VIII LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
74.
SEDUTA DI LUNEDI 30 NOVEMBRE 2009
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA
E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO
Indice
Presidenza del
Presidente Giuseppe Bova
La seduta inizia alle
11,09
Sono le 11,09 del 30 novembre. Verifico la non sussistenza del numero legale ed avendo avuto comunicazione che a causa di questi benedetti lavori sull’autostrada molti consiglieri delle
altre province arriveranno con notevole ritardo, aggiorno la seduta alle ore 13,00 di oggi.
La seduta è sospesa.
La
seduta sospesa alle ore 11,13 è ripresa alle 13,38
Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Giuseppe GUERRIERO,
Segretario Questore
Legge le interrogazioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
PRESIDENTE
E’ pervenuta risposta
scritta alla interrogazione numero 354 del 16 giugno
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Il primo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 372/8^ d'Ufficio, recante: “Surroga del consigliere Laratta Francesco, dimissionario”, di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale, dato
atto che con lettera in data 21 ottobre 2009,
acquisita agli atti del settore Segreteria Assemblea in data 21 ottobre
2009, protocollo 2438, l’onorevole Francesco Laratta ha presentato formalmente
le dimissioni dalla carica di consigliere regionale, optando per il
mantenimento del seggio alla Camera dei Deputati;
considerato che, a norma dell’articolo 16 della legge 17
febbraio 1968, numero 108, recante “Norme per l’elezione dei Consigli regionali
delle Regioni a Statuto normale”, il seggio resosi vacante deve essere
attribuito al candidato che nella lista e circoscrizione segue immediatamente
l’ultimo eletto;
che, pertanto, si deve procedere alla surroga del
consigliere dimissionario, e ciò nei modi di cui alla sopra richiamata
disposizione di legge;
considerato, infine, che, così come risulta dalla copia
del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di
Cosenza per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria anno 2005, nella
graduatoria dei non eletti per la lista numero 5 avente il contrassegno “
delibera di attribuire al candidato Stefania Covello, nata a Cosenza il 28.02.1972, il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Francesco Laratta”.
Pongo in votazione il
provvedimento testé letto.
(Il Consiglio approva)
Invitiamo l’onorevole Stefania
Covello a prendere posto dentro l’Aula.
(Applausi)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Covello. Ne ha facoltà.
Se è possibile vorrei dire due
parole, anche se con voce emozionata. Nonostante siano rimasti pochi mesi dalla
fine di questa legislatura, col massimo senso di responsabilità e senso di abnegazione, cercherò
di fare del mio meglio. Considerato, oltretutto, che
la brillantissima onorevole Frascà è in Giunta, sono anche l’unica donna del
Consiglio regionale, quindi dovrò cercare di farmi valere ancora di più, a maggior
ragione, ottimizzando in questi cinque mesi un proficuo lavoro con senso di
abnegazione, con spirito di umiltà e con grande spirito di costruttività nei
confronti di un Consiglio regionale e di una Giunta che hanno bisogno di
sostegno.
Ho l’onore, quindi, di sedere in questi scranni – dicevo
– con umiltà, ma anche con forte determinazione, auspicando anche la puntualità
in ordine agli orari del Consiglio, perché si possa concretizzare ogni punto
all’ordine del giorno, visto che ci saranno ancora pochi mesi di lavoro.
Dicevo, lo farò con grande senso di umiltà e
naturalmente presente sempre in tutti quelli che saranno i punti strategici e
focalizzando l’attenzione sulle problematiche che affliggono la nostra terra di
Calabria e che hanno bisogno, anche in piccolo, del mio modesto supporto e
contributo. Grazie.
Prima di passare al prosieguo dell’ordine del giorno,
invito i Presidenti dei gruppi al banco.
(I
capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Così come concordato con i Presidenti
dei gruppi, pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte
di legge numero 432/8^ avente ad oggetto: “Modifiche e integrazioni alla legge
regionale 29 ottobre 2009, numero
Siccome non ho osservazioni, la richiesta di inserimento è accolta.
(Il Consiglio approva)
Maurizio FERAUDO
Presidente, limitatamente alla legge sulle primarie, il mio voto…
PRESIDENTE
Sì, ma ancora stiamo votando l’inserimento. Potrà votare contro.
Pongo in votazione la proposta di legge numero 432/8^,
recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’onorevole Feraudo ha votato contro.
Pongo in votazione la proposta di legge numero 433/8^,
recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione la proposta di legge numero 434/8^,
recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione
l’assestamento del bilancio di
previsione del Consiglio regionale per l’anno finanziario 2009,
approvato all’unanimità dall’Ufficio di
Presidenza.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato in
allegato)
Esauriti questi punti, si passa alla proposta di legge numero 334/8^ di iniziativa del consigliere Censore, recante: “Tutela e valorizzazione degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autonoma della Calabria”.
Attenzione, quando avevamo sospeso l’esame del provvedimento nella precedente seduta, la relazione era stata svolta. La può rifare l’onorevole Censore, ma non ci sono problemi. In quella occasione , l’onorevole Pasquale Tripodi aveva sollevato delle osservazioni, ed con cui diligentemente ho parlato. Lui mi ha detto che, se fosse stato in Aula, avrebbe detto la sua - ma non lo vedo. Non mi risulta, però, che ci siano più le eccezioni dell’altra volta.
Dato che il dibattito generale si
era già esaurito - a meno di osservazioni o riserve dell’onorevole Censore -
dovremmo passare al merito, cioè all’articolato. Ho qui solo un emendamento a firma Morelli, ma non ho
emendamenti all’articolo 1.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
All’articolo 4 – non so se qualcuno lo assume, altrimenti, non essendoci il proponente, decadono –l’emendamento Morelli aggiunge un punto 4 e recita: “Assessore provinciale all’agricoltura e forestazione o un suo delegato; rappresentante provinciale designato dall’ordine provinciale degli agronomi forestali; rappresentante provinciale designato dall’Ordine
professionale degli agrotecnici ed agrotecnici laureati; rappresentante provinciale designato dall’Ordine dei
periti agrari”.
(Interruzione)
Lo fa suo. Lo vuole fare formalmente,
onorevole?
Questo emendamento lo posso fare
mio, perché era migliorativo della composizione della Consulta e gli agronomi
mi pare abbiano pieno titolo per stare
all’interno della Consulta.
PRESIDENTE
Solo per formalità, l’emendamento Morelli lo assume il relatore.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 così come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Poi c’è la proposta di legge “modifiche termine della legge regionale 16 ottobre 2008, numero 33”…
(Interruzione)
Vuole inserire all’ordine del giorno un punto l’onorevole Trematerra, a cui do la parola. Poi mi
annunciava, non so se l’onorevole Pacenza, un
ordine del giorno sui beni confiscati.
La parola all’onorevole Trematerra.
Prendo la parola per chiedere l’inserimento nei punti dell’ordine del giorno di una proposta di legge che è una modifica della legge regionale dell’11 del 2009 per quanto riguarda il ripiano del disavanzo di esercizio che riguarda la fondazione “Tommaso Campanella”, per consentire la proroga di un anno e dare la possibilità in questo arco di tempo di poter trasformare la fondazione stessa in un istituto di ricerca e di cura.
Se ho capito bene, l’onorevole
Trematerra pone il problema di una
proroga per quanto riguarda il polo oncologico,
propone l’inserimento e il voto.
Ci sono osservazioni sulla richiesta di inserimento? Onorevole Presidente della Giunta, in qualità di assessore alla sanità…
La proposta, che ha primo firmatario l’onorevole Trematerra e come cofirmatari gli onorevoli
Pietro Giamborino - Presidente della terza
Commissione - Francesco Talarico, Pasquale Maria Tripodi e Gianpaolo
Chiappetta, è un progetto di legge che fa riferimento…
(Interruzione)
Onorevole Presidente Loiero, vorrei che lei ascoltasse,
perché c’è un progetto di legge che mi era stato già anticipato nella Conferenza dei capigruppo, che ora è
proposto dall’onorevole Trematerra,
ma ha come cofirmatari Giamborino, Talarico,
Tripodi Pasquale e Chiappetta, che si riferisce al ripiano del disavanzo di esercizio per l’anno 2008, d’accordo con lo Stato, per il rientro dai disavanzi
del Servizio sanitario regionale. Pone un unico articolo in cui dice:
“All’articolo 5, comma 1, le parole “31 dicembre
Questa è la proposta che avanza l’onorevole Trematerra.
(Interruzione)
E’ giusto che anche lei intervenga, l’aveva già firmato.
Abbiamo posposto gli interventi perché l’assessore alla sanità, nonché
Presidente della Regione, ne venisse a conoscenza.
Signor Presidente, non credo che vi sia necessità di
soffermarsi a lungo su questa richiesta, che è condivisa, questo è dimostrato
dal semplice fatto che è presentata sia dal Presidente della Commissione sia da
un autorevole rappresentante dell’opposizione, come il collega Michele
Trematerra.
In questa direzione, si vuole fare un tentativo serio di
rimettere ordine all’interno di un istituto, rispetto al quale qui, in
quest’Aula, il collega Tonino Acri ha reso bene l’idea di che cosa si tratta:
quella dell’amico Tonino Acri è stata una testimonianza assai illuminante nei
confronti del Consiglio.
Anche per questo e non solo per questo, ma per una serie
di informazioni assunte, ho la necessità di riferire all’Aula che ci siamo
sentiti sia col Presidente della fondazione sia con il rettore dell’Università,
i quali hanno espresso al Presidente della Commissione e all’onorevole
Trematerra la necessità di questa proroga.
Credo che su questo possa convenire anche il Presidente Loiero e soprattutto pongo
all’attenzione dell’Aula questa iniziativa.
Un’ultima cosa da aggiungere,
Presidente, ed è la seguente: chi aveva proposto questa iniziativa per scuotere
l’ambiente, cosa che siamo riusciti ad ottenere, era il Presidente del gruppo
del Pd, l’onorevole Nicola Adamo, col quale mi sono sentito, confrontato e,
dopo averlo sentito, ho ritenuto di dover accogliere questa richiesta.
Con parere favorevole sia del Presidente per la maggioranza che dell’assessore
alla sanità, pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
E’, dunque, inserito all’ordine
del giorno il progetto di legge numero 431/8^ di iniziativa dei
consiglieri Trematerra, Giamborino, Talarico,
Tripodi P., Chiappetta, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11/2009 su <<Ripiano del disavanzo
d’esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai
disavanzi del Servizio sanitario regionale>>”
Chiede di intervenire l’onorevole
Feraudo nel merito. Ne ha facoltà.
Presidente, io pensavo che
sulla fondazione
“Campanella” il Consiglio regionale aprisse
una discussione di natura diversa, alla luce di
quello che abbiamo letto sulla stampa e di quella che è
stata la gestione di ben 90 milioni di
euro da parte della fondazione, con esiti devastanti
per la sanità calabrese e per lo
stesso istituto.
Ritengo che questa sia una legge
che non dà giustizia assolutamente alla gestione dei fondi da parte della fondazione, così come sono stati gestiti, senza nessun controllo; peraltro pare di capire che la fondazione “Campanella” non abbia nemmeno i requisiti di legge per poter svolgere l’attività che svolge.
A questo punto il
gruppo di Italia dei valori dichiara di votare contro questo provvedimento,
perché non va nell’interesse della Calabria e dei calabresi. Peraltro, anche la procedura è anomala, perché questo provvedimento
non passa dalle Commissioni, con un golpe
viene portato in Aula e ritengo che non sia la strada giusta per approvare questo tipo di provvedimento.
Quindi voto contro e chiedo, anzi,
che venga inviato alla Commissione
competente per la eventuale discussione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Guerriero.
Colleghi, io non riesco a comprendere se quest’Aula diventa un’occasione per mettere in mostra i muscoli oppure rappresenti un momento di confronto serio.
Io voglio ricordare a chi è distratto, che di questa cosa ne abbiamo parlato nella Conferenza dei capigruppo e mi pare che nulla sia stato sollevato in quella occasione, soprattutto da Italia dei valori…
Maurizio FERAUDO
No, ho sollevato in quella sede…
Giuseppe GUERRIERO
Io ritengo che i falsi moralismi non appartengano a quest’Aula, ma appartengono a coloro i quali, oggi, pensano
di essere in una campagna elettorale dove
si dice tutto e il contrario di tutto, pur facendo danno alla Calabria!
Noi del Partito
socialista non siamo d’accordo, non siamo su questa linea. Noi abbiamo condiviso,
nella Conferenza dei capigruppo, la proposta che è partita dagli amici dell’Udc
e manteniamo fede a quanto stabilito in quella occasione, non ci tiriamo
indietro, pur sapendo che esistono dei problemi, che vanno affrontati con
coerenza. Sappiamo, altresì, che questi problemi si stanno affrontando anche
nel Piano di rientro della sanità regionale con il Governo nazionale che, ad
onor del vero, di questa Calabria vuole fare polpette – questo lo dobbiamo dire
– anche di queste eccellenze, perché gli scandali nascono laddove vi sono
eccellenze in questa terra di Calabria. Noi non siamo per difendere territori,
stiamo difendendo tutta la regione Calabria e le cose buone che in questa
regione vi sono.
Il polo oncologico, al di là delle cose che ci sono… e
ognuno risponderà a chi deve rispondere degli errori che ha commesso, se vi
sono sbagli dal punto di vista delle risorse, se i soldi sono stati spesi male,
se i concorsi non andavano fatti. Sono tutte cose che ognuno dovrà valutare
assieme a coloro i quali saranno i soggetti che chiameranno in causa queste
vicende, anche se vi sono responsabilità civili o penali non v’è dubbio che le
eccellenze dobbiamo difenderle con i denti in Calabria. C’è il rischio che ci
tolgano un po’ tutto. Noi non siamo disponibili.
Il polo oncologico è un’eccellenza, andremo a correggere
ciò che è giusto correggere, ma va mantenuto in vita e va aiutato a raggiungere
l’obiettivo per cui è partito - diceva il collega Trematerra - in attesa di
poter raggiungere l’obiettivo dell’Irccs – questo è l’obiettivo, non v’è dubbio
– come centro di ricerca.
A noi non pare di essere in ritardo. C’è qualcuno che
avrebbe dovuto dare delle risposte in questi anni, ma non le ha date: non è
certamente questo Consiglio regionale, colleghi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha
facoltà.
Presidente e colleghi, io credo che, per discutere
della proposta di legge molto saggiamente
e puntualmente proposta all’Aula, sia necessario anche un minimo di excursus sul
perché si è dovuti pervenire, addirittura, a proporre una
legge come quella che è sottoposta all’Aula oggi, a firma dei capigruppo, per
sanare un’anomalia che, tutto sommato, ha creato lo stesso Consiglio regionale.
Mi spiego meglio: il problema è venuto fuori ed io credo di essere stato tra quelli che lo
hanno fatto venire fuori. – Cioè, molti enti della sanità pubblica regionale,
pur erogando servizi sanitari pubblici nella regione Calabria, non sono e non
erano accreditati per esercitare tale funzione, tant’è che, a seguito di alcune
mie osservazioni su alcune strutture, soprattutto nell’Azienda ospedaliera
“Pugliese”, si è dovuto studiare come poterle sanare
Allora c’è stato qualcuno che ha proposto – perché,
apparentemente, questo non compare da nessuna parte – che tutte le strutture
vigenti e che rientravano nel Piano sanitario regionale si intendevano – così
diceva la legge pubblica – di fatto accreditate, in attesa di un accreditamento
definitivo.
Ritengo che già questa fosse una grande forzatura,
perché questa legge – non so come mai il Governo nazionale non l’abbia
impugnata – contrasta con la legge nazionale che prevedeva che le strutture
sanitarie, entro una certa data, avrebbero dovuto adeguarsi ai nuovi requisiti
e che, di volta in volta,
La proposta di legge fatta nella “famosa” finanziaria
del 2008, di fatto, ha escluso, perché ente privato, la fondazione “Tommaso
Campanella”, pur essendo la stessa realizzata con fondi pubblici, pur essendo
la stessa in gran parte funzionante nelle strutture dell’Università, con
personale dell’Università e pure essendo la fondazione erogante servizi
pubblici. Guarda caso – Presidente, le dirò secondo me da quale parte arrivano
gli attacchi contro la fondazione – la commissione che deve accertare i
requisiti è quella dell’Asl della provincia di Catanzaro e c’è un’apposita
commissione che, guarda caso, le registra positivamente per altri enti
e, invece, dice di no alla “Tommaso Campanella”.
C’è una guerra aperta all’interno delle strutture
sanitarie, perché c’è una guerra scatenata contro la “Tommaso Campanella” da
parte di altre strutture sanitarie, che si porta avanti anche attraverso il tentativo
di non riconoscere o impedire alla fondazione l’accreditamento.
Io credo che i colleghi abbiano lavorato bene, che il
Presidente Bova abbia fatto bene a portare in Aula questa cosa, per sanare
un’anomalia e per salvare da una strategia chi vuole a tutti i costi che...
Nonostante tutto e nonostante i tentativi di strumentalizzazione e di
infiltrazione politica per rendere la
“Tommaso Campanella” un carrozzone politico, noi dobbiamo attuare anche
un certo controllo, per esempio, sulle assunzioni dirette che si stanno
verificando alla “Tommaso Campanella”.
Credo, quindi, che questa legge vada votata, così come
ha fatto bene a sottoscriverla il mio capogruppo Gianpaolo Chiappetta, così
come credo che faccia bene il Consiglio regionale ad esercitare contestualmente
una grande azione di controllo sull’attività, soprattutto sul modo di assumere
da parte della “Tommaso Campanella” perché non è possibile assolutamente
trasformare una struttura come quella della fondazione “Campanella” che ha
l’ambizione di diventare Irccs in un carrozzone politico.
PRESIDENTE
Non ho altri iscritti a parlare e, se nessuno vuole
intervenire, ridò la parola all’onorevole Feraudo per le precisazioni che
intende fare.
Intervengo per fare una precisazione al collega Guerriero.
In Conferenza dei
capigruppo era stata soltanto
annunciata dal capogruppo dell’Udc la proposta
di legge, non era stata illustrata, ovvero non c’è stata una discussione su questa
proposta. Non sono io,però, ad essere distratto, onorevole Guerriero, è lei che è molto distratto, perché in quella sede ho
detto “premesso che sono contrario a questa proposta di legge” e ho fatto una
proposta che riguardava un’altra cosa.
Quindi falsi moralisti non ce ne
sono, ci sono solo persone che dicono falsità per giustificare
un provvedimento di legge che è uno schiaffo
ai calabresi, visto che la fondazione
“Campanella” è una slot machine, è
una macchina mangiasoldi, un carrozzone clientelare,
elettorale,
che questo Consiglio farebbe bene a sopprimere. Vedo che la volontà è quella di
mantenerla in vita: auguri alla Calabria, ai calabresi e anche all’onorevole
Guerriero! Grazie.
Avevamo già inserito il punto all’ordine del giorno, il
dibattito è preliminare al voto, in quanto dovrò sottoporre all’Aula il
provvedimento di legge in indirizzo. E’ un articolo unico, di fatto c’è
,finora, contro una sola dichiarazione di voto - ma poi lui si esprimerà - che
è quella dell’onorevole Feraudo. Il dibattito è libero, ciascuno aggiunge le
valutazioni che ritiene, ora occorre esprimere un voto formale.
Pongo in votazione il “Piano di disavanzo
esercizio 2008 della fondazione <<Tommaso Campanella>>”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare sull’ordine dei
lavori l’onorevole Giamborino,
che mi aveva chiesto l’inserimento di un ordine del giorno relativo
all’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Ne ha facoltà.
Presidente, colgo che il Consiglio regionale
della Calabria sta crescendo in sensibilità, se così si può dire, ed è talmente
preoccupato che, all’unanimità, si raccomanda al Governo nazionale per dire
che, in questa direzione, noi esprimiamo forte preoccupazione: verrebbe lesa la
volontà, prima, del legislatore che aveva disciplinato in materia di sequestro
dei beni alla mafia; non solo,
pensiamo che tutto questo impianto debba essere confermato, ma riteniamo anche
, per come è bene e puntualmente sottoscritto all’interno dell’ordine del giorno,
che tale legge debba essere addirittura rafforzata.
Non credo, vista la firma autorevole di tutti i colleghi
consiglieri regionali, che
Addirittura, quella proposta è anticostituzionale in
materia di trasparenza. Cosa voglio dire? Il Consiglio regionale, su input del suo stesso Presidente - cioè
di ella, onorevole Bova - ha addirittura inasprito i termini di quella che è la
partecipazione democratica al Consiglio regionale. Basta solo pensare che qui
già la nostra Costituzione afferma in modo univoco e chiaro la presunzione
giusta di innocenza, e noi siamo d’accordo con questo, ma abbiamo voluto fare
ancora un passo avanti e, dunque, se al secondo giudizio dovesse essere un
consigliere regionale condannato, tutti sappiamo che questo vuol dire smettere
di fare il consigliere regionale.
Pertanto, in questa direzione, non accettiamo consigli e
suggerimenti da nessuno, anzi rilanciamo.
PRESIDENTE
Sull’inserimento, ha facoltà di intervenire l’onorevole
Guerriero.
Io ritengo che faccia onore a questo Consiglio, oggi, votare un ordine del giorno di questa portata.
E’ un Governo nazionale – io ritengo – scellerato, nel momento in cui ritiene di poter confiscare dei patrimoni ai mafiosi e di metterli in vendita, sapendo benissimo - ma forse è un sistema oramai diffuso, così come lo scudo fiscale, rientrano patrimoni che, evidentemente, sono fortemente inquinati - che con questi soldi dello stesso scudo fiscale si possono riacquistare patrimoni che sono stati confiscati alla ‘ndrangheta, gli stessi mafiosi possono riacquistarli.
Questo è il metodo che si sta usando oggi nella lotta alla mafia!
La legge Rognoni-La Torre era già superata, perché dava troppo tempo per la confisca dei beni. Oggi, invece di accelerare la possibilità di confiscare questi patrimoni e cercare di assegnarli ad associazioni che lavorano in maniera dignitosa sui territori… In Calabria abbiamo esempi importanti a Gioia Tauro, a Polistena, in varie zone della Calabria, nel crotonese, dove sono stati assegnati, questi patrimoni, ad associazioni che lavorano nel volontariato, apportando vantaggi enormi nel campo del sociale. E fa bene don Ciotti, attraverso l’associazione “Libera”, a fare una battaglia nazionale su queste vicende, perché non è possibile vendere i patrimoni dei mafiosi e magari correre il rischio, anzi non magari, certamente correre il rischio che gli stessi mafiosi li riacquisiscano, facendoli diventare legittimi.
Ecco perché ritengo che questo Consiglio, oggi, debba dimostrare a chi pensa in maniera diversa, a chi pensa che questo Consiglio faccia le cose che hanno sempre detto in questi anni, che sta lavorando in maniera dignitosa. Ecco perché apprezzo i colleghi che hanno portato avanti questa iniziativa, in modo particolare - debbo dirlo con molta onestà - la collega Liliana Frascà, che si è data tanto da fare nel redigere questo tipo di proposta.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno relativo alla gestione dei beni confiscati alla mafia.
(Il Consiglio approva)
Pongo, quindi, in votazione l’ordine del giorno in ordine alla gestione dei beni confiscati alla mafia.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo al punto tre dell’ordine
del giorno, che reca la proposta di legge numero 429/8^ di iniziativa
dei consiglieri Serra, Guerriero, Borrello, Tripodi P., Nicolò: “Proroga termine
legge regionale 31 marzo 2009, numero
E’ relatore l’onorevole Guerriero, che ha facoltà di intervenire.
Intervengo brevemente per dire che la proposta in
discussione si riferisce alla legge sugli usi civici. Poiché oggi
Ecco perché
Ci sono richieste di intervento su questo punto? No. E’ una legge composta di un solo articolo, lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Punto quattro dell’ordine del giorno recante il progetto di legge numero 405/8^ di iniziativa della Giunta regionale: “Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera”.
Il relatore era l’onorevole Battaglia
che, però, è in congedo.
Si tratta di due articoli con degli allegati. Se non ci
sono osservazioni, diamo per letta la relazione.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il progetto di legge numero 405/8^
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto cinque dell’ordine del giorno è il progetto di legge numero 430/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimento di variazione alla Tabella C allegata alla Legge 12 giugno 2009, numero 20, recante: <<Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione Calabria” (Legge Finanziaria)>>”.
Anche di questo punto è relatore
l’onorevole Battaglia in qualità di Presidente della competente Commissione
consiliare. Si tratta di una variazione
in relazione all’erogazione ai lavoratori idraulico-forestali della
tredicesima o di quale altra mensilità, non so.
Se l’Aula lo ritiene, leggo la
relazione della Commissione…
(Interruzione)
Prego, onorevole Tripodi.
Su questo provvedimento, Presidente,
credo non ci siano problemi ostativi, però vorremmo sapere, dato che la legge
parla di garantire gli stipendi agli operai idraulico-forestali fino ad ottobre, compresa la tredicesima, lo stato
dell’arte qual è – prima, in Aula, vedevo l’assessore
al ramo, adesso non lo vedo più , perlomeno per avere
notizie su qual è il percorso che
(Interruzione)
Sto parlando degli operai idraulico-forestali, poi vedremo il resto.
Su questo progetto di legge
siamo d’accordo,
si garantisce lo stipendio fino al mese di ottobre e la tredicesima,
però vogliamo sapere a novembre e dicembre
cosa succederà, perlomeno qual è lo stato dell’arte, quanto
Assessore all’agricoltura,
l’onorevole Pasquale Tripodi si dichiara d’accordo in relazione alla variazione
di bilancio per l’erogazione dei salari
fino al mese di ottobre compreso e per la tredicesima per gli operai idraulico-forestali, ma vorrebbe capire - non so se da lei o dall’assessore al
bilancio - qual è lo stato dell’arte e cosa si intende o si può fare per l’erogazione anche delle mensilità future.
Non ha fatto esplicitamente riferimento a lei perché, ha detto “l’assessore al ramo”, i settori interessati sono due, se lei vuole intervenire le do la parola.
Ha chiesto di parlare l’assessore
all’agricoltura. Ne ha facoltà.
C’è un problema di carattere finanziario che, naturalmente, crea difficoltà. Abbiamo avuto una serie di incontri anche con le organizzazioni sindacali e si è avviata una discussione con l’assessore al bilancio perché per pagare il dovuto relativo a novembre vi è la necessità di avere 17 milioni di euro.
Ci sono problemi col bilancio, quindi, e l’assessore – ne abbiamo parlato in Giunta l’altra volta – sta facendo una verifica per vedere se c’è la possibilità di individuare questi finanziamenti anche tramite storni, per tentare di pagare il mese di novembre, dicembre è stato pagato sempre nell’anno successivo.
Questa è la situazione ad oggi. Abbiamo incontri continui con i sindacati e con l’assessore al bilancio che si è riservato di fare un approfondimento.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Pizzini
Presidente, innanzitutto volevo dire che prima non intendevo votare sulla dichiarazione di Feraudo, ero distratto, come avrà capito. Volevo intervenire sul punto, ma poi mi sono reso conto che eravamo in votazione e non potevo farlo.
In merito al punto in discussione voglio intervenire per
denunciare un aspetto veramente singolare che capita solamente in questo Consiglio regionale e nelle nostre
Commissioni.
Vorrei seguisse anche l’onorevole
Adamo, se è in Aula. Chiedo la sua attenzione perché era presente a quella
seduta di Commissione, durante la quale
ho portato un disegno di legge
tendente a sanare una grave ingiustizia ed una discriminante che ritengo sia
stata fatta da questo Consiglio regionale e dalla Giunta in modo particolare.
Parlo, naturalmente, del
precariato dell’Arssa. In base ad una legge approntata a seguito di diversi
miei interventi sono stati stabilizzati a tempo indeterminato ben 240 operai
forestali lasciando fuori in modo
aberrante e discriminante – perché la qualcosa serviva a qualcuno – altri 71
operai che operano nell’Arssa con gli
stessi contratti.
Quindi, sarebbe stata opportuna
una modifica che avrebbe reso giustizia.
Ecco a cosa mirava il mio
intervento in Commissione. E’ una legge – e dico qual è l’anomalia e la
singolarità del caso – che è stata licenziata dalla Commissione, Presidente.
A dire il vero questa mia proposta
di legge aveva il sostegno di un numero di consiglieri regionali che andava
oltre quello della minoranza. I firmatari di questa legge era infatti circa 30
e si era rimasti d’accordo che nella prossima seduta del Consiglio regionale la
si sarebbe portata in discussione e in votazione, come è prassi.
Ora, durante quella seduta consiliare,
mi pare che si sia tenuta a luglio, il Presidente Loiero stoppò questa giusta pretesa dell’Aula e, quindi,
l’approvazione della proposta di legge da me presentata dicendo che se ne
sarebbe discusso a settembre.
Chiamo l’onorevole Adamo perché devo
dargli atto – in quella seduta di Commissione c’era anche lei, mi pare,
Presidente – di aver reso giustizia alla fondatezza della proposta che poneva
rimedio, ripeto, ad una discrasia che era stata operata in modo madornale ed
anche lui si adoperò affinché nella
successiva seduta consiliare la proposta venisse approvata.
Siamo a fine novembre, fra poco
scadrà il nostro mandato e non vorrei che tutto ciò finisse nel dimenticatoio.
Ecco perché vorrei che anche i
consiglieri della maggioranza firmatari di quella legge facessero in modo che
nel più breve tempo possibile si possa dar seguito a quello che
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente ed onorevoli
colleghi, intervengo anche per
dichiarare il voto favorevole del gruppo del Pd al testo proposto all’esame
dell’Aula e concernente la variazione di bilancio.
Nel fare ciò non vorrei lasciar
passare sotto silenzio alcune considerazioni che poc’anzi ha svolto il collega
Pizzini.
Il collega Pizzini si è limitato a
riportare in quest’Aula la sintesi di un lavoro, e della istruzione di un
provvedimento, ché, a dire il vero, non
solo
In tale occasione si registrarono solo posizioni
favorevoli. Fu solo per una valutazione di opportunità che si optò per il rinvio dell’esame e dell’approvazione del
testo. Si disse, mi pare, in quel momento che si sarebbe approntato un
provvedimento omnibus per trattare la
materia e le problematiche relative a tutte le fasce – chiamiamole così – , ai
vari segmenti di precariato che, in qualche modo, nel tempo avessero maturato e
avuto un rapporto diretto o indiretto con l’amministrazione regionale.
Dico diretto o indiretto perché il riferimento era non
soltanto all’Istituto dell’amministrazione regionale, ma era anche agli
enti e alle agenzie sub-regionali tra le quali rientrava, appunto, l’azienda
forestale regionale.
Pertanto, penso che la riproposizione del tema che il
collega Pizzini ha posto questa mattina abbia una sua fondatezza ed una sua
validità.
Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo. Dico soltanto
che ovviamente può non essere – anche quella di oggi – la via, il momento per decidere
sulla formulazione di una norma da presentare e da approvare. Non c’è
dubbio,però, che l’occasione di oggi dovrà essere intesa come la riproposizione
e l’assunzione di un impegno da parte di quest’Aula perché, almeno in sede di approvazione della legge
finanziaria regionale che accompagnerà il documento contabile del bilancio di
previsione per l’anno 2010, possa essere
definitivamente e compiutamente risolta questa questione.
Penso che – parlo ovviamente a nome del gruppo
consiliare – da questa parte dell’Aula, da questi banchi oggi possa assumersi
questo impegno per la legge finanziaria, sia di proposta congiunta insieme
all’onorevole Pizzini, sia di impegno all’approvazione.
Una legge regionale finanziaria che – ne ha discusso ed
è stato valutato nell’ultima riunione consiliare del Partito democratico alla
presenza sia dell’assessore regionale al bilancio sia dello stesso onorevole
Presidente della Giunta regionale – quest’anno non può non essere esaminata ed
approvata entro il 31 dicembre prossimo.
Quest’Aula, chi ha memoria storica lo ricorderà, ha
avuto altre esperienze. E’ accaduto, persino, che alcune volte a conclusione
della legislatura si dovessero fermare le lancette dell’orologio o per
consentire l’approvazione del bilancio del nuovo anno nella ultima seduta utile
o, addirittura, per contestarne l’approvazione.
Accadde così, se non vado errato, nell’anno 2000 che per
questa ragione l’esame e l’approvazione della legge finanziaria e del bilancio
di previsione fossero interrotti alla
scadenza del termine utile da parte dell’Aula.
E’ già noto che le elezioni per il rinnovo del Consiglio
regionale sono state indette per la fine di marzo.
Va da sé che se la scadenza dell’attività del Consiglio
si collocherà più o meno intorno alla prima decade del mese di febbraio,
avrebbe poca efficacia o sarebbe poco conveniente dal punto di vista della
produttività legislativa istituzionale rinviare a quella data l’esame e
l’approvazione di un provvedimento così impegnativo.
Ciò significa che l’orientamento che dobbiamo assumere
almeno in linea di indirizzo nella seduta odierna è che quest’anno il Consiglio
regionale non andrà ad autorizzare l’esercizio provvisorio, onorevole Pizzini.
Il gruppo del Partito democratico vorrebbe muoversi
intorno ad una linea che scarti l’ipotesi della autorizzazione dell’esercizio
provvisorio che, sulla base degli adeguamenti normativi, non scadrebbe il 31
marzo ma il 30 aprile. Quindi, entro il 31 dicembre ottemperare all’obbligo di
legge che impone l’approvazione del bilancio di previsione nell’anno e
nell’esercizio in corso.
Questo avvenne, lo voglio ricordare – fu l’unica volta nella storia del
regionalismo e la prima volta che avvenne – al momento dell’insediamento di
questa legislatura. Successe, infatti, nel 2005 quando approvammo prima del 31
dicembre il bilancio di previsione per l’anno 2006.
Deve essere forte l’attenzione e la vigilanza da parte
di quest’Aula perché a conclusione di questa
legislatura si possa riproporre questo tema. Perché? Intanto per una
ragione semplicissima.
Cambia poco dal punto di vista della gestione del
bilancio. Se si vota il 29 marzo non c’è dubbio che di fatti si va avanti in
una gestione assolutamente ordinaria che potrebbe ricadere anche nell’ambito di
una autorizzazione dell’esercizio provvisorio.
Il punto è che quest’anno quest’Aula è chiamata per la
prima volta nella storia del regionalismo calabrese a valutare i termini e gli
effetti prodotti dalla fuoriuscita del patto di stabilità. E’ all’esame della
conferenza Stato-Regioni un patto per assumere in termini compensativi e
perequativi con parametri nazionali il patto e non caso per caso, o Regione per
Regione.
Se questo fatto dovesse essere consacrato
definitivamente - e in atto c’è un confronto ed una discussione - e se questo
provvedimento dovesse essere approvato dal Parlamento e dal Governo nazionale
non c’è dubbio che noi da una parte risolveremmo il problema della fuoriuscita
dal patto, almeno dal punto di vista formale, per quanto riguarda la condizione
finanziaria, lo stato finanziario della nostra Regione; dall’altra, però, siamo in ogni caso chiamati
a leggere dentro le cifre del bilancio ed i parametri imposti dalla legge anche
sulla base delle modifiche normative che sono state introdotte ai tempi del
ministro Padoa Schioppa. A, cioè, valutare come prevenire e programmare un
documento di bilancio ed una legge regionale finanziaria di accompagnamento per
l’anno 2010 e per il prossimo triennio. Formulare un percorso ed una via che in
qualche modo riescano ad organizzare un contenimento ed una razionalizzazione
della spesa in maniera tale che in qualche modo si riesca a fronteggiare questo
limite e questo rischio.
Capisco che l’incidenza della spesa dei fondi europei,
una novità assoluta nella normativa nazionale riportata anche in termini di
registrazione di cassa in qualche modo
sbilancia i parametri per una Regione come la nostra rispetto a quella che è la
massa finanziaria propria del bilancio ordinario della Regione.
Il problema, però,
per noi si impone lo stesso anche
se non è il caso, almeno formalmente, dell’Afor perché non c’è dubbio
che essendo quello dell’Afor, allo stato, un bilancio derivato dalla finanza
regionale, sostanzialmente il problema potrebbe pure starci.
Perché il patto di stabilità riguarda l’amministrazione,
i vincoli imposti dal patto di stabilità riguardano le competenze, gli obblighi
e le incombenze che gravano sull’amministrazione regionale. Nulla a che fare
per quanto riguarda l’Afor.
Sappiamo, però, che tra vincoli che ti pone la
fuoriuscita per l’Ente Regione dal patto di stabilità nazionale c’è anche il
blocco, addirittura, dei turn-over e
delle stabilizzazioni.
Non è questa una materia distante dalla problematica che
stiamo discutendo stamattina, l’abbiamo già affrontata nel corso di una seduta
precedente a proposito di un’altra questione di cui stamattina abbiamo dovuto
anche già votare la riformulazione per evitare l’impugnativa del Governo, mi
riferisco in particolar modo alla definizione della questione riguardante il
concorso per l’assunzione dei 100 giovani laureati.
Ricorderete che, non a caso, in quella occasione feci
richiesta esplicita all’assessore Naccari perché o in quest’Aula o in sede di
seconda Commissione consiliare, si facesse una informativa ad hoc sullo stato dell’arte per quanto riguarda la conoscenza
degli elementi di sforamento del patto di stabilità nazionale da parte della
Regione Calabria.
Pertanto penso che i tempi rapidi, necessariamente
quelli che precedono il 31 dicembre, dovranno servire pure a questo.
Mi sia consentito dire che sarebbe opportuno che
quest’Aula e soprattutto
A questo proposito ho avuto un incontro anche con
l’assessore regionale all’agricoltura, onorevole Amato, che ringrazio.
Ho confrontato gli orientamenti e mi pare che chiusure
da parte del Governo regionale su questo non ce ne siano.
Cosa voglio dire, onorevole Pizzini? Lo dico
nell’assunzione piena della mia propria responsabilità.
Sono stato il primo firmatario del maxi emendamento che
ha introdotto fra le altre questioni anche il percorso, il momento di riforma
delle aziende dell’Arssa e dell’Afor.
Ora, i tempi che erano stati previsti in quel maxi
emendamento e le azioni conseguenti– non mi interessa qui discutere delle
ragioni, non è qui la sede – sono state abbondantemente superati.
Quest’Aula ne ha preso atto più volte, attraverso la concessione di proroghe e
siamo arrivati ad oggi. Penso che, insomma, responsabilità vorrebbe che, a
conclusione della legislatura, anche il Consiglio regionale avesse modo di
riflettere sullo stato di attuazione di questa riforma senza precludere la
stessa possibilità all’Aula di pervenire ad un adeguamento della norma
legislativa vigente anche al fine di approfondire e, nel caso, di modificare la
norma prevista. Cioè, mi sembra sensato a questo punto, conoscendo le difficoltà che ci sono, dover
prendere atto della realtà e sostanzialmente se bisogna addivenire ad una revisione
critica in qualche modo trovare anche qui una indicazione ed una soluzione. Non
ho alcuna preoccupazione a fare queste affermazioni. Me la potrei cavare
soltanto dicendo che a volte solo gli stupidi potrebbero non rendersi conto di
come, magari, anche una scelta che si riteneva giusta ed opportuna possa non
aver avuto gli effetti sperati e che per tale motivo sono imposte delle
riflessioni rispetto alla questione.
Perché dico
questo?
Perché il mio intento, come primo firmatario di quel
maxi emendamento, non era di aggravare il danno. Oggi la realtà, se non
sbaglio, ci consegna un percorso di riforma che in qualche modo ha generato
nuovi problemi rispetto a quelli che già si registravano in quella fase. Le
ragioni, la genesi di quella riforma erano ispirati da obiettivi
diametralmente opposti a quelli che stiamo registrando. Per questa ragione io,
come primo firmatario di quel maxi emendamento, ripropongo stamattina - per
farlo poi in sede di legge regionale finanziaria - a quest’Aula la possibilità
di rivedere quella norma. La questione posta dal collega Pizzini mi sembra di
capire che stia anche dentro questo ragionamento perché una delle ragioni
ostative, finora, alla approvazione di quella norma non era una confutazione
nel merito della scelta che quella norma indicava come propria finalità, ma
l’opportunità, dal momento che anche l’Afor rischiava di non esserci più e di
essere destrutturata e, quindi, di subire un processo di trasferimento di
competenze che non avrebbero motivato quella scelta. Oggi se andiamo in questa direzione – e secondo me dobbiamo andare
verso la correzione di quella riforma –, anche quella ragione per quanto
riguarda la definizione dei contratti a progetto - mi sembra che si chiamino
così - cade e quindi nulla osta affinché si vada verso l’approvazione di quanto
stamattina ci ha ricordato l’onorevole Pizzini. Mi sembra di capire che il
periodo che và da oggi al 31 dicembre sarà molto impegnativo per quest’Aula. Io
non so, l’onorevole Presidente del Consiglio quanto e come potrà trovare
modo di regolamentare sia i lavori dell’Aula che favorire la promozione di un
calendario delle Commissioni competenti tale da poterci portare a quella data.
So solo una cosa, cioè che anche l’onorevole Presidente del Consiglio è
impedito a svolgere alcuna programmazione nella organizzazione di questi nostri
lavori se non c’è la trasmissione ufficiale del disegno di legge sia di legge
regionale finanziaria che del documento contabile del bilancio di previsione
2010. Colgo l’opportunità per sollecitare e fare un invito all’assessore regionale
al bilancio a fare presto affinché la trasmissione del bilancio, anche su basi
esclusivamente tecniche, possa essere fatta e rapidamente.
Ho concluso su questo punto. Mi sia data la possibilità,
considerato il punto di apertura che abbiamo affrontato e votato all’inizio: la
surroga del consigliere
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne
ha facoltà.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
L’intervento del capogruppo del Pd ci impone una serie di
riflessioni sia sull’argomento che stiamo trattando – poi i documenti dicono
altre cose –, ma anche per quello che l’onorevole Adamo
ha detto rispetto ad una “gestione” del bilancio
regionale che implica necessariamente a
quest’Aula di trarre delle conclusioni. Volevo ricordare - a me stesso,
sicuramente non ai colleghi che hanno ricoperto nel recente passato ruoli ed
incarichi di gestione del bilancio - che in
ogni caso il trimestre di riferimento per quanto
riguarda lo sforamento del patto di stabilità, è aprile-giugno
dell’anno di gestione del bilancio di
riferimento. La prima considerazione che va fatta – ma questo l’abbiamo già
esternato – è come mai ne abbiamo notizia tra settembre e ottobre? Perché
Gli atti prodotti al momento da questi due enti - e questo
lo voglio dire all’assessore Amato - non vanno
in questa direzione, ma in quella contraria perché stanno procedendo ad una
serie di atti ed in questi giorni, in queste passate settimane abbiamo letto
sui giornali che vi è una gestione viva, secondo quella che era l’impostazione ante
riforma. Delle due, allora, o l’una o l’altra! Dobbiamo capire se c’è la volontà
vera ed effettiva di questo Consiglio regionale
o di questa maggioranza della Regione
Calabria di andare ad un accorpamento
di Arssa e Afor creando un’altra forma di Agenzia oppure se si intenda mantenere lo status
quo nell’ottica di una vera caratterizzazione, di una politica anche
del territorio.
Poi, vi è
un’altra cosa, caro collega, da mettere in evidenza: in questa Regione – lo
voglio dire sommessamente e con forza, nella piena consapevolezza di quel che dico al capogruppo
del Pd -, noi non possiamo usare nella stessa legge due pesi e due misure. Non
possiamo usare due orientamenti diversi nella gestione del personale. Mi
riferisco in quest’Aula alla votazione di due leggi: la prima è sulla
stabilizzazione del precariato - chiedo anche ai capigruppo da questa parte
dell’Aula perché, oltretutto, l’abbiamo approvata alla unanimità -, dopo di che abbiamo approvato un’altra legge
con cui abbiamo dato l’ok alla stabilizzazione delle 250 persone della sorveglianza
idraulica. Oggi ci ritroviamo – questo lo voglio sottolineare a chiare note ed
anzi desidererei che il capogruppo del Pd su questa vicenda dicesse la sua – a
vedere l’assessore Maiolo che convoca il rimanente personale addirittura per
assegnarlo a progetto. Voglio capire allora – questo lo chiedo al Presidente
del Consiglio regionale - se le leggi che facciamo in quest’Aula hanno valore
anche all’esterno o no, perché poi di questo si tratta! Siccome sono
provvedimenti che abbiamo votato ed approvato alla unanimità, abbiamo il
diritto-dovere non solo di pretendere che le leggi siano osservate, ma anche di
esser garanti della
osservanza delle norme che andiamo ad approvare. Questo significa che noi
possiamo dir quel che vogliamo qui dentro, possiamo fare le dichiarazioni più
belle di questo mondo, ma la realtà che stiamo vivendo in questi giorni è
un’altra cosa.
Vorrei fare
un’ultima considerazione - e la chiudo qui, Presidente - rispetto alla gestione
del bilancio futuro.
Noi abbiamo
– vede - impostato i bilanci precedenti in una ottica in cui le competenze
erano suddivise per aree di intervento, questo, a mio avviso – questa è una mia
opinione personale –, non ha dato i frutti sperati perché la gestione economica
per competenza - parliamo di competenze specifiche all’interno delle unità previsionali
di base - non ha avuto riscontro rispetto non solo la spesa, ma anche il
monitoraggio della stessa, tant’è che oggi siamo fuori dal patto di stabilità.
Quindi, su questo, un correttivo il Consiglio regionale attuale o futuro lo
deve approvare. Perché, se andiamo ad approvare il bilancio entro dicembre
allora vogliamo capire, rispetto alla impostazione di prima, qual è
l’orientamento, intanto dell’assessorato che propone il bilancio e poi in
Commissione vogliamo discutere soprattutto sulle competenze future dal punto di
vista delle entrate,
anche rispetto a quello che ha detto l’onorevole Adamo. Sui residui, poi,
dobbiamo avere la certezza di quel che andiamo a dire o a fare, stante il fatto
che c’è stato presentato – e ancora ne dobbiamo discutere, penso – un rientro
sul Piano sanitario regionale
di cui
Anche per
dare garanzie… poco fà abbiamo votato una legge in cui si dice che questo
Consiglio regionale vuol evitare che succedano certe cose, abbiamo votato un
ordine del giorno.
Noi sulle
nostre leggi facciamo il contrario di quello che abbiamo approvato. Voglio
capire, allora, se questo Consiglio regionale ha l’impegno di far rispettare le
leggi che approva, oppure qui facciamo solamente chiacchiere e parole e poi quando
usciamo da quella porta ognuno pensa per sé e forse nemmeno Dio per gli altri.
Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Sarra. Ne ha facoltà.
In maniera molto sintetica, Presidente, condivido – lo dico in premessa – le argomentazioni che testé ha avanzato l’onorevole Tripodi, intanto da un punto di vista squisitamente formale, appunto, quel che lui in conclusione evidenziava, e cioè un intervento di modifica di una norma che già questo Consiglio regionale ha approvato non con una interpretazione autentica, ossia un intervento teso a chiarire il portato di una norma, ma modificando radicalmente la norma stessa e quindi alterandone il contenuto.
Chiarito questo, ritengo che, così come lui ha sapientemente argomentato, non si possono dare in linea di principio soluzioni diverse per questioni uguali. Persone che si trovano nella stessa ed identica situazione verrebbero ad essere organizzate da un punto di vista delle disposizioni relative all’inserimento in un quadro organico in maniera esattamente diversa.
Allora, se così è, io credo che un intervento di questa natura non possa essere patrimonio di quest’Aula o quanto meno non si può chiedere a quest’Aula di esprimersi favorevolmente su inviti che hanno poi la sublimazione di un intervento legislativo.
Siccome noi facciamo leggi, cioè l’attività principale e prioritaria di una Assemblea legislativa è quella di produrre un atto che abbia valore di legge, credo che per i motivi – non li ripeto – che sono stati evidenziati prima e per questi che sto provando ad evidenziare ora, un atto simile non possa essere portato alla votazione, prima - e su questo chiedo il conforto anche degli organi tecnici – che ci sia un chiarimento sui punti che abbiamo evidenziato e che non ripeto per esigenze di carattere sistematiche e per sintetizzare questo mio intervento.
Credo che ci sia necessità di un chiarimento da parte degli organi tecnici deputati a ciò dall’Assemblea. Grazie.
È necessario capire bene come procedere perché la richiesta dell’onorevole Sarra riguarda un provvedimento che ha visto l’approvazione unanime se non ricordo male, della Commissione consiliare. Onorevole Sarra, può spiegare bene di cosa tratta l’approfondimento di cui fa richiesta?.
Ha ragione, Presidente. Praticamente il provvedimento di variazione alla tabella C, produrrebbe una differenza di trattamento per una serie di persone. Una parte verrebbe inserita all’interno del piano riguardante gli operai idraulico-forestali, un’altra parte verrebbe inserita attraverso l’approvazione di appositi progetti.
Allora la domanda che a questo punto sorge spontanea è: in base a quale principio, perché rispetto a situazioni uguali, posizioni uguali riguardanti soggetti che svolgono la stessa identica funzione si stabilisce che circa 360 vengono inseriti a tempo determinato mentre il rimanente numero viene inquadrato a progetto con una posizione radicalmente differente?
La domanda, quindi, è questa: in base a quale principio? In base a quale criterio selettivo?
PRESIDENTE
…ma il provvedimento, onorevole Sarra, non mi pare…
...sì…
Che ha attinenza con la variazione di bilancio? Perciò io non riuscivo a capire bene.
Cioè, il problema che lei pone mi pare che riguardi un’altra tipologia di attività, rispetto alla quale non è questa la sede in cui stiamo per discutere ed approvare, mettere in votazione la variazione di bilancio, è un’altra cosa.
So che l’assessore Maiolo, comunque, dovrebbe essere qui a minuti, eventualmente potremmo chiedere chiarimenti, grazie.
Ecco perché non riuscivo a capire, perché non immaginavo come potesse inserirsi in questa norma che stiamo andando ad approvare.
Allora raccolgo il suo invito e magari non appena sarà presente l’onorevole Maiolo, potremo chiarire questo discorso…
Sì, mi pare che sia il dipartimento più interessato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Posso, Presidente, prima di procedere con l’altro punto?
PRESIDENTE
Su cosa interviene onorevole Feraudo.
E’ stato depositato un ordine del giorno che riguarda il
problema dei lavoratori dell’Agile Srl. Ne chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno perché è stato già depositato in
segreteria.
Va bene. Appena ci restituiscono le fotocopie, da distribuire a tutti i colleghi, poniamo la proposta in votazione.
Si passa al sesto punto all’ordine del giorno che recita: Proposta di provvedimento amministrativo numero 368/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su <<Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità>>”.
L’onorevole Serra, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Si illustra da sé, fra l’altro è
stato oggetto di discussione in prima Commissione con la presenza di tutte le
forze politiche, grazie.
Nessuno chiede di parlare, pongo
in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto sette all’ordine del giorno recita Proposta di provvedimento amministrativo numero 369/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione del Documento di Attuazione dell'Asse IX 'Assistenza Tecnica e Cooperazione Interregionale' del Por Calabria Fesr 2007/2013 – Piano di Azione dell'Assistenza Tecnica. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse IX del Por Calabria Fesr 2007/2013”.
L’onorevole Censore, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, questo punto all’ordine del giorno non doveva essere portato in Consiglio. Io ho parlato adesso con l’assessore il quale aveva comunicato col Presidente Bova. Questo punto doveva passare solo dalla Commissione perché il Por lo avevamo già approvato in Aula e praticamente si tratta solo di una rimodulazione.
Presidente, chiedo la parola.
Ne ha facoltà.
Su questo aspetto che sta sollevando l’onorevole Censore abbiamo discusso pure in Aula.
Che significa rimodulare? Qui dobbiamo metterci d’accordo perché se noi diciamo, in Commissione,
che rimodulazione
significa dare un orientamento anche diverso rispetto a quello che abbiamo ab initio vogliamo capire, come Consiglio, quali sono gli effetti e la direzione in
cui va la rimodulazione.
Quindi è giusto che ne discuta il Consiglio.
Se poi voi ritenete che discutere in Commissione serva semplicemente a rimodulare dei numeri, non è così, perché una rimodulazione implica anche e soprattutto, un orientamento politico diverso su quella che è la gestione, non solo delle risorse, ma anche e soprattutto degli interventi.
Su questo, io ritengo che quest’Aula abbia il dovere di ridiscutere.
Chiarite questo aspetto, come maggioranza, perché noi riteniamo che è l’Aula che debba discutere di una rimodulazione che vede un intero asse messo in discussione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Su questo punto, Presidente, il
fatto stesso che venga proposto all’ordine del giorno della seduta odierna una ratio la deve avere. Siccome non ho
letto il testo del documento perché non ne sono nemmeno in possesso, magari poi
nella cartella sarà stato allegato stamattina…
(Interruzione)
Sì, dottore Multari, probabilmente
è stato allegato alla cartella che c’è stata consegnata stamattina, quindi non
l’ho potuto leggere e studiare.
Io però che dico? In ogni caso
oggi ci conviene soprassedere tenuto conto, onorevole Tripodi, che in via di
principio condivido le sue considerazioni. Ma se oggi soprassediamo, abbiamo
tutto il tempo di verificare con
Penso che la sostanza di oggi qual
è? Non lo ritiriamo dicendo che l’Aula non lo debba discutere, lasciamo questa
questione sospesa e sottoponiamola a verifica. Al tempo stesso rinviamo l’esame,
ove mai sia competenza di quest’Aula – probabilmente lo è – si andrà ad
approvare il provvedimento amministrativo sulla base di una maggiore cognizione
della stessa Assemblea regionale.
Pertanto, la proposta che formulo
è di soprassedere comunque all’approvazione di questo punto con una sospensione
della verifica dell’iter del procedimento amministrativo che demandiamo
all’Ufficio di Presidenza del Consiglio e alla Presidenza della Commissione.
Detto questo, però, non so se sia
il caso di chiamare i capigruppo al banco e verificare su quali provvedimenti
andare avanti e su quali altri no, altrimenti poi… su ogni punto dobbiamo
ribadire questioni.
Visto che c’è questa sospensione per la riunione dei capigruppo e considerando che sta arrivando l’assessore Maiolo, magari gli faremo spiegare, eventualmente, perché questo provvedimento non doveva passare dal Consiglio. Va bene? Grazie.
Sospendiamo per un attimo la discussione su questo punto all’ordine del giorno. Mi pare che la proposta dell’onorevole Adamo sia quanto meno razionale per capire ed approfondire un po’ di più la questione.
Allora sto proponendo di sospendere la discussione su questo punto e chiamare i capigruppo al banco della Presidenza per verificare come procedere.
(I capigruppo si
portano al banco della Presidenza)
La seduta sospesa
alle 15,39 è ripresa alle 15,45
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
PRESIDENTE
Il punto otto all’ordine del giorno recita: Proposta di
provvedimento amministrativo numero 367/8^ d'Ufficio, recante: “Programma di
attività e fabbisogno finanziario del Co.Re.Com. Calabria per l'anno
Il provvedimento si illustra da sé non ci sono interventi pertanto lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
A questo punto l’ordine del giorno è esaurito.
C’è solo l’onorevole Feraudo che chiede l’inserimento all’ordine del giorno della questione riguardante le aziende ex Eutelia già sottoposto all’approvazione dei gruppi.
Prego, onorevole Feraudo.
Signor Presidente, si
tratta di un ordine del giorno che muove da un’azione che è stata già avviata
in altri Consigli regionali d’Italia perché l’ex
Eutelia – oggi Agile Srl – è una società che in pratica ha assorbito tutti i
dipendenti ex Olivetti e Bull.
Oggi questi dipendenti per una
politica aziendale che si sta portando avanti in tutta Italia sono senza stipendi
e rimborso spesi da mesi ed è personale qualificato che è addetto al
lavoro riguardante la manutenzione… un lavoro particolarmente delicato perché
lavora nelle Procure, nelle Poste, negli uffici dei ministeri.
In Calabria questa società conta 18 dipendenti e su
questi
Con questo ordine del giorno si vuole sensibilizzare
Chiedo l’approvazione di questo ordine del giorno.
Nessuno intende intervenire sull’ordine del giorno che è firmato
da tantissimi gruppi? Ne propongo allora l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Viene inserito pertanto l’ordine del giorno come da
richiesta del consigliere Feraudo. Non essendoci richieste di parola , pongo in
votazione l’ordine del giorno, primo firmatario l’onorevole Feraudo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Che c’è, onorevole Adamo?
Le ricordo quell’ordine del giorno contro la messa in vendita all’asta dei beni confiscati alla mafia…
(Interruzione)
Perfetto, va bene.
E’ un ordine del giorno che ho sottoposto a votazione. L’inserimento è stato richiesto dall’onorevole Giamborino perché lei, primo firmatario di quel provvedimento, era impegnato nella Conferenza dei capigruppo.
(Interruzione)
L’onorevole Giamborino, oltre che
Presidente è anche vicecapogruppo, ha chiesto l’inserimento, l’ha illustrato,
dicendo che lei era primo firmatario. Va bene.
(Interruzione)
E’ stato approvato alla unanimità, Presidente?
PRESIDENTE
Non ho altri punti all’ordine del giorno, pertanto la seduta è tolta. I colleghi saranno convocati a domicilio. Grazie.
La seduta termina alle 15,50
Allegati
Hanno chiesto congedo i consiglieri Acri, Aiello, Battaglia, Sculco.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Provvedimento di variazione alla tabella C, allegata alla legge regionale n. 20 del 12.06.2009, recante <Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009/2011 della Regione Calabria (legge finanziaria)>” (P.L. n. 430/8^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Amendola, Chiarella, Guerriero,
Maiolo, Morelli, Sulla – “Partecipazione alla programmazione regionale delle Associazioni di rappresentanza degli enti
locali” (P.L. n. 426/8^)
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Istituzione della Unità
di senologia” (P.L. n. 427/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Caratterizzazioni etiche
degli enti e delle imprese – Adeguamento degli enti e delle imprese in regime
di convenzione con
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Serra, Guerriero, Borrello,
Tripodi P., Nicolò – “Modifica termine legge regionale 16 ottobre 2008, n.
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Trematerra, Giamborino, Talarico,
Tripodi P., Chiappetta – “Modifica alla legge
regionale n. 11/2009 su “Ripiano del disavanzo d’esercizio per l’anno
2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del Servizio
sanitario regionale” (P.L. n. 431/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Loiero, Bova –
“Ulteriori integrazioni e modifiche alla legge
regionale 29 ottobre 2009, n.
E’ stata assegnata alla quinta
Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Bova – “Modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2009, n.
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Bova ed altri – “Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2009, n.
E’ stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della
Giunta regionale:
“Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3. Norme per
la programmazione e lo sviluppo dell’attività teatrale. Piano triennale
2008/2010 – (Delibera G.R. n. 662 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 373/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Aterp Catanzaro – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2008 (Delibera G.R. n. 681 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 374/8^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Aterp
(Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2010
(Delibera G.R. n. 692 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 375/8^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Aterp
(Azienda territoriale per l’Edilizia residenziale pubblica) della provincia di
Reggio Calabria per l’anno finanziario 2010 (Delibera G.R. n. 693 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 376/8^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Aterp
(Azienda territoriale per l’Edilizia residenziale pubblica) della provincia di
Crotone per l’anno finanziario 2010 (Delibera G.R. n. 696 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 377/8^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’
stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di
iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Assestamento
del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario
anno 2009 (Deliberazione U.P. n. 78 del 23.11.2009)” (P.P.A. n. 378/8^)
E’
stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo
d’Ufficio:
“Surroga
del consigliere Francesco Laratta, dimissionario” (P.P.A. n. 372/8^)
Il commissario della Stazione unica appaltante ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la determina assunta il 19.10.2009, prot. n. 010, recante: “Adozione proposta dotazione organica Sua” (Parere n. 82/8^)
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata
alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
In data 19 ottobre 2009, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali, le stesse sono state
pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 4 del 26 ottobre 2009:
legge
regionale 19 ottobre 2009, n. 31, recante:
“Norme per il reclutamento del personale. Presidi idraulici”;
legge
regionale 19 ottobre 2009, n. 32, recante:
“Progetto integrato di sviluppo locale denominato <Cetraro>”;
legge
regionale 19 ottobre 2009, n. 33, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 12 giugno 2009, n.
legge
regionale 19 ottobre 2009, n. 34, recante:
“Norme in materia di inquinamento acustico per la tutela dell’ambiente nella Regione
Calabria”;
legge
regionale 19 ottobre 2009, n. 35, recante:
“Procedure per la denuncia il deposito e l’autorizzazione di interventi di
carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva
sismica”;
legge regionale 19
ottobre 2009, n. 36, recante: “Interpretazione autentica dell’art. 17 comma 4
della legge regionale n. 19 del 12
giugno
In data 23 ottobre 2009 il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul
Bur supplemento straordinario n. 5 del 29 ottobre 2009:
legge regionale 23 ottobre 2009, n. 37 recante:
“Istituzione del servizio di elisoccorso”
In data 29
ottobre 2009 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento
straordinario n. 5 del 29 ottobre 2009:
legge
regionale 29 ottobre 2009, n. 38, recante: “Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 17 agosto 2009, n. 25 recante <Norme per lo svolgimento di
elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di Presidente
della Giunta regionale>”;
legge regionale 29 ottobre 2009, n. 39, recante: “Misure
urgenti in materia di personale regionale”
In data 5
novembre 2009 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento
straordinario n. 1 del 10 novembre 2009:
legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, recante: “Attività estrattive nel territorio della Regione Calabria”
legge regionale 5 novembre 2009, n. 41, recante: “Norme per la istituzione e la disciplina del servizio civile in Calabria”;
legge regionale 5 novembre 2009, n. 42, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 2003, n. 17 concernente prestazioni assistenziali ed integrative a favore dei grandi invalidi di guerra, mutilati ed invalidi di guerra vittime civili di guerra e mutilati ed invalidi per servizio”
Con nota del Presidente del
gruppo consiliare “Partito democratico” acquisita agli atti del Settore
Segreteria Assemblea al protocollo n. 2424 del 23 ottobre 2009, l’onorevole
Vincenzo Sculco è stato assegnato quale componente della sesta Commissione
consiliare in sostituzione del consigliere Salvatore Lucà cessato dalla carica
di componente della Commissione speciale di vigilanza, in sostituzione del
consigliere Demetrio Battaglia.
La prima Commissione consiliare con nota n. 288
dell’11.11.2009 ha comunicato che nella seduta del 10 novembre
La seconda Commissione consiliare con nota n. 495 del
13.11.2009, ha comunicato che nella seduta del 12 novembre
La seconda Commissione consiliare
con nota n. 496 del 12.11.2009 ha comunicato che nella seduta del 12 novembre
Con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 263 del 5 novembre
2009 si è preso atto delle dimissioni del dottor Vincenzo Falcone dall’incarico
di coordinatore dell’Unità organizzativa autonoma “Affari della Presidenza” con decorrenza 1° novembre
A seguito delle modifiche all’articolo 30 del Regolamento interno del Consiglio regionale approvate con deliberazione n. 385 del 23 ottobre 2009, le sotto elencate proposte di provvedimento amministrativo vengono stralciate dall’ordine del giorno generale:
Proposta
di provvedimento amministrativo n. 312/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del
Vicepresidente della prima Commissione consiliare permanente in sostituzione
del consigliere Giovanni Dima, dimissionario”;
Proposta
di provvedimento amministrativo n. 313/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del
consigliere segretario della prima Commissione consiliare permanente in
sostituzione del consigliere Salvatore Lucà decaduto dalla carica”;
Proposta
di provvedimento amministrativo n. 314/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del
Vicepresidente della quarta Commissione consiliare permanente in sostituzione
del consigliere Dionisio Gallo, in atto sospeso dalla carica”
Proposta
di provvedimento amministrativo n. 315/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione di un
componente del Comitato regionale di controllo contrabile in sostituzione del
consigliere Dionisio Gallo, in atto sospeso dalla carica”
Proposta
di provvedimento amministrativo n. 339/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del
consigliere Segretario della terza Commissione consiliare permanente in
sostituzione del consigliere Egidio Chiarella, dimissionario”
deliberazione Giunta regionale n. 678 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 694 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 695 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 680 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 690 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 688 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 679 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 676 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 677 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 675 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 689 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 687 del 26 ottobre 2009
deliberazione Giunta regionale n. 691 del 26 ottobre 2009
La sesta Commissione
consiliare con nota n. 201 del 27.11.2009 ha comunicato che ai sensi
dell’articolo 86 del Regolamento interno nella seduta del 30 ottobre
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e al Vicepresidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
a seguito dell'evento drammatico che aveva stroncato la vita
del Vicepresidente del Consiglio regionale on. Francesco Fortugno,
tra le proposte avanzate dalla Commissione si evidenziava l'esigenza di un'azione coordinata delle istituzioni, al fine di legare gli interventi sui territori con la necessaria azione di bonifica e controllo sociale, sollecitando la definizione ed il sostegno di progetti straordinari per l'occupazione nelle aree deboli, prime fra tutte la locride; di realizzare una serie di politiche attive verso i giovani delle aree più esposte al controllo criminale; di realizzare una forte azione culturale e sociale rivolta a dare supporto agli sforzi degli attori più qualificati nella battaglia contro la criminalità e l'illegalità;
le aree territoriali calabresi sono unite da un male comune che minaccia quotidianamente la crescita e lo sviluppo della nostra regione. E la speranza per un futuro migliore è individuabile, tra l'altro, nella capacità programmatoria delle istituzioni e nell'impegno civile, sociale ed associativo dei giovani nelle scuole e nelle università;
nello specifico, la locride ha un bisogno vitale di un forte e concreto segnale politico, che possa costituire le fondamenta per la costruzione di una visione unitaria tra istituzioni e forze sociali per il ripristino della legalità e, nel contempo, la manifestazione esteriore dell'esigenza di nuovi spiragli di vita, della ricerca incessante di percorsi graduali di un cambiamento strutturale del tessuto sociale ed economico del territorio;
i giovani della locride, di cui è ancora vivo il ricordo dell'alto valore simbolico dello striscione bianco, adottato in corteo quale emblema di un dramma esistenziale fortemente sentito, sono i portatori naturali di una nuova mentalità, una mentalità vincente i cui aspetti qualificanti vanno individuati nel netto, deciso rifiuto di essere nuovamente relegati, a riflettori spenti, in condizioni storiche di secolare passività, di forzata rassegnazione, in un contesto sociale ove si lotta quotidianamente per il raggiungimento di livelli accettabili di vita e nella consapevolezza di dover cogliere con tempestività ogni opportunità idonea al perseguimento di possibili percorsi di crescita sociale ed economica;
essi rappresentano la linfa vitale, la risorsa primaria del territorio su cui investire e rendersi interpreti delle loro esigenze, è un obbligo istituzionale per gli enti locali, non solo per il ripristino della legalità, ma per la definizione di strategie di intervento su più fronti, azioni politiche di sostegno, di supporto a largo raggio per far emergere le potenzialità delle risorse umane e territoriali e porre le basi per la loro valorizzazione;
l'istituzione del Polo Universitario di Locri, comprendente
i corsi di laurea in “Scienze del Servizio Sociale” e in “Scienze Sociali per
nel corso degli anni “il Consorzio per la promozione della cultura degli studi universitari”, organismo gestore del Polo Universitario di Locri, costituito da 21 comuni del Comprensorio jonico reggino, dall'Azienda sanitaria 9 di Locri, dall'amministrazione provinciale di Reggio Calabria e dalla comunità montana Aspromonte orientale di Bovalino, non è riuscito a far fronte agli oneri economici derivanti dalla gestione del Polo Universitario;
le inadempienze nei pagamenti delle quote spettanti agli enti facenti capo al Consorzio hanno determinato una pesante situazione debitoria nei confronti dell'Università di Messina, incidendo negativamente sull'attività universitaria dei corsi di laurea;
in tempi più recenti, nonostante gli impegni dell'ente Provincia di Reggio Calabria e di alcuni Comuni ai fini della copertura parziale dei debiti pregressi, il Consiglio di facoltà ha deliberato il blocco delle iscrizioni presso la sede di Locri, determinando così l'impossibilità dell'avvio del primo anno del corso di laurea e ponendo a rischio soppressione il secondo e terzo anno. Ciò comporterebbe il trasferimento degli studenti del Polo Universitario di Locri alla sede centrale di Messina, con inevitabile chiusura della sezione decentrata;
allo stato attuale, si è determinata sostanzialmente una situazione insostenibile per gli studenti universitari della locride, che dinanzi a veri e propri atti lesivi del diritto allo studio stanno attuando manifestazioni di protesta, minacciando di consegnare le proprie tessere elettorali nelle mani del Prefetto, evidenziando così la grave assenza di rappresentatività, nello specifico, della classe politica locale;
a seguito della soppressione dell'organismo gestore, il Consorzio per la promozione della cultura universitaria, ai sensi della legge 133/2008, gli enti consorziati, manifestando la volontà di proseguire i corsi universitari in essere presso la sede di Locri, hanno deciso di istituire, ex art. 114 T.U. 267/2000, un nuovo organismo individuato in una fondazione denominata “Fondazione Università LocrIdea”, organismo che eredita il rapporto convenzionale già stipulato con l'Università di Messina, con tutte le condizioni ivi previste, nonché la situazione debitoria dell'ex Consorzio da fronteggiare con quote a carico dei soci fondatori, con parametri e criteri di riporto che saranno approvati dai competenti organi della Fondazione;
il nuovo progetto è ancora alla fase iniziale e occorrerà del tempo perché sia operativo. In tal senso si auspica un'ampia adesione, con il coinvolgimento non solo dei Comuni, ma anche di associazioni, di privati, di istituti finanziari. Vi è chiaramente l'esigenza che i Comuni, in primo luogo, accelerino i tempi di trasmissione delle delibere di adesione alla costituzione della Fondazione LocrIdea all'ente Provincia di Reggio Calabria, per procedere alla costituzione del nuovo organismo gestionale. La costituzione della Fondazione, infatti, permetterebbe la stipula della polizza fideiussoria, garantendo così l'avvio del primo anno accademico dei corsi a partire dal settembre 2010;
l'ente Regione, nonostante gli impegni a suo tempo assunti per un immediato rilancio sociale, culturale ed economico del territorio della locride, con un'attenzione particolare alle politiche giovanili, mediante la valenza di una forza propulsiva della propria azione politica, tendente a tradurre normativamente le esigenze della collettività locrese attraverso strategie, azioni, provvedimenti idonei ad esaltare le potenzialità delle sue risorse umane e territoriali, non ha operato fattivamente per garantire l'insediamento stabile del Polo Universitario ed un suo graduale sviluppo con l'avvio di ulteriori corsi universitari. Si è operato, invece, in via del tutto marginale e non rispondente alle effettive esigenze della struttura universitaria, dinanzi alle progressive ed inarrestabili problematiche di natura economico-gestionale che hanno finito per determinare, allo stato attuale, la possibile chiusura del Polo Universitario di Locri;
i contributi stanziati dall'ente Regione, di anno in anno, evidenziano un significativo decremento, sino a giungere alla determinazione nel bilancio 2009 di un impegno economico quasi irrisorio, dell'ordine di poche decine di migliaia di euro, come riportato all'Upb 4.2.02.03 – Sviluppo del Sistema Universitario – capitolo 3313106, correlativamente al contributo nelle spese di funzionamento all'istituto Isas di Cosenza e al Consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari della locride con sede in Locri. Contributo unico per i due enti ammontante a soli 105.000,00 euro. Per non parlare del capitolo 42020312 Upb 4.02.03.12 riguardante “contributo straordinario per il sostegno delle attività di gestione della società consortile per azioni, Consorzio per la promozione degli studi universitari della locride”, somma stanziata 0,00 euro;
questa legislatura regionale si è contraddistinta per “l'assenza di una concezione costruttiva” dell'esecutivo, che ha finito per relegare le priorità in ambiti istituzionali marginali, arroccandosi in posizioni che hanno svilito e svuotato di contenuti “la funzione primaria della programmazione”, che avrebbe dovuto caratterizzarsi di elementi propositivi nello svolgersi della dialettica istituzionale. Tale mancanza di efficienza e credibilità dell'attività istituzionale ha prodotto nelle varie componenti territoriali, compresa la locride, stati di comprensibile disagio e sfiducia che hanno finito per alimentare forme degenerative nelle relazioni politiche e sociali. Di contro, una concreta capacità programmatoria e di coordinamento avrebbe certamente favorito l'utilizzazione di efficienti meccanismi per il soddisfacimento delle esigenze delle comunità delle diverse aree territoriali, compresa la locride, mediante imprescindibili forme di collaborazione tra istituzioni politiche e società civile nello svolgimento delle fasi di individuazione, attuazione e gestione di progetti territoriali di sviluppo sociale, culturale ed economico;
lo schema dello Statuto dell'istituenda Fondazione LocrIdea contiene ampi margini operativi che consentirebbero un impegno diretto e proficuo dell'ente Regione, consentendo così un recupero di immagine e credibilità nei confronti dei giovani della locride, senza dubbio sfiduciati per la perdurante assenza della massima istituzione territoriale nella predisposizione delle componenti per la realizzazione di un progetto ad alta valenza culturale e sociale, quale può essere una sede universitaria, sia pure distaccata;
per il raggiungimento dei suoi scopi, la fondazione potrà
inoltre sovrintendere, in collaborazione con le istituzioni pubbliche
competenti, ponendo in essere tutte le attività ritenute necessarie allo studio
di fattibilità ed ai progetti preliminari, definitivi ed esecutivi, concernenti
lo sviluppo della cultura e della formazione. Per la realizzazione di questa
fase,
se non si ritenga opportuno, in considerazione della pesante esposizione debitoria riguardante la gestione del Polo Universitario di Locri, erogare un contributo straordinario che consenta, nelle more dell'istituenda “Fondazione Università LocrIdea”, di affrontare al meglio il passaggio delle competenze al nuovo organismo gestionale;
quali ulteriori misure si intendano adottare a favore del mantenimento del Polo Universitario di Locri e del suo progressivo sviluppo, in ordine a stati previsionali circa l'istituzione di nuovi corsi di laurea;
se non si ritenga doveroso, nei confronti dei giovani della locride, dare un forte e concreto segnale politico mediante l'adesione da parte dell'ente Regione, ai sensi dell'art. 9 dello statuto, all'istituenda fondazione denominata “Università LocrIdea”, in qualità di fondatore promotore;
se non si ritenga istituzionalmente vincolante, nell'interesse dei giovani della locride, operare di concerto con l'ente Provincia di Reggio Calabria, al fine di definire, in una fase transitoria estremamente delicata ed importante, una strategia operativa con l'Università di Messina per il mantenimento del Polo Universitario a Locri e la ripresa regolare dell' attività universitaria.
(393; 27.10.2009)
Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:
a seguito dell'operazione di monitoraggio avviata
dall'amministrazione comunale di Marzi, è emerso l'allarmante fenomeno di
abbassamento della massa terrosa del versante collinare del comune (circa
l'abbassamento della massa terrosa sulle pareti collinari interessanti il tratto stradale in oggetto - dovuto alle continue frane ed agli smottamenti del terreno prodotti dalle più recenti stagioni invernali - è sintomatico della estrema criticità della situazione, stante la evidente incapacità di assestamento del territorio a causa delle caratteristiche geomorfologiche dello stesso;
l'amministrazione comunale di Marzi, nella persona del sindaco, ha in più occasioni denunciato anche pubblicamente, a mezzo stampa, tale grave emergenza, richiedendo l'intervento anche della Provincia di Cosenza per la realizzazione di quelle opere di consolidamento del tratto, ravvisate correttamente quali “urgenti ed indifferibili”;
allo stato, nessun intervento è stato sostanzialmente attuato, profilandosi, con l'imminenza della stagione invernale, l'elevatissimo rischio per l'incolumità pubblica in termini di sicurezza, visto, tra l'altro, lo stato di degrado strutturale del tratto stradale de quo, che risente ineludibilmente delle condizioni geomorfologiche e delle caratteristiche del territorio ove lo stesso insiste, nonché del marcato dissesto idrogeologico accentuato dalle ingenti e prolungate condizioni atmosferiche avverse degli ultimi anni;
ai sensi dell'art. 3 della legge n. 225 del 1992 (sulla istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile), tra le azioni attuabili in relazione ai rischi derivanti dal dissesto idrogeologico figura quella della previsione e della prevenzione degli effetti, attraverso una serie ben precisa di interventi da attuare da parte delle Regioni di concerto con i servizi operanti in materia e con gli Enti interessati:
l'art. 12 del decreto legislativo 30.4.1992 n. 285 (“Nuovo
Codice della Strada” e s.m.i.) pone la sicurezza delle persone (tutela della
vita umana) quale finalità primaria, di ordine sociale ed economico, che lo
Stato,
se si ritiene opportuno assumere, anche in ottemperanza alle numerose prescrizioni legislative vigenti in materia, precise iniziative onde attuare quelle opere di consolidamento “'urgenti ed indifferibili” - stante l'approssimarsi della stagione invernale - già richieste ante tempo dalle amministrazioni comunali interessate, per consentire la mobilità ed il transito degli automezzi in condizioni di sicurezza su un tratto stradale notevolmente dissestato dal punto di vista idrogeologico ed insistente su un'area territoriale incapace di assestamento, a causa delle proprie caratteristiche morfologiche;
quali interventi, più specificatamente, si intendono attuare per il ripristino e messa in sicurezza della strada in oggetto, rilevata in primis l'elevata pericolosità della situazione dovuta all'abbassamento costante e continuo della massa terrosa del versante collinare di Marzi, e ciò al fine non solo di scongiurare con interventi tempestivi ed idonei tragiche conseguenze, quali quelle susseguenti agli eventi franosi verificatisi sul tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria il 26 Gennaio 2009, ma anche per la necessarietà di recupero della sicura transitabilità di un tratto stradale di accertata utilità per il collegamento tra i comuni richiamati e quelli del Medio Savuto, territori di certo non “gratificati” dalle scelte di politica amministrativa poste in essere dall’esecutivo regionale.
(396; 5.11.2009)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'atto di indirizzo alle Aziende del Servizio sanitario regionale per l'adozione degli atti aziendali, previsto e disciplinato con la delibera della Regione Calabria – assessorato tutela della salute e politiche sanitarie - n. 313/2006, adottato in attuazione dell'art. 7, comma 2, della legge regionale n. 11/2004, al paragrafo n. 5.3.2. espressamente recita che: “Ciascuna azienda, tenuto conto del presente atto di indirizzo, dovrà definire le modalità di funzionamento dei dipartimenti funzionali correlati alla realizzazione dei programmi aziendali”;
la stessa delibera regionale n. 313/2006, sempre al paragrafo n. 5.3.2., determina l'istituzione e l'organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile, come dipartimento aziendale trasversale;
tale Dipartimento Materno-Infantile, ai sensi della delibera regionale n. 313/2006, è destinato a garantire coerenza tra le funzioni ospedaliere e territoriali svolte dai consultori presso i distretti, dalla pediatria di comunità, dalla neuropsichiatria infantile, nonché dalle unità ospedaliere di ostetricia-ginecologia e pediatria ospedaliera;
l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è di grande valenza organizzativa e produttiva, poiché permetterebbe una sinergia tra le diverse realtà divisionali ospedaliere e territoriali;
l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è stato, tra l'altro, reso obbligatorio a livello nazionale fin dal Psn 1994-1996;
l'Asp 5 di Reggio Calabria con la delibera n. 773/2008, avente ad oggetto la previsione e la riorganizzazione dei Dipartimenti Ospedalieri, ha omesso di prevedere l'istituzione e la organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile;
pertanto, l'Asp 5 di Reggio Calabria non ha attuato in toto quanto previsto dalle leggi nazionali, dalla legge regionale n. 11/2004, nonché dalla delibera della Regione Calabria n. 313/2006;
a tutt'oggi, non è ancora stato istituito il Dipartimento di cui all'oggetto della presente interrogazione;
l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è obbligatoria per legge e che l'assenza di tale fondamentale struttura nella città di Reggio Calabria configura una situazione unica su tutto il territorio nazionale -:
quali sono le motivazioni alla base della mancata attuazione della legge regionale n. 11/2004 e della delibera della Regione Calabria n. 313/2006, in riferimento all'istituzione e all'organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile;
se non si ritenga opportuno, doveroso ed istituzionalmente
vincolante adeguarsi alla normativa nazionale e regionale, già richiamata, e
conseguentemente istituire ed organizzare il Dipartimento Materno-Infantile, al
fine di garantire coerenza e coordinare la realtà divisionali ospedaliere e
territoriali, quali l'Ostetricia,
(397; 6.11.2009)
Feraudo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:
a causa del maltempo è crollata, oltre 40 giorni addietro, parte del tratto stradale della SS 177, unica arteria che collega il comune di Longobucco con la costa ionica cosentina;
il crollo della strada ha determinato l'isolamento del comune di Longobucco, in particolare per quanto riguarda i collegamenti con Rossano, dove insiste l'ospedale di riferimento dei cittadini di Longobucco. I disagi più grossi sono stati avvertiti dai malati dializzati;
domenica 1 novembre è stato riaperto il transito sulla SS 177 mediante un ponte mobile che baipassava il tratto stradale franato;
la sera del 2 novembre l'Anas è intervenuta sui luoghi interessati dalla frana, dichiarando che il ponte mobile fosse inagibile e, per tale motivo, voleva impedire il transito sul ponte stesso;
l'episodio ha provocato la reazione immediata dei cittadini di Longobucco, i quali, se dovesse essere dichiarata l'inagibilità del ponte mobile, saranno costretti a rimanere nella condizione di isolamento totale, con grave pregiudizio economico e sanitario innanzitutto;
è necessario intervenire con sollecitudine per prevenire ulteriori disagi alla popolazione interessata -:
quali provvedimenti urgenti ed immediati intendano adottare
- ciascuno per quanto di propria competenza - per garantire attraverso
(398; 6.11.2009)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il decreto del ministero della sanità del 27 agosto 1999, n.332, garantisce la libera scelta e la qualità degli ausili erogati ai malati;
la deliberazione della Giunta regionale del 22 febbraio
2009, n.
l'Azienda sanitaria provinciale n. 5 di Reggio Calabria, non fornendo ai malati oncologici stomatizzati tutti i prodotti salvavita adeguati alle singole patologie, di fatto costringe i pazienti al pagamento di un ticket per l'acquisto delle sacche utilizzate dagli stessi malati;
esistono delle gravi incongruenze nell'applicazione dei principi di cui alla citata normativa nazionale e regionale da parte dell'Asp di Reggio Calabria sia in ordine alla distribuzione dei sussidi protesici, sia al rispetto degli standard di qualità, nonché alla disponibilità di un assortimento di modelli idonei a soddisfare le specifiche esigenze degli assistiti -:
quali iniziative l'esecutivo intenda promuovere, per evitare che l'attuazione da parte dell'Asp di Reggio Calabria dei principi sanciti dalla deliberazione della Giunta regionale del 22 Febbraio 2009 n. 69 avvenga in maniera difforme rispetto alle altre Asp provinciali calabresi ed impedire, quindi, che i pazienti affetti da gravi patologie come gli oncologici stomatizzati debbano soggiacere al pagamento di ticket onerosi per la fornitura di ausili monouso qualitativamente adeguati alla patologia.
(399; 9.11.2009)
Pizzini. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità. Per sapere - premesso che:
sento l'obbligo morale e civile di intervenire su un increscioso episodio di probabile mobbing, che sembra stia interessando un dipendente del servizio pubblico dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;
questo mio intervento vuole stigmatizzare tutti i comportamenti disdicevoli e lesivi della dignità di uno stimato professionista e di un uomo perbene;
mi riferisco a spiacevoli circostanze di evidente intralcio e di azioni ostative che si starebbero consumando, all'interno di una struttura sanitaria di San Giovanni in Fiore, nei confronti del dottor Mario Talerico;
la vicenda che coinvolge il professionista in un'incredibile caso di disorganizzazione delle risorse umane e del servizio sanitario, lo contrappone all'assurda sconsideratezza cui viene sottoposto da mesi da parte della dirigenza sanitaria dell'Asp di Cosenza;
i fatti risalgono al 9 aprile scorso, quando, con ordine di servizio del direttore sanitario Antonio Scalzo, il dottor Mario Talerico viene incaricato di prestare servizio presso l'U.O. di Medicina del Lavoro del capoluogo silano;
il dottor Mario Talerico, non avendo mai richiesto alcun trasferimento o mostrato insofferenza verso il compito che da 30 anni svolgeva presso il Centro di Salute Mentale di San Giovanni in Fiore, seppure a malincuore, da uomo diligente e rispettoso dell'ordine e della missione del servizio pubblico, ha accettato di prestare l'esercizio della propria disciplina lì dove era stato assegnato;
sin dal primo giorno del nuovo incarico non era stata stabilita né una sede né una sedia;
nonostante le sue adeguate quanto educate rimostranze, per più di un mese non è giunta mai alcuna risposta né tantomeno un'indicazione logistica su dove svolgere le proprie mansioni;
il 13 maggio il direttore sanitario, dottor Antonio Scalzo, invia un nuovo ordine di servizio al dottor Mario Talerico affinché lo psicologo clinico eroghi, presso il Distretto Sanitario di San Giovanni in Fiore, le proprie mansioni professionali a favore di pazienti e familiari bisognevoli afferenti al reparto di Oncologia medica diretta dal dottor Caputo;
dopo la tragica esperienza del primo mese passato all'aperto a fornire risposte ai propri pazienti, ancora oggi lo specialista continua a non avere una sede adeguata dove eseguire il proprio lavoro;
sono state innumerevoli le missive per una richiesta di spiegazione spedite dal professionista all'attenzione del direttore generale, dottor Franco Petramala, al direttore sanitario, dottor Antonio Scalzo, e al direttore del Distretto Sanitario di San Giovanni in Fiore, dottor Dima;
a quella pila di lettere non è mai seguita una risposta né una motivazione verbale del perché di simili disfunzioni;
la situazione, grave in tutti i suoi aspetti e fortemente lesiva della dignità professionale ed umana di uno stimato psicologo clinico, mostra tutta l'inefficienza del dirigente sanitario dell'Asp di Cosenza;
tutto questo è palesemente inammissibile, per l'uomo e per la sua immagine professionale, ma anche per noi cittadini e per quanti hanno l'obbligo di amministrare correttamente i servizi pagati dalla comunità -:
con risposta scritta, quali determinazioni sono state prese ad oggi dal direttore generale dell'Asp di Cosenza, dottor Franco Petramala, per risolvere celermente questa incresciosa vicenda;
la sede, ovviamente dotata di tutti gli strumenti e le adeguate caratteristiche dettate dalla legge 626/94, presso cui il dottor Mario Talerico dovrebbe prestare le proprie funzioni;
quali iniziative ella intenderà attuare nei confronti di chi si è reso colpevole di questo assurdo ritardo per l'individuazione del locale necessario allo svolgimento delle mansioni affidate al dott. Mario Talerico.
(400; 10.11.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
è ormai fatto più che notorio che
nel merito tale mancato rispetto, sebbene la chiusura del relativo esercizio finanziario sia, come sempre, avvenuta alla data del 31 dicembre e la normativa disciplinante le regole per il calcolo del sopra citato patto fosse di per sé già chiara nel mese di marzo del 2009, è stato ingiustificatamente certificato dalla struttura regionale competente solo nell'ottobre del 2009, mentre in precedenza se ne attestava il compiuto rispetto;
tanto ha consentito ad ogni dipartimento dell'ente, per circa dieci mesi dell'anno 2009, di operare finanziariamente, noncuranti delle sanzioni e dei divieti previsti per le amministrazioni inadempienti dall'art. 77 ter della L. 1.33/2008;
comunque, alla luce della nuova situazione configurata,
dall'ottobre scorso, l'attività economica dell'ente risulta paralizzata,
essendo, in virtù della norma di cui sopra, fatto divieto allo stesso di
“impegnare spese correnti, al netto delle spese per la sanità, in misura
superiore all'importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati
nell'ultimo triennio; - ricorrere all'indebitamento per gli investimenti” –
Difatti – “I mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni
creditizie e finanziarie per finanziamento degli investimenti devono essere
corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli
obiettivi del patto di stabilità interno per l'anno precedente. L'istituto
finanziatore o l'intermediario finanziario non può procedere al finanziamento o
al collocamento del prestito in assenza della predetta attestazione. Restano,
altresì, ferme per gli enti inadempienti al patto di stabilità interno le
disposizioni recate dal comma 4 dell'articolo
ad ogni buon modo, più membri dell'esecutivo regionale, in varie sedi istituzionali, hanno ufficialmente assunto l'impegno di giungere, con celerità di tempi, al rientro del patto di stabilità 2008, attraverso il meccanismo perequazionale fra Regioni, con l'assenso del Governo nazionale, previo necessario accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni;
a tutt'oggi, nulla è dato sapere circa le iniziative avviate in merito dal Governo regionale, nonostante l'assoluta gravità della situazione, considerato soprattutto l'impatto della problematica sulla già precaria finanza di tutti gli enti locali della regione, privi di accedere al credito, alla luce del divieto fatto alla Regione Calabria di garantire lo stesso, nonché sulla gestione del personale all'interno dell'amministrazione;
l'eventuale mancato rispetto, anche per l'anno 2009, del
patto di stabilità interno renderebbe ingovernabile per l'intero 2010
tanto - si spera - potrebbe essere ovviato attraverso un attento monitoraggio, in questo ultimo bimestre, della spesa pubblica incidente sui parametri da rispettare in ossequio al patto di stabilità per l'anno 2009 -:
quali, ad oggi., le attività poste in essere dall'esecutivo regionale per il rientro e rispetto del patto di stabilità interno relativo al 2008 ed i tempi necessari, allo scopo di definire tale operazione attraverso il meccanismo della compensazione fra Regioni;
la situazione economica dell'ente, circa le possibilità dello stesso di rispettare il patto di stabilità interno per l'arino 2009, stante la brevità dei tempi inerenti la chiusura del relativo esercizio finanziario.
(401; 10.11.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la deliberazione n. 559 del 2009, con la quale
emerge dal portato contenutistico della prefata delibera l'esercizio di prerogative affatto ascritte alla Regione, la quale infatti gestisce il Servizio idrico integrato, adducendo, quale ragione legittimante, la necessità di un efficiente governo delle risorse idriche, nonché un equilibrio del bacino idrico;
il perseguimento dell'efficienza non può tradursi nell'indebito esercizio di competenze in materia di gestione del servizio idrico integrato, che viene invece organizzato sulla base degli ambiti territoriali ottimali definiti dalle stesse Regioni in ossequio alla legge n. 36 del 1994;
la possibilità da parte delle Regioni di modificare le delimitazioni dei suddetti ambiti, nonché di disciplinare le forme ed i modi della cooperazione tra enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale, ad esse invece non è conferito l'affidamento, l'organizzazione ed il controllo della gestione del Servizio idrico integrato, prerogativa dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale;
alla predetta Autorità d'ambito territoriale la legge ascrive, altresì, un potere sostitutivo da esercitare laddove si verifichino inadempienze del gestore in ordine ai relativi obblighi che compromettano la risorsa o l'ambiente, ovvero che non consentano il raggiungimento dei livelli minimi di servizio;
non deve ingenerare alcun equivoco la norma che attribuisce alla Regione – qualora l'autorità d'ambito non intervenga o, comunque, ritardi il proprio intervento, previa diffida e sentita l'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti – la prerogativa di esercitare i necessari poteri sostitutivi, limitati, però, alla nomina di un commissario ad acta;
in relazione alla necessità, palesata dalla citata delibera,
di riscuotere i crediti derivanti dall'erogazione del servizio idrico, proprio
la riscossione della tariffa è ascritta inequivocabilmente dalla legge al
gestore del Servizio idrico integrato, potendo
la riscossione, sia volontaria e sia coattiva, della tariffa può essere affidata solo ai soggetti iscritti all'albo previsto dall'art. 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, ed a seguito di procedimento ad evidenza pubblica -:
quali iniziative si intendono porre in essere per evitare che il provvedimento in esame non risulti solo un indebito esercizio di competenze, quanto altresì un illegittimo esercizio del predetto potere sostitutivo, considerato che, a pochi mesi dalle elezioni regionali, si fraintenderebbe una finalità politica contraria ai valori dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo, vincoli indefettibili dell'agire amministrativo.
(402; 10.11.2009)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria attualmente dispone di una divisione pediatrica con soli 20 posti letto, una divisione di patologia e terapia intensiva neonatale e di una struttura semplice di Ematologia Pediatrica associata alla divisione di Ematologia;
il potenziamento delle strutture che assicurino la protezione ed il benessere psico-fisico del bambino è un dovere sociale, oltreché morale per le istituzioni;
al momento, non c'è né un Pronto Soccorso pediatrico né un reparto di chirurgia pediatrica, indispensabili per garantire le prestazioni in urgenza;
l'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” non dispone di una Divisione di Rianimazione pediatrica capace di assolvere ai bisogni intensivi dei piccoli pazienti con gravi patologie, che attualmente in modo improprio alle loro esigenze vengono curati nella rianimazione per adulti;
la divisione di patologia e Terapia Intensiva Neonatale, pur attiva e qualificata, a causa del personale insufficiente e degli spazi troppo angusti, risulta inadeguata al reale fabbisogno;
non esiste un reparto di Neuro-pediatria in tutta
esiste un progetto c.d. “bambino” organico per la realizzazione del Pronto Soccorso Pediatrico, della Divisione di Chirurgia pediatrica, della struttura autonoma di rianimazione Pediatrica e del settore di riabilitazione pediatrica al direttore dell'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”;
sarebbe opportuna una riorganizzazione generale della Pediatria e dell'assistenza materna infantile, prevedendo una “rete ospedaliera”, con l'integrazione degli ospedali presenti in regione tra di loro, con la creazione di una “rete di assistenza pediatrica” -:
quali interventi l'esecutivo intende prevedere per una riorganizzazione generale della Pediatria e dell'assistenza materna infantile attraverso una “rete ospedaliera”, con l'integrazione degli ospedali presenti in regione tra di loro, con la creazione di una “rete di assistenza pediatrica”, di un reparto di Neuro-pediatria almeno in un presidio calabrese e di un reparto di Cardiologia e Cardio-Chirurgia pediatrica;
quali iniziative, tra l'altro, si intendano assumere perché, nell'ambito di una riorganizzazione del settore, si proceda all'approvazione “progetto bambino”, che prevede l'attivazione del Pronto Soccorso Pediatrico, della Divisione di Chirurgia pediatrica, della struttura autonoma di rianimazione Pediatrica, del settore di riabilitazione pediatrica e gli ambulatori di supporto alle patologie pediatriche.
(403; 11.11.2009)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
dalla mattina di lunedì 9 novembre è in corso, davanti all'ingresso principale del Consiglio regionale, un sit-in di protesta degli imprenditori turistico-balneari del basso Ionio reggino facenti capo all'Associazione “Magna Grecia”, che riunisce oltre trenta strutture turistiche dislocate sulla costa tra Melito Porto Salvo e Palizzi;
detti operatori economici rivendicano il risarcimento per gli ingenti danni provocati dalla mareggiata dell'11 dicembre 2008 e dal miniuragano del 12 gennaio 2009;
il Presidente dell'Associazione, nell'annunciare l'avvio ad oltranza dello sciopero della fame, ha lamentato, tra l’altro, l'assenza degli Enti e “soprattutto della Regione” in questa drammatica vicenda, che rischia di distruggere, irreversibilmente, quelle attività e, con esse, assieme ad anni di sacrifici, tanti posti di lavoro in un comprensorio che brilla, notoriamente, per l’alto indice di disoccupazione;
i rappresentanti dell'Associazione “Magna Grecia”, nel ritenere “sconcertante” l'assenza della Giunta, hanno ribadito che continueranno lo sciopero della fame, rimanendo incatenati davanti al Consiglio regionale fino a quando non otterranno un incontro con il Presidente della Regione;
al Presidente della Giunta regionale gli imprenditori in sciopero vorrebbero chiedere lumi sulla lamentata disparità di trattamento - come, peraltro, evidenziato dai “tabelloni” esposti innanzi all'ingresso di “Palazzo Campanella” - rispetto ai celeri rimborsi, per 5 milioni di euro ciascuno, concessi per i “finocchi di Crotone” e per una tromba d'aria nella Piana di Sibari;
per cercare di dare corso alla stagione turistica appena trascorsa e potere, quindi, proseguire nelle loro attività, i soci della “Magna Grecia” si sono rivolti al sistema bancario, oltre a raccogliere le ultime energie economiche -:
i motivi che, ad oggi, non hanno consentito di risarcire, almeno in parte, gli ingenti danni patiti nel dicembre 2008 /gennaio 2009 dalle strutture turistiche del basso Ionio reggino;
quali urgentissimi provvedimenti si intendano adottare, affinché anche a questi operatori economici vengano celermente erogate le risorse necessarie per avviare il risanamento delle aziende;
quali azioni si intendano porre in essere per attivare finanziamenti per l’emergenza ambientale;
se, con l’estrema urgenza che il caso richiede, non intenda incontrare una delegazione degli imprenditori turistici in sciopero, al fine di dare risposte alle loro sacrosante istanze e - perché no? - ai loro legittimi dubbi.
(404; 12.11.2009)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
allo stato attuale, nelle more della definizione delle linee guida in materia di politica sanitaria, in ordine alla contrattazione con il Governo centrale nella predisposizione del Piano di rientro dal deficit sanitario da parte dell'esecutivo regionale, Piano sulla cui credibilità si gioca il futuro della sanità in Calabria, vi è l'esigenza prioritaria di giungere ad un percorso istituzionale risolutivo delle tante vertenze che hanno interessato ed interessano le categorie sanitarie private e pubbliche;
in tale fase transitoria è indispensabile garantire un'efficiente gestione ordinaria, in un quadro generale del Sistema sanitario regionale, non sorretto da una dettagliata programmazione territoriale, con tante, troppe incognite organizzative e funzionali, con obiettivi frammentari, senza il supporto di un Piano sanitario, senza indicazioni progettuali alternative. La gravità della situazione, sotto il profilo politico e gestionale, impone un cambiamento radicale mediante l'adozione di una metodologia che consenta di affrontare gradualmente le tante criticità del comparto sanitario;
nel corso di questa legislatura le vertenze si sono susseguite senza soluzione di continuità, coinvolgendo tutte le categorie di settore. Uno stato di agitazione continuo, nell'alternanza delle rivendicazioni, che ha evidenziato le notevoli difficoltà e i vuoti operativi di una gestione, in materia sanitaria, incapace di impedire l'implosione amministrativa e le inevitabili conseguenti emergenze sociali;
il settore in questi anni di governo regionale di centro-sinistra è stato destrutturato, lasciato spesso e volentieri senza riferimenti apicali, esposto alla casualità di scelte gestionali spesso frutto di approssimazione e particolarismi, che hanno prodotto e continuano a produrre effetti devastanti, effetti che hanno contribuito a configurare scenari preoccupanti, ove sono stati messi in discussione i principi cardine in materia sanitaria: la posizione di centralità del cittadino-utente, l'esigenza di garantire erogazione di servizi ed offerta di strutture e di professionalità in grado di soddisfare il fabbisogno dell'utenza locale, nell'ambito del rapporto di mutua implicazione esistente tra servizio pubblico e servizio privato;
nello specifico delle strutture ambulatoriali private in
regime di convenzione con
la mancata erogazione delle somme, relative ai crediti pregressi maturati in diverse annualità, alle strutture ambulatoriali private convenzionate con sede in Reggio Calabria e provincia, da parte dell'Azienda sanitaria e di conseguenza dell'ente Regione, ha indotto negli anni scorsi i titolari e l'Associazione a ricorrere addirittura alla serrata. Decisione parsa ai più una scelta obbligata, essendo reale il rischio di licenziamenti e di chiusura definitiva delle strutture, per l'impossibilità di rendere operativi gli ambulatori e garantire quindi ai cittadini le prestazioni sanitarie. In quel periodo, l'angoscia quasi palpabile ed una forte disillusione dovuta ad aspettative esternate dagli organi di vertice regionali solo in incontri pubblici e mai tradotti in atti di gestione diretti alla risoluzione della vertenza, hanno costituito la manifestazione esteriore più significativa dell'incapacità di fornire soluzioni adeguate alle condizioni di disagio estremo di migliaia di lavoratori;
tali inadempienze, reiterate nel tempo, vanno considerate alla stregua di veri e propri atti lesivi degli interessi legittimi degli operatori sanitari privati di svolgere la propria attività con un minimo di programmazione. In un periodo che voglia definirsi politicamente propedeutico nella gradualità di innesti strutturali di riforma dell'intero settore, non si può prescindere dal fornire ampie garanzie di soluzioni risolutive di situazioni pregresse e di definizione condivisa di rapporti futuri. Ad oggi non si è in grado di ravvisare, oggettivamente, elementi tali da supportare l'avvio di strategie di intervento, tutt'altro, e ciò nonostante vi sia la necessità “vitale” di risposte certe ed immediate su problematiche che incidono sul futuro, sul lavoro, sull'esistenza stessa delle strutture. Gli operatori delle strutture ambulatoriali private meritano il massimo rispetto sul piano personale e professionale, un rispetto che dovrebbe essere esternato con regolarità, riconoscendone in tal modo il ruolo rilevante nell'ambito del settore sanitario;
non si comprende come non sia stata percepita la gravità di una situazione che ha prodotto, periodicamente, effetti devastanti anche per l'utenza, intaccando il diritto alla libera scelta relativa alla erogazione dei servizi sanitari. L'incapacità di gestire l'ordinario da parte di questa amministrazione regionale ha inciso in forma diretta sui principi che regolano l'impianto strutturale del Sistema sanitario regionale, fondato sull'equilibrio pubblico-privato, giungendo a determinare di fatto forti limitazioni nelle prestazioni dei servizi, non garantendo i livelli minimi di assistenza sanitaria. E questo nonostante dai proclami a mezzo stampa di componenti l'esecutivo regionale si continuasse ad affermare che “la sanità non può prescindere dall'esser considerata un servizio primario in cui pubblico e privato operano in condizioni paritarie, senza distinzioni, e nell'ambito di un rapporto naturale di mutua implicazione”;
le condizioni di oggettiva difficoltà delle strutture ambulatoriali private accreditate, correlativamente ai rapporti con gli organi istituzionali Asp e Regione, persistono tuttora, con incidenza diretta sulle componenti fondamentali del regime di convenzione, al punto da indurre numerosi titolari di strutture a ricorrere all'Autorità giudiziaria a tutela dei propri diritti ed interessi legittimi;
nulla è cambiato a distanza di mesi. Il mancato rispetto degli impegni assunti rischia, ancora una volta, di creare condizioni di vero e proprio allarme sociale;
senza voler entrare nel merito della controversia giudiziaria tra i titolari delle strutture ambulatoriali private accreditate ed aderenti all'Anisap e l'Asp 5, riguardante la stipula del contratto relativo alle prestazioni da rendere da parte delle predette strutture agli utenti del Ssn per l'anno 20009 ed incentrata sulle modalità, sulla tempistica e sull'applicazione delle tariffe alle prestazioni sanitarie, ciò che si rileva è l'ennesima manifesta incapacità di gestire l'immediato, ponendo in evidenza inadempienze gestionali talmente preoccupanti, da giungere a minare dalle fondamenta la credibilità dell'ente in un settore nevralgico dell'economia regionale;
le gravi discordanze interpretative in riferimento al tariffario da applicare alle prestazioni sanitarie, con indicazioni difformi da parte dell'Asp e del Dipartimento alla Salute della Regione Calabria, ha ingenerato confusione ed incertezze che rischiano di arrecare, per l'ennesima volta, grave nocumento alle strutture private convenzionate ed agli utenti;
a seguito di accertamenti e verifiche relative all'excursus della normativa nazionale e regionale, ai fini della determinazione del tariffario effettivamente vigente, pare che un'errata interpretazione e “indicazione” da parte del Dipartimento alla Salute abbia determinato, di fatto, l'applicazione di tariffe diverse da parte della Regione rispetto a quelle “ufficiali”;
in considerazione di quanto avvenuto si paventa un procedimento per danno erariale, da parte della Giunta regionale, nei confronti dei funzionari del Dipartimento alla Salute, con possibili, conseguenti, gravi disagi economici per le strutture ambulatoriali private e gli utenti, che saranno probabilmente gli unici soggetti ad essere penalizzati, prospettandosi l'eventualità che si giunga a dover pagare per intero le prestazioni mediche;
a ciò si aggiunga che nulla è stato deliberato, a tutt'oggi, da parte degli organi competenti, in merito all'erogazione delle somme dovute da parte delle strutture ambulatoriali e relative agli anni 2007-2008-2009, con grave danno patrimoniale per gli operatori sanitari privati -:
se non ritenga opportuno avviare un tavolo di confronto con i rappresentanti dell'Anisap, per giungere alla definizione risolutiva della vertenza riguardante la stipula del contratto tra le strutture ambulatoriali private accreditate e l'Asp 5, concernente le prestazioni da rendere agli utenti del Ssn per l'anno 2009, ed evitare così un procedimento giudiziario che allo stato attuale sembra l'unica via percorribile;
quali provvedimenti si intendano adottare al fine di garantire, alle strutture ambulatoriali private in regime di convenzione con sede in Reggio Calabria e provincia, l'erogazione delle somme dovute e relative ai crediti pregressi maturati negli anni 2007-2008-2009;
quale sia la posizione dell'esecutivo regionale in riferimento alla controversa questione del tariffario applicato, su indicazione del Dipartimento alla Salute, alle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture private ambulatoriali in regime di convenzione; tariffario che non pare risulti conforme a quello vigente, a seguito delle sopraggiunte modifiche legislative e delle modifiche apportate da sentenze del Consiglio di Stato.
(406; 16.11.2009)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di detentore di delega alla tutela della salute e sanità. Per sapere – premesso che:
ai sensi degli artt. 4 e 6 della L.R. n. 9 dell'11/05/2007 e s.m.i., L'Afor, Azienda forestale quale Ente strumentale della Regione Calabria, è stata soppressa e posta in liquidazione, disponendo contestualmente il trasferimento delle funzioni amministrative in materia di demanio forestale e di forestazione alle cinque Province calabresi;
con deliberazione di Giunta n. 342 del 04/06/2007 veniva nominato un Commissario liquidatore e un Commissario liquidatore con funzioni vicarie, approvando gli indirizzi per la sollecita, efficiente, economica realizzazione della fase di liquidazione e definendo nel contempo le attività loro assegnate per pervenire a tale risultato;
ai sensi dell'art. 4 della sopra citata legge, i Commissari liquidatori dovevano provvedere al trasferimento alle Provincie degli operai addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale;
i Presidenti delle Province calabresi hanno richiesto a più
riprese confronti operativi con
a causa di non meglio esplicitate difficoltà subentrate, con successivi provvedimenti, veniva prorogato (al 30/06/2009 e poi al 31/12/2009) il passaggio delle risorse umane e strumentali alle Province;
la fase di liquidazione dell'Afor ha evidenziato, come rilevato dalla Corte dei Conti nella relazione al rendiconto generale d'esercizio, irregolarità contabili e gravi distorsioni di carattere amministrativo ed organizzativo;
nonostante l'Ente si trovasse di fatto soppresso e posto in liquidazione, i vertici aziendali procedevano alla stipulazione, mediante procedura negoziata, di una convenzione pluriennale per il noleggio di circa 700 pulmini da destinare al trasporto collettivo degli operai idraulico-forestali presso i cantieri di assegnazione;
le motivazioni addotte per giustificare tale convenzione venivano ravvisate nei risparmi di spesa a seguito del taglio dell'indennità chilometrica da corrispondere agli operai;
venivano previste nel testo della convenzione pesanti penalità in caso di recesso anticipato da parte dell'azienda regionale;
a seguito di varie problematiche intervenute per l'uso di tali mezzi collettivi, alcuni dirigenti siano stati di fatto "provocati o costretti" a dimettersi, avendo sollevato dubbi e perplessità sulle modalità esplicative del servizio -:
i motivi che in atto stanno impedendo il passaggio delle competenze e del personale alle Province;
i motivi di fatto che hanno impedito ai Commissari di procedere alla liquidazione dell'Ente nei tempi previsti dal piano da loro presentato, con aggravio del già precario bilancio aziendale;
i motivi per cui i Commissari liquidatori abbiano ritenuto di dover stipulare una convenzione pluriennale di autonoleggio con impegno di fondi regionali oltre il mandato temporale ricevuto, così ponendo le Province di fronte al fatto compiuto, e se siano previste eventuali penalità per il caso di recesso anticipato;
i motivi per cui i Commissari abbiano ritenuto di non coinvolgere le subentranti Province in merito alla decisione di avviare un nuovo sistema di trasporto collettivo degli operai;
se l'attività posta in essere dai Commissari liquidatori risulti conforme al mandato ricevuto dalla Giunta regionale;
se risultano già rendicontate, anche parzialmente, le spese sostenute per il noleggio dei pulmini e per il consumo di carburante degli stessi e se dalla rendicontazione si possa desumere l'eventuale risparmio di risorse;
la quantificazione dei risparmi di spesa ottenuti a seguito dell'entrata in vigore della convenzione rispetto al regime precedente;
quali e quanti fondi verranno trasferiti alle Province per la gestione delle nuove competenze;
con quali fondi saranno retribuiti gli operai idraulico-forestali nei prossimi mesi al fine di evitare la cassa integrazione per gli stessi;
se i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti siano stati regolarmente versati;
l'esito del tavolo di concertazione costituito con le varie parti interessate.
(407; 24.11.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’attuale crisi finanziaria investendo ogni mercato, si è riversata sul sistema produttivo di tutte le economie mondiali, incidendo in modo sicuramente più forte su quelle più deboli, come la nostra;
tanto ha reso gravosa, in particolare, l'attività delle piccole e medie imprese che, con affanno, ancora operano sul territorio calabrese;
l'attuale governo regionale, non sembra abbia posto in essere iniziative valide, dirette a sostenere i suddetti soggetti, alla scopo di superare il periodo di contingenza economica negativa;
tuttavia, piccoli interventi, amministrativi e finanziari, potrebbero risultare indispensabili al fine di conferire nuova linfa alle economie imprenditoriali in stato di difficoltà;
stante la situazione di assoluta emergenza e l'immobilismo dell'Ente sulla tematica, a titolo propositivo si segnalano di seguito interventi di non impossibile realizzazione:
1. riproporre l’iniziativa già collaudata attraverso
2. utilizzare alle medesime condizioni il suddetto Fondo di garanzia in favore delle imprese, finanziate solo parzialmente a fondo perduto per l'avvio della propria attività, circa gli oneri economici su di esse direttamente gravanti, allo scopo di sostenerle ulteriormente nella delicata fase di avviamento e di consentire l'accesso al credito a soggetti altrimenti esclusi dalle rigide linee bancarie in materia;
3. dal punto di vista fiscale, potenziare il credito di imposta in favore delle nuove e valide iniziative imprenditoriali;
4. ridurre i tempi elefantiaci della P.A. per far fronte ai propri debiti per forniture e servizi in favore delle piccole imprese, ricorrendo persino a prestiti obbligazionari garantiti dalla Stato e giustificati dalla emergenza del momento. Ciò, consentirebbe all'Ente di emettere attestati di credito, con immediato smobilizzo delle economie delle singole impresi creditrici,
5. ridurre l'aliquota Irap, gravante appunto sulle attività
produttive, incrementata inopinatamente, nel maggio u.s., dal Governatore
regionale della 0,92%, a causa della malsana gestione del sistema sanitario
regionale. Con tanto, l'Amministrazione regionale si porrebbe in linea con le
intenzioni del Governo nazionale, che, proprio al fine di dare respiro alle
imprese varie, si avvia verso la progressiva riduzione dell'imposta in discorso
in ogni settore. Vi è inoltre, che in svariati giudizi pendenti dinanzi alla
Corte costituzionale è persino in discussione la ratio di tale tributo,
ritenuto dai più, lesivo del principio di capacità contributiva del cittadino.
L'accoglimento della presente proposta porrebbe
se ed in che termini questo governo regionale intende intervenire a favore delle piccole e medie imprese della Calabria soggette a crisi finanziarie;
quali delle proposte in premessa formulate ritenga siano di immediata attuazione per la sopravvivenza della economia produttiva del. nostro territorio.
(408; 30.11.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
già con precedente interrogazione presentata il 10.11.2009, il sottoscritto richiedeva lumi circa il patto di stabilità interno per le annualità 2008 e 2009, avendo, in particolare, appreso l'ufficialità dell'inadempimento da parte della Regione Calabria per l'anno 2008;
nelle more di ogni risposta, è stata approvata, dalla Giunta regionale, la deliberazione n. 751/09 avente come oggetto il seguente: "Patto di stabilità interno della Regione, Atto di indirizzo";
dal tenore testuale di parte motiva del citato provvedimento, con enorme stupore, non è dato evincere effettivamente quanto invece palesemente certificato in precedenza dal Dipartimento Bilancio dell'Ente, per l'anno 2008;
difatti, mentre per il periodo di cui sopra, la richiamata delibera rappresenta ancora ad oggi dubbi di interpretazione normativa circa il possibile rispetto del patto di stabilità, paradossalmente per l'anno 2009 rappresenta sin d'ora il rischio concreto dell'inadempimento di specie, dettando perciò linee di indirizzo, al fine di contenere la spesa dell'Ente nell'ultimo bimestre dell'anno, onde, dunque, rientrare negli obiettivi programmatici fissati, sempre, per il 2009;
naturalmente, al fine di non causare enorme danno all'Ente, fra tutte le spese autorizzate in tale contesto temporale, l'esecutivo regionale al punto 1) lett. f) dello stesso deliberato ha ritenuto indispensabile così statuire; “potranno essere rinnovati i comandi del personale necessario ad assicurare la continuità dei servizi”;
la confusione generata, dall'atto in questione, nello scrivente, nei fatti sembra aver coinvolto l'attività di molti diligenti e non discutibili Direttori generali della Giunta regionale, che sicuramente non ignorano i divieti imposti dall'art. 76 comma 4 legge l33/2008, che in caso di inadempimento al patto di stabilità, impediscono all'Ente poco virtuoso di procedere nell'anno successivo, all'assunzione di personale a qualsiasi titolo, con qualsiasi tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di Co.co.co., nonché, in elusione, alla stipula di contratti di servizi con soggetti privati;
difatti, all'uopo, non possono passare inosservati, in quanto palesemente in contrasto con la citata normativa, i vari avvisi pubblici provenienti dal Dipartimento Programmazione Comunitaria, i rinnovi di contratti di collaborazione coordinata e continuativa eseguiti, da ultimo, dal Dipartimento Bilancio, ma ancora più evidente l'attività del Dipartimento Turismo, che nel mese di novembre c.a. ha disposto senza remore il rinnovo contrattuale per oltre 15 collaboratori, addetti alla costituita "Struttura informativa turistico regionale";
ciò, lascia, senza dubbio, intendere il certo rispetto del patto di stabilità per l'anno 2008 da parte della Regione Calabria, poiché, stante l'attenzione degli assuntori degli atti or ora menzionati, giammai questi ultimi, contrariamente, si sarebbero determinati in questo senso, in quanto ossequiosi della Legge e consapevoli delle responsabilità personali in caso avverso;
d'altro canto, la stessa delibera n.
per di più, tanto esternalizzare contrasta, oltre che con le linee di indirizzo, per il rispetto del patto 2009, dettate dalla delibera più volte richiamata, anche e persino con la politica programmatica avviata e perseguita in questi ultimi anni da codesta Giunta, per la razionalizzazione ed il dimensionamento del personale alle dipendenze dell'Ente -:
se
se così non fosse, quali iniziative intenderà avviare l’esecutivo regionale, nei confronti della citata attività di gestione, in quanto, allora, indiscutibilmente in contrasto con la normativa nazionale, oltre che con le linee di indirizzo dettate dalla Giunta per il contenimento della spesa in questo ultimo bimestre dell'anno 2009.
(409; 30.11.2009)
Feraudo. Al Presidente della Giunta regionale quale titolare di delega alla tutela della salute e sanità. Per sapere – premesso che:
in data 04/08/2009, veniva inaugurata la nuova sede del Centro di Riabilitazione sito in Acri alla via della Resistenza;
la nuova sede è stata fortemente voluta dagli utenti, dalle loro famiglie e dalle associazioni locali, in quanto precedentemente ospitato in locali assolutamente inadeguati per un dignitoso e funzionale Centro di Terapia Riabilitativa;
il predetto Centro serve oltre alla cittadina acrese anche a
quella del comune di Santa Sofia D'Epiro con una popolazione complessiva di
circa 30.000 abitanti e un territorio di oltre
in occasione della inaugurazione del su menzionato Centro gli utenti, le famiglie e le associazioni firmatari delle iniziative, che ne hanno sostenuto l'apertura, con una lettera aperta e diffusa anche a mezzo stampa, chiedevano al Direttore generale dell'A.S.P. di farsi carico della risoluzione del problema della carenza dell'organico precedentemente posta in evidenza;
a causa dell'insufficienza dell'organico, molti disabili che necessitano di interventi riabilitati sono costretti o a lunghe liste di attesa o a rivolgersi a strutture private (con enorme aggravio di costi sul bilancio familiare nonché ulteriori costi per la collettività), o peggio, a rinunciare alla terapia. In questa seconda ipotesi il disabile va incontro, suo malgrado, a gravi conseguenze in termini di recupero funzionale e conseguente peggioramento della qualità della vita che mettono in atto veri e propri processi di esclusione sociale, indegni per una società che professa lo Stato di diritto;
a distanza di due mesi dalla inaugurazione, in data
02/11/2009, i rappresentanti delle Associazioni, il Direttore del Distretto e
nonostante la fiducia iniziale e la individuazione di parziali risoluzioni possibili, quali protocolli di intesa con enti locali circa l'utilizzo di alcune risorse professionali, dall'incontro sono emerse difficoltà in ordine alla reperibilità, ovvero, all'assunzione di quelle figure professionali di cui necessita urgentemente il Centro per dare adeguate risposte ai bisogni degli utenti in carico;
a causa delle note vicende economiche in cui versa la Sanità calabrese, il Direttore generale dr. F. Petramala, a fronte delle richieste di assunzione del personale necessario, sostenuta da tutti i presenti all'incontro, opponeva un netto rifiuto dichiarando la impossibilità a far fronte alle richieste –:
quali provvedimenti intende adottare, con la urgenza del caso, per assegnare al Centro di Riabilitazione di cui in premessa il personale necessario così da garantirne l'efficace funzionamento e l'efficienza dei servizi offerti.
(410; 30.11.2009)
Guerriero. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere - premesso che:
nell'ultimo decennio si è notevolmente intensificato il ricorso a contributi finanziari comunitari e regionali diretti ad incentivare l'occupazione;
gli ultimi bandi regionali legati a fondi comunitari (misura 12, 3.9, 3.13, 3.4), su indirizzo del Consiglio regionale che ha inteso dare un forte input all'occupazione stabile e indeterminata, hanno distribuito in tutto il territorio calabrese contributi finalizzati ad incentivare l'occupazione per decine di milioni di euro;
in tale ambito le aziende operanti nel campo dei contact center hanno ottenuto finanziamenti pari ad oltre 25 milioni di euro, di cui la maggior parte di essi è finita in aziende aventi strutture sia regionali che contestualmente extra regionali;
l'efficacia economica di detti provvedimenti non è stata ancora sottoposta ad accurato monitoraggio, se è vero, come è vero, che l'Azienda che ha incassato i maggiori contributi (Gruppo Phonemedia, oggi Omega) non paga da oltre tre mesi le retribuzioni ai propri dipendenti;
sono sorte molte aziende di contact center che stanno ingessando operatori di call center con contratti di precariato in attesa della definizione della misura 3.2;
la questione del “grado di effettività” dell'applicazione della normativa agevolativa non risulta ancora sufficientemente approfondita;
il ricorso a tale strumento incentivante ha consentito complessivamente la creazione di circa 5.000 nuove assunzioni. Esso è stato considerato, anche dall'opinione pubblica, tra le politiche occupazionali di maggiore incisività;
ad avviso dell'interrogante, non si è adeguatamente effettuata alcuna verifica preventiva circa il rispetto dei requisiti previsti ed esposizione di situazioni potenzialmente meritevoli di controlli ad hoc; sull'esposizione del contesto giuridico entro cui dovrebbero collocarsi i controlli, con particolare riferimento alla questione delle procedure e dei tempi entro i quali procedere agli eventuali recuperi d'imposta;
non si è delineato un iter operativo idoneo all'intercettazione di condotte devianti in materia di indebita fruizione dell'agevolazione;
alcune organizzazioni sindacali di categoria, Sic e Uilcom, hanno più volte richiesto alcuni approfondimenti volti a scandagliare, in prima approssimazione, la correttezza/coerenza delle condotte delle imprese che si sono avvalse del credito sempre le stesse organizzazioni sindacali hanno più volte evidenziato la possibilità che non vi sia un corretto utilizzo delle somme destinate alla formazione;
il fenomeno, se risultasse vero, andrebbe a minare la credibilità dell'ente Regione, in quanto soggetto erogatore e controllore del beneficio economico;
le norme che prevedono queste agevolazioni, ad avviso dell’interrogante, non sono interpretabili in deroga alla disciplina generale e vi è pertanto l'opportunità, relativamente ai controlli, di riscontri sull'effettività dei seguenti aspetti: rispetto del periodo triennale minimo di mantenimento del livello di occupazione agevolato; rispetto della normativa contributiva concernente le nuove assunzioni; osservanza della normativa concernente la destinazione della risorsa ottenuta finalizzata all'utilizzo nelle aree previste, in particolare per datori di lavoro con sede legale nelle regioni centro-settentrionali;
alla luce di quanto sopra esposto e stante l'imminente uscita di un nuovo bando finalizzato all'incentivazione dell'occupazione utilizzato per il perseguimento di obiettivi di incremento occupativo, si ritiene utile l'apprestamento di un quadro di regole e principi applicabili a tale particolare istituto, anche in relazione alla messa a punto di un quadro di certezze atte a consentire l'efficace svolgimento di controlli sulla legittima fruizione del beneficio. Quest'ultima condizione si rivela necessaria non solo per verificare la corretta destinazione del pubblico denaro, ma soprattutto per “testare” l'effettiva idoneità e la misura dell'incisività dello strumento impiegato al conseguimento degli obiettivi desiderati;
infine, il competente assessorato regionale, sin dal novembre 2008, è stato più volte informato da alcune organizzazioni sindacali di categoria in relazione:
- alla rilevanza del problema;
- alle tipologie di possibile violazione intercettate;
- all'opportunità di assicurare forme di monitoraggio sul fisiologico funzionamento della normativa agevolativa in esame;
- alla circostanza che vi è un gruppo di aziende ben definite che prima operava fuori dal C.C.N.L. previsto ed ora non eroga gli stipendi, a fronte degli oltre 11 milioni di euro percepiti -:
chiede se si intende predisporre un testo chiaro che escluda dai benefici tutte le aziende:
1) che abbiano contenziosi aperti con le parti sociali di categoria;
2) che fanno capo ad un unico gruppo piramidale all'interno del quale vi siano partecipate non in regola con i C.C.N.L. di riferimento;
3) dirette e/o partecipate, non in regola con il pagamento delle spettanze ai lavoratori e/o con il versamento dei contributi previdenziali;
4) nate nei 12 mesi antecedenti la pubblicazione dei bandi;
di revocare i contributi a tutte quelle aziende che registrano decremento di personale nel periodo di utilizzo dell'agevolazione;
di prevedere l'irrogazione - fatte salve le conseguenze di natura penale eventualmente derivanti dal rilascio di false dichiarazioni - di sanzioni rappresentate dalla perdita dei benefici fruiti;
di pianificare con immediatezza un congruo numero di controlli sulle aziende che hanno beneficiato dei contributi;
si chiede, inoltre, di trasmettere la presente interrogazione al Comando regionale della Guardia di Finanza, alla Corte dei conti e all'Agenzia delle Entrate, affinché valutino eventuali inosservanze in tema di fisco ed eventuali reati ad esso connesso.
(394; 27.10.2009)
Stancato. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’urbanistica. Per sapere - premesso che:
pare vengano affissi sui muri di Paola tabelle senza le dovute autorizzazioni;
se non ritengano opportuno verificare come sia possibile ciò;
se questo è veramente accaduto, se non ritengano di intervenire presso le istituzioni preposte per porre fine a questo scempio.
(395; 3.11.2009)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:
nel comune di Molochio, cinque anni fa, sono stati ultimati i lavori delle nuove case popolari, lungamente attese dalle famiglie in stato di disagio economico che vivono nel centro della Piana di Gioia Tauro;
l'attuale amministrazione comunale ha stilato, tre anni fa, una graduatoria provvisoria degli aventi diritto, senza giungere, però, ad una definitiva assegnazione degli alloggi;
le case popolari di Molochio, nonostante la presenza di numerosi nuclei familiari in difficoltà costretti ad addossarsi spese d'affitto, non sono state ancora assegnate e l'intero iter appare frenato da colpevoli ritardi;
la mancata assegnazione degli appartamenti produce ogni giorno gravi danni economici alle famiglie di Molochio che avrebbero diritto ad usufruire dell'alloggio popolare, senza contare il danno erariale accumulato in questi ultimi cinque anni per la mancata riscossione del canone mensile -:
quali interventi l'esecutivo intenda assumere per supplire, come previsto dall'apposita legge regionale, ai ritardi dell'amministrazione comunale di Molochio;
se l'assessore regionale ai lavori pubblici non ritenga di procedere alla nomina di un commissario ad acta, per adempiere all'assegnazione delle case popolari di Molochio.
(405; 13.11.2009)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con vari avvisi pubblici sono state avviate di recente le procedure di selezione per Coordinatori tecnici di unità per progetti strategici integrati di sviluppo regionale (Pisr) sotto riportate:
progetto “Contrasto spopolamento delle aree interne e periferiche”
progetto “Sistema delle aree urbane regionali”
Progetto “Sistema ferroviario metropolitano regionale”
Progetto “Modernizzazione della pubblica amministrazione regionale”
Progetto “Polo Progetto "Polo Logistico Intermodale di Gioia Tauro"
Progetto “Legalità e Sicurezza in Calabria”
Progetto “Piano Regionale per le Infrastrutture Produttive - Parchi di Impresa Regionali”
Progetto “Arte Contemporanea”
Progetto “Eventi Culturali”
Progetto “Magna Grecia”
Progetto “Filiere Energetiche”
Progetto “Teatro in Calabria”
nei vari bandi di selezione sono previste figure di Esperti con specifiche professionalità;
tali progetti rivestono carattere strategico per lo sviluppo della Calabria;
per tali incarichi è auspicabile che sia individuate professionalità “tecniche” -:
le modalità ed i criteri di selezione di esperti in possesso di idonee “professionalità”;
i rimedi per evitare soprattutto in tale ultimo scorcio di legislatura regionale, “l’occupazione” e la “colonizzazione” di importanti spazi e ruoli nei programmi e progetti di notevole valenza mediante l’affidamento di incarichi a medio termine ad esponenti con evidenti trascorsi di militanza “politica” di centro-sinistra, attraverso la nota ed ormai triste pratica del “consenso pre-elettorale”;
quali iniziative intenda porre in essere per evitare eventuali anomalie nell’affidamento di tali incarichi”.
(9; 27.11.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la neo-Parrocchia oggi riesce ad accogliere circa 4.000 fedeli e non è solo luogo di preghiera, ma anche di incontro a tutto campo tra i fedeli, quelli che quotidianamente vi si recano a pregare e quelli che sono i semplici avventori in cerca di aiuto e di sostegno;
l'incremento demografico del territorio ricadente nella Parrocchia rende necessario il reperimento di spazi idonei, sia per celebrazioni liturgiche molto partecipate e sia per tutte quelle attività socio-culturali da sempre fucina dei valori dell' "uomo", che trova nell'istituzione della Chiesa il primo nucleo di Comunità solidale;
relativamente poco distante dalla Chiesa, è presente l'Associazione "Stella Cometa", rappresentazione terrena della carità cristiana, attraverso la quale il Parroco pro tempore Don Antonio Abruzzini, insieme ai tanti volontari si occupa, appunto, dei Rom e degli emarginati della realtà urbana di Cosenza nella sua globalità;
non lontano dalla Chiesa sono ubicati dei capannoni dismessi ed ancora in gestione delle Ferrovie della Calabria, con una vasta area attorno, su cui si potrebbe edificare un moderno complesso parrocchiale per soddisfare le esigenze ed i bisogni della Comunità ed in favore dalla quale creare quelle opportunità sociali di notevole pregio e ricaduta;
l'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, nella persona
dell'Arcivesovo Metropolita S.E. Salvatore. Nunnari e
il territorio urbano su cui insiste
l'importante riconoscimento della Curia Vescovile di
Cosenza, nella persona dell'Arcivescovo Metropolita Mon. Salvatore Nunnari, ha
dato valore al quotidiano lavoro evangelico del Parroco pro tempore Don Antonio
Abruzzini ed alla funzione sociale che
le Istituzioni in genere e specificatamente in questo caso
quali iniziative intende porre in essere, evidentemente secondo le modalità previste dalla legislazione vigente, per accogliere le istanze provenienti dalla petizione promossa dall'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano;
se ritiene opportuno, condividendo lo spirito che anima tale iniziativa, promuovere una Conferenza di Servizi tra il Dirigente Generale del Dipartimento Bilancio e Patrimonio, l'Avvocatura Regionale e i rappresentanti dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e le Ferrovie della Calabria al fine di favorire ed incrementare le attività di solidarietà sociale attraverso l'individuazione ed attuazione dell'iter procedurale per i successivi provvedimenti di competenza.
(354; 16.06.2009)
Risposta – “In esito
alla nota prot. 483 del 17 luglio 2009, relativa alla interrogazione a risposta
scritta n. 354/08 a firma del Consigliere Regionale On. Franco Morelli,
concernente la "concessione in comodato d'uso gratuito di un terreno di
proprietà del Demanio Regionale già in uso alle Ferrovie della Calabria per
l'edificazione della nuova chiesa dei S.S. Pietro e Paolo nei Comune di
Cosenza" con la presente si relaziona doverosamente alla S.V., quanto
segue:
il terreno oggetto
della richiesta è stato trasferito alla Regione Calabria a seguito
dell'“Accordo di Programma" approvato con deliberazione GR n. 2 dei 12
gennaio 2000 integrata e modificata dalla successiva deliberazione n. 38 del 28
Gennaio 2000 con le quali vengono disciplinate, ai sensi dell'art. 8 del D,Lgs
422197, (e modalità di trasferimento dal Ministero dei Trasporti e della
Navigazione alla Regione le funzioni ed i compiti di programmazione e di
amministrazione inerenti i servizi al tempo esercitati dalia ex Gestione
Commissariale delle Ferrovie della Calabria, oggi Ferrovie della Calabria
s.r.l., la cui attuazione è stata disciplinata con DPCM 16 Novembre 2000;
con verbale
provvisorio di consegna in data 12 Giugno
con ulteriore verbale
in pari data, lo stesso terreno è stato consegnato dalla Regione Calabria a
Ferrovie della Calabria s.r.l.;
allo stato attuale non
risulta effettuata fa trascrizione nei Registri Immobiliari in favore della
Regione Calabria, così come previsto dall'AdP medesimo e dalla legge Regionale
n. 9/2007 agli artt. 12 e 13.
Il terreno de quo è
stato oggetto di una petizione popolare promossa dall'Arcidiocesi di Cosenza -
Bisignano, nella persona dell'Arcivescovo metropolita Nunnari mons. Salvatore,
e dalla Parrocchia SS Pietro e Paolo di
Cosenza, nella persona del Parroco Abbruzzini don Antonio.
Con tale petizione, in
estrema sintesi, vengono rappresentate le attuali oggettive difficoltà
logistiche e strutturali dei luoghi di fede e preghiera, non consoni alla
dignità devozionale e insufficienti a garantire l'alta e nobile attività di
socializzazione e di formazione delle varie fasce di età svolta dall'Azione
cattolica e in genere dalle associazioni cattoliche.
Le procedure
amministrative previste dalla normativa in vigore, finalizzate sia alla
legittima acquisizione dei terreno medesimo, sia alfa sua eventuale
concessione, contemplano:
trascrizione dei bene
nella situazione di fatto e di diritto risultante dalle schede predisposte dal
soggetto gestore Ferrovie della Calabria s.r.l., nei Registri Immobiliari, in
favore della Regione Calabria, così come previsto dall'AdP e dalla legge
Regionale n. 9/2007 agli artt. 12 e 13;
dichiarazione a firma
del Direttore dell'Esercizio ferroviario delle Ferrovie della Calabria s.r,l.,
che il bene medesimo non riveste natura di utilità, funzionalità o
strumentalità rispetto all'attività di trasporto ferroviario;
dichiarazione di
disponibilità del bene da parte della Giunta regionale che interviene
conseguentemente e contestualmente sul cambiamento dei regime giuridico del
bene medesimo;
valutazione della G.R.
in ordine all’alienabilità del bene ovvero all'attuazione di un regime
concessorio di lunga durata. Poiché tali adempimenti sono comuni a tutta la
massa dei beni provenienti dalle Ferrovie della Calabria, è in corso la
predisposizione, unitamente al Settore Trasporti dei Dipartimento
Organizzazione e Personale, la predisposizione di un atto che definisca ed
autorizzi tutto l'iter procedurale per pervenire al completo perfezionamento
degli atti occorrenti alla formale acquisizione di tali beni e quant'altro
occorre per la successiva concessione.
Condividendo lo spirito che anima fa presente iniziativa, si fa riserva di fornire appena possibile notizie a riguardo in modo che, appena definiti tali adempimenti, si possa promuovere una Conferenza di servizi tra !a Regione Calabria - Dipartimento Bilancio e Patrimonio, l'Avvocatura Regionale, i rappresentanti dell'Arcidiocesi di Cosenza - Bisignano e le Ferrovie della Calabria s.r.l, finalizzata all'individuazione ed attuazione dell'iter procedurale per l'adozione dei successivi provvedimenti di competenza”.
dott. Luigi Bullotta - direttore generale
Agazio Loiero – Presidente
della Giunta regionale
Art. 1
1. Alla legge regionale 29 ottobre 2009, n. 38, sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
a) all'articolo 4, comma 1, quarto rigo, dopo la parole "un" aggiungere la parola "segno";
b) all'articolo 4, comma 1, quinto rigo, dopo la parola "posto" aggiungere la parola “solo”;
c) all'articolo 4, comma 1, ultimo rigo, sostituire le parole "della scheda" con le parole "del voto";
d) all'articolo 4, comma 2, nono rigo, sostituire le parole "comma 2" con le parole "comma 1";
e) all'articolo 6, comma 3, primo rigo, sostituire le parole "comma 2" con le parole "comma 1 ".
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. All'articolo 1, comma 1, della legge regionale 29 ottobre 2009, n. 39, le parole "mantenuto in servizio" sono sostituite con le parole "eccezionalmente prorogato".
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. All'articolo 28 della legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34, aggiungere il seguente comma:
"4. I proventi delle sanzioni vengono acquisiti nel rispetto delle previsioni di cui all’articolo 10, comma 4, della legge n. 44711 995".
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
visto il documento contabile predisposto dal
Settore Bilancio e Ragioneria, relativo all'assestamento di bilancio del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009, nelle risultanze appresso
specificate:
Avanzo d'esercizio 2008 - Assestamento bilancio
di previsione del Consiglio regionale anno 2009
Avanzo d'esercizio anno 2008 € 17.813.483,04
Cap. Art. Sub. Descrizione
2 1 70 Spese
di rappresentanza del Presidente del
Presidente del Consiglio
regionale € 100.000,00
2 1 71 Spese
di rappresentanza del Presidente del
Consiglio regionale
per attività promozionali € 100.000,00
4 1 120 Assegni
fissi, indennità e contributi personale
strutture amministrative del Consiglio
regionale € 3.500.000,00
4 1 121 Rimborso
Enti per personale comandato struttura
amministrativa
del Consiglio regionale € 200.000,00
5 2 340 Spese
per acquisto attrezzature informatiche,
programmi e relativa manutenzione € 50.000,00
5 2 341 Spese
per costruzione sede nuovi organismi statutari € 5.000.000,00
5 2 350 Spese
per acquisto mobili, arredi, attrezzature e
relativo
materiale di consumo e manutenzione € 463.483,04
5 3 400 Spese
manutenzione, gestione immobili, impianti
e
reti cablate € 1.450.000,00
5 3 401 Spese
per opere di completamento, ampliamento,
adeguamento
ed ammodernamento della sede e degli
impianti €
4.950.000,00
6 4 504 Contributi
per stages ex L.R. n. 8/2007 € 2.000.000,00
TOTALE €
17.81 3.483,04
Vista la deliberazione dell’Ufficio di
Presidenza n. 78 del 23 novembre 2009, concernente: "Assestamento del
bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario anno
2009";
visto il Regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
delibera
di approvare l'assestamento di bilancio del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 nelle risultanze sopra
indicate”.
Art. 1
(Finalità)
1. La presente legge, nel rispetto dei principi fondamentali dello Stato e delle norme comunitarie, disciplina organicamente le azioni e gli interventi diretti alla valorizzazione ed alla tutela degli alberi monumentali e della flora spontanea della Calabria che abbiano particolare interesse naturalistico, storico, paesaggistico, culturale ed etno-antropologico.
Art. 2
(Definizione di albero monumentale e di flora di alto pregio)
1. Si definiscono alberi monumentali le piante arboree di alto fusto di qualsiasi specie, ivi comprese quelle inserite nelle aree demaniali ed in quelle pubbliche, nelle proprietà private, nelle aree rurali e nei centri urbani, che possiedono rilevanti caratteristiche morfologiche, quali l'età secolare, le dimensioni ragguardevoli, il portamento, la forma peculiare, nonché la rarità botanica o l'accertato valore storico-antropologico derivato da citazioni o rappresentazioni in documenti storici.
2. Si definisce flora di alto pregio la vegetazione spontanea autoctona di qualunque specie vegetale presente sul territorio regionale e considerata specie rara e/o minacciata per la quale può essere necessario intraprendere progetti di tutela e di conservazione.
Art. 3
(Funzioni della Regione)
1.
2.
a) gli atti di indirizzo per l'istituzione dei Registri provinciali di cui all'articolo 5;
b) gli atti di indirizzo per la costituzione delle Consulte tecniche provinciali di cui all'articolo 4.
3.
4. La struttura regionale preposta alla tutela dell'ambiente esercita le funzioni di conservazione della copia dei Registri provinciali di cui all'articolo 5 e promuove la pubblicazione degli stessi sul Bollettino Ufficiale Regionale.
5. La struttura regionale preposta alla tutela dell'ambiente definisce la metodologia di rilevazione e i contenuti informativi di una "scheda tipo" di identificazione allo scopo di predisporre il censimento degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autoctona da tutelare.
6. La "scheda tipo" di cui al comma precedente deve raccogliere almeno i seguenti dati: Comune, Località, dati catastali, coordinate geografiche, nome scientifico, nome comune, proprietà, notizie storico-culturali, condizioni, fitosanitarie, grado di vulnerabilità, rischi ed indicazioni di eventuali interventi per garantire la conservazione, fotografie e se trattasi di alberi, circonferenza, altezza ed età presumibile.
Art. 4
(Funzioni delle Province)
1. Le Province recepiscono il piano di programmazione regionale di cui all'articolo 3, comma 2, e garantiscono i livelli di tutela, valorizzazione e salvaguardia secondo le finalità della presente legge.
2. Per le finalità di cui all'articolo 1, le Province istituiscono e curano la composizione delle Consulte tecniche a cui affidare il compito dell'identificazione, validazione e censimento degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona di interesse naturalistico, paesaggistico-ambientale e storico-culturale presenti sul territorio provinciale.
3. Le Province concedono le autorizzazioni di cui all'articolo 6, comma 5, 6 e 7.
4.
- Assessore provinciale all'Ambiente, o suo delegato, con funzioni di Presidente;
- Assessore provinciale ai Beni culturali, o suo delegato;
- Rappresentante designato dal Corpo Forestale dello Stato;
- Rappresentante designato dell’Ente Parco, o dagli enti parco, ricadenti nella corrispondente area provinciale;
- Rappresentante del mondo scientifico universitario;
- Rappresentante designato dall’UNCEM;
- Rappresentante designato dalle Associazioni ambientaliste;
- Assessore provinciale all'Agricoltura e Forestazione o suo delegato;
- Rappresentante provinciale designato dall’Ordine professionale degli Agronomi Forestali;
- Rappresentante provinciale designato dall'ordine professionale degli Agrotecnici ed Agrotecnici Laureati;
- Rappresentante provinciale designato dall’Ordine professionale dei Periti Agrari.
5.
a. procedere alla compilazione e alla tenuta dei Registri provinciali di cui all'articolo 5;
b. provvedere all'aggiornamento periodico dei Registri e promuovere la trasmissione al Dipartimento Regionale all’Ambiente;
c. formulare parere sull'eventuale abbattimento degli alberi di cui all'articolo 2, comma 1, inclusi nel Registro di cui all'articolo 5;
d. formulare parere in ordine all'autorizzazione per la raccolta, per quantità e tipologia, della flora di cui all'articolo 2, comma 2, inclusa nel registro di cui all'articolo 5 da utilizzare per scopi scientifici, didattici, farmaceutici e commerciali;
e. provvedere a stabilire le misure di tutela delle aree popolate dalle specie botaniche di alto pregio;
f. esprimere parere in ordine ai finanziamenti per gli interventi provinciali e regionali di cura e manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché di valorizzazione e tutela degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autoctona di cui all'articolo 2 inseriti nel registro di cui all'articolo 5.
6. Le riunioni della Consulta sono valide con la partecipazione della maggioranza assoluta dei componenti.
7.
8. Ai componenti della Consulta spettano eventuali rimborsi spese previste dalle leggi vigenti in materia.
9.
Per l'espletamento dei compiti ad essa affidati,
Art. 5
(Registri informatici provinciali)
1. Sono istituiti presso l'Assessorato all'ambiente di ciascuna Provincia i Registri informatici provinciali degli alberi monumentali segnalati come "Alberi monumentali protetti" e della flora autoctona spontanea, contenenti le schede relative ai dati delle singole specie protette di cui al comma 6 dell'articolo 3.
2. I Registri provinciali sono articolati per sezioni e predisposti su supporto digitale.
4. Le proposte per l'inserimento delle specie nei Registri degli alberi monumentali ed in quello della flora protetta devono contenere i dati caratteristici dendrometrici, dendroauxometrici, morfologici e fitopatologici delle specie nonché i criteri di tutela e le indicazioni catastali pubbliche o private.
5. Le specie inserite nei Registri provinciali sono identificate come "Alberi monumentali e flora spontanea autoctona protetti".
6.
7. Ciascun Assessorato provinciale all’Ambiente provvede alla trasmissione dei Registri al Dipartimento regionale all'ambiente.
8. I Registri provinciali delle specie di cui all'articolo 2 sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria e comunicati agli Enti interessati.
Art. 6
(Iniziative di valorizzazione e tutela)
1. Di concerto con le Consulte tecniche di cui all'articolo 4, le Province promuovono e sostengono specifici progetti di valorizzazione e tutela degli alberi monumentali e della flora autoctona spontanea da realizzarsi con gli Enti locali, con le Università, con le Istituzioni culturali e con le Associazioni ambientaliste. Tali iniziative puntano alla creazione di una coscienza il più ampia possibile sul concetto di tutela ambientale e vegetale.
2. Le Province promuovono l'immagine delle specie di cui all'articolo 2 anche ai fini turistici nel rispetto dei principi di ecosostenibilità.
3. Dopo la pubblicazione definitiva degli elenchi contenuti nei Registri di cui all'articolo 5, le specie di alto pregio sono automaticamente sottoposte a vincolo storico-paesaggistico di cui al D.L.vo 22 gennaio 2004, n 42 e sue modifiche ed integrazioni. Per esse saranno previste adeguate forme di valorizzazione e tutela. I Comuni interessati sono tenuti a riportare nei propri strumenti urbanistici gli alberi e la flora spontanea inseriti nel registro di cui all'articolo 5 e le relative aree di pertinenza, dettando eventuali ulteriori apposite norme di tutela.
4. E' fatto divieto a chiunque abbattere senza autorizzazione, espiantare, danneggiare, spostare o modificare la struttura delle specie di cui all'articolo 2 inserite nei Registri provinciali di cui all'articolo 5.
7. Le autorizzazioni all'abbattimento delle specie di cui all'articolo 2, comma 1, inserite nel registro di cui all'articolo 5 possono essere subordinate al reimpianto di esemplari appartenenti alla stessa specie secondo modalità e tempi indicati nell'atto stesso di autorizzazione.
Art. 7
(Controllo e monitoraggio)
1. Le funzioni di controllo, sorveglianza e monitoraggio delle specie di cui all'articolo 2 sono esercitate dal Corpo Forestale dello Stato sulla base di apposita convenzione.
2. Attività di controllo possono altresì essere svolte dalle Polizie provinciali e municipali, dalle guardie venatorie ed ecologiche volontarie.
Art. 8
(Sanzioni)
1. E' fatto divieto a chiunque di abbattere, sradicare, spostare e commercializzare senza autorizzazione alberi monumentali o flora autoctona spontanea, in proprietà pubblica o privata, inseriti nei registri provinciali di cui all'articolo 5.
2. E' fatto divieto a chiunque destinare e trasportare alberi monumentali o flora di cui all'articolo 2, inseriti nel registro di cui all'articolo 5, per scopi vivaistici e/o ornamentali.
3. Chiunque violi le disposizioni contenute nella presente legge è sottoposto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 1.000 ad un massimo di euro 10.000 per ogni pianta interessata.
4. Il soggetto autorizzato all'abbattimento di cui all'articolo 6, comma 5, che non esegua il reimpianto di cui all'articolo 5, comma 6, è punito con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 500 ad un massimo di euro 2.000.
5. Salvo l'applicazione della legge penale, per le sanzioni previste dalla legge, si adotteranno le procedure e le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.
7. i comuni ed i soggetti gestori nel cui territorio è stata commessa la violazione con le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689, esercitano il potere sanzionatorio ed utilizzano le risorse finanziarie così acquisite per la tutela, valorizzazione e reimpianto degli alberi monumentali.
Art. 1
1. All’articolo 5, comma 1, della legge regionale 30 aprile 2009, n. 11 le parole
“31 dicembre
Il Consiglio regionale della Calabria
vista la legge de 7 marzo 1996, n. 109 "Disposizioni in materia di gestione di beni sequestrati o confiscati" e l'articolo 2-undecies - Comma 2 della Legge 575/65 in materia di "Disposizioni contro la mafia", che escludono la possibilità di vendita dei beni confiscati prevedendone l'esclusivo utilizzo a fini sociali direttamente da parte dello Stato o di soggetti del terzo settore;
vista l'adesione del Consiglio regionale della Calabria all'appello Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie e di Libera "Nomi e Numeri contro le mafie";
vista la proposta di modifica n. 2.3000 testo 3 al DDL 1790 per la finanziaria 2010, approvato dal Senato il 13 novembre 2009;
visto in particolare l'articolo 2, comma 18-sexiesvicies che prevede l'introduzione della possibilità di vendita dei beni confiscati alle mafie;
visto l'elevato rischio che in tutti i territori ad alta infiltrazione mafiosa la vendita di un bene confiscato non significhi altro che una nuova possibilità di acquisto da parte dei procedenti proprietari;
vista la necessità di incrementare gli sforzi nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie che operano nel territorio del nostro paese;
vista l'importanza di sottrarre in maniera definitiva e certa alle organizzazioni criminali gli ingenti patrimoni accumulati grazie alle attività illecite;
esprime la propria preoccupazione che l'introduzione di tale norma possa essere fonte di assoluta incertezza nell'utilizzo dei beni confiscati ed essere quindi un elemento di indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata;
condivide la richiesta dell'associazione Libera, di Avviso Pubblico e dei familiari delle vittime delle mafie di normative efficaci e scelte concrete capaci di potenziare l'attività di coloro che quotidianamente sono impegnati nella lotta alle mafie;
esprime quindi il proprio auspicio perché il Parlamento sappia trovare le modalità con cui sostenere e facilitare la trasformazione dei beni confiscati, come oggi, faticosamente, sta avvenendo grazie all'applicazione della legge 109/96, in segni tangibili di legalità e giustizia;
chiede
al Parlamento e in particolare alla Camera dei Deputati di ritirare il suddetto emendamento che verrebbe a compromettere in maniera rilevante l'impianto legislativo di contrasto alla mafia che ha nella confisca dei beni e nel loro utilizzo a scopi sociali uno degli strumenti più efficaci di lotta alla criminalità organizzata;
chiede
altresì di potenziare l'applicazione della legge 109/96 istituendo l'agenzia per i beni confiscati
chiede
al Presidente del Consiglio regionale della Calabria di trasmettere il testo dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale al Presidente della Repubblica al Presidente del Senato, al Presidente della Camera ed al Presidente del Consiglio dei ministri.
Art. 1
1. Il termine di cui al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 31 marzo 2009, n. 10 è prorogato al 30 giugno 2010.
2.
Art. 1
(Disposizioni in materia di classificazione alberghiera)
1. I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenuti negli allegati di cui all'articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera" ed all'articolo 6 della legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta" sono modificati secondo le tabelle di cui all'allegato A.
2. Ai fini della presente legge, per interventi di nuova costruzione o ristrutturazione si intendono quelli subordinati a permesso di costruire ai sensi dell'art. 10, comma 1, lettera c) del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) fatte salve da tali provvedimenti legislativi.
3. Gli alberghi, i motel o i villaggi albergo, sono classificati in cinque classi contrassegnate da stelle, in base agli standard qualitativi obbligatori minimi indicati nell'allegato A della presente legge con le seguenti specificazioni:
a) per alberghi, motel o villaggi albergo già classificati e autorizzati e non interessati da interventi di ristrutturazione o ampliamento sono obbligatori i soli requisiti minimi previsti dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera" e dalla legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta";
b) in caso di nuova apertura o di ristrutturazione, gli alberghi, i motel e i villaggi albergo sono classificati secondo gli standard minimi qualitativi indicati nell'allegato A, alla presente legge. In caso di incremento dei volumi senza modifica delle parti esistenti, detti standard minimi devono essere applicati unicamente ai nuovi volumi;
c) in caso di alberghi, motel o villaggi albergo interessati da interventi di costruzione o ristrutturazione per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge siano già stati presentati agli uffici competenti i progetti relativi a interventi di costruzione o ristrutturazione, per dette strutture non si applicano i requisiti minimi di cui alla presente legge, bensì i requisiti minimi previsti dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera', e dalla legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta";
d) per gli alberghi da insediarsi o già insediati in edifici tutelati e censiti dalle Soprintendenze come di interesse storico e/o monumentale, o comunque sottoposti ad altre forme di tutela ambientale o architettonica per le quali si può derogare in funzione della loro integrale conservazione e preservazione, non è obbligatoria l'adesione ai nuovi standard, limitatamente ai requisiti strutturali e dimensionali, ove fossero in contrasto con la migliore conservazione dei valori storico culturali degli edifici.
6.
Art. 2
(Entrata in vigore)
l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
"ALLEGATO A"
Prospetto di definizione degli standard
minimi nazionali dei servizi e delle dotazioni per la classificazione degli
alberghi
Alberghi
ad una stella
Servizio di ricevimento
- assicurato 12 ore su 24
Servizio di notte
- addetto disponibile a chiamata
Servizio di trasporto bagagli negli orari in
cui è garantito il ricevimento
- assicurato a mezzo carrello
Servizio custodia
- in cassaforte dell'albergo
Servizi alle camere
- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno
- cambio della biancheria da camera una volta alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
- cambio della biancheria da bagno due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
Servizi Vari
- servizio fax e fotocopiatrice
Sale o aree comuni
almeno un'area per uso comune che può coincidere con la sala ristorante o colazione
- punto ristoro, anche con distributore automatico
Servizi igienici e bagni ad uso comune
- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso
- bagni completi ad uso comune delle camere prive di bagno privato nella misura di un bagno ogni 8 posti letto o frazione non serviti di WC con minimo di uno per piano
Bagni privati nelle camere
- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 40% delle camere
Camere
- un numero minimo di sette camere
per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista
- per
la camera singola una superficie minima di
- per
la camera doppia una superficie minima di
- per
ogni ulteriore posto letto una superficie minima di
- per
il bagno privato completo una superficie minima di
Dotazione dell'esercizio alberghiero
riscaldamento
- in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate.
dotazioni varie
- televisore ad uso comune
- apparecchio telefonico ad uso comune
Dotazione delle camere
- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce sul comodino)
- lavabo dotato di acqua calda e fredda con specchio e presa di corrente (se privo di servizi igienici)
- chiamata del personale con citofono o campanello
Dotazione dei bagni privati completi
(lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)
- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)
- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino
- materiale d'uso per l'igiene della persona
- cestino rifiuti e sacchetti igienici
Alberghi
a due stelle
Servizio di ricevimento
- assicurato 12 ore su 24
servizio di notte
- addetto disponibile a chiamata
servizio di trasporto bagagli negli orari in
cui è garantito il ricevimento
- assicurato a mezzo carrello
servizio custodia
- in cassaforte dell'albergo
Servizio di prima colazione
- in sale o aree comuni destinate anche ad altri usi
Servizi alle camere
- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno
- cambio della biancheria da camera due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
- cambio della biancheria da bagno tre volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
Servizi vari
- servizio fax e fotocopiatrice
Sale o aree comuni
- di superficie complessiva, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza - punto ristoro, anche con distributore automatico
Servizi igienici e bagni ad uso comune
- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e10 di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso
- bagni completi ad uso comune delle camere prive di bagno privato nella misura di un bagno ogni 6 posti letto o frazione non serviti di WC con minimo di uno per piano
bagni privati nelle camere
il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere all’80% delle camere
Camere
- un numero minimo di sette camere
per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista
- per
la camera singola una superficie minima di
- per
la camera doppia una superficie minima di
- per
ogni ulteriore posto letto una superficie minima di
- per
il bagno privato completo una superficie di
Dotazione dell'esercizio alberghiero
ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)
obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)
riscaldamento
in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate
dotazioni varie
- televisore ad uso comune
- apparecchio telefonico ad uso comune
Dotazione delle camere
- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce sul comodino)
- sgabello o ripiano apposito per bagagli
- lavabo dotato di acqua calda e fredda con specchio e presa di corrente (se privo di servizi igienici) - chiamata del personale con citofono o campanello
Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)
- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)
- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino
- materiale d'uso per l'igiene della persona
- cestino rifiuti e sacchetti igienici
Alberghi
a tre stelle
Servizio di ricevimento
- assicurato 16 ore su 24
Servizio di notte
- addetto disponibile a chiamata
servizio di trasporto bagagli negli orari in
cui è garantito il ricevimento
- assicurato a mezzo carrello
servizio custodia
- in cassaforte dell'albergo
Servizio di bar
- 12 ore su 24 con addetto
Servizio di bar reso anche nelle camere
- 12 ore su 24 con addetto
Servizio di prima colazione
- in sale o aree comuni destinate anche ad altri usi
Servizi alle camere
- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno
- cambio della biancheria da camera due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
- cambio della biancheria da bagno tre volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
Lingue estere
- una lingua
Servizi vari
- divise per il personale
- servizio fax e fotocopiatrice
- servizio internet riservato agli alloggiati
Sale o aree comuni
- sala ristorante (se previsto servizio)
- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. l per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 10%)
- sala o area bar in locale comune
Servizi igienici e bagni ad uso comune
- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e10 di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso
Bagni privati nelle camere
- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere
Camere
- un numero minimo di sette camere
per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista
- per
la camera singola una superficie minima di
- per
la camera doppia una superficie minima di
- per
ogni ulteriore posto letto una superficie minima di
- per
il bagno privato completo una superficie di
Dotazione dell'esercizio alberghiero
ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)
- obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)
riscaldamento
- in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate
dotazioni varie
- televisore ad uso comune
- apparecchio telefonico ad uso comune
Dotazione delle camere
- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)
- sgabello o ripiano apposito per bagagli
- televisore
- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna
- cassetta di sicurezza (50% sul n. camere)
- chiamata del personale a mezzo telefono
Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)
- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)
- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino
- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona
- asciugacapelli
- cestino rifiuti e sacchetti igienici
Alberghi
a quattro stelle
Servizio di ricevimento
- assicurato 16 ore su 24
servizio di notte
- portiere di notte
servizio di trasporto bagagli negli orari in
cui è garantito il ricevimento
- a cura di addetto
servizio custodia
- in cassette di sicurezza singole nelle camere
Servizio di bar
- 16 ore su 24 con addetto
servizio di bar reso anche nelle camere
- 16 ore su 24 con addetto
Servizio di prima colazione
- in sala apposita o ristorante
- servizio di prima colazione reso anche nelle camere negli orari previsti per la colazione
Servizio di ristorante
- in sala apposita, se previsto il servizio
Servizi alle camere
- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno con riassetto pomeridiano
- cambio della biancheria da camera tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
- cambio della biancheria da bagno tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
Lingue estere
- due lingue
Servizi Vari
- servizio di lavaggio e stiratura biancheria ospiti con consegna entro le 24 ore
- divise per il personale
- servizio di parcheggio assicurato dalle 8 alle 22 per almeno il 50% delle camere
- servizio fax e fotocopiatrice
- servizio internet riservato agli alloggiati
Locali a servizio degli alloggiati
- vano adibito a guardaroba e deposito bagagli
Sale o aree comuni
- sala ristorante (se previsto servizio)
- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 30%)
- sala o area bar in apposito locale
- sala o area prima colazione
- sala o area riservata per riunioni
Servizi igienici e bagni ad uso comune
- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso
Bagni privati nelle camere
- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere
Camere
- un numero minimo di sette camere per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista
- per
la camera singola una superficie minima di
- per
la camera doppia una superficie minima di
- per
ogni ulteriore posto letto una superficie minima di
- per
il bagno privato completo una superficie di
Dotazione dell'esercizio alberghiero
ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)
- obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)
Riscaldamento
- in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate
Impianto di condizionamento dell'aria
- nei
locali comuni e regolabile dal cliente nelle camere a quote altimetriche
inferiori a
dotazioni varie
- televisore ad uso comune
- apparecchio telefonico ad uso comune
Dotazione delle camere
- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)
- sgabello o ripiano apposito per bagagli
- poltrona
- televisore
- rete TV satellitare
- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna
- connessione a internet
- cassetta di sicurezza (100% sul n. camere)
- frigo bar
- chiamata del personale a mezzo telefono
Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)
- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)
- accappatoio da bagno a persona
- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino
- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona
- asciugacapelli
- cestino rifiuti e sacchetti igienici
Alberghi
a cinque stelle
Servizio di ricevimento
- assicurato 24 ore su 24
Servizio di notte
- portiere di notte
servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento
- a cura di addetto
Servizio custodia
- in cassette di sicurezza singole nelle camere
Servizio di bar
- 16 ore su 24 con addetto
Servizio di bar reso anche nelle camere
- 24 ore su 24 con addetto
Servizio di prima colazione
- in sala apposita o ristorante
- servizio di prima colazione reso anche nelle camere negli orari previsti per la colazione
Servizio di ristorante
- in sala apposita
- servizio di ristorante reso anche nelle camere negli orari previsti per la ristorazione
Servizi alle camere
- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno con riassetto pomeridiano
- cambio della biancheria da camera tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
- cambio della biancheria da bagno tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente
Lingue estere
- tre lingue
Servizi vari
- servizio di lavaggio e stiratura biancheria ospiti con consegna in giornata
- divise per il personale
- servizio di parcheggio 24 ore su 24 ore (80% delle camere)
- servizio fax e fotocopiatrice
- servizio internet riservato agli alloggiati dotazioni varie
- televisore ad uso comune
- apparecchio telefonico ad uso comune
- ingresso protetto da portico o pensilina (salvo deroghe in caso di strutture soggette a vincoli)
Dotazione delle camere
- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)
- sgabello o ripiano apposito per bagagli
- poltrona
- televisore
- rete TV satellitare
- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna
- connessione a internet
- cassetta di sicurezza (1 00% sul n. camere)
- frigo bar - misure atte a ridurre i rumori
- chiamata del personale a mezzo telefono
Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)
- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)
- accappatoio da bagno a persona
- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino
- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona
- asciugacapelli - cestino rifiuti e sacchetti igienici
Locali a servizio degli alloggiati
- vano adibito a guardaroba e deposito bagagli
Sale o aree comuni
- sala ristorante
- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 50%)
- sala o area bar
- sala o area soggiorno/lettura/divertimento
- sala o area prima colazione
- sala o area riservata per riunioni
Servizi igienici e bagni ad uso comune
- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso
bagni privati nelle camere
- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere
Camere
- un numero minimo di sette camere per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista
- per
la camera singola una superficie minima di
- per
la camera doppia una superficie minima di
- per
ogni ulteriore posto letto una superficie minima di
- per
il bagno privato completo una superficie di
Dotazione dell'esercizio alberghiero
ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)
- obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)
- ascensore di servizio o montacarichi (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)
Riscaldamento
- in tutto l'esercizio, esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate impianto di condizionamento dell'aria
- nei
locali comuni e regolabile dal cliente nelle camere a quote altimetriche
inferiori a
Art. 1
1. Alla tabella C allegata alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 20, sono apportate, ai sensi degli articoli 3 e 10, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, le modifiche indicate nella tabella allegata.
2.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 613 del 21 settembre 2009 che approva il protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su "Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità" finalizzato a promuovere la partnership interregionale in campo oncologico tra Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia;
rilevato che, a norma dell'articolo 16, lettera o) del vigente Statuto della Regione Calabria, compete al Consiglio regionale deliberare la ratifica delle intese della Regione con altre Regioni;
delibera
di approvare lo schema di protocollo di intesa, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante”.
Allegato alla
deliberazione n. 397 del 30 novembre 2009
Protocollo
di Intesa tra gli Assessori della Salute delle Regioni Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia e Sicilia su "Equo Accesso a Cure Oncologiche
Personalizzate e di Alta Qualità"
Considerato che:
la patologia oncologica rappresenta un problema di salute pubblica dal peso epidemiologico rilevante sia per incidenza che per prevalenza e mortalità;
è necessario garantire a ogni cittadino la possibilità di ricevere nei tempi e nelle modalità adeguate il massimo in termini di diagnosi e di cura attualmente messo a disposizione dalle best practice in ognuna delle fasi che caratterizzano la malattia cancro secondo un modello di continuous care (prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione, follow-up, cure palliative);
gli indicatori epidemiologici correlati al cancro hanno evidenziato nelle regioni meridionali un'evoluzione meno favorevole che nel resto d'Italia nonostante la presenza di valide competenze professionali;
l'andamento epidemiologico sfavorevole è in parte riconducibile ad una disomogenea e carente organizzazione dell'assistenza sanitaria oncologica nel Sud d'Italia, responsabile anche di una iniqua e spesso ingiustificata migrazione sanitaria dal Sud verso il Nord, le cui ricadute economiche per le regioni meridionali sono stimabili in oltre un miliardo di euro, senza considerare i rilevanti costi sociali a carico delle comunità;
e preso atto:
- che si rende necessaria la costituzione di un Coordinamento Tecnico-Scientifico (CTS) di manager sanitari e amministrativi, orientato all'Oncologia che faccia proprie le attività già avviate tra le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia nel corso del Forum svoltisi a Napoli nel 2007 e 2008;
- che tale CTS provvederà ad elaborare una proposta di riorganizzazione e di ottimizzazione della Rete dei Servizi Sanitari Regionali impegnati nella erogazione di prestazioni di interesse oncologico e a definire un sistema integrato di servizi che coordini in maniera globale l'assistenza oncologica dalla Prevenzione alle Cure Palliative al fine di garantire un equo accesso all’Alta Tecnologia e ai Farmaci Innovativi di alto costo;
- che il CTS dovrà individuare, proporre e trasferire alle Regioni un modello da condividere per quel che riguarda i vari step che compongono il processo di continuous care della malattia oncologica;
si conviene la stipula di un Protocollo di Intesa tra gli Assessori della Salute delle seguenti Regioni:
- Regione Basilicata;
- Regione Calabria;
- Regione Campania;
- Regione Puglia;
- Regione Sicilia;
per il quale le suddette Regioni si impegnano:
2. Ad adottare il modello organizzativo di continuous care della malattia oncologica che sarà elaborato dal CTS;
3. Ad implementare tale modello progettuale nel proprio territorio, garantendone la realizzazione in coerenza con i requisiti e gli standard previsti;
F.to: Assessore della Salute della Regione Basilicata
F.to: Assessore della Salute della Regione Calabria
F.to: Assessore della Sanità della Regione Campania
F.to: Assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia
F.to: Assessore alla Sanità della Regione Sicilia
"Il Consiglio regionale
vista la legge 6 agosto 1990, n. 223, concernente "Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato";
vista la legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, e s.m. ed i., istitutiva del Co. Re. Com. Calabria, e segnatamente l'articolo 10;
visto il Regolamento concernente l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni, approvato con delibera del 12 maggio 2001, n. 2;
delibera
di approvare il Programma di attività e fabbisogno finanziario per l'anno 2010, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale".
Allegato alla deliberazione n. 398 del 30 novembre 2009
Programma di attività per l'anno 2010, ai sensi dell'articolo 10, comma 1 della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2.
1.
Funzioni proprie
1.1 Vigilanza sull'inquinamento
elettromagnetico
L'attività di pianificazione e risanamento degli impianti di alta frequenza, che generano livelli di campo elettromagnetico superiori a quelli compatibili con la salute umana, già avviata negli scorsi anni, sarà periodicizzata.
Saranno effettuate almeno due sopralluoghi al mese e riguarderanno il territorio delle cinque province della regione.
La vigilanza sarà effettuata se del caso congiuntamente a tecnici Arpacal. A tal fine, per meglio razionalizzare questi interventi, le si proporrà di sottoscrivere un accordo di collaborazione.
1.2
Monitoraggio della programmazione radiotelevisiva locale
1.2.1 Analisi dei palinsesti delle emittenti
radiotelevisive locali
Il Comitato come per gli anni scorsi, anche in previsione della imminente delega delle funzioni per il monitoraggio da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, proseguirà nel monitoraggio dei programmi radiotelevisivi trasmessi dalle emittenti locali.
Per quanto concerne l'analisi, sono in corso delle ricerche di mercato al fine di affidarla a soggetti pubblici o privati esterni . Ciò in quanto i dipendenti del Corecom, in atto impegnati in questa materia, non sono in numero adeguato alla mole di lavoro.
L'eventuale incarico ai predetti soggetti esterni sarà disciplinato con apposita convenzione, e quasi certamente sarà a titolo oneroso.
Si rappresenta che oggetto del monitoraggio saranno in particolare le emittenti locali che trasmettono programmi televisivi diretti a valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e linguistico (vernacolo, grecanico, albanese etc, etc.) della Calabria, ad approfondire la realtà socio-economica ed i rapporti sociali delle minoranze linguistiche.
Si
procederà ancora nel corso del
1.3 Pianificazione territoriale della
copertura radioelettrica dei segnali RAI
In attesa del previsto passaggio alla tecnologia digitale, si provvederà ad integrare la dotazione hardware con apparecchiature riceventi idonee alla decodifica dei segnali digitali radiofonici e televisivi.
In tale quadro si darà concretezza alle necessità rappresentate dai Comuni e dalle Comunità Montane per il potenziamento degli impianti già esistenti, al fine di completare l'illuminazione delle aree di servizio che ad oggi, data la particolare orografia del territorio calabro, non risultano servite secondo il grado di qualità previsto dalle raccomandazioni del Comitato Consuntivo Internazionale delle Radiocomunicazioni.
Tale
pianificazione avviata nel 2009 dovrà essere proseguita anche per l'anno
1.4 Rapporto sulla struttura delle imprese e
sulle dinamiche socioeconomiche nelle comunicazioni in vista del digitale.
Come per l'anno 2009 anche per il prossimo anno il Comitato continuerà ad accertare se i responsabili delle emittenti radiotelevisive siano pronti ad affrontare gli investimenti necessari per convertire le apparecchiature analogiche in digitale. In considerazione della ben nota debolezza del mercato, solo eventuali consorzi di emittenti potranno sopravvivere al nuovo impatto tecnologico. Per impedire che le innumerevoli voci presenti nella regione (38 TV) si affievoliscano fino a sparire, questo Corecom si farà promotore di incontri con le emittenti per individuare il percorso che meglio potrà favorire il pluralismo e la valorizzazione delle specificità della Calabria.
1.5 Aggiornamento registro delle imprese
Nell'imminenza che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni deleghi il Registro degli Operatori della Comunicazione, il Comitato continuerà ad aggiornare sia i nuovi assetti societari delle imprese radiofoniche e televisive con sede legale in Calabria, sia i dati tecnici relativi agli impianti di trasmissione con particolare cura all'insediamento sul territorio.
Ciò potrà costituire un elemento primario per consentire la condivisione di strutture di telecomunicazioni per ridurre l'impatto ambientale e contenere i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità fissati dallo Stato.
1.6 Pubblicizzazione dell'accesso
radiotelevisivo
In considerazione della scarsa adesione dimostrata negli anni scorsi dai soggetti potenzialmente interessati a farsi conoscere dal grande pubblico, nel prossimo anno si darà massima pubblicità ai programmi dell'accesso alle trasmissioni radiotelevisive regionali della Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo.
2
Funzioni delegate
2.1 Vigilanza nella materia della tutela dei
minori, con riferimento al settore radiotelevisivo locale, fermo il rispetto
degli eventuali indirizzi stabiliti dall'Autorità.
Si proseguirà, estendendolo alle scuole fino ad ora rimaste fuori dall'indagine, l'attività di ricerca presso gli istituti superiori di primo e secondo grado della regione.
Ciò allo scopo di sensibilizzare il rapporto di collaborazione tra scuola famiglia- Corecom.
A tal fine si procederà ad un accordo di collaborazione con l'ufficio Scolastico regionale per dare concretezza alla diffusione della normativa in materia della tutela dei minori negli istituti scolastici, con scambio di reciproche esperienze.
Si diffonderà ancora di più, tra gli alunni delle scuole, l'esistenza del numero verde gratuito per le segnalazioni scritte di infrazioni per presunte violazioni rilevate nei programmi radiotelevisivi locali.
2.2 Tentativo di conciliazione nelle
controversie tra gestori del servizio di comunicazioni elettroniche ed utenti
in ambito locale.
Allo scopo di agevolare l'utenza, si completerà nel corso del 2010, con idoneo software elaborato dal competente ufficio del Consiglio regionale. La procedura informatizzata per snellire la tenuta dell'archivio e la predisposizione del calendario delle udienze fino alla loro definizione. Inoltre per migliorare ulteriormente l'efficienza e la economicità dell'attività conciliativa, e venire incontro agli utenti residenti in località più decentrate rispetto alla sede del Co.Re.Com., nel prossimo anno si intende sperimentare vieppiù la conciliazione on-line.
Si provvederà ancora a sensibilizzare tanto gli utenti quanto i gestori di telecomunicazioni a corrispondere con il Corecom sia a mezzo posta elettronica sia a mezzo fax . Ciò con il duplice intento di snellire i tempi della procedura sia di aderire alla normativa nazionale e regionale, cosiddetta "taglia-carta”.
3
Funzioni delegabili
3.1 Definizione delle controversie indicate
all'art. 2 della delibera n. 173/07/Cons. dell'Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni.
In vista dell'eventuale stipula della convenzione, si proporrà al Consiglio regionale l'assunzione a tempo determinato di alcune unità di personale munite di laurea in giurisprudenza e dell' abilitazione all'esercizio della professione di avvocato.
Si provvederà inoltre ad istituire un apposito ufficio per l'istruttoria delle controversie, ciò al fine di assicurare la separazione tra la funzione di conciliazione e quella di definizione della controversia, e, nell'ambito di questa, tra competenze istruttorie e decisorie.
3.2 Esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale relativamente alle funzioni istruttorie e decisorie, giusta art. 32, commi 3 e 4, del D.lvo 31 luglio 2005, n. 177.
Si provvederà ad istituire apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.
3.3 Vigilanza sul rispetto dei criteri
fissati nel regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi
sui mezzi di comunicazione di massa diffusi in ambito locale.
Si provvederà ad istituire apposito ufficio, ovvero, a seconda dell'entità del carico di lavoro, ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.
3.4 Vigilanza sul rispetto degli obblighi di
programmazione e delle disposizioni in materia di esercizio dell'attività
radiotelevisiva locale.
Per questa eventuale delega, in virtù della sua delicatezza e specificità, si provvederà a organizzare dei corsi di formazione per i dipendenti del Corecom. Si stipuleranno apposite convenzioni con enti pubblici e/ o privati specializzati in questa materia.
Non si ricorrerà a tale stipula, ovviamente, qualora i predetti corsi di formazione dovessero essere organizzati dall’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni.
3.5 Gestione delle posizioni degli operatori
nell'ambito del Registro degli Operatori di Comunicazioni.
Valgono quanto già accennato al superiore paragrafo 1.5.
Si provvederà inoltre a potenziare gli strumenti hardware e software per svolgere al meglio tale funzione. Saranno dedicate delle linee esclusivamente per la gestione di tale registro. Saranno acquistati strumenti per implementare quelli già esistenti e destinati a tale esclusivo scopo.
Fabbisogno
finanziario
Per eseguire il programma di attività per l'anno 2010 si ritiene necessaria la somma di £ 186.000,00 (Centoottantaseirnila/00) così ripartita:
a) analisi del telemonitoraggio euro 60.000,00 (sessantamila/00);
b) acquisto storage, hard disk e realizzazione rete intranet euro 16.000,00(sedicimila/00);
c) implementazione rete Telecom e canone bimestrale euro 30.000,00 (trentamila/00);
d) corsi di aggiornamento euro 30.000,00 (trentamila/00);
e) varie (cancelleria, utenze, manutenzione apparecchiatura, spese straordinarie etc, etc,) euro 50.000,00 (cinquantamila/00.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
all'inizio
del mese di Novembre
da mesi i lavoratori sono impegnati con l'attuale proprietà in una vertenza a difesa dei livelli minimi occupazionali e dei propri diritti e nel dare la giusta visibilità a livello mediatico;
Eutelia SpA (5° operatore telefonico in Italia) nel giugno del 2009 cede ad Agile srl (società controllata al 100% da Eutelia stessa) 2000 lavoratori provenienti dalla Getronics (ex Olivetti) e Bui] Italia. Contestualmente vende la proprietà di Agile srl a Omega SpA (società che conta circa 10000 dipendenti in tutta Italia);
Agile srl, sin da subito, non paga gli stipendi ai lavoratori acquisiti e, a soli tre mesi dal suo avvento, inizia ad aprire la procedura di licenziamento collettivo per 1200 lavoratori (leggi 1200 famiglie);
considerato che:
attualmente, i lavoratori vivono uno stato di immobilismo imprenditoriale che non è legato alla crisi economica mondiale bensì alla assoluta assenza di un piano industriale che lascia intravedere la possibile volontà da parte del nuovo soggetto imprenditoriale di liberarsi dei lavoratori acquisiti dalla società Eutelia e di impossessarsi delle risorse economiche attualmente in azienda;
i dipendenti ex Olivetti e Bull rappresentano attualmente una delle principali realtà informatiche e di servizi IT in Italia che operano su tutto il territorio nazionale con importanti commesse pubbliche e private (es.: Ministeri, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Regioni, Province, EE.LL., ect.);
dei passaggi proprietari da ex Olivetti, ex Bull, ex Getronics ad Eutelia e da Agile srl a Omega SpA, occorre urgentemente interessamento formale degli organismi di controllo;
vista:
la dimensione occupazionale investita, l'alta sensibilità del settore coinvolto e del ruolo strategico delle amministrazioni pubbliche in materia di difesa dei lavoratori; la drammaticità in cui attualmente versa l'Azienda: sede di Roma occupata, sede di Milano occupata, sede di San Giovanni a Teduccio senza energia elettrica con 18 mesi di morosità con volontà della nuova proprietà di trasferimento sulla sede di Avellino, sede di Cosenza è stata occupata dai dipendenti in stato di agitazione fino all'incontro con il Governo nazionale;
impegna
all'istituzione e, conseguentemente, convocazione ad horas di un "Tavolo di crisi" presso l'Assessorato regionale al lavoro con tutti i protagonisti della vicenda a partire dalle organizzazioni sindacali per permettere una elaborazione di proposte e iniziative in sinergia con quelle già in corso di valutazione - locali e nazionali - scongiurando fortemente una drammatica evoluzione della questione, con l'obiettivo primario di mantenere e rilanciare gli attuali livelli occupazionali;
di
chiedere, attraverso l'Assessorato regionale alla Programmazione Nazionale e
Comunitaria, la convocazione ufficiale di una Conferenza Presidenti Regioni,
atta alla costituzione di un Coordinamento Interistituzionale con le altre
Regioni Italiane in cui si trovano le sedi dell'Azienda (Calabria, Campania,
Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia,
Sicilia), unitamente alle OO.SS. di categoria, che posizioni
Assicura
la propria disponibilità a garantire carattere di prioritaria importanza alle
iniziative concernenti la tematica in oggetto.