XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 25
SEDUTA Di giovedì 20 aprile
2023
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 13,57
Fine lavori h. 19,47
Presidenza del presidente Filippo
Mancuso
La seduta inizia alle 13,57
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori con il
primo punto all’ordine del giorno.
Presidente, chiedo di
inserire all’ordine dei lavori un ordine del giorno relativo al dimensionamento
della rete scolastica, sul quale è stata svolta una discussione nella riunione
della Conferenza dei capigruppo che ne ha condiviso l’impostazione.
Chiedo di discuterlo prima
delle interrogazioni, dopo i primi due punti previsti all’ordine del giorno.
Pongo in votazione l’inserimento
dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Bevacqua.
La proposta è a firma mia e
del consigliere Graziano – lo dico per correttezza – l’abbiamo fatta insieme.
Perfetto, ma noi siamo
favorevoli quindi la proposta è inserita.
Presidente, chiedo anch’io,
come già annunciato nella riunione della Conferenza dei capigruppo, l’inserimento
della mozione numero 50/12^, a firma mia e del consigliere Mammoliti, relativa
alla messa in sicurezza dello scoglio di Santa Maria dell’isola di Tropea.
Chiedo, altresì, che venga discussa con le mozioni.
Va bene. Votiamo per l’inserimento
della mozione proposta dal consigliere Lo Schiavo, che è inserita.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Buonasera a tutti, chiedo
di inserire all’ordine del giorno la proposta di risoluzione avente ad oggetto
l’istituzione di una Commissione speciale sul PNRR - monitoraggio sull’utilizzo
dei Fondi europei ed efficacia dei bandi regionali.
Chiedo anche io, se è
possibile, di discutere la risoluzione prima della discussione sulle
interrogazioni, quindi, come terzo punto all’ordine del giorno.
Pongo in votazione l’inserimento
della risoluzione proposta dal consigliere Tavernise che è inserita.
Passiamo al primo punto all’ordine
del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero
121/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione del Programma
regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la
gestione delle Foreste Regionali anno 2023”.
Cedo la parola al
consigliere Graziano per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. Saluto
il Presidente della Giunta, gli assessori, gli onorevoli consiglieri. Questo è
il Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della
forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2023, che è stato approvato
con deliberazione della Giunta regionale e, successivamente, nella seduta della
Commissione agricoltura.
È un Programma molto vasto
che comprende interventi, strutturali e non, che
vengono effettuati all’interno del territorio calabrese con l’impiego di circa
5000 uomini fra personale di Calabria Verde, dei Consorzi di bonifica e anche
dell’Arsac.
Si tratta di un Programma
molto vasto che riguarda, innanzitutto, la manutenzione del territorio
forestale. La Calabria possiede un patrimonio di 60.000 ettari di bosco: si tratta
per la maggior parte di rimboschimenti effettuati negli anni Cinquanta con i
fondi della Cassa del Mezzogiorno e della legge speciale Calabria e che, chiaramente,
necessitano di manutenzione durante gli anni successivi; quindi, più che altro,
interventi selvicolturali, all’interno di questi soprassuoli rimboschiti, ma anche
rimboschimenti, non soltanto in territori collinari e montani, ma anche marini.
Come sapete, sono stati effettuati anche rimboschimenti lungo la fascia Jonica
e lungo il Tirreno.
A ciò si aggiungono attività
che riguardano anche la difesa del suolo, contro i fenomeni erosivi e franosi con
interventi di sistemazione idraulico forestale; per esempio, in questo periodo
si sta provvedendo anche alla ripulitura di alcuni canali e torrenti che, nel
frattempo, sono stati invasi dalla vegetazione e, soprattutto, Calabria Verde sta
effettuando interventi in tal senso in molte fiumare calabresi.
Si aggiunge, poi, anche l’attività
antincendio. Come sapete, l’anno scorso è stata fatta un’importante azione sia
di prevenzione sia di lotta attiva agli incendi boschivi e i risultati sono
stati straordinari. C’è stata una riduzione non soltanto del numero degli
incendi, ma anche delle superfici medie bruciate che sono diminuite rispetto
agli anni precedenti e, soprattutto, rispetto all’anno 2021.
È stata fatta un’attività
insieme alla Protezione civile regionale, ma anche nazionale, con il supporto pure
di personale della Protezione civile proveniente da altre Regioni.
Quest’anno il servizio sarà
intensificato ancor di più anche tramite la stipula di Convenzioni con le Forze
di polizia e, inoltre, proprio pochi giorni fa – anzi poche ore fa, mi pare – il
presidente Occhiuto e l’Assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo, hanno
presentato dei nuovi mezzi per la lotta attiva agli incendi boschivi, che
consentiranno di raggiungere più efficacemente i luoghi interessati dagli
incendi – possono arrivare in stradelle anche piccole, dove le autobotti grandi
non possono entrare – e così intervenire prontamente non appena c’è un innesco
di incendio boschivo.
Gli interventi colturali di
cui parlavamo prima riguardano anche le superfici boscate, quindi, fasce
antincendio per togliere dai boschi eventuale materiale che può facilmente costituire
un innesco per l’incendio boschivo.
C’è, poi, chiaramente, un’attività
di ricerca e di sperimentazione che viene condotta all’interno delle nostre Aziende
a cui si aggiunge anche la formazione professionale di questi lavoratori e, poi,
il pagamento del trattamento di fine rapporto, che viene accumulato ogni anno e
che serve a pagare il personale – annualmente circa 300-400 lavoratori – che va
in pensione.
È evidente che, dal punto di
vista finanziario, c’è un problema di risorse: è un Programma che costa 190
milioni di euro, sul quale ha investito molto la Regione e, come avviene ogni
anno, anche lo Stato con la finanziaria. Dobbiamo dire che l’anno scorso il
presidente Occhiuto ha fatto prevedere nella finanziaria 450 milioni di euro, che
serviranno a far sì che negli anni futuri, al di là di chi ci sarà al governo,
non siano a rischio le risorse per il comparto della forestazione.
C’è un impegno finanziario
notevole previsto nella deliberazione della Giunta regionale, che non è, però, sufficiente
e, quindi, c’è anche un impegno da parte del Governo regionale, in prima
persona del presidente Occhiuto e dell’Assessore regionale al ramo, per far sì
che vengano impiegate nel Programma che stiamo per approvare oggi più risorse
del FSC.
Questa Regione e questo governo
regionale sono disponibili ad investire quasi tutto, la maggior parte, del FSC
proprio a copertura del Programma che riteniamo fondamentale per la nostra Regione
dal punto di vista della prevenzione e della tutela dell’ambiente.
Le risorse ad oggi non sono
sufficienti, ma siamo certi che lo saranno per poter far sì che questo
intervento prosegua lungo l’arco dei 12 mesi del 2023 e ciò avverrà certamente grazie
all’interlocuzione con il Governo per l’impiego delle risorse del FSC.
Presidente, ho concluso.
Grazie. Ha chiesto
intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ci troviamo
di fronte al Programma 2023 della forestazione che continua, però, con il
medesimo approccio dell’anno precedente quando il Programma è stato approvato
nelle more della redazione del nuovo Piano forestale regionale. Sarebbe, quindi,
utile e corretto che ci venisse detto a che punto è l’elaborazione del Piano, perché
credo che continuare a predisporre soltanto Piani annuali, senza una visione di
sistema strategica, per inserire gli investimenti e gli interventi da fare su materie
che, come diceva il consigliere Graziano, sono molto delicate, renda molto più
debole l’azione che ne deriva e che si produce.
Vorrei anche sottolineare che
questo Programma contiene alcuni indirizzi programmatici che fanno riferimento
a dei Piani che – ritengo – andrebbero, di fatto, aggiornati: parliamo della
legge numero 20 del 1992, del Piano forestale regionale 2014-2020 quindi, un Piano
annuale, non inserito all’interno di un aggiornamento di visione strategica e
di utilizzo di sistema degli strumenti e delle risorse che oggi ci sono su temi
e materie così delicate; mi sembra – lo dico con molta franchezza – più un
adempimento di natura burocratica che un atto di programmazione e di pianificazione.
Parliamoci chiaramente:
perché bisogna prestare attenzione ed avere questa visione di sistema? Lo
diceva anche il consigliere Graziano nel suo intervento: in Calabria c’è un
indice di boscosità superiore non soltanto alla media italiana, ma è pari a
quello della Germania, quindi, un patrimonio inestimabile, importante, che oggi
rappresenta una risorsa formidabile anche nella realizzazione di alcuni
obiettivi fondamentali di fronte ai cambiamenti climatici che si stanno
determinando. Gli interventi che si realizzano servono per evitare alluvioni, smottamenti,
frane, con la conseguenza di danni ingenti e addirittura, a volte, di perdita
di vite umane come, purtroppo, è avvenuto anche in Calabria.
Qualche anno fa Monsignor Bregantini
diceva che il mare è blu se la montagna è verde ed è chiaro che, se non c’è un
intervento a monte in termini di pianificazione, di bonifica, di manutenzione
ordinaria e straordinaria, le conseguenze si vedranno e si pagheranno a valle
e, quindi, fiumi, mari, alluvioni e tutto quello che, purtroppo, si verifica.
Nel corso di questi anni, gli
operai forestali sono stati spesso bistrattati e il lavoro che hanno prodotto
non è stato mai adeguatamente considerato.
In Calabria – mi assumo
anche io la responsabilità come forze sociali – non abbiamo mai avuto la forza
e il coraggio di valorizzare appieno l’importante lavoro che questa categoria
invece ha svolto nel corso degli anni, perché, lo diceva anche il consigliere
Graziano, negli ultimi 30 anni, dal 1955 al 1995, il patrimonio boschivo è
cresciuto di oltre l’80 per cento e questo anche grazie al lavoro degli operai forestali.
Vorrei aggiungere che, in
quegli anni, purtroppo, in alcune Province si sono verificati degli eventi calamitosi
molto preoccupanti: penso a Fabrizia, a Nardodipace, dove intere comunità e
interi centri abitati, sono stati letteralmente spazzati via.
Nel corso degli anni,
grazie al lavoro encomiabile di bonifica e di mitigazione del rischio idrogeologico
svolto dai lavoratori forestali, nonostante gli indici di piovosità verificatisi
in quelle comunità, non si sono verificati effetti preoccupanti.
Ma che cosa è avvenuto nel
corso di questi anni? Nel corso di questi anni, purtroppo, quell’importante
forza lavoro è andata via via sempre più diminuendo e tra qualche anno sarà ormai
estinta; nel frattempo, però, sono aumentate in maniera consistente le risorse impiegate
per riparare i danni, che, invece, se fossero utilizzate per fare la manutenzione
ordinaria e straordinaria, non determinerebbero la perdita di vite umane che nessun
importo economico potrà mai adeguatamente riparare.
Per questa ragione, credo –
mi rivolgo al governo regionale e all’Assessore competente, che è intento a chiacchierare
con il neoassessore, che saluto dal punto di vista politico-istituzionale per la
sua prima presenza in Consiglio – sarebbe utile aprire un ragionamento e un
confronto su questi temi.
L’approvazione di un Piano
annuale non può essere affrontata con un approccio burocratico per l’importanza,
per le conseguenze, per le implicazioni anche forti, strategiche, dal punto di
vista ambientale e territoriale che ne conseguono nell’ambito di quella visione
di sistema di cui ho parlato. Tuttavia, la Regione Calabria e il governo regionale
continuano ad agire dal punto di vista della riparazione dei danni piuttosto
che dal punto di vista della prevenzione.
Per questa ragione, quindi,
bisogna cambiare paradigma e aprire un confronto con le forze sociali, che non
sono state nemmeno adeguatamente coinvolte, tant’è che le loro posizioni
pubbliche, espresse ieri, annunciano iniziative anche di mobilitazione e di dissenso
rispetto al metodo che il Governo sta mettendo in atto.
Siamo di fronte a questa
situazione che fra due, tre anni, vedrà estinta questa grande forza lavoro; esisterà
soltanto una parte di questi lavoratori che sono entrati successivamente con il
cosiddetto Fondo a sollievo della disoccupazione presenti in alcuni Comuni
della Provincia di Vibo e di Cosenza.
Relativamente al sistema
antincendio – come è stato detto, è stato presentato l’anno scorso dopo quell’anno
terribile nel quale si sono bruciati ettari di boschi – è stata fatta un’azione
molto sinergica, anche abbastanza utile e positiva. Ma, parliamoci chiaramente,
anche qui qual è l’approccio?
Il governo regionale
continua ad intervenire sul piano dello spegnimento degli incendi che è un’altra
cosa rispetto alla capacità di prevenirli.
Sono due concezioni
culturali, organizzative, strategiche completamente agli antipodi, diverse. Voi
interagite dal punto di vista dello spegnimento degli incendi, con i canadair,
con gli elicotteri, quando, invece, a nostro avviso, sarebbe utile l’assunzione
di giovani formati, di tecnici per presidiare il territorio ed evitare il
verificarsi degli incendi.
Questo sarebbe utile e assolutamente
necessario fare.
Da questo punto di vista, ricordo
che il Partito Democratico, nella precedente legislatura, ha anche presentato
una apposita proposta di legge per consentire l’inserimento di giovani e figure
adeguatamente formate per fornire un contributo di riutilizzo di una forestazione
produttiva, che possa veramente portare crescita e sviluppo sostenibile oltre
che tutela ambientale e territoriale.
Infine, relativamente alle
risorse finanziarie, parliamoci chiaramente: prendo atto anche delle dichiarazioni
del consigliere Graziano relativamente alle risorse che si renderanno necessarie,
ma stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 66 milioni di euro, quando
sappiamo che l’anno scorso le risorse non sono state nemmeno sufficienti a coprire
lo stipendio dei lavoratori per l’intero anno.
Il mese di dicembre dei lavoratori
è stato pagato utilizzando le risorse del 2023 e, quindi, parliamo di una
dotazione finanziaria di 66 milioni a fronte di un Piano che necessita di 180
milioni di euro. Infatti, l’anno scorso – ripeto – le risorse non sono state nemmeno
sufficienti a pagare tutte le mensilità dello stipendio dei lavoratori.
Aggiungo che i 50 milioni
di euro che mette a disposizione il Governo nazionale, nell’ultima finanziaria
il Governo Draghi aveva destinato 50 milioni di euro, ma con canali di
finanziamento ordinario. Oggi l’attuale Governo riconferma i 50 milioni, ma lo
fa non più attraverso i canali ordinari, ma attraverso il finanziamento dei
fondi FAS.
Tutti noi sappiamo questo cosa significa, qual è la complessità delle operazioni burocratiche, amministrative, per l'utilizzo esigibile e immediato di queste risorse. Non è la stessa cosa del canale di finanziamento ordinario.
Nonostante ciò, 66 milioni del Piano, 50 milioni del Governo - con una tempistica sicuramente complicata e difficile - arriveremo a 110 milioni. E gli altri 70 milioni chi li metterà?
Prendiamo atto di quello che dice il consigliere Graziano…
Si avvii alla conclusione, collega Mammoliti.
Presidente, finisco.
Prendo atto di quello che dice il consigliere Graziano, ma sinceramente sono molto preoccupato perché conosco le problematiche di questo settore. So che la Regione Calabria è ancora inadempiente rispetto all'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro per l’utilizzo, in questo periodo, dei lavoratori. Quindi, non avendo recepito automaticamente il contratto di lavoro, non ha riconosciuto professionalmente le competenze di questi lavoratori. In più, siccome il contratto collettivo nazionale prevede il rimborso chilometrico a un quinto della benzina, se non si aprirà il confronto con le organizzazioni sindacali e sociali, per quanto riguarda il contratto integrativo regionale, ci saranno ulteriori contenziosi.
Finisco, caro Presidente.
Caro governo regionale - non so a chi volete che indirizzi quest’appello -, anche in questo settore bisogna agire con un'azione riformatrice, un'azione forte, in grado di utilizzare gli investimenti con un approccio di sistema per introdurre nuova forza lavoro, per presidiare il territorio e per fare la manutenzione ordinaria e straordinaria che non è soltanto importante dal punto di vista ambientale e territoriale, ma anche dal punto di vista strategico e dà la possibilità di offrire occupazione, soprattutto nelle zone interne che si stanno completamente spopolando.
Questa è la riflessione, il confronto, caro Assessore, che dobbiamo aprire. So che avete convocato le organizzazioni sindacali per il 27, ho chiesto al presidente Occhiuto se, a quell'incontro, possano essere presenti anche lo stesso Presidente e le organizzazioni sindacali confederali.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Ho apprezzato molto l'intervento del collega Graziano perché nella relazione non ha illustrato “un libro dei sogni”, ma ha - parole sue – espresso anche delle preoccupazioni soprattutto dal punto di vista contabile.
Voglio informare quest'Aula che giovedì scorso, in sesta Commissione, è stato portato in approvazione il Piano della forestazione 2023. Erano presenti i colleghi della maggioranza: Molinaro e Neri - oggi la collega Gentile non c'è - e, assessore Gallo e presidente Occhiuto, il direttore generale del Dipartimento, Pallaria, e il direttore di Calabria Verde, Oliva, hanno manifestato delle preoccupazioni.
Testuali parole: “Il Piano è stato predisposto con le risorse disponibili: 56 milioni di euro che derivano dal bilancio regionale e 10 milioni di euro dallo Stato. Tenete conto che il Piano prevede un costo annuo complessivo di circa 190 milioni di euro, per cui è stato fatto in base a quella che è la disponibilità finanziaria. Nella legge di bilancio nazionale ci sono 50 milioni di euro per il 2023, quindi arriveremo a 106 milioni che sicuramente non bastano perché” - presidente Occhiuto e assessore Gallo – “ne mancano altri 80. So che il Presidente sta cercando di far anticipare delle risorse dei 450 milioni previsti dalla finanziaria” - come diceva anche il collega Graziano – “che dovrebbero coprire un arco temporale dal 2023 al 2025, affinché il piano sia effettivamente realizzabile. Altrimenti corriamo il rischio” - sono parole non di Pallaria ma di Oliva, il direttore di Calabria Verde - “di coprire, con questi soldi, solo fino al mese di maggio perché - l'assessore Gallo lo sa bene - oggi la forestazione ci costa 11 milioni di euro al mese. E, dato che siamo già al quarto mese del 2023, sono già stati spesi 33 milioni di euro al 31 marzo 2023, altri 11 verranno spesi nel mese di aprile, quindi, i soldi a disposizione del Piano della forestazione finiranno già nel mese di maggio. Questo è un dato allarmante perché dobbiamo arrivare fino a dicembre.”
In più, un altro dato importante, citato in Commissione dal direttore generale di Calabria Verde, riguarda anche il TFR.
Giuseppe Oliva ha affermato che: “I pagamenti del TFR sono arrivati fino a marzo del 2021. Quindi, c’è più di un anno e mezzo, quasi due, di arretrati TFR che, conteggiando tra Calabria Verde e i Consorzi di bonifica, superano i 30 milioni di euro.”
Dal punto di vista programmatico, riconosciamo - voi avete più esperienza di me - che i Piani sono tutti scritti bene. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti e, soprattutto, si dice che “messe senza soldi non se ne cantano”, quindi dobbiamo trovare questi fondi. Mi aspetto, alla fine di questa discussione, che l'assessore Gallo e il presidente Occhiuto - ha rapporti continui e quotidiani con i Ministeri competenti e con il Governo nazionale in carica - informino i consiglieri di maggioranza e opposizione - se ci sono i presupposti – su quale sia l'arco temporale per reperire i 90 milioni di euro che servono per attuare al 100 per cento questo Piano sulla forestazione.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Riprenderò alcuni degli argomenti che i colleghi hanno trattato molto brevemente, ma vorrei dare un apporto con un'ottica un po' diversa.
Il provvedimento su cui stiamo discutendo, in realtà, è un aggiornamento del Programma regionale 2021 - 2022 del quale riprende parte delle Azioni in cui è articolato e ciò nelle more - questo è un punto a cui tengo - dell’approvazione del Piano forestale regionale di cui all’articolo 6, comma 2, del decreto legislativo del 3 aprile 2018, numero 34 il famoso TUF - verrebbe da dire famigerato -, Testo unico in materia di foreste e filiere forestali su cui tornerò.
La proposta di legge presenta evidentemente dei chiaroscuri e - l'hanno già rilevato i colleghi - le risorse finanziarie non sembrano assolutamente bastevoli per dare una prospettiva temporale all'attuazione delle attività che, fra l'altro, dovrebbero anche riprendere delle attività non concluse nelle annualità precedenti e di cui ci sono scarsi segnali: se è vero che è stata fatta una lotta intensa agli incendi, però, forse, si sarebbe potuto insistere sull'aspetto preventivo e ci sono altri aspetti come, per esempio, la processionaria che andava forse più vivacemente contrastata.
Però è un altro l’aspetto che vorrei sottoporvi: personalmente faccio parte di una associazione che si chiama Gruppo unitario per le foreste italiane, in acronimo GUFI - invito, a chi interessa, a visitare il sito internet e il sito Facebook - che è nato e lavora attivamente per la tutela di questo incredibile patrimonio nazionale rappresentato da boschi e foreste.
Personalmente mi occupo un po' di problematiche di nicchia, cioè degli aspetti sanitari collegati, per esempio, alla combustione delle biomasse oppure anche dei benefici di salute - questa è una cosa che forse non tutti sanno - che la frequentazione fisica di boschi e foreste comporta. Basti pensare al Forest Bathing il cosiddetto “Bagno di Foresta”, che è partito dall'estremo Oriente adesso è assai diffuso in tutto il mondo e ha una solida base scientifica. Per cui, la frequentazione di foreste determina delle ricadute di salubrità per l'organismo. Dicevo, questo è il mio ambito di competenza, gli aspetti invece tecnici dell'associazione GUFI sono presidiati, se posso dire, da personalità di altissimo livello scientifico nazionale e internazionale, da anni o addirittura decenni impegnate nella tutela e nel corretto utilizzo del nostro patrimonio forestale. Parlo di accademici, di quadri di altissimo livello del Corpo Forestale dello Stato - o Carabinieri forestali che dir si voglia -, di studiosi di silvicoltura noti a livello internazionale e di dirigenti di Enti parco e così via; tutti uniti - questo è l'aspetto che vorrei sottolineare - per un comune obiettivo, tutti fermamente e fondatamente convinti - fondatamente a mio modo di vedere - della necessità di abrogazione del TUF, cioè del Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, e della necessità di sostituzione con un testo che invece tuteli realmente gli interessi degli italiani e del bene comune rappresentato da boschi e foreste.
Il Programma regionale, oggi qui presentato, presenta degli apprezzabili elementi, a mio parere, e degli spunti condivisibili, pur con quell'alea della copertura finanziaria di cui abbiamo detto, ma risente inevitabilmente - non potrebbe essere diversamente - di una impostazione che è collegata, ovviamente, alla normativa nazionale e che non mi vede assolutamente in linea.
Grazie, Presidente.
Grazie, collega Laghi. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente perché in realtà il mio intervento è solo parzialmente incentrato su questo tema, però penso che, parlando di forestazione, sia l'occasione giusta per lanciare un grido di allarme che mi sento di riportare in Aula: è il grido di allarme delle foreste calabresi che, in alcuni posti, stanno morendo a causa dell’enorme problema della processionaria.
La questione potrebbe apparire fuori tema, in realtà non lo è, perché oggi parliamo di forestazione, abbiamo letto anche un documento strategico molto importante - lo condivido nei contenuti - e anche molto articolato, però ci scontriamo con la realtà della Sila calabrese - non solo, mi arrivano continuamente immagini - in cui il patrimonio boschivo, giorno dopo giorno, viene non solo minacciato, ma sostanzialmente ucciso dalla processionaria. La cosa grave è che avevamo delle risorse mirate per intervenire nella Programmazione comunitaria e non siamo riusciti a spenderle nei tempi.
Quindi, ben vengano i programmi sulla forestazione. Ovviamente non ripeterò le perplessità sul fatto che queste risorse, i 50 milioni del Governo nazionale, sono insufficienti e su come, troppo sbrigativamente, abbiamo dismesso e attaccato il lavoro che i forestali hanno fatto per la Regione Calabria. Passiamo da un eccesso a un altro.
Ma non mi concentrerò su questo, ruberò e ho rubato 30 secondi solo per ricordare a quest'Aula che se non interveniamo velocemente sul problema della processionaria, altro che parlare di forestazione! Andate a parlare con gli operatori turistici della Sila crotonese e vedrete cosa vi diranno.
C'è una discrasia tra i nostri programmi e la realtà che è quella che deve entrare oggi in questo Consiglio regionale con i problemi veri, concreti che emergono ogni giorno sul territorio.
Quindi, spero che questa cosa, ridetta nuovamente dopo le interrogazioni che avevo fatto, sia riportata, sia ripresa perché non può cadere il silenzio su quello che, a mio avviso, è, oggi, il primo problema della forestazione calabrese.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, per non ripetere quanto fin qui detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Condivido molto l'intervento del collega Mammoliti, relativamente alle ragioni per le quali siamo perplessi su questa proposta di legge e sulla necessità che la Giunta regionale e l'Assessore al ramo mettano più attenzione, più risorse e creino relazioni più importanti sui territori.
Vorrei semplicemente evidenziare un dato contenuto nella relazione, che, ahimè, è preoccupante. È un dato politico, perché, da quanto leggo nella relazione, viene fuori, caro collega Gallo e caro presidente Occhiuto, una dichiarazione di impotenza di questa Giunta regionale nei confronti del Governo nazionale. Difatti, dopo molti anni in cui le risorse nazionali si aggiravano intorno a 80-90-100 milioni, quest'anno per la prima volta - è la prima volta - le risorse previste non vanno oltre i 50 milioni di euro.
Questo mi preoccuperebbe rispetto all’interlocuzione con il Governo nazionale, perché il presidente Occhiuto che giustamente in questa Aula si vanta delle sue relazioni col Governo nazionale, della sua capacità di intercedere su leggi di bilancio per ottenere più finanziamenti per la Calabria - ha fatto tanti esempi in quest'Aula: l’essere riuscito a ottenere la proroga di una legge nazionale per la sanità e altre cose -, oggi non riesce ad avere dal Governo nazionale le risorse necessarie, non aggiuntive, per fare una programmazione adeguata in Calabria all'estensione boschiva, al dissesto idrogeologico, alla questione della prevenzione.
Questo è il vero tema che vorrei evidenziare con umiltà, ma con forza perché non vorrei che una volta la manica della giacca fosse lunga da una parte e altre volte fosse corta dall'altra, perché se l'interlocuzione col Governo nazionale è sempre forte e autorevole, il problema della forestazione e dei boschi è una delle risorse su cui la Calabria potrebbe invertire la tendenza. Non capisco perché non sia stata esercitata la stessa autorevolezza, la stessa forza, la stessa determinazione per rivendicare dal Governo nazionale le risorse necessarie, non aggiuntive, per la forestazione.
Questo è il problema politico che voglio porre all’assessore Gallo - voglio dare anche il benvenuto all’assessore Minenna che finalmente vediamo in quest'Aula: auguri di un buon lavoro - siete autorevoli o no verso il Governo nazionale? Siete capaci di rivendicare le risorse che spettano al governo regionale per governare i processi? O avete una manica corta e una manica lunga rispetto ai processi? Perché quando sento il presidente Occhiuto affermare che ci sono risorse disponibili per finanziare il Ponte sullo stretto e poi non si hanno risorse necessarie per garantire nemmeno il pagamento di forestali, non dico la programmazione, bisogna porsi il problema. Qual è la vostra visione? Qual è il vostro obiettivo? Quali sono i vostri metodi e meriti nei confronti del Governo nazionale e di difesa dei calabresi?
Pongo questa domanda all’assessore Gallo: come mai le risorse sono ridotte?
Non ci potete dire che il Governo nazionale è poco sensibile, perché se si è autorevoli si è autorevoli sempre, non in certe fasi, in certi momenti o secondo gli interessi economici. Quando ci sono interessi economici vedo l’autorevolezza del governo regionale, quando non ci sono interessi economici e c’è la difesa di alcuni settori strategici per la Calabria vedo, forse, pochi muscoli, poca potenza distruttiva o propositiva da parte del governo regionale. È questo l’interrogativo.
Poi, per il resto,
comprendiamo la difficoltà a programmare con 60 milioni di euro. Cosa vuoi programmare
con 60 milioni di euro rispetto a quello che è necessario?!
Lo comprendiamo – ripeto – e
ho visto anche come il consigliere Graziano ha cercato di giustificare, di mettere in campo tutte le iniziative, poi, ognuno svolge le
proprie funzioni in quest’Aula. Però, diciamo la verità: o avete la forza di rivendicare
le risorse necessarie dal Governo nazionale, come avete fatto in altri settori,
in altri ambienti e in altri Dipartimenti, altrimenti parliamo del nulla per
quanto riguarda la programmazione.
Potete fare un giro sui
nuovi mezzi acquistati, fatevi pure un giro! Ma i forestali si aspettano il
pagamento dei TFR 2021; i Comuni delle aree interne si aspettano maggiori
risorse e investimenti in questo settore.
Su questo dovete darci
risposte, perché poi, comprendiamo – ripeto – le difficoltà che si hanno con 50
milioni di euro, è inutile parlarne, si parla del nulla, delle quisquiglie!
Non si parla di una vera programmazione
che richiedeva maggiore attenzione e una visione maggiormente strategica di
questo governo regionale.
Grazie, consigliere Bevacqua.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo a conclusione del dibattito. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente,
colleghi della Giunta, colleghi consiglieri.
Credo che sia giusto che, in
questa sede, ci sia un ampio dibattito e anche una franca discussione nel
momento in cui stiamo per approvare il Piano regionale di forestazione per
l'anno 2023.
Voglio ringraziare i
colleghi dell'opposizione per avere espresso giustamente – lo abbiamo fatto
anche noi e anche i vertici di Calabria Verde e dell'UOA forestazione,
rispettivamente il direttore Oliva e il direttore Pallaria
– una preoccupazione che è evidente e lo è anche nei numeri e nella relazione
che abbiamo approvato nel momento in cui abbiamo licenziato il Piano regionale
di forestazione per il 2022.
È un dato evidente rispetto
a una necessità che per l'anno 2022 è stata di 185 milioni di euro: c'è in
questo momento una somma che è di 56 milioni di euro che fa parte del bilancio
regionale, più 10 milioni di euro che sono conseguenza di un emendamento dell’allora
capogruppo di Forza Italia, Roberto Occhiuto, oggi nostro Presidente, quando
mise una pezza rispetto a una situazione che non è quella attuale.
Mi fa piacere che il consigliere
Bevacqua oggi esprima preoccupazione!
Avrei preferito che avesse
espresso altrettanta preoccupazione anche nel 2019, quando il Governo, licenziando
la legge di stabilità, tagliò il contributo alla forestazione calabrese da 130
a 90 milioni di euro. Allora, eravamo in Consiglio regionale, non lo sapevamo:
eravamo da quella parte, eravamo opposizione.
Nessuno, consigliere Bevacqua,
soprattutto il governo regionale disse nulla rispetto ad un taglio che, poi, mi
vide, a marzo 2020, da neonominato Assessore regionale alla forestazione, a
dover affrontare l'annata 2020, che richiedeva 215 milioni di euro, con un
taglio, in quel caso, di 40 milioni di euro, quindi, con 90 milioni, messi a
disposizione dal Governo centrale, più 56 milioni che la Regione Calabria
stanzia nel proprio bilancio.
Il 2020 riuscimmo a passarlo
anche grazie alla “Covid CISOA” e, grazie all'allora capogruppo Occhiuto, riuscimmo
ad avere 20 milioni di euro nel 2021, 50 milioni nel 2022 e 10 milioni nel 2023,
con un emendamento che restituì 80 milioni di euro alla forestazione calabrese.
L'unico anno di maggiore
serenità è stato lo scorso anno, perché siamo anche riusciti a pagare un’annualità
e tre mesi di arretrato sul TFR, fermo restando che c'è un’evidente difficoltà soprattutto
per il 2023.
Il presidente Occhiuto è
riuscito – sarebbe ingiusto non dirlo in quest'Aula – non soltanto a far
stanziare quegli 80 milioni di euro con un emendamento ad un provvedimento, mi pare,
del maggio 2021 – fece stanziare, ripeto, 20 milioni per il 2021, 50 milioni
per il 2022, 10 milioni per il 2023 – ma è riuscito a far stanziare, anche
nella legge di stabilità 2022, 440 milioni per la forestazione calabrese: 50
milioni per l’anno 2022, 100 milioni per l'anno 2023, 170 milioni per l'anno
2024 e 120 milioni per l'anno 2025, che significa aver stanziato una somma
molto considerevole per la forestazione calabrese.
L'opera del Presidente va certamente
completata e, quindi, nei prossimi giorni incontrerà – mi permetto di dirlo, Presidente
– il ministro Fitto per fare in modo che siano stanziate ulteriori risorse per
coprire le annualità 2023 e 2024: servono circa 90 milioni per quest'anno e una
ventina/trentina per guardare con serenità all'anno prossimo.
Bisogna anche dire che in
questi anni non siamo stati fortunati. C'è stato anche un nuovo contratto
nazionale, che ha, di fatto, aumentato i costi della forestazione calabrese,
nonostante i pensionamenti.
Mi diceva proprio ieri il
direttore di Calabria Verde che, raffrontando lo stipendio del mese di febbraio
2022 con quello pagato da Calabria Verde nello stesso mese dell'anno 2023,
nonostante ci siano stati 400 pensionamenti, si risparmiano soltanto 500 euro,
segno evidente che diminuisce la manodopera, ma i costi rimangono quasi sempre
identici.
Di fatto, dobbiamo dire che,
purtroppo, nel corso degli anni i forestali forse sono stati tanti perché sono
arrivati quasi a 40 mila e oggi ogni forestale calabrese costa alle casse
regionali 38 mila euro lordi.
Questi lavoratori non
ricevono, certamente, tutto questo stipendio, ma, di fatto, ogni unità costa 38
mila euro lordi ed è chiaro che non è semplice far fronte agli impegni assunti né
dal presidente Occhiuto né dal sottoscritto.
Non è sicuramente segno di
debolezza nei confronti del Governo centrale. Bisogna certamente venirne fuori
e dobbiamo rispettare, per continuità amministrativa, gli impegni assunti da
altri, peraltro, per una pagina – voglio dirlo con grande sincerità – non
negativa nella storia della nostra Regione.
Questo non lo dico io, lo
dice la Corte dei conti, Sezione centrale, che non è tenera nei confronti degli
Enti locali e delle Regioni, che ha voluto fare uno studio sulla forestazione
calabrese, i cui esiti sono sorprendenti per chi, invece, ritiene che la
forestazione calabrese sia un dato completamente negativo: la Corte dei conti ci
dice che questa esperienza è positiva, anche perché ha regalato, di fatto, 600
mila ettari di bosco alla nostra regione, di cui 60 mila del demanio regionale,
che poi sono gli stessi ettari che dobbiamo salvaguardare.
Il presidente Occhiuto ha
ben presente questa situazione, perché questo settore, peraltro, è uno dei
pochi – lo dico con grande sincerità – che può avere nei prossimi anni una
prospettiva di crescita. È chiaro che ci rimproverate – ma, tra virgolette, in
un confronto dialettico e democratico – il fatto di non avere in questo momento
– e lo diciamo – le risorse per far fronte agli impegni del 2023, ma sono
risorse che sicuramente avremo perché il Presidente si è impegnato su questo e riuscirà,
come per gli altri anni, ad avere le risorse necessarie per il 2023 e anche per
il 2024, mentre per il 2025 e il 2026 sono ampiamente sufficienti.
Questo settore, in questi
anni, ci ha visto giocare in difesa. Diremmo eresie se non dicessimo questo,
perché gran parte del tempo l'ho trascorso con i Sindacati a ragionare del
pagamento di stipendi e indennità. Peraltro, dovete sapere – lo devono sapere
anche i calabresi – che c'è stata una recente sentenza della Corte di
Cassazione che ha riguardato l'indennità chilometrica per i dipendenti dei Consorzi
di bonifica. Stanno partendo a raffica ricorsi molto probabilmente anche nei
confronti di Calabria Verde. Questa partita può costare altri 30 milioni di
euro.
Queste cose è giusto che si
dicano anche in una seduta di Consiglio regionale! Abbiamo problemi perché, nel
corso degli anni, questo settore forse non è stato utilizzato a dovere o forse è
stato utilizzato da falchi e predatori, ma questa è la situazione.
Voglio rassicurare i
colleghi perché credo che questo governo regionale, in questi anni, stia
dimostrando di riuscire a far fronte ad impegni che, peraltro, non ha assunto
direttamente, ma che deve naturalmente adempiere per continuità amministrativa.
Vi faremo fronte, ma stiamo anche cominciando a cambiare, a invertire il racconto
della forestazione calabrese, perché stiamo lavorando sui crediti di carbonio: abbiamo
stipulato una convenzione con NTT Data e abbiamo dati incoraggianti per i
crediti di carbonio generati dalle nostre foreste, perché finalmente Calabria Verde
si sta dotando di Piani di gestione forestale per utilizzare i propri boschi e
fare forestazione produttiva.
Stiamo anche guardando al
futuro pensando ad avere una rigenerazione della forestazione con un'inversione
di tendenza, diciamolo con grande chiarezza!
Questo governo regionale, il
governo del presidente Occhiuto – lo dico con grande chiarezza – sarà il
governo che rilancerà la forestazione in termini di occupazione, soprattutto
nelle aree interne. Sono d'accordo con i consiglieri Mammoliti e Bevacqua che
hanno fatto riferimento proprio a questo dato.
Rilanceremo l'occupazione, naturalmente
con contratti a tempo parziale, perché, altrimenti, avremo difficoltà e dovremo
fare i salti mortali, come in questo momento, perché non si possono pagare 38
mila euro per una unità di personale; con il tempo parziale, invece, nelle aree
interne, riusciremo a dare lavoro probabilmente a qualche migliaio di unità e
risposta alle esigenze lavorative di chi vive in queste aree che non sarà, magari,
costretto a partire, potrà curare i nostri boschi e, soprattutto, fare anche
lotta attiva agli incendi.
Il 2021 è stato in assoluto un
annus horribilis
per gli incendi, non soltanto in Calabria, ma per tutta l'area del Mediterraneo,
perché, altrimenti, giochiamo ad autoflagellarci e non è giusto che sia così.
Nel 2022 abbiamo invertito la
rotta. Questo era uno dei punti del Programma del presidente Occhiuto e ci
siamo dedicati molto con alcune intuizioni importanti come l'inversione
nell'azione antincendio: non la lotta attiva finalizzata allo spegnimento, ma
una lotta fatta attraverso la prevenzione.
La prevenzione è stata aver
affidato all'associazione di volontariato, a squadre di cacciatori, ma
soprattutto ai nostri forestali, intere porzioni di territorio, dicendo loro
che sarebbero stati premiati attraverso un progetto obiettivo, così come le
associazioni, se in quelle aree gli incendi fossero diminuiti di oltre il 50
per cento: questo è avvenuto e la Calabria, per una volta, in controtendenza
rispetto alle altre Regioni, nell'area del Mediterraneo, che nel 2022 ha avuto +180
per cento di incendi, invece ha avuto un -50/60 per cento di incendi. Abbiamo
avuto zero ettari di demanio forestale bruciato nel 2022 e questo lo dobbiamo
ai nostri operai forestali che voglio pubblicamente ringraziare in questa
circostanza per l'impegno dimostrato nel corso dell'anno 2022 e che avranno
anche nel 2023.
Accanto a questo,
naturalmente, l'uso di tecnologie avanzate, di droni, per esempio, che hanno
permesso di individuare quei panzoni, quegli imbecilli, che ancora vanno ad appiccare
fuoco e mettono a rischio questo enorme patrimonio forestale che potrà essere
utilizzato in futuro dai nostri figli, perché, se magari abbiamo avuto in
questi anni una responsabilità, è stata quella di non aver sviluppato i nostri boschi:
sicuramente li consegneremo intonsi ai nostri figli. Speriamo anche noi di fare
forestazione produttiva, ma li consegneremo intonsi ai nostri figli e potranno
essere sicuramente oggetto di sviluppo economico, cosa che finora non è stato
perché ci siamo dovuti difendere e abbiamo dovuto giocare in difesa.
Tuttavia, facciamo fronte agli
impegni e anche quest'anno faremo fronte al pagamento dei TFR che abbiamo
ereditato perché, collega Bevacqua, per esempio Calabria Verde è in affanno perché
c'è stato, in una precedente legislatura, chi ha emanato un decreto chiedendo
la restituzione – mamma Regione alla figlia Calabria Verde – di 70 milioni di
euro oppure chi magari nel bilancio ha nascosto una perdita di 18 o di 23
milioni di euro – stanno facendo i conti – mi pare, nell'annualità 2018-2019.
Questi sono i problemi e
voglio parlarne in Consiglio regionale con i miei colleghi e con i colleghi
dell'opposizione perché, poi, queste sono tematiche in cui non c'è maggioranza
e minoranza, che riguardano i calabresi per un settore potenzialmente in grande
crescita, in crescita futura, che può dare lavoro ai figli dei calabresi.
Questi sono i temi e queste sono le difficoltà che viviamo.
È chiaro che oggi vi
sottolineiamo un Piano che ha: 56 milioni di bilancio regionale; 10 milioni
conseguenti all'emendamento Occhiuto del 2021; 50 milioni dell’emendamento Occhiuto
a dicembre 2022.
Il presidente Occhiuto e il
governo regionale stanno dimostrando, credo, come mai in passato – certamente io
sono di parte, faccio parte del governo regionale – che, in questi ultimi anni,
particolarmente con il governo Occhiuto, c'è stata un’interlocuzione con i Governi
nazionali che è stata di pari grado, mai di subalternità e che ha fatto sì che
alla nostra Regione arrivassero risultati mai avuti.
Di questo bisogna dare atto
e bisogna dirlo anche nella sede giusta che è la sede del Consiglio regionale.
Credo che anche questa
partita il presidente Occhiuto la giocherà a Roma e la giocherà bene insieme,
naturalmente, ai colleghi della Giunta, ma credo a tutti i consiglieri
regionali, perché chiunque potrà dovrà spingere per questo risultato.
Dovremo, soprattutto, invertire
– è quello che stiamo facendo a partire dal 2022 con l'antincendio 2022 – uno storytelling
per Roma, secondo il quale per ogni albero in Calabria c'è un forestale. Non è
vero, perché in Calabria ci sono 4 mila forestali
quasi tutti anziani. Noi spendiamo 185 milioni. In Basilicata, che ha 600 mila abitanti,
un terzo dei nostri abitanti, ci sono 3 mila forestali, ma spendono 60 milioni
perché sono a tempo parziale. A Roma dobbiamo raccontare questa storia di
persone per bene e serie che lavorano in questo settore che dovremo rinnovare,
rilanciandolo e raccontando una storia vera, che è la storia anche di tanta
gente che si impegna, che lavora e rispetto alla quale - è chiaro - dobbiamo
rispettare gli impegni che i governi precedenti hanno assunto e che, oggi, per
continuità amministrativa, dobbiamo naturalmente onorare. Grazie.
Grazie, assessore Gallo. Pongo
in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso. Il provvedimento
è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al secondo punto
all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 172/12^ di
iniziativa del consigliere regionale Straface, recante: “Autorizzazione per
l'esercizio del servizio di noleggio con conducente”.
Cedo la parola alla
consigliera Straface per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. Saluto i
colleghi consiglieri, il Presidente della Giunta, gli assessori presenti.
Lo spirito che ci ha indotto
alla predisposizione di questo disegno di legge va sicuramente nella direzione
e nella consapevolezza soprattutto di sostenere che non ci può essere turismo
se non c'è la possibilità di spostamento. Si possono esaltare le località
turistiche, l’immagine di un territorio, ma non ci può essere sviluppo se alla
base non si garantisce un servizio fondamentale che è rappresentato dalla
mobilità, rispetto a quello che è lo sviluppo turistico, che rappresenta un assist
di sviluppo economico importante della nostra Regione Calabria, sul quale la
politica regionale, in particolar modo quella portata avanti da chi oggi
detiene la delega al turismo, il presidente Roberto Occhiuto, sta raggiungendo
risultati importantissimi.
Leggevo, infatti, alcuni
dati rispetto ad alcuni flussi turistici. Noi abbiamo registrato,
proprio l'anno scorso, il + 20,9 per cento di turisti italiani e il + 101,1 per
cento di turisti stranieri.
Questo
allora ci impone, rispetto ad una politica regionale che vuole investire in un
settore così importante, di attrezzare il territorio di quei servizi
fondamentali affinché le persone che scelgono come meta turistica la Calabria
possano trovare quei servizi fondamentali che possono consentire, soprattutto,
lo spostamento del turista da una località all'altra.
E
allora, nel voler entrare nel merito della proposta di legge, l'articolo 4
della Legge numero 21 del 15 gennaio del 1992 disciplina le competenze
regionali in materia di trasporto pubblico non di linea.
La
Calabria, così come dicevo nella mia premessa, non dispone ancora di una
disciplina organica della materia predetta, per cui si trova a dover affrontare
una serie di problematiche nella gestione quotidiana, ma soprattutto nella
richiesta delle svariate tipologie di utenti che sono interessati ad ottenere
il predetto servizio, a fronte, questo, di un numero
esiguo di licenze taxi e autorizzazioni di NCC rilasciate.
Nella
situazione di vuoto normativo che abbiamo appena delineato, sottolineo di vuoto
normativo, la Calabria non è in grado di offrire servizi di trasporto pubblico
in misura adeguata alle richieste dell'utenza, con un conseguente vulnus
all'immagine della Regione in sede di gestione delle richieste alle quali non è
possibile dare delle effettive risposte. Seppure si potrebbero - con un
chiarimento che andremo a fare di seguito - sollevare delle riserve su aspetti
legati proprio alla concorrenza, la cui competenza esclusiva statale in materia
è questione sulla quale nessuno di noi ha mai dubitato, la predetta
competenza deve essere necessariamente vista in relazione alla fattispecie de
quo.
È vero
che si dispone ex legge del rilascio di un'autorizzazione in favore di un
soggetto ben individuato, però va chiarito che si tratta di un soggetto
integralmente partecipato dalla Regione Calabria, che ha nel suo oggetto sociale
la prestazione dei servizi di cui noi siamo trattando, e non sarebbe
suscettibile di violare la concorrenza almeno per due fondamentali ragioni. La
prima ragione è l’assenza di disciplina regionale: non abbiamo leggi e regolamenti
comunali che siano regolamentati da una disciplina regionale. Questa non consentirebbe
la pubblicazione dell'apposito avviso pubblico per l'individuazione dei
soggetti a cui rilasciare le autorizzazioni.
La
seconda ragione riguarda l'esistenza di un blocco derivante dalla normativa
statale; mi riferisco sia al decreto dirigenziale del Ministero Infrastrutture
e trasporti, il numero 4 del 2020, sia al decreto del Ministero Infrastrutture
e trasporti, il numero 86 del 2020. Questo impedisce, allo stato attuale, il
rilascio di autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducenti su tutto
il territorio nazionale.
E
allora la proposta di legge prevede il rilascio di titoli autorizzatori alla
società Ferrovie della Calabria SRL a determinate condizioni che di seguito
elenco: il limite massimo di 200 autovetture per l'intero territorio regionale,
espressamente proporzionato alle esigenze dell'utenza - parliamo di una
previsione di contingentamento stabilita con sentenza della Corte costituzionale
numero 212 del 2022; preliminare verifica del possesso dei requisiti di cui
all'articolo 6 della legge numero 21 del 1992 in capo alla società; disposizioni
applicabili nelle more della specifica disciplina normativa e, come previsto nel
disegno di legge, il termine di un anno per l'approvazione dell'organica
disciplina normativa regionale.
La
norma oggetto dalla proposta di legge, secondo le prospettazioni della Corte costituzionale,
mira al contrasto dei diffusi comportamenti abusivi presenti sul territorio
perché la norma va anche nella direzione di disciplinare, di limitare e di contrastare
soprattutto i diffusi comportamenti abusivi che sono presenti in questo settore.
Inoltre, la norma dispone espressamente - questo è un altro elemento
fondamentale e importante - che i rilascianti titoli autorizzatori non sono
cedibili.
Anche rispetto
a quello che io ho avuto modo di leggere questa mattina sulla stampa e relativamente
alla scheda ATN che è stata predisposta proprio durante i lavori della Commissione
- ringrazio i componenti anche della Commissione e il presidente Raso - abbiamo
avuto modo di entrare nel dettaglio attraverso la normativa di riferimento. Prego
i consiglieri regionali in Aula di prestare attenzione alla normativa, ma,
soprattutto, ad un dato fondamentale: qui il Dipartimento rilascia dei titoli
autorizzativi - e questo è un elemento fondamentale - che non sono
assolutamente cedibili. Questo è un aspetto che assume un’importanza
fondamentale come anche il riferimento al rilascio di un massimo numero di 200
autovetture.
Questi
sono dati che non nascono per caso; sono dati che nascono attraverso un'analisi
svolta dal Dipartimento.
È
un'analisi che viene fatta perché, attualmente, il fabbisogno non può e non
viene ad essere coperto da chi oggi detiene queste licenze.
Un
altro aspetto importante qual è? È che la disciplina uniforme, occorrente a
garantire il bilanciamento tra la libera iniziativa economica e gli altri interessi
in gioco e quindi condizioni omogenee di mercato senza distorsioni della
concorrenza su base territoriale, sarà adottata secondo le previsioni - e l’abbiamo
inserita anche nella proposta di legge - entro un anno dall'entrata in vigore
della stessa.
Allora,
da quanto sopra esposto, emerge l'inattitudine, rebus sic stantibus, della proposta di legge in oggetto a
determinare effetti distorsivi sulla concorrenza. È di questo che si sta
parlando.
Riguardo
all'eccezione afferente al rilascio dei titoli autorizzatori alla società Ferrovie
della Calabria SRL, il comma 4 dell'articolo 2 della legge numero 218 dell’11
agosto 2003 consente a ogni impresa professionale, abilitata all'esercizio del
noleggio di autobus con conducente, in qualsiasi forma costituita, l'esercizio
di noleggio con conducente; quindi noi non andiamo
assolutamente ad intaccare alcuna forma di concorrenza oppure a creare
situazioni di disagio economico.
L'articolo
7 della legge del 15 gennaio del 1992, la numero 21, laddove individua i soggetti
che possono ottenere la licenza per i servizi di trasporto di persone non di
linea, non includendo espressamente le società di capitale, riguarda
evidentemente le sole società che non sono abilitate all'esercizio di noleggio
di autobus con conducente, dovendo tale norma essere posta in correlazione con
la successiva legge, parliamo della legge numero 218 del 2003.
A ciò si
aggiunga che ogni restrizione alla libertà di iniziativa economica deve essere letta
secondum Costituzionem,
nel rispetto del principio della libertà di iniziativa economica sancita
dall'articolo 41, sicché l'utilità sociale su cui la stessa deve tendere va
perseguita nella materia in questione, mediante una corretta applicazione delle
norme vigenti, tra cui quella di cui all'articolo 2 della legge numero 218 del
2003, la cui previsione ha consentito di raggiungere il giusto punto di
equilibrio tra le diverse esigenze, consentendo alle società di capitali di
ottenere l'autorizzazione per lo svolgimento del servizio di noleggio con conducente,
dove si tratta di società che sono abilitate; parliamo di società abilitate
all'esercizio di noleggio di autobus con conducente. Quindi, la necessità
espressa nella medesima proposta di legge è quella di fronteggiare l'incremento
della domanda e di garantire i servizi di trasporto. Questo in considerazione dell'aumento dei
flussi turistici che ho voluto accennare all'inizio del mio intervento verso la
Calabria.
Va
precisato ancora che Ferrovie dello Stato, società pubblica italiana, che opera
già nel settore del trasporto ferroviario e in quello del trasporto pubblico e
delle merci, offre già questo servizio; infatti, i servizi NCC, già per quanto
riguarda Trenitalia, sono servizi disponibili ad un'utenza diversificata e ricomprendono
anche il noleggio di vetture con conducenti di diverse tipologie di servizi. Parliamo
naturalmente di trasferimento all’interno della città verso luoghi come
alberghi, stazioni, aeroporti, porti, vettura a disposizione in città per un
numero di ore con chilometraggio incluso, trasferimento da punto a punto extra
urbano. Infatti, Trenitalia, con il servizio NCC, ad esempio, prevede l’utilizzo
di vetture su richiesta che possono ospitare da tre ad otto passeggeri per
spostamenti della clientela anche in caso di speciali eventi.
In
Calabria si ha l’esigenza di questi servizi maggiormente nel periodo estivo e,
comunque, anche durante l'arco dell'anno, perché noi stiamo puntando verso una
politica turistica destagionalizzata dei flussi turistici e questo grazie
proprio agli interventi di promozione che sono stati messi in
campo dalla Regione.
Riguardo
a questa programmazione sono molteplici le richieste dei turisti che sono
interessati a spostarsi più agevolmente rispetto ad alcune località turistiche
della nostra regione. Io lo registro anche nella mia città e parlo di una città
dove lo sviluppo turistico presenta anche dati molto elevati e le lamentele
degli operatori turistici riguardano il fatto che, purtroppo, non esistono dei
servizi che possono garantire lo spostamento da una località all'altra dei
turisti che scelgono la nostra regione.
Rispetto
alle diverse località, in Calabria, risultano oggettivamente non sufficienti le
tratte dei servizi pubblici di linea e, allo stesso tempo, quelli che ci sono
risultano inadeguati a garantire lo specifico servizio di trasporto pubblico rispondente
alle esigenze dell'utenza richiedente.
Allora
con la proposta di legge in esame, fermo restante la necessità di un intervento
normativo organico nella materia - occorrente, naturalmente, alla sistematica
disciplina del servizio di trasporto di cui abbiamo discusso e che noi
prevediamo di adottare entro un anno - si dispone il rilascio in favore della
società Ferrovie della Calabria SRL di titoli autorizzatori non cedibili,
validi sull'intero territorio regionale, per un numero massimo di autovetture
pari a 200 che appare, ripeto, proporzionato alle esigenze dell'utenza.
La società
Ferrovia della Calabria SRL ha come unico socio la Regione Calabria per cui è
integralmente pubblica e dispone già dell'autorizzazione allo svolgimento del
servizio di noleggio di autobus con conducenti, avendo la giurisprudenza
chiarito che ad ogni impresa professionale abilitata all'esercizio del noleggio
di autobus con conducenti, in qualsiasi forma costituita, è consentito
l'esercizio di noleggio con conducente.
Argomentando
al contrario, esisterebbe un’evidente contraddittorietà, atteso che le imprese
abilitate all'esercizio di noleggio di autobus con conducente, quindi ad una
modalità di trasporto viaggiatori ben più complessa e maggiormente foriera di
pericoli e pregiudizi in termini di pubblico interesse, non potrebbero svolgere
un'attività di modeste entità organizzativa, quale quella del servizio di
noleggio con conducente. Di conseguenza, ai sensi del comma 4 dell'articolo 2
della legge numero 11 agosto 2003, la numero 218, la stessa società è
espressamente abilitata all'esercizio del servizio di noleggio con conducente,
di cui alla legge numero 21 del 1992.
L'articolo
2 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
L'articolo
3 dispone l'entrata in vigore. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Ho letto attentamente il testo anche perché, in realtà, è
composto da una sola paginetta e ho sentito la relazione della collega Straface.
Innanzitutto,
mi sorge un dubbio riguardo ai numeri sull'affluenza turistica: + 100 per cento
di stranieri, + 20 per cento degli italiani; mi auguro che il confronto non sia
fatto col 2021 e col 2020, anni in cui gli stranieri, purtroppo, come tutti
quanti noi, non potevano viaggiare perché eravamo tutti alle prese con il Covid.
Quindi, se la comparazione del 2022 è con l'anno precedente o con i due anni precedenti
è chiaro che sono dei numeri che ben poco dicono, anzi, io non li avrei neanche
espressi. Poi, + 20 per cento sul turismo nazionale sappiamo anche bene che
l'anno precedente, per il caro bollette, il turismo nazionale è stato in
ripresa perché molti, per paura del carovita, non si sono spostati all'estero.
Questa è giusto una nota di colore che volevo sottolineare.
Mi fa
specie anche che non ci sia all'interno di questa proposta di legge un'analisi
oltre che qualitativa, quantitativa; sembrerebbe che questo servizio sia necessario
perché “mi hanno detto”, “ho sentito”. Mi aspettavo un'analisi con dei numeri
sulle richieste che ci possono essere, su quante autorizzazioni oggi sono
presenti in Calabria, perché ricordo alla
collega consigliera che queste autorizzazioni fino a poco tempo fa venivano
erogate e concesse dai Comuni in un libero mercato; lei diceva nel suo Comune
ce ne sono presenti poche; se ci fosse stata una necessità qualcuno avrebbe
bussato alla sua porta e l'amministrazione comunale avrebbe bandito un avviso
per poter concedere queste autorizzazioni, come si è fatto, cara collega, in
altri Comuni dove la necessità è stata portata alle amministrazioni comunali e
questi avvisi sono stati poi espletati.
Apro
un'altra parentesi, che conosciamo tutti, su un’altra problematica relativa a
queste concessioni: alcuni Comuni hanno pensato anche di raddrizzare un po' i
bilanci, perché mettevano a bando le licenze, dando più concessioni di quelle
che potevano essere ipotizzate in piccoli Comuni perché, spesso, poi questi
conducenti vanno a lavorare fuori regione, soprattutto a Milano e a Roma. Abbiamo
avuto notizia di questi scandali sulle TV e sui giornali nazionali e anche lì,
per tale motivo, spesso intervenne anche il Ministero con le Prefetture per
organizzare dei servizi di controllo nei Comuni e annullare queste licenze.
Dopodiché, mi sarei aspettato, oltre che è un'analisi sul numero di licenze
presenti nella nostra regione, che, ribadisco, rispondono al libero mercato e
quindi si autoregolano in base alla domanda e all'offerta, anche come funziona
la categoria dei tassisti.
Credo
che tutti quanti noi conosciamo le difficoltà che chi svolge questo ruolo
incontra durante la bassa stagione; molto spesso questi taxi li vediamo fermi
per ore nelle piazzole di sosta al di fuori degli aeroporti, delle stazioni o
nei centri di quelle località turistiche che aspettano la bella stagione per
poter lavorare a pieno regime. E allora oggi, magari, collega Straface, ci sono
tanti padri e madri di famiglia che durante tutto l'anno, con grande sacrificio,
riescono ad erogare e a dare un servizio a noi calabresi e a chi viene in
Calabria, anche a Gennaio, a febbraio, a marzo; poi quando è però periodo di vacche
grasse nel quale, magari, riescono a portare a casa un reddito tale per poter
vivere e mantenere la famiglia tutto l'anno, ecco qua che arriviamo con una
concorrenza, che io oserei dire forse sleale perché messa in piedi da un Ente
pubblico che ha risorse e capacità finanziarie maggiori rispetto a un privato e
che si può permettere il lusso di erogare questo servizio tre mesi all'anno e
poi fermarlo per i restanti mesi. Quella è una concorrenza sleale, come la
scheda ATN ha sottolineato in maniera chiara, perché se è vero che è materia
regionale quella dei trasporti è altrettanto vero che quando si parla di
concorrenza è materia esclusiva dello Stato.
Non
voglio, però, entrare nel merito dal punto di vista normativo, saranno altri a
doversene occupare, ammesso che questa proposta di legge passi.
Quindi,
non c'è stata concertazione con chi già svolge questo lavoro e per delicatezza
e sensibilità io avrei incontrato tutti questi padri e madri di famiglia per
capire qual è la loro attività durante tutto quanto l'anno; non si è parlato
con le sigle sindacali; non ci sono dei numeri, delle analisi concrete che ci
dicono che questo servizio è necessario. Si poteva pensare anche a delle
alternative nel collegamento fra i nostri Comuni, sostenendo le richieste che
provengono da parte dei Comuni in zona marina o in zona montana e che, molto
spesso, vorrebbero creare delle connessioni fra di loro perché, magari, hanno
gli autisti che, durante la stagione invernale, utilizzano con gli scuolabus e
potrebbero essere riconvertiti durante il periodo estivo per connettere il
territorio regionale. E allora io avrei pensato a dare una mano alle amministrazioni
comunali per mettere in piedi dei collegamenti con il personale e con quelle
poche risorse che già hanno, piuttosto che entrare a gamba tesa in un settore
del quale ancora, chiaramente, non conosciamo i numeri e non conosciamo neanche
l'impatto.
Chiudo
perché non la voglio fare lunga. Non so se è arrivato il parere contabile,
sembra che ci sia l'invarianza finanziaria, va bene, la prendiamo per buona, ma
il bilancio di Ferrovie della Calabria ha capacità di assunzione fino a 200
unità? Ha la possibilità di acquistare 200 mezzi?
È un
investimento che, per quanto possa essere sostenibile - lei mi dirà: “sì, il
bilancio lo permette” -, comunque può rappresentare un fallimento ed esporre la
nostra Regione e soprattutto Ferrovie della Calabria; è un investimento del
quale, magari, non c'è grande richiesta, e che potrebbe essere un fallimento e
quindi diventare un costo che va ad aggiungersi a una situazione già fragile di
questo Ente.
Queste
sono le mie riflessioni. Spero che ci siano delle risposte valide in tal senso.
Chiaramente, rimangono in maniera forte le mie perplessità, soprattutto per la
poca concertazione che c'è stata sui territori con l’ANCI, che non è stata audita, e con le associazioni dei tassisti. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. È interessante questa proposta di legge. Abbiamo una capacità
creativa, da un punto di vista normativo, che abbiamo già dimostrato con altre
proposte di legge. Abbiamo capacità creativa perché molte volte riusciamo a
trovare anche soluzioni originali a dei problemi reali. Bisogna capire, poi, fino
a che punto riescono a tenere da un punto di vista della sostenibilità tecnico
giuridica.
Faccio
una provocazione: un indizio è un indizio, due indizi possono essere una
coincidenza, ma tre fanno una prova e troppe volte abbiamo privato i poveri Comuni
calabresi delle loro competenze e delle loro prerogative.
Mi
piace ricordare quando noi abbiamo istituito l'autorità unica idrica-rifiuti, rifiuti
– acque e abbiamo stabilito che il Direttore generale venisse nominato dal Presidente
della Giunta regionale, nonostante avessimo il Comitato direttivo dei sindaci.
Poi
discipliniamo la materia dei trasporti, abbiamo una legge del 1992 che
disciplina la materia, che ripartisce in maniera molto chiara le competenze e
dice che le Regioni esercitano, ovviamente, le competenze in materia di trasporto;
dà la cornice e, cioè, la legge dice chiaramente, sull’ NCC, che le Regioni
hanno la competenza, ma poi la delegano agli Enti locali nell'esercizio delle
funzioni amministrative. In particolare, dice - leggo proprio la legge che
disciplina la materia - che “le Regioni, stabiliti i criteri cui devono
attenersi i Comuni nel redigere i regolamenti dell'esercizio degli autoservizi
pubblici non di linea, delegano gli Enti locali all'esercizio delle funzioni amministrative
attuative, anche al fine di avere una visione integrata del trasporto”. Preciso
questo perché forse non vogliamo delegare molto ai comuni calabresi - non lo so
- ma la legge quadro è chiara, lo dice chiaramente che i Comuni attribuiscono
questo tipo di licenze.
È
vero, abbiamo l'esigenza di incrementare i trasporti pubblici calabresi, cioè
la finalità è lodevole, Io capisco - penso ad esempio a Tropea -, servono più
mezzi, ma, nel momento in cui la legge è chiara nella ripartizione delle
competenze, come pensiamo noi che la Regione possa attribuirsi il potere di assegnare
a una società, tra l'altro partecipata dalla Regione stessa, queste licenze non
cedibili? Intanto ho una curiosità proprio operativa: come funziona? Ferrovie
della Calabria ha già 200 macchine a cui associare la licenza o dovrà
acquistarle? Oppure, ancora, farà delle convenzioni con i privati per
esercitare queste licenze? Qui è molto fumosa la questione, ma anche questo è
centrale nel ragionamento che andiamo a fare. Però – ripeto - l'ostacolo è
proprio tecnico giuridico! A mio avviso noi bypassiamo i Comuni nella materia,
attribuiamo a un ente strumentale della Regione, che di fatto è una s.r.l., ma
è una partecipata dalla Regione, una funzione che non gli è propria; quindi,
avrei qualche preoccupazione in merito, senza entrare nel discorso della
concorrenza.
Questo
è un tema che non mi riguarda, cioè questa è una materia delicata che non
riguarda il legislatore regionale. Mi limito ad osservare quelle che sono le
norme in materia e quindi penso che, sì, le Regioni hanno competenze in materia
di trasporto, ma non possono fare tutto quando c'è una legge statale che norma
e ripartisce le funzioni tra Regione e Comuni.
E
poi: 200 licenze a Ferrovie della Calabria! Come le ripartisce le licenze Ferrovie
della Calabria? Come le distribuisce sul territorio concretamente?
Ritorno
all'esempio da cui sono partito: nella località turistica della mia comunità,
Tropea, cosa accadrà? Avremo delle autovetture che la società Ferrovie della
Calabria dislocherà in quel Comune? Come le distribuirà? Come le distribuiremo
tra Tropea e tutte le altre località turistiche? Insomma, mi sembra di capire
che, ancora una volta, ci avventuriamo, anche per finalità giuste, in
un'attività creativa molto rischiosa dal punto della tenuta tecnico giuridica.
Dopodiché, ovviamente, spetta a questa maggioranza portare avanti questa
strategia.
Se
la visione del presidente Occhiuto è di rinforzare il ruolo pubblico
nell'economia, vuol dire che abbiamo una visione molto comune - gliel'ho detto
più volte che spesso mi sembra molto a sinistra, un keynesiano – perché avremo una
società pubblica che vuole esercitare una funzione in concorrenza con i
privati. Sono contento, davvero lo dico, è una cosa che abbiamo già fatto
quando abbiamo recuperato il ruolo di Fincalabra, siamo intervenuti
direttamente. Se l'intervento del pubblico nell'economia serve per aggiustare
delle distorsioni del mercato, ben venga la presenza del pubblico se questa è
la finalità, se noi vogliamo avere questa finalità! Se la finalità, invece, è prevedere,
poi, indirettamente una convenzione coi privati, alla fine aggireremmo la norma
e non raggiungeremmo la funzione keynesiana di colmare le disuguaglianze del
mercato – questa è la mano invisibile di Smith - e quindi non abbiamo ottenuto
l'obiettivo. Esprimo queste perplessità, le lascio all'Aula e, ovviamente, non
potrò votare un provvedimento che, secondo me, non è sostenibile da un punto di
vista tecnico normativo. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. La Regione Calabria non dispone, dunque, di una disciplina organica
in materia di trasporto pubblico non di linea e, quindi, deve affrontare una
serie di problematiche, soprattutto nel periodo estivo che si avvicina,
chiaramente per fare fronte alla mobilità turistica. Quello che è evidente è che
si pensa, comunque, di far fronte a tutto questo, rilasciando, attraverso il
tramite del competente Dipartimento, a Ferrovie della Calabria - ricordiamo è
una società di capitale - titoli autorizzatori, non cedibili, validi
sull'intero territorio regionale per un numero massimo di autovetture pari a 200.
Apparentemente questa dovrebbe essere la richiesta dell'utenza visto che sono
molteplici - così si legge nella relazione allegata alla proposta di legge - le
richieste dei turisti che sono interessati a spostarsi agevolmente per
raggiungere le numerose località turistiche della nostra terra e che in questa
terra, evidentemente, trovano una totale assenza di vettori.
Viene
tra l'altro rimarcato che la Regione si impegnerà, dunque, a colmare un vuoto
normativo con l'adozione di un'apposita regolamentazione. Tuttavia, questo
nobile fine, secondo me, non giustifica i mezzi perché l'impianto di questa
proposta legislativa non è assolutamente condivisibile per tutta una serie di
criticità - tra l'altro sottolineate in maniera ineccepibile dalla scheda di
analisi tecnico-normativa - che emergono, comunque, da una lettura anche a
prima vista. Intanto la disciplina del noleggio con il conducente, come veniva
più volte sottolineato, rientra nella competenza legislativa esclusiva statale
proprio per la tutela della concorrenza e, intervenendo direttamente
sull'organizzazione e sullo svolgimento del servizio di NCC, il legislatore
statale ha adottato misure dirette allo scopo di assicurarne l'effettiva destinazione
ad un'utenza specifica e non indifferenziata e ad evitare, dunque, le
interferenze con il servizio Taxi e con l'obiettivo di rafforzare, tramite il
contrasto dei diffusi comportamenti abusivi purtroppo presenti nel settore, un
assetto di mercato definito con norme in cui si esprima un bilanciamento tra
quella che è la libera iniziativa economica e altri interessi in gioco.
Non
è accettabile l'assunto secondo cui si va ad intaccare la libera concorrenza
con la scusa che la società è ad intera partecipazione pubblica della Regione,
che è socio unico. Inoltre, c'è il riferimento alla possibilità che persone
giuridiche possano esercitare il servizio di noleggio con conducente.
Voglio ricordare che il TAR Molise, qualche
anno fa, ha sancito che, ai sensi dell'articolo 7 della legge del 15 gennaio 1992
numero 21, la titolarità della licenza di conduzione di autoveicolo con conducente
può essere acquisita solo da persone fisiche.
Vengono avanzati, inoltre, dubbi di
legittimità sull'impianto normativo - lo hanno fatto i colleghi prima di me -
visto che in questo tipo di servizio, la competenza nel predisporre i
regolamenti sull'esercizio del servizio pubblico non di linea è proprio dei
Comuni, attraverso la pubblicazione di bandi specifici dedicati ai loro
territori, e la Regione dovrebbe limitarsi, piuttosto, a stabilire la cornice
legislativa entro cui i Sindaci possono muoversi.
Aggiungiamo, inoltre, che il rilascio delle
autorizzazioni NCC potrebbe essere impedito dalla legge che, ormai, dalla fine
del 2018, è legata all'attivazione del tanto atteso registro informatico
pubblico nazionale Taxi ed NCC, adottato col decreto dirigenziale numero 4 del
19 febbraio 2000, in quanto il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e
il Ministero dell'Interno hanno sospeso gli effetti del decreto perché non sono
state definite le specifiche tecniche del foglio di servizio elettronico contenuto
in un provvedimento congiunto ancora non adottato.
Inoltre, l'estate è alle
porte e, poiché le licenze di NCC vengono definite incedibili, Ferrovie della
Calabria non potrà metterle sul mercato e dovrà gestirle direttamente. Su
questo aspetto mi sembra che manchi una regolamentazione e non sappiamo se Ferrovie
della Calabria ha già a disposizione le 200 autovetture necessarie per svolgere
il servizio; tra l'altro, ha già la gestione degli impianti di risalita di Lorica
e Camigliatello. Siamo sicuri, comunque, che la gestione di tale servizio non
necessiti di essere finanziato? Per quanto mi riguarda - ritengo di essere in
linea con gli altri colleghi che si sono già espressi - non posso votare a
favore di questa proposta legislativa e invito a sollevare la questione presso
i competenti organi del Governo nazionale e presso il Ministero delle infrastrutture
e dei trasporti oltre a portare l'argomento, ovviamente, all'attenzione della
Conferenza Stato - Regioni.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Mi
sarei aspettato il ritiro di questa proposta di legge perché nella discussione
fatta nella conferenza dei capigruppo, l'altro giorno, avevo riscontrato da
parte di molti miei colleghi, capigruppo di maggioranza, perplessità sulle
osservazioni non del sottoscritto, ma messe nero su bianco dal Settore
assistenza giuridica del Consiglio regionale. O c'è un ufficio tecnico
giuridico in Consiglio regionale che aiuta la discussione, che supporta il
lavoro di quest'Aula consiliare, che ci mette nelle condizioni di valorizzare
al meglio il lavoro per evitare di commettere errori o orrori, altrimenti credo
che sia inutile chiedere il parere della Commissione, degli uffici preposti
come l'ufficio a cui facevo riferimento prima. Mi sarei aspettato un attimo di
riflessione da parte della maggioranza per capire che la proposta di legge che
state per approvare, a mio avviso, creerà l’indignazione di molti calabresi e
di coloro che hanno interessi o meno legati a questo settore.
Poi
mi sarei aspettato – la collega Straface non è Presidente della Commissione trasporti
- che fosse presente l’Assessore ai trasporti con la quale poter dialogare e
chiedere informazioni su come è nata questa proposta di legge, come è stata
scelta Ferrovie della Calabria, le ragioni che giustificano una tale decisione.
Tranne che - mi viene in mente - forse, Ferrovie della Calabria, oggi, abbia bisogno
di qualche supporto, qualche stimolo in più. Per fare cosa non l’ho capito. Quindi
credo che sia, a mio modesto parere, un atto sul quale vi assumete la
responsabilità politica violando alcune norme, come diceva poco fa bene il
collega Lo Schiavo ricordando la legge del 1992; vi assumete la responsabilità di
innescare un meccanismo che, per me, potrebbe diventare perverso.
Questa
cosa perché la diciamo? La creatività che state mettendo in
campo in questo anno e mezzo di legislatura è tanta; quindi, se questa
creatività aiuta la Calabria, bene, ma non va bene se aiuta processi che, per
me, diventano controproducenti o che creano problematicità tali da creare
rotture anche nei rapporti. Si tratta di una proposta di legge che già registra
la contrarietà dell'ufficio legislativo, che non è stata discussa né con l'ANCI,
per come diceva il collega Alecci, né con l’Assessore ai trasporti. Credo che ci
sia un limite proprio nella proposta, cioè c'è l'obiettivo politico di favorire
qualcosa e qualcuno, ma non so cosa o chi e nessuno ha spiegato le ragioni per
le quali, oggi, è stata scelta Ferrovie della Calabria.
Lancio
una provocazione: perché non si è fatto un ragionamento sul piano dei trasporti
regionali chiamando le società che oggi gestiscono i servizi dei trasporti in
Calabria dicendo “Cari amici, cari ragazzi, nei mesi estivi, siccome c'è questa
necessità, concentriamo le linee non più su X ma su Tropea, sul Corigliano -
Rossano, perché questa è una necessità, un'esigenza.”?
Perché
non si è fatto questo ragionamento? Oggi, volete imporre e approverete una
legge che, secondo me, creerà molti problemi. Secondo mio modesto parere, non
sono un esperto giuridico, ma leggo; chi fa politica deve leggere le carte che gli
vengono presentate.
Ho
letto la scheda di analisi tecnico-normativa del Settore assistenza giuridica e
sono molto preoccupato di quello che c’è scritto. Poi se decidete di andare
avanti come un treno ve ne assumete la responsabilità, ci mancherebbe altro,
però vorrei far rilevare questa mancanza di rispetto istituzionale, dei ruoli preposti
in questa Regione, dell’ANCI, dei sindacati e quant'altro.
Voi
non avete rispettato i ruoli, non lo avete fatto minimamente!
Ogni
volta fate riferimento al rispetto delle regole, dei ruoli, delle funzioni, al
dover creare una sinergia forte perché se non si crea una sinergia forte si
rischia di avere un uomo solo al comando e non si va da nessuna parte. Lo dite
voi, non lo dico io! Ma quando ci proponete queste proposte di legge, ahimè, noto
un atteggiamento nella Conferenza dei capigruppo e un altro atteggiamento in
Aula; quindi, vuol dire che bisogna capire - lo dico ai colleghi di maggioranza
- come ragionare meglio sulle cose che proponete in quest'Aula.
Detto
questo, votiamo contro questa proposta di legge e invito il Presidente della Giunta
regionale, il Presidente del Consiglio a riflettere sull'opportunità di
approvare una simile proposta legge. Ve lo chiedo non da capogruppo del PD, neppure
da consigliere regionale, ma per rispetto verso i tanti cittadini calabresi che,
forse, saranno danneggiati da questo tipo di provvedimento.
Bisogna
mettere in campo un'altra filosofia, come quella che rappresentavo
prima: chiamare le società, le autolinee, le società dei trasporti per dire di
collaborare insieme. L'impressione che si ha è che voi dovete fare - lo dico
con chiarezza - una marchetta a qualche società collegata come Ferrovie della
Calabria. Questo è il messaggio che passa in Calabria! È meglio dirlo
chiaramente in quest'Aula! Il messaggio che passa oggi in Calabria, che passerà
nei prossimi giorni è che con questo provvedimento volete favorire qualcuno che
forse è in difficoltà o ha bisogno di ossigeno, non so di cosa ha bisogno se guardiamo
Ferrovie della Calabria come società sana; ma Ferrovie della Calabria non è una
società sana, è piena di debiti - non lo dico io - ha difficoltà nella gestione
quotidiana; quindi non capisco l'operazione dove vuole andare a parare, qual è
la necessità di affidare a Ferrovie della Calabria un servizio come 200 noleggi
con conducenti! 200! Poi da dove è nato questo numero? Da dove è nato 200? Poteva
essere 50, 70 o 1000. Ma da dove è nato questo numero? Io le carte le ho lette.
Consigliera Straface, le carte le ho lette; quindi, da dove è nato questo
numero? Da cosa è nato? Da dove? Ferrovie della Calabria gestisce tutto il
territorio calabrese? Non mi sembra, si passa velocemente verso l’utilizzo di altri
soggetti in questa operazione se si vuole fare un servizio funzionale ed
efficiente al territorio calabrese. Questi sono i temi da affrontare. Invito,
quindi, la Giunta regionale e questo Consiglio regionale a riflettere meglio su
questo provvedimento, se vogliamo veramente mettere in campo
proposte che siano condivise dalla società calabrese, dai soggetti interessati
e da chi, anche in questo Consiglio regionale, cerca di svolgere il proprio
ruolo con passione, determinazione e con la convinzione che qui si debba
lavorare uniti per il bene della Calabria, dei calabresi e delle comunità che
rappresentiamo.
Grazie, collega
Bevacqua. Abbiamo concluso la discussione. Ha chiesto di intervenire il presidente
Occhiuto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho inteso intervenire, alla conclusione di questo
dibattito, perché questa proposta di legge, presentata dalla consigliera Straface,
nasce da una discussione interna al governo regionale e io ho chiesto alla
consigliera Straface di approfondire questo aspetto e di ragionare in ordine a
una proposta di legge che costruisse un percorso normativo per risolvere un
problema della Calabria.
Mi ha stimolato l'intervento del consigliere Lo Schiavo. Non so se sono
keynesiano o no, se sono più keynesiano del consigliere Lo Schiavo o della mia
maggioranza, so che interpreto la funzione di governo e anche la funzione
legislativa come funzioni che debbono essere orientate alla soluzione dei
problemi.
Le leggi servono a costruire un percorso normativo per affrontare e
risolvere problemi, gli atti del governo regionale sono atti che dovrebbero
andare nella direzione di affrontare problemi e trovare, se possibile, delle
soluzioni.
E allora, come ha fatto bene la consigliera Straface, partiamo dal
problema: mi occupo direttamente del governo del settore turistico da qualche
mese e stiamo ragionando in ordine alla necessità di pensare ad un brand del turismo da proporre a livello nazionale e
anche a iniziative di breve periodo. Abbiamo pubblicato un avviso per
potenziare l'offerta turistica dei nostri alberghi, dotandoli di servizi per la
connessione più veloce a Internet e per altre attività che i turisti possono
svolgere negli alberghi. Probabilmente uscirà anche un'altra manifestazione di
interesse, da qui a breve, perché ho verificato che in tutto il Mezzogiorno,
per esempio, non ci sono strutture ricettive specializzate sul turismo
familiare. Eppure, molti turisti, molte giovani coppie quando devono spostarsi
cercano di verificare dove ci siano delle strutture con nastri di servizio baby sitting,
mini club. Tutto questo perché, mentre ragioniamo sulla costruzione di un brand turistico per una regione che non è solo mare
ma anche montagna, cultura e tante altre cose, dobbiamo cercare di aggredire target turistici, che possono essere
aggrediti nel breve periodo.
Quindi stiamo realizzando una serie di iniziative che vanno in questa
direzione.
Abbiamo fatto anche una valutazione delle criticità, con soggetti
specializzati. Per la verità, l'abbiamo fatta già prima che io mi occupassi di
turismo, perché avevo consigliato all'Assessore al turismo di ragionare anche su
quanto percepito dai turisti, rispetto alla Calabria, e sulle esperienze che
raccontano una volta che vanno via dalla Calabria.
Abbiamo constatato, attraverso un'analisi qualitativa anche del percepito,
che in cima alle criticità si segnalavano due aspetti. Il primo è la difficoltà
di raggiungere la Calabria - stiamo investendo sul sistema degli aeroporti,
l'avete visto – e, a volte, si tratta di un falso problema perché la nostra
regione non è meno raggiungibile di altre, anzi; il Lazio ha due aeroporti, noi
ne abbiamo persino 3.
Ci sono zone d'Italia dove hanno sviluppato percorsi turistici
d'eccellenza che hanno consentito di riscoprire e rivalutare borghi e non hanno
strade migliori di quelle calabresi. Questo è un aspetto reale e concreto, ma,
probabilmente, è anche frutto di un luogo comune.
La seconda criticità - questa però non riguarda un luogo comune - è
riferita ai turisti, a quelli che sono stati in Calabria e che riferiscono,
poi, che il problema maggiore che hanno avuto in Calabria è quello legato alla
mobilità interna.
Diceva il consigliere Alecci: “Ci sono dati per misurare?” Sì, forse
alcuni dati più quantitativi possiamo anche ricercarli, ma noi siamo calabresi
e sappiamo che questo problema esiste; lo sappiamo ancor meglio di tanti
turisti, di tanti italiani e stranieri che si sono recati in Calabria e che,
per esempio, sono andati a Tropea e hanno deciso di andare, poi, a vedere i
Bronzi di Riace e non hanno trovato il modo di raggiungere Reggio Calabria.
È un problema se noi non colleghiamo gli hub calabresi, sia quelli infrastrutturali
al servizio del turismo sia i diversi spoke
turistici, cioè i borghi, i presidi della Magna Grecia, la grotta del Romito; se
non li colleghiamo tra di loro, è evidente che questa è una debolezza che
incide sullo sviluppo turistico della Regione.
Allora, diceva bene il consigliere Lo Schiavo, a volte il governo
regionale si segnala non per essere keynesiano, ma si segnala forse per un alto
livello, lui diceva - lo diceva in termini chiaramente non positivi - di
creatività legislativa. Questo è un provvedimento molto creativo dal punto di
vista legislativo, un provvedimento originale. Sì! Perché se il governo
regionale ha necessità di affrontare un problema nel tempo minore possibile a
volte deve fare ricorso anche a strumenti creativi, perché, come dice la
consigliera Bruni, questa è una materia che non ha una disciplina regionale organica.
La legge uadro nazionale dice
che la Regione dovrebbe legiferare rendendo questa materia organica; la Regione
decide se delegare, quanto delegare e cosa delegare ai Comuni.
C'è, peraltro, proprio in questo contesto la necessità di superare il
livello comunale per certi aspetti, perché l'offerta è un'offerta regionale; se
noi dobbiamo collegare i diversi spoke turistici
della Calabria, dobbiamo avere un'offerta di trasporto a domanda che sia
regionale e dobbiamo anche evitare alcune strutture del passato. Sia il
consigliere Alecci sia il consigliere Lo Schiavo hanno evidenziato come, in
passato, ci siano stati comportamenti opportunistici da parte di operatori privati,
a volte anche assecondati dai Comuni per ragioni - qualcuno di voi lo
evidenziava - di bilancio e ci sono stati piccolissimi Comuni che hanno
rilasciato centinaia di autorizzazioni.
Queste autorizzazioni quando si rilasciano a persone fisiche, poi, possono
essere esercite - così si dice - su tutto il territorio nazionale e quindi
hanno un valore che, a volte, non diventa un valore per la Regione, ma diventa un
modo per assecondare anche comportamenti, tra virgolette, opportunistici.
Per risolvere questo problema del deficit di trasporto a domanda in
Calabria ho chiamato, qualche mese fa, l'amministratore delegato di Uber che,
peraltro, mi ha detto che l'applicazione di Uber, in Calabria, viene aperta migliaia
e migliaia di volte, perché molti turisti, quando vengono in Calabria e non
sanno come spostarsi, provano ad aprire l’applicazione di Uber, poi, non
trovano nessuno. Ho chiesto perché non facciano qualcosa anche in Calabria per
risolvere questo problema e mi hanno risposto: “Non possiamo farlo perché in
Calabria non c'è una platea sufficiente costituita da tassisti e da persone che
abbiano licenze di NCC e, quindi, non è possibile risolvere questo problema con
l'offerta attuale.”.
Lo sapete meglio di me: sono pochi i tassisti in Calabria, sono poche le
licenze di NCC in Calabria, altrimenti questo problema del reticolo dei
collegamenti al servizio del turismo non l'avremmo, se l'abbiamo è perché,
evidentemente, il mercato non riesce a dare una soluzione a questo problema.
E allora ritorniamo al tema della creatività, dell'originalità: se
vogliamo risolvere un problema, dobbiamo metterci nella condizione di avere più
strumenti potenziali utili a risolverlo. Non è detto che ciò che stabilisce
questa norma diventi, poi, un atto amministrativo perché può darsi che
all'esito del dibattito che si genererà in Consiglio si possa trovare anche una
modalità alternativa per generare offerta. Noi abbiamo una situazione per cui
in Calabria c'è una domanda di trasporto da parte dei turisti e non c'è
un'offerta.
Allora se c'è una modalità per generare velocemente offerta, ben venga,
suggeritecela magari, facciamo un incontro con l’ANCI; il tema è che neanche i
Comuni hanno tutta questa libertà di dare concessioni, perché proprio le
esperienze perniciose del passato, che hanno riguardato alcuni piccoli Comuni,
inducono molti Comuni ad avere dei regolamenti molto restrittivi. Allora che facciamo?
Stiamo fermi?! Non risolviamo il problema? Cerchiamo di mettere nella nostra
cassetta degli attrezzi tutti gli strumenti che, potenzialmente, possono essere
utili a risolvere nell'immediato un problema che è gigantesco per lo sviluppo
del turismo nella nostra regione.
E allora l'idea di Ferrovie della Calabria perché nasce? Perché se la
Regione deve dare una quota di licenze che, magari, non delega ai Comuni, può
farlo più facilmente se lo fa attraverso una società in house.
Poi - è evidente - anche io ho tutte le preoccupazioni che ha ogni
amministratore che amministri, come stiamo cercando di fare noi, quando si
danno ulteriori funzioni a società in house della Regione.
Vorrei che a volte venisse riconosciuto che questo governo regionale è l'unico,
consigliere Mammoliti, che in un anno e mezzo di attività non ha generato
precariato. Molti governi regionali ci avevano abituato a interpretare la
funzione delle società in house e degli enti strumentali della Regione come più
dedicate a ragioni clientelari, che inducevano a generare precariato, che non
alla soluzione di problemi. Anche io ho questa preoccupazione! Per cui, per
esempio, se dovessimo attuare una progettualità del genere, attraverso un
percorso amministrativo, eviterei di pensare, se fossi al posto del management
di Ferrovie della Calabria, ad assumere 200 persone per fare questo tipo di
attività e forse si potrebbero stipulare altri tipi di contratti, legati alla
soddisfazione del cliente, un po' come fa Uber.
Uber dà agli operatori che accompagnano i turisti una valutazione che,
poi, è anche premiale in termine economici. È da verificare. Lì siamo al passo
successivo, a quello della trasformazione del percorso definito dalla legge in
un atto amministrativo.
State sicuri che lo faremo con tutte le cautele del caso, perché credo che
noi possiamo dire - avendolo dimostrato in quest’anno e mezzo - che quando realizziamo
un’azione amministrativa non lo facciamo perché siamo stimolati da impulsi
clientelari, ma perché vorremmo risolvere un problema che in passato nessuno ha
affrontato e nessuno ha risolto.
Lo dico con grande chiarezza: so che questo testo ha una formulazione, dal
punto di vista della capacità di reggere al vaglio la parte del Governo, un po'
ardita. Altre volte vi ho detto, quando abbiamo approvato delle leggi in
Consiglio regionale: “Vedrete che non sarà impugnato”.
Non lo so se questo testo resisterà al vaglio del Governo; ce la metterò
tutta perché resista al vaglio, ma è una soluzione, anzi l’unico strumento che
in questo momento possiamo mettere in campo per
affrontare e tentare di risolvere, nell'arco di qualche mese, un problema che,
altrimenti, aspettando - e qui, sì, consigliere Lo Schiavo, sono un po'
keynesiano - che il mercato funzioni compiutamente, non risolveremmo. Ho grande
rispetto del mercato, però credo che il decisore pubblico debba, in qualche
modo, affrontare le criticità che il mercato non riesce a risolvere.
Ho grande rispetto del sistema dei Comuni e questa norma non vuole
intervenire a gamba tesa su di essi; non si inibisce in alcun modo ai Comuni la
possibilità di dare delle licenze, quindi, ho grande rispetto del sistema dei Comuni.
Consentitemi, però, un inciso fuori argomento, perché qualcuno - il
consigliere Lo Schiavo sempre - diceva prima: “Ma questo governo regionale ha
proposto, per esempio, la legge di riforma dell'idrico, ha commissariato
l'autorità comunale e lo ha fatto senza concertarla con i Comuni”. ArriCal, che è la nuova autorità comunale, oggi ha - grazie
alla concertazione costante che c'è stata col sistema delle autonomie locali -
una platea che da qui a qualche settimana ci consentirà di affidarla alla governance
dei Comuni ed eleggere l'assemblea.
Perché dico questo? Perché mi sono molto arrabbiato ieri! Mi ha scritto un
mio amico dicendomi che un economista importante, Giavazzi, un collega del
professore Minenna, più anziano di lui, in una trasmissione della RAI, Agorà,
diceva: “Guardate quello che succede in Calabria, dove sull’idrico ci sono da
10 a 15 società municipalizzate, ciascuna con un Consiglio d’amministrazione
fatto per accontentare i politici che gestiscono l'acqua; non c'è il soggetto
unico, non c'è un’Autorità e non c'è il soggetto unico cosiddetto gestore unico
del ciclo integrato delle acque”.
Perché mi sono arrabbiato? Perché la percezione che nel Paese si ha della
Calabria spesso è sbagliata! In Calabria, grazie a quella riforma e grazie a
quello che abbiamo fatto sulla SORICAL, oggi il soggetto unico c’è! Scriverò
una lettera a Giavazzi per dire: “Professore, si documenti, si aggiorni perché
la Calabria oggi non è quella di 5 o 10 anni fa; oggi il soggetto unico
sull’idrico c'è, lo abbiamo istituito in un anno soltanto, abbiamo posto pure in
liquidazione SORICAL, abbiamo affidato a SORICAL il compito di essere soggetto
unico, soggetto unico del ciclo integrato delle acque”.
Perché l'abbiamo fatto così velocemente? Perché questo racconto della
Calabria, dovuto alle inadempienze di chi ha governato la Calabria negli anni
passati, rappresenta una grandissima barriera allo sviluppo di questa Regione.
Allora se il Presidente della Regione deve anche litigare con qualche
Sindaco per fare ciò che è giusto per la Calabria e per i calabresi, state
sicuri che il Presidente della Regione lo farà! Oggi, posso scrivere a Giavazzi
per dire che questa non è la Calabria che viene raccontata. Non è più la
Calabria che viene raccontata!
Se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto, anche rischiando,
consigliere Lo Schiavo, di non essere compresi dal sistema dei Comuni - poi ci
ha compreso, tant'è che hanno aderito ad ArriCal -
questo risultato noi oggi non potremmo vantarlo.
Ecco, oggi su un altro ambito più piccolo, meno decisivo dell'idrico,
stiamo procedendo nello stesso modo, con l'atteggiamento di chi vuole risolvere
i problemi.
Ho
risposto a tutti quelli che sono intervenuti e li ringrazio per i contributi
che hanno offerto. Non ho risposto all'ultimo intervento, quello del
consigliere Bevacqua, un po' perché, come al solito, non l'ho capito, un po'
perché diceva: “Questa è una legge fatta per fare un favore a qualcuno, è una
marchetta.”.
Capisco
che ciascuno giudichi gli altri col proprio metodo e col proprio metro; ho il
dubbio che chi lo fa, lo faccia perché è abituato a frequentare persone che in
politica fanno marchette, fanno favori, fanno favoritismi. Per fortuna non
siamo tutti uguali. Per fortuna questa Regione, oggi, ha un governo regionale
che marchette e favoritismi non ne fa.
Grazie,
Presidente.
(Applausi)
Ha
chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Ho sentito l'appello del nostro signor Presidente della
Giunta, Occhiuto, sempre appassionato su questi temi.
Voglio
inserire due note di colore, signor Presidente. La prima riguarda la
reputazione della nostra Regione che, come lei sa, nella stagione balneare è
data soprattutto dal pregio di avere tanti Comuni bandiera blu; i turisti
stranieri, quando si recano in località balneari, una delle prime cose che
vanno a vedere è se all'interno di quelle regioni siano presenti Comuni
bandiera blu per la qualità delle acque.
Le
do una notizia che mi preoccupa e che immagino lei non conosca - credo non la
conosca – e cioè che sembra che quest'anno quei pochi finanziamenti che
venivano dati ai Comuni bandiera blu per fare le giornate ecologiche, la
pulizia dei fondali, il pattugliamento delle spiagge, siano stati tagliati e
non vengano dati ai Comuni che, quindi, avranno difficoltà a mantenere un’elevata
qualità dei servizi e rischieranno di perdere questo importante vessillo. Spero,
quindi, che saremo consequenziali, poi, che le parole si tramutino in fatti e che
un suo intervento possa riallocare delle risorse per continuare a sostenere
queste eccellenze regionali.
Quando
parlavo dei dati, in realtà, non è che pretendessi che la consigliera Straface approfondisse
chissà quali grossi studi. Intanto mi avrebbe fatto piacere capire qual è il
target dei turisti che frequentano la nostra regione, perché il servizio di
noleggio con conducente, quindi l'utilizzo di questo mezzo di trasporto, è per
un target medio, medio-alto, e quindi era giusto capire se, in effetti,
rispondesse alle esigenze del turismo che viene a far visita nella nostra
regione.
Poi,
vorrei cristallizzare un dato, perché questa è una scommessa della Regione che
porterà avanti e io mi auguro che vada bene: dire che è necessaria perché c'è
stato il 100 per cento in più di turisti stranieri è un po' prenderci in giro!
Ho controllato e i dati fanno riferimento agli anni del Covid. Rispetto al 2019
- cara consigliera Straface, se vuole le mando la scheda che è pubblicata - il
turismo straniero fa -50 per cento, nel 2022 rispetto al 2019 fa -50 per cento di
turismo straniero, -23 per cento di arrivi nel suo totale.
Non
ha ascoltato bene. Poi chiarisco.
No,
guardi, io avrò mille difetti, ma ho una dote: sono sempre attento ai vostri
interventi quando, soprattutto, c'è una proposta di legge.
Lei
diceva: “Nel 2022 c'è stato il 110 per cento in più di…”; i primi nove mesi del
2022, confrontati al 2021 e 2020, anno in cui, per il covid, i turisti
stranieri in Italia non potevano venire, collega Straface. Chiudiamola qua,
perché non è sostanziale, però è giusto, poiché siamo in diretta streaming…
Consigliere
Alecci, la dichiarazione di voto. Tre minuti sono passati.
Credo
che per l'intelligenza dei calabresi che stanno ascoltando sia giusto anche fornire
i dati in maniera corretta e per tale motivo il mio voto sarà contrario. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente.
Non
volevo intervenire, però il presidente Occhiuto, che è un mio grande attrattore
di energia positiva nel commentare quelle che sono le sue idee - ho ascoltato
attentamente quello che ha detto - ha parlato di miglioramento di mobilità
turistica.
Il
mio voto è contrario su questa legge, perché noi da legislatori abbiamo un
ruolo differente. Lei lo sa meglio di me, ha molta più esperienza di me, c'è un
Settore che si chiama Settore assistenza giuridica che ci dà dei consigli sui
provvedimenti che approviamo in quest'Aula; quando ci sono, appunto, degli
organi preposti che ci informano che potrebbero esserci problemi sulle
competenze di una determinata materia, poi, noi ci regoliamo sul nostro voto ed
ecco perché io voto contrario. Però lei, presidente Occhiuto, ha detto che
attraverso l’approvazione di questa norma ci potrebbe essere un miglioramento
della mobilità turistica.
Mi
permetto di dirle, visto che lavoro da 20 anni nel mondo del turismo, che c'è
un problema serio, come lei ha già detto, di mobilità turistica, ma se lei
pensa di migliorare la mobilità turistica con 200 autorizzazioni NCC penso che
non abbia capito qual è il vero problema di questa regione.
Quando
la attacco sulle infrastrutture, non guardo soltanto al problema di salvare
vite umane, che purtroppo perdiamo sulle nostre infrastrutture stradali, ma mi
riferisco, soprattutto, - da operatore
turistico me ne rendo conto – alle difficoltà sempre maggiori di raggiungere
questa regione; è sempre più difficile soprattutto in una parte della regione
che, secondo me, lei non conosce bene e che è la costa est della Calabria, il
mio territorio, che non è raggiunta da alcun turista straniero.
Lei
ha citato Tropea che - mi rendo conto - è il fiore all’occhiello della Calabria,
ma oggi Tropea diventa meta turistica per un semplice motivo: ha un'uscita
autostradale a 20 km, a Pizzo, ed ha l'aeroporto internazionale di Lamezia;
quindi, i turisti stranieri che riescono a raggiungere quella meta sono molto
più avvantaggiati, per esempio, rispetto a una meta, come la collega Straface
conosce bene, che è Corigliano Rossano, che ha il primo aeroporto a due ore e
mezza di macchina.
Penso
che lei da Assessore al turismo oltre che da Presidente della Giunta si debba
concentrare su questo: migliorare, se lei vuole migliorare - sono convinto che
voglia migliorarla - la mobilità turistica di questo territorio, creando delle
infrastrutture ferroviarie, infrastrutture stradali e poi, subito dopo,
affrontare questo tipo di discorso.
L’assessore
Staine sorride, io mi metterei a piangere, perché da
operatore turistico le posso garantire che abbiamo difficoltà, purtroppo, nel
far arrivare in Calabria turisti non solo stranieri ma anche italiani ed è
vergognoso nel 2023.
Grazie.
Il suo voto?
Contrario.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo
innanzitutto per stigmatizzare l'intervento del presidente Occhiuto che, ogni
qualvolta si sente toccato, ha delle reazioni spropositate al ruolo che
esercita e alla funzione che svolge in quest'Aula; lo pregherei di evitare di
fare insinuazioni che sono fuori luogo e che non hanno senso nella discussione
politica, perché – ripeto - lo dicono in tanti che questa è un'operazione che
non si giustifica in nessun modo, ma viene interpretata come - lo devo
ripetere? - una marchetta.
Non
lo dico io, lo dicono in tanti, in queste ore, e io mi sono permesso di
dirglielo per evitare che questo potesse diventare argomento molto diffuso,
molto dibattuto nei prossimi giorni in Calabria. Mi ero permesso, quindi, di
evidenziare queste cose non perché io abbia qualcosa contro il progetto, contro
la società scelta, ma ci sarebbero stati tanti modi per farlo - lo ripeto - tra
cui quello di rimodulare il piano dei trasporti, coinvolgendo le società dei
trasporti e costringerle a offrire servizi migliori sul territorio calabrese, cominciando
dallo Jonio per finire al Tirreno e dalle zone turistiche; evitando, quindi,
che, magari, questa operazione venisse vista come realizzata ad hoc
verso qualche società, qualunque essa sia, Ferrovie della Calabria o Mimmo
Bevacqua o Mammoliti. Il target è quello.
Oggi
noi diamo 200 licenze di noleggio a conducente a un’unica società.
Questo
è il tema! Poi non ho capito l’intervento del presidente Occhiuto: come sarà
fatta? Anche lui dice: “Non lo sappiamo, è un tentativo perché non sappiamo
come sarà fatto, tramite contratti con privati…”; non si capisce nemmeno il senso
di questa operazione da lanciare nei prossimi giorni.
Era
questo, noi abbiamo fatto solo osservazioni; poi qualcuno parla più lentamente,
qualcuno più velocemente, qualcuno è meno bravo, ma credo che bisogna smettere
in questa Aula di utilizzare parole offensive nei confronti di qualcuno, perché
c'è il rispetto dei ruoli e delle funzioni, altrimenti cambieremo anche noi il
nostro atteggiamento in quest'Aula; c'è tanto rispetto verso i ruoli della
maggioranza e delle opposizioni, però le posizioni personali devono essere
salvaguardate perché c'è la persona, il consigliere regionale, e il ruolo che
svolgiamo in quest’Aula.
In
questo momento siamo opposizione e l’opposizione la faremo sempre in maniera
intransigente, non strumentale ma propositiva per la nostra terra, e riteniamo che
questo provvedimento non aiuti ma alimenti un dibattito in negativo, non in
positivo, per la nostra terra.
Grazie,
collega Bevacqua. Lei ha definito in termini troppo bassi questa proposta e ha
offeso tutta la maggioranza.
(Voci fuori microfono)
Va
bene, grazie. L'ha già detto più volte, grazie.
Per
dichiarazione di voto ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Presidente,
intervengo soltanto per una precisazione - non me ne voglia il collega Alecci -benevola,
nel senso che accusare questa Giunta regionale sulla bandiera blu è veramente
paradossale, se teniamo conto che quest'anno sono state assegnate alla Calabria
17 bandiere blu dalla FEE, 17.
Siamo,
dopo la Liguria e la Toscana, la terza regione in Italia per bandiere blu.
Pensi
che fino a tre anni fa erano due le bandiere blu in Calabria e, invece, da
quando c'è questo Governo regionale di centro destra siamo arrivati a 17, siamo
la terza in Italia; quindi, dire che noi non facciamo nulla per le bandiere blu
mi pare veramente paradossale. Stavolta, secondo me, ha veramente preso una
cantonata! Ha preso davvero una cantonata! Pensi che il Lazio ne ha persa
qualcuna ed è a 10.
Ho
capito il suo intervento, l’ho capito bene.
Non
si tratta di dare i 30 mila euro all’anno ai Comuni che hanno la bandiera blu
perché, sicuramente, la programmazione regionale li darà. La bandiera blu si
ottiene per una serie di fattori, che lei conosce benissimo, e sono oltre 30,
ma che riguardano, soprattutto e anche, chiaramente, dando un punteggio
maggiore, le acque pulite.
Io
credo che il lavoro che è stato fatto l'anno scorso sulle acque in Calabria
abbia fatto sì che noi salissimo addirittura la classifica e la Calabria
diventasse la terza regione in Italia per bandiere blu, consigliere Alecci. Credo
che questa Regione stia facendo moltissimo in questo settore. Grazie.
Grazie,
collega Graziano. Per dichiarazione di voto ha chiesto di intervenire la
collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, sarò brevissima.
Sinceramente,
mi sarei aspettata dall'opposizione interventi un po' diversi - mi riferisco al
consigliere Alecci - rispetto a quella che è la funzione legislativa e il
compito delle Commissioni. C'è stata una proposta di legge discussa in
Commissione, sono stati aperti i termini anche per la presentazione degli
emendamenti e non è arrivato un solo emendamento che andasse verso questa
direzione. Quindi, non si può arrivare in Consiglio regionale, puntualmente, a
dire: “Voi siete cattivi e noi siamo i buoni”. Assolutamente.
Ci
sono degli strumenti, ci sono dei tempi che devono essere rispettati, in
considerazione del ruolo del consigliere regionale.
Per
quanto riguarda i dati, noi siamo di fronte ad una certezza che non può essere
assolutamente smentita: ad una domanda non corrisponde un'offerta.
Poi,
mi rivolgo al consigliere Tavernise: probabilmente non lo conosce bene lei il
territorio, perché io conosco realtà e strutture ricettive del nostro
territorio, dove ci sono 700 posti letto, ci sono campeggi in cui quest'anno, quest'estate,
c'è stato un incremento turistico…
Concluda,
collega.
Nel
momento in cui mi riferisco ai primi nove mesi, il raffronto viene fatto tra i
primi nove mesi del 2021 e i primi nove mesi del 2022, con un incremento del +
20,9 per cento di turismo italiano, + 100,1 per cento, rispetto al turismo
straniero, e sono certa che quest'anno l'incremento sarà ancora maggiore.
Consigliere
Bevacqua, non penso che il presidente Occhiuto sia stato offensivo.
Lo
stile, ritengo, che sia completamente diverso rispetto alle accuse di bassa
leva che sono state fatte dal consigliere Bevacqua. Quindi il nostro voto è favorevole.
Grazie
Grazie.
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con
richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Mi
era stata chiesta l'inversione dell’ordine dei lavori per esaminare prima
l'ordine del giorno, la mozione e la risoluzione.
Votiamo
per l'inversione. L'inversione e approvata.
Passiamo
all'ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Bevacqua e Graziano:
“Dimensionamento rete scolastica”. Cedo la parola al proponente, collega
Graziano, prego.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, l'ordine del giorno in questione intende
sollecitare un'azione immediata da parte del Governo regionale in merito alla
disposizione sul dimensionamento della rete scolastica, contenuto nella legge
finanziaria nazionale varata lo scorso dicembre.
Come
si evince dai dati puntuali riportati, tali disposizioni prefigurano una
graduale riduzione di classi e plessi scolastici, soprattutto nei Comuni più piccoli,
con particolari incidenze sulle aree interne già disagiate per la
desertificazione dei servizi e conseguentemente della popolazione, imponendo un
coefficiente non inferiore a 900 alunni a partire dall’anno scolastico
2025/2026, un contingente organico non superiore a quello dell'anno precedente.
Il calcolo è presto fatto: il numero dei presidi si dimezzerà e in Calabria si
dovrà provvedere a 140 fusioni di plessi scolastici.
La
scuola non è un costo secondo noi, è un presidio dello Stato ed è un investimento
sul futuro e prima di tutto è un diritto per i ragazzi studiare.
Di
fronte al calo demografico non ha alcun senso colpire il diritto
all'istruzione, bisognerebbe invece, con urgenza, intervenire sui parametri
introdotti dal DPR 81 del 2009 che, riformulando il decreto ministeriale numero
331 del 1998, innalzò i limiti per la formazione delle classi portandoli per
infanzia e secondo grado, rispettivamente, a 27 e 30.
Per
una riforma credibile della scuola occorre non solo tornare ai parametri e ai
valori previsti nel 1998, ma, proprio in ragione della denatalità e del calo
demografico, è necessario fissare parametri inferiori, tali che il numero di
venti alunni per classe risulti essere uno standard per il nostro Paese. Altre
Regioni hanno già sollevato la questione davanti alla Corte costituzionale.
Noi
chiediamo, quindi, l'impegno della Giunta regionale - siamo certi che ci sarà -
di attivarsi in tutte le sedi istituzionali per contrastare la riduzione del
numero delle istituzioni scolastiche sui territori calabresi. Grazie,
Presidente.
Grazie.
Pongo in votazione l'ordine del giorno. L'ordine del giorno è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 50/12^ di iniziativa dei consiglieri Lo Schiavo e Mammoliti
recante: “Messa in sicurezza scoglio di Santa Maria dell'isola di Tropea”.
Cedo
la parola al proponente, collega Lo Schiavo, per l'illustrazione. Prego.
Sì,
Presidente. Come, ovviamente, tutti i consiglieri colleghi sanno, negli scorsi
giorni vi è stato un evento che ha colpito la rupe di Tropea. È stato un evento
particolarmente rilevante che poteva avere delle ripercussioni particolarmente
gravi anche per l'incolumità fisica; per fortuna in quel momento lo spazio
antistante la rupe era vuoto, quindi, non abbiamo avuto conseguenze peggiori
però, ovviamente, noi dobbiamo scongiurare il rischio di perdere questo nostro
tesoro naturalistico, perché ormai è da anni che si parla della rupe di Tropea,
dei suoi rischi, dei suoi smottamenti.
Vi
era una richiesta di un finanziamento nel 2020 da parte dell'amministrazione
comunale. Noi abbiamo l'obbligo, non solo come consiglieri ma come cittadini
calabresi, in relazione a quello che è stato detto poco innanzi dal presidente
Occhiuto, di difendere le nostre peculiarità.
Il
simbolo della rupe di Tropea è un simbolo che vale nel mondo, non vale solo in
Calabria. A mio avviso, dovrebbe essere riconosciuto come patrimonio mondiale
dell'Unesco, ma al di là di questo noi possiamo fare qualcosa, noi dobbiamo
lanciare subito un segnale di vicinanza a quella comunità e dobbiamo impegnare
la Giunta affinché questo tratto di costa e questa peculiarità e queste
bellezze del territorio calabrese non siano messe a rischio dal tempo,
dall'incuria dell'uomo, dalla nostra incapacità di combattere l'erosione
costiera, dalla nostra incapacità di prevedere prima quello che può accadere e
che puntualmente è accaduto. Ed è per questo che con il collega Mammoliti
abbiamo recepito le preoccupazioni, le istanze degli operatori turistici che ci
chiedono solo una cosa: intervenire subito e impegnare la Giunta affinché si
possano evitare, anche a breve, ulteriori frane, ulteriori smottamenti.
Qualcuno
già annunciava ulteriori cedimenti. Io spero che sia un errore, ci si sbagli,
però è evidente che tutto questo è messo a rischio. Non è importante, quindi,
di chi sia la proprietà di quella rupe - in questo caso, mi riferisco anche a
eventuali titolarità, c'è un Santuario - ma l'impegno che, come Consiglio
regionale calabrese, dobbiamo prendere. A mio avviso è un interesse trasversale:
ho altri colleghi del mio territorio che sicuramente hanno ricevuto le mie
stesse sollecitazioni, hanno svolto ulteriori attività e impegni e avranno, con
i loro canali, già attivato le loro forze e competenze. Però ora tutti assieme
dobbiamo dire che Tropea è patrimonio della Regione Calabria, è patrimonio del
Paese, è patrimonio del Mondo e non possiamo correre i rischi che la sua Rupe
possa ulteriormente franare.
È
per questo che invito tutti i colleghi, al di là di maggioranza e opposizione,
a lanciare questo segnale politico di impegno alla Giunta affinché si trovino
le risorse per affrontare i primi interventi; ci sono degli interventi,
sicuramente, a medio e lungo termine, ma ci sono anche degli interventi immediati
per rimettere in sicurezza quel costone e per avviare una ristrutturazione di
tutto il contesto che circonda la Rupe di Tropea e la costa di questa città.
Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Lo Schiavo.
Ha chiesto di intervenire il
collega Comito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ringrazio
anche i consiglieri Lo Schiavo e Mammoliti per aver presentato questo ordine
del giorno.
È vero: siamo un po' tutti sul
pezzo, stiamo cercando tutti quanti di dare una mano e, ancor di più, come ha
dichiarato anche il sindaco di Tropea, l'avvocato Macrì, la Regione ha
dimostrato di essere stata da subito vicina e la Protezione Civile, nell’immediatezza
di quella sera del 7 aprile, è intervenuta per mettere in sicurezza la zona.
Se può servire, consigliere Lo
Schiavo, le posso dire che è già arrivata la relazione tecnica sulla
fattibilità da parte dell'Ufficio tecnico del Comune di Tropea, questo ieri, a
firma dell'architetto Gabriele Crisafio, che è il
responsabile dell'Ufficio tecnico, e del geologo, il consulente, il dottore
Teodoro Aldo Battaglia; è una relazione sulla progettazione preliminare degli
interventi di somma urgenza che vanno fatti sul consolidamento dello scoglio,
su cui è situata la chiesa di Santa Maria dell'Isola, e, in particolare, dei
versanti nord-ovest dell'isolotto che hanno subito la frana, sotto cui passa la
galleria che si percorre a piedi, e un po' meno il versante nord-est.
Tutto è dovuto, se mi consente
il termine, alla desquamazione di scarpate verticale di rocce assolutamente
tenere; infatti, come vedremo anche dalla relazione tecnica e quindi dalle caratteristiche
geo meccaniche, la rupe è composta di materiale, assolutamente, tenero dal
punto di vista delle resistenze.
La relazione pone in evidenza:
l'area di intervento, la definizione delle caratteristiche, appunto, meccaniche
del materiale presente in sito e gli interventi urgenti da eseguire, necessari
per la stabilizzazione della rupe e della galleria naturale che c'è sotto,
dando priorità alle situazioni ritenute maggiormente critiche e per mezzo di
soluzioni tecniche a basso impatto paesaggistico.
Le indagini geo strutturali
hanno evidenziato, appunto, i valori di resistenza, secondo l’attuale
classificazione vigente, che è la classificazione di “Beniawsky”,
di materiale debole e molto debole dal punto di vista di resistenza alla
compressione mono assiale della rupe stessa, e poi i parametri geotecnici di
calcolo che servono all'aderenza tra bulbo di ancoraggio e terreno.
Non mi soffermo su queste
caratteristiche, ma è stata fatta anche la tipizzazione delle caratterizzazioni
sismica. Mi soffermo un po' di più, invece, sulla descrizione degli interventi
urgenti che dovranno esser fatti: interventi di stabilizzazione di natura
meccanica dei versanti dell'isolotto, esposti a nord-ovest e a nord-ovest, in
particolare con chiodature localizzate e diffuse; interventi di stabilizzazione
di natura idraulica, con drenaggio sub orizzontale, interventi di ripristino
della rupe, con chiusura degli scassi e mascheramento delle opere, e poi la
messa in sicurezza della galleria naturale;
Gli interventi di
stabilizzazione sono le chiodature, che sono di due tipi: a carattere locale e
a carattere diffuso; servono appunto a un sistema di ancoraggio e al
consolidamento strutturale della rupe stessa; vengono utilizzate delle
chiodature a barre in acciaio zincate di 22 mm per mezzo di perforazioni di 70
mm di diametro, l'interasse tra i chiodi sarà di circa un metro e mezzo e la
lunghezza complessiva delle barre va da 6 a 9 metri.
La messa in sicurezza, poi,
della galleria, infatti nella parte sommitale della volta della galleria
laterale si è rilevata la presenza di un affioramento, costituito da clasti
centimetrici immersi in una matrice sabbiosa; tale affioramento costituisce un serio
pericolo per coloro che transitano nella caverna e si dovrà, pertanto,
procedere al disgancio dei clasti in precarie condizioni
di equilibrio e alla messa in sicurezza di tutta la volta della galleria
naturale, tramite l'installazione di reti con opportune chiodature in aderenza
alla volta, in modo da limitarne l'impatto visivo; logicamente, tutti gli
interventi verranno poi, specialmente quelli di chiodatura, ricoperti dallo
stesso materiale della rupe proprio perché ci sia un impatto zero dal punto di
vista paesaggistico.
C’è un quadro economico che
prevede una spesa di quasi 3 milioni di euro e speriamo che ci sia la possibilità
di effettuare i lavori nel più breve tempo possibile, così come avvenuto per la
relazione tecnica che è arrivata a circa 10 giorni dalla frana. I tempi,
quindi, dovrebbero essere abbastanza spediti. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Comito. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
molto brevemente perché credo che sia il consigliere Lo Schiavo sia il collega
Comito, anche più dettagliatamente dal punto di vista tecnico, abbiano offerto
alla valutazione di quest’Aula il contenuto della mozione e la richiesta di
sollecitazione di impegno da parte del governo regionale per mettere in
sicurezza un luogo simbolo, una realtà importantissima dal punto di vista non
solo della bellezza del paesaggio, ma anche dal punto di vista di meta
balneare. Queste realtà, purtroppo, soffrono, come altre aree delle nostre
coste, di questo fenomeno a causa sia del territorio vulnerabile e fragile sia
del fenomeno dell'erosione costiere. Quindi, è giusto prestarvi tempestiva e
sollecita attenzione, così come stiamo facendo, sperando che anche le scelte
che si assumeranno andranno in queste direzioni.
Vorrei fare - poi chiudo - un
appello al governo regionale, perché in questi giorni ho appreso dalla stampa
che è in procinto la sottoscrizione di un Accordo di programma quadro. Questo Accordo
di programma quadro dovrebbe essere sottoscritto da alcuni Ministeri, dal
governo regionale e dalla provincia di Vibo Valentia.
Ora, visto che c'è questo
impegno dal punto di vista delle risorse, mettendo insieme tre Istituzioni
importanti come i Ministeri, il governo regionale e la Provincia di Vibo
Valentia, credo che non ci sia migliore occasione di questa per dare coerenza e
seguito ai contenuti di questa mozione e destinare a quella realtà le risorse che
pure venivano indicate in questo progetto immediato e tempestivo che è stato
preparato, in maniera tale che si possa dare sicurezza ad una realtà che fa
onore non solo a quella Provincia, ma all'insieme della nostra Regione. Grazie.
Grazie, a lei. Pongo in
votazione la mozione. La mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo adesso alla
risoluzione, a firma del consigliere Tavernise, recante “Istituzione di una
Commissione speciale-PNRR, monitoraggio sull'utilizzo dei Fondi europei ed
efficacia dei bandi regionali”.
Collega Tavernise, riporto
quello che mi hanno riferito da una riunione dei Capigruppo, l'iniziativa è
lodevole, però, poiché vanno valutati gli aspetti di ricaduta sul bilancio e
altri aspetti, questo tipo di monitoraggio può essere inserito in una
Commissione già esistente. La invito,
quindi, pur rimanendo a disposizione per discuterne in una prossima Conferenza
dei Capigruppo, a ritirarla per approfondirla e avere più informazioni
sull’eventuale creazione di una nuova Commissione.
Se lei è
d'accordo, altrimenti dovremmo votare sfavorevolmente e, onestamente, non penso
sia il caso perché l'iniziativa, come le ho detto, è lodevole.
Mi dica lei: la ritira? La ripresentiamo?
TAVERNISE
Davide (Movimento Cinque Stelle)
No, Presidente, la devo illustrare.
La illustra? È stata già inserita all'ordine del
giorno, quindi, lei può relazionare.
TAVERNISE
Davide (Movimento Cinque Stelle)
La ringrazio.
Però, a questo punto, la maggioranza voterà contro.
Si, intanto io la ringrazio per il suo spirito,
come sempre, collaborativo, Presidente, di cui le do atto e, quindi, la
ringrazio pubblicamente.
Scusi se la interrompo, ma voglio precisarle che nella
Conferenza dei Capigruppo non avevamo deciso l’inserimento, ma le ho consentito
di inserirla all’ordine dei lavori, ho fatto votare anche favorevolmente.
TAVERNISE
Davide (Movimento Cinque Stelle)
Assolutamente.
Se lei insiste, per me va bene.
Devo, devo farlo, perché è una
risoluzione che stiamo presentando come Movimento Cinque Stelle in tutti i
Consigli regionali d'Italia.
Ne approfitto, visto che ho la
fortuna di avere l'assessore Minenna di fronte: benvenuto, in bocca al lupo, Assessore.
Ho voluto proporre questa
risoluzione per un motivo molto semplice e cioè perché sono molto preoccupato
dai dati per quanto riguarda il PNRR - ho appena controllato il sito openPNRR.it
– in cui siamo ad un completamento della spesa pari soltanto al 17 per cento in
Calabria, a fronte di una previsione, alla fine di questo trimestre, del 38 per
cento.
L'altra volta abbiamo parlato
della vecchia programmazione dei Fondi comunitari, nello specifico i POR
2014–2020: rischiamo di perdere ben 700 milioni di euro se non vengono spesi
entro il 31 dicembre del 2023.
Attraverso questa risoluzione,
colleghi, vorrei rendere più centrale il nostro ruolo di monitoraggio nei
confronti dei Dipartimenti, perché secondo me possiamo fare molto di più,
soprattutto la maggioranza; assessore Minenna, mi duole dirlo, ma se lei va sul
sito calabriaeuropa.it, da Assessore di riferimento alla programmazione
unitaria, si renderà conto che oggi i Dipartimenti, sui bandi, sono
completamente fermi e poiché siamo l'ultima Regione in tutte le statistiche,
non solo d’Italia ma d'Europa, le chiedo una marcia in più, un sollecito in
più, nei confronti degli altri direttori generali dei Dipartimenti per evitare
che si possa perdere anche un solo euro.
Questa era la mia, colleghi,
intenzione, quella, appunto, di creare una Commissione speciale, poi potremmo
ragionare insieme sui costi, sugli oneri a carico del bilancio regionale, ma la
mia intenzione era propositiva e andava, appunto, in questa direzione.
La ringrazio, ancora,
presidente Mancuso, per la sua disponibilità.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sono
sorpreso dal fatto che il collega Tavernise abbia voluto andare ai voti su
questa risoluzione, per un motivo molto semplice: l'abbiamo inserita all'ordine
del giorno - non avevamo neanche letto, in verità, di cosa si trattasse - anche
per una questione di democrazia e di rispetto nei confronti delle minoranze e si
sa bene che se non avessimo votato noi favorevolmente non avreste avuto i due
terzi per poterla inserire all'ordine del giorno.
Però, l'abbiamo approfondita
durante i lavori abbastanza lunghi sui due punti precedenti e ci siamo anche
confrontati all’interno, non le nascondo, dei capigruppo di maggioranza.
Intanto le devo dire che, a
differenza di altri provvedimenti lei nella Conferenza dei capigruppo, che si è
tenuta lunedì, non ha minimamente accennato alla presentazione di questa risoluzione,
mentre altre, come quella sull’istruzione, sono state concordate dalla
Conferenza dei capigruppo; per una cosa così importante che va ad istituire una
Commissione speciale è evidente che ci volesse un approfondimento diverso.
Ogni volta che è stata istituita
una Commissione speciale - esistono quelle permanenti e quelle speciali - ci
sono state sempre un po' di polemiche, di discussioni e anche molti
approfondimenti e confronti perché sono Commissioni che, comunque, comportano
un costo perché un Presidente di Commissione ha diritto alla maxi-struttura,
quindi a una struttura maggiorata. Lei ha fatto molto bene i conti quando bisognava
istituire l'Assessore supplente e aveva quantificato cosa sarebbe costata una
struttura in più, addirittura parlava di 200-300-400 mila euro, allora è
evidente che questo maggiore costo, al di là se la proposta sia valida o meno o
sia condivisibile - non voglio entrare nel merito oggi – deve essere approfondito,
collega Tavernise. Questa Commissione quanto costerà alle tasche dei calabresi?
Lo chiedo a lei che fa parte del Movimento Cinque Stelle. Lei, oggi, secondo
me, avrebbe fatto una cosa buona e giusta, se avesse raccolto l'invito del
Presidente che non era di bocciatura: “Approfondiamolo in una discussione, in
un confronto nella Conferenza dei capigruppo”. È evidente che ci poniamo anche
un problema di costi.
Lei su questo non può
addirittura rimproverarci, mi pare che sia razionale, ragionevole da parte
nostra riflettere su questo, è opportuno riflettere su questo e lo dico proprio
a lei che fa parte di un movimento che della questione dei costi nelle Aule
parlamentari, Aule consiliari, fa una bandiera da quando è nato.
Ecco, ci ha sorpreso molto
questo atteggiamento di voler sottoporre ai voti la risoluzione quando, fra
l'altro, si possono valutare anche altre ipotesi. Ad esempio, se ne potrebbe
interessare la Commissione bilancio. Non voglio dire ora quali approfondimenti
si possono fare, esistono Commissioni che già si interessano di Fondi
dell'Unione Europea, poteva essere inserita all'interno di un contesto di
Commissioni permanenti tipo quella del bilancio, della programmazione che si
interessa già di questa tipologia di Fondi provenienti dall’Unione Europea. Noi
non siamo contrari a quello che ha detto lei e cioè ad effettuare un controllo,
un sollecito sui Fondi e sul PNRR.
È evidente che siamo a
favorevoli a questo, alla discussione, al confronto, a far sì che questa spesa sia
accelerata e che porti ricchezza e interventi strutturali anche nella nostra
Regione - guai se non lo fossimo! - però lei ci deve consentire di porci il
problema dei costi e per questo le avevamo chiesto una riflessione. Grazie,
Presidente.
Il nostro voto sarà contrario.
Grazie, collega Graziano. In
ogni caso è in atto anche una riflessione, all'interno dei capigruppo di
maggioranza, per modificare l’assegnazione delle materie di competenza di tutte
le Commissioni; quindi, in quest'ottica, noi rivaluteremo tutto. Capisco che trattandosi
di una Commissione speciale avrebbe la durata, ovviamente, del PNRR e non
entrerebbe a pieno titolo a far parte di tutte le Commissioni permanenti, ma
sarebbe comunque una Commissione speciale. Ci riproponiamo, quindi, di valutare
il tutto e, dato che lei mi è simpatico, collega Tavernise, la ammetteremo
anche ad un'altra seconda possibilità, la prossima volta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne
ha facoltà.
Condivido appieno il suo
pensiero sull'iniziativa assolutamente meritevole del consigliere Tavernise e
condivido anche tutta l'analisi che ha fatto il consigliere capogruppo Graziano
che è la sintesi di quello che ci siamo detti fra capigruppo.
Vorrei anche aggiungere che
valuteremo anche il rapporto costi/benefici, cioè valuteremo anche se
l'eventuale spesa che ci sarà possa rappresentare effettivamente un beneficio
per l'utilizzo poi dei Fondi ed essere da sprone, da impulso, a tutto quello
che ha detto anche lei sull'utilizzo dei fondi PNRR. Valuteremo anche questo,
certamente.
Grazie, grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anche noi
come gruppo Lega condividiamo apprezziamo molto l'intervento chiarificatore del
collega Graziano.
Non abbiamo niente in
contrario - è prematuro, perché è stata protocollata questa mattina -ma una
Commissione speciale che prevede costi particolari, anche se è importante ed
interessante, meritava un po' di tempo e quantomeno una discussione ampia nella
Conferenza dei capigruppo; pertanto, se ne può riparlare in un secondo momento.
Grazie.
TAVERNISE
Davide (Movimento Cinque Stelle)
Presidente, c'è un errore di fondo, va aggiunta una
cosa.
Non deve aggiungere altro perché siamo stati chiari
e devo anche precisare, ad onor del vero, che la
risoluzione chiedeva di valutare l'opportunità e quindi non deliberava.
TAVERNISE Davide
(Movimento Cinque Stelle)
Non si creava nessun costo.
Però capisco pure le ragioni
esposte. Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Condivido
gli interventi precedenti e vorrei capire anche la posizione del collega
Tavernise, perché se il Presidente del Consiglio, sostanzialmente, dice che vi
è la volontà della maggioranza di non votare la risoluzione e invece il collega
Tavernise vuole andare avanti, allora che vuol dire? Vuol dire che la questione
è politica? Cioè si sta ponendo un problema politico, al netto di quello che è
l'aspetto economico, perché io non mi scandalizzo, se si deve fare qualcosa è
normale che devono spendersi dei soldi.
Ma il punto politico della
questione qual è? Che finalità avrà questa Commissione? Da chi sarà composta?
E, cosa più importante, ha veramente senso istituire una Commissione speciale
per quanto riguarda la spesa, appunto, delle risorse del PNRR? Oppure è più
importante utilizzare quegli strumenti che già la Regione ha e renderli più
adeguati a valutare la spesa? Il punto politico è proprio questo: istituiamo
una Commissione speciale, chi fa parte di questa Commissione speciale?
Mi sembra che il consigliere Graziano l’abbia già detto: abbiamo la Commissione bilancio che si occupa di politiche europee. Quindi, distinguiamo le due cose: il vero punto non è la questione economica, perché si supera se c'è una ragione che la giustifica, il vero punto è la questione politica. Quindi, per queste ragioni, il nostro voto è contrario. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Crinò. Ne ha facoltà.
Non dovevo intervenire, ma la ringrazio per avermi concesso la parola.
Concordo con quanto i colleghi capigruppo di maggioranza hanno detto finora, ma, a dire il vero, vorrei anche aggiungere, rispetto alla specificazione del collega Tavernise - “no, la mia risoluzione chiede solo che si valuti o meno” - che il gruppo che rappresento la valutazione l’ha fatta. Per le motivazioni che sono state esposte dai capigruppo di maggioranza, riteniamo che appesantire la macchina regionale con una nuova Commissione possa essere superato e non perché non si dia l’attenzione che deve avere il tema della verifica della spesa dei fondi del PNRR, ma perché riteniamo che la Regione, il Consiglio regionale in particolare, se volesse essere protagonista nella verifica della spesa, potrebbe farlo con altri strumenti di cui già dispone. Solo questo. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Crinò. Penso non ci sia altro da aggiungere. Pongo in votazione la risoluzione, con autorizzazione al coordinamento formale. La risoluzione è respinta.
(Il Consiglio respinge)
Propongo 10 minuti di sospensione prima di iniziare il question time. Grazie.
La seduta sospesa alle 17,00
riprende alle 17,20
Il terzo punto all'ordine del giorno riguarda lo svolgimento delle interrogazioni ex articoli 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale. In relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di 3 minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.
Per le interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che l'interrogante dispone di 2 minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di 3 minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto
Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata. La prima interrogazione, numero 63/12^ a firma del consigliere Mammoliti: “Sulla carenza di posti letto negli Ospedali calabresi”. Cedo la parola all'interrogante per l’illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Voglio fare alcune dichiarazioni: apprezzo molto la scelta di aver convocato una seduta di Consiglio regionale per discutere le interrogazioni, però non possiamo sottovalutare i ritardi che si sono accumulati. Ritardi che, a mio modesto avviso, indeboliscono il ruolo istituzionale, non solo del Consiglio ma anche del sindacato ispettivo dei consiglieri regionali.
Credo che questo rappresenti un vulnus che non dobbiamo sottovalutare, che va superato, perché rappresenta un problema serio dal punto di vista istituzionale, politico, democratico e anche di rispetto del Regolamento. Denota - lo dico con molta franchezza, non è un’esagerazione - un approccio distaccato da parte del governo regionale in merito alle puntuali problematiche poste.
Stiamo parlando, come diceva bene il presidente Mancuso, di una risposta a un’interrogazione a risposta immediata! Se dopo quasi un anno vogliamo parlare di una risposta immediata significa, evidentemente, che - lo dico con molto garbo - politicamente il governo ha deciso di essere il governo dei propri elettori e non, forse, il governo dei cittadini.
Dico questo per responsabilità, per rispetto del ruolo di questo Consiglio e anche della funzione istituzionale, politica, democratica, del sindacato ispettivo dei consiglieri regionali.
Non me ne vogliate, non è una presa di posizione esagerata, ma, per dissenso verso questo atteggiamento che io, naturalmente, stigmatizzo, non esporrò il contenuto delle interrogazioni; proprio per protesta e per dissenso verso questo atteggiamento e per il grande ritardo, mi richiamo al contenuto delle stesse e mi riservo poi, eventualmente, di intervenire per replica com’è previsto. Grazie, Presidente.
Grazie. Passiamo all'interrogazione numero 66/12^ firma il consigliere Laghi: “Case della comunità e presa in carico della persona...
Scusi, Presidente, forse non mi hai ascoltato. Ho detto che non espongo l’interrogazione, mi richiamo al suo contenuto.
La domanda l’ha posta?
Mi richiamo al contenuto della mia interrogazione, dopodiché mi riservo il diritto di replica.
All’interrogazione 63/12^ risponde la Giunta. Cedo la parola al presidente Occhiuto per la risposta. Prego.
Siamo in un regime giuridicamente complicato perché non risponde la Giunta, risponde il Presidente della Giunta nella sua qualità anche di Commissario ad acta perché il Commissario ad acta non avrebbe titolo a rispondere alle interrogazioni. Peraltro, sto chiedendo al Governo di farsi carico della necessità di riformare il sistema del commissariamento perché è basato su norme riferite a un periodo in cui Commissari erano funzionari del Governo e non, come adesso, Presidenti delle Regioni.
Però rispondo volentieri nella mia funzione di Presidente della Giunta e anche di Commissario ad acta all’interrogazione del consigliere Mammoliti.
Non me ne vorrà se, non avendola letta il consigliere Mammoliti, lo sostituisco, tentando di fare una sintesi per i consiglieri regionali che non avessero ancora visto le interrogazioni all'ordine del giorno.
Nell'interrogazione del consigliere Mammoliti si fa riferimento, sostanzialmente, a un caso di malasanità che riguarderebbe una persona, recatasi presso il Pronto soccorso dell'Ospedale di Serra San Bruno a causa di una frattura del femore, che sarebbe stata “parcheggiata” per oltre mezza giornata. Il consigliere Mammoliti poi mi interroga in ordine a quali provvedimenti si intendano adottare per far fronte alla grave carenza di posti letto negli Ospedali calabresi.
Come sapete in quest’anno e 4 mesi di commissariamento abbiamo cercato di recuperare ciò che negli anni passati non è stato fatto dai precedenti Commissari. Attenzione, non per responsabilità afferenti semplicemente ai Commissari. C'è una sentenza della Corte costituzionale sul commissariamento che dice che a poco serve il commissariamento della sanità in Calabria se poi non si mettono i Commissari nella condizione di poter svolgere compiutamente questo loro lavoro. Purtroppo, nel corso degli anni i Commissari sono stati lasciati da soli. In alcuni casi sono stati scelti senza che avessero delle specifiche competenze, in altri casi ci sono stati Commissari con specifiche competenze - mi riferisco per esempio al Commissario Scura - che però non hanno avuto gli strumenti, in termini di risorse e anche in termini di autorevolezza politica. Perché, per governare la sanità, ci vuole anche un’autorevolezza che oggi c'è in ragione del fatto che i Commissari sono - non solo in Calabria, ovunque - individuati nella figura del Presidente.
In questi anni non è stato prodotto nemmeno il Programma operativo che è il documento alla base di ogni atto successivo per la programmazione sanitaria e anche per il governo della sanità.
Abbiamo colmato questo ritardo nel senso che abbiamo finalmente dotato la Regione di un Programma operativo dal quale poi discendono una serie di adempimenti che il Commissario dovrà realizzare.
Uno di questi riguarda proprio la definizione della rete ospedaliera, attraverso la riforma del DCA numero 64, che fu approvato proprio dal Commissario Scura e che ridisegna l'assetto della rete ospedaliera nella nostra regione. Stiamo lavorando molto su questo documento perché il Programma operativo traccia già degli scenari. Per esempio, prevede che saranno riaperti alcuni Ospedali, mi riferisco all'Ospedale di Cariati, all'Ospedale di Praia, all'Ospedale di Trebisacce - Praia e Trebisacce, peraltro, in ottemperanza a giudizi della magistratura amministrativa. Si stanno facendo valutazioni anche su altri presìdi ospedalieri per capire quanti di questi possano essere utilmente riconosciuti nella rete ospedaliera della Regione in base alle fattispecie di Ospedali che la normativa consente di riconoscere.
Attenzione: spesso, consigliere Mammoliti, c'è in Regione una legittima aspirazione - lei parla appunto dei posti letto negli Ospedali - a un incremento dell’offerta ospedaliera che ha ragioni oggettive perché abbiamo necessità di più Ospedali, ma anche ragioni derivanti dal fatto che l'offerta ospedaliera, purtroppo, nella nostra regione è stata pressoché l'unica offerta di sanità nel corso degli anni. Non c'è stato alcun investimento nella sanità territoriale. Questa è anche la causa di tanti episodi - come quello che peraltro lei ricorda nella sua interrogazione - che rendono davvero difficile il lavoro degli operatori sanitari all'interno dei Pronto soccorso, perché arrivano casi che ordinariamente non dovrebbero arrivare, che dovrebbero essere trattati nei presìdi di assistenza territoriale, dovrebbero essere oggetto dell'attività della medicina di prossimità, cioè del sistema, sostanzialmente costruito attraverso i medici di Medicina generale e le guardie mediche, che dovrebbe realizzare il filtro per evitare di fare implodere il sistema ospedaliero.
Presidente, sarò un po' meno conciso e me ne scuso, è la prima interrogazione alla quale rispondo quindi ne approfitto anche per chiarire un aspetto che, forse, in Calabria spesso non viene raccontato nel modo giusto. Quando si fa riferimento agli anni in cui furono chiusi i 18 Ospedali calabresi io non ero consigliere regionale, non ero Assessore regionale, ero un deputato. In quell'occasione, l'errore fu, forse, chiudere gli Ospedali sbagliati - per esempio, l'Ospedale di Cariati probabilmente meritava di rimanere aperto - ma, soprattutto, non aver convertito in presìdi di assistenza territoriale gli Ospedali chiusi.
Perché, anche se in un territorio non c'è un Ospedale, se c'è un Ospedale di comunità si dà una risposta compiuta ai bisogni di salute della popolazione dato che vi è un presidio di assistenza territoriale che prevede una risposta in termini di assistenza e anche in ordine all'emergenza-urgenza.
Il problema è che sono stati chiusi gli Ospedali senza investire nell'assistenza territoriale e questo ha determinato l'implosione del sistema dell'assistenza ospedaliera della nostra regione. Si è puntato tutto solo sugli Ospedali e gli Ospedali rimasti aperti non sono riusciti a soddisfare il diritto alla cura dei calabresi.
Per cui oggi stiamo valutando, consigliere Mammoliti, il piano dell'offerta ospedaliera da un lato, ma contemporaneamente anche il piano dell'assistenza territoriale. Perché bisogna fare le due cose insieme per rendere possibile l'erogazione di servizi sanitari secondo i bisogni di salute della regione.
Sono anche molto contento che la Calabria abbia conseguito tutti i target rispetto al programma PNRR salute. Vi ricordate? Qualche tempo fa c'è stato un giudizio della Corte dei conti in ordine ai ritardi del Paese sul PNRR salute, in cui, leggendo bene, si affermava che in Calabria, invece, questo ritardo non c'è. Molti osservatori, a volte anche politici, però omettono di approfondire quello che viene riportato dalla stampa. Effettivamente, la Calabria è tra le Regioni che hanno realizzato i target temporali previsti per la spesa dei fondi comunitari in sanità. Anzi, la Calabria è l'unica Regione ad aver incrementato le risorse del PNRR per l'assistenza territoriale con risorse delle FSC. Abbiamo aggiunto altri 19 milioni, perché abbiamo un bisogno davvero straordinario di presìdi di assistenza territoriale.
Quindi, in ordine alla domanda che lei rivolge, la vorrei tranquillizzare rispetto alla circostanza che, da qui a qualche settimana, saranno approvati sia il riordino della rete ospedaliera della Regione sia la definizione della rete di assistenza territoriale della nostra Regione che, più o meno, è già definita nel piano degli investimenti previsti nel PNRR dove abbiamo incrementato ulteriormente, con 19 milioni, i presìdi di assistenza territoriale di altri Ospedali di comunità e di altre Case di comunità.
Per rispetto al luogo in cui sono - gli impegni che assumo devono essere scritti sulla pietra - non vorrei dare una data, ma il mio auspicio è che entro il mese di maggio possano essere pubblicati sia il decreto del Commissario ad acta che riguarda la riforma del DCA numero 64 sia il decreto che riguarda il riordino e l'assistenza territoriale.
Cedo la parola all’interrogante
per la replica. Prego ne ha facoltà.
Intanto voglio naturalmente
ringraziare il presidente Occhiuto per la sensibilità politica e culturale e,
quindi, per essere presente alla discussione in merito all'interrogazione. Naturalmente,
Presidente, non ritiro le mie riflessioni sul ritardo perché la risposta data
dopo tantissimo tempo non ha lo stesso effetto, la stessa efficacia e svilisce
anche la portata della funzione del sindacato ispettivo dei consiglieri
regionali. Però prendo atto, ripeto, della sua disponibilità. Le debbo anche
dire, sostanzialmente, che lei mi ha risposto non sulla prima interrogazione,
che era quella sull’aggressione che c'era stata al personale sanitario di Vibo,
ma ha risposto su un caso, tra virgolette, di malasanità accorso ad una signora.
Però, Presidente, intervengo per ricordare il mio senso di responsabilità: nella comunicazione che
ho fatto al presidente Mancuso - lui lo può testimoniare - non solo ho ritirato
alcune interrogazioni che erano, di fatto, superate, ma avevo anche offerto la
disponibilità, se fosse possibile, di accorpare tutte le interrogazioni dello
stesso ambito in una discussione di carattere più generale, proprio per evitare
questo dispendio di energie del Presidente. Io l'ho fatto, però, poiché
l'ordine del giorno lo predispone il Presidente e lui l'ha inserito in questo
modo, mi attengo alla discussione. Capisco che nella sanità c'è una situazione
veramente drammatica, difficile, che viene da lontano, storica, non è nata ieri,
però, come giustamente di solito dice lei, noi siamo chiamati oggi ad assumerci
le note responsabilità e a provare - non sempre si riesce - a dare delle
risposte tempestive e concrete per migliorare l'attuale condizione di offerta
dei servizi sia territoriali sia ospedalieri.
Presidente, capisco la
pianificazione, la programmazione, capisco l'impostazione nell'immediatezza che
avverrà con questo piano operativo che ridisegnerà la rete ospedaliera e la
rete territoriale, però ci sono delle risposte che richiederebbero delle
soluzioni più immediate. Mi permetto di ricordarle però che lei nomina i
commissari delle aziende ospedaliere e delle ASP e quello era un compito che,
pur in presenza del Commissario, spettava al Presidente di Regione, e non mi
pare che pur trattandosi di due soggetti diversi non abbiano collaborato. Oggi
è un tutt'uno, come giustamente dice lei, però mi pare, Presidente, che ad
alcuni livelli territoriali, purtroppo, non esista la stessa marcia che lei ha
impresso in questo settore molto complesso. Quindi la prego anche di prestare
molta attenzione ai commissari che lei ha nominato, per verificare se
l'impostazione, la programmazione, la pianificazione che lei fa a livello
regionale poi abbia una ricaduta concreta con le scelte che i commissari negli
atti aziendali devono compiere nella loro azione quotidiana. Grazie, Presidente
Consigliere Mammoliti, approfitto
per rispondere anche all’interrogazione numero 49/12^ e mi scuso con lei se
l'avevo saltata ritenendo che la prima fosse quella sulla quale sono intervenuto
poco fa. L’interrogazione numero 49/12^ si riferisce, appunto, ad
un'aggressione, l'ennesima subita dal personale sanitario presso l'ASP di Vibo
Valentia e, sulla base dei fatti che lei ricorda nell’ interrogazione, chiede
quali urgenti provvedimenti si intendono adottare per garantire il diritto alla
salute ai cittadini vibonesi e l’incolumità ai lavoratori della sanità.
Mi scuso anche con molti
consiglieri regionali e soprattutto col Presidente del Consiglio regionale se
dovessi, rispondendo, trasbordare dall'oggetto della domanda, anche per raccogliere
le sollecitazioni che i consiglieri mi rivolgono attraverso le interrogazioni
che, peraltro, reputo preziose. Quando l'opposizione sollecita questioni che
riguardano il malfunzionamento della sanità sul territorio, quello, per me, è
un atteggiamento estremamente prezioso, lo chiedo addirittura ai cittadini
calabresi figurarsi se non lo apprezzo da parte dei consiglieri regionali di
maggioranza e di opposizione. Ancora più prezioso è il contributo che spesso
alcuni consiglieri mi danno, proponendomi anche delle idee, delle soluzioni che,
quando è possibile, diventano anche degli atti di governo della sanità.
Prima di rispondere, nel
merito, all'interrogazione, vorrei raccogliere la provocazione che lei mi ha
rivolto prima in ordine alla qualità del management delle aziende sanitarie. Credo
che l'opposizione sia ingenerosa nei confronti del Governo regionale e della
maggioranza in un’occasione e cioè quando non dimostra - lo dico un grande
rispetto per l'opposizione - l’onestà intellettuale di riconoscere che proprio
nella scelta dei livelli apicali per il governo delle Aziende sanitarie
ospedaliere della Regione in questo anno e mezzo un cambio di passo c'è stato. Queste
scelte sono state sempre sottoposte ai desiderata delle diverse maggioranze,
sono state sempre, in qualche modo, troppo partecipate e orientate a questioni
che riguardano più il bilancino della politica che le competenze e il merito. Da
un anno e mezzo non è più così! Credo che debba essere riconosciuto a questo
governo della sanità che si sta tentando di aumentare anche lo standing degli
amministratori delle aziende, dei commissari.
Nella provincia di Reggio Calabria ho scelto
come Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale l'ex direttore generale
della sanità nelle Marche. Attenzione: direttore generale del Dipartimento salute
delle Marche quando a governare le Marche era il centro-sinistra; una persona
che appena è arrivato il centro-destra è stata sostituita. Questa persona fa il
Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio perché è brava e,
secondo me, il merito vale più dell'appartenenza politica. All’Azienda ospedaliera
di Cosenza è stato scelto un direttore generale che era stato nominato non da
un Presidente del centrodestra, ma da Zingaretti, un Presidente del
centro-sinistra, allo Spallanzani, al Sant'Andrea come direttore generale e ora
è il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza; all’Azienda ospedaliera
di Crotone è stato scelto un Commissario che ha svolto una funzione molto
apprezzata nel Dipartimento programmazione del Ministero della Salute guidato da
Roberto Speranza, mi riferisco a Simona Carbone, oggi Commissario a Crotone. Ringrazio
la mia maggioranza perché ha capito che sulla sanità le scelte devono essere improntate
al merito, alla qualità, al di là delle esperienze pregresse, sotto questo o quel
governo regionale e dei diversi commissari.
Certo questo processo ha
bisogno anche di individuare figure che possano ulteriormente aumentare lo standing
del governo delle sanità, non serve cambiare tanto per cambiare, bisogna
cambiare quando c'è un’alternativa che possa migliorare il governo della sanità
e questo si sta facendo. Anzi credo di essere l'unico Presidente di Regione e
l'unico Commissario della sanità che, vi assicuro, in molti casi non conosce nemmeno
i nomi dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi che coadiuvano i
commissari. Voi sapete che ho un carattere che, forse, alcuni non apprezzano, ma
i commissari devono sapere che il Commissario della sanità dà ai commissari
delle Aziende Sanitarie gli obiettivi, li lascia liberi di scegliersi i
collaboratori affinché non possano venire, dopo, a dire che non hanno raggiunto
quell'obiettivo perché il collaboratore che io ho suggerito ha remato contro o
perché il dirigente che ho suggerito non lo ha aiutato. Il Commissario ad acta
li lascia liberi di scegliersi i collaboratori, per come deve essere
all'interno di ogni organizzazione. Ogni organizzazione ha una catena gerarchica
e chi è responsabile della propria funzione lo deve essere pienamente, deve
rispondere, però, degli obiettivi e il Commissario sa che se non consegue gli
obiettivi un istante dopo viene sostituito. Questa è una novità nel governo
della sanità della Regione, per questo vorrei che qualche volta fosse
riconosciuto. Per carità, quando si fanno cose contestabili ci aiutate se le
contestate, però, ogni tanto, un sussulto di onestà intellettuale sarebbe molto
apprezzato.
Approfitto
dell'interrogazione che riguarda l'ASP di Vibo Valentia per rispondere alle
interrogazioni e alle sollecitazioni che molti consiglieri regionali,
soprattutto di Vibo Valentia, di maggioranza e di opposizione, mi hanno rivolto
anche rispetto al costruendo nuovo Ospedale. Come sapete, lì abbiamo trovato un
Ospedale praticamente morto nel suo procedimento amministrativo; è stato molto
utile il lavoro svolto, oltre che dagli uffici regionali, attraverso
l'ingegnere Gidaro, dagli altri livelli istituzionali,
come la Prefettura e la Procura, e abbiamo risolto tutti gli impedimenti che
ostacolavano la consegna dei lavori. Questa è la notizia: siamo pronti a
consegnare i lavori per l'Ospedale di Vibo Valentia, manca soltanto un
passaggio che non riguarda la Regione ma la Procura della Repubblica, perché i
lavori necessitano dell'utilizzo di Fosso Calzone che, allo stato, è ancora
sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica e per il quale la Provincia
di Vibo non si è ancora adeguata alle prescrizioni. Abbiamo chiesto, appunto,
alla Procura di poter consentire almeno l'utilizzo in subordine al dissequestro
che, invece, è una valutazione che fa la Procura, però siamo pronti a
consegnare questi lavori se la Procura della Repubblica concedesse almeno
l'utilizzo di Fosso Calzone, pur acquisendo, se lo ritiene, tutte le garanzie
in ordine al futuro e allo smaltimento delle acque.
L'altra notizia è che
abbiamo provveduto a stimolare tutte le Aziende Sanitarie ad esperire ogni
procedura di selezione del personale utile a colmare il deficit assunzionale a cui anche lei fa riferimento nella sua
interrogazione. Abbiamo scritto più volte nella risposta scritta - se vuole, a
margine, gliela do - il riferimento a tutti gli adempimenti e alla
corrispondenza tra Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo e il Dipartimento della
salute in ordine alle procedure di assunzione. Questo, evidentemente, non basta
perché non stanno producendo il risultato sperato.
Ho già detto che i primi
professionisti cubani che dovessero arrivare - ne stanno arrivando almeno altri
26 rispetto ai primi 52 impegnati con, credo, grande soddisfazione dei medici
italiani che lavorano con loro e dei pazienti nella provincia di Reggio -
saranno prioritariamente destinati alle province di Vibo e di Crotone, per dare
la possibilità ai presìdi ospedalieri di queste province di poter funzionare in
attesa che si esperiscano tutte le procedure concorsuali.
Grazie, Presidente. Può
intervenire per replica il collega Mammoliti, però poiché per le prime due interrogazioni
abbiamo impiegato un'ora e ne abbiamo cinquanta, ci vorrebbero venticinque ore.
Visto che so che il Presidente domani deve partire non faremmo in tempo a discuterle
tutte. Quindi vi invito a tempi più rigorosi.
Grazie, Presidente. Non sto
esponendo il contenuto delle interrogazioni e quindi sto risparmiando tempo,
sto soltanto replicando, nei due tre minuti previsti. Vi avevo anche suggerito
e chiesto di assemblare tutte le interrogazioni del settore in un'unica
interrogazione. Più di questo, sinceramente, non so come poter sintetizzare i
contenuti delle interrogazioni che stiamo trattando.
Presidente, lei risponde in
qualità di Commissario, come dice. Nessun problema a riconoscere questa nuova
metodologia che lei introduce in questo settore dove di solito - è vero - i Presidenti
di Regione, attraverso i consiglieri, nominavano i commissari, i direttori
sanitari, i direttori amministrativi. Benissimo! Apprezzo moltissimo perché c'è
bisogno di grande trasparenza in un settore nel quale si sono consumati scioglimenti
anche per infiltrazioni. Non ci sono dubbi che lo apprezziamo moltissimo, però
se lei, Commissario, giustamente, fa queste nomine la prego - le ho fatto anche
una nota riservata, in qualità di Commissario - di prestare più attenzione alla
situazione di Vibo, visti i risultati e gli obiettivi che lei ha assegnato. Ho l'impressione
che in alcuni territori lei abbia dato il mandato a qualche Commissario di fare
una verifica. Ma una verifica di che cosa? Dello stato dell'arte? Penso che un Commissario
debba, con gli strumenti che, giustamente, gli offrite, cercare di rimuovere le
criticità che ci sono dal punto di vista dell’offerta e della qualità dei
servizi, dal punto di vista dell’abbattimento delle liste di attesa e dell’incolumità
personale dei lavoratori. Se stiamo parlando in questa interrogazione della
seconda aggressione avvenuta all'Ospedale di Vibo - in questa interrogazione
parlo di una seconda aggressione e di un'aggressione che era già avvenuta - come
lei sa, quando si verificano uno o più aggressioni negli ospedali, dovrebbero
scattare quegli alert che prevede anche il Ministero.
Due aggressioni ai medici sono un allarme, un alert
che deve preoccupare chi dirige la sanità, non limitandosi ad atti
burocratici.
Abbiamo anche apprezzato
pubblicamente - con il consigliere Lo Schiavo l'abbiamo detto a mezzo stampa - il
potenziamento tramite i medici cubani, però, oggettivamente, sulle aggressioni,
sulla sicurezza credo che ci sia un problema di governo territoriale. Se un Commissario
non adempie alle linee guida regionali di esperire le procedure per la
stabilizzazione…, so che avete incontrato anche il sindacato a livello
regionale e avete attivato un percorso di stabilizzazione del personale. In
qualche ASP qualcuno pensa che il precariato non vada stabilizzato perché
quello abbiamo. Ma che cosa abbiamo? Se il personale precario trova un'altra occasione,
in un’altra struttura, in un altro Ospedale, in un'altra ASP, lascia e se ne va.
Di che cosa stiamo parlando? La mia provocazione, come dice lei, non è finalizzata
a sottolineare che non avete nominato i Commissari come negli anni passati con
il bilancino, con il manuale Cencelli. Le do atto che non è stato così, però
vorrei che, con altrettanta determinazione, si prestasse l'attenzione
necessaria a verificare se quegli obiettivi che lei ha assegnato ai Commissari delle
diverse ASP - in questo caso stiamo parlando di Vibo - sono realizzati e
chiedesse “Commissario, ma che sta succedendo?”. Cioè lei produce una quantità
di normative e di percorsi che consentirebbero alle ASP di….
Concluda e dica se si
dichiara soddisfatto o meno.
…perché questo da questo
punto di vista io apprezzo…
(Interruzioni fuori microfono
del consigliere Graziano)
PRESIDENTE
Colleghi l'ho detto prima.
Dalla prossima volta, caro
consigliere Graziano, faccio pure l'esposizione delle interrogazioni. Abbia
pazienza, consigliere Graziano; ho aspettato un anno per avere una risposta
immediata. Abbia pazienza! Se lei ha fretta, se ne vada perché non è necessario
che debba stare in Consiglio regionale; abbia pazienza, a me interessa la
risposta del Presidente e, poiché non sto nemmeno illustrando le
interrogazioni, se vuole, dalla prossima volta faccio anche l'esposizione delle
interrogazioni! Se lei ha fretta, se ne può pure andare! Cerchi di avere
rispetto del ruolo, delle funzioni e delle prerogative istituzionali.
Calma, per favore.
Prendo atto di queste
risposte e naturalmente, Presidente, noi vigileremo affinché queste soluzioni
possano essere completamente realizzate.
Grazie.
Passiamo all’interrogazione numero 66/12^ di iniziativa del consigliere Laghi: “Case della Comunità e presa in carico della persona del Comune di Spezzano Sila”. Prego.
Grazie, Presidente. Allora, sintetizzo: il PNRR prevede l'istituzione tramite le Regioni delle Case della Comunità, per la Provincia di Cosenza ne sono previste 21, tra cui una nel Comune di Spezzano Sila, una a Casali del Manco e una a Cosenza. Il Dipartimento salute della Regione ha richiesto alle ASP esplicitamente dei siti idonei tra gli edifici pubblici di proprietà o nella disponibilità dell'Azienda. Il Comune di Spezzano Sila vuole, invece, acquistare un terreno nel centro urbano per costruirvi ex novo la Casa di Comunità, malgrado nella frazione di Camigliatello Silano vi sia una struttura funzionale di proprietà proprio dell’ASP di Cosenza.
Il Comitato spontaneo “Comitato per la Casa di Comunità Silana” ha formalmente, ma inutilmente, evidenziato questa situazione confliggente sia con gli obiettivi del PNRR sia con i decreti attuativi regionali.
Da rilevare ancora che la Casa di Comunità attualmente prevista a Spezzano Sila sarebbe di nuova costruzione, periferica rispetto al centro cittadino e raggiungibile in pratica esclusivamente con mezzi privati, mentre a Camigliatello la struttura è già esistente, posta in zona centrale e servita da mezzi pubblici; inoltre, le Case di Comunità previste a Casali del Manco e a Cosenza distano rispettivamente 4 km e mezzo e 14 km da Spezzano, mentre Camigliatello Silano ne dista circa 21.
Infine, la localizzazione a Camigliatello Silano – verrebbe da dire infine, ma non da ultimo –consentirebbe una più agevole fruizione dei servizi sanitari da parte di Comuni e insediamenti abitativi di tutto l'altopiano Silano.
Per questo la domanda è: quali misure urgenti si intendono assumere per la corretta attuazione del PNRR circa le Case della Comunità di Spezzano Silano?
Grazie. Cedo la parola al Presidente della Giunta per la risposta.
Le prometto, signor Presidente, che sarò molto più breve. Intanto, mi scuso con i colleghi di maggioranza soprattutto e di minoranza per aver provocato, forse, una discussione oltre i tempi previsti dal Regolamento, per cui cercherò di evitarlo in futuro.
Rispondo all'interrogazione del consigliere Laghi, facendo una premessa: spesso ci lamentiamo dei ritardi nella realizzazione del PNRR, poi, però il territorio fa delle richieste che, se acconsentite, produrrebbero dei rallentamenti.
Ricostruisco brevemente la situazione. Appena insediatomi, ho trovato un Piano PNRR che però, obiettivamente, non era stato approfondito da nessuno e c'era la necessità di procedere speditamente a comunicare il Piano all'Age.Na.S., per cui ho chiesto a tutti i Commissari delle Aziende sanitarie provinciali di attivare le procedure di consultazione attraverso i Comitati dei sindaci per definire, appunto, dove dovessero essere collocate le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità: avevamo la necessità di procedere entro un termine perentorio perché altrimenti avremmo “bucato” il PNRR sanità.
L'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ci disse che i Sindaci del comprensorio avevano detto di non potersi esprimere nei tempi richiesti dall'Azienda e, quindi, pur di non “bucare” il Piano PNRR si è chiesto all'Azienda di individuare le soluzioni, i siti dove costruire o realizzare, su immobili già costruiti, le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità.
A me piacerebbe – mi sarebbe piaciuto – accogliere l'istanza del Comitato che ha promosso la realizzazione della Casa del presidio dell’assistenza sanitaria a Camigliatello anziché a Spezzano. Il punto è che tutto questo dibattito nel Comune di Spezzano è intervenuto dopo che avevamo già comunicato il Piano al Ministero, nei tempi prescritti, dopo che avevamo persino nominato i RUP e un aggiornamento di quel Piano avrebbe fatto “bucare” il target alla Regione.
Per esempio, con DCA del 1° marzo è stata approvato il Piano di interventi per la realizzazione delle strutture sanitarie; con deliberazione del Commissario il 23 marzo sono stati nominati i RUP; il 30 marzo l'avvocato Francesco Caruso, nella sua qualità di Presidente del Comitato per la Casa di Comunità Silana, chiede a nome di questo Comitato, che si individui un altro sito; il Comune scrive addirittura dopo, ad aprile, dicendo di scegliere un altro sito.
Se avessimo aderito a queste richieste non avremmo realizzato gli obiettivi nei tempi previsti dal Ministero e, oggi, non ci sarebbe alcuna possibilità né per Spezzano né per Camigliatello di avere un presidio di assistenza territoriale.
Grazie, Presidente. Cedo la parola al consigliere Laghi, soltanto per dichiarare se si ritiene soddisfatto o meno.
Faccio un intervento rapidissimo, perché non so se lei sa, Presidente, che in realtà anche il terreno su cui dovrebbe sorgere impropriamente la Casa di Comunità è stato cambiato – come mi hanno segnalato i membri del Comitato – quindi, non è più la prima collocazione.
Prendo atto delle scadenze temporali non modificabili, però è del tutto evidente che lo scopo dell'interrogazione era ottimizzare un servizio e comprendervi quante più persone possibili in maniera efficiente. Quindi, non so se sia ancora possibile valutare una possibile deroga che abbrevierebbe i tempi della fornitura del servizio perché lì la struttura c'è già e nell'altro caso il terreno è stato modificato e, quindi, a questo punto c'è il rischio forse effettivo che non si riesca né a costruire né ad aprire una struttura soltanto da modificare. Grazie.
Grazie. All’interrogazione 74/12^, a firma del consigliere Mammoliti “Sulla mancanza di medici al Pronto Soccorso all'Ospedale di Vibo”, forse, aveva già risposto il Presidente.
Va bene, va bene, andiamo avanti.
Passiamo all’interrogazione 76/12^ a firma del consigliere Tavernise: “Mancata corresponsione indennità Covid”.
Prego.
Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho depositato il 1° settembre. Brevemente, premesso che il lavoro degli operatori sanitari calabresi nella lotta al Covid è stato fondamentale e solo grazie alla loro dedizione, competenza e professionalità si sono potute salvare molte vite umane, a settembre la Calabria è, ancora, l'unica Regione a non aver erogato le indennità Covid, il compenso aggiuntivo pensato per pagare il personale sanitario per il particolare impegno profuso nei reparti durante la pandemia.
Considerato che il Governo ha stanziato le risorse da destinare alle Regioni per premiare gli eroi della pandemia di due anni fa, la Regione Calabria ha prodotto più atti per chiedere alle Aziende sanitarie ospedaliere la rendicontazione delle attività svolte dal personale impegnato nei reparti, per consentire quindi agli Enti del servizio sanitario di accedere al finanziamento per fissare le categorie beneficiarie dell'indennità.
Ai Fondi inizialmente stanziati dal Governo sono state aggiunte altre risorse, reperite attraverso le linee di finanziamento comunitarie, tenuto conto che è necessario sancire il riconoscimento per il lavoro e il sacrificio svolto durante l'emergenza pandemica dal personale sanitario del servizio sanitario regionale sin dai primi mesi nel fulcro dell'emergenza e costantemente impegnato nelle nostre strutture sanitarie pubbliche.
Tutto ciò premesso e considerato, interrogo il Presidente della Giunta regionale per sapere se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, affinché le Aziende sanitarie ospedaliere pongano fine ai gravissimi ingiustificati ritardi nelle erogazioni dell'indennità Covid a favore del personale sanitario impegnato nell’emergenza pandemica, riconoscendo così, in maniera concreta, il rischio corso e l'impegno e l'abnegazione dimostrata in modo encomiabile dagli operatori sanitari calabresi.
Grazie.
La parola alla Giunta. Prego.
Come dovrebbe sapere il consigliere Tavernise, dal tempo in cui lui ha prodotto l'interrogazione ad oggi molte cose sono state fatte, per cui evidentemente questo disallineamento è dovuto, appunto, al fatto che c'è un ritardo nel rispondere alle interrogazioni, ma, come lui sa, si è proceduto ad adempiere a questo dovere da parte del sistema sanitario, perché si tratta di indennità che dovevano essere riconosciute al personale che ha svolto funzione importante durante il Covid.
Mi limito a leggere quindi la risposta a suo tempo preparata con l'indicazione del fatto che però, poi, ci sono stati adempimenti ulteriori che hanno consentito anche di pagare questa indennità laddove non erano state ancora pagate, perché la risposta è riferita anche questa al 2022.
Occorre preliminarmente precisare che con DCA 49 del 5 maggio 2022 è stata approvata la nuova scheda di rendicontazione relativa alle indennità aggiuntive, per il personale impegnato nel contrasto all'emergenza Covid, in linea con le disposizioni dettate dalla nuova circolare ANPAL e dalle indicazioni di cui alla delibera di Giunta regionale 68/2022 a sostituzione di quella approvata con DCA 140 del 31 dicembre 2021.
Questa data però io vorrei la ricordaste: il 31 dicembre 2021 io ero in Regione per fare un DCA che doveva produrre il risultato di pagare l'indennità Covid. Ero stato nominato Commissario da qualche settimana, era il giorno, l'ultimo giorno dell'anno, ero lì per chiedere agli uffici di adempiere. Qual è il punto? Che nella confusione generale che c'era nei bilanci delle Aziende, le risorse che dovevano essere impegnate per pagare queste indennità non erano nemmeno appostate in molti bilanci delle Aziende, per cui erano state trasferite al sistema sanitario regionale, ma non c'erano nel bilancio delle Aziende che, quindi, dicevano di non poter procedere.
Con questo DCA, il 31 dicembre 2021, decisi, sostanzialmente, di utilizzare risorse dei Fondi comunitari che, poi, potevamo avere restituite - c'è una norma che ci diceva che le risorse che utilizzavamo dei Fondi comunitari poi potevano esserci restituite - ho detto: “Utilizziamo queste risorse per anticipare questa indennità agli operatori sanitari”. Che è successo? Che le Aziende hanno avuto anche lì un deficit di capacità amministrativa, che evidentemente forse io dovevo anche prevedere. Ero così orientato a risolvere il problema velocemente che il 31 dicembre ho fatto il DCA confidando nella capacità delle Aziende di esperire tutti gli atti per erogare queste risorse, in maniera tale da poter rendicontare poi le spese, perché altrimenti le avrebbe perse la Regione.
Le Aziende hanno poi ritardato nella rendicontazione per cui si è provocato un ritardo. All'esito dell'approvazione del DCA, la Regione Calabria immediatamente ha sottoscritto con ciascun Commissario straordinario delle Aziende sanitarie provinciali ospedaliere regionali la convenzione disciplinante la procedura per l'erogazione delle anzidette indennità alle Aziende beneficiarie del contributo, tenute, a loro volta, all'esito del trasferimento delle somme, al pagamento dell'indennità al personale direttamente o non direttamente assegnato al trattamento dei pazienti Covid.
A tal riguardo si precisa che l'erogazione in favore dell'Aziende beneficiarie presuppone l'invio da parte delle stesse della documentazione prevista per la domanda di erogazione e le spese maturate relative al personale direttamente o non direttamente assegnate al trattamento dei pazienti con Covid.
Poste tali premesse, si rappresenta che, a fronte dei ritardi registratisi nell'invio dei prospetti di rendicontazione - come detto necessari all'erogazione degli incentivi alle aziende beneficiarie - il settore competente del Dipartimento ha proceduto alla convocazione dei rappresentanti delle Aziende sanitarie per la disamina delle questioni concernenti l'attuazione della procedura di rendicontazione - la procedura indicata al DCA 49 - offrendo ogni informazione e chiarimento utile per poter procedere alle rendicontazione delle spese maturate. Di più: alla luce delle difficoltà anche di ordine tecnico presentate dalle Aziende, è stato reso disponibile da parte delle Autorità di gestione del PAC FESR-FSE 2014-2020 il supporto specialistico di assistenza tecnica, cioè gli abbiamo messo a disposizione un supporto di assistenza tecnica per fare la rendicontazione; lo abbiamo mandato anche in loco nelle Aziende, negli uffici delle Aziende per procedere alla rendicontazione; da tale attività di sovrintendenza, informazione e assistenza specialistica, è scaturita la trasmissione della documentazione prodromica alla liquidazione della rendicontazione da parte delle Aziende: Mater Domini, ospedaliera di Cosenza, dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e di Cosenza, del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.
La Regione ha conseguentemente e tempestivamente proceduto all'erogazione dei contributi alle suddette Aziende, adottando, ad oggi, i seguenti decreti dirigenziali che hanno riguardato, appunto, l'Azienda Mater Domini, l’Azienda ospedaliera di Cosenza, l’Azienda provinciale di Reggio, l'Azienda metropolitana di Reggio Calabria e poi anche, successivamente, le altre Aziende che erano rimaste un po' più indietro. Quindi si è proceduto anche a questo adempimento che ha subìto, chiaramente, dei ritardi proprio perché il sistema di gestione amministrativa che abbiamo raccolto all'interno del sistema nelle Aziende sanitarie ospedaliere non era nella condizione di rendicontare queste risorse nei tempi previsti. Questa modalità era stata scelta proprio per risolvere un altro problema, quello derivante dal fatto che molte Aziende non avevano iscritto nei loro bilanci queste risorse.
Grazie. Può intervenire per replica il consigliere Tavernise. Prego.
Mi ritengo soddisfatto. Quindi, Presidente, tutti gli operatori sanitari hanno ricevuto l'indennità Covid, di tutte le Aziende ospedaliere e provinciali, giusto? Tutti? Okey.
Grazie.
Passiamo all’interrogazione numero 79/12^ a firma del consigliere Mammoliti “In merito alla chiusura del reparto di nefrologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone”.
Passiamo alla risposta.
(Voce fuori microfono)
Perfetto. Prego, prego, presidente Occhiuto. Questa è la numero 79.
Qui, Presidente non mi potrà rimproverare perché in merito a quanto richiesto dall'interrogante si comunica che la direzione generale dell'ASP di Crotone ha dichiarato che l'unità operativa di nefrologia non è chiusa, né esistono particolari problematiche nella gestione della stessa e, a supporto, ha trasmesso anche la comunicazione dell'associazione ANED del 31 marzo 2023 che esprime apprezzamento e fiducia nei confronti dell'Azienda sanitaria provinciale di Crotone.
Grazie, Presidente. La parola all'interrogante.
Sì, grazie, Presidente. Io ho delle notizie leggermente diverse, però mi attengo a questa risposta e verificherò nei prossimi giorni. Grazie.
Passiamo all'interrogazione 89/12^ a firma della consigliera Bruni: “Nuovo Ospedale di Palmi”. Prego, collega.
Grazie, Presidente. Consentite anche a me, rapidissimamente, di dire che, insomma, questo ritardo nel rispondere alle interrogazioni è davvero triste, quasi inaccettabile, vorrei che, insomma, si realizzasse che queste sono delle omissioni di atti d'ufficio, perché a distanza di un anno non si può rispondere a delle interrogazioni che sono, evidentemente, ora decontestualizzate o comunque in ritardo.
Allora, questa relativa all'Ospedale di Palmi - interrogavo il Presidente commissario Occhiuto - è dell’ottobre del 2022 e chiedevo cosa volesse fare per rispettare il cronoprogramma che lui stesso aveva dato, indicando l'approvazione del progetto esecutivo entro il mese di agosto del 2023, un avanzamento fisico dei lavori del 75 per cento entro il 2025 e il completamento entro il 2026.
Poiché, appunto, c'era questo ritardo nella risposta, ho chiesto alla Presidente attuale della Commissione sanità, Pasqualina Straface, che è stata molto disponibile, di audire direttamente l'ingegnere Gidaro, con cui abbiamo avuto l'audizione e che ci ha informato rispetto ad un avanzamento dei lavori, fermo restando che mi sembra - di questo le chiedo conferma - ci sia comunque uno slittamento di almeno un anno rispetto alla eventuale possibile consegna, poi, dei lavori.
Prego, Presidente.
Grazie. Mi rimetto a ciò che l'ingegnere Gidaro ha riferito alla Commissione e l’ingegnere Gidaro sa che, anche quando mi rimetto alle sue previsioni, sono sempre attento a verificare che queste previsioni si realizzino; anzi, gli do come indicazione di anticipare queste previsioni. Per esempio, rispetto a qualche data che l'ingegnere Gidaro ha dato prudenzialmente - ha fatto bene - in ordine ad alcuni Ospedali, come quello della Sibaritide, il mio auspicio è che ci sia una progressione di almeno 6 mesi.
Anche rispetto all'Ospedale di Palmi: sì, c'è il cronoprogramma che l’ingegnere Gidaro vi ha fornito in Commissione e, come sapete, è un insediamento di cui si parla dal 2007; credo che mai ci siano stati tanti adempimenti nella direzione di accelerare la realizzazione di questo Ospedale. Prima col consigliere Mattiani commentavamo che è una lotta continua perché oggi, per esempio, dovevano essere consegnati e sono stati consegnati i lavori per l'interramento degli elettrodotti che sono propedeutici poi a tutta l'attività. Anche qui, l’ingegnere Gidaro prevedeva che ciò si facesse il 20 di aprile, oggi è il 20 di aprile. Il mio auspicio è che si possa recuperare un po' di tempo rispetto al cronoprogramma che l’ingegnere Gidaro ha indicato per l'Ospedale della Piana, ma comunque, se anche le date rimanessero quelle da lui indicate, sarebbe comunque un grande successo, soprattutto in considerazione del fatto che è un investimento di cui si parla - si parla soltanto - dal 2007.
Grazie. La parola per la replica alla consigliera Bruni. Prego.
La ringrazio molto, Presidente. L'unica cosa che ci preoccupa, comunque, e non solo sull'Ospedale di Palmi, è la questione dei costi perché l'ingegnere Gidaro ci parlava di una loro lievitazione di circa il 40 per cento che riguarda, chiaramente, tutti gli Ospedali.
Su questo, lei cosa pensa di potere realizzare, sviluppare e ottenere?
Presidente, non posso restituirle la parola, altrimenti facciamo un dibattito.
Passiamo all’interrogazione 91/12^ a firma del consigliere Laghi: “In ordine all'assenza dei direttori dei Dipartimenti di Medicina trasfusionale nel gruppo tecnico per la rete regionale della talassemia e delle emoglobinopatie”. Prego.
Grazie, Presidente. Credo che quest’interrogazione riguardi una sbavatura del sistema che penso si possa aggiustare, in quanto il DPCM 3 marzo 2017 ha identificato i registri di patologia di rilevanza nazionale e regionale, fra i quali il registro nazionale della talassemia e delle altre emoglobinopatie. La legge 27 dicembre 2017, numero 205, ha istituito e definito la Rete nazionale delle talassemie e delle emoglobinopatie e, per dare attuazione a quanto previsto dalla normativa, il Ministero della salute ha chiesto agli assessorati regionali informazioni sui centri regionali deputati alla cura delle talassemie per costituire la Rete nazionale delle talassemie e dell'emoglobinopatie.
La Regione Calabria ha perciò costituito il gruppo tecnico regionale correttamente composto dai responsabili dei centri microcitemia delle Aziende sanitarie, dal direttore delle strutture regionali di coordinamento della Medicina trasfusionale, dai direttori dei tre Dipartimenti di Medicina trasfusionale e dalle Associazioni dei pazienti, con il compito di elaborare una proposta di linee guida per il percorso assistenziale del paziente talassemico o con emoglobinopatie.
Successivamente, il 3 ottobre 2022, la Regione Calabria ha ritenuto necessario ricostituire il gruppo tecnico regionale in questione, dal quale, peraltro, risultano esclusi, senza evidente specificata motivazione, proprio i direttori dei Dipartimenti di Medicina trasfusionale. Ciò comporta - posso dirlo come internista ed ematologo, per la verità - inevitabilmente un immotivato deficit competenziale all'interno del gruppo tecnico regionale.
Per cui si chiede che cosa si voglia fare per integrare in questo gruppo una figura che nel trattamento dei talassemici e degli emoglobinopatici è assolutamente centrale. Grazie.
Prego, Presidente.
Presidente, chiaramente ad ogni interrogazione rispondo anche sulla base del lavoro istruttorio che i Settori del Dipartimento salute svolgono.
All’interrogazione del consigliere Laghi rispondo, appunto, ricordando ciò che il Dipartimento mi indica, cioè che, come ha riportato il consigliere Laghi, il 3 ottobre del 2022 è stato ricostituito il gruppo tecnico di lavoro per la costruzione della Rete regionale della talassemia e della emoglobinopatia. Il consigliere Laghi chiede di integrare questo gruppo con altre figure.
Gli Uffici del Dipartimento hanno ritenuto opportuno inserire in soli centri regionali deputati alla cura di talassemia già esistenti e operanti nel territorio regionale, in quanto sono essi stessi i soli protagonisti della Rete, cioè le strutture che dovranno costituire la Rete regionale con azioni sinergiche per garantire un percorso di assistenza ai pazienti talassemici con la collaborazione delle Associazioni dei pazienti. Diversamente, si sarebbero dovuti includere non solo i medici trasfusionisti, che spesso non sono ematologi o clinici, ma anche tutti gli specialisti che a vario titolo intervengono nel percorso di cura di tali pazienti e ciò avrebbe comportato una pletora di professionisti che, come spesso accade quando i gruppi sono troppo numerosi, avrebbe rallentato e ritardato i lavori del tavolo specificatamente preposto.
Per cui il Dipartimento obietta che estendere il tavolo avrebbe dilatato la sua composizione a più figure professionali e, quindi, lo avrebbe reso meno operativo. Chiaramente io sono disponibile, anche al di fuori di questa seduta - riservandomi comunque di dare la risposta scritta al consigliere Laghi - ad approfondire il tema posto nell'interrogazione e quindi verificare se c'è un modo per integrare questi gruppi senza renderli, appunto, pletorici e garantendo la funzionalità, lo troveremo insieme.
Può intervenire per la replica il consigliere Laghi. Prego.
Grazie, Presidente. Sono soddisfatto di questo suo impegno, mi permetto soltanto di dire che, in realtà, quello che scrive il Dipartimento è solo in parte condivisibile, nel senso che parliamo dello specialista che è la pietra angolare del trattamento del talassemico e si potrebbe semplicemente riproporre la ristretta Commissione che era stata fatta subito dopo la richiesta ministeriale. Grazie.
Grazie. Passiamo all’interrogazione 115/12^ a firma del consigliere Mammoliti: “Sulla sospensione del Servizio di chemioterapia nell'Ospedale di Tropea”. Prego, Presidente.
Scusi, Presidente. Questa, mi sono informato, la ritiro.
Va bene.
Andiamo avanti. Passiamo all’interrogazione 121/12^ a firma del consigliere Bruni: “Indennità Covid Operatori 118”.
Cedo la parola all'interrogante per illustrazione, prego.
Riguarda sempre le indennità Covid, in particolare personale del 118 che non è stato incluso e non è stato considerato come dipendente dal Servizio sanitario regionale, per cui a tutto oggi non ha ricevuto l'indennità Covid.
Prego, Presidente.
In riscontro all'interrogazione della consigliera Bruni, al fine di fornire utili elementi di risposta in riferimento a quanto richiesto, si rappresenta quanto di seguito esposto: all'esito dell'adozione del DCA 49 del 5 maggio 2022, con cui è stata approvata la nuova scheda di rendicontazione relativa alle indennità aggiuntive per il personale impegnato nel contrasto all'emergenza Covid, nonché lo schema di convenzione tra il Dipartimento tutela della salute e le Aziende del Servizio sanitario regionale e le relative linee guida per i beneficiari, DCA 140 31/12/2021, sono stati adottati i provvedimenti di accertamento, impegno e liquidazione alle Aziende sanitarie regionali delle somme da erogare in favore del personale dipendente che ha prestato servizio durante l'emergenza Covid. E questo è quello che abbiamo visto anche nell’interrogazione precedente.
Ciò posto, per quanto concerne il personale convenzionato del 118 che è quello a cui, nello specifico, si fa riferimento nell’interrogazione, in data 8 febbraio 2023, il Settore del Dipartimento salute competente ha predisposto una proposta atta a ricomprendere, ai fini del riconoscimento dell'indennità, coloro che hanno prestato servizio nel periodo emergenziale con rapporto di lavoro convenzionato nelle strutture a rischio alto e medio, precisando che le relative risorse disponibili sull'Azione 9.3.6 del PAC verranno trasferite alle Aziende a seguito di ulteriore rendicontazione.
La suddetta proposta è stata trasmessa dalla struttura commissariale al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e finanze per il rilascio di un parere preventivo; si procederà ad esito della suddetta procedura con i conseguenti provvedimenti nei confronti dei professionisti sotto specificati. Perché questo, consigliera Bruni? Perché lei sa bene che, mentre è pacifico che l'indennità Covid debba essere riconosciuta al personale dipendente, al personale convenzionato, secondo alcune scuole di pensiero, questa indennità non andava riconosciuta.
Ho detto agli uffici del Dipartimento: “Noi assumiamoci la responsabilità di dire che vogliamo riconoscerla anche al personale convenzionato del 118”, però, siccome - come lei sa - i nostri atti sono sottoposti al giudizio dei Ministeri vigilanti, perché sia operativo questo atto, è necessario che i Ministeri vigilanti si esprimano sull’atto stesso che abbiamo, comunque, inviato sia al Ministero della salute sia al Ministero dell'economia, come è doveroso fare per gli atti del Commissario.
Consigliera Bruni, può intervenire per la replica. Prego.
Grazie. Mi ritengo soddisfatta della risposta, sperando che i Ministeri rispondano celermente e non dopo anni.
Grazie.
Passiamo all'interrogazione 123/12^ a firma del consigliere Mammoliti: “Sulla Centrale operativa di emergenza e urgenza di cui all'atto aziendale di “Azienda Zero””.
Prego, Presidente.
Allora, con deliberazione numero 1 del 22 febbraio 2023, il Commissario ha adottato l'atto aziendale dell'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria, Azienda Zero, prevedendo, nell'ambito del Dipartimento emergenza-urgenza, l'Unità operativa complessa e Centrale operativa emergenza-urgenza, coordinamento regionale numeri emergenza 112, 118, 116, 117 articolata in nove strutture semplici. Quindi c'è nell’atto aziendale di Azienda Zero.
L'articolazione organizzativa dell'atto aziendale relativamente alle strutture semplici è da intendersi flessibile in relazione allo sviluppo concreto degli assetti organizzativi, per come verranno a configurarsi in fase attuativa. La flessibilità organizzativa, intesa come adeguamento del modello operativo in risposta alle esigenze della domanda, è soddisfatta nell'ordinamento di Azienda Zero, ponendo in capo al Direttore generale la competenza in merito all'attivazione, modifica e soppressione delle strutture semplici, senza necessità di ulteriori passaggi burocratici;
In ragione di ciò, pertanto, il palesarsi dell'esigenza di attivare ulteriori strutture semplici potrà trovare risposta in via immediata, parallelamente all’implementazione del nuovo modello organizzativo.
Per quanto riguarda il quesito relativo ai Comuni calabresi rientranti nella rete di operatività di ciascuna Azienda operativa semplice e di ciascuna Sala operativa, si specifica che: le Sale operative compongono, nel loro insieme, la Centrale operativa unica regionale, pertanto, operano rispondendo alle chiamate di emergenza sanitaria attraverso il numero unico 112. Questa architettura prevede che le telefonate giungano alle Sale operative assecondando una distribuzione bilanciata alle Sale operative, indipendentemente dalla provenienza geografica della chiamata dal territorio. I criteri che determinano le modalità di distribuzione delle chiamate sono rappresentati in vari elementi tra cui: disponibilità del primo operatore libero, codice-colore provvisorio, preventivamente attribuito precompilato dal NUE 112, e disponibilità del mezzo di soccorso più idoneo disponibile sul territorio. Relativamente alla distribuzione dei Comuni relativo all'Unità operative semplici, si specifica che: nelle postazioni di emergenza territoriale centro-est/centro-ovest rientrano tutti i Comuni della provincia di Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone; nelle postazioni di emergenza nord-ovest/nord-est rientrano i Comuni nella provincia di Cosenza; nelle postazioni di emergenza territoriale sud-est/sud-ovest rientrano i Comuni della provincia di Reggio Calabria.
Ciò premesso, in relazione con l'implementazione relativa all'organizzazione di tutte le postazioni territoriali di mezzi di soccorso avanzato e mezzi di soccorso di base, anche grazie al coinvolgimento del Terzo settore, verrà definita una precisa distribuzione dei Comuni alle relative postazioni di emergenza territoriale. Tuttavia, tale distribuzione ha uno scopo meramente organizzativo, infatti l'impegno dei mezzi di soccorso avviene secondo un criterio di priorità avulso dall'appartenenza territoriale.
In estrema sintesi, ho cercato di illustrarvi i contenuti della riforma del sistema emergenza-urgenza. Qui vi do una notizia: sarà operativa entro fine anno. Gli Uffici mi dicono entro ottobre e io, poiché sono in Consiglio regionale, dico che entro fine anno ci sarà un'unica Centrale operativa, posizionata, praticamente, alla Cittadella regionale. Credo che quella sarà una piccola rivoluzione all'interno del sistema emergenza-urgenza di questa Regione.
Signor Presidente, io però, come le avevo detto, ho qualche difficoltà a continuare nella risposta alle interrogazioni che seguiranno e che mi vedono protagonista della risposta. Per cui, chiederei a lei, anche ai consiglieri, sostanzialmente, di valutare come procedere: io potrei delegare un componente della Giunta regionale a dare comunque le risposte perché c'è appunto un'attività istruttoria fatta in ufficio, oppure, per rispetto ai consiglieri interroganti, potrei anche assumere l'impegno, qualora il Presidente del Consiglio fosse d’accordo e i capigruppo fossero d'accordo, a rispondere nella prossima seduta o anche in più sedute.
Se, per esempio, - è una proposta che mi permetto di rivolgere ai consiglieri regionali con grande rispetto della loro autonomia - se questo istituto delle risposte noi potessimo smaltirlo in sedute di Consiglio regionale alternate, dò già la mia disponibilità a trattenermi dopo la fine dei lavori del Consiglio, oppure a venire un po' prima, per rispondere a due o tre interrogazioni per volta, in maniera più ordinata, perché credo non sia la migliore delle soluzioni leggere gli scritti degli uffici senza poterli integrare anche con qualche notizia più attuale o con qualche riflessione di carattere organizzativo.
Presidente, il problema è che l'istituto richiedeva risposte molto sintetiche, lei le ha fatte articolate, però sono d'accordo ad inserirne un paio di interrogazioni per ogni seduta di Consiglio e cercare di smaltirle, perché c'è tutta l'intenzione, ovviamente, di dare risposta ai consiglieri di minoranza.
Se siete d'accordo, le interrogazioni sulla sanità a cui deve rispondere il Presidente le possiamo mettere in coda all’ordine del giorno di un’altra seduta di Consiglio e procedere adesso con le risposte degli altri Assessori.
Ma non ne è rimasta una sola, Presidente, sulla sanità?
Ce ne sono tantissime, ce ne sono tantissime.
Ma l’elenco qua….
No, questa è la sua, poi…
Sulla sanità, una ne è rimasta.
Sulla sanità c'è questa a sua firma, consigliere Tavernise, per la “Diagnosi tumori in provincia di Cosenza”.
E poi ce n’è una sul “Crollo costone Tropea” a cui non deve rispondere il presidente Occhiuto. Le rimanenti sono di competenza degli altri Assessori.
Va bene, Presidente, risponda anche all’interrogazione numero 124 a firma del consigliere Tavernise. Può intervenire il collega Mammoliti, per una breve replica sull’interrogazione precedente.
La mia preoccupazione era quella di non vedere, nella predisposizione di questo atto, l’area centrale della Calabria, però lei ha spiegato che la provincia di Vibo, sostanzialmente, fa parte del territorio nord-est, quella di Crotone mi pare nord-ovest, e non ho capito bene quella di Catanzaro.
Stiamo parlando dell'atto aziendale di Azienda Zero per quanto riguarda il 118 emergenza-urgenza, per le postazioni di emergenza territoriali. Siccome, in questo atto non sono indicati i Comuni ma le aree: c'è nord-est, nord-ovest, sud-est, sudovest, ma non c’è area centrale, volevo capire dove fossero collocati i Comuni rientranti nell'area centrale delle province di Catanzaro, Crotone, Vibo.
Ecco questa era la mia preoccupazione; ho sentito quelle di Vibo, ho sentito quelle di Crotone, non avevo capito in quale area rientrassero i comuni di Catanzaro.
(Voci fuori microfono)
Per quanto riguarda il resto, sono presenti
altre interrogazioni sulla sanità.
Consigliere Mammoliti,
mi scusi se la interrompo.
Direi di concludere le
interrogazioni a risposta immediata e di rinviare alla prossima seduta di
Consiglio regionale le interrogazioni a risposta scritta.
Passiamo
all'interrogazione numero 124/12^ a firma del consigliere Tavernise: “Carenza
di strumentazione per la diagnosi dei tumori in provincia di Cosenza”.
Cedo la parola al
consigliere Tavernise per illustrare l’interrogazione. Prego, consigliere Tavernise.
Sì, grazie. Presidente
Occhiuto, da un articolo di stampa ho appreso che anche lei si è occupato di questo
argomento con una cittadina di San Marco, se non erro.
Lei sa meglio di me
che, soprattutto la Provincia di Cosenza, soffre della carenza di
strumentazione per la diagnosi dei tumori; nello specifico, mi riferisco alla
PET, di cui è presente un solo strumento all’Ospedale “Mariano Santo”, quindi all’Azienda
ospedaliera di Cosenza; però, soprattutto la costa ionica della Sibaritide
risulta sprovvista, quindi l’Ospedale spoke
di Corigliano-Rossano nel territorio della Sibaritide risulta sprovvisto di
una Pet, e ciò può determinare per le persone affette da patologie oncologiche
gravi, ritardi nelle diagnosi.
Lei sa meglio di me, Presidente,
che purtroppo il fenomeno dell'emigrazione sanitaria oggi ci porta a spendere
300 milioni di euro di mobilitazione passiva, di cui 100 milioni di euro nella Provincia
di Cosenza.
So che nel nuovo Ospedale
della Sibaritide era prevista l’apertura del reparto di Medicina nucleare, ma
purtroppo in terza Commissione è emerso che, a causa dell'aumento dei prezzi,
il collaudo previsto a dicembre 2023 è slittato al 2025.
Pertanto, chiedevo se fosse
possibile l'installazione di una Pet nell’Ospedale Spoke
di Corigliano-Rossano, visto che mi sono informato e vi sarebbe anche la
possibilità di acquistare una Pet mobile. Grazie.
Grazie, consigliere
Tavernise. Cedo la parola al presidente Occhiuto.
Nell’interrogazione si
chiede di sapere se e come intenda il Commissario assumere ogni utile
iniziativa affinché si possa dare una celere risposta ai bisogni sanitari attraverso
la PET e così via.
Con riferimento alle
problematiche esposte, si rappresenta che la Regione Calabria già da alcuni
anni, con il coinvolgimento delle Aziende sanitarie regionali, ha avviato la
programmazione specifica di risorse, al fine di assicurare il potenziamento e
l’ammodernamento del parco tecnologico in uso presso i presìdi sanitari della
Regione.
In particolare, nel
corso dello scorso anno 2022, è stato dato un forte impulso all’azione
amministrativa, al fine di giungere alla definitiva approvazione della suddetta
programmazione.
Ho trovato nel
cassetto atti che non erano diventati nemmeno di programmazione e si è avviata
la concreta attuazione degli interventi previsti con l'obiettivo di garantire
percorsi diagnostici terapeutici più efficaci, soprattutto in campo oncologico,
e di ridurre le liste di attesa.
In particolare, sono
in corso di attuazione i seguenti programmi: il programma di Radioterapia
oncologica, di cui alla delibera CIPE numero 32 del 21 marzo 2018; il programma
di ammodernamento tecnologico, di cui al DL 30 aprile 2019, numero 35; i
programmi previsti nel PNRR, che sono l'investimento in ammodernamento del parco
tecnologico e digitale ospedaliero e il sub investimento relativo alle grandi
apparecchiature.
Siccome la descrizione
dei contenuti di questi programmi, seppur in maniera sintetica, è indicata in
diverse pagine, se la Presidenza del Consiglio regionale lo ritenesse, io consegnerei
al consigliere interrogante il contenuto preparato dagli uffici e mi limiterei
a evidenziare che, con particolare riferimento all'intervento dell'Azienda ospedaliera
di Cosenza, si rappresenta che è stato già proposto il PFTE del bunker, che
praticamente è il documento di programmazione finanziaria tecnico-economico, nel
quale dovrà essere installato il relativo acceleratore lineare, ed è stata
attivata la convenzione sottoscritta con Invitalia che entro le prossime
settimane avvierà le procedure per l'affidamento dei servizi di progettazione
definitiva e di esecuzione dei bunker.
Invitalia dovrebbe
attivare le procedure.
Ne approfitto perché
sulla stampa c'è stato un dibattito anche sugli acceleratori lineari e vorrei
evidenziare che si tratta di risorse del 2018.
Appena insediato, ho
chiamato Invitalia chiedendo di accelerare rispetto alle procedure di gara e
Invitalia sta predisponendo tutto quello che occorre per le gare assicurando
che lo farà entro poche settimane, quindi entro fine aprile, inizio maggio.
Io spero fine aprile –
Invitalia ci dice fine aprile, i miei uffici mi dicono mese di aprile – e si
avvierà la procedura per l'affidamento dei servizi per gli acceleratori lineari.
Per il resto, potrei, per
il tramite del presidente Mancuso, fornire ogni ulteriore elemento di
valutazione al consigliere interrogante attraverso gli elaborati del Dipartimento.
Grazie, Presidente. Continueremo
con gli altri membri della Giunta regionale per le altre interrogazioni a
risposta immediata.
Passiamo
all'interrogazione numero 32/12^ a firma del consigliere Laghi “Sul problema
dell'energia rinnovabile e produzione eolica”.
Cedo la parola l
consigliere Laghi per illustrare l’interrogazione. Prego, consigliere Laghi.
Grazie, Presidente. La produzione di energia eolica rientra tra le
priorità degli obiettivi del PNRR - Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione
ecologica”.
Essa copre, attualmente,
il 9 per cento della produzione elettrica nazionale e circa il 90 per cento
degli impianti eolici è concentrato nel Sud e nelle Isole.
In Calabria ormai da
anni si assiste a una crescita incontrollata di installazioni di aerogeneratori
con continue nuove richieste in una regione, peraltro, con un surplus energetico
di circa il 180 per cento.
Non appaiono sufficienti
i controlli, ma manca soprattutto una seria pianificazione regionale che
dovrebbe, a mio modo di vedere, anche prevedere la sostituzione progressiva
delle fonti fossili con quelle rinnovabili; altrimenti, appunto, non si capisce
perché si chiamano “alternative”.
La produzione di
energia eolica ha creato problemi di carattere ambientale della serie “non è
tutto oro quel che riluce”, in quanto anche gli aerogeneratori consumano suolo
e richiedono l'abbattimento di alberi, danneggiano la biodiversità e il paesaggio
con negative ripercussioni anche sul turismo e, quindi, sull'economia dei
territori interessati, ma anche problemi di salute legati alla rumorosità delle
pale, alla generazione di campi elettromagnetici ed altro, con disturbi
importanti tra cui vertigini, mal di testa, nausea, offuscamento della vista,
tachicardia, insonnia, disturbi della libido.
Il business collegato
agli aerogeneratori – si stima una rendita di almeno 300 mila euro l'anno per megawatt
prodotto – ha attirato, per di più, l'interesse della criminalità organizzata.
Secondo il Piano nazionale
integrato energia e clima verranno installati aerogeneratori offshore, cioè in
mare, galleggianti, con impatto paesaggistico, ma anche sull'ecosistema marino e
le attività di pesca. Ciò ha determinato numerose proteste di autorità locali,
cittadini, imprenditori turistici e della pesca.
Risulta, quindi,
necessario e urgente, a mio parere, un intervento da parte del governo regionale
per un'adeguata programmazione che preveda anche un costante e sempre proficuo
rapporto con le comunità locali; quindi, la domanda è: quale programmazione si
intenda perseguire in tema di produzione e gestione dell'energia rinnovabile da
aerogeneratori onshore e offshore. Grazie.
Grazie, consigliere
Laghi. Cedo la parola alla Giunta regionale. Prego, assessore Varì.
Grazie, Presidente,
onorevoli consiglieri. Grazie al consigliere Laghi che mi dà l'opportunità,
innanzitutto, di fare un quadro, seppur breve naturalmente, su quella che è la
situazione attuale.
È ovvio che, proprio
in ragione di quelli che sono stati gli obiettivi fissati a livello nazionale
ed europeo, la produzione da fonti di energie rinnovabili è fondamentale sia
per la sicurezza dell'approvvigionamento sia per quel che riguarda
l'abbattimento dei costi energetici.
La produzione di
energia da parte di fonti rinnovabili deriva soprattutto dalla produzione di
eolico, cioè una fonte assolutamente indispensabile e fondamentale di
approvvigionamento.
Contrariamente a
quanto è accaduto nel primo decennio degli anni 2000, nel secondo decennio, sia
l'Europa sia l'Italia hanno molto rallentato in questo, consigliere Laghi, poiché
mentre nel 2012 avevamo una potenza installata di circa 8 gigawatt per l'eolico,
nel 2021 ne abbiamo soltanto 11; quindi, abbiamo aumentato la nostra potenza
soltanto di tre Gigawatt.
Uno di questi in gigawatt
è installato in Calabria.
Per quel che riguarda,
invece, la nostra situazione, quindi quella calabrese, facendo riferimento alla
produzione di energia elettrica, produciamo il triplo dell'energia della quale
abbiamo bisogno e, se facciamo riferimento invece al nostro esclusivo
fabbisogno, riusciamo a produrre il 76 per cento del fabbisogno da fonti di energia
rinnovabile e l'86 per cento se andiamo a includere anche le biomasse.
Da questo punto di
vista, pertanto, non siamo affatto all'anno zero; anzi, siamo una Regione
virtuosa che produce tanta energia rinnovabile.
Parametrandola, invece,
all'eolico, il dato che abbiamo è che il 13 per cento dell'energia che viene
prodotta dall’eolico è quella che necessita per l'intera produzione energetica
regionale e, invece, l’eolico rappresenta il 56 per cento della produzione da
fonti di energia rinnovabile.
È ovvio, naturalmente,
che noi dobbiamo implementare questa quota perché soprattutto quelli che sono
gli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato di energia e clima ci danno
questo obiettivo e anche perché è ovvio che il nostro sistema non è un sistema
chiuso, ma un sistema interconnesso con l'Europa e, quindi, le regioni che
hanno la possibilità di produrre maggior quantitativo di energia devono
assolutamente farlo, andando incontro a quelli che sono i territori che, invece,
ne producono meno.
Fatta questa premessa,
vado ovviamente a rispondere a quella che è la sua domanda.
Non ritengo,
sinceramente, che ci sia una produzione incontrollata di parchi eolici, nel
senso che, come lei ben sa, onorevole Laghi, ci sono delle norme che
disciplinano questa materia, soprattutto per i campi eolici che superano i 10 megawatt
di potenza, ai quali lei sicuramente si riferisce, perché quelli inferiori naturalmente,
in questo caso, non li prendiamo in considerazione e sono disciplinati dall’autorizzazione
unica, un provvedimento che viene reso a valle di tutta una procedura nella
quale sono coinvolti non soltanto gli enti locali, quindi le Province e i Comuni,
ma tutti gli enti preposti alla tutela ambientale, territoriale e paesaggistica.
Mi riferisco,
naturalmente, al Ministero della cultura, alle ASP e all’ARPACal,
oltre che alle Province, ai Comuni e ai Dipartimenti naturalmente interessati
della Regione Calabria.
Si osservano,
naturalmente, tutte quelle che sono le procedure; vero è, che essendo sottoposta
anche l’autorizzazione di questo tipo di impianti alla VIA, tutti i cittadini
interessati che volessero arricchire il dibattito o eventualmente integrare
quelli che sono i pareri resi, hanno la possibilità di intervenire.
Per concludere e rispondere
a quel che lei sollecitava, sono convinto che sia vero che abbiamo necessità di
una programmazione.
Difatti, essendo stato
il Piano energetico regionale aggiornato per l'ultima volta nel 2005, questa Giunta
regionale ha adottato le linee guida per l'aggiornamento di questo Piano, che è
in fase di redazione e dovrà essere poi sottoposto all'attenzione di tutti i
portatori di interesse sul territorio e, alla fine, ovviamente approvato da
questo Consiglio regionale.
Inoltre, c’è da dire
che è in via di definizione quello che è il Quadro nazionale regolatorio per le
aree idonee; quindi, per andare a definire in maniera specifica quelle che sono
le aree nell'ambito delle quali dovranno e potranno installarsi gli impianti
eolici e i parchi eolici.
A valle di questa definizione
di Quadro regolatorio andremo assolutamente a predisporre un piano di dettaglio
che riguardi, appunto, la Regione Calabria per fare in modo che i parchi eolici
non vengano, come dire, impiantati in maniera indiscriminata, ma secondo quella
che è una programmazione che la Giunta regionale, e soprattutto questo Consiglio
regionale deve fare.
Chiudo semplicemente
dicendo che il presidente Occhiuto unitamente ad altri Presidenti di Regioni
meridionali – nel Centro e nel Sud si produce la quasi totalità di energia
prodotta da fonti energia rinnovabili – sono anche impegnati per fare in modo
che le misure di compensazione che in questo momento spettano soltanto ai
Comuni possano essere attribuite in futuro anche alle Province e alle Regioni.
Ciò dovrebbe avvenire
per via di una modifica della legge attualmente in vigore per le misure di
compensazione.
Grazie, assessore Varì. Prego, consigliere Laghi.
Grazie molte per la dettagliatissima
risposta. Proprio la ricchezza della produzione energetica regionale ci
consente di programmare tutelando il territorio.
Io, per la verità, non
condivido il fatto che ci sia un pezzo di Paese che debba fungere da Hub energetico
per tutti quanti gli altri, ma se noi già produciamo il triplo credo che sia
sufficiente; quindi, possiamo focalizzarci anche sui nostri interessi.
Va benissimo anche
tutto il percorso amministrativo e autorizzativo.
Tuttavia, invito a prestare
grande attenzione perché poi, nella realtà, incontriamo situazioni come quella
di Crotone, di San Vito, di Monterosso, e mi limito all'eolico, dove
praticamente il possibile insediamento di questi aerogeneratori è collegato con
un vero e proprio sacco ambientale, magari con tutte le autorizzazioni del caso.
Per questo dico che è
fondamentale il collegamento con i territori e non soltanto con gli enti,
perché, anche molto frequentemente, nel percorso autorizzativo è chiaro che
ogni singolo cittadino può partecipare alla VAS eccetera, però alla fine, per motivi
differenti, queste cose vengono debolmente sollecitate ed effettuate e poi si
arriva magari alla mobilitazione di piazza per evitare dei veri e propri scempi,
come abbiamo assistito nei luoghi che ho menzionato. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi.
Presidente, l’interrogazione
precedente sulle emergenze incendi in Calabria la diamo per superata, visto che
quest’oggi abbiamo fatto la discussione sul piano forestale, però chiederei di
poter avere un elaborato del Dipartimento se ci fosse.
Sì, lo aveva
l'assessore Gallo, però è dovuto scappare e, quindi, sarà mia premura
notificarglielo.
Cedo la parola all’assessore
Varì. Prego, Assessore
A proposito di questa
interrogazione, consigliere Mammoliti, l'assessore Gallo mi aveva lasciato le
carte e, quindi, posso leggere la risposta che, in realtà, è assorbita dalla
discussione al primo punto all'ordine giorno.
La posso consegnare,
però non credo sia il caso di ripetere.
Prego, assessore Varì.
Grazie, signor Presidente, onorevoli consiglieri.
Consigliere Mammoliti, è per me un piacere, a dire il vero, rispondere a
questa sollecitazione che lei ha rivolto al governo regionale e in questo caso
a me, come Assessore delegato, perché ritengo che quello che siamo riusciti a porre in essere, soprattutto a vantaggio delle imprese
proprio per mitigare quello che è il costo dell'energia, sia stato un
provvedimento molto rilevante.
L’interrogazione è risalente e, quindi, lei sicuramente ne è conoscenza,
ma naturalmente io devo ripetere ed esporle quello che siamo riusciti a fare.
Abbiamo pubblicato un avviso, quindi un bando, con una dotazione finanziaria di
9.2 milioni di euro e abbiamo dato la possibilità alle microimprese, quindi
alle piccolissime, che si volessero dotare di un impianto per l'autoproduzione
di energia da fonte solare di poterlo fare, avendo la possibilità, per impianti
che costano tra i 5 e i 25 mila euro, di avere un fondo perduto all’80 per
cento. È stata una misura che ha riscosso parecchio successo nel senso che
abbiamo avuto domande per oltre 10 milioni e mezzo di euro, le domande sono state
oltre 700. È in corso di approvazione - credo lo sarà per la prima settimana di
maggio – la graduatoria definitiva che consentirà alle aziende di verificare se
sono state ammesse a seguito di quella che sarà la valutazione fatta dagli
uffici.
Parallelamente a questo provvedimento a favore delle imprese, sempre per
contrastare il caro energia, ne è stato preso un altro che è parzialmente
speculare, ma è più imponente come dotazione finanziaria. Con delibera di
Giunta, del mese di dicembre 2022, abbiamo istituito il Fondo Energia Imprese
che è un fondo grazie al quale le piccole-medie imprese e - è un mio auspicio,
che mi riservo di verificare - anche le grandi potranno accedere a queste
risorse per impiantare, sempre nei propri insediamenti produttivi, impianti per
autoproduzione che possano essere finanziati parzialmente a fondo perduto e
parzialmente con un finanziamento a tasso zero.
In particolar modo, gli impianti superiori ai 25 mila euro potranno ricevere un contributo a fondo
perduto per il 25 per cento e per il 75 per cento potranno avere un finanziamento
a tasso zero. La misura, nonostante abbia superato il vaglio tecnico, è
sottoposta alla cabina di regia ministeriale che ci dovrà dire se l’FSC, che è
la risorsa finanziaria che abbiamo utilizzato, è conforme a questo tipo di
strumento, però da un punto di vista tecnico è stato già approvato.
Ritengo, pertanto, che da qui a poco anche
questo strumento diverrà operativo; in ogni caso anche nell’ipotesi in cui
dovessimo avere qualche ritardo per avere l'autorizzazione, da parte della
cabina di regia, abbiamo deciso che con una parte dei fondi POR 2014-20 andremo
lo stesso a finanziare questa misura, quantomeno la parte iniziale, quindi, è
un fondo che sicuramente vedrà la propria operatività. Questo è con riferimento
alle imprese.
Per quel che riguarda i cittadini, il
consigliere Mammoliti, che è particolarmente attento, sicuramente sa che,
rispetto a quando lui ha fatto l'interrogazione, è intervenuto il Governo nazionale,
soprattutto con il bonus sociale che dà la possibilità ai cittadini che hanno
un ISEE basso di potersi vedere pagate una parte sostanziosa di quella che è la
bolletta elettrica. Noi non agiamo, naturalmente, sullo stesso piano, cerchiamo
di agire in complementarità. Come lo abbiamo fatto? Lo facciamo spingendo soprattutto
quelle che sono le Comunità energetiche delle quali molte volte abbiamo discusso
in dibattiti in cui anche lei è stato presente, consigliere Mammoliti, lo
facciamo in questo modo incentivandole in complementarità a quanto fa il Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza.
In particolar modo, mentre il suddetto Piano
va a finanziare le Comunità energetiche che vanno a insediarsi nei Comuni con una
popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, la Regione Calabria lo fa nei Comuni
che hanno una popolazione superiore con circa 40 milioni di euro stanziati nel PR
2021-2027. Riteniamo che tale misura possa essere apprezzata.
Chiudo semplicemente dicendo che stiamo,
altresì, valutando, consigliere Mammoliti, le possibilità che ci provengono dal
Regolamento europeo 435 del 2023 per prevedere ulteriori possibilità di sostegno
in forma di ristoro o sovvenzioni a cittadini e imprese che abbiano subito un
danno in ragione dell'aumento dei prezzi dell'energia. Grazie.
Grazie, assessore Varì.
Prego, collega Mammoliti.
Grazie, Assessore, per la puntuale e
articolata risposta e, anche, per l'attenzione che ha prestato nel corso di
questi mesi a questi problemi relativi soprattutto alle piccole e medie imprese
e ai settori produttivi. Quindi, le do effettivamente atto che questi bandi
hanno prodotto una sollecitazione, una richiesta e una partecipazione da parte
delle imprese molto considerevole.
Non ho capito se il secondo Fondo Energia e Impresa
è in attesa di parere di conformità - mi pare di aver capito correttamente - e quindi
da questo versante sono soddisfatto dell'attività realizzata. Debbo dire la
verità - non è una polemica – sono un po' meno soddisfatto dell’attività verso
le famiglie e i cittadini, perché è vero che ci sono dei provvedimenti nazionali,
però le Regioni potevano - anche in
termini, come diceva lei, di misure complementari - prevedere qualche azione
più specifica e più mirata perché la risposta della Comunità energetica non è
così ravvicinata ed è l'insieme della collettività che se ne avvantaggia, ma
non nell’immediato come poteva essere, per esempio, con un bando per le famiglie
con una ISEE molto, molto bassa. Grazie di tale attenzione.
Grazie, liberiamo l'assessore Varì che mi pare debba rispondere ad altre interrogazioni.
Passiamo all'interrogazione numero 41/12^ di
iniziativa del consigliere Lo Schiavo “In ordine all’allocazione delle Case di
Comunità della provincia di Catanzaro e in particolare nel Comune di Nocera
Terinese”. Prego.
Presidente, è un’interrogazione del 21 marzo
2022, quindi potrebbe essere anche non tempestiva o superata, in realtà la illustro
brevemente.
La Regione Calabria nel dicembre 2021
comunicava ad Age.Na.S. la localizzazione dei terreni
e degli immobili da destinare alla realizzazione di una Casa di Comunità a
Nocera Terinese che era uno tra i Comuni destinati a ospitare questa struttura.
Tuttavia, successivamente, nel DCA numero 15, del 1° marzo 2022 con cui è stata
approvata la proposta del piano degli interventi per la realizzazione del PNRR
salute tra le Case di Comunità non figurava più, nelle 57 case, Nocera
Terinese, ma figurava San Mango D'Aquino e quindi, nel marzo 2022, chiedevo di
sapere i criteri e se non vi era la necessità di riconsiderare l'istruttoria
della Casa di Comunità della provincia di Catanzaro ripristinando quella nel
Comune di Nocera Terinese.
Nelle more non so se siano intervenute delle
modifiche a questo DCA e quindi attendo la risposta.
Cedo la parola alla Giunta. Prego, Assessore.
Premesso che con la deliberazione del
Consiglio dei Ministri del 4 novembre 2021 il Presidente della Giunta della
Regione Calabria è stato nominato Commissario ad acta e con il Decreto del Ministro della salute 20 gennaio 2022,
recante la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle
Province autonome per i progetti del PNRR e del Piano per gli investimenti
complementari, trasmesso dal Dipartimento per gli affari regionali e le
autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati attribuiti
alla Regione Calabria gli importi, a valere sulla Missione 6, Componente 1, per
il complessivo valore di euro 128.787.991, di cui euro 84.677.262, quale investimento
1.1, per la realizzazione di numero 57 Case di Comunità; con DCA numero 15 del
1° marzo 2022 è stata approvata la proposta di Piano degli interventi per la
realizzazione delle strutture sanitarie della Regione Calabria, prevista nella
ripartizione programmatica del PNRR, che prevede - tra le altre cose – numero 57
Case della comunità di cui dieci nella provincia di Catanzaro.
Considerato che: con decreto del Ministro
dell'economia e delle finanze del 6 agosto 2021, è stata conferita all'Agenzia nazionale
per i servizi sanitari regionali l'attuazione di tali interventi;
caratteristica precipua delle Case della comunità è - tra le tante -
l'assistenza di prossimità in strutture sanitarie di facile accesso ed individuazione
da parte dell'assistito; nel corso di un incontro avvenuto il 26 maggio 2021 tra
il sub-Commissario pro tempore della Regione Calabria e i rappresentanti dell'AGENAS
sono stati illustrati gli elementi fondamentali per un sensibile miglioramento
dell'assistenza territoriale conseguibile attraverso le attività da realizzare
secondo il relativo cronoprogramma che originariamente prevedeva, entro il mese
di settembre 2021, la ricognizione da parte della Regione Calabria dei siti
idonei per la realizzazione delle Case di cura; nell’individuazione
dei detti siti veniva chiesto alle Aziende sanitarie provinciali di prendere in
considerazione preferenzialmente strutture esistenti, da ristrutturare o
rifunzionalizzare, del tipo strutture territoriali ambulatoriali obsolete o
reparti ospedalieri da riconvertire, ovvero, alternativamente di prevedere
nuove edificazioni su terreni di proprietà pubblica, in ogni caso in strutture
o su terreni nella disponibilità delle Aziende; di tener conto, nell’individuazione
dei siti, della carente rete assistenziale territoriale su tutto il territorio
regionale, nonché dell'assenza di assistenza domiciliare omogeneamente distribuita
sul territorio regionale; di tenere, infine, conto della rete stradale non sempre
agevole, specialmente nelle zone montane che non consente di accedere
tempestivamente e facilmente ai presidi sanitari; di valutare, inoltre, i
fabbisogni sanitari e socio-sanitari in relazione alle caratteristiche
epidemiologiche della popolazione e delle caratteristiche oro-geografiche del
territorio; di procedere alla distribuzione territoriale dei siti in modo
omogenea e capillare; di acquisire, entro il suddetto termine, il formale
assenso da parte del Comitato di rappresentanza dei Sindaci dei Comuni che
ricadono nei Distretti, in cui verrebbero ipotizzate le realizzazioni delle
Case di cura, se non diversamente idealizzato; la Regione Calabria nel dicembre
2021 ha comunicato ad AGENAS la localizzazione dei terreni e degli immobili da
destinare alle Case di comunità e Nocera Terinese era tra i Comuni individuati
ad ospitarne una struttura.
Visto che, nell'elenco allegato al DCA del 1°
marzo 2022 la struttura di cui sopra non risulta più collocata nel Comune di
Nocera Terinese ma nel Comune di San Mango d'Aquino, non è evidente
dall’istruttoria indicata nel DCA richiamato la motivazione di tale sostituzione,
posto che i commissari prefettizi del Comune di Nocera Terinese, interpellati
dall’Asp, hanno dato la disponibilità dei vecchi locali dell’USL; entro il 31
maggio 2022 dovevano essere sottoscritti i relativi Contratti Istituzionali di
Sviluppo (CIS), quindi l'immobile individuato nel Comune di San Mango D'Aquino
pare sia oggetto di un contenzioso per le finalità cui la stessa struttura era
destinata. Quindi, se non si ritenga necessario riconsiderare con urgenza
l'istruttoria relativa alle Case della Comunità della provincia di Catanzaro
ripristinando l'iniziale allocazione di una di esse nel Comune di Nocera
Torinese.
Grazie. Prego, collega Lo Schiavo.
L'Assessore ha letto la mia interrogazione,
la conoscevo già, però l'abbiamo riletta. Io aspettavo la risposta.
Se permette, posso dare io la risposta. Nocera
Terinese è stata messa nell'elenco delle Case di comunità. Grazie.
Posso ringraziare e, ovviamente, sono
soddisfatto della risposta. Ringrazio, anche, il consigliere Raso che molto
probabilmente è di quel territorio e quindi conosce bene la vicenda. Sono
contento che dopo questa interrogazione, grazie a una serie di interventi che ci
sono stati, Nocera Terinese oggi sarà sede di Case di Comunità. Grazie.
Passiamo all'interrogazione numero 126/12^ di
iniziativa del consigliere Tavernese “Criticità del servizio di trasporto
pubblico locale su gomma”.
Cedo la parola all’interrogante. Brevemente,
per favore. Prego, consigliere Tavernise.
Attraverso questa interrogazione chiedevo alla
Giunta se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa per
assicurare ai calabresi un diritto alla mobilità mortificato dal gap infrastrutturale, ataviche
inefficienze e ripetute proroghe, procedendo ad una revisione del Programma pluriennale
del TPL 2019-21 con la piena attuazione della legge regionale numero 35 del
2015, ad un rapido avvio delle procedure di gara per l'affidamento dei servizi
di trasporto pubblico locale, a disporre opportuni e specifici provvedimenti
atti ad aiutare i lavoratori licenziati della Simet. Li
ho inseriti in questa interrogazione. So che l'assessore Staine
conosce bene la situazione.
Quindi, nel merito dell'interrogazione, visto
che noi veniamo da uno, due, tre, quattro, cinque, sei e sette proroghe per
quanto riguarda il trasporto pubblico locale, volevo sapere qual è l'intenzione
del Dipartimento trasporti e dell’Assessore al ramo. Grazie.
Grazie, consigliere Tavernise. Cedo la parola all’assessore
Staine. Prego, Assessore.
La ringrazio, consigliere Tavernise. Essendo
mia delega ho letto con molta attenzione la sua interrogazione e colgo
l’occasione per raccontare un po' la storia del trasporto pubblico locale. In
realtà, in Calabria, sono 30 anni che viviamo di proroghe ed è mia intenzione,
in accordo ovviamente con la Giunta e con il Presidente, mettere mano a un
trasporto pubblico locale che in Calabria è - amo ripeterlo sempre - all'anno
zero.
Per far questo ci vuole una tempistica
adeguata, una macchina burocratica adeguata e soprattutto ci vuole una visione
di quello che vorremmo che fosse il trasporto pubblico locale nei prossimi vent'anni
e non cinque o dieci anni, questo perché uno dei grandi limiti della mobilità
in Calabria è non aver mai avuto una visione.
Colgo questa sua interrogazione per dire che,
malgrado il tempo che ci vorrà, sono tempistiche lunghe anche burocratiche da
un punto di vista di procedimenti amministrativi. Consigliere Tavernise, fare
le gare del trasporto pubblico locale significa almeno avere una tempistica di
due anni. Sa qual è la differenza fra questa Giunta e quelle precedenti? E che
noi abbiamo il coraggio di farle queste cose, perché non sarà comodo e in
questo momento ciò di cui non c'è necessità sono, sicuramente, attacchi demagogici
o politici - non riferiti, ovviamente, a lei - ma è per chiarire come vogliamo
affrontare questa problematicità.
C'è da dire un'altra cosa: ho trovato nella
sua interrogazione anche la questione sui lavoratori della Simet.
Tecnicamente la Simet non rientra nel trasporto
pubblico locale. Sono andata a una riunione in Prefettura per il mio ruolo -
che sia chiaro a tutti qua dentro che siamo vicini ai lavoratori - però c'è
anche da dire che non ho potuto agire in maniera efficace perché non ne ho gli
strumenti.
Consigliere Tavernise, nel momento in cui in
un’area imprenditoriale un'azienda fallisce, io posso far sì che quei
lavoratori, in caso di assunzioni, abbiano delle corsie privilegiate, ma fino
ad un certo punto, perché giuridicamente io non li posso assorbire in un TPL o
peggio ancora in un ente in house providing come può essere Ferrovie della Calabria.
Questo lo dico perché sono abituata a ragionare così e credo che anche i miei
colleghi di Giunta ragionino così.
Noi non facciamo promesse, io non mi prendo
responsabilità per chi le ha fatte precedentemente, così come non se ne prende il
Presidente della Giunta, così come non se ne prendono i miei colleghi di
Giunta.
Credo, inoltre, che stiamo lavorando, in
accordo con il Presidente, anche con il MIT per far sì che vengano incrementate
le risorse sui trasporti pubblici locali della Regione Calabria. Per chiedere
risorse in più - questo deve essere chiaro - ci devono essere delle regole molto
molto definite. Regole che non ci sono state nel corso di questi decenni.
Io ho trovato una situazione, così come il
presidente Occhiuto da quando si è insediata questa Giunta, di abbandono, in
cui non si è mai avuto il coraggio di effettuare determinate scelte e glielo
dico, consigliere Tavernise, perché per fare determinate scelte bisogna avere
coraggio e per avere coraggio bisogna far sì che non si risponda ad alcune
clientele temporali, ma bisogna - come dicevo prima - avere una determinata
visione. I calabresi meritano un trasporto pubblico locale che sia efficiente
ed efficace e per far sì che questo accada bisogna combattere le incrostazioni
che si sono avute nel corso degli anni.
Poi, le volevo dire, consigliere Tavernise, che
trovo straordinario che lei appartenga a un movimento politico che ha avuto un
sacco di rappresentanti nell'alto Ionio cosentino e trovo straordinario - sono
qui da qualche mese - e a volte anche quasi surreale che lei porti sempre
avanti le istanze del suo territorio, in maniera giusta, per carità, però come
se noi non facessimo il possibile.
Consigliere Tavernise, gliel'ho detto già
un'altra volta: ha avuto nel suo partito quattro rappresentanti dell'alto Ionio
e, nel settore di mia competenza che è quello del TPL, non ho visto
assolutamente nessun risultato; quindi, le dico una cosa: io non so quello che
farò, so, sicuramente, che mi impegnerò per farlo, ma visti i precedenti, credo
che anche facendo soltanto uno, porterò un miglioramento nel territorio e in
particolare nel suo. Grazie.
Grazie, assessore. Prego, consigliere
Tavernise, può intervenire per una breve replica.
Grazie. È stata molto esaustiva. Assessore Staine, per come la penso io, l’importante è raggiungere
dei risultati per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Se andiamo a
ritroso chi ci ha rappresentato fino ad oggi non lo ha fatto al meglio,
altrimenti non saremmo ultimi in tutte le categorie.
Se devo guardare indietro, è vero noi ne
abbiamo avuti quattro rappresentanti e sono stati bocciati, il centrodestra ne
ha avuto 40-50 e i risultati sono sotto gli occhi di tutti e tra l'altro le
ricordo che noi del Movimento Cinque Stelle alla Regione non ci siamo mai stati.
Grazie.
Grazie per la risposta
che, al di là delle battute, è stata molto esaustiva.
Le auguro un in bocca
al lupo per il prosieguo del suo assessorato. Grazie.
Grazie, consigliere Tavernise.
Liberiamo l'assessore Staine che ha concluso le sue
interrogazioni.
Passiamo all'interrogazione
numero 53/12^ a firma del consigliere Laghi “Sul grave atto di vandalismo
contro l'attività dell'associazione ‘Italia nostra’ nel Comune di Praia a Mare
a tutela dei Gigli di mare”.
Cedo la parola al
consigliere Laghi per l’illustrazione dell’interrogazione. Prego, consigliere
Laghi.
Grazie, Presidente.Il Giglio di mare cresce spontaneamente su
litorali calabresi ancora parzialmente incontaminati, tra cui quello di Praia a
Mare, e rappresenta un richiamo per naturalisti e appassionati con evidenti
ricadute anche economiche e occupazionali legate all'attività turistica.
La sezione dell'Alto
Tirreno Cosentino “Italia nostra”, assieme a WWF e Lipu, ha avviato misure di
tutela e salvaguardia di questa varietà vegetale protetta anche tramite
l'apposizione di cartelli informativi per segnalarne la presenza; cartelli
fatti bersaglio negli anni di atti vandalici puntualmente denunciati alle Autorità
competenti dall'Associazione che più volte ha provveduto a sostituirli.
Appare evidente che
queste attività vandaliche rappresentino, oltre che una inaccettabile violenza,
una minaccia concreta verso la specie protetta, concretizzandosi con danni alle
spiagge ove i Gigli di mare si trovano e al patrimonio ambientale del Demanio
marittimo.
La legge regionale
della Calabria numero 47 del 2009 riconosce il Giglio di mare quale flora di
alto pregio e, pertanto, rientrante nelle specie vegetali spontanee calabresi
rare o minacciate di estinzione per le quali è necessario intraprendere
prioritarie misure di conservazione e avviare progetti di tutela – il tutto è
virgolettato – con funzioni e compiti attribuiti ai Comuni nonché funzioni di
controllo e monitoraggio da parte della Regione Calabria.
Ciò premesso, si
interroga per sapere quali misure urgenti si intendano adottare a tutela della
legalità e per contrastare odiose intimidazioni e proteggere i Gigli di mare
nell'area del Comune di Praia a Mare e ove si trovino nell'ottica della
salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e in ottemperanza alla vigente
normativa regionale. Grazie.
Grazie, consigliere
Laghi. Cedo la parola all'assessore Minenna, che salutiamo, pregandolo di
rispondere brevemente. Prego, assessore Minenna.
Grazie, Presidente. Grazie
a tutti i consiglieri. Sono lieto di fare la vostra conoscenza. Questa è la mia
prima presenza in Consiglio regionale per motivi legati alle tante attività che
sto cercando di mettere a fuoco in questi primi mesi di assessorato, che sono
molte e riguardano le varie deleghe che mi sono state attribuite.
Grazie
all'integrazione numero 53, ho preso atto della presenza di questa specie e ho
chiesto ai miei uffici una rendicontazione sui vari progetti, anche perché ho
scoperto che la Calabria esprime un patrimonio di biodiversità tra i più
rilevanti in Europa e, forse, il più rilevante dal punto di vista regionale.
Atteso che si può certamente
migliorare, in questo momento mi sono stati segnalati 52 progetti che hanno riguardato
178 zone speciali di conservazione; vado per sintesi, ma i numeri sono molto
più articolati.
Abbiamo avviato un
quadro di azioni prioritarie per la biodiversità, il cosiddetto Prioritised Action Framework, che ovviamente ha superato
tutti i vagli previsti dalla disciplina ed è stato approvato dai competenti
organi del MASE e della Commissione europea.
Inoltre, abbiamo
previsto l’utilizzo di risorse comunitarie per 92 milioni di euro suddivise su
varie misure e, sul tema della conservazione e risorse naturali, abbiamo
avviato specifiche iniziative sul territorio di vigilanza, educazione
ambientale, interventi e tutela degli habitat per 20 milioni di euro.
Questa è una parte di
rendicontazione dalla quale si evince che la Regione Calabria sia tutt’altro
che inerte nelle attività.
Peraltro, ho avuto
modo di fare un follow-up delle capacità di spesa e, in questo settore – su
altri stiamo cercando di mettere a fuoco meglio – credo che ci sia una capacità
di spesa e di mettere a terra gli interventi.
Premesse tutte le
varie osservazioni, la cosa che reputo più rilevante nella sua interrogazione è
questo tema di mancato rispetto – giustamente lei dice: “Abbiamo comunicato…”
–, cioè di questi atti vandalici che si verificano su base continuativa.
Dal canto mio, cercherò
anche di interagire con le Forze di Polizia e chiederò quali sono le iniziative
in corso, perché immagino che l'associazione, oltre a segnalarlo a noi, avrà
fatto anche un esposto; quindi, bisogna anche interagire con i vari ambiti di
competenza, perché un conto è la moral suasion e un conto sono le
iniziative di spesa a tutela della biodiversità e delle specie e, anche se per la
Regione questo filone non era in cima, grazie a questa sua informativa ho
raccolto informazioni e, tutto sommato, gli stati di avanzamento sono positivi.
Tuttavia, la cosa più importante
è capire cosa stiamo facendo anche nell’interazione con le Procure e le Forze
di Polizia su questi atti vandalici, altrimenti sarà come svuotare il mare con
un secchio; cioè, noi mettiamo i soldi, voi andate a mettere i cartelli,
aggiustiamo da una parte e, in realtà, poi sgangherano dall'altra.
Su questo, dunque,
bisogna capire cosa sta succedendo e quale sia il tipo di attività interdittiva.
Su questo mi farò
parte attiva soprattutto sul territorio.
La sua segnalazione è
molto precisa, quindi bisognerà chiedere notizie circa lo stato delle
specifiche istruttorie sul territorio di Paola e, in particolare, alla Polizia locale
e ai Carabinieri.
Grazie, assessore
Minenna. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
La ringrazio molto, Assessore.
Il problema, appunto,
che riguarda Praia a Mare non ha soltanto una valenza naturalistica.
Io l’ho fatta mia
anche per un altro problema, poiché il danno inferto a questa specie protetta riguarda
anche l’attività sulle dune che, pur essendo ugualmente protette, vengono spianate
con i bulldozer coinvolgendo anche i Gigli di mare; per cui, non si tratta di mero
vandalismo, ma l’utilità dei cartelli è proprio quella di indicare i posti dove
i caterpillar non possono andare; quindi, c'è un legame non solo di tutela
ambientale, ma anche di tutela della legalità.
Pertanto, il rapporto
alle Forze dell'ordine non è soltanto per segnalare la necessità della
repressione dell'atto vandalico, ma è anche la necessità di intervenire proprio
per evitare gli scempi di cui poi i Gigli di mare sono l'ultima deleteria
conseguenza. Grazie.
In un'ottica di
risparmio di tempo, considerato che manca l’Assessore all’agricoltura a cui era
rivolta l’interrogazione numero 96/12^ sui bacini silani, Arvo
e Ampollino, se lei mi consente, io la ritirerei e la presenterei, chiedendo
all'Assessore una sollecita risposta.
Va bene. Vista la
domanda sul Giglio bianco, vorrei aggiungere che si tratta di specie che si
trovano soprattutto sulle spiagge.
Il Comune di Catanzaro,
ad esempio, ha individuato la zona e ovviamente l’ha delimitata non rendendola
fruibile nel Piano spiagge, però, nonostante sia di proprietà regionale, il
demanio è materia delegata ai Comuni che, pertanto, si devono rendere parte
attiva acché questo possa essere realizzato.
La Regione, magari, potrebbe
fare una direttiva per l’individuazione dei Comuni.
Giusto perché è una
materia che abbiamo affrontato al Comune in passato.
Passiamo
all'interrogazione numero 87/12^ a firma del consigliere Tavernise “Emergenza
rifiuti dalla Sibaritide”.
Cedo la parola al
consigliere Tavernise per l’illustrazione dell’interrogazione. Prego,
consigliere Tavernise.
Grazie, Presidente. Si
tratta di un'interrogazione del 10 ottobre, assessore Minenna, e riguarda l'emergenza
rifiuti nella Piana di Sibari che, al momento, sembra sia stata superata.
Tuttavia, come lei ben
sa, andiamo incontro a dei mesi importanti dove l'utenza aumenta visibilmente
poiché ci aspettiamo una stagione con diverse presenze turistiche che
arriveranno in quel territorio; lì c'è un serio problema di impiantistica e,
quindi, se lei ha ben letto l'interrogazione, è inutile che la ripeto, mi aspetto
che si possa evitare quello che è successo e che succede di solito nei mesi
estivi in provincia di Cosenza e, nello specifico, nella Sibaritide. Grazie.
Cedo la parola all’assessore
Minenna. Prego, Assessore.
Il consigliere Tavernise
si è in parte auto risposto: sì, abbiamo risolto.
In realtà, sono gli
ultimi colpi di coda delle ordinanze 9 e 10 che furono prese l’anno scorso e
che hanno prodotto poi in maniera stratificata i vari effetti; quindi, è
un'attività di governance intrapresa prima del mio arrivo.
Quello che posso dirle
è che – lo vedrà negli atti di Giunta regionale della settimana scorsa e di
questa settimana che sono pubblici e di oggi, di fatto – quel tipo di attività,
da quando mi sono insediato, è stata sistematizzata anche su territori più ampi
con il fine di una serie di interventi, che a breve saranno avviati e che
saranno in grado di evitare e, quindi, di prevenire la situazione.
A mio avviso, su
questi fronti bisogna mettere a terra una serie di iniziative a carattere
preventivo.
Su questo il
presidente Occhiuto ha recentemente ottenuto anche un provvedimento normativo nazionale
che consentirà una vigilanza tramite GPS sugli autospurghi
e anche questo aiuterà con la creazione di una sala intelligence di controllo;
quindi, credo che tramite una serie di iniziative che stiamo mettendo in pista
- anche se, come diceva giustamente lei, il problema è stato risolto - non
dovremmo ricaderci nell'anno in corso.
Grazie, Assessore. Prego,
consigliere Tavernise.
L'unica cosa che le segnalo,
Assessore, è che lì c'è da tanti anni un problema sull'individuazione di un
sito e di una piattaforma per un nuovo eco distretto, poiché ci si poggia su un
solo impianto, che è Bucida, e non riesce a contenere
tutti i rifiuti solidi urbani di 27 o 28 Comuni.
Avendo grande stima
delle sue qualità, visto anche il suo passato professionale, mi auguro che nel
suo assessorato si riesca a prevenire invece di curare.
Pertanto, le chiedo
anche questo: l’individuazione di un eco distretto che porterebbe al
superamento dei problemi che, purtroppo, soprattutto nei mesi estivi, abbiamo
vissuto su quel territorio.
La ringrazio.
Le confermo che
partirà un'importante progettualità di potenziamento degli impianti su tutto il
territorio.
Grazie, Assessore.
Passiamo all'ultima
interrogazione “In ordine al licenziamento dei lavoratori dell'impianto di
trattamento rifiuti di Catanzaro, in località Alli”.
Cedo la parola al
consigliere Lo Schiavo per l’illustrazione dell’interrogazione.
Grazie, Presidente. Pur essendo l'ultima interrogazione, considerato
che riguarda 18 famiglie, ha anche una certa attualità e rilevanza.
Penso che il problema sia
stato risolto.
Il problema è stato
risolto, però è importante discuterne per dire che è stato risolto e come è
stato risolto.
Qualche tempo addietro
sono stato all'impianto di trattamento di rifiuti di Catanzaro in località Alli
che forse lei conosce, Assessore.
Oggi nella materia e
con questa rivoluzione dell'Autorità rifiuti e risorse idriche che ha
soppiantato le ATO c'è una revisione complessiva anche della gestione dei
rifiuti calabresi.
Non le nascondo che
questo impianto, che è stato oggetto anche di ammodernamento tramite un
finanziamento pubblico, stenta a decollare e ad acquisire la sua naturale
vocazione per cui, ciclicamente, vi sono queste preoccupazioni dei lavoratori.
Proprio recentemente –
sicuramente ce lo dirà con la sua viva voce – c'era stato un preavviso di licenziamento
di 18 lavoratori su 33, in quanto vi era anche una forma di contenzioso di un
contratto che la stessa Alli S.c.a.r.l aveva
stipulato con l’ATO di Catanzaro, oggi subentrate all'Autorità unica con un
contratto stipulato nel 2020; quindi, al di là di sapere – ovviamente questa è
un’interrogazione di qualche giorno fa – quali interventi si potessero mettere
in atto per scongiurare il licenziamento dei lavoratori, colgo l'occasione
anche per chiederle come e se questo impianto di trattamento di rifiuti sito
vicino alla città di Catanzaro possa avere un ruolo strategico nel ridisegnare
complessivamente il sistema della gestione rifiuti nell'ambito calabrese e,
quindi, se questo impianto, quello di Alli, lei pensa possa avere un ruolo
anche nel futuro, scongiurando che vengano nuovamente caricate sulle spalle dei
lavoratori le tensioni che ci sono state in questi mesi tra Azienda e Regione. Grazie.
Cedo la parola
all’assessore Minenna. Prego, Assessore.
Mi rendo conto che si
tratta di una vicenda che conosco bene, ma gli inglesi direbbero “The other way round”.
In realtà, la ArriCal ha evitato che ci fossero delle disattenzioni
contrattuali che si stavano paventando in una logica, però, mi consenta,
disordinata poiché non in linea con il capitolato generale di appalto, in
particolare all’articolo 56, ed è stata proprio la vigilanza di ArriCal a evitare una condotta scorretta.
Mi rendo conto che si
può creare, in mancanza di questa precisazione che è per atti amministrativi,
una narrativa inversa, che è quella che ha portato doverosamente a una
richiesta di chiarimenti.
L'appalto ha avuto
piena attuazione con la consegna definitiva dei lavori che è avvenuta ad agosto
dell'anno scorso.
Il 17 aprile – questa
è la fase attuale – abbiamo realizzato il piazzale dove ci sono i materiali e i
macchinari per la lavorazione del biodigestore e, per quanto riguarda l'altra
frazione che viene trattata dall'impianto, cioè quella indifferenziata, il
cosiddetto Rur, c'è stata una fase intermittente, ma
ora finalmente il problema è risolto.
Lo svolgimento di una
simile attività amministrativa ha comportato un rischio che si sono assunti
perché è arrivata subito la reprimenda di ArriCal,
che ha richiamato l'articolo 56 del capitolato generale d'appalto, rammentando
anche le implicazioni dal punto di vista del diritto nazionale cui si andava
incontro e, quindi, la cosa è rientrata.
Grazie, assessore
Minenna. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Mi dichiaro soddisfatto
della risposta, anche se in via ufficiosa avevo già avuto notizie di come la
crisi lavorativa fosse rientrata anche richiamandosi al rispetto di un
contratto che vincola le parti e che non può essere rimesso ovviamente alla
discrezionalità.
Tuttavia, continuo a
intravedere un rischio, che è quello che le dicevo inizialmente, cioè che
queste tensioni, che ci sono state nel passato e che ci potrebbero nuovamente
essere su questo sito e su questo impianto, possano essere poi scaricate nuovamente
sui lavoratori.
Il diritto nazionale ovviamente
tutela però, come ben può comprendere, la transizione di questo sito e la
mancata realizzazione di una riconversione completa del ruolo di Alli nel
sistema dei rifiuti calabresi, a mio avviso, continua a rappresentare un’incertezza.
Grazie, Presidente.
Aggiungo che è l’Azienda
concessionaria affidataria del servizio ad essere inadempiente perché avrebbe dovuto
adeguare la discarica con alcuni lavori che, però, non ha eseguito.
L'ambito di Catanzaro
ha affidato lo smaltimento ad altre discariche.
Ecco il motivo della
crisi, che potrebbe essere superata con i dovuti adempimenti anche perché ha ricevuto
i contributi da parte della Regione per i lavori di adeguamento.
Ecco perché non può
licenziare: è l'Azienda inadempiente. Questo è quanto.
Grazie, Presidente. Questo
chiarisce ancora di più la questione.
La discarica di Alli si
trova nell'ambito di Catanzaro, quindi siamo informati su questo. Come lei sa,
ho incontrato anche qualcuno dei lavoratori.
Il punto all'ordine
del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta scritta è rinviato alla
prossima seduta di Consiglio regionale. Grazie a tutti. La seduta è tolta.
La seduta termina alle
19.47
Hanno chiesto congedo: Gentile, Giannetta, Iacucci,
Montuoro, Pietropaolo, Princi.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge di iniziativa del Consigliere regionale Mattiani:
“La Varia di Palmi quale patrimonio culturale
regionale” (PL n. 175/12^).
È stata assegnata alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di
merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Il
consigliere regionale Alecci ha comunicato che le interrogazioni a sua firma,
ormai superate nel tempo e conseguentemente ritirate, sono:
-
n. 54 del 6 giugno 2022 (a risposta scritta), riguardante: “Criticità progetto
monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria”;
-
n. 55 del 6 giugno 2022 (a risposta scritta), riguardante: “Progetto di ricerca
e analisi finalizzato al miglioramento e mantenimento dell’ecosistema marino
della Regione”.
La
consigliera regionale Straface ha comunicato che l’interrogazione n. 46 del
primo aprile 2022 (a risposta immediata), riguardante: “Intervento
elettrificazione linea ferroviaria jonica comprensorio città di Corigliano
Rossano” può ritenersi superata, pertanto, è stata ritirata.
Il
consigliere regionale Bevacqua ha comunicato di ritirare l’interrogazione n.
129 del 24 marzo 2023 (a risposta scritta), riguardante: “Liquidazioni Bonus
Psicologo della Regione Calabria”, anche a nome degli altri firmatari: Alecci, Billari, Iacucci e Mammoliti.
Il
consigliere regionale Bevacqua ha comunicato di ritirare l’interrogazione n.
132 del 12 aprile 2023 (a risposta scritta), riguardante: “Acceleratori lineari”.
Il
consigliere regionale Lo Schiavo, nel corso della Seduta della Conferenza dei
Capigruppo del 17 aprile 2023, ha comunicato di ritirare l’interrogazione n.
122 (a risposta immediata), riguardante: “In ordine alla situazione di Arrical e alla gestione del sistema idrico calabrese”.
In
data 14 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 87 del 14
aprile 2023:
1)
Legge regionale n. 13 del 14 aprile 2023, recante: “Istituzione del Registro
regionale degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco”.
In
data 14 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 88 del 17 aprile 2023:
1)
Legge regionale n. 14 del 14 aprile 2023, recante: “Disciplina delle attività
di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e
commercializzazione delle piante officinali”.
In
data 18 aprile 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 90 del 19
aprile 2023:
1) Legge regionale n. 15 del 18 aprile 2023,
recante: “Istituzione della Riserva naturale regionale del Vergari”.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:
1.
deliberazione
della Giunta regionale numero 149 del 4 aprile 2023;
2. deliberazioni della Giunta regionale numeri
155, 156, 158, 159 e 160 del 13 aprile 2023.
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- nella primissima mattinata dello scorso 7 aprile
si è verificato il crollo di un costone di roccia sul promontorio dirimpetto
all’abitato di Tropea, sul quale sorge il Santuario di Santa Maria dell’Isola;
- fortunatamente, data l’ora, non si sono
registrate vittime o feriti;
- anche il caratteristico e quasi millenario luogo
di culto, restaurato e ridivenuto fruibile nel 2014, non ha subito danni;
- la Calabria è da sempre tra le zone d’Italia a
più elevata criticità dal punto di vista idrogeologico;
- uno degli obiettivi strategici che si è data la
regione è quello della difesa del litorale nell’ottica di fornire protezione e
un grado sufficiente di sicurezza nel tempo alle strutture, alle infrastrutture
ed ai beni storico-culturali e ambientali presenti a ridosso della linea di
spiaggia;
considerato che: - il Santuario di Santa Maria
dell’Isola è diventato un simbolo inconfondibile della “Perla del Tirreno” e di
tutta la Calabria;
- quanto accaduto ha destato viva preoccupazione
non solo negli abitanti della cittadina ma a livello internazionale;
- è prioritario mettere in sicurezza tutta l’area,
anche perché non sono da escludere ulteriori cedimenti;
- è necessario, pertanto, consolidare
tempestivamente la rupe, oltre che per scongiurare possibili danni alla
popolazione residente anche per non compromettere l’imminente stagione
turistica;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
quali urgenti e straordinarie iniziative in favore
del Comune di Tropea sono state intraprese o si intendono intraprendere per la
messa in sicurezza e il consolidamento della rupe oggetto del crollo.
(131; 12/04/2023).
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- considerato che:
- la Regione Calabria per
l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico
integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani ha istituito, con la
legge n. 10 del 2022 e s.m.i., l’Autorità rifiuti e
risorse idriche, indicando l'intero territorio regionale come l'ambito
territoriale ottimale le cui funzioni passano all’ArriCal
rappresentata da un commissario straordinario;
- la novella normativa nel processo di definizione
e approvazione dei rispettivi piani d'ambito per il servizio idrico integrato e
per la gestione integrata dei rifiuti urbani, indica che l'Autorità rispetta la
pianificazione territoriale sovraordinata, con particolare riferimento al Piano
regionale di gestione dei rifiuti, al Piano di tutela delle acque e ai Piani
del Distretto idrografico Appennino meridionale;
- la Regione esercita le competenze previste dal
d.lgs. 152/2006 in materia di programmazione, indirizzo, coordinamento e
controllo del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti;
- la Regione, sentito il direttore generale
dell’Autorità, svolge le funzioni di programmazione e di organizzazione delle
strutture e degli impianti strumentali all’erogazione del servizio di gestione
dei rifiuti che operano su scala regionale e che sono individuati dal piano
regionale di gestione dei rifiuti come di rilevante interesse strategico
regionale;
- la Regione nell'esercizio delle proprie funzioni
assicura la consultazione delle organizzazioni economiche, sociali, ambientali
e sindacali. • il Commissario straordinario dell’Arrical
ha approvato un cronoprogramma di subentro nella gestione del servizio rifiuti;
- nel comune di Catanzaro, in località Alli,
insiste un importante impianto di trattamento rifiuti al servizio dell’intero
territorio catanzarese;
- con una lettera formale la ditta Alli Scarl ha
annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo di 18
lavoratori, più del 50% della forza lavoro che fino ad oggi contava su 33
dipendenti;
- le organizzazioni sindacali di riferimento,
Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti avevano già ad
inizio aprile richiesto un incontro ad Arrical, senza
peraltro ancora alcun riscontro;
- secondo le sigle sindacali il provvedimento è
iniquo in quanto il licenziamento non è in linea con i principi di legge che
normano impianti in ammodernamento con quello di Alli ed è stato proclamato
pertanto lo stato di agitazione in attesa di una prima giornata di sciopero,
con la richiesta di un tavolo di raffreddamento presso la Prefettura di Catanzaro;
preso atto che: • l’impianto di Alli è sito
attualmente oggetto di ammodernamento grazie anche a finanziamenti pubblici;
- l’azienda ha stipulato nel 2020 un contratto di
appalto pubblico con l’Ato di Catanzaro, oggi Arrical, che pone obblighi economici e giuridici in capo ad
Arrical;
- tra le motivazioni a supporto dei licenziamenti
da parte dell’azienda sono indicate diverse e numerose inadempienze di Arrical;
- la gestione dell’impianto deve, come da
contratto, andare di pari passo con i lavori di ammodernamento e di conseguenza
è necessario mantenere la forza lavoro a pieno regime;
- la diminuzione della forza lavoro potrebbe recare
grave danno e pregiudizio al servizio di raccolta rifiuti dell’intero
territorio catanzarese;
- Arrical ha come obiettivo
quello di tutelare e salvaguardare i lavoratori del comparto regionale acqua e
rifiuti e - per come dichiarato in più occasioni dal commissario straordinario,
------------, e dal presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto - si
impegna a mantenere e garantire senza soluzione di continuità occupazionale per
il personale con le attuali condizioni contrattuali, economiche e normative;
- è fondamentale non disperdere le professionalità
e il know-how accumulati in quasi vent’anni di attività da parte del personale
da sempre impegnato in ogni fase della gestione operativa quanto di interfaccia
amministrativa, rappresentando un patrimonio da salvaguardare in un’ottica di
mantenimento nonché rinnovamento del servizio rifiuti regionale;
per sapere:
1. quali urgenti iniziative si intendono
intraprendere a tutela dei lavoratori dell’impianto di località Alli e del
servizio rifiuti del Catanzarese.
(133; 17/04/2023)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- gli acceleratori lineari sono strumenti
d’avanguardia utilizzati in radioterapia e che, nel corso degli anni, i
trattamenti radioterapici si stanno sempre più affinando e aumenta la quota dei
pazienti oncologici che nel loro percorso di cura traggono beneficio dalla
radioterapia: gli ultimi dati indicano che questa opzione viene utilizzata
almeno nel 60% di tutti i casi di tumore, spesso in associazione con la
chirurgia o la chemioterapia;
- le macchine attualmente in servizio sono obsolete
e necessitano di sostituzione;
- con delibera 32 del Cipe
del 2018 sono stati stanziati fondi per 9 milioni e 400 mila euro in aggiunta
ai 600 mila stanziati dalla Regione Calabria, per un totale di 10 milioni di
euro;
- questi fondi sono destinati all’acquisto di tre
nuovi acceleratori, uno per ognuno dei principali ospedali della Regione:
l’Annunziata di Cosenza, il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e il Gom di Reggio Calabria;
- come da Programma Operativo, per l’avvio e
completamento delle procedure di gara per la progettazione, l’esecuzione dei
lavori e la fornitura ed installazione delle apparecchiature, la struttura
commissariale si è data come tempo massimo il mese di maggio 2023, mentre, per
installazione e collaudo il mese di settembre 2024;
considerato che: - Ad oggi, su circa 150 pazienti
che necessiterebbero di cure, si riesce a gestirne 50 e i restanti sono
bloccati nelle liste d’attesa o costretti a ricorrere all’emigrazione
sanitaria, in particolare verso il Policlinico Gemelli di Roma, primo in
assoluto per pazienti calabresi trattati secondo dati Agenas
2021;
- con la dotazione di questi macchinari la Calabria
riuscirebbe a ridurre la mobilità sanitaria passiva dovuta a patologie
tumorali, abbattendo anche le liste d’attesa grazie al raddoppio del numero di
pazienti trattati giornalmente;
- con Dca 91 del 18
agosto 2022 è stata stipulata una convenzione con Invitalia come centrale di
committenza per l’acquisto di questi mezzi;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta Regionale e Commissario ad acta per la Sanità
per sapere:
- i motivi di questo considerevole ritardo rispetto
alla data di stanziamento dei fondi lì dove, con identica procedura, altre
Regioni hanno già ampiamente concluso l’iter;
- se e quali atti siano stati adottati in
previsione di un aumento dell’attività che implicherebbe, quindi, la necessità
di reclutamento di nuovo personale.
(132; 12/04/2023).
(Ritirata dal proponente in data 17 aprile 2023).
Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari,
Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- con delibera CIPE n.32 del 21/3/2018 in
attuazione del DM del 6/12/2017 ha assegnato alla Regione Calabria la somma di
9.400.000,00 da destinare alla riqualificazione e all'ammodernamento
tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione;
- il programma prevede l'acquisto di tre
acceleratori lineari da destinare alle Aziende ospedaliere di CS, CZ e RC;
- il programma complessivo è pari a 10 ml di euro
di cui 9.400.000,00 a carico dello Stato e 600.000,00 euro a carico della
Regione quale quota di cofinanziamento ai sensi dell'art.20 della legge 67/88;
- con nota 436008 del 21/12/2018 il programma di
interventi è stato trasmesso al Ministero della Salute;
- con nota 6950 del 10/3/2020 il Ministero della
Salute ha comunicato alla Regione l'approvazione del programma;
- con DCA n.75 dell’8/4/2020 il Commissario ad Acta
ha adottato il piano;
- con DCA n.98 del 28 luglio 2020 è stato approvato
il progetto dell'A.O. di CS;
- con DCA n.99 del 28 luglio 2020 è stato approvato
il progetto dell'A.O. di CZ;
- con DCA n.97 del 28 luglio 2020 è stato approvato
il progetto dell'A.O. di RC;
- con rispettivi decreti Dirigenziali del 24/2/2021
il Ministero della Salute ha disposto l'ammissione a finanziamento dei suddetti
interventi per consentire alla Regione le procedure di propria competenza;
- solo con DCA n. 91 del 18/8/ 2022 ha inteso
stipulare apposita convenzione con INVITALIA per l'attuazione del programma di
riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia
oncologico;
considerato che: - le procedure di affidamento
potranno essere indette fino al 30 giugno 2023;
tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. lo stato dell'arte del procedimento;
2. il cronoprogramma delle attività e l'avvio della
messa in esercizio dei nuovi impianti;
3. i volumi e i costi che la Regione attualmente
sostiene per emigrazione sanitaria passiva in materia di radioterapia
oncologica;
4. le liste d’attesa in radioterapia oncologica.
(134; 18/04/2023).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la città di Tropea ha una storia antichissima,
risalente addirittura all'età preromana, che si snoda nel corso dei secoli ed
evidenzia l'importanza che questa città ha avuto, grazie alla sua posizione a
picco sul mare, per la regione e per tutta l'area meridionale;
- ad oggi la città è meta balneare nota per il suo
patrimonio paesaggistico e culturale ed è simbolo riconosciuto di bellezza
della Calabria nel mondo;
- tra le sue attrattive paesaggistiche spicca il
Santuario medievale di Santa Maria dell'Isola, collocato su un promontorio
antistante la città;
- il promontorio ha una natura friabile in alcuni
tratti elemento che, unitamente al fenomeno dell'erosione costiera, ha causato
in tempi recenti diversi crolli di materiale roccioso, mettendo a rischio la
stabilità degli edifici e del promontorio stesso;
- nonostante alcuni interventi di consolidamento da
parte del Comune, lo scorso 7 aprile si è verificato un cedimento strutturale
di notevoli dimensioni che rende la situazione particolarmente preoccupante con
il rischio di un crollo devastante del promontorio;
considerato che: - il crollo ha reso ancora più
manifesta l'instabilità della parete che sembra appoggiata allo scoglio ed è
necessario scongiurare il rischio di perdere questo tesoro naturalistico
riconosciuto unanimemente e privare Tropea e la Calabria del suo gioiello
esotico, uno sperone di roccia bianca riconoscibile in tutto il mondo;
- è urgente un intervento a tutela del tratto
costiero e di prevenzione di ulteriori crolli che possano mettere a repentaglio
anche l'incolumità dei turisti;
- si discute da tempo della possibilità che Tropea,
la sua rupe e Santa Maria dell'Isola possano essere riconosciuti come
patrimonio mondiale dell'Unesco;
preso atto che: - la situazione è molto complessa
anche dal punto di vista delle competenze in merito al soggetto che deve
intervenire a tutela del promontorio ed è quindi opportuna un'assunzione di
responsabilità della Regione Calabria al fine di mettere in atto azioni
significative di prevenzione del rischio;
- nel 2020 il Comune di Tropea ha chiesto un
finanziamento per consolidare la parete ma i fondi non sono stati concessi;
- per salvare un patrimonio di inestimabile valore
paesaggistico e culturale è opportuno un intervento urgente di messa in
sicurezza del promontorio;
tanto premesso
impegna la Giunta regionale
ad adottare urgenti iniziative
di tutela del tratto costiero di Tropea e di messa in sicurezza del promontorio
sul quale sorge il Santuario di Santa Maria dell'Isola.
(50; 13/04/2023) Lo Schiavo e Mammoliti.
Il
Consiglio regionale
vista la
legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 (Forestazione, difesa del suolo e
foreste regionali in Calabria) e in particolare l’articolo 5, che:
-
prevede l’elaborazione da parte della Regione
Calabria di un programma regionale per l’attività di forestazione e la gestione
delle foreste regionali (comma 1) e la relativa approvazione da parte del
Consiglio regionale (comma 3);
-
dispone che il programma ha durata non superiore
a cinque anni, si aggiorna per scorrimento e si attua con piani annuali,
attraverso progetti esecutivi (comma 4);
viste:
-
la legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45
(Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale);
-
la legge regionale 16 maggio 2013, n. 25
(Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la
montagna – Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e
di politiche della montagna);
vista la deliberazione della Giunta
regionale n. 112 del 13 marzo 2023, recante: “Approvazione Programma Regionale
per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione
delle Foreste Regionali anno 2023”;
preso
atto che, nelle more dell'approvazione del Piano Forestale Regionale di cui
all'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo del 3 aprile 2018, n. 34
(TUFF) e in coerenza con la Strategia forestale Nazionale, il Programma
Regionale di Forestazione per le attività di sviluppo nel settore della
forestazione e per la gestione delle foreste regionali per l’anno 2023,
allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, si
configura come un aggiornamento del precedente Programma regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
foreste per gli anni 2021 - 2022, del quale riprende parte delle Azioni in cui
è articolato;
considerato
che il provvedimento in oggetto fa riferimento a quanto previsto dalle leggi
regionali n.20/1992, n. 25/2013, n.45/2012, dalle Prescrizioni di Massima e di
Polizia Forestale, approvate con deliberazione della Giunta regionale n.218 del
20 maggio 2011, dal Regolamento per la Gestione dei boschi governati a ceduo in
Calabria - approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 25 maggio 2015-,
nonché ai contenuti del Piano Forestale Regionale 2014-2020, del Piano
Regionale per la Prevenzione e Lotta Attiva agli Incendi Boschivi per l’anno
2022 e del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione
Calabria;
tenuto
conto che, come risulta nella citata deliberazione della Giunta regionale n.
112 del 13 marzo 2023, le risorse previste nel bilancio regionale, in
particolare quelle finanziate da assegnazioni statali, non consentono di
mettere in pratica un'efficace programmazione pluriennale;
dato
atto che il Programma previsto all'articolo 5 della legge regionale n.20/1992 è
propedeutico all'approvazione dei Piani Annuali di Forestazione e che gli
interventi previsti nel Programma Regionale per le attività di sviluppo nel
settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali per l'anno
2023 sono realizzati in economia con il sistema dell'amministrazione diretta,
così come previsto dalla l.r. 20/1992 e dalla l.r. 8/2005 e senza soluzione di continuità;
rilevato
che le disponibilità finanziarie previste nel bilancio regionale per il
Programma regionale per le attività di sviluppo del settore della Forestazione
e per la gestione delle foreste regionali per l’anno 2023 ammontano a 66
milioni di euro, di cui 10 milioni di euro a valere sul capitolo U0223320201
(fondi statali), e 56 milioni di euro a valere sul capitolo U0223321101
(risorse autonome);
preso
atto che il dirigente generale del dipartimento regionale proponente ha
attestato la copertura finanziaria della deliberazione della Giunta regionale
n.112/2023 e che il dirigente generale del dipartimento “Economia e Finanze”,
con nota prot. n. 117301 del 13 marzo 2023, ha confermato la compatibilità
finanziaria del già menzionato provvedimento;
considerato
che la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 13 aprile 2023, ha
approvato il Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per l’anno 2023,
richiamando le seguenti raccomandazioni alla Giunta regionale formulate dalla
stessa Commissione in sede di approvazione del Programma Regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per gestione delle
foreste regionali per gli anni 2021 – 2022:
-
inserire nella programmazione dei fondi comunitari, e in particolare del
Recovery Plan, tutti gli interventi previsti nel paragrafo ”5.8 Interventi
della Banca Dati ReNDiS”, del Programma (944
progetti, per oltre 1,5 MLD di euro, relativi ad interventi strutturali da
realizzare mediante i soggetti operanti in Calabria, per effetto della legge
regionale 20/1992 – Azienda Calabria Verde, Ente Parco Regionale e Consorzi di
bonifica);
-
attivare provvedimenti per accelerare l’attuazione dei piani già provvisti
di copertura finanziaria dal 2010 in poi, indicati al paragrafo 5.5 “Criticità
dovute ad eventi idrogeologici”;
-
tenere conto che, in relazione alla programmazione faunistica, trattata al
paragrafo 7.9, è necessario escludere i cinghiali e i lupi, dando priorità al
contenimento, per una densità ottimale;
-
realizzare l’Inventario forestale regionale, prevedendolo nei piani
annuali di forestazione, tenuto conto che la Calabria è una delle poche regioni
italiane a non essere provviste di tale strumento, già previsto dalla legge
regionale n.20/1992;
-
dare priorità nel Piano annuale di forestazione alla lotta alla
processionaria dei pini, in sinergia con il Servizio Fitosanitario;
-
definire un programma di intervento che risolva le dettagliate criticità
relative alla difesa del suolo e compiutamente descritte nel paragrafo 8.1
“Servizio di monitoraggio dei corsi d’acqua”;
-
quantificare il cofinanziamento del piano che dovrà derivare dalla filiera
bosco- legno, sulla base dello storico;
-
che la programmazione individui altre risorse per azioni di prevenzione
del rischio idrogeologico e per le mitigazioni idraulico forestali;
udito il relatore, consigliere Graziano, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le
considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono
integralmente richiamate:
-
di approvare il Piano Regionale per le attività
di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste
regionali per l’anno 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, prendendo atto e facendo proprie le raccomandazioni
richiamate in premessa formulate dalla Sesta Commissione consiliare con
riferimento all’approvazione del Programma Regionale per le attività di
sviluppo nel settore della Forestazione e per gestione delle foreste regionali
per gli anni 2021 – 2022.
Art. 1
(Autorizzazione all’esercizio
del servizio di noleggio con conducente
da parte di Ferrovie della Calabria S.r.l.)
1. Al fine di fronteggiare l’incremento della domanda e garantire i
servizi di trasporto in considerazione dell’aumento dei flussi turistici verso
la Calabria, il competente dipartimento, considerata la valenza regionale del
servizio, rilascia a Ferrovie della Calabria S.r.l., già abilitata, ai sensi
dell’articolo 2, comma 4, della legge 11 agosto 2003, n. 218 (Disciplina
dell'attività di trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di
autobus con conducente), allo svolgimento del servizio di noleggio di autobus
con conducente, titoli autorizzatori non cedibili, nell’ambito del territorio
della Regione Calabria, per lo svolgimento del servizio di noleggio con
conducente di cui alla legge 15 gennaio 1992, n. 21 (Legge quadro per il
trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea).
2. I titoli autorizzatori di cui al comma 1 sono rilasciati nel limite
massimo di duecento autovetture, proporzionato alle esigenze dell'utenza,
previa verifica del possesso dei requisiti di cui all’articolo 6 della legge n.
21/1992 e nelle more della specifica disciplina normativa, da adottarsi entro
un anno dall’entrata in vigore della presente legge.
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della
Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
premesso che:
- la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di
previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per
il triennio 2023-2025), all’art.1, comma 557 e ss., prevede:
1) a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, il
Ministero dell’istruzione e del merito (MIM) di concerto con il Ministero dell’economia
e delle finanze (MEF), entro il 31 maggio dell’anno solare precedente all’anno
scolastico di riferimento, emanerà un decreto contenente i criteri per la
definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori
dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni e
che nel Decreto verrà indicato il coefficiente, che non dovrà essere inferiore
a 900 studenti e superiore a 1.000;
2) per i primi sette anni scolastici è prevista una
riduzione graduale del numero di scuole;
3) per l’anno scolastico 2025/2026, la definizione
di un contingente organico non dovrà essere, comunque, superiore a quello
determinato sulla base dei criteri definiti nell’anno scolastico precedente.
- in sostanza, per l’anno scolastico 2024/2025,
saranno conferite in reggenza le istituzioni scolastiche autonome costituite
con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le
istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree
geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;
- a queste scuole non potrà essere assegnato in via
esclusiva un posto di direttore dei servizi generali e amministrativi;
- a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026, il
contingente organico definito sulla base della nuova disciplina introdotta non
superi il contingente determinato sulla base dei criteri definiti nell’anno
scolastico precedente;
rilevato che:
- la situazione non è uniforme nel nostro Paese: in
alcune regioni i nuovi parametri corrispondono alla situazione in atto, in
altre la consistenza media degli istituti è molto più bassa; quindi, occorrerà
correttivi che consentano di rendere sostenibile il percorso di
riorganizzazione.
- il presidente dell’Anief,
ha con chiarezza esplicitato che “il dimensionamento scolastico deve essere
rivisto perché va contro le stesse linee guida del Pnrr
che intendono superare il vecchio rapporto numero di alunni per classe per
giungere a un servizio più legato ai risultati. Per garantire il successo
formativo bisogna aumentare le sedi di presidenza drasticamente già ridotte di
un terzo negli ultimi dieci anni nonostante rappresentino un presidio dello
Stato e assegnare docenti alle classi in base ai reali fabbisogni e alle sfide
educative”;
- i primi calcoli effettuati prevedono 140 fusioni
in Calabria;
- da qui a 8 anni, ne consegue, che saranno
tagliati circa 600 istituti, mentre il numero degli attuali dirigenti
scolastici sarà quasi dimezzato;
- la Regione Emilia-Romagna ha sollevato davanti
alla Corte costituzionale una questione di legittimità costituzionale perché
ritiene che le norme siano lesive delle competenze regionali in materia di
dimensionamento della rete scolastica, oltre che dei principi di leale
collaborazione e sussidiarietà e di rispetto delle procedure di coordinamento
Stato-Regioni in materia di scuola;
considerato che:
- la scuola va tenuta fuori dai vincoli di
bilancio: è indice di scarsa lungimiranza tagliare sul sistema di istruzione,
agendo sulla base di logiche evidentemente ragionieristiche;
- nei prossimi dieci anni, entro il 2034, ci
saranno 1,4 milioni circa di bambini e ragazzi tra i tre e i diciotto anni in
meno: un calo di oltre 100 mila alunni l’anno;
- l’insieme degli studenti della scuola
dell’obbligo non è solo un numero, corrisponde a giovani in realtà e condizioni
molto diverse, a cui si può dare una risposta a partire proprio dalla
dimensione delle classi;
- il calo demografico non si affronta tagliando i
servizi ma intervenendo sugli sciagurati parametri introdotti dal DPR 81 del 2009
che, riformando, il DM 331 del 1998, innalzò i limiti per la formazione delle
classi, portandoli, per infanzia e II grado, rispettivamente a 27 e 30;
- per una riforma credibile della scuola, occorre
non solo tornare ai parametri e ai valori previsti nel 1998 ma, proprio in
ragione della denatalità e del calo demografico, è necessario fissare parametri
inferiori, tali che il numero di 20 alunni per classe risulti essere uno
standard per il nostro Paese.
impegna la Giunta regionale
- ad attivarsi in tutte le sedi istituzionali per
contrastare le norme nazionali predette inerenti il
dimensionamento della rete scolastica, in ragione della valutazione secondo
cui:
- non può essere un obiettivo dello Stato la
riduzione del numero delle istituzioni scolastiche, perché in contrasto con i
principi di ragionevolezza e di buon andamento dell’amministrazione;
- la scuola non può essere governata con criteri
ragionieristici: i numeri sono persone cui garantire un diritto fondamentale,
con particolare alle comunità più fragili residenti nelle aree, interne e non, a rischio spopolamento causa desertificazione dei
servizi minimi capaci di garantire l’esercizio e il godimento dei diritti
sostanziali di cittadinanza sanciti dalla Costituzione.
Il
Consiglio regionale della Calabria
premesso
che:
-
la città di Tropea ha una storia antichissima, risalente addirittura all'età
preromana, che si snoda nel corso dei secoli ed evidenzia l'importanza che questa
città ha avuto, grazie alla sua posizione a picco sul mare, per la regione e
per tutta l'area meridionale;
-
ad oggi la città è meta balneare nota per il suo patrimonio paesaggistico e
cultural ed è simbolo riconosciuto di bellezza della Calabria nel mondo;
-
tra le sue attrattive paesaggistiche spicca il Santuario medievale di Santa
Maria dell'Isola, collocato su un promontorio antistante la città;
-
il promontorio ha una natura friabile in alcuni tratti elemento che, unitamente
al fenomeno dell'erosione costiera, ha causato in tempi recenti diversi crolli
di materiale roccioso, mettendo a rischio la stabilità degli edifici e del
promontorio stesso;
-
nonostante alcuni interventi di consolidamento da parte del Comune, lo scorso 7
aprile si è verificato un cedimento strutturale di notevoli dimensioni che
rende la situazione particolarmente preoccupante con il rischio di un crollo
devastante del promontorio;
considerato
che:
-
il crollo ha reso ancora più manifesta l'instabilità della parete che sembra appoggiata
allo scoglio ed è necessario scongiurare il rischio di perdere questo tesoro
naturalistico riconosciuto unanimemente e privare Tropea e la Calabria del suo
gioiello esotico, uno sperone di roccia bianca riconoscibile in tutto il mondo;
-
è urgente un intervento a tutela del tratto costiero e di prevenzione di
ulteriori crolli che possano mettere a repentaglio anche l'incolumità dei
turisti;
-
si discute da tempo della possibilità che Tropea, la sua rupe e Santa Maria
dell'Isola possano essere riconosciuti come patrimonio mondiale dell’Unesco;
preso
atto che:
-
la situazione è molto complessa anche dal punto di vista delle competenze in
merito al soggetto che deve intervenire a tutela del promontorio ed è quindi
opportuna un'assunzione di responsabilità della Regione Calabria al fine di
mettere in atto azioni significative di prevenzione del rischio;
-
nel 2020 il Comune di Tropea ha chiesto un finanziamento per consolidare la
parete ma i fondi non sono stati concessi;
-
per salvare un patrimonio di inestimabile valore paesaggistico e culturale è
opportuno un intervento urgente di messa in sicurezza del promontorio;
tanto
premesso
impegna
la Giunta regionale
ad
adottare urgenti iniziative di tutela del tratto costiero di Tropea e di messa
in sicurezza del promontorio sul quale sorge il Santuario di Santa Maria
dell'Isola.