a 194 milioni di
euro. Grazie.
Grazie, consigliere Neri. Mi pare che dopo l'approvazione di questo provvedimento
si possa dare inizio alle procedure per la contrattualizzazione dei dipendenti
ex legge regionale numero 12 del 2014 che abbiamo approvato qualche seduta fa in
Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Siamo di fronte all'atto finale di questo
provvedimento che ha seguito un percorso caratterizzato anche dal confronto, da
discussioni nelle Commissioni e anche in Consiglio regionale. Naturalmente, questo
atto finale costituisce un passaggio molto importante per la vita della Regione,
non soltanto per la quantità cospicua di risorse destinate, oltre 3 miliardi e
700 milioni di euro, ma per le ricadute che si potrebbero avere attraverso
l'utilizzo proficuo e responsabile delle risorse.
In linea generale, sono, chiaramente, ancora valide le riflessioni e le
considerazioni che abbiamo avuto modo di fare sia nelle sedute di Commissione
sia nella precedente seduta di Consiglio regionale quando, all'epoca, approvammo
questo documento. A quelle riflessioni aggiungo ulteriori considerazioni,
perché il quadro economico, sociale e produttivo calabrese si è evoluto ed è,
purtroppo, ancora di più peggiorato rispetto al momento nel quale il documento è
stato elaborato.
L'aspetto politico principale che mi preme sottolineare è la mancanza nel
documento di un'anima, di una visione strategica, cioè della capacità del governo
regionale di coordinare, attraverso una cabina di regia, tutti gli strumenti e
le risorse che, tuttavia, esistono nella nostra Regione.
Si tratta di 3 miliardi e 700 milioni di euro ai quali si aggiungono tanti
altri finanziamenti e i Fondi del PNRR; eppure, purtroppo, non esiste a livello
regionale una cabina di regia in grado di coordinare e governare questi interventi
in maniera tale da migliorare gli indicatori che sono tutti quanti negativi.
Il Presidente della Regione ogni tanto dice: “Non voglio essere il Presidente
che parla esclusivamente delle criticità che ci sono in Calabria, ma, piuttosto,
colui che affronta e risolve i problemi e le criticità che ci sono”.
Ritengo che questa sia un'occasione e questo documento rappresenta un aspetto
cruciale, un nodo strategico fondamentale per dimostrare concretamente come si
vuole fare una narrazione diversa della nostra regione e come, soprattutto, si
vogliono affrontare, purtroppo, le criticità della Calabria, dai livelli
dell'occupazione, che registra la percentuale più bassa d'Italia, rispetto, viceversa,
al livello della disoccupazione che è il più alto.
La Calabria, purtroppo, ancora oggi, mantiene il rapporto del PIL pro
capite più basso non delle regioni d'Italia, ma delle 278 Regioni d'Europa.
Questa è la sfida! Un documento così rilevante con una quantità cospicua
di risorse, unitamente anche ad altre, non può non prevedere la possibilità di
superare queste drammatiche criticità, che, a volte, sono anche annose – ci mancherebbe
pure! –, però, poiché oggi abbiamo queste disponibilità finanziarie, è giusto
utilizzarle per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei calabresi e,
soprattutto, per affrontare il grave deficit di sviluppo produttivo e di
diritti di cittadinanza che, purtroppo, ancora esiste in Calabria.
Credo che il governo regionale debba cogliere questa sfida. La nuova narrazione
si fa anche attraverso questa azione riformatrice, perché ho visto, in questo
oltre anno e mezzo di attività, le azioni di riforma che si sono tentate, al netto
dei risultati, e non capisco e non comprendo, invece, la sottovalutazione, che
si fa di questo importante atto di Programmazione che destina una notevolissima
quantità di risorse che, se utilizzate proficuamente, possono realmente e concretamente
migliorare le condizioni produttive, economiche e sociali dei calabresi.
Per non farla molto lunga e per non ripetere le osservazioni e i
concetti già sviluppati, vorrei, in termini propositivi, sottoporre alla
valutazione del governo regionale, del Consiglio e dei colleghi consiglieri la
considerazione che questo è il documento più importante che verrà licenziato in
questa legislatura.
Il documento di Programmazione 2021/2027 – ripeto – è, al netto degli
altri provvedimenti, il documento più importante e, quindi, non può essere licenziato
con esigua responsabilità e approfondimento. Qua si gioca la prospettiva e la
possibilità di poter invertire la tendenza di una Regione, che, purtroppo, possiede
e detiene elementi di criticità.
Da questo versante, mi permetto di offrire elementi di valutazione
positiva per le iniziative che si possono realizzare, proponendo al governo regionale
di aprire una nuova stagione e indirizzare l'utilizzo proficuo delle risorse – sono
state elencate dai diversi obiettivi contenuti nel Programma – verso tre
direttrici molto chiare e semplici, ma anche abbastanza nette e, per quanto mi
riguarda, paradigmatiche: la capacità progettuale, la gestione degli interventi
e le ricadute concrete.
Per capacità progettuale, non intendo semplicemente, come purtroppo è avvenuto
nel passato, quella di prevedere l'utilizzo della quantità delle risorse che è
stato sempre realizzato, perché questi progetti e programmi si fanno tenendo
come riferimento le normative dell'Unione europea, i Regolamenti, le leggi e sono,
da questo punto di vista ineccepibili. Abbiamo, però, visto – questi sono dati,
fatti, non lo dico io e, attenzione, non è un problema riferito a questo governo,
ma riguarda il centrodestra e il centrosinistra – che, nel corso degli anni, le
risorse programmate, a volte, poi, non sono state adeguatamente utilizzate per
gli obiettivi per cui erano state pianificate. Non a caso, se andiamo a vedere,
ci accorgiamo che, nel corso di quest’anno, abbiamo rimodulato interventi per oltre
200 milioni di euro e questo proprio a dimostrazione del fatto che la
destinazione iniziale delle risorse indicate nella Programmazione poi è stata
modificata, in parte, per il mutato contesto economico sociale – ci mancherebbe
pure! – ma, in parte, per l’esigua capacità amministrativa di utilizzare le
risorse in tempo utile.
Pertanto, ritengo che porre l'attenzione sulla capacità progettuale sia uno
dei passaggi fondamentali dell'efficacia dell'azione di utilizzo delle risorse
contenute in questo importantissimo documento.
Ci sono, poi, dicevo, altre due questioni.
La gestione degli interventi: anche in questo caso nell'azione riformatrice
che si potrebbe introdurre in Calabria, dobbiamo avere la capacità, ma anche la
volontà e la determinazione di cambiare una certa impostazione della modalità
di gestione dei passaggi burocratico-amministrativi di questo importante documento
e di tantissime altre competenze e funzioni amministrative.
Questa gestione, che riguarda un appesantimento anche dell'attività da
parte della Regione, credo che, in qualche modo, snaturi anche la stessa
funzione che lo Statuto ci assegna, che è di Programmazione e pianificazione
dello sviluppo regionale, mentre la capacità di gestione dovrebbe essere
trasferita, invece, agli Enti locali e agli Enti di prossimità più vicini ai
cittadini, che conoscono forse meglio e in maniera più puntuale le situazioni
specifiche dei rispettivi territori.
Secondo me, questo oggi si può fare, perché finalmente, dal punto di
vista dell’assistenza tecnica, c’è il progetto del Ministero della coesione e la
possibilità di assumere personale destinato non soltanto al potenziamento del rafforzamento
amministrativo regionale, ma questa ipotesi di soluzione si può estendere anche
agli Enti gestori e, quindi, anche agli altri Enti diversi dalla Regione.
Credo che, se sapremo utilizzarla bene, questa possibilità innovativa,
che è molto positiva, potrà aiutare molto nella ricaduta, nella messa a terra,
nella capacità concreta di realizzare, attraverso queste risorse e questi
strumenti, un positivo riscontro sulle condizioni materiali, economiche e
sociali dei cittadini calabresi.
Infine, non è un aspetto banale – anche in questo caso non è rivolto soltanto
al centro destra, ma è un problema culturale anche di qualità dell'insieme
della politica e della classe istituzionale calabrese – ma dobbiamo agire per
avere un monitoraggio costante sull'utilizzo delle risorse. Non possiamo più accettare
di avere esclusivamente la valutazione ex post – cioè quando le risorse sono
state già spese e rimodulate – ma dobbiamo aggiungere la valutazione ex
ante e avere la capacità di monitorare costantemente la ricaduta dell'utilizzo
delle risorse in maniera tale che i cittadini calabresi possano realmente
percepire il reale miglioramento, non soltanto sull’esigibilità dei servizi dei
diritti fondamentali di cittadinanza, ma anche la possibilità di allargare alla
base produttiva, di creare lavoro, di dare una prospettiva e un'opportunità
positiva ai tantissimi giovani calabresi, purtroppo, costretti ad andare fuori regione.
Non vorrei che ci sfuggisse questa novità positiva che annovero tra le
cose importanti conquistate anche con la dialettica che si è aperta con
l'Unione europea, perché, appunto, questa azione ci può aiutare in un rafforzamento
amministrativo istituzionale, non soltanto della Regione Calabria, ma di tutti
gli Enti territoriali.
Secondo me, questo aiuterebbe anche gli Enti locali, i Comuni, che,
spesso, per mancanza di personale, non sono nelle condizioni di fare i bandi previsti
per attingere alle risorse di questo importante strumento che è il PNRR e,
quindi, da questo punto di vista, possiamo aiutare un rafforzamento
amministrativo che, in qualche modo, li agevoli per poter attingere, appunto,
in maniera adeguata e puntuale all'utilizzo proficuo di queste risorse.
Presidente, colleghi consiglieri regionali, assessori, è su questa
valutazione che si gioca anche il modo di narrare una Calabria diversa e di
poter utilizzare – ripeto – le risorse che ci sono per affrontare le criticità
e per costruire un nuovo futuro per la Calabria e per i calabresi.
Quindi, per quanto mi riguarda, permanendo le riflessioni che abbiamo
avanzato, a suo tempo lungo l'iter del percorso, e sempre di più rafforzato, puntualmente,
con una argomentazione e con merito, aggiungiamo queste ulteriori riflessioni,
facendo, naturalmente, un appello al Presidente e alla Giunta regionale.
Mi auguro che, con l'approvazione di queste importantissimo documento,
si possa realmente collaborare, aprire una stagione di riforme e di cambiamenti
e, soprattutto, di utilizzo proficuo delle risorse per realizzare concretamente
un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei calabresi.
Non possiamo avere – questo, per quanto mi riguarda, lo denunceremo con
le varie iniziative che promuoveremo a livello territoriale – l'approccio burocratico:
“Tanto abbiamo queste risorse, le dobbiamo spendere per realizzare target
di spesa”.
La realizzazione degli obiettivi, dei target di spesa, non ha
nessun significato e nessun senso se essi non corrispondono realmente e concretamente
al miglioramento delle concrete condizioni di vita e di lavoro dei cittadini
calabresi.
Questo è l'appello che mi sento di rivolgere alla Giunta regionale e,
naturalmente, ci attiveremo in un coinvolgimento positivo con gli attori
produttivi, sociali della nostra regione e con gli Enti istituzionali per dare
il nostro contributo e il nostro punto di vista per far sì che tutte queste
risorse e tutti questi strumenti disponibili possano essere utilizzati al meglio
per scrivere veramente una pagina positiva, diversa e migliore della storia
produttiva, economica e sociale della Calabria. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Mammoliti. Prima di dare la parola al collega Lo Schiavo, volevo dirle
che il POR è stato già approvato. Questa è una presa d'atto della conclusione
di un iter. Siccome ha detto: “relazione scarna”, la discussione sul POR è già
stata fatta. Giusto per completezza d’informazione.
Ha
chiesto d’intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Ha
ragione, Presidente, rischiamo di fare lo stesso intervento fatto qualche mese
fa quando abbiamo discusso sul POR Calabria.
Però,
a mio avviso, alcune cose dobbiamo sottolinearle anche in questa sede, perché
il rischio maggiore è che nella retorica e nell'enfasi dei numeri poi sfugga il
dato vero, che è quello che è sotto gli occhi di tutti, cioè noi abbiamo una
nuova Programmazione che aumenta di 900 milioni la precedente Programmazione 2014-2020.
Però, rispetto a questa montagna di soldi, dimentichiamo di dire e di porci una
domanda: quanto siamo riusciti a spendere nella scorsa Programmazione
? Qual è stata la spesa certificata nella scorsa Programmazione e perché
questa Programmazione dovrebbe essere diversa rispetto a quello che è accaduto
nel passato?
Intanto,
Presidente, mi faccia fare una breve parentesi: noi, forse, abbiamo un Assessore
alla Programmazione comunitaria - mi sono appuntato il nome perché ha un
curriculum di tutto rispetto, però siccome non l'ho mai visto, non lo ricordo -,
il professore Marcello Minenna, purtroppo non abbiamo avuto il piacere di
conoscerlo. Forse aveva precedenti impegni, ma noi facciamo discussioni sulla Programmazione
comunitaria e aleggia, come uno spirito che non si vede, questo super tecnico e
super Assessore; forse un giorno si degnerà di venire in Consiglio regionale a
salutarci.
Detto
questo - senza alcuno spirito polemico, ma ritengo che questi piccoli segnali
siano però importanti anche per rispetto dell'Assise in cui ci troviamo - ritorno
da dove sono partito: l'aumento dei fondi di Programmazione comunitaria per noi
è una spada di Damocle, perché diamo argomentazioni a chi dice che questa regione
ha le risorse necessarie per cambiare il suo futuro, ma non riesce a spenderle.
E la nostra responsabilità oggi è molto più alta rispetto al passato, perché se
dovessi leggere i numeri - i numeri sono di una delle regioni più povere
d'Europa - dovrei ricordare come nell'Asse 9 e nell'Asse 10, che sono quelli
sulle politiche attive del lavoro e sull'inclusione sociale, noi riusciamo ad
avere una spesa certificata di circa il 32 per cento delle somme a disposizione
della precedente Programmazione.
Quindi,
siccome sono componente della Commissione bilancio, ho chiesto al nostro super
dirigente Nicolai in cosa pensa possa essere diversa questa Programmazione rispetto
al passato; lui in maniera molto candida ha ammesso non solo il fallimento
della precedente Programmazione, ma ha posto la vera questione: cioè la sfida
alla macchina burocratica della Regione Calabria e alla sua capacità
amministrativa di messa in campo dei progetti comunitari. Perché la Regione non
è centro di spesa, ma di Programmazione. Circa un quarto della Programmazione regionale
passa dalla Regione Calabria, l'altra Programmazione passa attraverso enti
diffusi, i nostri Comuni. Ma sappiamo che in Calabria abbiamo circa 200 Comuni
in situazioni di dissesto e predissesto? Questa Programmazione, questa montagna
di soldi, se i Comuni non hanno le strutture tecniche e amministrative
necessarie per potere scrivere i bandi - non dico elaborare grandi progetti, ma
proprio materialmente scrivere i bandi - da chi deve essere realizzata?
Allora
direi, nell'enfasi dei numeri e visto che i numeri ci sono, cominciamo a
pensare a una task force della Regione Calabria che aiuti i Comuni nella nuova Programmazione
comunitaria, cominciamo a mettere delle risorse. Ma in che tempi? Questa è la
sfida: in che tempi possiamo avere un'assunzione di responsabilità, un
investimento sul capitale umano per la Programmazione comunitaria? Quanto tempo
abbiamo per rafforzare i Comuni, l'apparato burocratico regionale, per la
scrittura di nuovi bandi? Quali sono e dove sono questi nuovi bandi della Programmazione
comunitaria? Quando arriveranno?
Queste
sono le domande che la politica si deve fare. Notiamo un’inversione di tendenza
su questo? Voi la notate? Notate un miglioramento nella macchina burocratica amministrativa?
Notate un miglioramento nei nostri Comuni in merito alla realizzazione e alla
messa a terra della Programmazione comunitaria?
Io
questo non lo noto. I Sindaci non solo hanno una carenza di liquidità enorme, ma
come possono avere risorse e competenze necessarie per affrontare questa sfida?
Su
questo si dovrebbe avere la capacità di lanciare un messaggio diverso rispetto
al passato; la capacità di capire come dare più forza alla parte amministrativa
che deve mettere in campo questa Programmazione.
La
visione! Diceva bene il consigliere Mammoliti: abbiamo utilizzato la Programmazione
comunitaria per fare piazze, per sopperire a opere pubbliche, ma siamo sicuri che
la quantità sia poi equiparata anche alla qualità della spesa?
Perché
- questa è l'argomentazione che evidenziano tutti, anche altre Regioni -, nonostante
questo enorme flusso di denaro, le condizioni di vita della Calabria non sono
migliorate in questi anni? Nonostante la Programmazione, non siamo usciti dalla
posizione in classifica in cui siamo rilegati. Perché? Perché?
Perché
nonostante le risorse, che ci sono e sono anche aumentate, non riusciamo a
creare sviluppo? A difendere i nostri territori? A difenderci dall'erosione costiera?
- Qualche giorno fa è caduta la Rupe di Tropea - A difenderci dalla
processionaria? A difenderci dalle mille emergenze?
Non
vado oltre perché, nonostante un enorme flusso di denaro che si sovrapporrà a
quello del PNRR - e anche su questo mi piacerebbe capire - sfido chiunque - anzi
mi sarebbe piaciuto ascoltare anche, forse, l'opinione di qualcuno più
competente di me, dell’Assessore al ramo che forse un giorno ci risponderà - a
capire qual è la linea di discrimine tra la Programmazione comunitaria e la Programmazione
del PNRR. Quale sarà la diversa mission, i diversi Assi di intervento?
Ecco,
tutto questo è avvolto da un alone di mistero. Noi oggi possiamo uscire da
quest'Aula contenti perché invece di due miliardi e due avremo tre miliardi e
cento? Io uscirò da quest'Aula soddisfatto quando si dirà che la Calabria non
spende il 60 per cento, ma il 100 per cento della Programmazione comunitaria e
quando quei soldi saranno ben spesi, non utilizzati per fare opere inutili, ma
per cambiare le condizioni di vita dei calabresi.
Ecco
lì sarà una sfida vinta. Questa sfida noi la giochiamo in un arco temporale
medio, non breve, non vedremo i risultati domani, però già da domani noi
possiamo capire se vi è quell'inversione di tendenza che passa attraverso la
rivoluzione burocratica e l'aiuto ai Comuni che ancora oggi non vedo.
Per
questo ho ancora oggi tante perplessità sulla nostra capacità di rispondere
alla sfida che ci hanno lanciato le altre Regioni.
Perché,
rispetto all’autonomia differenziata, l'argomentazione sarà: “Voi i soldi li
avete, problemi vostri se non riuscite a spenderli”. E rispetto a questa
contestazione che, politicamente, ci verrà mossa, noi dovremo dire qual è lo stato
degli Enti locali calabresi, qual è lo stato della nostra macchina burocratica
con il blocco del turnover. Bisognerebbe fare un'analisi e un'indagine sullo
stato di salute dei nostri Enti locali, solo così riusciremo ad andare al cuore
del problema.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
collega Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi associo agli interventi dei colleghi Mammoliti e Lo Schiavo e
voglio dichiarare che sono felice che oggi si porti in discussione questa
proposta di provvedimento amministrativo che vede la presa d'atto della
conclusione del negoziato per l'approvazione del Programma regionale FESR - FSE
2021-2027, però mi unisco alla preoccupazione di chi mi ha preceduto e non solo
sulla nuova Programmazione.
Intanto,
politicamente, ritengo grave l'assenza dell'Assessore al ramo, l'assessore Minenna,
che oggi avrebbe dovuto essere qui a spiegare cosa si sta facendo e dove si
vuole andare nei prossimi anni, perché 3 miliardi non sono
una cifra da poco.
Collega
Neri, lei prima ha esposto dei numeri che sono positivi perché vi è un aumento
importante rispetto alla vecchia Programmazione, però oggi, presidente Mancuso,
in quest’Aula - mi rivolgo soprattutto ai consiglieri di maggioranza per far sì
che il loro mandato venga espletato facendo da pungolo alla Giunta e agli Assessori
-, secondo me, dobbiamo anche parlare della vecchia Programmazione. Poche
settimane fa, ho depositato un'interrogazione alla Giunta sul rischio di disimpegno
dei fondi comunitari della vecchia Programmazione 2014 – 2020 e mi sono
sconfortato quando ho letto che, a fronte di un miliardo e sette, rischiamo di
perdere, al 31 dicembre del 2023, la bellezza di 776 milioni di euro.
Ad
oggi, abbiamo il 60 per cento dei fondi spesi per quanto riguarda il POR FESR –
FSE, mentre il 40 per cento ancora non è stato né impegnato né tantomeno
certificato, collega Neri, per una cifra di 612 milioni di euro, corrispondenti
a una spesa totale pari a 776 milioni di euro.
Invito
i giornalisti e il pubblico ad andare sul sito “Calabriaeuropa.regione.calabria.it”
e vedere i bandi in pubblicazione. Quest’anno è stato pubblicato un bando del Dipartimento
sviluppo economico e attrattori culturali dell'assessore Varì,
che a mio parere sta facendo un buon lavoro, sulle microimprese - mi sembra di 9 milioni -, ne è stato annunciato un altro dalla
vicepresidente Princi per quanto riguarda l'imprenditoria femminile, per il
resto non troverete nulla, presidente Mancuso.
Mi
aspetto che oggi il presidente Occhiuto, che ha sempre dichiarato la sua
intenzione di voler raccontare l'immagine di una Calabria differente, ci
racconti come ha intenzione di utilizzare non solo la nuova Programmazione - vanno
benissimo questi tre miliardi - ma come verranno spesi, nei prossimi nove mesi,
la bellezza di 772 milioni di euro riferiti alla vecchia Programmazione, altrimenti,
è inutile che parliamo di autonomia differenziata, diamo la possibilità al
Calderoli di turno di dire: “Utilizziamo i LEP, i fondi comunitari non spesi delle
Regioni del Sud”.
Il
collega Lo Schiavo ha chiesto: perché le condizioni di vita non sono migliorate?
È semplice: se noi, su un miliardo e sette, spendiamo un miliardo e 770 milioni
li teniamo nel cassetto, cosa possiamo pensare che cambi rispetto al passato?
Il
centrodestra è al governo da ben tre anni in questa Regione. Quindi, collega Neri,
quello che ha detto va bene, sono contento che ci sia stato un aumento di spesa,
ma chiedo ai colleghi di maggioranza - continuo a pensare che il Consiglio regionale
sia sovrano - di fare da pungolo al presidente Occhiuto, di spingere i Dipartimenti
a fare di più, perché non ci possiamo permettere, ancora una volta, di dare
l'immagine di una Calabria sempre ultima, di una Calabria che non spende i
fondi che l’Unione europea mette a disposizione.
Penso,
presidente Mancuso, che questo dovrebbe essere l'obiettivo primario di questa Giunta,
dato che abbiamo ancora nove mesi davanti a noi.
Mi
auguro che ci sia un cambio di passo, perché, purtroppo, fino adesso non c'è stato.
Basti pensare che, in un anno e cinque mesi di legislatura Occhiuto, la delega ai
fondi comunitari è passata attraverso tre mani: prima il presidente Occhiuto, poi
è passata alla vicepresidente Princi e adesso ce l’ha l'assessore Minenna che,
purtroppo, ancora non abbiamo avuto l'onore di conoscere e speriamo che entro
la fine della legislatura ci racconti l'immagine di una Calabria diversa
rispetto a quella che, purtroppo, siamo abituati a vedere.
Sui
fondi comunitari non abbiamo visto niente di nuovo rispetto al passato. Quindi,
bene la nuova Programmazione, benissimo i nuovi numeri, però spendiamo i soldi
della vecchia Programmazione su cui possiamo intervenire nei prossimi nove mesi.
Grazie,
presidente Mancuso.
Un'ultima
cosa, chiedo scusa Presidente, gliel’ho accennato privatamente, vorrei dirlo
anche ai colleghi di maggioranza: la Regione Lombardia, la settimana scorsa, ha
fatto una proposta di deliberazione per istituire una Commissione speciale per
il PNRR e il monitoraggio sull'utilizzo dei fondi europei e sull'efficacia dei
bandi regionali.
Penso
che, su questo, si debba iniziare a ragionare. Prendiamo ad esempio anche Regioni
più virtuose delle nostre.
Mi
rivolgo anche i giornalisti, altrimenti domani inizieranno a scrivere: “Il consigliere
grillino vuole proporre un'altra Commissione per spendere più soldi per maxi
strutture, per un nuovo Presidente di Commissione, per assumere nuovi
collaboratori”.
Penso,
invece, che, se spiegata bene ai nostri concittadini, un’iniziativa del genere,
presidente Mancuso, potrebbe essere molto importante per far sì che in futuro
non si debbano restituire i soldi che ci spettano di diritto e che potrebbero
aiutare le Amministrazioni comunali e, soprattutto, i cittadini. Grazie.
Grazie,
collega Tavernise. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Sarò rapidissimo, giusto due considerazioni. Proprio qualche
giorno fa abbiamo assistito a una piccola polemica sui giornali nazionali per
delle dichiarazioni - io credo siano anche inopportune - di Elon
Musk, il creatore, ideatore di Tesla, uno degli
uomini più ricchi al mondo, che ha parlato dell'Italia e del rischio che la popolazione
italiana si stia estinguendo, visti i dati riferiti alla natalità. Purtroppo,
questo ha innescato delle polemiche a livello nazionale. Se questo discorso lo
ribaltiamo a livello regionale, i dati purtroppo sono ancora più inquietanti; tutti
quanti noi sappiamo che, solo nell'ultimo decennio, la Calabria ha visto
diminuire dal punto di vista demografico la sua popolazione di oltre 150 mila
unità e le prospettive sono complicate anche per i prossimi 10 anni. Non vorrei
che corressimo il rischio di raccontarcela fra di noi all'interno di questa
importante Assise, all'interno delle Commissioni, dimenticandoci o distraendoci
su ciò che purtroppo avviene all'interno dei nostri Comuni, delle nostre
comunità, dei nostri borghi dove, purtroppo, la situazione è drammatica.
Allora,
credo che una buona Programmazione regionale debba rispondere in maniera molto
semplice, molto banale, a due domande. La prima domanda arriva dal mondo
imprenditoriale ovvero: in Calabria, la Regione su cosa mi consiglia di investire?
Chi vuole portare risorse, chi vuole fare impresa in Calabria, dove dovrebbe
investire? A eccezione del comparto agricolo dove - devo dire la verità - i
risultati si stanno misurando in maniera positiva, mi sembra che su tutto il
resto ci sia ancora tanto, tantissimo, da fare e sfido chiunque a suggerire oggi
a un imprenditore in quali settori, in quale comparto investire.
La
seconda domanda, più banale, ma forse ancora più complicata, alla quale
rispondere, è quella che ci rivolgono i nostri giovani su che percorso formativo
seguire in Calabria. Io avrei difficoltà a indicare a un ragazzo, a una ragazza,
quali studi seguire nella nostra regione per avere poi l'opportunità di
rimanere a vivere, fare famiglia e crescere nella regione nella quale si è nati.
In
altre regioni si riescono a dare risposte a queste domande. Ad esempio, in
Puglia, oltre al settore turistico - tutti noi lo conosciamo - e al settore
agricolo che trainano l'economia, da alcuni anni, ciò che sembrava un sogno è
diventato realtà: il settore dell’impresa aerospaziale. Forse, Presidente, in
pochi sanno che il settore aerospaziale in Puglia ha un indotto che si sta
avvicinando ai 2 miliardi di euro, una cifra da capogiro. Quasi il 70 per cento
delle imprese italiane che investono nel settore aerospaziale - è tra i tre/quattro
settori che, in prospettiva, nei prossimi dieci anni cresceranno più
velocemente, soprattutto per i satelliti che vengono lanciati in orbita - è in
Puglia. La prima stazione-porto spaziale che nascerà in Italia sarà realizzata tra
qualche mese in Puglia. Si stanno effettuando centinaia e migliaia di
assunzioni e oggi a un giovane pugliese, che vuole rimanere a vivere nella
propria regione, si può consigliare di investire nei servizi turistici, nell'accoglienza,
nella ricettività o di formarsi nel settore aerospaziale. In Lombardia si può
investire nella propria formazione, per esempio, nella consulenza finanziaria o
nella mobilità sostenibile. Nella regione Marche si può suggerire di investire
nel settore manifatturiero d'eccellenza.
Ecco,
io credo che, in Calabria, ci sia ancora difficoltà a dare risposte concrete a
queste domande. Navighiamo a vista, come a vista naviga questa Programmazione finanziaria
che è stata già approvata in Aula qualche mese fa. Credo che sia compito e
responsabilità di chi amministra portarla avanti, compito dell'opposizione di
sollevare delle obiezioni in maniera sempre costruttiva - come è giusto che sia
-, ma fino a quando non riusciremo a indicare una strada a chi ha deciso di
vivere nella nostra regione, avremo tutti, maggioranza e opposizione, fallito. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Ha chiesto di intervenire la collega Straface, prego.
Grazie,
Presidente, colleghi consiglieri. Sinceramente, mi sarei aspettata degli
interventi diversi dai banchi dell'opposizione, magari più specifici. Ho
sentito, invece, i soliti interventi. Ha detto bene il consigliere Mammoliti: questa
sera noi parliamo del documento di Programmazione più importante che andrà a
disegnare il futuro della nostra regione.
Qualcuno
si è lamentato, addirittura, dell’attribuzione di spesa di 3 miliardi e 170
milioni di euro che dovranno essere investiti in questi sette anni, puntualizziamo,
innanzitutto, che riguardo la spesa 2014-2020 su 2 miliardi 260 milioni ne sono
stati spesi 1 miliardo 414 milioni, mancano ancora 700 milioni e ci auguriamo
tutti che entro la fine del mese si possa completare l'iter, la pubblicazione
dei bandi e che possano produrre, soprattutto, un risultato positivo per lo sviluppo
della Calabria.
Il piacere di intervenire in questa seduta,
intanto, è per ripercorrere con voi alcune delle questioni più importanti che,
attraverso il programma regionale FESR-FSE 2021/2027, abbiamo l'opportunità di
affrontare e su cui, nel prossimo settennio, la nostra regione potrà investire.
Intanto, con la discussione della Delibera di Giunta regionale numero 109 del
13 marzo del 2023 e l'approvazione della Programmazione regionale in Consiglio
regionale, decidiamo oggi il termine di questa prima fase programmatoria,
entrando a pieno titolo nella fase attuativa degli investimenti.
E allora è una nostra responsabilità, oggi, dare
ufficialmente avvio a questa fase, approvando il programma che potrà, in fasi
successive, essere riorientato.
Come sappiamo, la linea strategica perseguita
nel programma, anche detto tra gli addetti ai lavori relativamente alla Programmazione
2021- 2027, è nata da che cosa? A partire dagli indirizzi politici della
legislatura in corso con - a differenza di quanto è stato detto da alcuni interventi
- il contributo fondamentale dei cittadini e degli stakeholders economici,
sociali e istituzionali, quindi in un contesto - questo non dobbiamo
assolutamente dimenticarlo - socioeconomico che è in forte evoluzione. Non
dobbiamo dimenticare i tre anni della pandemia, non dobbiamo dimenticare le
continue catastrofi climatiche, non dobbiamo dimenticare un'importante guerra
che, oltre alle gravi conseguenze sotto il profilo umanitario, sta mettendo a
dura prova il sistema economico nazionale e regionale. Ma non soltanto questo:
anche l'assetto socioeconomico e la vita dei nostri cittadini, fondata sull’approvvigionamento
energetico, risultano essere instabili e, soprattutto, andiamo a vedere in
questa fase la struttura amministrativa al servizio dei cittadini; struttura
amministrativa che viene costruita con un programma, con obiettivi di sviluppo
chiari ma, soprattutto, con confini di interventi ampi, con l'intento di creare
delle reali opportunità per il futuro dei nostri territori.
Per le ragioni che condividevo poc'anzi e
come è stato ricordato anche dai vertici del nostro governo regionale, in altri
momenti, noi ci troviamo in un periodo programmatorio molto particolare, sia a
livello europeo sia a livello nazionale, perché il problema della capacità di
spesa non è limitata soltanto alla Regione Calabria, ma alla maggior parte
delle regioni della nazione, perché le difficoltà sono state enormi in questi
anni, per le difficoltà di cui parlavo poc'anzi. L’avvento della Next Generation
EU, del Piano nazionale di ripresa e residenza ci obbligano a fare cosa? A
coordinare e integrare in maniera ancora più forte le politiche territoriali,
evitando sovrapposizioni e mettendo a fattor comune gli investimenti, perché
parliamo, comunque, di programmazioni differenti e diverse.
La Programmazione unitaria all'interno di
questo programma si inserisce e coinvolge tutti i programmi di investimento di
cui sopra, tra cui anche il PNRR che, oltre a costituire una grande sfida, ci
offre una grande opportunità ed è questa la parola importante su cui mi sarei
aspettata, questa sera, degli interventi da parte dei colleghi consiglieri:
opportunità! Opportunità per i nostri cittadini, opportunità per le nostre
imprese, opportunità per le istituzioni. Il nostro obiettivo primario è quello,
sicuramente, di creare una Calabria più coesa ed equa, capace di valorizzare le
sue risorse naturali, culturali e umane, di incentivare la ricerca,
l'imprenditorialità e l'innovazione. Per raggiungere questo risultato abbiamo
delineato - su questo il presidente Roberto Occhiuto sta dimostrando tutta la
sua autorevolezza insieme alla sua Giunta - una serie di obiettivi strategici
che si concentrano su quattro aree principali: ricerca, digitalizzazione,
sviluppo economico e competitività; coesione sociale, inclusione e giovani;
tutela dell'ambiente e delle risorse naturali, connettività locale e regionale;
rafforzamento della capacità, dell'organizzazione amministrativa e del governo
della Regione.
Proprio per quanto riguarda la
digitalizzazione, lo sviluppo economico e la competitività la nostra priorità qual
è? È quella di favorire la crescita del tessuto imprenditoriale locale. Questo
come sarà possibile? Sarà possibile creando un clima favorevole
all'investimento, all'innovazione, promuovendo la crescita delle competenze
chiave sul territorio, in particolare quelle competenze verdi e digitali.
L'innovazione e la trasformazione digitale sono
potenzialmente in grado di risolvere molte delle grandi sfide che dovrà
affrontare la nostra comunità, collegando gli abitanti nei territori urbani e
rurali, gli enti locali, le città, i piccoli comuni, le industrie e le imprese
di tutti i settori e di tutti gli ordini di grandezza, collegandoli con gli
organismi di ricerca, i centri di sviluppo, potenziando le attività svolte e
volte all'innovazione sociale, migliorando sia nel breve che nel lungo periodo la
qualità della vita dei cittadini calabresi.
La digitalizzazione è importante perché
avvicina i servizi al cittadino, abbassa le distanze ed efficienta le risorse.
La scarsa disponibilità dei servizi digitali,
la scarsa alfabetizzazione digitale, questi sono gli ambiti su cui dobbiamo
necessariamente e immediatamente intervenire, questo per creare una Calabria
più coesa.
All'interno della Programmazione regionale
sono poi ricomprese le azioni che sono volte a favorire il sostegno alle
imprese per gli investimenti, per la ricerca e per lo sviluppo.
In termini di coesione sociale e inclusione riteniamo,
ancora, che la creazione di opportunità di lavoro, la lotta alla povertà e
all'esclusione sociale, il sostegno ai nostri giovani, rappresentano le
priorità principali previste in questa Programmazione ed è in questa ottica che
si intende sostenere quell'occupazione dei giovani di cui si parlava negli
interventi, creando opportunità, spazi, in settori ritenuti strategici per lo
sviluppo regionale, contrastare il fenomeno dei NEET, incrementare
l'occupazione di qualità, contrastare il fenomeno dell'economia sommersa,
intervenire per arrestare l'emigrazione dei giovani attraverso gli investimenti
nei servizi educativi, nell'istruzione, nelle infrastrutture. Come ancora,
all'interno del documento programmatico regionale, una grande sfida per la
Calabria sarà rappresentata nell'andare ad aumentare la partecipazione delle
donne nel mercato del lavoro, combattere la disuguaglianza, la discriminazione
nelle condizioni lavorative, nell'istruzione e nella formazione. Obiettivi
importanti, obiettivi su cui una Regione dovrebbe misurarsi.
Si intende lavorare per ridurre le
disuguaglianze territoriali, per migliorare l'accesso ai servizi anche in
un'ottica digitale, essenziali, soprattutto, per quanto riguarda la sanità,
l'istruzione, i trasporti in un'ottica di sostenibilità sociale e ambientale.
Ed è per tale ragione che sono previste risorse specifiche per attuare
politiche attive di inclusione dei soggetti più vulnerabili, in particolare
parliamo dei giovani, delle donne e delle persone fragili.
Per salvaguardare l'ambiente e le risorse
naturali della Calabria si intende promuovere uno sviluppo sostenibile che
tenga conto degli aspetti ambientali, sociali ed economici. Da questo punto di
vista il territorio costituisce uno dei maggiori asset in termini di risorse
naturali, di turismo e di attrattori culturali, ma anche in termini energetici.
Il rispetto dei nostri cittadini passa, innanzitutto, per il rispetto dell'ambiente
e del nostro territorio, questo per una irrinunciabile, improrogabile transizione
ecologica.
E, allora, se vogliamo portare la Calabria
nel mondo - lo dico veramente con forza - se vogliamo portare la Calabria nel
mondo, dobbiamo salvaguardare le risorse, ripensare ad un nuovo modello di
sviluppo, costruire sulle nostre tradizioni ed innovare. Rafforzeremo la nostra
politica di tutela della biodiversità, promuoveremo le tecnologie pulite e le
fonti rinnovabili per ridurre l'impatto ambientale delle attività produttive.
In questo senso prevediamo di attuare politiche di riduzione delle emissioni di
gas serra, di incentivare la mobilità sostenibile e di conservare le risorse
idriche e del suolo, attuare le politiche per la promozione dell'economia
circolare, andando a migliorare le condizioni dei rifiuti, il loro trattamento e
il sistema della depurazione delle acque reflue per preservare le nostre coste.
Le cose che noi abbiamo inserito in questa Programmazione le stiamo già,
comunque, avviando, attraverso una nuova stagione di riforme. Una nuova
stagione delle riforme che è già partita per quanto riguarda il sistema idrico,
per quanto riguarda i rifiuti, per quanto riguarda la depurazione. Sono
indirizzi politici che troveranno la concretezza dietro a quelle cifre di cui
abbiamo parlato. Infine, per garantire un governo più efficiente e trasparente della
Regione, puntiamo a rafforzare la capacità - siamo consapevoli di questo, va
rafforzata - della macchina amministrativa regionale, ma anche di tutti gli
enti attuatori degli investimenti del programma, restituendo centralità al
ruolo dei cittadini nella gestione delle politiche regionali, attuando
politiche di semplificazione dei procedimenti burocratici e di digitalizzazione
dei servizi pubblici. Questo per una maggiore efficienza e fruibilità, ma anche
cercando di investire nella capacità dei nostri enti e di stare al passo con i
tempi e reggere l'impatto di una società che è in continuo cambiamento.
E allora, onorevoli colleghe e colleghi, la
strategia politica del Programma regionale della Calabria 2021- 2027 si
presenta come un ambizioso programma di riforma che mira a migliorare le condizioni
di vita dei cittadini e a rilanciare l'economia della nostra regione. Sono
anche io convinta che con la collaborazione, il sostegno di tutte le
istituzioni, delle forze sociali della Calabria potremo raggiungere questi
obiettivi e aprire, sicuramente, una nuova stagione di progresso e sviluppo che
la regione Calabria attende, forse, da troppi anni. Grazie.
Grazie,
collega Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente,
non è il caso che lei ci ricordi che noi stiamo per approvare delle modifiche
richieste della Commissione europea sul piano approvato da quest'Aula il 28 marzo
dell'anno scorso. Lo sappiamo benissimo che quello è l'atto di partenza e che oggi
siamo semplicemente chiamati ad approvare le modifiche richieste dalla Commissione
europea, ma è anche vero che questa costituisce un'occasione per noi della
minoranza. L'unico modo, l'unica occasione che abbiamo per poter dire la nostra
è quest'Aula, quest’ Assise, dove ognuno di noi è chiamato a rispondere delle
proprie responsabilità, del proprio ruolo, della propria funzione.
Quindi hanno fatto bene i colleghi che mi
hanno preceduto, il collega Mammoliti, il collega Lo Schiavo, il collega Alecci,
il collega Tavernise a porre al centro del dibattito delle osservazioni, delle considerazioni
che riteniamo importanti, ma non tanto per il Presidente Mancuso, non tanto per
accusare o evidenziare debolezze, fragilità presenti in questa Programmazione e
che abbiamo già manifestato la volta scorsa. Parliamo di una Programmazione per
la quale già due anni e mezzo sono passati, perché parliamo della Programmazione
2021-2027, oggi siamo ad aprile 2023, quindi due anni sono andati via e in
questi due anni non abbiamo visto grandi risultati, grandi azioni di Programmazione,
grandi iniziative mirate a supportare l'idea che voi avete - la visione, come
diceva la collega Straface - dei fondi di comunitari. Però credo che il ruolo
della minoranza non sia solo quello di dire che non va bene niente; saremmo
sciocchi, miopi e saremmo anche non rispettosi del lavoro che ognuno di noi
cerca di fare.
Però, benedetto Dio, caro presidente Mancuso,
presidente Occhiuto, con questa Programmazione non avete cambiato nulla perché
i cinque obiettivi strategici posti sono generici, sono uguali a quelli degli
anni passati. Il problema da affrontare, se vogliamo fare il nostro dovere, se vogliamo
affrontare il nostro ruolo con responsabilità, è quello di parlare e di dire
chiaramente, di denunciare con forza che uno dei limiti della Programmazione calabrese
è la burocrazia regionale.
Gli anni passano, ma vedo sempre gli stessi
dirigenti nei posti della Programmazione. Quindi come si fa oggi a cambiare la
Calabria, a cambiare impostazione se l'idea di dieci anni fa era quella di Bevacqua
e, oggi, è lo stesso Bevacqua a rifare l'impianto di questi sette anni? È questo
uno dei limiti che riscontro e che nessuno vuole denunciare. Mi meraviglia che il
presidente Occhiuto, che è molto sensibile a questo tema, non lo affronti di
petto, come fa quando vuole.
Ad esempio, ieri, ha proposto di realizzare un
portare web sulla sanità perché vuole essere il Presidente dei cittadini. Inviterei
il presidente Occhiuto a farlo anche su temi più importanti che riguardano il
futuro della Calabria, ad innescare su questo tema un meccanismo di
coinvolgimento delle Università e capire cosa pensano l’Università della
Calabria, di Reggio Calabria, sulla Programmazione dei fondi comunitari, se le ha
sentite, se le ha consultate, se ha creato con questi mondi un rapporto di
collaborazione serio, costruttivo, di supporto alle iniziative che voi pensate siano
importanti per la Calabria. Sono questi i temi da affrontare perché, da quello
che so io, questa Programmazione 2021 - 2027 è una Programmazione che non ha
avuto un minimo di dibattito, di discussione con gli attori sociali del territorio
calabrese. Non capisco chi sono oggi gli attori principali di questa Programmazione,
se li avete individuati. Chi sono? Come volete coinvolgerli e responsabilizzarli?
Come volete mettere in campo quell'idea, quella progettualità necessaria a
cambiare la Calabria?! Questo è uno dei limiti che non riscontro solo nella legislatura
Mancuso - Occhiuto, ma che ho riscontrato anche nelle precedenti legislature,
quindi, non è un tema, oggi, che riguarda Mancuso, Occhiuto, Bevacqua o Iacucci, ma è un tema che riguarda la qualità della
proposta politica della Calabria.
Faccio un esempio: se i fondi comunitari
venissero utilizzati per il problema della depurazione, come hanno fatto il
presidente Occhiuto e questa Giunta regionale, che è un tema sentito, che
migliora la qualità della vita, che attrae turismo – attenzione! - noi saremo
ben lieti di dire “bravo, sei stato bravo sulla depurazione”. Lo diciamo in
quest'Aula che ha messo in campo alcune decisioni significative per quanto
riguarda la depurazione, ma non possiamo dire altrettanto per tante, per
tantissime altre cose che non ci sono in questa Programmazione europea.
Non riscontriamo in questo Piano 2021 - 2027 il coraggio, le iniziative, le scelte strategiche. La vera scommessa qual è? Caro presidente Mancuso, caro presidente Occhiuto, cara maggioranza - lo ripeto - non siamo qui oggi a discutere del POR - lo sappiamo - ma siamo qui perché voi avete approvato i cinque obiettivi strategici che sono previsti nella Programmazione - non li ripeto perché li ha elencati bene la collega Straface - e siamo qui per dire a voi maggioranza che c'è tempo per rivedere il Piano il POR 2021 27. C'è tempo, se c'è coraggio e forza nel rivedere alcune cose per far diventare il POR Calabria davvero l'occasione di migliorare indici economici e sociali della nostra regione. Se utilizziamo i fondi comunitari e il PIL rimane sempre lo stesso, se gli indicatori sociali rimangono sempre uguali, vuol dire che c'è un limite nella Programmazione, nel raggiungimento degli obiettivi.
Ce lo vogliamo porre o no questo problema?! È colpa della burocrazia? Allora facciamo un piano straordinario sulla burocrazia. È colpa della nostra incapacità? Prendiamone atto! Ma dobbiamo aprire un dibatto serio su questo tema, altrimenti hanno ragione Toti e Sala quando dicono che non siamo in grado di spendere i soldi. Anche se sono inaccettabili - glielo abbiamo detto pubblicamente come PD - le accuse che Toti e Sala hanno rivolto all'incapacità di spendere le risorse, però dobbiamo porci i problemi! Ad esempio, a me non basta - lo dico al collega Gallo - spendere i soldi in agricoltura e dare risorse a tutti in agricoltura. Io vorrei che ci fosse un'iniziativa forte perché vorrei che ci fosse un piano sull’agricoltura di forte innovazione, sui distretti agroalimentari; questo non perché non dobbiamo finanziare tutti. Ci mancherebbe altro! Tutti hanno diritto ai finanziamenti, ai contributi, ma se spendiamo i soldi, senza che da questo ne derivi un miglioramento della qualità della vita e dell'offerta in agricoltura, c'è un limite nella Programmazione.
Poi, ci sciacquiamo tutti la bocca sulle aree interne.
Non so quanti di voi conoscono o hanno vissuto in quei paesi difficili ed emarginati della Calabria. Vogliamo occuparci veramente delle aree interne con una Programmazione seria e non sciacquandoci la bocca, mettendo in campo risorse serie anche legate al PNRR? Noi abbiamo adesso due obiettivi: i fondi comunitari e il PNRR da utilizzare! Altrimenti ha ragione il collega Lo Schiavo quando dice che sono soldi che avremo e non riusciremo a spendere. Vogliamo interrogarci su queste materie?! Anche sulla mobilità, noi avevamo fatto una proposta, ne lancio una: intermodalità tra la stazione ferroviaria di Lamezia Terme e l’aeroporto. Non può essere un obiettivo da raggiungere in questa Legislatura? Occupiamocene in quest'Aula per capire come metterla al centro della discussione, del dibattito della Programmazione, del cambiamento dei fondi comunitari. Questi sono i temi su cui noi vorremmo confrontarci e offrire il nostro contributo perché altrimenti qua ripetiamo ogni 5 anni la stessa Programmazione: affidiamo ai nostri burocrati la Programmazione, ma non cambiamo mai nulla, se dopo 25 anni, 30 anni, la Calabria è sempre l'ultima regione sui fondi comunitari! Vogliamo comprendere quali sono i limiti, le deficienze, l’inefficienza nostra o di altri? Vogliamo porcelo questo tema? Noi siamo pronti come minoranza a offrire il nostro contributo, ponendo anche due tre temi fondamentali al centro del dibattito, se il presidente Occhiuto o questa Giunta regionale ce ne desse la possibilità, oltre all'assessore regionale che non vedo, non vediamo in quest'Aula; è stato nominato non so da quanti mesi, ma non abbiamo mai avuto il piacere di conoscerlo, però capisco che magari gli impegni sono tanti, le responsabilità sono tante e non ha mai trovato il tempo di venire in quest'Aula. Lo capiamo pure, però, se vogliamo, ognuno di noi, contribuire a migliorare la qualità della vita dei calabresi, credo che ci sia bisogno di uno sforzo unitario perché credo che la maggioranza o l’uomo solo al comando non producano risultati.
La comunità, lo spirito di squadra e di unità per i nostri territori penso che potrebbero produrre qualcosa di più positivo.
Noi siamo qui per ribadire la nostra disponibilità a collaborare con voi, mettendo insieme idee e visione per una Calabria diversa e migliore, ma per farlo c'è bisogno non solo del Consiglio regionale ma anche della capacità di mettere insieme Università, mondi vitali di questa regione perché insieme possiamo incidere e determinare le sorti della Calabria. Da soli credo che non si vada da nessuna parte, maggioranza o minoranza che sia.
Grazie, collega Bevacqua. Intervengo perché mi ha tirato in ballo per specificare che avevo solo ricordato al collega Mammoliti che il POR lo abbiamo approvato due mesi fa e ne avevamo discusso; lei, infatti, ha svolto lo stesso intervento di due mesi fa.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.
Sarò molto breve. Avevo inteso non intervenire però, secondo me, a prescindere poi dalle posizioni di maggioranza o di opposizione, è giusto che in questo Consiglio si trovi anche una sintesi di riepilogo per chi ci ascolta e per chi tecnico non è. Ho ascoltato con attenzione questi interventi, così come anche altri interventi nel corso delle altre sedute consiliari e ritengo che - è vero - il ruolo dell'opposizione sia un ruolo di responsabilità ma che non deve mai mettere in contrapposizione degli argomenti sterili o fumosi. Infatti, in buona parte degli interventi che ho sentito - nel pieno rispetto istituzionale dico per buona parte - non ho colto quale sia sostanzialmente l'indirizzo di responsabilità a cui viene richiamata la maggioranza. Lasciamo stare la presa d'atto, lasciamo stare anche l'approvazione dei POR già in epoca diversa rispetto alla seduta odierna, ma quello che colgo, anche in questi interventi apparentemente critici ma vaghi, è la scarsa idea di cosa si voglia in concreto criticare e proporre. Questo perché? Perché noi andiamo a ingenerare un’ulteriore confusione in un contesto già di per sé drammatico. Sicuramente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione sanno quali siano le difficoltà dei Comuni, non soltanto rispetto alla Programmazione comunitaria, ma anche rispetto alla Programmazione del PNRR. La Corte dei conti nel giudizio di parificazione, che ogni anno valuta incidentalmente e trasversalmente anche i contenuti dei bilanci dei comuni, le azioni di intervento e quelle che possono comportare responsabilità, ha già dato un primo monito. È vero, molti comuni rischiano, specialmente sul PNRR o anche in generale e in senso stretto rispetto alla Programmazione comunitaria, di risultare inadempienti o addirittura di non poter accedere ad alcuni fondi. Il richiamo a quello che poteva essere sostanzialmente la pubblicazione di bandi per favorire una Programmazione e quindi un'azione concreta da parte dei comuni è sicuramente un'attenzione che deve essere data e verrà data. È anche vero - e mi associo a quello che ha detto anche il mio compagno del gruppo misto, anche se io non sono un comunista - che noi dobbiamo rafforzare la rete della formazione e dell’assistenza.
Nel mio percorso di consigliere sto cercando di fare questo e mi rendo conto, girando molti comuni, che non c’è l'idea di cosa sia il raggiungimento degli obiettivi rispetto al PNRR, con il pericolo di bloccare finanziamenti e travolgere da un punto di vista economico patrimoniale i singoli comuni che rischiano di esporsi, sostanzialmente, addirittura ad un'azione di restituzione dei finanziamenti che ottengono.
L'azione di responsabilità dell'opposizione invece dovrebbe, da questo punto di vista, chiarire dove e come siano stati errati gli interventi nel POR o dove e come questa presa d'atto eventualmente possa rilevare da un punto di vista del dibattito. Altrimenti, se abbiamo degli interventi che non apportano nessun contributo minimo né al lavoro della maggioranza né al lavoro dei singoli assessori, arriveremo alla sterile conclusione che il Consiglio regionale non serve a niente.
Sicuramente l'assessore al ramo dovrà venire, verrà, spiegherà - è giusto questo - perché ognuno assume le responsabilità per il ruolo che ha. Ritengo, però, che, se noi vogliamo effettivamente fare politica in un certo modo e consentire ai cittadini effettivamente di avere un'idea di quello che noi facciamo e di quello per cui l'opposizione in qualche modo cerca di contrastare, si debba agire con chiarezza perché creare sempre confusione non solo danneggia l'operato di questo Consiglio regionale tutto, a prescindere dai ruoli di maggioranza e opposizione, ma determina sempre più un grave scollamento rispetto a quello che è e sono i rappresentanti, noi, rispetto ai cittadini calabresi. Buon lavoro.
Grazie, collega Talerico. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie. Sarò come prima telegrafico. Intanto ringrazio il collega Talerico per aver tirato le conclusioni e interpretato il pensiero di maggioranza e opposizione, in realtà quelle che erano le mie domande molto banali e sulle quali rifletto nuovamente. Vi rifletto nuovamente dopo l'intervento della collega Straface che si aspettava degli interventi più tecnici, ma si è detto all'inizio che non è questo il punto all’ordine del giorno del quale dibattere perché è stato approvato già precedentemente; oggi si tratta soltanto di una presa d'atto.
Ho sentito tutti i vari interventi - lo dico veramente in maniera costruttiva - sul favorire, incentivare l'occupazione giovanile, l'imprenditoria femminile. Va benissimo. È giusto che questa Regione si interroghi su come supportare tutte queste fasce della popolazione; quindi, va benissimo dare, ad esempio, all'imprenditoria femminile, a chi vuole investire, alle donne che vogliono investire in Calabria, dei contributi affinché possano attivare delle loro imprese e consentire loro di dare un contributo nella regione nella quale hanno deciso di vivere. Quello che io prima chiedevo in maniera molto banale è di cercare anche di indicare una strada perché noi oggi possiamo favorire che si alzino tante saracinesche, ma col rischio che poi si riabbassino fra un anno, due anni, tre anni, magari addossando a queste persone anche l’onere di restituire delle somme e quindi aggravando quella che è la loro posizione finanziaria.
Quindi dico: attenzione, va benissimo questo strumento, è responsabilità di chi amministra metterlo in campo. Se, però, da parte del banco di opposizione arrivano dei suggerimenti non solo su come dare le risorse, ma anche sulle indicazioni da fornire ai giovani che si vogliono formare, agli imprenditori che vogliono investire in Calabria, affinché siano tenuti per mano dal governo regionale, credo che sia ancora più opportuno che, oltre a dare loro le risorse, siano indicati anche i settori prevalenti sui quali tutti quanti noi vogliamo scommettere. È indubbio che tutti quanti noi vogliamo che la Calabria possa riemergere da queste situazioni di difficoltà. Credo, quindi, che gli interventi siano stati anche nella direzione di far sì che la Calabria cresca sempre di più. Grazie.
Il suo voto?
In questo momento è di astensione, penso di parlare a nome del gruppo del Partito Democratico. Grazie, signor Presidente.
Va bene. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 45/12^ di iniziativa dei consiglieri Raso e Montuoro, recante: “Istituzione della riserva naturale regionale del Vergari”. Cedo la parola al collega Raso per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. La presente proposta di legge ai sensi della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 “Norme in materia di aree protette” si propone l'istituzione della riserva Naturale Regionale del Vergari nel comune di Mesoraca.
L'istituzione della riserva è stata fortemente voluta dall'Amministrazione Comunale di Mesoraca a dalle associazioni di volontariato “La Maruca”, “Villaggio Fratta”, “La Poiana” e dalla Proloco. Sia i rappresentanti dell'Amministrazione comunale, con a capo il Sindaco, sia tutte le associazioni sono presenti nel pubblico del Consiglio regionale e a loro rivolgo i miei saluti.
Proprio questa volontà ci propone una comunità che guarda oltre e che considera la tutela dell’ambiente e paesaggistica come un'occasione per lo sviluppo turistico del proprio territorio; sviluppo turistico che ha come punto di partenza la bellezza naturalistica, le bellezze del borgo storico, della storia della comunità, dei monumenti, del monastero, della cultura religiosa, il fascino dei riti religiosi, l'operosità delle associazioni e della stessa Amministrazione comunale, che credono in questa forma di turismo, anche esperienziale, che ha avuto successo in molte regioni italiane, come il Trentino e la Toscana, che predilige la natura, le passeggiate nella natura, il pernottamento nel piccolo borgo, la scoperta della storia delle tradizioni enogastronomiche locali, la cultura locale e anche la conoscenza del modo di vivere che si ha nei piccoli borghi, al grande albergo di lusso o al villaggio turistico.
Da queste considerazioni, visto anche l’entusiasmo della comunità per l'istituzione della Riserva naturale, oltre l'aspetto strettamente naturalistico e ambientale, si è mossa la mia volontà e quella del collega Montuoro a sottoscrivere la proposta di legge.
Questa Amministrazione regionale con a guida il nostro presidente Occhiuto sta facendo tanto nell'ottica della salvaguardia e della valorizzazione dell'ambiente e della bellezza della nostra Calabria, la cui tutela è uno dei cardini del programma politico del presidente Occhiuto; anche il Consiglio regionale, insieme agli uffici preposti del Dipartimento Ambiente, in modo bipartisan, sta facendo molto con la sua attività legislativa. Per questo ringrazio il Presidente del Consiglio, Mancuso, e tutti i gruppi politici.
Voglio ricordare che in circa un anno abbiamo istituito in Commissione tre riserve naturali per le quali abbiamo avuto il voto favorevole di tutti i consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione. Anche le recenti modifiche della Costituzione vanno in questa direzione; infatti, la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione, ha riconosciuto un espresso rilievo alla tutela dell'ambiente, sia nella parte dedicata ai Principi fondamentali, sia tra le previsioni della cosiddetta Costituzione economica.
Nella relazione allegata alla proposta vengono descritte le caratteristiche dell'area d'intervento che coincide nella Valle del fiume Vergari, con un gradiente di altitudine molto ampio che varia dai 1750 m ai 400 m e quindi con caratteristiche fitoclimatiche molto differenti. Il fiume scorre in un alveo profondamente incassato nella roccia metamorfica che costituisce l'ossatura di queste montagne presilane, immerso nella rigogliosa vegetazione mediterranea e sub tropicale che caratterizza alcuni tratti della valle omonima. Lungo il suo corso, riceve il contributo di numerosi piccoli affluenti che ne incrementano di volta in volta la portata e forma ben 20 salti e cascate, che in alcuni casi superano l'altezza di 8 metri e a cui si aggiungono veri e propri canyon che presentano caratteri di straordinaria bellezza.
Nel territorio in oggetto, oltre ad una straordinaria ricchezza floristica, è presente anche una ricca fauna, che ne rende ancora più alto il valore naturalistico e ambientale.
Oltre agli aspetti naturalistici, che fanno del fiume Vergari uno degli ambienti fluviali più interessanti della Sila e della Presila, sono altresì importanti da ricordare - dal punto di vista storico e più propriamente dell'archeologia industriale rintracciabile nelle aree contermini all'alveo – molti opifici, come antichi mulini ad acqua, numerosi pastillari - vale a dire le tradizionali e belle strutture destinate alla lavorazione delle castagne - e un pregevole ponte, parzialmente distrutto, risalente a qualche secolo addietro.
Le risorse naturalistiche della proposta area protetta sono rilevanti e comprendono emergenze botaniche e faunistiche di grande valore scientifico.
L'esigenza di istituire l'Area protetta del Vergari si inquadra in un'ottica di sviluppo sostenibile di grande attualità, peraltro riferibile a un processo socioeconomico già in atto e ampiamente conosciuto nella comunità di Mesoraca.
È quanto mai opportuno sottolineare che la valorizzazione delle risorse naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali di larga parte del territorio calabrese, sono un'opportunità di sviluppo irrinunciabile, una fonte di ricchezza capace di garantire sicurezza sociale ai calabresi, una strada maestra lungo la via dello sviluppo sostenibile che le condizioni storiche, geografiche ed economiche rendono possibile e auspicabile.
Concludendo, si può senz'altro affermare che gli ambiti territoriali descritti costituiscono un "sistema omogeneo caratterizzato dalla presenza di specie animali, vegetali o biotopi di interesse naturalistico, culturale, educativo e ricreativo, nonché di valori paesaggistici, artistici e sociali.".
Questo progetto di legge, pertanto, è finalizzato alla istituzione della "Riserva naturale del Vergari " al fine di tutelare, valorizzare e rendere fruibile in maniera sostenibile una delle aree naturalistiche più interessanti della nostra regione, sia sotto l'aspetto storico-culturale sia sotto l'aspetto ambientale.
In altri termini, con l'istituzione della riserva si persegue l'obiettivo di preservare habitat terrestri e fluviali di grande fascino, coniugando l'esigenza della conservazione con la possibilità di una corretta fruizione e divulgazione.
La proposta è costituita da numero 16 articoli di cui chiedo l’approvazione.
Mi rivolgo anche all'opposizione per un voto favorevole, considerato che in Commissione i gruppi hanno tutti espresso parere favorevole. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Raso. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Già in Commissione, quando è stato discusso questo punto, ho espresso un voto e un commento favorevole poiché credo che questo sia un esempio di buona amministrazione; una buona amministrazione da parte di un Comune che ha deciso di investire sull'ambiente e anche sul turismo.
Madre natura è stata molto generosa con la Calabria, molto spesso però i calabresi non ricambiano questa generosità deturpando i territori.
Credo che questa sia la strada giusta - ne parlavo prima - e credo che il turismo possa essere, debba essere un importante attrattore e anche investimento dal punto di vista economico.
Ciò che io suggerisco - mi spiace manchi anche l’assessore all’Ambiente - è che si possa fare sistema tra tutte queste varie riserve che si stanno istituendo nelle Commissioni: ne sono nate alcune precedentemente, ce ne sono altre in discussione. Sarebbe, quindi, molto interessante creare un'unica cabina di regia affinché chi decida di fare turismo sostenibile, un turismo lento, andando a visitare questi bellissimi luoghi disseminati per tutta la nostra regione, abbia un itinerario da seguire, dei punti ristoro già previsti, dei punti d’accoglienza, di ricettività che possano creare dei percorsi. Quindi ben vengano queste iniziative. Se riusciremo a metterle a sistema, le renderemo anche più forti sul territorio regionale. Preannuncio - credo di poterlo fare anche a nome del gruppo del Partito Democratico - il voto favorevole. Grazie.
Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Innanzitutto, ricordo che l'obiettivo comunitario delle aree protette è quello di raggiungere il 30 per cento entro il 2030. Qualcuno a volte pone dei dubbi sulla quantità di territorio quasi che la protezione sia un vincolo da superare, mentre con ogni evidenza è una possibilità ulteriore. Rispetto a questo 30 per cento, l’Italia si attesta, attualmente, su circa il 10 per cento, mentre la nostra regione, per una volta in maniera lodevole, arriva più o meno al 13 per cento, più della media nazionale ma, certamente, ben lontano dal 30 per cento auspicato entro il 2030.
Dal mio punto di vista vorrei sottolineare che la protezione territoriale che questo tipo di leggi offre corrisponde effettivamente ad aiuti al territorio, non soltanto in un'ottica di rispetto e tutela della biodiversità che pure è assolutamente fondamentale, ma in maniera inscindibile - l'abbiamo visto anche nelle altre leggi che sono state approvate in questo ambito - per la tutela sociale, urbanistica ed economica del territorio.
La tutela ambientale per essere tale non può essere disgiunta da un corretto e importante sviluppo economico e – lo devo dire, professionalmente - da una tutela della salute che certo non è meno importante dei precedenti; in più, nella nostra regione, tutelare un ambiente così prezioso ma ugualmente così fragile e delicato significa semplicemente seguire le indicazioni vocazionali che la nostra terra ci detta.
Quindi, dal mio punto di vista, è semplicemente un obbligo, è un atto dovuto. Il collega Raso ha, giustamente, rilevato la qualità bipartisan di questa come di leggi analoghe e sono lieto che, come lui ha detto, il Mesima che io ho avuto modo di proporre, la Secca di Amendolara, proposta dalla collega Straface, e adesso questa, presentata dal collega Raso, abbiano in realtà un minimo comune denominatore che, spero anzi, abbia una prospettiva temporale di allargamento e di sempre maggiore incisività nello sviluppo sul territorio.
Non so se si è capito, ma il mio voto sarà sicuramente favorevole. Grazie.
Grazie, collega Laghi, si è capito benissimo. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Voglio cogliere l'invito che faceva il consigliere Raso e, come diceva anche il consigliere Alecci, come gruppo del Partito Democratico esprimiamo voto favorevole a questo provvedimento. Credo che questo passaggio sia molto paradigmatico della qualità dell'opposizione e soprattutto del riferimento delle valutazioni di merito sui provvedimenti.
Non abbiamo mai assunto posizioni pregiudiziali e quando lo abbiamo fatto ci siamo assunti le nostre responsabilità, abbiamo sempre valutato il merito.
Il merito dei provvedimenti è il riferimento che ci induce di volta in volta a decidere se votare favorevolmente o in maniera diversa. Credo che questo sia uno dei temi cruciali delle problematiche della vita della nostra regione: preservare, tutelare, valorizzare l’ambiente sono aspetti non solo cruciali di grandissima attualità, ma tema fondamentale per lo sviluppo sostenibile di questa nostra regione. Per queste motivazioni noi cogliamo questo invito e vogliamo valorizzare al massimo questo grandissimo patrimonio che insiste in quella realtà che, come è stato detto, è un serbatoio naturale di biodiversità di inestimabile valore. La regione Calabria è la sesta regione d'Italia per estensione delle aree protette, anche se ancora dobbiamo traguardare gli obiettivi che riferiva il collega Laghi e su questo c'è ancora tantissimo e molto da fare.
A me fa piacere vedere che quella realtà - stasera è presente il Sindaco di quella comunità, che saluto - diventa l'ente gestore di una quantità di risorse che per i prossimi tre anni non so se sarà utile, sufficiente e bastevole a valorizzare al massimo quell'immenso patrimonio paesaggistico, culturale, storico, ambientale.
Il testo mi sembra che preveda che dopo i tre anni ci sia una valutazione, che si farà nelle diverse leggi di stabilità, per definire quanto saranno le risorse necessarie da destinare per la gestione di questo importante patrimonio. Credo che l'impegno migliore dell'intero Consiglio - maggioranza e opposizione, governo regionale e ognuno di noi - consista, dopo l'approvazione della proposta - non so se unanime – nel dire in maniera corale che, dopo i tre anni del finanziamento già previsto, sarà fatta una valutazione appropriata insieme alla comunità locale, insieme alle associazioni che già sono molto attive, vivaci e che si interessano e si occupano di valorizzare quel grande patrimonio; saranno fatte, quindi, le valutazioni appropriate per stimare attentamente le risorse da destinare ed eventualmente anche implementarle e consentire, per davvero, l'effettiva valorizzazione di un patrimonio inestimabile, non solo per la comunità di Mesoraca, ma per l'intero territorio del crotonese e della nostra regione.
Il nostro voto, quindi, è ampiamente favorevole, come diceva il collega Alecci. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il collega De Nisi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole a questo provvedimento e per esprimere le mie felicitazioni, i miei complimenti al Comune di Mesoraca, all'associazione “La Maruca”, soprattutto, che insegue questo traguardo, che finalmente oggi giunge a conclusione, da oltre 20 anni e con un risultato positivo.
Quello che auspico è di valorizzare, come successo anche in altre aree e riserve regionali che abbiamo istituito e che sono state istituite anche in precedenti legislature, e che non venga sfigurato il percorso originario di questa riserva naturale. Questa riserva naturale nasce dalla passione, dallo spirito di sacrificio di alcuni volontari che tengono al proprio territorio, al proprio Comune e alla valorizzazione delle culture e delle tradizioni del proprio paese; grazie a questo hanno lavorato, anno dopo anno, per costruire questo percorso, per valorizzare i sentieri, per creare quel turismo esperienziale di cui tutti noi parliamo e che soltanto in pochissime realtà si è riusciti a creare. Quello che auspico è che adesso noi, con questa legge, affidiamo all'amministrazione comunale le risorse e la gestione di questa area, di questa riserva naturale regionale.
Auspico che le amministrazioni comunali sappiano valorizzare quelli che sono i percorsi e la storia di questa riserva. Penso che, come è accaduto altrove, la vita di queste riserve continuerà se crescono e si arricchiscono di anno in anno e vengono valorizzate l’esperienza e la passione di chi ci ha messo l'anima per creare questa riserva. Sono sicuro che l'amministrazione comunale di Mesoraca - chi c'è stato l’ha fatto, quella in carica lo sta facendo - stia seguendo con costanza i lavori di questo Consiglio sin dalle Commissioni; mi auguro che sappia valorizzare le esperienze che ci sono state, le esperienze che hanno nel territorio. Penso che, al di là di quello che è citato nella legge, e cioè le associazioni riconosciute a livello nazionale e regionale, vadano valorizzate le associazioni locali, perché solo chi ha la passione, chi tiene al proprio territorio può portare avanti giorno dopo giorno un percorso e può far crescere veramente il territorio.
Vi ringrazio ancora, preannunciando, come ho detto prima, il mio voto favorevole, così come penso sarà quello dell’intero Consiglio regionale.
Grazie, collega De Nisi. Avendo esaurito gli interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento. All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 6867/A09, dei consiglieri Mancuso, Raso e Montuoro, che io stesso procedo ad illustrare.
Il presente emendamento mira a individuare con maggiore precisione le finalità istitutive della riserva naturale regionale dei Vergari in quanto viene precisato, con l'integrazione proposta, che la Regione, oltre a garantire il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della specie, garantisce la corretta conservazione anche delle formazioni ed emergenze geologiche e geomorfologiche di interesse scientifiche e didattico. L’emendamento è a carattere ordinamentale e non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 1.
Articolo 1
(È approvato per come emendato)
All’articolo 2 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 6867/A07 dei consiglieri Mancuso, Raso e Montuoro sui cui relaziono io stesso.
Il presente emendamento mira a garantire una maggiore precisione nella narrazione degli elementi naturalistici e geomorfologici presenti all'interno dell'istituenda riserva naturale, infatti vengono aggiunti i riferimenti alla presenza all'interno dell'area di interesse di numerose cascate e salti morfologici.
L’emendamento è a carattere ordinamentale e non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 2, così come emendato.
Articolo 2
(È approvato per come emendato)
All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 6867/A05 dei consiglieri Mancuso, Raso e Montuoro che mi appresto a relazionare: il presente emendamento mira a specificare meglio le finalità di tutela e riqualificazione paesaggistica dell'aria protetta dei Vergari, attraverso la fruizione e protezione delle emergenze geologiche testimoni della storia geologica della Sila.
Parere della giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo 3, per come emendato.
Articolo 3
(È approvato per come emendato)
All’articolo 4: è pervenuto l'emendamento protocollo numero 6867/A04 dei consiglieri Mancuso, Raso e Montuoro che mi appresto a relazionare.
Il presente emendamento mira a specificare meglio gli obiettivi gestionali da perseguire per il raggiungimento delle finalità esplicitate all'articolo 3 della proposta di legge. L'emendamento è a carattere ordinamentale e non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 4 per come emendato.
Articolo 4
(È approvato per come emendato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Prendiamo atto, altresì, della nuova relazione illustrativa presentata dai consiglieri Mancuso, Raso e Montuoro in sostituzione di quella che correda la proposta licenziata alla Commissione consiliare competente.
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso, come emendata, unitamente al relativo allegato, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale così come è emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo ora al terzo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge 149/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Gentile, Afflitto, Molinaro, recante: “Disciplina delle attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali”.
Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
signor Presidente. Un cordiale saluto a tutti i colleghi, ai signori della Giunta,
agli intervenuti e alla stampa.
Questo disegno di legge
rappresenta un ulteriore tassello di quel progetto più ampio - al quale si sta
lavorando in stretta sinergia con l’ottimo Assessore regionale all’agricoltura,
Gianluca Gallo, e con il Dipartimento competente – e punta alla crescita del
settore agricolo calabrese, anche attraverso un puntuale aggiornamento della normativa
del settore che mira a valorizzare e tutelare le ricchezze
agro-alimentari calabresi, in un’ottica di salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
In questa direzione la Regione,
con una specifica Programmazione e con i diversi interventi già introdotti,
mira a sostenere fortemente un’agricoltura di tipo biologico, incentivando,
anche attraverso le misure previste dall’Unione Europea, nel PAC 2023-2027, la
diffusione di pratiche di agricoltura biologica, con il preciso
intento di aumentare la percentuale di superficie biologica del territorio calabrese, andando
così a consolidare e migliorare un risultato che già ad oggi vede la Calabria tra
le prime regioni in Italia e - mi sembra - la prima in Europa. Mi correggerà
l’assessore Gallo se sto sbagliando.
La proposta oggi in esame è volta a disciplinare, attraverso una norma di dettaglio,
il contesto che ruota intorno alle cosiddette piante officinali, che hanno
peculiarità tali da essere utilizzate fin dall’antichità in molteplici ambiti.
Le erbe officinali, in Calabria
come nel resto d’Italia e del Mondo, sono state usate da sempre a scopo
curativo. Le piante officinali sono, infatti, quelle piante utilizzate sia in famiglia
dai nostri nonni,
sia nelle antiche officine farmaceutiche, ma anche
nella moderna farmacopea, per creare profumi o per conferire
ai preparati sapore
gradevole o per fare
vere e proprie medicine o ancora per preparare liquori.
Esistono, quindi, vari tipi di
piante officinali, alcune ricche di profumi, altre di sostanze curative,
altre che contengono sia principi curativi
che oli dai profumi gradevoli.
Le caratteristiche pedo-climatiche del territorio calabrese permettono lo sviluppo spontaneo di una ricca varietà di piante
officinali, questo enorme patrimonio etno-botanico
riveste da sempre un ruolo importante negli usi e tradizioni delle popolazioni
rurali della nostra regione, caratterizzando, a volte, inequivocabilmente
intere aree del territorio regionale.
Le specie di piante
officinali coltivate in Calabria sono 11. La
produzione è caratterizzata innanzitutto dalla presenza
di tre piante storiche che sono: bergamotto, liquirizia e cedro.
Il bergamotto conta circa
1.800 ettari di superficie coltivata, concentrati nella provincia di Reggio Calabria,
rappresentando, ad oggi, un primato
indiscusso a livello
mondiale in termini
di produzione e coltivazione.
Da questo prezioso agrume,
profumato e dal carattere generoso,
si usa tutto: dalla sua scorza
si usa l’essenza, dal suo frutto il succo, dalla polpa e dagli scarti della buccia
si usa per mangime per gli animali.
L’oro verde calabrese, grazie
alle sue proprietà e caratteristiche uniche, rappresenta un elemento base dell'industria
profumiera, da quella farmaceutica per finire a quella alimentare, anche come
antidoto al colesterolo alto.
Quest’orgoglio calabrese, che
offre un contributo fondamentale all’economia
dei nostri territori, ha avuto, tra i tanti,
il riconoscimento di
Denominazione di Origine Protetta dall'Unione Europea.
Dall’oro verde si passa all’oro
nero calabrese, rappresentato dalla liquirizia che, con circa 1.000
ettari di superficie, è concentrata prevalentemente nelle province di Cosenza e
Crotone, con superfici più ridotte anche nei comuni della fascia Jonica delle
province di Catanzaro e di Reggio. Ad oggi la Calabria vanta l’80 per cento della produzione nazionale di liquirizia
ed è considerata dagli esperti, per le sue proprietà e sapore, la più buona al mondo per essere utilizzata con scopo alimentare, medicinale, erboristico e liquoristico.
Anche questa eccellenza, tra i
vari premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, ha avuto nel 2011 l’ambita
denominazione DOP dall’Unione Europea.
A questi due primi frutti si
aggiunge il cedro che con i suoi circa 100 ettari nella fascia
costiera dell’Alto Tirreno
Cosentino costituisce un’area
tra le maggiori produttrici dell’agrume.
Questo agrume, di origini
antichissime, oltre ad avere particolari proprietà benefiche e organolettiche,
tali da essere ampiamente utilizzato dall’alimentare alla cosmesi, rappresenta
un importante simbolo religioso ed è considerato dagli ebrei di tutto il mondo
come un frutto sacro. Infatti, durante il periodo estivo, ogni anno la Calabria
è meta di pellegrinaggio per molti
rabbini che giungono
da ogni parte del mondo alla ricerca del cedro perfetto da
utilizzare durante una tra le più importanti
celebrazioni religiose del calendario
ebraico.
Anche per questa eccellenza è in corso da parte dell’Unione Europea
il riconoscimento per la denominazione DOP.
Il resto delle produzioni
officinali in Calabria vede come protagonista - avevamo detto che erano 11
piante - l’origano, il goji, lo zafferano, la salvia,
l’alloro, il rosmarino e il gelsomino.
Accanto alla coltivazione, è
anche molto diffusa in Calabria la raccolta delle piante che crescono spontaneamente
nelle varie zone del territorio calabrese.
La liquirizia, l’origano, il finocchietto selvatico, la ginestra,
il mirto, l’anice selvatico e l’elicriso sono le
specie officinali che provengono abbondantemente dalla raccolta dallo spontaneo.
La raccolta spontanea riguarda anche
il carciofo selvatico con una realtà del reggino che lo utilizza
per produzioni sott’olio.
Ci sono
poi piante come il mirto e
l’elicriso che vedono raccoglitori provenienti da altre regioni
d’Italia.
Non essendo la raccolta
spontanea controllata né regimentata in nessun modo, al di là della vigente
disciplina comunitaria e nazionale,
è importante regolamentare a livello regionale la materia sia al fine di
conservare la biodiversità, introducendo norme per un uso corretto del
territorio, sia per favorire lo sviluppo economico e produttivo di tale
settore, creando un fonte integrativa di reddito. Importante è anche realizzare
un’adeguata formazione di coloro che operano in questo ambito.
Infatti, le condizioni di
fattibilità per poter avviare tali coltivazioni sono: la conoscenza di quali
piante coltivare, quali terreni e attrezzature siano indispensabili, quanta
manodopera si debba avere a disposizione, quali macchinari siano necessari,
quali siano i costi di produzione e/o trasformazione, quali siano le rese ed i
redditi e, soprattutto, come commercializzare i prodotti.
Occorre, pertanto, mettere a
sistema, ma anche creare una filiera strutturata.
L’ARSAC, già da moltissimi anni,
svolge una attività significativa nel settore delle piante officinali e diversi
sono i progetti a cui ha preso parte insieme ad altre istituzioni a livello
regionale, interregionale e internazionale. Per
questo motivo nel progetto di legge viene coinvolta come supporto operativo all’Osservatorio
regionale, istituito per promuovere la tutela del patrimonio delle officinali e
garantirne l’utilizzazione collettiva.
Ovviamente, non vengono
tralasciate tutte le altre realtà importanti come le Università, gli ordini professionali, le organizzazioni rappresentative
della categoria e quanti possono dare un contributo per favorire un corretto
sviluppo di tale filiera produttiva, dal momento che per ottenere tale
risultato è importante fare sistema e introdurre delle regole.
La normativa di cornice è
rappresentata dalle direttive esistenti di natura comunitaria e statale. Il legislatore statale recentemente
è intervenuto con D.M. del 21 gennaio
2022 introducendo le norme attuative del Testo Unico adottato con il decreto legislativo
21 maggio 2018, numero 75, demandando alle Regioni l’emanazione delle norme di
dettaglio relative alla disciplina dell’attività di prelievo, di definizione,
di organizzazione dei corsi di formazione necessari per ottenere
l’autorizzazione alla raccolta, di individuazione delle piante sottoposte a
tutela e all’istituzione dell’elenco dei raccoglitori autorizzati.
Con la proposta in esame andremo
ad ottemperare a quelle che sono le direttive nazionali, colmando, di fatto, un
vuoto normativo regionale.
La norma è di carattere
ordinamentale, non comporta
oneri di carattere finanziario.
In conclusione, ringrazio i colleghi
della sesta Commissione per il fattivo contributo che hanno dato durante i lavori istruttori della Commissione stessa; ringrazio naturalmente l’assessore Gallo e
il Dipartimento per il grande lavoro che hanno svolto e volevo ringraziare, in particolare, il consigliere Afflitto per la sensibilità e l’attenzione rivolta alla materia e per i validi spunti
offerti per conseguire una migliore efficacia della norma. Grazie.
Grazie,
collega Gentile. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Afflitto, che è stato
chiamato in causa. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, colleghi consiglieri, intervengo per un doveroso chiarimento.
A
seguito della comparazione delle proposte sulle erbe officinali, per
disciplinare con maggiore organicità e completezza la materia, ho ritenuto
utile e opportuno ritirare la mia proposta e cooperare nella rimodulazione
della proposta dei colleghi Gentile, Gallo e Molinaro. Il lavoro condotto, nel
rispetto reciproco, ha portato a una proposta, dettata dal buon senso, che ha l’obiettivo
comune di regolamentare e stimolare la produzione delle erbe officinali
presenti sul territorio calabrese nella maniera più idonea ed efficiente
possibile.
Abbiamo
tutti gli elementi per poter affermare di esserci riusciti.
Tutti
sappiamo che le piante officinali sono piante, spontanee e coltivate, che
possono essere impiegate per numerosi scopi: medicinali, fitoterapico, erboristico,
liquoristico, aromatizzante, igienizzante, cosmetico.
Le
loro proprietà sono note sin dall'antichità, in quanto il mondo vegetale ha
rappresentato per moltissimo tempo fonte di sostentamento e di cura per l'uomo.
In particolare, in Calabria, in virtù della sua particolare conformazione
geomorfologica e dei peculiari fattori climatici, gode di una biodiversità di
piante officinali tra le più varie. La natura incontaminata ha permesso di
conoscere e di beneficiare delle proprietà delle piante che crescono
spontaneamente in questo territorio e la conoscenza delle risorse del
territorio consente di puntare anche sulla coltivazione delle piante officinali,
aprendo il campo a concrete opportunità economiche legate alla valorizzazione e
alla fruizione del patrimonio botanico ambientale e paesaggistico, con
l'intento sublime di sottrarre sempre più terreni all'abbandono, al degrado o,
peggio ancora, alle speculazioni edilizie.
Ho
scoperto per caso sul sito dell'ARSAC che ad Alessandria del Carretto, un paesino
di 600 abitanti - forse ho esagerato, ai tempi miei quando andavo lì per lavoro
erano nemmeno 400 abitanti -, stanno utilizzando territori per la produzione e
la coltivazione dell'origano. L'origano sapete che è una pianta spontanea, possiamo
dire che è selvatica, eppure in questo paesino - si trova sopra Trebisacce -
viene coltivato l'origano.
Grazie
agli effetti positivi di questa legge anche i nostri giovani che, con spirito
imprenditoriale, vorranno cimentarsi in un’agricoltura sostenibile, orientata
alla salvaguardia del territorio e delle proprie tradizioni, saranno stimolati e
invogliati a rimanere in Calabria per dedicarsi a questa sacra attività che
tanto onore e dignità ha data alla nostra terra e ai nostri antenati. Grazie.
Grazie,
collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà. Dopo
il consigliere Laghi.
Grazie,
Presidente, grazie collega Gentile e tutti voi che avete proposto questa legge.
Questa proposta legislativa di disciplina delle erbe officinali ci trova
assolutamente molto d'accordo. Perché? Perché la Calabria, praticamente, ha
l'80 per cento del territorio occupato da montagne, da Parchi nazionali, ha un
elevatissimo grado di biodiversità. Se noi riuscissimo a incrociare altitudine
e longitudine, i venti, le temperature e le distanze dal mare otterremmo oltre
400 microclimi con, ovviamente, piante relative, specifiche relative e
ricchezze, soprattutto, relative.
Quindi,
l'altissima biodiversità e la nostra altissima variabilità rappresenta un
laboratorio di ricerca straordinario e come tutti i laboratori di ricerca,
ovviamente, potrebbe costituire una ricchezza presente e futura, se
sufficientemente organizzata e coordinata, e una fonte di opportunità economiche
grazie alla creazione di filiere connesse alle piante officinali.
Abbiamo
oltre 2.500 ettari già censiti, tra terreni coltivati e presenze spontanee, e
diversi studi locali hanno caratterizzato decine di specie cosiddette endemiche
in questi territori, alcune ancora inesplorate dal punto di vista dei possibili
scenari economici.
Per
cui, penso a questa legge anche in termini di promozione di ulteriori specie
non ancora inserite fra quelle già elencate. Penso, per esempio, alla sideritis che è stata utilizzata dai soldati come
cicatrizzante e continua a essere utilizzata, ancora oggi in alcune aree del
Pollino, come tè della salute.
Quindi,
queste piante calabresi, queste piante officinali, hanno sì un valore medicale,
sicuramente, ma hanno anche un valore economico ed enogastronomico importante.
La
nostra regione si sta distinguendo sempre di più in tema enogastronomico, non
solo per gli amari, i liquori, le spezie, gli infusi, le conserve, ma anche nella
nuova enogastronomia che utilizza tutte queste specie particolari anche nelle
cucine.
Dunque,
in questo ambito, la promozione delle piante officinali calabresi è importante
perché riteniamo che l'import-export possa essere aumentato e, sicuramente,
andare oltre i confini regionali.
L'unico
problema che, secondo me, ci dobbiamo porre - lo dico perché ritengo che anche
voi siate assolutamente sensibili - è il tema della sostenibilità. Cioè, nel
momento della raccolta c'è una catena di approvvigionamento e, su questa, forse
dovremmo riflettere per evitare che ci siano eccessivi consumi di suolo e,
soprattutto, di energia. Perché, ovviamente, l'impennata nella produzione -
penso ci sarà anche grazie a questa legge - di queste piante officinali avrà necessità
di essere accompagnata da strumenti che non mettano a repentaglio il nostro
ambiente e, soprattutto, il consumo di suolo e di energia.
Detto
questo, esprimo, a nome mio personale e di tutto il gruppo del PD, il voto
favorevole, comunque, per questa proposta legislativa.
Grazie,
collega Bruni. Consigliere Laghi, ha facoltà d’intervenire.
Grazie,
Presidente. Le piante officinali sono in realtà una fonte di salute, oltre che
di gusto naturale, in qualche modo gratuita.
Vorrei
fare un breve intervento riallacciandolo al precedente sull'Area protetta del
Vergari. Perché? Perché c'è un evidente continuum fra i due argomenti e
anche fra le due trattazioni in quanto le piante officinali, per poter
concretizzare la loro azione benefica, hanno, ovviamente, necessità di un
ambiente idoneo, cioè di un ambiente biologicamente puro e non inquinato o
alterato. Penso, per esempio, al problema dei pesticidi.
Quindi,
la presenza delle piante officinali è alternativa a un'aggressione territoriale
da parte di fattori inquinanti chimici, fisici o di altra natura.
Noi
abbiamo - è stato già ricordato - la fortuna di avere una gamma amplissima di
piante officinali che, ancora una volta, consentono di rimarcare come ci sia un
collegamento strettissimo e inscindibile fra tutela del territorio, salubrità
dello stesso e uno sviluppo economico duraturo e reale. Quindi, per questo io
voterò sicuramente a favore. Grazie.
Grazie,
collega Laghi. Ha chiesto d’intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, intervengo brevemente per rimarcare che credo
che questa iniziativa confermi la volontà - lo diceva il presidente Gentile - di
una Programmazione più generale che tocchi tutti gli aspetti del mondo agricolo.
Con
questa proposta si va a regolamentare un settore che finora non è stato
disciplinato e che, comunque, per la sua ricchezza, conferma anche la
straordinaria capacità di produzione in termini di biodiversità della nostra
regione.
Nella
relazione introduttiva sono state declamate le varie erbe officinali della
nostra regione e anche gli ettaraggi di produzione. Tutta
questa ricchezza va, naturalmente, convogliata e regimentata e questa norma ha
l'obiettivo di fare tutto questo per far sì che, comunque, si possa creare per
le nostre aziende agricole, per i nostri imprenditori agricoli, un’altra opportunità
di produzione e di creazione di un ritorno economico, attesa anche la straordinaria
superiorità in termini di capacità produttiva del nostro territorio. Credo che
di questo dobbiamo essere estremamente consapevoli.
Questa
norma si collega all'idea di un territorio sostenibile, che possa essere fruito
anche attraverso un turismo esperienziale, un turismo lento.
Credo
che tutto questo si inserisca in un quadro più ampio di una regione che vuole segnare
altri punti che non riguardino soltanto la produzione agricola e agroalimentare.
Grazie
assessore Gallo. Passiamo all'esame votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Articolo
4
(È
approvato)
All’articolo
5 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 7433, del consigliere Molinaro a
cui cedo la parola per illustrazione, prego.
Grazie,
Presidente. L'emendamento si rende necessario, a mio avviso, per adeguare il
testo del progetto di legge al comma 5 dell'articolo 1 del DM del 21 gennaio
2022 che prevede che il personale dell'azienda agricola, addetto alla
coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali, sia
adeguatamente istruito sulle specie botaniche che manipola.
Infatti,
il secondo capoverso dell’articolo 5, comma 4, lettera c, del progetto di legge
numero 149 recita: “A tale scopo il titolare
di un’azienda agricola, o un suo delegato, assicura
che il personale addetto alle suddette pratiche sia adeguatamente
formato”; si sostituirebbe con il seguente testo: “A tale scopo il titolare dell’azienda agricola, o un suo delegato, assicura che il personale addetto
alle suddette pratiche sia adeguatamente istruito.”
Sostanzialmente
si cambia il termine “formato” con “istruito” e l'emendamento non prevede,
ovviamente, oneri finanziari. Non ci sono impegni per il progetto di legge. Grazie.
Grazie,
consigliere Molinaro. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Ne parlavo con il direttore del Dipartimento agricoltura; quindi, accogliamo
l'emendamento, ma con la riserva che ci sia un coordinamento formale, in base
anche a questo decreto ministeriale, in maniera tale poi da non cambiare
proprio la ratio della legge.
Va
bene. Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Articolo
5.
(Approvato
per come emendato)
Articolo
6
(È
approvato)
Articolo
7
Articolo
8
(È approvato)
Articolo
9
(È
approvato)
Articolo
10
(È
approvato)
Articolo
11
(È
approvato)
Articolo
12
(È
approvato)
Articolo
13
(È
approvato)
Articolo
14
(È
approvato)
Articolo
15
(È
approvato)
Articolo
16
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con
richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Proposta
di legge numero 142/12^ di iniziativa del consigliere M. Comito, recante:
“Istituzione del Registro regionale degli informatori scientifici del farmaco e
del parafarmaco”
Passiamo
al quarto e ultimo punto all’ordine del giorno la proposta di legge numero
142/12^ di
iniziativa del consigliere M. Comito, recante: “Istituzione del Registro
regionale degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco”.
Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare il
provvedimento.
Prego, consigliere Comito.
Grazie,
Presidente.
La
presente proposta di legge mira a istituire il Registro regionale degli
informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco.
Preciso,
“Registro” e non “Albo”, perché sarebbe materia demandata alla potestà
legislativa dello Stato; quindi, un Registro regionale.
L’informatore
scientifico è il professionista che fa da tramite tra la ricerca scientifica e
la classe medica grazie al continuo aggiornamento scientifico e normativo cui è
chiamato, all'interscambio di esperienze acquisite sul campo con la classe
medica ed è, nei fatti, un anello importante nella catena della salute pubblica.
Io
nella mia esperienza professionale ho sempre usufruito della loro capacità e del
loro profondo insegnamento, se vogliamo scientifico, nell'utilizzo di nuovi
farmaci e credo che tutti noi, almeno i medici qui presenti, ne possiamo dare
ampia testimonianza.
L’attività
di informazione scientifica, nonostante sia la più normata tra le professioni a
forte carattere sociale, vede nei suoi promotori, gli informatori scientifici
del farmaco e del parafarmaco, coloro ai quali non è stato riconosciuto a
tutt'oggi il giusto spazio di legittimazione giuridica e il corretto riconoscimento
della loro figura tra le professioni sanitarie.
Non
esiste a tutt’oggi un Albo degli informatori scientifici a livello nazionale.
L’informatore
scientifico è sottoposto al rispetto di leggi nazionali e di provvedimenti
regionali sin da quando si è intuita la valenza sociale della professione.
Egli,
infatti, rende un servizio pubblico di estrema importanza che, tuttavia, allo
stato attuale mal si concilia con l'assenza di una previsione a livello nazionale
che preveda l'istituzione di un Albo professionale che possa tutelare e
garantire in maniera super partes se gli intenti e le loro specifiche funzioni.
Consapevoli
delle responsabilità cui sono chiamati e del fatto che la loro attività abbia
ricadute sui loro corregionali, gli informatori scientifici calabresi hanno
ritenuto opportuno colmare il vuoto legislativo lasciato alla mancanza di un Albo
professionale con la costituzione motu proprio di sezioni provinciali,
di associazioni italiane di informatori scientifici del farmaco e federate;
quindi, Federazioni delle associazioni italiane informatori scientifici del
farmaco e del parafarmaco e di un loro coordinamento regionale.
Vedo
che tra il pubblico sono presenti due egregi dottori informatori scientifici che
ho conosciuto sul campo, provando la loro profonda esperienza, e sono fra gli autori
delle associazioni regionali degli informatori scientifici.
Tutto
ciò per creare le giuste premesse per l’istituzione di un Registro regionale
degli informatori scientifici e per il riconoscimento della loro figura tra le
professioni sanitarie.
Per quanto
è in premessa, si ritiene opportuno istituire un Registro regionale degli
informatori scientifici presso il competente Dipartimento regionale per la
tutela della salute della Regione Calabria e per rendere più trasparente la
figura dell'informatore scientifico del farmaco e del parafarmaco, quale
operatore sanitario.
Sarà certamente
anche un vantaggio per il Dipartimento poter usufruire della loro esperienza,
specialmente quando nei tavoli tecnici si discuterà dell'utilizzo dei farmaci.
La
presente legge si compone di quattro articoli e ha chiaramente neutralità
finanziaria, atteso che non prevede oneri a carico del bilancio regionale.
L'articolo
1 recita: “1. È istituito presso la Regione Calabria il Registro regionale
degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco. 2. Gli informatori
scientifici regolarmente inseriti nel Registro di cui al comma 1 garantiscono,
su tutto il territorio regionale, il continuo aggiornamento sui farmaci e
parafarmaci in favore degli operatori sanitari.”.
L'articolo
2 recita: “1. Presso il Registro di cui all’articolo 1 sono iscritti gli
informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco che operano nella Regione
Calabria. 2. Le modalità di iscrizione al registro sono definite con apposito
regolamento regionale predisposto dal dipartimento regionale competente in
materia di tutela della salute.”.
L’articolo
3 recita: “Dall'attuazione delle disposizioni della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Comito. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
presidente Mancuso.
Io
continuo a esprimere, ed esprimerò in questa sede, tutte le perplessità che ho già
manifestato in Commissione e che ho discusso con i miei colleghi del Partito Democratico;
per cui, preannuncio già un'astensione su questa su questa proposta legislativa
e voglio brevemente argomentarvi del perché non siamo completamente favorevoli.
Intanto,
perché noi sappiamo che AIFA ogni anno ha l'obbligo di ricevere da parte di
tutte le Aziende farmaceutiche l'elenco dei professionisti e degli informatori
scientifici; per cui, secondo noi, bastava un atto del Dipartimento molto
semplice e anche un collegamento con AIFA per avere questi nominativi e creare
una relazione, tra l'altro, efficace con l'Agenzia nazionale del farmaco.
Non
c’era la necessità di una proposta legislativa per un'azione del genere.
Tra
l’altro, il mettere insieme gli informatori farmaceutici del farmaco e del
parafarmaco è profondamente sbagliato.
Gli informatori
farmaceutici del farmaco sono professionisti laureati; gli informatori
scientifici del parafarmaco non hanno l'obbligo di essere laureati; non c'è
tale normativa; AIFA non controlla su questo perché è completamente un altro
canale del Ministero della salute.
Detto
questo, pensiamo che non si possano mettere insieme gli informatori del farmaco
e del parafarmaco perché al momento sono considerate delle professionalità completamente
differenti.
Dunque,
questo è il motivo per cui fondamentalmente ci asteniamo su questa proposta
legislativa, fermo restando che chiaramente va agli informatori sia del farmaco
sia del parafarmaco tutta la nostra stima per il lavoro che conducono, che
hanno condotto, ma ci sono una serie di modalità con cui, secondo noi, è più
semplice riuscire a lavorare con il Dipartimento, e questa modalità di proporre
proposte legislative e di andare sulle leggi non si capisce bene per cosa
diventa un elemento farraginoso che rischia anche di avviluppare un lavoro che
potrebbe essere molto più fluido all'interno del Dipartimento con dei decreti perché
si possono costituire anche dei tavoli che si possono organizzare senza bisogno
di una costruzione legislativa che, comunque, in una qualche maniera ingessa
l’eventuale lavoro.
Detto
questo, ribadisco il nostro voto di astensione. Grazie.
Grazie,
consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi per
dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente. Il mio voto riprende alcune perplessità che ho già avuto modo di
formulare in Commissione, nel senso che sono perfettamente d'accordo nel merito
della proposta e condivido l'illustrazione del collega consigliere Comito, che
è anche collega professionalmente parlando.
Le
mie perplessità sono di due ordini di cui uno più blando. Non sono assolutamente
convinto che questa legge non sia fonte di spesa; la trattazione che c’è stata
non mi ha del tutto convinto, ma soprattutto il problema è il rischio di
impugnativa di questa legge perché ci può essere l’idea che in questo modo si
vada a identificare una figura professionale che non è stata individuata dallo
Stato e che per questo motivo si blocchi poi la reale attuazione di questa
legge.
Probabilmente,
la strada percorsa anche da altre Regioni e che poi ha portato alla soluzione
della problematica, ovvero la via amministrativa piuttosto che quella di linee
guida ad hoc, probabilmente avrebbe potuto essere una soluzione per ottemperare
la necessità di soluzione di un problema nei confronti di professionisti che
credo riscuotano assolutamente la solidarietà e la stima di chi opera in campo
sanitario, evitando il rischio, appunto, che poi questa legge sia in qualche
modo bloccata a livello statale.
Pertanto,
annuncio il mio voto di astensione. Grazie
Grazie,
consigliere Laghi. Passiamo all’esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Articolo
4
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere regionale Giannetta, “Sul mantenimento
in servizio dei medici di famiglia fino al settantaduesimo anno di età”.
Cedo la
parola al proponente per l’illustrazione. Prego, consigliere Giannetta.
Grazie,
signor Presidente. Presidente della Giunta, assessori, onorevoli colleghi
consiglieri, questo ordine del giorno parte dalla considerazione che il decreto
Milleproroghe prevede una norma che mantiene in servizio i medici di Medicina generale
fino al compimento del settantaduesimo anno di età.
Infatti,
l’articolo 4, comma nove octiesdecies, testualmente
recita: “Al fine di far fronte alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e
di garantire i Livelli essenziali di assistenza in assenza di offerta di personale
medico convenzionato collocabile, le Aziende del Servizio sanitario nazionale,
sino al 31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio a richiesta degli interessati
il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio sanitario
nazionale di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, numero 502, in deroga
ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza
fino al compimento del settantaduesimo anno di età, comunque entro la predetta
data”.
Questo
a noi serve per poter garantire quell'assistenza sanitaria e quegli attuali Livelli
di assistenza in atto per i nostri cittadini, e questa è una condizione affinché
si possa dare la possibilità alle Aziende sanitarie di prorogare il personale medico
convenzionato che diventa collocabile in pensione.
Ovviamente,
questo dipende anche e soprattutto da quella che è la disponibilità
dell'interessato.
Questo
ordine del giorno vuole, difatti, impegnare il Presidente della Giunta a creare
le condizioni affinché le varie Aziende Ospedaliere e le varie Asp possano
garantire quell'assistenza sanitaria dovuta ai nostri cittadini, attraverso una
disposizione che individui la possibilità di mantenere il servizio i colleghi
medici fino al compimento del settantaduesimo anno di età.
Difatti,
per arrivare alla scelta di un medico di Medicina generale nelle zone carenti,
le Aziende sanitarie devono prima effettuare la ricognizione delle zone carenti
e successivamente fare un avviso per l’individuazione quei medici che possono
andare in quelle zone.
Per
fare tutto questo, ovviamente, passerà del tempo. In questo lasso di tempo, non
si può lasciare sfornito un servizio indispensabile perché, per esempio, un
cittadino che ha la necessità di una prescrizione medica, di una vista
specialistica, di una visita che possa portarlo a effettuare delle indagini
strumentali o di laboratorio rischia di non avere nessuna assistenza. Così
facendo, le Aziende sanitarie potranno prorogare i medici della Medicina
generale fin quando non si individuerà la zona carente e, comunque, massimo
entro il settantaduesimo anno di età.
Questa
iniziativa è rivolta soprattutto alle famiglie che hanno il sacrosanto diritto
di continuare ad avere assistenza sanitaria.
Pertanto,
l'ordine del giorno impegna il Presidente e la Giunta regionale a far questo. Grazie.
Grazie,
consigliere Giannetta.
Pongo
in votazione l'ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportato in Allegati)
Passiamo
all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere regionale Laghi “Sulle misure
adottate dalla Regione in merito allo spreco alimentare”.
Cedo
la parola al consigliere Laghi per l’illustrazione dell’ordine del giorno. Prego,
consigliere Laghi.
Grazie,
Presidente. Introduco l’argomento con dei dati rapidissimi. A livello globale
si produce una quantità di cibo bastevole per dieci miliardi di persone. Noi
siamo 8 miliardi su questo Pianeta; eppure, circa 800 milioni di persone
soffrono la fame. Ogni anno muoiono di fame, cioè di denutrizione, oltre 3
milioni di bambini, mentre il 10 per cento dei bambini che sono su questo Pianeta
sono in sovrappeso; elementi che lasciano pensare comunque di grave iniquità e
che ci dicono come davvero il problema alimentare sia un problema centrale del
nostro tempo.
Se a questo
aggiungiamo che secondo i dati FAO, il 30 per cento del cibo prodotto va in
qualche modo perduto, capiamo che tipo di responsabilità in realtà noi abbiamo.
Per cui,
vado a leggere alcuni aspetti più tecnici e normativi.
Considerato
che la problematica da tempo rappresenta un punto focale delle politiche mondiali
ed europee nonché una priorità degli interventi dei Governi nazionali e locali,
tra le principali iniziative in tal senso occorre ricordare che già nel 2012 il
Parlamento europeo ha adottato la Risoluzione del 19 maggio su un'Europa
efficiente nell'impiego delle risorse.
Nel
2015 l'Assemblea generale delle nazioni unite ha indicato gli obiettivi di
sviluppo sostenibile per il 2030, compreso quello che prevede il dimezzamento degli
sprechi alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di
consumatori.
Vedete
come, anno dopo anno, periodo dopo periodo, il problema si ripresenti poiché è
un problema ineludibile?!
Il 30
maggio 2018 è stata approvata la direttiva 2018/851 proprio del Parlamento europeo
e del Consiglio sui rifiuti, che pone tra gli obiettivi prioritari quello di
migliorare l'uso delle risorse in senso di incentivare l'utilizzo accorto,
efficiente e razionale delle stesse nonché rafforzare l'economia circolare.
Nel
2016 è entrata in vigore la legge nazionale 19 agosto 2016 contenente
disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari
e farmaceutici a fini di solidarietà sociale per la limitazione degli sprechi.
In
una sola volta, noi possiamo ridurre i rifiuti e dare un supporto sociale
fondamentale a chi ne ha bisogno.
Diversi
sono stati i Piani e i Protocolli di intesa dotati a livello nazionale.
Tra i
principali, quello del Piano nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari
e le azioni prioritarie per la lotta allo spreco adottate dal Ministero dell'ambiente
nel 2014 con il quale sono state delineate dieci azioni prioritarie a livello nazionale
per la lotta allo spreco alimentare.
Da
ultimo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella Missione 2 “Rivoluzione
verde e transizione digitale” pone come urgenti gli interventi e le misure in
materia di economia circolare per proteggere la natura e la biodiversità e
garantire un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente e ha stanziato
per questa finalità ingenti fondi proprio della componente 1 “Agricoltura
sostenibile ed economia circolare” per cui verrebbe davvero da dire: “Se non
ora, quando?”.
Da un
lato abbiamo il problema, ma conosciamo delle possibili modalità attraverso cui
risolverlo.
In
ultima analisi, quindi, questo ordine del giorno ha lo scopo di impegnare il Presidente
e la Giunta regionale stessa a adottare programmi e progetti finalizzati ad
affrontare il problema dello spreco alimentare, proprio utilizzando anche le
risorse del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e a individuare
misure per supportare, in particolare, l'azione dei Comuni coinvolti per primi
nel problema della gestione dello spreco, dell'eccedenza alimentare e dei relativi
rifiuti.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Laghi. Pongo in votazione l'ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportato in Allegati)
Prima
di togliere la seduta, vi rammento che il prossimo 20 aprile, alle ore 14, sarà
convocata una seduta di Consiglio regionale, che ovviamente sarà preceduta da
regolare convocazione, con l’inserimento di pochi punti all'ordine del giorno per
dare più spazio alle interrogazioni.
La
seduta è tolta. Grazie.
La
seduta termina alle 18.53
Hanno chiesto congedo: Montuoro, Calabrese e
Pietropaolo.
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Raso
e Straface “Disciplina regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini
di un efficace sviluppo delle reti di telecomunicazioni in osservanza della
tutela ambientale e sanitaria della popolazione” (PL n. 169/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso, Comito, Crinò,
De Nisi, Gelardi, Graziano, Neri “Riconoscimento del Carnevale della Calabria
di “Giangurgolo”” (PL n. 170/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Alecci
“Interventi per la valorizzazione dei portali antichi in pietra” (PL n. 171/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Straface
“Autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC)” (PL
n. 172/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Giannetta
e Gallo “Istituzione e disciplina del Registro regionale dei Comuni con
prodotti De.Co” (PL n. 173/12^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per
l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con
l’estero per il parere finanziario.
Billari “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 recante: “Disposizioni
per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di
accoglienza per donne in difficoltà”” (PL n. 174/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“PR
Calabria FESR FSE +2021-2027 - integrazione della Delibera di Giunta regionale
n. 600 del 18 novembre 2022 recante “Presa d’atto della conclusione del
negoziato per l’approvazione del Programma Regionale Calabria FESR FSE +
2021-2027 - Decisione della Commissione C (2022) 8027 final
del 3.11.2022. Istituzione Comitato di Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori
adempimenti - (Deliberazione G.R. n. 109 del 13.3.2023)” (PPA n. 119/12^).
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per
l’esame di merito.
“Presa d’atto della conclusione del negoziato
per l’approvazione del Programma Regionale Calabria FESR – FSE+ 2021-2027 –
Decisione della Commissione C(2022) 8027 final del
3.11.2022. Istituzione del Comitato di Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori
adempimenti - (Deliberazione G.R. n. 600 del 18.11.2022)” (PPA n. 120/12^).
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per
l’esame di merito.
“Approvazione
Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione
e per la gestione delle Foreste Regionali anno 2023 - (Deliberazione G.R. n.
112 del 13.3.2023)” (PPA n. 121/12^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per
l’esame di merito.
“Bilancio
di previsione 2023-2025 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC) - (Deliberazione G.R. n. 125 del 31.3.2023)” (PPA n. 122/12^).
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per
l’esame di merito.
La Giunta regionale ha
trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la
deliberazione n. 98 del 13 marzo 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione
(PAC) Calabria 2007/2013. Approvazione scheda intervento III.20 “Interventi di
miglioramento delle prestazioni di accoglienza e presa in carico della sanità
pubblica per il rafforzamento del grado di umanizzazione dei servizi sanitari”.
Rimodulazione del Piano finanziario””.
(Parere numero 21/12^).
È stato assegnato alla seconda
Commissione consiliare permanente.
Il Dipartimento sviluppo
economico ed attrattori culturali, osservatorio regionale delle attività
estrattive (O.R.A.E.) ha trasmesso il Decreto Dirigenziale n. 4635 del 31 marzo
2023, concernente: “Apertura di una nuova cava per l’estrazione di tout-venant
di origine calcarea sita nella frazione Scaliti in località Castellara nel Comune
di Filandari (VV)”.
Azienda S. Moviter
di Corso Salvatore, via Catanzaro 12 - 89900 Vibo Valentia.
(Parere numero 22/12^).
È stato assegnato alla
seconda, alla quarta e alla sesta Commissione consiliare permanente.
La seconda Commissione
consiliare permanente, nella seduta del 28 marzo 2023, ha espresso parere
favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 88 del 3 marzo 2023,
recante: “PO FEAMP 2014/2020 - Presa d’atto approvazione modifica del Piano
finanziario”.
(Parere numero 20/12^).
La Seconda Commissione
consiliare permanente, nella seduta del 28 marzo 2023, ha espresso parere
favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 98 del 13 marzo 2023, recante:
“Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Approvazione scheda
intervento III.20 “Interventi di miglioramento delle prestazioni di accoglienza
e presa in carico della sanità pubblica per il rafforzamento del grado di
umanizzazione dei servizi sanitari”. Rimodulazione del Piano finanziario”.
(Parere numero 21/12^).
Si comunica che la proposta di
provvedimento amministrativo numero 119/12^ è stata revocata, giusta nota,
protocollo numero 6071 del 20 marzo 2023.
La Giunta regionale ha
trasmesso la deliberazione n. 109 del 13 marzo 2023, recante: “PR Calabria FESR
FSE +2021-2027 - integrazione della Delibera di Giunta regionale n. 600 del 18
novembre 2022 recante: “Presa d’atto della conclusione del negoziato per
l’approvazione del Programma Regionale Calabria FESR FSE + 2021-2027 -
Decisione della Commissione C (2022) 8027 final del
3.11.2022. Istituzione Comitato di Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori adempimenti”,
ad integrazione della D.G.R. n. 600 del 18.11.2022”.
In data 13 marzo 2023, il
consigliere regionale Antonio Andrea Billari ha
aderito al Gruppo consiliare “Partito Democratico”.
In data 24 marzo 2023, il
consigliere regionale Amalia Bruni ha aderito al Gruppo consiliare “Partito
Democratico”.
In data 17 marzo 2023, è stato
nominato Presidente del Gruppo consiliare “Misto” il consigliere regionale
Antonio Lo Schiavo.
In data 29 marzo 2023, sono
stati designati quali componenti della Giunta delle Elezioni:
- per il Gruppo consiliare “De
Magistris Presidente”, il consigliere regionale Ferdinando Laghi;
- per il Gruppo consiliare “Forza
Italia”, il consigliere regionale Michele Comito.
In data 30 marzo 2023, sono
stati designati in rappresentanza del Gruppo consiliare “Misto”, quali
componenti per la Giunta delle Elezioni: il consigliere regionale Antonio Maria
Lo Schiavo e per la Giunta del Regolamento: il consigliere regionale Antonello Talerico.
In data 29 marzo 2023, il
Presidente del Gruppo consiliare “Partito Democratico”, Domenico Bevacqua, ha
designato quale componente della quarta Commissione il consigliere regionale
Antonio Andrea Billari.
In data 30 marzo 2023, il
consigliere regionale, Antonello Talerico, è stato
designato quale componente della prima Commissione consiliare e della
Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e
dell’illegalità diffusa.
In data 30 marzo 2023, il
consigliere regionale Salvatore Cirillo ha comunicato le proprie dimissioni da
componente della prima Commissione consiliare permanente.
In data 30 marzo 2023, il
consigliere regionale Giacomo Pietro Crinò ha
comunicato le proprie dimissioni da componente della Commissione consiliare
contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa.
In data 31 marzo 2023, il
consigliere regionale Giuseppe Mattiani è stato
eletto Segretario della prima Commissione consiliare permanente.
Il consigliere regionale Tavernise ha comunicato che le interrogazioni a sua firma
ormai superate, in quanto risalenti nel tempo, sono le seguenti:
- n. 51 del 3 maggio 2022 (a
risposta scritta), concernente: “Chiusura degli stabilimenti delle Terme Luigiane”;
- n. 57 del 15 giugno 2022 (a
risposta scritta), concernente: “Prevenzione incendi 2022”;
- n. 82 del 28 settembre 2022
(a risposta immediata), concernente: “Aumento tariffe treni regionali
Trenitalia”.
Il consigliere regionale
Mammoliti ha comunicato che, per quanto concerne le interrogazioni da lui
presentate, sono da ritenersi ormai superate e, di conseguenza, ritirate, le
seguenti:
- n. 37 del 10 marzo 2022 (a
risposta immediata), concernente: “In merito alla chiusura del Centro per
l’impiego di Petilia Policastro (KR)”;
- n. 43 del 28 marzo 2022 (a
risposta scritta), concernente: “Sul rimborso delle spese per dializzati che
usano il mezzo proprio”;
- n. 61 dell’8 luglio 2022 (a
risposta immediata), concernente: “In merito all'attività lavorativa in
condizioni di esposizione prolungata al sole”;
- n. 100 del 6 dicembre 2022
(a risposta immediata), concernente: “In merito alla soppressione, sulla tratta
ferroviaria Sibari-Crotone, della fermata di Torre Melissa nell’orario
invernale di Trenitalia”;
- n. 106 del 19 dicembre 2022
(a risposta scritta), concernente: “Sulla chiusura del centro vaccinale ubicato
presso il presidio ospedaliero De Lellis facente parte dell'A.O. Pugliese
Ciaccio di Catanzaro”.
Il consigliere regionale Laghi
ha comunicato di aver ritirato l’interrogazione n. 86 del 5 ottobre 2022 (a
risposta scritta), in quanto superata dall’evoluzione dei fatti.
La proposta di legge n.
164/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Comito, Straface, Gentile, De
Francesco, Montuoro, Laghi, Graziano, recante: “Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 3 agosto 2018, n. 28 (Disposizioni per il riconoscimento della
rilevanza sociale dell’endometriosi e istituzione del Registro regionale)” è
stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Mannarino.
La proposta di legge n.
98/12^, di iniziativa dei Consiglieri regionali Graziano, Gentile, Laghi,
Montuoro, recante: “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del
randagismo” è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali Straface e
Mannarino.
Il consigliere regionale
Giuseppe Mattiani, in data 16 marzo 2023, ha ritirato
la propria sottoscrizione dalla proposta di provvedimento amministrativo n.
118/12^, recante: “Integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale
della Calabria (Deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005, n. 5)”.
La proposta di legge n.
161/12^, di iniziativa del consigliere regionale Laghi, recante: “Disciplina
regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini di un efficace sviluppo
delle reti di telecomunicazioni in osservanza della tutela ambientale e
sanitaria della popolazione”, è stata ritirata dal proponente in data 16 marzo
2023.
La proposta di legge n.
163/12^, di iniziativa del consigliere regionale Straface, recante: “Norme
sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti
da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”, è stata
ritirata dal proponente in data 16 marzo 2023.
La proposta di legge n.
166/12^, di iniziativa del consigliere regionale Straface, recante: “Integrazione
all’articolo 11 della legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 (Norme in materia
di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle
strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private)”, è stata ritirata
dal proponente in data 28 marzo 2023.
In data 15 marzo 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 64 del 16 marzo 2023:
1) Legge regionale n. 10 del
15 marzo 2023, recante: “Istituzione del Garante regionale per la tutela delle
vittime di reato”;
2) Legge regionale n. 11 del
15 marzo 2023, recante: “Ratifica dell’Intesa tra le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano per l’istituzionalizzazione della Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome”;
3) Legge regionale n. 12 del
15 marzo 2023, recante: “Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento,
la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria”.
In data 4 aprile 2023, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 80 del 4 aprile 2023:
- Regolamento regionale n. 4
del 4 aprile 2023 concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 5 novembre
2013 n. 10 «Regolamento regionale di attuazione della L.R. 3 settembre 2012, n.
39, recante “Istituzione della struttura tecnica di valutazione
VAS-VIA-AIA-VI».”.
La Giunta regionale ha trasmesso
copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione
finanziario 2023-2025:
1. deliberazioni
della Giunta regionale numeri 99, 100, 101, 102, 103, 104, 105, 106 e 108 del
13 marzo 2023
2. deliberazioni
della Giunta regionale numeri 126, 127, 128, 129, 130, 131, 132, 133, 134, 135,
136, 137, 138,139, 140 e 141 del 31 marzo 2023
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
1)
con legge regionale del 15 dicembre 2021, n. 32, e s.m.i,
è stata istituita l'“Azienda per il Governo della Sanità della Regione
Calabria” (denominata, in breve, “Azienda Zero”), quale ente del Servizio
Sanitario Regionale dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di
autonomia imprenditoriale;
2)
con DCA n. 60 del 24 maggio 2022, è stato definito il programma di attuazione
delle funzioni attribuite ad Azienda Zero dalla legge regionale istitutiva,
stabilendo anche le fasi di avvio delle attività operative;
3)
con DCA n. 61 del 24.05.2022, il Prof. Giuseppe Profiti è stato nominato quale
Commissario Straordinario di Azienda Zero attribuendogli i poteri del Direttore
Generale e con l'incarico di dare corso al programma di attuazione delle
funzioni e avvio delle attività previste nella sopra citata DCA n. 60 del
24.05.2022;
4)
con Deliberazione n. 01 del 22.02.2023, il Commissario Straordinario Prof.
.........., in conformità a quanto previsto dalla legge regionale istitutiva,
ha adottato l'Atto Aziendale di Azienda Zero;
5)
con il predetto Atto Aziendale, sono state previste le norme di organizzazione
e di funzionamento di Azienda Zero. In particolare: a) è stata disciplinata
l'organizzazione degli uffici e le relative linee strategiche generali
aziendali;
b)
è stato definito il modello funzionale della gestione aziendale e
l'organigramma aziendale;
c)
sono stati disciplinati i livelli di competenza e di responsabilità, le
funzioni di supporto, le funzioni di indirizzo strategico aziendali e di
gestione operativa;
6)
con specifico riferimento al Dipartimento “Emergenza-Urgenza”, è stata
istituita la Centrale Operativa Emergenza Urgenza (COEUR) che prevede un
coordinamento regionale degli interventi di emergenza-urgenza sul territorio
calabrese;
7)
in particolare, l'anzidetto coordinamento regionale si avvale di una Centrale
Unica di Risposta (CUR), di un Numero Unico di Risposta (NUR) e di tutta una
serie di “Strutture Semplici” (distinte in Sale Operative e Postazioni di
Emergenza Territoriale) dislocate sul territorio regionale;
8)
andando più nello specifico, l'Atto Aziendale prevede: a) una Sala Operativa
118 NORD;
b)
una Sala Operativa 118 SUD;
c)
Postazioni di Emergenza Territoriale NORD OVEST;
d)
Postazioni di Emergenza Territoriale NORD EST;
e)
Postazioni di Emergenza Territoriale SUD OVEST;
f)
Postazioni di Emergenza Territoriale SUD EST;
9)
l'Atto Aziendale sembrerebbe, dunque, non prevedere Sale Operative e Postazioni
di Emergenza Territoriale nell'area centrale della Calabria. Tutto ciò
premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua
qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria,
per
sapere:
quali
sono, nel dettaglio, i Comuni calabresi che rientrano nella sfera di
operatività di ciascuna Postazione di Emergenza Territoriale e di ciascuna Sala
Operativa previste dall'Atto Aziendale di Azienda Zero.
(123;
13/03/2023).
Tavernise. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso
che:
-
la provincia di Cosenza è la più estesa provincia calabrese, la quinta
provincia in Italia per estensione e seconda del Sud;
-
l’emergenza Covid, anche e soprattutto nella nostra regione, ha determinato in
molti casi la difficoltà o l’impossibilità di effettuare visite diagnostiche e
terapie, così come ha portato al rallentamento, se non alla sospensione dei
programmi di screening: questo ha alzato la soglia di rischio delle neoplasie;
-
negli ultimi anni l’incidenza delle malattie oncologiche è aumentata
notevolmente sul territorio calabrese e, in particolar modo, nella provincia di
Cosenza. Nel corso del 2021 il numero di morti di tumori in Calabria è stato
pari a 1.648 persone, di cui 885 nella sola provincia di Cosenza;
- è
cresciuta, in particolare, la preoccupazione sul fronte delle patologie
neoplastiche nella Sibaritide. I tumori hanno avuto un incremento del 30%. Il
dato non tiene conto delle neoplasie del sangue come le leucemie, i mielomi e i
linfomi in quanto la divisione di oncologia del presidio ospedaliero spoke di Corigliano Rossano è sprovvista di un ematologo;
-
gli strumenti diagnostici sono essenziali per poter fornire diagnosi tempestive
che consentano di intervenire in maniera corretta sulla malattia e, nello
specifico, la PET (Tomografia a Emissione di Positroni) consente di rilevare
alterazioni funzionali, e quindi anche molto precoci, di organi e apparati e
costituisce un indispensabile strumento di diagnosi delle malattie oncologiche,
utile a calibrare correttamente le terapie e gli interventi;
-
secondo la mappa “Dove mi curo?” della Rete oncologica pazienti Italia (Ropi) sta diventando sempre più ampio il gap tra
Settentrione e Meridione nella diagnosi e cura delle malattie oncologiche e la
Calabria, a differenza di Campania, Puglia e Sicilia, non raggiunge neanche i
livelli minimi di copertura per la cura dei tumori;
-
quasi 25 mila pazienti di cancro in Italia hanno deciso nel 2021 di operarsi
fuori dalla propria regione, ovvero più di uno su dieci. La Calabria, insieme
al Molise, ha il triste record di propri pazienti che decidono di curarsi fuori
dalla loro regione di residenza con circa il 50% dei pazienti oncologici che
emigrano. Tra le regioni “più attrattive” per i malati oncologici troviamo la
Lombardia con il 17,63% dei pazienti oncologici ricoverati in regione
provenienti da altre località, il Veneto con il 16,35%, il Lazio con il 15,84%,
la Toscana con il 12,44% e poi Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna con
percentuali superiori all’11%. In coda, tra le realtà meno attrattive troviamo
ancora una volta la Calabria con solo l’1,62% di pazienti provenienti da fuori
regione. Considerato che: - la situazione in merito agli esami diagnostici
nella provincia di Cosenza è allarmante. C’è una sola Pet per la diagnosi
precoce dei tumori situata nel capoluogo bruzio che deve rispondere ai flussi
che provengono da ben quattro centri oncologici presenti in tutta la provincia
e ciò determina un allungamento dei tempi circa i risultati. Molti pazienti
sono così destinati ad andare fuori regione. Tenuto conto che: - nell’audizione
in Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative del 22
novembre 2022 del referente della rete oncologica del dipartimento alla Sanità
della Regione Calabria, nonché dei responsabili dei Registri tumori delle
cinque province calabresi è emerso che le strutture e le attività previste
dalle vigenti leggi regionali sulla cura e prevenzione dei tumori non hanno
avuto piena applicazione o sono rimaste del tutto inevase, perdurante la
situazione di carenza di personale, mezzi e strumentazioni;
-
il territorio della Sibaritide in particolare risulta sprovvisto di una Pet e
ciò può determinare per le persone affette da patologie oncologiche gravi
ritardi nella diagnosi obbligandole ad effettuare spostamenti lunghi ed
estenuanti, anche considerate le già precarie condizioni di salute dei
pazienti. Da tempo è in atto la protesta di un paziente oncologico che è pronto
ad incatenarsi e ad avviare lo sciopero della fame per ottenere la Pet. Tutto
ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
se
e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario
ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore
sanitario della Regione Calabria affinché si possa dare una celere risposta ai
bisogni sanitari dei pazienti oncologici della provincia di Cosenza, dotando i
centri oncologici di adeguate strumentazioni di diagnosi e cura, ad iniziare da
una Pet nel territorio della Sibaritide, per consentire ai pazienti di
affrontare la malattia senza dover più sopportare viaggi fuori regione, che
rappresentano un costo per le famiglie e i servizi sanitari regionali.
(124;
14/03/2023).
Tavernise. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso
che:
-
negli ultimi anni, in Italia, si è registrato un importante spostamento del
parco autobus circolante, utilizzato per il Trasporto Pubblico Locale (TPL),
verso mezzi più moderni e meno inquinanti. Da questa tendenza sembra essere
esclusa la Calabria. Secondo il monitoraggio effettuato dal ministero dei Trasporti
e delle Infrastrutture (già Mims) sui mezzi in
circolazione sulle strade italiane fino al 30 settembre 2022 la nostra regione
risulta negli ultimi posti della classifica con una quota di autobus circolanti
Euro 2 e 3, le classi più inquinanti, ancora molto elevata, superiore al 40%.
Oltre il 51% del parco macchine che transita nei centri e nelle strade
calabresi è costituito da bus fino ad euro 4 e non risulta in circolazione
neppure un mezzo a zero emissioni;
-
il servizio dei trasporti pubblici in Calabria è disciplinato dalla legge
regionale n.35 del 31 dicembre 2015 “Norme per i servizi di trasporto pubblico
locale”. L’ente di governo del bacino unico regionale è l’Autorità Regionale
dei Trasporti della Calabria (ART-CAL). Considerato che: - i contratti di
servizio del Trasporto Pubblico Locale su gomma sono stati affidati a sei
consorzi che raggruppano ventisei aziende, con affidamenti diretti di emergenza
a partire dal 2012. È poi intervenuto un atto integrativo di proroga fino al
31/12/2015 e, successivamente, una lunga serie di altre proroghe. Con il
Decreto n.16716 del 30/12/2015 si proroga l’affidamento fino al 31/12/2017;
con
il Decreto n.10682 del 29/09/2017 fino al 31/08/2019;
con
il Decreto n.10980 del 12/09/2019 fino al 17/11/2019;
con
il Decreto n.14606 del 27/11/2019 fino al 31/12/2019;
con
il Decreto n.17136 del 31/12/2019 fino al 31/03/2021;
con
il Decreto n.2770 del 17/03/2021 fino al 31/12/2021;
con
il Decreto n.14147 del 31/12/2021 fino al 31/03/2023;
- la
legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 “Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale”, all’art. 9 (Programma pluriennale del Trasporto Pubblico
Locale), prevede che la Giunta regionale, sentito il parere dell’ART-CAL e del
Comitato della mobilità, approvi il Programma pluriennale del trasporto
pubblico locale entro novanta giorni dall’approvazione del bilancio pluriennale
di cui all’articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002 n. 8. La Giunta
Regionale ha approvato con deliberazione n. 402 del 28 agosto 2019 il Programma
pluriennale del Trasporto Pubblico Locale 2019/2021, integrato con successiva
D.G.R. n. 35 del 9 aprile 2020;
-
con la legge regionale n. 20 del 04/7/2022 "Integrazione all’articolo 23
della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale)." è stato prorogato per l’anno 2022 la validità di quanto
previsto per l’anno 2021 dal Programma pluriennale del Trasporto Pubblico
Locale 2019/2021. Tenuto conto che: - il 10 gennaio 2022 la ditta Simet ha presentato formale procedura di licenziamento
collettivo per la risoluzione del rapporto di 70 lavoratori. Dopo le dimissioni
di 30 dipendenti, il 10 settembre 2022 sono arrivate le lettere di
licenziamento per 40 lavoratori. Sono previsti nuovi licenziamenti che
potrebbero toccare oltre 50 dipendenti. La Simet non
rientra nel trasporto pubblico locale, trattandosi di trasporto interregionale
e dunque a carattere interamente privato ma nel febbraio 2022 la Terza
Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative congiunta con la
Quarta Commissione Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente hanno discusso possibili provvedimenti di sostegno, come
l’eventuale ricollocazione dei dipendenti, coinvolgendo i lavoratori nello
svolgimento di servizi integrativi nell’ambito del trasporto pubblico locale;
-
sulla vertenza Simet si è tenuta una riunione nella
Prefettura di Cosenza a fine gennaio 2023 alla quale hanno partecipato, oltre
al Prefetto, l’Assessore Regionale ai Trasporti, il Sindaco di Corigliano Rossano,
il consigliere delegato della Provincia, le Organizzazioni Sindacali di
categoria, nonché i rappresentanti di Confindustria Cosenza e della Ditta Simet. Nel corso dell’incontro i presenti al tavolo hanno
formulato delle proposte finalizzate ad un approfondimento di ogni possibile
soluzione offerta dalla normativa vigente per la ricollocazione dei dipendenti,
anche eventualmente utilizzando le opportunità derivanti da un nuovo Programma
pluriennale del trasporto pubblico locale e dall’indizione di una gara pubblica
per l’affidamento dei servizi;
-
le tratte servite dalla Simet risultano essere cruciali
per un territorio, quello ionico della Calabria, nel quale la situazione dei
trasporti, per quanto riguarda le ferrovie e gli aeroporti, è drammatica. Non è
stata ancora completata, a titolo d'esempio, l'elettrificazione della ferrovia
ionica nel tratto calabrese e la fascia, parliamo di un bacino di 300.000
persone, è servita attualmente soltanto da un treno a lunga percorrenza. Preso
atto che: - la normativa europea, in particolare gli articoli 5 e 8 del
regolamento CE numero 1370/2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo
ai servizi pubblici di trasporto di passeggeri su strada e per ferrovie,
dispone che la Regione debba mettere a gara europea (procedura ad evidenza
pubblica) i servizi del trasporto pubblico locale;
- a
tutt'oggi non risulta che la Regione Calabria abbia predisposto la gara europea
per l'affidamento del servizio del trasporto pubblico locale ed è difficile se
non impossibile che tale gara sia organizzata nei pochi giorni rimanenti dalla
scadenza dell’ultima proroga, il 31 marzo 2023;
- è
necessario definire il Piano attuativo del TPL, da approvare in Consiglio
regionale su proposta della Giunta regionale, sentito il parere del Comitato
della mobilità, e predisporre l’aggiornamento del Programma pluriennale come
stabilito dagli articoli 8 e 9 della L.R. n. 35/2015;
-
il trasporto pubblico locale, in Calabria, assume un particolare valore, alla
luce delle croniche carenze nei servizi di mobilità a favore dei cittadini,
specie nelle aree interne e più disagiate e nella fascia ionica della regione.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
-
se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa per assicurare ai
calabresi un diritto alla mobilità mortificato per gap infrastrutturale,
ataviche inefficienze e ripetute proroghe, procedendo ad una revisione del
Programma Pluriennale del T.P.L. 2019/2021 con la piena attuazione della L.R.
35/2015, ad un rapido avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei
servizi di trasporto pubblico locale, a disporre opportuni e specifici
provvedimenti atti ad aiutare i lavoratori licenziati della Simet.
(126;
21/03/2023).
Mammoliti,
Bevacqua, Alecci, Iacucci, Billari,
Bruni, Lo Schiavo, Afflitto, Tavernise.
Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
- con
comunicazione trasmessa a mezzo pec il 15.02.2023,
rappresentanti di partiti politici, movimenti ed associazioni del Comune di
Lamezia Terme, in riferimento al complesso procedimento amministrativo per
l’approvazione del Piano Strutturale Comunale, hanno chiesto alle diverse
Amministrazioni interessate e, tra queste, alla Regione Calabria “una attenta
valutazione di conformità e coerenza urbanistica e ambientale del PSC di
Lamezia Terme rispetto al Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (art. 22,
co. 5; art. 20, punto 1, lett. c), al Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale e ai principi, assunti con leggi regionali, ai fini di perseguire
la corretta e piena legittimità della pianificazione urbanistica dell’intero
territorio calabrese”. Da tale comunicazione emergerebbe la netta non
conformità di quel PSC rispetto ai dettami e ai principi della legge regionale
19/2002 e smi, in essa specificatamente indicati,
nonché alla L.R. n. 25/2022, che stabilisce l’obbligo di
«concorrere
al progressivo raggiungimento dell’obiettivo europeo di azzeramento del consumo
di suolo netto» (lett. a), c. 2, L.R. 25/2022);
«favorire
il riuso edilizio di aree già urbanizzate» (lett. b), c. 2, art. 1);
«tutelare
i centri urbani dal degrado causato dai processi di desertificazione delle
attività produttive e commerciali» (lett. i), c. 2, art. 1);
«promuovere
i programmi di rigenerazione urbana volti alla riqualificazione di parti
significative di città e sistemi urbani per favorire il risparmio del
territorio, nonché un ammagliamento di tessuto urbano
privo di attrattività che soddisfi le esigenze abitative all’interno del
perimetro urbano esistente, creando, possibilmente economie di scala e la
capacità di resilienza urbana» (lett. l), c. 2, art.1). Si denuncia inoltre in
tale comunicazione che, in violazione del dovere di decostruzione di cui
all’art. 8, della legge regionale 25/2022, quel PSC prevede il trasferimento da
aree urbanizzate ad aree urbanizzabili (ex agricole) di volumetrie derivanti da
misure premiali in esso previste. Con tale comunicazione viene denunciato,
inoltre, che, essendo stato quel Piano strutturale elaborato prima dell’entrata
in vigore del QTRP e facendo perno su “manifestazioni di interesse” (art. 70
del REU) finalizzate soprattutto all’utilizzazione diretta ed immediata delle
aree urbanizzabili sulla base di accordi preliminari con i privati, esso sia in
netto contrasto col sopravvenuto strumento regionale che, all’art. 20, lett. A,
punto 1, delle Disposizioni normative, prevede che i nuovi PSC diventino
operativi solo «dopo avere raggiunto gli obiettivi principali di sostenibilità
riferiti agli ambiti urbanizzati». Con la stessa comunicazione si denuncia
altresì che il Piano, adottato dal Comune di Lamezia Terme sulla base di un
Documento preliminare approvato nel 2010, sia ovviamente ispirato da un quadro
economico, sociale, culturale, demografico (nello specifico da una assai
fuorviante «buona tenuta demografica») e normativo datato e che non rispecchia
l’attualità, nel frattempo del tutto cambiata per effetto di “bonus” edilizi,
crisi economiche, una pandemia e una guerra che hanno stravolto la realtà e,
quel che è più grave, comunque non in linea con le dinamiche demografiche in
atto (decremento dell’8% della popolazione) e potenziali (c. 1, art. 3, lr 19/2002 e smi). Con la
richiesta, che si allega alla presente, i sottoscrittori infine oltre a
rilevare come il PSC e il relativo iter amministrativo siano viziati dal
mancato rispetto di tali numerose norme di legge o regolamenti, denunciano
anche “come tutte le norme citate siano cogenti e che per di più nella loro
attuazione non venga lasciata all’interprete alcuna discrezionalità. E con la
sua attuale formulazione l’art. 323 del Codice Penale sanziona come abuso
d’ufficio il comportamento del ‘pubblico ufficiale … che, nello svolgimento
delle funzioni …, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente
previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non
residuino margini di discrezionalità … intenzionalmente procura a sé o ad altri
un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto’”.
Tutto quanto sopra premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano
il Presidente della Giunta regionale e il competente Assessore,
per
sapere:
-
se sono a conoscenza della richiamata richiesta;
- quali
iniziative amministrative intendano assumere sulla richiamata richiesta,
considerato l’inammissibile e rilevante consumo di suolo che può provocare la
definitiva approvazione delle scelte urbanistiche e degli elaborati del PSC
varato dal Comune di Lamezia Terme;
-
come intendano affrontare con urgenza il tema del doveroso rispetto delle
cogenti norme europee, statali, regionali e comunali in essa puntualmente
indicate;
-
quali ulteriori iniziative intendano in ogni caso adottare per dare riscontro
alla denunciata violazione delle norme indicate dai sottoscrittori nella
richiesta in questione e per scongiurare i gravi danni ambientali, economici e
sociali dagli stessi paventati.
(125; 15/03/2023).
Graziano
e Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
oltre quattromila tirocinanti calabresi, hanno svolto, da oltre un decennio, e
stanno svolgendo servizio nella Pubblica amministrazione: in Tribunali, scuole,
servizi per i beni culturali, Comuni;
-
in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le
Province autonome di Trento e Bolzano, in data 22 gennaio 2015 è stato
raggiunto l’accordo relativo alle “Linee guida per i tirocini di orientamento,
formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all'inclusione sociale,
all'autonomia delle persone e alla riabilitazione”, recepito dalla Regione
Calabria con DGR n. 472 del 29 ottobre 2018;
-
nel 2019, a seguito di avvisi pubblici rivolti a soggetti pubblici e privati
interessati ad avviare percorsi per la realizzazione di tirocini di inserimento
sociale (TIS) rivolti a disoccupati ex percettori di mobilità in deroga, tutti
i soggetti appartenenti a tale categoria sono stati inseriti in progetti TIS.
Considerato
che: - la DGR n. 410 del 01 settembre 2022 prevede che il tirocinio possa
essere prorogato oltre il limite dei due anni “in seguito all’attestazione
della sua necessità da parte del servizio pubblico che ha in carico la persona
e non più di una volta per un massimo di 24 mesi”. Nella delibera, vista la
scadenza dei percorsi di tirocinio precedentemente avviati, si dispone che il
dipartimento lavoro debba avviare le interlocuzioni necessarie con gli enti
ospitanti per prorogare gli stage per ulteriori 12 mesi. Non solo, si invita
anche ad avviare “ogni altro atto necessario a dare impulso alla prosecuzione
dei percorsi per un’ulteriore annualità” coinvolgendo i centri per l’impiego e
a reperire le risorse finanziarie necessarie per la copertura di tale
operazione. I Tis, quindi, dovrebbero proseguire in
continuità, senza alcuna interruzione man mano che i percorsi nei 458 enti
interessati termineranno.
Tenuto
conto che: - i tirocinanti hanno acquisito competenze professionali importanti
nel corso dei numerosi anni di servizio, lavorando presso gli enti ospitanti,
il cui organico è, nella maggior parte dei casi, sottodimensionato. Questi
enti, soprattutto gli enti locali, riescono a garantire i servizi essenziali ai
propri cittadini proprio grazie al contributo dei tirocinanti;
-
nonostante tale importante contributo professionale presso gli enti ospitanti,
i tirocinanti vivono in uno stato costante di precarietà e non hanno diritto a
nessun trattamento previdenziale e contributivo. Gli stage, infatti, non hanno
alcun valore ai fini pensionistici, dunque tutti questi soggetti non solo sono
e rimangono a rischio di esclusione sociale, ma stanno anche costruendo enormi
buchi nella loro storia previdenziale che avranno effetti deleteri al momento
di andare in pensione. Preso atto che: - la condizione di precariato
riguardante i tirocinanti, persone per lo più over 50 per le quali in tutti
questi anni la politica non è riuscita a trovare una soluzione che non fosse un
tirocinio reiterato nel tempo, persiste da troppi anni e non è più
procrastinabile un serio un drastico cambiamento di rotta sulle politiche del
lavoro, anche e soprattutto in vista della scadenza dei tirocini. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
quali
iniziative intenda intraprendere la Regione Calabria per risolvere, entro il
termine di scadenza della proroga, tale situazione di precarietà e riconoscere
la dignità che questi lavoratori meritano, anche attraverso politiche volte a
portare alla stabilizzazione delle posizioni lavorative dei tirocinanti e con
il coinvolgimento dei ministeri competenti.
(127;
22/03/2023).
Tavernise. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso
che:
- la
strada Mirto Crosia-Longobucco, nota anche come strada Sila-mare, risulta
essere un’infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello
Ionio cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta
ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne
dell’altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
l’idea
di disegnare una via alternativa alla statale 177 che da Rossano si inerpica in
Sila nasce a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nell’ambito di
un ragionamento sviluppato attorno alla bonifica del Trionto.
Un ventennio più tardi la bonifica del fiume – a valle – viene appena accennata,
sperperando 50 miliardi di lire in quello che doveva essere il progetto della
diga sul torrente Laurenzano, affluente del Trionto,
per placare la sete degli abitanti e delle produzioni agricole a valle, in
tubazioni, scavi, condotte idriche abbandonate a sé stesse ed ancora oggi ben
visibili;
la
costruzione dell’opera, con una spesa complessiva che finora supera gli 80
milioni di euro, è stata avviata negli anni 90 con l’esecuzione di un primo
lotto di lavori a valle dell’abitato di Longobucco. Sono stati poi realizzati
il secondo lotto e il terzo lotto e, successivamente, con l’Accordo di
Programma 2002-2006: “Sistema delle infrastrutture di trasporto”, il primo
stralcio dell’originario progetto del IV lotto, garantendo la viabilità fino al
ponte sul Trionto posto in località Destro. La prima
parte della strada, per un tratto di undici chilometri, viene inaugurata nel
2015. È in via di completamento il IV lotto II stralcio, finanziato con le
risorse FSC 2007/2013 di cui alla Delibera CIPE numero 62 del 03 agosto 2011
(“Individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale
ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per l'attuazione del
piano nazionale per il sud”), lungo circa sei chilometri che dalla località
Destro giunge al ponte di Cropalati. La consegna dei lavori di questo lotto era
prevista per il 2018, poi via via prorogata fino a marzo 2023. Da Cropalati,
poi, deve essere ultimato il V lotto, quello finale, per arrivare a Mirto
Crosia e ricongiungersi alla SS 106 ionica. Il progetto per questo ultimo
tratto è stato affidato ad Anas, individuato come soggetto attuatore e il costo
è di 21,80 milioni di euro. Considerato che: le risorse economiche per il
completamento di questa strada, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la
coesione 2014-2020, sono disponibili e il completamento dell’opera è inserita
nello strumento attuativo Piano Pluriennale Anas 2016 – 2020.
Tenuto
conto che: la fine dei lavori è prevista entro il 31 dicembre 2023;
al
momento l’andamento dei lavori risulta nuovamente intermittente e c’è profonda
incertezza sui tempi di completamento dell’ultimo lotto. Ciò determina
ulteriori e ormai costanti disagi per la cittadinanza.
Preso
atto che: la strada Sila-mare è fondamentale per l’ammodernamento e la sicurezza
dei collegamenti delle aree interne con le zone costiere. Il completamento
dell’asse Mirto Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio
di Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 20 minuti e
ne aumenterebbe l’attrattività e la competitività anche e non solo sotto il
profilo turistico: accorciare le distanze significa abbattere tempi di
percorrenza e costi di trasporto. Una leva fondamentale per il progresso
dell’intera regione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta regionale
per
sapere:
se
la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative
intenda assumere per dare impulso al completamento dei lavori entro la prevista
scadenza del 31 dicembre 2023, anche avviando una tempestiva interlocuzione con
Anas per conoscere l’esatto cronoprogramma degli interventi.
(128;
23/03/2023).
(Ritirata
dal proponente, con nota protocollo n. 6478 del 27/03/2023)
Bevacqua,
Alecci, Billari, Iacucci,
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
il Decreto mille proroghe 2021 (DL 228/2021) ha sancito lo stanziamento di 10
mln di euro (poi divenuti 25) destinati all’attuazione del c.d. “Bonus
Psicologo”, più precisamente: un contributo per sessioni di psicoterapia, per
non più di 50 euro a seduta e per un totale massimo di 600 euro per ogni utente
avente diritto, da rimborsare ai liberi professionisti che aderiscono
all’iniziativa;
-
con decreto attuativo del Ministero della Salute del 31 maggio 2022 e
successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (27 giugno 2022) si è concluso
l’iter per arrivare all’attivazione della misura;
-
il 25 luglio 2022 ha preso il via la procedura per inoltrare domanda attraverso
specifica piattaforma predisposta da INPS. La procedura si è conclusa il 24
ottobre 2022 con circa 400.000 richieste in tutta Italia, di cui circa 11.000
in Calabria;
-
tra novembre e dicembre 2022, INPS ha definito le graduatorie degli eventuali
percettori del beneficio e che, in Calabria, delle circa 11.000 domande di
cittadini che hanno chiesto di beneficiare di sedute di psicoterapia tramite il
bonus, ne sono state accolte 1309 e cioè quelle che i fondi destinati alla
nostra regione possono coprire, con un budget di 785.945 €;
-
tra novembre e dicembre 2022 INPS ha reso operativa la piattaforma che permette
ai professionisti aderenti all’iniziativa di caricare le prestazioni
effettuate;
-
INPS può procedere alla remunerazione dei professionisti solo una volta
verificato l’avvenuto trasferimento dei fondi da parte delle Regioni,
disciplinato dall’art. 8 del Decreto attuativo di cui al comma 1: “Le regioni e
le Province autonome di Trento e di Bolzano, entro sessanta giorni dalla data
di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana, con propria deliberazione autorizzano INPS a corrispondere gli
importi relativi al citato beneficio e trasferiscono all'Istituto stesso, nel
termine perentorio di quindici giorni dall'adozione del citato provvedimento,
le risorse di cui alla tabella C allegata al decreto-legge 30 dicembre 2021, n.
228, convertito con modificazioni dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15;
Considerato
che: - è proprio in merito a quest’ultimo passaggio che la Regione Calabria
risulta inadempiente poiché, da Decreto attuativo la Regione avrebbe dovuto
deliberare il trasferimento dei fondi entro 60 gg dalla pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale (27.06.2022) quindi entro la fine di agosto 2022 e
trasferire i fondi all’INPS entro il termine perentorio dei 15 gg successivi
alla propria deliberazione;
- a
febbraio 2023, INPS ha reso nota la tabella che riporta le situazioni di ogni
regione, dalla quale si evince che, tra regioni e province autonome, solo in 10
hanno completato il trasferimento, 6 hanno effettuato un trasferimento
parziale, 5 non hanno ancora effettuato alcun trasferimento (Lazio, Puglia,
Basilicata, Sicilia e appunto Calabria);
-
nel mese di marzo, INPS ha avviato il saldo delle fatture per le regioni che
hanno completato o effettuato anche parzialmente il trasferimento dei fondi,
diversamente le prestazioni avvenute nelle regioni che non hanno effettuato
alcun trasferimento dei fondi (tra cui la Calabria) risultano sospese da INPS
che, sulla piattaforma dedicata alle liquidazioni dei professionisti, per le
fatture in questione, ha introdotto la specifica dicitura “In attesa di trasferimento
dei fondi regionali”;
tutto
ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale e
Commissario ad Acta per la Sanità
per
sapere:
-
se e quali atti siano stati prodotti ai fini del trasferimento delle risorse,
utili a regolarizzare la posizione della Regione Calabria in merito al processo
attuativo della misura;
-
diversamente, se e quali azioni si intenda intraprendere per superare in tempi
celeri questa inadempienza, a tutela della salute dei cittadini e dei professionisti
del settore che giornalmente se ne occupano.
(129;
24/03/2023).
Tavernise. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso
che:
-
la strada Mirto Crosia-Longobucco, nota anche come strada Sila-mare, risulta
essere un’infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello
Ionio cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta
ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne
dell’altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
- l’idea
di disegnare una via alternativa alla statale 177 che da Rossano si inerpica in
Sila nasce a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nell’ambito di
un ragionamento sviluppato attorno alla bonifica del Trionto.
Un ventennio più tardi la bonifica del fiume – a valle – viene appena accennata,
sperperando 50 miliardi di lire in quello che doveva essere il progetto della
diga sul torrente Laurenzano, affluente del Trionto,
per placare la sete degli abitanti e delle produzioni agricole a valle, in
tubazioni, scavi, condotte idriche abbandonate a sé stesse ed ancora oggi ben
visibili;
-
la costruzione dell’opera, con una spesa complessiva che finora supera gli 80
milioni di euro, è stata avviata negli anni 90 con l’esecuzione di un primo
lotto di lavori a valle dell’abitato di Longobucco. Sono stati poi realizzati
il secondo lotto e il terzo lotto e, successivamente, con l’Accordo di
Programma 2002-2006: “Sistema delle infrastrutture di trasporto”, il primo
stralcio dell’originario progetto del IV lotto, garantendo la viabilità fino al
ponte sul Trionto posto in località Destro. La prima
parte della strada, per un tratto di undici chilometri, viene inaugurata nel
2015. È in via di completamento il IV lotto II stralcio, finanziato con le
risorse FSC 2007/2013 di cui alla Delibera CIPE numero 62 del 03 Agosto 2011
(“Individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale
ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per l'attuazione del
piano nazionale per il sud”), lungo circa sei chilometri che dalla località
Destro giunge al ponte di Cropalati. La consegna dei lavori di questo lotto era
prevista per il 2018, poi via via prorogata fino a marzo 2023. Da Cropalati,
poi, deve essere ultimato il V lotto, quello finale, per arrivare a Mirto
Crosia e ricongiungersi alla SS 106 ionica. Il progetto per questo ultimo
tratto è stato affidato ad Anas, individuato come soggetto attuatore e il costo
è di 21,80 milioni di euro. Considerato che: le risorse economiche per il
completamento di questa strada, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la
coesione 2014-2020, sono disponibili e il completamento dell’opera è inserita
nello strumento attuativo Piano Pluriennale Anas 2016 – 2020. Tenuto conto che:
- al momento l’andamento dei lavori risulta nuovamente intermittente e c’è
profonda incertezza sui tempi di consegna dei lavori riguardanti il quarto
lotto secondo stralcio e di completamento dell’ultimo quinto lotto, affidato ad
Anas, da Cropalati fino a Mirto Crosia e la SS106. Ciò determina ulteriori e
ormai costanti disagi per la cittadinanza. Preso atto che: - la strada
Sila-mare è fondamentale per l’ammodernamento e la sicurezza dei collegamenti
delle aree interne con le zone costiere. Il completamento dell’asse Mirto
Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio di
Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 20 minuti e ne
aumenterebbe l’attrattività e la competitività anche e non solo sotto il
profilo turistico: accorciare le distanze significa abbattere tempi di
percorrenza e costi di trasporto. Una leva fondamentale per il progresso
dell’intera regione. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta regionale
per
sapere:
se
la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative
intenda assumere per dare impulso al completamento dell’intera opera,
accelerando la consegna dei lavori relativi al quarto lotto secondo stralcio e
avviando una tempestiva interlocuzione con Anas per conoscere l’esatto
cronoprogramma degli interventi relativi al quinto lotto.
(130;
27/03/2023).
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
la L. 68/1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) ha (art. 1) “come
finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle
persone disabili nel mondo del lavoro”;
-
la ratio della legge è quella di permettere la integrazione delle persone
disabili introducendole nel mondo del lavoro;
-
le persone che hanno diritto alla detta integrazione sono quelle indicate nei
commi a), b), c) e d) dell’art. 1 della L. 68/1999 ed all’art. 18 della
medesima Legge che fa, specificatamente, riferimento agli orfani e ai coniugi
superstiti di coloro che siano deceduti per causa di lavoro, di guerra o di
servizio, ovvero in conseguenza dell'aggravarsi dell'invalidità riportata per
tali cause, nonché dei coniugi e dei figli di soggetti riconosciuti grandi
invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro e dei profughi italiani
rimpatriati;
-
l’art. 3 della L. 68/1999 dispone che “i datori di lavoro pubblici e privati
sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle
categorie di cui all’articolo 1 nella seguente misura:
a)
sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
b)
due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
c)
un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti”;
-
l’art. 18 della L. 68/1999 dispone che è attribuita in favore dei soggetti ivi
previsti una quota di riserva, sul numero di dipendenti dei datori di lavoro
pubblici e privati che occupano più di cinquanta dipendenti, pari a un punto
percentuale, la predetta quota è pari ad un'unità per i datori di lavoro,
pubblici e privati, che occupano da cinquantuno a centocinquanta dipendenti;
-
analoga riserva, prevista dall’art. 18 della L. 68/1999, è statuita per le
vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata e categorie
equiparate;
- è
necessario, pertanto, che gli enti pubblici ed anche quelli privati osservino
le disposizioni della detta legge introducendo nel mondo lavorativo i soggetti
disabili e fragili al fine di favorirne l’integrazione;
-
la legge de qua è, pertanto, applicabile alla Regione Calabria e a tutti gli
enti ad essa riferibili nonché ai soggetti privati che abbiano rapporti con la
Regione Calabria;
- è
necessario, pertanto, al fine di verificare il rispetto della predetta legge,
con il precipuo scopo di favorire e garantire l’integrazione dei soggetti
appartenenti alle categorie sopra elencate, sapere se la Regione Calabria e
tutti gli enti ad essa riferibili (comprese le azienda sanitarie ed ospedaliere
e ospedaliero/universitarie nonché tutti gli enti di sottogoverno e tutti i
soggetti privati che svolgono prestazioni sanitarie in convenzione) stiano
dando esecuzione alla legge de qua e abbiano proceduto e procedano regolarmente
all’inserimento lavorativo di detti soggetti, secondo le quote previste dalla
L. 68/1999. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente
della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale
Per
sapere:
se
la Regione Calabria e tutti gli enti ad essa riferibili (comprese tutte le
aziende sanitarie e aziende ospedaliere e ospedaliero/universitarie, nonché
tutti gli enti di sottogoverno e tutti i soggetti privati che svolgono
prestazioni sanitarie in convenzione) stiano dando esecuzione e diano
esecuzione alla L. 68/1999 secondo le quote previste dalla stessa.
(109;
09/01/2023).
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
con il Protocollo di intesa sottoscritto in data 18 ottobre 2016 tra Regione
Calabria e Rete ferroviaria italiana S.p.A. (RFI) è stato avviato il processo
finalizzato alla velocizzazione del collegamento multimodale "Aeroporto –
Stazione Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido” prevedendo una collaborazione
tra Regione Calabria e RFI in tutte le fasi dell’intervento: fattibilità,
finanziamento europeo, progettazione ed esecuzione;
-
nell’ambito di tale intervento particolare rilievo ha assunto il collegamento
tra la Stazione di Lamezia Terme e l’Aeroporto, atteso che la realizzazione di
un collegamento stabile e frequente consentirebbe di migliorare notevolmente i
collegamenti intermodali e incrementare l’utilizzo del servizio ferroviario per
raggiungere l’aeroporto dalle diverse aree della Calabria;
-
l’intervento era stato inserito nel Programma Operativo Regionale FESR
2014-2020 della Regione Calabria approvato dalla Commissione Europea in data
20/10/2015;
-
nel quadro sopra descritto, la Regione Calabria ha inteso affidare il servizio
per la redazione del progetto di fattibilità tecnico economica per la
realizzazione del “Collegamento Aeroporto – Stazione Lamezia Terme Centrale”
tramite una procedura aperta ai sensi dell’art. 60 del D. Lgs.n.
50/2016 e ss.mm.ii., secondo il criterio dell’offerta
economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art.95 comma 3, lett. a) del D.
Lgs. 50/2016;
-
il Documento Preliminare alla Progettazione, approvato nel marzo 2020, chiedeva
di prevedere almeno due alternative: Alternativa 1) Realizzazione di un
collegamento con bus elettrici o a metano possibilmente in sede riservata dalla
stazione all’aeroporto e, specificatamente, il progetto di sistema doveva
valutare la possibilità di collegare con un sistema di trasporto su gomma a
basso impatto ambientale, bus elettrici, i due principali poli trasportistici
dell’area di Lamezia Terme, la Stazione Ferroviaria e l’Aeroporto, al fine di
favorire l’interscambio dei passeggeri provenienti dalle linee ferroviarie
afferenti alla stazione di Lamezia T. C.le diretti
all’aeroporto, e viceversa. Alternativa 2) Realizzazione di un collegamento
People Mover automatizzato con valutazione tecnica di
almeno due possibili tracciati e, specificatamente, il progetto doveva valutare
la possibilità di collegare con un sistema di trasporto innovativo automatico,
tipo People Mover, i due principali poli
trasportistici dell’area di Lamezia Terme, la Stazione Ferroviaria e
l’Aeroporto, al fine di favorire l’interscambio dei passeggeri provenienti
dalle linee ferroviarie afferenti alla stazione di Lamezia T. C.le diretti all’aeroporto, e viceversa.
Considerato
che - la Regione Calabria, con decreto n. 9486 del 18/09/2020, ha aggiudicato
il "servizio di architettura e ingegneria per l’esecuzione di prestazioni
relative al livello di approfondimento di progettazione di fattibilità tecnica
ed economica del Collegamento Multimodale Stazione Lamezia Terme – Aeroporto
Lamezia Terme” alla RTI Ferrotramviaria Engineering S.p.A. (Mandataria
Capogruppo);
che
in data 17/02/2021 tra Regione Calabria e Ferrotramviaria S.p.A. è stato
firmato il Contratto Rep. n. 18636 e con nota la Ferrotramvia
S.p.A. ha inviato (prot. n.1222/FE del 21/09/2021) alla Regione Calabria gli
elaborati concernenti le ipotesi progettuali, in ottemperanza al contratto di
appalto sottoscritto ed al relativo cronoprogramma. Tutto quanto sopra premesso
e considerato, in ragione del tempo trascorso e dei ritardi accumulati, il
sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta e
l’Assessore regionale competente
per
sapere:
cosa
prevedono le proposte progettuali selezionate e quale sia il cronoprogramma per
la realizzazione dell’infrastruttura.
(119;
07/02/2023).
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTI:
- la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa
alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatiche;
- la Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del
27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e
programmi sull'ambiente;
- la Direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 28
gennaio 2003, sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale e che
abroga la direttiva 90/313/CEE del Consiglio;
- la Direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del
26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di
taluni piani e programmi in materia ambientale e modifica le direttive del
Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico
e all'accesso alla giustizia;
- l’articolo 110 del Regolamento (UE, Euratom)
2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che
stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione,
che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n.
1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n.
223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento
(UE, Euratom) n. 966/2012;
- il Reg. (UE, EURATOM) 2020/2093 del Consiglio del 17 dicembre 2020,
che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027;
- il Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio
del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che
abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013;
- il Regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 24 giugno 2021 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo
di coesione;
- il Regolamento (UE) 2021/1059 del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 24 giugno 2021, recante disposizioni specifiche per l'obiettivo
“Cooperazione territoriale europea” (Interreg) sostenuto dal Fondo europeo di
sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno;
- il Regolamento (Ue) 2021/1060 del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo
di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al
Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la
pesca e l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al
Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento
di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei
visti;
- la Decisione di esecuzione della Commissione C (2022) 8027 del 3
novembre 2022, che approva il Programma regionale Calabria FESR FSE+2021-2027
per il sostegno a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo
sociale europeo Plus nell'ambito dell'obiettivo "Investimenti a favore
dell'occupazione e della crescita" per la regione Calabria in Italia;
- la delibera CIPESS n. 78/2021, recante: “Programmazione della politica
di coesione 2021-2027 – Approvazione della proposta di accordo di partenariato
2021-2027 e definizione dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei
programmi europei per il ciclo di programmazione 2021-2027”;
- il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia
ambientale) e in particolare gli articoli 13, 14 e 17, relativamente alla
procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Por Calabria FESR/FSE Plus
2021/2027;
- il Regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008, relativo alle
procedure di Valutazione di Impatto ambientale, di Valutazione Ambientale
Strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate
Ambientali;
VISTE, altresì,
- la deliberazione della Giunta regionale n. 600 del 18 novembre 2022,
recante: "Presa d'atto della conclusione del negoziato per l'approvazione
del Programma Regionale Calabria FESR – FSE+ 2021-2027 – Decisione della
Commissione C(2022) 8027 final del 3.11.2022.
Istituzione del Comitato di Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori adempimenti”;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 109 del 13 marzo 2023,
recante: "PR Calabria FESR FSE+ 2021-2027 – Integrazione della delibera di
Giunta regionale n. 600 del 18 novembre recante “Presa d'atto della conclusione
del negoziato per l'approvazione del Programma Regionale Calabria FESR – FSE+
2021-2027 – Decisione della Commissione C (2022) 8027 final
del 3.11.2022. Istituzione del Comitato di Sorveglianza 2021-2027 e ulteriori
adempimenti”;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 121 del 28 marzo 2022,
recante: «PR Calabria FESR/FSE Plus 2021/2027. Approvazione del documento
finale “Strategia di Specializzazione Intelligente 2021/2027”, della Relazione
di autovalutazione dell'assolvimento della condizione abilitante “Buona
governance della S3” e dei relativi Annex», approvata
con deliberazione del Consiglio regionale n. 60 del 13 aprile 2022;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 122 del 28 marzo 2022,
recante: “Adozione del Programma Regionale Calabria FESR/FSE plus 2021-2027, in
attuazione del REG.(CE) n. 1060/2021 e del Rapporto Ambientale di VAS”,
approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 62 del 13 aprile 2022;
TENUTO CONTO CHE:
- con la Decisione C(2022) 8027 del 3 novembre 2022, allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, la Commissione
europea ha approvato il Programma Regionale Calabria FESR FSE+ 2021-2027,
concludendo che lo stesso è conforme al regolamento (UE) 2021/1060 e ai
regolamenti (UE) 2021/1058 e (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del
Consiglio, è coerente con l’accordo di partenariato dell’Italia e tiene conto
delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese, delle pertinenti sfide
individuate nel piano nazionale integrato per l’energia e il clima e dei principi
del pilastro europeo dei diritti sociali;
- la decisione della Commissione di approvazione del Programma
costituisce una decisione di finanziamento ai sensi dell’articolo 110,
paragrafo 1, del Regolamento 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio e
che nell’allegato 2 della decisione stessa è stabilito il valore definitivo dei
tassi di cofinanziamento da porre a carico del fondo di rotazione e dei bilanci
delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei limiti fissati dalla
delibera CIPESS n. 78/2022;
- con deliberazione della Giunta regionale n. 109 del 13 marzo 2023 si
integra la DGR n. 600/2022, dando atto della conclusione del processo di
Valutazione ambientale Strategica del Programma, la cui documentazione è
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, e
approvando il Piano finanziario del Programma regionale Calabria FESR FSE+
2021/2027, disarticolato per priorità, obiettivi specifici, azioni e campi di
intervento, comprensivo della quota comunitaria e nazionale, allegato alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
PRESO ATTO CHE il dirigente
generale e il dirigente di Settore del dipartimento regionale proponente hanno
attestato la regolarità amministrativa e la legittimità delle deliberazioni
della Giunta regionale n. 600/2022 e n. 109/2023, nonché la loro relativa
conformità alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e
regionali e l’assenza di oneri a carico del bilancio annuale e/o pluriennale
regionale;
CONSIDERATO altresì che, con
note prot. n. 512275 del 18 novembre 2022 e n.117515 del 13 marzo 2023, il
dirigente generale del dipartimento regionale “Economia e Finanze”, preso atto
delle attestazioni di natura finanziaria del dirigente generale e il dirigente
di Settore del dipartimento regionale competente, ha confermato la
compatibilità finanziaria delle delibere della Giunta regionale n. 600/2022 e
n. 109/2023;
RITENUTO, pertanto, di dover
prendere atto della conclusione del negoziato per l’approvazione del Programma
regionale Calabria FESR/FSE+ 2021/2027 e di approvare il Piano finanziario del
Programma regionale Calabria FESR FSE+2021/2027 disarticolato per priorità,
obiettivi specifici, azioni e campi di intervento, comprensivo della quota
comunitaria e nazionale;
VISTA la legge regionale 12
ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), e in particolare l’articolo 14;
RILEVATO CHE la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 28 marzo 2023, ha preso atto della
Decisione della Commissione C(2022) 8027 final del 3
novembre 2022 e ha approvato il Programma Regionale Calabria FESR – FSE+
2021-2027, a seguito della conclusione del negoziato, nonché il Piano
finanziario del Programma regionale Calabria FESR FSE+ 2021/2027, dando atto
altresì della conclusione del processo di Valutazione ambientale Strategica del
Programma;
DELIBERA
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate,
- di prendere atto della Decisione della Commissione C (2022) 8027 final del 3 novembre 2022, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale (Allegato 1);
- di approvare il Programma Regionale Calabria FESR – FSE+ 2021-2027,
a seguito della conclusione del negoziato, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale (Allegato 2);
- di prendere atto della costituzione del Comitato di Sorveglianza del
Programma Regionale Calabria FESR – FSE+ 2021-2027, la cui composizione è
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale
(Allegato 3);
- di prendere atto della conclusione del processo di Valutazione
Ambientale Strategica del Programma Regionale Calabria FESR – FSE+ 2021-2027,
allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale
(Allegato 4);
- di approvare il Piano finanziario del Programma Regionale Calabria
FESR – FSE+ 2021-2027, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale (Allegato 5).
Art. 1
(Istituzione)
1. La
Regione Calabria, in attuazione dell'articolo 2, comma 2, lettera r) dello
Statuto regionale, dell'articolo 6 della legge regionale 14 luglio 2003, n.10
(Norme in materia di aree protette), al fine di garantire il mantenimento in
uno stato di conservazione soddisfacente delle specie, delle formazioni ed
emergenze geologiche e geomorfologiche di interesse scientifico e
didattico e degli habitat contemplati
negli allegati alla direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli
selvatici, e alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992,
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
e della fauna selvatiche, secondo le disposizioni del decreto del Presidente della
Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della
direttiva 92/43/CEE), istituisce la Riserva naturale regionale del Vergari,
ente con personalità di diritto pubblico.
2.
Nell'ambito della Riserva naturale regionale del Vergari, in conformità
all'articolo 24, commi 2 e 3 della l.r. n. 10/2003,
sono individuate e perimetrate aree a diverso regime di conservazione e
utilizzazione, graficamente individuate nell’allegata cartografia che è parte
integrante della presente legge, come di seguito distinte:
a)
riserva naturale integrale;
b)
riserva naturale guidata;
c)
riserva naturale speciale.
Art. 2
(Analisi storica, territoriale, paesaggistica e
ambientale)
1.
L’area del fiume Vergari identifica l’ambito territoriale, distinto su tre fasce
fitoclimatiche ma tutte caratterizzate dalla presenza
di comuni elementi naturalistici di grande valenza ecologica, geologica,
geomorfologica e paesaggistica, tra i più rilevanti della regione calabrese.
L’area protetta costituisce l’unità territoriale che si sviluppa dai 350 ai
1.300 metri sul livello del mare e comprende tre zone, tra loro unite e allo
stesso tempo distinte, gravitanti intorno al centro urbano di Mesoraca, alla
frazione Filippa di Mesoraca e al Villaggio Fratta di Mesoraca.
2. Il
territorio ospita la fauna tipica delle aree appenniniche, tra cui molte specie
contemplate nella direttiva 2009/147/CE e nella direttiva 92/43/CEE.
3. Il
territorio si caratterizza, altresì, per la ricchezza di boschi e per la
presenza di una ricca flora autoctona che rappresenta un patrimonio di
rilevante valore scientifico, anche in termini di biodiversità. Numerose sono,
inoltre, le specie conosciute come erbe officinali.
4. Le
risorse di tipo storico-culturali sono rilevanti, come pure i siti di archeologia
industriale. Rilevanti sono, altresì, le tradizioni locali, le produzioni
tipiche e le attività artigianali legate al mondo contadino e alla civiltà
rurale.
5. La
presenza di salti morfologici e rotture di pendio ha portato alla formazione di
numerose cascate, direttamente collegate al reticolo di faglie-fratture
appartenenti a diversi sistemi tettonici regionali, in particolare quello
orientato NE - SW che rappresenta il più recente (1-2 Ma) e rigetta (solleva)
con gradinate verso S-E il versante orientale della Sila Piccola.
Art. 3
(Finalità)
1. La
Regione, come indicato all'articolo 1, riconosce il valore degli habitat
naturali quale struttura fondamentale della morfologia, geologia del paesaggio
regionale e riferimento prioritario per la costruzione della rete verde
regionale.
2. La
tutela e la riqualificazione paesaggistica dell’area protetta del Vergari sono
dirette, pertanto, a realizzare le seguenti finalità:
a) la
conservazione di specie animali e vegetali, comunità biologiche, singolarità
faunistiche;
b) la
tutela della biodiversità e dell'equilibrio complessivo del territorio, con
particolare riferimento al patrimonio forestale, alle formazioni geologiche e
geomorfologiche, alle risorse paleontologiche che presentano valore storico,
scientifico e culturale;
c) la
salvaguardia e la valorizzazione dei valori paesaggistici e identitari del
territorio anche attraverso la rimozione delle situazioni di degrado
ambientale;
d) la
salvaguardia e la conoscenza scientifica della flora e della fauna finalizzata
al monitoraggio e al censimento, con particolare attenzione per le specie
endemiche e rare;
e) la
promozione dell’educazione ambientale dei cittadini;
f) la
fruizione turistica, culturale, didattica e ricreativa in forme compatibili con
la difesa della natura e del paesaggio;
g) la
valorizzazione, fruizione e protezione delle emergenze geologiche (geositi) testimoni della storia geologica della Sila.
Art. 4
(Obiettivi gestionali)
1. Le
finalità di cui all’articolo 3 si realizzano attraverso i seguenti obiettivi
gestionali:
a)
conservazione e miglioramento degli ecosistemi attraverso il controllo dei
fattori inquinanti;
b)
tutela, conservazione e valorizzazione delle caratteristiche naturali,
ambientali, di valenza paleontologica, geologica, geomorfologica, tettonica,
archeologica, storica, architettonica e culturale, anche mediante interventi di
ricostituzione di ambiti naturali e in funzione dell'uso sociale di tali
valori;
c)
promozione, incentivazione e valorizzazione delle attività agrosilvopastorali e
delle attività economiche tradizionali ecosostenibili;
d)
miglioramento e protezione delle condizioni idrobiologiche e idrauliche dei
corpi idrici al fine di salvaguardarne i popolamenti ittici e macrobentonici (deflusso minimo vitale);
e)
recupero dei borghi antichi a elevata valenza storico-culturale anche
attraverso l’utilizzo delle tecniche costruttive tradizionali che hanno
caratterizzato la formazione e l'evoluzione del paesaggio e del territorio;
f)
salvaguardia dei valori del sistema antropico, attraverso la conservazione e il
risanamento del sistema insediativo storico, della viabilità storica, del
sistema idraulico, del sistema produttivo agricolo tradizionale, del paesaggio
nel rispetto delle caratteristiche naturali, paesistiche, geomorfologiche,
antropologiche, storiche e culturali locali;
g) promozione
di attività di educazione, formazione e di ricerca scientifica anche
interdisciplinare, e di una politica attiva del tempo libero (ricreativo,
sportivo e culturale), per il miglioramento della qualità della vita;
h)
valorizzazione e tutela di usi, costumi, consuetudini e attività tradizionali
della popolazione residente sul territorio;
i)
promozione dell’utilizzo di sistemi energetici da fonti rinnovabili compatibili
con il sistema naturalistico e paesaggistico e di iniziative volte a ridurre i
fabbisogni energetici;
j)
promozione della conoscenza scientifica dell'ecosistema con particolare
attenzione alle specie endemiche e rare anche al fine di predispone misure di
salvaguardia dell'ecosistema;
k)
adozione di sistemi volti a ridurre rifiuti e imballaggi, nonché a riciclare i
rifiuti di qualsiasi natura, provenienti dalle aree perimetrali, che non
presentano fattori di rischio inquinanti per l'ecosistema;
l)
sostegno e promozione della fruizione turistico-ricreativa ecocompatibile del territorio
anche attraverso lo sviluppo dell'agriturismo, del geoturismo,
dell'agricoltura biologica, dei servizi e delle attività ricreative.
Art. 5
(Confini)
1. La
Riserva naturale regionale del Vergari è costituita dall’ambito territoriale
che gravita intorno all’abitato di Mesoraca.
2. I
confini della Riserva naturale regionale del Vergari sono riportati
nell'allegata cartografia in scala 1:25.000 e le zone a diversa
classificazione, così come previste dall’articolo 24, comma 2, della l.r. 10/2003, sono indicate nella stessa cartografia.
Art. 6
(Gestione)
1. La
gestione della Riserva naturale è affidata al Comune di Mesoraca che può
avvalersi, attraverso specifiche convenzioni, di associazioni ambientaliste
operanti in Calabria, riconosciute dal competente Ministero e individuate
d’intesa con la Regione Calabria.
2. Le
modalità di coordinamento della gestione sono attuate secondo quanto previsto
dall’articolo 32 della l.r. n. 10/2003.
Art. 7
(Piano d’assetto naturalistico)
1.
Entro dodici mesi dalla data di pubblicazione della presente legge, l’ente di
gestione, in collaborazione con il settore regionale competente in materia di
parchi e aree protette, elabora il Piano di assetto naturalistico, secondo le
modalità e i contenuti di cui all’articolo 27 della l.r.
10/2003, finalizzato a garantire il raggiungimento degli obiettivi di
conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano i siti stessi,
nell’ambito di un uso sostenibile delle risorse.
2. Il
Piano di assetto naturalistico è adottato e pubblicato nel rispetto della
procedura di cui all’articolo 27 della l.r. 10/2003.
3. Si
applicano in ogni caso i divieti di cui alla l.r.
10/2003.
Art. 8
(Sede)
1. La
sede legale e operativa dell'ente di gestione dell’area protetta viene
individuata secondo quanto previsto dall'articolo 8 della l.r.
10/2003.
2. La
sede legale deve essere eco-compatibile e integrata architettonicamente con il
contesto naturalistico dell’area protetta e deve, altresì, essere fruibile
anche attraverso la realizzazione di un osservatorio e/o museo naturalistico.
Art. 9
(Regolamento della Riserva)
1. Il
regolamento della Riserva, redatto dall'ente di gestione dell’area protetta
contestualmente al Piano di assetto naturalistico del quale è parte integrante,
ai sensi dell'articolo 19 della l.r. 10/2003,
disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio della
Riserva naturale, le attività disciplinate dall’organo gestore, i prodotti e i
servizi concessi a terzi, il diritto all’uso del nome e dell’emblema della
Riserva, nonché i divieti e le sanzioni, nel rispetto delle normative vigenti
in materia.
2. Le
modifiche del regolamento sono adottate e approvate con lo stesso procedimento
di cui al comma 1.
3. Il
regolamento è pubblicato nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC) e acquista efficacia dalla data della pubblicazione.
Art. 10
(Programma triennale per la valorizzazione
della Riserva naturale regionale del Vergari)
1.
L’ente di gestione adotta ogni tre anni, entro il 31 gennaio, il programma che
costituisce lo strumento gestionale finalizzato a definire gli interventi e le
azioni da attuare per la valorizzazione della Riserva ove sono indicati gli
indirizzi generali, le priorità programmatiche, le attribuzioni economico-finanziarie,
gli obiettivi e le azioni nonché le procedure di verifica e controllo dei
risultati della gestione.
2. Il
programma triennale può essere modificato annualmente, nel rispetto della
procedura di cui al comma 1.
Art. 11
(Programma annuale di interventi)
1. Nel
rispetto delle finalità della presente legge e in coerenza con gli obiettivi
contenuti nel piano di cui all’articolo 7 e del programma triennale di cui
all’articolo 10, entro il mese di ottobre di ogni anno, l'ente di gestione della
Riserva naturale predispone e adotta il programma d’interventi, contenente le
misure programmate e necessarie da realizzare nella Riserva nell’anno
successivo, corredato dalla corrispondente previsione di spesa.
2.
Sulla base del programma di cui al comma 1, la Regione Calabria sostiene con un
contributo annuale, da determinarsi in sede di approvazione della legge di
stabilità regionale, le spese di funzionamento della Riserva naturale
regionale.
Art. 12
(Attività di controllo e potere sostitutivo)
1.
L’attività di controllo e vigilanza sulla gestione della Riserva naturale viene
esercitata secondo le modalità previste dagli articoli 36 e 37 della l.r. 10/2003.
2. Al
fine di cui al comma 1, l’ente di gestione trasmette annualmente, entro il mese
di marzo, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 32, comma 3, della l.r. 10/2003, una relazione descrittiva:
a)
dello stato di attuazione delle attività programmate e di quelle realizzate;
b)
degli eventuali motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti nei
programmi di cui agli articoli 10 e 11;
c)
della rendicontazione dell’attività contabile annuale, nel rispetto della
normativa in materia di tracciabilità dei pagamenti.
3. Nel
caso di grave e reiterata inadempienza dell’ente di gestione nella
predisposizione del piano di gestione di cui all’articolo 7 e delle attività e
degli interventi previsti nel programma di cui all’articolo 11, la Regione
Calabria, previa diffida, esercita il potere sostitutivo e di revoca nei confronti
del soggetto inadempiente, ai sensi dell’articolo 37 della l.r.
10/2003.
Art. 13
(Tabellazione)
1. I
confini dell’area protetta e delle aree classificate a riserva naturale
integrale, a riserva naturale guidata e riserva naturale speciale sono delimitati
da tabelle collocate, entro sei mesi dall’istituzione della Riserva, in modo
visibile lungo il perimetro dell'area e mantenute in buono stato di
conservazione e di leggibilità, recanti la scritta: “Regione Calabria — Riserva
naturale regionale del Vergari”.
Art. 14
(Sistema Informativo)
1.
L’ente gestore della Riserva, entro novanta giorni dall’entrata in vigore del
regolamento di cui all’articolo 9, predispone uno sportello informativo, fisico
o telefonico o telematico.
2.
L'ente gestore della Riserva, entro novanta giorni dall'entrata in vigore del
regolamento, predispone un portale web informativo nel rispetto delle normative
vigenti su trasparenza, privacy ed accessibilità, che contiene le seguenti
sezioni:
a)
istituzione e normativa;
b) il
territorio;
c)
servizi turistici e aziende agroalimentari;
d)
promozione culturale.
3. Il
portale istituzionale di cui al comma 2 può comprendere contenuti aggiuntivi
volti al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 3.
4.
Tutti i comuni e le province territorialmente interessati dalla Riserva
predispongono sul proprio portale web ufficiale un link di collegamento al sito
della Riserva.
5.
L'ente di gestione, entro e non oltre ventiquattro mesi dall’entrata in vigore
del regolamento di cui all’articolo 9, predispone una guida turistica
naturalistica della Riserva da destinare a campagne di sensibilizzazione volte
a perseguire le finalità di cui all'articolo 3.
Art. 15
(Norma finanziaria)
1. Gli
oneri derivanti dalla presente legge sono a carico dell’ente gestore.
2. La
Regione Calabria sostiene gli interventi previsti annualmente ai sensi
dell’articolo 11, attraverso l’erogazione di un contributo annuale a favore
dell’ente gestore, compatibilmente con le risorse disponibili nel bilancio
regionale.
3. Per
ciascuna delle annualità 2023, 2024 e 2025, il contributo di cui al comma 2,
determinato nel limite massimo di 100.000,00 euro annui, trova copertura a
valere sulle risorse di cui all’articolo 26 della legge regionale 23 aprile
2021, n. 5, destinate alla gestione dei Parchi naturali regionali e delle
Riserve naturali regionali e allocate alla Missione 09, Programma 05 (U.09.05)
dello stato di previsione del bilancio 2023-2025.
4. Il
contributo di cui ai commi 2 e 3 è corrisposto previa rendicontazione da parte
dell’ente gestore, corredata dalla documentazione comprovante la spesa
sostenuta e gli obiettivi raggiunti.
Art. 16
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel BURC.
Art. 1
(Oggetto e ambiti di applicazione)
1. Nel
rispetto della Costituzione, degli obblighi nazionali e internazionali, in
attuazione dell'ordinamento e dei regolamenti comunitari in materia, la Regione
Calabria riconosce e tutela la diversità del patrimonio di piante officinali
del proprio territorio sotto il profilo scientifico, culturale, ambientale ed
economico. In particolare, tutela e valorizza il patrimonio delle piante
officinali al fine di promuovere la sostenibilità dei servizi eco-sistemici
naturali o semi-naturali.
2. Nel
rispetto della normativa comunitaria e statale vigente in materia, con
particolare riferimento alla normativa in materia di sicurezza alimentare, la
presente legge disciplina le attività di coltivazione, raccolta, prima
trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali,
coltivate o che crescono spontaneamente, delle loro parti e dei relativi
derivati, raccolte nel territorio regionale, in attuazione del decreto
legislativo 21 maggio 2018, n. 75 (Testo Unico in materia di coltivazione,
raccolta e prima trasformazione delle piante officinali, ai sensi dell’articolo
5, della legge 28 luglio 2016, n. 154) e relativi decreti attuativi.
3. Nel
rispetto delle normative regionali, nazionali e comunitarie, la Regione si
impegna a definire l’elenco delle specie di officinali spontanee e coltivate in
accordo a quanto disposto dall’articolo 1, comma 3, del d.lgs. 75/2018.
4. La
presente legge disciplina, inoltre, le modalità per la realizzazione dei corsi
di formazione per assicurare la qualificazione tecnica degli operatori del
settore, necessaria per consentire il rilascio dell’apposita autorizzazione
alla raccolta delle piante officinali spontanee e il rinnovo della stessa.
5.
Sono escluse dall'ambito di applicazione della presente legge le attività di
coltivazione, raccolta, prima trasformazione e trasformazione di piante
officinali, delle loro parti e dei relativi derivati utilizzati per il solo uso
domestico privato.
6. Per
quanto non espressamente indicato nella presente legge, trovano applicazione le
definizioni e disposizioni contenute nelle norme regionali, nazionali e
comunitarie in materia, nonché nei relativi accordi vigenti tra Stato, Regioni
e Province autonome.
Art.2
(Definizioni)
1. Ai
fini della presente legge, si intendono per:
a)
Piante officinali: le piante cosiddette medicinali, aromatiche e da profumo o
parti di esse contenenti principi attivi utilizzabili nel settore erboristico o
alimentare, nonché le alghe, i funghi macroscopici e i licheni destinati ai
medesimi usi, come definiti all’articolo 1, comma 2, del d.lgs. 75/2018, d’ora
in poi “officinali”;
b)
Registro delle officinali: l’elenco delle specie officinali coltivate o che
crescono spontaneamente nel territorio della Regione Calabria;
c)
Coltivazione delle specie officinali: oltre alla coltivazione in campo e in
ambiente protetto, anche tutte le operazioni a fini vivaistici;
d)
Attività di prima trasformazione: attività indispensabili alle esigenze
produttive, consistenti nelle attività di lavaggio, defoliazione, cernita,
assortimento, mondatura, essiccazione, taglio e selezione, polverizzazione
delle erbe secche, macerazione e ottenimento di olii essenziali da piante
fresche direttamente in azienda agricola, nel caso in cui quest’ultima attività
necessiti di essere effettuata con piante e parti di piante fresche appena
raccolte. È, altresì, inclusa nella fase di prima trasformazione,
indispensabile alle esigenze produttive, qualsiasi attività volta a
stabilizzare e conservare il prodotto destinato alle fasi successive della
filiera, per come indicato nell’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 75/2018;
e)
Attività di trasformazione: ogni altra attività non ricompresa nella lettera
d).
Art. 3
(Istituzione Osservatorio regionale delle Piante
officinali)
1. La
Regione Calabria, nell’ambito delle politiche di sviluppo del settore, per
promuovere la tutela del patrimonio delle officinali, garantirne
l’utilizzazione collettiva e per assicurare l’applicazione della presente legge
istituisce l’Osservatorio regionale delle Piante officinali, d’ora in poi
“Osservatorio”.
2.
L’Osservatorio, costituito con delibera della Giunta regionale, dura in carica
tre anni ed è composto da: tre dirigenti o funzionari dei dipartimenti
competenti in materia di agricoltura, sanità, ambiente; tre docenti designati
dalle Università della Calabria che abbiano specifiche competenze; due
dirigenti o funzionari designati dall’Azienda per lo sviluppo dell’agricoltura
calabrese (ARSAC); tre esperti in rappresentanza delle organizzazioni agricole
maggiormente rappresentative a livello regionale; due rappresentanti dei
collegi e ordini professionali competenti in materia agraria; due esperti
designati rispettivamente dalla sezione regionale dell’Associazione nazionale
comuni italiani (ANCI) e dall’Unione province italiane (UPI); un rappresentante
per ogni Consorzio di tutela per ciascuna pianta officinale a DOP o IGP. La
Giunta regionale può integrare la composizione dell’Osservatorio fino ad un
massimo di tre esperti in materia.
3.
L’istituzione dell’Osservatorio non deve determinare nuovi o maggiori oneri per
la finanza regionale. Ai componenti dell’Osservatorio non spettano compensi,
gettoni di presenza, indennità, emolumenti, né rimborsi spesa comunque
denominati.
4. Le
funzioni di supporto all’Osservatorio sono assicurate dall’ARSAC attraverso le
risorse umane e finanziarie assegnate a legislazione vigente.
5.
L’Osservatorio, per conto del dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura, svolge principalmente funzioni di analisi, studio e ricerca e, in
particolare:
a)
predispone il censimento delle officinali e l’istituzione del relativo registro
e i successivi aggiornamenti;
b)
garantisce la promozione del settore delle officinali puntando alla sostenibilità
ambientale, economica e sociale attraverso la raccolta e divulgazione dei
risultati scientifici acquisiti e relativo trasferimento tecnologico;
c)
assume iniziative per omogeneizzare lo sviluppo del settore valorizzando le
singole filiere ovvero interessando tutti gli attori che vi operano
all’interno.
Art.4
(Censimento delle officinali e istituzione del Registro della Regione
Calabria)
1.
Entro dodici mesi dall’entrata in vigore della presente legge la Regione
istituisce, a cura dell’Osservatorio, il Registro delle specie officinali
spontanee e coltivate della Regione Calabria tenendo conto di:
a)
specie officinali oggetto di coltivazione secondo l’articolo 4 della legge
regionale 25 maggio 2018, n. 14 (Tutela, conservazione, valorizzazione della diversità
del patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e
alimentare del territorio calabrese);
b)
specie officinali spontanee oggetto di tutela, ivi compreso il censimento delle
aree protette;
c)
specie officinali spontanee non oggetto di tutela.
2. Il
Registro di cui al comma 1 è organizzato secondo criteri e caratteristiche tali
da renderlo omogeneo e confrontabile con analoghi strumenti esistenti a livello
nazionale, comunitario e internazionale.
3. Il
Registro di cui al comma 1, curato dall’Osservatorio, approvato con decreto del
dirigente generale del dipartimento competente in materia di agricoltura, è
pubblico ed è consultabile anche attraverso strumenti informatici e telematici.
4.
All’Osservatorio, tramite il dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura, possono essere presentate proposte d’iscrizione di specie non
comprese nel Registro di cui al comma 1 da parte di enti e istituzioni
scientifiche, enti pubblici, associazioni, organizzazioni private e singoli cittadini.
Alla proposta d’iscrizione di ciascuna officinale deve essere allegata una
scheda tecnica corredata di relativa documentazione storico-scientifica.
5. Gli
aggiornamenti al Registro di cui al comma 1 sono approvati con decreto del
dirigente generale del dipartimento competente in materia di agricoltura.
Art. 5
(Attività di coltivazione, raccolta e prima
trasformazione)
1. La
coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle officinali sono
considerate attività agricole, ai sensi dell’articolo 1, comma 5, del d.lgs.
75/2018.
2. La
coltivazione, raccolta e prima trasformazione in azienda delle officinali sono
consentite all’imprenditore agricolo senza necessità di autorizzazione, fatto
salvo quanto previsto dal successivo comma 3 e dall’articolo 2, comma 2, del
d.lgs. 75/2018.
3.
Sono escluse dall’ambito di applicazione della presente legge la coltivazione e
la lavorazione delle piante di cui all’articolo 1, comma 6, del d.lgs. 75/2018.
4. La
coltivazione è libera e viene effettuata nel rispetto di quanto disposto dalla l.r. 14/2018 tenendo conto che:
a) nel
registro delle officinali tutte le specie che ricadono nel decreto del
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, 309, sono attenzionate,
contraddistinte e marcate con due asterischi (**). Mentre, per garantire la
sicurezza, la salute dei lavoratori agricoli, evitare la contaminazione delle
colture circostanti e segnalare efficacemente la pericolosità della specie
coltivata nei confronti di terzi estranei all’impresa agricola, le specie marcate
con un asterisco (*) devono essere coltivate e sottoposte a prima
trasformazione in modo idoneo, ovvero, il titolare dell’azienda agricola deve
informare la Regione dell’inizio della coltivazione precisando la specie
coltivata e copia del contratto stipulato con l’azienda utilizzatrice;
b) la
coltura della Cannabis sativa L. delle varietà ammesse per la produzione di
semi e derivati dei semi è condotta ai sensi della legge 2 dicembre 2016, n.
242, recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera
agroindustriale della canapa”. La coltivazione delle piante di Cannabis ai fini
della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso
medicinale è disciplinata dal d.p.r. 309/1990, che ne vieta la coltivazione
senza la prescritta autorizzazione da parte del Ministero della salute;
c) le
operazioni di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle specie
officinali sono compiute secondo le Good Agricultural
and Collection Practice (GACP) 2006 emanate dalla European
Medicines Agency (EMA). A tale scopo il titolare di
un’azienda agricola, o un suo delegato, assicura che il personale addetto alle
suddette pratiche sia adeguatamente istruito;
d) la
vendita delle piante officinali resta disciplinata dalle normative di settore;
e) in
ottemperanza al d.p.r. 309/1990, si intendono comunque escluse dall’ambito di
applicazione della presente legge la coltivazione e la lavorazione delle piante
disciplinate nella norma, nonché le specie officinali comprese negli elenchi di
specie esotiche di rilevanza unionale e nazionale di
cui al decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, di adeguamento della
normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014.
Art. 6
(Modalità di raccolta delle piante officinali
spontanee)
1.
L’attività di prelievo e raccolta delle piante officinali spontanee avviene nel
rispetto della presente legge e della normativa nazionale e comunitaria vigente
ed è consentita solo quando si sono manifestate le caratteristiche morfologiche
che consentono di determinare agevolmente la specie di appartenenza.
2. Le
operazioni di raccolta avvengono preservando gli equilibri idrogeologici-agrari
dei terreni in modo da prevenire ogni possibile causa di dissesto rispettando
l’integrità delle piante e la loro biodiversità.
3. Le
attività di raccolta tengono conto, in particolare:
a) di
quanto previsto all’Allegato II relativo alle “Norme dettagliate di produzione
di cui al Capo III - Parte I: Norme di produzione vegetale di cui al paragrafo
2.2. Norme relative alla raccolta di piante selvatiche”, del regolamento (UE)
n. 2018/848 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 (relativo
alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che
abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio);
b)
dell’elenco delle specie per le quali è consentita la raccolta e che sono
riportate nel registro di cui all’articolo 4, dove sono evidenziate le sezioni
specie officinali spontanee oggetto di tutela e specie officinali spontanee non
oggetto di tutela;
c)
della quota di “raccolta” di officinali spontanee che tiene conto dei limiti di
“prelievo”;
d) che
sono consentite le operazioni di domesticazione, ovvero il processo di
adattamento ai fini della coltivazione di specie spontanee;
e) che
la raccolta è consentita al titolare di autorizzazione rilasciata dalla
Regione, ovvero da personale incaricato della cui formazione e attività è, comunque,
responsabile il titolare del tesserino;
f) dei
contenuti minimi e delle modalità della formazione per il rilascio
dell’autorizzazione riportati nell’articolo 9;
g) che
le officinali sottoposte a tutela ai sensi di specifiche disposizioni
internazionali, dell’Unione europea, nazionali e regionali o presenti
all’interno delle aree protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394
(Legge quadro sulle aree protette) e al decreto del Presidente della Repubblica
8 settembre 1997, n.357 (Regolamento recante attuazione della direttiva
92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche), sono disciplinate dalla
pertinente normativa di tutela per la raccolta ed il prelievo e sono escluse dal
campo di applicazione della presente legge;
h) che
la raccolta di specie officinali spontanee ai fini di autoconsumo familiare è
esentata dagli obblighi sopra riportati.
Art. 7
(Divieti)
1. La
raccolta delle piante officinali spontanee è vietata:
a) nelle
aree limitrofe alle discariche anche non autorizzate;
b)
nelle zone industriali e in quelle circostanti;
c) nei
giardini e parchi privati;
d)
nelle aree urbane ed extraurbane per una fascia di venti metri dal margine
delle strade di viabilità pubblica.
2. È
vietato raccogliere ed estirpare piante complete di radici e porzioni di
terreno secondo modalità che ne possono compromettere la ricrescita e la
riproduzione, nonché l’uso di forbici pneumatiche, attrezzature meccanizzate o
altri mezzi che possono compromettere la fitocenosi naturale e le radici della
pianta.
3. La
Giunta regionale, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria vigente,
al fine di meglio tutelare gli equilibri del territorio e l’integrità delle
piante officinali, può impartire specifiche disposizioni o limitarne la
raccolta anche in determinati periodi dell’anno.
Art. 8
(Attività di prima trasformazione)
1.
L’attività di prima trasformazione, per come indicato nell’articolo 2, comma 1,
lettera d), può essere svolta da soggetti in possesso dei requisiti formativi:
idoneo titolo di studio previsto dalla normativa statale vigente, oppure
soggetti che abbiano frequentato, con esito positivo, i corsi regionali di
formazione di cui all'articolo 9 o equivalente corso di formazione svolto in
altre Regioni o in altri Stati membri dell'Unione europea, purché avente i
contenuti minimi previsti per i corsi regionali. Al riconoscimento provvede la
struttura regionale competente, sentito l’Osservatorio.
2. I
requisiti richiesti possono essere posseduti dal coniuge, dai parenti entro il
terzo grado o dagli affini entro il secondo grado del titolare dell'azienda
agricola.
3. Il
possesso dei requisiti richiesti non è necessario per i soggetti che svolgono
esclusivamente attività di coltivazione e di raccolta delle officinali.
4. Le
aziende che sottopongono le officinali destinate a uso medicinale a operazioni
di prima trasformazione, che devono essere eseguite in Good Manufacturing
Practice (GMP) secondo l’allegato 7 delle medesime (GMP), sono preventivamente
autorizzate dalla Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ai sensi del decreto
legislativo 24 aprile 2006, n. 219 (Attuazione della direttiva 2001/83/CE e
successive direttive di modifica) e, qualora si tratti di sostanze che
rientrano nella disciplina del d.p.r. 309/1990, sono sottoposte anche ad autorizzazione
del Ministero della salute.
5. La
prima trasformazione di officinali destinati ad uso alimentare, qualora
consentito dalla legislazione vigente, rimane disciplinato dal regolamento (CE)
n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 e dalla
normativa in materia di igiene e sicurezza degli alimenti.
6. Si
intendono, comunque, escluse dall’ambito di applicazione le specie officinali
di cui alla lettera e) del comma 4 dell’articolo 5.
Art. 9
(Corsi regionali di formazione, corsi di aggiornamento
e seminari per gli operatori del settore)
1. La
Regione, avvalendosi dell’Osservatorio e con il supporto dell’ARSAC, in accordo
con le università calabresi, gli ordini professionali agricoli, enti di
ricerca, organizza annualmente, senza maggiori oneri, i corsi di formazione,
corsi di aggiornamento e seminari per gli operatori del settore. I corsi di
formazione riguardano gli ambiti specifici della coltivazione, della raccolta,
della prima trasformazione e trasformazione.
2.
Nell’ambito dei corsi di formazione per la raccolta delle officinali spontanee
è previsto il rilascio di apposito tesserino, che conferisce il titolo di
“raccoglitore di piante officinali spontanee” e consente l’autorizzazione alla
raccolta.
3. Il
rilascio del tesserino è conferito ai titolari di opportuno titolo di studio
riconosciuto, previo colloquio finale, sugli argomenti di cui all’articolo 6,
comma 5, del decreto del ministro delle politiche agricole, alimentari e
forestali del 21 gennaio 2022.
4.
Nell’ambito dei corsi di prima trasformazione sono previsti corsi specifici per
coloro che intendono svolgere le attività di prima trasformazione,
trasformazione e commercializzazione delle officinali, delle loro parti e dei
relativi derivati, coltivati o raccolti nel territorio regionale, per la
realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico, domestico e cosmetico.
5.
Specifici corsi di formazione riguardano gli ambiti relativi alla coltivazione,
raccolta e prima trasformazione di officinali ad uso medicale al fine di
fornire le specifiche competenze agli operatori del settore in funzione delle
restrizioni previste dalla normativa nazionale e comunitaria.
6. I
contenuti, la durata e le modalità di svolgimento dei corsi di formazione di
cui al comma 1, il contributo per la partecipazione ai corsi e il rilascio del
tesserino sono determinati con specifico provvedimento della Giunta regionale.
7. I
corsi di aggiornamento e seminari per gli operatori del settore sono
organizzati su tematiche specifiche che tengono conto delle innovazioni
scientifico-tecnologiche e normative nell’ambito della coltivazione, della raccolta
e della prima trasformazione delle officinali.
8. Con
il regolamento di cui all’articolo 14 possono essere individuati titoli di
studio coerenti con le materie previste dall’articolo 6 del D.M. 21 gennaio
2022, il cui possesso può esonerare i titolari dalla frequentazione dei corsi,
fermo restando l’obbligo per gli stessi di sostenere il colloquio finale.
9.
Sono esclusi dagli obblighi formativi del presente articolo tutti i soggetti e
gli operatori per ciascuna officinale DOP, IGP o Biologica certificata.
Art. 10
(Contrassegno di origine e qualità)
1. La
Regione, in collaborazione con l’Osservatorio, con università, enti di ricerca,
ordini professionali agricoli e organismi presenti sul proprio territorio,
promuove, avvalendosi dell’ARSAC, attività a servizio delle aziende del settore
volte a istituire, nel rispetto della normativa dell’Unione europea, marchi
collettivi finalizzati a certificare il rispetto di standard di qualità nella
filiera delle piante officinali.
2. Il
riconoscimento dei marchi di cui al comma 1 è attribuito alle officinali,
raccolte o coltivate sul territorio calabrese, nonché ai prodotti da queste
derivati sulla base dei requisiti e secondo le modalità stabilite con il
regolamento di cui all’articolo 14.
Art. 11
(Elenco dei raccoglitori autorizzati di piante
officinali spontanee)
1.
Presso il dipartimento competente in materia di agricoltura è istituito e
periodicamente aggiornato l’elenco dei raccoglitori delle piante officinali
spontanee autorizzati dalla Regione in seguito al superamento di opportuno
corso di formazione, che sarà gestito con le modalità stabilite nel regolamento
di cui all’articolo 14.
Art.12
(Sanzioni amministrative)
1. Per
le violazioni delle disposizioni della presente legge si applicano le seguenti
sanzioni amministrative pecuniarie:
a) da
100,00 a 500,00 euro per le violazioni delle prescrizioni e vincoli di cui
all’articolo 5;
b) da
180,00 a 1.000,00 euro per le violazioni delle prescrizioni e vincoli di cui
all’articolo 6;
c) da
150,00 a 1.200,00 euro per le violazioni delle prescrizioni e vincoli di cui
all’articolo 7;
d) da
200,00 a 1.000,00 euro per lo svolgimento di attività di raccolta e prima
trasformazione di piante senza il possesso dei requisiti previsti.
2.
L'accertamento delle violazioni e l'applicazione delle sanzioni previste dalla
presente legge avvengono conformemente a quanto stabilito al capo I della legge
24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), fermo restando
l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria ove si ravvisino ipotesi di
reato.
3. Nel
caso di recidiva delle violazioni di cui alla presente legge, l’autorizzazione
alla raccolta viene revocata.
4.
All’accertamento delle violazioni di cui alla presente legge ed alla
irrogazione delle relative sanzioni possono provvedere, secondo la normativa
vigente, i carabinieri del Comando unità forestali, ambientali e
agroalimentari, i vigili urbani, le guardie campestri e ogni altro agente
appartenente a forze dell’ordine.
5. Le
sanzioni amministrative di cui al comma 1 sono cumulabili.
Art. 13
(Incentivi e premialità)
1. La
Regione Calabria, anche per evitare fenomeni di degrado ambientale, favorisce
la coltivazione delle specie officinali e l’attività vivaistica per il recupero
e la moltiplicazione di specie officinali di origine autoctona.
2. Per
il raggiungimento delle finalità di cui al comma 1, nei bandi per la
concessione di contributi alle imprese agricole che si dedicano alle suddette
attività, potranno essere previste almeno una delle seguenti premialità:
a)
preferenza in graduatoria;
b)
attribuzione di punteggio aggiuntivo;
c)
riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.
Art. 14
(Regolamento di attuazione)
1. La
Giunta regionale, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della
presente legge, con apposito regolamento, definisce, nel pieno rispetto delle
norme comunitarie e statali vigenti, le norme di dettaglio per l’attuazione
della presente legge, nonché le disposizioni per disciplinare la raccolta e la
tutela di piante officinali più diffuse nel territorio calabrese ai fini della
conservazione della biodiversità.
Art. 15
(Neutralità finanziaria)
1. Dall’attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 16
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. È istituito presso la Regione Calabria il Registro
regionale degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco.
2. Gli
informatori scientifici regolarmente inseriti nel Registro di cui al comma 1
garantiscono, su tutto il territorio regionale, il continuo aggiornamento sui
farmaci e parafarmaci in favore degli operatori sanitari.
Art. 2
(Registro regionale degli informatori scientifici del
farmaco e del parafarmaco)
1. Presso il Registro di cui all’articolo 1 sono iscritti
gli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco che operano nella
Regione Calabria.
2. Le
modalità di iscrizione al registro sono definite con apposito regolamento
regionale predisposto dal dipartimento regionale competente in materia di tutela
della salute.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dall'attuazione delle disposizioni della presente legge non derivano nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo
a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della
Regione Calabria.
IL
CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO
CHE:
-
il Decreto Milleproroghe contiene una norma che prevede il mantenimento in servizio
dei medici di famiglia fino al settantaduesimo anno di età.
Infatti,
l’ art. 4, comma 9-octiesdecies, testualmente recita: Al fine di far fronte
alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli
essenziali di assistenza, in assenza di offerta di personale medico
convenzionato collocabile, le aziende del Servizio sanitario nazionale, sino al
31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio, a richiesta degli
interessati, il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio
sanitario nazionale di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502, in
deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in
quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età, comunque, entro
la predetta data.
-
La norma contenuta nel citato decreto “Milleproroghe” consentirebbe al Servizio
Sanitario Nazionale di continuare a garantire gli attuali livelli di
assistenza.
-
Le condizioni affinché per le Aziende sanitarie possa scattare l’opzione sono: l’assenza
di personale medico convenzionato collocabile e, ovviamente, la disponibilità
dell’interessato.
Tutto
ciò premesso, affinché
IMPEGNI
-
Il Presidente della Giunta regionale, nella sua qualità di Commissario ad Acta
per il Piano di Rientro, in relazione alla citata norma, al fine di garantire
la regolare assistenza medica dei cittadini sui territori, disponendo alle
Aziende Sanitarie di lasciare in servizio i medici oggi pensionabili,
ovviamente previo consenso del sanitario interessato, finché non vengano
assegnate le zone carenti ai nuovi medici di famiglia e comunque non oltre i
settantadue anni degli stessi.
-
Il presente ordine del giorno viene proposto per evitare che migliaia di
cittadini possano trovarsi privi dell’assistenza del medico di famiglia, in
quanto pochi potrebbero trovare assistenza sanitaria presso i medici
convenzionati nei propri territori, poiché già quasi tutti massimalisti.
IL
CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO
CHE:
-
la problematica dello spreco alimentare, e in particolare quella delle azioni e
delle misure per prevenirlo, è non solo tema di grande attualità ma rappresenta
una priorità economica, ecologica e sociale;
-
lo spreco alimentare è stato definito quale “scandaloso paradosso del nostro tempo”,
considerato l’aumento dei paesi poveri a causa delle guerre e delle crisi economiche,
delle persone denutrite e sottonutrite e della produzione dei rifiuti urbani;
-
secondo la FAO “oltre un terzo del cibo prodotto al mondo va perso. Gli
alimenti sono persi o sprecati lungo l'intera catena di approvvigionamento
alimentare: nell'azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione,
nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico”; inoltre, il Food Sustainability Index 2021 ha denunciato il fatto che “ogni
cittadino italiano è stato responsabile dello spreco di 97 chilogrammi di cibo.
Nello specifico, ogni famiglia nel 2021 ha buttato nella spazzatura circa 67 Kg
di cibo, i servizi di ristorazione altri 26 Kg e le
vendite
al dettaglio 4 Kg”;
CONSIDERATO
CHE:
-
la problematica, da tempo, rappresenta un punto focale delle politiche mondiali
ed europee nonché una priorità degli interventi dei governi nazionali e locali.
Tra le principali iniziative in tal senso, occorre ricordare:
a)
nel 2012 il Parlamento europeo ha adottato la Risoluzione del 19 maggio su un'Europa
efficiente nell'impiego delle risorse;
b)
nel settembre 2015 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha indicato gli obiettivi
di sviluppo sostenibile per il 2030, compreso quello che prevede di dimezzare
gli sprechi alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatore
e di ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e di
produzione;
c)
nel 2018, il 30 maggio, è stata approvata la Direttiva 2018/851 del Parlamento europeo
e del Consiglio, sui rifiuti, che pone tra gli obiettivi prioritari quello di migliorare
l’uso delle risorse in senso di incentivare l’utilizzo accorto, efficiente e
razionale delle stesse nonché rafforzare l’economia circolare;
d)
nel 2016 è entrata in vigore la legge nazionale 19 agosto 2016, n. 166 contenente
“Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari
e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”;
in particolare, l’articolo 1 stabilisce che “La presente legge persegue la finalità
di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione,
distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari,
farmaceutici
e di altri prodotti (….)”;
e)
diversi sono stati i piani ed i protocolli di intesa adottati a livello
nazionale (tra i principali si ricordano: PINPAS – Piano Nazionale di
Prevenzione degli Sprechi Alimentari – Le azioni prioritarie per la lotta allo
spreco adottato dal Ministero dell’Ambiente nel 2014 con il quale sono state
delineate 10 azioni prioritarie a livello nazionale per la lotta allo spreco
alimentare; attività successivamente confluita nel Comitato Tecnico Scientifico
per l’implementazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti,
istituito con D.M. 8 luglio 2014, n. 185, rinnovato con D.M. 27 giugno 2017, n.
168 nonché nel 2018 ANCI e Ministero dell’Ambiente hanno sottoscritto l’Accordo
attuativo del protocollo d’intesa del
12
ottobre 2017, finalizzato all’implementazione e allo sviluppo di azioni a supporto
dei Comuni, volte a favorire, stimolare e facilitare l’identificazione e l’implementazione
di misure ed iniziative per la prevenzione e la riduzione degli sprechi
alimentari);
Posto
che:
-
da ultimo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella Missione 2 “Rivoluzione
verde e Transizione digitale” pone come urgenti gli interventi e le misure in
materia di economia circolare, per proteggere la natura e le biodiversità e garantire
un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, e ha stanziato,
per questa finalità, ingenti fondi proprio nella
Componente
1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare”;
-
numerose Regioni, di conseguenza, hanno approvato diverse strategie di intervento
e progetti (tra queste: Lombardia, Marche, Lazio, Liguria, Abruzzo etc…) che, utilizzando i fondi del PNRR, mirano a
migliorare la filiera alimentare, riducendo al minimo lo spreco alimentare e la
produzione di rifiuti alimentari;
-
le predette misure si basano soprattutto sullo sviluppo di soluzioni
tecnologiche per la riduzione degli sprechi alimentari; individuazione di
sistemi innovativi di produzione alimentare per l’integrazione delle varie
filiere produttive, favorendo, appunto, un processo di economia circolare;
interventi di recupero delle eccedenze alimentari per facilitare la
destinazione ai fini di solidarietà sociale; progettazione di sistemi di
tracciatura e informazione sicuri e trasparenti dei dati degli alimenti;
ulteriori progetti specifici per creare reti territoriali (dunque a livello
regionale, provinciale o comunale) contro lo spreco alimentare nonché di
ricerca, informazione e sensibilizzazione sul tema;
IMPEGNA
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E LA GIUNTA REGIONALE
-
ad adottare programmi e progetti finalizzati ad affrontare il problema dello spreco
alimentare;
- a
prevedere sul tema importanti investimenti, anche al fine di utilizzare tempestivamente
e opportunamente i fondi del PNRR, trattandosi peraltro di questione
caratterizzata da trasversalità e centralità delle politiche sanitarie, ambientali
e sociali del territorio;
- a
individuare misure per supportare, in particolare, l’azione dei Comuni, coinvolti
per primi nel problema della gestione dello spreco, delle eccedenze alimentari
e dei relativi rifiuti.