INTERROGAZIONE n. 124 del 14/03/2023
Carenza di strumentazione per la diagnosi dei Tumori in provincia di Cosenza.

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- la provincia di Cosenza è la più estesa provincia calabrese, la quinta provincia in Italia per estensione e seconda del Sud;
- l’emergenza Covid, anche e soprattutto nella nostra regione, ha determinato in molti casi la difficoltà o l’impossibilità di effettuare visite diagnostiche e terapie, così come ha portato al rallentamento, se non alla sospensione dei programmi di screening: questo ha alzato la soglia di rischio delle neoplasie;
- negli ultimi anni l’incidenza delle malattie oncologiche è aumentata notevolmente sul territorio calabrese e, in particolar modo, nella provincia di Cosenza. Nel corso del 2021 il numero di morti di tumori in Calabria è stato pari a 1.648 persone, di cui 885 nella sola provincia di Cosenza;
- è cresciuta, in particolare, la preoccupazione sul fronte delle patologie neoplastiche nella Sibaritide. I tumori hanno avuto un incremento del 30%. Il dato non tiene conto delle neoplasie del sangue come le leucemie, i mielomi e i linfomi in quanto la divisione di oncologia del presidio ospedaliero spoke di Corigliano Rossano è sprovvista di un ematologo;
- gli strumenti diagnostici sono essenziali per poter fornire diagnosi tempestive che consentano di intervenire in maniera corretta sulla malattia e, nello specifico, la PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) consente di rilevare alterazioni funzionali, e quindi anche molto precoci, di organi e apparati e costituisce un indispensabile strumento di diagnosi delle malattie oncologiche, utile a calibrare correttamente le terapie e gli interventi;
- secondo la mappa “Dove mi curo?” della Rete oncologica pazienti Italia (Ropi) sta diventando sempre più ampio il gap tra Settentrione e Meridione nella diagnosi e cura delle malattie oncologiche e la Calabria, a differenza di Campania, Puglia e Sicilia, non raggiunge neanche i livelli minimi di copertura per la cura dei tumori;
- quasi 25 mila pazienti di cancro in Italia hanno deciso nel 2021 di operarsi fuori dalla propria regione, ovvero più di uno su dieci. La Calabria, insieme al Molise, ha il triste record di propri pazienti che decidono di curarsi fuori dalla loro regione di residenza con circa il 50% dei pazienti oncologici che emigrano. Tra le regioni “più attrattive” per i malati oncologici troviamo la Lombardia con il 17,63% dei pazienti oncologici ricoverati in regione provenienti da altre località, il Veneto con il 16,35%, il Lazio con il 15,84%, la Toscana con il 12,44% e poi Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna con percentuali superiori all’11%. In coda, tra le realtà meno attrattive troviamo ancora una volta la Calabria con solo l’1,62% di pazienti provenienti da fuori regione. Considerato che: - la situazione in merito agli esami diagnostici nella provincia di Cosenza è allarmante. C’è una sola Pet per la diagnosi precoce dei tumori situata nel capoluogo bruzio che deve rispondere ai flussi che provengono da ben quattro centri oncologici presenti in tutta la provincia e ciò determina un allungamento dei tempi circa i risultati. Molti pazienti sono così destinati ad andare fuori regione. Tenuto conto che: - nell’audizione in Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative del 22 novembre 2022 del referente della rete oncologica del dipartimento alla Sanità della Regione Calabria, nonché dei responsabili dei Registri tumori delle cinque province calabresi è emerso che le strutture e le attività previste dalle vigenti leggi regionali sulla cura e prevenzione dei tumori non hanno avuto piena applicazione o sono rimaste del tutto inevase, perdurante la situazione di carenza di personale, mezzi e strumentazioni;
- il territorio della Sibaritide in particolare risulta sprovvisto di una Pet e ciò può determinare per le persone affette da patologie oncologiche gravi ritardi nella diagnosi obbligandole ad effettuare spostamenti lunghi ed estenuanti, anche considerate le già precarie condizioni di salute dei pazienti. Da tempo è in atto la protesta di un paziente oncologico che è pronto ad incatenarsi e ad avviare lo sciopero della fame per ottenere la Pet. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria affinché si possa dare una celere risposta ai bisogni sanitari dei pazienti oncologici della provincia di Cosenza, dotando i centri oncologici di adeguate strumentazioni di diagnosi e cura, ad iniziare da una Pet nel territorio della Sibaritide, per consentire ai pazienti di affrontare la malattia senza dover più sopportare viaggi fuori regione, che rappresentano un costo per le famiglie e i servizi sanitari regionali.

Allegato:

14/03/2023
D. TAVERNISE