IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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84.
SEDUTA DI MARTEDI’ 03
GIUGNO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta. Diamo inizio ai lavori con la lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate
in allegato)
Prego i colleghi di prendere posto, così possiamo procedere con l’ordine del giorno, visto che abbiamo finito con le comunicazioni e con la lettura del verbale della seduta precedente.
Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico Francesco, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Adamo. Ne ha facoltà.
Molto rapidamente, Presidente,
volevo formalizzare la richiesta di concessione di una breve sospensione dei lavori
– anche mezz’ora - per consentire a tutti i consiglieri dei gruppi di minoranza,
quindi a tutti i gruppi consiliari di minoranza, la possibilità di una riunione,
molto rapida, per uno scambio di opinioni sull’ordine del giorno.
Quindi, se l’Aula la concede, chiedo
una sospensione di mezz’ora.
Una riunione dei gruppi di minoranza?
Sono le ore 14.
(Interruzione)
Vuole intervenire qualcuno della maggioranza
su questa richiesta?
(Interruzione)
Va bene. La seduta è sospesa, si
riprende alle 14,30.
Riprendiamo i lavori dopo la
sospensione richiesta dalla minoranza che sta entrando in Aula adesso.
Riprendiamo posto.
Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere Talarico Francesco, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).
E’ stata già fatta la prima lettura del provvedimento
in data 31 marzo, quindi il Consiglio deve
votare la seconda lettura dato che sono passati 60 giorni. Quindi, il 31 marzo vi è stata la
prima lettura, oggi 3 giugno possiamo procedere con la votazione.
Il provvedimento
si compone di tre articoli.
L’articolo
1 prende atto della riduzione del numero dei consiglieri regionali, nella
prossima legislatura il Consiglio
regionale della Calabria sarà composto dal Presidente della Giunta regionale e
30 componenti il Consiglio.
L’articolo
2, riconsidera il numero degli assessori. Si prevede che la Giunta regionale
sia composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiori ad un
quinto del numero dei consiglieri regionali, di cui uno assume la carica di Vicepresidente.
Dopo di che, alla lettera c) dell’articolo 2, è previsto l’istituto della
supplenza. Ossia, siccome è previsto che almeno il 50 per cento dei componenti della Giunta
regionale siano interni al Consiglio e il 50 per cento esterno, il comma c) prevede che nel
momento in cui il Presidente nomina assessore un consigliere regionale, lo
stesso si sospende dall’incarico e subentra il primo dei non eletti a ricoprire
la funzione di consigliere per garantire la possibilità e l’opportunità che ci
siano i numeri, anche per il funzionamento delle Commissioni.
Perché
se, ad esempio, sei assessori dovessero essere tutti consiglieri regionali,
non ci sarebbe in Consiglio l’agibilità democratica tra maggioranza e minoranza.
Questo
è il provvedimento, ne abbiamo già discusso nella precedente seduta di Consiglio
regionale con gli interventi dei gruppi, pertanto, possiamo procedere a votare
il provvedimento.
All’articolo
1 non ci sono emendamenti, pertanto possiamo procedere con la votazione.
Se
facciamo un po’ di attenzione, vediamo come possiamo procedere, colleghi
consiglieri.
Pongo
in votazione l’articolo 1 che prevede che il numero dei consiglieri regionali da 50 si riduce a 30.
Chiedo la parola, Presidente.
Per dichiarazione di voto ha
chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Siamo su un punto, non al voto
finale, e anche sui singoli punti si può chiedere il dibattito.
Vorrei che, anche se siamo in
seconda lettura, il Presidente del Consiglio regionale spiegasse a quest’Aula
la ratio della costituzione, della
formazione, definizione, stesura – diciamo come vogliamo – di questo ordine del
giorno della seduta odierna.
Il primo punto è “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della Regione Calabria)” (Seconda lettura).
Per me è un atto dovuto, dal momento che è stato accertato che la Calabria non raggiunge il limite di 2 milioni di abitanti, ma prima di passare in sede di votazione del punto, Presidente del Consiglio, lei dovrebbe illustrare all’Aula le ragioni per le quali è stato messo al primo punto all’ordine del giorno e, invece, è stato messo al quarto punto all’ordine del giorno l’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale (Dimissioni del Presidente della Giunta regionale).
Fra le altre cose, non è detto nella formulazione del quarto punto qual è l’adempimento che siamo tenuti a fare.
E’ una presa d’atto con una votazione? E’ una
informativa? L’informativa è sufficiente di per sé? Se c’è la decadenza del Presidente della Giunta
regionale, non trovo in questa formazione dell’ordine
del giorno la sostituzione del consigliere regionale Scopelliti.
Prima di impegnarci in un
voto così solenne sulla seconda lettura dello Statuto, penso che tutte queste questioni vadano chiarite. A scanso
di equivoci, non perché voglio esprimere un atteggiamento ostruzionistico
e cogliere, magari, l’opportunità di dilatare i tempi di conclusione di questa legislatura,
faccio questa richiesta, invece, esattamente per la ragione contraria.
Se oggi si sbaglia e si danno interpretazioni molto
discrezionali alle norme e alle leggi che presiedono questa attività
istituzionale, rischiamo di inficiare tutto ciò che andiamo a fare ed è questa,
probabilmente, la via – quella di inficiare gli atti che andiamo a fare – per
protrarre una legislatura che è già finita.
Per quanto mi riguarda, ritengo prioritario, prima di
passare al voto del primo punto, che lei fornisca questi chiarimenti, al fine
di essere sereno come consigliere regionale per votare la seconda lettura e poi
– se non si debba fare già prima, addirittura – mi auguro, votare subito - o ci
dica lei cosa si deve fare, perché dalla formulazione non si capisce - la presa
d’atto delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale.
Sarebbe curioso che si andasse avanti e si scoprisse, ad
un certo punto, che abbiamo sbagliato giuridicamente e legislativamente tutto
il percorso che abbiamo davanti.
Per cui, la mia richiesta formale qual è? Ci interpreti
questo ordine del giorno e ci dica perché dobbiamo votare prima lo Statuto e
poi al quarto e non al secondo punto le dimissioni.
Non so che dobbiamo fare con il quarto punto, perché ha
messo quella formulazione? Una volta chiarito tutto questo possiamo procedere agli
adempimenti che siamo tenuti a fare, sapendo che oggi, di fatto, è l’atto di
chiusura – mi auguro che su questo siamo tutti d’accordo– di questa legislatura.
Consigliere Adamo, eravamo già in sede di votazione.
Avevamo già aperto il primo punto - che io ho illustrato - ed eravamo in fase
di discussione e votazione.
Credevo che lei intervenisse per dichiarazione di voto.
Comunque non mi sottraggo ai chiarimenti, noi di questo abbiamo parlato lungamente
nelle ultime Conferenze dei capigruppo alle quali lei non ha partecipato.
Questo ordine del giorno è stato fatto così proprio perché
riteniamo che i primi tre punti debbano essere votati prima dell’ultimo, che
non prevede un voto e nemmeno una presa d’atto, ma è esclusivamente una
comunicazione per come prevede l’articolo 60, dove è anche previsto che i consiglieri
regionali intervengano sul punto per non più di 5 minuti.
L’ordine del giorno è molto preciso e noi - per quanto
mi riguarda - vogliamo completarlo entro la giornata odierna. Il primo punto è
lo Statuto, la motivazione è quella che ho detto, ossia, vi era il rischio che
dopo aver votato la presa d’atto delle dimissioni, i primi 3 punti fossero
ritenuti non validi perché venivano fatti dopo le dimissioni del Presidente.
Abbiamo proceduto, quindi, a fare questo ordine del
giorno per come discusso più volte in Conferenza dei capigruppo.
Le ho risposto su questo argomento. Voglio completare l’ordine
del giorno proprio per chiudere definitivamente questa fase delle dimissioni
del Presidente per poi procedere, anche perché dobbiamo discutere dell’assestamento
che è l’argomento successivo, sul quale vorrò sentire anche la Conferenza dei
capigruppo.
Possiamo procedere a votare l’articolo 1.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 2.
Presidente, può dire chi chiede la parola, invece di
dire chi vota a favore?
Per dichiarazione di voto.
E’ un modo di procedere curioso questo, stiamo votando
articolo per articolo, intanto non ha dichiarato aperto il dibattito generale
sulla legge.
Però si alzi, se deve chiedere la parola.
Siccome siamo in fase di votazione, io le do la parole e
lei interviene.
Lei sta procedendo illegittimamente alla votazione di
questo punto.
Primo: non ha aperto il dibattito generale, prima di passare al voto.
Secondo punto: articolo per articolo, c’è il dibattito poi le dichiarazioni di voto e infine il voto finale.
Quindi lei non può procedere velocemente a dire: chi vota a favore, chi contro e far passare il punto.
L’ho fatta passare sul primo punto, ma abbia la bontà
di dar la possibilità ad ogni consigliere regionale
di pronunciarsi su punti che non sono secondari, ma che riguardano la vita statutaria
di questa Regione.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, non ho la foga
fisica del collega Adamo, quindi mi perdonerete per la pacatezza.
In sede di dichiarazione di voto dirò qualcosa anche sul prosieguo di questa
seduta.
La pregherei, intanto, di far
votare separatamente i punti a), b) e c) dell’articolo 2 perché come dovrebbe
essere noto a lei e all’intero Consesso, come gruppo del Partito democratico,
siamo d’accordo sul punto a) dell’articolo 2 che statuisce un numero di
assessori non superiori ad un quinto, ma siamo contrari alle previsioni del
punto b) e del punto c) e cioè alla limitazione a due membri esterni della
Giunta; per noi il Presidente eletto direttamente deve avere la più ampia libertà
di scelta degli assessori. Ne può scegliere sei all’interno come ne può
scegliere sei all’esterno o decidere per situazioni intermedie.
Conseguentemente, siamo
contrari, anche, al punto c) perché questa modifica statutaria – può essere
gradita o non gradita – che riduce il numero dei consiglieri a 30 non può
essere, di fatto, superata dalla figura del consigliere supplente.
La pregherei di mettere ai
voti l’articolo 2, capo 1, per i sottocapi a), b) e c). Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, sono
d’accordo anche nel fare semplicemente una dichiarazione di voto ma dobbiamo
decidere come lavorare: se si tiene la discussione generale, poi la discussione
sugli articoli e infine la dichiarazione di voto oppure se si ritiene di
limitarsi alla dichiarazione di voto; ha una importanza relativa rispetto al
disastro che stiamo vivendo in questa Regione: o procediamo in un modo o
nell’altro è molto relativo.
Abbiamo la platea più
numerosa da quando sono rientrato e questo vuol dire che c’è un’attenzione
particolare da parte dei cittadini calabresi verso di noi. Cerchiamo
di essere abbastanza rispettosi della loro voglia di conoscenza.
Posta la discussione sul sistema elettorale credo che
questa sia l’ultima volta in cui possiamo decidere che modello di sistema
elettorale vogliamo costruire in questa Calabria o se dobbiamo continuare con
un sistema ibrido e improvvisare volta per volta.
Perché dico questo? Perché l’istituto della supplenza, cioè
prevedere che il primo dei non eletti diventi consigliere regionale quando chi
è consigliere diventa assessore è un ibrido istituzionale
del sistema maggioritario.
Non so se noi possiamo avere
il diritto di far politica non rispettando le regole basilari di una scelta
strategica del governo delle istituzioni che ha governato il Paese in questi
ultimi 20 anni.
Abbiamo due modelli in campo,
ancora, che sono entrambi degli ibridi.
Abbiamo il sistema elettorale
dei comuni e delle ex province che è schematicamente molto più adatto a quello
che stiamo costruendo noi. Perché il sistema dei comuni superiori ai 15 mila
abitanti dice che qualora un consigliere sia nominato assessore rinuncia alla
sua carica di eletto all’Assemblea.
Ecco perché sono contrario a
questo provvedimento! Perché noi qui continuiamo a comportarci come una casta
che vuol tutelare sé stessa in ogni modo ed in ogni azione politica.
Qual è la differenza se non
il privilegio? Qual è la differenza tra uno che viene nominato assessore da un
Presidente fortissimo - che ha la facoltà di mandare in crisi una Regione
qualora decida di dimettersi o decade per altri motivi – e chi vuole comunque
mantenere il ruolo di consigliere regionale?
Noi dobbiamo spiegare questo
ai cittadini: che il consigliere regionale – cioè colui che viene qui dentro
attraverso il sistema di rappresentanza che abbiamo votato - non vuol mollare
questo posto e, succeda quel che succeda, vuole essere comunque il protagonista
della vita regionale.
Voto contro questo articolo
per questo. Adeguiamo in questo meccanismo il nostro Statuto alla Legge 81 del
1993 in cui si dice che “gli assessori qualora siano consiglieri comunali
rinunciano al seggio di consiglieri e diventano assessori”.
Dopo di che ci sarà un po’
più di trasparenza, di volontà di partecipare alle questioni del governo delle
istituzioni. Solo questo.
L’ho detto la prima volta e
lo ribadisco anche questa volta: invito i colleghi della maggioranza a non
ritenere che questo sia una giornata in cui facciamo le cose perché dobbiamo
farle, perché è l’ultimo atto di vita di questo Consiglio regionale. Cerchiamo
di adeguarci e di essere classe dirigente anche oggi in cui prendiamo atto che
è finito questo Consiglio regionale.
Grazie. Procediamo alla
votazione per singoli commi come ha chiesto il consigliere Principe a nome del
Partito democratico.
Pongo in votazione il comma
1, lettera a) dell’articolo 2 con il voto contrario del consigliere Guagliardi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma
1, lettera b) dell’articolo 2 “Il numero dei membri esterni non può essere
complessivamente superiore al 50 per cento dei componenti della Giunta”.
(E’ approvato a maggioranza)
Pongo in votazione il comma
1, lettera c) dell’articolo 2.
(E’ approvato a maggioranza)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato a maggioranza)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il secondo punto all’ordine
del giorno riguarda l’Assestamento del bilancio di previsione della Regione
Calabria per l'esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016
a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, rispetto al punto
all’ordine del giorno “Assestamento di bilancio”, sulla base di una valutazione
che è stata esaminata, prospettata, considerata anche con particolare
attenzione, e ritenendo che oggi, così per come è stato largamente anticipato
anche attraverso gli organi di informazione, già nel corso degli interventi che
si sono succeduti qui in Aula rispetto al fatto che questa è l’ultima seduta di
questa consiliatura, l’ultima seduta del Consiglio regionale, credo che
l’assestamento del bilancio, soprattutto sulla base di quello che è accaduto –
lo vorrei ricordare – cioè che la Giunta ha esaminato la bozza
dell’assestamento del bilancio solo venerdì, sia assolutamente necessario; fra
l’altro, rientrando fra gli atti indifferibili che anche il Consiglio regionale
sciolto può assumere, perché assolutamente previsto dalle disposizioni di
legge, ritengo opportuno, Presidente,
stralciare questo punto all’ordine del giorno e valutare la possibilità di
poter procedere alla convocazione immediata – nel giro di qualche giorno anche
per aver la possibilità di poter approfondire –
di una riunione monotematica del Consiglio regionale.
Sia pure, ripeto, a Consiglio
regionale sciolto perché il Consiglio regionale possa esaminare e affrontare
compiutamente tutto ciò che attiene alle poste inserite nell’assestamento del
bilancio e possa licenziare uno strumento finanziario, così per come è stato
prospettato nella bozza esaminata e approvata dalla Giunta regionale, sì da
essere considerato lo strumento finanziario per il soddisfacimento delle
esigenze di buona parte della collettività calabrese.
Quello che io chiedo,
Presidente, è che venga stralciato questo punto all’ordine del giorno, che si
possa procedere senza indugio – questo significa per quanto riguarda la
maggioranza anche lunedì - perché il Consiglio regionale in seduta
straordinaria, appunto perché rientra fra gli atti indifferibili, possa
esaminare ed approvare in quella seduta il punto che in questo momento è
all’ordine del giorno.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, ha già detto il
collega Chiappetta che la Giunta ha approvato l’assestamento venerdì. Ci sono
stati poi due giorni festivi e noi ignoriamo totalmente il contenuto di questo
assestamento pur rendendoci conto che ci sono impegni, soprattutto verso
lavoratori dipendenti, che la Regione deve onorare e che sono legati a questo
provvedimento.
Debbo presumere – ma come
gruppo del Partito democratico vorremmo una parola da parte sua – che per noi
la legislatura è finita e con la comunicazione delle dimissioni del presidente
Scopelliti il Consiglio viene congedato.
Per poco tempo ho avuto la
ventura di far parte della Camera dei deputati e i pareri del Segreteria
generale e degli uffici preposti a sostenere l’attività della Presidenza erano
quasi sacrali nella loro perfezione giuridica.
Concludo dicendo che vorremmo
ci tranquillizzasse che il Consiglio, pur congedato, tra 4-5 giorni sia nelle
condizioni giuridiche di poter deliberare su questo provvedimento che,
indubbiamente, ha i caratteri della necessità e dell’urgenza.
Nel momento in cui da parte
sua, supportato dalla Segreteria generale e dagli uffici, viene questa
tranquillità noi siamo d’accordo con la proposta di rinvio.
L’assestamento è arrivato in
Consiglio regionale stamattina e quindi diciamo che non c’è materialmente la
possibilità da parte dei consiglieri di presentare gli emendamenti e non solo
di approfondire l’argomento in discussione. Si tratta di un provvedimento di 119
milioni di euro e quindi è abbastanza importante perché viene destinato
l’avanzo e va a coprire spese importanti: gli stipendi dei forestali e spese
obbligatorie che riguardano quasi tutto il personale della Regione Calabria.
Non c’è stato il tempo
materiale per poterlo distribuire perché è arrivato stamattina. Gli uffici mi
hanno rassicurato sotto questo aspetto: è uno dei provvedimenti - il Segretario
generale mi ha rassicurato sotto questo aspetto – obbligatori che non vanno
verso la straordinaria amministrazione ma è un adempimento da fare
obbligatoriamente e naturalmente in tempi brevissimi.
Se siamo d’accordo possiamo
fissare per il 9 giugno la data per poter approvare l’assestamento e quindi la
seduta di Consiglio per la mattina o per il pomeriggio – questo lo valuteremo
con gli uffici; se siamo d’accordo senza fare nessun passaggio in Commissione,
se siamo disponibili sotto questo aspetto, procederemo giorno 9. Gli
emendamenti dei colleghi possono essere presentati direttamente in Consiglio e
quindi evitiamo di fare dei passaggi ulteriori in Commissione per poi arrivare
direttamente in Aula.
Se siamo d’accordo su questo
percorso…
Ha
chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Ovviamente sono d’accordo con
le motivazioni che sono state addotte né mi pongo, più di tanto, come sarebbe
forse opportuno il problema di un passaggio e di un esame più approfondito in
Commissione.
Mi rimetto alla decisione del
Consiglio. Ritengo opportuno, signor Presidente, che assieme all’assestamento
del bilancio sia valutata la possibilità e la necessità di inserire all’ordine
del giorno alcuni provvedimenti che devono essere valutati nella loro
indifferibilità; penso per un istante al Documento di orientamento strategico
che riguarda i fondi comunitari che è stato esaminato in Commissione e che non
è stato possibile approvare perché alla fine è mancato il numero legale; così
come si porrà il problema anche per il Psr che è un altro adempimento
assolutamente indifferibile.
Anche per questi adempimenti
mi rimetto alle valutazioni tecniche degli organi del Consiglio ma ho il dovere
di sottoporre a questa Assemblea queste urgenti e delicate necessità.
Vorrei aggiungere, ancora,
che noi abbiamo le due relazioni della Corte dei Conti da esaminare in
Consiglio regionale. Sottopongo ancora alla sua valutazione e a quella degli
organi del Consiglio la possibilità che in questa o in altra seduta
straordinaria si esaminino le due relazioni, la 21 e la 23, che riguardano il
bilancio e le leggi approvate nel secondo semestre 2013 da parte del Consiglio
regionale.
Consigliere Imbalzano, le
relazioni della Corte sono già inserite all’ordine del giorno della seduta di
oggi perché è proprio nell’ordine del giorno aggiuntivo che le abbiamo
inserite.
Se si vogliono maggiormente
approfondire l’occasione potrebbe essere la seduta di giorno 9. Altrimenti
quando arriviamo al punto le darò la parola per fare una relazione su questo
argomento.
Per quanto riguarda i fondi
comunitari questo è un altro adempimento obbligatorio che dovremo fare come
Consiglio con una scadenza molto precisa nel mese di luglio.
Non ho ricevuto, però, ancora
da parte del settore programmazione alcuna richiesta in tal senso.
Se ci dovesse essere
l’urgenza di tenere una seduta di Consiglio regionale perché la Commissione
europea ci chiede questo passaggio obbligatorio noi non ci sottrarremo e
provvederemo a fare una seduta su un unico argomento che riguarda i fondi
comunitari; è un adempimento obbligatorio e corriamo il rischio di subire delle
infrazioni da parte della Comunità europea.
Per quanto riguarda oggi,
però, se siamo d’accordo, votiamo il rinvio dell’assestamento di bilancio per
la seduta del 9 giugno per procedere a quella data a presentare gli emendamenti
da parte dei gruppi per tenere, quindi, un’ altra seduta di Consiglio regionale
solo su questo punto dopo aver preso atto di tutto l’ordine del giorno tra cui
le dimissioni del Presidente della Giunta.
Se non ci sono interventi
possiamo votare l’aggiornamento del punto sull’assestamento del bilancio al 9
giugno.
(Interruzione)
La maggioranza ha detto il 9,
se la minoranza dice il 12 che dica il 12 o facciamo una riunione al banco
della Presidenza per stabilire una data.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Abbiamo tenuto la riunione al
banco della Presidenza. Abbiamo stabilito la data per esaminare l’assestamento
di bilancio: il Consiglio è convocato per mercoledì 11 giugno alle ore 10.
Pongo in votazione
l’aggiornamento del voto sull’assestamento del bilancio.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, noi pensiamo che,
chiarito l’aspetto relativo all’assestamento di bilancio, anche un Consiglio
congedato dalla Signoria Vostra è provvedimento che può assumere, data
l’urgenza da parte della Regione di tener fede ai propri impegni soprattutto
nei confronti dei lavoratori, e una volta assolto il compito di addivenire al
rispetto della legge che, giustamente o ingiustamente, prevede la riduzione del
numero dei consiglieri a 30, quindi la modifica dello Statuto, dal nostro punto
di vista la legislatura è defunta anche in via formale.
Non sto a ripetere qui il nostro
giudizio sul fallimento del governo, in questa legislatura, in tutti i settori
di competenza della Regione e quindi la certificazione fallimentare che, per
quanto ci riguarda, sul piano politico è antica, però adesso c’è anche una certificazione
di tipo formale.
Chiediamo, l’inversione dell’ordine
del giorno e, quindi, di mettere al terzo punto dell’ordine del giorno la
comunicazione relativa alle dimissioni del presidente Scopelliti.
Questa nostra richiesta,
guardate, ha una forte linearità dal punto di vista istituzionale perché un Consiglio
che ormai ha finito i suoi compiti si assume veramente un’enorme responsabilità l’ultimo giorno utile per deliberare di
cambiare le regole.
Mi permetto di richiamare
anche il suo ruolo di garante delle regole democratiche oltre che dei
Regolamenti di questo Consiglio.
Lei mi potrà obiettare che
anche come Presidente è soggetto a rispettare i numeri perché sempre si dice
che in democrazia contano anche i numeri, soprattutto per alcuni, ma non v’è
dubbio che all’esterno modificare le regole del gioco sul filo di lana, da
parte di una maggioranza che è guidata da
un Presidente sospeso e dimissionario, è un golpe. E i golpe ci possono essere
anche con una parvenza formale di regolarità ma da un punto di vista formale e istituzionale la maggioranza
si appresta a compiere atti che definiamo gravissimi se non inqualificabili.
Ci rimettiamo, quindi, anche
alla sua capacità di convincimento rispetto ad una maggioranza che forse vuole
fare cose che sono effettivamente esagerate sotto il profilo della tenuta
democratica e chiediamo ufficialmente l’inversione dell’ordine del giorno in
modo che fatte le comunicazioni da parte sua delle dimissioni del presidente Scopelliti,
eseguito il dibattito in cui ogni consigliere ha 5 minuti, mi pare, per dire la
sua opinione Lei congederà il Consiglio regionale che sarà riconvocato per le
questioni urgenti riguardanti il bilancio e gli obblighi che ha
Chiudo rimettendomi ancora una
volta alla sua saggezza, Presidente.
Lei è il Presidente di tutto
il consesso e non credo che non si renda conto della gravità della situazione e
degli atti gravi, faccio il cattivo, faccio l’andreottiano, voglio pensar male
in questo momento.
Mi rimetto alla sua saggezza
e al suo ruolo affinché garantisca un confronto che sia realmente democratico.
Tutti i partiti a livello nazionale e locale si sono trovati sempre d’accordo
su un punto, che le regole sono insieme e soprattutto si scrivono in tempo
utile, non si possono scrivere le regole quando il tempo è scaduto.
Comunque, sotto il profilo
formale noi chiediamo l’inversione dell’ordine del giorno in modo che, dopo le
comunicazioni e il breve dibattito, lei sia in condizione di congedare questo Consiglio.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Cercherò di essere il
più sintetico possibile, anche se l’intervento del collega capogruppo del
Partito Democratico mi spinge a fare qualche riflessione un po’ più ampia rispetto alle cose che ho ascoltato e che
sono state ribadite in più di una circostanza, in occasione di più Conferenze
dei capigruppo; credo che anche oggi sia l’occasione utile per la platea che
sta assistendo a questi lavori dell’ultimo Consiglio regionale o, quantomeno,
rispetto anche agli aspetti formali dell’ultima riunione del Consiglio
regionale, anche perché c’è – io credo – la giusta attenzione mediatica da
parte degli organi di informazione rispetto a questa consiliatura che si
accinge a chiudere un poco prima della scadenza prevista – e vorrei ricordarlo
anche per amore di verità – che chiude questa esperienza che, a parere nostro,
a parere di questa maggioranza, ha determinato risultati importanti e positivi
in questi quattro anni.
Evito, in questa sede, considerando che,
appunto perché si tratta dell’ultima riunione di Consiglio regionale, sono
ancora tanti i punti all’ordine del giorno che non possono non essere trattati,
e lo voglio dire anche per tranquillizzare il collega capogruppo del Partito
democratico in assoluta legittimità da parte di questo Consiglio regionale,
anche perché credo che ci siamo caratterizzati, in questi quattro anni, per un
attivismo concreto, per un attivismo fattivo, per un attivismo operativo che,
sempre a nostro parere, ha reso possibile la realizzazione e l’assunzione di
iniziative importanti.
Ho sentito parlare di certificazione fallimentare, ho
sentito parlare anche nel corso di più Conferenze dei capigruppo di una sorta
di traumatica fine di questa consiliatura,
dettata anche da un fallimento di un’esperienza di maggioranza e di
un’esperienza amministrativa. Ho sentito parlare anche questa sera, sorridendo,
naturalmente – e non potevo fare diversamente – della necessità o della non
necessità, dell’opportunità o della non opportunità di cambiare le regole al
foto finish. Guardate, lo dico senza
alcuna vis polemica nei confronti dei
colleghi della
minoranza, ma solo per un attimo mi viene in mente, collega Principe, quello che è stato fatto in occasione del varo di una finanziaria,
quando la maggioranza di centro-sinistra governava
Così come, a proposito sempre di questo
rispetto delle regole che fa parte, naturalmente, di una doppia morale alla
quale siamo abituati – non la prendete a male se riferiamo queste cose – perché
si è sempre buoni a dire le cose che non vanno, quando ritenete che le cose
vengono fatte nell’ambito del campo avverso, salvo poi autoassolvervi ogni
qualvolta ravvisate, invece, di procedere in spregio alle regole, così come,
d’altra parte, è stato fatto anche precedentemente nel corso di diversi
consiliature.
Lo voglio dire con onestà intellettuale che ha
contraddistinto il comportamento del sottoscritto, ma dell’intera maggioranza a
cui sono stato delegato in questa fine di legislatura a rappresentare le cose
che sto per dire, perché probabilmente si fa finta di ignorare il perché
finisce questa consiliatura: questa consiliatura finisce non perché sia
accaduto qualcosa di dirompente e di traumatico all’interno di questo Consiglio
regionale, ma perché, amici della minoranza – perché, nonostante tutto,
continuo a considerarvi minoranza e non opposizione – a seguito degli effetti
di una sentenza, non a seguito della sentenza che va a colpire un
rappresentante democraticamente eletto dal popolo solo nei consessi regionali e
non anche in altri consessi nazionali, provinciali o locali, si è ritenuto di
sospendere dalla carica e dalle funzioni un Presidente democraticamente eletto
che, al fine di impedire che ciò potesse accadere, ha ritenuto autonomamente di
presentare le dimissioni come atto di altruismo e di generosità che non avrebbe
dovuto assolutamente prevedere, perché non era assolutamente previsto.
Infatti – come sapete – la ratio della
legge Severino prevede la sospensione dal ruolo, dalle funzioni e anche dalla
carica – che io sostengo – nonostante questi pareri che sono arrivati nelle
ultime ore, presidente Talarico, in contraddizione assoluta rispetto a quelli
che sono stati i pareri espressi da organismi terzi costituiti, amici della
minoranza, ad inizio di consiliatura e con l’apporto significativamente
collaborativo da parte delle intere forze politiche presenti in Consiglio
regionale, nonostante questo e nonostante questo parere reso – a dire il vero –
non in maniera abbastanza chiara e palese, ma io credo – e lo dico anche sulla
base di qualche mio, ahimè lontano, revival giurisprudenziale che appartiene
alla mia storia lavorativa e professionale – reso non sulla base di motivazioni
reali, ma sulla base più di una considerazione generale, Presidente e
consiglieri, che io credo avrebbe potuto benissimo essere interpretato in
maniera diversa; nonostante questo, appunto perché si tratta di un atto
politico voluto dal presidente Scopelliti, la maggioranza che lo ha sostenuto
in questi quattro anni, noi riteniamo di operosità, di laboriosità e anche di
realizzazione di obiettivi, ha ritenuto di adeguarsi rispetto a quella che è
stata un’assunzione di responsabilità politica nei confronti della Calabria ed
abbiamo deciso di assecondare lo scioglimento del Consiglio regionale.
Anche noi – lo dico a beneficio della stampa e
anche per eliminare tutte quelle dicerie che sono sorte in questo periodo di
grande fibrillazione e di grande confusione – abbiamo deciso di accompagnare il
percorso di scioglimento del Consiglio regionale ed è il motivo, caro
Presidente, che noi confermiamo quello che in più riprese abbiamo sostenuto in
occasione delle diverse conferenze dei capigruppo – Presidente, mi accingo a
concludere, se non riesco a parlare, perché è già difficile poter dire
qualcosa, se sento, però, qualche chiacchiericcio, preferisco evitare di
continuare a parlare.
Invito i colleghi a stare in silenzio.
Vado alla conclusione. Noi siamo assolutamente
contrari a procedere all’inversione dell’ordine del giorno. Noi intendiamo,
sulla base anche di quella che è la necessità di adeguare la legge elettorale
alle modifiche dello Statuto che sono intervenute, procedere ad una rivisitazione
della legge elettorale che – posso assicurare, Presidente – garantirà la
rappresentatività nel prossimo Consiglio regionale delle intere forze politiche
che parteciperanno alla competizione elettorale.
Chiedo pure, Presidente, a nome della
maggioranza, che ancora
prima che si proceda alla discussione del quarto punto all’ordine del giorno,
la cui discussione determinerà di fatto la fine di questa consiliatura
regionale, anche perché – lo vorrei dire pure ai colleghi della minoranza – non
è prevista alcuna votazione rispetto al quarto punto all’ordine del giorno, io
chiedo che quello che lei, Presidente, ha integrato con apposito ordine del
giorno aggiuntivo, vale a dire una serie di provvedimenti legislativi e
amministrativi che sono stati già licenziati favorevolmente dalle Commissioni,
possano essere inseriti, subito dopo il punto della legge elettorale e ancora
prima della trattazione del quarto punto all’ordine del giorno, sì da poter
dare risposte concrete alla gente di Calabria,
così come credo e ritengo siano state date nel corso di questi quattro anni.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Prendo atto
dell’intervento del capogruppo del Nuovo Centro
Destra, non entrerò nella discussione politica perché lo dovremo fare da qui a
breve – spero – nel discutere il quarto punto all’ordine del giorno; invece, Presidente,
le pongo, in maniera diretta, una questione pregiudiziale di procedibilità sul
punto tre all’ordine del giorno, intanto perché vorremmo capire qual è il
testo, la proposta di legge elettorale su cui si discute.
Presidente, se mi ascolta, è una questione troppo delicata, perché i
golpe si possono fare anche in quest’Aula e certamente non saremo noi complici
di un golpe.
Sulla legge elettorale pongo già una pregiudiziale di procedibilità,
per due ordini di motivi: uno, perché non è chiaro qual è il testo che sarà
discusso a fronte di tre testi contraddittori e che presentano profili precisi
di incostituzionalità; secondo, il parere che da consigliere regionale mi sono
premurato di chiedere – cosa che doveva essere fatta da altri organi di questo
Consiglio – all’Ufficio legislativo che lo ha rilasciato in maniera precisa,
indicando tutti i profili di violazione rispetto alla normativa nazionale,
rispetto anche allo Statuto ancorché modificato e rispetto agli articoli 3, 122
e 123 della Costituzione.
Pertanto, Presidente, credo che nessuna legge elettorale possa essere
oggi sicuramente discussa e approvata da quest’Aula, certamente non i testi che
sono stati prima presentati alla prima Commissione consiliare e poi anche
inopinatamente revocati, facendo venire meno anche la stessa seduta di
Commissione che avrebbe avuto, in quella occasione, modo di valutare
l’eventuale coerenza con la norma superiore e con la Costituzione.
Pertanto, Presidente, le pongo questo problema e le chiedo di
risponderci. Mi riservo di intervenire nel merito, se dovesse proseguire questa
discussione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente,
anch’io ero sollecitato a chiedere il rinvio oppure l’inversione della discussione su questo punto all’ordine
del giorno, che è la legge elettorale, per opportunità politica, perché fra
l’altro stiamo navigando veramente al buio, non sappiamo che tipo di discussione
fare sulla legge elettorale. Sono soprattutto intervenuto dopo il consigliere Giordano perché se c’è questa
pregiudiziale di costituzionalità della legge, sarebbe molto saggio, onde evitare ritorni o bocciature o
ricorsi del Governo, lasciare in essere la legge regionale esistente e tentare,
ognuno di noi, di fare passi indietro anche rispetto agli emendamenti proposti,
ed andare alle prossime elezioni regionali con il sistema vigente.
Per questo credo che vada
accolta anche la pregiudiziale del
consigliere Giordano e se è negativa la decisione di richiesta di non
procedere all’approvazione della legge elettorale, chiedo almeno di farci sapere qual è il testo base su cui
dobbiamo affrontare la discussione per l’approvazione
della legge elettorale, per avere il tempo di leggere le carte
definitivamente, non una, due, tre, cinque, sei, sette versioni.
Il Presidente non ci ascolta.
Questo nostro è un Consiglio un po’ catartico, perché non sappiamo cosa
succederà da qui a qualche settimana, qualche mese rispetto alle sorti della
politica in Calabria, ma comunque credo che noi dovremo tentare fino alla fine,
con saggezza e senza usare … Consigliere Chiappetta, oggi venire qui anche dopo
il voto elettorale e dire che il presidente Scopelliti è stato l’uomo del
coraggio e delle dimissioni è un po’ ridicolo, perché credo che il voto che voi
stessi avete espresso verso Scopelliti non sia così esaltante per come viene
dipinto qui dentro; anche di là, da voi, c’è il giudizio sul caos che la sua
presenza ha creato in Calabria, sul caos politico nella fase in cui governava,
sul caos che è successo in questi giorni e in questi mesi.
Quindi, noi cominciamo ad
introdurre ragionamenti che poi fanno male, perché si era voluto utilizzare
l’istituto delle dimissioni per avere qualche voto in più e, per fortuna, la
Calabria ha votato un po’ in meno, quindi, grazie al giudizio elettorale,
abbiamo riparato ad un danno. Comunque, venire qui dentro a dire che ci sono
questi eroi che ci hanno portato a questo livello e che questi eroi li dobbiamo
anche ringraziare, è un po’ eccessivo!
Consigliere Guagliardi,
ha concluso il suo intervento?
(Interruzione)
No,
l’ascolto, non c’è bisogno di guardarla.
(Interruzione del consigliere
Guagliardi)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giamborino. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo per affermare soltanto in linea di principio
quanto segue: contrariamente a quello che ha tentato di postulare con il suo dire il consigliere Chiappetta,
questa legislatura, comunque andrà a finire, sarà un insuccesso sancito dalle
azioni amministrative, dalle azioni politiche e dalle azioni sociali che hanno
travagliato questa maggioranza, ma nella sostanza e nel nocciolo della seduta,
ultima o penultima che sia, intervengo per denunciare, signor Presidente, alla
sua disattenta attenzione, che la legge elettorale che vi accingete ad approvare
spoglia di dignità le due più antiche città della Calabria, Vibo, per
l’appunto, e Crotone.
Intervengo per denunciare e per far rimanere
comunque agli atti del Consiglio, signor Presidente, come i consiglieri
regionali … e mi dispiace soprattutto per la conclamata e riconosciuta, almeno
da parte mia, onestà intellettuale ed esperienza amministrativa del collega e
soprattutto amico Gaetano Bruni, che con il suo assenso sta per permettere il
ritorno alla sudditanza politica catanzarese. Nessuna critica da muovere né
agli amici catanzaresi né alla nobile città di Catanzaro, però nei fatti si
ritorna a vent’anni fa, quando Crotone e Vibo Valentia venivano elevate al
rango costituzionale di Province d’Italia e della Calabria.
Sono assai preoccupato, perché è chiaro che
bisognava mettere mano alla legge elettorale dopo l’errore che la sua
Presidenza, la maggioranza e l’Esecutivo hanno consumato a danno della Calabria
e dei calabresi. Cosa intendo dire? Ma vi pare giusto, non in punta di diritto,
in punta di giustizia, che la Calabria, alla quale mancano a malapena qualche
decina di migliaia di cittadini per arrivare a 2 milioni, debba avere la
rappresentanza che ha un’altra regione con a malapena 1 milione di cittadini?!
Bastava fare soltanto alcuni atti – mi si dice – per salvare i 40 consiglieri
regionali e per lasciare la Calabria allo stesso livello di altre Regioni. Ci
sono una serie di cose che stridono e che gridano giustizia.
Lo so che qui, in quest’Aula, come nella
maggior parte delle aule, non c’è la forza della ragione o non viene
considerata, ma la forza dei numeri, ed anche in base a questo, lei sta per
consumare un’ingiustizia per quello che dicevamo prima.
Indipendentemente dalla strada che sceglierà
il mio partito, il Partito democratico – non me ne voglia nessuno – cercherò di
oppormi e di seguire la direzione che indicava il consigliere Giordano, cioè
nel sottolineare il profilo incostituzionale di questa proposta di legge che
vede accorpate Vibo e Crotone – ripeto – a Catanzaro. Non si capisce il perché
dell’utilità e, anche se qualcuno dovesse intravedere utilità politica,
partitica, personale, io sono qui per denunciare l’annullamento
dell’elevazione, della restituzione della dignità ai vibonesi e ai crotonesi.
Si poteva – e mi avvio alla conclusione –
usare questo spazio di tempo, che comunque rimane – ed è inutile far finta di non capire che
andremo alle urne prima, ma non prima di novembre, – che poteva servire alla giusta fermentazione di una legge elettorale
rispettosa ed ossequiosa di tutti i cittadini calabresi. Si fa qui, invece, un
atto di forza, si continua a sbagliare, non si riesce a coinvolgere la
minoranza o comunque l’altra parte politica nemmeno sulle regole del gioco; si
sceglie l’arbitro, senza designarlo, la maggioranza e quant’altro. E qualcuno,
signor Presidente, probabilmente anche dell’opposizione, le fa gioco, nel
consumare questa cosa che non la ritengo degna della massima Assise calabrese.
Ripeto, non potremo fare altro, signor
Presidente, ma si ricordi che la politica, anche quella di denuncia, si può
fare anche al di fuori dell’Aula consiliare, cioè i cittadini possono opporsi a
questa iniziativa capestro del Consiglio e ci sono le strade, le vie sulle
quali incamminarsi per continuare l’azione di denuncia. Per adesso, grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Caputo. Ne ha facoltà.
Intervengo
brevemente con qualche difficoltà, a dire la verità, perché ritengo che
dall’opposizione non possa venire, in questo momento, una sorta quasi di
privilegio nel raccontarci una realtà che, forse, in quattro anni io non ho ascoltato oppure l’ho ascoltata in maniera diversa
da come state cercando di presentarla questa sera; a parte, Presidente, la
confusione con cui procediamo perché è la prima volta che accade che durante
una votazione si interrompa per intervenire su un punto, quando abbiamo già
votato! Allora, da questo punto di vista, dobbiamo ritoccare la legge
elettorale.
Credo che la pratica del ritocco alla legge elettorale avrebbe dovuto
essere supportata da pareri autorevoli, e questo non c’è. Io non posso
assumermi questa sera una responsabilità che può peccare di incostituzionalità
nel momento in cui la proposta di legge che riforma la legge elettorale non è
supportata, corredata da pareri autorevoli che mi dicono di andare in una
direzione o in un’altra.
Allora, non lo so, riflettiamo, sospendiamo ulteriormente, valutiamo se
è il caso di procedere o meno. Voglio dire un’ultima cosa, perché, visto e
considerato che questa legislatura è ormai alla conclusione, i toni roboanti da
comizio eventualmente possiamo conservarli per la prossima campagna elettorale,
perché credo che responsabilità ce ne siano anche da parte dell’opposizione,
che non ha mai recitato in quest’Aula il ruolo che, forse, gli era dovuto.
Voglio dire qualcosa anche per quanto riguarda la maggioranza. Ho avuto
modo di intervenire in quest’Aula altre volte. Le dimissioni del presidente
Scopelliti non sono state assolutamente un gesto di coraggio; è stato un grande
gesto di irresponsabilità, perché non ha tenuto conto dello stato in cui
versavano determinate situazioni e del fatto che il procedere della legislatura
– non per conservare il posticino al consigliere fino a marzo – poteva metterci
in condizioni di esaminare determinate problematiche e, molto probabilmente,
individuarne la soluzione.
Ecco perché la mancanza di responsabilità. Non aveva nessun senso,
sapevamo che sarebbe intervenuta
la sospensione. Questa legislatura poteva arrivare alla conclusione – ma lo
ripeto a me stesso, non a voi, non al Consiglio – non per cercare di conservare
o di prolungare l’agonia fino a marzo, ma per un senso di grande
responsabilità, di un senso di grande attaccamento che, forse, avremmo dovuto
avere tutti allo spirare di questa legislatura nei confronti della Calabria e
dei calabresi, perché tante questioni …
Mi meraviglio che ancora qualcuno … forse avrebbe già dovuto da tempo
rassegnare le dimissioni per alcuni problemi che non sono stati risolti ed io
mi sento amareggiato, cari colleghi, nel momento in cui non sono in grado di
dare spiegazioni ai calabresi: mi riferisco principalmente per quanto riguarda
i rifiuti – lo diciamo con chiarezza – non è possibile che da qui a qualche
tempo possa avvenire che grosse quantità di rifiuti restino per le nostre
strade. E’ assurdo, perché la gente verrà a prenderci a casa sia che abbiamo
responsabilità diretta sia che non l’abbiamo, verrà a prenderci con giusta
ragione con i forconi! Questa è la realtà vera.
Allora, nel momento in cui non abbiamo saputo dare risposte, perché
risposte non ne abbiamo date, abbiamo dato tante risposte in tanti settori, ma
ci sono rimasti settori nevralgici che aspettavano doverosamente delle risposte
e queste risposte non ci sono state; è mancata una progettualità che ci
mettesse in condizioni di capire in che direzione volevamo andare e che cosa
volevamo indicare per la soluzione di quei problemi. Questo, purtroppo, non c’è
stato e questo mi amareggia e mi rattrista principalmente perché, di fronte a
determinate situazioni, oggi dire che è stato un gesto di grande coraggio,
onestamente, non me la sento.
E’ stato un gesto di grande irresponsabilità politica ed
amministrativa!
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari
Carlizzi. Ne ha facoltà.
Non mi
dilungherei sulle valutazioni svolte anche dagli altri
consiglieri, visto
che la discussione sul successivo
punto all’ordine del giorno, eventualmente, può essere la sede più appropriata nella
quale effettuare queste valutazioni, però mi sembra veramente strano che si possa andare avanti nella discussione
sulla legge elettorale dopo quanto ha detto il consigliere Giordano, perché se
un’Assemblea legislativa ha un senso, è tale perché rispetta innanzitutto le
norme fondamentali che regolano il nostro ordinamento giuridico. Penso che
questa sia una premessa che non possa essere assolutamente messa in
discussione.
Il consigliere Giordano ha messo in evidenza alcuni aspetti di
legittimità che precludono assolutamente una ulteriore discussione. È inutile
anche entrare nel merito delle giuste considerazioni politiche che il
consigliere Principe ha svolto, perché il Servizio legislativo del Consiglio
regionale – quindi non un avversario
politico oppure una fonte esterna al Consiglio – ha messo in evidenza come ci siano degli
argomenti di natura giuridica insuperabili circa la modifica della legge
elettorale, e questo chiaramente oltre all’opportunità e alle valutazioni di
merito che possono essere effettuate sul piano politico. La soluzione
prospettata dei tre collegi elettorali si scontra con una previsione normativa
circa il dimensionamento dei collegi alle Province, ed anche le altre due
soluzioni proposte registrano una serie di contestazioni e di osservazioni che
è inutile ribadire, perché sono sul sito e agli atti della Regione e della
Commissione.
Ritengo, quindi, che nessun consigliere sano di mente, correttamente,
possa procedere a votare dei provvedimenti che non hanno il barlume del
diritto.
Peraltro, Presidente, mi consenta di dire – chiaramente non è una sua responsabilità,
perché lei si è limitato a proporre esclusivamente quella che era la sintesi
delle idee nate all’interno della maggioranza –
ma il fatto che questo Consiglio regionale sia chiamato anche nell’ultima
seduta, almeno ordinaria e quindi a legislatura sostanzialmente terminata, a
discutere di legge elettorale con tre proposte di legge, sembra veramente uno
di quei quiz televisivi nei quali il concorrente è di fronte alla possibilità
di scegliere circa la busta 1, la busta 2 e la busta 3. Normalmente, in questi
casi, c’è sempre la sorpresa, che può essere una sorpresa positiva, ma visto
come si stanno conducendo le cose, nel caso della Calabria non può che essere
una sorpresa negativa!
Quindi, inviterei – come è stato fatto fino ad ora dagli altri
consiglieri, anche alla luce delle considerazioni svolte dai consiglieri di
maggioranza, da alcuni di essi almeno – a decidere di mantenere la legge
elettorale così com’è.
Noi del Partito democratico abbiamo proposto un emendamento circa il
voto di genere che riteniamo sia non
soltanto un passo avanti, ma anche un adeguamento a quello che è un percorso
complessivo di integrazione, di partecipazione del voto femminile e della
rappresentanza femminile; d’altra parte, se ci guardiamo in faccia, tranne le
colleghe Albano e Tilde Minasi, non c’è una rappresentanza paritaria o almeno
significativa delle donne in Consiglio regionale.
Quindi, credo che, oggettivamente, chi
vuole andare avanti si esponga ad un ricorso che, chiaramente, non potrà che
determinare l’illegittimità delle norme che sono in discussione, oltre che
l’inopportunità e la gravità di tali scelte anche sul piano politico.
Ha chiesto di parlare il consigliere De
Gaetano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, credo che dobbiamo
stare molto attenti, perché quando
si votano le
cose di fretta, di solito si fanno sempre errori, e noi, oggi, non ci possiamo
permettere il lusso di fare errori nell’approvare la legge elettorale.
Lo diceva il consigliere Guagliardi, mi pare – credo che sia un fatto
inusuale che si presentino tre proposte di legge e non ci sia un testo base,
perché quando una proposta di legge arriva in Consiglio regionale, deve esserci
il testo base. Questo è uno dei princìpi cardine di tutti i Parlamenti
nazionali o regionali del mondo. Invece qua, oggi, sono state presentate tre
leggi elettorali diverse! Questa è una cosa che non è veramente mai accaduta.
Quindi, credo,
Presidente, che dovremmo sospendere l’esame, portare in Aula, intanto, un testo base
sul quale presentare gli emendamenti. Su che cosa presento gli
emendamenti, su quale testo, che non ce n’è uno, ma ce ne sono tre! Questo è un
aspetto che riguarda il Regolamento e su questo gli uffici devono intervenire,
non è possibile che si vada avanti in questa maniera! C’era un accordo e nella
precedente Conferenza dei capigruppo si era stabilita la predisposizione di un
testo base: non è stata applicata questa decisione.
Secondo aspetto: c’è un parere dell’Ufficio legislativo che dice
chiaramente che il testo prevedendo tre circoscrizioni elettorali non è –
secondo questo parere – legittimo. Noi corriamo il rischio, se approviamo una
legge elettorale di questa fattispecie, che, nella migliore delle ipotesi, il
Governo nazionale la impugni, quindi, la legge sarà eliminata; nella peggiore
delle ipotesi, potrà accadere che si voti, che un qualsiasi cittadino calabrese
faccia ricorso e si annullino le elezioni.
Vogliamo correre questo rischio, colleghi? E facciamo l’interesse dei
calabresi?! Volete spendere doppiamente i soldi dei calabresi, con due elezioni
a tre mesi di distanza, come è avvenuto in Molise e in altre Regioni italiane?!
Io e il Partito democratico questo rischio non lo vogliamo correre. Io sono per
fare cose legittime, come sempre, in quest’Aula.
Allora, se c’è un parere negativo su quella legge, la legge va cassata,
non va presentato quel testo. Per cui credo che vadano mantenute le cinque
circoscrizioni elettorali, altrimenti corriamo il rischio che la legge venga
cassata e di avere un ricorso che annulli le elezioni da qui ad un paio di
mesi.
L’ultimo aspetto – lo affrontava già il consigliere Naccari Carlizzi –
visto che si modifica la legge elettorale, io credo che sia opportuno
introdurre la preferenza di genere, come è previsto nelle leggi elettorali di
quasi tutte le Regioni italiane, come si è votato ultimamente nei Comuni
italiani.
Considerato che va migliorata la legge elettorale vigente, si può fare
un ragionamento, è ragionevole approvare
questo emendamento che può essere un punto positivo in un momento di difficoltà
della politica in generale, può ridare speranza e fiducia ai cittadini
calabresi.
Quindi, chiedo al Presidente del Consiglio di fare un’attenta analisi e
riflessione, per evitare di approvare provvedimenti legislativi che siano
nulli. Evitiamo questo rischio, colleghi, ragioniamo fino in fondo, altrimenti
voteremo in maniera contraria e cercheremo in quest’Aula di approvare leggi
prive dei crismi della costituzionalità.
La parola al consigliere Adamo
…
(Interruzione)
Posso? Presidente, in quest’Aula
sono state poste delle questioni di carattere tecnico, di incostituzionalità che ci
sorprendono, atteso che questa proposta di legge era stata già presentata da
tempo. Allora, per poter approfondire il problema almeno qualche minuto, chiedo
una sospensione dei lavori di un quarto d’ora.
Sì, però io volevo fare completare il dibattito.
Oppure completiamo il dibattito e poi sospendiamo.
Se ho inserito questi punti all’ordine del giorno su emendamenti
siglati è perché tutte e tre le proposte di legge sono state vagliate dalla
Segreteria generale. Se non avessi avuto
il “via” degli uffici amministrativi non avrei inserito queste tre proposte
all’ordine del giorno.
Aggiungo che tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza erano a
conoscenza di queste tre proposte di legge.
(Interruzione)
La conoscenza, nel senso che, invece di procedere …
(Interruzione)
Non ho detto che …
(Interruzioni)
Detto questo, la Commissione non è stata convocata perché, per volontà
dei capigruppo, la proposta di legge è rimasta lì.
Allora, si può anche non condividere una proposta di legge, ma poiché
io devo garantire la funzionalità dell’Assemblea, se questa proposta di legge
avrà 26 voti, sarà approvata, se non avrà
i voti necessari, non sarà approvata. Quindi, la minoranza deve prendere atto
anche della democrazia che ci deve essere su determinati argomenti, senza
tirare in ballo …
Presidente, ma qua si è sollevato un problema
di costituzionalità.
Non tiriamo in ballo argomenti pretestuosi che
servono solo ed esclusivamente a non condividere un progetto del genere.
Siccome siamo noi che approviamo le leggi e le
nostre leggi vanno sempre e comunque al vaglio del Governo, questo fatto deve
tranquillizzare tutti, perché se noi qui approviamo una norma che sia in
contrasto con la Costituzione o con le leggi nazionali, questa norma verrà
bocciata da parte del Governo, senza che voi anticipiate qualsiasi tipo di
ragionamento. Uno può condividere o non condividere, però non consento a
nessuno di fare il costituzionalista perché, delle volte, ci sono pareri che non
vengono considerati da parte della minoranza; ad esempio, il parere sullo
scioglimento, nonostante sia stato espresso dal Collegio dei consulenti
giuridici, un organismo tecnico in cui sono rappresentate maggioranza e
minoranza, mi è sembrato di non ascoltare parole positive da parte della
minoranza. Oggi, si discute su un parere che è venuto fuori dal Servizio
legislativo non si sa come e perché, poi me lo devono spiegare com’è venuto
fuori questo parere, sarà stato chiesto a titolo personale da parte di qualcuno
dei consiglieri.
Presidente, è sempre un dirigente del
Consiglio regionale.
Allora diventa ufficialità assoluta rispetto a
questo argomento!?
Presidente, questo è un parere ufficiale,
richiesto per le vie ufficiali e rilasciato per le vie ufficiali.
L’avrà chiesto lei, consigliere Giordano,
personalmente.
(Interruzione)
Ah, ho capito.
L’ho chiesto io perché sono responsabile nei
confronti della Calabria e dei calabresi, a differenza di altri, perché questo
Consiglio non si può macchiare di una norma che è viziata e che, rischiando
l’impugnativa, mette a repentaglio anche il processo delle future elezioni.
Ma lei a quale titolo chiede i pareri? Lei li
può chiedere a un suo consulente giuridico i pareri, non li può chiedere agli
uffici della Regione Calabria, quindi assolutamente! I pareri li chiedono gli
organismi: lei non è un organo della Regione, lo può chiedere la Conferenza dei
capigruppo, lo può chiedere il Presidente del Consiglio, lo può chiedere
l’Ufficio di Presidenza; il singolo consigliere, se vuole un parere, va da un
suo consulente di fiducia e se lo fa dare. Ci siamo? Questa è democrazia e
anche rispetto delle istituzioni.
Detto questo, io completerei il dibattito.
Dopodiché, siccome sento dalla maggioranza anche la richiesta di sospensione,
finito il dibattito generale, ci fermiamo dieci minuti, approfondiamo dal punto
di vista tecnico tutte queste questioni, poi ritorniamo in Aula con le idee
chiare. Finito questo, proseguiamo il dibattito.
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, noi stiamo discutendo la richiesta
del gruppo del Pd e della minoranza di inversione dell’ordine del giorno.
Quindi non è la discussione generale, è lei che ha consentito a chi è
intervenuto di parlare dello scibile umano! Noi, intanto, stiamo discutendo se
bisogna modificare l’ordine del giorno con l’inversione, e le annuncio, a
proposito, che chiedo il voto per appello nominale, perché procrastinare questa
legislatura è un atto terribile ed ognuno si deve assumere la propria
responsabilità, compreso lei che presiede questo Consiglio.
Dall’intervento del consigliere Chiappetta, mi
è sembrato che la maggioranza abbia espresso contrarietà rispetto alla
richiesta del consigliere Principe. Detto questo, il consigliere Principe ha
chiesto la votazione per appello nominale dell’inversione dell’ordine del
giorno, quindi dobbiamo, prima di proseguire la discussione che abbiamo fatto,
procedere al voto per appello nominale.
Presidente, lei sta procedendo alla votazione?
Sì.
Quindi abbiamo interrotto…
…finitela di strumentalizzare!
Abbiamo interrotto quella che era già la
previsione…
Le do dopo la parola. Vuole intervenire
adesso?
Intervengo
dopo su che cosa?!
(Interruzione)
Presidente, un momento,
volevo prima capire, perché non riesco più a capire: si stava parlando della legge
elettorale? No, prima mentre discutevamo della legge elettorale, quindi stavamo
già discutendo della legge elettorale. Che c’entra l’inversione dell’ordine del
giorno mentre si discuteva un altro argomento? E’ una mozione d’ordine? Per
capire io, sempre.
Il consigliere Principe prima
nel suo intervento ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno.
Chiedo scusa, Presidente, se
insisto. Ma si stava già parlando della legge elettorale o non si stava
parlando.
Ci sono stati interventi che
sono entrati nel merito.
Credo allora che sia inopportuno.
Finiamo l’esame della legge elettorale e poi metteremo ai voti quello che ha
chiesto il collega Principe, fermo rimanendo che non abbiamo problemi.
Procediamo con la votazione
per appello nominale perché il consigliere Principe chiede l’inversione dell’ordine
del giorno per trattare subito le dimissioni del Presidente della Giunta.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della
votazione sulla richiesta dell’onorevole Principe di inversione dell’ordine del
giorno: presenti e votanti 48; hanno risposto sì, 19; hanno risposto no, 19;
astenuti 1.
Pertanto la proposta di
inversione è respinta.
(Hanno risposto si i consiglieri: Adamo, Amato, Bova,
Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione,
Loiero, Magarò, Maiolo, Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo, Sulla, Talarico D.,
Tripodi;
hanno risposto no i consiglieri: Albano, Bruni, Bulzomì,
Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano,
Magno, Minasi, Mirabelli, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente,
Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi;
si è astenuto il consigliere Chizzoniti)
(E’ respinta)
Per discussione generale ha chiesto di parlare il
consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, non insisto,
avrei preferito intervenire prima della votazione per affermare sostanzialmente
che la proposta del consigliere Principe, per la quale ho votato a favore, si
limitava alla richiesta di inversione.
Per quanto mi riguarda penso,
invece, di intervenire per chiedere a quest’Aula e alla sua responsabilità la
soppressione di questo punto all’ordine del giorno.
Signor Presidente del Consiglio,
lei si sta assumendo la responsabilità nel giorno che deve decretare lo
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, quindi nel giorno in cui si
decreta un atto assai traumatico per la vita democratica di questa Regione perché
non ha precedenti nella storia del regionalismo calabrese, si appresta ad
approvare una legge che cambia le regole del gioco.
State facendo un colpo di
mano. E’ un colpo di mano per due ragioni quello che vi apprestate a fare se
non cambiate idea. La prima ragione è sulla dubbia legittimità di procedere.
Penso che la data cui si fa
riferimento per quanto riguarda la decorrenza dei termini di tutta la procedura
inerente lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale non sia quella
odierna ma ritengo che sia la data di protocollo delle dimissioni del Presidente
della Giunta regionale.
Con il suo atto, che non è
commentabile né generoso né irresponsabile, il Presidente della Giunta
regionale anche se indotto da una sentenza fa una scelta che nulla ha a che
vedere con quella sentenza. Manifesta in maniera unilaterale e autonoma la
propria volontà di cessare non dalla funzione ma dalla carica e quella norma è espressamente
prevista nel nostro Statuto e nella nostra legislazione regionale oltre che
essere norma costituzionale del nostro Paese, non è interpretabile.
Considero sicuramente un
fatto di estrema diligenza la richiesta di un parere ai Ministeri degli affari
regionali e dell’interno ma trovo poco gradevole il fatto che la Presidenza del
Consiglio non abbia avuto la forza di interpretare quell’atto e quella legge perché
non si tratta di una legge qualsiasi.
Certo, il parere poteva
essere motivato anche dalle ragioni che ha detto il consigliere Chiappetta e a
quelle ragioni andava fatto riferimento.
Se ci stanno dei precedenti
che costituiscono giurisprudenza e quindi dei casi in cui la sospensione per
sentenza di un organismo extra giurisdizionale è considerato un atto dominante
sulla scelta volontaria delle dimissioni, andavano citati questi casi e
andavano assunti come riferimento per motivare un altro tipo di percorso.
Passi tutto questo ma mi pare
che stasera stiamo convenendo sul fatto che la legislatura per questa ragione
sia conclusa, ma dal fatto che si passa dalla conclusione ormai inevitabile,
dal considerare finita e conclusa la legislatura, al fatto che prima di
decretare con una informativa – si dice stasera – in quest’Aula il formale
congedo di questi consiglieri e quindi di questo Consiglio ad approvare una legge
che cambia le regole elettorali, ce ne vuole.
Non è che fate una legge
ordinaria. Intanto sopprimete due circoscrizioni ma, badate, secondo voi non
avrà un effetto, una ricaduta sui territori che in quest’Aula sono venuti
minacciandone l’occupazione, quando il Governo ha soltanto ipotizzato un
decreto di sospensione delle identità provinciali? Secondo voi la gente, le popolazioni
di Crotone e di Vibo Valentia si ribellano quando il Governo per razionalizzare il sistema istituzionale
propone la soppressione delle Province - che poi non è avvenuta – e non si
ribellano quando si vedono sottratta la possibilità di rappresentare in maniera
certa ed inconfutabile l’attribuzione di una rappresentanza istituzionale di
questo Consiglio regionale?
E’ chiaro che non finisce
qua. Il Consiglio se procede su questo punto si va ad assumere una seria responsabilità
perché nei prossimi giorni ci sarà sicuramente una sollecitazione di prese di
posizioni e movimenti che non faranno affermare la credibilità e la buona
immagine di questa istituzione regionale.
Per quanto mi riguarda,
rispetto a quel che posso e a quel che conto io, sarò uno tra i sollecitatori
di questo movimento. Mi metterò alla testa perché non si può, in virtù di
calcoli politici elettoralistici fatti nelle ore immediatamente precedenti la
consultazione elettorale, sacrificare quello che è un principio, ormai, di
rappresentanza democratica.
Parliamoci chiaro: si sta
facendo un atto di riforma del sistema politico calabrese con questo provvedimento
perché di fronte alla crisi del sistema politico calabrese, di fronte alla
crisi della forma organizzata dei partiti si cerca di ricondurre nell’ambito di
un territorio – quello dell’area centrale della Calabria o della vecchia
provincia di Catanzaro – una concentrazione del potere decisionale rispetto
alla formazione delle liste e all’attribuzione delle candidature.
Un rappresentante di Vibo
Valentia o di Crotone realisticamente, per quanto non si possa affermare
matematicamente ma politicamente lo si potrà dire, può essere tale solo se
viene votato a Catanzaro o nelle altre province.
O è espressione di una
dimensione extraterritoriale, il candidato della provincia di Crotone e di Vibo
Valentia, oppure non ha ragione di competere per essere eletto in quella
provincia.
Del resto noi abbiamo avuto
esperienza storica della circoscrizione prima della riforma delle 5 province.
Se andiamo a leggere i nomi degli eletti in quelle legislature vedrete che ci
possono anche stare gli eletti di Vibo Valentia e di Crotone ma sono figure che
non sono cittadini che hanno espresso il loro diritto all’elettorato passivo in
quella campagna elettorale, ma sono cittadini che interpretavano una
rappresentanza e una storia di quei territori che esprimevano attraverso i
partiti di massa organizzati quando questi avevano dei forti insediamenti
sociali e popolari con gruppi dirigenti che avevano una visibilità che andavano
ben oltre il locale.
Non è pensabile che oggi
tutto questo possa accadere. La seconda ragione per cui si obietta a questa
norma è quella della incostituzionalità, al di là di dove proviene questo
parere, Presidente, per la polemica che ha fatto col collega Giordano abbiamo
un pronunciamento, comunque ufficiale del Servizio legislativo del Consiglio regionale
che ci sancisce la incostituzionalità di questa norma.
Trovo abbastanza curioso che
i colleghi vadano a legiferare pur sapendo che il Servizio legislativo di
questa Istituzione ha già manifestato il proprio parere di incostituzionalità
della norma. Voi siete consapevoli: chi la vota questa norma? E inconsapevoli
di votare una norma incostituzionale e non è un buon biglietto da visita per un
consigliere regionale che dopo 5 anni quasi di esperienza di promozione e
produzione legislativa alla fine, a conclusione di questa consiliatura
nell’ultima seduta presta il suo voto per votare una norma che già si conosce
essere incostituzionale.
Non c’è solo questa
questione. Non se ne è parlato e vorrei che se ne parlasse di più ma
sicuramente lo faremo quando arriveremo al punto: in questa legge voi state
modificando un dato costitutivo e identitario di tutto l’armamentario che ha
motivato l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale.
Badate: state facendo
divenire prevalente il voto sul consigliere regionale, l’espressione del voto
verso il consigliere regionale, l’espressione del voto verso la lista e quindi
anche la coalizione rispetto al voto che si deve esprimere sulla scelta del
candidato Presidente della Giunta regionale.
Cioè nei fatti voi,
attraverso questa scelta, per quanto costituzionale e legittima, – mi rendo
conto –cosa state facendo? State sottraendo al cittadino calabrese la possibilità
di poter esprimere un duplice mandato: il mandato che si affida al Presidente
della Giunta regionale, quindi la scelta del cittadino rivolta all’elezione del
Presidente della Giunta regionale e il mandato da assegnare al consigliere
regionale e quindi al Consiglio regionale.
Cioè in qualche modo
depotenziate l’elezione diretta del Presidente della Giunta facendo diventare
prevalente il voto sul Consiglio e nemmeno sul Consiglio ma su una parte del Consiglio,
sulla coalizione perché proponete il voto congiunto. Vale a dire che il
cittadino che vota per l’espressione del candidato consigliere, del candidato
al Consiglio regionale, può anche non votare il Presidente della Giunta perché quel
voto va automaticamente assegnato al candidato Presidente della Giunta.
Non c’è, cioè, l’espressione
della libera scelta del voto cioè quella di poter mettere in condizione il
cittadino elettore di dover esprimere due voti: uno per l’elezione del Presidente
l’altro per quanto riguarda il Consiglio regionale.
In qualche modo - dico in
qualche modo perché mi rendo conto che c’è una lieve forzatura nel mio
ragionamento - si mette in discussione il principio che oggi stiamo applicando
“simul stabunt simul cadent”. Cioè in che senso? Nel senso che non c’è
ragione di avere questo principio. Il simul stabunt simul cadent dal
momento che non abbiamo due parti, non abbiamo l’espressione di due livelli,
abbiamo un’unica espressione nel momento del voto che è quello della scelta del
consigliere regionale perché in automatico si va sul Presidente.
Tutto questo avviene solo in Calabria
e lo facciamo oggi. Cioè noi rischiamo che tutta l’Italia domani ci guardi, che
guardi alla nostra regione e tutta l’Italia osserva che mentre noi sciogliamo
il Consiglio regionale per le dimissioni volontarie del Presidente della Giunta
regionale, al tempo stesso diciamo “fermi tutti, da oggi in avanti si vota solo
per il Consiglio, per il Presidente della Giunta questo diritto viene ad essere
sottratto”.
Penso che non sia dal punto
di vista dello spirito e del senso istituzionale una scelta saggia. E non lo è
nemmeno per la esposizione, per il fatto che questa scelta si espone ad un
rischio serio di strumentalità.
Probabilmente c’è qualcuno
che pensa, perché altrimenti non ci sarebbe ragione, che attraverso questa
modifica ed introducendo quindi il voto congiunto si possa in qualche modo
realizzare il tentativo di fermare un’onda che è quella che avrebbe un duplice
significato.
La prima onda: è chiaro che
di fronte alla crisi della rappresentanza dell’attuale sistema politico in Calabria
e in Italia e con la scelta dell’elezione diretta del Presidente della Giunta,
come dire?, il cittadino elettore ci tiene a scegliersi il suo Presidente della
Giunta e non ci sono ragioni di critiche ai trasversalismi, a fatti etici o
immorali. Il cittadino nelle sue mani ha due voti: il voto per l’elezione
diretta del Presidente della Giunta e il voto per il suo consigliere. Questo
diritto gli viene negato.
Ritornare indietro oggi dopo
ormai una consuetudine nel rapporto tra il cittadino e il voto alle regionali
impostato così e che ormai risale ad un bel po’ di anni è un po’ forte.
La seconda onda qual è? Le
elezioni europee l’hanno dimostrata: voi cercate di mettere una gabbia a ciò
che la gabbia non può contenere. Se pensate con questa modifica alla legge
elettorale di dare il voto congiunto e di ingabbiare le cosiddette coalizioni,
il voto e l’opzione elettorale del cittadino dentro l’opzione della coalizione
vi sbagliate perché sollecitate o al non voto, e quindi alla disaffezione al
voto, o, addirittura, sollecitate i pronunciamenti del cittadino che sceglie
quello che ritiene più in grado di dirigere la Regione contro l’espressione
della volontà politica che si può riferire ai partiti.
Quando il cittadino è consapevole
che è privato da questo voto non so se alla fine diventi prevalente la scelta
del Governatore nel voto del cittadino, rinunciando alla scelta del consigliere
regionale o viceversa.
Perché creare questa
difficoltà? Questa condizione di innaturalità? E’ per questa ragione di merito
che chiedo di non procedere al voto di questa legge.
L’ultima, ma è la
prioritaria. Qualcuno lo ha ricordato, mi pare il collega Chiappetta o qualche
altro collega, che anche una maggioranza di centro-sinistra alla guida del Paese
ha cambiato a maggioranza le regole del gioco nel Parlamento della Repubblica
italiana ma non l’ha fatto, certo, mai nessuno l’ultimo giorno della legislatura.
L’ultimo giorno della legislatura,
ripeto, sa di essere un vero e proprio colpo di mano. Se non si concordano in
queste circostanze…
Consigliere Adamo, le ricordo…
…tra maggioranza e minoranza o almeno garantirsi una maggioranza qualificata quando è…
Consigliere Adamo, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ho finito e la ringrazio. Per queste ragioni non solo
chiedo la soppressione di questo punto all’ordine del
giorno e di non procedere ma ritengo di dover responsabilmente dire che se questo
Consiglio approva questa legge da domani in Calabria si rischia di aprire
un’altra pagina che non può non essere una pagina di forte dialettica e di
forte scontro politico-culturale e istituzionale.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Dattolo. Ne ha facoltà.
Presidente e colleghi, siamo
alla fine di questa legislatura. E nell’ultima seduta non mi aspettavo di
assistere a questa sorta di anatema o di colpo di Stato, visto che siamo stati
tacciati di golpismo. Ma ritengo che nella discussione che affrontiamo oggi e
dopo aver modificato lo Statuto non ci sia nulla di assolutamente
incostituzionale nel discutere di una legge elettorale che tenga conto di
quello che è successo e della riduzione dei numeri.
Collega Giordano, penso che
sia abbastanza azzardato parlare di incostituzionalità, soprattutto quando si
tratta di pareri, vista la telenovela alla quale abbiamo assistito perché
dovrei dire che successivamente, anche sul punto seguente, sui pareri non è sufficiente
quello che viene dagli affari regionali.
Potremmo discutere di questo,
dire che viviamo nella terra dove c’è il “Porcellum”, una innumerevole serie di
leggi incostituzionali, in primis la “Severino”, cosa che ci porta oggi
a discutere in quest’Aula e invece sento parlare con una specie di ribrezzo
della possibilità di insieme - perché non si tratta di un colpo di mano –
modificare la legge elettorale.
Non trovo scandaloso un
confronto tra maggioranza e opposizione. Anzi sulle province ricordo a me
stesso che per raccogliere 10 firme per il mantenimento delle province di
Crotone e Vibo Valentia arrivammo quasi ad una sorta di colonizzazione a
ritroso.
Quindi vorrei che nessuno
pensasse di far calcoli elettoralistici. Ho visto molto fermento tra i banchi
della provincia stessa, cercare di discutere o di portare avanti situazioni
quasi ad personam. Io ritengo che una legge elettorale debba dare alle
persone le stesse possibilità, debba garantire chiunque nella partecipazione
elettorale. Non a caso il mio partito era addirittura per il Collegio unico
delle tre preferenze di cui una di genere così come è quella delle europee.
Non trovo scandaloso
discutere in questi termini e non trovo sia un qualcosa venuto così dall’alto
perché questo tema della legge elettorale è dentro l’emiciclo regionale da un
pezzo. Pertanto non è lesa maestà da parte di nessuno, su questo vorrei
tranquillizzare.
Questa maggioranza non ha
fatto colpi di mano ma, come diceva benissimo il collega Chiappetta, ha
approvato tantissime leggi alla unanimità pur nella ristrettezza delle
condizioni economiche: 400 milioni in meno di gestione della spesa ordinaria da
1 miliardo 100 milioni ai 680 dell’ultimo bilancio.
Lo abbiamo fatto cercando,
sempre, di condividere e ne sono testimoni tantissimi colleghi della minoranza
che hanno visto approvate da questi banchi le loro leggi alla unanimità e
quindi non è un colpo di mano come qualcuno vuol fare apparire.
Su questo vorrei che vi
tranquillizzaste perché altrimenti sull’opinabilità, sulla costituzionalità io
ci andrei molto cauto.
Non sono un giurista né tanto
meno, pur avendo fatto studi giuridici, mi avvento in quello che è l’aspetto
tecnico.
Abbiamo anche un parere,
però, di consulenti giuridici di tutto rispetto che contrasta insieme ad altri
pareri.
Sulla costituzionalità vi
pregherei di essere abbastanza cauti ma soprattutto dico una cosa – e poi ci
lamentiamo se c’è l’exploit dell’antipolitica: i partiti dove sono? Cosa
pensano? Cosa rappresentano in questa legge elettorale? I gruppi ci sono, non
ci sono o sono ad personam, fatti per incidere su una cosa. Ho una
posizione chiara dettatami dal mio Partito e sto col mio Partito sulla legge
che propone o sulle opzioni che ha messo a disposizione dell’Assemblea o degli
altri componenti dei gruppi consiliari regionali di maggioranza e di minoranza.
Penso che questo debba essere
uno scatto di orgoglio. Forse da ciò si può scrivere una pagina positiva alla
conclusione di questa legislatura perché non è giusto – lo diceva anche il
consigliere Chiappetta – che non si possa discutere di legge elettorale o di
non approvare prima dell’ultimo punto tutta una serie di leggi - alle quali
avete contribuito pure voi, cari amici della minoranza - che sono importanti
per la Regione Calabria perché se le abbiamo votate alla unanimità significa
che hanno un senso altrimenti sono solo per fare i comunicati stampa ed io sono
contro la logica dei comunicati stampa per accreditarsi in più o in meno.
Allora se ci sono le premesse
per discutere serenamente su questo, non intendiamo procedere con colpi di
maggioranza.
Collega Adamo, anche io la
penso come lei sul voto disgiunto tra Presidente e consigliere.
Come vede non è che perché
c’è una volontà della maggioranza uno non può pensarla diversamente ma è chiaro
che se uno va in ordine sparso e si mette a far la conta o le varie cose, se
fosse un problema di territorialità, scusate, non pare che debba interessare
soltanto le macro province che hanno sempre avuto una larghissima
rappresentanza.
Non è questo il problema della
rappresentatività perché gli elettori hanno dimostrato sempre di saper
scegliere e non il contesto delle piccole o delle macro province che può far
paura. Anzi bisognerebbe ci fossero collegi di pari elettori proprio perché
ogni cittadino ha diritto di votare e di vedere la propria rappresentanza
numerica espressa in termini assoluti.
Penso che questo ragionamento
debba guidare ciò. Altrimenti, ripeto, se vogliamo metterla sulla melina,
questa maggioranza resterà qui perché responsabilmente approverà i
provvedimenti successivi e responsabilmente discuterà della legge elettorale,
anche se tra di noi vi possono essere visioni diverse.
Ma su questo vi invitiamo a
confrontarci non mettendo le mani avanti con ragionamenti perché di
incostituzionalità dovremmo parlare prima e innanzitutto di una legge, “il
Porcellum”, che è stata abrogata dalla Corte costituzionale ma che vede 630
deputati e 315 senatori che stanno al loro posto. E di una legge la “Severino”
assolutamente dichiarata incostituzionale da tutto l’arco dei partiti ma che
oggi serve a scrivere anticipatamente la chiusura di una legislatura.
Lo dico con estrema
franchezza e chiarezza. Noi apprezziamo lo sforzo che ci sarà se è proiettato
ad una discussione altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Ma,
vi prego, nessun anatema e nessun golpismo è mai appartenuto e mai apparterrà a
questa maggioranza.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie. Ho ascoltato
con grande interesse l’appassionato intervento del collega Dattolo ma in
quest’Aula mi sembra di sentire tutto ed il contrario di tutto, anche rispetto
al passato.
Entriamo, intanto, nel merito
della sostanza come forma e poi come principio assoluto su una norma.
Questa vicenda della legge
elettorale è stata portata avanti dal Presidente – perdonatemi se uso un
termine un po’ forte – da “furbastro” della politica, altrimenti dovrei dire da
dilettante della politica al presidente Talarico.
Dico questo perché voi, come
me, sapete che un progetto di legge presentato in Aula va in Commissione e, se
non è discusso in Commissione, viene richiamato in Aula, non portato all’ordine
del giorno quando i capigruppo non hanno dato nessuna autorizzazione a iscriverlo
all’ordine del giorno. Punto primo.
Tanto più che il presidente
Caputo ha sconvocato la prima Commissione dove all’ordine del giorno vi erano
le tre proposte di legge elettorali. Ma di che cosa stiamo parlando oggi? Di
cosa stiamo parlando?! Di una forzatura di portare una legge in Aula, al di là
di quelli che sono i dettami dello Statuto e del Regolamento interno del
Consiglio, se consideriamo la forma.
Entrando nella sostanza
vorrei ricordare a me stesso che ero in quest’Aula quando abbiamo avuto la prima
discussione e lo dico al consigliere Fedele ma anche ad altri che erano
presenti quando abbiamo avuto lo scontro con l’allora presidente Chiaravalloti
proprio sulla legge elettorale in cui il principio che si affermava era la
capacità del cittadino calabrese di avere un Presidente eletto dalla volontà
popolare, il cui ruolo e compito cessava, così come il ruolo di questo
Consiglio, con la decadenza del Presidente a qualsiasi titolo.
Sfatiamo poi un’altra cosa:
la legge “Severino” non impone le dimissioni – peraltro volontarie – del
Presidente, ma impone la sospensione che è cosa diversa. Se poi il presidente
Scopelliti autonomamente ha ritenuto di rassegnare le sue dimissioni per
responsabilità, per stizza o per altri motivi, sono cose di cui oggi dobbiamo
prendere atto perché è una volontà manifesta del Presidente e poi vedremo il
perché.
C’è chi, come il consigliere
Caputo, dice che è stato un irresponsabile e c’è chi, come il consigliere
Chiappetta, dice che è stato responsabile per amore della Calabria. Il dato
incontrovertibile è che c’è una legge – dura lex sed lex – votata dal
Parlamento italiano che va applicata e che è la legge “Severino”.
Sennò di cosa parliamo in
quest’Aula? E mi venite a dire che giochiamo sulle rappresentanze territoriali
sulle 5 province previste dallo Statuto? Consigliere Dattolo, quando c’è stata
la discussione sull’abrogazione delle province tutti quanti in questo Consiglio
si sono battuti affinché le due province rimanessero e rimanessero tali.
Ed io voglio chiedere a voi
di Crotone e Vibo Valentia come spiegate ai vostri sindaci, ai vostri territori
e ai vostri concittadini che poi non c’è un rappresentante in questo Consiglio.
Me lo volete dire? Poi la possiamo girare come vogliamo, possiamo dare
qualsiasi spiegazione come vogliamo ma di fatto i territori non saranno
rappresentati e noi lo sappiamo perché ce lo dobbiamo dire in quest’Aula.
Perché se ci fosse questa stessa legge elettorale delle 5 province il resto -
perché di questo parliamo, diciamocelo chiaramente – verrebbe ripartito tra le
province minori.
Allora con molta onestà
mentale dobbiamo dire che ci vogliamo garantire le province più grosse rispetto
alle province più piccole ed è parlar chiaro alla Calabria ma sicuramente non
ci addossiamo questa responsabilità perché se poi uno prende la legge
elettorale e la riesamina, vedrà come andrà fatto il riparto, quello che
vogliamo, ma così è.
Termino, Presidente, perché
quando un dirigente di questo Consiglio regionale, a qualsiasi titolo, rilascia
un parere ed oppone una firma su un parere, si assume la responsabilità non
solo del ruolo e della funzione che ha ma anche della competenza che esprime
con un atto scritto.
Se questo è di fatto, è fuor
di dubbio che quello che dice come pregiudiziale il consigliere Giordano va
valutato anche nell’incapacità di un parere scritto che accompagna questa
legge.
Possiamo poi dire che abbiamo
pareri di illustri luminari della giurisprudenza ma, di fatto, qui non ci sono
e c’è solo un parere che, a torto o a ragione, è stato presentato in
quest’Aula.
Dopo di che, Presidente,
ritengo che questo ordine del giorno al punto 3 non vada nemmeno discusso ma
vada ritirato.
Ha
chiesto di parlare l’assessore Salerno. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie. Devo dire
che una parte del dibattito è stata un po’ anticipata e, secondo me, si poteva
fare a meno; per quanto riguarda il punto successivo all’ordine del giorno, ne
parleremo dopo e ovviamente mi riserverò di intervenire nella duplice veste di
consigliere regionale e di assessore della Giunta Scopelliti.
Parlando di politica ed
avendo il dovere di rispondere ai calabresi con provvedimenti di carattere
legislativo, in quest’Aula dobbiamo far questo, e di questo dobbiamo parlare.
Se poi vogliamo generare
confusione in un momento particolare, forse un po’ drammatico per alcuni
aspetti, allora è un’altra storia.
Non possiamo parlare di golpe
in questa legge elettorale che è all’ordine del giorno – è vero che ci sono tre
proposte ma c’è un’ultima versione che è stata presentata a firma del
presidente Talarico – che mi sembra la versione definitiva e giusta ma che,
comunque, è anche oggetto di discussione e di eventuali approfondimenti qui in
Aula.
Parlare di golpe o di
cambiare completamente lo scenario politico calabrese e mortificare i territori
mi sembra che abbia delle assurdità e, se mi consentite, non lo permetto. Io
provengo da un piccolo territorio.
Invece dobbiamo dire le cose
come stanno sia ai calabresi sia ai rappresentanti e alle popolazioni di quei
piccoli territori. Così come oggi la legge elettorale – quella che ha
consentito di essere eletti nel 2010 a tutti noi che siamo qui in quest’Aula
sia come maggioranza sia come minoranza - non darà la possibilità ai piccoli
territori di essere rappresentati nella futura legislatura di questo Consiglio
regionale.
Il discorso è semplice:
innanzitutto è un problema di quoziente. Problema di quoziente che con 50
consiglieri la volta scorsa si è determinato intorno a 18.500 voti perché i
seggi non vengono attribuiti sulla base della percentuale conseguita dai
partiti o dai singoli consiglieri ma sulla base dei voti.
Noi abbiamo 5 collegi in
questa regione con la vecchia legge regionale dove c’è una disparità enorme di
popolazione e, pensate, a Cosenza con circa 750 mila abitanti. Le province con
Crotone con 165 mila circa e più o meno Vibo Valentia è sulla stessa lunghezza
d’onda. Poi abbiamo Reggio Calabria che supera i 550 mila e Catanzaro con altri
350-360 mila.
Capite bene che, con la legge
elettorale di oggi, non vengono garantiti i territori in maniera equa perché
quando si va ad assegnare i quozienti con il dato dei voti quei territori
restano fuori perché la prossima volta con questa legge regionale e con la
riduzione dei consiglieri da 50 a 30 il quoziente aumenterà da 18.500
verosimilmente a 28.500 voti.
Ragion per cui i territori
piccoli non potranno mai raggiungere il pieno quoziente per avere il
consigliere regionale certo e dovranno partecipare all’assegnazione dei seggi
con i maggiori resti, ossia con i resti più alti.
Ma come si determinano poi i
resti più alti? Si determinano innanzitutto dai voti di lista dei singoli
partiti e in subordine c’è poi il discorso delle preferenze. Ma come verranno
attribuiti? Parteciperà prima Cosenza che è una provincia grossa e avrà
maggiori resti. Poi verrà Reggio Calabria seguita da Catanzaro ed in ultimo
Crotone e Vibo Valentia.
Ragion per cui, così come si
presenta, quei territori rischiano di non avere più rappresentanti in questa
Assemblea regionale.
Questo non è possibile, se mi
consentite, se è vero come è vero che il collega Adamo era molto preoccupato
delle popolazioni di questi territori addirittura ergendosi un po’ come
promotore di una rivoluzione dal punto di vista politico per sostenere quella
vecchia legge elettorale, anzi dico al collega Adamo di riflettere un attimo
perché se lasciamo questa legge regionale allora quei territori saranno
completamente tagliati fuori.
Il concetto è questo e, con
questa proposta che è stata presentata, e che io ritengo il male minore,
ragionandoci un anno e mezzo fa o due anni fa forse potevamo trovare una
soluzione migliore ma oggi non c’è più il tempo.
Quando mi parlate di golpe vi
vorrei rammentare un attimino l’ultima seduta del Consiglio regionale della
passata legislatura quando è stato tolto il listino. E’ stato fatto nell’ultima
seduta di quel Consiglio regionale, dove il sottoscritto sicuramente non
sedeva, ma qualcuno che ha sostenuto il contrario in questo dibattito era
presente in quella seduta di Consiglio regionale. Sono state sempre modificate
alla fine.
Oggi c’è una emergenza
dettata da una circostanza particolare, dalla legge Severino di cui abbiamo
parlato poco fa, dalle dimissioni del presidente Scopelliti e da tutta una
serie di fatti che hanno portato al rischio imminente ed effettivo
dell’anticipazione della fine della legislatura.
E’ giusto che oggi la Regione
Calabria abbia una legge regionale.
Uno: per essere adeguata al
numero dei consiglieri, perché ancora sulla vecchia legge regionale si parla di
50 e non di 30 consiglieri.
Due: per dare la possibilità
ai territori di essere rappresentati in base alla riduzione da 50 a 30
consiglieri.
Consentitemi poi un altro
aspetto che è stato sollevato e che riguarda l’aspetto di incostituzionalità di
questa proposta di legge.
Vorrei ricordare a tutti
quanti voi, colleghi, quando alla unanimità questa Assemblea ha votato leggi
importanti coni pareri contrari del Servizio legislativo, che sottolineavano
gravi pregiudizi dal punto di vista della costituzionalità.
Una è la legge sulla
Fondazione Campanella e ci sono atti che abbiamo discusso in Commissione quando
all’epoca presiedevo la terza Commissione che abbiamo portato avanti e che è
stata approvata alla unanimità in quest’Aula.
Andate a vedere anche la
relazione riguardante la legge sui precari per cui alcuni uffici di questo
Consiglio regionale fino all’ultimo tifavano affinché venisse impugnata ed
annullata.
Eppure dal Consiglio dei
Ministri è stato deliberato di non impugnare quella legge perché
costituzionale.
Allora oggi dobbiamo dare una
opportunità alla Calabria. Dobbiamo dire che questa è l’opportunità di avere i
territori rappresentati. Se poi il Governo deciderà di impugnare…
In passato abbiamo assistito
a diverse impugnative su altri provvedimenti di carattere regionale ritenute
ingiuste.
Ma dire oggi che questa
proposta di legge è incostituzionale è, secondo me, un po’ eccessivo ed i
pareri, ovviamente, non possono essere rilasciati così, a mio avviso. Su questo
sono d’accordo col presidente Talarico. Non è che ognuno di noi va a richiedere
un parere in occasione di una seduta di Consiglio e questo viene dato.
Se i pareri devono essere
espressi questi devono essere precisi circostanziati e devono essere rilasciati
ufficialmente alla Presidenza dell’Assemblea regionale in modo tale che tutti i
consiglieri possano averne contezza.
E consentitemi un’altra cosa:
anche sulla vicenda delle dimissioni del presidente Scopelliti non penso che
gli uffici di questo Consiglio regionale abbiano brillato nel far chiarezza.
Oggi ci poniamo il problema,
allora, se questa legge è costituzionale o meno? Io dico: cari colleghi oggi il
problema è diverso. Oggi dobbiamo dare una legge elettorale a tutti i
calabresi, a tutti i territori della Calabria di poter esprimere i propri
rappresentanti.
Con la legge elettorale che
c’è i piccoli territori di Crotone e Vibo Valentia non saranno rappresentati e
Catanzaro rischia fortemente un ridimensionamento anche in termini di rappresentanza.
Penso che ai territori di
Cosenza e Reggio Calabria non cambierà nulla perché non vengono toccati ma
penso che si andrà solo ad uniformare un collegio che sarà quello dell’area di
centro. Consentitemi poi: è vero che le battaglie per le province le abbiamo
fatte tutte ma è anche vero che stiamo parlando di circoscrizioni elettorali e,
se ci consentite, comunque questi tre territori dal punto di vista culturale e
sociale hanno una cosa in comune cioè provengono tutti dalla stessa provincia.
Non stiamo unendo né il diavolo con l’acquasanta né, tanto meno, territori che
niente avevano fra di loro.
Se oggi siamo qui anche
rappresentanti di quei territori a dire che questa è la cosa più giusta non
penso, caro collega Adamo, che quello che ha detto non possa incidere a sfavore
di quei territori che oggi dovranno essere contenti se questa legge andrà in
porto perché potranno essere rappresentati ancora una volta in Consiglio
regionale.
Sentivo questo dovere di
dirlo e per questo, guardate, ritengo che siano battaglie che vanno fatte fino
in fondo.
Sono convinto che la
maggioranza abbia preso coscienza di questo e andrà fino in fondo ma non sono
discorsi che dovrebbe fare solo la maggioranza. Sono discorsi che, secondo me,
vanno sostenuti al di là delle maggioranze perché la garanzia dei territori
rappresentati in Consiglio regionale penso sia un dovere da parte di ognuno di
noi, a prescindere dalla provenienza territoriale, se vogliamo veramente bene
alla Calabria. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, vorrei
esprimere liberamente il mio pensiero in merito al punto all’ordine del giorno
e vorrei iniziare questo mio breve ragionamento dicendo che in questi 10 anni
in cui ho avuto la responsabilità di sedere in questo Consiglio regionale ho
sempre sentito dire “le riforme si fanno assieme”. Ho anche sentito dire che le
riforme non si varano alla conclusione di una legislatura.
E’ opportuno varare una
riforma di questa portata in questa seduta? E’ utile farlo oggi o forse era
meglio ed opportuno vararlo nel corso di questa legislatura? Abbiamo più volte
sentito dire che dovevamo affrontare le riforme elettorali. Sono tante le
proposte avanzate e tante le proposte depositate nelle Commissioni. Sono state
sempre e tante le riunioni dei Presidenti dei gruppi per discutere di questa
questione ed io pensavo e penso che su questa questione fosse opportuno, utile
e logico varare questa proposta condivisa dall’intero Consiglio regionale.
Purtroppo questo non avviene
ed io non mi addentro a discutere delle questioni che sono contenute in questa
proposta. Mi limito solo a chiedere se sia o meno opportuno varare questa
riforma elettorale oggi senza passaggi istituzionali, senza una attenta
valutazione delle competenti Commissioni.
Penso proprio di no e vorrei
portare ad esempio il lavoro che il presidente Renzi, Berlusconi, Alfano ed
altri hanno avviato all’inizio della legislatura.
Le tre maggiori forze
politiche di maggioranza e di opposizione che si sono incontrate per scrivere
assieme le riforme e per scrivere assieme la riforma elettorale. Penso che sia
questa la strada maestra da utilizzare in democrazia e penso anche che in
questa riforma ci siano questioni decisive che meritavano un’attenta
valutazione ed un più ampio coinvolgimento dei soggetti interessati.
Credo che - non sono un
giurista – escludere dall’attribuzione dei seggi una coalizione che non
raggiunge il 15 per cento sia una forzatura dal punto di vista democratico.
Per esempio, non prevedere la
“quota rosa” quando in Europa si discute di questo mi sembra anche una
incongruenza, così come mi sembra un’incongruenza non lasciare il voto
disgiunto tra il Governatore ed il singolo consigliere regionale.
Non mi addentro in tutte
queste questioni che possono suscitare delle valutazioni tra gli addetti ai
lavori. Penso – questo è il mio pensiero – che se vogliamo fare questa riforma
deve essere una riforma condivisa da tutte le forze politiche presenti in
Consiglio regionale perché altrimenti alimentiamo quell’antipolitica e quella
sfiducia che c’è verso le istituzioni e verso questa nostra Assise.
Si può fare una riforma e
possiamo scriverla tutti quanti insieme? Ci sono i tempi? Penso che forse i
tempi non ci siano e dobbiamo rammaricarci perché non l’abbiamo fatto con la
stessa determinazione con cui lo vogliamo fare oggi, un anno fa o due anni fa.
Ma un anno fa, due anni fa
questa questione non era all’ordine del giorno perché forse alla politica non
interessava questa cosa, non interessava stabilire le regole del confronto.
Per questo penso che sarebbe
opportuno ed utile andare al voto con le regole che ci siamo dati in passato
perché solo così, penso, possiamo dare anche un segnale di responsabilità.
Penso anche ai collegi
piccoli che non possono essere rappresentati, penso che, interpretando bene la
norma, così non sarà perché anche loro avranno le loro rappresentanze. Ma poi
non abbiamo parlato sempre di Calabria unica, di una intera regione, di un
intero territorio, di un’area sempre più vasta? Sono un po’ amareggiato perché
avremmo potuto, c’erano le condizioni per farlo, scrivere assieme le riforme e
tante cose positive, in questa legislatura, le abbiamo scritte quando si è
trattato di fare le riforme; riforme importanti col contributo di tutti.
Penso che in questa
legislatura abbiamo realizzato delle cose positive perché non tutto è da
buttare, non tutto è negativo. Ci sono tante cose positive che siamo stati in
grado, a volte, insieme al consenso dell’opposizione di varare.
Sono fermo a questa mia
impostazione: le riforme si scrivono assieme e non si fanno all’ultimo giorno.
Soprattutto non si possono scrivere le regole della partita l’ultimo giorno
della chiusura di una consiliatura o di un Consiglio regionale.
Per questo anche io sono del
parere che forse sia meglio non discutere e non approvare questo punto
all’ordine del giorno. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sulla. Ne ha facoltà.
Aggiungo solo alcune
considerazioni all’intervento che ha fatto il collega Giamborino e che mi trova
pienamente consenziente, condivido moltissime delle sue considerazioni.
(Interruzione)
E’ discussione generale da
quel che capisco.
(Interruzione)
Prego, collega Sulla, sulla
discussione generale.
Sto sentendo parlare per
discussione generale non so se ci siano questioni pregiudiziali.
Dicevo che abbiamo in questi
ultimi mesi, negli ultimi due anni, discusso molto della proposta che veniva da
ambienti di governo di cancellare le province di Crotone e di Vibo Valentia e
tutti quanti ci siamo adoperati perché ciò non avvenisse e che si discutesse in
un contesto organico di riforma di organizzazione dello Stato nelle sue
ramificazioni periferiche.
Oggi con questa proposta e
con questo emendamento che viene proposto dal Presidente sostanzialmente si
vuole raggiungere l’obiettivo che non è stato, invece, possibile al Governo.
Credo che si stia facendo un
grave errore in termini di possibilità a tutti i territori, a tutte le province
di avere una rappresentanza in Consiglio regionale.
Ho letto, poi, la modifica -
addirittura un po’ ridicola, direi, anche se forse è un termine forte, pesante
ma non so come sostituire questo termine – che prevede che nelle liste della
circoscrizione di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia la rappresentanza dei
territori sia garantita dall’obbligo di candidare almeno un residente per ogni
provincia.
Vorrei solo ricordare che la
legge con la riduzione dei consiglieri regionali garantirebbe nella provincia
di Crotone e in quella di Vibo Valentia di presentare liste di due
rappresentanti. Ce ne viene concessa una e mi pare una cosa davvero… un alto
senso di responsabilità…vedo un’attenzione molto forte a questi territori.
Veramente, quando abbiamo
deciso correttamente di portare il numero dei consiglieri da 50 a 30 avevo
pensato che ci sarebbe stato, sì, il desiderio di voler rappresentare in questo
Consiglio tutti i territori e tutte le province e così come ha fatto la Regione
Campania – non so se l’ha fatta anche qualche altra Regione – si sarebbe
lavorato per garantire un eletto non un candidato di ogni provincia.
Ero sicuro che avremmo dovuto
studiare come poter indicare un metodo che non fosse discriminante tra forze
maggiori e minori in termini di consenso elettorale, ma che sarebbe andato
verso questa direzione: fare in modo che la nuova riforma dello Statuto con la
riduzione dei consiglieri potesse garantire la presenza di eletti di tutte le
province.
La Campania ha usato un
metodo, probabilmente qualcuno lo può leggere come favorevole ai partiti
maggiori. Si poteva trovare un altro sistema ma quello doveva essere il
percorso.
Un Consiglio regionale che
rischia di non avere candidati eletti di tutte e 5 le province è un governo
regionale monco, non legittimato secondo me a prendere decisioni per tutto il
territorio calabrese.
Ecco perché credo che bisogna
fare in modo che le scelte che si compiano vadano nella direzione non di
guardare al risultato oggi.
Voglio dire francamente che
non credo di essere uno sciocco dal punto di vista elettorale. Non so che
scelta farò, se mi candiderò o meno, ma comunque per il ruolo che ho svolto e
per i ruoli che ho svolto sono probabilmente più favorito di altri colleghi ad
essere conosciuto anche negli altri territori. Per i ruoli sindacali che ho
svolto, per i ruoli politici e istituzionali, per i ruoli sociali.
Ma il problema non è questo,
non è di garantire ognuno di noi ma il problema è di garantire la rappresentanza
di tutti i territori della regione Calabria, di tutte le province.
Questo è l’obiettivo che
dobbiamo raggiungere perché stiamo facendo una scelta che potrebbe proiettarsi
nel futuro e produrre questa situazione: a fronte di una divisione del
territorio nelle 5 province avere, invece, tre collegi che non le
rappresentano.
Probabilmente si potrà andare
verso le aree vaste ma se vi si andrà per come sono state disegnate nella
proposta dell’Italicum anche lì bisognerà rivedere tutto il sistema.
Ecco perché ritengo che forse
sia giusto lasciare la situazione attuale e, nelle more, vedere come si muove
il quadro legislativo nazionale per configurare poi la rappresentanza alla luce
dei nuovi scenari che si prospetteranno, se e quando le province non saranno
più così suddivise come sono oggi.
Questo lo faccio con piena
convinzione sapendo che non c’è dietro nessun calcolo elettorale. Vedo che
altri colleghi lo fanno, magari più con questo spirito che non con quello di
rappresentare i territori in cui siamo stati ognuno di noi eletti.
Finisco qui perché credo che
questa proposta sarebbe bene non si discutesse, ma si andasse invece con la
legge, le norme che abbiamo e che ci garantiscono, comunque, di lavorare
serenamente con la rappresentanza dei territori.
La questione costituzionalità
o meno: sono convinto che questo ci porterà sicuramente ad una fase ancora di
incertezza, in un momento in cui la Calabria ha rapidamente bisogno di sapere
dove va a parare nei prossimi mesi e di definire immediatamente un lavoro, che
la coalizione sia di centro-destra o di centro-sinistra, per garantire un
governo certo, sicuro, senza rischi di incostituzionalità o altro; perché la
Calabria, davvero, è stata lasciata in questo momento in una situazione di tale
drammaticità che non merita un altro periodo di precarietà.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Grillo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, vorrei
fare alcune considerazioni partendo non dai dati tecnici - che bene ha rappresentato
l’assessore Salerno - ma invitando gli stimati colleghi dell’opposizione a non
pensare, quando si parla di legge elettorale, ognuno al proprio orticello.
E’ da mesi che noi stiamo
discutendo della legge elettorale e all’unanimità all’interno della riunione
dei capigruppo è sempre emersa la volontà di voler rappresentare e dare
rappresentanza ai territori più piccoli e nel momento in cui ci siamo mossi per
ridurre il numero dei consiglieri regionali ci siamo accorti che, mantenendo
questo sistema elettorale, ci saremmo trovati nella prossima tornata elettorale
senza rappresentanza nelle province di Crotone e di Vibo Valentia.
Dico questo e voglio
ricordare ai colleghi dell’opposizione che non è una novità quella di oggi,
cioè quella di modificare la legge elettorale; già nel 2010 proprio mentre ci
stavamo accingendo a votare il Consiglio regionale della passata legislatura
modificò la legge elettorale forse tentando di arginare la volata del
centro-destra che l’avrebbe quasi tutti capovolti.
Ricordo benissimo che ci fu
l’abrogazione del listino così come ci fu l’inserimento del consigliere
supplente.
Oggi il nostro problema non è
quello di arginare l’avanzata del Pd o del centro-sinistra ma quella di dare
rappresentanza al territorio di Vibo Valentia o di Crotone che rischia con
questo sistema elettorale di non aver rappresentanza.
Vorrei ricordare al
consigliere Giamborino che la provincia di Vibo Valentia non è una riserva
indiana che dobbiamo tutelare sotto i profili territoriali e mentre Renzi si
accinge a livello nazionale ad eliminare le province, il Senato, a costituire
un sistema elettorale “l’Italicum” che produce l’accorpamento di territori che
nulla hanno a che fare con quello attuale – mi riferisco al territorio di Vibo
Valentia che molto probabilmente si allargherà sulla provincia di Reggio
Calabria – noi andiamo a preoccuparci, invece, che si torni ad un collegio
storico, tradizionale, che ci ha legato per cultura e storia e tradizione da
tempi immemorabili.
Ora il mio problema non è
quello di garantire la mia postazione o quella della mia lista ma di garantire
una rappresentanza a dei territori, quelli di Vibo Valentia e di Crotone, che
nell’eventualità in cui si perda anche la possibilità di avere rappresentanza
provinciale rischiano di non essere rappresentati in Consiglio regionale.
Allora, quale soluzione?
Certo, forse, questa non è la migliore delle soluzioni ma è quella più
opportuna e più immediata, quella che ci consente di avere rappresentanza in
Consiglio regionale.
Voglio ricordare le penalità
che oggi Vibo Valentia e Crotone sono costrette a subire con questo sistema
elettorale.
Noi ci troveremo a differenza
degli altri colleghi delle altre province ad avere solo due candidati
all’interno del nostro collegio e già abbiamo la difficoltà ad avere
rappresentanza all’interno delle liste del mondo femminile, cosa che abbiamo
riscontrato anche nella passata competizione elettorale; questo non ci consente
di poter competere con le altre province che, invece, hanno un numero superiore
di candidati che consente di avere, alla fine, uno scarto superiore e di avere
attribuito un numero di seggi maggiore rispetto alle province di Vibo Valentia
e di Crotone.
Ecco perché io sono d’accordo
che si approvi questo sistema elettorale e che si accorpi la provincia di Vibo
Valentia, così come quella di Crotone, solo per un mero atto politico e non
territoriale – ci tengo a precisarlo - perché ci consente e consente a queste
piccole province di avere rappresentanza in Consiglio regionale.
Siamo, quindi, favorevoli
all’approvazione di questo sistema elettorale. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, per la verità
pensavo che fino all’intervento dell’assessore stessimo discutendo della
pregiudiziale posta dal consigliere Giordano.
(Interruzione)
No, perché c’è una
controversia.
(Interruzione)
Allora nonostante la
pregiudiziale mi consenta di dir qualcosa e poi andiamo avanti.
Credo che, per onore di
correttezza istituzionale, dobbiamo dire che già in novembre, in previsione
della sentenza della Corte costituzionale su 40 o 30 consiglieri regionali, il
presidente Talarico in una Conferenza dei capigruppo aveva predisposto un
cronoprogramma per come arrivare prima di giugno, in aprile, all’approvazione
della nuova legge elettorale regionale.
Confesso che mi ero anche
bendisposto rispetto a quel cronoprogramma e al dibattito che avremmo dovuto
fare. Per onestà, va detto che sulla opzione “discussione in Commissione” era
stata accolta la sua proposta di fare una discussione nell’ambito della
Conferenza dei capigruppo e poi arrivare con un passaggio in Commissione e in
Aula.
Perché dico che mi ero
rallegrato di questo? Perché noi con la legge elettorale abbiamo avuto una
opportunità. Oggi purtroppo, sentendo gli interventi, stiamo discutendo se
farlo su 3 province o una provincia, un solo collegio regionale o cinque
circoscrizioni.
Noi abbiamo avuto una
possibilità da questa Regione di dare un segnale alla politica ma non alla
politica regionale, di dare un segnale alla politica del Paese.
(Interruzione)
Colleghi, incomincio a
parlare in albanese!
Il ragionamento qual è? E’
che noi siamo passati in pochi mesi al fallimento totale rispetto anche ai voti
che ha avuto Grillo, europee e parlamentari, alla fine del cosiddetto sistema
bipolare che da 20 anni viene perseguito da tutti come il toccasana della
democrazia in Italia.
Grillo ci aveva detto che il
sistema bipolare non esiste. Gli italiani vogliono un terzo, un quarto e un
quinto polo. Se sono costretti a votare in un ambito bipolare, come stanno
facendo il 50 per cento dei cittadini, vanno a casa, non votano, rifiutano il
voto.
Dopo il voto di febbraio è
arrivata la sentenza della Corte costituzionale che ha detto che il “Porcellum”
è una legge inutile, antidemocratica, che non rispetta la Costituzione, è una
legge da eliminare e ci ha indotto a sperare in un sistema elettorale che
avesse due condizioni: la proporzionalità e l’eleggibilità degli eletti sulla
base delle scelte dei territori, preferenze o forme diverse legate al
territorio.
Nel frattempo in Italia è
avvenuta una cosa che era partita già con i provvedimenti Monti, con la spending
review che riduceva non solo i costi ed il numero dei consiglieri regionali
ma che avviava una stagione collaterale di attacco al Consiglio regionale.
Poi si sono aperte le
innumerevoli inchieste sulle “spese facili” dei consiglieri regionali. In quasi
tutte le Regioni – eccettuate una o due per miracolo – noi abbiamo registrato
non solo le inchieste della magistratura ordinaria sulle “spese facili” dei
consiglieri regionali e dei gruppi regionali ma adesso, sulla spinta della spending
review, la Corte dei Conti si sta talmente attrezzando a controllare i
Consigli regionali che fra poco chiederemo ai magistrati della Corte dei Conti
di venire a governare in Calabria in Consiglio regionale.
La mia speranza qual era? Era
che di fronte a circa 9-10 elezioni interrotte dei Consigli regionali d’Italia
- Piemonte, Lombardia, Lazio, Sicilia, Molise, Abruzzo e anche la Calabria –
noi avessimo avuto la forza di dare un segnale di ricambio e di una inversione
di tendenza.
Più volte nella Commissione,
in Ufficio di Presidenza abbiamo discusso della politica generale, più volte
abbiamo detto che era forse il momento di ripensare all’elezione diretta del
Presidente perché non è giusto che accada quel che sta accadendo oggi dove non
solo un Consiglio regionale per il dispositivo che è stato attuato nel 2001 con
la riforma del Titolo V va a casa ma che, per un periodo incerto, i cittadini,
le imprese ed i servizi di quella Regione sono allo sbando, come sono allo
sbando in Calabria.
Il vero problema che noi
abbiamo in questo momento è che non c’è certezza di nulla e tutti sono contro
la politica.
Il tema della discussione di
questo ragionamento di ricambio della legge elettorale doveva pensare, mi
auguravo nella mia ingenuità di arbereshe, di parlante un’altra lingua e di
sognatore di un altro mondo, che tutto il pregresso ci facesse ragionare sulla innovazione
della legge elettorale.
(Il consigliere Guagliardi continua parte del suo
intervento in lingua arbereshe)
Non c’è risposta, non c’è
voglia.
Va bene, io continuo perché
vorrei che almeno questo mio pensiero rimanesse agli atti.
Ho presentato, per esempio,
due o tre emendamenti che so che mi saranno bocciati da tutti, da qua e da la.
Ma li ho presentati.
Mi sono posto il problema di
dare un segnale ai calabresi che questo gruppo di persone che viene qui decide
di dire “guardate, noi possiamo stare anche fuori dai giochi” perché
nell’opinione generale della gente c’è il convincimento che chi viene qui è
talmente radicato a questo posto che non lo molla per nulla.
Noi avremmo dovuto tentare,
quindi, di fare un ragionamento che dicesse “guardate che noi siamo per il bene
della Calabria non per il bene di noi stessi”. Noi, dopo, come in tutte le
civiltà a carattere presidenzialista, a carattere maggioritario, accettiamo la
logica di star fuori dalle istituzioni per almeno una tornata e diamo un
segnale ai cittadini calabresi a ricredere nella politica e a pensare che la
politica non è tutto fare, che non è tutto mani in pasta, che è un fatto
positivo alla politica.
Noi abbiamo bisogno di dire
alla gente che la politica è un fatto positivo e avremmo potuto farlo questo.
Quando sento che per Vibo
Valentia e Crotone ci saranno due candidati, certo che mi pongo il problema. Io
sono perché venga rispettata la legge costituzionale, che la legge elettorale
preveda i collegi coincidenti con le 5 province.
Ma c’è anche il problema
della questione di genere. Come fanno in una realtà per esempio, a due
candidati, votare due uomini e una donna o due donne e un uomo? Sarebbe una
cosa… però me lo sono posto il problema.
Invece noi siamo arrivati
qui, siamo arrivati ad una conferenza stampa di qualche giorno fa e ci siamo
detti che si va in Consiglio regionale senza passare preliminarmente dalla
Commissione competente. La maggioranza che è frammentata – si diceva nella
Conferenza dei capigruppo – non ha ancora scelto il modello, si riunirà e vi
proporrà un modello. Ma non era logico che venissero qui tre proposte anche
perché è circolata qualche proposta un po’ allucinante come quella che voleva
dare il voto solo a cittadini residenti in Calabria ma non nati in Calabria.
Credo che noi abbiamo perso
questa occasione. Oggi voteremo e faremo la discussione, faremo ostruzionismo,
diremo le cose che dobbiamo fare e poi voteremo una legge sicuramente a
maggioranza e non pienamente condivisa dal Consiglio.
Anche qui, il fatto che sia
approvata solo da una componente è cosa legittima e democratica ma non
politicamente eccezionale.
Si voterà questo e tutta la
Calabria continuerà a dire che questo è un luogo stranissimo, in cui non si
pensa all’interesse collettivo ma all’interesse di noi altri.
Ecco, per questo ancora
un’ennesima richiesta: accogliamo la pregiudiziale del consigliere Giordano.
Non è normale che il Servizio
legislativo dell’Istituto in cui si legifera si esprima con una documentazione
contraria alla legge che dovremo approvare. E’ come se noi ci scegliamo i
nostri tecnici, a cui dobbiamo dare rispetto e autonomia, e dopo di che se ci
vanno bene li riconosciamo, se non ci vanno bene diciamo che non possono dare e
non possono rilasciare pareri. Il che non è molto corretto viste le funzioni di
un eletto consigliere regionale.
Vedo il collega Bruni che è
spazientito. Ho finito il mio tempo e credo sul serio che non vogliamo fare
guerre contrapposte maggioranza e minoranza ma almeno per quanto mi riguarda,
vorrei cercare che tutti, oggi, dessimo un segnale positivo ai calabresi i
quali per le cose che sono successe, per la stessa dinamica delle dimissioni
del Presidente sono confusi e non sanno cosa succederà.
Quando fra qualche mese
salteranno le mensilità arretrate ai lavoratori in mobilità, ai forestali, ai
lavoratori socialmente utili ne usciremo tutti quanti male. Governare la
Calabria con 26-30 consiglieri regionali instaura comunque un programma di
democrazia.
Scegliamo qualsiasi livello
di circoscrizione a 3, 1 o 5 i territori non avranno rappresentanza, non
avranno rappresentanza i gruppi sociali e non ci sarà neanche diversità
culturale e dibattito.
I soliti noti torneranno qui,
molti di noi non torneranno qui ma ci sarà sempre un’esigua minoranza che farà
la politica e un 99 per cento circa che se ne starà fuori a guardare e a
criticarci facilmente perché questo è l’andamento del ragionamento che si fa in
questa settimana.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Tallini. Ne ha facoltà.
Solo per dire e per far
rimanere alla storia di questo Consiglio le posizioni, visto che ormai stanno
intervenendo tutti.
Inviterei il Consiglio ad una
riflessione molto pacata e la riflessione è quella che come Consiglio regionale
abbiamo davanti l’occasione di scrivere una bella pagina a favore della nostra
Regione.
La nostra Regione
dall’istituzione del regionalismo, dal 1970 ad oggi, si è contraddistinta per i
vari campanili e si è ulteriormente indebolita proprio con l’avvenuta
tripartizione della vecchia provincia di Catanzaro. Tripartizione che non ha
toccato le altre due province e gli altri territori ma che, invece, ha
indebolito una fascia strategica della Calabria che era quella fascia che poteva
sicuramente garantire un equilibrio di sviluppo sicuramente migliore di quanto
oggi non sia avvenuto.
La chiara dimostrazione
l’abbiamo con i fatti che oggi noi registriamo.
Non credo, consigliere Adamo,
che noi stiamo facendo un golpe. I tempi con cui oggi votiamo questa legge di
riforma elettorale sono i tempi necessari, visto che noi non avevamo previsto
che ci sarebbe stata una condanna del presidente Scopelliti, visto che noi non
avevamo previsto che il presidente Scopelliti non solo avesse quella condanna
ma rassegnasse le dimissioni. Se lei pensa che tutto fosse stato programmato
allora dobbiamo dire che c’è una mente diabolica che è in grado di programmare
le condanne, di sapere in anticipo che il presidente Scopelliti si sarebbe
dimesso.
Invece dobbiamo dire la
verità. Il tempo giusto con cui stiamo discutendo questa legge è quella che ci
siamo dati come Consiglio regionale perché l’opposizione non era in un altro
Consiglio regionale quando questo Consiglio ha tentato a tutti i costi con i
numeri di evitare che si passasse da 50 a 30 consiglieri cercando di garantire
alla Calabria una equa rappresentanza, quella di raggiungere l’obiettivo dei 40
consiglieri regionali.
Come si sarebbe potuta fare
una legge elettorale se prima noi non avevamo la certezza del numero dei
componenti che avrebbe dovuto costituire il Consiglio regionale della Calabria?
Certamente con 40 consiglieri regionali nessuno si sarebbe sognato di fare una
legge elettorale come quella che oggi stiamo proponendo.
Allora non esiste nessun
golpe! Come se la riforma della legge elettorale costringesse gli elettori di
alcuni territori a votare per una forza politica invece che per un’altra.
Anzi, mi meraviglio come una
parte importante della rappresentanza del centro-sinistra che gravita nella
provincia di Catanzaro in questo momento, di Crotone e di Vibo Valentia, si
presti col proprio silenzio addirittura per cercare di fare l’ostruzionismo
affinché questa legge passi.
Aggiungo un’altra cosa. Lo
stesso Nicola Adamo nel suo intervento ricordava che Crotone e Vibo Valentia
nella vecchia costituzione della vecchia provincia di Catanzaro, poi tripartita
in tre territori, avevano una classe politica di tutto rispetto.
Quindi, quando si vuol dire
che una legge elettorale che riguarda quel territorio impedirà, di fatto, la
rappresentanza di quei territori si dice una grande bugia che è smentita dalla
storia stessa.
Ma se oggi, amici miei,
vogliamo proprio dare ascolto anche al parere che è piovuto in
quest’Aula…perché, se mi avessero dato il tempo, anche io avrei potuto fare
avere 10 pareri di 10 giuristi magari sicuramente più accreditati di quelli che
di solito lavorano, con tutto il rispetto, nel Consiglio regionale, ma
sicuramente avrebbero detto cose diverse.
Leggo che il motivo per cui
si rende incostituzionale questa legge è che non garantirebbe la
rappresentatività di quei territori.
Allora vorrei domandare a chi
ha redatto questo parere se c’è un sistema attraverso cui con certezza assoluta
l’attuale legge elettorale garantisce la rappresentatività in quei territori.
Non esiste! Anzi se noi
dovessimo essere sinceri, esiste una probabilità alta che l’attuale legge, se
dovesse essere mantenuta, con molta probabilità non darà l’opportunità di
elezione perché voi sapete che le liste saranno composte da due candidati;
sapete che la mancanza di candidati potrà far venire meno o intanto far
moltiplicare le liste elettorali per dare più opportunità a più candidati di
cimentarsi nella competizione elettorale. Sicuramente questo frammenterà ulteriormente
il Gotha e allontanerà sempre di più l’ipotesi e la possibilità che questi
territori possano essere rappresentati.
Altra cosa è invece
partecipare ad una gara dove il trofeo c’è ed è certo. Mi meraviglia che
soprattutto una forza politica che in questo momento, praticamente, rappresenta
questi territori, oggi assuma atteggiamenti in quest’Aula su cui domani
potrebbero esser chiamati a responsabilità.
Altroché, cari amici, che
rivendicate le storie delle vostre province. Ormai le province sono abolite,
ormai è solo un caso. Questa legge papocchio è stata modificata ma ormai tutti
parlano di abolizione delle province e nel momento in cui si aboliranno anche i
confini di queste province voi cosa direte ai vostri elettori? Cosa direte,
soprattutto, se sarà proprio il Renzi di oggi che sta propugnando l’abolizione
totale delle province con un decisionismo da far accapponare la pelle?
Poi c’è un’altra cosa,
permettetemi e non dico più niente. Voi sapete che c’è, caro Adamo, allo studio
del Governo Renzi una proposta per elaborare macro Regioni con macro collegi.
Questo significa che voi oggi difendete il territorio di Vibo Valentia e domani
potreste essere chiamati a votare per una Regione di cui fa parte la Calabria,
la Campania, la Puglia e probabilmente voi sarete costretti a votare anche per
candidati di quei territori.
E’ chiaro che è strumentale.
L’ultimissima cosa: pensate per un attimo e ragionate da consiglieri regionali
della Calabria. Sono sicuro che quello squilibrio di natura politica che tanto
danno ha provocato alla storia e allo sviluppo della Calabria potrebbe essere
recuperato. E’ un’occasione storica questa: abbiamo gli amici di Crotone e di
Vibo Valentia che in gran parte la pensano come noi e c’è qualcuno che si
ostina - soprattutto i rappresentanti ovvi della provincia di Cosenza e di
Reggio Calabria – per qualche ipotesi di opportunità in più nella prossima
competizione elettorale.
Mi sembra un calcolo troppo
basso e meschino per non consentire alla Calabria di recuperare una unità
politica nell’area centrale che tanto beneficio potrà portare alla Calabria
proprio quel che dice il parere.
Penso che il parere sia una
cosa importante quando dice che deve essere garantita la rappresentanza in
Consiglio. Proprio per quanto dice il parere del Servizio legislativo, sono
convinto che questa sia la soluzione giusta e solo in questo modo si potrà dare
la rappresentanza almeno sul piano potenziale, poi è chiaro che ci vogliono i
voti e le capacità di attrarre l’elettorato.
Non è che quello di Vibo Valentia
non può votare per quello di Crotone o viceversa. L’elettorato non è stupido, è
in grado anche di sapersi scegliere i propri rappresentanti a prescindere se
siano nati o vissuti o abbiano la residenza a Crotone o a Vibo Valentia o in un
altro comune della provincia di Catanzaro, vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Bova. Ne ha facoltà.
Assessore Tallini, lei mi è
simpatico, ma il titolo del suo intervento non può essere il superamento dei
campanilismi, perché non le crede nessuno.
Cioè, questa legge, per
carità, esternata in un altro posto… Non è una colpa e neanche un merito. Però
mettere in questo intervento tutta la passione che la contraddistingue per dire
questo, mentre qualche anno fa diceva “Catanzaro
cha cha cha, capoluogo e serie A”,
pensando che i tempi ritornino - lo fa sempre. Per quanto mi riguarda, un
intervento carico di simpatia umana, però quando una volta si facevano i
teoremi vi era l’ipotesi e poi la tesi, se l’ipotesi, cioè la premessa, era
errata tutto il resto…
Ora,
ritengo che vada affermata la verità, io presiedo un gruppo - per quanto piccolo
- il gruppo misto, e vorrei sottolineare a lei e a tutti - anche al consigliere
Grillo - che anche io ero presente alla riunione dei Presidenti dei gruppi.
Il presidente
Talarico si è espresso in un modo - se fosse stato per cose meno importanti non
sarebbe stato necessario evidenziarlo – ha detto: erano informati, ma non ha
mai detto che si era d’accordo.
Quello
che vado a dire – chiamo a testimone tutti i gruppi presenti – lo ho già
anticipato nella Conferenza dei capigruppo, partendo dal fatto che, per tutta
una serie di ragioni, la legge - non so
se tutti vi preparate a votare - è chiaramente incostituzionale.
Perché,
caro consigliere Tallini, la Calabria non è una Repubblica e questo non è un Parlamento
ma è una Assemblea regionale. Se avete trovato un metodo perché i treni camminino
sulle autostrade e non sui binari, ci dite qual è? Perché il binario della legge
elettorale è il binario della legge quadro nazionale, di leggi più importanti.
E se, dopodomani o fra 5-10 anni, tutto si abolisce,
allora il ragionamento, giusto o sbagliato che sia, ha un senso, ma diceva un
grande italiano, onorevole Gramsci: “Va bene che la bambina diventerà donna e
se si sposa diventerà pure madre, ma se la prendi a 4 anni la violenti e
l’ammazzi”.
E’ tutta una questione di tempo e di fisiologia delle
cose. A me sembra che dopo un fallimento conclamato – detto senza cattiveria –
che porta per la prima volta la Calabria ad essere “espulsa prima della fine
della partita”, questa volta ci sia stata per questa legge un accanimento che è
figlio di una sorta di sindrome della disperazione o se volete della “sindrome
di Pasquale”.
“La sindrome di Pasquale” va bene a teatro nelle
commedie. Chi è mio coetaneo, l’ha vista recitata dal più grande comico italiano
- a mio parere per lo meno - che era il principe De Curtis, in arte Totò. Vi
ricordate la spalla di Totò, prima lo faceva a teatro e poi l’ha fatto in
televisione, arrivava con la spalla ed ha detto: “sai ho visto uno che ad un
certo punto mi fa: Pasquale” e lui “pum:
due schiaffi” e tu? “Aspetta che il bello deve venire” e lui? “A quel punto
quattro pugni” e tu ? “Aspetta che il bello deve venire” e poi? “Mi prende a
pedate nel sedere” e tu... Dopo che questa cosa la tira avanti, gli fai:
“Fesso! e che sono Pasquale?”.
La legge che state facendo è di questo tipo, quando tu
dici: “ma guarda che è incostituzionale”, embè? Prima che ci arrivi, chissà
quando… Dici: “ma guarda che non puoi decidere quante sono le province, la legge
dice che devi fare le circoscrizioni secondo le province che ci sono”. Altri
ragionamenti non ne faccio.
Lasciamo perdere che il comune senso del pudore dovrebbe
fare introdurre la preferenza di genere.
Anche recentemente una legge europea, in cui la volta
passata erano state introdotte le tre preferenze, ha detto che perlomeno una
deve essere di genere: due donne e un lui o due lui e una lei.
In Calabria come se niente fosse successo. Continuate ad
andare avanti così! È vero che Loiero intervenendo nella riunione della minoranza
ha detto che su queste cose occorre che ci sia libertà di coscienza.
Su che base ci si mette assieme per una ipotesi che non
arriva oltre la curva? Mi interrogo. Cioè, è come se perduti i buoi, sia
necessario per forza cercare le corna.
Non è questione centro-destra o centro-sinistra. Mi
rifiuto di pensare che 27-28 persone della maggioranza, non so in base a quale
tipo di chiamata, arrivino ad unirsi e mettersi assieme su questo. Perché
vedete, c’è un punto su cui voi siete distratti: ognuno parla e si sente
vittima di chissà quali prepotenze e soprusi, ma rispetto ad una cosa di questo
tipo ve la chiamate e chiamate a rispondere ed a pagare anche quelli che non
c’entrano nulla.
Non solo. Ritengo che nel momento in cui verrà
presentato un ricorso il rischio è che mezza Italia, se non tre quarti, rida di
questa legge. Poi, altri più cinici diranno: vedete, i calabresi non possono
decidere da soli, debbono stare sotto un tallone, perché non sono in grado di
essere oggettivi nemmeno sulla legge elettorale che riguarda tutti.
Chi vi dà questo potere? A poche ore dalla conclusione
della legislatura cosa vi spinge ad andare in questa direzione? Non lo capisco
e mi rifiuto di crederci, perché non so persone di buon senso, persone che io
conosco da tempo, che hanno diritto di avere opinioni, vivaddio – ho molto
rispetto di tutti – diversissime dalle mie, cosa le porta ad insistere su
questo?
Vedete, lo stesso italiano di cui vi parlavo ha avuto
rispetto a situazioni di crisi – allora erano nazionali – un’espressione molto
felice: ci sono situazioni in cui il morto tira il vivo. Voi agite come se
aveste un morto in casa che vi tira tutti dietro, quasi come se per rimanere
così bisognasse essere trascinati non so dove.
Come è possibile? Come è possibile che non ci sia un
momento? Mica ci si offende! Cosa vi porta? Come è possibile che a quest’ora,
in questa fase, dopo che è avvenuto tutto questo, insistete con questa legge?
O, con questa linea, pensate che qualcuno che magari è espressione di un
partito che in altri tempi aveva una certa percentuale, ora si metta assieme ad
un altro per avere il 4 per cento e rubare qualche consigliere?
Ma è possibile fare una legge per questo? Come la
motiverete in giro? Non pensate che fate debiti che non siete in grado di
onorare. Ma siccome non voglio andar dietro ai ragionamenti, insisto su un
punto: noi abbiamo piena responsabilità e piena libertà anche nel fare le
leggi, ma quando ci sono le leggi quadro nazionali e addirittura la Costituzione
della Repubblica, non abbiamo il diritto di far finta che non ci sia e che non
ci siano alcune regole.
Come è possibile che il Presidente del Consiglio stia in
silenzio o addirittura sia complice di una operazione di questo tipo? Come è
possibile che i Presidenti di gruppi che hanno avuto grandi responsabilità
facciano finta di non vedere e di non sentire?
Cosa è che vi sta accecando? Se non una disperazione che
è ferma ad un passato che non torna più, rispetto ad un futuro che
contribuirete a rendere ancora più pesante, non solo per voi ma per tutti a
causa di quello che ricade con le leggi, unito alla confusione ed al discredito
per la nostra comunità.
Io sentivo il dovere di parlare, per carità, sono semplicemente
uno e uno rimango, ma non riesco a capire questo accanimento, questa ossessione
di far finta che tutto possa procedere e che noi siamo in un’isola deserta in
cui ci è consentito tutto e il contrario di tutto.
Siccome non abbiamo ancora votato, credo che chiunque
nella maggioranza abbia dei legittimi e profondi dubbi non può non riflettere,
non solo per aiutare sé stesso e la propria coscienza, ma per evitare un
errore, dopo tanti, a questa maggioranza che purtroppo è partita per suonare e
i fatti ci dicono che, alla fine, è rimasta suonata, fino al punto di arrivare
ad atti di disperazione di questo tipo. Ho terminato.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Bruni. Ne ha facoltà.
Devo dire che ho seguito con grande attenzione ed
interesse il dibattito, anche perché appartengo ad un territorio come quello
della provincia di Vibo Valentia e di Crotone di dimensioni, sia geografiche
che di popolazione, molto ridotte rispetto alle grandi province di Cosenza, Catanzaro
e Reggio Calabria.
Devo dire la verità, siccome sono un sostenitore della
modifica e dei tre collegi, speravo di trovare e di individuare nel dibattito
qualcosa che mi potesse convincere che sono fuoristrada, che sto sbagliando,
che non è così, che è preferibile lasciare le cose come stanno.
Dico subito che non sono venute fuori novità, rispetto a
tutto quello che ci siamo detti nei vari incontri anche nella Conferenza dei
capigruppo e devo dire che effettivamente non vedo motivazioni né tecniche né
giuridiche.
Credo che ci siano le motivazioni solo di appartenenza e
di supremazie territoriali. Lo dico con la massima franchezza, perché quando si
parla di legge elettorale…
Sono emerse due posizioni dal dibattito: c’è una
pregiudiziale che dice che non dobbiamo toccare la legge elettorale, poi però
si dice pure che i tre collegi non possono essere fatti perché la legge lo
vieta.
Se noi non parlassimo di collegi elettorali, la
pregiudiziale cade. Perché la legge elettorale non possiamo lasciarla così
com’è, perché si parla di 50 consiglieri e dobbiamo ridurli a 30.
Si parla di 40 consiglieri nella prima fase e invece
bisogna eleggerne 24, si parla di 9 seggi assegnati con il maggioritario che
qui diventano sei. Quindi di legge elettorale non possiamo non parlarne.
E’ inutile ricorrere, spesso e volentieri, all’ombrello
del parere giuridico, perché questi pareri li utilizziamo quando li riteniamo
utili alla nostra causa e non li accettiamo quando riguardano fatti che
potrebbero dar torto ad alcuni.
Prescindo dai problemi di costituzionalità, anche perché
la nuova proposta dice espressamente che tutte le province sono rappresentate.
Cioè, nel collegio di centro, in quello di Catanzaro c’è
la rappresentanza della provincia di Vibo Valentia e della provincia di Crotone.
La legge non dice che bisogna rispettare i confini territoriali di Vibo
Valentia e di Crotone, per cui, essendo rappresentati, credo che non si vada
incontro alla incostituzionalità. Ma io non entro nel merito e prescindo da
questo, così come prescindo – mi dispiace doverlo sottolineare – dal fatto che
siamo alla vigilia delle elezioni ed in corso d’opera vogliamo cambiare le
regole.
Consentitemi di dire che da 20 anni si cambiano le
regole in questa Regione in corso d’opera. Io non posso non portare in evidenza
che il 31 gennaio 2005 a qualche mese, ad un mese, dalle elezioni è stata
modificata una legge elettorale.
Non posso dimenticare o non citare che a ottobre 2009, a
tre mesi dalle elezioni, è stata fatta una modifica della legge elettorale con
la quale si aumentava il numero degli assessori esterni, si prevedeva,
addirittura, la supplenza dell’assessore e si prevedevano i sottosegretari.
Questo a due mesi dalle elezioni, così come non va
dimenticato che il 5 febbraio 2010, a pochi giorni dalla tornata elettorale, si
è modificata ancora una volta la legge elettorale, abolendo il listino e
prevedendo i posti con un sistema maggioritario.
Se parliamo di tempi, mi sembra che non sia corretto
portare a giustificazione di una mancanza di volontà di modificare una legge elettorale
il fatto che siamo in corso d’opera. Ma qui – ripeto - da 20 anni si sono fatte
le cose in corso d’opera e oggi queste cose non stanno più bene.
Prescindo, però, da queste cose.
Veniamo a fatti concreti, perché ad ogni proposta ci
deve essere una motivazione, deve esser supportata da una motivazione e da una
documentazione probante.
Perché noi diciamo i tre collegi? Perché oggi con la
riduzione a 30 - collega Guagliardi, ti devo dire che non ero spazientito, ti
seguo sempre con grande attenzione e interesse. Stavo discutendo con Gallo di
altri problemi - del numero dei consiglieri, Vibo Valentia e Crotone verrebbero
cancellate dallo scenario politico-istituzionale di questa Regione. Vorrei che
qualcuno mi spiegasse – con questo difendo il mio territorio – come è possibile
competere con una lista di due persone, un maschio e una femmina, parlo di Vibo
Valentia e di Crotone, a fronte di nove candidati nella lista della provincia
di Cosenza, di 7 candidati della provincia di Reggio Calabria, di 4/5 candidati
della provincia di Catanzaro. Senza tener conto che tutto questo è rapportato
al numero degli abitanti e, quindi, al numero dei votanti.
Non c’è alcun dubbio che questi territori verrebbero
spazzati via. Quando poi parliamo di territori già bistrattati per altre cose:
qui sopprimono scuole, giudice di pace, ospedali, i treni non fermano - c’è
tutta una storia - e i comuni sono tutti inferiori ai 5 mila abitanti,
addirittura quasi inferiori a 3 mila e
tutti quasi in dissesto.
Le province, ma, signori miei, se ancora c’è qualcuno
che si illude o che viene a convincermi che esistono le province, dico che
siamo fuori dal mondo.
Le province non sono state cancellate perché non
potevano depennare il nome “provincia”, perché la Costituzione prevede la
provincia di Vibo Valentia e non potevano depennarla con un decreto
ministeriale o con un atto.
Ma di fatto dove sono le province? Hanno solo funzioni
di coordinamento per modo di dire, non esistono organismi elettivi, per cui
alla fine noi saremo - non avendo e non potendo nemmeno concorrere per avere un
posto alla Regione - cancellati definitivamente dallo scenario politico e
istituzionale.
Ma poi io dico: non va bene il collegio? Non vanno bene
i tre collegi? Ma scusate quale proposta è venuta fuori da questo dibattito?
Non vogliamo i tre collegi? Benissimo. Dico lasciamo i 5 collegi, ma cambiamo
sistema elettorale. Perché non applichiamo il metodo D’Hondt che applicano in
diverse Regioni: la Campania, la Lombardia, le Marche, la Toscana, il Veneto.
Perché non modifichiamo il sistema di attribuzione dei
posti? Vedete, forse qualcuno non ha fatto bene i calcoli, io li ho fatti. Io
sono in un territorio e, con questo sistema elettorale, se io nella provincia
di Vibo Valentia prendo 10 mila voti, siccome sono 100 mila votanti, prendo il
10 per cento.
Se nella provincia di Catanzaro, dove ci sono 200 mila
votanti, il candidato di Catanzaro prende 10.500 voti con 100 mila abitanti in
più prende una percentuale del 5,1 e va lui non io alla Regione.
Questo è il calcolo che bisogna fare. Non è che uno
vuole aggregarsi a Catanzaro perché chissà quale motivo. Mi metto alla pari perché
io a Crotone e Catanzaro potrei avere, laddove ci sono 200 mila abitanti, 100
amici che mi portano mille voti e potrei addirittura, se non si vuole cambiare
il sistema elettorale, anche esser primo.
Io dico che dobbiamo ampliare il raggio di azione per
quanto riguarda i collegi, ma poi dico perché non applichiamo il metodo
D’Hondt? Facciamo un collegio unico regionale con le preferenze, ma questo non
emerge nemmeno, perché non lo vogliono nemmeno. Il dato vero è che bisogna
cancellare questi due territori che danno fastidio, perché ,se Vibo Valentia e Crotone
non prendono seggi, indubbiamente questi vanno a Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.
Mi sembra che il discorso sia elementare. Perché non
facciamo i collegi come l’Italicum? Cioè sempre 5 collegi di pari numero di
abitanti e di elettori, così concorriamo tutti. Non che io debba stare per una legge
che non si vuole cambiare, ripeto, per motivi di appartenenza o per supremazia
territoriale, io devo dire ai miei concittadini che non posso nemmeno
concorrere con una legge che io andrei a lasciare ad approvare.
Poniamoci questo problema. Il problema è che il metodo
D’Hondt non si vuole, la correzione dell’attribuzione dei posti in termini
percentuali non si vuole, l’Italicum non si vuole, così come il collegio unico.
Ma insomma in questo Consiglio di cosa dobbiamo parlare quando parliamo di legge
elettorale? Dobbiamo dire che non dobbiamo discutere? E’ questo? Io sono
contrario ed indubbiamente mi sforzerò e farò una battaglia perché prevalgano i
tre collegi.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Ciconte. Ne ha facoltà.
Sarò breve, anche perché, dopo l’appassionato intervento
del consigliere Bruni, credo che effettivamente bisogna soltanto concludere e
dire come la penso su questo aspetto perché siamo stati chiamati in causa anche
noi consiglieri regionali della provincia di Catanzaro e su questo punto
bisogna essere chiari, così come siamo sempre stati quando siamo stati chiamati
a decidere su alcune posizioni in Consiglio e anche al Consiglio comunale e provinciale
di Catanzaro.
In questo momento si tratta di una decisione che
dobbiamo prendere, purtroppo, in maniera frettolosa perché – diciamo la verità
– probabilmente oggi sarà l’ultima seduta di Consiglio regionale in questa legislatura
ed è chiaro che non ci sono state le premesse per poter fare una discussione
più serena sull’ argomento.
Effettivamente penso che non sia possibile non
condividere sotto alcuni aspetti quel che dice il consigliere Bruni che parla
di 3 collegi in questa Regione ma questo lo si sa perché i collegi prima erano
sproporzionati, dobbiamo esser sinceri altrimenti diciamo delle cose non vere.
Al contempo penso, collega Bruni e cari amici della maggioranza,
che qui il problema non sia solo del collegio. Qui dobbiamo parlare del fatto
che volete approvare una legge in fretta e lo capisco per i motivi che abbiamo
detto perché c’è anche il voto disgiunto.
E’ possibile votare un voto disgiunto tra Presidente e
consigliere? Questo è un punto fondamentale secondo me, in questo momento, dove
diciamo che bisogna votare il Presidente della Regione che viene eletto dal
popolo e quindi come facciamo a votare in maniera congiunta, in maniera non
disgiunta il voto del Presidente.
Se un cittadino, per esempio, volesse evitare un
componente di un Consiglio regionale deve votare obbligatoriamente quel Presidente.
Credo che anche questo fosse un problema che dovevamo affrontare e cercare di
risolvere.
Come pure la parità di genere. Sul problema delle donne
dobbiamo anche capire cosa fare e su questo aspetto vedo la legge un po’
debole.
Ecco che, secondo me, su questi problemi nel nostro gruppo
del Partito democratico abbiamo detto
che ognuno di noi decide di votare in maniera autonoma su questi aspetti e, al
contempo, abbiamo deciso all’interno del gruppo di allontanarci dall’Aula, per
cui anche io mi adeguerò a quello che ha detto il Partito democratico e mi
asterrò ma condivido appieno quello dei 3 collegi regionali.
Per una
precisazione ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, intanto volevo
ricordare che ad inizio discussione ho posto la questione pregiudiziale che è
stata condivisa e sottoscritta da altri 12 colleghi.
Le ricordo quindi che deve
mettere ai voti la questione pregiudiziale di procedibilità dell’intero punto 3
perché l’abbiamo anche formalizzata insieme ad altri 12 colleghi prima del
dibattito e chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.
Volevo fare anche qualche
precisazione ai colleghi.
Non torno nel merito, né
tanto meno voglio rifare il dibattito. Ma guardate, colleghi, che le questioni
sul conflitto di costituzionalità e sui conflitti rispetto alle norme
superiori, alla 108 del 1968 in particolare, non riguardano solo le
circoscrizioni ma tutto l’impianto che avete e che è stato proposto con questi
tre disegni di legge sui quali ancora non sappiamo quali dei tre sarà
eventualmente posto in discussione, se deciderete di andare avanti.
Così come qualcuno diceva che
non è un colpo di mano. Come volete definire un provvedimento fatto in questi
termini che ha impedito alla minoranza e a chiunque in quest’Aula di poter
portare un contributo, presentare eventualmente degli emendamenti e ad avere un
testo che non presentasse vizi di costituzionalità?
Ribadisco l’invito, Presidente,
per evitare che la Calabria, oltre al danno subisca anche la beffa di una legge
viziata che, se impugnata, potrebbe pregiudicare il corretto esercizio del
rinnovo del Consiglio regionale, del voto per il rinnovo del Consiglio
regionale.
Se si
andrà avanti per questa strada, è evidente che alcuni proporranno dei ricorsi e
non si potrà tollerare che venga imposta una norma che presenta questi enormi
vizi e queste enormi incongruenze e irregolarità.
Per
cui, nel ribadire, Presidente, che lei dovrebbe essere il garante di quest’Aula,
la voglio invitare – considerato che lei prima ha fatto un cenno sui doveri e
sulle prerogative e su quello che può fare un consigliere regionale – a
leggersi l’articolo 24 dello Statuto sulle prerogative e su come un consigliere
regionale deve esercitare coerentemente e correttamente il proprio compito nei
confronti dei calabresi. Questo riguardo ai pareri.
E’
stata una responsabilità che ho voluto assumere senza venire alla cieca, come
purtroppo sta accadendo a quest’Aula oggi, messa davanti ad un fatto compiuto.
E’ stata impedita una valutazione ed una discussione in Commissione come si
dovrebbe fare, laddove in Commissione con l’ausilio dei tecnici si sarebbero
potute sviscerare le problematiche e le incoerenze che portano
questa norma ad avere vizi enormi di incompatibilità rispetto alla legge e alla
Costituzione.
Per cui, Presidente, la invito nella
sua qualità, attraverso il voto della pregiudiziale che significa espungere e
non trattare il punto 3 o attraverso una sua decisione condivisa dai capigruppo,
a non procedere per evitare che la Calabria subisca il danno e la beffa.
Prima di dare la parola, il
consigliere Giordano e altri consiglieri regionali, a norma dell’articolo 55
del Regolamento interno hanno presentato una questione pregiudiziale sulla
discussione dell’argomento.
E’ possibile far questo - essendo
lei, consigliere Giordano, un consigliere documentato e molto preciso - e
dobbiamo porla ai voti. Pongo in votazione la pregiudiziale posta dal
consigliere Giordano.
Presidente, chiedo la votazione per
appello nominale.
E’ possibile votare per appello
nominale per la questione pregiudiziale? Verifichiamo se è possibile.
(Interruzione)
Stiamo solo facendo controllare se
sia possibile.
(Interruzione)
Il Segretario generale mi dice che è
possibile. Prego, collega Nucera.
Fa la chiama.
Solo trenta secondi, non che voglia
fare il bastian contrario. Noi, cognita
causa e, al di là della condizione di improcedibilità sollevata dal
consigliere Giordano, stiamo votando o voteremo una legge sicuramente incostituzionale;
è inutile prenderci per i fondelli o prenderci in giro.
Dobbiamo ragionare se è il caso di
andare avanti ed affrontare una probabilissima impugnazione della legge, con
tutte le conseguenze che ne derivano; non penso che il Consiglio sia supponente
e arrogante fino a questo punto ma siccome qui c’è un orientamento, ho visto un
pregevole parere redatto dal Servizio legislativo che condivido in toto. Sicuramente la legge è incostituzionale.
Quando arriveremo alla votazione mi
regolerò.
In questo particolare momento anche
sulla pregiudiziale devo essere coerente con me stesso e mi astengo.
Prosegue con la chiama.
Comunico l’esito della votazione
sulla pregiudiziale sulla legge elettorale in base all’articolo 55 del
Regolamento interno: presenti
e votanti 40; hanno risposto sì, 11; hanno risposto no, 28; astenuti 1.
Pertanto dichiaro
respinta la questione pregiudiziale.
(Hanno risposto si i consiglieri: Adamo,
Bova, De Gaetano, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Magarò, Naccari
Carlizzi, Talarico D., Tripodi;
hanno risposto no i consiglieri: Albano,
Bruni, Bulzomì, Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile,
Grillo, Imbalzano, Magno, Minasi, Mirabelli, Morrone, Nicolò, Nucera,
Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini,
Trematerra, Vilasi;
si è astenuto il consigliere Chizzoniti)
(La questione pregiudiziale è respinta)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Morrone. Ne ha facoltà.
Sarò breve, Presidente, intanto un elogio va a lei, nessuno glielo ha fatto e glielo faccio io.
In base alla riunione della Conferenza dei capigruppo,
lei ha presentato tre proposte di legge e questo è un segnale di grande democrazia
perché non ha presentato una proposta bloccata dalla maggioranza – il che
avrebbe strozzato il dibattito per dire che era tutto inutile, perché le cose,
invece, sono state fatte – ma ha
lasciato aperti più sentieri e questa è prova di grande democrazia; la
ringrazio, quindi, per la conduzione e per la correttezza che ha avuto.
Non volevo parlare ma il mio amico, presidente Bova, mi
ha spronato perché ha parlato di sindrome. Io sono ingegnere e non medico ma la
sindrome significa che c’è un malessere, c’è qualcosa che non va e mi deve dire
quale sia.
E poi sottolineo la sua sfrontatezza, e glielo devo
dire. Perché quando uno che è stato Presidente del Consiglio nella precedente legislatura
e il 5-6 febbraio ha presentato una proposta di legge di modifica della legge elettorale,
costringendo il Prefetto di Catanzaro a dire che non poteva tenere le elezioni perché
non era più in tempo, a preparare tutta la documentazione necessaria
incaricando una società privata, con enormi spese per la Regione, come può dire
a noi che abbiamo la sindrome e l’idea della modifica?
La modifica nasce perché le province di Vibo Valentia e
di Crotone rischiavano in concreto di non aver rappresentanza in Consiglio
comunale. La modifica nasce solo per questo e nessun altro motivo.
Chiariamo questo, quindi.
Ha detto bene il collega prima che ci potevano essere
anche altre soluzioni. Mi aspettavo altre proposte diverse da queste ma
comunque tendenti a migliorare o a dare la rappresentatività, ma ho visto solo
critiche.
Delle proposte, le uniche che ho apprezzato, anche se
non le condivido completamente, sono quelle del consigliere Guagliardi che è
coerente al suo ruolo e alla sua cultura istituzionale. Lui è per l’assemblearismo
e contro il leaderismo e ogni suo intervento ha questa matrice.
Non le condivido ma le apprezzo. Voterò contro a scanso
di equivoci.
Si dice che sia incostituzionale ma, chi lo dice? Non mi
pare che abbiamo costituzionalisti. Potrà anche essere, io sono un ingegnere e
non mi occupo di Costituzione. Gli uffici e i tecnici preparati hanno redatto
queste proposte, che condividiamo, e che saranno sottoposte al vaglio del Governo.
Ritengo che la proposta a tre sia la migliore possibile.
Poi un altro aspetto, e lo diceva Tallini poco fa: questa proposta è innovativa
e prelude ad una proposta diversa; forse è l’ultima volta che questa Regione
voterà con queste leggi perché si va verso le macro Regioni e ridurre i collegi
ne rappresenta un primo passo.
Non vi è nessun tipo di fatti; credevo fosse apprezzato
questo sforzo della maggioranza di dare delle proposte aperte, di alta
democrazia, e soprattutto di andare verso una innovazione e non verso un
peggioramento della legge elettorale.
Sul resto, sulla proposta del voto congiunto o disgiunto
ne possiamo anche discutere ma io dico che di tutto si può discutere. Qui siamo
aperti e non vi sono fatti o idee precostituite. Siamo aperti al confronto e
agli apporti che, per la verità, sono stati molto scarsi e molto scadenti. Vi
ringrazio.
Della minoranza intendevo.
La discussione generale sul provvedimento della legge elettorale
si è conclusa.
Come il consigliere Morrone ha anticipato - perché ha
partecipato a tutte le riunioni della Conferenza dei capigruppo - l’idea di
proporre tre progetti di legge è stata una richiesta un po’ da parte di tutti i
capigruppo perché ancora non si era addivenuti ad una chiusura su una legge elettorale.
Penso che oggi abbiamo dato un esempio di alta democrazia
perché con le tre proposte di legge e con l’intervento dei singoli consiglieri
regionali e sulle tre proposte di legge c’è stata la possibilità ognuno di
esprimersi su quale delle tre preferisse.
Dagli interventi che ci sono stati mi sembra che tra le
tre quella che viene preferita è quella che prevede i tre collegi. Ascoltando
gli interventi che ci sono stati tra i consiglieri regionali.
Per quanto mi riguarda ritiro, essendo stato il firmatario,
sia la proposta di legge dei 5 collegi secondo la legge dell’Italicum sia la proposta
di legge del collegio unico regionale con 3 preferenze.
Per quanto mi riguarda pongo ai voti del Consiglio
l’unica legge rimasta prendendo spunto da tutti gli interventi dei colleghi che
ci sono stati che è quella dei tre collegi elettorali, cioè della
circoscrizione nord, della circoscrizione centro e della circoscrizione sud.
Ritiro sia la proposta di legge numero 573/9^ che la proposta
di legge numero 575/9^ e rimane la proposta di legge numero 574/9^ che possiamo
procedere a votare.
All’articolo 1 è stato presentato a mia firma un
emendamento che riguarda la modifica delle circoscrizioni nord, centro e sud.
Quella nord comprende i comuni della provincia di Cosenza, quella di centro
comprende i comuni delle attuali provincie di Crotone, Catanzaro e Vibo
Valentia e quella sud comprende i comuni dell’attuale provincia di Reggio
Calabria.
Sullo stesso emendamento c’è che la circoscrizione
centro dovrà essere composta a pena di inammissibilità delle liste con
residenti della provincia sia di Crotone che di Vibo Valentia.
Questo è l’emendamento protocollo numero 26394, a mia
firma, che recita: “La lettera b) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
"b) dopo il comma 2 è inserito il seguente comma: "2 bis. Il
territorio della regione è ripartito in tre circoscrizioni elettorali così
denominate:
circoscrizione nord;
circoscrizione centro;
circoscrizione sud.";
La lettera c) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
"c) dopo il comma 2 bis è inserito il seguente comma: "2 ter. Le
circoscrizioni elettorali di cui al comma 2 bis sono così composte:
la circoscrizione nord comprende i Comuni dell'attuale
Provincia di Cosenza;
la circoscrizione centro comprende i Comuni delle attuali
Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia;
la circoscrizione sud comprende i Comuni dell'attuale
Provincia di Reggio
Calabria.
Dopo la lettera c) del comma 1 è inserita la seguente
lettera: "cbis) dopo il comma 2 ter è inserito il seguente comma: "2
quater. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni è effettuata dividendo il
numero degli abitanti della regione per il numero dei seggi della quota
circoscrizionale di cui all'articolo 2 comma 1 lettera a), e assegnando i seggi
in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione sulla base dei quozienti
interi e dei più alti resti. Per la circoscrizione elettorale di cui alla
lettera b) del comma 2 bis, le liste sono composte, a pena di inammissibilità,
in modo che ci sia almeno un candidato residente per ciascuna delle province
corrispondenti.";
Pongo in votazione l’emendamento con coordinamento formale
perché la parte che riguarda i seggi delle circoscrizioni va rivista.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 1 è stato presentato emendamento
protocollo numero 26393 a firma del consigliere Guagliardi che così recita: “Il
comma 1, dell' articolo 1 è così modificato:
a) Sono eleggibili a Presidente della Giunta e
Consigliere regionale i cittadini, dell'uno e dell'altro sesso, iscritti nelle
liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica, che abbiano compiuto
il ventunesimo anno di età entro il primo giorno della elezioni.
b) Non è immediatamente rieleggibile a Presidente della
Giunta chi ha ricoperto per due mandati consecutivi tale carica.
c) Non è immediatamente rieleggibile a Consigliere
regionale chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la tale carica.
d) Non può essere immediatamente nominato alla carica di
Assessore regionale chi ha ricoperto per due legislature consecutive tale carica.”
Ha chiesto di parlare il consigliere
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, già il fatto di mettere
le pregiudiziali sulla lista dei candidati mi sembra quella forzatura
costituzionale che temevamo ed è passata.
Anche dopo l’intervento di distanza
assunto dal Presidente della Commissione di Vigilanza pensavo che qualcuno
avrebbe ripensato ad approvare questa legge ma comunque si vuole così.
Io sono un proporzionalista e vorrei
eleggere sempre il Presidente in Consiglio regionale così difficilmente su tre
elezioni probabilmente Catanzaro ne avrebbe preso due. Perché la centralità
della provincia di Catanzaro mi pare che sia stata molto presente negli ultimi
15 anni con due Presidenti su tre. Ma non è questo il problema, sono un
proporzionalista.
Prevedendo che l’idea dell’elezione assembleare
del Presidente della Regione non fosse passata ho dovuto cercare di calmierare
anche i miei interventi e tentare di modificarne l’orientamento perché se non
si può ottenere una cosa cerchiamo di ottenere l’altra, collega Fedele.
Il mio emendamento è di quattro
punti. Ora forse in termini anche eccessivi ma penso che sia importante che
venga scritto perché è circolato un testo nelle scorse settimane che era molto
pericoloso. Un testo dove era scritto che ciascuna lista regionale deve essere
composta a pena di inammissibilità da candidati Presidenti nelle province
calabresi.
Il che significa che probabilmente
noi la Costituzione la prendiamo per carta straccia e non ci rendiamo conto di
quello che è. Io ho messo alla lettera a) che sono eleggibili a Presidenti
della Giunta regionale i consiglieri regionali cittadini dell’uno e dell’altro
sesso iscritti nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica
che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età entro il primo giorno delle
elezioni.
E’ una forzatura linguistica e di
testo ma è meglio precisare le cose visto che ogni tanto saltano e ci si
dimentica.
Gli altri tre provvedimenti, Presidente,
e qui un po’ di attenzione i suoi colleghi se la danno è importante anche perché
nella mia introduzione del dibattito
generale io parlavo della crisi della politica che ormai ci ha messo in
ginocchio e di cui siamo vittime. Ma 20 anni fa ci fu un’altra grande crisi
della politica quando questa fu sconfitta da Tangentopoli, da un referendum ed
iniziò un iter penoso di trasformazione delle leggi elettorali e del sistema di
governo in Italia dal proporzionale, quindi dalle rappresentanze assembleari e
rappresentative al maggioritario ad elezione diretta.
La prima legge che ci ha
condizionato in questo è stata la legge 81/1993 che ha introdotto in Italia
l’elezione diretta del Presidente della provincia e dei sindaci.
Quella legge introdusse due
elementi: elezione diretta ed un istituto su cui ci stiamo confrontando che è
quello dello simul stabunt, simul cadent.
Abbiamo
cinque minuti, poiché abbiamo anche altri emendamenti.
E’ un
unico emendamento.
Ma sta
già parlando da sei minuti. Visto che abbiamo altri punti tra cui le dimissioni
del Presidente della Giunta.
Il problema è questo il legislatore
dell’epoca ha introdotto l’elezione diretta del Presidente della Provincia e
del sindaco ma ha previsto un dispositivo che dopo due legislature il Presidente
interrompesse la sua attività si diceva per avvicinarci alle democrazie
occidentali a sistema maggioritario e si diceva anche per non dare
l’impressione che questi sindaci potessero accaparrarsi del potere. C’erano
persone che da 30 anni avevano fatto il sindaco prima di allora.
Avvenne così questa modifica che
tutto sommato ha funzionato.
Allora noi che abbiamo in Consiglio regionale il
principio del simul stabunt aut simul cadent cioè quando cade il sindaco, il Presidente della provincia e adesso
anche il Presidente della Regione cade il Consiglio ho pensato perché non
applichiamo anche il principio del doppio mandato nella nostra legge regionale?
I tre punti successivi del
mio emendamento si orientano in questa direzione, c’è un sussulto di cui
parlavo prima di questo Consiglio regionale che dice “dopo il secondo mandato
non può essere rieletto un consigliere regionale, un assessore regionale o un Presidente
della Regione, è nominato un assessore regionale… non possono più tornare in
Aula se non con una interruzione nel terzo mandato.
Chiedo che venga applicato
questo dispositivo che riconosce il sistema presidenzialista e maggioritario ma
inneschi il principio della interruzione dalla carica per un motivo di democrazia
occidentale, americaneggiante, di non rapporto, di occupazione del potere per
come l’avevano detto i legislatori dell’epoca leggendo gli atti parlamentari.
Vi invito colleghi
consiglieri a dare questo segnale alla Calabria, così che tutte le
preoccupazioni che ci sono verranno un po’ attutite perché la gente può dire
anche in funzione della difficoltà di partecipazione della politica con due
terzi del Consiglio regionale in meno che la gente possa pensare che noi
abbiamo la volontà di non esser così avvinghiati a questo luogo ma di essere abbastanza
democratici e permettere la concorrenza di tutti alle scadenze naturali e di
ambire alla carica di consigliere regionale, di Presidente e di essere nominato
anche assessore.
Ovviamente, Presidente,
ritengo questo un emendamento importante sul quale chiedo la votazione…
(Interruzione)
Quando si faranno le campagne
elettorali e la gente ci dirà le cose…
Collega Guagliardi, non si
vuole trattare l’ultimo punto? Sono le 19,30 dobbiamo procedere con una serie
di approvazioni di legge che sono inserite.
(Interruzione)
Se lei lo chiede non posso
dirle di no ma se può soprassedere magari il buon senso consiglia a tutti noi
di procedere… so che lei ha un carattere moderato anche se appartiene a sinistra.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 26693 a firma del consigliere Guagliardi.
(E’ respinto a maggioranza)
Sempre all’articolo 1 è stato
proposto emendamento protocollo numero 26393/2 a firma del consigliere
Guagliardi che così recita: “Il comma 3, dell' articolo 1 è così modificato: 3.
Non sono ammesse al riparto dei seggi:
a) le coalizione o liste
regionali che non abbiano ottenuto il 5 per cento dei voti validi.
b) le liste regionali che non
abbiano ottenuto il 2 per cento dei voti validi facenti parte di una
coalizione che ha superato il 5 per cento dei voti validi.”
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Poco fa ho molto apprezzato
anche per i contenuti l’intervento del collega Bruni che ha evidenziato una
difficoltà della partecipazione della politica e sono sempre convinto che
questo sistema presidenziale non tiene molto in peso questo luogo.
Noi che siamo da tre
legislature qui dentro sappiamo quanto poco conta questo luogo rispetto alle
politiche di governo.
Sono molto preoccupato per la
partecipazione dei cittadini al voto e sono anche preoccupato per la formazione
delle coalizioni stando questo calo della rappresentanza.
Cosenza che in qualunque caso
avrebbe avuto sempre 9 consiglieri regionali sicuramente è una provincia con
grandissime difficoltà a far quadrare le formazioni delle liste e se ne
accorgeranno anche le provincie di Catanzaro e così via.
Ora, poiché c’è il sistema
bipolare, produce un fenomeno del tutto particolare che quello dell’astensionismo
e della non partecipazione. E siccome il sistema presidenziale è forte e non ha
bisogno di tutele o sbarramenti l’ipotesi di cui mi faccio carico è di
garantire una partecipazione ai cittadini, ai partiti, che non sia vincolata
dalla soglia di sbarramento nelle elezioni.
Cioè noi facciamo un torto
alla democrazia partecipativa e la attacchiamo nel momento in cui sosteniamo
gli sbarramenti sia quello di lista semplice che quelli di coalizione.
Tenente presente e lo dico
qui perché l’ho detto in Conferenza dei capigruppo, innalzare al 15 per cento
la soglia di sbarramento per la paura del Movimento 5 Stelle o di Grillo è un
grave errore che pagheremo tutti. Perché tutte quelle formazioni minori che non
si identificano in questa o in quella coalizione ma che sono contro entrambe le
coalizioni molto probabilmente non solo faranno superare al terzo incomodo la
quota del 15 per cento prevista, ma faranno se non sicuramente farlo vincere perché
le coalizioni storiche hanno bisogno di partecipazione, di più liste e
militanti, di più gente che scende in campo.
Se volete fare questo errore
tenendo forte lo sbarramento al 4 per cento per le liste minori e quelle di
coalizione in qualche modo credo che ci assumiamo la responsabilità di creare
la vittoria di quel terzo polo che sicuramente non sta qui dentro in questo
momento.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Talarico. Ne ha facoltà. Per dichiarazione di
voto sull’emendamento.
Presidente, il mio è un
intervento a favore della proposta Guagliardi perché ritengo che non sia questo
il metodo e la strada giusta per contrastare una eventuale affermazione di
Grillo.
Preferirei da destra e da sinistra
che si affrontassero le questioni politiche, che si prosciugasse il brodo entro
cui Grillo anche alle nostre latitudini sguazza.
Ha ragione il consigliere
Guagliardi. Portare la soglia di sbarramento al 15 per cento significa limitare
la partecipazione e infliggere un gravissimo colpo alla rappresentanza in
questa Regione.
Vorrei invitare il
consigliere Morrone - che i conti li sa fare - che il 12 per cento corrisponde
a circa 120 mila elettori e il 5 per cento – la vecchia soglia di sbarramento a
questo punto – significa che 50 mila elettori che pure potrebbero trovare cittadinanza
dentro questo Consiglio.
(Interruzione)
5 per quanto riguarda il Presidente
e 4 per quanto riguarda i partiti.
Dicevo che 50 mila elettori
rappresenterebbero un’area territoriale vastissima. Un interesse diffuso,
tematico, settoriale di tipo generale e non particolare.
Qui non stiamo a riproporvi
una contrapposizione municipalistica o una versione localistica della
rappresentanza ma credo che 50 mila persone meritano di avere una rappresentanza
nella massima Assemblea elettiva calabrese.
Ora elevare la soglia al 12 per
cento potrebbe avere un effetto devastante dal punto di vista della
partecipazione ma anche della mortificazione di interessi che possono essere
del mondo del lavoro, dell’associazionismo, di particolari interessi
territoriali di minoranze linguistiche o altro che di per sé hanno bisogno pure
di una rappresentanza caratterizzata e caratterizzante.
Spingerebbero soprattutto il
già precario e cagionevole sistema democratico regionale, una bipolarizzazione
che non corrisponde alla realtà.
Oggi abbiamo Renzi e Berlusconi
morente politicamente ma da qui a qualche settimana il quadro e lo schema
potrebbero essere molto diversi. E’ difficile mettere le brache ad una
rappresentanza che invece è plurale e diversificata, che non può essere
contenuta nello schema che voi avete predisposto.
Vi inviterei a riflettere su
questa cosa.
Non è solo il gusto di far
polemica o di contrapporsi alla proposta della Giunta ma penso sia un problema
molto serio che finisce col mortificare anche nella fase della predisposizione
delle liste, della formazione dei programmi. Tenere fuori punti di vista magari
i più deboli dal punto di vista elettorale ma importanti e grandi dal punto di
vista della sostanza, del valore e dei contenuti è un grave errore e le regole
– lo dico a Morrone sapendo di dirlo a tutta la maggioranza – non si scrivono
facendo riferimento ad un determinato e circoscritto periodo storico elettorale.
Le regole devono valere per
un decennio, per un ventennio e devono guardare avanti.
Quando si gioca una partita
le linee sul campo le facciamo insieme, fissiamo le porte e giochiamo su quel
campo, poi ognuno indosserà la maglietta che vuole.
Vi invito, allora, a guardare
un po’ più in la da qui da qualche mese o a qualche anno quando varranno le
regole che ci stiamo dando oggi e il quadro politico e sociale e culturale di
questa Regione potrebbe essere molto diverso.
Ecco allora che chiudere
questi spazi a mio avviso è un errore ed ha fatto bene l’amico Guagliardi ad
avanzare questa proposta di modifica della legge elettorale che voi avete
proposto.
Da parte mia un invito a
rifletterci ulteriormente e ad abbassare l’asticella che va abbassata sul piano
della politica e dei contenuti. Grillo a mio avviso riceve maggiore impulso da
questo tentativo di tenerlo fuori dalle Assemblee elettive.
Dobbiamo riformare altre
cose. Dobbiamo rivedere lo stile, la qualità della rappresentanza e della proposta
politica e non combattere una presenza solo con le leggi elettorali che
potrebbero rivelarsi addirittura vantaggiose per coloro i quali voi intendete
combattere. Grazie.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 26393/2 a firma del consigliere Guagliardi.
(E’ respinto)
E’ stato presentato
emendamento protocollo numero 26603 a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo,
Bruni, Serra, Morrone che così recita: “Dopo l’articolo 1 della proposta di
legge numero 574/9^ è inserito il seguente articolo <1 bis -(Integrazioni
alla l.r. 1/2005)
1. Dopo l'articolo 1 della
legge regionale 1/2005 è inserito il seguente articolo:
1 bis (Indizione delle
elezioni) 1. Le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Giunta
regionale, sentito il Presidente del Consiglio regionale e d'intesa con il
Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro. In caso di impedimento
permanente o di morte del Presidente della Giunta e negli altri casi previsti
dallo Statuto le elezioni sono indette dal Vicepresidente della Giunta con le
stesse modalità.".
Prego, collega Chiappetta.
Si illustra da sé.
Pongo in votazione l’emendamento con l’astensione del consigliere Talarico e il voto contrario del consigliere Guagliardi.
(E’ approvato)
Si passa all’emendamento protocollo
numero 26393/1 a firma del consigliere Guagliardi che così recita: “La lettera "b" del comma 1
dell'articolo 2 della Legge Regionale 7 febbraio 2005, n. 1: "Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del
Consiglio Regionale" è abrogata.
Presidente, questo emendamento
letto così nessuno fa mente locale per capirlo e parlo per i non addetti ai
lavori.
Questa è l’ultima occasione
per rilanciare i rapporti Consiglio-governo della Regione in termini funzionali
allo spirito del presidenzialismo.
Vedete quando hanno inventato
il simul stabunt simul cadent hanno impedito che ci fossero due livelli
di elezioni. Uno di carattere rappresentativo proporzionale che è l’elezione
dell’Assemblea regionale e l’altro separato anche nei tempi della elezione
diretta del Presidente in modo che i due poteri si potessero controbilanciare e
si potessero calmierare le esigenze dell’uno e dell’altro.
Così non è stato perché l’allora
Governo D’Alema decise in quel modo e venne approvata la legge 99 e la modifica
del titolo quinto con quel meccanismo in cui è previsto il premio di maggioranza
anche.
Cioè quel Presidente che
vince ottiene il famoso premio di maggioranza di cui abbiamo vissuto fino ad
ora. Su 50 consiglieri regionali il 20 per cento dei consiglieri regionali
viene assegnato alla maggioranza che vince prima era listino diventato poi la legge
di cui abbiamo parlato poco fa, di cui parlava anche il collega Bruni.
Se noi eliminiamo questa
lettera dal comma 2 dell’articolo 2, lettera b) rilanciamo il sistema di
elezioni proporzionale rispetto alla definizione dei consiglieri regionali.
Salvo restando la facoltà che
il Presidente eletto ha tutti i poteri che gli abbiamo dato e che si è preso in
questi 15 anni c’è sempre la possibilità che questo luogo riavvicinandosi i
rapporti proporzionali dei voti dati dai cittadini ai partiti possa avere una
forza di autonomia rispetto ad alcune nefandezze che i precedenti Presidenti
hanno fatto.
Questo è sempre un emendamento
generico ma colleghi consiglieri che tornerete qui tenete presente che se il
rapporto consiglieri regionali sarà 19 a 12 come è previsto dalle attuali leggi
questo Consiglio regionale diventerà un luogo in cui la politica sparisce perché
non funzioneranno più le Commissioni e ci sarà un fortissimo rapporto di
dipendenza col Presidente eletto.
Questo Consiglio regionale
finisce di esistere nella sua autonomia e come oggi anzi più di oggi i
vincenti, coloro che devono rapportarsi sennò vengono sciolti con un Presidente
dovranno adeguarsi alle bizzarrie di questo mondo.
In questo senso vi imploro,
colleghi,…
Consigliere Guagliardi…
Ho finito. Lei, Presidente,
dovrebbe essere il garante di questo Consiglio.
Assolutamente molte cose che
dice le condivido.
Vi invito a votare questo emendamento,
almeno. Grazie. Sono sicuro della vostra adesione e del senso democratico e di
autonomia del Consiglio regionale.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 26393/1.
(E’
respinto)
Emendamento protocollo numero 26563, a firma delle consigliere
Albano e Minasi. Prego, consigliere
Albano.
Questo emendamento
è rivolto all’introduzione
della doppia preferenza, cioè della doppia preferenza
di genere. La previsione della doppia preferenza di genere dà all’elettore la possibilità
di esprimere non soltanto un voto, sempre riferendoci alla stessa, ma due voti
di preferenza, però in queste due scelte il cittadino può variare il voto e
dare la preferenza a un uomo e a una donna.
Quindi sia la previsione della quota di genere sia quella della doppia
preferenza di genere rappresentano dei validi mezzi al fine di arrivare a quella
rappresentanza politica dei due sessi all’interno del Consiglio regionale, cosa
che è mancata nell’ultima elezione del 2010, come avete potuto notare, in cui
non abbiamo avuto la possibilità di essere rappresentate; soltanto in un
secondo momento con la sostituzione abbiamo avuto la possibilità io e il consigliere Minasi di poter entrare
in questa Assise.
Quindi la cosa che noi chiediamo è che venga introdotta questa doppia
preferenza, dando la possibilità all’elettore di scegliere anche le proprie
donne.
Ha illustrato l’emendamento.
(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)
Vorrei concludere con l’intervento della
consigliera Minasi, che è anche lei firmataria dell’emendamento. Consigliere
Minasi, prego.
Volevo
solo dire che non può non entrare nel contesto di una riforma della legge
elettorale la doppia preferenza perché, alla luce della legge 215 del 2012 che
promuove il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte
degli enti locali, ma come anche l’articolo 38 al comma 2 dello Statuto
regionale, che promuove la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche
elettive, credo che con la doppia preferenza si agevolerebbe l’accesso delle
donne alla vita politico-istituzionale calabrese che, oggi – come ha già
sottolineato la consigliera Albano
– vede solo noi due, fra l’altro entrate per surroga, ma soprattutto si darebbe
una tangibile risposta a tutti coloro che hanno sottoscritto, con il sostegno della
Commissione regionale per le pari opportunità, un progetto normativo sviluppatosi
su iniziativa di natura popolare.
Sono oltre 7 mila i corregionali che hanno appoggiato la necessità di
una rappresentazione democratica completa e quindi anche all’universo femminile.
Il Consiglio regionale non può, oggi, non dar voce a una larga fetta di popolazione
e, a testimonianza di quanto l’argomento susciti attenzione, abbiamo visto in questi
giorni a vari livelli l’interesse manifestato in maniera palese da larghi
segmenti della nostra collettività.
Alla luce di queste considerazioni, chiedo che sia messo in votazione questo
strumento che crediamo possa rappresentare un contributo valido alla pienezza
della rappresentanza democratica.
(Interruzione)
Prima c’era il consigliere Naccari
Carlizzi, che ha firmato un altro emendamento che riguarda la stessa questione.
Consigliere Naccari Carlizzi, prego.
L’emendamento, in effetti, non è
identico, perché nel nostro
emendamento è inserito anche l’obbligo di prevedere una quota non superiore a due terzi nelle candidature,
quindi nella rappresentanza anche della lista, perché è di tutta evidenza che il risultato nasce dal combinato
disposto di un numero adeguato di candidature di un sesso e poi della possibilità
di intervenire con la preferenza di genere. Non mi pare che sia lo stesso, ma
non vorrei sbagliare, perché non ci è stato consegnato.
Direi di chiedere se le colleghe e i colleghi
sono d’accordo a votare l’emendamento a mia firma che va molto di più nella
direzione di una effettiva rappresentanza paritaria o di un incremento della rappresentanza
Voglio aggiungere a quanto detto dalle
colleghe che la legge 215 del 2012 prevede e fa obbligo alle Regioni di introdurre
dei meccanismi che promuovano la rappresentanza delle donne in seno ai Consigli
regionali, di conseguenza non ci si può limitare a votare contro – lo dico per
coloro che intendono votare contro – altrimenti avremmo una legge che ha un
limite, può prestarsi a una censura di legittimità, proprio perché non prevede
un’adeguata strumentazione che incentivi la presenza delle donne in Consiglio.
Hanno parlato coloro che hanno presentato gli
emendamenti. Chi si esprime a favore e chi contro?
(Interruzione)
Prima il consigliere Talarico D. e poi il
consigliere De Gaetano.
Sostengo
senz’altro
l’emendamento a firma Albano-Minasi, seppure incompleto, nel senso che questo emendamento avrebbe dovuto contemplare anche qualche riferimento rispetto
alla composizione delle liste, perché se la composizione delle liste è maschile
o femminile, va da sé che la doppia preferenza di genere non avrebbe alcun senso: se il presentatore
di una lista la presenta tutta al maschile o tutta al femminile, l’elettore non
avrebbe alcuna possibilità di scelta. Poi mi risponderà.
Questa lacuna, sicuramente inconsapevole e involontaria delle due firmatarie,
ci dà la cifra del disordine seguito nella presentazione di questa proposta di
legge. Se il tutto fosse stato affidato al buon Caputo, probabilmente avremmo
evitato queste figuracce in seno al Consiglio regionale, perché le proposte
prima si discutono, si elaborano, si istruiscono e, probabilmente, saremmo
arrivati con una proposta condivisa, ma sicuramente più intrisa di saggezza e coerenza
costituzionale.
La sostengo per ovvie ragioni di coerenza e convinzione, sono firmatario insieme ai consiglieri Giordano e De
Masi di una proposta di legge sin dal 2010, e lì abbiamo subito compreso come
il Consiglio regionale della Calabria fosse l’unico Consiglio regionale
d’Italia privo di una presenza femminile. Il buon Dio ci ha regalato, poi,
l’ottima presenza delle colleghe Minasi e Albano, però noi abbiamo scontato per
tre anni un deficit di rappresentanza molto evidente, che ci ha privato di un punto
di vista certamente importante.
Ora, si può colmare questa lacuna correggendo
anche questo emendamento e si introduce, così come è avvenuto altrove in cui è
stata superata brillantemente anche la prova della legittimità costituzionale;
vorrei ricordare una serie di sentenze della Corte costituzionale, l’ultima a
proposito della legge della Campania, laddove si dice che la doppia preferenza
di genere non precostituisce alcun vantaggio di genere e quindi mette nelle
condizioni l’elettore di dare un aiuto all’uno o all’altro genere nella rappresentanza.
Credo che sia senz’altro accoglibile questa
proposta e avrà senz’altro il mio voto, così come credo degli amici e colleghi
del mio gruppo.
Qui mi fermo, ci sarebbe tanto altro da dire,
ma immagino che la maggioranza sia disponibile a limare e ad arrivare a una proposta
più compiuta da introdurre nel testo complessivo della legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere De
Gaetano. Ne ha facoltà.
Anch’io,
come il collega Naccari
Carlizzi, sono
a favore di questa proposta che abbiamo fatto insieme e chiedo alle colleghe Minasi e Albano se
vogliono convergere sulla nostra, che è anche un passo in più, per come ha
spiegato brillantemente il consigliere Naccari, per il fatto che, oltre la preferenza
di genere, c’è anche l’indicazione di un numero minimo in ogni lista di donne e
di uomini. Credo che questo possa avere più possibilità per consentire il traguardo
dell’elezione nel prossimo Consiglio regionale alle donne, quindi mi auguro che si possa votare insieme
su questo emendamento e fare approvare questa battaglia che noi avevamo già
presentato – ricorderanno il collega Tripodi ed altri – la scorsa legislatura; abbiamo
preso soltanto 7 voti allora, la ripresentiamo questa volta e ci auguriamo che,
rispetto a cinque anni fa, sia cambiato
il clima e ci sia più consapevolezza che non si può fare politica senza le
donne e che bisogna dare gli strumenti alle donne per essere elette in Consiglio
regionale e che il fatto che lo scorso Consiglio, su 50, non
fu eletta nessuna donna, le colleghe sono subentrate dopo durante la legislatura,
è stata una delle cose più brutte che questa legislatura ha avuto ed è capitato
soltanto in Calabria.
Noi, per evitare che avvenga nuovamente questo
risultato, secondo me tutti insieme dobbiamo approvare questo emendamento sulla
preferenza di genere, che può consentire all’elettore di esprimere due
preferenze e quindi liberamente scegliere chi votare.
Quindi mi auguro, Presidente, che si possa
convergere sul nostro emendamento, che è più completo e dà più possibilità al
genere femminile di essere eletto nel prossimo Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, sarò telegrafico.
Sono stato il sottoscrittore, insieme al collega Naccari
e ad altri colleghi, dell’emendamento
ed esprimo, comunque, come ha fatto il collega Mimmo Talarico, il mio voto
favorevole all’emendamento delle colleghe Albano e Minasi, per completezza e
perché, per il ragionamento che ha fatto Naccari prima, è di tutta evidenza che il riequilibrio di genere si
ottiene anche attraverso il combinato disposto non solo del voto della doppia
preferenza, ma anche delle condizioni della formazione delle liste Quindi la percentuale
che è stata introdotta con l’emendamento che abbiamo sottoscritto è già
garanzia che l’introduzione della doppia preferenza poi dia i frutti che tutti
speriamo e per cui tutti ci stiamo battendo.
Il collega Talarico ha richiamato anche la
nostra proposta di legge, che è stata antesignana di una discussione che non è
avvenuta in questo Consiglio regionale, l’avevamo presentata come gruppo nel
2010.
Chiedo alle colleghe, eventualmente, o di accorpare
i due emendamenti o, comunque, di trovare un punto di equilibrio affinché si
inserisca anche quel capoverso che darebbe maggiore efficacia e maggiore
garanzia al risultato che tutti auspichiamo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo,
che è anche Presidente della Commissione competente. Ne ha facoltà.
Non avevo intenzione di intervenire su questo punto,
ma tirato per i capelli dai colleghi del centro-sinistra, come Presidente
della Commissione, ho il dovere di dire che la coerenza da quelle parti non
esiste proprio, perché io ho portato più volte in Commissione, avevamo fatto un testo unificato:
non avete mai avuto il coraggio civile e politico di volerne discutere, vi
siete tirati fuori, non c’è stata mai…! La Commissione da me riunita più e più
volte non ha mai avuto la possibilità di discutere nella sua interezza: venite stasera
e fate questa proposta!
Io non so se c’è da ridere o da piangere!
Leggiamo gli atti, portiamo gli atti.
La coerenza, onestamente, in politica non regna sovrana, ma
arrivati a questo punto, credo che veramente lasci molto ma molto a desiderare,
perché se cominciate la campagna elettorale in questa maniera, avete già perso!
Presidente, chiedo di intervenire per
fatto personale.
No.
Ma dobbiamo chiarire le cose, perché i verbali sono là.
Non ha citato nessuno.
(Interruzioni)
No, Presidente, ha citato l’attività della
Commissione. Siccome l’attività della Commissione è pubblicata sul sito
internet, io invito i giornalisti a controllare le sedute sul sito internet del
Consiglio regionale e a verificare quali fossero le assenze e le presenze, costantemente
pronti al voto. Ricordo, presidente Caputo, quando le ho chiesto di mettere in votazione
la proposta e si sono alzati dalla sua parte alcuni consiglieri per far mancare
il numero legale. Se li ripassi lei e si renda conto che era meglio stare
zitti, perché non fa né ridere né piangere!
Comunque, adesso ne abbiamo la verifica.
Scusate, ma nelle Commissioni ci sono una maggioranza e una minoranza: perché
la maggioranza non l’ha approvata, allora?! Perché?
Non si è
mai pronunciata la minoranza, avete preferito allontanarvi.
Ma non dica bugie! Per favore!
Non vi siete pronunciati mai!
Presidente Caputo, ma quando! Ma dove l’ha visto questo film, su
quale canale!?
Siamo stati sempre presenti.
Chiedo la votazione per appello
nominale, Presidente.
Ricomponiamoci, sull’emendamento: il consigliere Caputo è intervenuto e ha fatto delle valutazioni. Quindi adesso
procediamo a votare l’emendamento.
Con votazione per appello nominale, Presidente.
(Interruzioni)
Consigliere Guagliardi?
Non ho parlato su questo. Condivido per intero l’intervento del collega
Giordano, che è quello di approvare l’emendamento e, possibilmente, trovare un
punto di incontro tra i due emendamenti presentati.
(Interruzione)
Aspettate, il voto è importante e noi lo voteremo comunque l’emendamento,
tanto per dire, perché non è che ragioniamo con il prosciutto sugli occhi: se
avessimo il prosciutto, discuteremmo in un certo modo; da questa parte il
prosciutto non c’è, per essere chiari!
Volevo soltanto dire una cosa: un Presidente di Commissione – consigliere
Caputo, la stimo moltissimo – che vuole far lavorare la sua Commissione ha gli strumenti per
farla lavorare e non dipende dalla minoranza il blocco dei lavori della Commissione. Le volevo soltanto
dire che, se ci fosse stata la volontà anche del suo gruppo, la legge sarebbe
stata portata in Consiglio regionale.
Presidente, su questo emendamento chiedo la votazione
per appello nominale.
Procediamo
con la votazione per appello nominale sull’emendamento
Albano-Minasi, protocollo numero 26563.
(Interruzione)
Chiedo scusa, come è uguale?!
Sono diversi.
Sono diversi.
Quindi ci sono due votazioni.
Allora, o vengono unificati o ci
saranno due votazioni.
Siccome voi avete chiesto la
votazione per appello nominale, votiamo il vostro emendamento per appello nominale,
quello proposto dal consigliere Naccari Carlizzi, perché sull’altro emendamento non è
stata chiesta la votazione per appello nominale. Va bene? Quindi votazione per
appello nominale sull’emendamento protocollo numero 26685, a
firma dei consiglieri Naccari Carlizzi e Giordano.
Consigliere Nucera,
prego, faccia la chiama.
Dichiarazione
di voto. Intanto, volevo dire che fa bene il consigliere
Naccari Carlizzi a richiedere gli atti della Commissione, perché forse ha la memoria
corta, e ha ragione il presidente Caputo, perché avevano la possibilità di approvarlo
in Commissione e non lo hanno fatto, hanno abbandonato l’aula e non lo hanno votato.
Comunque, voto sì perché già in Commissione si era proceduto ad un testo
unificato dei tre progetti presentati e si era già prevista una percentuale del
30 per cento. Noi non l’avevamo previsto per lasciare aperta la discussione o, comunque,
per lasciare liberi i partiti per potere, in base alla sensibilità, stabilire
la percentuale da mettere in lista.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 37; hanno risposto sì 12; hanno risposto no 23; astenuti 2.Quindil’emendamento è respinto.
(E’ respinto)
(Hanno risposto sì i consiglieri: Adamo,
Albano, De Gaetano, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Magarò, Minasi,
Naccari Carlizzi, Talarico D., Tripodi)
hanno
risposto no i consiglieri: Bruni, Bulzomì, Caputo, Chiappetta, Crinò, Dattolo,
Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Morrone, Nicolò, Nucera, Pacenza,
Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi;
si sono
astenuti i consiglieri: Magno, Mirabelli)
Prossimo emendamento, quello a firma delle colleghe Albano e Minasi.
Non si deve votare questo
emendamento. In quello del consigliere Naccari Carlizzi era compreso anche
quello.
Sì, penso che sia decaduto, perché è
già stato votato. Quindi l’emendamento in questione viene ritirato.
Sì, semplicemente per segnalare le dichiarazioni
del presidente Caputo nella riunione del 19 luglio e del 21 febbraio, dove
stigmatizzava il comportamento irresponsabile dei consiglieri di maggioranza,
cito a memoria. Il verbale è nella posta elettronica di tutti i giornalisti
presenti.
Presidente, ritiriamo l’emendamento perché
non ha ragione e mi fa piacere che
abbia suscitato l’ilarità di tanti.
Ma se avete sempre chiesto di non
votarla.
Aspetti, presidente Caputo, sto parlando io, perché
questo stavo dicendo. Non voglio riportare
un episodio avvenuto a seguito della Commissione, perché non mi sembra il caso
qua di stare a fare pettegolezzi, ma posso dire, in quanto facente parte della
Commissione, che grazie al Pd, forse, oggi non l’abbiamo, perché in quella
occasione aveva l’opportunità di votare questa legge e non l’ha fatto, perché dice
che non doveva mantenere il comodo a noi.
(Interruzione)
Riempirsi la bocca oggi è facile; quando si
aveva l’opportunità di farlo, non lo si è fatto, quindi ora bisogna tacere!
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Chiappetta, ne ha facoltà.
Solo per
ricordare quello che avevo detto qualche ora
addietro, cioè quando il Presidente del gruppo del Partito democratico aveva
chiesto l’inversione del quarto punto all’ordine del giorno, nel motivare il parere contrario
dell’intera maggioranza, avevo chiesto che potessero essere definite, prima
ancora della discussione del quarto punto all’ordine del giorno, una serie di provvedimenti
legislativi e amministrativi che erano stati già inseriti all’ordine del giorno.
Quindi, nel ribadire la richiesta, chiedo pure, sulla base di una necessità
inderogabile e considerando che, per come ormai è assodato e scontato che questa
sia l’ultima riunione di Consiglio regionale, che possano essere assunti i provvedimenti
già depositati presso la Segreteria del Consiglio, in particolare la proposta
di legge recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 luglio
2008, numero 24, e successive modifiche intervenute”, la proposta di legge avente ad oggetto “Provvedimenti in materia di agricoltura,
foreste e forestazione, cultura, edilizia residenziale pubblica, lavori
pubblici, politiche sociali e formazione, servizi all’impresa”, e quest’ordine
del giorno, Presidente, che è un tutt’uno rispetto anche alla proposta di legge
della quale prima ho parlato; anche – ed è l’ultima – la proposta di legge
564/9^, relativa alle disposizioni in materia di gestione provvisoria del servizio
del ciclo integrato, la cui approvazione si rende assolutamente indifferibile
per consentire il funzionamento degli Ato calabresi.
Che un rappresentante per gruppo si avvicini
ai banchi della Presidenza, in modo tale che possiamo concordare il seguito dei
lavori.
(Interruzione del consigliere Tripodi)
Un capogruppo anche di minoranza, se si
avvicina, così poi le concedo la parola, subito dopo.
No, tanto per ribadire che ci possiamo vedere.
Per capire come dobbiamo procedere.
Sull’inserimento, lo Statuto parla chiaro.
Vediamo prima l’ordine aggiuntivo e poi ne riparliamo.
Se ci avviciniamo qui un attimo.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
C’erano tre punti importanti che riguardavano
la deliberazione numero 21 del 30 gennaio 2014 della Corte dei Conti, la sezione
regionale di controllo per la Calabria, concernente la presa d’atto delle determinazioni
della Giunta regionale in ordine alla relazione sul bilancio di previsione della
Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2013. So che la Commissione ha
approfondito in maniera dettagliata la relazione dell’illustre Corte dei Conti
della sezione regionale, quindi io darei la parola al consigliere Imbalzano.
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta.
Ne ha facoltà.
Presidente,
giusto per capire, perché l’ora è anche
tarda e vorremmo capire concretamente cosa c’è da fare adesso.
Ho chiesto, ancora prima della
sospensione dei lavori, su che cosa il Consiglio avrebbe potuto deliberare, in
particolare ho chiesto all’Aula l’inserimento di alcuni provvedimenti.
Sì, lei non c’è stato, consigliere Chiappetta.
Ci sono stato, Presidente, però poi mi sono
allontanato.
No, qui nella fase conclusiva.
Non ci sono stato nella fase conclusiva,
vorrei che mi venisse rappresentato quello che si è deciso nella fase
conclusiva, prima ancora di procedere con la discussione degli altri punti all’ordine
del giorno.
Si era pensato di trattare gli argomenti della
Corte dei conti e poi c’erano due provvedimenti, uno che riguardava il Qtr e
uno relativo a una questione che atteneva un provvedimento firmato da maggioranza
e minoranza che riguardava le strutture sanitarie, quindi c’erano questi due provvedimenti
che dovevamo approvare, senza andare oltre, perché anche qualche emendamento normativo,
magari di proroga dei tempi, della durata di determinate società, si era
pensato, visto che l’assestamento di bilancio è giorno 11, di inserirli con qualche
emendamento di natura strettamente tecnica per la proroga di determinati enti
tra cui – le faccio un esempio – CalabriaI&t, che scadono il 30 giugno, e si
voleva prorogare questa scadenza al 31 dicembre. Queste due eccezioni si era
concordate.
Poi c’era la proroga dei termini che riguardavano
le comunità montane, anche questa insieme a Calabria Verde. Non so se vada bene.
(Interruzione)
Presidente, gradirei che questa
proposta fosse deliberata, perché poi non vorrei avere
cose diverse.
Se non c’è accordo su questa mia proposta…
Presidente, l’accordo…
Mi sembrava qui al tavolo della Presidenza che ci fosse
una volontà unanime su queste eccezioni.
No, Presidente, se mi dà la parola, solo due minuti.
Ci sono tre punti, a mio giudizio, essenziali, anzi sono
quattro, a parte le tre delibere della Corte
dei Conti, che sono atti obbligatori, i tre chiarimenti: il discorso
dell’urbanistica, perché sono bloccati anche finanziamenti ingenti e tutti i Comuni
sono bloccati, e questo, a mio giudizio, in maniera molto rapida bisogna farlo;
c’è il discorso della sanità, ci sono oltre 200 autorizzazioni bloccate e non è
giusto che, per cause non dipendenti dalla volontà di questo Consiglio, per l’accelerazione
dei tempi, non si debbano fare; c’è un problema dei lavori pubblici, che anche
qui si rischia di licenziare persone. Poi vi sono gli altri provvedimenti che
lei ha detto, quindi spostamento delle date che si possono fare nel Collegato.
(Interruzione)
Sì, l’ha
detto Trematerra.
(Interruzione)
No, ma che conosciamo, Calabria Verde. Poi quelle parti normative che
riguardano, invece, spostamento di termini, eccetera, quelle possono benissimo
andare nel Collegato al bilancio, sempre che questa Assemblea autorizzi questo,
perché vorrei che anche su questo ci fosse un deliberato, in modo che
autorizziamo sul Collegato.
(Interruzione)
Il collegato all’assestamento di bilancio.
Non si può fare.
Scusatemi, se lo sto chiedendo, lo so bene. Allora vorrei che ci fosse un
impegno comunque e che fosse messo tra le cose da fare, perché se andiamo per
norma, non si può fare, lo so bene, per questo sto dicendo che vorrei che si
votasse in questo senso. E’ voluto, non è un errore, altrimenti poi si va e si
dice “non si può fare”, allora uno si sente un po’ preso in giro.
Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne
ha facoltà.
Ritengo
che quest’Aula non possa esimersi, questa sera, dal fare le tre proroghe, estrapolandole eventualmente
da un provvedimento che si può presentare anche in Aula, perché sono tre cose
troppo importanti per questa regione, specialmente per quanto riguarda CalabriaI&t,
la forestazione e anche dipendenti di altri enti che in questo momento non hanno
la possibilità di prorogare i progetti. Sono migliaia di persone che sono senza
la possibilità di continuare la loro attività. Non vorrei che, in questa
situazione di grave crisi occupazionale
che c’è in Calabria, incrementiamo ancora di più la tensione che già c’è in questi lavoratori.
Chiedo, quindi, che in questa seduta del Consiglio vengano prorogati i
termini per quanto riguarda questi tre aspetti, che ritengo si possano fare
benissimo, perché se noi lo rinviamo ad altra seduta, tipo l’assestamento di
bilancio, questo tipo di provvedimento non si può fare più, perché è un provvedimento
di natura legislativa.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Trematerra. Ne ha facoltà.
Ho
chiesto, come già ha fatto il collega Morrone, di inserire all’ordine del giorno questa
proposta di legge che riguarda, nella fattispecie, le comunità montane. Come
sappiamo, le comunità montane – il 30 giugno scade la fase di liquidazione che ovviamente
non hanno ancora del tutto perfezionato -
quindi si rende necessaria una proroga perché le stesse non rimangano
senza gestione liquidatoria. E’, altresì, necessario approvare questo
provvedimento, perché – come ben sapete – oltre alla liquidazione, c’è da trasferire
il personale delle comunità montane all’interno di Calabria Verde e, nello
stesso tempo, bisogna trasferire i beni che non sono posti in liquidazione, ma
che saranno gestiti da Calabria Verde nel patrimonio della Regione.
Non approvare questo provvedimento, da
un lato crea nocumento ai dipendenti delle comunità montane, che già hanno
una serie di problemi rispetto ai pagamenti, abbiamo qualche ritardo, ma
dall’altro lato blocca la possibilità a Calabria Verde di poter partire ed organizzare
tutta l’attività amministrativa della stessa azienda.
Quindi questo è un provvedimento che ci troviamo a discutere oggi per
le note vicende successe in questi mesi, ma questa è una di quelle cose, a mio
avviso, improrogabili, perché è importante che venga approvato; capite bene che
si blocca tutto un iter di riforma, creando nocumento ai 400 lavoratori delle comunità
montane e anche a Calabria Verde che – come sapete – ha 4.500-5.000 dipendenti
nella propria dotazione organica.
Quindi, chiedo che questo provvedimento possa essere esaminato dall’Aula
questa sera.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo,
ne ha facoltà.
Prendo
la parola perché mi dichiaro d’accordo su questi inserimenti all’ordine
del giorno, però aggiungo – e credo che l’Aula su questo possa prendere atto anche di posizioni che sono ulteriori –
che si sta concludendo, stasera, una legislatura in maniera anticipata e
imprevista per cause estranee al Consiglio regionale, vale a dire le dimissioni
del Presidente della Giunta regionale.
Oltre questi provvedimenti, c’è tutta
una serie di provvedimenti che sono stati licenziati dalle Commissioni spesso all’unanimità,
dalle Commissioni competenti, dalla seconda Commissione, che hanno invarianza
finanziaria e che credo possano essere esaminati dall’Aula ed, eventualmente,
licenziati in questa stessa seduta.
Per cui chiedo di andare oltre quella che è la previsione attuale, perché
credo che ci siano alcuni provvedimenti che meritano di essere trattati e licenziati
dall’Aula, discutendone uno per uno e valutandoli una per volta. Erano provvedimenti
tutti pronti, pronti per andare in Aula, ma non si è riunito il Consiglio
regionale per la sospensione dovuta alle elezioni europee. Poiché stasera dobbiamo
chiudere, credo che questi provvedimenti pronti possano essere esaminati anche favorevolmente
dall’Aula, per cui chiedo – ad esempio in quarta Commissione ce ne sono stati
molti che sono stati licenziati – di fare una valutazione in questo senso, anche perché credo che
l’Aula li possa agevolmente esaminare, atteso il fatto che nelle Commissioni
competenti sono stati licenziati spesso all’unanimità, quindi col voto
favorevole di maggioranza e minoranza.
Chiedo di estendere la previsione rispetto a quanto dichiarato dai colleghi,
magari esaminando uno per uno i provvedimenti che potrebbero essere agevolmente
licenziati dall’Aula.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Dattolo. Ne ha facoltà.
Data
l’ora tarda, volevo apprezzare il senso di responsabilità che è arrivato dai
colleghi della maggioranza per ciò che
attiene la necessità di approvare alcuni provvedimenti, perché non vorrei che
si pensasse che sono provvedimenti frutto di una estemporaneità o messi lì tipo
assalto alla diligenza. Vorrei sgombrare il campo da questo, non fosse altro perché
sono tutti atti di natura, almeno per quanto riguarda il dipartimento urbanistica,
assolutamente regolamentari; si tratta, quindi, del Qtrp, che è stato già
approvato all’unanimità in Commissione e che è stato consegnato già qualche mese
addietro in Segreteria del Consiglio per la prima seduta di Consiglio utile,
dei poteri sostitutivi e della legge sul demanio, che sono stati approvati all’unanimità
dalla quarta Commissione, della legge sul decoro urbano, che è un provvedimento
dell’anno scorso, e per ultimo un ragionamento sulla proroga del Prg per presentare
accanto alla proposta della Commissione
un emendamento sicuramente migliorativo. Non sono provvedimenti che hanno costi,
ma sono di un’importanza strategica per il governo del territorio, quindi dei Comuni
calabresi.
Non voglio distinguere tra provvedimenti, né voglio assolutamente
sindacare sul valore di altri provvedimenti, eccetera, assolutamente, sono qui
per restare fino in fondo a prendere atto di tutti i provvedimenti che ci sono,
vorrei soltanto si capisse che non possiamo lasciare, soprattutto per ciò che
attiene la materia della programmazione, i Comuni in balia di una normativa che
potrebbe, in un certo qual senso, essere a volte anche contraddittoria.
Sono qui proprio per discutere questi provvedimenti con l’apporto che
vorranno dare anche i colleghi della minoranza, perché – ripeto – sono provvedimenti
largamente condivisi dai colleghi dell’opposizione e sono necessari ed urgenti
in vista anche della nuova programmazione
2014-2020. Volevo soltanto dire che i Comuni che non sono provvisti di strumenti
urbanistici a quella data, al 31 dicembre 2015, non potranno neanche accedere
all’erogazione dei fondi comunitari. Questo per dire l’importanza di dotarci di
questi provvedimenti legislativi che – ripeto – non hanno costi per gli esercizi
finanziari, ma hanno una rilevanza strategica e straordinaria per tutti i 409 Comuni
calabresi.
Mi affido, dunque, al senso di responsabilità,
che spero possa essere condiviso da quest’Aula, che vuole chiudere i lavori con
provvedimenti che non sono stati licenziati in tutta fretta ma che sono stati lungamente
discussi; li ritengo in questo momento assolutamente indifferibili, quindi mi
appello alla collaborazione che verrà sicuramente dall’Ufficio di Presidenza e
dai colleghi consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente,
mi rendo conto che stasera chiudiamo questa esperienza amministrativa e lei, diligentemente, ci congeda, ci diamo un saluto cordiale
per rivederci dopo, ma non è possibile che proprio stasera – guarda caso – alle 21,33, tutti questi
provvedimenti urgenti, necessari e indispensabili escano come funghi in quest’Aula!
Presidente,
con molta responsabilità riteniamo che ci siano dei provvedimenti che sono
nell’interesse dei lavoratori calabresi che vanno approvati e riteniamo che i provvedimenti
che dobbiamo
approvare e discutere della Corte dei Conti vadano bene; ci rendiamo conto che
sono sei mesi che già le comunità montane non si pagano, ci rendiamo conto del pastrocchio
che è stato fatto sulle comunità montane, a cui addirittura è stata revocata la
figura giuridica a discrezione dell’Inps, di questo ci rendiamo conto e su questo
provvedimento non ci opponiamo, anzi ben venga; ci rendiamo conto del pastrocchio
che è stato fatto in sanità sulle scritture private, per cui vanno a perdere il
posto di lavoro centinaia di persone, ma altre cose, Presidente, per quanto ci
riguarda, non siamo disponibili a discuterle, e poiché ritengo che con molta
responsabilità siamo disponibili sui termini, dove si tratta di lavoro e di
garanzia nelle famiglie calabresi, per altre cose no; questa è una legislatura
che deve terminare e mi auguro che termini stasera.
Ascoltando tutti i consiglieri, mi sono reso
conto anche dell’importanza di una serie di provvedimenti, però dobbiamo pure prendere
atto che il numero dei consiglieri non è sufficiente per procedere ad approvare
qualsiasi tipo di provvedimento legislativo; penso che anche un Consiglio
regionale debba sempre funzionare nel pieno rispetto delle regole e dei numeri.
Nonostante ci siano cose importantissime che voi avete detto, non mi sento di continuare
questa seduta approvando questi punti all’ordine del giorno, che sono tutti importanti,
come voi avete evidenziato.
Noi abbiamo la seduta dell’11, che è un’altra seduta
in cui verrà discusso l’assestamento di bilancio, quindi lì sarà convocata solo
per questi punti. Se ci sono norme importanti, valuteremo con l’assessore al bilancio
– che non vedo presente oggi in Aula – sul collegato, dopodiché provvederemo ad
inserire qualche norma, se è possibile, di proroga di questioni che sono importanti,
incominciando dalla questione delle comunità montane.
Quindi, se siamo d’accordo, non trattiamo
nessun punto di quest’ordine del giorno, proprio perché non c’è il numero
legale. Invece passiamo al punto all’ordine del giorno, che riguarda le dimissioni
del Presidente della Giunta regionale a norma dell’articolo 60.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta.
Ne ha facoltà.
Prima di
passare all’ultimo punto all’ordine del giorno, in
relazione anche
alle cose che ci siamo detti stasera e che lei ha ribadito, evidenziandole
ancora un attimo fa, soprattutto sulla base del supporto, che sono certo il Segretario generale ci vorrà dare stasera, voglio
chiedere una cosa.
Noi, come Consiglio regionale – parlo
naturalmente della
maggioranza, ma anche dei colleghi
della minoranza – abbiamo in più di una circostanza, nel corso degli interventi che si sono succeduti rispetto anche ai diversi
punti posti all’ordine del giorno, tutti convenuto sul fatto che questa sera,
di fatto, è l’ultima seduta del Consiglio regionale e che la prossima seduta,
già convocata per il prossimo 11 giugno, è monotematica (perché rientra fra gli
atti indifferibili che un Consiglio regionale, sia pure sciolto, può assumere).
Tanto premesso, chiedo, non a lei, Presidente, ma agli uffici tecnici -
e spero che entro stasera stessa siano nelle condizioni di poterla dare questa
risposta perché si tratta di provvedimenti più o meno direttamente collegati
all’approvazione dell’assestamento di bilancio e soprattutto in relazione a quello
che potrebbe accadere come un ulteriore assestamento di bilancio - se per caso
– dottoressa Stasi, lo dico anche a lei nella sua qualità di Presidente facente
funzioni e ai colleghi dell’Esecutivo – dovessero verificarsi ulteriori economie
nei mesi a venire e prima ancora di quella che sarà la data fissata per le
prossime elezioni regionali, se ci potesse essere la possibilità di discutere,
considerando che – per come sappiamo – è espressamente vietato che in uno all’assestamento
di bilancio possa esserci un collegato normativo – dottore Lopez, lo dico a lei
per il tramite del Presidente, che sono certo ci darà supporto anche in questa
direzione – se così è – e credo che così sia, sulla base anche delle motivazioni
e delle considerazioni che ha espresso il collega Tripodi– in occasione della prossima riunione di Consiglio
dell’11, già fissata con all’ordine del giorno – dottore Lopez – l’assestamento di bilancio, tenuto conto del
fatto che non ci sarà la possibilità di unire un collegato all’assestamento di
bilancio, così come abbiamo detto; chiedo, quindi, se è possibile, considerando
tutte le motivazioni addotte in questa sera soprattutto in relazione anche alla
sospensione che abbiamo fatto presso i banchi della Presidenza – e mi riferisco
alle proroghe che devono essere effettuate indifferibilmente perché ci sono una
serie di problematiche per le quali io credo che rientri l’indifferibilità
delle stesse problematiche – che insieme all’assestamento di bilancio finanziario,
quindi alle norme di ordine finanziario, possa prevedersi, in maniera tale da
poter essere depositato nelle prossime ore e nei prossimi giorni, un provvedimento
omnibus che possa raccogliere tutte le cose che devono essere oggetto di valutazione
e di riflessione, ed io spero anche di votazione, sì da poter raccogliere le esigenze
che questa sera sono state rappresentate affinché possano trovare sbocco in un provvedimento
normativo.
La settimana di tempo che ci separa dall’11 sarà un’occasione per approfondire
in maniera dettagliata le richieste che il
consigliere Chiappetta ha fatto, per poi arrivare giorno 11 con il
parere da parte del Segretario generale.
Non ci sono altri punti, se non l’ultimo: “Articolo 60, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale (Dimissioni del Presidente della Giunta regionale)”.
Leggo testualmente l’articolo, in modo tale
che poi ogni consigliere regionale – c’è scritto – possa prendere la parola per
non più di cinque minuti: “Nel caso di dimissioni del Presidente della Giunta,
il Presidente convoca il Consiglio entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione
formale” – comunicazione formale che è arrivata protocollata dalla Giunta con
il protocollo numero 143192 del 29 aprile, mentre alla Segreteria del Consiglio
è stata protocollata con protocollo 20624 del 30 aprile 2014, ci sono le lettere
di dimissioni del Presidente –“deve provvedere a convocare”. La convocazione l’abbiamo
fatta il 9 maggio, quindi nei tempi previsti dal Regolamento ed oggi, quindi,
viene inserita all’ordine del giorno questa comunicazione formale del ricevimento,
ciascun consigliere può prendere la parola per non più di cinque minuti.“Quindi,
terminata la discussione, il Presidente congeda definitivamente i consiglieri”.
Quindi coloro che vogliono prendere la parola per cinque minuti – a me
dispiace che l’ora sia tarda e che, magari, non ci siano nemmeno consiglieri
regionali di minoranza che avrebbero potuto dire la propria per cinque minuti o
anche tanti di maggioranza – chi vuole intervenire, può intervenire per non più
di cinque minuti per dire le proprie riflessioni e il Presidente, alla fine,
congeda definitivamente i consiglieri. Questo è quello che prevede il nostro
Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Dirò qualcosa
anche rispetto a questo punto all’ordine del
giorno e lo farò subito dopo, però, considerando che mi pare di capire che al quesito da me proposto
verrà data spiegazione e soluzione anche nei prossimi giorni. Allora, Presidente,
approfitto anche perché il Segretario generale e gli uffici competenti del Consiglio
possano chiarire un altro aspetto – dottore
Lopez, lo dico a lei, se mi ascolta, sarò telegrafico – perché nell’ultima Conferenza
dei capigruppo avevamo tutti convenuto – all’unanimità, se non ricordo male, ma
questa cosa si può anche accertare – che, in occasione di questa seduta del
Consiglio regionale, potessero essere messi all’ordine del giorno, tant’è vero
che poi il Presidente del Consiglio ha provveduto ad integrare l’ordine del
giorno con un ordine del giorno aggiuntivo, tutti quei provvedimenti che di
fatto erano stati licenziati dalle competenti Commissioni.
Considerando che questo punto, di fatto, non è stato trattato questa
sera, è come se fosse stato bypassato, l’altro quesito che rivolgo agli uffici
della Presidenza e quindi anche agli uffici direzionali del Consiglio regionale
è che, appunto perché erano di fatto inseriti all’ordine del giorno dei lavori
di questa sera e di fatto non sono stati trattati, credo anche per l’ora tarda,
chiederei se i punti licenziati dalle Commissioni, che sono quelli inseriti nell’ordine
del giorno aggiuntivo, possono essere eventualmente discussi in occasione della
riunione del prossimo Consiglio con all’ordine del giorno – l’avevamo detto
prima – l’approvazione dell’assestamento
di bilancio.
Dico questo soprattutto a beneficio degli organi di informazione, perché
soprattutto nelle Commissioni consiliari competenti, collega Tripodi – e lei lo
sa bene – si sono assunti in questi ultimi mesi una serie di provvedimenti
legislativi e una serie di provvedimenti amministrativi importanti che, a mio
parere, considerando anche l’anticipata chiusura di questa consiliatura, credo possano
trovare ristoro legislativo ed amministrativo anche nella prossima riunione del
Consiglio.
Quindi, dottore Lopez, le
sarei grato se potesse anche lei, con il supporto degli uffici del Consiglio
regionale, verificare la fattibilità e la procedibilità di questo che le ho
detto.
Circa il quarto punto all’ordine del giorno – e con questo si chiude
l’esperienza con un poco di anticipo rispetto alla scadenza naturale – io ho
avuto già la possibilità di dire qualche cosa prima, fra l’altro si è dibattuto
molto in questi mesi su quella che è stata la reale portata di un gesto, al di
là di qualche interpretazione di parte che ha voluto rappresentare, a mio
parere, un gesto importante, un gesto anche finalizzato a far recuperare
credibilità alla politica e alle istituzioni. Certo, Presidente, lo dico con
rammarico, nel senso che io avrei pensato, probabilmente erroneamente, che questa
sera ci potesse essere, magari, un po’
più di attenzione soprattutto da parte dei colleghi della minoranza, perché in
44 anni di regionalismo calabrese non si era mai verificata l’eventualità della
quale stiamo dibattendo questa sera e, soprattutto in relazione a quello che ha
accompagnato le dimissioni del presidente Scopelliti, penso che questa sera si
sarebbe potuto e si sarebbe anche dovuto consentire un dibattito il più ampio
possibile anche rispetto a quelli che sono i quattro anni di consiliatura, che,
al di là delle ombre che pure ci sono state, credo che abbia fatto registrare
delle grandi positività, delle grandi luci in una situazione contingente
difficile a livello nazionale e ancora più difficile a livello regionale.
Prendo atto, non con compiacimento e tantomeno
con gioia, ma con grande tristezza che, purtroppo, l’Aula è completamente
deserta. Credo che questo non faccia bene all’istituzione
nella sua massima espressione ed è il motivo per cui, credendo che il dibattito
poi si svilupperà nei giorni a venire anche sulle piazze della Calabria, perché
di fatto si è chiusa da qualche giorno una campagna elettorale, ma se ne aprirà
un’altra da qui a breve, perché a brevissimo saremo chiamati a ritornare alle
urne, allora le piazze della Calabria saranno necessarie per dire le cose
fatte, a mio parere tante, per dire anche le cose che come maggioranza di centro-destra
affronteremo nel corso di questa campagna elettorale, auspicando che la gente possa
trovare la consapevolezza del grande sforzo compiuto da tutti e sono certo che,
insieme a tutti gli sforzi che abbiamo compiuto, sicuramente ne faremo tanti
altri per creare quelle condizioni che in Calabria io definisco di vivibilità democratica.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi.
Ne ha facoltà.
Intanto,
Presidente, intervengo per
fare un garbato saluto ai consiglieri regionali; spero avremo l’occasione di
incontrarci durante il prosieguo della nostra attività politica, quindi me lo
auguro e ce lo auguriamo al di là delle posizioni. Poi il rammarico,
obiettivamente, Presidente, che questa discussione che facciamo stasera sia una
discussione che, tutto sommato, doveva andare al di là delle nostre posizioni nel
parlare della Calabria e il rammarico sta nel fatto che, su un atto
importantissimo che – come ha detto il consigliere Chiappetta e condivido –
dopo 44 anni di regionalismo è la prima volta che si verifica. Quest’Aula,
praticamente, non ha avuto l’occasione e l’opportunità di discutere, ma non
sulle dimissioni del presidente Scopelliti, soprattutto di quello che questa
Calabria si attendeva da un’amministrazione regionale che ha guidato per
quattro anni questa Regione e, probabilmente, di quello che si poteva fare e
non si è fatto o di quello che la classe politica tutta, anche da questa parte,
poteva concorrere a fare e non si è arrivati a poter fare per poter dare
un’ulteriore speranza ai nostri concittadini, con una realtà che di fatto
registra, stasera, la volontà espressa dal consigliere Chiappetta di approvare,
addirittura nella prossima seduta, un provvedimento omnibus.
La maggioranza può fare quello che vuole, il Presidente può fare quello
che vuole o, perlomeno, quello che ritiene, però con stasera noi riteniamo che
un’esperienza si sia conclusa e andare a portare un provvedimento dove –
assumetevi la responsabilità, per l’amor di Dio – portate in quest’Aula a discutere
provvedimenti che possono determinare orientamenti legislativi in questa
Calabria, francamente mi sembra troppo.
Allora su questo vi invito a fare una riflessione, perché ricordo a me
stesso, sicuramente non al Segretario generale, che il Consiglio può essere riunito
– come è stato annunciato – su un provvedimento legislativo che è di vitale
importanza, qual è l’assestamento, ma non sicuramente per discutere di atti che
sono stati licenziati dalla Commissione e fino adesso non sono stati portati.
Discutiamo delle determine della Corte
dei Conti, ben venga perché è un atto indifferibile, su altre cose rischieremmo
di fare la figura un po’ barbina rispetto innanzi a tutto il Paese Italia, perché
sembrerebbe che vogliamo approfittare dell’ultima riunione per far passare provvedimenti,
dove anch’io o altri consiglieri regionali legittimamente abbiamo la facoltà o
possiamo avere la facoltà di proporre; per quanto mi riguarda, non parlo a nome
di altre forze politiche che non ci sono, questa esperienza con stasera è
terminata.
Ringrazio tutti voi perché, bene o male, nell’interlocuzione
siamo cresciuti un po’ tutti, perlomeno io che vado sempre ad avere una relazione
con i colleghi che mi può consentire di migliorare anche nell’interlocuzione politica
e soprattutto nei provvedimenti che abbiamo discusso in questi anni
nell’interesse dei calabresi, però ritengo che ognuno, da stasera in poi, debba
fare la propria parte, giocare con la propria squadra e contribuire, per quel
che può, al bene di questa Calabria.
Ha chiesto di parlare l’assessore Salerno. Ne
ha facoltà.
Sento il
dovere di intervenire, perché ho iniziato a fare politica
quando avevo i pantaloncini corti, facendo tutto il percorso, ho iniziato
affiggendo manifesti.
Vede, in questo
Consiglio, oggi, abbiamo trattato dei temi
importanti, abbiamo approvato lo Statuto in seconda lettura, abbiamo approvato
pure una legge elettorale, abbiamo discusso anche sulla possibilità per la
prossima seduta di poter approvare altri provvedimenti importanti, però ritengo,
per chi fa politica come noi, per ognuno di noi, che questo punto all’ordine
del giorno, l’ultimo punto della seduta, sia di un’importanza superiore anche
rispetto al resto che abbiamo approvato in questa seduta.
Mi è doverosa questa riflessione: non possono essere cancellati quattro
anni di esperienza amministrativa e di governo della Regione Calabria così, e
lo dico non come assessore della Giunta Scopelliti, della quale mi onoro di far
parte, ma lo dico come consigliere regionale e come cittadino calabrese, ovviamente
di parte, schierato col centro-destra.
Voglio riprendere anche la riflessione che ha fatto il mio capogruppo Chiappetta.
In questi quattro anni sono state fatte tante cose, forse sono stati fatti
anche degli errori, non è che possiamo dire di aver fatto tutto perfetto, ma tante
cose sono state fatte ed oggi ci troviamo qui ad affrontare questo punto all’ordine
del giorno non per volontà della politica – attenzione, questa riflessione
vorrei porre all’attenzione dell’Aula – perché questo percorso è stato
interrotto per motivi esterni alla politica, a causa di una legge, la Severino,
che poi è intervenuta su una condanna; legge Severino che comunque disattende quello
che è il principio costituzionale che prevede che fino al terzo grado di giudizio qualsiasi cittadino
della Repubblica italiana sia presuntivamente innocente. In questo caso, questa
cosa, in pratica, ha coinciso con l’interruzione di un’esperienza di un governo
regionale, l’interruzione di un’attività di un Consiglio regionale e su questo,
a mio avviso, tutti noi che facciamo politica dobbiamo riflettere, perché
quando poi ci lamentiamo che la politica è delegittimata su alcune cose, forse
un motivo c’è.
Non esiste, secondo me, maggioranza e minoranza su questo tema, ma tutti
quanti insieme dobbiamo essere consapevoli e compatti su alcune cose, perché la
dignità istituzionale di un Consiglio
regionale è la dignità istituzionale di un popolo, del popolo calabrese, e così
come viene rappresentato dal Presidente del Consiglio regionale, anche dal Presidente
della Regione.
Allora mi è doveroso, innanzitutto, dire
grazie a Peppe Scopelliti per aver guidato con coraggio questi quattro anni la Regione
Calabria, una Regione non facile da governare, abbiamo avuto anche l’esperienza
delle passate amministrazioni regionali; questa terra è difficile da governare
per mille motivi, per interessi che si incrociano, per lotte anche interne,
trasversali, eccetera. Io lo ringrazio per aver dato tutto se stesso in questi
quattro anni, cose importanti ne abbiamo fatte, abbiamo fatto riforme importanti,
abbiamo messo mano nella sanità, laddove sapete bene quello che è stato ereditato,
i sacrifici che abbiamo dovuto fare e le scelte impopolari che ci siamo dovuti assumere,
e se li è assunti in prima persona Peppe Scopelliti.
Allora qui, questa sera, ho sentito dentro di intervenire
e voglio intervenire come consigliere regionale e come cittadino calabrese, voglio
dire grazie a Peppe Scopelliti, come voglio dire grazie a tutti i miei colleghi
che hanno sostenuto questa maggioranza, uno per uno, perché questa maggioranza,
in questi quattro anni, è stata compatta; forse adesso, in qualche problema di carattere
secondario, c’è stata qualche astensione o qualche voto contrario, ma altrimenti
in quattro anni questa maggioranza è stata compatta a sostenere un programma politico
e amministrativo. Allora voglio dire grazie a tutti i miei colleghi.
Non può passare così questo punto all’ordine
del giorno, non poteva passare così, per quanto mi riguarda. Noi che facciamo politica
abbiamo il dovere di riflettere e soprattutto evidenziare alcune cose che
accadono, altrimenti si rischia di mettere in discussione anche il futuro della
dignità politica di ognuno di noi.
Questa Regione ha bisogno di essere governata,
ma la Regione deve essere governata dalla politica, non ci possono essere altre
ingerenze o comunque far passare un pensiero diverso da quello che potrebbe
essere la politica. Poi, che sia il centro-destra o il centro-sinistra, sono i calabresi
a deciderlo e non certamente altri.
Quindi il mio appello a tutta l’Assemblea, a
tutti i colleghi è di fare di tutto per ridare dignità alla classe politica, perché
è la politica che può dare risposte ai cittadini e non altri, altre istituzioni
hanno il compito di governare altre situazioni, ma non certamente quello di
guidare il destino, di mettere in atto dei programmi e di realizzare azioni per
migliorare la vivibilità delle popolazioni calabresi. Grazie, Peppe Scopelliti.
Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne
ha facoltà.
Anch’io
come componente della Giunta, espressione di Forza
Italia, mi associo e condivido le parole espresse col sentimento dal collega
Salerno e dico subito che ho avuto modo di lavorare e sono onorato di aver lavorato,
di aver
avuto la fiducia di un Presidente come Scopelliti, che durante questi quattro
anni ci ha visti fare delle scelte a volte anche difficili, delle scelte
controcorrente
e che hanno, a mio avviso, cambiato radicalmente l’impostazione di organizzazione
della Regione Calabria. Sono cose che non si conoscono, si conoscono poco perché
siamo stati bravi a fare tanto, ma non siamo stati bravi a saperle comunicare
ai calabresi. L’opposizione è stata brava, invece, a cercare di mistificare
anche con l’aiuto dei mass media la realtà dei fatti.
Ho lavorato accanto a Scopelliti, abbiamo avuto tantissimi scontri
durante i lavori della Giunta, però ho
visto che anche su alcune posizioni si poteva arrivare su una posizione e la Giunta
poteva arrivare anche a determinarsi in maniera diversa od opposta rispetto alle
proposte. Questa era la chiara dimostrazione della libertà con cui egli veniva
in Giunta e ci proponeva atti su cui poi anche lui accettava i contributi degli
altri componenti di Giunta.
Ritengo e sono convinto – e questo deve riguardare
tutta la classe politica – che la politica in genere, dal Parlamento a tutte le
assemblee elettive, in questo momento anche noi oggi abbiamo rischiato questa strada,
questa deriva, siamo vittime tutti dell’antipolitica e non solo siamo vittime
dell’antipolitica, ma addirittura non facciamo altro che, a seconda
dell’avversario in difficoltà per raggiungere il consenso, cercare di fare antipolitica
facendo e compiendo atti contro la stessa politica, al punto tale che, oggi,
chi è considerato un politico e, magari, chi ha sostituito quella classe
politica professa e proclama da qualsiasi Assemblea elettiva slogan o messaggi
contro la stessa politica. Quindi questo è il clima in cui oggi ci ritroviamo.
Io non ho seguito il presidente Scopelliti
nella sua avventura politica nel nuovo Ncd, lui ha cercato di convincermi, ma alla
fine ha rispettato le mie idee ed io credo che, forse, la scelta fatta andasse
ponderata meglio – lo penso ancora oggi – ma non nell’interesse suo, che tra
l’altro lo meritava: se voi pensate come sia potuto, per un attimo, accadere
che un governatore eletto con centinaia di migliaia di voti in più rispetto all’avversario
politico e con un suffragio larghissimo, possa essere deposto da quel ruolo per
un presunto comportamento, perché non solo è presunto, ma perché sappiamo che
la politica non ha nessuna responsabilità sulla gestione degli atti, che ha
riguardato negli anni lontani un’altra amministrazione, cioè il Comune di Reggio
Calabria, e possa privare della guida autorevole come quella che lui sapeva
esprimere, una elezione di un governatore che era stato eletto con grandissimo suffragio.
Questa è una cosa assurda che non solo la classe politica, a qualsiasi parte
appartenga, deve interrogarsi, ma deve interrogarsi, secondo me, anche l’opinione
pubblica: se uno sbaglia, deve essere giudicato attraverso il voto dei cittadini,
così come il voto dei cittadini è il giudice supremo attraverso cui si deve decidere
da chi deve essere governata una Regione.
Quindi, in questo momento in cui noi
abbiamo la necessità, con grande rispetto, di salutare il presidente Scopelliti,
ricordiamo ai calabresi che anche l’atto delle dimissioni non arriva per
effetto della legge Severino o per effetto della sospensione, no, arriva per
effetto di un atto che a lui poteva consentire di stare dietro le quinte e
gestire ancora la Regione attraverso i suoi amici. Questo lui non l’ha voluto e
l’opposizione e tutti i giornalisti, che spesso ricordano come se lui in questo
momento fosse un corpo estraneo a tutto quello che ha rappresentato, secondo me
non tengono conto di questo dato che è fondamentale: si voterà a novembre per volontà
del presidente Scopelliti e per volontà del centro-destra.
Noi abbiamo ritenuto che con la condanna di Scopelliti
sia finita questa legislatura. Adesso, ritenendo di avere le carte in regola,
non vogliamo fare altro che ricomporre un quadro politico del centro-destra e
riproporci agli elettori, dicendo quello che di buono abbiamo fatto anche e per
conto di quella che è stata la storia di Scopelliti in questa esperienza regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo.
Ne ha facoltà.
Anche se
qualche collega non è d’accordo, credo che anche come gruppo dell’Udc sia necessario intervenire in questo momento, alla
fine di una legislatura che troppo spesso è stata bollata anche sui mass media come legislatura non
positiva. Credo che adesso sia tempo anche di bilanci, stasera, sia tempo di
tirare le somme rispetto ad un’azione politico-amministrativa e anche di governo
che, credo, sia stata molto più di luci che di ombre durante questa legislatura;
una legislatura guidata da un giovane Presidente eletto con largo suffragio da parte dei calabresi, che chiude la sua esperienza
di governo anche a
seguito di interventi esterni ed estranei – come dicevo in precedenza – rispetto
all’attività strettamente politica.
In questi
anni io credo che ci sia stata una maggioranza, una coalizione di governo
compatta come mai è stata nella storia del Consiglio regionale. Ricordo le
passate legislature, quando, dopo pochi mesi, già quasi volavano le sedie fra i
componenti di maggioranza e, quasi quasi, finiva a sedie in testa. In questa
legislatura c’è stata, da parte della
maggioranza, stabilità di governo, è stata data la possibilità al Presidente
di svolgere con serenità e tranquillità la sua azione di Presidente e quindi di
governatore della Regione Calabria.
E’ stata
– e qui mi dispiace che nessuno l’abbia ricordato – la prima stagione nella
quale la politica ha fatto passi
indietro rispetto anche ai costi della politica, è stata la stagione dei grandi
tagli ai costi della politica, è stata la stagione nella quale si sono fatte
grandi azioni riformatrici o, perlomeno, si sono abbozzate, dalla sanità ai trasporti;
è stata una legislatura nella quale si è combattuto con una crisi devastante ai
vari livelli, che ha colpito anche la nostra regione; è stata una legislatura nella
quale, tutto sommato, si sono avviate azioni positive in vari settori – ripeto
– dalla sanità ad altri settori, anche al settore finanziario e in altri campi,
dei quali sicuramente avrà godimento chi si troverà a governare nella prossima legislatura.
Non voglio chiudere questa esperienza andando via alla chetichella,
quasi quasi come se dovessimo chiedere scusa. Credo che in questi anni ci sia
stata un’azione seria, virtuosa, positiva. Certo, si sono commessi vari errori,
io sono stato fra quelli che gli errori in alcune circostanze li ha rimarcati,
pur appartenendo alla maggioranza e pur essendo leale, come il mio gruppo, nei
confronti della maggioranza, però credo che in questi anni si sia svolta un’azione positiva e questa azione sia stata
svolta dalla politica, dai gruppi presenti in Consiglio regionale e da tutti i
gruppi che hanno sostenuto con grande dignità e con grande serietà l’azione di governo.
Certo, ci assumiamo la responsabilità
anche di altre cose, per esempio stasera avremmo potuto portare in approvazione
altri provvedimenti che erano maturi ormai per l’approvazione, ma credo che anche l’azione corale di questa sera abbia
dimostrato una sostanziale compattezza e serietà nell’azione di governo.
I prossimi mesi ci diranno se ci sarà la
possibilità di ricostruire quest’alleanza, ci diranno se ci sarà la possibilità
di proseguire in quest’azione, se ci sarà la possibilità di costruire ulteriori
percorsi virtuosi come quelli che abbiamo svolto in questi anni e – lo
ribadisco – su alcuni temi, Presidente, che lei ha ribadito più volte in
quest’Aula e che non sono stati messi in evidenza al di fuori delle mura di
quest’Aula, come quello dei tagli ai costi della politica; credo che il
Consiglio regionale della Calabria, da questo punto di vista, sia stato
esemplare rispetto anche a tanti altri Consigli regionali, dal dimezzamento
delle indennità all’eliminazione del trattamento di fine mandato,
all’eliminazione delle missioni, all’azzeramento dei fondi ai gruppi, adesso
alla riduzione dei consiglieri regionali, peraltro con un provvedimento
nazionale, e tanti altri provvedimenti che, credo con grande ritardo rispetto a
questo Consiglio regionale, in altre Regioni che si considerano più avanzate
della nostra stanno cominciando a fare.
Per cui, Presidente, archiviamo un’esperienza,
naturalmente con dispiacere, perché chiudere anzitempo una legislatura non può
non dispiacere, ma la chiudiamo con la serenità e con la certezza di aver
fatto, almeno noi altri, in Consiglio regionale il massimo delle nostre
possibilità e credo e ritengo anche coloro i quali ci hanno rappresentato ad
altri livelli.
Non ci
sono altri interventi, quindi
possiamo procedere, a norma dell’articolo 60 del Regolamento, a dichiarare
terminata la discussione perché non ci sono altri interventi e, anche se siamo rimasti in pochi rispetto a un punto così
importante e dirimente con la possibilità di tutti di dire la propria, congedo definitivamente
con la presente i consiglieri regionali. Ci vediamo giorno 11 per l’assestamento
di bilancio.
Ha chiesto congedo il consigliere Dima.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario
2013 (Delibera G.R. n. 163 del 29.04.2014)” (P.L. n. 577/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Assestamento
del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario
2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 a norma
dell’art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Delibera G.R. n. 216
del 30.5.2014)” (P.L. n. 579/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – e al Consiglio regionale delle Autonomie locali per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Gallo – “Esercizio della navigazione nel collettore
artificiale di bonifica denominato Canale degli Stombi e nella portualità
interna delle acque dei Laghi di Sibari” (P.L. n. 555/9^)
E’ stata assegnata, inoltre, alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Norme in tema di
donazione degli organi e tessuti” (P.L. n. 556/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Gallo, Franchino, Orsomarso,
Scalzo, Bulzomì, Magno, Tripodi, Crinò, Talarico D., Giordano, Chizzoniti – “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale
2 maggio 2013, n. 22” (P.L. n. 557/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 30
ottobre 2012, n. 48 (Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo
della Regione Calabria)” (P.L. n. 558/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Chiappetta, Bruni, Serra,
Morrone, Grillo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale
recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2013)” (P.L. n. 559/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Norme volte alla
creazione di qualifiche professionali a favore dei detenuti nelle Case di
reclusione – nell’ambito dell’azione <trattamentale> - allo scopo di
favorire l’espressione delle proprie capacità personali e permettere il
reinserimento nel contesto sociale e lavorativo” (P.L. n. 560/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative
– ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Istituzione del
Mercato storico della Badia di Bivongi” (P.L. n. 561/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Minasi – “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1990, n. 41
recante: “Istituzione anagrafe canina, prevenzione randagismo e protezione
degli animali” (P.L. n. 562/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabelli – “Modifica con
integrazione della legge regionale
n. 18/1985” (P.L. n. 563/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Chiappetta, Serra, Bruni,
Morrone, Grillo – “Disposizioni in materia di gestione provvisoria del servizio
idrico integrato” (P.L. n. 564/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale n.
41/90 s.m.i.” (P.L. n. 565/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Naccari Carlizzi, Guccione, Franchino, De Gaetano, Talarico
D. – “Istituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta sulla gestione dei
rifiuti in Calabria” (P.L. n. 567/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Naccari Carlizzi, Maiolo, Scalzo – “Ulteriori interventi
di riforma di Fincalabra Spa” (P.L. n. 568/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 12
agosto 2002, n. 34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali)”
(P.L. n. 569/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Testo unico sull’artigianato calabrese” (P.L. n. 570/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Imbalzano, Tripodi – “Istituzione <Festival internazionale del folklore città di Pellaro>” (P.L. n. 571/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nicolò, Pacenza – “Norme per il sostegno delle famiglie monogenitoriali in difficoltà” (P.L. n. 572/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative
– ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 573/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 574/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale - legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1” (P.L. n. 575/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Gallo, Crinò, Franchino,
Bulzomì, Scalzo, Tripodi – “Modifiche alla legge
regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m. e i. (Norme per la tutela, governo
ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 576/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Tesi sul campo”
(P.L. n. 578/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Albano, Minasi –
“Disposizioni a sostegno della parità di accesso tra uomini e donne alle
cariche elettive e previsione della doppia preferenza di genere. Modifiche alla
legge regionale n. 1 del 7 febbraio
2005 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio
regionale)” (P.L. n. 580/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Chiappetta, Morrone, Grillo,
Serra, Pacenza, Scalzo, Guccione, Ciconte – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 e
s.m.i.” (P.L. n. 581/9^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata, altresì,
presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del Consiglio
comunale di Cosenza:
“Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato
dell’acqua” (P.L. n. 566/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – ed al Consiglio regionale
delle Autonomie locali per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Programmazione comunitaria 2014/2020. Adozione del
Documento di orientamento strategico (Deliberazione G.R. n. 122 dell’8.4.2014)”
(P.P.A. n. 274/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Programma regionale
di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle foreste regionali
2014-2016. L.R. n. 20/1992, art. 5 e L.R. n. 25/2013, art. 5. (Deliberazione G.R.
n. 152 del 17.4.2014)” (P.P.A. n. 275/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale 2014/2016 dell’Arcea (Delibera G.R. n. 165 del 29.04.2014)” (P.P.A. n. 278/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Proposta di legge alle Camere ai sensi dell’art. 121
della Costituzione
avente ad oggetto “Modifiche alla legge 26.07.1975, n. 354 recante: “Norme
sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e
limitative della libertà” (Deliberazione G.R. n. 178 del 5.5.2014)” (P.P.A. n.
279/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo d’Ufficio:
“Quadro
territoriale regionale paesaggistico della Regione
Calabria (Qtr). Approvazione definitiva (art. 25, comma 7, lr. 19/2002)”
(P.P.A. n. 276/9^)
E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Conto
consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio
finanziario 2013 (Deliberazione U.P. n. 36 del 30.04.2014)” (P.P.A. n. 280/9^)
E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Magarò:
“Richiesta di referendum abrogativo
ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, della lettera d-bis) del comma
1 dell’art. 3 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con
modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 aggiunta dal comma 6 dell’art. 35
del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito con modificazioni dalla legge
15 luglio 2011, n. 111 e poi modificata dall’art. 31, comma 1, del decreto legge
6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre
2011, n. 214” (P.P.A. n. 277/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 120 dell’8 aprile 2014, recante: “Regolamento regionale sugli Interventi assistiti con gli animali (I.A.A.) emanato ai sensi del combinato disposto dagli artt. 7 della legge regionale 31/2013 e della L.R. 19/2001 e s.m.i.” (Parere n. 77)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 117 dell’8 aprile 2014, recante: “Revisione del sistema regionale delle Zps – Direttiva 2009/147/CE <Conservazione degli uccelli selvatici>. Direttiva 92/43/Cee <Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche>” (Parere n. 78)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale
ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 113 dell’8 aprile 2014, recante: “Legge regionale 13 ottobre 2004, n. 21
<Istituzione dei distretti rurali ed agro-alimentari di qualità>.
Individuazione ed istituzione del <Distretto agro-alimentare di qualità
della Piana di Gioia Tauro e dell’area dello Stretto>” (Parere n. 79)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale
ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 153 del 17 aprile 2014, recante: “L.R. 16 maggio
2013, n. 24, art. 3, comma 6 e art. 5, comma 4. Approvazione atto di indirizzo
e direttive per l’accorpamento
e la costituzione e
l’avvio del Corap” (Parere n. 80)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale
ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 168 del 29 aprile 2014, recante: “L.R. n.
3/2004. Approvazione programma triennale in materia di teatro 2014/2016”
(Parere n. 81)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
La
Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 171 del 29 aprile 2014, recante: “Nuova regolamentazione
delle previsioni di cui all’art. 9, commi 1 e 2 del Regolamento n. 6 del
30.08.2007 contenente la disciplina applicativa degli artt. 37 del Ccnl del 23
dicembre 1999, n. 27 del Ccnl del 14
settembre 2000 e della Giunta regionale n. 431 del 24 luglio 2007 la cui durata
di efficacia era fissata al 31.12.2010 e altre modifiche allo stesso Regolamento”
(Parere n. 82)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
La
Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 106 del 10 marzo 2014, recante: “Rimodulazione
del fondo per lo sviluppo e la coesione assegnato con delibere Cipe nn.
62/2011, 78/2011, 7/2012, 8/2012 e 89/2012. Presa d’atto del parere consiliare
n. 65/9^ e integrazione della deliberazione della Giunta regionale n. 396 del
31.10.2013” (Parere n. 83)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La quarta Commissione consiliare, con nota n. 17484 dell’11 aprile 2014, ha comunicato che nella seduta del 10 aprile 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 117 dell’8 aprile 2014, recante: “Revisione del sistema regionale delle Zps - Direttiva 2009/147/CE <Conservazione degli uccelli selvatici>. Direttiva 92/43/Cee <Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche>” (Parere n. 78)
La terza Commissione consiliare con nota n. 18120 del 15 aprile 2014 ha comunicato che nella seduta del 10 aprile 2014, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 120 del’8 aprile 2014, recante: “Regolamento regionale sugli Interventi assistiti con gli animali (I.A.A.) emanato ai sensi del combinato disposto dagli artt. 7 della legge regionale 31/2013 e della L.R. 19/2001 e s.m.i.” (Parere n. 77)
La seconda Commissione
con nota n. 18317 del 16 aprile 2014 ha comunicato che nella seduta del 15
aprile 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 113 dell’8 aprile 2014, recante:
““Legge regionale 13 ottobre
2004, n. 21 <Istituzione dei distretti rurali ed agro-alimentari
di qualità>. Individuazione ed istituzione del <Distretto agro-alimentare
di qualità della Piana di Gioia Tauro e dell’area dello Stretto>” (Parere n.
79)
L’interrogazione a firma del consigliere Magno,
acquisita al protocollo al numero 24733 del 20 maggio 2014 “Sul blocco delle
assunzioni nel settore della Chirurgia toracica che mette in grave pericolo il Servizio
sanitario regionale” presentata ai sensi del comma 1 dell’art. 122 del
Regolamento del Consiglio regionale, è inammissibile
in quanto non ha i requisiti di cui al comma 1 del predetto art. 122 R.I.C.
In riferimento al parere n. 67/9^, recante: “L.R. n.
24/2013 art. 13 – Modifica Statuto
Fondazione Mediterranea Terina Onlus” assegnato alla
prima Commissione in data 26 novembre 2013, essendo decorsi i trenta giorni
prescritti dall’art. 15 della legge
regionale n. 24/2013 lo stesso si intende favorevolmente espresso.
La Giunta regionale con nota prot. n. 188537 del 23 aprile 2014 ha trasmesso le sotto indicate deliberazioni:
deliberazione n. 132 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
dell’Ardis di Catanzaro per l’esercizio
finanziario 2014”;
deliberazione n. 137 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
dell’Arpacal per l’esercizio finanziario
2014”;
deliberazione n. 138 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
dell’Aterp di Crotone per l’esercizio
finanziario 2014”;
deliberazione n. 140 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
dell’Aterp di Vibo Valentia per l’esercizio
finanziario 2014”;
deliberazione n. 141 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
di “Azienda Calabria Lavoro” per l’esercizio finanziario 2014”;
deliberazione n. 142 del 17
aprile 2014, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione
dell’Aterp di Catanzaro per l’esercizio
finanziario 2014”.
In data 29 aprile 2014, il Presidente
della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato Regolamento regionale. Lo stesso è stato
pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 21 del 12 maggio 2014:
Regolamento regionale n. 5
del 29 aprile 2014, concernente: “Ripartizione dell’incentivo previsto
dall’art. 92, commi 5/6 del D.Lgs n. 163/2006. (Approvato con la deliberazione
della Giunta regionale 5 agosto 2013, n. 284, limitatamente agli artt. 2, 3, 4,
5, 6, 11, 12 e 13 e con deliberazione del Consiglio regionale n. 392 del 31
marzo 2014, limitatamente agli artt. 1, 7, 8, 9 e 10)”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:
deliberazione Giunta regionale n. 109 del 18 marzo 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 129 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 130 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 131 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 133 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 134 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 135 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 136 del 17 aprile 2014;
deliberazione Giunta regionale n. 164 del 29 aprile 2014.
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
l’organizzazione
sindacale Cgil-Filt denuncia da mesi la grave situazione di pericolo
all'altezza del viadotto Piana di Gallico che presenta delle lesioni
strutturali tali da porre problemi di sicurezza viaria;
le
sollecitazioni ai vertici regionali dell'Anas nonché alcuni incontri presso la
Prefettura di Reggio Calabria ad oggi non hanno sortito alcun effetto, benché
sia stata posta la necessità di un intervento complessivo sull'intero tratto
Campo Calabro/Reggio Calabria a suo tempo stralciato dall'ammodernamento
autostradale previsto con il sesto macrolotto -:
se
corrispondono al vero i pericoli denunciati sulla sicurezza viaria del viadotto
Piana di Gallico e, in caso affermativo, quali iniziative si intendono
intraprendere per sollecitare l'Anas ad intervenire in via immediata per la
manutenzione straordinaria della struttura e se non sia opportuno promuovere,
nel contempo, un tavolo interistituzionale per definire una programmazione che
estenda l'attività di ammodernamento anche al tratto autostradale Campo
Calabro/Reggio Calabria.
(535;
10.04.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
nella lettera prot. 99348/STAR inviata in data
31.03.2014 dal Dirigente del Settore n. 4 "Aree Centrali" del
Dipartimento Salute della Regione Calabria, dott. Salvatore Lopresti, ai
Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende
Ospedaliere calabresi e ai Commissari Straordinari dell'Asp di Reggio Calabria
e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro
con cui si sollecitano gli stessi alla trasmissione urgente dei flussi EMUR
(Emergenza-Urgenza) per l'anno 2013 relativi ai Pronto Soccorso, rispetto ai
quali si rilevano le seguenti criticità:
•
l'ASP di Reggio Calabria non ha ancora
inviato alcun dato del flusso EMUR/PS 2013;
•
l'ASP di Catanzaro presenta dati incompleti
da circoscriversi ai Presidi di Soverato (qualità) e Soveria Mannelli
(copertura);
•
l'ASP di Crotone è carente nei mesi di
novembre e dicembre 2013 e, come qualità, nei
mesi di febbraio, agosto e settembre 2013;
•
l'Asp di Vibo è completa, ma la qualità
dei primi 9 mesi è da rivedere al più presto;
il termine massimo di invio dei dati è previsto
entro il 9 aprile 2014;
qualora, per quella data, tale
situazione dovesse rimanere immutata, la valutazione dei Tavoli Ministeriali
sarà inevitabilmente negativa per la nostra regione con gravi conseguenze per
le casse regionali e, soprattutto, per le tasche dei cittadini calabresi;
da oltre quattro anni è in vigore
il Piano di Rientro che è stato prorogato fino al 2015 con sanzioni che hanno
comportato la mancata assunzione di migliaia di medici e parasanitari con cui
sostituire quelli andati in pensione che, alla data di oggi, sono oltre 2700 e
che gli abitanti in Calabria fino ad oggi sono stati costretti a pagare oltre
mezzo miliardo di euro in più di IRPEF e IRAP per le inadempienze del
Commissario regionale per il Piano di Rientro, Giuseppe Scopelliti -:
quali iniziative intende adottare per superare le
pesanti criticità rilevate nella trasmissione dei flussi EMUR
(Emergenza-Urgenza) per l'anno 2013 relativi ai Pronto Soccorso per evitare che
il tavolo interministeriale che sovrintende all'attuazione del Piano di Rientro
dal debito sanitario della Regione Calabria infligga ulteriori sanzioni le cui
pesanti conseguenze, sia in termini economici che sanitari, sarebbero pagate
ancora una volta dai cittadini calabresi.
(533; 03.04.2014)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
attualmente
i treni a lunga percorrenza che garantiscono i collegamenti tra la Calabria ed
il Centro e Nord Italia circolanti sulla linea ferroviaria tirrenica sono ben 4 Intercity Reggio Calabria - Roma e
v.v. ( IC550/551 - 552/553 - 555/556 -560/561); 1 Freccia Argento Reggio
Calabria - Roma e v.v. (9372/9377); 2 Freccia Bianca Reggio Calabria - Roma e
v.v. (9877/9878); 2 Intercity Roma - Palermo - Siracusa e v.v. ( IC 723/728 -
724/727); 1 ICN Reggio Calabria - Roma - Milano - Torino e v.v. (794/795); 1
ICN Siracusa - Palermo - Milano e v.v. (784/785); 2 ICN Roma - Siracusa -
Palermo e v.v. (1955/1956- 1959/1960);
sulla linea ferroviaria Jonica attualmente
circola il solo treno IC Reggio Calabria - Taranto e vv. (559/562);
in seguito alle proteste esternate dall'Assemblea dei Sindaci della
Locride e dall'Assemblea degli Albergatori della Locride presso il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Dipartimento del Tesoro, il Direttore
Generale del servizio ferroviario del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti con nota inviata all'assessore ai trasporti della Regione Calabria, onorevole Luigi Fedele, comunicava la disponibilità
al ripristino sulla tratta Jonica di 1 ICN (Intercity notturno) Reggio Calabria
- Roma e di 1 IC Reggio Calabria – Bari;
la nota sopra citata, inviata dal Direttore Generale del servizio
ferroviario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all'assessore ai
trasporti della Regione Calabria, oltre che informare l'Ente Regione in merito
alle richieste avanzate dall'Assemblea dei Sindaci e degli Albergatori della
Locride forniva indicazioni precise circa le disponibilità del Ministero, (243
milioni di euro) per sussidiare i treni Intercity ed Intercity notte in tutta
Italia;
il ripristino dei due treni sulla linea
ferroviaria Jonica sarebbe avvenuta, di conseguenza, solo con la rimodulazione
dell'intera offerta dei treni a lunga percorrenza in Calabria;
per tali motivi il governo della Regione Calabria avrebbe dovuto
richiedere formalmente al Ministero
oltre all'istituzione di 1 Intercity notturno Reggio Calabria - Roma e v.v. ed
1 Intercity diurno Reggio Calabria - Bari e v.v. sulla linea Jonica, anche la
riorganizzazione dell'intero servizio ferroviario a lunga percorrenza in
Calabria;
il
potenziamento della rete ferroviaria jonica assume un'importanza di estremo
rilievo per la popolazione locale, "una forza ambivalente" che
consente da un lato il soddisfacimento di esigenze primarie collegate agli
ambiti lavorativi, scolastici, sanitari e non solo; dall'altro la possibilità
di dare un forte segnale, un'azione di supporto per il rilancio dell'economia
locale;
il Ministero
delle Infrastrutture; e dei Trasporti ed il Tesoro hanno
garantito massima disponibilità affinché i 2 Intercity possano essere inseriti
in orario sulla Jonica sin dal mese di giugno p.v. L'approssimarsi della
stagione estiva e le condizioni negative dovute alla crisi economico-sociale ed
ai danni
subiti da molti centri costieri a causa dei nubifragi verificatisi nello scorso
mese di febbraio, impongono
strategie operative tendenti a produrre benefici nell'immediato per dare
impulso alla ripresa di attività imprenditoriali operanti nel settore turistico;
efficienti
reti infrastrutturali e processi di sviluppo economico sono legati da un
imprescindibile rapporto di mutua implicazione. Nello specifico "accettabili"
collegamenti ferroviari nelle direttrici Nord - Sud e Sud - Nord costituiscono,
oggi più che mai, un'importanza vitale per la valorizzazione delle risorse
locali e la programmazione e gestione dell'attività turistica, attività
"trainante" dell'economia regionale;
risulta
indispensabile l'assolvimento di ciò che può definirsi "un obbligo
istituzionale" atto a garantire la fruizione di servizi essenziali in un
contesto territoriale, quale è il versante jonico calabrese, ove vive la
maggior parte della popolazione regionale, paradossalmente da anni a rischio
isolamento. Un bacino di Utenza al quale va riconosciuto pienamente il diritto
costituzionale alla mobilità, al pari delle altre realtà territoriali regionali
già ampiamente dotate di collegamenti ferroviari che consentono di raggiungere
le grandi città del Nord, Centro e Sud Italia, siano esse Milano, Torino, Roma,
Palermo o Siracusa -:
se il governo
regionale abbia ottemperato alla richiesta di cui in oggetto;
se, altrimenti,
non ritenga necessario formalizzare la richiesta di riorganizzazione del servizio
ferroviario a lunga percorrenza in Calabria presso il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e consentire instai modo l'istituzione di
ulteriori tratte ferroviarie sulla linea jonica e precisamente: n. l ICN
(Intercity notturno) Reggio Calabria - Roma e v.v.; n. 1 IC (diurno) Reggio
Calabria - Bari e v.v.
(534;
4.4.2014)
Scalzo. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
l'ASP di Catanzaro ha recentemente proposto,
all'attenzione delle strutture amministrative e politiche competenti, il
proprio Atto Aziendale prevedendo, tra le altre cose, la realizzazione e/o
rimodulazione di varie Unità Operative sia a carattere amministrativo che
sanitario;
nell'ambito del suddetto Atto Aziendale è previsto che
l'Unità Operativa Complessa di Oncologia dell'ASP di Catanzaro, operante presso
l'Ospedale di Lamezia Terme, venga trasformata in Unità Operativa Semplice;
nonostante abbia lavorato in evidente carenza di
personale (4 Medici, 6 Infermieri e nessun OSS. a fronte di un organico che
dovrebbe essere invece di 7 Medici. 9 Infermieri e 4 OSS). l'Unità Operativa di
oncologia è stata in grado, con soli dieci posti letto, di effettuare un numero
di 508 ricoveri nel solo anno 2013, per un totale di 6477 giornate di degenza,
con un tasso di saturazione di posti letto del 208%, ricavando, per l'anno in
questione, una somma di quasi due milioni e quattrocentomila Euro, con una
tendenza in aumento rispetto all'anno 2012, nel quale i ricoveri erano stati
437, le giornate di degenza 5163, con un tasso di saturazione dei posti letto
del 160% e ricavi di poco al di sotto dei due milioni e duecentotrentamila
Euro;
tale trend positivo, proseguendo ininterrottamente dal
1996. testimonia un processo costante di crescita del livello delle prestazioni
effettuate dall'Unità Operativa di Oncologia, mettendo in evidenza l'indubbia
capacità di attrarre pazienti altrimenti destinati ad aumentare il numero degli
emigranti "della salute", ed a disperdere risorse economiche anche
ingenti nell'esecuzione di lunghi, estenuanti e drammatici viaggi della
speranza in altre regioni;
il livello di efficienza raggiunto dall'Unità Operativa
Complessa di Oncologia è testimoniato, inoltre, dall'importante ricettività
dimostrata per pazienti provenienti da altre ASP della Regione Calabria nonché
da altre Regioni italiane;
tali evidenze, che provano come il lavoro dell'Unità
Operativa Complessa di Oncologia presso il Presidio Ospedaliero di Lamezia
Terme sia assolutamente degno della massima attenzione e considerazione,
rendono assolutamente inspiegabile il fatto che, nell'Atto Aziendale presentato
dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, tale struttura venga
trasformata da Complessa a Semplice;
è necessario impedire che scelte illogiche e irrazionali
penalizzino ulteriormente una cittadinanza già fortemente provata da una
insensata politica di tagli, applicata sotto spinte non sempre trasparenti e
chiare, che giustificano il sospetto che decisioni come quella di sopprimere
l'Unità Operativa Complessa di Oncologia, siano più dettate da motivazioni
legate ad esigenze di carattere politico che dalla necessità di fornire servizi
efficienti ed efficaci a pazienti quali quelli oncologici, vittime di una
patologia che richiede cure interdisciplinari lunghe e complesse -:
se la maggioranza da Lei guidata intende mantenere i
livelli delle prestazioni di cui hanno finora usufruito i pazienti oncologici
presso l'Ospedale di Lamezia Terme, garantendo loro la continuità delle cure e
i medesimi livelli di assistenza finora erogati, in maniera ineccepibile, dal
personale dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia;
quali iniziative la S.V. intenda mettere in atto per
impedire l'illogica trasformazione dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia
dell'ASP di Catanzaro presso l'Ospedale di Lamezia Terme in Unità Operativa
semplice.
(536; 14.04.2014)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Fincalabra
costituisce il principale strumento tecnico operativo della Regione in quanto
garantisce attraverso lo sviluppo del suo ruolo e delle sue attività, il
perseguimento dei prioritari obiettivi di sviluppo economico della Calabria;
Fincalabra ha il precipuo compito di veicolare le risorse finanziarie
pubbliche verso le piccole e medie imprese, contribuendo anche al miglioramento
dei rapporti tra imprese e sistema bancario;
nel
corso dell'audizione del Dipartimento Bilancio tenutasi il 19 giugno scorso si
è avuta notizia che la Finanziaria regionale avrebbe svolto un ruolo attivo in
operazioni in anticipazione di liquidità effettuate dalla Regione Calabria in
favore di settori quali la forestazione, gli enti strumentali (Consorzi di
Bonifica etc...), i trasporti;
risulterebbe
che Fincalabra, su richiesta della Giunta regionale, avrebbe provveduto
nell'esercizio 2012 ad effettuare anticipazioni a favore di una serie di enti,
tra cui i consorzi di bonifica, al fine di dotare gli stessi della liquidità
necessaria al loro funzionamento;
sembrerebbe
che tali operazioni abbiano aggirato i vincoli del patto di stabilità;
è arduo affermare che tali iniziative rientrino nella mission della
società. Di particolare gravità è il fatto che tali anticipazioni siano state
erogate prelevando le disponibilità dal fondo destinato ad attivare le
iniziative di microcredito a favore della Piccole imprese. Fondo che aveva
origine comunitaria, derivando nello specifico dal FESR;
l'autorità
di Audit, nel Rapporto Annuale di Controllo sulla spesa 2012 inviato al DPS e
alle competenti autorità regionali, avrebbe censurato gli storni dei fondi FESR
a favore delle anticipazioni erogate agli enti di cui prima, raccomandandone
l'assoluta non reiterazione;
sussisterebbe un assoluto divieto per i soggetti gestori di fondi
comunitari affidati dalla Regione di distrarre le somme in esse giacenti per scopi
diversi da quelli precipui del fondo;
tali
pagamenti possono essere stati lo strumento per eludere il Patto di Stabilità
-:
quali sono le
operazioni di anticipazione di liquidità effettuate dalla Regione Calabria in
favore dei settori forestazione, gli enti strumentali (Consorzi di Bonifica
etc.), i trasporti nell'annualità 2012;
se, a quale
titolo e con quali risorse abbia partecipato alla predette operazioni la
Fincalabra S.p.a. se il Dipartimento Bilancio o Fincalabra hanno rilasciato
certificati di credito alle aziende della forestazione, dei trasporti ed ai
consorzi di bonifica per 80 milioni di euro;
se la Regione
ha autorizzato Fincalabra a rilasciare garanzie anche per importi superiori al
10% del capitale sociale ed il Cda di Fincalalabra ha autorizzato il Presidente
a rilasciare garanzie alle banche che finanzieranno i crediti dichiarati dal
Dipartimento Bilancio;
quale
incidenza abbiano avuto tali operazioni sul Patto di Stabilità;
se siano stati
dati in pegno alle banche, Fondi Comunitari destinati all'esecuzione di bandi
regionali.
(537;
17.04.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Residenza Sanitaria Assistenziale di Caloveto CS ad oggi non ha avuto versate da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza le risorse riferite agli anni 2009 e 2010 pari a due milioni e mezzo di euro;
la proprietà della Residenza Sanitaria Assistenziale di Caloveto alla luce degli incontri avuti con i vertici aziendali dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha inviato una lettera ai familiari degli ospiti per comunicare la chiusura del servizio il 30 giugno 2014 ed il conseguente licenziamento di tutti i 62 dipendenti che ad oggi non percepiscono lo stipendio da oltre 5 mesi visti gli impegni disattesi -:
quali iniziative urgenti si intende intraprendere affinché l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza metta in atto le necessarie misure amministrative per l’erogazione delle risorse finanziarie a copertura degli anni 2009 e 2010 a favore dell’RSA di Caloveto per impedire la disattivazione del servizio erogato agli ospiti e i 62 licenziamenti dei dipendenti.
(538; 29.04.2014)
Talarico D.. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel 2011 veniva indetta, dall'ASP di Catanzaro, una gara
d'appalto per la fornitura di beni e servizi della durata di tre anni
concernente il servizio di pulizia e sanificazione dei locali dell'Azienda
Sanitaria, ma, ad oggi, la stessa non ha esaurito ancora il suo iter con
relativa aggiudicazione del servizio;
in attesa della conclusione delle procedure di gara il
servizio di pulizia viene svolto, nell'area di competenza dell'ex ASL n. 6
(Lamezia Terme), dalla ditta Solimo-Euroservice;
a luglio del 2005 l'allora Asl n. 6 di Lamezia Terme
indiceva, a mezzo di bando pubblico, regolare gara;
il servizio di pulizia e sanificazione delle strutture
ricadenti nel territorio lametino fu aggiudicato alla ditta Due Enne-Pace di
Potenza per un importo annuo pari a 320 mila euro;
a distanza di un anno tale incarico fu revocato, con
subentro, nello stesso servizio, della ditta Solimo Euroservice di Lamezia
Terme per un importo annuo di 900 mila euro;
la ditta Solimo Euroservice di Lamezia Terme aveva già
partecipato alla summenzionata gara del 2005 con un'offerta di 520 mila euro
annue;
nel 2007 l'Asl n. 6 di Lamezia Terme veniva assorbita
nella nuova Asp di Catanzaro;
a dispetto della durata triennale dell'incarico, per
come previsto nel relativo bando, la Solimo Euroservice, attraverso una serie
di proroghe ha continuato a svolgere ininterrottamente il servizio di che
trattasi da allora fino ad oggi;
in tale vicenda sono riscontrabili forzature
relativamente alle leggi ed ai regolamenti vigenti in materia e palesi
inadempienze da parte degli uffici preposti alla gestione degli appalti per le
forniture in oggetto -:
quali siano gli impedimenti che non consentono la
chiusura delle procedure di gara avviate nel 2011.
(539; 05.05.2014)
Naccari Carlizzi, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria non si è adeguata alla sentenze
della Corte Costituzionale n. 108 del 1° aprile 2011 con la quali, è stata
dichiarata la illegittimità costituzionale dell' articolo 16 comma 2 della
legge regionale n. 8 del 26 febbraio 2010, contenente provvedimenti in materia
di personale;
la Giunta regionale con delibera aveva disposto la
costituzione di un tavolo tecnico composto da Direttori Generali della Giunta,
per affrontare la fattispecie;
il suddetto tavolo tecnico, ha ritenuto di non applicare
quanto previsto dalle Leggi 241/90 e 11/2011, omettendo di annullare i
provvedimenti in materia di personale adottati in virtù di norme dichiarate
illegittime dalla Corte Costituzionale;
la Procura di Catanzaro, dopo aver aperto un indagine,
ha chiesto è ottenuto l'archiviazione delle posizioni dei tre Dirigenti
Generali, poiché "non ci fu dolo intenzionale, ma solo manchevole
conoscenza della materia e una superficiale lettura del dettato
normativo";
la stampa il giorno successivo, venerdì 21 febbraio
2014, sulla vicenda così titolava "Manager prosciolti perché "
ignoranti e superficiali";
il Direttore Generale della Presidenza della Giunta, avv.
Franco Zoccali facente parte del tavolo tecnico, gode oltre alla retribuzione
tabellare di 48.631,94 di una retribuzione di Posizione annuale pari a euro
48.631,94, con in aggiunta un 'ulteriore indennità annua pari a 48.631,94 ai
sensi della L.R. 7/96 e di una retribuzione aggiuntiva pari a euro 72.031,41
commisurata alla specifica qualificazione professionale per un totale annuo al
netto di altri emolumenti per altri incarichi regionali, pari a euro
217,924.00;
rispetto agli altri due componenti il tavolo tecnico, il
Direttore Generale alla Presidenza della Giunta, per la " commisurata
qualificazione professionale", percepisce quindi quasi il doppio di una
specifica indennità, per essere più precisi 48.631,94 contro 72.031,41;
l'indennità di cui alla voce 72.031,41 è stata
attribuita sul presupposto del possesso di una particolare competenza che
l'A.G. ha ritenuto nel caso di specie mancante;
lo stesso Direttore Generale risulta addirittura privo
dei requisiti per la qualifica dirigenziale poiché è funzionario C2 dello
Stato, equiparato a D3 Regione -:
quali provvedimenti intendono adottare, il Presidente
della Giunta e la Giunta, per procedere alla revoca dell'indennità aggiuntiva
per l'assenza delle particolari competenze richieste;
se il Presidente voglia procedere anche alla
sostituzione del D.G.;
se per la sostituzione il Presidente intende ricorrere
alle tante professionalità qualificate presenti in Calabria abbandonando così
quel criterio del "necessariamente tra i reggini meno qualificati" che
ad oggi, ne ha ispirato tendenzialmente le scelte;
se si sia provveduto in ogni caso, in via amministrativa
e in autotutela, ad adottare i provvedimenti che scongiurerebbero un danno
erariale per l'Amministrazione regionale.
(540; 16.04.2014)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa è emerso che nel blocco operatorio
degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria sono state riscontrate anomalie al
funzionamento dell'Impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione
controllata (VCCC);
tali anomalie trovano riscontro in una richiesta urgente
di intervento redatta il 13 marzo c.a. a firma del dirigente tecnico in cui si
evidenzia una "Discrepanza della temperatura nelle sale operatorie-
valutazione parametri microclimatici";
la contaminazione ambientale delle sale operatorie come
evidenziato nelle Linee Guida per la Definizione degli Standards di Sicurezza e
di Igiene Ambientale delle Sale Operatorie" redatte dall'Ispesl è
strettamente correlata alle prestazioni del suddetto impianto che ha le
seguenti funzioni;
mantenere condizioni termoigrometriche idonee allo
svolgimento delle attività previste, conciliando le esigenze di benessere del
personale con quelle primarie dell'utente;
fornire una aerazione agli ambienti idonea a mantenere
le concentrazioni ambientali di agentianestetici, e/o di altri inquinanti gassosi,
al disotto dei limiti prefissati;
contenere la concentrazione del particolato e della
carica microbica aeroportata, in modo tale da non recare danno alla salute dei
soggetti presenti nell'ambiente della sala operatoria;
mantenere determinati gradienti di pressione tra i vari
ambienti costituenti il Reparto Operatorio;
le stesse Linee Guida dell'Ispesl forniscono precise
prescrizioni circa i requisiti che tale impianto deve possedere per garantire
in sicurezza l'attività operatoria -:
se sono state effettuate sul suddetto impianto tutte le
verifica dei requisiti prestazionali in sede di installazione, controllo
periodico e post manutenzione ordinaria al fine di confermarne la funzionalità
cosi come prescritto dalle Linee guida dell'Ispesl.
(541; 16.04.2014)
Talarico
D. All’assessore
alla cultura. Per sapere – premesso che:
da ciò che si
legge sulla stampa, sarebbe riscontrabile presso il Liceo Scientifico E. Fermi
di Cosenza una situazione di grave contrapposizione tra una parte del corpo
docenti, dei rappresentati degli studenti e dei genitori da un lato ed il
Dirigente scolastico dall'altro;
un gruppo di docenti ha recentemente scritto al Ministro
dell'Istruzione lamentando una "gestione contro legem e del tutto
personale" dell'Istituto da parte del Dirigente scolastico, fino a
denunciare veri e propri atteggiamenti
"vessatori" nei confronti dei docenti e scelte a limite
della legalità;
nel
documento, in particolare, si segnala quanto segue:
a)
Violazione dei diritti dei lavoratori
sanciti dal CCNL;
b)
Atteggiamenti antisindacali;
c)
Abuso di provvedimenti disciplinari;
d)
Minacce agli alunni;
e)
Condizionamenti sull'attività del
Consiglio d'istituto;
f)
Limitazioni alla libertà didattica degli
insegnati;
g)
Scelte in spregio delle leggi vigenti.
in una recente nota, di cui
c'è stato anche riscontro sulla stampa, il segretario provinciale di Cosenza
della FLC-CGIL, ha parlato, tra l'atro, di "comportamenti della
dirigente" che avrebbero creato
"un clima irrespirabile, minando quotidianamente la coesione sociale
all'interno della stessa scuola, restringendo gli spazi di agibilità
democratica, negando diritti di lavoratori e studenti, producendo un attacco
dissennato alla stessa idea di scuola pubblica";
tra i motivi di contrasto tra la dirigenza ed una parte
del corpo docenti, i rappresentanti degli studenti e dei genitori, c'è anche la
questione dei corsi di recupero
a pagamento, lezioni prestate dai docenti dell'Istituto in regime di
libera professione, con onere a carico delle famiglie degli studenti;
tale decisione, deliberata dal
Consiglio di Istituto il 3 ottobre scorso, aveva incontrato una dura censura da
parte della CGIL: "La dirigente dovrebbe attenersi scrupolosamente
alle norme che sconfessano chiaramente quanto lei sostiene: nessuna norma
consente nelle scuole pubbliche italiane l'intramoenia";
la somministrazione a pagamento di lezioni di recupero
potrebbe configurare una violazione del principio di uguaglianza e di
universalità del diritto all'istruzione sanciti dagli articoli 3 e 33 della
Costituzione;
nei
giorni scorsi 11 membri su 19 del Consiglio di Istituto, compreso il Presidente
del Consiglio, hanno rassegnato le dimissioni, denunciando che l'organismo
sarebbe stato "privato della sua precipua funzione di azione partecipata,
democratica e collegiale"-:
se
non sia il caso di intervenire presso l'Ufficio scolastico regionale ed il
Ministero dell'Istruzione per una verifica puntuale ed urgente di quanto
richiamato in premessa, anche ai fini dell'accertamento di eventuali
responsabilità da parte del Dirigente scolastico.
(542;
08.05.2014)
Talarico D. All’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
la legge
regionale 26 novembre 2001 n. 30 e s.m.i avente ad oggetto "Normativa per
la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei ed
ipogei freschi e conservati" riconosce alle associazioni micologiche
un'importante funzione in ordine alla salvaguardia dell'ambiente e della
biodiversità;
la quasi
totalità delle associazioni micologiche calabresi, che contano circa duemila
iscritti, aderiscono alla Confederazione Micologica Calabrese e sono iscritte
all'Albo Regionale istituito con Legge regionale 30/2001;
dette
associazioni collaborano anche con le province nell'attività di sorveglianza e
controllo del territorio, mediante Guardie giurate volontarie;
ogni
associazione attua sul proprio territorio un proprio programma annuale di
divulgazione e di formazione in materia micologica, con particolare riguardo ai
temi della prevenzione delle intossicazioni e della salvaguardia ambientale;
tali attività
sono in parte finanziate con i proventi derivanti dal rilascio delle
autorizzazioni all'esercizio della raccolta, per come stabilito dal comma 3
dell'art. 5 ter della L.R. 30/2001, che recita testualmente:
“3. Gli introiti derivanti dal rilascio delle autorizzazioni
all'esercizio della raccolta di cui al presente articolo, sono ripartiti
secondo i seguenti parametri:
a) il 25% (venticinque) dell'intero montante alla Regione per le spese
di istituto, la predisposizione dei modelli delle tessere micologiche e la
promozione delle attività di ricerca;
b) il 25% (venticinque) dell'intero montante alle associazioni
micologiche iscritte all'albo regionale, da ripartire tra le stesse in misura
proporzionale al numero dei loro iscritti;
c) il rimanente 50% (cinquanta) del montante alle Province che li
destinano ai Comuni ed alle Comunità montane per l'organizzazione dei corsi
didattici ed il potenziamento dei servizi che sono tenute a fornire, secondo il
numero di tessere micologiche valide ed attive sul territorio di competenza.”;
in verità, le
associazioni di che trattasi non ricevono le quote loro spettanti dal 2009,
nonostante nel bilancio regionale, per gli esercizi 2010 e 2011, fossero state
allocate al capitolo 22040830 le risorse da ripartire secondo i criteri di cui
alla norma prima richiamata;
con Decreto n.
638 del 29/01/2010 il Dipartimento n.6 Agricoltura e Foreste ha disposto il
riparto delle somme relative all'anno 2010, ma ancora le stesse non sono state
effettivamente liquidate;
inoltre,
nessuno stanziamento in bilancio è stato previsto per gli anni 2012 e 2013;
non è dato
sapere, pertanto, dove sono stati allocati i proventi derivanti dal rilascio
e/o dal rinnovo delle tessere per gli anni 2012-2013 -:
quali sono le
motivazioni alla base del mancato riconoscimento delle somme spettanti alla
associazioni micologiche per gli anni 2010 e 2011 e della mancata copertura in
bilancio per gli anni 2012 e 2013 e se non sia il caso di ottemperare in tempi
rapidi a quanto stabilito in merito dalla vigente legislazione regionale
richiamata in premessa.
(543;
13.05.2014)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la sospensione
delle prestazioni socio-assistenziali erogate del Centro Diurno per disabili di
Serra Spiga di Cosenza, disposta a seguito di una ispezione dei Nas in data
09.05.2014, sta destando sconcerto e disapprovazione fra gli utenti e le loro
famiglie;
detta
struttura offre da 30 anni un servizio altamente qualificato a supporto dei
soggetti diversamente abili che ne fruiscono e delle loro famiglie;
nella
fattispecie una distinzione rigidamente protocollare tra attività
"sanitarie" in senso stretto e attività
"socio-assistenziali" non tiene conto della complementarietà dei
servizi erogati dalla struttura;
il Servizio
sanitario regionale, riorganizzando la rete territoriale dei servizi, compresi
quelli alla persona, dovrebbe giustappunto contemplare una maggiore
integrazione tra prestazioni medico-sanitarie e prestazioni
socio-assistenziali, viepiù quando i soggetti coinvolti sono portatori di
disabilità o di altre gravi patologie invalidanti -:
se non sia il
caso di intervenire urgentemente per dirimere la controversia venutasi a creare
sulle funzioni del Centro Diurno di Serra Spiga di Cosenza, riattivando la
linea dei servizi socio-assistenziali inopinatamente sospesa.
(544; 15.05.2014)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province
Autonome di Trento e Bolzano con provvedimento 22 febbraio 2001, ha
disciplinato il profilo professionale ed il relativo ordinamento didattico
dell'operatore socio-sanitario (OSS);
la Giunta regionale con propria deliberazione n. 5 del 12 gennaio 2009
dettava linee di indirizzo per disciplinare i criteri e le procedure
amministrative per l'attuazione delle attività di formazione di base per
operatorie socio-sanitario;
l'articolo
5 delle linee guida individua tra i soggetti proponenti le attività formative:
le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, le istituzioni pubbliche e
private accreditate, stabilendo nel contempo il divieto per le sole istituzioni
private accreditate di svolgere attività di formazione libera di cui agli
articoli 40 e 41 della L.R. n.18/1985;
la
generalità delle altre Regioni hanno invece autorizzato le attività libere di
formazione professionale per operatori socio-sanitario senza
oneri a carico della Regione (Molise D.G.R. n. 654/2010,
Puglia L.R. n.4 /2010);
la
diversità di regolamentazione tra le regioni d'Italia ha prodotto un fenomeno
rilevante di "migrazione formativa" che ha coinvolto giovani calabresi
costretti a frequentare le attività formative non in Calabria per conseguire il
titolo professionale di operatore socio-sanitario;
occorre,
per le motivazioni indicate, modificare la delibera di Giunta regionale n. 5
del 12 gennaio 2009,
impegna
la
Giunta regionale a modificare l'articolo 5 della deliberazione di Giunta
regionale n. 5 del 12 gennaio 2009 nel senso di seguito indicato:
"Articolo 5
(Soggetti proponenti)
Possono
attuare le attività formative finalizzate al conseguimento della qualifica di
Operatore Socio-Sanitario i seguenti soggetti:
Aziende
Sanitarie Provinciali e Ospedaliere della Regione Calabria.
Istituzioni
Pubbliche e Private macrotipologia Formazione Superiore nella Regione Calabria
ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011.
Nel rispetto
degli artt. 40 e 41 della legge n° 18 del 19-04-1985 e s. m. r i., sono
consentite le attività di formazione c.d. "Libere".
Si specifica
che tali attività possono essere svolte solo da Agenzie formative che hanno
maturato almeno una esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio
Sanitario e sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia
Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio
2011, almeno da cinque anni.
Le Agenzie
Formative che non hanno esperienza nell'ambito della formazione per Operatore
Socio Sanitario e/o sono accreditate nella Regione Calabria per la
macrotipologia Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1
del 15 febbraio 2011, da meno di cinque anni, possono svolgere attività di
formazione c.d. "Libere", finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore
Socio-Sanitario, costituendo una Associazione Temporanea di Scopo (ATS). In
questo caso il soggetto Capofila deve essere in possesso dei requisiti di cui
sopra.
Le attività di
formazione c.d. "Libere"
non possono essere svolte, in nessun caso, da Agenzie Formative non accreditate
nella Regione Calabria "
(120; 15.04.2014)
Mirabelli
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
in data 19
giugno 2008 la S.E.I. S.p.A. ha presentato al Ministero dello Sviluppo
Economico, una domanda per l'autorizzazione, ai sensi del di 7/2002 conv. con
mod. in legge n. 55 del 9 aprile, alla costruzione e all'esercizio di una
centrale termoelettrica alimentata a carbone, della potenza di 1320 Mwe, e
delle relative opere connesse, localizzata in Saline Joniche del Comune di
Montebello Jonico (RC);
il Ministero
dello Sviluppo Economico, al fine di acquisire i pareri dei soggetti
interessati, ha convocato una conferenza dei servizi in Roma il 17 settembre
2008, invitando, oltre ai Ministeri competenti, gli enti locali interessati;
a detta
conferenza il rappresentante della Regione Calabria ha presentato un documento
sottoscritto dal Presidente della Giunta Regionale, dal Presidente della
provincia di Reggio Calabria e dai Sindaci di Reggio Calabria, Montebello
Jonico (comune dove dovrebbe realizzarsi l'insediamento industriale), Motta San
Giovanni, Bagaladi, San Lorenzo e Condofuri, con il quale i sottoscrittori
manifestavano il loro dissenso alla realizzazione del progetto;
la conferenza
si è conclusa con la espressa richiesta del Presidente della Conferenza dei
servizi alla Regione Calabria di una formalizzazione del dissenso della stessa
in merito all'iniziativa;
in adesione
al formulato invito, la Regione Calabria ha formalizzato il diniego
all'autorizzazione per la costruzione della centrale a carbone con la delibera
n. 686 del 6 ottobre 2008;
il Ministero,
ricevuta la delibera, in luogo di concludere negativamente il procedimento di
autorizzazione alla costruzione e all'esercizio della centrale a carbone, ha
sospeso il procedimento in attesa dell'esito del sub procedimento per la VIA;
il
procedimento per la VIA si è concluso negativamente poiché per ben due volte il
Ministero per i beni culturali ha negato il proprio parere favorevole;
il Presidente
del Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministero dell'Ambiente, con il
decreto del 15 giugno 2012 ha decretato: "la compatibilità ambientale e
l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto
dalla SEI S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica a
carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella
località Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (RC) e relative opere
connesse, a condizione che vengano ottemperate le prescrizioni e disposizioni
contenute nei seguenti allegati: allegato A: quadro prescrittivo e adempimenti di
natura amministrativa; allegato B: piano di monitoraggio e controllo. Gli
allegati A e B predetti, unitamente all'allegato C, relativo al parere della
commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA- VAS n. 559 del 21
ottobre 2010, costituiscono parte integrante del decreto. Il presente decreto
sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.";
la Corte dei
Conti ha rigettato il visto su detto DPCM, per molti motivi, tra i quali la
violazione delle prerogative regionali in materia;
il Ministro
dell'Ambiente con decreto n. 115 del 5 aprile 2013 ha decretato la
compatibilità ambientale e l'autorizzazione integrata ambientale al successivo
esercizio relativamente al progetto proposto dalla Società SEI spa concernente
la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di
potenza elettrica complessiva di 1320 MWe da localizzare in Comune di
Montebello Jonico, località Saline Joniche (RC) e relative opere connesse, a
condizione che vengano ottemperate le prescrizioni, condizioni e disposizioni
indicate negli allegati, nonché di ogni atto presupposto, consequenziale e
comunque connesso;
nelle more
del procedimento è stato modificato l'art. 1, comma 2, della I. 55/02, che,
contrariamente alla precedente formulazione, richiede che il dissenso venga
espresso dalla regione successivamente alla VIA e con motivazione relativa allo
stessa;
in merito
alla costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche il Consiglio
regionale si è espresso diverse volte in senso negativo, ribadendo la
contrarietà della Regione Calabria alla sua costruzione e lo stesso Governo
regionale, nell'esprimere il proprio dissenso, si è costituito presso gli
organi giurisdizionali impugnando i provvedimenti ministeriali;
l'art. 1,
comma 2, primo capoverso, della I. 55/02, così come modificato dal comma 30
dell'art. 27, L. 23 luglio 2009, n. 99 che recita: "L'autorizzazione di
cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale
partecipano le Amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel
rispetto dei princìpi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge 7
agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, d'intesa con la regione
interessata. L'eventuale rifiuto regionale dell'intesa deve essere espresso con
provvedimento motivato, che deve specificatamente tenere conto delle risultanze
dell'istruttoria ed esporre in modo chiaro e dettagliato le ragioni del
dissenso dalla proposta ministeriale di intesa."
Allo stato
della legislazione vigente necessita "l'intesa forte" della Regione
Calabria, ossia il consenso della stessa, perché possa essere autorizzata dal
Ministero per lo Sviluppo Economico la costruzione della centrale a carbone a
Saline Joniche.; sia pertanto necessario confermare il dissenso di questo
Consiglio regionale e della Giunta regionale alla costruzione della centrale a
carbone attraverso l'adozione di una nuova delibera che tenga conto delle
risultanze dell'istruttoria e motivi in modo chiaro e dettagliato le ragioni
del dissenso,
la Giunta regionale
all'adozione di una delibera che, preso atto delle risultanze della Via per
come adottate con il decreto n. 115 del 5 aprile 2013 del Ministro
dell'Ambiente e come dettagliatamente formulate nel parere n. 559 del
21.10.2010, reso dalla Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale
del Ministero dell'Ambiente della tutela del Territorio e del Mare, confermi il
dissenso della Regione Calabria alla costruzione della centrale a carbone di
Saline Joniche, anche in assenza di esplicita richiesta del Ministero.
(121;
05.05.2014) Giordano, De Masi, Guagliardi, Bova, Principe
Art. 1
(Modifica all'articolo 15)
1. Il comma
1.dell'articolo 15 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della
Regione Calabria) è sostituito dal seguente:
"1. Il
Consiglio regionale è composto dal Presidente della Giunta regionale e da
trenta consiglieri."
Art. 2
(Modifiche all'articolo 35)
1.
All'articolo 35 della l.r. 25/2004 sono apportate le seguenti modifiche ed
integrazioni:
a) il comma 3
è sostituito dal seguente: "3. La Giunta regionale è composta dal
Presidente e da un numero di assessori non superiore ad un quinto del numero
dei componenti del Consiglio regionale, di cui uno assume la carica di Vice
Presidente.";
b) l'ultimo
periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: "II numero dei membri
esterni non può essere complessivamente superiore al cinquanta per cento dei
componenti della Giunta.";
c) dopo il
comma 4 bis è aggiunto il seguente comma: "4 ter. La nomina ad assessore
di componenti del Consiglio regionale comporta la sospensione di diritto
dall'incarico di consigliere regionale affidando temporaneamente la supplenza
per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista
che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti",
Art. 3
(Differimento dell'efficacia della legge)
1. La
presente legge produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del
Consiglio regionale della Calabria.
In
riferimento al testo di legge di cui sopra si precisa che:
il testo
legislativo è stato approvato in prima lettura dal Consiglio regionale con
deliberazione n. 391 del 31 marzo 2014 con in seguente esito: Consiglieri
assegnati 50, maggioranza assoluta 26, presenti e votanti 43, a favore 28,
astenuti 15;
il testo
legislativo è stato approvato in seconda lettura dal Consiglio regionale con
deliberazione n. 393 del 3 giugno 2014 con il seguente esito: Consiglieri
assegnati 50, maggioranza assoluta 26, presenti e votanti 49, a favore 30,
contrari 1, astenuti 18.
Si avvisa
che, entro tre mesi dalla data di pubblicazione della deliberazione statutaria
sul B.U.R.C., almeno un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto
dei componenti del Consiglio regionale possono chiedere che si proceda al
referendum popolare a norma dell'articolo 123 -terzo comma della Costituzione e
dell'articolo 2 della legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 1)
1.
All'articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per
l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)
sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 2
la parola: "cinquanta" è sostituita dalla seguente parola:
"trenta"; le parole: "compreso il Presidente della Giunta
regionale" sono sostituite dalle seguenti parole: "oltre il
Presidente della Giunta regionale";
b) dopo il
comma 2 è inserito il seguente comma: "2 bis. Il territorio della regione
è ripartito in tre circoscrizioni elettorali così denominate:
a)
circoscrizione nord;
b)
circoscrizione centro;
c)
circoscrizione sud.";
c) dopo il
comma 2 bis è inserito il seguente comma: "2 ter. Le circoscrizioni
elettorali di cui al comma 2 bis sono così composte:
a) la
circoscrizione nord comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Cosenza;
b) la
circoscrizione centro comprende i Comuni delle attuali Province di Catanzaro,
Crotone e Vibo Valentia;
c) la
circoscrizione sud comprende i Comuni dell'attuale Provincia di Reggio
Calabria.";
d) dopo il
comma 2 ter è inserito il seguente comma: "2 quater. Per la circoscrizione
elettorale di cui alla lettera b) del comma 2 bis, le liste sono composte, a
pena di inammissibilità, in modo che ci sia almeno un candidato residente per
ciascuna delle province corrispondenti.";
e) il comma 3
è sostituito dal seguente: “Non sono ammesse al riparto dei seggi:
a) le liste
regionali che non abbiano ottenuto nell'intera Regione almeno il 15 per cento
dei voti validi o almeno il4 per cento, se facenti parte di una coalizione;
b) le
coalizioni che non abbiano ottenuto complessivamente nell'intera Regione almeno
il 15 per cento dei voti validi espressi a favore delle stesse.";
f) alla fine
del comma 4 è aggiunto il seguente periodo: "In ogni caso sono esonerate
dalla sottoscrizione degli elettori le liste regionali cui sono collegate le
liste provinciali.";
g) i commi 6
bis e 6 ter sono abrogati.
Art. 2
(Integrazioni alla l.r. 1/2005)
1. Dopo
l'articolo 1 della legge r~gi9l'1ale 1/2005 è inserito il seguente articolo:
"1 bis
(Indizione delle elezioni)
1. Le
elezioni sono indette con decreto del Presidente della Giunta regionale,
sentito il Presidente del Consiglio regionale e d'intesa con il Presidente
della Corte d'Appello di Catanzaro. In caso di impedimento permanente o di
morte dei Presidente della Giunta e negli altri casi previsti dallo Statuto le
elezioni sono indette dai Vicepresidente della Giunta con le stesse
modalità." .
Art. 3
(Modifiche all'articolo 2)
1.
All'articolo 2 della l.r. 1/2005 sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla
lettera a) del comma 1 la parola: "Quaranta" è sostituita dalla
seguente parola: "Ventiquattro";
b) alla
lettera b) del comma 1 la parola: "Nove" è sostituita dalla seguente
parola: "Sei"; la parola: "alta" è sostituita dalla
seguente parola: "alla";
c) al comma 2
le parole: "anche non" sono soppresse.
Art. 4
(Modifiche all'articolo 4)
1.
All'articolo 4 della Lr. 1/2005 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1
la parola: "nove" è sostituita dalla seguente parola:
"sei";
b) alla
lettera a) del comma 1 la parola: "dei" è sostituita dalla seguente
parola: "del";
c) alla lettera
b) del comma 1 la parola: "25" è sostituita dalla seguente parola:
"15"; la parola: "quattro" è sostituita dalla seguente
parola: "tre"; le parole: "cinque" sono sostituite dalle
seguenti parole: "tre";
d) alla
lettera c) del comma 1 la parola: "25" è sostituita dalla seguente
parola: "15"; la parola: "nove" è sostituita dalla seguente
parola: "sei";
e) alla
lettera e) del comma 1 primo e secondo periodo le parole: "55 per
cento" sono sostituite dalle seguenti parole: "60 per cento".
Art. 5
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.