VIII LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

74.

SEDUTA DI LUNEDI 30 NOVEMBRE 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA

E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO

Indice

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

La seduta inizia alle 11,09

PRESIDENTE

Sono le 11,09 del 30 novembre. Verifico la non sussistenza del numero legale ed avendo avuto comunicazione che a causa di questi benedetti lavori sull’autostrada molti consiglieri delle altre province arriveranno con notevole ritardo, aggiorno la seduta alle ore 13,00 di oggi.

La seduta è sospesa.

La seduta sospesa alle ore 11,13 è ripresa alle 13,38

Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e interpellanza

Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 354 del 16 giugno 2009 a firma del consigliere Morelli.

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 372/8^ d'Ufficio, recante: “Surroga del consigliere Laratta Francesco, dimissionario”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 372/8^ d'Ufficio, recante: “Surroga del consigliere Laratta Francesco, dimissionario”, di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale, dato atto che con lettera in data 21 ottobre 2009, acquisita agli atti del settore Segreteria Assemblea in data 21 ottobre 2009, protocollo 2438, l’onorevole Francesco Laratta ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale, optando per il mantenimento del seggio alla Camera dei Deputati;

considerato che, a norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, numero 108, recante “Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale”, il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;

che, pertanto, si deve procedere alla surroga del consigliere dimissionario, e ciò nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di legge;

considerato, infine, che, così come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Cosenza per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria anno 2005, nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 5 avente il contrassegno “La Margherita”, nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario, è riportato quale primo dei non eletti il candidato Stefania Covello con cifra individuale 6.921;

delibera di attribuire al candidato Stefania Covello, nata a Cosenza il 28.02.1972, il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Francesco Laratta”.

Pongo in votazione il provvedimento testé letto.

(Il Consiglio approva)

Invitiamo l’onorevole Stefania Covello a prendere posto dentro l’Aula.

(Applausi)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Covello. Ne ha facoltà.

Stefania COVELLO

Se è possibile vorrei dire due parole, anche se con voce emozionata. Nonostante siano rimasti pochi mesi dalla fine di questa legislatura, col massimo senso di responsabilità e senso di abnegazione, cercherò di fare del mio meglio. Considerato, oltretutto, che la brillantissima onorevole Frascà è in Giunta, sono anche l’unica donna del Consiglio regionale, quindi dovrò cercare di farmi valere ancora di più, a maggior ragione, ottimizzando in questi cinque mesi un proficuo lavoro con senso di abnegazione, con spirito di umiltà e con grande spirito di costruttività nei confronti di un Consiglio regionale e di una Giunta che hanno bisogno di sostegno.

Ho l’onore, quindi, di sedere in questi scranni – dicevo – con umiltà, ma anche con forte determinazione, auspicando anche la puntualità in ordine agli orari del Consiglio, perché si possa concretizzare ogni punto all’ordine del giorno, visto che ci saranno ancora pochi mesi di lavoro.

Dicevo, lo farò con grande senso di umiltà e naturalmente presente sempre in tutti quelli che saranno i punti strategici e focalizzando l’attenzione sulle problematiche che affliggono la nostra terra di Calabria e che hanno bisogno, anche in piccolo, del mio modesto supporto e contributo. Grazie.

PRESIDENTE

Prima di passare al prosieguo dell’ordine del giorno, invito i Presidenti dei gruppi al banco.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Così come concordato con i Presidenti dei gruppi, pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte di legge numero 432/8^ avente ad oggetto: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009, numero 38”; numero 433/8^ avente ad oggetto: “Modifiche alla legge 29 ottobre 2009, numero 39”; numero 434/8^ riguardante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale del 19 ottobre 2009, numero 34” e la proposta di assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale.

Siccome non ho osservazioni, la richiesta di inserimento è accolta.

(Il Consiglio approva)

Maurizio FERAUDO

Presidente, limitatamente alla legge sulle primarie, il mio voto…

PRESIDENTE

Sì, ma ancora stiamo  votando l’inserimento. Potrà votare contro.

Proposta di legge numero 432/8^ di iniziativa dei consiglieri Loiero, Bova, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 38”

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge numero 432/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 38”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

L’onorevole Feraudo ha votato contro.

Proposta di legge numero 433/8^di iniziativa del consigliere Bova, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 39”

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge numero 433/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 39”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 434/8^ di iniziativa del consigliere Bova, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34”

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge numero 434/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 378/8^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria, recante: “Assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2009”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’anno finanziario 2009, approvato all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 334/8^ di iniziativa del consigliere Censore, recante: “Tutela e valorizzazione degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autonoma della Calabria”

PRESIDENTE

Esauriti questi punti, si passa alla proposta di legge numero 334/8^ di iniziativa del consigliere Censore, recante: “Tutela e valorizzazione degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autonoma della Calabria”.

Attenzione, quando avevamo sospeso l’esame del provvedimento nella precedente seduta, la relazione era stata svolta. La può rifare l’onorevole Censore, ma non ci sono problemi. In quella occasione , l’onorevole Pasquale Tripodi aveva sollevato delle osservazioni, ed  con cui diligentemente ho parlato. Lui mi ha detto che, se fosse stato in Aula, avrebbe detto la sua - ma non lo vedo.  Non mi risulta, però, che ci siano più le eccezioni dell’altra volta.

Dato che il dibattito generale si era già esaurito - a meno di osservazioni o riserve dell’onorevole Censore - dovremmo passare al merito, cioè all’articolato. Ho qui solo un emendamento a firma Morelli, ma non ho emendamenti all’articolo 1.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

All’articolo 4 – non so se qualcuno lo assume, altrimenti, non essendoci il proponente, decadono –l’emendamento Morelli aggiunge un punto 4 e recita: “Assessore provinciale all’agricoltura e forestazione o un suo delegato; rappresentante provinciale designato dall’ordine provinciale degli agronomi forestali; rappresentante provinciale designato dall’Ordine professionale degli agrotecnici ed agrotecnici laureati; rappresentante provinciale designato dall’Ordine dei periti agrari”.

(Interruzione)

Lo fa suo. Lo vuole fare formalmente, onorevole?

Bruno CENSORE, relatore

Questo emendamento lo posso fare mio, perché era migliorativo della composizione della Consulta e gli agronomi mi pare abbiano pieno titolo per stare all’interno della Consulta.

PRESIDENTE

Solo per formalità, l’emendamento Morelli lo assume il relatore.

Pongo in votazione l’emendamento in discussione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4 così come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Poi c’è la proposta di legge “modifiche termine della legge regionale 16 ottobre 2008, numero 33”…

(Interruzione)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Vuole inserire all’ordine del giorno un punto l’onorevole Trematerra, a cui do la parola. Poi mi annunciava, non so se l’onorevole Pacenza, un ordine del giorno sui beni confiscati.

La parola all’onorevole Trematerra.

Michele TREMATERRA

Prendo la parola per chiedere l’inserimento nei punti dell’ordine del giorno di una proposta di legge che è una modifica della legge regionale dell’11 del 2009 per quanto riguarda il ripiano del disavanzo di esercizio che riguarda la fondazione “Tommaso Campanella”, per consentire la proroga di un anno e dare la possibilità in questo arco di tempo di poter trasformare la fondazione stessa in un istituto di ricerca e di cura.

PRESIDENTE

Se ho capito bene, l’onorevole Trematerra pone il problema di una proroga per quanto riguarda il polo oncologico, propone l’inserimento e il voto.

Ci sono osservazioni sulla richiesta di inserimento? Onorevole Presidente della Giunta, in qualità di assessore alla sanità

La proposta, che ha primo firmatario l’onorevole Trematerra e come cofirmatari gli onorevoli Pietro Giamborino - Presidente della terza Commissione - Francesco Talarico, Pasquale Maria Tripodi e Gianpaolo Chiappetta, è un progetto di legge che fa riferimento…

(Interruzione)

Onorevole Presidente Loiero, vorrei che lei ascoltasse, perché c’è un progetto di legge che mi era stato già anticipato nella Conferenza dei capigruppo, che ora è proposto dall’onorevole Trematerra, ma ha come cofirmatari Giamborino, Talarico, Tripodi Pasquale e Chiappetta, che si riferisce al ripiano del disavanzo di esercizio per l’anno 2008, d’accordo con lo Stato, per il rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale. Pone un unico articolo in cui dice: “All’articolo 5, comma 1, le parole “31 dicembre 2009” sono sostituite dalle seguenti “31 dicembre 2010” e si fa riferimento al polo oncologico di Catanzaro “Tommaso Campanella”, in maniera che la verifica di cui per legge non venga fatta a quella data, perché si ritiene che a quella data il centro non avrebbe tutte le prerogative richieste dalla legge; se si consente una proroga, invece, non si verificherà una esclusione.

Questa è la proposta che avanza l’onorevole Trematerra.

(Interruzione)

E’ giusto che anche lei intervenga, l’aveva già firmato. Abbiamo posposto gli interventi perché l’assessore alla sanità, nonché Presidente della Regione, ne venisse a conoscenza.

Pietro GIAMBORINO

Signor Presidente, non credo che vi sia necessità di soffermarsi a lungo su questa richiesta, che è condivisa, questo è dimostrato dal semplice fatto che è presentata sia dal Presidente della Commissione sia da un autorevole rappresentante dell’opposizione, come il collega Michele Trematerra.

In questa direzione, si vuole fare un tentativo serio di rimettere ordine all’interno di un istituto, rispetto al quale qui, in quest’Aula, il collega Tonino Acri ha reso bene l’idea di che cosa si tratta: quella dell’amico Tonino Acri è stata una testimonianza assai illuminante nei confronti del Consiglio.

Anche per questo e non solo per questo, ma per una serie di informazioni assunte, ho la necessità di riferire all’Aula che ci siamo sentiti sia col Presidente della fondazione sia con il rettore dell’Università, i quali hanno espresso al Presidente della Commissione e all’onorevole Trematerra la necessità di questa proroga.

Credo che su questo possa convenire anche il Presidente Loiero e soprattutto pongo all’attenzione dell’Aula questa iniziativa.

Un’ultima cosa da aggiungere, Presidente, ed è la seguente: chi aveva proposto questa iniziativa per scuotere l’ambiente, cosa che siamo riusciti ad ottenere, era il Presidente del gruppo del Pd, l’onorevole Nicola Adamo, col quale mi sono sentito, confrontato e, dopo averlo sentito, ho ritenuto di dover accogliere  questa richiesta.

PRESIDENTE

Con parere favorevole sia del Presidente per la maggioranza che dell’assessore alla sanità, pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Progetto di legge numero 431/8^ di iniziativa dei consiglieri Trematerra, Giamborino, Talarico, Tripodi P., Chiappetta, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11/2009 su “Ripiano del disavanzo d’esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale”

PRESIDENTE

E’, dunque, inserito all’ordine del giorno il progetto di legge numero 431/8^ di iniziativa dei consiglieri Trematerra, Giamborino, Talarico, Tripodi P., Chiappetta, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11/2009 su <<Ripiano del disavanzo d’esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale>>”

Chiede di intervenire l’onorevole Feraudo nel merito. Ne ha facoltà.

Maurizio FERAUDO

Presidente, io pensavo che sulla fondazione “Campanella” il Consiglio regionale aprisse una discussione di natura diversa, alla luce di quello che abbiamo letto sulla stampa e di quella che è stata la gestione di ben 90 milioni di euro da parte della fondazione, con esiti devastanti per la sanità calabrese e per lo stesso istituto.

Ritengo che questa sia una legge che non dà giustizia assolutamente alla gestione dei fondi da parte della fondazione, così come sono stati gestiti, senza nessun controllo; peraltro pare di capire che la fondazione “Campanella” non abbia nemmeno i requisiti di legge per poter svolgere l’attività che svolge.

A questo punto il gruppo di Italia dei valori dichiara di votare contro questo provvedimento, perché non va nell’interesse della Calabria e dei calabresi. Peraltro, anche la procedura è anomala, perché questo provvedimento non passa dalle Commissioni, con un golpe viene portato in Aula e ritengo che non sia la strada giusta per approvare questo tipo di provvedimento.

Quindi voto contro e chiedo, anzi, che venga inviato alla  Commissione competente per la eventuale discussione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guerriero.

Giuseppe GUERRIERO

Colleghi, io non riesco a comprendere se quest’Aula diventa un’occasione per mettere in mostra i muscoli oppure rappresenti un momento di confronto serio.

Io voglio ricordare a chi è distratto, che di questa cosa ne abbiamo parlato nella Conferenza dei capigruppo e mi pare che nulla sia stato sollevato in quella occasione, soprattutto da Italia dei valori…

Maurizio FERAUDO

No, ho sollevato in quella sede…

Giuseppe GUERRIERO

Io ritengo che i falsi moralismi non appartengano a quest’Aula, ma appartengono a coloro i quali, oggi, pensano di essere in una campagna elettorale dove si dice tutto e il contrario di tutto, pur facendo danno alla  Calabria!

Noi del Partito socialista non siamo d’accordo, non siamo su questa linea. Noi abbiamo condiviso, nella Conferenza dei capigruppo, la proposta che è partita dagli amici dell’Udc e manteniamo fede a quanto stabilito in quella occasione, non ci tiriamo indietro, pur sapendo che esistono dei problemi, che vanno affrontati con coerenza. Sappiamo, altresì, che questi problemi si stanno affrontando anche nel Piano di rientro della sanità regionale con il Governo nazionale che, ad onor del vero, di questa Calabria vuole fare polpette – questo lo dobbiamo dire – anche di queste eccellenze, perché gli scandali nascono laddove vi sono eccellenze in questa terra di Calabria. Noi non siamo per difendere territori, stiamo difendendo tutta la regione Calabria e le cose buone che in questa regione vi sono.

Il polo oncologico, al di là delle cose che ci sono… e ognuno risponderà a chi deve rispondere degli errori che ha commesso, se vi sono sbagli dal punto di vista delle risorse, se i soldi sono stati spesi male, se i concorsi non andavano fatti. Sono tutte cose che ognuno dovrà valutare assieme a coloro i quali saranno i soggetti che chiameranno in causa queste vicende, anche se vi sono responsabilità civili o penali non v’è dubbio che le eccellenze dobbiamo difenderle con i denti in Calabria. C’è il rischio che ci tolgano un po’ tutto. Noi non siamo disponibili.

Il polo oncologico è un’eccellenza, andremo a correggere ciò che è giusto correggere, ma va mantenuto in vita e va aiutato a raggiungere l’obiettivo per cui è partito - diceva il collega Trematerra - in attesa di poter raggiungere l’obiettivo dell’Irccs – questo è l’obiettivo, non v’è dubbio – come centro di ricerca.

A noi non pare di essere in ritardo. C’è qualcuno che avrebbe dovuto dare delle risposte in questi anni, ma non le ha date: non è certamente questo Consiglio regionale, colleghi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha facoltà.

Domenico TALLINI

Presidente e colleghi, io credo che, per discutere della proposta di legge molto saggiamente e puntualmente proposta all’Aula, sia necessario anche un minimo di excursus sul perché si è dovuti pervenire, addirittura, a proporre una legge come quella che è sottoposta all’Aula oggi, a firma dei capigruppo, per sanare un’anomalia che, tutto sommato, ha creato lo stesso Consiglio regionale.

Mi spiego meglio: il problema è venuto fuori ed  io credo di essere stato tra quelli che lo hanno fatto venire fuori. – Cioè, molti enti della sanità pubblica regionale, pur erogando servizi sanitari pubblici nella regione Calabria, non sono e non erano accreditati per esercitare tale funzione, tant’è che, a seguito di alcune mie osservazioni su alcune strutture, soprattutto nell’Azienda ospedaliera “Pugliese”, si è dovuto studiare come poterle sanare

Allora c’è stato qualcuno che ha proposto – perché, apparentemente, questo non compare da nessuna parte – che tutte le strutture vigenti e che rientravano nel Piano sanitario regionale si intendevano – così diceva la legge pubblica – di fatto accreditate, in attesa di un accreditamento definitivo.

Ritengo che già questa fosse una grande forzatura, perché questa legge – non so come mai il Governo nazionale non l’abbia impugnata – contrasta con la legge nazionale che prevedeva che le strutture sanitarie, entro una certa data, avrebbero dovuto adeguarsi ai nuovi requisiti e che, di volta in volta, la Regione spostando i termini di accreditamento, comunque avrebbe dovuto controllare e, se non fossero state  adeguate, chiuderle.

La proposta di legge fatta nella “famosa” finanziaria del 2008, di fatto, ha escluso, perché ente privato, la fondazione “Tommaso Campanella”, pur essendo la stessa realizzata con fondi pubblici, pur essendo la stessa in gran parte funzionante nelle strutture dell’Università, con personale dell’Università e pure essendo la fondazione erogante servizi pubblici. Guarda caso – Presidente, le dirò secondo me da quale parte arrivano gli attacchi contro la fondazione – la commissione che deve accertare i requisiti è quella dell’Asl della provincia di Catanzaro e c’è un’apposita commissione che, guarda caso, le registra positivamente per altri enti e, invece, dice di no alla “Tommaso Campanella”.

C’è una guerra aperta all’interno delle strutture sanitarie, perché c’è una guerra scatenata contro la “Tommaso Campanella” da parte di altre strutture sanitarie, che si porta avanti anche attraverso il tentativo di non riconoscere o impedire alla fondazione l’accreditamento.

Io credo che i colleghi abbiano lavorato bene, che il Presidente Bova abbia fatto bene a portare in Aula questa cosa, per sanare un’anomalia e per salvare da una strategia chi vuole a tutti i costi che... Nonostante tutto e nonostante i tentativi di strumentalizzazione e di infiltrazione politica per rendere la  “Tommaso Campanella” un carrozzone politico, noi dobbiamo attuare anche un certo controllo, per esempio, sulle assunzioni dirette che si stanno verificando alla “Tommaso Campanella”.

Credo, quindi, che questa legge vada votata, così come ha fatto bene a sottoscriverla il mio capogruppo Gianpaolo Chiappetta, così come credo che faccia bene il Consiglio regionale ad esercitare contestualmente una grande azione di controllo sull’attività, soprattutto sul modo di assumere da parte della “Tommaso Campanella” perché non è possibile assolutamente trasformare una struttura come quella della fondazione “Campanella” che ha l’ambizione di diventare Irccs in un carrozzone politico.

PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare e, se nessuno vuole intervenire, ridò la parola all’onorevole Feraudo per le precisazioni che intende fare.

Maurizio FERAUDO

Intervengo per fare una precisazione al collega Guerriero.

In Conferenza dei capigruppo era stata soltanto annunciata dal capogruppo dell’Udc la proposta di legge, non era stata illustrata, ovvero non c’è stata una discussione su questa proposta. Non sono io,però, ad essere distratto, onorevole Guerriero, è lei che è molto distratto, perché in quella sede ho detto “premesso che sono contrario a questa proposta di legge” e ho fatto una proposta che riguardava un’altra cosa.

Quindi falsi moralisti non ce ne sono, ci sono solo persone che dicono falsità per giustificare un provvedimento di legge che è uno schiaffo ai calabresi, visto che la fondazione “Campanella” è una slot machine, è una macchina mangiasoldi, un carrozzone clientelare, elettorale, che questo Consiglio farebbe bene a sopprimere. Vedo che la volontà è quella di mantenerla in vita: auguri alla Calabria, ai calabresi e anche all’onorevole Guerriero! Grazie.

PRESIDENTE

Avevamo già inserito il punto all’ordine del giorno, il dibattito è preliminare al voto, in quanto dovrò sottoporre all’Aula il provvedimento di legge in indirizzo. E’ un articolo unico, di fatto c’è ,finora, contro una sola dichiarazione di voto - ma poi lui si esprimerà - che è quella dell’onorevole Feraudo. Il dibattito è libero, ciascuno aggiunge le valutazioni che ritiene, ora occorre esprimere un voto formale.

Pongo in votazione il “Piano di disavanzo esercizio 2008 della fondazione <<Tommaso Campanella>>”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori l’onorevole Giamborino, che mi aveva chiesto l’inserimento di un ordine del giorno relativo all’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Ne ha facoltà.

Pietro GIAMBORINO

Presidente, colgo che il Consiglio regionale della Calabria sta crescendo in sensibilità, se così si può dire, ed è talmente preoccupato che, all’unanimità, si raccomanda al Governo nazionale per dire che, in questa direzione, noi esprimiamo forte preoccupazione: verrebbe lesa la volontà, prima, del legislatore che aveva disciplinato in materia di sequestro dei beni alla mafia;  non solo, pensiamo che tutto questo impianto debba essere confermato, ma riteniamo anche , per come è bene e puntualmente sottoscritto all’interno dell’ordine del giorno, che tale legge debba essere addirittura rafforzata.

Non credo, vista la firma autorevole di tutti i colleghi consiglieri regionali, che la Presidenza abbia difficoltà ad accogliere, essendo lo stesso Consiglio assai sensibile a quanto lei in questa direzione ha espresso e volendolo qui testimoniare

Addirittura, quella proposta è anticostituzionale in materia di trasparenza. Cosa voglio dire? Il Consiglio regionale, su input del suo stesso Presidente - cioè di ella, onorevole Bova - ha addirittura inasprito i termini di quella che è la partecipazione democratica al Consiglio regionale. Basta solo pensare che qui già la nostra Costituzione afferma in modo univoco e chiaro la presunzione giusta di innocenza, e noi siamo d’accordo con questo, ma abbiamo voluto fare ancora un passo avanti e, dunque, se al secondo giudizio dovesse essere un consigliere regionale condannato, tutti sappiamo che questo vuol dire smettere di fare il consigliere regionale.

Pertanto, in questa direzione, non accettiamo consigli e suggerimenti da nessuno, anzi rilanciamo.

PRESIDENTE

Sull’inserimento, ha facoltà di intervenire l’onorevole Guerriero.

Giuseppe GUERRIERO

Io ritengo che faccia onore a questo Consiglio, oggi, votare un ordine del giorno di questa portata.

E’ un Governo nazionale – io ritengo – scellerato, nel momento in cui ritiene di poter confiscare dei patrimoni ai mafiosi e di metterli in vendita, sapendo benissimo - ma forse è un sistema oramai diffuso, così come lo scudo fiscale, rientrano patrimoni che, evidentemente, sono fortemente inquinati - che con questi soldi dello stesso scudo fiscale si possono riacquistare patrimoni che sono stati confiscati alla ‘ndrangheta, gli stessi mafiosi possono riacquistarli.

Questo è il metodo che si sta usando oggi nella lotta alla mafia!

La legge Rognoni-La Torre era già superata, perché dava troppo tempo per la confisca dei beni. Oggi, invece di accelerare la possibilità di confiscare questi patrimoni e cercare di assegnarli ad associazioni che lavorano in maniera dignitosa sui territori… In Calabria abbiamo esempi importanti a Gioia Tauro, a Polistena, in varie zone della Calabria, nel crotonese, dove sono stati assegnati, questi patrimoni, ad associazioni che lavorano nel volontariato, apportando vantaggi enormi nel campo del sociale. E fa bene don Ciotti, attraverso l’associazione “Libera”, a fare una battaglia nazionale su queste vicende, perché non è possibile vendere i patrimoni dei mafiosi e magari correre il rischio, anzi non magari, certamente correre il rischio che gli stessi mafiosi li riacquisiscano, facendoli diventare legittimi.

Ecco perché ritengo che questo Consiglio, oggi, debba dimostrare a chi pensa in maniera diversa, a chi pensa che questo Consiglio faccia le cose che hanno sempre detto in questi anni, che sta lavorando in maniera dignitosa. Ecco perché apprezzo i colleghi che hanno portato avanti questa iniziativa, in modo particolare - debbo dirlo con molta onestà - la collega Liliana Frascà, che si è data tanto da fare nel redigere questo tipo di proposta.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno relativo alla gestione dei beni confiscati alla mafia.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno “In ordine alla gestione dei beni confiscati alla mafia

PRESIDENTE

Pongo, quindi, in votazione l’ordine del giorno in ordine alla gestione dei beni confiscati alla mafia.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 429/8^ di iniziativa dei consiglieri Serra, Guerriero, Borrello, Tripodi P., Nicolò, recante: “Proroga termine legge regionale 31 marzo 2009, numero 10”

PRESIDENTE

Passiamo al punto tre dell’ordine del giorno, che reca la proposta di legge numero 429/8^ di iniziativa dei consiglieri Serra, Guerriero, Borrello, Tripodi P., Nicolò: “Proroga termine legge regionale 31 marzo 2009, numero 10”.

E’ relatore l’onorevole Guerriero, che ha facoltà di intervenire.

Giuseppe GUERRIERO, relatore

Intervengo brevemente per dire che la proposta in discussione si riferisce alla legge sugli usi civici. Poiché oggi la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad emanare le norme attuative, così come previsto nella legge, per la corretta gestione degli usi civici, è necessario, ma anche doveroso, ritengo, per venire incontro alle esigenze dei cittadini calabresi e degli enti locali, prorogare al 30 giugno 2010 la scadenza dei termini.

Ecco perché la Commissione, unanimemente, ha deciso di proporre al Consiglio e all’Aula questo tipo di proroga.

PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento su questo punto? No. E’ una legge composta di un solo articolo, lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Progetto di legge numero 405/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera”

PRESIDENTE

Punto quattro dell’ordine del giorno recante il progetto di legge numero 405/8^ di iniziativa della Giunta regionale: “Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera”.

Il relatore era l’onorevole Battaglia che, però, è in congedo.

Si tratta di due articoli con degli allegati. Se non ci sono osservazioni, diamo per letta la relazione.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il progetto di legge numero 405/8^ nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Progetto di legge numero 430/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimento di variazione alla Tabella C allegata alla Legge 12 giugno 2009, numero 20, recante: <<Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione Calabria” (Legge Finanziaria)>>”

PRESIDENTE

Il punto cinque dell’ordine del giorno è il progetto di legge numero 430/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimento di variazione alla Tabella C allegata alla Legge 12 giugno 2009, numero 20, recante: <<Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione Calabria” (Legge Finanziaria)>>”.

Anche di questo punto è relatore l’onorevole Battaglia in qualità di Presidente della competente Commissione consiliare. Si tratta di una variazione in relazione all’erogazione ai lavoratori idraulico-forestali della tredicesima o di quale altra mensilità, non so.

Se l’Aula lo ritiene, leggo la relazione della Commissione…

(Interruzione)

Prego, onorevole Tripodi.

Pasquale Maria TRIPODI

Su questo provvedimento, Presidente, credo non ci siano problemi ostativi, però vorremmo sapere, dato che la legge parla di garantire gli stipendi agli operai idraulico-forestali fino ad ottobre, compresa la tredicesima, lo stato dell’arte qual è – prima, in Aula, vedevo l’assessore al ramo, adesso non lo vedo più , perlomeno per avere notizie su qual è il percorso che la Giunta immagina.

(Interruzione)

Sto parlando degli operai idraulico-forestali, poi vedremo il resto.

Su questo progetto di legge siamo d’accordo, si garantisce lo stipendio fino al mese di ottobre e la tredicesima, però vogliamo sapere a novembre e dicembre cosa succederà, perlomeno qual è lo stato dell’arte,  quanto la Giunta immagina di dover fare onde evitare che si verifichino anche ripercussioni politiche.

PRESIDENTE

Assessore all’agricoltura, l’onorevole Pasquale Tripodi si dichiara d’accordo in relazione alla variazione di bilancio per l’erogazione dei salari fino al mese di ottobre compreso e per la tredicesima per gli operai idraulico-forestali, ma vorrebbe capire - non so se da lei o dall’assessore al bilancio - qual è lo stato dell’arte e cosa si intende o si può fare per l’erogazione anche delle mensilità future.

Non ha fatto esplicitamente riferimento a lei perché, ha detto “l’assessore al ramo”, i settori interessati sono due, se lei vuole intervenire le do la parola.

Ha chiesto di parlare l’assessore all’agricoltura. Ne ha facoltà.

Pietro AMATO, assessore all’agricoltura, foreste e forestazione

C’è un problema di carattere finanziario che, naturalmente, crea difficoltà. Abbiamo avuto una serie di incontri anche con le organizzazioni sindacali e si è avviata una discussione con l’assessore al bilancio perché per pagare il dovuto relativo a novembre vi è la necessità di avere 17 milioni di euro.

Ci sono problemi col bilancio, quindi, e l’assessore – ne abbiamo parlato in Giunta l’altra volta – sta facendo una verifica per vedere se c’è la possibilità di individuare questi finanziamenti anche tramite storni, per tentare di pagare il mese di novembre, dicembre è stato pagato sempre nell’anno successivo.

Questa è la situazione ad oggi. Abbiamo incontri continui con i sindacati e con l’assessore al bilancio che si è riservato di fare un approfondimento.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Pizzini

Antonio PIZZINI

Presidente, innanzitutto volevo dire che prima non intendevo votare sulla dichiarazione di Feraudo, ero distratto, come avrà capito. Volevo intervenire sul punto, ma poi mi sono reso conto che eravamo in votazione e non potevo farlo.

In merito al punto in discussione voglio intervenire per denunciare un aspetto veramente singolare che capita solamente in questo Consiglio regionale e nelle nostre Commissioni.

Vorrei seguisse anche l’onorevole Adamo, se è in Aula. Chiedo la sua attenzione perché era presente a quella seduta di  Commissione, durante la quale ho portato un disegno di legge tendente a sanare una grave ingiustizia ed una discriminante che ritengo sia stata fatta da questo Consiglio regionale e dalla Giunta in modo particolare.

Parlo, naturalmente, del precariato dell’Arssa. In base ad una legge approntata a seguito di diversi miei interventi sono stati stabilizzati a tempo indeterminato ben 240 operai forestali lasciando fuori  in modo aberrante e discriminante – perché la qualcosa serviva a qualcuno – altri 71 operai  che operano nell’Arssa con gli stessi contratti.

Quindi, sarebbe stata opportuna una modifica che avrebbe reso giustizia.

Ecco a cosa mirava il mio intervento in Commissione. E’ una legge – e dico qual è l’anomalia e la singolarità del caso – che è stata licenziata dalla Commissione, Presidente.

A dire il vero questa mia proposta di legge aveva il sostegno di un numero di consiglieri regionali che andava oltre quello della minoranza. I firmatari di questa legge era infatti circa 30 e si era rimasti d’accordo che nella prossima seduta del Consiglio regionale la si sarebbe portata in discussione e in votazione, come è prassi.

Ora, durante quella seduta consiliare, mi pare che si sia tenuta a luglio, il Presidente Loiero stoppò questa giusta pretesa dell’Aula e, quindi, l’approvazione della proposta di legge da me presentata dicendo che se ne sarebbe discusso a settembre.

Chiamo l’onorevole Adamo perché devo dargli atto – in quella seduta di Commissione c’era anche lei, mi pare, Presidente – di aver reso giustizia alla fondatezza della proposta che poneva rimedio, ripeto, ad una discrasia che era stata operata in modo madornale ed anche lui  si adoperò affinché nella successiva seduta consiliare la proposta venisse approvata.

Siamo a fine novembre, fra poco scadrà il nostro mandato e non vorrei che tutto ciò finisse nel dimenticatoio.

Ecco perché vorrei che anche i consiglieri della maggioranza firmatari di quella legge facessero in modo che nel più breve tempo possibile si possa dar seguito a quello che la Commissione aveva giustamente e sacrosantamente definito e approvato. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Signor Presidente ed onorevoli colleghi,  intervengo anche per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Pd al testo proposto all’esame dell’Aula e concernente la variazione di bilancio.

Nel fare ciò non vorrei lasciar passare sotto silenzio alcune considerazioni che poc’anzi ha svolto il collega Pizzini.

Il collega Pizzini si è limitato a riportare in quest’Aula la sintesi di un lavoro, e della istruzione di un provvedimento,  ché, a dire il vero, non solo la Commissione competente ha licenziato un testo - mi pare di ricordare – alla unanimità, ma che in sede emendativa della legge finanziaria regionale fu abbondantemente discusso anche in quest’Aula, se i colleghi lo ricordano.

In tale occasione si registrarono solo posizioni favorevoli. Fu solo per una valutazione di opportunità che si optò per il  rinvio dell’esame e dell’approvazione del testo. Si disse, mi pare, in quel momento che si sarebbe approntato un provvedimento omnibus per trattare la materia e le problematiche relative a tutte le fasce – chiamiamole così – , ai vari segmenti di precariato che, in qualche modo, nel tempo avessero maturato e avuto un rapporto diretto o indiretto con l’amministrazione regionale.

Dico diretto o indiretto perché il riferimento era non soltanto all’Istituto dell’amministrazione regionale, ma era anche agli enti e alle agenzie sub-regionali tra le quali rientrava, appunto, l’azienda forestale regionale.

Pertanto, penso che la riproposizione del tema che il collega Pizzini ha posto questa mattina abbia una sua fondatezza ed una sua validità.

Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo. Dico soltanto che ovviamente può non essere – anche quella di oggi – la via, il momento per decidere sulla formulazione di una norma da presentare e da approvare. Non c’è dubbio,però, che l’occasione di oggi dovrà essere intesa come la riproposizione e l’assunzione di un impegno da parte di quest’Aula perché,  almeno in sede di approvazione della legge finanziaria regionale che accompagnerà il documento contabile del bilancio di previsione per l’anno 2010,  possa essere definitivamente e compiutamente risolta questa questione.

Penso che – parlo ovviamente a nome del gruppo consiliare – da questa parte dell’Aula, da questi banchi oggi possa assumersi questo impegno per la legge finanziaria, sia di proposta congiunta insieme all’onorevole Pizzini, sia di impegno all’approvazione.

Una legge regionale finanziaria che – ne ha discusso ed è stato valutato nell’ultima riunione consiliare del Partito democratico alla presenza sia dell’assessore regionale al bilancio sia dello stesso onorevole Presidente della Giunta regionale – quest’anno non può non essere esaminata ed approvata entro il 31 dicembre prossimo.

Quest’Aula, chi ha memoria storica lo ricorderà, ha avuto altre esperienze. E’ accaduto, persino, che alcune volte a conclusione della legislatura si dovessero fermare le lancette dell’orologio o per consentire l’approvazione del bilancio del nuovo anno nella ultima seduta utile o, addirittura, per contestarne l’approvazione.

Accadde così, se non vado errato, nell’anno 2000 che per questa ragione l’esame e l’approvazione della legge finanziaria e del bilancio di previsione fossero  interrotti alla scadenza del termine utile da parte dell’Aula.

E’ già noto che le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale sono state indette per la fine di marzo.

Va da sé che se la scadenza dell’attività del Consiglio si collocherà più o meno intorno alla prima decade del mese di febbraio, avrebbe poca efficacia o sarebbe poco conveniente dal punto di vista della produttività legislativa istituzionale rinviare a quella data l’esame e l’approvazione di un provvedimento così impegnativo.

Ciò significa che l’orientamento che dobbiamo assumere almeno in linea di indirizzo nella seduta odierna è che quest’anno il Consiglio regionale non andrà ad autorizzare l’esercizio provvisorio, onorevole Pizzini.

Il gruppo del Partito democratico vorrebbe muoversi intorno ad una linea che scarti l’ipotesi della autorizzazione dell’esercizio provvisorio che, sulla base degli adeguamenti normativi, non scadrebbe il 31 marzo ma il 30 aprile. Quindi, entro il 31 dicembre ottemperare all’obbligo di legge che impone l’approvazione del bilancio di previsione nell’anno e nell’esercizio in corso.

Questo avvenne, lo voglio ricordare –  fu l’unica volta nella storia del regionalismo e la prima volta che avvenne – al momento dell’insediamento di questa legislatura. Successe, infatti, nel 2005 quando approvammo prima del 31 dicembre il bilancio di previsione per l’anno 2006.

Deve essere forte l’attenzione e la vigilanza da parte di quest’Aula perché a conclusione di questa  legislatura si possa riproporre questo tema. Perché? Intanto per una ragione semplicissima.

Cambia poco dal punto di vista della gestione del bilancio. Se si vota il 29 marzo non c’è dubbio che di fatti si va avanti in una gestione assolutamente ordinaria che potrebbe ricadere anche nell’ambito di una autorizzazione dell’esercizio provvisorio.

Il punto è che quest’anno quest’Aula è chiamata per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese a valutare i termini e gli effetti prodotti dalla fuoriuscita del patto di stabilità. E’ all’esame della conferenza Stato-Regioni un patto per assumere in termini compensativi e perequativi con parametri nazionali il patto e non caso per caso, o Regione per Regione.

Se questo fatto dovesse essere consacrato definitivamente - e in atto c’è un confronto ed una discussione - e se questo provvedimento dovesse essere approvato dal Parlamento e dal Governo nazionale non c’è dubbio che noi da una parte risolveremmo il problema della fuoriuscita dal patto, almeno dal punto di vista formale, per quanto riguarda la condizione finanziaria, lo stato finanziario della nostra Regione;  dall’altra, però, siamo in ogni caso chiamati a leggere dentro le cifre del bilancio ed i parametri imposti dalla legge anche sulla base delle modifiche normative che sono state introdotte ai tempi del ministro Padoa Schioppa. A, cioè, valutare come prevenire e programmare un documento di bilancio ed una legge regionale finanziaria di accompagnamento per l’anno 2010 e per il prossimo triennio. Formulare un percorso ed una via che in qualche modo riescano ad organizzare un contenimento ed una razionalizzazione della spesa in maniera tale che in qualche modo si riesca a fronteggiare questo limite e questo rischio.

Capisco che l’incidenza della spesa dei fondi europei, una novità assoluta nella normativa nazionale riportata anche in termini di registrazione di cassa in qualche  modo sbilancia i parametri per una Regione come la nostra rispetto a quella che è la massa finanziaria propria del bilancio ordinario della Regione.

Il problema, però,  per noi si impone lo stesso anche  se non è il caso, almeno formalmente, dell’Afor perché non c’è dubbio che essendo quello dell’Afor, allo stato, un bilancio derivato dalla finanza regionale, sostanzialmente il problema potrebbe pure starci.

Perché il patto di stabilità riguarda l’amministrazione, i vincoli imposti dal patto di stabilità riguardano le competenze, gli obblighi e le incombenze che gravano sull’amministrazione regionale. Nulla a che fare per quanto riguarda l’Afor.

Sappiamo, però, che tra vincoli che ti pone la fuoriuscita per l’Ente Regione dal patto di stabilità nazionale c’è anche il blocco, addirittura, dei turn-over e delle stabilizzazioni.

Non è questa una materia distante dalla problematica che stiamo discutendo stamattina, l’abbiamo già affrontata nel corso di una seduta precedente a proposito di un’altra questione di cui stamattina abbiamo dovuto anche già votare la riformulazione per evitare l’impugnativa del Governo, mi riferisco in particolar modo alla definizione della questione riguardante il concorso per l’assunzione dei 100 giovani laureati.

Ricorderete che, non a caso, in quella occasione feci richiesta esplicita all’assessore Naccari perché o in quest’Aula o in sede di seconda Commissione consiliare, si facesse una informativa ad hoc sullo stato dell’arte per quanto riguarda la conoscenza degli elementi di sforamento del patto di stabilità nazionale da parte della Regione Calabria.

Pertanto penso che i tempi rapidi, necessariamente quelli che precedono il 31 dicembre, dovranno servire pure a questo.

Mi sia consentito dire che sarebbe opportuno che quest’Aula e soprattutto la Commissione economica esprimesse il suo punto di vista, per quanto riguarda per esempio il punto più di fondo che riguarda l’Afor, – colgo l’opportunità, stamane, per il tipo di provvedimento che stiamo approvando –e non sarebbe male che lo facesse al di là dell’orientamento anche del Governo regionale, non lo voglio dire in contrapposizione o a prescindere dagli orientamenti dell’Esecutivo, ma comunque anche al di là della interlocuzione che è in atto tra le organizzazioni sindacali ed il governo regionale. A dire il vero questo riguarda l’azienda forestale e l’Agenzia regionale dei servizi in agricoltura.

A questo proposito ho avuto un incontro anche con l’assessore regionale all’agricoltura, onorevole Amato, che ringrazio.

Ho confrontato gli orientamenti e mi pare che chiusure da parte del Governo regionale su questo non ce ne siano.

Cosa voglio dire, onorevole Pizzini? Lo dico nell’assunzione piena della mia propria responsabilità.

Sono stato il primo firmatario del maxi emendamento che ha introdotto fra le altre questioni anche il percorso, il momento di riforma delle aziende dell’Arssa e dell’Afor.

Ora, i tempi che erano stati previsti in quel maxi emendamento e le azioni conseguenti– non mi interessa qui discutere delle ragioni, non è qui la sede – sono state abbondantemente superati. Quest’Aula ne ha preso atto più volte, attraverso la concessione di proroghe e siamo arrivati ad oggi. Penso che, insomma, responsabilità vorrebbe che, a conclusione della legislatura, anche il Consiglio regionale avesse modo di riflettere sullo stato di attuazione di questa riforma senza precludere la stessa possibilità all’Aula di pervenire ad un adeguamento della norma legislativa vigente anche al fine di approfondire e, nel caso, di modificare la norma prevista. Cioè, mi sembra sensato a questo punto,  conoscendo le difficoltà che ci sono, dover prendere atto della realtà e sostanzialmente se bisogna addivenire ad una revisione critica in qualche modo trovare anche qui una indicazione ed una soluzione. Non ho alcuna preoccupazione a fare queste affermazioni. Me la potrei cavare soltanto dicendo che a volte solo gli stupidi potrebbero non rendersi conto di come, magari, anche una scelta che si riteneva giusta ed opportuna possa non aver avuto gli effetti sperati e che per tale motivo sono imposte delle riflessioni rispetto alla questione.

 Perché dico questo?

Perché il mio intento, come primo firmatario di quel maxi emendamento, non era di aggravare il danno. Oggi la realtà, se non sbaglio, ci consegna un percorso di riforma che in qualche modo ha generato nuovi problemi rispetto a quelli che già si registravano in quella fase. Le ragioni, la genesi di quella riforma erano ispirati da obiettivi diametralmente opposti a quelli che stiamo registrando. Per questa ragione io, come primo firmatario di quel maxi emendamento, ripropongo stamattina - per farlo poi in sede di legge regionale finanziaria - a quest’Aula la possibilità di rivedere quella norma. La questione posta dal collega Pizzini mi sembra di capire che stia anche dentro questo ragionamento perché una delle ragioni ostative, finora, alla approvazione di quella norma non era una confutazione nel merito della scelta che quella norma indicava come propria finalità, ma l’opportunità, dal momento che anche l’Afor rischiava di non esserci più e di essere destrutturata e, quindi, di subire un processo di trasferimento di competenze che non avrebbero motivato quella scelta. Oggi se andiamo in questa  direzione – e secondo me dobbiamo andare verso la correzione di quella riforma –, anche quella ragione per quanto riguarda la definizione dei contratti a progetto - mi sembra che si chiamino così - cade e quindi nulla osta affinché si vada verso l’approvazione di quanto stamattina ci ha ricordato l’onorevole Pizzini. Mi sembra di capire che il periodo che và da oggi al 31 dicembre sarà molto impegnativo per quest’Aula. Io non so, l’onorevole Presidente del Consiglio quanto e come potrà trovare modo di regolamentare sia i lavori dell’Aula che favorire la promozione di un calendario delle Commissioni competenti tale da poterci portare a quella data. So solo una cosa, cioè che anche l’onorevole Presidente del Consiglio è impedito a svolgere alcuna programmazione nella organizzazione di questi nostri lavori se non c’è la trasmissione ufficiale del disegno di legge sia di legge regionale finanziaria che del documento contabile del bilancio di previsione 2010. Colgo l’opportunità per sollecitare e fare un invito all’assessore regionale al bilancio a fare presto affinché la trasmissione del bilancio, anche su basi esclusivamente tecniche, possa essere fatta e rapidamente.

Ho concluso su questo punto. Mi sia data la possibilità, considerato il punto di apertura che abbiamo affrontato e votato all’inizio: la surroga del consigliere La Ratta con la consigliera regionale Stefania Covello, di augurare buon lavoro alla collega, ma soprattutto spero che il poco tempo – ormai manca poco da qui al 12 febbraio – che rimane a disposizione anche per l’impegno che ho prefissato all’approvazione del bilancio, possa essere la sede e l’opportunità affinché il Consiglio possa apprezzare le qualità e la esperienza indiscussa che Stefania Covello ha maturato non soltanto come dirigente politico, ma anche come rappresentante istituzionale ed amministratrice della cosa pubblica, in altri momenti impegnativi della vita pubblica che hanno riguardato sia il governo dell’amministrazione provinciale di Cosenza che lo stesso impegno nella istituzione comunale della città capoluogo di quella provincia. Sicuramente il gruppo del Partito democratico, la maggioranza e l’intera Aula in questo consesso con la surroga che hanno votato oggi, hanno acquisito una esperienza che sarà certamente preziosa per il prosieguo del nostro lavoro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne ha facoltà.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

Pasquale Maria TRIPODI

L’intervento del capogruppo del Pd ci impone una serie di riflessioni sia sull’argomento che stiamo trattando – poi i documenti dicono altre cose –, ma anche per quello che l’onorevole Adamo ha detto rispetto ad una “gestione” del bilancio regionale che implica necessariamente a quest’Aula di trarre delle conclusioni. Volevo ricordare - a me stesso, sicuramente non ai colleghi che hanno ricoperto nel recente passato ruoli ed incarichi di gestione del bilancio - che in ogni caso il trimestre di riferimento per quanto riguarda lo sforamento del patto di stabilità, è aprile-giugno dell’anno di gestione del bilancio di riferimento. La prima considerazione che va fatta – ma questo l’abbiamo già esternato – è come mai ne abbiamo notizia tra settembre e ottobre? Perché la Regione Calabria non ha tenuto fede o non ha avuto un indirizzo nella gestione corretta delle risorse di bilancio per rimanere all’interno del patto di stabilità? Probabilmente ci sarà stato un disguido di comunicazione tra i vari dipartimenti. Forse i vari settori non hanno avuto la capacità di relazionarsi e di mettere in rete le spese affinché questo potesse essere evitato. Quel che mi preoccupa è che quel che ci aspetta, stando a quanto dice l’onorevole Adamo, capogruppo del Pd. Vedete, oggi nella variazione di bilancio vediamo che le risorse aggiuntive vengono prese per l’anno di riferimento, praticamente dal fondo sollievo. Qui, c’è tutta una considerazione da fare, perché se così è vorrei capire l’assessore al bilancio – mi dispiace che non sia in Aula – i 17 milioni di euro per il mese di novembre dove li va a prendere. Vorrei capire che ne è della riforma cui faceva riferimento l’onorevole Adamo, che doveva andare necessariamente nella direzione non solo di un armonico sviluppo di quelle che erano le competenze o anche l’assetto amministrativo di Arssa e Afor e che prevedeva anche un contenimento della spesa. Ricordo a me stesso che in quest’Aula l’allora assessore alla forestazione, ci venne a dire che alcune politiche inerenti la gestione delle risorse dell’Afor - rispetto anche al problema che avevamo sollevato dell’acquisto dei pulmini di alta montagna e quant’altro - servivano al fine di un risparmio di spesa affinché, per l’anno di gestione, non ci fossero problemi con i pagamenti degli stipendi per gli idraulico-forestali. Questo ad oggi non solo non c’è, ma andiamo nella direzione opposta: ad attingere al fondo sollievo per poter arrivare a pagare gli stipendi degli idraulico-forestali fino ad ottobre. Rispetto a questo, allora, vogliamo capire quello che immagina l’assessore al bilancio per poter arrivare ad una considerazione - che non ha niente a che vedere con l’analisi politica che ha fatto l’onorevole Adamo -, anche riguardo l’orientamento di una legge regionale votata in Consiglio regionale rispetto due enti, che anche creavano una massa critica, come spesa, l’Arssa e l’Afor, quale incidenza futura poteva avere una gestione diversa non solo di quelle che erano le risorse della montagna in quanto tali, ma anche una integrazione reale e sostanziale delle politiche della montagna e, quindi, della gestione dell’Afor o dell’Agenzia regionale dell’agricoltura.

Gli atti prodotti al momento da questi due enti - e questo lo voglio dire all’assessore Amato - non vanno in questa direzione, ma in quella contraria perché stanno procedendo ad una serie di atti ed in questi giorni, in queste passate settimane abbiamo letto sui giornali che vi è una gestione viva, secondo quella che era l’impostazione ante riforma. Delle due, allora, o l’una o l’altra! Dobbiamo capire se c’è la volontà vera ed effettiva di questo Consiglio regionale o di questa maggioranza della Regione Calabria di andare ad un accorpamento di Arssa e Afor creando un’altra forma di Agenzia  oppure se si intenda mantenere lo status quo nell’ottica di una vera caratterizzazione, di una politica anche del territorio.

Poi, vi è un’altra cosa, caro collega, da mettere in evidenza: in questa Regione – lo voglio dire sommessamente e con forza, nella piena consapevolezza di quel che dico al capogruppo del Pd -, noi non possiamo usare nella stessa legge due pesi e due misure. Non possiamo usare due orientamenti diversi nella gestione del personale. Mi riferisco in quest’Aula alla votazione di due leggi: la prima è sulla stabilizzazione del precariato - chiedo anche ai capigruppo da questa parte dell’Aula perché, oltretutto, l’abbiamo approvata alla unanimità -,  dopo di che abbiamo approvato un’altra legge con cui abbiamo dato l’ok alla stabilizzazione delle 250 persone della sorveglianza idraulica. Oggi ci ritroviamo – questo lo voglio sottolineare a chiare note ed anzi desidererei che il capogruppo del Pd su questa vicenda dicesse la sua – a vedere l’assessore Maiolo che convoca il rimanente personale addirittura per assegnarlo a progetto. Voglio capire allora – questo lo chiedo al Presidente del Consiglio regionale - se le leggi che facciamo in quest’Aula hanno valore anche all’esterno o no, perché poi di questo si tratta! Siccome sono provvedimenti che abbiamo votato ed approvato alla unanimità, abbiamo il diritto-dovere non solo di pretendere che le leggi siano osservate, ma anche di esser garanti della osservanza delle norme che andiamo ad approvare. Questo significa che noi possiamo dir quel che vogliamo qui dentro, possiamo fare le dichiarazioni più belle di questo mondo, ma la realtà che stiamo vivendo in questi giorni è un’altra cosa.

Vorrei fare un’ultima considerazione - e la chiudo qui, Presidente - rispetto alla gestione del bilancio futuro.

Noi abbiamo – vede - impostato i bilanci precedenti in una ottica in cui le competenze erano suddivise per aree di intervento, questo, a mio avviso – questa è una mia opinione personale –, non ha dato i frutti sperati perché la gestione economica per competenza - parliamo di competenze specifiche all’interno delle unità previsionali di base - non ha avuto riscontro rispetto non solo la spesa, ma anche il monitoraggio della stessa, tant’è che oggi siamo fuori dal patto di stabilità. Quindi, su questo, un correttivo il Consiglio regionale attuale o futuro lo deve approvare. Perché, se andiamo ad approvare il bilancio entro dicembre allora vogliamo capire, rispetto alla impostazione di prima, qual è l’orientamento, intanto dell’assessorato che propone il bilancio e poi in Commissione vogliamo discutere soprattutto sulle competenze future dal punto di vista delle entrate, anche rispetto a quello che ha detto l’onorevole Adamo. Sui residui, poi, dobbiamo avere la certezza di quel che andiamo a dire o a fare, stante il fatto che c’è stato presentato – e ancora ne dobbiamo discutere, penso – un rientro sul Piano sanitario regionale di cui la Calabria e noi Consiglio regionale ancora non abbiamo la dimensione esatta: di cosa stiamo parlando, di quali numeri, di quali siano le competenze che abbiamo. Io ritengo che quest’Aula – a prescindere da quelle che saranno poi le diverse posizioni – un reale confronto lo deve sostenere.

Anche per dare garanzie… poco fà abbiamo votato una legge in cui si dice che questo Consiglio regionale vuol evitare che succedano certe cose, abbiamo votato un ordine del giorno.

Noi sulle nostre leggi facciamo il contrario di quello che abbiamo approvato. Voglio capire, allora, se questo Consiglio regionale ha l’impegno di far rispettare le leggi che approva, oppure qui facciamo solamente chiacchiere e parole e poi quando usciamo da quella porta ognuno pensa per sé e forse nemmeno Dio per gli altri. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

In maniera molto sintetica, Presidente, condivido – lo dico in premessa – le argomentazioni che testé ha avanzato l’onorevole Tripodi, intanto da un punto di vista squisitamente formale, appunto, quel che lui in conclusione evidenziava, e cioè un intervento di modifica di una norma che già questo Consiglio regionale ha approvato non con una interpretazione autentica, ossia un intervento teso a chiarire il portato di una norma, ma modificando radicalmente la norma stessa e quindi alterandone il contenuto.

Chiarito questo, ritengo che, così come lui ha sapientemente argomentato, non si possono dare in linea di principio soluzioni diverse per questioni uguali. Persone che si trovano nella stessa ed identica situazione verrebbero ad essere organizzate da un punto di vista delle disposizioni relative all’inserimento in un quadro organico in maniera esattamente diversa.

Allora, se così è, io credo che un intervento di questa natura non possa essere patrimonio di quest’Aula o quanto meno non si può chiedere a quest’Aula di esprimersi favorevolmente su inviti che hanno poi la sublimazione di un intervento legislativo.

Siccome noi facciamo leggi, cioè l’attività principale e prioritaria di una Assemblea legislativa è quella di produrre un atto che abbia valore di legge, credo che per i motivi – non li ripeto – che sono stati evidenziati prima e per questi che sto provando ad evidenziare ora, un atto simile non possa essere portato alla votazione, prima - e su questo chiedo il conforto anche degli organi tecnici – che ci sia un chiarimento sui punti che abbiamo evidenziato e che non ripeto per esigenze di carattere sistematiche e per sintetizzare questo mio intervento.

Credo che ci sia necessità di un chiarimento da parte degli organi tecnici deputati a ciò dall’Assemblea. Grazie.

PRESIDENTE

È necessario capire bene come procedere perché la richiesta dell’onorevole Sarra riguarda un provvedimento che ha visto l’approvazione unanime se non ricordo male, della Commissione consiliare. Onorevole Sarra, può spiegare bene di cosa tratta l’approfondimento di cui fa richiesta?.

Alberto SARRA

Ha ragione, Presidente. Praticamente il provvedimento di variazione alla tabella C, produrrebbe una differenza di trattamento per una serie di persone. Una parte verrebbe inserita all’interno del piano riguardante gli operai idraulico-forestali, un’altra parte verrebbe inserita attraverso l’approvazione di appositi progetti.

Allora la domanda che a questo punto sorge spontanea è: in base a quale principio, perché rispetto a situazioni uguali, posizioni uguali riguardanti soggetti che svolgono la stessa identica funzione si stabilisce che circa 360 vengono inseriti a tempo determinato mentre il rimanente numero viene inquadrato a progetto con una posizione radicalmente differente?

La domanda, quindi, è questa: in base a quale principio? In base a quale criterio selettivo?

PRESIDENTE

…ma il provvedimento, onorevole Sarra, non mi pare…

Alberto SARRA

...sì…

PRESIDENTE

Che ha attinenza con la variazione di bilancio? Perciò io non riuscivo a capire bene.

Cioè, il problema che lei pone mi pare che riguardi un’altra tipologia di attività, rispetto alla quale non è questa la sede in cui stiamo per discutere ed approvare, mettere in votazione la variazione di bilancio, è un’altra cosa.

So che l’assessore Maiolo, comunque, dovrebbe essere qui a minuti, eventualmente potremmo chiedere chiarimenti, grazie.

Ecco perché non riuscivo a capire, perché non immaginavo come potesse inserirsi in questa norma che stiamo andando ad approvare.

Alberto SARRA

Allora raccolgo il suo invito e magari non appena sarà presente l’onorevole Maiolo, potremo chiarire questo discorso…

PRESIDENTE

Sì, mi pare che sia il dipartimento più interessato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

Maurizio FERAUDO

Posso, Presidente, prima di procedere con l’altro punto?

PRESIDENTE

Su cosa interviene onorevole Feraudo.

Maurizio FERAUDO

E’ stato depositato un ordine del giorno che riguarda il problema dei lavoratori dell’Agile Srl. Ne chiedo l’inserimento all’ordine del giorno perché è stato già depositato in segreteria.

PRESIDENTE

Va bene. Appena ci restituiscono le fotocopie, da distribuire a tutti i colleghi, poniamo la proposta in votazione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 368/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su <<Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità>>”

PRESIDENTE

Si passa al sesto punto all’ordine del giorno che recita: Proposta di provvedimento amministrativo numero 368/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su <<Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità>>”.

L’onorevole Serra, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Giulio SERRA, relatore

Si illustra da sé, fra l’altro è stato oggetto di discussione in prima Commissione con la presenza di tutte le forze politiche, grazie.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 369/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione del Documento di Attuazione dell'Asse IX 'Assistenza Tecnica e Cooperazione Interregionale' del Por Calabria Fesr 2007/2013 – Piano di Azione dell'Assistenza Tecnica. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse IX del Por Calabria Fesr 2007/2013”

PRESIDENTE

Il punto sette all’ordine del giorno recita Proposta di provvedimento amministrativo numero 369/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione del Documento di Attuazione dell'Asse IX 'Assistenza Tecnica e Cooperazione Interregionale' del Por Calabria Fesr 2007/2013 – Piano di Azione dell'Assistenza Tecnica. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse IX del Por Calabria Fesr 2007/2013”.

L’onorevole Censore, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Bruno CENSORE, relatore

Presidente, questo punto all’ordine del giorno non doveva essere portato in Consiglio. Io ho parlato adesso con l’assessore il quale aveva comunicato col Presidente Bova. Questo punto doveva passare solo dalla Commissione perché il Por lo avevamo già approvato in Aula e praticamente si tratta solo di una rimodulazione.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE

Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Su questo aspetto che sta sollevando l’onorevole Censore abbiamo discusso pure in Aula.

Che significa rimodulare? Qui dobbiamo metterci d’accordo perché se noi diciamo, in Commissione, che rimodulazione significa dare un orientamento anche diverso rispetto a quello che abbiamo ab initio vogliamo capire, come Consiglio, quali sono gli effetti e la direzione in cui va la rimodulazione.

Quindi è giusto che ne discuta il Consiglio.

Se poi voi ritenete che discutere in Commissione serva semplicemente a rimodulare dei numeri, non è così, perché una rimodulazione implica anche e soprattutto, un orientamento politico diverso su quella che è la gestione, non solo delle risorse, ma anche e soprattutto degli interventi.

Su questo, io ritengo che quest’Aula abbia il dovere di ridiscutere.

Chiarite questo aspetto, come maggioranza, perché noi riteniamo che è l’Aula che debba discutere di una rimodulazione che vede un intero asse messo in discussione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Su questo punto, Presidente, il fatto stesso che venga proposto all’ordine del giorno della seduta odierna una ratio la deve avere. Siccome non ho letto il testo del documento perché non ne sono nemmeno in possesso, magari poi nella cartella sarà stato allegato stamattina…

(Interruzione)

Sì, dottore Multari, probabilmente è stato allegato alla cartella che c’è stata consegnata stamattina, quindi non l’ho potuto leggere e studiare.

Io però che dico? In ogni caso oggi ci conviene soprassedere tenuto conto, onorevole Tripodi, che in via di principio condivido le sue considerazioni. Ma se oggi soprassediamo, abbiamo tutto il tempo di verificare con la Presidenza della Commissione competente e con l’Ufficio di Presidenza del Consiglio qual è l’iter del procedimento.

Penso che la sostanza di oggi qual è? Non lo ritiriamo dicendo che l’Aula non lo debba discutere, lasciamo questa questione sospesa e sottoponiamola a verifica. Al tempo stesso rinviamo l’esame, ove mai sia competenza di quest’Aula – probabilmente lo è – si andrà ad approvare il provvedimento amministrativo sulla base di una maggiore cognizione della stessa Assemblea regionale.

Pertanto, la proposta che formulo è di soprassedere comunque all’approvazione di questo punto con una sospensione della verifica dell’iter del procedimento amministrativo che demandiamo all’Ufficio di Presidenza del Consiglio e alla Presidenza della Commissione.

Detto questo, però, non so se sia il caso di chiamare i capigruppo al banco e verificare su quali provvedimenti andare avanti e su quali altri no, altrimenti poi… su ogni punto dobbiamo ribadire questioni.

Bruno CENSORE, relatore

Visto che c’è questa sospensione per la riunione dei capigruppo e considerando che sta arrivando l’assessore Maiolo, magari gli faremo spiegare, eventualmente, perché questo provvedimento non doveva passare dal Consiglio. Va bene? Grazie.

PRESIDENTE

Sospendiamo per un attimo la discussione su questo punto all’ordine del giorno. Mi pare che la proposta dell’onorevole Adamo sia quanto meno razionale per capire ed approfondire un po’ di più la questione.

Allora sto proponendo di sospendere la discussione su questo punto e chiamare i capigruppo al banco della Presidenza per verificare come procedere.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 15,39 è ripresa alle 15,45

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

La Conferenza dei capigruppo ha deciso di soprassedere su questo punto e di portarlo in discussione la prossima seduta.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 367/8^ d'Ufficio, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Co.Re.Com. Calabria per l'anno 2010”

PRESIDENTE

Il punto otto all’ordine del giorno recita: Proposta di provvedimento amministrativo numero 367/8^ d'Ufficio, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Co.Re.Com. Calabria per l'anno 2010”.

Il provvedimento si illustra da sé non ci sono interventi pertanto lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

A questo punto l’ordine del giorno è esaurito.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

C’è solo l’onorevole Feraudo che chiede l’inserimento all’ordine del giorno della questione riguardante le aziende ex Eutelia già sottoposto all’approvazione dei gruppi.

Prego, onorevole Feraudo.

Maurizio FERAUDO

Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno che muove da un’azione che è stata già avviata in altri Consigli regionali d’Italia perché l’ex Eutelia – oggi Agile Srl – è una società che in pratica ha assorbito tutti i dipendenti ex Olivetti e Bull.

Oggi questi dipendenti per una politica aziendale che si sta portando avanti in tutta Italia sono senza stipendi e rimborso spesi da mesi ed è personale qualificato che è addetto al lavoro riguardante la manutenzione… un lavoro particolarmente delicato perché lavora nelle Procure, nelle Poste, negli uffici dei ministeri.

In Calabria questa società conta 18 dipendenti e su questi 18 a ben 16 è già pervenuta una lettera di licenziamento.

Con questo ordine del giorno si vuole sensibilizzare la Giunta a convocare un tavolo di crisi presso l’assessorato al lavoro e conseguentemente raccordarsi con le altre Regioni per un coordinamento interistituzionale per sensibilizzare la Presidenza del Consiglio dei ministri ad affrontare il tema di questi dipendenti.

Chiedo l’approvazione di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Nessuno intende intervenire sull’ordine del giorno che è firmato da tantissimi gruppi? Ne propongo allora l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno, protocollo numero 2649, a firma del consigliere Feraudo, recante: “Iniziative di sostegno e di supporto per la mobilitazione dei lavoratori dell’azienda Agile s.r.l. – ex Eutelia”

PRESIDENTE

Viene inserito pertanto l’ordine del giorno come da richiesta del consigliere Feraudo. Non essendoci richieste di parola , pongo in votazione l’ordine del giorno, primo firmatario l’onorevole Feraudo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Che c’è, onorevole Adamo?

Nicola ADAMO

Le ricordo quell’ordine del giorno contro la messa in vendita all’asta dei beni confiscati alla mafia…

(Interruzione)

Perfetto, va bene.

PRESIDENTE

E’ un ordine del giorno che ho sottoposto a votazione. L’inserimento è stato richiesto dall’onorevole Giamborino perché lei,  primo firmatario di quel provvedimento, era impegnato nella Conferenza dei capigruppo.

(Interruzione)

L’onorevole Giamborino, oltre che Presidente è anche vicecapogruppo, ha chiesto l’inserimento, l’ha illustrato, dicendo che lei era primo firmatario. Va bene.

(Interruzione)

Nicola ADAMO

E’ stato approvato alla unanimità, Presidente?

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ho altri punti all’ordine del giorno, pertanto la seduta è tolta. I colleghi saranno convocati a domicilio. Grazie.

La seduta termina alle 15,50

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Acri, Aiello,  Battaglia, Sculco.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Provvedimento di variazione alla tabella C, allegata alla legge regionale n. 20 del 12.06.2009, recante <Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009/2011 della Regione Calabria (legge finanziaria)>” (P.L. n. 430/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Amendola, Chiarella, Guerriero, Maiolo, Morelli, Sulla – “Partecipazione alla programmazione regionale delle Associazioni di rappresentanza degli enti locali” (P.L. n. 426/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Istituzione della Unità di senologia” (P.L. n. 427/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Caratterizzazioni etiche degli enti e delle imprese – Adeguamento degli enti e delle imprese in regime di convenzione con la Regione Calabria del Dlgs n. 231/2001” (P.L. n. 428/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Serra, Guerriero, Borrello, Tripodi P., Nicolò – “Modifica termine legge regionale 16 ottobre 2008, n. 33” (P.L. n. 429/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Trematerra, Giamborino, Talarico, Tripodi P., Chiappetta – “Modifica alla legge regionale n. 11/2009 su “Ripiano del disavanzo d’esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale” (P.L. n. 431/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Loiero, Bova – “Ulteriori integrazioni e modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2009, n. 38” (P.L. n. 432/8^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Bova – “Modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2009, n. 39” (P.L. n. 433/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Bova ed altri – “Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34” (P.L. n. 434/8^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3. Norme per la programmazione e lo sviluppo dell’attività teatrale. Piano triennale 2008/2010 – (Delibera G.R. n. 662 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 373/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Aterp Catanzaro – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2008 (Delibera G.R. n. 681 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 374/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2010 (Delibera G.R. n. 692 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 375/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’Edilizia residenziale pubblica) della provincia di Reggio Calabria per l’anno finanziario 2010 (Delibera G.R.  n. 693 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 376/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’Edilizia residenziale pubblica) della provincia di Crotone per l’anno finanziario 2010 (Delibera G.R.  n. 696 del 26.10.2009)” (P.P.A. n. 377/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2009 (Deliberazione U.P. n. 78 del 23.11.2009)” (P.P.A. n. 378/8^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Surroga del consigliere Francesco Laratta, dimissionario” (P.P.A. n. 372/8^)

Richiesta parere

Il commissario della Stazione unica appaltante ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la determina assunta il 19.10.2009, prot. n. 010, recante: “Adozione proposta dotazione organica Sua” (Parere n. 82/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 725 del 26.10.2009, recante: “Legge regionale 8 maggio 1985, n. 27. Proposta del piano annuale degli interventi per il diritto allo studio. Anno 2009” (Parere n. 83/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 684 del 26.10.2009, recante: “Piano per la costruzione di infrastrutture e connessi impianti fissi e tecnologici di controllo per il sistema del trasporto pubblico locale di interesse regionale con utilizzo delle risorse residue ex legge 151/1981, art. 11. Utilizzo risorse residue per intervento nel comune di Palmi” (Parere n. 84/8^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 738 del 4.11.2009, recante: “Approvazione delle direttive Pia riferite ai regimi di aiuto e strumenti di incentivazione per la concessione di aiuti a finalità regionale, legge regionale n. 40 del 12.12.2008 in materia di turismo ed industria alberghiera” (Parere n. 85/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 748 del 4.11.2009, recante: “Legge regionale n. 19/2009. Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi (Art. 35, comma 2, legge regionale n. 7/2001)” (P.P.A. n. 86/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 19 ottobre 2009, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali, le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 4 del 26 ottobre 2009:

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 31, recante: “Norme per il reclutamento del personale. Presidi idraulici”;

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 32, recante: “Progetto integrato di sviluppo locale denominato <Cetraro>”;

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 33, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 19”;

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34, recante: “Norme in materia di inquinamento acustico per la tutela dell’ambiente nella Regione Calabria”;

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 35, recante: “Procedure per la denuncia il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica”;

legge regionale 19 ottobre 2009, n. 36, recante: “Interpretazione autentica dell’art. 17 comma 4 della legge regionale n. 19 del 12 giugno 2009”.

In data 23 ottobre 2009 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul Bur supplemento straordinario n. 5 del 29 ottobre 2009:

legge regionale 23 ottobre 2009, n. 37 recante: “Istituzione del servizio di elisoccorso”

In data 29 ottobre 2009 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 5 del 29 ottobre 2009:

legge regionale 29 ottobre 2009, n. 38, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 agosto 2009, n. 25 recante <Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale>”;

legge regionale 29 ottobre 2009, n. 39, recante: “Misure urgenti in materia di personale regionale”

In data 5 novembre 2009 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 1 del 10 novembre 2009:

legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, recante: “Attività estrattive nel territorio della Regione Calabria

legge regionale 5 novembre 2009, n. 41, recante: “Norme per la istituzione e la disciplina del servizio civile in Calabria”;

legge regionale 5 novembre 2009, n. 42, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 2003, n. 17 concernente prestazioni assistenziali ed integrative a favore dei grandi invalidi di guerra, mutilati ed invalidi di guerra vittime civili di guerra e mutilati ed invalidi per servizio”

Assegnazione di consigliere a componente Commissione permanente

Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Partito democratico” acquisita agli atti del Settore Segreteria Assemblea al protocollo n. 2424 del 23 ottobre 2009, l’onorevole Vincenzo Sculco è stato assegnato quale componente della sesta Commissione consiliare in sostituzione del consigliere Salvatore Lucà cessato dalla carica di componente della Commissione speciale di vigilanza, in sostituzione del consigliere Demetrio Battaglia.

Parere favorevole

La prima Commissione consiliare con nota n. 288 dell’11.11.2009 ha comunicato che nella seduta del 10 novembre 2009 ha espresso parere favorevole alla determina del Commissario della Stazione unica appaltante (Sua) n. 010 del 19.10.2009 recante: “Proposta di dotazione organica della Sua” (Parere n. 82/8^)

La seconda Commissione consiliare con nota n. 495 del 13.11.2009, ha comunicato che nella seduta del 12 novembre 2009 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 738 del 4.11.2009, recante: “Approvazione delle direttive Pia riferite ai regimi di aiuto e strumenti di incentivazione per la concessione di aiuti a finalità regionale legge regionale n. 40 del 12.12.2008 in materia di turismo ed industriale alberghiera” (Parere n. 85/8^)

La seconda Commissione consiliare con nota n. 496 del 12.11.2009 ha comunicato che nella seduta del 12 novembre 2009 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 748 del 4.11.2009 recante: “Legge regionale n. 19/2009. Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi (Art. 35, comma 2, legge regionale n. 7/2001)” (Parere n. 86/8^)

Presa d’atto di dimissioni

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 263 del 5 novembre 2009 si è preso atto delle dimissioni del dottor Vincenzo Falcone dall’incarico di coordinatore dell’Unità organizzativa autonoma “Affari della Presidenza” con decorrenza 1° novembre 2009”.

Stralcio di provvedimenti dall’ordine del giorno generale

A seguito delle modifiche all’articolo 30 del Regolamento interno del Consiglio regionale approvate con deliberazione n. 385 del 23 ottobre 2009, le sotto elencate proposte di provvedimento amministrativo vengono stralciate dall’ordine del giorno generale:

Proposta di provvedimento amministrativo n. 312/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del Vicepresidente della prima Commissione consiliare permanente in sostituzione del consigliere Giovanni Dima, dimissionario”;

Proposta di provvedimento amministrativo n. 313/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del consigliere segretario della prima Commissione consiliare permanente in sostituzione del consigliere Salvatore Lucà decaduto dalla carica”;

Proposta di provvedimento amministrativo n. 314/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del Vicepresidente della quarta Commissione consiliare permanente in sostituzione del consigliere Dionisio Gallo, in atto sospeso dalla carica”

Proposta di provvedimento amministrativo n. 315/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione di un componente del Comitato regionale di controllo contrabile in sostituzione del consigliere Dionisio Gallo, in atto sospeso dalla carica”

Proposta di provvedimento amministrativo n. 339/8^ d’Ufficio, recante: “Elezione del consigliere Segretario della terza Commissione consiliare permanente in sostituzione del consigliere Egidio Chiarella, dimissionario”

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale con note numeri 624, 626, 627, 628, 629, 630,631, 632, 633, 634 del 6 novembre 2009 ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2009:

deliberazione Giunta regionale n. 678 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 694 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 695 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 680 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 690 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 688 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 679 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 676 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 677 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 675 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 689 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 687 del 26 ottobre 2009

deliberazione Giunta regionale n. 691 del 26 ottobre 2009

Adozione di risoluzione della sesta Commissione permanente

La sesta Commissione consiliare con nota n. 201 del 27.11.2009 ha comunicato che ai sensi dell’articolo 86 del Regolamento interno nella seduta del 30 ottobre 2009 ha adottato la risoluzione avente ad oggetto “Partecipazione alla consultazione del Comitato delle Regioni sul “libro Bianco della Governance Multilivello”

Interrogazioni a risposta scritta

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e al Vicepresidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a seguito dell'evento drammatico che aveva stroncato la vita del Vicepresidente del Consiglio regionale on. Francesco Fortugno, la Commissione regionale contro il fenomeno della mafia, a conclusione dei propri lavori, aveva redatto un documento, successivamente approvato all'unanimità dal Consiglio regionale, in cui si affermava l'esigenza di uno sforzo unitario e di coesione per rispondere al livello drammatico della sfida che la criminalità organizzata aveva lanciato alla Calabria ed al Paese. In esso documento si esprimeva, altresì, attenzione e gratitudine per la rivolta morale dei giovani della locride, la cui reazione civile doveva essere considerata alla stregua di un vero e proprio valore etico e sociale per la nostra terra;

tra le proposte avanzate dalla Commissione si evidenziava l'esigenza di un'azione coordinata delle istituzioni, al fine di legare gli interventi sui territori con la necessaria azione di bonifica e controllo sociale, sollecitando la definizione ed il sostegno di progetti straordinari per l'occupazione nelle aree deboli, prime fra tutte la locride; di realizzare una serie di politiche attive verso i giovani delle aree più esposte al controllo criminale; di realizzare una forte azione culturale e sociale rivolta a dare supporto agli sforzi degli attori più qualificati nella battaglia contro la criminalità e l'illegalità;

le aree territoriali calabresi sono unite da un male comune che minaccia quotidianamente la crescita e lo sviluppo della nostra regione. E la speranza per un futuro migliore è individuabile, tra l'altro, nella capacità programmatoria delle istituzioni e nell'impegno civile, sociale ed associativo dei giovani nelle scuole e nelle università;

nello specifico, la locride ha un bisogno vitale di un forte e concreto segnale politico, che possa costituire le fondamenta per la costruzione di una visione unitaria tra istituzioni e forze sociali per il ripristino della legalità e, nel contempo, la manifestazione esteriore dell'esigenza di nuovi spiragli di vita, della ricerca incessante di percorsi graduali di un cambiamento strutturale del tessuto sociale ed economico del territorio;

i giovani della locride, di cui è ancora vivo il ricordo dell'alto valore simbolico dello striscione bianco, adottato in corteo quale emblema di un dramma esistenziale fortemente sentito, sono i portatori naturali di una nuova mentalità, una mentalità vincente i cui aspetti qualificanti vanno individuati nel netto, deciso rifiuto di essere nuovamente relegati, a riflettori spenti, in condizioni storiche di secolare passività, di forzata rassegnazione, in un contesto sociale ove si lotta quotidianamente per il raggiungimento di livelli accettabili di vita e nella consapevolezza di dover cogliere con tempestività ogni opportunità idonea al perseguimento di possibili percorsi di crescita sociale ed economica;

essi rappresentano la linfa vitale, la risorsa primaria del territorio su cui investire e rendersi interpreti delle loro esigenze, è un obbligo istituzionale per gli enti locali, non solo per il ripristino della legalità, ma per la definizione di strategie di intervento su più fronti, azioni politiche di sostegno, di supporto a largo raggio per far emergere le potenzialità delle risorse umane e territoriali e porre le basi per la loro valorizzazione;

l'istituzione del Polo Universitario di Locri, comprendente i corsi di laurea in “Scienze del Servizio Sociale” e in “Scienze Sociali per la Cooperazione e lo Sviluppo”, in convenzione con l'Università di Messina – facoltà di Scienze Politiche – rispondeva pienamente all'esigenza primaria di una fase progettuale concreta per il conseguimento di possibili condizioni di sviluppo, a fronte delle legittime aspettative di una comunità protesa al cambiamento, alla costruzione di una nuova struttura sociale ai fini della sua integrazione nell'area mediterranea e comunitaria. L'istituzione universitaria rappresenta, per definizione, il trait d'union tra una comunità e la realtà ad essa esterna, l'elemento qualificante per cogliere e convogliare l'animus sociale, esaltando la capacità di “contaminare e farsi contaminare”, insieme all'insopprimibile esigenza di fornire il proprio contributo propositivo nella definizione di fasi di sviluppo della variegata tipologia dei settori produttivi;

nel corso degli anni “il Consorzio per la promozione della cultura degli studi universitari”, organismo gestore del Polo Universitario di Locri, costituito da 21 comuni del Comprensorio jonico reggino, dall'Azienda sanitaria 9 di Locri, dall'amministrazione provinciale di Reggio Calabria e dalla comunità montana Aspromonte orientale di Bovalino, non è riuscito a far fronte agli oneri economici derivanti dalla gestione del Polo Universitario;

le inadempienze nei pagamenti delle quote spettanti agli enti facenti capo al Consorzio hanno determinato una pesante situazione debitoria nei confronti dell'Università di Messina, incidendo negativamente sull'attività universitaria dei corsi di laurea;

in tempi più recenti, nonostante gli impegni dell'ente Provincia di Reggio Calabria e di alcuni Comuni ai fini della copertura parziale dei debiti pregressi, il Consiglio di facoltà ha deliberato il blocco delle iscrizioni presso la sede di Locri, determinando così l'impossibilità dell'avvio del primo anno del corso di laurea e ponendo a rischio soppressione il secondo e terzo anno. Ciò comporterebbe il trasferimento degli studenti del Polo Universitario di Locri alla sede centrale di Messina, con inevitabile chiusura della sezione decentrata;

allo stato attuale, si è determinata sostanzialmente una situazione insostenibile per gli studenti universitari della locride, che dinanzi a veri e propri atti lesivi del diritto allo studio stanno attuando manifestazioni di protesta, minacciando di consegnare le proprie tessere elettorali nelle mani del Prefetto, evidenziando così la grave assenza di rappresentatività, nello specifico, della classe politica locale;

a seguito della soppressione dell'organismo gestore, il Consorzio per la promozione della cultura universitaria, ai sensi della legge 133/2008, gli enti consorziati, manifestando la volontà di proseguire i corsi universitari in essere presso la sede di Locri, hanno deciso di istituire, ex art. 114 T.U. 267/2000, un nuovo organismo individuato in una fondazione denominata “Fondazione Università LocrIdea”, organismo che eredita il rapporto convenzionale già stipulato con l'Università di Messina, con tutte le condizioni ivi previste, nonché la situazione debitoria dell'ex Consorzio da fronteggiare con quote a carico dei soci fondatori, con parametri e criteri di riporto che saranno approvati dai competenti organi della Fondazione;

il nuovo progetto è ancora alla fase iniziale e occorrerà del tempo perché sia operativo. In tal senso si auspica un'ampia adesione, con il coinvolgimento non solo dei Comuni, ma anche di associazioni, di privati, di istituti finanziari. Vi è chiaramente l'esigenza che i Comuni, in primo luogo, accelerino i tempi di trasmissione delle delibere di adesione alla costituzione della Fondazione LocrIdea all'ente Provincia di Reggio Calabria, per procedere alla costituzione del nuovo organismo gestionale. La costituzione della Fondazione, infatti, permetterebbe la stipula della polizza fideiussoria, garantendo così l'avvio del primo anno accademico dei corsi a partire dal settembre 2010;

l'ente Regione, nonostante gli impegni a suo tempo assunti per un immediato rilancio sociale, culturale ed economico del territorio della locride, con un'attenzione particolare alle politiche giovanili, mediante la valenza di una forza propulsiva della propria azione politica, tendente a tradurre normativamente le esigenze della collettività locrese attraverso strategie, azioni, provvedimenti idonei ad esaltare le potenzialità delle sue risorse umane e territoriali, non ha operato fattivamente per garantire l'insediamento stabile del Polo Universitario ed un suo graduale sviluppo con l'avvio di ulteriori corsi universitari. Si è operato, invece, in via del tutto marginale e non rispondente alle effettive esigenze della struttura universitaria, dinanzi alle progressive ed inarrestabili problematiche di natura economico-gestionale che hanno finito per determinare, allo stato attuale, la possibile chiusura del Polo Universitario di Locri;

i contributi stanziati dall'ente Regione, di anno in anno, evidenziano un significativo decremento, sino a giungere alla determinazione nel bilancio 2009 di un impegno economico quasi irrisorio, dell'ordine di poche decine di migliaia di euro, come riportato all'Upb 4.2.02.03 – Sviluppo del Sistema Universitario – capitolo 3313106, correlativamente al contributo nelle spese di funzionamento all'istituto Isas di Cosenza e al Consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari della locride con sede in Locri. Contributo unico per i due enti ammontante a soli 105.000,00 euro. Per non parlare del capitolo 42020312 Upb 4.02.03.12 riguardante “contributo straordinario per il sostegno delle attività di gestione della società consortile per azioni, Consorzio per la promozione degli studi universitari della locride”, somma stanziata 0,00 euro;

questa legislatura regionale si è contraddistinta per “l'assenza di una concezione costruttiva” dell'esecutivo, che ha finito per relegare le priorità in ambiti istituzionali marginali, arroccandosi in posizioni che hanno svilito e svuotato di contenuti “la funzione primaria della programmazione”, che avrebbe dovuto caratterizzarsi di elementi propositivi nello svolgersi della dialettica istituzionale. Tale mancanza di efficienza e credibilità dell'attività istituzionale ha prodotto nelle varie componenti territoriali, compresa la locride, stati di comprensibile disagio e sfiducia che hanno finito per alimentare forme degenerative nelle relazioni politiche e sociali. Di contro, una concreta capacità programmatoria e di coordinamento avrebbe certamente favorito l'utilizzazione di efficienti meccanismi per il soddisfacimento delle esigenze delle comunità delle diverse aree territoriali, compresa la locride, mediante imprescindibili forme di collaborazione tra istituzioni politiche e società civile nello svolgimento delle fasi di individuazione, attuazione e gestione di progetti territoriali di sviluppo sociale, culturale ed economico;

lo schema dello Statuto dell'istituenda Fondazione LocrIdea contiene ampi margini operativi che consentirebbero un impegno diretto e proficuo dell'ente Regione, consentendo così un recupero di immagine e credibilità nei confronti dei giovani della locride, senza dubbio sfiduciati per la perdurante assenza della massima istituzione territoriale nella predisposizione delle componenti per la realizzazione di un progetto ad alta valenza culturale e sociale, quale può essere una sede universitaria, sia pure distaccata;

la Fondazione si propone, tra l'altro, di assumere ogni iniziativa idonea a promuovere, nella provincia di Reggio Calabria, un migliore sviluppo della cultura ed il progresso scientifico anche in collegamento con i distretti scolastici e l'Università, in una prospettiva di educazione e formazione permanente; di svolgere gli interventi necessari alla realizzazione del programma di integrazione degli studi universitari in Calabria proposto dall'amministrazione provinciale, di concerto con la Regione Calabria, per la creazione, in provincia di Reggio Calabria (Locride), di una struttura universitaria quale distaccamento dell'Università degli studi di Messina, in particolare facoltà di Scienze Politiche e Scienza dell'Amministrazione, e dell'Università degli Studi di Reggio Calabria, articolate in corsi di laurea breve ed eventualmente in regolari corsi di laurea; di promuovere, organizzare e gestire, nel quadro degli interventi della Regione nel campo della formazione professionale, programmi organici di formazione;

per il raggiungimento dei suoi scopi, la fondazione potrà inoltre sovrintendere, in collaborazione con le istituzioni pubbliche competenti, ponendo in essere tutte le attività ritenute necessarie allo studio di fattibilità ed ai progetti preliminari, definitivi ed esecutivi, concernenti lo sviluppo della cultura e della formazione. Per la realizzazione di questa fase, la Fondazione dovrà coordinare la propria attività con i competenti organi della pubblica amministrazione coinvolti a qualsiasi titolo, provvedendo altresì alla stipulazione di convenzioni, contratti ed accordi necessari; si prevede infine, in relazione all'art. 9 dello Statuto riguardante i fondatori promotori, che qualora alla Fondazione dovessero aderire in tempi diversi la Regione Calabria e/o le amministrazioni dello Stato, ai medesimi spettano gli stessi diritti e le stesse prerogative previste dallo Statuto per i fondatori promotori -:

se non si ritenga opportuno, in considerazione della pesante esposizione debitoria riguardante la gestione del Polo Universitario di Locri, erogare un contributo straordinario che consenta, nelle more dell'istituenda “Fondazione Università LocrIdea”, di affrontare al meglio il passaggio delle competenze al nuovo organismo gestionale;

quali ulteriori misure si intendano adottare a favore del mantenimento del Polo Universitario di Locri e del suo progressivo sviluppo, in ordine a stati previsionali circa l'istituzione di nuovi corsi di laurea;

se non si ritenga doveroso, nei confronti dei giovani della locride, dare un forte e concreto segnale politico mediante l'adesione da parte dell'ente Regione, ai sensi dell'art. 9 dello statuto, all'istituenda fondazione denominata “Università LocrIdea”, in qualità di fondatore promotore;

se non si ritenga istituzionalmente vincolante, nell'interesse dei giovani della locride, operare di concerto con l'ente Provincia di Reggio Calabria, al fine di definire, in una fase transitoria estremamente delicata ed importante, una strategia operativa con l'Università di Messina per il mantenimento del Polo Universitario a Locri e la ripresa regolare dell' attività universitaria.

(393; 27.10.2009)

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

a seguito dell'operazione di monitoraggio avviata dall'amministrazione comunale di Marzi, è emerso l'allarmante fenomeno di abbassamento della massa terrosa del versante collinare del comune (circa 6 mm. al mese!) insistente, in particolare, sul tratto stradale già disastrato che collega i comuni di Carpanzano e Piano Lago;

l'abbassamento della massa terrosa sulle pareti collinari interessanti il tratto stradale in oggetto - dovuto alle continue frane ed agli smottamenti del terreno prodotti dalle più recenti stagioni invernali - è sintomatico della estrema criticità della situazione, stante la evidente incapacità di assestamento del territorio a causa delle caratteristiche geomorfologiche dello stesso;

l'amministrazione comunale di Marzi, nella persona del sindaco, ha in più occasioni denunciato anche pubblicamente, a mezzo stampa, tale grave emergenza, richiedendo l'intervento anche della Provincia di Cosenza per la realizzazione di quelle opere di consolidamento del tratto, ravvisate correttamente quali “urgenti ed indifferibili”;

allo stato, nessun intervento è stato sostanzialmente attuato, profilandosi, con l'imminenza della stagione invernale, l'elevatissimo rischio per l'incolumità pubblica in termini di sicurezza, visto, tra l'altro, lo stato di degrado strutturale del tratto stradale de quo, che risente ineludibilmente delle condizioni geomorfologiche e delle caratteristiche del territorio ove lo stesso insiste, nonché del marcato dissesto idrogeologico accentuato dalle ingenti e prolungate condizioni atmosferiche avverse degli ultimi anni;

ai sensi dell'art. 3 della legge n. 225 del 1992 (sulla istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile), tra le azioni attuabili in relazione ai rischi derivanti dal dissesto idrogeologico figura quella della previsione e della prevenzione degli effetti, attraverso una serie ben precisa di interventi da attuare da parte delle Regioni di concerto con i servizi operanti in materia e con gli Enti interessati:

l'art. 12 del decreto legislativo 30.4.1992 n. 285 (“Nuovo Codice della Strada” e s.m.i.) pone la sicurezza delle persone (tutela della vita umana) quale finalità primaria, di ordine sociale ed economico, che lo Stato, la Regione, le Province ed i Comuni devono perseguire con la gestione, la manutenzione, la riqualificazione ed il controllo tecnico delle strade -:

se si ritiene opportuno assumere, anche in ottemperanza alle numerose prescrizioni legislative vigenti in materia, precise iniziative onde attuare quelle opere di consolidamento “'urgenti ed indifferibili” - stante l'approssimarsi della stagione invernale - già richieste ante tempo dalle amministrazioni comunali interessate, per consentire la mobilità ed il transito degli automezzi in condizioni di sicurezza su un tratto stradale notevolmente dissestato dal punto di vista idrogeologico ed insistente su un'area territoriale incapace di assestamento, a causa delle proprie caratteristiche morfologiche;

quali interventi, più specificatamente, si intendono attuare per il ripristino e messa in sicurezza della strada in oggetto, rilevata in primis l'elevata pericolosità della situazione dovuta all'abbassamento costante e continuo della massa terrosa del versante collinare di Marzi, e ciò al fine non solo di scongiurare con interventi tempestivi ed idonei tragiche conseguenze, quali quelle susseguenti agli eventi franosi verificatisi sul tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria il 26 Gennaio 2009, ma anche per la necessarietà di recupero della sicura transitabilità di un tratto stradale di accertata utilità per il collegamento tra i comuni richiamati e quelli del Medio Savuto, territori di certo non “gratificati” dalle scelte di politica amministrativa poste in essere dall’esecutivo regionale.

(396; 5.11.2009)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'atto di indirizzo alle Aziende del Servizio sanitario regionale per l'adozione degli atti aziendali, previsto e disciplinato con la delibera della Regione Calabria – assessorato tutela della salute e politiche sanitarie - n. 313/2006, adottato in attuazione dell'art. 7, comma 2, della legge regionale n. 11/2004, al paragrafo n. 5.3.2. espressamente recita che: “Ciascuna azienda, tenuto conto del presente atto di indirizzo, dovrà definire le modalità di funzionamento dei dipartimenti funzionali correlati alla realizzazione dei programmi aziendali”;

la stessa delibera regionale n. 313/2006, sempre al paragrafo n. 5.3.2., determina l'istituzione e l'organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile, come dipartimento aziendale trasversale;

tale Dipartimento Materno-Infantile, ai sensi della delibera regionale n. 313/2006, è destinato a garantire coerenza tra le funzioni ospedaliere e territoriali svolte dai consultori presso i distretti, dalla pediatria di comunità, dalla neuropsichiatria infantile, nonché dalle unità ospedaliere di ostetricia-ginecologia e pediatria ospedaliera;

l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è di grande valenza organizzativa e produttiva, poiché permetterebbe una sinergia tra le diverse realtà divisionali ospedaliere e territoriali;

l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è stato, tra l'altro, reso obbligatorio a livello nazionale fin dal Psn 1994-1996;

l'Asp 5 di Reggio Calabria con la delibera n. 773/2008, avente ad oggetto la previsione e la riorganizzazione dei Dipartimenti Ospedalieri, ha omesso di prevedere l'istituzione e la organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile;

pertanto, l'Asp 5 di Reggio Calabria non ha attuato in toto quanto previsto dalle leggi nazionali, dalla legge regionale n. 11/2004, nonché dalla delibera della Regione Calabria n. 313/2006;

a tutt'oggi, non è ancora stato istituito il Dipartimento di cui all'oggetto della presente interrogazione;

l'istituzione del Dipartimento Materno-Infantile è obbligatoria per legge e che l'assenza di tale fondamentale struttura nella città di Reggio Calabria configura una situazione unica su tutto il territorio nazionale -:

quali sono le motivazioni alla base della mancata attuazione della legge regionale n. 11/2004 e della delibera della Regione Calabria n. 313/2006, in riferimento all'istituzione e all'organizzazione del Dipartimento Materno-Infantile;

se non si ritenga opportuno, doveroso ed istituzionalmente vincolante adeguarsi alla normativa nazionale e regionale, già richiamata, e conseguentemente istituire ed organizzare il Dipartimento Materno-Infantile, al fine di garantire coerenza e coordinare la realtà divisionali ospedaliere e territoriali, quali l'Ostetricia, la Neonatologia, la Pediatria, la Neuropsichiatria infantile, la Chirurgia Pediatrica, i Consultori familiari, la Ginecologia, i Centri di prevenzione onco-ginecologica ospedalieri e territoriali, i Centri per la procreazione medicalmente assistita e la genitorialità responsabile.

(397; 6.11.2009)

Feraudo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

a causa del maltempo è crollata, oltre 40 giorni addietro, parte del tratto stradale della SS 177, unica arteria che collega il comune di Longobucco con la costa ionica cosentina;

il crollo della strada ha determinato l'isolamento del comune di Longobucco, in particolare per quanto riguarda i collegamenti con Rossano, dove insiste l'ospedale di riferimento dei cittadini di Longobucco. I disagi più grossi sono stati avvertiti dai malati dializzati;

domenica 1 novembre è stato riaperto il transito sulla SS 177 mediante un ponte mobile che baipassava il tratto stradale franato;

la sera del 2 novembre l'Anas è intervenuta sui luoghi interessati dalla frana, dichiarando che il ponte mobile fosse inagibile e, per tale motivo, voleva impedire il transito sul ponte stesso;

l'episodio ha provocato la reazione immediata dei cittadini di Longobucco, i quali, se dovesse essere dichiarata l'inagibilità del ponte mobile, saranno costretti a rimanere nella condizione di isolamento totale, con grave pregiudizio economico e sanitario innanzitutto;

è necessario intervenire con sollecitudine per prevenire ulteriori disagi alla popolazione interessata -:

quali provvedimenti urgenti ed immediati intendano adottare - ciascuno per quanto di propria competenza - per garantire attraverso la SS 177, il collegamento viario tra il comune di Longobucco e i comuni della costa ionica cosentina, nonché per sapere quali provvedimenti intendano adottare per prevenire, in via definitiva, il verificarsi di ulteriori frane che potrebbero arrecare ulteriori disagi e pregiudizi ai cittadini del comune di Longobucco.

(398; 6.11.2009)

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il decreto del ministero della sanità del 27 agosto 1999, n.332, garantisce la libera scelta e la qualità degli ausili erogati ai malati;

la deliberazione della Giunta regionale del 22 febbraio 2009, n. 69, in attuazione del Dm sopra indicato, nel prevedere la tutela del principio della libera scelta dei beni e dei servizi adeguati da parte dei malati oncologici stomatizzati, lasciando di fatto spazi di interpretazione alle Aziende sanitarie provinciali calabresi, crea gravi discriminazioni tra i cittadini delle diverse province;

l'Azienda sanitaria provinciale n. 5 di Reggio Calabria, non fornendo ai malati oncologici stomatizzati tutti i prodotti salvavita adeguati alle singole patologie, di fatto costringe i pazienti al pagamento di un ticket per l'acquisto delle sacche utilizzate dagli stessi malati;

esistono delle gravi incongruenze nell'applicazione dei principi di cui alla citata normativa nazionale e regionale da parte dell'Asp di Reggio Calabria sia in ordine alla distribuzione dei sussidi protesici, sia al rispetto degli standard di qualità, nonché alla disponibilità di un assortimento di modelli idonei a soddisfare le specifiche esigenze degli assistiti -:

quali iniziative l'esecutivo intenda promuovere, per evitare che l'attuazione da parte dell'Asp di Reggio Calabria dei principi sanciti dalla deliberazione della Giunta regionale del 22 Febbraio 2009 n. 69 avvenga in maniera difforme rispetto alle altre Asp provinciali calabresi ed impedire, quindi, che i pazienti affetti da gravi patologie come gli oncologici stomatizzati debbano soggiacere al pagamento di ticket onerosi per la fornitura di ausili monouso qualitativamente adeguati alla patologia.

(399; 9.11.2009)

Pizzini. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità. Per sapere - premesso che:

sento l'obbligo morale e civile di intervenire su un increscioso episodio di probabile mobbing, che sembra stia interessando un dipendente del servizio pubblico dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;

questo mio intervento vuole stigmatizzare tutti i comportamenti disdicevoli e lesivi della dignità di uno stimato professionista e di un uomo perbene;

mi riferisco a spiacevoli circostanze di evidente intralcio e di azioni ostative che si starebbero consumando, all'interno di una struttura sanitaria di San Giovanni in Fiore, nei confronti del dottor Mario Talerico;

la vicenda che coinvolge il professionista in un'incredibile caso di disorganizzazione delle risorse umane e del servizio sanitario, lo contrappone all'assurda sconsideratezza cui viene sottoposto da mesi da parte della dirigenza sanitaria dell'Asp di Cosenza;

i fatti risalgono al 9 aprile scorso, quando, con ordine di servizio del direttore sanitario Antonio Scalzo, il dottor Mario Talerico viene incaricato di prestare servizio presso l'U.O. di Medicina del Lavoro del capoluogo silano;

il dottor Mario Talerico, non avendo mai richiesto alcun trasferimento o mostrato insofferenza verso il compito che da 30 anni svolgeva presso il Centro di Salute Mentale di San Giovanni in Fiore, seppure a malincuore, da uomo diligente e rispettoso dell'ordine e della missione del servizio pubblico, ha accettato di prestare l'esercizio della propria disciplina lì dove era stato assegnato;

sin dal primo giorno del nuovo incarico non era stata stabilita né una sede né una sedia;

nonostante le sue adeguate quanto educate rimostranze, per più di un mese non è giunta mai alcuna risposta né tantomeno un'indicazione logistica su dove svolgere le proprie mansioni;

il 13 maggio il direttore sanitario, dottor Antonio Scalzo, invia un nuovo ordine di servizio al dottor Mario Talerico affinché lo psicologo clinico eroghi, presso il Distretto Sanitario di San Giovanni in Fiore, le proprie mansioni professionali a favore di pazienti e familiari bisognevoli afferenti al reparto di Oncologia medica diretta dal dottor Caputo;

dopo la tragica esperienza del primo mese passato all'aperto a fornire risposte ai propri pazienti, ancora oggi lo specialista continua a non avere una sede adeguata dove eseguire il proprio lavoro;

sono state innumerevoli le missive per una richiesta di spiegazione spedite dal professionista all'attenzione del direttore generale, dottor Franco Petramala, al direttore sanitario, dottor Antonio Scalzo, e al direttore del Distretto Sanitario di San Giovanni in Fiore, dottor Dima;

a quella pila di lettere non è mai seguita una risposta né una motivazione verbale del perché di simili disfunzioni;

la situazione, grave in tutti i suoi aspetti e fortemente lesiva della dignità professionale ed umana di uno stimato psicologo clinico, mostra tutta l'inefficienza del dirigente sanitario dell'Asp di Cosenza;

tutto questo è palesemente inammissibile, per l'uomo e per la sua immagine professionale, ma anche per noi cittadini e per quanti hanno l'obbligo di amministrare correttamente i servizi pagati dalla comunità -:

con risposta scritta, quali determinazioni sono state prese ad oggi dal direttore generale dell'Asp di Cosenza, dottor Franco Petramala, per risolvere celermente questa incresciosa vicenda;

la sede, ovviamente dotata di tutti gli strumenti e le adeguate caratteristiche dettate dalla legge 626/94, presso cui il dottor Mario Talerico dovrebbe prestare le proprie funzioni;

quali iniziative ella intenderà attuare nei confronti di chi si è reso colpevole di questo assurdo ritardo per l'individuazione del locale necessario allo svolgimento delle mansioni affidate al dott. Mario Talerico.

(400; 10.11.2009)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

è ormai fatto più che notorio che la Regione Calabria, per l'anno 2008, non abbia rispettato il patto di stabilità interno;

nel merito tale mancato rispetto, sebbene la chiusura del relativo esercizio finanziario sia, come sempre, avvenuta alla data del 31 dicembre e la normativa disciplinante le regole per il calcolo del sopra citato patto fosse di per sé già chiara nel mese di marzo del 2009, è stato ingiustificatamente certificato dalla struttura regionale competente solo nell'ottobre del 2009, mentre in precedenza se ne attestava il compiuto rispetto;

tanto ha consentito ad ogni dipartimento dell'ente, per circa dieci mesi dell'anno 2009, di operare finanziariamente, noncuranti delle sanzioni e dei divieti previsti per le amministrazioni inadempienti dall'art. 77 ter della L. 1.33/2008;

comunque, alla luce della nuova situazione configurata, dall'ottobre scorso, l'attività economica dell'ente risulta paralizzata, essendo, in virtù della norma di cui sopra, fatto divieto allo stesso di “impegnare spese correnti, al netto delle spese per la sanità, in misura superiore all'importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio; - ricorrere all'indebitamento per gli investimenti” – Difatti – “I mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie e finanziarie per finanziamento degli investimenti devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l'anno precedente. L'istituto finanziatore o l'intermediario finanziario non può procedere al finanziamento o al collocamento del prestito in assenza della predetta attestazione. Restano, altresì, ferme per gli enti inadempienti al patto di stabilità interno le disposizioni recate dal comma 4 dell'articolo 76 L.133/2008”;

ad ogni buon modo, più membri dell'esecutivo regionale, in varie sedi istituzionali, hanno ufficialmente assunto l'impegno di giungere, con celerità di tempi, al rientro del patto di stabilità 2008, attraverso il meccanismo perequazionale fra Regioni, con l'assenso del Governo nazionale, previo necessario accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni;

a tutt'oggi, nulla è dato sapere circa le iniziative avviate in merito dal Governo regionale, nonostante l'assoluta gravità della situazione, considerato soprattutto l'impatto della problematica sulla già precaria finanza di tutti gli enti locali della regione, privi di accedere al credito, alla luce del divieto fatto alla Regione Calabria di garantire lo stesso, nonché sulla gestione del personale all'interno dell'amministrazione;

l'eventuale mancato rispetto, anche per l'anno 2009, del patto di stabilità interno renderebbe ingovernabile per l'intero 2010 la Regione Calabria, con ovvie responsabilità, di cui dovranno obbligatoriamente rispondere gli attuali amministratori;

tanto - si spera - potrebbe essere ovviato attraverso un attento monitoraggio, in questo ultimo bimestre, della spesa pubblica incidente sui parametri da rispettare in ossequio al patto di stabilità per l'anno 2009 -:

quali, ad oggi., le attività poste in essere dall'esecutivo regionale per il rientro e rispetto del patto di stabilità interno relativo al 2008 ed i tempi necessari, allo scopo di definire tale operazione attraverso il meccanismo della compensazione fra Regioni;

la situazione economica dell'ente, circa le possibilità dello stesso di rispettare il patto di stabilità interno per l'arino 2009, stante la brevità dei tempi inerenti la chiusura del relativo esercizio finanziario.

(401; 10.11.2009)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la deliberazione n. 559 del 2009, con la quale la Giunta regionale disciplina la gestione delle utenze del Servizio idrico integrato, appalesa non solo tratti di manifesta inopportunità politica quanto, altresì, evidenti profili di illegittimità, giacché adottata in evidente spregio alla normativa vigente, in specie al d.lgs. n.152 del 2006 (“Norme in materia ambientale”);

emerge dal portato contenutistico della prefata delibera l'esercizio di prerogative affatto ascritte alla Regione, la quale infatti gestisce il Servizio idrico integrato, adducendo, quale ragione legittimante, la necessità di un efficiente governo delle risorse idriche, nonché un equilibrio del bacino idrico;

il perseguimento dell'efficienza non può tradursi nell'indebito esercizio di competenze in materia di gestione del servizio idrico integrato, che viene invece organizzato sulla base degli ambiti territoriali ottimali definiti dalle stesse Regioni in ossequio alla legge n. 36 del 1994;

la possibilità da parte delle Regioni di modificare le delimitazioni dei suddetti ambiti, nonché di disciplinare le forme ed i modi della cooperazione tra enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale, ad esse invece non è conferito l'affidamento, l'organizzazione ed il controllo della gestione del Servizio idrico integrato, prerogativa dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale;

alla predetta Autorità d'ambito territoriale la legge ascrive, altresì, un potere sostitutivo da esercitare laddove si verifichino inadempienze del gestore in ordine ai relativi obblighi che compromettano la risorsa o l'ambiente, ovvero che non consentano il raggiungimento dei livelli minimi di servizio;

non deve ingenerare alcun equivoco la norma che attribuisce alla Regione – qualora l'autorità d'ambito non intervenga o, comunque, ritardi il proprio intervento, previa diffida e sentita l'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti – la prerogativa di esercitare i necessari poteri sostitutivi, limitati, però, alla nomina di un commissario ad acta;

la Regione, invece, attraverso la deliberazione in oggetto ha esercitato poteri non attribuiti dalla norma, così consumando una evidente inosservanza della legge sotto il profilo sia della violazione di legge e sia dell'incompetenza;

in relazione alla necessità, palesata dalla citata delibera, di riscuotere i crediti derivanti dall'erogazione del servizio idrico, proprio la riscossione della tariffa è ascritta inequivocabilmente dalla legge al gestore del Servizio idrico integrato, potendo la Regione soltanto esercitare una funzione di controllo sull'apposita convenzione stipulata, onde disciplinare i rapporti tra gli eventuali gestori per il riparto delle spese di riscossione;

la riscossione, sia volontaria e sia coattiva, della tariffa può essere affidata solo ai soggetti iscritti all'albo previsto dall'art. 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, ed a seguito di procedimento ad evidenza pubblica -:

quali iniziative si intendono porre in essere per evitare che il provvedimento in esame non risulti solo un indebito esercizio di competenze, quanto altresì un illegittimo esercizio del predetto potere sostitutivo, considerato che, a pochi mesi dalle elezioni regionali, si fraintenderebbe una finalità politica contraria ai valori dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo, vincoli indefettibili dell'agire amministrativo.

(402; 10.11.2009)

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria attualmente dispone di una divisione pediatrica con soli 20 posti letto, una divisione di patologia e terapia intensiva neonatale e di una struttura semplice di Ematologia Pediatrica associata alla divisione di Ematologia;

il potenziamento delle strutture che assicurino la protezione ed il benessere psico-fisico del bambino è un dovere sociale, oltreché morale per le istituzioni;

al momento, non c'è né un Pronto Soccorso pediatrico né un reparto di chirurgia pediatrica, indispensabili per garantire le prestazioni in urgenza;

l'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” non dispone di una Divisione di Rianimazione pediatrica capace di assolvere ai bisogni intensivi dei piccoli pazienti con gravi patologie, che attualmente in modo improprio alle loro esigenze vengono curati nella rianimazione per adulti;

la divisione di patologia e Terapia Intensiva Neonatale, pur attiva e qualificata, a causa del personale insufficiente e degli spazi troppo angusti, risulta inadeguata al reale fabbisogno;

non esiste un reparto di Neuro-pediatria in tutta la Calabria né di Cardiologia e Cardio-Chirurgia pediatrica, tant'è che i pazienti devono recarsi al Policlinico di Messina, con tutti i costi da sopportare per la migrazione sanitaria e i disagi per l'utenza;

esiste un progetto c.d. “bambino” organico per la realizzazione del Pronto Soccorso Pediatrico, della Divisione di Chirurgia pediatrica, della struttura autonoma di rianimazione Pediatrica e del settore di riabilitazione pediatrica al direttore dell'azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”;

sarebbe opportuna una riorganizzazione generale della Pediatria e dell'assistenza materna infantile, prevedendo una “rete ospedaliera”, con l'integrazione degli ospedali presenti in regione tra di loro, con la creazione di una “rete di assistenza pediatrica” -:

quali interventi l'esecutivo intende prevedere per una riorganizzazione generale della Pediatria e dell'assistenza materna infantile attraverso una “rete ospedaliera”, con l'integrazione degli ospedali presenti in regione tra di loro, con la creazione di una “rete di assistenza pediatrica”, di un reparto di Neuro-pediatria almeno in un presidio calabrese e di un reparto di Cardiologia e Cardio-Chirurgia pediatrica;

quali iniziative, tra l'altro, si intendano assumere perché, nell'ambito di una riorganizzazione del settore, si proceda all'approvazione “progetto bambino”, che prevede l'attivazione del Pronto Soccorso Pediatrico, della Divisione di Chirurgia pediatrica, della struttura autonoma di rianimazione Pediatrica, del settore di riabilitazione pediatrica e gli ambulatori di supporto alle patologie pediatriche.

(403; 11.11.2009)

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

dalla mattina di lunedì 9 novembre è in corso, davanti all'ingresso principale del Consiglio regionale, un sit-in di protesta degli imprenditori turistico-balneari del basso Ionio reggino facenti capo all'Associazione “Magna Grecia”, che riunisce oltre trenta strutture turistiche dislocate sulla costa tra Melito Porto Salvo e Palizzi;

detti operatori economici rivendicano il risarcimento per gli ingenti danni provocati dalla mareggiata dell'11 dicembre 2008 e dal miniuragano del 12 gennaio 2009;

il Presidente dell'Associazione, nell'annunciare l'avvio ad oltranza dello sciopero della fame, ha lamentato, tra l’altro, l'assenza degli Enti e “soprattutto della Regione” in questa drammatica vicenda, che rischia di distruggere, irreversibilmente, quelle attività e, con esse, assieme ad anni di sacrifici, tanti posti di lavoro in un comprensorio che brilla, notoriamente, per l’alto indice di disoccupazione;

i rappresentanti dell'Associazione “Magna Grecia”, nel ritenere “sconcertante” l'assenza della Giunta, hanno ribadito che continueranno lo sciopero della fame, rimanendo incatenati davanti al Consiglio regionale fino a quando non otterranno un incontro con il Presidente della Regione;

al Presidente della Giunta regionale gli imprenditori in sciopero vorrebbero chiedere lumi sulla lamentata disparità di trattamento - come, peraltro, evidenziato dai “tabelloni” esposti innanzi all'ingresso di “Palazzo Campanella” - rispetto ai celeri rimborsi, per 5 milioni di euro ciascuno, concessi per i “finocchi di Crotone” e per una tromba d'aria nella Piana di Sibari;

per cercare di dare corso alla stagione turistica appena trascorsa e potere, quindi, proseguire nelle loro attività, i soci della “Magna Grecia” si sono rivolti al sistema bancario, oltre a raccogliere le ultime energie economiche -:

i motivi che, ad oggi, non hanno consentito di risarcire, almeno in parte, gli ingenti danni patiti nel dicembre 2008 /gennaio 2009 dalle strutture turistiche del basso Ionio reggino;

quali urgentissimi provvedimenti si intendano adottare, affinché anche a questi operatori economici vengano celermente erogate le risorse necessarie per avviare il risanamento delle aziende;

quali azioni si intendano porre in essere per attivare finanziamenti per l’emergenza ambientale;

se, con l’estrema urgenza che il caso richiede, non intenda incontrare una delegazione degli imprenditori turistici in sciopero, al fine di dare risposte alle loro sacrosante istanze e - perché no? - ai loro legittimi dubbi.

(404; 12.11.2009)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

allo stato attuale, nelle more della definizione delle linee guida in materia di politica sanitaria, in ordine alla contrattazione con il Governo centrale nella predisposizione del Piano di rientro dal deficit sanitario da parte dell'esecutivo regionale, Piano sulla cui credibilità si gioca il futuro della sanità in Calabria, vi è l'esigenza prioritaria di giungere ad un percorso istituzionale risolutivo delle tante vertenze che hanno interessato ed interessano le categorie sanitarie private e pubbliche;

in tale fase transitoria è indispensabile garantire un'efficiente gestione ordinaria, in un quadro generale del Sistema sanitario regionale, non sorretto da una dettagliata programmazione territoriale, con tante, troppe incognite organizzative e funzionali, con obiettivi frammentari, senza il supporto di un Piano sanitario, senza indicazioni progettuali alternative. La gravità della situazione, sotto il profilo politico e gestionale, impone un cambiamento radicale mediante l'adozione di una metodologia che consenta di affrontare gradualmente le tante criticità del comparto sanitario;

nel corso di questa legislatura le vertenze si sono susseguite senza soluzione di continuità, coinvolgendo tutte le categorie di settore. Uno stato di agitazione continuo, nell'alternanza delle rivendicazioni, che ha evidenziato le notevoli difficoltà e i vuoti operativi di una gestione, in materia sanitaria, incapace di impedire l'implosione amministrativa e le inevitabili conseguenti emergenze sociali;

il settore in questi anni di governo regionale di centro-sinistra è stato destrutturato, lasciato spesso e volentieri senza riferimenti apicali, esposto alla casualità di scelte gestionali spesso frutto di approssimazione e particolarismi, che hanno prodotto e continuano a produrre effetti devastanti, effetti che hanno contribuito a configurare scenari preoccupanti, ove sono stati messi in discussione i principi cardine in materia sanitaria: la posizione di centralità del cittadino-utente, l'esigenza di garantire erogazione di servizi ed offerta di strutture e di professionalità in grado di soddisfare il fabbisogno dell'utenza locale, nell'ambito del rapporto di mutua implicazione esistente tra servizio pubblico e servizio privato;

nello specifico delle strutture ambulatoriali private in regime di convenzione con la Regione Calabria ed aderenti all'Anisap, i singoli titolari e l'Associazione di categoria hanno reiteratamente, nel corso di questi ultimi anni, dovuto far fronte a provvedimenti estremamente penalizzanti e ad inadempienze riguardanti l'erogazione delle somme relative ai crediti pregressi, che hanno intaccato pesantemente l'interesse legittimo a svolgere la propria attività con un minimo di programmazione; provvedimenti la cui adozione non può prescindere da oggettive e responsabili valutazioni concernenti le loro conseguenze e la produzione di inevitabili alterazioni di equilibri preesistenti tra esse strutture e gli enti preposti a garantire ed applicare il regime di convenzione;

la mancata erogazione delle somme, relative ai crediti pregressi maturati in diverse annualità, alle strutture ambulatoriali private convenzionate con sede in Reggio Calabria e provincia, da parte dell'Azienda sanitaria e di conseguenza dell'ente Regione, ha indotto negli anni scorsi i titolari e l'Associazione a ricorrere addirittura alla serrata. Decisione parsa ai più una scelta obbligata, essendo reale il rischio di licenziamenti e di chiusura definitiva delle strutture, per l'impossibilità di rendere operativi gli ambulatori e garantire quindi ai cittadini le prestazioni sanitarie. In quel periodo, l'angoscia quasi palpabile ed una forte disillusione dovuta ad aspettative esternate dagli organi di vertice regionali solo in incontri pubblici e mai tradotti in atti di gestione diretti alla risoluzione della vertenza, hanno costituito la manifestazione esteriore più significativa dell'incapacità di fornire soluzioni adeguate alle condizioni di disagio estremo di migliaia di lavoratori;

tali inadempienze, reiterate nel tempo, vanno considerate alla stregua di veri e propri atti lesivi degli interessi legittimi degli operatori sanitari privati di svolgere la propria attività con un minimo di programmazione. In un periodo che voglia definirsi politicamente propedeutico nella gradualità di innesti strutturali di riforma dell'intero settore, non si può prescindere dal fornire ampie garanzie di soluzioni risolutive di situazioni pregresse e di definizione condivisa di rapporti futuri. Ad oggi non si è in grado di ravvisare, oggettivamente, elementi tali da supportare l'avvio di strategie di intervento, tutt'altro, e ciò nonostante vi sia la necessità “vitale” di risposte certe ed immediate su problematiche che incidono sul futuro, sul lavoro, sull'esistenza stessa delle strutture. Gli operatori delle strutture ambulatoriali private meritano il massimo rispetto sul piano personale e professionale, un rispetto che dovrebbe essere esternato con regolarità, riconoscendone in tal modo il ruolo rilevante nell'ambito del settore sanitario;

non si comprende come non sia stata percepita la gravità di una situazione che ha prodotto, periodicamente, effetti devastanti anche per l'utenza, intaccando il diritto alla libera scelta relativa alla erogazione dei servizi sanitari. L'incapacità di gestire l'ordinario da parte di questa amministrazione regionale ha inciso in forma diretta sui principi che regolano l'impianto strutturale del Sistema sanitario regionale, fondato sull'equilibrio pubblico-privato, giungendo a determinare di fatto forti limitazioni nelle prestazioni dei servizi, non garantendo i livelli minimi di assistenza sanitaria. E questo nonostante dai proclami a mezzo stampa di componenti l'esecutivo regionale si continuasse ad affermare che “la sanità non può prescindere dall'esser considerata un servizio primario in cui pubblico e privato operano in condizioni paritarie, senza distinzioni, e nell'ambito di un rapporto naturale di mutua implicazione”;

le condizioni di oggettiva difficoltà delle strutture ambulatoriali private accreditate, correlativamente ai rapporti con gli organi istituzionali Asp e Regione, persistono tuttora, con incidenza diretta sulle componenti fondamentali del regime di convenzione, al punto da indurre numerosi titolari di strutture a ricorrere all'Autorità giudiziaria a tutela dei propri diritti ed interessi legittimi;

nulla è cambiato a distanza di mesi. Il mancato rispetto degli impegni assunti rischia, ancora una volta, di creare condizioni di vero e proprio allarme sociale;

senza voler entrare nel merito della controversia giudiziaria tra i titolari delle strutture ambulatoriali private accreditate ed aderenti all'Anisap e l'Asp 5, riguardante la stipula del contratto relativo alle prestazioni da rendere da parte delle predette strutture agli utenti del Ssn per l'anno 20009 ed incentrata sulle modalità, sulla tempistica e sull'applicazione delle tariffe alle prestazioni sanitarie, ciò che si rileva è l'ennesima manifesta incapacità di gestire l'immediato, ponendo in evidenza inadempienze gestionali talmente preoccupanti, da giungere a minare dalle fondamenta la credibilità dell'ente in un settore nevralgico dell'economia regionale;

le gravi discordanze interpretative in riferimento al tariffario da applicare alle prestazioni sanitarie, con indicazioni difformi da parte dell'Asp e del Dipartimento alla Salute della Regione Calabria, ha ingenerato confusione ed incertezze che rischiano di arrecare, per l'ennesima volta, grave nocumento alle strutture private convenzionate ed agli utenti;

a seguito di accertamenti e verifiche relative all'excursus della normativa nazionale e regionale, ai fini della determinazione del tariffario effettivamente vigente, pare che un'errata interpretazione e “indicazione” da parte del Dipartimento alla Salute abbia determinato, di fatto, l'applicazione di tariffe diverse da parte della Regione rispetto a quelle “ufficiali”;

in considerazione di quanto avvenuto si paventa un procedimento per danno erariale, da parte della Giunta regionale, nei confronti dei funzionari del Dipartimento alla Salute, con possibili, conseguenti, gravi disagi economici per le strutture ambulatoriali private e gli utenti, che saranno probabilmente gli unici soggetti ad essere penalizzati, prospettandosi l'eventualità che si giunga a dover pagare per intero le prestazioni mediche;

a ciò si aggiunga che nulla è stato deliberato, a tutt'oggi, da parte degli organi competenti, in merito all'erogazione delle somme dovute da parte delle strutture ambulatoriali e relative agli anni 2007-2008-2009, con grave danno patrimoniale per gli operatori sanitari privati -:

se non ritenga opportuno avviare un tavolo di confronto con i rappresentanti dell'Anisap, per giungere alla definizione risolutiva della vertenza riguardante la stipula del contratto tra le strutture ambulatoriali private accreditate e l'Asp 5, concernente le prestazioni da rendere agli utenti del Ssn per l'anno 2009, ed evitare così un procedimento giudiziario che allo stato attuale sembra l'unica via percorribile;

quali provvedimenti si intendano adottare al fine di garantire, alle strutture ambulatoriali private in regime di convenzione con sede in Reggio Calabria e provincia, l'erogazione delle somme dovute e relative ai crediti pregressi maturati negli anni 2007-2008-2009;

quale sia la posizione dell'esecutivo regionale in riferimento alla controversa questione del tariffario applicato, su indicazione del Dipartimento alla Salute, alle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture private ambulatoriali in regime di convenzione; tariffario che non pare risulti conforme a quello vigente, a seguito delle sopraggiunte modifiche legislative e delle modifiche apportate da sentenze del Consiglio di Stato.

(406; 16.11.2009)

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di detentore di delega alla tutela della salute e sanità. Per sapere – premesso che:

ai sensi degli artt. 4 e 6 della L.R. n. 9 dell'11/05/2007 e s.m.i., L'Afor, Azienda forestale quale Ente strumentale della Regione Calabria, è stata soppressa e posta in liquidazione, disponendo contestualmente il trasferimento delle funzioni amministrative in materia di demanio forestale e di forestazione alle cinque Province calabresi;

con deliberazione di Giunta n. 342 del 04/06/2007 veniva nominato un Commissario liquidatore e un Commissario liquidatore con funzioni vicarie, approvando gli indirizzi per la sollecita, efficiente, economica realizzazione della fase di liquidazione e definendo nel contempo le attività loro assegnate per pervenire a tale risultato;

ai sensi dell'art. 4 della sopra citata legge, i Commissari liquidatori dovevano provvedere al trasferimento alle Provincie degli operai addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale;

i Presidenti delle Province calabresi hanno richiesto a più riprese confronti operativi con la Giunta regionale per il coordinamento e completamento del trasferimento delle funzioni;

a causa di non meglio esplicitate difficoltà subentrate, con successivi provvedimenti, veniva prorogato (al 30/06/2009 e poi al 31/12/2009) il passaggio delle risorse umane e strumentali alle Province;

la fase di liquidazione dell'Afor ha evidenziato, come rilevato dalla Corte dei Conti nella relazione al rendiconto generale d'esercizio, irregolarità contabili e gravi distorsioni di carattere amministrativo ed organizzativo;

nonostante l'Ente si trovasse di fatto soppresso e posto in liquidazione, i vertici aziendali procedevano alla stipulazione, mediante procedura negoziata, di una convenzione pluriennale per il noleggio di circa 700 pulmini da destinare al trasporto collettivo degli operai idraulico-forestali presso i cantieri di assegnazione;

le motivazioni addotte per giustificare tale convenzione venivano ravvisate nei risparmi di spesa a seguito del taglio dell'indennità chilometrica da corrispondere agli operai;

venivano previste nel testo della convenzione pesanti penalità in caso di recesso anticipato da parte dell'azienda regionale;

a seguito di varie problematiche intervenute per l'uso di tali mezzi collettivi, alcuni dirigenti siano stati di fatto "provocati o costretti" a dimettersi, avendo sollevato dubbi e perplessità sulle modalità esplicative del servizio -:

i motivi che in atto stanno impedendo il passaggio delle competenze e del personale alle Province;

i motivi di fatto che hanno impedito ai Commissari di procedere alla liquidazione dell'Ente nei tempi previsti dal piano da loro presentato, con aggravio del già precario bilancio aziendale;

i motivi per cui i Commissari liquidatori abbiano ritenuto di dover stipulare una convenzione pluriennale di autonoleggio con impegno di fondi regionali oltre il mandato temporale ricevuto, così ponendo le Province di fronte al fatto compiuto, e se siano previste eventuali penalità per il caso di recesso anticipato;

i motivi per cui i Commissari abbiano ritenuto di non coinvolgere le subentranti Province in merito alla decisione di avviare un nuovo sistema di trasporto collettivo degli operai;

se l'attività posta in essere dai Commissari liquidatori risulti conforme al mandato ricevuto dalla Giunta regionale;

se risultano già rendicontate, anche parzialmente, le spese sostenute per il noleggio dei pulmini e per il consumo di carburante degli stessi e se dalla rendicontazione si possa desumere l'eventuale risparmio di risorse;

la quantificazione dei risparmi di spesa ottenuti a seguito dell'entrata in vigore della convenzione rispetto al regime precedente;

quali e quanti fondi verranno trasferiti alle Province per la gestione delle nuove competenze;

con quali fondi saranno retribuiti gli operai idraulico-forestali nei prossimi mesi al fine di evitare la cassa integrazione per gli stessi;

se i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti siano stati regolarmente versati;

l'esito del tavolo di concertazione costituito con le varie parti interessate.

(407; 24.11.2009)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’attuale crisi finanziaria investendo ogni mercato, si è riversata sul sistema produttivo di tutte le economie mondiali, incidendo in modo sicuramente più forte su quelle più deboli, come la nostra;

tanto ha reso gravosa, in particolare, l'attività delle piccole e medie imprese che, con affanno, ancora operano sul territorio calabrese;

l'attuale governo regionale, non sembra abbia posto in essere iniziative valide, dirette a sostenere i suddetti soggetti, alla scopo di superare il periodo di contingenza economica negativa;

tuttavia, piccoli interventi, amministrativi e finanziari, potrebbero risultare indispensabili al fine di conferire nuova linfa alle economie imprenditoriali in stato di difficoltà;

stante la situazione di assoluta emergenza e l'immobilismo dell'Ente sulla tematica, a titolo propositivo si segnalano di seguito interventi di non impossibile realizzazione:

1. riproporre l’iniziativa già collaudata attraverso la L. 598/94, attraverso il consolidamento delle passività a breve delle imprese, accompagnato questa volta dalla, costituzione di un Fondo di garanzia, che certamente determinerebbe immediati vantaggi sui canti economici delle aziende;

2. utilizzare alle medesime condizioni il suddetto Fondo di garanzia in favore delle imprese, finanziate solo parzialmente a fondo perduto per l'avvio della propria attività, circa gli oneri economici su di esse direttamente gravanti, allo scopo di sostenerle ulteriormente nella delicata fase di avviamento e di consentire l'accesso al credito a soggetti altrimenti esclusi dalle rigide linee bancarie in materia;

3. dal punto di vista fiscale, potenziare il credito di imposta in favore delle nuove e valide iniziative imprenditoriali;

4. ridurre i tempi elefantiaci della P.A. per far fronte ai propri debiti per forniture e servizi in favore delle piccole imprese, ricorrendo persino a prestiti obbligazionari garantiti dalla Stato e giustificati dalla emergenza del momento. Ciò, consentirebbe all'Ente di emettere attestati di credito, con immediato smobilizzo delle economie delle singole impresi creditrici,

5. ridurre l'aliquota Irap, gravante appunto sulle attività produttive, incrementata inopinatamente, nel maggio u.s., dal Governatore regionale della 0,92%, a causa della malsana gestione del sistema sanitario regionale. Con tanto, l'Amministrazione regionale si porrebbe in linea con le intenzioni del Governo nazionale, che, proprio al fine di dare respiro alle imprese varie, si avvia verso la progressiva riduzione dell'imposta in discorso in ogni settore. Vi è inoltre, che in svariati giudizi pendenti dinanzi alla Corte costituzionale è persino in discussione la ratio di tale tributo, ritenuto dai più, lesivo del principio di capacità contributiva del cittadino. L'accoglimento della presente proposta porrebbe la Regione Calabria, avanti con i tempi ed in coerenza can gli sforzi di tutti per il rilancio dell'economia locale -:

se ed in che termini questo governo regionale intende intervenire a favore delle piccole e medie imprese della Calabria soggette a crisi finanziarie;

quali delle proposte in premessa formulate ritenga siano di immediata attuazione per la sopravvivenza della economia produttiva del. nostro territorio.

(408; 30.11.2009)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

già con precedente interrogazione presentata il 10.11.2009, il sottoscritto richiedeva lumi circa il patto di stabilità interno per le annualità 2008 e 2009, avendo, in particolare, appreso l'ufficialità dell'inadempimento da parte della Regione Calabria per l'anno 2008;

nelle more di ogni risposta, è stata approvata, dalla Giunta regionale, la deliberazione n. 751/09 avente come oggetto il seguente: "Patto di stabilità interno della Regione, Atto di indirizzo";

dal tenore testuale di parte motiva del citato provvedimento, con enorme stupore, non è dato evincere effettivamente quanto invece palesemente certificato in precedenza dal Dipartimento Bilancio dell'Ente, per l'anno 2008;

difatti, mentre per il periodo di cui sopra, la richiamata delibera rappresenta ancora ad oggi dubbi di interpretazione normativa circa il possibile rispetto del patto di stabilità, paradossalmente per l'anno 2009 rappresenta sin d'ora il rischio concreto dell'inadempimento di specie, dettando perciò linee di indirizzo, al fine di contenere la spesa dell'Ente nell'ultimo bimestre dell'anno, onde, dunque, rientrare negli obiettivi programmatici fissati, sempre, per il 2009;

naturalmente, al fine di non causare enorme danno all'Ente, fra tutte le spese autorizzate in tale contesto temporale, l'esecutivo regionale al punto 1) lett. f) dello stesso deliberato ha ritenuto indispensabile così statuire; “potranno essere rinnovati i comandi del personale necessario ad assicurare la continuità dei servizi”;

la confusione generata, dall'atto in questione, nello scrivente, nei fatti sembra aver coinvolto l'attività di molti diligenti e non discutibili Direttori generali della Giunta regionale, che sicuramente non ignorano i divieti imposti dall'art. 76 comma 4 legge l33/2008, che in caso di inadempimento al patto di stabilità, impediscono all'Ente poco virtuoso di procedere nell'anno successivo, all'assunzione di personale a qualsiasi titolo, con qualsiasi tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di Co.co.co., nonché, in elusione, alla stipula di contratti di servizi con soggetti privati;

difatti, all'uopo, non possono passare inosservati, in quanto palesemente in contrasto con la citata normativa, i vari avvisi pubblici provenienti dal Dipartimento Programmazione Comunitaria, i rinnovi di contratti di collaborazione coordinata e continuativa eseguiti, da ultimo, dal Dipartimento Bilancio, ma ancora più evidente l'attività del Dipartimento Turismo, che nel mese di novembre c.a. ha disposto senza remore il rinnovo contrattuale per oltre 15 collaboratori, addetti alla costituita "Struttura informativa turistico regionale";

ciò, lascia, senza dubbio, intendere il certo rispetto del patto di stabilità per l'anno 2008 da parte della Regione Calabria, poiché, stante l'attenzione degli assuntori degli atti or ora menzionati, giammai questi ultimi, contrariamente, si sarebbero determinati in questo senso, in quanto ossequiosi della Legge e consapevoli delle responsabilità personali in caso avverso;

d'altro canto, la stessa delibera n. 751 in modo esplicito non consente, nel periodo di riferimento, tali tipi assunzioni, considerato anche le alte professionalità esistenti fra tutti i dipendenti regionali, che potrebbero, senza alcun danno e ritardo per l'Ente ed anzi con minore spesa per lo stesso, svolgere le attività affidate in continuazione nella fattispecie, a soggetti esterni all'Ente;

per di più, tanto esternalizzare contrasta, oltre che con le linee di indirizzo, per il rispetto del patto 2009, dettate dalla delibera più volte richiamata, anche e persino con la politica programmatica avviata e perseguita in questi ultimi anni da codesta Giunta, per la razionalizzazione ed il dimensionamento del personale alle dipendenze dell'Ente -:

se la Regione Calabria, definitivamente, per l'anno 2008 ha rispettato o meno il patto di stabilità interno.

se così non fosse, quali iniziative intenderà avviare l’esecutivo regionale, nei confronti della citata attività di gestione, in quanto, allora, indiscutibilmente in contrasto con la normativa nazionale, oltre che con le linee di indirizzo dettate dalla Giunta per il contenimento della spesa in questo ultimo bimestre dell'anno 2009.

(409; 30.11.2009)

Feraudo. Al Presidente della Giunta regionale quale titolare di delega alla tutela della salute e sanità. Per sapere – premesso che:

in data 04/08/2009, veniva inaugurata la nuova sede del Centro di Riabilitazione sito in Acri alla via della Resistenza;

la nuova sede è stata fortemente voluta dagli utenti, dalle loro famiglie e dalle associazioni locali, in quanto precedentemente ospitato in locali assolutamente inadeguati per un dignitoso e funzionale Centro di Terapia Riabilitativa;

il predetto Centro serve oltre alla cittadina acrese anche a quella del comune di Santa Sofia D'Epiro con una popolazione complessiva di circa 30.000 abitanti e un territorio di oltre 200 km quadrati che, per la sua peculiare posizione geografica, lo rendono tra i più vasti e disagiati della provincia di Cosenza;

in occasione della inaugurazione del su menzionato Centro gli utenti, le famiglie e le associazioni firmatari delle iniziative, che ne hanno sostenuto l'apertura, con una lettera aperta e diffusa anche a mezzo stampa, chiedevano al Direttore generale dell'A.S.P. di farsi carico della risoluzione del problema della carenza dell'organico precedentemente posta in evidenza;

a causa dell'insufficienza dell'organico, molti disabili che necessitano di interventi riabilitati sono costretti o a lunghe liste di attesa o a rivolgersi a strutture private (con enorme aggravio di costi sul bilancio familiare nonché ulteriori costi per la collettività), o peggio, a rinunciare alla terapia. In questa seconda ipotesi il disabile va incontro, suo malgrado, a gravi conseguenze in termini di recupero funzionale e conseguente peggioramento della qualità della vita che mettono in atto veri e propri processi di esclusione sociale, indegni per una società che professa lo Stato di diritto;

a distanza di due mesi dalla inaugurazione, in data 02/11/2009, i rappresentanti delle Associazioni, il Direttore del Distretto e la Responsabile dell'U.O. di Riabilitazione, incontravano, presso la sede dell'A.S.P. di Cosenza in via degli Alimena, il Direttore generale dr. F. Petramala al quale sottoponevano ancora una volta la carenza dell'organico in cui versa il Centro di Riabilitazione di Acri;

nonostante la fiducia iniziale e la individuazione di parziali risoluzioni possibili, quali protocolli di intesa con enti locali circa l'utilizzo di alcune risorse professionali, dall'incontro sono emerse difficoltà in ordine alla reperibilità, ovvero, all'assunzione di quelle figure professionali di cui necessita urgentemente il Centro per dare adeguate risposte ai bisogni degli utenti in carico;

a causa delle note vicende economiche in cui versa la Sanità calabrese, il Direttore generale dr. F. Petramala, a fronte delle richieste di assunzione del personale necessario, sostenuta da tutti i presenti all'incontro, opponeva un netto rifiuto dichiarando la impossibilità a far fronte alle richieste –:

quali provvedimenti intende adottare, con la urgenza del caso, per assegnare al Centro di Riabilitazione di cui in premessa il personale necessario così da garantirne l'efficace funzionamento e l'efficienza dei servizi offerti.

(410; 30.11.2009)

Interrogazioni a risposta orale

Guerriero. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere - premesso che:

nell'ultimo decennio si è notevolmente intensificato il ricorso a contributi finanziari comunitari e regionali diretti ad incentivare l'occupazione;

gli ultimi bandi regionali legati a fondi comunitari (misura 12, 3.9, 3.13, 3.4), su indirizzo del Consiglio regionale che ha inteso dare un forte input all'occupazione stabile e indeterminata, hanno distribuito in tutto il territorio calabrese contributi finalizzati ad incentivare l'occupazione per decine di milioni di euro;

in tale ambito le aziende operanti nel campo dei contact center hanno ottenuto finanziamenti pari ad oltre 25 milioni di euro, di cui la maggior parte di essi è finita in aziende aventi strutture sia regionali che contestualmente extra regionali;

l'efficacia economica di detti provvedimenti non è stata ancora sottoposta ad accurato monitoraggio, se è vero, come è vero, che l'Azienda che ha incassato i maggiori contributi (Gruppo Phonemedia, oggi Omega) non paga da oltre tre mesi le retribuzioni ai propri dipendenti;

sono sorte molte aziende di contact center che stanno ingessando operatori di call center con contratti di precariato in attesa della definizione della misura 3.2;

la questione del “grado di effettività” dell'applicazione della normativa agevolativa non risulta ancora sufficientemente approfondita;

il ricorso a tale strumento incentivante ha consentito complessivamente la creazione di circa 5.000 nuove assunzioni. Esso è stato considerato, anche dall'opinione pubblica, tra le politiche occupazionali di maggiore incisività;

ad avviso dell'interrogante, non si è adeguatamente effettuata alcuna verifica preventiva circa il rispetto dei requisiti previsti ed esposizione di situazioni potenzialmente meritevoli di controlli ad hoc; sull'esposizione del contesto giuridico entro cui dovrebbero collocarsi i controlli, con particolare riferimento alla questione delle procedure e dei tempi entro i quali procedere agli eventuali recuperi d'imposta;

non si è delineato un iter operativo idoneo all'intercettazione di condotte devianti in materia di indebita fruizione dell'agevolazione;

alcune organizzazioni sindacali di categoria, Sic e Uilcom, hanno più volte richiesto alcuni approfondimenti volti a scandagliare, in prima approssimazione, la correttezza/coerenza delle condotte delle imprese che si sono avvalse del credito sempre le stesse organizzazioni sindacali hanno più volte evidenziato la possibilità che non vi sia un corretto utilizzo delle somme destinate alla formazione;

il fenomeno, se risultasse vero, andrebbe a minare la credibilità dell'ente Regione, in quanto soggetto erogatore e controllore del beneficio economico;

le norme che prevedono queste agevolazioni, ad avviso dell’interrogante, non sono interpretabili in deroga alla disciplina generale e vi è pertanto l'opportunità, relativamente ai controlli, di riscontri sull'effettività dei seguenti aspetti: rispetto del periodo triennale minimo di mantenimento del livello di occupazione agevolato; rispetto della normativa contributiva concernente le nuove assunzioni; osservanza della normativa concernente la destinazione della risorsa ottenuta finalizzata all'utilizzo nelle aree previste, in particolare per datori di lavoro con sede legale nelle regioni centro-settentrionali;

alla luce di quanto sopra esposto e stante l'imminente uscita di un nuovo bando finalizzato all'incentivazione dell'occupazione utilizzato per il perseguimento di obiettivi di incremento occupativo, si ritiene utile l'apprestamento di un quadro di regole e principi applicabili a tale particolare istituto, anche in relazione alla messa a punto di un quadro di certezze atte a consentire l'efficace svolgimento di controlli sulla legittima fruizione del beneficio. Quest'ultima condizione si rivela necessaria non solo per verificare la corretta destinazione del pubblico denaro, ma soprattutto per “testare” l'effettiva idoneità e la misura dell'incisività dello strumento impiegato al conseguimento degli obiettivi desiderati;

infine, il competente assessorato regionale, sin dal novembre 2008, è stato più volte informato da alcune organizzazioni sindacali di categoria in relazione:

- alla rilevanza del problema;

- alle tipologie di possibile violazione intercettate;

- all'opportunità di assicurare forme di monitoraggio sul fisiologico funzionamento della normativa agevolativa in esame;

- alla circostanza che vi è un gruppo di aziende ben definite che prima operava fuori dal C.C.N.L. previsto ed ora non eroga gli stipendi, a fronte degli oltre 11 milioni di euro percepiti -:

chiede se si intende predisporre un testo chiaro che escluda dai benefici tutte le aziende:

1) che abbiano contenziosi aperti con le parti sociali di categoria;

2) che fanno capo ad un unico gruppo piramidale all'interno del quale vi siano partecipate non in regola con i C.C.N.L. di riferimento;

3) dirette e/o partecipate, non in regola con il pagamento delle spettanze ai lavoratori e/o con il versamento dei contributi previdenziali;

4) nate nei 12 mesi antecedenti la pubblicazione dei bandi;

di revocare i contributi a tutte quelle aziende che registrano decremento di personale nel periodo di utilizzo dell'agevolazione;

di prevedere l'irrogazione - fatte salve le conseguenze di natura penale eventualmente derivanti dal rilascio di false dichiarazioni - di sanzioni rappresentate dalla perdita dei benefici fruiti;

di pianificare con immediatezza un congruo numero di controlli sulle aziende che hanno beneficiato dei contributi;

si chiede, inoltre, di trasmettere la presente interrogazione al Comando regionale della Guardia di Finanza, alla Corte dei conti e all'Agenzia delle Entrate, affinché valutino eventuali inosservanze in tema di fisco ed eventuali reati ad esso connesso.

(394; 27.10.2009)

Stancato. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’urbanistica. Per sapere - premesso che:

pare vengano affissi sui muri di Paola tabelle senza le dovute autorizzazioni;

se non ritengano opportuno verificare come sia possibile ciò;

se questo è veramente accaduto, se non ritengano di intervenire presso le istituzioni preposte per porre fine a questo scempio.

(395; 3.11.2009)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

nel comune di Molochio, cinque anni fa, sono stati ultimati i lavori delle nuove case popolari, lungamente attese dalle famiglie in stato di disagio economico che vivono nel centro della Piana di Gioia Tauro;

l'attuale amministrazione comunale ha stilato, tre anni fa, una graduatoria provvisoria degli aventi diritto, senza giungere, però, ad una definitiva assegnazione degli alloggi;

le case popolari di Molochio, nonostante la presenza di numerosi nuclei familiari in difficoltà costretti ad addossarsi spese d'affitto, non sono state ancora assegnate e l'intero iter appare frenato da colpevoli ritardi;

la mancata assegnazione degli appartamenti produce ogni giorno gravi danni economici alle famiglie di Molochio che avrebbero diritto ad usufruire dell'alloggio popolare, senza contare il danno erariale accumulato in questi ultimi cinque anni per la mancata riscossione del canone mensile -:

quali interventi l'esecutivo intenda assumere per supplire, come previsto dall'apposita legge regionale, ai ritardi dell'amministrazione comunale di Molochio;

se l'assessore regionale ai lavori pubblici non ritenga di procedere alla nomina di un commissario ad acta, per adempiere all'assegnazione delle case popolari di Molochio.

(405; 13.11.2009)

Interpellanza

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con vari avvisi pubblici sono state avviate di recente le procedure di selezione per Coordinatori tecnici di unità per progetti strategici integrati di sviluppo regionale (Pisr) sotto riportate:

progetto “Contrasto spopolamento delle aree interne e periferiche”

progetto “Sistema delle aree urbane regionali”

Progetto “Sistema ferroviario metropolitano regionale”

Progetto “Modernizzazione della pubblica amministrazione regionale”

Progetto “Polo Progetto "Polo Logistico Intermodale di Gioia Tauro"

Progetto “Legalità e Sicurezza in Calabria”

Progetto “Piano Regionale per le Infrastrutture Produttive - Parchi di Impresa Regionali”

Progetto “Arte Contemporanea”

Progetto “Eventi Culturali”

Progetto “Magna Grecia”

Progetto “Filiere Energetiche”

Progetto “Teatro in Calabria”

nei vari bandi di selezione sono previste figure di Esperti con specifiche professionalità;

tali progetti rivestono carattere strategico per lo sviluppo della Calabria;

per tali incarichi è auspicabile che sia individuate professionalità “tecniche” -:

le modalità ed i criteri di selezione di esperti in possesso di idonee “professionalità”;

i rimedi per evitare soprattutto in tale ultimo scorcio di legislatura regionale, “l’occupazione” e la “colonizzazione” di importanti spazi e ruoli nei programmi e progetti di notevole valenza mediante l’affidamento di incarichi a medio termine ad esponenti con evidenti trascorsi di militanza “politica” di centro-sinistra, attraverso la nota ed ormai triste pratica del “consenso pre-elettorale”;

quali iniziative intenda porre in essere per evitare eventuali anomalie nell’affidamento di tali incarichi”.

(9; 27.11.2009)

Risposta scritta ad interrogazione

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Chiesetta dei S.S Pietro e Paolo sita in via Capoderose, sorta nel centro di Cosenza nel 1972, è stata elevata a Parrocchia dal 21 novembre 2007 con Decreto di S.E. Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza –Bisignano, per quanto statuito nei cann.515 § 1-2; 518 dei C.I.C., sentito il parere ed ottenuta la piena soddisfazione dei Reverendi Parroci interessati, "audito Consilio Prebyterali" il 29 ottobre 2007;

la neo-Parrocchia oggi riesce ad accogliere circa 4.000 fedeli e non è solo luogo di preghiera, ma anche di incontro a tutto campo tra i fedeli, quelli che quotidianamente vi si recano a pregare e quelli che sono i semplici avventori in cerca di aiuto e di sostegno;

l'incremento demografico del territorio ricadente nella Parrocchia rende necessario il reperimento di spazi idonei, sia per celebrazioni liturgiche molto partecipate e sia per tutte quelle attività socio-culturali da sempre fucina dei valori dell' "uomo", che trova nell'istituzione della Chiesa il primo nucleo di Comunità solidale;

la Parrocchia è la cellula della comunità ecclesiale che sul territorio esprime e rende presente la Chiesa universale;

la Parrocchia offre un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le diversità umane che vi si trovano, dando il primo esempio tangibile di integrazione sociale, favorendo forme di cooperazione tra i fedeli e l'intera diocesi cosentina;

la Parrocchia è centro di ascolto per le problematiche sociali sempre più difficili da affrontare nel quotidiano e rappresenta uno spazio dedito all'incontro tra culture diverse in modo tale da costituire un ponte ideale tra il cuore della città e le vie periferiche dove la comunità dei Rom sono una realtà ben riconoscibile e verso cui con fatica si attuano processi di integrazione;

relativamente poco distante dalla Chiesa, è presente l'Associazione "Stella Cometa", rappresentazione terrena della carità cristiana, attraverso la quale il Parroco pro tempore Don Antonio Abruzzini, insieme ai tanti volontari si occupa, appunto, dei Rom e degli emarginati della realtà urbana di Cosenza nella sua globalità;

non lontano dalla Chiesa sono ubicati dei capannoni dismessi ed ancora in gestione delle Ferrovie della Calabria, con una vasta area attorno, su cui si potrebbe edificare un moderno complesso parrocchiale per soddisfare le esigenze ed i bisogni della Comunità ed in favore dalla quale creare quelle opportunità sociali di notevole pregio e ricaduta;

l'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, nella persona dell'Arcivesovo Metropolita S.E. Salvatore. Nunnari e la Parrocchia dei S.S. Pietro e Paolo, nella persona di Don Antonio Abruzzini, ha inteso promuovere una petizione popolare con una raccolta di firme, per altro già inoltrata al Presidente della Giunta Regionale On. Agazio Loiero ed al Presidente del Consiglio Regionale On. Giuseppe Bova, per la costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale dei S.S. Pietro e Paolo sui terreni dismessi delle Ferrovie della Calabria;

il territorio urbano su cui insiste la Parrocchia è ad alto disagio sociale e che la stessa è diventata nel tempo importante centro di aggregazione e propulsione di attività sociali, formative ed educative;

l'importante riconoscimento della Curia Vescovile di Cosenza, nella persona dell'Arcivescovo Metropolita Mon. Salvatore Nunnari, ha dato valore al quotidiano lavoro evangelico del Parroco pro tempore Don Antonio Abruzzini ed alla funzione sociale che la Chiesa è chiamata a svolgere nella complessa società odierna di cui ne interpreta i bisogni e le discrasie più aspre;

le Istituzioni in genere e specificatamente in questo caso la Regione, non si possono esimere dal considerare ed affiancare tutte le azioni ed iniziative tese a migliorare la qualità della vita ed il benessere della dignità dell'uomo, soprattutto in tempi di grave crisi economica ma anche di valori,che, specificatamente in questo caso, la Parrocchia di S.S. Pietro e Paolo svolge sul territorio cercando di dare risposte concrete di natura spirituale e materiale nei confronti di coloro i quali si sentono considerati "i vinti dalla vita" -:

quali iniziative intende porre in essere, evidentemente secondo le modalità previste dalla legislazione vigente, per accogliere le istanze provenienti dalla petizione promossa dall'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano;

se ritiene opportuno, condividendo lo spirito che anima tale iniziativa, promuovere una Conferenza di Servizi tra il Dirigente Generale del Dipartimento Bilancio e Patrimonio, l'Avvocatura Regionale e i rappresentanti dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e le Ferrovie della Calabria al fine di favorire ed incrementare le attività di solidarietà sociale attraverso l'individuazione ed attuazione dell'iter procedurale per i successivi provvedimenti di competenza.

(354; 16.06.2009)

Risposta – “In esito alla nota prot. 483 del 17 luglio 2009, relativa alla interrogazione a risposta scritta n. 354/08 a firma del Consigliere Regionale On. Franco Morelli, concernente la "concessione in comodato d'uso gratuito di un terreno di proprietà del Demanio Regionale già in uso alle Ferrovie della Calabria per l'edificazione della nuova chiesa dei S.S. Pietro e Paolo nei Comune di Cosenza" con la presente si relaziona doverosamente alla S.V., quanto segue:

il terreno oggetto della richiesta è stato trasferito alla Regione Calabria a seguito dell'“Accordo di Programma" approvato con deliberazione GR n. 2 dei 12 gennaio 2000 integrata e modificata dalla successiva deliberazione n. 38 del 28 Gennaio 2000 con le quali vengono disciplinate, ai sensi dell'art. 8 del D,Lgs 422197, (e modalità di trasferimento dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione alla Regione le funzioni ed i compiti di programmazione e di amministrazione inerenti i servizi al tempo esercitati dalia ex Gestione Commissariale delle Ferrovie della Calabria, oggi Ferrovie della Calabria s.r.l., la cui attuazione è stata disciplinata con DPCM 16 Novembre 2000;

con verbale provvisorio di consegna in data 12 Giugno 2003 a firma dei rappresentanti dell'Agenzia del demanio, del Ministero dei trasporti e della Navigazione e della Regione Calabria, il terreno medesimo è stato consegnato dallo Stato alla Regione Calabria;

con ulteriore verbale in pari data, lo stesso terreno è stato consegnato dalla Regione Calabria a Ferrovie della Calabria s.r.l.;

allo stato attuale non risulta effettuata fa trascrizione nei Registri Immobiliari in favore della Regione Calabria, così come previsto dall'AdP medesimo e dalla legge Regionale n. 9/2007 agli artt. 12 e 13.

Il terreno de quo è stato oggetto di una petizione popolare promossa dall'Arcidiocesi di Cosenza - Bisignano, nella persona dell'Arcivescovo metropolita Nunnari mons. Salvatore, e dalla Parrocchia SS  Pietro e Paolo di Cosenza, nella persona del Parroco Abbruzzini don Antonio.

Con tale petizione, in estrema sintesi, vengono rappresentate le attuali oggettive difficoltà logistiche e strutturali dei luoghi di fede e preghiera, non consoni alla dignità devozionale e insufficienti a garantire l'alta e nobile attività di socializzazione e di formazione delle varie fasce di età svolta dall'Azione cattolica e in genere dalle associazioni cattoliche.

Le procedure amministrative previste dalla normativa in vigore, finalizzate sia alla legittima acquisizione dei terreno medesimo, sia alfa sua eventuale concessione, contemplano:

trascrizione dei bene nella situazione di fatto e di diritto risultante dalle schede predisposte dal soggetto gestore Ferrovie della Calabria s.r.l., nei Registri Immobiliari, in favore della Regione Calabria, così come previsto dall'AdP e dalla legge Regionale n. 9/2007 agli artt. 12 e 13;

dichiarazione a firma del Direttore dell'Esercizio ferroviario delle Ferrovie della Calabria s.r,l., che il bene medesimo non riveste natura di utilità, funzionalità o strumentalità rispetto all'attività di trasporto ferroviario;

dichiarazione di disponibilità del bene da parte della Giunta regionale che interviene conseguentemente e contestualmente sul cambiamento dei regime giuridico del bene medesimo;

valutazione della G.R. in ordine all’alienabilità del bene ovvero all'attuazione di un regime concessorio di lunga durata. Poiché tali adempimenti sono comuni a tutta la massa dei beni provenienti dalle Ferrovie della Calabria, è in corso la predisposizione, unitamente al Settore Trasporti dei Dipartimento Organizzazione e Personale, la predisposizione di un atto che definisca ed autorizzi tutto l'iter procedurale per pervenire al completo perfezionamento degli atti occorrenti alla formale acquisizione di tali beni e quant'altro occorre per la successiva concessione.

Condividendo lo spirito che anima fa presente iniziativa, si fa riserva di fornire appena possibile notizie a riguardo in modo che, appena definiti tali adempimenti, si possa promuovere una Conferenza di servizi tra !a Regione Calabria - Dipartimento Bilancio e Patrimonio, l'Avvocatura Regionale, i rappresentanti dell'Arcidiocesi di Cosenza - Bisignano e le Ferrovie della Calabria s.r.l, finalizzata all'individuazione ed attuazione dell'iter procedurale per l'adozione dei successivi provvedimenti di competenza”.

dott. Luigi Bullotta - direttore generale

Agazio Loiero – Presidente della Giunta regionale

Proposta di legge numero 432/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 38” (Del. n. 388)

Art. 1

1. Alla legge regionale 29 ottobre 2009, n. 38, sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) all'articolo 4, comma 1, quarto rigo, dopo la parole "un" aggiungere la parola "segno";

b) all'articolo 4, comma 1, quinto rigo, dopo la parola "posto" aggiungere la parola “solo”;

c) all'articolo 4, comma 1, ultimo rigo, sostituire le parole "della scheda" con le parole "del voto";

d) all'articolo 4, comma 2, nono rigo, sostituire le parole "comma 2" con le parole "comma 1";

e) all'articolo 6, comma 3, primo rigo, sostituire le parole "comma 2" con le parole "comma 1 ".

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 433/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2009 n. 39” (Del. n. 389)

Art. 1

1. All'articolo 1, comma 1, della legge regionale 29 ottobre 2009, n. 39, le parole "mantenuto in servizio" sono sostituite con le parole "eccezionalmente prorogato".

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 434/8^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34” (Del. n. 390)

Art. 1

1. All'articolo 28 della legge regionale 19 ottobre 2009, n. 34, aggiungere il seguente comma:

"4. I proventi delle sanzioni vengono acquisiti nel rispetto delle previsioni di cui all’articolo 10, comma 4, della legge n. 44711 995".

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 378/8^, recante: “Assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2009” (Del. n. 391)

“Il Consiglio regionale

visto il documento contabile predisposto dal Settore Bilancio e Ragioneria, relativo all'assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009, nelle risultanze appresso specificate:

Avanzo d'esercizio 2008 - Assestamento bilancio di previsione del Consiglio regionale anno 2009

Avanzo d'esercizio anno 2008 € 17.813.483,04

Cap. Art. Sub.             Descrizione

2          1   70               Spese di rappresentanza del Presidente del

                                    Presidente del Consiglio regionale                                         100.000,00

2          1    71              Spese di rappresentanza del Presidente del

                                   Consiglio regionale per attività promozionali               100.000,00

4          1   120             Assegni fissi, indennità e contributi personale

                                   strutture amministrative del Consiglio regionale       3.500.000,00

4          1   121             Rimborso Enti per personale comandato struttura

                                   amministrativa del Consiglio regionale                      200.000,00

5          2   340             Spese per acquisto attrezzature informatiche,

                                   programmi e relativa manutenzione                                       50.000,00

5          2    341            Spese per costruzione sede nuovi organismi statutari        5.000.000,00

5          2    350            Spese per acquisto mobili, arredi, attrezzature e

                                   relativo materiale di consumo e manutenzione         463.483,04

5          3   400             Spese manutenzione, gestione immobili, impianti

                                   e reti cablate                                                                  1.450.000,00

5          3    401            Spese per opere di completamento, ampliamento,

                                   adeguamento ed ammodernamento della sede e degli

impianti                                                                           4.950.000,00

6          4   504             Contributi per stages ex L.R. n. 8/2007                           2.000.000,00

TOTALE                    € 17.81 3.483,04

Vista la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 78 del 23 novembre 2009, concernente: "Assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario anno 2009";

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

delibera

di approvare l'assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 nelle risultanze sopra indicate”.

Proposta di legge numero 334/8^, recante: “Tutela e valorizzazione degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autoctona della Calabria” (Del. n. 392)

Art. 1

(Finalità)

1. La presente legge, nel rispetto dei principi fondamentali dello Stato e delle norme comunitarie, disciplina organicamente le azioni e gli interventi diretti alla valorizzazione ed alla tutela degli alberi monumentali e della flora spontanea della Calabria che abbiano particolare interesse naturalistico, storico, paesaggistico, culturale ed etno-antropologico.

Art. 2

(Definizione di albero monumentale e di flora di alto pregio)

1. Si definiscono alberi monumentali le piante arboree di alto fusto di qualsiasi specie, ivi comprese quelle inserite nelle aree demaniali ed in quelle pubbliche, nelle proprietà private, nelle aree rurali e nei centri urbani, che possiedono rilevanti caratteristiche morfologiche, quali l'età secolare, le dimensioni ragguardevoli, il portamento, la forma peculiare, nonché la rarità botanica o l'accertato valore storico-antropologico derivato da citazioni o rappresentazioni in documenti storici.

2. Si definisce flora di alto pregio la vegetazione spontanea autoctona di qualunque specie vegetale presente sul territorio regionale e considerata specie rara e/o minacciata per la quale può essere necessario intraprendere progetti di tutela e di conservazione.

Art. 3

(Funzioni della Regione)

1. La Giunta regionale, in attuazione dell'articolo 46 dello Statuto regionale, conferisce alle Province tutte le funzioni amministrative inerenti le finalità di cui all'articolo 1.

2. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, elabora un piano di programmazione e coordinamento regionale che, in attuazione delle finalità di cui all'articolo 1, definisce le linee generali di tutela e valorizzazione ed, in particolare:

a) gli atti di indirizzo per l'istituzione dei Registri provinciali di cui all'articolo 5;

b) gli atti di indirizzo per la costituzione delle Consulte tecniche provinciali di cui all'articolo 4.

3. La Giunta regionale, in attuazione dell'articolo 60 della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34, promuove un sistema informativo regionale di tutela, valorizzazione e conservazione delle specie botaniche di cui all'articolo 2;

4. La struttura regionale preposta alla tutela dell'ambiente esercita le funzioni di conservazione della copia dei Registri provinciali di cui all'articolo 5 e promuove la pubblicazione degli stessi sul Bollettino Ufficiale Regionale.

5. La struttura regionale preposta alla tutela dell'ambiente definisce la metodologia di rilevazione e i contenuti informativi di una "scheda tipo" di identificazione allo scopo di predisporre il censimento degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autoctona da tutelare.

6. La "scheda tipo" di cui al comma precedente deve raccogliere almeno i seguenti dati: Comune, Località, dati catastali, coordinate geografiche, nome scientifico, nome comune, proprietà, notizie storico-culturali, condizioni, fitosanitarie, grado di vulnerabilità, rischi ed indicazioni di eventuali interventi per garantire la conservazione, fotografie e se trattasi di alberi, circonferenza, altezza ed età presumibile.

Art. 4

(Funzioni delle Province)

1. Le Province recepiscono il piano di programmazione regionale di cui all'articolo 3, comma 2, e garantiscono i livelli di tutela, valorizzazione e salvaguardia secondo le finalità della presente legge.

2. Per le finalità di cui all'articolo 1, le Province istituiscono e curano la composizione delle Consulte tecniche a cui affidare il compito dell'identificazione, validazione e censimento degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona di interesse naturalistico, paesaggistico-ambientale e storico-culturale presenti sul territorio provinciale.

3. Le Province concedono le autorizzazioni di cui all'articolo 6, comma 5, 6 e 7.

4. La Consulta, è composta da:

- Assessore provinciale all'Ambiente, o suo delegato, con funzioni di Presidente;

- Assessore provinciale ai Beni culturali, o suo delegato;

- Rappresentante designato dal Corpo Forestale dello Stato;

- Rappresentante designato dell’Ente Parco, o dagli enti parco, ricadenti nella corrispondente area provinciale;

- Rappresentante del mondo scientifico universitario;

- Rappresentante designato dall’UNCEM;

- Rappresentante designato dalle Associazioni ambientaliste;

- Assessore provinciale all'Agricoltura e Forestazione o suo delegato;

- Rappresentante provinciale designato dall’Ordine professionale degli Agronomi Forestali;

- Rappresentante provinciale designato dall'ordine professionale degli Agrotecnici ed Agrotecnici Laureati;

- Rappresentante provinciale designato dall’Ordine professionale dei Periti Agrari.

5. La Consulta ha il compito di:

a. procedere alla compilazione e alla tenuta dei Registri provinciali di cui all'articolo 5;

b. provvedere all'aggiornamento periodico dei Registri e promuovere la trasmissione al Dipartimento Regionale all’Ambiente;

c. formulare parere sull'eventuale abbattimento degli alberi di cui all'articolo 2, comma 1, inclusi nel Registro di cui all'articolo 5;

d. formulare parere in ordine all'autorizzazione per la raccolta, per quantità e tipologia, della flora di cui all'articolo 2, comma 2, inclusa nel registro di cui all'articolo 5 da utilizzare per scopi scientifici, didattici, farmaceutici e commerciali;

e. provvedere a stabilire le misure di tutela delle aree popolate dalle specie botaniche di alto pregio;

f. esprimere parere in ordine ai finanziamenti per gli interventi provinciali e regionali di cura e manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché di valorizzazione e tutela degli alberi di alto pregio e della flora spontanea autoctona di cui all'articolo 2 inseriti nel registro di cui all'articolo 5.

6. Le riunioni della Consulta sono valide con la partecipazione della maggioranza assoluta dei componenti.

7. La Consulta dura in carica per l'arco di una legislatura e svolge la sua attività fino all'insediamento dei nuovi componenti.

8. Ai componenti della Consulta spettano eventuali rimborsi spese previste dalle leggi vigenti in materia.

9. Per l'espletamento dei compiti ad essa affidati, la Consulta può chiedere pareri a specialisti delle diverse discipline.

Art. 5

(Registri informatici provinciali)

1. Sono istituiti presso l'Assessorato all'ambiente di ciascuna Provincia i Registri informatici provinciali degli alberi monumentali segnalati come "Alberi monumentali protetti" e della flora autoctona spontanea, contenenti le schede relative ai dati delle singole specie protette di cui al comma 6 dell'articolo 3.

2. I Registri provinciali sono articolati per sezioni e predisposti su supporto digitale.

3. L'inserimento nei Registri degli alberi monumentali e della flora autoctona spontanea avviene seguendo i criteri stabiliti dalle Consulte tecniche provinciali di cui all'articolo 4, attraverso il censimento operato dal Corpo Forestale dello Stato ed anche su indicazione delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane, degli Enti Parco, delle Associazioni ambientaliste e dei singoli cittadini.

4. Le proposte per l'inserimento delle specie nei Registri degli alberi monumentali ed in quello della flora protetta devono contenere i dati caratteristici dendrometrici, dendroauxometrici, morfologici e fitopatologici delle specie nonché i criteri di tutela e le indicazioni catastali pubbliche o private.

5. Le specie inserite nei Registri provinciali sono identificate come "Alberi monumentali e flora spontanea autoctona protetti".

6. La Giunta provinciale, sentito il parere della Consulta tecnica di cui all'articolo 4, ed avvalendosi del Corpo Forestale dello Stato predispone l'aggiornamento periodico biennale dei Registri delle specie sottoposte a tutela.

7. Ciascun Assessorato provinciale all’Ambiente provvede alla trasmissione dei Registri al Dipartimento regionale all'ambiente.

8. I Registri provinciali delle specie di cui all'articolo 2 sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria e comunicati agli Enti interessati.

Art. 6

(Iniziative di valorizzazione e tutela)

1. Di concerto con le Consulte tecniche di cui all'articolo 4, le Province promuovono e sostengono specifici progetti di valorizzazione e tutela degli alberi monumentali e della flora autoctona spontanea da realizzarsi con gli Enti locali, con le Università, con le Istituzioni culturali e con le Associazioni ambientaliste. Tali iniziative puntano alla creazione di una coscienza il più ampia possibile sul concetto di tutela ambientale e vegetale.

2. Le Province promuovono l'immagine delle specie di cui all'articolo 2 anche ai fini turistici nel rispetto dei principi di ecosostenibilità.

3. Dopo la pubblicazione definitiva degli elenchi contenuti nei Registri di cui all'articolo 5, le specie di alto pregio sono automaticamente sottoposte a vincolo storico-paesaggistico di cui al D.L.vo 22 gennaio 2004, n 42 e sue modifiche ed integrazioni. Per esse saranno previste adeguate forme di valorizzazione e tutela. I Comuni interessati sono tenuti a riportare nei propri strumenti urbanistici gli alberi e la flora spontanea inseriti nel registro di cui all'articolo 5 e le relative aree di pertinenza, dettando eventuali ulteriori apposite norme di tutela.

4. E' fatto divieto a chiunque abbattere senza autorizzazione, espiantare, danneggiare, spostare o modificare la struttura delle specie di cui all'articolo 2 inserite nei Registri provinciali di cui all'articolo 5.

5. L'abbattimento, lo sradicamento o lo spostamento delle specie di cui all'articolo 2, comma 1, incluse nei Registri di cui all'articolo 5 collocate su suolo pubblico o privato può essere autorizzato dall'Amministrazione provinciale, previo parere espresso dalla Consulta tecnica provinciale, solo per esigenze di pubblica utilità, o di pubblica incolumità o per esigenze fitosanitarie e comunque dopo aver accertato l'impossibilità ad adottare soluzioni alternative volte ad evitare l'abbattimento.

6. L'autorizzazione all'abbattimento, allo sradicamento o allo spostamento di cui al precedente comma deve essere comunicata per competenza al Corpo Forestale dello Stato e al Dipartimento regionale Agricoltura e Forestazione.

7. Le autorizzazioni all'abbattimento delle specie di cui all'articolo 2, comma 1, inserite nel registro di cui all'articolo 5 possono essere subordinate al reimpianto di esemplari appartenenti alla stessa specie secondo modalità e tempi indicati nell'atto stesso di autorizzazione.

Art. 7

(Controllo e monitoraggio)

1. Le funzioni di controllo, sorveglianza e monitoraggio delle specie di cui all'articolo 2 sono esercitate dal Corpo Forestale dello Stato sulla base di apposita convenzione.

2. Attività di controllo possono altresì essere svolte dalle Polizie provinciali e municipali, dalle guardie venatorie ed ecologiche volontarie.

Art. 8

(Sanzioni)

1. E' fatto divieto a chiunque di abbattere, sradicare, spostare e commercializzare senza autorizzazione alberi monumentali o flora autoctona spontanea, in proprietà pubblica o privata, inseriti nei registri provinciali di cui all'articolo 5.

2. E' fatto divieto a chiunque destinare e trasportare alberi monumentali o flora di cui all'articolo 2, inseriti nel registro di cui all'articolo 5, per scopi vivaistici e/o ornamentali.

3. Chiunque violi le disposizioni contenute nella presente legge è sottoposto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 1.000 ad un massimo di euro 10.000 per ogni pianta interessata.

4. Il soggetto autorizzato all'abbattimento di cui all'articolo 6, comma 5, che non esegua il reimpianto di cui all'articolo 5, comma 6, è punito con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 500 ad un massimo di euro 2.000.

5. Salvo l'applicazione della legge penale, per le sanzioni previste dalla legge, si adotteranno le procedure e le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689.

6. L'area di pertinenza delle piante abbattute senza autorizzazione non può essere utilizzata per diversa destinazione che non sia quella di verde, verde attrezzato , rurale o equipollenti.

7. i comuni ed i soggetti gestori nel cui territorio è stata commessa la violazione con le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689, esercitano il potere sanzionatorio ed utilizzano le risorse finanziarie così acquisite per la tutela, valorizzazione e reimpianto degli alberi monumentali.

Progetto di legge numero 431/8^, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11/2009 su “Ripiano del disavanzo d’esercizio per l’anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale” (Del. n. 393)

Art. 1

1. All’articolo 5, comma 1, della legge regionale 30 aprile 2009, n. 11 le parole “31 dicembre 2009” sono sostituite dalle seguenti “31 dicembre 2010”.

Ordine del giorno numero 57 “In ordine alla gestione dei beni confiscati alla mafia”

Il Consiglio regionale della Calabria

vista la legge de 7 marzo 1996, n. 109 "Disposizioni in materia di gestione di beni sequestrati o confiscati" e l'articolo 2-undecies - Comma 2 della Legge 575/65 in materia di "Disposizioni contro la mafia", che escludono la possibilità di vendita dei beni confiscati prevedendone l'esclusivo utilizzo a fini sociali direttamente da parte dello Stato o di soggetti del terzo settore;

vista l'adesione del Consiglio regionale della Calabria all'appello Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie e di Libera "Nomi e Numeri contro le mafie";

vista la proposta di modifica n. 2.3000 testo 3 al DDL 1790 per la finanziaria 2010, approvato dal Senato il 13 novembre 2009;

visto in particolare l'articolo 2, comma 18-sexiesvicies che prevede l'introduzione della possibilità di vendita dei beni confiscati alle mafie;

visto l'elevato rischio che in tutti i territori ad alta infiltrazione mafiosa la vendita di un bene confiscato non significhi altro che una nuova possibilità di acquisto da parte dei procedenti proprietari;

vista la necessità di incrementare gli sforzi nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie che operano nel territorio del nostro paese;

vista l'importanza di sottrarre in maniera definitiva e certa alle organizzazioni criminali gli ingenti patrimoni accumulati grazie alle attività illecite;

esprime la propria preoccupazione che l'introduzione di tale norma possa essere fonte di assoluta incertezza nell'utilizzo dei beni confiscati ed essere quindi un elemento di indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata;

condivide la richiesta dell'associazione Libera, di Avviso Pubblico e dei familiari delle vittime delle mafie di normative efficaci e scelte concrete capaci di potenziare l'attività di coloro che quotidianamente sono impegnati nella lotta alle mafie;

esprime quindi il proprio auspicio perché il Parlamento sappia trovare le modalità con cui sostenere e facilitare la trasformazione dei beni confiscati, come oggi, faticosamente, sta avvenendo grazie all'applicazione della legge 109/96, in segni tangibili di legalità e giustizia;

chiede

al Parlamento e in particolare alla Camera dei Deputati di ritirare il suddetto emendamento che verrebbe a compromettere in maniera rilevante l'impianto legislativo di contrasto alla mafia che ha nella confisca dei beni e nel loro utilizzo a scopi sociali uno degli strumenti più efficaci di lotta alla criminalità organizzata;

chiede

altresì di potenziare l'applicazione della legge 109/96 istituendo l'agenzia per i beni confiscati

chiede

al Presidente del Consiglio regionale della Calabria di trasmettere il testo dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale al Presidente della Repubblica al Presidente del Senato, al Presidente della Camera ed al Presidente del Consiglio dei ministri.

Proposta di legge numero 429/8^, recante: “Proroga termine legge regionale 31 marzo 2009, numero 10” (Del. n. 394)

Art. 1

1. Il termine di cui al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 31 marzo 2009, n. 10 è prorogato al 30 giugno 2010.

2. La Giunta regionale, entro e non oltre 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, approva il regolamento di attuazione previsto dall'articolo 4 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18.

Progetto di legge numero 405/8^, recante: “Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera” (Del. n. 395)

Art. 1

(Disposizioni in materia di classificazione alberghiera)

1. I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenuti negli allegati di cui all'articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera" ed all'articolo 6 della legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta" sono modificati secondo le tabelle di cui all'allegato A.

2. Ai fini della presente legge, per interventi di nuova costruzione o ristrutturazione si intendono quelli subordinati a permesso di costruire ai sensi dell'art. 10, comma 1, lettera c) del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) fatte salve da tali provvedimenti legislativi.

3. Gli alberghi, i motel o i villaggi albergo, sono classificati in cinque classi contrassegnate da stelle, in base agli standard qualitativi obbligatori minimi indicati nell'allegato A della presente legge con le seguenti specificazioni:

a) per alberghi, motel o villaggi albergo già classificati e autorizzati e non interessati da interventi di ristrutturazione o ampliamento sono obbligatori i soli requisiti minimi previsti dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera" e dalla legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta";

b) in caso di nuova apertura o di ristrutturazione, gli alberghi, i motel e i villaggi albergo sono classificati secondo gli standard minimi qualitativi indicati nell'allegato A, alla presente legge. In caso di incremento dei volumi senza modifica delle parti esistenti, detti standard minimi devono essere applicati unicamente ai nuovi volumi;

c) in caso di alberghi, motel o villaggi albergo interessati da interventi di costruzione o ristrutturazione per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge siano già stati presentati agli uffici competenti i progetti relativi a interventi di costruzione o ristrutturazione, per dette strutture non si applicano i requisiti minimi di cui alla presente legge, bensì i requisiti minimi previsti dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, recante "Disciplina della classificazione alberghiera', e dalla legge regionale 11 luglio 1986, n. 28, recante "Ricezione turistica all'aria aperta";

d) per gli alberghi da insediarsi o già insediati in edifici tutelati e censiti dalle Soprintendenze come di interesse storico e/o monumentale, o comunque sottoposti ad altre forme di tutela ambientale o architettonica per le quali si può derogare in funzione della loro integrale conservazione e preservazione, non è obbligatoria l'adesione ai nuovi standard, limitatamente ai requisiti strutturali e dimensionali, ove fossero in contrasto con la migliore conservazione dei valori storico culturali degli edifici.

4. A far data dal giorno successivo alla pubblicazione della presente legge, la classificazione di alberghi, motel o villaggi albergo, cioè la prima classificazione della struttura nuova, o, per quelle già esistenti alla scadenza del periodo di validità di quella già ottenuta, la classificazione a rinnovo e attribuita in base ai nuovi standard minimi di cui all'allegato A.

5. In ogni caso, per tutti gli alberghi, i motel e i villaggi albergo, l'adeguamento ai nuovi standard minimi ad essi applicabili è completato e dimostrato entro il 31 dicembre 2010 con la presentazione agli enti competenti della scheda di denuncia, in base alla quale l'organo competente attribuisce alle strutture una nuova classificazione secondo i nuovi requisiti minimi, che sostituisce la precedente.

6. La Giunta regionale, su proposta del competente Dipartimento, è autorizzata ad adottare un regolamento per il controllo periodico sul mantenimento da parte delle strutture ricettive degli standard minimi di cui all'allegato A della presente legge.

Art. 2

(Entrata in vigore)

l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

"ALLEGATO A"

Prospetto di definizione degli standard minimi nazionali dei servizi e delle dotazioni per la classificazione degli alberghi

Alberghi ad una stella

Servizio di ricevimento

- assicurato 12 ore su 24

Servizio di notte

- addetto disponibile a chiamata

Servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento

- assicurato a mezzo carrello

Servizio custodia

- in cassaforte dell'albergo

Servizi alle camere

- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno

- cambio della biancheria da camera una volta alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

- cambio della biancheria da bagno due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

Servizi Vari

- servizio fax e fotocopiatrice

Sale o aree comuni

almeno un'area per uso comune che può coincidere con la sala ristorante o colazione

- punto ristoro, anche con distributore automatico

Servizi igienici e bagni ad uso comune

- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso

- bagni completi ad uso comune delle camere prive di bagno privato nella misura di un bagno ogni 8 posti letto o frazione non serviti di WC con minimo di uno per piano

Bagni privati nelle camere

- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 40% delle camere

Camere

- un numero minimo di sette camere

per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista

- per la camera singola una superficie minima di 8 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per la camera doppia una superficie minima di 14 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per ogni ulteriore posto letto una superficie minima di 6 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per il bagno privato completo una superficie minima di 3 metri quadrati salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali

Dotazione dell'esercizio alberghiero

riscaldamento

- in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate.

dotazioni varie

- televisore ad uso comune

- apparecchio telefonico ad uso comune

Dotazione delle camere

- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce sul comodino)

- lavabo dotato di acqua calda e fredda con specchio e presa di corrente (se privo di servizi igienici)

- chiamata del personale con citofono o campanello

Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)

- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)

- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino

- materiale d'uso per l'igiene della persona

- cestino rifiuti e sacchetti igienici

Alberghi a due stelle

Servizio di ricevimento

- assicurato 12 ore su 24

servizio di notte

- addetto disponibile a chiamata

servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento

- assicurato a mezzo carrello

servizio custodia

- in cassaforte dell'albergo

Servizio di prima colazione

- in sale o aree comuni destinate anche ad altri usi

Servizi alle camere

- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno

- cambio della biancheria da camera due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

- cambio della biancheria da bagno tre volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

Servizi vari

- servizio fax e fotocopiatrice

Sale o aree comuni

- di superficie complessiva, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza - punto ristoro, anche con distributore automatico

Servizi igienici e bagni ad uso comune

- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e10 di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso

- bagni completi ad uso comune delle camere prive di bagno privato nella misura di un bagno ogni 6 posti letto o frazione non serviti di WC con minimo di uno per piano

bagni privati nelle camere

il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere all’80% delle camere

Camere

- un numero minimo di sette camere

per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista

- per la camera singola una superficie minima di 8 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per la camera doppia una superficie minima di 14 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per ogni ulteriore posto letto una superficie minima di 6 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per il bagno privato completo una superficie di 3 metri quadrati salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali

Dotazione dell'esercizio alberghiero

ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)

obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)

riscaldamento

in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate

dotazioni varie

- televisore ad uso comune

- apparecchio telefonico ad uso comune

Dotazione delle camere

- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce sul comodino)

- sgabello o ripiano apposito per bagagli

- lavabo dotato di acqua calda e fredda con specchio e presa di corrente (se privo di servizi igienici) - chiamata del personale con citofono o campanello

Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)

- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)

- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino

- materiale d'uso per l'igiene della persona

- cestino rifiuti e sacchetti igienici

Alberghi a tre stelle

Servizio di ricevimento

- assicurato 16 ore su 24

Servizio di notte

- addetto disponibile a chiamata

servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento

- assicurato a mezzo carrello

servizio custodia

- in cassaforte dell'albergo

Servizio di bar

- 12 ore su 24 con addetto

Servizio di bar reso anche nelle camere

- 12 ore su 24 con addetto

Servizio di prima colazione

- in sale o aree comuni destinate anche ad altri usi

Servizi alle camere

- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno

- cambio della biancheria da camera due volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

- cambio della biancheria da bagno tre volte alla settimana salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

Lingue estere

- una lingua

Servizi vari

- divise per il personale

- servizio fax e fotocopiatrice

- servizio internet riservato agli alloggiati

Sale o aree comuni

- sala ristorante (se previsto servizio)

- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. l per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 10%)

- sala o area bar in locale comune

Servizi igienici e bagni ad uso comune

- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e10 di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso

Bagni privati nelle camere

- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere

Camere

- un numero minimo di sette camere

per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista

- per la camera singola una superficie minima di 8 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per la camera doppia una superficie minima di 14 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per ogni ulteriore posto letto una superficie minima di 6 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per il bagno privato completo una superficie di 3 metri quadrati salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali

Dotazione dell'esercizio alberghiero

ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)

- obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)

riscaldamento

- in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate

dotazioni varie

- televisore ad uso comune

- apparecchio telefonico ad uso comune

Dotazione delle camere

- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)

- sgabello o ripiano apposito per bagagli

- televisore

- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna

- cassetta di sicurezza (50% sul n. camere)

- chiamata del personale a mezzo telefono

Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)

- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)

- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino

- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona

- asciugacapelli

- cestino rifiuti e sacchetti igienici

Alberghi a quattro stelle

Servizio di ricevimento

- assicurato 16 ore su 24

servizio di notte

- portiere di notte

servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento

- a cura di addetto

servizio custodia

- in cassette di sicurezza singole nelle camere

Servizio di bar

- 16 ore su 24 con addetto

servizio di bar reso anche nelle camere

- 16 ore su 24 con addetto

Servizio di prima colazione

- in sala apposita o ristorante

- servizio di prima colazione reso anche nelle camere negli orari previsti per la colazione

Servizio di ristorante

- in sala apposita, se previsto il servizio

Servizi alle camere

- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno con riassetto pomeridiano

- cambio della biancheria da camera tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

- cambio della biancheria da bagno tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

Lingue estere

- due lingue

Servizi Vari

- servizio di lavaggio e stiratura biancheria ospiti con consegna entro le 24 ore

 - divise per il personale

- servizio di parcheggio assicurato dalle 8 alle 22 per almeno il 50% delle camere

- servizio fax e fotocopiatrice

- servizio internet riservato agli alloggiati

Locali a servizio degli alloggiati

- vano adibito a guardaroba e deposito bagagli

Sale o aree comuni

- sala ristorante (se previsto servizio)

- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 30%)

- sala o area bar in apposito locale

- sala o area prima colazione

- sala o area riservata per riunioni

Servizi igienici e bagni ad uso comune

 - servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso

Bagni privati nelle camere

 - il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere

Camere

- un numero minimo di sette camere per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista

- per la camera singola una superficie minima di 9 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per la camera doppia una superficie minima di 15 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per ogni ulteriore posto letto una superficie minima di 6 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per il bagno privato completo una superficie di 4 metri quadrati salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali

Dotazione dell'esercizio alberghiero

ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)

 - obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)

Riscaldamento

 - in tutto l'esercizio esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva, il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate

Impianto di condizionamento dell'aria

- nei locali comuni e regolabile dal cliente nelle camere a quote altimetriche inferiori a 500 metri slm

dotazioni varie

- televisore ad uso comune

 - apparecchio telefonico ad uso comune

Dotazione delle camere

- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)

- sgabello o ripiano apposito per bagagli

- poltrona

- televisore

- rete TV satellitare

- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna

- connessione a internet

- cassetta di sicurezza (100% sul n. camere)

- frigo bar

- chiamata del personale a mezzo telefono

Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)

 - chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)

- accappatoio da bagno a persona

- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino

- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona

- asciugacapelli

- cestino rifiuti e sacchetti igienici

Alberghi a cinque stelle

Servizio di ricevimento

- assicurato 24 ore su 24

Servizio di notte

- portiere di notte

servizio di trasporto bagagli negli orari in cui è garantito il ricevimento

- a cura di addetto

Servizio custodia

- in cassette di sicurezza singole nelle camere

Servizio di bar

- 16 ore su 24 con addetto

Servizio di bar reso anche nelle camere

- 24 ore su 24 con addetto

Servizio di prima colazione

- in sala apposita o ristorante

- servizio di prima colazione reso anche nelle camere negli orari previsti per la colazione

Servizio di ristorante

- in sala apposita

- servizio di ristorante reso anche nelle camere negli orari previsti per la ristorazione

Servizi alle camere

- servizio di pulizia nelle camere una volta al giorno con riassetto pomeridiano

- cambio della biancheria da camera tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

- cambio della biancheria da bagno tutti i giorni salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente

Lingue estere

- tre lingue

Servizi vari

- servizio di lavaggio e stiratura biancheria ospiti con consegna in giornata

- divise per il personale

- servizio di parcheggio 24 ore su 24 ore (80% delle camere)

- servizio fax e fotocopiatrice

- servizio internet riservato agli alloggiati dotazioni varie

- televisore ad uso comune

- apparecchio telefonico ad uso comune

- ingresso protetto da portico o pensilina (salvo deroghe in caso di strutture soggette a vincoli)

Dotazione delle camere

- arredamento di base (letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto, sedia o altra seduta per letto, tavolino, armadio, specchio, cestino, punto luce su comodino)

- sgabello o ripiano apposito per bagagli

- poltrona

- televisore

- rete TV satellitare

- telefono obbligatorio abilitazione chiamata esterna

- connessione a internet

- cassetta di sicurezza (1 00% sul n. camere)

- frigo bar - misure atte a ridurre i rumori

- chiamata del personale a mezzo telefono

Dotazione dei bagni privati completi (lavabo, WC, bidet, vasca o doccia)

- chiamata di emergenza in tutti i servizi igienici (privati e comuni)

- accappatoio da bagno a persona

- asciugamani e teli bagno in numero adeguato agli ospiti e tappetino

- oggettistica e materiale d'uso per l'igiene della persona

- asciugacapelli - cestino rifiuti e sacchetti igienici

Locali a servizio degli alloggiati

- vano adibito a guardaroba e deposito bagagli

Sale o aree comuni

- sala ristorante

- di superficie complessiva, esclusa l'eventuale sala ristorante, non inferiore a mq. 4 per le prime 10 stanze, mq. 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq. 0,5 per ogni ulteriore stanza (maggiorata del 50%)

- sala o area bar

- sala o area soggiorno/lettura/divertimento

- sala o area prima colazione

- sala o area riservata per riunioni

Servizi igienici e bagni ad uso comune

- servizi igienici destinati ai locali e aree comuni e/o di somministrazione di alimenti e bevande con gabinetto distinto per sesso

bagni privati nelle camere

- il numero dei locali bagno completi dotati di acqua calda e fredda deve corrispondere al 100% delle camere

Camere

- un numero minimo di sette camere per quanto riguarda la superficie delle camere e bagni privati deve essere prevista

- per la camera singola una superficie minima di 9 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per la camera doppia una superficie minima di 16 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per ogni ulteriore posto letto una superficie minima di 6 metri quadrati al netto dei bagni privati

- per il bagno privato completo una superficie di 5 metri quadrati salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali

Dotazione dell'esercizio alberghiero

ascensore clienti (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)

- obbligatorio per edifici superiori a due livelli (compreso i piani interrati qualora forniti, anche in parte, di locali a servizio degli ospiti)

- ascensore di servizio o montacarichi (salve le deroghe previste da norme nazionali o regionali)

Riscaldamento

- in tutto l'esercizio, esclusi gli alberghi con apertura limitata alla stagione estiva. In tali strutture, qualora temporaneamente aperte in stagione non estiva il riscaldamento deve essere comunque assicurato in tutte le aree dell'esercizio effettivamente utilizzate impianto di condizionamento dell'aria

- nei locali comuni e regolabile dal cliente nelle camere a quote altimetriche inferiori a 500 metri slm.

Progetto di legge numero 430/8^, recante: “Provvedimento di variazione alla Tabella C allegata alla Legge 12 giugno 2009, numero 20, recante: <<Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della regione Calabria>>” (Legge Finanziaria) (Del. n. 396)

Art. 1

1. Alla tabella C allegata alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 20, sono apportate, ai sensi degli articoli 3 e 10, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, le modifiche indicate nella tabella allegata.

2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

Art. 2

1.      La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 368/8^, recante: “Approvazione protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su <<Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità>>” (Del. n. 397)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 613 del 21 settembre 2009 che approva il protocollo d'intesa tra gli Assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su "Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità" finalizzato a promuovere la partnership interregionale in campo oncologico tra Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia;

rilevato che, a norma dell'articolo 16, lettera o) del vigente Statuto della Regione Calabria, compete al Consiglio regionale deliberare la ratifica delle intese della Regione con altre Regioni;

delibera

di approvare lo schema di protocollo di intesa, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante”.

Allegato alla deliberazione n. 397 del 30 novembre 2009

Protocollo di Intesa tra gli Assessori della Salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia su "Equo Accesso a Cure Oncologiche Personalizzate e di Alta Qualità"

Considerato che:

la patologia oncologica rappresenta un problema di salute pubblica dal peso epidemiologico rilevante sia per incidenza che per prevalenza e mortalità;

è necessario garantire a ogni cittadino la possibilità di ricevere nei tempi e nelle modalità adeguate il massimo in termini di diagnosi e di cura attualmente messo a disposizione dalle best practice in ognuna delle fasi che caratterizzano la malattia cancro secondo un modello di continuous care (prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione, follow-up, cure palliative);

gli indicatori epidemiologici correlati al cancro hanno evidenziato nelle regioni meridionali un'evoluzione meno favorevole che nel resto d'Italia nonostante la presenza di valide competenze professionali;

l'andamento epidemiologico sfavorevole è in parte riconducibile ad una disomogenea e carente organizzazione dell'assistenza sanitaria oncologica nel Sud d'Italia, responsabile anche di una iniqua e spesso ingiustificata migrazione sanitaria dal Sud verso il Nord, le cui ricadute economiche per le regioni meridionali sono stimabili in oltre un miliardo di euro, senza considerare i rilevanti costi sociali a carico delle comunità;

e preso atto:

- che si rende necessaria la costituzione di un Coordinamento Tecnico-Scientifico (CTS) di manager sanitari e amministrativi, orientato all'Oncologia che faccia proprie le attività già avviate tra le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia nel corso del Forum svoltisi a Napoli nel 2007 e 2008;

- che tale CTS provvederà ad elaborare una proposta di riorganizzazione e di ottimizzazione della Rete dei Servizi Sanitari Regionali impegnati nella erogazione di prestazioni di interesse oncologico e a definire un sistema integrato di servizi che coordini in maniera globale l'assistenza oncologica dalla Prevenzione alle Cure Palliative al fine di garantire un equo accesso all’Alta Tecnologia e ai Farmaci Innovativi di alto costo;

- che il CTS dovrà individuare, proporre e trasferire alle Regioni un modello da condividere per quel che riguarda i vari step che compongono il processo di continuous care della malattia oncologica;

si conviene la stipula di un Protocollo di Intesa tra gli Assessori della Salute delle seguenti Regioni:

- Regione Basilicata;

- Regione Calabria;

- Regione Campania;

- Regione Puglia;

- Regione Sicilia;

per il quale le suddette Regioni si impegnano:

1. A costituire un coordinamento tecnico scientifico (CTS) di manager sanitari e amministrativi, orientato all'Oncologia composto da un massimo di tre componenti per ciascuna Regione partecipante;

2. Ad adottare il modello organizzativo di continuous care della malattia oncologica che sarà elaborato dal CTS;

3. Ad implementare tale modello progettuale nel proprio territorio, garantendone la realizzazione in coerenza con i requisiti e gli standard previsti;

4. A richiedere congiuntamente specifici finanziamenti a sostegno delle attività progettuali del CTS, anche facendo ricorso ai bandi di ricerca sia in campo Nazionale che Europeo in materia (ad es. ricerca finalizzata ex art. 12/502 ed altri).

F.to: Assessore della Salute della Regione Basilicata

F.to: Assessore della Salute della Regione Calabria

F.to: Assessore della Sanità della Regione Campania

F.to: Assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia

F.to: Assessore alla Sanità della Regione Sicilia

Proposta di provvedimento amministrativo numero 367/8^, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Co.Re.Com. Calabria per l'anno 2010” (Del. n. 398)

"Il Consiglio regionale

vista la legge 6 agosto 1990, n. 223, concernente "Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato";

vista la legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, e s.m. ed i., istitutiva del Co. Re. Com. Calabria, e segnatamente l'articolo 10;

visto il Regolamento concernente l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni, approvato con delibera del 12 maggio 2001, n. 2;

delibera

di approvare il Programma di attività e fabbisogno finanziario per l'anno 2010, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale".

Allegato alla deliberazione n. 398 del 30 novembre 2009

Programma di attività per l'anno 2010, ai sensi dell'articolo 10, comma 1 della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2.

1. Funzioni proprie

1.1 Vigilanza sull'inquinamento elettromagnetico

L'attività di pianificazione e risanamento degli impianti di alta frequenza, che generano livelli di campo elettromagnetico superiori a quelli compatibili con la salute umana, già avviata negli scorsi anni, sarà periodicizzata.

Saranno effettuate almeno due sopralluoghi al mese e riguarderanno il territorio delle cinque province della regione.

La vigilanza sarà effettuata se del caso congiuntamente a tecnici Arpacal. A tal fine, per meglio razionalizzare questi interventi, le si proporrà di sottoscrivere un accordo di collaborazione.

1.2 Monitoraggio della programmazione radiotelevisiva locale

1.2.1 Analisi dei palinsesti delle emittenti radiotelevisive locali

Il Comitato come per gli anni scorsi, anche in previsione della imminente delega delle funzioni per il monitoraggio da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, proseguirà nel monitoraggio dei programmi radiotelevisivi trasmessi dalle emittenti locali.

Per quanto concerne l'analisi, sono in corso delle ricerche di mercato al fine di affidarla a soggetti pubblici o privati esterni . Ciò in quanto i dipendenti del Corecom, in atto impegnati in questa materia, non sono in numero adeguato alla mole di lavoro.

L'eventuale incarico ai predetti soggetti esterni sarà disciplinato con apposita convenzione, e quasi certamente sarà a titolo oneroso.

Si rappresenta che oggetto del monitoraggio saranno in particolare le emittenti locali che trasmettono programmi televisivi diretti a valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e linguistico (vernacolo, grecanico, albanese etc, etc.) della Calabria, ad approfondire la realtà socio-economica ed i rapporti sociali delle minoranze linguistiche.

Si procederà ancora nel corso del 2010 a migliorare l'hardware e il software del sistema di telemonitoraggio remoto. E per assicurare la continuità del servizio e il continuo miglioramento di esso, si stipulerà una convenzione con una ditta specializzata in tale ramo tecnico.

1.3 Pianificazione territoriale della copertura radioelettrica dei segnali RAI

In attesa del previsto passaggio alla tecnologia digitale, si provvederà ad integrare la dotazione hardware con apparecchiature riceventi idonee alla decodifica dei segnali digitali radiofonici e televisivi.

In tale quadro si darà concretezza alle necessità rappresentate dai Comuni e dalle Comunità Montane per il potenziamento degli impianti già esistenti, al fine di completare l'illuminazione delle aree di servizio che ad oggi, data la particolare orografia del territorio calabro, non risultano servite secondo il grado di qualità previsto dalle raccomandazioni del Comitato Consuntivo Internazionale delle Radiocomunicazioni.

Tale pianificazione avviata nel 2009 dovrà essere proseguita anche per l'anno 2010, in attesa del digitale terrestre, con la cui attivazione le problematiche in questione saranno del tutto superate.

1.4 Rapporto sulla struttura delle imprese e sulle dinamiche socioeconomiche nelle comunicazioni in vista del digitale.

Come per l'anno 2009 anche per il prossimo anno il Comitato continuerà ad accertare se i responsabili delle emittenti radiotelevisive siano pronti ad affrontare gli investimenti necessari per convertire le apparecchiature analogiche in digitale. In considerazione della ben nota debolezza del mercato, solo eventuali consorzi di emittenti potranno sopravvivere al nuovo impatto tecnologico. Per impedire che le innumerevoli voci presenti nella regione (38 TV) si affievoliscano fino a sparire, questo Corecom si farà promotore di incontri con le emittenti per individuare il percorso che meglio potrà favorire il pluralismo e la valorizzazione delle specificità della Calabria.

1.5 Aggiornamento registro delle imprese

Nell'imminenza che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni deleghi il Registro degli Operatori della Comunicazione, il Comitato continuerà ad aggiornare sia i nuovi assetti societari delle imprese radiofoniche e televisive con sede legale in Calabria, sia i dati tecnici relativi agli impianti di trasmissione con particolare cura all'insediamento sul territorio.

Ciò potrà costituire un elemento primario per consentire la condivisione di strutture di telecomunicazioni per ridurre l'impatto ambientale e contenere i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità fissati dallo Stato.

1.6 Pubblicizzazione dell'accesso radiotelevisivo

In considerazione della scarsa adesione dimostrata negli anni scorsi dai soggetti potenzialmente interessati a farsi conoscere dal grande pubblico, nel prossimo anno si darà massima pubblicità ai programmi dell'accesso alle trasmissioni radiotelevisive regionali della Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo.

2 Funzioni delegate

2.1 Vigilanza nella materia della tutela dei minori, con riferimento al settore radiotelevisivo locale, fermo il rispetto degli eventuali indirizzi stabiliti dall'Autorità.

Si proseguirà, estendendolo alle scuole fino ad ora rimaste fuori dall'indagine, l'attività di ricerca presso gli istituti superiori di primo e secondo grado della regione.

Ciò allo scopo di sensibilizzare il rapporto di collaborazione tra scuola famiglia- Corecom.

A tal fine si procederà ad un accordo di collaborazione con l'ufficio Scolastico regionale per dare concretezza alla diffusione della normativa in materia della tutela dei minori negli istituti scolastici, con scambio di reciproche esperienze.

Si diffonderà ancora di più, tra gli alunni delle scuole, l'esistenza del numero verde gratuito per le segnalazioni scritte di infrazioni per presunte violazioni rilevate nei programmi radiotelevisivi locali.

2.2 Tentativo di conciliazione nelle controversie tra gestori del servizio di comunicazioni elettroniche ed utenti in ambito locale.

Allo scopo di agevolare l'utenza, si completerà nel corso del 2010, con idoneo software elaborato dal competente ufficio del Consiglio regionale. La procedura informatizzata per snellire la tenuta dell'archivio e la predisposizione del calendario delle udienze fino alla loro definizione. Inoltre per migliorare ulteriormente l'efficienza e la economicità dell'attività conciliativa, e venire incontro agli utenti residenti in località più decentrate rispetto alla sede del Co.Re.Com., nel prossimo anno si intende sperimentare vieppiù la conciliazione on-line.

Si provvederà ancora a sensibilizzare tanto gli utenti quanto i gestori di telecomunicazioni a corrispondere con il Corecom sia a mezzo posta elettronica sia a mezzo fax . Ciò con il duplice intento di snellire i tempi della procedura sia di aderire alla normativa nazionale e regionale, cosiddetta "taglia-carta”.

3 Funzioni delegabili

3.1 Definizione delle controversie indicate all'art. 2 della delibera n. 173/07/Cons. dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

In vista dell'eventuale stipula della convenzione, si proporrà al Consiglio regionale l'assunzione a tempo determinato di alcune unità di personale munite di laurea in giurisprudenza e dell' abilitazione all'esercizio della professione di avvocato.

Si provvederà inoltre ad istituire un apposito ufficio per l'istruttoria delle controversie, ciò al fine di assicurare la separazione tra la funzione di conciliazione e quella di definizione della controversia, e, nell'ambito di questa, tra competenze istruttorie e decisorie.

3.2 Esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale relativamente alle funzioni istruttorie e decisorie, giusta art. 32, commi 3 e 4, del D.lvo 31 luglio 2005, n. 177.

Si provvederà ad istituire apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.

3.3 Vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa diffusi in ambito locale.

Si provvederà ad istituire apposito ufficio, ovvero, a seconda dell'entità del carico di lavoro, ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.

3.4 Vigilanza sul rispetto degli obblighi di programmazione e delle disposizioni in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva locale.

Per questa eventuale delega, in virtù della sua delicatezza e specificità, si provvederà a organizzare dei corsi di formazione per i dipendenti del Corecom. Si stipuleranno apposite convenzioni con enti pubblici e/ o privati specializzati in questa materia.

Non si ricorrerà a tale stipula, ovviamente, qualora i predetti corsi di formazione dovessero essere organizzati dall’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni.

3.5 Gestione delle posizioni degli operatori nell'ambito del Registro degli Operatori di Comunicazioni.

Valgono quanto già accennato al superiore paragrafo 1.5.

Si provvederà inoltre a potenziare gli strumenti hardware e software per svolgere al meglio tale funzione. Saranno dedicate delle linee esclusivamente per la gestione di tale registro. Saranno acquistati strumenti per implementare quelli già esistenti e destinati a tale esclusivo scopo.

Fabbisogno finanziario

Per eseguire il programma di attività per l'anno 2010 si ritiene necessaria la somma di £ 186.000,00 (Centoottantaseirnila/00) così ripartita:

a) analisi del telemonitoraggio euro 60.000,00 (sessantamila/00);

b) acquisto storage, hard disk e realizzazione rete intranet euro 16.000,00(sedicimila/00);

c) implementazione rete Telecom e canone bimestrale euro 30.000,00 (trentamila/00);

d) corsi di aggiornamento euro 30.000,00 (trentamila/00);

e) varie (cancelleria, utenze, manutenzione apparecchiatura, spese straordinarie etc, etc,) euro 50.000,00 (cinquantamila/00.

Ordine del giorno numero 58, a firma dei consiglieri Feraudo, Pacenza S., De Gaetano, Trematerra, Chiarella, Incarnato, Sarra, Gentile, Pacenza F., Tripodi M. ed altri, recante: “Iniziative di sostegno e di supporto per la mobilitazione dei lavoratori dell’azienda Agile s.r.l. – ex Eutelia”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

all'inizio del mese di Novembre la Direzione Aziendale di Agile srl - Ex Eutelia, azienda che raggruppa 2000 lavoratori su tutto il territorio nazionale - ha inviato 1.192 lettere di licenziamento (di cui 16 su 18 lavoratori presenti presso la sede di Rende);

da mesi i lavoratori sono impegnati con l'attuale proprietà in una vertenza a difesa dei livelli minimi occupazionali e dei propri diritti e nel dare la giusta visibilità a livello mediatico;

Eutelia SpA (5° operatore telefonico in Italia) nel giugno del 2009 cede ad Agile srl (società controllata al 100% da Eutelia stessa) 2000 lavoratori provenienti dalla Getronics (ex Olivetti) e Bui] Italia. Contestualmente vende la proprietà di Agile srl a Omega SpA (società che conta circa 10000 dipendenti in tutta Italia);

Agile srl, sin da subito, non paga gli stipendi ai lavoratori acquisiti e, a soli tre mesi dal suo avvento, inizia ad aprire la procedura di licenziamento collettivo per 1200 lavoratori (leggi 1200 famiglie);

considerato che:

attualmente, i lavoratori vivono uno stato di immobilismo imprenditoriale che non è legato alla crisi economica mondiale bensì alla assoluta assenza di un piano industriale che lascia intravedere la possibile volontà da parte del nuovo soggetto imprenditoriale di liberarsi dei lavoratori acquisiti dalla società Eutelia e di impossessarsi delle risorse economiche attualmente in azienda;

i dipendenti ex Olivetti e Bull rappresentano attualmente una delle principali realtà informatiche e di servizi IT in Italia che operano su tutto il territorio nazionale con importanti commesse pubbliche e private (es.: Ministeri, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Regioni, Province, EE.LL., ect.);

dei passaggi proprietari da ex Olivetti, ex Bull, ex Getronics ad Eutelia e da Agile srl a Omega SpA, occorre urgentemente interessamento formale degli organismi di controllo;

vista:

la dimensione occupazionale investita, l'alta sensibilità del settore coinvolto e del ruolo strategico delle amministrazioni pubbliche in materia di difesa dei lavoratori; la drammaticità in cui attualmente versa l'Azienda: sede di Roma occupata, sede di Milano occupata, sede di San Giovanni a Teduccio senza energia elettrica con 18 mesi di morosità con volontà della nuova proprietà di trasferimento sulla sede di Avellino, sede di Cosenza è stata occupata dai dipendenti in stato di agitazione fino all'incontro con il Governo nazionale;

impegna la Giunta regionale:

all'istituzione e, conseguentemente, convocazione ad horas di un "Tavolo di crisi" presso l'Assessorato regionale al lavoro con tutti i protagonisti della vicenda a partire dalle organizzazioni sindacali per permettere una elaborazione di proposte e iniziative in sinergia con quelle già in corso di valutazione - locali e nazionali - scongiurando fortemente una drammatica evoluzione della questione, con l'obiettivo primario di mantenere e rilanciare gli attuali livelli occupazionali;

di chiedere, attraverso l'Assessorato regionale alla Programmazione Nazionale e Comunitaria, la convocazione ufficiale di una Conferenza Presidenti Regioni, atta alla costituzione di un Coordinamento Interistituzionale con le altre Regioni Italiane in cui si trovano le sedi dell'Azienda (Calabria, Campania, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia, Sicilia), unitamente alle OO.SS. di categoria, che posizioni la Presidenza del Consiglio dei ministri di farsi urgentemente carico della questione, mediante il coinvolgimento del competente Ministro per lo Sviluppo Economico, e che vada a sospendere qualsiasi procedura di riduzione del personale e dia avvio ad un confronto per una risoluzione condivisa a tutela della stabilità occupazionale.

Assicura la propria disponibilità a garantire carattere di prioritaria importanza alle iniziative concernenti la tematica in oggetto.