IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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88.
SEDUTA DI GIOVEDI’ 11
SETTEMBRE 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione
numero 550 del 4 agosto 2014 a firma del consigliere Naccari
Carlizzi.
(E’ riportata in
allegato)
Prego i colleghi di prendere posto,
così iniziamo e cerchiamo di recuperare il tempo che abbiamo perduto in Conferenza
dei capigruppo.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, ho chiesto di intervenire subito dopo questa lunga Conferenza dei capigruppo che, tra le altre cose, ha visto anche l’audizione di rappresentanti di alcune categorie.
Abbiamo audito, come Conferenza dei capigruppo anche allargata ad altri consiglieri a
dire il vero, i vertici della Fondazione Campanella
con i quali abbiamo ancora una volta discusso le problematiche e le criticità
che attraversa la Fondazione e rispetto a cui abbiamo
individuato – di intesa con la Giunta regionale – un percorso che speriamo
possa portare ad una soluzione delle stesse problematiche che sia la più ampia
e la più condivisa possibile. Abbiamo audito anche una delegazione di lavoratori
Lsu e Lpu e anche in questo contesto abbiamo cercato di ipotizzare una
soluzione sempre di intesa con i colleghi della minoranza e con i membri
dell’Esecutivo regionale in relazione a quelle che vengono definite le
difficoltà legate al Patto di stabilità.
Presidente, volevo qui in
Aula evidenziare anche le risultanze che si sono avute in sede di Conferenza
dei capigruppo nel senso che abbiamo lungamente parlato – anche e soprattutto –
per tentare di trovare la soluzione - la presidente Stasi ha individuato la
possibile data delle elezioni al 23 novembre - per cercare di eliminare
eventuali cause ostative alla individuazione della data. Abbiamo come maggioranza
stabilito di addivenire – ed è il motivo per il quale adesso portiamo in Aula
il provvedimento – ad una soluzione sulla modifica alla legge elettorale che è
relativa solo ed esclusivamente a quelli che sono stati i motivi di impugnativa
del Governo verso di essa.
Si è deciso a proposito del
premio di maggioranza di trovare la soluzione in relazione anche a quella che
sarà la nuova composizione del Consiglio regionale. Sappiamo tutti che il
prossimo Consiglio regionale sarà formato da 30 e non più da 50 membri e quindi
tutto ciò che è relativo all’attribuzione del premio di maggioranza è conseguenziale
alla composizione dello stesso Consiglio regionale.
Così come abbiamo ipotizzato,
anche rispetto a quelli che erano stati i motivi della impugnativa proposta
verso le quote, vale a dire sia per ciò che riguarda la lista sia per ciò che
riguarda la coalizione, delle quote diverse che adesso tentiamo di ripristinare
e che rispettivamente erano la quota per la lista al 4 per cento e per la
coalizione all’8 per cento.
Abbiamo anche valutato la possibilità
in relazione a quelli che sono i provvedimenti che sono stati inseriti all’ordine
del giorno rispettivamente al punto 3 e al punto 4, vale a dire le nomine e
anche i provvedimenti già licenziati dalle competenti Commissioni consiliari,
individuati come indifferibili
e urgenti. In sede di Conferenza dei capigruppo e – devo dire la verità – anche
in stretta sintonia con i membri dell’Esecutivo, cercando anche di addivenire
ad una soluzione che potesse avere l’avallo anche dei colleghi capigruppo di minoranza,
abbiamo ipotizzato - e lo sottoponiamo all’esame e alla approvazione dell’Aula
- che per ciò che riguarda i provvedimenti inseriti al quarto punto all’ordine
del giorno, quelli che naturalmente presentano la caratterizzazione della indifferibilità
e della urgenza - anche dei provvedimenti legislativi che sono stati varati
qualche mese addietro nell’ambito delle rispettive Commissioni alla unanimità e
con l’importante, significativo e rilevante apporto da parte dei colleghi della
minoranza - che, nelle more, prima delle elezioni, si possano assumere questi provvedimenti
caratterizzati dalla indifferibilità e urgenza, la cui certificazione in un
certo qual modo viene riconosciuta come tale anche dai competenti uffici della Giunta
e del Consiglio regionale.
Così come
anche per le nomine. Si è alimentata in questi giorni una polemica politica che
credo ci stia tutta, a pochi giorni dalle elezioni regionali, relativamente
alla capacità da parte della Giunta e del Consiglio di procedere ad alcune
nomine, a meno che le stesse non siano state considerate indifferibili ed
urgenti.
Anche qui
in sede di Conferenza dei capigruppo la maggioranza ha ritenuto di avere una sua
posizione che è la seguente: di procedere dando la delega al Presidente del Consiglio
regionale affinché possa procedere nei prossimi giorni e possa effettivamente
assumere tutte quelle iniziative in relazione alle nomine che presentino anche
qui i caratteri della indifferibilità e della urgenza; perché si tratta di
andare a ricoprire dei ruoli importanti all’interno di taluni enti e organismi
che non possono consentirsi assolutamente di non procedere nella loro attività.
Ecco
perché, Presidente, ho chiesto di intervenire, per resocontare – in un certo
qual modo – quel che è accaduto in Conferenza dei capigruppo evidenziando
quello che ho esplicitato rispetto alla modifica della legge elettorale che
dovrà vertere esclusivamente su quelli che sono stati i motivi di impugnativa
proposti dal Governo verso il provvedimento che a suo tempo era stato varato e
anche perché per quanto riguarda i punti che sono stati previsti al numero 3 e
al numero 4 si possa procedere così come è stato evidenziato in Conferenza dei
capigruppo.
Il
consigliere Chiappetta ha posto una serie di questioni che sono state frutto
del lavoro in Conferenza dei capigruppo. Se magari poi qualche capogruppo di minoranza
vuol prendere la parola per dir la propria.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Presidente, se non
ho capito male – ho ascoltato con grande attenzione le parole del collega
Chiappetta – mi è sembrato di capire che ci sarà un’altra seduta per alcuni
provvedimenti approvati in Commissione e che
hanno i caratteri della indifferibilità
e della urgenza.
Tra
questi provvedimenti che sono diversi e veramente urgenti e indifferibili mi
permetto – in via del tutto eccezionale – di sottoporre all’attenzione
dell’Assemblea un provvedimento che io più volte ho sollevato nelle sedute
precedenti: il progetto di legge numero 551/9^ che è collegato all’agricoltura
e che andrà a modificare alcune leggi, approvato alla unanimità dalla seconda Commissione
nella seduta del 15 aprile.
In via
del tutto eccezionale pur prendendo atto e adeguandomi rispetto a quanto
sottolineato dal consigliere Chiappetta, pregherei questo Consiglio, signor
Presidente, di voler valutare il contenuto della nota fatta pervenire alla
Segreteria dell’Assemblea dal direttore generale del dipartimento agricoltura perché,
valutando i caratteri della urgenza – che io considero assolutamente tali –, si
possa procedere in questa seduta all’esame del progetto di legge numero 551/9^;
fermo restando che gli altri li andremo a discutere nella seduta che verrà
convocata prossimamente e comunque prima dei famosi 45 giorni.
Vorrei
chiedere anche l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno a mia
firma e del consigliere Maiolo che riguarda la possibilità di stipulare una
convenzione tra la Regione Calabria e la sede regionale della Rai per
valorizzare la tutela delle minoranze linguistiche presenti in Calabria.
Ha
chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.
(Interruzione)
Le chiedo scusa, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, in Conferenza dei capigruppo ci siamo
espressi con grande chiarezza anche sulla valenza istituzionale di questa
seduta che ha ragione di esistere perché c’è
una impugnativa del Governo sulla legge elettorale. Che lei abbia
inserito questo all’ordine del giorno lo trovo
legittimo ed è inutile spiegare le ragioni.
In Conferenza dei capigruppo ci siamo espressi chiaramente dicendo
che siamo nettamente contrari all’inserimento all’ordine del giorno di altri
punti.
Posso, Presidente?
Ha chiesto di intervenire
il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento di un
ordine del giorno - non si tratta di una
legge o di una previsione di spesa – che impegna la Giunta regionale a pagare
una serie di categorie di lavoratori che non sono pagati da mesi, in
particolare i sorveglianti idraulici, gli Lsu e Lpu, i lavoratori dell’Ara,
quelli dei Parchi nazionali, i forestali che aspettano da 4-8 mesi le mensilità
arretrate.
Chiediamo che il Consiglio
regionale approvi un ordine del giorno approvato che impegni la Giunta a pagare
immediatamente
queste categorie di lavoratori.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno che sono stati
proposti, sia quello a firma del consigliere Imbalzano sia quello a firma del
consigliere De Gaetano in aggiunta anche all’ordine del giorno di cui abbiamo
discusso che riguarda i lavoratori precari Lsu che hanno manifestato davanti alla
sede del Consiglio e che abbiamo incontrato come Conferenza dei capigruppo,
ritengo possano essere inseriti all’ordine dei lavori perché c’è, in tal senso,
la volontà unanime di tutto il Consiglio regionale.
Possiamo votare la proposta di inserimento dell’ordine
del giorno a firma del consigliere Imbalzano.
(E’ inserito)
Pongo in votazione la proposta di inserimento dell’ordine
del giorno a firma del consigliere De Gaetano.
(E’ inserito)
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento che riguarda gli Lsu e
gli Lpu che abbiamo concordato e che voteremo durante i lavori del Consiglio.
(E’ inserito)
Abbiamo, quindi, approvato
l’inserimento di tre ordini del giorno.
Per quanto riguarda gli
altri provvedimenti, che hanno il carattere dell’indifferibilità e dell’ urgenza, li ho inseriti
all’ordine del giorno. Vista però l’ora tarda e considerato che ci siamo
dilungati in Conferenza dei capigruppo per una serie di problematiche e di
emergenze della Calabria – abbiamo fatto tardi anche e soprattutto per questo –
direi, rispetto alla proposta dei consiglieri Chiappetta e Imbalzano, visto che
si prevede che ci sarà un’ultima seduta di Consiglio regionale in cui dovremo
nominare i componenti del Collegio dei revisori dei conti, organismo
fondamentale per lo svolgimento dell’attività sia della Giunta sia del Consiglio
soprattutto in questa fase pre-elettorale, di prevedere un incontro antecedente
a quella seduta con i capigruppo per valutare nel merito i provvedimenti,
assistiti anche dal Segretario generale, ed inserire quelli che possiedono i
caratteri dell’indifferibilità e dell’urgenza.
Da parte
mia nulla osta rispetto a questo percorso previa acquisizione del parere
tecnico, naturalmente. Anche questi provvedimenti che erano per oggi noi li
rinviamo alla prossima seduta di Consiglio, così come la questione delle nomine
che citava il consigliere Chiappetta che – se ho ben capito – nel suo
intervento diceva “deleghiamo il Presidente del Consiglio per effettuare le
nomine con i poteri sostitutivi”.
Se c’è la
volontà del Consiglio di poter procedere così, concludiamo i vari punti all’ordine
del giorno.
Presidente,
mi scusi, ma non ho capito questo ultimo aspetto relativo alle nomine. Se me lo
può spiegare meglio.
Il
consigliere Chiappetta nel suo intervento aveva chiesto di delegare la Presidenza
ad effettuare le nomine indifferibili ed urgenti. Siccome c’è un punto all’ordine
del giorno che stiamo trattando adesso perché è frutto di un intervento
iniziale, chiedeva di delegare la Presidenza del Consiglio ad esercitare i
poteri sostitutivi per quanto attiene le nomine che sono inserite qui all’ordine
del giorno.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente,
lei conosce già il nostro pensiero che in Conferenza dei capigruppo ho chiesto
cortesemente al Segretario di verbalizzare.
Siamo assolutamente
contrari a che si proceda a qualunque nomina. Si è aspettato tanto e due mesi
non sono la fine del mondo. Si va finalmente alle elezioni, dopo tanta
insistenza soprattutto da parte nostra. Il nuovo Presidente del Consiglio
metterà questo punto all’ordine del giorno.
Pertanto,
per quanto ci riguarda siamo fermamente contrari a che si proceda.
Il
consigliere Principe è contrario, quindi, a delegare il Presidente per quanto
attiene le nomine.
Lei
ribadisce, consigliere Chiappetta?
Vorrei
intervenire su questo, Presidente.
Stavo
dicendo che quando arriveremo al punto – poiché siamo nella discussione
iniziale – le darò la parola. Stavo solo riassumendo i punti previsti.
Il
consigliere Chiappetta parlava anche della questione che attiene lo sbarramento
di coalizione. Noi abbiamo un provvedimento legislativo che recepisce in
toto le obiezioni del Governo.
Noi
possiamo procedere - guardo la minoranza perché avevo sentito anche posizioni
diversificate su questo argomento - e chiedo al capogruppo del Partito
democratico: procediamo col recepire le eccezioni e le obiezioni che il Governo
ci fa?!
Quindi il
Consiglio regionale, invece di costituirsi alla Corte costituzionale, decide di
prendere atto delle eccezioni che il Governo ha mosso per evitare sia eventuali
prolungamenti del turno elettorale - perché potrebbe provocare anche questo una
eventuale opposizione – sia eventuali strascichi post-elettorali di ricorsi
vari. Stiamo parlando dello sbarramento.
Se siamo
d’accordo, votiamo il provvedimento, recependo esclusivamente le obiezioni del Governo.
Oggi si era detto anche di individuare uno sbarramento un po’ più alto di
coalizione prevedendolo nell’8 per cento. Se ne era discusso in Conferenza dei
capigruppo e abbiamo avuto la valutazione positiva degli esperti sia del
Ministero degli affari regionali sia del Ministero degli interni. Ma vorrei
sapere da parte vostra se va bene lo sbarramento così come è stato proposto
oppure no.
Penso che
sia una discussione che dobbiamo fare alla luce del sole e davanti a tutti. Se
il consigliere Chiappetta proponeva uno sbarramento più alto dell’8 per cento
di coalizione, se c’è una volontà da parte della minoranza, noi procediamo a
votare, se non c’è volontà da parte della minoranza recepiamo le questioni del Governo
e andiamo avanti con l’ordine del giorno.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, penso
che lei conosca molto bene la posizione del gruppo del Partito democratico e
anche di altri amici e compagni della minoranza. Posizione che lei conosce e
che noi abbiamo formalizzato con una apposita proposta di legge.
Riteniamo che il ritorno alla vecchia normativa, di
fatto, significhi un recepimento dei rilievi governativi che attengono a due
punti: un premio di maggioranza che non può portare ad una maggioranza
superiore al 55 per cento, contenuta nella vecchia legge, ed un rilievo sullo sbarramento
di coalizione ritenuto troppo alto. Col ritorno alla vecchia legge questo sbarramento
tornerebbe al 5 per cento.
Noi abbiamo una posizione istituzionale e politica molto
chiara. Quella politica sembra del tutto evidente: noi abbiamo avversato
nonostante qualche informazione sbagliata ad importanti quotidiani nazionali,
il gruppo del Pd ha sempre avversato le modifiche approvate dalla maggioranza
alla legge elettorale.
Avendo assunto con chiarezza questa posizione, chiarezza
vuole che noi stasera chiediamo il ritorno a quella normativa che volevamo non
fosse minimamente toccata. Questo è l’aspetto politico.
L’aspetto istituzionale – questo è evidenziato nella nostra
proposta di legge – porta ad un ritorno in
toto alla vecchia legge elettorale. Il nostro Consiglio è oggi convocato in
virtù di una impugnativa del Governo.
Non dimentichiamo che il Consiglio è stato congedato il
3 giugno e siamo non in una situazione di normalità ma le prerogative del Consiglio
vengono esercitate o in caso di indifferibilità ed urgenza oppure – come nel
caso in ispecie che diventa indifferibile ed urgente – per porre rimedio ad una
legge elettorale sbagliata che rischia di inficiare anche la validità del
prossimo Consiglio regionale.
Ergo, il ritorno alla legge antica deve essere
integrale, compresi i 5 collegi elettorali. Se ci fossero ritorni di tipo
parziale con modifiche, andremmo ad incocciare con quelle che a nostro modesto avviso sono oggi le prerogative del Consiglio.
Questa è la chiara
posizione del gruppo del Partito
democratico ed io mi fermo qui nel senso che noi questa responsabilità siamo
pronti ad assumercela in pieno con chiarezza e trasparenza perché manterremmo
una coerenza rispetto ad una idea che avete avuto della legge elettorale che
col ritorno all’antica disposizione dà anche una risposta positiva al Governo che
a quel punto dovrebbe ritirare, chiaramente, la sua impugnativa.
Possiamo votare il testo per
recepire le eccezioni da parte del Governo.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, ho sottoscritto
la proposta del gruppo del Partito democratico e mi trovo perfettamente
d’accordo con l’intervento del consigliere Principe, soprattutto dal punto di
vista del carattere politico del provvedimento.
Invito, però, ancora una
volta questo Consiglio a riflettere un po’ su quella che è la partecipazione
dei cittadini alla nostra attività consiliare e politica verso il futuro perché
sono perfettamente convinto che questo meccanismo elettorale, dovuto alla
riduzione dei consiglieri regionali e soprattutto dovuto allo sbarramento
killer del 15 per cento, abbia allontanato molti cittadini dalla politica.
Credo che sia giusto, anche
in un momento in cui viene approvato un provvedimento che non vede la parte
della minoranza, di cogliere lo spirito del Governo che si è impuntato
soprattutto su due elementi: la grossa disparità del premio di maggioranza che
noi recepiamo e quello della quota di sbarramento per le coalizioni.
Tornando a livello della
quota di sbarramento credo che sia giusto riportarlo allo stato originale come
si chiede nel progetto di legge, di riportarlo al 5 per cento e non all’8 per
cento che è l’elemento di chiarezza; se noi recepiamo il provvedimento, al Governo
dobbiamo portare lo sbarramento per le coalizioni al 5 per cento nella legge.
Invito la maggioranza che farà questo, poiché questo non incide ma coglie lo
spirito del Governo, a ridurre la quota di voto per le liste che partecipano al
3 per cento.
Volevo solo dire questo,
anche se nel complesso del progetto che ha presentato il gruppo del Partito
democratico io mi ci ritrovo perché lì si ritorna all’antico; siccome siamo
all’antico tutto rimane uguale. Ma se dobbiamo modificare anche del 3 per cento
solo in più la quota di sbarramento per le coalizioni si può anche allora
modificare la quota di sbarramento per le liste che partecipano ad una
coalizione. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha facoltà.
Presidente,
farò un intervento molto breve per ribadire le posizioni che con efficacia il presidente
Principe ha riassunto sia dal punto di vista istituzionale sia politico in
merito a questa vicenda.
In
particolare, così come ho fatto nel corso della Conferenza dei capigruppo sarei
per il ripristino nella sua integralità della vecchia norma elettorale per una
serie di ragioni ma, principalmente, per quella che risiede nella
ricomposizione e nel riconoscimento dei 5 collegi, così come la precedente
normativa prevedeva.
Questo mi
sembrerebbe - e trovo di difficile contestazione questa estensione
particolarmente rispettosa in un momento nel quale alcuni rimaneggiamenti
istituzionali sembrerebbero per alcuni versi pregiudicare la salvezza di alcuni
fondamenti democratici - andare incontro ad istanze dei territori che nella
loro dimensione esigua descrivono, peraltro, una criticità sociale maggiore
rispetto ad altri territori. Impedire loro o comunque rendere difficile a
questi territori la facoltà di esprimere direttamente un proprio rappresentante
in seno al Consiglio regionale significherebbe, a parer mio, – e non solo credo
– davvero mortificare definitivamente in modo drammatico aspettative che sono
troppo datate perché le istituzioni manifestino una propria indifferenza.
E’ per
questo che sostengo la proposta – così come ho sottoscritto – del gruppo del Partito
democratico come - mi pare di capire - tutta la minoranza. Sarebbe auspicabile
che anche dall’altra parte di questa Aula si compisse uno sforzo attraverso il
quale si manifesti, coralmente da parte dei componenti questa Assemblea, una
attenzione da parte di chi ha maggiori bisogni rispetto ad altri. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Sarò
anche io sintetico, Presidente.
Intanto
per ribadire i concetti che sono stati espressi dal collega Principe e
richiamati anche dal collega De Masi.
Ricordo
che - come il collega Principe ha illustrato – c’è una proposta che abbiamo
depositato e che va ad abrogare quello che io definii un obbrobrio giuridico e
cioè la pseudo riforma della legge elettorale. Avevo preconizzato rispetto alla
incoerenza e rispetto alla incostituzionalità, cosa che si è puntualmente
verificata.
Il
collega De Masi ha fatto riferimento anche ad altri aspetti che riguardano
l’assetto delle circoscrizioni.
E’ stato
grave modificare le regole del gioco mentre la partita era già iniziata.
Riteniamo
che l’unico modo per rispondere e per far cessare la materia del contendere,
della impugnativa del Governo, sia quello di approvare la proposta che abbiamo
depositato che, sostanzialmente, riporta alla condizione originaria e quindi è
la risposta più coerente per sanare una situazione che ha messo alla berlina
questo Consiglio e l’intera istituzione.
Ribadisco,
Presidente, che dobbiamo discutere e porre ai voti la proposta che abbiamo
depositato.
Consigliere
Giordano, lo dico a tutti coloro che hanno sottoscritto questa proposta: io non
posso correre il rischio di andare ad approvare qualche atto legislativo che
provoca interruzione dell’ormai avviata campagna elettorale.
Siamo qui
esclusivamente per recepire delle obiezioni che il Ministero ha fatto su una legge
che abbiamo approvato.
Ritornare
indietro e andare ad abrogare la norma che abbiamo approvato, approvarne un’altra,
significherebbe correre un rischio incredibile che per quanto mi riguarda non
voglio assolutamente correre.
Quindi o
siamo seri - e lo dico a coloro che hanno sottoscritto questa proposta di legge
che vuol dire ritornare indietro - oppure interrompo tutta la seduta di Consiglio
regionale e ce ne andiamo prima di approvare qualsiasi tipo di norma.
Qui
dobbiamo approvare le obiezioni che ci sono pervenute da parte del Ministero.
Abbiamo parlato per ore in Conferenza dei capigruppo, adesso siamo in Aula e
approviamo questo.
L’unica
obiezione che è venuta dal consigliere Chiappetta che è frutto di discussione
riguarda l’8 per cento.
Se la minoranza
non è disponibile all’8 per cento che riguarda l’innalzamento dello sbarramento
della terza coalizione si dica chiaro e andiamo ad approvare le obiezioni del Governo.
Non vi
inventate nessun tipo di proposta legislativa che per quanto mi riguarda viene
rigettata al mittente e io sono nettamente contrario e lo dico a coloro che
hanno sottoscritto questa proposta di legge che è pervenuta in questo momento
al banco della Presidenza.
Non
perdiamo altro tempo e procediamo a votare le modifiche come abbiamo detto in Conferenza
dei capigruppo.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sulla. Ne ha facoltà.
Credo che
stiamo giocando a rimpiattino ma sarebbe il caso che le posizioni si
chiarissero fino in fondo, soprattutto anche a chi, poi, deve informare i
cittadini sulle questioni che si svolgono in questo consesso.
La
posizione del gruppo del Partito democratico sulla legge elettorale mi pare che
fosse chiara fin dal primo momento. Cioè per noi non era assolutamente
opportuno – non solo non era necessario – ma era una stonatura e comunque
costituiva un problema di serietà modificare una legge elettorale quando ci
avviavamo ad una competizione elettorale.
Abbiamo
detto con molta forza che la legge elettorale non andava modificata. La proposta,
quindi, del gruppo del Partito democratico era chiarissima: per noi la legge elettorale
non andava toccata per nulla. Semmai si poteva prevedere anche qualcosa ma in
previsione della prossima campagna elettorale e non che si potesse modificare
in corsa lo strumento che decide la rappresentanza dei calabresi a livello regionale.
Dopo di
che, invece, la maggioranza ha ritenuto di volerla modificare.
Ora anche
questa cosa di inciuci che tutti insieme facciamo, lavoriamo... Non c’è nessun
inciucio! Ci sono posizioni nettamente distinte. Per noi la legge elettorale
non andava toccata e anche adesso, per noi, la legge elettorale non va toccata.
Siamo
quindi per riportare tutto a come era prima delle modifiche, non pezzi sì o
pezzi no. Tutto. Se invece la maggioranza intende – come è nelle sue
prerogative democratiche – decidere un altro percorso, darsi delle modifiche e
propinare delle modifiche, lo faccia: è nelle prerogative della maggioranza. Ma
deve essere chiara e netta la nostra non condivisione e non adesione a questo
percorso, per cui per noi la legge deve rimanere quella che era. Se si vuole
riportare facendo delle modifiche ulteriori perché bisogna rispondere al Governo…
Quello
che noi proponiamo rispondeva al Governo perché se noi riportiamo tutto come
era prima non c’erano motivi perché il Governo impugnasse presso la Corte
costituzionale la legge.
La cosa è
chiara, signor Presidente, e per noi la partita della legge elettorale non è
stata mai aperta perché è stata aperta dall’altra parte e l’altra parte la
chiudesse e rendesse conto agli elettori calabresi delle scelte che fa: il 5,
l’8, il 10, il 12 il 25 per noi sono tutti giochetti che sarebbe stato
necessario e utile non toccare e adesso sarebbe necessario non riproporre più.
Perché
c’è una confusione talmente enorme nella gente che osserva che, insomma,
faremmo bene a non crearne di ulteriori.
Se si
deve dare risposta al Governo la si dia in modo – chiediamo solo questo – che
non si possa compromettere il ritorno alle urne e anche qui questo balletto di
annunciare per il 23 ma lo dirò il 16, lo scrivo il 16 ma voteremo il 23… ma perché
lo devo dire il 16 se siamo per il 23? Lo si facesse subito, stamattina. Perché
si devono fare tutti questi giochetti? Annuncio ogni volta una data che non è
quella che verrà rispettata? Allora di tutte queste cose ormai i calabresi
hanno le tasche piene per cui modificate, fate quel che volete. Noi non
parteciperemo a questo gioco, non ci importerà nulla, risponderete voi di quel
che fate.
L’unica
cosa che vi chiediamo, per favore, fate in modo che si torni subito al voto. Mi
pare che sia chiara la posizione del gruppo del Partito democratico.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo di intervenire per due ordini di motivi: uno perché sono stato anche io
presentatore di una legge di modifica alla legge elettorale a seguito della
decisione del Consiglio dei ministri del 10 luglio 2014 che in parte impugnava
la nostra legge elettorale e la rimandava al mittente – parlo della legge 8 –
con alcune osservazioni di carattere sicuramente tecnico ma osservazioni che
intaccano per certi aspetti non solo la decisione del Consiglio ma la tenuta
stessa del castello elettorale così come era stato fatto. L’ho fatto diligentemente
dal mio punto di vista, assumendomi la libertà di essere un consigliere
regionale con autonomia di giudizio e con libertà di espressione della sua
funzione e del suo ruolo all’interno di quest’Aula perché, al di là dei gruppi
e delle coalizioni, al di là dell’appartenere a questo o a quello schieramento
politico, c’è il consigliere regionale con la sua cultura, la sua storia, il
suo modo di intendere e vedere la sua visione della vita, della società e della
politica che si impone a quello che deve essere un dettato che molte volte cala
dall’alto e che tante altre volte siamo costretti a digerire per via di norme
tecniche che sempre più tendono a incidere e ad invadere la sfera della
discrezionalità e della libertà dell’azione dei parlamentari – in questo caso
regionali – dove sostanzialmente ti obbligano a fare delle cose.
Molto diligentemente
ho posto questo progetto di legge depositato alla Segreteria del Consiglio
regionale il 30 luglio 2014, protocollo numero 35281. A fronte delle richieste
che provenivano dalla coalizione di maggioranza e di minoranza, a fronte della
necessità di essere il più possibile esaustivo rispetto ad una domanda che il Consiglio
dei Ministri pone alla Regione Calabria sulla legge elettorale e con la
pressione continua, ripetuta e costante che noi abbiamo oltre che dagli organi
dello Stato da parte della stampa perché si vada al più presto ad elezioni e vi
sia un governo regolare alla Regione Calabria, con atto di umiltà, abbandonata
l’idea del sostegno delle mie idee su quella che doveva essere la legge elettorale
e accettate le regole della democrazia - che a fronte di una non piena
condivisione, già all’interno della mia stessa maggioranza, delle proposte da
me avanzate - ho “ritirato” il mio progetto di legge - perché è depositato – quindi
non ho insistito.
Vengo qui
oggi in Aula dopo aver assistito, in parte, alla riunione dei capigruppo e mi
ritrovo un progetto di legge - non capisco dove il collega Sulla fosse durante
la giornata di oggi – datato data odierna, dopo giorni e giorni di dibattito
che ci sono stati, riunioni, incontri, momenti di riflessione su quello che
doveva essere questa modifica da parte alla legge elettorale e ci ritroviamo
con un progetto di legge che smentisce tutto ciò che la sinistra diligentemente
aveva costruito in questi giorni, in queste settimane e in queste ore, con
tante dichiarazioni di stampa, con tanta volontà di andare avanti e con tanta
determinazioni a dire che bisogna andare al voto.
Egregi
amici miei, dovete sapere che se questa legge elettorale dovesse trovare oggi
accoglimento in quest’Aula, noi ci ritroveremmo nuovamente ad un punto di
impatto da cui non si torna indietro.
Ciò
significa – questa è la conferma – rispetto a tutte le cose che si sono dette
in questi ultimi 3 mesi che la sinistra non vuole le elezioni e che trova tutti
i motivi per mettere in campo atteggiamenti dilatori per non andare al voto; che
la sinistra è impantanata nelle sue pastoie interne e non riesce a proporre
altro che annullare tutto e tornare indietro, magari tornare probabilmente
anche alla rivoluzione russa, nella mente di qualcuno certamente.
Allora si
pone un problema di legittimità democratica anche del modo in cui si lavora e
con cui pongono gli accordi dopo un’intera giornata della Conferenza dei
capigruppo.
Invece di
fare due passi avanti oggi, qui, a quest’ora, in questo momento, in quest’Aula
ne abbiamo fatti indietro 32. Questa è la verità. Una sinistra che non riesce a
cogliere quella che è l’evoluzione che abbiamo voluto affrontare con molto
garbo in Conferenza dei capigruppo, dove ci erano stati indicati dei numeri; ed
i numeri in politica molte volte quando si parla di percentuali e di leggi
elettorali senza ombra di dubbio non sono qualcosa di aleatorio ma sono le
volontà del popolo, i voti, quegli strumenti che ci permettono di garantire la
rappresentanza democratica all’interno dei parlamenti.
Oggi che
questo presidenzialismo ha annullato la democrazia e il potere di
rappresentanza che il popolo aveva nel nostro sistema democratico, ha annullato
quel modo di essere e della forma di cultura che avevamo come struttura di
formazione dello Stato democratico, nato dopo la seconda guerra mondiale, avevo
sentito il bisogno di presentare questo mio progetto di legge che superava in
parte anche la difficile maglia delle rappresentanze.
Non è
possibile che intorno ad un candidato Presidente ci siano una miriade di liste:
12, 18, 16 a sostenerlo in una regione di 2 milioni di abitanti. Ne sono
sufficienti 5 e che la selezione avvenga a valle, avvenga lì dove c’è il
bisogno di selezionare quella che è la classe dirigente e non far liste
mettendo dentro chiunque e poi vediamo il giorno dopo le liste quel che succede
fra arresti, assenti, indagini e commistioni varie che si manifestano.
Ecco perché
c’è la necessità che sulla legge elettorale che è l’anima, il fulcro di un
sistema democratico ci fosse chiarezza. Invece no: alla chiarezza oggi questa sinistra
sta dimostrando di anteporre l’interesse di parte del tutto chiedendo
l’abbattimento al 5 per cento di quella che era la formula utilizzata fino ad
oggi per la soglia delle coalizioni chiedendo l’abbattimento del tutto al 3 per
cento.
Allora si
abbia il coraggio di dire che vogliamo abbattere il sistema bipolare, il
sistema presidenziale e andiamo ad un proporzionale puro dove la libertà delle
coalizioni ci consente di esprimere meglio il significato della rappresentanza.
Però la
stessa sinistra si guarda bene dall’inserire gli elementi di discriminazione
all’interno della capacità di esser rappresentanti del popolo calabrese. Si
guarda bene perché non fa una battaglia su quelli che sono i principi di
incandidabilità e di ineleggibilità dei cittadini che non hanno i requisiti
sufficienti per poter essere al nostro stato ma ci si rimette alla norma regionale.
E la Calabria
non è una regione qualsiasi, la Calabria è la Calabria con i suoi rischi, i suoi
pericoli, le sue devianze, le sue posizioni anche istituzionali, con la ‘ndrangheta
che per combatterla deve avere contrafforti duri e forti e duri soprattutto
all’interno delle istituzioni.
Ecco la legge
delle incandidabilità e delle ineleggibilità cosa significano: abbattere le
sovrapposizioni.
Su tutto
questo, cari amici, la legge elettorale che ci propone all’ultimo momento in
limine mortis il Consiglio regionale, questa sinistra che dice di aver
vinto già le elezioni, è una legge elettorale che veramente, perdonatemi di
dirlo, ci riporta agli anni della befana.
Siamo
agli anni della concretezza e agli anni in cui la Calabria ha bisogno di un governo
certamente forte, di un governo subito e pienamente legittimato nelle sue
funzioni, di un governo che sappia rappresentare le angosce e le speranze delle
Calabria.
Consigliere
Nucera, gli arresti di questo Consiglio non sono da addebitare alla sinistra.
(Interruzione)
Chiedo
scusa al Consiglio.
Hai
diritto di parlare.
Quindi
sotto questo punto di vista, ribadisco, Presidente: se c’è un progetto di legge
da presentare con le procedure fatte, ce ne sono due in circolazione. Di uno ne
abbiamo preso atto in questo istante ma uno è depositato agli atti fin dal 30
luglio 2014.
La regola
del gioco è valida fin quando tutti quanti siamo nelle condizioni di poterla
offrire.
Consigliere
Nucera, lei dovrebbe avere un po’ più ritegno perché la storia di questo Consiglio
ci dice altre cose. Abbia ritegno e sia educato con i suoi colleghi.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Brevemente,
signor Presidente, ho sentito il consigliere Nucera ma siccome ho un improvviso
annebbiamento della vista vorrei sapere se è di maggioranza o di opposizione perché,
chiaramente, tutto cambia a seconda del fatto che il consigliere Nucera sia di maggioranza
o di opposizione. Perché se è di opposizione, giustamente, si rivolge all’altra
parte politica perché ha la maggioranza per prendere decisioni. Se è di maggioranza
vuol dire che oltre all’annebbiamento della vista ho anche un annebbiamento
della mente e volevo chiarimenti in merito.
Non ci
sono altre richieste di parola. Prego i capigruppo di avvicinarsi al banco
della Presidenza.
(I capigruppo
si avvicinano al banco della Presidenza)
Riprendiamo
i lavori. Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
siamo in dirittura di arrivo rispetto al punto all’ordine del giorno
inframmezzato, tra l’altro, anche da una ulteriore discussione tenutasi fino a
qualche minuto fa al banco della Presidenza con i Presidenti dei gruppi.
L’ho
detto in apertura dei lavori quando ho evidenziato la necessità che si dovesse
andare ad una integrazione della legge regionale che recepisse quelle che sono
state le prescrizioni dettate dal Governo, dal Ministero degli Interni e dal
dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si è
sviluppata una discussione, fra le altre cose l’ha evidenziato bene il collega
Nucera, rispetto alla consapevolezza da parte di talune forze politiche che
predicano una cosa e poi fanno esattamente il contrario.
Non
voglio reintervenire su questa questione perché credo che sarà successivamente
oggetto di un approfondimento sui temi della campagna elettorale, rispetto a
questa volontà che abbiamo da sempre dimostrato di voler procedere abbastanza
speditamente per un ritorno alle urne, cosa che di fatto si voleva evitare
ancora oggi attraverso la presentazione di un’altra proposta di legge che
avrebbe potuto avere anche le censure successive da parte del Consiglio dei Ministri.
Ecco perché
io, Presidente, chiedo all’Aula ed invito ad un ulteriore senso di responsabilità
anche i colleghi della minoranza nel recepire le prescrizioni e nell’adeguare
le modifiche normative a quelle che sono le prescrizioni imposte dal Consiglio
dei Ministri circa il chiarimento rispetto al premio di maggioranza e
soprattutto l’individuazione, così come ho avuto modo di dire nell’intervento
introduttivo, delle quote di sbarramento che sono quelle relative al 4 per
cento per la lista e all’8 per cento per la coalizione.
Ecco perché
inviterei lei, Presidente, affinché si proceda alla votazione del testo secondo
le indicazioni e i suggerimenti che sono stati recepiti nell’intervento
iniziale e ribaditi in questa ulteriore precisazione. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo sull’ordine dei lavori e volevo capire, cogliendo l’invito che
faceva il collega Chiappetta e quindi l’opportunità di andare ad eliminare il
contenzioso che le osservazioni e le prescrizioni del Consiglio dei Ministri fanno
alla nostra legge, come procediamo e su quali e quante proposte siamo chiamati
a pronunciarci.
Ho avuto
la consegna di una proposta di cui lei è unico firmatario ma so di essere
firmatario di un altro progetto di legge insieme al gruppo del Pd e forse anche
ad altri – che non è stato distribuito – e volevo chiederle se oltre a questi
due progetti, cioè il suo con tanto di relazione illustrativa e quello di cui
sono, tra gli altri del gruppo del Pd, anche io firmatario se ci sono altri progetti
di legge, se ne sono stati presentati altri.
Nel caso
in cui non siano stati presentati altri progetti di legge e permangono questi
due, non avendo avuto altre sedi dopo la Conferenza dei capigruppo si è svolta
nella giornata odierna pongo un problema di verifica della procedibilità.
Mi
spiego. Di solito il legislatore regionale, anche quando il Governo impugna le
leggi, difende le proprie leggi di fronte alla Consulta.
Però,
trattandosi di un caso straordinario, in una soluzione oltretutto di elezioni
anticipate oggi abbiamo scelto una via non rituale. Diciamo, cioè, al Governo che
ci boccia parte della nostra legge che quest’Aula ha votato per una ragione di
Stato, superiore al merito legislativo, per non ostacolare il percorso che ci
porti a votare prima possibile, per non subordinare la legittimità persino
della indizione delle elezioni al pronunciamento della Consulta autonomamente
ed in via del tutto unilaterale rinviamo il Consiglio regionale in seduta
straordinaria per eliminare gli oggetti del contenzioso.
Perfetto.
Però come giustamente Ella e l’Ufficio di Presidenza ha formulato in base alla
estensione dell’ordine del giorno ciò non impedisce a quest’Aula di stare
dentro il tema delle modifiche della legge elettorale.
Mi
consenta: una volta che si apre giustamente e legittimamente questo percorso,
penso che sia legittimo ed ammissibile che quest’Aula voti un progetto di legge
sulla introduzione della preferenza di genere, cosa che questo Consiglio non ha
ancora fatto.
Ci
possono essere altre parti del testo di legge che noi stessi abbiamo votato e
che oggi non negherebbero la sovranità di quest’Aula di suggerire nuove
modifiche.
Perché le
faccio queste osservazioni sull’ordine dei lavori? Perché se i progetti di
legge dovessero essere solo il suo e quello che mi auguro – che non abbiamo
ancora distribuito – sia stato accettato dal gruppo consiliare del Pd, chiedo
una sospensione.
Per
esempio, sulla preferenza di genere o anche su altre parti è legittimo che
venga data la possibilità ad ognuno di questi consiglieri regionali di
presentare emendamenti di modifica al testo. Rimane, poi, competenza, proprietà
e sovranità dell’Aula rigettare, votarli o bocciarli, ma non è impedito nella
forma del procedimento discutere temi che vadano oltre le osservazioni del Governo.
Ripeto:
l’irritualità è che questa volta giustamente lo facciamo e bene. Il Consiglio
regionale non difende la propria legge; addirittura non aspetta l’esito della
Consulta e accoglie le indicazioni del Governo, ma nel contempo a quest’Aula
non può essere impedito – giacché ci siamo – anche una eventuale rivisitazione
della legge in altre sue parti.
Consigliere
Adamo, in Conferenza dei capigruppo ci siamo dati un percorso preciso, snello e
lineare e cioè che tutte le proposte di modifica presentate alla norma venissero
ritirate per agevolare e accelerare il processo.
Ci
troviamo di fronte ad una materia molto delicata che potrebbe determinare
ulteriori impugnative da parte del Governo, proprio per evitare qualsiasi tipo
di pericolo e proprio per le motivazioni che diceva lei, l’Aula, in maniera
eccezionale e fuori dalla normalità, si riunisce per prendere atto delle
obiezioni del Governo ed evitare contenziosi e problemi sia sulla data delle
elezioni sia nel merito del provvedimento.
L’unico
dubbio tra maggioranza e minoranza, per cui io ho distribuito un testo del 5 e
dell’8 per cento, riguardava la percentuale di sbarramento della coalizione; tutte
le altre problematiche - visto che ne avevamo discusso il 3 giugno - si erano
già in parte votate e si erano affrontate nel merito; erano state totalmente
escluse, tant’è che abbiamo invitato il consigliere Guagliardi a ritirare le
proposte presentate. Anche il collega Nucera aveva presentato altre norme e le
abbiamo ritirate; la consigliera Albano aveva presentato la norma sulla doppia
preferenza di genere e l’abbiamo invitata a ritirarla.
Gli unici
due testi che oggi bisogna votare e che mi sono permesso di presentare all’Aula,
recependo le obiezioni del Governo, sono quelle che avete nelle cartelle.
L’Aula si deve pronunciare esclusivamente su queste questioni: recepimento
delle obiezioni del Governo che facciamo nostre; e sulla diversa valutazione sulla
percentuale di sbarramento; la maggioranza che dice l’8 per cento di sbarramento,
peraltro concordato da quello che diceva anche col Governo degli affari
regionali e del Ministero attraverso la Giunta regionale sulla legittimità
della norma, e quello che dice la minoranza e cioè, se ho ben capito:
“ristabiliamo esattamente il 5 per cento come si votava prima”.
L’unica
obiezione è questa e detto questo dobbiamo procedere a votare. Peraltro è
passato diverso tempo. Se ritorniamo ancora a votare sulle singole proposte
avanzate dai consiglieri diventa una cosa interminabile.
Siccome
il decreto di indizione delle elezioni dovrà essere emanato nei prossimi
giorni, vorrei che questa norma - che noi approviamo e che sarà promulgata –
sia la norma che servirà alla campagna elettorale e che farà quindi parte del
decreto di indizione delle elezioni.
Questo ci
eravamo detti in Conferenza dei capigruppo. Lei non ne faceva parte ma questo è
l’accordo che era stato raggiunto.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente,
se è così, le chiedo il rispetto delle prerogative del consigliere regionale.
Lei non può impedire al consigliere regionale su una legge di questa portata
straordinaria di esprimersi secondo il percorso che lo Statuto e il Regolamento
prevedono.
Che
significa tutto questo? Significa innanzitutto che sono firmatario di un
progetto di legge rispetto al quale risulta che il gruppo del Pd in una Conferenza
dei capigruppo ne ha motivato la ragione politica e anche istituzionale.
Sono
firmatario di una proposta che chiede il ripristino della vecchia legge elettorale
e non me la ritrovo tra le proposte votabili, lei non ha distribuito questo testo.
Rivendico innanzitutto il diritto di votare quel testo. Io non l’ho avuto.
In quel
testo ovviamente c’è una filosofia che secondo me è di forte responsabilità
istituzionale non di contrastare le prescrizioni del Governo ma di evitare
rischi di ulteriore esposizione.
Non fare
altri azzardi, non trovarci nella condizione che nei prossimi giorni possiamo
avere nuove prescrizioni; pertanto ritornare alla vecchia legge è una tutela
dell’immagine e della responsabilità del Consiglio regionale ma in questo vuol
dire che tutto ciò che è stato modificato dalla vecchia legge ho almeno il
diritto di difenderla.
Per
esempio, la vecchia legge prevedeva il voto disgiunto, non una questione di
poco conto: voto disgiunto o congiunto? E’ una questione dirimente rispetto al
modo in cui si interpreta il principio della elezione diretta del Presidente
della Giunta regionale.
Il mandato
che si chiede è un duplice mandato da parte del voto del cittadino o è un voto
di fatto unico? E’ una differenza sostanziale. Essendo all’ordine del giorno
“modifiche alla legge elettorale” non può essere preclusa a me la possibilità
di presentare una proposta di modifica su questa questione.
So che è
stato presentato – almeno così mi si dice -, pare che ci siano stati altri
colleghi che hanno presentato e consegnato all’Ufficio di Presidenza progetti
di legge di questo tipo. Vorrei che si mettessero in votazione. Poi l’Aula li
boccia e a quel punto nulla osta ma non si può dire “non votiamo perché andiamo
in contrasto col Governo”.
Se
votiamo per ripristinare il voto disgiunto e votiamo secondo il sistema delle
elezioni precedenti non obietti nulla, non abbia nulla da prescrivere, però il diritto
di votarlo noi ce l’abbiamo.
Se la Conferenza
dei capigruppo ha deciso di seguire una linea di questo tipo che non è quella
di creare problemi ma di aiutare e rafforzare l’impianto legislativo, coerente
con l’impostazione del governo, non può essere impedito a più di un consigliere
regionale e a me stesso, anche in dissenso col mio gruppo, di presentare una
proposta di modifica perché non so che fine abbia fatto il progetto di legge,
se c’è o non c’è. Si dice che ci sia.
Altrimenti persino in dissenso col mio gruppo non può essermi impedito di presentare un progetto di legge sul voto disgiunto e di metterlo ai voti. Poi l’Aula lo boccia e ne prendo atto. Solo questo sto chiedendo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Intervengo non per replicare alle considerazioni espresse
dal consigliere Adamo – del quale, tra l’altro, ho grande considerazione e
stima che non deriva soltanto da un’appartenenza territoriale, ma da
un’esperienza istituzionale vissuta insieme anche negli
anni passati – ma a me sembra di non comprendere bene – o lo comprendo, ma
probabilmente non lo comprendono altri – di che cosa si stia parlando e che
cosa, da qui a poco, voteremo.
Lo vorrei ricordare anche perché mi sembra un atteggiamento un poco
ondivago, non del collega Adamo, ma del gruppo del Partito democratico nella
sua interezza, perché – lo ha ricordato bene il Presidente del Consiglio,
Talarico, lo vorrei ricordare anche a me – i lavori della seduta di Consiglio,
così come anche i lavori di altre sedute precedenti, vengono normalmente
preceduti da un’apposita Conferenza dei capigruppo, in cui ogni Presidente
esplicita il pensiero del gruppo di appartenenza che, quasi sistematicamente,
per quello che riguarda taluni gruppi, viene disatteso completamente in Aula.
Lo ha ricordato bene il Presidente del Consiglio, Talarico, e lo vorrei
ricordare ancora qui, ma soltanto per un attimo e senza alcuna vis
polemica.
Credo che occorra mettersi d’accordo su che cosa possa o non possa fare
questo Consiglio regionale che – lo vorrei ricordare – opera in regime di prorogatio
dal 3 giugno; perché vede, collega Adamo, il Presidente del suo gruppo, in
qualsiasi occasione istituzionale – e mi riferisco alla Conferenza dei
capigruppo, così come ai lavori in Aula – ci sta continuamente ripetendo, anche
ossessivamente, che questo Consiglio regionale non è assolutamente legittimato
ad assumere alcuna iniziativa legislativa – lo ha ribadito ancora oggi in
Conferenza dei capigruppo e ad inizio dei lavori – salvo poi presentare una proposta
di legge di ulteriore modifica della legge elettorale. Vorrei capire a quale ratio
ispiratrice corrisponda, se non a quella – io credo che si evidenzi sotto
traccia - di consentire un ulteriore eventuale
differimento della data delle elezioni.
Il presidente Talarico lo ha evidenziato bene
e credevo di averlo evidenziato anch’io in apertura dei lavori: qua si tratta
di correggere alcune prescrizioni che sono state imposte dal Consiglio dei
Ministri, ed è uno dei motivi per i quali, collega Adamo, non sono neanche
presentabili le modifiche né sulla preferenza di genere –, ma non perché non si voglia parlare della
preferenza di genere –, né
tantomeno sul voto disgiunto o su altre cose. Si tratta soltanto di correggere alcune
disposizioni per impedire che ulteriori modificazioni della legge elettorale, che
potrebbero essere aggiuntive rispetto al testo presentato dal Presidente del
Consiglio, Talarico, possano inficiare il processo che di fatto si è già
aperto, che porterà questo Consiglio regionale da qui a qualche mese, a due mesi,
ormai, il 23 novembre, alle elezioni.
Ecco perché, presidente Talarico, la invito a
mettere in votazione il testo, così per come è stato ampiamente discusso, prima
in Conferenza dei capigruppo e ancora in Aula, sì da poter modificare,
correggendole, quelle che sono state le indicazioni-prescrizioni del Governo
alle quali questo Consiglio o, meglio, questa maggioranza si vuole adeguare.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Credo
che un altro intervento serva un po’ a farci riflettere, soprattutto sulla
proposta fatta dal consigliere Chiappetta
del tot che riguarda la soglia di sbarramento per la coalizione, però –
dobbiamo dirlo anche perché adesso ci siamo calmati, il clima è un po’ più
stemperato – mi sembra che oggi stiamo giocando una sorta di sfida non alla
sciabola, ma allo stiletto, in cui sostanzialmente c’è un tentativo legittimo
di riportare il Consiglio regionale alla vecchia legge elettorale del 2005 e
successive modificazioni, che comporta cinque circoscrizioni provinciali, il
voto disgiunto, una soglia di sbarramento del 4 e 5 per cento, cioè delle
disposizioni che possono anche essere recepite e che ci aiuterebbero a superare
il giudizio negativo del Governo per la parte che riguarda la quota di
sbarramento. Infatti, se non sbaglio – e c’è un testo del Presidente che sta
girando – il Governo ha eccepito sul premio di maggioranza previsto dalla legge
elettorale approvata a giugno e che è lo stesso premio di maggioranza stabilito
nella vecchia legge regionale, cioè noi o ritorniamo all’antico o rivediamo
questa proposta di legge, comunque dobbiamo decidere sulla quota di maggioranza
che deve passare dal 20 per cento al 10 per cento.
Questo è un dato su cui dobbiamo comunque intervenire sia che venga
accolta la proposta di modifica anche a mia firma che ha presentato il gruppo del
Partito democratico sia che si debba discutere la proposta presentata dal
presidente Talarico, che riporta correttamente la discussione avvenuta in
Conferenza dei capigruppo, in cui si è eliminata tutta la discussione sul voto
di genere, sulle questioni del voto
disgiunto, cioè si è portato il voto all’essenziale.
Ora, credo che il Governo, quando ha eccepito
sullo sbarramento catastrofico che aveva fatto questo Consiglio regionale di
portare al 15 per cento la quota di sbarramento, non si sia rapportato con il
progetto dell’Italicum, che comunque aumenta le quote di sbarramento per i
partiti a livello nazionale, ma ha valutato la sentenza della Corte
costituzionale rispetto alla legge pasticcio, quella nazionale – adesso mi
sfugge l’aggettivo usato – cioè la Corte costituzionale …
(Interruzione)
Non la legge “truffa” ultima, quella di
Berlusconi del 2005, come si chiamava?
(Interruzione)
Quella successiva? Non è il “Mattarellum”, il
“Porcellum”. La Corte costituzionale ha criticato la quota di sbarramento del
“Porcellum” che era attestato attorno all’8 per cento. E’ lì che ha posto il
problema che non c’è una giusta valutazione sulla rappresentanza delle
formazioni che scendono in campo per concorrere al Parlamento nazionale.
Ora, se voi riportate la quota di sbarramento
allo stesso livello che ha criticato la Corte costituzionale per il “Porcellum”,
credo che siamo di fronte al rischio di un’ulteriore impugnativa. Le cose che
dice il consigliere Nucera sul fatto che vogliamo andare a votare a marzo sono
belle fandonie, perché è molto probabile, se questo è un Governo coerente con
se stesso, che di fronte ad una quota di sbarramento pari all’8 per cento per
la coalizione, possa decidere di non ritirare il proprio ricorso alla Corte
costituzionale.
Ecco perché non sono d’accordo con la proposta
che fa il consigliere Chiappetta, perché se noi riportiamo lo sbarramento alla
quota originale, 4 e 5 per cento, sono anche disponibile a votare
favorevolmente il provvedimento presentato dal presidente Talarico, ma se,
utilizzando le segnalazioni che ci fa il Governo di una modifica della legge,
noi facciamo soltanto finta di recepire la legge e poi ci attestiamo sugli
stessi livelli, probabilmente stiamo giocando veramente a non comprenderci.
Il “no” della Corte costituzionale è sull’8
per cento, formalmente, che è sul “Porcellum”, perché i ricorrenti alla Corte
costituzionale l’hanno fatto sul “Porcellum” il ricorso che ha dato ragione,
che ha messo fuori gioco la relativa...
Ecco, volevo soltanto dire questo. Qui si dice
che ognuno di noi vuole rinviare le elezioni: fare questo, aumentare all’8 per
cento lo sbarramento di coalizione, comporta anche questo rischio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Principe. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, perché ero
andato via, quindi non ho capito bene una parte dell’intervento del consigliere Chiappetta,
ma vorrei ribadire che il comportamento del nostro gruppo, dall’inizio della
Conferenza dei capigruppo sino a questo momento, è di una linearità
impressionante. Poi si può discutere nel merito se la nostra proposta è utile,
è ben meditata. A nostro avviso, è utile e ben meditata.
Ripeto telegraficamente! Il Governo ha impugnato due profili: il premio
di maggioranza da riportare al 55 per cento e lo sbarramento di coalizione da
fissare al 15 per cento, ritenuto eccessivo e lesivo del gioco democratico. Nel
momento in cui noi presentiamo una proposta di legge che riporta in vita la
legge che voi avete modificato il 3 giugno, noi accogliamo esattamente quello
che è l’assunto del Governo, perché, ritornando alla vecchia legge elettorale,
ritorniamo ad uno sbarramento di coalizione del 5 per cento, quindi nessuno può
dire che è lesivo del gioco democratico, e ad un premio di maggioranza del 55 per
cento.
Non so se il consigliere
Chiappetta è stato distratto, ma in Conferenza dei capigruppo noi abbiamo
sostenuto con linearità questo assunto. Poiché a volte ognuno di noi conosce i
propri vizi e i vizi collettivi, se ricorda il dottore Minniti – che non mi sente – prima di aprire bocca, ho
preteso che si verbalizzasse questa posizione. Quindi, tra le posizioni assunte
in Conferenza dei capigruppo e la posizione in Aula, c’è una continuità
lapalissiana che si spiega con un dato politico.
Noi abbiamo avversato la vostra legge del 3 giugno e continuiamo
stasera ad avversare questa legge, dicendo che è stata sbagliata e, per ovviare
agli errori, abbiamo proposto di ritornare all’antico. Questo è, questa è la
posizione che manteniamo, pur riconoscendo – ma lo abbiamo detto dal primo
momento – che questo Consiglio che, a mio avviso, non è in una pienezza totale
per legiferare dal momento che è stato congedato il 3 giugno per una fine
anticipata della legislatura, –questa non è una fine normale della legislatura
– su un argomento così fondamentale come la legge elettorale non può che
intervenire sullo spunto di una censura e per le censure fatte dal Governo.
La nostra proposta di legge si incanala perfettamente in questo alveo.
Ci sono altri interventi? Possiamo procedere a votare il testo.
Presidente, non mi ha risposto: quante proposte di modifica sono state
presentate e quali?
Non mettetemi in difficoltà, sapete come io lavori in Consiglio
regionale dal primo giorno: c’è la Conferenza dei capigruppo che ha assunto una
decisione, io sono qui per difenderla. Poi, se il singolo consigliere arriva
con proposte di modifica… cioè abbiamo discusso tre ore! Io penso che tutti i
gruppi siano rappresentati con i rispettivi capigruppo. Non mi mettete in
difficoltà, sapete qual è il mio modo di ragionare su questi argomenti. C’è la
Conferenza dei capigruppo, abbiamo discusso, gli emendamenti li abbiamo
esclusi, molti esponenti della maggioranza li hanno ritirati. Non forzate su determinate
questioni perché sapete che avete la mia avversione e contrarietà. È stato così
dal primo giorno della legislatura, figuriamoci l’ultimo giorno!
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano, ne ha facoltà.
Presidente,
non devo parlare di proposte di modifica, ma vi pregherei di riavvolgere il
nastro al 3 giugno del 2014, quando in quest’Aula, nonostante gli appelli
accorati e vibrati che abbiamo fatto affinché non si procedesse a votare una
legge che era palesemente incostituzionale, la maggioranza si è intestata
questa ultima perla di questa legislatura travagliata, approvando il prodotto
del quale stasera stiamo discutendo.
Fa bene il collega Principe a ricordare a tutti che questo è un
Consiglio congedato: qui, stasera, siamo presenti soltanto al fine di mettere
ordine alle storture di cui vi siete macchiati approvando la legge piena di
vizi, che sono stati contestati puntualmente dal Governo.
Non voglio ripetere, Presidente, lei ha un testo… Il collega Principe,
nella Conferenza dei capigruppo ha espresso la posizione del gruppo del Partito
democratico – che poi è la posizione dell’intera minoranza – ed è stata
declinata con un atto consiliare, con una proposta di legge che non è un
emendamento, che riporta alla legge originaria, recependo puntualmente quelle
che sono state le contestazioni. Riteniamo che questa sia la strada maestra.
Non è stato nemmeno consentito ai consiglieri di avere un’istruttoria sui
provvedimenti.
Noi abbiamo questa proposta che è vagliata, meditata, che secondo noi
mette al riparo da ogni possibile censura, perche non siamo sicuri che ciò avverrebbe
con la vostra proposta e sarebbe
un’ulteriore beffa verso la Calabria e i calabresi.
Quindi, noi vi chiediamo, Presidente, che il testo di legge che abbiamo
presentato venga posto regolarmente ai voti. Non esiste, lei non può ledere il
diritto iniziativa e la prerogativa dei consiglieri regionali. C’è un progetto
di legge e lei lo deve porre regolarmente ai voti.
Consigliere Giordano, anche lei ha partecipato alla Conferenza dei
capigruppo, quindi era lì, e non mi sembra che da parte di nessuno dei
capigruppo sia venuto fuori che fosse stato presentato un progetto di legge da
discutere nel merito in Aula. Io l’ho appreso oggi, presentato oggi pomeriggio.
(Interruzione del consigliere Giordano)
Noi ci siamo attardati a parlare di determinati argomenti, tra cui
quello dello sbarramento dell’8 per cento e del 5 per cento. Questa è stata la
discussione di merito che abbiamo avuto.
Quindi, rispetto a questo argomento, io – ripeto – pongo ai voti quello
che abbiamo deciso in Conferenza dei capigruppo. Questo è il testo venuto fuori
dalla discussione di merito che abbiamo avuto, quindi procediamo con la
votazione dell’articolo…
(Interruzione del consigliere Adamo)
Pongo ai voti questo provvedimento che, naturalmente, avrà bisogno di
coordinamento formale, che prevede il recepimento di tutte le obiezioni da
parte del Governo, con l’unica modifica dello sbarramento di coalizione non al
5 per cento, ma all’8 per cento. Quindi, con questa unica modifica nel testo
predisposto si accolgono tutti i rilievi del Governo. Ci sarà bisogno anche del
coordinamento formale e di un’altra modifica che riguarda la circoscrizione
elettorale di Catanzaro, che diventa competente anche per la provincia di Vibo
Valentia e per la provincia di Crotone, visto che abbiamo individuato una nuova
circoscrizione.
Quindi, io pongo ai voti questo provvedimento. Articolo 1…
Presidente, scusi, intervengo sull’ordine dei lavori, altrimenti metto
una dichiarazione a verbale.
A me risulta – mi è stato appena consegnato – che al protocollo numero 39362
dell’11 settembre 2014, con la classificazione 2.5, sia stata presentata questa
proposta di legge a firma di numerosi consiglieri. Chi è il primo firmatario?
Penso sia il consigliere Sandro
Principe, capogruppo del Partito democratico. E’ in discussione o non è in
discussione questo progetto di legge? E’ o meno al nostro esame, alla nostra
attenzione?
Se è così e deve essere così, non si capisce perché lei non lo vuole
mettere in votazione, secondo me, non possiamo votare, prima la riforma.
Le ho detto le tre motivazioni, per tre volte: la prima motivazione che
le ho detto è che la Conferenza dei capigruppo non ha discusso di questo
provvedimento e c’è stato un accordo per fare determinate cose; seconda
motivazione, ci sono problematiche tecnico-giuridiche per cui non si può approvare
una norma che potrebbe rimettere in gioco tutto, comprese le elezioni per
eventuali ulteriori ricorsi che ci possono essere, sinceramente non mi sento;
terza, mi sembra che la proposta di legge sia stata presentata oggi pomeriggio
in Aula e non certamente nei tempi giusti previsti dal Regolamento.
Quindi ci sono tre motivazioni che mi portano a dire di “no” a questo
provvedimento, per cui io non lo posso nemmeno sottoporre ai voti, perché nel
momento in cui lo sottopongo ai voti, vado a smentire tutte queste tre ragioni.
Quindi, per quanto mi riguarda, non è un provvedimento ammissibile,
accoglibile, nemmeno per la votazione, anche se lei dice: “Va beh, tanto c’è la
maggioranza che lo boccia”. No, io preferisco seguire alla lettera le varie
questioni, quindi considerarlo inammissibile dal punto di vista legislativo e
dunque procedere poi alla votazione che lei dice.
Presidente,
ma lei mi deve spiegare…
(Interruzione)
Io le chiedo formalmente, perché andremo… Questa è un atto di
verbalizzazione integrale.
Le chiedo perché il suo disegno
di legge “Modifica della legge regionale
7 febbraio 2005, n. 1”, a firma del consigliere Talarico, che porta protocollo numero 39118
dell’11 settembre 2014, classificazione 2.5, è ammissibile e il disegno di
legge presentato dal gruppo del Partito democratico che porta la stessa
dicitura con protocollo numero 39362, sempre dell’11 settembre 2014 con
classificazione 2.5, non è ammissibile. Me lo spieghi lei, perché il suo sì e
questo no, me lo deve spiegare. Dov’è agli atti quello che lei sta dicendo?
Certo, la
Conferenza dei capigruppo, il metodo, lo so, lo so bene, anche io sono stato
capogruppo, è convenzionale, ma lei sa bene che, anche quando la Conferenza dei
capigruppo funziona e funziona bene, comunque non è preclusa l’espressione del
diritto-dovere del consigliere regionale di dire la sua opinione, anche in
dissenso con il gruppo, e non siamo in questo caso, perché qui c’è una proposta
presentata da tutto il gruppo con lo stesso protocollo, la stessa data e la
stessa classificazione della sua.
Perché la
sua proposta deve essere messa in votazione e questa no?
Poi mi
consenta, Presidente, mi sembra più a
rischio la discussione sul 5 o sull’8 o sul 12 percento e non un disegno di
legge che dice “votiamo con la vecchia legge” che - siamo certi, per averci
votato più volte, sicuramente un paio di volte – che sia costituzionale in
tutti i sensi. Questo lo voglio capire.
La differenza è che quello che ho presentato io l’ho presentato prima
della Conferenza dei capigruppo, questo è arrivato in Aula sui banchi della
Presidenza.
(Interruzioni)
Questi sono due provvedimenti che io ho presentato alla Conferenza dei
capigruppo, la sua è arrivata in Aula mentre stavamo discutendo. Quindi mi
sembra una cosa talmente ovvia che non si può accogliere.
Stiamo perdendo tempo! La posizione è chiara, l’ha esplicitata ancora
una volta il consigliere Adamo. Sinceramente, non capisco! Per quanto ci
riguarda, la nostra posizione è molto chiara: noi non siamo per nessuna
modifica. Ci possono fare anche una nuova legge elettorale, ma vale per la
prossima legislatura. Se vogliamo, ci sediamo, ma per la prossima legislatura,
per questa non si possono cambiare le regole nel corso della partita.
Volete rispondere con lo sbarramento dell’8 per cento? Fatelo, qual è
il problema? Noi non dobbiamo proprio… Io non voto, perché o si ritorna alla
vecchia legge o non voto. Più chiaro di così si muore! Questa è la posizione del
consigliere Sulla. Spero che il gruppo - che su questa linea si era orientato -
voti allo stesso modo, altrimenti, in dissenso dal gruppo, voterò così, perché
chi scrive deve sapere chiara qual è… E’ inutile che il collega Chiappetta
cerchi di dire la posizione… La posizione è lineare: noi non vogliamo
modificare nulla! Per la prossima legislatura introduciamo tutto quello che
volete, ma per questa fatevela voi, rispondete come volete, noi non ci stiamo.
(Interruzioni)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Principe, ne ha facoltà.
Sarò
telegrafico. Non voglio entrare nel merito delle problematiche del protocollo,
che è un
problema suo e non nostro, ma al fine della sua decisione, Presidente, le vorrei ricordare che noi in Conferenza dei
capigruppo abbiamo anticipato questa posizione. C’erano, intanto, dei colleghi
che lavoravano per estendere il testo, tant’è che il collega Giordano è venuto
a sottopormi una proposta di testo, tuttavia il Segretario generale e lei
soprattutto sapete benissimo che di questa posizione del gruppo del Partito democratico
di ritornare alla legge originaria è stata formalmente resa edotta la
Conferenza dei capigruppo. Poi per quanto concerne gli aspetti protocollari, è
lei il Presidente e decide come meglio crede ma, per onestà intellettuale,
tenga conto di questo fatto.
Eravate tutti presenti alla Conferenza dei capigruppo!
Ha chiesto di intervenire l’assessore Dattolo.
Ne ha facoltà.
Oggi, per tante
ragioni, ho avuto la possibilità di assistere alla Conferenza dei capigruppo,
forse ci vorrebbe anche un po’ più di chiarezza, tenuto conto dei motivi per i quali oggi è stato convocato questo
Consiglio regionale.
Ritengo
che si debba intervenire su un unico aspetto. Sembra strano che all’interno del
gruppo del Partito democratico che, come diceva prima il capogruppo Principe, ha avuto bisogno di fare una riunione per decidere
sull’unico punto che era in discussione, dopo alcuni aspetti che sono stati
evidenziati dal collega Principe, si dica “evitiamo di andare a fare cose che
siano diverse da quelle per le quali il Governo è intervenuto”. Questo per
chiarezza, perché l’ha detto lei e su questo ci siamo uniformati, a cominciare
dal capogruppo Bruni, e su tutto il resto.
In merito a quella legge elettorale, – dico al collega Sulla – su cui per
la verità sono intervenuti dando anche un contributo, anche se in pochi, i
colleghi del Partito democratico, con argomentazioni sul voto disgiunto,
comprendevo la richiesta del collega Adamo che condividevo, perché è stata
frutto di una discussione. Oggi, proprio per evitare di aprire nuove pagine che
possano farci di nuovo riprendere la scena nazionale, si tratta di stabilire
con coerenza e correttezza – dico anche al collega Guagliardi – di non
alimentare o di costruire su questa legge altri probabili focolai che possono
innestarsi e di essere chiari su un preciso dettato che viene dal Governo,
decidendo se scendere dall’8 al 5 per cento per le soglie di sbarramento. E’
una scelta, ma non si può andare oltre perché – ripeto – correremmo il rischio,
e non vedo queste ulteriori necessità, di aver convocato una riunione per far
pensare che ancora si cerchi di portare avanti questa legislatura.
Con coerenza, con onestà, perché altrimenti dovremmo sospendere la
seduta per dieci minuti per consentire alla minoranza di fare una riunione per decidere
quello che vuole fare, perché noi non abbiamo dubbi e stiamo proseguendo con
una certa linearità, ma soffermiamoci solo su quelle che sono le impugnative
che il Governo ha fatto. Per il resto, diceva qualcuno ed io approvo, non è più
tempo. Il tempo è scaduto e almeno, con un certo senso di responsabilità,
chiudiamo al meglio questa legislatura.
Possiamo procedere a votare con autorizzazione al coordinamento formale
sull’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2. Nell’articolato c’è scritto “liste
provinciali”, ma si chiamano “liste circoscrizionali”. Questo bisogna
modificarlo in coordinamento formale.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Interruzione)
Per dichiarazione di voto, ha chiesto di intervenire il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Il
sottoscritto dichiara di non aver partecipato al voto sulla proposta di legge con firmatario unico il consigliere Francesco Talarico, protocollo numero
39118 dell’11 settembre 2014, classificazione 2.05, perché ritiene illegittima
la procedura seguita dalla Presidenza del Consiglio regionale, dal momento che
un altro progetto di legge presentato da tutti i consiglieri regionali del Pd e
che porta il protocollo numero 39362, sempre dell’11 settembre 2014,
classificazione 2.5, e che chiedeva sostanzialmente il ripristino della vecchia
legge elettorale, non è stato messo in votazione. La disparità di trattamento
sull’ammissibilità del progetto di legge espone il voto di questa sera che si è
appena svolto a profili di illegittimità, rispetto ai quali mi riservo di
adire, se è il caso, anche la via giudiziale.
Aggiungo al suo documentato intervento che la proposta da lei
presentata non è stata neanche numerata, perché è una proposta che è arrivata
direttamente in Aula, quindi la stessa non ha avuto nemmeno un numero assegnato
come progetto legislativo, proprio a testimonianza che la sua proposta era totalmente
irricevibile.
Per metterlo a verbale, la debbo contestare perché sono stato informato
ufficialmente in quest’Aula che il capogruppo del Partito democratico,
consigliere Sandro Principe, ha formalizzato questa proposta alla Conferenza
dei capigruppo.
Ho provveduto esclusivamente a dire, perché rimanga agli atti il mio
dire, che è supportato da quello che il Segretario generale mi ha provveduto ad
indicare.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio
approva)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Come
lei e tutti i colleghi capogruppo sapete, io ho illustrato la proposta poi
formalmente presentata, chiedendo peraltro alla Segreteria di verbalizzare. Per
la verità, neanche la sua proposta era stata distribuita nella Conferenza dei
capigruppo, quindi da questo punto di vista eravamo nelle stesse condizioni: illustrazione da parte del capogruppo del Partito democratico,
illustrazione condivisa dai colleghi capigruppo di minoranza, e illustrazione
da parte sua.
C’è una differenza: il provvedimento che ho
illustrato era già all’ordine del giorno da cinque giorni - perché cinque
giorni prima era stato convocato il Consiglio, e all’ordine del giorno c’era
“modifiche legislative” – e ha ad oggetto le modifiche che il Ministero ha
eccepito e che erano note a tutti i consiglieri regionali da un paio di mesi,
mentre la proposta che lei ha illustrato in Conferenza dei capigruppo e presentato in Aula è arrivata
in quel momento.
Penso
che argomenti del genere, così importanti e delicati, andrebbero quantomeno
presentati in largo anticipo, per dare la possibilità a tutti di dire la
propria.
MAIOLO
Mario (PD)
Uguale
protocollo, Presidente.
Non
c’è bisogno di procedere, perché il candidato alle
primarie, Corbelli, ha rinunciato, quindi non c’è bisogno di eleggere nulla
perché non si faranno più le primarie per legge.
Terzo punto: le nomine, come da
elenco allegato.
Voglio intervenire, Presidente.
Sì, se lo dice. Un attimo, ha
chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, così come ho
detto in apertura dei lavori, do la delega a lei perché proceda rispetto alle
nomine che dovranno avere le caratterizzazioni della indifferibilità e dell’urgenza.
Ha chiesto di intervenire il consigliere De
Gaetano. Ne ha facoltà.
Presidente, dopo quello che ha detto
l’Avvocatura dello Stato riguardo alle nomine in sanità, per analogia, credo
che il Consiglio regionale non possa fare nessuna nomina. Questo è un Consiglio
regionale sciolto, a 45 giorni dalle elezioni o poco più è una cosa immorale
fare le nomine! Noi, come centro-sinistra, come Partito democratico, siamo
contrarissimi e, se voi andrete avanti, adiremo tutte le vie, dalla Corte dei conti alla magistratura, contro
questa brutale iniziativa che vorrete prendere.
Dovete essere seri: c’è già un parere da parte
dell’Avvocatura dello Stato che ha impedito alla Giunta regionale di nominare i
manager della sanità con incarico scaduto, per la stessa cosa non potete
fare queste nomine. E’ un atto elettorale di bassa lega! Su questo faremo una
battaglia campale.
Non ci sono altri punti, se non l’ordine del
giorno sugli emolumenti arretrati.
Se si vota, chiedo l’appello nominale.
No, è stata solo una proposta.
Non si può? Perfetto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Non lo
so, io non ho capito
bene questa proposta. Se il capogruppo Chiappetta l’ha fatta come offerta di una discussione all’Aula oppure se c’è un
provvedimento amministrativo che è stato depositato per gli stessi motivi per
cui – come lei giustamente sostiene – c’è bisogno di una stretta aderenza alla
normativa esistente.
Poiché
non mi pare che ci sia alcuna proposta,
non ci è stata distribuita, immagino che nessuno voglia rubricarla adesso,
perché sarebbe un atto chiaramente
fuori da ogni logica, peraltro sarebbe
stato logico ed anche corretto sotto il profilo amministrativo farlo precedere
da un inserimento all’ordine del giorno dell’atto di delega, cosa che non c’è
e, di conseguenza, ciò che non esiste non può in alcun modo essere tenuto
in considerazione. Va da sé che le
considerazioni giuridiche che l’Avvocatura dello Stato ha posto a base del
parere negativo circa la legittimazione della Giunta a provvedere e a fare
nomine nel settore della sanità valgono ancora di più per quanto riguarda le nomine
del Consiglio, perché mentre la Giunta è autorizzata a compiere atti di
ordinaria amministrazione, il Consiglio è autorizzato a compiere solo atti
indifferibili ed urgenti, perché è del tutto logico che la legislazione non può
vedere un atto di ordinaria amministrazione, ma solamente
un atto indifferibile ed urgente.
Di conseguenza, mi sembra che ci siano ragioni
insuperabili, cioè ragioni che solamente soggetti irresponsabili potrebbero
prendere in considerazione, ragion per cui qui si ferma quella che è la
discussione di natura politica e di natura istituzionale. Nella misura in cui
voi vorrete andare avanti su questo percorso, vi assumerete la responsabilità
di costringerci a trasmettere gli atti agli organi competenti per il vaglio
giurisdizionale delle responsabilità contabili e di natura penale.
Quindi procediamo con l’ordine del giorno: ci
sono tre ordini del giorno.
Il primo è a firma del consigliere Imbalzano:
“Sulla stipula di una convenzione tra la Regione Calabria e la sede Rai
Calabria”, che abbiamo già inserito. Ne do lettura:
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
la legge regionale numero 15 del 30
Ottobre 2003 "Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del
patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria",
vigente, e' considerata norma di eccellenza nel panorama italiano per la tutela
e la valorizzazione delle minoranze linguistiche;
il Programma operativo regionale
Calabria FERS finanzia il Progetto integrato a sviluppo regionale di valenza
strategica (PISR) "Minoranze linguistiche" che si attua attraverso
tre Progetti Integrati di Sviluppo Locale (PISL), uno per ciascuna minoranza
linguistica: Greci di Calabria, Albanesi e Occitani, per un importo finanziario
pari a 14.4 Meuro;
i predetti interventi dei PISL non
fanno ricorso ad interventi specifici di comunicazione radiofonica e televisiva
in lingua, al fine di incrementare e diffondere la lingua parlata delle varie
minoranze linguistiche;
all'articolo 18 della richiamata
legge regionale si prevede che: “1. In base a convenzioni da stipularsi tra la
Regione e la sede regionale RAI per la Calabria e le emittenti radiotelevisive
private sentito il CO.RE.COM. Calabria, nei programmi radiofonici e televisivi
regionali sono inseriti programmi culturali, educativi e di intrattenimento
nelle lingue di minoranza albanese, greca, occitanica”,
impegna
la Giunta regionale a dare
attuazione a quanto previsto all'articolo 18 ed in particolare:
- a procedere alla stipula della
convenzione tra Regione Calabria e Sede Regionale RAI, che per la Calabria dovrà
avere al massimo la durata di tre anni, rinnovabile, individuando le relative
risorse finanziarie;
- a sostenere la stipula di
convenzioni specifiche tra la RAI S.p.A e la Presidenza del Consiglio dei
Ministri a tutela delle Minoranze Linguistiche presenti in Calabria: grecanici,
occitani e arberesh, sulla scorta delle migliori esperienze regionali di
Italia: Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, e Provincie di Trento e Bolzano.”
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ordine del giorno di iniziativa dei capigruppo “Sul pagamento degli stipendi ai lavoratori Lsu/Lpu”.
Questo è l’ordine
del giorno che abbiamo discusso con i lavoratori
Lsu-Lpu, firmato dai capigruppo
di maggioranza e minoranza, di cui do lettura:
“Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
ci
sono circa 5000 lavoratori LSU/LPU che aspettano i pagamenti delle mensilità
arretrate dal 2013, nonché le mensilità di agosto e settembre 2014;
la
Presidente f.f. della Giunta regionale ha assicurato ai lavoratori, nel corso
di un incontro, che le risorse necessarie per saldare i suddetti arretrati sono
nella disponibilità del bilancio regionale, ma che le stesse non possono essere
erogate ai lavoratori poiché si sforerebbe il Patto di stabilità,
impegna
il
Presidente f.f. della Giunta regionale nonché gli assessori al bilancio ed al
lavoro di procedere al pagamento immediato delle spettanze ai lavoratori
LSU/LPU con le risorse già disponibili, procedendo, allo scopo, all'eventuale
sforamento del Patto di stabilità e di reperire ed impegnare, altresì, le somme
necessarie per garantire i pagamenti fino al 31/12/2014”.
Lo pongo in
votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ultimo ordine del giorno, di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Guccione, Giordano “Sulla situazione in cui versano alcuni lavoratori calabresi”, di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
i 308 lavoratori impegnati nel servizio di sorveglianza idraulica non hanno ancora percepito le mensilità di giugno, luglio e agosto;
sebbene il Governo, in data 27 luglio, a seguito della Legge di Stabilità, abbia inviato alla Regione Calabria 25 milioni di euro da destinare al bacino LSU-LPU, questi lavoratori debbono ancora percepire 4 mensilità relative al 2013 e la mensilità di agosto 2014;
gli oltre 50 dipendenti dell'A.R.A. Calabria (Associazione Regionale Allevatori Calabria) attendono ancora 20 mensilità arretrate;
anche i lavoratori dei Parchi Nazionali si trovano a dover ricevere delle mensilità arretrate;
la situazione nel ritardo dei pagamenti degli stipendi da parte della Regione è ormai diventata cronica, con grave danno per questi suoi lavoratori costretti a subire, con le famiglie, una situazione di perenne disagio, nonostante la preziosa attività che essi svolgono in settori delicati per la Calabria,
impegna
la Giunta regionale a sbloccare con urgenza le risorse necessarie al pagamento di tutte le mensilità arretrate da destinare a questi lavoratori che sono quotidianamente impegnati al servizio della collettività calabrese.”
Ha chiesto di intervenire il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.
L’ordine
del giorno impegna la Giunta a sbloccare con urgenza le risorse necessarie al pagamento di tutte le mensilità
arretrate da destinare ai 308 lavoratori di sorveglianza idraulica, ai
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, agli oltre 50 lavoratori
dell’Ara e ai lavoratori dei parchi nazionali.
Queste mensilità sono arretrate da parecchio tempo, quindi con
quest’ordine del giorno si impegna la Giunta a pagare immediatamente queste
mensilità arretrate.
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Non ci sono altri punti, quindi la seduta termina.
(Interruzione)
Il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Ha chiesto congedo il sottosegretario Dima.
(E’ concesso)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Corecom - Programma delle attività per l’anno 2015 e relativo fabbisogno finanziario” (P.P.A. n. 309/9^)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere Talarico F. – “Modifica alla legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (P.L. n. 594/9^)
La Corte dei Conti, Sezione delle autonomie, funzione di referto al Parlamento, con nota n. 900 del 31 luglio 2014, ha trasmesso la relazione della sezione delle autonomie sugli andamenti della finanza territoriale – Analisi dei flussi di cassa per gli esercizi finanziari 2011, 2012, 2013 – approvata con deliberazione n. 20/SezAut/2014/Frg depositata in data 23 luglio 2014.
La Giunta regionale ha trasmesso copia della seguente deliberazione di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:
Deliberazione Giunta regionale n. 331 del 6 agosto 2014.
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
i procedimenti disciplinari a carico di dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono regolamentati dal DL n.165 del 30 marzo 2001;
l’art. 55 bis stabilisce al comma 1 che per infrazioni di minore gravità, con sanzioni superiori al rimprovero verbale ed inferiori alla sospensione dal servizio per più di 10 giorni, il procedimento disciplinare viene svolto secondo le disposizioni del comma 2 dal responsabile della struttura, con qualifica dirigenziale, in cui il dipendente lavora;
quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni più gravi di quelle indicate, il procedimento disciplinare si svolge secondo le disposizioni del comma 4;
il comma 4 dello stesso articolo stabilisce che ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinamento, individua l'ufficio competente per i procedimenti disciplinari;
il predetto ufficio contesta l'addebito al dipendente, lo convoca per il contraddittorio a sua difesa, istruisce e conclude il procedimento secondo quanto previsto nel comma 2. La violazione dei termini di cui al presente comma comporta, per l'amministrazione, la decadenza dall'azione disciplinare, ovvero, per il dipendente, dall'esercizio del diritto di difesa;
l'articolo 50, comma 5, dello Statuto stabilisce che nell'esercizio della potestà statutaria, legislativa e regolamentare, la Regione provvede a disciplinare il regime contrattuale dei dirigenti, l'attribuzione e la revoca degli incarichi, l'accertamento delle responsabilità e la comminazione delle sanzioni nonché ad istituire il ruolo dei dirigenti della Regione e il ruolo dei dirigenti del Consiglio regionale;
si è appreso che il Dipartimento organizzazione e personale della Giunta regionale stia procedendo alla notifica di provvedimenti disciplinari a diversi dipendenti per fatti per i quali sono state svolte indagini, recentemente chiuse, dalla polizia giudiziaria;
fermo restando che l'amministrazione è tenuta a perseguire e sanzionare le condotte illegittime, ove accertate, poste in essere dai dipendenti, è indispensabile che il procedimento disciplinare sia svolto e portato a termine dal competente Ufficio regolarmente costituito, come previsto dal DL 165/2001 -:
se l'ufficio procedimenti disciplinari della Giunta regionale sia stato istituito e disciplinato sulla base di apposito regolamento, secondo quanto previsto dall'art. 50, comma 5, dello Statuto regionale;
se i provvedimenti adottati o adottandi siano stati assunti o saranno assunti sulla base di formale istruttoria tesa ad acquisire prove documentali ed ogni altro elemento probatorio sui fatti contestati, al di là delle indagini svolte dalla polizia giudiziaria rilevanti ai fini del procedimento penale;
se si è considerato che eventuali sanzioni irrogate senza una formale e regolare costituzione dell'Ufficio competente, e senza una regolare istruttoria da parte dello stesso ufficio, possono determinare la illegittimità o nullità delle sanzioni, con conseguente esposizione dell'amministrazione ad azioni di risarcimento danni e responsabilità per danno erariale da parte di chi ha adottato gli atti illegittimi.
(553; 07.08.2014)
Naccari Carlizzi, Franchino, Adamo, Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
come riportato da note di stampa, con decreto del 14 maggio c.a. il Gup del Tribunale di Cosenza, dott.ssa Giusy Ferrucci, ha disposto il rinvio a giudizio, fra gli altri, del direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, avv. Paolo Maria Gangemi, per avere liquidato somme in favore dell'avv. G.I. del Foro di Reggio Calabria, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale al sopra detto professionista, nonché un ingiusto danno all'Azienda ospedaliera di cui il Gangemi è direttore generale;
il direttore generale dell'Asp di Cosenza è stato rimosso con DPGR n. 235/14 a seguito di misura interdittiva giudiziale, irrogatagli (cui è seguito il rinvio a giudizio) per ipotesi di reato analoga a quella contestata al Gangemi;
ad oggi il Gangemi non è stato oggetto di alcun provvedimento di rimozione, peraltro dovuto dalla Giunta quale obbligo d'ufficio;
è manifesta la difformità di comportamento della Giunta regionale riguardante due casi analoghi, che costituisce un incomprensibile modus operandi;
si rileva l'inopportunità, laddove il nominativo del Gangemi rientrasse nel nuovo elenco degli aspiranti all'incarico di direttore generale delle Aziende sanitarie ed ospedaliere regionali, della nomina di vertice aziendale a qualsiasi titolo -:
se il direttore generale Gangemi ha comunicato al Presidente della Regione ed al Dipartimento della Salute il provvedimento emesso dal Tribunale nei suoi confronti, così come ha prontamente fatto il direttore generale dell'ASP di Cosenza nello stesso giorno in cui ha ricevuto la misura interdittiva;
se, in carenza di tale comunicazione, cosa che costituirebbe un fatto gravissimo alla luce dei doveri di lealtà nei confronti dell'amministrazione di cui si è espressione, la Giunta regionale non ne sia ugualmente venuta a conoscenza, in forza del poderoso ufficio stampa a sua disposizione;
perché la Giunta regionale manifesti difformità di comportamento nel trattare due casi analoghi.
(554; 07.08.2014)
Guccione. Alla Presidente f.f. della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il direttore generale dell'Azienda
Ospedaliera, Gangemi, è stato oggetto di rinvio di giudizio con decreto del 15
maggio emesso dal Tribunale di Cosenza con l'accusa di avere gonfiato due
parcelle di contenziosi affidati ad avvocato esterno all'Azienda (del foro di
Reggio Calabria) procurando, insieme ad altri dirigenti dell'Azienda,
"un ingiusto vantaggio patrimoniale all'avv. G.I. e un danno ingiusto
all'Azienda ospedaliera, entrambi di rilevante gravità" (oltre 170
mila euro)";
contrariamente al comportamento assunto
nei confronti del direttore generale dell'ASP di Cosenza, Scarpelli, rimosso
dall'incarico con DGR n. 255/2014 in quanto oggetto di procedura interdittiva
da parte della Magistratura (seguita da rinvio a giudizio per avere
esternalizzato una serie di contenziosi), la Giunta non adottava alcun
provvedimento di rimozione a carico del direttore generale Gangemi;
il sub Commissario governativo, Gen.
Pezzi, trasmetteva al dirigente generale ff del Dipartimento Tutela della salute,
con lettera del 15 luglio, il decreto di rinvio a giudizio dei Gangemi
chiedendo, contestualmente, l'adozione dei provvedimenti consequenziali in
quanto la condotta del Gangemi è stata posta in essere in danno dell'Azienda;
nonostante tale richiesta del sub
Commissario Pezzi, la Giunta continuava a non adottare alcun provvedimento di
rimozione nei confronti del Gangemi;
il sostituto dirigente generale del
Dipartimento Tutela della salute comunicava, in data 14 agosto, al direttore
generale Gangemi la risoluzione del contratto "a far data dal 25
luglio" in quanto non era intervenuto alcun provvedimento di proroga;
tale risoluzione era assolutamente dovuta
e logica a seguito del rinvio a giudizio del Gangemi per fatti commessi in
danno dell'azienda;
inopinatamente, il dirigente generale f.f,
che avrebbe dovuto proporre l'immediata rimozione del Gangemi anche su precisa
richiesta del sub Commissario Pezzi, ripristinava la figura del Gangemi a
direttore generale dell'Azienda ospedaliera;
il sub Commissario Pezzi, in data 21
agosto, reiterava la richiesta e chiedeva al dirigente generale del
Dipartimento la riproposizione alla Giunta dello schema di delibera di
decadenza dall'incarico di direttore generale del Gangemi, a far data dal 15
maggio 2014, giorno dell'avvenuto rinvio a giudizio. Il sub Commissario
rammentava, altresì, che un’eventuale proroga di diritto o di fatto del Gangemi
avrebbe legittimato, anche sotto il profilo economico, la posizione alla guida
dell'Azienda mentre già da tempo lo stesso avrebbe dovuto essere sollevato
dall'incarico per effetto dell'attuale posizione processuale, della quale non
avrebbe ritenuto nemmeno opportuno rendere partecipe il Dipartimento;
il comportamento omissivo ipotizzato dal
sub Commissario da parte del Gangemi che, contrariamente al direttore Scarpelli
(il quale ha prontamente comunicato al Presidente ed al Dipartimento, nello
stesso giorno, la ricezione dell'interdittiva giudiziaria) non ha ritenuto di
notiziare né l'organo politico-istituzionale che lo aveva nominato (Presidente
e Giunta) né l'organo tecnico (Dipartimento Tutela della Salute) contravvenendo
all'obbligo di lealtà che vincola i dirigenti all'amministrazione;
tutta la vicenda presenta anche risvolti
di carattere giudiziario penale e contabile;
il direttore generale dell'Azienda
ospedaliera è anche oggetto, insieme ad altri, di un altro rinvio a giudizio
per la morte del sig. C.R. avvenuta nell'ospedale Annunziata nel Luglio 2013,
evento sul quale relazione del direttore nazionale del Centro sangue afferma
testualmente, fra l'altro: “Non entrando nel merito di considerazioni di
carattere squisitamente giuridico, che non fanno parte delle competenze del
Team ispettivo, occorre rilevare che, al di là di ogni ragionevole dubbio, la predetta
situazione di grave criticità del Servizio ha costituito elemento certamente
favorente la produzione di unità di globuli rossi contaminate, senza la
presenza delle quali gli eventi non si sarebbero verificati. Si evidenzia,
peraltro, che tale conclusione è contenuta sia nel Rapporto del Gruppo
regionale del 18 e 19 luglio, sia nel Rapporto del Comando NAS di Cosenza del
31 luglio, e che il complesso degli accadimenti è comunque, in linea generale,
da ricondurre ad una grave disfunzione sistemica del Servizio, che l'Azienda
era comunque tenuta a presidiare e correggere. a maggior ragione dopo il
Rapporto di verifica del 17 e 18 settembre” -:
le motivazioni per cui la Giunta non ha
proceduto alla rimozione del Gangemi dall'incarico di direttore generale
dell'Azienda ospedaliera di Cosenza adottando un comportamento assolutamente
difforme rispetto alla vicenda giudiziaria del direttore generale dell'ASP di
Cosenza e, soprattutto, non dando alcun conto alla specifica richiesta avanzata
dal sub Commissario governativo Gen. Pezzi.
(555; 04.09.2014)
Guccione, De
Gaetano. Alla Presidente
f.f. della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
gli impianti di risalita di Lorica sono
fermi dal febbraio 2013 e in questo lasso di tempo non sono emerse prospettive
concrete per garantire la proroga dell'impianto ed anzi questo blocco ha
prodotto danni gravissimi alla stagione invernale 2012/2013 e che il problema,
in mancanza di interventi risolutori, rischia di riproporsi uguale per la
prossima stagione turistica 2014-2015;
il decreto cosiddetto Sblocca Italia nell'ambito delle norme regolamentari
previste dal decreto del Ministero dei trasporti relative alla scadenza di vita
tecnica degli impianti a fune, ha previsto la possibilità della proroga per gli
impianti la cui vita tecnica è scaduta da non oltre due anni dall'entrata in
vigore della presente norma;
va considerata la centralità di questa
struttura in una strategia complessiva finalizzata a rilanciare l'economia di
un'area a grande vocazione turistica;
la vita tecnica dell'impianto di Lorica è
scaduta il 23 febbraio 2013, ed è pertanto rientrante nella specifica norma -:
se
l'assessore e il dipartimento competente nell'ambito della Regione Calabria
intendano impegnare l'ARSAC a predisporre tutti gli atti amministrativi nonché
finanziari per garantire la proroga dell'impianto di Lorica nelle modalità
previste dal decreto cosiddetto Sblocca Italia, nelle more dell'ammodernamento
della intera struttura;
se l'atto
d'indirizzo previsto dalla legge di riforma dell'Agenzia ARSAC non sia
utilizzato a fini elettoralistici e clientelari sia per ciò che concerne
l'organizzazione del personale che per l'utilizzo delle strutture viste le
imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale.
(556;
04.09.2014)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Con decreto distrettuale del 17 novembre 1967 il Distretto minerario di Napoli accordava alla Società Montecatini-Edison Spa la concessione mineraria di salgemma denominata Timpa di Salto localizzata nel territorio di Belvedere Spinello (Kr);
l'attività mineraria veniva regolarmente avviata e costruite a nord dell'abitato di Ciro Marina tutte le opere necessaria ad espletare l'attività mineraria utilizzando il metodo della idrodissoluzione sotterranea, che prevedeva la costruzione di un salinodotto per 41Km ed un impianto di trattamento corredato delle necessarie infrastrutture di base, opere riconosciute dal Ministero dell'Industria - Direzione Generale Miniere, con DM del 5 giugno 68 di pubblica utilità;
alla Montecatini-Edison Spa subentrava nella concessione di tale attività la Società Syndial Spa del Gruppo Eni che continuava nella produzione di cloruro sodico, prodotto mercantile impiegabile nell'industria chimica per la produzione di cloro e soda caustica;
tale concessione risulta scaduta alla data del 26 novembre 2012 e che la concessionaria non ha chiesto proroga, terminando così la produzione e abbandonando di fatto il sito;
la legge mineraria impone al concessionario come da R.D. del 29 luglio 1927 n. 1443 il mantenimento in efficienza dell'impianto e sue pertinenze sino al passaggio a bene indisponibile della Regione Calabria e che tale passaggio non è ancora avvenuto;
in base agli art.23 e 32 del suddetto R.D. sono da intendersi pertinenze alla miniera di Belvedere Spinello il salinodotto e l'impianto di trattamento, anche se ricadenti al di fuori del perimetro di concessione, opere tra l'altro riconosciute di pubblica utilità e che versano, invece, in un completo stato d'abbandono;
l'art.43 stabilisce che la miniera la cui concessione sia stata oggetto di rinuncia o di decadenza può essere nuovamente concessa e che per la “Timpa di Salto” esiste già una richiesta di concessione per la riapertura;
il ritorno alla produzione costituisce un elemento determinante per lo sviluppo economico del l'area sia per gli aspetti occupazionali diretti che per l'indotto capace di generare, atteso che l'Italia, tra l'altro, importa dall'estero circa 700 mila tonnellate all'anno di cloruro sodico;
l'inerzia con cui il Dipartimento delle Attività produttive sta affrontando la questione sta contribuendo ad azzerare, causa degrado, il valore del patrimonio pertinenziale con danni stimabili per oltre 7 mln di euro -:
perché la Regione non ha imposto alla Syndial il pieno rispetto della legge mineraria e, in particolare, il mantenimento in efficienza degli impianti;
chi pagherà i danni per non aver ottemperato a tutte le prescrizioni atte a preservare le potenzialità produttive del sito, visto che la Regione non ha inteso intraprendere alcuna iniziativa legale contro la Syndial;
perché, ad oggi, le procedure di passaggio degli impianti esistenti a bene indisponibile della Regione non è avvenuto;
chi spiegherà ai giovani della valle del Neto e del Cirotamo che un sito produttivo capace di dare lavoro a 100 persone oltre all'indotto è fermo li ad ammuffire da quasi 2 anni per l'inerzia delle strutture regionali preposte e di chi governa di fronte ad un atteggiamento dilatorio, quello della Syndial Eni, non concesso nelle altre regioni d'Italia.
(550; 04.08.2014)
Risposta – “Occorre,
preliminarmente, ricordare che con la legge regionale n. 40/2009 del 05/11/2009
e il Regolamento regionale di attuazione n. 3/2011 del 05/05/2011 le competenze
relative alle concessioni minerarie, precedentemente delegate alle Provincie
con la legge regionale n. 34/2002, sono state attribuite nuovamente alla
Regione Calabria, rimanendo in capo alle Provincie Fattività dì ispezione e
vigilanza.
In merito
all'asserita inerzia della Regione sulla vicenda in argomento, è stata cura
dell'Assessorato scrivente chiedere, tempestivamente, una Relazione agli uffici
competenti, dalla quale si evince, chiaramente, tutta Fattività posta in essere
dal Dipartimento Attività Produttive.
Dando un
ordine cronologico agli eventi, con nota del 09/11/2012 (acquisita al
Dipartimento il 14/11/2012 al n. di prot. 378094) la Società Syndial ha
comunicato che non intendeva richiedere il rinnovo della concessione mineraria
n. 241 del 1967, in scadenza il 26/11/2012; con la prefata nota la Società ha,
altresì, comunicato che avrebbe trasmesso, entro la data di scadenza, il "Piano di messa in sicurezza e monitoraggio
del territorio" (dalle comunicazioni periodiche trasmesse dalla
Società Syndial si evince che già dall'anno 2008 erano state sospese l'attività
estrattiva nella Miniera di Belvedere Spinello Timpa del Salto e la lavorazione della salamoia presso lo
stabilimento di Punta Alice).
Pertanto, il
Dipartimento Attività Produttive ha avviato le procedure relative all'art. 35
del R.D. 1443/1927 per la consegna della Miniera e delle relative pertinenze
alla Regione Calabria e per l'approvazione del piano di messa in sicurezza e
monitoraggio, trasmesso, in data 28/02/2013, al Dipartimento Politiche
dell'Ambiente per la "Valutazione
di incidenza Ambientale" (il citato progetto è stato, anche,
sottoposto al parere del Comitato Tecnico dell'ORAE, che lo ha esaminato
nell'ultima seduta del 31/07/2014 e, per la sua conclusiva definizione, il
Dipartimento Attività Produttive ha invitato, con nota prot n. 252481 del
04/08/2014, i tecnici della Società Syndial al fine di ricevere chiarimenti ed
eventuali integrazioni).
Sin dalle
prime fasi della consegna della Miniera è sorta una problematica sulle
pertinenze della stessa ed, in particolare, il Salinodotto e l'impianto di
Punta Alice. A tale riguardo, è necessario precisare che il Sindaco del Comune
di Cirò Marina (nota del 21/02/2013) sostiene che il salinodotto e l'impianto
di Punta Alice sono pertinenze della miniera di Timpa del Salto; di contro, la
Società Syndial (note del 13/03/2013, del 29/03/2013 e 06/05/2013 e incontro
del 16/04/2013) sostiene la non appartenenza dei succitati impianti alle
pertinenze della miniera. Senza entrare nel merito delle contrapposte
interpretazioni, ma al solo fine di rendere comprensibile quanto accaduto nel
prosieguo, appare doveroso segnalare che, con nota n. 4179 dei 11/07/1991, il
Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato - Corpo delle Miniere
- Distretto di Napoli ha trasmesso alla Soc. Montecatini - Milano ed alla
Montecatini Miniera di Belvedere Spinello copia del Verbale n. 67/91 (stilato
il 18-19/06/1991 dall'ing. Arnaldo Vioto del Distretto Minerario di Napoli
nella miniera Timpa del Salto)
sull'elenco delle pertinenze minerarie e, nello stesso, non sono rappresentate
come pertinenze né il salinodotto né lo stabilimento di "Punta
Alice".
L'attività dei
Dipartimento è stata, quindi, scandita da una serie di incontri volti al
perfezionamento delle procedure:
con nota del
03/06/2013 prot. n. 187051 il Dipartimento ha invitato la Società Syndial ad
una riunione, tenutasi in data 07/06/2013 presso gli uffici regionali, per
l'avvio delle procedure previste dall'art. 35 del Regio Decreto, durante la
quale sono riemerse le problematiche relative alle pertinenze della miniera;
con nota del
18/06/2013 prot. n. 205005 il Dipartimento ha invitato la Società Syndial e
l'Amministrazione Provinciale di Crotone - dandone notizia, per conoscenza, al
Sindaco del Comune di Belvedere Spinello e all'agenzia delle Dogane di
Catanzaro - per redigere, tramite sopralluogo presso la Miniera di Belvedere,
il "Verbale di consistenza"
per l'attuazione di quanto previsto dall'art 35 del R.D. n. 1443/1927 e per rilevare
se le attività manutentive e di controllo erano state effettuate secondo i
programmi generali dei lavori che erano stati comunicati, fissando quale data
dell'incontro il giorno 3 luglio 2013 e rinviandola, successivamente, con nota
del 01/07/2013 prot. n. 218495, al giorno 10 luglio 2013 per "sopravvenuti impedimenti
istituzionali": contestualmente, il Dipartimento ha chiesto al
Sindaco di Belvedere Spinello ed al Sindaco di Girò Marina, rispettivamente con
note Prot. n. 222030 e Prot. n. 222027 del 03/07/2013, di voler autorizzare la
presenza di una unità del Corpo dei Vigili urbani comunali al fine di
supportare l'espletamento delle predette attività. Alla data stabilita, è stato
effettuato il sopralluogo per la ricognizione generale dello stato dei luoghi,
in occasione del quale la società Syndial ha ribadito che le pertinenze della
Miniera coincidono con quelle già individuate e riportate nel citato verbale
del Distretto Minerario di Napoli del 11/07/1991, ma si è dichiarata
disponibile a fornire un documento con l'indicazione degli interventi di
adeguamento delle pertinenze, posti in essere successivamente al verbale n.
67/91. Detto documento, a parere dei rappresentanti regionali, non può essere
preso come riferimento assoluto e definitivo per la riconsegna della Miniera,
quindi gli stessi hanno chiesto di effettuare, comunque, un sopralluogo presso
il salinodotto e lo stabilimento di Punta Alice. A tale richiesta i
rappresentati della Syndial si sono opposti, in quanto, a loro dire, il
carattere "non
pertinenziale" delle aree le escluderebbe da qualsiasi ipotesi
giurisdizionale da parte della Regione. Alla luce di quanto esposto, il
sopralluogo si è concluso senza alcun verbale.
I risultati
del sopralluogo, tuttavia, sono stati riportati dal Dipartimento in una
Relazione, prot. n. 242111 del 22/07/2013, e notificati alla Società Syndial,
con nota raccomandata prot. n. 242342 del 22/07/2013, a valere quale processo
verbale del sopralluogo e quale diffida a provvedere alla trasmissione al
Dipartimento di un documento attestante la consistenza del complesso minerario
entro il 31/07/2013.
Con nota del 31/07/2013,
la Società Syndial si è opposta, fermamente, alla redazione del documento di
consistenza ribadendo che il salinodotto e lo stabilimento di Punta Alice non
rientrano nelle pertinenze minerarie ed ha invitato l'Amministrazione regionale
ad annullare la Relazione trasmessa, minacciando di adire le vie legali;
con nota del
15/11/2013 prot. n. 358420, l'Avvocatura Regionale ha trasmesso al Dipartimento
Attività Produttive il Ricorso della Società Syndial presentato al TAR nel
quale chiede l'annullamento della Relazione del sopralluogo;
con nota n.
4293 del 08/01/2014 il Dipartimento Attività Produttive ha trasmesso
all'Avvocatura Regionale "Memoria
difensiva" ed in pari data, con nota prot. n. 4196, ha richiesto
all'Avvocatura Regionale un parere circa l'appartenenza alle pertinenze
minerarie del salinodotto e dello Stabilimento di Punta Alice.
Alla luce di quanto sopra esposto, la Regione è in attesa di conoscere le determinazioni del TAR, al fine di avviare apposita procedura comparativa di evidenza pubblica, come da normativa vigente.”
Art. 1
(Modifiche all'articolo 1, L.r. 1/2005)
1. All'articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale) sono apportate le seguenti modifiche:
a) il secondo periodo del comma 2 è soppresso;
b) al comma 2 quater viene aggiunto il seguente periodo: "Per la Circoscrizione di cui al precedente periodo l'Ufficio centrale circoscrizionale è istituito presso il Tribunale di Catanzaro;
c) il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. Non sono ammesse al riparto dei seggi le liste circoscrizionali il cui gruppo, anche se collegato a una lista regionale che ha superato la percentuale dell'8 per cento, non abbia ottenuto, nell'intera Regione, almeno il 4 per cento dei voti validi.".
Art. 2
(Modifiche all'articolo 4, L.r. 1/2005)
1. All'articolo 4 della L.r. 1/2005 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
a) al comma 1 le parole da "Ai sei seggi" fino a "7 febbraio 2005 n. 1," sono sostituite dalle seguenti parole "Ai seggi da assegnare con sistema maggioritario";
b) alla lettera e) del comma 1, primo e secondo periodo, della L.r. 1/2005 le parole: "60 per cento" sono sostituite dalle seguenti parole: "55 per cento";
c) alla fine del terzo periodo della lettera e) del comma 1 vengono aggiunti i seguenti periodi: "Tali seggi aggiuntivi vengono tolti alle liste circoscrizionali non collegate al candidato alla carica di Presidente eletto a partire dai seggi assegnati con il resto minore o il minor voto residuo ai sensi del nono comma e, in subordine, qualora tutti i seggi siano stati assegnati con quoziente intero in sede circoscrizionale, vengono tolti i seggi attribuiti alle liste circoscrizionali non collegate al candidato alla carica di Presidente eletto che hanno riportato la minore cifra elettorale. A parità anche di queste ultime si procede a sorteggio. ";
d) la lettera f) del comma 1 è abrogata.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la legge regionale 15 del 30 ottobre 2003 “Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria” è considerata norma di eccellenza nel panorama italiano per la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche;
il Programma operativo regionale Calabria FESR finanzia il Progetto Integrato a Sviluppo Regionale di valenza strategica (PISR) “Minoranze linguistiche” che si attua attraverso tre Progetti Integrati di Sviluppo Locale (PISL), uno per ciascuna minoranze linguistica: Greci di Calabria, Albanesi e Occitani, per un importo finanziario pari a 14,4 Meuro;
i predetti interventi dei PISL non fanno ricorso ad interventi specifici di comunicazione radiofonica e televisiva IN LINGUA, al fine di incrementare e diffondere la lingua parlata delle varie minoranze linguistiche;
l’articolo 18 della richiamata legge regionale prevede che in base a convenzioni da stipularsi tra la Regione e la sede regionale RAI per la Calabria e le emittenti radiotelevisive private sentito il CO.RE.COM. Calabria, nei programmi radiofonici e televisivi regionali sono inseriti programmi culturali, educativi e di intrattenimento nelle lingue di minoranze albanese, greca, occitana,
impegna
la Giunta regionale della Calabria a dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 18 ed in particolare:
a procedere alla stipula della convenzione tra Regione Calabria e Sede Regionale RAI per la Calabria, che dovrà avere al massimo la durata di tre anni, rinnovabile, individuando le relative risorse finanziarie;
a sostenere la stipula di convenzioni specifiche tra la RAI S.p.A. e la Presidenza del Consiglio dei Ministri a tutela delle Minoranze Linguistiche presenti in Calabria: grecanici, occitani e arbereshe, sulla scorta delle migliori esperienze regionali d’Italia: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Province di Trento e Bolzano.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
ci sono circa 5000 lavoratori LSU/LPU che aspettano i pagamenti delle mensilità arretrate dal 2013 nonché le mensilità di agosto e settembre 2014;
il Presidente f.f. della Giunta regionale ha assicurato i lavoratori, nel corso di un incontro, che le risorse necessarie per saldare i suddetti arretrati sono nella disponibilità del bilancio regionale, ma che le stesse non possono essere erogate ai lavoratori poiché si sforerebbe il Patto di stabilità,
impegna
il Presidente f.f. della Giunta regionale nonché gli Assessori al bilancio ed al lavoro a provvedere al pagamento immediato delle spettanze ai lavoratori LSU/LPU con le risorse già disponibili, procedendo, allo scopo, all’eventuale sforamento del Patto di stabilità ed a reperire ed impegnare, altresì, le somme necessarie per garantire i pagamenti fino al 31.12.2014.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
i 308 lavoratori impegnati nel servizio di sorveglianza idraulica non hanno ancora percepito le mensilità di giugno, luglio e agosto;
sebbene il Governo, in data 27 luglio, a seguito della Legge di Stabilità, abbia inviato alla Regione Calabria 25 milioni di euro da destinare al bacino LSU-LPU, questi lavoratori devono ancora percepire 4 mensilità relative al 2013 e la mensilità di agosto 2014;
gli oltre 50 dipendenti dell’A.R.A. Calabria (Associazione Regionale Allevatori Calabria) attendono ancora 20 mensilità arretrate;
che anche i lavoratori dei Parchi Nazionali si trovano a dover ricevere delle mensilità arretrate;
la situazione nel ritardo dei pagamenti degli stipendi da parte della Regione è ormai diventata cronica, con grave danno per questi lavoratori costretti a subire, con le famiglie, una situazione di perenne disagio, nonostante la preziosa attività che essi svolgono in settori delicati per la Calabria,
impegna
la Giunta regionale a sbloccare con urgenza le risorse necessarie al pagamento di tutte le mensilità arretrate da destinare a questi lavoratori che sono quotidianamente impegnati al servizio della collettività calabrese.