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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

84.

 

SEDUTA DI MARTEDI’ 03 GIUGNO 2014

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,34

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Diamo inizio ai lavori con la lettura del verbale della seduta precedente.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto, così possiamo procedere con l’ordine del giorno, visto che abbiamo finito con le comunicazioni e con la lettura del verbale della seduta precedente.

Proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura)

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico Francesco, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).

(Interruzione)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

ADAMO Nicola (PD)

Molto rapidamente, Presidente, volevo formalizzare la richiesta di concessione di una breve sospensione dei lavori – anche mezz’ora - per consentire a tutti i consiglieri dei gruppi di minoranza, quindi a tutti i gruppi consiliari di minoranza, la possibilità di una riunione, molto rapida, per uno scambio di opinioni sull’ordine del giorno.

Quindi, se l’Aula la concede, chiedo una sospensione di mezz’ora.

PRESIDENTE

Una riunione dei gruppi di minoranza? Sono le ore 14.

(Interruzione)

Vuole intervenire qualcuno della maggioranza su questa richiesta?

(Interruzione)

Va bene. La seduta è sospesa, si riprende alle 14,30.

La seduta sospesa alle 13,56 è ripresa alle 15,30

Proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (seconda lettura)

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori dopo la sospensione richiesta dalla minoranza che sta entrando in Aula adesso. Riprendiamo posto.

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico Francesco, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).

E’ stata già fatta la prima lettura del provvedimento in data 31 marzo, quindi il Consiglio deve votare la seconda lettura dato che sono passati 60 giorni. Quindi, il 31 marzo vi è stata la prima lettura, oggi 3 giugno possiamo procedere con la votazione.

Il provvedimento si compone di tre articoli.

L’articolo 1 prende atto della riduzione del numero dei consiglieri regionali, nella prossima legislatura il Consiglio regionale della Calabria sarà composto dal Presidente della Giunta regionale e 30 componenti il Consiglio.

L’articolo 2, riconsidera il numero degli assessori. Si prevede che la Giunta regionale sia composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiori ad un quinto del numero dei consiglieri regionali, di cui uno assume la carica di Vicepresidente. Dopo di che, alla lettera c) dell’articolo 2, è previsto l’istituto della supplenza. Ossia, siccome è previsto che almeno il 50 per cento dei componenti della Giunta regionale siano interni al Consiglio e il 50 per cento esterno, il comma c) prevede che nel momento in cui il Presidente nomina assessore un consigliere regionale, lo stesso si sospende dall’incarico e subentra il primo dei non eletti a ricoprire la funzione di consigliere per garantire la possibilità e l’opportunità che ci siano i numeri, anche per il funzionamento delle Commissioni.

Perché se, ad esempio, sei assessori dovessero essere tutti consiglieri regionali, non ci sarebbe in Consiglio l’agibilità democratica tra maggioranza e minoranza.

Questo è il provvedimento, ne abbiamo già discusso nella precedente seduta di Consiglio regionale con gli interventi dei gruppi, pertanto, possiamo procedere a votare il provvedimento.

All’articolo 1 non ci sono emendamenti, pertanto possiamo procedere con la votazione.

Se facciamo un po’ di attenzione, vediamo come possiamo procedere, colleghi consiglieri.

Pongo in votazione l’articolo 1 che prevede che il numero dei consiglieri regionali  da 50 si riduce a 30.

ADAMO Nicola (PD) (fuori microfono)

Chiedo la parola, Presidente.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

ADAMO Nicola (PD)

Siamo su un punto, non al voto finale, e anche sui singoli punti si può chiedere il dibattito.

Vorrei che, anche se siamo in seconda lettura, il Presidente del Consiglio regionale spiegasse a quest’Aula la ratio della costituzione, della formazione, definizione, stesura – diciamo come vogliamo – di questo ordine del giorno della seduta odierna.

Il primo punto è “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).

Per me è un atto dovuto, dal momento che è stato accertato che la Calabria non raggiunge il limite di 2 milioni di abitanti, ma prima di passare in sede di votazione del punto, Presidente del Consiglio, lei dovrebbe illustrare all’Aula le ragioni per le quali è stato messo al primo punto all’ordine del giorno e, invece, è stato messo al quarto punto all’ordine del giorno l’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale (Dimissioni del Presidente della Giunta regionale).

Fra le altre cose, non è detto nella formulazione del quarto punto qual è l’adempimento che siamo tenuti a fare.

E’ una presa d’atto con una votazione? E’ una informativa? L’informativa è sufficiente di per sé? Se c’è la decadenza del Presidente della Giunta regionale, non trovo in questa formazione dell’ordine del giorno la sostituzione del consigliere regionale Scopelliti.

Prima di impegnarci in un voto così solenne sulla seconda lettura dello Statuto, penso che tutte queste questioni vadano chiarite. A scanso di equivoci, non perché voglio esprimere un atteggiamento ostruzionistico e cogliere, magari, l’opportunità di dilatare i tempi di conclusione di questa legislatura, faccio questa richiesta, invece, esattamente per la ragione contraria.

Se oggi si sbaglia e si danno interpretazioni molto discrezionali alle norme e alle leggi che presiedono questa attività istituzionale, rischiamo di inficiare tutto ciò che andiamo a fare ed è questa, probabilmente, la via – quella di inficiare gli atti che andiamo a fare – per protrarre una legislatura che è già finita.

Per quanto mi riguarda, ritengo prioritario, prima di passare al voto del primo punto, che lei fornisca questi chiarimenti, al fine di essere sereno come consigliere regionale per votare la seconda lettura e poi – se non si debba fare già prima, addirittura – mi auguro, votare subito - o ci dica lei cosa si deve fare, perché dalla formulazione non si capisce - la presa d’atto delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale.

Sarebbe curioso che si andasse avanti e si scoprisse, ad un certo punto, che abbiamo sbagliato giuridicamente e legislativamente tutto il percorso che abbiamo davanti.

Per cui, la mia richiesta formale qual è? Ci interpreti questo ordine del giorno e ci dica perché dobbiamo votare prima lo Statuto e poi al quarto e non al secondo punto le dimissioni.

Non so che dobbiamo fare con il quarto punto, perché ha messo quella formulazione? Una volta chiarito tutto questo possiamo procedere agli adempimenti che siamo tenuti a fare, sapendo che oggi, di fatto, è l’atto di chiusura – mi auguro che su questo siamo tutti d’accordo– di questa legislatura.

PRESIDENTE

Consigliere Adamo, eravamo già in sede di votazione. Avevamo già aperto il primo punto - che io ho illustrato - ed eravamo in fase di discussione e  votazione.

Credevo che lei intervenisse per dichiarazione di voto. Comunque non mi sottraggo ai chiarimenti, noi di questo abbiamo parlato lungamente nelle ultime Conferenze dei capigruppo alle quali lei non ha partecipato.

Questo ordine del giorno è stato fatto così proprio perché riteniamo che i primi tre punti debbano essere votati prima dell’ultimo, che non prevede un voto e nemmeno una presa d’atto, ma è esclusivamente una comunicazione per come prevede l’articolo 60, dove è anche previsto che i consiglieri regionali intervengano sul punto per non più di 5 minuti.

L’ordine del giorno è molto preciso e noi - per quanto mi riguarda - vogliamo completarlo entro la giornata odierna. Il primo punto è lo Statuto, la motivazione è quella che ho detto, ossia, vi era il rischio che dopo aver votato la presa d’atto delle dimissioni, i primi 3 punti fossero ritenuti non validi perché venivano fatti dopo le dimissioni del Presidente.

Abbiamo proceduto, quindi, a fare questo ordine del giorno per come discusso più volte in Conferenza dei capigruppo.

Le ho risposto su questo argomento. Voglio completare l’ordine del giorno proprio per chiudere definitivamente questa fase delle dimissioni del Presidente per poi procedere, anche perché dobbiamo discutere dell’assestamento che è l’argomento successivo, sul quale vorrò sentire anche la Conferenza dei capigruppo.

Possiamo procedere a votare l’articolo 1.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 2.

ADAMO Nicola (PD)

Presidente, può dire chi chiede la parola, invece di dire chi vota a favore?

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto.

ADAMO Nicola (PD)

E’ un modo di procedere curioso questo, stiamo votando articolo per articolo, intanto non ha dichiarato aperto il dibattito generale sulla legge.

PRESIDENTE

Però si alzi, se deve chiedere la parola.

Siccome siamo in fase di votazione, io le do la parole e lei interviene.

ADAMO Nicola (PD)

Lei sta procedendo illegittimamente alla votazione di questo punto.

Primo: non ha aperto il dibattito generale, prima di passare al voto.

Secondo punto: articolo per articolo, c’è il dibattito poi le dichiarazioni di voto e infine il voto finale.

Quindi lei non può procedere velocemente a dire: chi vota a favore, chi contro e far passare il punto.

L’ho fatta passare sul primo punto, ma abbia la bontà di dar la possibilità ad ogni consigliere regionale di pronunciarsi su punti che non sono secondari, ma che riguardano la vita statutaria di questa Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

PRINCIPE Sandro (PD)

Presidente, non ho la foga fisica del collega Adamo, quindi mi perdonerete per la pacatezza.

In sede di dichiarazione di voto dirò qualcosa anche sul prosieguo di questa seduta.

La pregherei, intanto, di far votare separatamente i punti a), b) e c) dell’articolo 2 perché come dovrebbe essere noto a lei e all’intero Consesso, come gruppo del Partito democratico, siamo d’accordo sul punto a) dell’articolo 2 che statuisce un numero di assessori non superiori ad un quinto, ma siamo contrari alle previsioni del punto b) e del punto c) e cioè alla limitazione a due membri esterni della Giunta; per noi il Presidente eletto direttamente deve avere la più ampia libertà di scelta degli assessori. Ne può scegliere sei all’interno come ne può scegliere sei all’esterno o decidere per situazioni intermedie.

Conseguentemente, siamo contrari, anche, al punto c) perché questa modifica statutaria – può essere gradita o non gradita – che riduce il numero dei consiglieri a 30 non può essere, di fatto, superata dalla figura del consigliere supplente.

La pregherei di mettere ai voti l’articolo 2, capo 1, per i sottocapi a), b) e c). Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Grazie, Presidente, sono d’accordo anche nel fare semplicemente una dichiarazione di voto ma dobbiamo decidere come lavorare: se si tiene la discussione generale, poi la discussione sugli articoli e infine la dichiarazione di voto oppure se si ritiene di limitarsi alla dichiarazione di voto; ha una importanza relativa rispetto al disastro che stiamo vivendo in questa Regione: o procediamo in un modo o nell’altro è molto relativo.

Abbiamo la platea più numerosa da quando sono rientrato e questo vuol dire che c’è un’attenzione particolare da parte dei cittadini calabresi verso di noi. Cerchiamo di essere abbastanza rispettosi della loro voglia di conoscenza.

Posta la discussione sul sistema elettorale credo che questa sia l’ultima volta in cui possiamo decidere che modello di sistema elettorale vogliamo costruire in questa Calabria o se dobbiamo continuare con un sistema ibrido e improvvisare volta per volta.

Perché dico questo? Perché l’istituto della supplenza, cioè prevedere che il primo dei non eletti diventi consigliere regionale quando chi è consigliere diventa assessore è un ibrido istituzionale del sistema maggioritario.

Non so se noi possiamo avere il diritto di far politica non rispettando le regole basilari di una scelta strategica del governo delle istituzioni che ha governato il Paese in questi ultimi 20 anni.

Abbiamo due modelli in campo, ancora, che sono entrambi degli ibridi.

Abbiamo il sistema elettorale dei comuni e delle ex province che è schematicamente molto più adatto a quello che stiamo costruendo noi. Perché il sistema dei comuni superiori ai 15 mila abitanti dice che qualora un consigliere sia nominato assessore rinuncia alla sua carica di eletto all’Assemblea.

Ecco perché sono contrario a questo provvedimento! Perché noi qui continuiamo a comportarci come una casta che vuol tutelare sé stessa in ogni modo ed in ogni azione politica.

Qual è la differenza se non il privilegio? Qual è la differenza tra uno che viene nominato assessore da un Presidente fortissimo - che ha la facoltà di mandare in crisi una Regione qualora decida di dimettersi o decade per altri motivi – e chi vuole comunque mantenere il ruolo di consigliere regionale?

Noi dobbiamo spiegare questo ai cittadini: che il consigliere regionale – cioè colui che viene qui dentro attraverso il sistema di rappresentanza che abbiamo votato - non vuol mollare questo posto e, succeda quel che succeda, vuole essere comunque il protagonista della vita regionale.

Voto contro questo articolo per questo. Adeguiamo in questo meccanismo il nostro Statuto alla Legge 81 del 1993 in cui si dice che “gli assessori qualora siano consiglieri comunali rinunciano al seggio di consiglieri e diventano assessori”.

Dopo di che ci sarà un po’ più di trasparenza, di volontà di partecipare alle questioni del governo delle istituzioni. Solo questo.

L’ho detto la prima volta e lo ribadisco anche questa volta: invito i colleghi della maggioranza a non ritenere che questo sia una giornata in cui facciamo le cose perché dobbiamo farle, perché è l’ultimo atto di vita di questo Consiglio regionale. Cerchiamo di adeguarci e di essere classe dirigente anche oggi in cui prendiamo atto che è finito questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Procediamo alla votazione per singoli commi come ha chiesto il consigliere Principe a nome del Partito democratico.

Pongo in votazione il comma 1, lettera a) dell’articolo 2 con il voto contrario del consigliere Guagliardi.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 1, lettera b) dell’articolo 2 “Il numero dei membri esterni non può essere complessivamente superiore al 50 per cento dei componenti della Giunta”.

(E’ approvato a maggioranza)

Pongo in votazione il comma 1, lettera c) dell’articolo 2.

(E’ approvato a maggioranza)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato a maggioranza)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Assestamento del Bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2014 e del Bilancio pluriennale 2014-2016

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda l’Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, rispetto al punto all’ordine del giorno “Assestamento di bilancio”, sulla base di una valutazione che è stata esaminata, prospettata, considerata anche con particolare attenzione, e ritenendo che oggi, così per come è stato largamente anticipato anche attraverso gli organi di informazione, già nel corso degli interventi che si sono succeduti qui in Aula rispetto al fatto che questa è l’ultima seduta di questa consiliatura, l’ultima seduta del Consiglio regionale, credo che l’assestamento del bilancio, soprattutto sulla base di quello che è accaduto – lo vorrei ricordare – cioè che la Giunta ha esaminato la bozza dell’assestamento del bilancio solo venerdì, sia assolutamente necessario; fra l’altro, rientrando fra gli atti indifferibili che anche il Consiglio regionale sciolto può assumere, perché assolutamente previsto dalle disposizioni di legge, ritengo  opportuno, Presidente, stralciare questo punto all’ordine del giorno e valutare la possibilità di poter procedere alla convocazione immediata – nel giro di qualche giorno anche per aver la possibilità di poter approfondire –  di una riunione monotematica del Consiglio regionale.

Sia pure, ripeto, a Consiglio regionale sciolto perché il Consiglio regionale possa esaminare e affrontare compiutamente tutto ciò che attiene alle poste inserite nell’assestamento del bilancio e possa licenziare uno strumento finanziario, così per come è stato prospettato nella bozza esaminata e approvata dalla Giunta regionale, sì da essere considerato lo strumento finanziario per il soddisfacimento delle esigenze di buona parte della collettività calabrese.

Quello che io chiedo, Presidente, è che venga stralciato questo punto all’ordine del giorno, che si possa procedere senza indugio – questo significa per quanto riguarda la maggioranza anche lunedì - perché il Consiglio regionale in seduta straordinaria, appunto perché rientra fra gli atti indifferibili, possa esaminare ed approvare in quella seduta il punto che in questo momento è all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

PRINCIPE Sandro (PD)

Presidente, ha già detto il collega Chiappetta che la Giunta ha approvato l’assestamento venerdì. Ci sono stati poi due giorni festivi e noi ignoriamo totalmente il contenuto di questo assestamento pur rendendoci conto che ci sono impegni, soprattutto verso lavoratori dipendenti, che la Regione deve onorare e che sono legati a questo provvedimento.

Debbo presumere – ma come gruppo del Partito democratico vorremmo una parola da parte sua – che per noi la legislatura è finita e con la comunicazione delle dimissioni del presidente Scopelliti il Consiglio viene congedato.

Per poco tempo ho avuto la ventura di far parte della Camera dei deputati e i pareri del Segreteria generale e degli uffici preposti a sostenere l’attività della Presidenza erano quasi sacrali nella loro perfezione giuridica.

Concludo dicendo che vorremmo ci tranquillizzasse che il Consiglio, pur congedato, tra 4-5 giorni sia nelle condizioni giuridiche di poter deliberare su questo provvedimento che, indubbiamente, ha i caratteri della necessità e dell’urgenza.

Nel momento in cui da parte sua, supportato dalla Segreteria generale e dagli uffici, viene questa tranquillità noi siamo d’accordo con la proposta di rinvio.

PRESIDENTE

L’assestamento è arrivato in Consiglio regionale stamattina e quindi diciamo che non c’è materialmente la possibilità da parte dei consiglieri di presentare gli emendamenti e non solo di approfondire l’argomento in discussione. Si tratta di un provvedimento di 119 milioni di euro e quindi è abbastanza importante perché viene destinato l’avanzo e va a coprire spese importanti: gli stipendi dei forestali e spese obbligatorie che riguardano quasi tutto il personale della Regione Calabria.

Non c’è stato il tempo materiale per poterlo distribuire perché è arrivato stamattina. Gli uffici mi hanno rassicurato sotto questo aspetto: è uno dei provvedimenti - il Segretario generale mi ha rassicurato sotto questo aspetto – obbligatori che non vanno verso la straordinaria amministrazione ma è un adempimento da fare obbligatoriamente e naturalmente in tempi brevissimi.

Se siamo d’accordo possiamo fissare per il 9 giugno la data per poter approvare l’assestamento e quindi la seduta di Consiglio per la mattina o per il pomeriggio – questo lo valuteremo con gli uffici; se siamo d’accordo senza fare nessun passaggio in Commissione, se siamo disponibili sotto questo aspetto, procederemo giorno 9. Gli emendamenti dei colleghi possono essere presentati direttamente in Consiglio e quindi evitiamo di fare dei passaggi ulteriori in Commissione per poi arrivare direttamente in Aula.

Se siamo d’accordo su questo percorso…

Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Ovviamente sono d’accordo con le motivazioni che sono state addotte né mi pongo, più di tanto, come sarebbe forse opportuno il problema di un passaggio e di un esame più approfondito in Commissione.

Mi rimetto alla decisione del Consiglio. Ritengo opportuno, signor Presidente, che assieme all’assestamento del bilancio sia valutata la possibilità e la necessità di inserire all’ordine del giorno alcuni provvedimenti che devono essere valutati nella loro indifferibilità; penso per un istante al Documento di orientamento strategico che riguarda i fondi comunitari che è stato esaminato in Commissione e che non è stato possibile approvare perché alla fine è mancato il numero legale; così come si porrà il problema anche per il Psr che è un altro adempimento assolutamente indifferibile.

Anche per questi adempimenti mi rimetto alle valutazioni tecniche degli organi del Consiglio ma ho il dovere di sottoporre a questa Assemblea queste urgenti e delicate necessità.

Vorrei aggiungere, ancora, che noi abbiamo le due relazioni della Corte dei Conti da esaminare in Consiglio regionale. Sottopongo ancora alla sua valutazione e a quella degli organi del Consiglio la possibilità che in questa o in altra seduta straordinaria si esaminino le due relazioni, la 21 e la 23, che riguardano il bilancio e le leggi approvate nel secondo semestre 2013 da parte del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Consigliere Imbalzano, le relazioni della Corte sono già inserite all’ordine del giorno della seduta di oggi perché è proprio nell’ordine del giorno aggiuntivo che le abbiamo inserite.

Se si vogliono maggiormente approfondire l’occasione potrebbe essere la seduta di giorno 9. Altrimenti quando arriviamo al punto le darò la parola per fare una relazione su questo argomento.

Per quanto riguarda i fondi comunitari questo è un altro adempimento obbligatorio che dovremo fare come Consiglio con una scadenza molto precisa nel mese di luglio.

Non ho ricevuto, però, ancora da parte del settore programmazione alcuna richiesta in tal senso.

Se ci dovesse essere l’urgenza di tenere una seduta di Consiglio regionale perché la Commissione europea ci chiede questo passaggio obbligatorio noi non ci sottrarremo e provvederemo a fare una seduta su un unico argomento che riguarda i fondi comunitari; è un adempimento obbligatorio e corriamo il rischio di subire delle infrazioni da parte della Comunità europea.

Per quanto riguarda oggi, però, se siamo d’accordo, votiamo il rinvio dell’assestamento di bilancio per la seduta del 9 giugno per procedere a quella data a presentare gli emendamenti da parte dei gruppi per tenere, quindi, un’ altra seduta di Consiglio regionale solo su questo punto dopo aver preso atto di tutto l’ordine del giorno tra cui le dimissioni del Presidente della Giunta.

Se non ci sono interventi possiamo votare l’aggiornamento del punto sull’assestamento del bilancio al 9 giugno.

(Interruzione)

La maggioranza ha detto il 9, se la minoranza dice il 12 che dica il 12 o facciamo una riunione al banco della Presidenza per stabilire una data.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Abbiamo tenuto la riunione al banco della Presidenza. Abbiamo stabilito la data per esaminare l’assestamento di bilancio: il Consiglio è convocato per mercoledì 11 giugno alle ore 10.

Pongo in votazione l’aggiornamento del voto sull’assestamento del bilancio.

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

PRINCIPE Sandro (PD)

Presidente, noi pensiamo che, chiarito l’aspetto relativo all’assestamento di bilancio, anche un Consiglio congedato dalla Signoria Vostra è provvedimento che può assumere, data l’urgenza da parte della Regione di tener fede ai propri impegni soprattutto nei confronti dei lavoratori, e una volta assolto il compito di addivenire al rispetto della legge che, giustamente o ingiustamente, prevede la riduzione del numero dei consiglieri a 30, quindi la modifica dello Statuto, dal nostro punto di vista la legislatura è defunta anche in via formale.

Non sto a ripetere qui il nostro giudizio sul fallimento del governo, in questa legislatura, in tutti i settori di competenza della Regione e quindi la certificazione fallimentare che, per quanto ci riguarda, sul piano politico è antica, però adesso c’è anche una certificazione di tipo formale.

Chiediamo, l’inversione dell’ordine del giorno e, quindi, di mettere al terzo punto dell’ordine del giorno la comunicazione relativa alle dimissioni del presidente Scopelliti.

Questa nostra richiesta, guardate, ha una forte linearità dal punto di vista istituzionale perché un Consiglio che ormai ha finito i suoi compiti si assume veramente un’enorme responsabilità  l’ultimo giorno utile per deliberare di cambiare le regole.

Mi permetto di richiamare anche il suo ruolo di garante delle regole democratiche oltre che dei Regolamenti di questo Consiglio.

Lei mi potrà obiettare che anche come Presidente è soggetto a rispettare i numeri perché sempre si dice che in democrazia contano anche i numeri, soprattutto per alcuni, ma non v’è dubbio che all’esterno modificare le regole del gioco sul filo di lana, da parte di una maggioranza che è guidata da un Presidente sospeso e dimissionario, è un golpe. E i golpe ci possono essere anche con una parvenza formale di regolarità ma da un punto di vista formale e istituzionale la maggioranza si appresta a compiere atti che definiamo gravissimi se non inqualificabili.

Ci rimettiamo, quindi, anche alla sua capacità di convincimento rispetto ad una maggioranza che forse vuole fare cose che sono effettivamente esagerate sotto il profilo della tenuta democratica e chiediamo ufficialmente l’inversione dell’ordine del giorno in modo che fatte le comunicazioni da parte sua delle dimissioni del presidente Scopelliti, eseguito il dibattito in cui ogni consigliere ha 5 minuti, mi pare, per dire la sua opinione Lei congederà il Consiglio regionale che sarà riconvocato per le questioni urgenti riguardanti il bilancio e gli obblighi che ha la Regione soprattutto verso i lavoratori.

Chiudo rimettendomi ancora una volta alla sua saggezza, Presidente.

Lei è il Presidente di tutto il consesso e non credo che non si renda conto della gravità della situazione e degli atti gravi, faccio il cattivo, faccio l’andreottiano, voglio pensar male in questo momento.

Mi rimetto alla sua saggezza e al suo ruolo affinché garantisca un confronto che sia realmente democratico. Tutti i partiti a livello nazionale e locale si sono trovati sempre d’accordo su un punto, che le regole sono insieme e soprattutto si scrivono in tempo utile, non si possono scrivere le regole quando il tempo è scaduto.

Comunque, sotto il profilo formale noi chiediamo l’inversione dell’ordine del giorno in modo che, dopo le comunicazioni e il breve dibattito, lei sia in condizione di congedare questo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Cercherò di essere il più sintetico possibile, anche se l’intervento del collega capogruppo del Partito Democratico mi spinge a fare qualche riflessione un po’ più ampia rispetto alle cose che ho ascoltato e che sono state ribadite in più di una circostanza, in occasione di più Conferenze dei capigruppo; credo che anche oggi sia l’occasione utile per la platea che sta assistendo a questi lavori dell’ultimo Consiglio regionale o, quantomeno, rispetto anche agli aspetti formali dell’ultima riunione del Consiglio regionale, anche perché c’è – io credo – la giusta attenzione mediatica da parte degli organi di informazione rispetto a questa consiliatura che si accinge a chiudere un poco prima della scadenza prevista – e vorrei ricordarlo anche per amore di verità – che chiude questa esperienza che, a parere nostro, a parere di questa maggioranza, ha determinato risultati importanti e positivi in questi quattro anni.

Evito, in questa sede, considerando che, appunto perché si tratta dell’ultima riunione di Consiglio regionale, sono ancora tanti i punti all’ordine del giorno che non possono non essere trattati, e lo voglio dire anche per tranquillizzare il collega capogruppo del Partito democratico in assoluta legittimità da parte di questo Consiglio regionale, anche perché credo che ci siamo caratterizzati, in questi quattro anni, per un attivismo concreto, per un attivismo fattivo, per un attivismo operativo che, sempre a nostro parere, ha reso possibile la realizzazione e l’assunzione di iniziative importanti.

Ho sentito parlare di certificazione fallimentare, ho sentito parlare anche nel corso di più Conferenze dei capigruppo di una sorta di traumatica fine di questa consiliatura, dettata anche da un fallimento di un’esperienza di maggioranza e di un’esperienza amministrativa. Ho sentito parlare anche questa sera, sorridendo, naturalmente – e non potevo fare diversamente – della necessità o della non necessità, dell’opportunità o della non opportunità di cambiare le regole al foto finish. Guardate, lo dico senza alcuna vis polemica nei confronti dei colleghi della minoranza, ma solo per un attimo mi viene in mente, collega Principe, quello che è stato fatto in occasione del varo di una finanziaria, quando la maggioranza di centro-sinistra governava la Regione Calabria – correva l’anno 2007 – e con un colpo di mano notturno, consigliere Principe, non solo vennero cambiate le regole, ma vennero accorpate le Asp nell’ambito del territorio regionale senza alcuna ratio e vennero anche soppressi – per modo di dire soppressi, perché poi abbiamo visto concretamente quello che si sarebbe dovuto realizzare e poi, invece, non si è realizzato – enti strumentali e importanti della Regione Calabria: solo per un attimo penso all’Afor, all’Arssa.

Così come, a proposito sempre di questo rispetto delle regole che fa parte, naturalmente, di una doppia morale alla quale siamo abituati – non la prendete a male se riferiamo queste cose – perché si è sempre buoni a dire le cose che non vanno, quando ritenete che le cose vengono fatte nell’ambito del campo avverso, salvo poi autoassolvervi ogni qualvolta ravvisate, invece, di procedere in spregio alle regole, così come, d’altra parte, è stato fatto anche precedentemente nel corso di diversi consiliature.

Lo voglio dire con onestà intellettuale che ha contraddistinto il comportamento del sottoscritto, ma dell’intera maggioranza a cui sono stato delegato in questa fine di legislatura a rappresentare le cose che sto per dire, perché probabilmente si fa finta di ignorare il perché finisce questa consiliatura: questa consiliatura finisce non perché sia accaduto qualcosa di dirompente e di traumatico all’interno di questo Consiglio regionale, ma perché, amici della minoranza – perché, nonostante tutto, continuo a considerarvi minoranza e non opposizione – a seguito degli effetti di una sentenza, non a seguito della sentenza che va a colpire un rappresentante democraticamente eletto dal popolo solo nei consessi regionali e non anche in altri consessi nazionali, provinciali o locali, si è ritenuto di sospendere dalla carica e dalle funzioni un Presidente democraticamente eletto che, al fine di impedire che ciò potesse accadere, ha ritenuto autonomamente di presentare le dimissioni come atto di altruismo e di generosità che non avrebbe dovuto assolutamente prevedere, perché non era assolutamente previsto.

Infatti – come sapete – la ratio della legge Severino prevede la sospensione dal ruolo, dalle funzioni e anche dalla carica – che io sostengo – nonostante questi pareri che sono arrivati nelle ultime ore, presidente Talarico, in contraddizione assoluta rispetto a quelli che sono stati i pareri espressi da organismi terzi costituiti, amici della minoranza, ad inizio di consiliatura e con l’apporto significativamente collaborativo da parte delle intere forze politiche presenti in Consiglio regionale, nonostante questo e nonostante questo parere reso – a dire il vero – non in maniera abbastanza chiara e palese, ma io credo – e lo dico anche sulla base di qualche mio, ahimè lontano, revival giurisprudenziale che appartiene alla mia storia lavorativa e professionale – reso non sulla base di motivazioni reali, ma sulla base più di una considerazione generale, Presidente e consiglieri, che io credo avrebbe potuto benissimo essere interpretato in maniera diversa; nonostante questo, appunto perché si tratta di un atto politico voluto dal presidente Scopelliti, la maggioranza che lo ha sostenuto in questi quattro anni, noi riteniamo di operosità, di laboriosità e anche di realizzazione di obiettivi, ha ritenuto di adeguarsi rispetto a quella che è stata un’assunzione di responsabilità politica nei confronti della Calabria ed abbiamo deciso di assecondare lo scioglimento del Consiglio regionale.

Anche noi – lo dico a beneficio della stampa e anche per eliminare tutte quelle dicerie che sono sorte in questo periodo di grande fibrillazione e di grande confusione – abbiamo deciso di accompagnare il percorso di scioglimento del Consiglio regionale ed è il motivo, caro Presidente, che noi confermiamo quello che in più riprese abbiamo sostenuto in occasione delle diverse conferenze dei capigruppo – Presidente, mi accingo a concludere, se non riesco a parlare, perché è già difficile poter dire qualcosa, se sento, però, qualche chiacchiericcio, preferisco evitare di continuare a parlare.

PRESIDENTE

Invito i colleghi a stare in silenzio.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Vado alla conclusione. Noi siamo assolutamente contrari a procedere all’inversione dell’ordine del giorno. Noi intendiamo, sulla base anche di quella che è la necessità di adeguare la legge elettorale alle modifiche dello Statuto che sono intervenute, procedere ad una rivisitazione della legge elettorale che – posso assicurare, Presidente – garantirà la rappresentatività nel prossimo Consiglio regionale delle intere forze politiche che parteciperanno alla competizione elettorale.

Chiedo pure, Presidente, a nome della maggioranza, che ancora prima che si proceda alla discussione del quarto punto all’ordine del giorno, la cui discussione determinerà di fatto la fine di questa consiliatura regionale, anche perché – lo vorrei dire pure ai colleghi della minoranza – non è prevista alcuna votazione rispetto al quarto punto all’ordine del giorno, io chiedo che quello che lei, Presidente, ha integrato con apposito ordine del giorno aggiuntivo, vale a dire una serie di provvedimenti legislativi e amministrativi che sono stati già licenziati favorevolmente dalle Commissioni, possano essere inseriti, subito dopo il punto della legge elettorale e ancora prima della trattazione del quarto punto all’ordine del giorno, sì da poter dare risposte concrete alla gente di Calabria, così come credo e ritengo siano state date nel corso di questi quattro anni.

Per questione pregiudiziale sulla legge elettorale

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Prendo atto dell’intervento del capogruppo del Nuovo Centro Destra, non entrerò nella discussione politica perché lo dovremo fare da qui a breve – spero – nel discutere il quarto punto all’ordine del giorno; invece, Presidente, le pongo, in maniera diretta, una questione pregiudiziale di procedibilità sul punto tre all’ordine del giorno, intanto perché vorremmo capire qual è il testo, la proposta di legge elettorale su cui si discute.

Presidente, se mi ascolta, è una questione troppo delicata, perché i golpe si possono fare anche in quest’Aula e certamente non saremo noi complici di un golpe.

Sulla legge elettorale pongo già una pregiudiziale di procedibilità, per due ordini di motivi: uno, perché non è chiaro qual è il testo che sarà discusso a fronte di tre testi contraddittori e che presentano profili precisi di incostituzionalità; secondo, il parere che da consigliere regionale mi sono premurato di chiedere  – cosa che doveva essere fatta da altri organi di questo Consiglio all’Ufficio legislativo che lo ha rilasciato in maniera precisa, indicando tutti i profili di violazione rispetto alla normativa nazionale, rispetto anche allo Statuto ancorché modificato e rispetto agli articoli 3, 122 e 123 della Costituzione.

Pertanto, Presidente, credo che nessuna legge elettorale possa essere oggi sicuramente discussa e approvata da quest’Aula, certamente non i testi che sono stati prima presentati alla prima Commissione consiliare e poi anche inopinatamente revocati, facendo venire meno anche la stessa seduta di Commissione che avrebbe avuto, in quella occasione, modo di valutare l’eventuale coerenza con la norma superiore e con la Costituzione.

Pertanto, Presidente, le pongo questo problema e le chiedo di risponderci. Mi riservo di intervenire nel merito, se dovesse proseguire questa discussione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Presidente, anch’io ero sollecitato a chiedere il rinvio oppure l’inversione della discussione su questo punto all’ordine del giorno, che è la legge elettorale, per opportunità politica, perché fra l’altro stiamo navigando veramente al buio, non sappiamo che tipo di discussione fare sulla legge elettorale. Sono soprattutto intervenuto dopo il consigliere Giordano perché se c’è questa pregiudiziale di costituzionalità della legge, sarebbe molto saggio, onde evitare ritorni o bocciature o ricorsi del Governo, lasciare in essere la legge regionale esistente e tentare, ognuno di noi, di fare passi indietro anche rispetto agli emendamenti proposti, ed andare alle prossime elezioni regionali con il sistema vigente.

Per questo credo che vada accolta anche la pregiudiziale del consigliere Giordano e se è negativa la decisione di richiesta di non procedere all’approvazione della legge elettorale, chiedo almeno di  farci sapere qual è il testo base su cui dobbiamo affrontare la discussione per l’approvazione della legge elettorale, per avere il tempo di leggere le carte definitivamente, non una, due, tre, cinque, sei, sette versioni.

Il Presidente non ci ascolta. Questo nostro è un Consiglio un po’ catartico, perché non sappiamo cosa succederà da qui a qualche settimana, qualche mese rispetto alle sorti della politica in Calabria, ma comunque credo che noi dovremo tentare fino alla fine, con saggezza e senza usare … Consigliere Chiappetta, oggi venire qui anche dopo il voto elettorale e dire che il presidente Scopelliti è stato l’uomo del coraggio e delle dimissioni è un po’ ridicolo, perché credo che il voto che voi stessi avete espresso verso Scopelliti non sia così esaltante per come viene dipinto qui dentro; anche di là, da voi, c’è il giudizio sul caos che la sua presenza ha creato in Calabria, sul caos politico nella fase in cui governava, sul caos che è successo in questi giorni e in questi mesi.

Quindi, noi cominciamo ad introdurre ragionamenti che poi fanno male, perché si era voluto utilizzare l’istituto delle dimissioni per avere qualche voto in più e, per fortuna, la Calabria ha votato un po’ in meno, quindi, grazie al giudizio elettorale, abbiamo riparato ad un danno. Comunque, venire qui dentro a dire che ci sono questi eroi che ci hanno portato a questo livello e che questi eroi li dobbiamo anche ringraziare, è un po’ eccessivo!

PRESIDENTE

Consigliere Guagliardi, ha concluso il suo intervento?

(Interruzione)

No, l’ascolto, non c’è bisogno di guardarla.

(Interruzione del consigliere Guagliardi)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giamborino. Ne ha facoltà.

GIAMBORINO Pietro (PD)

Signor Presidente, intervengo per affermare soltanto in linea di principio quanto segue: contrariamente a quello che ha tentato di postulare con il suo dire il consigliere Chiappetta, questa legislatura, comunque andrà a finire, sarà un insuccesso sancito dalle azioni amministrative, dalle azioni politiche e dalle azioni sociali che hanno travagliato questa maggioranza, ma nella sostanza e nel nocciolo della seduta, ultima o penultima che sia, intervengo per denunciare, signor Presidente, alla sua disattenta attenzione, che la legge elettorale che vi accingete ad approvare spoglia di dignità le due più antiche città della Calabria, Vibo, per l’appunto, e Crotone.

Intervengo per denunciare e per far rimanere comunque agli atti del Consiglio, signor Presidente, come i consiglieri regionali … e mi dispiace soprattutto per la conclamata e riconosciuta, almeno da parte mia, onestà intellettuale ed esperienza amministrativa del collega e soprattutto amico Gaetano Bruni, che con il suo assenso sta per permettere il ritorno alla sudditanza politica catanzarese. Nessuna critica da muovere né agli amici catanzaresi né alla nobile città di Catanzaro, però nei fatti si ritorna a vent’anni fa, quando Crotone e Vibo Valentia venivano elevate al rango costituzionale di Province d’Italia e della Calabria.

Sono assai preoccupato, perché è chiaro che bisognava mettere mano alla legge elettorale dopo l’errore che la sua Presidenza, la maggioranza e l’Esecutivo hanno consumato a danno della Calabria e dei calabresi. Cosa intendo dire? Ma vi pare giusto, non in punta di diritto, in punta di giustizia, che la Calabria, alla quale mancano a malapena qualche decina di migliaia di cittadini per arrivare a 2 milioni, debba avere la rappresentanza che ha un’altra regione con a malapena 1 milione di cittadini?! Bastava fare soltanto alcuni atti – mi si dice – per salvare i 40 consiglieri regionali e per lasciare la Calabria allo stesso livello di altre Regioni. Ci sono una serie di cose che stridono e che gridano giustizia.

Lo so che qui, in quest’Aula, come nella maggior parte delle aule, non c’è la forza della ragione o non viene considerata, ma la forza dei numeri, ed anche in base a questo, lei sta per consumare un’ingiustizia per quello che dicevamo prima.

Indipendentemente dalla strada che sceglierà il mio partito, il Partito democratico – non me ne voglia nessuno – cercherò di oppormi e di seguire la direzione che indicava il consigliere Giordano, cioè nel sottolineare il profilo incostituzionale di questa proposta di legge che vede accorpate Vibo e Crotone – ripeto – a Catanzaro. Non si capisce il perché dell’utilità e, anche se qualcuno dovesse intravedere utilità politica, partitica, personale, io sono qui per denunciare l’annullamento dell’elevazione, della restituzione della dignità ai vibonesi e ai crotonesi.

Si poteva – e mi avvio alla conclusione – usare questo spazio di tempo, che comunque rimane ed è inutile far finta di non capire che andremo alle urne prima, ma non prima di novembre, – che poteva servire alla giusta fermentazione di una legge elettorale rispettosa ed ossequiosa di tutti i cittadini calabresi. Si fa qui, invece, un atto di forza, si continua a sbagliare, non si riesce a coinvolgere la minoranza o comunque l’altra parte politica nemmeno sulle regole del gioco; si sceglie l’arbitro, senza designarlo, la maggioranza e quant’altro. E qualcuno, signor Presidente, probabilmente anche dell’opposizione, le fa gioco, nel consumare questa cosa che non la ritengo degna della massima Assise calabrese.

Ripeto, non potremo fare altro, signor Presidente, ma si ricordi che la politica, anche quella di denuncia, si può fare anche al di fuori dell’Aula consiliare, cioè i cittadini possono opporsi a questa iniziativa capestro del Consiglio e ci sono le strade, le vie sulle quali incamminarsi per continuare l’azione di denuncia. Per adesso, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha facoltà.

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

Intervengo brevemente con qualche difficoltà, a dire la verità, perché ritengo che dall’opposizione non possa venire, in questo momento, una sorta quasi di privilegio nel raccontarci una realtà che, forse, in quattro anni io non ho ascoltato oppure l’ho ascoltata in maniera diversa da come state cercando di presentarla questa sera; a parte, Presidente, la confusione con cui procediamo perché è la prima volta che accade che durante una votazione si interrompa per intervenire su un punto, quando abbiamo già votato! Allora, da questo punto di vista, dobbiamo ritoccare la legge elettorale.

Credo che la pratica del ritocco alla legge elettorale avrebbe dovuto essere supportata da pareri autorevoli, e questo non c’è. Io non posso assumermi questa sera una responsabilità che può peccare di incostituzionalità nel momento in cui la proposta di legge che riforma la legge elettorale non è supportata, corredata da pareri autorevoli che mi dicono di andare in una direzione o in un’altra.

Allora, non lo so, riflettiamo, sospendiamo ulteriormente, valutiamo se è il caso di procedere o meno. Voglio dire un’ultima cosa, perché, visto e considerato che questa legislatura è ormai alla conclusione, i toni roboanti da comizio eventualmente possiamo conservarli per la prossima campagna elettorale, perché credo che responsabilità ce ne siano anche da parte dell’opposizione, che non ha mai recitato in quest’Aula il ruolo che, forse, gli era dovuto.

Voglio dire qualcosa anche per quanto riguarda la maggioranza. Ho avuto modo di intervenire in quest’Aula altre volte. Le dimissioni del presidente Scopelliti non sono state assolutamente un gesto di coraggio; è stato un grande gesto di irresponsabilità, perché non ha tenuto conto dello stato in cui versavano determinate situazioni e del fatto che il procedere della legislatura – non per conservare il posticino al consigliere fino a marzo – poteva metterci in condizioni di esaminare determinate problematiche e, molto probabilmente, individuarne la soluzione.

Ecco perché la mancanza di responsabilità. Non aveva nessun senso, sapevamo che sarebbe intervenuta la sospensione. Questa legislatura poteva arrivare alla conclusione – ma lo ripeto a me stesso, non a voi, non al Consiglio – non per cercare di conservare o di prolungare l’agonia fino a marzo, ma per un senso di grande responsabilità, di un senso di grande attaccamento che, forse, avremmo dovuto avere tutti allo spirare di questa legislatura nei confronti della Calabria e dei calabresi, perché tante questioni …

Mi meraviglio che ancora qualcuno … forse avrebbe già dovuto da tempo rassegnare le dimissioni per alcuni problemi che non sono stati risolti ed io mi sento amareggiato, cari colleghi, nel momento in cui non sono in grado di dare spiegazioni ai calabresi: mi riferisco principalmente per quanto riguarda i rifiuti – lo diciamo con chiarezza – non è possibile che da qui a qualche tempo possa avvenire che grosse quantità di rifiuti restino per le nostre strade. E’ assurdo, perché la gente verrà a prenderci a casa sia che abbiamo responsabilità diretta sia che non l’abbiamo, verrà a prenderci con giusta ragione con i forconi! Questa è la realtà vera.

Allora, nel momento in cui non abbiamo saputo dare risposte, perché risposte non ne abbiamo date, abbiamo dato tante risposte in tanti settori, ma ci sono rimasti settori nevralgici che aspettavano doverosamente delle risposte e queste risposte non ci sono state; è mancata una progettualità che ci mettesse in condizioni di capire in che direzione volevamo andare e che cosa volevamo indicare per la soluzione di quei problemi. Questo, purtroppo, non c’è stato e questo mi amareggia e mi rattrista principalmente perché, di fronte a determinate situazioni, oggi dire che è stato un gesto di grande coraggio, onestamente, non me la sento.

E’ stato un gesto di grande irresponsabilità politica ed amministrativa!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Non mi dilungherei sulle valutazioni svolte anche dagli altri consiglieri, visto che la discussione sul  successivo punto all’ordine del giorno, eventualmente, può essere la sede più appropriata nella quale effettuare queste valutazioni, però mi sembra veramente strano che si possa andare avanti nella discussione sulla legge elettorale dopo quanto ha detto il consigliere Giordano, perché se un’Assemblea legislativa ha un senso, è tale perché rispetta innanzitutto le norme fondamentali che regolano il nostro ordinamento giuridico. Penso che questa sia una premessa che non possa essere assolutamente messa in discussione. 

Il consigliere Giordano ha messo in evidenza alcuni aspetti di legittimità che precludono assolutamente una ulteriore discussione. È inutile anche entrare nel merito delle giuste considerazioni politiche che il consigliere Principe ha svolto, perché il Servizio legislativo del Consiglio regionale –  quindi non un avversario politico oppure una fonte esterna al Consiglio –  ha messo in evidenza come ci siano degli argomenti di natura giuridica insuperabili circa la modifica della legge elettorale, e questo chiaramente oltre all’opportunità e alle valutazioni di merito che possono essere effettuate sul piano politico. La soluzione prospettata dei tre collegi elettorali si scontra con una previsione normativa circa il dimensionamento dei collegi alle Province, ed anche le altre due soluzioni proposte registrano una serie di contestazioni e di osservazioni che è inutile ribadire, perché sono sul sito e agli atti della Regione e della Commissione.

Ritengo, quindi, che nessun consigliere sano di mente, correttamente, possa procedere a votare dei provvedimenti che non hanno il barlume del diritto.

Peraltro, Presidente, mi consenta di dire –  chiaramente non è una sua responsabilità, perché lei si è limitato a proporre esclusivamente quella che era la sintesi delle idee nate all’interno della maggioranza –  ma il fatto che questo Consiglio regionale sia chiamato anche nell’ultima seduta, almeno ordinaria e quindi a legislatura sostanzialmente terminata, a discutere di legge elettorale con tre proposte di legge, sembra veramente uno di quei quiz televisivi nei quali il concorrente è di fronte alla possibilità di scegliere circa la busta 1, la busta 2 e la busta 3. Normalmente, in questi casi, c’è sempre la sorpresa, che può essere una sorpresa positiva, ma visto come si stanno conducendo le cose, nel caso della Calabria non può che essere una sorpresa negativa!

Quindi, inviterei – come è stato fatto fino ad ora dagli altri consiglieri, anche alla luce delle considerazioni svolte dai consiglieri di maggioranza, da alcuni di essi almeno – a decidere di mantenere la legge elettorale così com’è.

Noi del Partito democratico abbiamo proposto un emendamento circa il voto di genere che  riteniamo sia non soltanto un passo avanti, ma anche un adeguamento a quello che è un percorso complessivo di integrazione, di partecipazione del voto femminile e della rappresentanza femminile; d’altra parte, se ci guardiamo in faccia, tranne le colleghe Albano e Tilde Minasi, non c’è una rappresentanza paritaria o almeno significativa delle donne in Consiglio regionale.

Quindi, credo che, oggettivamente, chi vuole andare avanti si esponga ad un ricorso che, chiaramente, non potrà che determinare l’illegittimità delle norme che sono in discussione, oltre che l’inopportunità e la gravità di tali scelte anche sul piano politico.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

DE GAETANO Antonino (PD)

Signor Presidente, credo che dobbiamo stare molto attenti, perché quando si votano le cose di fretta, di solito si fanno sempre errori, e noi, oggi, non ci possiamo permettere il lusso di fare errori nell’approvare la legge elettorale.

Lo diceva il consigliere Guagliardi, mi pare – credo che sia un fatto inusuale che si presentino tre proposte di legge e non ci sia un testo base, perché quando una proposta di legge arriva in Consiglio regionale, deve esserci il testo base. Questo è uno dei princìpi cardine di tutti i Parlamenti nazionali o regionali del mondo. Invece qua, oggi, sono state presentate tre leggi elettorali diverse! Questa è una cosa che non è veramente mai accaduta.

Quindi, credo, Presidente, che dovremmo sospendere l’esame, portare in Aula, intanto, un testo base sul quale presentare gli emendamenti. Su che cosa presento gli emendamenti, su quale testo, che non ce n’è uno, ma ce ne sono tre! Questo è un aspetto che riguarda il Regolamento e su questo gli uffici devono intervenire, non è possibile che si vada avanti in questa maniera! C’era un accordo e nella precedente Conferenza dei capigruppo si era stabilita la predisposizione di un testo base: non è stata applicata questa decisione.

Secondo aspetto: c’è un parere dell’Ufficio legislativo che dice chiaramente che il testo prevedendo tre circoscrizioni elettorali non è – secondo questo parere – legittimo. Noi corriamo il rischio, se approviamo una legge elettorale di questa fattispecie, che, nella migliore delle ipotesi, il Governo nazionale la impugni, quindi, la legge sarà eliminata; nella peggiore delle ipotesi, potrà accadere che si voti, che un qualsiasi cittadino calabrese faccia ricorso e si annullino le elezioni.

Vogliamo correre questo rischio, colleghi? E facciamo l’interesse dei calabresi?! Volete spendere doppiamente i soldi dei calabresi, con due elezioni a tre mesi di distanza, come è avvenuto in Molise e in altre Regioni italiane?! Io e il Partito democratico questo rischio non lo vogliamo correre. Io sono per fare cose legittime, come sempre, in quest’Aula.

Allora, se c’è un parere negativo su quella legge, la legge va cassata, non va presentato quel testo. Per cui credo che vadano mantenute le cinque circoscrizioni elettorali, altrimenti corriamo il rischio che la legge venga cassata e di avere un ricorso che annulli le elezioni da qui ad un paio di mesi.

L’ultimo aspetto – lo affrontava già il consigliere Naccari Carlizzi – visto che si modifica la legge elettorale, io credo che sia opportuno introdurre la preferenza di genere, come è previsto nelle leggi elettorali di quasi tutte le Regioni italiane, come si è votato ultimamente nei Comuni italiani.

Considerato che va migliorata la legge elettorale vigente, si può fare un ragionamento, è ragionevole  approvare questo emendamento che può essere un punto positivo in un momento di difficoltà della politica in generale, può ridare speranza e fiducia ai cittadini calabresi.

Quindi, chiedo al Presidente del Consiglio di fare un’attenta analisi e riflessione, per evitare di approvare provvedimenti legislativi che siano nulli. Evitiamo questo rischio, colleghi, ragioniamo fino in fondo, altrimenti voteremo in maniera contraria e cercheremo in quest’Aula di approvare leggi prive dei crismi della costituzionalità.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Adamo …

(Interruzione)

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Posso? Presidente, in quest’Aula sono state poste delle questioni di carattere tecnico, di incostituzionalità che ci sorprendono, atteso che questa proposta di legge era stata già presentata da tempo. Allora, per poter approfondire il problema almeno qualche minuto, chiedo una sospensione dei lavori di un quarto d’ora.

PRESIDENTE

Sì, però io volevo fare completare il dibattito.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Oppure completiamo il dibattito e poi sospendiamo.

PRESIDENTE

Se ho inserito questi punti all’ordine del giorno su emendamenti siglati è perché tutte e tre le proposte di legge sono state vagliate dalla Segreteria generale. Se non avessi avuto il “via” degli uffici amministrativi non avrei inserito queste tre proposte all’ordine del giorno.

Aggiungo che tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza erano a conoscenza di queste tre proposte di legge.

(Interruzione)

La conoscenza, nel senso che, invece di procedere …

(Interruzione)

Non ho detto che …

(Interruzioni)

Detto questo, la Commissione non è stata convocata perché, per volontà dei capigruppo, la proposta di legge è rimasta lì.

Allora, si può anche non condividere una proposta di legge, ma poiché io devo garantire la funzionalità dell’Assemblea, se questa proposta di legge avrà 26 voti, sarà approvata, se non avrà i voti necessari, non sarà approvata. Quindi, la minoranza deve prendere atto anche della democrazia che ci deve essere su determinati argomenti, senza tirare in ballo …

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, ma qua si è sollevato un problema di costituzionalità.

PRESIDENTE

Non tiriamo in ballo argomenti pretestuosi che servono solo ed esclusivamente a non condividere un progetto del genere.

Siccome siamo noi che approviamo le leggi e le nostre leggi vanno sempre e comunque al vaglio del Governo, questo fatto deve tranquillizzare tutti, perché se noi qui approviamo una norma che sia in contrasto con la Costituzione o con le leggi nazionali, questa norma verrà bocciata da parte del Governo, senza che voi anticipiate qualsiasi tipo di ragionamento. Uno può condividere o non condividere, però non consento a nessuno di fare il costituzionalista perché, delle volte, ci sono pareri che non vengono considerati da parte della minoranza; ad esempio, il parere sullo scioglimento, nonostante sia stato espresso dal Collegio dei consulenti giuridici, un organismo tecnico in cui sono rappresentate maggioranza e minoranza, mi è sembrato di non ascoltare parole positive da parte della minoranza. Oggi, si discute su un parere che è venuto fuori dal Servizio legislativo non si sa come e perché, poi me lo devono spiegare com’è venuto fuori questo parere, sarà stato chiesto a titolo personale da parte di qualcuno dei consiglieri.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, è sempre un dirigente del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Allora diventa ufficialità assoluta rispetto a questo argomento!?

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, questo è un parere ufficiale, richiesto per le vie ufficiali e rilasciato per le vie ufficiali.

PRESIDENTE

L’avrà chiesto lei, consigliere Giordano, personalmente.

(Interruzione)

Ah, ho capito.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

L’ho chiesto io perché sono responsabile nei confronti della Calabria e dei calabresi, a differenza di altri, perché questo Consiglio non si può macchiare di una norma che è viziata e che, rischiando l’impugnativa, mette a repentaglio anche il processo delle future elezioni.

PRESIDENTE

Ma lei a quale titolo chiede i pareri? Lei li può chiedere a un suo consulente giuridico i pareri, non li può chiedere agli uffici della Regione Calabria, quindi assolutamente! I pareri li chiedono gli organismi: lei non è un organo della Regione, lo può chiedere la Conferenza dei capigruppo, lo può chiedere il Presidente del Consiglio, lo può chiedere l’Ufficio di Presidenza; il singolo consigliere, se vuole un parere, va da un suo consulente di fiducia e se lo fa dare. Ci siamo? Questa è democrazia e anche rispetto delle istituzioni.

Detto questo, io completerei il dibattito. Dopodiché, siccome sento dalla maggioranza anche la richiesta di sospensione, finito il dibattito generale, ci fermiamo dieci minuti, approfondiamo dal punto di vista tecnico tutte queste questioni, poi ritorniamo in Aula con le idee chiare. Finito questo, proseguiamo il dibattito.

(Interruzione)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

PRINCIPE Sandro (PD)

Presidente, noi stiamo discutendo la richiesta del gruppo del Pd e della minoranza di inversione dell’ordine del giorno. Quindi non è la discussione generale, è lei che ha consentito a chi è intervenuto di parlare dello scibile umano! Noi, intanto, stiamo discutendo se bisogna modificare l’ordine del giorno con l’inversione, e le annuncio, a proposito, che chiedo il voto per appello nominale, perché procrastinare questa legislatura è un atto terribile ed ognuno si deve assumere la propria responsabilità, compreso lei che presiede questo Consiglio.

PRESIDENTE

Dall’intervento del consigliere Chiappetta, mi è sembrato che la maggioranza abbia espresso contrarietà rispetto alla richiesta del consigliere Principe. Detto questo, il consigliere Principe ha chiesto la votazione per appello nominale dell’inversione dell’ordine del giorno, quindi dobbiamo, prima di proseguire la discussione che abbiamo fatto, procedere al voto per appello nominale.

ADAMO Nicola (PD)

Presidente, lei sta procedendo alla votazione?

PRESIDENTE

Sì.

ADAMO Nicola (PD)

Quindi abbiamo interrotto…

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

…finitela di strumentalizzare!

ADAMO Nicola (PD)

Abbiamo interrotto quella che era già la previsione…

PRESIDENTE

Le do dopo la parola. Vuole intervenire adesso?

ADAMO Nicola (PD)

Intervengo dopo su che cosa?!

(Interruzione)

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Presidente, un momento, volevo prima capire, perché non riesco più a capire: si stava parlando della legge elettorale? No, prima mentre discutevamo della legge elettorale, quindi stavamo già discutendo della legge elettorale. Che c’entra l’inversione dell’ordine del giorno mentre si discuteva un altro argomento? E’ una mozione d’ordine? Per capire io, sempre.

PRESIDENTE

Il consigliere Principe prima nel suo intervento ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Chiedo scusa, Presidente, se insisto. Ma si stava già parlando della legge elettorale o non si stava parlando.

PRESIDENTE

Ci sono stati interventi che sono entrati nel merito.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Credo allora che sia inopportuno. Finiamo l’esame della legge elettorale e poi metteremo ai voti quello che ha chiesto il collega Principe, fermo rimanendo che non abbiamo problemi.

PRESIDENTE

Procediamo con la votazione per appello nominale perché il consigliere Principe chiede l’inversione dell’ordine del giorno per trattare subito le dimissioni del Presidente della Giunta.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione sulla richiesta dell’onorevole Principe di inversione dell’ordine del giorno: presenti e votanti 48; hanno risposto sì, 19; hanno risposto no, 19; astenuti 1.

Pertanto la proposta di inversione è respinta.

(Hanno risposto si i consiglieri: Adamo, Amato, Bova, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Loiero, Magarò, Maiolo, Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo, Sulla, Talarico D., Tripodi;

hanno risposto no i consiglieri: Albano, Bruni, Bulzomì, Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magno, Minasi, Mirabelli, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi;

si è astenuto il consigliere Chizzoniti)

(E’ respinta)

Per discussione generale ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

ADAMO Nicola (PD)

Presidente, non insisto, avrei preferito intervenire prima della votazione per affermare sostanzialmente che la proposta del consigliere Principe, per la quale ho votato a favore, si limitava alla richiesta di inversione.

Per quanto mi riguarda penso, invece, di intervenire per chiedere a quest’Aula e alla sua responsabilità la soppressione di questo punto all’ordine del giorno.

Signor Presidente del Consiglio, lei si sta assumendo la responsabilità nel giorno che deve decretare lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale, quindi nel giorno in cui si decreta un atto assai traumatico per la vita democratica di questa Regione perché non ha precedenti nella storia del regionalismo calabrese, si appresta ad approvare una legge che cambia le regole del gioco.

State facendo un colpo di mano. E’ un colpo di mano per due ragioni quello che vi apprestate a fare se non cambiate idea. La prima ragione è sulla dubbia legittimità di procedere.

Penso che la data cui si fa riferimento per quanto riguarda la decorrenza dei termini di tutta la procedura inerente lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale non sia quella odierna ma ritengo che sia la data di protocollo delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale.

Con il suo atto, che non è commentabile né generoso né irresponsabile, il Presidente della Giunta regionale anche se indotto da una sentenza fa una scelta che nulla ha a che vedere con quella sentenza. Manifesta in maniera unilaterale e autonoma la propria volontà di cessare non dalla funzione ma dalla carica e quella norma è espressamente prevista nel nostro Statuto e nella nostra legislazione regionale oltre che essere norma costituzionale del nostro Paese, non è interpretabile.

Considero sicuramente un fatto di estrema diligenza la richiesta di un parere ai Ministeri degli affari regionali e dell’interno ma trovo poco gradevole il fatto che la Presidenza del Consiglio non abbia avuto la forza di interpretare quell’atto e quella legge perché non si tratta di una legge qualsiasi.

Certo, il parere poteva essere motivato anche dalle ragioni che ha detto il consigliere Chiappetta e a quelle ragioni andava fatto riferimento.

Se ci stanno dei precedenti che costituiscono giurisprudenza e quindi dei casi in cui la sospensione per sentenza di un organismo extra giurisdizionale è considerato un atto dominante sulla scelta volontaria delle dimissioni, andavano citati questi casi e andavano assunti come riferimento per motivare un altro tipo di percorso.

Passi tutto questo ma mi pare che stasera stiamo convenendo sul fatto che la legislatura per questa ragione sia conclusa, ma dal fatto che si passa dalla conclusione ormai inevitabile, dal considerare finita e conclusa la legislatura, al fatto che prima di decretare con una informativa – si dice stasera – in quest’Aula il formale congedo di questi consiglieri e quindi di questo Consiglio ad approvare una legge che cambia le regole elettorali, ce ne vuole.

Non è che fate una legge ordinaria. Intanto sopprimete due circoscrizioni ma, badate, secondo voi non avrà un effetto, una ricaduta sui territori che in quest’Aula sono venuti minacciandone l’occupazione, quando il Governo ha soltanto ipotizzato un decreto di sospensione delle identità provinciali? Secondo voi la gente, le popolazioni di Crotone e di Vibo Valentia si ribellano quando il Governo  per razionalizzare il sistema istituzionale propone la soppressione delle Province - che poi non è avvenuta – e non si ribellano quando si vedono sottratta la possibilità di rappresentare in maniera certa ed inconfutabile l’attribuzione di una rappresentanza istituzionale di questo Consiglio regionale?

E’ chiaro che non finisce qua. Il Consiglio se procede su questo punto si va ad assumere una seria responsabilità perché nei prossimi giorni ci sarà sicuramente una sollecitazione di prese di posizioni e movimenti che non faranno affermare la credibilità e la buona immagine di questa istituzione regionale.

Per quanto mi riguarda, rispetto a quel che posso e a quel che conto io, sarò uno tra i sollecitatori di questo movimento. Mi metterò alla testa perché non si può, in virtù di calcoli politici elettoralistici fatti nelle ore immediatamente precedenti la consultazione elettorale, sacrificare quello che è un principio, ormai, di rappresentanza democratica.

Parliamoci chiaro: si sta facendo un atto di riforma del sistema politico calabrese con questo provvedimento perché di fronte alla crisi del sistema politico calabrese, di fronte alla crisi della forma organizzata dei partiti si cerca di ricondurre nell’ambito di un territorio – quello dell’area centrale della Calabria o della vecchia provincia di Catanzaro – una concentrazione del potere decisionale rispetto alla formazione delle liste e all’attribuzione delle candidature.

Un rappresentante di Vibo Valentia o di Crotone realisticamente, per quanto non si possa affermare matematicamente ma politicamente lo si potrà dire, può essere tale solo se viene votato a Catanzaro o nelle altre province.

O è espressione di una dimensione extraterritoriale, il candidato della provincia di Crotone e di Vibo Valentia, oppure non ha ragione di competere per essere eletto in quella provincia.

Del resto noi abbiamo avuto esperienza storica della circoscrizione prima della riforma delle 5 province. Se andiamo a leggere i nomi degli eletti in quelle legislature vedrete che ci possono anche stare gli eletti di Vibo Valentia e di Crotone ma sono figure che non sono cittadini che hanno espresso il loro diritto all’elettorato passivo in quella campagna elettorale, ma sono cittadini che interpretavano una rappresentanza e una storia di quei territori che esprimevano attraverso i partiti di massa organizzati quando questi avevano dei forti insediamenti sociali e popolari con gruppi dirigenti che avevano una visibilità che andavano ben oltre il locale.

Non è pensabile che oggi tutto questo possa accadere. La seconda ragione per cui si obietta a questa norma è quella della incostituzionalità, al di là di dove proviene questo parere, Presidente, per la polemica che ha fatto col collega Giordano abbiamo un pronunciamento, comunque ufficiale del Servizio legislativo del Consiglio regionale che ci sancisce la incostituzionalità di questa norma.

Trovo abbastanza curioso che i colleghi vadano a legiferare pur sapendo che il Servizio legislativo di questa Istituzione ha già manifestato il proprio parere di incostituzionalità della norma. Voi siete consapevoli: chi la vota questa norma? E inconsapevoli di votare una norma incostituzionale e non è un buon biglietto da visita per un consigliere regionale che dopo 5 anni quasi di esperienza di promozione e produzione legislativa alla fine, a conclusione di questa consiliatura nell’ultima seduta presta il suo voto per votare una norma che già si conosce essere incostituzionale.

Non c’è solo questa questione. Non se ne è parlato e vorrei che se ne parlasse di più ma sicuramente lo faremo quando arriveremo al punto: in questa legge voi state modificando un dato costitutivo e identitario di tutto l’armamentario che ha motivato l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale.

Badate: state facendo divenire prevalente il voto sul consigliere regionale, l’espressione del voto verso il consigliere regionale, l’espressione del voto verso la lista e quindi anche la coalizione rispetto al voto che si deve esprimere sulla scelta del candidato Presidente della Giunta regionale.

Cioè nei fatti voi, attraverso questa scelta, per quanto costituzionale e legittima, – mi rendo conto –cosa state facendo? State sottraendo al cittadino calabrese la possibilità di poter esprimere un duplice mandato: il mandato che si affida al Presidente della Giunta regionale, quindi la scelta del cittadino rivolta all’elezione del Presidente della Giunta regionale e il mandato da assegnare al consigliere regionale e quindi al Consiglio regionale.

Cioè in qualche modo depotenziate l’elezione diretta del Presidente della Giunta facendo diventare prevalente il voto sul Consiglio e nemmeno sul Consiglio ma su una parte del Consiglio, sulla coalizione perché proponete il voto congiunto. Vale a dire che il cittadino che vota per l’espressione del candidato consigliere, del candidato al Consiglio regionale, può anche non votare il Presidente della Giunta perché quel voto va automaticamente assegnato al candidato Presidente della Giunta.

Non c’è, cioè, l’espressione della libera scelta del voto cioè quella di poter mettere in condizione il cittadino elettore di dover esprimere due voti: uno per l’elezione del Presidente l’altro per quanto riguarda il Consiglio regionale.

In qualche modo - dico in qualche modo perché mi rendo conto che c’è una lieve forzatura nel mio ragionamento - si mette in discussione il principio che oggi stiamo applicando “simul stabunt simul cadent”. Cioè in che senso? Nel senso che non c’è ragione di avere questo principio. Il simul stabunt simul cadent dal momento che non abbiamo due parti, non abbiamo l’espressione di due livelli, abbiamo un’unica espressione nel momento del voto che è quello della scelta del consigliere regionale perché in automatico si va sul Presidente.

Tutto questo avviene solo in Calabria e lo facciamo oggi. Cioè noi rischiamo che tutta l’Italia domani ci guardi, che guardi alla nostra regione e tutta l’Italia osserva che mentre noi sciogliamo il Consiglio regionale per le dimissioni volontarie del Presidente della Giunta regionale, al tempo stesso diciamo “fermi tutti, da oggi in avanti si vota solo per il Consiglio, per il Presidente della Giunta questo diritto viene ad essere sottratto”.

Penso che non sia dal punto di vista dello spirito e del senso istituzionale una scelta saggia. E non lo è nemmeno per la esposizione, per il fatto che questa scelta si espone ad un rischio serio di strumentalità.

Probabilmente c’è qualcuno che pensa, perché altrimenti non ci sarebbe ragione, che attraverso questa modifica ed introducendo quindi il voto congiunto si possa in qualche modo realizzare il tentativo di fermare un’onda che è quella che avrebbe un duplice significato.

La prima onda: è chiaro che di fronte alla crisi della rappresentanza dell’attuale sistema politico in Calabria e in Italia e con la scelta dell’elezione diretta del Presidente della Giunta, come dire?, il cittadino elettore ci tiene a scegliersi il suo Presidente della Giunta e non ci sono ragioni di critiche ai trasversalismi, a fatti etici o immorali. Il cittadino nelle sue mani ha due voti: il voto per l’elezione diretta del Presidente della Giunta e il voto per il suo consigliere. Questo diritto gli viene negato.

Ritornare indietro oggi dopo ormai una consuetudine nel rapporto tra il cittadino e il voto alle regionali impostato così e che ormai risale ad un bel po’ di anni è un po’ forte.

La seconda onda qual è? Le elezioni europee l’hanno dimostrata: voi cercate di mettere una gabbia a ciò che la gabbia non può contenere. Se pensate con questa modifica alla legge elettorale di dare il voto congiunto e di ingabbiare le cosiddette coalizioni, il voto e l’opzione elettorale del cittadino dentro l’opzione della coalizione vi sbagliate perché sollecitate o al non voto, e quindi alla disaffezione al voto, o, addirittura, sollecitate i pronunciamenti del cittadino che sceglie quello che ritiene più in grado di dirigere la Regione contro l’espressione della volontà politica che si può riferire ai partiti.

Quando il cittadino è consapevole che è privato da questo voto non so se alla fine diventi prevalente la scelta del Governatore nel voto del cittadino, rinunciando alla scelta del consigliere regionale o viceversa.

Perché creare questa difficoltà? Questa condizione di innaturalità? E’ per questa ragione di merito che chiedo di non procedere al voto di questa legge.

L’ultima, ma è la prioritaria. Qualcuno lo ha ricordato, mi pare il collega Chiappetta o qualche altro collega, che anche una maggioranza di centro-sinistra alla guida del Paese ha cambiato a maggioranza le regole del gioco nel Parlamento della Repubblica italiana ma non l’ha fatto, certo, mai nessuno l’ultimo giorno della legislatura.

L’ultimo giorno della legislatura, ripeto, sa di essere un vero e proprio colpo di mano. Se non si concordano in queste circostanze…

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Consigliere Adamo, le ricordo…

ADAMO Nicola (PD)

…tra maggioranza e minoranza o almeno garantirsi una maggioranza qualificata quando è…

PRESIDENTE

Consigliere Adamo, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

ADAMO Nicola (PD)

Ho finito e la ringrazio. Per queste ragioni non solo chiedo la soppressione di questo punto all’ordine del giorno e di non procedere ma ritengo di dover responsabilmente dire che se questo Consiglio approva questa legge da domani in Calabria si rischia di aprire un’altra pagina che non può non essere una pagina di forte dialettica e di forte scontro politico-culturale e istituzionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Dattolo. Ne ha facoltà.

DATTOLO Alfonso, assessore all’urbanistica

Presidente e colleghi, siamo alla fine di questa legislatura. E nell’ultima seduta non mi aspettavo di assistere a questa sorta di anatema o di colpo di Stato, visto che siamo stati tacciati di golpismo. Ma ritengo che nella discussione che affrontiamo oggi e dopo aver modificato lo Statuto non ci sia nulla di assolutamente incostituzionale nel discutere di una legge elettorale che tenga conto di quello che è successo e della riduzione dei numeri.

Collega Giordano, penso che sia abbastanza azzardato parlare di incostituzionalità, soprattutto quando si tratta di pareri, vista la telenovela alla quale abbiamo assistito perché dovrei dire che successivamente, anche sul punto seguente, sui pareri non è sufficiente quello che viene dagli affari regionali.

Potremmo discutere di questo, dire che viviamo nella terra dove c’è il “Porcellum”, una innumerevole serie di leggi incostituzionali, in primis la “Severino”, cosa che ci porta oggi a discutere in quest’Aula e invece sento parlare con una specie di ribrezzo della possibilità di insieme - perché non si tratta di un colpo di mano – modificare la legge elettorale.

Non trovo scandaloso un confronto tra maggioranza e opposizione. Anzi sulle province ricordo a me stesso che per raccogliere 10 firme per il mantenimento delle province di Crotone e Vibo Valentia arrivammo quasi ad una sorta di colonizzazione a ritroso.

Quindi vorrei che nessuno pensasse di far calcoli elettoralistici. Ho visto molto fermento tra i banchi della provincia stessa, cercare di discutere o di portare avanti situazioni quasi ad personam. Io ritengo che una legge elettorale debba dare alle persone le stesse possibilità, debba garantire chiunque nella partecipazione elettorale. Non a caso il mio partito era addirittura per il Collegio unico delle tre preferenze di cui una di genere così come è quella delle europee.

Non trovo scandaloso discutere in questi termini e non trovo sia un qualcosa venuto così dall’alto perché questo tema della legge elettorale è dentro l’emiciclo regionale da un pezzo. Pertanto non è lesa maestà da parte di nessuno, su questo vorrei tranquillizzare.

Questa maggioranza non ha fatto colpi di mano ma, come diceva benissimo il collega Chiappetta, ha approvato tantissime leggi alla unanimità pur nella ristrettezza delle condizioni economiche: 400 milioni in meno di gestione della spesa ordinaria da 1 miliardo 100 milioni ai 680 dell’ultimo bilancio.

Lo abbiamo fatto cercando, sempre, di condividere e ne sono testimoni tantissimi colleghi della minoranza che hanno visto approvate da questi banchi le loro leggi alla unanimità e quindi non è un colpo di mano come qualcuno vuol fare apparire.

Su questo vorrei che vi tranquillizzaste perché altrimenti sull’opinabilità, sulla costituzionalità io ci andrei molto cauto.

Non sono un giurista né tanto meno, pur avendo fatto studi giuridici, mi avvento in quello che è l’aspetto tecnico.

Abbiamo anche un parere, però, di consulenti giuridici di tutto rispetto che contrasta insieme ad altri pareri.

Sulla costituzionalità vi pregherei di essere abbastanza cauti ma soprattutto dico una cosa – e poi ci lamentiamo se c’è l’exploit dell’antipolitica: i partiti dove sono? Cosa pensano? Cosa rappresentano in questa legge elettorale? I gruppi ci sono, non ci sono o sono ad personam, fatti per incidere su una cosa. Ho una posizione chiara dettatami dal mio Partito e sto col mio Partito sulla legge che propone o sulle opzioni che ha messo a disposizione dell’Assemblea o degli altri componenti dei gruppi consiliari regionali di maggioranza e di minoranza.

Penso che questo debba essere uno scatto di orgoglio. Forse da ciò si può scrivere una pagina positiva alla conclusione di questa legislatura perché non è giusto – lo diceva anche il consigliere Chiappetta – che non si possa discutere di legge elettorale o di non approvare prima dell’ultimo punto tutta una serie di leggi - alle quali avete contribuito pure voi, cari amici della minoranza - che sono importanti per la Regione Calabria perché se le abbiamo votate alla unanimità significa che hanno un senso altrimenti sono solo per fare i comunicati stampa ed io sono contro la logica dei comunicati stampa per accreditarsi in più o in meno.

Allora se ci sono le premesse per discutere serenamente su questo, non intendiamo procedere con colpi di maggioranza.

Collega Adamo, anche io la penso come lei sul voto disgiunto tra Presidente e consigliere.

Come vede non è che perché c’è una volontà della maggioranza uno non può pensarla diversamente ma è chiaro che se uno va in ordine sparso e si mette a far la conta o le varie cose, se fosse un problema di territorialità, scusate, non pare che debba interessare soltanto le macro province che hanno sempre avuto una larghissima rappresentanza.

Non è questo il problema della rappresentatività perché gli elettori hanno dimostrato sempre di saper scegliere e non il contesto delle piccole o delle macro province che può far paura. Anzi bisognerebbe ci fossero collegi di pari elettori proprio perché ogni cittadino ha diritto di votare e di vedere la propria rappresentanza numerica espressa in termini assoluti.

Penso che questo ragionamento debba guidare ciò. Altrimenti, ripeto, se vogliamo metterla sulla melina, questa maggioranza resterà qui perché responsabilmente approverà i provvedimenti successivi e responsabilmente discuterà della legge elettorale, anche se tra di noi vi possono essere visioni diverse.

Ma su questo vi invitiamo a confrontarci non mettendo le mani avanti con ragionamenti perché di incostituzionalità dovremmo parlare prima e innanzitutto di una legge, “il Porcellum”, che è stata abrogata dalla Corte costituzionale ma che vede 630 deputati e 315 senatori che stanno al loro posto. E di una legge la “Severino” assolutamente dichiarata incostituzionale da tutto l’arco dei partiti ma che oggi serve a scrivere anticipatamente la chiusura di una legislatura.

Lo dico con estrema franchezza e chiarezza. Noi apprezziamo lo sforzo che ci sarà se è proiettato ad una discussione altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Ma, vi prego, nessun anatema e nessun golpismo è mai appartenuto e mai apparterrà a questa maggioranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, grazie. Ho ascoltato con grande interesse l’appassionato intervento del collega Dattolo ma in quest’Aula mi sembra di sentire tutto ed il contrario di tutto, anche rispetto al passato.

Entriamo, intanto, nel merito della sostanza come forma e poi come principio assoluto su una norma.

Questa vicenda della legge elettorale è stata portata avanti dal Presidente – perdonatemi se uso un termine un po’ forte – da “furbastro” della politica, altrimenti dovrei dire da dilettante della politica al presidente Talarico.

Dico questo perché voi, come me, sapete che un progetto di legge presentato in Aula va in Commissione e, se non è discusso in Commissione, viene richiamato in Aula, non portato all’ordine del giorno quando i capigruppo non hanno dato nessuna autorizzazione a iscriverlo all’ordine del giorno. Punto primo.

Tanto più che il presidente Caputo ha sconvocato la prima Commissione dove all’ordine del giorno vi erano le tre proposte di legge elettorali. Ma di che cosa stiamo parlando oggi? Di cosa stiamo parlando?! Di una forzatura di portare una legge in Aula, al di là di quelli che sono i dettami dello Statuto e del Regolamento interno del Consiglio, se consideriamo la forma.

Entrando nella sostanza vorrei ricordare a me stesso che ero in quest’Aula quando abbiamo avuto la prima discussione e lo dico al consigliere Fedele ma anche ad altri che erano presenti quando abbiamo avuto lo scontro con l’allora presidente Chiaravalloti proprio sulla legge elettorale in cui il principio che si affermava era la capacità del cittadino calabrese di avere un Presidente eletto dalla volontà popolare, il cui ruolo e compito cessava, così come il ruolo di questo Consiglio, con la decadenza del Presidente a qualsiasi titolo.

Sfatiamo poi un’altra cosa: la legge “Severino” non impone le dimissioni – peraltro volontarie – del Presidente, ma impone la sospensione che è cosa diversa. Se poi il presidente Scopelliti autonomamente ha ritenuto di rassegnare le sue dimissioni per responsabilità, per stizza o per altri motivi, sono cose di cui oggi dobbiamo prendere atto perché è una volontà manifesta del Presidente e poi vedremo il perché.

C’è chi, come il consigliere Caputo, dice che è stato un irresponsabile e c’è chi, come il consigliere Chiappetta, dice che è stato responsabile per amore della Calabria. Il dato incontrovertibile è che c’è una legge – dura lex sed lex – votata dal Parlamento italiano che va applicata e che è la legge “Severino”.

Sennò di cosa parliamo in quest’Aula? E mi venite a dire che giochiamo sulle rappresentanze territoriali sulle 5 province previste dallo Statuto? Consigliere Dattolo, quando c’è stata la discussione sull’abrogazione delle province tutti quanti in questo Consiglio si sono battuti affinché le due province rimanessero e rimanessero tali.

Ed io voglio chiedere a voi di Crotone e Vibo Valentia come spiegate ai vostri sindaci, ai vostri territori e ai vostri concittadini che poi non c’è un rappresentante in questo Consiglio. Me lo volete dire? Poi la possiamo girare come vogliamo, possiamo dare qualsiasi spiegazione come vogliamo ma di fatto i territori non saranno rappresentati e noi lo sappiamo perché ce lo dobbiamo dire in quest’Aula. Perché se ci fosse questa stessa legge elettorale delle 5 province il resto - perché di questo parliamo, diciamocelo chiaramente – verrebbe ripartito tra le province minori.

Allora con molta onestà mentale dobbiamo dire che ci vogliamo garantire le province più grosse rispetto alle province più piccole ed è parlar chiaro alla Calabria ma sicuramente non ci addossiamo questa responsabilità perché se poi uno prende la legge elettorale e la riesamina, vedrà come andrà fatto il riparto, quello che vogliamo, ma così è.

Termino, Presidente, perché quando un dirigente di questo Consiglio regionale, a qualsiasi titolo, rilascia un parere ed oppone una firma su un parere, si assume la responsabilità non solo del ruolo e della funzione che ha ma anche della competenza che esprime con un atto scritto.

Se questo è di fatto, è fuor di dubbio che quello che dice come pregiudiziale il consigliere Giordano va valutato anche nell’incapacità di un parere scritto che accompagna questa legge.

Possiamo poi dire che abbiamo pareri di illustri luminari della giurisprudenza ma, di fatto, qui non ci sono e c’è solo un parere che, a torto o a ragione, è stato presentato in quest’Aula.

Dopo di che, Presidente, ritengo che questo ordine del giorno al punto 3 non vada nemmeno discusso ma vada ritirato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Salerno. Ne ha facoltà.

SALERNO Nazzareno, assessore al lavoro, formazione, famiglia e politiche sociali

Presidente, grazie. Devo dire che una parte del dibattito è stata un po’ anticipata e, secondo me, si poteva fare a meno; per quanto riguarda il punto successivo all’ordine del giorno, ne parleremo dopo e ovviamente mi riserverò di intervenire nella duplice veste di consigliere regionale e di assessore della Giunta Scopelliti.

Parlando di politica ed avendo il dovere di rispondere ai calabresi con provvedimenti di carattere legislativo, in quest’Aula dobbiamo far questo, e di questo dobbiamo parlare.

Se poi vogliamo generare confusione in un momento particolare, forse un po’ drammatico per alcuni aspetti, allora è un’altra storia.

Non possiamo parlare di golpe in questa legge elettorale che è all’ordine del giorno – è vero che ci sono tre proposte ma c’è un’ultima versione che è stata presentata a firma del presidente Talarico – che mi sembra la versione definitiva e giusta ma che, comunque, è anche oggetto di discussione e di eventuali approfondimenti qui in Aula.

Parlare di golpe o di cambiare completamente lo scenario politico calabrese e mortificare i territori mi sembra che abbia delle assurdità e, se mi consentite, non lo permetto. Io provengo da un piccolo territorio.

Invece dobbiamo dire le cose come stanno sia ai calabresi sia ai rappresentanti e alle popolazioni di quei piccoli territori. Così come oggi la legge elettorale – quella che ha consentito di essere eletti nel 2010 a tutti noi che siamo qui in quest’Aula sia come maggioranza sia come minoranza - non darà la possibilità ai piccoli territori di essere rappresentati nella futura legislatura di questo Consiglio regionale.

Il discorso è semplice: innanzitutto è un problema di quoziente. Problema di quoziente che con 50 consiglieri la volta scorsa si è determinato intorno a 18.500 voti perché i seggi non vengono attribuiti sulla base della percentuale conseguita dai partiti o dai singoli consiglieri ma sulla base dei voti.

Noi abbiamo 5 collegi in questa regione con la vecchia legge regionale dove c’è una disparità enorme di popolazione e, pensate, a Cosenza con circa 750 mila abitanti. Le province con Crotone con 165 mila circa e più o meno Vibo Valentia è sulla stessa lunghezza d’onda. Poi abbiamo Reggio Calabria che supera i 550 mila e Catanzaro con altri 350-360 mila.

Capite bene che, con la legge elettorale di oggi, non vengono garantiti i territori in maniera equa perché quando si va ad assegnare i quozienti con il dato dei voti quei territori restano fuori perché la prossima volta con questa legge regionale e con la riduzione dei consiglieri da 50 a 30 il quoziente aumenterà da 18.500 verosimilmente a 28.500 voti.

Ragion per cui i territori piccoli non potranno mai raggiungere il pieno quoziente per avere il consigliere regionale certo e dovranno partecipare all’assegnazione dei seggi con i maggiori resti, ossia con i resti più alti.

Ma come si determinano poi i resti più alti? Si determinano innanzitutto dai voti di lista dei singoli partiti e in subordine c’è poi il discorso delle preferenze. Ma come verranno attribuiti? Parteciperà prima Cosenza che è una provincia grossa e avrà maggiori resti. Poi verrà Reggio Calabria seguita da Catanzaro ed in ultimo Crotone e Vibo Valentia.

Ragion per cui, così come si presenta, quei territori rischiano di non avere più rappresentanti in questa Assemblea regionale.

Questo non è possibile, se mi consentite, se è vero come è vero che il collega Adamo era molto preoccupato delle popolazioni di questi territori addirittura ergendosi un po’ come promotore di una rivoluzione dal punto di vista politico per sostenere quella vecchia legge elettorale, anzi dico al collega Adamo di riflettere un attimo perché se lasciamo questa legge regionale allora quei territori saranno completamente tagliati fuori.

Il concetto è questo e, con questa proposta che è stata presentata, e che io ritengo il male minore, ragionandoci un anno e mezzo fa o due anni fa forse potevamo trovare una soluzione migliore ma oggi non c’è più il tempo.

Quando mi parlate di golpe vi vorrei rammentare un attimino l’ultima seduta del Consiglio regionale della passata legislatura quando è stato tolto il listino. E’ stato fatto nell’ultima seduta di quel Consiglio regionale, dove il sottoscritto sicuramente non sedeva, ma qualcuno che ha sostenuto il contrario in questo dibattito era presente in quella seduta di Consiglio regionale. Sono state sempre modificate alla fine.

Oggi c’è una emergenza dettata da una circostanza particolare, dalla legge Severino di cui abbiamo parlato poco fa, dalle dimissioni del presidente Scopelliti e da tutta una serie di fatti che hanno portato al rischio imminente ed effettivo dell’anticipazione della fine della legislatura.

E’ giusto che oggi la Regione Calabria abbia una legge regionale.

Uno: per essere adeguata al numero dei consiglieri, perché ancora sulla vecchia legge regionale si parla di 50 e non di 30 consiglieri.

Due: per dare la possibilità ai territori di essere rappresentati in base alla riduzione da 50 a 30 consiglieri.

Consentitemi poi un altro aspetto che è stato sollevato e che riguarda l’aspetto di incostituzionalità di questa proposta di legge.

Vorrei ricordare a tutti quanti voi, colleghi, quando alla unanimità questa Assemblea ha votato leggi importanti coni pareri contrari del Servizio legislativo, che sottolineavano gravi pregiudizi dal punto di vista della costituzionalità.

Una è la legge sulla Fondazione Campanella e ci sono atti che abbiamo discusso in Commissione quando all’epoca presiedevo la terza Commissione che abbiamo portato avanti e che è stata approvata alla unanimità in quest’Aula.

Andate a vedere anche la relazione riguardante la legge sui precari per cui alcuni uffici di questo Consiglio regionale fino all’ultimo tifavano affinché venisse impugnata ed annullata.

Eppure dal Consiglio dei Ministri è stato deliberato di non impugnare quella legge perché costituzionale.

Allora oggi dobbiamo dare una opportunità alla Calabria. Dobbiamo dire che questa è l’opportunità di avere i territori rappresentati. Se poi il Governo deciderà di impugnare…

In passato abbiamo assistito a diverse impugnative su altri provvedimenti di carattere regionale ritenute ingiuste.

Ma dire oggi che questa proposta di legge è incostituzionale è, secondo me, un po’ eccessivo ed i pareri, ovviamente, non possono essere rilasciati così, a mio avviso. Su questo sono d’accordo col presidente Talarico. Non è che ognuno di noi va a richiedere un parere in occasione di una seduta di Consiglio e questo viene dato.

Se i pareri devono essere espressi questi devono essere precisi circostanziati e devono essere rilasciati ufficialmente alla Presidenza dell’Assemblea regionale in modo tale che tutti i consiglieri possano averne contezza.

E consentitemi un’altra cosa: anche sulla vicenda delle dimissioni del presidente Scopelliti non penso che gli uffici di questo Consiglio regionale abbiano brillato nel far chiarezza.

Oggi ci poniamo il problema, allora, se questa legge è costituzionale o meno? Io dico: cari colleghi oggi il problema è diverso. Oggi dobbiamo dare una legge elettorale a tutti i calabresi, a tutti i territori della Calabria di poter esprimere i propri rappresentanti.

Con la legge elettorale che c’è i piccoli territori di Crotone e Vibo Valentia non saranno rappresentati e Catanzaro rischia fortemente un ridimensionamento anche in termini di rappresentanza.

Penso che ai territori di Cosenza e Reggio Calabria non cambierà nulla perché non vengono toccati ma penso che si andrà solo ad uniformare un collegio che sarà quello dell’area di centro. Consentitemi poi: è vero che le battaglie per le province le abbiamo fatte tutte ma è anche vero che stiamo parlando di circoscrizioni elettorali e, se ci consentite, comunque questi tre territori dal punto di vista culturale e sociale hanno una cosa in comune cioè provengono tutti dalla stessa provincia. Non stiamo unendo né il diavolo con l’acquasanta né, tanto meno, territori che niente avevano fra di loro.

Se oggi siamo qui anche rappresentanti di quei territori a dire che questa è la cosa più giusta non penso, caro collega Adamo, che quello che ha detto non possa incidere a sfavore di quei territori che oggi dovranno essere contenti se questa legge andrà in porto perché potranno essere rappresentati ancora una volta in Consiglio regionale.

Sentivo questo dovere di dirlo e per questo, guardate, ritengo che siano battaglie che vanno fatte fino in fondo.

Sono convinto che la maggioranza abbia preso coscienza di questo e andrà fino in fondo ma non sono discorsi che dovrebbe fare solo la maggioranza. Sono discorsi che, secondo me, vanno sostenuti al di là delle maggioranze perché la garanzia dei territori rappresentati in Consiglio regionale penso sia un dovere da parte di ognuno di noi, a prescindere dalla provenienza territoriale, se vogliamo veramente bene alla Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha facoltà.

MAGARO’ Salvatore (Scopelliti Presidente)

Grazie, Presidente, vorrei esprimere liberamente il mio pensiero in merito al punto all’ordine del giorno e vorrei iniziare questo mio breve ragionamento dicendo che in questi 10 anni in cui ho avuto la responsabilità di sedere in questo Consiglio regionale ho sempre sentito dire “le riforme si fanno assieme”. Ho anche sentito dire che le riforme non si varano alla conclusione di una legislatura.

E’ opportuno varare una riforma di questa portata in questa seduta? E’ utile farlo oggi o forse era meglio ed opportuno vararlo nel corso di questa legislatura? Abbiamo più volte sentito dire che dovevamo affrontare le riforme elettorali. Sono tante le proposte avanzate e tante le proposte depositate nelle Commissioni. Sono state sempre e tante le riunioni dei Presidenti dei gruppi per discutere di questa questione ed io pensavo e penso che su questa questione fosse opportuno, utile e logico varare questa proposta condivisa dall’intero Consiglio regionale.

Purtroppo questo non avviene ed io non mi addentro a discutere delle questioni che sono contenute in questa proposta. Mi limito solo a chiedere se sia o meno opportuno varare questa riforma elettorale oggi senza passaggi istituzionali, senza una attenta valutazione delle competenti Commissioni.

Penso proprio di no e vorrei portare ad esempio il lavoro che il presidente Renzi, Berlusconi, Alfano ed altri hanno avviato all’inizio della legislatura.

Le tre maggiori forze politiche di maggioranza e di opposizione che si sono incontrate per scrivere assieme le riforme e per scrivere assieme la riforma elettorale. Penso che sia questa la strada maestra da utilizzare in democrazia e penso anche che in questa riforma ci siano questioni decisive che meritavano un’attenta valutazione ed un più ampio coinvolgimento dei soggetti interessati.

Credo che - non sono un giurista – escludere dall’attribuzione dei seggi una coalizione che non raggiunge il 15 per cento sia una forzatura dal punto di vista democratico.

Per esempio, non prevedere la “quota rosa” quando in Europa si discute di questo mi sembra anche una incongruenza, così come mi sembra un’incongruenza non lasciare il voto disgiunto tra il Governatore ed il singolo consigliere regionale.

Non mi addentro in tutte queste questioni che possono suscitare delle valutazioni tra gli addetti ai lavori. Penso – questo è il mio pensiero – che se vogliamo fare questa riforma deve essere una riforma condivisa da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale perché altrimenti alimentiamo quell’antipolitica e quella sfiducia che c’è verso le istituzioni e verso questa nostra Assise.

Si può fare una riforma e possiamo scriverla tutti quanti insieme? Ci sono i tempi? Penso che forse i tempi non ci siano e dobbiamo rammaricarci perché non l’abbiamo fatto con la stessa determinazione con cui lo vogliamo fare oggi, un anno fa o due anni fa.

Ma un anno fa, due anni fa questa questione non era all’ordine del giorno perché forse alla politica non interessava questa cosa, non interessava stabilire le regole del confronto.

Per questo penso che sarebbe opportuno ed utile andare al voto con le regole che ci siamo dati in passato perché solo così, penso, possiamo dare anche un segnale di responsabilità.

Penso anche ai collegi piccoli che non possono essere rappresentati, penso che, interpretando bene la norma, così non sarà perché anche loro avranno le loro rappresentanze. Ma poi non abbiamo parlato sempre di Calabria unica, di una intera regione, di un intero territorio, di un’area sempre più vasta? Sono un po’ amareggiato perché avremmo potuto, c’erano le condizioni per farlo, scrivere assieme le riforme e tante cose positive, in questa legislatura, le abbiamo scritte quando si è trattato di fare le riforme; riforme importanti col contributo di tutti.

Penso che in questa legislatura abbiamo realizzato delle cose positive perché non tutto è da buttare, non tutto è negativo. Ci sono tante cose positive che siamo stati in grado, a volte, insieme al consenso dell’opposizione di varare.

Sono fermo a questa mia impostazione: le riforme si scrivono assieme e non si fanno all’ultimo giorno. Soprattutto non si possono scrivere le regole della partita l’ultimo giorno della chiusura di una consiliatura o di un Consiglio regionale.

Per questo anche io sono del parere che forse sia meglio non discutere e non approvare questo punto all’ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Sulla. Ne ha facoltà.

SULLA Francesco (PD)

Aggiungo solo alcune considerazioni all’intervento che ha fatto il collega Giamborino e che mi trova pienamente consenziente, condivido moltissime delle sue considerazioni.

(Interruzione)

E’ discussione generale da quel che capisco.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Prego, collega Sulla, sulla discussione generale.

SULLA Francesco (PD)

Sto sentendo parlare per discussione generale non so se ci siano questioni pregiudiziali.

Dicevo che abbiamo in questi ultimi mesi, negli ultimi due anni, discusso molto della proposta che veniva da ambienti di governo di cancellare le province di Crotone e di Vibo Valentia e tutti quanti ci siamo adoperati perché ciò non avvenisse e che si discutesse in un contesto organico di riforma di organizzazione dello Stato nelle sue ramificazioni periferiche.

Oggi con questa proposta e con questo emendamento che viene proposto dal Presidente sostanzialmente si vuole raggiungere l’obiettivo che non è stato, invece, possibile al Governo.

Credo che si stia facendo un grave errore in termini di possibilità a tutti i territori, a tutte le province di avere una rappresentanza in Consiglio regionale.

Ho letto, poi, la modifica - addirittura un po’ ridicola, direi, anche se forse è un termine forte, pesante ma non so come sostituire questo termine – che prevede che nelle liste della circoscrizione di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia la rappresentanza dei territori sia garantita dall’obbligo di candidare almeno un residente per ogni provincia.

Vorrei solo ricordare che la legge con la riduzione dei consiglieri regionali garantirebbe nella provincia di Crotone e in quella di Vibo Valentia di presentare liste di due rappresentanti. Ce ne viene concessa una e mi pare una cosa davvero… un alto senso di responsabilità…vedo un’attenzione molto forte a questi territori.

Veramente, quando abbiamo deciso correttamente di portare il numero dei consiglieri da 50 a 30 avevo pensato che ci sarebbe stato, sì, il desiderio di voler rappresentare in questo Consiglio tutti i territori e tutte le province e così come ha fatto la Regione Campania – non so se l’ha fatta anche qualche altra Regione – si sarebbe lavorato per garantire un eletto non un candidato di ogni provincia.

Ero sicuro che avremmo dovuto studiare come poter indicare un metodo che non fosse discriminante tra forze maggiori e minori in termini di consenso elettorale, ma che sarebbe andato verso questa direzione: fare in modo che la nuova riforma dello Statuto con la riduzione dei consiglieri potesse garantire la presenza di eletti di tutte le province.

La Campania ha usato un metodo, probabilmente qualcuno lo può leggere come favorevole ai partiti maggiori. Si poteva trovare un altro sistema ma quello doveva essere il percorso.

Un Consiglio regionale che rischia di non avere candidati eletti di tutte e 5 le province è un governo regionale monco, non legittimato secondo me a prendere decisioni per tutto il territorio calabrese.

Ecco perché credo che bisogna fare in modo che le scelte che si compiano vadano nella direzione non di guardare al risultato oggi.

Voglio dire francamente che non credo di essere uno sciocco dal punto di vista elettorale. Non so che scelta farò, se mi candiderò o meno, ma comunque per il ruolo che ho svolto e per i ruoli che ho svolto sono probabilmente più favorito di altri colleghi ad essere conosciuto anche negli altri territori. Per i ruoli sindacali che ho svolto, per i ruoli politici e istituzionali, per i ruoli sociali.

Ma il problema non è questo, non è di garantire ognuno di noi ma il problema è di garantire la rappresentanza di tutti i territori della regione Calabria, di tutte le province.

Questo è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere perché stiamo facendo una scelta che potrebbe proiettarsi nel futuro e produrre questa situazione: a fronte di una divisione del territorio nelle 5 province avere, invece, tre collegi che non le rappresentano.

Probabilmente si potrà andare verso le aree vaste ma se vi si andrà per come sono state disegnate nella proposta dell’Italicum anche lì bisognerà rivedere tutto il sistema.

Ecco perché ritengo che forse sia giusto lasciare la situazione attuale e, nelle more, vedere come si muove il quadro legislativo nazionale per configurare poi la rappresentanza alla luce dei nuovi scenari che si prospetteranno, se e quando le province non saranno più così suddivise come sono oggi.

Questo lo faccio con piena convinzione sapendo che non c’è dietro nessun calcolo elettorale. Vedo che altri colleghi lo fanno, magari più con questo spirito che non con quello di rappresentare i territori in cui siamo stati ognuno di noi eletti.

Finisco qui perché credo che questa proposta sarebbe bene non si discutesse, ma si andasse invece con la legge, le norme che abbiamo e che ci garantiscono, comunque, di lavorare serenamente con la rappresentanza dei territori.

La questione costituzionalità o meno: sono convinto che questo ci porterà sicuramente ad una fase ancora di incertezza, in un momento in cui la Calabria ha rapidamente bisogno di sapere dove va a parare nei prossimi mesi e di definire immediatamente un lavoro, che la coalizione sia di centro-destra o di centro-sinistra, per garantire un governo certo, sicuro, senza rischi di incostituzionalità o altro; perché la Calabria, davvero, è stata lasciata in questo momento in una situazione di tale drammaticità che non merita un altro periodo di precarietà.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillo. Ne ha facoltà.

GRILLO Alfonsino (Scopelliti Presidente)

Grazie, Presidente, vorrei fare alcune considerazioni partendo non dai dati tecnici - che bene ha rappresentato l’assessore Salerno - ma invitando gli stimati colleghi dell’opposizione a non pensare, quando si parla di legge elettorale, ognuno al proprio orticello.

E’ da mesi che noi stiamo discutendo della legge elettorale e all’unanimità all’interno della riunione dei capigruppo è sempre emersa la volontà di voler rappresentare e dare rappresentanza ai territori più piccoli e nel momento in cui ci siamo mossi per ridurre il numero dei consiglieri regionali ci siamo accorti che, mantenendo questo sistema elettorale, ci saremmo trovati nella prossima tornata elettorale senza rappresentanza nelle province di Crotone e di Vibo Valentia.

Dico questo e voglio ricordare ai colleghi dell’opposizione che non è una novità quella di oggi, cioè quella di modificare la legge elettorale; già nel 2010 proprio mentre ci stavamo accingendo a votare il Consiglio regionale della passata legislatura modificò la legge elettorale forse tentando di arginare la volata del centro-destra che l’avrebbe quasi tutti capovolti.

Ricordo benissimo che ci fu l’abrogazione del listino così come ci fu l’inserimento del consigliere supplente.

Oggi il nostro problema non è quello di arginare l’avanzata del Pd o del centro-sinistra ma quella di dare rappresentanza al territorio di Vibo Valentia o di Crotone che rischia con questo sistema elettorale di non aver rappresentanza.

Vorrei ricordare al consigliere Giamborino che la provincia di Vibo Valentia non è una riserva indiana che dobbiamo tutelare sotto i profili territoriali e mentre Renzi si accinge a livello nazionale ad eliminare le province, il Senato, a costituire un sistema elettorale “l’Italicum” che produce l’accorpamento di territori che nulla hanno a che fare con quello attuale – mi riferisco al territorio di Vibo Valentia che molto probabilmente si allargherà sulla provincia di Reggio Calabria – noi andiamo a preoccuparci, invece, che si torni ad un collegio storico, tradizionale, che ci ha legato per cultura e storia e tradizione da tempi immemorabili.

Ora il mio problema non è quello di garantire la mia postazione o quella della mia lista ma di garantire una rappresentanza a dei territori, quelli di Vibo Valentia e di Crotone, che nell’eventualità in cui si perda anche la possibilità di avere rappresentanza provinciale rischiano di non essere rappresentati in Consiglio regionale.

Allora, quale soluzione? Certo, forse, questa non è la migliore delle soluzioni ma è quella più opportuna e più immediata, quella che ci consente di avere rappresentanza in Consiglio regionale.

Voglio ricordare le penalità che oggi Vibo Valentia e Crotone sono costrette a subire con questo sistema elettorale.

Noi ci troveremo a differenza degli altri colleghi delle altre province ad avere solo due candidati all’interno del nostro collegio e già abbiamo la difficoltà ad avere rappresentanza all’interno delle liste del mondo femminile, cosa che abbiamo riscontrato anche nella passata competizione elettorale; questo non ci consente di poter competere con le altre province che, invece, hanno un numero superiore di candidati che consente di avere, alla fine, uno scarto superiore e di avere attribuito un numero di seggi maggiore rispetto alle province di Vibo Valentia e di Crotone.

Ecco perché io sono d’accordo che si approvi questo sistema elettorale e che si accorpi la provincia di Vibo Valentia, così come quella di Crotone, solo per un mero atto politico e non territoriale – ci tengo a precisarlo - perché ci consente e consente a queste piccole province di avere rappresentanza in Consiglio regionale.

Siamo, quindi, favorevoli all’approvazione di questo sistema elettorale. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Presidente, per la verità pensavo che fino all’intervento dell’assessore stessimo discutendo della pregiudiziale posta dal consigliere Giordano.

(Interruzione)

No, perché c’è una controversia.

(Interruzione)

Allora nonostante la pregiudiziale mi consenta di dir qualcosa e poi andiamo avanti.

Credo che, per onore di correttezza istituzionale, dobbiamo dire che già in novembre, in previsione della sentenza della Corte costituzionale su 40 o 30 consiglieri regionali, il presidente Talarico in una Conferenza dei capigruppo aveva predisposto un cronoprogramma per come arrivare prima di giugno, in aprile, all’approvazione della nuova legge elettorale regionale.

Confesso che mi ero anche bendisposto rispetto a quel cronoprogramma e al dibattito che avremmo dovuto fare. Per onestà, va detto che sulla opzione “discussione in Commissione” era stata accolta la sua proposta di fare una discussione nell’ambito della Conferenza dei capigruppo e poi arrivare con un passaggio in Commissione e in Aula.

Perché dico che mi ero rallegrato di questo? Perché noi con la legge elettorale abbiamo avuto una opportunità. Oggi purtroppo, sentendo gli interventi, stiamo discutendo se farlo su 3 province o una provincia, un solo collegio regionale o cinque circoscrizioni.

Noi abbiamo avuto una possibilità da questa Regione di dare un segnale alla politica ma non alla politica regionale, di dare un segnale alla politica del Paese.

(Interruzione)

Colleghi, incomincio a parlare in albanese!

Il ragionamento qual è? E’ che noi siamo passati in pochi mesi al fallimento totale rispetto anche ai voti che ha avuto Grillo, europee e parlamentari, alla fine del cosiddetto sistema bipolare che da 20 anni viene perseguito da tutti come il toccasana della democrazia in Italia.

Grillo ci aveva detto che il sistema bipolare non esiste. Gli italiani vogliono un terzo, un quarto e un quinto polo. Se sono costretti a votare in un ambito bipolare, come stanno facendo il 50 per cento dei cittadini, vanno a casa, non votano, rifiutano il voto.

Dopo il voto di febbraio è arrivata la sentenza della Corte costituzionale che ha detto che il “Porcellum” è una legge inutile, antidemocratica, che non rispetta la Costituzione, è una legge da eliminare e ci ha indotto a sperare in un sistema elettorale che avesse due condizioni: la proporzionalità e l’eleggibilità degli eletti sulla base delle scelte dei territori, preferenze o forme diverse legate al territorio.

Nel frattempo in Italia è avvenuta una cosa che era partita già con i provvedimenti Monti, con la spending review che riduceva non solo i costi ed il numero dei consiglieri regionali ma che avviava una stagione collaterale di attacco al Consiglio regionale.

Poi si sono aperte le innumerevoli inchieste sulle “spese facili” dei consiglieri regionali. In quasi tutte le Regioni – eccettuate una o due per miracolo – noi abbiamo registrato non solo le inchieste della magistratura ordinaria sulle “spese facili” dei consiglieri regionali e dei gruppi regionali ma adesso, sulla spinta della spending review, la Corte dei Conti si sta talmente attrezzando a controllare i Consigli regionali che fra poco chiederemo ai magistrati della Corte dei Conti di venire a governare in Calabria in Consiglio regionale.

La mia speranza qual era? Era che di fronte a circa 9-10 elezioni interrotte dei Consigli regionali d’Italia - Piemonte, Lombardia, Lazio, Sicilia, Molise, Abruzzo e anche la Calabria – noi avessimo avuto la forza di dare un segnale di ricambio e di una inversione di tendenza.

Più volte nella Commissione, in Ufficio di Presidenza abbiamo discusso della politica generale, più volte abbiamo detto che era forse il momento di ripensare all’elezione diretta del Presidente perché non è giusto che accada quel che sta accadendo oggi dove non solo un Consiglio regionale per il dispositivo che è stato attuato nel 2001 con la riforma del Titolo V va a casa ma che, per un periodo incerto, i cittadini, le imprese ed i servizi di quella Regione sono allo sbando, come sono allo sbando in Calabria.

Il vero problema che noi abbiamo in questo momento è che non c’è certezza di nulla e tutti sono contro la politica.

Il tema della discussione di questo ragionamento di ricambio della legge elettorale doveva pensare, mi auguravo nella mia ingenuità di arbereshe, di parlante un’altra lingua e di sognatore di un altro mondo, che tutto il pregresso ci facesse ragionare sulla innovazione della legge elettorale.

(Il consigliere Guagliardi continua parte del suo intervento in lingua arbereshe)

Non c’è risposta, non c’è voglia.

Va bene, io continuo perché vorrei che almeno questo mio pensiero rimanesse agli atti.

Ho presentato, per esempio, due o tre emendamenti che so che mi saranno bocciati da tutti, da qua e da la. Ma li ho presentati.

Mi sono posto il problema di dare un segnale ai calabresi che questo gruppo di persone che viene qui decide di dire “guardate, noi possiamo stare anche fuori dai giochi” perché nell’opinione generale della gente c’è il convincimento che chi viene qui è talmente radicato a questo posto che non lo molla per nulla.

Noi avremmo dovuto tentare, quindi, di fare un ragionamento che dicesse “guardate che noi siamo per il bene della Calabria non per il bene di noi stessi”. Noi, dopo, come in tutte le civiltà a carattere presidenzialista, a carattere maggioritario, accettiamo la logica di star fuori dalle istituzioni per almeno una tornata e diamo un segnale ai cittadini calabresi a ricredere nella politica e a pensare che la politica non è tutto fare, che non è tutto mani in pasta, che è un fatto positivo alla politica.

Noi abbiamo bisogno di dire alla gente che la politica è un fatto positivo e avremmo potuto farlo questo.

Quando sento che per Vibo Valentia e Crotone ci saranno due candidati, certo che mi pongo il problema. Io sono perché venga rispettata la legge costituzionale, che la legge elettorale preveda i collegi coincidenti con le 5 province.

Ma c’è anche il problema della questione di genere. Come fanno in una realtà per esempio, a due candidati, votare due uomini e una donna o due donne e un uomo? Sarebbe una cosa… però me lo sono posto il problema.

Invece noi siamo arrivati qui, siamo arrivati ad una conferenza stampa di qualche giorno fa e ci siamo detti che si va in Consiglio regionale senza passare preliminarmente dalla Commissione competente. La maggioranza che è frammentata – si diceva nella Conferenza dei capigruppo – non ha ancora scelto il modello, si riunirà e vi proporrà un modello. Ma non era logico che venissero qui tre proposte anche perché è circolata qualche proposta un po’ allucinante come quella che voleva dare il voto solo a cittadini residenti in Calabria ma non nati in Calabria.

Credo che noi abbiamo perso questa occasione. Oggi voteremo e faremo la discussione, faremo ostruzionismo, diremo le cose che dobbiamo fare e poi voteremo una legge sicuramente a maggioranza e non pienamente condivisa dal Consiglio.

Anche qui, il fatto che sia approvata solo da una componente è cosa legittima e democratica ma non politicamente eccezionale.

Si voterà questo e tutta la Calabria continuerà a dire che questo è un luogo stranissimo, in cui non si pensa all’interesse collettivo ma all’interesse di noi altri.

Ecco, per questo ancora un’ennesima richiesta: accogliamo la pregiudiziale del consigliere Giordano.

Non è normale che il Servizio legislativo dell’Istituto in cui si legifera si esprima con una documentazione contraria alla legge che dovremo approvare. E’ come se noi ci scegliamo i nostri tecnici, a cui dobbiamo dare rispetto e autonomia, e dopo di che se ci vanno bene li riconosciamo, se non ci vanno bene diciamo che non possono dare e non possono rilasciare pareri. Il che non è molto corretto viste le funzioni di un eletto consigliere regionale.

Vedo il collega Bruni che è spazientito. Ho finito il mio tempo e credo sul serio che non vogliamo fare guerre contrapposte maggioranza e minoranza ma almeno per quanto mi riguarda, vorrei cercare che tutti, oggi, dessimo un segnale positivo ai calabresi i quali per le cose che sono successe, per la stessa dinamica delle dimissioni del Presidente sono confusi e non sanno cosa succederà.

Quando fra qualche mese salteranno le mensilità arretrate ai lavoratori in mobilità, ai forestali, ai lavoratori socialmente utili ne usciremo tutti quanti male. Governare la Calabria con 26-30 consiglieri regionali instaura comunque un programma di democrazia.

Scegliamo qualsiasi livello di circoscrizione a 3, 1 o 5 i territori non avranno rappresentanza, non avranno rappresentanza i gruppi sociali e non ci sarà neanche diversità culturale e dibattito.

I soliti noti torneranno qui, molti di noi non torneranno qui ma ci sarà sempre un’esigua minoranza che farà la politica e un 99 per cento circa che se ne starà fuori a guardare e a criticarci facilmente perché questo è l’andamento del ragionamento che si fa in questa settimana.

Presidenza del Vicepresidente Pietro Amato

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico, assessore al personale

Solo per dire e per far rimanere alla storia di questo Consiglio le posizioni, visto che ormai stanno intervenendo tutti.

Inviterei il Consiglio ad una riflessione molto pacata e la riflessione è quella che come Consiglio regionale abbiamo davanti l’occasione di scrivere una bella pagina a favore della nostra Regione.

La nostra Regione dall’istituzione del regionalismo, dal 1970 ad oggi, si è contraddistinta per i vari campanili e si è ulteriormente indebolita proprio con l’avvenuta tripartizione della vecchia provincia di Catanzaro. Tripartizione che non ha toccato le altre due province e gli altri territori ma che, invece, ha indebolito una fascia strategica della Calabria che era quella fascia che poteva sicuramente garantire un equilibrio di sviluppo sicuramente migliore di quanto oggi non sia avvenuto.

La chiara dimostrazione l’abbiamo con i fatti che oggi noi registriamo.

Non credo, consigliere Adamo, che noi stiamo facendo un golpe. I tempi con cui oggi votiamo questa legge di riforma elettorale sono i tempi necessari, visto che noi non avevamo previsto che ci sarebbe stata una condanna del presidente Scopelliti, visto che noi non avevamo previsto che il presidente Scopelliti non solo avesse quella condanna ma rassegnasse le dimissioni. Se lei pensa che tutto fosse stato programmato allora dobbiamo dire che c’è una mente diabolica che è in grado di programmare le condanne, di sapere in anticipo che il presidente Scopelliti si sarebbe dimesso.

Invece dobbiamo dire la verità. Il tempo giusto con cui stiamo discutendo questa legge è quella che ci siamo dati come Consiglio regionale perché l’opposizione non era in un altro Consiglio regionale quando questo Consiglio ha tentato a tutti i costi con i numeri di evitare che si passasse da 50 a 30 consiglieri cercando di garantire alla Calabria una equa rappresentanza, quella di raggiungere l’obiettivo dei 40 consiglieri regionali.

Come si sarebbe potuta fare una legge elettorale se prima noi non avevamo la certezza del numero dei componenti che avrebbe dovuto costituire il Consiglio regionale della Calabria? Certamente con 40 consiglieri regionali nessuno si sarebbe sognato di fare una legge elettorale come quella che oggi stiamo proponendo.

Allora non esiste nessun golpe! Come se la riforma della legge elettorale costringesse gli elettori di alcuni territori a votare per una forza politica invece che per un’altra.

Anzi, mi meraviglio come una parte importante della rappresentanza del centro-sinistra che gravita nella provincia di Catanzaro in questo momento, di Crotone e di Vibo Valentia, si presti col proprio silenzio addirittura per cercare di fare l’ostruzionismo affinché questa legge passi.

Aggiungo un’altra cosa. Lo stesso Nicola Adamo nel suo intervento ricordava che Crotone e Vibo Valentia nella vecchia costituzione della vecchia provincia di Catanzaro, poi tripartita in tre territori, avevano una classe politica di tutto rispetto.

Quindi, quando si vuol dire che una legge elettorale che riguarda quel territorio impedirà, di fatto, la rappresentanza di quei territori si dice una grande bugia che è smentita dalla storia stessa.

Ma se oggi, amici miei, vogliamo proprio dare ascolto anche al parere che è piovuto in quest’Aula…perché, se mi avessero dato il tempo, anche io avrei potuto fare avere 10 pareri di 10 giuristi magari sicuramente più accreditati di quelli che di solito lavorano, con tutto il rispetto, nel Consiglio regionale, ma sicuramente avrebbero detto cose diverse.

Leggo che il motivo per cui si rende incostituzionale questa legge è che non garantirebbe la rappresentatività di quei territori.

Allora vorrei domandare a chi ha redatto questo parere se c’è un sistema attraverso cui con certezza assoluta l’attuale legge elettorale garantisce la rappresentatività in quei territori.

Non esiste! Anzi se noi dovessimo essere sinceri, esiste una probabilità alta che l’attuale legge, se dovesse essere mantenuta, con molta probabilità non darà l’opportunità di elezione perché voi sapete che le liste saranno composte da due candidati; sapete che la mancanza di candidati potrà far venire meno o intanto far moltiplicare le liste elettorali per dare più opportunità a più candidati di cimentarsi nella competizione elettorale. Sicuramente questo frammenterà ulteriormente il Gotha e allontanerà sempre di più l’ipotesi e la possibilità che questi territori possano essere rappresentati.

Altra cosa è invece partecipare ad una gara dove il trofeo c’è ed è certo. Mi meraviglia che soprattutto una forza politica che in questo momento, praticamente, rappresenta questi territori, oggi assuma atteggiamenti in quest’Aula su cui domani potrebbero esser chiamati a responsabilità.

Altroché, cari amici, che rivendicate le storie delle vostre province. Ormai le province sono abolite, ormai è solo un caso. Questa legge papocchio è stata modificata ma ormai tutti parlano di abolizione delle province e nel momento in cui si aboliranno anche i confini di queste province voi cosa direte ai vostri elettori? Cosa direte, soprattutto, se sarà proprio il Renzi di oggi che sta propugnando l’abolizione totale delle province con un decisionismo da far accapponare la pelle?

Poi c’è un’altra cosa, permettetemi e non dico più niente. Voi sapete che c’è, caro Adamo, allo studio del Governo Renzi una proposta per elaborare macro Regioni con macro collegi. Questo significa che voi oggi difendete il territorio di Vibo Valentia e domani potreste essere chiamati a votare per una Regione di cui fa parte la Calabria, la Campania, la Puglia e probabilmente voi sarete costretti a votare anche per candidati di quei territori.

E’ chiaro che è strumentale. L’ultimissima cosa: pensate per un attimo e ragionate da consiglieri regionali della Calabria. Sono sicuro che quello squilibrio di natura politica che tanto danno ha provocato alla storia e allo sviluppo della Calabria potrebbe essere recuperato. E’ un’occasione storica questa: abbiamo gli amici di Crotone e di Vibo Valentia che in gran parte la pensano come noi e c’è qualcuno che si ostina - soprattutto i rappresentanti ovvi della provincia di Cosenza e di Reggio Calabria – per qualche ipotesi di opportunità in più nella prossima competizione elettorale.

Mi sembra un calcolo troppo basso e meschino per non consentire alla Calabria di recuperare una unità politica nell’area centrale che tanto beneficio potrà portare alla Calabria proprio quel che dice il parere.

Penso che il parere sia una cosa importante quando dice che deve essere garantita la rappresentanza in Consiglio. Proprio per quanto dice il parere del Servizio legislativo, sono convinto che questa sia la soluzione giusta e solo in questo modo si potrà dare la rappresentanza almeno sul piano potenziale, poi è chiaro che ci vogliono i voti e le capacità di attrarre l’elettorato.

Non è che quello di Vibo Valentia non può votare per quello di Crotone o viceversa. L’elettorato non è stupido, è in grado anche di sapersi scegliere i propri rappresentanti a prescindere se siano nati o vissuti o abbiano la residenza a Crotone o a Vibo Valentia o in un altro comune della provincia di Catanzaro, vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Giuseppe (Gruppo Misto)

Assessore Tallini, lei mi è simpatico, ma il titolo del suo intervento non può essere il superamento dei campanilismi, perché non le crede nessuno.

Cioè, questa legge, per carità, esternata in un altro posto… Non è una colpa e neanche un merito. Però mettere in questo intervento tutta la passione che la contraddistingue per dire questo, mentre qualche anno fa diceva “Catanzaro cha cha cha, capoluogo e serie A”, pensando che i tempi ritornino - lo fa sempre. Per quanto mi riguarda, un intervento carico di simpatia umana, però quando una volta si facevano i teoremi vi era l’ipotesi e poi la tesi, se l’ipotesi, cioè la premessa, era errata tutto il resto…

Ora, ritengo che vada affermata la verità, io presiedo un gruppo - per quanto piccolo - il gruppo misto, e vorrei sottolineare a lei e a tutti - anche al consigliere Grillo - che anche io ero presente alla riunione dei Presidenti dei gruppi.

Il presidente Talarico si è espresso in un modo - se fosse stato per cose meno importanti non sarebbe stato necessario evidenziarlo – ha detto: erano informati, ma non ha mai detto che si era d’accordo.

Quello che vado a dire – chiamo a testimone tutti i gruppi presenti – lo ho già anticipato nella Conferenza dei capigruppo, partendo dal fatto che, per tutta una serie di ragioni, la legge -  non so se tutti vi preparate a votare - è chiaramente incostituzionale.

Perché, caro consigliere Tallini, la Calabria non è una Repubblica e questo non è un Parlamento ma è una Assemblea regionale. Se avete trovato un metodo perché i treni camminino sulle autostrade e non sui binari, ci dite qual è? Perché il binario della legge elettorale è il binario della legge quadro nazionale, di leggi più importanti.

E se, dopodomani o fra 5-10 anni, tutto si abolisce, allora il ragionamento, giusto o sbagliato che sia, ha un senso, ma diceva un grande italiano, onorevole Gramsci: “Va bene che la bambina diventerà donna e se si sposa diventerà pure madre, ma se la prendi a 4 anni la violenti e l’ammazzi”.

E’ tutta una questione di tempo e di fisiologia delle cose. A me sembra che dopo un fallimento conclamato – detto senza cattiveria – che porta per la prima volta la Calabria ad essere “espulsa prima della fine della partita”, questa volta ci sia stata per questa legge un accanimento che è figlio di una sorta di sindrome della disperazione o se volete della “sindrome di Pasquale”.

“La sindrome di Pasquale” va bene a teatro nelle commedie. Chi è mio coetaneo, l’ha vista recitata dal più grande comico italiano - a mio parere per lo meno - che era il principe De Curtis, in arte Totò. Vi ricordate la spalla di Totò, prima lo faceva a teatro e poi l’ha fatto in televisione, arrivava con la spalla ed ha detto: “sai ho visto uno che ad un certo punto mi fa: Pasquale” e lui “pum: due schiaffi” e tu? “Aspetta che il bello deve venire” e lui? “A quel punto quattro pugni” e tu ? “Aspetta che il bello deve venire” e poi? “Mi prende a pedate nel sedere” e tu... Dopo che questa cosa la tira avanti, gli fai: “Fesso! e che sono Pasquale?”.

La legge che state facendo è di questo tipo, quando tu dici: “ma guarda che è incostituzionale”, embè? Prima che ci arrivi, chissà quando… Dici: “ma guarda che non puoi decidere quante sono le province, la legge dice che devi fare le circoscrizioni secondo le province che ci sono”. Altri ragionamenti non ne faccio.

Lasciamo perdere che il comune senso del pudore dovrebbe fare introdurre la preferenza di genere.

Anche recentemente una legge europea, in cui la volta passata erano state introdotte le tre preferenze, ha detto che perlomeno una deve essere di genere: due donne e un lui o due lui e una lei.

In Calabria come se niente fosse successo. Continuate ad andare avanti così! È vero che Loiero intervenendo nella riunione della minoranza ha detto che su queste cose occorre che ci sia libertà di coscienza.

Su che base ci si mette assieme per una ipotesi che non arriva oltre la curva? Mi interrogo. Cioè, è come se perduti i buoi, sia necessario per forza cercare le corna.

Non è questione centro-destra o centro-sinistra. Mi rifiuto di pensare che 27-28 persone della maggioranza, non so in base a quale tipo di chiamata, arrivino ad unirsi e mettersi assieme su questo. Perché vedete, c’è un punto su cui voi siete distratti: ognuno parla e si sente vittima di chissà quali prepotenze e soprusi, ma rispetto ad una cosa di questo tipo ve la chiamate e chiamate a rispondere ed a pagare anche quelli che non c’entrano nulla.

Non solo. Ritengo che nel momento in cui verrà presentato un ricorso il rischio è che mezza Italia, se non tre quarti, rida di questa legge. Poi, altri più cinici diranno: vedete, i calabresi non possono decidere da soli, debbono stare sotto un tallone, perché non sono in grado di essere oggettivi nemmeno sulla legge elettorale che riguarda tutti.

Chi vi dà questo potere? A poche ore dalla conclusione della legislatura cosa vi spinge ad andare in questa direzione? Non lo capisco e mi rifiuto di crederci, perché non so persone di buon senso, persone che io conosco da tempo, che hanno diritto di avere opinioni, vivaddio – ho molto rispetto di tutti – diversissime dalle mie, cosa le porta ad insistere su questo?

Vedete, lo stesso italiano di cui vi parlavo ha avuto rispetto a situazioni di crisi – allora erano nazionali – un’espressione molto felice: ci sono situazioni in cui il morto tira il vivo. Voi agite come se aveste un morto in casa che vi tira tutti dietro, quasi come se per rimanere così bisognasse essere trascinati non so dove.

Come è possibile? Come è possibile che non ci sia un momento? Mica ci si offende! Cosa vi porta? Come è possibile che a quest’ora, in questa fase, dopo che è avvenuto tutto questo, insistete con questa legge? O, con questa linea, pensate che qualcuno che magari è espressione di un partito che in altri tempi aveva una certa percentuale, ora si metta assieme ad un altro per avere il 4 per cento e rubare qualche consigliere?

Ma è possibile fare una legge per questo? Come la motiverete in giro? Non pensate che fate debiti che non siete in grado di onorare. Ma siccome non voglio andar dietro ai ragionamenti, insisto su un punto: noi abbiamo piena responsabilità e piena libertà anche nel fare le leggi, ma quando ci sono le leggi quadro nazionali e addirittura la Costituzione della Repubblica, non abbiamo il diritto di far finta che non ci sia e che non ci siano alcune regole.

Come è possibile che il Presidente del Consiglio stia in silenzio o addirittura sia complice di una operazione di questo tipo? Come è possibile che i Presidenti di gruppi che hanno avuto grandi responsabilità facciano finta di non vedere e di non sentire?

Cosa è che vi sta accecando? Se non una disperazione che è ferma ad un passato che non torna più, rispetto ad un futuro che contribuirete a rendere ancora più pesante, non solo per voi ma per tutti a causa di quello che ricade con le leggi, unito alla confusione ed al discredito per la nostra comunità.

Io sentivo il dovere di parlare, per carità, sono semplicemente uno e uno rimango, ma non riesco a capire questo accanimento, questa ossessione di far finta che tutto possa procedere e che noi siamo in un’isola deserta in cui ci è consentito tutto e il contrario di tutto.

Siccome non abbiamo ancora votato, credo che chiunque nella maggioranza abbia dei legittimi e profondi dubbi non può non riflettere, non solo per aiutare sé stesso e la propria coscienza, ma per evitare un errore, dopo tanti, a questa maggioranza che purtroppo è partita per suonare e i fatti ci dicono che, alla fine, è rimasta suonata, fino al punto di arrivare ad atti di disperazione di questo tipo. Ho terminato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Ottavio Gaetano (UDC)

Devo dire che ho seguito con grande attenzione ed interesse il dibattito, anche perché appartengo ad un territorio come quello della provincia di Vibo Valentia e di Crotone di dimensioni, sia geografiche che di popolazione, molto ridotte rispetto alle grandi province di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.

Devo dire la verità, siccome sono un sostenitore della modifica e dei tre collegi, speravo di trovare e di individuare nel dibattito qualcosa che mi potesse convincere che sono fuoristrada, che sto sbagliando, che non è così, che è preferibile lasciare le cose come stanno.

Dico subito che non sono venute fuori novità, rispetto a tutto quello che ci siamo detti nei vari incontri anche nella Conferenza dei capigruppo e devo dire che effettivamente non vedo motivazioni né tecniche né giuridiche.

Credo che ci siano le motivazioni solo di appartenenza e di supremazie territoriali. Lo dico con la massima franchezza, perché quando si parla di legge elettorale…

Sono emerse due posizioni dal dibattito: c’è una pregiudiziale che dice che non dobbiamo toccare la legge elettorale, poi però si dice pure che i tre collegi non possono essere fatti perché la legge lo vieta.

Se noi non parlassimo di collegi elettorali, la pregiudiziale cade. Perché la legge elettorale non possiamo lasciarla così com’è, perché si parla di 50 consiglieri e dobbiamo ridurli a 30.

Si parla di 40 consiglieri nella prima fase e invece bisogna eleggerne 24, si parla di 9 seggi assegnati con il maggioritario che qui diventano sei. Quindi di legge elettorale non possiamo non parlarne.

E’ inutile ricorrere, spesso e volentieri, all’ombrello del parere giuridico, perché questi pareri li utilizziamo quando li riteniamo utili alla nostra causa e non li accettiamo quando riguardano fatti che potrebbero dar torto ad alcuni.

Prescindo dai problemi di costituzionalità, anche perché la nuova proposta dice espressamente che tutte le province sono rappresentate.

Cioè, nel collegio di centro, in quello di Catanzaro c’è la rappresentanza della provincia di Vibo Valentia e della provincia di Crotone. La legge non dice che bisogna rispettare i confini territoriali di Vibo Valentia e di Crotone, per cui, essendo rappresentati, credo che non si vada incontro alla incostituzionalità. Ma io non entro nel merito e prescindo da questo, così come prescindo – mi dispiace doverlo sottolineare – dal fatto che siamo alla vigilia delle elezioni ed in corso d’opera vogliamo cambiare le regole.

Consentitemi di dire che da 20 anni si cambiano le regole in questa Regione in corso d’opera. Io non posso non portare in evidenza che il 31 gennaio 2005 a qualche mese, ad un mese, dalle elezioni è stata modificata una legge elettorale.

Non posso dimenticare o non citare che a ottobre 2009, a tre mesi dalle elezioni, è stata fatta una modifica della legge elettorale con la quale si aumentava il numero degli assessori esterni, si prevedeva, addirittura, la supplenza dell’assessore e si prevedevano i sottosegretari.

Questo a due mesi dalle elezioni, così come non va dimenticato che il 5 febbraio 2010, a pochi giorni dalla tornata elettorale, si è modificata ancora una volta la legge elettorale, abolendo il listino e prevedendo i posti con un sistema maggioritario.

Se parliamo di tempi, mi sembra che non sia corretto portare a giustificazione di una mancanza di volontà di modificare una legge elettorale il fatto che siamo in corso d’opera. Ma qui – ripeto - da 20 anni si sono fatte le cose in corso d’opera e oggi queste cose non stanno più bene.

Prescindo, però, da queste cose.

Veniamo a fatti concreti, perché ad ogni proposta ci deve essere una motivazione, deve esser supportata da una motivazione e da una documentazione probante.

Perché noi diciamo i tre collegi? Perché oggi con la riduzione a 30 - collega Guagliardi, ti devo dire che non ero spazientito, ti seguo sempre con grande attenzione e interesse. Stavo discutendo con Gallo di altri problemi - del numero dei consiglieri, Vibo Valentia e Crotone verrebbero cancellate dallo scenario politico-istituzionale di questa Regione. Vorrei che qualcuno mi spiegasse – con questo difendo il mio territorio – come è possibile competere con una lista di due persone, un maschio e una femmina, parlo di Vibo Valentia e di Crotone, a fronte di nove candidati nella lista della provincia di Cosenza, di 7 candidati della provincia di Reggio Calabria, di 4/5 candidati della provincia di Catanzaro. Senza tener conto che tutto questo è rapportato al numero degli abitanti e, quindi, al numero dei votanti.

Non c’è alcun dubbio che questi territori verrebbero spazzati via. Quando poi parliamo di territori già bistrattati per altre cose: qui sopprimono scuole, giudice di pace, ospedali, i treni non fermano - c’è tutta una storia - e i comuni sono tutti inferiori ai 5 mila abitanti, addirittura quasi inferiori a 3 mila e  tutti quasi in dissesto.

Le province, ma, signori miei, se ancora c’è qualcuno che si illude o che viene a convincermi che esistono le province, dico che siamo fuori dal mondo.

Le province non sono state cancellate perché non potevano depennare il nome “provincia”, perché la Costituzione prevede la provincia di Vibo Valentia e non potevano depennarla con un decreto ministeriale o con un atto.

Ma di fatto dove sono le province? Hanno solo funzioni di coordinamento per modo di dire, non esistono organismi elettivi, per cui alla fine noi saremo - non avendo e non potendo nemmeno concorrere per avere un posto alla Regione - cancellati definitivamente dallo scenario politico e istituzionale.

Ma poi io dico: non va bene il collegio? Non vanno bene i tre collegi? Ma scusate quale proposta è venuta fuori da questo dibattito? Non vogliamo i tre collegi? Benissimo. Dico lasciamo i 5 collegi, ma cambiamo sistema elettorale. Perché non applichiamo il metodo D’Hondt che applicano in diverse Regioni: la Campania, la Lombardia, le Marche, la Toscana, il Veneto.

Perché non modifichiamo il sistema di attribuzione dei posti? Vedete, forse qualcuno non ha fatto bene i calcoli, io li ho fatti. Io sono in un territorio e, con questo sistema elettorale, se io nella provincia di Vibo Valentia prendo 10 mila voti, siccome sono 100 mila votanti, prendo il 10 per cento.

Se nella provincia di Catanzaro, dove ci sono 200 mila votanti, il candidato di Catanzaro prende 10.500 voti con 100 mila abitanti in più prende una percentuale del 5,1 e va lui non io alla Regione.

Questo è il calcolo che bisogna fare. Non è che uno vuole aggregarsi a Catanzaro perché chissà quale motivo. Mi metto alla pari perché io a Crotone e Catanzaro potrei avere, laddove ci sono 200 mila abitanti, 100 amici che mi portano mille voti e potrei addirittura, se non si vuole cambiare il sistema elettorale, anche esser primo.

Io dico che dobbiamo ampliare il raggio di azione per quanto riguarda i collegi, ma poi dico perché non applichiamo il metodo D’Hondt? Facciamo un collegio unico regionale con le preferenze, ma questo non emerge nemmeno, perché non lo vogliono nemmeno. Il dato vero è che bisogna cancellare questi due territori che danno fastidio, perché ,se Vibo Valentia e Crotone non prendono seggi, indubbiamente questi vanno a Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.

Mi sembra che il discorso sia elementare. Perché non facciamo i collegi come l’Italicum? Cioè sempre 5 collegi di pari numero di abitanti e di elettori, così concorriamo tutti. Non che io debba stare per una legge che non si vuole cambiare, ripeto, per motivi di appartenenza o per supremazia territoriale, io devo dire ai miei concittadini che non posso nemmeno concorrere con una legge che io andrei a lasciare ad approvare.

Poniamoci questo problema. Il problema è che il metodo D’Hondt non si vuole, la correzione dell’attribuzione dei posti in termini percentuali non si vuole, l’Italicum non si vuole, così come il collegio unico. Ma insomma in questo Consiglio di cosa dobbiamo parlare quando parliamo di legge elettorale? Dobbiamo dire che non dobbiamo discutere? E’ questo? Io sono contrario ed indubbiamente mi sforzerò e farò una battaglia perché prevalgano i tre collegi.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.

CICONTE Vincenzo Antonio (PD)

Sarò breve, anche perché, dopo l’appassionato intervento del consigliere Bruni, credo che effettivamente bisogna soltanto concludere e dire come la penso su questo aspetto perché siamo stati chiamati in causa anche noi consiglieri regionali della provincia di Catanzaro e su questo punto bisogna essere chiari, così come siamo sempre stati quando siamo stati chiamati a decidere su alcune posizioni in Consiglio e anche al Consiglio comunale e provinciale di Catanzaro.

In questo momento si tratta di una decisione che dobbiamo prendere, purtroppo, in maniera frettolosa perché – diciamo la verità – probabilmente oggi sarà l’ultima seduta di Consiglio regionale in questa legislatura ed è chiaro che non ci sono state le premesse per poter fare una discussione più serena sull’ argomento.

Effettivamente penso che non sia possibile non condividere sotto alcuni aspetti quel che dice il consigliere Bruni che parla di 3 collegi in questa Regione ma questo lo si sa perché i collegi prima erano sproporzionati, dobbiamo esser sinceri altrimenti diciamo delle cose non vere.

Al contempo penso, collega Bruni e cari amici della maggioranza, che qui il problema non sia solo del collegio. Qui dobbiamo parlare del fatto che volete approvare una legge in fretta e lo capisco per i motivi che abbiamo detto perché c’è anche il voto disgiunto.

E’ possibile votare un voto disgiunto tra Presidente e consigliere? Questo è un punto fondamentale secondo me, in questo momento, dove diciamo che bisogna votare il Presidente della Regione che viene eletto dal popolo e quindi come facciamo a votare in maniera congiunta, in maniera non disgiunta il voto del Presidente.

Se un cittadino, per esempio, volesse evitare un componente di un Consiglio regionale deve votare obbligatoriamente quel Presidente. Credo che anche questo fosse un problema che dovevamo affrontare e cercare di risolvere.

Come pure la parità di genere. Sul problema delle donne dobbiamo anche capire cosa fare e su questo aspetto vedo la legge un po’ debole.

Ecco che, secondo me, su questi problemi nel nostro gruppo del Partito democratico abbiamo detto che ognuno di noi decide di votare in maniera autonoma su questi aspetti e, al contempo, abbiamo deciso all’interno del gruppo di allontanarci dall’Aula, per cui anche io mi adeguerò a quello che ha detto il Partito democratico e mi asterrò ma condivido appieno quello dei 3 collegi regionali.

PRESIDENTE

Per una precisazione ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, intanto volevo ricordare che ad inizio discussione ho posto la questione pregiudiziale che è stata condivisa e sottoscritta da altri 12 colleghi.

Le ricordo quindi che deve mettere ai voti la questione pregiudiziale di procedibilità dell’intero punto 3 perché l’abbiamo anche formalizzata insieme ad altri 12 colleghi prima del dibattito e chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.

Volevo fare anche qualche precisazione ai colleghi.

Non torno nel merito, né tanto meno voglio rifare il dibattito. Ma guardate, colleghi, che le questioni sul conflitto di costituzionalità e sui conflitti rispetto alle norme superiori, alla 108 del 1968 in particolare, non riguardano solo le circoscrizioni ma tutto l’impianto che avete e che è stato proposto con questi tre disegni di legge sui quali ancora non sappiamo quali dei tre sarà eventualmente posto in discussione, se deciderete di andare avanti.

Così come qualcuno diceva che non è un colpo di mano. Come volete definire un provvedimento fatto in questi termini che ha impedito alla minoranza e a chiunque in quest’Aula di poter portare un contributo, presentare eventualmente degli emendamenti e ad avere un testo che non presentasse vizi di costituzionalità?

Ribadisco l’invito, Presidente, per evitare che la Calabria, oltre al danno subisca anche la beffa di una legge viziata che, se impugnata, potrebbe pregiudicare il corretto esercizio del rinnovo del Consiglio regionale, del voto per il rinnovo del Consiglio regionale.

Se si andrà avanti per questa strada, è evidente che alcuni proporranno dei ricorsi e non si potrà tollerare che venga imposta una norma che presenta questi enormi vizi e queste enormi incongruenze e irregolarità.

Per cui, nel ribadire, Presidente, che lei dovrebbe essere il garante di quest’Aula, la voglio invitare – considerato che lei prima ha fatto un cenno sui doveri e sulle prerogative e su quello che può fare un consigliere regionale – a leggersi l’articolo 24 dello Statuto sulle prerogative e su come un consigliere regionale deve esercitare coerentemente e correttamente il proprio compito nei confronti dei calabresi. Questo riguardo ai pareri.

E’ stata una responsabilità che ho voluto assumere senza venire alla cieca, come purtroppo sta accadendo a quest’Aula oggi, messa davanti ad un fatto compiuto. E’ stata impedita una valutazione ed una discussione in Commissione come si dovrebbe fare, laddove in Commissione con l’ausilio dei tecnici si sarebbero potute sviscerare le problematiche e le incoerenze che portano questa norma ad avere vizi enormi di incompatibilità rispetto alla legge e alla Costituzione.

Per cui, Presidente, la invito nella sua qualità, attraverso il voto della pregiudiziale che significa espungere e non trattare il punto 3 o attraverso una sua decisione condivisa dai capigruppo, a non procedere per evitare che la Calabria subisca il danno e la beffa.

PRESIDENTE

Prima di dare la parola, il consigliere Giordano e altri consiglieri regionali, a norma dell’articolo 55 del Regolamento interno hanno presentato una questione pregiudiziale sulla discussione dell’argomento.

E’ possibile far questo - essendo lei, consigliere Giordano, un consigliere documentato e molto preciso - e dobbiamo porla ai voti. Pongo in votazione la pregiudiziale posta dal consigliere Giordano.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

E’ possibile votare per appello nominale per la questione pregiudiziale? Verifichiamo se è possibile.

(Interruzione)

Stiamo solo facendo controllare se sia possibile.

(Interruzione)

Il Segretario generale mi dice che è possibile. Prego, collega Nucera.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Fa la chiama.

CHIZZONITI Aurelio (Insieme per la Calabria)

Solo trenta secondi, non che voglia fare il bastian contrario. Noi, cognita causa e, al di là della condizione di improcedibilità sollevata dal consigliere Giordano, stiamo votando o voteremo una legge sicuramente incostituzionale; è inutile prenderci per i fondelli o prenderci in giro.

Dobbiamo ragionare se è il caso di andare avanti ed affrontare una probabilissima impugnazione della legge, con tutte le conseguenze che ne derivano; non penso che il Consiglio sia supponente e arrogante fino a questo punto ma siccome qui c’è un orientamento, ho visto un pregevole parere redatto dal Servizio legislativo che condivido in toto. Sicuramente la legge è incostituzionale.

Quando arriveremo alla votazione mi regolerò.

In questo particolare momento anche sulla pregiudiziale devo essere coerente con me stesso e mi astengo.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Prosegue con la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione sulla pregiudiziale sulla legge elettorale in base all’articolo 55 del Regolamento interno: presenti e votanti 40; hanno risposto sì, 11; hanno risposto no, 28; astenuti 1.

Pertanto dichiaro respinta la questione pregiudiziale.

(Hanno risposto si i consiglieri: Adamo, Bova, De Gaetano, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Magarò, Naccari Carlizzi, Talarico D., Tripodi;

hanno risposto no i consiglieri: Albano, Bruni, Bulzomì, Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magno, Minasi, Mirabelli, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi;

si è astenuto il consigliere Chizzoniti)

(La questione pregiudiziale è respinta)

Proposte di legge numero 574/9^ di iniziativa del consigliere regionale Talarico Francesco, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 febbraio 2005 numero 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)”

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Morrone. Ne ha facoltà.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Sarò breve, Presidente, intanto un elogio va a lei, nessuno glielo ha fatto e glielo faccio io.

In base alla riunione della Conferenza dei capigruppo, lei ha presentato tre proposte di legge e questo è un segnale di grande democrazia perché non ha presentato una proposta bloccata dalla maggioranza – il che avrebbe strozzato il dibattito per dire che era tutto inutile, perché le cose, invece,  sono state fatte – ma ha lasciato aperti più sentieri e questa è prova di grande democrazia; la ringrazio, quindi, per la conduzione e per la correttezza che ha avuto.

Non volevo parlare ma il mio amico, presidente Bova, mi ha spronato perché ha parlato di sindrome. Io sono ingegnere e non medico ma la sindrome significa che c’è un malessere, c’è qualcosa che non va e mi deve dire quale sia.

E poi sottolineo la sua sfrontatezza, e glielo devo dire. Perché quando uno che è stato Presidente del Consiglio nella precedente legislatura e il 5-6 febbraio ha presentato una proposta di legge di modifica della legge elettorale, costringendo il Prefetto di Catanzaro a dire che non poteva tenere le elezioni perché non era più in tempo, a preparare tutta la documentazione necessaria incaricando una società privata, con enormi spese per la Regione, come può dire a noi che abbiamo la sindrome e l’idea della modifica?

La modifica nasce perché le province di Vibo Valentia e di Crotone rischiavano in concreto di non aver rappresentanza in Consiglio comunale. La modifica nasce solo per questo e nessun altro motivo.

Chiariamo questo, quindi.

Ha detto bene il collega prima che ci potevano essere anche altre soluzioni. Mi aspettavo altre proposte diverse da queste ma comunque tendenti a migliorare o a dare la rappresentatività, ma ho visto solo critiche.

Delle proposte, le uniche che ho apprezzato, anche se non le condivido completamente, sono quelle del consigliere Guagliardi che è coerente al suo ruolo e alla sua cultura istituzionale. Lui è per l’assemblearismo e contro il leaderismo e ogni suo intervento ha questa matrice.

Non le condivido ma le apprezzo. Voterò contro a scanso di equivoci.

Si dice che sia incostituzionale ma, chi lo dice? Non mi pare che abbiamo costituzionalisti. Potrà anche essere, io sono un ingegnere e non mi occupo di Costituzione. Gli uffici e i tecnici preparati hanno redatto queste proposte, che condividiamo, e che saranno sottoposte al vaglio del Governo.

Ritengo che la proposta a tre sia la migliore possibile. Poi un altro aspetto, e lo diceva Tallini poco fa: questa proposta è innovativa e prelude ad una proposta diversa; forse è l’ultima volta che questa Regione voterà con queste leggi perché si va verso le macro Regioni e ridurre i collegi ne rappresenta un primo passo.

Non vi è nessun tipo di fatti; credevo fosse apprezzato questo sforzo della maggioranza di dare delle proposte aperte, di alta democrazia, e soprattutto di andare verso una innovazione e non verso un peggioramento della legge elettorale.

Sul resto, sulla proposta del voto congiunto o disgiunto ne possiamo anche discutere ma io dico che di tutto si può discutere. Qui siamo aperti e non vi sono fatti o idee precostituite. Siamo aperti al confronto e agli apporti che, per la verità, sono stati molto scarsi e molto scadenti. Vi ringrazio.

Della minoranza intendevo.

PRESIDENTE

La discussione generale sul provvedimento della legge elettorale si è conclusa.

Come il consigliere Morrone ha anticipato - perché ha partecipato a tutte le riunioni della Conferenza dei capigruppo - l’idea di proporre tre progetti di legge è stata una richiesta un po’ da parte di tutti i capigruppo perché ancora non si era addivenuti ad una chiusura su una legge elettorale.

Penso che oggi abbiamo dato un esempio di alta democrazia perché con le tre proposte di legge e con l’intervento dei singoli consiglieri regionali e sulle tre proposte di legge c’è stata la possibilità ognuno di esprimersi su quale delle tre preferisse.

Dagli interventi che ci sono stati mi sembra che tra le tre quella che viene preferita è quella che prevede i tre collegi. Ascoltando gli interventi che ci sono stati tra i consiglieri regionali.

Per quanto mi riguarda ritiro, essendo stato il firmatario, sia la proposta di legge dei 5 collegi secondo la legge dell’Italicum sia la proposta di legge del collegio unico regionale con 3 preferenze.

Per quanto mi riguarda pongo ai voti del Consiglio l’unica legge rimasta prendendo spunto da tutti gli interventi dei colleghi che ci sono stati che è quella dei tre collegi elettorali, cioè della circoscrizione nord, della circoscrizione centro e della circoscrizione sud.

Ritiro sia la proposta di legge numero 573/9^ che la proposta di legge numero 575/9^ e rimane la proposta di legge numero 574/9^ che possiamo procedere a votare.

All’articolo 1 è stato presentato a mia firma un emendamento che riguarda la modifica delle circoscrizioni nord, centro e sud. Quella nord comprende i comuni della provincia di Cosenza, quella di centro comprende i comuni delle attuali provincie di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia e quella sud comprende i comuni dell’attuale provincia di Reggio Calabria.

Sullo stesso emendamento c’è che la circoscrizione centro dovrà essere composta a pena di inammissibilità delle liste con residenti della provincia sia di Crotone che di Vibo Valentia.

Questo è l’emendamento protocollo numero 26394, a mia firma, che recita: “La lettera b) del comma 1 è sostituita dalla seguente: "b) dopo il comma 2 è inserito il seguente comma: "2 bis. Il territorio della regione è ripartito in tre circoscrizioni elettorali così denominate:

circoscrizione nord;

circoscrizione centro;

circoscrizione sud.";

La lettera c) del comma 1 è sostituita dalla seguente: "c) dopo il comma 2 bis è inserito il seguente comma: "2 ter. Le circoscrizioni elettorali di cui al comma 2 bis sono così composte:

la circoscrizione nord comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Cosenza;

la circoscrizione centro comprende i Comuni delle attuali Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia;

la circoscrizione sud comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Reggio

Calabria.

Dopo la lettera c) del comma 1 è inserita la seguente lettera: "cbis) dopo il comma 2 ter è inserito il seguente comma: "2 quater. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni è effettuata dividendo il numero degli abitanti della regione per il numero dei seggi della quota circoscrizionale di cui all'articolo 2 comma 1 lettera a), e assegnando i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Per la circoscrizione elettorale di cui alla lettera b) del comma 2 bis, le liste sono composte, a pena di inammissibilità, in modo che ci sia almeno un candidato residente per ciascuna delle province corrispondenti.";

Pongo in votazione l’emendamento con coordinamento formale perché la parte che riguarda i seggi delle circoscrizioni va rivista.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 1 è stato presentato emendamento protocollo numero 26393 a firma del consigliere Guagliardi che così recita: “Il comma 1, dell' articolo 1 è così modificato:

a) Sono eleggibili a Presidente della Giunta e Consigliere regionale i cittadini, dell'uno e dell'altro sesso, iscritti nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica, che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età entro il primo giorno della elezioni.

b) Non è immediatamente rieleggibile a Presidente della Giunta chi ha ricoperto per due mandati consecutivi tale carica.

c) Non è immediatamente rieleggibile a Consigliere regionale chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la tale carica.

d) Non può essere immediatamente nominato alla carica di Assessore regionale chi ha ricoperto per due legislature consecutive tale carica.”

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Presidente, già il fatto di mettere le pregiudiziali sulla lista dei candidati mi sembra quella forzatura costituzionale che temevamo ed è passata.

Anche dopo l’intervento di distanza assunto dal Presidente della Commissione di Vigilanza pensavo che qualcuno avrebbe ripensato ad approvare questa legge ma comunque si vuole così.

Io sono un proporzionalista e vorrei eleggere sempre il Presidente in Consiglio regionale così difficilmente su tre elezioni probabilmente Catanzaro ne avrebbe preso due. Perché la centralità della provincia di Catanzaro mi pare che sia stata molto presente negli ultimi 15 anni con due Presidenti su tre. Ma non è questo il problema, sono un proporzionalista.

Prevedendo che l’idea dell’elezione assembleare del Presidente della Regione non fosse passata ho dovuto cercare di calmierare anche i miei interventi e tentare di modificarne l’orientamento perché se non si può ottenere una cosa cerchiamo di ottenere l’altra, collega Fedele.

Il mio emendamento è di quattro punti. Ora forse in termini anche eccessivi ma penso che sia importante che venga scritto perché è circolato un testo nelle scorse settimane che era molto pericoloso. Un testo dove era scritto che ciascuna lista regionale deve essere composta a pena di inammissibilità da candidati Presidenti nelle province calabresi.

Il che significa che probabilmente noi la Costituzione la prendiamo per carta straccia e non ci rendiamo conto di quello che è. Io ho messo alla lettera a) che sono eleggibili a Presidenti della Giunta regionale i consiglieri regionali cittadini dell’uno e dell’altro sesso iscritti nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età entro il primo giorno delle elezioni.

E’ una forzatura linguistica e di testo ma è meglio precisare le cose visto che ogni tanto saltano e ci si dimentica.

Gli altri tre provvedimenti, Presidente, e qui un po’ di attenzione i suoi colleghi se la danno è importante anche perché  nella mia introduzione del dibattito generale io parlavo della crisi della politica che ormai ci ha messo in ginocchio e di cui siamo vittime. Ma 20 anni fa ci fu un’altra grande crisi della politica quando questa fu sconfitta da Tangentopoli, da un referendum ed iniziò un iter penoso di trasformazione delle leggi elettorali e del sistema di governo in Italia dal proporzionale, quindi dalle rappresentanze assembleari e rappresentative al maggioritario ad elezione diretta.

La prima legge che ci ha condizionato in questo è stata la legge 81/1993 che ha introdotto in Italia l’elezione diretta del Presidente della provincia e dei sindaci.

Quella legge introdusse due elementi: elezione diretta ed un istituto su cui ci stiamo confrontando che è quello dello simul stabunt, simul cadent.

PRESIDENTE

Abbiamo cinque minuti, poiché abbiamo anche altri emendamenti.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

E’ un unico emendamento.

PRESIDENTE

Ma sta già parlando da sei minuti. Visto che abbiamo altri punti tra cui le dimissioni del Presidente della Giunta.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Il problema è questo il legislatore dell’epoca ha introdotto l’elezione diretta del Presidente della Provincia e del sindaco ma ha previsto un dispositivo che dopo due legislature il Presidente interrompesse la sua attività si diceva per avvicinarci alle democrazie occidentali a sistema maggioritario e si diceva anche per non dare l’impressione che questi sindaci potessero accaparrarsi del potere. C’erano persone che da 30 anni avevano fatto il sindaco prima di allora.

Avvenne così questa modifica che tutto sommato ha funzionato.

Allora noi che abbiamo in Consiglio regionale il principio del simul stabunt aut simul cadent cioè quando cade il sindaco, il Presidente della provincia e adesso anche il Presidente della Regione cade il Consiglio ho pensato perché non applichiamo anche il principio del doppio mandato nella nostra legge regionale?

I tre punti successivi del mio emendamento si orientano in questa direzione, c’è un sussulto di cui parlavo prima di questo Consiglio regionale che dice “dopo il secondo mandato non può essere rieletto un consigliere regionale, un assessore regionale o un Presidente della Regione, è nominato un assessore regionale… non possono più tornare in Aula se non con una interruzione nel terzo mandato.

Chiedo che venga applicato questo dispositivo che riconosce il sistema presidenzialista e maggioritario ma inneschi il principio della interruzione dalla carica per un motivo di democrazia occidentale, americaneggiante, di non rapporto, di occupazione del potere per come l’avevano detto i legislatori dell’epoca leggendo gli atti parlamentari.

Vi invito colleghi consiglieri a dare questo segnale alla Calabria, così che tutte le preoccupazioni che ci sono verranno un po’ attutite perché la gente può dire anche in funzione della difficoltà di partecipazione della politica con due terzi del Consiglio regionale in meno che la gente possa pensare che noi abbiamo la volontà di non esser così avvinghiati a questo luogo ma di essere abbastanza democratici e permettere la concorrenza di tutti alle scadenze naturali e di ambire alla carica di consigliere regionale, di Presidente e di essere nominato anche assessore.

Ovviamente, Presidente, ritengo questo un emendamento importante sul quale chiedo la votazione…

(Interruzione)

Quando si faranno le campagne elettorali e la gente ci dirà le cose…

PRESIDENTE

Collega Guagliardi, non si vuole trattare l’ultimo punto? Sono le 19,30 dobbiamo procedere con una serie di approvazioni di legge che sono inserite.

(Interruzione)

Se lei lo chiede non posso dirle di no ma se può soprassedere magari il buon senso consiglia a tutti noi di procedere… so che lei ha un carattere moderato anche se appartiene a sinistra.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 26693 a firma del consigliere Guagliardi.

(E’ respinto a maggioranza)

Sempre all’articolo 1 è stato proposto emendamento protocollo numero 26393/2 a firma del consigliere Guagliardi che così recita: “Il comma 3, dell' articolo 1 è così modificato: 3. Non sono ammesse al riparto dei seggi:

a) le coalizione o liste regionali che non abbiano ottenuto il 5 per cento dei voti validi.

b) le liste regionali che non abbiano ottenuto il 2 per cento dei voti validi facenti par­te di una coalizione che ha superato il 5 per cento dei voti validi.”

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Poco fa ho molto apprezzato anche per i contenuti l’intervento del collega Bruni che ha evidenziato una difficoltà della partecipazione della politica e sono sempre convinto che questo sistema presidenziale non tiene molto in peso questo luogo.

Noi che siamo da tre legislature qui dentro sappiamo quanto poco conta questo luogo rispetto alle politiche di governo.

Sono molto preoccupato per la partecipazione dei cittadini al voto e sono anche preoccupato per la formazione delle coalizioni stando questo calo della rappresentanza.

Cosenza che in qualunque caso avrebbe avuto sempre 9 consiglieri regionali sicuramente è una provincia con grandissime difficoltà a far quadrare le formazioni delle liste e se ne accorgeranno anche le provincie di Catanzaro e così via.

Ora, poiché c’è il sistema bipolare, produce un fenomeno del tutto particolare che quello dell’astensionismo e della non partecipazione. E siccome il sistema presidenziale è forte e non ha bisogno di tutele o sbarramenti l’ipotesi di cui mi faccio carico è di garantire una partecipazione ai cittadini, ai partiti, che non sia vincolata dalla soglia di sbarramento nelle elezioni.

Cioè noi facciamo un torto alla democrazia partecipativa e la attacchiamo nel momento in cui sosteniamo gli sbarramenti sia quello di lista semplice che quelli di coalizione.

Tenente presente e lo dico qui perché l’ho detto in Conferenza dei capigruppo, innalzare al 15 per cento la soglia di sbarramento per la paura del Movimento 5 Stelle o di Grillo è un grave errore che pagheremo tutti. Perché tutte quelle formazioni minori che non si identificano in questa o in quella coalizione ma che sono contro entrambe le coalizioni molto probabilmente non solo faranno superare al terzo incomodo la quota del 15 per cento prevista, ma faranno se non sicuramente farlo vincere perché le coalizioni storiche hanno bisogno di partecipazione, di più liste e militanti, di più gente che scende in campo.

Se volete fare questo errore tenendo forte lo sbarramento al 4 per cento per le liste minori e quelle di coalizione in qualche modo credo che ci assumiamo la responsabilità di creare la vittoria di quel terzo polo che sicuramente non sta qui dentro in questo momento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico. Ne ha facoltà. Per dichiarazione di voto sull’emendamento.

TALARICO Domenico (IDV)

Presidente, il mio è un intervento a favore della proposta Guagliardi perché ritengo che non sia questo il metodo e la strada giusta per contrastare una eventuale affermazione di Grillo.

Preferirei da destra e da sinistra che si affrontassero le questioni politiche, che si prosciugasse il brodo entro cui Grillo anche alle nostre latitudini sguazza.

Ha ragione il consigliere Guagliardi. Portare la soglia di sbarramento al 15 per cento significa limitare la partecipazione e infliggere un gravissimo colpo alla rappresentanza in questa Regione.

Vorrei invitare il consigliere Morrone - che i conti li sa fare - che il 12 per cento corrisponde a circa 120 mila elettori e il 5 per cento – la vecchia soglia di sbarramento a questo punto – significa che 50 mila elettori che pure potrebbero trovare cittadinanza dentro questo Consiglio.

(Interruzione)

5 per quanto riguarda il Presidente e 4 per quanto riguarda i partiti.

Dicevo che 50 mila elettori rappresenterebbero un’area territoriale vastissima. Un interesse diffuso, tematico, settoriale di tipo generale e non particolare.

Qui non stiamo a riproporvi una contrapposizione municipalistica o una versione localistica della rappresentanza ma credo che 50 mila persone meritano di avere una rappresentanza nella massima Assemblea elettiva calabrese.

Ora elevare la soglia al 12 per cento potrebbe avere un effetto devastante dal punto di vista della partecipazione ma anche della mortificazione di interessi che possono essere del mondo del lavoro, dell’associazionismo, di particolari interessi territoriali di minoranze linguistiche o altro che di per sé hanno bisogno pure di una rappresentanza caratterizzata e caratterizzante.

Spingerebbero soprattutto il già precario e cagionevole sistema democratico regionale, una bipolarizzazione che non corrisponde alla realtà.

Oggi abbiamo Renzi e Berlusconi morente politicamente ma da qui a qualche settimana il quadro e lo schema potrebbero essere molto diversi. E’ difficile mettere le brache ad una rappresentanza che invece è plurale e diversificata, che non può essere contenuta nello schema che voi avete predisposto.

Vi inviterei a riflettere su questa cosa.

Non è solo il gusto di far polemica o di contrapporsi alla proposta della Giunta ma penso sia un problema molto serio che finisce col mortificare anche nella fase della predisposizione delle liste, della formazione dei programmi. Tenere fuori punti di vista magari i più deboli dal punto di vista elettorale ma importanti e grandi dal punto di vista della sostanza, del valore e dei contenuti è un grave errore e le regole – lo dico a Morrone sapendo di dirlo a tutta la maggioranza – non si scrivono facendo riferimento ad un determinato e circoscritto periodo storico elettorale.

Le regole devono valere per un decennio, per un ventennio e devono guardare avanti.

Quando si gioca una partita le linee sul campo le facciamo insieme, fissiamo le porte e giochiamo su quel campo, poi ognuno indosserà la maglietta che vuole.

Vi invito, allora, a guardare un po’ più in la da qui da qualche mese o a qualche anno quando varranno le regole che ci stiamo dando oggi e il quadro politico e sociale e culturale di questa Regione potrebbe essere molto diverso.

Ecco allora che chiudere questi spazi a mio avviso è un errore ed ha fatto bene l’amico Guagliardi ad avanzare questa proposta di modifica della legge elettorale che voi avete proposto.

Da parte mia un invito a rifletterci ulteriormente e ad abbassare l’asticella che va abbassata sul piano della politica e dei contenuti. Grillo a mio avviso riceve maggiore impulso da questo tentativo di tenerlo fuori dalle Assemblee elettive.

Dobbiamo riformare altre cose. Dobbiamo rivedere lo stile, la qualità della rappresentanza e della proposta politica e non combattere una presenza solo con le leggi elettorali che potrebbero rivelarsi addirittura vantaggiose per coloro i quali voi intendete combattere. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 26393/2 a firma del consigliere Guagliardi.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 26603 a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Bruni, Serra, Morrone che così recita: “Dopo l’articolo 1 della proposta di legge numero 574/9^ è inserito il seguente articolo <1 bis -(Integrazioni alla l.r. 1/2005)

1. Dopo l'articolo 1 della legge regionale 1/2005 è inserito il seguente articolo:

1 bis (Indizione delle elezioni) 1. Le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Giunta regionale, sentito il Presidente del Consiglio regionale e d'intesa con il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro. In caso di impedimento permanente o di morte del Presidente della Giunta e negli altri casi previsti dallo Statuto le elezioni sono indette dal Vicepresidente della Giunta con le stesse modalità.".

Prego, collega Chiappetta.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento con l’astensione del consigliere Talarico e il voto contrario del consigliere Guagliardi.

(E’ approvato)

Si passa all’emendamento protocollo numero 26393/1 a firma del consigliere Guagliardi che così recita: “La lettera "b" del comma 1 dell'articolo 2 della Legge Regionale 7 febbraio 2005, n. 1: "Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio Regionale" è abrogata.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Presidente, questo emendamento letto così nessuno fa mente locale per capirlo e parlo per i non addetti ai lavori.

Questa è l’ultima occasione per rilanciare i rapporti Consiglio-governo della Regione in termini funzionali allo spirito del presidenzialismo.

Vedete quando hanno inventato il simul stabunt simul cadent hanno impedito che ci fossero due livelli di elezioni. Uno di carattere rappresentativo proporzionale che è l’elezione dell’Assemblea regionale e l’altro separato anche nei tempi della elezione diretta del Presidente in modo che i due poteri si potessero controbilanciare e si potessero calmierare le esigenze dell’uno e dell’altro.

Così non è stato perché l’allora Governo D’Alema decise in quel modo e venne approvata la legge 99 e la modifica del titolo quinto con quel meccanismo in cui è previsto il premio di maggioranza anche.

Cioè quel Presidente che vince ottiene il famoso premio di maggioranza di cui abbiamo vissuto fino ad ora. Su 50 consiglieri regionali il 20 per cento dei consiglieri regionali viene assegnato alla maggioranza che vince prima era listino diventato poi la legge di cui abbiamo parlato poco fa, di cui parlava anche il collega Bruni.

Se noi eliminiamo questa lettera dal comma 2 dell’articolo 2, lettera b) rilanciamo il sistema di elezioni proporzionale rispetto alla definizione dei consiglieri regionali.

Salvo restando la facoltà che il Presidente eletto ha tutti i poteri che gli abbiamo dato e che si è preso in questi 15 anni c’è sempre la possibilità che questo luogo riavvicinandosi i rapporti proporzionali dei voti dati dai cittadini ai partiti possa avere una forza di autonomia rispetto ad alcune nefandezze che i precedenti Presidenti hanno fatto.

Questo è sempre un emendamento generico ma colleghi consiglieri che tornerete qui tenete presente che se il rapporto consiglieri regionali sarà 19 a 12 come è previsto dalle attuali leggi questo Consiglio regionale diventerà un luogo in cui la politica sparisce perché non funzioneranno più le Commissioni e ci sarà un fortissimo rapporto di dipendenza col Presidente eletto.

Questo Consiglio regionale finisce di esistere nella sua autonomia e come oggi anzi più di oggi i vincenti, coloro che devono rapportarsi sennò vengono sciolti con un Presidente dovranno adeguarsi alle bizzarrie di questo mondo.

In questo senso vi imploro, colleghi,…

PRESIDENTE

Consigliere Guagliardi…

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Ho finito. Lei, Presidente, dovrebbe essere il garante di questo Consiglio.

PRESIDENTE

Assolutamente molte cose che dice le condivido.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Vi invito a votare questo emendamento, almeno. Grazie. Sono sicuro della vostra adesione e del senso democratico e di autonomia del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 26393/1.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo numero 26563, a firma delle consigliere Albano e Minasi. Prego, consigliere Albano.

ALBANO Gabriella (Forza Italia)

Questo emendamento è rivolto all’introduzione della doppia preferenza, cioè della doppia preferenza di genere. La previsione della doppia preferenza di genere dà all’elettore la possibilità di esprimere non soltanto un voto, sempre riferendoci alla stessa, ma due voti di preferenza, però in queste due scelte il cittadino può variare il voto e dare la preferenza a un uomo e a una donna.

Quindi sia la previsione della quota di genere sia quella della doppia preferenza di genere rappresentano dei validi mezzi al fine di arrivare a quella rappresentanza politica dei due sessi all’interno del Consiglio regionale, cosa che è mancata nell’ultima elezione del 2010, come avete potuto notare, in cui non abbiamo avuto la possibilità di essere rappresentate; soltanto in un secondo momento con la sostituzione abbiamo avuto la possibilità io e il consigliere Minasi di poter entrare in questa Assise.

Quindi la cosa che noi chiediamo è che venga introdotta questa doppia preferenza, dando la possibilità all’elettore di scegliere anche le proprie donne.

PRESIDENTE

Ha illustrato l’emendamento.

(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)

Vorrei concludere con l’intervento della consigliera Minasi, che è anche lei firmataria dell’emendamento. Consigliere Minasi, prego.

MINASI Clotilde (Nuovo Centro Destra)

Volevo solo dire che non può non entrare nel contesto di una riforma della legge elettorale la doppia preferenza perché, alla luce della legge 215 del 2012 che promuove il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli enti locali, ma come anche l’articolo 38 al comma 2 dello Statuto regionale, che promuove la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive, credo che con la doppia preferenza si agevolerebbe l’accesso delle donne alla vita politico-istituzionale calabrese che, oggi – come ha già sottolineato la consigliera Albano – vede solo noi due, fra l’altro entrate per surroga, ma soprattutto si darebbe una tangibile risposta a tutti coloro che hanno sottoscritto, con il sostegno della Commissione regionale per le pari opportunità, un progetto normativo sviluppatosi su iniziativa di natura popolare.

Sono oltre 7 mila i corregionali che hanno appoggiato la necessità di una rappresentazione democratica completa e quindi anche all’universo femminile. Il Consiglio regionale non può, oggi, non dar voce a una larga fetta di popolazione e, a testimonianza di quanto l’argomento susciti attenzione, abbiamo visto in questi giorni a vari livelli l’interesse manifestato in maniera palese da larghi segmenti della nostra collettività.

Alla luce di queste considerazioni, chiedo che sia messo in votazione questo strumento che crediamo possa rappresentare un contributo valido alla pienezza della rappresentanza democratica.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Prima c’era il consigliere Naccari Carlizzi, che ha firmato un altro emendamento che riguarda la stessa questione. Consigliere Naccari Carlizzi, prego.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

L’emendamento, in effetti, non è identico, perché nel nostro emendamento è inserito anche l’obbligo di prevedere una quota non superiore a due terzi nelle candidature, quindi nella rappresentanza anche della lista, perché è di tutta evidenza che il risultato nasce dal combinato disposto di un numero adeguato di candidature di un sesso e poi della possibilità di intervenire con la preferenza di genere. Non mi pare che sia lo stesso, ma non vorrei sbagliare, perché non ci è stato consegnato.

Direi di chiedere se le colleghe e i colleghi sono d’accordo a votare l’emendamento a mia firma che va molto di più nella direzione di una effettiva rappresentanza paritaria o di un incremento della rappresentanza

Voglio aggiungere a quanto detto dalle colleghe che la legge 215 del 2012 prevede e fa obbligo alle Regioni di introdurre dei meccanismi che promuovano la rappresentanza delle donne in seno ai Consigli regionali, di conseguenza non ci si può limitare a votare contro – lo dico per coloro che intendono votare contro – altrimenti avremmo una legge che ha un limite, può prestarsi a una censura di legittimità, proprio perché non prevede un’adeguata strumentazione che incentivi la presenza delle donne in Consiglio.

PRESIDENTE

Hanno parlato coloro che hanno presentato gli emendamenti. Chi si esprime a favore e chi contro?

(Interruzione)

Prima il consigliere Talarico D. e poi il consigliere De Gaetano.

TALARICO Domenico (IDV)

Sostengo senz’altro l’emendamento a firma Albano-Minasi, seppure incompleto, nel senso che questo emendamento avrebbe dovuto contemplare anche qualche riferimento rispetto alla composizione delle liste, perché se la composizione delle liste è maschile o femminile, va da sé che la doppia preferenza di genere non avrebbe alcun senso: se il presentatore di una lista la presenta tutta al maschile o tutta al femminile, l’elettore non avrebbe alcuna possibilità di scelta. Poi mi risponderà.

Questa lacuna, sicuramente inconsapevole e involontaria delle due firmatarie, ci dà la cifra del disordine seguito nella presentazione di questa proposta di legge. Se il tutto fosse stato affidato al buon Caputo, probabilmente avremmo evitato queste figuracce in seno al Consiglio regionale, perché le proposte prima si discutono, si elaborano, si istruiscono e, probabilmente, saremmo arrivati con una proposta condivisa, ma sicuramente più intrisa di saggezza e coerenza costituzionale.

La sostengo per ovvie ragioni di coerenza e convinzione, sono firmatario insieme ai consiglieri Giordano e De Masi di una proposta di legge sin dal 2010, e lì abbiamo subito compreso come il Consiglio regionale della Calabria fosse l’unico Consiglio regionale d’Italia privo di una presenza femminile. Il buon Dio ci ha regalato, poi, l’ottima presenza delle colleghe Minasi e Albano, però noi abbiamo scontato per tre anni un deficit di rappresentanza molto evidente, che ci ha privato di un punto di vista certamente importante.

Ora, si può colmare questa lacuna correggendo anche questo emendamento e si introduce, così come è avvenuto altrove in cui è stata superata brillantemente anche la prova della legittimità costituzionale; vorrei ricordare una serie di sentenze della Corte costituzionale, l’ultima a proposito della legge della Campania, laddove si dice che la doppia preferenza di genere non precostituisce alcun vantaggio di genere e quindi mette nelle condizioni l’elettore di dare un aiuto all’uno o all’altro genere nella rappresentanza.

Credo che sia senz’altro accoglibile questa proposta e avrà senz’altro il mio voto, così come credo degli amici e colleghi del mio gruppo.

Qui mi fermo, ci sarebbe tanto altro da dire, ma immagino che la maggioranza sia disponibile a limare e ad arrivare a una proposta più compiuta da introdurre nel testo complessivo della legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

DE GAETANO Antonino (PD)

Anch’io, come il collega Naccari Carlizzi, sono a favore di questa proposta che abbiamo fatto insieme e chiedo alle colleghe Minasi e Albano se vogliono convergere sulla nostra, che è anche un passo in più, per come ha spiegato brillantemente il consigliere Naccari, per il fatto che, oltre la preferenza di genere, c’è anche l’indicazione di un numero minimo in ogni lista di donne e di uomini. Credo che questo possa avere più possibilità per consentire il traguardo dell’elezione nel prossimo Consiglio regionale alle donne, quindi mi auguro che si possa votare insieme su questo emendamento e fare approvare questa battaglia che noi avevamo già presentato – ricorderanno il collega Tripodi ed altri – la scorsa legislatura; abbiamo preso soltanto 7 voti allora, la ripresentiamo questa volta e ci auguriamo che, rispetto a cinque anni fa, sia cambiato il clima e ci sia più consapevolezza che non si può fare politica senza le donne e che bisogna dare gli strumenti alle donne per essere elette in Consiglio regionale e che il fatto che lo scorso Consiglio, su 50, non fu eletta nessuna donna, le colleghe sono subentrate dopo durante la legislatura, è stata una delle cose più brutte che questa legislatura ha avuto ed è capitato soltanto in Calabria.

Noi, per evitare che avvenga nuovamente questo risultato, secondo me tutti insieme dobbiamo approvare questo emendamento sulla preferenza di genere, che può consentire all’elettore di esprimere due preferenze e quindi liberamente scegliere chi votare.

Quindi mi auguro, Presidente, che si possa convergere sul nostro emendamento, che è più completo e dà più possibilità al genere femminile di essere eletto nel prossimo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, sarò telegrafico. Sono stato il sottoscrittore, insieme al collega Naccari e ad altri colleghi, dell’emendamento ed esprimo, comunque, come ha fatto il collega Mimmo Talarico, il mio voto favorevole all’emendamento delle colleghe Albano e Minasi, per completezza e perché, per il ragionamento che ha fatto Naccari prima, è di tutta evidenza che il riequilibrio di genere si ottiene anche attraverso il combinato disposto non solo del voto della doppia preferenza, ma anche delle condizioni della formazione delle liste Quindi la percentuale che è stata introdotta con l’emendamento che abbiamo sottoscritto è già garanzia che l’introduzione della doppia preferenza poi dia i frutti che tutti speriamo e per cui tutti ci stiamo battendo.

Il collega Talarico ha richiamato anche la nostra proposta di legge, che è stata antesignana di una discussione che non è avvenuta in questo Consiglio regionale, l’avevamo presentata come gruppo nel 2010.

Chiedo alle colleghe, eventualmente, o di accorpare i due emendamenti o, comunque, di trovare un punto di equilibrio affinché si inserisca anche quel capoverso che darebbe maggiore efficacia e maggiore garanzia al risultato che tutti auspichiamo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo, che è anche Presidente della Commissione competente. Ne ha facoltà.

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

Non avevo intenzione di intervenire su questo punto, ma tirato per i capelli dai colleghi del centro-sinistra, come Presidente della Commissione, ho il dovere di dire che la coerenza da quelle parti non esiste proprio, perché io ho portato più volte in Commissione, avevamo fatto un testo unificato: non avete mai avuto il coraggio civile e politico di volerne discutere, vi siete tirati fuori, non c’è stata mai…! La Commissione da me riunita più e più volte non ha mai avuto la possibilità di discutere nella sua interezza: venite stasera e fate questa proposta!

Io non so se c’è da ridere o da piangere!

TALARICO Domenico (IDV)

Leggiamo gli atti, portiamo gli atti.

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

La coerenza, onestamente, in politica non regna sovrana, ma arrivati a questo punto, credo che veramente lasci molto ma molto a desiderare, perché se cominciate la campagna elettorale in questa maniera, avete già perso!

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, chiedo di intervenire per fatto personale.

PRESIDENTE

No.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Ma dobbiamo chiarire le cose, perché i verbali sono là.

PRESIDENTE

Non ha citato nessuno.

(Interruzioni)

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

No, Presidente, ha citato l’attività della Commissione. Siccome l’attività della Commissione è pubblicata sul sito internet, io invito i giornalisti a controllare le sedute sul sito internet del Consiglio regionale e a verificare quali fossero le assenze e le presenze, costantemente pronti al voto. Ricordo, presidente Caputo, quando le ho chiesto di mettere in votazione la proposta e si sono alzati dalla sua parte alcuni consiglieri per far mancare il numero legale. Se li ripassi lei e si renda conto che era meglio stare zitti, perché non fa né ridere né piangere!

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Comunque, adesso ne abbiamo la verifica.

TALARICO Domenico (IDV)

Scusate, ma nelle Commissioni ci sono una maggioranza e una minoranza: perché la maggioranza non l’ha approvata, allora?! Perché?

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

Non si è mai pronunciata la minoranza, avete preferito allontanarvi.

TALARICO Domenico (IDV)

Ma non dica bugie! Per favore!

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

Non vi siete pronunciati mai!

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente Caputo, ma quando! Ma dove l’ha visto questo film, su quale canale!?

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Siamo stati sempre presenti.

GIAMBORINO Pietro (PD)

Chiedo la votazione per appello nominale, Presidente.

PRESIDENTE

Ricomponiamoci, sull’emendamento: il consigliere Caputo è intervenuto e ha fatto delle valutazioni. Quindi adesso procediamo a votare l’emendamento.

GIAMBORINO Pietro (PD)

Con votazione per appello nominale, Presidente.

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Consigliere Guagliardi?

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della Sinistra)

Non ho parlato su questo. Condivido per intero l’intervento del collega Giordano, che è quello di approvare l’emendamento e, possibilmente, trovare un punto di incontro tra i due emendamenti presentati.

(Interruzione)

Aspettate, il voto è importante e noi lo voteremo comunque l’emendamento, tanto per dire, perché non è che ragioniamo con il prosciutto sugli occhi: se avessimo il prosciutto, discuteremmo in un certo modo; da questa parte il prosciutto non c’è, per essere chiari!

Volevo soltanto dire una cosa: un Presidente di Commissione – consigliere Caputo, la stimo moltissimo – che vuole far lavorare la sua Commissione ha gli strumenti per farla lavorare e non dipende dalla minoranza il blocco dei lavori della Commissione. Le volevo soltanto dire che, se ci fosse stata la volontà anche del suo gruppo, la legge sarebbe stata portata in Consiglio regionale.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, su questo emendamento chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Procediamo con la votazione per appello nominale sull’emendamento Albano-Minasi, protocollo numero 26563.

(Interruzione)

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Chiedo scusa, come è uguale?!

PRESIDENTE

Sono diversi.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Sono diversi.

PRESIDENTE

Quindi ci sono due votazioni.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Allora, o vengono unificati o ci saranno due votazioni.

PRESIDENTE

Siccome voi avete chiesto la votazione per appello nominale, votiamo il vostro emendamento per appello nominale, quello proposto dal consigliere Naccari Carlizzi, perché sull’altro emendamento non è stata chiesta la votazione per appello nominale. Va bene? Quindi votazione per appello nominale sull’emendamento protocollo numero 26685, a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi e Giordano.

Consigliere Nucera, prego, faccia la chiama.

MINASI Clotilde (Nuovo Centro Destra)

Dichiarazione di voto. Intanto, volevo dire che fa bene il consigliere Naccari Carlizzi a richiedere gli atti della Commissione, perché forse ha la memoria corta, e ha ragione il presidente Caputo, perché avevano la possibilità di approvarlo in Commissione e non lo hanno fatto, hanno abbandonato l’aula e non lo hanno votato. Comunque, voto sì perché già in Commissione si era proceduto ad un testo unificato dei tre progetti presentati e si era già prevista una percentuale del 30 per cento. Noi non l’avevamo previsto per lasciare aperta la discussione o, comunque, per lasciare liberi i partiti per potere, in base alla sensibilità, stabilire la percentuale da mettere in lista.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 37; hanno risposto sì 12; hanno risposto no 23; astenuti 2.Quindil’emendamento è respinto.

(E’ respinto)

(Hanno risposto sì i consiglieri: Adamo, Albano, De Gaetano, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Magarò, Minasi, Naccari Carlizzi, Talarico D., Tripodi)

hanno risposto no i consiglieri: Bruni, Bulzomì, Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Morrone, Nicolò, Nucera, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi;

si sono astenuti i consiglieri: Magno, Mirabelli)

Prossimo emendamento, quello a firma delle colleghe Albano e Minasi.

TALARICO Domenico (IDV)

Non si deve votare questo emendamento. In quello del consigliere Naccari Carlizzi era compreso anche quello.

PRESIDENTE

Sì, penso che sia decaduto, perché è già stato votato. Quindi l’emendamento in questione viene ritirato.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Sì, semplicemente per segnalare le dichiarazioni del presidente Caputo nella riunione del 19 luglio e del 21 febbraio, dove stigmatizzava il comportamento irresponsabile dei consiglieri di maggioranza, cito a memoria. Il verbale è nella posta elettronica di tutti i giornalisti presenti.

MINASI Clotilde (Nuovo Centro Destra)

Presidente, ritiriamo l’emendamento perché non ha ragione e mi fa piacere che abbia suscitato l’ilarità di tanti.

CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)

Ma se avete sempre chiesto di non votarla.

MINASI Clotilde (Nuovo Centro Destra)

Aspetti, presidente Caputo, sto parlando io, perché questo stavo dicendo. Non voglio riportare un episodio avvenuto a seguito della Commissione, perché non mi sembra il caso qua di stare a fare pettegolezzi, ma posso dire, in quanto facente parte della Commissione, che grazie al Pd, forse, oggi non l’abbiamo, perché in quella occasione aveva l’opportunità di votare questa legge e non l’ha fatto, perché dice che non doveva mantenere il comodo a noi.

(Interruzione)

Riempirsi la bocca oggi è facile; quando si aveva l’opportunità di farlo, non lo si è fatto, quindi ora bisogna tacere!

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

E’ approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 (Interruzione)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta, ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Solo per ricordare quello che avevo detto qualche ora addietro, cioè quando il Presidente del gruppo del Partito democratico aveva chiesto l’inversione del quarto punto all’ordine del giorno, nel motivare il parere contrario dell’intera maggioranza, avevo chiesto che potessero essere definite, prima ancora della discussione del quarto punto all’ordine del giorno, una serie di provvedimenti legislativi e amministrativi che erano stati già inseriti all’ordine del giorno.

Quindi, nel ribadire la richiesta, chiedo pure, sulla base di una necessità inderogabile e considerando che, per come ormai è assodato e scontato che questa sia l’ultima riunione di Consiglio regionale, che possano essere assunti i provvedimenti già depositati presso la Segreteria del Consiglio, in particolare la proposta di legge recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 luglio 2008, numero 24, e successive modifiche intervenute”, la proposta di legge avente ad oggetto “Provvedimenti in materia di agricoltura, foreste e forestazione, cultura, edilizia residenziale pubblica, lavori pubblici, politiche sociali e formazione, servizi all’impresa”, e quest’ordine del giorno, Presidente, che è un tutt’uno rispetto anche alla proposta di legge della quale prima ho parlato; anche – ed è l’ultima – la proposta di legge 564/9^, relativa alle disposizioni in materia di gestione provvisoria del servizio del ciclo integrato, la cui approvazione si rende assolutamente indifferibile per consentire il funzionamento degli Ato calabresi.

PRESIDENTE

Che un rappresentante per gruppo si avvicini ai banchi della Presidenza, in modo tale che possiamo concordare il seguito dei lavori.

(Interruzione del consigliere Tripodi)

Un capogruppo anche di minoranza, se si avvicina, così poi le concedo la parola, subito dopo.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

No, tanto per ribadire che ci possiamo vedere.

PRESIDENTE

Per capire come dobbiamo procedere.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Sull’inserimento, lo Statuto parla chiaro. Vediamo prima l’ordine aggiuntivo e poi ne riparliamo.

PRESIDENTE

Se ci avviciniamo qui un attimo.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

C’erano tre punti importanti che riguardavano la deliberazione numero 21 del 30 gennaio 2014 della Corte dei Conti, la sezione regionale di controllo per la Calabria, concernente la presa d’atto delle determinazioni della Giunta regionale in ordine alla relazione sul bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2013. So che la Commissione ha approfondito in maniera dettagliata la relazione dell’illustre Corte dei Conti della sezione regionale, quindi io darei la parola al consigliere Imbalzano.

(Interruzione)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, giusto per capire, perché l’ora è anche tarda e vorremmo capire concretamente cosa c’è da fare adesso.

Ho chiesto, ancora prima della sospensione dei lavori, su che cosa il Consiglio avrebbe potuto deliberare, in particolare ho chiesto all’Aula l’inserimento di alcuni provvedimenti.

PRESIDENTE

Sì, lei non c’è stato, consigliere Chiappetta.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Ci sono stato, Presidente, però poi mi sono allontanato.

PRESIDENTE

No, qui nella fase conclusiva.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Non ci sono stato nella fase conclusiva, vorrei che mi venisse rappresentato quello che si è deciso nella fase conclusiva, prima ancora di procedere con la discussione degli altri punti all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Si era pensato di trattare gli argomenti della Corte dei conti e poi c’erano due provvedimenti, uno che riguardava il Qtr e uno relativo a una questione che atteneva un provvedimento firmato da maggioranza e minoranza che riguardava le strutture sanitarie, quindi c’erano questi due provvedimenti che dovevamo approvare, senza andare oltre, perché anche qualche emendamento normativo, magari di proroga dei tempi, della durata di determinate società, si era pensato, visto che l’assestamento di bilancio è giorno 11, di inserirli con qualche emendamento di natura strettamente tecnica per la proroga di determinati enti tra cui – le faccio un esempio – CalabriaI&t, che scadono il 30 giugno, e si voleva prorogare questa scadenza al 31 dicembre. Queste due eccezioni si era concordate.

Poi c’era la proroga dei termini che riguardavano le comunità montane, anche questa insieme a Calabria Verde. Non so se vada bene.

(Interruzione)

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Presidente, gradirei che questa proposta fosse deliberata, perché poi non vorrei avere cose diverse.

PRESIDENTE

Se non c’è accordo su questa mia proposta…

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Presidente, l’accordo…

PRESIDENTE

Mi sembrava qui al tavolo della Presidenza che ci fosse una volontà unanime su queste eccezioni.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

No, Presidente, se mi dà la parola, solo due minuti.

Ci sono tre punti, a mio giudizio, essenziali, anzi sono quattro, a parte le tre delibere della Corte dei Conti, che sono atti obbligatori, i tre chiarimenti: il discorso dell’urbanistica, perché sono bloccati anche finanziamenti ingenti e tutti i Comuni sono bloccati, e questo, a mio giudizio, in maniera molto rapida bisogna farlo; c’è il discorso della sanità, ci sono oltre 200 autorizzazioni bloccate e non è giusto che, per cause non dipendenti dalla volontà di questo Consiglio, per l’accelerazione dei tempi, non si debbano fare; c’è un problema dei lavori pubblici, che anche qui si rischia di licenziare persone. Poi vi sono gli altri provvedimenti che lei ha detto, quindi spostamento delle date che si possono fare nel Collegato.

(Interruzione)

Sì, l’ha detto Trematerra.

(Interruzione)

No, ma che conosciamo, Calabria Verde. Poi quelle parti normative che riguardano, invece, spostamento di termini, eccetera, quelle possono benissimo andare nel Collegato al bilancio, sempre che questa Assemblea autorizzi questo, perché vorrei che anche su questo ci fosse un deliberato, in modo che autorizziamo sul Collegato.

(Interruzione)

Il collegato all’assestamento di bilancio.

UNA VOCE

Non si può fare.

MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia)

Scusatemi, se lo sto chiedendo, lo so bene. Allora vorrei che ci fosse un impegno comunque e che fosse messo tra le cose da fare, perché se andiamo per norma, non si può fare, lo so bene, per questo sto dicendo che vorrei che si votasse in questo senso. E’ voluto, non è un errore, altrimenti poi si va e si dice “non si può fare”, allora uno si sente un po’ preso in giro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha facoltà.

MAGNO Mario (Forza Italia)

Ritengo che quest’Aula non possa esimersi, questa sera, dal fare le tre proroghe, estrapolandole eventualmente da un provvedimento che si può presentare anche in Aula, perché sono tre cose troppo importanti per questa regione, specialmente per quanto riguarda CalabriaI&t, la forestazione e anche dipendenti di altri enti che in questo momento non hanno la possibilità di prorogare i progetti. Sono migliaia di persone che sono senza la possibilità di continuare la loro attività. Non vorrei che, in questa situazione di grave crisi occupazionale che c’è in Calabria, incrementiamo ancora di più la tensione che già c’è in questi lavoratori.

Chiedo, quindi, che in questa seduta del Consiglio vengano prorogati i termini per quanto riguarda questi tre aspetti, che ritengo si possano fare benissimo, perché se noi lo rinviamo ad altra seduta, tipo l’assestamento di bilancio, questo tipo di provvedimento non si può fare più, perché è un provvedimento di natura legislativa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Trematerra. Ne ha facoltà.

TREMATERRA Michele, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Ho chiesto, come già ha fatto il collega Morrone, di inserire all’ordine del giorno questa proposta di legge che riguarda, nella fattispecie, le comunità montane. Come sappiamo, le comunità montane – il 30 giugno scade la fase di liquidazione che ovviamente non hanno ancora del tutto perfezionato -  quindi si rende necessaria una proroga perché le stesse non rimangano senza gestione liquidatoria. E’, altresì, necessario approvare questo provvedimento, perché – come ben sapete – oltre alla liquidazione, c’è da trasferire il personale delle comunità montane all’interno di Calabria Verde e, nello stesso tempo, bisogna trasferire i beni che non sono posti in liquidazione, ma che saranno gestiti da Calabria Verde nel patrimonio della Regione.

Non approvare questo provvedimento, da un lato crea nocumento ai dipendenti delle comunità montane, che già hanno una serie di problemi rispetto ai pagamenti, abbiamo qualche ritardo, ma dall’altro lato blocca la possibilità a Calabria Verde di poter partire ed organizzare tutta l’attività amministrativa della stessa azienda.

Quindi questo è un provvedimento che ci troviamo a discutere oggi per le note vicende successe in questi mesi, ma questa è una di quelle cose, a mio avviso, improrogabili, perché è importante che venga approvato; capite bene che si blocca tutto un iter di riforma, creando nocumento ai 400 lavoratori delle comunità montane e anche a Calabria Verde che – come sapete – ha 4.500-5.000 dipendenti nella propria dotazione organica.

Quindi, chiedo che questo provvedimento possa essere esaminato dall’Aula questa sera.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (UDC)

Prendo la parola perché mi dichiaro d’accordo su questi inserimenti all’ordine del giorno, però aggiungo – e credo che l’Aula su questo possa prendere atto anche di posizioni che sono ulteriori – che si sta concludendo, stasera, una legislatura in maniera anticipata e imprevista per cause estranee al Consiglio regionale, vale a dire le dimissioni del Presidente della Giunta regionale.

Oltre questi provvedimenti, c’è tutta una serie di provvedimenti che sono stati licenziati dalle Commissioni spesso all’unanimità, dalle Commissioni competenti, dalla seconda Commissione, che hanno invarianza finanziaria e che credo possano essere esaminati dall’Aula ed, eventualmente, licenziati in questa stessa seduta.

Per cui chiedo di andare oltre quella che è la previsione attuale, perché credo che ci siano alcuni provvedimenti che meritano di essere trattati e licenziati dall’Aula, discutendone uno per uno e valutandoli una per volta. Erano provvedimenti tutti pronti, pronti per andare in Aula, ma non si è riunito il Consiglio regionale per la sospensione dovuta alle elezioni europee. Poiché stasera dobbiamo chiudere, credo che questi provvedimenti pronti possano essere esaminati anche favorevolmente dall’Aula, per cui chiedo – ad esempio in quarta Commissione ce ne sono stati molti che sono stati licenziati – di fare una valutazione in questo senso, anche perché credo che l’Aula li possa agevolmente esaminare, atteso il fatto che nelle Commissioni competenti sono stati licenziati spesso all’unanimità, quindi col voto favorevole di maggioranza e minoranza.

Chiedo di estendere la previsione rispetto a quanto dichiarato dai colleghi, magari esaminando uno per uno i provvedimenti che potrebbero essere agevolmente licenziati dall’Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Dattolo. Ne ha facoltà.

DATTOLO Alfonso, assessore all’urbanistica

Data l’ora tarda, volevo apprezzare il senso di responsabilità che è arrivato dai colleghi della maggioranza per ciò che attiene la necessità di approvare alcuni provvedimenti, perché non vorrei che si pensasse che sono provvedimenti frutto di una estemporaneità o messi lì tipo assalto alla diligenza. Vorrei sgombrare il campo da questo, non fosse altro perché sono tutti atti di natura, almeno per quanto riguarda il dipartimento urbanistica, assolutamente regolamentari; si tratta, quindi, del Qtrp, che è stato già approvato all’unanimità in Commissione e che è stato consegnato già qualche mese addietro in Segreteria del Consiglio per la prima seduta di Consiglio utile, dei poteri sostitutivi e della legge sul demanio, che sono stati approvati all’unanimità dalla quarta Commissione, della legge sul decoro urbano, che è un provvedimento dell’anno scorso, e per ultimo un ragionamento sulla proroga del Prg per presentare accanto alla proposta della Commissione un emendamento sicuramente migliorativo. Non sono provvedimenti che hanno costi, ma sono di un’importanza strategica per il governo del territorio, quindi dei Comuni calabresi.

Non voglio distinguere tra provvedimenti, né voglio assolutamente sindacare sul valore di altri provvedimenti, eccetera, assolutamente, sono qui per restare fino in fondo a prendere atto di tutti i provvedimenti che ci sono, vorrei soltanto si capisse che non possiamo lasciare, soprattutto per ciò che attiene la materia della programmazione, i Comuni in balia di una normativa che potrebbe, in un certo qual senso, essere a volte anche contraddittoria.

Sono qui proprio per discutere questi provvedimenti con l’apporto che vorranno dare anche i colleghi della minoranza, perché – ripeto – sono provvedimenti largamente condivisi dai colleghi dell’opposizione e sono necessari ed urgenti in vista anche della nuova programmazione 2014-2020. Volevo soltanto dire che i Comuni che non sono provvisti di strumenti urbanistici a quella data, al 31 dicembre 2015, non potranno neanche accedere all’erogazione dei fondi comunitari. Questo per dire l’importanza di dotarci di questi provvedimenti legislativi che – ripeto – non hanno costi per gli esercizi finanziari, ma hanno una rilevanza strategica e straordinaria per tutti i 409 Comuni calabresi.

Mi affido, dunque, al senso di responsabilità, che spero possa essere condiviso da quest’Aula, che vuole chiudere i lavori con provvedimenti che non sono stati licenziati in tutta fretta ma che sono stati lungamente discussi; li ritengo in questo momento assolutamente indifferibili, quindi mi appello alla collaborazione che verrà sicuramente dall’Ufficio di Presidenza e dai colleghi consiglieri.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, mi rendo conto che stasera chiudiamo questa esperienza amministrativa e lei, diligentemente, ci congeda, ci diamo un saluto cordiale per rivederci dopo, ma non è possibile che proprio stasera – guarda caso – alle 21,33, tutti questi provvedimenti urgenti, necessari e indispensabili escano come funghi in quest’Aula!

Presidente, con molta responsabilità riteniamo che ci siano dei provvedimenti che sono nell’interesse dei lavoratori calabresi che vanno approvati e riteniamo che i provvedimenti che dobbiamo approvare e discutere della Corte dei Conti vadano bene; ci rendiamo conto che sono sei mesi che già le comunità montane non si pagano, ci rendiamo conto del pastrocchio che è stato fatto sulle comunità montane, a cui addirittura è stata revocata la figura giuridica a discrezione dell’Inps, di questo ci rendiamo conto e su questo provvedimento non ci opponiamo, anzi ben venga; ci rendiamo conto del pastrocchio che è stato fatto in sanità sulle scritture private, per cui vanno a perdere il posto di lavoro centinaia di persone, ma altre cose, Presidente, per quanto ci riguarda, non siamo disponibili a discuterle, e poiché ritengo che con molta responsabilità siamo disponibili sui termini, dove si tratta di lavoro e di garanzia nelle famiglie calabresi, per altre cose no; questa è una legislatura che deve terminare e mi auguro che termini stasera.

PRESIDENTE

Ascoltando tutti i consiglieri, mi sono reso conto anche dell’importanza di una serie di provvedimenti, però dobbiamo pure prendere atto che il numero dei consiglieri non è sufficiente per procedere ad approvare qualsiasi tipo di provvedimento legislativo; penso che anche un Consiglio regionale debba sempre funzionare nel pieno rispetto delle regole e dei numeri. Nonostante ci siano cose importantissime che voi avete detto, non mi sento di continuare questa seduta approvando questi punti all’ordine del giorno, che sono tutti importanti, come voi avete evidenziato.

Noi abbiamo la seduta dell’11, che è un’altra seduta in cui verrà discusso l’assestamento di bilancio, quindi lì sarà convocata solo per questi punti. Se ci sono norme importanti, valuteremo con l’assessore al bilancio – che non vedo presente oggi in Aula – sul collegato, dopodiché provvederemo ad inserire qualche norma, se è possibile, di proroga di questioni che sono importanti, incominciando dalla questione delle comunità montane.

Quindi, se siamo d’accordo, non trattiamo nessun punto di quest’ordine del giorno, proprio perché non c’è il numero legale. Invece passiamo al punto all’ordine del giorno, che riguarda le dimissioni del Presidente della Giunta regionale a norma dell’articolo 60.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Prima di passare all’ultimo punto all’ordine del giorno, in relazione anche alle cose che ci siamo detti stasera e che lei ha ribadito, evidenziandole ancora un attimo fa, soprattutto sulla base del supporto, che sono certo il Segretario generale ci vorrà dare stasera, voglio chiedere una cosa.

Noi, come Consiglio regionale – parlo naturalmente della maggioranza, ma anche dei colleghi della minoranza – abbiamo in più di una circostanza, nel corso degli interventi che si sono succeduti rispetto anche ai diversi punti posti all’ordine del giorno, tutti convenuto sul fatto che questa sera, di fatto, è l’ultima seduta del Consiglio regionale e che la prossima seduta, già convocata per il prossimo 11 giugno, è monotematica (perché rientra fra gli atti indifferibili che un Consiglio regionale, sia pure sciolto, può assumere).

Tanto premesso, chiedo, non a lei, Presidente, ma agli uffici tecnici - e spero che entro stasera stessa siano nelle condizioni di poterla dare questa risposta perché si tratta di provvedimenti più o meno direttamente collegati all’approvazione dell’assestamento di bilancio e soprattutto in relazione a quello che potrebbe accadere come un ulteriore assestamento di bilancio - se per caso – dottoressa Stasi, lo dico anche a lei nella sua qualità di Presidente facente funzioni e ai colleghi dell’Esecutivo – dovessero verificarsi ulteriori economie nei mesi a venire e prima ancora di quella che sarà la data fissata per le prossime elezioni regionali, se ci potesse essere la possibilità di discutere, considerando che – per come sappiamo – è espressamente vietato che in uno all’assestamento di bilancio possa esserci un collegato normativo – dottore Lopez, lo dico a lei per il tramite del Presidente, che sono certo ci darà supporto anche in questa direzione – se così è – e credo che così sia, sulla base anche delle motivazioni e delle considerazioni che ha espresso il collega Tripodi–  in occasione della prossima riunione di Consiglio dell’11, già fissata con all’ordine del giorno – dottore Lopez – l’assestamento di bilancio, tenuto conto del fatto che non ci sarà la possibilità di unire un collegato all’assestamento di bilancio, così come abbiamo detto; chiedo, quindi, se è possibile, considerando tutte le motivazioni addotte in questa sera soprattutto in relazione anche alla sospensione che abbiamo fatto presso i banchi della Presidenza – e mi riferisco alle proroghe che devono essere effettuate indifferibilmente perché ci sono una serie di problematiche per le quali io credo che rientri l’indifferibilità delle stesse problematiche – che insieme all’assestamento di bilancio finanziario, quindi alle norme di ordine finanziario, possa prevedersi, in maniera tale da poter essere depositato nelle prossime ore e nei prossimi giorni, un provvedimento omnibus che possa raccogliere tutte le cose che devono essere oggetto di valutazione e di riflessione, ed io spero anche di votazione, sì da poter raccogliere le esigenze che questa sera sono state rappresentate affinché possano trovare sbocco in un provvedimento normativo.

PRESIDENTE

La settimana di tempo che ci separa dall’11 sarà un’occasione per approfondire in maniera dettagliata le richieste che il consigliere Chiappetta ha fatto, per poi arrivare giorno 11 con il parere da parte del Segretario generale.

Articolo 60, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale (Dimissioni del Presidente della Giunta regionale)

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti, se non l’ultimo: “Articolo 60, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale (Dimissioni del Presidente della Giunta regionale)”.

Leggo testualmente l’articolo, in modo tale che poi ogni consigliere regionale – c’è scritto – possa prendere la parola per non più di cinque minuti: “Nel caso di dimissioni del Presidente della Giunta, il Presidente convoca il Consiglio entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione formale” – comunicazione formale che è arrivata protocollata dalla Giunta con il protocollo numero 143192 del 29 aprile, mentre alla Segreteria del Consiglio è stata protocollata con protocollo 20624 del 30 aprile 2014, ci sono le lettere di dimissioni del Presidente –“deve provvedere a convocare”. La convocazione l’abbiamo fatta il 9 maggio, quindi nei tempi previsti dal Regolamento ed oggi, quindi, viene inserita all’ordine del giorno questa comunicazione formale del ricevimento, ciascun consigliere può prendere la parola per non più di cinque minuti.“Quindi, terminata la discussione, il Presidente congeda definitivamente i consiglieri”.

Quindi coloro che vogliono prendere la parola per cinque minuti – a me dispiace che l’ora sia tarda e che, magari, non ci siano nemmeno consiglieri regionali di minoranza che avrebbero potuto dire la propria per cinque minuti o anche tanti di maggioranza – chi vuole intervenire, può intervenire per non più di cinque minuti per dire le proprie riflessioni e il Presidente, alla fine, congeda definitivamente i consiglieri. Questo è quello che prevede il nostro Regolamento.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

CHIAPPETTA Gianpaolo (Nuovo Centro Destra)

Dirò qualcosa anche rispetto a questo punto all’ordine del giorno e lo farò subito dopo, però, considerando che mi pare di capire che al quesito da me proposto verrà data spiegazione e soluzione anche nei prossimi giorni. Allora, Presidente, approfitto anche perché il Segretario generale e gli uffici competenti del Consiglio possano chiarire un altro aspetto – dottore Lopez, lo dico a lei, se mi ascolta, sarò telegrafico – perché nell’ultima Conferenza dei capigruppo avevamo tutti convenuto – all’unanimità, se non ricordo male, ma questa cosa si può anche accertare – che, in occasione di questa seduta del Consiglio regionale, potessero essere messi all’ordine del giorno, tant’è vero che poi il Presidente del Consiglio ha provveduto ad integrare l’ordine del giorno con un ordine del giorno aggiuntivo, tutti quei provvedimenti che di fatto erano stati licenziati dalle competenti Commissioni.

Considerando che questo punto, di fatto, non è stato trattato questa sera, è come se fosse stato bypassato, l’altro quesito che rivolgo agli uffici della Presidenza e quindi anche agli uffici direzionali del Consiglio regionale è che, appunto perché erano di fatto inseriti all’ordine del giorno dei lavori di questa sera e di fatto non sono stati trattati, credo anche per l’ora tarda, chiederei se i punti licenziati dalle Commissioni, che sono quelli inseriti nell’ordine del giorno aggiuntivo, possono essere eventualmente discussi in occasione della riunione del prossimo Consiglio con all’ordine del giorno – l’avevamo detto prima – l’approvazione dell’assestamento di bilancio.

Dico questo soprattutto a beneficio degli organi di informazione, perché soprattutto nelle Commissioni consiliari competenti, collega Tripodi – e lei lo sa bene – si sono assunti in questi ultimi mesi una serie di provvedimenti legislativi e una serie di provvedimenti amministrativi importanti che, a mio parere, considerando anche l’anticipata chiusura di questa consiliatura, credo possano trovare ristoro legislativo ed amministrativo anche nella prossima riunione del Consiglio.

Quindi, dottore Lopez, le sarei grato se potesse anche lei, con il supporto degli uffici del Consiglio regionale, verificare la fattibilità e la procedibilità di questo che le ho detto.

Circa il quarto punto all’ordine del giorno – e con questo si chiude l’esperienza con un poco di anticipo rispetto alla scadenza naturale – io ho avuto già la possibilità di dire qualche cosa prima, fra l’altro si è dibattuto molto in questi mesi su quella che è stata la reale portata di un gesto, al di là di qualche interpretazione di parte che ha voluto rappresentare, a mio parere, un gesto importante, un gesto anche finalizzato a far recuperare credibilità alla politica e alle istituzioni. Certo, Presidente, lo dico con rammarico, nel senso che io avrei pensato, probabilmente erroneamente, che questa sera ci potesse essere, magari, un po’ più di attenzione soprattutto da parte dei colleghi della minoranza, perché in 44 anni di regionalismo calabrese non si era mai verificata l’eventualità della quale stiamo dibattendo questa sera e, soprattutto in relazione a quello che ha accompagnato le dimissioni del presidente Scopelliti, penso che questa sera si sarebbe potuto e si sarebbe anche dovuto consentire un dibattito il più ampio possibile anche rispetto a quelli che sono i quattro anni di consiliatura, che, al di là delle ombre che pure ci sono state, credo che abbia fatto registrare delle grandi positività, delle grandi luci in una situazione contingente difficile a livello nazionale e ancora più difficile a livello regionale.

Prendo atto, non con compiacimento e tantomeno con gioia, ma con grande tristezza che, purtroppo, l’Aula è completamente deserta. Credo che questo non faccia bene all’istituzione nella sua massima espressione ed è il motivo per cui, credendo che il dibattito poi si svilupperà nei giorni a venire anche sulle piazze della Calabria, perché di fatto si è chiusa da qualche giorno una campagna elettorale, ma se ne aprirà un’altra da qui a breve, perché a brevissimo saremo chiamati a ritornare alle urne, allora le piazze della Calabria saranno necessarie per dire le cose fatte, a mio parere tante, per dire anche le cose che come maggioranza di centro-destra affronteremo nel corso di questa campagna elettorale, auspicando che la gente possa trovare la consapevolezza del grande sforzo compiuto da tutti e sono certo che, insieme a tutti gli sforzi che abbiamo compiuto, sicuramente ne faremo tanti altri per creare quelle condizioni che in Calabria io definisco di vivibilità democratica.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Intanto, Presidente, intervengo per fare un garbato saluto ai consiglieri regionali; spero avremo l’occasione di incontrarci durante il prosieguo della nostra attività politica, quindi me lo auguro e ce lo auguriamo al di là delle posizioni. Poi il rammarico, obiettivamente, Presidente, che questa discussione che facciamo stasera sia una discussione che, tutto sommato, doveva andare al di là delle nostre posizioni nel parlare della Calabria e il rammarico sta nel fatto che, su un atto importantissimo che – come ha detto il consigliere Chiappetta e condivido – dopo 44 anni di regionalismo è la prima volta che si verifica. Quest’Aula, praticamente, non ha avuto l’occasione e l’opportunità di discutere, ma non sulle dimissioni del presidente Scopelliti, soprattutto di quello che questa Calabria si attendeva da un’amministrazione regionale che ha guidato per quattro anni questa Regione e, probabilmente, di quello che si poteva fare e non si è fatto o di quello che la classe politica tutta, anche da questa parte, poteva concorrere a fare e non si è arrivati a poter fare per poter dare un’ulteriore speranza ai nostri concittadini, con una realtà che di fatto registra, stasera, la volontà espressa dal consigliere Chiappetta di approvare, addirittura nella prossima seduta, un provvedimento omnibus.

La maggioranza può fare quello che vuole, il Presidente può fare quello che vuole o, perlomeno, quello che ritiene, però con stasera noi riteniamo che un’esperienza si sia conclusa e andare a portare un provvedimento dove – assumetevi la responsabilità, per l’amor di Dio – portate in quest’Aula a discutere provvedimenti che possono determinare orientamenti legislativi in questa Calabria, francamente mi sembra troppo.

Allora su questo vi invito a fare una riflessione, perché ricordo a me stesso, sicuramente non al Segretario generale, che il Consiglio può essere riunito – come è stato annunciato – su un provvedimento legislativo che è di vitale importanza, qual è l’assestamento, ma non sicuramente per discutere di atti che sono stati licenziati dalla Commissione e fino adesso non sono stati portati. Discutiamo delle determine della Corte dei Conti, ben venga perché è un atto indifferibile, su altre cose rischieremmo di fare la figura un po’ barbina rispetto innanzi a tutto il Paese Italia, perché sembrerebbe che vogliamo approfittare dell’ultima riunione per far passare provvedimenti, dove anch’io o altri consiglieri regionali legittimamente abbiamo la facoltà o possiamo avere la facoltà di proporre; per quanto mi riguarda, non parlo a nome di altre forze politiche che non ci sono, questa esperienza con stasera è terminata.

Ringrazio tutti voi perché, bene o male, nell’interlocuzione siamo cresciuti un po’ tutti, perlomeno io che vado sempre ad avere una relazione con i colleghi che mi può consentire di migliorare anche nell’interlocuzione politica e soprattutto nei provvedimenti che abbiamo discusso in questi anni nell’interesse dei calabresi, però ritengo che ognuno, da stasera in poi, debba fare la propria parte, giocare con la propria squadra e contribuire, per quel che può, al bene di questa Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Salerno. Ne ha facoltà.

SALERNO Nazzareno, assessore alla famiglia, alle politiche sociali, al lavoro e alla formazione

Sento il dovere di intervenire, perché ho iniziato a fare politica quando avevo i pantaloncini corti, facendo tutto il percorso, ho iniziato affiggendo manifesti.

Vede, in questo Consiglio, oggi, abbiamo trattato dei temi importanti, abbiamo approvato lo Statuto in seconda lettura, abbiamo approvato pure una legge elettorale, abbiamo discusso anche sulla possibilità per la prossima seduta di poter approvare altri provvedimenti importanti, però ritengo, per chi fa politica come noi, per ognuno di noi, che questo punto all’ordine del giorno, l’ultimo punto della seduta, sia di un’importanza superiore anche rispetto al resto che abbiamo approvato in questa seduta.

Mi è doverosa questa riflessione: non possono essere cancellati quattro anni di esperienza amministrativa e di governo della Regione Calabria così, e lo dico non come assessore della Giunta Scopelliti, della quale mi onoro di far parte, ma lo dico come consigliere regionale e come cittadino calabrese, ovviamente di parte, schierato col centro-destra.

Voglio riprendere anche la riflessione che ha fatto il mio capogruppo Chiappetta. In questi quattro anni sono state fatte tante cose, forse sono stati fatti anche degli errori, non è che possiamo dire di aver fatto tutto perfetto, ma tante cose sono state fatte ed oggi ci troviamo qui ad affrontare questo punto all’ordine del giorno non per volontà della politica – attenzione, questa riflessione vorrei porre all’attenzione dell’Aula – perché questo percorso è stato interrotto per motivi esterni alla politica, a causa di una legge, la Severino, che poi è intervenuta su una condanna; legge Severino che comunque disattende quello che è il principio costituzionale che prevede che  fino al terzo grado di giudizio qualsiasi cittadino della Repubblica italiana sia presuntivamente innocente. In questo caso, questa cosa, in pratica, ha coinciso con l’interruzione di un’esperienza di un governo regionale, l’interruzione di un’attività di un Consiglio regionale e su questo, a mio avviso, tutti noi che facciamo politica dobbiamo riflettere, perché quando poi ci lamentiamo che la politica è delegittimata su alcune cose, forse un motivo c’è.

Non esiste, secondo me, maggioranza e minoranza su questo tema, ma tutti quanti insieme dobbiamo essere consapevoli e compatti su alcune cose, perché la dignità istituzionale di un Consiglio regionale è la dignità istituzionale di un popolo, del popolo calabrese, e così come viene rappresentato dal Presidente del Consiglio regionale, anche dal Presidente della Regione.

Allora mi è doveroso, innanzitutto, dire grazie a Peppe Scopelliti per aver guidato con coraggio questi quattro anni la Regione Calabria, una Regione non facile da governare, abbiamo avuto anche l’esperienza delle passate amministrazioni regionali; questa terra è difficile da governare per mille motivi, per interessi che si incrociano, per lotte anche interne, trasversali, eccetera. Io lo ringrazio per aver dato tutto se stesso in questi quattro anni, cose importanti ne abbiamo fatte, abbiamo fatto riforme importanti, abbiamo messo mano nella sanità, laddove sapete bene quello che è stato ereditato, i sacrifici che abbiamo dovuto fare e le scelte impopolari che ci siamo dovuti assumere, e se li è assunti in prima persona Peppe Scopelliti.

Allora qui, questa sera, ho sentito dentro di intervenire e voglio intervenire come consigliere regionale e come cittadino calabrese, voglio dire grazie a Peppe Scopelliti, come voglio dire grazie a tutti i miei colleghi che hanno sostenuto questa maggioranza, uno per uno, perché questa maggioranza, in questi quattro anni, è stata compatta; forse adesso, in qualche problema di carattere secondario, c’è stata qualche astensione o qualche voto contrario, ma altrimenti in quattro anni questa maggioranza è stata compatta a sostenere un programma politico e amministrativo. Allora voglio dire grazie a tutti i miei colleghi.

Non può passare così questo punto all’ordine del giorno, non poteva passare così, per quanto mi riguarda. Noi che facciamo politica abbiamo il dovere di riflettere e soprattutto evidenziare alcune cose che accadono, altrimenti si rischia di mettere in discussione anche il futuro della dignità politica di ognuno di noi.

Questa Regione ha bisogno di essere governata, ma la Regione deve essere governata dalla politica, non ci possono essere altre ingerenze o comunque far passare un pensiero diverso da quello che potrebbe essere la politica. Poi, che sia il centro-destra o il centro-sinistra, sono i calabresi a deciderlo e non certamente altri.

Quindi il mio appello a tutta l’Assemblea, a tutti i colleghi è di fare di tutto per ridare dignità alla classe politica, perché è la politica che può dare risposte ai cittadini e non altri, altre istituzioni hanno il compito di governare altre situazioni, ma non certamente quello di guidare il destino, di mettere in atto dei programmi e di realizzare azioni per migliorare la vivibilità delle popolazioni calabresi. Grazie, Peppe Scopelliti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico, assessore al personale

Anch’io come componente della Giunta, espressione di Forza Italia, mi associo e condivido le parole espresse col sentimento dal collega Salerno e dico subito che ho avuto modo di lavorare e sono onorato di aver lavorato, di aver avuto la fiducia di un Presidente come Scopelliti, che durante questi quattro anni ci ha visti fare delle scelte a volte anche difficili, delle scelte controcorrente e che hanno, a mio avviso, cambiato radicalmente l’impostazione di organizzazione della Regione Calabria. Sono cose che non si conoscono, si conoscono poco perché siamo stati bravi a fare tanto, ma non siamo stati bravi a saperle comunicare ai calabresi. L’opposizione è stata brava, invece, a cercare di mistificare anche con l’aiuto dei mass media la realtà dei fatti.

Ho lavorato accanto a Scopelliti, abbiamo avuto tantissimi scontri durante i lavori della Giunta, però ho visto che anche su alcune posizioni si poteva arrivare su una posizione e la Giunta poteva arrivare anche a determinarsi in maniera diversa od opposta rispetto alle proposte. Questa era la chiara dimostrazione della libertà con cui egli veniva in Giunta e ci proponeva atti su cui poi anche lui accettava i contributi degli altri componenti di Giunta.

Ritengo e sono convinto – e questo deve riguardare tutta la classe politica – che la politica in genere, dal Parlamento a tutte le assemblee elettive, in questo momento anche noi oggi abbiamo rischiato questa strada, questa deriva, siamo vittime tutti dell’antipolitica e non solo siamo vittime dell’antipolitica, ma addirittura non facciamo altro che, a seconda dell’avversario in difficoltà per raggiungere il consenso, cercare di fare antipolitica facendo e compiendo atti contro la stessa politica, al punto tale che, oggi, chi è considerato un politico e, magari, chi ha sostituito quella classe politica professa e proclama da qualsiasi Assemblea elettiva slogan o messaggi contro la stessa politica. Quindi questo è il clima in cui oggi ci ritroviamo.

Io non ho seguito il presidente Scopelliti nella sua avventura politica nel nuovo Ncd, lui ha cercato di convincermi, ma alla fine ha rispettato le mie idee ed io credo che, forse, la scelta fatta andasse ponderata meglio – lo penso ancora oggi – ma non nell’interesse suo, che tra l’altro lo meritava: se voi pensate come sia potuto, per un attimo, accadere che un governatore eletto con centinaia di migliaia di voti in più rispetto all’avversario politico e con un suffragio larghissimo, possa essere deposto da quel ruolo per un presunto comportamento, perché non solo è presunto, ma perché sappiamo che la politica non ha nessuna responsabilità sulla gestione degli atti, che ha riguardato negli anni lontani un’altra amministrazione, cioè il Comune di Reggio Calabria, e possa privare della guida autorevole come quella che lui sapeva esprimere, una elezione di un governatore che era stato eletto con grandissimo suffragio. Questa è una cosa assurda che non solo la classe politica, a qualsiasi parte appartenga, deve interrogarsi, ma deve interrogarsi, secondo me, anche l’opinione pubblica: se uno sbaglia, deve essere giudicato attraverso il voto dei cittadini, così come il voto dei cittadini è il giudice supremo attraverso cui si deve decidere da chi deve essere governata una Regione.

Quindi, in questo momento in cui noi abbiamo la necessità, con grande rispetto, di salutare il presidente Scopelliti, ricordiamo ai calabresi che anche l’atto delle dimissioni non arriva per effetto della legge Severino o per effetto della sospensione, no, arriva per effetto di un atto che a lui poteva consentire di stare dietro le quinte e gestire ancora la Regione attraverso i suoi amici. Questo lui non l’ha voluto e l’opposizione e tutti i giornalisti, che spesso ricordano come se lui in questo momento fosse un corpo estraneo a tutto quello che ha rappresentato, secondo me non tengono conto di questo dato che è fondamentale: si voterà a novembre per volontà del presidente Scopelliti e per volontà del centro-destra.

Noi abbiamo ritenuto che con la condanna di Scopelliti sia finita questa legislatura. Adesso, ritenendo di avere le carte in regola, non vogliamo fare altro che ricomporre un quadro politico del centro-destra e riproporci agli elettori, dicendo quello che di buono abbiamo fatto anche e per conto di quella che è stata la storia di Scopelliti in questa esperienza regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (UDC)

Anche se qualche collega non è d’accordo, credo che anche come gruppo dell’Udc sia necessario intervenire in questo momento, alla fine di una legislatura che troppo spesso è stata bollata anche sui mass media come legislatura non positiva. Credo che adesso sia tempo anche di bilanci, stasera, sia tempo di tirare le somme rispetto ad un’azione politico-amministrativa e anche di governo che, credo, sia stata molto più di luci che di ombre durante questa legislatura; una legislatura guidata da un giovane Presidente eletto con largo suffragio da parte dei calabresi, che chiude la sua esperienza di governo anche a seguito di interventi esterni ed estranei – come dicevo in precedenza – rispetto all’attività strettamente politica.

In questi anni io credo che ci sia stata una maggioranza, una coalizione di governo compatta come mai è stata nella storia del Consiglio regionale. Ricordo le passate legislature, quando, dopo pochi mesi, già quasi volavano le sedie fra i componenti di maggioranza e, quasi quasi, finiva a sedie in testa. In questa legislatura c’è stata, da parte della maggioranza, stabilità di governo, è stata data la possibilità al Presidente di svolgere con serenità e tranquillità la sua azione di Presidente e quindi di governatore della Regione Calabria.

E’ stata – e qui mi dispiace che nessuno l’abbia ricordato – la prima stagione nella quale la politica ha fatto passi indietro rispetto anche ai costi della politica, è stata la stagione dei grandi tagli ai costi della politica, è stata la stagione nella quale si sono fatte grandi azioni riformatrici o, perlomeno, si sono abbozzate, dalla sanità ai trasporti; è stata una legislatura nella quale si è combattuto con una crisi devastante ai vari livelli, che ha colpito anche la nostra regione; è stata una legislatura nella quale, tutto sommato, si sono avviate azioni positive in vari settori – ripeto – dalla sanità ad altri settori, anche al settore finanziario e in altri campi, dei quali sicuramente avrà godimento chi si troverà a governare nella prossima legislatura.

Non voglio chiudere questa esperienza andando via alla chetichella, quasi quasi come se dovessimo chiedere scusa. Credo che in questi anni ci sia stata un’azione seria, virtuosa, positiva. Certo, si sono commessi vari errori, io sono stato fra quelli che gli errori in alcune circostanze li ha rimarcati, pur appartenendo alla maggioranza e pur essendo leale, come il mio gruppo, nei confronti della maggioranza, però credo che in questi anni si sia svolta un’azione positiva e questa azione sia stata svolta dalla politica, dai gruppi presenti in Consiglio regionale e da tutti i gruppi che hanno sostenuto con grande dignità e con grande serietà l’azione di governo.

Certo, ci assumiamo la responsabilità anche di altre cose, per esempio stasera avremmo potuto portare in approvazione altri provvedimenti che erano maturi ormai per l’approvazione, ma credo che anche l’azione corale di questa sera abbia dimostrato una sostanziale compattezza e serietà nell’azione di governo.

I prossimi mesi ci diranno se ci sarà la possibilità di ricostruire quest’alleanza, ci diranno se ci sarà la possibilità di proseguire in quest’azione, se ci sarà la possibilità di costruire ulteriori percorsi virtuosi come quelli che abbiamo svolto in questi anni e – lo ribadisco – su alcuni temi, Presidente, che lei ha ribadito più volte in quest’Aula e che non sono stati messi in evidenza al di fuori delle mura di quest’Aula, come quello dei tagli ai costi della politica; credo che il Consiglio regionale della Calabria, da questo punto di vista, sia stato esemplare rispetto anche a tanti altri Consigli regionali, dal dimezzamento delle indennità all’eliminazione del trattamento di fine mandato, all’eliminazione delle missioni, all’azzeramento dei fondi ai gruppi, adesso alla riduzione dei consiglieri regionali, peraltro con un provvedimento nazionale, e tanti altri provvedimenti che, credo con grande ritardo rispetto a questo Consiglio regionale, in altre Regioni che si considerano più avanzate della nostra stanno cominciando a fare.

Per cui, Presidente, archiviamo un’esperienza, naturalmente con dispiacere, perché chiudere anzitempo una legislatura non può non dispiacere, ma la chiudiamo con la serenità e con la certezza di aver fatto, almeno noi altri, in Consiglio regionale il massimo delle nostre possibilità e credo e ritengo anche coloro i quali ci hanno rappresentato ad altri livelli.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi possiamo procedere, a norma dell’articolo 60 del Regolamento, a dichiarare terminata la discussione perché non ci sono altri interventi e, anche se siamo rimasti in pochi rispetto a un punto così importante e dirimente con la possibilità di tutti di dire la propria, congedo definitivamente con la presente i consiglieri regionali. Ci vediamo giorno 11 per l’assestamento di bilancio.

La seduta termina alle 22,13

 

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo il consigliere Dima.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 163 del 29.04.2014)” (P.L. n. 577/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 a norma dell’art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Delibera G.R. n. 216 del 30.5.2014)” (P.L. n. 579/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – e al Consiglio regionale delle Autonomie locali per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Gallo – “Esercizio della navigazione nel collettore artificiale di bonifica denominato Canale degli Stombi e nella portualità interna delle acque dei Laghi di Sibari” (P.L. n. 555/9^)

E’ stata assegnata, inoltre, alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme in tema di donazione degli organi e tessuti” (P.L. n. 556/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Gallo, Franchino, Orsomarso, Scalzo, Bulzomì, Magno, Tripodi, Crinò, Talarico D., Giordano, Chizzoniti – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 2 maggio 2013, n. 22” (P.L. n. 557/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Giordano – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48 (Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione Calabria)” (P.L. n. 558/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Chiappetta, Bruni, Serra, Morrone, Grillo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013)” (P.L. n. 559/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Norme volte alla creazione di qualifiche professionali a favore dei detenuti nelle Case di reclusione – nell’ambito dell’azione <trattamentale> - allo scopo di favorire l’espressione delle proprie capacità personali e permettere il reinserimento nel contesto sociale e lavorativo” (P.L. n. 560/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Imbalzano – “Istituzione del Mercato storico della Badia di Bivongi” (P.L. n. 561/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Minasi – “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1990, n. 41 recante: “Istituzione anagrafe canina, prevenzione randagismo e protezione degli animali” (P.L. n. 562/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Mirabelli – “Modifica con integrazione della legge regionale n. 18/1985” (P.L. n. 563/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Chiappetta, Serra, Bruni, Morrone, Grillo – “Disposizioni in materia di gestione provvisoria del servizio idrico integrato” (P.L. n. 564/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 41/90 s.m.i.” (P.L. n. 565/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Naccari Carlizzi, Guccione, Franchino, De Gaetano, Talarico D. – “Istituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Calabria” (P.L. n. 567/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Naccari Carlizzi, Maiolo, Scalzo – “Ulteriori interventi di riforma di Fincalabra Spa” (P.L. n. 568/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali)” (P.L. n. 569/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Imbalzano – “Testo unico sull’artigianato calabrese” (P.L. n. 570/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Imbalzano, Tripodi – “Istituzione <Festival internazionale del folklore città di Pellaro>” (P.L. n. 571/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò, Pacenza – “Norme per il sostegno delle famiglie monogenitoriali in difficoltà” (P.L. n. 572/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 573/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 574/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 575/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Gallo, Crinò, Franchino, Bulzomì, Scalzo, Tripodi – “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m. e i. (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 576/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Tesi sul campo” (P.L. n. 578/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Albano, Minasi – “Disposizioni a sostegno della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive e previsione della doppia preferenza di genere. Modifiche alla legge regionale n. 1 del 7 febbraio 2005 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (P.L. n. 580/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Chiappetta, Morrone, Grillo, Serra, Pacenza, Scalzo, Guccione, Ciconte – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 e s.m.i.” (P.L. n. 581/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

E’ stata, altresì, presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del Consiglio comunale di Cosenza:

“Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua” (P.L. n. 566/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – ed al Consiglio regionale delle Autonomie locali per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Programmazione comunitaria 2014/2020. Adozione del Documento di orientamento strategico (Deliberazione G.R. n. 122 dell’8.4.2014)” (P.P.A. n. 274/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Programma regionale di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle foreste regionali 2014-2016. L.R. n. 20/1992, art. 5 e L.R. n. 25/2013, art. 5. (Deliberazione G.R. n. 152 del 17.4.2014)” (P.P.A. n. 275/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale 2014/2016 dell’Arcea (Delibera G.R. n. 165 del 29.04.2014)” (P.P.A. n. 278/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Proposta di legge alle Camere ai sensi dell’art. 121 della Costituzione avente ad oggetto “Modifiche alla legge 26.07.1975, n. 354 recante: “Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà” (Deliberazione G.R. n. 178 del 5.5.2014)” (P.P.A. n. 279/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Quadro territoriale regionale paesaggistico della Regione Calabria (Qtr). Approvazione definitiva (art. 25, comma 7, lr. 19/2002)” (P.P.A. n. 276/9^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio finanziario 2013 (Deliberazione U.P. n. 36 del 30.04.2014)” (P.P.A. n. 280/9^)

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Magarò:

“Richiesta di referendum abrogativo ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, della lettera d-bis) del comma 1 dell’art. 3 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 aggiunta dal comma 6 dell’art. 35 del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 e poi modificata dall’art. 31, comma 1, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214” (P.P.A. n. 277/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 120 dell’8 aprile 2014, recante: “Regolamento regionale sugli Interventi assistiti con gli animali (I.A.A.) emanato ai sensi del combinato disposto dagli artt. 7 della legge regionale 31/2013 e della L.R. 19/2001 e s.m.i.” (Parere n. 77)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 117 dell’8 aprile 2014, recante: “Revisione del sistema regionale delle Zps – Direttiva 2009/147/CE <Conservazione degli uccelli selvatici>. Direttiva 92/43/Cee <Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche>” (Parere n. 78)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 113 dell’8 aprile 2014, recante: “Legge regionale 13 ottobre 2004, n. 21 <Istituzione dei distretti rurali ed agro-alimentari di qualità>. Individuazione ed istituzione del <Distretto agro-alimentare di qualità della Piana di Gioia Tauro e dell’area dello Stretto>” (Parere n. 79)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 153 del 17 aprile 2014, recante: “L.R. 16 maggio 2013, n. 24, art. 3, comma 6 e art. 5, comma 4. Approvazione atto di indirizzo e direttive per l’accorpamento e la costituzione e l’avvio del Corap” (Parere n. 80)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 168 del 29 aprile 2014, recante: “L.R. n. 3/2004. Approvazione programma triennale in materia di teatro 2014/2016” (Parere n. 81)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 171 del 29 aprile 2014, recante: “Nuova regolamentazione delle previsioni di cui all’art. 9, commi 1 e 2 del Regolamento n. 6 del 30.08.2007 contenente la disciplina applicativa degli artt. 37 del Ccnl del 23 dicembre  1999, n. 27 del Ccnl del 14 settembre 2000 e della Giunta regionale n. 431 del 24 luglio 2007 la cui durata di efficacia era fissata al 31.12.2010 e altre modifiche allo stesso Regolamento” (Parere n. 82)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 106 del 10 marzo 2014, recante: “Rimodulazione del fondo per lo sviluppo e la coesione assegnato con delibere Cipe nn. 62/2011, 78/2011, 7/2012, 8/2012 e 89/2012. Presa d’atto del parere consiliare n. 65/9^ e integrazione della deliberazione della Giunta regionale n. 396 del 31.10.2013” (Parere n. 83)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La quarta Commissione consiliare, con nota n. 17484 dell’11 aprile 2014, ha comunicato che nella seduta del 10 aprile 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 117 dell’8 aprile 2014, recante: “Revisione del sistema regionale delle Zps - Direttiva 2009/147/CE <Conservazione degli uccelli selvatici>. Direttiva 92/43/Cee <Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche>” (Parere n. 78)

La terza Commissione consiliare con nota n. 18120 del 15 aprile 2014 ha comunicato che nella seduta del 10 aprile 2014, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 120 del’8 aprile 2014, recante: “Regolamento regionale sugli Interventi assistiti con gli animali (I.A.A.) emanato ai sensi del combinato disposto dagli artt. 7 della legge regionale 31/2013 e della L.R. 19/2001 e s.m.i.” (Parere n. 77)

La seconda Commissione con nota n. 18317 del 16 aprile 2014 ha comunicato che nella seduta del 15 aprile 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 113 dell’8 aprile 2014, recante: ““Legge regionale 13 ottobre 2004, n. 21 <Istituzione dei distretti rurali ed agro-alimentari di qualità>. Individuazione ed istituzione del <Distretto agro-alimentare di qualità della Piana di Gioia Tauro e dell’area dello Stretto>” (Parere n. 79)

Inammissibilità di interrogazione

L’interrogazione a firma del consigliere Magno, acquisita al protocollo al numero 24733 del 20 maggio 2014 “Sul blocco delle assunzioni nel settore della Chirurgia toracica che mette in grave pericolo il Servizio sanitario regionale” presentata ai sensi del comma 1 dell’art. 122 del Regolamento del Consiglio regionale, è inammissibile in quanto non ha i requisiti di cui al comma 1 del predetto art. 122 R.I.C.

Parere favorevolmente espresso (art. 15 legge regionale numero 24 del 2013)

In riferimento al parere n. 67/9^, recante: “L.R. n. 24/2013 art. 13 – Modifica Statuto Fondazione Mediterranea Terina Onlus” assegnato alla prima Commissione in data 26 novembre 2013, essendo decorsi i trenta giorni prescritti dall’art. 15 della legge regionale n. 24/2013 lo stesso si intende favorevolmente espresso.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale con nota prot. n. 188537 del 23 aprile 2014 ha trasmesso le sotto indicate deliberazioni:

deliberazione n. 132 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’esercizio finanziario 2014”;

deliberazione n. 137 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Arpacal per l’esercizio finanziario 2014”;

deliberazione n. 138 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp di Crotone per l’esercizio finanziario 2014”;

deliberazione n. 140 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp di Vibo Valentia per l’esercizio finanziario 2014”;

deliberazione n. 141 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione di “Azienda Calabria Lavoro” per l’esercizio finanziario 2014”;

deliberazione n. 142 del 17 aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp di Catanzaro per l’esercizio finanziario 2014”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 29 aprile 2014, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato Regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 21 del 12 maggio 2014:

Regolamento regionale n. 5 del 29 aprile 2014, concernente: “Ripartizione dell’incentivo previsto dall’art. 92, commi 5/6 del D.Lgs n. 163/2006. (Approvato con la deliberazione della Giunta regionale 5 agosto 2013, n. 284, limitatamente agli artt. 2, 3, 4, 5, 6, 11, 12 e 13 e con deliberazione del Consiglio regionale n. 392 del 31 marzo 2014, limitatamente agli artt. 1, 7, 8, 9 e 10)”.

Trasmissioni di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:

deliberazione Giunta regionale n. 109 del 18 marzo 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 129 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 130 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 131 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 133 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 134 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 135 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 136 del 17 aprile 2014;

deliberazione Giunta regionale n. 164 del 29 aprile 2014.

Interrogazione a risposta immediata

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l’organizzazione sindacale Cgil-Filt denuncia da mesi la grave situazione di pericolo all'altezza del viadotto Piana di Gallico che presenta delle lesioni strutturali tali da porre problemi di sicurezza viaria;

le sollecitazioni ai vertici regionali dell'Anas nonché alcuni incontri presso la Prefettura di Reggio Calabria ad oggi non hanno sortito alcun effetto, benché sia stata posta la necessità di un intervento complessivo sull'intero tratto Campo Calabro/Reggio Calabria a suo tempo stralciato dall'ammodernamento autostradale previsto con il sesto macrolotto -:

se corrispondono al vero i pericoli denunciati sulla sicurezza viaria del viadotto Piana di Gallico e, in caso affermativo, quali iniziative si intendono intraprendere per sollecitare l'Anas ad intervenire in via immediata per la manutenzione straordinaria della struttura e se non sia opportuno promuovere, nel contempo, un tavolo interistituzionale per definire una programmazione che estenda l'attività di ammodernamento anche al tratto autostradale Campo Calabro/Reggio Calabria.

(535; 10.04.2014)

Interrogazioni a risposta scritta

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nella lettera prot. 99348/STAR inviata in data 31.03.2014 dal Dirigente del Settore n. 4 "Aree Centrali" del Dipartimento Salute della Regione Calabria, dott. Salvatore Lopresti, ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende Ospedaliere calabresi e ai Commissari Straordinari dell'Asp di Reggio Calabria e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro con cui si sollecitano gli stessi alla trasmissione urgente dei flussi EMUR (Emergenza-Urgenza) per l'anno 2013 relativi ai Pronto Soccorso, rispetto ai quali si rilevano le seguenti criticità:

        l'ASP di Reggio Calabria non ha ancora inviato alcun dato del flusso EMUR/PS 2013;

        l'ASP di Catanzaro presenta dati incompleti da circoscriversi ai Presidi di Soverato (qualità) e Soveria Mannelli (copertura);

        l'ASP di Crotone è carente nei mesi di novembre e dicembre 2013 e, come qualità, nei mesi di febbraio, agosto e settembre 2013;

        l'Asp di Vibo è completa, ma la qualità dei primi 9 mesi è da rivedere al più presto;

il termine massimo di invio dei dati è previsto entro il 9 aprile 2014;

qualora, per quella data, tale situazione dovesse rimanere immutata, la valutazione dei Tavoli Ministeriali sarà inevitabilmente negativa per la nostra regione con gravi conseguenze per le casse regionali e, soprattutto, per le tasche dei cittadini calabresi;

da oltre quattro anni è in vigore il Piano di Rientro che è stato prorogato fino al 2015 con sanzioni che hanno comportato la mancata assunzione di migliaia di medici e parasanitari con cui sostituire quelli andati in pensione che, alla data di oggi, sono oltre 2700 e che gli abitanti in Calabria fino ad oggi sono stati costretti a pagare oltre mezzo miliardo di euro in più di IRPEF e IRAP per le inadempienze del Commissario regionale per il Piano di Rientro, Giuseppe Scopelliti -:

quali iniziative intende adottare per superare le pesanti criticità rilevate nella trasmissione dei flussi EMUR (Emergenza-Urgenza) per l'anno 2013 relativi ai Pronto Soccorso per evitare che il tavolo interministeriale che sovrintende all'attuazione del Piano di Rientro dal debito sanitario della Regione Calabria infligga ulteriori sanzioni le cui pesanti conseguenze, sia in termini economici che sanitari, sarebbero pagate ancora una volta dai cittadini calabresi.

(533; 03.04.2014)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

attualmente i treni a lunga percorrenza che garantiscono i collegamenti tra la Calabria ed il Centro e Nord Italia circolanti sulla linea ferroviaria tirrenica sono ben 4 Intercity Reggio Calabria - Roma e v.v. ( IC550/551 - 552/553 - 555/556 -560/561); 1 Freccia Argento Reggio Calabria - Roma e v.v. (9372/9377); 2 Freccia Bianca Reggio Calabria - Roma e v.v. (9877/9878); 2 Intercity Roma - Palermo - Siracusa e v.v. ( IC 723/728 - 724/727); 1 ICN Reggio Calabria - Roma - Milano - Torino e v.v. (794/795); 1 ICN Siracusa - Palermo - Milano e v.v. (784/785); 2 ICN Roma - Siracusa - Palermo e v.v. (1955/1956- 1959/1960);

sulla linea ferroviaria Jonica attualmente circola il solo treno IC Reggio Calabria - Taranto e vv. (559/562);

in seguito alle proteste esternate dall'Assemblea dei Sindaci della Locride e dall'Assemblea degli Albergatori della Locride presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Dipartimento del Tesoro, il Direttore Generale del servizio ferroviario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con nota inviata all'assessore ai trasporti della Regione Calabria, onorevole Luigi Fedele, comunicava la disponibilità al ripristino sulla tratta Jonica di 1 ICN (Intercity notturno) Reggio Calabria - Roma e di 1 IC Reggio Calabria – Bari;

la nota sopra citata, inviata dal Direttore Generale del servizio ferroviario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all'assessore ai trasporti della Regione Calabria, oltre che informare l'Ente Regione in merito alle richieste avanzate dall'Assemblea dei Sindaci e degli Albergatori della Locride forniva indicazioni precise circa le disponibilità del Ministero, (243 milioni di euro) per sussidiare i treni Intercity ed Intercity notte in tutta Italia;

il ripristino dei due treni sulla linea ferroviaria Jonica sarebbe avvenuta, di conseguenza, solo con la rimodulazione dell'intera offerta dei treni a lunga percorrenza in Calabria;

per tali motivi il governo della Regione Calabria avrebbe dovuto richiedere formalmente al Ministero oltre all'istituzione di 1 Intercity notturno Reggio Calabria - Roma e v.v. ed 1 Intercity diurno Reggio Calabria - Bari e v.v. sulla linea Jonica, anche la riorganizzazione dell'intero servizio ferroviario a lunga percorrenza in Calabria;

il potenziamento della rete ferroviaria jonica assume un'importanza di estremo rilievo per la popolazione locale, "una forza ambivalente" che consente da un lato il soddisfacimento di esigenze primarie collegate agli ambiti lavorativi, scolastici, sanitari e non solo; dall'altro la possibilità di dare un forte segnale, un'azione di supporto per il rilancio dell'economia locale;

il Ministero delle Infrastrutture; e dei Trasporti ed il Tesoro hanno garantito massima disponibilità affinché i 2 Intercity possano essere inseriti in orario sulla Jonica sin dal mese di giugno p.v. L'approssimarsi della stagione estiva e le condizioni negative dovute alla crisi economico-sociale ed ai danni subiti da molti centri costieri a causa dei nubifragi verificatisi nello scorso mese di febbraio, impongono strategie operative tendenti a produrre benefici nell'immediato per dare impulso alla ripresa di attività imprenditoriali operanti nel settore turistico;

efficienti reti infrastrutturali e processi di sviluppo economico sono legati da un imprescindibile rapporto di mutua implicazione. Nello specifico "accettabili" collegamenti ferroviari nelle direttrici Nord - Sud e Sud - Nord costituiscono, oggi più che mai, un'importanza vitale per la valorizzazione delle risorse locali e la programmazione e gestione dell'attività turistica, attività "trainante" dell'economia regionale;

risulta indispensabile l'assolvimento di ciò che può definirsi "un obbligo istituzionale" atto a garantire la fruizione di servizi essenziali in un contesto territoriale, quale è il versante jonico calabrese, ove vive la maggior parte della popolazione regionale, paradossalmente da anni a rischio isolamento. Un bacino di Utenza al quale va riconosciuto pienamente il diritto costituzionale alla mobilità, al pari delle altre realtà territoriali regionali già ampiamente dotate di collegamenti ferroviari che consentono di raggiungere le grandi città del Nord, Centro e Sud Italia, siano esse Milano, Torino, Roma, Palermo o Siracusa -:

se il governo regionale abbia ottemperato alla richiesta di cui in oggetto;

se, altrimenti, non ritenga necessario formalizzare la richiesta di riorganizzazione del servizio ferroviario a lunga percorrenza in Calabria presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e consentire instai modo l'istituzione di ulteriori tratte ferroviarie sulla linea jonica e precisamente: n. l ICN (Intercity notturno) Reggio Calabria - Roma e v.v.; n. 1 IC (diurno) Reggio Calabria - Bari e v.v.

(534; 4.4.2014)

Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'ASP di Catanzaro ha recentemente proposto, all'attenzione delle strutture amministrative e politiche competenti, il proprio Atto Aziendale prevedendo, tra le altre cose, la realizzazione e/o rimodulazione di varie Unità Operative sia a carattere amministrativo che sanitario;

nell'ambito del suddetto Atto Aziendale è previsto che l'Unità Operativa Complessa di Oncologia dell'ASP di Catanzaro, operante presso l'Ospedale di Lamezia Terme, venga trasformata in Unità Operativa Semplice;

nonostante abbia lavorato in evidente carenza di personale (4 Medici, 6 Infermieri e nessun OSS. a fronte di un organico che dovrebbe essere invece di 7 Medici. 9 Infermieri e 4 OSS). l'Unità Operativa di oncologia è stata in grado, con soli dieci posti letto, di effettuare un numero di 508 ricoveri nel solo anno 2013, per un totale di 6477 giornate di degenza, con un tasso di saturazione di posti letto del 208%, ricavando, per l'anno in questione, una somma di quasi due milioni e quattrocentomila Euro, con una tendenza in aumento rispetto all'anno 2012, nel quale i ricoveri erano stati 437, le giornate di degenza 5163, con un tasso di saturazione dei posti letto del 160% e ricavi di poco al di sotto dei due milioni e duecentotrentamila Euro;

tale trend positivo, proseguendo ininterrottamente dal 1996. testimonia un processo costante di crescita del livello delle prestazioni effettuate dall'Unità Operativa di Oncologia, mettendo in evidenza l'indubbia capacità di attrarre pazienti altrimenti destinati ad aumentare il numero degli emigranti "della salute", ed a disperdere risorse economiche anche ingenti nell'esecuzione di lunghi, estenuanti e drammatici viaggi della speranza in altre regioni;

il livello di efficienza raggiunto dall'Unità Operativa Complessa di Oncologia è testimoniato, inoltre, dall'importante ricettività dimostrata per pazienti provenienti da altre ASP della Regione Calabria nonché da altre Regioni italiane;

tali evidenze, che provano come il lavoro dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia presso il Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme sia assolutamente degno della massima attenzione e considerazione, rendono assolutamente inspiegabile il fatto che, nell'Atto Aziendale presentato dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, tale struttura venga trasformata da Complessa a Semplice;

è necessario impedire che scelte illogiche e irrazionali penalizzino ulteriormente una cittadinanza già fortemente provata da una insensata politica di tagli, applicata sotto spinte non sempre trasparenti e chiare, che giustificano il sospetto che decisioni come quella di sopprimere l'Unità Operativa Complessa di Oncologia, siano più dettate da motivazioni legate ad esigenze di carattere politico che dalla necessità di fornire servizi efficienti ed efficaci a pazienti quali quelli oncologici, vittime di una patologia che richiede cure interdisciplinari lunghe e complesse -:

se la maggioranza da Lei guidata intende mantenere i livelli delle prestazioni di cui hanno finora usufruito i pazienti oncologici presso l'Ospedale di Lamezia Terme, garantendo loro la continuità delle cure e i medesimi livelli di assistenza finora erogati, in maniera ineccepibile, dal personale dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia;

quali iniziative la S.V. intenda mettere in atto per impedire l'illogica trasformazione dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia dell'ASP di Catanzaro presso l'Ospedale di Lamezia Terme in Unità Operativa semplice.

(536; 14.04.2014)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

Fincalabra costituisce il principale strumento tecnico operativo della Regione in quanto garantisce attraverso lo sviluppo del suo ruolo e delle sue attività, il perseguimento dei prioritari obiettivi di sviluppo economico della Calabria;

Fincalabra ha il precipuo compito di veicolare le risorse finanziarie pubbliche verso le piccole e medie imprese, contribuendo anche al miglioramento dei rapporti tra imprese e sistema bancario;

nel corso dell'audizione del Dipartimento Bilancio tenutasi il 19 giugno scorso si è avuta notizia che la Finanziaria regionale avrebbe svolto un ruolo attivo in operazioni in anticipazione di liquidità effettuate dalla Regione Calabria in favore di settori quali la forestazione, gli enti strumentali (Consorzi di Bonifica etc...), i trasporti;

risulterebbe che Fincalabra, su richiesta della Giunta regionale, avrebbe provveduto nell'esercizio 2012 ad effettuare anticipazioni a favore di una serie di enti, tra cui i consorzi di bonifica, al fine di dotare gli stessi della liquidità necessaria al loro funzionamento;

sembrerebbe che tali operazioni abbiano aggirato i vincoli del patto di stabilità;

è arduo affermare che tali iniziative rientrino nella mission della società. Di particolare gravità è il fatto che tali anticipazioni siano state erogate prelevando le disponibilità dal fondo destinato ad attivare le iniziative di microcredito a favore della Piccole imprese. Fondo che aveva origine comunitaria, derivando nello specifico dal FESR;

l'autorità di Audit, nel Rapporto Annuale di Controllo sulla spesa 2012 inviato al DPS e alle competenti autorità regionali, avrebbe censurato gli storni dei fondi FESR a favore delle anticipazioni erogate agli enti di cui prima, raccomandandone l'assoluta non reiterazione;

sussisterebbe un assoluto divieto per i soggetti gestori di fondi comunitari affidati dalla Regione di distrarre le somme in esse giacenti per scopi diversi da quelli precipui del fondo;

tali pagamenti possono essere stati lo strumento per eludere il Patto di Stabilità -:

quali sono le operazioni di anticipazione di liquidità effettuate dalla Regione Calabria in favore dei settori forestazione, gli enti strumentali (Consorzi di Bonifica etc.), i trasporti nell'annualità 2012;

se, a quale titolo e con quali risorse abbia partecipato alla predette operazioni la Fincalabra S.p.a. se il Dipartimento Bilancio o Fincalabra hanno rilasciato certificati di credito alle aziende della forestazione, dei trasporti ed ai consorzi di bonifica per 80 milioni di euro;

se la Regione ha autorizzato Fincalabra a rilasciare garanzie anche per importi superiori al 10% del capitale sociale ed il Cda di Fincalalabra ha autorizzato il Presidente a rilasciare garanzie alle banche che finanzieranno i crediti dichiarati dal Dipartimento Bilancio;

quale incidenza abbiano avuto tali operazioni sul Patto di Stabilità;

se siano stati dati in pegno alle banche, Fondi Comunitari destinati all'esecuzione di bandi regionali.

(537; 17.04.2014)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Residenza Sanitaria Assistenziale di Caloveto CS ad oggi non ha avuto versate da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza le risorse riferite agli anni 2009 e 2010 pari a due milioni e mezzo di euro;

la proprietà della Residenza Sanitaria Assistenziale di Caloveto alla luce degli incontri avuti con i vertici aziendali dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha inviato una lettera ai familiari degli ospiti per comunicare la chiusura del servizio il 30 giugno 2014 ed il conseguente licenziamento di tutti i 62 dipendenti che ad oggi non percepiscono lo stipendio da oltre 5 mesi visti gli impegni disattesi -:

quali iniziative urgenti si intende intraprendere affinché l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza metta in atto le necessarie misure amministrative per l’erogazione delle risorse finanziarie a copertura degli anni 2009 e 2010 a favore dell’RSA di Caloveto per impedire la disattivazione del servizio erogato agli ospiti e i 62 licenziamenti dei dipendenti.

(538; 29.04.2014)

Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel 2011 veniva indetta, dall'ASP di Catanzaro, una gara d'appalto per la fornitura di beni e servizi della durata di tre anni concernente il servizio di pulizia e sanificazione dei locali dell'Azienda Sanitaria, ma, ad oggi, la stessa non ha esaurito ancora il suo iter con relativa aggiudicazione del servizio;

in attesa della conclusione delle procedure di gara il servizio di pulizia viene svolto, nell'area di competenza dell'ex ASL n. 6 (Lamezia Terme), dalla ditta Solimo-Euroservice;

a luglio del 2005 l'allora Asl n. 6 di Lamezia Terme indiceva, a mezzo di bando pubblico, regolare gara;

il servizio di pulizia e sanificazione delle strutture ricadenti nel territorio lametino fu aggiudicato alla ditta Due Enne-Pace di Potenza per un importo annuo pari a 320 mila euro;

a distanza di un anno tale incarico fu revocato, con subentro, nello stesso servizio, della ditta Solimo Euroservice di Lamezia Terme per un importo annuo di 900 mila euro;

la ditta Solimo Euroservice di Lamezia Terme aveva già partecipato alla summenzionata gara del 2005 con un'offerta di 520 mila euro annue;

nel 2007 l'Asl n. 6 di Lamezia Terme veniva assorbita nella nuova Asp di Catanzaro;

a dispetto della durata triennale dell'incarico, per come previsto nel relativo bando, la Solimo Euroservice, attraverso una serie di proroghe ha continuato a svolgere ininterrottamente il servizio di che trattasi da allora fino ad oggi;

in tale vicenda sono riscontrabili forzature relativamente alle leggi ed ai regolamenti vigenti in materia e palesi inadempienze da parte degli uffici preposti alla gestione degli appalti per le forniture in oggetto -:

quali siano gli impedimenti che non consentono la chiusura delle procedure di gara avviate nel 2011.

(539; 05.05.2014)

Naccari Carlizzi, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria non si è adeguata alla sentenze della Corte Costituzionale n. 108 del 1° aprile 2011 con la quali, è stata dichiarata la illegittimità costituzionale dell' articolo 16 comma 2 della legge regionale n. 8 del 26 febbraio 2010, contenente provvedimenti in materia di personale;

la Giunta regionale con delibera aveva disposto la costituzione di un tavolo tecnico composto da Direttori Generali della Giunta, per affrontare la fattispecie;

il suddetto tavolo tecnico, ha ritenuto di non applicare quanto previsto dalle Leggi 241/90 e 11/2011, omettendo di annullare i provvedimenti in materia di personale adottati in virtù di norme dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale;

la Procura di Catanzaro, dopo aver aperto un indagine, ha chiesto è ottenuto l'archiviazione delle posizioni dei tre Dirigenti Generali, poiché "non ci fu dolo intenzionale, ma solo manchevole conoscenza della materia e una superficiale lettura del dettato normativo";

la stampa il giorno successivo, venerdì 21 febbraio 2014, sulla vicenda così titolava "Manager prosciolti perché " ignoranti e superficiali";

il Direttore Generale della Presidenza della Giunta, avv. Franco Zoccali facente parte del tavolo tecnico, gode oltre alla retribuzione tabellare di 48.631,94 di una retribuzione di Posizione annuale pari a euro 48.631,94, con in aggiunta un 'ulteriore indennità annua pari a 48.631,94 ai sensi della L.R. 7/96 e di una retribuzione aggiuntiva pari a euro 72.031,41 commisurata alla specifica qualificazione professionale per un totale annuo al netto di altri emolumenti per altri incarichi regionali, pari a euro 217,924.00;

rispetto agli altri due componenti il tavolo tecnico, il Direttore Generale alla Presidenza della Giunta, per la " commisurata qualificazione professionale", percepisce quindi quasi il doppio di una specifica indennità, per essere più precisi 48.631,94 contro 72.031,41;

l'indennità di cui alla voce 72.031,41 è stata attribuita sul presupposto del possesso di una particolare competenza che l'A.G. ha ritenuto nel caso di specie mancante;

lo stesso Direttore Generale risulta addirittura privo dei requisiti per la qualifica dirigenziale poiché è funzionario C2 dello Stato, equiparato a D3 Regione -:

quali provvedimenti intendono adottare, il Presidente della Giunta e la Giunta, per procedere alla revoca dell'indennità aggiuntiva per l'assenza delle particolari competenze richieste;

se il Presidente voglia procedere anche alla sostituzione del D.G.;

se per la sostituzione il Presidente intende ricorrere alle tante professionalità qualificate presenti in Calabria abbandonando così quel criterio del "necessariamente tra i reggini meno qualificati" che ad oggi, ne ha ispirato tendenzialmente le scelte;

se si sia provveduto in ogni caso, in via amministrativa e in autotutela, ad adottare i provvedimenti che scongiurerebbero un danno erariale per l'Amministrazione regionale.

(540; 16.04.2014)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

da notizie di stampa è emerso che nel blocco operatorio degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria sono state riscontrate anomalie al funzionamento dell'Impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (VCCC);

tali anomalie trovano riscontro in una richiesta urgente di intervento redatta il 13 marzo c.a. a firma del dirigente tecnico in cui si evidenzia una "Discrepanza della temperatura nelle sale operatorie- valutazione parametri microclimatici";

la contaminazione ambientale delle sale operatorie come evidenziato nelle Linee Guida per la Definizione degli Standards di Sicurezza e di Igiene Ambientale delle Sale Operatorie" redatte dall'Ispesl è strettamente correlata alle prestazioni del suddetto impianto che ha le seguenti funzioni;

mantenere condizioni termoigrometriche idonee allo svolgimento delle attività previste, conciliando le esigenze di benessere del personale con quelle primarie dell'utente;

fornire una aerazione agli ambienti idonea a mantenere le concentrazioni ambientali di agentianestetici, e/o di altri inquinanti gassosi, al disotto dei limiti prefissati;

contenere la concentrazione del particolato e della carica microbica aeroportata, in modo tale da non recare danno alla salute dei soggetti presenti nell'ambiente della sala operatoria;

mantenere determinati gradienti di pressione tra i vari ambienti costituenti il Reparto Operatorio;

le stesse Linee Guida dell'Ispesl forniscono precise prescrizioni circa i requisiti che tale impianto deve possedere per garantire in sicurezza l'attività operatoria -:

se sono state effettuate sul suddetto impianto tutte le verifica dei requisiti prestazionali in sede di installazione, controllo periodico e post manutenzione ordinaria al fine di confermarne la funzionalità cosi come prescritto dalle Linee guida dell'Ispesl.

(541; 16.04.2014)

Talarico D. All’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:

da ciò che si legge sulla stampa, sarebbe riscontrabile presso il Liceo Scientifico E. Fermi di Cosenza una situazione di grave contrapposizione tra una parte del corpo docenti, dei rappresentati degli studenti e dei genitori da un lato ed il Dirigente scolastico dall'altro;

un gruppo di docenti ha recentemente scritto al Ministro dell'Istruzione lamentando una "gestione contro legem e del tutto personale" dell'Istituto da parte del Dirigente scolastico, fino a denunciare veri e propri atteggiamenti "vessatori" nei confronti dei docenti e scelte a limite della legalità;

nel documento, in particolare, si segnala quanto segue:

a)    Violazione dei diritti dei lavoratori sanciti dal CCNL;

b)    Atteggiamenti antisindacali;

c)    Abuso di provvedimenti disciplinari;

d)    Minacce agli alunni;

e)    Condizionamenti sull'attività del Consiglio d'istituto;

f)     Limitazioni alla libertà didattica degli insegnati;

g)    Scelte in spregio delle leggi vigenti.

in una recente nota, di cui c'è stato anche riscontro sulla stampa, il segretario provinciale di Cosenza della FLC-CGIL, ha parlato, tra l'atro, di "comportamenti della dirigente" che avrebbero creato "un clima irrespirabile, minando quotidianamente la coesione sociale all'interno della stessa scuola, restringendo gli spazi di agibilità democratica, negando diritti di lavoratori e studenti, producendo un attacco dissennato alla stessa idea di scuola pubblica";

tra i motivi di contrasto tra la dirigenza ed una parte del corpo docenti, i rappresentanti degli studenti e dei genitori, c'è anche la questione dei corsi di recupero a pagamento, lezioni prestate dai docenti dell'Istituto in regime di libera professione, con onere a carico delle famiglie degli studenti;

tale decisione, deliberata dal Consiglio di Istituto il 3 ottobre scorso, aveva incontrato una dura censura da parte della CGIL: "La dirigente dovrebbe attenersi scrupolosamente alle norme che sconfessano chiaramente quanto lei sostiene: nessuna norma consente nelle scuole pubbliche italiane l'intramoenia";

la somministrazione a pagamento di lezioni di recupero potrebbe configurare una violazione del principio di uguaglianza e di universalità del diritto all'istruzione sanciti dagli articoli 3 e 33 della Costituzione;

nei giorni scorsi 11 membri su 19 del Consiglio di Istituto, compreso il Presidente del Consiglio, hanno rassegnato le dimissioni, denunciando che l'organismo sarebbe stato "privato della sua precipua funzione di azione partecipata, democratica e collegiale"-:

se non sia il caso di intervenire presso l'Ufficio scolastico regionale ed il Ministero dell'Istruzione per una verifica puntuale ed urgente di quanto richiamato in premessa, anche ai fini dell'accertamento di eventuali responsabilità da parte del Dirigente scolastico.

(542; 08.05.2014)

Talarico D. All’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

la legge regionale 26 novembre 2001 n. 30 e s.m.i avente ad oggetto "Normativa per la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei ed ipogei freschi e conservati" riconosce alle associazioni micologiche un'importante funzione in ordine alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità;

la quasi totalità delle associazioni micologiche calabresi, che contano circa duemila iscritti, aderiscono alla Confederazione Micologica Calabrese e sono iscritte all'Albo Regionale istituito con Legge regionale 30/2001;

dette associazioni collaborano anche con le province nell'attività di sorveglianza e controllo del territorio, mediante Guardie giurate volontarie;

ogni associazione attua sul proprio territorio un proprio programma annuale di divulgazione e di formazione in materia micologica, con particolare riguardo ai temi della prevenzione delle intossicazioni e della salvaguardia ambientale;

tali attività sono in parte finanziate con i proventi derivanti dal rilascio delle autorizzazioni all'esercizio della raccolta, per come stabilito dal comma 3 dell'art. 5 ter della L.R. 30/2001, che recita testualmente:

“3. Gli introiti derivanti dal rilascio delle autorizzazioni all'esercizio della raccolta di cui al presente articolo, sono ripartiti secondo i seguenti parametri:

a) il 25% (venticinque) dell'intero montante alla Regione per le spese di istituto, la predisposizione dei modelli delle tessere micologiche e la promozione delle attività di ricerca;

b) il 25% (venticinque) dell'intero montante alle associazioni micologiche iscritte all'albo regionale, da ripartire tra le stesse in misura proporzionale al numero dei loro iscritti;

c) il rimanente 50% (cinquanta) del montante alle Province che li destinano ai Comuni ed alle Comunità montane per l'organizzazione dei corsi didattici ed il potenziamento dei servizi che sono tenute a fornire, secondo il numero di tessere micologiche valide ed attive sul territorio di competenza.”;

in verità, le associazioni di che trattasi non ricevono le quote loro spettanti dal 2009, nonostante nel bilancio regionale, per gli esercizi 2010 e 2011, fossero state allocate al capitolo 22040830 le risorse da ripartire secondo i criteri di cui alla norma prima richiamata;

con Decreto n. 638 del 29/01/2010 il Dipartimento n.6 Agricoltura e Foreste ha disposto il riparto delle somme relative all'anno 2010, ma ancora le stesse non sono state effettivamente liquidate;

inoltre, nessuno stanziamento in bilancio è stato previsto per gli anni 2012 e 2013;

non è dato sapere, pertanto, dove sono stati allocati i proventi derivanti dal rilascio e/o dal rinnovo delle tessere per gli anni 2012-2013 -:

quali sono le motivazioni alla base del mancato riconoscimento delle somme spettanti alla associazioni micologiche per gli anni 2010 e 2011 e della mancata copertura in bilancio per gli anni 2012 e 2013 e se non sia il caso di ottemperare in tempi rapidi a quanto stabilito in merito dalla vigente legislazione regionale richiamata in premessa.

(543; 13.05.2014)

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la sospensione delle prestazioni socio-assistenziali erogate del Centro Diurno per disabili di Serra Spiga di Cosenza, disposta a seguito di una ispezione dei Nas in data 09.05.2014, sta destando sconcerto e disapprovazione fra gli utenti e le loro famiglie;

detta struttura offre da 30 anni un servizio altamente qualificato a supporto dei soggetti diversamente abili che ne fruiscono e delle loro famiglie;

nella fattispecie una distinzione rigidamente protocollare tra attività "sanitarie" in senso stretto e attività "socio-assistenziali" non tiene conto della complementarietà dei servizi erogati dalla struttura;

il Servizio sanitario regionale, riorganizzando la rete territoriale dei servizi, compresi quelli alla persona, dovrebbe giustappunto contemplare una maggiore integrazione tra prestazioni medico-sanitarie e prestazioni socio-assistenziali, viepiù quando i soggetti coinvolti sono portatori di disabilità o di altre gravi patologie invalidanti -:

se non sia il caso di intervenire urgentemente per dirimere la controversia venutasi a creare sulle funzioni del Centro Diurno di Serra Spiga di Cosenza, riattivando la linea dei servizi socio-assistenziali inopinatamente sospesa.

(544; 15.05.2014)

Mozioni

Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano con provvedimento 22 febbraio 2001, ha disciplinato il profilo professionale ed il relativo ordinamento didattico dell'operatore socio-sanitario (OSS);

la Giunta regionale con propria deliberazione n. 5 del 12 gennaio 2009 dettava linee di indirizzo per disciplinare i criteri e le procedure amministrative per l'attuazione delle attività di formazione di base per operatorie socio-sanitario;

l'articolo 5 delle linee guida individua tra i soggetti proponenti le attività formative: le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, le istituzioni pubbliche e private accreditate, stabilendo nel contempo il divieto per le sole istituzioni private accreditate di svolgere attività di formazione libera di cui agli articoli 40 e 41 della L.R. n.18/1985;

la generalità delle altre Regioni hanno invece autorizzato le attività libere di formazione professionale per operatori socio-sanitario senza oneri a carico della Regione (Molise D.G.R. n. 654/2010, Puglia L.R. n.4 /2010);

la diversità di regolamentazione tra le regioni d'Italia ha prodotto un fenomeno rilevante di "migrazione formativa" che ha coinvolto giovani calabresi costretti a frequentare le attività formative non in Calabria per conseguire il titolo professionale di operatore socio-sanitario;

occorre, per le motivazioni indicate, modificare la delibera di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009,

impegna

la Giunta regionale a modificare l'articolo 5 della deliberazione di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009 nel senso di seguito indicato:

"Articolo 5

(Soggetti proponenti)

Possono attuare le attività formative finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore Socio-Sanitario i seguenti soggetti:

Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere della Regione Calabria.

Istituzioni Pubbliche e Private macrotipologia Formazione Superiore nella Regione Calabria ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011.

Nel rispetto degli artt. 40 e 41 della legge n° 18 del 19-04-1985 e s. m. r i., sono consentite le attività di formazione c.d. "Libere".

Si specifica che tali attività possono essere svolte solo da Agenzie formative che hanno maturato almeno una esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio Sanitario e sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011, almeno da cinque anni.

Le Agenzie Formative che non hanno esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio Sanitario e/o sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011, da meno di cinque anni, possono svolgere attività di formazione c.d. "Libere", finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore Socio-Sanitario, costituendo una Associazione Temporanea di Scopo (ATS). In questo caso il soggetto Capofila deve essere in possesso dei requisiti di cui sopra.

Le attività di formazione c.d. "Libere" non possono essere svolte, in nessun caso, da Agenzie Formative non accreditate nella Regione Calabria "

(120; 15.04.2014) Mirabelli

Il Consiglio regionale,

premesso che:

in data 19 giugno 2008 la S.E.I. S.p.A. ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico, una domanda per l'autorizzazione, ai sensi del di 7/2002 conv. con mod. in legge n. 55 del 9 aprile, alla costruzione e all'esercizio di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, della potenza di 1320 Mwe, e delle relative opere connesse, localizzata in Saline Joniche del Comune di Montebello Jonico (RC);

il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di acquisire i pareri dei soggetti interessati, ha convocato una conferenza dei servizi in Roma il 17 settembre 2008, invitando, oltre ai Ministeri competenti, gli enti locali interessati;

a detta conferenza il rappresentante della Regione Calabria ha presentato un documento sottoscritto dal Presidente della Giunta Regionale, dal Presidente della provincia di Reggio Calabria e dai Sindaci di Reggio Calabria, Montebello Jonico (comune dove dovrebbe realizzarsi l'insediamento industriale), Motta San Giovanni, Bagaladi, San Lorenzo e Condofuri, con il quale i sottoscrittori manifestavano il loro dissenso alla realizzazione del progetto;

la conferenza si è conclusa con la espressa richiesta del Presidente della Conferenza dei servizi alla Regione Calabria di una formalizzazione del dissenso della stessa in merito all'iniziativa;

in adesione al formulato invito, la Regione Calabria ha formalizzato il diniego all'autorizzazione per la costruzione della centrale a carbone con la delibera n. 686 del 6 ottobre 2008;

il Ministero, ricevuta la delibera, in luogo di concludere negativamente il procedimento di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio della centrale a carbone, ha sospeso il procedimento in attesa dell'esito del sub procedimento per la VIA;

il procedimento per la VIA si è concluso negativamente poiché per ben due volte il Ministero per i beni culturali ha negato il proprio parere favorevole;

il Presidente del Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministero dell'Ambiente, con il decreto del 15 giugno 2012 ha decretato: "la compatibilità ambientale e l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla SEI S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (RC) e relative opere connesse, a condizione che vengano ottemperate le prescrizioni e disposizioni contenute nei seguenti allegati: allegato A: quadro prescrittivo e adempimenti di natura amministrativa; allegato B: piano di monitoraggio e controllo. Gli allegati A e B predetti, unitamente all'allegato C, relativo al parere della commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA- VAS n. 559 del 21 ottobre 2010, costituiscono parte integrante del decreto. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.";

la Corte dei Conti ha rigettato il visto su detto DPCM, per molti motivi, tra i quali la violazione delle prerogative regionali in materia;

il Ministro dell'Ambiente con decreto n. 115 del 5 aprile 2013 ha decretato la compatibilità ambientale e l'autorizzazione integrata ambientale al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla Società SEI spa concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe da localizzare in Comune di Montebello Jonico, località Saline Joniche (RC) e relative opere connesse, a condizione che vengano ottemperate le prescrizioni, condizioni e disposizioni indicate negli allegati, nonché di ogni atto presupposto, consequenziale e comunque connesso;

nelle more del procedimento è stato modificato l'art. 1, comma 2, della I. 55/02, che, contrariamente alla precedente formulazione, richiede che il dissenso venga espresso dalla regione successivamente alla VIA e con motivazione relativa allo stessa;

in merito alla costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche il Consiglio regionale si è espresso diverse volte in senso negativo, ribadendo la contrarietà della Regione Calabria alla sua costruzione e lo stesso Governo regionale, nell'esprimere il proprio dissenso, si è costituito presso gli organi giurisdizionali impugnando i provvedimenti ministeriali;

l'art. 1, comma 2, primo capoverso, della I. 55/02, così come modificato dal comma 30 dell'art. 27, L. 23 luglio 2009, n. 99 che recita: "L'autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano le Amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel rispetto dei princìpi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, d'intesa con la regione interessata. L'eventuale rifiuto regionale dell'intesa deve essere espresso con provvedimento motivato, che deve specificatamente tenere conto delle risultanze dell'istruttoria ed esporre in modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso dalla proposta ministeriale di intesa."

Allo stato della legislazione vigente necessita "l'intesa forte" della Regione Calabria, ossia il consenso della stessa, perché possa essere autorizzata dal Ministero per lo Sviluppo Economico la costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche.; sia pertanto necessario confermare il dissenso di questo Consiglio regionale e della Giunta regionale alla costruzione della centrale a carbone attraverso l'adozione di una nuova delibera che tenga conto delle risultanze dell'istruttoria e motivi in modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso,

impegna

la Giunta regionale all'adozione di una delibera che, preso atto delle risultanze della Via per come adottate con il decreto n. 115 del 5 aprile 2013 del Ministro dell'Ambiente e come dettagliatamente formulate nel parere n. 559 del 21.10.2010, reso dalla Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente della tutela del Territorio e del Mare, confermi il dissenso della Regione Calabria alla costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche, anche in assenza di esplicita richiesta del Ministero.

(121; 05.05.2014) Giordano, De Masi, Guagliardi, Bova, Principe

Proposta di legge statutaria numero 15/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (seconda lettura) (Del. n. 393)

Art. 1

(Modifica all'articolo 15)

1. Il comma 1.dell'articolo 15 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria) è sostituito dal seguente:

"1. Il Consiglio regionale è composto dal Presidente della Giunta regionale e da trenta consiglieri."

Art. 2

(Modifiche all'articolo 35)

1. All'articolo 35 della l.r. 25/2004 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. La Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore ad un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale, di cui uno assume la carica di Vice Presidente.";

b) l'ultimo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: "II numero dei membri esterni non può essere complessivamente superiore al cinquanta per cento dei componenti della Giunta.";

c) dopo il comma 4 bis è aggiunto il seguente comma: "4 ter. La nomina ad assessore di componenti del Consiglio regionale comporta la sospensione di diritto dall'incarico di consigliere regionale affidando temporaneamente la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti",

Art. 3

(Differimento dell'efficacia della legge)

1. La presente legge produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

ALLEGATO A)

Comunicato relativo al testo di legge di revisione statutaria approvato con 2° deliberazione consiliare ai sensi dell'art. 123 della Costituzione recante: "Legge regionale -Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)".

In riferimento al testo di legge di cui sopra si precisa che:

il testo legislativo è stato approvato in prima lettura dal Consiglio regionale con deliberazione n. 391 del 31 marzo 2014 con in seguente esito: Consiglieri assegnati 50, maggioranza assoluta 26, presenti e votanti 43, a favore 28, astenuti 15;

il testo legislativo è stato approvato in seconda lettura dal Consiglio regionale con deliberazione n. 393 del 3 giugno 2014 con il seguente esito: Consiglieri assegnati 50, maggioranza assoluta 26, presenti e votanti 49, a favore 30, contrari 1, astenuti 18.

AVVISO

Si avvisa che, entro tre mesi dalla data di pubblicazione della deliberazione statutaria sul B.U.R.C., almeno un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti del Consiglio regionale possono chiedere che si proceda al referendum popolare a norma dell'articolo 123 -terzo comma della Costituzione e dell'articolo 2 della legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001.

Proposte di legge numero 574/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 febbraio 2005 numero 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (Del. n. 394 – L.R. n. 8/2014)

Art. 1

(Modifiche all'articolo 1)

1. All'articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale) sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 2 la parola: "cinquanta" è sostituita dalla seguente parola: "trenta"; le parole: "compreso il Presidente della Giunta regionale" sono sostituite dalle seguenti parole: "oltre il Presidente della Giunta regionale";

b) dopo il comma 2 è inserito il seguente comma: "2 bis. Il territorio della regione è ripartito in tre circoscrizioni elettorali così denominate:

a) circoscrizione nord;

b) circoscrizione centro;

c) circoscrizione sud.";

c) dopo il comma 2 bis è inserito il seguente comma: "2 ter. Le circoscrizioni elettorali di cui al comma 2 bis sono così composte:

a) la circoscrizione nord comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Cosenza;

b) la circoscrizione centro comprende i Comuni delle attuali Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia;

c) la circoscrizione sud comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Reggio Calabria.";

d) dopo il comma 2 ter è inserito il seguente comma: "2 quater. Per la circoscrizione elettorale di cui alla lettera b) del comma 2 bis, le liste sono composte, a pena di inammissibilità, in modo che ci sia almeno un candidato residente per ciascuna delle province corrispondenti.";

e) il comma 3 è sostituito dal seguente: “Non sono ammesse al riparto dei seggi:

a) le liste regionali che non abbiano ottenuto nell'intera Regione almeno il 15 per cento dei voti validi o almeno il4 per cento, se facenti parte di una coalizione;

b) le coalizioni che non abbiano ottenuto complessivamente nell'intera Regione almeno il 15 per cento dei voti validi espressi a favore delle stesse.";

f) alla fine del comma 4 è aggiunto il seguente periodo: "In ogni caso sono esonerate dalla sottoscrizione degli elettori le liste regionali cui sono collegate le liste provinciali.";

g) i commi 6 bis e 6 ter sono abrogati.

Art. 2

(Integrazioni alla l.r. 1/2005)

1. Dopo l'articolo 1 della legge r~gi9l'1ale 1/2005 è inserito il seguente articolo:

"1 bis

(Indizione delle elezioni)

1. Le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Giunta regionale, sentito il Presidente del Consiglio regionale e d'intesa con il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro. In caso di impedimento permanente o di morte dei Presidente della Giunta e negli altri casi previsti dallo Statuto le elezioni sono indette dai Vicepresidente della Giunta con le stesse modalità." .

Art. 3

(Modifiche all'articolo 2)

1. All'articolo 2 della l.r. 1/2005 sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla lettera a) del comma 1 la parola: "Quaranta" è sostituita dalla seguente parola: "Ventiquattro";

b) alla lettera b) del comma 1 la parola: "Nove" è sostituita dalla seguente parola: "Sei"; la parola: "alta" è sostituita dalla seguente parola: "alla";

c) al comma 2 le parole: "anche non" sono soppresse.

Art. 4

(Modifiche all'articolo 4)

1. All'articolo 4 della Lr. 1/2005 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1 la parola: "nove" è sostituita dalla seguente parola: "sei";

b) alla lettera a) del comma 1 la parola: "dei" è sostituita dalla seguente parola: "del";

c) alla lettera b) del comma 1 la parola: "25" è sostituita dalla seguente parola: "15"; la parola: "quattro" è sostituita dalla seguente parola: "tre"; le parole: "cinque" sono sostituite dalle seguenti parole: "tre";

d) alla lettera c) del comma 1 la parola: "25" è sostituita dalla seguente parola: "15"; la parola: "nove" è sostituita dalla seguente parola: "sei";

e) alla lettera e) del comma 1 primo e secondo periodo le parole: "55 per cento" sono sostituite dalle seguenti parole: "60 per cento".

Art. 5

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.