Seduta di venerdì 5 marzo 2004
Presidenza del Vicepresidente Domenico Rizza
PRESIDENTE
Invita l’onorevole Gagliardi a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
PRESIDENTE
La seduta è aggiornata alle 15.
La seduta sospesa alle 13,24 è ripresa alle 16,46
Presidenza del Presidente Luigi Fedele
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Signor Presidente, vorremmo
sapere se il dibattito deve iniziare con i banchi della maggioranza vuoti…
PRESIDENTE
I colleghi sono già qui
presenti qualcuno deve ancora arrivare, d’altronde anche i colleghi della
opposizione non sono tutti presenti.
Vorremmo sapere se deve iniziare il dibattito…
PRESIDENTE
Certo, può iniziare, i colleghi stanno arrivando.
Prego, onorevole Bova.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, i miei colleghi della opposizione facevano una domanda
esplicita al di là del fatto che la nostra risposta l’abbiamo data, cioè
se si tratta di un bilancio tecnico oppure di una tecnica della maggioranza per
svilire e impoverire il funzionamento dell’istituzione.
Comunque torniamo all’ordine del giorno. Il bilancio
2004? Potremmo concludere con 3-4 parole che segnano come pietra la situazione.
Secondo noi, e nel mio intervento tenterò di evidenziarlo perché dimostrarlo è
facile, è il manifesto di un fallimento conclamato prima annunciato.
In poche parole – l’ho già sostenuto in Commissione e
purtroppo non era mai capitato come stavolta – è l’espediente inventato un paio
di settimane fa per dare parvenza legale al colpo di mano tentato dal
centro-destra nel mese di gennaio per il cosiddetto piano triennale per le
opere pubbliche su cui si impegnano quasi tutte le poche risorse giacenti per
legge, circa 8 milioni di euro, indebitando così la Regione per altri 200
miliardi di vecchie lire.
Bilancio tecnico, onorevole Presidente della
Commissione? Lasciamo perdere tranne che per i 7 milioni di euro non aggiunge e
non toglie nulla a quanto previsto con l’esercizio provvisorio, anzi se mi è
consentito toglie l’alibi alla maggioranza rispetto alla copertura necessaria
per pagare gli Lpu per tutto l’anno, non copre le spese necessarie per il
trasporto locale, non dà copertura alcuna alle leggi sulla famiglia, cancella
rispetto al 2003 quasi il 50 per cento dei fondi per le politiche del lavoro,
non c’è nulla per gli incentivi agli artigiani, infine contiene una omissione
colpevole sulle risorse di finanza derivata che devono andare alle Comunità
montane e su cui abbiamo cercato di ragionare e di porre la questione fino a
qualche minuto fa.
Quale valutazione, quale decisione politica sulle
risorse che il Cipe delibera tutti gli anni e ha deliberato da alcuni anni
bisogna assumere a fronte di una delibera della Giunta di centro-destra
adottata alcuni anni fa? Che cosa bisogna fare in questa Regione perché le
decisioni nazionali e quelle della stessa Giunta arrivino fisiologicamente nei
tempi dovuti agli enti che hanno una funzione istituzionale precisa.
D’altronde il sistema regge perché c’è una
riconoscibilità reciproca e perché ciascuno a tutti i livelli sottostanno a
regole ben precise.
Questo abbiamo tentato di fare e allora chi è che aizza
gli animi? Chi è che sottostà alle leggi o chi in qualche maniera appare come
un ruolo che si pone al di sopra per non dire al di fuori delle leggi? Bel
risultato ha questa sera.
Noi non sappiamo quanto è da attribuire ad insipienza e
quanto ad una logica politica di prepotenza ma una domanda è d’obbligo. Per
questo risultato, per questo cosiddetto bilancio tecnico, onorevole Presidente
Talarico, valeva la pena cancellare anche a questo livello qualsiasi parvenza
di confronto con le forze sociali, con le autonomie locali, con le autonomie
funzionali o il volontariato? Valeva la pena di cancellare regole sacrosante
praticamente per nulla?
Com’è che questo si concilia col fatto che addirittura
nella legge delle leggi, nello Statuto della Regione, abbiamo assunto il metodo
della concertazione, del partenariato come metodo fondamentale per le relazioni
politiche, sociali e istituzionali?
L’impressione netta, colleghi, è che nella maggioranza
si sia superata all’indietro e in peggio quel clima di confusione permanente
delle settimane e dei mesi passati.
Ora siamo, mi si consenta, ad una sorta di marasma che
vi illudete di coprire licenziando provvedimenti dai titoli altisonanti.
Avantieri la legge sulla famiglia, ieri il piano sui trasporti, oggi il
bilancio, domani magari il piano sulla salute ma con provvedimenti che non
spostano di una virgola in avanti una situazione dissestata, anzi formalizzano
un arretramento assieme ad una colpevole complicità perché fate finta di
risolvere, affermate di risolvere quando in concreto non si risolve nulla.
Che dire poi della trovata di discutere il documento di
programmazione economica e finanziaria del 2004-2006, e torno su questa data,
dopo l’approvazione del bilancio? Begli architetti siete! Se foste davvero
architetti ed ingegneri vi porterei – ma ve lo porto comunque – un esempio.
Voi sapete come procedete? Come quell’ingegnere che nel
progetto che elabora, quando diventa direttore dei lavori dice: piazziamo il
tetto e dopo pensiamo alle fondamenta e ai pilastri di sostegno. Tutti
capiscono che il tetto non regge ma voi quello che non regge in tutte le regole
della natura pensate di farlo reggere con artifici di questa natura.
Questa poi di discutere da qui a qualche mese, me lo
auguro, il Dpef 2004-2006 è una perla. La legge dice – come saprete – che il
Dpef parte dall’anno successivo a quello in cui si approva e quindi dovreste
fare per lo meno una correzione nell’anno. Dovreste dire che il Dpef che
andremo a discutere tra qualche mese mi auguro è il Dpef 2005-2007.
Quindi voi non avete discusso, non avete fatto il
compito per la parte che vi riguarda, non l’avete voluto o saputo fare e
pretendete di scrivere il compito per chi si insedierà dopo la metà del 2005!
Voi che non avete fatto i compiti vostri avete la
presunzione di volerli fare per quelli che verranno dopo, così vanno le cose
nella Regione Calabria.
Vedete, il nostro giudizio su questo bilancio e poi
entrerò nel merito, sarebbe stato severo anche se si fosse trattato non dico
del bilancio di previsione del 2004 ma anche del 2002, cioè appena dopo che nel
gennaio e febbraio di quell’anno avemmo approvato la nuova legge di contabilità
perché quella legge che assegnava una prerogativa e una concentrazione di
potere enorme nelle mani dell’esecutivo al contempo riqualificava in qualche
maniera, ridava un ruolo al Consiglio in quanto sulle funzioni programmatorie
alte, sulle previsioni per il triennio e sul controllo gli assegnava una
funzione pregnante e concreta.
I fatti che dicono? Che con una mano avete preso e con
l’altra non avete dato. Ma non dipendeva da voi dare, dipendeva dalla legge,
dunque non avete rispettato la legge, non ci avete da un lato consentito di
esercitare i controlli e le valutazioni, in maniera che la valutazione sul bilancio
e sulle correzioni da introdurre fossero il risultato anche delle verifiche sui
bilanci precedenti, e dall’altro, sulle funzioni di indirizzo e di programma,
ci avete impedito di ragionare e decidere.
Dunque il giudizio non può essere limitato a questo solo
bilancio e non può essere parziale. Siamo nel 2004 e in qualche modo è l’ultimo
bilancio di questa legislatura perché il prossimo vi riguarderà solo per meno
della metà dell’anno. Questo ci porta a dire che il giudizio che dobbiamo
esprimere è definitivo in quanto non c’è più per voi né possibilità di
recupero, né riparazione. In qualche modo, se utilizziamo un gergo scolastico
la bocciatura è definitiva e inappellabile.
Questo modo di parlare, in cui scolpisco le parole come
le pietre, è perché io sono minoranza, perché esprimo una posizione di
opposizione, perché siamo in qualche maniera stizziti o arrabbiati, o in
qualche modo perché le parole sono logica conseguenza dei fatti che accadono?
Forse che si tratta di una valutazione discorde o negativa a fronte di un
quadro in cui tutte le altre cose funzionano? No, non è così e voi lo sapete.
Forse è possibile esprimere un’altra valutazione e un altro giudizio
sull’utilizzo dei fondi europei?
Ve l’ho detto già l’anno scorso, non ci sono cose che possono
cambiare. Non noi ma il valutatore vostro, quello che per legge avete dovuto
prendere, ha scritto delle cose più critiche e negative di quanto io abbia
potuto fare e quando l’anno scorso ne ho parlato qualcuno mi ha detto: “Ma da
dove le hai prese queste carte? Noi non le abbiamo”.
E’ passata qualche settimana e qualche mese e quelle
carte sono diventate ufficiali e allora si è detto: “Ma questo valutatore è
arrivato ora, ne capisce poco ecc”. Ma io vi ricordo che egli non dava giudizi
politici, non esprimeva valutazioni di ordine generale; c’era poco da dire
quando si sosteneva che la spesa effettiva era di poco superiore al 3 per
cento, che sul 15 per cento di spesa rendicontata a Bruxelles oltre l’11,5 per
cento era fatta di progetti sponda. Quando si diceva che i meccanismi di bando
non erano trasparenti e non lo erano perché sul Burc della Regione si parlava
di una Commissione e poi magari c’erano 3-5 sotto Commissioni di cui nessuno
sapeva niente, quando si diceva non si sa quante sono le domande presentate,
non si sa perché una domanda è stata passata e un’altra invece è stata
bocciata.
Non si tratta di considerazioni della minoranza ma di
risorse pubbliche che o non vengono spese o vengono spese male, che sempre più
hanno conosciuto un indirizzo discrezionale, quello che tutti avevamo giudicato
inopportuno e sbagliato in quanto le migliaia di miliardi di lire degli anni
precedenti spesi con questo metodo discrezionale e puntiforme spalmato sul
territorio non avevano dato nessun risultato.
A parole tutti dicevamo di essere d’accordo e, nei
fatti, avevamo votato dentro il Consiglio regionale il Programma operativo
regionale salvo poi, quando si è avuto lo sterzo nelle mani a correggere tutto
e a portare tutto come prima.
I fondi europei quindi, ma non solo essi. Anche sulla
questione degli accordi di programma quadro, e non parlo in questo momento di
quelli che c’erano e che avete cancellato ma di quelli che c’erano o che voi
avete perfezionato. E’ una mia parziale visione, o non lo dice il nuovo assessore
ai lavori pubblici che le risorse, per quanto riguarda l’Apq per le
infrastrutture sono insufficienti? Delle due l’una: quando le risorse sono
insufficienti, o si trovano quelle che mancano per integrarle oppure si
rimodula l’accordo di programma in modo che non ci siano solo risorse che
servono a progettare ma ci siano le risorse affinché si progetti, si esegua, si
completi, ci siano quei benefici e quell’accelerazione per lo sviluppo della
Calabria, ma niente di tutto questo c’è stato.
Per non parlare della vicenda della Sorical. Abbiamo
avuto un contenzioso come Consiglio, come Commissione con la Giunta. Si è fatto
di tutto per dire che il nostro parere si poteva saltare, salvo poi a distanza
di due anni, assumere da parte della Giunta quel tipo di impostazione dopo che
la convenzione era stata stipulata e nel migliore dei casi aprendo un
contenzioso che rischia di togliere soldi, risorse e prospettive nel campo
della Regione Calabria.
Ma è solo su questo campo? No, anche sulle questioni su
cui non c’era da spendere una lira, su cui l’azione della Regione si
qualificava laddove era solo un problema di volontà politica le cose non hanno
camminato di una virgola. Mento, forzo, sono arrabbiato? No, basta ricordare la
legge di due anni fa che ha tradotto in calabrese il “112”. Quali delle
funzioni che dovevano essere delegate sono passate alle Province o ai Comuni?
Si diceva che per applicare quella legge occorreva un anno, sono passati i
mesi, è passato quell’anno ma niente è successo.
Nessuno ha voluto lavorare in quella direzione. La
verità è che nel mentre tutto dice che bisogna andare verso il decentramento,
qui a parole si dice una cosa e nei fatti si concentra tutto. C’è una sorta di
dittatura della maggioranza, un arbitrio - lo utilizzo io questo termine –
dell’Esecutivo e del suo Presidente che pensano di poter fare e disfare. Non mi
si può dire che il fine giustifica i mezzi perché il risultato è sotto gli
occhi di tutto e il risultato per la Calabria sono livelli altissimi di
preoccupazione, il permanere di un livello molto alto di precariato, il fatto
che la Regione abbia l’indice, purtroppo, l’oscar in Italia, se volete, della
percentuale delle famiglie povere. Con una situazione in cui non solo non vive
chi aveva difficoltà ma muore chi era vivo, muoiono le fabbriche e anche quelle
per cui non occorrerebbe chissà che cosa, come nel caso degli artigiani cui non
bisogna dare chissà quanti milioni di euro, cui si risponde con gli incentivi.
Anche lì non c’è volontà perché si cancellano in questo
bilancio risorse che come quantità sarebbero esigue ma come ricaduta avrebbero
risultati notevoli rispetto alle comunità.
Si traduce, quindi, una situazione in cui non ci sono
eccezioni né si può dire che si agisce così perché c’è una opposizione chiusa,
rissaiola, ecc.. Vi ricordate l’estate scorsa quando si è trattato di discutere
sul destino di Gioia Tauro? Noi non abbiamo fatto conti ma abbiamo valutato
sulle cose che non ci convincevano e, l’abbiamo detto, senza vedere a chi
conveniva: ma che risultato c’è stato?
Oggi la Giunta manda a Bruxelles una propria valutazione
sulla realizzazione in quell’area di un solo termovalorizzatore. Decidono
queste cose la Giunta, la Provincia e poi leggiamo sui giornali come se nulla
fosse che è venuta disinvoltamente una seconda decisione, quella invece di uno
di farne due.
Quali valutazioni costi-benefici? Quali valutazioni di
impatto ambientale, quale conferenza dei servizi? In che conto si tiene la
comunità e a che livello su fatti di questo tipo che non sono di mera gestione
si è coinvolto il Consiglio?
Come vedete fino ad ora non sono parole, dietro questo
ci sono decisioni o mancate decisioni oppure decisioni secondo noi sbagliate o
infine, per ultimo, si sta dicendo in giro che si sta affrontando il problema
della salute.
Negli anni scorsi avevamo denunciato uno stato di
estrema difficoltà, avevamo sottolineato alla nostra comunità il rischio di un
disastro non solo per come si interveniva in Calabria per prevenire le malattie
o per come veniva curato chi era malato ma anche per quanto costava ai
cittadini tutto questo.
Abbiamo contestato all’inizio di due anni fa quella
tassa in più che i calabresi pagano e altri no, sia sulla circolazione, il 10
per cento in più, che sull’Irpef.
Però al contempo non ci siamo limitati a questo. Quando
sono stati portati provvedimenti di razionalizzazione della spesa, quando ci si
è chiesto di fare la nostra parte perché quello sperpero senza controllo in
qualche maniera venisse limitato, ridotto o cancellato noi non abbiamo esitato nemmeno
un momento e in Commissione e in Consiglio abbiamo votato sì. Non abbiamo
votato però perché appena appena un poco la febbre scendeva e perché la
maggioranza e la Giunta consideravano la sanità come cosa propria.
Non l’abbiamo votato e non abbiamo votato quella legge
che prevedeva la proroga dell’incarico ai commissari entro e non oltre il 31
gennaio perché cancellando con una penna quello che c’era scritto la Giunta
arbitrariamente potesse pensare di andare oltre.
Non abbiamo votato quella legge perché qualcuno
direttamente o perché pensa che in questo momento il rapporto di fiducia con
voi non cambi, potesse pensare che i primari negli ospedali fossero dei
galoppini di questa o quell’altra forza. Non l’abbiamo votato per assistere a
fatti come quelli di Vibo o di Catanzaro o quelle vicende che ancora sono
aperte e su cui sta indagando l’autorità giudiziaria e che riguardano un
commissario straordinario.
Non ci siamo assunti quella responsabilità per assistere
ieri a vicende come quella della Cittadella e oggi a vicende come queste di cui
parliamo.
Tutte queste cose, badate bene, configurano una crisi
acutissima - potete girarla come volete - e rischiano di porre nella nostra
Regione una vera e propria questione democratica e anche in riferimento al lavoro
qui da noi, in riferimento al Consiglio badate noi non ci stiamo ad un tipo di
politica – lo chiamo così per nobilitarlo – che alterna il bastone alla carota.
Il bastone dello scioglimento, l’accusa che il Consiglio rappresenta una fonte
di spesa senza costrutto e poi, scusatemi, la carota avvelenata dell’aumento
della indennità su cui, cari colleghi, la maggioranza e la Giunta hanno
responsabilità ben precise.
Noi più volte, certo non da soli perché non ce l’avremmo
fatta, abbiamo chiesto di non portare in Aula la legge sull’aumento delle
indennità, di soprassedere e l’ultima volta non è che si è andati in un
battibaleno ma abbiamo chiesto agli assessori presenti di conoscere quale fosse
il parere della Giunta. Abbiamo chiesto ai colleghi di maggioranza di non
votare. Dopo abbiamo chiesto il numero legale. Successivamente abbiamo
inoltrato un telegramma al Presidente della Giunta non di tipo politico perché
il Presidente è obbligato a firmare una legge e a promulgarla. Abbiamo detto,
attento Presidente, che questa legge per quanto riguarda l’articolo 4 della
copertura finanziaria è scritta in maniera tale che lo si può impugnare, quindi
entrando nel merito. Poteva non firmarla, lo chiedeva tutta la minoranza di non
firmarla e lo faceva sulla base di una valutazione tecnica e di merito. Non si
è tenuto in alcun conto.
Tutto l’insieme di queste cose ha determinato
conseguenze a nostro parere difficilmente evitabili. Badate, fino a poco fa
avete parlato di un bilancio tecnico. Se la situazione della Regione è quella
che è, di una realtà in cui succedono cose che non si verificano da nessuna
parte, ebbene siete riusciti a mettere assieme come noi ripetiamo da qualche
tempo, sia i sindacati – cioè il mondo del lavoro dipendente – che gli
imprenditori.
Avete messo assieme forze che sono assai distanti, che
hanno un giudizio. C’è un senso comune che difficilmente è correggibile.
Come pensate allora di poter chiudere un bilancio senza
che una cosa, almeno una, ai calabresi arrivi? Non questa ordinaria, ma è
possibile chiuderla ora in questa situazione senza pensare che almeno dobbiamo
decidere un assegno che poi io chiamo di civiltà rispetto agli ultimi, alle
famiglie di questa Regione? E’ possibile che non si dia una risposta né a chi è
ultimo come reddito né a chi è ultimo perché ha merito e studia e non ha le
risorse per studiare? Non si dà una risposta né ai grandi né ai piccoli e al
contempo, badate, io insisto su questo, in una situazione di questo tipo non
riflettete su quanto è odioso il privilegio e parlo di noi per chi ha già
quanto serve per poter lavorare in autonomia.
Su questa base la discussione per quanto ci riguarda non
è ordinaria e siccome noi siamo espressione del popolo non pensiamo che sulle
cose che non vanno ci dobbiamo rivolgere al tribunale amministrativo o alla
giustizia ordinaria.
Quando una legge non va bene pensiamo che dobbiamo
risolverla assieme al popolo sovrano, assieme ai cittadini per cui su quella
legge che noi chiediamo che si abroghi oltre a non trarne alcun beneficio
promuoveremo il referendum.
Ma c’è un punto di fondo nella discussione di questa
sera. C’è il punto – non voglio criminalizzare nessuno – che riguarda
responsabilità precise dell’Esecutivo e del suo capo. La legislatura è
praticamente terminata, si può fare un bilancio, questo sì, davvero conclusivo.
Se le cose stanno così anche alla luce di questo
bilancio pensiamo che farebbe cosa buona per tutti se il Presidente si
dimettesse, e proprio perché lo possa sentire in maniera più vera e
democraticamente più valida noi su questa base apriremo a partire dalla
settimana prossims una iniziativa democratica e sistematica nei quartieri,
nelle città, nei comuni, al mare come nei Paesi interni in cui su questa base
chiediamo ai cittadini calabresi di aderire. Né tutto questo lo si può
considerare come una mossa demagogica.
Vi chiedo scusa, cari colleghi, perché questa è la sede
giusta non l’unica per parlarne. Ho letto con attenzione quello che hanno
scritto con un comunicato congiunto il coordinatore regionale di Alleanza
nazionale, Presidente della Provincia di Catanzaro Michele Traversa, e
l’onorevole Caligiuri coordinatore di Forza Italia.
Badate bene, ognuno può scrivere quello che ritiene,
però visto che non sono né di Busto Arsizio né di Gallarate ma sono calabrese a
pieno titolo, mi domando: in questi ultimi nove anni dove sono vissuti? Mica
abbiamo governato noi? Nei 9 anni dal ’95 al 2004, tranne il ciclo del ’99,
avete governato voi. Quindi quando si parla di come si è governato o non si è
governato, di chi si parla?
Né si può pensare di poter parlare nel marzo del 2004
come si poteva in teoria parlare nel giugno del ’95. Non lo so, io capisco che
ci sono pochi argomenti perché se hanno parlato del passato e non hanno potuto
parlare di quello che si è fatto e di come si è fatto, dei risultati avuti una
ragione c’è, non sono sprovveduti né sono stupidi.
Se sono stati costretti a parlare di questo e in questo
modo è perché non hanno argomenti. Ma non è solo questo, c’è un altro modo di
procedere che è diverso, che è a livello politico… ma che non mi convince.
L’altro giorno intervenendo in Commissione, l’onorevole
Occhiuto replicando legittimamente al mio intervento mi diceva e diceva:
attenzione, noi portiamo questo bilancio perché non vogliamo paralizzare la
Regione.
Ma chi la vuole paralizzare, su che cosa era
paralizzata? Quale problema si risolve approvando questo bilancio? L’ho detto
prima: per gli Lsu e gli Lpu non cambia nulla, per gli artigiani non cambia
nulla, per i trasporti locali non cambia nulla, per le Comunità montane non
cambia nulla. Cambia una sola cosa che, siccome c’era stato quel po’ po’ di
contestazione in Aula sui 7 milioni di euro per il cosiddetto piano triennale,
ci mettete la foglia di fico.
Non voglio paralizzare niente perché se mi convincete
che c’è un atteggiamento che vuol paralizzare avete ragione voi.
O ancora l’autorevolissimo Presidente del Consiglio che
interviene sulla sanità…
(Interruzione)
Non fa niente, state tranquilli non vi innervosite, non
c’è problema. Mica ci fermiamo qui? Noi nel rispetto di quest’Aula questa
discussione in maniera democratica la spostiamo dove si deve spostare, non c’è
problema, ognuno assume le posizioni che vuole.
Ma voglio dire quando il Presidente del Consiglio scrive
una cosa chi può contestare? Sulla sanità dice: andiamo avanti col buonsenso.
Giusto, e dice una cosa che per quanto ci riguarda non avevamo né pensata né
tanto meno detta. Noi non facciamo di tutta l’erba un fascio, anche rispetto
alla sanità ci sono fior di…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, non era riferito certamente alla
opposizione quello che avevo detto, parlavo di tutti..
Lo so, io modulo il mio intervento, mi serve per il mio ragionamento…
(Interruzione)
Ma l’ho chiamato io in causa e fa bene… non c’è nervosismo da parte mia.
Vede, Presidente,
gli emendamenti da noi presentati sono tanto d’accordo con l’impostazione che
noi abbiamo chiesto risorse, per una parte per lo meno, delle eccellenze
che ci sono in Calabria perché altrimenti esse fra 5 anni non ci saranno più.
Portavo un esempio ma se ne possono fare tanti. Le
eccellenze ci sono in tutta la Calabria, ci sono negli ospedali regionali e ci
sono in tutti gli altri.
Portavo un esempio che io conosco bene: questo del
trapianto di midollo osseo e di ematologia a Reggio. Badate anche l’ospedale
regionale di Firenze è eccellenza come il nostro, ma lì da otto mesi stanno già
sperimentando e ci sono progetti pilota sulle cellule staminali.
Se qui non si fa non saremo più eccellenze, ed il dato è
che qui non si parla di questo. Ma quando noi ne abbiamo discusso lo abbiamo
fatto intrecciando il Piano con le risorse dell’articolo 20, perché non solo le
strutture ma anche a livello di tecnologia e di macchinari tutto funzionasse.
Poi abbiamo lanciato una sfida su un punto concreto. Noi
siamo divisi, sparsi su 409 comuni. Ci sono piccoli comuni di montagna, comuni
che sembrano isolati dal mondo e da Dio, cittadini che vivono in città.
Noi abbiamo l’ambizione non solo di non far arretrare il
diritto alla salute di una virgola per quanto riguarda i calabresi ma a tutti
dare le stesse opportunità. Da quell’ambizione non possiamo arretrare e fin
quando tutto questo non lo vediamo in un progetto e fin quando il rapporto tra
posti-letto e risorse disponibili non viene scritto e non viene chiarito, allora
noi abbiamo l’impressione, e anche qualcosa di più, che ci si trova di fronte
ad un’altra prova propagandistica, tanto la polpa è la sanità come modo di
controllare pezzi della società, come modo per misurarsi alle elezioni, come
modo per andare oltre la legge per quanto riguarda i manager prorogando
commissari che non ci sono e in qualche maniera storie di ordinaria politica
come potere, come potenza o come prepotenza.
Su questa base, rispetto al bilancio abbiamo presentato
non gli emendamenti del più uno, ma abbiamo presentato una serie di proposte,
che riguardano il cosiddetto reddito sociale di cittadinanza. Non sappiamo che
hanno più di noi i poveri che vivono in Campania perché in quella realtà a
chiunque ha un reddito uguale o inferiore a 5 mila euro, si affianca un reddito
di cittadinanza.
Non sappiamo ancora cosa hanno più di noi quelle
famiglie di altre regioni come la Basilicata o la Puglia per cui non si possa
qui intervenire per aiutare chi ha una idea col cosiddetto prestito per
l’autoimprenditorialità.
Abbiamo presentato una proposta concreta affinché tutti
coloro che si diplomano abbiano la possibilità di accedere alle nuove
tecnologie informatiche.
Badate, qualcuno può dire che ci aveva pensato il
Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi ma il punto non è di dirlo ma di
farlo, e di farlo come diritto non come regalo, di farlo tutti gli anni o
ancora, in una Regione che ha i problemi che ha, dare risorse certe perché i
beni confiscati alla mafia possano essere riqualificati e riconsegnati alle
comunità.
O ancora, le risorse per retribuire tutto l’anno gli Lpu
e infine se si vuol davvero un piano triennale in cui non ci siano figli e
figliastri, non c’è discrezione, perché non accendere mutui per finanziare le
leggi che abbiamo votato alla unanimità come quell’articolo 38 della legge
urbanistica che prevede interventi sistematici per il risanamento, la
riqualificazione, l’uso e il riuso dei centri storici?
Ma lì c’è poco da utilizzare la politica come potere,
perché quando lo decido il Comune mi deve far il piano e i soldi vanno
direttamente ai cittadini a zero interessi in garanzie con le banche. Quanti
geometri, architetti e ingegneri, quanti mastri allora potrebbero lavorare e
quanto reddito potrebbe andare nelle nostre comunità!
O ancora. Ogni anno registriamo danni che vengono
dall’erosione delle coste, dalle mareggiate, ci sono buoni proponimenti, poi,
però, alle parole non seguono i fatti.
Ho già detto per gli artigiani. Per quanto riguarda le
comunità montane, noi abbiamo presentato in questa direzione una proposta
precisa e l’abbiamo formalizzata sostenendola in due modi. Non era aria fritta
e non propaganda. Ci sono due modi per procedere.
Una prima proposta che avevamo avanzato in Commissione
era quella di destinare il 10 per cento, cioè 79 dei 790 milioni di euro delle
risorse libere. Ci si è risposto che quelle risorse servivano, e basta.
A quel punto abbiamo sollevato un’altra osservazione che
era di questo tipo. Visto che non un passante, non un incompetente ma
l’assessore alla sanità replicando proprio a me in terza Commissione aveva
detto che i miei conti sui debiti della sanità non erano giusti, che io
continuavo a parlare come se la Calabria fosse al di fuori del patto di
stabilità e invece è rientrata, che il rientro nel patto di stabilità
significava non soltanto avere più risorse per gli anni successivi ma rientrare
di 125 milioni di euro per quanto riguardava il 2001, se questo è vero, perché
di quei 50 milioni di euro che vengono dallo 0,5 per cento dei cittadini una parte
di quello che si prende non si restituisce ai padri, ai figli, ai fratelli
ecc., e si fa una operazione sacrosanta? Quella cosa ve l’ho detta prima e ve
la ripeto ora ma questa è una terra paradossale.
Apparentemente sembriamo tutti come gatti neri, tutti
uguali perché quando succede una cosa noi prendiamo posizione all’unisono.
Sulle posizioni io non ho da dire e a questo proposito e su queste termino, io
porto due esempi. Uno riguarda la vicenda simbolica di Platì.
Io nomino Platì non come un centro piccolo della
montagna, in questo caso dell’Aspromonte ionico calabrese, ci sono tante Platì
in Calabria e ci sono tante Platì in tutta la Regione e in tutte le province e
quindi penso che a tutte bisogna rispondere allo stesso modo.
Ora lì c’è un caso in più. Quando mi esprimo non ho peli
sulla lingua, io sono affinché si persegua coerentemente l’attività contro la
prepotenza della mafia, sono per sostenere in questa azione la magistratura e
allo stesso modo, a chiare lettere, non temo di non stare in silenzio per dire
quanto è odiosa la giustizia quando è ingiusta, quando procede ad arresti
indiscriminati e di massa e come quando per fortuna dopo pochi giorni, due
giorni, quasi tutti se non tutti gli arrestati vengono messi in libertà.
Però non sopporto nemmeno l’ipocrisia e in qualche
maniera l’atteggiamento di chi oggi dice facciamo tutto per Platì e ieri però,
su un punto che era sistematico e parlo dell’Apq per il diritto allo studio e
sull’inclusione che prevedeva 500 miliardi di vecchie lire, 255 milioni di
euro, mica io l’ho cancellato e ho detto che era un lusso, non sono stato io a
dire che di fronte a realtà come quelle si poteva intervenire in un altro modo.
Sbaglio, o chi aveva l’autorevolezza per cancellare o confermare era la Giunta?
Noi nel ’99 avevamo detto che quello andava fatto,
avevamo trovato le risorse e si poteva camminare, non noi dopo, abbiamo detto
che si cancella.
O ancora un altro esempio. Nell’ultima seduta di
Consiglio regionale qualche giorno fa noi abbiamo votato opportunamente – io
l’ho firmato pure – un ordine del giorno per il riconoscimento e la
statalizzazione della “Dante Alighieri”.
Da un lato chiediamo questo, più Università, dall’altro
non solo ci sono meno risorse ma noi stessi siamo corresponsabili di togliere
le risorse. Perché è vero o non è vero che c’era un altro accordo di programma
quadro sulla ricerca in Calabria che prevedeva altri 255 milioni di euro e che
questa Giunta ha deciso nel 2000 di cancellare?
Come definire questa situazione attuale? Penso che
viviamo un’epoca che in qualche maniera si può chiamare: “l’epoca della notte
della ragione ed è il buio della ragione politica positiva, della ragione
politica democratica” in cui da un lato non si dà quanto dovuto, quel minimo
dovuto per alleviare le sofferenze e per consentire a tutti i calabresi e a
tutte le calabresi di sentirsi cittadini e dall’altro in maniera inopinata si
rischia di decidere su aumenti che sanno anch’essi di odioso privilegio.
Per cui io non mi limito ad annunciare un voto negativo,
in qualche maniera ritengo che nostro dovere sia quello di annunciare una
iniziativa straordinaria. L’ho detto già e lo ripeto e così voglio concludere.
Questo tipo di iniziativa e di valutazione democratica
senza precedente non può che essere valutata per riconoscere fino in fondo la
sovranità dei cittadini su due questioni. Su quella legge su cui noi abbiamo
votato contro, la legge sull’aumento; sul giudizio che noi esprimiamo su questa
fase e su chi la regge, noi attiveremo fin da lunedì prossimo formalmente sia
l’iniziativa di raccolta delle firme necessarie per tenere il referendum
abrogativo della legge sulla indennità sia la petizione popolare e democratica
che chiarisca fino in fondo senza alibi come la pensano i calabresi e quello
che devono fare, in maniera da verificare – come noi riteniamo – se il nostro
giudizio sulla notte della Regione e sulla responsabilità precisa della
maggioranza, del suo Esecutivo e del suo Presidente hanno al di là dei sondaggi
e delle valutazioni, una assunzione di responsabilità dei cittadini.
Per quanto ci riguarda qui non stiamo discutendo di un
sì o un no, il nostro no al bilancio, ma parliamo di una avventura che è durata
fin troppo e che ci auguriamo finisca al più presto possibile.
Per cui nessuno se la prenda, le persone sono al di
sopra di tutto ma noi pensiamo che a fronte di questo quadro e di questo
naufragio, dire al Presidente si dimetta, è fare fino in fondo il nostro dovere
verso la Regione e i suoi cittadini.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Leone. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, vorrei
se è possibile che lei leggesse questa mozione emendamento che abbiamo
preparato nel frattempo, circa il problema di cui abbiamo discusso poco prima
con la rappresentanza, cioè i Presidenti, delle Comunità montane.
Siamo pervenuti ad una
mozione, che vorrei fosse letta in modo tale che tutto il Consiglio poi fosse
impegnato per come siamo rimasti d’accordo con il rappresentante, Greco, col
quale abbiamo parlato poco prima per la risoluzione di questo problema.
Do lettura di questa
mozione preparata sia dalla maggioranza che dalla opposizione, quindi da tutto
il Consiglio regionale.
“Vista la delibera della
Giunta regionale 879 del 5.10.2001 che ha stabilito le procedure di pagamento;
considerato che gli
adempimenti sono fermi all’esercizio 2000 e che per gli anni 2001, 2002 e 2003
le Comunità montane non hanno avuto alcun accreditamento;
visto che per l’anno 2001
il Cipe con deliberazione 15.11.2001 (Gazzetta Ufficiale del 12.2.2002) e che
il ministero dell’economia ne ha autorizzato l’erogazione alle Regioni con
decreto 28.5.2002 (Gazzetta Ufficiale 3.8.2002);
per l’anno 2002 il Cipe ha
ripartito il fondo con deliberazione 2.8.2002 (Gazzetta Ufficiale 27.11.2002) e
il ministero dell’economia ha approvato il riparto con decreto del 12.12.2002
(Gazzetta Ufficiale 5.2.2003) e con decreto del 27.2.2003 (Gazzetta Ufficiale
del 4 aprile 2003);
per l’anno 2003 il Cipe ha
ripartito il fondo con delibera del 25.7.2003 (Gazzetta Ufficiale del
7.11.2003);
impegna
la Giunta regionale a voler
procedere entro il 31 marzo 2004 alla liquidazione alle Comunità montane di
tutte le somme già trasferite dallo Stato determinando comunque il controllo
della destinazione delle somme già erogate”.
Presidente, c’è da
aggiungere che nell’arco di questa tornata di approvazione del bilancio vedremo se è possibile comunque dare un
segnale anche sul bilancio stesso alle Comunità montane per gli esercizi di cui
all’articolo 50 così come chiedevano i responsabili delle Comunità montane.
PRESIDENTE
Quindi una integrazione dei
capitoli per come chiesto dai responsabili, dagli esponenti delle Comunità
montane. Credo che questa mozione dia anche un risultato; l’incontro di questa
sera credo sia stato anche proficuo e sia nella maggioranza che
nell’opposizione ed anche nella Giunta regionale ritengo ci sia unanimità di
intenti per risolvere un problema che sta a cuore sicuramente a tutta la nostra
Regione.
Intanto pongo in votazione l’inserimento di questa
mozione all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione la mozione sulle Comunità montane per
come letta in Aula.
(Il Consiglio approva)
(Applausi)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tommasi. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, l’entusiasmo che c’è fra i banchi del governo ci fa ben
sperare e fa ben sperare anche gli autorevoli esponenti delle Comunità montane
perché oltre l’impegno preso, oltre alle somme dovute è anche un impegno che
guarda al bilancio odierno, un bilancio blindato che però vuol dare un segnale
alle Comunità montane perché quello che è stato fatto oggi dal Consiglio non è
altro che un atto dovuto che inspiegabilmente ci sono voluti quattro anni per
far in modo che le somme venissero ed esse destinate.
Colleghi consiglieri,
l’allarme sociale che sta vivendo il nostro
Paese e la nostra Regione, molte aree della nostra Regione sono in agitazione e mi
riferisco all’area di Castrovillari, all’area tirrenica, dove interi comparti
lavorativi stanno chiudendo, le ultime indagini di settore danno addirittura il
48 per cento…
(Interruzione)
Presidente, io mi fermerei fin quando finirà di defluire
il pubblico…
PRESIDENTE
Prego il pubblico di mantenere un po’ di ordine e i
colleghi consiglieri di rimanere al proprio posto.
Prego, onorevole Tommasi.
E’ chiaro che lo stato di malessere delle Comunità montane che oggi abbiamo avvertito è un segnale che già da tempo denunciamo. Già da tempo segnaliamo una mancanza di programmazione in questa Regione. Sono quattro anni che come opposizione lanciamo gridi di allarme. Ora è arrivato il momento di dire basta.
Diceva il collega Guagliardi che i Presidenti delle comunità montane non sono soddisfatti, ed
è giusto che non lo siano…
(Applausi)
PRESIDENTE
Non siamo a teatro, vi
chiedo scusa, rischiamo di confondere i ruoli ed allora dovrei pregarvi di
allontanarvi. Mi pare che abbiamo istituito un clima di serenità anche con
buoni risultati, se volete ascoltare ci fa piacere.
Prego, onorevole Tommasi.
Presidente, ha ragione però
oggi non c’è stato un segnale ma soltanto una presa di coscienza che c’erano
delle somme dovute che vengono riportate al giusto destinatario.
Dobbiamo aspettare nella
concretezza, nel bilancio odierno qual è il segnale tangibile che si vuole dare
a questi importanti strumenti che sono enti sovra comunali che svolgono o
dovrebbero svolgere un grandissimo ruolo per lo sviluppo di questa nostra
regione.
Il nostro territorio ha tre Parchi nazionali, credo che
l’investimento dovrebbe essere massimo per quanto riguarda la nostra Regione.
Solo in questa direzione noi possiamo finalmente raggiungere uno sviluppo
economico, turistico e sociale. Purtroppo, però devo dire che c’è una cecità da
parte di questo governo.
Non si spendono i fondi europei, succede che la metà di
queste disponibilità non viene impegnata, mentre l’altra metà viene impegnata
con progetti sponda, quando, invece, sarebbe stato opportuno canalizzarli per
lo sviluppo della montagna, una montagna tanto cara nella nostra regione che
tanti problemi crea perché non ci sono investimenti e gli unici presidi che
riescono a frenare il decadimento sono proprio le Comunità montane.
Credo che in questa direzione noi, Presidente e Giunta,
dovremmo intensificare gli sforzi, con una politica e con una programmazione
nuova; purtroppo ci rendiamo conto che i tentativi messi in atto in questi
anni, e ne abbiamo fatti tanti, sono caduti nel vuoto, Presidente.
Tentativi di un lavoro per la Calabria che ci ha visti
coinvolti, a volte queste nostre posizioni venivano scambiate per
consociativismo, e mi riferisco alla legge urbanistica che ancora adesso è
ferma in un cassetto o alla legge sul Bed and Breakfast che poteva
rappresentare un momento di sviluppo per alcune aree che non hanno una lira o
un euro. Ma anche per quel che concerne il decentramento amministrativo tanto
voluto dal centro-sinistra e approvato con i voti del centro-destra, di cui
ancora non c’è nessun segnale effettivo di rendere attuativo l’iter previsto,
Presidente, perché si vuol accentrare tutto.
Nell’ultima seduta, Presidente, a nome del
centro-sinistra - credo che sia verbalizzato – abbiamo avanzato una richiesta
ufficiale perché si possa avere conoscenza, in questi 4 anni di governi
Chiaravalloti, di quante sono state le consulenze e gli incarichi di questa
Regione.
E’ necessario avere un elenco per capire effettivamente
come si è evoluto questo numero, sicuramente di persone qualificate; vorremmo
capire anche la consistenza economica di queste consulenze e di questi
incarichi.
Vede, Presidente, dopo 8 anni una intera provincia,
quella di Cosenza è tornata a manifestare, scendendo in sciopero per via di una
crisi lampante che investe vari settori produttivi, da quello tecnologico a
quello del legno, del tessile. Trenta mila persone erano in piazza, cari
colleghi, e non penso che fossero tutte di sinistra o
di centro-sinistra. Erano cittadini calabresi, che non ce la fanno più a
sopportare questa crisi gestionale nazionale e regionale. E’ un segnale forte
che ci deve far riflettere tutti, chi governa e chi fa opposizione.
Noi puntualmente la denunciamo questa cosa come con
grande senso di responsabilità e di moralità; come centro-sinistra abbiamo
posto la questione dei gruppi nello Statuto regionale perché ci rendiamo conto
che la situazione calabrese è anomala, e così abbiamo discusso ed affrontato la
problematica trovando una soluzione che riporta il giusto equilibrio.
La stessa cosa vale per la questione delle indennità.
Ritengo che non dobbiamo arrivare al referendum, lo dico con molta franchezza e
senso di responsabilità, ma ad una legge che abroghi queste indennità,
nell’attesa, Presidente, arrivare alla costituzione di un fondo del Consiglio
regionale, da decidere al più presto in una Conferenza dei capigruppo, da
adibire quale reddito di cittadinanza. Può essere una idea, può andare anche
nella direzione di un intervento di prima accoglienza per i bambini immigrati
che approdano sulle coste calabresi, diamo un alto senso di responsabilità.
Facciamo capire che fare il consigliere regionale non
significa soltanto aumentarsi l’indennità ma stare ore e ore a discutere leggi
importanti che, peraltro, a volte non vengono applicate, ma su questo la
responsabilità, oggi, è della destra, magari la prossima volta potrà essere
della sinistra, quindi non siamo noi a decidere su certe scelte.
Certo, non possiamo accettare leggi, quale quella sulla
famiglia, che non hanno un euro di fondo e questo è gravissimo. E poi, in
direzione del mondo del terzo settore, proprio per il grande senso del sociale
che c’è in questa massima assise, ho presentato un emendamento che è condiviso,
almeno questo è emerso nei dibattiti, da colleghi consiglieri del
centro-destra, che credo vorranno anche apporre la loro firma, mi riferisco, in
particolare all’onorevole Chiarella, per proporre l’introduzione di misure per
l’esenzione della tassa Irap per le società Onlus e per quelle che fanno
volontariato, e ed anche l’abolizione della tassa automobilistica, poiché hanno
delle automobili o dei mezzi di trasporto.
Ecco, voglio dire, diamo un segnale concreto a chi fa
volontariato in questa regione. Abbiamo preso un impegno pubblico, vedremo
stasera cosa dirà l’Aula su questa una proposta di emendamento.
Questi sono i segnali che possiamo mandare, non possiamo
certo pensare di risolvere i problemi infrastrutturali, lì ci pensa l’onorevole
Berlusconi col ponte sullo Stretto. Ci possiamo aspettare, magari, che con quei
7 milioni di euro ci sia una proposta organica per ristrutturare qualcosa di
fatiscente in questa regione, ma discutiamone.
Per quanto riguarda l’emergenza ambientale, Presidente,
io vedo che è ancora lontana l’idea della risoluzione del problema, giustamente
come diceva il Presidente della Giunta, per la emergenza acque e rifiuti da
parte del commissariato che è presieduto dal Presidente Chiaravalloti, ma in
questo senso annuncio che ci saranno delle interrogazioni parlamentari, lo
bbiamo chiesto ad amici e compagni di partito che siedono alla Camera e al
Senato di produrre appunto interrogazioni per conoscere lo stato dell’arte
della situazione calabrese perché giustamente il Presidente ha detto che la
Regione Calabria è commissariata e quindi è un problema nazionale. Ci siamo
rivolti al nazionale, Presidente Chiaravalloti, per evitare di parlarne qua,
prima, dunque, ne parliamo a Roma come le avevo già annunciato.
Per quel che concerne il sfondo sanitario, nella
relazione tra l’altro ci viene detto che la spesa incide sempre di più sul
bilancio nazionale e si afferma che tale trend è imputabile ad una
scarsa incisività del contenimento della spesa, tuttavia, nonostante questo
siamo rientrati nel patto di stabilità.
Presidente, credo, però, che la situazione stia
diventando allarmante: prima il problema Catanzaro, dopo qualche giorno si
chiudono due divisioni dell’ospedale di Vibo, mi pare che sia di oggi la
chiusura di psichiatria.
Credo che cominci a diventare preoccupante la questione,
anche se lo sapevamo già, ma con senso di responsabilità, come lei ha anche
detto sulla stampa, noi non vogliamo cavalcare la tigre del populismo sulla
sanità poiché è un problema di tutti i cittadini calabresi. Su questa onda non
ci facciamo emozionare dagli ultimi episodi e niente a poco gioiamo di queste
vicende, anzi siamo preoccupati come calabresi, come istituzione.
Credo, Presidente, che nella passata seduta si sia
votata una Commissione di inchiesta e credo che debba partire al più presto,
già siamo in ritardo dal giorno prima che si votasse, adesso si è varata per
cui è necessario…
(Interruzione)
Collega Basile, non sia irascibile, quando interverrà
lei parlerà. Tra qualche giorno è pure la festa delle donne e so che ci tiene
tanto…
(Interruzione)
E’ inutile polemizzare, onorevole Basile, quando
interverrà potrà parlare.
Presidente, la invito a dare corso immediatamente alla
Commissione di inchiesta sulla sanità perché credo sia necessario che una
rappresentanza del Consiglio regionale faccia visita a tutti gli ospedali
calabresi, da Oppido a Mormanno. Però ci vogliono i nomi e la funzionalità. Non
basta carta scritta…
(Interruzione)
Dobbiamo immediatamente intervenire perché il problema è
serio, così come ce ne sono tanti altri, mi riferisco al discorso energetico in
questa regione rimasto lettera morta. Eppure si è tanto parlato di un piano
energetico ambientale che adesso è appeso a chissà che cosa, Presidente.
O come si è tanto parlato per la prima volta, con grande
soddisfazione delle forze sociali e ambientali, di una legge quadro, una legge
di riordino sulle aree protette che oggi di fatto non funziona. Allora su
queste cose, Presidente, noi manchiamo, è chiaro che poi c’è il discredito del
Consiglio regionale a me tanto caro, lei lo sa bene io lo difendo a spada
tratta. Però purtroppo quando facciamo la legge e poi non si applica, la
lasciamo a metà allora è arrivato il momento, Presidente, di dire basta a
queste cose e credo che abbiano fatto bene i colleghi.
Condivido appieno la petizione popolare per cercare,
visto che la legge non ci dà i numeri per poter portare una mozione di
sfiducia, che siano i calabresi a proporre una mozione di sfiducia, gli stessi
calabresi che 4 anni fa hanno votato questa maggioranza, e che si sono resi
conto del fallimento che non è solo addebitabile al Presidente Chiaravalloti a
cui va tutto il mio rispetto, ma è un fallimento addebitabile a tutta la classe
politica, è inutile che Traversa e Caligiuri parlano. Il loro riferimento è
solo per il passato, non ho capito cosa abbiano detto per il futuro.
Hanno detto della reggenza dell’onorevole Luigi Meduri,
dell’onorevole Bova, non hanno detto però che cosa è stato fatto dopo, non lo
sappiamo noi, ma non lo sanno neanche loro. Fare tenta di fare quadrato attorno
al Presidente Chiaravalloti, ma c’è bisogno di scriverlo sulla stampa? Siete
una maggioranza che governate, non c’è necessità di fare sulla stampa il
quadrato. Il quadrato si fa nelle sedi opportune, nelle sedi istituzionali in
Giunta e in Consiglio, non sulla stampa, questo è grave.
Noi a queste cose non ci stiamo, cari colleghi, le
denunciamo, siamo convinti che i calabresi, nonostante i ripetuti tentativi di
scarica barile della Giunta sul Consiglio, sanno capire cosa è il Consiglio e
cosa è la Giunta, chi fa le leggi e chi le dovrebbe applicare.
Noi a questo ci appelliamo e la cosa che ci dispiace di
più, perché qua non si capisce nemmeno quando finirà la legislatura, in quanto
è il Premier che può stabilire se si voterà il 2006 o il 2011 o forse le
annulla del tutto e andiamo avanti, quindi, insomma,una “dittatura”, è che solo
fra qualche anno i calabresi potranno votare, sapranno fare il proprio
rendiconto e dire obiettivamente che nel 2000 è stato fatto un grande errore,
quello di far governare questa nostra già sciagurata Regione ad una classe
politica che non meritava tanta fiducia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirillo. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, per la prima volta discutiamo di un bilancio per il quale non vi è
stato un adeguato approfondimento nella Commissione e soprattutto non sono
stati ascoltati, come avviene ormai da tanto tempo, i suggerimenti delle parti
sociali della nostra regione.
Questa è una nuova pratica che non condividiamo perché
lo strumento contabile, il bilancio regionale è un atto politico attraverso il
quale si devono realizzare le scelte di una maggioranza per il rilancio e lo
sviluppo della Regione.
Ho sentito la relazione, ho quella dell’assessore e per
la verità ho trovato una serie di cose che si ripetono ormai dai bilanci che si
perdono nel tempo. Non sono riuscito, spero che con le repliche del relatore e
del Presidente della Giunta regionale potremo farlo, a capire quali sono gli
obiettivi che sono stati raggiunti, quali sono le speranze dei calabresi
rispetto agli obiettivi del bilancio regionale.
Ho detto prima che questo è un bilancio a tappe perché
facciamo il bilancio ora e si capisce benissimo che c’è stata una forte
accelerazione perché deve essere contratto il mutuo sulla base della legge 24
dell’87 altrimenti saremmo andati a tempi molto più lunghi.
Si è scelto questo tipo di bilancio, che i più hanno
definito bilancio tecnico ma io oserei definirlo ingessato, in cui non ci sono
previsioni e credo che qui dobbiamo dire con forza che quanto affermato e dal
relatore e da tanti altri, compreso credo il Presidente della Giunta, cioè che
sono state finanziate tutte le leggi regionali, questo non risulta vero perché
la legge sulla famiglia non prevede nessun finanziamento. La legge sui teatri
non ha alcun finanziamento a meno che non ci siano emendamenti che saranno
approvati nel corso della seduta e prevedono finanziamenti, lo ripeto, per la
famiglia e per i teatri.
Abbiamo fatto un grande clamore quando è stata approvata
la legge sui Servizi sociali ora sulle politiche sociali, ma l’impegno di spesa
che viene riportato è, credo, inferiore agli impegni di spesa di questi ultimi
anni.
Ho letto a meno che non ci siano emendamenti, 23,5
milioni di euro più 4,5 milioni di euro il tutto assomma a meno dei famosi
55-57 miliardi di lire. Perciò, anche qui la novità non c’è, c’è un tornare
all’indietro e non c’è quindi la possibilità che venga rilanciato il comparto delle
politiche sociali.
Tutti quanti ci aspettiamo che gli emendamenti di spesa
vengano discussi in sede di assestamento di bilancio come se l’assestamento
dovesse essere la panacea di tutti i problemi. A me non sembra perché in sede
di assestamento di bilancio le risorse che riusciamo a recuperare e gestire
saranno molto poche, per cui né le comunità montane, né la legge sulla
famiglia, né quella sui teatri e le politiche sociali troveranno la possibilità
di avere copertura finanziaria.
Questo è un bilancio che non ha fondo globale, che ci
consente di approvare leggi e trovare la relativa copertura finanziaria perché
se non vado errato quel poco di fondo globale di parte corrente o in conto
capitale non supera i 2 milioni di euro complessivamente. E’ una cifra
veramente irrisoria, e lo dico a tutti i consiglieri regionali, è una
rivendicazione che dovremmo fare maggioranza e opposizione, perché questo
bilancio non ci consente di lavorare, questo bilancio non ci consente di
discutere e approvare leggi che fanno sviluppo nella nostra regione perché per
le leggi che possano contribuire allo sviluppo c’è bisogno di risorse e risorse
questo bilancio non ne prevede.
Continueremo sicuramente ad approvare leggi manifesto,
leggi che saranno senza copertura finanziaria, continueremo sicuramente da
questi banchi a ribadire che non è possibile approvare leggi senza la copertura
finanziaria.
Ricordo che quando c’erano i controlli del Governo
centrale, una legge che non aveva la copertura finanziaria veniva rinviata al
Consiglio regionale per le determinazioni. Oggi malgrado le leggi non abbiano
copertura finanziaria, vengono regolarmente promulgate.
Allora se questo è il quadro con una montagna di
residui, parliamo di circa – lo dico in lire che è per me più semplice – 3 mila
miliardi di residui, mentre si assottiglia la quota libera di manovra nel
bilancio della Regione, resta quasi invariata la quantità di residui passivi.
Non mi pare che ci sia una relazione seria che può fare
ben sperare perché la quantità di residui è alta rispetto ad una disponibilità
corrente molto, ma molto limitata.
Allora questo è un bilancio ingessato, un bilancio che
non lascia assolutamente bene sperare.
Io, insieme ad altri colleghi, ritengo che la
destinazione dei 7 milioni di euro per il piano della 24/87 non sia da
realizzare. Credo che vadano guardati con grande attenzione i finanziamenti che
vengono dati attraverso i Pit e attraverso altre risorse che vi sono, comunque,
nel Programma operativo regionale perché queste risorse ci devono servire per
far cose più serie che riguardano il comparto tessile per il quale abbiamo
detto in ripetute occasioni che per le acciaierie di Terni – non facciamo la
lotta tra poveri – è intervenuto Berlusconi e il Papa ma per i nostri 1000
operai del tessile che perdono il posto di lavoro da Praia a Mare a San
Gregorio, a Castrovillari a Cetraro nessuna iniziativa.
Ho presentato un emendamento alla legge finanziaria
dello scorso anno per finalizzare i contratti di investimento al tessile. So
che non è possibile utilizzare i soldi del contratto di investimento per
riesumare aziende che stanno morendo, però è possibile trovare una soluzione
intorno a questo problema.
Poi, noi siamo abituati in questa nostra Regione che
prepariamo tecnici, facciamo tanti esperti come i famosi Noc e pure vengono
lasciati in mezzo alla strada. Nessuna iniziativa attraverso l’Arpacal, l’Afor
o l’Arssa di tecnici che sono stati preparati e formati dalla Regione.
Ho fatto anche in questo senso un emendamento nella
speranza che i colleghi soprattutto della maggioranza possano valutarlo per
trovare insieme una soluzione a questo personale che può dare il proprio
contributo per lo sviluppo e la crescita in alcuni settori della nostra
regione.
Ritorno brevemente sulla questione delle comunità montane,
per le quali abbiamo presentato un emendamento. La difficoltà, cari amici, è
quella che non riescono a gestire l’ordinario, non riescono a pagare i
dipendenti. Nelle comunità montane ci sono lavoratori, specie quelli
socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità, che vedono davvero buio se
non riescono ad essere pagati nemmeno i dipendenti di ruolo. Che speranza ha un
lavoratore socialmente utile se i dipendenti di ruolo delle comunità montane
non riescono a percepire correntemente lo stipendio?
L’ordine del giorno che abbiamo poco fa approvato era un
fatto dovuto, anzi io credo che la Giunta regionale debba scusarsi con le
comunità montane per non aver erogato dal 2001 le spettanze provenienti dal
Governo centrale, dai ministeri e quasi quasi mi dispiace che forse i
dipendenti e i sindaci hanno capito un’altra cosa, cioè che era un grande
risultato che avevano conseguito attraverso questa battaglia di oggi.
Chiedo alla maggioranza che si faccia un impegno forte
per quanto riguarda le comunità montane. Ho presentato un emendamento, ho visto
il Presidente della Commissione riforme, onorevole Naccarato, allo Statuto che
ricomprenda anche le comunità montane insieme alle province e ai comuni.
Ero contrario, l’ho detto anche l’altra sera a Rossano
perché sono enti di secondo livello, però mi rendo conto che forse solo se
riusciamo ad incastrare all’interno dello Statuto queste comunità montane,
queste avranno un ruolo e anche noi saremo costretti a ricomprendere funzioni e
deleghe all’interno della legge 34 sul trasferimento delle funzioni.
In questa ottica, con questo trasporto ho proposto un
emendamento e allora ecco, per evitare che alle tante questioni che abbiamo
pendenti ci sia anche uno scontro quasi a livello istituzionale con le comunità
montane- questo non è consentito a nessuno, cari colleghi- voglio concludere
questo mio intervento dicendo che siamo veramente insoddisfatti dello strumento
che avrebbe dovuto dare respiro a questa nostra regione.
Ha parlato il collega Tommasi della sanità in maniera
diffusa, di Commissioni di inchiesta e quant’altro. Dei trasporti sappiamo che
dobbiamo fare una legge ma dove sono le risorse? Tra qualche giorno in
Commissione, Presidente Chiarella, quando trasferirà la legge in seconda
Commissione quale potrà essere l’impegno di spesa a cui potrà fare riferimento
quella seconda Commissione?
Allora credo che anche la maggioranza non deve bearsi
del fatto che stasera o dopodomani, quando sarà, approverà il bilancio di
previsione perché è un bilancio che non dà nessun respiro a questa nostra
regione. Non vorrei che forse determinato questo dai tanti impegni del
Presidente della Giunta regionale che ha voluto tenersi per sé questa delega
del bilancio.
Forse per tanti impegni probabilmente non ha potuto
adeguatamente riflettere come parte politica per la stesura e la
predisposizione di un bilancio che possa davvero rilanciare la nostra Regione.
Anche perché, guardate, so quanto è oneroso l’impegno di assessore al bilancio
e lo so per fatto diretto per cui credo che una maggiore e attenta riflessione
e analisi possa davvero portare risultati positivi.
Dichiareremo sicuramente nel momento in cui faremo le
dichiarazioni di voto il nostro voto contrario con queste motivazioni. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guagliardi. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, la platea è vuota e la recita è finita per cui è caduta la
tensione ideale nei banchi di maggioranza e minoranza e tutto come al solito si
svolge stancamente e senza ascolto reciproco.
Abbiamo detto tante volte
che questa è la crisi della politica e della democrazia e io per l’ennesima
volta lo ripropongo.
In un evento straordinario
della vita politica di una Regione, straordinario nel senso di impegno
complessivo e totale, come quello della legge finanziaria ancora una volta
parliamo per la registrazione degli atti a futura memoria perché tutto è fatto,
tutto è predisposto, tutto è segnato e allora facciamo manteniamo la ritualità
di una seduta che si sarebbe potuta risolvere magari via e-mail, per
posta elettronica in un cui un consigliere regionale esprime il suo voto
favorevole o contrario ad un bilancio regionale.
Credo che nonostante questo
noi dobbiamo avere la pervicacia e la forza di parlare e di farci ascoltare ed
aver la resistenza di parlare e di farci ascoltare il più a lungo possibile
perché nella storia dei popoli gli anni bui ci sono stati, il grande Edoardo
diceva che la nottata deve passare. Io spero di essere di fronte ad una aurora
molto vicina, in cui questo buio che sta attraversando il nostro lavoro istituzionale presto veda la luce.
Vede, Presidente, noi in
due sole giornate abbiamo licenziato in Commissione un bilancio e il
licenziamento di questo bilancio ci è stato presentato come “tecnico”, ma la relazione
per le cose che dice non è tecnica, anzi per le accuse che fa alle politiche
nazionali e alle capacità di questa Giunta regionale di trovare anche le
risorse, è un atto coraggioso di chi ne ha la paternità, e del Presidente,
assessore al bilancio, di questa analisi.
Perché ci dice fondamentalmente che il Mezzogiorno d’Italia, la Calabria rispetto alle
politiche federaliste e rispetto alle politiche del lupo che mangia gli
agnelli, probabilmente sarà destinata ad essere una colonia dell’Italia Padana,
sarà destinata ad essere una Regione sottotutela di consoli e proconsoli che
neanche sono romani, ma sono consoli e proconsoli che il barbaro Bossi manda
nel Mezzogiorno d’Italia.
Eppure, avete presentato
questo bilancio cogliendo un deficit biennale di questa maggioranza che non ha
presentato un Dpef regionale, che si era impegnato agli inizi con grande
prosopopea a dire che avrebbe fatto approvare i bilanci entro i tempi dovuti.
Mi ricordo l’allora assessore Bagarani
che diceva: “è mio impegno presentare i bilanci nella scadenza naturale”.
Questa ennesima volta si dice presentiamo un bilancio tecnico per poter
rientrare in alcuni tempi e questo bilancio tecnico che presentiamo servirà
come base per una manovra finanziaria che faremo entro giugno-luglio che è il
vero bilancio della Regione Calabria.
L’avete presentato come
ordinario questo, Presidente, invece io mi chiedo: è ordinaria la vita che
stiamo vivendo noi in questa Calabria? E’ ordinario che 60-70 sindaci, 25
Presidenti di comunità montane debbano venire in questo Consiglio regionale a
chiedere che sia votata una pratica che non è normale per i sindaci e i
Presidenti che sono espressione di popolo e quindi hanno una figura
istituzionale fortemente elevata. E’ ordinario che queste figure istituzionali
debbano quasi occupare l’Aula di un Consiglio regionale per rivendicare un
diritto dovuto, un trasferimento di risorse dallo Stato alle comunità montane,
che qualche assessore birichino e molto autosufficiente e presuntuoso e
arrogante e insidioso fa verso le comunità montane? E’ normale questo? Non è
normale, non è ordinario che ai comuni e alle comunità montane non si diano le
risorse dovute.
E’ ordinaria una situazione
in cui questi sindaci, questi Presidenti delle comunità montane vengano qui a
chiedere la misera cifra di 10 mila euro a comunità montana, praticamente per
poter fare i bilanci entro la fine di questo mese? Cioè, non hanno le risorse
per poter presentare i bilanci e 460 persone, personale regionale, rischiano di
essere mandate a spasso con un conflitto anche di competenze giuridiche sulle
responsabilità?
E’ ordinaria questa
situazione o è straordinaria? Non è “ordinario” che qui ci sia un disegno
politico che abbiamo sventato nel corso dei lavori dello Statuto di smantellare le comunità
montane, di farle chiudere, in questa Calabria che ha l’80 per cento
della vita antropizzata nelle montagne, di una regione Calabria che ha i
Parchi, come diceva l’onorevole Tommasi, che ha una montagna che ci invidia
tutto il mondo, ha forme di cultura che vengono valorizzate come ipotesi di
sviluppo e queste istituzioni delle autonomie locali che dovrebbero rilanciare
questo territorio e questa risorsa sono costrette a chiudere perché non si
pensa a dare 1 milione di euro in più a queste istituzioni.
E’ ordinario questo? Credo che non lo sia e mi chiedo
perché ho molti interrogativi da fare stasera perché questo è l’interrogativo
che ci sta portando ad organizzare un referendum sull’abrogazione di un aumento
ingiusto delle indennità dei consiglieri regionali.
Lunedì lanceremo
un confronto con i cittadini per dare un
giudizio popolare al governo di questa Regione. E’ ordinario che questa Regione
che ha il più alto tasso di disoccupazione dell’Europa comunitaria, questa Regione che ha la più alta percentuale
di famiglie povere nell’Europa comunitaria, non abbia un piano di sviluppo del
lavoro, un piano di sviluppo industriale? Ma è ordinario questo?
Voi ci presentate un piano
di progetto ordinario e poi questa Calabria vede pezzo per pezzo smantellarsi
il suo assetto produttivo, andare via pezzo per pezzo giovani che emigrano,
pezzo per pezzo famiglie che diventano povere, pezzo per pezzo giovani che
abbandonano la scuola perché le loro famiglie non hanno la possibilità di
fargli compiere gli studi.
E’ ordinario questo? E’
ordinario che ci sia l’insensibilità, nonostante abbiamo fatto una legge sulla organizzazione del bilancio e abbiamo introdotto strumenti per poter
organizzare e pianificare la politica? E’ ordinario che non ci sia la minima
attenzione a questi problemi?
Una regione, la nostra,
che, guardate, è straordinaria.
Lo sciopero di Cosenza. E’
ordinario secondo voi lo sciopero di Cosenza che mette insieme non soltanto i
tradizionali lavoratori che rischiano il lavoro, c’erano pochi forestali nello sciopero
di Cosenza per chi ha avuto la sensibilità di andarci, c’erano poche figure
tradizionali, c’erano gli operai delle fabbriche in crisi ma tanti giovani,
tanti pezzi della società del pubblico impiego, c’era la Chiesa istituzione
tradizionale, che ha sempre avuto un equilibrio nel seguire un certo andazzo e
un certo tipo di politica nella realtà calabrese, la Chiesa con il vescovo Agostino scende in piazza e
sostiene l’esigenza dello sciopero.
C’era l’impresa,
l’industria perché che dice: come facciamo imprenditoria se la piccola impresa calabrese non ha le possibilità, le risorse, non ha un rapporto con
le banche adeguato a vederla nascere, non c’è un popolo che può dare impulso a
questa economia?
Ma vi rendete conto che è
tutta la Calabria insieme ai sindaci, ai disoccupati, alla Chiesa, all’economia
che è contro questa Giunta, contro queste vostre politiche? E voi ci presentate
un bilancio ordinario, un bilancio che dovrebbe essere tecnico.
Ma dove stiamo vivendo? Mi
chiedo: è ordinaria la situazione che stiamo vivendo nella sanità? E’ ordinario
che un direttore generale subisca quello che ha subito dalla magistratura, un
noto e affermato manager che per 20 anni ha diretto le migliori Asl della
Calabria e poi viene beccato come la volpe nel pollaio.
E’ ordinario secondo voi
questo o pone un problema del ruolo dei direttori generali in questa Calabria?
Pone un problema di come coloro che amministrano le risorse pubbliche, non
hanno nessun sentimento di dar conto degli sprechi che fanno e noi dobbiamo arginare
questa cultura. E’ possibile che in questa Calabria, questi superman
indicati dalla Giunta o da altri livelli gestiscano migliaia di miliardi e
nessuno riesce a dirgli: se tu sbagli, te ne vai a casa o se rubi, vai in
galera.
Ma vogliamo porre mano ad
una costruzione di una idea, in cui non è soltanto questa sede o l’eletto ad
elezioni dirette quello che è sottoposto al controllo del voto popolare?
Mettiamo questi signori che nominiamo come direttori generali in tutte le
istituzioni nelle condizioni di avere un giudizio elettorale, un controllo
elettorale e un controllo non soltanto di carattere amministrativo della Corte
dei conti, ma un controllo penale delle cose che fanno.
Le vogliamo fare queste
cose qui? E’ ordinario che i nostri ospedali devono passare come i
peggiori del mondo, come se fossimo nel Burundi, per le inadempienze di una
amministrazione che non è in grado neanche di prevedere le cose.
E’ ordinario - e vorrei che qualcuno rispondesse – il
fenomeno che stiamo vivendo in questo momento col rapporto con la criminalità?
Guardate che la criminalità sta andando molto oltre quello che pensavamo e non
c’è qui dentro qualche eletto che ha avuto qualche voto inquinato?
L’organizzazione criminale sta andando nel cuore del
governo delle istituzioni. E’ una scelta strategica questa e non a caso. Se non
erro e se non mi sbaglio, l’organizzazione atipica della ʼndrangheta
calabrese, la sua estrema parcellizzazione che la rende imbattibile, la sua
organizzazione scientifica e i suoi saperi forti sparano contro un assessore
regionale, sparano contro un sindaco, bruciano le macchine dei sindaci, li
costringono e li minacciano perché vanno non verso il consigliere regionale o
verso il politico generico, ma nel cuore del governo perché le “ locali”, l’organizzazione
parcellizzata vuole occupare il territorio, vuole farsi governo di società,
vuol essere sindaco e Presidente in forma diretta per costruire in questa
nostra regione un sistema di tipo colombiano, un sistema di tipo afgano dove è
il governo che organizza le attività criminali.
Questo è il progetto della mafia. E’ ordinario questo o
siamo di fronte ad un evento di una gravissima realtà? E’ ordinario il rapporto
che avete voi con le leggi? E’ ridicola la proposta che fate quando dite a noi
consiglieri regionali che siamo contro l’aumento delle indennità, è ridicolo
dire: diamo in beneficenza per la legge sulla famiglia.
Ma vi rendete conto? Avete costruito una legge sulla
famiglia che interessa tutta la realtà calabrese, che non è riferita neanche alle
famiglie solamente disagiate della Calabria e poi pensate di finanziarla con le
risorse dei consiglieri regionali che non vogliono l’indennità? Ma che
concezione della società è questa, che concezione dell’economia è questa, che
concezione dell’istituto legislativo è questo? E’ possibile pensare che una
legge tanto strombazzata - e qualche consigliere regionale ha mandato migliaia
di lettere alle associazioni e alle famiglie bisognose che da lì a qualche
tempo ci saranno fondi e, magari in campagna elettorale non in questa ma nella
prossima quando bisogna essere rieletti- non abbia copertura finanziaria?
La legge sul volontariato, la legge sui lavoratori
socialmente utili. Ma è possibile che qui avete ingannato 10 mila lavoratori
socialmente utili e questi lavoratori di pubblica utilità, se passerà questa
manovra – ma passerà stasera – si e no potranno pagarsi fino ad aprile? E dopo?
Non possono avere il sussidio e neanche stabilizzarsi o andare fuori dalle
graduatorie previste.
Questo modo di avere un rapporto con la legge è
ordinario?
Io ho rispetto per questa maggioranza perché la trovo
intelligente, non siamo di fronte alle stupidità, questa è una maggioranza
intelligente che ha capacità di analisi e di prevedere, ma vi chiedo perché ci
vogliamo presentare alla Calabria e al mondo intero come società di stupidi che
magari fanno le cose così e non è così.
Qualche consigliere regionale – metto me per primo – può
essere un sempliciotto, uno stupidotto. Qualcuno può avere – metto me per primo
– una idea della clientela come crescita culturale, ma gli altri no, hanno un
disegno preciso, hanno una concezione precisa.
E’ possibile per fare un po’ di clientela impegnare i
bilanci regionali per mutui che ci condanneranno a vita ad esser lì lì in
bilico tra il dissesto o no? E’ ordinario? Non credo sia una cosa ordinaria.
Vedete, di quella relazione ho apprezzato alcuni segnali
negativi, di giudizi negativi che si davano…
(Interruzione)
Presidente, credo di aver molto da dire e nonostante non
mi si ascolti, per la storia voglio parlare fino in fondo.
In quella relazione, nelle stesse parole che ha detto il
Presidente Chiaravalloti quando ha presentato il bilancio in modo scarno,
asettico, con tempi europei, si dice: il federalismo attuale e le politiche
finanziarie del governo – grosso modo – giocano contro la Calabria e noi
abbiamo un bilancio bloccato e senza risorse.
Chi legge la relazione, grosso modo trova questo. Questo
ci deve far pensare o no alle politiche nazionali che si stanno facendo verso
questo Mezzogiorno? Penso di sì perché un comune che noi costringiamo ad
alimentare la richiesta tributaria, i prezzi delle tasse, perché il Governo
centrale non dà più risorse, non è un fatto di politiche nazionali ma un fatto
di vita quotidiana.
Ho presentato un emendamento provocatorio e vorrei che
lo bocciaste. Ma, per esempio, i nostri anziani, le nostre anziane nel cui
paese hanno chiuso le poste, le banche, i servizi fondamentali, che vivono di
500 euro scarsi di pensione come fanno persone ad affrontare il disagio di un
trasferimento con le misere risorse che hanno? I comuni prelevano, non danno.
E’ o no un problema nostro, della povera gente che vive
della misera pensione che deve prendere un pullman alle 7 del mattino e se è
d’inverno parte col buio del mattino, per andare a 20 chilometri e poter fare
la fila per pagarsi la pensione? Ma ci rendiamo conto di dove questo Stato e
questa organizzazione capitalistica dei servizi ci stanno portando?
Le persone che hanno un disagio, se sono forti possono
vivere, ma se son deboli devono morire di inedia, di stenti, socialmente
devono, cioè, sparire perché sono figure che non devono esistere. La cultura è
la devianza aristocratica della società. Chi ha è e chi non ha deve sparire.
Sono le politiche che sono messe lì, perché quando si
dice che noi non abbiamo risorse adeguate ai servizi e ai bisogni sociali, si
dice che stiamo distruggendo le società più deboli.
E’ ordinaria questa cosa? E’ ordinario che ci sia una
insensibilità che dica che noi siamo indifferenti a questo argomento?
Ma vorrei dire di più. Come è possibile dire che
dobbiamo allargare il sistema di reperimento di risorse finanziarie con
l’allargamento dell’imponibile?.
Ebbene io sono un comunista, in genere non dovrei
parlare di problemi che riguardano il mercato e l’impresa però faccio una
sfida. Se noi non vogliamo depredare le risorse quotidiane della gente debole,
dei pensionati, dei disoccupati, delle famiglie numerose, se non vogliamo far
questo e abbiamo bisogno di costruire un meccanismo di entrate maggiori per far
fronte alla sanità, all’istruzione, alla ricerca scientifica, se noi abbiamo
bisogno di tante altre risorse e saremo costretti a farlo da soli, come faremo
noi ad allargare il sistema delle entrate tributarie, dell’imponibile? Come
faremo ad allargare il gettito dell’imponibile, dell’Iva…
Iva che significa impresa, economia. E nonostante voi
affermiate l’ideologia del liberismo, del supermercato, l’ideologia che deve
finire il sistema dell’assistenzialismo voi, caro Presidente Chiaravalloti e cara
maggioranza, voi non ci date una indicazione di come costruire il sistema delle
entrate perché non date una indicazione ad una ripresa dell’economia, ad una
ripresa dello sviluppo, non sostenete queste politiche del lavoro e dello
sviluppo.
Questo è il punto e allora va in crisi il turismo se,
come nella piana di Sibari in un pieno temporale di agosto si svegliano
miliardi di zanzare che vanno a beccare i turisti che vivono nelle nostre
pinete e che se ne vanno; oppure, come può succedere con una gelata, salta
l’economia agricola e noi non abbiamo un piano dell’economia, dell’industria
che ci possa far aumentare l’imponibile.
Ma vi rendete conto che questa è la politica del che noi
non sappiamo che fare, noi non abbiamo un sistema di proposta da dare ai cittadini,
di dire: a te giovane, ti do…
(Interruzione)
Sono pronti o no i decreti di liquidazione dei
contributi per la imprenditoria giovanile? Questi giovani hanno fatto migliaia
e migliaia di petizioni, hanno acquistato materiale, perché non vengono liquidate
le risorse che già avrebbero dovuto avere liquidate? Come si fa a fare
imprenditoria quando uno ha già investito 50-60 mila euro per fare una attività
e per quella attività si incominciano già a pagare le quote rateali e voi non
le liquidate, i soldi sono lì nelle casse della Giunta regionale e non vanno
dati ai cittadini.
Come si fa a costruire imprenditoria e ad allargare la
rete dell’imponibile? Siamo una banda che non ha testa, siamo una banda che non
ha idea di come si va avanti.
Noi che dedichiamo il 6 per cento delle risorse del
Consiglio regionale ai saperi, all’istruzione, alla cultura. Noi che dovremmo
curare come creature divine le nostre Università, che dovremmo stimolarle a
fare ricerca sul territorio nei parchi, nella pianura, nella pesca, nel sistema
della navigazione e delle infrastrutture. Noi che dovremmo cercare di dire: c’è
un elemento di competitività che abbiamo e su cui possiamo lavorare che è la
risorsa umana, la intelligenza ma noi destiniamo ai saperi il 6 per cento delle
somme disponibili all’esterno.
Ma cosa è: uno sputo? Magari si farà un po’ di diritto
allo studio a livello universitario, ma quale capacità diamo noi alla nostra
regione per poter migliorare? Vedete, non ci può essere assestamento senza un
piano vero della economia della Calabria.
Ci siamo seccati la lingua a dire che i fondi di Agenda
2000 non si spendono, ci siamo seccati la lingua dicendo che ci sono politiche
energetiche che vengono qui, depredano i nostri territori, costruiscono
percorsi di morte perché alcune antenne e alcuni luoghi sono luoghi di morte,
ci occupano il nostro territorio, smantellano la nostra economia e se ne vanno,
ci siamo seccati la lingua a dire che non abbiamo un sistema finanziario
calabrese e meridionale capace di aiutare la piccola e media impresa, ci stiamo
dannando l’anima per dire un argomento, una ipotesi su cui trovarci d’accordo
per poter lavorare.
Troviamola insieme e poi ci presentate un bilancio
tecnico, vincolato, in cui gli emendamenti verranno tutti bocciati e poi ci direte:
faremo la manovra di assestamento nel mese di giugno, qualche emendamento ve lo
facciamo passare, qualche piccolo ritocco clientelare ve lo facciamo passare.
Il Dpef se approviamo quello di quest’anno non ci serve a nulla, avremmo dovuto
fare quello del futuro e poi continuiamo così con questo andazzo.
E a proposito di Dpef e grazie al lavoro interessante
che ha fatto il consigliere Borrello, abbiamo scoperto che per fare un Dpef che
dovrebbe coinvolgere la massima direzione politica di questa Regione ci abbiamo
messo anche qualche consulente pagato con la classica tariffa di 6 mila euro al
mese, perché io leggendo un po’ di decreti di consulenza mi sembra di aver
capito che c’è un tariffario per tutte le consulenze di questo mondo. Un
tariffario che comprende 6 mila euro più Iva al mese.
Allora si fanno consulenze trimestrali, quadrimestrali,
c’è questo quadro, è un classico, forse sbaglio.
Visto che il sistema delle consulenze è ormai
consolidato ed è anche giusto in un regime di presidenzialismo acuto come può
essere quello nostro, è giusto che i dirigenti, le istituzioni preposte siano
emarginate perché un Presidente che vince porta la sua squadra e porta le sue
consulenze.
Ma, di grazia, lo facciamo un atto coraggioso in questa
nostra finanziaria? Lo accogliete un mio emendamento? Vi chiedo vivamente,
colleghi della maggioranza, componenti della Giunta e signor Presidente, perché
non accogliete un mio piccolo emendamento, quello di pubblicare su quattro
giornali, due regionali e due nazionali, l’elenco delle consulenze
dall’istituzione del nuovo modello organizzativo dell’ente Regione, cioè da
questa legislatura in cui mettiamo l’elenco delle persone che hanno i titoli
per aver le consulenze e le somme riscosse? Soltanto per capire, per una
semplice curiosità.
Quella mia intuizione di 6 mila euro mensili a
consulenza è un fatto vero o no?. Mi volete togliere questa piccola
soddisfazione, non dico che voglio utilizzare il sistema delle consulenze per
fare scandali, per dimostrare che ci sono persone che col sistema delle
consulenze ormai campano a vita, ma una piccola soddisfazione me la volete
togliere? E’ vero o no che prendono 6 mila euro al mese i consulenti e c’è
quasi un tariffario fisso? Sarebbe interessante saperlo.
Qui vedo l’onorevole Tesoriere, anche per questo ho
fatto un emendamento. Ma lo vogliamo abolire questo Ufficio del piano che non
serve a nulla, del quale tu sei Presidente e io sono componente e da quattro
anni siamo qui senza mai riunirci? A cosa serve questo ufficio del piano? Dobbiamo
nominare questa sera o la prossima volta i componenti dell’Ufficio del piano
che da 4 anni, da quando io sono stato eletto, non si riunisce mai, i
componenti tecnici-scientifici, la rappresentanza universitaria e così via o lo
vogliamo eliminare questo benedetto ufficio del piano?
Questo significa anche porre la questione morale,
eliminare alcuni processi che la gente non capisce.
L’onorevole Tesoriere è Presidente della Commissione del
piano, con un ufficio a Catanzaro però questa Commissione non si riunisce mai.
Contraddizioni del sistema.
Anche su questo possiamo porre la questione morale: che
non sia solo quella dei gruppi o dei monogruppi, come dite voi, una questione
morale? Affrontiamo fino in fondo, e io sono qui per dire tutta la
disponibilità, un piano di riorganizzazione dei gruppi e dei monogruppi, delle
indennità, delle strutture speciali, ma non solo del Consiglio ma della Giunta
in modo da dare un atto di trasparenza alla Calabria, così sapremo chi sono i
consulenti. Approviamo la legge presentata da Galati sulle consulenze.
Facciamo cose significative in questo bilancio. Ecco,
vedete, avrei voglia di dire tante altre cose, di dire che forse è tempo di
andare tutti a casa, ma se dico questo è una eresia perché mi diranno che
faccio il populista, il demagogo.
Non c’è l’onorevole Pirilli, altrimenti mi direbbe che
sono un ipocrita perché dico una cosa contro e mi fa comodo percepire lo
stipendio. Però, forse un atto di coerenza, un atto di onestà, un atto di
lealtà verso chi ci ha eletti dovrebbe farci dire che non ci abbiamo capito
nulla in questa Regione Calabria o meglio abbiamo tanto capito che abbiamo
bloccato lo sviluppo di questa nostra regione. Abbiamo tanto capito che abbiamo
bloccato l’ipotesi dello sviluppo della regione.
E allora con un atto eroico dell’onorevole Chiaravalloti io rassegnerei le dimissioni e assieme a lui io le sottoscriverei subito. Andiamo a casa e confrontiamoci, forse faremmo in tempo a fare anche le elezioni il prossimo giugno, ma confrontiamoci con i cittadini, facciamoci giudicare dagli elettori per le cose che non abbiamo fatto, che non abbiamo voluto fare, non che non abbiamo capito perché abbiamo capito a fondo il processo di questa Calabria che è una regione disgraziata. Non ha una struttura economica ed una democrazia consolidata.
Noi dipendiamo dal neo-centralismo regionale, siamo succubi del denaro pubblico nel quale il politico si fa impresa e gestisce anche l’economia. Siamo succubi di queste culture, siamo succubi di quei poteri forti che da due secoli dominano la Calabria e il Mezzogiorno.
Dobbiamo avere il coraggio di dire ai cittadini:
guardate che insieme possiamo uscire da questa situazione e insieme andiamocene
tutti e non facciamo bilanci tecnici che non sono
tecnici ma fortemente politici, perché sono talmente politici che bloccano la
discussione e tutto nel nome di una specie di riorganizzazione del bilancio
regionale e della legge finanziaria,
ma nella sostanza si ritorna allo stesso tempo alla cultura delle clientele.
Vedete, in giugno si voterà
e tutte queste leggi e leggine, tutte queste risorse che devono andare
all’assestamento di bilancio probabilmente serviranno a quelle famose lettere
che sono già pronte per i comuni, per le famiglie, per i disabili, per tutti,
che dicono: grazie al mio impegno, tu hai ottenuto questa risorsa, cordiali
saluti l’onorevole Tal dei tali e dietro il fac-simile :vota questo o quello.
Tutto ciò è questo
bilancio, non è un bilancio tecnico, non è una scelta ma una presa in giro dei
cittadini, è un ricatto magari verso le tante persone che temono di perdere il
posto di lavoro se solamente alzano la testa, è uno strumento per tentare di
avere un consenso elettorale e popolare che diversamente non si avrebbe.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, certo ad ogni intervento che si chiude aumenta la
difficoltà a tenere una discussione su un argomento sicuramente principe di
qualsiasi attività pubblica o privata. Il bilancio rappresenta il cuore di quel
soggetto, in quest’Aula, invece, diceva qualche collega prima di me, quasi
quasi si trasforma in un rito. Non lo so, per quanto mi riguarda se la politica
non recupera una capacità di ascolto reciproco, rischia di essere sempre una politica se non cattiva
almeno inadeguata.
Sono pronto, eventualmente a prendere atto se qualcuno alla fine di questa discussione replicherà sulle cose che andrò a dire, magari avrò detto delle cose inesatte, sono pronto a prenderne atto e a modificare il mio ragionamento. Sono sicuro che questo non avverrà.
Nei prossimi giorni chiederò formalmente di prendere
visione, per esempio, agli atti delle Commissioni, se è mai accaduto in questo
Consiglio regionale che si approvasse il bilancio in Commissione, senza aver in
sede di discussione degli emendamenti, per esempio, la presenza della Giunta
regionale.
Come dire, c’è un fatto anche di procedura parlamentare.
Lo faremo tra qualche ora qui dentro. Di norma, per prassi, ad ogni emendamento
si chiede il parere del relatore e del governo. In questa circostanza, non ci è
stato possibile su cose piccole o grandi avere il parere del governo regionale.
Io ritengo, invece, che c’è un allarme serio rispetto
allo stato di salute democratica di questo consesso, della reciprocità dentro
funzioni che – come dire – non sono subordinate ma reciproche, entrambe
legittime, che finalmente tra qualche mese andranno a verifica del corpo
elettorale.
Arrivo al merito. Si continua a dire che si tratta di un
bilancio tecnico. Poi il relatore – basta guardare la relazione del collega
Talarico – fa riferimento ad una serie di circostanze storiche.
E’ la prima volta che, è la prima volta che, è la prima
volta che, ripete più volte nella sua relazione.
Se c’è qualcosa di tecnico nel bilancio, questo è
l’esercizio provvisorio. Certo quello è sicuramente uno strumento tecnico che
la norma regolamenta e gli affida una funzione transitoria in attesa del
bilancio.
Oggi invece siamo in presenza, chiaramente, di uno
strumento politico. Voglio anche da questo punto di vista esplicitarlo, uno
strumento politico che ha fortissime connotazioni elettorali.
Non c’è dubbio che quest’anno la maggioranza di
centro-destra ha scommesso in questa fase perché il 12 e 13 giugno c’è un
appello elettorale. Siccome tutti quanti sappiamo che quell’appello elettorale
è assai importante, perché da più parti viene eletto come una sorta di primo
tempo della partita che ci sarà il prossimo anno, si è fatto ricorso ai
muscoli, si è detto che nella fase istruttoria del bilancio con le
organizzazioni sindacali calabresi non ci si parla perché sono arroganti, si è
detto che bisognava assolutamente accelerare perché altrimenti si creava un
salasso di carattere finanziario.
Tutte argomentazioni che hanno preso dritta la
scorciatoia per far in modo – l’abbiamo sentito anche in quest’Aula – di dire
che la nave va. E anche a questo proposito, del fatto che la nave va io
chiederei che per un attimo ci mettessimo d’accordo tutti quanti di quale nave
stiamo parlando, perché in queste settimane a partire dal Presidente della
Giunta regionale ma anche tanti assessori su ogni pezzo salutano chissà quali
risultati. Spesse volte utilizzano l’affermazione che si tratta di un dato
storico.
Io non so di quale Calabria si parla e si rappresenta.
Noi invece in queste settimane stiamo tentando magari non in modo compiuto di
dar voce e di rappresentare la Calabria vera. La Calabria vera è quella dei 20
mila cosentini che qualche giorno fa sotto la pioggia hanno sfilato per le vie
della città di Cosenza, chiedendo lavoro ma chiedendo anche una speranza.
La Calabria dei ricercatori. Non si ode voce su questa
partita e questo è un limite estremamente delicato. I ricercatori, anche i
nostri ricercatori dell’Università della Calabria sono tra quelli che ieri
hanno occupato il Rettorato all’Università di Cosenza. Sono quelli che vivono
sulla propria pelle una difficoltà di precariato che rischia di essere
storicizzato, di persone e di ragazzi e ragazze di intelligenze vere che
rischiano di non trovare mai uno sbocco duraturo che gli dia la possibilità di
una serenità lavorativa.
Parliamo a quei tanti nuovi e vecchi poveri, anche qui
non c’è stata nessuna parola da parte del governo regionale rispetto a fatti
nudi e crudi che in questi giorni hanno messo di fronte all’intero Paese dati
senza precedenti rispetto alla soglia di povertà che vive questa nostra
regione.
Avverto anche in direzione di tanti comuni. sordità.
Ringrazio il Presidente del Consiglio che ci ha messo nella cartella una
lettera inviata a tutti i consiglieri e in primis al Presidente della
Giunta regionale. Firma il sindaco di un piccolo comune, per conto
dell’associazione dei piccoli comuni è un sindaco delle mie parti, ma non di
parte politica ma territoriale.
E’ un sindaco di Forza Italia, non è un sindaco
comunista che dice: attenzione siamo al collasso, siamo al rischio di non poter
approvare e predisporre i bilanci preventivi di quest’anno.
Lo dicono i piccoli comuni e lo dice l’Anci calabrese e
nazionale che in questi giorni hanno dato un grido di allarme.
Rispetto a queste cose, questa è la Calabria reale,
questa è la Calabria vera e a queste cose non si risponde. Anche qualche ora fa
abbiamo avuto una rappresentazione abbastanza stizzosa dello stesso Presidente
della Giunta rispetto ad una vicenda che per fortuna poi in Aula ha preso una
piega diversa e più consona a funzioni istituzionali.
Dicevo che si tenta a tutti i costi di rappresentare che
la nave va e poi nulla quaestio se l’Istat ci dà i dati sulla povertà,
se il mondo delle rappresentanze sociali non solo sindacali ma anche quelle
imprenditoriali per bocca del Presidente regionale di Confindustria calabrese
dichiari pubblicamente - questa sì che è una prima volta- di aderire allo
sciopero generale della Calabria indetto per il prossimo 28 aprile. Non c’è
precedente in questa direzione.
Ma perché sono tutti comunisti e accaniti avversari di
una lottizzazione del potere o avvertono che in questi anni questa regione
rischia di sganciarsi definitivamente da una speranza di sviluppo e di
progresso?
Dice lo stesso Presidente Chiaravalloti a pagina 11
della sua relazione, “attenzione sul versante finanziario, le condizioni sono
drammatiche”. Bene, io prendo atto che il Presidente riconosce questa
drammaticità, riconosce questo e anche il fatto che la pratica e le scelte del
Governo centrale non guardano al Mezzogiorno ma anzi sistematicamente assumono
iniziative che lo penalizzano.
Vorrei sommessamente dire al Presidente che bene ha
fatto ad andare a Napoli all’iniziativa assunta dal governatore Bassolino che
ha chiamato tutti i governatori del Mezzogiorno per una sintesi unitaria. Bene
ha fatto ad andare lì, ma io avrei preferito che quella iniziativa l’avesse
assunta il Presidente del governo regionale calabrese perché non c’è dubbio che
in questo quadro di riferimento, la regione che soffre di più è proprio la
nostra.
Quindi, in questa direzione non c’è autorevolezza. Non
mi interessa la contrapposizione fine a se stessa, né sono amante di
contrapposizioni pregiudiziali, però, nel merito delle cose, in questi anni, in
questi mesi si fosse levata una sola volta una parola di questo Governo, per
esempio, rispetto alle farneticazioni bossiane!
Ma perché? Non ci riguardano, non mortificano la dignità
dei calabresi e dei meridionali quegli approcci, quelle invettive? E perché non
si avverte in questa direzione un sussulto di dignità che dica che noi
pretendiamo gli stessi trattamenti che vengono garantiti ad altre parti del
Paese? Probabilmente, io una spiegazione la do a questo silenzio assordante,
probabilmente perché il Presidente sa quando, per esempio, circola nelle stanze
della Conferenza Stato-Regioni perché probabilmente avverte che il governo
regionale non ha le carte in regola per alzare un dito o la voce.
Ecco perché, tutto diventa acqua che passa sotto ai
ponti, tutto diventa un approccio che non trova uno stimolo istituzionale.
Io vorrei concentrare il mio ragionamento
fondamentalmente su due questioni, il sistema delle autonomie calabresi e la
vicenda sanità.
Sul sistema delle autonomie calabresi, dicevo qualche
ora fa, abbiamo avuto una prova perché si mortificano i comuni e le comunità,
si scippano le province, si mortificano i territori. Vedete che cosa è stato
capace di fare il governo regionale, per esempio, sui consorzi industriali.
Dopo anni, i consorzi industriali sono tornati alla gestione ordinaria ma, come
dire, con una beffa perché il governo regionale ha imposto gli amministratori
commissariali quali amministratori ordinari con quale motivazione? Perché il
governo regionale si è mantenuta la quasi maggioranza relativa delle azioni di
quegli enti.
Ma vi sembra un comportamento istituzionalmente corretto
quello di mortificare e scippare i territori? Se i consorzi esistono, è perché
hanno in dotazione parte di territori. I territori sono dei comuni, non della
Regione.
E poi, come dire, non si prende atto nemmeno dei
fallimenti…
Qualche settimana fa è stata indetta la prima conferenza
regionale delle autonomie locali di questa regione.
Guardate, ci si è trovati costretti persino a modificare
il calendario. Quell’iniziativa doveva durare due giorni e ad un certo punto,
siccome non c’era quasi nessuno dei sindaci calabresi, si è stati costretti a
completarla in una sera sola. Ma perché questo? Perché c’è una caduta di
fiducia da parte del sistema. Guardate non è un problema anche qui che riguarda
la collocazione politica.
In quella sede non c’era il sindaco di Reggio Calabria
che è la più grande città della Calabria, eppure l’onorevole Scopelliti
sappiamo da che parte sta. Non c’erano i sindaci delle grandi città, non
c’erano i sindaci complessivamente di questa regione perché hanno visto anche
in quella occasione una iniziativa senza sbocchi.
Non vedo l’assessore Pirilli ma ci siamo abituati a
parlare a futura memoria. Ma si dice in quel regolamento delle assemblee delle
autonomie locali approvato dalla consulta ai sensi della legge 34, che la
Regione deve mettere a disposizione 4 mesi prima le risorse per accompagnare il
decentramento.
Dove sono le risorse in questo bilancio? Significa che
di fatto non solo nemmeno quest’anno si avvierà il processo di decentramento in
questa Regione, ma si chiude ormai questa legislatura e la Regione continua ad
essere abbarbicata alle gestioni e gestisce anche cose che la legge, nazionale
e regionale, affida ad altri.
Quindi c’è un atteggiamento di scippatore di questa
Regione che scippa poteri ad altri e si appropria di poteri che non sono suoi e
non attua legislazioni che essa stessa si è data in tanti comparti, a partire
dalla legge quadro sul decentramento delle funzioni, non sulle “regalie” da
fare alle istituzioni.
Ecco, io vedo qui la crisi più delicata e più
preoccupante. C’è un collasso democratico, c’è un’asfissia democratica. Ma,
scusate, in fase di regionalismo, in fase di sussidiarietà istituzionale questa
Regione non aveva mai raggiunto tanti commissariamenti. Ci sono commissari
dappertutto, il che è la negazione del processo democratico.
Guardate, avantieri – poi ci torno –, anche la
Commissione del Senato in materia di sanità la prima cosa che ha detto è stata:
ma perché le Asl sono commissariate da un anno e mezzo? Si era detto che
bisognava fare non il Piano sanitario ma la rivoluzione sanitaria.
Sono passati 9 anni di governo di centro-destra e ancora
la montagna nemmeno il topolino ha partorito perché ancora di Piano sanitario
non c’è traccia.
(Interruzione)
Infatti, tutte le disgrazie di questa Regione hanno una
data, tutti gli anni ’90, tutti i 5 anni del 2000 sono stati anni proficui, il
disastro è stato dato da quei 12 mesi di governo del centro-sinistra, sennò la
nave non solo andava, ma andava chissà come velocemente nello spazio e nel
tempo.
Dicevo: la situazione di emergenza democratica. Non so,
per esempio, se qualcuno può dirmi perché non partono i piani integrati
territoriali. Qualcuno in questi giorni dice che probabilmente una parte delle
risorse previste per i Pit sono stati già messe in cantiere in altre direzioni.
Perché non si esalta la capacità dei territori? Perché non si esalta la
capacità di stare insieme dei territori che è una grandissima risorsa, ma si
alimentano i localismi, i provincialismi, si fa di tutto perché non cresca una
capacità dal basso?
Anche qui, a proposito della crisi finanziaria
drammatica dei comuni soprattutto di quelli piccoli, anche questa per scelta
del Governo nazionale, come possono sopportare, per esempio, il sistema dei
comuni calabresi la mannaia del commissariato dei rifiuti? Ma sapete cosa
significa applicare quelle tariffe nei piccoli comuni? Significa decuplicare i
costi e non ci sono possibilità di andare a tributi perché il sistema economico
e sociale della nostra regione non permette un processo allegro sui tributi.
Quindi, da questo punto di vista avvertiamo una assoluta
incapacità ad avere una nuova Regione… Perché la sfida di questa legislatura
era quella di mettere in campo la nuova Regione e invece avete avuto la
capacità di far paragonare questa legislatura che è fatta di nuove regole, di
nuovi poteri e di nuove possibilità agli anni più bui del regionalismo
calabrese e sono in tanti ormai a dire che questa è una pagina triste e nera di
questa Regione.
Quindi, su questo terreno noi avremmo voluto
confrontarci discutendo di bilancio, probabilmente sarà l’ultimo bilancio di
questa legislatura, invece si tenta di scappare anche qui, utilizzando la nuova
normativa in materia finanziaria per far in modo poi, strada facendo, di
servirsi dello strumento della variazione di bilancio, anche qui dando un altro
colpo e mortificando l’istituto assembleare del Consiglio regionale, facendo anche
su questo terreno un pessimo lavoro in termini istituzionali e democratici.
Non ci sono tanti colleghi Presidenti di Commissione
presenti, ne vedo solo qualcuno, ma con questa proposta di bilancio, onorevole
Presidente del Consiglio, decretate la sospensione dell’attività del Consiglio
regionale. Non c’è un euro per approvare leggi, ma pensate che si possa
legiferare senza risorse?
PRESIDENTE
Con l’assestamento le troveremo, è giusto quello che
dice lei, scusi se la interrompo. Le troveremo con l’assestamento anche per
approvare tutte le leggi durante l’anno.
Un assestamento che ripetutamente si annuncia e che non si capisce quando verrà, però in questa proposta di bilancio una scelta la fate. Invece di come proponiamo noi di lasciar libero il fondo globale, lo vincolate, quindi non è vero che non si fanno scelte.
Perché con il fondo globale che è previsto nel bilancio, con quella parte di risorse sia pure
parziale, non finanziamo il prestito d’onore a 10 mila ragazzi calabresi?
Si tratta di scegliere, ci sono poche risorse certo, invece no. Voi preferite
girare, qualche autorevole rappresentante addirittura della Giunta regionale
dice che qualche consigliere di maggioranza si è spinto ormai tanto più in là
da aver mandato la lettera al sindaco amico per dire “senti, grazie al mio
intervento ti vengono finanziati ics euro per fare la piazzetta qui, la
piazzetta lì”. Non vedo l’assessore ai lavori pubblici e poi dopo quando si
tratterà di questo ne parleremo.
E’ questa una scelta strategica? E’ questo un
assessorato tecnico che tenta di parcellizzare, udite, udite, 300 miliardi di
vecchie lire, di parcellizzare mettendo qualcosa qui, qualche piantina lì : vi
sembra questo un modo di governare?
Noi vi proponiamo una proposta alternativa non perché si
tratta di essere contro queste cose, non che si tratta di essere contro queste
cose, ma se la coperta è corta si tratta di scegliere da che parte far coprire
l’ammalato.
Noi vorremmo coprirgli la testa, voi state tentando di
coprirgli i piedi che però si coprono tra qualche anno, tra qualche mese, con
altre risorse.
Invece, voi fate un ragionamento anche qui tutto quanto
di natura squisitamente elettoralistica per far in modo che si possa dire a
quel sindaco…
Poi vedremo l’elenco e poi vedremo anche qui se la
scelta riguarda il colore politico di quelle amministrazioni.
Sarebbe gravissimo, sarebbe ancora più grave se la
scelta a cui vi apprestate dovesse essere caratterizzata dall’appartenenza
politica di quelle espressioni di comunità. Sarebbe una scelta ancora più
grave. Anche qui, noi l’abbiamo detto: volete fare il piano? Nessuno ve lo
impedisce, che però l’assessorato faccia una procedura pubblica, però, che dica
quali sono i criteri per accedere a queste risorse. Che dica entro 20 giorni di
presentare istanza.
Ma si può pensare di governare così? Ecco la caduta di
credibilità e di fiducia verso l’istituto regionale. Se la pratica di governo è
questa, ma come volete che gli amministratori, i territori, le rappresentanze
possano avervi fiducia?. Se il modo di governare è questo, capite bene che il
distacco democratico - non il distacco di appartenenza – rischia di essere
delicato, pericoloso per il futuro di questa Regione.
Quindi, non è vero che non si fanno scelte. Non vedo il
collega Nucera in Aula, il quale la sera in cui si è approvata la legge sulla
famiglia, un altro poco piangeva dalla commozione.
(Interruzione)
Mi sorregge il collega Tripodi e mi dice che ha quasi
pianto.
Io mi sono preso dall’Ufficio Resoconti il suo
intervento e spero che in questi giorni il “Corriere della Sera” possa fare un
parallelo tra la legge manifesto- e a questo punto possiamo dire
tranquillamente una legge falsa e un’altra presa in giro perché coincidenza ha
voluto che quella stessa sera, quando in Calabria si è approvata quella
provocazione ( che nel merito noi abbiamo definito anche un pericoloso
arretramento culturale per le cose che sono scritte in quella legge), n’altra
Regione meridionale, la Regione Campania – torniamo ancora una volta a
Bassolino – ha approvato quella stessa sera la legge sul reddito di
cittadinanza delle famiglie meno abbienti. Ebbene, in quella legge si impegnano
oltre 20 milioni di euro, alle famiglie meno abbienti vengono garantiti 350
euro, alle coppie di fatto, alle coppie residenti da oltre 5 anni. E’ poco? Sì
è poco anche quello ma si fa uno sforzo, un ragionamento.
Qui ci è stato risposto a più voci: non ci sono le somme
adesso, ma le metteremo in bilancio. Adesso siamo al bilancio. Zero euro c’era
in quella legge e zero euro c’è in questo bilancio.
Ma pensate che ve la potete cavare così? Presidente, lei
ricorderà che quella sera c’era anche una buona rappresentanza di pubblico e ci
sono stati applausi scroscianti. Io non lo so adesso chi dà conto a quegli
applausi.
Dove sono le risorse? Si può dire che c’è una legge in
questa Regione che interviene per le tante solitudini, per i disabili, per i
disagiati, per il diritto allo studio, per l’assistenza domiciliare? Tutte cose
scritte e anche sul piano concettuale condivisibili.
Avete fatto una previsione di spesa in quella norma di
72 miliardi di vecchie lire e oggi non ne mettete 55, posso capire che ci manca
il 10-15 per cento, ma non mettete nulla. Allora se aveste rispetto
istituzionale, dovreste chiedere scusa ai calabresi per averli presi in giro su
quella partita, che è una partita di valori perché la famiglia è un valore,
perché bisogna avere rispetto dei bisogni delle persone e non bisogna
illuderli, non bisogna prenderli in giro.
Si poteva dire: guardate noi non siamo nelle condizioni
di intervenire su tutto, scegliamo un intervento. Potevano essere gli anziani
come i minori e si metteva lì una posta possibile, magari per tornare alle
disponibilità anche qui sempre per quei 7 milioni di euro invece di pensare al
cemento in assoluto. Pensate, ecco, ad una colata di cemento mettendo sotto i
piedi anche obiettivi legislativi che voi avete voluto.
E che dire dei trasporti? C’è stata una discussione che
è durata per tre sedute in prima Commissione, bisognava approvare la legge di riforma.
Qualche giorno fa, anche un grande giornale nazionale
il “Sole 24 Ore” nell’inserto sul Mezzogiorno richiamava la nuova legge sui
trasporti. Dov’è la nuova legge sui trasporti? E’ rimasto tutto com’era, perché
non c’è un euro in più sui trasporti per modificare la legge, per garantire
servizi e per ammodernare infrastrutture e reti.
Allora, potete pensare anche qui di cavarvela così, di dire: abbiamo approvato la legge, rinviamo al bilancio e arriviamo al bilancio e non ci sono i soldi.
Per ultimo: io sono stato tra quelli più cocciuti dentro il mio partito e nel centro-sinistra a voler l’approvazione della legge 23 sui Servizi sociali, che è la legge di recepimento della normativa nazionale meglio conosciuta come “legge Turco”.
Ebbene, si era detto che bisognava fare uno sforzo, perché qualcuno in questi giorni in una grande parata a Lamezia al centro agroalimentare ha detto: adesso basta con i sussidi sociali, bisogna passare alle politiche sociali.
Quali politiche ci sono? Anche qui, il fondo rispetto agli scorsi anni diminuisce mentre, per esempio, la nuova norma affida ai comuni, nuovi ed importanti poteri. Ma i comuni senza risorse come fanno ad esercitare quelle funzioni? Come si può pensare di dire che quel disabile, quell’handicappato deve avere la delibera del comune per essere collocato e poi il comune non ha le risorse per poter garantire le rette?
Ma una istituzione, non un comparaggio, non un ente vicino o lontano, si può mettere in queste condizioni? Cioè, si può creare una condizione istituzionale di siffatta natura?
Penso che qui ci sia un pezzo serio della crisi del centro-destra, che è una crisi di non rispetto delle funzioni statuali verso l’alto e verso il basso, una crisi, cioè, in cui si mettono le istituzioni a repentaglio, in una condizione di sbandamento complessivo parlando.
Dicevo due argomenti.
La sanità.
Signor Presidente, ho apprezzato il suo riferimento stamattina, ma vorrei che in questa fase molto delicata, perché noi non abbiamo gioito rispetto a quanto sta avvenendo perché noi il senso delle istituzioni e il senso dello Stato lo abbiamo profondamente dentro l’azione politica e istituzionale del nostro fare politica, non si può avere memoria corta, lo richiamavano altri colleghi. Io l’ho letta così. Ad un certo punto l’ex Presidente della Giunta regionale, onorevole Caligiuri, e il potentissimo ex assessore al turismo, oggi Presidente della Provincia di Catanzaro, onorevole Traversa, hanno fatto mea culpa e hanno detto: questa esperienza ha difficoltà, perché ha trovato una eredità pesantissima.
Parlavano certamente dei loro sconquassi perché Caligiuri è stato Presidente di questa Regione e Traversa è stato potentissimo assessore al turismo di questa Regione. Quindi non so di quale eredità parlano.
Io non a titolo personale, ci mancherebbe, mi onoro di essere in quest’Aula da 9 anni e la più alta responsabilità soggettiva che ho avuto è stata quella di essere stato per 10 mesi Vicepresidente della Commissione bilancio. Quindi io adesso avrei le responsabilità e Traversa e Caligiuri in questi anni sono stati su Marte.
Se c’è una pesante responsabilità è quella del centro-destra che in questa Regione governa da 9 anni e anche sulla sanità non potete pensare che i calabresi dimentichino e siano di memoria corta.
Ma ve lo ricordate l’assessore Filocamo, assessore “tecnico”? Una delle prime invenzioni del governo Chiaravalloti, un grande assessore tecnico che ha lasciato il Parlamento per venire a fare l’assessore alla sanità in Calabria. Che io ricordi ha parlato due volte in Consiglio e una volta l’abbiamo costretto a parlare in Commissione.
Ci ha detto che lui il Sistema sanitario nazionale non lo condivideva perché aveva votato contro e che lui condivideva il modello lombardo; il suo modello di riferimento era Formigoni e la Lombardia. Quindi, signori, sciogliete le righe, che sono i budget o i controlli della spesa? Nulla, bisogna andare in direzione della libera scelta.
Si riempivano la bocca di questa espressione “ la Costituzione prevede il principio della libera scelta”. Certo, nulla da eccepire, ma bisogna poi fare i conti con le risorse che ci sono. E’ da lì che è cominciata una voragine e per fortuna dopo 18-20 mesi si è messo freno e si è licenziato quell’assessore, altrimenti chissà dove saremmo arrivati.
Ma questa non è responsabilità di altri, ci sono nomi e cognomi, ci sono responsabilità politiche ben precise.
Poi è venuto un altro tecnico, un certo assessore Rossi che è scappato dopo 6 mesi perché ad un certo punto in Commissione sanità è venuto con un testo che prevedeva il blocco degli accreditamenti.
Ad un certo punto, c’è stata una riunione della maggioranza, sono ritornati in Commissione, hanno presentato un emendamento sei consiglieri di maggioranza e quell’articolo non c’era più, è scomparso il blocco degli accreditamenti. A quel punto, fuori Rossi.
E’ venuto un terzo tecnico, l’attuale assessore alla sanità, Luzzo, a cui va riconosciuto che ha messo in campo azioni di contenimento ma anche rispetto alla domanda principe del ragionamento che bisogna mettere mano alla riorganizzazione del sistema, a recuperare risorse, ad evitare anche qui sprechi che sono diventati ormai, anche qui non rispondiamo, ma, lo dice il Presidente Chiaravalloti nella relazione, si stenta ad avere un controllo della spesa sanitaria.
Sappiamo tutti qui dentro e fuori da qua dentro che se non si riesce a controllare la spesa sanitaria, significa che si travolge l’intero bilancio regionale perché la spesa sanitaria è parte significativa del bilancio, perché oggi siamo in presenza ormai di fatto di un bilancio ingessato, perché le somme cosiddette libere sono diventate poca cosa e anche il ricorso ai mutui è diventato un elemento che ingessa il bilancio; perché poi i mutui bisogna pagarli, non è che i mutui li paga più come negli anni passati lo Stato centrale. Ma i mutui li dobbiamo pagare noi e se oggi questa Regione paga qualcosa come circa 300 miliardi l’anno di vecchie lire di mutui solo per la sanità, capite che questa non è una questione di poco conto che dura una stagione.
Ecco perché anche su questo terreno nessuno ci può chiedere il conto. Era l’11 novembre del 2002 e quindi circa due anni fa, il centro-sinistra per chiedere il Piano sanitario ha portato 10 mila calabresi a Catanzaro, per dire: noi vogliamo una organizzazione sanitaria adeguata pena il rischio che possa saltare il banco in questa Regione.
Era questa l’espressione che usammo in quella circostanza. Attenzione, perché rischia di saltare il banco. Oggi quel rischio è fortemente aumentato perché in quella direzione non si è messa mano, si sono raddrizzate alcune cose, ma ancora non siamo in presenza di un controllo vero e anche sul piano sanitario, onorevole Presidente, lei sa che per quanto ci riguarda non c’è stato mai né un atteggiamento dilatorio né un atteggiamento ostruzionistico.
Anzi, abbiamo fatto qui qualcosa che non era mai stato fatto. Questa volta sì che possiamo dire che abbiamo segnato un punto storico.
Il centro-sinistra invece di rintuzzare emendamento per emendamento, ha presentato una proposta alternativa al disegno di legge di piano. Ma, guardate, in questi giorni stiamo assistendo al paradosso dei paradossi.
Insomma, nell’aprile dello scorso anno la Giunta regionale ha approvato una proposta di piano. Stavamo per entrare nel merito, a fine gennaio di quest’anno la maggioranza, non più la Giunta, un gruppo di consiglieri ha presentato un emendamento interamente sostitutivo.
Lei sa, Presidente, che nell’ultima seduta ci sono stati consegnati gli emendamenti e anche su questo testo ci sono circa 90 emendamenti sempre della maggioranza? Possiamo andare avanti così? Si può pensare che su un fatto strategico come questo della programmazione, del controllo, della pianificazione sanitaria ci si inventa dalla sera alla mattina una opzione?
PRESIDENTE
E’ un segno di attenzione, onorevole Pacenza, da parte dei colleghi che seguono questa problematica, la veda in senso positivo.
Infatti, qualcuno teorizza che questa sia sana democrazia. Io la ritengo, come dire, una confusione rispetto agli obiettivi, anche perché tanti emendamenti sono particolari, puntano a dire che questa vicenda, siccome sta nel mio collegio o nel mio vicinato va fatta così, quell’altra può stare anche così.
Cioè, c’è il rischio da questo versante di rendere impraticabile la gestione della proposta di piano.
Poi, Presidente, per
tornare alla cultura della responsabilità. In queste settimane abbiamo
assistito a vicende tristi come il sequestro dell’ospedale della nostra città
capoluogo e poi è stato costretto a dirlo anche l’assessore Luzzo: questa
Regione non riesce a spendere circa 900 miliardi di vecchie lire ai sensi
dell’articolo 20 della legge 67/88 perché la Giunta regionale non è riuscita a
fare l’accordo di programma col ministero della salute e quello del tesoro.
Questa responsabilità di chi è? Ma lei si ricorda,
Presidente – per tornare all’assessore Filocamo –che la Giunta di
centro-sinistra aveva approvato, la sera che è stato eletto Presidente Meduri –
parlo di atti non di appartenenza –, quel Consiglio regionale dopo aver battuto
le mani ha votato e avevano approvato il piano dell’articolo 20, secondo e
terzo triennio.
Poi c’è stato l’avvento della Giunta Chiaravalloti e
l’assessore Filocamo…
PRESIDENTE
Non ricordavo l’applauso, onorevole Pacenza, onestamente
ma stiamo parlando del bilancio non del Piano sanitario questa sera.
L’assessore Filocamo invece di presentare al governo il piano dell’intera regione ha presentato il piano della sua Asl - con tutto il rispetto per il territorio di provenienza – di una sola Asl. Addirittura il Ministero della salute ce l’ha mandato indietro per vizio di forma perché non poteva essere presentato un piano regionale con un piano di una sola Asl. Poi ci sono state le rincorse.
Cioè, che voglio rappresentare, Presidente? Che da una parte si chiudono gli
ospedali drammaticamente e dall’altra parte non si è stati capaci di
utilizzare risorse non per una lira ma per centinaia di miliardi, che guarda caso erano destinati proprio a ristrutturazione, ad ammodernamenti, a messa in sicurezza,
al recupero di standard.
A questa domanda chi deve rispondere? Non deve
rispondere questo governo? Non deve dare una risposta questo governo oppure
devono rispondere altri?
Ecco perché, Presidente, ho tentato di fare un
ragionamento di natura compiuta. Poi per stare anche dentro questo filone, io
ho apprezzato la sua dichiarazione e condivido fortemente il richiamo che lei
fa alla meritocrazia.
Però, Presidente, ci dobbiamo mettere d’accordo. Per avere meritocrazia, c’è bisogno di metodi trasparenti e in questi anni nel sistema sanitario calabrese tutto c’è stato tranne che trasparenza.
Ancora oggi, guardate, come è possibile applicare
princìpi di meritocrazia dentro il sistema quando poi per eleggere i vertici
del sistema, i dirigenti delle Asl, i direttori delle Asl voi abbassate i
requisiti?
Possono stare insieme queste due cose? Su questo
terreno, noi siamo pronti a rilanciare, ad accettare quella impostazione, però
non mi pare che ci sia una coerenza in questa direzione perché nel momento in
cui voi aumentate la discrezionalità, ritenete che il rapporto debba essere
esclusivamente fiduciario, fiducia e meritocrazia non vanno d’accordo.
O si è fiduciari o si è meritocratici. Noi riteniamo che
bisogna applicare princìpi di meritocrazia dentro il sistema,
ecco perché in questa direzione riteniamo che bisogna fare un lavoro non purché
ci sia una risposta, ma perché ci sia una risposta di qualità oggettivamente di
riforma dentro il sistema.
Per ultimo, Presidente, tutta la partita dei controlli.
Sono pronto anche a leggere autocriticamente il recente passato, ma noi non
possiamo pensare di avere un sistema funzionante senza avere una stazione di
controllo della quale c’è bisogno. Questo vale per il sistema sanitario ma vale
per il sistema complessivamente.
Noi, invece, in questi anni abbiamo assistito non ad un
allentamento dei controlli ma complessivamente ad una liberazione di qualsiasi
procedimento di controllo.
E a proposito di controlli, Presidente e concludo, io
ritorno sull’articolo 1 del bilancio.
Lei quella sera era presente ed ha condiviso le nostre
osservazioni. Ma come è possibile che in questa Regione si porti a capitolo di
bilancio una indicazione per il 2002-2003 di circa 20 miliardi di vecchie lire
per quanto riguarda atti ingiuntivi e non ci sono le condizioni per aver chiaro
il quadro della provenienza di questi atti ingiuntivi?
Questo, onorevole Presidente, è un dato particolarmente
grave. Noi glielo abbiamo sottolineato in Commissione e glielo risottolineiamo
anche stasera in Aula perché questa è la prova provata di una pratica
amministrativa allegra che non fa tesoro della oculatezza e della buona e sana
amministrazione.
Si rinuncia a somme alcune volte anche risibili e poi si
ritorna all’odiosa pratica dei decreti ingiuntivi. Pensavamo che questa pratica
amministrativa appartenesse solo al passato, invece ancora oggi c’è una pratica
amministrativa che trova sfogo, trova procedure dentro atti di siffatta natura
che poi non danno compiutezza e trasparenza ai procedimenti.
Ecco noi – ho finito, onorevole Presidente – avremmo
voluto leggere dentro gli atti del bilancio un verso, una scelta, una
indicazione. Tutto questo non c’è e tutto questo purtroppo continua a negare
quelli che sono i bisogni di una Calabria vera.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Michelangelo.
Ne ha facoltà.
La ringrazio, Presidente, spero di parlare per 15 minuti, purtroppo temo di non riuscire a farlo.
Debbo dire, Presidente
e colleghi consiglieri, che se qualche ora fa fosse stata presente nell’Aula
delle Commissioni del Consiglio regionale qualche
persona estranea alla nostra Regione, che non ne conoscesse le vicende, le
situazioni ed i problemi, avrebbe sicuramente avuto un atteggiamento stupito
rispetto a quello che è accaduto, ma credo che, in qualche misura, avrebbe
capito perché il Presidente Chiaravalloti è l’ultimo Presidente, in quanto a
grado di fiducia, d’Italia.
E’ proprio dei giorni scorsi, come sicuramente sapete,
il dato di un importante sondaggio nazionale che hanno visto collocato il
Presidente Chiaravalloti all’ultimo posto; credo riscuota la fiducia di poco
più del 40 per cento dei calabresi: questo è il dato emerso! Nella graduatoria
nazionale non c’è nessuno dopo il Presidente Chiaravalloti.
Una qualche ragione ci sarà pure del perché questo è
avvenuto, del perché mai prima era sceso così in basso il grado di credibilità,
di fiducia e di consenso nei confronti di un Presidente della Giunta regionale
della Calabria. Credo che si sarebbe capito, e si capisce, perché siamo
arrivati a questo punto. Purtroppo l’abbiamo visto anche stasera e a me
dispiace tutto ciò.
Abbiamo compreso tutti – forse lo sapevamo, abbiamo
letto anche le statistiche e i sondaggi ma ne abbiamo visto plasticamente il
perché – la ragione vera che ha fatto crollare la fiducia dei calabresi nei
confronti del loro attuale Presidente della Giunta regionale a questi livelli
così bassi, dopo che gli avevano espresso e tributato un così vasto consenso.
L’hanno portato, con l’elezione diretta, ad essere quello che oggi si chiama,
con un termine che va molto di moda, il governatore della Regione.
Non c’è dubbio allora che va dato atto al Presidente del
Consiglio regionale Fedele dell’atteggiamento fortunatamente corretto che ha
tenuto - io ne ho apprezzato anche la sensibilità istituzionale - rispetto alla
necessità in qualche modo di correggere una impressione negativa.
Voglio dire che stasera, qui, ci sono stati sindaci,
amministratori comunali, Presidenti di Comunità montane, che sono espressione,
sono un pezzo del sistema delle istituzioni calabresi. Non erano qui, questo mi
è parso di cogliere, per rivendicare un’elemosina o una mancia, ma per dire che
quel pezzo di istituzioni che chiede alla massima Assemblea democratica della
Regione di farsi carico di un problema, di assumere iniziative e provvedimenti
per garantire la tenuta del sistema ordinamentale. Le istituzioni calabresi
hanno una loro articolazione e quel pezzo che è stato qui stasera è un pezzo
importante di quel sistema complessivo e democratico della Regione Calabria che
non può essere trattato in modo sprezzante e arrogante come è avvenuto, ma che
ha bisogno di essere riconosciuto come soggetto interlocutore e attore tra i
tanti che sono impegnati nello svolgimento di funzioni amministrative,
politiche, istituzionali, importantissime.
Credo che sia stato giusto che il Consiglio regionale
abbia in qualche modo sanato, con l’approvazione di quella mozione, la ferita,
anche di natura istituzionale, che si era aperta.
Sono voluto partire, nell’intervento sul bilancio, da
quella questione e dal giudizio di consenso per dire che francamente, così come
il Presidente Chiaravalloti si è comportato stasera in Aula Commissioni, allo
stesso modo questo bilancio si vuole imporre a tutti i costi al Consiglio
regionale senza esprimere alcune scelte fondamentali, ma facendone delle altre,
perché certamente tutto si potrà dire meno che si tratti di un bilancio tecnico
per come tentano di contrabbandarlo alcuni esponenti della maggioranza.
Non è un bilancio tecnico quello di cui si sta
discutendo in questo Consiglio regionale. Devo dire che noi andiamo
all’approvazione del bilancio operando uno strappo istituzionale, non solo in
quanto non c’è stato un confronto democratico, ma anche perché è stato totalmente
disatteso e inevaso il percorso democratico di consultazione dei soggetti
sociali, delle associazioni, dei soggetti economici e delle categorie
produttive della Regione. E’ stata disattesa la prassi democratica
istituzionale che storicamente, da sempre, ha preceduto l’esame e la
discussione del bilancio aprendo un grande confronto con la società calabrese
in tutte le sue articolazioni; oggi tutto questo è mancato completamente tant’è
che non si è proceduto alle audizioni, non si è voluto in nessun modo avviare
un confronto!
Eppure stiamo discutendo di uno strumento che
rappresenta, per la stessa entità delle somme, delle risorse di cui si parla –
il bilancio ha, infatti, una dotazione complessiva di 7 miliardi e mezzo di
euro, cioè circa 15 mila miliardi di vecchie lire – lo strumento cardine,
fondamentale, di politica economica e finanziaria della Regione.
Certamente tutto questo è fondamentale nel momento in cui ci riferiamo ad una cifra, 15 mila miliardi, e a un percorso che è stato negato, sicuramente, infatti, nel momento in cui diciamo che non si tratta di un bilancio tecnico, lo dimostriamo attraverso alcuni numeri di cui voglio parlare, certamente siamo anche in presenza di uno stravolgimento delle leggi fondamentali.
Abbiamo approvato poco più di due anni fa una legge di
riforma di tutto il sistema del bilancio, delle politiche finanziarie della
contabilità regionale. Mi riferisco alla famosa legge 8 del 2002, ma da quando
è stata approvata quella legge voi l’avete calpestata continuamente; ve la
siete messa sotto i piedi! Ancora non sappiamo quando per la prima volta in
questa Regione la Giunta regionale porterà il documento di politica economica e
finanziaria all’approvazione del Consiglio regionale.
Noi non possiamo dimenticarci che da due anni esiste una
legge che vincola, che obbliga la Giunta regionale a comportamenti, a scelte,
all’approvazione del Dpef regionale che rappresenta la precondizione,
l’elemento fondamentale e programmatico, per poi procedere alla valutazione di
bilancio, ma tutto questo non avviene mai.
Eppure ogni anno ci viene detto: state tranquilli lo
faremo il prossimo anno. Ormai il prossimo anno non ce lo potete più dire
perché questo in discussione rappresenta sostanzialmente l’ultimo bilancio
della legislatura in corso.
Debbo dire che, proprio perché è l’ultimo vero bilancio
della legislatura, non solo noi come opposizione, ma la Calabria dal vostro
ultimo bilancio si aspettava quello che non avete fatto negli anni precedenti.
A poco più di un anno dalla conclusione di questa
sfortunata e sciagurata legislatura i cittadini si aspettavano una sorta di
inversione di tendenza, un colpo d’ala, una sterzata in sede di elaborazione di
bilancio da parte di questo governo. Tutto questo, però, non c’è e, anzi, noi
proprio per questo sosteniamo una chiara e netta valutazione e considerazione,
e diciamo con forza che esso rappresenta – in quanto ultimo e vero bilancio di
questa legislatura – una vera e propria fotografia del fallimento del
centro-destra in Calabria.
Questo è il dato. Il bilancio si coniuga con la parola fallimento del centro-destra nelle sue politiche, nelle sue scelte, nella sua incapacità e dobbiamo ricordarci che alla Calabria, nel momento in cui presentate questo documento politico-contabile le consegnate, insieme, un dato che è clamoroso, quello di riconfermare la nostra regione come la realtà più povera e con più disoccupati d’Italia e d’Europa ed anche, contemporaneamente, con il reddito procapite più basso d’Italia, e insieme a tutto ciò, consegnate un altro grande risultato, un altro grande regalo per i calabresi: quello di essere la regione che ha la pressione fiscale più alta d’Italia. Lo ripeto: questo è il dato.
Dopo i provvedimenti che avete assunto rispetto alla
manovra di contenimento della spesa finanziaria di questi anni e che hanno
portato all’introduzione della tassa di un euro per ogni farmaco, all’aumento
del 10 per cento dell’importo della tassa automobilistica, all’aumento dello
0,5 per cento dell’addizionale Irpef, i calabresi sono i cittadini italiani che
hanno la più alta pressione fiscale d’Italia.
E si tratta proprio di quei cittadini che vivono nella condizione peggiore. Certamente nel momento in cui abbiamo visto – anche nei dati di un recente sondaggio dell’Eurispes, che segnala che oltre 800 mila calabresi vivono in una condizione che è sotto la soglia della povertà o la rasenta – che oltre il 40 per cento dei cittadini di questa regione vive in una situazione di disagio, quasi di sopravvivenza, oltre a guardare con grande allarme e preoccupazione a questi dati, registriamo, con pari preoccupazione, che rispetto a questo non ci sono risposte, non ci sono politiche, iniziative e neppure il bilancio opera scelte che vanno nella direzione di lanciare dei segnali di attenzione, di sensibilità, di interesse verso i drammi sociali, le vere e proprie emergenze che stanno scoppiando nella regione e che anche recentemente sono emerse.
Non si spiegherebbe altrimenti la partecipazione allo
sciopero della provincia di Cosenza dei giorni scorsi, e la presenza di oltre
30 mila persone alla manifestazione, un segnale anche questo della ripresa
della iniziativa e del movimento democratico e di lotta dei lavoratori.
Nel prossimo mese di aprile, il 28 mi pare, ci sarà lo
sciopero generale in Calabria, uno sciopero che viene proclamato contro le
scelte, le politiche, le incapacità e le inadempienze della Giunta
Chiaravalloti e del centro-destra.
Si andrà anche a questa iniziativa che però non è una
iniziativa normale. Il fatto che i sindacati, la Cigl, la Cisl e la Uil, in
questi giorni decidano la convocazione dello sciopero e lo proclamino per il 28
aprile è un dato importante e significativo che salutiamo positivamente anche
come un segnale di liberazione per la ripresa del movimento e delle lotte, ma
rappresenta anche il segnale di una Calabria che non ci sta e di una condizione
che dice che davvero viviamo la stagione peggiore del regionalismo che in
questi anni abbiamo conosciuto: siamo dentro il tunnel buio della crisi di una
condizione sociale che diventa veramente sempre più drammatica e difficile che
vede l’aumento della povertà, delle fasce deboli e soggette al disagio sociale,
ma contemporaneamente vede l’aumento della pressione fiscale.
Abbiamo detto alcune cose che però voglio ribadire.
Prima questione: perché questo non è un bilancio
tecnico? Sarebbe stato un bilancio tecnico se voi aveste riproposto pari pari
le voci di spesa e di entrata che rinvenivano dal bilancio precedente.
Ma nel momento in cui alcune scelte le fate – e io ne
voglio indicare tre scelte – non potete più nascondervi dietro la foglia di
fico, l’alibi del bilancio tecnico. La prima questione riguarda il mutuo per il
piano triennale delle opere pubbliche.
Vincolatele le poche risorse libere del fondo globale, 7
milioni e mezzo di euro, per una operazione che ha un carattere affaristico
clientelare e che ha un obiettivo di carattere elettoralistico che punta ad
indebitare i calabresi, a far gravare sulla testa dei calabresi di oggi e di
domani, sulle nuove generazioni per i prossimi 25 anni, un mutuo che costerà
circa 250 miliardi per tentare di fare una operazione che non so dove vi
porterà e cosa vi porterà perché dovete garantire che ogni consigliere
regionale del centro-destra abbia 5 miliardi di vecchie lire di risorse
disponibili per poter cercare in questo modo di garantirsi la campagna
elettorale e di trovare…
(Interruzione)
Sei miliardi di vecchie lire. Avevo sbagliato in
difetto.
(Interruzione)
Il problema è che sono 6 miliardi per i consiglieri
regionali e tutto il resto per la Giunta, quindi, il quadro è completo.
Il problema, però, è che le opere per la campagna
elettorale non si faranno e resteranno le lettere che già qualcuno ha inviato
per cercare di garantire alcune cose, così come probabilmente si arriverà ad
assegnare qualche incarico ai progettisti proprio come voleva fare l’allora
assessore Misiti ai lavori pubblici che fece un’Apq ( Accordo di programma
quadro) che era un libro dei sogni.
L’Apq sulle infrastrutture, infatti, doveva mobilitare 6
mila miliardi, ma una tale cifra non era disponibile, le somme erano molto di
meno. Però quei soldi bastavano per pagare tutti i progetti delle opere e
qualche opera per il primo lotto al massimo, per il resto non si andava oltre.
Era questa l’operazione Misiti. La trasferite adesso sul
piano triennale. Mi dispiace che da mesi attorno a questa vicenda del piano
triennale si sia aperta una politica forte. Noi abbiamo insistito chiedendo e
richiedendo, anche qui, la revoca di quella scelta e di farne delle altre, poi
dirò qualcosa su questo, ma non abbiamo sentito finora il parere dell’assessore
ai lavori pubblici Grimaldi.
Ho visto oggi il dottor Grimaldi presente ai lavori del
Consiglio. Vorremmo sapere fino in fondo cosa è questa vicenda del piano
triennale per le opere pubbliche e qual è il ruolo che in questa vicenda ha il
nuovo assessore regionale ai lavori pubblici, qual è la sua posizione, cosa
intende fare e come intende muoversi il dottore Grimaldi dentro questa vicenda
che è ormai avvolta in una nebulosa oscura in cui ci sono questioni fortemente
critiche e discutibili che fanno intravedere cose gravi, poco serie e poco
pulite.
Quindi, io da questo punto di vista insisto: vorremmo
capire cosa ha da dire su questo punto l’assessore Grimaldi.
La seconda questione riguarda le politiche per il
lavoro.
Voi avevate 790 milioni di risorse libere, circa 1.600
miliardi di vecchie lire. Lo scorso anno nella quota libera erano stanziati 30
milioni di euro per quanto riguarda le politiche per il lavoro, cioè 60
miliardi di vecchie lire, quest’anno vengono stanziati 15 milioni di euro.
Cioè a dire, per il lavoro, meno 49,24 per cento. Ma la
cosa grave è che con questa operazione si segnala praticamente, direttamente –
lo scrivete voi nella tabella B) dell’allegato – quanto è lontano l’operato, la
politica, le scelte di questa Giunta rispetto ai problemi reali.
Se non si parla di lavoro in un bilancio della Regione
non si capisce di cosa d’altro si debba parlare. Invece per il lavoro viene
stanziato il 49,24 per cento in meno. Ma non solo. Non mettete neppure i soldi
per garantire la copertura finanziaria per il pagamento di lavoratori di
pubblica utilità.
Migliaia e migliaia di lavoratori che lasciate in una
condizione di incertezza e sono lavoratori precari. Sono persone, cioè, che
fanno parte di quella categoria dei cosiddetti nuovi poveri perché sono persone
che percepiscono, credo, intorno a 400 euro al mese, circa 800 mila lire.
Eppure voi state dicendo a questi lavoratori “guarda che non ci sono i soldi e
noi vi garantiamo il pagamento” – così è scritto nella relazione – “con questo
bilancio”, appunto per i lavoratori di pubblica utilità, “fino alla copertura
del mese di aprile 2004”.
Vorremmo sapere, a maggio che fate, licenziate i
lavoratori di pubblica utilità? Li mandate in mezzo ad una strada? Non
garantite più la copertura finanziaria e non erogate più il sussidio minimo,
quei 400 euro che sono ormai un sussidio di sopravvivenza?
Vorremmo capire cosa intendete fare, perché credo che
nessuno immagini o pensi che quei lavoratori saranno licenziati e messi in
mezzo ad una strada. Tutti sappiamo che quei lavoratori anche a maggio e giugno
dovranno essere pagati fin quando non si attuerà la legge 20 che prevede i
percorsi della cosiddetta stabilizzazione dei lavoratori.
Noi abbiamo deciso che bisogna procedere alla
stabilizzazione e fin quando questo non sarà fatto sicuramente una soluzione
andrà trovata e le garanzie debbono essere individuate dentro il bilancio con
le risorse necessarie per garantire la copertura finanziaria, l’erogazione del
sussidio mensile a questi 4-5 mila lavoratori.
Credo che queste tre questioni: mutuo, lavoratori di
pubblica utilità, risorse per il lavoro danno già l’idea di cosa sia questo
bilancio; voi sui 7 milioni di euro del piano triennale, che rappresenta un
indebitamento anche per il futuro della Regione, potevate fare anche un’altra
scelta, cioè decidere di usare i 7 milioni di euro per garantire il pagamento
dei lavoratori di pubblica utilità, o per garantire l’avvio di un percorso,
come noi chiediamo, relativo all’istituzione di un fondo per il reddito sociale
di cittadinanza, per garantire quelle famiglie che hanno un reddito minore di 5
mila euro, di avere una qualche risposta.
In Campania si è fatta una legge. La Giunta e il
Consiglio regionale hanno approvato una legge che stanzia circa 25 milioni di
euro per garantire, in Campania, con i fondi regionali una prima risposta.
In Campania daranno 350 euro al mese ad ogni famiglia
che ha meno di 5 mila euro di reddito per garantire un minimo di indennità, di
sopravvivenza, si tratta, sostanzialmente, di quello che era il reddito minimo
di inserimento che il centro-destra ha cancellato.
Dobbiamo ricordarcela questa cosa, noi siamo nel
Mezzogiorno, in Calabria, in una realtà per la quale il centro-sinistra, proprio
perché aveva in qualche modo avvertito l’emergenza che si stava determinando,
aveva deciso di introdurre uno strumento che si chiamava reddito minimo di
inserimento che aveva consentito di dare risposte a tanti cittadini, a migliaia
di cittadini della Calabria a partire dalla città di Reggio Calabria che
avevano goduto del cosiddetto reddito minimo di inserimento.
(Interruzione)
Con quest’ultima finanziaria nazionale il Governo
Berlusconi e la maggioranza di centro-destra hanno cancellato il reddito minimo
di inserimento privando tante famiglie, tante persone povere di un certo
sostentamento.
Ed allora, siccome il reddito minimo di inserimento è stato cancellato dalla legislazione nazionale, l’idea era quella di tentare anche in questa finanziaria di utilizzare delle risorse per dare risposte ai drammi della società calabrese.
Lo ribadisco, quei 7 milioni di euro si potevano impegnare per garantire il pagamento dei lavoratori di pubblica utilità, per garantire l’avvio, la costituzione di un fondo per il reddito sociale di cittadinanza per far fronte a questa ondata gigantesca che riguarda le nuove povertà ed il disagio sociale.
Ebbene la risposta che voi date non è né l’una né
l’altra. Si decide, e si vuol fare un bilancio
di questa natura, per predisporre questa operazione:
7 milioni
di euro per il piano triennale per le opere
pubbliche.
Credo, Presidente, che
proprio in questo consiste la scelta politica, la volontà suffragata di portare
avanti il bilancio in questo modo, nel momento della massima crisi del
centro-destra; personalmente io la
vedo così, noi oggi, in Calabria, siamo nel momento in cui il centro-destra
vive il momento peggiore. Di questa grandissima crisi e difficoltà è
espressione anche quel documento di Traversa e Caligiuri che, ormai a corto di
argomenti, sono costretti a tornare a guardare indietro, al passato visto che
non sono in grado di presentarsi alla Calabria con un bilancio credibile di
fatti, ma solo di parole e di annunci.
Un bilancio che dica alla
Calabria: guardate noi siamo stati in questi tre-quattro anni al governo e
prima lo eravamo stati altri 4 e abbiamo portato la Calabria avanti, abbiamo
aumentato l’occupazione, abbiamo dato risposta alla povertà, abbiamo creato una
condizione virtuosa per cui il prodotto interno lordo è cresciuto, lo sviluppo è accelerato.
Tutto questo non c’è. Non
c’è la possibilità di presentare un bilancio credibile, un resoconto che dia
qualche risposta ai bisogni della nostra regione. Non è possibile qui proporre
quanto ha cercato di fare Berlusconi nel corso della sua conferenza stampa
quando ha detto che l’Italia sta andando meglio, ma gli italiani sanno bene
come stanno le cose, perché non riescono ad arrivare alla fine del mese con la
condizione che c’è, con il crollo del potere d’acquisto dei salari, degli
stipendi, delle pensioni con una condizione sociale drammatica dappertutto.
Poi la gente se ne accorge. Uno può dire in televisione
che le cose vanno meglio, c’è la ripresa e via dicendo, però sappiamo tutti
come stanno le cose in effetti, sappiamo tutti che il Paese, senz’ombra di
dubbio, in questi anni è andato indietro. E’ andata indietro l’Italia e ancora
peggio la Calabria. Questo è il problema che noi abbiamo davanti e, quindi,
certamente diciamo che siamo nel momento della massima crisi del centro-destra
che ha perso consenso, che vede il suo Presidente all’ultimo posto della
graduatoria nazionale del grado di fiducia che riscuotono i Presidenti delle
Regioni, questa cosa va sottolineata.
Lo ripeto: noi abbiamo un Presidente di Giunta regionale
che è all’ultimo posto, e dobbiamo renderci conto di questa cosa, della
gravità, dell’enormità anche di questo dato. La fiducia, il consenso di cui
gode l’onorevole Chiaravalloti è poco più del 40 per cento. Se questo grado di
fiducia è arrivato così in basso non c’è dubbio che una ragione c’è, è perché
non c’è corrispondenza tra le cose che dicono il Presidente con i suoi
portavoce e gli uomini del centro-destra e la realtà vera e dura in cui vivono
i cittadini di questa Regione.
Quindi, nel momento della massima crisi il
centro-destra, con questa operazione che riguarda il bilancio, e che io
considero di arroganza muscolare – perché così va definita -, dice cerchiamo
comunque di dare una risposta, e poiché non ci riesce in un altro modo, pensa che
approvando il bilancio e dimostrando di avere questa compattezza muscolare,
questa forza dei numeri in Consiglio regionale, facendo uso a dismisura di
questo atteggiamento, risolve i problemi politici.
No, questo è il segnale ed è il riconoscimento più vero
della condizione di debolezza e di crisi che conosce e che vive il
centro-destra, guardate che i problemi non li risolverete approvando il
bilancio, riproponendo nei prossimi giorni, sulle questioni del Piano sanitario
regionale questo modo di procedere, ne ha parlato prima il collega Pacenza ed
io non voglio tornare.
Volevo però aggiungere alcune battute conclusive. Nei
giorni scorsi due cose mi hanno colpito particolarmente.
La prima: il fatto che la Confindustria calabrese, cosa
mai avvenuta, credo, da nessuna altra parte d’Italia, fa una dichiarazione e
mette in mora la Giunta regionale e non solo aderisce allo sciopero provinciale
a Cosenza – cosa incredibile – ma esprime anche adesione alla piattaforma dello
sciopero che metteva al primo piano la polemica, la contestazione, la denuncia
e la critica serrata, severa nei confronti della Giunta Chiaravalloti. Ma
contemporaneamente la Confindustria fa una dichiarazione congiunta assieme a
Cigl, Cisl e Uil per denunciare l’attacco che è stato portato avanti agli
strumenti della cosiddetta concertazione perché di fatto la concertazione è
stata cancellata dalla pratica del confronto e dalla pratica di governo, di
gestione di questa Regione.
Contemporaneamente c’è anche la presa di posizione della
Cec, della conferenza episcopale calabrese dei vescovi che lancia un messaggio
forte, di denuncia e di grande preoccupazione per la grave condizione di
disagio sociale che vive la nostra regione.
Credo che rispetto a questo, rispetto ad una condizione
che vede la regione oggi in un vicolo cieco, in un tunnel buio, rispetto anche
alla ripresa di iniziative, di movimento, di lotte è necessario dare delle
risposte.
Il centro-sinistra qui, in questa discussione sul
bilancio, non ha presentato emendamenti di campanile o di parrocchietta, ma
alcune proposte, un vero e proprio pacchetto per il lavoro e per i giovani, un
vero e proprio piano per il lavoro in Calabria. Questo abbiamo presentato con
gli emendamenti che tutto il centro-sinistra ha portato all’esame di questo Consiglio
regionale.
Presentiamo un vero e proprio controbilancio cercando di
fare quello che dalla opposizione è giusto e necessario fare, dando una idea di
governo diverso, alternativo, dando anche la possibilità concreta e indicando
la strada e dicendo dove trovare le risorse affinché si possano decidere altre
misure, assumere altri provvedimenti.
Quando noi diciamo che, per esempio, si poteva e si
dovrebbe – ne discuteremo con gli emendamenti – introdurre il fondo per il
reddito sociale di cittadinanza, vi diciamo anche dove trovare i soldi. Vi
diciamo che dai capitoli delle quote libere di bilancio, dalle risorse di 790
milioni di euro basterebbe prelevare del 10 per cento, per fare l’operazione
che riguarda il reddito sociale di cittadinanza. Così come si potrebbe fare
un’altra operazione che noi abbiamo chiamato “Calabria, il mestiere si fa
onore” atta a reintrodurre lo strumento del prestito d’onore della legge 608
nazionale, che il centro-destra ha cancellato e che pure aveva dato alcune
risposte importanti a tanti giovani per l’autoimprenditorialità giovanile
garantendo la possibilità di una intrapresa economica, di una iniziativa di
lavoro autonomo.
Noi diciamo che è possibile, anche con questo bilancio,
trovare le risorse per dare quella risposta che i giovani calabresi si
attendono. Abbiamo voluto, inoltre, presentare una proposta importante e
significativa concernente la possibilità per i giovani diplomati della nostra
regione – per i 19 mila diplomati che quest’anno, e nei prossimi anni,
prenderanno il diploma, ovviamente prevedendo un tetto limitato per le famiglie
che hanno un reddito superiore a 25 mila euro l’anno –, di poter percepire un
bonus di 500 euro per l’acquisto di un personal computer.
Si può fare dentro questo bilancio anche una operazione
di questa natura, quindi, riassumo: reddito sociale di cittadinanza, prestito
d’onore con l’iniziativa che abbiamo denominato, recuperando anche una vecchia
iniziativa precedente, “Calabria, il mestiere si fa onore”, il bonus che
rappresenta, insisto, la possibilità di dare 500 euro per tutti i diplomati
calabresi dando un segnale, guardando alle giovani generazioni in termini anche
di messaggio concreto di un Consiglio regionale che apre, che dà una cambiale
di fiducia alle giovani generazioni della Calabria.
Le condizioni e le possibilità ci sono per fare queste
cose, e allora perché operiamo di conseguenza, perché non guardare avanti, non
lanciare un messaggio positivo alla Calabria, soprattutto ai giovani, ai
disoccupati della nostra regione? Perché non impegnare risorse per garantire
sicurezza e tranquillità per il futuro dei lavoratori di pubblica utilità? Sono
migliaia di lavoratori che vivono già in una condizione di difficoltà e oggi
non stiamo dicendo neppure che garantiamo il loro futuro, perché garantiamo il
pagamento fino ad aprile del 2004.
Poi abbiamo presentato anche altri emendamenti. Voglio
ricordare quello che riguarda gli artigiani perché, come l’assessore Gentile sa
bene, non ci sono più risorse, addirittura non ci sono risorse per l’Artigiancassa,
è stata bloccata l’attuazione della legge Sabatini.
Allora, troviamo una risposta perché abbiamo bisogno di
mobilitare, di garantire competitività al sistema, di sostenere intanto
l’artigianato calabrese come elemento produttivo della regione e invece non ci
sono soldi e risorse e non si garantiscono neppure le coperture finanziarie per
le leggi approvate.
Si è parlato della legge sulla famiglia. Quando l’avete
approvata dicevate che ci vogliono 72 miliardi, 35 milioni di euro, per la sua
copertura finanziaria, non c’è, invece, neppure un euro che viene messo, così
come non si mette un euro per la legge sul teatro, non si garantisce il
finanziamento e la copertura nemmeno per la legge sui Servizi sociali.
Allora, personalmente, credo che davvero in questa
condizione non solo il bilancio rappresenta, ed è, la fotografia di un
fallimento, ma al suo interno anche la vicenda del Por naufraga e annega e voi
sapete bene come stanno le cose, perché i dati sono sotto gli occhi di tutti.
C’è stata una analisi di un soggetto terzo, il cosiddetto valutatore autonomo
indipendente per valutare l’andamento della gestione e dell’attuazione del Por
Calabria che è deludente, fortemente preoccupante, che non dà rassicurazioni
per il futuro.
Noi sicuramente siamo oggi ad un momento nel quale
possiamo già cominciare a dire che, davvero, quella grande occasione e
opportunità rappresentata da Agenda 2000, dai fondi strutturali europei, dal
Por Calabria è stata sprecata dalla Giunta regionale.
Da questo punto di vista debbo dire, per finire, che il
giudizio politico non assolve sicuramente il Presidente Chiaravalloti – non lo
assolve il mio giudizio politico come non lo assolve quello dei calabresi, se
quello è il livello di fiducia che hanno in lui –; ci saranno delle ragioni,
delle motivazioni forti e vere e noi riteniamo che certamente abbiano ragione i
calabresi nel momento in cui non hanno più fiducia nei confronti del Presidente
Chiaravalloti, ma certamente hanno ragione nel momento in cui non hanno più
fiducia nel centro-destra.
Stiamo attenti su questo punto, non è che il Presidente
della Giunta sia una cosa e il centro-destra un’altra. Il fallimento
dell’onorevole Chiaravalloti si coniuga col fallimento del centro-destra, di
Alleanza nazionale, di Forza Italia, dell’Udc, delle forze che hanno dato vita,
che hanno portato avanti questa coalizione, che sono state la maggioranza di
questo Consiglio regionale in questi anni. Voi avete fallito insieme al
Presidente non potete essere assolti, nessuno può pensare che ad un certo punto
metteremo da parte lui, qualcuno si potrà presentare con una rinnovata
verginità.
Siete voi la testimonianza del fallimento, avete
fallito, avete illuso ed ingannato i calabresi, li avete ingannati su Gioia
Tauro, questione per la quale avete promesso zone franche, interporto, sviluppo
e oggi gli consegnate, come abbiamo invece visto, le inchieste della
magistratura sugli imprenditori del nord che rapinano le risorse della “488”
portando addirittura qui macchinari usati e presentandoli, fatturandoli come
nuovi, ma senza creare neppure un posto di lavoro; e nei giorni scorsi 7
imprenditori del nord sono andati a finire in galera.
Li avete ingannati nel momento in cui avete detto che
era pronta la zona franca e ancora di zona franca non se ne parla, è caduta nel
dimenticatoio. Li avete ingannati quando avete detto che era pronta la società
per l’interporto con la partecipazione dell’autorità portuale e dell’Asi e
quella società per l’interporto è scomparsa, non se ne parla più, è tutto
fermo, non si è aperto un cantiere in questi anni, non si è creato un posto di
lavoro a Gioia Tauro.
E una grande speranza per la nostra regione, quella che
poteva essere la leva dello sviluppo generale della Calabria, rischia di
naufragare nei capannoni che diventano sempre più vuoti, sempre più deserti.
Allora, rispetto a questo, certamente noi ancora
aspettiamo il cosiddetto progetto gioiello di cui parlava l’onorevole
Chiaravalloti e non vorremmo che fosse il raddoppio del termovalorizzatore
perché se questo dovesse essere non esitiamo a dire che state tentando un’altra
gravissima operazione.
Quel termovalorizzatore che non hanno voluto a Bisignano
vorreste portarlo a Gioia Tauro facendo una operazione gravissima che insieme
alle tre centrali a metano, insieme al megadepuratore, insieme all’impianto di
rigassificazione porterebbe quel sito ad essere un’area in cui si concentrano
tutti gli impianti, le iniziative ad alto inquinamento più nocive e più gravi,
più dannose, anziché, come dovrebbe essere, destinata allo sviluppo economico,
a dare sviluppo industriale, a garantire un’agricoltura di qualità, perché
nella piana ci sono le condizioni per dare sviluppo e per promuovere una
riconversione produttiva anche di questo settore, sulle questioni
dell’agrumicoltura e dell’olivicoltura.
Ebbene, dentro tutto questo non pensate a presentare un
progetto, un piano di investimenti per dire cosa la Regione ci mette nella
prospettiva e nel progetto per la crescita e per promuovere lo sviluppo di
quell’area, di Gioia Tauro, però, vi ricordate, così come vi siete ricordati di
Reggio Calabria per la clonazione dei bronzi di Riace, per promuovere e per
portare avanti l’operazione legata al raddoppio dell’impianto di
termovalorizzazione, cioè una cosa devastante, perché voi sapete, tra l’altro,
che quegli impianti producono diossina, quindi potete immaginare cosa
significherebbe un fatto di questa natura.
Credo che tutto ciò sia grave, penso che il Consiglio
regionale dovrà discutere di questa scelta. Peraltro ci sembra davvero incredibile
che tutto ciò possa avvenire in una situazione che abbiamo appreso peraltro nei
giorni scorsi, e cioè che l’ingegnere Papello si è dimesso, si trova a Roma in
quanto ha altri impegni, dovrebbe essere componente del consiglio di
amministrazione dell’Anas e, dunque, non potrebbe più svolgere,
contemporaneamente, queste funzioni. Quindi, ufficialmente ha comunicato tempo
fa le sue dimissioni da responsabile unico del procedimento dell’ufficio del
commissario per l’emergenza ambientale.
Apprendiamo oggi che l’ingegnere Papello, non solo non
si è dimesso per come riportato dai giornali, ma è più di prima, peggio di
prima, responsabile del procedimento per portare avanti queste operazioni
sporche. Perché quella di Gioia Tauro è una operazione sporca, affaristica che
vede anche commistioni con elementi oscuri della piana di Gioia Tauro.
Noi interverremo seriamente, efficacemente e
approfonditamente sulla vicenda, vogliamo capire qual è il ruolo dell’ingegnere
Papello e perché è ancora lì nonostante tutti sapessero, e tutti sapessimo che
era dimissionario da tempo, non era più all’ufficio del commissario per
l’emergenza ambientale e invece è lì piantato, ha messo le radici dentro
quell’ufficio.
Evidentemente bisogna fare chiarezza, capire il perché
di tutto questo, perché non si smuove da quell’ufficio e da quella situazione e
vuole portare avanti una operazione che porterebbe a realizzare un impianto che
dovrebbe lavorare 220 mila tonnellate di rifiuti. Anche fuori dalla regione
dovrebbero portare questi rifiuti per produrre non so quante tonnellate di
ceneri e tutto quello che si potrebbe determinare.
Dopo aver combattuto la battaglia contro la centrale a
carbone certamente la piana di Gioia Tauro non accetterà che passi un
provvedimento di questa natura così devastante, grave e pericoloso per
l’ambiente, la salute e la sicurezza dei cittadini della piana.
Su questo ci aspettiamo delle risposte, Presidente,
perché quando parliamo di salute dei cittadini, quando parliamo di un bilancio
che prevede 2,5 miliardi di euro destinati alla salute, al fondo sanitario
regionale, cioè il 43 per cento delle risorse vogliamo sapere davvero come si
intende difendere la salute dei cittadini su queste questioni, su questi punti
e quali sono le prospettive vero dello sviluppo per la nostra regione.
Abbiamo tentato, con le proposte presentate da tutto il
centro-sinistra, di dare una idea, una sorta di contro bilancio, una idea
alternativa che dimostri come alcune cose si potrebbero e si possono fare, come
si possano attivare alcune iniziative per dare risposte ad alcuni bisogni, alle
emergenze sociali del precariato calabrese.
Di tutto questo non ci pare si voglia parlare o
discutere, ma certamente anche la vicenda della indennità – con questo punto
finisco – deve trovare, e noi ce lo i auguriamo, una risposta in questo
Consiglio regionale perché il centro-sinistra ha fatto bene, e noi siamo stati
tra i promotori, ad attivare il referendum abrogativo assumendo anche una
posizione che ha teso a difendere l’istituzione consiliare regionale perché
certamente sapevamo e sappiamo che ci sono altre forze, altri soggetti che sono
impegnati in questa direzione.
Nel momento in cui si pone questa discussione, si avvia
una iniziativa, noi pensiamo che possa essere il Consiglio regionale ad assumere
una iniziativa e certamente sappiamo che il referendum costerà – come qualcuno
ha detto – milioni di euro e che invece l’aumento è di 800 mila euro, ma quel
qualcuno che pone queste questioni potrebbe benissimo proporre l’abrogazione
della legge. Noi siamo pronti a votarla così come abbiamo votato contro allora
e così come ritenevamo di aver dato un suggerimento opportuno quando abbiamo
detto non approvate quella legge. Se si fosse voluto fare una operazione di
questa natura a quel punto quella legge si poteva evitare.
Ricordo che allora l’assessore Pirilli non votò questa
legge, motivando il suo voto contrario a mo’ di sfida verso l’opposizione,
verso chi aveva posto il problema, come se ci fosse un atteggiamento molto
ipocrita, come talvolta accade, per il quale il centro-sinistra votava contro
ma era pronto anche a prendersi i benefici.
Era un modo per garantirsi comunque una posizione
politica trasparente, ma nel contempo quello di garantirsi sottobanco e di
raccattare i proventi della legge.
Siccome noi abbiamo dimostrato che di fronte a questa
situazione, certamente, non c’era un tale atteggiamento e non era questo lo
spirito che animava la volontà del centro-sinistra, credo che sarebbe cosa
buona e giusta che si procedesse all’abrogazione della legge, a togliere di
mezzo l’impaccio.
Credo che già allora il voto contrario dell’assessore
Pirilli, se l’avesse voluto, sarebbe diventato il voto contrario di Alleanza
nazionale, della maggioranza e non sarebbe arrivato alla conclusione l’iter
legislativo di quel provvedimento, ma c’è sempre tempo di riparare all’errore,
si può tornare indietro.
Contemporaneamente devo dire che rispetto alla questione
dei monogruppi, visto che è stato ed è oggetto di polemica in questi giorni
sulla stampa, sui giornali, debbo fare alcune precisazioni e debbo dire alcune
cose che oltre che riguardarmi personalmente riguardano, più complessivamente,
l’attività consiliare.
Certamente sono convinto che in questi anni, rispetto al
dettato della legge e dello Statuto, ci sono state delle distorsioni e delle
forzature gravi. Però parto da un’idea, intanto, non sono d’accordo quando
qualcuno associa ai monogruppi il termine scandalo perché non é così, la storia
dell’istituzione Consiglio regionale dimostra che non è così. I monogruppi nella
storia legislativa, nella norma statutaria del Consiglio regionale, esistono
dal 1970 e basta andare a vedere cosa dispone l’articolo 12 del vigente
Statuto. Il riconoscimento della possibilità che ci potessero essere gruppi
costituiti anche da un solo consigliere regionale esiste fin da allora, da 35
anni. Il punto è che c’è stata sempre, come dire, un’interpretazione oculata di
questa norma che era riferita, perché così aveva voluto poi il Regolamento,
alle rappresentanze che avevano presenze politiche parlamentari nazionali.
Questo era previsto, basta andare a vedere lo Statuto e
il Regolamento. Poi, ad un certo punto, in questa legislatura, sono state
introdotte innovazioni che hanno portato ad un’altra cosa.
Credo che occorra tornare indietro. Personalmente sono
convinto – ma credo che lo siamo tutti – che non bisogna accettare però l’idea
che monogruppi significa scandalo, e come comunisti italiani siamo fieri di
essere monogruppo che fa politica, che impegna le risorse, che le utilizza per
fare politica a tutto campo, per esprimere una voce di opposizione autentica,
per essere dentro le vicende e le battaglie politiche di questa Regione. Non
pensiamo di rubare nulla delle risorse pubbliche, non pensiamo di rubare un
miliardo – come ha scritto l’assessore Pirilli – quasi un miliardo, perché non
è così, perché si diffondono notizie false rispetto alle reali entità dei
numeri e delle cifre che sono a disposizione dei gruppi composti da un solo
consigliere regionale.
Pensiamo che anche l’articolo 27 dello Statuto che voi
avete votato – io mi sono espresso contro sia all’articolo 27 sia allo Statuto
che la Corte costituzionale vi ha rimandato indietro – prevede anche oggi, per
la Calabria del futuro, per l’istituzione Consiglio regionale del futuro, che ci
siano ancora gruppi composti da un solo consigliere regionale.
Dovreste saperle queste cose visto che voi avete votato
e varato quei provvedimenti, io non li ho condivisi, ma voi li avete votati.
Dovete ricordarvelo, perché quelle sono scelte che avete
fatto voi e non certamente io, dovete essere in grado quanto meno di avere un
rapporto di coerenza tra le scelte che avete operato e le cose che dite nella
polemica politica e sulla stampa.
Su questo punto, allora, certamente si dovranno fare
delle scelte. Così come bisogna farle sulla indennità, bisogna farle anche in
termini di chiarezza sia sui monogruppi che sulle altre strutture speciali, su
questo punto io avevo presentato un progetto di legge e un emendamento alla
precedente finanziaria: non può esistere, infatti, che ci siano due strutture
speciali in capo alla stessa persona.
Su questo terreno come centro-sinistra, come opposizione
abbiamo mandato una lettera al Presidente Fedele, nei prossimi giorni su questa
questione riteniamo si debba giungere a decisioni, nella consapevolezza che
rivendichiamo con forza, con orgoglio, con fierezza il fatto di essere
monogruppo, rappresentanti di una forza politica nazionale, e in quanto tale
abbiamo il diritto sacrosanto democratico di poter esercitare la nostra attività
politica e di avere dal Consiglio regionale gli strumenti, le risorse per
poterlo fare.
Noi questo lo rivendichiamo, affinché la politica che
noi vogliamo portare avanti abbia la possibilità di essere praticata. Se
qualcuno immagina, invece, una istituzione che mentre dà possibilità ad alcuni,
cancella la possibilità di strumenti per gli altri, essa non solo non sarebbe
democratica ma rappresenterebbe una camicia di forza della democrazia e noi la
respingiamo fermamente. Noi abbiamo un’altra idea della democrazia del
pluralismo e della partecipazione. Abbiamo l’idea che tutti, ovviamente
ciascuno secondo la forza e la rappresentanza che ottiene, debbano avere la
possibilità e gli strumenti per poter fare politica e rappresentare il proprio
punto di vista, le proprie posizioni, la propria criticità nell’agone politico,
nella battaglia istituzionale e nell’impegno sociale.
Quindi, su questa questione ho voluto fare chiarezza
perché intorno ad essa si sta facendo troppa confusione, troppo polverone, troppo
scandalismo e, invece, bisogna riportare le cose nella loro giusta dimensione,
restituire il senso della misura e della realtà ad ogni cosa sapendo che
certamente la politica prevede un impegno e necessita che tutti possano poterla
fare, ciascuno ai diversi livelli secondo il grado di rappresentatività.
Non è concepibile che ci siano alcuni che vorrebbero
fare l’asso pigliatutto e cancellare in modo autoritario – esprimendo una
concezione di tipo molto arrogante che non ha niente a che vedere con lo sviluppo
di un sistema democratico – il riconoscimento della rappresentatività delle
forze politiche, in questo caso delle forze che hanno un carattere politico
nazionale.
Su questo insisto, Presidente, perché ritengo che si
debba fare chiarezza e non si possano accettare ulteriori strumentalizzazioni e
ulteriori campagne scandalistiche, perché oggi vediamo che ci sono personaggi
che si agitano come quel Corbelli, candidato a suo tempo alla Presidenza della
Regione che non ha avuto, certamente, grande fortuna ma che non può diventare
il paladino delle scelte e della moralizzazione del Consiglio regionale. Che
addirittura dice “hanno preso 80 miliardi indebitamente e chiediamo alla
Guardia di Finanza di intervenire per farli restituire”.
Abbiamo visto queste cose con l’intervento
dell’assessore Pirilli. Rispetto a questo certamente noi respingiamo questa
campagna e diciamo, anche, Presidente, anzi rivendichiamo che l’informazione su
queste questioni sia limpida, trasparente, che dica le cose come stanno perché
certamente le forzature, i tentativi maldestri che sono stati portati avanti in
questi giorni debbano essere messi in discussione severamente.
Su questo termino e ribadisco la necessità che si faccia
chiarezza e che si proceda al necessario riordino di tutte queste questioni;
certamente nessuno di noi può accettare di essere delegittimato come si è
tentato di fare in questi giorni e noi sicuramente vogliamo difendere
l’istituzione Consiglio regionale, ma in ogni caso e innanzitutto difendiamo la
nostra onorabilità politica e l’impegno trasparente e limpido che mettiamo
nella battaglia politica.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Amendola. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, assessore, credo che l’appuntamento annuale del bilancio dovrebbe essere il più importante al
quale è chiamato il Consiglio regionale, un appuntamento che deve tener conto delle cose che succedono nella
Regione, dello stato economico della Calabria e dei calabresi.
Assistiamo, invece, ad un appuntamento con una discussione stanca, a volte
anche ripetitiva, che ha lo stesso scenario anno dopo anno.
Da una parte una minoranza che cerca in qualche modo di
riaprire una scatola già chiusa e dall’altra parte una maggioranza che è
sostanzialmente soddisfatta delle cose che stanno in quella scatola e che poco
si interessa della discussione, del confronto e delle cose che vengono dette.
Qualcuno che mi ha preceduto definiva questa
discussione, ma ciò vale anche per la relazione del collega Talarico, di rito.
Io forse avrei utilizzato un altro termine, avrei detto, cioè, che mi pare di
vedere un film già visto. Non condivido la relazione che, a mio avviso, è
davvero molto burocratica, addirittura piena di ringraziamenti, certamente
ritengo giusto ringraziare quei dirigenti, il dottore Pantaleo e De Cello che
sicuramente hanno avuto grosse difficoltà a mettere mano in un bilancio senza
indicazioni, senza priorità, in qualche modo da definire un bilancio molto
burocratico, non capisco però perché il relatore ringrazia per la sua
partecipazione, di una sola giornata o mezza o addirittura qualche ora, in
Commissione bilancio, il Presidente della Giunta, evidentemente dimenticando
che lo stesso è anche assessore al bilancio. Forse avrebbe dovuto dire che
proprio la mancanza di un assessore al bilancio ci ha portato a questa
discussione, ad un bilancio blindato che non si pone i problemi della Regione e
i problemi calabresi.
Vedete, insisto sulla relazione che ha fatto in questa
sede il relatore “giungiamo in largo anticipo”, sostiene, “rispetto alle
infelici esperienze della storia passata”. Quale storia? Chi governava nel
2003, nel 2002, nel 2001, nel 2000, chi era al governo di questa Regione quando
si parla di infelice esperienza della storia passata. Ma come? Dopo 4 anni
parlate ancora di chi vi ha preceduto? Vi siete fermati, si è fermato
l’orologio, il calendario, la storia; di cosa volete discutere? Incominciamo a
discutere delle cose che voi avete realizzato in questi anni, non delle cose
che sono state fatte nei 30 anni precedenti o addirittura nell’anno che vi ha
preceduto e che ha visto un governo di centro-sinistra.
Badate, viene anche detto nella relazione: noi siamo
alla politica dei due tempi. Approviamo, dice il relatore, un bilancio tecnico
oggi, in questa serata, discuteremo poi della manovra di assestamento.
Ma come si affrontano i problemi della Calabria? Ho
letto in queste ore il rapporto dell’Eurispes: 840 mila calabresi si trovano in
stato di povertà o quasi. Cioè il 41,8 per cento una popolazione, 296 mila
famiglie in progressivo rischio di impoverimento, in pratica, una famiglia su
tre.
Queste famiglie costituiscono quel ceto medio che in
questi anni non ha subito le decurtazioni finanziarie per quanto riguarda il
costo della vita. Ebbene in questo rapporto emerge che la Calabria, i calabresi
hanno il reddito più basso d’Italia.
Calano i consumi. Forse queste non devono essere delle
preoccupazioni che devono tenere spazio in un documento finanziario. Ebbene
anche qui una considerazione dell’Eurispes viene fatta, che la mancata ripresa
nazionale ha condizionato anche quella calabrese.
Della politica del Governo nazionale non si è parlato, ma lo si dovrebbe fare, si dovrebbe discutere della politica di Tremonti che aveva promesso, in questo sostenuto anche da coloro i quali in questi giorni sono caduti in disgrazia, il Presidente di Confindustria, il governatore della Banca d’Italia, un nuovo boom economico. Ma un centro-destra c’è a Roma, un centro-destra c’è qui in Calabria, nella nostra terra.
Eppure abbiamo visto e ascoltato in questi giorni
anche assessori, anche membri della Commissione che
ha esaminato il bilancio, un bilancio ingessato e squilibrato sulla spesa
corrente a discapito della spesa sugli investimenti e qui dobbiamo chiederci
quale politica di investimenti, quale programmazione viene proposta, cosa hanno
detto. Credo che se guardiamo anche i capitoli di spesa emerge con grande preoccupazione la questione lavoro. Appena 15 milioni di
euro, il 49 per cento.
Credo che avremmo dovuto
dedicare tempo per discutere, anche nei confronti che abbiamo avuto in seconda
Commissione, del perché si è avuto un cambio di rotta rispetto a quanto
avveniva negli anni passati nella Commissione consiliare, dove una discussione
veniva introdotta.
Un confronto è stato
avviato con i soggetti sociali, con i sindacati e gli imprenditori, con le
associazioni dei comuni e delle comunità montane, oggi questi soggetti sono
stati esclusi dalla stessa discussione e dal confronto.
Perché questo? Abbiamo una
regione, che, a mio avviso, oggi si presenta allo sbando. Vedete, sono stati
ricordati in più interventi lo sciopero e la manifestazione di Cosenza; 20-30
mila presenze, non ha importanza, è stata una grande manifestazione di popolo,
dei nuovi poveri, di chi non ha un lavoro oppure di chi un lavoro lo ha ma è
precario.
Quale risposta dare a
questi accadimenti, a questi avvenimenti anche con questa discussione?
Come è possibile che rispetto a questi problemi non solo una manifestazione già
fatta, ma manifestazioni che si preannunciano come quella di stamattina con i
Presidenti delle comunità montane, non portino ad un’assunzione di
responsabilità? Perché non si è avviato un confronto sulla legge finanziaria
che viene considerata semplicemente un atto amministrativo? Perché non si è
discusso su cosa inserire e cosa fare per questa Regione?
Eppure le considerazioni che vengono fatte dalle
organizzazioni sindacali, anche dalle organizzazioni degli imprenditori, e
abbiamo detto nei giorni scorsi che per la prima volta l’Assindustria
partecipava ad una manifestazione, ad uno sciopero indetto dal sindacato, non
lasciano dubbi.
Come è possibile pensare che una Regione che si presenta
con queste gravi difficoltà, con questi grandi disagi, dove aumentano i
tributi…
(Interruzione)
…lo 0,5 per cento sull’addizionale Irpef, il 10 per
cento sul bollo auto, i ticket sui medicinali e se poi aggiungiamo anche le
maggiori tasse degli enti locali sull’Ici e le tariffe, abbia la più alta
fiscalità dell’intero Paese?
Vedete, il collega Talarico, a tale riguardo, forse una
osservazione giusta l’ha fatta quando ha sostenuto che c’è l’esigenza di
operare delle sensibili riduzioni di imposta. Lo dicono tutti e lo dice anche
chi ha relazionato in questa sede, chi ha posto pure l’accento sul fatto che questo
è un bilancio che fa dei passi in avanti.
Credo che dobbiamo prendere atto di questa difficoltà e
dobbiamo cominciare a chiederci cosa fare, come rispondere ad un quadro così
disastroso.
Si è detto che è un bilancio tecnico, ma è vero o è un
trucco? Cioè cosa manca a questo bilancio se aggiungiamo il piano delle opere
pubbliche: 6 milioni di euro (se aggiungiamo i 6 milioni di euro relativi al
piano delle opere pubbliche).
Credo che dobbiamo cominciare a ragionare sul
significato dei 6 milioni di euro per il piano delle opere pubbliche. E’ vero
oppure no, che i consiglieri di maggioranza hanno già incominciato a lavorare e
ad aprire la campagna elettorale, 5-6 miliardi (di vecchie lire) cadauno a
disposizione? Per fare che cosa?
Vedete, mentre qualcuno poneva questi problemi i
colleghi Leone e Senatore gridavano: volevate il piano di prima? A quale piano
vi riferite, al piano Misiti? Ma chi era Misiti? Era assessore del
centro-sinistra o è stato per tanto tempo, per ben tre anni, l’assessore di
punta del centro-destra, di una Giunta di centro-destra? Oggi rinnegate anche
questo e addirittura volete far intendere che il piano Misiti era un piano che
volevamo noi.
Ma perché non lo avete cambiato come vi sta suggerendo
il centro-sinistra da tanti mesi e in questi giorni, quando vi dice smettetela
di suddividervi questa grande torta, fate un bando serio, ponete dei criteri
seri, fate un bando al quale tutte le amministrazioni comunali, tutti i
soggetti istituzionali possano partecipare rispettando i criteri che voi
ponete.
Ecco, queste sono le questioni sulle quali noi avremmo
voluto discutere, qui come nelle Commissioni, in quella Commissione dove,
badate bene, rispetto agli anni scorsi sono stati presentate proposte serie di
modifica, non centinaia e centinaia di emendamenti, ciò perché si volevano
affrontare questioni che voi tentate di ignorare: ad esempio, la copertura
finanziaria per garantire il salario ai lavoratori socialmente utili.
Anche qui dobbiamo dire che siamo stati accusati in
Commissione di contestare il fatto che non ci sia copertura finanziaria per
alcune leggi, e un consigliere regionale del centro-destra ci diceva: non avete
posto questo problema quando si è trattato di discutere la legge sui lavoratori
socialmente utili.
No, anche questa è una bugia. Noi non volevamo quella
legge, se abbiamo proposto, cercato di modificarla è perché c’era la pressione
sociale anche qui tra i banchi del pubblico per cui abbiamo cercato di
migliorare una legge che non condividevamo e che abbiamo ritenuto comunque di
averla in qualche modo migliorata con i nostri emendamenti.
Oggi non c’è copertura finanziaria. Che succederà dopo
la scadenza del 31 marzo? Ecco perché abbiamo detto: discutiamo, vediamo quali
sono le risorse e destiniamo le risorse disponibile ad un progetto serio di
stabilizzazione di questi lavoratori.
Di quali altre leggi abbiamo discusso? La legge sul
salario sociale? Cioè il fatto che si affrontasse in qualche modo un’emergenza
così come è stato fatto in altre Regioni? Una Regione a noi vicina, la
Campania, si è posto questo problema, altro che legge sulla famiglia, collega
Nucera. Una legge, quella, che sostanzialmente non aiuta le famiglie, questo è
il problema vero, il problema per cui noi abbiamo cercato di presentare delle
leggi capaci di affrontare l’emergenza disoccupazione, l’emergenza del disagio
di questa Regione.
Abbiamo cercato di affrontare queste questioni non
altro. Certo avremmo anche voluto presentare degli emendamenti con i quali
fosse data alla minoranza la possibilità di affrontare alcune questioni. Pure
io ho presentato degli emendamenti già votati in altre occasioni, ma sui quali
non c’è stato l’impegno della Giunta regionale.
Un anno fa avevo presentato, dopo una mareggiata, un
emendamento per il risanamento costiero del lungomare di Falerna, era presente
in Commissione l’assessore Pirilli, presente anche oggi, e che sono felice di
vederlo tra questi banchi, così spero mi possa dare una risposta. In quella
Commissione, ricordo, votammo all’unanimità un contributo di 250 mila euro,
l’assessore Pirilli si impegnò a trovare il capitolo di spesa, purtroppo
nessuno ha saputo più nulla.
Qualche sera fa abbiamo discusso la legge sui teatri. Ho posto il problema del teatro Grandinetti, un teatro che non è stato finanziato perché non ha espletato attività nel 2003, che però da solo si è avviato a fare la stagione teatrale. Ho proposto un finanziamento anche qui. Il Presidente della Giunta ha risposto dicendo che si potrebbe finanziare pur evidenziando un problema relativo alla gestione, purché, cioè, i fondi vengano assegnati ad un ente pubblico, escludendo che possano essere erogati ad un ente privato. Bene, è il comune di Lamezia che gestisce e sta rilevando il teatro. Domando quale risposta avete dato con questo bilancio? Ecco, questo è il problema: come è possibile ragionare e avviare un confronto in questa Regione nel momento in cui c’è un rifiuto pregiudiziale ad affrontare le questioni.
Quello di oggi, lo abbiamo già detto in Commissione, è
il vostro ultimo bilancio, il prossimo sarà di fine legislatura, un bilancio
elettorale. Questo sarebbe dovuto essere un bilancio di programmazione non
tecnico, non blindato, non dove la maggioranza cerca di trovare spazi per le
clientele e la campagna elettorale.
Dicevo che è il vostro ultimo bilancio, e mi chiedo cosa
lascerete con un bilancio senza programmazione a chi verrà dopo, a chi nel 2005
prenderà il vostro posto. Sarà una Calabria sostanzialmente senza speranza,
allo sbando così come è allo sbando la sanità.
E’ scoppiata la questione del Pugliese di Catanzaro, si
è passati a Vibo e molto probabilmente non ci si fermerà qui.
Tante volte in questo Consiglio abbiamo denunciato la
precarietà della sanità e il fatto che non si potesse andare avanti con i
commissariamenti. I commissari hanno avuto rinnovato l’incarico prima da 6 mesi
a 6 mesi e poi a due mesi, oggi siamo alla scadenza e ancora non sono stati
nominati i direttori generali.
Ma come è possibile metter mano in quello che
costituisce un grande peso nel bilancio, circa il 50 per cento dell’intera
spesa regionale, come è possibile parlare di rilancio della sanità se abbiamo
la precarietà nelle 11 Asl calabresi, se non abbiamo dei direttori generali che
abbiano quanto meno qualche anno in cui lavorare e, quindi, fare per davvero
una programmazione per riprendere questo stato di crisi? Questo è il problema
che dobbiamo porci.
E poi, cosa ne sarà alla fine del vostro mandato, dei
Por Calabria? Come ci presenteremo nel 2006 all’appuntamento dell’Europa? Mi
rendo conto che anche all’interno del governo di questa Regione si pensa che
sia utile rimanere nell’obiettivo 1, che sia utile rimanere una delle Regioni
più povere dell’intera Europa così qualcuno provvederà a portarci qualcosa.
Credo che questo sia il dramma che vive oggi la
Calabria, il non rendersi conto dello stato di difficoltà e dello stato di
disagio che si vive in questa Regione. Dovremo prendere atto che a nulla sono
serviti i fondi comunitari, che le tante speranze che avevamo posto su Agenda
2000 e sul fatto che questa costituiva l’unica opportunità per uscire
dall’obiettivo 1 sono state disattese.
Vedete, non solo non siete stati in grado di rendere
produttive queste risorse, ma anche quando sono state avanzate proposte, non
solo dalla minoranza ma anche dall’Anci, dall’associazione dei comuni a
proposito dei Pit, lì dove sostanzialmente per davvero si sperimenta quel
sistema di concertazione che voi avete annullato, non siete stati in grado di
renderle operative. Mi rendo conto che anche questa è una linea nazionale, una
linea adottata dal centro-destra che disconosce la positività di un sistema di
concertazione, di un sistema che si pone il problema dello sviluppo dal basso,
che responsabilizza le organizzazioni di massa, le associazioni di categoria,
le stesse istituzioni locali.
Noi vi dicemmo un anno fa, assieme all’Anci:
rifinanziate i Pit, non fate tutte quelle riunioni e quelle assemblee per dare
poi il 10 per cento dei finanziamenti comunitari, date il 30 per cento.
Molto probabilmente se la Giunta regionale avesse sentito,
non dico la minoranza, ma quanto meno le istituzioni locali probabilmente con i
Por saremmo in un’altra fase sicuramente più positiva.
Credo, e finisco, che una discussione sul bilancio
avrebbe dovuto in qualche modo coinvolgere tutti, non solo l’Assise regionale
ma anche le istituzioni, anche i soggetti sociali.
Voi vi siete rifiutati, sostanzialmente, di fare una
discussione e nessuno di noi, badate bene, crede al fatto che ci sarà il
secondo tempo, cioè, l’assestamento del bilancio, anche allora verrete con la
blindatura sul documento, anche allora presenterete un documento blindato per
cercare di impedire alla minoranza di discutere.
Ma quello che si è fatto quest’anno credo che sia andato
al di là di ogni limite, c’è stata sempre una fase di grande discussione
soprattutto nelle Commissioni. Si ragionava sugli emendamenti, non solo quelli
presentati dalla minoranza ma anche dalla maggioranza, e in qualche modo si
cercava di arricchire e modificare il bilancio, oggi credo che questo sia un
documento burocratico non di programmazione, che sostanzialmente mette a posto
le cose, le entrate con le spese e per dire ai calabresi che cosa? Che i
problemi forse li risolveremo e li affronteremo in un’altra occasione.
Ritengo che questa sia una risposta negativa e che
avremmo potuto darne una positiva, soprattutto nel momento in cui, anche a
proposito dell’aumento dell’indennità dei consiglieri, abbiamo un popolo
calabrese fortemente contrario al Consiglio regionale stesso.
Ma, anche qui davvero, pensiamo che gli abusi consistono
negli aumenti delle indennità ai consiglieri che sicuramente è un problema che
va ridiscusso e che noi avevamo già posto nel momento in cui è stata formulata
quella proposta e anche votando in modo contrario a quella risoluzione.
Ma perché non si danno risposte a tanti altri problemi e
non solo ai monogruppi? A quanto ammonta la spesa delle consulenze della Giunta
regionale? Vedete, fin dal primo anno dicevamo che la spesa storica, e ripeto
storica, non del centro-sinistra, arrivava ad un massimo di 500 milioni di lire
mentre oggi si parla di decine e decine di miliardi per consulenze.
Perché non rendiamo pubbliche queste consulenze? Perché
non diciamo ai calabresi chi sono i percettori delle consulenze e chi le dà
queste consulenze?
E’ facile per il Presidente della Giunta regionale dire:
io darò gli aumenti della mia indennità in beneficenza. Anche questa è una
storia lunga sulla quale dovremo soffermarci e discutere.
Certamente, credo che con questo documento finanziario non diamo ai calabresi la risposta che si attendono, i problemi della Regione non possono essere affrontati a questo modo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Incarnato. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, credo che non sia esaltante parlare in quest’Aula su una
materia che attiene al bilancio ed essere costretti a tornare ai tempi di una
volta, quando da giovane mi guardavo allo specchio per capire se ero bravo nel
parlare.
A mio avviso, l’esempio che
stiamo dando stasera credo non sia molto esaltante perché si capisce che c’è un
clima dove, forse, anche noi che ci sforziamo a dire qualcosa di utile o a dare
il nostro contributo ad una discussione,
rischiamo di annoiare chi è presente in Aula – parlo della maggioranza – quasi
a dire che sarebbe il caso di chiudere e andare avanti.
Credo che sia questa una
condizione non affatto esaltante e che in qualche maniera denoti un forte
disagio, caro Presidente, legato all’assenza totale della politica intesa nel
senso nobile del termine, ossia di rappresentanza e di rappresentare gli
interessi della gente, la politica intesa come capacità di visione dei
problemi, di interrelazionare con i soggetti più deboli e quindi dare a costoro
giuste risposte e speranze ai bisogni.
Una Regione, caro Presidente, che non si accorge di
quello che sta avvenendo in questo Paese, dei suoi cambiamenti.
Se per esempio voi, oggi, per un istante guardate un
bambino di tre anni vedrete che gioca con la play station e naviga su
Internet. Poi quando va a scuola a 5-6 anni trova di fronte a sé insegnanti che
ancora parlano un linguaggio scolastico vecchio, che non sa che cosa è Internet
o la play station.
Allora, ci accorgiamo che c’è uno scambio che non è
culturalmente adeguato nel rapporto tra bambino ed insegnante, e che ci sono,
quindi, differenze sostanziali.
Questo registro. A me sembra che ci siano in questa
Regione una classe dirigente ed un governo non all’altezza di competere con la
società calabrese che è culturalmente avanzata, che ha una idea di questa Regione,
e che, però, è rappresentata da un potere e da una cultura politica che
rappresenta lo spaccato tra il giovane e l’insegnante che ha tanti anni di
anzianità nell’ambito scolastico - con tutto il rispetto verso quell’insegnante
chiaramente -.
Dico questo perché in aggiunta alle cose che ho detto
sulla mancanza della politica noi viviamo un momento che sicuramente non è
esaltante in questa Regione.
Apprezzo quando il Presidente del Consiglio invita gli
ospiti a mettere la cravatta o richiama chi fuma in Aula, fa bene. Io però noto
che c’è una mancanza di rispetto di questa istituzione nella funzione di questo
Consiglio che a mio avviso non è affatto esaltante.
Se siamo convinti, oggi, di rappresentare una
popolazione calabrese dove - badate bene non è come una volta - ci sono
laureati, diplomati, gente che ha avuto anche la capacità di essere autodidatta
in questa Regione, che è avanzata culturalmente, credo che ci dobbiamo
interrogare se siamo noi in grado di rappresentare quella società calabrese,
questa società calabrese.
Questa è una Regione dove purtroppo – l’abbiamo vissuta
stamattina questa esperienza – le Comunità montane sono state costrette a venir
qua a dimostrare per avere un diritto non per chiedere qualcosa in più, avere
il riconoscimento di un diritto per una istituzione che sul territorio ha avuto
nel tempo un ruolo, una capacità di aggregazione, che è stato un elemento di
riferimento delle popolazioni montane.
Quindi non mortifichiamo in qualche modo questo rapporto
istituzionale. Non parlo dell’alto senso di responsabilità del rapporto
istituzionale fra Regione, Province, Comuni e Comunità montane, perché sarebbe
già una cosa nobile, ma benedetto Iddio, un rapporto istituzionale che sia
corretto fra le parti quanto meno, non di sostegno, ma corretto credo che sia
dovuto da questo Consiglio e da questa Giunta regionale.
Questo è un punto che a mio avviso deve essere
sottolineato perché denota il fatto che c’è una prepotenza nel sottovalutare i
problemi, nell’abbassare il tono della politica e spostare l’asse di interesse
sulle questioni che ai calabresi possono riguardare, alimentando un populismo,
come è stato fatto in questi giorni, che considero un errore e che porterà
questa Regione poi ad una condizione non più riconducibile alla buona etica
della politica.
Ricordo con estrema difficoltà e con un certo imbarazzo
che nel lontano ’96, Giunta Nisticò, un assessore di quella Giunta della
provincia di Cosenza – all’epoca ero sindacalista e andai per rivendicare
alcune questioni inerenti il fondo sollievo disoccupazione – mi disse “tu non
hai capito nulla. Non hai capito che noi siamo stati bravi a portare nella
provincia di Cosenza il maggiore impegno di spesa come fondo sollievo
disoccupazione, quindi siamo stati bravi a far questo.”
Risposi a quell’assessore di centro-destra, 1996, “io
non ho bisogno del fondo sollievo ma vorrei che ci fosse un assessore bravo,
capace a mettere in piedi un programma e un progetto che dia sviluppo e
occupazione a quei giovani non con l’assistenza del fondo sollievo. Se hai
questa capacità è su questo che ti devi misurare”.
E fu un assessore che oggi per sua fortuna fa il
senatore che a mio avviso non ha interpretato affatto i bisogni di quella
realtà, i bisogni della sua comunità e di questa regione.
E’ un film che costantemente si ripete. Abbiamo bisogno
di capirci fino in fondo.
Lo dicevano i colleghi prima e lo traduco in un
proverbio che spesso diciamo tutti “piove sempre sul bagnato”. Aggiungo che in
questa Regione non piove solo sul bagnato, attenzione, le strade sono bagnate
di benzina e non ci vuole molto per suscitare una grande reazione. Una Regione
che sta vivendo sofferenze costanti, mancanza di riferimento, incapacità di
programmazione, opportunità mancate che, a mio avviso, per fortuna, sono
mantenute in un clima di democrazia e di partecipazione alla protesta.
Credo che dobbiamo stare attenti perché questa non è una
cosa che avvertiamo solo noi del centro-sinistra, ma anche voi del
centro-destra. Perché, guardate, secondo me, stiamo alimentando in questa
Regione, anche attraverso le azioni che vengono messe in campo, un clima dove
tutto è possibile, non c’è una regola che appartiene al rapporto tra
istituzioni, cittadino, regole e rispetto di questi.
Si genera una situazione per la quale ognuno si sente
titolato e titolare di poter fare quello che vuole e pensa.
Questo è in primis l’esempio più eclatante della
Giunta regionale la quale, puntualmente, ogni qualvolta chiunque del
centro-sinistra dice al Presidente della Giunta che non la pensa come lui viene
tacciato di populismo, di essere provocatore, di fare un’attività che è sempre
contro di lui.
Scusatemi questo è a mio avviso generare un clima che
non aiuta il rapporto istituzionale tra maggioranza e opposizione, per la parte
che ci compete.
Credo che non si debba mandare un brutto messaggio ai
calabresi stasera, ma si debba dire a chiare lettere – lo hanno evidenziato i
colleghi prima – che stasera si sta approvando un bilancio. Qualcuno ricordava
in tempo abbastanza breve, mai successa una cosa del genere.
Io, in altre occasioni, ho detto che in passato ci fu un
errore – lo vogliamo sottolineare questo – ed a mio avviso credo ci sia stato
appunto nelle precedenti amministrazioni regionali dal ’70 al ’90 al ’95, per
le scelte fatte da alcuni governi che anziché avere il tempo di programmare e
quindi dare una opportunità e una economia forte a questa regione erano più
propensi a dare risposte all’emergenza e alle occasioni di protesta che
c’erano, ma probabilmente, per una scelta politica che ha portato in quegli
anni a dare risposta ad un tessuto sociale che era debolissimo.
Vi era, però, un contesto diverso da quello di oggi,
perché all’epoca c’era una situazione dove il Governo centrale dettava le
regole e dava gli orientamenti di spesa, e che, comunque, dava alle Regioni i
finanziamenti per andare avanti. Il bilancio proposto dalla Giunta regionale,
quello oggi all’esame del Consiglio, ripercorre come un film scelte del
centro-destra, di questo governo che, il quale per la prima volta nella storia
aveva la possibilità di programmare attraverso la spesa il proprio sviluppo
dando un orientamento autentico a questa Regione, invece non dà nemmeno
risposta all’emergenza.
Cioè abbiamo uno spaccato curioso, quelli sbagliavano
perché davano risposte all’emergenza, questi che dovrebbero programmare non
programmano e non danno risposta all’emergenza.
Abbiamo così il caso Marlane e di tante altre imprese
del castrovillarese che hanno chiuso e che sono in grande difficoltà. E così
tutti gli altri settori che vanno in crisi.
Dobbiamo chiederci allora qual è il clima che si respira
in questa Regione, che a nostra avviso è semplicemente e autenticamente
leggibile. Si è in presenza, purtroppo, di un meccanismo che io ho definito
della preferenza. Cioè, qui nel centro-destra è scattato un meccanismo per il
quale i singoli consiglieri regionali ormai sono asserviti ad una linea
politica e si conservano solamente uno spazio per avere dei momenti di
autentico rapporto di preferenza col proprio elettorato, ritagliandosi quello
spazio attorno che garantirà loro di essere rieletti.
Questo è il clima che si respira. E’ il cosiddetto
bisogno che scatta nel cittadino e nella mente dell’uomo e quando c’è il
bisogno l’uomo non è libero e se non è libero di poter decidere e votare come
vuole è costretto, per soddisfare il proprio bisogno, in ordine a quello che è il suo
momento di appuntamento elettorale, deve essere colui il quale, per svolgere il
proprio mandato aderisce non per coalizione o etica ma per paura, per
preoccupazione che comunque il suo mandato viene messo in discussione.
Questo è il clima che si respira ed è un clima brutto
che non dà a sua volta nemmeno dignità a chi opera in questo senso perché –
guardate -, altrimenti, evidentemente non ci siamo capiti.
Noi leggiamo i sondaggi che dicono che il Presidente
Chiaravalloti è al 42 per cento, che il centro-destra è in calo in questa
regione, i dati ci dicono che c’è un’economia debole, non mi basta – Presidente
- che vada bene per noi. Non voglio vincere perché non siete bravi voi, ma
perché devo essere bravo io. Questa è una differenza che voi non avete capito.
Non voglio vincere perché perdiate voi. Se i dati sono
questi e c’è un crollo del centro-destra qualcosa sarà successo in questa
regione. Si avverte questo perché se la sessione del bilancio si apre per fare
solo e soltanto il piano per le opere che ammontano - come dicevano prima i
colleghi – a 350 miliardi come investimenti per 25 anni siamo alla frutta.
Andiamo a riproporre un modello.
Qual è il modello di una volta? Che i sindaci dopo aver
avuto i finanziamenti facevano il ponte, poi riunivano la Giunta e dicevano ai
componenti della Giunta “cari colleghi di Giunta, abbiamo fatto il ponte,
troviamo l’acqua per farla passare sotto”.
Torniamo a questi livelli, perché qua si fanno le opere
a prescindere da uno sviluppo autentico di questa regione, senza pensare se sia
finalizzato ad una economia che metta assieme sinergie utili.
Non l’ho inventato io il fatto che ci sono in questa
Regione le parti sociali che rappresentano gli interessi. Se non ricordo male,
Presidente, nel 1983 il cosiddetto giorno di San Valentino un politico che si
chiamava Craxi fece una scelta in questo Paese dicendo “la contingenza, la
scala mobile è un nemico di questo Paese, è un avversario per l’economia,
dobbiamo bloccare l’inflazione”.
Forse fu un grande statista, forse fu un uomo che ha
avuto una intuizione prima degli altri ma sicuramente ha dato una svolta in
quella occasione e su questo non c’è dubbio perché avvenne immediatamente una
evoluzione economica più forte, creò un potere d’acquisto più autentico.
Se questo è vero e quella fu una fase dove poi fu
seguita dalla concertazione, dagli accordi interconfederali che consentivano
alle parti sociali e al governo di fare sacrifici su un terreno per ottenere
risorse e quindi sull’economia e sulla produzione, non ci dimentichiamo che
siamo il Paese delle pensioni di anzianità noi. E le pensioni di anzianità caro
Presidente non erano una risposta al sociale ma al mondo dell’impresa perché
attraverso quell’attività di pensioni di anzianità si dava la possibilità
all’impresa di potersi rammodernare e competere sui mercati.
Se non si è capito, io sto parlando di politica economica, di politica di bilancio non stiamo parlando d’altro. E il Presidente della Giunta liquida il rapporto col sindacato dicendo “non lo riconosco istituzione”.
Presidenza del Vicepresidente Domenico Rizza
Ma è inconcepibile, ma quale Stato abbiamo noi, siamo una Repubblica, uno Stato libero, siamo un Paese democratico dove i cittadini si possono mettere assieme per individuare diritti individuali e collettivi e il Presidente della Giunta non si può prendere il lusso di far questo, non si può prendere questo lusso perché poi siamo bravi tutti.
Quando andiamo nei paesi a fare i comizi, consiglieri regionali di centro-destra e di centro-sinistra, ci facciamo applaudire perché critichiamo le azioni del governo e poi in quest’Aula i consiglieri del centro-destra votano contro le proposte del centro-sinistra.
Dobbiamo cominciare a dire queste cose. Addirittura ci sono consiglieri regionali del centro-destra che criticano anche le azioni fatte dal sindacato e dicono che il tessile di Castrovillari è fallito e deve chiudere.
Queste sono le affermazioni che vengono fatte in quest’Aula e nelle Commissioni e allora ci vuole coerenza e senso di responsabilità quando si fanno i ragionamenti qui dentro e fuori da quest’Aula.
Io non sono qui per denunciare che c’è un governo che sta facendo una cosa sbagliata perché il governo ha vinto perché gli elettori l’hanno votato ed è legittimo che governi. Una cosa è certa, io ho il dovere di mantenere per la parte che mi riguarda e per la storia che rappresento un’etica di comportamento e di ragionare sui problemi della gente e sulla politica.
Poi ognuno si può distrarre e fare il turista come vuole e come crede, questo è un problema che non mi riguarda.
Allora è chiaro che - se vogliamo andare velocemente ad alcune questioni - non siamo di fronte ad una politica di bilancio ma di fronte ad un bilancio che viene fatto solo per dare risposte individuali ai singoli consiglieri regionali del centro-destra che avendo vinto il 5+1 possono così garantirsi i pacchetti di voti nei comuni con i sindaci.
State rimodulando il Por. A me dicono – se così non è poi mi correggano i tecnici – che ci sono 6 mila miliardi che non vengono spesi. I fondi utilizzati col Por sono stati progetti sponda dei vari assessorati.
Abbiamo da qui a poco, la state per fare, la programmazione per i prossimi 5 anni del Por Calabria perché il Presidente della Giunta in una battuta…
(Interruzione)
Certe volte penso che il Presidente della Giunta non lo faccia perché è cattivo ma forse non le capisce le cose e dico “forse” perché non mi permetto di mettere in discussione le sue capacità.
Ma quando un Presidente della Giunta dice “meno male che come Comunità europea rimaniamo nell’obiettivo 1” scusatemi ma secondo me è una battuta infelice che lascia presagire e presupporre che non ha capito.
Vedete, il prossimo 1° maggio entreranno in Europa altri 10 Paesi che sono più poveri di questa Regione e però, badate bene, ci ricordava Prodi a Roma, in occasione di una manifestazione unitaria, che in questi Paesi c’è il 25 per cento dei cervelli, degli scienziati.
Cioè la competizione oggi non è più legata alle semplici cose normali ma alle intelligenze di cui il collega Rizza forse non ne conosce ancora la presenza, ormai il futuro delle popolazioni è legato a chi riesce ad avere la capacità di collocarsi in anticipo sulle questioni.
Questo è il punto e noi pensiamo ancora oggi a rimodulare il Por garantendo, per esempio, all’assessorato di Zavettieri un piccolo pacchetto che dovrà gestire poi distribuendo a suo modo o all’assessore Gentile e così via.
Cioè siamo alla povertà politica non alla politica alta che programma e che dà futuro alle generazioni.
Allora non ci rendiamo conto che ci stanno scappando di mano le dinamiche economiche di questa Regione, se ce ne sono, ma quelle poche che sono rimaste stanno scappando via, sfuggono dal controllo del governo politico.
Andiamo per un istante a quella che è la politica di bilancio che fa questa Giunta, impropriamente, però, chiamata “politica di bilancio”.
Precariato. Abbiamo varato la legge sugli Lsu e Lpu e in questo bilancio su queste categorie abbiamo fatto solamente aria fritta, non garantiamo i soldi per poterli pagare adeguatamente.
Poi vedo scritto sul Dpef - è una affermazione gravissima, ed ho paura quando avviene questo - una parte che recita “somme destinate alla stabilizzazione dei precari” e poi mette sullo stesso rigo alla pari, non per le persone, attenzione meritano tutti i rispetti alla pari, me ne guarderei bene, ma le precarietà della forestazione con quelle degli interinali, quando mi si confonde questo io ho paura perché avete abusato di ogni minima regola.
Stiamo parlando di due cose che stanno separatamente a distanza di chilometri, stiamo parlando di un settore forestale che purtroppo avete venduto il fumo che avete stabilizzato. Non trovo uno straccio di proposta triennale per quanto riguarda il settore forestale, non trovo un incremento di spesa rispetto al bilancio dell’Afor. Fatemi capire cosa avete fatto.
Sperate forse nel fatto che ci siano i cosiddetti prepensionamenti nella forestazione e quindi si va automaticamente con i pensionamenti a coprire la spesa? Questo è pazzesco.
Ma perché invece non ci chiediamo cosa vogliamo fare della forestazione? Perché non vi chiedete, per esempio, che in questo settore c’è possibilità di dare nell’industria del legno circa 4 mila posti di lavoro. Chiedetevele queste cose perché è così che si agisce sul territorio, non chiudetevi nel clientelismo puro ma date risposte, dovete pretendere che ci sia un settore che funzioni. Non come l’Afor dove ci risulta che ci sono 250 avvocati, caro collega Rizza, lei è stato assessore alla forestazione e queste cose lei non le ha permesse mai e glielo dico pubblicamente.
Oggi abbiamo all’Afor 250 avvocati che fanno i consulenti, fanno le cause per l’Afor.
Guardiamo, per esempio, nella voce “compenso direttore generale e due vicedirettori generali”, 750 mila euro e spero che sia un errore di stampa quella cosa, 1 miliardo e mezzo di vecchie lire e poi criticano l’indennità del consigliere regionale.
Sapete che ogni componente del consiglio di amministrazione dell’Afor ha un consulente nominato? Ma scusatemi stiamo parlando dell’Afor quell’agenzia che noi in maniera nobile nel ’93 abbiamo fatto perché doveva dare al settore forestale calabrese una speranza di riconvertirsi e diventare settore produttivo con un indotto che questo poteva rappresentare a livello regionale.
Io mi trovo di fronte ad una dicitura che mi paragona gli interinali ai forestali calabresi. Ma scusatemi, siamo all’assurdo.
PRESIDENTE
Collega Incarnato, lei sta proponendo queste cifre, io non ho motivo di dubitare però vorrei controllarle perché mi sembrano esagerate.
Io ho precisato, io ho letto il bilancio dell’Afor, quando parlo… direttore generale, due vicedirettori generali e c’è la registrazione. Ho detto che spero sia un errore di stampa ma ho letto bene e fino a prova contraria sono 750 mila euro.
E’ una parentesi per far notare che un’Afor dovrebbe garantire la gestione del personale forestale, la programmazione della forestazione e quant’altro, credo che noi…
(Interruzione)
Presidente, ribadisco che ho detto che c’è una voce che riguarda “compenso direttore generale e due vicedirettori, 750 mila euro”.
Controllate l’atto può darsi che abbiano sbagliato a scrivere però c’è scritto così e io quando leggo do per buono che si dice, non è che mi voglio inventare le cose, fatemi capire.
Allora parentesi chiusa.
Abbiamo quindi bisogno di capire quali sono in questa
Regione gli enti che a loro volta hanno un ruolo sul territorio
e che sono l’Arssa, l’Afor, i consorzi di bonifica, le comunità montane.
Tutti questi soggetti che sono sul territorio non possono stare in conflitto
fra di loro. La Regione deve riordinare le competenze che sono dell’Arssa,
dell’Afor e quant’altro, deve fare in modo che ci sia un rapporto sul
territorio di competenze e di attribuzione di compiti che siano sinergici fra
di loro.
Questo non avviene in questa Regione ma continuiamo ad
assistere purtroppo ad un Afor che fa tutto, ad un’Arssa che fa di tutto tranne
che i compiti preposti rispetto a questo.
Questo significa sprecare risorse, non dare al
territorio riferimenti certi, non dare a nessuno la possibilità di poter dire
che c’è chi si occupa di un sostegno all’impresa, chi si occupa di programmare
alcune questioni per cui io all’interno di questo contenitore riesco anche ad
essere un soggetto che può eventualmente competere sui mercati.
Allora noi abbiamo delle sfide davanti a noi, delle
possibilità che possono essere messe in campo.
Il collega Pacenza parlava delle Asi, però credo che
esse avessero un compito che non hanno assolto. Non so se sarebbe il caso di
chiuderle – è una provocazione la mia – perché se le Asi non hanno una funzione
per la quale sono nate e non la svolgono esattamente così per come è stata
creata diventano una sorta di ostacolo allo sviluppo, non di una proposta che
crea sviluppo rispetto a questo ma diventa un ostacolo sul territorio.
Le imprese hanno bisogno e lei mi insegna sicuramente
che il Pil, i prodotto interno lordo, al nord e al sud la differenza non è che
sia sulle materie prime, no è sui servizi, è lì che scatta la grande negatività
nel rapporto tra il nord e il sud.
Una impresa che non ha servizi, che non è messa in
condizioni di stare in un habitat normale, non dico eccezionale, dove ci sono i
cosiddetti condomini industriali dove c’è la sinergia fra i soggetti che
operano un territorio, quindi servizi e strutture che sono capaci di supportare
queste imprese e quant’altro… allora le Asi avevano questo compito di
realizzare questo condominio, quest’area, quest’humus nei territori.
L’agricoltura. Anche in agricoltura dove purtroppo il bilancio anche in questa parte non affronta adeguatamente le questioni, premesso, però, che ho molta stima del collega Dima che sappiamo tutti che fa l’assessore all’agricoltura a metà perché molte deleghe non le gestisce lui, ma dico va bene, è una scelta politica che io non mi permetto di discutere.
Io so che il collega Dima proprio perché gli mancano
pezzi di ragionamento per agire sul territorio è costretto – voglio spezzare
una lancia – a muoversi a singhiozzo non avendo un quadro chiaro dell’insieme
del sistema agricolo calabrese.
Quindi anche se pensasse per un istante di valorizzare
il settore, per esempio, dell’olio in Calabria mettendo in campo con fantasia
grandi strategie che siano capaci di dare a questo settore – il prodotto di
migliore qualità che abbiamo – gli mancano pezzi per poter portare a compimento
un percorso.
Quindi c’è una mancanza politica e un vuoto politico
rispetto a questo. Il fatto è che se voi chiedete quanto costa un quintale di
olive vendute sulla pianta tutti ci rispondono 50-60 mila di vecchie lire non
di più.
Voi sapete quanto impiega una bracciante agricola in una
giornata, in otto ore di lavoro a raccogliere due quintali di olive? Il collega
Senatore capisce queste cose.
Due quintali di olive vendute sulla pianta rappresentano
circa 120 mila vecchie lire di incasso per l’imprenditore.
Cosa avviene? Quell’imprenditore dovrebbe pagare quella
bracciante agricola non più di 50-60 mila lire perché altrimenti non ci guadagna
nulla. Tenete conto che non è solo la raccolta ma c’è la potatura, la pulitura
e quant’altro, quindi c’è per la pianta una fase di lavorazione. Ci accorgiamo
alla fine, quindi, che quando viene “olio Dante” a comprare il prodotto sulla
pianta e ce lo paga massimo a 60 mila lire al quintale quella è una economia
che non regge, non c’è un rapporto sul prodotto, sulla qualità e quant’altro.
Allora mi hanno insegnato, e lo sa chi capisce di
economia, che un prodotto è competitivo in termini di qualità se entra in una
filiera complessiva che dà la possibilità di essere raccolto e poi trasformato
e venduto sul mercato con un marchio di qualità, ed allora a quel datore di
lavoro il suo quintale di olive non viene pagato a 60 mila lire ma a 120 mila
lire, al doppio. Perché entra in un sistema di sinergie e di trasformazione e
lavorazione del prodotto che gli consente di guadagnare quella cifra per cui
può pagare la bracciante agricola più dignitosamente.
Ho portato questo esempio perché noi abbiamo, purtroppo,
una Regione, collega Rizza, che deve puntare sulla qualità e questa si ottiene
con i prodotti che abbiamo, valorizzandoli dal punto giusto, con la
professionalità.
Io con i conteggi dell’olio non mi
trovo, comunque qua facciamo leggi e non olio…
Non facciamo solo leggi qui, facciamo pure politica, è dimostrabilissimo questo quando vuoi.
Allora la qualità e la professionalità, questa è la sfida che noi abbiamo. Non possiamo pensare che vengono le industrie in Calabria, è chiusa questa favola. Noi abbiamo turismo, agricoltura e non cito gli esempi.
Poi c’è la ricerca scientifica che in questa Regione non viene fatta perché non ci sono investimenti dice il Presidente della Giunta; la ricerca sulle materie, quindi il polo delle materie che – badate bene – non può essere fatto in altre regioni diverse da questa e lo dimostrano i dati che vengono trasmessi da coloro i quali fanno ricerca vera e autentica che è una grande occasione per questa regione.
Però non sento parlare di questo. Allora la qualità, la ricerca, la tecnologia cioè tutto un ragionamento che è futuristico, che prepara una società ad un mondo nuovo viene tutto trascurato. Questo perché? C’è un elemento semplice, perché la Regione nella nuova struttura istituzionale non può essere più quella che fa gestione perché deve essere quella che sa programmare, legiferare e controllare. Deve affidare ai territori le risorse e dare ai territori la possibilità di stare assieme, mettersi assieme, fare sinergia, avere le risorse economiche necessarie per poter programmare lo sviluppo. Quindi il cono rovesciato cosiddetto: comune, comunità montane, province e Regione.
Questo è il rapporto nuovo, se non c’è, però, noi possiamo fare mille sforzi ma ci accorgiamo che manca quella spinta propulsiva necessaria per poter dare alle popolazioni, alla gente, ai comuni lo spirito per poter andare avanti e diventare loro protagonisti.
Altrimenti passeremo alla storia per dare ancora una volta assistenza, assistenza, ancora assistenza e poi il collasso.
Quindi siamo per questo tipo di Regione che sappia programmare e controllare eliminando la gestione e perché no? Aprendo anche un capitolo, se possiamo farlo qualche giorno, nel rapporto pubblico-privato che c’è sempre confusione. Il pubblico che dà al privato risorse per andare avanti, il privato che utilizza risorse pubbliche per stare bene e non ci sono imprenditori che sanno scommettere su se stessi in questa regione, sono pochi quelli che lo fanno.
Spesso avviene che le risorse vere, quelle autenticamente importanti vengono assorbite da un mondo che non fa impresa e lo sottrae al mondo che ne vuole fare. Questo purtroppo è un difetto che abbiamo da sempre e credo che vada ricostruito questo rapporto.
Allora per concludere altre due questioni.
E’ venuto il ministro Treu circa 6 anni fa in Calabria e in un convegno ci ripeteva due cose: che la grande esperienza che ha fatto voltare pagina a questo Paese sono stati i cosiddetti patti territoriali. Forse non hanno dato risposta occupazionale però hanno dato la possibilità per la prima volta nella storia di questo Paese di mettere assieme tutti i soggetti sono sul territorio, che sono agenti del territorio: banche, privati, associazioni, sindacati e comuni, per poter programmare un progetto, dove tutti ci stanno dentro, dove c’è il privato che finanzia, dove c’è la banca che dà i soldi, dove ci sono i soggetti che danno la manodopera, un progetto sinergico.
Questa è stata una grande conquista perché ha messo insieme i soggetti non perché ha portato sviluppo. Cioè mettere assieme le persone e farle ragionare su una cosa unica. E’ stata una grande ed importante scelta.
Poi ci siamo accorti di una cosa brevissima. Io sono
fra coloro che sostengono che le grandi infrastrutture sono importanti per una
regione, per una comunità o per una realtà. Però io parto dal presupposto
che in una struttura democratica e territoriale dove ci sono i soggetti la
prima grande infrastruttura che manca è la legalità.
Per legalità non intendo dire chi sottrae qualcosa, mi
riferisco alla cultura della legalità, la cultura del fare il proprio dovere,
la legalità è dire che l’impiegato che deve dare il certificato lo deve fare
perché è un suo dovere. Quella è la struttura di cui abbiamo bisogno noi, la
grande infrastruttura di cui ha bisogno questa regione: la legalità.
Vi siete chiesti voi se questa legalità la state
riconducendo o la state alimentando? Io questa domanda vi pongo, non vi chiedo
più cose sul bilancio, ma se la vostra condizione politica, il vostro
atteggiamento manda un messaggio di recupero della legalità in questa regione
oppure lo allontana.
Questo è un problema e su questo credo che non ci sia un
discorso ideologico ma di grande responsabilità che bisogna affrontare in tempi
brevi perché stanno passando le opportunità e noi rimarremo sempre una regione
povera. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mistorni. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, dovrò
essere breve per varie esigenze. Innanzitutto, per rispetto alla Istituzione
nel suo complesso, per rispetto delle persone che amabilmente ci stanno
seguendo, come gli amici delle varie Comunità montane, per i resocontisti e la
Stampa e anche per rispetto a me stesso perché in questo particolare momento e
in questa seduta, signor Presidente, noi dovremmo discutere di un atto
fondamentale e di primaria importanza che sta alla base della programmazione e
della sussistenza stessa della
Regione, cioè il bilancio.
Siamo ad un atto
importantissimo, addirittura nei vari enti locali il bilancio rappresenta il
banco di prova su cui un’amministrazione misura la propria capacità di
governare.
Purtroppo constatiamo che
il bilancio viene considerato come un provvedimento qualsiasi, un semplice atto
amministrativo, non di programmazione politica
che dovrebbe avere e che ha un risvolto sull’impostazione generale della
Regione Calabria e sulla sua capacità di rappresentare nell’azione di governo
gli interessi generali delle popolazioni.
Purtroppo siamo qui,
invece, ad assistere, e non me ne voglia nessuno - per fortuna che non sono
caduto in ipoglicemia – ad una fase di stanca della maggioranza, non c’è
l’adrenalina necessaria che dovrebbe caratterizzare il confronto diretto sui
grandi temi che riguardano la Calabria.
Noi stiamo discutendo di un
argomento che dovrebbe vedere la massima partecipazione sia della maggioranza
che della opposizione, perché dobbiamo discutere di quella che è l’esistenza
stessa di una Regione e di un popolo che noi amministriamo.
Caro Presidente è
sconfortante prendere atto che non c’è la tensione giusta necessaria su un
argomento di tale rilevanza, sono demoralizzato anche perché dal confronto
vengono fuori idee a prescindere dai ruoli, maggioranza o opposizione, sulle
quali è possibile una riflessione al fine di dare un contributo concreto alle
scelte che si vanno ad adottare.
La presenza serve, quanto
meno vi è lo stimolo, vi è quel dialogo che è necessario intraprendere con gli
amici della maggioranza. Ringrazio l’onorevole Leone che ogni tanto rivolge
l’attenzione da questa parte, cerca di captare quanto si dice, comunque è
importante, quanto meno, che si stabilisca questo tipo di rapporto.
Ricordo, forse perché ho
una certa età ed esperienza, al pari dell’assessore Gentile ed altri, che nei
tempi passati, caro Presidente, quando si discuteva di bilancio, il relatore
addirittura faceva una analisi della situazione dei vari comparti, ma anche i
vari assessori intervenivano per illustrare lo stato dell’arte nei settori di
loro competenza.
Si affrontavano i vari temi
da quello dell’agricoltura a quello della forestazione che allora era
particolarmente problematico perché si doveva fare affidamento esclusivamente sui trasferimenti che provenivano dallo Stato. Lo stesso sugli altri assessorati, si aveva quanto meno il quadro
generale della situazione, di ciò che si era fatto, di ciò che si era
programmato e dove si era arrivati.
Oggi, purtroppo, ci troviamo davanti ad una relazione di
presentazione del bilancio scarna, caro Presidente, a livello di una qualsiasi
legge, con la stessa non si fa il punto della situazione, cosa si è fatto, come
sono stati impegnati i fondi comunitari, qual è lo stato – diceva qualcuno –
dell’agricoltura, quali investimenti ci sono stati per quanto riguarda le altre
attività ecc.. Leggiamo, invece, soltanto quelle cose già scontate che possiamo
rilevare dalla lettura di un bilancio.
Signor Presidente, questo ci pone in serie difficoltà. Avremmo voluto discutere, per esempio, della formazione, su questo versante non c’è stato alcun accenno questa sera, eppure voi mi insegnate che è un elemento cardine, oggi, di ogni attività, poiché il lavoro è dinamico e cambia giorno per giorno per cui è importante che il cittadino, l’operatore si aggiorni continuamente, ma qui si può aggiornare solo se vi è una formazione permanente. Di questo non si è parlato, noi, quindi, non sappiamo come la Regione intende affrontare questo tipo di problematica. Ma non abbiamo parlato dell’istruzione in generale.
L’altro giorno ho avuto un incontro, sia pure a livello
informale con alcuni esponenti dell’Università, ho dovuto constatare che vi è
una certa desolazione, uno scoramento a livello di docenza universitaria perché
manca quel necessario collegamento che dovrebbe caratterizzare i rapporti tra
Regione e Università.
Oggi, col sistema nuovo, le Università, che si reggono
quasi autonomamente sulle entrate che provengono dalle varie realtà in cui
operano, si sentono isolate, perché manca questo rapporto, questa integrazione
fra territorio, Regione e Università. Questo è un dato che avremmo dovuto discutere,
ma non se ne parla.
Dicevo, prima,
della forestazione. Lei, Presidente Fedele, che è stato ottimo assessore
all’agricoltura e foreste, anche io per un anno sono stato titolare di questo
assessorato, e parlo con lei perché è l’unico interlocutore, sa meglio di me
che a fine anno finiscono i fondi per quanto riguarda la forestazione.
Allora ci vogliamo attrezzare? Ci vogliamo rendere conto
che al 31 dicembre noi non abbiamo più una lira sulla forestazione, però stiamo
già decantando che abbiamo stabilizzato finalmente gli operai
idraulico-forestali?
Ma dove sono le risorse se non le creiamo, se non
cerchiamo di predisporre tutta una serie di iniziative perché ci siano le
disponibilità? Di questo, però, non abbiamo parlato. E quello delle entrate è un
altro argomento da affrontare, che ci fa preoccupare, signor Presidente, così
come sarebbe opportuno affrontare anche il problema derivante dai rischi del
feralismo…
Le nostre entrate – e lei le ha lette in bilancio – sono
130 milioni di euro. Ma entrate dovute a che cosa? Dovute all’Irpef,
all’aumento del bollo, al prelievo sui costi della benzina, al ticket
dei medicinali. Quelle che provengono da entrate extra regionali sono ridotte
del 20 per cento. Arriviamo, appunto, ad avere entrate per 130 milioni di euro.
Ed allora mi domando, come potremmo affrontare il futuro
se non creiamo i presupposti di questo sviluppo che deve portare ricchezza e
deve far aumentare le famose entrate?
Avremmo potuto parlare questa sera – mi dispiace che sia
assente l’assessore Mirigliani – anche di quella che potrebbe essere una fonte
di ricchezza ossia la legge sul demanio, ci riempiamo la bocca sulle
potenzialità economiche di quasi 800 chilometri di costa, ma non diciamo come
vogliamo utilizzare queste opportunità. Ecco, la legge sul demanio, che avrebbe
potuto consentire degli introiti, Presidente, se noi fossimo riusciti a
concepirla nella dovuta maniera, invece, non traiamo alcun beneficio, anzi
assistiamo a situazioni veramente paradossali di alcuni poveri operatori che
sono costretti a pagare canoni addirittura tre o quattro volte maggiori
rispetto ai tanti imprenditori che operano nella costiera Adriatica, di Rimini
in particolare, con la differenza che a Rimini la stagione estiva dura tre mesi
e in Calabria sì e no, un mese.
Qualcuno parlava della montagna, che la Calabria è la
terza regione d’Italia per estensione montana, e sappiamo che da questo punto
di vista la Calabria ha un patrimonio inestimabile: ma come lo stiamo
utilizzando? Potrebbe costituire anche una fonte di ricchezza per la nostra
regione. Ma l’abbiamo utilizzato in maniera adeguata secondo quei programmi che
sia io che poi anche lei, Presidente, quando era titolare di quell’assessorato,
avevamo impostato?
Si è parlato di forestazione? Mi pare di no, e quando ne
parliamo se non in questa occasione in cui stiamo per approvare questo
strumento programmatico?
Abbiamo altre potenzialità economiche, tipo le famose
terme sparse sul nostro territorio che potrebbero essere un richiamo, una fonte
di ricchezza, però non ne parliamo e così per tanti altri aspetti.
Rivalutazione dei centri storici. Tutti quanti ci
fregiamo di avere dei castelli, di questi beni ambientali, ma abbiamo mai
parlato di itinerari turistici? Allora che senso ha approvare uno strumento quale
il bilancio che deve essere soprattutto politico non un fatto contabile,
altrimenti lo potrebbe predisporre benissimo il ragioniere della Regione e così
si approva senza dover discutere.
E allora dov’è il senso e la previsione programmatica di
ricaduta in termini di sviluppo e di occupazione?
Tutto questo non c’è stato e allora, caro Presidente,
che cosa stiamo a discutere più? Sarò conciso, farò soltanto alcune brevi
considerazioni.
Non abbiamo parlato per esempio del dissesto
idrogeologico. Volevamo sapere come affrontare questo argomento, consapevoli
che esistono 3 milioni di euro, quasi 6 miliardi, Presidente, non utilizzati,
sia riguardanti i Por, i famosi fondi strutturali che i trasferimenti normali.
Questi fondi non sono stati utilizzati purtroppo, nonostante che alcune realtà
territoriali della Calabria, si ritrovano con dissesti rilevanti.
E faccio un esempio, che forse l’amico Gentile conosce
già. Belvedere marittimo. Purtroppo in quel centro urbano si è registrato il
crollo di un fabbricato, ma nessuno è intervenuto prima che questo evento si
verificasse, per fortuna non abbiamo avuto conseguenze pericolose, ma potevano
crearsi veramente delle situazioni luttuose.
Abbiamo, poi, cercato di far intervenire la protezione
civile, abbiamo investito l’assessorato ai lavori pubblici, ma nessuno si è
preoccupato di intervenire, eppure il rischio è che questo fabbricato possa
ulteriormente crollare riversandosi sui binari col rischio di creare ipotetici
disastri.
Non si è parlato di erosione delle coste, un problema
che lei certamente conosce, dove noi potremmo impegnare una parte dei fondi
strutturali per cercare di contrastare questa grave minaccia di distruzione
delle zone costiere.
Ecco, ripeto, che senso ha parlare di un bilancio se noi
non discutiamo di tutto questo, se non diamo consistenza finanziaria adeguata
ad una serie di leggi che hanno copertura quasi simbolica e non potranno nella
maniera più assoluta, essere applicate?
Non voglio parlare della legge sulla famiglia, che io ho
votato, ma mi rendo conto di aver fatto forse un errore perché non sarà
applicata dal momento che non vi è una lira di finanziamento. Così tante altre
leggi.
Ritengo che dobbiamo anche prevedere delle opere da
realizzare, soprattutto perché i comuni – lei mi insegna – specialmente con
l’ultima finanziaria non hanno avuto nessuna forma di trasferimento. A questo
si aggiunge che non hanno neanche la possibilità di accedere a mutui, se non in
misura ridotta.
E’ chiaro che una legge che possa dare un po’ di
ossigeno ai comuni sarebbe importante. Abbiamo soltanto letto nel bilancio la
voce di 7 milioni di euro annuali per quanto riguarda la legge 24, ma abbiamo
discusso come vogliamo impostarla questa legge, quali dovrebbero essere le
priorità e le finalità? Tutto questo non si è fatto.
Si è parlato delle Comunità montane, anche su questo
versante mi sento mortificato e chiedo scusa agli amici loro rappresentanti, ma
non era necessario che perdessero del tempo qui per sollecitare un loro preciso
diritto, Presidente. Infatti loro sono in attesa della erogazione dei fondi per
il 2000, 2001 e 2002 che provengono dallo Stato, dalla “97”, la legge sulla
montagna, quindi non facciamo alcuna elargizione e nessun favore dal momento
che sono spettanze arretrate.
Mi domando, allora, perché non ripartiamo questi fondi,
perché si è costretti a venire qui in massa per timore che questo Consiglio non
deliberi e perdere, così, una giornata su un fatto che spetta di diritto.
Questo è grave, signor Presidente. Abbiamo dovuto ricorrere ad una mozione, che
ho votato, e di questo me ne vergogno, per sollecitare noi stessi o la Giunta,
che ha espresso il proprio sì, a mettere in essere un provvedimento per
sollecitare un qualcosa che spetta di diritto. Siamo proprio al colmo.
E bisogna anche dire, ad esempio, che esistono comunità
montane che non ricevono i trasferimenti normali previsti in bilancio da due o
tre anni. Mi domando, allora, come devono redigere i loro bilanci queste
comunità? Devono essere incriminati i Presidenti o i rispettivi Consigli di
amministrazione perché incorrono in falso in bilancio? E noi abbiamo questa
responsabilità di costringere questi signori a comportamenti certamente non
lineari?
Un esempio, signor Presidente, e vado alla conclusione.
Una comunità montana nel ’99 – non faccio il nome – ha avuto per spese di
funzionamento 125 milioni di vecchie lire, ovvero circa 65 mila euro, nel 2003,
invece, 6 mila euro, addirittura la decima parte di quanto era stato erogato
nel ’99, con la differenza, signor Presidente, che la comunità montana ha
ereditato, avuto imposto la gestione dei giovani dell’ex “285” che vengono
pagati con fondi nazionali, ma lei mi insegna, che questi contratti dovrebbero
essere remunerati dalla Regione la quale, peraltro, non ha mai dato una lira.
Come possono allora le comunità montane sopravvivere? Io
ritengo che siano strutture territoriali utili, del resto istituite con legge.
Sarebbe, perciò opportuno forse organizzarle e regolamentarle meglio, questo
sì, come è stato fatto in parte per i consorzi. Anche per quest’ultimi, signor
Presidente, abbiamo la relativa legge che, però, non è finanziata. Lei mi
insegna che lo scopo principale dei consorzi è quello di consentire
l’approvvigionamento dell’acqua a scopo irriguo; la Regione in questo senso
contribuisce con poco, quindi neanche per la manutenzione, forse perché è
consapevolezza di tutti che gli oneri derivanti da questo servizio debbano
essere a carico degli utenti. Anche su questo, dunque, sono d’accordo con la
legge tanto è vero che l’ho votata, ma, ribadisco, la legge la dobbiamo anche
finanziare.
La stessa cosa, voglio ripetermi, vale per le comunità
montane: rivediamole, aggiorniamole, ma mettiamole in condizione di funzionare,
di dare un contributo serio, di applicare quelli che sono i dettati previsti
anche dalla legge 97, la legge sulla montagna.
Dobbiamo trovare, superando steccati, anche perché le
comunità montane sono istituzioni che appartengono a tutte le rappresentanze
dell’arco costituzionale, per cui non sono appannaggio di questa o di quell’altra
forza, una strada per dare quanto meno un segnale positivo a queste realtà e
metterle in condizione di poter svolgere il loro mandato in perfetta
tranquillità.
Ho cercato, Presidente, di sollevare e porre sul tappeto
una serie di questioni pratiche e reali, non voglio fare discussioni di
carattere generale perché ci sarebbe tanto da dire, però a me interessa
risolvere i problemi che attanagliano la nostra regione.
Non voglio neanche parlare del comportamento del governo
regionale, a me non interessa anche se è già stato sviscerato, io cerco quanto
meno di fare delle valutazioni rispetto a quelle che sono le essenzialità delle
cose che ci riguardano.
E stasera noi dovremmo discutere, in maniera seria ed
approfondita, di un bilancio. Purtroppo questa opportunità non ci è stata data,
ed allora mi sono permesso di dare alcuni segnali, alcuni messaggi sui quali
sarebbe stato opportuno aprire un confrontiamo, signor Presidente, che invece è
assente.
Ho detto formazione, dissesto, coste, comunità montane,
consorzi ecc.. non mi soffermo sui temi della sanità perché avremo occasione di
parlarne a lungo fra non molto, ed anche perché metteremmo troppe cose in
cantiere. Ho detto dei centri storici, ho cercato di introdurre alcuni elementi
di valutazione in modo tale che una riflessione seria in tale direzione possa
dare a queste problematiche quel giusto peso perché si faccia in modo da
ricavare quei fondi che ci mettano in condizione quanto meno di integrare i
famosi 130 milioni di euro che provengono dalle entrate che sono cosa misera.
Mi auguro che a livello nazionale ci sia quanto meno una
presa di coscienza e di consapevolezza e che, prima di arrivare al federalismo,
si giunga quanto meno a capire che ci sono Regioni che hanno condizioni di
sviluppo inferiori alle altre, per cui bisogna fare ricorso all’istituto della
perequazione in base all’esigenza e alle necessità.
Si può essere pure d’accordo a che vada avanti il federalismo, ma dopo che certi passaggi si compiono, altrimenti noi non saremo in grado di sopravvivere specie dopo il 2006, con la possibile uscita dall’obiettivo 1.
Allora, signor Presidente,
esiste ancora un altro anno di amministrazione. Cerchiamo di superare alcuni
aspetti e di tralasciare anche l’orgoglio di parte, cerchiamo di trovare il
modo come si possa assieme alle forze sindacali, alla
società civile, alla cosiddetta concertazione che purtroppo manca, recuperare
in parte ed utilizzare questi 6 mila miliardi di vecchie lire ancora non spese
che potrebbero dare quanto meno uno scatto e qualcosa di positivo e di
prospettiva per la nostra Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, mi interrogavo sul fatto se fosse una prova titanica quella
che stiamo mettendo in atto o una prova psicologica, perché è indubbiamente insolito, ormai, da un po’ di tempo a questa parte, sta
diventando consuetudine, invece che essere un
episodio, un caso isolato, di non essere ascoltati.
Se anche lei, onorevole
Presidente, mi tradisce perché non mi ascolta io non so a chi potrei più
rivolgermi. Il Consiglio regionale è in una condizione di assoluta soccombenza
dopo di che sono costretto a fermarmi perché non credo sia utile andare avanti
senza avere il conforto neanche della cortesia che il Presidente di turno
riserva al consigliere a cui è concessa la parola.
(Interruzione)
Il pubblico è senza dubbio
assorto, ma io devo anche evidentemente rivolgermi all’Aula, anzi soprattutto
all’Aula fisica, non animata in questo caso.
Le dicevo, Presidente, che
è ormai una Calabria senza più certezze e quest’oggi inauguriamo una nuova
stagione, la stagione del bilancio tecnico. E il bilancio tecnico si offre
all’attenzione del Consiglio nel silenzio più assordante della maggioranza e della
Giunta regionale.
In questo caso, neanche più
nel silenzio della maggioranza, ma nella completa assenza della maggioranza del
Consiglio regionale. Abbiamo sempre sentito o abbiamo sempre avuto conoscenza
che il bilancio è un atto fondamentale per l’ente pubblico – lo è anche per
l’ente privato – ma per l’ente pubblico vi erano una serie di valori che
venivano riconosciuti nell’atto fondamentale dell’attività istituzionale.
Oggi apprendiamo che lo
strumento contabile che ci è stato presentato è un documento senz’anima, non vi
è traccia di un indirizzo politico, non vi è traccia di quello che il
legislatore o il governo di solito imprime. Ci viene detto che è il bilancio
tecnico applicato alla legislazione
vigente.
Onorevole
Presidente, colleghi, è in atto una discussione forte in tutte le Regioni italiane sul significato e sugli effetti di una
tendenza che va accentuandosi in ordine al presidenzialismo di cui sarebbero
connotati gli Statuti che sono all’attenzione e che sono sottoposti a votazione
e che lo saranno nei mesi che verranno.
Il contrasto che anima i Consigli regionali è sul
presidenzialismo, sugli Statuti, sui modelli tendenzialmente presidenzialistici
e su quelli invece neo-parlamentari.
Mentre, però, è in atto questo dibattito, in tutti i
Consigli regionali, laddove viene affermata la tendenza, il principio, il
modello presidenzialista – l’ultimo in ordine di tempo è quello della Regione
Puglia –, si introducono correttivi per bilanciare attraverso una sorta di
accentuazione dei poteri anche del Consiglio.
Ebbene quest’oggi avete realizzato una sorta di
capovolgimento delle cose. E’ stato presentato il bilancio della Giunta, quel
bilancio è passato così come era e cioè non è intervenuta una sola modifica in
seno alla Commissione bilancio del Consiglio regionale. Cioè nel mentre si
proclama la necessità di riequilibrare i poteri tra presidenzialismo e
parlamentarismo, la Regione Calabria e il Consiglio regionale si
appresterebbero a votare il bilancio così come lo ha confezionato la Giunta
regionale.
Siamo in presenza di una involuzione assai preoccupante.
Allora, mi interrogo sulle ragioni per le quali in sede di Commissione
autoriforma ciascuno dei suoi componenti, me compreso, invoca istituti per
riequilibrare i poteri ed, invece, in questa occasione che è la più importante
- il bilancio si approva qui non altrove, altrove si propone – ed in cui questa
necessità di riequilibrare i poteri del Consiglio è cogente, non si ha la forza
e le energie sufficienti per riaffermare proprio gli istituti che in altra
sede, appunto in Commissione autoriforma, ciascuno di noi si sforza di
configurare e di concepire.
Allora, ci chiediamo se tutto questo ha un senso, se ha
una logica e qual è la ratio che presiede una condotta politica ed
istituzionale così come ci è stata prospettata quest’oggi.
L’altra osservazione che ci sentiamo di muovere è: a che
serve una Giunta regionale se non assolve neanche al compito della
programmazione con l’adozione dell’atto più importante che è il bilancio?
L’atto più importante per lo sviluppo della Calabria. Non eravamo stati mai
nelle condizioni in cui ci troviamo oggi, nessuna Giunta regionale aveva mai
determinato una così grave e profonda spaccatura nel corpo dei calabresi.
Cosa ha impedito, chiediamo, alla Giunta regionale di adottare
il bilancio preventivo 2004 nella sua completezza? - Non sappiamo in verità a
chi chiederlo visto che non c’è nessuno del governo che ha il buongusto di
ascoltare il dibattito -.
Mi permetto a questo punto di introdurre anche una
osservazione, cioè se è il caso di immaginare anche un altro modo di procedere
per l’approvazione del bilancio e poi fra qualche mese, ci viene detto, del
Dpef.
Io penso che dobbiamo trovare dei meccanismi per
assicurare una partecipazione, un dibattito animato e serio in cui confrontarsi
realmente, perché se così non fosse io chiederei all’onorevole Rizza, che con
me compone assieme agli altri la Commissione autoriforma, di immaginare di
riservare l’attività legislativa solo alla Giunta regionale, perché che senso
avrebbe riservarla al Consiglio quando poi assistiamo a questo stato di cose?
All’assenza più generale. Tutto ciò non solo demotiva la democrazia, deprime
gli istituti democratici, ne deprime il valore.
Ho cercato nella relazione del Presidente della seconda
Commissione, onorevole Talarico, la ragione della scelta. Qual è la ragione
della scelta in questa duplicazione di atti, di attività, di dibattito? Perché
il dibattito odierno, l’attività della seconda Commissione da qui a poco sarà
necessario ripeterli.
C’è da chiedersi, allora, ripeto, cosa ha impedito alla
Giunta regionale calabrese di adottare il documento finanziario nella sua
completezza? Non è offerta una sola spiegazione del perché tutto questo non è
avvenuto, del perché si è preferito optare per la separazione.
La maggioranza su questo nuovo percorso istituzionale
sembra non aver nulla da osservare eppure credo sia difficile poter condividere
questa scelta che è stata della Giunta. Tra le righe sembra di cogliere la non
condivisione di un percorso inusitato a cui la Giunta regionale ha inteso
sottoporre il Consiglio.
Non era mai accaduto nella storia ultra trentennale
della Regione Calabria che un bilancio venisse blindato, non è mai accaduto.
L’onorevole Talarico dice che si approva il bilancio con
largo anticipo rispetto alle infelici esperienze precedenti. Ma quale bilancio
approva? Di quale bilancio parla l’onorevole Talarico, il relatore per la
maggioranza?
Il bilancio che ci viene offerto secondo le sue
espressioni è un bilancio tecnico e di cosa dovrebbe essere, ed a che proposito
bisognerebbe plaudire? E questa tempestiva approvazione come verrà letta dai
calabresi, dalle forze economiche e sociali quando si vedranno con un nulla di
fatto, con l’assenza della programmazione e di impegni, con l’assenza di
indirizzi da parte della Regione Calabria, che non dà più certezze?
E allora dalle parole che pure sono contenute nella
relazione illustrativa dell’onorevole Talarico sembra che in qualche modo ci si
è divisi le sfere di influenza. Alla Giunta è riservato il bilancio tecnico, al
Consiglio sarà in qualche modo riservato il Dpef quasi a dire bilanciamo tra
gli organi collegiali una sorta di influenza sul bilancio della Regione.
Ma la funzione del bilancio, che chiedete di approvare,
voi stessi dite che è quella di rilanciare significativamente un processo di
sviluppo, adeguato al territorio, alle sue esigenze. E’ questo ciò che scrive
il relatore onorevole Talarico. Ma non era un bilancio tecnico? Di quale
sviluppo si fa carico questo documento della Giunta che, appunto, è sprovvisto
di indirizzi, di scelte programmatiche che è limitato a finanziare la sola
legislazione vigente?
Non c’è una scelta in questo bilancio che non sia la
scelta delle parti, di una maggioranza, che non sia una scelta di puro sapore
elettoralistico. Contiene tante di quelle illusioni che non potrà e non può
essere condivisa.
Dove sta lo sforzo per illustrare i bisogni della
regione? E dove sono individuati? Non c’è traccia dello sforzo che pure andava
compiuto nella direzione del problema più importante con cui la Regione deve
fare i conti, e non un solo centesimo è riservato, cioè alla promozione della
occupazione nel nostro territorio.
Non vengono date risposte alle esigenze che pure la
Calabria invoca, c’è l’eclissi. Con questo bilancio
siamo in presenza dell’eclissi di ogni prospettiva di sviluppo. Che non vi sia
sviluppo la Regione ne ha dato traccia e prova con somme che non ha erogato,
pur avendole previste nel bilancio dello scorso anno, mi riferisco, per
esempio, alle provvidenze che pure erano state assegnate al territorio
crotonese, alle royalties.
Ebbene su quelle risorse si
era impegnata anche tutta una serie di progetti e di possibilità. Nulla
rispetto a tutto ciò è stato fatto e, addirittura, con la previsione di questo
bilancio, le somme che non sono state erogate lo scorso anno vengono riportate
quest’anno, quindi facciamo l’operazione della moltiplicazione dei pani e dei
pesci, ma qui non c’è nulla da moltiplicare.
La Regione Calabria non
riconosce al territorio, in questo caso al territorio crotonese le provvidenze
che pure la legge della Regione Calabria assegna, perché le quote che sono
indicate nel bilancio di previsione sono le somme, le risorse finanziarie o non
impegnate lo scorso anno e impegnate quest’anno o impegnate lo scorso anno e
non erogate, per cui non un centesimo in più quest’anno viene riconosciuto al
territorio di Crotone e del crotonese quanto alle royalties che pure spettano per legge.
Ma nulla in ordine a questo
si individua, neanche per le leggi pure di recente approvate. Non vi è una
lira, un euro per la legge sulla famiglia. Avevamo visto bene quando si è detto
che era una legge elettorale, che serviva semplicemente per creare aspettative,
per ingenerare addirittura attese.
Poteva essere questa l’occasione
per dare un segnale concreto. Ci si è spesi anche nella propaganda di questa legge e non c’è riscontro, si dice, non c’è
traccia in tutto questo.
Ma non solo le famiglie che
pure aspettavano un segnale che era stato loro assicurato e promesso, qui non
vi è un segnale al sistema delle autonomie, al sistema, all’articolazione
istituzionale calabrese.
Abbiamo prima dell’inizio
dei lavori assistito alle legittime sacrosante rivendicazioni dei sindaci del
territorio calabrese, dei Presidenti delle comunità
montane ai quali abbiamo detto che avevano ragione, che quanto essi
illustravano era un quadro veritiero.
Ebbene non è pensabile che
risorse che pure sono affluite alle casse della Regione e che sono risorse con
vincolo di destinazione come quelle riservate alle comunità montane siano state
trattenute. Ha ragione l’onorevole Mistorni quando dice che in qualche modo il
Consiglio regionale, i consiglieri di maggioranza e di opposizione, forse
quelli di opposizione più di quelli di maggioranza, si sono mortificati da soli
ad approvare un documento.
Ma come è possibile che di
fronte a dati oggettivi sia stato necessario, addirittura, l’adozione di una mozione, di un ordine del giorno in Consiglio regionale per
sollecitare la Giunta per compiere un atto d’ufficio?
Il fatto singolare è che a
favore hanno votato anche i consiglieri che fanno parte della Giunta, onorevole
Presidente. I consiglieri che sono assessori regionali hanno votato a favore di
un documento, di un ordine del giorno in cui impegnano se stessi.
Siamo veramente in una
condizione paradossale e non abbiamo espressioni per dire in che condizioni è
giunto questo Consiglio: che consiglieri regionali e assessori regionali
impegnano se stessi per fare un atto. Qui abbiamo necessità non già di una seduta
di Consiglio, ma forse di una seduta psichiatrica, psicanalitica.
Dobbiamo vedere qual è il
rimedio perché non è pensabile che sia possibile andare avanti in questo modo.
Siamo arrivati alle cose più incredibili e questa sera credo che abbiamo raggiunto
il massimo…, non potevamo andare oltre col documento che è stato approvato, con
l’ordine del giorno sulle comunità montane.
Ma a parte qualche rigo
sulla condizione della sanità, ed in questo rigo il Presidente Talarico ci
indica rispetto alla condizione della sanità in Calabria che i debiti sono tali
rispetto al passato e che occorre pensare ad un Piano sanitario che nelle more dovrebbe essere approvato e la Commissione,
che sta lavorando per l’approvazione, ma ogni giorno i fatti si incaricano,
onorevole Presidente, di superare l’immaginazione. Nella sanità ogni giorno i fatti superano l’immaginazione di ciascuno di noi, anche la previsione più pessimista è
oltremodo superata dai fatti che stanno accadendo con i sequestri di interi
ospedali, con ricadute negative pregiudizievoli dell’immagine di questo nostro territorio calabrese
sul piano nazionale.
E non è un fatto isolato
perché l’indomani mentre ci si interroga sul rilievo, sugli aspetti e qualcuno
tenta in qualche modo di dire “sì però questo non significa che le attività
ospedaliere siano bloccate” immediatamente arriva un comunicato che non saranno
più accettati ingressi di nuovi pazienti.
Quindi tutto ciò dà concretamente l’idea, la sensazione, la percezione della condizione
disperata. E mentre un ospedale viene chiuso a poche decine di chilometri
interviene un altro provvedimento dell’autorità giudiziaria che sottopone a
misura cautelare un reparto di un altro ospedale. E il giorno dopo ancora un
altro.
Siamo in una condizione
assolutamente disperata tanto da indurre il Consiglio regionale ad adottare
seduta stante con voto unanime anche in Commissione una Commissione di
inchiesta. Tutto ciò mentre non sappiamo che fine faranno da qui a 10 giorni i
commissari straordinari.
Noi vorremmo capire dall’assessore
Luzzo, che non vediamo questa sera, ma anche dalla Giunta, quale orientamento
si è dato in ordine ai commissari straordinari, considerato che il 16 di marzo
il loro mandato è in scadenza. Avremmo necessità di saperlo, di capire quali
sono gli orientamenti perché la scadenza prossima è fra 10 giorni.
Questa è la condizione e non intervengo su tutti gli
altri punti - che pure i colleghi hanno trattato - se non su uno, cioè sulla
sicurezza e sull’ordine pubblico. Credo che un’attenzione nuova il Consiglio
dovrebbe darla senza attendere gli episodi a cui in qualche modo, purtroppo,
abbiamo dovuto assistere. Spero che il Consiglio regionale riesca a scuotere se
stesso dal torpore nel quale è precipitato rispetto a fatti di particolare e
delicatissima condizione e gravità.
Avverto una sorta di disincanto, disinteresse e
sottovalutazione di fronte a questo interrogativo che in qualche modo, insieme
alle questioni dello sviluppo e dell’occupazione, costituisce una delle vere e
gravi emergenze. La prova più eclatante l’ha resa il Consiglio regionale nella
scorsa seduta di lunedì quando ha ritenuto addirittura di interrompere il
dibattito su un tema di assoluta attualità e drammaticità.
Spero che il Consiglio regionale sappia ritrovare ed
individuare un percorso che in qualche modo restituisca alla massima Assise
regionale il ruolo, il rilievo e il prestigio che deve avere così come per 34
anni ha con grande dignità e con grande fierezza svolto nella nostra Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
veramente il quadro che abbiamo davanti porterebbe a non insistere
sull’esigenza che avvertiamo - almeno noi l’avvertiamo e l’abbiamo sempre
avvertita - di esprimere le nostre opinioni e valutazioni sul bilancio
che ci viene presentato questa sera in Consiglio e rispetto al quale credo che,
certamente, ci sia necessità di esprimere queste nostre valutazioni.
Vede, Presidente, in epoca in cui il Consiglio regionale
aveva una sua funzione istituzionale importante, il momento del bilancio
costituiva certamente il punto più alto del confronto politico tra forze anche
contrapposte in Aula, ma che esprimeva una forte tensione verso la necessità di
discutere in maniera proficua dei problemi di questa Regione.
Ora registrare così un dibattito, che oserei chiamare un
monologo, della minoranza rispetto a questo bilancio…
(Interruzione)
Mi riferisco a tutto l’andazzo della seduta, assessore
Dima, lei arriva in questo momento, mi fa piacere vederla, ma non più di
questo.
Dicevo, laddove si esprimeva la tensione ideale su
problemi che investono la Regione e che oggi quasi diventa una sorta di
adempimento squisitamente burocratico, quello comunque di dover consegnare a
questa Regione un bilancio.
Dico subito un bilancio che servirà certamente a pochi,
ma indubbiamente non potrà servire a questa Regione. Qualche collega lo ha
definito un bilancio senz’anima e dico che è stato anche magnanimo, perché
effettivamente possiamo dire che questo non è assolutamente un bilancio, ma è
diventato paradossalmente, Presidente, lo strumento attraverso il quale
riuscire a raggiungere, piccoli, ridottissimi obiettivi di altra natura che,
certamente, non sono quelli che interessano i calabresi.
Su questo occorre - in maniera molto chiara, a mio
giudizio - dire subito che c’è una favola da sfatare, vi state affannando in
questi giorni - e nelle scorse settimane - a dire che la maggioranza attraverso
una fantasiosa ricostruzione di momenti importanti, quali quello della
programmazione di questa Regione, che si concretizza, sostanzialmente,
nell’approvazione del bilancio, per il secondo anno consecutivo la maggioranza,
la Giunta regionale ci impedisce di discutere dello strumento principe che deve
essere posto a base di una strategia di programmazione sui problemi di questa
Regione.
Mi riferisco, Presidente, al Documento di programmazione
economica e finanziaria; sembra ci sia una sorta di indisponibilità a far
emergere da un dibattito e da un confronto serrato in Consiglio qual è la strategia
che questa maggioranza intende adottare per lo sviluppo di questa regione.
Per il secondo anno consecutivo, avevamo salutato con
grande ed enorme soddisfazione nel momento dell’approvazione della legge 8,
cioè della nuova legge di contabilità regionale, l’introduzione di questo
elemento di novità che costringeva nei fatti la Giunta regionale, la
maggioranza a disporre in Consiglio ben sei-sette mesi prima della fine
dell’anno, perché ricordo che il termine per l’approvazione da parte del
Consiglio del Documento di programmazione economica e finanziaria è individuato
per legge al 30 giugno dell’anno precedente a quello cui si riferisce, invece
lo scorso anno ci è stato detto, in quest’Aula, dal relatore - anche allora era
l’onorevole Talarico - che i tempi erano ormai abbondantemente trascorsi e,
quindi, che di documento di programmazione economica se ne sarebbe parlato
l’anno successivo, nell’anno 2003 per il bilancio 2004. Anche quest’anno
puntualmente avete disatteso un obbligo legislativo.
Questa è una maggioranza che si contraddistingue, quasi
in maniera sistematica, non solo per contraddire se stessa, ma addirittura per
venir meno ad obblighi di tipo legislativo. Perché questo avviene? Perché la
maggioranza, perché la Giunta, si rifiuta di sottoporre al Consiglio regionale
la propria strategia per innescare meccanismi di crescita e di sviluppo per
questa regione?
Un motivo certamente ci sarà, però, Presidente, alla
Giunta regionale, che non riesce ancora oggi ad avere un assessore delegato a
questa materia importante e particolare che è le finanze e il bilancio, non è
sfuggito di dare un ulteriore incarico per la predisposizione del Documento di
programmazione economica e finanziaria affidando il compito della redazione ad
un esterno.
Fin qui, probabilmente, si potrebbe anche pensare che la
Giunta regionale, il Presidente Chiaravalloti abbia potuto individuare un
luminare di scienze economiche a cui affidare questo compito, ma l’aspetto
singolare, paradossale - Presidente - se vuole, anche facendo una leggera
forzatura, ridicolo della situazione sa qual è? E’ che la Giunta regionale
affida un incarico esterno per la predisposizione del Documento di
programmazione economica e finanziaria, dieci giorni dopo che la stessa Giunta
ha approvato quel documento - lo so che lei si trova in una situazione
particolare, anche di disagio se vuole, ma anche questo fa parte di una sua
scelta - ben dieci-dodici giorni dopo che la stessa Giunta ha approvato questo
finanziamento. Per cui, sostanzialmente, quello che doveva costituire
l’elemento principale di una politica di maggioranza rispetto allo sviluppo
della Regione, diventa invece solo lo strumento per attribuire un compenso a
gente estranea.
(Interruzione)
No, Presidente, la Giunta aveva già approvato il
documento, forse non sono riuscito ad essere chiaro, assessore Dima. Lei, in
Giunta ha approvato il documento, cioè ha dato il suo parere favorevole al
Documento di programmazione economica e finanziaria, dieci giorni prima che la
stessa Giunta desse incarico per la predisposizione. Non so se riesco ad essere
chiaro, Presidente, certamente non coerente, poi, in sostanza con un metodo,
oggettivamente questo è il segnale chiaro di come si navighi a vista in questa
maggioranza e in questa Giunta regionale. Si fanno le cose non perché bisogna
adempiere ad un impegno e soddisfare una esigenza legislativa, ma perché
comunque, anche su quest’argomento, è necessario dare un compenso ad un
professionista esterno alla Giunta regionale. È un ulteriore elemento di
valutazione negativa rispetto al metodo che questa Giunta, questa maggioranza,
segue e all’impegno che ci mette.
Poi, la grande meraviglia qual è? Leggendo la relazione
dell’onorevole Talarico, che è relatore alla legge di bilancio, sembra che si
sforzi, in qualche maniera, di mettere in evidenza alcuni punti importanti dei
problemi di questa regione, dimenticando, però, che all’interno di quel
bilancio - del quale lui stesso è relatore - di tutto si parla meno che dei
problemi della Calabria.
Se vuole, Presidente, vado ad esporre in maniera molto breve quello che, secondo me, avrebbe dovuto esserci in questo bilancio.
Non c’è, per esempio, nessun cenno al fatto - se non nella relazione che la stessa Giunta ha approvato, ma che sicuramente non avrà neanche letto - che c’è un appesantimento gravissimo dell’economia regionale rispetto al progetto di bilancio, cioè, questo bilancio si porta dietro, Presidente, ben 9 mila miliardi circa di vecchie lire quali residui attivi.
Spiego a me stesso cosa sono i residui attivi:
entrate non riscosse dalla Regione, cioè la Regione non riesce a riscuotere la
modica cifra di ben 9 mila miliardi di vecchie
lire. Nella relazione allegata al bilancio,
caro Presidente, c’è scritto anche dove vanno
individuate le responsabilità. Si tratta di mancate entrate provenienti,
soprattutto, dalle sedi centrali del Governo nazionale, quindi, c’è una attività amministrativa
gestionale da parte della struttura burocratica della Regione che non è in
grado o non riesce ad acquisire queste entrate, comprendendo bene cosa viene a
significare una partita così importante, come questa, che viene a mancare dalle
disponibilità del bilancio regionale.
Per non parlare poi,
Presidente, dei residui passivi che, anche lì, ammontano alla modesta cifra di
ben altrettanti 9 mila miliardi circa, di cui circa 3.500 sono esclusivamente
di competenza regionale. Sa di che cosa parliamo, Presidente? Parliamo di
residui che nascono da impegni assunti, ma non spesi.
L’onorevole Talarico non ci
può venire a raccontare frottole, che non si riesce a spendere perché oggettivamente approvare il bilancio a
maggio o giugno non consente la spesa di quei fondi, non è così, può incidere
certamente, ma non può oggi il collega Talarico dirci che finalmente il
Consiglio regionale approva un bilancio nei tempi. Ma di quali tempi parliamo,
scusate? Perché qui rischiamo anche di confonderci le idee, caro Presidente,
ognuno cerca di segnare situazioni fuori dal mondo e da ogni logica.
Ricordo, signor Presidente,
al Consiglio per quelli che sono rimasti, ma a lei soprattutto, che il
Consiglio questo bilancio avrebbe dovuto approvarlo entro il 30 novembre
dell’anno precedente non del 2004, ma entro il 30 novembre del 2003. Lo approva
a metà marzo, circa, del 2004 quindi siamo già fuori tempo massimo ed a giustificazione
di questa assunzione di ragionamento curioso, se volete, non mi si può venire a
dire che negli altri anni si approvava a giugno o a luglio. Che alibi è questo?
Noi dobbiamo avere il coraggio di affermare le cose per come sono: questo Consiglio
sta approvando il bilancio dopo ben 4-5 mesi da quando è previsto per legge.
Ecco questa è una prima
favola da sfatare. Ce n’è però, Presidente, una seconda, che sarebbe quella
sostenuta dal relatore ed anche dal Presidente Chiaravalloti - perché poi il
Presidente Chiaravalloti quest’anno ha voluto partecipare, evidentemente, da
delegato al bilancio ad una riunione di Commissione. Poi le dico che cosa ci ha
raccontato il Presidente Chiaravalloti, anzi se vuole poi le leggo anche la
trascrizione integrale dell’intervento -, abbiamo avvertito una sensazione
molto strana quando nel momento dell’esordio in Commissione è stato detto: “Non
vi preoccupate, cari colleghi, sindacati e Confindustria, artigiani” e tutti i soggetti invitati per l’audizione
“perché noi approviamo per il momento un bilancio tecnico, perché, poi,
attraverso l’assestamento di
bilancio che faremo da qui a 2-3 mesi, in quel momento, saremo in grado di
ragionare con voi, di vedere quali sono gli interventi da attuare e di dare
qualche risposta ai problemi di questa regione”.
Ma vogliamo scherzare?
Capisco che il Presidente Chiaravalloti è molto bravo a raccontare barzellette,
ma questa non è raccontabile a nessuno.
Che significa bilancio
tecnico? Da dove nasce questa espressione sibillina? Stiamo parlando sapete di
che cosa? Di una distribuzione, di una spalmatura di circa 1.800 miliardi di
vecchie lire, liberi da vincoli di destinazione e me lo chiamate bilancio
tecnico? Queste scelte chi le fa? Qual è la strategia che ispira la maggioranza,
la Giunta regionale a vedere come ipotizzare una spesa di circa 1.800 miliardi?
Me la chiamate tecnica? Questa è una strategia, una scelta politica caro
assessore Dima.
Lei quando ha votato il
bilancio in Giunta ha operato delle scelte politiche, condivisibili o meno,
criticabili certamente, ma non ci può essere l’alibi del bilancio tecnico per
dire abbiamo bisogno di approvarlo in quattro e quattr’otto, perché gli
obiettivi che ci trasciniamo dietro non sono i problemi della Calabria, non
sono le questioni irrisolte di questa Regione, no, ma un obiettivo di tipo
diverso: abbiamo la necessità con il beneplacito, certamente, del Governatore
di attribuire ad ogni consigliere regionale di maggioranza una quota “ics” il
cui ammontare complessivo è di circa 350 miliardi, perché è necessario che a
fine legislatura ogni consigliere possa dare delle risposte sul piano degli
investimenti di opere pubbliche ai propri territori, ai propri amici sindaci o
assessori.
Esclusivamente di questo si tratta. La fretta vi porta a dover superare –
per la prima volta nella storia di questa Regione – una serie di attività, di
iniziative che certamente avrebbero prodotto poco, ma che comunque tenevano in
campo una interlocuzione con i soggetti che in questa Regione hanno un ruolo e anche
significativo.
Guardate che non si è mai visto nella storia non solo
della Calabria, ma dell’Italia che la Confindustria, che notoriamente non
appartiene al centro-sinistra - non è mai appartenuto al centro-sinistra, e
quella di oggi certamente no, così togliamo il campo da ogni equivoco e non ne
discutiamo più -, aderisca allo sciopero generale promosso dalle organizzazioni
sindacali. Non è mai accaduta una cosa del genere e, se lo fa la Confindustria,
evidentemente il livello di sopportazione al quale si è arrivati è veramente
qualcosa da far tremare le vene ai polsi. Non ci sono altre motivazioni
rispetto ad un atteggiamento di questa natura e di questa portata.
Dunque una maggioranza, una Giunta regionale che ha una
disponibilità, che si trova tra le mani risorse per circa 1.800 miliardi di
vecchie lire, possibile non sia in grado di immaginare una scelta che sia una,
finalizzata a dare una risposta ad un problema? Neanche questo siete stati in
grado di fare e, secondo me, sicuramente, non vi ha nemmeno sfiorato l’idea di
poter pensare ad uno dei tanti problemi che ha questa regione.
Però cosa avete fatto? Avete sistemato una serie di
risorse di centinaia e centinaia di milioni e poi di miliardi e migliaia di
miliardi, alla fine, per dar copertura a leggi che non servono a nessuno. A
qualcuno servono per la verità, ma certamente non servono per tutelare gli
interessi della collettività di questo martoriato territorio regionale.
Quindi, smettiamola per favore di parlare di bilancio
tecnico. Almeno di questo dovreste esserne convinti: ne avete inventata
un’altra delle vostre per cercare di attutire la pioggia di critiche che da qui
a qualche ora - a parte noi - vi arriverà dall’intera società calabrese.
Io dico che con questa invenzione del bilancio tecnico
avete aggiunto un ulteriore flop, tra i tanti e tra tutti quelli di cui
questa maggioranza ci ha voluto gratificare in questi disastrati 4 anni.
Siamo di fronte ad una regione, ad una Calabria che è
alla frutta, e alla quale, avendo questo tipo di problema, non si può
rispondere con un bilancio tecnico, ma bisogna avere il coraggio o di
dichiarare impotenza assoluta a gestire anche un minimo di attività di
programmazione in questa Regione, oppure dire le cose come stanno, avere il
coraggio di affermare: noi abbiamo fatto questo tipo di scelta, la nostra
esigenza è di trovare 7 mila miliardi per indebitare la Regione per altri 25
anni, perché dobbiamo soddisfare le richieste dei singoli consiglieri. E’ una
scelta questa, per carità che noi critichiamo, però comunque avreste detto la
verità a chi si aspetta chissà che cosa da questo bilancio.
Questa Regione è alla frutta, come è ormai
universalmente riconosciuto non solo in Calabria, ma anche fuori, perché poi in
questo registriamo, purtroppo per noi, una ulteriore sfortuna: questo
Governatore viaggia troppo, è sempre in giro e parla di questa Calabria, e il
fatto che solo ne parli porta poi qualcuno a guardarsi gli indicatori economici
che ci collocano sistematicamente all’ultimo posto, capirete bene che il
Presidente Chiaravalloti diventa l’ambasciatore del nulla, di questo si tratta.
Si dice: i calabresi l’hanno voluto, ma, secondo me, sarebbe stato diverso se i
calabresi avessero mai immaginato o pensato che l’onorevole Chiaravalloti ci
avrebbe portato al disastro della Cittadella regionale, al disastro della
Sorical… - perché in questo ha avuto una costanza diabolica a commettere questi
misfatti sulle spalle dei calabresi -.
Ci siamo dimenticati la questione della Cittadella?
Quanti miliardi è costata questa operazione fantomatica di cui non c’è più
paternità, non si capisce chi abbia inventato questo marchingegno. L’altra
questione, anch’essa infernale, che probabilmente costerà alla Calabria chissà
quante centinaia di miliardi, la Sorical, che ha ricevuto in mano degli
strumenti da questa maggioranza, da questa Giunta e da questo Presidente,
strumenti infernali che portano la parte privata facente parte di questa
società ad essere il titolare assoluto della gestione di tutti i meccanismi che
governano le risorse idriche in Calabria. Parliamo di un patrimonio
inestimabile che in altre parti di questa terra, di questa Italia, di questo
Paese, diventa una risorsa di crescita e di sviluppo, guarda caso solo in
Calabria diventa un appesantimento bestiale.
Abbiamo gridato a più voci, in una fase storica di
questa legislatura, che quella convenzione che si andava a sottoscrivere con la
Sorical, con la parte privata Enel, Acquedotto pugliese, sarebbe stato
devastante, non solo perché conteneva tantissime illegittimità rispetto alla
legge istitutiva di questa società mista, ma perché si regalavano alla parte
privata migliaia e migliaia di miliardi senza che questa mettesse un solo becco
di un euro a disposizione della società.
Questa è una Regione che gioca a perdere, svende i
patrimoni alle società private, magari per rispondere ad una logica che questo
Presidente ha messo in piedi da quando, sfortunatamente per tutti noi, è al
timone di questa Regione - mi permetto di dire, Presidente, sfortunatamente
anche per voi. Questo è. Ha svenduto la Calabria al di fuori del territorio
calabrese e, quindi, abbiamo visto alternarsi una serie di assessori che
vengono da fuori.
Ricordo l’assessore Bagarani, se volete, anche con
grande rammarico, oggettivamente nel suo esordio - non in quest’Aula, ma nella
vecchia, il suo primo intervento è stato in sede di approvazione del bilancio
del 2000 - ricorderete tutti cosa ci disse - era stato presentato come il deus
ex machina della finanza pubblica e regionale, veniva dal ministero -: “Guardate
mi sono reso conto che voi in questa Calabria non riuscite ad andare avanti
perché avete un bilancio, lo avete sempre avuto, che non fa gli interessi della
Calabria. Assicuro e assumo impegni che nel giro di due anni noi sconvolgeremo
il mondo con il nuovo sistema che andremo ad introdurre, rispetto al bilancio,
con la nuova legge di contabilità”.
Forse l’assessore Bagarani se ne è andato anche per
questo, non so se è stato costretto ad andarsene perché immaginava un
cambiamento in sede di predisposizione dello strumento finanziario, certo è che
non c’è più, dopo quattro anni questo è per voi senza ombra di dubbio l’ultimo
bilancio, a fine legislatura, perché quello dell’anno prossimo sarà un bilancio
a mezzo servizio rispetto all’attuale maggioranza, ci auguriamo che con il
rinnovo del Consiglio regionale, dopo nove anni di pene che ci avete regalato,
la situazione cambi.
(Interruzione)
Ma vede, caro assessore Dima, la morte lenta è peggiore
di tutte perché comporta tante di quelle situazioni negative, morire poco a
poco, che è preferibile il colpo mortale che qualcuno prima o poi vi
infliggerà.
(Interruzione)
Esatto, allungare questa agonia non serve né a voi, né a
noi, ma soprattutto non serve a questa Regione che è stata ridotta veramente
all’osso, ve lo dico.
La nostra maggiore preoccupazione sa qual è, Presidente?
E’ che chi andrà a prendere il posto di questa maggioranza, di questa Giunta
regionale si troverà solo a dover gestire debiti diretti o indotti, ma
soprattutto, la più grande preoccupazione, è di dover gestire debiti fuori
bilancio.
Anche su questo, Presidente, abbiamo avuto modo di
constatare in Commissione bilancio che dei pignoramenti, che la Regione subisce
per migliaia e migliaia di miliardi, non si riesce neanche ad avere una consistenza
certa; l’avvocatura regionale, diretta in maniera esemplare da un direttore
generale che si picca di aver moralizzato l’azione amministrativa e politica
all’interno dell’Avvocatura, ebbene, ci è stato riferito in Commissione qualche
giorno fa, che da almeno tre anni non comunica al settore bilancio l’importo e
la consistenza dei pignoramenti che sono stati effettuati presso terzi e,
quindi, presso la tesoreria della Regione da creditori esterni alla stessa.
Questo significa che questa Regione - caro collega
Vilasi, il bilancio che lei sta approvando o approverà questa sera o questa
notte ed io mi auguro forse domani verso mezzogiorno o le tredici - non saprà
individuare la consistenza dei debiti fuori bilancio che si porta dietro. Non
perché c’è una Giunta che non funziona, perché questa è una cosa che abbiamo
acquisito come dato certo, ma perché non si riescono ad avere i dati di tutti i
soldi che la Regione spende attraverso pignoramenti.
Vi è mai, per caso, venuto il dubbio che se questi dati
non vengono fuori è perché probabilmente la Regione neanche si è costituita in
tantissimi procedimenti di atti ingiuntivi e quant’altro? Questo è un dubbio
che a me sorge avendo, in maniera molto modesta, anche fatto l’amministratore
comunale, mi rendo conto che questo è un rischio che si può correre.
Nel bilancio che stasera approverete c’è qualcosa come
2-3 mila miliardi da pagare per pignoramenti effettuati negli anni pregressi.
Se la Regione non si è neanche costituita in giudizio guardate che ci sono
responsabilità serie, chi le accerta queste responsabilità? Diventa,
onestamente, un grosso punto interrogativo, perché mi viene difficile
immaginare che un esecutivo regionale che non riesce, pur scrivendolo in
relazione, ad individuare le responsabilità di quella o di quelle strutture
burocratiche che non riescono ad incassare qualcosa come 9 mila miliardi dalle
casse centrali, sia nelle condizioni di stabilire responsabilità sul terreno
delle mancate costituzioni in giudizio.
(Interruzione)
Ma parliamo di migliaia di miliardi non di bruscolini.
Allora, la Cittadella è stata quella che è stata. Io,
Presidente Rizza, quando ho letto due giorni fa la nota stampa del nostro
comune amico, il Presidente della Provincia di Catanzaro, Traversa, e dell’ex
coordinatore di Forza Italia, onorevole GiovanBattista Caligiuri…
(Interruzione)
Mi scusa, non sapevo che fosse ancora coordinatore dato
che c’è stata una fase in cui si parlava di nuove nomine, pensavo fosse già
stata esaurita.
A leggere quelle cose viene veramente da ridere. Ma come
si può pensare di attaccare l’opposizione - perché la minoranza consiliare
cerca di mettere in evidenza i seri deficit di questa maggioranza - dicendo che
siamo sempre gli stessi, siamo sempre i soliti, che meniamo il can per l’aia, e
poi fare un appello alla Casa delle libertà - questo passaggio non è sfuggito,
Presidente Rizza - dicendo stringetevi comunque attorno a Chiaravalloti perché
tanto la minoranza canta per fatti suoi, ma noi abbiamo il dovere di arrivare a
fine legislatura. Ovverosia si parte in una direzione e poi la conclusione è la
stessa per cui, sostanzialmente, anche Traversa e Caligiuri vi dicono che
questa è una maggioranza che fa acqua da tutte le parti. Quindi ponete rimedio
per carità, dice Traversa, perché non è che sia tranquillo di essere rieletto.
Questo non vi fa riflettere? Vi deve far riflettere.
Cioè questo è il quadro…
(Interruzione)
Io lo dico da sempre che prima finisce meglio è, caro
collega e Presidente Rizza.
Il dato è questo. In quattro anni di disamministrazione
regionale non siete riusciti a mettere in piedi uno strumento che sia uno che
potesse andare nella direzione di risolvere qualche problema.
In maniera molto sintetica e breve mi sforzerò di
segnalarvene qualcuno.
Vogliamo parlare di lavoro, di occupazione, di
disoccupazione? Presidente Rizza, ci è stato detto giorni fa, ma sono ormai
dati conosciuti da tutti, che in Calabria abbiamo un “bacino” di circa 250 mila
disoccupati, di circa 190 mila precari tra i quali non rientrano Lsu, Lpu e
quant’altro. Avete tantissimi interinali presso la Giunta regionale, Presidente
Rizza. Che tipo di risposta vogliamo dare a questa gente? Al problema del
lavoro e della occupazione che tipo di risposta si dà? L’investimento dei 14
miliardi di vecchie lire da distribuire tra i colleghi consiglieri per le opere
pubbliche, può essere una risposta? Secondo noi no. Noi, per la verità, nel
nostro impegno quotidiano di consiglieri regionali siamo anche venuti a
supporto vostro e vi abbiamo presentato degli emendamenti che, certamente, non
hanno la pretesa né l’ambizione di poter essere esaustivi rispetto al problema
della occupazione, ma certamente costituiscono un segnale importante di
un’attenzione che bisogna avere verso questi giovani e meno giovani in cerca di
prima occupazione e di lavoro.
Questo nostro emendamento in Commissione ha già avuto
una sua bocciatura dietro una giustificazione priva di senso: questo è il
momento del bilancio tecnico e a giugno poi ne riparliamo.
Vedete che a giugno noi presenteremo di nuovo quell’emendamento
che certamente stasera ci boccerete ancora. Però ci siamo sforzati di mettere
sotto i vostri occhi un problema grande: quello della disoccupazione in questa
regione. Ma non ci siamo fermati qui, perché abbiamo pensato che nell’ambito di
quell’enorme massa di risorse disponibili, perché libere da vincoli di
destinazione, si potesse individuare un gruzzoletto – chiamiamolo così - di
qualche decina di miliardi di vecchie lire per destinarli a tre-quattro
problemi.
Noi non abbiamo la pretesa, né potremmo mai averla, di
risolvere in un batter d’occhio tutti i problemi di questa regione, ma
certamente abbiamo, questo sì, l’ambizione di tentare di dare qualche risposta.
Abbiamo individuato alcuni aspetti negativi e quindi
deficitari di questa società calabrese, la disoccupazione certamente è il
principale, grande, drammatico e tragico, di questi problemi.
Abbiamo pensato alle famiglie che vivono uno stato di
assoluta povertà, Presidente Rizza.
E’ recente la statistica - che non ha fatto certamente
il centro-sinistra - secondo la quale il 30 per cento delle famiglie calabresi
vivono al di sotto della soglia minima di povertà.
(Interruzione)
Se lei non l’ha letto io glielo ricordo, Presidente, ma
sicuramente l’avrà letto perché lei è molto attento…
(Interruzione)
Assessore Dima, io la conosco da Presidente di
Commissione e non vorrei che lei a forza di praticare col Presidente
Chiaravalloti ne abbia anche assunto le risposte, perché sarebbe drammatica
questa cosa. Ora le dico cosa ci ha risposto il Presidente Chiaravalloti in
Commissione a proposito dell’erosione delle coste, leggo una certa analogia tra
le sue risposte e quelle del Presidente.
Stavo dicendo: il 30 per cento - è un dato di qualche
settimana fa – delle famiglie calabresi vive sotto la soglia minima di povertà.
Se questo è il dato, come non potete pensare che una
classe dirigente non si occupi di queste realtà e di queste situazioni? O
acquisisca consapevolezza che non è un elemento da far stare tranquilli?
Certamente è una classe politica dirigente responsabile che cerca di farsi
carico dei problemi di questa Regione e questo, certamente, è un altro
ulteriore grande problema a cui tenta in qualche modo di dare delle risposte.
Ripeto per l’ennesima volta non in termini esaustivi, ma
comunque come segnale di grande attenzione verso queste esigenze. Noi abbiamo
pensato al reddito sociale – così definito – di cittadinanza che certamente non
è una grande cosa, ma consentirebbe a queste famiglie o a gran parte di esse di
poter usufruire di un sostentamento – se volete – perché di questo si tratta.
Non si tratta di fare beneficenza, ma di dare un sostentamento a chi sbarca il
lunario quotidianamente, a chi non è in grado di mangiare.
Secondo noi questo è un problema che non può essere
sottratto alla nostra attenzione, e anche su questo vi abbiamo presentato un
emendamento che va a favore di una soluzione certamente – ripeto - non
esaustiva del problema, ma comunque indicante grande attenzione che può
interessare, ancora, stasera questa maggioranza.
Inoltre abbiamo preso in esame la questione
dell’erosione delle coste. Una Regione come la nostra che ha circa 800
chilometri di coste che sono per altre realtà e regioni - qualcuno citava
Rimini, la Toscana, l’Adriatica - un patrimonio che poi per quelle realtà
territoriali sono diventate risorse. Risorsa vuol dire ricchezza. Presidente
Rizza, in Toscana – cito Viareggio per tutti -, in Emilia Romagna - non perché
sono Regioni amministrate dal centro-sinistra, non è questo il riferimento, ma
è la fotografia di un dato reale -, la consapevolezza che la spiaggia, che il
demanio marittimo da patrimonio diventa risorsa per quella realtà, si ha da
molti anni. Ma è arrivato il momento o no, in cui anche noi dobbiamo cominciare
ad avere questa consapevolezza? O riteniamo che le nostre spiagge debbano
continuare ad essere preda dei marosi e correre, a modo di pronto soccorso,
ogni volta che si manifesta un evento naturale, un evento atmosferico, con il
mare che si ingrossa e sbatte sulle nostre coste? Attenzione.
Presidente, non insista più in questo discorso, non la
posso seguire. Non sto dicendo che l’erosione delle coste è colpa della Giunta
Chiaravalloti, ma sto dicendo che c’è in atto da diversi anni in Calabria
soprattutto - perché noi di Calabria parliamo - un fenomeno erosivo che sta
sottraendo alla nostra disponibilità un patrimonio che doveva diventare una
risorsa. Questo sto dicendo, ci mancherebbe.
Se c’è questa consapevolezza, Presidente Rizza, come
possiamo immaginare ancora oggi nel 2004 che questa Regione non destini, in
sede di bilancio, una lira a questo problema. Io non posso mai ipotizzare o
immaginare o dirvi che con il bilancio 2004 potremo risolvere il problema
dell’erosione delle coste, ma vogliamo cominciare o no? Lo studio ce l’avete,
Presidente, la Giunta regionale e la maggioranza lo studio di fattibilità ce
l’ha, l’assessore Rizza ricorderà certamente quando in un famoso piano
regionale dei trasporti abbiamo voluto inserire questo elemento di studio delle
correnti meteomarine, non solo a livello di fenomeno che andava aggredendo le
coste, ma soprattutto in termini di risposta positiva per risolvere il
problema.
Lo studio la Giunta ce l’ha. Vogliamo agire per stralci,
per annualità, vogliamo agire in una prospettiva a medio, lungo o breve
termine? Ma agiamo però, non stiamo fermi. Non permettiamo che il mare continui
ancora ad erodere queste nostre spiagge e queste nostre coste. Già non le
tuteliamo sotto altri aspetti, perché dopo che finalmente la Regione Calabria,
questo Consiglio regionale si era determinato per dare alla regione la legge
urbanistica che non aveva mai avuto, Presidente Rizza, sono passati, se non
vado errato, più di due anni e neanche uno degli adempimenti successivi
previsti perché questa legge potesse diventare esecutiva e, quindi, operativa,
perché potesse in qualche maniera trovare attuazione pratica sui territori,
neanche uno di quegli adempimenti è stato fatto.
Sa perché Presidente? Io una valutazione sul perché
questo non avviene ce l’ho e non ho nessuna difficoltà a dirla qui, Presidente
e lei mi conosce.
La Giunta regionale vuol continuare ancora oggi,
malgrado quella legge che strappa dalle sue mani la competenza
sull’approvazione degli strumenti urbanistici, a mantenere questa capacità
contrattuale in capo a se stessa nei confronti degli enti locali, non c’è altra
spiegazione.
Ci sarà sempre un sindaco che andrà a pietire
l’approvazione di un regolamento edilizio, ci sarà sempre un assessore che
andrà a raccomandarsi per l’approvazione di un piano regolatore. Sono questi
gli strumenti di contrattazione che poi fanno anche clientela, scusatemi per la
franchezza. Non si possono spiegare diversamente i motivi per i quali un
Consiglio regionale all’unanimità approva una legge importantissima, che è
stata giudicata anche sulla stampa nazionale di settore una delle migliori
leggi d’Italia, e ci troviamo con un Esecutivo che non intende per nessun
motivo e in nessuna maniera applicarla.
C’è stato Bonaccorsi come assessore: parentesi infelice
della storia travagliata di questi ultimi 4 anni e ora non c’è più.
(Interruzione)
Ci mancherebbe, assolutamente, non mi porti Presidente
su un terreno nel quale non sono abituato a praticare.
(Interruzione)
Però partito Bonaccorsi, mi dispiace per l’assessore
Mirigliani che è un mio carissimo amico, ma non mi sembra che stia dando quella
spinta che noi, in tutta onestà, ci aspettavamo.
Adesso, non so se la responsabilità è dell’assessore,
della struttura, perché poi diventa sempre difficile individuare la linea di
demarcazione tra responsabilità politiche e responsabilità burocratiche che
spesso e volentieri si intrecciano e si incrociano. Ma non è solo questo,
Presidente Rizza, non è solo perché la Giunta regionale non dà esecuzione alla
legge urbanistica, ma lo stesso capita anche alla legge sul trasferimento di
funzioni e competenze agli enti locali, il famoso “112”.
Anche qui, assessore Pirilli, perché non ce lo spiega?
(Interruzione)
Ma Pirilli non c’è mai, da quando è assessore qui non si
vede più, anziché continuare a predisporre incontri, conferenze con gli enti
locali per ipotizzare fantomatiche conferenze Regione-Enti locali in cui,
sostanzialmente, tutto avviene meno quello che interessa di più agli enti
locali, cioè a dire tornare in possesso di competenze specifiche che la Regione
non può più esercitare, oppure distribuire diplomi ai dirigenti che hanno
superato il corso ecc., che venga qui a spiegarci quali sono i motivi per i
quali non ritiene di dover spogliare questa Giunta regionale di competenze
gestionali.
Questo è, ed anche di questo ho la motivazione,
Presidente Rizza: la Giunta regionale, gli assessori Dima, Gentile - e chi più
ne ha più ne metta - hanno esigenza di mantenere nelle proprie mani un potere
di gestione che li fa diventare interlocutori prioritari e principali di chi ha
bisogno della Regione, pubblici e privati.
Questo è il dato, non ci possiamo nascondere dietro la
grande filosofia, quello che emerge in maniera molto chiara è questo.
L’assessore Dima è titolare del dicastero – mi scusi per il dicastero, ma è un
augurio – dell’agricoltura ed ha in mano una legge approvata nel 1999, non nel
1800 o nel 2009, perché, allora, non trasferisce le competenze agli enti locali
sull’agricoltura?
Non c’è risposta. Io il perché lo so, ci mancherebbe, ma
sul piano politico credo sarebbe più importante apprenderlo direttamente dalle
labbra dell’assessore. Cito l’assessore Dima perché ce l’ho davanti, forse è
una delle prime leggi di trasferimento di funzioni e competenze che questo
Consiglio - anche qui all’unanimità e l’assessore Dima era consigliere in
quella fase - ha approvato.
Torno all’erosione delle coste, Presidente.
Io ho posto questo problema in Commissione e lei sa che
cosa mi ha risposto il Presidente Chiaravalloti, Presidente Rizza e amico e
consigliere Dima? Mi ha detto: “Ma cosa vuole? L’onorevole Borrello viene a
porre a me il problema dell’erosione delle coste, ma sa cosa diceva nel 1860
Giustino Fortunato?” Me lo dica, Presidente, può darsi che non lo ricordo.
“Giustino Fortunato, affermava che “la Calabria è uno sfasciume pendolo sul
mare” e adesso cosa volete da me se è dal 1860 che c’è questa condizione?”.
Ma di che parliamo? Critichiamo la minoranza perché va
alla ricerca di spunti critici verso l’amministrazione regionale, verso il
Presidente, ma vi sembra questa una risposta ad un problema che viene posto
nella sede istituzionale?
Questo ha una sua risposta che è insita nelle parole,
cioè: cari consiglieri non vi azzardate, non vi permettete di parlare dei
problemi di questa Regione, perché io non voglio saper niente, non mi
interessano, perciò lasciatemi in pace.
Questa è la sintesi che si trae da una risposta di
questa natura. Ma poiché sull’erosione delle coste, caro Presidente Rizza, la competenza è, già da un bel po’
di tempo, di esclusiva appartenenza alla Regione, una volta c’era
l’alibi delle opere marittime, dello Stato, del Governo,
oggi non c’è più perché la competenza è nostra.
Vogliamo individuare una quota di risorse che ci
consentano di proiettarci in un programma pluriennale, cinque-sei-dieci anni,
attraverso il quale immaginare un percorso di risanamento di queste nostre
spiagge, di queste nostre coste?
Attenzione perché qui a rischio non c’è solo la spiaggia
come tale, come elemento di fruibilità rispetto alla balneazione, noi abbiamo a
rischio interi centri abitati, ormai le onde sono arrivate a ridosso delle
abitazioni.
Che succede? Avevate sperato, Presidente Rizza, in un
assessore che è passato anche lui in maniera quasi fuggente e che oggi sta
percorrendo in lungo e in largo la Calabria per illustrare non si sa che cosa,
c’è stato il mitico assessore Misiti - io ho definito l’assessore Misiti mitico
fin al primo minuto…
(Interruzione)
Assessore Luzzo, l’avete portato voi qui l’assessore
Misiti, chiedete al Presidente Chiaravalloti.
(Interruzione)
Misiti sapete cosa ci ha regalato? Quando va in giro -
mi dispiace, anche, che venga in qualche modo supportato da amministrazioni
provinciali di centro-sinistra che organizzano questi megaconvegni infruttuosi
o inutili - va ad illustrare tre anni di lavori pubblici, ma voi sapete meglio
di me cosa ha prodotto l’assessore Misiti in tre anni di lavori pubblici.
Intanto ha partorito la Sorical d’accordo col Presidente Chiaravalloti che oggi
lo smentisce, dice che, finalmente, si è accorto che è stato un errore la
Sorical, ma lo dice oggi, dopo che è stato sottoscritto il contratto e dopo
aver registrato che l’Acquedotto pugliese all’indomani della sottoscrizione con
la Regione è uscito dalla società e, oggi, sta uscendo anche l’Enel.
Attenzione, Presidente Rizza, queste cose il
sottoscritto non le dice adesso che legge la stampa, lo ha detto in Commissione
un anno e mezzo fa che sarebbe uscito dalla società l’Acquedotto pugliese e
subito dopo l’Enel.
Queste quote adesso a chi vanno? Rimane un grosso punto
interrogativo. Che ruolo ha la Regione per poter determinare questo tipo di
scelte? Ve lo dico io: nessuno, perché non hanno voluto aver ruolo in questa
società.
Dunque, Misiti ci ha regalato una sola cosa oltre al
disastro - perché vi accorgerete da qui a poco che la Sorical sarà devastante
per la Regione, perché quella società, parte privata, chiamerà ai danni la
Regione per non aver potuto iniziare le attività e saranno danni pesanti,
rispetto ai quali non ci potrà essere nessuna transazione in grado di evitare
un esborso di somme rilevantissime -: un accordo di programma quadro sulle
infrastrutture - anche questo sbandierato in lungo e in largo - per un importo
complessivo, se non ricordo male, di circa 4.500 miliardi di vecchie lire.
Il nuovo assessore - che è subentrato a Misiti - sapete
cosa ci ha detto qualche settimana fa in Commissione? Che per quanto riguarda
l’accordo di programma quadro ci sono, per un buon 70 per cento, risorse solo
per le progettazioni. Non lo dice Borrello, attenzione, lo ha detto l’assessore
Grimaldi in Commissione – ci sono le registrazioni –.
Questo a cosa vi fa pensare? A me fa pensare due cose e
lo dico in termini molto chiari e schietti: se non intervenite vi troverete in
mano - o si troverà chi, presto, vi andrà a sostituire al governo di questa
Regione - un’altra patata bollente. Fa pensare due cose che possono essere
condensate in una, ma con due aspetti. Prima: la scelta regionale di poter
gestire in proprio, quasi per intero, questo accordo di programma quadro a livello
di gestione materiale. Se questo è vero, come è vero, anche rispetto a questo
c’è un gioco a più voci, perché un’altra storiella che sta emergendo in maniera
accentuata in questi ultimi tempi è che rispetto a quell’accordo di programma
quadro, in cui sono previsti gli interventi di portualità così detta turistica
o peschereccia, la Regione sta cercando di creare un sistema a rete il cui
titolare assoluto è la Giunta regionale o gli assessori che, magari, lavorano
in concertazione.
Se è così e se l’altro aspetto è che i soldi ci sono
solo per le progettazioni, sapete cosa mi viene in mente? Che, alla fine,
quell’accordo di programma quadro è stato stipulato e sottoscritto solo per
dare soldi ai progettisti, ad una lobby ben individuata di progettisti,
eventualmente.
Quindi, cosa ci ha regalato il mito Misiti? Questo. Avrà creato le condizioni affinché qualcuno potesse utilizzare queste risorse per consegnare ai comuni o alla Regione stessa, in caso di gestione diretta, progetti. Ed i soldi? Si troveranno da qui a poco, probabilmente, una montagna di progetti, si pagheranno profumatamente anche le stesse parcelle, però poi serviranno i soldi - dottore De Cello - bisogna fare pulizia in questo bilancio per trovare i soldi, a meno che san Berlusconi non decida di eliminare la pedemontana di Brescia, l’impianto di Mestre-Venezia, cioè tutta quella serie di opere che solo al nord si stanno facendo e dire: va bene, finalmente diamo qualche risposta a questi sventurati calabresi e dirotti verso questa Regione, per intercessione del Presidente Chiaravalloti, una marea di soldi, le migliaia di miliardi di vecchie lire necessarie ad ovviare a queste incongruenze ed a queste follie. Non si può pensare di mettere in ginocchio una Regione per fibrillazioni di carattere personale che, comunque, non possono appartenere né alla politica né alla gestione amministrativa.
Questo è un quadro, Presidente Rizza, assolutamente
disarmante e se questi sono dati e situazioni che non mi sto inventando io, ma
che sono anche sotto i vostri occhi, come si può pensare che si arrivi al 2004,
ad un anno di scadenza dal rinnovo del Consiglio regionale, ed ancora qui
parliamo di bilancio tecnico?
Mi rendo conto, sono cosciente e consapevole, che con il
bilancio regionale non si riesca a far granché, ma qualcosa sì però, tenendo a
riferimento cento io dico che almeno dieci si può fare, Presidente, e questo
sarebbe già un grande segnale di attenzione verso i problemi di questa regione.
Invece neanche di questo ci preoccupiamo. Quindi, quale
diventa l’alibi? Il bilancio è tecnico, non possiamo fare niente perché per via
di restrizioni ecc., non riusciamo ad avere disponibilità di risorse però
abbiamo l’ancora di salvezza di Agenda 2000.
Qui altri grandi dolori, Presidente, è tutto un piano
questa Regione e qui - se mi permette -, non sono io a determinare questo tipo
di definizione, ma è una realtà che in assoluto, purtroppo, porta a questo tipo
di conclusione.
Anche su Agenda 2000 state consumando il bluff
più colossale della storia, state imbrogliando tutti, perché non è vero che la
percentuale di spesa è quella che viene riportata dalla stampa o sulle
statistiche, ma è quella meno la quota dei progetti sponda che non sono pochi,
assolutamente.
D’altronde che sia in questi termini non l’invento io, Presidente
Rizza. Quali benefici siamo riusciti a verificare nei nostri territori per
effetto dell’azione amministrativa di Agenda 2000? Nemmeno mi meraviglio più di
tanto, sa perché Presidente? Perché se è vero che i 9 mila miliardi di residui
attivi nascono per disorganizzazione della struttura burocratica e i 9 mila
miliardi di residui passivi si concretizzano per gli stessi motivi, ma -
scusate – è possibile che abbiamo una struttura burocratica che non spende sui
fondi ordinari e su Agenda 2000 riesce a spendere? Ma queste favole a chi le
raccontiamo? O c’è o non c’è. E’ un ragionamento quasi banale e logico,
rispetto al quale è arrivata l’ora che cominciate a riflettere seriamente anche
voi.
Non possiamo più pensare che una struttura burocratica
regionale che è quella che è, tutto quello che volete, che è frutto di tanti
anni di attività amministrativa non adeguata ai bisogni, ai problemi della
Regione, della Giunta regionale, però è da nove anni che io sono qui e che
sento dire sempre le stesse cose, ma un intervento che sia uno, finalizzato a
modificare una situazione che è seriamente cancrenosa non c’è stato, con pace e
salvaguardia di quanti si adoperano all’interno della struttura burocratica con
dedizione e senso di grande responsabilità, purtroppo non sono molti, anzi.
Quando cominciamo a pensare ad un intervento…?
L’assessore Pirilli la deve smettere, da due anni che è assessore, di
continuare a fare filosofia e propaganda perché qui risultati non se ne vedono,
Presidente Rizza, due anni sono più che sufficienti per cominciare ad
intravedere qualche elemento di novità. Quali sono le novità, Presidente? Il
concorso per dirigenti, le progressioni verticali che si stanno svolgendo in
questi giorni? Quella è la novità? Probabilmente sarà pure una novità, ma
certamente non sarà positiva per come avrebbe dovuto essere.
La mia attività politica nella mia storia, piccola per
quanto volete, non è mai stata influenzata da posizioni orientate sul
personalismo, non mi appartiene questa cultura, Presidente, ma andate a vedere
la composizione delle Commissioni che dovranno esaminare questo esercito di
dipendenti regionali che tenta di realizzare una progressione verticale, vi
assicuro che è letteralmente sconvolgente. C’è in piedi una strategia - da qui
a poco probabilmente vedremo anche i primi risultati - finalizzata a creare
all’interno della Regione - che non può avere più cinque mila dipendenti,
questo è un obiettivo che sfugge sempre di più, ogni giorno che passa a chi
esercita l’azione di assessore regionale - una rete di sistema burocratico
fortemente concentrato. Questa credo sia una cosa che va denunciata in termini
molto chiari, non perché c’è qualcuno che ce l’ha con qualcun altro, ma perché
è una realtà che si tocca con mano andando a leggere la composizione delle
Commissioni e i nominativi delle persone che sono stati messi lì, sulla cui
professionalità - per carità - nessuno si è mai permesso di dire niente, né di
fare apprezzamenti. Anche questo è fuori dalla mia cultura, certamente, ma
emerge in termini molto chiari, a mio giudizio, per uno che esprime una
valutazione politica su un dato di cui viene a conoscenza che questa strategia
è abbastanza chiara.
Vedete che stiamo parlando di tanti problemi che
interessano questa regione, non la Campania, la Basilicata o la Puglia, e
stiamo discutendo su un bilancio che – lo dicevo prima – alla Calabria non
serve, perché se qualcuno avesse mai immaginato di dover mettere in campo uno
strumento che potesse servire alla Calabria, il risultato non avrebbe mai potuto
esser questo, avrebbe dovuto esser altro a partire dalla relazione.
Mi sono permesso di dire al Presidente Chiaravalloti in
Commissione che la sua relazione striminzita al massimo dava un tono di forte e
preoccupante rassegnazione ad una politica regionale inesistente. Le parole di
uno che è rassegnato e, quindi, un fatalismo rispetto al quale non c’è una idea
che sia una. Paradossalmente, Presidente, sa cosa è successo? E’ stato dato
mandato alla struttura burocratica, al settore bilancio programmazione e
finanze di stilare un documento: “Vedete quante risorse sono disponibili, su
quali leggi bisogna finalizzarle e dateci i risultati”, perché in fondo di
questo si tratta. Qui la responsabilità è ancora più grave, perché non si può
pensare di prendere in giro - questa è la terminologia più esatta a mio
giudizio – un Consiglio regionale con la barzelletta del bilancio tecnico,
perché in effetti secondo l’impostazione che si è data - che secondo me è
quella che ho detto prima - così si è sviluppato il progetto di bilancio 2004.
Queste sono responsabilità gravissime delle quali in
qualche maniera dovete avere consapevolezza perché, vedete, il grido di allarme
che è stato lanciato in Commissione dalle categorie degli artigiani - e lì
c’erano tre sigle, chiamiamole così, forse uno simpatizzante per il
centro-sinistra, ma le altre due certamente no, quindi io non vi dico quello
che ha detto sul piano ipotetico il simpatizzante del centro-sinistra, ma vi
ripeto quello che hanno detto gli altri due, ce l’ho scritto perché mi sono
preso il resoconto, quindi, se avete un secondo di pazienza…, Presidente Rizza,
la prego, non mi tolga questa piccolissima soddisfazione di dirle cosa hanno
detto i rappresentanti degli artigiani - Presidente, hanno lanciato un grido di
allarme preoccupante - lo dico in sintesi così poi eventualmente potete
verificarlo -, hanno detto che “l’aggressione” che viene perpetrata nei
confronti di queste categorie può significare la morte di un intero sistema
economico calabrese che, sapete meglio di me, si poggia soprattutto su piccole
attività imprenditoriali, piccole e medie imprese artigiane e quant’altro
perché, addirittura, una intesa di programma tra queste associazioni e la
Giunta regionale che prevedeva un impegno di spesa di circa 10 miliardi di
vecchie lire è stato cancellato letteralmente con un semplice decreto di un
dirigente. Per effetto di questo tantissime imprese non riescono a beneficiare
di queste provvidenze che avevate concordato insieme. Se così è, Presidente
Rizza, il quadro che nasce, caro assessore Dima, è assolutamente desolante.
(Interruzione)
Stavo dicendo che, se il quadro è questo, avrebbe avuto più senso, oggettivamente, e sareste stati anche più onesti nei confronti dei calabresi a dire: guardate noi siamo arrivati ad uno stato fallimentare talmente alto che non ce la sentiamo più di mettere mano al bilancio, abbiamo un solo problema, quello di consentire ai ventisette consiglieri regionali di maggioranza di avere un appannaggio di “ics” lire per soddisfare richieste che provengono da comuni e quant’altro. Sarebbe stato più onesto e probabilmente anche la gente vi avrebbe in qualche maniera creduto: hanno un obiettivo criticabile o meno, ma che almeno possa essere verificato.
Perché, cari colleghi e Presidente Rizza, di questo si è
trattato, si è voluto mettere in piedi questo meccanismo infernale di
piccolissimo cabotaggio mortificando anche l’autonomia degli enti locali
stessi, perché cosa sarebbe costato, per esempio, se la Giunta regionale o il
Consiglio avessero deciso di aprire le porte agli investimenti, finalmente?
Perché vedete in questo bilancio ci sono tantissime voci quasi tutte in
diminuzione, 20-17, 49 per il lavoro, tutta una serie di voci in diminuzione
rispetto all’anno precedente. L’unica voce che non è in diminuzione che,
quindi, non solo resiste, ma che va anche oltre sono le spese correnti.
(Interruzione)
Quelle sono le spese correnti all’interno delle quali
rientrano anche quelle spese per consulenze che noi più volte abbiamo chiesto
al Presidente Chiaravalloti, Presidente Rizza, purtroppo questa è una verità
alla quale nessuno può sottrarsi e noi queste cose le ripetiamo, anche in
maniera noiosa se volete, ma è un dato reale di una Regione che passa dai 500
milioni di vecchie lire di qualche anno fa a 5-10-12 miliardi, di cui ormai si
è perso anche il conto, per consulenze ed esperti e, inoltre, per fare un
bilancio, un Documento di programmazione economica e finanziaria, necessitano
altri esperti.
Ma questi consulenti che ha il Presidente Chiaravalloti
per cosa li utilizza, per far che? Quale supporto e quale aiuto danno
all’azione amministrativa della Giunta regionale, sia del Presidente che degli
stessi assessori, che, per la verità, non è che siano da meno del Presidente,
certo in rapporto all’importanza del ruolo?
Se così è, ripeto, avreste dovuto dire in termini molto
chiari: cari calabresi scusateci, abbiamo sbagliato fin qui. Il Presidente
Chiaravalloti, facendo una forte autocritica dell’inattività che è riuscito a
mettere in piedi in questi quattro anni, avrebbe dovuto rassegnare le
dimissioni, lasciare il campo libero da un peso che è sempre più ingombrante e
che è un macigno pesantissimo posto a sbarramento della crescita e dello
sviluppo di questa regione. Grazie.
PRESIDENTE
Onorevole Borrello, a microfono spento, dopo questo
affresco dormirò sonni tranquilli perché ci ha riempito il cuore di speranza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morrone. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri, vedo che l’ora è tarda e quindi bisogna cercare di essere concisi
e precisi.
Sono rimasto molto deluso
da questo bilancio, infatti, in un primo tempo volevo addirittura non
intervenire o farlo solamente successivamente per dichiarazioni di voto. Però,
ascoltato il dibattito che c’è stato, non voglio ripetere quanto già hanno
detto in tutti questi interventi i miei colleghi ma alcune osservazioni su
questo bilancio le devo pur fare.
Un primo appunto riguarda
il fatto che in questo bilancio vi è un vizio di origine, così per come è stato
formulato e per come è nato: è mancata la concertazione. Tutto ciò, devo dire,
per la prima volta, perché negli anni scorsi comunque vi erano stati degli
incontri e vi era stato un dibattito ampio sul bilancio tanto che su qualche
argomento, su qualche punto eravamo riusciti ad incidere e a fare delle
variazioni.
Quest’anno, invece, in
pochi giorni, è stato varato un bilancio che ci lascia completamente
insoddisfatti poiché non è stato affrontato il principale nodo di questa
Regione, cioè lavoro-occupazione.
Proprio in questa Regione manca qualsiasi riferimento
alla soluzione di questi problemi; la Calabria per reddito medio pro-capite è
l’ultima in Europa insieme alle Regioni dell’ex colonia francese, alla Regione
dell’Andalusia e a tre Regioni greche, dell’Europa; purtroppo continuano a
rimanere nell’obiettivo 1 anche quando l’Europa arriverà a 25 Nazioni, quando
vi sarà la povera Polonia, i Paesi dell’Est europeo, noi continueremo ad essere
sempre gli ultimi per reddito pro-capite e per occupazione.
Questo ci deve allora far riflettere e dico che bisogna
cambiare totalmente impostazione.
Dire che questo bilancio ci lascia insoddisfatti è
essere generosi, questo bilancio è la negazione di quella che è l’ipotesi di
sviluppo, è solo un semplice documento contabile e non faccio né ironia né
facile populismo.
I principali nodi di questa Regione: sviluppo e
occupazione, non sono stati affrontati.
Noi siamo delusissimi, io non sono un rivoluzionario,
sono un moderato per natura, un progressista. Devo dire che a volte contesto i
metodi spesso eccessivamente irruenti della mia parte politica, del
centro-sinistra, ma dico che nel caso specifico il centro-sinistra ha tutte le
ragioni se ha deciso di raccogliere firme, di fare petizioni popolari, di
cercare di scuotere con un’azione forte questa amministrazione regionale
immobile.
Poi non voglio qui, lo ha detto Borrello e lo hanno
detto gli altri, parlare degli sprechi delle consulenze ma solo indicare alcuni
dati. Quando l’Asl numero 4 di Cosenza e cito la relazione dei revisori dei
conti spende per consulenze 534 mila euro in un anno, dico che questi episodi
in sede di amministrazione e di bilancio vanno totalmente additati tanto che i
revisori dei conti infatti criticano e censurano il bilancio.
L’Asl di Palmi ha uno sbilancio di 14 milioni 806 euro,
il più alto della Calabria come percentuale di spesa, cioè con 1,18 euro ad
abitante contro quella di Cosenza che è 0,84: vi lascio capire quanti e quali
sprechi enormi nella sanità vi siano. Non vedo le misure di contenimento
malgrado le relazioni negative dei revisori dei conti e degli ispettori. o
quando come all’Asl di Paola si fanno centinaia di Co.co.co durante il periodo
elettorale come se fosse una ditta privata che fa assunzioni a termine; io dico
che su questi sprechi questa amministrazione regionale, malgrado gli sforzi
dell’assessore, non sta facendo nulla.
Allora di fronte a questi episodi, di fronte a questo
malgoverno della sanità e della cosa pubblica poi ci troviamo con un bilancio
che nega alle comunità montane di sopravvivere, che nega la normale gestione
non la straordinaria della cosa pubblica e le impedisce di fare un bilancio.
Noi non facciamo demagogia e non possiamo quindi che
ribellarci a questo genere di cose. Abbiamo fatto delle proposte come opposizione,
come centro-sinistra primo tra tutte quella di dedicare un capitolo particolare
al reddito minimo di inserimento per dare diritto di cittadinanza alle
famiglie, ai cittadini più poveri di questa nostra regione dove cresce la
povertà. Il 41 per cento di povertà è già presente, vi è una nuova povertà che
sta invadendo la Calabria che comincia ad intaccare le classi
medie-impiegatizie che prima invece erano considerate classi agiate. Quindi si
tratta di una povertà che avanza.
Allora di fronte a questi fenomeni ci saremmo aspettati
ben altra azione di governo. Io non voglio parlare di tante altre cose, di
tanti settori, iniziando dall’agricoltura dove il mio amico, assessore Dima,
dice di aver speso tutti i soldi del Por ma io so che la nostra Regione dei fondi
europei ha speso solo il 14-16 per cento…
Non lo dico io, lo dice la Commissione
europea.
Veramente la Commissione
dice cose diverse, dice che questa Regione perde ogni anno 96 milioni di
euro, non sono parole mie.
Non volevo parlare dell’agricoltura che forse è il
settore che fra tutti va un po’ meglio, ma c’è un disordine generale e
sopratutto c’è una mancanza di spesa.
Quindi da una parte assistiamo ad un bilancio ingessato
e dall’altra ad una mancanza di spesa dei fondi vincolati. Anche nel settore
dei lavori pubblici vi sono fondi vincolati che non vengono impegnati in questo
bilancio. Potrei elencarli tutti ma già li sappiamo sia noi che voi.
Allora io dico che questo tentativo di cambiamento non
vi è stato, quindi noi siamo profondamente delusi e di fronte ad un bilancio di
questo genere il nostro giudizio non può che essere molto ma molto negativo. Vi
ringrazio.
Presidenza
del Presidente Luigi Fedele
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, cercherò di essere relativamente breve per quanto questo
documento contabile e finanziario ci consenta di esserlo.
Voglio partire da una constatazione
oggettiva senza, per ora, fare alcune considerazioni personali su quello che il
Presidente della Giunta regionale, precisamente a dicembre 2002 nella
presentazione del bilancio 2003-2005 ha detto, ed è tutto scritto e riportato.
Facendo un raffronto per
quanto riguarda il prodotto interno lordo
delle varie Regioni italiane e poi più approfonditamente per le tre zone che
riguardano il Centro, il Nord ed il Mezzogiorno su dati che sicuramente non
erano regionali ma della Svimez e che poi sono stati elaborati anche nel
rapporto 2002 sull’economia del Mezzogiorno, leggo testualmente le
dichiarazioni del Presidente onde evitare di dire cose difformi.
Riferendosi alla Calabria dice :“Sembra dunque che
l’economia regionale sia in una fase di pieno recupero del differenziale di
crescita, in un processo di convergenza tra i livelli di crescita delle Regioni
italiane più sviluppate e che non risenta comparativamente rispetto ad altre
Regioni del clima congiunturale negativo.”
Questo lo dichiara nel dicembre del 2002 ma c’è di più.
Dice che “altro importante contributo a questa crescita - perché si fa il
raffronto al 1996-2001 – è da attribuire al ruolo delle politiche del lavoro
volte ad incrementare il dato di flessibilità del lavoro, delle politiche di
promozione diretta all’occupazione e soprattutto di quelle politiche sul lavoro
dipendente in una Regione caratterizzata da uno strutturale squilibrio tra
disponibilità di forza lavoro e capitale produttivo.”
Questo ci viene dichiarato nel 2002. Nel 2003, quindi si
parla del bilancio 2004, le cose cambiano perché testualmente nella delibera di
presentazione del bilancio numero 21, nella premessa alla presentazione del
bilancio viene dichiarato invece “tale trend – parliamo di un trend negativo
della Calabria non positivo – imputabile ad una scarsa incisività del
contenimento della spesa nel settore sanitario, all’aumento della spesa per
beni e servizi, alla frequente approvazione di norme straordinarie contenenti
spese una tantum che anche se non sorrette da leggi organiche di spesa
diventano poi difficilmente comprimibili”. Poi nel prosieguo vedremo e
analizzeremo queste dichiarazioni del Presidente
Continua dicendo “allo stato vi è la necessità a livello
politico di dare risposte tampone ad un’area del disagio sociale rappresentata
in gran parte dai lavoratori socialmente utili e dai lavoratori di pubblica
utilità, dai lavoratori interinali, dagli operai del settore idraulico e
forestale e da tutte quelle forme di precariato che hanno instaurato un
rapporto di collaborazione continuativa e che aspirano ad una stabilizzazione
definitiva”.
Questo è quello che dichiara la Giunta, quindi il
Presidente nel 2004.
Ora dal raffronto dei dati che ci vengono forniti, dati
che provengono oltretutto dalle strutture della Giunta regionale si evince che
per ogni anno in cui la manovra viene fatta vi è una variazione – ne parlavamo
prima col dottore De Cello – fra i 790 e gli 831 milioni di euro in cui
peraltro sull’analisi dettagliata della realizzazione delle quote libere sempre
nella stessa delibera vengono finanziate delle leggi in cui peraltro vi sono
delle disfunzioni di fondo anche riguardo all’erogazione.
Ne voglio citare alcune. Noi abbiamo fatto in questo
Consiglio regionale delle battaglie per sancire alcuni diritti uno dei quali –
allora ne abbiamo discusso in modo approfondito in quest’Aula – riguardava il
mondo della caccia.
Ancora abbiamo stanziato 50 mila euro in queste leggi e
si deve istituire il parco regionale delle Serre, non solo già istituito, anzi
a tal proposito vorrei fare una osservazione all’assessore Dima. Vede,
assessore Dima, noi quando abbiamo discusso, approvato il piano faunistico
regionale… - non si preoccupi stiamo facendo una riflessione su uno strumento
finanziario che sicuramente ci può consentire di qua ad un paio di ore di
chiarirci su questo mondo che ci appartiene e che è la Calabria - abbiamo
notato tutti in quest’Aula – lei per primo, assessore – che i dati di
riferimento che il suo assessorato aveva fornito in quella sede ci avevano permesso
di elaborare quel piano in cui le percentuali tra le zone cacciabili rispetto
alle zone non cacciabili venissero rispettate nella percentuale prevista non
solo dalla normativa della legge quadro nazionale ma anche e soprattutto in
riferimento a quelle che sono le aree libere e disponibili ai cacciatori
calabresi.
Io ho presentato una interrogazione alla quale non ho
avuto risposta, ma mi è suonato molto strano, anzi addirittura inverosimile il
fatto che l’assessore Basile nella delibera di istituzione del Parco regionale
delle Serre abbia scritto testualmente che lei – quindi la sua struttura e il
suo assessorato – ha fornito dei dati incontrovertibilmente errati al Consiglio
regionale.
Questo significa che anche in fase di relazione di norme
legislative la mano destra non sa quello che fa la sinistra e viceversa.
Ma per tornare al ragionamento complessivo generale,
vedete, quando in Commissione si discutono le leggi che voi avete approvato si
assumono anche impegni.
Vi porto un altro esempio che riguarda la legge sulle
minoranze linguistiche. Voglio ricordare ai colleghi che sono stati anche
relatori e presentatori di progetti di legge delle minoranze linguistiche che
allora in Commissione sotto la Presidenza dell’onorevole Talarico si era preso
formale impegno – questo è uno degli impegni disattesi, onorevole Talarico –
che nel bilancio 2004 la legge sulle minoranze linguistiche venisse finanziata
con un importo di 1 milione di euro, due miliardi di vecchie lire. E’
registrato, è agli atti non solo della Commissione ma anche di questo
Consiglio. Nella legge che voi ci avete portato per finanziarla ci sono
solamente 200 mila euro e di queste leggi ne possiamo citare a decine.
Un altro esempio è che avete finanziato in modo
automatico tutto il sistema legislativo di alcune leggi che l’Esecutivo, a mio
avviso, aveva il dovere di scremare. Ma comunque queste sono scelte politiche
di cui ognuno risponde in base alla propria competenza e soprattutto in base al
proprio modo di dare risposta alla politica.
Ci sono, vedete, delle questioni aperte in Calabria alle
quali sicuramente non viene data risposta con questo strumento finanziario che
voi portate, l’avete dichiarato e l’hanno dichiarato tutti che si tratta di uno
strumento ingessato rispetto alle esigenze della spesa corrente e che solo fra
un paio di mesi verrà presentato quello che è il Dpef riguardo
all’utilizzazione dei fondi liberi sul bilancio.
Mi sembra strano che nell’analisi che voi fate e che
avete scritto - perché per fortuna scripta manent, verba volant – voi
riportate in modo copiativo rispetto al bilancio 2001, 2002 e 2003 - per chi ha
avuto l’accortezza di riportarli e sono qui a disposizione di chiunque li
voglia vedere – tutti i dati che per alcune operazioni sono sempre uguali,
però.
Mi si può dire, come mi si è detto, che questa è la
forma tipo del bilancio che è fatto in questo modo, la Regione Calabria ha
questa disponibilità e di questo ne sono convinto ma su quella disponibilità
vanno fatte delle scelte che però non risultano in questo bilancio.
Vorrei aprire una parentesi su un intendimento. Vedete
ci rimproverano dall’esterno che questo Consiglio regionale produce poco da un
punto di vista legislativo. Ci viene contestata la qualità delle leggi che noi
produciamo. Però ogni legge che noi fino a questo momento abbiamo prodotto ha
comportato, comporta e comporterà anche per i provvedimenti futuri un impegno
di spesa.
Ora io voglio capire – poi torniamo indietro a fare
un’analisi su alcune leggi che abbiamo approvato – se la disponibilità di bilancio
è sempre quella e ritengo che i tecnici che abbiamo a disposizione siano non
solo abili nel fare il bilancio ma anche competenti riguardo alla disposizione
del bilancio stesso, con le risorse che abbiamo, e che sono sempre quelle, vi è
una variazione – come ho detto prima – più o meno fra i 790 e gli 830 milioni
di euro.
Come facciamo noi a finanziare tutte le normative
legislative che andiamo a produrre se non facciamo delle scelte a monte? Quindi
in ogni caso abbiamo il dovere – o per lo meno – avete il dovere di dare delle
priorità. E mi si dice che così non è, ma non me lo si dice a voce ma con un
documento che accompagna il bilancio di questa Regione.
Non solo, vedete, in questo documento di accompagnamento
del bilancio, si fanno delle analisi che seppur possono essere capite, non
possono essere accettate rispetto alla qualità sia della spesa che della
erogazione della spesa.
Io vorrei capire anche l’intendimento di questa Giunta e
soprattutto dell’assessore al personale, quando si scrivono certe cose, ma sono
scritte non le dico io soprattutto per quanto riguarda le difficoltà di cassa.
Corredata quasi al 100 per cento – e se non lo è poco ci
manca – riguardo al recepimento dei residui attivi mi si scrive testualmente
che “tale difficoltà – del recupero dei residui attivi – è stata aggravata
negli ultimi anni anche dalla operazione che la Regione ha operato per le spese
inerenti al servizio acquedotti, nonché per tutta una serie di spese per
investimenti con finanziamento a carico dello Stato per le quali i competenti
settori non hanno attivato le procedure amministrative atte a consentire il
trasferimento delle risorse da parte dei ministeri interessati”. Si conclude
così “ciò impone l’adozione di provvedimenti correttivi e l’individuazione
della responsabilità dei dirigenti inadempienti anche in relazione a quanto
previsto dall’articolo 43 comma 9 lettera g) della legge regionale 4.2.2002,
numero 8”.
Qui voglio capire, se il perseguire le finalità che
vengono scritte è seguito da atti amministrativi comprovanti questa
dichiarazione d’intenti, perché di questo si tratta, o vi è l’intendimento come
è successo in ogni bilancio di creare uno specchietto per le allodole per far
sì che le responsabilità oggettive o soggettive anche di settori oltre che degli
assessori e della Giunta siano sanate quando di fatto il bilancio non può
quadrare.
Ora vado ad analizzare settore per settore iniziando
dalla sanità.
Noi stiamo discutendo adesso del piano finanziario, ma
per quanto riguarda la sanità partiamo da un quadro ben preciso.
Secondo il patto di stabilità – usiamo questo termine
per essere chiari così da farci capire da chi ci ascolta – fatto da questa
Giunta regionale i parametri con cui la Regione Calabria si doveva raffrontare
sulla sanità erano legati a quelle che erano le competenze proprie nella
gestione del controllo, a quella che era la quota del 4 per mille inerente i
posti letto, alla trasformazione dei posti in eccedenza in lungo-degenza e
riabilitazione.
Viene data una contrazione dei mutui ma voglio ricordare
che quello di 153 milioni di euro è partito il 1° gennaio 2004, quindi nel
bilancio 2004 abbiamo un’altra componente che va a pesare sul bilancio della
sanità.
Però è molto strano che, visto quello che era l’accordo
nel 2001, le Regioni dovevano anche con provvedimenti restrittivi costringere i
direttori generali ad associarsi alla Consob per l’acquisizione di beni e
servizi, ma ancora questo non è avvenuto. Non solo ma la spesa in sanità è
aumentata sempre di più.
Per ripianare i debiti del 2000, abbiamo dovuto
contrarre due mutui, il cui ammortamento pesa per il 18 per cento circa su
tutto il sistema sanitario. Nel bilancio regionale non viene riportato o per lo
meno, non si evincono da questo bilancio i tagli strutturali che già nel nuovo
Piano sanitario stiamo discutendo.
Allora se questo è l’intendimento voglio capire qual è
il progetto, qual è il fine, il perseguimento per far sì che la spesa sanitaria
rientri dentro una spesa che è oggettivamente sempre in aumento. Se questo è,
sicuramente una inversione di tendenza è necessaria riguardo al Servizio
sanitario regionale, perché la quota che vi destiniamo, che in percentuale è
del 32,6 per cento, in totale assorbe il 46 per cento del bilancio regionale.
Quindi noi siamo destinati - se questo è il trend che
abbiamo come evoluzione della spesa e non penso di dire una corbelleria - fra 5
anni a dover destinare più della metà del bilancio regionale solamente per la
sanità, non per dare servizi di qualità nell’erogazione della spesa, ma
solamente per poter pagare e fronteggiare quelle che sono le spese correnti in
conto capitale.
Allora il correttivo di ingegneria finanziaria –
chiamiamola in questo modo – ci deve essere, e deve essere rapportato a quella
che è già la spesa storica consolidata in sanità, per non parlare poi di quelli
che sono di fatto i meccanismi di finanziamento che concretamente influisco e
si riversano anno per anno sulla nostra gestione.
Vedete, io ritengo, malgrado tutto, che le nostre
proposte in Commissione, siano state disattese perché in effetti ancora non ci
sono indicazioni per quanto riguarda il sistema di rilevazione dei dati.
Quando parlo di rilevazione dei dati, parlo di un
sistema di monitoraggio in sanità che non esiste e addirittura coloro i quali
dovevano assicurare il monitoraggio dei dati specialmente per la spesa
farmaceutica, che stante l’accordo 2001 non poteva essere superiore al 13 per
cento, non lo hanno fatto e per tutta risposta oggi vogliamo accorpare,
addirittura, a Catanzaro sia quelli di Reggio Calabria che di Cosenza.
Anche su questo il Consiglio regionale nell’ultima
seduta ha dovuto fare una riflessione che lo ha portato – ce ne ricordiamo
tutti – a votare una mozione alla unanimità in cui impegnava l’assessore alla
sanità, Luzzo, a retrocedere da quella delibera.
Su questo anche si dimostra l’incapacità di dare una
gestione concreta a quello che è il contenimento della spesa in sanità, per non
parlare poi di quello che ne consegue.
Vedete, per alcuni settori della produttività calabrese
vi è da stare poco allegri, ma anche su altre spese storiche consolidate, tipo
la forestazione, in cui solo per l’anno 2002 sono stati circa 160,1 milioni di
euro le risorse finanziarie impiegate in questo settore. Né tanto meno,
rispetto anche a quella che potrebbe essere la stabilizzazione degli operai
idraulico-forestali che abbiamo attuato quest’anno, vi è una certezza di
continuità lavorativa fermo rimanendo che anche su questo settore c’è una
disparità, l’abbiamo segnalata tutti. Perché prima la Giunta regionale fa una
delibera per ridare dignità alle famiglie e ai lavoratori, anche a coloro i
quali avevano subito delle condanne, di inserimento e reinserimento
nell’attività lavorativa poi guarda caso ritira quella delibera e queste
persone non possono più lavorare creando quelle disfunzioni sociali anche a
livello familiare che poi determinano quelli che sono gli effetti devastanti
nel territorio in cui vi è un quadro di crescente povertà.
Anche questo è riscontrabile dall’ultimo rapporto Censis
che c’è stato, in cui non solo il 40 per cento delle famiglie calabresi è al di
sotto della soglia minima per vivere una esistenza fatta di normalità e non di
stenti, ma anche il ceto medio si va abbassando a quei livelli che tutto
sommato non assicurano più, come nel passato, una condizione di vita che possa
essere non dico agiata, ma quanto meno meritevole di essere vissuta, usiamo
questo termine.
Se poi inquadriamo tutto questo contesto in quelli che
erano i provvedimenti come la legge sulla famiglia che doveva andare incontro
alle famiglie calabresi, ed io per una questione morale, culturale, quella
sera, perché ho fatto un distinguo fra quelle che erano le caratteristiche di
una impostazione cristiana rispetto a quella legge che aveva una caratteristica
diversa, quindi su un modo di essere, di sentire e di proporsi ho votato quella
legge, se vi ricordate quella sera – è agli atti – vi era un impegno quasi
d’onore, se ancora possiamo usare nella nostra società questa parola, in cui
quella legge veniva finanziata per andare incontro proprio al sostegno della
famiglia, questo, però, non è stato e ci sentiamo e siamo in debito con la
società calabrese.
Quel debito con questo bilancio non ritengo possa essere
colmato, e abbiamo dunque apportato alla società calabrese oltre al danno anche
la beffa, perché abbiamo creato delle aspettative che sicuramente non possiamo
soddisfare. Abbiamo creato quella condizione di disagio sociale che sicuramente
non possiamo colmare con questo bilancio regionale.
Mentre facciamo delle leggi, andiamo a prendere dei
provvedimenti e mi riferisco a quello sui trasporti in cui non solo andiamo a
ripianare un comparto, però su quel provvedimento abbiamo anche autorizzato un
sistema di trasporto urbano su gomma che andava nella direzione di voler
completare gli investimenti che dovevano essere fatti necessariamente nel 2003.
Però la coperta se la tiriamo tutta da una parte o
scopriamo i piedi o scopriamo la testa. Quindi anche in questo caso non
ritengo, per quanto riguarda l’utilizzazione delle risorse che abbiamo fatto o
perlomeno, avete fatto, un buon lavoro, anche perché poi abbiamo il disagio
morale tutti quanti, compresi soprattutto noi che militiamo in un’area politica
diversa dalla vostra di creare quelle condizioni in cui si possono perdere
posti di lavoro.
Però di fatto se andiamo ad analizzare il territorio
calabrese dal polo tessile – non voglio ricordare quello che è accaduto qui nel
nostro territorio a San Gregorio o nella provincia di Cosenza o di Crotone –
vediamo che centinaia di posti di lavoro vengono giornalmente messi in
discussione. Centinaia di posti di lavoro vengono giornalmente di fatto messi a
rischio e le risposte non riusciamo a darle in termini di qualità, evitando la
precarietà, ma invece d’altro canto continuiamo a fare delle istituzioni in cui
andiamo a garantire solamente un indirizzo squisitamente di carattere politico.
Su queste cose va fatta una riflessione e va fatta anche
sul sistema che noi vogliamo dare alla Calabria, e se non si decide in modo
adeguato sicuramente andremo incontro a dei periodi in cui non potremo
garantire nemmeno la forza lavoro calabrese.
Vedete, la Giunta regionale si appresta a fare degli
atti che possono mettere in seria difficoltà i comuni calabresi perché quando
dice che vuol andare a recuperare le somme che ancora i comuni non hanno
versato per quanto riguarda l’erogazione, parliamo in senso lato, degli
acquedotti regionali e allora qua ci si impone di fare una riflessione perché
rischiamo di mandare effettivamente in dissesto i comuni, poiché gli stessi di
fatto non possono sopportare questo onere finanziario.
(Interruzione)
Se vi ricordate, la Regione Calabria aveva addirittura
mandato dei commissari ad acta per fare le delibere di impegno delle
somme. Poi, su una proposta condivisa abbiamo bloccato questa procedura e non
vorrei che oggi si tornasse di nuovo su quella strada che sicuramente porterà i
nostri comuni in gravissima difficoltà.
Un’altra considerazione da fare su questo bilancio
riguarda la parte inerente alle entrate, perché sulle entrate libere la Giunta
o questa maggioranza può operare delle scelte che sono sicuramente di natura
discrezionale, ma questo non può essere fatto se non vi sono delle scelte a
monte che vanno nella direzione di valorizzare la società calabrese. L’abbiamo
visto stasera, oggi nel pomeriggio in cui i Presidenti delle comunità montane,
i sindaci e gli amministratori sono venuti a reclamare qualcosa che gli
spettava di diritto nel 2001. Ma non solo questo, poi guarda caso si vota alla
unanimità un ordine del giorno che va in quella direzione, che impegna la
Giunta stessa ad erogare quelle somme che di fatto erano già acquisite.
Questo obiettivamente sembra un controsenso, né ritengo
che se facciamo una analisi dell’utilizzazione delle quote libere nel raffronto
anche negli anni 2002, 2003 e 2004, abbiamo margini di manovra che vanno oltre
quello che riteniamo potesse essere l’immaginabile o l’impiegabile come scelta
politica.
Questo perché, almeno a quanto dite voi, abbiamo delle
strutture che non assolvono in modo compiuto a quelli che sono i loro doveri
istituzionali, anche qua si tratta di una scelta di carattere politico a
salvaguardia dell’ente e della Regione. Mentre voi dite che la spesa corrente
deve essere contenuta vi è un aumento abnorme di quella che è la spesa corrente
in conto capitale.
Questo vale per le consulenze, per gli interinali, per
il lavoro che andiamo in ogni caso a riscontrare in quanto voi lo dite, non
perché noi lo affermiamo, perché è scritto nella relazione al vostro bilancio.
Dal raffronto delle tabelle che ci sono state
illustrate, la spesa sostenuta con mezzi propri almeno rispetto al 2003 è di
287 milioni di euro circa, mentre allo sviluppo economico, turismo, industria,
artigianato, commercio, agricoltura e trasporti vengono destinati 162 milioni
di euro, percentualmente si parla del 20,5 per cento.
Arriviamo all’istruzione e alla formazione
professionale. Andiamo all’istruzione. Vedete, prima di venire in Aula in
questi giorni ho visto la delibera che è stata mandata dall’assessorato alla
cultura per quanto riguarda la distribuzione dei fondi per il ripristino
strutturale delle scuole.
In questo periodo c’è stata un’aspra polemica, su quello
che era l’intendimento dello Stato in senso generale della Regione Calabria, in
particolare sulla zona della locride. Ieri, se non sbaglio, il Presidente del
Consiglio regionale, onorevole Fedele, insieme ad altri colleghi consiglieri
regionali sono stati a Platì.
Bene, se voi guardate quella delibera né per la prima né
per la seconda annualità l’assessore Zavettieri destina un euro né a Platì né a
Careri né in alcun altro paese della locride. Io ritengo – farò la proposta –
che quella delibera debba essere emendata in Commissione.
Però se l’impegno - la nostra legittima convinzione – è
che si possa far uscire dall’isolamento e da una mentalità che sicuramente non
giova alla vita democratica che è fondata sull’esigenza, che è anche nostro
dovere, di dare una formazione scolastica adeguata ai ragazzi di Platì e dei
paesi vicini, bisogna adoperarsi affinché gli ambienti che li ospitano
strutturalmente siano idonei a far sì che questi ragazzi possano acquisire
quegli elementi che possano farli diventare buoni cittadini di domani e ragazzi
normali di oggi.
Questo, almeno da quella delibera, non si evince né si
evince quale riforma vogliamo dare alla formazione non solo culturale ma anche
dei nostri operatori quando con le Università della Calabria noi abbiamo un
rapporto che non è sinergico rispetto alla valorizzazione delle risorse umane
che abbiamo come calabresi e come Calabria.
Anche qua c’è da fare una analisi sul rapporto
dell’Università col sistema sanitario, non ci dimentichiamo quello che ha detto
nell’audizione il dottore Venuta. Alcune correzioni le abbiamo apportate in
corso d’opera ma ancora c’è da andare verso quella direzione anche perché se
l’Università è la fucina, la formazione dei dirigenti del domani, abbiamo il
dovere anche di incrementare e valorizzare quelle strutture che ci possano
garantire poi una ricaduta sul territorio in termini di qualità di formazione.
Di questo si tratta in termini concreti, delle
opportunità che vogliamo dare anche ai nostri giovani, ai nostri ragazzi.
Ma questo è il meno se pensiamo ad un’altra delibera, ad
un accordo quadro. Parliamo di delibere che abbiamo fatto sul sistema culturale
in Calabria.
Su quell’accordo quadro, ne abbiamo discusso sia in
Commissione che approfonditamente anche all’esterno. Io vorrei capire come
intendiamo valorizzare il nostro territorio, come intendiamo valorizzare anche
le nostre specificità e vorrei capire come andiamo ad investire, faccio un
esempio, 24 milioni di euro più o meno nell’area grecanica mentre poi
finanziamo la legge con 200 mila euro. Allora o è l’una o è l’altra anche
perché la legge ha un percorso e l’accordo di programma quadro ne ha un altro.
Voglio sapere, allora, dall’assessore qual è il percorso
che vuol privilegiare, forse quello di voler responsabilizzare i comuni e le
comunità locali? O vogliamo valorizzare la gestione dell’assessorato?
Su questo mi riferisco anche al famoso Pis-Oreste sul
quale c’è da fare una considerazione riguardo gli intendimenti, le scelte che,
a mio avviso, potevano essere diverse, se si considera che qualsiasi
assessorato che fa un Pis investe risorse, per valorizzare dei siti, e che a
prescindere dalle segnalazioni hanno sicuramente un valore storico-culturale
per la Calabria.
Faccio un esempio. Noi abbiamo un borgo bellissimo in
provincia di Reggio Calabria che è Pentadattilo, una frazione del comune di
Melito Porto Salvo, considerata dagli operatori internazionali uno dei più bei
posti d’Italia, oltre ad essere stato segnalato come patrimonio dell’Unesco. E’
stato, però, del tutto dimenticato, trascurato, mentre poi andiamo a destinare
6 milioni di euro per far sì che possa nascere un sistema informatico nell’area
grecanica, sul quale peraltro avanzerei seri dubbi sul fatto che possa portare
condizioni di sviluppo, ma di sviluppo reale.
Ci sono varie opportunità per creare sviluppo, una tra
tante la valorizzazione degli antichi mestieri, delle tradizioni di quell’area,
ma sono tenute in alcuna considerazione mentre, guarda caso, diciamo che le
presenze dei turisti nella nostra Calabria sono aumentate del 22 per cento. Ma
sono aumentate rispetto a che cosa?
Io ho cercato anche di avere i dati della ricettività
calabrese, devo dire che le presenze in Calabria rimangono distribuite a
macchia di leopardo in tutta la regione nonostante l’incremento che c’è stato.
Un esempio “banale” lo abbiamo su Reggio Calabria in cui penso che se sommiamo
tutti i posti letto abbiamo una ricettività che non arriva a 100.
Poi arriviamo alle dolenti note che ci riguardano e che
io vorrei capire, perché sul documento viene riportato che il Consiglio
regionale per il suo funzionamento spende 61,85 milioni di euro contro i 60
milioni dell’anno precedente. Voler fare una difesa di questo Consiglio
regionale penso non ci sia bisogno Presidente.
Se abbiamo speso in più 1 milione di euro, due miliardi
di vecchie lire, evidentemente credo ci sia stato uno sperpero, anche se ci
possiamo vantare di avere una delle più belle sedi regionali d’Italia, e su
questo non temo smentite, perché abbiamo visitato le sedi, quella della Toscana
e le altre sedi e possiamo fare una comparazione, ma di fatto anche queste
spese, per chi legge fra le righe, vengono imputate come delle cifre quasi
abnormi rispetto al passato, ma non è così.
Andiamo ora a verificare quanto è stato fatto per i
sistemi locali di sviluppo.
Vedete, se questo sistema di sviluppo locale fosse stato
messo in rete, veramente, in un processo sinergico di valorizzazione
evidentemente probabilmente, ne sono sicuro, i programmi di attuazione non solo
quelli regionali ma anche delle imprese, dell’industria potevano portarci ad
avere risultati accettabili. Invece non è stato così tanto più che la
Confindustria ha aderito e ha partecipato allo sciopero che c’è stato nella
provincia di Cosenza.
Quella giornata di sciopero ha avuto una rilevanza tale,
che i coordinatori di Alleanza nazionale e di Forza Italia hanno sentito l’esigenza
di fare un appello e di far quadrato attorno alla Giunta. Questo è il documento
che è stato emanato in data 4 marzo 2004 alle 13,17 cioè appena ieri.
Perché se una associazione come la Confindustria sente
l’esigenza di mettere in mora quella che è la Giunta regionale qualcosa non va
e non lo diciamo noi ma lo dicono terzi e siccome questi si riferiscono al
settore specifico, evidentemente, al riscontro oggettivo di quello che è stato
fatto i conti non tornano. Non tornano al punto tale, che una categoria sente
l’esigenza di schierarsi e lo strano è che questa esigenza l’avverte anche una
parte della società italiana che è punto di riferimento non solo culturale ma
anche e soprattutto interiore, la Chiesa. Quando un Arcivescovo fa delle
considerazioni in modo palese, pubbliche, il disagio che si avverte viene
catechizzato, scusate il termine perché la catechesi è qualcosa di cui non
volevo nemmeno pronunciare rispetto ad un fatto di bilancio, evidentemente c’è
qualcosa che non va nella forma come si propone…
Io per essere obiettivo dico che non si può imputare
solamente a questa amministrazione regionale ma a tanti anni o decenni di una
posizione di un certo tipo di questa nostra Calabria.
Però sicuramente…
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, ha superato l’orario, sta parlando da
un’ora e quattro minuti, ha già quattro minuti in più rispetto al tempo
previsto dal Regolamento.
Si sbaglia, Presidente.
Dicevo, sicuramente questa Giunta
regionale in questi 4 anni in cui ha operato non ha determinato quel
cambiamento che, se vi ricordate tutti nel 2000 era stato proclamato. Nel 2000
– lo ricordava qualche altro consigliere regionale –
l’allora assessore Bagarani promise che avrebbe cambiato radicalmente la
proposta di bilancio e fatto in modo che i fondi impiegati diventassero
veramente produttivi per tutta la società calabrese.
Così non è stato e lo si nota anche dal tipo di bilancio
che ci viene presentato ogni anno perché è quello purtroppo, perché la fantasia
politica del redigere un bilancio politico diverso non c’è stata, perché un
bilancio è anche una scelta politica di priorità ed è sulle priorità in cui uno
crede che indirizza le risorse. Sulle priorità che si ritengono fondamentali si
indirizza l’azione politica ed economica.
Il bilancio è questo, non è solo uno strumento contabile
ma anche di indirizzo politico, ed io vorrei richiamare anche l’appello che un
consigliere di maggioranza ha fatto in via intenzionale pochi giorni fa
inviando una lettera a tutti i capigruppo e ai consiglieri regionali in cui si
invitava la maggioranza a fare una riflessione sulle fasce deboli, onorevole
Chiarella. A fare una riflessione su come tutelare queste persone disabili e
bisognose.
Invitava questa maggioranza, a fare una seria
riflessione su quello che era l’intendimento quasi di ognuno di noi a voler
contribuire ognuno per il proprio ruolo e secondo le proprie responsabilità a
determinare in positivo qualcosa di diverso.
Questa è una esigenza che avvertiamo tutti, così come
abbiamo preso atto che gli 8.724 giovani Lsu e Lpu – dico questo numero che può
anche non corrispondere in negativo non in positivo – sono stabilizzati fino ad
aprile.
Non vorrei ricordarvi ma vi faccio un accenno dell’iter
legislativo che hanno avuto questi…
(Interruzione)
Collega Naccarato, nel bilancio bisogna dire le cose
come stanno perché cerchiamo di dare un contributo che cerca di determinare
qualcosa di diverso, non penso che ci debba essere uno scontro tra maggioranza
e opposizione, ci deve essere la volontà reciproca di venirci incontro con
delle proposte concrete atte a far sì che ognuno per la propria parte possa
trarre gli elementi migliorativi per venire incontro alle fasce della nostra
società, siano deboli o no.
Siamo qua per discutere in questa direzione. E figuratevi
se ai calabresi importa se il consigliere Pasquale Tripodi parla male del
Presidente Fedele o del Presidente Chiaravalloti, non importa niente ai
calabresi, interessa invece se il consigliere Pasquale Tripodi o altri
consiglieri fanno delle proposte basate su idee concrete che apportano delle
modifiche alla nostra società. Questo interessa ai calabresi né possiamo
autolimitarci a fare delle analisi che domani ci possano servire come base di
confronto. Difatti ci avete detto - è una parte del bilancio - che il Dpef deve
essere fatto tra un mese e mezzo, due, ed è in quel documento che le scelte
politiche devono essere messe in evidenza.
E’ con quello strumento che dobbiamo poi fare i conti,
rispetto a quello che riteniamo di dover tutelare, che dobbiamo verificare le
promesse che abbiamo fatto in quest’Aula, e cioè se le stesse vanno nella
direzione e valorizzazione di alcuni settori che riteniamo vitali.
Ecco forse, probabilmente, la proposta anche del collega
Michelangelo Tripodi e di altri di garantire il reddito minimo sociale va in
questa direzione. Questa è la concretezza che ci auspichiamo si possa
raggiungere. Una concretezza che sia non solo dal punto di vista
politico-attuativo, e questo potrebbe tornare a vostro vantaggio se riuscite ad
attivare queste misure, ma sicuramente ne andrebbe a vantaggio di tutta la
classe politica calabrese.
E arriviamo alle risorse umane. Vedete su questo
capitolo sono gli interventi che dovevano essere previsti e sono previsti…
(Interruzione)
Ho avuto la pazienza di aspettare per parlare per ultimo ma perlomeno su queste cose che poi interessano l’assessore Mangialavori che nella sua squisitezza per la verità a dire il vero ci dà continui aggiornamenti sull’operato del suo assessorato, che vanno nella risoluzione del problema della disoccupazione, non solo ma anche verso la qualificazione e l’aggiornamento.
Noi ci lamentiamo o per lo meno voi vi lamentate che avete un personale non qualificato. Abbiamo un esubero di personale, quasi 5 mila persone, che va ridotto. Abbiamo approvato una legge e una è in via di approvazione questa sera che va in direzione proprio di favorire l’esodo del personale. Dobbiamo sicuramente andare a qualificare questo personale, a qualificarlo nell’ottica delle strategie che vogliamo perseguire con le competenze normative e legislative di adesso.
Mi rendo conto che non è una cosa semplice perché magari nel tempo, in tutti questi anni non è stata fatta formazione, il personale che avevamo nell’apparato regionale non è stato qualificato. Un apparato regionale – lo voglio ricordare a me stesso e concordo con quella definizione – definito elefantiaco nel bilancio 2001 dall’allora non assessore onorevole Pirilli.
Su questa impostazione concordiamo ma vogliamo capire quali correttivi vanno in questa direzione, quali meccanismi dobbiamo far scattare per far sì che questa voce non influisca nel bilancio regionale per come influisce adesso. Perché io sono convinto che con l’esigua risorsa finanziaria che è messa in questo capitolo Upb, gli sforzi per favorire le politiche attive per il lavoro non potranno andare a buon fine, miracoli non se ne possono fare perché qui è questione di scelta in quanto quello che c’è scritto è la quantificazione in euro del fabbisogno che voi dite ci voglia per andare incontro ad alcune categorie.
Però noi vediamo che ci sono 5 milioni di euro, come abbiamo detto, solamente per Lsu e Lpu che non vanno sicuramente in quella direzione. Anche qui dobbiamo fare una scelta perché gli enti sub-regionali che dovrebbero operare la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili o dei lavoratori di pubblica utilità non hanno nei propri bilanci le risorse.
Ma, Presidente, capisco che l’ora è tarda però abbiamo questa occasione anche per…
PRESIDENTE
Abbiamo emendamenti su cui confrontarci abbastanza… quindi per questo onorevole Tripodi a nome della Provincia di Reggio le chiederemmo di voler contenere i tempi del suo intervento…
Cercherò di avviarmi rapidamente alla conclusione, Presidente.
Per concludere, allora, Presidente, voglio fare un’analisi che ora esula dal bilancio ma di bilancio poi si tratta.
Vede, la programmazione che dobbiamo fare in questa nostra Regione, sicuramente deve tener conto di tanti fattori; sicuramente deve tener conto di un retaggio che non appartiene agli ultimi 5-10 anni ma magari ad un periodo che va dal 1970 in poi, ad una gestione che riguarda tutte le forze politiche che si sono succedute e ad un tipo di gestione che sicuramente ha prodotto questi effetti.
Abbiamo a che fare sicuramente con una legislazione regionale
che non è adeguata al recepimento delle risorse e con dei settori che fanno in
modo che le risorse non vengano anche recepite nella individuazione dei
meccanismi per determinare i residui attivi.
Abbiamo dei gap
iniziali e francamente – questo ve lo dico al di fuori della posizione
politica che occupo – non ritengo che questo bilancio
o i bilanci degli anni precedenti vanno nella
direzione di un cambiamento e di una inversione di rotta per determinare un
cambiamento diverso, una valorizzazione
diversa dalla nostra gente e
soprattutto non vi è, o per lo meno non si evince o molto più modestamente non riesco io a evincerla –
qualcuno me lo dovrà spiegare –, la volontà politica di una inversione di rotta
su quelli che sono i gravi e veri problemi della Calabria.
Quando mettiamo allora il 49 per cento quasi di risorse in meno per
quanto riguarda l’occupazione e la politica del lavoro c’è qualcosa che non mi
convince. Quando noi non riusciamo ad attivare quelli che sono i fondi Por c’è
qualcosa che non mi convince.
Quando vi sono 20 milioni di euro che non vengono
nemmeno rendicontati dall’avvocatura regionale c’è qualcosa che non mi convince
perché sono debiti, 20 milioni di euro, che si riferiscono agli anni 2000 e
ancora abbiamo il 2001, il 2002 e il 2003 e arriverà poi il 2004.
Noi non abbiamo la più pallida idea di quello che
abbiamo di pregresso. Noi stiamo pagando anno per anno milioni di euro relativi
a pignoramenti e non riusciamo a
quantificare la spesa che abbiamo. Ci ritroveremo, di qua a qualche anno, ad
avere delle difficoltà tali da non poter fare più una benché minima manovra
finanziaria, né potremo chiedere più tasse ai calabresi, lo avete scritto voi
nel bilancio 2004.
Siamo arrivati all’aliquota
massima e io mi auguro – me lo auguro per la Calabria – che si possa invertire
questa tendenza, che si possa determinare quella che è la vera qualificazione
della persona umana intesa come cittadino calabrese e quindi lavorare per la
tutela della famiglia calabrese, del disabile, del giovane e creare quelle che
sono le condizioni dell’inserimento nel mondo del lavoro, dello “sfruttamento”
delle realtà positive della nostra terra, ma se questo non è, sicuramente, ci
sarà una responsabilità condivisa ma sicuramente non voluta da questa
minoranza.
PRESIDENTE
Prego i colleghi di prendere
posto, così come il relatore che ha chiesto di parlare.
Presidente, solo per chiedere l’inversione dell’ordine del giorno, per cui il punto due diventa punto, uno in quanto prima bisogna votare il collegato ed esaminare gli emendamenti che sono stati presentati appunto al punto in questione.
Allora l’onorevole Talarico ha chiesto l’inversione del punto due con il punto 1, perché altrimenti non si possono trattare gli emendanti che richiedono spesa. Questo vale anche per quell’emendamento che dobbiamo preparare e riguardante le comunità montane. Il provvedimento numero 505 che è al secondo punto diventa punto primo e viceversa. Si tratta solo di un fatto tecnico.
Pongo in votazione la richiesta di inversione avanzata dal relatore.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo numero 640 a firma Leone, che però è ritirato.
Sempre all’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo numero 506 a firma Gagliardi, che è ritirato. Anche l’onorevole Tripodi Michelangelo all’articolo 2 ha presentato emendamento protocollo numero 519, che è decaduto per mancanza del proponente.
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento aggiuntivo protocollo numero 648 quale articolo 2 bis a firma dei colleghi della opposizione, Borrello, Bova, Adamo ed altri:
Dopo l'articolo 2 è inserito il seguente articolo 2 bis:
“1. La Regione considera il reddito sociale di cittadinanza una prestazione concernente un diritto sociale fondamentale nell'ambito dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e ne avvia la sperimentazione sull'intero territorio calabrese mediante l'erogazione di un sussidio di sopravvivenza alle famiglie che vivono in condizioni di indigenza.
Hanno diritto alla erogazione monetaria di cui al precedente prima comma le famiglie che ne fanno richiesta e che hanno un reddito annuo inferiore a 5 mila Euro.
3. Entro 30 giorni dalla data dì entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale, previo parere della Commissione permanente competente, approva con apposito regolamento le modalità specifiche di calcolo del reddito stimato individuando i criteri di utilizzo dell'indicatore di situazione economica equivalente – Isee – adottato dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – ai fini della individuazione degli aventi diritto in relazione alle risorse disponibili.
4. La gestione delle erogazioni relative al reddito sociale di cittadinanza è assicurata dai Comuni che provvederanno alla istruttoria delle domande ed alla predisposizione delle graduatorie degli aventi diritto, tenendo conto che il limite massimo dell'importo mensile da assegnare a ciascuna famiglia è così di seguito determinato:
a) nucleo familiare composto da una persona: 300 Euro;
b) per i nuclei familiari composto da più persone il predetto importo è aumentato di Euro 75 per ogni componente in più.
5. La Giunta regionale, sulla scorta delle richieste pervenute dai singoli Comuni e sulla base delle disponibilità di bilancio, provvede al riparto.
6. I Comuni sono tenuti a trasmettere un rendiconto dettagliato dell'utilizzo delle risorse.
7. In sede di prima applicazione le richieste devono pervenire ai Comuni di residenza degli interessati entro 60 giorni dalla pubblicazione del Regolamento di cui al precedente comma 3 del presente articolo.
8. Alla copertura finanziaria prevista in Euro 7 milioni si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall'abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad accezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello per l’illustrazione. Ne ha facoltà.
Malgrado l’anticipazione del collega Senatore, Presidente, noi lo illustriamo lo stesso perché
riteniamo che sia un emendamento che si fa carico di un problema di cui anche
la stampa nazionale si sta occupando in questi
ultimi giorni e, più precisamente, guarda con attenzione a quel 30 per cento
di famiglie calabresi che vivono sotto la soglia del limite di povertà.
Noi prevediamo un contributo di sostentamento mensile
per famiglia che è di 300 euro per quei nuclei composti da una persona mentre
per quei nuclei composti da più persone è previsto un aumento, rispetto ai 300
euro, di 75 per ogni altro singolo componente.
Riteniamo, Presidente e consiglieri e Presidente della
Giunta regionale, che questa sia una proposta che dovrebbe trovare accoglimento
da parte del Consiglio regionale, perché oggettivamente si occupa di una
questione rispetto alla quale, secondo me, non possiamo rimanere indifferenti.
Cioè, una classe politica dirigente non può rimanere
indifferente e distratta rispetto ad un problema di questa natura, di gente che
non è materialmente nelle condizioni di sopravvivere quotidianamente e non
sbarca il lunario, quindi il Consiglio regionale non può a nostro giudizio stare impassibile di
fronte a questo fenomeno che è drammatico ed imponente.
Nel proporre questo emendamento, Presidente e colleghi
consiglieri, ma anche altri che poi seguono, noi abbiamo fatto un ragionamento
di carattere generale che non va a nostro
giudizio ad intaccare la stessa impostazione del bilancio, perché abbiamo detto
durante la discussione generale che sostanzialmente c’è la possibilità concreta
di trovare le risorse necessarie alla copertura finanziaria di questo e degli
altri emendamenti con un ragionamento che non va ad intaccare voci importanti
del bilancio, poiché guarda alla quota libera da vincoli di destinazione.
Ricordo al Consiglio, ai colleghi e al Presidente del
Consiglio che sostanzialmente questo bilancio ha dato la possibilità alla Giunta
e quindi anche alla maggioranza di poter avere una disponibilità di circa 1.800
miliardi di vecchie lire come quota di risorsa libera da vincoli di
destinazione.
Avendo noi fatto anche un ragionamento di questa natura,
secondo il quale abbiamo ritenuto di dover sottrarre all’abbattimento quei
capitoli, quei settori che riguardano parti importanti della gestione
amministrativa, di problemi come il servizio sociale, il trasporto pubblico
locale, la forestazione, i mutui della sanità, cioè depurati da queste esigenze
ben individuate, noi proponiamo la decurtazione, l’abbattimento del 10 per
cento sul resto delle somme disponibili per finalizzare questa parte che è
estremamente esigua rispetto all’ammontare complessivo, perché sostanzialmente
parliamo di un importo totale che si aggira sui 50 milioni di euro, quindi 100 miliardi che indubbiamente non
rappresentano una grossa e grande disponibilità, però li abbiamo ritenuti
sufficienti per dare dei segnali significativi su questo versante di cui ci
stiamo occupando.
Pertanto, Presidente, noi chiediamo l’approvazione di
questo emendamento.
PRESIDENTE
Parere del relatore.
Presidente, questo è un emendamento, già trattato anche in Commissione, che mi sembra di grande rilevanza sociale, ma sostanzialmente, anche per trovare le risorse necessarie, ritengo che sia più opportuno esaminarlo in fase successiva quando parleremo della manovra di assestamento.
Quindi, in questa fase il parere è contrario, ne riparleremo in Commissione per l’importanza dell’argomento trattato.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Io penso che non possiamo discutere così. Chiedo scusa al Presidente della Commissione, purtroppo io sono di un’altra epoca. Lui parla di queste cose ed a me vengono alla mente quei negozi poveri però cinici, dove c’era scritto “oggi non si fa credito, domani sì”. Andavi il giorno dopo e ritrovavi la stessa dicitura.
Ma qui di che parliamo?
(Interruzione)
Lo sa pure lei, onorevole Gentile, da questo punto di vista proveniamo dallo stesso ceto sociale e credo che anche lei un po’, purtroppo, non può fare a meno di ribellarsi, per lo meno in testa anche se non dice niente.
In altri tempi, c’era una canzone dal titolo “due soldi di speranza”, quando la gente l’ascoltava era più serena. Ora noi non vogliamo cantare canzoni per addormentare nessuno, né i bambini né gli adulti e siccome non parliamo di qualcosa che c’è in Svezia, in Germania o Danimarca, mi domando noi che abbiamo meno dei campani, dei pugliesi? Perché per alcune cose per quei cittadini questo è un diritto e per noi no? In qualche modo, questa non è una questione di parte, non è ideologica, non è centro-destra, come se fossimo quasi due squadre di calcio: centro-destra contro centro-sinistra.
In fondo, se noi pensiamo a come è finita la
questione in Calabria quattro anni fa, quando
la differenza è stata di 10 mila, voti significa che popolo c’è da un lato e
dall’altro. Ora il 30 per cento di questo popolo di centro-destra, di calabresi ha un problema drammatico.
E’ possibile che da quest’Aula in una situazione come
quella attuale, non c’è niente al di là delle dichiarazioni che si fanno, per
cui tutto diventa propaganda o improperi reciproci? Si può avere l’opinione che
si vuole, la mia è una, ma c’è anche quella degli altri.
Poco fa, il collega Pacenza parlava delle 20-30 mila
persone che hanno sfilato a Cosenza l’altro giorno, assessore Gentile, nella
sua città.
Io posso parlare di tutte le realtà della Calabria, come
è possibile - non faccio demagogia, lei ha fatto il sindaco di quella città –
che su una sola cosa, non si possa dare una risposta? Io parlo per proverbi, è
come se “il santo è di marmo e non suda”.
Non ci date alternative, noi questo santo lo dobbiamo
far sudare e mi auguro che ci riusciamo stasera, diversamente, badate, suderemo
tutti pure noi, tutti mortali siamo, ma noi da questa cosa non recederemo e non
ci saranno le giaculatorie dell’assestamento “campa cavallo che l’erba cresce”.
Perché noi parliamo di risorse concrete e non è
possibile che alla Calabria non si possa dare una risposta. Onorevole Nucera,
leggo tutte la mattine sui giornali le sue dichiarazioni, che una volta parla
di Platì altre volte di altre realtà ecc., ma Platì è qui, nella provincia di
Reggio, però ci sono altre Platì nelle province di Catanzaro, di Vibo, di
Crotone.
Lei ha dichiarato sui giornali, e qualche settimana fa
noi abbiamo letto in un inserto ben fatto del “Sole 24 ore”, che si era fatta una legge sulla famiglia: “onora
il padre, la madre e i figli” dicono i comandamenti, ma onoriamoli per davvero,
non possiamo farne un gioco.
Noi abbiamo fatto questa proposta, da soli non ce la
facciamo a mandarla avanti – lo sanno tutti – perché in questo Consiglio
regionale siamo minoranza, anche se su questa cosa, non come centro-sinistra,
come schieramento politico ma come calabresi che interpretano una parte, siamo
maggioranza, perché questo è un gesto che serve alla nostra comunità. Se domani facessimo una proposta positiva, la Calabria
direbbe che noi qui siamo brava gente.
Non pensate che è doveroso da
parte nostra essere brava gente ed esserlo per davvero? Non lo siamo con la
scritta “oggi non si fa credito, domani sì”. Potete scegliere con la forza dei
numeri di continuare su questo refrain, su questo
ritornello; è detto non per dire qualcosa di diverso da quello che voglio dire,
ma io mi auguro che davvero – visto che non chiediamo cose impossibili – che si
rifletta. Cioè, che a famiglie che non sanno dove sbattere la testa, per
decisioni che qui noi stanotte assumiamo arrivino 300-350 euro. E’ una miseria,
ma molti che non conoscono la Regione potrebbero, una volta tanto, capire che è
una istituzione buona, positiva, che non fa leggi che non si capisce dove vanno
a parare. Che la Regione in concreto a chi non ha nulla dà una chance
per essere presente cocretamente.
Io pensavo che queste cose voi ci dicevate, noi le
abbiamo fatte prima ma voi non ci rispondete. C’è qualcosa di più grave di una
pigrizia. C’è un atteggiamento per cui se uno cade in mezzo alla strada, lo
lasciate lì.
Qualche anno fa ci scandalizzavamo dell’America opulenta
in cui capitava che le persone rimanevano in mezzo alla strada e nessuno le
andava a prendere oppure che cercavano dentro la tasca se aveva l’assicurazione
sanitaria.
Io mi scandalizzavo ma sbagliavo. Se si continua così,
quel cinismo non starà solo in America, ci sarà anche dentro la nostra Regione, anzi dico che in questo
momento la gestisce e la comanda. Voi pensate che questa cosa avrà un grande
avvenire? Al di là dei nostri errori, dei nostri limiti e della nostra
modestia, queste cose sono insopportabili, non potete trattare tutte le cose
allo stesso modo e dire che non è previsto nel piano di lavoro.
Ve ne assumete, prima che
politicamente, una responsabilità nella vostra coscienza. Io non ho una voce
forte, né sono giovanissimo ma non mi stancherò di dirlo e di dire che rispetto
a questo siamo stati trattati con indifferenza quasi come in un gioco, in una
tecnica. Ma la discussione non è un gioco, non giochiamo a birilli, non
giochiamo a bowling, stiamo discutendo di alcune migliaia di famiglie
calabresi.
Noi abbiamo già detto
formalmente che siamo per il sì. Io pensavo che il vostro compito, dove noi
arriviamo ad uno, era di arrivare a due, a tre perché anche così si compete in
politica, non a dimostrare “zitto tu che sei povero e zitto tu che sei debole”.
Perché a quel punto i deboli che di solito sono litigiosi, deboli e divisi, una
volta tanto si potrebbero unire.
Ci date la possibilità di
parlare a tutti perché parliamo di famiglia, su cui voi dite che siete i più
bravi; parliamo di aiutare i più deboli, di problemi su cui voi dite che venite
da lontanissimo, non da lontano, che avete larga esperienza. Parliamo, cioè, di
una impostazione in cui le forze cui fate riferimento, se non vi vergognate di
dirlo, hanno davvero una grande tradizione, ma voi ci date una grande
possibilità, ci lasciate soli in questo tipo di partita.
Per quanto mi riguarda, non
ho parlato per parlare, ma perché se altro non c’è, anche se è “duro è lo
scendere e salir per l’altrui scale”, da qui alla fine noi le scale o le
montagne o le salite della Calabria, come è giusto anche scalzi, come nelle
novene, le facciamo giorno dopo giorno. Magari è qualcosa da pagare perché
evidentemente noi di errori ne abbiamo commessi, ma se questa è la fatica da
fare per la risalita, noi la faremo e potete star certi che quella che oggi è
una voce isolata di un consigliere di opposizione che conta poco o nulla, io
lavorerò o per lo meno mi sforzerò perché questa voce gridi, penetri nei
palazzi e diventi legge non perché qualcuno lo devolva, comunque io lo farò sul
serio.
Tenterò di farlo e chiederò
ai calabresi, non solo a quelli che ne hanno bisogno ma anche a quelli che non
hanno, di dar voce a questo tipo di impostazione. Lo potremmo fare assieme ed
in positivo a dire non apriamo una vertenza ma vediamo come governarlo in
unità.
Non è possibile in questa
Regione che non ci sia una lira laddove ci sono 790 milioni di euro liberi, che
non si trovano. Non è possibile in questa Regione dire che i soldi nostri, i
soldi di tutti voi non servono più per pagare i debiti della sanità, che non si
sappia a cosa debbano servire e non si possa decidere qui in maniera
trasparente che una parte vada a questo reddito che è di reinserimento e di
civiltà.
Non è quindi demagogia, il
principio è giusto, la cifra è una miseria e i calabresi che pure sono poveri
stanno pagando dal 2001, 40 più 10 milioni di euro l’anno. Gliene volete
restituire una parte? Perché in una vita tutto non sia fatto di ipocrisia e
falsi fioretti, ma che ci possa far dire al “Corriere della Sera” o ad altri
giornali che la Calabria è pure questa, altrimenti è un qualcosa di già visto
caro Presidente della Commissione. E di questo già visto io non voglio far parte.
Capisco che stasera non basta
intervenire, ma proprio per questo vi dico che oggi possiamo risolverla tutti
assieme, domani purtroppo, perché non avete voluto, perché avete avuto
supponenza a quel punto, una cosa buona e bella ora che avete diritto non solo
di essere alla pari a farlo ma più diritto perché siete di più, in qualche modo
è il risultato di una situazione che è in movimento.
Io non penso che debba essere
per forza così, ma penso che si possa stasera votare un altro tipo di
impostazione. Non potrete dire che non abbiamo tentato, non potrete dire che
era una impostazione tanto per fare, ci umiliate e ci offendete se fate così.
Noi non abbiamo presentato gli emendamenti per dire domani che l’abbiamo fatto,
perché avremmo per ragioni diverse una responsabilità, non al positivo ma
uguale alla vostra.
Noi vogliamo in onestà e in
coscienza poter dire ai calabresi che queste erano le proposte, che per noi la
partita non è conclusa e che quindi se si è stati sordi e se si è avuta una
chiusura burocratica, visto che non chiediamo fatti che in natura non
avvengono, fatti non possibili, e perchè voi ci dite che domani dobbiamo
continuare su un altro terreno, poi vedremo.
Ma comunque questa è la
proposta e tra l’altro è un paradosso. Io che non ho votato quella legge sulla
famiglia perché non condivido alcuni articoli, non condivido e ve lo ripeto, ve
l’ho detto in Commissione che il figlio di una coppia non sposata ecc., abbia
per le leggi della Calabria meno diritti di una coppia sposata in municipio.
(Interruzione)
E’ inutile che grida, non ha
la coscienza…
(Interruzione)
PRESIDENTE
Onorevole Nucera, non ha la
parola. Poi interverrà.
Va bene, va bene. Lei ha fatto peccato e che cosa vuole da me? Ne ha fatto un altro perché ora sta dicendo una bugia. Prima di approvare le leggi, ci rifletta.
Noi non l’abbiamo impugnata perché non costituzionale
perché la Costituzione non prevede delle cose, avete fatto un peccato di altro tipo
perché avete approvato una legge che non ha finanziamento e stasera lasciate
passare il bilancio senza metterci una lira. Siete farisei e ipocriti,
bestemmiate sulle cose serie e offendete la povera gente.
Quando dite no, non lo dite a noi, ma a voi stessi e
avete una impostazione e una cultura, un modo di vedere della politica che non
è morale da questo punto di vista. Quindi, prima che a noi voi potete dire 100
e 100 volte no. Voi state dicendo 100 volte no a quelli che dite di onorare.
Avete rinnegato una vostra legge, non solo la prima volta avete tradito la sera
che l’avete approvata, ma ora la tradite per la seconda volta e non perché
fuori ci sono i soldati romani che minacciano la vostra vita.
Per voi è diventato, purtroppo, un metodo quello di dire
una cosa, di pensarne un’altra e di farne un’altra ancora. Io so che nei libri
a cui voi vi riferite, non c’è scritto questo, così come non c’è scritto questo
per le regole fondamentali della Repubblica. Ma quest’epoca è diventata così e
l’arbitrio, la discrezione e l’ipocrisia si fanno governo.
Siccome io sono qui dentro e così via, posso dirvi una
cosa? Non vi offendete. Mi vergogno che tutti assieme siamo diventati così, ma
non ci potete dire che oggi non si fa credito e domani sì perché noi ve ne
facciamo assumere tutta la responsabilità rispetto ad ieri…
Ed è colpa nostra
perché se ieri, quando dicevamo tutto questo, il giorno dopo con pacatezza e
serenità senza indicare nemici avessimo detto giorno per giorno faticando come
sono le cose, non saremmo arrivati a questo punto.
Siccome abbiamo sbagliato ora
dobbiamo risalire con fatica la china e lo diremo ai calabresi. Purtroppo anche
un nostro modo di procedere ha fatto sì che si sia arrivati a questo.
A proposito del vero o non
vero, dico una cosa: quella legge ha finanziamenti? Quella legge domani sarà
attuata? Con questo bilancio andiamo avanti di una virgola? Non è un bilancio
tecnico, c’è la tecnica delle tre carte, cioè di dire una cosa, di farne
un’altra e pensarne un’altra ancora. C’è una tecnica che lascia ciascuno solo
là dov’è e che non dà diritti a chi è più debole né opportunità a chi ha
talento.
Noi abbiamo voluto verificare
in positivo con una proposta di questo tipo se si poteva fare un passo in
avanti. Fino a questo momento è possibile, non è vero che ci sono passaggi
complicati. La risposta del Presidente della Commissione, ovviamente non da
solo, è di chi ci dice: andate avanti e parlate, parlate.
Io stasera faccio sul serio
perché questa è la mia funzione ma parlare mi fa bene, mi fa capire che debbo
parlare e mi fa capire che non debbo limitarmi a parlare qui questa sera.
Basta.
E siccome parliamo di cose
che voi in linea di principio condividete, noi non capiamo perché non le
approvate. Badate bene, voi dite no a questo. Nel momento in cui dite sì
all’utilizzazione di 7 milioni di euro, non capiamo per che cosa. Voi lo
capite, nessuno l’ha smentito.
Si parla di un piano
triennale delle opere pubbliche. Noi abbiamo detto più volte che il piano è
fatto da ciascuno di voi che non so che ghiribizzo ha nella testa, per cui
tutto è diventato campagna elettorale. Evidentemente c’è un rapporto di basso
profilo perché tutto è in crisi.
Allora agli ultimi non si
darà niente ma anche ai penultimi e ai primi si dà. Ormai tutto è un sistema
all’interno e tutto questo, per lo meno il diritto di dirlo, ce lo dovete riconoscere.
Noi abbiamo indicato gli obiettivi e abbiamo detto quanto, cosa e perché, in
quale condizione e da dove trovare l’apertura.
Voi ci dite di passare dopo,
quasi come se stessimo facendo la questua e non fosse una sfida sulla
democrazia, su leggi giuste e su leggi che hanno copertura.
Parliamo di una legge da voi
approvata. Noi vorremmo onorarla, che paradosso! Voi fate la legge e noi
diciamo applicatela, e voi stessi che l’avete fatta e ci avete fatto una
propaganda dite: ma quando mai? La legge si fa perché sia un manifesto e poi di
quale applicazione parlate? Tutto qui è, vi pare poco? A me no.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’assessore Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non potevo non
intervenire – mi scuserete se ruberò anche io cinque minuti al vostro tempo
prezioso – perché ricordavo mentre parlava l’onorevole Bova alcune massime
della storia.
Il rovescio della medaglia, qualcuno ha scritto il
rovescio del diritto, gli occhiali e così via per salire a nostro Signore Gesù Cristo che ormai
più di due anni fa si immolò sulla croce.
All’epoca, onorevole Nucera, noi che eravamo lì perché
siamo spettatori della storia abbiamo pianto, sfilato e fatto le processioni
perché la fede che è un continuum e un unicum e quindi la storia
dalla storia trae forza e perpetua poi col sacrificio e la comunione di nostro Signore, ricorda a noi tutti
che egli si immolò contro i Farisei. Si immolò per chi non credeva e non temeva
però si sacrificò per noi. Taluni di noi fummo in una logica politica estranea
alla logica delle religioni e della fede. Fummo religiosi e cattolici nel tempo
credendo ai valori del cattolicesimo e quindi a quello fondante la famiglia.
Ora il rovescio del diritto taluni, degli occhiali o
della medaglia porta a chi 2000 anni dopo uscendo per strada disse: “io sono
Marx non esiste Dio, non esiste patria e non esiste famiglia ma esiste
l’ammucchiata comune” e per 70 anni convinse quasi il mondo che non esisteva
Dio, che stava per essere sconfitto e poi per implosione sparì Marx e questo
mondo di miscredenti da cui originarono poi molti filoni democratici o meno
democratici, antidemocratici e codemocratici. Comunque, tra questi filoni uno, quello
da Legnano partorì e poi un illustre onorevole esponente, carissimo e
amicissimo onorevole Bova, con grande autorevolezza…
(Interruzione)
Sto arrivando a questo per l’amor di Dio… Cerco di
essere un poco ameno, c’è chi ha parlato per un’ora e mezzo. Giustamente il
marxismo è fallito, mentre nostro
Signore ancora resiste, si vede che è più allenato. Fallendo il marxismo, chi
era seguace del marxismo e quindi negava la famiglia dovette abbracciare la
croce, perché quella croce che aveva negato adesso se la deve portare addosso.
Ecco perché D’Alema ha fatto taluni interventi storici
importanti prima della fine della legislatura ha detto io in nome di Cristo
perché io credo ai poveri perché nostro
Signore predicava e faceva i miracoli ai poveri, divideva il pane per i poveri,
allora disse io faccio 100 mila ricchi e li trasformo in qualcosa… negli Lsu e
negli Lpu, li faccio diventare ricchi, diamo questo salario a questi ricchi.
Ecco il regalo che ha fatto D’Alema, che dice io li
faccio però voi li mantenete perché voi andate al Governo e dovete pagarli voi
poi.
L’onorevole Adamo, figlio di D’Alema che fa? Prima di
andare là dice: se voi vincete, dovete mantenere gli interinali perché io li
faccio e voi li mantenete, poi arriva tizio e dice… io li faccio e poi li
mantenete e poi si dice al ladro, al ladro, non ci sono soldi.
Ma il salario di sostegno: da 30 anni noi sosteniamo il
salario di sostegno che è il sostegno a chi non ha salario, ma chi non ha
salario non può avere sostegno, però lo ha. Noi paghiamo il salario di sostegno
dove tutto un Paese che vota per la sinistra è sostenuto e lo paghiamo noi,
caro Presidente Chiaravalloti, la colpa è sua pure perché siccome gridava la
sinistra che si era convertita alla logica di mercato, aboliamo i sussidi perché
bisogna dare questa logica di mercato, allora prima di dare la logica di
mercato, bisogna abolire il sostegno e quindi non sosteniamo chi non lavora.
Invece no, loro non lavorano e noi li paghiamo. Alla
fine la Regione pagando quelli che non lavorano o che lavorano perché voi li
avete assunti e noi li paghiamo, finisce per non poter pagare perché finiscono
i soldi.
Adesso c’è una legge che una Regione meno povera della nostra, molto vicina alla sede terrena di
nostro Signore Gesù Cristo, il Vaticano, la Regione Lazio dove guarda caso c’è
un Presidente che appartiene alla mia maglietta politica e quindi di parte
avversa vostra – questo non è stato citato – inventa questo salario per la
famiglia. Che è giusto. Chi non lo condivide? Noi per primi, lo abbiamo
inventato noi quindi lo condividiamo, ma qui no.
Il rovescio del diritto, il
rovescio della medaglia eccoli lì, domani conferenza stampa, tavolinetti,
firme, il salario per la famiglia. Il centro-destra nega la famiglia, noi la
difendiamo.
Ma la famiglia l’abbiamo
inventata noi, nostro Signore Gesù Cristo, voi siete con la famiglia, contro
Marx, contro… c’è una gran confusione, la gente non capisce niente, cari amici
della sinistra e amico Bova.
Ecco perché non ci segue,
perché non ci capisce. Non ci capisce perché voi adesso firmate a tavolino le
cose che prima avete cercato, avete fatto, poi le contrastate… un’altra cosa
che non si capisce.
Sono stato accusato dal
collega Borrello: questi concorsi sono osceni perché non si capisce questa
Commissione come è fatta, non dà garanzia ecc…
(Interruzione)
…perfetto, sono stati fatti
non uno ma mille decreti della sinistra al potere in favore di poveri
lavoratori che avevano una posizione da difendere. Allora lei che vuole fare?
Quarto-ottavo livello… terzo livello, dirigente…
(Interruzione)
Mille non uno, ma mille che
poi sono stati revocati. Io che cosa sto facendo? I concorsi. Io sbaglio perché
faccio i concorsi con la garanzia pubblica, con la Commissione, con la Procura
della Repubblica, con tutti quelli che vogliono entrare a vedere ad assistere?
E io sono osceno? E loro che hanno fatto mille decreti in tasca, in cassetti,
in segreto che cosa sono? Sono giusti.
Mille decreti li ha fatti la
sinistra non la destra, poi la Procura, non so chi è intervenuto, sono stati
revocati, noi stiamo facendo i concorsi, ce lo chiedono i sindacati, hanno
fatto un comunicato. Bravo assessore, fai i concorsi, ci sentiamo garantiti, i
sindacati Cigl, Cisl lo scrivono, poi io arrivo in quest’Aula e si dice che io
sono fedifrago perché faccio i concorsi…
Dio mio, ma come fa la gente
a capirci?
(Interruzione)
Come fa a capire la demagogia
che va in cattedra? Capisce meglio nostro Signore Gesù Cristo sulla croce.
Era stato detto e vorrei
ripetere e poi credo che forse non ci sia più nulla da dire a parte qualche
argomento su cui torneremo in sede tecnica., che questo bilancio noi lo stiamo
portando così come esce dai numeri…
(Interruzione)
Onorevole Bova, ricordo che
alla fine della scorsa legislatura lei non è stato capace di far approvare alla
sua maggioranza il bilancio, ed allora abbiamo dovuto provvedere noi a tale
adempimento nella successiva legislatura, una volta subentrati.
(Interruzione)
Ma come fa a dire fra un anno
o un mese o due mesi.
Io non l’ho interrotta,
onorevole Bova, perché mi vuole far perdere il filo?
(Interruzione)
PRESIDENTE
Onorevole Bova, la prego, lei
non è stato interrotto, quindi…
Sapete quando è che si legittimano la maggioranza e la opposizione? Credo che la minoranza, la sinistra, non so come debbo chiamarla in questa legislatura, credo che abbia sbagliato i tempi. Ha pensato, come pensavano noi, che eravamo sempre alla opposizione e giustamente criticavamo. Noi non potevamo aver sbagliato perché non avevamo avuto l’occasione di essere al governo. Ma quando uno è al governo e deve dare risposte, se poi va alla opposizione non può criticare come quando noi criticavamo perché non avevamo mai sbagliato perché eravamo alla opposizione e non al governo.
Il problema qual è? E’ che non si diventa credibili.
(Interruzione)
Poi c’è un problema di intelligenza, onorevole Bova. Stalin che cosa ci ha insegnato…
Facciamo un applauso per solidarietà almeno. Stalin non ci ha insegnato niente…
PRESIDENTE
Onorevole Pirilli, la invito ad avviarsi alla conclusione perché è un po’ tardi.
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato ai rapporti Giunta e Consiglio
Presidente Fedele, io la richiamo perché lei non ha richiamato per un’ora e mezza interventi e ora mi sta richiamando alla conclusione…
PRESIDENTE
Siamo su un emendamento adesso, non alla discussione generale, era solo per questo, altrimenti lei poteva parlare anche per tre ore come hanno fatto i colleghi.
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato ai rapporti Giunta e Consiglio
Allora ritiro il richiamo e mi dica quanto devo parlare.
PRESIDENTE
Allora ha un minuto.
Avevamo detto che questo bilancio esprime numeri senza voler dare la indicazione della politica, perché noi aspettiamo i residui, perché aspettiamo il recupero delle somme per determinare gli investimenti, per dare l’anima, per esprimere le priorità.
Questo accadrà per fatti tecnici che conoscete perfettamente,
ché entro i primi tre mesi tornano i conti e nel mese di aprile, alla fine del
mese di aprile noi torneremo qui, con la destinazione, con il progetto
politico, con le nostre scelte. La
famiglia, il lavoro, la vacanza a Parigi come
piace a qualcuno, cioè le scelte politiche.
L’agenda, onorevole Bova, non la può dettare lei perché lei
con una falsità mi consenta una contraddizione in termini… lei dice “noi diremo ai calabresi che voi non avete voluto dare i soldi per la famiglia”. E pensa
che poi noi fra un mese o due daremo i soldi alle famiglie calabresi perché lei
avrà speculato su questo?
Lei facendo questo farà il
male dei calabresi e delle loro famiglie perché noi non potremo darli più. La
responsabilità quando si governa non è di chi sta al governo ma di chi sta al
governo e di chi sta alla opposizione. Noi abbiamo la responsabilità della
proposta politica, della scelta politica, ci assumiamo la responsabilità di
dettare l’agenda politica di quest’anno con un bilancio politico.
Quando l’avremo presentato,
perché questo non è il bilancio politico, voi lo criticherete, lo
contrasterete, voi direte che quel provvedimento è buono o no. Ma non sarete
voi a dare le indicazioni di quello che dovrà essere il contenuto del progetto
politico del bilancio. Ve l’abbiamo detto prima: per i tempi, perché se noi
avessimo aspettato come ogni anno si è fatto, perché la Regione non è tanto
ammodernata perché così è stata da tutti noi ereditata, per avere in tempi più
rapidi i conti, benissimo, allora si sarebbe fatto sì come ogni anno si è
fatto: maggio-giugno-ottobre, in qualche caso anche di più.
(Interruzione)
Sto parlando del
centro-destra e del centro-sinistra tant’è che il centro-sinistra nell’ultima
legislatura non ha approvato nemmeno il bilancio; parlo quindi
indiscriminatamente centro-destra e centro-sinistra perché c’è quel problema
tecnico-burocratico che non ci consente di avere i numeri aggiornati, per usare
un linguaggio comprensibile, al momento in cui normalmente il bilancio deve essere
fatto.
Allora si va
all’assestamento. Anziché fare l’assestamento a novembre, lo facciamo entro
aprile e lì diremo dove vanno le nostre scelte e i soldi dei calabresi. E’ lì
che avrete il diritto di criticare perché quando fate la proposta qui sui numeri,
quelli sono i numeri dei capitoli sì come erano ridotti perché questi sono
tecnicamente i termini del bilancio in proporzione.
Quando voi dite: spostiamo da
qua e mandiamo là, sapete di dire una falsità perché in questo momento
qualunque spostamento comporta l’abolizione di un capitolo e se sono capitoli
in vita vuol dire che sono capitoli ritenuti in precedenza validi e operativi.
Il problema è quando voi
vedete che ci sono 100 miliardi che si devono destinare, se quei 100 miliardi
sono destinati e voi condividete il modo in cui saranno destinati, dovrete
avere l’onestà – sono sicuro che l’avrete – di destinarli in un modo o in un
altro e quindi di dire: li avete destinati bene…
(Interruzione)
Onorevole Bova, parlava dei
decreti… io le ho già risposto…
Presidente, concludo con un
appello, se mi consente, sicuramente alla maggioranza.
Io credo che i colleghi della
minoranza alla luce di questa comunicazione, spero chiara, comprenderanno che
non conviene polemizzare su una cosa che non esiste. Tutto il diritto alla
polemica vi chiediamo di esercitarlo tra un mese sulle cose concrete. Sulla
destinazione dei fondi da investimento dove avrete tutto il diritto di farlo.
Oggi fate poesia, oggi
contribuite così facendo a non far capire ai calabresi quali sono le differenze
della politica e che cosa via veramente la politica.
Oggi credo che la confusione
non giovi a nessuno.
(Interruzione)
In ogni caso, vi ringrazio
per avermi ascoltato.
PRESIDENTE
L’emendamento è stato
illustrato, poi c’era uno a favore e uno contro…
(Interruzione)
Antonio BORRELLO
Le chiedo scusa, Presidente, giusto per Regolamento. Sull’emendamento c’è la discussione generale normale…
(Interruzione)
PRESIDENTE
Mai stata discussione generale sull’emendamento, stiamo scherzando?
Antonio BORRELLO
Presidente, l’emendamento è un articolo di norma legislativa, per cui come tale c’è la discussione generale e poi il parere del relatore e della Giunta e il voto. Non scherziamo su queste cose.
Damiano GUAGLIARDI
Presidente, posso?
PRESIDENTE
Prego, onorevole Guagliardi.
Damiano GUAGLIARDI
Presidente, il primo poema dell’umanità parlava e diceva “Cantami o diva del Pelide Achille l’ira funesta”.
(Interruzione)
“Cantami o diva del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei”.
(Interruzione)
… “che anzitempo molti dei re gagliardi travolse”.
Damiano GUAGLIARDI
Vede, onorevole Pirilli, lei è un pozzo di scienza, ha una cultura eccezionale, lei è l’unico che ci ha dato oggi una lezione di storia. Ha parlato di Gesù Cristo, di Marx e di Stalin.
Ci ha aperto gli orizzonti degli errori del marxismo…
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato ai
rapporti Giunta e Consiglio
Veramente questo l’ha detto D’Alema pure, ha rinnegato pure… mi pare che ormai il marxismo l’abbiano disintegrato quasi tutti…
Damiano GUAGLIARDI
Mi faccia parlare, assessore…
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato
ai rapporti Giunta e Consiglio
Lei e l’onorevole Tripodi ancora siete…
Damiano GUAGLIARDI
Mi faccia parlare, onorevole Pirilli, perché lei in queste ultime…
(Interruzione)
Siamo duri e puri, sì, non bigotti e non ipocriti…
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato
ai rapporti Giunta e Consiglio
Poi non parliamo di Veltroni…
Damiano GUAGLIARDI
E quando facciamo l’amore, lo diciamo e non ce lo nascondiamo perché Gesù Cristo ci punisce…
Questo è un rovescio della storia perché prima dicevate che c’era l’amore libero, i gay, le cose ora siete persone…
PRESIDENTE
Onorevole Pirilli e onorevole Guagliardi, per favore non ci sbrighiamo più se continuate a dialogare…
Noi non preghiamo quando facciamo l’amore, facciamo l’amore per il gusto e il piacere di farlo, non abbiamo vergogna.
Sono convinto, ma una volta lo facevate tra uomini questo è il problema.
PRESIDENTE
Non siamo in un dibattito, la prego…
Ma io mi devo difendere, Presidente, sono stato interrotto e attaccato da tanti, tante volte e adesso non lo posso fare? Io la invito alla imparzialità, Presidente.
I barbarismi, onorevole Pirilli, se li tenga…
PRESIDENTE
Se continuiamo così sospendiamo e ce ne andiamo a letto.
Lei, in queste ultime settimane è un po’ distratto e sta facendo tanti danni al Presidente Chiaravalloti che non se ne rende conto. Lei è come un bulldozer che dove passa abbatte tutto, è incorreggibile, glielo devo dire.
Lei ha messo in crisi 4 anni di disonorata amministrazione regionale con la storia dell’aumento delle carriere, da quel punto lì, quando ci ha provocato. E se noi oggi siamo qui a raccogliere le firme contro la legge sulla indennità, si deve dire grazie a lei che ci ha portato qui e ci ha offeso. Si voleva schernire di noi e adesso ha questa bella patata bollente.
E’ vero o no? E’ vero.
Oggi, onorevole Pirilli,
ci sono lì alcuni rappresentanti
delle comunità montane…
(Interruzione
dell’assessore Pirilli )
Se non mi vuole ascoltare, non mi togliete il diritto di
parlare perché oggi l’onorevole Pirilli che viene qui alle tre di notte a darci
lezioni di storia, si è rifiutato di parlare con quelle persone lì che lo
accusavano…
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato
ai rapporti Giunta e Consiglio
Non sono stato invitato e non sono stato avvertito e sono pronto a rispondere in Aula.
Presidenza del Vicepresidente Domenico Rizza
PRESIDENTE
Onorevole Pirilli, per cortesia.
Umberto PIRILLI, assessore al personale e delegato ai rapporti Giunta e Consiglio
Ma non sono stato invitato, non sapevo di che si trattava, se volevate mi potevate chiamare.
Damiano GUAGLIARDI
Onorevole Pirilli, c’erano
60 sindaci e 27 Presidenti di comunità montana…
PRESIDENTE
Sono costretto ad
interrompere la seduta, per cortesia state calmi perché perdiamo ulteriore
tempo. Prosegua per cortesia, onorevole Guagliardi.
Sto discutendo di bilancio, non sto parlando di altro.
(Interruzione)
E quando alle 3 di notte si è svegliato, l’onorevole Pirilli che ci ha dato una lezione:
permetta che ognuno di noi dica la sua? Parlare di reddito di cittadinanza
per le famiglie è una cosa molto seria e non si può
riparare ad una deficienza diurna con gli interventi notturni, quando nessuno
lo può più ascoltare, perché io l’avrei voluto ascoltare oggi di fronte alle
delegazioni di lavoratori delle comunità montane, dei
sindaci, dei Presidenti a spiegare perché non vuole distribuire una risorsa
dovuta alle comunità montane o perché ha affermato – come dicono alcuni sindaci
– che le comunità montane devono essere abolite.
Parliamo o non parliamo di bilancio, di questo? Non
parliamo di bilancio, onorevole Pirilli? Ecco perché lei è un incorreggibile
bulldozer che fa danno alla sua Giunta! Lei fa danno alla sua Giunta come quel
documento che ha pubblicato sui giornali sui famosi 400 e rotti mila euro dei
monogruppi. Io vorrei sapere quanto costa la sua struttura speciale, quante
consulenze ha fatto lei, quanto è l’elenco delle persone con cui lei ha fatto
consulenza. Faccia l’elenco e ce lo dica pubblicamente.
Umberto PIRILLI, assessore al personale
Legge 13, un solo consulente…
(Interruzione dell’onorevole Guagliardi)
E’ un solo consulente, la sfido pubblicamente, un solo
consulente …
(Interruzione)
Ho il diritto ad averne di più, ma ho un solo consulente.
(Interruzione
dell’onorevole Guagliardi)
La sfido in pubblico, in quest’Aula…
(Interruzione)
Lei non può blaterare… Ci dica se lei è per la famiglia
omosessuale oppure per la famiglia eterosessuale…
(Interruzione dell’onorevole Guagliardi)
PRESIDENTE
La seduta è tolta, chiedo scusa é sospesa.
La seduta sospesa alle 2,21 è ripresa alle 2,26
Onorevole Napoli, ammesso che all’inizio mi sia scappata
la parola “tolta”, mi sono immediatamente corretto e ho detto “è sospesa” e
comunque la volontà era quella di sospendere perché la discussione era
diventata inagibile.
Onorevole Guagliardi, la prego di riprendere
l’intervento…
(Interruzioni)
Luigi INCARNATO
La riunione è sospesa almeno di un’ora…
PRESIDENTE
Onorevole Guagliardi, la prego di riprendere
l’intervento e di concludere nel più breve tempo possibile.
Damiano GUAGLIARDI
Lei sa la stima che ho nei suoi confronti, ma mi deve
anche tranquillizzare nel lavoro, perché prima mi dice che la seduta è tolta,
io mi tranquillizzo e mi preparo per andare…
PRESIDENTE
Ho già detto che è stato un lapsus che ho corretto immediatamente e comunque è evidente che era
sospesa perché l’Aula era diventata inagibile.
Stavo dicendo che l’onorevole Pirilli fa danni.
Presidente Chiaravalloti, lei deve dare qualche sculacciata all’onorevole
Pirilli, perché le fa danni di immagine, di sensibilità, ci irretisce.
E’ tardi, noi vorremmo concludere questa seduta,
vorremmo ottenere un risultato per le comunità montane, ma gli interventi fuori
orario dell’onorevole Pirilli sono di straordinaria acutezza ed io mi disperdo.
Noi abbiamo proposto un emendamento per dare il segno
dell’interesse verso la Calabria che è la regione più povera d’Europa, dove il
30 per cento delle famiglie sono al di sotto della soglia di povertà, il che
significa che vivono con meno di 400 euro al mese. Mi pare così astruso che
un’opposizione che non ama molto il mercato, che non ama molto il liberismo,
un’opposizione che magari pensa che uno Stato si debba interessare anche dei
soggetti più deboli, questa opposizione…
(Interruzione)
Prego, onorevole Pirilli, si metta qui che le facciamo
un discorso anche ideologico guardandoci nelle palle degli occhi, come si
diceva!
E’ mai possibile che ci venga negata la possibilità di
fare una proposta che guardi a questo 30 per cento di famiglie calabresi che
vivono al di sotto della soglia di povertà?! Qui è il punto su cui…
(Interruzione)
Io so che è anche suo, però perché lo nega il suo
massimo rappresentante, l’assessore regionale di Alleanza nazionale che è
preposto ai collegamenti col Consiglio regionale? Perché ce la nega questa
possibilità? Ha ragione l’onorevole Bova, si dice “oggi non ve lo posso dare,
vi prometto che ve lo do domani”. L’onorevole Bova ha fatto un intervento molto
dignitoso perché ci ha parlato di una canzone e di un proverbio, ma c’era un
filmetto di Totò, il quale ogni volta che andava il creditore e gli diceva “mi
paghi il conto”, lui diceva “domani pagherò”, ma passavano gli anni perché Totò
non pagava mai i suoi creditori.
Questa è la storia che stiamo vivendo qui dentro,
“domani affronteremo i problemi dei lavoratori socialmente utili, domani
affronteremo i problemi dei precari, domani affronteremo i problemi della
povertà delle famiglie” e poi veniamo derisi in Aula dall’assessore che,
mentre…
(Interruzioni)
Rispetto per chi sta parlando, onorevole Pirilli!
(Interruzione)
Onorevole Pirilli, lei ha un incarico – se non mi
sbaglio – di rapporti tra la Giunta e il Consiglio. La prego, si metta lì, ci
ascolti…
Presidenza del Presidente Luigi Fedele
PRESIDENTE
Onorevole Guagliardi, si rivolga alla Presidenza..
Damiano GUAGLIARDI
Ma sta disturbando, Presidente…
PRESIDENTE
Lei parli col Presidente, la prego!
Il problema qual è? Avevamo avviato una bella sessione di bilancio, criticata dall’opposizione, poi una farfalla impazzita è venuta qui dentro e col peso di una ruspa ci ha ricordato che lui è l’uomo della Provvidenza, è lui l’uomo che risolve i problemi di 1.200 dipendenti regionali che devono fare un concorso, che è criticato e non sappiamo come va a finire quel concorso, ma lui lo farà, lui ha deciso di moralizzare i gruppi, lui ha deciso di eliminare le comunità montane, lui può tutto! E sta facendo fallire anche questa sessione di bilancio, perché con i suoi modi di fare non nuoce né a lei, Presidente Fedele, né all’onorevole Presidente Chiaravalloti, perché andando così, ci farà sempre di più un bel regalo come opposizioni e noi vorremmo che l’onorevole Pirilli si sedesse lì e ad ogni emendamento parlasse nel merito a nome della Giunta. Io questo le voglio dire, onorevole Pirilli, la sfido, venga qui e ci dica…
PRESIDENTE
Onorevole Guagliardi, non siamo a fatti personali qui,
lei parli col Presidente e sull’emendamento, la prego!
Damiano GUAGLIARDI
Fate i politici, lui rappresenta la Giunta, deve dire il parere favorevole e contrario. Ce lo venga a dire, ce l’ha detto poco fa, adesso io ho detto la mia, se ci saranno altri interventi di colleghi consiglieri, poi voteremo e andremo al secondo emendamento.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 648.
(E’ respinto)
E’ stato presentato un emendamento protocollo
numero 529, articolo 2 ter, a firma Tripodi Michelangelo, ma poiché il
proponente non è presente in Aula, è ritirato.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
E’ ritirato per assenza del proponente.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Quando il proponente è assente, onorevole Bova…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Prenda il Regolamento.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Emendamento protocollo numero 515, sempre quale articolo
2 ter, a firma Tripodi Michelangelo, è ritirato.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Se ce n’è qualcuno che lei fa suo, è un altro discorso.
Questo è ritirato.
Altro emendamento protocollo numero 518 a firma Tripodi
Michelangelo… Lo fa suo o lo ritiriamo?
(Interruzione)
Lo illustri.
L’illustrazione degli emendamenti che avvenga in tre
minuti. Sono consegnati per iscritto, Presidente, ognuno di noi può prenderne
visione ed averne contezza.
Presidente, faccio la mia proposta…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Onorevole Bova, chieda la parola al momento opportuno.
Faccio la mia proposta…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Onorevole Bova, intervenga quando le dà la parola il Presidente!
Giuseppe BOVA
Lei non mi deve interrompere…
PRESIDENTE
L’emendamento di cui parlavamo era il numero 518 di
protocollo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei
rivolgermi all’Aula nella sua interezza, tenendo conto che forse si sta
creando un clima non sufficientemente sereno per proseguire adeguatamente
e con dignità i lavori della seduta. La colpa, caro collega
Incarnato, possiamo anche aprire una commissione
d’indagine,
non lo so! Il clima è abbastanza evidente. Non vorrei
fare nessuna scaletta e nessuna graduatoria di
responsabilità, attenzione…
(Interruzione)
Se lei mi fa finire di
parlare, forse capirà, alla
fine, il senso e il sentire intimo di questo
mio intervento.
Vorrei soltanto cercare, se
ce n’è ancora la possibilità, di tracciare un
percorso. Qual è
questo percorso che
immagino di proporre da qui a qualche istante? Un percorso che sia anche qui di sintesi,
di mediazione del governo dell’Aula.
Ho afferrato, per esempio,
la reazione ultima di Bova che vuole fare suo uno dei tanti emendamenti
dell’assente Tripodi per cogliere, nella
legittimità dello Statuto e
dell’Aula, il percorso del confronto rispetto ad una
serie di proposte e ritengo che, nell’ambito
di questo ragionamento, è
anche possibile fare un percorso di questa natura. Trovo, piuttosto, forse inadeguato ed alterato il confronto fra la maggioranza e l’opposizione. Che cosa voglio dire a tal proposito? Che è chiaro,
evidente, abbastanza ovvio, scontato, la maggioranza l’ha detto a chiare note:
questo è un bilancio che si presenta, così com’è impostato, come un bilancio prettamente di natura tecnica,
per cui stiamo per rinviare da qui a due
mesi un ragionamento più complesso,
più articolato, più di merito rispetto alla
manovra vera che la Giunta si appresterà ad adottare nei prossimi giorni.
Quindi è chiaro, stiamo
giocando a viso aperto, è trasparente la nostra azione, è assolutamente leale,
ve l’abbiamo detto con chiarezza, qui c’è una proposta che è profondamente
legata a dei principi, al finanziamento delle
leggi regionali, quelle in essere, e di tutta una serie di norme che sono
necessarie per poter avviare concretamente la gestione
amministrativa della Regione.
La discussione non è
rinviata. Ma chi mai si vuole sottrarre al
discorso
sulla famiglia! Ma chi mai si può sentire culturalmente
subalterno alla sinistra, quando si parla di
famiglia! Non esiste questo tipo di confronto! Siamo assolutamente molto più
autorevoli di voi su questo versante, per ragioni storiche, per ragioni
culturali, per la tradizione e anche,
forse, per la formazione individuale di
ognuno di noi.
(Interruzioni)
Ma questa è una discussione
che apriremo al momento giusto. Perciò, attenzione,
la sinistra deve soltanto dire chiaramente, con la stessa lealtà che ha avuto
il centro-destra stasera, se, nonostante tutto, nonostante le premesse…
(Interruzioni)
Va beh, chiedo scusa, anche
qui è una banalità, è un aspetto estremamente marginale del ragionamento, per cui…
(Interruzioni)
Antonio BORRELLO
Non è casuale…
Non è voluto e sicuramente è dentro quello che poi
appartiene ai momenti legati agli interventi, tutto quello che ognuno di noi
vive quando interviene pubblicamente.
Perciò, se noi abbiamo detto che il bilancio è proposto
con quel taglio, con quel tipo di impostazione, che cosa ci sarebbe di male,
per esempio – ecco uno degli aspetti della mia proposta – se la opposizione
rinviasse un ragionamento legato agli emendamenti proposti questa sera nella
sede opportuna, quando andremo a fare l’assestamento e quando avremo le risorse
accertate del bilancio e lì andremo ad un confronto di merito? La maggioranza
ha ritirato i propri emendamenti, esclusi due di cui chiederò, invece,
l’approvazione più tardi e spiegherò i motivi di merito, seri. Questa è la mia
proposta.
Invito il collega Bova a ragionare su questo piano: la
maggioranza non si sottrae al dibattito, l’abbiamo detto con chiarezza, ritengo
che sia abbastanza ovvio ripetere questo concetto. All’opposizione chiedo, per
senso di responsabilità, di rinviare una discussione che oggi può alterare i
toni, ma soprattutto il confronto civile in quest’Aula.
Emendamento protocollo numero 518 all’articolo 3, comma
4, della legge regionale n. 8/2002, che così recita:
“Art. 5 - Costituzione e funzionamento degli Uffici competenti
Nell’ambito degli Uffici competenti, così come previsto dal decreto legislativo 23 dicembre 1997 n. 469, è istituito un Comitato tecnico, ai sensi della lettera b) del comma 2 dell’articolo 6 della legge n. 68 del 1999, composto, secondo criteri e modalità di scelta definiti dalla Provincia, da funzionari ed esperti del settore sociale, psico‑pedagogico e medico‑legale e da rappresentanti della Commissione di concertazione provinciale di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, nonché da esperti designati dalle associazioni che, per legge, abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili”.
Modifica “dalle organizzazioni dei disabili comparativamente più rappresentative a livello provinciale”.
“Art. 11 - Costituzione del Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità
1. Ai sensi dell’articolo 14 della legge n. 68 del 1999 è istituito il Fondo regionale della Calabria per l’occupazione delle persone con disabilità al fine di finanziare gli interventi di cui all’articolo 3 della presente legge.
2. Il funzionamento del Fondo è stabilito dalla Giunta regionale mediante indirizzi e direttive adottate entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge e sulla base della vigente legislazione regionale.
3. E istituita la Commissione per la Programmazione del Fondo, la quale, nel rispetto degli indirizzi e delle direttive di cui al comma 2, si riunisce almeno tre volte l’anno per definire i criteri e le priorità che guideranno l’azione del Comitato di gestione del Fondo di cui al successivo comma 7.
4. La Commissione si avvale, per le funzioni attribuite con la presente legge, di un Comitato tecnico scientifico formato da cinque esperti in ambito giuridico, economico e sociologico ad elevata professionalità, nominati dal direttore generale dell’assessorato al lavoro.
5. La Commissione per la Programmazione del Fondo è costituita da:
a) l’assessore regionale competente in materia di lavoro, o suo delegato, che la presiede;
b) l’assessore regionale competente in materia di politiche sociali, o suo delegato;
c) il direttore dell’Azienda Calabria Lavoro;
d) un rappresentante delle Province designato dall’organismo istituzionale previsto dall’articolo 4 del decreto legislativo 23 dicembre 1997 n. 469;
e) quattro componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello regionale;
f) quattro componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello regionale;
g) un rappresentate per ciascuna delle che per legge abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili”.
Modifica “associazioni dei disabili comparativamente
più rappresentative”.
La parola all’onorevole Bova.
E’ successa una cosa
irrituale, Presidente, su cui la invito ad esercitare, come è suo dovere, tutti gli elementi di garanzia. Io
parlavo sostenuto dall’articolo 90 del
Regolamento che, all’ultimo comma, recita: “Gli emendamenti respinti in
Commissione possono essere ripresentati in Assemblea”. Ho reagito – e chiedo scusa – perché delle due, l’una: o
l’onorevole Nucera non conosce le regole e ha il dovere di leggerle prima di
fare una proposta o le conosce, ed è peggio, quindi vuole intervenire
impedendomi di esercitare le mie
precise prerogative. Non vorrei che, a questo proposito, pur cambiando tono,
l’onorevole Dima – che ha detto un’altra cosa – mi raccomandasse con un fare
positivo la stessa questione.
Veda, onorevole Dima, la
maggioranza ha fatto un suo ragionamento
legittimo e lo porterà a compimento, ma la maggioranza non può fare sindaco e
prefetto, deve decidere: fa il sindaco o fa il prefetto! L’altra funzione,
seppure di minoranza, spetta a noi.
Poi mi consenta, onorevole
Dima, finiamola con le ipocrisie, ognuno di noi risponde di se stesso. Il mio
giudizio sull’onorevole Almirante non poggia sul fatto se si è sposato una
volta o due o tre, io non mi permetto e non cambia, né sull’attuale Presidente
del Consiglio, perché se andiamo avanti così, facciamo un ragionamento
che fa ridere, è puerile. Ciascuno risponde alla propria coscienza.
Io sono uno di quelli che
nel ‘74 – e non me ne pento – ha votato contro le ipocrisie, ha votato per lo scioglimento
dei matrimoni falliti. Il fatto che qui si
discuta facendo finta di non conoscere le leggi della Repubblica, facendo finta
di immaginare che l’Italia del 2004 sia l’Italia del 1999, facendo finta di
immaginare come in una trasmissione che ho visto stamattina, dice “Ma com’è la
donna con l’uomo?”, “No”, dice, “l’uomo deve essere più libero, la donna un po’
meno”, io la penso in un altro modo. Non sono un mostro, credo di avere senso
di me, ho rispetto di tutte le persone, al di là delle idee che hanno in testa,
alla pari, di chi è di destra e di chi è di sinistra e di chi non vuole essere
né di destra né di sinistra.
E’ possibile che nell’Italia del 2004, nella Calabria del 2004, dobbiamo parlarne così! Siete distratti? Laddove ragionano così e anche loro sono orgogliosi delle loro famiglie, lì sono orgogliosi, però le donne sono così importanti che debbono coprirsi, però – mi capite – io non appartengo a quel tipo di cultura e non me la potete agitare nella Calabria e nell’Italia del 2004 come fate voi.
Lo volete fare? Dovete consentirmi di non essere d’accordo. Quando io parlo di famiglia, non faccio un panegirico ipocrita, penso che ci siano famiglie ricche e famiglie povere, penso che ci siano famiglie abbienti e molto meno abbienti e penso che, al di là se uno è di destra, di centro o di sinistra, in uno Stato che ha un codice, in una Regione che ha un codice, si deve pensare che nessuno può essere portato ad essere lasciato in disparte.
Non mi sorprendo se la destra, il centro-destra è sensibile a tutto questo. E che sono mostri quelli del centro-destra! Ma vogliamo ragionare? Chi vi segue se voi ci indicate come mostri! Poi, secondo me, debbono parlare i fatti e non mi potete parlare come il lupo con l’agnello che non sono stato io, è stato mio padre, se non è stato mio padre, è stato mio nonno. Io sono figlio di mio padre e di mia madre, sono nato in questa città e in questo quartiere, ho la cittadinanza italiana come voi, le mie nonne erano cattoliche e i miei nonni cattolici osservanti, contemporaneamente – ed io sono orgoglioso di loro – votavano Partito comunista italiano. Non è che amavano Dio, eccetera, eccetera, amavano Dio e onoravano il prossimo, mi hanno educato alla legge dell’inclusione, dell’essere ultimo tra gli ultimi e mi hanno detto di parlare con dignità e con orgoglio e non di vivere…
Onorevole Bova, abbia la cortesia, perché lei non può sempre avere ragione! Intanto, stiamo dicendo che lei ha visto il Regolamento ed io stavo già facendo illustrare anche gli emendamenti che erano dell’onorevole Tripodi, se li fa suoi, però non saltiamo di palo in frasca adesso, facendo un intervento ogni minuto! Anche lei deve rispettare le regole, mi pare!
Rispetto le regole e quelle regole che ho sentito, non
io ho parlato di chi ha famiglia e di chi non ha famiglia, chi ha codice. Lei
non ha interrotto altri e mi deve consentire…
Su questo non l’ho interrotta perché ha parlato prima
per un’ora su questo argomento. Sull’emendamento sto parlando…
Io non le ho detto che doveva interromperli, ma non deve interrompere nemmeno me, perché nel momento in cui lei dà libertà di intervenire ed io non sono intervenuto, io non intervengo mai per impedire a qualcuno di parlare, ma deve sapere che non accetto lezioni da nessuno sull’onorabilità della mia famiglia. E non offendo perché uno è di destra, io penso che ci sia gente perbene dappertutto e quindi finiamola di agitarci le scimitarre contro.
Torno sul fatto che l’onorevole Nucera non so con quale zelo e non so a quale fine si sia trovato a diventare più realista del re, a darci tre minuti. Sa come mi è sembrato? Che lui scambia la maggioranza col diritto di preavviso! Se mi stavo zitto, al prossimo giro l’onorevole Nucera mi faceva uscire fuori e dopo mi licenziava! Siccome è un po’ difficile, noi siamo stati abituati ad agire in una società che ci voleva escludere e non ci siamo fatti escludere, volevo ricordarglielo questo – non lo dimentichi…
Detto questo, l’emendamento protocollo numero 518 fa riferimento alla legge numero 32 del 2001 su cui si chiedono delle modifiche. Questo è, essenzialmente, un emendamento di tipo normativo ed essendo tale, non volendo travisare in nessun modo quello che ha scritto l’onorevole Tripodi e non volendo in nessun modo sottolineare che l’onorevole Tripodi riteneva meno importanti, ve lo leggo senza perdere tempo e non lo commento:
Dice l’onorevole Tripodi: Onorevoli colleghi, la legge “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità” del 26 novembre 2001, numero 32, pur essendo una legge di grande importanza per l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità della Calabria, presenta una situazione problematica relativa alla partecipazione delle organizzazioni delle persone con disabilità nei processi della stessa ed una incoerenza con quanto stabilito dalla legge numero 68 del marzo 1999, in quanto la bozza di legge, diventata poi legge regionale numero 32, era stata elaborata presso l’assessorato al lavoro da rappresentanti di tutti gli attori coinvolti nel processo d’inserimento lavorativo delle persone con disabilità ed è stata inviata alla Commissione di competenza con il pieno consenso.
Le modifiche relative agli articoli 5 - comma 1 e 11, comma 5, lettera g) – hanno limitato la possibilità di partecipazione attiva solo ad alcune organizzazioni di rappresentanza dei disabili, escludendo le associazioni di persone con disabilità, di familiari e di sezioni regionali e provinciali di associazioni, eccetera... ”
“La legge numero 32 consente la rappresentanza dei disabili nelle Commissioni di competenza, esclusivamente alle associazioni che per legge hanno la tutela dei diritti dei disabili. La legge 68/2000, riconoscendo la presenza attiva e qualificata dell’associazionismo impegnato nell’handicap, definisce che nei tavoli di concertazione e consultazione la rappresentanza delle persone con disabilità è garantita da associazioni comparativamente rappresentative”.
Cosa chiediamo noi? “Chiediamo, pertanto, la modifica dell’articolo 5, comma 1, che la frase “associazioni che per legge hanno la tutela dei diritti dei disabili” venga sostituita con “associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative a livello provinciale” e l’articolo 5, comma g), “associazioni che per legge hanno la tutela dei diritti dei disabili” venga sostituito con “associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative”.
Poi si parla della costituzione e funzionamento
degli uffici competenti, ma quello prima è il punto di fondo, della costituzione
del fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità,
poi dentro questo articolo 11 c’è un comma 1 ai sensi di quale articolo di
quale legge viene costituito, il comma 2 “il funzionamento del fondo è
stabilito dalla Giunta regionale” e si dice come, il comma 3 che istituisce la
Commissione per la programmazione del fondo, il comma 4 dice la Commissione di
chi si avvale, cioè di un Comitato tecnico-scientifico formato da cinque
esperti, il comma 5 dice che “la Commissione per la programmazione del fondo è
costituita da”.
Il fine di queste correzioni
qual è? E’ quello di far funzionare meglio una legge, chiamando attorno ad un
tavolo le associazioni più rappresentative a livello provinciale e facendolo
supportare da una Commissione tecnico-scientifica.
Che cambia rispetto alla vecchia legge? Che, magari, c’è
un’organizzazione più rappresentativa a livello nazionale che non ha
rappresentanza in una provincia e, invece, una organizzazione che è
rappresentata in seno ad un provincia che non possa venire rappresentata. Il
senso è una maggiore e più efficace utilizzazione della legge, chiamando chi
nelle diverse realtà è più rappresentativo direttamente o come associazione di
questo tipo di problema.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Questa è una modifica di legge che poi vedremo nella seconda fase, come ho già detto nel precedente intervento, quindi parere contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 518.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 649 a firma Bova, Pacenza, Borrello ed altri che così recita: Dopo l’articolo 2 si aggiunge l’articolo 2 ter:
“1. La Regione promuove la propensione all’autoimprenditorialità quale risposta alla domanda di nuova occupazione e di sviluppo locale, al fine di incoraggiare l’emersione della richiesta di lavoro autonomo e di stimolare l’autoanalisi delle capacità e delle attitudini.
Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma precedente, la Giunta regionale è autorizzata a realizzare il progetto denominato “Calabria: il mestiere si fa onore”, destinato a soggetti inoccupati e disoccupati residenti in Calabria ed in possesso dei requisiti per l’ammissione alle agevolazioni della legge n. 608/96 e successive modificazioni ed integrazioni.
3. La realizzazione del progetto avverrà per il tramite della Società Sviluppo Italia con la quale la Giunta regionale, previa stipula di apposita convenzione, provvederà a:
a) generare, mediante una forte attività promozionale, lo stimolo verso l’affermazione della cultura di impresa;
b) identificare attività e mestieri verso cui orientare la domanda di autoimprenditorialità;
c) realizzare, su base provinciale, specifici moduli di formazione professionale per le attività individuate da sviluppare nelle diverse fasi di fattibilità, formazione, selezione, assistenza alla progettazione esecutiva e tutoraggio;
d) finanziare ulteriori interventi per accrescere il numero delle imprese, attraverso lo strumento del prestito d’onore, anche in aggiunta a quelle nazionali.
4. Per gli interventi di cui al presente articolo è autorizzata per l’anno 2004 la spesa di Euro 15 milioni, mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
La parola all’onorevole Bova.
Questo riguarda un altro aspetto. Nel precedente emendamento riguardante l’assegno di reinserimento si parlava degli ultimi, ora si vogliono premiare quelli che in Calabria non hanno opportunità, ma hanno idee, sanno e vogliono fare.
Il titolo che diamo è “Calabria:
il mestiere
si fa onore”, che ovviamente è
destinato a soggetti che non hanno lavoro perché disoccupati o inoccupati ed in possesso dei requisiti per
l’ammissione
alle agevolazioni della legge numero 608 del ‘96. Perché si abbia un supporto
tecnico adeguato, si parla di avere come riferimento la società Sviluppo Italia
e poi al comma 3 di questa proposta ci sono le lettere a), b), c) e d) in cui
si dice come si genera questa attività, come si identificano le attività e i
mestieri, come si realizza su base provinciale il tipo di formazione, di studi
di fattibilità e di selezione e, infine, come finanziare ulteriori interventi
per accrescere il numero di imprese.
La proposta che si fa è di utilizzare la spesa di 15
milioni di euro.
Badate, c’è un riferimento che è successivo ad un’esperienza che noi abbiamo condotto e che è della prima fase di questa legislatura, al di là del merito come sono già stati gestiti quei progetti e c’è qui in sala l’assessore al lavoro, lui sa che, rispetto ai progetti che sono stati selezionati e sono stati giudicati validi i finanziamenti, c’è stato un numero di domande molto più alto, per cui in Calabria c’è una richiesta molto alta che va in questa direzione e siccome poco fa ci si criticava – ma non voglio tornare su quello – sul fatto che noi siamo fissati con i lavori precari, con tutto pubblica amministrazione, eccetera, come vedete non è vero, perché se è pubblica amministrazione, ci si dice che non andiamo bene, se si parla di assegni di reinserimento, ci si dice che non andiamo bene! Qui parliamo di piccolissime imprese e di calabresi a cui diciamo “avete idee? Alzatevi in piedi” e su questo si investono 15 milioni di euro. Non lo so, può darsi che sbagli, anche su questo ci si dice magari che non va bene.
Poi sul resto risparmiateci questo tipo di giaculatoria che oggi non si fa credito, domani sì. Intanto, aprile è dietro l’angolo. Io non ci credo che voi nel mese di aprile proporrete un assestamento, perché è una cosa schizofrenica, non c’è neanche tempo di guardare le carte, perché se era così, perché aprile e non marzo? E ve lo dico prima, non ho dubbi che non sbaglio. Noi in aprile non discuteremo niente, perché non porterete niente a discutere.
Comunque pensiamo che in un progetto d’urto per il lavoro anche un’idea di questo tipo abbia dignità di essere proposta e noi pensavamo accolta e quindi non solo lavoro pubblico, lavoro precario, eccetera, in questo caso parliamo di imprenditorialità giovanile e di risorse minime, quelle all’incirca pari al prestito d’onore, si tratterebbe di 35-40 mila euro da erogare in un ciclo triennale e non è nemmeno troppo. Ma io lo so com’è, qui il problema non è tanto di quattrini, è che noi non si parli, non ci si esprima, che si accetti per responsabilità quello di fare un’altra parte in commedia, tipo un vecchio proverbio che non ho mai accettato, quello che diceva: “Signore, provvedi chi è già provvisto, ché il povero ha imparato”. Noi siamo poveri, anche politicamente in minoranza, ma subordinati no e quindi vi proponiamo questo tipo di emendamento.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Contrario per le stesse motivazioni di prima.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 649.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 650 a firma Bova, Pacenza, Borrello ed altri: Dopo l’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 ter:
“1. La Regione promuove e sostiene l’utilizzo delle tecnologie informatiche a favore di giovani calabresi che abbiano conseguito un diploma di scuola media superiore mediante la erogazione di un bonus “una tantum”, pari ad euro 500, per l’acquisto di un personal computer.
2. I benefici sono rivolti a giovani diplomati appartenenti a famiglie il cui reddito annuo dell’intero nucleo familiare non sia superiore ad euro 25 mila, depurato di una quota di abbattimento pari ad euro 1.000 per ogni componente.
3. La gestione delle erogazioni relative al bonus di cui al presente articolo è assicurata dai Comuni che provvederanno alla istruttoria delle domande ed alla predisposizione delle graduatorie degli aventi diritto.
4. Le richieste devono essere indirizzate ai Comuni di residenza entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge
5. La Giunta regionale, sulla scorta delle richieste pervenute dai singoli Comuni e sulla base delle disponibilità di bilancio, provvede al riparto.
6. I Comuni sono tenuti a trasmettere un rendiconto dettagliato dell’utilizzo delle risorse.
Alla copertura finanziaria prevista in euro 2.000.000,00 si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
Reca le stesse firme, per cui anche questo lo illustra
l’onorevole Bova.
Soltanto che stavolta va al livello nazionale.
In privato ed anche pubblicamente, mi sono arrivati opuscoli a casa su quanto era bravo il
Presidente del Consiglio quando ha pensato ad un computer per tutte le famiglie
italiane.
Era bravo su questo aspetto, però le famiglie aumentano e i giovani ogni anno,
quelli che si diplomano, in Calabria sono 19 mila.
A meno che non sia peccato proporlo da noi, qual è l’idea? Ogni anno in Calabria, ripeto, si diplomano all’incirca 19 mila tra ragazze e ragazzi. Noi stiamo proponendo che, a partire dal 2004 ed anche in seguito, a tutte le ragazze e i ragazzi che si diplomano e che appartengono a famiglie il cui reddito complessivo non sia superiore a 25 mila euro l’anno, che aumenta come quota se ci sono altri figli a carico, si dia un bonus di 500 euro per acquistare computer e lo si dia solo nel momento in cui viene comprato. Si dice come deve essere fatto e si prevede una copertura finanziaria di 2 milioni di euro.
Come vedete, non si tratta di proposte singole, è un combinato disposto che prende la famiglia, quella normale, da diversi aspetti: a chi non ha si dà un reddito, a chi è figlio di disoccupato si pensa di poter intervenire col prestito d’onore, a quelli che studiano si pensa di dare il bonus per un computer.
Sono cose non velleitarie, motivabili, esprimibili alla luce del sole e noi riteniamo – ecco un altro punto – fattibili ora o col 10 per cento dei 790 milioni di euro o, come noi sappiamo – non è demagogico e non stiamo giocando – con una parte dello 0,5 per cento che i calabresi pagano, perché qualcuno mente se non è vero quello che dico, perché non me lo sono inventato io.
Torno a dire, l’assessore alla sanità sostiene – e credo che dica la verità – che molta parte di queste risorse, di fatto, è liberata; l’unica risposta che ho sentito è che lo decidete voi se, quando e come. Comunque, siccome si possono utilizzare, il diritto di proposta noi ce l’abbiamo e con quelle risorse per 2 milioni di euro chiediamo di finanziare questo tipo di operazione di cui chiediamo l’inserimento della posta nel bilancio di previsione.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 650.
(E’
respinto)
Emendamento protocollo numero 651 a firma Bova, Borrello, Tripodi Michelangelo: Dopo l’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 quater:
“1. La Regione sostiene gli investimenti degli enti locali per la realizzazione di opere, ristrutturazione, riqualificazione di immobili o altri beni provenienti dalla confisca di patrimoni di origine mafiosa.
2. Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma precedente garantisce agli enti locali la copertura pari al tasso di ammortamento dei mutui da contrarre con la Cassa depositi e prestiti.
3. Alla copertura finanziaria prevista in euro 1 milione si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
La parola all’onorevole Bova.
Anche questo è un
emendamento che chiede che da parte della Regione si sostengano gli investimenti degli enti
locali per la realizzazione di opere che ristrutturino o riqualifichino,
facciano usare e riusare immobili confiscati provenienti dai patrimoni di origine mafiosa.
Per il raggiungimento di questi obiettivi si garantisce agli enti locali la possibilità di contrarre i mutui con una copertura pari al tasso di ammortamento. Per questo si prevede 1 milione di euro di risorse.
In un’epoca come questa, in
cui ciascuno fa il suo mestiere, qui dentro
non possiamo dire che abbiamo preso il pericolo pubblico numero 1, numero 3, numero 5, né
abbiamo un esercito da spostare a destra e a
manca. La nostra funzione è quella di essere una delle forze portanti nei
contrasti all’illegalità, cioè in cui non ci limitiamo a dire che è giusto
essere per la legalità, in cui affermiamo, inveriamo e sosteniamo un percorso progettuale di legalità.
Come lo facciamo?
Garantendo un diritto allo studio
effettivo, garantendo il riutilizzo e la riqualificazione di beni di questo tipo, facendo in modo che le varie
funzioni statuali e la nostra collaborino e cooperino attivamente a restringere i margini, da un lato, della prepotenza e, dall’altro, ad allargare la fiducia e il rapporto
della società positiva con le istituzioni per
quello che concretamente
fanno.
In questo senso, non fiori ma
opere di bene, perché le parole in un’epoca come questa restano all’aria! Noi
proponiamo che concretamente
il nostro bilancio si rafforzi e si qualifichi
con un emendamento di questo tipo.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Pacenza.
Presidente, vorrei aggiungere alle cose dette dall’onorevole Bova che, siccome su questo
emendamento c’è stata già una discussione
abbastanza delicata in Commissione e una delle argomentazioni
posta a diniego dell’approvazione è stata che su questo capitolo insistono già
residui all’interno del bilancio della Regione col dato che c’è una difficoltà
di accesso al capitolo stesso, in quanto mancherebbe
il Regolamento di attuazione, siccome questa è una partita molto delicata
perché – se non ricordo male – già sul bilancio 2002 o variazione al bilancio 2002 è stata già impegnata una posta su questo
stesso argomento, sarebbe il caso, ove
effettivamente ci fossero impedimenti all’accesso delle risorse, di attivarsi
in questa direzione, perché essendo un capitolo particolarmente delicato, una
non utilizzazione delle risorse per limiti attuativi rischierebbe di caricare il Consiglio di una esposizione
particolarmente delicata.
Quindi gradirei capire
meglio sull’argomento e comunque di
fare anche un lavoro di supporto ai soggetti che possono utilizzare accesso a
questo capitolo finanziario.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Su questo capitolo
c’è anche per quest’anno un limite di impegno di 1 milione di euro, così come c’è stato per l’anno scorso. Non è un problema
di Regolamento, la procedura si attiva attraverso la
legge 24; c’è, semmai, una maggiore propensione ad attivare questo capitolo e quindi
una maggiore informativa che necessita nei confronti
sia dei Comuni che poi devono attivare la norma
ed anche sollecitare le strutture burocratiche
della Giunta, in modo tale che questo tipo di divulgazione avvenga da parte dei Comuni
per poterla attivare.
Diciamo che non c’è bisogno
di un Regolamento, c’è solo bisogno di divulgarle in maniera più capillare
sul territorio per dare la possibilità che questo milione di euro, che è un
limite di impegno, venga utilizzato.
Onorevole Pacenza, visto che c’è stato questo
chiarimento e l’argomento è delicato, proporrei, se siete d’accordo, di
ritirarlo, non di farlo respingere, visto che i fondi ci sono su quel capitolo.
Ci attiveremo in modo che si possano chiarire meglio queste procedure.
E’ un argomento che credo non sia interesse di nessuno
farlo bocciare. Vedremo, invece, se attivando le procedure, nel prossimo
bilancio ci sarà la possibilità di inserire qualche altro fondo.
(Interruzione)
Va bene? Lo ritiriamo? No.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 651.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 652 a firma Bova, Borrello, Tripodi Michelangelo: Dopo l’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 quinquies:
“1. Per la copertura del fabbisogno necessario alla erogazione dell’assegno previsto per i lavoratori di pubblica utilità per l’intero anno 2004 è prevista la spesa di euro 10 milioni.
2. Alla copertura finanziaria si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinvenente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
La parola all’onorevole Bova.
Visto che le risorse per gli Lpu ci sono fino ad aprile, in più – ci si è informati – con una parte di risorse nazionali si potrebbe arrivare fino a giugno, qui si propongono 10 milioni di euro, in maniera che con questo bilancio ci sia la certezza di finanziamento fino a tutto dicembre.
Si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Su questo argomento, oltre ai 9 milioni e 600 mila euro che danno possibilità di coprire tutto fino al 30 giugno per gli Lpu, ci sono anche 5 milioni di euro che riguardano la legge di stabilizzazione dei lavoratori.
Io ritengo che, attraverso questo, riusciamo a raggiungere il 30 giugno, quindi in sei mesi possiamo fare in modo che, nella fase di assestamento che dovremo fare, troviamo la restante parte per arrivare a fine anno. Quindi ci deve essere un impegno un po’ di tutti a recepire queste risorse per fare in modo di raggiungere il 31 dicembre dell’anno.
Giuseppe BOVA
Posso fare una domanda? Perché non so se ho capito bene e, vista l’ora, vi chiedo scusa: ma lei sta proponendo che, in caso di necessità, spostate i 5 milioni di euro previsti per la stabilizzazione…?
Francesco TALARICO, relatore
No, ha capito male.
Giuseppe BOVA
Me lo può far capire?
Francesco TALARICO, relatore
Ci sono 5 milioni di euro per la legge, l’ho aggiunto io “per la stabilizzazione”…
Ci sono 9 milioni e 600 che danno la possibilità di coprire tutto fino al 30 giugno sul bilancio, tra residui e quote di competenza dell’anno. Quindi fino al 30 giugno gli Lsu e gli Lpu saranno pagati, l’ha detto pure lei. Nella fase di assestamento del bilancio, quando andremo a fare, troveremo la restante parte per arrivare al 31 dicembre e per garantire tutto l’anno.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 652.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 653 a firma Bova, Pacenza, Borrello ed altri: Dopo l’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 sexies:
“1. Per il raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 38 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, è autorizzata la spesa si euro 1 milione.
2. Alla copertura finanziaria si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
La parola all’onorevole Bova.
Questo è un piano annuale, biennale, triennale, quinquennale delle opere pubbliche virtuoso con la partecipazione diretta dei cittadini, dei Comuni, del sistema delle professioni calabresi collegato a questi punti.
Poi si dice, una buona volta, che le leggi vanno
attuate sempre e in tutti gli articoli, qui
parliamo dell’articolo 38 della legge urbanistica, ormai approvata da un paio di
anni, e di questo non si è visto bene. Noi
proponiamo che 1 milione di euro di mutui vengano utilizzati per quel progetto di risanamento
e riqualificazione dei centri storici della Calabria
con un piano di priorità che fa la Giunta, sulla base
di un Regolamento di attuazione, di accordi
di programma che fa la Giunta col sistema
dei Comuni e con una ricaduta che sarebbe chiara a tutti, perché il meccanismo è quello di riconoscere il diritto a singole famiglie proprietarie
di alloggi in un’area, sulla base di piani particolareggiati definiti dai
Comuni, di risanare, riqualificare e ristrutturare le loro case nei centri
storici. Questo è l’effetto diretto.
La Giunta utilizzerebbe mutui, le famiglie senza interesse
pagherebbero in dieci-quindici anni il loro debito, si moltiplicherebbero le
attività perché progetti e piani di questo tipo richiedono l’attività di
piccole imprese qualificate, farebbero impegnare nelle varie realtà una miriade
di giovani professionisti, si attiverebbe un circuito virtuoso.
Non era previsto nella vostra proposta, non siamo
all’assestamento “oggi non si fa credito, domani sì”, tra l’altro l’ho sentito
già, però non sono convinto.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
In questo caso è
diverso, onorevole Bova, perché questo emendamento è stato già proposto da lei l’anno
scorso nel bilancio ed è stato accolto, c’è già un limite di impegno sul
bilancio che vale per l’anno scorso e
che è stato riproposto anche quest’anno.
Quindi è già un punto che avevamo accolto, in passato, era esattamente 500 mila euro, invece di 1 milione.
Quindi è come se fosse stato già accolto.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 653.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 654 a firma Bova, Pacenza, Borrello ed altri: Dopo l’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 septies:
“1. La Regione promuove e sostiene la tutela delle coste dalla erosione mediante la predisposizione di un programma di interventi da attuarsi a cura degli enti locali.
2. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, approva il “Piano triennale di risanamento costiero”, da attuarsi mediante progetti annuali di intervento a cura dei Comuni interessati ed in coerenza con le prescrizioni di cui al Piano di assetto idrogeologico in vigore.
3. Il Piano di cui al comma precedente individuerà criteri e modalità per l’attuazione del programma, indicando compiti e funzioni degli enti locali.
3. Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma precedente, la Regione garantisce agli enti locali la copertura finanziaria pari al tasso di ammortamento dei mutui da contrarre con la Cassa depositi e prestiti.
4. Alla copertura finanziaria del fabbisogno, previsto in Euro 10 milioni per l’anno 2004, si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
Questo emendamento
va nella direzione della tutela delle coste. Le coste, danneggiate ormai
da anni dall’erosione, credo
che abbiano bisogno di interventi mirati, programmatici e pluriennali.
Sentiamo, nelle statistiche di fine anno, che siamo una delle poche regioni d’Italia dove il turismo aumenta, c’è un incremento costante, sarà un turismo di un certo periodo, in alcune aree è un turismo che sta incominciando ad essere plurimensile o pluriquindicennale.
Noi riteniamo che un piano di intervento per un risanamento sia una cosa che dobbiamo affrontare con serietà, più che fare un mutuo per opere pubbliche che non sappiamo a cosa servano. Con questo sicuramente si potrebbe avviare un processo programmatico in questa regione che va nella direzione della tutela e della promozione dello sviluppo, perché senza spiagge difficilmente si può fare turismo, e credo che l’assessore Gentile lo sappia bene.
In questo emendamento prevediamo il finanziamento di 10 milioni di Euro per l’anno 2004, che potrebbero essere tranquillamente ridotti a quei 7 milioni di Euro previsti per il piano delle opere pubbliche. Potrebbe essere una proposta che assicura una forma di sviluppo con un piano predisposto dalla Giunta e votato in Consiglio regionale in novanta giorni, daremmo davvero la svolta a quella che è l’unica vera risorsa di questa nostra regione.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Presidente, questo è un argomento estremamente importante che riguarda tutta la Calabria. Proprio per l’importanza dell’argomento, c’è da respingere ancora di più e da approfondirlo in Commissione, per andare a trovare qual è obiettivamente il modo migliore per riuscire a venirne fuori, se con fondi di bilancio o con fondi comunitari.
Quindi il parere è contrario.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 654.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 655 a firma Bova, Adamo, Borrello ed altri: Dopo L’articolo 2 si aggiunge il seguente articolo 2 octies:
“1. Per favorire l’accesso al credito delle imprese artigiane e delle Pmi operanti in Calabria, la Giunta regionale integra ogni anno il fondo di garanzia fidejussoria di cui all’articolo 32 della legge regionale 12/1997, rapportando tale integrazione a programmi annuali di intervento, prevedendo la copertura dell’onere conseguente con lo stanziamento di bilancio del fondo unico per l’esercizio delle funzioni, conferito dal decreto legislativo n. 112/1998 in materia di agevolazione alle imprese.
2. La somma di 10 milioni di Euro è destinata alla copertura parziale del fabbisogno necessario alla erogazione dei contributi in conto capitale e in conto interessi a favore delle imprese artigianali della regione, ai sensi della legge 949 del 1952 e successive modifiche ed integrazioni.
3. Alla copertura finanziaria per l’anno 2004 si provvede mediante la riduzione della quota di pari importo rinveniente dall’abbattimento del 10 per cento delle singole Upb – quota libera – ad eccezione di quelle relative alla 3.2.4, 2.3, 6.2 e mutui sanità”.
La parola all’onorevole Borrello.
Avevamo già detto nella discussione generale che abbiamo assistito forse all’unica audizione che si è tenuta quest’anno. Per la prima volta nella storia di questa Regione, si va ad approvare un bilancio senza avere avvertito la sensibilità di conoscere le indicazioni, le valutazioni del mondo imprenditoriale, ma non solo, delle forze sociali su quello che è lo strumento più importante della programmazione regionale. Queste audizioni ci hanno visto di fronte alle associazioni di categoria che riguardano gli artigiani.
Hanno lamentato una sorta di disattenzione da parte
dell’esecutivo regionale rispetto a problemi, esigenze di accedere, sia in
conto interessi che in conto capitale, ad un sistema
creditizio che fosse in grado, in qualche maniera,
di alleggerire le difficoltà gestionali e di attività produttive che in questo mondo
molto complesso, ma soprattutto anche sul piano del numero delle imprese che operano in Calabria, è molto consistente.
Oggettivamente, ci è sembrato di dover anche qui dare un segnale che è
estremamente anche limitato rispetto alle esigenze che loro prospettavano, già sulla scorta di una idea del momento e di un protocollo
d’intesa che, a detta loro, avevano
sottoscritto con la Giunta regionale e che poi, in corso d’opera, pare che sia sfumato per una serie di problemi
legati soprattutto ad assenza di risorse. Hanno anche, per la
verità, denunciato che alcune poste previste
in bilancio siano state disimpegnate per effetto di decreti dirigenziali o
qualcosa di simile.
Oggettivamente, in quella seduta
hanno lanciato un grido di forte allarme rispetto a questo problema ed hanno
invitato l’intera Commissione, a partire dal Presidente Talarico, a prestare maggiore attenzione
in termini soprattutto di disponibilità a rimuovere una difficoltà che non era stata creata da loro, ma dai
meccanismi che si erano messi in campo da parte della Giunta, dell’esecutivo
regionale.
In più, oltre a questa
ipotesi di mettere a disposizione alcune
somme per soddisfare in misura quasi minima tutte
le richieste giacenti presso l’assessorato, è stato anche da loro stessi
suggerito di inserire una norma che, nello specifico, non impegni direttamente
una disponibilità di risorse da pronta cassa di questa sera, ma comunque una
norma di carattere un poco più generale che, sostanzialmente, richiamandosi
all’articolo 32 della legge regionale numero 12 del 1997, sia destinata a favorire l’accesso al credito attraverso l’integrazione annualmente del fondo di garanzia di fideiussione, facendo risalire anche l’onere che poi ne dovrebbe
conseguire al fondo unico che deriverebbe alla Regione dal decreto legislativo
“112”.
E’ una sorta di richiesta
nostra a favore di queste aziende per consacrare un principio che poi dovrà
trovare attuazione non nell’immediato con il bilancio di quest’anno, ma attraverso l’utilizzo dei fondi che dallo Stato
centrale arriverebbero alla Regione attraverso il decreto legislativo “112”.
Il secondo comma è quello
che ho già spiegato prima, ma anche se si volesse accedere, onorevole Talarico,
al primo comma – perché, ripeto, non c’è un impegno immediato di spesa rispetto
a questo bilancio, ma lo potrà diventare in
seguito - almeno si acquisisce un principio. Noi siamo anche disponibili, nel caso in cui dovesse permanere il
parere contrario - in questo caso del secondo comma - ad accedere anche a stralciarlo da questo emendamento, previa approvazione del primo comma.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 655.
(E’ respinto)
Passiamo all’articolo 3. C’è un emendamento protocollo
numero 516 a firma Tripodi Michelangelo, ma poiché è assente, si intende
decaduto.
L’emendamento protocollo numero 599 a firma Tesoriere è
ritirato.
Emendamento protocollo numero 646 a firma Tommasi
all’articolo 3: Agevolazioni Irap.
1. A decorrere dall’approvazione della legge di bilancio, ai seri dell’articolo 21 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 “Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale”, sono esentati dal pagamento dell’Irap e della tassa automobilistica regionale, per i veicoli dei quali risultino proprietari, i soggetti individuati dall’articolo 10 del medesimo decreto, fermo restando l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, anche ai fini della determinazione dell’imponibile Irap, alla competente Agenzia delle entrate.
1 Ai fini della fruizione del beneficio di cui al comma precedente, i soggetti interessati devono far pervenire alla Regione copia della comunicazione di cui all’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo n. 460/1997, ovvero copia del provvedimento di iscrizione nei registri richiamati all’articolo 10, comma 8, del medesimo decreto, nonché copia del certificato di proprietà del veicolo.
3. Per le modalità di applicazione, i termini di versamento e quant’altro inerente alla gestione dell’impresa regionale sulle attività produttive continuano ad applicarsi le disposizioni del decreto legislativo n. 446/1997”.
La parola all’onorevole Tommasi.
E’ un emendamento che va nella direzione di agevolare quei
soggetti del mondo non profit che fanno volontariato e che sono per legge regionale costretti a
pagare l’Irap e la tassa automobilistica anche sui mezzi che hanno per
adoperarsi nel volontariato.
Ho visto per televisione una grande manifestazione che c’è stata al centro agro-alimentare qualche giorno fa, dove si parlava di sociale, era presente tutto il mondo del volontariato, centinaia e centinaia di associazioni.
Allora la sensibilità
della Giunta era così palpabile che ho
ritenuto, insieme ai colleghi, di presentare un emendamento che andasse in questa direzione, proprio per
stare vicini, come vogliamo esserlo, alle associazioni che già con grande
difficoltà portano avanti questo grande lavoro di volontariato.
E’ possibile, per un
decreto del 1997, il numero 470
relativo al riordino della disciplina tributaria, poter arrivare all’esenzione per
queste associazioni dell’Irap e delle tasse
automobilistiche
di proprietà di queste associazioni che svolgono effettivamente il proprio
lavoro. Credo che non sia una spesa non sopportabile per quanto riguarda la
nostra Regione.
E’ fatto di tre articoli, per avere il beneficio è previsto che “i soggetti interessati devono far pervenire alla Regione copia della comunicazione” di tutta quanta la parte burocratica e “Per le modalità di applicazione, i termini di versamento e quant’altro inerente alla gestione dell’impresa regionale sulle attività produttive continuano ad applicarsi le disposizioni del decreto legislativo n. 446/97”.
Credo che questo sia un
atto concreto che oggi possiamo fare per il mondo del volontariato, perché vedo che nelle ore ed ore di discussione abbiamo
già più volte evidenziato come la Calabria sia
la Regione che ha le più alte tasse automobilistiche, le più alte tasse
per quanto riguarda l’Irap, l’Irpef. In questa direzione, credo che si possa
dare un segnale forte a tutto il mondo dell’associazionismo e del non profit,
proprio per far sì che non ci sia il pagamento di questo ulteriore balzello a
chi già fa tanti sacrifici per fare questo lavoro.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario, peraltro non mi sembra che la Regione abbia
la tassa Irap più alta rispetto alle altre. L’Irap è 4,25 per tutte le Regioni
d’Italia, quindi non ci sono differenziazioni.
Peraltro sull’emendamento
non si evidenzia neanche quant’è la minore entrata che tutto questo potrebbe
determinare, perché l’importo dell’entrata è fondamentale per costruire il
bilancio.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 646.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 539
a firma Tripodi Michelangelo, ma poiché
il proponente è assente, si intende decaduto.
Emendamento protocollo numero 536
a firma Tripodi Michelangelo.
Giuseppe BOVA
Lo faccio mio.
PRESIDENTE
All’articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002 si propone di aggiungere il seguente articolo:
“Per assicurare la gestione, la manutenzione ed il funzionamento degli impianti di depurazione delle acque reflue e delle reti fognarie, gli Ato delle cinque province provvederanno ad utilizzare prioritariamente i lavoratori dei progetti ex Comerint”.
Giuseppe BOVA
Con questo sono d’accordo.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
Giuseppe BOVA
Questo non ha costi.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 536.
(E’ respinto)
Emendamento
protocollo numero
534 a firma Tripodi Michelangelo, ma decade anche questo per assenza del proponente.
Emendamento protocollo numero 532
a firma Tripodi Michelangelo.
(Interruzione
dell’onorevole Bova)
“All’articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002 si propone di aggiungere il seguente articolo:
“La Regione favorisce la costituzione di società miste e cooperative nel settore della tutela ambientale, da realizzare nell’ambito delle competenze dell’Arpacal ed utilizzando a tal fine le apposite misure del Por Calabria. Le società miste e le cooperative di cui al comma precedente saranno composte dai soggetti che sono stati avviati al lavoro nell’ambito dei progetti Noc (Nuova Occupazione Calabria) nel settore della tutela ambientale”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 532.
(E’ respinto)
Emendamento
protocollo numero 531 a firma Tripodi Michelangelo,
che decade per assenza del proponente.
Emendamento protocollo numero 527 a firma Tripodi Michelangelo all’articolo 3: “Si propone di aggiungere il seguente articolo:
“In attuazione del Piano regionale dei trasporti, lo snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro è localizzato presso l’aeroporto di Reggio Calabria.
La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti
gli atti necessari per la realizzazione dell’intervento di cui al precedente
comma”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 527.
(E’ respinto)
Emendamento
protocollo numero 513 a firma Tripodi Michelangelo,
che decade per assenza del proponente.
(Interruzione)
Francesco
TALARICO, relatore
Su questo siamo già intervenuti
sul bilancio.
PRESIDENTE
Emendamento protocollo numero 512
a firma Tripodi Michelangelo, che decade per assenza del proponente.
Gli emendamenti protocollo numero 498
e 497, a firma Leone, sono ritirati.
Emendamento protocollo numero 508, a firma Amendola, all’articolo 3: “Le strutture degli asili nido, realizzate con i fondi di cui alle leggi:
‑ n. 1044 del 6 dicembre 1971 (“Piano quinquennale per l’istituzione di asili‑nido comunali con il concorso dello Stato”);
‑ n. 891 del 29 novembre 1977 (“Norme per il rifinanziamento del piano degli asili-nido e modifica della legge istitutiva n. 1044 del 6 dicembre 1971”);
‑ legge regionale n. 12 del 27 agosto 1973 (“Disciplina degli asili-nido”);
possono essere utilizzate per scopi diversi da quelli previsti dalla legge regionale n. 5 del 26 gennaio 1985 (“Riordino e programmazione delle funzioni socio-assistenziali”), secondo le esigenze individuate dai singoli Comuni nell’ambito della propria autonomia.
Il presente emendamento non necessita di copertura finanziaria”.
La parola all’onorevole Amendola.
Presidente, a differenza di
quanto ho fatto in occasione della discussione nella Commissione
bilancio, non ho presentato molti emendamenti,
mi sono limitato a porne alcuni su delle questioni
importanti e non sempre inerenti una spesa, come quello che sto per illustrare.
Considerato che in Calabria, in quasi tutti i piccoli
comuni, esistono oramai delle costruzioni da adibire ad asili-nido, mai aperte,
mai utilizzate, quindi delle strutture decadenti e che anche da parte di molti
sindaci viene sollecitata questa iniziativa, con questo emendamento chiedo che
questi asili-nido possano essere utilizzati a scopi diversi da quelli previsti
dalla legge regionale numero 5 dell’85, secondo le esigenze individuate dai
singoli comuni nell’ambito della propria autonomia. Ho specificato molti
sindaci senza distinzione di colore, per essere chiari, perché non è che gli
asili-nido siano stati costruiti nei comuni a governo del centro-sinistra,
d’altra parte parliamo di asili-nido costruiti venti anni fa in base a diverse
leggi, la 1044 del 1971, la 891 del 1977, quindi strutture che possono oggi
essere riutilizzati ad altri fini, a fini sociali per offrire servizi anche
agli anziani, servizi sanitari.
Nella stessa Commissione bilancio, rispetto a questo
emendamento ci sono stati moltissimi consensi, solo che il dirigente, il dottor
Pantaleo, si era riservato di verificare la sua compatibilità con le norme di
legge e avrebbe dovuto, in questa sede, darmi una risposta.
Prima che dia il parere il relatore Talarico, vorrei invitare tutti i consiglieri, anche quelli di maggioranza, a riflettere su questo emendamento che realmente risolverebbe un problema sociale, senza considerarlo da bocciare solo perché presentato da un consigliere di minoranza. Credo che non si possa accettare che in quasi tutti i comuni calabresi si continuino a mantenere ancora delle strutture decadenti che sicuramente non fanno onore né agli enti locali né a noi stessi, come Consiglio regionale, se dovessimo dare un parere negativo rispetto al recupero di questi stabili.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Su questa questione avevamo già parlato in Commissione. Credo sia opportuno rinviarlo alla manovra di assestamento, perché c’era da interpretare meglio che effetto esso possa realizzare dopo l’applicazione, quindi siccome il dottore Pantaleo è assente…
PRESIDENTE
Per evitare di bocciarlo, magari rinviamolo di
qualche mese e vediamo di esaminarlo meglio.
Francesco TALARICO, relatore
C’è voglia di accogliere favorevolmente questa proposta,
però lo rinviamo alla fase di assestamento, dopo che ne avremo valutato gli
effetti. Quindi se lo vuole ritirare, la volontà di accoglierlo in una fase
successiva non manca.
Franco AMENDOLA
Sì, Presidente, possiamo anche rinviarlo o ritirarlo,
voglio solo fare presente che con questo emendamento non si chiede nessun
contributo ai Comuni per la ristrutturazione.
Abbiamo capito, però è solo per valutarlo meglio. Quindi
è ritirato.
L’emendamento protocollo numero 544 viene ritirato.
Emendamento protocollo numero 547 a firma Pezzimenti: “All’articolo 1, comma 4, della legge regionale 30/2003 dopo il punto è aggiunto: “Sono altresì accreditate, entro lo stesso termine, le strutture che abbiano erogato prestazioni sanitarie negli anni 2001 e/o 2002 con oneri a carico del servizio sanitario e che siano in possesso dell’autorizzazione regionale all’esercizio dell’attività sanitaria alla data di entrata in vigore della presente legge”.
La parola all’onorevole Pezzimenti.
Si tratta di sanare una situazione che si è venuta a
creare negli ultimi due anni, in
quanto alcune strutture sanitarie, pur avendo
erogato prestazioni sanitarie acquistate dalle
Asl, non sono state accreditate perché mancava
la relativa autorizzazione.
Questo è un emendamento che
dovrebbe fare in modo che queste strutture possano avere l’autorizzazione e quindi l’accreditamento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Pacenza.
Sarei stato molto interessato a capire su questo emendamento l’orientamento dell’assessore alla sanità. Questa è un’ulteriore lettura del fatto che nel comparto sanità si vuole continuare a vivere alla giornata.
Presidente, lei poco
fa ci sollecitava ulteriormente a tentare di accelerare un ragionamento rispetto
all’andamento dei lavori sul Piano. Non capisco come una vicenda che ha un’assoluta pertinenza dentro la programmazione
e la spesa sanitaria possa, poi,
trovare corso in una normativa di legge Finanziaria che non ha nessun
altro riferimento ed insistere su questo ragionamento
di sanatorie
al di fuori di una normativa quadro sugli accreditamenti. Anche questa è una
pratica che non ci convince e che tranquillamente è su un crinale che rasenta
anche ragionamenti circa la legittimità.
Quindi non solo esprimo un parere contrario, ma questo
approccio mi convince nel ragionamento che abbiamo fatto anche nel dibattito
generale, quando, di fatto, invece che organizzare il sistema, si tenta di
portarlo ad implosione definitiva.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Crea.
Vorrei aggiungere qualcosa in merito e dire che questo emendamento era stato già trascritto in una modifica prevista due mesi fa e, poi, quando l’hanno riportato sulla carta, era stato scritto male e quindi l’abbiamo riproposto. Difatti c’è anche un mio emendamento che viene successivamente che è quasi simile.
Tutti coloro che negli anni 2000 e/o 2002 hanno
erogato prestazioni sanitarie automaticamente possono accedere agli
accreditamenti - questa è stata una discussione che abbiamo fatto
assieme all’assessore e lui ha detto di proporla in questo modo
- perché è giusto, come è stato fatto per
tanti. Alcuni che non erano a conoscenza della legge, automaticamente verrebbero ad avere anche loro
quello che tutti gli altri hanno già avuto, perché chi
ha erogato queste prestazioni
nel 2000 e 2002, automaticamente
deve avere l’accreditamento per legge, perché
così è stato fatto in tutti i posti.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Napoli.
Volevo sapere se l’ufficio è in condizione di
indicare qual è l’incidenza economica di questo emendamento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Morrone.
Penso che, se dovessimo approvare questo emendamento, dovremmo abolire le altre norme di legge che risultano in contrasto. Non vi possono essere norme concorrenti, poiché c’è una legge che lo vieta espressamente, quindi dovremmo modificare un’altra legge.
Credo che, dato che questo è un argomento che si discuterà nel Piano sanitario, sia meglio ritirarlo momentaneamente, lo riproporremo parlando con l’assessore alla sanità e ne discuteremo in sua presenza.
(Interruzione)
Ho detto durante la discussione del Piano sanitario.
Presidente, volevo ribadire
che questo è un emendamento presentato due
mesi fa, trascritto male. Oggi non si fa nulla di nuovo. Sono state riportate
le parole in modo esatto, perché non è
corretto che alcuni abbiano ottenuto l’accreditamento ed altri no. Chi ha erogato
prestazioni nel 2001 e 2002 automaticamente potrà accedere all’accreditamento,
è una cosa legittima. non è chiediamo nulla di nuovo,
è una cosa che deve espletare…
PRESIDENTE
Diciamo che, essendo
argomento di Piano sanitario, forse
è meglio se lo discutiamo in quel momento, onorevole Crea.
Domenico CREA
No, perché nel Piano non può essere inserita una cosa di questo genere in quanto può essere sanata solo se si prevede in questo emendamento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Borrello.
Presidente, volevo
anche esprimere qualche valutazione
su questo problema che certamente non mi può
trovare favorevole. C’è un problema in questa Regione,
Presidente, che riguarda proprio il tema degli accreditamenti.
Questa è una Regione, anzi l’unica d’Italia che non ha delle norme organiche
strutturali che guardano ad un problema qual è quello dell’accreditamento di
cui tutti conosciamo la portata, la consistenza, ma soprattutto cosa comporti,
in una materia molto delicata, dove oggettivamente registriamo oneri
pesantissimi per il bilancio regionale. Spesso e volentieri le autorizzazioni
non nascono da una disciplina precisa che stabilisce come si debba e si possa
pervenire agli accreditamenti.
Quindi, su questa questione particolare abbiamo
presentato un emendamento in sede di Piano sanitario, in cui tentiamo di
disciplinare in maniera compiuta questo problema che è grande ed importante
allo stesso tempo.
Agire per stralcio, oggettivamente, ci sembra poco
proficuo, anche in considerazione del fatto – lo diceva il collega Morrone
prima – che c’è un’altra norma, contenuta in una delle ultime Finanziarie, –
non so quale – che sostanzialmente blocca ad una certa data il rilascio di
ulteriori accreditamenti. Evidentemente la maggioranza avrà avuto l’esigenza,
nel momento in cui ha proposto ed approvato quell’articolo, quel comma, di
guardare meglio all’interno di questa tematica che – ripeto – è di importanza
rilevante.
Discutiamo seriamente sugli accreditamenti, anche
perché, oggettivamente, mi pare che in questa Regione vi sia una condizione
rispetto alle strutture private accreditate che ha una incidenza importante sul
bilancio regionale e quindi, prima di andare oltre, di procedere ad ulteriori
accreditamenti, facciamo un po’ il punto della situazione e vediamo, anche sul
piano normativo, quali debbano essere i requisiti, quali le condizioni per
accedere agli accreditamenti. Non è possibile, secondo me, licenziare tutta la
materia con due righi di un comma di un emendamento ad una Finanziaria.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Crea.
Qua si sta fraintendendo. Si sta dicendo che hanno
erogato prestazioni sanitarie, e che non si
danno accreditamenti che non c’erano prima; sono delle prestazioni, in parole
povere, per capirci meglio. Chi ha fatto una convenzione con Tac, roba varia,
eccetera, e quindi chi ha prestato questo servizio in quegli anni,
automaticamente deve essere accreditato perché è legge, perché chi ha dato
queste prestazioni tra il 2001 e il 2002 automaticamente rientra nella legge,
perché e la norma che lo dice, ma solamente per coloro che erano già
accreditati su altro e che avevano prestato qualche altra cosa, cioè non è che
si danno accreditamenti nuovi, su delle prestazioni che erano state fatte e
pagate alla Regione in questi due anni.
(Interruzione)
Sulla scorta che le aziende sanitarie avevano dato un parere.
PRESIDENTE
Prego,
onorevole Borrello.
Diciamo che si tratta di prestazioni sul servizio
sanitario che nascono da un’autorizzazione regionale che non so se sia
concepita attraverso un atto di Giunta regionale o, addirittura, da un decreto
dirigenziale, quindi un’autorizzazione che viene rilasciata in una sorta di
impossibilità a rilasciare l’accreditamento, per cui c’è qualcosa che non
funziona bene. Che poi siano intervenute – come dice il collega Crea –
prestazioni sanitarie, è frutto di cosiddetti protocolli d’intesa che vengono
gestiti, forse anche adesso, tra aziende e singole strutture in assenza di
accreditamento.
Allora, tutti quelli che hanno un budget nei laboratori di analisi oppure nei laboratori di radiologia,
possono fare, anziché una prestazione,
due o tre, in base agli apparecchi che hanno ed è importante che non si va
altre il plafond, cioè quello che è il proprio budget. Chi ha eseguito prestazioni in base
al budget predisposto tramite contratto con le Asl, automaticamente
può accedere all’accreditamento, perché non
stanno andando a chiedere altri fondi, ma in base al budget prestabilito: anziché fare una Tac,
fare due Tac e meno ecografie.
In parole povere è questo,
tanto per capirci, non sono delle cose nuove, sono delle cose che si…
Collega Crea, credo
di aver capito bene di che cosa stiamo parlando, mi permetto, non essendo
neanche medico, forse non è necessario essere medici per capire quello che c’è scritto qua.
Io l’ho capito bene, capisco bene il problema, lo
conosco altrettanto bene e le assicuro e le dico con estrema franchezza
e tranquillità
che quei protocolli d’intesa sottoscritti tra azienda sanitaria e struttura
privata, in assenza di accreditamento, sono ai limiti della legittimità.
Su questo guardi che non c’è assolutamente ombra di
dubbio, perché non esiste una legge che consenta alla Giunta regionale o al
dirigente dell’assessorato di rilasciare autorizzazioni e non accreditamenti.
La cosa è leggermente diversa.
Siccome non è un argomento molto chiaro, onorevole Crea, né sappiamo l’impegno finanziario che ci sarà, ritiriamolo momentaneamente e vedremo se nel Piano sanitario possiamo riprendere l’argomento, in qualche modo. Onorevole Pezzimenti, lo dico anche a lei, visto che è il proponente.
Presidente, effettivamente la situazione è come spiegava l’onorevole Borrello, questi avevano già avuto un protocollo
d’intesa per l’erogazione di questi servizi, indubbiamente, ma è chiaro che, come
previsto già nell’articolo 1 della legge
numero 30 del 2003, alcuni erogatori di prestazioni hanno ottenuto l’accreditamento.
(Interruzione)
Sì, hanno ottenuto l’accreditamento, la differenza
è che queste lavoravano in assenza di autorizzazioni che hanno successivamente
ottenuto.
PRESIDENTE
La
parola all’onorevole Morrone.
La prima fase è l’autorizzazione, che significa che ha i requisiti per essere autorizzata. La seconda fase è l’accreditamento e deve avere ulteriori requisiti, anche organizzativi, quindi di personale, eccetera.
Come avete scritto voi – non voglio contraddirvi, Dio me ne guardi – parlate solo di strutture autorizzate che hanno stipulato con l’azienda un protocollo d’intesa.
Allora la fase dell’accreditamento non può rilasciarsi
per legge, la struttura deve essere conforme a quella che è la legge del 14
gennaio del 1997 e con le successive integrazioni recepite dalla Giunta
regionale.
Quindi, in questa fase, non possiamo dire che possono essere
accreditate, perché devono sottostare a dei requisiti che la legge impone e che
la Giunta regionale ha recepito, quindi sono strutture autorizzate e non
accreditate che hanno fatto un protocollo d’intesa – come diceva il collega
Borrello – e basta, senza entrare nel merito, ché non ci compete.
Adesso, così com’è, questa formulazione non può essere
accolta per il semplice motivo che queste strutture devono possedere i
requisiti per l’accreditamento. Il fatto che abbiano erogato in regime di
autorizzazione la prestazione sanitaria non dice, automaticamente, che esse
abbiano i requisiti per l’accreditamento, quindi comunque va riformulata. Pur
volendo dire “sì, sono d’accordo con voi”, va comunque riformulata.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Crea.
Domenico CREA
Siccome sono convinto di quello che dico, voglio che si voti in merito.
Onorevole Crea, nessuno vuole creare problemi, il rinvio è solo un modo per chiarire meglio, va in questa direzione... quindi, se momentaneamente si potesse ritirare e poi discutere, magari, in sede di discussione del Piano sanitario.
Ennio MORRONE
Collega Crea, perché non la riformulate un po’ diversamente?
Per raggiungere, magari, anche l’obiettivo, senza…
(Interruzione)
Gli emendamenti protocollo numero 547 e 572 sono momentaneamente ritirati con l’impegno di trattarli e discuterli nel Piano sanitario regionale, mi sembra di aver capito questo.
Emendamento protocollo numero 592 a firma Napoli: All’articolo 3 si propone di aggiungere il seguente emendamento: “Sul capitolo n. 2412101 dello stato di previsione della spesa, bilancio 2004, “Trasferimento al Comune di Crotone del valore dell’aliquota del prodotto ottenuto dalle concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi estratti in terraferma o nelle aree marine prospicienti il territorio del Comune medesimo, spettanti alla Regione Calabria ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625 (articolo 37 ter, comma 12, legge regionale 22 settembre 1998, n. 10 – articolo 2 bis – della legge regionale 26 giugno 2003, n. 8)” è prevista la somma di Euro 9.007.197, 84.
Al maggiore onere finanziario di Euro 9.007.197,84 si
provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo Upb 8.1.01.02
dello stato di previsione della entrata del bilancio 2004”.
La parola all’onorevole
Napoli.
Si tratta di questo: nel
corso dello scorso anno è stata
prevista una somma pari a circa 4 milioni e mezzo di Euro da trasferire al Comune di Crotone. Questa somma, pure impegnata, non è
stata erogata e la stessa somma, le stesse risorse finanziarie riferite al 2003
vengono riproposte per il 2004.
Con questo emendamento si chiede di riconoscere alla
città di Crotone il trasferimento non
solo della quota di risorse riferita allo scorso anno, ma anche quella riferita
al contributo, al trasferimento che
lo Stato darà alla Regione Calabria e che poi la Regione Calabria, in forza
della disposizione in esame, dovrà a sua volta trasferire al Comune di Crotone.
A me è stato anche riferito che l’Eni non avrebbe
trasferito allo Stato le risorse e, a sua volta, lo Stato non le avrebbe
trasferite alla Regione, però in ordine a questo non conosciamo – perché
nessuno ce l’ha riferito – quale attività sia stata svolta per richiedere le somme
dallo Stato. Mi viene anche fatto presente che sono due anni che l’Eni non
versa queste somme o, comunque, che lo Stato non le versi, però vorremmo sapere
con l’occasione quale iniziative la Regione ha promosso perché queste risorse
finanziarie le vengano trasferite.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Solo per dire che, quando arriveranno
alla Regione, saranno trasferite. Certo, sollecitiamo che queste arrivino, però non possiamo oggi trasferire delle somme che non sono
pervenute alla Regione, quindi non possiamo scrivere una norma sul bilancio su
una somma di denaro che non è arrivata.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Il problema, però, è che, in assenza…
Francesco TALARICO, relatore
Semmai le sollecitiamo.
Il punto è che, se ci fosse stata l’approvazione della legge
così come a suo tempo è stata presentata, onorevole Talarico, queste risorse
finanziarie sarebbero trasferite de plano al Comune, però se non sono
previste nel bilancio, come farà la Regione a trasferirle, pure se le somme dovessero essere accreditate? E in ordine
all’accreditamento, come farà, se non c’è una disposizione di bilancio?
Francesco TALARICO, relatore
Quando arriveranno, le
trasferiremo con le variazioni di bilancio, ma non possiamo prevederlo prima.
(Interruzione)
Occorre farlo, sì, ma nel
momento in cui pervengono.
Questo è ritirato? No.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 592.
(E’ respinto)
I successivi emendamenti, con
protocollo numero 636, 635, 634, a firma Pirillo, sono decaduti perché il
proponente è assente.
Emendamento protocollo numero
604 a firma Guagliardi: “Al collegato alla Finanziaria è aggiunto il
seguente articolo: “Per il triennio 2004‑2006 i posti vacanti negli organici
regionali e negli enti strumentali della Regione sono riservati alla
collocazione dei lavoratori di cui alla legge regionale 19 novembre 2003, n.
20”.
La parola all’onorevole
Guagliardi.
Presidente, poco fa abbiamo sentito l’onorevole
Talarico dire che i lavoratori socialmente
utili e di pubblica utilità potranno, forse, pagarsi entro giugno. A me
pare che, guardando le risorse destinate alla legge 19 novembre 2003, 5 milioni di
Euro, e facendo un calcolo veloce del minimo di distribuzione di questa
risorsa, i lavoratori che volessero godere dei benefici della stabilizzazione
potrebbero essere in 240, per arrotondamento, se prendessero
solo 20 mila Euro ed in 120 se prendessero
l’incentivo finalizzato all’apertura di una partita Iva. Cioè noi abbiamo 5 milioni di Euro per stabilizzare 120 unità, d’altra parte sta per esplodere la questione
dei lavoratori di
pubblica utilità e dei lavoratori socialmente utili,
mi pare ci sia un’agitazione in corso, le organizzazioni
sindacali chiedono di dare risposte
alla stabilizzazione ed
io penso, Presidente, che invece del 30
per
cento riservato ai lavoratori socialmente
utili negli uffici regionali, nelle piante organiche dell’amministrazione
regionale o degli enti strumentali, si possa fare…
(Interruzione)
Sto soltanto
chiedendo che, siccome è una legge che non costa molto, mi pare anzi che ci
farà risparmiare
qualche contratto interinale, sarebbe il caso di manifestare una volontà politica,
anche verso le famiglie - non dimentichiamo che ci
sono lavoratori socialmente utili che hanno famiglie e figli all’università - per destinare e riservare tutti i posti vacanti negli enti strumentali e
nella pubblica amministrazione a
questa categoria di lavoratori.
Se veramente vogliamo dare
un segnale di inversione di tendenza in questa società, penso che
questo emendamento vada accolto.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero
604.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
600 a firma Guagliardi: “Sono abrogati gli articoli 9, 10, 11 della
legge regionale 2 maggio 1978, n. 3”.
La parola all’onorevole
Guagliardi.
Neanche questo si
illustra da sé. Siamo in una fase di moralizzazione dell’ente regionale, abbiamo fatto
una Conferenza dei capigruppo in cui
ci siamo posti l’obiettivo di riorganizzazione
del sistema delle indennità. E’ una vergogna della
Calabria che esista un Ufficio del piano dove,
fra qualche giorno, andremo ad eleggere forse otto componenti il Comitato tecnico-scientifico e che, io ne sappia,
non soltanto in questa
legislatura, ma da almeno
altre due legislature questo Ufficio del piano non si è mai riunito e mai
è stato convocato.
Propongo, per
un segnale di moralizzazione della
Calabria, l’eliminazione di questa struttura
non riconosciuta, non valorizzata, che comunque darà soltanto
l’impressione di un aumento di indennità
al Presidente, e pagheremo anche i
tecnici qualora li dovessimo convocare.
Anche questo fa parte di un percorso di moralizzazione, per cui rispetto alla legge del 2 maggio 1978, la numero 3, propongo l’abrogazione degli articoli
9, 10 e 11 che trattano proprio dell’Ufficio del piano.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in
votazione l’emendamento
protocollo numero 600.
(E’
respinto)
Damiano GUAGLIARDI
Presidente, vorrei chiedere la votazione per appello nominale.
Sull’emendamento non si vota per appello nominale, tra l’altro è stato già votato e respinto.
Emendamento protocollo numero 637 a firma Bova, Nucera, Borrello ed altri: “All’articolo 4, comma 1, della legge regionale n. 20 del 19 aprile 1995, dopo le parole “della Calabria e del Mezzogiorno” sono aggiunte le parole: “‑ “Italo Falcomatà” con sede nel Comune di Reggio Calabria come centro di ricerca nel campo delle scienze sociali e della medicina per la crescita culturale e sociale della collettività e per incrementare lo sviluppo scientifico nel campo della lotta alle leucemie”.
Dato
che su questo c’è anche la mia firma, momentaneamente
credo che sia bene ritirarlo, però è un argomento che, già vi anticipo,
porteremo alla prossima occasione quando ci sarà la Finanziaria, riguarda la
fondazione Italo Falcomatà di Reggio Calabria inserita tra le altre.
Per oggi, per quanto mi riguarda, dico di ritirarlo. C’è anche la mia firma, altrimenti, se non siete d’accordo, devo toglierla. C’è una certa linea che credo sia opportuno seguire e quindi credo si debba discutere in altra occasione, con l’impegno anche da parte mia che ciò avverrà.
(Interruzione)
Sto parlando per me, onorevole Bova.
(Interruzione)
Va bene, ritirato.
Emendamento protocollo numero 603 a firma Guagliardi: “E’ fatto obbligo agli uffici regionali e agli enti strumentali di predisporre gli elenchi dei consulenti e di pubblicarli su almeno quattro giornali (due nazionali e due regionali)”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Presidente, l’ho già detto nel corso del mio intervento in discussione generale: per un atto di moralizzazione in Calabria sarebbe opportuno conoscere gli elenchi dei consulenti di tutta la pubblica amministrazione regionale e degli enti strumentali e indicare alla stampa oneri, spettanze, titoli, nominativi, affinché siano pubblicati almeno ogni sei mesi su due giornali della stampa regionale e nazionale.
Su questo chiedo la votazione per appello nominale.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Pilieci, faccia la chiama.
Francesco PILIECI, Segretario
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 36; hanno risposto sì 13; hanno risposto no 23.
(E’ respinto)
(Hanno risposto sì i consiglieri:
Adamo, Amendola, Borrello, Bova, Guagliardi,
Incarnato, Mistorni, Morrone, Napoli, Pacenza, Pirillo,
Tommasi, Tripodi P.;
hanno risposto no i consiglieri:
Basile, Chiaravalloti, Chiarella, Crea, Dima, Fedele, Gagliardi, Gentile,
Leone, Mangialavori, Naccarato,
Nucera, Occhiuto,
Pezzimenti, Pilieci, Pirilli, Pisano, Rizza,
Sarra, Senatore, Talarico, Tesoriere, Vilasi)
Emendamento protocollo numero 656 all’articolo 3 a firma Bova, Pacenza, Borrello ed altri: Dopo l’articolo 3 si aggiunge il seguente articolo 3 bis:
“1. E’ abrogato il comma 5 dell’articolo 2 della legge regionale n. 30 del 29 dicembre 2003.
2. Sono nulli gli effetti prodotti dall’applicazione delle norme di cui al comma precedente”.
La parola all’onorevole Borrello.
Lei lo conosce bene questo emendamento,
Presidente, e quando
glielo spiegherò, sicuramente ricorderà anche il senso della discussione che abbiamo
avuto in Commissione.
Questo comma 5, dell’articolo 2, cosa prevede, di fatto? Che l’attività dei medici cosiddetti di base possa essere espletata
rispetto alla scelta da parte degli assistiti in un ambito molto ampio che è
quello del distretto, contrariamente, invece,
a quello che viene sancito dall’accordo integrativo con le associazioni dei
medici generici.
(Interruzioni)
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 656.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 645 a firma Tommasi: Si propone l’emendamento istitutivo dell’articolo 3 bis avente ad oggetto “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 novembre 2001, n. 30”.
“1. Al comma 3 dell’articolo 3 la frase “Tuttavia la Regione, sentito il comitato di cui all’articolo 10 della presente legge, può prevedere una deroga fino a 10 chilogrammi, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 3, comma l, della citata legge n. 352” è sostituita da: “Tuttavia l’assessorato all’agricoltura può prevedere una deroga fino a 10 chilogrammi, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 3, comma 1, della citata legge 352. Ulteriori deroghe possono essere previste dalle Province in relazione alle condizioni climatiche e stagionali, sentito il Comitato tecnico provinciale”.
2. Al comma 3 dell’articolo 3, dopo il punto “c) soci di cooperative agricole forestali;” sono aggiunti i punti:
“d) disoccupati;
e) soggetti con reddito inferiore a 10 mila Euro annui”.
3. Il punto a) dell’articolo 5 è sostituito dalla seguente formulazione:
“a) Tessera professionale: rilasciata soltanto alle categorie di cui al comma 3 dell’articolo 3. Il rilascio è condizionato alla frequenza ed al superamento di apposito corso formativo. Ai possessori di tessera professionale non si applica alcun limite quantitativo alla raccolta”.
4. Al punto 4 dell’articolo 5 la dicitura “su apposito modello predisposto dal comitato di cui all’articolo 10” è sostituita dalla frase: “dall’assessorato regionale all’agricoltura”.
Al punto 2 dell’articolo 6 dopo le parole “…della Giunta regionale” è soppressa la seguente dicitura: “, sentito il parere del Comitato regionale di cui all’articolo n. 10”.
5. Al 1° comma dell’articolo 10 le parole “il Comitato tecnico” sono sostituite da “per ogni Provincia della Regione Calabria, un Comitato tecnico-scientifico”.
Il 2° comma dell’articolo 10 è sostituito dalla seguente formulazione:
“2. Il Comitato ha potestà d’indagine e di proposta nella materia oggetto della presente legge”.
Il 3° comma dell’articolo 10 è sostituito dalla seguente formulazione:
“Il Comitato tecnico è composto da:
a) un dirigente dell’amministrazione provinciale, delegato dal Presidente;
b) un rappresentante designato dalle Associazioni micologiche iscritte all’Albo regionale;
c) un rappresentante dell’Orto botanico dell’Università;
d) un rappresentante del Corpo forestale dello Stato.
Funge da segretario un funzionario dell’assessorato all’agricoltura”.
Il 4° comma dell’articolo 10 è sostituito dalla seguente formulazione:
“4. I Comitati sono nominati con decreto del Presidente delle Giunte provinciali”.
6. Il 5° comma dell’articolo 10 è soppresso.
7. Al punto 2 dell’articolo 14 le parole “regionale su proposta del Comitato tecnico” sono sostituite da “provinciale su proposta del Comitato tecnico-scientifico provinciale,”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, questo emendamento è frutto di una verifica sull’applicazione della legge numero 30 del 2001, una legge che tanto sta facendo discutere, preoccupare e sta mettendo in difficoltà gli organismi
preposti alla sua applicazione.
Anche su questo credo sia
opportuno che l’assessore all’agricoltura con i suoi uffici, vista l’esigua
somma, in entrata, che c’è nel bilancio - pare intorno a 30 mila Euro -,
operino una valutazione alla luce dei
tesserini autorizzatori che sono stati rilasciati nelle varie province,
riteniamo che sia molto, ma molto più cospicua la somma che la Regione dovrebbe
introitare.
Quindi, Presidente, le
chiedo una verifica.
Questa proposta non va a
toccare minimamente la spesa, anzi, per come è stata formulata, questa proposta
la riduce di fatto, perché si va a prevedere una
nuova sistemazione del Comitato tecnico e non si prevedono nemmeno gettoni di
presenza, proprio perché
si demanda alle Province, lasciando appieno
il carico delle decisioni in capo all’assessorato
all’agricoltura.
Sono alcune norme sulle
deroghe che stanno in capo all’agricoltura, aumentiamo i soggetti che possono diventare possessori di tessera professionale – sto parlando della
legge, assessore – pensando ai disoccupati o ai soggetti che hanno un reddito fino a 10 mila Euro; i modelli predisposti non più dal
Comitato, ma direttamente dall’assessorato
a livello regionale. Sono una serie di norme che vanno a sistemare alcune anomalie.
Quando si fa una legge
innovativa come quella per i prodotti epigei freschi, sicuramente un
emendamento del genere può – e con l’assessore ne abbiamo parlato prima –
essere approvato.
Di fatto, Presidente
Talarico, mentre prima non si poteva quantificare la spesa – e per questo sull’emendamento precedente lei
ha detto “non sappiamo quant’è la spesa” – su questo sappiamo sicuramente che
c’è una riduzione, quindi dovrebbe fare piacere a lei e al governo quando si
riduce un onere.
Ritengo che questo sia un
provvedimento che dovrebbe trovare accoglimento.
PRESIDENTE
Chiede di parlare
l’assessore Dima. Ne ha facoltà.
Intervengo per dire al collega Tommasi – e fare quindi una proposta – di accogliere questa ipotesi di emendamento come una sorta di raccomandazione e ordine del giorno.
Mi spiego: i punti da lei toccati rispetto alla legge, che poi è abbastanza fresca come applicazione,
sono tanti, per cui ritengo giusto ed opportuno
un minimo di verifica di merito, ed esprimo senza problemi
la mia assoluta disponibilità senza nessun pregiudizio a ritenere necessario –
ne abbiamo parlato lungamente – che la
legge, comunemente definita la legge sui funghi, venga meglio calata rispetto
alla prima esperienza che si è verificata sul territorio.
Per cui se va bene – e lo chiedo, a questo punto, all’Aula – propongo di accogliere l’emendamento sotto una forma di raccomandazione
e di ordine del giorno, dopodiché posso,
a questo punto, immaginare, caro
collega Tommasi, di poter presentare una proposta congiunta a più firme
attraverso un binario privilegiato che porti all’approvazione da parte del
Consiglio.
Non so se sono stato chiaro, non fosse altro che la
proposta del collega Tommasi è posta sia in termini di modifica che in termini
di integrazione.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Tommasi.
Assessore Dima, una legge
non si può modificare con un ordine del giorno.
(Interruzione
dell’assessore Dima)
La ratio della
modifica l’ha capita. Se si può andare in questa direzione, se si può approvare con il coordinamento formale, per poi sistemarla successivamente…
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
La mia proposta va un po’ al di là di questa ulteriore proposta, cioè in altri termini…
PRESIDENTE
Effettivamente è un po’ complicato, onorevole Tommasi, coordinarla; non c’è una volontà contraria…
Diego Antonio TOMMASI
Sì, però se non c’è la volontà contraria e dobbiamo riprendere tutto l’iter procedurale, significa portarla in Commissione…
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
No, ci impegniamo a far si che questa modifica goda di una occasione
di assoluto privilegio, cioè un percorso privilegiatissimo.
La richiamiamo in Aula, ci impegniamo a discuterla qui alla prossima seduta di
Consiglio, dopodiché diverrà un fatto immediato.
Per quanto mi riguarda, mi sento di fare questo appello
al Consiglio.
Diego Antonio TOMMASI
Questo emendamento si trasforma in provvedimento
legislativo…
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
…di raccomandazione, ordine del giorno, per verificare
che impatto produrrebbe la modifica.
Diego Antonio TOMMASI
Questo emendamento diciamo che si presenta al prossimo
Consiglio utile – assessore Dima, vediamo se abbiamo capito bene – come
proposta di modifica della legge 30, al primo punto all’ordine del giorno, con
altre proposte che possono essere aggiunte.
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
Non alla prossima seduta, ma fra due, il tempo di fare
quella verifica necessaria di cui parlavo, è evidente.
Diego Antonio TOMMASI
Sicuramente prima che inizi di nuovo la stagione
funginea, altrimenti non risolveremmo niente. Quindi entro il mese di aprile.
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
Alla prima occasione utile.
Diego Antonio TOMMASI
Se ho l’impegno del governo e del Presidente del
Consiglio, non ho problemi.
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
Ritengo che sia interesse di tutti, lei è stato fra
quelli che…
Diego Antonio TOMMASI
…del governo e del Presidente del Consiglio, non ho
problemi.
PRESIDENTE
Allora l’emendamento protocollo numero 645 è
momentaneamente ritirato, passa trasformato in impegno…
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, con il suo impegno, mi sembra di aver
capito.
Certo.
Emendamento protocollo numero 630 a firma Guagliardi, articolo 3 ter: “Alla legge regionale n. 10 del 14 luglio 2003 recante “Norme in materia di aree protette” sono apportate le seguenti modificazioni ed integrazioni:
“All’articolo 3, comma 1, lettera “e” è eliminato il periodo restante dopo la parola “mediante” ed è sostituito dal periodo: “delle popolazioni insediate mediante il miglioramento della dotazione infrastrutturale e l’incentivazione delle attività economiche compatibili con le finalità della presente legge”.
Eliminare, inoltre, le lettere “f” e “g” del medesimo articolo 3, comma 1”.
L’articolo 3, comma 4, è eliminato e sostituito con il seguente: “Nelle aree comprese nel sistema regionale delle aree protette, gli enti locali e i soggetti pubblici. attuano le forme di cooperazione ed intesa finalizzate al raggiungimento degli scopi della presente legge”.
All’articolo 4, comma 1, è introdotta prima della lettera “a” la lettera “o) Parco nazionale”.
All’articolo 4, comma 2, lettera “b” è eliminata la frase “degli articoli 82 e” ed è sostituita dalla frase “dell’articolo”.
All’articolo 4, comma 2, lettera “c”, dopo la parola “tutela” eliminare le seguenti parole: “ai sensi delle leggi 1497/1939, 431/1985” e sostituirle con “ai sensi del decreto legislativo 490/1999”.
All’ articolo 5, comma 4, lettera “i” sono eliminati i punti dal n. “10” al n. “17” e sostituirti con:
“10) Un esperto in pianificazione territoriale ed ecologia ambientale;
l) membro dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica;
m) un dirigente del Corpo Forestale dello Stato;
n) un rappresentante della Sovrintendenza ai Beni Ambientali della Calabria;
o) un esperto del Cnr ‑ Irpi della Calabria;
p) un esperto dell’istituto di Ecologia Forestale del Cnr ‑ Istituto di Selvicoltura della Calabria;
q) due rappresentanti indicati dalle associazioni ambientaliste riconosciute da eleggere a scrutinio segreto dall’assemblea dei legali rappresentanti delle associazioni stesse, da convocare con lettera dell’assessore regionale competente”.
Il comma 11 dell’articolo 5 è eliminato e sostituito con: “Per la nomina degli esperti di cui al comma 4 procede alla segnalazione l’ente di provenienza entro il termine dì giorni trenta dalla richiesta avanzata dalla Regione Calabria. Alla nomina degli esperti procede il Consiglio regionale”.
All’articolo 6, comma 2, è eliminato il capoverso “Le proposte di legge” e sostituito con “Le proposte”. E’, altresì, aggiunto il seguente punto: “f) da liberi cittadini che effettuano la proposta nei termini e con le modalità di cui alla legge regionale n. 13 del…”.
All’articolo 6, comma 4, è introdotto in testa al primo capoverso il periodo: “Le proposte di istituzione di aree protette regionali avanzate dai soggetti di cui ai punti c), d), e) del comma 2 sono acquisite dalla Giunta regionale e trasformate in proposte di legge regionale a cura di quest’ultima. Le proposte avanzate dai soggetti di cui ai punti a), b), f) del comma 2 vanno inoltrate sotto forma di proposta di legge regionale di iniziativa dei soggetti proponenti”.
E’ eliminato il comma 8 dell’articolo 6 e sostituito con: “Decorso tale termine, il progetto di legge viene trasmesso al Consiglio regionale per l’approvazione”.
All’articolo 9 è aggiunto il seguente comma 7: “Le attività di cui al comma 4 sono soggette a N.O. ai sensi dell’articolo 20 della presente legge”.
L’articolo 20, comma 4, è così modificato: al primo capoverso, dopo la frase “funzioni amministrative”, la rimanente parte del comma è eliminata e sostituita con il periodo “previste dal decreto legislativo 490/1999 nelle aree assoggettate a vincolo dallo stesso, sono delegate ai rispettivi enti Parco. A tal fine il nullaosta rilasciato dall’Ente Parco Nazionale o Regionale sostituisce quello previsto dal decreto legislativo 490 /1999 “.
All’articolo 21, comma 2, è eliminata la lettera “c)” e sostituita con: “c) servizi di carattere turistico‑naturalistico da affidare a terzi in regime di concessione, individuati tramite l’espletamento di regolari gare di evidenza pubblica”.
All’articolo 26, comma 2, è aggiunta dopo la parola terminale “materia”, la frase “individuate con procedura di evidenza pubblica”.
All’articolo 32, comma 4, dopo le parole “iniziative imprenditoriali” è eliminata la parola “giovanili”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Questo emendamento riguarda le
aree
protette che con l’approvazione della legge regionale del 14 luglio 2003,
la numero 10, ha indubbiamente rappresentato un passo avanti
sul tema della tutela delle aree a maggiore vocazione
ambientale della nostra regione e credo che abbia anche affermato un
modello di sviluppo eco-compatibile
in contrasto con alcuni accordi con le società produttrici di energia elettrica
tipo l’Enel o con lo stesso Piano
energetico nazionale.
Tuttavia, questa legge - che è positiva Presidente - ha
alcuni limiti sulla consistenza delle risorsa impegnata – e, probabilmente,
vedremo nel tempo come sarà finanziata – ha anche dei limiti che riguardano
alcuni articoli e che si richiamano, a mio avviso, a leggi nazionali abrogate e
sostituite da altre leggi quadro. Per esempio all’articolo 3, comma 1, la
formazione dell’articolato, con particolare riguardo ai punti f) e g), è più
idonea ad un piano di incentivazione delle infrastrutture e delle opere
pubbliche che ad una legge quadro per le aree protette, mentre al comma 4 dello
stesso articolo vengono sponsorizzati gli accordi con privati e l’incentivazione
di patti territoriali, ormai ignorando anche il fallimento che hanno avuto i
patti territoriali nelle politiche dello sviluppo e dell’occupazione nella
nostra regione.
(Interruzioni)
E’ un emendamento che sto leggendo per la prima volta e
che mi hanno consegnato i miei collaboratori della struttura, ho difficoltà a
spiegarlo.
Inoltre, mentre la legge all’articolo 1, comma 4,
afferma che le aree protette istituite con le leggi nazionali fanno parte del
sistema integrato delle aree protette, all’articolo 4 si introduce in testa
all’elenco il Parco nazionale.
Ancora, è il caso di notare che all’articolo 82 del Dpr
616/1977, nonché la legge 431/1985 e la 1497/1939 sono state abrogate con
l’entrata in vigore del decreto legislativo 490/1999.
Pertanto il testo della legge fa riferimento a leggi
nazionali non più esistenti.
All’articolo 5 c’è una numerazione imprecisa e secondo la formulazione attuale della legge, gli esperti dal numero 10 al numero 17 dovrebbero essere nominati dall’Università della Calabria, cosa quanto mai impossibile.
Non è inoltre precisato che ogni esperto debba essere
proposto dall’ente di provenienza, né è garantito che la scelta avvenga in
maniera democratica e necessita, quindi, di una formulazione dell’articolato
che garantisca il carattere tecnico delle nomine che non possono dipendere in
toto dalla discrezionalità della maggioranza politica del Consiglio
regionale.
L’articolo 6 non è tecnicamente corretto, si fa notare che i soggetti di cui ai punti c), d), e) non sono abilitati a presentare proposte di legge in Consiglio regionale. A questo si può ovviare con una formulazione che si richiami al principio che la Regione garantisce ai cittadini la possibilità di presentare proposte di legge tramite meccanismi della legge regionale numero 13.
All’articolo 12 le norme di legge richiamate sono state
abrogate dall’entrata in vigore del decreto legislativo 490/1999 e, infine,
all’articolo 21, la lettera c) è letteralmente incomprensibile e va riscritta,
introducendo un principio di trasparenza.
Lo stesso si può dire del comma 2 dell’articolo 26, dove
si parla di affidabilità e gestione delle riserve naturali.
E’ del tutto evidente che anche questo, come il
precedente comma, presenta una riflessione più accurata.
Credo che questa Presidenza possa accogliere con lo
stesso spirito del precedente emendamento dell’onorevole Tommasi e riformulare,
attraverso una discussione di merito di questi emendamenti, quanto prima
possibile, una correzione di questa importante legge della nostra regione che,
fra l’altro, è un punto di garanzia della difesa del nostro ecosistema.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, come già
ha espresso il collega Guagliardi, la legge sulle aree
protette, legge molto importante che ha
visto un lungo e proficuo lavoro in Commissione e poi in Aula, andava a riordinare tutto
un sistema. Dobbiamo
registrare che ormai quasi ad
un anno dalla pubblicazione, ancora oggi è
incompiuta a causa delle inadempienze
e delle lungaggini per la completa applicazione di questa legge, manca infatti
la definizione delle aree protette, manca l’articolo ad esse relativo che
doveva essere predisposto in 90 giorni dall’assessorato per essere poi
ratificato dalla Commissione.
Presidente, credo sia necessario per la legge sulle aree
protette aprire una sessione immediata per definire tutto l’articolo 49 – che,
se non vado errato, riguardava la definizione delle aree protette – anche alla
luce degli emendamenti, delle integrazioni che si rendono necessarie dopo l’approvazione
di una legge, quando si legge con attenzione e si ha riguardo ad una sua
migliore applicazione.
E’ un momento che noi riteniamo importante, sappiamo di
essere in un momento molto delicato – Piano sanitario, Piano delle opere
pubbliche, mi è arrivata un’altra proposta relativa alle scuole, edilizia
scolastica – però credo che la quarta Commissione su questo si debba riunire al
più presto, per aprire di nuovo l’iter procedurale sulla legge sulle aree
protette.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, più che contrario, favorevole! Mi sembra che
non fosse questa l’intenzione.
PRESIDENTE
L’ho capito, però…
Diego Antonio TOMMASI
…né è l’intenzione del collega Guagliardi né di Tommasi.
PRESIDENTE
Potreste anche momentaneamente ritirarlo.
Diego Antonio TOMMASI
Ma aspettavamo che lei facesse…
PRESIDENTE
La sto facendo. E’ un argomento che ha creato una certa
discussione, perché l’importanza è tale…
Diego Antonio TOMMASI
Me ne sono reso conto, apposta ho richiamato l’attenzione!
Meglio ritirarlo momentaneamente, se il collega
Guagliardi è d’accordo, e vedremo poi di affrontare successivamente questo
discorso… Va bene, onorevole Guagliardi?
(Interruzione)
E’ ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 3 così come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Passiamo all’articolo 6.
Emendamento protocollo numero 638 a firma Pezzimenti,
Rizza e altri.
Domenico RIZZA
Dato che sono cofirmatario dell’emendamento prot 638, le
chiedo cinque minuti di sospensione in Aula.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa.
La seduta sospesa alle 4,38 è ripresa alle 4,48
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Rizza.
Domenico RIZZA
Presidente, come firmatario dell’emendamento protocollo numero 638, le comunico il ritiro dello stesso; presenterò una proposta di legge in tal senso.
L’emendamento protocollo numero 638 è ritirato e trasformato in progetto di legge, quindi lo annunciamo già stasera, da portare in Commissione.
Gli emendamenti successivi
con protocollo numero 545 e 479,
dell’onorevole Sarra e Pezzimenti, si accorpano a questo progetto di legge,
sono inglobati, quindi vengono ritirati.
(Interruzioni)
Anche l’emendamento con protocollo numero
595 è trasformato in progetto di legge.
(Interruzioni)
Quindi i due emendamenti
trasformati in progetti di legge, trattando lo stesso argomento, cioè
agricoltura, si possono accorpare.
Domenico RIZZA
Li sto accorpando, li
presenterò in Segreteria.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Passiamo all’articolo 8.
Gli emendamenti con protocollo 619, 617 e
616, a firma Guagliardi, poiché il
collega è assente, decadono.
Emendamento protocollo 644 a firma Tommasi: “Area di Intervento 3 – “Uso e salvaguardia del territorio”.
Programma 3.2: “Ulteriori programmi regionali per l’uso e la salvaguardia del territorio”.
a. Funzione obiettivo 3.2.01: “Altri interventi per la protezione ambientale”
b. Upb 3.2.01.01: “Interventi per l’educazione ambientale e per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente£.
“Si propone la costituzione della cabina di regia regionale di agenda 21 locale, al fine di promuovere i principi e la pratica dello sviluppo sostenibile e per favorire e potenziare lo scambio di informazioni sui temi dello sviluppo sostenibile, solidale e partecipato tra gli enti e gli operatori coinvolti.
La cabina di regia avrà il compito di monitorare, raccogliere, diffondere e valorizzare studi, ricerche, buone pratiche ed in generale esperienze positive di sviluppo locale sostenibile, promuovendone la valorizzazione presso organismi nazionali ed internazionali.
A tal fine si propone lo stanziamento di Euro 1
milione”.
Lo illustra l’onorevole
Bova.
Noi abbiamo approvato all’unanimità, in Consiglio, la Carta di Alborg e quella di Ferrara ed abbiamo aderito all’Associazione coordinamento italiano Agende 21 locali di Modena.
Siccome, praticamente, non c’è mai stata un’effettiva attivazione di questa decisione, l’onorevole Tommasi propone una cabina di regia per monitorare, raccogliere, diffondere e valorizzare studi, ricerche, buone pratiche ed in generale esperienze positive di sviluppo locale sostenibile, proponendo come copertura finanziaria lo stanziamento di 1 milione di Euro.
Lui mi ha detto di ricordare che tutti voi
l’avevate stimolato a presentare questo tipo
di richiesta e che vi eravate impegnati ad approvarlo, così mi ha detto e così dico. Approvatelo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Volevo soltanto ricordare che questa massima assise calabrese ha approvato già un ordine del giorno per l’adesione ad Agenda 21…
(Interruzioni)
Visto che questo è un bilancio tecnico, se il Presidente della Commissione, onorevole Talarico, fa tesoro di questo emendamento, lo possiamo anche ritirare senza votarlo, per fare in modo che insieme all’assessore all’ambiente e al Presidente della quarta Commissione il problema si possa affrontare prevedendo in sede di assestamento di bilancio, una somma quantomeno per avviare tale processo.
L’emendamento protocollo 644 è ritirato.
Emendamento protocollo 643 a firma Tommasi: “Area di intervento – 5 – “Attività culturali, sportive, ricreative e di culto”.
Programma 5.2: “Altri interventi in favore dei beni e delle attività culturali”.
Funzione obiettivo 5.2.01: “Attività culturali”.
Codice 5.2.01.02.01 – (capitolo 3132101) – spese e contributi per iniziative ed interventi in materia di promozione culturale.
“Si autorizza l’erogazione di un contributo di Euro 1 milione del bilancio esercizio 2004 quale primo stanziamento finalizzato alla istituzione del museo archeologico sopra descritto.
La spesa grava sull’Upb 5.2.01.02 codice 5.2.01.02.01”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, questo è un emendamento che non possiamo
assolutamente ritirare, perché è un contributo
inerente alle iniziative ed agli interventi in
materia di promozione culturale. Con questo emendamento noi stiamo pensando di creare un fondo per istituire nell’area del Pollino, che conosce molto bene il
collega Naccarato, che l’ha visitata in lungo e
in largo per alcuni mesi e sa quanto sia importante il patrimonio archeologico
in quella zona, un museo archeologico preistorico, perché in quelle montagne,
in quell’area insieme al parco possiamo valorizzare anche tutte le risorse, Presidente; riteniamo che sia importante
avviare questo processo culturale nel Pollino. E’ un’area…
(Interruzione)
Ma sicuramente, tutti gli
esseri paleolitici possono andare nel museo del Pollino.
Allora credo che questo
troverà sicuramente accoglimento.
PRESIDENTE
Onorevole Tommasi, il
relatore interverrà adesso, penso che per le cose interessanti probabilmente in
seguito si potrebbe anche vedere di
trovare una soluzione, comunque il relatore…
Francesco
TALARICO, relatore
Contrario.
Giuseppe
BOVA
Propongo
un emendamento all’emendamento: come
stralcio e come musei culturali viventi, noi diamo in dotazione a quell’area
sia l’onorevole Tommasi che l’onorevole Naccarato
e poi uno della maggioranza!
Onorevole
Bova, non vedo perché lei vuole deturpare
un paesaggio molto bello della nostra regione!
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 643.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 642 a firma Tommasi all’articolo 8: “Area di intervento ‑ 2 – “Sviluppo economico”.
“Funzione obiettivo 2.2.04: Interventi nel settore agricoltura e zootecnia.
Upb 2.2.04.06 ad oggetto: Interventi di sostegno finanziario alle imprese agricole.
Codice 2.2.04.06.04 da istituire ‑ (capitolo 5281204‑2001) ad oggetto: sostegno alle aziende agricole calabresi che attuano e promuovono sistemi produttivi ecocompatibili riconducibili nell’ambito metodologico dell’agricoltura biologica.
Si autorizza il finanziamento di Euro 200 mila per l’esercizio finanziario 2004 con la seguente finalizzazione:
Spese per l’erogazione di incentivi alle aziende agricole calabresi che attuano e promuovono sistemi produttivi ecocompatibili riconducibili nell’ambito metodologico dell’agricoltura biologica.
La spesa relativa comporta una equivalente
diminuzione del codice 2.2.04.06.02 Upb 2.2.04.06, sul quale è previsto uno
stanziamento di Euro 1.342.787,94”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, di fatto questo emendamento si illustra da sé, però due parole è bene dirle. Non vedo più l’assessore Dima, ma…
(Interruzione)
Mi ero distratto perché non vedevo l’assessore Dima, che tanto sta facendo per l’agricoltura, lo vediamo impegnato anche stasera.
Questo è un emendamento
molto interessante che va verso un aiuto a quelle aziende che promuovono
sistemi produttivi eco-compatibili, riconducibili all’agricoltura biologica.
Allora per incentivare ancora di più questa attività in questa direzione,
avevamo presentato anche un progetto di legge che è ancora fermo in
Commissione, per avviare le mense scolastiche e le mense ospedaliere con
prodotti biologici tipici calabresi.
In questa direzione abbiamo messo anche una cifra equa,
assessore, perché sicuramente lei fra Por, finanziamenti governativi nazionali,
può tranquillamente trovare nelle pieghe del bilancio 200 mila Euro per dare il
via a questo processo.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 642.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 641 a firma Tommasi all’articolo 8: “Area di intervento ‑ 3 – Uso salvaguardia del territorio.
Funzione obiettivo 3.2.01 Altri interventi per la protezione ambientale
Upb 3.2.01.01 ad oggetto: interventi di educazione ambientale e per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente.
Codice 3.2.01.01.02 (capitolo 2141201‑2001) ad oggetto: spese e contributi per iniziative rivolte a favorire la formazione della coscienza ecologica.
Al fine di assicurare un controllo efficace sullo stato dell’ambiente della nostra regione e in particolare per le zone costiere, nell’ambito della stessa Upb codice 3.2.01.01.02 si autorizza il finanziamento di euro 25 mila per l’esercizio finanziario 2004, con la seguente finalizzazione:
Istituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio
ambientale della costa ionica cosentina”.
La parola all’onorevole Tommasi.
E’ una riproposizione perché l’argomento è molto interessante, in quanto l’intera fascia ionica ha la necessità che si crei un Osservatorio per il monitoraggio ambientale di tutta quella fascia costiera, con sede fra Corigliano e Rossano.
(Interruzione)
…un Osservatorio in quella zona e su questo credo che sia il collega Senatore che il collega Dima dovrebbero avere a cuore un Osservatorio in quell’area, però…
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 641.
(E’ respinto)
L’emendamento successivo con protocollo 537, a firma
Tripodi Michelangelo, decade per assenza del proponente.
Emendamento protocollo 601 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ concesso al Comune di Spezzano Albanese la somma di 15
mila Euro per l’attivazione della casa dei migranti albanesi.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb
6.2.01.06”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 601.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 605 a firma Guagliardi all’articolo 8: “Ai sensi della legge regionale 30 ottobre 2003, numero 15, è destinata per il triennio 2004-2006 la somma di 120 mila Euro per la realizzazione della “Casa della Calabria” in Albania.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.01”.
Prego, onorevole Guagliardi.
Illustro anche l’emendamento 606, così ci affrettiamo.
Noi abbiamo approvato
la legge sulla tutela delle minoranze linguistiche.
C’è un articolo di questa legge che prevede l’istituzione dei rapporti tra la Regione Calabria e gli Stati d’Albania e della Grecia.
In questi due Paesi già esistono esperienze di case che
assumono il nome di una Regione come l’Abruzzo o la Puglia, che funzionano da
veri e propri consolati per le relazioni
economico-commerciali.
Presidente
Talarico, qui ci giochiamo anche la capacità di guardare un po’ più lontano. Noi esaltiamo tanto il momento del
corridoio 8 o della eliminazione delle
barriere doganali nel Mediterraneo e poniamo una centralità di relazione estera
con i Paesi vicini. Visto anche il costo irrisorio di 120 mila Euro per
l’Albania e poco in più per la Grecia, dovremmo pensare, attraverso le modalità e gli schemi che la Giunta
intende adottare, ad una vera e propria casa di rappresentanza della Calabria in questi Paesi, al fine di incrementare il
sistema turistico nella nostra regione, i sistemi commerciali, i rapporti
culturali.
Per
l’Albania poi aggiungo che c’è un elemento in più: esiste una collaborazione e un protocollo d’intesa già firmato –
onorevole Chiaravalloti, se sbaglio, mi corregga – tra la Calabria e l’Albania.
In
questo senso chiedo che questo emendamento venga approvato, proprio per porre
in essere un sistema iniziale di relazioni ufficiali
tra la Calabria e l’Albania e tra la Calabria e la Grecia.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 605.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 606 a firma Guagliardi all’articolo 8: “Ai sensi della legge regionale 30 ottobre 2003, numero 15, è destinata per il triennio 2004-2006 la somma di 250 mila Euro per la realizzazione della “Casa della Calabria” in Grecia.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb
5.2.01.01”.
E’ stato già illustrato.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 606.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 607 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ concesso al Comune di Francavilla Marittima (Cs) la
somma di 50 mila Euro per la sistemazione dell’area archeologica “Lagaria”.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.01”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 607.
(E’ respinto)
Emendamento
protocollo 608 a firma Guagliardi all’articolo 8: “Per
la sistemazione della strada “Cernostasi” San
Lorenzo-Francavilla Marittima è destinata la somma di 1 milione di Euro.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb
3.2.03.01”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 608.
(E’ respinto)
Emendamento
protocollo 609 a firma Guagliardi all’articolo 8: “E’
destinata per il triennio 2004-2006 la somma di 1 milione e mezzo di Euro per lavori
di pulizia e manutenzione dei canali e per la disinfestazione dalle zanzare nel
territorio della Pianura di Sibari.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 3.1.01.01”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Qui mi rivolgo all’assessore all’agricoltura, onorevole Dima, e all’assessore Gentile, perché capita molto spesso che la stagione turistica di questo territorio salti per un problema che apparentemente potrebbe essere banale, ma se andiamo a dialogare e a parlare con gli operatori turistici del territorio, questo problema è visto come un vero e proprio flagello di Dio, cioè in estate basta che ci sia un acquazzone e sembra che miliardi di zanzare si risveglino e vadano a visitare i turisti distribuiti nel territorio. E’ apparentemente una cosa che potrebbe sembrare al di fuori delle nostre competenze, ma significa che migliaia, anzi gli operatori parlano di milioni di turisti, annualmente cambiano sede per le loro vacanze spostandosi dalla Piana di Sibari in altre zone a causa della presenza di zanzare.
Allora un breve sacrificio riguardante una forma di individuazione
di risorse nell’Upb che riguarda il settore del turismo o in
quello dell’agricoltura o addirittura della sanità…
Presidente, io farò
una petizione
nella Sibaritide contro il Presidente
Talarico, che è poco attento ai problemi di quella zona, e in questo particolare momento
lo farò verso l’onorevole Senatore che è ironico,
disattento e contro la Sibaritide, perché di questa stiamo parlando cercando di
impostare una pratica di turismo e di insediamento.
Mi pare che l’assessore al turismo stia facendo grandi insediamenti in quel territorio, non vorrei che
spendessimo centinaia di miliardi di vecchie lire e che tutto venisse vanificato per i
nugoli di zanzare. Con una semplice somma di 1 milione e mezzo di Euro possiamo
alleviare questo problema.
Lo
stesso – illustro l’altro problema – perché le pinete…
PRESIDENTE
Sta
parlando del successivo emendamento?
Damiano GUAGLIARDI
Sì. …della Piana di Sibari, dove tanti campeggi e le pinete del Pollino e della Sila sono infestati da quest’altro flagello…
PRESIDENTE
Anche gli altri emendamento sono dello stesso tenore?
Damiano GUAGLIARDI
No, i primi due lo sono.
Allora su questo chiedo una
sensibilità per gli operatori del territorio.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Tommasi.
Colgo l’occasione dell’emendamento 609 dell’onorevole Guagliardi perché,
al
di là di una bonifica da fare in quell’area, nel 2001…
(Interruzione)
Nucera, capisco che non si
parla della provincia di Reggio…!
(Interruzione)
Vorrei sottoporre all’attenzione…
(Interruzioni)
I miei colleghi, i colleghi di maggioranza, che del territorio della Sibaritide sono stati sicuramente coinvolti, anzi sarà stato coinvolto il Presidente Chiaravalloti…
(Interruzione)
Onorevole Nucera, sono le cinque del mattino, sto cercando di porre una questione che non voglio risolvere oggi, però un messaggio lo voglio mandare.
C’è l’unico porticciolo turistico della provincia di Cosenza della fascia ionica che è chiuso da cinque mesi per insabbiamento. E’ il canale Stonfi, onorevole Dima, è chiuso e le barche non possono entrare ed uscire. E’ l’unico porticciolo della fascia ionica, a partire dalla Puglia a finire a Reggio Calabria, che è stato insignito con la bandiera blu per quanto riguarda la qualità di questo porticciolo.
Allora, Presidente, è un problema serio, strutturale non riesce a far vivere questo porticciolo per mancanza di strutture. Ogni anno viene insabbiato – lei lo sa bene – in questo momento è insabbiato…
Non rida, onorevole Dima,
perché già questo
Consiglio deliberò per il Comune di Cassano 1 miliardo di vecchie lire. A distanza
di due anni, siamo punto e a capo!
Non credo che con un emendamento si possa risolvere questo problema, ma credo che con un impegno serio emergenziale…
PRESIDENTE
L’emendamento
può servire a portare il problema al centro
dell’attenzione, onorevole Tommasi.
Diego
Antonio TOMMASI
Sì, ma al
centro dell’attenzione
se l’attenzione c’è, ma
se non c’è nemmeno l’interessamento dell’assessore Dima
che abita lì…
PRESIDENTE
Ma non è
diportista!
A questo punto, in una delle poche strutture
turistiche che è quella del complesso dei laghi di Sibari, che cosa si vuole
fare in questa direzione? Come si pensa di risolvere questo problema strutturale? Credo che una parola che vada in questa direzione, a tre mesi dall’avvio della nuova stagione turistica, vada
spesa.
Mi dispiace
che non ci sia l’assessore Grimaldi, ma il Presidente Chiaravalloti sicuramente potrà dire
qualcosa e prendere degli
impegni per la soluzione definitiva di questo problema che riguarda l’ingresso nel canale dei
laghi di Sibari.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Borrello.
Colgo l’occasione dell’emendamento presentato dal collega Guagliardi non per parlare dell’imbocco del porto di Vibo Marina, ma per porre un problema riguardante il fatto che, oggettivamente, anche qui in regione succedono cose talmente curiose, che spesso e volentieri ci si pone anche una domanda: qual è il tipo di approccio che l’esecutivo ha verso i problemi?
Quello delle zanzare, Presidente
e colleghi, è un problema
che certamente Guagliardi pone per una particolare situazione nella zona di
Sibari, ma voglio ricordarle, Presidente, che l’anno scorso una circolare – chiamiamola
così – un provvedimento – forse è ancora meglio – di un dirigente
dell’assessorato alla sanità inizialmente ha creato una forte discriminazione
su un territorio in particolare, allorquando è stato imposto all’azienda
sanitaria, in questo caso di Vibo Valentia, il blocco delle attività di
disinfestazione e di derattizzazione sui territori comunali.
Poi questo provvedimento, in maniera ancora più
maldestra, si è diffuso sull’intero territorio, per cui il risultato è che la
Calabria, per responsabilità dell’assessorato alla sanità e quindi, di
converso, sulle aziende sanitarie che si sono viste arrivare un provvedimento
di questa natura, c’è una situazione di grande difficoltà, una insopportabile
ed una intollerabile condizione che investe l’intero territorio regionale, che
è assolutamente sguarnito di una qualunque opera di disinfestazione e quindi,
essendosi caricato “l’onere” sui Comuni impropriamente ed illegittimamente – le
aggiungo – realizzando una condizione in cui questo territorio calabrese,
complessivamente, è privo di qualunque opera…
(Interruzione)
No, questa non rientra tra le diciotto del Presidente
della Giunta! La delega è dell’assessorato alla sanità, il quale assessorato,
assumendo a pretesto i livelli essenziali di assistenza, ha ritenuto che la
competenza per la disinfestazione fosse e dovesse essere a carico dei Comuni,
cosa che non è assolutamente non solo vera, ma neanche proponibile e rispetto
alla quale, però, è caduto il silenzio più assordante, malgrado alcune prese di posizione anche pubbliche
attraverso interrogazioni alle quali, bontà sua, la Giunta regionale non
intende mai rispondere né verbalmente né per iscritto.
Ed anche qui, Presidente, assume una sorta di condizione
scarsamente giustificabile sulle inadempienze anche del Consiglio regionale.
Lei mi permetterà, Presidente, ogni volta ci troviamo a parlare di questo
problema, ma quando si arriva al momento clou, in cui finalmente si
comincia a discutere di qualche problema serio in questa Regione c’è sempre una
sorta di scappatoia per non discuterne mai. E questo delle zanzare, in generale
degli insetti che infestano i nostri territori, non c’è alcun dubbio che
rappresenta e costituisce uno dei problemi più imponenti per la consistenza del
fenomeno che non è di poco conto.
Voi certamente
respingerete questo emendamento del collega Guagliardi, certamente continuerete
a non voler prendere consapevolezza di questo problema, noi, assessore
Mangialavori, continueremo a sollevarlo, chissà fino a quando, però resta il
dato più mortificante che è quello che, anche rispetto a questi problemi di
scarsissima rilevanza, in fondo, perché è vero che sono problemi importanti, ma
sono risolvibilissimi, beh, anche qui registriamo la totale assenza di una
Giunta regionale, di un assessorato che non intende assolutamente neanche dare
soluzione a questi problemi, a meno che… E qui voglio sottolineare una
situazione singolare, perché sono a conoscenza di qualche episodio secondo il
quale a qualche sollecitazione di qualche amministrazione comunale amica della
maggioranza di centro-destra, l’azienda di competenza ha anche tentato – poi
non so se l’ha portato a compimento – di ovviare all’inconveniente assumendosi
in proprio l’onere dell’intervento.
Io non lo so se
questo possa essere il sistema, il metodo più lineare per ovviare ad una
competenza di cui la Giunta non si può spogliare e non può far finta che il
problema non esista.
Su questo noto anche con grande “piacere” la disattenzione totale dell’Aula, soprattutto dell’esecutivo, tranne qualcuno, e questo certamente non solo non è indice di attenzione, ma questo ormai l’abbiamo acquisito per dato certo, di chi di fronte ai problemi preferisce chiudere gli occhi e fare finta di non capire.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 609.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 610 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ destinata per il triennio 2004-2006 la somma di 1 milione
di Euro per opere di disinfestazione delle pinete marine della Piana di Sibari
e del Pollino, colpite dalla “Processionaria”.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb
3.1.01.02”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 610.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 611 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di 150 mila Euro per la costituzione
di un parco fluviale Esaro-Crati nell’area termale-etnica-archeologica di
Roggiano Gravina, Tarsia, Spezzano Albanese, Castrovillari, Cassano Jonio,
Terranova da Sibari, Corigliano Calabro.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb
3.2.03.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 611.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 612 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di 200 mila Euro per la realizzazione
di un Osservatorio regionale dei beni archeologici e storici minori della
provincia di Cosenza.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 612.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 613 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “Per il triennio 2004-2006 è destinata la somma di Euro 1
milione per il potenziamento dei Centri di prima accoglienza di immigrati
presenti in Calabria.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 6.2.01.06”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 613.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 614 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di 1 milione di Euro come contributo
speciale per i rimborsi viaggi agli anziani costretti a recarsi in altri comuni
per la riscossione della pensione o per altra utenza presso la pubblica
amministrazione.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 6.2.01.02”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 614.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 615 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di 200 mila Euro per la costituzione
di un Istituto di raccolta e archiviazione dei dialetti calabresi e delle loro
espressioni canore.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.02”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 615.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 618 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “Per come previsto dall’articolo 19 della legge regionale 30
ottobre 2003, n. 15, è destinata la somma di Euro 100 mila per la realizzazione
di un piano omogeneo di segnaletica bilingue nei territori di cui all’oggetto
della legge.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 618.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 620 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “Per come previsto dall’articolo 19 della legge regionale 30
ottobre 2003, n. 15, è destinata al Comune di Spezzano Albanese la somma di
Euro 30 mila per la prima edizione del festival jazz “Suoni mediterranei ed
etnici” di provenienza balcanica.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.02”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 620.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 621 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ destinata al Comune di Rovito (Cs) la somma di Euro 20 mila
per la quarta edizione del festival di musica etnica e popolare “Rumori di
fondo – 2004”.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.02”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 621.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 622 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ destinata al Comune di Rovito (Cs) la somma di Euro 20 mila
per il potenziamento della Sala Multimediale Comunale.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.02.03”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 622.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 623 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ stanziato un fondo straordinario di Euro 1 milione e 500
mila per il triennio 2004-2006 esclusivamente per la concessione di contributi,
ripartiti in maniera equa, a tutte le associazioni ed i gruppi di volontariato
di protezione civile iscritti all’Albo regionale del volontariato, finalizzati
all’equipaggiamento dei volontari ed alla fornitura di mezzi ed attrezzature
per l’espletamento delle attività di protezione civile.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 7.1.01.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 623.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 624 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ concesso un contributo straordinario di Euro 15 mila al
Consorzio degli operatori turistici dell’Alto Jonio Cosentino in Villapiana per
la realizzazione di un corso linguistico in tedesco per gli operatori turistici
della Sibaritide.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 2.2.01.03”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 624.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 625 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di Euro 150 mila per l’istituzione di
collegamenti navetta tra Sibari e gli aeroporti di Lamezia Terme e Crotone nei
periodi 1 giugno-30 settembre del triennio 2004-2006.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 2.1.02.01”.
Prego, onorevole Guagliardi.
Voi sapete, in particolare l’onorevole
Senatore e l’onorevole Dima, coloro che
vengono a fare le vacanze nella Piana di Sibari, che ci eravamo illusi che questa Regione e il Governo
nazionale finanziassero l’aeroporto di Sibari. La cosa non è
avvenuta e siccome – assessore Gentile, lei mi
dà atto – c’è un forte incremento del flusso
turistico nel territorio, i poveri operatori turistici di quell’area non
possono godere dei collegamenti aerei, per cui molte commesse, molti
pacchetti turistici lì saltano.
Allora sarebbe opportuno che incentivassimo la via di
una navetta, almeno per i fine settimana del periodo di più alta intensità
turistica, che colleghi la Sibaritide sia all’aeroporto di Crotone che
all’aeroporto di Lamezia Terme, al fine di rendere anche questa zona
competitiva con i pacchetti turistici del territorio.
D’altra parte, onorevole Gentile, lei sta investendo
notevolmente in quel territorio con grandi e lussuose strutture alberghiere, mi
pare che un intervento di questo tipo sia il minimo che si possa aspirare per
poter lanciare questo territorio nel campo turistico.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 625.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 626 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “Ai fini della realizzazione delle opere di eliminazione del
rischio idrogeologico del versante franoso del centro abitato del comune di
Plataci (Cs), attraverso interventi idraulico-forestali da attuarsi con
l’impiego del bacino di manodopera idraulico-forestale comunale già utilizzata
al 31 dicembre 2003, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2004 la spesa si
Euro 1 milione e 500 mila.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 3.2.04.03”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 626.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 627 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di Euro 20 mila destinata al
potenziamento del progetto “Servizio Civile Volontariato” di assistenza sociale
dell’Unpli di Cosenza.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 6.2.01.02”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 627.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 628 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di 500 mila Euro per la realizzazione
di un Parco fluviale nel Savuto.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 3.2.03.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 628.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 629 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “E’ autorizzata la spesa di Euro 250 mila quale contributo
straordinario della Regione Calabria alla comunità montana “Alto Marchesato
Crotonese”, istituita con la legge regionale n. 17 del 15 marzo 2002, per
l’avvio del funzionamento della stessa.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb___________”.
Presidente, chiedo
che venga abbinato l’esame di questo emendamento
con quello che reca il numero di protocollo 593 e poi con l’emendamento che è stato formulato, il 660.
PRESIDENTE
Il 660 fa
parte della Finanziaria,
quindi si collegherà da solo poi…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
No, sto
chiedendo che per il numero 629, il
593 e il 660 ci sia la discussione abbinata.
PRESIDENTE
Quando fare il
660, allora.
(Interruzione)
Ma essendo
alla Finanziaria,
tecnicamente non so se può… E’ un fatto tecnico…
(Interruzione)
Onorevole
Napoli, mi dicono che andrebbe ritirato questo e poi si approva quello nella Finanziaria.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Le chiedo
scusa, onorevole Presidente: io non capisco,
vorrei che mi venisse spiegata la ragione per la quale non si può procedere, seppure parzialmente, all’esame
abbinato dei tre emendamenti.
PRESIDENTE
Perché
il 660 fa parte della Finanziaria ed è un’altra
cosa. E’ un progetto di legge diverso, solo
per questo.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Perché
il 629 e il 593 si riferiscono alla stessa cosa. Si tratterà, allora, di avere…
PRESIDENTE
Autorizziamo,
in via eccezionale, il tecnico a
spiegare questo aspetto giuridico,
perché io non sono in grado di risponderle.
L’emendamento
che riguarda le comunità montane va a variare, nella tabella C della Finanziaria, due leggi e quindi è stato posto correttamente, cioè la legge 4, articolo 50 e articolo 55 che sono sulla tabella C della legge Finanziaria. Proprio per questo motivo la discussione
della legge Finanziaria è
stata posticipata al collegato.
Incidentalmente,
in quell’emendamento che
riguarda la legge 4 è
stato accolto anche l’emendamento che riguarda le spese di impianto della comunità
montana che è stata istituita con la legge, quindi dovendo poi discutere
insieme anche quell’emendamento che
sulla Finanziaria contiene questo, è
chiaro che, al di là del problema di
merito, la questione tecnica è questa qui. Solo per questo motivo, perché
questo da solo non ha copertura; fra l’altro, invece, inserito lì nell’ambito delle risorse che vengono
rimodulate all’interno della legge 4, è chiaro che è giusto discuterlo in
questa sede. O questo si discute da solo e il Consiglio si regola se approvarlo
o meno oppure va discusso assieme alla modifica della legge.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
E
noi chiediamo che venga discusso insieme, non chiediamo altro.
Dott. DE CELLO, dipartimento bilancio
Insieme dopo, non insieme adesso.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Infatti.
Nella seconda fase. Momentaneamente è sospeso, allora.
Emendamento protocollo 631 a firma Guagliardi
all’articolo 8: “Ai fini della realizzazione di uno studio integrato
sull’assetto delle coste calabresi e sulle conseguenze della costruzione di
nuovi porti sull’erosione delle
stesse, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2004 la spesa di Euro 500
mila. Lo studio in narrativa è affidato alla struttura tecnica del “Piano per
l’assetto idrogeologico” (Pai), costituita presso l’assessorato ai lavori
pubblici della Regione Calabria. Nell’attesa dei risultati dello studio di cui
sopra la Regione Calabria mette in atto una moratoria nell’approvazione di
nuovi progetti di porti.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 3.2.04.01”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Mi pare che noi, da qualche anno, in occasione delle finanziarie, poniamo sempre e ripetutamente
il problema dell’erosione delle coste nel
nostro territorio, d’altra parte nella gestione dell’assessore Misiti con l’Apq
sulle infrastrutture del passato c’è una proliferazione di porti in questo
nostro territorio regionale di queste cose che ha dell’incredibile.
La proposta che faccio è quella di utilizzare la
struttura tecnica del Pai per fare uno studio reale dei processi che
determinano l’erosione delle coste
nella nostra regione e, nel frattempo, sospendere, mettere in moratoria tutte
le ipotesi di nascita di nuovi porti nel territorio.
E’ un momento di riflessione
seria sulla difesa delle nostre coste, qui a Reggio Calabria abbiamo la
distruzione della spiaggia di Lazzaro, di Motta San Giovanni, dopo la
costruzione del porto, di Melito Porto Salvo, ci sono proteste nel Tirreno
cosentino da Amantea al nord perché un sistema di difesa delle coste sta
producendo lo sconvolgimento del sistema balneare. Penso che uno studio di
questo tipo sarebbe estremamente utile alla nostra regione.
Per questo chiedo
un’attenzione particolare, proprio per non ripeterci, come facciamo ogni anno,
a voler intervenire nella difesa delle coste e non interveniamo mai perché lì
scatta il meccanismo “domani pago, domani pago e domani pago”, finisce la
legislatura e le coste sono già erose!
Parere del relatore?
Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo 631.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 639 a firma Napoli: “All’articolo 8 si propone di aggiungere il seguente emendamento:
“La Regione concede un contributo di Euro 1.53.687,00 alla società di gestione dell’Aeroporto “S. Anna S.p.A.” di Crotone per spese di ripianamento delle perdite relative all’anno 2002, accertate in sede di bilancio della società stessa.
Al maggiore onere finanziario di Euro 1.535.687,00 si provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo Upb 8.1.01.02 dello stato di previsione della entrata del bilancio 2004”.
La parola all’onorevole Napoli.
L’emendamento
si presenta da sé. Così come il bilancio si fa carico di affrontare un problema che riguarda l’aeroporto
dello Stretto, cioè di ripianare
i suoi debiti, per la stessa ragione e per le stesse motivazioni
ho ritenuto di presentare
questo emendamento che si fa carico di ripianare le perdite dell’aeroporto “Sant’Anna” di
Crotone per l’importo indicato che corrisponde ai debiti del “Sant’Anna”.
Volevo
chiedere, quando il relatore mi dà il suo
parere, mi dovrebbe spiegare, nell’ipotesi in
cui il parere dovesse essere negativo, la
ragione per cui a Reggio c’è questo riconoscimento…
(Interruzione)
…perché
a Reggio sì e a Crotone no. Se
dovesse essere negativo, vorrei che il
relatore me lo spiegasse.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
No, non è negativo, solo che lo rinviamo a dopo, alla fase di assestamento.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Ma la stessa cosa accade per Reggio
Francesco TALARICO, relatore
Non ci sono le risorse disponibili e l’abbiamo rinviato a dopo.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Cioè per Reggio sì e per Crotone no, questo è quanto lei sta dicendo?
Francesco TALARICO, relatore
Non lo so, forse non era stato evidenziato… solo in questa fase…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Io le chiedo che lei mi dica se per Reggio ci sono le risorse e per Crotone non ce ne sono.
(Interruzione)
Io vorrei che mi si desse una risposta compiuta. Mi dica come stanno esattamente le cose.
Francesco TALARICO, relatore
Siccome c’è un ripianamento di perdite, lì il ripianamento…
(Interruzioni)
Siccome si tratta di un ripianamento di perdite, quindi che ha impegnato l’ente Regione al ripianamento…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
La Regione partecipa anche al capitale di Crotone con la stessa percentuale.
Francesco TALARICO, relatore
Le stavo spiegando che, siccome si tratta di un impegno
che la Regione deve assolvere perché c’è il ripianamento
delle perdite, quindi in base alla percentuale di
partecipazione deve intervenire…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Questo l’abbiamo capito. Perché a Reggio sì e a Crotone
no? Questo vorrei capire da
lei.
Francesco TALARICO, relatore
Lì c’è una norma. Di questa questione che lei sta
ponendo in questa fase non ne ero a conoscenza. Per Reggio c’è un’apposita
norma di legge che copre quelle perdite, quindi, avendo evidenziato questo dato
qui…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Ma l’apposita norma di legge qual è?
Francesco TALARICO, relatore
C’è una norma nel collegato, se lei lo ha letto, che
prevede il ripianamento delle perdite.
Se questo emendamento lo ritira e fa in modo di non
discuterlo e non votarlo adesso, noi facciamo in modo che, quando andiamo a
fare la seconda fase di bilancio di assestamento, andremo a trovare le risorse
per adempiere all’impegno della copertura delle perdite, così come abbiamo
fatto per la Sogas.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Lo faccia in proporzione, onorevole Talarico, non sia
patrigno con Crotone e particolarmente munifico con Reggio.
Francesco TALARICO, relatore
Onorevole Napoli, le ho spiegato il percorso. Se lei lo condivide, lo
ritira e lo riproponiamo nella seconda fase.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Io non lo ritiro, perché lei si deve assumere la
responsabilità di dire no a Crotone, pur in presenza delle stesse ragioni per
cui vengono erogate a Reggio.
Giuseppe CHIARAVALLOTI, Presidente della Giunta
regionale
…per Crotone c’è già un progetto di tipo… in sede di
aumento di capitale…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Parteciperà all’aumento di capitale, di questo ne sono
già consapevole perché lo scorso anno…
(Interruzione del Presidente della Giunta)
Lo scorso anno ho presentato un emendamento ed è stato
approvato, dopo lunga discussione in Commissione, ma le somme non sono state
impegnate perché vi è stato un problema che pare dovrebbe essere risolto, però
il ripiano dei debiti prescinde dall’aumento dei capitali, perché il problema
oggi si affronta appunto per tale motivo…
(Interruzione del Presidente della Giunta)
PRESIDENTE
…avvantaggiato uguale, Presidente,
perché siamo sullo stesso… altrimenti poi
dovremmo chiedere più fondi noi.
Onorevole Napoli, lo
ritira?
Giuseppe Giuliano NAPOLI
No.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 639.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 530 a firma Tripodi Michelangelo all’articolo 8: “Si propone di aggiungere il seguente articolo: “Per l’anno 2004 è autorizzata la spesa di 100 mila Euro da destinare al Comune di Montebello Jonico per l’effettuazione dei lavori di bonifica e di sistemazione dell’area del Pantano di Saline Joniche, riconosciuta oasi di protezione della fauna selvatica e della flora tipica delle acque salmastre.
Alla relativa copertura finanziaria si provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
Lo illustra l’onorevole Bova.
Lui propone, poi, in un subemendamento, in quanto a 50 mila Euro per l’importazione di limo del Nilo e per 50 mila Euro di gemme di papiro, in maniera che in quell’area, che è una cosa…
PRESIDENTE
Siamo al 530, onorevole Bova, a Saline Ioniche…
Giuseppe BOVA
Sì, nel Pantano. In questa maniera potrebbero insistere, sempre come uccelli migratori, arriverebbe l’Ibis cicognina e sarebbe un fatto notevolissimo dopo trecentocinquant’anni nel nord del Mediterraneo. E’ uno studio con esperti sia botanici che zoologi e c’è una raccomandazione dell’onorevole Tripodi che ha fatto uno studio in proposito.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 530.
(E’ respinto)
I successivi emendamenti con protocollo 528, 526, 525, 524, 521, 520, 517, 514, a firma Tripodi Michelangelo, sono decaduti per assenza del proponente.
Emendamento protocollo 509 all’articolo 8 a firma Amendola: “Il Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, punto di riferimento storico per le attività culturali della città, del comprensorio e della regione, a causa dell’alluvione del 2000 ha subito ingenti danni, tali da rendere inagibile l’intera struttura.
Allo scopo di consentire l’ultimazione
degli interventi strutturali necessari per
restituire il Teatro Grandinetti alla sua riconosciuta ed indispensabile
azione di sviluppo culturale, si chiede uno stanziamento
di Euro 500 mila da allocare sull’Upb 8.1.01.02”.
Prego, onorevole Amendola.
Questo è un emendamento sul quale c’era già un impegno da parte del Presidente della Giunta regionale, cioè in occasione della discussione sui teatri feci un emendamento per consentire al Teatro Grandinetti di Lamezia l’ultimazione degli interventi strutturali, considerando chei era stato escluso dai finanziamenti sulla stagione teatrale dell’assessorato alla cultura, in quanto nel 2003 non aveva svolto attività.
Nonostante non abbia
percepito alcun finanziamento, il Teatro
Grandinetti ha avviato già da tempo la stagione teatrale, soltanto che necessita di
ulteriori finanziamenti per ultimare gli interventi strutturali.
Il Presidente
della Giunta regionale aveva recepito l’emendamento,
aveva posto soltanto una riserva, cioè se il finanziamento doveva andare al
privato o al pubblico. Io credo di poter dire con certezza che il finanziamento
da me chiesto allora, sul quale c’era un impegno e oggi riproposto con questo
emendamento debba andare al pubblico, cioè al Comune di Lamezia, che in questo
momento sta gestendo la stagione teatrale e c’è un impegno sottoscritto per rilevare il Teatro
Grandinetti per trasformarlo in Teatro comunale.
Quindi chiedo un finanziamento di 500 mila Euro per
ultimare quei lavori.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Nel merito, anche questo emendamento lo rinviamo alla seconda fase, quando troveremo le risorse a disposizione, quindi da parte mia c’è una volontà positiva rispetto a questo tipo di impostazione.
Franco AMENDOLA
Se posso conoscere il parere della Giunta su questo emendamento, considerato che c’era già un impegno…
(Interruzione)
…aveva posto un problema, se il finanziamento dovesse andare al privato o al pubblico.
(Interruzione del Presidente della Giunta)
Quindi rimane acquisito questo impegno?
Era già acquisito. Per cui è ritirato, per il momento.
Emendamento protocollo 511 all’articolo 8
a firma Amendola: “Finanziamento di Euro 2
milioni e 500 mila da allocare su specifico capitolo
di spesa per l’avvio della fase sperimentale
del reddito di cittadinanza, sulla
base dell’apposito disegno di legge
n. 441 depositato il 25 settembre 2003 presso la competente Commissione consiliare”.
La parola all’onorevole Amendola.
Questo è un emendamento sul reddito…
PRESIDENTE
Era stato già discusso qualcuno simile firmato da altri colleghi…
Franco AMENDOLA
Esatto, è stato discusso, però volevo fare presente che, nel momento in cui ho presentato questo emendamento, ho fatto riferimento al disegno di legge 441 da me presentato il 25 settembre 2003, quando ancora credo di poter dire nessuna Regione aveva istituito questo tipo di legislazione.
Non voglio riprendere la discussione che è stata fatta prima anche in modo ampio, però
ritengo che sia un problema molto sentito e quindi l’emendamento
serve soprattutto perché,
pur avendo presentato un disegno di legge
nel settembre del 2003, lo stesso non arriverà mai in discussione né in
Consiglio né nelle Commissioni, quindi la mia è più che altro una forzatura per
affrontare questo problema.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 511.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 510 all’articolo 8 a firma Amendola: “Contributo straordinario per la somma di Euro 250 mila da allocare sull’Upb 7.1.01.02 per il finanziamento degli interventi inerenti la messa in sicurezza ed il risanamento, dovuti al fenomeno dell’erosione, nel tratto costiero compreso nel comune di Falerna”.
La parola all’onorevole
Amendola.
Ho presentato questo emendamento
in quanto sulla erosione costiera del comune di
Falerna c’era già un impegno da parte della Giunta
regionale che risale a circa un anno fa, questa
volta non del Presidente della Giunta. Era
presente nella discussione della Commissione bilancio, in rappresentanza della Giunta e dell’assessorato al bilancio, l’assessore
Pirilli, il quale acquisì da parte della seconda Commissione un voto favorevole
all’unanimità.
E’ passato circa un anno da
quel momento, quando cioè una mareggiata praticamente arrivò fino alla Statale
18, che non è stata ancora definitivamente riparata, però il contributo di 250 mila Euro promesso
dall’assessore facente funzioni al bilancio, a tutt’oggi, non è stato dato.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Sull’argomento posto dall’onorevole Amendola, peraltro affrontato
in Commissione, c’era anche una risoluzione approvata dal Consiglio regionale che andava nella
direzione di finanziare l’intervento sull’erosione costiera. Inoltre, visto che è in itinere anche un Piano delle opere pubbliche che si vorrebbe licenziare come Consiglio regionale, ritengo che sia importante la segnalazione
all’assessore ai lavori pubblici a che in
questo piano includa anche la questione dell’erosione costiera, in maniera specifica per il comune di
Falerna.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Amendola.
Presidente, non ritengo di essere soddisfatto di questa risposta prima di tutto perché non conosco il Piano delle opere pubbliche, per cui non so quale spazio trovi questa proposta in quel piano, poi su questo emendamento, che è identico a quello che presentai in Commissione circa un anno fa, ancora…
(Interruzione dell’onorevole Borrello)
Quindi c’era già un
impegno.
Aggiungo un’altra
questione: non riesco a comprendere come
mai a 10 chilometri più a nord di Falerna, cioè fra Campora ed Amantea, si
stiano spendendo decine di miliardi per aggiustare quel tratto di costa e poi
non si riesca a liberare la Statale 18 del comune di Falerna.
PRESIDENTE
Ad Amantea c’è un
consigliere di peso, onorevole Amendola!
Franco AMENDOLA
Esatto, c’è un consigliere
di peso, ma di minoranza, per cui mi meraviglio come mai nella realtà di
Falerna, pur avendo tre consiglieri Presidenti di Commissione di maggioranza,
non si riesce a trovare questa somma.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Talarico.
Francesco TALARICO, relatore
Si può rinviare anche questo argomento alla fase di assestamento.
PRESIDENTE
Non è d’accordo?
Franco AMENDOLA
Non la ritiro questa proposta.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo 510.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo 485, a firma Leone, è ritirato.
Emendamento protocollo 585 a firma Pacenza: “Articolo 2, aggiungere:
comma 1 bis.
“Al fine di provvedere al completamento e all’adeguamento
degli impianti di fanaleria e di illuminazione, oltre alla messa in sicurezza
tramite apposita recinzione, è concesso al Consorzio
per lo sviluppo industriale
“Sibari-Crati” un contributo straordinario di Euro 1 milione per il porto di
Corigliano Calabro.
Si
provvede alla copertura finanziaria con la
Upb 2.3.02.01”.
La parola all’onorevole Pacenza.
Nella presentazione dell’emendamento
ho tentato di dare le nozioni essenziali,
siamo in presenza di un fatto estremamente delicato. I colleghi ricorderanno
che la legislazione nazionale affida alle competenze regionali la portualità cosiddetta
minore; nella nostra regione tranne il porto
di Gioia Tauro tutto il resto della portualità è di competenza della
Regione.
Che cosa si è verificato? Dentro questo quadro, il porto
di Sibari, oggi di Corigliano - è la più grande struttura portuale di carattere
regionale e interregionale, vorrei ricordare che quella infrastruttura, tra
costi diretti e indiretti, è costata all’erario dello Stato circa 100 miliardi
di vecchie lire -, dopo anni di semideserto, negli ultimi anni ha avuto una
abbastanza significativa movimentazione dell’attività, ma lo scorso 12 febbraio
l’autorità marittima, previa apposita ordinanza, ha sancito l’inagibilità del
porto dall’alba al tramonto in quanto le fanalerie del porto non sono
sufficienti a garantire una illuminazione
adeguata. Quindi, capite bene che questo, di fatto, impedisce l’attività
ordinaria perché non si può pensare di organizzare il traffico, dicendo che da una certa ora in poi non si può entrare
perché non ci sono impianti di illuminazione
adeguati.
Oltre questo, quella infrastruttura ancora manca di
un’adeguata messa in sicurezza, per esempio l’accesso è libero da diverse
postazioni e questo produce, sistematicamente, anche problemi di incolumità per
chi opera all’interno dell’area portuale e per chi vi transita per qualsiasi
attività.
Vorrei ricordare che, nello specifico, quella struttura
portuale ospita la più significativa flottiglia peschereccia di questa regione
ed anche l’attività della pesca subisce alcuni rallentamenti.
Io mi sono fatto carico di presentare questo emendamento
per chiedere un contributo straordinario al Consorzio industriale che è
soggetto gestore, per concessione, della struttura portuale, per cercare di
fare un lavoro ricognitivo.
Rispetto alla discussione fatta in Commissione, vorrei sottolineare che, facendo una verifica all’interno dei capitoli di bilancio, ci sarebbero, addirittura, anche le disponibilità all’interno di una Upb specifica sulla portualità. Quindi, non ci sono costi aggiuntivi, c’è soltanto una volontà politica di garantire un intervento del genere che causa una difficoltà seria dal punto di vista economico e commerciale e mette in difficoltà una infrastruttura di grandissimo significato in questa regione.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 585.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 584 a firma Pacenza: “Articolo 2, aggiungere: comma 8.
“Per le
finalità di cui alla lettera p) dell’articolo 5 della legge regionale n. 17/90, è
assegnata al Comune di Corigliano Calabro la somma di
euro 300 mila. Si provvede alla copertura
finanziaria con la Upb 6.2.01.06 capitolo 4342101”.
La parola all’onorevole Pacenza.
Anche qui, per i più potrebbe apparire come un
qualcosa di inverosimile, ma spero che ci sia consapevolezza
adeguata perché anche con questi processi dobbiamo fare
i conti: mi riferisco ai processi immigratori. All’interno
del territorio della Piana, soprattutto nei periodi di attività stagionali,
si concentrano centinaia e migliaia di immigrati; nella sola città di
Corigliano, sono censiti cinquecento immigrati di diverse nazionalità. Questo,
non c’è dubbio che produca un impatto delicato sulla comunità e gli sforzi, le
iniziative, che ha messo in campo lo stesso Comune autonomamente non sono
sufficienti a garantire una politica organica.
Anche su questo, avendo sentito l’aria che circolava
attorno al dibattito sul bilancio, ho tentato di ragionare dentro la
legislazione di settore esistente, cioè la legge 17 sull’emigrazione e
sull’immigrazione, nella quale al punto p) sono previsti interventi
straordinari sui processi immigratori.
Quindi non si tratta di aggiungere risorse, si tratterebbe - anche qui previa volontà
politica, penso sicuramente uguale al precedente emendamento – di stabilire un
contributo per la costruzione di una prima struttura di accoglienza.
In questa direzione vorrei ricordare che ci sono state
ripetute iniziative della Prefettura, perché una condizione particolarmente
disagiata produce anche tensioni sociali che possono avere risvolti di ordine
pubblico, quindi c’è uno stato di fatto particolarmente delicato.
Per la cronaca, la comunità di Schiavonea è, dentro la
nostra regione, quella in assoluto che ospita il maggior numero di cittadini
immigrati. Quindi, scevro da qualsiasi localismo, scevro da qualsiasi
campanile, c’è un ragionamento che riguarda il merito delle cose. Io ritengo
che quando si affrontano argomentazioni ancorate al merito, non dovrebbero
esserci preconcetti.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Guagliardi.
Presidente, penso
che vada rivolto un minimo di attenzione all’emendamento proposto dall’onorevole
Pacenza.
L’onorevole Pacenza ha
parlato soltanto della comunità di Schiavonea nel comune di Corigliano, ma
anche il resto del circondario di tutta la Piana di Sibari è caratterizzato
da presenza di immigrazioni, non soltanto
antiche, già da una ventina d’anni, o più, lentamente si sono insediate
comunità di maghrebini, di marocchini, di algerini, e là stanno costruendo vere
e proprie organizzazioni
e, di recente, il fenomeno più negativo,
quello della migrazione proveniente dall’Est,
sta determinando una grave crisi sociale del territorio. Lì si è insediato un
vero mercato del lavoro nero, è sufficiente
andare in alcune piazze specifiche del territorio di Corigliano per prendere atto
di quello
che avviene ogni mattina, c’è un sistema di controllo delle immigrazioni
femminili che prima vengono avviate nei laboratori dell’area industriale o
delle aree produttive del territorio e poi, inevitabilmente, cadono nelle
logiche della prostituzione e della marginalizzazione. C’è il rischio che si
inneschino guerre tra poveri nello stesso territorio.
Penso che questo emendamento, almeno - Presidente
Talarico e Giunta -, contenga un atto e una dimostrazione di sensibilità verso
quel territorio. Non è possibile pensare ad uno sviluppo del territorio -
onorevole Dima - vivendo condizioni di disagio, di conflitto e di guerra fra
poveri - che lei conosce meglio di me -, se non interveniamo nelle logiche del
mercato nero del lavoro, della schiavitù e di altri fenomeni degenerativi.
(Interruzione)
Sì, noi siamo generosi e accoglienti, l’istituzione
regionale dovrebbe esprimere una maggiore solidarietà in questo campo.
Credo che questo problema caratterizzerà nel futuro la
Piana di Sibari, non è un fatto di semplice solidarietà cristiana perché si è
cattolici, ma è un vero problema sociale da affrontare sul territorio.
Onorevole Nucera, mi auguro che lei sostenga questo
emendamento perché fa parte della cultura cristiana di partecipazione ai
problemi degli emarginati e di coloro che vivono in uno stato di disagio.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Nella legge in questione, la numero
17 del 1990, c’è un finanziamento di 1 milione e
200 mila euro per tutta la regione Calabria, mentre qui se ne chiedono 300 mila
da destinare ad un solo Comune. Capisco l’emergenza, ma significa che il 25 per
cento dell’intero finanziamento va in questa direzione, quindi, il parere è
sfavorevole.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 584.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 594, all’articolo 8, a firma Napoli: “Si propone di aggiungere il seguente emendamento: “Sul capitolo n. 32010502 dello stato di previsione della spesa, bilancio 2004, “Spese per il finanziamento di strumenti della programmazione negoziata del Comune di Crotone e nei comuni costieri adiacenti di Isola Capo Rizzuto e Strangoli (articolo 20, comma 1 bis, del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625, come introdotto dall’articolo 7, comma 6, della legge 11 maggio 1999, n. 140 – articolo 2 bis, commi 1, 2 e 3, della legge regionale 26 giugno 2003, n. 8)” è prevista la somma di euro 7.369.525,56.
Al maggiore onere finanziario di euro 7.369.525,56 si provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo Upb 8.1.01.02 dello stato di previsione della entrata del bilancio 2004”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 594.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 593, all’articolo 8, a
firma Napoli: “Si propone di aggiungere il
seguente emendamento: “La Regione Calabria concede la somma di euro 250
mila quale contributo straordinario
per spese di funzionamento alla comunità montana
“Alto Marchesato Crotonese”, istituita con la legge regionale n. 17 del 15 marzo 2002 e con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 162 del 21 ottobre
2002.Al maggiore onere finanziario di euro 250 mila si provvede mediante
la maggiore disponibilità di cui al capitolo Upb 8.1.01.02 dello stato di previsione della entrata del bilancio 2004”.
(Interruzione dell’onorevole Napoli)
Francesco TALARICO, relatore
E’ accorpato successivamente.
PRESIDENTE
E’ abbinato? Sì.
Gli emendamenti protocollo numero 499 e 488 a firma Sarra sono ritirati.
Emendamento protocollo numero 632 a firma Guagliardi all’articolo 8: “Al collegato alla Finanziaria è aggiunto l’articolo seguente:
“1. E’ riconosciuto lo stato di crisi del settore tessile dell’area di Cammarata di Castrovillari, di Praia a Mare e di Cetraro.
2. Tutti i lavoratori inseriti nelle liste di mobilità e in Cigs, che abbiano 25 anni di contribuzione e un’età superiore a 50 anni per gli uomini e 45 anni per le donne, sono utilizzati in progetti di utilizzo da enti locali del territorio provinciale”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Noi stiamo vivendo drammaticamente la situazione di
quello che fu l’area industriale tessile della Piana di Cammarata, di Praia a Mare
e di Cetraro. Brevemente - perché la cronaca politica e i nostri interventi già
nel passato hanno dimostrato una sensibilità verso queste aree industriali -,
con questo emendamento si intende riconoscere il settore tessile di Cammarata a
Castrovillari, di Praia a Mare e di Cetraro, come area di crisi e garantire che
i lavoratori in mobilità o nei Cigs di questo territorio - che abbiano un’età
superiore ai cinquant’anni per gli uomini e quarantacinque per le donne, che
rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro - vengano utilizzati in
progetti di pubblico utilizzo nelle istituzioni della provincia, nei comuni o
nelle realtà locali.
Io credo che anche su queste tematiche, se c’è la
sensibilità politica e si pongono in essere atti concreti, si possano
affrontare i problemi, altrimenti, si può sempre andare sulla stampa e dire che
siamo intervenuti, onorevole Gagliardi – quasi omonimo mio –, a sostegno dei
lavoratori, ma, probabilmente, se lei o qualche altro suo collega sostenesse
questo emendamento, daremmo un segnale di volontà di intervento concreto nel
territorio di Cammarata, Cetraro e Praia a Mare.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Naccarato.
Solo per sottolineare, in qualche misura, la delicatezza di questa problematica e, quindi, formulare la proposta di trasformare questo emendamento in una raccomandazione alla Giunta che, secondo me, in questo caso potrebbe accoglierla, come raccomandazione del relatore, con parere favorevole.
PRESIDENTE
Onorevole Guagliardi, accetta che venga trasformato in raccomandazione?
Damiano GUAGLIARDI
Presidente, posso accettare perché una raccomandazione è meglio di niente, ma cosa risolviamo?
PRESIDENTE
E’ già una cosa. La trasformiamo in raccomandazione.
Damiano GUAGLIARDI
Va bene.
Emendamento protocollo numero 658 a firma Tripodi Pasquale: “La Giunta regionale è autorizzata a concedere al Comune di Montebello Jonico (Rc) un contributo di euro 500 mila per la costruzione del ponte di collegamento viario della frazione S. Elena con il centro di Montebello Jonico.A tale onere si provvederà con le risorse disponibili nel bilancio per l’esercizio finanziario 2004”.
La parola all’onorevole Tripodi Pasquale.
Presidente, relativamente all’emendamento da me presentato, lei ricorderà – come ricorderanno i colleghi – che, tempo fa, c’è stata una grossa vertenza tra la Prefettura e gli enti interessati, che non è solo la Regione Calabria. Questa frazione di circa 200 abitanti è rimasta completamente isolata dal centro del paese, non c’è nessun’altra via d’accesso nemmeno per poter prestare soccorso, perché vi è una fiumara e, di fatto, l’unico ponte non è più abilitato al transito.
Ho contattato personalmente, dopo il blocco della
strada da parte degli abitanti e
dopo che gli stessi si erano recati in Prefettura, l’assessore
ai lavori pubblici, il quale con molta sensibilità – devo
dire il vero – ha inviato il dottore Cupolo, responsabile
del Genio Civile della nostra provincia, e si è svolta una concertazione tra il
Genio Civile per parte della Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria e il
Comune di Montebello, addivenendo a realizzare questo progetto in
compartecipazione con tutti gli enti per poter sopperire alla viabilità di questa popolosa frazione.
Si sono svolti i Consigli comunali, anche aperti, a cui tutti gli enti interessati hanno partecipato e l’assessore – lo dico al microfono perché rimanga registrato perché, oltretutto, è la verità – ai lavori pubblici si era impegnato a finanziare per la parte che tocca alla Regione: 500 mila euro, questo progetto nelle more della approvazione del bilancio.
Questo emendamento ha questo scopo e questa finalità,
anche perché vi era un percorso già
definito, si era assunto l’impegno come assessorato ai lavori pubblici di poter
finanziare quest’opera.
Ritengo di grande importanza il collegamento di una frazione che, effettivamente, non ha nemmeno l’opportunità di prestare soccorso ad un cittadino se si sente male, io caldeggio l’approvazione di questo emendamento per questo motivo, non per altro.
Adesso risponderà il relatore, ma credo che un argomento
del genere, essendo importante - come lei ha testimoniato -, potremmo
trasformarlo in una raccomandazione all’assessore ai lavori pubblici, da
inserire nell’eventuale prossimo Piano delle opere pubbliche. Mi sembra sia più
idoneo, se lei è d’accordo.
Pasquale Maria TRIPODI
Va bene.
PRESIDENTE
Quindi è trasformato in raccomandazione all’assessore ai
lavori pubblici.
La parola all’onorevole Leone.
Prima di procedere, le chiedo un’interruzione di cinque minuti con i capigruppo al banco della Presidenza.
Se i colleghi capigruppo possono avvicinarsi, prima di votare definitivamente, due minuti di interruzione al banco della Presidenza.
(I capigruppo
si portano al banco della Presidenza)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa alla trattazione della legge Finanziaria.
Articolo 1
Emendamento protocollo numero 602 a firma Guagliardi: “Per come previsto dall’articolo 19 della legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15, la somma finalizzata all’applicazione della legge per l’anno 2004 è di euro 800 mila.
Alla copertura finanziaria si provvede con la Upb 5.2.01.01”.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Ho presentato questo emendamento
perché nella legge di tutela delle minoranze linguistiche,
che abbiamo approvato recentemente, all’articolo 15
era stata prevista la somma di 1 milione di euro per il biennio 2003-2004, perché lo scorso anno è stato finanziato…
(Interruzioni)
Onorevole Gagliardi, questo
può interessare se riusciamo a recuperare 600 mila Euro che sono stati spostati
delle minoranze linguistiche
ad altre destinazioni, probabilmente faremo anche qualche affresco in qualche
mosaico di più nelle nostre chiese bizantine,
cioè volevo che venisse riportata la somma reale destinata alla legge sulle
minoranze linguistiche: invece di 200 mila euro, per come è previsto
nell’attuale Finanziaria, ad 800 mila euro, per come è previsto nella legge
approvata qualche mese fa.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Anche questo caso lo rimandiamo alla seconda fase, quando recupereremo nuove risorse.
Damiano GUAGLIARDI
Scusi, Presidente, qui abbiamo fatto un bilancio bloccato sul finanziamento delle leggi, ci avete riempito la testa tutta questa notte e questa mattina…
Francesco TALARICO, relatore
Ma lei chiede qui un aumento di quella posta…
Damiano GUAGLIARDI
No, chiedo la riconferma delle risorse destinate con l’approvazione della legge: 1 milione di euro in due anni. Abbiamo utilizzato 200 mila euro, credo che vadano destinati 800 mila euro alla legge sulle minoranze linguistiche.
Francesco TALARICO, relatore
E noi lo faremo in una seconda fase.
Damiano GUAGLIARDI
Ma perché non lo mettiamo adesso?
(Interruzione)
Questa è una delle famose leggi manifesto…
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Vedremo di sistemarla presto, onorevole Guagliardi.
Damiano GUAGLIARDI
Va accolto questo emendamento, non “vediamo di sistemarla”!
(Interruzioni)
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 602.
(E’ respinto)
I successivi
emendamenti con protocollo numero
538, 533, 523, 522, a firma Tripodi Michelangelo, decadono per assenza del proponente.
L’emendamento protocollo numero 480 a firma Sarra è ritirato.
Emendamento protocollo numero 660 a firma Leone, Sarra, Crea ed altri, cioè tutti i
colleghi di capigruppo di
maggioranza e opposizione:
“1. Lo stanziamento previsto per il finanziamento dell’articolo 50 della legge regionale 19 marzo 1999, n. 4, è incrementato di euro 1 milione e 250 mila, allocati all’Upb 3.2.04.04 (capitolo 2232102) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2004.
2. Per sostenere le spese di primo impianto della comunità montana dell’Alto Marchesato, in provincia di Crotone, istituita con legge regionale 15 marzo 2002, n. 17, è previsto – ai sensi dell’articolo 49, comma 2, lettera a) della legge regionale 19 marzo 1999, n. 4 – uno stanziamento di euro 100 mila, con allocazione alla stessa Upb 3.2.04.04.
3. Ai maggiori oneri si provvede con la contestuale
riduzione di euro 850 mila dello stanziamento previsto per il finanziamento
dell’articolo
55 della stessa legge n. 4/99 ed allocate all’Upb 3.2.04.04 (capitolo 2232204)
e di euro 500 mila dello stanziamento di cui all’UPB 81.01.01 (capitolo
7001101) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2004”.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
In questo c’è l’esame
abbinato.
PRESIDENTE
Insieme a questo c’era il precedente che viene abbinato.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 660.
(E’
approvato all’unanimità)
Non ci sono altri
emendamenti alla legge Finanziaria.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione le tabelle allegate.
(Sono approvate)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, così come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al bilancio
annuale di previsione.
Il primo emendamento è il
protocollo numero 591 a firma Napoli…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
E’ ritirato.
PRESIDENTE
Ritirato.
Emendamento protocollo numero 507 a firma Amendola: “Si propone il seguente emendamento al capitolo di spesa n. 1011104 – Area di Intervento 1 – Servizi generali denominato “Spese per l'adesione e partecipazione ad organismi associativi regionali, nazionali ed internazionali”, chiedendo che venga inserito nelle note a margine la seguente dicitura:
“La somma di Euro 250 mila è destinata al pagamento
delle quote per l'adesione della Regione all'Anci e Lega Autonomie Calabria
(euro 100 mila) e all'Uncem (euro 50 mila), quest'ultima integrato
dall'ulteriore somma prevista sul fondo regionale per la montagna”.
La parola all’onorevole
Amendola.
Con questo emendamento
si chiede un po’ di giustizia riguardo i contributi dati all’Anci, Uncem e alla Lega delle autonomie. Noi diamo 100 mila
euro all’Anci, 50 all’Uncem e 50 alla Lega delle autonomie. Se
consideriamo che l’Uncem poi usufruisce di altri 50 mila
euro per quanto riguarda il fondo per la montagna, c’è una disuguaglianza tra Anci,
Uncem e Lega delle autonomie, che avrebbe la metà rispetto alle altre due associazioni.
Quindi l’emendamento
tende a fare un po’ di giustizia, dando a ciascuno
100 mila euro.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Sull’argomento in questione,
prima di procedere a delle integrazioni
è opportuno fare un’audizione con i soggetti interessati e dato che è già in programma nella sessione di bilancio per il
completamento e l’assestamento, prima li ascoltiamo, conosciamo dalle loro parole esattamente l’attività di ognuna di queste
associazioni dei Comuni, poi provvederemo, con la ristrettezza delle risorse a disposizione, a trovare i fondi
necessari.
Quindi
se l’onorevole Amendola è d’accordo, prima li ascoltiamo e poi vediamo come riuscire ad
intervenire per riequilibrare queste differenze.
Franco AMENDOLA
Se il Presidente si impegna a fare l’audizione per
discuterne, mi sta bene.
PRESIDENTE
Quindi momentaneamente lo ritiriamo.
Il successivo emendamento, a firma Tripodi, è decaduto.
Emendamento protocollo numero 647 a firma Talarico:
“Agli stati di previsione di competenza delle unità previsionali di base
dell’entrata e della spesa di cui alle tabelle A e B annesse al disegno di
legge “Bilancio annuale 2004 e pluriennale 2004-2006” sono apportate, in
termini di competenza e di cassa, le modifiche indicate nei prospetti 1 e 2
allegati al presente emendamento, relative ad assegnazioni da parte dello Stato
con vincolo di destinazione.
La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le
successive e conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Prego, onorevole Talarico.
Si tratta di somme vincolate, c’è una tabella allegata di una serie di somme che arrivano da finanziamenti dello Stato per renderli disponibili alla Regione e quindi è un emendamento dovuto, di mera natura tecnica, per dare la possibilità di destinare le somme.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 647.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Dichiarazioni di voto sulla legge nel suo complesso.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, ci stiamo apprestando a votare una legge
finanziaria –
anche se avremmo dovuto approvare prima il documento di bilancio, a mio avviso
– ed un bilancio che avete inteso definire bilancio tecnico.
Francamente, a conclusione di questa lunga seduta e dopo lo svolgimento
degli stessi lavori della Commissione consiliare che ha licenziato il testo,
non ho capito il senso e il significato che avete voluto attribuire a questa
espressione “bilancio tecnico”, in che cosa si differenzia un bilancio
cosiddetto tecnico dal bilancio della Regione.
Noi abbiamo approvato un bilancio e una legge finanziaria di sostegno
allo stesso, assolutamente di tipo ordinario, probabilmente, la vostra esigenza
di definire il testo: un bilancio tecnico nasce dalla consapevolezza che con
questo testo di bilancio e di legge finanziaria voi non avete promosso una
politica economico-finanziaria regionale.
C’è stata la rinuncia da parte del governo e da parte della maggioranza
che sostiene questa proposta all’affermazione della funzione, in un momento
assai particolare della vita della nostra regione. Questo bilancio e questa
legge finanziaria non tengono conto della condizione reale della Calabria, per
cui si propongono una legge finanziaria e un bilancio che non svolgono e non
promuovono attivamente una politica delle entrate ed assumono la politica delle
uscite senza alcun impegno e alla riqualificazione della spesa e ad un
contenimento razionale e socialmente produttivo. Ci si è ancora di più adeguati, adagiati ad una linea estensiva di una
spesa che, in qualche modo, si fonda su un impianto che oggi ci deve dare molte
preoccupazioni per quanto riguarda lo stato e la solidità finanziaria
dell’amministrazione regionale, cioè avete approvato un bilancio omettendo di
riflettere sul fatto che tutte le statistiche ci consegnano una regione che è
all’ultimo posto o, meglio, è al primo posto per quanto riguarda la graduatoria
della povertà sociale. Ci è stato abbondantemente riferito il dato secondo il
quale il 30 per cento delle famiglie calabresi vive in una condizione di nuova
povertà, sarebbero 850 mila calabresi che soffrono questa condizione, una
Calabria che ha raggiunto il più alto indice di disoccupazione - nell’ultimo
decennio non si era mai arrivati a questo indice -, una regione il cui processo
di modernizzazione infrastrutturale, di fatto, si è arrestato e non si promuove
alcuna linea di investimenti tesi alla realizzazione di quelle infrastrutture
che dovrebbero intervenire nel gap di marginalità che caratterizza la
marginalità e la perifericità della nostra regione.
Non abbiamo approvato un bilancio e una legge
finanziaria che, in qualche modo, potessero semplificare, potessero essere di
aiuto ad un processo di semplificazione e di accelerazione della spesa dei
fondi straordinari comunitari, soprattutto per quanto riguarda alcune Misure
del Programma operativo regionale. Noi riteniamo ci sia bisogno di una certezza
di sponda finanziaria regionale, pena il blocco dei fondi perché i programmi
operativi nazionali che quelli regionali disponibili possano essere attuati e
le somme spese.
Insomma, un bilancio che va in una direzione altra ed
opposta alla tendenza che registra la crisi sociale ed economica della nostra
regione, eppure tutto ciò a fronte del fatto che ai calabresi si conferma un
impegno, quello cioè di far pagare il più alto indice di fiscalità grazie al
fatto che, attraverso l’attivazione dell’autonomia impositiva regionale, la
Calabria è l’unica regione dove c’è un prelievo aggiuntivo di 200 miliardi di
vecchie lire che altri cittadini di altre regioni non pagano, in cambio di che
cosa? In cambio di quei dati: basso livello di qualità, ma anche dal punto di
vista quantitativo dei servizi di cui dispongono.
Un bilancio che, indipendentemente dal fatto se si
intende o meno rimandare ai provvedimenti settoriali, non ci dà certezza e
fiducia per quanto riguarda la possibilità di una riforma strutturale di quella
parte della spesa impegnata, per esempio, nei servizi primari di questa nostra
regione, a cominciare da quella del Servizio sanitario regionale.
E’ in discussione e all’esame della Commissione
consiliare una ipotesi di riforma del Piano sanitario: un piano di riforma
sanitario, se vuole essere credibile ed efficace, non può non dirci come si
realizza, attraverso quale finalizzazione della spesa, sia per quanto concerne
la possibilità della sua riduzione e del suo contenimento. Noi riteniamo che ci
possano essere possibilità di un contenimento attraverso la riduzione degli
sprechi, quindi dei tagli mirati, dei tagli finalizzati, ma soprattutto agire
per favorire processi di riconversione e di riqualificazione del servizio
attraverso nuovi investimenti; ma i nuovi investimenti vanno definiti, vanno
quantizzati, vanno finalizzati.
Penso al servizio dei trasporti. Anche su questo abbiamo
recentemente discusso in Commissione, c’è soltanto una voce aggiuntiva per
quanto riguarda l’integrazione dovuta all’applicazione del contratto collettivo
nazionale del lavoro e così via di seguito, l’elenco potrebbe essere più lungo,
cioè la tendenza all’allargamento della forbice tra disponibilità e investimenti,
la rinuncia ad un processo di riforma, pensando, tenendo in mente una regione
che ormai vive nell’era federalista, che è chiamata ad autogovernarsi, sapendo che l’autogoverno dovrebbe significare,
innanzitutto, l’applicazione attiva del principio della responsabilità
soggettiva.
Ecco, noi non ci limitiamo ad
un no ordinario, di routine, di rito proprio di un’opposizione che vuole
distinguersi da una responsabilità del governo. Signor Presidente, noi
esprimiamo fondate e gravi preoccupazioni, riteniamo che questo bilancio dia un
ulteriore colpo agli interessi della Calabria, eppure la possibilità di
intervenire, in qualche modo, per qualificare pezzi di questa spesa noi
l’avevamo offerta. I nostri emendamenti, come avete visto, erano mirati
innanzitutto all’ avviamento di politiche sociali attive per sostenere il
reddito e le opportunità per le famiglie e per le imprese.
E’ stato davvero
incomprensibile il diniego secondo il quale si è rinunciato a sperimentare
anche nella nostra regione, per esempio, un provvedimento che altre regioni
hanno adottato. Non sarebbe stata poca cosa se ad un certo numero di famiglie
calabresi, magari quelle che vivono in condizioni di certa indigenza – sono
tante le famiglie calabresi che non annoverano nemmeno un reddito superiore ai
5 mila Euro all’anno –, avessimo trovato il modo di dare loro sollievo.
Le politiche sociali potevano
essere anche quelle attive per il lavoro, ci poteva essere il modo per attivare
un meccanismo di coordinamento di quota parte di spesa disponibile e, al tempo
stesso, un meccanismo attraverso il quale creare e promuovere opportunità per
nuovo lavoro, insomma un fondo vincolato alla creazione di un vero e proprio
piano regionale per l’occupazione. Potevamo intervenire sulla spesa dei fondi
liberi e su una parte delle entrate, non quelle derivate, per dare il senso
chiaro ai calabresi di una politica mirata a promuovere domanda ed offerta, a
favorire un incontro tra l’offerta di lavoro vero e di percorsi formativi
mirati al lavoro vero, la domanda di questa qualità. Eppure ci avete detto di
no.
C’è la
rinuncia – dicevo – alla politica degli investimenti infrastrutturali, ed,
invece, un piano attraverso il quale noi ci andiamo ad indebitare. Avete
ostinatamente insistito per impegnare ben 7 milioni do euro come rata annua per
venticinque anni, per saldare il mutuo che vi apprestate a contrarre per un
piano di opere pubbliche sulla base della legge regionale 24 del ’96, mi pare.
Beh, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, non è una scelta che si può sostenere non soltanto dal punto di vista di una giusta e corretta politica infrastrutturale, non è una scelta moralmente giusta. Già noi, soltanto per coprire il disavanzo del 2001, dobbiamo impegnare quello 0,5 per cento di prelievo aggiuntivo che la Regione ha attivato e quindi prelievo dalle tasche dei calabresi per pagare fino al 2010 il disavanzo nella sanità del 2001. Adesso vi apprestare a fare un altro mutuo che ci impegna per ben 14 miliardi di lire all’anno per altri venticinque anni. Insomma, non esageriamo e non sbagliamo se diciamo che in questi anni non state soltanto costruendo la nuova Regione, ma state costruendo quella Regione per la quale i calabresi per i prossimi vent’anni si debbono impegnare con le loro tasche a finanziare il debito che state accumulando.
Un piano delle opere pubbliche finalizzato a che cosa? Vi abbiamo proposto una rimodulazione dell’accordo di programma quadro sulla viabilità e le infrastrutture. Quell’accordo di programma quadro, così come è stato concepito, manca di un finanziamento di circa 180 miliardi di lire. Non si vogliono aggiungere? Bisogna rimodularlo per dirci dove si taglia. Noi riteniamo che si debba rimodulare, bisogna pensare ad un piano di accordo quadro mirato alla realizzazione di opere pubbliche e non alla realizzazione di un parco progetto per opere che non si sa se mai saranno realizzate.
C’è la possibilità di rapportarci, per esempio, alla stessa delibera Cipe, quella che riguarda i fondi per quanto riguarda Gioia Tauro. Noi abbiamo fatto una discussione sin da questa estate, non abbiamo avuto alcuna difficoltà a sostenere la posizione assunta in pre-Cipe dal Presidente della Giunta onorevole Chiaravalloti, l’abbiamo fatto scendendo in campo a viso aperto, avendo una polemica con i sindacati, esponendoci ad una critica ingiusta ed ingenerosa anche da parte delle forze del territorio. Eravamo preoccupati per quanto riguarda Gioia Tauro non solo di non compromettere la prospettiva della polifunzionalità del porto stesso, ma anche di vedere come, in qualche modo, si desse concreta attuazione ad un programma di investimento di cui c’è traccia anche nella delibera Cipe.
Beh, dobbiamo dire che non soltanto il Governo non ha proposto e non ha assolto al suo compito rispetto a quella programmazione in sede di Finanziaria nazionale, ma tenuto conto delle scelte che andate a fare qui, delle scelte che fate sul mutuo, quello dei 7 milioni di rata annua, dobbiamo dire che la Regione si comporta di conseguenza: il Governo non mette una lira, noi non mettiamo una lira, a fronte del fatto che poi si è pervenuti all’accordo in sede Cipe anche da parte della Regione, nonostante il Consiglio regionale all’unanimità avesse assunto una posizione ben chiara e ben precisa.
Insomma, con questo bilancio si va ad avallare una linea secondo la quale si fa pagare di più ai calabresi e pagare di più non è soltanto il 10 per cento della tassa automobilistica, non è soltanto lo 0,5, ma significa, per esempio, fare i conti con tutto il sistema della fiscalità comunale che eleva la contribuzione e riduce la qualità dei servizi. Pensiamo ad altri servizi, ai rifiuti, alla stessa questione dell’acqua, a quanto pagano i calabresi, per quanta acqua e per quale acqua, mentre anche qui sono fermi e bloccati, tranne l’avvio di qualche singola opera, quel piano delle opere che dovrebbe servire per un’ottimizzazione del ciclo idrico integrato.
E’ vero, probabilmente è l’ultimo bilancio che approva questa legislatura, ma non per questo non poteva non essere il primo bilancio della nuova Regione. Noi ci avevamo sperato, avevamo a più riprese lanciato – abbiamo usato anche una parola forte – una sfida a competere per chi proponesse di più, per chi facesse meglio nell’interesse generale della Regione. Questo impegno lo abbiamo assunto in sede di discussione per quanto riguarda il Piano sanitario, non c’è precedente nella storia di questa Regione, non c’è precedente nelle altre Regioni italiane di un’opposizione che non si limiti soltanto ad emendare, a dire dei sì o dei no, caratterizzati dalla tattica della convenienza politica, propagandista alla proposta del governo; c’è un’opposizione che ha presentato un suo progetto organico di legge con un articolato anche molto impegnativo di ben cinquanta articoli di legge. Lo stesso avremmo voluto fare per il bilancio, era un altro appuntamento fondamentale e dagli emendamenti che sono stati esaminati, abbiamo visto che proposte in tal senso ne erano venute fuori e che le abbiamo sottoposte a voi per una riflessione adeguata.
Non c’è stata disponibilità a questo confronto, temiamo che le scelte contenute in questa legge e in questo bilancio compromettano il percorso anche dell’attuazione della spesa dei fondi comunitari, perché non essendo più possibile utilizzare come sponda i progetti già avviati, addirittura in tempi precedenti all’approvazione del Programma operativo regionale, le difficoltà si registreranno nei prossimi anni, sapendo che c’è anche una differenza tra impegno di spesa e rendiconto della spesa effettivamente realizzata.
Il nostro timore non è soltanto quello che una parte dei fondi possa essere sottratta, ma, in assenza della programmazione di una politica economica e finanziaria regionale, è quello soprattutto di spendere i soldi sulla base di uno sbagliato rapporto costi-benefici: sono lontani, assai lontani gli obiettivi di modernizzazione, coesione sociale, di crescita dell’occupazione che la stessa unione regionale impone come fine delle misure relative all’Obiettivo 1.
Avremmo potuto vivere una stagione anche in questa fase che potesse ridestare entusiasmi, ambizioni
e passioni. Non sarebbe stata poca cosa se da qui e non da Roma avessimo dato
ai calabresi una meta, un’ambizione: lavoriamo per uscircene dall’Obiettivo 1.
Invece ai calabresi consegniamo ed acceleriamo un processo che, in qualche
modo, significa un maggiore stress di questa Regione, una Regione che è sempre
più agente della crisi e non punto di riferimento per cercare un processo di
riscatto, per ridestare, per far rinascere una speranza e soprattutto una fiducia,
la fiducia di potercela fare.
Vedete, se viene meno questa fiducia, non c’è davvero
futuro per la nostra regione, perché oltre a vivere la condizione di una crisi
reale che i calabresi vivono nei loro luoghi di studio e di lavoro, nelle loro
famiglie, oggi fa meno presa quel messaggio mediatico della comunicazione
politica attraverso la quale si tenta di dare un’illusione, di fare apparire ai
loro occhi una Calabria che non c’è, perché quella Calabria si coglie con mano
che non c’è, è la condizione di vita quotidiana che spinge i calabresi a
leggere bene e meglio la realtà sociale. Una Calabria che avrebbe bisogno di
ritrovare una fiducia e di accrescere il proprio senso civico e il senso civico
è tale, se cresce l’interesse verso il bene pubblico, collettivo e non, invece,
primeggia il particulare, l’interesse individuale.
Questa Calabria di questa fiducia non ha come riferimento una istituzione, una Regione amica e che sia di esempio.
Non vedete, come un’agitazione propagandistica
fine a se stessa, magari strumentale, per esempio, la nostra iniziativa di
referendum e di raccolta delle firme per l’abrogazione della legge sull’aumento
delle indennità dei consiglieri regionali. Meno male che una parte di questo
Consiglio, in questo caso le forze dell’opposizione, hanno attivato questa
iniziativa, perché altrimenti essa avrebbe potuto rappresentare una clava
agitata da quelle forze che non soltanto vivono e teorizzano l’antipolitica, il
qualunquismo, che vivono sostanzialmente all’insegna non della costruzione di
un senso, ma che in qualche modo lavorano per aumentare ancora di più il fossato
nel rapporto tra l’istituzione e la società civile.
Siamo ad un punto limite, il rischio di una frattura democratica si vive concretamente perché non è facile, davanti al Tg, per una famiglia che vive magari con un monoreddito di 800-900 Euro rimanere insensibile alla notizia secondo la quale i consiglieri regionali si aumentano il loro stipendio già ben lauto, così come è stato detto – e nessuno ha replicato – di 40 milioni al mese di vecchie lire. Per quella famiglia c’è non ritorno, quella famiglia non crede più nella politica e nella istituzione, non è più presa da alcun messaggio di speranza o di fiducia.
Quindi, noi non abbiamo altro da fare, se non stare nel gioco della dialettica democratica e della responsabilità delle funzioni, attivare al meglio la nostra funzione di opposizione, in una situazione nella quale anche il clima non è dei più facili, non è dei migliori per quanto riguarda la vera e propria convivenza civile in un regime di legalità ordinaria. Da questo banco, non certo dai banchi del governo, forse per voi è ancora più dura, forse ne avete cognizione più di noi e più di me, ma non ricordo un’epoca così difficile e a rischio. Avverto che la pressione della illegalità, la pressione dovuta ai tentativi di condizionamento degli interessi poco puliti e anche di tipo mafioso ha raggiunto anche in questa fase il punto più alto, cioè si coglie con mano sui provvedimenti, quando si affrontano le questioni sociali, quando si affrontano i piani degli investimenti, che ormai è venuto un quadro nel quale anche la mafia si è organizzata, ha mutuato forme di moderna organizzazione imprenditoriale e fa sentire più forte la sua voce.
Quando facciamo riferimento al dato degli attentati che ci sono e che hanno riguardato gli amministratori locali, paradossalmente parliamo di un dato persino positivo, quel dato segna una resistenza che ancora c’è a quel tentativo di penetrazione, perché quegli attentati stanno lì per intimidire, per cercare di piegare e sono assai diffusi.
Una riflessione avremmo dovuto farla, legata proprio alla parte della spesa finalizzata a che cosa, per che cosa, per quale obiettivo di quale Regione.
C’è anche un problema della gestione, perché se si abbassa nella gestione il tasso di legalità, non c’è dubbio che diventa più forte, sale di più la forza della pressione illegale e quando si lacera quello che è il livello minimo di convivenza civile e legale, non c’è dubbio che ci si trova in presenza di un meccanismo senza controllo. Se diventa più forte, se diventa più radicato il convincimento che qui non c’è, in questo istituto un esempio, un riferimento di legalità, di trasparenza, di efficacia, non c’è dubbio che diventa più alto il senso del “si arrangi chi può”, il senso di una comunità nella quale i più forti pensano di agire non soltanto in relazione alla loro potenza e alla salvaguardia dei loro interessi, ma anche secondo un convincimento che non è quello di poter agire nella legalità, ma anche, magari, di poter agire pensando di rimanere impuniti.
Si trattava di dare uno scossone, di fare uno scatto, dare dimostrazione che ce la volevamo mettere tutta per cercare di invertire la rotta. Questo segnale non è venuto e noi con il bilancio e la legge finanziaria, che era il momento più solenne – altro che bilancio tecnico! – di questa seduta potevamo invece provarci. Non l’avete inteso fare.
Noi non intendiamo soltanto limitarci al nostro dovere, è chiaro il senso politico che le iniziative che abbiamo annunciato e che andiamo a presentare nei prossimi giorni sono segnate con il fine, cioè, di sollecitare un protagonismo dentro un contesto che non vuole rinunciare a ricercare la via di una fiducia, di una speranza per un futuro di questa Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi, questo bilancio
certamente ci è stato presentato con un’immagine esclusivamente tecnica, quando penso che, di fatto, la nostra
regione avrebbe avuto bisogno di un’azione politica
decisa e consapevole, capace di rilanciare in maniera significativa
quello che è o doveva essere un processo di sviluppo condiviso mirante a
ristabilire un coinvolgimento del territorio inteso come espansione di risorse,
in realtà questo documento non contiene delle scelte politiche significative in
tale direzione - perlomeno nella parte che abbiamo discusso questa sera e ci
stiamo apprestando, ognuno in rappresentanza della propria parte e con le
proprie considerazioni, a licenziare.
La nostra – come dice il Presidente – è una terra, sì, che abbisognava e meritava una radicale inversione di tendenza, facendo in modo che l’obiettivo dichiarato da questa maggioranza e questa Giunta al momento della presentazione del bilancio, anziché mitigare – come ha dichiarato il relatore onorevole Talarico – il ritardo perseguisse intenti di rilancio dell’economia calabrese.
Questo bilancio, a mio avviso, non ha dato una visione efficace ed efficiente tesa ad una politica di sviluppo e nemmeno una qualificazione delle risorse finanziarie per l’inserimento in un circuito produttivo della Calabria che poteva e può determinare quello che, probabilmente, è un dovere per chi gestisce questa nostra regione il far sì che l’economia, in senso lato, possa decollare tramite scelte strategiche basate sul territorio.
Abbiamo rilevato delle
carenze nella sanità ed in tanti altri settori di questo bilancio – basti
pensare che ancora non siamo riusciti ad utilizzare i fondi dell’articolo 20 –, perlomeno doveva essere lo strumento per velocizzare
e dare quella maggiore efficienza che servisse a
fornire risposte idonee per dare concretamente delle indicazioni
con l’intenzione di valorizzare non solo
alcune norme legislative che abbiamo approvato, ma anche, e soprattutto, la
nostra società.
Vedete, questo approccio – usiamo questo termine – nelle vostre
intenzioni
era funzionale ad ottimizzare i tempi o velocizzare la predisposizione
del bilancio ed avete dichiarato che
questo è un bilancio che, di fatto, non
contempla scelte politiche strategiche, perché queste vi
siete riservati di farle con un altro strumento,
il Dpef - avete dichiarato - entro aprile. Però, a questo
punto, ci sorge un dubbio e la legittimità del dubbio è data dalla disponibilità delle risorse che voi intendete impegnare
su alcune leggi fondamentali - o, perlomeno, che noi riteniamo fondamentali -
che hanno lo scopo di alleviare la condizione
e lo stato sociale, il disagio dello stato sociale, lo stato della disoccupazione, ma soprattutto
l’imposizione causata da tutte quelle norme che provocano nelle famiglie
calabresi una tassazione arrivata al limite della sopportabilità, dato anche il
profondo disagio economico in cui la maggior parte delle nostre famiglie vive.
Da questo bilancio
si evince che la finalizzazione delle spese che dovevano servire ad un corretto funzionamento
dell’amministrazione pubblica, invece sono state indirizzate non ad un
maggiore sviluppo economico, ma semplicemente
a contenere l’intendimento della predisposizione delle normative
già vigenti.
È fuor di dubbio che la nostra visione di quello che, in
teoria, doveva essere un bilancio che fosse garante di un percorso qualificato e qualificante
all’interno della nostra società in relazione all’allocazione delle risorse, di
fatto non è stata realizzata. Così non è stato, non perché nel range –
usiamo questo termine – di disponibilità finanziaria, - che può variare, come
abbiamo prima constatato, da 730 milioni a 830 milioni di euro nel bilancio
regionale - una quota parte del 49 per cento è già assorbita dalla sanità e da
altri comparti, quindi la ristrettezza del bilancio impone drasticamente delle
condizioni di inamovibilità delle risorse, per i quali dovevano essere
garantite, ma quello che si evince da questo bilancio è che c’è stata una
volontà politica precisa di rinviare delle scelte che dovevano essere fatte
nella direzione di una garanzia solo di tipo istituzionale e non finanziaria.
Sicuramente, approvando questo bilancio, è emersa anche una contraddizione fra
le audizioni che abbiamo fatto in Commissione e quello che è il bilancio che
avete redatto non tenendo conto delle tante esigenze che ci sono state
sottoposte e di cui ci eravamo fatti carico anche tramite gli emendamenti
presentati in Aula questa sera, che miravano, perlomeno, a poter concludere una
fase di indirizzo, di allocazione delle risorse che andasse a recepire le
esigenze della nostra società calabrese in ordine al mercato del lavoro, al
sostegno della famiglia, al sostegno delle fasce deboli e soprattutto in
direzione di quello che doveva essere il rilancio dell’economia calabrese.
Vedete, stasera, durante la discussione generale, è
stata fatta una considerazione sul tentativo di instaurare, anche attraverso
gli emendamenti, un dialogo con questa maggioranza con cui ci volevamo
confrontare su temi di importanza fondamentale, come una filosofia di sviluppo
per questa nostra terra, e ritenevamo di poter dare dei suggerimenti per
apportare funzionalità a questo bilancio, aggiungendo anche degli elementi di
novità rispetto alla predisposizione dello stesso. Certamente abbiamo
riscontrato che alcune convinzioni, già manifestate nella discussione nella
Commissione preposta al vaglio del bilancio, sono emerse stasera con la
determinazione di rinviare le scelte di strategia finanziaria a uno strumento
che sarà obiettivo del futuro, ma che sicuramente non è oggetto di valutazione
questa sera.
Quindi, il problema che ci siamo posti è di come dare
un’idea dei nostri intenti o, anche, di come dare dei suggerimenti che
potessero trovare risposte concrete all’interno di quello strumento non solo
tecnico, ma soprattutto politico, che è il bilancio regionale.
La nostra convinzione si è rafforzata nel momento in cui
abbiamo constatato che l’ingessatura del bilancio era un fatto solamente
strumentale, come strumentale è stato il modo in cui ci è stato presentato
rispetto alla legislazione precedente di allocazione delle risorse, in cui
molte leggi sono state finanziate per come si era convenuto, molte altre sono
state finanziate in modo difforme a quello che era stato preventivato, ed altre
ancora sono state finanziate nell’intendimento anche del legislatore che
avevano perso la loro funzione.
Riguardo a questo, nostro malgrado, dobbiamo esprimere
un giudizio negativo, anche perché abbiamo dovuto fare delle scelte non solo
politiche, ma anche ideologiche in relazione ad alcune leggi e mi sto riferendo
alla legge sulla famiglia; durante lo svolgimento dei lavori in Commissione, ci
siamo fatti carico di agevolare un percorso
- a volte anche solo mantenendo il numero legale - affinché non
sembrasse che volevamo frenare l’iter burocratico di una legge che poteva
portare, se applicata correttamente, benefici a delle fasce della nostra
società calabrese che ne costituiscono la larga maggioranza. Ma, anche in
questo caso, ci viene detto: “alcune scelte le sosteniamo successivamente con
il Dpef, che, in ogni caso, entro aprile dobbiamo licenziare”.
Per queste motivazioni che sono di natura oltre che
politica, anche tecnica, esprimo voto contrario all’approvazione del bilancio
da parte del gruppo che rappresento.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Amendola. Ne ha
facoltà.
Presidente, voterò contro questo bilancio, certamente non è una novità, ma pensavo che, in qualche modo, la discussione sul bilancio desse la possibilità alla minoranza di poter intervenire con proposte sul documento finanziario per cercare di superare quei limiti che erano stati posti nella discussione generale nelle riunioni della Commissione bilancio.
Io ritengo - almeno per la mia esperienza, essendo un consigliere
regionale di prima legislatura,
ero abituato, quantomeno, ad una seria discussione nella fase preliminare in seconda Commissione, un confronto
che serviva, certamente, a snellire la
discussione nella seduta di Consiglio regionale - che non abbiamo fatto un buon lavoro
per la Calabria e i cittadini calabresi
con la blindatura nella discussione che c’è stata in questi giorni in Commissione, mai
avevamo racchiuso tutta la discussione sul bilancio nell’arco di due mezze
giornate; ricordo che in seconda Commissione le discussioni duravano intere
giornate, a volte anche tutta la nottata, per cercare soluzioni, per fare proposte.
Credo che il segnale, anche
qui negativo, che si è avuto non tanto sugli emendamenti di rito, i soliti
richiedenti copertura finanziaria, ma anche su emendamenti
importanti che cercavano di modificare le normative per alcune leggi che non
riescono a decollare, credo sia stato negativo aver trovato nella maggioranza e
nella Giunta regionale una chiusura, quando si è voluto dare una risposta
positiva, si è chiesto di ritirare gli emendamenti dicendo: “beh,
nell’assestamento vedremo come aggiustare le cose”, anche se le promesse – come
abbiamo avuto modo di dire nella discussione generale –, sostanzialmente, non
sono mai mantenute.
Io credo che problemi come quello, ad esempio, dei
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità avrebbero meritato una
discussione più serrata, un confronto più forte anche per cercare soluzioni
capaci di superare i problemi che - da qui a qualche giorno, da qui a qualche
mese - ci troveremo davanti quando non riusciremo a garantire il salario a
questo mondo del lavoro precario.
Ne abbiamo già discusso, la legge fatta si presenta già con tutti i suoi limiti, una legge che doveva stabilizzare o fare uscire dal bacino migliaia di lavoratori precari, ma che ad oggi, nella sostanza, è servita a ben poco, sono questioni che noi avevamo denunciato già quando è stata presentata quella legge. Ma, vedete, ci troviamo sempre a rincorrere i problemi, siamo sempre nella precarietà dei lavoratori socialmente utili, è la seconda legge che facciamo: prima la “Scopelliti” che è stata un fallimento totale, non ha stabilizzato nessuno, se non quei lavoratori che comunque avrebbero trovato stabilizzazione: parlo delle grandi realtà, le grandi città, le Asl, la provincia. Il problema rimane tutto anche rispetto alle denunce che facemmo allora, quando dicevamo che nei piccoli comuni non si sarebbe stabilizzato nessuno. Un esercito, quindi, di precari che oggi si ritrova, che si chiede oggi quale sarà il proprio futuro.
E’ vero che noi abbiamo –
ma non per questioni ideologiche – criticato
l’atteggiamento del governo regionale, della maggioranza che in questi mesi ha
approvato una serie di leggi senza copertura finanziaria e, tra queste,
sicuramente c’era quella sulla famiglia – ripeto – che non ci divide in ragione
dello schieramento ideologico, ma per il fatto che non affronta il disagio
esistente in questa regione.
Per questo motivo avevamo presentato degli emendamenti,
dei disegni di legge sul salario sociale, inventato da nessuno, se vogliamo, se
consideriamo che anche in altre regioni che hanno le nostre caratteristiche e
difficoltà questo problema è stato affrontato con grande chiarezza, con grande
nettezza, con grande coraggio nel momento in cui si è cercato di trovare anche
le risorse finanziarie per garantire alle famiglie più bisognose,
sostanzialmente, la sopravvivenza.
Quella che abbiamo fatto questa sera non è una
discussione fine a se stessa, che ha cercato di prendere tempo chissà per che
cosa; certo, siamo arrivati al giorno dopo, siamo arrivati alla mattinata, ma
un segnale forte volevamo mandarlo, cioè che la maggioranza rispetto ad
atteggiamenti di questo tipo non può stare ferma, deve avere una reazione, deve fare sicuramente delle
controproposte. Ci attendevamo, quindi, un segnale positivo anche rispetto alla
discussione che c’è stata nella stessa Commissione.
Vedete, noi abbiamo dovuto, in qualche modo, recuperare
un confronto che quest’anno non c’è stato nella Commissione bilancio. Quando
abbiamo deciso, l’altro ieri, di incontrare le organizzazioni sindacali, di
fare una sorta di audizione con le stesse, ci hanno consegnato un documento -
che già prima avevano consegnato anche al governo regionale - di denuncia
rispetto ai problemi che ha questa regione in questo momento: la sofferenza
delle popolazioni calabresi di fronte alla difficoltà di percepire un reddito,
di fronte al fatto che nemmeno i servizi, a partire da quelli sanitari, si
presentano oggi in modo forte, incisivo. Eppure – badate bene – quando parliamo
di sanità, parliamo di qualcosa che incide per circa il 50 per cento
sull’intero bilancio regionale e se poi mettiamo insieme alla sanità, la spesa
per i trasporti - con tutti i limiti che presenta oggi in Calabria -, la spesa
per i forestali, c’è un bilancio che sostanzialmente assorbe gran parte delle
sue disponibilità in queste questioni. Certo, rimane poco o poco più del 10 per
cento - si diceva anche in Commissione -, ma come viene speso quel 10 per
cento? Io ho sentito, quando si è parlato di alcuni emendamenti, che si
venivano rimandati a dopo, all’assestamento, non so se ci sarà una discussione
o se anche questo sarà blindato, così come è stato questo bilancio, così come
si presenta oggi il Piano delle opere pubbliche.
Che significa che alcuni emendamenti entreranno nel
Piano delle opere pubbliche, quando nessuno di noi, quantomeno della minoranza,
lo conosce, quando voi rispetto a questo avete escluso ogni confronto ed ogni
discussione? Non stiamo rivendicando la quota che spetta ai consiglieri
regionali, perché non riteniamo che ci possa essere, ma ci scandalizziamo, nel
momento in cui apprendiamo che, rispetto a quel Piano, c’è già una divisione
che riguarda i consiglieri della maggioranza.
Una divisione per che cosa, per quali opere, per quali
progetti, per quale sistema di programmazione in questa regione? Rispetto a
questo vi abbiamo detto che ci aspettavamo venissero indicati i criteri perché
i Comuni, gli enti potessero partecipare ad un bando per la fruibilità di
queste risorse e, quindi, avere la possibilità di presentare progetti che
servano alle popolazioni calabresi.
Cosa rimane ai sindaci calabresi? Che cosa rimane, se non
c’è libertà, se non c’è la garanzia che i progetti possano essere presentati,
possano essere approvati? Cosa rimane ai sindaci calabresi, nel momento in cui
si trovano oggi in una condizione di grande delusione, di un grande sconforto?
Quante speranze sono state diffuse per tutta la Calabria sull’utilizzo dei Por,
ma soprattutto, se guardiamo ai Comuni, sulle progettazioni che dovevano essere
fatte in rapporto ai Piani integrati territoriali? Quante speranze e quante
riunioni gli assessori di turno hanno fatto in tutta la Calabria? Che io
sappia, non c’è un solo Comune che fino ad oggi abbia utilizzato, abbia
usufruito dei fondi comunitari, dei fondi destinati ai Programmi integrati
territoriali, ai Pit, quella che doveva sostanzialmente essere la vera concertazione
negoziata.
Badate, di concertazione negoziata se ne parla
dappertutto: quando si parla del documento di programmazione economica e
finanziaria, si presuppone che ci debba essere il confronto con le parti
sociali e quindi l’avvio della concertazione negoziata. Oggi di queste cose non
si parla, eppure in questi anni, anche facendo riferimento al nostro Paese,
l’Italia, nel momento in cui facciamo un passo indietro, cioè a cosa eravamo
nel ’93, nel ’94, quando questo Paese usciva da tutti i parametri europei,
quando anche a livello industriale passava come un Paese non più di serie A,
non più tra i sette più grandi d’Europa, ma veniva declassato in serie B, non è
stato forse il sistema di concertazione a risollevare le sorti di questo Paese,
nel momento in cui il sindacato stesso chiedeva sacrifici – che pure ci sono
stati, in modo anche evidente e forte – ai lavoratori, quei sacrifici che ci
hanno portato in Europa, ad inserirci con grande autorevolezza nel sistema
dell’Euro che oggi viene rivalutato da tutti, anche dal centro-destra?
Vedete, è vero che il Presidente del Consiglio oggi dà la responsabilità di tutti i mali del Paese all’euro e il giorno dopo dice che ha salvato l’Italia! Lo ha detto anche in rapporto al caso Parmalat: qualche giorno prima criticava l’euro, poi nel momento in cui c’è stato il fallimento di Parmalat e Cirio, sosteneva che, se non ci fosse stato l’euro, il caso Parmalat ci avrebbe trascinato in una crisi profonda, tipo quella dell’Argentina.
Quindi, obiettivi che, con fatica, anche il centro-sinistra aveva raggiunto e da cui possiamo dire oggi di trarne, in qualche modo, dei vantaggi.
Ma quali segnali diamo, in questa Regione, al nostro Paese rispetto alla capacità organizzativa, alla capacità di mobilitazione della spesa? Quali segnali diamo, se anche rispetto alla programmazione dei Por assistiamo ad uno scambio di responsabilità, l’opposizione dice che “non si è spesa una lira” e il governo il giorno dopo sostiene che si è speso più di quanto era consentito? Ma questa è la posizione critica di una testarda opposizione calabrese o è anche la Comunità europea che si esprime in modo negativo rispetto alla capacità progettuale? Lo hanno detto a noi, d’altra parte, lo hanno ripetuto qui in Consiglio regionale che non si poteva andare avanti con progetti sponda, che coprono qualcosa come il 70 per cento dell’intera programmazione. Questi sono i problemi di cui oggi dovremmo discutere.
E come è possibile avere smantellato
in questi anni assessorati, dirigenti che pure avevano lavorato in
questa direzione? È una critica che, addirittura, ci venne fatta a Bruxelles quando siamo andati in delegazione a
discutere di queste cose.
Credo
che, forse, un confronto partendo dal bilancio di previsione e facendo dei riferimenti anche a
queste cose ci sarebbe servito in qualche modo a responsabilizzare di più tutti, anche la minoranza. Ma
dovete darci anche la possibilità di poter fare proposte, di poter discutere,
di confrontarci con la maggioranza e con il governo di questa Regione.
Per
cui ribadisco la domanda posta nella discussione generale, cosa sarà il 2006 di
questa Regione? Forse una risposta dovreste darcela voi e forse dovreste
darcela in questo Consiglio regionale, in un Consiglio regionale ad hoc dove
si fa il punto della situazione, della capacità di spesa per quanto riguarda i
Por.
Noi
abbiamo assunto questo atteggiamento perché ritenevamo che un documento finanziario dovesse porre le basi per un minimo
di programmazione,
perché questa Regione desse dei segnali per poter uscire dalla crisi e dare
speranza a tanti giovani, a tanti disoccupati, a quanti non riescono più a raggiungere nemmeno i livelli della stessa sopravvivenza. D’altra parte, le indagini e i
rapporti presentati in questi giorni, li abbiamo visti, non c’è solo la difficoltà
dei poveri usuali, ma c’è una difficoltà per quello che abbiamo definito in questi
anni il ceto medio che si sente insicuro, precario, che non riesce ad avere un
tenore di vita dignitoso.
Credo che queste cose avremmo dovuto discuterle in questa seduta ed avremmo dovuto avere la possibilità di confrontarci sui problemi seri, veri della Calabria.
Presidenza del Vicepresidente Domenico Rizza
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Incarnato. Ne ha facoltà.
Mentre ascoltavo il collega
Amendola che, parimenti ai miei giudizi sul bilancio,
esprimeva le difficoltà che hanno
caratterizzato il dibattito, pensavo ad una
famosa frase che si dice a Cosenza, e non so
se si dice anche in altre realtà: “A nottata da figlia fimmina”! In effetti, oggi, dopo tante ore di dibattito, state per licenziare un bilancio che, a mio avviso, rappresenta nel gergo dell’affermazione dialettale nostra
“a figlia fimmina” della Giunta regionale! E
spiego perché.
Credo che, intanto, per chi
ha onestà intellettuale in quest’Aula
sicuramente sa perfettamente che noi,
in questo momento e in questi mesi, non stiamo vivendo sicuramente una fase
esaltante della politica calabrese.
Nulla toglie alla maggioranza la facoltà di governare e di assumersi la
responsabilità in ordine alle scelte, ma nulla toglie alla minoranza di poter
esprimere liberamente le proprie opinioni, il proprio dissenso, il proprio punto di vista in ordine a quelle che
sono le scelte che in questa Regione vengono fatte e in ordine alla mancanza di
risposte ai problemi della Calabria.
Guardate, io credo che noi dobbiamo prendere atto che il centro-destra in questa Regione, per gli atteggiamenti che ha assunto in questi giorni in maniera particolare, sta mortificando le intelligenze esistenti. Noi lamentiamo anche che, proprio di fronte alla grande difficoltà di questa Regione e ai grandi cambiamenti che intervengono in questo Paese, se non ci accorgiamo che abbiamo questa nostra realtà vive al di fuori di tutto questo, credo che la classe dirigente debba fare un mea culpa sulle responsabilità che ci sono.
Allora com’è possibile – si chiedono in molti – che
una regione come la nostra, che ha appena 2 milioni di abitanti, con le grandi possibilità
che ha, non poter trovare soddisfazione
o quantomeno una speranza di avere una Calabria
diversa? Ma è una domanda che sento sovente nel territorio quando vado in giro. Beh, credo che la domanda
ancora di più si faccia preoccupante se una classe dirigente che governa questa Regione, di fronte alle condizioni attuali e
di fronte allo scenario che ci sarà nel 2005, che è quello che ci sarà autogoverno,
autogestione della Regione, qual è la speranza per una Regione come la nostra?
E’ una domanda che mi pongo.
Non ho bisogno di esprimere
solamente
un giudizio negativo di merito sul bilancio,
perché questo credo che sia cosa normale – l’ho detto anche nell’intervento nella discussione generale – ma credo che ci sia bisogno
di sottolineare un aspetto: questo bilancio, a mio avviso, ha segnato un
primato legato al fatto che, intanto, è stato fatto in una condizione di
assoluta sottovalutazione dei problemi e in
presenza anche di una grande sottovalutazione dei ruoli istituzionali. Mi chiarisco meglio: quando venne
il Presidente Chiaravalloti in Commissione, disse che lui parlava a nome e per
conto della Giunta, nella qualità di Presidente, ma anche di assessore al
bilancio, in ossequio – diceva – alla Commissione anche per l’alta funzione che
essa assolve, cioè quasi quasi come se lui riconoscesse non perché istituzionalmente
riconosciuta, ma quasi come un atto di
riconoscenza sua personale nei confronti
della Commissione.
Beh, qual è stato il risultato? Che in Commissione non si è
discusso, c’è stato un atto di violenza di
maggioranza ed è stato approvato il bilancio, non c’è stato un minimo di
discussione con le parti sociali, non c’è
stato un confronto col sindacato, è stata
impedita l’audizione anche all’Assindustria, non
c’è stato un confronto di merito con gli artigiani, anzi c’è di più, ancora più
grave: nonostante l’impegno dell’Ufficio di Presidenza ad audire le parti
sociali dopo aver dato loro il materiale e i
documenti per poter leggerli, addirittura con grande colpo di
mano quel giorno il Presidente
della Giunta regionale ha imposto ai
consiglieri di maggioranza di andare avanti e proseguire nell’approvazione del bilancio in Commissione.
Quindi qual è il senso
dell’affermazione rispetto al fatto
dell’ossequio dell’alto valore della Commissione, se poi questo viene messo da
parte e sciupato dalla sua rappresentanza istituzionale?
C’è
di più: credo che per la parte che ci riguarda, ieri e stamattina abbiamo assistito – e per la parte
che mi riguarda credo che
è la prerogativa di difendere l’istituzione – in
questo Consiglio ad una carrellata di atti che non ha tenuto conto
del dibattito, degli
emendamenti e che, in qualche modo, fa capire che c’è anche qui una delegittimazione
del Consiglio, che è
frutto solo di una maggioranza e di uno schema di imposizione che viene fatto quotidianamente e
ricordavo appunto nel mio intervento fatto nella discussione generale che è
scattato questo meccanismo di paura. Mi dispiace, poco fa c’erano solo i banchi
ad ascoltarmi, ma è scattato un meccanismo di paura nei consiglieri anche del
centro-destra, la paura della preferenza. La preferenza vi sta condizionando fortemente, perché siete preoccupati di non
essere più rieletti e siete assoggettati alla condizione della maggioranza.
Questo è un punto che sfido chiunque a mettere in discussione, prova ne è il
Piano per le opere pubbliche.
Quindi
questa sottomissione, questo bisogno di poter essere qualcuno per riaffermarsi
con le preferenze intanto mette in discussione la vostra posizione politica,
intanto danneggia una condizione politica, ma questa è una cosa che, a mio
avviso, liberamente ognuno può sceglierla ed accettarla come sottomissione al bilancio. Quindi una
responsabilità che io voglio solo sottolineare ed esaltare, eventualmente, anche nelle realtà
in cui andiamo a fare ragionamenti nell’ambito dei territori.
Se non fosse così, come mai
non c’è una ribellione? Come mai non c’è una presa di
posizione politica forte, che dà l’idea della
difesa di quello che ognuno rappresenta? Noto un appiattimento in questo.
Quanti di voi, se ci
confessassimo reciprocamente, non è d’accordo su molti provvedimenti che vengono fatti in quest’Aula e
nelle Commissioni e che però, per disciplina –
senza fare nomi – tanti di voi che vanno in giro a fare i convegni, comizi, riunioni, esprimono un concetto, quando
sono in Aula ne esprimono un altro? Non dico che è incoerenza, me ne guarderei
bene, ma è sottomissione al potere di una Giunta regionale, quindi di un
Presidente della Giunta che riesce ad imporre con lo sguardo le scelte.
Questo è un fatto che non
esalta il ruolo dei consiglieri regionali, che è un ruolo alto, altissimo, non
di poco conto, quindi credo che noi
dobbiamo riflettere attentamente e quindi il metodo a cui ho fatto un
riferimento, un bilancio che viene approvato ad alta velocità, che ha la
necessità di ricomporre un quadro di equilibri interni al centro-destra, che
deve dare sfogo ad un momento di alta clientela come è stato definito da più
colleghi, quindi un piano per le opere che verrà messo in campo da qui a poco,
perché è quello l’obiettivo
che vi siete prefissi in questo bilancio e
quindi in questa approvazione veloce.
Beh, anche nel merito,
premesso che il Presidente della Giunta ci ha insegnato che il bilancio è fatto
di due momenti, uno di spese obbligatorie, l’altro l’ha definito delle
somme disponibili che vengono poi delineate da una scelta politica e appunto
che si fanno scelte di merito sui fondi a disposizione rispetto a quello che
può essere un momento di programmazione, sulla qualcosa difficilmente ci può
essere un accordo con l’opposizione rispetto alle scelte. E’ normale, legittimo
che ci possa essere questo, ma la privazione del dibattito, della discussione,
del poter ricercare soluzioni che diano risposte ai problemi della gente, la
mancanza di una minima programmazione politica rispetto al bilancio, non è che
si possono suddividere i due momenti, quindi il cosiddetto bilancio tecnico, le
spese obbligatorie che sono rigide e non si possono modificare e poi c’è quella
parte che va programmata, parte che si aggira intorno al 7-8 per cento, se ho
capito bene, e su cui si potrebbe discutere.
Io ritengo che la maggioranza oggi sta facendo un errore
politico, perché molti di voi sono convinti che, vincendo con uno scontro in
Aula rispetto alla maggioranza e alla minoranza, che passano i provvedimenti in
Aula, che vengono approvati i bilanci, che si fa una ripartizione, ci sarà pure
la salvaguardia di qualcuno singolo, che si salva nella preferenza, poi ne
sarei anche felice perché siamo tutti colleghi, me ne guarderei bene, però
attenzione: non facciamo l’errore dei vecchi schemi che chi vince in Aula vince
fra la gente. Non è così, perché fra la gente c’è un grande dissenso nei
confronti del centro-destra, del Presidente della Giunta, di un governo che non
ha dato a questa Regione nessuna speranza, c’è una sorta – e voi l’avvertite –
di errore politico che state consumando non solo a vostro danno, ma a danno dei
calabresi. E’ questa la cosa più triste rispetto allo scenario.
Allora perché bisogna vendere facili illusioni ai
calabresi, mandando messaggi distensivi? Beh, io che leggo spesso i giornali
noto che c’è un Presidente della Giunta che, puntualmente, si chiude accusando
l’opposizione di populismo, accusa i sindacati, anzi dice “io non riconosco i
sindacati che non sono istituzioni, non ho alcun titolo nel rapporto con i sindacati
e, viceversa, loro non hanno titolo nei miei confronti”, quindi non riconosce
le parti sociali, non riconosce gli errori che si sono commessi in questi anni.
Io ricordavo, nel mio intervento iniziale, l’episodio di
un assessore nel ’96, un assessore del centro-destra, che era all’epoca
l’assessore alla formazione professionale, in occasione di un incontro,
parlando del fondo sollievo, sosteneva che era stato bravo perché alla
Provincia di Cosenza era riuscito a portare circa il 60-70 per cento del fondo
destinato e quindi era stato bravo a portare risposte in quei territori dove
c’era bisogno di risposta sociale. Io mi permisi di dire che non è stato bravo
a fare questo, ma la sua bravura doveva essere quella di dare ai territori a
cui si faceva riferimento risposte occupazionali, programmazione, sviluppo,
momenti di progettazione, quello era il suo ruolo. Sto parlando di un assessore
del centro-destra che oggi, bontà sua, è senatore di questa Repubblica e che
nulla ha fatto per quei territori e nulla ha prodotto per i territori di sua
provenienza.
Quello era il centro-destra, un centro-destra che governa da dieci anni in questa Regione, e Chiaravalloti di questo se ne dimentica, quindi accusa costantemente che ci sono errori storici, che questa Regione non ha mai funzionato, che ha sempre avuto grandi problemi legati alla mancanza di scelte politiche della sinistra, cioè questo è un modo per dire “comunque io sto governando in una Regione il cui destino, purtroppo, è immodificabile perché sono tanti e tali gli errori consumati in questa Regione, che nel caso specifico non posso più recuperarli”. Se fossi il Presidente della Giunta regionale e avessi queste difficoltà, non farei dopo le denunce e le lamentele di una mancanza di possibilità per questa regione e per gli errori passati direi che tutto va bene, perché i dati li leggiamo tutti, è una regione che non cresce, aumenta la disoccupazione, aumenta il disagio sociale, non c’è un minimo di speranza per una possibile crescita dell’impresa, tutti i settori tradizionali vengono ad essere depotenziati, non c’è un minimo di ragionamento sul mondo del lavoro.
Beh, credo che noi non possiamo agitare le bandiere
della stabilizzazione. A me sembra che il Presidente della Giunta da un po’ di
tempo si esalti da solo, dicendo che questa è la legislatura che ha fatto più
stabilizzazione. E quali sono queste stabilizzazioni? I forestali? Lo ricordavo
prima: i forestali non sono stabilizzati, non ci prendiamo in giro, perché se
andiamo a vedere il bilancio dell’Afor, non c’è aumento di spesa, non è
programmato l’aumento di spesa. Con quali soldi di pagano i forestali che
verranno assunti a tempo indeterminato, non so quando, diceva l’assessore
Gallo? Di cosa vogliamo parlare? Non c’è uno stralcio di piano triennale sulla
forestazione. Forse il Presidente della Giunta si riferiva ad altri tipi di
stabilizzazione che a noi sfuggono.
Credo che, quindi, bisogna stare attenti e non bisogna
mettere in giro false verità, cattive informazioni, non bisogna lanciare
messaggi di speranza e di fiducia, quando di speranza e di fiducia non ce n’è.
Allora non possiamo continuare a prenderci in giro,
dicendo “voi siete l’opposizione, noi siamo la maggioranza, le responsabilità
sono anche vostre” perché abbiamo avuto noi le responsabilità di governo del
passato. Voi dovete partire dal presupposto che in questa fase è cambiata una
condizione elementare: oggi le Regioni hanno il dovere di autogestirsi, di autogovernarsi, perché da qui a un anno –
ribadisco – avremo questa grande scommessa, dobbiamo fare i bilanci, non sono
più bilanci di carattere tecnico-economico, si fanno politiche di bilancio che
è altra cosa, si programma il bilancio. Quindi politica economica che questa
Regione non fa, che questa maggioranza non pensa di fare.
Ecco, bisogna stare attenti
perché lanciare proclami e falsi appelli danneggia, a mio avviso, anche uno
strato sociale che, in qualche maniera, ha bisogno.
Un’altra
cosa che è una grande responsabilità, più volte noto che, oltre alla prepotenza
degli atti che si vengono a consumare nell’ambito del Consiglio regionale,
esautorando le Commissioni – ribadisco – c’è una prepotenza istituzionale, cioè
non mi risulta che ci sia mai stato in questa Regione un confronto fra i
livelli istituzionali, fra la Regione, le Province, i Comuni e le comunità
montane, non c’è mai stato un ragionamento di interscambio di esigenze, di
problemi, di problematiche, di bisogni, non mi risulta che ci sia mai stato un
rapporto del genere. La Regione rinuncia al confronto con le Province perché sa
che le Province hanno titolarità a rivendicare ruolo e decentramento, la
Regione tende a chiudersi e a gestire autonomamente tutti i pezzi di potere e
quindi della spesa sugli assessorati; la Regione continua, ancora una volta, a
mantenere una postazione che è antica nel modello economico moderno.
Allora noi abbiamo bisogno di liberare queste
condizioni, abbiamo bisogno di una Regione che dovrebbe destinare maggiori
risorse alle Province, poteri alle Province, decentrare quindi una serie di
funzioni che abbiamo deliberato col “112”, la legge 34, che però ancora vengono
trattenute all’interno del Consiglio e della Giunta regionale.
Questo è un punto che darebbe ai Comuni e alle Province
la possibilità di potersi autogovernare
nello sviluppo e diventare agenti proponenti dello sviluppo.
Io
sottolineo sempre i due aspetti – scusatemi se salto da un lato all’altro
quando parlo di queste cose – metodo e merito, metodo di arroganza di politica,
prepotenza istituzionale, merito. Lo abbiamo vissuto, lo stiamo vivendo sul
Piano sanitario, non ci prendiamo in giro su questo, perché anche oggi non so
se è il caso di fare delle fotocopie dei documenti che abbiamo in possesso in
questa cartella sugli emendamenti, sarebbe utile farlo, così scriveremmo sugli
emendamenti quelli proposti dal centro-sinistra e quelli dal centro-destra.
Io ritengo
che se la gente legge gli emendamenti e glieli spieghiamo, cari colleghi, ci
accorgiamo che ce ne sono alcuni proposti dal centro-destra che superano il
limite, cioè quando pensiamo che ci possono essere emendamenti che possono
essere definiti provocatori, strumentali, ben venga, legittimo poterli definire
così, strumentali e provocatori, ma quando emendamenti che vengono proposti in
Aula appartengono ad interessi e quindi a conflitti di interessi, credo che ci
sia veramente da avere paura in questo senso.
Quindi una
fotocopia degli emendamenti e spiegare alla gente cosa sono quegli emendamenti,
la direbbe tutta e fino in fondo cosa sta avvenendo in questa Regione.
Sul Piano
sanitario, stavo dicendo, il Presidente Chiaravalloti non ci può rispondere in
Commissione dicendo che gli emendamenti fatti al piano sono frutto della
discussione fatta con le parti sociali, con i soggetti interessati, quindi a
seguito di questo confronto viene fuori l’emendamento. Lo sappiamo tutti che
non è così, che viene fatto un Piano sanitario, che viene sbandierato in tutto
il territorio, che lancia messaggi forti, dicendo che bisognava chiudere
ospedali, riconvertire, tagliare, razionalizzare, cioè tutta una serie di
aggettivi che tendevano a dimostrare che c’era questa Giunta regionale che
voleva cambiare pagina sulla sanità.
Noi abbiamo
ascoltato l’assessore Rossi, oggi ex, da quei banchi, quando ha fatto una
relazione sul Piano sanitario che ho definito corretta, puntuale e razionale,
perché diceva che c’era uno stato della sanità difficile e che, però, c’era
bisogno di tempi e gradualità per risolvere i problemi di quel Piano sanitario.
Ricordo perfettamente le sue parole. Poi non so come andrà a finire con
l’assessore Rossi, non sono fatti che mi interessano, ma il Piano sanitario
proposto dal centro-destra in questa Regione nasce con dei propositi e poi non
gradualmente si trasforma facendo il confronto con le parti, ma viene
sostituito completamente con un emendamento.
(Interruzione)
Come?
(Interruzione)
No, sto
parlando di metodo e di merito. Se non mi segue, non ci posso fare nulla! La
prossima volta stia in Aula, mi ascolti, così non mi interrompe più! Io parlo
di merito e di metodo: il metodo è quello che ho detto prima e lo sto
ripercorrendo anche…
(Interruzione)
Stavo
dicendo che l’emendamento non nasce perché frutto di una sintesi di colloqui e
di relazioni avute con le parti, ma sostituisce completamente quel piano, nasce
una nuova filosofia del Piano sanitario. Quindi non ci possiamo far prendere in
giro dal Presidente della Giunta regionale che dice: “L’emendamento è la
riprova che abbiamo discusso con le parti”. Ma stiamo scherzando! Vogliamo
leggerlo? Tant’è che siamo stati noi costretti ad “imporre” e a convincere
anche il centro-destra a riavere le audizioni sul Piano sanitario e ci siamo
accorti che la stragrande maggioranza dei soggetti pervenuti in audizione ha
criticato le scelte sul piano, non le ha condivise. Quindi c’è una contraddizione
forte fra quello che afferma il Presidente della Giunta e la realtà dei fatti.
Allora di
cosa vogliamo parlare? Perché è un metodo di cultura di governo che è
costruito, messo in fila in maniera organica, in maniera ragionata che ha solo
una tendenza, che è quello che si sta verificando anche oggi con l’approvazione
di un bilancio in fretta, senza discuterlo, senza partecipare le parti sociali,
senza tenere conto di quelli che sono i bisogni e le prospettive di questa
Regione, senza tenere conto del fatto che c’è una regione che oggi aspetta con
ansia che un governo gli dia risposte concrete.
Questo è un
punto, a mio avviso, su cui dovete riflettere, perché – ribadisco – non è
nostro il problema, noi abbiamo solo un problema, cioè ci sentiamo responsabili
di dover assumere anche noi scelte che possono tentare di modificare le cose,
quindi con un senso di responsabilità, ma nel momento in cui un centro-sinistra
si propone in termini di responsabilità nel rapporto col centro-destra e questo
non ha nessuna efficacia nel rapporto col governo, dico che noi abbiamo
solamente da dire una cosa: avete votato un governo, l’avete scelto per
governare, aspettiamo che finisca la legislatura e così i cittadini diranno se
avete fatto bene o male. Questo è un fatto che è naturale nel principio
dell’alternanza.
Il punto è…
(Interruzione)
Era meglio
la prima Repubblica, lei è figlio della prima Repubblica… Il punto è un altro:
ognuno di noi si sente capace di rappresentare gli altri, di poter essere colui
il quale rappresenta una società. Noi dobbiamo essere consapevoli che c’è una
società calabrese che è molto più avanzata culturalmente della classe dirigente
spesso e quindi abbiamo la presunzione di poter rappresentare la Calabria ed un
mondo calabrese, quindi la cultura calabrese, che merita un gruppo dirigente di
alto spessore politico, che sappia guidare questa società, che sappia
indirizzarla e quindi darle strumenti e speranze. Questo è il punto. Poi ci
possiamo tutti quanti collocare nella prima e seconda Repubblica, io sono della
prima Repubblica e me ne vanto perché vengo pure da una scuola politica dove
c’era un’etica di comportamento, c’era il rispetto, tolleranza, ascolto e anche
quella grande umiltà di ascoltare i consigli degli altri. Tutto questo è
scomparso, non c’è più l’etica della politica e questo avviene quando manca
quest’etica, che si mettono in campo le prepotenze, le scelte che scelte non
sono e le facciamo passare a prescindere da tutto.
Allora noi
non possiamo pensare che questo possa essere un prosieguo dignitoso, ecco
perché credo che abbiamo questa necessità di partecipare alla gente le
incoerenze, le diverse posizioni, il votare in un modo e pensarla in un altro,
il manifestare campanilismi sui territori e poi dimenticare in Aula che si
appartiene a territori e si ha bisogno di quei territori. Queste cose bisogna
dirle, bisogna incominciare a dirle perché noi abbiamo l’impressione che,
quando si vota in Aula, ci sia una disciplina che fa dimenticare le proprie
origini, i bisogni, le coerenze, i territori da cui si proviene, facendo scelte
sbagliate.
Abbiamo
visto stasera l’imbarazzo - non ci prendiamo in giro – del collega Franco
Talarico quando l’onorevole Napoli gli chiede come mai a Reggio Calabria danno
il finanziamento e a Crotone no. Si vede l’imbarazzo in viso del collega
Talarico, che è Presidente della Commissione, che non ha avuto il potere
contrattuale per mettere in campo scelte che dessero pari opportunità a due
realtà che hanno bisogno di essere sostenute dalla Regione. Ma noto l’imbarazzo
perché lì c’è una scelta di potere che va verso quell’orientamento di Reggio
Calabria.
Poi ci sono
altre questioni che non voglio toccare perché non mi interessa farlo, ci sono
punti sui quali si vede l’imbarazzo, cioè oggi di fronte alla possibilità che
in una realtà come Crotone un partito come l’Udc è costretto a ripiegarsi su
una posizione, allora quella è… ecco, la politica viene a mancare il concetto
della politica, della rappresentanza.
Allora credo
che noi non possiamo partecipare ad una complicità di mancanza di attesa di
risposte ai calabresi e in questo senso intendiamo portare avanti la nostra
battaglia in maniera dignitosa e corretta.
Credo che
non ci resti altro che iniziare immediatamente da questo bilancio, da questa
occasione che ci avete offerto in questi giorni, quindi su un metodo in modo
particolare, sulle procedure attuate, sul fatto che tutto questo viene
concepito non come dovrebbe essere.
Oggi, se
avessimo avuto un barlume di speranza e di proposta di ragionamento o di
apertura da parte del centro-destra a tentare di ragionare assieme su una
prospettiva occupazionale in questa regione, pensare come si risolvono alcuni
problemi, i territori che sono in difficoltà, le aziende in crisi, i settori
che chiudono, cioè pensare insieme come trovare soluzione a questi problemi,
forse sarebbe stato opportuno utilizzare un anno di legislatura mettendo in
campo tutte le risorse possibili, le fantasie possibili per fare assieme un
ragionamento.
Guardate che
nella metodologia capiamo che c’è una chiusura netta, c’è un egoismo
individuale che scatta, che vede chiudersi a riccio una scelta politica –
ribadisco – per la sola mira della preferenza.
Allora
questa è una cosa che, a mio avviso, non fa onore alla politica ed e questa
assise che, in qualche modo, dovrebbe avere il compito di dare speranze, dando
risposte in termini concreti alla Calabria.
Quindi credo
che su questo dobbiamo stare molto attenti, perché stiamo consumando dei
precedenti brutti; la gente non ci crede più, incomincia a perdere fiducia
nelle istituzioni, comincia a prendere sempre i cattivi nel momento in cui
pensa che un Consiglio regionale approva un bilancio senza tenere conto di
quelli che sono i momenti di bisogno di questa regione.
In questo
senso credo che noi abbiamo da prendere atto che c’è bisogno di fare qualcosa
di più, andare oltre lo steccato, come si suol dire. Abbiamo bisogno che in
Calabria si vengano a determinare condizioni per le quali i calabresi possano
valutare attentamente gli atti e i fatti che vengono consumati in questa
Regione, perché credo che…
(Interruzioni)
Mi fermo se
mi disturba Nucera.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Luigi INCARNATO
Non ho bisogno di nulla, grazie.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Ci saremmo
aspettati in questo bilancio, anche per i proclami che abbiamo ascoltato, che
avremmo in qualche modo messo in campo un ragionamento guardando settore per
settore le possibilità, le specificità, quali sono le spese che si possono
eliminare, quali sono le spese che si possono utilizzare, perché io vi sfido su
questo terreno.
Voi
immaginate che in questo bilancio che il Presidente Chiaravalloti definisce per
il 90 per cento rigido non ci sono misure che si possono attuare in questo
bilancio? Io non credo che sia così, ve ne cito uno per tutti di esempio perché
ho conoscenza diretta: nel settore della forestazione, se ci fossero delle
accortezze rispetto a questo settore, potremmo recuperare tranquillamente, in
un anno, da 40 a 50 miliardi di lire e se avete il tempo per metterci assieme e
discutere su queste cose, ve lo dimostro, recuperando 40-50 miliardi di lire
sulla forestazione, non togliendo salari – badate bene – anzi si potrebbe fare
una politica che porti in questo settore un indotto che creerebbe occupazione.
Dicevo prima
che qualcuno forse si dimentica spesso delle cose che ci diciamo, che abbiamo
in Calabria circa 600-700 addetti nell’industria del legno, non di più. Secondo
un rapporto della Federlegno, in questa regione potremmo avere almeno 4 mila
lavoratori nel settore del legno. Noi siamo – come sapete – il Paese che
importa più legname ed esporta più mobili, siamo la realtà calabrese che
abbiamo un territorio che ha una realtà boschiva importante e non abbiamo mai
applicato in questo settore una strategia adeguata rispetto a quelle che sono
le potenzialità della forestazione. E ci sentiamo dire che la forestazione è
stata stabilizzata e girano le domandine da fare per le assunzioni in tutta la
Calabria, perché stanno promettendo posti nella forestazione. Chi lo fa non ha
importanza, è comunque un atto brutto, però la Regione non fa chiarezza in
questo, l’assessore alla forestazione – che è candidato, tra l’altro, nella
provincia di Crotone – non fa chiarezza su questo punto, anzi forse lo
alimenta.
Allora
bisogna essere molto chiari rispetto a questo, perché questo settore forestale
forse per molto tempo è stato bistrattato – lei, collega Rizza, è stato pure
assessore a questo settore e, per la verità, si è comportato molto bene, lo
ribadisco sempre – ma dobbiamo dare atto che c’è stato un momento storico in
questa Regione in cui a questo settore abbiamo dato dignità, abbiamo dato
risposte e abbiamo creato le condizioni per diventare un settore strategico in
questa regione.
E’ stato nel
’92, quando abbiamo fatto la legge dell’Afor, che oggi ormai è diventata una
legge che non dà più nessuna garanzia e nessuna certezza nel settore, perché
ormai viene utilizzata in malo modo e quindi è diventata anche qui una sorta di
carrozzone che utilizza solo risorse pubbliche, ma è stata un’occasione per
mettere in campo una iniziativa che desse certezza al settore e la possibilità
a Roma, perché all’epoca i finanziamenti nazionali legati alla forestazione
calabrese non erano legati al finanziamento rispetto al settore forestale, ma
erano un fondo per l’occupazione, quindi c’era una sorta di impegno di spesa
legato alla Calabria non in termini di forestazione, ma in termini di risposta
all’occupazione. Dal ’92 è cambiato lo scenario, cioè lo Stato ci ha
riconosciuto il finanziamento proprio per il settore forestale e fu lì il
cambiamento, da quel momento però non c’è stato più un momento di crescita del
settore e quindi di dare la possibilità a questo settore di poter competere in
maniera abbastanza corretta.
Ho fatto
questo esempio perché è un settore dove si spendono un sacco di soldi, dove
vengono fatti i progetti fotocopia, dove c’è un’organizzazione fatta male, dove
abbiamo uffici ormai che sono affollati e non hanno nessuna funzione, abbiamo
tante altre spese che vengono a sommarsi per collaudi, consulenze e quant’altro
e quindi, alla fine, abbiamo una massa di manodopera importante in questa
regione che non viene utilizzata né per la specificità del territorio, né per
l’industria del legno, né tanto meno per dare alcuna risposta.
Mi dicono
che, addirittura, si sta percorrendo una strada parallela alla forestazione che
dovrebbe portare in questa regione il cosiddetto settore della protezione
civile, che non è quello che abbiamo conosciuto in questi anni, una nuova
condizione di protezione civile che in questa regione dovrebbe essere parallela
alla forestazione, mettendo in campo iniziative che, a mio avviso, non hanno
oggi nessuna condizione di trasparenza.
Allora
questo è il punto, ecco perché noi non siamo solo insoddisfatti perché c’è un
bilancio che non programma, non spende, non orienta la spesa, non si interroga
su come dare risposte ai bisogni, ma perché c’è una difficoltà sostanziale, si
avverte una difficoltà legata anche al modo di come mandiamo un messaggio
all’esterno, cioè come si manda un messaggio all’esterno per dire che questa è
una Regione che merita di essere considerata istituzione, che diventa punto di
riferimento della gente, della società, che dà in qualche modo l’idea di
un’istituzione che in maniera ambiziosa vuole concorrere, vuole competere ad
essere alta istituzione. Questo è il punto che a me più di tutti fa stare male
come persona, come individuo e come cittadino calabrese.
So che nei
vostri visi non ci può essere l’approvazione di questa cosa, ma credetemi che è
così, che la considerazione che hanno del Consiglio regionale in questa regione
è molto basso. Non dico che c’è una responsabilità singola, ma c’è un insieme
di responsabilità legate al passato, magari, a condizioni vecchie, però oggi
non possiamo pensare ancora di poter trovare alibi per dire che le cose non
vanno bene perché la responsabilità della forestazione è stata causata dagli
altri. No, bisogna cambiare, bisogna tentare di fare il salto di qualità,
perché se no la responsabilità chi andrà nel 2005 a governare non la può
scaricare a chi è stato fino ad oggi al governo, non potrà dire: “Però fino a
ieri hanno governato gli altri, quindi io…”. No, chi si assume il governo delle
cose si assume oneri ed onori, le responsabilità si assumono fino in fondo.
Credo che
abbiamo dato prova anche in questa discussione…
(Interruzione del Presidente del Consiglio)
Stavo
dicendo che in questa discussione di bilancio, che sta per finire nei termini
in cui sta per finire, credo che il centro-sinistra, io dico nella stragrande
maggioranza, abbia dimostrato con gli emendamenti fatti di voler dare un
contributo verso alcune categorie importanti di questa regione, verso categorie
deboli socialmente, quindi emendamenti che dessero al bilancio e alla
discussione un contributo utile affinché si potesse dare un minimo di speranza…
(Interruzioni)
Siccome
ammetto la mia ignoranza, non conosco il Regolamento, quanti minuti…
PRESIDENTE
Siccome è da
un’ora che sta parlando, la invito a terminare rapidamente.
Luigi
INCARNATO
Mi farò
carico di andare a leggere il Regolamento, così imparerò anche quali sono…
(Interruzioni)
Però faccio
notare, Presidente Rizza, che stiamo parlando del bilancio, non di una leggina…
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Onorevole
Incarnato, la invito per la terza volta a finire rapidamente il suo intervento.
Luigi
INCARNATO
Sto per
finire, Presidente.
(Interruzioni)
Se avessi
dall’altra parte un collega che parla e dice le cose chiare, aperte, senza
riserve mentali, sarei…
(Interruzioni)
Può darsi
che è inutile ostruzionismo, può darsi che sia così, però sto parlando di
argomenti…
(Interruzioni)
No, non ho
questa presunzione, caro assessore Dima; lei è molto più bravo di me, non c’è
dubbio. Da domani in poi cominciamo a dire poi le cose che non vanno bene
nell’agricoltura, caro assessore Dima.
(Interruzione)
No, sui
territori lo diremo.
Giovanni
DIMA, assessore all’agricoltura
Se vuole,
può iniziare adesso!
PRESIDENTE
Assessore
Dima, per cortesia! Onorevole Incarnato…
Luigi
INCARNATO
Posso dire come
funziona l’agricoltura calabrese.
Giovanni
DIMA, assessore all’agricoltura
Forse non ha
compreso la battuta…
Luigi
INCARNATO
Poi lo
diremo sui territori.
PRESIDENTE
Onorevole
Incarnato, la prego, non interloquisca.
Luigi
INCARNATO
Siccome,
quando gli altri parlano, ho l’educazione di ascoltare, pretendo che gli altri
mi ascoltino. Quindi non ho la presunzione di dire che io sto insegnando agli
altri qualcosa, me ne guarderei bene; ho le mie opinioni, i miei punti di vista
e liberamente li sto esternando e credo di non fare torto a nessuno.
PRESIDENTE
Onorevole
Incarnato, le debbo togliere la parola. La ringrazio.
Luigi
INCARNATO
Ma se mi
stanno disturbando, Presidente!
PRESIDENTE
Sta già
parlando da un’ora, quindi la prego!
Luigi
INCARNATO
Se lei non
mi fa concludere, Presidente…!
(Interruzioni)
Da quando
lei mi ha invitato a chiudere, sono stato interrotto cinque volte, caro
Presidente! E questo non è consentito!
PRESIDENTE
L’ho
invitata tre volte, onorevole Incarnato, la prego!
Luigi
INCARNATO
Questo non è
consentito!
(Interruzioni)
Da quando
lei mi ha invitato a chiudere, sono stato interrotto sei volte dal collega
Occhiuto, dal collega…
PRESIDENTE
Sì, ma
continui, non continui ad interloquire…
Luigi
INCARNATO
Questo non è
un metodo!
(Interruzioni)
La prossima
volta, Presidente, non ci sono problemi, decidete come volete, tanto noi non
abbiamo nessun ruolo, nessuna condizione…!
PRESIDENTE
Avete fatto
quello che avete voluto, adesso ci siamo attrezzati in ritardo!
Luigi
INCARNATO
Per cui
pensavo che sul bilancio ognuno di noi potesse esprimersi liberamente.
PRESIDENTE
Onorevole
Incarnato, per cortesia, è ridicolo che lei dica questo! Non si è espresso
abbastanza?!
Luigi
INCARNATO
Non sono
ridicolo, Presidente, le chiedo scusa.
PRESIDENTE
E’ ridicolo
se dice che non si è potuto esprimere!
Luigi
INCARNATO
Siccome
penso di essere una persona molto seria e lei sa perfettamente che lo sono,
quando lei dice che dico cose ridicole, implicitamente mi chiama ridicolo,
quindi la prego caldamente di attenersi come sono abituato io!
PRESIDENTE
Mi perdoni,
se mi ha frainteso. Ho detto che è ridicolo quello che dice, perché se afferma
di non aver potuto esprimere la propria posizione in merito al bilancio…
Luigi
INCARNATO
Io sono
molto rispettoso e, in funzione di questo rispetto che provo per gli altri,
pretendo rispetto.
PRESIDENTE
Comunque,
onorevole Incarnato, la prego!
Luigi
INCARNATO
Se lei mi dà
la possibilità di concludere brevemente… Posso, Presidente?
(Interruzioni)
Rispetto
delle regole! Mi state interrompendo ogni cinque minuti!
PRESIDENTE
Onorevole
Incarnato, adesso basta, adesso ha chiuso!
Luigi
INCARNATO
Abbiamo approvato un sacco di provvedimenti stasera, bilancio, legge finanziaria…
(Interruzione)
No, scusate, avete approvato…
(Interruzioni)
Dichiarazioni di voto sui documenti. Ma fatemi capire…
(Interruzioni)
Ma scusate, che cosa pretendete? Fatemi capire.
PRESIDENTE
Le tolgo la parola onorevole Incarnato.
Luigi INCARNATO
Ah sì?!
PRESIDENTE
Sì, onorevole Incarnato, sono cinque volte che glielo
sto dicendo…
Luigi INCARNATO
Va beh, Presidente, mi faccia togliere la parola, faccia quest’atto perché lei, in questo momento, sta manifestando veramente un atto di grande scortesia verso l’Aula. Fate come volete, potete anche togliermi la parola per quanto mi riguarda, però questo è un atto brutto.
(Interruzione)
Ma lei deve richiamare chi in Aula non rispetta le regole!
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Io sto cercando di difendere la mia prerogativa.
Chi tira pugni sui banchi mortifica quest’Aula e lei
ha il dovere di fare rispettare le regole qua dentro.
PRESIDENTE
Ha finito?
Luigi INCARNATO
No, io sto tentando di concludere e ogni cinque minuti
mi si interrompe!
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Per cacciarmi dall’Aula, onorevole Nucera? Non ho capito. Per fare che cosa?
Giovanni NUCERA
Io con lei non parlo!
(Interruzioni)
Luigi INCARNATO
Poi sono uno che perde il filo, mi fate perdere il filo e non riesco…
PRESIDENTE
Onorevole Incarnato, le tolgo la parola.
Luigi INCARNATO
Ma è seria la cosa, non sto scherzando!
(Interruzioni)
Siccome i concetti sfuggono ed io non prendo appunti… Presidente, è la verità, non sto bluffando.
(Interruzione)
Almeno fatemi dire le ultime cose.
PRESIDENTE
Le debbo togliere la parola.
L’onorevole Bova ha facoltà di parlare: cinque minuti, a termine di Regolamento.
Presidenza del Presidente Luigi Fedele
Lo capisco, c’è un po’ di nervosismo… ma non è colpa mia
se al “Quotidiano” avete
detto che il “bilancio è approvato nella
notte”… salvo fare qualche battuta, cioè c’è il pro e il contro in questa storia. Per quanto
mi riguarda, a casa mia sono abituati – a proposito di famiglia, onorevole Nucera
– che quando finisco i dibattiti, torno a casa. Non
vorrei che, visto che a casa mia si leggono i giornali e la mattina si vedono
alcuni notiziari locali, le notizie, dicessero: “Dove sono andati tutti questi?”. E questo è il contro.
Poi credo che non vi dispiaccia, cioè non lo so perché state forzando la
discussione andata così avanti; di solito si è formato un senso comune che qui
in Consiglio non si lavora, le Commissioni non lavorano, si sta poche ore. Non
è che vi dispiaccia il fatto che qualcuno sia costretto a dire “ma no, lì non
vanno di volata, discutono, hanno punti di vista differenti, però quantitativamente e
qualitativamente uno sforzo lo si fa”.
Certo, a volte i provvedimenti hanno per valutazione comune non solo una necessità di essere licenziati, ma anche una qualità notevole; altre volte le opinioni sono differenti. In questo caso, non è che si può parlare di opinioni. Certo, vedo qui i nomi dei colleghi della seconda Commissione, il Presidente Talarico, i colleghi Nucera, Tesoriere, Vilasi, Chiarella, Sarra, Occhiuto e un interrogativo me lo pongo: ho qui il numero di “Calabria” di ottobre del 2003 e c’è – e lo dico al Presidente Talarico, c’è una bella fotografia sua – una sua dichiarazione. Sapete che dice Talarico, non io? Che – me lo ricordo che è vero – si era fatto promotore di una iniziativa nei confronti della Giunta regionale cui aveva sollecitato la rapida approvazione del documento di programmazione economica e finanziaria, diceva lui “quale atto propedeutico necessario all’elaborazione della legge finanziaria, affinché la stessa Commissione consiliare possa al meglio calendarizzare i propri lavori e, di conseguenza, fare approvare in Consiglio regionale lo stesso documento finanziario”. Aggiunge poi: “La mia richiesta alla Giunta regionale per una rapida approvazione del Dpef… è iscritta nelle necessità dettate dalla stessa situazione economica e sociale in cui versa la Calabria che ha bisogno, a mio parere, di certezze programmatorie per favorire lo sviluppo e capace di incardinare ed orientare gli indirizzi produttivi del sistema delle imprese. Oggi siamo nelle condizioni, con un oculato lavoro istruttorio, di dare ai calabresi in tempi ristretti un documento contabile molto atteso, utile alla formulazione della legge finanziaria regionale e di un bilancio di previsione 2004 pensati finalmente in maniera lungimirante ed ampia quale primo atto di una strategia di intervento e di sviluppo economico pluriennale”. Questo diceva il Presidente Talarico in ottobre e ne era convinto; l’ha scritto così bene, ha convinto pure me e così via.
L’onorevole Talarico, a marzo – non è che è cambiato il tempo – motiva in maniera entusiasta le procedure utilizzate ricorrendo ad argomenti opposti.
Ma, secondo voi, dove andiamo procedendo in questo modo? Sono parole mie? No. Il collega Talarico, che aveva detto ad ottobre questo e non solo ad ottobre…
Antonino MANGIALAVORI, assessore al lavoro
Tutti l’hanno letto.
PRESIDENTE
Onorevole Bova, si avvii gentilmente verso la conclusione. Cinque minuti sono cinque minuti, c’è l’orologio! Se deve stare al Regolamento, dobbiamo starci tutti, purtroppo…
Giuseppe BOVA
Noi abbiamo approvato una legge, Presidente, dove c’è scritto che, entro luglio di ogni anno, la Giunta deve presentare a questo Consiglio il documento di programmazione economica e finanziaria, in maniera che possa approvare il bilancio. Voi tutto questo l’avete ridotto a nulla, le regole valgono se io debbo parlare quattro minuti e mezzo, Presidente. Allora voi potete…
Onorevole Bova, le regole valgono per tutti. Se siamo in Consiglio, lei non si può innervosire, deve avere la pazienza. Se facciamo un discorso di regole, valgono per tutti; se facciamo un discorso di tolleranza, è diverso, ma fino adesso non è stato fatto un discorso di tolleranza.
Giusto, Presidente, e ha ragione, valgono per tutti, ma la regola che il Dpef deve essere presentato in tempi corretti e non da uno come me, cioè mica stiamo parlando di cinque-otto minuti, anche quelle sono regole, è giusto, ma del fatto che un documento di quella portata doveva essere incardinato, approvato, discusso, quella non è una regola?! Eppure si tratta di una legge, eppure si tratta di una causa-effetto molto importante, tutto è diventato i sei minuti. C’è una contraddizione in tutto questo: cade il mondo? Che danno si procura se si parla otto minuti? Certo, può dire che parlo mezzo minuto…
PRESIDENTE
Danno non ne procuriamo sicuro, ma io devo farmi garante – come diceva lei poco fa – delle regole del Consiglio. Se stabiliamo un clima di un certo tipo, allora un minuto o due minuti non c’è bisogno, ma se stabiliamo il clima delle regole, lei deve capire… Con molta tranquillità, senza…
Giuseppe BOVA
Giusto, giusto, con molta tranquillità, però com’è possibile, signor Presidente, che ho chiesto a lei e al Presidente della Commissione ripetute volte di poter discutere, potendo votare contro perché non era obbligatorio, ma che avevo il diritto di discutere in Commissione il documento di programmazione economica e finanziaria? La legge è approvata dal 2002, il 2002 è passato, il 2003 anche, questo le sembra meno importante? Che io faccia su questo alcune considerazioni è una perdita di tempo? Capisco che lei mi poteva interrompere nel momento in cui facevo un ragionamento senza né capo né coda, di tipo ostruzionistico; sto semplicemente leggendo dichiarazioni che fa il Presidente della Commissione ad ottobre ed altre che fa a marzo, per dire è buona politica agire così, cioè difendere tutte le tesi e l’opposto? Un minimo di coerenza guasta? Ed è una forzatura dire che il documento di programmazione economica e finanziaria serve? Serve in tutta Italia, in tutte le parti del mondo. E l’abbiamo approvato all’unanimità. Questo è un punto da non sottovalutare, Presidente, perché poi le considerazioni che facciamo voi potete dire “benissimo, insomma”, voglio dire che magari ognuno è soddisfatto delle cose che vuole, ma io sto parlando perché…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, tutte le sue considerazioni ha avuto giustamente il tempo di farle nel suo intervento iniziale e anche dopo…
Giuseppe BOVA
Ma non sto ripetendo le stesse cose…
PRESIDENTE
Adesso la pregherei, siccome si tratta di dichiarazione di voto, il Regolamento parla di dichiarazione di voto, non di considerazioni, per questo dà cinque minuti, se vogliamo essere… Lei è rispettoso più di me delle regole, per cui la pregherei di avviarsi alla conclusione.
Giuseppe BOVA
Ma io le sto dicendo…
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Guardi, lei è più efficace – ma in questo caso, non sempre – quando
sta in silenzio! Siccome non parlo bene, devo
parlare un po’ di più per tentare di essere efficace per dire qualche cosa. Non sia fiscale!
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Volevo semplicemente dire che è evidente che c’è un modo di procedere in cui, nel migliore dei casi, il fine giustifica i mezzi, cioè si decide una cosa per dire “fatto”. Poi a me dispiace doverlo dire, fra qualche mese… qui c’è l’assessore Mangialavori che sembra chissà quale risultato abbia ottenuto, poi non è che io sono l’assessore al lavoro, a giugno anche lui – non lo dico… non vorrei che venisse considerato – deve dar conto… cioè l’assessore ai trasporti Stillitani è venuto qui in Commissione e ci ha fatto lavorare su quella che lui ha chiamato una specie di riforma del metodo della concessione del trasporto pubblico locale. Poi i conti non li abbiamo fatti noi, è venuto un conto da 77 milioni e mezzo di Euro a oltre 100 milioni.
Voi dite che tutto sarà risolto con l’assestamento. Nell’assestamento, mettendo la somma delle cose che abbiamo fatto, in cui abbiamo trovato tutte quelle risorse, non le ho mai viste.
Delle due, l’una: o siete poco informati – e mi auguro che sia così – oppure dite bugie, cioè non ci sarà assestamento ad aprile e comunque non credo che avrete tante risorse per fare una o due cose importanti. Quindi si sta procedendo col fiato corto tutto per un paio di mesi e la discussione diventa, se dura, di tre minuti qui dentro!
Questa è la valutazione che abbiamo fatto, né si può dire che siamo stati pretestuosi.
Noi, molto modestamente, abbiamo presentato
delle proposte: alcune, bontà vostra, avete
detto che meritavano un’attenta e positiva valutazione, purtroppo non c’erano le risorse. Quindi credo che non sia tattica il vostro atteggiamento, voi stessi riconoscete che, in qualche modo, quelle proposte
avevano una motivazione, cioè si è fatto uno
sforzo perché anche noi ci consideriamo parte
di questa istituzione e della Calabria; in
fondo, quando parliamo della condizione della nostra società degli ultimi, dei
penultimi, dei giovani e così via, lavoriamo tutti sulle stesse questioni. E
noi non è che volevamo tutto e subito, volevamo in qualche maniera che l’ultimo
bilancio di questa legislatura consentisse di ripristinare un rapporto positivo tra cittadini e istituzioni.
Non la voglio fare lunga,
ma stamattina – e vi ringrazio – mi avete
fatto vedere i giornali. I giornali parlano di tante cose, poi parlano di
questa benedetta indennità. Io
immaginavo, molto ingenuamente, d’altronde non ho lo sterzo, di stare in
minoranza, eccetera, però come consigliere
regionale pensavo che avessimo due questioni aperte, poi ce ne avevamo tante
altre: una, di dare col bilancio non un segnale di forma, ma di merito, di
sostanza su una delle questioni che, se affrontate, con una dotazione
finanziaria avrebbero…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, ha chiesto
di intervenire l’onorevole Tommasi. La prego, non mi faccia essere scortese. Sa
che non lo siamo, quindi…
Lo so, non le sto dicendo…
Sto per terminare, Presidente.
La prima era collegata a
questo: pensavo – e in questo senso non facevo distinzioni – non mi permetto
magliette. Certo, nel momento in cui legittimamente e autonomamente la maggioranza
prende un’altra strada, personalmente mi sfilo, cioè esprimo una valutazione
critica. Ma io pensavo che il bisogno, la necessità di dare una risposta ad una
delle grandi questioni, vuoi quelle del reddito di reinserimento, vuoi quelle
del prestito d’onore, la si sentisse. E abbiamo dichiarato la nostra
disponibilità con proposte.
La seconda, badate, in questa situazione non per demagogie, c’è la grande questione delle indennità. In sé, si pone come una questione di opportunità, altre Regioni le hanno fatte, ma qui questa è la situazione. In questo contesto sembra un privilegio odioso e su questo è innestato – poi qualcuno si arrabbia – un meccanismo che ci porterà al referendum.
Ora parlare di questo è perdita di tempo. Io speravo che a quest’ora non ne parlassimo come un intervento in cui c’è una dichiarazione di voto negativa, ma tant’è, al di là di quanto parlo, questo punto sta dentro le cose e nei prossimi giorni credo che avrò, sempre con equilibri e con moderatezza e con rispetto dei colleghi, in varie iniziative in Calabria spazio per motivare meglio quelle che volevano essere le nostre istanze, sempre con uno spirito di rispetto e di verità rispetto alle cose, rispetto ai colleghi, senza confondere il vocabolario, senza offendere, nemmeno inavvertitamente, funzioni diverse dalle nostre o responsabilità diverse, ma anche con la nettezza e con la schiettezza per dire di non essere d’accordo perché non si è d’accordo, perché alcune valutazioni non erano da condividere, in quanto si sono fatte scelte non condivisibili e perché, in buona sostanza, rispetto a questo la democrazia vuole che, alla fine, si chieda a chi poi è il principe della nostra società, cioè al cittadino elettore, di pronunciarsi anche sulle questioni più delicate.
Oggi anticipo molto modestamente una dichiarazione
di voto che è negativa rispetto al bilancio per come
è stato portato, per come è stato discusso, per come viene enfatizzato, per le
cose che ci sono e per quelle che non ci sono. In definitiva,
dopo quattro anni l’unica novità è di far dire ad un Presidente giovane di
Commissione l’opposto di quello che pensa e di dirlo in maniera formale. Non mi
sembra un grande risultato, né è questa la nuova politica, tanto sforzo non si
era fatto per questo, vi chiedo scusa, lo dico in maniera formale ed evidente.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, colleghi, dopo una giusta ed approfondita discussione, dove come opposizione abbiamo democraticamente voluto fare il nostro ruolo, dove una serie di emendamenti hanno cercato di sensibilizzare e migliorare, caro collega Senatore, soltanto che ad ogni emendamento ci siamo sentiti dire “oggi non si può fare, anche se è buono, lo faremo domani”, di conseguenza non possiamo che dire…
(Interruzioni)
Sì, penso sempre a domani! Però c’è un dato: l’allarme sociale rimane, il settore tessile è in crisi, il comparto del legno è in crisi, il settore tecnologico e informatico è in crisi.
Presidente, se i colleghi della maggioranza
hanno voglia di scherzare, lei, come le partite di calcio, mi darà il full time,
perché se mi disturbano, poi mi deconcentro e
mi dà il recupero! Capisco la gioia e la felicità del collega
Senatore nel vedersi approvato questo bilancio
blindato anche per lui, però ognuno è soddisfatto delle cose che ha, quindi forse si dimentica dei problemi dei calabresi
perché quelli che sto elencando sono problemi
che non ha solo l’opposizione; li
ha l’opposizione che li denuncia,
ma li ha la maggioranza che dovrebbe risolverli. Uso il condizionale perché la
risoluzione è ben lontana da verificare, da guardare in questo orizzonte molto
cupo.
Abbiamo da innumerevoli mesi in Commissione un progetto
di legge per il riordino del settore dell’informatica, il progetto Sirecam che
potrebbe dare…
(Interruzioni)
Svitec mi sembra si chiami adesso, è cambiato il nome.
…che potrebbe dare una parvenza di soluzione, perché poi
le leggi, non avendo nessuna risorsa finanziaria, difficilmente possono dare
soluzioni.
Per il settore del tessile, come gruppo abbiamo presentato
una proposta di legge per reinserire la canapa italiana – perché se no posso
urtare la suscettibilità dell’assessore Pirilli, perché è molto rigido in
queste cose – che, al di là di essere un’ottima materia prima da produrre in
Calabria – e storicamente la Calabria era una delle prime regioni d’Europa per
produzione di questo materiale – poteva anche dare un minimo di garanzia agli
imprenditori del nord per dire che la materia prima si trova in Calabria.
O come tutto il comparto legno, canapa, legno, tutte
legate a quel Piano energetico che
è rimasto carta straccia, ecologica sicuramente…!
Presidente, concludo il pensiero, non ho neanche
iniziato perché mi disturbano, mi fermano, mi fanno cenno e cercano di
innervosirmi ed io, invece, voglio stare calmo, specialmente quando sono le 9
di mattina.
E’ chiaro che su una questione così drammatica, il
reddito è il più basso d’Europa, la disoccupazione più alta d’Europa…
PRESIDENTE
Onorevole Tommasi, si avvii alla conclusione,
gentilmente.
Diego Antonio TOMMASI
E’ chiaro che ci siamo anche fatti carico di presentare
una legge su quello che sta veramente creando grosse preoccupazioni ai
calabresi, cioè il caro-prezzo, presentando una legge per la tutela dei
consumatori che ancora è carta straccia.
Per non parlare delle questioni della sanità, delle
infrastrutture, di una Salerno-Reggio Calabria che in 150 chilometri ha 56
chilometri di interruzioni, delle questioni ambientali. E colgo l’occasione per
ricordare – sicuramente l’avrà fatto – al Presidente Chiaravalloti se come
Giunta ha fatto opposizione alla bocciatura, all’ennesima bocciatura,
all’impugnativa del Governo sulla legge sul nucleare.
Onorevole Nucera, la prego, se no mi vuole
strumentalizzare. Io vorrei concludere e se mi fate concludere in tre minuti…
PRESIDENTE
No, il tempo è passato, onorevole Tommasi. Se vuole
concludere, bene, altrimenti…
Diego Antonio TOMMASI
Non voglio fare ostruzionismo, ma se voi mi fermate, non
riesco a concludere il pensiero.
PRESIDENTE
Abbiamo fatto anche il recupero, onorevole Tommasi!
Diego Antonio TOMMASI
Stavo chiedendo al Presidente Chiaravalloti se, a
seguito dell’ennesima impugnativa della legge che denuclearizza la regione
Calabria, la Giunta regionale ha fatto opposizione. E’ un atto che deve fare,
se intende farlo, il Presidente della Giunta – mi auguro che l’abbia fatto – e
credo che questo sia un atto importante, di tranquillità che va nella direzione
di un impegno forte che in questo bilancio non c’è stato.
Le questioni ambientali, ci sono tante altre cose da
discutere, turismo, piani spiaggia, però mi date così…
PRESIDENTE
La prossima volta, onorevole Tommasi, adesso ha chiesto
di intervenire l’onorevole Pacenza, quindi la pregherei…
Diego Antonio TOMMASI
…brevissimo tempo, che mi auguro – come diceva il
Presidente della Commissione – che domani vi possiamo dare un voto favorevole
al bilancio; oggi no.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Pacenza.
Presidente, a conclusione di questo percorso, vorrei fare solo una considerazione di carattere politico e poi esprimere una preoccupazione rispetto ad alcuni emendamenti posti.
L’osservazione
politica: vedo con preoccupazione,
qualcuno lo può considerare un grande obiettivo, ma quando la politica rinuncia a valutare e ad analizzare il
merito, per me non è un segno di forza, ma un segno di debolezza.
Nel percorso del bilancio, si dirà
sicuramente nei prossimi giorni o tra qualche ora, la rincorsa di ciascuno di
noi a fare la dichiarazione di turno, è stato approvato il bilancio prima delle
altre volte durante l’esercizio provvisorio senza nessun emendamento. Ecco,
questo elemento lo valuto con preoccupazione: si è rinunciato a stare nel merito delle questioni e questo elemento
non si è espresso solo verso l’opposizione, persino verso
ipotesi della stessa maggioranza si è detto “se passa uno, devono passare tutti
gli emendamenti”. Perché questo approccio, questo modo di fare emendamenti?
Anche senza maggiorazione di spesa, la sistemazione di questioni alcune volte
anche importanti, si è detto “no, siccome il mio non è passato, non può passare
neanche il tuo”. A me questo sembra un approccio di debolezza politica e non di forza.
Io voglio tentare di stare
nel merito. Noi abbiamo avanzato emendamenti a cui, nel merito, ci si è pure
riconosciuta la bontà, la forza degli stessi, però si è detto “poi vedremo”.
Ecco, questo mi sembra che sia un modo
di fare, un agire politico che non è
portatore – insisto – di una coesione,
di una capacità di sintesi dentro una forza di governo.
Dicevo, noi ci siamo
cimentati sull’ossatura principale degli emendamenti sulle grandi questioni che affliggono
questa regione (il lavoro, la povertà, i servizi sociali, i centri storici, gli
equilibri istituzionali, la dignità dei livelli istituzionali), ma abbiamo
avuto sempre la stessa risposta. Io vedo in questo una non capacità di sintesi,
perché non mi pare che si possa etichettare che dentro la nostra impostazione e dentro i nostri proponimenti non ci fosse nulla di accettabile, di propositivo, di
condivisibile, perché rischierebbe anche su
questo versante di essere un atteggiamento sommatorio.
La questione di merito:
Presidente Fedele, mi riferisco alla partita sulla sanità. Anche in questa circostanza è venuto fuori un approccio preoccupante da parte della maggioranza, l’emendamento sanatorio sugli accreditamenti che lei ha rinviato al piano
ci vedrà anche in sede di discussione della proposta di piano in una posizione
di contrasto, ma non perché noi siamo contro qualcuno e contro qualcosa, se
riconosciamo che lì c’è un punto dolente dell’equilibrio finanziario e non solo
di questa regione. Ma si possono proporre emendamenti in sanatoria in cui, per
legge, si chiedono accreditamenti senza sapere di quali servizi, di quali
prestazioni, se ne abbiamo bisogno, se non ne abbiamo bisogno, se insistono già
in termini di offerta sanitaria?
Ecco, ho voluto citare soltanto questi due riferimenti,
dicendo che anche in questa circostanza c’è un approccio della maggioranza che
è scarsamente politico il primo e sul secondo, invece, un atteggiamento di un
continuo assalto alla diligenza sanitaria di questa regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha
facoltà. I suoi cinque minuti per la dichiarazione di voto…
Per quanto riguarda i Regolamenti, sono uno di quelli che li rispetta sempre, per cui parlerò cinque minuti.
E’ una seduta durante la quale, per come tra l’altro avevamo anticipato
nella discussione generale,
avete
voluto come maggioranza la capacità di produrre una fiction televisiva, perché aver voluto insistere su una questione che non si regge in nessuna maniera, da qualunque parte
la prendiate questa storia del bilancio tecnico assume quasi i toni di un aspetto
ridicolo, però avete ubbidito ad una scelta di questa
natura secondo la quale siete riusciti a consumare un fatto meramente burocratico, nel senso che, pur avendo a disposizione un buon pacchetto
consistente di risorse, avete fatto di tutto non solo
per rimanere
rigidi su posizioni che non trovano nessuna giustificazione nella maniera
più categorica, ma non c’è un senso a quello che
questa notte avete fatto, avendo sempre davanti degli obiettivi ben precisi,
oserei dire quasi strategici come quello ormai consueto, di commissariare ogni angolo di questa regione,
perché non c’è pezzo di questa Calabria che non abbia al suo posto un discreto
commissario, comunque un commissario che ubbidisce agli ordini del padrone,
perché oggettivamente avvertite forte l’esigenza di creare delle condizioni che vi
possono consentire di
utilizzare nel migliore dei modi possibile, seppure in negativo, spazi a sfondo squisitamente politico-clientelare.
Presidente,
l’esempio delle Asi è eclatante in una maniera madornale. Cosa è avvenuto e sta avvenendo nelle Asi? Che
la Regione Calabria
ha individuato una quota di partecipazione ai nuovi nuclei di Consorzi
industriali del 35 per cento.
(Interruzione dell’onorevole Leone)
Conclusione? Collega Leone, ho cominciato a parlare alle
nove e tre minuti, sono le nove e cinque, ancora…
(Interruzione dell’onorevole Leone)
No, nove e tre, ce l’ho davanti l’orologio. Presidente,
lei può dare conferma.
Allora, utilizzando lo strumento
della partecipazione, la Regione direttamente
assume il 35 per cento, però per arrivare
a 51 manca un’ulteriore percentuale. Per cui cosa fa la Giunta regionale? In alcune aziende,
attraverso Fincalabra, acquisisce il restante 18
per cento o 16 per cento, laddove per esempio l’amministrazione comunale della
città dove ha sede il Consorzio non appartiene al centro-destra; laddove,
invece, appartiene al centro-destra, questo 16 per cento lo assorbe il Comune,
l’esempio di Vibo è chiaro ed eclatante. Per cui il 35 per cento la Regione, il
16-17 tra Fincalabra e il Comune di quella città e la Regione ha la maggioranza
assoluta dei nuclei dei Consorzi industriali, commettendo una illegittimità
macroscopica, laddove alla Regione non è consentito di partecipare direttamente
alle società di gestione, salvo che non siano società finanziarie.
Quindi commette una illegittimità, impone scelte,
laddove ci riesce – perché a Vibo ancora non sono riusciti a nominare il
Presidente – e questa è la prerogativa standard di questa maggioranza e di
questa Giunta regionale.
C’è poi un altro aspetto, l’esproprio sistematico delle
prerogative del Consiglio regionale ed abbiamo esempi eclatanti, anche in
questo articolato che avete approvato questa notte c’è un elemento, a proposito
per esempio della legge 24. La legge 24, chi la conosce bene sa che i programmi
che nascono da quella norma devono passare attraverso il Consiglio, la Commissione
e quant’altro. Avete approvato una norma secondo la quale non c’entrano né la
Commissione né il Consiglio, per cui ogni elenchello che ogni consigliere ha in
tasca lo deposita nelle mani dell’assessore ai lavori pubblici e l’assessore
adempie agli ordini in maniera sistematica, pur avendo lui dichiarato in
Commissione che, per quanto riguarda il piano delle opere pubbliche, la
priorità assoluta che bisognava dare a questa impostazione non poteva che
essere il completamento di opere pubbliche che non avevano avuto seguito…
(Interruzione)
Mi avvio alla conclusione, Presidente, ho finito.
La stessa cosa succede con la legge sull’edilizia
scolastica: la Giunta regionale giorni fa ha approvato, ex articolo 28 della
Statuto, assumendo i poteri del Consiglio, il piano dell’edilizia scolastica.
Ma non fa solo questo la Giunta regionale, perché sa anche l’assessore al ramo
che l’articolo 28 ha una data di 30 giorni, trascorsi i quali va ripetuta la
delibera. Sa cosa ha fatto l’assessore, Presidente? Ha inviato a tutti i
sindaci dei Comuni della Calabria compresi in quel piano, dicendo che è
intervenuto un finanziamento di Euro ics per l’edilizia scolastica. E come fa
l’assessore, su un piano di cui non è titolare come competenza per l’assunzione
delle responsabilità? Cioè il Consiglio per questa maggioranza, per questa
Giunta non esiste proprio.
Se questo è, Presidente, qui non ci meraviglia più
niente.
PRESIDENTE
Se si può avviare alla conclusione, onorevole Borrello…
Non ci meraviglia più niente e l’esempio di questa notte
è eclatante. E’ veramente assurdo ipotizzare, immaginare e continuare a
sostenere che questa maggioranza approvi per la prima volta nella storia il
bilancio nei termini, mentre vi ho già detto che i termini scadono all’anno
precedente e non il 31 di marzo.
Secondo, continuate a dire che è un bilancio tecnico e
noi vi abbiamo dimostrato, in termini molto chiari ed evidenti, che non si
tratta di un bilancio tecnico, ma di un bilancio che appartiene ad una politica
prettamente fallimentare.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la legge di bilancio nel suo
complesso.
(Interruzione)
La parola all’onorevole Leone.
Gianfranco LEONE
Signor Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Pilieci.
Francesco PILIECI, Segretario
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 31; hanno risposto sì 23; hanno risposto no 8.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
(Hanno risposto sì i consiglieri:
Basile, Chiaravalloti, Chiarella, Dima, Fedele, Gagliardi, Gentile, Leone, Mangialavori, Naccarato, Nucera, Occhiuto, Pezzimenti, Pilieci,
Pirilli, Pisano, Rizza, Sarra, Senatore,
Talarico, Tesoriere, Vescio, Vilasi;
hanno risposto no i consiglieri: Adamo, Amendola, Borrello, Bova, Incarnato, Pacenza, Tommasi, Tripodi P.)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Leone. Ne ha facoltà.
Presidente, nel ricordare ai
colleghi consiglieri che lunedì c’è la Commissione
sanità, a firma dei gruppi di Forza Italia, dell’Udc, di Alleanza
nazionale e del Partito repubblicano, le
chiedo, ai sensi dell’articolo 67 del
Regolamento interno, di porre al prossimo
Consiglio regionale il progetto di legge 401/7^, recante: “Piano sanitario
regionale 2003-2005”.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Bova.
Il provvedimento di cui si parla è in Commissione, è stato presentato in Commissione un emendamento completamente sostitutivo fatto proprio dall’assessore al ramo. Perché si possa portare in Aula in base all’articolo 67, occorre che siano passati sessanta giorni dal provvedimento ultimo, cosa che non c’è. E poi il Regolamento dice…
(Interruzione)
No, questo l’ha detto… è tutto registrato, quindi regole per regole, la richiesta che fa la maggioranza è non irrituale, è irregolare. Guardate il Regolamento stesso che mi avete fatto rispettare, fate una richiesta che mi sorprende perché non poggia e non può poggiare sull’ex articolo 67 del Regolamento
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Rizza.
Onorevole Bova, lei ha ragione se venisse in Aula il maxiemendamento, come è stato definito dall’assessore. L’assessore lo ritirerà e verrà in Aula il progetto iniziale presentato sessanta-settanta giorni fa, quindi non ci sono problemi dal punto di vista regolamentare.
(Interruzione)
Siccome ha posto un problema regolamentare…
PRESIDENTE
L’importante è che facciamo le cose con le regole.
Onorevole Rizza, stiamo
discutendo il maxiemendamento, non la proposta Luzzo. Abbiamo approvato venti articoli
del maxiemendamento, che c’entra più la proposta Luzzo!
(Interruzioni)
Salvatore VESCIO
…non è un disegno sostitutivo dell’assessore.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Occhiuto
Il provvedimento che si richiede di richiamare in Aula è proprio quello originario. Che poi la discussione in Commissione sia iniziata, sia proseguita, ci sia stata l’approvazione di un articolato che comprende il maxiemendamento della maggioranza e parte anche della proposta di emendamento della minoranza, è un altro fatto. Ma quando mai si è visto che un provvedimento, sol perché si modifica in Commissione, non può essere richiamato in Aula? Che sia un maxiemendamento sostitutivo o che sia un emendamento parziale del testo presentato, nulla rileva ai fini del Regolamento. Peraltro il provvedimento approvato fino all’articolo 20 in Commissione contiene parte della proposta della maggioranza e parte della proposta della minoranza.
Quindi non c’è nulla di irrituale.
(Interruzioni)
Onorevoli colleghi, in ogni
caso la richiesta è del progetto di legge numero
401/7^, quindi quello originale,
per chiarimento.
(Interruzioni)
In Consiglio non c’è stato nessun maxiemendamento.
(Interruzione)
E’ quello passato in Consiglio,
onorevole Tripodi.
(Interruzioni)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei capire, perché anche nella mia qualità di Vicepresidente
della terza Commissione il percorso che ci siamo dati in Commissione, soprattutto il confronto che
abbiamo avuto non solo con le parti sociali della sanità, ma anche con le
audizioni in cui abbiamo richiamato soggetti istituzionali a dare il proprio
assenso o dissenso sul maxiemendamento che, non solo a detta dell’assessore, ma
su cui noi abbiamo invitato ad esprimersi in tutte le audizioni tutti i
soggetti interessati e convocati sul maxiemendamento che abbiamo ritenuto
completamente emendativo del progetto presentato dalla Giunta.
Ma il problema è anche un
altro, perché fermo restando la richiesta che poi andiamo a valutare in termini
di Regolamento se può essere accolta o meno, vorrei capire se sulla sanità
dobbiamo arrivare ad uno scontro sociale.
Ora qua è bene parlarci
chiaro, perché finora per senso di responsabilità tutte le forze politiche che
fanno capo all’opposizione hanno tenuto un atteggiamento corretto, non
fomentando e non alimentando alcuna forma di protesta in nessun territorio
della Calabria. Ma se di questa forzatura si tratta, allora evidentemente
dobbiamo fare una riflessione su questo campo e la riflessione seria la
possiamo fare iniziando da martedì e la possiamo fare in Aula e fuori
dall’Aula.
Siccome l’orientamento della
maggioranza e dell’opposizione in Commissione era di un confronto serio, tanto
più che su un confronto serio sul Piano sanitario regionale avevamo presentato
un Piano sanitario come centro-sinistra, in cui molte cose, da un confronto
sereno fatto in Commissione, erano state accettate dall’assessore e da questa
maggioranza, vogliamo capire qual è la direzione di un confronto che voi volete
avere non solo con noi, ma anche con tutti gli operatori sanitari della
Calabria. Infatti di questo si tratta ora, perché se forzatura c’è, a questo
punto la forzatura la facciamo fuori da quest’Aula, almeno per quanto riguarda
la mia parte politica o la parte politica che rappresento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Adamo.
Presidente, invito il collega Leone a ritirare e a non far mettere in votazione la proposta che ha avanzato sulla base dell’articolo 67, perché a nostro avviso non solo c’è un problema di regole: non è mai accaduto che un articolo 67 venga invocato in Aula nel mentre c’è una Commissione che sta esaminando il testo, ancor più alla luce di due turni di audizioni.
Gianfranco LEONE
Le ricordo che all’inizio della legislatura l’avete fatto voi e vi ho ricordato che era un precedente.
Secondo punto: questo Consiglio ha varato, proprio nella sua penultima seduta, un progetto di legge che ha istituito una Commissione d’inchiesta alla quale abbiamo dato sessanta giorni.
Noi riteniamo che buonsenso sia che questa Commissione d’inchiesta venga messa in condizioni di operare e, sulla base del materiale che ci fornisce, si possa fare un’analisi
e una proposta più compiuta per avere un piano di riforma sanitaria
regionale più confacente.
E’ nostro avviso, inoltre,
che l’Aula, dopo che la Commissione ha licenziato il testo – nel frattempo, se si vuole, questo si può fare – possa avere
un’informativa dell’assessore Luzzo sullo stato della spesa finanziaria.
Ho qui le tabelle, abbiamo una situazione assai curiosa
per quanto riguarda soltanto il 2003, praticamente la sanità ci consegna un
dato ufficiale di una spesa di una dotazione pro capite assai differenziata per territorio, in particolare abbiamo
l’Asl di Palmi che ha la più alta quota pro capite di assegnazione da parte della Regione e il più alto
deficit. Tutte le Asl ci portano un bilancio in deficit, abbiamo addirittura
una citazione ufficiale per quanto
riguarda contenziosi rispetto al riconoscimento del disavanzo reale. Questi dati
noi temiamo ci facciano uscire fuori dal patto di stabilità.
E poi – lo chiedo al Presidente Chiaravalloti – non
sarebbe il caso di fare una discussione su quello che sta succedendo nella
sanità, di quello che succede nella generalità delle Asl, non solo venire a
conoscenza in quest’Aula del perché ancora i commissari non siano stati
rimossi, ma soprattutto non siano stati rimossi quei commissari che sono stati
nominati tali, pur essendo stati direttori generali che hanno avuto bocciato
dalla stessa Giunta che li ha nominati i loro bilanci? Poi pare che sulla
stampa nazionale e calabrese si discuta di ben altro in questo momento.
E di Catanzaro ne vogliamo discutere? La Commissione
d’inchiesta parlamentare è intervenuta sull’ospedale di Catanzaro,
sull’ospedale di Vibo e, probabilmente, tratterà il tema anche in una seduta
specifica.
Ne discute la Commissione d’inchiesta parlamentare e non
ne discutiamo noi!?
Vorremmo capire, poi, che c’è di vero non soltanto sull’indagine resa ufficiale e che riguarda l’arresto del direttore generale o commissario di Catanzaro, ma che c’è di vero su quella notizia apparsa secondo la quale, su una gara di 33 milioni di Euro, la “Gazzetta del Sud”, con un titolo a caratteri cubitali, a nove colonne, ha pubblicato la notizia secondo la quale, con riferimento ad un alto burocrate della Presidenza della Giunta regionale, ci sia stato l’accertamento di una tangente di 1 milione di Euro.
Ne vogliamo discutere di queste questioni in Aula o no?
Noi riteniamo pregiudiziale tutto questo prima di passare al Piano sanitario.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Rizza.
Presidente, le chiedo di mettere ai voti per l’inserimento all’ordine del giorno della prossima seduta consiliare il progetto di legge che ho presentato, recante: “Interventi a favore degli agricoltori calabresi”.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la richiesta avanzata dall’onorevole Rizza.
(Il Consiglio approva)
Il progetto di legge è inserito per il prossimo Consiglio regionale.
Nicola ADAMO
La mia proposta la vuole mettere ai voti, Presidente?
(Interruzione)
Come no! L’ho formalizzata.
(Interruzione)
Ma non esiste! Ho chiesto al collega Leone di ritirare
quella proposta perché riteniamo pregiudiziale questa. La vuole mettere ai voti
o no?
(Interruzioni)
Voglio formalizzare io una proposta… Per cortesia, la
possiamo formalizzare?
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Va beh, ci rivediamo lunedì, allora!
La
seduta termina alle 9,28
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Fava, Galati, Stillitani, Basile, Luzzo, Aiello.
(Sono concessi)
E’ stato presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa del consigliere Rizza:
“Interventi a favore degli agricoltori calabresi”
(P.L. n. 515/7^)
E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo
economico.
(Così resta stabilito)
Il Consiglio regionale
vista la delibera della
Giunta regionale 879 del 5.10.2001 che ha stabilito le procedure di pagamento;
considerato che gli
adempimenti sono fermi all’esercizio 2000 e che per gli anni 2001, 2002 e 2003
le Comunità montane non hanno avuto alcun accreditamento;
visto che per l’anno 2001
il Cipe con deliberazione 15.11.2001 (Gazzetta Ufficiale del 12.2.2002) e che
il ministero dell’economia ne ha autorizzato l’erogazione alle Regioni con
decreto 28.5.2002 (Gazzetta Ufficiale 3.8.2002);
per l’anno 2002 il Cipe ha
ripartito il fondo con deliberazione 2.8.2002 (Gazzetta Ufficiale 27.11.2002) e
il ministero dell’economia ha approvato il riparto con decreto del 12.12.2002
(Gazzetta Ufficiale 5.2.2003) e con decreto del 27.2.2003 (Gazzetta Ufficiale
del 4 aprile 2003);
per l’anno 2003 il Cipe ha
ripartito il fondo con delibera del 25.7.2003 (Gazzetta Ufficiale del
7.11.2003);
impegna
la Giunta regionale a voler procedere entro il 31 marzo 2004 alla liquidazione alle Comunità montane di tutte le somme già trasferite dallo Stato determinando comunque il controllo della destinazione delle somme già erogate.
(91; 5.03.2004) Leone, Sarra, Crea, Pezzimenti, Nucera, Naccarato, Pisano, Adamo, Tripodi P., Mistorni, Torchia, Pirillo, Incarnato, Tommasi, Borrello, Guagliardi, Morrone, Tripodi M.
Art. 1
1. Al fine di garantire la copertura della spesa, diversa da quella inerente al servizio sanitario regionale - derivante da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2002, di cui ai residui attivi accertati nel capitolo 60000031 dell'entrata del bilancio relativo all'esercizio finanziario 2004 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2004 la spesa di euro 4.336.294,20, con accantonamento nell'apposito fondo di riserva di cui all'Upb 8.2.01.04 (capitolo 82010405) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2004.
2. La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprio atto il prelevamento di somme dal fondo di riserva di cui al precedente comma e la loro iscrizione nei corrispondenti capitoli di bilancio, al fine di regolarizzare le relative obbligazioni a mano a mano che l'Avvocatura regionale trasmetterà alla Ragioneria Generale i dati necessari per l'individuazione del beneficiario e della natura della spesa.
Art. 2
1. Al fine di concorrere al ripianamento delle perdite
relative all'anno 2002 della Società di Gestione per l'Aeroporto dello
Stretto (S.O.G.A.S) S.p.A. accertate in sede di approvazione del bilancio, è autorizzata per l'esercizio finanziario
2004 la spesa di euro 927.582,50 allocata all'Upb 2.3.05.01 (capitolo 23050103) dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2004.
2. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per la realizzazione degli interventi di cui al precedente comma 1.
3. Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi a carico del Pom Agricoltura, Misura 1.15, per la ristrutturazione di impianti irrigui - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2004 l'ulteriore spesa di euro 32.842,31 allocata all'Upb 2.2.04.08 (Capitolo 22040826) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2004.
4. Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi a carico del Pop Turismo, Misura 3.5, per la realizzazione di impianti sportivi ad uso sociale - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2004 la spesa di euro 111.049,83 allocata all'Upb 2.2.01.03 (Capitolo 22010312) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2004.
5. Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi a carico del Pop Turismo, Misura 3.1, per la costruzione, ammodernamento e riqualificazione di strutture alberghiere - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2004 la spesa di euro 1.481.818,13 allocata all'Upb 2.2.01.03 (Capitolo 22010313) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2004.
6. Al fine di garantire agli Enti locali interessati, compresi nel piano di riparto approvato dalla Giunta regionale con deliberazioni della Giunta regionale n. 715 del 31 marzo 1999 e n. 3741 del 21.12.1999 e non ancora finanziati, la copertura dell'onere di ammortamento dei relativi mutui contratti o da contrarre con la Ccddpp - ai sensi dell'art. 9 bis della legge regionale 17 ottobre 1997, n. 12 - per la realizzazione di interventi in materia di edilizia scolastica, è autorizzato l'ulteriore limite di impegno di euro 50.000,00 da allocare all'Upb 4.2.01.01 (capitolo 3312202) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2004.
7. La somma di euro 129.114,22 destinata - ai sensi dell'art.11, comma 5, della legge regionale 22 settembre 1998, n.10 - alla Scuola Superiore "Energia e Ambiente" di Feroleto Antico (Cz) per l'attuazione del progetto "Master Europeo biennale sull'Energia", non utilizzata nel corso dell'esercizio finanziario 2002, è riprodotta nel bilancio di competenza 2004, con allocazione all'Upb 4.4.01.02 (capitolo 44010201) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2004.
Art. 3
1. Il comma 1 dell'art. 11 della legge regionale 10
aprile 1995, n. 11, è sostituito dal seguente:
"1.
L'accertamento delle violazioni alle norme della presente legge si prescrive il
31 dicembre del quinto anno
successivo a quello in cui è avvenuta la violazione”.
2. Alla legge regionale 28 agosto 2000, n. 16 sono
apportate le seguenti modifiche e integrazioni:
- all'articolo 6, comma 2, dopo le parole "....nonché le relative sanzioni"
sono aggiunte le parole "ed interessi moratori, determinandone la misura,”;
-
l'art. 9, comma 6, è
sostituito dal seguente:
"6. Il
termine di decadenza per l'accertamento della violazione alle norme della
presente legge è il 31 dicembre del
quinto anno successivo all'ultimo giorno utile per la presentazione della
relativa dichiarazione annuale di cui all'art. 5 della presente legge. In caso
di comportamenti omissivi la prescrizione opera dal momento della scoperta del
fatto illecito”.
3.
All'articolo 2-ter, comma 1, della legge regionale 26
giugno 2003, n. 8 dopo la parola "...Strumentali..."
sono aggiunte le seguenti parole "...
e gli altri Enti del settore pubblico regionale allargato... “.
4. Il comma 7 dell'art. 6bis della legge regionale 2
maggio 2001, n. 7 è abrogato.
5. Il comma 5 dell'art. 2 della legge regionale 29 dicembre 2003, n. 30 è abrogato.
6. Sono nulli gli effetti prodotti dall’applicazione delle norme di cui al comma precedente.
Art. 4
1. La Regione, al fine di tutelare le produzioni agroalimentari calabresi di qualità che hanno ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (Dop) o della Indicazione Geografica Protetta (Igp) - ai sensi del Regolamento CEE n. 2081 del 14 luglio 1992 - provvede a sostenere le attività degli Organismi di Controllo previsti dall'articolo 10 dello stesso Regolamento ed autorizzati dal Ministero delle Politiche e Forestali limitatamente alle attività inerenti i prodotti agroalimentari Dop e Igp la cui area di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio regionale.
2. Gli Organismi di controllo di cui al comma 1 sono quelli iscritti nell'Elenco istituito dall'articolo 14 della Legge 21 dicembre 1999, n. 526 e partecipati da Enti associativi fra produttori calabresi.
3. La Giunta regionale, previa richiesta del preventivo parere alla Commissione Europea al fine di verificarne la compatibilità con le disposizioni contenute negli "Orientamenti Comunitari per gli aiuti di Stato nel Settore agricolo" ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato, provvede con propri atti a definire le modalità attuative per l'erogazione dei contributi per il sostegno delle attività degli Organismi di controllo.
4. L'attuazione delle misure di sostegno previste dal presente articolo sono sospese fino alla positiva pronuncia da parte della Commissione Europea sulla compatibilità di cui al precedente terzo comma.
Art. 5
1. Al primo comma dell'art. 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, dopo le parole "agenzie regionali" sono aggiunte le parole ", in qualunque forma costituiti,".
2. Al primo comma, lettera b), dell'art. 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, sono soppresse le parole "normativa regionale in materia" e sono aggiunte le parole "presente legge".
3. Dopo il secondo comma dell'art. 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 sono aggiunti, di seguito, i seguenti commi:
"3. I bilanci degli Enti, delle Aziende e delle
Agenzie regionali, di cui al primo comma del presente
articolo, sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi
Dipartimenti della Giunta regionale
competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20
settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo Economico - Settore Bilancio,
Programmazione Finanziaria e Patrimonio per
la definitiva istruttoria di propria competenza. La Giunta regionale entro il
15 ottobre trasmette i bilanci al
Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre.
4. La Giunta regionale, sulla base dei bilanci trasmessi al Consiglio regionale, può autorizzare l'esercizio provvisorio dei bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali, entro il limite dei tre dodicesimi dei singoli stanziamenti o nei limiti della maggiore spesa necessaria, ove si tratti di spese obbligatorie. L'esercizio provvisorio non può protrarsi oltre i tre mesi.
5. Gli assestamenti dei bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo Economico - Settore Bilancio, Programmazione Finanziaria e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza. La Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette gli assestamenti dei bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno.
6. Le variazioni ai bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono soggette alla approvazione del Consiglio regionale, previa istruttoria da parte delle strutture della Giunta regionale, di cui al precedente terzo comma del presente articolo. In sede di approvazione dei rispettivi bilanci il Consiglio regionale può autorizzare gli Enti, le Aziende e le Agenzie regionali ad effettuare variazioni ai rispettivi bilanci nel corso dell'esercizio, nei casi previsti dal secondo comma dell'articolo 23 della presente legge, in quanto compatibili, e previa comunicazione alle strutture regionali competenti.
7. I rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo Economico - Settore Bilancio, Programmazione Finanziaria e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza. La Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno."
Art. 6
1. Alla copertura degli oneri derivanti dalle
disposizioni di cui ai precedenti articoli si fa fronte con le risorse evidenziate nella parte entrata del
bilancio annuale 2004 e pluriennale 2004-2006.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'art.10 della legge regionale 4.2.2002, n.8.
Art. 7
1. La presente legge entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Fondi Speciali
1. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui all'art. 17 e 21 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8 per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nell'esercizio 2004, restano determinati nella misura indicate nelle tabelle A e B, allegate alla presente legge, rispettivamente per il Fondo speciale destinato alle spese correnti, di cui alla Upb 8.1.01.01, e per il Fondo speciale destinato alle spese in conto capitale, di cui alla Upb 8.1.01.02.
Art. 2
Rifinanziamento leggi regionali
1. Ai sensi dell'art.3, comma 2, lett. c), della legge
regionale 4 febbraio 2002, n.8 il rifinanziamento o la riduzione degli stanziamenti previsti dalle
leggi regionali di spesa, per ciascuno degli anni considerati nel bilancio pluriennale 2004-2006,
restano determinati nella misura indicata nella tabella C allegata alla presente legge.
Art. 3
Norma finanziaria
1. Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente
legge - ammontanti a complessivi Euro
316.536.500,00 nel triennio
2004-2006, di cui Euro 316.436.500,00 a carico del bilancio per l'esercizio 2004 - si fa fronte, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 4 febbraio
2002, n.8, con le risorse evidenziate
nella parte entrata del bilancio pluriennale 2004-2006, nel rispetto delle determinazioni indicative definite nella parte
spesa del medesimo bilancio pluriennale, in termini finanziari, e nei documenti
programmatici e nelle leggi regionali di spesa, in termini economico-giuridici.
2. Le tabelle A, B e C, allegate alla presente legge, danno la dimostrazione analitica della nuova spesa autorizzata con riferimento alle leggi organiche, alle Upb e ai capitoli della spesa.
Art. 4
Pubblicazione
1. La presente legge entrerà in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione
nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Bilancio di competenza -Stato di previsione dell'entrata e della spesa
1. E' approvato
in Euro 7.574.399.043,03 lo stato di previsione di competenza delle unità
previsionali di base dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2004, al netto delle contabilità
speciali, annesso alla presente
legge (tabella A - 2^ colonna).
2. E' approvato in Euro 2.918.355.000,00 lo stato di previsione di competenza del totale delle contabilità speciali dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2004, annesso alla presente legge (tabella A – 2^ colonna - riga contabilità speciali).
3. E' autorizzato l'accertamento dei tributi e delle altre entrate per l'anno 2004.
4. E' approvato in Euro 7.574.399.043,03 lo stato di previsione di competenza delle unità previsionali di base della spesa della Regione per l'anno finanziario 2004, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella B - 2^ colonna).
5. E' approvato in Euro 2.918.355.000,00 lo stato di previsione di competenza del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per l'anno finanziario 2004, annesso alla presente legge (tabella B – 2^ colonna - riga contabilità speciali).
6. E' autorizzata l'assunzione di impegni entro i limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 2
Bilancio di cassa - Stato di previsione dell'entrata e della spesa
1. E' approvato in Euro 8.516.960.116,03 lo stato di
previsione di cassa delle unità
previsionali di base dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2004, al
netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella A
- 3^ colonna).
2. E' approvato in Euro 3.170.115.327,67 lo stato di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2004, annesso alla presente legge (tabella A – 3^ colonna - riga contabilità speciali).
3. Sono autorizzate le riscossioni ed il versamento dei tributi e delle entrate per l'anno 2004.
4. E' approvato in Euro 8.080.754.265,83 lo stato di previsione di cassa delle unità previsionali di base della spesa della Regione per l'anno finanziario 2004, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella B - 3^ colonna).
5. E' approvato in Euro 2.918.845.474,15 lo stato di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per l'anno finanziario 2004, annesso alla presente legge (tabella B – 3^ colonna - riga contabilità speciali).
6. E’ autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 3
Residui attivi e passivi presunti
1. E' approvato in Euro 4.063.467.413,76 il totale dei residui attivi presunti delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2004, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A -1^ colonna ).
2. E'
approvato in Euro 251.760.327,67 il totale dei residui attivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio
2004, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A – 1^ colonna - riga contabilità speciali).
3. E' approvato in Euro 1.513.317.927,81 il totale dei residui passivi presunti delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2004, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge ( tabella B – 1^ colonna).
4. E' approvato in Euro 490.474,15 il totale dei residui passivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio 2004, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella B – 1^ colonna - riga contabilità speciali).
Art. 4
Quadro generale riassuntivo
1. E' approvato il quadro generale riassuntivo
dell'entrata e della spesa del bilancio di competenza e di cassa della Regione
per l'anno finanziario 2004, annesso
alla presente legge, ai sensi all'art. 14, comma 1, lett. a), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 5
Classificazione della entrata e della spesa
1. Le entrate della Regione sono classificate secondo
quanto previsto dall'art. 11 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.
8. Le categorie e le unità previsionali di
base delle entrate sono approvate nell'ordine e con la denominazione indicate nel relativo stato di
previsione (tabella A).
2. Le spese della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall'art. 12 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Le aree di intervento, i livelli programmatici di intervento, le funzioni obiettivo e le unità previsionali di base sono approvati nell'ordine e con la denominazione indicati nel relativo stato di previsione (tabella B).
Art. 6
Bilancio pluriennale
1. E' approvato il bilancio pluriennale della Regione
per l'arco di tempo relativo agli
anni 2004/2006 allegato al bilancio annuale, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 7
Residui perenti
1. E' autorizzata la iscrizione, nelle apposite Upb
dello stato di previsione della spesa
8.3.01.01 (parte corrente) e 8.03.01.02 (parte in conto capitale), degli impegni di spesa regolarmente
assunti negli esercizi precedenti, che
sono caduti in perenzione amministrativa alla chiusura dell'esercizio
2003 a norma dell'art. 52, commi 3 e 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 che si prevede possono essere
reclamati dai creditori nel corso
dell'esercizio finanziario 2004.
2. La copertura finanziaria della spesa autorizzata
al precedente comma, ammontante a complessivi Euro 384.032.224,38 - di
cui Euro 176.852.019,76 di parte corrente e Euro 207.180.204,62 di parte in
conto capitale, è garantita da quota parte
del saldo finanziario positivo (avanzo d'amministrazione).
Art. 8
Esercizio delle funzioni trasferite dallo Stato
1. Fino a quando non sia diversamente disposto da
leggi regionali, alle spese per
l'esercizio delle funzioni trasferite alla Regione si provvede, nei limiti dei capitoli iscritti nello stato di
previsione della spesa, sulla base della
normativa statale in quanto applicabile.
Art. 9
Variazioni al bilancio
1. La Giunta regionale, nel corso dell'esercizio finanziario 2004, è autorizzata ad effettuare variazioni al bilancio di previsione 2004 in conformità alle disposizioni di cui all'art. 23, comma 2, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 10
Allegati del bilancio
1.
Sono approvati i
seguenti allegati:
- Allegato n. 1, concernente l'elenco delle spese finanziate in tutto o in parte con la disponibilità costituita dal saldo finanziario positivo (art. 13 - comma 2 - della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8);
- Allegato n. 2, concernente il prospetto che mette a rapporto, per unità previsionale di base, gli stanziamenti di competenza relativi alle entrate derivanti da assegnazioni statali e comunitarie, con i correlati stanziamenti di competenza relativi alla spesa (art. 14, comma 1, lett. a), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8).
Art. 11
Pubblicazione
1. La presente legge entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.