MOZIONE n. 60 del 08/02/2021

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
• il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) è uno strumento di pianificazione che ha l'obiettivo di mantenere e aumentare la popolazione di tutte le specie di mammiferi e uccelli che vivono naturalmente allo stato selvatico, sviluppando anche una gestione della caccia sempre più adeguata alle conoscenze ecologiche e biologiche. Il PFVR individua e sistematizza gli strumenti per il monitoraggio della fauna selvatica mirando a salvaguardare le specie in diminuzione ma anche a fornire un quadro di riferimento per il controllo numerico di alcune specie problematiche per il territorio e per l'agricoltura;
• negli ultimi anni si è registrata sul territorio calabrese, e non solo, a causa dell'elevata prolificità di talune specie, la presenza di un numero crescente di cinghiali precisamente (Sus Scrofa);
• il fenomeno, la cui risonanza è oramai di portata nazionale, sta assumendo profili sempre più eclatanti ed invasivi, creando una situazione di emergenza riscontrabile, sia sotto il profilo della sicurezza ed incolumità pubblica, che sotto il profilo dell'ammontare dei danni economici, sostanziata dai fattori seguenti: 1. eccessiva numerosità di cinghiali presenti in alcune zone del territorio regionale con rischi considerevoli anche sotto il profilo epidemiologico tanto per l'uomo che per gli allevamenti zootecnici;
2. elevati importi economici riconosciuti ai soggetti coinvolti in incidenti stradali;
3. elevati importi economici riconosciuti agli agricoltori per i danni subiti alle colture agricole eseguite;
4. elevato e diffuso disagio espresso dai cittadini residenti nelle aree ad eccessiva presenza di cinghiali;
• per tale ragione, al fine di arginare tale emergenza caratterizzata da sempre più massicce incursioni di cinghiali non più solo nelle zone collinari e boschive, ma anche nelle aree marine (vedasi non da ultimo l'invasione di gruppi di cinghiale sulla promenade Soveratese) si ritiene necessario ed urgente provvedere ad ideare ed attuare metodi e forme originali ed alternativi di contrasto al fenomeno onde tutelare l'agricoltura che rappresenta e costituisce il settore trainante dell'economia dei Comuni delle aree interne e non della Calabria;
• è doveroso da parte delle istituzioni dare risposte al grido d'allarme lanciato quotidianamente da agricoltori, cittadini ed amministratori locali, i quali, sempre più assiduamente, tramite i rappresentanti delle istituzioni cercano di sollecitare gli organi competenti all'individuazione ed adozione di idonee misure;
• però, in Calabria, nonostante l'adozione del disciplinare n.369 del 10.08.2017, con cui si regolamenta l'abbattimento selettivo dei cinghiali da parte di personale degli ambiti territoriali di caccia (ATC) territorialmente competenti e si autorizza all'abbattimento, quale esercizio di legittima difesa, per i proprietari e conduttori di terreni agricoli titolari di licenza di caccia, nel rispetto della normativa di settore, la L. n. 157 del 1992 recante "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", a tutt'oggi, la Regione non ha provveduto a dare risposte concrete ai soggetti coinvolti e ad adottare adeguate azioni di contrasto a tale problematica;
• la Regione Basilicata, al fine di contrastare l'emergenza/cinghiali, ha adottato la deliberazione di GR N. 653 del 23/9/2020, che si allega, avente ad oggetto: "Progetto pilota per la realizzazione di una filiera delle carni di cinghiale lucano. Approvazione schema avviso e schema di domanda";
• infatti, la Regione Basilicata con la detta deliberazione, sul presupposto che la specie cinghiale è in costante espansione numerica e spaziale e che ciò causa danni diretti e indiretti alle colture agricole e forestali, nonché all'incolumità delle persone a causa di ingenti incidenti stradali, ha adottato l'Avviso Pubblico per la individuazione di progetti pilota per impostare una strategia che renda economicamente sostenibile la valorizzazione della carne di cinghiale come occasione di sviluppo dell'economia locale;
• più precisamente, con il detto Avviso Pubblico è stata prevista la finanziabilità di " progetti finalizzati alla realizzazione di una filiera di carni della specie Sus scrofa che abbiano i seguenti obiettivi: - ridurre i danni alle colture agricole e forestali;
- realizzare un processo innovativo della risorsa carne da fauna selvatica;
- migliorare la qualità igienico sanitaria delle carni di cinghiale;
- valorizzare e promuovere la carne di cinghiale nonché i relativi prodotti e sottoprodotti";
• inoltre, nel detto Avviso è stato rilevato che "Per ottenere l'importo del contributo complessivo i soggetti devono garantire il ritiro di un numero minimo di capi non inferiore, per l'anno 2021 a 2000 capi, per l'anno 2022 a 3000 capi e per il 2023 a 4000 capi nonché la lavorazione, trasformazione e commercializzazione degli stessi. I capi ritirati devono derivare almeno per il 70% dai piani di gestione. Il progetto può includere accordi di partnership, ulteriori rispetto a quelli obbligatori ai sensi dell'art.3, con altri operatori economici del settore (es. operatori nel campo della ristorazione, della promozione dei prodotti enograstronomici, catene di distribuzione, etc.) ovvero Enti di ricerca (CNR, Università, etc.), nonché accordi di conferimento con i fornitori della materia prima...";
• pertanto, la realizzazione di una filiera della carne di cinghiale non solo mira a contrastare il dannoso fenomeno della diffusione dei cinghiali nel territorio ma, inoltre, mira alla valorizzazione, anche sotto il profilo economico/commerciale, della carne di cinghiale;
• tale realizzanda filiera è attesa da tempo non solo per arginare il dannoso fenomeno della diffusione dei cinghiali ma anche dagli operatori economici del settore e ciò perché si potrebbe mettere a profitto la risorsa costituita dalla carne di cinghiale;
- vi è, pertanto, la necessità di avviare un nuovo modello di gestione della specie che sia finalizzato alla valorizzazione della risorsa c.d. rinnovabile, rappresentata dalla carne di cinghiale cacciata ed abbattuta, nonché l'esigenza di attivare, seppur in via sperimentale, una vera filiera di cinghiale nella Regione Calabria mediante la candidatura di progetti pilota, per impostare un'efficace strategia che renda anche economicamente sostenibile la valorizzazione della carne del cinghiale calabro come occasione di sviluppo dell'economia locale. Tutto ciò premesso, si
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria l. ad adottare ogni iniziativa ed atto diretti alla redazione ed elaborazione da parte degli uffici regionali competenti di uno schema di avviso pubblico (che sarà approvato dalla Giunta Regionale) per la presentazione di "Progetti pilota per la realizzazione di una filiera di carni di cinghiale calabro" sulla falsariga di quello adottato dalla Regione Basilicata con deliberazione di GR N. 653/2020 che si allega unitamente all'avviso e allo schema di domanda.

Allegato:

08/02/2021
F. PITARO