IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
83.
SEDUTA DI LUNEDI’ 31 MARZO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO E
DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO
NICOLÒ
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 513 del 20
febbraio 2014, a firma del consigliere Guccione, e numero 514 del 26 febbraio 2014,
a firma dei consiglieri Naccari
Carlizzi, Guccione, Giordano, Ciconte, Scalzo, Tripodi.
(Sono riportate in allegato)
Diamo inizio ai lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Abbiamo tenuto una Conferenza dei capigruppo in cui abbiamo deciso di non discute nella seduta odierna le interrogazioni a risposta immediata che potremo fare nella prossima seduta, sempre se ci sarà. Comunque non le esamineremo nella seduta odierna.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Magno. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo chiedere se è possibile inserire all’ordine dei lavori un ordine del giorno che riguarda la chiusura del carcere di Lamezia Terme.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno, protocollo numero 14895, a firma del consigliere Magno, che riguarda la chiusura del carcere di Lamezia Terme.
(E’ inserito)
Ha chiesto di parlare il consigliere
De Gaetano. Ne ha facoltà.
Chiedo di inserire all’ordine del giorno, Presidente, la mozione che riguarda il termovalorizzatore di Gioia Tauro e le royalties per quanto riguarda la frazione Bosco di Rosarno che ho già presentato stamattina agli uffici competenti.
Il consigliere De Gaetano chiede di inserire all’ordine del giorno la mozione che riguarda il termovalorizzatore.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della mozione.
(E’ inserita)
Ritorniamo all’ordine del giorno che
riguarda le modifiche dello Statuto.
Presidente,
le chiedo di voler consentire, per favore, un quarto d’ora di sospensione dei lavori per una breve riunione della Conferenza dei capigruppo.
L’abbiamo fatta adesso. La dobbiamo rifare?
Ci sono delle novità che le volevo sottoporre.
Se la minoranza è d’accordo sospendiamo la seduta per un
quarto d’ora come richiesto dal consigliere Morrone.
La seduta sospesa alle 15,40 è ripresa alle 16,56
Riprendiamo i lavori. La Conferenza
dei capigruppo richiesta dal consigliere Morrone si è conclusa e quindi
possiamo riprendere da dove eravamo rimasti e cioè l’approvazione in prima
lettura dello Statuto.
Prima
della interruzione stavo dicendo che abbiamo approvato in seconda lettura lo Statuto con la riduzione a 40 consiglieri
regionali e contestualmente avevamo
fatto l’approvazione in prima lettura della modifica allo Statuto con la riduzione a 30 consiglieri
regionali.
In più occasioni noi stessi abbiamo
ribadito la volontà che il numero giusto per la nostra regione fosse di 40
consiglieri perché siamo a 1.983.000 abitanti, quindi siamo quasi al limite
della soglia naturale per avere 40 consiglieri regionali che era alla base…
(Interruzione)
Prego i colleghi di prendere posto.
Stavo dicendo che più volte abbiamo
ribadito la volontà che 40 consiglieri fossero il numero giusto anche per la nostra
ed eravamo anche disponibili in più occasioni a limitare le indennità, a dire
che con le indennità di 30 avremmo pagato 40 consiglieri perché, per quanto ci
riguardava, per noi rappresentava un costo della democrazia non della politica.
Siamo però ossequiosi della sentenza
che è arrivata dalla Corte costituzionale e quindi oggi siamo qui a votare in
prima lettura la proposta di legge statutaria modificata. Perché modificata?
Non è la seconda lettura della proposta statutaria già approvata perché nel
frattempo abbiamo voluto inserire delle modifiche a quel testo.
In questa nuova proposta si chiarisce
il ruolo del Vicepresidente perché nella prima versione c’era “la Giunta
regionale si compone del Presidente, del Vicepresidente, di un numero di assessori
pari a 6”. Adesso invece specifichiamo che uno degli assessori nominati dal
prossimo Presidente della Giunta dovrà essere Vicepresidente.
Questo vuol dire che non ci sarà la possibilità
di avere 7 figure che accompagnano il ruolo del Presidente ma uno di questi assessori
sarà Vicepresidente. Quindi accanto al Presidente eletto direttamente dal
popolo ci saranno 6 assessori e uno di questi sei svolgerà anche il ruolo di Vicepresidente.
Accanto a questo abbiamo inserito
anche la figura del consigliere supplente, ossia il consigliere regionale che
viene eletto si sospende, una volta nominato assessore, dal ruolo di consigliere
e gli subentra il primo dei non eletti.
Abbiamo stabilito che il 50 per cento
sia obbligatoriamente eletto, è nella autonomia del Presidente di poter
scegliere i propri componenti della Giunta, mentre il 50 per cento prevede
“possono essere”.
Viene lasciata alla libertà del Presidente
la scelta se individuarli tra i consiglieri oppure all’esterno. La valutazione
che abbiamo fatto è di privilegiare il ruolo dell’eletto perché è giusto che i
consiglieri che vengono eletti e coloro che si candidano abbiano il giusto riconoscimento
anche di rappresentare le istanze del popolo nel governo della Regione.
Questo mi sembra un principio di democrazia,
non si può immaginare che il nuovo Presidente eletto abbia l’autonomia totale
di cancellare tutti gli eletti che vengono votati dal popolo calabrese e in un
colpo arrivare a 6 persone totalmente esterne.
Noi abbiamo voluto individuare che
almeno tre di questi siano consiglieri regionali
e penso che questa rappresenti una volontà di privilegiare coloro che vanno in campagna
elettorale, chiedono il voto ai cittadini, ci mettono la faccia. Una
volta che il Presidente è eletto ci sono tanti
altri ruoli nell’amministrazione regionale. Ci sono i
direttori generali, ci sono i dirigenti, ci sono nomine anche importanti.
Quelle attengono agli esterni.
Gli
eletti sono eletti dal popolo e poiché noi tutti siamo eletti con la preferenza
questo rapporto col popolo calabrese,
al di là del Presidente eletto, lo vogliamo sempre mantenere.
Attenzione,
non c’è nessun aumento di spesa perché molti stanno dicendo che questo meccanismo
provoca aumento di spesa. Guardate: o il Presidente della Giunta nomina gli
assessori tra gli interni o lo fa tra gli esterni, nel primo caso il primo dei
non eletti va a fare il consigliere regionale, non cambia assolutamente nulla.
Le indennità ci sono sempre e diciamo che non c’è un aumento della spesa.
Peraltro
il ruolo del consigliere supplente era previsto nel precedente Statuto.
Nella
precedente legislatura fu approvato uno Statuto
che prevedeva il ruolo del consigliere supplente. Non è una novità per la nostra
Regione e non è una novità nemmeno nello scenario nazionale perché
ci sono altre Regioni
che prevedono questa figura.
Aggiungo che se il Presidente della Giunta dovesse
nominare nel prossimo mandato sei consiglieri regionali eletti ci troveremmo ad
avere un Consiglio regionale formato da 12 consiglieri di maggioranza e 12
consiglieri di minoranza. Anche per l’agibilità democratica delle istituzioni
non rappresenterebbe un giusto equilibrio tra il ruolo della maggioranza e
quello della minoranza. Perché se il Presidente dovesse decidere che tutti e
sei sono interni significa che lo svolgimento del lavoro delle Commissioni e
dell’Aula potrebbe essere totalmente vanificato.
Con questo spirito, con queste volontà stiamo
approvando questa proposta di legge statutaria in prima lettura, ripeto, non è
la seconda lettura della proposta di legge statutaria numero 14 in quanto
abbiamo fatto delle modifiche.
Naturalmente dopo il voto di oggi la seconda
lettura dovrà essere fatta tra non meno di 60 giorni e successivamente entrerà
in vigore dopo 3 mesi perché ci sarà la possibilità da parte dei cittadini calabresi
di poter fare tutte le osservazioni ed eventualmente impugnarlo.
Noi lavoriamo in questa direzione e siamo qui
attraverso questa discussione che abbiamo avuto in Conferenza dei capigruppo
facendo un confronto anche tra maggioranza e minoranza. Ci sono state posizioni
diversificate che sicuramente dagli interventi dei consiglieri saranno poste in
essere, evidenziate nell’Aula del Consiglio per procedere a questo punto a una
delle riforme essenziali che ci eravamo poste da tanto tempo, che abbiamo
seguito attraverso un percorso anche di confronto in Conferenza dei capigruppo;
ne abbiamo discusso più volte, abbiamo parlato anche di nuova legge elettorale.
Perché questa legge, purtroppo, a 30 consiglieri penalizza le province più
piccole e mi riferisco a Vibo Valentia e a Crotone e come Conferenza dei
capigruppo al più presto ci dovremo rivedere per discutere anche nel merito di
possibili variazioni della legge elettorale.
Riteniamo che questo ultimo scorcio di legislatura
debba essere impiegato prioritariamente per una valutazione di merito e per una
discussione per organizzare, attraverso l’approvazione delle riforme, la Regione
che verrà, quindi la Regione della prossima legislatura. Ritengo che da una
discussione di merito si possa determinare una sintesi e procedere poi
all’approvazione sia in prima sia in seconda lettura del provvedimento.
Non ho altro da aggiungere, visto che dovevo
relazionare sia sul provvedimento sia su quanto stabilito in Conferenza dei
capigruppo.
Mi suggerisce il Segretario generale che prima di
procedere alla votazione di questa nuova proposta di delibera in prima lettura
c’è bisogno della revoca del provvedimento della precedente approvazione che
faremo subito dopo aver ascoltato i colleghi consiglieri, i vari interventi per
poi addivenire alla votazione finale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
lei e i colleghi capigruppo
conoscono il nostro pensiero su questa proposta di modifica statutaria, che
siamo convinti essere un pensiero molto responsabile.
Guardate, non vorrei e non vorremmo essere accusati
di strumentalizzazione politica, ma non possiamo dare l’impressione alla
Calabria, non solo a noi stessi, a chi ci ascolta, a chi scriverà, che
quest’Aula è sorda rispetto a quello che avviene fuori da palazzo Campanella; e
fuori da palazzo Campanella – lo dico in modo molto sintetico, perché non è la
serata giusta per fare polemiche o per
fare interpretare il mio dire come polemico, mi voglio attenere all’aspetto
istituzionale – il popolo calabrese ha l’impressione che l’ente Regione non ce
l’ha fatta in questi anni a risolvere le tante emergenze della nostra
collettività e tutti i nodi ereditati dal regionalismo italiano e calabrese,
piuttosto che essere sia pure in parte sciolti, si sono stretti di più e sono
diventati dei veri e propri nodi gordiani.
Quindi dico questo –
ripeto – non per fare polemica, ma anche per la cultura che, modestamente,
contraddistingue la mia modesta persona, ma debbo dire – mi auguro – la gran
parte, se non l’intera minoranza di palazzo Campanella; dico questo per
premettere che il nostro è un giudizio politico rispetto alle cose che da qui a
poco aggiungerò.
Dal nostro punto di
vista, sotto il profilo politico, gestionale, amministrativo, questa
legislatura era già morente. Naturalmente, questa affermazione che ha un
carattere politico ed amministrativo viene certificata – ahimè, dispiace dal
punto di vista personale – da pronunce che hanno determinato una crisi della
Regione Calabria, non solo la sospensione dai poteri del Presidente della Regione,
ma a questo dato si è aggiunto l’annuncio da parte del presidente Scopelliti
che si dimetterà. Quindi noi diamo per scontato questo accadimento, le
dimissioni di Scopelliti, che andranno a certificare la morte di questa
legislatura.
Vi rendete conto che non
potevamo non premettere, mentre parliamo di modifiche dello Statuto, lo
scenario di carattere generale, e lo dico anche per un’altra ragione che motiva
le nostre determinazioni: noi voteremo sì alla modifica dello Statuto che fissa
il numero dei consiglieri a 30, mentre voteremo no al comma b) e al comma c),
che rispettivamente statuiscono che il Presidente non può eccedere nella scelta
di assessori esterni rispetto al 50 per cento dei membri assegnati alla Giunta
e l’istituzione del consigliere supplente.
Questo nostro pensiero è
legato ad un ragionamento che riguarda la composizione della Giunta e vede una
evidente contraddizione con l’elezione diretta del governatore; noi non
riusciamo a capire perché un sindaco eletto direttamente dal popolo può
scegliere liberamente tra interni ed esterni e un Presidente della Regione
debba essere limitato in questo suo potere. Il nostro punto di vista era e
rimane che il Presidente della Regione ha questa investitura popolare. Peraltro,
conoscete il mio pensiero, se le norme nazionali non lo avessero consentito,
noi avremmo dovuto attenuare questo aspetto a livello statutario, però questo
è.
Allora c’è una
contraddizione, nel momento in cui chi deve rispondere quasi direttamente,
oltre che al Consiglio per quanto riguarda la promulgazione, la legislazione,
gli indirizzi di fondo, anche della gestione direttamente al popolo, debba
subire una tale limitazione. E’ un aspetto culturale che noi poniamo, che ci
convince di questo dato.
Anche che il consigliere
supplente è un istituto necessario, nel momento in cui si riduce il numero dei
consiglieri a 30, tanto più se il Presidente viene lasciato libero di assumere
le sue determinazioni, si pone a giustificazione; qui sorge una domanda: che
tipo di Regione vogliamo continuare a mantenere in Calabria – ma vale forse per
la gran parte del Paese – se voi pensate ancora alla Regione gestoria,
accentratrice, centralista? Chiamo questa Regione un piccolo Stato Hag
accentratore, cioè un surrogato dello Stato accentratore. Forse il vostro
ragionamento può avere una pregnanza, ma noi pensiamo ad un altro tipo di
Regione, noi pensiamo alla Regione come l’hanno immaginata i padri costituenti,
una Regione che legifera, che programma, che dà indirizzi, che eventualmente si
sostituisce ove le autonomie locali siano inadempienti, una Regione che
certamente ha competenza sulle materie che sono di esclusivo valore oggettivo
regionale: io faccio l’esempio di una strada fra la provincia di Reggio e la
provincia di Catanzaro, piuttosto che di Vibo o di Cosenza, è chiaro che deve
avere una competenza di carattere regionale.
Dal momento in cui noi
pensiamo a questa Regione di tipo leggero, è chiaro che c’è una coerenza, da un lato di lasciare il Presidente
libero di fare le scelte che vuole, dall’altro diciamo un no secco al
consigliere supplente, a prescindere dalla questione dei costi che non entra in
gioco, almeno in questa fase, nel nostro ragionamento, perché potrebbe avere
anche ragione il presidente Talarico che, in definitiva, non c’è un appesantimento
dei costi.
Quindi noi annunciamo un
voto favorevole alla riduzione del numero dei consiglieri a 30 e un voto
contrario alle altre due proposte.
Il suggerimento, presidente
Talarico, che le ha dato il dottore
Lopez, suggerimento nel senso che distrattamente – ma capita a tutti – lei si
era dimenticato di far votare in precedenza la revoca della precedente prima
lettura, questo dato ci fortifica nella
nostra volontà di limitare il voto favorevole al primo punto, perché qui
c’è un rischio molto grave: se per una ragione, per qualunque ragione e
soprattutto per la ragione a tutti nota, il Consiglio regionale – da quello che
è stato annunciato, che leggiamo sui giornali, che certamente può accedere –
non riuscisse a fare la seconda lettura, noi ci troveremmo ad avere revocata la
precedente prima lettura che riduce il numero dei consiglieri a 30 e ci
troveremmo con una prima lettura che, forse, non verrebbe santificata e resa
esecutiva da una seconda lettura.
Per queste ragioni – non
la voglio fare eccessivamente lunga – noi esprimeremo un voto favorevole alla
riduzione a 30 consiglieri, mentre esprimeremo un voto contrario alla
limitazione dei poteri del Presidente governatore nella scelta dei propri
assessori. Apprezzo quello che dice il presidente Talarico: chi ci mette la
faccia, chi riceve il consenso deve essere messo nelle condizioni di poter
anche dare un contributo di gestione, ma questo è argomento che sta
nell’organizzazione di un governo che attiene soprattutto alla responsabilità
di chi viene eletto dal popolo. Quindi voto contrario su questo punto, voto
contrario anche per quanto riguarda il consigliere supplente.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, le cose dette dal consigliere Principe che mi ha preceduto sono state sufficienti a rappresentare anche il mio pensiero ma credo che oggi noi tutti, almeno i capigruppo qui presenti, non possono zittirsi di fronte alla particolarità di questo Consiglio regionale che si presenta con due ordini di problema controversi ma che ci fanno pensare in che modo viviamo oggi il regionalismo o il fallimento del regionalismo.
Oggi siamo chiamati qui a
ratificare una sentenza della Corte costituzionale iniqua che pone in gran parte la
rappresentatività della democrazia calabrese in ginocchio perché ridurre una Regione come la Calabria
a 30 consiglieri regionali con le problematiche territoriali, sociali ed
economiche che abbiamo è, per quanto si voglia dire, una parodia in negativo,
ma molto in negativo di quella che è la democrazia nelle istituzioni, nella
politica.
Quindi chi andrà al governo della
prossima legislatura deve sapere dell’enorme difficoltà in cui dovrà governare
questa Regione con le sue
mille contraddizioni e già questo è un problema di cui noi che ci avviciniamo
alla fine di questa legislatura dovremo farci carico. Ecco perché è importante
che anche oggi si parli e si discuta di questi argomenti.
L’altro argomento è quello che più è
noto alla cronaca politica e di cui in questo momento il Consiglio regionale
non affronta la discussione, ma noi sappiamo che gli avvenimenti giudiziari
produrranno delle conseguenze che determineranno con molta probabilità, per
come abbiamo sentito e letto sulla stampa, lo scioglimento anticipato di questo
Consiglio regionale.
Diceva il consigliere Chiappetta – sono
perfettamente convinto di questo – che tra le tante Regioni in Italia che hanno
visto lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale l’unica è la Calabria
in cui un Presidente viene condannato per fatti non attinenti alla vita del Consiglio
regionale e all’attività amministrativa, di governo della Regione Calabria.
E’ una sintomatologia del fallimento della
indicazione della legge, del titolo quinto, dei suoi impedimenti e dello
spirito che ha determinato il blocco dell’autonomia dei Consigli regionali nel
momento stesso in cui hanno dato l’autorizzazione o hanno dato il via a
scegliere autonomamente forme di governo della Regione e forme di sistema elettorale.
Di fatto dopo il 2004 quando è successo che la Corte
costituzionale ha bocciato l’unica voce dissidente in Italia che era quella del
Consiglio regionale della Calabria che sceglieva una forma di transizione, un Presidente
eletto, nominato nell’ambito dell’Assemblea regionale, quando quella sentenza
ci ha detto che non era possibile e bisognava mettere l’elezione diretta del Presidente
noi abbiamo perso la nostra autonomia.
Oggi discutiamo di questo, quindi, ed è del tutto
evidente che siamo costretti a votare le indicazioni che ci dà la Corte
costituzionale ma, nel momento in cui votiamo gli obblighi che essa ci impone,
dovremo tentare di ragionare di politica perché fino in fondo siamo una
categoria privilegiata di calabresi che hanno questo piccolo potere, di
ragionare di politica e di decidere anche le sorti dei cittadini calabresi.
Personalmente credo che questa Regione, dal punto
di vista di cultura costituzionale, debba cominciare a ragionare non più
riferita agli avvenimenti particolari ma esaminando il quadro condivisibile o
non condivisibile delle scelte che si fanno.
Per esempio, se non mi sbaglio, il comma terzo,
lettera c) che è quello che il presidente Talarico espone come una soluzione
che premia la politica - perché non tutti mettono la propria faccia in una campagna
elettorale e noi sappiamo cosa significa mettere la nostra faccia nel giudizio
della stampa, degli elettori, nel giudizio della gente comune - pone il tema di
una sorta di premialità a chi non viene eletto e che può subentrare qualora il Presidente
scelga uno degli assessori, uno dei consiglieri eletti alla carica di assessore.
Questo, però, va in contrasto con lo spirito che ci
ha portato a questa situazione.
Sono un assemblealista nato, facciamo un grave
errore a non rivendicare il diritto che ci dà la legge numero 1 del 1999 dove
si dice che è il Consiglio regionale che sceglie la forma di elezione del Presidente.
Se avessimo il coraggio noi sceglieremmo un’altra strada ed eviteremmo
scioglimenti anticipati come questo.
Ma visto che noi accettiamo questa logica - che è
la logica del presidenzialismo approvata con la legge sui sindaci e con la legge
dei Presidenti delle province - credo che si debba fare un atto compiuto - così
com’è previsto nella legge dei sindaci e nella legge delle province – per cui
chi viene chiamato a fare l’assessore debba dimettersi dal suo incarico di consigliere
regionale.
Questa secondo me è una risposta di chiarezza che
si dà ai cittadini i quali non vedono la solita partita di giro in cui il consigliere
regionale lavora sempre per tutelare se stesso, ma vedono almeno un atto di
chiarezza nel momento in cui si dice “io che sono premiato per le mie capacità,
le mie competenze ad essere chiamato assessore, di dimettermi dal Consiglio
regionale”.
Non è solo questo, Presidente, che ci indurrebbe a
fare una scelta diversa da quella che ha proposto a maggioranza la Conferenza
dei capigruppo. In questo modo incominceremo ad avviare una riflessione più
compiuta, più a fondo di quelli che sono i ruoli autentici del Consiglio
regionale che viene eletto insieme al Presidente, che sono compiti legislativi -
come diceva il consigliere Principe poco fa.
La separatezza dei ruoli in questo momento diventa imprescindibile.
Se noi invece continuiamo a tenere un legame tra
chi eletto in Consiglio regionale passa alla Giunta e riesce a ritornare in Giunta
mandando via quello che gli era subentrato, abbiamo una spirale in cui il governo
controlla l’Assemblea, il Consiglio regionale e questo Consiglio regionale
diventerebbe subalterno ai ricatti che il Presidente della Regione farebbe a
qualsiasi odore di crisi.
A questo sono contrario per cui anche io annuncio
che voterò alcune parti perché c’è una sentenza che, fra l’altro, dice che
avremmo potuto avere una forma diversa se avessimo fatto un ricorso anticipato.
Allora io non c’ero e non posso criticare.
Nella seconda parte invito il Consiglio ad avere
più coraggio e ad incominciare a tentare, anche in vista della campagna elettorale,
di dare una risposta con nuove regole che noi possiamo contribuire a crearci.
Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Mirabelli. Ne ha facoltà.
Molto velocemente, signor Presidente, credo che si
sia consumato tutto perché è già da un anno che si parla di questa situazione,
di questa questione. E’ ovvio che la riduzione scontata è un atto dovuto, un
obbligo di legge ed è ovvio pure che scendere da 50 a 30 consiglieri,
soprattutto in ragione di un numero di 25-30 mila abitanti in meno rispetto
alla fatidica soglia dei due milioni, è un po’ stringente.
Dico questo perché mi vorrei collegare anche alle
osservazioni fatte dal capogruppo del Pd nel senso che non può apparire come se
il consigliere supplente sia un meccanismo artificioso, intelligente, furbesco
per cercare di recuperare un numero di consiglieri regionali in questa nostra
Assise.
Credo che abbia una sostanza anche differente ed
importante questa questione. In primis perché nel momento in cui il Presidente
della Giunta avesse avuto l’obbligo di eleggere una Giunta tutta esterna allora
molto probabilmente il consigliere regionale supplente non sarebbe servito a
niente e sarebbe stato solo un incremento di spesa o un meccanismo per cercare
di recuperare persone all’interno del Consiglio. Avrei potuto dare ragione al
capogruppo.
E’ ovvio che questo non è, perché a mio parere
potremmo avere anche un Presidente della Giunta regionale che invece sceglie,
per forma mentis culturale, perché vuole premiare chi ci mette la faccia,
6 consiglieri regionali da far diventare assessori e ci ritroveremmo automaticamente
con 12 consiglieri regionali di minoranza e 12 consiglieri regionali di maggioranza,
andando sistematicamente a bloccare l’attività del Consiglio perché non ci sarebbe
una maggioranza predefinita, costituita che sarebbe, invece, in numero uguale
alla minoranza, bloccando, di fatto, l’attività del Consiglio.
E’ anche vera un’altra storia ed ecco perché su
questo ragionamento sono stato uno di quelli che ha proposto questa normativa
subito dopo, sono stato anche attaccato da qualche giornale e non ho mai capito
il motivo. C’era anche un altro fatto di fondo che secondo è anche quello più
importante: cercare, secondo me, proprio perché le competenze della Regione
sono queste qua, al di là di quelle che saranno nel momento in cui si va a fare
una rivisitazione del Titolo quinto, sono ad oggi queste.
Si gestisce. Oggi la Regione gestisce, non dà solo
indirizzi programmatici e non va solo a legiferare. Gestisce, diciamo le cose
come stanno. E se fino ad oggi è così è ovvio che bisogna capire se non fosse
meglio già dal passato dividere le funzioni tra l’assessore e il consigliere
regionale che sono funzioni assolutamente differenti, alla luce di quelli che
sono i compiti che ancora oggi queste Regioni hanno, di quel centralismo forte,
in termini gestionali, che ha esercitato per anni e che continuano ancora ad
oggi – fin quando non modificheranno la legge – ad esercitare.
Qui sta il ragionamento. Se la cosa è così, è ovvio
che forse sarà anche meglio evitare una sovrapposizione di controllori e
controllati.
Cioè chi fa l’assessore avrà la delega piena, il
compito, la funzione di gestire. Il consigliere regionale ha un altro compito
che è quello di legiferare e di controllare l’attività della Giunta, il
raggiungimento degli obiettivi oltre che gli indirizzi.
Ecco perché voterò a favore di questa legge ed ecco
perché penso che ad oggi questa sia un’ottima legge nell’ambito di quella che è
una indicazione obbligata di riduzione del numero dei consiglieri regionali.
Non ci sono altri interventi dei colleghi pertanto
possiamo procedere alla votazione.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Possiamo procedere a votare, intanto, la proposta di provvedimento amministrativo numero 273/9^, recante: “Revoca della deliberazione del Consiglio regionale n. 298 del 22 aprile 2013 recante: “Legge regionale – Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)”.
Presidente, noi ci asteniamo.
Pongo in votazione il provvedimento con l’astensione della minoranza.
(Il Consiglio approva)
Ritorniamo alla proposta di legge Statutaria numero 15/9^ di iniziativa del consigliere F. Talarico, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)”.
L’articolo 1 che è composto da un solo comma recita “Il Consiglio regionale è composto dal Presidente della Giunta regionale e da trenta consiglieri.”
Penso che si possa votare all’unanimità.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato all’unanimità)
(Interruzione)
Sono assolutamente d’accordo, l’ho
sempre detto. Noi abbiamo la stessa rappresentanza di Regioni con 1 milione e 100 mila abitanti o con 1
milione e 200 mila abitanti.
(Interruzione)
Un’ingiustizia perché avrebbe dovuto essere
modulata. Cioè in proporzione al numero di abitanti dovrebbe avere un numero di
eletti. Purtroppo le leggi sono queste.
(Interruzione)
Pongo in votazione l’articolo 2 che recita “comma a) la Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore ad un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale, di cui uno assume la carica di Vice Presidente”.
Penso che questo si possa anche votare all’unanimità.
Pongo in votazione il comma a) dell’articolo 2.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione il comma b) dell’articolo 2 che recita “Il numero dei membri esterni non può essere complessivamente superiore al cinquanta per cento dei componenti della Giunta.”.
Questo comma si vota a maggioranza.
(E’ approvato a maggioranza con il
voto contrario della minoranza)
Pongo in votazione il comma c) dell’articolo 2 che recita “La nomina ad assessore di componenti del Consiglio regionale comporta la sospensione di diritto dall’incarico di consigliere regionale affidando temporaneamente la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti.”.
Questo è il punto che riguarda la supplenza.
(E’ approvato a maggioranza)
Pongo in votazione l’articolo 2 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 che recita “La presente legge produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.”
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso in prima lettura.
(Il
Consiglio approva)
Presidente, sul provvedimento complessivo ovviamente ci asteniamo.
Sulla votazione definitiva, poiché ci sono dei punti in cui sono stati a favore e dei punti in cui hanno votato contro, sul provvedimento nel suo complesso la minoranza si astiene.
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda l’esame abbinato: proposta di legge numero 419/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Disciplina delle Associazioni Proloco” e proposta di legge numero 427/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Sistema informativo turistico – Iat”.
E’ in discussione una nuova versione “Disciplina delle associazioni Proloco e Sistema informativo turistico – Iat”.
Il consigliere Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.
La seconda Commissione, Presidente e colleghi
consiglieri…
Propongo il rinvio, Presidente, per questo ho
chiesto di parlare sull’ordine dei lavori.
(Interruzione)
Nella seduta del 26 marzo…
Presidente, mi dà la parola?
Un attimo. Prego i colleghi di prendere posto.
Di solito si fa la relazione e poi si chiede il
rinvio. Se facciamo svolgere la relazione, le darò la parola e chiederà il
rinvio…
Posso? Questa è una legge, Presidente, che viene
presentata con tre giudizi negativi dal dipartimento del turismo, dall’Upli Calabria…
Assolutamente, non esiste.
Sentiamo la relazione, poi chiederà la parola.
Vuol dire che faremo la nottata, collega.
Dicevo, signor Presidente, che la seconda Commissione
nella seduta del 26 marzo ha licenziato un testo unificato con emendamento
interamente sostitutivo proposto da chi parla in materia di Proloco e Sistema
turistico Iat che era originato dalla fusione di due distinte proposte di legge,
la numero 419 e la numero 427 entrambe di iniziativa del presidente Talarico.
La Commissione ha esaminato sia i profili di merito
sia le conseguenze di carattere finanziario derivante dall’approvazione della
presente proposta di legge. Una proposta frutto di un intenso lavoro di tutta
la Commissione in considerazione, proprio, dell’importanza che tale legge può
rivestire per il territorio calabrese in materia di sviluppo e di turismo.
Prima di procedere all’approvazione della legge
ricordo ai colleghi che abbiamo proceduto ad audire tutto il partenariato
interessato nonché un rappresentante dell’Upli e di Confindustria nella
convinzione che le osservazioni delle parti sociali potessero – e sicuramente
possono – contribuire a migliorare il contenuto di una legge, rendendone i
dettami più rispondenti alle esigenze concrete delle categorie interessate.
La legge, collega Guagliardi, è scaturita anche da
una costante e fruttuosa collaborazione con i dipartimenti regionali turismo e bilancio,
considerate che le disponibilità in bilancio indicate nella presente relazione
e nella conseguente norma finanziaria sono state oggetto di verifica da parte
dei predetti Dipartimenti regionali competenti.
Nel merito della proposta si evidenzia che questa è
composta da 15 articoli.
Il primo definisce le associazioni Pro Loco quali associazioni
private che svolgono senza finalità di lucro attività di interesse turistico, finalizzate
a valorizzare risorse naturali artistiche, storico-culturali del territorio in
cui hanno sede.
Con gli articoli 2 e 3, il progetto di legge
precisa poi le finalità, il ruolo e le attività delle Pro Loco quali strumenti
di base per la valorizzazione delle risorse naturali, artistiche, storiche e
culturali del territorio in cui hanno sede.
L’articolo 4 prevede il riconoscimento
dell’attività dell’Unpli Calabria e dei relativi Comitati provinciali
dell’Unpli, quali organismi di coordinamento tra le Pro Loco iscritte a tale Unione;
una qualificata attività del Comitato regionale per la diffusione di buone pratiche
tra le Pro Loco in tema di valorizzazione delle risorse locali, di orientamento
al consumo dei prodotti agricoli e agroalimentari riconosciuti, nonché di
sostenibilità delle sagre.
Gli articoli 5, 6 e 7 disciplinano l’istituzione
dell’Albo Regionale delle Pro Loco, i requisiti di iscrizione e le cause di
cancellazione.
L’articolo 8 prevede accordo di collaborazione con
l’Unpli Calabria.
L’articolo 9 disciplina il Sistema Informativo
Turistico e gli uffici per l’informazione e l’accoglienza turistica regionale
(IAT).
L’articolo 10 prevede che la Giunta regionale
disciplini i criteri e le modalità della procedura selettiva per la concessione
di contributi per qualificati programmi, presentati dall’Unpli regionale,
valutando, in particolare la qualità dei progetti sotto il profilo della
valorizzazione all’identità calabrese e tenendo conto, in via prioritaria, dei progetti
che coinvolgono il maggior numero di Pro loco sul territorio.
L’articolo 11 prevede le disposizioni finanziarie
la cui quantificazione è dettagliata.
L’articolo 12…
A questo proposito devo dire che abbiamo riproposto
nell’emendamento totalmente sostitutivo una nuova relazione ed una nuova norma
finanziaria concertata col dipartimento bilancio.
L’articolo 13 abroga espressamente con una norma
della legge regionale numero 8 del 2008, nonché le lettere h) e o) del comma 1
dell’articolo 54 della legge regionale numero 34 del 2002.
Con l’articolo 14 si dispongono le procedure per il
raccordo tra i soppressi Albi Provinciali e il previsto Albo Regionale e si
dettano disposizioni transitorie per regolare i procedimenti amministrativi e
di spesa in essere alla data di entrata in vigore della presente legge.
Voglio infine precisare, signor Presidente, che la legge,
oltre che essere largamente concertata con l’Unpli, rivista e rivisitata, è
emendata anche sulla base delle indicazioni che sono state date da Confindustria
regionale che è stata audita nell’ultima fase, emendamenti che verranno
esaminati oggi, ha avuto anche il placet del Servizio legislativo che
non ha sollevato obiezioni né sulla norma finanziaria né sul resto degli
emendamenti presentati.
Le uniche osservazioni all’articolo 9 sono state
recepite dalla Commissione. Un lavoro, quindi, meticoloso e cosciente per una legge
innovativa che doveva raccogliere le indicazioni di tutto il partenariato e ovviamente
le indicazioni degli organi tecnici del Consiglio regionale. Grazie, signor
Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guagliardi, ne ha facoltà.
Presidente,
in premessa
mi consenta di considerare questo mio intervento non rivolto a lei come
Presidente del Consiglio regionale, ma mi rivolgo a lei che è il presentatore
di due progetti di legge, uno sullo Iat e uno sulla riforma delle pro loco.
Devo dire che la relazione
del consigliere Imbalzano è quantomeno
stucchevole e dico che qui il consigliere
Presidente della Commissione dice fesserie! Consigliere Imbalzano, lei dice
fesserie e cercherò di spiegarglielo.
Dietro di lei c’è il consigliere Tripodi, che ha condiviso
la legge, quindi siamo in due, siamo tutta la maggioranza…
Sto parlando del suo intervento in questo momento.
Peccato che lei non fosse
presente ai lavori della Commissione. Ha presentato degli emendamenti che non
stanno né in cielo né in terra, le aggiungo, allora!
Adesso li discuteremo
tutti, uno ad uno, Presidente, ma lei dice fesserie, perché lei ha tre documenti
su un progetto di legge che prima era abbinato, che ha rimodulato, ma nella
sostanza le tre risposte che le hanno dato il direttore del dipartimento turismo,
il Servizio legislativo della Regione e l’Upli Calabria sono diverse, lei dice
che le proposte hanno avuto il consenso di questi enti e dice delle fesserie!
No, non ho detto che l’Upli
ha espresso parere favorevole, ho detto che è stato audito – lei non mi ha
ascoltato, non mi ha seguito – che è altra cosa. E’ chiaro che l’Upli non
poteva esprimere un parere favorevole, ci mancherebbe altro!
Presidente, il dipartimento
del turismo dice questo: “In relazione alle proposte di legge 419/9^ e 427/9^,
si esprime il seguente parere” – glielo leggo integralmente – “La Regione non
può conferire a soggetti diversi da quelli individuati dalla legge 59/1997, articolo
4, comma 3, le funzioni assegnate agli enti locali individuate dalla predetta legge.
Le funzioni di cui alle citate proposte di legge sono, infatti, competenze
amministrative conferite dalla Regione alle Province con legge 34/2002, in attuazione
del principio di sussidiarietà e degli altri princìpi indicati dall’articolo
118 della Costituzione, nell’articolo 4, comma 3, della legge 15 marzo 1997 e
negli articoli 3 e seguenti del decreto legislativo 18 agosto 2000, numero 266.
Tali funzioni non possono essere ulteriormente conferite ad enti diversi da quelli
indicati dalla Costituzione”.
Presidente Imbalzano,
forse le è sfuggito questo primo periodo!
“Dato atto che la titolarità
delle competenze amministrative è in capo alla Regione e, per ciò che concerne
il Sit, è in capo alle Province, per ciò che attiene l’informazione e l’accoglienza
turistica si rileva che il progetto
Sit-Iat rappresenta una procedura di esternalizzazione di un servizio pubblico
e l’Unpli regionale si configura come operatore economico. Tale esternalizzazione
non può avvenire in maniera diretta, ma solo ed unicamente attraverso una
procedura selettiva, nel pieno rispetto del decreto legislativo 163 del 2006”.
Presidente
Imbalzano, c’è? Non c’è?
(Interruzione)
No,
perché poi mi deve dire se i miei emendamenti sono accoglibili o meno, per questo
voglio che lei ascolti.
“L’Unpli
regionale si configura come un’associazione di diritto privato e non è soggetto
giuridico destinatario di funzioni amministrative, pertanto potranno essere instaurate
solo forme di collaborazione, previa stipula di apposite convenzioni nel rispetto
delle norme previste in materia, sebbene non tutte le pro loco aderiscano
all’Unpli, e non potranno essere individuate quali soggetti beneficiari diretti
di risorse finanziarie”.
Questo
è il primo documento, consigliere, ed è il più corto. Adesso mi metto a leggere
gli altri due, perché lei abbia contezza delle cose errate che ci ha detto poco
fa.
Servizio
legislativo, scheda tecnico-legislativa sull’emendamento interamente
sostitutivo delle proposte di legge 419/9^ “Disciplina delle associazioni pro
loco” e legge 427 “Sistema informativo turistico”.
Consigliere
Imbalzano, incominciamo a leggere o vogliamo rinviare? Perché questa sera ho
voglia di procedere fino in fondo, fino a mezzanotte, magari! Se siamo d’accordo
a rinviare la discussione e di..
(Interruzione)
Che
mi dice, Presidente? Vogliamo concordare il rinvio della legge? Presidente Talarico,
sto sospendendo il mio intervento per chiedere al consigliere Imbalzano se
intende rinviare la discussione delle proposte di legge.
(Interruzione)
No,
ho fatto una pausa per fare una richiesta al Presidente, altrimenti entro nel
merito dei rilievi fatti dal Servizio legislativo della Regione. Che facciamo?
Continuo?
Presidente,
posso intervenire?
Consigliere
Guagliardi, prego.
Rinnovo
la proposta del rinvio della proposta di legge; ripropongo, prima di continuare,
il rinvio, Presidente. Sta anche a lei decidere.
Presidente,
posso intervenire su questo aspetto?
Sì.
Ha finito l’intervento? Così concedo la parola al consigliere Maiolo.
No. Prima di continuare a
tediare…
Va bene, lei l’ha
chiesto, adesso deve intervenire ancora o
ha finito?
Devo
continuare l’intervento.
Ah,
poi nel merito!
Certo.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente,
inviterei il collega Imbalzano a far sì che questa proposta possa ritornare in Commissione,
per il semplice motivo che questa proposta di legge è stata licenziata dalla
Commissione il 26 marzo, giorno in cui c’era la visita del Presidente del
Consiglio dei Ministri in Calabria. Noi avevamo chiesto che venisse sconvocata la
Commissione: il collega Imbalzano, Presidente – di cui io sono immeritatamente
il suo Vicepresidente – mi ha detto che avrebbe tenuto la Commissione
egualmente, ma solo per esprimere dei pareri urgenti.
Approvare
una legge è una cosa diversa, quindi noi chiederemmo di poter entrare nel
merito della discussione di questa proposta di legge, perché vogliamo dare il contributo
sulle pro loco, ma questa proposta di legge noi chiediamo che ritorni in Commissione.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Presidenza del Vicepresidente
Alessandro Nicolò
A me spiace dover fare un contraddittorio non sul merito della proposta di legge,
come sarebbe più opportuno, però al consigliere Maiolo vorrei ricordare
che, intanto, nelle sedute precedenti in cui abbiamo esaminato la proposta è
stato spiegato a chi muoveva richieste di questo tipo, dopo che avevamo
approvato nel merito la proposta fino all’articolo 11, dopo aver partecipato
all’approvazione di quasi tutta la proposta, salvo la norma finanziaria
concordata con il dipartimento bilancio e votata successivamente, improvvisamente
e in contrasto con quanto dice il Regolamento – perché una legge approvata
anche negli emendamenti non può essere caducata e non si può che o votare a
favore o contro; quanto all’esame fatto il giorno 26, ricordo garbatamente al collega
Maiolo – e lui sa la stima che nutro nei suoi confronti – che ho rinviato la
seduta di Commissione tre volte: la prima il 19 marzo, quando gli esponenti del
gruppo Pd mi hanno chiesto di rinviare la seduta di Commissione per la presenza
dell’onorevole Renzi in Calabria,
che poi non è venuto; l’ho rinviata al 24 una seconda volta, su richiesta del consigliere Principe, per la riunione
del gruppo tenuta la mattina, anche se io avevo pregato il collega Principe,
per una serie di pareri importanti e proposte di legge importanti che erano all’ordine
del giorno, di aggiornare la riunione del gruppo Pd al pomeriggio; avevo già
rinviato una terza volta su richiesta del gruppo di Forza Italia, perché c’era
una riunione romana dal presidente Berlusconi.
Il 26 a me è arrivata soltanto
la richiesta del consigliere Maiolo,
il quale comunicava di essere assente per la presenza in Calabria dell’onorevole Renzi. E’ arrivata la mattina
della riunione, qualche minuto prima, credo alle 9,50 – se non ricordo male –
la richiesta di congedo del consigliere Naccari Carlizzi, una richiesta di
congedo normale, e una richiesta di congedo del consigliere Adamo. Non c’è
stata mai una richiesta di rinvio della seduta, questo per onestà.
E’ vero
che ho detto al consigliere Maiolo, col quale ho interloquito telefonicamente,
che avremmo esaminato certamente i pareri, però la Commissione ha deciso di procedere
– io sono soltanto il coordinatore della Commissione – anche a questo
adempimento, rispetto al quale comunque non si poteva e non si può tornare
indietro: una legge approvata fino alla quasi totalità, salvo la norma
finanziaria, non poteva essere caducata.
Per questi motivi, caro presidente
Nicolò, le chiedo di procedere con l’esame della legge, una volta esaurito il dibattito.
Sì, consigliere Imbalzano,
però c’è una richiesta di rinvio del
consigliere Guagliardi ed io la sottopongo all’Aula. Chi è favorevole?
(Interruzione)
Al rinvio, c’è la proposta
del consigliere Guagliardi.
(Interruzioni)
Pongo in votazione la richiesta
di rinvio.
Ma non puoi tornare
indietro tecnicamente.
Gli uffici poi ci daranno
il resoconto della votazione.
(Interruzione)
Per dichiarazione di voto?
Siamo in votazione. Se non vi sedete, non è possibile fare il resoconto! Pongo
in votazione la richiesta di rinvio.
(Interruzione del consigliere
Guagliardi)
Il
consigliere Guagliardi ha proposto il rinvio del testo in discussione: esame
abbinato proposte di legge numero 419/9^ e 427/9^ di iniziativa del consigliere
Francesco Talarico, recanti “Disciplina delle Associazioni Pro Loco e
del Sistema informativo turistico – IAT”. C’è una richiesta di rinvio, che
votiamo.
Presidente,
posso intervenire? Ho precisato che questa legge è
stata licenziata il 26 marzo, giorno in cui c’era la visita del Presidente del
Consiglio dei Ministri in Calabria. Il presidente Imbalzano ha ricordato una
serie di rinvii, e lui sa – perché noi abbiamo mandato formale
congedo – che non saremmo stati in Commissione per la presenza del Presidente
del Consiglio dei Ministri. Il consigliere presidente Imbalzano mi ha
rassicurato che avrebbe fatto la riunione di Commissione, esprimendo solo i
pareri urgenti. Siamo in presenza dell’approvazione di una proposta di legge in
Commissione senza il contributo della minoranza, assente per la visita istituzionale
del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Se voi ritenete che, in queste
condizioni, questo Consiglio non debba accettare la richiesta di rinvio che proviene dalla minoranza, a
questo punto
non sappiamo più che dirvi!
Consigliere Maiolo, questa proposta è all’ordine
del giorno, per cui io prendo
atto del provvedimento, è in discussione e mettiamo ai voti la richiesta del consigliere Guagliardi.
Presidente, posso chiedere la votazione per appello
nominale?
Prego,
consigliere Guagliardi.
Chiedo che ci sia l’appello
nominale per la votazione.
Si
vota per appello nominale.
(Interruzioni)
Si
vota per appello nominale sulla richiesta di rinvio del consigliere Guagliardi.
Prego il Segretario questore di procedere alla chiama.
Fa la chiama.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
Comunico l’esito della votazione sul rinvio del punto all’ordine del giorno: presenti e votanti, 26
consiglieri; hanno votato sì 4, hanno votato no 22, pertanto il Consiglio non
approva.
(Il
Consiglio non approva)
(Hanno risposto sì i consiglieri: Bruni, Bulzomì,
Nicolò, Sulla;
Hanno risposto no i consiglieri: Chiappetta, Crinò,
Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Minasi,
Mirabelli, Morrone, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra,
Talarico F., Trematerra, Vilasi)
Presidente Imbalzano, la pregherei di rivedere
la posizione, perché la possiamo approvare stasera, però se ne parla domani mattina. Per onestà mentale, è bene dirci le cose come
stanno.
Vorrei capire dalla minoranza,
non da lei che l’ha votata – quindi è stata
votata all’unanimità in Commissione – che cosa
si vuole
fare di questa legge. Qualcuno deve dire in quest’Aula se vuole una legge di riforma delle pro loco o no! Perché di questo, in
sostanza, si tratta, in quanto non si può tornare indietro per Regolamento. Che
poi ci siano state delle assenze, è capitato in mille Commissioni per motivi
diversi. Io ho rinviato tre volte la seduta di Commissione anche su questa
legge. Non è pensabile che si approvino leggi che vogliono solo alcuni gruppi!
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.
Qua non è in discussione la proposta
di legge in se stessa, ma un orientamento
politico che ha espresso il consigliere Maiolo nella sua qualità di
appartenente alla minoranza di avere il tempo per valutare e fare una proposta migliorativa,
magari in Aula la prossima seduta con un emendamento interamente sostitutivo della legge. Lo può
fare in Aula tranquillamente, perché è previsto dal Regolamento. Allora si
tratta di verificare la volontà da quella parte di poter accettare una richiesta
di rinvio che va in questa direzione.
Non è che si è contrari alla proposta o che questa
Regione si doti di una norma legislativa che è migliorativa rispetto al passato.
Presidente, non stiamo a sindacare sulla validità della legge, siamo semplicemente
a perorare una richiesta di rinvio basata su questa motivazione.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, scusi se intervengo – sarò telegrafico – perché
questo Consiglio regionale è stato preceduto – per come sanno anche i colleghi – dalla Conferenza
dei capigruppo. In quella sede, considerando la necessità da parte del gruppo del Nuovo Centro-Destra ed anche da parte del gruppo della
Lista Scopelliti di raggiungere Roma per una riunione importante con il nostro
Segretario nazionale, avevo chiesto – e mi pareva che fosse stato ottenuto da
parte delle forze politiche di minoranza – la necessità di entrare in Aula relativamente
presto e di procedere anche ad una discussione abbastanza celere degli argomenti
posti all’ordine del giorno.
Questa cosa la registro con sommo dispiacere
– e lo dico ai colleghi della
minoranza – che non solo non è avvenuto tutto questo, Presidente, ma è avvenuto
esattamente il contrario e, in
relazione anche ad una metodologia poco corretta – ed uso un eufemismo –
si sta cercando di procrastinare quanto più possibile i lavori del Consiglio,
adducendo una serie di motivazioni sulle quali preferisco sorvolare non
aggettivandole.
Dico questo perché anche l’ultimo intervento che ha fatto il collega Tripodi, adducendo una considerazione
relativa – se non ho capito male – a quello che si sarebbe verificato nella sede preposta, vale a dire nella
Commissione bilancio presieduta dal collega Imbalzano, relativamente ad una
sorta di non apporto dato…
Non ho detto questo, collega
Chiappetta.
Un apporto che non è
stato potuto dare dalla minoranza per la concomitante visita in Calabria del premier
Renzi. Questo credo di averlo sentito dai banchi della minoranza.
Presidente, vorrei
ricordare all’Aula che il provvedimento è posto all’ordine del giorno. Questo sta
a significare che ha attraversato le diverse fasi, i diversi step istituzionali,
che prevedono il passaggio…
Non è posto in discussione
questo, consigliere Chiappetta.
Presidente, io sto
parlando, gradirei non essere interrotto! Si sta mettendo nuovamente in discussione
un qualcosa che non si sarebbe verificato
in seno alla Commissione, quando il testo è approdato in Aula.
Allora, nonostante ci sia
stata in quattro anni sicuramente, ma ancora prima, una disponibilità totale e assoluta, allorquando
un gruppo presente in Consiglio ha chiesto legittimamente una necessità, nel
caso in specie una necessità avvertita anche – mi pareva di aver capito, ma evidentemente
ho capito male – in sede di Conferenza dei capigruppo, prendiamo atto che non è
in questo modo e che, di fatto, è iniziata la campagna elettorale, rispetto
alla quale l’intero centro-destra non si tirerà indietro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guagliardi.
Ne ha facoltà.
Dovrei chiarire un semplice passaggio, perché nella
Conferenza dei capigruppo abbiamo discusso dei noti problemi e il consigliere Chiappetta è venuto a
chiederci di sveltire i tempi della discussione.
In quella sede, io ho chiesto se si sarebbe continuato fino al completamento dell’ordine
del giorno e, stranamente, il consigliere Chiappetta ha detto: “Sì, continuiamo fino alla fine dell’ordine
del giorno”.
Per cui sono venuto in Consiglio
regionale e ho posto il problema della legge, che ha un piccolo difetto: ai consiglieri
regionali va dato il tempo di studiarlo il provvedimento e di produrre gli
emendamenti, cosa che non può avvenire, quando la legge viene segnalata al consigliere
con la convocazione, Presidente. Questa è una cosa assurda nel modo di fare le
leggi in questa Regione! A me interessava il problema e ci ho lavorato fino
alle 3,00 di stanotte per produrre qualche emendamento che non serve a nulla.
Ma quanti dei nostri colleghi non sono potuti intervenire su questo, perché è
arrivata all’ultimo momento la conoscenza del provvedimento di legge?
Allora questo Consiglio
regionale a cosa serve?! Consigliere Chiappetta e consigliere Imbalzano, a cosa
serve, se non possiamo intervenire nel merito del provvedimento?! Il rinvio è questo
che pone, questa è la richiesta di rinvio.
(Interruzione)
La tiriamo per le lunghe!
Chi la vuole tirare per le lunghe! Se dovete andare via, andate, però rinviamo,
non che approviamo un provvedimento senza neanche conoscerlo, che ci boccerà il
Governo, fra l’altro, perché tratta di materia pubblica che, invece, riguarda
il privato.
Altri interventi? La parola al consigliere Imbalzano.
Brevemente,
per rinfrescare la memoria al collega Guagliardi, il quale, peraltro, è stato
l’unico a presentare emendamenti su questa legge, legittimamente, da discutere
in Aula. Inoltre, ricordo ai colleghi che questa è una legge discussa più volte,
che c’è stata una seduta in Commissione in cui, per mancanza di qualche membro della maggioranza,
i colleghi dell’opposizione sono andati via, ma questo è anche legittimo.
Devo
dire che mi ero impegnato e mi sono impegnato a portare in Aula emendamenti
concordati, cosa che non è stata richiesta. Peraltro, i colleghi conoscevano
bene, hanno visto l’ordine del giorno, potevano benissimo presentare emendamenti
in Aula per essere esaminati, così come li ha presentati il consigliere
Guagliardi, e non l’hanno fatto.
Non
so cosa si possa fare di più rispetto a una proposta di legge che, per quello
che mi riguarda, se ci sono le condizioni e i numeri, deve essere comunque
esaminata stasera, per tutto quello che ho detto anche precedentemente. Ho già
spiegato che anche tecnicamente non si può tornare indietro. Non so se si
possano riaprire i termini per gli emendamenti, comunque ci sono stati i tempi
e chi ha voluto, ha presentato emendamenti. D’altronde, per tutte le leggi
avviene così: noi non partecipiamo a tutte le sedute di Commissione e, su leggi
licenziate da Commissioni delle quali non facciamo parte, presentiamo comunque emendamenti
in Aula. Avrebbero potuto farlo anche gli altri colleghi.
Consigliere Guagliardi, lei ha posto più volte le
stesse riflessioni, però non c’è la volontà da parte della maggioranza di procedere ad accogliere
le sue richieste.
(Interruzione del consigliere
Guagliardi)
Ho gli emendamenti sottoscritti e ho l’articolato, quindi, dopo la discussione
che c’è stata, devo procedere alla votazione articolo per articolo, perché non
c'è la volontà di rinviare l’esame del provvedimento. Lei ha fatto la proposta
i rinvio, però è stata bocciata, quindi devo procedere con la votazione.
Presidente, io avrei dovuto ancora completare il
mio ragionamento.
(Interruzione)
Parleremo, nel corso della serata, abbiamo due-tre
ore di fronte a noi, ce la facciamo. Se la maggioranza la vuole approvare, che
continuasse pure!
Già all’articolo 1 c’è un suo emendamento, che
può illustrare. Articolo 1: “Le pro loco sono associazioni di diritto privato”.
Presidente, una breve cortesia: vorrei soltanto
finire l’intervento. Non leggerò tutto questa volta.
(Interruzione)
Non posso finire l’intervento, Presidente?
Perché io l’avevo sospeso.
Cinque
minuti, prego.
Presidente,
le preannuncio che ad ogni emendamento e ad ogni votazione articolo per articolo
chiederò la votazione per appello nominale. Quindi glielo preannuncio: si regoli
la maggioranza!
Iniziamo, prego. Può essere che poi
sopraggiunga qualche altro collega.
Il
consigliere Chiappetta dice che voleva volare a Roma: volerà alle 11,00, qualcuno
volerà alle due del mattino.
Prego, articolo 1.
Le stavo dicendo, Presidente, che il Servizio legislativo
del Consiglio pone il più grosso problema – di cui non ha tenuto conto la
Commissione – e dice che, pena il rischio di scongiurare impugnative da parte del
Governo, bisogna provvedere ad analizzare attentamente l’articolato; in primo
luogo, nel testo della proposta di legge appare evidente che stiamo costruendo
un soggetto quasi pubblico per materia che è di carattere esclusivamente
privata, è privatistica; cioè noi discuteremo questa sera di un dispositivo
strano che mescola l’attività di circa 300 associazioni pro loco che devono
essere necessariamente ricondotte all’imperio di un’associazione che io stesso,
quando ero assessore, ho riconosciuto come associazione, Consorzio di queste
pro loco, e praticamente dare loro degli indirizzi di carattere quasi pubblico.
Noi
discuteremo, fra poco, articolo per articolo, di una modifica di quello che è
il Sit, il sistema informativo turistico, che opera dai tempi dell’amministrazione
del presidente Chiaravalloti, dal 2001, dove ci sono un sacco di dipendenti;
ricordo il gruppo che lavorava nell’Osservatorio turistico e che si è dovuto regolarizzare
subito dopo la legge 8 del 2008 – l’assessore Gentile si ricorderà di un tentativo
di mandare a casa 20 persone che abbiamo salvato. Noi con questa legge
vanifichiamo, cioè cassiamo un articolo importante della legge 8 del 2008, perché
dobbiamo affidare all’Unpli le competenze di Osservatorio degli andamenti
turistici in Calabria. Togliamo alle Province, per affidare all’Unpli regionale
una competenza che è esclusiva delle Province, attraverso la legislazione sia regionale
sia nazionale.
Quindi
noi, paradossalmente, signori consiglieri che state lì – e vi prego,
andatevene, perché io chiederò il numero legale e così salta questa pantomima!
– noi dobbiamo discutere, dopo che nel maggio scorso avete fatto il “lisciabbusso” – come si dice –
degli enti inutili, un processo di ricostruzione di qualche soggetto tendenzialmente
pubblico che gode e godrà, per diritto esclusivo, dei benefici della Regione – Presidente,
l’ha presentata lei questa legge e forse è stato distratto quando l’ha firmata,
perché sconosciamo i soggetti che l’hanno promossa questa legge – andremo a
ridurre 300 associazioni calabresi nelle mani dei loro rappresentanti, che poi
non rappresentano tutti, cari colleghi, perché molte delle pro loco non
aderiscono all’Unpli.
L’Upli,
il Servizio legislativo del Consiglio regionale e il dipartimento del turismo regionale
sono contrari a questa proposta di legge, lo hanno scritto, lo hanno detto, stanno
facendo una campagna di proselitismo.
Questa
proposta di legge va modificata, perché non è possibile, in piena organizzazione
della spending review, in pieno periodo di esternalizzazione di alcune attività
dell’economia pubblica, che la Regione Calabria faccia un provvedimento che
prevede una struttura puramente clientelare, che vuol togliere al pubblico quello
che gli è di competenza – e questa Regione lo farà, se approva questo
provvedimento – per darla ai privati.
Quindi
la legge non è una cosa da nulla. C’è stata insipienza, magari, nostra che non
l’abbiamo seguita, c’è stato un andazzo di non partecipare ai lavori della
Commissione e non seguire la documentazione, ma la proposta di legge va
migliorata. Per questo chiedo il rinvio, Presidente, e continuo a farlo, e
cercherò di non farla approvare questa sera questa legge, perché si possa riflettere
seriamente e migliorarla. Nessuno non vuole un nuovo ordinamento delle pro loco,
nessuno non lo vuole, lo vogliamo tutti, ma non vogliamo fare la figura
peregrina che poi, magari, qualcuno che sta in alto, che sta vicino a Renzi,
decida di ricorrere e invalidarci una legge che, oggettivamente, non è
suffragata.
Presidente,
lei è troppo sgamato, troppo politicamente navigato per aver commesso un simile
errore, Presidente, la sua cultura politica non lo consente, perché lei è firmatario
di questa legge. Dunque rinviamola, modifichiamola, separiamo le cose private
da quelle pubbliche e facciamo una buona legge. Questo le volevo chiedere.
Possiamo
procedere con l’articolo 1. C’è un emendamento a firma del consigliere Guagliardi,
protocollo numero 14736: “Alla fine del comma 1 dell’articolo 1, aggiungere:
<<Le Pro Loco sono associazioni di diritto privato e, in quanto tali,
soggette alle regole delineate dall’ordinamento civile dello Stato>>”.
Lo
può illustrare.
Questo
è il primo, il primo è importante.
Lo
ritira?
No,
no.
Si
commenta da sé.
Me
li faccia trovare, Presidente. Questo è un comma aggiuntivo all’articolo 1. Mi
fa trovare il testo, Presidente? Mi dà il tempo? Mi scusi, Presidente, lei sa
che non fa parte della mia storia politica fare ostruzionismo, ma in questo
momento sono costretto a farlo.
Propongo
di aggiungere all’articolo 1 un comma, anzi di allungare il comma 1, il
seguente testo: “Comma 1. Sono associazioni pro loco di seguito denominate pro
loco le associazioni locali organizzate in modo volontariato e senza finalità
di lucro, con sede nel territorio della Regione Calabria, che svolgono le attività
di cui all’articolo 3 nel territorio comunale in cui hanno sede”. Io aggiungo a
questo comma: “Le pro loco sono associazioni di diritto privato e, in quanto tali,
soggette alle regole delineate dall’ordinamento civile dello Stato”.
Si
capisce, Presidente? Se noi facciamo una legge in materia di distinguo tra il pubblico
e il privato, va messo all’inizio del testo. Quindi il mio emendamento è questo
e per questo, se non c’è dibattito, io chiedo la votazione per appello nominale.
Parere
del relatore?
Mi pare un emendamento pleonastico, quindi
il parere è contrario.
Presidente, ovviamente su questo articolo,
oltre l’appello nominale, chiediamo anche la verifica del numero legale.
(Interruzioni)
E’ ancora l’articolo 1.
(Interruzioni)
Votazione per appello nominale sull’emendamento
all’articolo 1. Invito il consigliere a Grillo a fare la chiama.
Fa la
chiama.
Comunico l’esito della votazione sull’emendamento,
protocollo numero 14736, a firma del
consigliere Guagliardi: presenti e votanti, 22; hanno risposto sì 2, hanno
risposto no 20.
(Interruzione)
Il numero legale c’è. Continuiamo con questo
progetto oppure rinviamo alla prossima seduta di Consiglio?
Rinviamo alla prossima seduta di Consiglio.
Signor Presidente, io sono il relatore,
ma lei è il proponente, quindi lascio a lei.
Il relatore è lei.
Aggiorniamo alla prossima seduta, con l’impegno che l’esamineremo alla prossima seduta.
Quindi il punto viene aggiornato alla prossima seduta.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Minasi. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente, nella scorsa seduta di Consiglio regionale
era posto all’ordine del giorno il provvedimento amministrativo numero 257/9^. Avevo già relazionato, però
avevamo concordato che l’avremmo richiamato in questa seduta di Consiglio.
Forse, per svista, non l’ha riportato nell’ordine del giorno, quindi le chiedo
che possa essere richiamato e posto in votazione.
Pongo
in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno avanzata dal consigliere Minasi.
(E’
inserito)
E’, pertanto, inserita all’ordine del giorno la proposta di provvedimento amministrativo numero 257/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Regolamento regionale di disciplina delle modalità di ripartizione dell'incentivo di cui all'articolo 92, commi 5 e 6, del D.lgs. n. 163/2006”.
Pongo in votazione gli emendamenti allegati al testo.
(Sono approvati)
Pongo in votazione il
provvedimento, così come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
Ordine del giorno di iniziativa del
consigliere Magno Mario: “Sulla chiusura del carcere di Lamezia Terme”. Ne do lettura: “Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
vi è
notizia che, nei giorni scorsi, i detenuti del carcere di Lamezia Terme sono
stati trasferiti in quello di Siano a Catanzaro;
tale
decisione si pone in netta contraddizione con la nota continua emergenza
penitenziaria che affligge il nostro Paese, di recente stigmatizzata anche
dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;
la
stessa, inoltre, appare irragionevole alla luce delle peculiarità della
struttura lametina di recente messa in risalto dal rapporto di “Antigone” nota
associazione “ per i diritti e le garanzie nel sistema penale” e dalla presenza
a Lamezia Terme del Tribunale del quale di recente se ne è scongiurata la
chiusura;
con
tale gesto si priverebbe, inspiegabilmente, un comprensorio di 120 mila
abitanti di un importante presidio di legalità e sicurezza il quale, grazie al
quotidiano impegno del personale e della direzione e nonostante le immancabili
difficoltà e criticità che caratterizzano il sistema penitenziario nazionale,
ha conseguito buoni risultati in materia di organizzazione, ordine e pulizia
degli ambienti, iniziative trattamentali a favore della popolazione detenuta,
tutte connotate da concretezza ed effettiva valenza risocializzante;
la
notizia, che ha destato – come è giusto – un grave allarme sociale, appare
incomprensibile nei modi e nei tempi nella misura in cui nessun organo
istituzionale cittadino e regionale è stato coinvolto in tale decisione,
impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero di Grazia e Giustizia, per rivedere tale decisione, scongiurando l’ipotesi di chiusura prima che la stessa sia formalizzata con apposito atto amministrativo o in subordine richiedere il recupero della stessa struttura per destinarla a base logistica per l’amministrazione e la polizia penitenziaria; contestualmente rinnova la richiesta già formulata con ordine del giorno del 4 agosto 2010 e del 28 marzo 2013 di prevedere la costruzione di un nuovo istituto penitenziario nell’area di Lamezia Terme”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ordine del giorno reca la mozione a firma del consigliere De Gaetano: “In ordine agli interventi di compensazione (royalties termovalorizzatore di c.da Cicerna Gioia Tauro)”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale, premesso che:
a ridosso della frazione Bosco del
comune di Rosarno, composto da 2000 abitanti insiste il termovalorizzatore di contrada
Cicerna;
geograficamente il termovalorizzatore
è situato a Gioia Tauro ma di fatto è a poche centinaia di metri dalla detta
contrada Bosco;
la stessa contrada non beneficia di
nessuna compensazione per la riduzione della tassa sui rifiuti,
impegna
a far liquidare a favore del Comune di Rosarno una quota degli interventi di compensazione per i cittadini della contrada Bosco di Rosarno.”
Si illustra da sé.
Pongo in votazione la mozione testé letta.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Non ci sono altri punti, il Consiglio sarà
convocato a domicilio.
Hanno chiesto congedo il consigliere Albano e il sottosegretario Dima.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di iniziativa del consigliere Talarico F.:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre
2004, n. 25 (Statuto della Regione
Calabria)” (P.L.S. n. 15/9^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Commissione regionale per le pari opportunità. Relazione attività anno 2013” (P.P.A. n. 272/9^)
“Revoca della deliberazione del Consiglio regionale n. 298 del 22 aprile 2013,
recante: “Legge regionale –
Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (P.P.A. n.
273/9^)
La seconda Commissione con nota n. 14519 del 28 marzo 2014 ha comunicato che nella seduta del 26 marzo 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale, n. 46 del 20 febbraio 2014, recante: “Rimodulazione del piano finanziario del Por Calabria Fesr 2007-2013. Asse VI reti e collegamenti per la mobilità. Obiettivi operativi 6.1.2 e 6.1.4 – Linee di intervento 6.1.2.2, 6.1.4.6”. (Parere n. 72)
La seconda Commissione con nota n. 14522 del 28 marzo 2014 ha comunicato che nella seduta del 26 marzo 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale, n. 47 del 20 febbraio 2014, recante: “Rimodulazione del piano finanziario del Por Calabria Fesr 2007-2013. Asse III Ambiente. Obiettivi operativi 3.2.1, 3.2.3 e 3.3.1 – Linee di intervento 3.2.1.2, 3.2.3.1 e 3.3.1.3”. (Parere n. 73)
La seconda Commissione con nota n. 14528 del 28 marzo 2014 ha comunicato che nella seduta del 26 marzo 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale, n. 49 del 20 febbraio 2014, recante: “Rimodulazione del piano finanziario del Por Calabria Fesr 2007-2013. Asse I – Linee di intervento 1.1.2.1, 1.1.3.1, 1.1.3.2 e 1.1.4.1”. (Parere n. 74)
La seconda Commissione con nota n. 14532 del 28 marzo 2014 ha comunicato che nella seduta del 26 marzo 2014 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale, n. 61 del 20 febbraio 2014, recante: “Rimodulazione del piano finanziario del Por Calabria Fesr 2007-2013. Asse VII Sistemi produttivi. Obiettivi operativi 7.1.2 e 7.1.4 – Linee di intervento 7.1.2.1 e 7.1.4.1”. (Parere n. 75)
Il Comitato regionale per le
comunicazioni (Corecom) con delibera n. 94 del 24 marzo 2014, ha approvato le
relazioni sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale e sulle attività
svolte nell’anno 2013 (art. 10, comma 2, lr. 2/2001).
In data 27 marzo 2014, è pervenuta la deliberazione n.
21 del 30 gennaio 2014 della Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria,
con la quale si prende atto delle determinazioni della Giunta regionale (DGR.
N. 479/2013) in ordine alla “Relazione sul bilancio di previsione della Regione Calabria per
l’esercizio finanziario 2013”.
E’ stata
assegnata alla Commissione speciale di Vigilanza ai sensi dell’art. 34, comma
3, lett. e) del Regolamento interno.
(Così resta stabilito)
In data 27
marzo 2014 è pervenuta la deliberazione della Giunta
regionale numero 110 del 18.3.2014, concernente “Programmazione Psr Calabria 2014-2020 fondo Feasr – Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale” con la quale si prende atto
delle risorse assegnate alla Regione Calabria nell’ambito dell’intesa sul riparto delle risorse
Feasr – Stato – Regione per come definite nel corso della riunione della
Conferenza permanente Stato-Regioni tenutasi il 16 gennaio 2014 presso la Presidenza
del Consiglio dei ministri.
In data 7 marzo 2014 il Presidente
della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato
pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 12 del
14 marzo 2014:
Regolamento regionale n. 4
del 7 marzo 2014, concernente: “Regolamento riguardante modalità di selezione
degli esperti individuali per le attività di assistenza tecnica del Por Calabria
Fesr 2007-2013, del Por Calabria Fse 2007-2013 e dell’Fsc 2007-2013 interamente
sostitutivo del Regolamento n. 8 del 10 giugno 2009 e del Regolamento n. 9
dell’11 giugno 2010”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:
Deliberazione Giunta regionale n. 97 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 98 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 99 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 100 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 101 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 102 del 10 marzo 2014;
Deliberazione Giunta regionale n. 103 del 10 marzo 2014.
Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'ASP n. 5 di
Reggio Calabria ha adottato le seguenti deliberazioni:
n. 680 del
18/11/2013 e n. 776 del 17/12/2013 in materia di prescrivibilità in
diabetologia dei microinfusori;
i
microinfusori sono dei dispositivi che vengono utilizzati prevalentemente nel
trattamento del diabete mellito di tipo 1 e del diabete in gravidanza;
fino a
Dicembre i pazienti diabetici, che avevano bisogno del microinfusore, si
rivolgevano ai poliambulatori più vicini ai luoghi di residenza, dove operava
lo specialista ambulatoriale. Tutto ciò nella massima trasparenza e nella
massima libertà. Il paziente poteva scegliere qualsiasi specialista e applicare
o meno il microinfusore, la cui funzione è quella di dispensare insulina,
riducendo i valori glicemici nel paziente diabetico. Gli specialisti
ambulatoriali diabetologi che operano sul territorio dell'ASP n. 5 sono otto
(8) ed a tutti, come previsto dal CCN, era permesso prescrivere i microinfusori
e seguire i pazienti presso i poliambulatori di appartenenza: tutto ciò ,
ripetiamo, nella massima trasparenza e nella massima libertà. Il paziente non
soddisfatto dalle cure dello specialista era libero di rivolgersi ad altro
professionista. Tutto ciò nel pieno rispetto del C.C.N., che pone tutti gli
specialisti sullo stesso piano, non prevedendo perciò né
"superspecialisti" né " superprescrittori";
con
deliberazioni del Direttore Generale A.S.P. n. 5 di Reggio Calabria n. 680 del
18/11/2013 e n. 776 del 17/12/2013 la situazione esposta risulta totalmente
mutata. Infatti, i pazienti neo diagnosticati dal diabetologo ambulatoriale
devono essere indirizzati presso i team diabetologici, individuati nei servizi
di diabetologia del Polo sanitario Nord, Polo sanitario Sud, servizio
ambulatoriale di Gioia Tauro. I team diabetologici sono composti dallo
specialista diabetologo, dal dietista e dall'infermiere: orbene, per quale
motivo nei poliambulatori in cui le tre figure coesistono, i pazienti non
possono essere curati in loco, ma devono essere indirizzati presso i sopra
detti team? Esistono, forse, differenze professionali tra gli specialisti, tra
gli infermieri, tra i dietisti che lavorano presso la stessa ASP? Non è forse
compito della specialistica ambulatoriale offrire il servizio più efficace e
più agevole per il paziente? Perché il paziente di Bagnara Calabra, di San
Roberto, di Montebello Jonico, di Condofuri, etc., non può essere curato presso
il poliambulatorio più vicino alla propria residenza? non è compito dell'ASP
rimuovere gli ostacoli che impediscono ai pazienti di usufruire in modo
ottimale del servizio sanitario nazionale? Le delibere in oggetto marciano in
direzione esattamente opposta:
impedendo al paziente di scegliere liberamente dove curarsi;
emarginando ben cinque specialisti ambulatoriali diabetologi, per
agevolare tre soltanto;
creando di fatto discriminazioni professionali per non chiari motivi;
è paradossale
che nella delibera in oggetto l'ASP si preoccupi di salvaguardare l'Azienda
Sanitaria Ospedaliera e non si curi di salvaguardare la maggioranza degli
specialisti diabetologi ambulatoriali che operano sul territorio: perché? Repetita iuvant: cinque specialisti
diabetologi devono spostarsi dagli ambulatori di appartenenza unitamente ai
pazienti per curarli presso i team gestiti da altri tre specialisti: perché? Da
tutto ciò deriva non solo un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti del
paziente, ma anche un enorme danno all'immagine professionale dello specialista.
Da ultimo si rileva che le deliberazioni in oggetto siano state adottate senza
le rappresentanze sindacali, così come previsto dal CCN -:
se esistono
situazioni analoghe in altre provincie calabresi;
in caso di
risposta affermativa quali iniziative intende assumere per impedire lo scempio
dei diritti del cittadino in qualità di paziente ed in qualità di specialista;
(529;
17.03.2014)
Talarico D. All'assessore all'agricoltura. Per
sapere – premesso che:
la legge
regionale 26 novembre 2001 n. 30 e s.m.i avente ad oggetto " Normativa per
la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei ed
ipogei freschi e conservati" riconosce alle associazioni micologiche
un'importante funzione in ordine alla salvaguardia dell'ambiente e della
biodiversità;
la quasi
totalità delle associazioni micologiche calabresi, che contano circa duemila
iscritti, aderiscono alla Confederazione Micologica Calabrese e sono iscritte
all'Albo Regionale istituito con Legge regionale 30/2001;
dette
associazioni collaborano anche con le province nell'attività di sorveglianza e
controllo del territorio, mediante Guardie giurate volontarie;
ogni
associazione attua sul proprio territorio un proprio programma annuale di
divulgazione e di formazione in materia micologica, con particolare riguardo ai
temi della prevenzione delle intossicazioni e della salvaguardia ambientale;
tali attività
sono in parte finanziate con i proventi derivanti dal rilascio delle
autorizzazioni all'esercizio della raccolta, per come stabilito dal comma 3
dell'art. 5 ter della L.R. 30/2001, che recita testualmente:
3. Gli
introiti derivanti dal rilascio delle autorizzazioni all'esercizio della
raccolta di cui al presente articolo, sono ripartiti secondo i seguenti
parametri:
il 25%
(venticinque) dell'intero montante alla Regione per le spese di istituto, la
predisposizione dei modelli delle tessere micologiche e la promozione delle
attività di ricerca;
il 25%
(venticinque) dell'intero montante alle associazioni micologiche iscritte
all'albo regionale, da ripartire tra le stesse in misura proporzionale al
numero dei loro iscritti;
il rimanente
50% (cinquanta) del montante alle Province che li destinano ai Comuni ed alle
Comunità montane per l'organizzazione dei corsi didattici ed il potenziamento
dei servizi che sono tenute a fornire, secondo il numero di tessere micologiche
valide ed attive sul territorio di competenza;
in verità, le
associazioni di che trattasi non ricevono le quote loro spettanti dal 2009,
nonostante nel bilancio regionale, per gli esercizi 2010 e 2011, fossero state
allocate al capitolo 22040830 le risorse da ripartire secondo i criteri di cui
alla norma prima richiamata;
con Decreto n.
638 del 29/01/2010 il Dipartimento n.6 Agricoltura e Foreste ha disposto il
riparto delle somme relative all'anno 2010, ma ancora le stesse non sono state
effettivamente liquidate;
inoltre,
nessuno stanziamento in bilancio è stato previsto per gli anni 2012 e 2013;
non è dato
sapere, pertanto, dove sono stati allocati i proventi derivanti dal rilascio
e/o dal rinnovo delle tessere per gli anni 2012-2013 -:
quali sono le
motivazioni alla base del mancato riconoscimento delle somme spettanti alla
associazioni micologiche per gli anni 2010 e 2011 e della mancata copertura in
bilancio per gli anni 2012 e 2013 e se non sia il caso di ottemperare in tempi
rapidi a quanto stabilito in merito dalla vigente legislazione regionale
richiamata in premessa.
(530;
18.03.2014)
Naccari Carlizzi, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 3
luglio 2001 la Regione avviava una procedura volta a raccogliere manifestazione
di interesse per lo svolgimento di del servizio di advisor finanziario
dell'Ente;
a tale
procedura partecipavano alcuni istituti bancari, tra cui BNL e UBS Warning, che
formulavano un'offerta congiunta, successivamente prescelta dalla Regione con delibera
di Giunta del 27 dicembre 2001;
alle predette
Banche venivano affidati le attività di advisor per la rimodulazione del
debito;
sempre con delibera
di Giunta nel 2004, dato atto delle avvenute rimodulazioni del debito a tasso
variabile con le suddette banche, procedeva ad individuare la controparte per
la rimodulazione anche del debito a tasso fisso;
in forza della
delega assegnata con delibera, il dirigente del Settore Bilancio, Programmazione
e Patrimonio della Regione, con proprio decreto approvava la proposta
operazione di Swap, avendo previamente individuato la controparte contrattuale
in Nomura Global Financial;
in data 21
dicembre 2005 la Regione sempre con decreto del dirigente del Settore Bilancio
procedeva all'approvazione della proposta di rimodulazione del debito di USB e
BNL, perfezionando quattro nuove confirmations, due con USB e due con BNL,
risolvendo anticipatamente i contratti già stipulati in data 3 marzo 2003;
in data 20
giugno 2006 sempre con decreto il direttore generale del dipartimento Economia
procedeva ad un ulteriore ristrutturazione dello Swap con Nomura , procedendo
alla risoluzione del rapporto in essere ed al perfezionamento di un nuovo
contratto;
nel marzo del
2010 la Regione Calabria nella persona del Presidente della Giunta regionale e
legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avv. Daniele
Portinaro citava in giudizio le banche affinché venissero accertate e
dichiarate le responsabilità e si procedesse ad eventuale risarcimento dei danni;
la Procura di
Catanzaro ha avviato delle indagini, che nei mesi scorsi si sono concluse;
si è a
conoscenza che le banche hanno richiesto di transigere la vertenza e sono state
avviate e sono da qualche tempo in corso trattative per quantificare l'importo
che ognuna dovrà versare per i danni subiti dall'Ente Regione -:
se sono state
concluse le trattative con altre banche, ed eventualmente in che termini sono
state concluse;
se si ritiene
congrua la cifra di 24 milioni di euro, frutto della transazione effettuata,
visto che rappresenta meno della metà dei profitti della Banca contraente;
in che modo si
ritiene di destinare i proventi delle transazioni e se si ritiene opportuno
finalizzare l'eventuale quota di risarcimento verso le Politiche sociali e
l'incremento delle politiche della trasparenza.
(531;
20.03.2014)
Principe, Scalzo, Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Patto per
la Salute all'allegato 2.2.5 stabilisce una soglia di accreditabilità e di
sottoscrivibilità degli accordi per le strutture private che abbiano una
dotazione di posti letto per acuti non inferiore a 60 p.l;
se tale
criterio dovesse prevalere, in Italia, dovrebbero chiudere 135 strutture per un
totale di 8.733 posti letto con la conseguente messa in mobilità di più di
11.000 risorse umane;
in Calabria le
strutture non accreditabili sarebbero 20 su un totale di 24, con una perdita di
638 posti letto e 1350 unità lavorative;
il criterio
utilizzato per individuare il numero di 60 posti letto è un criterio
arbitrario, in quanto non è fondato su alcuna evidenza scientifica ed
organizzativa;
la Regione
Calabria in ossequio al Piano di Rientro stabilito con accordo Governo-Regione
a fine 2009, aveva già provveduto alla riorganizzazione e riqualificazione del
SSR, mediante riassetto della rete assistenziale ospedaliera, territoriale e di
emergenza urgenza. Tale riassetto realizzato con l'ausilio di AGENAS, ha già
determinato una profonda opera di riorganizzazione della rete assistenziale
basata su criteri epidemiologici, orografici, di produttività e, soprattutto di
appropriatezza delle prestazioni e concretizzata nei Decreti del Commissario ad
acta nn. 18 e 20 del 2010 peraltro approvato dai Ministeri affiancanti e dal
tavolo Massicci;
tale riassetto
ha già comportato l'abbassamento della disponibilità in Calabria dei posti
letto per acuti al 2,5 per mille (mentre nel territorio nazionale la media e
del 3 per mille) ciò ha già comportato un taglio di 796 posti letto per acuti
delle strutture private pari al taglio del 45% del totale ed un taglio di 933
posti letto per acuti del pubblico pari al 19%;
molte delle
strutture che oggi rischiano la chiusura prima del DPGR 18 avevano un numero
superiore a 60 p.l. per acuti. Secondo l'indirizzo regionale le case di cura
dovevano scegliere tra branca chirurgica e branca medica essendo
impossibilitate a gestire entrambe. Questo ha portato alla rinuncia di posti
letto con la successiva parziale compensazione di posti letto per post acuti (riabilitazione
e lungodegenza). Proprio per questo oggi molte case di cura si trovano al di
sotto della soglia ipotizzata nel Patto per la Salute e sono a rischio
chiusura;
tali strutture
quindi svolgono un ruolo già definito e programmato nell'ambito del SSR, è ciò
è servito a qualificare il servizio e scaricare gli Ospedali pubblici da una
mole eccessiva di lavoro rispetto ad una domanda crescente ed ad assicurare
prestazioni low cost;
a titolo
esemplificativo, tale criterio comporterebbe la chiusura della Fondazione
Campanella accreditata per soli 35 p.l.
appare chiaro,
che un accoglimento di tale criterio in sede di Patto per la Salute,
comporterebbe un taglio scriteriato dei posti letto con una conseguente
impossibilità di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, che si
ripercuoterebbe direttamente sui cittadini, vista la situazione attuale delle
Strutture Pubbliche che già si trovano in una condizione di default, per
l'impossibilità di ricoverare, specie in alcuni reparti;
ciò determinerebbe:
- un verticale
decremento dei livelli occupazionali
- un mancato
gettito fiscale nelle casse regionali
l'intera
operazione lungi dal raggiungere gli obiettivi di riduzione della spesa, al
contrario, determinando un aumento della mobilità passiva interregionale,
conseguente all'assenza di posti letto sufficienti, comporterebbe un aumento
del deficit sanitario regionale -:
quale sia
stata la posizione della Regione Calabria al tavolo della Conferenza delle
Regioni;
quali
provvedimenti intende adottare il Presidente Commissario, di fronte al rischio
totale default del SSR.
(532;
21.03.2014)
Il Consiglio regionale
Premesso che
a ridosso della frazione Bosco del comune di Rosarno,
composto da 2000 abitanti insiste il termovalorizzatore di contrada Cicerna;
geograficamente il termovalorizzatore è situato a Gioia
Tauro ma di fatto è a poche centinaia di metri dalla detta contrada Bosco;
la stessa contrada non beneficia di nessuna
compensazione per la riduzione della tassa sui rifiuti –:
impegna
a far liquidare a favore del Comune di Rosarno una quota
degli interventi di compensazione per i cittadini della contrada Bosco di
Rosarno.
(119; 31.03.2014) De Gaetano
con
ordinanza prot. gen. n. 0051330 del 13/02/2014 il Dirigente Generale del
Dipartimento Ambiente della Regione Calabria Ing. Bruno Gualtieri, è stato
autorizzato l'utilizzo per il conferimento dei rifiuti urbani, prodotti dai
diversi comuni della Provincia di Cosenza, della discarica privata di proprietà
della Miga srl ubicata nel Comune di Celico alla località San Nicola;
la
Miga srl nel contro dedurre attraverso la nota prot. n. 0032882 del 31/01/2014
alle prescrizioni rilevate dalla Provincia di Cosenza con nota prot. n. 15372
del 03/12/2013, inviate al Dipartimento Ambiente della Regione Calabria,
relative al rilascio del rinnovo dell'AIA dell'impianto per lo stoccaggio,
deposito preliminare, messa in riserva e trattamento dei rifiuti alla ditta
Miga srl per l'impianto di Celico località San Nicola, accogliendo le
osservazioni della Provincia di Cosenza, ha espressamente e testualmente
dichiarato a pag. 5 delle predette controdeduzioni "in riferimento all'ammissibilita'
dei rifuti solidi urbani in discarica si concorda con la provincia di Cosenza
per la non ammissibilita' e quindi l'eliminazione del codice cer 20.03.01
(rifiuti urbani non differenziati) dall'elenco dei rifiuti che possono essere
smaltiti nella discarica stessa;"
la
circolare del Ministero dell'ambiente del 6 agosto 2013 statuisce che "il
trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che,
oltre a modificare le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurre il volume
o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero, abbiano
altresì l'effetto (articolo 1 - direttiva 1999/31/Ce) di evitare ridurre il più
possibile le ripercussioni negative sull'ambiente nonché rischi per la salute
umana";
"...un
trattamento che consiste nella mera compressione e/o triturazione di rifiuti
indifferenziati da destinare a discarica, e che non includa un'adeguata
selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e una qualche forma di
stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, non è tale da
evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente e i
rischi sulla salute umana..." ai sensi della normativa comunitaria;
"...il
metodo relativo alla raccolta differenziata non potrebbe costituire un
trattamento ai sensi dell'articolo 6 lettera a) della direttiva 199/31/Ce letto
alla luce del combinato disposto dell'articolo 1 della direttiva 199/31/Ce e
degli 4 e 13 a) della direttiva 2008/98/Ce in quanto il fatto che la
percentuale di raccolta differenziata venga aumentata non autorizza a
concludere che la parte di rifiuto che rimane indifferenziato non debba essere
sottoposto ad un trattamento adeguato, comprensivo di stabilizzazione della
frazione organica dei rifiuti stessi, prima della messa in discarica e pertanto
non è tale da evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative
sull'ambiente e i rischi per la salute umana...";
in
sostanza con la suddetta circolare viene definitivamente chiarito quali sono i
trattamenti necessari per il conferimento dei rifiuti in discarica dove non
potrà arrivare mai più il cosiddetto 'tal quale', anche se sottoposto a trito
vagliatura. Tale passaggio è importante anche e soprattutto ai fini del
raggiungimento degli obiettivi comunitari e del conseguente superamento delle
procedure di infrazione che gravano sul nostro Paese in ambito europeo;
nell'allegato
D 10 delle controdeduzioni alle prescrizioni, la Miga srl ha testualmente
affermato pag. 7 " la Miga srl polo industriale e di servizi per il recupero
e lo smaltimento dei rifiuti svolge ad oggi, la biostabilizzazione ed il
recupero dei rifiuti per la produzione di compost di qualità. La parte
impiantistica connessa all'attività industriale di recupero è costituita da un
impianto di compostaggio- biostabilizzazione. L'attività nel settore servizi è
collegata a conferimento di rifiuti speciali non pericolosi nella propria
discarica autorizzata che è ancora in fase di realizzazione" -:
di
verificare se quanto stabilito nella ordinanza n. prot. gen. n. 0051330 del
13/02/2014 del Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente della Regione
Calabria Ing. Bruno Gualtieri, sia o meno in contrasto con le norme, circolari
e prescrizioni necessarie per l'utilizzo del sito oggetto della presente
interrogazione;
se
il sito ubicato in località San Nicola del Comune di Celico di proprietà della
Miga srl è, per come forse erroneamente indicato nell'oggetto dell'ordinanza
prot. gen. n. 0051330 del 13/02/2014, una discarica privata, oppure un
Polo-Industriale e di servizi per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti non
pericolosi per come autorizzato con DDG n. 17749 del 13/11/2008;
se
si è a conoscenza che il Comune di Celico unitamente ai comuni della Presila
Cosentina del Savuto e delle Serre Cosentine, hanno predisposto da tempo un
protocollo di intesa con la Miga srl e la Regione Calabria che preveda
l'utilizzo del polo industriale su indicato, solo ai comuni i quali abbiano
raggiunto almeno il 60% di raccolta differenziata, e che promuovano il rispetto
dell'ambiente la salvaguardia del territorio, la salute dei cittadini con
pratiche che incentivano politiche per arrivare all'obiettivo di rifiuti zero.
(513;
20.02.2014)
Risposta
- “Nel merito di (...) verificare se
quanto stabilito nell'ordinanza (...), sia o meno in contrasto con le norme,
circolari e prescrizioni necessarie per l'utilizzo del sito oggetto della
presente interrogazione (...) si significa quanto segue.
I contenuti del riferito
dispositivo dipartimentale non possono essere in contrasto con le normative
vigenti, in quanto l'utilizzo della discarica in l.tà S. Nicola di Celico (CS)
è stato disposto dal Dipartimento Politiche dell'Ambiente in conformità alle
prescrizioni di cui all'Ordinanza contingibile ed urgente n. 41/2013 e della
sua successiva proroga n. 146/2013.
Previste dall'art. 191 del d.lgs.
n. 152/2006 e ss.mm.ii., sono state emanate dal Presidente della Giunta
Regionale per far fronte alla situazione di criticità emergenziale che
interessa la Regione Calabria relativamente allo smaltimento dei rifiuti
urbani, lasciata in eredità dalla pluriennale gestione commissariale e legata
all'incapacità del sistema impiantistico regionale di trattare la totalità dei
rifiuti prodotti dal territorio calabrese, ancorché l'autosufficienza del
sistema sarebbe stata raggiunta se i comuni avessero attuato la raccolta
differenziata, in ottemperanza alle normative vigenti.
In particolare, si rammenta che
dette Ordinanze contingibili ed urgenti autorizzano, in deroga all'art. 7 del
d.lvo n. 36/2003, le discariche pubbliche e private (quest'ultime solo laddove
utilizzate a supporto del circuito pubblico) a ricevere la quantità di rifiuti
indifferenziati eccedenti i limiti nominali, autorizzati alla lavorazione
presso gli impianti pubblici regionali di trattamento meccanico biologico, nel
rispetto delle prescrizioni indicate. La deroga ex art. 7 DLgs 36/2003 potrà
essere applicata, tra l'altro:
- alle discariche per rifiuti
speciali non pericolosi autorizzati con Autorizzazione Integrata Ambientale
(AIA), che si siano adeguate a tutte le condizioni e le prescrizioni previste
nei rispettivi decreti autorizzativi e a quelle eventualmente impartite
dall'Autorità Competente a seguito di criticità rilevate durante i controlli da
parte di A.R.P.A.Cal o di altri Soggetti deputati al controllo;
- nelle more del rilascio
dell'AIA da parte dell'Autorità Competente, alle discariche esistenti, già
destinatari di deroga ex art. 7 DLgs 36/2003, per effetto dello stato di
emergenza (OPCM n. 3731 del 16.01.2009 e seguenti), che siano provvisti di
decreto di VIA regionale e di autorizzazione per l'esercizio rilasciata
dall'Ufficio del Commissario per l'Emergenza Rifiuti solidi urbani nella
Regione Calabria, che si siano adeguate a tutte le condizioni e le prescrizioni
previste nei rispettivi decreti autorizzativi e a quelle eventualmente
impartite dall'Autorità Competente a seguito di criticità rilevate durante i
controlli da parte di A.R.P.A.Cal o di altri Soggetti deputati al controllo;
La discarica in parola rientra
tra quelle di cui ci si può avvalere ai sensi dell'Ordinanza contingibile ed
urgente, avendone le necessarie caratteristiche ed per di più il codice CER del
rifiuto tal quale (20.03.01), che era già presente in fase di rilascio
dell'AIA.
Da un punto di vista normativo,
si significa, inoltre, che le Ordinanze contingibili ed urgenti n. 41/2013 e n.
146/2013 presentano sotto i diversi profili, alcune significative peculiarità
rispetto a quelle riconducibili al generale potere amministrativo di ordinanza.
E' d'uopo precisare, infatti, che
il legislatore, attraverso l'art. 191 del D. Lgs. n. 152/2006 ha ritenuto di
dover colmare eventuali lacune della normativa ambientale, mediante la
previsione di uno strumento che consentisse l'adozione di provvedimenti
cosiddetti atipici - vale a dire dal contenuto non predeterminato dalla legge -
ovvero di atti tipici inquadrati in contingenze diverse da quelle previste e/o
eseguiti con modalità e procedure differenti. Il presupposto per la loro
adozione, quindi, è una circostanza eccezionale, di necessità ed urgenza
derivante dalla gestione (inefficiente o assente) dello smaltimento dei
rifiuti, tale da consentire il ricorso ad una procedura extra ordinem.
Il rispetto, inoltre, dei
principi che ispirano la legislazione ambientale, di origine comunitaria,
consente e legittima, con compiutezza, un potere extra ordinem nella materia de
quo e ne avvalora la ricorrenza vista la situazione non fronteggiabile
adeguatamente e tempestivamente con misure ordinarie.
Nel merito di (...) il sito
ubicato in l.tà San Nicola del comune di Celico (...) è una discarica privata,
oppure un Polo-industriale e di servizi per il recupero e lo smaltimento dei
rifiuti non pericolosi per come autorizzato con DDG n. 17749 del 13/11/2008
(...), si significa quanto segue.
Con Decreto del Dirigente
Generale n. 17749 del 13.11.2008, si decreta di esprimere giudizio di
compatibilità ambientale favorevole e di rilasciare l'Autorizzazione Integrata
Ambientale - ai sensi dell'art. 26 comma 4 del D. Lgs 16 gennaio 2008 n. 4 e
dell'art. 36 comma 6 del Regolamento Regionale n. 3/2008 - alla ditta MI.GA Srl
per la realizzazione e l'esercizio del "Po/o industriale e di servizi di
recupero/smaltimento di rifiuti non pericolosi - progetto di adeguamento ed
ampliamento della discarica con annessa piattaforma impiantistica di
trattamento per l'esercizio delle operazioni di recupero/smaltimento di rifiuti
non pericolosi" sito in località S. Nicola del comune di Celico (CS) e,
per quanto detto, temporaneamente utilizzabile in questa fase emergenziale.
Nel merito di (...) si è a
conoscenza che il comune di Celico unitamente ai comuni della Presila
Cosentina, del Savuto e delle Serre Cosentine hanno predisposto (...) un
protocollo di intesa con la Miga srl e la Regione Calabria (...), si significa
quanto segue.
Agli atti del Dipartimento
Politiche dell'Ambiente e nel corso dell'incontro avvenuto in data 12.02.2014,
presso la Prefettura di Cosenza (giusto verbale acquisito al prot. SIAR con il
n. 48994 di pari data), tra i soggetti interessati, non è emerso nulla a
testimonianza di tale circostanza.
Cordiali saluti.”
Francesco
Pugliano (assessore all’ambiente e tutela delle acque)
Naccari Carlizzi, Guccione, Giordano, Ciconte, Scalzo,
Tripodi. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso
che:
l'art.
11 comma 4 della legge regionale 24/2013 -
licenziata con voto unanime del Consiglio - affidava a Fincalabra Spa, socio
unico della società «Calabria impresa e territori s.r.l.», la messa in
liquidazione della società «Calabria impresa e territori s.r.l.»;
lo
stesso articolo, per come modificato dall'art. 1, comma 1 della L.R. 18
dicembre 2013, n. 51, pone al 30 giugno 2014 il termine di chiusura delle
procedure di liquidazione, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali
dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società «Calabria
impresa e territori s.r.l.» posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre
2012, attraverso il loro trasferimento
alla società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che
deve garantire l'equilibrio economico- finanziario della società;
dalla
data di approvazione delle legge regionale 24/2013, i dipendenti di Calabria IT
hanno dovuto continuamente reclamare il pagamento dei propri stipendi, che alla
da odierna risultato arretrati della 13esima mensilità e di quella ordinaria di
gennaio, mentre solo pochi giorni fa si è proceduto al pagamento della
mensilità di dicembre;
alla
data odierna non risulta essere stato ancora redatto il Piano Industriale sulla
cui base si dovrà concretizzare il chiaro volere della norma regionale in
merito al passaggio di tutto il personale di Calabria IT all'interno della
dotazione organica di Fincalabra;
i
ritardi di attuazione riverberano pesantissimi effetti anche sulla operatività
della finanziaria regionale che dispone il organico di soli 7 dipendenti,
effetti che si riversano naturalmente anche sulla capacità della società di
adempiere al proprio mandato istituzionale di assistenza alla Regione
nell'attuazione delle politiche di sviluppo economico, come denunciato anche di
recente dai massimi rappresentanti della Confindustria regionale;
l'azione
portata avanti dalla Giunta per attuare il dettato della norma regionale non ha
sortito fino ad oggi gli effetti unanimemente desiderati dal Consiglio, al
contrario essendosi assistito a continui colpi di teatro che hanno prodotto
esclusivamente una situazione di estrema tensione tra i lavoratori e l’azienda
senza riuscire a produrre alcun risultato in ordine agli obiettivi fissati
dalla legge -:
se
risponde al vero che Fincalabra Spa oggi opera utilizzando personale di
Calabria IT distaccato in maniera irrituale, senza seguire le procedure
previste dal CCNL di riferimento della società distaccante Calabria IT e
addirittura disponendo distacchi a tempo indeterminato;
se
risponde al vero che Calabria IT ha proceduto alla nomina di consulenti esperti
il cui costo, al pari del costo del liquidatore, è stato coperto con fondi
erogati direttamente da Fincalabra con destinazione vincolata o, altrimenti, a
quanto ammonta il debito di Calabria IT nei confronti dei suddetti consulenti e
del liquidatore;
se
risponde al vero che Fincalabra Spa ha sottoscritto un verbale di accordo
sindacale con le rappresentanze sindacali dell'UGL nel quale si diceva
disponibile a procedere al pagamento degli stipendi del solo personale
distaccato, in violazione palese con qualsiasi norma di carattere civilistico e
giuslavoristico, e se si è poi proceduto in tal senso. In caso contrario
(qualora non si sia proceduto per come concordato con la predetta sigla
sindacale), quali azioni la Giunta intende intraprendere per intimare ai
vertici di Fincalabra il rispetto delle più elementari norme del diritto del
lavoro;
se
esistano e quali siano i limiti di carattere normativo più volte citati
dall'Assessore Arena che impediscono il trasferimento del personale di Calabria
IT a Fincalabra Spa, alla luce di quanto disposto dalla legge di stabilità 2014
che estende le limitazioni all'assunzione di personale già previsti per la
Regione anche alle aziende speciali, alle istituzioni e alle società dalla
stessa partecipate, con esclusione esplicita delle società che risultano essere
iscritte nell'elenco degli intermediari finanziari di cui all'articolo 106 del
testo unico di cui al decreto legislativo l5 settembre 1993, come Fincalabra
Spa;
quali
siano le iniziative che la Giunta intende intraprendere per giungere
velocemente alla soluzione della vertenza con il trasferimento del personale di
Calabria IT a Fincalabra Spa.
(514;
26.02.2014)
Risposta
– “Le disposizioni contenute nei
provvedimenti approvati alla fine del 2013 segnano un deciso cambiamento da parte del legislatore delle regole con cui
s'intende affrontare le numerose criticità legate alle società locali, aziende
speciali ed istituzioni: il nuovo approccio è in forte controtendenza rispetto
ai tanti e mal coordinati provvedimenti approvati nel corso degli ultimi anni.
La Legge 27 dicembre 2013, n. 147
(c.d. "Legge di Stabilità 2014") è stata pubblicata sulla G.U. n. 302
del 27/12/2013 - Suppl. Ordinario n. 87/L ed è entrata in vigore l’1.1.2014.
Un'importante
modifica attiene all'estensione a tali organismi partecipati
delle disposizioni che stabiliscono, a carico delle rispettive Amministrazioni
locali, obblighi di contenimento degli oneri contrattuali e delle altre voci di
natura retributiva o indennitaria e per consulenze, attraverso misure di
estensione al personale dei soggetti medesimi della normativa vigente in
materia di vincoli alla retribuzione individuale e alla retribuzione accessoria.
In particolare il comma 550 della
legge di stabilità stabilisce che "Le disposizioni del presente comma e
dei commi da 551 a 562 si applicano alle aziende speciali, alle istituzioni e
alle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni locali indicate
nell'elenco di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n.
196. Sono esclusi gli intermediari finanziari di cui all'articolo 106 del testo
unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, nonché le
società emittenti strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati e le
loro controllate.
Sulla base della lettura di tale
comma la società Fincalabra S.p.A. sembrerebbe, al netto delle valutazioni
legate alle disposizioni in materia di gestione del credito (c.d. T.U.B.), in
grado di effettuare assunzioni.
La possibilità, tuttavia, si
scontra con una serie di disposizioni successive: i commi da 563 a 570 indicati
quali disposizioni che introducono nell'ambito delle società pubbliche il
principio dell'esubero e della conseguente mobilità, al verificarsi delle
condizioni in modo migliore espresse nelle citate disposizioni: il superamento
del vincolo del rapporto spese correnti spese del personale, non superiore al
50%.
In altri termini, al di là della
possibilità dell'assunzione e della relativa copertura finanziaria, un istante
dopo, stante la citata disposizione la società assorbente ha l'obbligo di
verificare i relativi esuberi, ai sensi della norma in questione, ciò anche in
considerazione che il suddetto limite è certamente superato dalla società
Fincalabra S.p.a.
La neutralizzazione del suddetto
limite è stato anche oggetto di apposito emendamento al Senato nel corso della
discussione al decreto "milleproroghe" (a firma Senatore Milo) non
approvato in sede di conversione del suddetto decreto (allegato 1).
Sulla questione inerente la
gestione dei rapporti di lavoro, in occasione di apposito incontro richiesto
dalle parti sociali (29 gennaio u.s.), l'Assessorato scrivente ha sollecitato
una serena e corretta gestione degli stessi.
In merito alle richieste di cui
ai punti a), b) e c), il sottoscritto ha dato disposizioni al Dipartimento di
acquisire maggiori notizie dalle Società interessate; all'esito dell'approfondimento
si provvederà, tempestivamente, a fornire gli opportuni chiarimenti.”
Demetrio
Arena (assessore alle attività produttive)
Il
Consiglio regionale,
vista
la proposta di provvedimento amministrativo n. 257/9^ di iniziativa della
Giunta regionale recante: "Regolamento regionale di disciplina delle
modalità di ripartizione dell'incentivo di cui all'articolo 92, commi 5 e 6,
del D.Lgs. n. 163/2006";
rilevato
che la Giunta regionale con la deliberazione 5 agosto 2013, n. 284 ha revocato
la delibera 15 giugno 2004, n. 379 ed ha, contestualmente, approvato, per gli
aspetti strettamente afferenti ai profili organizzativi, gli articoli 2, 3, 4,
5, 6, 11, 12 e 13 del nuovo Regolamento regionale di disciplina delle modalità
di ripartizione dell'incentivo previsto dall'articolo 92, commi 5-6, del D.Lgs.
n. 163/2006;
ritenuto
che ai sensi della normativa vigente, ai fini del perfezionamento dell'iter
approvativo del Regolamento suddetto, si renda necessaria l'approvazione del
Consiglio regionale per gli aspetti strettamente afferenti al riparto
dell'incentivo ai sensi dell'articolo 43, comma 2 dello Statuto della Regione
Calabria;
vista
la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;
visto
l'articolo 92, commi 5 e 6 del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e successive
modificazioni ed integrazioni;
vista
la delibera della Giunta regionale 5 agosto 2013, n. 284;
visto
l'articolo 43, comma 2 dello Statuto della Regione Calabria;
visto
il parere favorevole espresso dalla Prima Commissione Permanente "Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento" nella seduta del
5 dicembre 2013;
Delibera
per
tutto quanto esposto in narrativa, di approvare gli articoli 1, 7, 8, 9 e 10
del Regolamento regionale di disciplina delle modalità di ripartizione
dell'incentivo di cui all'articolo 92, commi 5 e 6, del D.Lgs. n. 163/2006, di
cui alla delibera di Giunta regionale 5 agosto 2013, n. 284, contenuti
nell'allegato alla presente deliberazione per fame parte integrante e
sostanziale".
REGOLAMENTO
PARTE I
Disposizioni di carattere generale
Art. 1
Finalità ed ambito di applicazione
1.
Le disposizioni di cui al presente Regolamento disciplinano le modalità di
ripartizione dell'incentivo di cui all'art. 92 del D.Lgs. 12 aprile 2006 n.163
e successive modificazioni ed integrazioni.
2.
Il presente Regolamento assume le modalità ed i criteri concordati, in data 16
aprile 2012, tra l'Amministrazione regionale e le Organizzazioni Sindacali
rappresentative del personale dirigenziale e non dirigenziale, in sede di
contrattazione decentrata.
3.
L'incentivo compensa le attività, nel seguito dettagliatamente descritte,
prestate dal personale dipendente dell'Amministrazione regionale nonché dai
soggetti in posizione dì comando presso l'Amministrazione medesima, per
l'attuazione di interventi afferenti la materia dei lavori pubblici e per la
redazione di atti di pianificazione.
4.
L'incentivo è costituito da una somma, non superiore al 2% dell'importo posto a
base di gara di un'opera o di un lavoro ovvero dal 30% del compenso
professionale relativo alla redazione di un atto di pianificazione comunque
denominato.
5.
Nel caso di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria:
- non
è dovuto alcun incentivo se i predetti lavori sono fatti eseguire su semplice
richiesta di preventivo e con determina di assegnazione ed impegno di spesa
adottata dal Dirigente competente;
- è
dovuto, invero, qualora i lavori richiedano la predisposizione di elaborati
progettuali, nella misura stabilita dal presente regolamento.
6.
L'incentivo deve intendersi al lordo di tutti gli oneri accessori connessi alle
erogazioni, ivi compresa la quota di oneri previdenziali ed assistenziali a
carico dell'Amministrazione regionale.
7.
Il ricorso al personale dipendente è destinato alla valorizzazione delle
professionalità interne all'Amministrazione regionale.
Art. 2
Conferimento degli incarichi
1.
Gli incarichi relativi alle attività di cui all’articolo 92, commi 5-6 del
Codice dei Contratti sono conferiti con provvedimento del
"Dirigente", intendendo nel seguito con tale termine il Dirigente
Generale del Dipartimento cui afferisce l'intervento, ovvero, ove delegato, il
Dirigente di Settore preposto alla struttura competente. Sono fatti salvi i
casi di incarico conferito da organi sovra ordinati.
2.
Destinatari degli incarichi di cui al presente regolamento sono i dipendenti
dell' Amministrazione regionale nonché i soggetti in posizione di comando
presso l'Amministrazione medesima.
3.
Il Dirigente verifica l'applicazione ed il rispetto delle disposizioni del
presente Regolamento nonché il raggiungimento degli obiettivi.
4.
L'atto di conferimento dell'incarico riporta i nominativi dei componenti il
"Gruppo di lavoro", individuati su indicazione del Responsabile del
Procedimento, ovvero l'elenco del personale incaricato:
a)
della progettazione;
b)
della direzione lavori;
c)
delle attività relative alla sicurezza in fase di progettazione e di
esecuzione;
d)
del collaudo;
e)
della collaborazione alle attività di cui ai punti a), b) e c);
f)
del supporto al Responsabile del Procedimento.
5.
Il Dirigente, con proprio motivato provvedimento, può modificare o revocare gli
incarichi di cui al presente articolo, sentito il Responsabile del
Procedimento.
Art. 3
Responsabile del Procedimento
1.
Ad integrazione delle funzioni e dei compiti attribuiti dalla normativa di settore,
spettano al Responsabile del Procedimento i seguenti adempimenti connessi alle
attività di cui al presente Regolamento:
a)
proporre al Dirigente la composizione o la modifica del Gruppo di lavoro;
b)
informare il Dirigente dell'andamento delle attività, segnalando
tempestivamente disfunzioni, impedimenti o ritardi che possano pregiudicare il
buon esito delle stesse;
c)
proporre al Dirigente, a conclusione di ciascuna delle attività previste dalle
presenti disposizioni, la liquidazione degli incentivi.
2.
Il Responsabile del Procedimento svolge i propri compiti con il supporto dei
dipendenti dell' Amministrazione o avvalendosi di soggetti esterni alla stessa,
laddove necessario.
Art. 4
Nomina del Gruppo di lavoro
1.
Il Gruppo di lavoro è nominato dal Dirigente con proprio Decreto da notificare
agli interessati.
2.
All'interno del Gruppo di lavoro vengono individuati idonei soggetti, in
funzione delle professionalità richieste dalla vigente normativa, della
specializzazione e del grado di esperienza acquisiti, della tipologia e
dell'importo dell'intervento.
3.
Salvo i casi di affidamento all'esterno di alcune attività e nel rispetto delle
disposizioni contenute nel Codice dei Contratti, nell'ambito del Gruppo di
lavoro vengono individuate le figure: del Progettista; del Coordinatore per la
sicurezza in fase di progettazione; del Direttore dei Lavori; del Direttore
operativo (ove necessario); dell'Ispettore di cantiere (ove necessario) e del
Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione; dei collaboratori per il
supporto al Responsabile del Procedimento, alla progettazione ed alla direzione
lavori.
4.
Il Decreto di cui al comma 1 deve indicare:
a)
l'oggetto dell'intervento ed il relativo programma di finanziamento;
b)
gli obiettivi che l'Amministrazione regionale intende conseguire;
c)
il costo complessivo dell'intervento nonché l'importo posto a base di gara;
d)
il termine entro il quale devono essere consegnati gli elaborati relativi alle
attività affidate;
e)
i nominativi dei componenti il Gruppo di lavoro, con le relative attribuzioni;
f)
la quota parte dell'incentivo (in percentuale rispetto al totale) da attribuire
a ciascuna attività (progettazione, direzione lavori, ecc.), entro i limiti
stabiliti dalle tabelle di cui al successivo art. 8;
g)
le attività da affidare, eventualmente, a professionisti esterni
all'Amministrazione regionale.
5.
Per garantire l'accesso agli incarichi in oggetto a tutti i dipendenti in
possesso dei requisiti previsti dalla legge, nonché della necessaria esperienza
e capacità professionale, i Dipartimenti regionali adottano autonome procedure
di selezione, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione,
proporzionalità e parità di trattamento.
Art. 5
Alta Sorveglianza
1.
Nell'ambito del Gruppo di lavoro, nei casi di affidamento lavori a Contraente
Generale (anche CG) (art. 162 comma 1 lettera g) del D.Lgs. n. 163/2006) o di
Concessione di Lavori Pubblici (parte ", titolo III, capo " del
D.Lgs. n. 163/2006) viene definita la Struttura di supporto al RUP per l'Alta
Sorveglianza.
2.
Di norma, la Struttura di supporto è così composta:
a)
Segreteria del RUP, che verifica tutti gli atti da sottoporre alla firma del
Responsabile del Procedimento, accertandone l'iter procedurale stabilito dalla
normativa vigente; verifica e controlla il Programma Generale di Realizzazione
del Concessionario o CG ed elabora i "Report d'avanzamento"; coadiuva
il RUP nei Rapporti Istituzionali; coordina gli incontri con la S.U.A., il
Concessionario o CG e gli altri Enti aventi competenza in materia; cura le
attività attinenti il protocollo, la corrispondenza e l'archivio degli atti;
b)
Supporto diretto al RUP, che supporta il RUP nelle attività di PMC (Project
Management Consulting) ed in quelle specialistiche, garantisce il coordinamento
con gli altri Team di supporto, la Struttura tecnica e gli altri Dipartimenti
regionali;
c)
Team di supporto giuridico-legale, che effettua consulenza giuridico-legale in
ordine alle problematiche legate alle procedure dell'appalto ed al contratto;
coadiuva il RUP nella cura dei Rapporti Istituzionali, con l'Autorità per la
Vigilanza sui Contratti Pubblici e con l'Osservatorio Nazionale dei LL.PP.;
d)
Team di supporto tecnico-amministrativo, che istruisce le approvazioni in linea
amministrativa di competenza del RUP; riceve, a cura del Concessionario o CG,
le proposte di stipula dei contratti, sub-contratti o sub-affidamenti ai finì
dell'esercizio delle funzioni di Alta Sorveglianza; gestisce e vigila sulla
corretta attuazione del Protocollo di legalità e sulla tenuta della relativa
banca dati; cura e istruisce l'elenco delle imprese qualificate dal
Concessionario o CG; cura i rapporti con gli Uffici del Concessionario o CG e
le competenti strutture regionali; gestisce le incombenze relative alla
Concessione o al Contratto;
e)
Struttura tecnica, che verifica la regolare e tempestiva attuazione di tutte le
operazioni inerenti l'iter dei lavori; svolge attività di supporto al RUP ed
alle strutture dell'Alta Sorveglianza, ai fini del rispetto delle normative
tecniche vigenti; controlla, per conto del RUP, in qualità di Responsabile dei
Lavori, il rispetto del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.e i.; verifica la rispondenza
del Progetto Definitivo e del Progetto Esecutivo ai patti contrattuali ed alle
norme vigenti; espleta le procedure tecniche e amministrative connesse agli
espropri; svolge attività di verifica e controllo degli atti contabili
predisposti e presentati dal D.L.
Art. 6
Collaudo
1.
Nei tempi e nei modi previsti dal Codice dei Contratti e dal relativo
Regolamento di attuazione, il Dirigente dispone la nomina dell' organo di
collaudo, previa effettuazione della verifica di cui al successivo comma 2.
2.
Ai fini dell'assegnazione dell'incarico, il Responsabile del Procedimento, ai
sensi della normativa vigente, è tenuto a verificare la presenza di soggetti
idonei all'interno dell' Amministrazione e, in caso di motivato esito negativo,
a proporre il ricorso a professionisti esterni.
PARTE II
Incentivo di cui all'art. 92 - comma 5 del
D.Lgs. n. 163/2006
Art. 7
Base di calcolo dell'incentivo. Quadro
Economico di riferimento. Economie
1.
L'incentivo è calcolato nel limite massimo del 2% dell'importo posto a base di
gara, comprensivo degli oneri della sicurezza. A tale importo va aggiunta la
quota parte di somme a disposizione eventualmente previste per lavori da
affidare separatamente dall'appalto principale o in economia, in ogni caso al
netto dell'I.V.A.
2.
Nel caso di redazione di perizia di variante che comporti attività di
progettazione e direzione lavori, nei casi previsti dal Codice dei Contratti
pubblici, il limite massimo del 2% è calcolato sull'importo dei lavori del
quadro economico di perizia, comprensivo degli oneri della sicurezza, sempre al
netto dell'IVA. Sono esclusi i casi in cui la perizia sia dovuta ad errori o ad
omissioni del progetto esecutivo che pregiudichino, in tutto o in parte, la
realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione.
3.
Le somme preventivate per la corresponsione dell'incentivo sono allocate nel
Quadro Economico dell'intervento, nell'ambito delle somme a disposizione dell'
Amministrazione.
4.
La quantificazione dell'incentivo è stabilita nel successivo art. 8, in ragione
dell'importo dei lavori e della complessità degli stessi.
5.
Vengono considerate quali "economie" le quote di incentivo non dovute
per attività affidate a professionisti esterni. Qualora talune parti o livelli
della progettazione o consulenze su specifiche problematiche vengano affidate a
personale esterno all'amministrazione, l'importo dell'incentivo verrà
determinato proporzionalmente all'impegno del personale interno valutato dal
dirigente della struttura competente, di cui al comma 1 dell'art. 4 del
presente regolamento. In corso di esecuzione dell'intervento, tali
"economie" possono essere utilizzate a copertura di eventuali
sopravvenute esigenze, nel rispetto della normativa vigente e delle indicazioni
stabilite nel presente atto.
6.
Le "economie finali" derivanti dall'applicazione del presente
Regolamento confluiscono tra le risorse finalizzate ai rispettivi fondi della
dirigenza e dei livelli.
Art. 8
Determinazione e riparto dell'incentivo
1.
La percentuale di riferimento dell'incentivo é determinata dal Dirigente in
base alle seguenti classi d'importo:
|
Importo a base
di gara/Importo di perizia (comprensivo degli oneri per la sicurezza) |
Percentuale
di riferimento |
|||||
a)
|
fino ad |
€ |
1.000.000 |
2,0% |
|||
b)
|
oltre |
€
|
1.000.000 |
e fino ad |
€ |
5.000.000 |
1,9% |
c)
|
oltre |
€
|
5.000.000 |
e fino ad |
€ |
25.000.000 |
1,8% |
d)
|
oltre |
€
|
25.000.000 |
e fino ad |
€ |
50.000.000 |
1,7% |
e)
|
oltre |
€
|
50.000.000 |
|
|
|
1,6% |
2.
Per interventi con importo a base di gara compreso tra quelli di cui alle
lettere b), c), d), e) del precedente comma, è possibile incrementare le percentuali
di riferimento ivi stabilite,
fino al limite massimo del 2%, qualora venga attestata dal Responsabile del
Procedimento almeno una delle seguenti fattispecie di complessità:
i. multidisciplinarità del progetto: ipotesi in cui alla redazione del
progetto abbiano concorso molteplici specializzazioni ovvero nell'ipotesi in
cui il progetto generale sia costituito da più sottoprogetti specialistici
(impianti strutture -studi -prove);
ii. accertamenti e indagini: nei casi in cui gli studi preliminari del
progetto eccedano quelli normalmente richiesti o si siano presentate difficoltà
operative e logistiche nel corso dell'effettuazione delle indagini preliminari
e degli accertamenti sopralluogo;
iii. soluzioni tecnico -progettuali: ipotesi di adozione di soluzioni
progettuali che abbiano richiesto studi e/o articolazioni più o meno originali
o impiego di materiali o tecniche costruttive sperimentali o originali sui
quali siano stati effettuati studi o sperimentazioni;
iv. progettazione per stralci: ipotesi di difficoltà connesse alla
redazione di stralci funzionali, con particolare riferimento alla complessità
delle elaborazioni necessarie.
3.
L'incremento della percentuale di riferimento di cui al comma 1, in funzione
della ricorrenza delle condizioni di cui al comma 2, è disposta dal Dirigente a
seguito di proposta espressamente ed adeguatamente motivata del Responsabile
del Procedimento.
4.
L'incentivo calcolato in conformità al comma 1, ed eventualmente incrementato
ai sensi del comma 2, è ripartito tra i soggetti incaricati (RUP, Progettisti,
Ufficio D.L., Collaudatori) in funzione delle responsabilità connesse alle
diverse attività svolte, secondo le aliquote seguenti:
Attività |
Soggetto
incaricato |
Riferimento |
Aliquota |
Responsabile del
Procedimento |
Responsabile del Procedimento |
art. 3 comma 1 |
8% |
Supporto al Responsabile del
Procedimento, alla progettazione ed alla direzione lavori |
art. 3 comma 2 art. 2
comma 4 (d) |
fino al 20% |
|
Progettista |
art. 5 comma 2 (a) |
|
|
|
|
|
|
Progettazione |
Coordinatore per la sicurezza in fase
di progettazione Componenti l'Ufficio
della Direzione Lavori |
art. 5 comma 2 (b) art. 6 comma 1 |
dal 10% al 40% |
|
|
|
|
Direzione lavori |
Coordinatore per la sicurezza in fase
di esecuzione |
art. 6 comma 2 |
dal 10% al 40% |
Collaudo |
Personale incaricato del collaudo |
art. 8 |
fino al 7% |
5.
In ogni caso, la percentuale complessiva per la progettazione e direzione dei
lavori non può essere superiore al 70%.
6.
Nei casi di affidamento lavori a Contraente Generale (art. 162, comma 1,
lettera g), del D.Lgs. n. 163/2006) o di Concessione di Lavori Pubblici (parte
Il, titolo III, capo Il del D.Lgs. n. 163/2006) il compenso calcolato in
conformità al comma 1, ed eventualmente incrementato ai sensi del comma 2, è
ripartito tra i soggetti incaricati (RUP, Progettisti , componenti della
Struttura per l'Alta Sorveglianza, Collaudatori) in funzione delle
responsabilità connesse alle diverse attività svolte, secondo le aliquote
seguenti
Attività |
Soggetto
incaricato |
Riferimento |
Aliquota |
Responsabile del
Procedimento |
Responsabile del Procedimento |
art. 3 comma 1 |
8% |
Supporto al Responsabile del
Procedimento, alla progettazione ed all’alta sorveglianza |
art. 3 comma 2 art. 2
comma 4 (d) |
fino al 20% |
|
Progettista |
art. 5 comma 2 (a) |
|
|
|
|
|
|
Progettazione |
Coordinatore per la sicurezza in fase
di progettazione |
art. 5 comma 2 (b) |
dal 10% al 30% |
|
|
|
|
Alta
Sorveglianza |
Componenti l’Ufficio di Alta
Sorveglianza |
art. 7 |
dal 10% al 50% |
Collaudo |
Personale incaricato del collaudo |
art. 8 |
fino al 7% |
6bis.
Nel caso di prestazioni di particolare complessità, come definiti all'articolo
300, comma 2, lettera b), del D.P.R. n. 207/2010, per i contratti relativi a
servizi e forniture l'incentivo è dovuto limitatamente all'affidamento del
collaudo o di verifica di conformità ed è calcolato secondo le modalità
previste dal comma 4.
7.
In ogni caso, la percentuale complessiva per la progettazione e l'Alta Sorveglianza
dei lavori non essere superiore al 70%.
8.
La quota di incentivo stabilita per il RUP è dovuta anche nel caso in cui le
altre attività siano affidate interamente all'esterno.
Art. 9
Ripartizione dell'incentivo in funzione
dell'avanzamento delle attività
1.
Viene statuito il diritto all'incentivo in funzione dell'avanzamento delle
diverse attività ovvero la quota parte dell'incentivo corrispondente alle
seguenti fasi procedurali:
Responsabile del Procedimento |
|
Approvazione progettazione preliminare |
8% |
Approvazione progettazione definitiva |
13% |
Acquisizione pareri (Conferenza
Servizi, Co.Te.R., ecc.) |
6% |
Approvazione progettazione
esecutiva |
13% |
Aggiudicazione definitiva |
5% |
Stipula
contratto |
5% |
Esecuzione
lavori (SAL) |
40% |
Approvazione
collaudo |
10% |
Totale |
100% |
Progettazione |
|
Approvazione progettazione preliminare |
20% |
Approvazione progettazione definitiva |
40% |
Approvazione progettazione
esecutiva |
40% |
Totale |
100% |
Direzione
Lavori |
|
Emissione stati d'avanzamento,
in proporzione |
90% |
Approvazione contabilità finale |
10% |
Totale |
100% |
Alta
Sorveglianza |
|
Aggiudicazione definitiva |
10% |
Stipula contratto |
5% |
Approvazione progettazione
definitiva |
12% |
Acquisizione pareri (Conferenza
Servizi, Co.Te.R., ecc.) |
6% |
Approvazione progettazione
esecutiva |
12% |
Esecuzione lavori (SAL) |
50% |
Approvazione collaudo |
5% |
Totale |
100% |
Collaudo |
|
Approvazione collaudo o
certificato di regolare esecuzione |
100% |
2.
Qualora la stazione appaltante ponga a base di gara il progetto preliminare o
il progetto definitivo, per i connessi approfondimenti progettuali e per
l'ulteriore documentazione richiesta dal Codice dei Contratti pubblici e dal
Regolamento, le aliquote di cui alla tabella 2 sono incrementate,
rispettivamente, al 40% per il progetto preliminare ed al 60% per il progetto
definitivo.
3.
Per i progetti relativi alle campagne diagnostiche è applicata la percentuale
del 50% sul compenso calcolato sull'importo delle indagini.
PARTE III
Incentivo di cui all'art. 92 -comma 6 del
D.Lgs. n. 163/2006
Art. 10
Atti di pianificazione
1.
L'incentivo relativo alla redazione di un generico atto di pianificazione,
comunque denominato, viene determinato in misura pari al 30% del compenso
professionale stabilito dalla normativa vigente e/o da specifici regolamenti
per la redazione del medesimo atto. Solo gli atti di pianificazione collegati
alla realizzazione di opere pubbliche sono suscettibili di erogazione degli
incentivi previsti dal Codice dei Contratti pubblici.
2.
L'incentivo di cui al comma 1 viene ripartito dal Dirigente secondo criteri di
proporzionalità tra i soggetti incaricati, in funzione delle responsabilità connesse
alle specifiche prestazioni richieste:
Soggetto incaricato Aliquota
Responsabile del procedimento 15%
Collaboratori del Responsabile del procedimento dal 5% al 15%
Gruppo
di progettazione dal
70% all’80%
3.
La quota di incentivo stabilita per il RUP è dovuta anche nel caso in cui
l'attività progettuale sia effettuata interamente all'esterno.
4.
E' esclusa la possibilità di erogare ai dirigenti i compensi previsti dall’art.
92, comma 6, del D.Lgs n. 163/2006, in assenza di espressa previsione nel
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento.
PARTE IV
Certificazione dei risultati e liquidazione
dell'incentivo
Art. 11
Certificazione dei risultati
1.
Ai fini della liquidazione degli incentivi le attività sono considerate
ultimate quando siano stati emanati:
a)
il provvedimento di approvazione del progetto, per l'attività di progettazione;
b)
i certificati di pagamento ed il provvedimento di approvazione degli atti di
contabilità finale, per l'attività di direzione lavori;
c)
il provvedimento di approvazione del certificato di collaudo o di regolare
esecuzione, per l'attività di collaudo;
d)
il provvedimento di approvazione dell'atto di pianificazione.
2.
Successivamente all'emanazione dei provvedimenti di cui al precedente comma, il
Responsabile del Procedimento:
a)
comunica al Dirigente l'avvenuta conclusione delle attività e nominativi dei
dipendenti che vi hanno preso effettivamente parte;
b)
certifica il raggiungimento degli obiettivi e il rispetto dei termini fissati
nel decreto di individuazione del Gruppo di Lavoro;
c)
propone al Dirigente la quantificazione degli incentivi da liquidare per ognuno
dei componenti il Gruppo di Lavoro;
d)
attesta le economie conseguite in conseguenza della quota parte di incentivo
non corrisposta.
3.
Il Responsabile del Procedimento indica i motivi che hanno determinato:
l'eventuale
mancata effettuazione di tutte o di parte delle attività previste;
eventuali
ritardi nell'effettuazione delle attività previste; ed in funzione della
gravità e dell'importanza degli stessi, valuta l'eventuale riduzione degli
incentivi.
Art. 12
Disposizioni finanziarie
1.
Gli oneri connessi con la liquidazione degli incentivi previsti dal presente
Regolamento sono posti a carico del capitolo individuato per il finanziamento
degli interventi.
2.
Le spese sostenute per la predisposizione degli elaborati necessari alle varie
attività rientrano:
- tra
le spese strumentali di cui all'art. 92, comma 7bis, del Codice dei Contratti,
con riguardo al consumo di materiali, nonché alle spese connesse alle
riproduzioni ed all'utilizzo di utenze ed attrezzature;
- tra
le usuali spese di funzionamento degli uffici regionali, con riguardo ai
rimborsi spese previsti nel caso in cui sia necessario recarsi fuori dalla
propria sede di servizio per lo svolgimento dell'incarico.
3.
Per le attività per le quali sono attribuiti gli incentivi di cui alle presenti
disposizioni, svolte fuori dell'orario di servizio, non è dovuta la
liquidazione di compensi a titolo di lavoro straordinario.
4.
I compensi di cui al presente Regolamento rientrano nell'ambito del trattamento
economico accessorio di natura variabile collegato alla valorizzazione della
performance individuale, per il miglioramento del livello quali/quantitativo
dei servizi dell'Amministrazione regionale e per l'ottimale utilizzo delle
professionalità interne in funzione del risparmio di spesa sugli oneri per
affidamenti esterni.
5.
Ai sensi dell'art. 92, comma 5, del D.Lgs n. 163/2006, l'incentivo corrisposto
al singolo dipendente, in applicazione del presente atto, non può superare
l'importo del rispettivo trattamento economico complessivo annuo lordo.
6.
I compensi di cui al presente Regolamento si cumulano al premio di produttività
individuale del dipendente.
7.
Ai fini della liquidazione dell' incentivo, sono fatte salve le previsioni
della specifica normativa di settore vigente.
PARTE V
Disposizioni transitorie
Art. 13
Disciplina del regime transitorio
1.
Laddove siano state già impegnate contabilmente le relative risorse
finanziarie, sono fatti salvi gli atti posti in essere in ossequio alla D.G.R.
n. 379 del 15 giugno 2004.
2.
Gli atti di attribuzione, certificazione e liquidazione dell'incentivo possono
essere adeguati alle disposizioni stabilite nel presente Regolamento, nel
rispetto delle condizioni ivi previste. L'adeguamento è disposto dal Dirigente,
previa verifica, resa sotto forma di relazione del Responsabile del Procedimento,
in ordine:
- alla
copertura finanziaria nel contesto del quadro economico del singolo intervento;
- alla
coerenza rispetto alle disposizioni legislative e regolamentari in materia;
- all'ammissibilità
delle spese con riferimento ai regolamenti comunitari.
Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
vi
è notizia che, nei giorni scorsi, i detenuti del carcere di Lamezia Terme sono
stati trasferiti in quello di Siano in Catanzaro;
tale
decisione si pone in netta contraddizione con la nota continua emergenza
penitenziaria che affligge il nostro paese, di recente stigmatizzata anche
dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;
la
stessa, inoltre, appare irragionevole alla luce delle peculiarità della
struttura lametina di recente messa in risalto dal rapporto di “Antigone”, nota
associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, e dalla presenza
a Lamezia Terme del Tribunale del quale di recente se ne è scongiurata la
chiusura;
con
tale gesto si priverebbe, inspiegabilmente, un comprensorio di 120.000 abitanti
di un importante presidio di legalità e sicurezza il quale, grazie al
quotidiano impegno del personale e della direzione e nonostante le immancabili
difficoltà e criticità che caratterizzano il sistema penitenziario nazionale,
ha conseguito buoni risultati in materia di organizzazione, ordine e pulizia
degli ambienti, iniziative trattamentali a favore della popolazione detenuta,
tutte connotate da concretezza ed effettiva valenza risocializzante;
la
notizia, che ha destato – come è giusto – un grave allarme sociale, appare
incomprensibile nei modi e nei tempi nella misura in cui nessun organo
istituzionale cittadino e regionale è stato coinvolto in tale decisione;
impegna
il
Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero di Grazia e
Giustizia, per rivedere tale decisione, scongiurando l’ipotesi di chiusura
prima che la stessa sia formalizzata con apposito atto amministrativo o in
subordine richiedere il recupero della stessa struttura per destinarla a base
logistica per l’amministrazione e la polizia penitenziaria, e contestualmente,
rinnova la richiesta, già formulata con gli ordini del giorno del 04.08. 2010 e
del 28.03.2013, di prevedere la costruzione di un nuovo istituto penitenziario
nell’area di Lamezia Terme.
Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
a
ridosso della frazione Bosco del comune di Rosarno, composto da 2000 abitanti,
insiste il Termovalorizzatore di contrada Cicerna;
geograficamente
il termovalorizzatore è situato a Gioia Tauro, ma di fatto è a poche centinaia
di metri dalla detta contrada Bosco;
la
stessa contrada non beneficia di nessuna compensazione per la riduzione della
tassa sui rifiuti;
impegna
il
Presidente della Giunta regionale a far liquidare a favore del Comune di
Rosarno una quota degli interventi di compensazione per i cittadini della
contrada Bosco di Rosarno.