XI^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 6
SEDUTA Di LUNEDÌ 29
GIUGNO 2020
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE DOMENICO TALLINI
Inizio
lavori h. 16,15
Fine lavori h. 20,36
Presidenza del Presidente Domenico Tallini
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
MANCUSO Filippo, Segretario
questore
Dà lettura del verbale
della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori
con il primo punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di
provvedimento amministrativo numero 38/11^ d'Ufficio, recante: “Presa d'atto
delle dimissioni del Vice Presidente della I^ Commissione consiliare permanente
ed elezione del Vice Presidente della I^ Commissione consiliare permanente”.
Ha chiesto di
intervenire il collega Esposito. Ne ha facoltà.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Presidente,
chiedo l’inserimento all’odierno ordine del giorno della proposta di
provvedimento amministrativo numero 47/11^, recante: “Convalida dei consiglieri
regionali e degli assessori esterni, ai sensi degli articoli 18 e 21 del
Regolamento interno del Consiglio regionale”. Nel farlo, mi preme ringraziare
il presidente Neri, per come ha inteso condurre i lavori della Giunta delle
elezioni, e tutti i colleghi che vi hanno partecipato, dando un contributo
determinante ai lavori.
Non mi posso
esimere anche dal ringraziare gli uffici, innanzitutto il settore Assistenza
giuridica del Consiglio regionale, per il lavoro svolto e per i pareri che ha
espresso.
Dulcis in fundo, mi rivolgo anche al neo Segretario generale
reggente, la dottoressa Maria Stefania Lauria, per il contributo che ha sempre
dato alla Giunta delle elezioni ma, naturalmente, anche per complimentarmi con
lei e augurarle buon lavoro, all’insegna di quella sinergia che ha sempre
dimostrato e di unione tra gli uffici e il Consiglio
regionale stesso.
Collega Esposito, può riformulare meglio la
sua proposta?
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Ho chiesto di inserire all'ordine del giorno la proposta di provvedimento
amministrativo numero 47/11^, riguardante la convalida dei consiglieri
regionali.
Considerato che la Giunta delle elezioni ha completato il lavoro stamane,
per essere celeri con i lavori stessi, reputo opportuno che oggi sia portata
all'attenzione del Consiglio regionale.
A questo punto, ritengo giusto dare atto del lavoro svolto dai colleghi
componenti della Giunta delle elezioni. Dunque, è pervenuta la proposta
d’Ufficio, che riguarda la convalida dei consiglieri regionali e degli
assessori esterni, ai sensi degli articoli 18 e 21 del Regolamento interno del
Consiglio regionale. È inserita.
Cedo la parola al consigliere relatore per l’illustrazione.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Grazie, Presidente. Come dicevo, questa proposta di provvedimento
amministrativo rappresenta la sintesi di un lavoro partito l'8 giugno scorso,
in seno alla Giunta delle elezioni, e che ha voluto esaminare tutte le
posizioni che erano pervenute al vaglio degli uffici stessi, per la convalida
di tutti i consiglieri regionali e degli assessori esterni, ai sensi degli
articoli 18 e 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La Giunta delle elezioni ha dovuto assumere delle decisioni in merito alla
convalida della stragrande maggioranza dei consiglieri regionali e degli
assessori.
Come dicevo in premessa, su alcune tematiche c'è stato bisogno di
ricorrere anche a dei pareri espressi dal settore Assistenza giuridica del
Consiglio regionale.
La richiesta
di questo parere non ha voluto rappresentare una assunzione di deresponsabilità da parte dei componenti della Giunta delle
lezioni, ma il completamento di un percorso che prima plaudiva al presidente
Neri per come ha condotto i lavori e che ritengo sia stato esaustivo su ogni
punto; per cui, il supporto richiesto agli uffici, non ha fatto altro che
confermare quella che era la linea espressa sin dall’inizio dalla Giunta delle
elezioni e dal suo Presidente.
La conformità del parere espresso dal settore Assistenza giuridica ha
fatto sì che i lavori stessi iniziassero l’8 giugno e si concludessero dopo 20
giorni, anche per non consentire a nessuno di strumentalizzare eventuali
ritardi o situazioni preconcette e prestabilite da parte della Giunta stessa.
Questa proposta di provvedimento amministrativo arriva all’approvazione
del Consiglio regionale dopo essere stata valutata all'unanimità, da maggioranza
e opposizione, all'interno della Giunta delle elezioni.
La ringrazio per averla inserita all’ordine del giorno.
Ritengo che l’azione di celerità da parte della Giunta delle elezioni
debba essere portata all’attenzione della seduta odierna.
Ha
chiesto di intervenire la consigliera Minasi. Ne ha
facoltà.
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno delle mozioni numeri 25/11^,
26/11^ e 29/11^.
Grazie.
Se siete
tutti favorevoli, sono inserite.
Passiamo
all'esame e alla votazione del provvedimento illustrato dal collega Esposito.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Le chiedo
scusa per l’anomalia, prima plaudivo ad una decisione unanime sia all'interno
della Giunta delle elezioni sia oggi in Consiglio regionale, ma poiché la
seduta odierna è iniziata con l’assenza dell’opposizione e non pensavo che Lei
mi cedesse subito la parola per illustrare la proposta di provvedimento
amministrativo, fermo restando la legittimità dei due terzi dei presenti in
Aula, per l’inserimento e la votazione di questa proposta di provvedimento
amministrativo, nell’ambito di quella logica che noi vorremmo instaurare anche
nei confronti dell'opposizione, chiedo se l'Aula e i colleghi ritengano
opportuno posticipare, non solo la relazione sulla proposta di provvedimento
amministrativo, ma soprattutto la votazione, laddove i colleghi
dell'opposizione dovessero entrare in Aula durante i lavori di questo Consiglio
regionale.
So bene che
la mia è una richiesta anomala, anche perché si stava per procedere alla
votazione, ma ritengo che votare un atto condiviso con l’opposizione sia indice
di sensibilità da parte della maggioranza.
Pertanto,
chiedo scusa se prima ho illustrato la proposta di provvedimento amministrativo
senza questa premessa.
In verità
stavo per precisare che, magari, sarebbe opportuno posporre l'inserimento
all'ordine del giorno, visto che ci sono atti che riguardano altri aspetti
dell'intero Consiglio regionale.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)
Grazie,
Presidente. Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge
numero 25/11^, recante: “Disposizioni in materia funeraria e di Polizia
mortuaria”.
Sì tratta di una proposta già depositata. Non credo vi sia alcun problema,
anche perché ci sono delle scadenze. L'inserimento è approvato.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Presidente, è
difficile parlare senza un contraddittorio politico, ma prendiamo atto che la
seduta odierna comincia da dove era rimasta, ovvero senza la presenza in Aula
dei colleghi dell’opposizione.
Proprio per questo, ritengo – e credo di parlare anche nome dell'intera
maggioranza – che non abbia senso andare a discutere i primi sette punti
all'ordine del giorno che, a questo punto, vista l'assenza dei colleghi
dell'opposizione, decadono.
Decadono perché, nella precedente seduta di Consiglio regionale, eravamo
consapevoli di avere ottemperato in modo legittimo, secondo quello che erano le
norme, alla votazione del Presidente e del Vice presidente delle Commissioni
consiliari.
Del resto, da questo punto di vista, siamo stati supportati prima, durante
e soprattutto dopo quella votazione – anche in questo caso – dai pareri degli
Uffici competenti con la firma dell'allora Segretario generale, dottore
Maurizio Priolo, del dottore Sergio Lazzarino, dirigente del settore Assistenza
giuridica, e della stessa dottoressa Maria Stefania Lauria, dirigente del
Settore segreteria Assemblea, che hanno contemplato un parere che legittimava
quanto da noi esercitato nella seduta del 12 giugno scorso.
Perché abbiamo inserito all'ordine del giorno odierno i primi sette punti,
ovvero le proposte di provvedimento amministrativo per la presa d'atto delle
dimissioni dei Vice Presidenti e la successiva elezione del Vice Presidente
dimissionario?
Perché ritenevamo di lanciare un messaggio che avevamo già inviato – lei,
per primo, Presidente – in sede di Conferenza dei capigruppo, al fine di
riprendere il dialogo che si è ancorato a causa di un corto circuito di cui
siamo consapevoli.
Eravamo convinti – ripeto – della giustezza della nostra azione tant'è
che, come maggioranza, avevamo chiesto di procedere all'istituzione e alla
formalizzazione delle Commissioni, così come oggi siamo costretti a chiederle,
Presidente, dopo averlo fatto in sede di Conferenza dei capigruppo, anche alla
luce dell'assenza dell'opposizione, di voler istituire e formalizzare in modo
abbastanza celere l'istituto delle Commissioni.
Da questo punto di vista, c'è una vacatio nell’ambito del nostro Regolamento perché nessuno
poteva immaginare che, ad oggi – mi corregga se sbaglio – alcuni Gruppi
consiliari dell'opposizione ancora non avessero designato i propri consiglieri
nelle singole Commissioni.
Non è previsto nel Regolamento, ma credo che il buon senso e, soprattutto,
la ratio per uscire da questa
paralisi istituzionale possano attribuirle dei poteri sostitutivi per indicare,
seppur temporaneamente, i componenti dei Gruppi di opposizione e, laddove
reiterassero la volontà di non comunicarlo all'Ufficio di Presidenza, di
inserirli momentaneamente nelle Commissioni stesse.
È vero che non è scritto nel Regolamento, ma è altrettanto vero che i
Regolamenti e gli Statuti delle altre Regioni italiane contemplano proprio
questo particolare momento, laddove i Gruppi consiliari non provvedano alle
indicazioni dei consiglieri stessi.
Ritengo che vi sia la necessità di uscire da questa paralisi
istituzionale, dove non si vuole dare la colpa ad una delle due parti presenti
in questo Consiglio regionale.
Credo che abbiamo avuto delle responsabilità bipartisan e il dato aggettivo, che è sotto gli occhi di tutti e
sotto gli occhi dei calabresi, è una paralisi istituzionale senza precedenti.
Del resto, nel suo ufficio, Presidente, arrivano quotidianamente – anche oggi
ne ha illustrata qualcuna che ha nella sua agenda – proposte legislative anche
estremamente importanti che, finché ci sarà questa paralisi istituzionale, non
potranno vedere la fase di approvazione in seno alle Commissioni, dove si
lavora a stretto contatto con i colleghi dell’opposizione.
Pertanto, ci auguriamo che questo corto circuito, dovuto alle
responsabilità sia della maggioranza sia dell'opposizione, possa essere
superato al più presto per potersi poi confrontare nel lavoro quotidiano delle
Commissioni e, magari, trovare anche sintesi e sinergie con l'opposizione, per
la discussione di pratiche importanti, che devono arrivare in Consiglio
regionale, nell’interesse dei cittadini calabresi.
Auspichiamo che l'atteggiamento dell’opposizione possa modificarsi nel
corso delle prossime ore e che possano giungere all’Ufficio di Presidenza i
nomi dei componenti delle Commissioni.
Laddove
questo atteggiamento dovesse reiterarsi, le chiediamo in subordine, Presidente,
che provveda d'ufficio ad una nomina – magari, anche provvisoria – dei
componenti dell’opposizione all'interno delle Commissioni, affinché si possano
istituire, formalizzare e convocare con al primo punto all'ordine del giorno
quello che oggi avremmo voluto fare come messaggio politico e non come fatto
normativo e regolamentare, per la rielezione del vicepresidente dimissionario
laddove ci sono. Consideriamo anche un altro aspetto estremamente importante –
per cui faccio un plauso a tutti i componenti della maggioranza – e cioè non
voler strumentalizzare chi si è dimesso tra i vari vicepresidenti, ma di
aspettare i colleghi dell'opposizione nelle Commissioni, per poter risolvere
l’apparente contraddizione di questa assenza in Aula.
Ringrazio il collega Esposito che, con la sua richiesta e col suo
intervento, ha chiarito la posizione che, come già anticipato, avrei assunto
nella seduta odierna quale Presidente del Consiglio regionale, garante dei
diritti e delle prerogative di tutti i consiglieri regionali. Voglio ribadirlo,
perché non voglio che rimangano ombre e voglio dirlo perché ritengo che quello
che è avvenuto in questi giorni, e che è stato definito una brutta pagina del
Consiglio regionale, non debba avere ombre di nessun genere, essendo io il
testimone di tutti i passaggi e di ciò che è avvenuto dall'inizio della
Legislatura fino ad oggi: il dialogo iniziato con l’opposizione fino al momento
della rottura nonché l’ultima riunione di Conferenza dei capigruppo, in cui
abbiamo cercato con ogni sforzo di ricucire uno strappo che, forse ormai, nella
consapevolezza di tutti noi è stato superato, ma che prevede un ulteriore
sforzo ed una comprensione reciproca delle ragioni degli altri per cercare di
andare avanti e dotare questo Consiglio regionale delle strutture adeguate,
affinché l'attività legislativa vera e propria possa iniziare attraverso il
lavoro delle Commissioni.
L’abbiamo ribadito in quell’incontro, forti del parere – e ringrazio,
ancora una volta, il dirigente del settore Assistenza giuridica di questo
Consiglio regionale – di legittimità di quanto avvenuto in Aula.
Non abbiamo fatto di questo parere una questione di battaglia politica, ma
abbiamo cercato di fare capire sommessamente che, purtroppo, le problematiche
politiche e le ragioni politiche erano prevalenti rispetto all'aspetto legale
della procedura che, come è stato attestato, è avvenuta nella piena regolarità.
Non abbiamo voluto strumentalizzare molto, perché si è cercato – sia io in
qualità di Presidente del Consiglio regionale ma anche i Capigruppo di questa
maggioranza – di evitare che i rapporti si acuissero.
La posizione che ho voluto mantenere davanti a tutti, portandola in Aula,
era quella di riconoscere che al momento in cui si è votato, dal punto di vista
etico e politico, abbiamo spiegato anche la necessità di ricorrere a quella
procedura e a quel metodo e ci eravamo impegnati a riportare in Consiglio
regionale – e non in Commissione, come dice il Regolamento – la possibilità che
l’opposizione votasse i suoi rappresentanti che si erano dimessi in seno alle
varie Commissioni, invece che ciò avvenisse all’interno delle Commissioni, dove
i rappresentanti della minoranza, nell'ipotesi di 6 componenti, sarebbero
soltanto 2. Davanti alla posizione negativa dell’opposizione, io dissi che
comunque avrei portato in Aula queste proposte, per ridare dignità
all’opposizione che, in quel momento, riteneva di aver avuto lese le proprie
prerogative, e ho voluto mantenere questo impegno.
Oggi siamo qui; la minoranza ha ritenuto di non dover onorare questo
passaggio attraverso la propria presenza.
Consumato questo passaggio, rimandiamo – così come annunciato dal collega
Esposito – le proposte di rinnovo dei Vice Presidenti, in linea con quanto
previsto dal Regolamento, all'interno delle Commissioni, e solleciteremo – lo
faccio ufficialmente da questa posizione – la designazione dei componenti delle
Commissioni.
Spero che tutto questo possa avvenire nella piena consapevolezza e nella
piena collaborazione, atteso che il funzionamento delle Commissioni ci deve
mettere nelle condizioni di lavorare meglio, con più competenza e
partecipazione e, attraverso le audizioni ed il confronto, ci consentirà di approfondire
e valutare meglio le proposte di legge che arriveranno in Aula.
Pertanto, ritengo di accogliere l’invito del collega Baldo Esposito.
I calabresi ci stanno guardando e non è possibile dare l'idea di un
Consiglio regionale rissoso ma, contestualmente, fermo.
Abbiamo l’obbligo, che deriva dall’impegno che abbiamo assunto –
soprattutto noi, che rappresentiamo la maggioranza, ma ognuno di noi nel
proprio ruolo – di andare avanti e dimostrare ai calabresi che siamo solo
all'inizio della Legislatura ed è giusto che un Consiglio regionale, al 90 per
cento della sua composizione rinnovato, possa avere la possibilità di un breve
rodaggio, per poi arrivare a produrre quello che, a mio avviso, è nella
condizione di poter produrre: quelle iniziative e quelle leggi utili affinché
la Calabria possa definitivamente cambiare e svoltare.
Con questa decisione, provvederò a formalizzare di nuovo la richiesta di
segnalazione dei componenti, rimarcando che la maggioranza lo ha già fatto
nelle due ipotesi.
Spero che oggi, o al massimo nelle prossime ore, questi nominativi vengano
formalizzati e presentati anche da parte della minoranza.
Tutto questo, chiaramente, non mi impedirà in futuro di prendere atto di
quella che sarà la volontà ed i comportamenti dei colleghi della maggioranza e
della minoranza.
Confido molto sul loro equilibrio che, in ogni caso, produrrà gli atti che
ci consentiranno di far insediare le Commissioni e di cominciare a trattare le
proposte depositate dai consiglieri regionali secondo le competenze.
Il collega Esposito ha parlato per il primo punto all'ordine del giorno,
ma la proposta è quella di ritirare i primi sette punti iscritti all’ordine del
giorno in quanto le motivazioni sono uguali per tutti, rinviando in Commissione
l’elezione dei sette Vice Presidenti dimissionari, e di procedere con gli altri
punti all'ordine del giorno.
(Così resta stabilito)
Procediamo
con l’ottavo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 45/11^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Riaccertamento ordinario dei
residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019, ai sensi dell'articolo 3, comma
4, del decreto legislativo numero 118/2011 e successive modificazioni e
conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 e al bilancio di
previsione 2020-2022 del Consiglio regionale della Calabria”.
Cedo la
parola al relatore, consigliere Mancuso.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini), relatore
Grazie, Presidente, con il presente provvedimento, il Consiglio regionale
della Calabria è chiamato ad approvare il riaccertamento
dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019.
(Interruzione)
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Pitaro
Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Volevo
rapidamente replicare su quello che è accaduto finora, presidente Tallini.
Di certo, non ci siamo assentati dall’Aula perché
siamo soliti farlo.
Non siamo entrati in Aula perché da sempre diciamo
che sulla questione delle Commissioni ci sono un problema politico e giuridico
grandi come una montagna.
Purtroppo, però, ci è sembrato che da quest'Aula,
in assenza dell'opposizione, si sia voluta mandare ai calabresi una fotografia
non vera, non reale ma artificiosa, dicendo ai calabresi: “L'opposizione non
c'è, affari loro, vogliono paralizzare il Consiglio regionale”. Presidente
Tallini, non è così! E lei lo sa bene!
Questo Consiglio regionale, purtroppo, è ormai
caratterizzato da grandi ritardi. Fin dal primo insediamento del Consiglio
regionale, siamo stati noi a chiedere più volte la costituzione delle
Commissioni, perché senza di esse il Consiglio non può operare.
Siamo stati noi a sollecitare più volte il
Consiglio regionale in tal senso, ed essere descritti come coloro che stanno lì
a fare ostruzionismo, onestamente, non va bene!
Qui ci sono due tipi di problemi ed è bene che i
calabresi lo sappiano, anche se lo sanno già, perché ci vedono e ci ascoltano
sempre, anche in diretta streaming.
Ci sono un problema di tipo politico e un problema
di tipo giuridico.
Il problema di tipo politico, lo abbiamo detto
sempre e lo ricordiamo ancora oggi: la maggioranza – nonostante abbia
costituito una nuova Commissione, al fine di trovare evidentemente propri
equilibri interni – non ha voluto attribuire all’opposizione la presidenza
della Commissione speciale di vigilanza, sebbene questa sia una prassi ormai
consolidata.
Questo è un problema politico che non dobbiamo e
non possiamo nascondere.
È mai possibile che il vigilante e il vigilato
coincidano? È mai possibile che ci sia questa immedesimazione tra controllato e
controllante, presidente Tallini?
In tutte le Regioni, questa è una prassi ormai
consolidata.
Peraltro, sarebbe insolito, anomalo ed irrituale
che a vigilare sugli atti della maggioranza sia sempre e solo la maggioranza.
Mi pare evidente e manifesto che ci sia un'anomalia grande sotto il profilo
politico, ed è bene che i calabresi sappiano che la maggioranza vuole auto
vigilarsi.
Presidente, c’è poi un problema di tipo giuridico,
ma vedo che la maggioranza è sparita.
(Interruzione)
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
Se c'è
qualcuno che è sparito, è stata la minoranza e noi siamo stati in attesa senza
colpo ferire.
La prego di
non fare ironia. Noi siamo qui presenti! Presidente, non siamo spariti, ma
siamo sempre stati in Aula.
Presidente,
gradirei che si evitassero interruzioni così feroci.
C'è un
problema di tipo giuridico, che noi abbiamo più volte segnalato, ovvero la
violazione del Regolamento interno del Consiglio regionale.
I calabresi
sanno che questo Consiglio regionale è dotato di un Regolamento che dà delle
indicazioni e detta delle regole. Se ci sono delle regole, è giusto che siano
rispettate. Quali sono le regole che, a nostro avviso, sono state violate? Mi
sembra lampante ed evidente!
Il
Regolamento dice che, prima dell’elezione degli Uffici di Presidenza, ogni
Gruppo deve designare i propri componenti. Tutto questo non è stato fatto!
La
maggioranza è andata in Aula, senza avere preventivamente designato i propri
componenti all'interno delle Commissioni. Questo è il primo problema di
violazione del Regolamento: evidente, manifesto e gravissimo!
Inoltre, dopo
otto ore e mezza di attesa, presidente Tallini, nonostante non vi fosse
l'opposizione, la maggioranza è andata comunque al voto e ha proceduto
all'elezione dell'intero Ufficio di Presidenza, eleggendo finanche – questa è
la fotografia davvero paradossale – i vicepresidenti che, ai sensi del
Regolamento interno, spettano all'opposizione.
Questa è la
fotografia paradossale che devono vedere e conoscere i calabresi.
Voi siete
entrati in Aula da soli, senza l'opposizione, e avete votato finanche i
vicepresidenti spettanti all’opposizione. Questo è un procedimento elettivo
completamente viziato, per le ragioni che ho già esposto.
A seguito di
ciò – raccontiamo i fatti ai calabresi, in modo tale che lo sappiano – noi
consiglieri regionali di opposizione abbiamo notificato una diffida al
Consiglio regionale con cui contestavamo l’errore, l’illegittimità e
l’illegalità di questo procedimento.
Su questa
diffida, mai nessuno si è espresso.
So bene che
si sventola un parere degli uffici di questo Consiglio regionale, però bisogna
sfatare un mito.
Le ho dato la
parola, però non possiamo andare molto oltre su quello che non è iscritto
all'ordine del giorno, anche se lo ritengo utile perché avvia un sereno
confronto in quest'Aula e tanti altri consiglieri potrebbero intervenire, ma
abbiamo un nutrito ordine del giorno. Sono cose che abbiamo detto in tutte le
salse e le abbiamo ripetute.
La invito
solo ad essere più sintetico.
Dicevo che il parere dell’ufficio Assistenza giuridica di questo Consiglio
regionale, Presidente, riporta solamente che il ricorso al Tribunale
Amministrativo Regionale (TAR) sarebbe inammissibile, ma non dice che le
violazioni che noi abbiamo segnalato, cioè tutte le censure sul procedimento
elettivo, sono infondate; anzi, non dice proprio nulla!
Pertanto, non si dica per cortesia, alla Calabria e ai calabresi, che il
parere degli uffici legali dice che il procedimento elettivo utilizzato è
legittimo, perché questo, gli uffici di questo Consiglio regionale non lo hanno
detto.
(Vive proteste dai banchi
dell’opposizione)
Presidente, posso intervenire o no?
Capisco che il rispetto delle regole… lo pretendiamo.
Le urla del consigliere Graziano non mi incutono terrore, presidente
Tallini, e credo nemmeno a lei.
Evitiamo le polemiche e concludiamo.
PITARO Francesco (Misto)
Non si può
urlare dagli spalti come se fossimo allo stadio. Mi sembra una mancanza di
rispetto.
La
invito a concludere.
Concludo,
però lei deve invitare il consigliere Graziano a non urlare. Non siamo allo
stadio, Presidente.
Concludo
dicendo che, alla luce di tutti questi fatti, noi abbiamo depositato un'istanza
perché lei Presidente, ci ha convocati oggi per eleggere i vicepresidenti, ma
come si fa ad eleggere i vicepresidenti delle Commissioni se il Regolamento
dice che le elezioni del Presidente e del vicepresidente debbono avvenire
contestualmente?
È evidente
che si tratta di una violazione reiterata del Regolamento.
Noi non siamo
entrati in Aula per segnalare il nostro atteggiamento di protesta e di pretesa
di rispetto delle regole.
Concludo
dicendo che abbiamo depositato un'istanza con cui chiediamo al Ministero
dell'Interno, al Ministero per gli affari regionali e ai Prefetti di fare luce
e di farci capire se effettivamente vi sono state delle violazioni o meno.
Inoltre, gli
uffici nei loro pareri una cosa l’hanno pure detta e, su questa diffida,
qualcuno si deve esprimere all'interno del Consiglio regionale; perciò, abbiamo
chiesto – e chiudo davvero – alla Giunta per il Regolamento di esprimersi ma,
ad oggi, non si è espressa.
Presidente,
noi pretendiamo e chiediamo che venga applicato il Regolamento, che vengano
rispettate le regole e che si torni a votare, come abbiamo detto
reiteratamente, l'intero Ufficio di Presidenza delle Commissioni.
Rispettare le
regole non può essere solamente un motto o una propaganda. Noi pretendiamo il
rispetto concreto delle regole. Grazie.
Collega Pitaro, le voglio ricordare che i pareri espressi dal
settore Assistenza giuridica di questo Consiglio regionale non sono stati in
alcun modo condizionati da comportamenti o atteggiamenti di parte.
Io stesso mi
sono affidato alle loro professionalità e alle conclusioni a cui sono
pervenuti. Le ricordo però che, alla data di votazione delle Commissioni, non
soltanto la maggioranza non aveva designato i nomi dei componenti delle Commissioni,
ma neppure la minoranza, ad eccezione di lei, consigliere Francesco Pitaro, che è così bravo, solerte e preciso.
Credo che,
prima di censurare i comportamenti altrui, dovrebbe parlare ai suoi colleghi e
fare ammenda nel suo stesso schieramento.
Del resto, la
stessa cosa è avvenuta in tutte le Legislature e in tutte le circostanze.
Come ho detto
più volte, i riferimenti al Regolamento sono di tipo ordinatorio e non
perentorio. Si tratta di una consuetudine approfondita, risaputa, consolidata e
conclamata da tantissime Legislature, governate sia dal Centro-sinistra sia dal
Centro-destra.
Come abbiamo
detto – ed io rispondo nella qualità di Presidente – la possibilità di votare
contestualmente un nome della minoranza, nasce dall’esigenza di dare
legittimità alla votazione, come, del resto, è stato certificato dagli Uffici
regionali competenti.
Le votazioni
dell'Ufficio di Presidenza sono avvenute in maniera contestuale, sia per il
Presidente sia per il Vicepresidente e certificati, altresì, dagli Uffici
legislativi.
Aggiungo che
la mia offerta di mediazione è giunta al massimo delle sue possibilità, in un
momento in cui le responsabilità per quello che è avvenuto sono addebitabili ad
entrambi gli schieramenti.
Avendo
vissuto in prima persona i momenti in cui queste incomprensioni sono venute
fuori, come ho detto in Conferenza dei capigruppo, ribadisco che le
responsabilità appartengono a entrambi gli schieramenti.
Non reputo
vero ciò che lei dice, rispetto al fatto che alla maggioranza spettino tutte le
Commissioni, e le ricordo che, fino all’ultimo momento, all’opposizione è stata
offerta una Commissione ma, per motivi che voi conoscete, questo non si è
potuto attuare.
Ricordo che,
in passato in quest'Aula, io stesso sono stato vittima di strategie da parte di
molti di coloro che oggi appartengono al suo stesso schieramento, e senza
vedere nessuno scandalizzarsi.
Una cosa è
dire che si vuole esercitare il controllo sulla propria maggioranza, ma non è
esattamente così!
Lei sa che i
consiglieri regionali hanno anche compiti di indirizzo e di controllo, quindi
non vedo perché un consigliere di maggioranza non debba svolgere il ruolo di
controllore come la minoranza!
Riaprire
questa discussione oggi, in questi termini, e nel momento in cui questa regione
vive un periodo particolare, mi è sembrato inopportuno.
Lei sa che la
stimo profondamente e, senza pretendere che lei venisse meno ai suoi principi e
alle sue idee, mi sarei aspettato un altro tipo di intervento da parte sua.
Questo è il
momento della responsabilità, per dare avvio alla discussione in Aula, anche
perché ci sono importanti punti all’ordine del giorno, finalizzati al rilancio
di molti settori dell'economia della Regione Calabria.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sainato. Ne ha facoltà.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Grazie,
Presidente. Prima di passare all'ottavo punto all’ordine del giorno, nel
ringraziare l'opposizione che è rientrata in Aula – anche se in ritardo –
ritengo che ci siano le condizioni per votare i Vicepresidenti.
Prima non
l'abbiamo fatto, Presidente, e abbiamo rinviato i primi sette punti ma, con il
loro rientro, possiamo tranquillamente procedere alla votazione dei
Vicepresidenti, senza delegare a lei questo onere.
L’unico
passaggio che mi sentirei di fare, riguarda l'ultima seduta di Consiglio
regionale, a seguito della quale c'è stata una conferenza stampa del Partito
Democratico, dove i colleghi Bevacqua e Guccione hanno avuto modo di dichiarare
che la maggioranza è tornata indietro sulle designazioni della Commissione anti
‘ndrangheta perché c'era un veto sul sottoscritto da parte del gruppo di
Fratelli d'Italia.
Vorrei capire
dove i colleghi Guccione e Bevacqua abbiano appreso queste notizie perché, a
quanto risulta a me e a tutta la maggioranza – compreso lei, Presidente – le
cose sono andate in modo diverso.
Non conosco
la storia del consigliere Guccione ma, se vuole, posso raccontargli la mia, non
solo sul piano personale ma anche sul piano politico.
Vorrei
ricordare ai colleghi Guccione e Bevacqua che io non ho mai fatto politica
attaccando le persone. Per me la politica è altro e non mira ad attaccare le
persone sul piano personale!
Posso
garantire – e sfido chiunque – su quanto fatto da me in qualità di
amministratore comunale, insieme alla mia amministrazione, soprattutto in
termini di legalità.
Non so – ma
sono certo – che i colleghi Guccione e Bevacqua – che non ho seguito in
Consiglio regionale – abbiano fatto lo stesso; però, per me, la politica è
altro e non si basa su attacchi personali.
Visto che
oggi siamo in Aula consiliare, mi auguro che possiate spiegare a tutti da dove
sono arrivate le notizie e le affermazioni che avete rilasciato in conferenza
stampa.
Presidente,
rinnovo la richiesta di procedere alla trattazione dei primi sette punti per
quanto concerne l’elezione dei Vicepresidenti. Grazie.
Invito a
concludere il dibattito con l’intervento del collega Bevacqua, al quale cedo la
parola.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Pensavo che
l’intervento del collega Francesco Pitaro fosse
servito a spiegare bene la posizione della minoranza e le ragioni per le quali
siamo entrati in Aula solo all’ottavo punto e per i quali non intendiamo
tornare indietro ai precedenti punti all’ordine del giorno.
Difatti,
siamo entrati in Aula per affrontare l’ottavo punto e non i punti precedenti.
La seconda
cosa che vorrei dire al collega Sainato, con il quale
ho un rapporto di lunga data, è che mi è molto dispiaciuta la sua
interpretazione delle affermazioni mie e del collega Guccione sulla sua
persona.
Noi abbiamo
semplicemente preso atto – dagli incontri, formali o informali – della
posizione del gruppo Fratelli d'Italia, rispetto alla non assegnazione della
Commissione anti ‘ndrangheta. Poi è stato qualche giornalista a mettere in
bocca il nome.
Personalmente,
non ho mai fatto il nome del collega Sainato, perché
anche per me la politica è prima di tutto rispetto delle persone, degli uomini
e del Consiglio regionale dove noi militiamo. Se qualcuno ha fatto nomi di
persone non meritevoli dell'incarico, non siamo stati certamente noi. Noi
abbiamo solo appreso dalla stampa e preso atto, in alcuni incontri, che il
gruppo Fratelli d'Italia non voleva che gli venisse assegnata la Commissione
antimafia. Questo è il ragionamento! Se poi ci hanno elaborato percorsi e
disegni, non lo so!
Come lei,
anch’io faccio politica, ho rispetto dei colleghi in Aula e della storia di
ognuno. Ognuno di noi, per raggiungere questo ruolo e questa posizione, ha
fatto dei sacrifici, soprattutto anche per ciò che ha rappresentato nelle varie
comunità in cui ha vissuto, ha lavorato e si è impegnato.
Passiamo alla trattazione dell’ottavo punto
all’ordine del giorno.
SAINATO Raffaele (Fratelli
d’Italia)
Presidente,
chiedo scusa, ho chiesto di votare i primi sette punti all’ordine del giorno.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Ha detto di
no.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Chi ha detto
di no? Il consigliere Bevacqua è diventato il giudice di Cassazione del
Consiglio regionale? Non lo sapevo!
Loro sono
entrati in Aula e l’intervento del collega Francesco Pitaro
– che ringrazio – ha riguardato i primi sette punti all’ordine del giorno.
Ci dispiace
per il ritardo, ma i punti non erano ancora chiusi e il Presidente ha dato la
possibilità di parlare. Pertanto chiedo che si votino i Vicepresidenti, come
previsto nei primi sette punti, per quanto concerne il piano politico. Sul
piano normativo, sarà il Presidente a decidere.
Collega Sainato, rispondo a lei così come ho risposto ai colleghi
dell'opposizione: bisogna andare avanti.
Con un
intervento del collega Esposito, abbiamo formalmente dichiarato chiusa questa
fase, con l’impegno, in prima persona, di procedere all’elezione dei
Vicepresidenti nelle dovute sedi, ovvero le Commissioni, così come previsto dal
Regolamento.
Abbiamo
tentato di convincere i colleghi dell'opposizione ad un momento di
condivisione, ma non è stato possibile e oltre non si può andare. Per questo
motivo non ho posto in votazione una fase dei lavori che ritenevamo già conclusa.
Anche dai due
interventi, si desume che questo è il percorso che dobbiamo fare.
Non è il caso
di attardarci ancora a discutere di queste cose. Dobbiamo essere tutti
collaborativi e permettere a questo Consiglio regionale di andare avanti.
Passiamo alla
proposta di provvedimento amministrativo numero 45/11^ di iniziativa
dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019, ai sensi
dell'articolo 3, comma 4, decreto legislativo 118 /2011”.
Cedo la
parola al relatore, consigliere Mancuso.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini), relatore
Grazie,
Presidente. Con il presente provvedimento, il Consiglio regionale è chiamato ad
approvare il riaccertamento dei residui attivi e
passivi al 31 dicembre 2019 del Consiglio regionale e le conseguenti variazioni
al bilancio di previsione 2011/2021 e al bilancio di previsione 2020/22, così
come deliberato dall'Ufficio di Presidenza con la deliberazione numero 15 del
26 giugno 2020.
L'approvazione
del riaccertamento dei residui è propedeutica
all'approvazione del Rendiconto dell'esercizio 2019 del Consiglio regionale.
Dalle
attività di riaccertamento dei residui attivi e
passivi, effettuate dagli Uffici competenti del Consiglio regionale, è
risultato che, al termine dell'esercizio 2019, l'ammontare dei residui attivi è
pari a euro 43 milioni 17.026,71. L'ammontare dei residui passivi, è pari ad
euro 8 milioni 375.478,58. La consistenza finale del Fondo pluriennale
vincolato, da iscrivere all'entrata del bilancio dell'esercizio 2020, è pari ad
euro 2 milioni 255.28,05 di cui euro 713.806,92 per spese in conto capitale.
Le risultanze
del presente provvedimento saranno inserite nel Rendiconto del Consiglio
regionale, relativo all'esercizio 2019.
Con il
presente provvedimento sono infine approvate le variazioni sia al bilancio di
previsione 2019/21 sia al bilancio di previsione 2020/22, necessarie per
l'adeguamento delle previsioni di competenza e di cassa alle risultanze del riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre
2019.
Si ricorda
che, sul presente provvedimento, il Collegio dei revisori dei conti, con
verbale numero 33, parere numero 14 del 18 giugno 2020, ha espresso parere
favorevole.
Passiamo alla
votazione del provvedimento, prendendo atto del parere favorevole del Collegio
dei revisori dei conti.
(Il Consiglio approva)
Passiamo al
nono punto all’ordine del giorno: proposta di legge numero 8/11^ di iniziativa
delle consigliere Minasi e Sculco, recante “Proroga
del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni transitorie sui
requisiti strutturali organizzativi delle strutture socio-educative per la
prima infanzia di cui all'articolo 23 della legge regionale numero 15/2013”.
Cedo la
parola al relatore, consigliera Minasi.
MINASI Clotilde (Lega Salvini), relatore
Grazie,
Presidente. Con questa proposta, che intendiamo sottoporre all'attenzione
dell'Aula, si chiede una proroga per il termine di adeguamento delle strutture
socio-educative della prima infanzia, spostando al 31 dicembre 2020 la scadenza
precedentemente fissata dalla legge al 30 giugno.
La legge,
infatti, definisce i requisiti sia organizzativi e strutturali sia i limiti
temporali entro i quali le strutture devono adeguarsi per non veder revocata
l'autorizzazione inerente il loro funzionamento e accreditamento.
La necessità
di una proroga deve essere presa in considerazione, dal momento che tali
attività, nel contesto dell'emergenza legata al Coronavirus, hanno registrato
gravi disagi e hanno dovuto confrontarsi con ostacoli e difficoltà.
Ecco perché
riteniamo necessario che, attraverso questa proposta di legge, si possa
garantire la prosecuzione di tali attività, che risultano strategiche nell'ottica
dell'integrazione e del sostegno dei minori.
Si tratta di
un passaggio che non incide economicamente perché, dall'attuazione della
presente legge, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale, ma
la sua
approvazione è significativa per le strutture interessate, perché
scongiurerebbe l'interruzione di un servizio indispensabile. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
GALLO Gianluca, assessore alle politiche agricole, al welfare,
politiche sociali e per la famiglia
Prendo atto di questa richiesta –
concertata con me, da parte delle colleghe Minasi e
Sculco – che, peraltro, viene fuori da una esigenza rappresentata dal mondo
delle Scuole della prima infanzia e che fa riferimento ad una legge del 2013.
Trattandosi di un’esigenza che
proviene dal territorio, è giusto che le colleghe consigliere si siano date da
fare per prolungare questo termine, soprattutto anche per la questione legata
all’emergenza Covid-19.
Mi auguro che non ci siano altre ipotesi
di questa natura e che, rispetto alla legge del 2013, in futuro si possa avere
anche questo adeguamento ai requisiti richiesti dalla normativa numero 15 del
2013.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di
Natale. Ne ha facoltà.
DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)
Presidente, al di là della
validità della proposta di legge, per coerenza con quanto detto nel corso
dell’ultima seduta di Consiglio regionale, vale a dire che non avremmo votato
proposte di legge se non fossero giunte prima al vaglio delle Commissioni per
un esame approfondito, annuncio il voto di astensione a nome del Gruppo Io
resto in Calabria.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente, anche noi, come gruppo
del Partito Democratico, annunciamo il voto di astensione.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle libertà)
Va bene l'intervento del collega
Di Natale, reiterato anche dall'intervento del capogruppo del Partito
Democratico che, fino ad oggi, aveva rivestito anche il ruolo di portavoce
dell'opposizione, non solo in conferenza dei Capigruppo ma anche in questa
Aula. Oggi ho visto che c'è stato un passaggio di testimone dal consigliere
Bevacqua al consigliere Francesco Pitaro, e mi fa
sicuramente piacere, però, più che affermare un qualcosa che nella sostanza
viene condiviso, come la proposta di legge della collega Minasi,
e astenersi perché è ancora in piedi, a questo punto, il “gioco” delle
Commissioni, sarebbe stato preferibile astenersi senza fare dichiarazioni,
perché va da sé che la maggioranza invita sia il collega Di Natale sia il
collega Bevacqua alla celerità.
Presidente, prima diceva che,
appena l’opposizione fosse entrata in Aula, lei stesso avrebbe chiesto
ufficialmente di indicare i componenti delle Commissioni.
Mi auguro che lei lo faccia entro
la fine di questa seduta e mi auguro che domani mattina… proprio perché do
ragione sia al collega Di Natale sia al collega Bevacqua sul fatto che le
Commissioni si debbano istituire.
Ha fatto bene il collega Francesco
Pitaro a designare l’11 giugno – anche lì, con un po'
di ritardo, rispetto a quello che prevede il Regolamento – la presenza del
Gruppo misto in tutte le Commissioni, ma adesso bisogna lasciare alle spalle
l'oratoria, il gioco delle parti della politica, tra maggioranza e opposizione.
Al di là di quello che farà
successivamente al TAR, al Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari
regionali e quant'altro, l'opposizione domani mattina dovrà quantomeno
designare il nome dei componenti; altrimenti ci si determinerà con il
cosiddetto vulnus, nel momento in cui
lei sarà chiamato, così come la maggioranza ha chiesto, Presidente, a indicare
i componenti dell'opposizione all’interno delle Commissioni.
Bisogna andare in Commissione e
poter lavorare.
Ritengo che soltanto da un
confronto quotidiano tra maggioranza e opposizione si possa raddrizzare una
nave che, in questo momento, fa acqua da tutte le parti e i calabresi non ce lo
consentono.
Quando ho parlato, in assenza
dell’opposizione, non ho parlato di responsabilità dell'opposizione, ma bensì
di co-responsabilità che dobbiamo prenderci tutti. Ce la siamo presa noi.
Mi auguravo che anche l'opposizione
si assumesse quella co-responsabilità di cui abbiamo parlato. Avevamo teso la
mano, ma è stata respinta.
Adesso, a norma di Regolamento,
istituiamo le Commissioni, come giustamente dice il collega Di Natale,
altrimenti l'opposizione non eserciterà il suo ruolo, se non a colpi di
astensioni.
Fin quando non si istituiranno le
Commissioni, anche nella condivisione delle tematiche che arriveranno in Aula,
l’opposizione sarà costretta ad astenersi.
Questo non è un bel modo di
rappresentare coloro i quali, anche tanti, hanno votato Pippo Callipo e i
rappresentanti che siedono democraticamente e legittimamente in quest’Aula.
A lei, Presidente, il compito di
essere super celere, nell’istituzione e formalizzazione delle Commissioni, così
questo teatrino finalmente potrà concludersi.
Grazie, collega Esposito, per avermelo
ricordato. Colgo l’occasione per formalizzare, alla presenza della minoranza,
quello che provvederò a fare nelle prossime ore: invierò un’ulteriore richiesta
ai Gruppi, che non hanno ancora ritenuto di doverlo fare, per la designazione
dei componenti all'interno delle Commissioni, dopodiché, mi determinerò nel
merito. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pitaro
Francesco. Ne ha facoltà.
Intervengo solo per dire che il
Gruppo misto si astiene, grazie.
PRESIDENTE
Il Gruppo misto, abbiamo ribadito,
è sempre puntuale, preciso, anche nella tempistica delle segnalazioni. Abbiamo
già detto più volte che lei è l'unico ad aver segnalato…
Presidente, astensione sulla proposta di
legge.
PRESIDENTE
Sulla votazione, scusi. Ha chiesto
di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
AIETA Giuseppe (Democratici Progressisti)
Presidente, intervengo per fare un po'
d’ordine. Mi sembra che questa proposta di legge sia una proroga del termine di
adeguamento e che riguardi le strutture socio-educative pubbliche e private,
gli asili nido. Mi sembra che sia di natura ordinamentale, si tratta di
modifiche di disposizioni transitorie sui requisiti strutturali. Questa
modifica serve, perché ci sono delle scadenze. Ovviamente, il gruppo
Democratici Progressisti, che tra l'altro ha firmato questa proposta di legge,
dichiara il suo voto favorevole.
Non ci sono altri iscritti a
parlare. Passiamo all'esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale. Abbiamo registrato la posizione del
collega Di Natale.
Passiamo alla proposta di legge numero
20/11^ di iniziativa dei consiglieri Caputo e De Caprio, recante: “Modifiche e
integrazioni al Piano Casa (legge regionale 11 agosto 2010 numero 21)”. Cedo la
parola al relatore, consigliere Caputo, per l'illustrazione del provvedimento.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente)
Grazie, Presidente. La proposta di
legge, strutturata in 5 articoli, ha l'obiettivo di introdurre misure di
semplificazione e incentivazione nell'ambito dei processi di riqualificazione,
rigenerazione e ricostruzione urbana, nel variegato quadro normativo che
disciplina e regola tutti i processi. In particolare, l'ambito nel quale si
introducono le misure e modifiche di cui alla presente proposta, è quello della
legge regionale 11 agosto 2010 numero 21 e successive modifiche e integrazioni.
La legge è: “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata
al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale”, il
cosiddetto “Piano casa”. L'introduzione di tali elementi, in un momento critico
per il Paese, mira a creare, al tempo stesso, condizioni in grado di
accelerare, in modo strutturale, la trasformazione territoriale regionale.
Le norme sulle quali intervengono
le presenti disposizioni sono state pensate, a suo tempo, per dare impulso al
settore edilizio, assecondando l'esplicita richiesta di riqualificazione e
rigenerazione, in una fase particolarmente asfittica del mercato immobiliare,
con uno switch metodologico e culturale in grado di
spingere il settore ad evolversi, accelerando un cambiamento che decenni di
produzioni normative non avevano generato e aprendo una nuova importante
opportunità.
L'eccezionalità dell'attuale crisi
economica e sociale, accentuata dal gravissimo fenomeno della pandemia, impone
quindi l'adozione di misure straordinarie volte a fronteggiare non solo
l'inerzia del mercato delle costruzioni, ma, anche e soprattutto, il disagio
abitativo che interessa sempre più soggetti e famiglie che non hanno capacità
di risparmio, alle quali viene anche precluso l'accesso a mutui per l'acquisto
della prima abitazione.
Gli articoli 1, 2 e 3 della
presente proposta di legge modificano e integrano la predetta legge regionale
numero 21 del 2010. In particolare, la modifica dell'articolo 4 varia
sostanzialmente la sola entità dell'incremento della superficie delle unità
immobiliari dal 15% al 20%, entro lo stesso limite massimo di 70 metri quadri,
200 metri quadri per le destinazioni non residenziali, al solo fine di favorire
il miglioramento delle unità di piccola dimensione.
Viene prevista, altresì, la
possibilità di incremento volumetrico anche per edifici unifamiliari maggiori
di 1000 metri cubi, a condizione che migliorino la classe energetica o
l'efficienza sismica.
La modifica del comma 3-bis
dell'articolo 5 demanda ai Comuni l'altezza massima realizzabile.
Il comma 5-bis dell'articolo 6
viene modificato e uniformato alla legge regionale urbanistica numero 19 del 2002
e riguarda il recupero, a fini abitativi, dei piani sottotetti.
Tale modifica risulta necessaria,
in quanto la legge regionale numero 21 del 2010, cosiddetto “Piano casa”, ha lo
scopo, andando in deroga alle normative urbanistiche regionali, provinciali o
comunali, di dare slancio ad uno dei settori traino dell'economia nazionale,
quello dell'edilizia; consentendo, contestualmente, di migliorare la qualità
del tessuto edilizio esistente e permettendo, a determinate condizioni, di
poter realizzare piccoli ampliamenti delle superfici abitabili degli immobili.
Risulta, pertanto, paradossale che la norma “Piano casa”, legge regionale
numero 21 del 2010, articolo 6, comma 5-bis, allorquando pone al cittadino la
condizione di poter recuperare, a fini abitativi, superfici originariamente
destinate a deposito, magazzino, dia come indicazione minima un’altezza media
ponderale pari 2 metri e 30, ridotta a 2 metri e 10, per i Comuni posti a quote
superiori a 800 sul livello del mare, calcolata dividendo il volume della
porzione di sottotetto di altezza maggiore a metri 1,50 per la superficie
relativa. Pertanto, più vincolante della norma generale prevista dall’articolo
49 della legge regionale numero 19 del 2002, la legge urbanistica regionale,
che prevede, inerentemente allo sfruttamento a fini abitativi delle superfici
di sottotetto, invece, un’altezza media ponderale di almeno 2 metri e 20,
ridotta a 2 metri per i Comuni posti a quote superiori a 800 metri sul livello
del mare.
Al comma 12 dell'articolo 6
vengono sostituite le parole “entro il termine del 31 dicembre 2020” con le
parole “fino al 31 dicembre 2021”.
L'articolo 4 contempla la clausola
di invarianza finanziaria e l'articolo 5 disciplina l'entrata in vigore della
presente legge.
Dunque, l’articolo 1(Modifiche
all’articolo 4 della legge regionale 21/2010):
“Al comma 1 dell'articolo 4 della
legge regionale 11 agosto 2010 sono apportate le seguenti modifiche:
- alla lettera a)
1) le parole “15 per cento” sono
sostituite dalle seguenti: “20 per cento”;
2) dopo la fine del primo periodo
è inserito il seguente: “L'ampliamento volumetrico ai fini abitativi fino al 20
per cento della superficie lorda che non ecceda comunque il valore massimo di
incremento realizzabile di 70 metri quadri, viene concesso anche nel caso di
un’unica unità immobiliare qualora superi 1000 metri cubi, a patto che si
effettuino contestualmente sull' intero fabbricato lavorazioni atte ad
innalzare il livello di efficienza termica o strutturale di almeno una classe”;
- alla lettera b)
1) le parole “15 per cento” sono
sostituite dalle seguenti “20 per cento”;
2) le parole “25 per cento” sono
sostituite dalle seguenti “30 per cento”;
3) le parole “500 metri quadri”
sono sostituite dalle seguenti “700 metri quadri interni netti””.
L’articolo 2 (Modifiche
all'articolo 5):
“1) Il comma 3-bis dell'articolo 5
della legge regionale 21/2010 è sostituito dal seguente: l'altezza massima
della nuova edificazione potrà essere derogata fino all'utilizzo della
volumetria realizzabile. I Consigli comunali, nel termine di sessanta giorni
decorrenti dall'entrata in vigore della presente legge, possono stabilire con
provvedimento motivato, limiti di altezza della nuova edificazione, sempreché
siano compatibili con la realizzazione dell’aumento di volumetria consentiti
dalla presente legge. I provvedimenti adottati dai Consigli comunali oltre i
termini dei sessanta giorni decorrenti dall’entrata in vigore della presente
legge sono inefficaci”.
L'articolo 3 (Modifiche
all'articolo 6 della legge regionale 21/2010):
“Al comma 5-bis, dell'articolo 6
della legge regionale 21/2010 sono apportate le seguenti modifiche:
a)
alla
lettera a) le parole “di almeno 2 metri e 30, ridotta a 2 metri e 10” sono
sostituite dalle seguenti “di almeno 2 metri e 20 ridotta a 2 metri.”
b)
al
comma 12, le parole fino “al 31 dicembre 2020” sono sostituite dalle seguenti
“fino al 31 dicembre 2021”.”
L’articolo 4 è la clausola di
invarianza finanziaria: “Dall'attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.
L'articolo 5 è l'entrata in
vigore: il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Non ci sono interventi. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento. Prima dell'articolo 1 è pervenuto
l'emendamento protocollo numero 14289/A01, a firma dei consiglieri Paris, Raso,
Vito Pitaro. Cedo la parola al proponente per
l'illustrazione.
PARIS Nicola (Unione di Centro)
Presidente, grazie, buonasera a
tutti. Agli emendamenti che seguono è allegata la relazione finanziaria, è
giusto precisare che sono di carattere ordinamentale e pertanto non comportano
oneri a carico del bilancio regionale.
È una modifica alla legge
regionale numero 21 dell’11 agosto del 2010, abbiamo fatto degli emendamenti.
Nell'emendamento numero 1: “Prima dell'articolo 1 della proposta di legge
numero 20/2011 è inserito il seguente:
Articolo 1
(Modifiche all'articolo 2 della legge regionale numero 21 del
2010)
1.All'articolo 2 della legge
regionale numero 21/2010 sono apportate le seguenti modifiche:
-al comma 3 le parole: “e di distanza tra i fabbricati” sono
sostituite dalle parole: “e di distanza tra i fabbricati e di distanza dai
confini”.
L'emendamento numero 2, alla
proposta della legge sempre numero 20 del 2011…
(Interruzione)
Li portiamo a votazione
singolarmente? Va bene. Grazie.
Parere della
Giunta?
Pongo in
votazione l'emendamento, protocollo numero 14289/A01.
DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)
Presidente, per
dichiarazione di voto, anche qui, come in precedenza, annuncio il voto di
astensione del Gruppo “Io Resto in Calabria”.
Presidente, il
Gruppo misto si astiene sulla proposta. Grazie.
Pongo in votazione
l'emendamento illustrato dal collega Paris. L'emendamento è approvato. È
pervenuto un emendamento protocollo numero 15199, all’articolo 1, a firma dei
consiglieri Paris, Raso, Vito Pitaro. Cedo la parola
a al collega Paris.
PARIS Nicola (Unione di Centro)
L’emendamento
così recita:
“All'articolo
1 della proposta della legge numero 20 del 2011, dopo il punto 3 della lettera
b) sono inseriti i seguenti:
“4) le
parole: destinazioni d'uso produttive, industriali e artigianali” sono
sostituite delle parole: “destinazioni d'uso produttive, direzionali,
commerciali ed artigianali”;
5) le parole:
“la variazione della destinazione d'uso, tra le categorie residenziale,
turistico ricettiva e direzionale” sono sostituite dalle parole: “la variazione
della destinazione d'uso, tra le categorie residenziale, turistico ricettiva,
direzionale, commerciale, produttive e industriali”.”
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Credo che
questo Consiglio regionale perseveri nel non comprendere cosa produciamo con
gli atti da voi proposti, che, poi, possono essere o meno condivisi da noi.
Il “Piano
casa”, negli anni passati, ha sempre fatto parte dei lavori di questo Consiglio
regionale. Ricordo, nel 2016, un emendamento a firma mia e del collega Esposito
- ricorda benissimo il collega Esposito -, ma toccavamo alcuni punti marginali.
Starei,
invece, molto più attento e più vigile su questi emendamenti che state
proponendo che hanno come primo firmatario il collega Paris, perché sono temi
molto delicati che non mi sento assolutamente di approvare e di votare.
Ritengo,
invece, giusta la modifica al “Piano casa”, così come è stata proposta da
questa maggioranza, perché dà continuità rispetto al lavoro fatto.
Vi invito ad
essere cauti con i primi due emendamenti che ho appena sentito leggere. Credo
che sia necessario avere rispetto di questo Consiglio regionale e capire che
certi emendamenti possono stravolgere i principi che voi stessi avete proposto.
Prego la
maggioranza di valutare bene gli emendamenti che sono stati proposti questa
sera in Aula da colleghi - me ne guarderei – verso cui ho grande rispetto,
grande stima, ma sarei molto più cauto nello stravolgere i principi che stanno
alla base della proroga del “Piano casa”.
La voglio
rassicurare, il Presidente di questo Consiglio sta seguendo e segue
costantemente, non solo per dare l'opportunità ai colleghi di lavorare su
quello che la Calabria si aspetta, ma anche sugli aspetti che lei ha detto.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente,
ho fatto un invito.
La prego. Fa
parte del mio ruolo anche sovraintendere su valutazioni di questo tipo e mi
permetto di dire che il senso di equilibrio dei colleghi l’ho registrato,
sicuramente, in tutte le vicende in cui si è discusso dei veri problemi. Il
“Piano casa”, glielo voglio dire, nelle precedenti esperienze, è stato
cambiato, forse, più di una volta in un anno. Quindi, lei lo sa, io lo so,
ragion per cui la invito ad essere più onesto dal punto di vista intellettuale.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Mi permetto
di rinnovare l'invito, caro collega, caro signor Presidente, in quanto io e lei
siamo stati Presidente e Vicepresidente della Commissione ambiente e, insieme,
abbiamo fatto un lavoro anche sul “Piano casa”.
A questo
punto, chiedo formalmente all'Ufficio, i pareri tecnico-giuridici sugli
emendamenti presentati dai colleghi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mancuso. Ne ha facoltà.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Brevemente,
Presidente, per ribadire che il “Piano casa” negli ultimi anni è diventato,
forse, uno dei pochi strumenti con i quali si può incentivare l'edilizia nei
nostri territori. Sono perlopiù interventi di piccole dimensioni. Si dà, a chi
non ha più la possibilità, magari, di poter acquistare un terreno ed edificare,
la possibilità di realizzare un po’ di superficie in più. Molte famiglie
possono così realizzare piccoli interventi.
Ci sono anche
interventi di dimensioni maggiori, ma sempre seguendo il principio, ormai
consolidato nei redigenti PSC, “consumo suolo zero”. Senza dare, quindi, la
possibilità di occupare territorio e terreni per edificare.
Il “Piano
casa” è uno strumento che va incrementato: non solo può muovere il motore
dell'edilizia che poi muove l'economia, ma ricordiamoci che, ormai, fornisce
gli unici strumenti che producono oneri di urbanizzazione nei nostri Comuni
che, a loro volta, danno modo di muovere l'economia dei Comuni e, quindi, di
realizzare quei piccoli interventi sulle strade, sui nostri territori che
altrimenti non potrebbero essere fatti.
Quindi, ho
accolto con grande favore questa norma che incentiva il “Piano casa”, perché è
a favore sia delle famiglie che della piccola edilizia. Grazie.
Mi permetto
di aggiungere che i Consigli comunali, comunque, dovranno adottare entro un
tempo determinato, non so se 30 o 60 giorni, una loro deliberazione entrando
nel merito con una valutazione circa l'opportunità di accogliere o meno i
suggerimenti contenuti nella proposta di legge che stiamo esaminando.
BEVACQUA Domenico (Partito
Democratico)
Presidente,
ho chiesto se c’è la relazione tecnica del Settore assistenza giuridica che
esprime parere sugli emendamenti, positivo o negativo.
Sulla
proposta complessiva sì, sugli emendamenti no. So che i colleghi hanno lavorato
in collaborazione con gli Ordini, quindi, mi sento, anche da questo punto di
vista, tranquillo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Paris. Ne ha
facoltà
PARIS Nicola (Unione di Centro)
Presidente, intervengo
giusto per precisione, visto che si parla di rispetto dell'Aula. Vorrei dire al
capogruppo Bevacqua che questi punti all'ordine del giorno erano già stati
inseriti, come gli emendamenti, nella precedente seduta di Consiglio regionale,
in cui l'opposizione era assente. Grazie all'assessore Catalfamo,
al Presidente del Consiglio ed a noi della maggioranza, non li abbiamo discussi
per affrontarli insieme all'opposizione. L'ultima volta, mi sembra, abbiamo
deciso questo.
Quindi, non
venite, oggi, a darci lezione sugli emendamenti, sul perché li stiamo
discutendo, con alcune modifiche, in Aula, perché li stiamo discutendo qui,
oggi, insieme a tutti voi.
Se lei,
consigliere Bevacqua, vuole presentare degli emendamenti, li può portare, si
discuteranno in Aula e se saranno costruttivi sarò il primo a votarli.
Non ci sono altri
interventi, pertanto pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è
approvato.
DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)
Registriamo, per
favore, il voto di astensione.
Si, una
posizione di astensione.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato come emendato)
All’articolo
2 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 14319, a firma dei consiglieri
Paris, Raso e Vito Pitaro. Cedo la parola al proponente
per l’illustrazione. Relaziona il consigliere Paris?
RASO Pietro (Lega Salvini)
No, lo
illustro io, Presidente.
PRESIDENTE
Consigliere
Raso, prego.
RASO Pietro (Lega Salvini)
Questo
emendamento va nella direzione di quanto detto dai colleghi dell'opposizione.
Infatti, tende a correggere l'articolo 5 del cosiddetto “Piano casa”, la legge
numero 21 del 2010, perché questo articolo, che regola l’attività di
demolizione e ricostruzione dei fabbricati, indica un aumento di volumetria
senza stabilire i limiti.
Quindi, con
questo emendamento, viene fissato il limite al 30 per cento. Limite che era già
stabilito prima della modifica del 2019, infatti, è stato un errore fatto dalla
precedente amministrazione regionale che ha previsto un aumento di volumetria
senza stabilirne un limite. Chiedo la votazione dell'emendamento.
Ci sono
interventi? Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14319.
L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato come emendato)
All’articolo
3 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 14289/A04, a firma dei
consiglieri Paris, Raso e Vito Pitaro. Cedo la parola
per l’illustrazione al consigliere Paris.
PARIS Nicola (Unione di Centro)
Sì, Presidente.
L’emendamento modifica l'articolo 6 della legge regionale numero 21 del 2010,
posticipando la data di ultimazione degli immobili al 31 dicembre 2019 per
l'applicazione dei benefici della presente legge.
Pongo in
votazione l'emendamento protocollo numero 14289/A04. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato come emendato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale
(Il Consigli approva)
(È riportata in Allegati)
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Passiamo al punto
11 dell'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 22/11
d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Procedure per la denuncia, il
deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la
pianificazione territoriale in prospettiva sismica - abrogazione della legge
regionale 31 dicembre 2015, numero 37”. Cedo la parola al relatore, consigliere
Caputo, per l'illustrazione del provvedimento.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente), relatore
Grazie,
Presidente. Su questo punto credo sia opportuno, e lo chiedo all'Assemblea, un
rinvio per discuterne in una Commissione dedicata per approfondire l'argomento
insieme agli Uffici e consentire l’audizione della federazione degli Ordini
degli ingegneri, della federazione dell’Ordine degli architetti e della
federazione del Collegio dei geometri, visto che si tratta di una nuova legge.
È giusto che si faccia un passaggio dettagliato in Commissione, anche se ci
sono le linee guida del Ministero. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Innanzitutto,
vorrei invitare il Presidente del Consiglio, quando c'è un momento di
discussione tra i consiglieri regionali, a non prendere le parti di nessuno, a
svolgere il proprio ruolo con grande equilibrio ed a rimanere arbitro di
garanzia del Consiglio regionale. Poco fa, mi rivolgevo, non a lei, Presidente,
ma al collega, consigliere Paris, che è tra i presentatori. Non è lei il
presentatore del disegno di legge e degli emendamenti, ma i colleghi
consiglieri regionali. Questo lo voglio dire per evitare disguidi nelle
prossime sedute.
Detto questo,
apprezzo la richiesta avanzata dal collega Caputo, perché in questa legge, da
lei presentata, caro collega, ci sono tante cose da discutere. Non si può
arrivare ad abrogare una legge,
tout-court, senza aver prima analizzato…
(Interruzione)
Ah, chiedo
scusa, è ancora peggio!
La proposta
che arriva dalla Giunta regionale abolisce, tout-court,
una vecchia legge che è stata discussa, approfondita con gli Ordini
professionali.
Ne posso
parlare perché ero Presidente della Commissione Ambiente - non mi invento le
cose – abbiamo fatto tanti dialoghi, tante discussioni, tanti confronti, tante
analisi, tanti dibattiti accesi con gli Ordini professionali e le categorie
interessate e non abbiamo registrato alcun’obiezione.
Il cancro
partiva dall’Acquisto di una piattaforma, se non ricordo male, che non è mai
entrata in funzione.
Voi con
questa legge - poi mi fermo, non voglio discutere, vista la richiesta di rinvio
- proponete l’abrogazione della legge regionale del 31 dicembre 2015, numero
37, facendo riferimento ad alcune norme nazionali, ma rischiate un’impugnativa
del Governo nazionale.
Apprezzo il
rinvio di questo punto all’ordine del giorno, perché potremmo dare un
contributo significativo per evitare che questo Consiglio regionale effettui
una caduta su un tema delicato, atteso dagli Ordini professionali, sul quale
abbiamo più volte discusso e sul quale abbiamo già avuto un’impugnativa del
Governo. Evitiamo di incorrere in questo errore. Prendo atto della richiesta
del collega, Presidente della Commissione ambiente, Caputo, sicuramente daremo
il nostro contributo per evitare che qualche imprecisione possa portare ad
un’impugnativa del Governo nazionale.
Bisogna votare il
ritiro della proposta del consigliere Caputo. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)
Ho apprezzato
molto l’intervento del collega Caputo ma, considerato che si è ristabilito il
giusto clima di dialettica che ci deve essere in Aula, vorrei chiarire che la
nostra proposta di discutere le proposte di legge in seno alle Commissioni,
mira a snellire i lavori del Consiglio regionale.
Qualcuno
potrebbe dire, o ha potuto dire, che le Commissioni non sono ancora pronte,
però possiamo anche dire che un Consiglio regionale che non ha ancora avviato
le Commissioni, presentandosi con almeno 5 o 6 proposte di legge che non hanno
le caratteristiche previste dal Regolamento del Consiglio regionale – vale a
dire dell’urgenza – scavalcando così l'iter, è un fatto anomalo.
Detto questo,
noi siamo favorevoli alla proposta del consigliere Caputo, di rimandare la
proposta di legge in Commissione per un esame accurato, per poi riportarla
all'interno del Consiglio regionale.
Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
Saluto il
Presidente, gli assessori, il Vicepresidente della Giunta regionale ed i
consiglieri.
Consigliere
Di Natale, mi dispiace dover tornare su un punto che era stato precedentemente
esplicitato anche dal collega Esposito ma, se volete, lo sottolineiamo a
lettere cubitali perché, evidentemente, non è chiaro.
Il punto è
rinviato e, su questo, siamo tutti d'accordo perché riteniamo opportuno che sia
approfondito in Commissione.
Trattandosi,
però, di normative, modifiche, scadenze e proroghe che la gente attende fuori
da quest’Aula, badi bene, consigliere Di Natale, che le Commissioni sono ferme,
ma non per colpa di questa maggioranza!
Se voi
ritornate sempre su questo punto, costringete anche noi a farlo, richiamandovi
a quel senso di responsabilità che sta mancando.
Non fateci
ritornare su questo punto!
Il presidente
Tallini ha detto che vi inviterà per l'ennesima volta a comunicare le
designazioni. Affrettatevi a farlo, così potremo avviare il lavoro delle
Commissioni e trattare tutti i punti, come è giusto che sia! La ringrazio.
DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)
Chiedo scusa,
non mi va di fare strumentalizzare il mio intervento e ritengo che il consigliere
Graziano lo stia facendo. Non ho detto ciò che lui vuol far passare!
Consigliere
Graziano, io sto dicendo che c'è un difetto in origine e che, pertanto, le
proposte di legge non possono giungere all’esame del Consiglio regionale.
(Interruzione)
Faccia
parlare! Non si scaldi perché non c'è motivo di scaldarsi!
Parliamo
civilmente, perché siamo in un'Aula che deve garantire la dialettica e,
soprattutto, deve dare un’immagine decorosa ai cittadini.
Come dicevo,
le proposte di legge non possono arrivare in Aula consiliare se non seguono
l’iter che non ho stabilito io, ma che stabilisce il Consiglio regionale nel
suo Regolamento e che, nello specifico, prevede che le proposte per arrivare
immediatamente in Aula debbano avere carattere di urgenza.
Sfido chiunque
oggi a dire che tutte le proposte abbiano queste caratteristiche.
Affinché
l'Assemblea legislativa svolga il suo ruolo legiferante per dare delle risposte
ai calabresi, è necessario avviare questo processo all'interno delle
Commissioni.
L’ho detto
nella maniera più pacata possibile, senza rimarcare la responsabilità di
nessuno o puntare il dito su qualcuno, ma semplicemente affrontando e, quindi,
rispettando un principio sacrosanto, che è quello del Regolamento che deve
guidare i lavori di questo Consiglio regionale. Stop!
La proposta è
ritirata con il rinvio della discussione in Commissione.
(Il Consiglio rinvia)
Prima di
passare al dodicesimo punto all’ordine del giorno, con la discussione della
legge numero 23/11^ di iniziativa dei consiglieri Molinaro,
Neri, Paris e Pitaro, volevo ricordare all’Aula e
soprattutto ai colleghi dell’opposizione che il collega Esposito ad inizio di
seduta ha chiesto l’inserimento e illustrato, quale relatore, le conclusioni a
cui è pervenuta la Giunta delle elezioni
e, su suggerimento di tutti, ha ritenuto di doverla rinviare, per
riproporla alla presenza in Aula dei colleghi dell’opposizione.
Cedo la
parola al consigliere Esposito.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa della Libertà)
Avevo chiesto
l'inserimento all’odierno ordine del giorno della proposta di provvedimento
amministrativo numero 47/11^, che riguarda la convalida dei consiglieri
regionali e degli assessori in base agli articoli 18 e 21 del Regolamento
interno del Consiglio regionale.
Nell'illustrare
la proposta stessa, avevo fatto un plauso a tutti i componenti della Giunta
delle elezioni, per il contributo dato su una tematica, anche piena, non di
ostacoli, ma soprattutto di difficoltà, sia sul piano politico sia sul piano
giuridico.
Avevo
ringraziato gli uffici stessi e il settore Assistenza giuridica per il supporto
dato.
Avevo,
altresì, ringraziato la dottoressa Lauria, e avevo anche messo in evidenza, il
modo estremamente equilibrato e pacato con cui il collega Neri ha guidato i
lavori della Giunta delle elezioni.
Abbiamo portato
ai voti la convalida degli eletti con quel ruolo bipartisan della Giunta delle
elezioni, dove i contributi dell'opposizione sono stati anche estremamente
importanti nel liquidare con celerità dei passaggi che riguardavano alcuni
colleghi consiglieri, soffermandoci maggiormente su quelle situazioni che
potevano essere apparentemente più difficili da esaminare, non solo da un punto
di vista politico, ma anche normativo.
Il parere
espresso dal settore Assistenza giuridica è andato nella logica che il Presidente
e l'intera Giunta delle elezioni avevano dato alla tematica.
Poiché è
stato un momento di piena condivisione, tant'è che la convalida in seno alla
Giunta delle elezioni, dalla quale poi è scaturita questa proposta di
provvedimento amministrativo, è stata licenziata all'unanimità, con uguale
unanimità abbiamo inteso attendere l'opposizione, che aveva palesemente fatto
capire che sarebbe entrata in Aula in corso d'opera.
Pertanto,
Presidente, rimettendola all'attenzione dell'Aula, chiedo che questa proposta
di provvedimento amministrativo, possa essere licenziata in modo bilaterale e
all'unanimità dall'intero Consiglio regionale.
La proposta
si conclude con la convalida dei consiglieri regionali: Aieta, Anastasi, Aruzzolo, Bevacqua, Callipo, Caputo, Creazzo, Crinò, De Caprio, Di Natale, Esposito, Gallo, Giannetta,
Graziano, Guccione, Irto, Mancuso, Minasi, Molinaro, Morrone, Neri, Notarangelo, Paris, Pietropaolo,
Vito Pitaro, Francesco Pitaro,
Raso, Sainato, Santelli, Sculco, Tallini, Tassone, e
degli assessori esterni: Catalfamo, De Caprio,
Orsomarso, Savaglia, Spirli
e Talarico.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al
dodicesimo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 23/11^ di
iniziativa dei consiglieri Molinaro, Neri, Paris e
Vito Pitaro, recante: “Proroga termini modifica
articolo 2 bis della legge regionale
12 aprile 2013, numero 18”.
Cedo la
parola al relatore, consigliere Molinaro, per
l'illustrazione del provvedimento.
MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini), relatore
Grazie,
Presidente. Si tratta di un provvedimento urgente, vista
la scadenza al 30 giugno, e la proposta va nella direzione di allungare i
termini, previsti dall'articolo 2 bis
della legge regionale numero 18 del 2013, al 31 dicembre 2021.
Perché questa
proposta? Non solo perché siamo a ridosso della scadenza con il rischio di
interrompere il servizio pubblico sui rifiuti urbani, non essendo stati
completati gli impianti previsti dalla pianificazione regionale che risale al
2016 ma, insieme ai colleghi, abbiamo voluto cogliere anche un'altra
opportunità con questo tempo congruo, per adeguare lo stesso Piano, come
previsto dall'ordinanza numero 45 della presidente Santelli, alle nuove
direttive sull’economia circolare dei rifiuti e sulle discariche zero, che sono
le direttive comunitarie numeri 850, 851 e 852 del 2018, recepite dal Consiglio
dei Ministri in data 5 marzo 2020.
Ovviamente,
non sono previsti ulteriori aggravi di costi per il bilancio regionale.
L’urgenza è
dettata dal fatto che domani ci sarà la scadenza per come previsto
precedentemente. Pertanto, si chiede di prorogare al 31 dicembre 2021,
l'adeguamento del Piano dei rifiuti. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Francesco Pitaro. Ne ha
facoltà.
Presidente,
su questa proposta di legge che riguarda i rifiuti, annuncio fin da subito che
il mio voto è contrario.
Si tratta,
sostanzialmente, di una proposta di legge con cui si reitera lo stato di
precarietà e di emergenza che, oramai, è diventato eternità.
Ciò vuol dire
che la maggioranza, evidentemente, non riesce a trovare soluzioni a dispetto di
quello che, invece, anche la presidente Santelli in
materia di rifiuti dichiarò nell'esposizione delle linee programmatiche.
Io mi chiedo:
quale credibilità può avere, presidente Tallini, la classe dirigente di una
Regione come la nostra, che ha un patrimonio ambientale straordinario, se si
autorizzano discariche come quella di Celico e di San Giovanni in Fiore,
accanto al Parco nazionale della Sila?
Che
credibilità si può avere, se si autorizzano ampliamenti di discariche come
quella di Lamezia Terme, con cui è stato autorizzato l'ampliamento per 200 mila
metri cubi di una discarica accanto all'Aeroporto internazionale e in un'area
che la stessa Regione definisce “Distretto agro-alimentare di qualità”?
Presidente,
credo che l'ordinanza del 20 maggio della presidente
Santelli e la proposta di legge, vadano in totale continuità con la linea del
passato, e seguano la solita logica della discarica, quindi del passato,
collidendo con ogni tipo di rilancio del turismo.
Credo che
sulla gestione dei rifiuti occorra urgentemente voltare pagina.
Non è
possibile che quando si parla di Calabria e di rifiuti, Presidente, non si
sappia fare altro che scavare buche o ampliare quelle buche che già esistono.
Sull’emergenza
rifiuti, Presidente, dico una cosa che molti di voi certamente già sapranno:
l'emergenza rifiuti nasce nel 1990 e lo stato di commissariamento inizia nel
1997, con spreco di miliardi di risorse pubbliche.
Onestamente,
non è un bello spettacolo vedere montagne di rifiuti per la strada.
Credo che
occorra assumersi – soprattutto la maggioranza – la responsabilità di
intervenire sulla questione rifiuti.
Mi pare che la presidente Santelli abbia più una visione emotiva o
emozionale della Calabria, nel momento in cui spende 11 milioni di euro per
dare ad esperti della comunicazione e ad attori la possibilità di sollevare la
dignità e la reputazione della Calabria.
La
reputazione della Calabria, Presidente, non la si solleva con gli attori o con
gli esperti di comunicazione, ma la si solleva se riusciamo a superare la crisi
igienico-sanitaria.
Vado alle
conclusioni, Presidente.
Concordo con
Confagricoltura Calabria e con Legambiente che chiedono alla Regione un cambio
di passo, una rottura rispetto al passato su una materia così importante e,
purtroppo, drammatica.
Quando si
parla di rifiuti, parliamo di ambiente, di turismo, di agricoltura e di salute.
Lancio due
proposte: la prima, per l’istituzione in seno al Consiglio regionale di una
Commissione d'inchiesta che faccia luce sul ciclo dei rifiuti e sulle politiche
finora attuate dalla Regione Calabria; la seconda, per l’intervento immediato
sulla questione dei rifiuti, con l’apertura di un Tavolo di confronto
permanente per adottare soluzioni moderne, attuali, in tema di rifiuti e
invitando, ovviamente, tutti coloro che hanno diritto di parola, tra cui le
associazioni ambientaliste e le organizzazioni degli agricoltori. Grazie.
PRESIDENTE
Ovviamente, ci sono le procedure,
per formalizzare le proposte. Ha chiesto di intervenire il consigliere Paris.
Ne ha facoltà.
PARIS Nicola (Unione di Centro)
Capisco le preoccupazioni del
consigliere Francesco Pitaro, anche perché le abbiamo
tutti, le stiamo vivendo quotidianamente anche noi, in qualsiasi provincia, in
qualsiasi città. Oggi, per esempio, c'è una protesta qui, fuori dal Palazzo.
Inviterei, nella prossima seduta di Consiglio, Presidente, a illustrare il
lavoro che si sta facendo. So che l'assessore De Caprio sta facendo un lavoro
in sinergia con la presidente Santelli, proprio per
risolvere questo problema che, purtroppo, ereditiamo anche. Non è un solo
problema della Regione, ci sono anche i problemi degli ATO, alcuni dei quali
non hanno aperto le discariche tramite direttive. Quindi inviterei, Presidente,
nella prossima seduta, l’assessore De Caprio a relazionare almeno in Aula e a
dire anche ai cittadini come stanno le cose e come si sta operando, soprattutto
in questa fase di emergenza.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Raso. Ne ha facoltà.
RASO Pietro (Lega Salvini)
Presidente, volevo dire che questa
amministrazione regionale è in carica dal 26 gennaio 2020, quindi ereditiamo
questa situazione e questo Piano di gestione dei rifiuti, che stiamo prorogando
questa sera, dal 2016. Sono passati anni, in cui non si è fatto nulla di quanto
previsto nel Piano. Date tempo a questa amministrazione regionale di
programmare e di fare, considerato che si tratta di un onere particolarmente
gravoso.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
Grazie, Presidente. Purtroppo
siamo di nuovo qua a parlare di proroga di smaltimento dei rifiuti urbani in
discarica privata. È vero che questa emergenza dei rifiuti in Calabria dura dal
1997, da quando è stata decretata l'emergenza dei rifiuti con un DPCM del
Governo. È durata 16 anni. Dopo 16 anni, nel 2013, siamo tornati
all'ordinarietà. Ma dopo 7 anni siamo sempre ancora in emergenza, perché siamo
costretti a dare dei poteri in deroga al Presidente della Regione per poter far
sì che questo sistema non crolli.
E allora dobbiamo dire che tutto
ciò che è stato fatto finora è stato fallimentare: è stato fallimentare il Piano
dei rifiuti del 2007 dell'Ufficio del commissario, è stato fallimentare e
nefasto assolutamente anche il Piano dei rifiuti approvato in questa Aula nel
2016 e ci costringe oggi qua a rivotare delle proroghe.
Vuol dire che non siamo mai
entrati nella Legislatura ordinaria. Noi dobbiamo entrare in questa Legislatura
nella gestione ordinaria.
Faccio il plauso alla presidente Santelli, che ha avuto la forza e la
determinazione, poche settimane fa, di non firmare un’ordinanza di proroga di
una discarica privata che conteneva i rifiuti di 20 anni, 25 anni e che via via
veniva fatta in ampliamento e non si sa in quanti milioni di tonnellate di
metri cubi è arrivata. Perché è stato fatto questo? Perché la Presidente
effettivamente vuole ritornare all’ordinarietà, a quello che effettivamente il
2013 l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri ha decretato. E noi
lo faremo perché questa è la nostra volontà ed è questo che perseguiremo.
È vero, ci sono state tante
Commissioni parlamentari sul ciclo dei rifiuti che hanno riguardato la nostra
regione. Queste Commissioni hanno decretato che in Calabria, fra l’altro, i
rifiuti, il traffico, la gestione dei rifiuti, nascondono molte zone d’ombra
che purtroppo risultano evidenti nelle relazioni di queste Commissioni, in
particolare mi riferisco alla penetrazione della ‘ndrangheta in questo settore,
soprattutto nei trasporti. In questa regione avviene questo. E allora noi
dobbiamo dire che bisogna far sì che ci sia la legalità; bisogna far sì che si
ripristinano iniziative che portino effettivamente al compimento del ciclo
integrato dei rifiuti. Perché le cose non hanno funzionato? È evidente, come
risulta dalle relazioni parlamentari, sul ciclo dei rifiuti in Calabria, che
non hanno funzionato per due motivi. Prima di ogni cosa, s’è creato un
conflitto fra l’ufficio del commissario e successivamente fra la Regione, in
questi ultimi anni, e gli Enti locali che non ha consentito la gestione e lo
smaltimento dei rifiuti in Calabria e si è creato, anche, per un’incapacità
degli uffici stessi del commissario e della Regione stessa.
Quali sono i dati dell’ultimo
rapporto ISPRA? Noi abbiamo 785.000 tonnellate di rifiuti che si producono,
sono stati prodotti nell'anno 2018 in Calabria. Di questi solamente il 45,2 per
cento è stato differenziato, mentre pensate che il Piano del 2016 prevedeva abbondantemente
di superare il 50 per cento nel 2020.
La cosa grave è che all’inceneritore di Gioia
Tauro sono state conferite solamente 39 mila tonnellate e che il 52,5 per cento
di questi rifiuti, in Calabria, finisce in discarica.
Per questo oggi ci ritroviamo ancora in piena
emergenza.
La soluzione non può essere individuata nel
trattamento meccanico-biologico, come è avvenuto finora, in quanto si tratta di
una soluzione intermedia che non rappresenta la fase finale dello smaltimento,
ma comporta altri passaggi.
Come evidenziato dai dati, il risultato finale
del trattamento meccanico-biologico, è rappresentato dallo smaltimento in
discarica e, in minima parte, dalla termovalorizzazione di Gioia Tauro.
Contrariamente a quanto indicato dalla
Commissione parlamentare, in una regione in cui l'orografia è quella che è,
questo tipo di trattamento porta ad avere un maggior traffico dei rifiuti e,
quindi, a far sì che questo settore rischi di essere invaso da fenomeni
illegali e mafiosi.
Bisogna, dunque, riconoscere che la cessazione
dello stato di emergenza del 2013 non è mai avvenuta e che abbiamo assistito
solo ad un passaggio dall’ufficio del Commissario alla gestione regionale.
Nel 2014 sono stati istituiti gli ATO (Ambiti
territoriali ottimali) e gli ARO (Ambiti di raccolta ottimale), ai quali è
stato demandato il compito dello smaltimento e della gestione dei rifiuti.
Purtroppo, però, hanno fallito! Hanno fallito per i motivi di cui si parlava
prima.
È stato introdotto il concetto di “eco-distretto”
nell’intento di evitare lo smaltimento in discarica come passaggio finale.
È stato introdotto il concetto di “rifiuti zero”
perché l'ordine prioritario era quello di riciclare e di recuperare i rifiuti.
Se gli ATO e gli ARO agissero in maniera
ottimale, si potrebbe procedere al riciclo, recuperando il 90-95 per cento dei
rifiuti e facendo confluire la rimanente frazione in discarica o nel
termovalorizzatore.
Ecco perché bisogna assolutamente richiamare alle
loro rispettive responsabilità gli ATO e gli ARO che, essendo di vitale
importanza, devono funzionare pienamente.
Non è mia intenzione addossare la croce ai
Sindaci, però è necessario che gli Enti locali si assumano le loro
responsabilità che, in questo momento, non sono in capo alla Regione ma bensì a
chi produce rifiuti sul proprio territorio.
Questo è il compito assunto dalla
presidente Santelli e che sarà portato a termine in questa Legislatura.
Come prima cosa, è assolutamente necessario
potenziare la raccolta differenziata ai livelli di cui si parlava prima,
realizzando impianti a supporto di questi flussi, per quanto concerne sia la
frazione secca riciclabile sia la frazione biodegradabile, ovvero l'umido.
Bisogna, altresì, realizzare una nuova
impiantistica per far sì che si recuperi al massimo anche la frazione
riciclabile dei rifiuti urbani non differenziati; è quello che faremo, seppur
complicato!
Questi sono gli obiettivi che questa
Amministrazione regionale deve porsi, e si porrà.
Ecco perché è necessario modificare totalmente
ciò che è stato fatto finora, impegnandosi proficuamente anche con esempi che
possono sembrare piccoli ma che, invece, sono importanti.
Possiamo parlare del compostaggio, riducendo la
pressione organica già all'origine e favorendo, ad esempio, produzioni che
possano essere a loro volta riciclabili o possano andare a formare il compost.
Proprio in questo periodo, una nota marca di
pasta produce un contenitore per la creazione del compost.
Bisogna incentivare queste forme intelligenti che
vanno a ridurre la produzione di rifiuti, così come dobbiamo incentivare anche
il concetto di “economia circolare”.
La nostra terra soffre di un grosso problema.
Come abbiamo detto, dalla valorizzazione dei
flussi di rifiuti differenziati si va a produrre la materia prima secondaria,
ovvero le balle di cartone, di vetro e di alluminio che, purtroppo, vanno fuori
regione.
Bisogna far sì che il ciclo si concluda nel
nostro territorio, incentivando la creazione di fabbriche che vadano a lavorare
questo materiale che non è un prodotto finito, ma bensì materia prima che
potrebbe essere utilizzata.
Ecco perché dobbiamo far sì che tutto funzioni
alla perfezione.
L'assessore oggi è impegnato a Catanzaro con la presidente Santelli su questo tema dell'emergenza ma ci
aspettiamo che, nelle prossime sedute, illustri ciò che si sta facendo e gli
obiettivi da raggiungere nel corso di questa Legislatura.
Non abbiamo dubbi che tutto ciò che si è detto
sarà fatto, consapevoli che oggi siamo costretti ad operare in emergenza perché
non c'è altra alternativa. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pitaro Vito. Ne ha facoltà.
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
Grazie, Presidente. Egregi colleghi, sono
costretto ad intervenire, non dico per ristabilire la verità, ma per fornire
alcuni chiarimenti rispetto alla confusione che si sta generando.
Difatti, non stiamo parlando di una proroga di
discariche private per conferimento, ma bensì di una proroga indirizzata a due
impianti privati – che è una cosa ben differente dalle discariche – per il
conferimento di rifiuti urbani.
Se c'è un problema che riguarda i rifiuti in
Calabria non è certamente quello del rifiuto urbano, ma bensì
dell'indifferenziato.
Devo ammettere, mio malgrado, che non si tratta
di un problema ereditato dalla Giunta Oliverio che, a sua volta, lo ha
ereditato cercando, come la Giunta Santelli, di stimolare e motivare i
responsabili attuatori delle politiche in tema di raccolta dei rifiuti, ovvero
gli Ambiti territoriali ottimali che, da anni ormai, si occupano di questa
problematica.
In tale contesto il solo potere che la Regione ha
è quello di fare delle raccomandazioni e, laddove dovesse registrare delle
inottemperanze, provvedere al commissariamento, così come è stato fatto.
Il problema degli impianti si potrebbe risolvere
a breve, in quanto gli impianti di Catanzaro e di Reggio sono già in fase di
gara, mentre l’impianto della provincia di Cosenza, con Rossano, è quasi giunto
alla conclusione della gara.
Il problema che, effettivamente risulta di
difficile risoluzione, è quello che riguarda l'indifferenziato.
Su questo tema, a differenza del collega
Graziano, non anticiperei le decisioni della Giunta regionale perché, se è vero
come è vero che oggi la Giunta regionale e la Presidente hanno deciso di non
firmare la proroga per la discarica privata, è anche vero che il problema deve
essere risolto, e lo si può fare solo in due modi: o concedendo l'ampliamento
della discarica privata o realizzando, noi come ATO, le discariche.
I tempi per la realizzazione di queste
discariche, però, saranno lunghi; quindi, bisogna essere consapevoli che ci
dovremo confrontare con il problema dell'indifferenziato almeno per i prossimi
tre, quattro o cinque anni.
L'unica proposta che oggi potremmo fare come Consiglio
regionale all'intera Giunta regionale e alla presidente
Santelli è quella di stimolare e motivare i cittadini a fare la raccolta
differenziata.
L'unico modo per evitare la costruzione di
discariche – che probabilmente, una volta realizzate, saranno anche bypassate
da nuovi cicli – è solo quella di stimolare la gente a fare la raccolta
differenziata, perché laddove si dovesse continuare a non differenziare bene,
il problema lo avremmo ogni anno e, quindi, saremmo sempre costretti a fare
delle proroghe.
L'unico stimolo e l'unica proposta che può venire
da questo Consiglio regionale, è quella di attuare una politica per far capire
a tutti i cittadini che il futuro della Calabria è nelle loro mani e nella loro
pattumiera. Solo così facendo, potremo superare questo problema.
Uno spot pubblicitario di qualche anno fa
rappresentava una donna che lanciava in modo indistinto i rifiuti nella
pattumiera che, in quel caso, era la culla del bambino, facendo presagire come,
effettivamente, il problema della raccolta non differenziata creerà problemi ai
nostri figli, alla regione e all'ambiente.
Pertanto, lo stimolo che viene da questo scranno
è quello di attuare una politica di comunicazione regionale che faccia capire
al cittadino che la raccolta differenziata è l'unico modo per non trovarsi
tonnellate di spazzatura davanti casa. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pietropaolo. Ne ha facoltà.
PIETROPAOLO Filippo Maria (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Volevo sottolineare, a titolo
personale – poi, se i miei colleghi vorranno intervenire, ne sarò onorato – che
l'argomento in questione è importantissimo.
Sono d'accordo con quanto riferito dai colleghi
Vito Pitaro e Graziano.
Ovviamente, non raccogliamo le
strumentalizzazioni del collega Francesco Pitaro che
non approfondiscono i termini del discorso, però vorrei sollecitare un
intervento forte da parte della Giunta regionale, sia in termini di
comunicazione – come, giustamente, diceva il collega Vito Pitaro
– sia in termini di effettivo passaggio documentale importante: il nuovo Piano
dei rifiuti che la presidente Santelli in quest'Aula ha annunciato di
presentare in tempi brevi, dichiarando, nell’ambito delle linee programmatiche,
che ciò avrebbe comportato un ulteriore passaggio di un anno e mezzo circa per
poter avere una soluzione definitiva, come lo stesso assessore ha specificato
in più occasioni.
L’unico modo per fugare qualsiasi dubbio e avere
le certezze della comunicazione e i dati necessari per poterci rapportare sui
territori in maniera consapevole e certa è quello di avere uno strumento
effettivamente pronto da portare all'attenzione del Consiglio regionale.
Sappiamo che le responsabilità sono legate
all'attività degli ATO nei singoli territori.
Ci sono territori in cui gli ATO funzionano bene.
Aa esempio, io provengo dalla città di Catanzaro dove non ci sono problemi; lo
stesso dicasi per Lamezia.
I problemi riguardano più che altro Reggio
Calabria – come si può evincere anche dalla manifestazione di oggi – e Cosenza.
Evidentemente, ci sono ATO che non funzionano e
Presidenti che non hanno svolto il loro ruolo e che, pertanto, vanno
assolutamente commissariati dalla Regione e, laddove ci sono già dei commissari
che non si adoperano, vanno sostituiti.
È necessario che il Piano sia illustrato nel più
breve tempo possibile.
Pertanto, mi unisco all'appello del collega
Paris, affinché l'assessore con delega illustri in Consiglio regionale gli
elementi caratterizzanti questo Piano, portandolo effettivamente
all'approvazione, per poter avere elementi certi su cui ragionare. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sainato. Ne ha facoltà.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Gli interventi dei colleghi
che mi hanno preceduto vanno in direzione della programmazione, ma è necessario
tenere sempre presente ciò che sta succedendo in questo momento in Calabria; in
modo particolare, in provincia di Reggio Calabria, ma anche a Crotone e a
Cosenza.
La presidente Santelli, insieme alla sua Giunta regionale, ha
intrapreso una strada completamente diversa che credo sia condivisa non solo
dalla maggioranza ma anche dai colleghi dell'opposizione, però ci troviamo di
fronte a un bivio e non possiamo lasciare che buona parte della regione versi
in queste condizioni.
Non possiamo lasciare una delle più grandi città
come Reggio Calabria a soffrire quotidianamente con i rifiuti in mezzo alle
strade.
Certamente vi sono le responsabilità degli ATO e
di tutti, ma noi siamo chiamati a governare!
Cari colleghi, in questo momento rappresentiamo
la Regione Calabria e dobbiamo trovare una soluzione forte – mi rivolgo
soprattutto alla Giunta regionale – per intervenire e sostituirsi non solo nel
commissariamento degli ATO, ma soprattutto nella raccolta dei rifiuti.
Mi riferisco a Reggio Calabria, a Crotone e alle
grandi città.
È vero tutto quello che stiamo dicendo, ma voglio
ricordare che anche a Reggio Calabria viene fatta la raccolta differenziata;
eppure la città è invasa dai rifiuti!
Non è il momento di andare alla ricerca delle
responsabilità negli anni, altrimenti non ne verremo a capo.
Le responsabilità sono state attribuite dai
cittadini che ci hanno eletti per governare e noi dobbiamo farlo anche per
risolvere la problematica dei rifiuti.
In una visione di prospettiva, va bene quello che
la presidente Santelli con la sua Giunta regionale ha
messo in campo, ma è arrivato il momento di trovare una soluzione
all'emergenza.
Come diceva il collega Pietropaolo, l’ATO
funziona a Catanzaro e in altre provincie, ma non funziona a Reggio Calabria,
probabilmente nella zona del crotonese e a Cosenza; però, non possiamo
scaricare le responsabilità sui Sindaci e sui Comuni.
Io provengo da un Comune dove la raccolta
differenziata viene fatta. Non abbiamo nessun tipo di problema e, come in tanti
Comuni della Locride, la raccolta differenziata viene
effettuata; purtroppo, però, paghiamo i ritardi degli altri Comuni e di città
come Reggio Calabria che non differenziano nulla e dove c'è un cumulo di
rifiuti per strada.
Invito la presidente
Santelli e la sua Giunta regionale ad intervenire immediatamente sull'emergenza
della raccolta dei rifiuti, anche bypassando gli ATO, perché siamo chiamati a
dare delle risposte.
Va bene la discussione del Piano in Aula!
Va bene quello che diceva il collega Vito Pitaro rispetto alla raccolta differenziata!
Va bene quello che diceva il collega Graziano
rispetto all'obiettivo finale, ma bisogna tenere bene a mente quello che è
l’attuale momento di grande emergenza.
Se non si può conferire a Crotone o in altri
punti, la Regione ha l’obbligo di trovare altre soluzioni.
Ormai siamo in piena estate, una stagione che
deve essere rilanciata!
L'assessore Orsomarso si è dato da fare, insieme
alla Giunta regionale, per poter rilanciare la Calabria, anche in questo
momento post Covid-19, ma come faremo trovare la Calabria ai calabresi e ai
turisti? Invasa dai rifiuti? Questo non ce lo possiamo permettere, presidente
Tallini!
Mi rivolgo alla Giunta regionale e invito gli
assessori presenti a trovare soluzioni immediate prima ancora di discutere in
Aula, dove si potranno trovare le soluzioni per il futuro.
Per il momento, la responsabilità è nostra.
Dobbiamo trovare le soluzioni e andare avanti
perché siamo chiamati a dare risposte che non possiamo più rimandare o
continuare ad attribuire al passato.
I cittadini, con il loro voto, ci hanno dato il
compito di governare, ognuno per le proprie competenze. Facciamolo!
È vero, siamo partiti in ritardo a causa di mille
problemi come il Covid-19, ma siamo chiamati a governare questa Regione,
dobbiamo farlo e sono sicuro che lo faremo nel migliore dei modi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mancuso.
Ne ha facoltà.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Pur apprezzando quanto detto dai colleghi che mi
hanno preceduto, devo anche dissentire da qualcosa. Il problema dei rifiuti
accomuna tutti noi, senza distinzioni tra centro-destra, centro-sinistra,
maggioranza e opposizione. Nel momento in cui c'è da discutere o da trovare
soluzioni, sarei favorevole anche alla costituzione di un Tavolo tecnico, come
suggerito dal collega Francesco Pitaro.
Non c'è niente di male se più teste e più menti
siedono a un tavolo per discutere e trovare soluzioni; certamente, non per
trovare i colpevoli, anche se di colpevoli dobbiamo parlare.
Voglio ribadire che da gennaio 2019 e da gennaio
2020 sono entrati in vigore gli ATO dove sono previsti i Comuni capo-ambito.
Pertanto, il Sindaco di una città capo-ambito,
deve sapere come affrontare il problema dei rifiuti ancor prima di essere
eletto.
Non voglio fare campanilismo né dare colpe
specifiche. Parlo, ad esempio, del Comune di Reggio Calabria. Come si può
pensare di risolvere il problema dei rifiuti se non si pensa a come riaprire la
discarica di Melicuccà? Con tutti i problemi che ci sono, sarà basilare mettere
in atto tutto ciò che serve per riaprire questa discarica.
Come si fa a pensare di risolvere il problema dei
rifiuti a Reggio Calabria se non si trovano soluzioni per chi deve gestire –
non è stato ancora fatto il bando di gara – il termovalorizzatore di Gioia
Tauro che, una volta ampliato e raddoppiando la portata, risolverebbe i
problemi di tutta la provincia di Reggio Calabria?
La verità è che il problema dei rifiuti non è
stato mai preso in considerazione dai Sindaci che hanno sempre delegato la
Regione e ora, che sono chiamati in causa in prima persona perché sono loro i
Presidenti degli Ambiti territoriali per i rifiuti, hanno queste difficoltà.
Lo dimostra il fatto che i debiti di questi
Comuni nei confronti della Regione Calabria sono aumentati spaventosamente e
ciò è dovuto principalmente al disinteresse nel risolvere il problema.
È necessaria una presa di coscienza da parte di
tutti noi.
Ha ragione il collega Vito Pitaro
quando afferma che la raccolta differenziata sarà alla base del futuro del
territorio, ma la presa di coscienza dovrà essere soprattutto dei Sindaci e
degli ATO, perché solo lavorando bene potranno risolvere il problema.
Ovviamente, non in queste condizioni.
Se non erro, tre devono essere ancora costituiti,
uno è stato appena costituito, ma è ancora fermo; quindi la soluzione è quella
del commissariamento, di stabilire una supervisione su tutti gli ATO e, magari,
costituire un Tavolo tecnico perché, solo andando tutti verso una stessa
direzione, risolveremo il problema dei rifiuti. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito democratico)
Grazie, Presidente. Stiamo trattando un tema di
grandissima importanza e di grande emergenza per la Calabria.
Prima di affrontare il tema nello specifico,
vorrei evidenziare come, anche in questa occasione, la maggioranza – o meglio,
la Giunta regionale – abbia dimostrato improvvisazione, attraverso la
dichiarazione propagandistica: “Da oggi siamo pronti a far funzionare le
discariche pubbliche! Basta discariche private!”
Una dichiarazione che aveva creato grande
soddisfazione e grande motivazione, senza fare i conti con la realtà.
Credo che il senso di responsabilità di chi oggi
governa i processi non sia quello di giocare sulla propaganda o sulla
improvvisazione.
A me dispiace molto che oggi non siano presenti
l’assessore De Caprio e la Presidente della Giunta regionale, insieme ai quali
avremmo dovuto affrontare una discussione seria e approfondita.
Io non sono abituato a scaricare le
responsabilità di questa materia sulla maggioranza, perché la gestione dei
rifiuti è un problema serio che la precedente Legislatura – non me ne voglia il
collega Graziano, che non vedo in Aula, anche perché negli anni passati ha
svolto il ruolo di direttore generale dell'Ambiente, quindi anche lui avrebbe
dovuto dare un impulso diverso quando la Regione Calabria era commissariata –
ha svolto un ruolo importante in termini di programmazione regionale,
approvando il Piano regionale dei rifiuti di cui la Calabria era priva, senza
il quale si rischiava l’infrazione comunitaria e, quindi, la perdita di
finanziamenti comunitari che ci consentivano, quantomeno, di mettere in campo
un'idea progettuale e – lo ricordo al collega Vito Pitaro,
che non vedo in Aula – di portare la raccolta differenziata dal 12 al 50 per
cento nel 2018, nonché di dare ai Comuni strumenti di premialità
tali da favorire la raccolta differenziata e l'affermazione di alcuni principi fondamentali
che sono stati il cardine delle scelte delle precedenti Legislature come il principio “discariche zero” che in Calabria è un principio
fondamentale che ha come base, per quanto riguarda i rifiuti, un’impiantistica
pubblica.
Avevamo tracciato un percorso che prevedeva otto ecodistretti: qualcuno è già andato a bando, qualcun’altro
è in ritardo perché - vorrei ricordare ai colleghi della precedente Legislatura
- le gare erano europee. Una modifica nel Codice degli appalti ha rallentato il
revamping in alcune strutture importanti come
Bucita di Rossano, Alli di Catanzaro, Siderno, Vibo
Valentia che dovevano essere al servizio di questo nuovo processo che aveva,
come elemento base, l’economia circolare, con cui oggi tutti ci sciacquiamo la
bocca.
Quindi, non bisogna cancellare il Piano dei
rifiuti - lo dico all’assessore Gallo che oggi è qui presente -, ma, anzi,
partire da questo e dargli attuazione se vogliamo rendere funzionale il sistema
dei rifiuti in Calabria e dare conseguenzialità al lavoro fatto da quest’Aula
del Consiglio regionale che ha approvato unanimemente, se non ricordo male, il
Piano regionale dei rifiuti, dopo discussioni infinite, nella Commissione da me
presieduta ed in Giunta regionale, con i portatori di interesse.
Dobbiamo fare questo se vogliamo arrivare
alla conclusione da qui a due anni, due anni e mezzo; non so quanto servirà.
Oggi c'è bisogno di guidare un’emergenza -
ho condiviso l’intervento del collega Sainato - che
non si guida con i proclami, ma coinvolgendo in questo processo chi è
sentinella sul territorio. I sindaci sanno di cosa c’è bisogno, conoscono i
limiti presenti sul territorio, le difficoltà, conoscono l’emergenza che vivono
quotidianamente. Reggio Calabria è una città invasa dai rifiuti, la provincia di
Cosenza è invasa dai rifiuti e il collega Gallo dovrebbe saperne qualcosa visto
che gravita e vive nella zona di Corigliano Rossano.
C’è una forte emergenza che va governata e
deve avere soluzioni immediate coinvolgendo tutti nella responsabilità.
Le riforme che abbiamo approvato nella
precedente Legislatura - condivido molti interventi dei colleghi
dell'opposizione - affidavano la gestione dei rifiuti e dell’acqua ai
territori, ai Comuni con i Comitati d’ambito - se vi ricordate - poi ATO
(Ambiti Territoriali Ottimali). Peraltro, la società di gestione dell’acqua ha
dimostrato delle difficoltà, delle debolezze, legate all'egoismo territoriale,
ai localismi e questo è un altro elemento che dobbiamo tenere presente per
governare questo processo.
Mi sembra che il TAR abbia dato una risposta
alla presidente Santelli, ordinando la chiusura della
discarica di Celico.
C'è un problema di improvvisazione, che io
denuncio, che guida la gestione di questa delicatissima problematica.
Comprendo e non voglio, ripeto, scaricare le
colpe sui tavoli della maggioranza, perché la problematicità della situazione è
nota, però oggi dovete dimostrare di essere bravi a trovare una soluzione. Non
intravedo soluzioni nell’immediato e mi preoccupa molto dare, in questi mesi,
l'immagine di una Calabria invasa dai rifiuti nel periodo di maggiore
espansione del turismo.
Quindi, l'invito che rivolgo all’assessore
De Caprio e alla Presidente della Giunta regionale è di fare meno propaganda -
non serve a chi governa, magari serve a chi fa opposizione - e trovare una
soluzione ai problemi, coinvolgendo i sindaci del territorio - insieme, senza
mortificare l'uno o l'altro - che conoscono bene la materia, le difficoltà.
Chiedo al Presidente del Consiglio regionale di convocare, nel più breve tempo
possibile, una seduta di Consiglio su questo tema perché l'estate è alle porte
e la Regione Calabria non può farsi trovare impreparata; è già in difficoltà
per le vicende che conosciamo tutti.
Non possiamo perdere quest’occasione di
ripartenza per il turismo con una Calabria invasa dai rifiuti.
Mi auguro che l'intelligenza politica, la
capacità amministrativa, il senso di responsabilità che vi deve guidare in
questi giorni porti ad un risultato utile e funzionale, alla risoluzione dei
problemi, a dare risposte ai sindaci, ai cittadini che non giudicheranno in
base a chi governa, a chi è maggioranza o minoranza, ma giudicheranno
l’incapacità di un gruppo dirigente di dare risposte ai territori.
Credo che, su questo tema, abbiate commesso
un errore enorme: quell'ordinanza completamente disattesa. Avete fatto proclami
di risoluzione del problema, per dimostrare che siete più bravi, più
intelligenti, che avete più capacità, più muscoli rispetto a noi.
Questo problema non è stato risolto in 4
anni, con un Piano approvato e con soluzioni indicate dal Consiglio regionale,
perché, come voi sapete, programmare è una cosa, realizzare un'altra. I tempi
sono lunghi, non è facile.
L'invito che faccio è: troviamo, trovate,
una soluzione per non perdere l’occasione della ripartenza facendo trovare le
nostre città sporche, invase dai rifiuti.
Richiamiamo al senso di responsabilità chi
ha avuto importanti compiti di aiuto, di supporto, di gestione degli ATO.
Perché - le cose tra noi le dobbiamo dire - c'eravamo finalmente spogliati
della gestione di alcune materie come, ripeto, acqua e rifiuti, delegando chi
era competente, appunto i territori e i sindaci, ma abbiamo registrato dei
ritardi dovuti, forse, alla nostra fretta o all’incapacità di trasmettere o di
portare a sintesi il progetto.
Ecco perché mi sono fatto promotore e
riproporrò in Aula, nei prossimi giorni, una proposta di legge che riguarda
Cosenza, il nord della Calabria, dove, insieme alla città di Reggio Calabria,
mi sembra ci siano i problemi maggiori.
Un solo impianto di supporto forse è stato
un errore, impianti plurimi, nelle province più grandi, potrebbero aiutare a
trovare soluzioni migliori. Bisogna convincere i sindaci a stare insieme e
superare le difficoltà legate all'egoismo territoriale, superando così, con 3,
4 impianti, la difficoltà di far digerire ai cittadini un impianto più grosso e
forse riusciremo a completare questo processo. Se avete bisogno del nostro
aiuto, siamo pronti, ma credo che chi governa, come diceva il collega Sainato, debba assumersi la responsabilità di trovare
soluzione immediata e certa per non far trovare la Calabria impreparata e non
far passare un'immagine negativa. Sono passate tante di immagini negative come
Consiglio regionale e come classe dirigente, evitiamo che agosto diventi il
mese del marchio, della fotografia della Calabria invasa dai rifiuti.
È un invito che faccio prima ai sindaci che
hanno la responsabilità, ma soprattutto alla Giunta regionale affinché sappia
interloquire, intercettare esigenze, bisogni del territorio e trovare una
soluzione immediata a quest’emergenza che da qui a pochi giorni avremo in
Calabria.
Mi preoccupa la dichiarazione del presidente
dell’ATO di Cosenza, che si è dimesso, il sindaco Manna di Rende, che, in una
lettera, ha dichiarato pubblicamente che da qui a poco saremo invasi dai
rifiuti. Ha lanciato un allarme, raccogliamolo, pur non giustificando le sue
dimissioni, e facciamo in modo che non diventi una fiamma ma una piccola
fiammella che possiamo spegnere, per difendere il nostro ruolo, ma soprattutto
per dare un'immagine positiva, concreta, forte, di una Calabria che sa gestire
emergenze come quella di cui stiamo parlando stasera.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo.
Ne ha facoltà.
GALLO Gianluca, assessore all’agricoltura, welfare:
politiche sociali e per la famiglia
Ho ascoltato con attenzione l’intervento del
collega Bevacqua. È noto che non ho avuto dalla presidente
Santelli l'attribuzione della delega all’ambiente, ma credo che il messaggio
che ha voluto dare, dando questa delega al “Capitano Ultimo”, il colonnello
Sergio De Caprio, dimostri con evidenza l’idea della Presidente della Giunta
regionale, ma anche dell'intera maggioranza, di creare discontinuità rispetto
ai percorsi del passato.
Collega Bevacqua, prima di lei sono stato
Presidente della Commissione ambiente. La legge che oggi andiamo a modificare
nel termine finale, con la proroga, è una legge della quale sono stato
relatore, non me ne vergogno perché nel 2013 avevamo la stessa emergenza.
L'utilizzazione degli impianti privati, che
risale a quel momento, fu frutto di un’emergenza, ma io credo che non si possa
continuare a vivere di emergenze e, poiché questo settore - lo diciamo con
grande chiarezza, in quest'Aula che è l'Aula che i calabresi ritengono essere
quella nella quale si discute sui programmi, si ragiona, nella quale la
democrazia ha, o dovrebbe avere, la sua realizzazione compiuta - non ha grande
chiarezza nella sua gestione e, spesso, l’antistato ha gestito questo settore e
probabilmente, in parte, lo gestisce anche oggi, credo che la presidente
Santelli voglia dare un segnale di discontinuità. Vale a dire che la mancata
firma di un'ordinanza, che magari amplia una discarica privata o altro,
significa che probabilmente si vuole affrontare questa emergenza in maniera
diversa rispetto al passato. Probabilmente, l'affidarsi a discariche o ad
impianti pubblici, credo che possa essere più virtuoso che affidarsi a privati.
Certo, in questa fase, la proroga di questi
termini è necessaria, visto che andiamo incontro all'estate e la produzione di
tonnellate di rifiuti aumenta, anzi ci auguriamo che aumenti e che continuiamo
ad avere, come ogni anno, una presenza di turisti elevata poiché costituisce
una parte della nostra economia. Però, è chiaro che un minimo di discontinuità
si deve avere.
Ho fatto un'intera campagna elettorale, ma,
come lei sa, ero opposizione durante la passata legislatura, l'ultimo scorcio,
e abbiamo spesso dibattuto della - mi consenta di non essere d'accordo -
mancanza di programmazione reale nel quinquennio precedente e anche del fatto
che, nel quinquennio precedente, gli ATO che hanno base provinciale e che sono
composti da sindaci, soprattutto nella nostra provincia, collega Bevacqua,
nulla hanno programmato per la realizzazione di impianti che rendano quel
territorio autosufficiente. Quel territorio non è autosufficiente! Oggi si basa
sugli ultimi residui di possibilità di abbanco di alcune discariche pubbliche
che sono state ripescate, ma nulla si è programmato. Tant’è vero che
l'assessore De Caprio ha convocato per mercoledì tutto l’ATO di Cosenza per
cercare di mettere d'accordo, dopo le dimissioni del presidente Manna, i
sindaci sia per la nomina e l’elezione di un nuovo Presidente dell’ATO sia per
programmare finalmente qualcosa.
Durante la campagna elettorale, ho
denunciato più volte che, fra le emergenze che avremmo incontrato nella prima
fase di legislatura, ci sarebbe stata un'emergenza ambientale. Puntualmente
questo si è verificato.
La presidente Santelli e l’assessore De Caprio non credo
si affidino ai proclami o alla demagogia, semplicemente denunciano e raccontano
ai calabresi e agli italiani che c'è una situazione che si è trascinata per
anni e che oggi, glielo dico, attraverso questa proroga ancora si trascina. Ma
questa è la proroga di una norma che risale al 2013, che significa che negli
anni successivi nulla si è programmato perché continuava ad esserci
l'emergenza, ma non si può impedire alla Presidente della Regione o
all'Assessore all'ambiente di tentare di creare una discontinuità. Certo, ci
vuole del tempo per creare la discontinuità, ci vorranno forse anni, visto che
per lustri nulla si è fatto.
Credo che il tempo, che la Presidente
nemmeno richiede, necessario, sul quale si sta lavorando, sarà, in questa fase,
elemento importante per una programmazione che finora non c'è stata.
Non si può pensare che la situazione attuale
sia frutto o responsabilità di questa Presidente o di questo governo. Fino a
ieri non c'erano proteste, soprattutto in questa provincia; oggi le proteste,
soprattutto di qualche sindaco in scadenza, in grande difficoltà, che vuole
ricandidarsi, mi sanno di grande strumentalizzazione. Sono evidentemente
strumentali. Dove erano questi sindaci, peraltro Presidenti anche degli ATO in
questa provincia, quando nulla si faceva e non si programmava? Se Reggio e
Cosenza sono in difficoltà, probabilmente, le responsabilità sono diffuse.
Penso che la presidente
Santelli e l'assessore De Caprio vogliano creare discontinuità, bisogna
programmare e ritengo anche - ed è la seconda parte del mio intervento - che
per risolvere taluni problemi in questa regione non si possa dividere in
settori maggioranza e minoranza. È necessaria la collaborazione fattiva di
questa parte politica, di questa maggioranza, di questo governo, con
l'opposizione. Questi problemi non li risolviamo se non remiamo dalla stessa
parte, se non siamo convinti che è necessario: realizzare impianti pubblici o
discariche pubbliche, mettere d'accordo i sindaci, governare in maniera virtuosa
questo sistema. Nel momento in cui il governo regionale riuscirà ad individuare
qualche soluzione per questa emergenza, questa sarà più onerosa per i Comuni,
per i sindaci e, a cascata, per i cittadini.
Dobbiamo cercare di creare un circuito
virtuoso che possa rendere autosufficiente la nostra regione, facendo capire
che i rifiuti noi li produciamo e noi li dobbiamo trattare.
Altri sono ben contenti di avere i nostri
rifiuti, perché hanno creato circuiti più virtuosi dei nostri. Non solo gli
diamo i rifiuti e paghiamo, ma paghiamo anche il trasporto e il loro
recepimento a caro prezzo, ed attraverso i nostri rifiuti, forse, creano anche
un ulteriore vantaggio economico perché producono energia.
Noi non ci siamo riusciti, probabilmente
perché per tanti anni, come classe dirigente, non siamo stati in grado di
creare un sistema, un circuito autonomo e virtuoso e si è vissuto, forse
volutamente, sempre nell'emergenza.
Oggi si può creare una discontinuità, c'è un
governo regionale fresco, ci sono buone intenzioni, c'è l'idea di creare
discontinuità, c'è l'idea di eliminare o, meglio, di allontanare le tentazioni
da un mondo nel quale, purtroppo, ci sono. Il fatto che le ecomafie siano il
maggiore business, probabilmente, nel Mezzogiorno d'Italia, e non solo, è un
dato acclarato.
Cosa chiediamo, come Giunta regionale e come
parte politica? Chiediamo di aiutarci in questo percorso di discontinuità, di
programmare insieme a noi. I sindaci del centrosinistra sono molti di più di
quelli del centrodestra e, al di là di qualche strumentalizzazione, hanno lo
stesso problema davanti alla porta dei cittadini come lo abbiamo tutti noi.
Nel momento in cui, come classe dirigente,
daremo una risposta in questo senso, forse un servizio l'avremo reso.
Per cui, al di là dell’accapigliarsi sulla
responsabilità, io la campagna elettorale 2020 l'ho fatta tutta su questi temi:
ambiente, bilancio e quant'altro. Adesso la campagna elettorale è finita. Al
collega Bevacqua - che so essere collega di esperienza, di capacità, ma soprattutto
di pulizia e rigore morale ed etico, così come i colleghi dell'opposizione che
sono presenti ed anche gli assenti, so bene che ognuno di essi è senza
interessi - dico: lavoriamo insieme per creare le condizioni per una Calabria
che possa essere una terra verde senza questo problema che si trascina da
troppo tempo, creando discontinuità sia nella gestione sia nelle implicazioni
esterne a tutto ciò che dovrebbe essere pubblico e al servizio dei cittadini.
Mi sembra che da tutti sia venuto l'invito,
oltre che a votare il provvedimento indispensabile per l’emergenza, ad
approfondire situazioni particolari come quelle di Reggio Calabria. Le
associazioni con cui abbiamo parlato hanno compreso e dato atto della nostra
disponibilità al dialogo.
Non ci sono altri interventi, passiamo alla
votazione del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
Punto 13 all’ordine del giorno: proposta di
legge numero 24/11^ di iniziativa dei consiglieri P. Molinaro,
G. Neri, N. Paris, V. Pitaro ,recante "Modifiche agli articoli 25-bis e 52 della
legge regionale 19/2002 e abrogazione della legge regionale 61/2019". Cedo
la parola al relatore Caputo per l’illustrazione del provvedimento.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente), relatore
Grazie, Presidente. La presente proposta di
legge è finalizzata a modificare gli articoli 25 bis e 52 della legge regionale
19/2002 per come novellati ad opera della legge regionale 16 dicembre 2019,
numero 61, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19/2002:
“Norme per la tutela. governo ed uso del territorio (legge urbanistica della
Calabria)”. L'intervento di novellazione si rende
opportuno nell'ambito del principio di leale collaborazione Stato-Regioni, al
fine di abrogare le modifiche derivanti dalla legge regionale numero 61 del
2019, impugnata dal Governo con delibera del Consiglio dei Ministri del 6
febbraio 2020 e con riferimento alla quale è pendente giudizio di legittimità
costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale. La proposta di legge consta
di 4 articoli.
L’articolo 1
reca le modifiche agli articoli 25-bis
e 52 della legge regionale numero 19 del 2002. Sostanzialmente, sono soppressi
i seguenti periodi: “nelle more dell’approvazione dei Piani strutturali
comunali, è consentita l’edificazione di cui al presente articolo anche su di
superficie fondiaria inferiore a 10.000 metri quadrati”.
L’articolo 2
riguarda l’abrogazione della legge regionale numero 61 del 2019, l’articolo 3
la clausola di invarianza finanziaria e l’articolo 4 l’entrata in vigore.
Passiamo
all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Ha chiesto di
intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)
Comunico il
voto di astensione.
Volevo soltanto
precisare che stiamo rispondendo alle osservazioni fatte ed eliminando alcune
incongruenze, contenute nella proposta adottata dalla precedente
Amministrazione.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo alla
proposta di legge numero 11/11^ di iniziativa dei consiglieri Caputo, Pitaro, Arruzzolo, Giannetta, De
Caprio, recante: “Modifica termine di scadenza comma 3, articolo 14, legge
regionale 21 dicembre 2018, numero 47”.
Cedo la parola
al consigliere Caputo per l’illustrazione del provvedimento.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli
Presidente), relatore
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge riguarda l’attività di liquidazione
delle Comunità montane calabresi.
Purtroppo, ad
ogni scadenza delle proroghe disposte con legge regionale si verifica una
soluzione di continuità della gestione liquidatoria, nell’attesa che un nuovo
intervento legislativo consenta di rimettere in moto il complesso meccanismo.
Sarebbe,
pertanto, opportuno prevedere un termine più lungo per la nuova proroga che
consenta di programmare, con razionalità, la fase finale della liquidazione.
Ricordo che la
proroga è scaduta il 31 dicembre 2019.
L’articolo 1
prevede che “i termini per la procedura di liquidazione delle Comunità montane,
soppresse ai sensi dell’articolo 2 della legge regionale numero 25 del 2013 e
successive modifiche ed integrazioni, ivi comprese quelle di cui all’articolo
14 della legge regionale numero 47 del 2018, sono prorogati al 31 dicembre
2020”.
C’è un
emendamento, Presidente, che, appunto, modifica questa data dal 31 dicembre
2020 al 31 dicembre 2021.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Intervengo per
chiedere una semplice informazione: la scheda di analisi tecnico-normativa
predisposta dal Settore assistenza giuridica – se ho letto bene – evidenzia un
maggior costo per il bilancio regionale. Se questo fosse vero, chiedo
delucidazioni all’Ufficio competente.
PRESIDENTE
Può ripetere,
consigliere Bevacqua?
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Dicevo che, se
non ricordo male, – adesso non trovo la scheda di analisi tecnico-normativa
allegata alla proposta di legge – il Settore assistenza giuridica evidenziava
un maggiore costo per le casse regionali.
Volevo capire
se ciò corrisponde al vero e se c’è la copertura necessaria per il
provvedimento.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente)
Non corrisponde
al vero perché la deliberazione della Giunta regionale numero 137 del 2 aprile
2019 stabilisce, appunto, che i costi di gestione si alimentano con i costi
della liquidazione.
BEVACQUA Domenico (Partito democratico)
Non facevo
riferimento alla deliberazione della Giunta regionale, ma alla scheda ATN
predisposta dal Settore assistenza giuridica del Consiglio regionale, che mi
sembra che evidenzi questo aspetto.
La mia era
soltanto una curiosità perché, poi, bisogna capire se c’è la necessaria
copertura finanziaria.
Nella scheda di
analisi tecnico-normativa sulla proposta di legge numero 11/11^, in
particolare, si legge: “Tale circostanza renderebbe l’intera proposta carente
della necessaria norma finanziaria utile per la quantificazione della spesa e
per la relativa copertura; così potendo esporla alla censura governativa di
incostituzionalità per contrasto con gli articoli 17 e 19 della legge numero
196 del 2009, con l’articolo 3, comma 1, della legge numero 243 del 2012 e con
i principi e le disposizioni di cui ai decreti legislativi numero 118 del 2011
e numero 126 del 2014 e, per l’effetto, con gli articoli 81, terzo comma, 97,
primo e secondo comma, e 117, secondo comma, lettera e) - armonizzazione
bilanci pubblici – e terzo comma - coordinamento finanza pubblica -, della
Costituzione”.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Evidenzia
quello che ho affermato poca fa?
Poi, c’è
l’emendamento protocollo numero 14265 dell’11 giugno 2020, presentato dai
medesimi proponenti, che prevede che la proroga del termine per la conclusione
della fase liquidatoria delle Comunità montane, soppresse ai sensi della legge
regionale numero 25 del 2013, indicato dal testo base per il 31 dicembre 2020,
sia, invece, previsto per il 31 dicembre 2021.
Trattandosi di
una modifica che mantiene invariata la struttura della norma, si ritiene di poter
rinviare al contenuto della scheda ATN, repertorio numero 3541 dell’11 giugno
2020.
Credo che sia
sufficiente questo ulteriore chiarimento.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente,
ritengo il chiarimento insufficiente a fugare ogni dubbio, perché il Settore
assistenza giuridica non ha esaminato l’emendamento.
Se c’era questa
discrepanza, l’emendamento doveva essere vagliato dal Settore assistenza
giuridica e, poi, eventualmente, esaminato in Commissione.
La proposta
emendativa non risana, secondo me, la problematica ossia il rischio che la
legge venga dichiarata incostituzionale perché comporta un aumento di spesa.
Vi chiedo di
spiegarmi se il problema è risolto, perché a me non sembra superato con
l’emendamento.
PRESIDENTE
Collega Bevacqua,
l’emendamento dice altro. Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha
facoltà.
GALLO Gianluca, assessore all’agricoltura, welfare:
politiche sociali e per la famiglia
Collega
Bevacqua, la proposta è finalizzata a prorogare dei termini che in quest’Aula
sono stati prorogati più volte con il voto della maggioranza.
Mi domando
perché non ha sollevato il problema in altre circostanze.
Se fossero i
consiglieri Di Natale o Anastasi a sollevare la questione, direi: “ebbene, è la
prima volta che incontrano questo problema”. Lei, invece, lo incontra – credo –
per la seconda o terza volta perché in questi anni la gestione delle Comunità
montane – che non è figlia né della mia né della sua, ma di altre
responsabilità – ha, obiettivamente, comportato la necessità di una gestione
commissariale, peraltro, affidata, come lei sa, al direttore generale del
Dipartimento agricoltura, dottore Giovinazzo, non costituendo, quindi, un costo
ulteriore per la Regione.
C’è, poi, – ed è questo che le contesto amichevolmente – una
deliberazione della Giunta regionale del marzo 2019 che fa fronte a queste
eventuali maggiori spese perché prevede che la gestione commissariale sia
coperta, nei suoi costi, da quella stessa delibera, per cui si può sostenere
che la norma – dice la scheda ATN – è compatibile con il quadro ordinamentale
e, quindi, c’è, di fatto, invarianza finanziaria.
È chiaro che,
nel momento in cui non proroghiamo questo commissariamento, ci fermiamo.
Le Comunità
montane – che possiedono anche un patrimonio notevole realizzato negli anni –
non hanno una gestione nel loro complesso.
Poi, egregi
colleghi, dovete sapere che continuiamo a pagare rate mutuo per un milione e
mezzo di euro l’anno per tutte le opere realizzate negli anni dalle Comunità
montane che adesso ereditiamo.
Peraltro, come
dicevo, le Comunità montane hanno patrimonio straordinario: mi è capitato, per
esempio, nella Sila Cosentina, di visitare degli immobili che hanno anche nei
loro garage dei gatti delle nevi che sono stati acquistati dalle Comunità
montane e che oggi fanno parte del patrimonio regionale.
Quindi,
immaginate che patrimonio enorme hanno queste Comunità montane.
C’è la
necessità della proroga della gestione per cercare di condurre questo cospicuo
patrimonio a liquidazione, ma anche, eventualmente, a vendita o a
realizzazione, per cui penso che sia un atto dovuto la prosecuzione di questo
percorso, attraverso una proroga del commissariamento non a fine 2020, ma
almeno fino a fine 2021 per dare anche un senso alla gestione commissariale.
Poi, le somme
le tireremo a fine 2021, ma mi auguro che ci siano tutte le condizioni per non
proseguire nei termini del commissariamento.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Signor
Presidente, intervengo soltanto per dire all’assessore Gallo che, forse, nella
precedente legislatura, non ho approfondito bene come faceva lui, che essendo
all’opposizione, studiava, approfondiva, veniva in Aula e la teneva ben pronta.
Adesso, questo
lavoro lo facciamo anche noi: studiamo, approfondiamo e comprendiamo bene le
problematiche.
PRESIDENTE
Perché si
giustifica? Finalmente, l’abbiamo vista sorridere.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Ho soltanto
posto una domanda. Il Settore assistenza giuridica scrive: “un aggravio di
spesa a carico del bilancio regionale per il probabile aumento dei costi di
gestione medio tempore della procedura liquidatoria” e poi cita le varie
sentenze della Corte costituzionale.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente)
Collega Bevacqua, lei avrebbe ragione, ma solo nel caso in cui non
avessimo approvato il bilancio 2020.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Ho fatto questa domanda – ripeto – ossia se siete sicuri che non ci
saranno ripercussioni a livello di impugnativa del Governo nazionale.
Se siete sicuri si procede all’approvazione – noi ci asteniamo – ma non
è un problema di approvazione o meno.
Non lo dico io, ma lo scrive il Settore assistenza giuridica. Vi
mettiamo in guardia e diciamo di fare attenzione per evitare una brutta figura
al Consiglio regionale, altrimenti non mi permetterei di dare lezioni di nessun
genere a nessuno.
All’articolo 1
è stato presentato l’emendamento protocollo numero 14265.
Cedo la parola
al consigliere Caputo per l’illustrazione.
CAPUTO Pierluigi (Jole Santelli Presidente)
Presidente, l’emendamento prevede di fissare la nuova data di proroga al
31 dicembre 2021.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 14265. È approvato
Pongo in votazione l’articolo 1.
(È approvato per come
emendato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione
al coordinamento.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto 15 all’ordine del giorno relativo alla proposta
di legge numero 21/11^ di iniziativa del consigliere
Mancuso, recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivante da sentenza esecutiva
di condanna, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto
legislativo del 23 giugno 2011 numero 118, come modificato ed integrato dal
decreto legislativo 10 agosto 2014 numero 126”.
Cedo la parola al consigliere Mancuso, relatore del provvedimento.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini), relatore
Oggetto del
presente disegno di legge è il riconoscimento della legittimità di un debito
fuori bilancio del Consiglio regionale, derivante
da sentenza esecutiva di condanna, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto
legislativo 23 giugno 2011 numero 118, così come modificato ed integrato dal
decreto legislativo 10 agosto 2014 numero 126, derivante da sentenza esecutiva.
Tale debito
fuori bilancio è stato già riconosciuto con deliberazione dell’Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale numero 11 del 5 giugno 2020.
La posizione
debitoria di cui, con il presente progetto di legge, si riconosce la
legittimità deriva dalla sentenza esecutiva di condanna emessa dal Tribunale di
Reggio Calabria – Sezione Lavoro – numero 915/2019 (Indennità di esodo –
riconoscimento della base di calcolo della retribuzione lorda spettante alla
data di risoluzione del rateo della tredicesima mensilità), notificata
dall’Avvocatura regionale con formula esecutiva il 22 gennaio 2020.
Il
riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio comporta oneri finanziari
per l’importo complessivo di € 13.162.
La copertura
finanziaria del debito fuori bilancio oggetto di riconoscimento è rinvenibile,
a seguito della variazione di bilancio disposta dall’Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale con deliberazione numero 11 del 5 giugno 2020, nello
stanziamento allocato nella Missione 1, Programma 10 del bilancio 2020-2022 del
Consiglio regionale.
Il Collegio dei
Revisori, con il verbale numero 29 del 12 giugno, ha espresso parere favorevole
al progetto di legge de quo. Grazie.
Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione
al coordinamento formale, prendendo atto, altresì, del parere favorevole del
Collegio dei Revisori dei conti.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 16 all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 9/11^
di iniziativa dei consiglieri Arruzzolo e Vito Pitaro, recante: “Norme di salvaguardia e disposizioni
transitorie in materia di demanio marittimo. Integrazione agli articoli 14 e 27
della legge regionale 17/2005”.
Cedo la parola al relatore, consigliere Arruzzolo, per l’illustrazione del provvedimento.
ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia), relatore
Grazie, Presidente. La proposta di legge si pone l’obiettivo di attuare
delle disposizioni transitorie in materia di demanio marittimo e delle
modifiche agli articoli 14 e 27 della legge regionale numero 17 del 2005 al fine
di contemperare, da un lato, le esigenze dell’uso pubblico del demanio
marittimo e della libera balneazione e, dall’altro, le esigenze delle attività
turistico-ricreative, con particolare riferimento agli stabilimenti balneari,
al fine di contenere gli effetti socio-economici sul territorio calabrese che
scaturiscono dalle emergenze sanitarie da Covid-19, salvaguardando, quindi,
anche gli interessi dell’intera collettività. Con ciò anche incrementando la
percentuale di spiaggia libera da sottrarre alla vigilanza dei Comuni
affidandola alla vigilanza degli stabilimenti balneari.
Le modifiche proposte attengono all’articolo 14 recante “Norme di
salvaguardia” che disciplina le concessioni che possono essere rilasciate nelle
more dell’approvazione del Piano Comunale di Spiaggia, nel quale si stabilisce
che, su richiesta dei titolari di stabilimenti balneari autorizzati alla posa
di attrezzature balneari mobili, i Comuni potranno concedere, l’area
“interposta” o “interclusa” non in concessione, tra le strutture di servizio
poste a monte dell’arenile e quella a valle adibita alla posa di ombrelloni e
sdraio, nonché dell’area a monte della medesima concessione.
La modifica all’articolo 27 recante “Norma Transitoria” è di
carattere transitorio esclusivamente per la stagione 2020.
Per come previsto dalla legge regionale 21 dicembre 2005 numero 17
e dal Piano di indirizzo regionale, è fatto divieto di ampliare il fronte mare
dell’area assentita in concessione, anche per garantire la fruizione della
libera balneazione.
A tal fine, pertanto, occorre effettuare delle modifiche di
carattere transitorio – esclusivamente per la stagione 2020 – e strettamente
tecniche della legge regionale 21 dicembre 2005 numero 17, che mirano a
contemperare, da un lato, l’esigenza dell’uso pubblico del demanio marittimo e
della libera balneazione e, dall’altro, l’esigenza delle attività
turistico-ricreative con particolare riferimento agli stabilimenti balneari, al
fine di contenere gli effetti socio-economici sul territorio calabrese che
scaturiscono dall’emergenza sanitaria da Covid-19 in atto, salvaguardando,
quindi, anche gli interessi dell’intera collettività.
Pertanto, con
le modifiche normative di che trattasi, si stabilisce che, esclusivamente per
la stagione balneare 2020 e su richiesta dei titolari di concessione, i Comuni
potranno concedere una estensione dell’area in concessione mediante ampliamento
del fronte-mare sino al massimo del 30 per cento di quello relativo alla
concessione demaniale in essere, nel rispetto di particolari condizioni
dettagliate nell’articolato.
Le disposizioni
transitorie proposte sono applicabili in presenza ed in assenza di Piano
comunale di spiaggia approvato.
Dalle presenti
proposte non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)
Signor Presidente, colleghi consiglieri, anche qui e ancora di più
vale la premessa che facevo per le altre proposte di legge, della necessità di
un passaggio nelle Commissioni competenti. Qui c'è un aspetto ancora più
importante da tutelare, perché la proposta di legge va ad intaccare interessi
diversi e diffusi, quindi nel bilanciamento degli interessi bisogna andare a
verificare la peculiarità della legge stessa.
Prima di tutto sottolineo che c'è una mancanza assoluta di
confronto, non nelle Commissioni che è luogo istituzionale e politico ma
all'esterno del Consiglio regionale, vale a dire la mancanza di confronto con
gli operatori del settore, con gli ambientalisti, con gli imprenditori privati,
con i responsabili delle categorie, con le parti sociali, non è una proposta di
legge che è condivisa e che parte dalla base proprio perché va ad intaccare
interessi diffusi.
Seconda osservazione: c’è una temporanea deroga in assenza del PSC
e degli strumenti esistenti nei Comuni.
Terza valutazione: si deve verificare chi fa i controlli, rispetto
agli organi preposti a farli, rispetto a quanto statuito e quanto normato con
la proposta di legge nel bilanciamento degli interessi. Qualcuno potrebbe dire:
“Abbiamo analizzato le difficoltà degli operatori balneari e, quindi, per
andare incontro agli operatori balneari e agli operatori turistici, si dà la
possibilità di ampliare la superficie”.
Questa potrebbe essere un'idea condivisa da tutti - ci mancherebbe
altro - ma questa condivisione non può non passare da una divisione di fondo e
di base con gli operatori e con le categorie del settore che sono stati esclusi
da un dibattito, esclusi nell'esprimere le loro considerazioni sulla tematica.
Così come non si può non tutelare l’interesse di coloro che
vogliono, invece, andare verso le spiagge libere, cioè vale a dire la
diminuzione di quello che è uno spazio per il cittadino che liberamente decide
di non andare in una struttura balneare.
Presidente, per queste considerazioni, così come abbiamo fatto con
gli altri punti, annuncio il voto di astensione del gruppo Io resto in
Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro.
Ne ha facoltà.
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
Grazie, Presidente. È proprio dall'esigenza degli operatori
balneari che trova radice questa proposta di legge, per consentire agli
operatori, colpiti da questa pandemia da Covid-19 e quindi colpiti nella
propria economia, di poter in qualche modo rilanciare la propria attività.
Da una lettura di questa proposta di legge si evince che l'aumento
possibile degli spazi non è finalizzato a concepire nuove strutture, ma solo ed
esclusivamente ad ampliare alcuni aspetti dell'attività balneare che sono gli
ombrelloni, le sdraio, i giochi ed eventualmente i parcheggi. Nessuna
compressione del diritto del cittadino a una balneazione libera perché
l'aumento non è fissato nella misura del 30 per cento, ma fino a un massimo del
30 per cento. Che significa?
Significa che l'iter non prevede che un operatore balneare, domani
mattina, decida, autonomamente, di ampliare la propria superficie, ma dovrà
fare richiesta e il Comune valuterà, anche, in base alle esigenze della
spiaggia libera, se sia possibile concedere il 5, il 10, il 20 o il 30 per
cento di aumento della superficie.
Inoltre, c’è la possibilità di controllare le spiagge libere e
comunque tutte le spiagge perché, logicamente, questo carica di responsabilità
l'operatore balneare in una situazione in cui, effettivamente, i Comuni non
sono nelle condizioni di operare una vigilanza ed un controllo per il rispetto
delle regole previste nelle ordinanze anti Covid-19.
È una legge, quindi, per gli operatori balneari, è una legge che
tutela il libero cittadino, è una legge transitoria, è una legge a tempo
determinato, così possiamo definirla, nel senso che solo per questa stagione
sarà prevista la possibilità di aumentare la superficie.
Il Piano Strutturale Comunale (PSC) non c'entra nulla, al massimo
potrebbe c'entrare il Piano spiaggia, ma nel caso di specie noi diamo la
possibilità, sia in presenza che in assenza del Piano spiaggia, di poter
aumentare la superficie. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo.
Ne ha facoltà.
ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia), relatore
Grazie, Presidente. Intervengo solo per rispondere al collega Di
Natale, che giustamente chiedeva il passaggio in Commissione per affrontare la
tematica. Mi auguro che a settembre il Covid-19 scompaia e quindi ci liberi da
questa tragica situazione, altrimenti se aspettassimo di discutere il
provvedimento in Commissione, sicuramente, avremmo potuto prevedere
un’ulteriore agevolazione: quella per le attività ricettive montane.
Con la stagione alle porte, arrivano tantissime richieste da parte
delle strutture ricettive balneari e, o l'altro giorno, un operatore turistico
mi raccontava che, giustamente, chi intende prenotare la prima cosa che chiede
è l'ombrellone in spiaggia. Una struttura che prima riusciva ad offrire 50
ombrelloni, con il distanziamento che impone il Covid-19, purtroppo, dimezza
l’offerta, almeno, del 50 per cento; quindi hanno enormi difficoltà e se non
cerchiamo di dare un segnale forte sembra che, effettivamente, non comprendiamo
le difficoltà delle attività turistiche e ricettive della nostra regione.
Il collega Vito Pitaro evidenziava la
temporaneità della legge perché si riferisce solo al 2020, viene anche
garantita la disponibilità dell'accesso alla libera balneazione in base alla
situazione reale, perché non tutte le spiagge hanno le stesse caratteristiche -
c’è chi ha più disponibilità di spiagge e chi meno – quindi, poi, i Comuni
intervengono sulla percentuale di aumento concedibile nella misura massima del
30 per cento.
Riteniamo, comunque, di dare un segnale forte e poi ognuno si
assume le proprie responsabilità. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente, volevo solo aggiungere alcune considerazioni in merito
agli interventi che mi hanno preceduto. Partendo dalla premessa che questo
punto all'ordine del giorno è stato già presentato in più occasioni, come
minoranza avevamo chiesto la possibilità di approfondire, discutere e
confrontarci nel nostro interno.
Credo che quando si ha un obiettivo che è quello di dare ossigeno
a coloro che in questa fase vivono momenti di difficoltà legati al Covid-19,
all’emergenza sanitaria e sociale, che riguarda il Paese intero e quindi anche
la Calabria, sia giusto che il Consiglio regionale si sforzi, si adoperi,
lavori a dare risposte a chi, da noi, si aspetta vicinanza, solidarietà e
supporto, in questo particolare caso una iniziativa stagionale come quella di
cui stiamo parlando.
Credo che ogni qualvolta che approviamo un provvedimento bisogna
mirare ad un obiettivo: gli interessi generali, poi negli interessi generali
dare spazio anche agli interessi particolari, in questo caso di un settore come
quello dei balneari.
Abbiamo ragionato su questo aspetto, condividendo la
preoccupazione che proveniva dai banchi della maggioranza, ma cercando, anche
noi, di svolgere un ruolo di interlocuzione o quantomeno di rappresentanza di
altri interessi che potrebbero presentarsi in questa vicenda.
Il collega Di Natale parlava delle forze ambientali che potrebbero
opporsi a questo evento, parlava di altre difficoltà - questo però è un appello
che io rivolgo ai Sindaci - perché noi dobbiamo, anche, tutelare i cittadini
comuni, cioè quelle persone che non hanno possibilità economica di andare in un
lido e fittarsi un ombrellone, per poter anche loro usufruire di un giorno di
vacanza al mare, senza creare questa rottura in una comunità.
Se dovessimo creare rottura in una comunità, tra chi può e chi non
può, non faremo interessi generali, faremo interessi parziali che potrebbero
ritorcersi contro. Questa è la riflessione che abbiamo fatto come minoranza.
Credo che sia importante dire, con chiarezza, che il cittadino
comune avrà la possibilità nelle giornate libere e di vacanza al sole, come chi
ha l'opportunità di andare in un lido, di usufruire delle spiagge.
Altra cosa che ci permettiamo di evidenziare - ed è per questo che
abbiamo proposto un emendamento, a firma mia e del collega Francesco Pitaro – visto che parliamo di emergenza e questa emergenza
è stagionale o parziale, non è sine die,
proponiamo che questa disposizione di legge riguardi sia i Comuni dove c’è il
Piano spiaggia approvato sia dove non c’è, e sia limitato a fine settembre, perché
in questo modo non facciamo disparità e non diamo l'impressione che qualcuno
vuole approfittare di questa occasione per dare risposte a certi settori.
Oggi, invece, dobbiamo dare risposte a chi si trova in emergenza.
Quindi, ribadisco con questo emendamento proponiamo uniformità sia
per chi ha il Piano spiaggia sia per chi non ha il Piano spiaggia approvato e
limitare l'opportunità a questa stagione balneare che si conclude a settembre
di quest'anno.
Questa è la proposta che noi facciamo e abbiamo già presentato
l'emendamento.
Ripeto l'invito ai Sindaci di rispettare, salvaguardare le spiagge
libere, perché il cittadino comune deve avere la possibilità di usufruirne,
altrimenti commetteremo una doppia disuguaglianza, una doppia disparità di
trattamento, non un favore. Noi non dobbiamo commettere disparità di
trattamento, ma dare opportunità e anche diritti a chi si aspetta questo tipo
di approccio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mancuso per una
precisazione. Ne ha facoltà.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Volevo tranquillizzare il collega Bevacqua e tutti i presenti in
Aula che questo provvedimento è riferito ai territori sia in cui c'è il Piano
spiaggia approvato, sia in cui non c’è.
Voglio ricordare che il relatore del progetto di legge, il
consigliere Arruzzolo, ha già presentato un
emendamento che prevede che il termine sia in scadenza con la fine della
stagione balneare del 2020, quindi era già stato previsto senza emendarlo
ulteriormente.
Poi, volevo anche precisare che il rapporto 30 per cento, 70 per
cento, cioè 30 per cento di spiagge libere e 70 per cento di spiagge in
concessione, sarà un limite rispettato da parte dei Comuni. Se già le
concessioni demaniali occupano il 70 per cento di tutte le spiagge all’interno
del territorio comunale, il Comune non concederà l’ampliamento, quindi è già
tutto previsto, anche chi andrà nella spiaggia libera avrà a disposizione lo
spazio come è giusto che sia.
Il nostro compito è salvaguardare tutte le classi sociali, sia chi
andrà negli stabilimenti balneari sia chi usufruirà della spiaggia libera. Poi
è ovvio - ho sentito il collega Di Natale - è vero non c'è stato il tempo di
convocare tutte le parti interessate, chiamiamole così, però chi, come noi,
vive il territorio è a conoscenza delle situazioni reali.
L'assessore mi sta confermando che sono stati convocati i
rappresentanti di categoria, quindi sono già stati ascoltati e gli operatori
hanno fatto delle richieste specifiche. Volevo fare un piccolo esempio prima di
chiudere: se un operatore riesce a mettere 10 ombrelloni e sdraio in più, a 500
euro a stagione, è come se gli avessimo dato un contributo di 5000 euro, ben
superiore ai 2000 euro, che saranno e che sono i contributi delle nostre leggi
attuali. Grazie.
Non ci sono altri interventi.Passiamo
all'esame e alla votazione del provvedimento.
All’articolo 1 sono stati presentati alcuni emendamenti. Iniziamo
con l’emendamento, protocollo numero 15237, a firma dei consiglieri Pietropaolo
e Sainato.
Cedo la parola al collega Pietropaolo per l'illustrazione
dell’emendamento.
PIETROPAOLO Filippo Maria (Fratelli
d’Italia)
Grazie, Presidente. Abbiamo presentato con il collega Sainato questo emendamento per dare la possibilità di un
parziale incremento, anche, della parte ombreggiata con strutture amovibili,
sempre nel rispetto dell'ampliamento che il Comune potrebbe assegnare in
funzione della legge che stiamo approvando per area soleggiata.
Quindi, ripeto, per consentire ai lidi - visto che do per scontato
che il rispetto della fruizione della spiaggia libera è garantito dalla stessa
norma – di ampliare anche una parte della zona ombreggiata nei limiti sempre
dell'incremento che è previsto nella stessa norma per la parte soleggiata,
sempre con strutture amovibili e sempre soltanto per questa stagione balneare.
È questo il motivo dell’emendamento che recita: Al comma 1
dell'articolo 1, dopo le parole: “senza alcuna realizzazione di opere” sono
inserite le seguenti parole: “Al fine di garantire il rispetto delle misure di
sicurezza e di distanziamento sociale per il contenimento del virus da
Covid-19, sono autorizzate, nei limiti della superficie soleggiata oggetto di
concessione, modifiche alle strutture coperte o ombreggianti annesse agli
stabilimenti balneari nella misura massima del 30 per cento e comunque, non
oltre i 100 metri quadrati, nel rispetto delle disposizioni contenute
nell'allegato A - punto A17 del DPR 13 febbraio 2017, numero 31”. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente, su questa tematica, mi sembra, che abbiamo fatto un
lavoro importante di condivisione di un testo che risponde a una logica, però i
vari emendamenti presentati, tra cui quello dei colleghi Pietropaolo e Sainato, ci fanno riflettere.
Credo che su questi temi, che sono così delicati, bisogna avere
anche la capacità di non insistere molto. Il principio è quello di dare una
possibilità ai balneari in questa stagione difficile, delicata, fragile,
precaria dal punto di vista economico, ed è un principio che sottoscriviamo e
affermiamo, ma se poi questo principio diventa sempre più largo, sempre più
estensivo, allora credo che il lavoro fatto, la disponibilità manifestata, ci
porti a riflettere un po' e decidere, anche, su un eventuale voto diverso.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)
Presidente, quello che dicevo nell'intervento precedente è
richiamato dai colleghi che hanno proposto l'emendamento. Intanto abbiamo un
problema: è vero che rappresentiamo i calabresi, ma se non sentiamo le parti
sociali non possiamo dire o essere così tanto presuntuosi da rappresentarli e
sapere già cosa vogliono, perché non è così.
Mi sarei aspettato che in questa proposta di legge, al di là del
tempo, al di là della celerità, al di là dell’urgenza, fosse stata allegata -
visto che l'assessore ha detto che ha incontrato le parti sociali e le
Capitanerie di porto - una piccola relazione con l'esito dell'incontro e quanto
stabilito, quello che oggi discutiamo in Aula.
Poi dobbiamo, anche, andare ad analizzare la caratteristica del
nostro territorio. Faccio riferimento, per esempio, alla provincia di Cosenza,
nel tirreno cosentino dove i lidi e gli operatori balneari hanno la loro
attività dislocata in km di lungomare, uno dietro l'altro, tenendo delle
distanze, quindi è anche difficile andare a verificare quale superficie può
essere ampliata e quale spazio può essere dedicato per
la spiaggia libera. Questa difficoltà è ancor di più aggravata dall’emendamento
in esame.
L'emendamento non dice - perché dobbiamo essere chiari quando
facciamo le proposte di legge e quando le portiamo all'esame dell’Aula -
guardate che avete 30 metri quadrati dove potete mettere 10 ombrelloni. Non è
così. Ripeto: avete 30 metri quadrati dove potete mettere 10 ombrelloni, ma
avete, anche, la possibilità di metterci strutture amovibili. Il discorso
cambia, è cosa diversa.
Quello che propone il collega, assume dimensioni diverse da quello
che la proposta di legge tende a dare: un aiuto agli operatori balneari. È
evidente che lede una parte di cittadini che invece vogliono andare a
frequentare le spiagge libere, per cui, rispetto a questo, la nostra posizione
è un voto contrario all'emendamento proposto in Aula. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sainato. Ne ha facoltà.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente, intervengo giusto per
chiarire il contenuto dell'emendamento: non si tratta di un’ulteriore
possibilità di ampliamento oltre i 30 metri - se si è capito questo, chiediamo
scusa - ma all'interno della stessa concessione, dove c'è la possibilità di
ampliare la parte coperta di altri 100 metri; quindi non vuol dire ampliare
oltre i 30 metri, ma nell’ambito dei 30 metri, dove c'è la possibilità. Laddove
tra un lido e l'altro ci sia la distanza solo di 50 metri ritengo che il
sindaco, sicuramente secondo coscienza, non dia questa possibilità, però può
dare, all'interno dello stesso lido in cui non c’è bisogno dell'ampliamento ma
di una copertura che in questo momento le strutture balneari non hanno, la
facoltà di poter coprire, perché coprendo si ha la possibilità di allargare i
tavolini per assicurare il distanziamento.
Se si è capita la bontà dell'emendamento
ci siamo, altrimenti è inutile discuterne oltre, perché apriamo un dialogo per
capire dov'è che vogliamo andare, dov’ è che vogliamo parare nell'interesse dei
cittadini, nell’interesse, in questo momento, non solo di cittadini privati che
hanno le strutture, ma anche nell'interesse di chi utilizza la spiaggia libera.
Quindi se tra un lido e l’altro c’è la
possibilità, il sindaco può concedere questo aumento, altrimenti può anche non
darlo, nell'interesse di chi non utilizza i lidi privati. Se non concede questo
può, comunque, nello stesso lido, già in possesso di concessione, concedere
un'ulteriore struttura coperta, veleggiata - chiamiamola come vogliamo - per
dare la possibilità di aumentare il numero di tavolini per favorire il distanziamento
sociale. A questo mira questo emendamento, non ad un ulteriore aumento,
rispetto a quello che già è stato detto dal collega Arruzzolo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Raso. Ne ha facoltà.
RASO Pietro (Lega Salvini)
Volevo fare solo una precisazione: si
tratta di strutture amovibili che, per come prevede la giurisprudenza corrente,
sono quelle strutture che non possono stare più di 90 giorni affisse al suolo.
Si tratta soltanto di questa stagione estiva quindi non credo vi siano
problemi.
Non ci sono altri interventi. Pongo in
votazione l'emendamento, l’emendamento è approvato. Passiamo all'esame degli
emendamenti protocollo 14142, a firma del consigliere Arruzzolo,
protocollo 14326/A01, a firma dei consiglieri Pietropaolo e Sainato,
e protocollo 15238, a firma dei consiglieri Bevacqua e Pitaro
Francesco, che apportano tutti modifiche simili e, pertanto, possono essere
abbinati. Passiamo quindi all'esame e alla votazione del primo emendamento,
protocollo numero14142, a firma del consigliere Arruzzolo.
Lo illustra il consigliere Mancuso.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Il presente emendamento si propone di
circoscrivere la portata delle deroghe disposte dalla proposta di legge in
argomento esclusivamente per la stagione 2020 e di porre rimedio al contrasto
con l’articolo 13, comma 3, della stessa legge regionale numero 17 del 2005.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 14142: l'emendamento è approvato. Considerato che
l'emendamento è stato approvato, dichiaro assorbiti gli emendamenti protocollo
numero 14326/A01, a firma dei consiglieri Pietropaolo e Sainato,
e protocollo numero 15238, a firma dei consiglieri Bevacqua e Francesco Pitaro.
Pongo in votazione l'articolo 1, così per
come è stato emendato.
(È approvato per come emendato)
All’ articolo 2 sono stati presentati
alcuni emendamenti: il primo è il protocollo numero 14326/A02, a firma dei
consiglieri Pietropaolo e Sainato. Cedo la parola al
consigliere Pietropaolo per l’illustrazione.
PIETROPAOLO Filippo Maria (Fratelli d’Italia)
Presidente, ritiro l'emendamento
protocollo numero 14326/A02.
L'emendamento protocollo numero 14326/A02
è ritirato. Si passa al successivo emendamento, protocollo numero 14405, a
firma del consigliere Mancuso, a cui cedo la parola affinché lo illustri. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Pietropaolo. Ne ha facoltà.
PIETROPAOLO Filippo Maria (Fratelli d’Italia)
Presidente, ritiriamo anche l'emendamento
protocollo numero 14326/A03. Grazie.
Torniamo all’emendamento protocollo numero
14405, a firma del consigliere Mancuso. La parola al collega Mancuso affinché
lo illustri. Ne ha facoltà.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
L'emendamento, presentato al comma 6
dell'articolo 2 della proposta di legge, prevede la soppressione delle parole
“copia dello stralcio SID e del corrispondente modello normalizzato (modello D1
o modello D3)”. In pratica, giusto per spiegarlo, si tratta di semplificare il
rilascio della concessione in avviamento, senza tutte le formalità di rito con
gli stralci planimetrici, ma a semplice domanda al Comune, visto che siamo già
a fine della stagione balneare. Ciò per consentire al Comune di rilasciare la
concessione senza lo stralcio planimetrico.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 14405 che è approvato e l'articolo
2.
(È approvato per come emendato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel
suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 12/11^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Presa d'atto della Decisione della Commissione Europea C(2020) 1720 final del 13.03.2020 di modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Calabria”.
Passiamo al punto 17 all'ordine del giorno
inerente alla proposta di provvedimento amministrativo 12/11 iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Presa d'atto della Decisione della Commissione
Europea C(2020) 1720 final
del 13.03.2020 di modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della
Regione Calabria”. Cedo la parola al consigliere Neri per l’illustrazione del
provvedimento. Ne ha facoltà.
NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia), relatore
Grazie, Presidente. S’illustra da sé, come
da documento allegato.
S’illustra da sé. Passiamo all'esame e
votazione del provvedimento, il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo al punto 18 dell’ordine del
giorno e cioè la proposta di provvedimento amministrativo numero 34/11
d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “PO FEAMP 2014/2020 - Decisione C(2020)128 final del 13 gennaio
2020 della Commissione Europea di approvazione del nuovo PO FEAMP 2014/2020
(Programma 2014IT14MFOP001 versione 5.0) e dell'allegato piano Finanziario per
la regione Calabria”.
Cedo la parola al consigliere Neri per
l’illustrazione. Ne ha facoltà.
NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Propongo di approvare
la proposta di provvedimento amministrativo riguardante la decisione final della Commissione europea del 13 gennaio 2020 come da
documento allegato. Grazie
PRESIDENTE
Parere della giunta?
GALLO Gianluca,
assessore all’agricoltura, welfare: politiche sociali e per la famiglia
Favorevole.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore
Gallo. Ne ha facoltà.
GALLO Gianluca, assessore
all’agricoltura, welfare: politiche sociali e per la famiglia
Intervengo molto brevemente. Sia l’atto
precedente sia questo sono momento finale di modifiche al PSR e al FEAMP; il
FEAMP è il fondo per la pesca. Modifiche finali perché voi sapete che le
modifiche ad ogni piano sono modifiche complesse, ognuna di queste è partita
con la passata legislatura, gli atti finali sono pervenuti adesso nel 2020.
Sono modifiche di carattere finanziario e anche modifiche di carattere
ordinamentale. In questo caso per il FEAMP si tratta di un invio con modifiche
nelle dotazioni di ogni misura. Per cui questo è l'atto finale, è la presa
d'atto da parte del Consiglio regionale dopo tutto un percorso che ha portato
modifiche di natura finanziaria. Le prossime, naturalmente, saranno da noi
effettuate sia nella fase istruttoria sia nella fase di approvazione e di presa
d’atto.
Passiamo all’ esame e votazione del
provvedimento. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Adesso esaminiamo velocemente la proposta
di legge numero 25/11^, di iniziativa del consigliere Neri, recante: “Materia
funeraria e di polizia mortuaria. Modifiche alla legge regionale 48/2019 e
abrogazione della legge regionale 53/2019”. Brevemente, consigliere Neri ha
facoltà di illustrare il provvedimento.
NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)
Sarò molto breve, Presidente. Preciso
solamente che queste modifiche, volte ad integrare la legge in materia
funeraria e di polizia mortuaria, nascono dall'esigenza di adeguarci a quelli
che sono stati i rilievi costituzionali sollevati dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri. Non stiamo facendo nulla di discrezionale, ci stiamo solo ed
esclusivamente adeguando ai rilievi che sono stati sollevati dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri. Ci tengo a ribadirlo: non stiamo intervenendo in
maniera discrezionale su questa legge che è una legge molto complicata e
complessa, che ha subito già tante censure da parte dei Ministeri. Quindi,
oggi, ci limitiamo solamente ad evitare che questa legge arrivi di fronte alla
Corte Costituzionale.
La prima modifica è all'articolo 2 della
legge dove, sostanzialmente, vengono elencate tutte una serie di definizioni;
in questo caso il Ministero dice che queste definizioni sono già previste da
una legge nazionale e quindi sarebbe ultronea questa nostra previsione,
pertanto abroghiamo l'articolo due. La proposta, quindi, è di abrogare
integralmente l'articolo 2, così come indicato dai Ministeri nell'atto di
impugnazione.
Poi abbiamo le modifiche alla lettera c),
comma 1, dell'articolo 8 che recita testualmente: “…un responsabile abilitato
alla trattazione delle pratiche amministrative e degli affari stabilmente
assunto con regolare rapporto di lavoro”. La presidenza del Consiglio sostiene
che in questo modo, sostanzialmente, si obblighi l'impresa ad assumere il
lavoratore, quindi c’è una violazione delle norme della libera concorrenza. Si
propone, quindi, di modificarlo prevedendo che le parole “stabilmente assunto
con regolare un rapporto di lavoro” sono sostituite con le parole “assunto
secondo la normativa statale vigente in materia”.
Anche qui seguiamo quanto ci è stato
indicato dalla Presidenza del Consiglio.
Concludiamo con l'articolo 16 che riguarda
la dispersione delle ceneri che è stata già oggetto, in passato, di grande
contrasto con i Ministeri. Visto che anche in questo caso, sostanzialmente, la
Presidenza del Consiglio ci dice che questo articolo si sovrappone a tutta una
serie di normative, quindi a tutta la normativa nazionale e suggerisce
l'abrogazione, accogliamo il suggerimento e proponiamo l'abrogazione dell'articolo
16. Questo per quanto riguarda la legge numero 48 del 2019.
Dopo che questa legge è stata, la prima
volta, già impugnata dalla Corte Costituzionale siamo tornati in Aula, e
abbiamo approvato una interpretazione autentica con la legge numero 53 del 2019;
anche in questo caso, la Presidenza del Consiglio ha impugnato la norma di
interpretazione autentica perché a suo avviso va a violare le norme stabilite
per quanto riguarda la libera concorrenza. Con la proposta in esame si prevede
anche l’abrogazione della legge che prevedeva l’interpretazione autentica. Ho
concluso, Presidente.
Non ci sono altri interventi.
Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento. Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel
suo complesso che è approvato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 25/11^ di
iniziativa della collega Minasi che ha facoltà di
illustrarla.
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
Presidente, la ringrazio. La mozione
riguarda il blocco delle attività che ha comportato anche una serie di
difficoltà economiche nel settore della pesca e tra i pescatori calabresi.
Quelli più colpiti sono quelli del territorio del crotonese dove esistono le
piattaforme dell'Eni che, ovviamente, limitano anche il braccio di mare. Quindi
chiedo che una particolare attenzione vada rivolta all'Accordo di Programma in
cui confluisce l'aliquota del prodotto ottenuto dalle concessioni che è diretta
allo sviluppo delle attività economiche del crotonese; accordo che coinvolge la
Regione ma anche il Comune di Crotone e tutti i Comuni limitrofi che fino al
2013, inoltre, hanno percepito, attraverso provvedimenti regionali e comunali,
le royalty a loro destinate e derivanti dalle attività dell’ENI. Il nuovo
quadro temporaneo per gli aiuti di Stato stabilisce, però, che gli Stati membri
possono concedere importi limitati e temporanei di aiuti e cesserà di essere
applicabile il 31 dicembre del 2020. Quindi è importante attivare, con urgenza,
un tavolo tecnico per individuare delle forme semplificate per sovvenzioni
dirette con riferimento alle aliquote versate annualmente dall’ENI e
soprattutto intervenire presso gli uffici della Commissione europea affinché
possa risolversi la questione degli aiuti di stato, perché le royalty non
rientrano, infatti, in questa categoria, ma rappresentano un ristoro economico
per quei soggetti concretamente danneggiati dalla presenza delle piattaforme.
Grazie.
Non ci sono interventi. Pongo in votazione
la mozione numero 25/11^ che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione a sostegno dei
lavoratori part time ATA ex LSU. La illustra sempre la collega Minasi. Ne ha facoltà.
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
Grazie, Presidente. In questa mozione si
vuole impegnare la Giunta regionale affinché si attivi presso il Governo a
favore di un tavolo tecnico, da realizzare insieme alle rappresentanze di
categoria, così da adottare un provvedimento di legge che possa dirimere, in
modo, finalmente organico e definitivo, la problematica dei lavoratori ATA ex
LSU delle scuole. Questa categoria, che annovera al suo interno oltre diecimila
calabresi rientrando, di fatto, nel bacino dei lavoratori precari, ha subito
anche, ovviamente, una crisi con l'avvento del Covid-19, ma ha inanellato, nel
tempo, numerosi disagi che oggi vanno ad aggiungersi a quelle che sono le
difficoltà economiche causate dalla pandemia. Diverse leggi, non sempre eque
per questa categoria, hanno determinato per il personale ATA una serie di
disagi tra cui il distaccamento, per alcuni di loro, in sedi ad oltre 200 km
dalla residenza, nonché una maggiore incertezza sotto il profilo previdenziale,
nonostante questi lavoratori compiono un servizio essenziale per il buon
funzionamento e per l'efficienza dei nostri plessi scolastici.
PRESIDENTE
Poniamo in votazione la mozione numero
26/11^ presentata dalla collega Minasi, che è
approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 29/11^ a
firma della collega Minasi che ha facoltà di
illustrarla, con preghiera di essere molto sintetica.
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
Questa mozione è tesa a sensibilizzare la
Giunta ad attuare, ovviamente, di concerto con le associazioni di categoria,
delle politiche tese a perseguire lo sviluppo e la salvaguardia delle attività
di acquacoltura. In particolare ad adottare un provvedimento con il quale si
stabilisca che a tutte le concessioni demaniali marittime destinate ad
iniziative di acquacoltura si applichi il canone unitario previsto dal DM 595
del 95, senza distinguere gli operatori costituiti in forma di cooperazione da
quelli con forma giuridica diversa, perché, altrimenti, si andrebbe ad attuare
una disparità di trattamento a cui alcune Regioni hanno già ovviato con
delibere di Giunta. Grazie.
Non ci sono altri interventi. Passiamo
alla votazione della mozione numero 29/11^ che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
La seduta è tolta. Il Consiglio sarà
convocato a domicilio.
La seduta termina alle 20,36
Hanno chiesto congedo: Irto, Tassone, Orsomarso.
(È concesso).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Procedure per la denuncia il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica - abrogazione della legge regionale 31 dicembre 2015 n. 37 – (deliberazione G.R. n. 146 del 18.6.2020)” (PL n. 22/11^).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Molinaro, Neri, Paris, V. Pitaro “Proroga termini. Modifiche all'articolo 2-bis della L. R. 12 aprile 2013 n. 18” (PL n. 23/11^);
Molinaro, Neri, Paris, V. Pitaro “Modifiche agli articoli 25-bis e 52 della l.r. 19/2002 e abrogazione della l.r. 61/2019” (PL n. 24/11^);
Neri “Modifiche alla legge regionale 48/2019 e abrogazione della legge regionale 53/2019 in materia funeraria e di polizia mortuaria” (PL n. 25/11^).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Atto di indirizzo per l’avvio del percorso di costruzione del Programma Operativo Regionale FESR/FSE Plus per il periodo 2021-2027 – (deliberazione G.R. n. 136 del 15.6.202)” (PPA n. 36/11^);
“Bilancio di previsione 2020-2022 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EMPR) – (deliberazione G.R. n. 155 del 23.6.2020)” (PPA n. 37/11^).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della 3^ Commissione consiliare permanente ed elezione del Vice Presidente della 3^ Commissione consiliare permanente” (PPA n. 39/11^);
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della 4^ Commissione consiliare permanente ed elezione del Vice Presidente della 4^ Commissione consiliare permanente” (PPA n. 40/11^);
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della 5^ Commissione consiliare permanente ed elezione del Vice Presidente della 5^ Commissione consiliare permanente” (PPA n. 41/11^);
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della 6^ Commissione consiliare permanente ed elezione del Vice Presidente della 6^ Commissione consiliare permanente” (PPA n. 42/11^);
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della Commissione consiliare contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa ed elezione del Vice Presidente della Commissione consiliare contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa” (PPA n. 43/11^);
“Presa d’atto delle dimissioni del Vice Presidente della Commissione speciale di Vigilanza ed elezione del Vice Presidente della Commissione speciale di Vigilanza” (PPA n. 44/11^);
“Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i. e conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 e al bilancio di previsione 2020-2022 del Consiglio regionale della Calabria – (deliberazione U.P. n. 15 del 26.6.2020)” (PPA n. 45/11^);
“Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2019 e della relazione sulla gestione – (deliberazione U.P. n. 16 del 26.6.2020)” (PPA n. 46/11^);
“Convalida consiglieri regionali e Assessori esterni ai sensi degli articoli da 18 a 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale” (PPA n. 47/11^).
Il consigliere regionale Filippo Callipo, con nota del 29 giugno 2020, acquisita al protocollo generale n. 15255 in pari data, ha comunicato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere, con decorrenza immediata.
Comunico che, in data 11 giugno 2020, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 59 del 12 giugno 2020:
1) Regolamento regionale n. 10 dell’11 giugno 2020, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 18 maggio 2020, n. 6 «Modifiche al Regolamento regionale n. 3/2019 e s.m.i.»”;
2) Regolamento regionale n. 11 del’11 giugno 2020, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 10 giugno 2015, n. 9 «Regolamento per la gestione dei boschi governati a ceduo in Calabria»”.
Comunico che, in data 19 giugno 2020, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 62 del 19 giugno 2020:
Regolamento regionale n. 12 del 19 giugno 2020 concernente: “Modifiche al regolamento regionale 6 febbraio 2014, n.1 (Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMIVAP) della Regione Calabria)”.
Comunico che la Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 124 del 11 giugno 2020, recante: “D.P.C.M. 04/12/2019 «Ripartizione delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità annualità 2019 a favore delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano» e successiva modifica D.P.C.M. 02/04/2020”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale n. 126 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 127 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 128 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 129 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 130 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 132 dell’11.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 138 del 15.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 139 del 15.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 140 del 15.6.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 157 del 23.6.2020.
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Regioni.it 3838 - 11/05/2020), ha stabilito, nella riunione del 7 maggio, di posticipare i saldi estivi al 1° agosto 2020 a causa delle necessità derivanti dalla gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID 19 e dalle conseguenti misure.
Che il Presidente della Conferenza ha invitato tutti i presidenti delle Regioni e delle Province autonome a “dare seguito alla suddetta decisione per una omogenea applicazione della stessa su tutto il territorio nazionale”.
Che con delibera di Giunta n. 153 del 18.06.2020 l’Amministrazione regionale ha inteso anticipare i saldi al primo luglio 2020, in totale controtendenza rispetto al resto d’Italia.
Che tale scelta è immotivata ed arbitraria, atteso che le stesse imprese ed i commercianti calabresi che operano nel settore, hanno avanzato legittime pretese di non anticipare i saldi. Tutto ciò premesso, SI INTERROGA
per sapere:
affinché si renda noto l’iter motivazionale che ha spinto tutta la Giunta a non tenere in considerazioni le aspettative della categoria dei commercianti calabresi, i quali si trovano a dover affrontare spese per pagare scorte acquistate molti mesi prima della vendita e che in molti settori le collezioni proposte nel periodo estivo risultano già impegnate durante l’anno precedente, pertanto, “risulta fondamentale marginalizzare a prezzo pieno prima dell’inizio dei saldi”.
(41; 29/06/2020)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
•entro il 7 maggio 2020 andava approvato l'atto aziendale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza. Il dipartimento Salute della Regione Calabria ha rilevato sostanziali incoerenze rispetto alle linee di programmazione definite con la Commissione preposta;
•nel 2019 l'indebitamento dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza è aumentato rispetto al 2018;
•non sono state rispettate le riduzioni di spesa sul consumo di beni e servizi;
•non sono stati raggiunti gli obiettivi sanitari: colecisti, femore e riordino sale operatorie;
•entro il 9 giugno 2020 bisognava avviare le procedure di verifica sulla dottoressa Giuseppina Panizzoli, attualmente commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, in base a quanto previsto dall'articolo 2 del decreto legge 35 del 30 aprile 2019 (il Commissario ad acta, almeno ogni sei mesi, è tenuto ad effettuare una verifica straordinaria sull'attività dei direttori generali. La verifica è volta altresì ad accertare se le azioni poste in essere da ciascun direttore generale sono coerenti con gli obiettivi di attuazione del Piano di rientro. In caso di valutazione negativa del direttore generale, il Commissario ad acta è tenuto a dichiarare l'immediata decadenza dall'incarico, nonché a risolverne il relativo contratto). L'ufficio del Commissario ad acta - struttura costituita dal generale Saverio Cotticelli e dal sub commissario Maria Croceo - non ha provveduto a tale adempimento. Alla luce delle gravi violazioni e criticità in cui versa l'AO di Cosenza si interroga la S.V.
Per sapere:
quali iniziative urgenti intende adottare per fare in modo che all'interno dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza vengano garantiti gli obiettivi finanziari e sanitari, rispettando con trasparenza le leggi, a partire dall'articolo 2 del decreto legge 35/2019 che sarebbe stato volutamente non messo in atto, visto che la verifica del lavoro della dottoressa Panizzoli avrebbe comportato la sua decadenza da commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza non avendo neanche approvato, entro il 7 maggio 2020,l'atto aziendale.
(34; 15/06/2020)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
•ripetute e continuate esternazioni del personale sanitario in forza presso l'Ospedale Spoke di Castrovillari denunciano da tempo la mancata disponibilità di essenziali dispositivi medicali;
Atteso che, in particolare, appaiono accertati: •l'impossibilità di utilizzo della TAC, dal mese di novembre 2019, a causa della rottura dell'iniettore del mezzo di contrasto;
•l'impossibilità di utilizzo del mammografo, dal 30 aprile 2020, a causa della mancata manutenzione prescritta;
•l'impossibilità di utilizzo dell'ecografo dedicato alla senologia, dal mese di gennaio 2020, per rottura della sonda relativa e mancata sostituzione per come idoneamente richiesto;
chiede
per sapere:
se il Dipartimento Salute della Regione Calabria sia correttamente informato di quanto sopra riportato e quali provvedimenti di competenza intenda assumere per porre soluzione immediata, nonché quali azioni istituzionali intenda intraprendere in merito il Presidente della Giunta Regionale.
(35; 16/06/2020)
Callipo, Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-la Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro (VV) è una storica istituzione di alto valore culturale che, come viene riconosciuto anche fuori dalla Regione, è un'eccellenza di tutta la Calabria, meta di studiosi e studenti di ogni parte d'Italia, luogo di elaborazione e di iniziative culturali con rilevanza nazionale;
-tale istituzione pubblica con continuità fin dal lontano 1998 la rivista semestrale "Rogerius", che viene distribuita a tutte le biblioteche nazionali e a parecchi altri utenti anche all'estero e annovera sia un comitato scientifico, sia un comitato di redazione con studiosi ed esperti di chiara fama (tra i quali Aymard, Teti, Ordine solo per citarne alcuni), costituendo altresì un'opportunità di pubblicazione di contributi scientifici per giovani studiosi di tutta Italia;
-la Biblioteca Calabrese si caratterizza anche per l'erogazione di servizi innovativi sul web, sui social network, all'interno del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN) e di quello Regionale (SBR), ed è diventata punto di riferimento culturale per tutto il territorio regionale, considerata la peculiarità che la distingue per essere una biblioteca monotematica: l'unica sul territorio regionale a possedere più di quarantamila volumi di argomento e/o di autori calabresi;
-il patrimonio della Biblioteca Calabrese è costituito da periodici e libri rari, e anche da un consistente numero di stampe antiche, sempre di argomento calabrese, regolarmente acquistati sul mercato antiquario e anch'essi disponibili sul catalogo on line;
da un archivio di microfilm e di foto d'epoca, quest'ultimo in corso di ampliamento grazie alle donazioni di privati;
-la Regione Calabria per l'anno in corso ha negato il finanziamento del progetto "Calabria e Calabresi nella letteratura contemporanea" nonostante lo stesso fosse stato erogato per ben due annualità consecutive, a seguito della partecipazione ai relativi bandi;
-sempre l'Ente Regione non ha distaccato le due unità di personale già in servizio da più di un ventennio presso la Biblioteca Calabrese, nonostante le richieste formulate ai sensi della legge regionale 41/2019, con la conseguenza che l'Istituto da circa un anno è priva del personale che aveva acquisito una grande professionalità nella gestione dei servizi bibliotecari;
-recentemente dagli organi d'informazione si è appreso di polemiche politiche che rischiano di interferire sull'autonomia della Biblioteca Calabrese di Soriano;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore al ramo
per sapere:
-per quali ragioni sia stato negato il finanziamento del progetto "Calabria e Calabresi nella letteratura contemporanea", di cui era già stato precedentemente riconosciuto l'elevato valore culturale dalla Regione, con ricadute positive sul mondo culturale e sul tessuto produttivo locale;
-quali siano le ragioni nel ritardo del distacco funzionale delle due unità della Regione Calabria presso la Biblioteca Calabrese ed entro quale termine si intenda dare seguito alla richiesta, tenuto conto che l'istituto risulta attualmente priva delle professionalità che hanno contribuito allo sviluppo di servizi tradizionali e innovativi apprezzati in tutta Italia;
-quali provvedimenti intenda assumere per tutelare l'autonomia della governance dell'istituto da ingerenze politiche che minano la libertà e l'efficacia dell'azione culturale intrapresa ormai da tanti anni dalla Biblioteca Calabrese di Soriano.
(36; 17/06/2020)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
in relazione all'Unità Operativa complessa Pediatria "M. Misasi", ubicata al piano terra dello S.O. "Annunziata" di Cosenza, lo spazio disponibile era stato diviso in due sezioni delle quali una allestita in ambiente sterile, dedicata a soggetti immunodepressi e capace, negli ultimi anni di garantire una assistenza di assoluta eccellenza;
adducendo una carenza di personale infermieristico, l'attuale Direzione Sanitaria ha disposto nei giorni scorsi il trasferimento della degenza di chirurgia pediatrica nei medesimi spazi finora riservati esclusivamente ai soggetti immunodepressi;
atteso che: la prossimità con pazienti ordinari e relativi visitatori, comporta il manifestarsi di evidenti rischi di notevole entità per i giovani soggetti affetti da gravi patologie leucemiche ed oncologiche: decine di famiglie sono in apprensione anche nel timore che le nuove disposizioni possano preludere a un ridimensionamento o addirittura a una chiusura dell'area dedicata alla oncoematologia, chiede di sapere:
per sapere:
se il Dipartimento Salute della Regione Calabria sia correttamente informato di quanto sopra riportato e quali provvedimenti di competenza intenda assumere per porre soluzione immediata, nonché quali azioni istituzionali intenda intraprendere in merito il Presidente della Giunta Regionale.
(37; 17/06/2020)
F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
che l'ordinanza n. 4 del 10/03/20 della Presidente della Regione ha obbligato gli Ambulatori privati accreditati dal Sistema Sanitario Regionale a chiudere a seguito della pandemia da Covid-19 con la conseguente messa in cassa integrazione dei dipendenti;
che l'Avviso pubblico del 15 giugno 2020 per il sostegno delle imprese calabresi che hanno dovuto sospendere la propria attività a causa del coronavirus ("Aiuti sotto forma di sovvenzioni per il pagamento dei salari dei dipendenti per evitare i licenziamenti durante la pandemia di Covid-19" a valere sull'Azione 3.2.1 del Por Calabria FESR FSE 2014/2020') ha escluso gli Ambulatori privati accreditati;
che, pertanto, da un canto gli Ambulatori privati accreditati hanno dovuto chiudere e dall'altro, inopinatamente, la Regione Calabria ha escluso, con il detto Avviso, i detti ambulatori privati dal sostegno. Tutto ciò premesso, Si chiede di sapere dalla Presidente della Regione
per sapere:
se la scelta di escludere dal ristoro gli Ambulatori privati accreditati dal SSR è dovuta a ragioni obiettive al momento tuttavia non ravvisabili o piuttosto è frutto di mera disattenzione;
se la Regione, stante così le cose, intenda tempestivamente rimediare all'errore, qualora di errore si trattasse, anche per evitare reazioni giustamente polemiche e soprattutto giudiziarie, visto che proprio dal 22 giugno è possibile precompilare la domanda e poi da martedì 30 giugno scatterà il cosiddetto click day per l'inoltro telematica delle stesse".
(38; 25/06/2020)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-che il D.P.C.M. del 01 aprile 2008 (Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria) ha attribuito criteri e competenze al Servizio Sanitario Nazionale in materia di sanità penitenziaria;
- che antecedentemente a detto trasferimento, la tariffa oraria lorda omnicomprensiva veniva, dal Ministero della Giustizia, aggiornata ogni due anni con scatti ISTAT ed aumenti di categoria;
- che nel 2007 la revisione tariffaria prevedeva per i Medici una paga oraria lorda di euro 23, mentre per gli Infermieri di euro 17,24;
- che all’art. 2 comma 1 del citato DPCM si legge testualmente: “Le Regioni assicurano l'espletamento delle funzioni trasferite con il presente decreto attraverso le Aziende sanitarie locali comprese nel proprio territorio e nel cui ambito di competenza sono ubicati gli istituti e servizi penitenziari e i servizi minorili di riferimento”;
- che dal trasferimento della gestione dalla sanità Penitenziaria alle Regioni (2008) le tariffe orarie di Medici ed Infermieri di Guardia presso gli Istituti Penitenziari della Calabria non hanno mai subito aumenti ISTAT o contrattuali (indennità rischio, lavoro usurante ecc.), mentre in altre Regioni le tariffe orarie dopo ben 12 anni sono quasi raddoppiate;
per tutto questo si chiede a codesto on. Presidente
per sapere:
-quali siano i motivi che hanno addotto codesta Regione a non considerare alcun aumento tariffario in merito;
- se è intenzione di Codesta Regione prevedere un adeguato aumento tariffario con recupero degli arretrati di dieci anni, per una categoria che lavora con senso di abnegazione, rischio elevato e nel silenzio assoluto delle istituzioni Regionali svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri anche di sicurezza degli Istituti Penitenziari della nostra Regione.
(39; 26/06/2020)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
•l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ancora non ha approvato il Bilancio consuntivo del 2018 nonostante dovesse essere approvato da oltre un anno;
•l'ASP di Cosenza non ha approvato nemmeno il Bilancio consuntivo del 2019 che per prassi va predisposto e approvato entro il mese di aprile dell'anno successivo a quello di riferimento;
•l'Asp di Cosenza è l'unica che ha ancora non ha predisposto e approvato il piano delle assunzioni per gli anni 2020-2023;
•anche la rete territoriale non è ancora stata predisposta e non sono entrate in funzione le AFT (Aggregazioni funzionali territoriali) e le UCCP (Unità complesse di cure primarie). Parliamo di un nuovo modello di assistenza primaria che avrebbe dovuto garantire un'assistenza diffusa sul territorio e l'accesso ai cittadini al primo livello di cure che doveva essere H12 per le AFT e H24 per le UCCP;
•sono state istituite le Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) ma ancora ad oggi non possono entrare in funzione perché non sono stati contrattualizzati i medici e gli infermieri risultano essere insufficienti. In provincia di Cosenza sono undici le Usca previste dall'Asp: per ogni Unità devono essere assunti almeno 4 infermieri, ad oggi ne risultano selezionati solo 8 e ne mancano all'appello 36. Tra l'altro le Usca al momento non hanno dispositivi individuali di protezione a sufficienza per poter avviare le attività. •L'esplosione della pandemia Covid-19 ha portato alla sospensione delle prestazioni e delle attività sanitarie programmate;
in provincia di Cosenza sono saltati decine di migliaia di esami diagnostici, visite specialistiche, analisi di laboratorio che hanno finito per allungare le liste d'attesa. Ancora ad oggi la riprogrammazione delle attività non sono iniziate, creando gravissimi disagi ai pazienti. L'aumento dei pazienti che si rivolgono alla sanità privata, viste le incapacità della sanità pubblica a riavviare le attività, non basterà ad ottenere prestazioni in tempi rapidi. Occorre che l'Asp di Cosenza predisponga di allungare gli orari delle attività utilizzando anche i giorni di sabato e domenica per effettuare le varie prestazioni e attività sanitarie, e decida di assumere subito personale sanitario, di fare investimenti mirati in telemedicina e di potenziare la rete di assistenza sul territorio.
•Le risorse raccolte con le donazioni per il Servizio sanitario nazionale a fine aprile ammontavano ad oltre mezzo miliardo di euro: l'articolo 99 del decreto Cura Italia obbliga a una puntuale rendicontazione ma al momento sui siti delle Regioni si legge "In aggiornamento". Alla luce di tutto ciò emerge un quadro particolarmente allarmante sia in riferimento ai Bilanci che alla situazione finanziaria dell'Ente che non rispetta procedure e scadenze. La mancata approvazione dei consuntivi 2018-2019 per altre istituzioni avrebbe comportato la dichiarazione di dissesto. Si interroga la S.V.
per sapere:
quali iniziative urgenti intende adottare alla luce delle tante criticità e irregolarità che emergono nell'Asp di Cosenza. La mancata riprogrammazione delle attività e delle prestazioni sanitarie sospese a causa dell'emergenza Covid-19 e le visite specialistiche non ancora del tutto riprese, stanno causano enormi disagi ai cittadini e un allungamento delle liste d'attesa. I ritardi che si sono accumulati per l'approvazione della rete territoriale, il mancato piano delle nuove assunzioni, l'assenza delle Usca, la non entrata in funzione delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e delle Unità complesse di cure primarie (UCCP) sono la dimostrazione delle gravi inadempienze dell'Ente. Inadempienze che incidono sul rispetto dei Livelli essenziali di assistenza e che hanno provocato un aumento dei costi a causa di una non oculata gestione delle risorse di un'Azienda sanitaria tra le più grandi del Mezzogiorno, con un Bilancio di oltre 1 miliardo e 250 milioni di euro.
(40; 29/06/2020)
Il Consiglio regionale, premesso che:
-che la Regione Calabria ha inteso offrire attraverso l'Avviso "Riapri Calabria" un sostegno alla liquidità delle microimprese operanti sul territorio regionale, che hanno subito gli effetti dell'emergenza COVID-19 a seguito della sospensione dell'attività economica ai sensi dei D.P.C.M. 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020, attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto una tantum. -Che beneficiari della suddetta misura sono state solo le Microimprese la cui attività economica è stata sospesa ai sensi dei D.P.C.M. 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020 ulteriormente specificate nell'Allegato 2 dell'Avviso, contenente i Codici ATECO ammessi a presentare richiesta.
-Che la Regione Calabria ha inteso con un'ulteriore misura, "Lavora Calabria", sostenere le imprese operanti sul territorio regionale, che hanno subito gli effetti dell'emergenza Coronavirus, attraverso un sostegno al pagamento dei salari dei dipendenti, al fine di evitare i licenziamenti durante la pandemia di COVID-19. -Che anche questo avviso prevede all'allegato 2 le attività ammesse a presentare domanda. -Che i suddetti allegati non ricomprendono le attività fotografiche corrispondenti ai seguenti Codici ATECO: 74.20.11 Attività di fotoreporter 74.20.12 Attività di riprese aeree nel campo della fotografia 74.20.19 Altre attività di riprese fotografiche 74.20.20 Laboratori fotografici per lo sviluppo e la stampa -Che pur trattandosi di attività che non hanno subito la sospensione ai sensi dei D.P.C.M. 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020, di fatto sono state costrette ad una chiusura forzata avendo subito, di riflesso, una consistente perdita di richieste provenienti da attività/manifestazioni/eventi sospesi ovvero vietati. -Che pur comprendendo le logiche di una razionale scelta per le erogazioni di tali contributi, tuttavia trattasi di una selezione che ha visto penalizzare un settore, soprattutto quello relativo alle riprese fotografiche (Codice ATECO 74.20.19), che costituisce un motore produttivo di questa Regione e che ha subito gravi perdite. Tutto ciò premesso, rilevato e considerato,
impegna la Giunta regionale
IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA affinché provvedano a mettere in campo tutte le misure necessarie da parte dell'Amministrazione Regionale, al fine di supportare economicamente e ridare fiducia alle suddette attività, affinché non debbano accollarsi da soli il peso di una ripresa economica che, in questo settore, stenta a tornare alla normalità.
(27; 22/06/2020) Di Natale
Il Consiglio regionale, premesso che:
-l'emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, c.d. Covid-19, ha determinato una recessione dell'economica mondiale senza precedenti;
-tra i settori più colpiti vanno annoverati quelli della pesca e dell'acquacoltura in dipendenza dell'iniziale arresto e successivo rallentamento del mercato;
-la Calabria è una delle regioni italiane che più si presta allo sviluppo dell'acquacoltura con quasi 800 chilometri di costa, qualità delle acque mediamente buona, anche grazie all'importante e regolare idrodinamismo costiero;
-inoltre, registrando le nostre acque temperature medie nettamente superiori a quelle di siti italiani più settentrionali, la fase di stasi invernale risulta molto più contenuta con l'ulteriore vantaggio di cicli di allevamento più brevi, soprattutto nel Mar Jonio;
-tuttavia in Calabria la miticoltura è praticamente assente mentre impianti di itticoltura marina sono presenti a Saline Joniche ed a Rossano-Corigliano. Un impianto di allevamento in acque dolce è presente in provincia di Crotone, lungo il corso del fiume Neto;
ad oggi, dunque, la risorsa dell'acquacoltura e, in particolar modo, quella della maricoltura è decisamente poco sfruttata;
-il Fondo Europeo della Pesca (FEP) conferito alla Regione Calabria nel periodo di Programmazione Operativa settennale 2007/2013 non ha praticamente assegnato risorse per la maricoltura (l'acquacoltura svolta in mare) giungendo finanche a sopprimere la Misura specifica con Decreto N. 16338 del 29 dicembre 2011;
-nessun effetto significativo hanno fatto poi registrare il primo ed il secondo bando della nuova Programmazione Operativa afferente al Fondo Europea per gli Affari Marittimi e la Pesca (F.E.A.M.P.) che per il biennio 2017-19 aveva reso disponibili € 5.403.069,07. Con il primo bando sono stati, infatti, collocati solo € 496.385,47 ad un solo beneficiario, ovvero per l'ulteriore sviluppo dell'impianto di allevamento di acqua dolce in vasche a Rocca di Neto. Parimenti con il secondo bando, con Decreto N. 4886 del 16 aprile 2019, è stato aggiudicato un unico finanziamento di € 93.700,00. Con il terzo ed ultimo bando regionale, quello la cui graduatoria è stata pubblicata sul BURC N. 26 del 24 marzo 2020, sono stati assegnate infine risorse finanziarie per € 1.400.000,00 il cui effettivo utilizzato da parte dei soggetti beneficiari, tuttavia, potrà essere riscontrato solo tra circa due anni;
-tra l'altro, l'importanza dell'acquacoltura come fonte di alimenti e tutela della biodiversità e dell'ambiente è tra gli argomenti più attuali. Stime ufficiali dell'ONU indicano, infatti, in 7,7 miliardi di persone la popolazione mondiale alla fine dell'anno 2019, e attendibili previsioni consentono di affermare che è destinata a raggiungere quota 8.9 miliardi nel 2050, cosicché non si può prescindere dall'ipotizzare come a fronte di una popolazione in continuo aumento, cresca la domanda di beni di sussistenza, ed in particolar modo di generi alimentari;
-per quanto riguarda il mercato UE dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, nel 2016 il tasso di autosufficienza è diminuito ancora rispetto al 2015, passando dal 42,5% al 41,7%, cioè una parte maggiore della domanda è stata soddisfatta tramite prodotti importati piuttosto che con le catture o con prodotti allevati nell'UE. La data del 9 luglio 2019 è stata la data battezzata "Fish Dependence Day" data in cui, simbolicamente, il territorio dell'UE ha terminato le risorse interne di pesce, molluschi e crostacei e ha iniziato a importare e dunque a dipendere da pesce prodotto estero fino a fine anno. Il caso Italia è, se possibile, peggiore. Il "Fish Dependence Day" è stato raggiunto già il 6 aprile 2019, probabilmente indotto dal fatto che gli italiani si attestano tra i principali consumatori di pesce in Europa, con una media di ben 29 kg a testa/anno;
CONSIDERATO CHE -a differenza delle altre tipologie di acquacoltura, quella della maricoltura necessita per essere svolta di ampi specchi acquei di mare che vengono affidati in regime concessorio dalle competenti amministrazioni locali;
-pertanto, il principale motivo che penalizza lo sviluppo del comparto in Calabria, involge le tariffe demaniali atteso che la norma abrogativa introdotta dall'art. 23 del D.lgs. N. 154 del 26 maggio 2004 ha determinato una illegittima sperequazione nella imputazione dei canoni di cui ai D.M. N. 595/1995 e D.M. del 19 luglio 1989, prevedendone l'applicazione in misura parossistica per gli operatori costituiti in forma giuridica diversa dalla cooperativa;
-infatti, tale differenza, sulla base delle tariffe aggiornate agli indici ISTAT per l'anno 2019 con D.M. del 7 dicembre 2018 (cfr. G.U. N. 29 del 4 febbraio 2019), risulterebbe essere di: 0,00411 €/mq per le sole cooperative, mentre per gli operatori costituiti in diversa forma giuridica, il canone che vorrebbe essere applicato alle concessioni demaniali marittime sarebbe pari ad € 3,23750 €/mq per le aree occupate ed € 1,72668 per le aree pertinenziali rimaste ancora libere, quindi con un incrementato di oltre il 78-MILA% per le prime e del 4l-MILA% per le seconde;
-conseguentemente, per un compendio demaniale di 50.000mq, di cui occupati con impianti d'allevamento 40.000 mq e rimasti liberi 10.000 mq, risulterebbe un canone per il solo anno 2019 di € 146.766,80, contro un canone destinato alle sole cooperative di appena € 205,50, ovverosia di € 364,63 quale misura minima prevista dall'art. 4 del D.M. del 19 luglio 1989, così come aggiornata per l'anno 2019 con il D.M. del 7 dicembre 2018;
-tale disparità di trattamento impositivo integra una palese violazione dell'art. 3 della Costituzione, nonché dei principi fissati dall'art 40, co. II del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (T.F.U.E.) in forza del quale la Politica Comune dell'Agricoltura (P.A.C.) e della Pesca (P.C.P.) deve escludere ogni discriminazione tra produttori;
-detta sperequazione risulta ancora in contrasto con il dettato dell'art. 107 del citato Trattato che dichiara incompatibili con il mercato interno gli aiuti concessi dagli Stati che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsano o minacciano di falsare la leale concorrenza;
-l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con la Delibera N. AS872 del 23 ottobre 2008, in esercizio delle proprie prerogative di cui all'art. 21 Legge N. 287/1990, ha già segnalato, anche alla Regione Calabria che: "la sola natura giuridica del soggetto titolare della Concessione non può giustificare la diversità dei canoni concessori";
-sempre l'Antitrust, ribadito con Delibera N. AS1558 del 10 gennaio 2019 "che la normativa in questione, nell'individuare canoni concessori notevolmente differenziati in ragione della sola natura giuridica del concessionario, è idonea a determinare distorsioni concorrenziali, non giustificate da esigenze generali e comunque non proporzionate rispetto ad esse, tra operatori che svolgono le medesime attività di pesca e acquacoltura", è intervenuta presso i Presidenti di Senato e Camera, il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri competenti ed i Presidenti delle Regioni, "auspicando che le Amministrazioni in indirizzo tengano in adeguata considerazione le suesposte osservazioni, al fine di tutelare e promuovere nella maniera più efficace e opportuna la concorrenza nel settore interessato".
-Anche la "Conferenza delle Regioni e delle Province autonome", istituita in Italia nel 1997 con il D.lgs. N. 281 per i compiti di interesse comune, ha approvato l'Ordine del Giorno N. 12/152/CR12b/C10 con il quale ha chiesto al Governo "di parificare [...] gli importi dei canoni dovuti dagli operatori titolari di concessioni demaniali marittime rilasciate per l'esercizio di attività di acquacoltura, mitilicoltura, ovvero per le attività di pesca o connesse alla pesca". "Senza questo intervento da parte del Legislatore, si comprometterebbe seriamente l'equilibrio di un comparto strategico, quale è quello dell'acquacoltura, già fortemente esposto ad un'agguerrita concorrenza internazionale da parte di imprese straniere che operano in condizioni ambientali e normative molto diverse da quelle italiane'. In un'altra Conferenza più recente, tenutasi il 25 marzo 2015, è stato approvato un altro Ordine del Giorno N. 15/22/CR09/C5 "per quel che riguarda [...] l'annosa questione della corretta, equa ed omogenea definizione dei canoni, e nello spirito di ridare impulso ad un settore vitale dell'economia ittica nazionale [...], le Regioni hanno chiesto di intervenire sulla materia [...]";
-il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (M.I.T.), con propria nota prot. N. 6243 del 18 giugno 2007, ha precisato che "la forte sperequazione tra società cooperative e non cooperative [...], considerato il numero esiguo delle concessioni, se da un lato può comportare il probabile fallimento delle imprese coinvolte in ragione dell'estensione delle concessioni mediamente utilizzata per detti fini, dall'altro non garantisce, sotto l'aspetto finanziario, un significativo introito per le casse dello Stato". Infatti, aggiunge il Direttore Generale del Ministero, "dai dati censiti nel Sistema Informativo del Demanio (S.I.D.) marittimo, è ascrivibile all'uso della pesca e acquacoltura circa il 3,7% delle concessioni demaniali marittime rilasciate su territorio nazionale, con un canone corrispondente complessivamente introitato pari all' 1.8% del totale";
-stante l'inazione degli organi nazionali interpellati alcune Regioni hanno assunto iniziative autonome. La prima in ordine cronologico è stata la Regione Marche con la Delibera N. 1150 adottata il 9 ottobre 2006 della Giunta Regionale a cui ha fatto seguito la Legge Regionale N. 16/2015 [(Ai sensi dell'art. 15, co.1, della Legge Regionale Marche N. 16/2015, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. 5 ottobre 1993, N. 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 dicembre 1993, N. 494")], art. 15, co.1, e la Delibera N. 1085 del 4 dicembre 2015. Altre iniziative sono state assunte dal Friuli Venezia Giulia con l'introduzione dell'art. 2, co. 76, della Legge Regionale N. 22 del 29 dicembre 2010 [(Ai sensi dell'art. 2, co.76, della Legge Regionale Friuli Venezia Giulia N. 22 del 29 dicembre 2010, "nelle more di tale determinazione, a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione 15 novembre 1995, N. 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N. 400 (Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N. 494")];
dalla Regione Puglia con l'art. 14, co.1, della Legge Regionale N. 43 del 3 novembre 2017 [(Ai sensi dell'art. 14, co.1, della Legge Regionale Puglia N. 43 del 3 novembre 2017, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. del 5 ottobre 1993, N. 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, nella Legge 4 dicembre 1993, N. 494")];
dalla Sardegna con l'art. 1, co. 3, della Legge Regionale N. 9 del 20 marzo 2018 [(Ai sensi dell'art. 1, co.3, della Legge Regionale Sardegna N. 9 del 20 marzo 2018, "[...] a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione 15 novembre 1995, N. 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N. 400, convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N. 494 (conversione in Legge, con modificazioni, del D.L. 5 ottobre 1993, N. 400, recante disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime)")]. Tutti gli interventi regionali sono stati tesi ad applicare il canone previsto per le sole cooperative (cosiddetto ricognitorio) a tutti i concessionari, compresi quelli non costituiti in cooperativa. -tali interventi regionali, tuttavia, hanno aggravato gli effetti distorsivi concorrenziali tra operatori che svolgono le medesime attività di acquacoltura introducendo ulteriore profilo di sperequazione in base alla Regione in cui avviene la produzione. -l'attuale disciplina del riparto di competenze sulla gestione del Demanio Marittimo è rinvenibile nel dettato normativo del D.lgs. N. 112/1998 come novellato dalla Legge N. 88/2001. L'art. 105 del D.lgs. N. 112/1998 stabilisce che: "(l) sono conferite alle Regioni ed agli Enti locali tutte le funzioni non espressamente indicate negli articoli del presente capo e non attribuite alle Autorità portuali dalla Legge N. 84 del 28 gennaio 1994 s.m.i. (2) Tra le funzioni di cui al comma l sono, in particolare, conferite alle Regioni le funzioni relative: [...] al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle d'approvvigionamento di fonti di energia;
tale conferimento non opera nei Porti finalizzati alla difesa militare ed alla sicurezza dello Stato, nei Porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, nonché nelle aree di preminente interesse nazionale individuate con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale N. 136 del 12 giugno 1996, e successive modificazioni. Nei Porti di rilevanza economica regionale ed interregionale il conferimento decorre dal 01 gennaio 2002". L'art. 1 co. 4 dello stesso D.lgs. N. 112/1998 specifica che "in nessun caso le norme del presente Decreto Legislativo possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione allo Stato, alle sue Amministrazioni od a Enti pubblici nazionali, di funzioni e compiti trasferiti, delegati o comunque attribuiti alle Regioni, agli Enti locali e alle autonomie funzionali dalle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente Decreto Legislativo" -la disciplina dei beni demaniali è stata successivamente modificata in parte per effetto della riforma introdotta dal D.lgs. N. 85/2010, con cui è stato approvato il cosiddetto 'federalismo demaniale'. Com'è noto tale Legge costituisce attuazione dell'art 119 della Costituzione, come novellato dalla Legge N. 3 del 18 ottobre 2001, che riconosce ai Comuni, alle Provincie, alle Città Metropolitane ed alle Regioni "un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla Legge dello Stato". La stessa Corte Costituzionale, dirimendo diversi conflitti di attribuzione sorti tra lo Stato e le Regioni di volta in volta interessate, ha riaffermato la competenza delle Regioni, o dei Comuni in caso di funzioni ad esse delegate, in materia di demanio marittimo e di Porti, ripudiando qualsiasi forma di riappropriazione della competenza da parte dello Stato (cfr. Corte Costituzionale Sentenza N. 344/2007;
Corte Costituzionale Sentenza N. 255/2007;
Corte Costituzionale Sentenza N. 90/2006).
Impegna la Giunta regionale
-ad adottare delibera con la quale si stabilisca che in Calabria "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. del 5 ottobre 1993, N. 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, nella Legge 4 dicembre 1993, N. 494. -ad adottare, di concerto con le associazioni di categorie, politiche tese a perseguire lo sviluppo e la salvaguardia delle attività di acquacoltura.
(28; 26/06/2020) Minasi
Il Consiglio regionale, premesso che:
- l'emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, c.d. Covid-19, ha determinato una recessione dell'economica mondiale senza precedenti. - tra i settori più colpiti vanno annoverati quelli della pesca e dell'acquacoltura. - la Calabria è una delle regioni italiane che più si presta allo sviluppo dell'acquacoltura con quasi 800 chilometri di costa, qualità delle acque mediamente buona, anche grazie all'importante e regolare idrodinamismo costiero. - inoltre, registrando le nostre acque temperature medie nettamente superiori a quelle di siti italiani più settentrionali, la fase di stasi invernale risulta molto più contenuta con l'ulteriore vantaggio di cicli di allevamento più brevi, soprattutto nel Mar Jonio. - tuttavia in Calabria la miticoltura è praticamente assente mentre impianti di itticoltura marina sono presenti a Saline Joniche ed a Rossano-Corigliano. Un impianto di allevamento in acque dolce è presente in provincia di Crotone, lungo il corso del fiume Neto;
ad oggi, dunque, la risorsa dell'acquacoltura e, in particolar modo, quella della maricoltura è decisamente poco sfruttata. - il Fondo Europeo della Pesca (FEP) conferito alla Regione Calabria nel periodo di Programmazione Operativa settennale 2007/2013 non ha praticamente assegnato risorse per la maricoltura (l'acquacoltura svolta in mare) giungendo finanche a sopprimere la Misura specifica con Decreto N° 16338 del 29 dicembre 2011. - nessun effetto significativo hanno fatto poi registrare il primo ed il secondo bando della nuova Programmazione Operativa afferente al Fondo Europea per gli Affari Marittimi e la Pesca (F.E.A.M.P.) che per il biennio 2017-19 aveva reso disponibili € 5.403.069,07. Con il primo bando sono stati, infatti, collocati solo € 496.385,47 ad un solo beneficiario, ovvero per l'ulteriore sviluppo dell'impianto di allevamento di acqua dolce in vasche a Rocca di Neto. Parimenti con il secondo bando, con Decreto N° 4886 del 16 aprile 2019, è stato aggiudicato un unico finanziamento di € 93.700,00. Con il terzo ed ultimo bando regionale, quello la cui graduatoria è stata pubblicata sul BURC N° 26 del 24 marzo 2020, sono stati assegnate infine risorse finanziarie per € 1.400.000,00 il cui effettivo utilizzato da parte dei soggetti beneficiari, tuttavia, potrà essere riscontrato solo tra circa due anni. - tra l'altro, l'importanza dell'acquacoltura come fonte di alimenti e tutela della biodiversità e dell'ambiente è tra gli argomenti più attuali. Stime ufficiali dell'ONU indicano, infatti, in 7,7 miliardi di persone la popolazione mondiale alla fine dell'anno 2019, e attendibili previsioni consentono di affermare che è destinata a raggiungere quota 8.9 miliardi nel 2050, cosicché non si può prescindere dall'ipotizzare come a fronte di una popolazione in continuo aumento, cresca la domanda di beni di sussistenza, ed in particolar modo di generi alimentari. - per quanto riguarda il mercato UE dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, nel 2016 il tasso di autosufficienza è diminuito ancora rispetto al 2015, passando dal 42,5% al 41,7%, cioè una parte maggiore della domanda è stata soddisfatta tramite prodotti importati piuttosto che con le catture o con prodotti allevati nell'UE. La data del 9 luglio 2019 è stata la data battezzata "Fish Dependence Day" data in cui, simbolicamente, il territorio dell'UE ha terminato le risorse interne di pesce, molluschi e crostacei e ha iniziato a importare e dunque a dipendere da pesce prodotto estero fino a fine anno. Il caso Italia è, se possibile, peggiore. Il "Fish Dependence Day" è stato raggiunto già il 6 aprile 2019, probabilmente indotto dal fatto che gli italiani si attestano tra i principali consumatori di pesce in Europa, con una media di ben 29 kg a testa/anno.
CONSIDERATO CHE - a differenza delle altre tipologie di acquacoltura, quella della maricoltura necessita per essere svolta di ampi specchi acquei di mare che vengono affidati in regime concessorio dalle competenti amministrazioni locali. - pertanto, il principale motivo che penalizza lo sviluppo del comparto in Calabria, involge le tariffe demaniali atteso che la norma abrogativa introdotta dall'art. 23 del D.lgs. N° 154 del 26 maggio 2004 ha determinato una illegittima sperequazione nella imputazione dei canoni di cui ai D.M. N° 595/1995 e D.M. del 19 luglio 1989, prevedendone l'applicazione in misura parossistica per gli operatori costituiti in forma giuridica diversa dalla cooperativa. - infatti, tale differenza, sulla base delle tariffe aggiornate agli indici ISTAT per l'anno 2019 con D.M. del 7 dicembre 2018 (cfr. G.U. N° 29 del 4 febbraio 2019), risulterebbe essere di: 0,00411 €/mq per le sole cooperative, mentre per gli operatori costituiti in diversa forma giuridica, il canone che vorrebbe essere applicato alle concessioni demaniali marittime sarebbe pari ad € 3,23750 €/mq per le aree occupate ed € 1,72668 per le aree pertinenziali rimaste ancora libere, quindi con un incrementato di oltre il 78-MILA% per le prime e del 41-MILA% per le seconde. - conseguentemente, per un compendio demaniale di 50.000mq, di cui occupati con impianti d'allevamento 40.000 mq e rimasti liberi 10.000 mq, risulterebbe un canone per il solo anno 2019 di € 146.766,80, contro un canone destinato alle sole cooperative di appena € 205,50, ovverosia di € 364,63 quale misura minima prevista dall'art. 4 del D.M. del 19 luglio 1989, così come aggiornata per l'anno 2019 con il D.M. del 7 dicembre 2018. - tale disparità di trattamento impositivo integra una palese violazione dell'art. 3 della Costituzione, nonché dei principi fissati dall'art 40, co. II del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (T.F.U.E.) in forza del quale la Politica Comune dell'Agricoltura (P.A.C.) e della Pesca (P.C.P.) deve escludere ogni discriminazione tra produttori. - detta sperequazione risulta ancora in contrasto con il dettato dell'art. 107 del citato Trattato che dichiara incompatibili con il mercato interno gli aiuti concessi dagli Stati che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsano o minacciano di falsare la leale concorrenza. - l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con la Delibera N° AS872 del 23 ottobre 2008, in esercizio delle proprie prerogative di cui all'art. 21 Legge N° 287/1990, ha già segnalato, anche alla Regione Calabria che: "la sola natura giuridica del soggetto titolare della Concessione non può giustificare la diversità dei canoni concessori". - sempre l'Antitrust ha ribadito con Delibera N° AS1558 del 10 gennaio 2019 "che la normativa in questione, nell'individuare canoni concessori notevolmente differenziati in ragione della sola natura giuridica del concessionario, è idonea a determinare distorsioni concorrenziali, non giustificate da esigenze generali e comunque non proporzionate rispetto ad esse, tra operatori che svolgono le medesime attività di pesca e acquacoltura", è intervenuta presso i Presidenti di Senato e Camera, il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri competenti ed i Presidenti delle Regioni, "auspicando che le Amministrazioni in indirizzo tengano in adeguata considerazione le suesposte osservazioni, al fine di tutelare e promuovere nella maniera più efficace e opportuna la concorrenza nel settore interessato". - anche la "Conferenza delle Regioni e delle Province autonome", istituita in Italia nel 1997 con il D.lgs. N° 281 per i compiti di interesse comune, ha approvato l'Ordine del Giorno N° 12/152/CR12b/C10 con il quale ha chiesto al Governo "di parificare[...] gli importi dei canoni dovuti dagli operatori titolari di concessioni demaniali marittime rilasciate per l'esercizio di attività di acquacoltura, mitilicoltura, ovvero per le attività di pesca o connesse alla pesca". "Senza questo intervento da parte del Legislatore, si comprometterebbe seriamente l'equilibrio di un comparto strategico, quale è quello dell'acquacoltura, già fortemente esposto ad un'agguerrita concorrenza internazionale da parte di imprese straniere che operano in condizioni ambientali e normative molto diverse da quelle italiane". In un'altra Conferenza più recente, tenutasi il 25 marzo 2015, è stato approvato un altro Ordine del Giorno N° 15/22/CR09/C5 "per quel che riguarda [...] l'annosa questione della corretta, equa ed omogenea definizione dei canoni, e nello spirito di ridare impulso ad un settore vitale dell'economia ittica nazionale[...], le Regioni hanno chiesto di intervenire sulla materia[...]";
- il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (M.I.T.), con propria nota prot. N° 6243 del 18 giugno 2007, ha precisato che "la forte sperequazione tra società cooperative e non cooperative [...], considerato il numero esiguo delle concessioni, se da un lato può comportare il probabile fallimento delle imprese coinvolte in ragione dell'estensione delle concessioni mediamente utilizzata per detti fini, dall'altro non garantisce, sotto l'aspetto finanziario, un significativo introito per le casse dello Stato". Infatti, aggiunge il Direttore Generale del Ministero, "dai dati censiti nel Sistema Informativo del Demanio (S.I.D.) marittimo, è ascrivibile all'uso della pesca e acquacoltura circa il 3,7% delle concessioni demaniali marittime rilasciate su territorio nazionale, con un canone corrispondente complessivamente introitato pari all'1,8% del totale";
- stante l'inazione degli organi nazionali interpellati alcune Regioni hanno assunto iniziative autonome. La prima in ordine cronologico è stata la Regione Marche con la Delibera N° 1150 adottata il 9 ottobre 2006 della Giunta Regionale a cui ha fatto seguito la Legge Regionale N° 16/2015¹ [(Ai sensi dell'art. 15, co. 1, della Legge Regionale Marche N° 16/2015, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494".)], art. 15, co. 1, e la Delibera N° 1085 del 4 dicembre 2015. Altre iniziative sono state assunte dal Friuli Venezia Giulia con l'introduzione dell'art. 2, co. 76, della Legge Regionale N° 22 del 29 dicembre 2010² [(Ai sensi dell'art. 2, co. 76, della legge Regionale Friuli Venezia Giulia N° 22 del 29 dicembre 2010, "nelle more di tale determinazione, a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione 15 novembre 1995, N° 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400 (Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494")];
dalla Regione Puglia con l'art. 14, co.1, della Legge Regionale N° 43 del 3 novembre 2017³ [(Ai sensi dell'art. 14, co. 1, della legge Regionale Puglia N° 43 del 3 novembre 2017, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. del 5 ottobre 1993, N° 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, nella Legge 4 dicembre 1993, N° 494".)];
dalla Sardegna con l'art. 1, co. 3, della Legge Regionale N° 9 del 20 marzo 2018⁴ [(Ai sensi dell'art. l, co. 3, della legge Regionale Sardegna N° 9 del 20 marzo 2018, "[...] a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione 15 novembre 1995, N° 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400, convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494 (conversione in Legge, con modificazioni, del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400, recante disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime)")]. Tutti gli interventi regionali sono stati tesi ad applicare il canone previsto per le sole cooperative (cosiddetto ricognitorio) a tutti i concessionari, compresi quelli non costituiti in cooperativa. - tali interventi regionali, tuttavia, hanno aggravato gli effetti distorsivi concorrenziali tra operatori che svolgono le medesime attività di acquacoltura introducendo ulteriore profilo di sperequazione in base alla Regione in cui avviene la produzione. - l'attuale disciplina del riparto di competenze sulla gestione del Demanio Marittimo è rinvenibile nel dettato normativa del D.lgs. N° 112/1998 come novellato dalla Legge N° 88/2001. L'art. 105 del D.lgs. N° 112/1998 stabilisce che: "(1) sono conferite alle Regioni ed agli Enti locali tutte le funzioni non espressamente indicate negli articoli del presente capo e non attribuite alle Autorità portuali dalla Legge N° 84 del 28 gennaio 1994 s.m.i. (2) Tra le funzioni di cui al comma 1 sono, in particolare, conferite alle Regioni le funzioni relative: [...] al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle d'approvvigionamento di fonti di energia;
tale conferimento non opera nei Porti finalizzati alla difesa militare ed alla sicurezza dello Stato, nei Porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, nonché nelle aree di preminente interesse nazionale individuate con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale N° 136 del 12 giugno 1996, e successive modificazioni. Nei Porti di rilevanza economica regionale ed interregionale il conferimento decorre dal 01 gennaio 2002". L'art. 1 co. 4 dello stesso D.lgs. N° 112/1998 specifica che "in nessun caso le norme del presente Decreto Legislativo possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione allo Stato, alle sue Amministrazioni od a Enti pubblici nazionali, di funzioni e compiti trasferiti, delegati o comunque attribuiti alle Regioni, agli Enti locali e alle autonomie funzionali dalle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente Decreto Legislativo". - la disciplina dei beni demaniali è stata successivamente modificata in parte per effetto della riforma introdotta dal D.lgs. N° 85/2010, con cui è stato approvato il cosiddetto 'federalismo demaniale'. Com'è noto tale Legge costituisce attuazione dell'art 119 della Costituzione, come novellato dalla Legge N° 3 del 18 ottobre 2001, che riconosce ai Comuni, alle Provincie, alle Città Metropolitane ed alle Regioni "un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla Legge dello Stato". La stessa Corte Costituzionale, dirimendo diversi conflitti di attribuzione sorti tra lo Stato e le Regioni di volta in volta interessate, ha riaffermato la competenza delle Regioni, o dei Comuni in caso di funzioni ad esse delegate, in materia di demanio marittimo e di Porti, ripudiando qualsiasi forma di riappropriazione della competenza da parte dello Stato (cfr. Corte Costituzionale Sentenza N° 344/2007;
Corte Costituzionale Sentenza N° 255/2007;
Corte Costituzionale Sentenza N° 90/2006).
Impegna la Giunta regionale
- ad adottare anche in Calabria una delibera con la quale si stabilisca che "a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione N° 595 del 15 novembre 1995 (recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. N° 400 del 5 ottobre 1993 (recente disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime) convertito, con modifiche, dalla Legge N° 494 del 4 dicembre 1993". - ad adottare, di concerto con le associazioni di categorie, politiche tese a perseguire lo sviluppo e la salvaguardia delle attività di acquacoltura.
(29; 29/06/2020) Minasi
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-gli impianti a fune di Lorica sono stati provvisoriamente affidati a Ferrovie della Calabria e ad ARSAC fino al 30 giugno 2020 in virtù di un Protocollo stipulato l'11 novembre 2019 e sottoscritto fra il Comune capofila Unione P.i.s.l. (Piano Integrativo di Sviluppo Locale) Casali del Manco, l'amministratore giudiziario di Lorica Ski srl e la Regione Calabria;
-l'imminente scadenza pone il problema di un affidamento stabile dell'impianto, che a prescindere dalle vicissitudini passate, essendo ormai quasi del tutto completato e funzionante, rappresenta l'attrattore turistico più importante dell'altopiano Silano, unitamente agli impianti di risalita di Camigliatello e al Treno della Sila di Ferrovie della Calabria;
-alla luce di esperienze recenti e passate e, da ultimo, dei report gestionali di Ferrovie della Calabria, è comprovato che, in ragione di una serie di fattori oggettivi, primi fra tutti le distanze rilevanti con le grandi aree urbane delle altre regioni, il bacino d'utenza circostante molto limitato, la non più abbondante presenza di neve, gli impianti di cui trattasi non sono impianti sostenibili da parte dei privati ma necessitano di un sostegno finanziario pubblico. Del resto, gli stessi impianti del nord Italia sono in sofferenza, e al fine di raggiungere l'equilibrio finanziario sono dovuti ricorrere a sovvenzioni pubbliche, e per alcuni di essi la trasformazione societaria con una gestione a partecipazione pubblica-privata;
-è interesse e dovere regionale riconoscere la strategicità degli impianti stessi poiché sono attrattori turistici indispensabili per la Calabria. Ecco perché la Regione dovrebbe avviare una rapida ricognizione tecnico - economica per poi assumere, con una specifica legge regionale, i criteri di affidamento, le modalità di compensazione ed i criteri di efficienza gestionale minima, come ad esempio: 1) Individuazione impianti. 2) Affidamento in house, ovvero a soggetto pubblico costituito per valorizzare ed efficientare il Know How gestionale accumulato degli impianti di Lorica, Camigliatello, ecc. 3) Definizione per ciascun impianto di rigorosi parametri di costi standard sulla base dei quali riconoscere le eventuali compensazioni al netto dei ricavi di esercizio e commerciali. 4) Introdurre meccanismi di premialità in caso di performance positive. 5) Iscrizione in bilancio regionale a valere sul comparto turistico/industriale sia delle risorse necessarie per il sostegno dell'esercizio che per le attività di periodica e straordinaria manutenzione secondo un piano previsionale specifico per le caratteristiche di ciascun impianto. 6) Piano di investimenti pluriennale di ammodernamento e di potenziamento del comprensorio sciistico. Si interroga la S.V.
per sapere:
quali sono le iniziative e gli eventuali provvedimenti legislativi che intende adottare in merito al rilancio degli impianti di Lorica e Camigliatello e, in maniera più complessiva, in riferimento allo sviluppo dell'intero Altopiano della Sila.
(32; 08/06/2020)
Risposta:
F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente (5 giugno) indetta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite - Considerato che la Calabria dispone di 255 mila ettari di Aree protette (ossia l'8 per cento delle Aree protette nazionali ed è la sesta regione per estensione delle stesse);
che le aree protette - come sostiene Legambiente nel Dossier Biodiversità a rischio 2020 - "devono saper affermare la 'pratica del Parco' nei loro territori puntando a diventare un player territoriale, sapendo interpretare le aspettative dei cittadini e dei diversi portatori di interessi e devono saper gestire i conflitti per non essere travolti dalla gestione burocratica ed evitare il declino che li può interessare";
che vanta, oltre ad un patrimonio pregevole di ecosistemi, biodiversità e paesaggi, tre grandi Parchi nazionali di assoluto prestigio ambientale e storico, uno regionale (quello delle Serre), tre Riserve naturali regionali, un Parco marino, l'Area marina protetta di Capo Rizzuto, 178 siti di interesse comunitario, sei zone di protezione speciale per l'avifauna, nonché 71 Habitat dei 230 complessivi tutelati a livello europeo;
che tuttavia, come si legge nello stesso programma di governo della Presidente on. Jole Santelli, 'la nostra regione registra uno tra i più bassi tassi di flussi turistici dei Parchi';
che l'effetto -Parco (in termini di sviluppo economico ed azioni per fronteggiare lo spopolamento e la povertà dell'entroterra calabrese) non si riscontra o è del tutto sproporzionato rispetto alle attese. Tutto ciò considerato, con il presente atto, si chiede di sapere dall'Assessore regionale all'Ambiente:
per sapere:
come sia possibile che, pur disponendo di 255mila ettari di Aree protette (l'8 per cento delle Aree protette nazionali e la sesta per estensione delle stesse), la Calabria non riesca a metterle adeguatamente a valore;
se le varie Aree protette ed i Parchi agiscono isolatamente o sono parte di una rete operativa necessaria per ottimizzare le risorse pubbliche e per garantire occasioni di sviluppo nell'ottica della sostenibilità ambientale;
a quanto ammontano le risorse comunitarie, nazionali e regionali affluite dal 2018 ad oggi nelle Aree protette e nei Parchi e come vengono utilizzate e se, dal loro utilizzo, si ha contezza di quali siano gli effetti utili, concreti e tangibili per i territori interessati;
se si intende valorizzare l'immenso patrimonio di naturalità che il territorio calabrese custodisce e come e con quali strumenti e iniziative si intende passare (come annunciato nel Programma di governo) "dalla mera visione di 'vincolo' che di fatto si è tradotto nel 'non farè a politiche attive che abbinano la tutela con l'utilizzo e la fruizione sostenibile";
come sono stati impiegati i 20 milioni di euro "destinati - come assicurava l'Assessore regionale all'Ambiente della scorsa Legislatura - ad interventi orientati al marketing territoriale, alla sentieristica e alla messa in cantiere della ciclopista dei parchi, un grande attrattore che collegherà il Parco del Pollino con quello d'Aspromonte passando per il Parco della Sila e delle Serre";
se le Aree protette rappresentano per il Governo regionale una priorità e, se sì, quali iniziative si stanno mettendo in campo per salvaguardarle, valorizzarle, promuoverle, in una logica di efficienza ed efficacia sia delle risorse disponibili che dei risultati da ottenere, e renderle protagonisti soprattutto in prossimità della stagione estiva.
(31; 05/06/2020)
Risposta:
Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-i lavori di realizzazione della diga sul Metramo hanno avuto inizio circa 40 anni fa e, da circa cinque, è stato effettuato il collaudo dell'opera;
-l'invaso della diga, con una capacità di circa 30 milioni di metri cubi d'acqua, destinati, in parte, ad uso irriguo di una vasta area del territorio provinciale, rappresenta un volano di sviluppo per quella che potrebbe diventare zona dedita alla produzione agricola di qualità;
-ripetutamente, l'Ente Regione, attraverso i suoi rappresentanti, ha espresso la volontà di portare l'opera a compimento, sebbene, di fatto, ciò non sia avvenuto e, malgrado gli impegni assunti e i proclami fatti, la diga sul Metramo rischia di diventare l'ennesima promessa non mantenuta;
considerato che: -non esistono indicazioni in merito all'ultima parte di finanziamenti necessari per l'esecuzione delle opere di irrigazione dell'invaso di Galatro, che darebbe acqua a tutta la piana di Gioia Tauro. Soldi necessari per il completamento delle opere di canalizzazione per le condotte finalizzate all'uso irriguo e per quelle destinate a garantire la produzione energetica. -non è oltremodo accettabile che la diga, ormai quasi interamente completata e collaudata, non possa entrare in funzione a causa della mancanza dell'ultimo tratto di canalizzazione e di conseguenza, col persistere dell'attuale stato di abbandono, si avrebbe un enorme sperpero di danaro pubblico. Tutto ciò premesso e considerato: il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta Regionale e l'assessore alle infrastrutture
per sapere:
se sono state avviate le procedure necessarie all'ultimazione dei lavori per la piena efficienza della diga, attraverso gli Enti preposti ed il Consorzio di bonifica interessato.
(29; 04/06/2020)
Risposta:
F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-che l'Assessore regionale all'Agricoltura Gianluca Gallo ha annunciato l'abbattimento in Calabria di 10 mila cinghiali;
-che la presenza degli ungulati in Calabria e di migliaia di centinaia (dai 300 ai 500 mila);
-che l'emergenza cinghiali è una priorità di cui occuparsi (specie dopo il blocco delle attività dei selettori causa lockdown), perché arrecano danni all'economia agricola, all'ecosistema e alla biodiversità;
-che è una priorità di cui occuparsi anche perché sono una minaccia alla sicurezza delle persone: si avvistano innumerevoli nell'entroterra dove producono devastazioni alle colture, ma anche sulla costa (sono frequenti le notizie di incidenti stradali) e persino nelle città: a Catanzaro in località Babbo i cittadini se li ritrovano sull'uscio delle case;
-che è elevato il rischio d'introduzione del virus della Peste Suina Africana, così come affermato dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) nel parere prot. 20099 del 13/05/2020;
-che per come affermato dallo stesso Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, tale emergenza sta provocando un rilevante aumento delle richieste di risarcimento danni da cinghiali, soprattutto nelle zone non vocate alla specie e fortemente antropizzate, con conseguente lievitazione delle spese di liquidazione dei danni che la Regione è tenuta a pagare;
-che (pur essendo una buona notizia l'annuncio dell'Assessore circa l'abbattimento di 10mila cinghiali), a fronte del numero impressionante di cinghiali, degli allarmi, dei danni e pericoli segnalati in ogni territorio, la preoccupazione degli agricoltori, allevatori e cittadini invece che sfumare cresce e che, dunque, la risposta della Regione appare essere oggettivamente insufficiente;
tutto ciò premesso, si CHIEDE all'Assessore regionale all'Agricoltura:
per sapere:
-se non ritiene di fare il punto sull'emergenza - cinghiali con tutti i soggetti interessati: dalle organizzazioni professionali, alle AATTCC, ai sindaci delle aree in cui la presenza dei cinghiali è segnalata, incluse le Prefetture, per concordare rimedi efficaci e tempestivi;
-se non ritiene di dover sollecitare gli Enti Parco nazionali e regionali e le Riserve al censimento della consistenza dei cinghiali e ai Piani di riduzione del numero degli stessi;
-di sapere a che punto si è:
a) con l'aggiornamento del Piano Faunistico- Venatorio;
b) con la ridefinizione delle aree vocate al cinghiale con l'ausilio dei dati Arcea;
c) con i Piani di sorveglianza epidemiologica;
d) con il monitoraggio delle malattie sulla fauna selvatica con particolare riguardo al cinghiale;
e) con l'attivazione della misura 5 del 'Psr' per interventi di prevenzione dei danni nelle aree agricole colpite;
-se non ritiene:
a) di disporre l'allungamento del periodo di caccia con la rotazione delle squadre dei cacciatori;
b) di autorizzare gli agricoltori proprietari e conduttori dei fondi, in possesso di porto d'armi e permesso di caccia, ad effettuare interventi di abbattimento tutto l'anno;
c) di procedere alla semplificazione delle procedure amministrative per velocizzare il risarcimento dei danni agli agricoltori, che spesso attendono anni prima di poter ottenere il giusto ristoro e che a volte addirittura non riescono neppure ad ottenerlo;
-per quale ragione l'ultimo Piano di contenimento del cinghiale pubblicato sul Bur - Calabria il 14 maggio 2020 non è stato concertato con i portatori di interessi (associazioni agricole, associazioni venatorie e rappresentanti degli Ambiti di Caccia), considerato anche che lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale raccomanda il coinvolgimento di questi ultimi;
-se non conviene che sono troppo pochi i capi che si possono abbattere, di erto non sufficienti ad eradicare dalle aree non vocate il cinghiale. Cifre ben lontane dei 10.000 capi, ferme invece a poco più della metà, che probabilmente si riferiscono al nuovo Piano come prolungamento di quello precedente;
-se non ritiene, inoltre, di voler estendere la programmazione dell'intervento di abbattimento contenuta nel Piano di contenimento del cinghiale a tutela degli "insediamenti turistici in piena attività e di coltivazione intensive ad alto reddito (uliveti, agrumeti, e coltivazioni di Bergamotto)" non dimenticando anche altre eccellenze calabresi come vigneti, la patata della Sila, i seminativi e le coltivazioni a cereali o ortive. -se non ritiene opportuno, considerato che i cinghiali presentano ritmi di attività prevalentemente crepuscolari e notturni, così come evidenziato dal parere dell'ISPRA prot. 20099 del 13/05/2020 in ordine al Piano di prelievo in caccia di selezione del cinghiale, di voler rideterminare la fascia orario sera (17:00/23:30) con inizio alle ore 17:00, e quella dell'orario mattina (4:00/9:00) con termine alle ore 9:00, essendo le attività umane in pieno svolgimento, valutando pertanto l'opportunità di concentrare l'attività nelle ore notturne, momento in cui i cinghiali sono più attivi essendo spinti dal ricercare il cibo;
-se non ritiene di coinvolgere anche la task-force veterinaria che col Dipartimento Salute può contribuire alla risoluzione di questa che ormai è più che un'emergenza;
-quali rimedi intenda adottare per semplificare la procedura di autorizzazione degli interventi di selezione che è considerata estremamente farraginosa, posto che per ogni singola uscita si richiede che debba avvenire per iscritto alla Regione con l'indicazione del personale coinvolto, del numero dei capi da abbattere, dei campioni biologici, dell'indicazione dell'orario dell'intervento, della località prescelta che dovrà essere cartografata con precisione e raggiunta con il fucile al fodero.
(27; 29/05/2020)
Risposta:
F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-che la Sacal gestisce lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme;
-che la Sacal è società di proprietà anche della Regione Calabria;
-che lo scalo aeroportuale internazionale di Lamezia Terme è importantissimo e fondamentale per la regione Calabria;
-che ciò è tanto vero che nel periodo estivo all'aeroporto di Lamezia Terme confluiscono fino a 13 mila passeggeri;
-che era previsto, anche alla luce dell'enorme afflusso, la creazione di una nuova aerostazione di Lamezia Terme, moderna e tecnologica, da estendersi su 24 mila metri quadrati, capace di contenere oltre un milione di passeggeri in più rispetto a quelli attualmente in transito che sarebbero intorno a 2,5 milioni l'anno;
-che si trattava di un ampliamento indispensabile in virtù del traffico esistente sulla detta aerostazione;
-che si trattava di opera e di progetto annunciati da molto tempo e che tutta la regione e i calabresi attendevano;
-che, tuttavia, si è appreso dagli organi di stampa che, a seguito di una interrogazione a firma dell'europarlamentare On. Laura Ferrara, è pervenuta la risposta di Elisa Ferreira (Commissario europeo per la coesione e le riforme) che avrebbe rilevato che il progetto sarebbe stato escluso dal programma di investimenti europei per i ritardi sull'avvio dei lavori;
-che trattasi, pertanto, di notizia manifestamente negativa per la Calabria ed i calabresi i quali, pertanto, non potranno beneficiare di una nuova e moderna e tecnologica aerostazione che avrebbe favorito i trasporti e i trasferimenti da e per la Calabria;
-che occorre, pertanto, capire le ragioni dei "ritardi", cui fa riferimento la Commissaria europea Elisa Ferreira, e a chi tali ritardi sono imputabili;
-che occorre, pertanto, capire come la Regione Calabria, che, peraltro, è proprietaria di quote rilevanti della Sacal, voglia porre riparo a tale drastica notizia e alla perdita del progetto della nuova aerostazione di Lamezia Terme e quali atti intenda porre in essere. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si CHIEDE Alla Presidente della Giunta Regionale di sapere:
per sapere:
1)se ha contezza di quanto evidenziato dagli organi di stampa in merito al fatto che il progetto relativo alla realizzazione della nuova aerostazione di Lamezia Terme è stato escluso dal programma di investimenti europeo;
2)quali interventi intende porre in essere, con riferimento alla Sacal di cui la Regione è detentrice di importanti quote azionarie, al fine di comprendere le ragioni dei ritardi a cui è imputata l'esclusione del progetto e le eventuali responsabilità;
3)quali atti e interventi politici e amministrativi intende adottare al fine di permettere all'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, in cui vi è un importante flusso di passeggeri, e che è centrale e fondamentale per gli spostamenti da e per la Calabria, di realizzare la nuova aerostazione moderna e tecnologica che tutto il territorio e i calabresi attendono da anni.
(26; 25/05/2020)
Risposta:
Tassone, F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-la SS 182 "Trasversale delle Serre" costituisce uno dei principali collegamenti trasversali calabresi tra le arterie di valenza nazionale che interessano la costa tirrenica e la costa jonica costituite dall'autostrada A2 SARC e la SS 18 da una parte, e la SS 106 jonica dall'altra, consentendo di migliorare il collegamento tra la costa e l'entroterra, aumentandone il livello di servizio, diminuendo i tempi di percorrenza e rendendo gli spostamenti più agevoli e sicuri;
visto che -il suddetto asse viario è interessato da una serie di lavori di completamento tra cui: la realizzazione del tronco 2°, lotto unico da Vazzana a Vallelonga, per un importo di 128 milioni di euro, che deve essere ancora appaltato dall'Anas;
il superamento del cimitero di Vazzano (6,42 milioni di euro);
il superamento del colle Scornari (14,4 milioni di euro);
il tronco 5 da Gagliato a Satriano (parzialmente finanziato);
e che: -nel 2018 si è completato il tratto riguardante Cimbello-Montecucco;
ed è stato aperto lo svincolo autostradale Vazzano - Serra San Bruno, ma, per l'intero completamento dallo svincolo autostradale fino a Montecucco risultano ancora da realizzare i lavori per il superamento del colle Scornari e del Cimitero di Vazzano, nonché i lavori del lotto unico Vallelonga-Vazzano;
e che: -Anas nel corso di una riunione presso la sede della Prov. di Catanzaro aveva confermato che i lavori per la Trasversale delle Serre sarebbero proseguiti con un unico lotto, tra Gagliato e la costa jonica, la prima parte della quale sarebbe stata appaltata nel 2020, e con lo svincolo finale sulla statale 106 previsto all'altezza di Soverato sud, dove in gran parte sarebbe stato utilizzato il tracciato della strada provinciale 148 Gagliato mare, la quale sarebbe stata statalizzata e trasformata in una superstrada a tre corsie, una delle quali dedicata al traffico pesante. E che -A tal fine la Regione Calabria si è impegnata all'utilizzo di 54 milioni di euro già disponibili. Inoltre, al Governo sarebbero stati richiesti altri 25-30 milioni di euro per completare l'intero tracciato tra Gagliato e la costa jonica, mentre per i lavori di costruzione della variante da Vazzano a Vallelonga, sono stati finanziati sul Fondo di Sviluppo e Coesione Calabria 128,45 M€, prevedendo l'appaltabilità nel 2019. Si interroga il Presidente della Regione Calabria e l'Assessore alle Infrastrutture
per sapere:
-quali iniziative urgenti, anche di natura finanziaria, si intendono intraprendere al fine di garantire ai cittadini calabresi di poter usufruire di una rete infrastrutturale di valenza nazionale atta a migliorare il collegamento tra la costa e l'entroterra aumentandone il livello di servizio;
-se i 128,45 milioni di euro stanziati per il lotto Vallelonga - Vazzano, a valere sul fondo di sviluppo e coesione, siano ancora disponibili e impegnabili;
-se è previsto in tempi brevi un tavolo tecnico tra l'Assessore alle Infrastrutture ed Anas Calabria al fine di capire lo stato dell'arte ad oggi, nonché le procedure da mettere in atto al fine di procedere al completamento dell'opera.
(15; 07/05/2020)
Risposta:
Il Consiglio regionale
VISTA la deliberazione n. 15 del 26 giugno 2020, con la quale l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha proposto all’Assemblea il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i., nonché le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 e al bilancio di previsione 2020-2022 del Consiglio regionale della Calabria;
PREMESSO CHE:
-il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali;
-con Deliberazione consiliare n. 356 del 19 dicembre 2018 è stato approvato il bilancio di previsione Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2019-2021;
-con Deliberazione consiliare n. 463 del 10 dicembre 2019 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2020-2022;
-con Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 1 del 9 aprile 2020 è stato approvato il verbale di chiusura della contabilità dell’esercizio finanziario 2019;
RICHIAMATO l’art. 3, comma 4, del citato D. Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, e ss.mm.ii., che prevede che tutte le pubbliche amministrazioni effettuano annualmente l’operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, consistente nella revisione delle ragioni del loro mantenimento, ai fini del rendiconto. Lo stesso articolo prescrive, inoltre, che “possono essere conservati tra i residui attivi le entrate accertate esigibili nell’esercizio di riferimento, ma non incassate. Possono essere conservate tra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel corso dell’esercizio, ma non pagate. Le entrate e le spese accertate e impegnate non esigibili nell’esercizio considerato, sono immediatamente reimputate all’esercizio in cui sono esigibili. La reimputazione degli impegni è effettuata incrementando, di pari importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine di consentire, nell’entrata degli esercizi successivi, l’iscrizione del fondo pluriennale vincolato a copertura delle spese reimputate. La costituzione del fondo pluriennale vincolato non è effettuata in caso di reimputazione contestuale di entrate e di spese. Le variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato e agli stanziamenti correlati, dell’esercizio in corso e dell’esercizio precedente, necessarie alla reimputazione delle entrate e delle spese riaccertate, sono effettuate con provvedimento amministrativo della giunta entro i termini previsti per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio precedente (…) Al termine delle procedure di riaccertamento non sono conservati residui cui non corrispondono obbligazioni giuridicamente perfezionate”;
RICHIAMATO, altresì, il principio contabile applicato concernete la contabilità finanziaria (allegato 4/2 al D. Lgs. n. 118/2011) ed in particolare il punto 9.1, inerente il riaccertamento ordinario dei residui;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale della Calabria, approvato con deliberazione consiliare 4 maggio 2017, n. 190, successivamente modificato dalla deliberazione consiliare 342 del 28 settembre 2018;
DATO ATTO che, alla luce della normativa sopra richiamata, il Consiglio regionale, prima della predisposizione del rendiconto dell’esercizio 2019, deve approvare il riaccertamento ordinario dei residui e procedere alla cancellazione dei residui attivi e passivi non assistiti da obbligazioni giuridicamente perfezionate, nonché alla reimputazione dei residui attivi e passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data del 31 dicembre dell’esercizio cui si riferisce il rendiconto;
CONSIDERATO che la reimputazione dei residui passivi non esigibili nell’esercizio 2019 comporta:
a) la creazione, sul bilancio d’esercizio 2019, cui si riferisce il rendiconto, dei fondi pluriennali vincolati connessi alle spese reimputate per le quali la copertura è data dal fondo medesimo;
b) una variazione del bilancio di previsione 2020 in corso di gestione, al fine di istituire o incrementare gli stanziamenti di entrate e spese su cui devono essere imputate le relative obbligazioni;
c) il trasferimento all’esercizio di reimputazione anche della copertura che l’impegno aveva nello stanziamento dell’esercizio in cui era stato inizialmente imputato, attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata. La costituzione o l’incremento di tale fondo è escluso solo in caso di contestuale reimputazione di entrate e spese;
PRESO ATTO CHE:
a) in data 2 marzo 2020 il dirigente del Settore Bilancio e ragioneria ha trasmesso ai responsabili delle strutture amministrative competenti l’elenco dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2019, ai fini del loro riaccertamento;
b) i dirigenti responsabili delle strutture amministrative del Consiglio regionale hanno trasmesso le risultanze della verifica ordinaria sulla consistenza e l’esigibilità dei residui di propria competenza, secondo i nuovi principi contabili applicati, rilevando: gli importi da eliminare definitivamente, in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate, gli importi da conservare a residuo in quanto corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate e gli importi da reimputare negli esercizi successivi rispetto al 31 dicembre 2019, nelle quali l’esigibilità avrà scadenza;
c) sulla scorta delle comunicazioni di cui sopra, il Settore Bilancio e Ragioneria ha predisposto i prospetti (Allegati A e B) relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2019, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridicamente perfezionate, sia gli importi da eliminare e reimputare agli esercizi successivi nei quali l’esigibilità avrà scadenza, sia gli importi da conservare a residuo;
VISTI:
a) gli elenchi dei residui attivi e passivi da conservare nel conto del bilancio dell’esercizio 2019 (Allegati C e D);
b) il prospetto relativo agli impegni da reimputare negli esercizi successivi a quello a cui si riferisce il rendiconto 2019 (Allegato E);
c) il prospetto relativo alle variazioni intervenute nel Fondo Pluriennale Vincolato a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2019 e di reimputazione degli impegni (Allegato F);
d) il prospetto relativo alle variazioni di competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario 2019-2021, esercizio 2019, a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2019 e di reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2019 e reimputati nell’esercizio 2020 (Allegato G);
e) il prospetto relativo alle variazioni di competenza del bilancio di previsione finanziario 2020-2022, esercizio 2020, al fine di adeguare i valori iscritti in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2019, nonché della reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2019, e reimputati nell’esercizio 2019 (Allegato H);
f) il prospetto relativo alle variazioni di cassa del bilancio di previsione finanziario 2020-2022, esercizio 2020, al fine di adeguare le previsioni di cassa alle risultanze delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019 (Allegato I);
g) il prospetto relativo alle somme da vincolare nel risultato di amministrazione dell’esercizio 2019 a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi (Allegato L);
CONSIDERATO che il Collegio dei Revisori dei Conti, con verbale n. 28, parere n. 12 del 9 giugno 2020, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, nell’esprimere il parere sulla proposta di riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2019, ha prescritto alcune correzioni da apportare al riaccertamento dei residui passivi, prima dell’approvazione del rendiconto 2019;
PRESO ATTO che il Settore Bilancio e Ragioneria ha effettuato le modifiche al riaccertamento dei residui passivi richieste nel succitato parere del Collegio dei Revisori dei Conti;
DATO ATTO CHE, con verbale n. 33, parere n. 14 del 18 giugno 2020, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, il Collegio dei Revisori dei Conti ha espresso parere favorevole sul provvedimento in esame, alla luce delle modifiche effettuate;
RITENUTO, pertanto, di dover procedere, in ragione di quanto sopra espresso ed in ottemperanza del combinato disposto dell’articolo 3, comma 4, del D. Lgs. n.118/2011 e ss.mm.ii. e dell’articolo 74 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, all’approvazione delle risultanze del riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019, nonché all’approvazione delle conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 e al bilancio di previsione 2020-2022 del Consiglio regionale;
DELIBERA
di approvare, ai sensi dell’art. 3 comma 4 del D. Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii ed in ossequio al principio contabile allegato 4/2 al citato decreto, punto 9.1, gli elenchi dei residui attivi e passivi cancellati, reimputati e mantenuti alla data del 31 dicembre 2019, risultanti dall’operazione di riaccertamento ordinario e allegati alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento (Allegati A e B);
di dare atto che l’ammontare dei residui attivi al 31 dicembre 2019 è pari ad euro 43.017.026,71, come da Allegato C) alla presente deliberazione;
di dare atto che l’ammontare dei residui passivi al 31 dicembre 2019 è pari ad euro 8.375.478,58, come da Allegato D) alla presente deliberazione;
di disporre la registrazione nella contabilità dell’Ente, con imputazione negli esercizi in cui sono esigibili, degli impegni 2019 elencati nell’Allegato E) della presente deliberazione;
di approvare la variazione del fondo pluriennale vincolato di spesa al termine dell’esercizio 2019, scaturente dalla reimputazione degli impegni di cui all’Allegato F);
di dare atto che la consistenza finale al 31 dicembre 2019 del fondo pluriennale vincolato da iscrivere nell’entrata del bilancio dell’esercizio 2020, è pari ad euro 2.255.028,05, di cui euro 1.541.221,13 per spese correnti ed euro 713.806,92 per spese in conto capitale;
di approvare le variazioni in conto competenza ed in conto cassa degli stanziamenti del bilancio di previsione 2019-2021, esercizio 2019, conseguenti all’attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi, come da Allegato G) alla presente deliberazione;
di approvare le variazioni di competenza al bilancio di previsione 20202022, esercizio 2020, a seguito dell’adeguamento dei valori iscritti in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti al 31.12.2019 nonché della reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2019, e reimputati nell’esercizio 2020 come risultanti dall’Allegato H, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
di approvare le variazioni di cassa al bilancio di previsione 2020-2022, esercizio 2020, al fine di adeguare le previsioni alle risultanze delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019 (Allegato I);
di approvare l’Allegato L) concernente la quota del risultato di amministrazione dell’esercizio 2019 da vincolare a seguito del riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi;
di prendere atto dei pareri del Collegio dei revisori dei Conti, allegati alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
di dare atto che le risultanze del presente riaccertamento dei residui confluiranno nel rendiconto dell’esercizio 2019.
Art. 1
(Proroga del termine di adeguamento. Modifica articolo 23 l.r. 15/2013)
1. Al comma 1 dell’articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi per la prima infanzia), le parole “entro il 30 giugno 2020” sono sostituite dalle seguenti: “entro il 31 dicembre 2020”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all’articolo 2 della l.r. 21/2010)
1. Al comma 3 dell’articolo 2 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale), le parole: “e di distanza tra i fabbricati,” sono sostituite dalle seguenti: “e di distanza tra i fabbricati e di distanza dai confini,”.
Art. 2
(Modifiche all’articolo 4 della l.r. 21/2010)
1. Al comma 1 dell’articolo 4 della l.r. 21/2010 sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla lettera a):
1) le parole: “15 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “20 per cento”;
2) dopo la fine del primo periodo è inserito il seguente: “L’ampliamento volumetrico ai fini abitativi fino al 20 per cento della superficie lorda che non ecceda comunque il valore massimo di incremento realizzabile di 70 metri quadrati, viene concesso anche nel caso di un'unica unità immobiliare qualora superi i 1000 metri cubi a patto che si effettuino contestualmente sull’intero fabbricato lavorazioni atte ad innalzare il livello di efficienza termica o strutturale (sismica) di almeno una classe.”;
b) alla lettera b):
1) le parole: “15 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “20 per cento”;
2) le parole: “25 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “30 per cento”;
3) le parole: “500 metri quadrati” sono sostituite dalle seguenti: “700 metri quadrati interni netti”;
4) le parole: “destinazioni d’uso produttive, industriali ed artigianali” sono sostituite dalle seguenti: “destinazioni d’uso produttive, direzionali, commerciali ed artigianali”;
5) le parole: “la variazione della destinazione d’uso, tra le categorie residenziale, turistico ricettiva e direzionale” sono sostituite dalle seguenti: “la variazione della destinazione d’uso, tra le categorie residenziale, turistico ricettiva direzionale, commerciale, produttive e industriali”.
Art. 3
(Modifiche all’articolo 5 della l.r. 21/2010)
1. Al comma 1 dell’articolo 5 della l.r. 21/2010, le parole: “fatte salve le disposizioni del codice civile e della normativa statale vigente in materia, con particolare riferimento all’articolo 2-bis, comma 1-ter del D.P.R. 380/2001”, sono sostituite dalle seguenti: “anche con riposizionamento dell’edificio all’interno delle aree di pertinenza catastale dell’unità immobiliare interessata, anche conformata con atti successivi alla realizzazione dell’edificio stesso, con realizzazione di un aumento in volumetria entro un limite del 30 per cento su immobili esistenti, alle condizioni di cui all’articolo 6, comma 1 della presente legge, nel rispetto del d.m. 1444/68, fatte salve le disposizioni del Codice civile, con particolare riferimento all’articolo 2-bis, comma 1-ter del d.p.r. 380/01, che si applica nei soli casi in cui è necessario derogare ai limiti di distanza tra fabbricati”.
2. La lettera b) del comma 2 dell’articolo 5 della l.r. 21/2010 è abrogata.
3. Il comma 3 bis dell’articolo 5 della l.r. 21/2010 è sostituito dal seguente: “3-bis). L'altezza massima della nuova edificazione può essere derogata fino all'utilizzo della volumetria realizzabile. I consigli comunali, nel termine di sessanta giorni decorrenti dell’entrata in vigore della presente legge, possono stabilire, con provvedimento motivato, limiti di altezza della nuova edificazione sempreché siano compatibili con la realizzazione dell’aumento di volumetria consentiti dalla presente legge. I provvedimenti adottati dai consigli comunali oltre il termine di sessanta giorni decorrenti dell’entrata in vigore della presente legge sono inefficaci.”.
Art. 4
(Modifiche all’articolo 6 della l.r. 21/2010)
1. Al comma 1 dell’articolo 6 della l.r. 21/2010 le parole: “Gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 nonché nel presente articolo possono essere realizzati su immobili esistenti alla data del 31 dicembre 2018” sono sostituite dalle seguenti: “Gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 nonché nel presente articolo possono essere realizzati su immobili esistenti alla data del 31 dicembre 2019”.
2. Al comma 5 bis dell’articolo 6 della l.r. 21/2010 sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla lettera a) le parole: “di almeno 2,30 metri ridotta a 2,10 metri” sono sostituite dalle seguenti: “di almeno 2,20 metri ridotta a 2,0 metri”;
b) al comma 12 le parole: “fino al 31 dicembre 2020” sono sostituite dalle seguenti: “fino al 31 dicembre 2021”.
Art. 5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 47/11^, d’Ufficio, recante: “Convalida
Consiglieri regionali e Assessori esterni ai sensi degli articoli da 18 a 21
del Regolamento interno del Consiglio regionale” (Deliberazione n. 36)
Il Consiglio regionale
PREMESSO CHE nella seduta dell’8 giugno 2020 della Giunta
delle elezioni: -sono state esaminate le condizioni di eleggibilità dei
Consiglieri e degli Assessori esterni, sulla base delle dichiarazioni sottoscritte
da ciascun Consigliere e Assessore ai sensi, rispettivamente, degli articoli
18, comma 2, e 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale, deliberando
prima la convalida dei Consiglieri componenti la Giunta: Bevacqua, Caputo, Di
Natale, Esposito, Giannetta, Minasi, Neri, Paris, Pitaro Francesco e Sculco, e poi gli altri Consiglieri
regionali Aieta, Anastasi, Arruzzolo, Callipo, Crinò, Antonio De Caprio, Gallo, Graziano, Guccione, Irto,
Mancuso, Notarangelo, Pietropaolo, Vito Pitaro, Raso,
Sainato, Santelli, Tallini, Tassone, e gli Assessori
esterni Catalfamo, Sergio De Caprio, Orsomarso, Savaglio, Spirlì, Talarico; -con
riferimento ai Consiglieri Creazzo, Molinaro e
Morrone, preso atto di alcune contestazioni in merito ad eventuali cause di
ineleggibilità, è stato deciso di notificare i ricorsi/diffide ai consiglieri
interessati, dando agli stessi la possibilità di presentare le controdeduzioni
entro cinque giorni dalla data di notifica degli atti, ai sensi del combinato
disposto degli articoli 18 e 19 del Regolamento interno del Consiglio
regionale; -con riferimento alle condizioni di incompatibilità, la Giunta ha
deciso per i consiglieri Notarangelo, Tassone e Antonio De Caprio di esaminare
la relativa posizione in una successiva seduta, atteso che sulla scorta delle
dichiarazioni prodotte ai sensi dell’art. 41, comma 1, lett.
d) della legge regionale n. 9/2018 per i consiglieri Tassone e Antonio De
Caprio sono emerse condizioni di incompatibilità, mentre per il Consigliere
Notarangelo non risulta ancora depositata agli atti la medesima dichiarazione;
TENUTO CONTO CHE: -dalla dichiarazione del Consigliere
Notarangelo sugli incarichi elettivi ricoperti, ai sensi dell’art. 41, comma 1,
lettera d) della l.r. 9/2018, acquisita agli atti in
data 8 giugno 2020 con prot. n. 14056 non sono emerse
condizioni di incompatibilità; -dalla nota recante le dimissioni dalla carica
di Sindaco del Comune di Serra San Bruno trasmessa dal Consigliere Tassone in
data 8 giugno 2020 e acquisita in pari data al prot.
generale del Consiglio con il n. 14055, è emersa l’inconsistenza della causa
d’incompatibilità; -il Consigliere Morrone ha trasmesso le proprie
controdeduzioni in data 12 giugno 2020, acquisite al protocollo generale in
pari data con n. 14386; -il Consigliere Molinaro ha
trasmesso le proprie controdeduzioni in data 12 giugno 2020, acquisite al
protocollo generale in pari data con n. 14344;
-per il Consigliere Antonio De Caprio, attesa la
deliberazione del Consiglio Comunale di Orsomarso n. 2 del 23 giugno 2020
recante decadenza dalla carica di Sindaco del Comune e acquisita al prot. generale n. 15053 del 24 giugno 2020 è stata rimossa
la causa di incompatibilità;
RILEVATO CHE, nella seduta del 22 giugno 2020, la Giunta
delle elezioni, viste le controdeduzioni e la relativa documentazione dei
Consiglieri Molinaro e Morrone, dopo esame
approfondito ha deciso di trasmettere al Settore Assistenza Giuridica del
Consiglio regionale gli atti relativi alle posizioni dei due Consiglieri, al
fine di acquisire formale parere in merito alla sussistenza o meno per gli
stessi di condizioni di ineleggibilità/incompatibilità, in modo da chiarire
nello specifico, per il Consigliere Molinaro, se la
fattispecie contestata si profila come causa di ineleggibilità o
incompatibilità, e per il consigliere Morrone, se la legge 154/1981 è
applicabile alla fattispecie allo stesso contestata dal ricorso agli atti;
CONSIDERATO CHE dalla nota trasmessa dal Consigliere
Creazzo, in atto sospeso, e acquisita in data 23 giugno 2020 al prot. generale del Consiglio con n. 14892, è emersa
l’insussistenza della causa d’ineleggibilità;
TENUTO CONTO CHE il Settore Assistenza Giuridica del
Consiglio regionale, in data 26 giugno 2020, con documento interno n. 3919, ha
trasmesso il parere sulla posizione del Consigliere Morrone, dal quale emerge
testualmente che “in riscontro al preciso quesito posto circa l’applicabilità
della legge 154/1981, la risposta non potrà che essere positiva, fatta
eccezione per il comma 5 del suo art. 2, essendo tale ultimo afferente a
fattispecie diversa, non applicabile, neppure in via analogica, al caso di
specie, per tutte le ragioni testé rassegnate”;
TENUTO CONTO CHE il Settore Assistenza Giuridica del
Consiglio regionale, in data 29 giugno 2020, con documento interno n. 3935, ha
trasmesso il parere sulla posizione del Consigliere Molinaro,
dal quale emerge testualmente che “la contestazione di ineleggibilità di cui
all’art. 2, comma 1, n. 11 della legge 154/1981, che quelle di incompatibilità
di cui artt. 3 e 6, e all’art. 3, comma 1, n.1 della legge 154/1981, siano
infondate”;
VISTI gli articoli 18, 19, 20 e 21 del regolamento interno
del Consiglio regionale;
CONSIDERATO CHE, nella seduta del 29 giugno 2020, dopo
approfondito esame della documentazione trasmessa dai succitati Consiglieri per
i quali si paventavano condizioni di ineleggibilità e incompatibilità, e dei
pareri del Settore Assistenza Giuridica sopra richiamati, la Giunta delle
elezioni, su proposta del Presidente Neri, ha deliberato l’insussistenza di
cause di ineleggibilità e incompatibilità, proponendo al Consiglio regionale la
convalida dei Consiglieri regionali Aieta, Anastasi, Arruzzolo,
Bevacqua, Callipo, Caputo, Creazzo (in atto sospeso), Crinò,
Antonio De Caprio, Di Natale, Esposito, Gallo, Giannetta, Graziano, Guccione,
Irto, Mancuso, Minasi, Molinaro,
Morrone, Neri, Notarangelo, Paris, Pietropaolo, V. Pitaro,
F. Pitaro, Raso, Sainato,
Santelli, Sculco, Tallini, Tassone e degli assessori esterni Catalfamo, Sergio De Caprio, Orsomarso, Savaglio,
Spirlì, Talarico;
DELIBERA
di convalidare i Consiglieri regionali Aieta, Anastasi, Arruzzolo, Bevacqua, Callipo, Caputo, Creazzo (in atto
sospeso), Crinò, Antonio De Caprio, Di Natale,
Esposito, Gallo, Giannetta, Graziano, Guccione, Irto, Mancuso, Minasi, Molinaro, Morrone, Neri,
Notarangelo, Paris, Pietropaolo, V. Pitaro, F. Pitaro, Raso, Sainato, Santelli,
Sculco, Tallini, Tassone e gli assessori esterni Catalfamo,
Sergio De Caprio, Orsomarso, Savaglio, Spirlì, Talarico.
Art. 1
(Modifiche all’articolo 2-bis della l.r. 18/2013)
1. Ai commi 1 e 2 dell'articolo 2-bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi), le parole "30 giugno 2020" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2021 ".
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche agli articoli 25-bis e 52 della l.r. 19/2002)
1. Il comma 2-bis dell'articolo 25-bis della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio -Legge Urbanistica della Calabria) è abrogato.
2. Alla fine del comma 2 dell'articolo 52 della l.r. 19/2002, sono soppressi i seguenti periodi: "Nelle more dell'approvazione dei Piani Strutturali Comunali è consentita l'edificazione di cui al presente articolo anche su di superficie fondiaria inferiore ai 10.000 metri quadrati. Nel caso di asservimento di non contigui ai fini dell'attuazione dei rapporti volumetrici e di utilizzazione residenziale o produttiva è obbligo istituire il vincolo di inedificabilità secondo quanto disposto all'articolo 56 della presente legge."
Art.2
(Abrogazione della l.r . 61/2019)
1. La legge regionale 16 dicembre 2019, n. 61 (Modifiche ed integrazioni alla l.r. 19/2002 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio -Legge urbanistica della Calabria)) è abrogata.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica del comma 3, articolo 14, della l.r. 47/2018)
1. Il comma 3, articolo 14, legge regionale 21 dicembre 2018, n. 47 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2019) è sostituito dal seguente: “I termini per la procedura di liquidazione delle comunità montane soppresse ai sensi dell’articolo 2 della l.r. 25/2013 sono prorogati al 31 dicembre 2021”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Riconoscimento del debito fuori bilancio derivante dalla sentenza esecutiva n. 915/2019 emessa dal Tribunale di Reggio Calabria -Sezione Lavoro)
1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabilità e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), è riconosciuta la legittimità del debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivante dalla sentenza esecutiva di condanna n. 915/2019 emessa dal Tribunale di Reggio Calabria — Sezione Lavoro, per la somma complessiva di 13.162,06 euro.
Art. 2
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio di cui all'articolo 1 si provvede con le risorse disponibili nel bilancio 2020-2022 del Consiglio regionale della Calabria, esercizio 2020, allocate alla Missione 1 "Servizi Istituzionali generali e di gestione" Programma 10 "Risorse Umane" dello stato di previsione della spesa.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazioni all’articolo 14 della l.r. 17/2005)
1. Dopo il numero 2) della lettera b) dell’articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo) è aggiunto il seguente: “3) concessioni demaniali marittime stagionali dell’area “interposta” o “interclusa” tra le strutture di servizio poste a monte dell’arenile e la zona a valle adibita alla posa di ombrelloni e sdraio, nonché dell’area a monte della medesima concessione, fino al limite del confine demaniale o della viabilità, per la mera posa di ombrelloni e sdraio, giochi, verde, parcheggi, senza alcuna realizzazione di opere. Al fine di garantire il rispetto delle misure di sicurezza e di distanziamento sociale per il contenimento del virus da Covid-19, sono autorizzate, nei limiti della superficie soleggiata oggetto di concessione, modifiche alle strutture coperte o ombreggianti annesse agli stabilimenti balneari nella misura massima del 30 per cento e, comunque, non oltre i 100 metri quadrati, nel rispetto delle disposizioni contenute nell’allegato A, punto A.17, del d.p.r. 31/2017. Le disposizioni di cui al presente numero 3) restano valide e applicabili, sia in assenza che in presenza di PCS approvato, esclusivamente per la stagione estiva 2020.”.
Art. 2
(Integrazioni all’articolo 27 della l.r. 17/2005)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 27 della l.r. 17/2005 sono aggiunti i seguenti:
“4. Per fronteggiare gli effetti dell’emergenza epidemiologica da COVID19, esclusivamente per la stagione balneare 2020 e su richiesta dei titolari di stabilimenti balneari autorizzati alla posa di attrezzature balneari mobili (ombrelloni e sdraio), i Comuni possono concedere un’estensione dell’area in concessione mediante ampliamento del fronte mare sino al massimo del 30 per cento di quello attualmente in essere, alle seguenti condizioni:
a) sia rispettata la percentuale pari al 30 per cento del fronte mare per la libera fruizione, calcolata in relazione all'estensione della fascia demaniale disponibile alla balneazione, per il medesimo comparto o la medesima zona omogenea, di ogni singolo Comune rivierasco;
b) il fronte mare complessivo derivante dall’estensione non sia superiore a 100,00 (cento) metri lineari, fatte salve le attività ricettive alberghiere, i villaggi turistici, i campeggi e le altre strutture ricettive che presentino analoghe caratteristiche, ai fini delle attività inerenti ai servizi di balneazione, che dimostrino, in ragione del numero complessivo di posti letto -o ospiti nel caso di campeggi -disponibili, la necessità di ottenere l’estensione del fronte mare, per il rispetto del necessario distanziamento.
5. L’estensione dell’area concedibile da destinare a zone d’ombra (sdraio/lettini e ombrelloni), anche in deroga alla distanza minima di 50,00 (cinquanta) metri lineari tra adiacenti aree assentite in concessione, è subordinata alla valutazione da parte dei singoli Comuni delle specifiche condizioni geomorfologiche del territorio e delle peculiarità dei luoghi, fermo restando le relative funzioni di vigilanza in capo ai medesimi Comuni disposte dall’articolo 22 e le competenze in materia di controllo disciplinate dal Codice della Navigazione.
6. I Comuni sono tenuti ad inviare, al settore regionale competente e all’amministrazione marittima territorialmente competente, una copia di ogni provvedimento di rilascio, o variazione di concessione demaniale marittima adottato, unitamente a schema di calcolo del canone e dell’addizionale regionale.
7. Per fronteggiare gli effetti dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, al fine di favorire la massima semplificazione amministrativa, in applicazione del principio di sussidiarietà, esclusivamente per la stagione balneare 2020, la richiesta al settore regionale competente in materia di demanio marittimo di pareri vincolanti e/o obbligatori, previsti dalla presente legge e/o dal Piano di Indirizzo Regionale, resta a discrezione dei Comuni, fatti salvi eventuali controlli che la Regione si riserva di effettuare.
8. Le disposizioni transitorie di cui ai commi 4, 5, 6 e 7 non sono prorogabili, sono valide esclusivamente per la stagione estiva 2020 e applicabili sia in presenza che in assenza di PCS approvato.”.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale,
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 78 del 15 maggio 2020, recante: “Presa d'atto della Decisione della Commissione Europea C(2020) 1720 final del 13.03.2020 di modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Calabria”;
VISTI:
il Reg. (UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo, sul Fondo di Coesione, sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale e sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca e disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale europeo, sul Fondo di Coesione e sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, e che abroga il regolamento (CE) n . 1083/2006 del Consiglio;
il Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo Sviluppo Rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio;
il Reg. (UE) n. 1306/ 2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n.352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n.1290/2005 e (CE) n. 485/2008;
il Reg. (UE) n.1310/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 che stabilisce alcune disposizioni transitorie (secondo gruppo di regole) sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), modifica il regolamento (UE) n.1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto concerne le risorse e la loro distribuzione in relazione all'anno 2014 e modifica il regolamento (CE) n.73/2009 del Consiglio e i regolamenti (UE) n.1307/2013, (UE) n. 1306/2013 e (UE) n. 1308/2013 del Parlamento Europeo;
il Reg. (UE, EURATOM) n. 1311/2013 del Consiglio del 2 dicembre 2013 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014 -2020;
il Reg. Delegato (UE) n. 807/2014 della Commissione dell'11 marzo 2014, che integra talune disposizioni del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che introduce disposizioni transitorie;
il Reg. di Esecuzione (UE) n. 808/2014 della Commissione del 17 luglio 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR);
il Reg. di Esecuzione (UE) n. 908/2014 della Commissione del 6 agosto 2014 recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda gli organismi pagatori e altri organismi, la gestione finanziaria, la liquidazione dei conti, le norme sui controlli, le cauzioni e la trasparenza;
la Delibera 18 aprile 2014, n. 18 del Comitato interministeriale per la programmazione economica recante "Programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020: approvazione della proposta di accordo di partenariato";
la Decisione C (2014) 8021 del 29 ottobre 2014 con la quale la Commissione Europea ha adottato l'Accordo di Partenariato che stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione attraverso la programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimenti Europei (SIE) e rappresenta il quadro di riferimento nell'ambito della quale vengono declinati i Programmi Operativi assegnati alla titolarità delle Amministrazioni nazionali e regionali;
la Delibera 28 gennaio 2015, n. 8 del Comitato interministeriale per la programmazione economica recante "Accordo di partenariato per la programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 Presa d'atto";
TENUTO CONTO CHE:
in data 16 gennaio 2014, Rep. 8/CSR, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome -è stata raggiunta l'intesa sulla proposta di riparto degli stanziamenti provenienti dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) 2014 -2020;
con Delibera di Giunta regionale n.110 del 18 marzo 2014, recante "Programmazione PSR Calabria 2014 -2020 -fondo FEASR-Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale", la Giunta ha preso atto delle risorse assegnate alla Regione Calabria nell'ambito dell'intesa sul riparto delle risorse FEASR -Stato -Regione, nonché demandato all'Autorità di Gestione del PSR Calabria 2007-2013, quale soggetto deputato per la Programmazione 2014-2020 sullo Sviluppo Rurale, di predisporre tutti gli atti necessari per la propria organizzazione interna e per l'avvio delle attività dirette alla programmazione e gestione del Programma 2014-2020 -fondo FEASR;
con D.G.R. n. 289 del 14 luglio 2014 recante "Approvazione del Programma di Sviluppo Rurale della Calabria per il periodo 2014-2020-cofinanziato dal FEASR-e inoltro alla Commissione Europea" la Giunta regionale ha approvato il PSR Calabria 2014-2020, successivamente approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 405 del 21 luglio 2014;
in data 22 luglio 2014 il PSR Calabria 2014-2020 è stato formalmente trasmesso ai servizi della Commissione Europea attraverso il sistema informatico SFC e che il negoziato con i servizi della Commissione si è concluso nel mese di ottobre 2015 con l'inoltro della versione finale emendata per la definitiva approvazione;
a seguito della chiusura positiva del negoziato, la Commissione Europea con Decisione C(2015) 8314 final del 20 novembre 2015, ha approvato il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale, per il periodo di programmazione 2014 -2020;
con D.G.R. n. 4 del 18 gennaio 2016, la Giunta regionale ha proceduto alla "Presa d'atto della Decisione della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria e Istituzione del Comitato di Sorveglianza", successivamente approvata dal Consiglio regionale con deliberazione consiliare n. 99 del 23 febbraio 2016;
CONSIDERATO CHE:
la Commissione Europea, ai sensi dell'art. 11, lettera b), del regolamento (UE) n. 1305/2013, con Decisione C(2017)3559 final del 19 maggio 2017 ha approvato la modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 8314 della Commissione;
con D.G.R. n. 419 del 29 settembre 2017, la Giunta regionale ha proceduto alla "Presa d'atto della Decisione C(2017) 3559 final del 19 maggio 2017 della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
con Deliberazione n. 246 del 26 ottobre 2017, il Consiglio regionale ha effettuato la "Presa d'atto della Decisione C(2017) 3559 final del 19 maggio 2017 della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
la Commissione Europea, ai sensi dell'articolo 11, lettera a), punto iii), del regolamento (UE) n. 1305/2 013, con Decisione C(2017)7520 final del 10 novembre 2017 ha approvato la modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 8314 della Commissione;
con D.G.R. n. 607 del 11 dicembre 2017, la Giunta regionale ha proceduto alla "Presa d'atto della Decisione C(2017) 7520 final del 10 novembre 2017 della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
con Deliberazione n. 273 del 19 dicembre 2017, il Consiglio regionale ha effettuato la "Presa d’atto della Decisione C(2017) 7520 final del 10 novembre 2017 della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
la Commissione Europea, ai sensi dell'art. 11, lettera b), del regolamento (UE) n. 1305 /2013, con Decisione C(2018)1290 final del 28 febbraio 2018 ha approvato la modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 8314 della Commissione;
con D.G.R. n. 110 del 29 marzo 2018, la Giunta regionale ha proceduto alla "Presa d'atto della Decisione C(2018) 1290 final del 28 febbraio 2018 della Commissione Europea di approvazione della modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
con Deliberazione n. 317 del 17 luglio 2018, il Consiglio regionale ha effettuato la "Presa d'atto della Decisione C(2017) 1290 final del 28 febbraio 2018 della Commissione Europea di approvazione della modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
la Commissione Europea, ai sensi dell'art. 11, letta), del regolamento (UE) n. 1305/ 2013, con Decisione C(2018) 6608 final del 4 ottobre 2018 ha approvato la modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 8314 della Commissione;
con D.G.R. n. 475 del 29 ottobre 2018, la Giunta regionale ha proceduto alla "Presa d'atto della Decisione C(2018) 6608 final del 4 ottobre 2018 della Commissione Europea di approvazione della modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
con Deliberazione n. 369 del 19 dicembre 2018, il Consiglio regionale ha effettuato la "Presa d'atto della Decisione C(2018) 6608 final del 4 ottobre 2018 della Commissione Europea di approvazione della modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
la Commissione Europea, ai sensi dell’art. 11, lettera a), del regolamento (UE) n. 1305/2013, con Decisione C(2020) 1720 final del 13 marzo 2020 ha approvato la modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 8314 della Commissione;
le modifiche apportate al Programma sono contenute entro i limiti del finanziamento a suo tempo concesso e non comportano oneri a carico del bilancio regionale;
VISTI l’allegato A (Decisione C(2020) 1720 final del 13 marzo 2020, di approvazione della modifica al PSR Calabria 2014-2020) e l’allegato B (Programma di Sviluppo Rurale Calabria 2014-2020), che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
PRESO ATTO del parere di compatibilità finanziaria espresso dal Dirigente generale del Dipartimento regionale Bilancio, Patrimonio e Finanze in data 8 maggio 2020, prot. SIAR n. 0156403;
VISTA, altresì, la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30 “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione”;
DELIBERA
di prendere atto della Decisione C(2020) 1720 final del 13 marzo 2020 (Allegato A) e di approvare il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2014 – 2020 per come modificato dalla suddetta Decisione (Allegato B), allegati alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.
Il Consiglio regionale,
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 120 del 11 giugno 2020 recante: “PO FEAMP 2014/2020-Decisione C(2020)128 final del 13 gennaio 2020 della Commissione Europea di approvazione del nuovo PO FEAMP 2014/2020 (Programma 2014 IT14MFOP001 Versione 5.0) e dell'allegato Piano Finanziario per la Regione Calabria”;
VISTI:
-il Reg. (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga i regolamenti (CE) n. 2328/2003, (CE) n. 861/2006, (CE) n. 1198/2006 e (CE) n.791/2007 del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1255/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio;
-il Programma Operativo FEAMP 2014/2020, elaborato in conformità al disposto dell'art. 17 del Regolamento (UE) n. 508/2014 e approvato dalla Commissione Europea con decisione di esecuzione C(2015) 8452 del 25 novembre 2015;
-il piano finanziario del Programma Operativo articolato per le priorità previste all'art. 6 del Regolamento (UE) n. 508/2014;
-la delibera del Comitato lnterministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) del 28 gennaio 2015 relativa alla definizione dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il periodo di programmazione 2014/2020 e relativo monitoraggio;
-il DM 1034 del 19 gennaio 2016 recante la ripartizione delle risorse finanziarie del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP 2014/2020) rispettivamente in favore dello Stato e delle Regioni, in funzione degli accordi intercorsi ed approvati dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome della seduta del 17 dicembre 2015;
-lo stanziamento delle risorse di cui alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano concernente "Accordo Multiregionale per l'attuazione coordinata degli interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) nell'ambito del Programma Operativo FEAMP 2014/2020", repertorio n.102/CSR del 9 giugno 2016;
-la dotazione finanziaria complessiva attribuita all'Organismo Intermedio Regione Calabria, a valere sul P.O. FEAMP 2014/2020, pari ad € 37.669.863,00;
- la deliberazione di Giunta regionale n. 505 del 16 dicembre 2016, con la quale è stato approvato il Piano Finanziario del P.O. FEAMP 2014/2020, l'accordo multiregionale e sono stati recepiti gli strumenti di programmazione e le disposizioni attuative adottate dall'Autorità di Gestione;
-la deliberazione di Giunta regionale n. 532 del 16 dicembre 2016, recante "Variazione al bilancio di previsione, al documento tecnico di accompagnamento e al bilancio gestionale -Annualità 2016 -per l'iscrizione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP 2014/2020) 2014/2020";
-la deliberazione di Giunta regionale n. 132 del 7 aprile 2017 con la quale sono stati recepiti gli strumenti di programmazione e le disposizioni attuative adottate dall'Autorità di Gestione del P.O. FEAMP 2014/2020;
-l'art. 8 della legge regionale n. 2 del 30 aprile 2020 “Legge di stabilità regionale 2020”, ai sensi del quale: "Al fine di garantire il cofinanziamento del Programma Operativo FEAMP 2014-2020, rimodulato dall'VE con decisione n. C (2020) 128 del 13 gennaio 2020, è autorizzata la spesa di 337.488,00 euro per l'esercizio finanziario 2020, con allocazione alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2020 -2022. La Giunta regionale è autorizzata a destinare le risorse sulla base della nuova articolazione finanziaria del Programma operativo FEAMP 2014 -2020 in via di approvazione.";
PRESO ATTO CHE:
-il Piano Finanziario Regionale rimodulato, approvato nel corso della VII^ riunione del tavolo istituzionale del 23 marzo 2018, (Allegato A) è stato approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 253 del 21 giugno 2019 e che le modifiche contenute nel Piano sono sostanziali, in quanto comportano una destinazione delle risorse per priorità strategiche interne al programma diversa da quella originaria e che di conseguenza, ai sensi dell'art. 15 della l.r. 30/2016, necessitano dell'approvazione del Consiglio regionale; -il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha rappresentato che, a seguito alla proposta di modifica del PO FEAMP 2014/2020, esaminata durante la seduta del Comitato di Sorveglianza tenutosi in data 7 ottobre 2019 e approvata ai sensi dell'art. 110, co. 2, lett. a) del Reg. (UE) n. 1303/2013, con Decisione C(2020)128 del 13 gennaio 2020, la Commissione europea ha approvato il nuovo PO FEAMP 2014/2020 (Programma 20141T14MFOP001 Versione 5.0) al cui interno è riportata la ripartizione delle risorse per la Regione Calabria (Allegato B); -le modifiche contenute nel nuovo piano finanziario rimodulato (Allegato B) rivestono carattere sostanziale, comportando esclusivamente una diversa allocazione delle risorse di che trattasi fra le diverse priorità strategiche interne al Programma FEAMP 2014/2020, fatto salvo l'originario importo complessivo del programma stesso pari ad € 37.669.863,00;
VISTI il precedente Piano finanziario approvato con D.G.R. n. 253/2019 (Allegato A) e il nuovo Piano Finanziario approvato con Decisione C(2020)128 final del 13 gennaio 2020 (Allegato B), allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
VISTA, altresì, la legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30 “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione”;
DELIBERA
di approvare il Piano Finanziario approvato con D.G.R. n. 253/2019 (Allegato A) e il nuovo Piano Finanziario rimodulato approvato con Decisione C(2020)128 final del 13 gennaio 2020 (Allegato B), allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e sostanziali.
Art. 1
(Modifiche alla l.r. 48/2019)
1. Alla legge regionale 29 novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria) sono apportate le seguenti modifiche:
a) l’articolo 2 è abrogato;
b) alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 8, le parole: “stabilmente assunto con regolare rapporto di lavoro con il richiedente,” sono sostituite con le parole: “assunto secondo la normativa statale vigente in materia,”.
c) l’articolo 16 è abrogato.
Art. 2
(Abrogazione della l.r. 53/2019)
1. La legge regionale 5 dicembre 2019, n. 53 (Interpretazione autentica dell’art. 8, comma 2, della legge regionale 29 novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria)) è abrogata.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:
l'emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, c.d. Covid-19, ha determinato una recessione dell'economia mondiale senza precedenti;
tra i settori più colpiti vanno annoverati quelli della pesca e dell’acquacoltura in dipendenza dell'iniziale arresto e successivo rallentamento del mercato;
la crisi non ha risparmiato i pescatori calabresi e, tra questi, in modo più significativo quelli appartenenti alle marinerie del crotonese;
nelle citate aree marine di pesca insistono infatti le Piattaforme dell'Eni per l'estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi che, tra l'altro, limitano in modo significativo il braccio di mare utile agli esercenti dei comparti in parola;
il Decreto Legislativo 25 novembre 1996 n. 625, rubricato "Attuazione della direttiva 94/22/CEE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi", all'art. 19 recita testualmente:
“Per le produzioni ottenute a decorrere dal 1 gennaio 1997, il titolare di ciascuna concessione di coltivazione è tenuto a corrispondere annualmente allo Stato il valore di un'aliquota del prodotto della coltivazione pari al 7% della quantità di idrocarburi liquidi e gassosi estratti in terraferma, e al 7% della quantità di idrocarburi gassosi e al 4% della quantità di idrocarburi liquidi estratti in mare”.
L 'art.20 prevede poi che:
“Per le produzioni ottenute a decorrere dal 1 gennaio 1997 per ciascuna concessione di coltivazione situata in terraferma il valore dell'aliquota calcolato in base all'articolo 19 è corrisposto per il 55% alla regione a statuto ordinario e per il 15% ai comuni interessati; i comuni destinano tali risorse allo sviluppo dell' occupazione e delle attività economiche, all'incremento industriale ed a interventi di miglioramento ambientale, nei territori nel cui ambito si svolgono le ricerche e le coltivazioni”
L'art. 22 dispone che:
“Per le produzioni ottenute a decorrere dal 1 gennaio 1997, l'aliquota in valore di cui all'articolo 19, quando è relativa a un giacimento situato in tutto o prevalentemente nel sottofondo del mare territoriale è per il 55% corrisposta alla regione adiacente” con legge n. 13 del 17 agosto 2005, la Regione Calabria ha stabilito che:
“A decorrere dall'esercizio finanziario 2014, il valore dell'aliquota del prodotto ottenuto dalle concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio di Crotone e nelle aree marine prospicienti lo stesso territorio, corrisposto alla Regione Calabria per le annualità 2014 e seguenti, ai sensi degli articoli 20 e 22 del decreto legislativo 25 nov. 1996, n. 625 (Attuazione della direttiva 94/22/CEE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi), è destinato alla realizzazione di un Accordo di programma fra la Regione e i Comuni di Crotone , Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Strongoli, Crucoli, Cirò, Cutro e Melissa. L'Accordo, disciplinato dall'articolo 11 e seguenti della legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria), è diretto allo sviluppo dell'occupazione e delle attività economiche ed al miglioramento ambientale nei territori afferenti i Comuni indicati e che Il fondo è, comunque, destinato ad incrementare i bilanci di previsione degli enti locali interessati, per essere destinato al finanziamento di progetti rivolti allo sviluppo dell'occupazione, al supporto di attività economiche ed al miglioramento ambientale del territorio”
risulta poi che a partire dal 1998 fino al 2013, le marinerie del crotonese hanno percepito, attraverso provvedimenti regionali e comunali, le royalties a loro destinate derivanti dalle attività dell'Eni;
con D.P.G.R. n. 49 dell'11 maggio 2017, in attuazione del D.G.R. n. 458 del 14 novembre 2016, è stato approvato l'Accordo di programma fra la Regione e i Comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Strongoli, Crucoli, Cirò, Cutro e Melissa con il quale le parti "si impegnano ad eseguire ogni azione utile al perfezionamento dell'iter tecnico-amministrativo, al finanziamento, alla realizzazione del presente accordo di programma diretto allo sviluppo dell'occupazione e delle attività economiche ed al miglioramento ambientale nei territori afferenti" ;
con il predetto accordo i comuni interessati, quali enti attuatori degli interventi, si impegnavano a presentare alla Regione i programmi di utilizzo delle risorse ed a realizzare ogni intervento con le modalità ed i vincoli imposti dalla legislazione vigente (regionale, nazionale e comunitaria);
negli ultimi anni, su impulso delle associazioni di categoria, si sono susseguiti diversi incontri promossi dalla Prefettura di Crotone con la Regione ed i citati Comuni, aventi ad oggetto gli aiuti diretti ai pescatori, ovvero se tale forme di sostegno costituissero o meno elementi di distorsione della concorrenza e che, quindi, potessero non concretizzarsi nella forma di "aiuto di stato ", non consentito dalla normativa europea sulla concorrenza;
CONSIDERATO CHE:
il nuovo Quadro Temporaneo per gli aiuti di Stato adottato dalla Commissione già il 19 marzo 2020, con la Comunicazione C(2020) 1863 final, stabilisce che gli Stati membri possono concedere importi limitati temporanei di aiuti sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali, garanzie su prestiti o tassi di interesse agevolati per prestiti (finanziamento nazionale), anche alle imprese del settore della pesca e dell'acquacoltura che incontrano difficoltà come conseguenza della pandemia da Coronavirus;
il quadro degli aiuti di Stato ammissibili è stato esteso ed integrato il 3 aprile, con la Comunicazione C(2020) 2215 final e ulteriormente modificato ed esteso con la Comunicazione dell’8 maggio C(2020 3156 final), il quale cesserà di essere applicabile il 31 dicembre 2020, tranne che per la disciplina sugli aiuti di stato alla ricapitalizzazione delle imprese non finanziarie che sarà efficace sino al 1° luglio 2021;
IMPEGNA
la Giunta regionale
ad attivare con urgenza un tavolo tecnico tra la Regione ed i Comuni interessati, sottoscrittori del predetto Accordo di Programma, per individuare modalità e forme semplificate per l'erogazione di sovvenzioni dirette ai pescatori del crotonese colpiti dalla crisi economica direttamente collegata all'emergenza sanitaria da infezione da SARSCoV-2 (Covid-19) con riferimento alle aliquote versate annualmente dall'Eni (annualità 2020 e 2021) nella misura minima del 50%;
a supportare le Amministrazioni comunali per i necessari adempimenti e comunicazioni alla Commissione Europea affinché le sovvenzioni rientrino nelle previsioni del Quadro Temporaneo per gli aiuti di Stato;
ad attivarsi presso gli Uffici della Commissione UE affinché possa dirimersi definitivamente la questione "aiuti di stato" per le sovvenzioni ai pescatori in regime ordinario al fine di orientare la stesura del prossimo accordo di programma tra la Regione ed i Comuni del crotonese, poiché le royalties non costituiscono aiuti di stato ma bensì un ristoro economico per quei soggetti danneggiati in concreto dalla presenza delle piattaforme di estrazione ovvero le marinerie, le attività economiche e produttive legate al mare, incluse quelle turistiche.
ad adottare, di concerto con le associazioni di categorie, politiche tese a perseguire lo sviluppo e la salvaguardia delle attività economiche e produttive legate al mare e al litorale.
Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:
l'emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, c.d. Covid - 19, ha determinato una recessione dell'economia mondiale senza precedenti;
tra le categorie più colpite vanno annoverati i lavoratori precari, ed in particolare gli ex LSU delle scuole, c.d. personale ATA che annovera 1.100 corregionali calabresi,
in materia si sono susseguite leggi inique ove non discriminatorie che hanno determinato per la categoria in discorso sempre maggiori disagi avendo determinato il loro distaccamento in sedi distanti, anche 200 KM dalla loro residenza, nonché una maggiore incertezza sotto il profilo previdenziale;
CONSIDERATO CHE
a partire dal 1999, le competenze svolte dagli Enti Locali nelle scuole elementari, materne e negli istituti secondari superiori - tra le quali i servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie - furono trasferite allo Stato dall'articolo 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124;
con il decreto interministeriale 23 luglio 1999, n. 184, e in particolare con l'articolo 9, si dispose il subentro dello Stato nei contratti stipulati dagli Enti Locali (c.d. appalti storici), per la parte concernente l'attuazione di compiti propri del personale ATA, in luogo dell'assunzione di personale dipendente;
con il trasferimento di competenze dagli enti locali allo Stato, nella specie al Ministero dell'Istruzione, venne anche prevista una nuova stabilizzazione. Infatti, l'art. 45, comma 8, della legge n. 144 del 1999 stabiliva che: "Ai lavoratori impegnati in lavori socialmente utili assoggettati alla disciplina di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 1 dicembre 1997, n. 468, è riservata una quota del 30 per cento dei posti da ricoprire mediante avviamenti a selezione di cui all'articolo 16 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, e successive modificazioni";
la predetta disposizione rimase inapplicata nella scuola, mentre l'articolo 78, comma 313 della legge n. 388 del 2000 interveniva nuovamente disponendo che ai fini della stabilizzazione
dell'occupazione dei soggetti impegnati in progetti di lavoro socialmente utili presso gli istituti scolastici si dovesse ricorrere alla "terziarizzazione ", ovvero ancora una volta all'appalto a consorzi di ditte e cooperative di servizi di pulizia nelle scuole;
con la Legge n. 159/019 il legislatore ha paradossalmente previsto che "i rapporti instaurati a tempo parziale non possono essere trasformati in rapporti a tempo pieno, né può essere incrementato il numero di ore lavorative se non in presenza di risorse certe ed instabili"
in ultimo, con decreto del 22 maggio 2020 il Governo ha indetto nuova procedura selettiva per il personale ATA per sedi interi residuati fuori regione.
IMPEGNA
la Giunta regionale ad attivarsi presso le Istituzioni ed il Governo affinché venga istituito un tavolo tecnico che di concerto con le rappresentanze di categoria, adotti un provvedimento di legge teso a dirimere in modo organico e definitivo la problematica dei lavoratori ATA, ex LSU Scuola.
Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:
l'emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, c.d. Covid-19, ha determinato una recessione dell'economia mondiale senza precedenti.
tra i settori più colpiti vanno annoverati quelli della pesca e dell'acquacoltura.
la Calabria è una delle regioni italiane che più si presta allo sviluppo dell'acquacoltura con quasi 800 chilometri di costa, qualità delle acque mediamente buona, anche grazie all'importante e regolare idrodinamismo costiero.
inoltre, registrando le nostre acque temperature medie nettamente superiori a quelle di siti italiani più settentrionali, la fase di stasi invernale risulta molto più contenuta con l'ulteriore vantaggio di cicli di allevamento più brevi, soprattutto nel Mar Jonio.
tuttavia in Calabria la mitilicoltura è praticamente assente mentre impianti di itticoltura marina sono presenti a Saline Joniche ed a Rossano-Corigliano. Un impianto di allevamento in acque dolce è presente in provincia di Crotone, lungo il corso del fiume Neto; ad oggi, dunque, la risorsa dell'acquacoltura e, in particolar modo, quella della maricoltura è decisamente poco sfruttata.
il Fondo Europeo della Pesca (FEP) conferito alla Regione Calabria nel periodo di Programmazione Operativa settennale 2007/2013 non ha praticamente assegnato risorse per la maricoltura (l'acquacoltura svolta in mare) giungendo finanche a sopprimere la Misura specifica con Decreto N° 16338 del 29 dicembre 2011.
nessun effetto significativo hanno fatto poi registrare il primo ed il secondo bando della nuova Programmazione Operativa afferente al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (F.E.A.M.P.) che per il biennio 2017-19 aveva reso disponibili € 5.403.069,07. Con il primo bando sono stati, infatti, collocati solo € 496.385,47 ad un solo beneficiario, ovvero per l'ulteriore sviluppo dell'impianto di allevamento di acqua dolce in vasche a Rocca di Neto. Parimenti con il secondo bando, con Decreto N° 4886 del 16 aprile 2019, è stato aggiudicato un unico finanziamento di € 93.700,00. Con il terzo ed ultimo bando regionale, quello la cui graduatoria è stata pubblicata sul BURC N° 26 del 24 marzo 2020, sono stati assegnate infine risorse finanziarie per € 1.400.000,00 il cui effettivo utilizzato da parte dei soggetti beneficiari, tuttavia, potrà essere riscontrato solo tra circa due anni.
tra l'altro, l'importanza dell'acquacoltura come fonte di alimenti e tutela della biodiversità e dell'ambiente è tra gli argomenti più attuali. Stime ufficiali dell'ONU indicano, infatti, in 7,7 miliardi di persone la popolazione mondiale alla fine dell'anno 2019, e attendibili previsioni consentono di affermare che è destinata a raggiungere quota 8.9 miliardi nel 2050, cosicché non si può prescindere
dall'ipotizzare come a fronte di una popolazione in continuo aumento, cresca la domanda di beni di sussistenza, ed in particolar modo di generi alimentari.
per quanto riguarda il mercato UE dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, nel 2016 il tasso di autosufficienza è diminuito ancora rispetto al 2015, passando dal 42,5% al 41,7%, cioè una parte maggiore della domanda è stata soddisfatta tramite prodotti importati piuttosto che con le catture o con prodotti allevati nell'UE. La data del 9 luglio 2019 è stata la data battezzata "Fish Dependence Day'' data in cui, simbolicamente, il territorio dell'UE ha terminato le risorse interne di pesce, molluschi e crostacei e ha iniziato a importare e dunque a dipendere da pesce prodotto estero fino a fine anno. Il caso Italia è, se possibile, peggiore. Il "Fish Dependence Day" è stato raggiunto già il 6 aprile 2019, probabilmente indotto dal fatto che gli italiani si attestano tra i principali consumatori di pesce in Europa, con una media di ben 29 kg a testa/anno.
CONSIDERATO CHE
a differenza delle altre tipologie di acquacoltura, quella della maricoltura necessita per essere svolta di ampi specchi acquei di mare che vengono affidati in regime concessorio dalle competenti amministrazioni locali.
pertanto, il principale motivo che penalizza lo sviluppo del comparto in Calabria, involge le tariffe demaniali atteso che la norma abrogativa introdotta dall'art. 23 del D.lgs. N° 154 del 26 maggio 2004 ha determinato una illegittima sperequazione nella imputazione dei canoni di cui ai D.M. N° 595/1995 e D.M. del 19 luglio 1989, prevedendone l'applicazione in misura parossistica per gli operatori costituiti in forma giuridica diversa dalla cooperativa.
infatti, tale differenza, sulla base delle tariffe aggiornate agli indici ISTAT per l'anno 2019 con D.M. del 7 dicembre 2018 (cfr. G.U. N° 29 del 4 febbraio 2019), risulterebbe essere di: 0,00411 €/mq per le sole cooperative, mentre per gli operatori costituiti in diversa forma giuridica, il canone che vorrebbe essere applicato alle concessioni demaniali marittime sarebbe pari ad € 3,23750 €/mq per le aree occupate ed € 1,72668 per le aree pertinenziali rimaste ancora libere, quindi con un incrementato di oltre il 78-MILA% per le prime e del 41-MILA% per le seconde.
conseguentemente, per un compendio demaniale di 50.000mq, di cui occupati con impianti d'allevamento 40.000 mq e rimasti liberi 10.000 mq, risulterebbe un canone per il solo anno 2019 di € 146.766,80, contro un canone destinato alle sole cooperative di appena € 205,50, ovverosia di € 364,63 quale misura minima prevista dall'art. 4 del D.M. del 19 luglio 1989, così come aggiornata per l'anno 2019 con il D.M. del 7 dicembre 2018.
tale disparità di trattamento impositivo integra una palese violazione dell'art. 3 della Costituzione, nonché dei principi fissati dall'art. 40, co. II del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (T.F.U.E.) in forza del quale la Politica Comune dell'Agricoltura (P.A.C.) e della Pesca (P.C.P.) deve escludere ogni discriminazione tra produttori.
detta sperequazione risulta ancora in contrasto con il dettato dell'art. 107 del citato Trattato che dichiara incompatibili con il mercato interno gli aiuti concessi dagli Stati che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsano o minacciano di falsare la leale concorrenza.
l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con la Delibera N° AS872 del 23 ottobre 2008, in esercizio delle proprie prerogative di cui all'art. 21 Legge N° 287/1990, ha già segnalato, anche alla Regione Calabria che: "la sola natura giuridica del soggetto titolare della Concessione non può giustificare la diversità dei canoni concessori".
sempre l'Antitrust ha ribadito con Delibera N° AS1558 del 10 gennaio 2019 "che la normativa in questione, nell'individuare canoni concessori notevolmente differenziati in ragione della sola natura giuridica del concessionario, è idonea a determinare distorsioni concorrenziali, non giustificate da esigenze generali e comunque non proporzionate rispetto ad esse, tra operatori che svolgono le medesime attività di pesca e acquacoltura", è intervenuta presso i Presidenti di Senato e Camera, il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri competenti ed i Presidenti delle Regioni, "auspicando che le Amministrazioni in indirizzo tengano in adeguata considerazione le suesposte osservazioni, al fine di tutelare e promuovere nella maniera più efficace e opportuna la concorrenza nel settore interessato".
anche la "Conferenza delle Regioni e delle Province autonome", istituita in Italia nel 1997 con il D.lgs. N° 281 per i compiti di interesse comune, ha approvato l'Ordine del Giorno N° 12/152/CR12b/C10 con il quale ha chiesto al Governo "di parificare [...] gli importi dei canoni dovuti dagli operatori titolari di concessioni demaniali marittime rilasciate per l'esercizio di attività di acquacoltura, mitilicoltura, ovvero per le attività di pesca o connesse alla pesca". "Senza questo intervento da parte del Legislatore, si comprometterebbe seriamente l'equilibrio di un comparto strategico, quale è quello dell'acquacoltura, già fortemente esposto ad un'agguerrita concorrenza internazionale da parte di imprese straniere che operano in condizioni ambientali e normative molto diverse da quelle italiane". In un'altra Conferenza più recente, tenutasi il 25 marzo 2015, è stato approvato un altro Ordine del Giorno N° 15/22/CR09/C5 "per quel che riguarda [...] l'annosa questione della corretta, equa ed omogenea definizione dei canoni, e nello spirito di ridare impulso ad un settore vitale dell'economia ittica nazionale [...], le Regioni hanno chiesto di intervenire sulla materia[...]";
il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (M.I.T.), con propria nota prot. N° 6243 del 18 giugno 2007, ha precisato che "la forte sperequazione tra società cooperative e non cooperative [...], considerato il numero esiguo delle concessioni, se da un lato può comportare il probabile fallimento delle imprese coinvolte in ragione dell'estensione delle concessioni mediamente utilizzata per detti fini, dall'altro non garantisce, sotto l'aspetto finanziario, un significativo introito per le casse dello Stato". Infatti, aggiunge il Direttore Generale del Ministero, "dai dati censiti nel Sistema Informativo del Demanio (S.l.D.) marittimo, è ascrivibile all'uso della pesca e acquacoltura circa il 3,7% delle concessioni demaniali marittime rilasciate su territorio nazionale, con un canone corrispondente complessivamente introitato pari all' 1,8% del totale";
stante l'inazione degli organi nazionali interpellati alcune Regioni hanno assunto iniziative autonome. La prima in ordine cronologico è stata la Regione Marche
con la Delibera N° 1150 adottata il 9 ottobre 2006 della Giunta Regionale a cui ha fatto seguito la Legge Regionale N° 16/20151, art. 15, co.1, e la Delibera N° 1085 del 4 dicembre 2015. Altre iniziative sono state assunte dal Friuli Venezia Giulia con l'introduzione dell'art. 2, co. 76, della Legge Regionale N° 22 del 29 dicembre 20102; dalla Regione Puglia con l'art. 14, co.1, della Legge Regionale N° 43 del 3 novembre 20173; dalla Sardegna con l'art. 1, co. 3, della Legge Regionale N° 9 del 20 marzo 20184. Tutti gli interventi regionali sono stati tesi ad applicare il canone previsto per le sole cooperative (cosiddetto ricognitorio) a tutti i concessionari, compresi quelli non costituiti in cooperativa.
tali interventi regionali, tuttavia, hanno aggravato gli effetti distorsivi concorrenziali tra operatori che svolgono le medesime attività di acquacoltura introducendo ulteriore profilo di sperequazione in base alla Regione in cui avviene la produzione.
l'attuale disciplina del riparto di competenze sulla gestione del Demanio Marittimo è rinvenibile nel dettato normativo del D.Igs. N° 112/1998 come novellato dalla Legge N° 88/2001. L'art. 105 del D.lgs. N° 112/1998 stabilisce che: "(1) sono conferite alle Regioni ed agli Enti locali tutte le funzioni non espressamente
1 Ai sensi dell'art. 15, co.1, della Legge Regionale Marche N° 16/2015, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494".
2 Ai sensi dell'art. 2, co.76, della legge Regionale Friuli Venezia Giulia N° 22 del 29 dicembre 2010, "nelle more di tale determinazione, a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione 15 novembre 1995, N° 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400 (Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494"
3 Ai sensi dell'art. 14, co.1, della legge Regionale Puglia N° 43 del 3 novembre 2017, "alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale per attività di acquacoltura si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell'art. 3, comma 2, del D.L. del 5 ottobre 1993, N° 400 (disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, nella Legge 4 dicembre 1993, N° 494".
4 Ai sensi dell'art. 1, co.3, della legge Regionale Sardegna N° 9 del 20 marzo 2018, "[...] a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione 15 novembre 1995, N° 595 (Regolamento recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400, convertito, con modifiche, dalla Legge 4 dicembre 1993, N° 494 (conversione in Legge, con modificazioni, del D.L. 5 ottobre 1993, N° 400, recante disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime)".
indicate negli articoli del presente capo e non attribuite alle Autorità portuali dalla Legge N° 84 del 28 gennaio 1994 s.m.i. (2) Tra le funzioni di cui al comma 1 sono, in particolare, conferite alle Regioni le funzioni relative: [...] al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle d'approvvigionamento di fonti di energia; tale conferimento non opera nei Porti finalizzati alla difesa militare ed alla sicurezza dello Stato, nei Porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, nonché nelle aree di preminente interesse nazionale individuate con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale N° 136 del 12 giugno 1996, e successive modificazioni. Nei Porti di rilevanza economica regionale ed interregionale il conferimento decorre dal 01 gennaio 2002". L'art. 1 co. 4 dello stesso D.lgs. N° 112/1998 specifica che "in nessun caso le norme del presente Decreto Legislativo possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione allo Stato, alle sue Amministrazioni od a Enti pubblici nazionali, di funzioni e compiti trasferiti, delegati o comunque attribuiti alle Regioni, agli Enti locali e alle autonomie funzionali dalle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente Decreto Legislativo".
la disciplina dei beni demaniali è stata successivamente modificata in parte per effetto della riforma introdotta dal D.lgs. N° 85/2010, con cui è stato approvato il cosiddetto 'federalismo demaniale'. Com'è noto tale Legge costituisce attuazione dell'art. 119 della Costituzione, come novellato dalla Legge N° 3 del 18 ottobre 2001, che riconosce ai Comuni, alle Provincie, alle Città Metropolitane ed alle Regioni "un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla Legge dello Stato". La stessa Corte Costituzionale, dirimendo diversi conflitti di attribuzione sorti tra lo Stato e le Regioni di volta in volta interessate, ha riaffermato la competenza delle Regioni, o dei Comuni in caso di funzioni ad esse delegate, in materia di demanio marittimo e di Porti, ripudiando qualsiasi forma di riappropriazione della competenza da parte dello Stato (cfr. Corte Costituzionale Sentenza N° 344/2007; Corte Costituzionale Sentenza N° 255/2007; Corte Costituzionale Sentenza N° 90/2006).
IMPEGNA
la Giunta Regionale
ad adottare anche in Calabria una delibera con la quale si stabilisca che "a tutte le concessioni demaniali marittime nelle zone di mare territoriale aventi a oggetto iniziative di acquacoltura, ancorché richieste da imprese singole o associate non cooperative, si applica il canone annuo previsto dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione N° 595 del 15 novembre 1995 (recante norme per la determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime), per manufatti e impianti ubicati nel mare territoriale, con aggiornamento annuale ISTAT ai sensi dell'art. 4 del D.L. N° 400 del 5 ottobre 1993 (recante disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime) convertito, con modifiche, dalla Legge N° 494 del 4 dicembre 1993".
ad adottare, di concerto con le associazioni di categorie, politiche tese a perseguire lo sviluppo e la salvaguardia delle attività di acquacoltura.