IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
87.
SEDUTA DI GIOVEDI’ 7 AGOSTO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO E
DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
La seduta inizia alle 15,34
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 531 del 20
marzo 2014 a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi
e Franchino.
(E’ riportata
in allegato)
PRESIDENTE
Finite le comunicazioni iniziali,
ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Vi sono due necessità che rappresento all’Aula perché possano essere
inserite sotto forma di ordini del giorno, discusse e, se possibile, approvate.
Una è relativa alla situazione dei dipendenti Infocontact,
fra l’altro una delegazione sta manifestando in maniera abbastanza pacifica
davanti la sede del Consiglio regionale, perché vivono una situazione di drammaticità
lavorativa in relazione a delle peculiarità, delle situazioni interne rispetto
alle quali io credo che la massima Assise regionale non possa non assumere una posizione,
che è quella che viene estrinsecata attraverso un ordine del giorno che è stato
già presentato presso la Presidenza a firma dei capigruppo di maggioranza - ma credo
che questo possa appartenere anche e soprattutto ai colleghi tutti e quindi
anche ai colleghi della minoranza - con il quale si invita la Presidente facente funzioni della Giunta regionale ad
attivare tutto ciò che viene ritenuto opportuno ed utile perché la problematica
venga discussa a livello nazionale e possa trovarsi una soluzione adeguata rispetto
a quelle che sono le esigenze rappresentate.
Il
secondo ordine del giorno è relativo ad una situazione che vede coinvolte le Camere
di commercio presenti sul territorio calabrese. Sappiamo bene che, nell’ambito di
un processo di rivisitazione della pubblica amministrazione anche qui a livello
nazionale, si sta cercando di operare una razionalizzazione delle stesse, rispetto
alla quale non si può non essere d’accordo, facendo salva quella che è la
storia, l’identità e tutto ciò che le Camere di commercio hanno rappresentato sul
territorio.
Anche
per questo è stato predisposto, a firma del sottoscritto, un ordine del giorno
per le Camere di commercio, che chiedo venga inserito fra i punti all’ordine
del giorno dei lavori del Consiglio e possa l’Aula esaminare compiutamente sia
l’uno che l’altro. Grazie.
Il consigliere
Chiappetta chiede l’inserimento di un ordine del giorno che riguarda la società
Infocontact di Lamezia Terme, firmata da lui e dai consiglieri
Grillo, Morrone, Serra e Bruni.
Pongo
in votazione la richiesta di inserimento.
(Il Consiglio approva)
L’altro
ordine del giorno riguarda le Camere di commercio, pongo in votazione la richiesta
di inserimento.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Presidente,
volevo ricordarle
che nei giorni scorsi le ho sottoposto
l’urgenza di inserire all’ordine del giorno di questa seduta di Consiglio
regionale, intanto, la proposta di legge 551/9^, il
famoso omnibus agricolo.
PRESIDENTE
Consigliere Imbalzano, la interrompo
subito: se sono ordini del giorno…
IMBALZANO
Candeloro (Scopelliti Presidente)
No, non sono ordini del giorno…
PRESIDENTE
Su questi argomenti legislativi non c’è stata
nessuna discussione fra i capigruppo, quindi nella seduta di oggi si tratterà solo
ed esclusivamente quello che è all’ordine del giorno.
IMBALZANO
Candeloro (Scopelliti Presidente)
Ma lei mi deve consentire di sottolineare – io ho
il dovere di farlo come Presidente della Commissione bilancio e attività produttive – che ci
trasciniamo un provvedimento assolutamente urgente e indifferibile, per come
dichiarato dal direttore generale del dipartimento. E’ un provvedimento che non
può assolutamente più attendere, per l’agricoltura calabrese, per gli agricoltori
calabresi e per quello che è connesso attorno a questo provvedimento.
Poi, signor Presidente, ho il dovere di sottoporle
tre provvedimenti amministrativi, quindi non sono progetti di legge: il primo riguarda
il Programma regionale di sviluppo nel settore della forestazione. Se non
approviamo questo provvedimento della Giunta, l’Azienda Calabria Verde
continuerà a non partire, sostanzialmente, a rimanere inchiodata al palo ed è
un provvedimento di assoluta urgenza, dichiarato urgente e indifferibile. Siamo
in piena estate e lascio a lei e ai colleghi la considerazione sull’urgenza di questo
provvedimento.
Poi due bilanci, sono due provvedimenti amministrativi
approvati dalla Giunta e dalla Commissione a suo tempo, ovviamente urgenti e
indifferibili, che riguardano il bilancio dell’Arcea e il bilancio dell’Aterp di Reggio
Calabria. Io lo dico nella mia qualità, perché è chiaro che la mancata approvazione
di questi provvedimenti amministrativi significa creare danni, comunque gravi difficoltà
al funzionamento dei due enti.
Quindi
chiedo l’inserimento all’ordine del giorno sia della proposta di legge 551/9^ che
riguarda l’ormai troppo noto provvedimento omnibus agricolo, sia i tre provvedimenti,
quello riguardante il Programma regionale di sviluppo nel settore della forestazione
2014-2016, e i due bilanci Aterp ed Arcea.
Consigliere
Imbalzano, è volontà della Presidenza, prima della fine del mese, fare una riunione
della Conferenza dei capigruppo, poiché ci sono più provvedimenti indifferibili
ed urgenti che sono arrivati per volontà della Giunta. Noi faremo una Conferenza
dei capigruppo, individueremo uno per uno i vari provvedimenti che sono
arrivati ed è volontà della Presidenza del Consiglio organizzare un’ altra
seduta di Consiglio regionale per il mese di settembre, dove fare il punto su
tutti questi provvedimenti ed inserirli all’ordine del giorno, perché ho visto
anche che dalla Commissione sono passati tanti bilanci di enti subregionali che necessitano dell’approvazione anche da
parte dell’Aula, altrimenti si paralizzerebbe anche l’attività dei singoli enti
subregionali.
Quindi
è volontà della Presidenza organizzare un’altra seduta di Consiglio regionale
per il mese di settembre, dove andremo ad analizzare uno per uno tutti questi
punti e li inseriremo, perché sono oggettivamente indifferibili ed urgenti. Ecco
perché la inviterei a soprassedere nella seduta di oggi, che è una seduta che
va ad individuare tre punti urgenti da approvare rapidamente, per poi procedere
alla prossima seduta di Consiglio ad inserirli all’ordine del giorno.
Ci
sono altri interventi? Aveva chiesto la parola il consigliere Giamborino. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, la ringrazio,
ruberò solo qualche secondo, solo per chiederle di impegnare il Consiglio ad assumere ogni tipo di iniziativa
che riterrà valida per fermare questo ulteriore spogliamento della Provincia di
Vibo Valentia: parlo della soppressione della Ragioneria dello Stato di Vibo
Valentia, che sarebbe un ulteriore impoverimento. Credo
che sia davvero opportuno che questa cosa non passi in silenzio, così come sino
ad oggi è stato.
E’ un ordine
del giorno relativo alla Ragioneria territoriale dello Stato di Vibo Valentia, pongo in votazione il suo inserimento
all’ordine del giorno.
(Il Consiglio
approva)
Non ci sono più interventi preliminari, quindi
possiamo procedere con la trattazione dei
punti.
Il primo punto all’ordine del giorno riguarda: proposte di legge unificate numero 458/9^ e numero 471/9^ - “Riordino del servizio di gestione rifiuti urbani in Calabria”.
E’ già passata dalla Commissione
di competenza, la quarta, stamattina
ha espresso anche il parere la seconda Commissione, quindi l’Aula può procedere
a trattare il punto per l’approvazione.
La
parola al relatore, consigliere Gallo.
Prendo la parola per la relazione introduttiva ed illustrativa della proposta di legge che è in discussione oggi con un testo unificato, che è stato adottato come testo del
relatore e che, nel corso della discussione nei mesi passati, è stato più e più volte rivisto.
E’
stato un lungo iter quello che ha portato oggi in Aula la discussione di questa
legge, che è iniziato anche più di un anno fa con il testo presentato dalla Giunta regionale, con una discussione molto
ampia, attraverso audizioni che hanno visto coinvolte le Province, l’Anci,
coinvolto a più riprese l’assessore Pugliano e il direttore generale del dipartimento,
Gualtieri, perché era intento della Commissione ambiente cercare di licenziare
un testo di legge che fosse il più possibile condiviso anche al di fuori dell’Aula
del Consiglio regionale.
Quindi
è stata una discussione approfondita che, per un verso o per una fase, è stata
anche sospesa dopo le dimissioni del presidente Scopelliti, che oggi, dopo
alcune riunioni nelle quali il testo è stato riesaminato, rivisto, emendato
anche attraverso iniziative di colleghi che voglio ringraziare per il contributo
dato, approda finalmente in Aula, affinché anche la Calabria si possa dotare di
una norma che possa riorganizzare dal punto di vista amministrativo il settore dei
rifiuti e quindi far ripartire un sistema che oggi è al collasso; questa norma,
naturalmente, non può essere considerata la panacea, stiamo parlando di un riordino
amministrativo del sistema, ma che rappresenta comunque un’altra pietra miliare
rispetto ad un percorso riorganizzativo che l’assessore Pugliano e il dipartimento
stanno mettendo in campo.
La discussione
– ripeto – è stata ampia e l’approvazione della norma è avvenuta, in un primo momento,
in Commissione con l’unanimità dei colleghi, è approdata in seconda Commissione,
la seconda Commissione ha rimandato il testo di legge all’esame della quarta
Commissione, facendo osservazioni e, di fatto, chiedendo che fossero cassate
due norme: il secondo comma dell’articolo 2 e il primo comma dell’articolo 7,
per come era venuto fuori dalla discussione in Aula.
Nell’ultima
riunione di quarta Commissione, che si è svolta lunedì scorso, abbiamo licenziato
il testo con i voti della maggioranza e l’astensione dei colleghi Chizzoniti e Tripodi,
che erano presenti in aula, ed abbiamo eliminato il secondo comma dell’articolo
2 e l’intero articolo 7, onde evitare problemi di eventuali non invarianze
finanziarie. Il testo è approdato poi in seconda Commissione ed oggi c’è stato
il parere.
Il
testo in questa nuova formulazione è strutturato in otto articoli e si pone l’obiettivo
di dotare la Regione di una legge organica di riordino delle funzioni
amministrative nel settore dei rifiuti urbani. Poi ci spiegherà l’assessore, è necessario
anche altro, ma questo è un elemento importante che ha anche i caratteri della
indifferibilità e della urgenza, perché, se non procediamo all’approvazione di questa
norma, la riorganizzazione amministrativa sarà operata non dalla Regione, ma
dalle Prefetture che dovranno surrogarsi ed individuare gli ambiti territoriali
nei quali i Comuni, che da oggi diventeranno protagonisti, dovranno
riorganizzarsi.
L’articolo
1, che è rubricato “Finalità e princìpi generali”, detta le direttrici entro le
quali si sviluppa l’intero articolato e fissa i concetti di Ato, Aro e di comunità
d’ambito, oltre a definire i princìpi ispiratori del testo che ci occupa.
In
effetti, la gestione dei rifiuti è integrata, è indicata come gestione dei
servizi di spazzamento, raccolta, trasporto, avvio, commercializzazione, realizzazione
e gestione degli impianti di trattamento, recupero di ciclo e smaltimento.
Gli
ambiti territoriali ottimali sono la dimensione territoriale per lo svolgimento
da parte dei Comuni in forma obbligatoriamente associata e secondo i princìpi
di efficienza, efficacia, economicità, trasparenza e sostenibilità ambientale
delle funzioni di organizzazione e gestione dei rifiuti urbani attribuiti loro
dalla legislazione nazionale e regionale.
A
sua volta, gli Ato dovrebbero coincidere con gli ambiti territoriali provinciali.
Ci saranno le aree di raccolta ottimale, che sono le Aro, che sono ripartizioni
territoriali definite all’interno degli Ato, tenuto conto delle diversità
territoriali, per una gestione efficiente del servizio di spazzamento, raccolta
e trasporto dei rifiuti nel rispetto dei criteri di cui all’articolo 3.
Infine,
le comunità d’ambito dovranno essere le cabine di regia, cioè il luogo nel
quale si riuniranno i sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio di ciascun
Ato per l’esercizio di queste funzioni amministrative e quindi i sindacati
saranno coloro i quali si organizzeranno e gestiranno questa organizzazione
amministrativa, con le conseguenti ricadute sui servizi.
In
effetti, quali le finalità di questa legge che sono contenute nell’articolo 1?
Prevenire la produzione di rifiuti, riducendone la pericolosità; potenziare ed agevolare
la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e di quelli assimilati per
il raggiungimento degli obiettivi e degli standard di cui al Codice dell’ambiente;
promuovere e sostenere le attività di utilizzo, riciclaggio e recupero dei
rifiuti urbani e speciali; favorire lo sviluppo e l’applicazione di nuove
tecnologie impiantistiche a basso impatto ambientale, che permettano un risparmio
di risorse naturali; favorire la riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento.
L’articolo
2 fissa le competenze in capo alla Regione, oltre che assegnare a questa i
compiti di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo dei servizi di gestione
dei rifiuti urbani; ha anche poteri sostitutivi in assenza di input e nel caso
di inerzia da parte degli organi competenti, che è la comunità d’ambito.
L’articolo
3 “Assetti territoriali per l’organizzazione del ciclo dei rifiuti” stabilisce
che il servizio di gestione dei rifiuti è svolto attraverso gli Ato, che a loro
volta rappresentano la dimensione territoriale, coincidente oggi con le attuali
Province, per lo svolgimento da parte dei Comuni delle funzioni di organizzazione
di tale servizio, naturalmente in forma obbligatoriamente associata.
Inoltre,
ciascun Ato può essere articolato in Aro, che in fase di prima applicazione –
questo è importante – corrispondono ai 14 sottoambiti per la raccolta
differenziata. Qualche anno fa – come ricorderete – l’Ufficio del Commissario
aveva costituito delle società miste per rafforzare e sostenere i processi di raccolta
differenziata e aveva definito 14 ambiti territoriali. Si penserebbe, in questa
prima fase, di articolare le aree di raccolta ottimale, le cosiddette Aro,
recuperando quell’esperienza territoriale, non quell’esperienza istituzionale
che è un’esperienza, per molti aspetti, assolutamente non positiva, ma le aree
territoriali che erano le aree territoriali delle società miste finalizzate
alla raccolta differenziata.
L’articolo
4, rubricato “Comunità d’ambito territoriale ottimale”, prevede che i Comuni
ricadenti all’interno dell’Ato si dotino di una struttura di governo che viene
definita comunità d’ambito. A queste ultime è riconosciuta la possibilità di stipulare
accordi finalizzati a promuovere il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza
del servizio di gestione dei rifiuti tra gli Ato.
Infine,
nell’articolato in esame vengono dettate le norme di funzionamento e rappresentanza
delle Comunità.
L’articolo
5 “Definizione degli obblighi di servizio pubblico e universale” affida alla Giunta
regionale il compito di approvare, per schemi-tipo, la carta dei servizi ed il contratto
di servizio, ai quali ogni comunità d’ambito deve attenersi.
L’articolo
6, rubricato “Affidamento dei servizi”, assegna a ciascuna comunità d’ambito il
compito di organizzare e svolgere le procedure per l’affidamento dei servizi di
spazzamento, trasporto e raccolta dei rifiuti. Inoltre, al comma 6 si prevede
che i servizi di cui sopra vengano affidati mediante affidamento a società in
house, indizione di una procedura ad evidenza pubblica per affidamento a
terzi, indizione di una procedura ad evidenza pubblica per la selezione del
socio operativo della società a partecipazione pubblico-privata.
Infine,
al successivo comma 7, viene normato che le procedure di affidamento per i
servizi di spazzamento, raccolta e trasporto, vengono avviate entro 90 giorni
dalla data di svolgimento della prima seduta della comunità d’ambito.
La Regione,
di converso, può esercitare per ciascun Ato un potere di controllo attraverso la
nomina di commissari ad acta.
L’articolo
7 prevede la clausola di invarianza finanziaria e l’articolo 8 l’immediata entrata
in vigore di questa norma, che è una norma che rivoluziona il settore, che
prevede un nuovo sistema organizzativo, che rende protagonisti i Comuni, naturalmente
insieme alla Regione in misura diversa rispetto a quanto sono stati
protagonisti finora, perché obbliga i Comuni ad operare in forma associata, che
potrebbe avere delle ricadute positive in
termini di economia di scala, che potrebbe avere ricadute positive in termini
di prossimità della gestione del servizio, cosa che non è accaduta finora – l’assessore
ci ha spiegato, nel corso di una serie di riunioni che abbiamo avuto sul tema,
che uno dei vulnus del sistema rifiuti attualmente in Calabria è la non prossimità
di molti servizi per lo smaltimento dei rifiuti, ad esempio per quanto accaduto
per la provincia di Cosenza; in questo caso, invece, le Province, che sarebbero
gli Ato, dovrebbero avere completa autonomia per la gestione del trattamento dei
rifiuti – e potrebbe avere, attraverso la creazione di queste economie, delle
ricadute positive sui cittadini, sui calabresi in termini di diminuzione delle
tariffe.
Si
tratta, quindi, di una norma per la quale chiedo ai colleghi in Consiglio
regionale l’approvazione per il lavoro di approfondimento che c’è stato nel
corso di questi mesi ed anche per il lavoro emendativo, di concerto quasi
sempre con l’assessorato e il dipartimento, che è stato svolto da alcuni colleghi
per arrivare all’approvazione della norma stessa.
Per
cui chiedo ai colleghi l’approvazione, chiedo anche di valutare l’opportunità, eventualmente,
di rivedere – se è possibile – alcune decisioni, per evitare che ci possano essere
ricadute immediate anche in termini di crisi del settore, quindi che si possa,
anche sentendo l’assessore, rivalutare alcune decisioni per far sì che, insieme
all’approvazione della norma, che costituisce una pietra miliare sul percorso
di riorganizzazione del sistema dei rifiuti in Calabria, non ci possano essere oggi
emergenze che potrebbero vanificare un lavoro buono e positivo che credo si sia
svolto in quarta Commissione, in seconda Commissione ed oggi in Aula.
Grazie,
consigliere Gallo, per la relazione introduttiva. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.
Senza dubbio, oggi affrontiamo un problema abbastanza serio, perché, finalmente,
forse arriva a definizione una proposta di legge, quella sui rifiuti, argomento
abbastanza scottante che ha sempre visto la Calabria soccombente rispetto a questa
problematica.
In
seconda Commissione abbiamo affrontato, per l’ennesima volta, questa questione
e l’assessore ha spiegato con estrema chiarezza che la proposta di legge alla
nostra attenzione – decapitata dai due articoli, dal comma 2 dell’articolo 2 e
dall’intero articolo 7 – di fatto, altro non è che una proposta monca, nel
senso che è un’ottima proposta di indirizzo generale che va a riorganizzare per
molti aspetti questo settore, una proposta che finalmente chiarisce le mansioni
specifiche e le competenze che andranno agli ambiti provinciali, soprattutto ai
Comuni o ai gruppi di Comuni sullo spazzamento, sulla
raccolta differenziata, su quelle che sono già di fatto le competenze impostate
dalla legge nazionale. Ma – attenzione – così decapitata, cioè senza l’articolo
7 che parla esclusivamente dell’aspetto prettamente finanziario attuale, non
garantisce la possibilità di mantenere, in una situazione di emergenza e di
urgenza qual è quella di oggi – di oggi per modo di dire, perché è una
situazione di emergenza che va avanti dalla fase del commissariamento e che si
è protratto ancora, con il riconoscimento anche della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, tant’è che ha prorogato fino al 2014 la possibilità di utilizzare
una contabilità particolare – la contabilità speciale, non quella ordinaria
regionale, proprio perché vi è una necessità nell’immediato di dover dare delle
risposte al fine di non bloccare questo sistema che oggi poggia esclusivamente
non tanto sul pubblico, ma su un rapporto forte con i privati autorizzati che
hanno avuto la capacità di inserirsi dopo tutti gli esami di questo mondo, dopo
essere stati esaminati a fondo dalla Regione, dal Ministero; quindi ai privati
dobbiamo dare la possibilità ancora in questa fase, nel frattempo che, in via
temporanea, il pubblico possa attrezzarsi, di poter garantire quantomeno la
possibilità di eliminare i rifiuti dalle strade dei nostri Comuni.
E’ ovvio
che questa proposta di legge, che sarà sicuramente la base, l’architrave generale
per quello che sarà il nuovo piano d’azione che il dipartimento farà, che sicuramente
avrà già nel cassetto, è una proposta che a medio e a lungo termine è ottima,
non lo si può discutere, perché ricalca di fatto l’impostazione della legge
nazionale. Abbiamo un problema che, invece, caro presidente Gallo, dovremmo affrontare
anche alla luce del fatto che in Commissione, oggi, abbiamo discusso sulla base
di un chiarimento che è venuto da parte del dipartimento bilancio, che non solo
diceva che non c’era l’invarianza di spesa – e questa era una cosa che già
sapevamo – ma che, addirittura, è prevista per legge la possibilità, grazie ad un
decreto del Consiglio dei Ministri, di andare nella contabilità speciale per
poter, quantomeno, in questi mesi, fino alla fine del 2014 – indica pure la
data, 30 dicembre 2014 – utilizzare una copertura finanziaria per poter continuare,
in attesa che questo sistema vada a regime, a dare una risposta ai problemi dei
rifiuti nei nostri comuni.
La contabilità
speciale di cosa trattava? Di far sì che i Comuni che hanno preso i tributi dai
propri cittadini potessero versarli all’interno di questo capitolo speciale,
che può essere utilizzato, grazie al decreto della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, per il pagamento o per la stipula dei contratti di convenzione con i
privati, che da quattro-cinque mesi a questa parte
stanno assicurando l’espletamento di un servizio che fa sì che la nostra bella Calabria
possa restare, soprattutto in questo periodo, pulita almeno agli occhi non solo
dei cittadini calabresi ma anche dei turisti.
E’
ovvio che, andando a togliere l’articolo 7 che parlava di questa cosa
specifica, quindi eliminando la contabilità speciale, rischiamo, innanzitutto,
di bloccare il sistema, perché io non so fino a che punto il direttore generale,
l’ingegnere Gualtieri, si prenderà la responsabilità
di firmare senza una maggiore copertura, visto che stiamo preparando una proposta
di legge.
Allora
è ovvio, caro assessore, che credo sia necessario che, facendo parte della
maggioranza, lei possa spiegare nuovamente al Consiglio quali siano i rischi e
la necessità che in questa seduta venga reintegrato l’articolo 7, dal momento
che c’è un nuovo parere arrivato stamattina da parte del dipartimento bilancio
che, finalmente, fuga ogni dubbio e fa luce in maniera definitiva su questa
vertenza, in modo tale da poter dire, soprattutto al centro-destra, proponente
di questa proposta in virtù del suo ruolo, all’assessore membro del centro-destra,
che l’articolo 7 può essere reintegrato, al fine di poter assicurare una copertura
per questi ulteriori sei o sette mesi.
Qualora
la copertura non dovesse essere legiferata, può darsi che qualche privato o
tutti i privati possano non sentirsi tutelati, vista l’assenza di una norma che
garantisca la copertura finanziaria, e potrebbero bloccare il sistema mandando
tutto a carte 48.
Quindi
è necessario e doveroso, visto che c’è una temporaneità anche sulla contabilità
speciale che finisce il 30 dicembre 2014, per come è il Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri, cercare in tutti i modi, in questa seduta e nel
momento in cui c’è la volontà, di approvare questa proposta di legge, di
reintegrare l’articolo 7 così come era stato impostato nella prima seduta che
si è tenuta in questo Consiglio per la discussione della legge sul riordino dei
rifiuti.
Quindi,
caro assessore, credo sia doveroso che lei, che é il proponente di fatto di questa
proposta, alla luce di quelle che sono le ultime notizie che vengono dal dipartimento
bilancio e che abbiamo verificato nella Commissione – perché ne abbiamo preso
visione ed abbiamo letto –, possa finalmente, prendere la parola per illustrare
la necessità di reinserire questa norma, al fine di poter tutelare la
continuità di questo servizio che, da qui a un mese, dieci o venti giorni, potrebbe
anche interrompersi e per non lasciare il direttore generale da solo in un
arduo compito di grande responsabilità, di fatto coperta dal Consiglio dei
Ministri; tutto ciò in modo tale che la parte tecnica non vada a supplire alle responsabilità
della politica, visto che di responsabilità vere e proprie non ce ne sono, perché
è la politica che deve indirizzare la parte tecnica. Non vorrei che in Calabria
succedesse l’inverso, cioè che la parte tecnica si assumesse le responsabilità
che la politica non vuole assumersi.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’assessore Pugliano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, grazie al presidente Gallo della quarta Commissione, grazie
anche al
consigliere Mirabelli per il suo contributo alla proposta di legge.
Beh, devo dire che sono soddisfatto a metà; sarò
soddisfatto in pieno se e quando il subemendamento presentato dal presidente
Gallo potrà essere approvato e ripristinare i termini della legge che erano stati già approvati dalla quarta
Commissione, che successivamente, in un secondo passaggio ha frainteso una
nota, una comunicazione del dipartimento bilancio che, ove ce ne fosse bisogno,
ieri ha chiarito ulteriormente cosa volesse indicare; suggerire in quella nota
che non metteva in discussione il secondo comma dell’articolo 7, che sarebbe la soluzione al problema finanziario
che sta bloccando le attività del dipartimento.
Quando dicevo che sono
soddisfatto a metà é perché, come diceva il
consigliere Gallo, oggi si partorisce la legge sui rifiuti dopo un travaglio sicuramente lungo, difficile, complicato
e – se il dottore De Masi, ginecologo, mi consente di utilizzare terminologie a
lui più consone – diciamo che è un parto a metà, se era orientato al provvedimento,
al progetto di recuperare, intanto, notevoli ritardi sull’applicazione di una norma
nazionale, la legge 148 del 2011, la legge di riforma sui servizi pubblici
locali che stabiliva la definizione, entro il 30 giugno 2014, degli ambiti
territoriali omogenei; l’ispirazione di questa norma nazionale stabilisce fondamentalmente
due princìpi: uno, i servizi pubblici locali di responsabilità
dei Comuni; il secondo principio, basilare, di questa riforma dei servizi
pubblici locali è che le Regioni devono solo organizzare il territorio regionale,
quindi individuare gli ambiti omogenei su base, quindi dimensione almeno provinciale.
Questi sono i due princìpi cardine di questa riforma
sui servizi pubblici locali.
Beh,
se questo, oggi, è un adempimento che trova applicazione con la discussione e
l’approvazione di questa legge di riordino, l’altra metà della legge, che era
quella che doveva risolvere il problema finanziario che sta bloccando le
attività del dipartimento dal mese di dicembre 2013. Questo perché il direttore
del dipartimento, che ha ricevuto nel passaggio di consegne dalla gestione
commissariale alla Regione, ha ricevuto anche la responsabilità di completare
il sistema calabrese dei rifiuti per traghettare nel subentro definitivo della
Regione, ha ricevuto anche l’autorizzazione all’utilizzo di una contabilità
speciale che, per dirla in maniera più artigianale e meno tecnica, è un conto
senza né risorse né fido, un conto vuoto che porta con sé solo crediti e
debiti; i crediti sono semplicemente le tariffe che devono pagare i Comuni,
visto che questa contabilità speciale, che era stata ricevuta dal direttore
generale, l’ingegnere Gualtieri, per l’annualità 2013
a febbraio 2014 ha ricevuto la proroga per il suo utilizzo per le finalità di
cui al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri cioè completare il
sistema calabrese, quindi passare, una volta che è completato il sistema, al
definitivo subentro della Regione.
Giacché
questo passaggio di consegne e quindi anche della contabilità speciale è
riferito a debiti e crediti fino a dicembre 2012, la legge che abbiamo
approvato in questo Consiglio ad aprile 2013 diceva che per il 2013 già
subentrava il bilancio regionale per i crediti. Cosa succede a partire da
dicembre 2013? Sono bloccate tutte le attività, a cominciare dalle gare per la
messa in sicurezza e la manutenzione del sistema impiantistico, per l’individuazione
dei gestori attraverso gare ad evidenza pubblica, perché quello che abbiamo
ereditato dalla gestione commissariale sono affidamenti fatti con procedure
d’urgenza. La legge impone che, anche quando siano fatte procedure d’urgenza,
nel senso che si invitano tre imprese a partecipare ad una gara, si diano tempi
limitati alla norma per poi passare alle procedure ad evidenza pubblica. La
Regione non può effettuare queste procedure perché da dicembre 2013 il bilancio
regionale risponde con pareri negativi e fa una verifica di cassa, non di
competenza, dicendo “le casse sono vuote, non ti autorizzo ad effettuare gare”.
Ecco
perché si stanno prorogando degli affidamenti contra legem
e il dipartimento è bloccato da dicembre 2013; non si possono – come diceva il
consigliere Mirabelli – neanche firmare i contratti agli imprenditori calabresi
che stanno sostenendo come privati il servizio pubblico e stanno dando una
grossa mano dal mese di febbraio 2014. A questi il dipartimento non ha potuto
neanche sottoscrivere un contratto, perché il bilancio non li autorizza.
Allora,
l’emendamento che è stato cancellato dalla quarta Commissione, che il presidente
Gallo ripropone come subemendamento, se non dovesse essere approvato blocca il
sistema, facendo sì che la legge risolva
solo la parte regolamentare ed organizzativa ma non dia soluzione al problema finanziario;
tra le altre cose – per come ho detto in Commissione – la soluzione prospettata
dall’emendamento era una soluzione presentata e suggerita dal dipartimento ambiente
congiuntamente col dipartimento bilancio. Invece la Commissione ha inteso come proposta
del dipartimento bilancio di eliminare questo comma.
Soluzione
alternativa a questo emendamento ce n’è solo una ed è quella che ha chiesto il dipartimento
ambiente, proprio perché nella gestione corrente non ha un euro poiché i Comuni
non pagano e non si stanno attivando nemmeno gli strumenti coercitivi, commissariamento ad
acta, per
poter riscuotere questi crediti; nel frattempo, se non passa questo
subemendamento, la Regione, quindi il dipartimento ambiente e il dipartimento
bilancio, propongono solo un’altra soluzione che è quella che la Regione trovi
almeno 50 milioni di euro come anticipazione di cassa per i Comuni.
Ecco
che – ed io tralascio gli elementi positivi che ha dentro di sé la proposta
organizzativa – con questa legge, al di là della presenza ancora mancante,
risolutiva degli aspetti finanziari, con gli aspetti regolamentari ed
organizzativi stabilisce con chiarezza, da oggi in poi, chi deve fare cosa e in
quali tempi vanno fatti questi adempimenti. Ecco perché chiedo all’Aula – come ho
detto in Commissione mi sento congedato dal Consiglio, ma mi sento anche
congedato dalla Giunta, quindi sto vivendo il problema già da un altro angolo
visuale, da quello del cittadino che vedrà di nuovo sommersa la Calabria di rifiuti
– che qualcuno si assuma la responsabilità di dire no a quel subemendamento o, eventualmente,
di suggerire una soluzione alternativa che risolva gli aspetti finanziari e che
faccia attivare il dipartimento ambiente.
Oggi
è partito il primo mezzo per la Campania, per i rifiuti in più che non riescono
ad essere gestiti dal sistema calabresi. Neanche questo contratto si potrebbe
firmare, perché nessuno autorizza il direttore del dipartimento. Credo che la responsabilità
di questo Consiglio possa portare ad approvare questa soluzione proposta dal dipartimento
ambiente e dal dipartimento bilancio come unica soluzione alternativa all’altra
che non è perseguibile, quella di trovare 50 milioni di euro disponibili nel bilancio
regionale come anticipazione di cassa in sostituzione delle tariffe dei Comuni.
Quindi
mi permetto di chiedere sommessamente al Consiglio di arrivare ad approvare il subemendamento
presentato dal presidente Gallo che potrebbe mettere in ordine le cose, non lasciare
come oggi due contabilità separate – una che riguarda il bilancio regionale,
l’altra che riguarda la contabilità speciale autorizzata dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri – ma di fare in modo che fino al 31 dicembre 2014, quindi fino a
quattro mesi ancora, ci possa essere un unico centro di costi dal quale far
partire sia gli interventi, gli investimenti per completare il sistema
impiantistico calabrese, ma anche la riscossione delle tariffe perché, se
facciamo passare questa soluzione, il direttore del dipartimento è corroborato
da strumenti normativi che lo mettono nelle condizioni di riprendere l’attività
ed evitare di lasciare che il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti possa
fermarsi e sommergere la Calabria.
Presidenza del Vicepresidente
Alessandro Nicolò
PRESIDENTE
Dopo
la relazione dell’assessore, non ho iscritti a parlare. Nessuno vuole
intervenire?
(Interruzione)
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato
con grande interesse l’intervento anche appassionato del collega Mirabelli e l’intervento
– debbo dire in perfetta sintonia con quello del consigliere Mirabelli - dell’assessore
Pugliano, in sintonia soprattutto con se stesso per le cose che abbiamo detto
nella precedente seduta, cioè ho l’impressione che vogliamo fare una seduta
identica a quella precedente, non tenendo conto di tutto quello che è avvenuto
nelle ultime settimane.
Noi
ci apprestavamo a dare un benevolo voto di astensione al Piano dei rifiuti, a questa
legge di riordino – chiedo scusa se ho detto Piano, perché avevo il piano nella
testa – perché in questo provvedimento di riordino si nota uno sforzo di dare
un’architettura al sistema.
Nonostante
questa nostra propensione positiva, devo dire che la legge di riordino poi
diventa praticamente operativa se ad essa si accompagna un Piano operativo dei
rifiuti che deve avere una valenza regionale, perché il provvedimento andrà a riordinare
quello esistente sotto il profilo organizzativo e delle attrezzature
tecnologiche. Siccome sappiamo che l’esistente è estremamente carente in
generale, in particolare nella provincia di Cosenza, il riordino è sulla carta,
delega determinate competenze ad ambiti territoriali ampi, ma più ristretti rispetto
alla Regione, ma io sono convinto che, anche se questo provvedimento dovesse
funzionare, ci troveremmo, presidente Gallo, più o meno nelle stesse condizioni,
in quanto non sappiamo quale sia il Piano dei rifiuti e gli investimenti che si
vogliono fare nelle nuove tecnologie, perché lei sa, Presidente, che se non si
fanno investimenti nelle nuove tecnologie, per esempio in provincia di Cosenza
ci si troverà al punto di partenza e, al meglio, i cosentini si ritroveranno a
pagare un tributo molto alto in ragione del trasferimento di quanto residuo dai
vari trattamenti al termovalorizzatore di Gioia Tauro.
In
ogni caso, di fronte a una buona volontà, le buone volontà vanno sorrette,
vanno spinte e quindi ci apprestavamo a dare un voto di astensione. Però, caro presidente
Gallo, se lei mantiene il suo emendamento che di fatto ci ripropone la contabilità
speciale, questa nostra volontà di dare un segnale positivo con un voto di
astensione si trasformerà in un voto nettamente contrario, perché vorrei
chiedere all’Aula, all’assessore Pugliano e ai colleghi della maggioranza, a
cosa sono servite queste due settimane?!
Abbiamo
sollevato la nostra preoccupazione per la contabilità speciale perché, di
fatto, sotto il profilo finanziario, si tratta di una proroga del commissariamento
ma, mentre prima il commissario era il commissario governativo, ora, di fatto,
si istituisce una sorta di commissariamento di carattere regionale che vede protagonista
assoluto della vicenda l’assessore all’ambiente e la Giunta. Questa è la verità
delle cose, perché la contabilità speciale, di fatto, è una proroga del
commissariamento e, quando si ritorna al regime ordinario, non possono esistere
contabilità di tipo speciale, perché lasciano il campo ad una discrezionalità di
fronte alla quale siamo preoccupati.
Debbo
dire che uguale preoccupazione dovrebbero avere la Giunta e i consiglieri che
si apprestano ad approvare una norma di questo tipo, perché la situazione, sotto
il profilo della coerenza con le norme che reggono le procedure finanziarie e
di bilancio, si è aggravata rispetto a quindici giorni fa, perché quindici
giorni fa chi parla si è alzato e, intuitivamente, ha ritenuto che in questa
legge ci fosse un arcano rappresentato dalla contabilità speciale. Sono stato
quasi zittito, aggredito per questa intuizione, dopodiché abbiamo visto che la
Commissione bilancio, nel momento in cui ha esaminato il vecchio testo della legge
di riordino, ha espresso un parere che ha richiamato esattamente e puntualmente
quelle che erano le nostre preoccupazioni, tant’è che, a fronte del parere della
Commissione bilancio che praticamente ha fatto intendere con chiarezza, anzi ha
detto con chiarezza di eliminare il secondo comma dell’articolo 2 e di cassare completamente
l’articolo 7; non dimentichiamo che nell’articolo 7 famoso di 15 giorni fa non
c’era solo la contabilità speciale ma c’era anche un grande potere dato alla gestione
di indire evidenze pubbliche per la realizzazione, l’adeguamento e anche la gestione
degli impianti e del termovalorizzatore.
Per
la verità, debbo dare atto al presidente Gallo che non si è nemmeno sentito di
inserire questa parte dell’articolo 7 nel suo emendamento. Ebbene, dopo il
parere della Commissione bilancio, si è riunita la quarta Commissione che ha
eliminato il secondo comma dell’articolo 2 ed ha cassato interamente l’articolo
7, che oggi è una semplice norma di invarianza dal punto di vista finanziario.
Allora,
di grazia, dopo questo iter che ha avuto la legge, si viene stasera per introdurre
di nuovo la contabilità speciale?! A fronte di un modo di procedere di questo tipo,
non possiamo che esprimere un voto contrario; viceversa, se il presidente Gallo
ritenesse di ritirare il suo emendamento, noi esprimeremmo un voto di
astensione sul progetto di legge. Siccome l’assessore Pugliano questa sera è
stato così gentile – quantomeno rispetto all’approccio della precedente seduta
– da chiederci come si dovrebbe fare, non accogliendo la contabilità speciale,
deliziandoci nel farci capire cosa essa sia: nella precedente seduta ci ha
detto che è una procedura per bypassare il bilancio ed io non ho verificato se
chi è addetto a fare le trascrizioni integrali ha rintracciato questo modo di
spiegarci la contabilità speciale, ma ricordo esattamente che l’assessore ci ha
detto, praticamente, che con questa norma si bypassa il bilancio.
Ma
ci rendiamo conto di cosa significa bypassare il bilancio? Stasera l’assessore
è stato ancora più chiaro, perché ci ha spiegato cosa significa bypassare il bilancio,
ci ha spiegato che si apre un conto presso la Banca d’Italia e questo conto è
zero; questo conto poi dovrebbe registrare i pagamenti dei Comuni e, dall’altro
lato, i pagamenti ai gestori dei servizi. Ipotizziamo che i Comuni non paghino:
noi avremo un buco, senza che a questo buco si arrivi attraverso qualunque
procedura di controllo rispetto a quelle che sono le norme che sottintendono la
gestione dei bilanci della Regione.
Allora,
siccome l’assessore è stato così garbato da chiedere quale potrebbe essere l’alternativa
a questa soluzione, l’alternativa mi sembra semplice ed ordinaria, nel senso
che mi pare che gli assestamenti di bilancio possano essere considerati e sono
– ne abbiamo già approvato uno – dei provvedimenti indifferibili ed urgenti.
Dunque vorrei capire perché nel provvedimento indifferibile ed urgente già
approvato e nella possibilità immediata, nell’immediato futuro di approvare
altri provvedimenti indifferibili ed urgenti, non si inserisce un assestamento
di bilancio che preveda in entrata il pagamento delle tariffe da parte dei Comuni
e in uscita il pagamento delle spettanze alle aziende. Quantomeno un’organizzazione
di questo tipo non elude quelle che sono le normative che sottendono alla gestione
di un bilancio della Regione.
Quindi
non intendo farla lunga, non intendiamo farla lunga, perché su questo argomento
ci siamo dilungati moltissimo nella seduta precedente e in queste settimane.
Qui non si tratta di fare la gara a chi è più responsabile, perché noi ci rendiamo
conto della situazione della regione, in particolare di alcune province, queste
cose le stiamo dicendo da quattro anni, caro assessore Pugliano; da quattro
anni ci siamo permessi di dare anche qualche suggerimento di cosa fare, per
esempio, in provincia di Cosenza per non arrivare al momento del collasso e non
siamo stati mai ascoltati. Non venite a dirci che su questi argomenti abbiamo
fatto opposizione di tipo pregiudiziale, noi abbiamo fatto un’opposizione con
una cultura di governo, con tanta cultura di governo da non essere capiti
neanche da esponenti che siedono tra questi banchi che hanno inteso sempre l’opposizione
essere tutt’altra cosa rispetto a una necessità di critica, ma anche di proposte.
Allora
questa cosa non ce la dite, perché non è assolutamente vera. Abbiamo sempre
cercato di dare un contributo per non arrivare in questa situazione e diamo questo
contributo finale nel dire “riportiamo almeno la gestione finanziaria alla
normalità, quindi sottoposta a quelli che sono i pareri ed i controlli di una
normale gestione di un bilancio regionale” e, quindi, alla richiesta di cosa
fare noi ci permettiamo di dire che si potrebbe fare un rapido assestamento di
bilancio con una previsione di entrate e con una previsione di spesa, senza ricorrere
a provvedimenti che “bypassano” il bilancio, a provvedimenti che aprono conti
che sono a zero e nessuno sa cosa deve entrare in questi conti, ma forse sa quanto
da questi conti deve uscire, determinando un grande deficit.
La
nostra opinione, la nostra volontà è molto chiara, un voto benevolo di astensione
se rimane invariato il testo licenziato dalla Commissione, un voto contrario se
viene inserito l’emendamento del presidente Gallo.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Chizzoniti. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, signori consiglieri, nell’esprimere la mia deferente
stima e gratitudine al signor Presidente per avermi concesso facoltà di parola,
preannuncio che il mio telegrafico intervento sarà scandito esclusivamente dal
tempo strettamente necessario per sottoporre alla serena valutazione della
massima Assise assembleare della Regione Calabria alcune
considerazioni di ordine logico e qualcuna molto sommessamente di ordine politico,
ma tutte orientate ad una diversa e più razionale soluzione rispetto a quella prospettata
dal dipartimento ambiente che, fra l’altro, non riesce ad esprimersi attraverso
una linea concorde, tale da superare i tanti e diversi convincimenti che si possono
trarre da questa proposta che, quando cerca di fare un passo avanti, invece poi
retrocede fino alle retrovie, al punto che non mi sembra che sia stata
responsabilmente esplorata, ma si limiti ad ostentare le conseguenze
collaterali nefaste, ove non venisse approvato questo aspetto, questo modello
tecnico, questo paradigma.
Su
questo terreno – evocando Curzio Malaparte, che ebbe a dire e
scrivere che in un paese civile i panni sporchi si lavano in piazza,
aggiungendo eloquentemente che, in una realtà dominata da perfida ipocrisia e
dalla bugia, la verità diventa una patologia resistente a qualsivoglia terapia
– io mi assumo tutte le mie responsabilità che nascono anche dal mio carattere,
sempre e comunque ancorato e all’insegna dell’in claris non fit interpretatio, con
l’aggravante che il mio segno zodiacale non è lucertola o talpa ma è leone, con
un importante ascendente. Resto, comunque, un uomo di pace, perché sono nato il
14 agosto, fra sette giorni i miei anni sono 69 – 69, tra l’altro, è un bel
numero – e sono un uomo di pace perché sono nato dopo qualche giorno
l’esplosione delle due cariche atomiche a Hiroshima e a Nagasaki.
Ciò
premesso, avverto l’obbligo morale di ricostruire questa strana telenovela per
ubbidire al gusto dell’arte, ma soprattutto al rispetto della verità. La
proposta di legge del presidente Gallo perviene alla quarta Commissione, nel
cui contesto il 4 aprile del 2014 io deposito una congrua memoria, individuando
una serie di criticità, chiedendo che la stessa venga tipologicamente
assimilata agli emendamenti canonicamente intesi. Il presidente Gallo, giustamente,
propone un differimento dei lavori per un doveroso approfondimento di quanto,
molto modestamente, avevo eccepito e sollevato.
Aprile,
maggio e giugno, non succede niente. La prima esibizione, non condivisibile, si
consuma in quest’Aula nella mattina andante tra il 24 e il 25 giugno, quando,
strumentalizzando un’emergenza e una urgenza che emerge il 24 giugno – da
aprile a giugno nessuno si è preoccupato dell’emergenza – si dice: “la dobbiamo
approvare, perché altrimenti succede questo, questo e quest’altro”. A quel
tavolo, egregiamente coordinato dal presidente Talarico – ma con questo, per l’amor
di Dio, non intendo depotenziare l’attività mirabile del suo vice, consigliere
Alessandro Nicolò – si concorda di rinviare questa proposta di legge alla quarta
Commissione.
Bene,
si rinvia alla quarta Commissione e la proposta di legge viene letteralmente
smontata attraverso emendamenti presentati dal sottoscritto e dal presidente
Gallo. Ritorniamo in Aula ed io mi accorgo che molti emendamenti approvati, praticamente,
erano stati diluiti, come se non fossero mai stati approvati. Si richiamano
guasti tecnici che ci possono pure stare, ma su un emendamento non ci sono
guasti tecnici: era un mio emendamento approvato così come l’avevo proposto,
che attribuiva alla legge e non alla Giunta talune facoltà, invece mi hanno invertito
soggetto, predicato, complemento, per cui è stato stravolto l’impianto tecnico-giuridico
dell’emendamento. Mi accorgo, sollevo e deduco queste
variazioni
e, molto responsabilmente, la proposta di legge ritorna in Commissione.
Bene – e qui cominciano le note
dolenti – mentre con il presidente Gallo si cercava di risolvere questo
problema, perviene un tek dell’Ansa dal quale si apprende di un disinteresse ad
approvare questa proposta di legge che contagia anche pezzi importanti; si sono
cercati pretesti e il pelo nell’uovo per rinviare la seduta, mettere dei punti
fermi nella gestione che
rischia il caos. C’è, in sostanza, chi vuole mantenere il disordine. Dopodiché
l’assessore Pugliano lamenta una carenza di informazione da parte della
Commissione bilancio ed attacca ratione materiae la Commissione bilancio, laddove dice che
doveva prendere soltanto atto dell’invarianza di spesa. Invece la Commissione,
recependo una nota a firma dell’avvocato Pietro Manna, segnalava l’opportunità
dell’abrogazione totale dell’articolo 2, comma 2, della legge e dell’articolo 7,
e lo fa – l’avvocato Manna – cognita causa, dicendo: “Si richiama l’attenzione
della Commissione su quanto segnalato dalla Corte dei conti. In data 31 luglio siamo
stati bacchettati in diretta io e il presidente Talarico”, quindi la nomogenesi e la fonte genetica di questi atteggiamenti si
identificano in atti ufficiali.
Con
molta franchezza devo dire che, quando ho visto questa distinzione manichea, ci sono i buoni da una parte e i cattivi
dall’altra – i buoni sono i consiglieri regionali che fanno parte della Giunta,
l’assessore dice “non mi dimetto per rispetto alla Stasi” – io ho fatto venire
meno il numero legale; se è un merito, lo rivendico, se è un demerito, mi assumo
la responsabilità. Ho detto in Commissione: “Bene, che venisse la presidente
Stasi a votarlo in Commissione, che venissero i consiglieri regionali, quelli buoni,
a votarlo in Commissione, perché io sono uno che vuole mantenere il caos”.
Allora,
egregio assessore, poiché Malaparte ha detto che i panni sporchi si lavano in
piazza, questa è la piazza principale della Regione Calabria. La invito a dire,
immediatamente, i nomi dei consiglieri corrotti che vorrebbero mantenere il
caos, lo deve dire qua e non nelle conferenze stampa, dica chi sono i
consiglieri che vogliono il caos, che vogliono privilegiare il disordine, che
vogliono privilegiare questa o quest’altra impresa.
E
non finisce qui, perché poi, ieri, l’assessore interviene, pagina 10 del
“Quotidiano”: “Pugliano tradito dai suoi alleati”. Io, da quando sono nato,
sono strettamente ancorato al culto della lealtà, non ho mai tradito nessuno.
Quindi, esigo chiarezza su questo aspetto, la chiarezza che nasce dalla
Commissione, egregiamente presieduta dal presidente Gallo, dove si è fatta luce,
perché l’impostazione manichea “i buoni sono questi e
i cattivi sono questi”, senza nomi, io pretendo di conoscere i nomi, i cognomi
e, se ci sono difficoltà d’individuazione, anche i sovranomi
di questi che avrebbero remato contro questa legge.
Ricordo
a me stesso che non è soltanto un concetto filosofico o manicheo quello
dell’impossibilità di dividere il torto o la ragione, perché anche Manzoni
disse che non si può dividere il tutto con un taglio netto di spada.
L’assessore Pugliano lo ha fatto!
Quindi,
devo ricordare a me stesso la pagina 14 della trascrizione integrale della
seduta della seconda Commissione consiliare del 23 luglio, non di prima della
guerra, 23 luglio, pagina 14, in ordine alla soppressione di questi
emendamenti, anche Chizzoniti, che è un mestatore ed è quello che preferisce il
caos e la confusione e rema contro, ma l’ingegnere Gualtieri
che dice? “Secondo me, l’articolo 7 si può cassare totalmente”. Mettetevi
d’accordo all’assessorato all’ambiente, all’assessorato e al dipartimento, lo
dice Gualtieri ipse
dixit! Quindi passa, su proposta del presidente Gallo, il principio di
recepire i suggerimenti dell’avvocato Manna e quindi della seconda Commissione
bilancio.
Colgo
l’imbarazzo del presidente Gallo che stamattina, contraddicendo tutto e il contrario
di tutto, firma il ripristino dell’emendamento abrogato con il parere
favorevole dell’ingegnere Gualtieri. Allora dobbiamo,
in qualche modo, cominciare a ragionare, perché a me sembra che sia stato posto
in essere un tentativo volgarissimo di ottenere la resa incondizionata di questo
Consiglio regionale, vittima di una finalità tipologicamente
assimilabile a quella del notaio rogante. Sì, noi siamo i notai roganti di quanto
aliunde concepito e nessuno ammette una valutazione
contraria, eppure Pietro Nenni ebbe a dire che la democrazia è la coesistenza
pacifica di diverse ed opposte tendenze. Qui no, o si fa così o c’è l’emergenza,
un’emergenza che c’era ad aprile, a maggio, a giugno e della quale nessuno si è
preoccupato.
Allora,
se questo è, quando Aristotele diceva, caro capogruppo, che la migliore virtù
di un uomo è quella di riconoscere i propri limiti, aveva ragione l’amico Magno
in nomen omen,
in tutti i sensi Magno, quando in Commissione diceva: “Avete superato ogni
limite!”. In questa situazione, qualcuno non ha avuto il benché minimo senso
del limite.
Allora
pongo a me stesso una domanda: cosa sono le Commissioni consiliari permanenti?
Sono una proiezione periferica sintetica del Consiglio regionale. E com’è possibile
che 72 ore or sono il Consiglio regionale, attraverso la quarta Commissione,
cancelli l’articolo 2, comma 2, e l’articolo 7 ed oggi, a firma – sicuramente
sofferta – del presidente Gallo, che aveva sposato e condiviso i suggerimenti
della seconda Commissione, ci si chiede di ripristinare gli stessi emendamenti
e gli stessi modelli tecnici che avevano presentato e che, invece, hanno fatto
una brutta fine?!
A
pagina 46 di questo volumetto – sono gli aforismi di Schopenhauer –
ce n’è uno molto eloquente sulla raffinatezza cerebrale – per chi ce l’ha, ovviamente,
e io sono fra quelli che non ce l’hanno – laddove si dice che non è l’aspetto
minaccioso che fa di un individuo un uomo cattivo o terribile, perché laddove
si utilizza in maniera malversa, è il cervello dell’uomo, un’arma più
spaventosa che non l’artiglio del leone.
Ora,
se qua dentro c’è qualcuno che pensa che qui ci siano consiglieri regionali
nati oggi e che abbiano cominciato a muovere i passi l’indomani, beh, hanno
sicuramente sbagliato tutto e il contrario di tutto e si nutre, anche per questo
versante, l’ineludibile esigenza che in Calabria e a livello politico e a livello
burocratico qualcuno debba cominciare seriamente a pensare a restituire braccia
e menti al mondo dell’agricoltura, che ne ha tanto bisogno!
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha facoltà.
Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.
Non sono intervenuto sulla relazione del presidente
Gallo perché ne condividevo pienamente i contenuti e, nella lunga attività di
esame delle due proposte di legge che abbiamo
discusso in Commissione sulla riorganizzazione del sistema di raccolta dei
rifiuti, chiaramente tutti gli approfondimenti che sono stati fatti, alla fine,
hanno portato a varare il testo che oggi abbiamo in Aula.
Devo dire che la
discussione che c’è stata all’interno della quarta Commissione è stata molto
importante, con decine e decine di audizioni, alle quali sono intervenute le associazioni
di categoria, le associazioni ambientaliste, più volte è intervenuto l’assessore
all’ambiente, anzi ha presenziato a quasi tutte le sedute della Commissione. Quindi,
la discussione che è stata fatta è stata ampia e ridà uno schema di lavoro che
fa perno sui Comuni e che consente di riorganizzare questo sistema.
Alla prima riunione, quando
si discusse la proposta di legge, ero molto scettico sulla proposta stessa, perché
sembrava che rimodulassimo una vecchia organizzazione che c’era già stata all’interno
della nostra Regione con le cosiddette società miste, che non hanno mai
consentito di poter organizzare in pieno quel sistema. Questa legge un po’
ricalca quell’aspetto, ma si rifà ad una normativa nazionale che introduce l’organizzazione
in Ato e in Aro e che consente, oggi, di poter rispendere un po’ di fiducia
verso la possibilità che hanno i Comuni di organizzare autonomamente la raccolta
dei rifiuti.
E’ chiaro che questa norma,
così elaborata, anche come diceva il consigliere Chizzoniti, dopo una serie di emendamenti
che sono stati approvati all’interno della Commissione, penso sia un testo
valido e che senz’altro vada approvata.
Quello
che a me è dispiaciuto stamattina è che avevo chiesto in maniera esplicita all’assessore
Pugliano di dichiarare, all’interno di quest’Aula, oggi, nel momento in cui
fosse stato ripresentato l’emendamento che prevede la contabilità speciale, che
i fondi che potrebbero andare sulla contabilità speciale – qualora approvassimo
oggi quell’emendamento – non fossero utilizzabili per l’attività ordinaria, perché
la sostanza è questa. La contabilità speciale fu istituita ed è stata prorogata
per chiudere tutta la partita relativa al commissariamento sull’emergenza dei
rifiuti, quindi le progettazioni in atto che sicuramente avevano una loro copertura
finanziaria – altrimenti non potevano essere progettazioni in atto – nonché
tutto quello che concerne la chiusura in se stessa della contabilità. Altrimenti
noi avremmo una situazione in cui saremo completamente espropriati da tutte le
nostre competenze e l’assessore non conterà niente fino al 31 dicembre 2014 – perché
non conterà nulla, assessore, perché tutti i fondi potrebbero andare nella contabilità
speciale e quindi lei non avrebbe nemmeno un euro da poter spendere in questi
quattro mesi, perché la contabilità speciale fa capo soltanto al direttore
generale e non all’assessorato – di conseguenza si creerebbe una situazione in
cui, di fatto, noi non abbiamo sotto controllo l’attività ordinaria che è stata
introdotta con la legge regionale numero 18 del 2013 e – come dice anche il consigliere
Principe – non avremo nemmeno la possibilità di un minimo di controllo democratico
su quella che è la gestione dei rifiuti in Calabria, ma anche su quella che
sarà la spesa per quanto riguarda i rifiuti, perché i fondi non passerebbero
più dal bilancio ordinario della nostra Regione.
Allora,
il problema qual è? Assessore, glielo ripeto perché le voglio bene, quindi ritengo
che sia giusto che lei capisca alcuni passaggi tecnici che concernono questa
normativa, perché altrimenti tutti quanti noi potremmo – come dice il
consigliere Chizzoniti – abbassare la testa, approvare una cosa, ma domani, non
saremmo certamente a posto con la nostra coscienza, perché questa modifica alla
proposta di legge che abbiamo approvato in Commissione pone almeno due problemi:
uno è che noi non sappiamo come verranno utilizzati questi fondi, perché una
volta che vanno a finire nella contabilità speciale, non abbiamo nessun
controllo sugli stessi, quindi il controllo spetterà soltanto all’organo che è
stato investito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ad essere oggi il commissario
della contabilità speciale, ma di fatto sarà poi il gestore della contabilità
speciale; secondo, non so come potrà provvedere a pagare tutte le spese che si
creeranno nell’ambito dei quattro anni in cui vigerà la contabilità speciale,
poiché noi, come Regione, non incasseremo più nulla, perché le tariffe verranno
versate direttamente sulla contabilità speciale, quindi il bilancio regionale
rimarrà a vuoto e non potrà avere in questi quattro anni nemmeno un euro di
spese di gestione. Quindi non so come potrà provvedere a coprire le spese che
verranno fuori dall’attività che lei, comunque, dovrà portare avanti come assessorato
all’ambiente, che non sono soltanto le spese di gestione delle discariche, perché
ci sono altre spese per le quali dovrà poi rispondere anche della copertura
finanziaria, salvo che non decida di bloccare completamente la sua attività.
Allora,
in quel caso, le tariffe vengono versate nella contabilità speciale, si spende
soltanto sulla contabilità speciale, poi vediamo come si spende sulla contabilità
speciale – non noi, chi avrà il compito di controllare perché noi non
controlleremo nulla – per cui non abbiamo nessun problema ad approvare questo
emendamento, però chiaramente ci tiriamo fuori da quelle che sono tutte le
responsabilità che concernono la gestione di quella contabilità speciale,
perché stiamo facendo un abuso, in quanto stiamo reintroducendo un meccanismo
che per la legge regionale non può più esistere, perché noi abbiamo approvato
una legge che chiude con l’attività straordinaria per quanto riguarda la
gestione dei rifiuti e ci porta in una condizione di ordinarietà.
Avrei
capito se noi avessimo abrogato la legge regionale numero 18 del 2013!
Abroghiamo la legge 18, dopodiché chiediamo alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri di nuovo lo stato di emergenza, per cui si rinomina un commissario e
gestisce l’emergenza; ma in vigenza della legge 18 non capisco come possiamo mantenere
due contabilità parallele che possono riguardare l’attività ordinaria, perché l’attività
ordinaria è una cosa, invece l’attività relativa alla contabilità speciale e quindi
alla chiusura della fase di commissariamento è una cosa completamente diversa.
Faccio
questa riflessione non soltanto per me stesso perché forse, rispetto ad altri,
ho una conoscenza della contabilità tecnica diversa, perché ho gestito per cinque
anni contabilità speciali, però per gli altri amici consiglieri che spesso non hanno
delle competenze specifiche all’interno di questo campo, io do questa mia riflessione
alle loro coscienze, dopodiché decideremo e deciderete tutti quanti come dover procedere
rispetto all’emendamento presentato stamattina dal presidente Gallo.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente,
innanzitutto voglio ringraziare i colleghi per il franco e sereno dibattito su
questa proposta di legge. Voglio ringraziare i colleghi della Commissione con i
quali abbiamo lavorato in questi anni, al di là di questo provvedimento sui
rifiuti, in ogni circostanza ed anche su questo provvedimento bene ed in
maniera coordinata. Li voglio ringraziare per il contributo dato in ogni
circostanza, i colleghi della maggioranza e i colleghi della opposizione anche
per il clima di fiducia reciproca in tante circostanze, sereno e di grande e
fattiva collaborazione nell’interesse generale.
Apprezzo
anche tutti i colleghi per il dibattito che c’è stato sulla legge e
sull’impianto anche in questa sede. Ringrazio e apprezzo l’assessore insieme al
direttore generale per il lavoro svolto in questi anni e anche su questa legge.
Credo
che la pietra dello scandalo, assessore, sia l’emendamento che io ho
ripresentato.
Lo
voglio dire al presidente Chizzoniti non per superare in maniera surrettizia e
in maniera non chiara il deliberato della Commissione ma anche perché – e ve lo
voglio ribadire – in quella sede dissi che c’era un accordo e proposi alla Commissione
di eliminare l’articolo 7 dicendo che in Aula si sarebbe potuto rivalutare un
suo reinserimento.
Non
sono “Alice nel Paese delle meraviglie” ma sono abituato a fidarmi. Nel momento
in cui il mio assessore e il direttore generale del dipartimento ci dicono che
non approvando questa norma si rischia che la nostra Regione vada in emergenza
assoluta dal punto di vista ambientale e va in emergenza non a gennaio, in cui
ci siamo solo noi calabresi ed il clima è anche freddo, ma con questa calura
nel mese di agosto allorquando cominciano ad arrivare per due settimane i vacanzieri
nella nostra Regione; io mi preoccupo, non scappo ma ci metto la faccia, magari
sbagliando ma con un principio secondo il quale nel mio paese di dice, assessore
Gentile “Aria pulita non teme tuoni”.
Non
conosco le ditte che lavorano nel settore, non conosco uno solo di questi
imprenditori. Gli unici che conosco – ma non credo che lavorino nel settore del
grande smaltimento - sono quelli che hanno lavorato nella mia città quando si
faceva il servizio di igiene urbana.
Non ho
assolutamente collegamenti con nessuno ed interessi di nessuna natura per cui
ho riproposto questa norma sul principio generale che bisogna evitare che si
vada in crisi.
Questo
tentativo, assessore, l’ho fatto anche in coordinamento con lei fidandomi della
sua buona fede e della sua bonomia che io ribadisco stasera in Aula: penso che
lei sia un gran signore, una persona per bene e che abbia lavorato bene al
dipartimento.
Non lo
dico perché non sono abituato a fare lavate di faccia ma lo dico perché con la
sua bonomia credo che molte crisi in questi anni si siano superate.
Vedo
che ci sono difficoltà in maggioranza, il Partito democratico ci dice che ci darà l’astensione altrimenti voterà
contro questa norma dicendo in maniera prioritaria, praticamente, che la
problematica si gioca su questo emendamento; io vedo normali difficoltà,
difficoltà forse insormontabili.
Poiché non voglio far sì che questa norma non vada
in porto, mi auguro che ci siano poi ulteriori soluzioni rispetto ad emergenze
che potremmo vivere, magari saremo in Aula su un’altra norma; non mi sento di
insistere su questo emendamento spaccando completamente l’Aula, passando poi
per quello che voleva fare il Don Chisciotte difendendo interessi indifendibili
o magari, d’altro canto, per quello che poteva essere il paladino a difesa dei
calabresi. Non è magari giusto nemmeno questo, cioè passare per quello buono
rispetto agli altri meno buoni, ed io non ritengo di voler rivestire nemmeno
questo ruolo.
Allora poiché questa è un’obiettiva difficoltà, se
la difficoltà si appalesa ulteriormente sono pronto a ritirare questo emendamento
per far sì che la norma si approvi celermente col voto favorevole della maggioranza,
con l’astensione del Pd e di tutti i colleghi della opposizione per evitare
ulteriori ritardi nella discussione dell’approvazione della norma.
Quindi quando arriveremo a discutere del sub-emendamento
in questione, presidente Nicolò, sono disponibile a ritirarlo per evitare
ulteriori problematiche e per far sì che ci sia l’approvazione della norma
senza ulteriori traumi. Poi, affronteremo, assessore, come lei ci dirà e anche
in Commissione se ce lo chiederà, perché su questo io non ritiro mai la mia
disponibilità a lavorare istituzionalmente come ho fatto in questi anni,
cercando insieme a lei di superare anche altre emergenze. Continueremo a
lavorare se ce lo chiederà e come ce lo chiederà anche su questi argomenti per
superare le emergenze che incontreremo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Gallo, esaurita la discussione
generale andiamo all’esame dell’articolato.
Prego, assessore Pugliano, ha facoltà di parlare.
Grazie,
Presidente, solo qualche battuta per dire che io avevo già rinunciato a fare
passare questa soluzione emendativa. Ho detto che non sono un tecnico ma mi
fido dei tecnici e replico solo ed esclusivamente al consigliere Magno per
ripetere le cose che ho già detto a lui in Commissione.
Non
sono un tecnico, mi fido dei tecnici e registro solo una cosa, una difficoltà:
la gestione del sistema calabrese dei rifiuti costa alla Regione in questo
momento 7 milioni di euro al mese per trattamento e smaltimento rifiuti.
Giacché
con la contabilità speciale è autorizzata per quel che entra nella contabilità
rispetto ai crediti maturati entro il 2012, i 7 milioni di euro al mese
necessari per garantire alla Calabria trattamento e smaltimento rifiuti nella
gestione ordinaria non ci sono.
Ho
chiesto al consigliere Magno, che di contabilità ordinaria e speciale ha più
esperienza di me, di individuarmi, visto che la soluzione prospettata dal
dipartimento bilancio non convince i consiglieri, sulla scorta della sua
esperienza, una soluzione alternativa. Quella che hanno dato a me come unica
soluzione alternativa è una anticipazione di cassa della Regione di 50 milioni
di euro per tenere per sei mesi le attività che non riguardano solo la gestione
corrente ma il completamento di quel sistema a cui faceva riferimento il
consigliere Principe: le linee guida della Regione Calabria che inseriscono il
completamento e l’efficientamento del sistema
pubblico calabrese a cominciare dal recupero di una dimenticanza di 10 anni.
Dal 2002 chiunque ha avuto responsabilità in questa materia si è dimenticato di
Cosenza.
Questo
governo regionale, questo assessorato, il primo intervento messo in programma è
stato rappresentato dalla realizzazione dell’impianto tecnologicamente avanzato
di riciclo a Cosenza, nell’area nord della Calabria, oltre a tanti altri
interventi che presuppongono un impianto per ogni territorio provinciale di
compostaggio anaerobico.
Non
avrei dovuto parlare qui della pianificazione e della programmazione che ha
fatto questo governo regionale ma della legge sui rifiuti.
Mi
fermo rispetto alla difficoltà che sto registrando da diversi mesi a far
passare una soluzione, perché dare in mano all’ingegnere Gualtieri
la responsabilità della contabilità speciale… Lui
ogni sei mesi deve trasferire la relazione dettagliata alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri per far sapere cosa ha fatto di quelle risorse rispetto
all’incarico che ha ricevuto.
Ho
detto in Commissione e lo ripeto qui in Aula che l’ingegnere Gualtieri si sta assumendo, senza soldi e senza strumenti
normativi, delle responsabilità che io al suo posto per le mie conoscenze
amministrative non mi sarei preso.
Certo
è che lui dietro le spalle ha anche la responsabilità di non dover fermare il
sistema e di non vedere la Calabria sommersa dai rifiuti. Quando dovesse
accadere, ho detto al consigliere Magno che io ho staccato già il telefono perché
a me fanno riferimento i 409 sindaci della Calabria che vogliono sapere dove
andare a conferire impianti o altre strutture.
Visto
che io consiglio all’ingegnere Gualtieri di non
firmare atti che non siano supportati da autorizzazioni e da atti di Consiglio
regionale, non mi posso sicuramente orientare ad individuare in lui la responsabilità;
se si convincerà - rispetto ai consigli che gli do io a non firmare - perché non
è supportato né da risorse finanziarie né da strumenti normativi e se, quindi,
la Calabria dovesse essere sommersa dai rifiuti non posso neanche assegnare
all’ingegnere Gualtieri tale responsabilità.
Presidente,
se mi concede 30 secondi per una conclusiva valutazione senza polemiche con
nessuno.
(Interruzione)
Le
chiedo scusa non me ne ero accorto. Prego collega, ci mancherebbe altro.
Intervengo
solo per fatto personale.
Ho
sempre sostenuto e pubblicamente elogiato l’attività dell’assessore
all’ambiente da quando c’era l’emergenza rifiuti e quindi il commissariamento, perché ha cercato,
limitatamente alle proprie competenze, all’epoca di poter riorganizzare un
dipartimento che, certamente, non era molto organizzato e anche per poter
mettere in campo una serie di politiche che potessero consentire alla Regione
di uscir fuori dalla fase di emergenza.
Ho anche sempre riconosciuto l’attività che lui ha
svolto in prima persona quando abbiamo approvato la legge e siamo rientrati
nella ordinarietà.
Oggi non vorrei passare, attraverso questo mio
intervento, per quello che vuole che la Regione Calabria sia piena di rifiuti, perché
io questa cosa non la accetto. Non la accetto qui e non la accetterò mai.
Ho detto che qualora questa maggioranza volesse
approvare l’emendamento io non ho alcun problema affinché lo approvi anche col
mio voto di astensione, assessore.
Però non voglio che all’interno di quest’Aula passi
che quel che lei dice sia la salvezza della raccolta dei rifiuti nei comuni
calabresi, perché attraverso questo percorso noi salviamo dai rifiuti i comuni
calabresi, mentre rispetto a quel che io ho detto io vorrei che i rifiuti
rimanessero per strada.
Questo non è consentito dirlo né a lei né a
nessuno.
Ho fatto un intervento di carattere
tecnico-politico per dire che ci sono dei problemi per quanto riguarda questo
aspetto, dei problemi che certamente ognuno di noi può esprimere liberamente
all’interno di quell’area. Poi è una maggioranza che decide se approvare o non
approvare una norma.
Dopo di che, anche per quanto riguarda l’aspetto
tecnico e le soluzioni, ci sono tante soluzioni che si possono trovare, non c’è
esclusivamente quella della contabilità speciale perché se noi dobbiamo
recuperare i crediti passati prima del 2012 che i comuni non hanno pagato, oggi
con la contabilità speciale e con i poteri che ha il direttore generale può già
nominare i commissari ad acta per poter andare
a riscuotere quei crediti fino al 2012.
Lui oggi ha tutti i poteri per poterlo fare perché ha
già un capitolo dove poter fare entrare i soldi che è quello della contabilità
speciale, non è un capitolo di bilancio ma è la contabilità speciale. I comuni
sono creditori nei confronti della Regione per il periodo pregresso e quindi
devono pagare alla Regione per il periodo pregresso. Noi oggi come Regione non
incassiamo i crediti passati, possiamo anche incassare i crediti passati ma noi
incassiamo la tariffa che è cosa completamente diversa rispetto ai crediti. I
crediti li può incassare il commissario che oggi è l’ingegnere Gualtieri che è titolare della contabilità speciale perché è
una continuità dell’azione amministrativa e gestionale di quel percorso che fu
fatto col commissario straordinario.
Quindi lui si può limitare a quei crediti da poter
incassare, poi la parte relativa alla tariffa quella è un altro discorso.
PRESIDENTE
Consigliere Magno, le ho dato la parola ai sensi
dell’articolo 56, lei ha già fatto il suo intervento.
MAGNO Mario (Forza
Italia)
Un solo secondo.
Quella lì è chiaro che può andare alla Regione. Se
noi facciamo questa variazione noi diamo anche gli incassi della tariffa nella
gestione della contabilità speciale. Questo è il problema che oggi stiamo
ponendo.
Se noi riteniamo che questi soldi dell’attività
dell’incasso ordinario della Regione possano andare in contabilità speciale
approviamo questa norma e non ne parliamo più perché nessuno vuole che i
rifiuti rimangano in mezzo alla strada.
Se questo è l’orientamento della maggioranza io non
ho nessuna difficoltà a porre in essere la mia astensione e garantire la mia
presenza in Aula per l’approvazione di questa norma.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Chizzoniti. Ne
ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente, soltanto un telegrafico intervento per prendere con
soddisfazione atto – se ho capito bene – del ritiro di questo emendamento.
Ho
capito bene? L’emendamento è stato ritirato? Non è stato ritirato l’emendamento?
E’ stato ritirato o no?
(Interruzione)
Qui
bisogna uscire dall’equivoco. Presidente, l’emendamento è da porre in votazione
o no?
PRESIDENTE
L’emendamento
non è stato ritirato.
Non è
stato ritirato. Quindi quello che dovevo dire non lo posso dire e condivido
quel che ha detto l’amico e collega Magno.
Aggiungo
che persiste un tentativo di considerare i consiglieri regionali così come
taluni filosofi che servono solo quando bevono la cicuta. Non è il mio caso.
Pertanto
il mio voto contrario è scontato sull’emendamento e sulla legge visto che si
prosegue su percorsi banditeschi. Arrivederci.
Mi
sono veramente rotto ora!
Consigliere
Gallo, interverrà poi quando si discuterà l’articolato.
Passiamo
alla votazione dell’articolato.
GALLO Gianluca (UDC)
Presidente, volevo…
PRESIDENTE
Presidente
Gallo, lei ha già fatto il suo intervento. Avrà modo di intervenire per
dichiarazione di voto.
Passiamo
alla votazione dell’articolato.
(Interruzione)
Consigliere
De Masi, avrebbe potuto farlo prima durante il dibattito. Abbiamo dichiarato
chiusa la discussione ed è intervenuto pure l’assessore. Un minimo di ordine
rispettiamolo tutti. (Interruzione)
L’intervento
era per fatto personale ed ho dato la parola ai sensi dell’articolo 56 del
Regolamento interno.
(Interruzione)
Avrebbe
avuto modo di farlo il suo intervento, più volte ho richiamato l’Aula ad
intervenire. Lei era qui in Aula, consigliere De Masi, è intervenuto l’assessore
e abbiamo dichiarato chiuso il dibattito. Adesso discuteremo l’articolato, farà
il suo intervento se vuole per dichiarazione di voto.
All’articolo
1 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 36114/1 a firma del
consigliere Guagliardi che è, però, assente.
(Interruzione)
Prego,
collega Gallo.
Presidente
e colleghi consiglieri, confermando quel che ho detto prima, solo per
l’approvazione della norma, dichiaro la disponibilità anche nei confronti dell’assessore
Pugliano e del dipartimento di lavorare in Commissione in sinergia con i
colleghi per trovare qualsiasi soluzione sulle eventuali emergenze che si
dovessero appalesare; sono sicuro che anche i colleghi della minoranza stavolta
in caso di emergenza verranno a discutere in Commissione con noi, come hanno
sempre fatto.
Per
evitare ulteriori fratture all’interno del Consiglio – maggioranza o minoranza
che sia – ritiro l’emendamento che ho presentato.
PRESIDENTE
Il consigliere
Gallo ritira l’emendamento.
Gli
emendamenti a firma del consigliere Guagliardi all’articolo 1 decadono poiché
lo stesso consigliere è assente.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Da
quanto abbiamo capito il presidente Gallo ha ritirato l’emendamento.
PRESIDENTE
Si. Lo
ha ritirato.
Allora
noi ci asteniamo sull’articolato e sulla legge. Grazie.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
All’articolo
2 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 35996 a firma della
consigliera Minasi che così recita: “All'articolo 2 (Competenze della Regione)
dopo il comma 5 è inserito il seguente comma: «6. Il personale selezionato con
la procedura ad evidenza pubblica di cui al Decreto dirigenziale n. 4611 del
26.03.2013, in servizio presso l'Unità Operativa di Progetto
"Rifiuti", è utilizzato per l'espletamento dei compiti attribuiti
alla Regione dalla presente legge»”.
Ha
chiesto di parlare la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.
Presidente,
grazie, l’obiettivo di questo emendamento è l’utilizzo del personale che è già
in carico al dipartimento ed è stato assegnato all’unità di progetto rifiuti ed
è stato acquisito dietro avviso pubblico per titoli ed esami.
Il
personale individuato con questa selezione è stato già assegnato in questi mesi
al controllo delle attività di completamento, adeguamento e gestione del
sistema impiantistico. E’ stato impegnato nella verifica della progettazione e
nella gestione degli appalti dell’assistenza normativa.
Alla
luce di tutto ciò è opportuno che le professionalità acquisite non siano
disperse e che questo personale sia utilizzato fino alla scadenza prevista del
contratto per dare attuazione alle norme previste da questa legge.
Questo
non comporta un ulteriore onere di spesa, perché si tratta già di personale in
carico alla Regione.
PRESIDENTE
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 35996.
(Interruzione)
Ha chiesto
di intervenire l’assessore Pugliano, ne ha facoltà.
Credo
di non poter accogliere questo emendamento perché ritengo sia illegittimo e
potrebbe inficiare anche l’approvazione della norma. Ne chiedo, pertanto, il
ritiro.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.
Mah,
illegittimo, assessore?! Sono già delle professionalità presenti all’interno e
si tratta solo di utilizzarle per una migliore riuscita nella fase di
transizione della legge che bisogna applicare in maniera tempestiva, fino alla
scadenza del contratto. Non comporta nessun impegno di obbligo o di utilizzo in
fase successiva.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Morrone, capogruppo
di Forza Italia. Ne ha facoltà.
Intanto,
condivido quanto detto dall’assessore a cui, fra l’altro, vanno i miei
complimenti per il lavoro che sta svolgendo in condizioni difficili con bravura
e con serietà in un momento particolare. I miei complimenti per tutto.
Capisco
l’intervento della collega Minasi e ne condivido i contenuti. Se lo possiamo
trasformare in ordine del giorno, proprio per non inficiare la legge che è
necessario che venga approvata chiedo alla collega se lo vogliamo trasformare
in ordine del giorno e ritirarlo come emendamento.
Non
vogliamo votare contro ma non vogliamo nemmeno…
Chiedo se lo vuole trasformare in ordine del giorno.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.
Chiedo
all’assessore di spiegarmi dove c’è l’illegittimità, visto che la Regione ha
delle competenze specifiche all’interno di questa legge e potrebbe utilizzare
nel periodo che rimane questo personale che, fra l’altro, ha le competenze
idonee ad essere utile.
PRESIDENTE
Collega
Minasi, lei chiede che venga posto a votazione, lo ritira e recepisce
l’indicazione dell’onorevole Morrone?
Chiedo
che venga sottoposto a votazione.
PRESIDENTE
Pongo
in votazione l’emendamento della consigliera Minasi.
(Interruzione)
Prego,
collega Imbalzano.
Ho un
compito ingrato, veramente. Pur condividendo lo spirito dell’emendamento nella
mia qualità, avendo rapporti istituzionali con la Corte dei Conti, ho il dovere
di filtrare anche gli emendamenti in Aula come è giusto e doveroso da parte
mia.
Credo
che sull’emendamento sia indispensabile un parere del Servizio legislativo e un
parere del Servizio bilancio. Dopo di che si potrà parlare di esame
dell’emendamento.
(Interruzione)
Per
meglio specificare il mio pensiero: l’emendamento non è conferente con la proposta
di legge e quindi accolgo l’invito del consigliere Morrone
per come è stato poi rivisitato l’emendamento che prima era stato formulato in
maniera diversa. Ho visto che adesso è formulato diversamente.
Non
v’è dubbio che il personale sia stato reclutato per quegli incarichi e quindi
oltre a non esser conferente con la proposta di legge lo ritengo superfluo.
Ma
sotto forma di raccomandazione, attraverso un ordine del giorno, credo che
possa raggiungere l’obiettivo perché quando era stato consegnato a me era perché…
(Interruzione)
Non il
suo, era stato consegnato a me da chi era interessato, e suggeriva la
stabilizzazione dopo 3 mesi dal reclutamento.
Incaricarli
per il piano regionale, non v’è dubbio che siano stati reclutati per far
quello. Quindi diventa una sottolineatura ulteriore che non può essere inserita
nella proposta di legge che è organizzativa e regolamentare.
Passiamolo
come impegno del Consiglio alla Giunta e credo che l’obiettivo si raggiunga lo
stesso.
Trasformiamolo in ordine del giorno anche se qui non è prevista la stabilizzazione né è richiesta ma solo l’utilizzo fino
alla naturale scadenza del contratto. Solo questo.
Se il
dipartimento ha in carico delle professionalità è chiaro che è superfluo
sottolineare che le utilizzi. Poiché non era previsto, giusto per evitare che
poi non…
Ovviamente
è chiaro che nell’animo di questi dipendenti ci sia anche una stabilizzazione
futura, ma l’emendamento non comporta nessun onere finanziario e l’utilizzo
fino alla naturale scadenza del contratto. Comunque lo trasformiamo in ordine
del giorno e sarà solo una raccomandazione al dipartimento. Grazie.
PRESIDENTE
Allora
l’emendamento viene trasformato in ordine del giorno.
(Così
resta stabilito)
Andiamo
avanti con l’esame dell’articolato.
Pongo
in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
All’articolo
3 decade l’emendamento a firma del consigliere Guagliardi, protocollo numero
36114/6 per assenza del proponente.
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
All’articolo
6 l’emendamento protocollo numero 36114/7, a firma del consigliere Guagliardi,
decade per assenza del proponente.
All’articolo
6bis l’emendamento protocollo numero 36114/8, a firma del consigliere
Guagliardi, decade per assenza del proponente.
All’articolo
6ter l’emendamento protocollo numero 36114/9, a firma del consigliere
Guagliardi, decade per assenza del proponente.
All’articolo
6quater l’emendamento protocollo numero 36114/10, a firma del consigliere
Guagliardi, decade per assenza del proponente.
All’articolo
6quinques l’emendamento protocollo numero 36114/11, a firma del consigliere
Guagliardi, decade per assenza del proponente.
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso con il voto contrario di due
consiglieri.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo
alla proposta di legge numero 592/9^ di iniziativa dei consiglieri F.
Talarico, Nicolò, Nucera, recante: “Modifica della legge regionale 10 gennaio
2013, numero 2 (Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Giunta
regionale e del Consiglio regionale della Calabria)”.
Con
nota, protocollo numero 33719 del 18 luglio 2014, il Tribunale Amministrativo
Regionale per la Calabria - Sezione di Catanzaro ha trasmesso al Presidente del
Consiglio regionale della Calabria l'ordinanza collegiale numero 1138 del 10
luglio 2014, depositata in Segreteria in data 11 luglio 2014, pronunciata sul
ricorso RG 969/2014 promosso contro la Regione Calabria per l'annullamento
della delibera del Consiglio regionale della Calabria numero 378 del 19.12.2013,
con la quale è stata rimessa alla Corte Costituzionale la questione di
legittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale numero 2 del
2013, poiché in contrasto con l'articolo 117 della Costituzione.
Con
legge regionale 10 gennaio 2013, numero 2, l'Assemblea legislativa calabrese,
in attuazione del decreto legge 10 ottobre 2012, numero 174 (Disposizioni
urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché
ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012),
convertito con modifiche con legge 7 dicembre 2012, numero 213, che all'articolo
2, comma 1, lettera a), che prevede l'adeguamento degli ordinamenti regionali,
tra l'altro, all'articolo 14, comma l, lettera e) del decreto legge 13 agosto
2011, numero 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e
per lo sviluppo) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, numero
14, ha approvato la legge istitutiva del collegio dei revisori dei conti del
Consiglio e della Giunta regionale.
Come
evidenziato nella citata ordinanza del Tar, la disposizione regionale che
disciplina la nomina del collegio dei revisori dei conti - articolo 2 - non
appare in linea con il dettato di cui all'articolo 14, comma 1, lettera e) del Decreto
legislativo numero 138/2011.
Ritenuto
che l'articolo 14, comma 1, lettera e) del Decreto legislativo numero 138/2011,
in quanto espressione di principi fondamentali in materia sottoposta a
legislazione concorrente, prevede l'estrazione a sorte quale unico meccanismo
di scelta dei revisori dei conti, escludendo in radice ogni potere di scelta
dei componenti ad opera degli organi regionali, appare necessario, pertanto,
modificare l'articolo 2 della legge regionale numero 2/2013 aderendo pienamente
al precetto fissato nell' articolo 14, comma 1, lettera e) del Decreto legge numero
138/2011.
D'altronde
la necessità di procedere a tale modifica risulta, altresì, ampiamente
suffragata dal riscontro effettuato comparando le disposizioni emanate dalle
altre Regioni italiane in attuazione della citata normativa statale.
Infatti,
si è potuto constatare che si è fatta esclusiva applicazione del criterio
dell'estrazione a sorte per la nomina dei componenti del collegio dei revisori
dei conti.
Inoltre,
si sono tenute in debito conto anche le conseguenze che potrebbero derivare da
una pronuncia di illegittimità costituzionale dell'impugnata disposizione di
cui all'articolo 2 della legge regionale del 10 gennaio 2013 numero 2, atteso
che l'annullamento, che ne conseguirebbe, avendo efficacia ex tunc , cioè retroattiva, andrebbe ad
inficiare l'attuale composizione dell'organo collegiale dei revisori dei conti ab origine, con evidenti ripercussioni anche per ciò che
concerne l'efficacia degli atti posti in essere medio tempore.
Relazione finanziaria: “All'attuazione della presente legge si provvede
senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.
La
norma in esame si compone di 4 articoli e si prende atto di una sentenza del
Tar Calabria che riguarda il Collegio dei revisori dei conti.
Si
sottopone, pertanto, questa proposta di legge all’approvazione dell’Aula.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Innanzitutto,
Presidente, non c’è nessuna sentenza del Tar Calabria e la inviterei a
correggere quanto lei ha affermato. Chiaramente è nota a lei, ancora di più perché
fa il Presidente del Consiglio regionale, la differenza tra una sentenza ed una
ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale perché si ritiene non
manifestamente infondata la questione di legittimità.
Non è
cosa di poco conto. Cosa ci troviamo ad analizzare?
La Regione
Calabria, il Consiglio regionale ha approvato una norma circa la scelta dei revisori
dei conti che non prevede un sorteggio integrale ma prevede l’elezione sulla
base di nove soggetti sorteggiati fra coloro che hanno fatto domanda.
Ebbene,
uno di questi soggetti sorteggiati e non nominato - precisamente quello che è
stato sorteggiato per terzo – ritenendo che la norma della Regione Calabria non
sia conforme ad un principio che è stato introdotto in Costituzione fa ricorso.
Ma non fa ricorso contro tutti e tre i soggetti revisori dei conti nominati perché
i primi due – verso i quali lui non fa ricorso – sono stati il primo ed il
secondo dei sorteggiati.
Allora
cosa succede? Succede che il Consiglio regionale della Calabria e nello
specifico alcuni membri dell’Ufficio di Presidenza si pongono il problema di
introdurre, di modificare la norma stabilendo che, in sostanza, dalla data di
approvazione di questa norma - che lei ha portato all’esame del Consiglio - il Consiglio
regionale rimanga privo dell’organo di revisione contabile fino alla nuova
norma.
In
sostanza, quindi, noi che abbiamo una serie di norme che sono state impugnate
nel merito con censure di merito dal Governo – quindi non da un privato – non
andiamo a modificare queste norme, prima fra tutte quella sulla legge elettorale,
ma andiamo ad applicare e utilizzare come scusa quella che è una ordinanza di
remissione alla Corte costituzionale che non ha a riferimento due dei tre
componenti del Collegio di revisione e lo facciamo con un meccanismo che sembra
quasi il voler cogliere una scusa rispetto a quello che è un provvedimento che
noi giudicheremmo, con questa legge in maniera improvvida e irresponsabile, un provvedimento
nullo, un provvedimento viziato.
Attenzione:
quanto lei dice circa la nullità ex tunc che deriverebbe da un eventuale giudizio della Corte
costituzionale è innanzitutto proprio errato come configurazione perché il
ricorso fa solo riferimento ad uno dei tre soggetti.
Ma, se
questo fosse, le comunico che siamo in assenza di assestamento di bilancio perché
se l’annullamento avviene ex tunc avviene verso tutti i provvedimenti che il Consiglio
regionale e il governo regionale hanno approvato finora.
Trovo assolutamente
folle ed irresponsabile questo modo di fare perché è evidente che diamo una
certificazione con legge regionale di un vizio di legittimità che è tutto da
verificare, stabilendo che tutto ciò che è stato approvato fino ad oggi è
viziato e di conseguenza è un atto nullo.
Sinceramente
non so cosa ne possa pensare chiunque abbia un minimo di dimestichezza col
diritto ma mi sembra che sia veramente ultroneo il
motivo per cui viene portata in tutta fretta questa norma. Non vorrei che il
motivo vero fosse un altro. Che il motivo vero sia una scusa che viene colta
sulla base di questa ordinanza del Tar di Catanzaro per privare di qualsiasi
controllo contabile, doveroso, controllo giuridico e contabile gli atti del Consiglio
e del governo regionale per avere, gli ultimi mesi del nostro mandato,
un’assenza dei soggetti che dovrebbero obbligatoriamente porre in essere questi
controlli.
Mi
chiedo se i pareri espressi da questo Coollegio fino
ad oggi hanno in qualche maniera motivato questo genere di decisione che è
sinceramente sconcertante perché è una decisione assolutamente diversa da
quella che dovrebbe esser presa sulla base di una valutazione tecnico-giuridica
e responsabile, completamente scollegata da quella che è la prassi, se vuole,
dei comportamenti di questo Consiglio.
Noi
abbiamo un’amministrazione regionale che non prende atto di una relazione degli
ispettori del Mef. Abbiamo dirigenti regionali che
sono stati accusati dal Mef, sulla base di uno studio
e di una attenta valutazione, di aver ricoperto e di ricoprire tutt’ora
incarichi dirigenziali per i quali non avevano i requisiti.
Abbiamo
soggetti che hanno percepito più di 700 mila euro illegittimamente a quanto
dicono gli ispettori del Mef. Abbiamo dirigenti che
non potrebbero rimanere nella propria funzione e questo Consiglio regionale
viene investito, a distanza di un paio di giorni, da una ordinanza del Tar per
una questione di questo genere? E’ chiaro che è una strumentalizzazione
dell’ordinanza se è vero, come è vero, che lo stesso soggetto che ha proposto
ricorso ha scritto ad ognuno di noi consiglieri regionali – e nella nostra
posta elettronica c’è la comunicazione – per dire che quel tipo di proposta di
legge firmata dal presidente Talarico è una proposta di legge che lede i
diritti che lui ha inteso tutelare facendo un ricorso al Tribunale
amministrativo regionale.
Non
vorrei che da questo punto di vista ci fosse una valutazione anche implicitamente
e inconsciamente da parte di qualcuno con riferimento ad una serie di
provvedimenti che sono stati osservati da questo Collegio dei revisori e che,
chiaramente, forse è il caso che andiamo a guardare uno per uno e chiaramente
lo faremo.
Pareri
relativi alla quantificazione del fondo circa le consulenze, gli incarichi di
consulenze e di studio, pareri relativi circa la conduzione e la spesa del
personale, pareri che, in sostanza, sono stati posti in essere da questo
Collegio dei revisori nel momento in cui è stato introdotto il principio del
sorteggio e che probabilmente, precedentemente, venivano esitati con ben altra
attenzione.
Ora io
sono convinto che il Consiglio non possa provvedere in questo senso, perché questa
sembra più una vendetta che una presa d’atto di un provvedimento che, di fatti,
non c’è, perché noi abbiamo semplicemente una ordinanza di remissione.
Tuttavia,
poiché è importante che ognuno si assuma le responsabilità, qualora si dovesse
pervenire alla votazione chiedo sin da ora, a nome del gruppo del Partito democratico, la votazione per appello
nominale affinché ognuno si assuma la propria responsabilità, stabilendo che
sin da ora qualora non si volesse modificare quella parte della proposta di legge
dove si stabilisce la decadenza automatica – questo è assolutamente
sconcertante – e immediata dei soggetti
che sono attualmente Revisori dei conti e si proceda, quindi, ad un
meccanismo di vacatio dell’organo di revisione
e di controllo, che si sappia che noi personalmente controlleremo ogni atto
rimettendo alla Corte dei Conti ed eventualmente ad ogni altra autorità ogni
atto che sarà adottato.
Ci prenderemo anche la briga di controllare tutti
gli atti su cui il Collegio dei revisori ha espresso un parere difforme e
chiederemo conto immediatamente alla Corte dei Conti di tutti gli atti che a
questo punto si rappresentano come omissivi circa la mancata applicazione,
l’inerzia e la mancata attivazione rispetto alla relazione degli ispettori del Mef.
Consigliere Naccari Carlizzi, ho letto la relazione
illustrativa alla legge, nel frattempo ci siamo anche dotati di un parere del
Segretario generale che è allegato alla delibera e che sostanzialmente prende
atto delle nostre perplessità e delle nostre riflessioni.
Non ci troviamo di fronte ad una sentenza ma ad una
ordinanza. C’è una impugnativa alla Corte costituzionale e se noi ci adeguiamo,
oggi, con un voto in Aula eviteremo il giudizio della Corte costituzionale e
saremo tranquilli e sereni senza nessun problema.
Posso assicurarle fin da ora che fin quando non ci
sarà la nomina del nuovo Collegio dei revisori per quanto riguarda il Consiglio
regionale – posso parlare per il Consiglio regionale – non saranno adottati
degli atti per utilizzare questo periodo di vacatio,
come lei nel suo intervento voleva far trasparire o ventilare in quest’Aula.
Per quanto ci riguarda il Collegio dei revisori lo
abbiamo fortemente voluto e votato in un modo diverso dalle altre Regioni.
Noi siamo l’unica Regione che ha stabilito una
procedura diversa, questa è responsabilità di chi ha approvato quella norma e
abbiamo detto “facciamo l’estrazione di 9 nomi e poi su questi maggioranza e minoranza
faranno delle votazioni in Aula”.
Allora questo, al di là del terzo che lei dice che
era stato estratto, è un principio che potrebbe far ventilare l’ipotesi, l’idea
che siano due espressione della maggioranza e uno espressione della minoranza.
Cioè la ratio di
questa ordinanza del Tar va nella direzione di dire “se voi fate l’estrazione
noi abbiamo la certezza matematica che i tre siano realmente liberi di poter
decidere sul merito delle singole questioni”.
Se voi invece andate in Aula e due li nominate la maggioranza
che ha votato con due preferenze ed uno la minoranza si potrebbe ventilare che questi non
siano realmente imparziali ma che siano delle persone che vengono indicate. Un
modo per aggirare la prescrizione della legge.
Siccome ho fatto un’indagine in tutte le Regioni e,
devo dire, che siamo l’unica Regione perché le altre le hanno tutte sorteggiato
ho avuto il dovere di mettere questa proposta all’ordine del giorno dopo
l’ordinanza del Tar.
Detto questo, non c’è nessun accanimento, nessun
modo di aggirare la legge e nessun tipo di prevaricazione nei confronti di professionisti che
hanno fatto il loro dovere ma la difficoltà – questo si evince anche dal parere
del Segretario generale – che gli atti che verranno prodotti in questo periodo
- che sono i pareri da parte dei revisori
- possano non esser valevoli nel momento in cui tra 3-6 mesi la Corte
costituzionale dovrà andare a decidere su questo argomento.
In
Abruzzo che è successo? Lo dice anche il parere del Segretario generale, dopo
che sono stati eletti sono tornati in Consiglio e li hanno revocati.
No.
Qui c’è un’ordinanza del Tar che sollecita ed evidenzia al Consiglio regionale:
“avete fatto una legge che potrebbe avere profili di incostituzionalità”. Senza
entrare nel merito dei professionisti che hanno svolto il loro dovere con
abnegazione, dedizione e professionalità, che facciamo? C’è la possibilità che
questi pareri vengano resi? Non possono essere ritenuti poi validi nel caso in
cui la Corte costituzionale, cosa molto probabile, dovesse andare ad inserirsi
e dire che questa nomina è nulla.
Allora
tutti i pareri che noi abbiamo fatto? Allora cosa faremo?
Nel
giro di pochissime settimane provvederemo a riaprire i termini affinché molti
professionisti presentino le loro domande ed in brevissimo tempo - peraltro è
un periodo estivo dove le delibere non si fanno – provvederemo alla conclusione
dell’iter amministrativo di presentazione delle domande. Dopo di che, se i
tempi dovessero essere rispettati, il 10-15 settembre saremo nelle condizioni
di tenere una estrazione tra tutti coloro che avranno presentato domanda ed
estrarre le 3 professionalità che dovranno andare a ricoprire il ruolo di Presidente
e gli altri due componenti.
Questo
è il percorso che ci siamo dati e con questo spirito abbiamo approvato questa
norma per evitare conflitti di attribuzione e ricorsi e tutto quello che può
determinare questa questione.
C’è il
parere molto preciso e dettagliato e lo mettiamo agli atti. Procediamo alla
votazione del provvedimento.
Presidente,
chiedo scusa.
PRESIDENTE
Prego,
collega Naccari Carlizzi.
Ribadendo
sempre la richiesta di votazione per appello nominale, qual è il problema? Il
Tar di Catanzaro ha negato la sospensiva. Forse lei non ha rammentato questo perché
non le sarà stato suggerito da chi ha fatto l’istruttoria.
Cioè
il Tar non ha ritenuto di dover dare la sospensiva al ricorrente. Perché?
Perché due dei tre soggetti – quelli che non hanno ricevuto il ricorso,
chiaramente – sono i primi due sorteggiati e sono quelli che in ogni caso
sarebbero stati nominati nel caso in cui la nostra legge fosse come la legge nazionale che prevede un sorteggio integrale.
E’
evidente che nel momento in cui li sostituiamo, coloro che voteranno a favore
di questa sostituzione si renderanno responsabili di un danno in capo agli
stessi soggetti che sono stati sorteggiati, almeno in danno dei primi due.
Di
conseguenza un provvedimento della Corte costituzionale che dichiari
l’incostituzionalità della legge regionale calabrese non comporterebbe la
decadenza dei due soggetti che sono stati sorteggiati per primi ma determinerebbe
un intervento circa il terzo.
Noi,
con questa norma, non solo ci priviamo dell’organo di controllo fino alla data
in cui sarà ricostituito, ma materialmente andiamo a creare le condizioni per
sostituire anche i primi due che sarebbero stati nominati qualora la norma
fosse stata uguale a quella delle altre Regioni.
Di
conseguenza per questo chiedo a nome del gruppo del Partito democratico la
votazione per appello nominale perché è chiaro che ognuno si prenderà le responsabilità
in termini di risarcimento dei danni per la sostituzione di soggetti.
Avrei
preferito che il parere del Segretario generale fosse inserito in cartella ma
siccome i pareri vengono mandati quando non si possono più leggere…
questa è una cattiva prassi di questa Assemblea.
Verificheremo
poi tutti gli aspetti per quanto riguarda i dirigenti ed il numero di anni che
hanno maturato per assumere determinati incarichi.
Andiamo
alla votazione del provvedimento per appello nominale.
Chiamo
al Segretario Questore, Sulla, di procedere alla chiama.
Possiamo
votare l’articolato e procedere all’appello nominale alla fine.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Procediamo
alla votazione per appello nominale sul provvedimento nel suo complesso, come
richiesto dal consigliere Naccari Carlizzi.
Fa la
chiama.
Comunico l’esito della votazione che riguarda l’approvazione della Proposta
di legge numero 592/9^ di iniziativa dei consiglieri F. Talarico, Nicolò,
Nucera, recante: “Modifica della legge regionale 10 gennaio 2013, numero 2
(Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del
Consiglio regionale della Calabria)”.
Presenti e votanti 32, hanno risposto sì 20, hanno risposto no 12,
pertanto dichiaro approvata la proposta di legge.
(Hanno risposto sì i
consiglieri: Albano, Bruni, Bulzomì, Dattolo, Fedele,
Gallo, Gentile, Magarò, Magno, Minasi, Morrone,
Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Pugliano, Serra,
Talarico F., Tallini, Trematerra.
Hanno risposto no i
consiglieri: Amato, De Masi, Franchino, Giamborino, Guccione, Maiolo, Naccari
Carlizzi, Principe, Scalzo, Sulla, Talarico D., Tripodi)
Volevo informare l’Aula che provvederò con rapidità ed immediatezza a
scrivere al Presidente della Corte dei Conti dicendo che assicuro che questa Assemblea
procederà in tempi brevissimi e comunque entro e non oltre il 15 settembre 2014
alla nomina del nuovo Collegio dei revisori dei conti secondo le modalità previste dalla legge – ossia solo
sorteggio – e che tutti gli atti che saranno immediatamente
adottati medio tempore da questo Consiglio
e dalla Giunta regionale saranno sottoposti
alla verifica del nuovo organo di revisione.
E’ una comunicazione che provvederò a firmare ed inviare al Presidente della sezione della Corte dei Conti.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo all’esame abbinato della proposta di legge numero 590/9^ di iniziativa dei consiglieri Principe, Adamo, Franchino, Naccari Carlizzi, Bova, Sulla, Scalzo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 agosto 2009, n. 25 (Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale)” e della proposta di legge numero 591/9^ di iniziativa del consigliere Maiolo, recante: “Modifiche alla legge regionale 17 agosto 2009, numero 25 (Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale)”.
Tra i due testi di legge è stata
raggiunta una intesa e c’è una sintesi che riguarda due articoli.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente,
il provvedimento serve sostanzialmente a riportare questo meccanismo di legge a
quella che è la previsione ordinaria della legge che riguarda la previsione
delle elezioni, mentre quel comma prevedeva nel caso di scioglimento anticipato
l’indizione con riferimento allo scioglimento del Consiglio.
Siccome
è più naturale farlo collegato alle elezioni abbiamo proposto l’abrogazione di
quel comma e la conferma della possibilità dello strumento di legge per le
primarie.
Possiamo
procedere alla votazione dell’articolo così com’è.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Sono d’accordo con collega Maiolo che ha annunciato l’unificazione dei due testi. Intervengo solo per una considerazione: va da sé che la finalità di questa modifica che noi proponiamo intercetta l’esigenza posta dallo stesso Presidente del Consiglio, da lei stesso, presidente Talarico, alla Presidenza della Giunta tempo fa.
Lei sostanzialmente ha chiesto pubblicamente ad un certo punto che si
prorogassero i termini per la presentazione delle candidature alle primarie perché non erano stati compiuti alcuni adempimenti.
E’ stato risposto che era necessaria una modifica di legge e che questa
poteva essere motivata, soprattutto, con l’indifferibilità e l’urgenza in relazione al fatto
che non ci poteva essere, prima di ogni altro adempimento, la fissazione della
data delle primarie se non era ancora fissata la data delle elezioni per il
rinnovo del Consiglio regionale.
La norma che oggi unifichiamo e che è quella che
porta la firma del collega Maiolo a cosa è finalizzata? Al fatto che quando
sarà fissata la data dell’elezione per il rinnovo del Consiglio regionale va da
sé che la dottoressa Stasi, Presidente facente funzione, debba emanare un nuovo
decreto.
Cioè quel decreto che è stato pubblicato non è da
considerarsi un adempimento compiuto per lo svolgimento delle elezioni primarie
ma vanno, di fatto, consacrati solennemente e statuiti i termini per la
ripresentazione delle candidature ad eventuali elezioni primarie, nel caso i
partiti e le coalizioni intendano avvalersi.
Cosa voglio dire? La modifica è finalizzata a
questo scopo, cioè a quello di riavere un nuovo decreto.
Quindi il testo presentato dal collega Maiolo va
bene e possiamo procedere a votarlo. Non è presente la presidente Stasi ma
penso sia stata molto opportuna la puntualizzazione del collega Adamo.
Nessuno chiede di intervenire da parte dei
consiglieri di maggioranza su questo provvedimento per dichiarazione di voto?
No.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Anche sul punto precedente, relativo alla modifica della legge sui revisori dei conti è autorizzato il coordinamento formale per via delle eccezioni presentate.
C’è un altro argomento che riguarda la Fondazione Campanella.
Nei giorni scorsi come Conferenza dei capigruppo abbiamo ricevuto in Aula Commissione sia il direttore generale, Martina, sia il Presidente della Fondazione, professore Falzea, che ci hanno chiesto di intervenire come Consiglio in merito alla possibilità di trasformazione della Fondazione in Irccs.
Si è predisposto un testo legislativo che prevede questa opportunità. L’ho sottoscritto io a nome di tutta la maggioranza e di tutta la minoranza in quanto è un provvedimento che tutti hanno condiviso ed è formato da due articoli che possiamo procedere a votare.
Proposta di legge numero 593/9^ di iniziativa del consigliere F. Talarico e altri, recante “Centro oncologico di eccellenza e di alta specializzazione per la ricerca dei tumori di Germaneto, gestito dalla Fondazione “Campanella”.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Ci
sono degli ordini del giorno che sono collegati a questo testo legislativo.
(Interruzione)
Volevo
completare questo argomento che riguarda la Fondazione Campanella in quanto ci sono degli ordini del giorno
che prevedevano di impegnare la Giunta rispetto ad un determinato percorso.
(Interruzione)
E’ un ordine
del giorno in attesa anche della nomina del commissario all’attuazione del
Piano di rientro dal deficit sanitario, abbiamo anche registrato una
manifestazione di fronte al Consiglio e approvando questo ordine del giorno si
individua un percorso.
Possiamo
procedere con l’inserimento.
(Il
Consiglio approva)
Pongo in votazione l’ordine del giorno numero 161 di iniziativa del consigliere F. Talarico ed altri capigruppo “In ordine alla Fondazione Campanella” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
la fondazione Tommaso Campanella
versa in una gravissima situazione finanziaria che non
consente di poter provvedere al normale funzionamento in quanto al 31 luglio
2014 il debito commerciale verso i fornitori ammonta a circa 19.500.000 Euro
oltre ai debiti verso l'Università Magna Graecia, verso i dipendenti e gli enti
previdenziali;
tale
situazione è stata determinata sia dalla riduzione delle assegnazioni regionali
che sono passate da € 40.000.000 nel 2009 ad € 25.000.000 nel 2010, a €
18.000.000 nel 2011 e 2012 e ad € 10.000.000 nel 2013 e 2014 che dal fatto che
la Regione non ha eseguito il pagamento del fondo di dotazione iniziale;
la
Fondazione Campanella ha adito in giudizio la Regione dinanzi al Tribunale di
Catanzaro per il pagamento di circa 170.000.000 di euro sia a titolo di
dotazione iniziale sia a titolo di minori trasferimenti rispetto a quanto
pattuito;
in
pendenza del giudizio civile citato il Tribunale di Catanzaro ha emesso, in
data 16 settembre 2013, ed in parziale accoglimento di istanza avanzata dalla
Fondazione Campanella ordinanza di ingiunzione per una somma pari ad € 7.893.214,18;
a
seguito degli incontri tra i soci fondatori, Università e Regione, si è
definita con l'avvocatura regionale una proposta di transizione e tacitazione
delle pretese (circa 170 milioni di euro) vantate dalla Fondazione nel corso
del giudizio pendente innanzi al Tribunale di Catanzaro, l'importo di 29
milioni di euro a titolo di fondo di dotazione;
con la
predetta transazione la Fondazione Campanella rinunzia alle ulteriori domande
proposte nell'ambito del predetto giudizio relative alle prestazioni pretese
nei confronti della Regione Calabria per gli anni dal 2006 al 2011 incluso,
salva ogni altra pretesa per le prestazioni assistenziali relative alle
annualità 2012-2014;
l'operatività
della transazione è espressamente condizionata all'approvazione della Giunta
regionale ed alla variazione di bilancio approvata dal Consiglio regionale;
il
Consiglio regionale nella seduta del 25 giugno 2014 ha approvato un ordine del
giorno con il quale, fra l'altro, si impegnava il Presidente della Giunta
regionale a porre in essere tutte le iniziative utili ed opportune per
consentire alla Fondazione Campanella di avere le risorse a suo tempo stabilite
dal protocollo d'intesa del 1 ottobre 2013;
nella
seduta del 14 luglio 2014 la Giunta Regionale ha "preso atto
dell'informativa del Presidente sulla situazione della Fondazione Campanella,
dà mandato alla stessa Presidente F.F. ad assicurare la
Fondazione, che per superare la fase critica finanziaria, verranno reperite le
risorse necessarie che non possono che avvenire in una prossima variazione di
bilancio, ma con modalità e tempistica da concordare e dunque procedere alla
stipula di eventuale atto transattivo per i debiti pregressi",
impegna
il
Presidente della Giunta regionale a sottoscrivere la transazione già definita
tra l'avvocatura regionale e la Fondazione Campanella;
la
Giunta regionale ad approvare la predetta transazione ed a presentare alla
prossima seduta del Consiglio regionale un apposito disegno di legge corredato
della relativa copertura finanziaria.”.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Pongo
in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori di un altro ordine del giorno
sulla Fondazione Campanella,
protocollo numero 36216.
(Il
Consiglio approva)
Do
lettura dell’ordine del giorno numero 162, di iniziativa del consigliere F.
Talarico ed altri capigruppo “In ordine alla Fondazione Campanella” che recita:
“Il Consiglio regionale,
premesso
che:
la
Fondazione Tommaso Campanella versa in una gravissima situazione finanziaria
che non consente di poter provvedere al normale funzionamento in quanto al 31
luglio 2014 il debito commerciale verso i fornitori ammonta a circa 19.500.000
Euro;
tale
situazione è stata determinata dalla riduzione delle assegnazioni regionali che
sono passati da € 40.000.000 nel 2009 ad € 25.000.000 nel 2010, ad € 18.000.000
nel 2011 e 2012 e ad € 10.000.000 nel 2013 e 2014, che non sono sufficienti
neanche a garantire i costi fissi di gestione;
al 31
luglio 2014 l'importo dei decreti ingiuntivi esecutivi è di circa 4.700.000 e nelle
prossime settimane seguiranno gli atti di precetto e i consequenziali
pignoramenti;
a
fronte delle predette riduzioni non si è contestualmente ridotto il numero dei
posti letto ed il numero dei dipendenti e si è obbligata la Fondazione a farsi
carico della gestione delle unità operative non oncologiche che comunque ed in
ogni caso devono gravare sul Fondo sanitario regionale;
tenuto
presente che:
alla
copertura di disavanzi della Fondazione derivanti dalle minori assegnazioni ed
alla copertura dei disavanzi del Fondo sanitario regionale si dovrà comunque
far fronte con la fiscalità regionale.
alla
Fondazione è stato imposto di continuare a gestire, garantendone il
funzionamento, le Unità Operative che a norma del DPGR 136 del 2011 e della L.R. 63 del 2012 avrebbero dovuto, già da tempo, essere
trasferite alla Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini;
il
management della Fondazione ha rappresentato l'impossibilità nelle prossime
settimane a garantire la regolare fornitura di farmaci e di reagenti e non
potrà assicurare la normale manutenzione delle apparecchiature elettromedicali
in quanto i fornitori subordinano l'evasione degli ordini al pagamento dei
debiti pregressi;
in
assenza di adeguate risorse finanziarie il management sarà costretto a
sospendere le attività delle unità operative oncologiche a decorrere dal mese
di ottobre determinando enormi difficoltà ai pazienti oncologici in quanto non
sono disponili nelle Regione altre strutture in grado di assorbire l'elevato
numero di pazienti. La conseguenza è che i circa 500 pazienti in terapia
chemioterapica che sono in cura presso il Centro dovranno trovare un'altra
struttura che possa garantire l'assistenza;
alla
Fondazione Campanella non sono state assegnate risorse per la gestione delle unità
operative non oncologiche con il paradosso che prestazioni sanitarie rese per
conto del servizio sanitario regionale non sono riconosciute da nessuno;
ogni
ulteriore ritardo costringerà il management della Fondazione a proporre ai soci
fondatori lo scioglimento ed il fallimento della Fondazione per come
espressamente richiesto dal Collegio Sindacale con verbale del 23 luglio 2014,
e la Regione nei prossimi anni, comunque, con risorse della fiscalità
regionale, dovrà far fronte ai debiti accumulati dalla Fondazione dal 2011 ad
oggi aumentati degli interessi e delle spese legali;
il
Consiglio regionale nella seduta del 25 giugno 2014 ha approvato un ordine del
giorno con il quale, fra l'altro, si impegnava il Presidente della Giunta
regionale a porre in essere tutte le iniziative utili ed opportune per
consentire alla Fondazione Campanella di avere le risorse a suo tempo stabilite
dal protocollo d'intesa dell'1 ottobre 2013;
nella
seduta del 14 luglio 2014 la Giunta Regionale preso atto dell'informativa del
Presidente sulla situazione della Fondazione Campanella da mandato alla stessa
Presidente f.f. ad assicurare la Fondazione, che per
superare la fase critica finanziaria, verranno reperite le risorse necessarie
che non possono che avvenire in una prossima variazione di bilancio, ma con
modalità e tempistica da concordare e dunque procedere alla stipula di
eventuale atto transattivo per i debiti pregressi,
chiede
al
commissario ad acta
per il Piano di rientro di provvedere con ogni possibile urgenza ad adeguare le
risorse assegnare alla Fondazione Campanella per il triennio 2011 - 2014
tenendo conto della gestione delle unità operative che dovevano essere traferite alla AOU Mater Domini.
Dispone
di
notificare il presente ordine del giorno al Ministro della Salute ed al
Ministro dell'Economia e Finanze ed al Tavolo tecnico per la verifica degli
adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli
essenziali di assistenza”.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
ORSOMARSO Fausto (NCD)
Il collega Chiappetta è assente ma mi ha chiesto di ricordare di far mettere in votazione i due ordini del giorno di cui aveva chiesto l’inserimento ad inizio seduta.
Siamo all’ordine
del giorno numero 163 di iniziativa dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Morrone, Serra, Bruni, Talarico D., Nucera “Sulla
situazione emergenziale in cui versa la Società Infocontact
di Lamezia Terme” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso
che
la
società Infocontact, operante nel settore delle
telecomunicazioni, attiva sul territorio calabrese nelle due sedi di Lamezia
Terme e Rende (Cs), con più di circa 1.600 dipendenti, ha garantito negli anni
una stabile occupazione a numerosi lavoratori, giovani e meno giovani;
da
alcuni mesi, secondo anche quanto riportato dagli organi di informazione, è in
corso una vertenza tra i lavoratori e la società Infocontact
a causa di difficoltà aziendali per le quali si è paventato il fallimento della
società;
il
rischio di fallimento sembrerebbe essere stato scongiurato, almeno per il
momento, dalla nomina, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di un
Commissario straordinario, il prof. Perrini;
tale
situazione di incertezza sul futuro della società ha messo in serio allarme i
lavoratori ormai privati della sicurezza in ordine al proprio futuro economico
ed occupazionale, tanto da determinarli nel costituire un presidio permanente
al fine di sollecitare l'individuazione di una soluzione positiva da parte
degli organi competenti;
rilevato
che:
la
definitiva chiusura della Infocontact comporterebbe
la perdita di migliaia di posti di lavoro e una seria emergenza sociale in una
regione, come la Calabria, che registra uno dei tassi più alti di
disoccupazione in Italia;
il
competente Assessorato al lavoro della Regione Calabria ha richiesto sin da
subito l'attivazione di un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutti i
soggetti istituzionali e privati direttamente interessati al fine di affrontare
la situazione emergenziale e individuare un percorso di risoluzione positiva
della vertenza,
impegna
il
Presidente f. f. e la Giunta regionale a
richiedere con urgenza al Presidente del Consiglio dei Ministri, insieme
al Ministro del Lavoro e al Ministro dello Sviluppo Economico:
di
dare le opportune disposizioni al fine di attivare una concertazione con le
istituzioni competenti e i soggetti interessati, così come peraltro fatto in
occasione di una vertenza simile, quale quella dell'Electrolux in Friuli
Venezia Giulia;
di
prevedere tutte le possibili e ipotizzabili misure per scongiurare la perdita
del posto di lavoro dei dipendenti Infocontact;
di
istituire, altresì, un Osservatorio a controllo delle aziende che operano in
ambito delle telecomunicazioni <call center>”
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno numero
164, di iniziativa del consigliere Chiappetta “Sull'esigenza di mantenimento
del sistema delle Camere di Commercio nell'ambito di un processo
di riforma, di semplificazione e di trasparenza” di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale,
premesso
che nell'ambito della riforma della Pubblica amministrazione, in corso di
approvazione, tra gli interventi previsti, vi è una profonda modifica delle
funzioni e dell'organizzazione delle Camere di Commercio;
considerato
che le Camere di Commercio, in un territorio frammentato quale quello
calabrese, hanno da sempre svolto un ruolo fondamentale per il sostegno
dell'economia locale, anche attraverso la costruzione di apposite sinergie tra
gli enti territoriali e le imprese presenti sul territorio;
rilevato
che in considerazione del positivo ruolo svolto dalle Camere di commercio del
territorio regionale, l'occasione della riforma della Pubblica Amministrazione
prevista nel D.L. 90/2014, dovrebbe rappresentare un'occasione per dare corso
ad un incisivo processo di riforme che realizzi una modernizzazione del ruolo e
delle funzioni e dell'organizzazione delle Camere di Commercio con un processo
di rinnovamento che ne potenzi la funzione di promozione delle economie locali
venendo a costituirne uno strumento fondamentale di sviluppo e di crescita
delle imprese e delle economie dei territori;
valutata
la necessità di assicurare uniformità delle procedure e delle metodologie su
tutto il territorio nazionale con una forte innovazione e semplificazione nelle
procedure, con servizi di informazione e monitoraggio delle attività e dei
servizi forniti alle imprese dalle Camere di Commercio;
considerato,
altresì, che a livello europeo le attività realizzate dalle Camere di Commercio
sono annoverate tra le best practices in quanto garantiscono non solo la
pubblicità legale delle imprese ma agevolano altresì la correttezza delle
relazioni commerciali,
impegna
il
Presidente f.f. e la Giunta regionale a voler
richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri e del
Ministro competente sull'esigenza espressa dal Consiglio regionale della
Calabria del mantenimento del sistema delle Camere di Commercio nell'ambito di
un processo di riforma, di semplificazione e di trasparenza, salvaguardandone
il ruolo di servizio e di sostegno alle imprese, di promozione delle economie
locali e di sviluppo del territorio.”
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Dobbiamo
fare un adempimento tecnico che riguarda il Consiglio regionale che autorizza l’Ufficio
di Presidenza ad integrare le norme della deliberazione del Consiglio regionale
numero 5 del 27 maggio 2005 in materia di armonizzazione del bilancio del Consiglio
regionale.
(Interruzione)
Do lettura dell’ordine del giorno numero 165 di iniziativa del consigliere F. Talarico “Sull’armonizzazione del bilancio del Consiglio regionale” che recita: “Il Consiglio regionale autorizza l’ufficio di Presidenza ad integrare le norme della deliberazione del Consiglio regionale numero 5 del 27 maggio 2005 in materia di armonizzazione del bilancio del Consiglio regionale.”
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Siamo all’ordine del giorno numero 166 di iniziativa del consigliere Giamborino
e altri “Sull'attuale assetto della
ragioneria territoriale dello Stato di Vibo Valentia” di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
con
DPCM in corso di registrazione presso la Corte dei Conti "Individuazione e
attribuzioni degli Uffici a livello dirigenziale non generale dei
Dipartimenti", è stata decisa la soppressione della Ragioneria dello Stato
di Vibo valentia;
il
DPCM anticipa e peggiora quanto già previsto in altro provvedimento
"Regolamento di organizzazione del MEF che prevedeva una regionalizzazione
degli uffici ma con il mantenimento degli uffici territoriali quanto meno per
il front office;
questo
ufficio era già stato oggetto di accorpamento alla Ragioneria di Reggio
Calabria: da poco più di un anno non esisteva più la "Ragioneria
provinciale dello Stato di Vibo valentia" ma era diventata la Ragioneria
territoriale dello Stato Reggio Calabria/Vibo Valentia - sede provinciale di
Vibo valentia, perdendo quindi la sua autonomia giuridica;
il
dirigente designato, di conseguenza, ha perso le indennità che venivano prima
corrisposte perché assegnato su due diversi sedi: ora, unica sede nessuna
indennità aggiuntiva;
la
soppressione comporterà notevoli ripercussioni sull'utenza, in quanto questo
Ufficio gestisce più di seimila partite di stipendio ed alcune centinaia di
pensioni di guerra, oltre a controllare le spese delle amministrazioni statali
in provincia e sovraintendere alla nomina dei commissari ad acta per la certificazione dei crediti
delle ditte verso la P.A.;
dal 1
febbraio 2015 anche l’atto più semplice (ad es. richiesta dell'assegno per il
nucleo familiare) tutti saranno costretti a recarsi a Reggio Calabria, con il
dispendio intuibile,
impegna
la
Giunta regionale ad assumere ogni utile iniziativa affinché il Governo Nazionale
non modifichi l'attuale assetto della ragioneria territoriale dello Stato di
Vibo Valentia e che almeno salvaguardi il servizio anche se sotto forma
giuridica di sezione staccata dalla sede di Reggio Calabria”.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Do lettura dell’’ultimo ordine del giorno numero 167 di iniziativa della consigliera Minasi “Sul riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria” che recita: “Il Consiglio regionale,
viste le proposte di legge numero 458/9^ e 471/9^ recanti “Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria”;
considerato che:
con Decreto Dirigenziale numero 4611 del 26 marzo 2013 è stato indetto un avviso pubblico per titoli e colloquio di idoneità per l’assunzione di numero 13 unità lavorative a tempo determinato e pieno, di categoria giuridica D3 (posizione economica D3) e numero 13 unità lavorative a tempo determinato e pieno di categoria giuridica C (posizione economica C1) da assegnare all’unità di progetto “Rifiuti”;
il personale assunto con la predetta selezione è stato utilizzato tra l’altro per il controllo delle attività di completamento, adeguamento e gestione del sistema impiantistico regionale, per la supervisione del sistema a regime, la verifica della progettazione, la gestione degli appalti, l’assistenza normativa ed il supporto al contenzioso;
rilevata la necessità che la professionalità acquisita dal predetto personale non venga dispersa e considerato che l’utilizzo di tali lavoratori che sarebbero mantenuti solo sino a scadenza naturale del contratto in essere non comporta oneri finanziari,
impegna
la Presidente f.f. e la Giunta regionale della Calabria affinché i dipendenti interessati vengano impiegati, per il tempo previsto dal contratto, per rendere operativa la legge di riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria.”
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Legge un seguito di comunicazioni.
(E’ riportato in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, la seduta sarà convocata a domicilio. La seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Grillo, Guagliardi, Parente, il sottosegretario Dima e gli assessori Salerno e Mancini.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Principe, Adamo, Franchino, Naccari
Carlizzi, Bova, Sulla, Scalzo: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 17 agosto 2009, n. 25 (Norme per lo svolgimento
di elezioni primarie per la selezione di candidati alle elezioni di Presidente
della Giunta regionale)” (P.L. n. 590/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Maiolo – “Modifiche alla legge regionale 17 agosto 2009, n. 25
(Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati
alle elezioni di Presidente della Giunta regionale)” (P.L. n. 591/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F., Nicolò, Nucera – “Modifica della legge
regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del Collegio dei revisori dei conti
della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Calabria)” (P.L. n.
592/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Centro oncologico di eccellenza e di
alta specializzazione per la ricerca dei tumori di Germaneto,
gestito dalla Fondazione Tommaso Campanella” (P.L. n.
593/9^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali,
sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Nomina
di un rappresentante della Regione nel consiglio
di amministrazione della Società di gestione dell’Aeroporto dello
Stretto (Sogas). Art. 2, legge regionale 19 novembre 1982, n.
“Nomina
di cinque membri tra cui il Presidente, di cui tre nominati dal Presidente
della Giunta regionale e due dal Consiglio regionale nel consiglio di amministrazione della Fincalabra Spa. (Art. 11, comma 1, lett. a) della legge
regionale n. 24 del 16.5.2013)”. (P.P.A. n. 287/9^)
“Nomina di tre membri effettivi, di cui il Presidente e
un membro effettivo nominati dal Consiglio regionale ed un membro effettivo ed
uno supplente nominato dalla Giunta regionale nel Collegio sindacale della Fincalabra Spa (art. 11, comma 1, lett. b) della legge
regionale n. 24 del 16 maggio 2013)” (P.P.A. n.
288/9^)
“Nomina di due membri nel Collegio sindacale di cui uno
effettivo e uno supplente nell’Azienda Calabria Verde. (Art. 7, comma 1, della legge
regionale n. 25 del 16 maggio 2013)”. (P.P.A. n.
289/9^)
“Nomina di due membri nel Conferenza dei capigruppo
della “Fondazione Arbereshe di Calabria”. (Art. 9
comma 1 Statuto Fondazione Arbereshe di Calabria).” (P.P.A. n. 290/9^)
“Nomina
di due membri nel consiglio di
amministrazione della Fondazione Calabro-Greca” (Art.
9 comma 1 Statuto Fondazione Calabro-Greca”. (P.P.A. n. 291/9^)
“Nomina di due membri nel consiglio di amministrazione
della Fondazione Occitana di Calabria. (Art. 9 comma 1, Statuto Fondazione
Occitana di Calabria)” (P.P.A. n. 292/9^)
“Designazione
di sette membri effettivi e sette supplenti in rappresentanza della Regione nel
Comitato Misto Paritetico per le Servitù militari – Comando regionale militare
meridionale – Napoli (D.lgs. 66/2010, art. 322)” (P.P.A.
n. 293/9^)
“Nomina
di due rappresentanti nel Comitato di coordinamento dell’Accademia di arte
drammatica con sede in Palmi (Art.
“Designazione
di un rappresentante della Regione per
“Designazione
di due membri nei Collegi sindacali delle 5 Aziende sanitarie provinciali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo
Valentia e Crotone scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili
istituito dall’art. 1 del D.Lgs. 27 gennaio 1992, n.
88 - legge regionale 13 aprile 1992, n. 3 - legge regionale 2 novembre 1994, n.
26 (D.Lgs. 7.12.1993, n. 517 come modificato dal D.Lgs. 19 giugno 1999, n. 229 - legge regionale 11.05.2007,
n. 9, art. 7)”. (P.P.A. n. 296/9^)
“Designazione di due membri nei Collegi sindacali delle
4 Aziende ospedaliere della Calabria scelti
tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito dall’art. 1 del D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 88 - legge regionale 13.4.1992,
n. 3 - legge regionale 2.11.1994, n. 26 (D.Lgs.
517/1999, art. 4 comma 3 – D.Lgs. 7.12.1993, n. 517
come modificato dal D.Lgs. 19 giugno 1999, n. 229)” (P.P.A. n. 297/9^)
“Nomina di un rappresentante della Regione in seno al
Comitato regionale Inps per
“Nomina
di due componenti della Regione nel consiglio
di amministrazione del Consorzio del Bergamotto (legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41)” (P.P.A.
n. 299/9^)
“Nomina di due rappresentanti del Consiglio regionale
nel Comitato di coordinamento dell’associazione Teatro Calabria” (L.R. n. 24/1995, art. 4)” (P.P.A.
n. 300/9^)
“Nomina di un rappresentante della Regione nella Commissione
per la metodologia di misura del rumore aeroportuale dell’Aeroporto Sant’Anna
di Isola Capo Rizzuto (D.M. Ambiente 31.10.1997, art.
5)” (P.P.A. n. 301/9^)
“Designazione
di 8 rappresentanti istituzionali donne di
cui cinque in rappresentanza della maggioranza e tre della minoranza in seno al
Coordinamento regionale “Progetto Donna” (l.r. 22/1995, art. 3 modificata dalla
legge regionale 7/2001, art. 8ter)”. (P.P.A. n.
302/9^)
“Nomina di 5 membri di acclarata
competenza e prestigio nazionale e internazionale nel Comitato di Esperti per
la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale. (Art. 2,
comma 6 legge regionale 9.2.2004, n. 3)” (P.P.A. n.
303/9^)
“Nomina
di un componente nel consiglio di
amministrazione del Consorzio per la tutela del Cedro di Calabria (Art.
8, lettera b), L.R.
n. 23/2004)” (P.P.A. n. 304/9^)
“Nomina di un membro effettivo iscritto all’Albo dei
revisori dei conti nel Collegio sindacale del Consorzio per
“Nomina di tre componenti tra cui il Presidente nel consiglio
di amministrazione dell’Enoteca regionale “Casa dei vini in Calabria” (legge
regionale 10 febbraio 2011, n. 1, art. 5)” (P.P.A. n.
306/9^)
“Nomina
di tre componenti tra cui il Presidente nel consiglio
di amministrazione “Casa degli oli extravergini di oliva di Calabria” (legge regionale 10.2.2011, n. 2 art. 6)” (P.P.A. n. 307/9^)
“Nomina
di un membro effettivo ed uno supplente iscritti all’albo dei revisori dei
conti del Collegio dei sindaci dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura
(Arsac) (legge
regionale 20.12.2012, n. 66 – legge
regionale 2 agosto 2013, n. 44)” (P.P.A. n.
308/9^)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria a firma dei consiglieri Nicolò, Serra, Morrone – “Modifiche alla legge regionale 6 agosto 2012, n. 34 (Modifiche allo Statuto della Regione Calabria)” (P.L.S. n. 16/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
In data 28 luglio 2014 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 35 del 31 luglio 2014:
legge
regionale 28 luglio 2014, n. 13 recante: “Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 16 aprile 2002,
n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica
della Calabria)”.
In data 17 luglio 2014 il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 33 del 21 luglio 2014:
Regolamento regionale n. 6 del 17 luglio 2014, concernente: “Modifica al Regolamento regionale 24 febbraio 2014, n. 2 approvato con Dgr n. 44 del 20.02.2014 (Modifiche al Regolamento n. 12/2009 di disciplina delle vendite immobiliari)”.
Deliberazione Giunta regionale n. 273 dell’8 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 293 del 14 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 301 del 22 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 302 del 22 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 303 del 22 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 304 del 22 luglio 2014
Deliberazione Giunta regionale n. 305 del 22 luglio 2014
Deliberazione n. 322 del 28 luglio 2014, recante: “Legge regionale 12 aprile 2013, n. 18
(Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina
transitoria delle competenze regionale e strumenti operativi). Rimodulazione
della tariffa regionale per il conferimento dei rifiuti urbani anno
Nucera. Al Presidente
della Giunta regionale con richiesta di
inoltro al Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti. Per sapere – premesso che:
a quanto risulta all'interrogante:
si paventa la cessazione dell'attività sin qui
svolta nel territorio della Locride, dal Plotone
della Compagnia Speciale dei Carabinieri, attualmente distaccato presso
eventuali disposizioni in tal senso, se adottate,
priverebbero le comunità dei centri della Locride di
indispensabili attività da parte di organi dello Stato, volte a garantire
l'ordine e la sicurezza nell'ambito di un territorio da sempre considerato ad
alto rischio per la presenza e l'operato della criminalità organizzata;
il Plotone su citato è stato distaccato dalla
Compagnia Speciale dei Carabinieri di Vìbo Valentia
ed istituito nel
tale Reparto ha un organico di circa quaranta
elementi tra ufficiali, sottufficiali e carabinieri e svolge una rilevante e
variegata attività sul territorio, garantendo in caso di necessità le
indispensabili fasi di coordinamento e supporto operando di concerto con le
varie Caserme dei Carabinieri dislocate nei comuni della Locride;
non meno significativa risulta, per la popolazione
locale, la competenza del Reparto chiamato a prestare soccorso immediato in
caso di calamità naturale;
il controllo del territorio ventiquattro ore su
ventiquattro, la vigilanza nel corso dello svolgimento di manifestazioni
pubbliche, la vigilanza sui cantieri edili ed alla residenza del Ministro Lanzetta in Monasterace (RC),
costituiscono ulteriori aspetti qualificanti dell'operato di un Reparto che si
è particolarmente contraddistinto nel garantire "la presenza dello Stato,
in cooperazione con la società civile" in un'area ove vi è sempre stata
carenza di uomini e mezzi a tutela e garanzia dell'ordine e sicurezza pubblica;
sono, senza dubbio alcuno, di estrema rilevanza gli
interventi del Plotone della Compagnia Speciale dei Carabinieri di stanza a Roccella jonica (RC) volti allo
svolgimento delle peculiari attività richieste dai continui sbarchi di
extracomunitari. In tali casi l'efficienza e tempestività degli interventi è
stata determinata dalla cooperazione con i Reparti alle dirette dipendenze del
Ministero dell'Interno;
un'eventuale cessazione dell'attività sino ad oggi
svolta dal Reparto Speciale dei Carabinieri, con conseguente rientro alla base
di Vibo Valentia, determinerebbe gravi ripercussioni per la comunità della Locride, che ha già manifestato sbigottimento e grande
amarezza. Va specificato che un provvedimento del genere non trova
giustificazione alcuna, tantomeno economica, dal momento che comunque in caso
di necessità, unità operative dovrebbero di volta in volta essere trasferite in
loco, con un aggravio di costi e minor garanzia sul piano dell'efficienza
operativa;
affievolendo le peculiarità del diritto di ciascun
cittadino a svolgere liberamente la propria attività lavorativa e di relazione.
Si è determinato di fatto un clima tale da stravolgere la quotidianità in ogni componente
sociale, nelle categorie produttive, nei singoli esercizi commerciali. Una
condizione di diffusa insicurezza si coglie negli ambienti più disparati,
condizione che assume i contorni di una vera e propria sfida alle Istituzioni
ed una gravissima violazione di diritti per la società civile;
si impone quindi una valenza istituzionale
prioritaria nell'affrontare la tipologia delle problematiche attinenti alla
sicurezza del territorio per ridare un clima di serenità al tessuto sociale ed
economico della comunità della Locride, ove numerosa
è la presenza di comuni di piccole dimensioni. Indispensabile in tal senso
l'adozione di ogni possibile strumento operativo che si dimostri efficace nel
fronteggiare una situazione ormai divenuta insostenibile;
nel caso specifico, un programmato indebolimento
delle Forze dell'Ordine, siano esse dipendenti dal Ministero della Difesa o dal
Ministero dell'Interno, mal si concilia con il valore primario della legalità,
che va difeso, tutelato con ogni mezzo disponibile -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di
eventuali disposizioni adottate o da adottare in merito alla cessazione
dell'attività svolta sino ad oggi dal Plotone della Compagnia Speciale dei
Carabinieri, attualmente distaccato presso la caserma di Roccella
Jonica (RC), con compiti speciali di controllo del
territorio della Locride;
se ritenga opportuno dover intervenire e con quali
modalità per garantire che il Plotone della Compagnia Speciale dei Carabinieri
di stanza a Roccella Jonica
(RC) continui a svolgere, nell'interesse ed a tutela della comunità della Locride, la propria attività, estremamente rilevante, per
l'ordine e la sicurezza del territorio.
(549; 23.07.2014)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Con decreto distrettuale del 17 novembre 1967 il Distretto minerario di Napoli accordava alla Società Montecatini-Edison Spa la concessione mineraria di salgemma denominata Timpa di Salto localizzata nel territorio di Belvedere Spinello (Kr);
l'attività mineraria veniva regolarmente avviata e costruite a nord dell'abitato di Ciro Marina tutte le opere necessaria ad espletare l'attività mineraria utilizzando il metodo della idrodissoluzione sotterranea, che prevedeva la costruzione di un salinodotto per 41Km ed un impianto di trattamento corredato delle necessarie infrastrutture di base, opere riconosciute dal Ministero dell'Industria - Direzione Generale Miniere, con DM del 5 giugno 68 di pubblica utilità;
alla Montecatini-Edison
Spa subentrava nella concessione di tale attività
tale concessione risulta scaduta alla data del 26 novembre 2012 e che la concessionaria non ha chiesto proroga, terminando così la produzione e abbandonando di fatto il sito;
la legge mineraria impone al concessionario come da R.D. del 29 luglio 1927 n. 1443 il mantenimento in efficienza dell'impianto e sue pertinenze sino al passaggio a bene indisponibile della Regione Calabria e che tale passaggio non è ancora avvenuto;
in base agli art.23 e 32 del suddetto R.D. sono da intendersi pertinenze alla miniera di Belvedere Spinello il salinodotto e l'impianto di trattamento, anche se ricadenti al di fuori del perimetro di concessione, opere tra l'altro riconosciute di pubblica utilità e che versano, invece, in un completo stato d'abbandono;
l'art.43 stabilisce che la miniera la cui concessione sia stata oggetto di rinuncia o di decadenza può essere nuovamente concessa e che per la “Timpa di Salto” esiste già una richiesta di concessione per la riapertura;
il ritorno alla produzione costituisce un elemento determinante per lo sviluppo economico del l'area sia per gli aspetti occupazionali diretti che per l'indotto capace di generare, atteso che l'Italia, tra l'altro, importa dall'estero circa 700 mila tonnellate all'anno di cloruro sodico;
l'inerzia con cui il Dipartimento delle Attività produttive sta affrontando la questione sta contribuendo ad azzerare, causa degrado, il valore del patrimonio pertinenziale con danni stimabili per oltre 7 mln di euro -:
perché
chi pagherà i danni per non aver ottemperato a tutte
le prescrizioni atte a preservare le potenzialità produttive del sito, visto
che
perché, ad oggi, le procedure di passaggio degli impianti esistenti a bene indisponibile della Regione non è avvenuto;
chi spiegherà ai giovani della valle del Neto e del Cirotamo che un sito produttivo capace di dare lavoro a 100 persone oltre all'indotto è fermo li ad ammuffire da quasi 2 anni per l'inerzia delle strutture regionali preposte e di chi governa di fronte ad un atteggiamento dilatorio, quello della Syndial Eni, non concesso nelle altre regioni d'Italia.
(550; 04.08.2014)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Sono trascorsi ormai quasi due anni dalla messa in liquidazione della SoRiCal Spa;
a tutt'oggi non si è venuti a capo del contenzioso
con i francesi di Veolia (socio privato che detiene in
SoRiCal spa il 46,5% delle azioni con le quali per
statuto ne controlla di fatto la gestione), sugli investimenti che
la consistenza del complesso infrastrutturale degli
schemi idrici affidati a SoRiCal copre
la crisi di liquidità della SoRiCal sta comportando per i 268 dipendenti (75% personale tecnico e operativo e per la restante parte amministrativo) gravi disagi sia di ordine finanziario, per l'ormai insostenibile ritardo dei pagamenti degli stipendi, che di ordine organizzativo, per il complesso lavoro manutentivo che l'assenza di investimenti in ammodernamento generalmente causa, che nel breve periodo, nonostante l'impegno del personale, potrebbe avere gravi conseguenze sulla qualità del servizio, determinandone riduzioni e finanche sospensioni;
l'80% del credito che SoRiCal vanta nei confronti dei Comuni morosi risulta essere oggetto di pignoramento da parte dell'Enel e che nulla si sa della paventata ipotesi di cessione di quote ad una società israeliana;
l'annunciata p.d.l. di riorganizzazione del servizio idrico integrato giace sepolta in IV commissione, cosi come la proposta di legge di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua” -:
quale è la situazione finanziaria di Sorical;
quali provvedimenti urgenti si intendono intraprendere per garantire i livelli occupazionali largamente sostenibili dalle dimensioni aziendali della società;
quali scelte, gestione pubblica o di tipo
privatistico,
come si intende recuperare quegli investimenti destinati all'ammodernamento del sistema idrico e al completamento delle opere rimaste incompiute, che dovevano essere realizzate con finanziamento Sorical, in primis il completamento delle opere relative alla diga sul Menta, fondamentali per assicurare acqua potabile alla città di Reggio Calabria e non solo.
(551; 04.08.2014)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nell'ambito dell’Asse 4 del PSR Calabria 2007-2013
tra i Gruppi di Azione Locale veniva selezionato e finanziato il GAL Locride scarl per l'attuazione
del PSL “Sistema Coeso” per complessivi €
in data 4/11/2010 veniva sottoscritto tra
su mandato del nuovo cda, il neo Presidente formalizzava denuncia alla Procura della Repubblica di Locri volta ad accertare eventuali responsabilità penali della precedente gestione e, nel contempo, chiedeva alla Regione Calabria di attivare i poteri sostitutivi per far luce sulla gestione del PSL;
in data 20/06/2013, con DDG n. 896,
con nota n. 0299513 del 24/09/2013 il funzionario
regionale incaricato relazionava sullo stato di attuazione e finanziario del
PSL, rilevando, tra l'altro, possibili irregolarità anche di natura contabile
ed in particolare la distrazione di somme (50% dell'anticipazione) verso
con DDG n. 14225 del 14/10/2013, su proposta dell'Autorità di gestione del PSR Calabria, si decretava la cessazione dell'esercizio dei poteri sostitutivi, prescrivendo al Gal Locride di fornire copia degli atti di incarico del DG, provvedere alla sostituzione delle polizze fideiussorie a garanzia delle domande di anticipazione erogate, esibire documentazione giustificativa delle spese a dimostrazione della loro connessione con l'attuazione del PSL “Sistema Coeso”, scaricando così sul nuovo cda responsabilità non ad esso ascrivibili e demandando ad esso la risoluzione di situazioni per cui lo stesso cda, in autotutela, aveva ritenuto di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica;
si apprende che il Gal Locride Spa non abbia ancora ricevuto comunicazioni sulla revoca della convenzione, come invece apparso su gli organi di stampa -:
cosa abbia fatto
perché non si sia intervenuti sulle questioni lasciate aperte dal precedente cda, prima di far cessare l'esercizio dei poteri sostitutivi, data anche la “puntuale relazione descrittiva” – così recita il DDG n. 14225 – del funzionario regionale incaricato;
se sarà
perché
(552; 04.08.2014)
Naccari Carlizzi, Franchino. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 3
luglio 2001
a tale
procedura partecipavano alcuni istituti bancari, tra cui BNL e UBS Warning, che formulavano un'offerta congiunta,
successivamente prescelta dalla Regione con delibera di Giunta del 27 dicembre
2001;
alle
predette Banche venivano affidati le attività di advisor
per la rimodulazione del debito;
sempre con delibera
di Giunta nel 2004, dato atto delle avvenute rimodulazioni del debito a tasso
variabile con le suddette banche, procedeva ad individuare la controparte per
la rimodulazione anche del debito a tasso fisso;
in forza
della delega assegnata con delibera, il dirigente del Settore Bilancio, Programmazione
e Patrimonio della Regione, con proprio decreto approvava la proposta
operazione di Swap, avendo previamente individuato la controparte contrattuale
in Nomura Global Financial;
in data 21
dicembre 2005
in data 20
giugno 2006 sempre con decreto il direttore generale del dipartimento Economia
procedeva ad un ulteriore ristrutturazione dello Swap con Nomura
, procedendo alla risoluzione del rapporto in essere ed al perfezionamento di
un nuovo contratto;
nel marzo
del 2010
si è a
conoscenza che le banche hanno richiesto di transigere la vertenza e sono state
avviate e sono da qualche tempo in corso trattative per quantificare l'importo
che ognuna dovrà versare per i danni subiti dall'Ente Regione -:
se sono
state concluse le trattative con altre banche, ed eventualmente in che termini
sono state concluse;
se si
ritiene congrua la cifra di 24 milioni di euro, frutto della transazione
effettuata, visto che rappresenta meno della metà dei profitti della Banca
contraente;
in che modo
si ritiene di destinare i proventi delle transazioni e se si ritiene opportuno
finalizzare l'eventuale quota di risarcimento verso le Politiche sociali e
l'incremento delle politiche della trasparenza.
(531;
20.03.2014)
Risposta – “Con riferimento si provvede a fornire gli
elementi necessari per la risposta all'interrogazione di cui in oggetto, a
firma del consigliere Demetrio Naccari Carlizzi e relativa agli esiti delle transazioni inerenti i
contratti di finanza derivata (swap) sottoscritti fra
Al riguardo, si comunica che, per effetto
delle alle azioni e degli atti amministrativi adottati dalla Regione Calabria
fra aprile e giugno 2014, si è pervenuti alla definitiva estinzione di tutti i
contratti di finanza derivata in essere (swap) nonché alla definizione in via
transattiva del contenzioso con gli istituti di credito controparti dei
contratti (con esclusione di un solo istituto - BNL - con il quale è stata
disposta esclusivamente la cancellazione dei contratti e non anche la
definizione del relativo contenzioso.
A tal fine, si provvede a fornire una sintesi
esplicativa in ordine agli effetti finanziari dell'estinzione degli swap e dei
relativi contenziosi, al fine di agevolare la lettura della documentazione a
corredo della presente, che si trasmette in esecuzione del Verbale di cui in
oggetto.
L'estinzione delle operazioni swap ha
determinato un saldo positivo per
Il seguente quadro riassuntivo descrive la
situazione dei contratti e delle richieste di risarcimento della Regione prima
delle operazioni di cancellazione e transazione giurisdizionale:
ISTITUTO DI CREDITO |
VALORE DEL PETITUM DELL’AZIONE GIUDIZIALE |
CONTRATTI/OPERAZIONI IN ESSERE ALL’INIZIO DEL 2014 |
NOMURA |
€ 32.384.282 |
NESSUNO |
UBS |
€ 8.773.304 |
TRE
CONTRATTI: ·
UBS 18874630, ·
UBS 26861731 ·
UBS 26861789 |
BNL |
€ 9.410.168 |
QUATTRO
CONTRATTI: ·
BNL 1120010 ·
BNL 1591008 ·
BNL 1590999 ·
BNL 735877 |
DRESDNER/COMMERZBANK |
€ 1.885.604 |
UN CONTRATTO
·
DR 218905 |
TOTALE 52.453.358 |
|
|
Sulla scorta del quadro sopra delineato,
In
esecuzione del predetto atto di indirizzo, i Dipartimenti competenti hanno
portato a termine singole trattative con gli istituti di credito controparti,
pervenendo al risultato sintetizzato dal seguente quadro riassuntivo:
|
Resta in piedi esclusivamente il contenzioso
con BNL in relazione ai danni sofferti per tre swap, rispetto ai quali il petitum
giudiziale è di € 7.524.564.
Si
evidenzia che la determinazione di procedere all'estinzione anticipata dei
contratti di finanza derivata è stata finalizzata ad un duplice obiettivo: 1)
Evitare l'incidenza sul bilancio dei differenziali negativi degli swap nel
tempo, attesa l'alea connessa a rischi di un mercato estremamente
imprevedibile; 2) Rendere
esenti da vincolo di destinazione le entrate riscosse dalla Regione a titolo di
ristoro economico per l'estinzione dei contenziosi, in conformità alle
disposizioni richiamate nel punto 3.23 dell'allegato A/2 al DPCM 28 dicembre
2011 concernente "Sperimentazione della disciplina
concernente i sistemi contabili e gli schemi di bilancio delle Regioni, degli
enti locali e dei loro enti ed organismi, di cui all'articolo 36 del decreto
legislativo 23 giugno 2011 n. 118",
in base al quale: "nel caso di estinzione anticipata di un
derivato, la somma ricevuta o pagata, corrispondente al valore di mercato
rispettivamente positivo o negativo che il derivato presenta al momento della
risoluzione (ed. mark to
market), ha la stessa natura dei flussi netti originati periodicamente dallo
stesso e, pertanto, è imputata, in caso di valore positivo, nel Titolo III
delle entrate e, in caso di valore negativo, nel Titolo I delle spese. Nel caso
di flusso positivo è necessario stanziare, tra le spese, un accantonamento per
un valore corrispondente alle entrate accertate, con riferimento al quale non è
possibile impegnare e pagare. La conseguente economia di bilancio costituisce
una quota vincolata del risultato di amministrazione, fino a completa
estinzione di tutti i derivati contratti dall'ente, a copertura di eventuali mark to market negativi
futuri".
Si evidenzia altresì che dell'estinzione
degli otto contratti è stata data comunicazione al Ministero dell'Economia e
delle Finanze - Dipartimento del Tesoro, Dirigente Ufficio IV- Direzione II -
Debito Pubblico (dt.direzione2.ufficio4(3).tesoro.it), ai fini dell'attività di monitoraggio
del MEF ai sensi del comma 2-ter dell'articolo
41 della Legge 448/2001, ricevendo formale riscontro circa la verifica da parte
della Direzione.”
Il dirigente
generale (Avv. Pietro Manna)
Art. 1
(Finalità e principi generali)
1. La
presente legge disciplina, in conformità con i principi definiti dalle norme
comunitarie ed in attuazione della legge statale, con particolare riferimento
ai principi di libera concorrenza, l'organizzazione e lo svolgimento del
servizio di gestione rifiuti urbani e assimilati nella Regione Calabria, al
fine di garantire l'accesso universale, la salvaguardia dei diritti degli
utenti, la protezione dell'ambiente, l'efficienza e l'efficacia del servizio,
il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, l'uso efficiente
delle risorse in armonia al Piano regionale dei rifiuti e alle connesse linee
guida, nei quali sono definite le funzioni della Giunta regionale e degli altri
enti autarchici territoriali, con espresso riferimento alla salvaguardia
ambientale del territorio calabrese ed alla tutela della salute dei cittadini.
2. Ai fini
della presente legge s'intendono per:
a) gestione
dei rifiuti urbani, la gestione, anche integrata, dei servizi di spazzamento, raccolta, trasporto, avvio,
commercializzazione, realizzazione e gestione degli impianti di trattamento,
recupero, riciclo e smaltimento;
b) Ambito
Territoriale Ottima le (ATO) , la dimensione territoriale per lo svolgimento da
parte dei comuni, in forma obbligatoriamente associata e secondo i principi di
efficienza, efficacia, economicità, trasparenza e sostenibilità ambientale,
delle funzioni di organizzazione e gestione dei rifiuti urbani loro attribuite
dalla legislazione nazionale e regionale;
c) Area di
Raccolta Ottimale (ARO), le ripartizioni territoriali delimitate all'interno
degli ATO, tenuto conto delle diversità territoriali, per una gestione
efficiente del servizio di spazzamento, raccolta e
trasporto di rifiuti nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 3;
d) Comunità
d'ambito, di seguito denominata Comunità, la struttura che riunisce i sindaci
dei comuni ricadenti in ciascun ATO per l'esercizio, in forma obbligatoriamente
associata, delle funzioni amministrative, anche fondamentali, degli enti locali
ricompresi nell'ATO; in caso di decisioni riguardanti esclusivamente la singola
ARO,
3. Il
servizio è organizzato ed erogato all'interno dell'ATO al fine di consentire
economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzarne l'efficienza e
realizzarne l'autosufficienza territoriale.
4.
a) prevenire
la produzione di rifiuti e ridurne la pericolosità;
b)
potenziare ed agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e
di quelli assimilati, per il raggiungimento degli obiettivi e degli standard di
cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell'ambiente);
c)
promuovere e sostenere le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei
rifiuti urbani e speciali;
d) favorire
lo sviluppo dell'applicazione di nuove tecnologie impiantistiche, a basso
impatto ambientale, che permettano un risparmio di risorse naturali;
e) favorire
la riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento.
Art. 2
(Competenze della Regione)
1.
2. Al fine
di garantire la coerenza tra la pianificazione regionale e quella d'ambito,
compete alla Regione la verifica della conformità dei Piani d'ambito al Piano
regionale di gestione dei rifiuti. In caso di esito negativo, è attivata la
conferenza di servizi di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241 (Legge sul
procedimento amministrativo) tra Regione e Comunità per apportare le necessarie
modifiche. È, altresì, di competenza regionale la verifica sui piani e
programmi di investimento previsti dal Piano d'ambito al fine di assicurare il
raggiungimento degli obiettivi di settore e di servizio e la presenza degli
interventi di interesse strategico regionale.
3.
5.
Art. 3
(Assetti territoriali per l'organizzazione
del ciclo rifiuti)
1. Il
servizio di gestione dei rifiuti urbani negli ATO di cui all'articolo 1, comma
2, lettera b), è organizzato e svolto nel rispetto dei principi fissati
dall'articolo 1, comma 1.
2. Gli ATO
coincidono con i confini amministrativi delle province. AI fine di consentire
l'organizzazione orientata all'efficienza gestionale dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, onde tenere
conto delle differenziazioni territoriali, ciascun ATO può essere articolato in
ARO. In fase di prima applicazione, le ARO corrispondono ai quattordici
sottoambiti per la raccolta differenziata definiti all'interno del Piano
regionale di gestione rifiuti di cui all'Ordinanza n. 6294 del 30 ottobre 2007
del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria.
3. Entro
trenta giorni dalla entrata in vigore della presente legge,
a)
popolazione o bacino di utenza, anche in considerazione di quanto disposto
dall'articolo 14, comma 28, del decreto legislativo 31 maggio 2010, n, 78
(Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività
economica) convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
b) densità
abitativa;
c)
caratteristiche morfologiche e urbanistiche;
d) logistica,
in funzione della dislocazione degli impianti.
4. Dopo la
pubblicazione della delibera di Giunta di cui al comma 3, qualora si renda
necessario per motivate esigenze di differenziazione territoriale e
socio-economica nel rispetto dei principi di proporzionalità, adeguatezza ed
efficienza in relazione alle caratteristiche del servizio, in aderenza con
quanto disposto dalla normativa nazionale vigente,
Art. 4
(Comunità d'ambito territoriale ottimale)
1. I comuni
ricompresi in ciascun ATO esercitano in forma aggregata le funzioni di
organizzazione del servizio di cui all'articolo 19 del decreto legge 6 luglio
2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa con invarianza
dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle
imprese del settore bancario) convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012, n. 135, nel rispetto dell'articolo 3-bis, comma 1-bis, del decreto
legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione
finanziaria e per lo sviluppo) convertito, con modificazioni, dalla legge 14
settembre 2011, n.
2.
3. Le
Comunità possono stipulare tra loro accordi finalizzati a promuovere il
miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza del servizio di gestione dei
rifiuti tra gli ATO, dandone opportuna informazione alla Regione.
4.
5. La sede
della Comunità è localizzata, salva diversa deliberazione, presso il comune
dell'ATO avente il maggior numero di abitanti. I comuni associati, ai fini
delle deliberazioni della Comunità, esprimono un numero di voti proporzionato
al numero di abitanti risultante dall'ultimo censimento.
6.
7. La
partecipazione dei sindaci alla Comunità è obbligatoria ed a titolo gratuito.
La sottoscrizione della convenzione deve essere perfezionata dai comuni di
ciascun ATO entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione della delibera di
Giunta regionale, di cui al comma 6. Trascorso tale termine,
8. La prima
seduta della Comunità è convocata dal sindaco del comune dell'ATO avente il
maggior numero di abitanti e si svolge entro quindici giorni dalla
sottoscrizione della convenzione di costituzione della Comunità. In caso di
inerzia, provvede il Presidente della Regione o un suo delegato. Nella prima
riunione,
9. Ferme
restando le competenze assegnate dalle norme statali alle Regioni, ogni
Comunità, per ciascun ATO di riferimento:
a)
predispone e approva i Piani d'ambito e gli altri atti di pianificazione;
b) definisce
i livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni, indicandone i relativi
standard;
c) definisce
gli obblighi di servizio pubblico e universale, ai sensi dell'articolo 5, e le
eventuali compensazioni economiche;
d)
determina, per quanto di competenza, la tariffa relativa all'erogazione del
servizio che ciascun comune integra all'interno del relativo tributo comunale
sui rifiuti. La componente del tributo comunale relativa ai rifiuti è destinata
alla copertura integrale dei costi del servizio. Le modalità di trasferimento
al gestore di detta quota sono definite all'interno dello schema tipo di
contratto di servizio che
e)
individua, nel rispetto dei criteri e delle procedure stabiliti dalla normativa
statale, le modalità di gestione del servizio o dei singoli segmenti di esso
tra le alternative consentite dalla disciplina vigente, relazionando sulle
ragioni della scelta e sulla sussistenza dei requisiti previsti dall'ordinamento
europeo per la forma di affidamento prescelta e sulla definizione dei contenuti
specifici degli obblighi di servizio pubblico e universale, indicando le
compensazioni economiche, se previste;
f) svolge le
procedure per l'affidamento del servizio o dei suoi singoli segmenti, secondo
le modalità di cui all'articolo 6, promuovendo il coordinamento e l'omogeneità
tra i diversi affidamenti dell'ATO e i relativi contratti di servizio.
10.
11. Le
decisioni in merito all'organizzazione e allo svolgimento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e
assimilati, riguardanti esclusivamente la singola ARO, sono adottate dalla
Comunità riunita, in seduta ristretta, alla quale partecipano esclusivamente i
sindaci dei comuni ricadenti nel territorio dell'ARO stessa. L'assemblea
ristretta è convocata e presieduta dal Presidente della Comunità il quale può
delegare tali competenze al sindaco del comune dell'ARO avente il maggior
numero di abitanti. Nelle assemblee ristrette, il Presidente della Comunità ha
diritto di voto solo nelle riunioni riguardanti l'ARO nella quale ricade il
comune di cui è sindaco.
Art. 5
(Definizione degli obblighi di servizio
pubblico e universale)
1. La carta
dei servizi e il contratto di servizio sono redatti sulla base degli
schemi-tipo approvati con delibera di Giunta regionale entro sessanta giorni
dalla pubblicazione della presente legge. Le Comunità garantiscono che la carta
dei servizi e i contratti di servizio si attengano alle prestazioni qualitative
e quantitative di cui all'articolo 4, comma 9, lettera b), e rispettino gli
standard previsti.
2. Le
prestazioni e gli standard di cui al comma 1, contenuti nella carta dei
servizi, sono recepiti nel contratto di servizio e assunti dal gestore come
impegni nei confronti dei cittadini.
3. Lo schema
di carta dei servizi, fermo restando quanto previsto dalla vigente normativa
statale, prevede, quale contenuto minimo, che:
a) lo spazzamento meccanizzato e manuale sia svolto in modo da
garantire che la comunità riceva il miglior servizio in accordo con le
specifiche esigenze territoriali e che sia organizzato secondo criteri di
efficacia, efficienza ed economicità;
b) sia
garantito a tutti i cittadini il servizio di raccolta differenziata di qualità,
nonché flussi separati almeno per l'organico, la carta, cartone e il vetro; i
flussi di plastica e metalli possono essere raccolti congiuntamente;
c) il
trasporto dei rifiuti sia organizzato in modo da contenere le emissioni di
anidride carbonica, anche mediante la realizzazione di idonee stazioni di
trasferimento (trasferenza) e trasbordo, ovvero
utilizzando mezzi di trasporto alternativi a quello su gomma;
d) il servizio
di raccolta dell'organico sia organizzato in modo da massimizzare la capacità
di intercettazione e la qualità merceologica e da minimizzare le impurità;
e) la
tariffazione del servizio di trattamento della frazione organica da rifiuto
urbano possa essere definita anche considerando il livello di impurità;
f) il
compostaggio domestico sia sempre favorito, ove tecnicamente possibile;
g) il
servizio di raccolta differenziata dell'organico possa essere sostituito, anche
parzialmente, dal compostaggio domestico, soprattutto nelle aree con bassa
densità abitativa;
h) gli
impianti di recupero della frazione organica da rifiuto urbano garantiscano la
continuità dell'erogazione del servizio e, pertanto, attraverso tecnologie,
strutture, impianti e tecniche gestionali che minimizzino la probabilità dei
"fermo impianto";
i) gli
impianti di recupero della frazione organica da rifiuto urbano tramite
compostaggio e/o digestione anaerobica garantiscano la produzione e
l'immissione sul mercato di un prodotto conforme al decreto legislativo 29
aprile 2010, n. 75 (Riordino e revisione della disciplina in materia di
fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88),
nonché l'efficacia e l'efficienza del trattamento;
j) gli
impianti di recupero della frazione organica da rifiuto urbano tramite
compostaggio e/o digestione anaerobica implementino un sistema di gestione e
assicurazione della qualità (qualità delle matrici, controllo del processo,
qualità del prodotto);
k) gli
impianti di trattamento dell'indifferenziato residuo garantiscano la
massimizzazione della separazione di frazioni merceologiche riciclabili e del
recupero di materia derivante dalle frazioni secche indifferenziate e la sua
commercializzazione, nonché la minimizzazione del quantitativo di rifiuti da
avviare in discarica.
4. Al fine
di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti del servizio e di
garantire la qualità, l'universalità e l'economicità delle relative
prestazioni, in sede di definizione del contratto di servizio sono rispettate
le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 461, della legge 24 dicembre 2007,
n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato-legge finanziaria 2008).
Art. 6
(Affidamento dei servizi)
1. Ciascuna
Comunità, in riferimento ai comuni ricadenti nel territorio del rispettivo ATO
ed agli impianti in esso localizzati, organizza e svolge le procedure per
l'affidamento:
a) del
servizio di spazza mento, raccolta e trasporto rifiuti;
b) della
gestione degli impianti di selezione e trattamento, ivi incluso il trasporto
del materiale residuo agli impianti di smaltimento.
2.
3. Per i
servizi di cui al comma 1, lettera a), nel caso di delimitazione delle ARO, le
procedure di evidenza pubblica sono organizzate dalla Comunità in seduta
ristretta, nel rispetto dei vincoli scaturenti dalla programmazione regionale e
d'ambito. A ciascuna ARO deve corrispondere un unico affidamento del servizio
di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, in
relazione sia alla raccolta differenziata, sia alla frazione di rifiuto
indifferenziato. L'erogazione del servizio deve, in ogni caso, attenersi agli
obiettivi fissati dalla pianificazione regionale e d'ambito, con particolare
riferimento a quelli di raccolta differenziata.
4. I
contratti di servizio che prevedono una clausola di scadenza o di risoluzione
delle gestioni in essere, in caso di attivazione del servizio per ambito o per
area, cessano la loro efficacia all'avvio della gestione associata. È
assicurato il trasferimento al nuovo gestore di beni ed impianti, oggetto del
contratto risolto, nei limiti e secondo le modalità previste dalle rispettive
convenzioni di affidamento e, in ogni caso, nel rispetto del codice civile. Se
all'atto dell'affidamento della gestione associata, all'interno di un ATO o di
una ARO, sono ancora in essere contratti di affidamento dei servizi in scala
inferiore che il gestore non intende risolvere senza oneri per il committente,
gli enti locali, possono procedere ad un nuovo affidamento, nel rispetto dei
principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento, e per una
durata, comunque, non superiore a quella della gestione unitaria. Nella fase
transitoria di coesistenza tra più soggetti affidatari,
5. Ogni
affidamento è effettuato sulla base della relazione di cui all'articolo 4,
comma 9, lettera e), predisposta e approvata dalla Comunità e pubblicata sui
siti internet dei comuni ricadenti nell'ATO o nell'ARO.
6. I servizi
sono affidati, nel rispetto dei principi fissati dall'Unione europea ed in
attuazione della normativa statale, in alternativa, mediante:
a)
l'affidamento diretto a società in house;
b)
l'indizione di una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento a terzi;
c)
l'indizione di una procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio
operativo della società a partecipazione pubblico-privata alla quale affidare
il servizio.
7. La
procedura di affidamento del servizio di spazzamento,
raccolta e trasporto, volta a promuovere l'aggregazione gestionale, è avviata
entro e non oltre novanta giorni dalla data di svolgimento della prima seduta
della Comunità.
8. Gli enti
locali aderenti alla rispettiva Comunità ratificano la delibera di
aggiudicazione definitiva dei servizi e sottoscrivono il relativo contratto di
servizio, previamente definito dalla stessa Comunità, in conformità agli schemi-tipo
predisposti dalla Regione.
9. Se le
strutture e/o gli impianti strumentali all'erogazione del servizio operano su
scala regionale e sono individuati dalla pianificazione di settore come di
rilevante interesse strategico regionale, competono alla Regione, sentiti i
Presidenti delle Comunità, le funzioni di programmazione e di organizzazione
degli stessi. In ogni caso, deve essere garantito che il soggetto gestore
assicuri un accesso non discriminatorio all'impianto, sulla base di condizioni
economiche e contrattuali determinate ai sensi della legislazione vigente, che
costituiscono prioritariamente obblighi di servizio pubblico.
Art. 7
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. La
presente legge non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 8
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica dell'articolo
1. Il comma
1 dell'articolo 2 della legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del
collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio
regionale della Calabria) è sostituito dal seguente: "1. Il collegio è
composto da tre membri, nominati dall'Assemblea legislativa regionale mediante
estrazione a sorte tra gli iscritti all'elenco di cui al comma 2, che abbiano
presentato domanda nei termini previsti dall'avviso per la costituzione
dell'elenco istituito presso il Consiglio regionale della Calabria.".
Art. 2
(Norma finale)
Art. 3
(Clausola di invarianza degli oneri)
1. All'attuazione
della presente legge si provvede senza nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio regionale.
Art. 4
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore lo stesso
giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Art. 1
1. Il comma
3 dell'articolo 5 della legge regionale 17 agosto 2009, n. 25 (Norme per lo
svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di
Presidente della Giunta regionale) è abrogato.
Art. 2
1. Il comma 1 dell'articolo 16 bis della L.r. n.
25/2009 è sostituito dal seguente:
"1. La
presente legge troverà applicazione con decorrenza dall'indizione delle
elezioni della decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria".
Art. 3
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
premesso
che:
tale
situazione è stata determinata sia dalla riduzione delle assegnazioni regionali
che sono passati da €. 40.000.000 nel 2009 ad €. 25.000.000 nel 2010, ad €.
18.000.000 nel 2011 e 2012 e ad €. 10.000.000 nel 2013 e 2014 che dal fatto che
in pendenza
del giudizio civile citato il Tribunale di Catanzaro ha emesso, in data 16
settembre 2013 ed in parziale accoglimento di istanza avanzata dalla Fondazione
Campanella ordinanza di ingiunzione per una somma pari ad €. 7.893.214,18;
a seguito
degli incontri tra i soci fondatori, Università e Regione, si è definita con
l’Avvocatura regionale una proposta di transizione a tacitazione delle pretese
(circa 170 milioni di euro) vantate dalla Fondazione nel corso del giudizio
pendente innanzi al Tribunale di Catanzaro, l’importo di 29 milioni di euro a
titolo di fondo di dotazione;
con la
predetta transazione
l’operatività
della transazione è espressamente condizionata all’approvazione della Giunta
regionale ed alla variazione di bilancio approvata dal Consiglio regionale;
il Consiglio
regionale nella seduta del 25 giugno
nella seduta
del 14 luglio 2014
impegna
il
Presidente f.f. della Giunta regionale a
sottoscrivere la transazione già definita tra l’Avvocatura regionale e
Il Consiglio regionale
premesso
che:
tale
situazione è stata determinata dalla riduzione delle assegnazioni regionali che
sono passati da €. 40.000.000 nel 2009 ad €. 25.000.000 nel 2010, ad €.
18.000.000 nel 2011 e 2012 e ad €. 10.000.000 nel 2013 e 2014, che non sono
sufficienti neanche a garantire i costi fissi di gestione;
al 31 luglio
2014 l’importo dei decreti ingiuntivi esecutivi, che è di circa 4.700.000 euro
e che nelle prossime settimane, seguiranno gli atti di precetto e i
consequenziali pignoramenti;
a fronte
delle predette riduzioni non si è contestualmente ridotto il numero dei posti
letto ed il numero dei dipendenti e si è obbligata
tenuto
presente che:
alla
copertura di disavanzi della Fondazione derivanti dalle minori assegnazioni ed
alla copertura dei disavanzi del Fondo sanitario regionale si dovrà comunque
far fronte con la fiscalità regionale;
alla
Fondazione è stato imposto di continuare a gestire, garantendone il
funzionamento, le Unità Operative che a norma del DPGR 136 del 2011 e della L.R. 63 del 2012 avrebbero dovuto, già da tempo, essere
trasferite all’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini;
il
management della Fondazione ha rappresentato l’impossibilità nelle prossime
settimane a garantire la regolare fornitura di farmaci e di reagenti e non potrà assicurare la normale manutenzione
delle apparecchiature elettromedicali in quanto i fornitori subordinano l’evasione
degli ordini al pagamento dei debiti pregressi;
in assenza
di adeguate risorse finanziarie il management sarà costretto a sospendere le
attività delle unità operative oncologiche a decorrere dal mese di ottobre
determinando enormi difficoltà ai pazienti oncologici in quanto non sono
disponibili nella Regione altre strutture in grado di assorbire l’elevato
numero di pazienti. La conseguenza è che i circa 500 pazienti in terapia
chemioterapica che sono in cura presso il Centro dovranno trovare un’altra
struttura che possa garantire l’assistenza;
alla
Fondazione Campanella non sono state assegnate risorse per la gestione delle
unità non oncologiche con il paradosso che prestazioni sanitarie rese per conto
del servizio sanitario regionale non sono riconosciute da nessuno;
ogni
ulteriore ritardo costringerà il management della Fondazione a proporre ai soci
fondatori lo scioglimento ed il fallimento della Fondazione per come
espressamente chiesto dal Collegio Sindacale con verbale del 23 luglio 2014, e
il Consiglio
regionale nella seduta del 25 giugno
nella seduta
del 14 luglio 2014
chiede
al
Commissario ad acta, per il Piano di rientro di
provvedere con ogni possibile urgenza ad adeguare le risorse assegnate alla
Fondazione Campanella per il triennio 2011 – 2014 tenendo conto della gestione
delle unità operative che dovevano essere trasferite alla AOU Mater Domini;
dispone
di
notificare il presente ordine del giorno al Ministro della Salute ed al
Ministro dell’Economia e Finanze ed al Tavolo tecnico per la verifica degli
adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli
essenziali di assistenza.
Il Consiglio regionale
premesso che
:
la società Infocontact, operante nel settore delle telecomunicazioni,
attiva sul territorio calabrese nelle due sedi di Lamezia Terme e Rende, con
più di 1.600 dipendenti, ha garantito negli anni una stabile occupazione a
numerosi lavoratori, giovani e meno giovani;
da alcuni
mesi, secondo anche quanto riportato dagli organi di informazione, è in corso
una vertenza tra i lavoratori e la società Infocontact
a causa di difficoltà aziendali per le quali si è paventato il fallimento della
società;
considerato
che :
il rischio
di fallimento sembrerebbe essere scongiurato, almeno per il momento, dalla
nomina, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di un Commissario
straordinario, il prof. Perrini;
tale
situazione di incertezza sul futuro della società ha messo in serio allarme i
lavoratori ormai privati della sicurezza in ordine al proprio futuro economico
ed occupazionale, tanto da determinarli nel costituire un presidio permanente
al fine di sollecitare l’individuazione di una soluzione positiva da parte
degli organi competenti;
rilevato
che:
la
definitiva chiusura della società Infocontact
comporterebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro e una seria emergenza
sociale in una regione, come
il
competente Assessorato al Lavoro della Regione Calabria ha richiesto sin da
subito l’attivazione di un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutti i
soggetti istituzionali e privati direttamente interessati al fine di affrontare
la situazione emergenziale e individuare un percorso di risoluzione positiva
della vertenza.
Impegna
il
Presidente f.f. e
di dare le
opportune disposizioni al fine di attivare una concertazione con le istituzioni
competenti e i soggetti interessati, così come peraltro fatto in occasione di
una vertenza simile, quale quella dell’Elettrolux in
Friuli Venezia Giulia;
di prevedere
tutte le possibili e ipotizzabili misure per scongiurare la perdita del posto
di lavoro dei dipendenti dell’Infocontact;
di
istituire, altresì, un Osservatorio a controllo delle aziende che operano in
ambito delle telecomunicazioni “call center”.
Il Consiglio regionale
premesso che
nell’ambito della riforma della Pubblica Amministrazione, in corso di
approvazione, tra gli interventi previsti, vi è una profonda modifica delle
funzioni e dell’organizzazione delle Camere di Commercio;
considerato
che le Camere di Commercio, in un territorio frammentato quale quello
calabrese, hanno da sempre svolto un ruolo fondamentale per il sostegno
dell’economia locale, anche attraverso la costruzione di apposite sinergie tra
gli enti territoriali e le imprese presenti sul territorio;
rilevato che
in considerazione del positivo ruolo svolto dalle Camere di Commercio del
territorio regionale, l’occasione della riforma della Pubblica Amministrazione
prevista nel D.L. 90/2014, dovrebbe rappresentare un’occasione per dare corso
ad un incisivo processo di riforme che realizzi una modernizzazione del ruolo e
delle funzioni e dell’organizzazione delle Camere di Commercio con un processo
di rinnovamento che ne potenzi la funzione di promozione delle economie locali,
venendo a costituirne uno strumento fondamentale di sviluppo e di crescita
delle imprese e delle economie dei territori;
valutata la
necessità di assicurare uniformità delle procedure e delle metodologie su tutto
il territorio nazionale con una forte innovazione e semplificazione nelle
procedure, con servizi di informazione e monitoraggio delle attività e dei
servizi forniti alle imprese dalle Camere di Commercio;
considerato,
altresì, che a livello europeo le attività realizzate dalle Camere di Commercio
sono annoverate tra le best practices in quanto
garantiscono non solo la pubblicità legale delle imprese, ma agevolano altresì
la correttezza delle relazioni commerciali;
impegna
il
Presidente f.f. e
Il Consiglio
regionale
premesso che
:
con il DPCM
“Individuazione e attribuzioni degli Uffici a livello dirigenziale non generale
dei Dipartimenti” in corso di registrazione presso
il DPCM
anticipa e peggiora quanto già previsto in altro provvedimento “Regolamento di
organizzazione del MEF” che prevedeva una regionalizzazione degli uffici ma con
il mantenimento degli uffici territoriali quanto meno per il front office;
questo
Ufficio era già stato soggetto ad accorpamento alla Ragioneria di Reggio
Calabria: da poco più di un anno non esisteva più
il dirigente
designato, di conseguenza, ha perso le indennità che venivano prima corrisposte
perché assegnato su due diverse sedi;
la
soppressione comporterà notevoli ripercussioni sull’utenza, in quanto questo
Ufficio gestisce più di seimila partite di stipendio ed alcune centinaia di
pensioni di guerra, oltre a controllare le spese delle amministrazioni statali
in provincia e sovraintendere alla nomina di commissari ad acta
per la certificazione dei crediti delle ditte verso
dall’1
febbraio 2015 anche per l’atto più semplice (ad esempio richiesta di assegno
per il nucleo familiare) tutti saranno costretti a recarsi a Reggio Calabria,
con il dispendio intuibile;
impegna
Il Consiglio
regionale
viste le proposte di legge n. 458/9^ e 471/9^
recanti “Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria”;
considerato
che :
con Decreto
Dirigenziale n. 4611 del 26 marzo 2013 è stato indetto un avviso pubblico per
titoli e colloquio di idoneità per l’assunzione di n. 13 unità lavorative a
tempo determinato e pieno, di categoria giuridica D3 (posizione economica D3) e
n. 13 unità lavorative a tempo determinato e pieno, di categoria giuridica C (posizione
economica C1) da assegnare all’unità di progetto “Rifiuti”;
il personale
assunto con la predetta selezione è stato utilizzato, tra l’altro, per il
controllo delle attività di completamento, adeguamento e gestione del sistema
impiantistico regionale, per la supervisione del sistema a regime, la verifica
della progettazione, la gestione degli appalti, l’assistenza normativa e il
supporto al contenzioso;
rilevata la
necessità che la professionalità acquisita dal predetto personale non venga
dispersa e considerato che l’utilizzo di tali lavoratori, che sarebbero
mantenuti solo sino a scadenza naturale del contratto in essere, non comporta
oneri finanziari;
impegna