IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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79.
SEDUTA DI VENERDI’ 31
GENNAIO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge
le interrogazioni, le mozioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’
pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 482 del 7 gennaio 2014 a
firma del consigliere Talarico Domenico.
(E’
riportato in allegato)
Prima di procedere con l’ordine del giorno volevo
proporre al Consiglio regionale di osservare
un minuto di raccoglimento. Ho pregato anche il sottosegretario Galletti, che
era qui per l’inaugurazione del Polo culturale, di essere insieme a noi qui,
oggi; è sicuramente una vicenda che ha scosso
l’intero Paese e che riguarda la morte del piccolo Cocò Campolongo. Nicola,
chiamato Cocò, è stato ucciso a soli tre anni e questo dà l’idea della
gravissima situazione che noi viviamo in Calabria
e che ha scosso tutte le nostre coscienze.
Le coscienze di uomini impegnati nelle istituzioni.
Attraverso questo minuto di
raccoglimento il Consiglio regionale vuole ricordare questo bambino del quale
porteremo sempre nel nostro cuore gli occhi vispi e l’immagine della sua
innocenza.
(I consiglieri e tutti i presenti si levano in piedi ed
osservano un minuto di silenzio)
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, giusto a
proposito della sua iniziativa di tenere un minuto di raccoglimento per
l’uccisione del piccolo Nicola Campolongo che era di Cassano Ionio che, come si
sa, è la comunità dalla quale provengo, chiedo l’inserimento di un ordine del
giorno che possa cominciare a lenire questa tragedia che ho definito di
proporzioni gigantesche, non solo per la famiglia Campolongo ma soprattutto per
la comunità di Cassano e per la nostra Regione.
Nell’ordine del giorno
ricordo quanto è accaduto, l’iniziativa della popolazione e del Vescovo di
Cassano che è anche Segretario della Conferenza episcopale italiana. Propongo al governo regionale, alla Presidenza del
Consiglio regionale, ciascuno per quanto di competenza, di individuare le
modalità di adesione della Regione e delle sue articolazioni alla
campagna promossa da “IlQuotidiano”. Propongo, inoltre, di procedere
all’esposizione della foto di Cocò all’interno dei luoghi di lavoro perché non
venga mai meno alla memoria di ognuno di noi lo sdegno per un episodio così
truce che ha portato la nostra comunità regionale all’attenzione del mondo
intero.
Chiedo anche di voler
svolgere una seduta di Consiglio regionale da aprire al contributo, magari,
delle associazioni di volontariato operanti
nel settore delle politiche sociali, della tutela dei minori, della Chiesa e
degli enti interessati per individuare linee guida di una programmazione regionale che vada a potenziare e qualificare le politiche
sociali in termini di tutela dei diritti dei minori.
Credo che da questa vicenda
emerga un grave vulnus che esiste nella
nostra società calabrese nell’ambito
della tutela dei diritti dei minori.
Ne discutevo prima con il
collega Adamo. Ci sarà qualche motivo per il quale il piccolo Cocò Campolongo,
figlio di genitori ristretti in carcere, sia stato comunque affidato ad un
nonno che era pregiudicato ed uscito di galera da poco tempo, comunque
sorvegliato speciale.
Credo che il grave vulnus sia questo e forse la vita di
quel bimbo, dagli occhi vispi e intelligenti che circolava per le strade della
mia comunità, poteva essere, con comportamenti e con azioni preventive diverse,
forse salvata.
Credo che su questo dobbiamo
interrogarci ed avviare una discussione e un dibattito ed una programmazione che in questo senso potrebbe essere positiva.
Chiedo, poi, Presidente,
l’inserimento all’ordine dei lavori di un altro ordine del giorno che riguarda
le decine di strutture socio-sanitarie abitative convenzionate che operano nel
sistema sanitario pubblico. I sub-commissari
hanno proposto una rinnovazione delle tariffe che potrebbe mettere in crisi
l’intero settore.
Chiediamo
di impegnare il presidente Scopelliti a verificare l’azione dei
sub-commissari in questo senso e la fondatezza delle segnalazioni che vengono
da parte delle associazioni di categoria ed eventualmente assumere tutte le
iniziative opportune per tutelare il livello e la qualità dei servizi sanitari
e le migliaia di posti di lavoro esistenti.
Un
ultimo ordine del giorno, sottoscritto da quasi tutti i consiglieri regionali,
aderisce alla campagna che in queste ore sta portando avanti il quotidiano
nazionale “Il Tempo”, sul rientro dei Marò in Italia, affinché si faccia
pervenire al Primo Ministro indiano, Sing, tramite l’ambasciatore della
Repubblica dell’India in Italia, una nota ufficiale con la quale si motiva la
mancata partecipazione quale manifestazione dei sentimenti e indignazione e
sofferenza degli italiani per il protrarsi senza fine di una situazione
incomprensibile e che quindi si favorisca il rientro dei nostri due
connazionali. Grazie.
Il consigliere Gallo chiede l’inserimento all’ordine dei
lavori di tre ordini del giorno.
Se non ci sono interventi difformi da questa richiesta
possiamo porla in votazione.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Caputo. Ne ha
facoltà.
Presidente, ho presentato una mozione che in atti è sul
tavolo della Presidenza, firmata da altri colleghi e che riguarda un problema –
firmato, tra l’altro, dal Presidente della quarta Commissione collega Gallo –
cioè quello che sta accadendo in questi giorni sul nostro territorio.
(Interruzione)
Però, se fosse possibile, Presidente, veramente mi
sembra tutto meno che un’Aula di Consiglio.
Sì, sono arrivato adesso per sostituire il presidente Talarico. Prego i consiglieri di prendere
posto e di favorire l’ordinato svolgimento dei lavori.
Grazie.
A seguito di quel bando, su
cui non entro nel merito, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, per
un anno lo stesso dovrebbe avvenire nelle province di Cosenza e di Reggio
Calabria e dovrebbe essere smaltito in Olanda via mare; io non sto a sindacare
– nella maniera più assoluta – la essenzialità del bando.
Credo, però, leggendo che
questo abbia suscitato un grande allarme, in particolare nella possibilità - a
dir la verità inspiegabile perché abbiamo consultato giuristi ed esperti di
diritto – che viene data all’imprenditore che va eventualmente ad appaltarsi
questo servizio con queste due righe “il concorrente può, inoltre, valutare a
suo insindacabile giudizio l’opportunità di utilizzare anche il capannone
adibito a trattamento della raccolta differenziata secca presso
l’impianto tecnologico di Rossano”.
L’impianto tecnologico di Rossano è l’impianto di Bucita
in una contrada popolosissima a grande vocazione agricola e turistica dove ci
sono tre insediamenti turistici che dovrebbero avere già dalla prossima estate
il marchio Valtur.
Questo per non dire che l’impianto di Bucita nei 5 anni
precedenti ha recepito i rifiuti di tutta la Calabria tanto che sono nate
spontaneamente molte associazioni per difendere una situazione che era
diventata incontrollabile.
Allora io non capisco, ma non l’abbiamo capito in tanti,
perché un imprenditore - che sia tedesco o francese o belga o di chicchessia,
visto che è un bando comunitario - dovrebbe registrare questo tipo di opzione
per cui 750 tonnellate al giorno di rifiuti tal quale dovrebbero essere
depositati in quel di Bucita, imballati e riportati con centinaia di camion al
porto di Crotone.
Presidente, credo che questo sia un fatto estremamente
assurdo che non trova riscontro nella realtà fattuale. C’è un grande allarme
nella popolazione e ieri si è tenuto un Consiglio comunale di fuoco. Abbiamo
incontrato il Prefetto, signor Presidente della Giunta, e mi sono un po’
vergognato a dir la verità perché i sindaci di Rossano e Corigliano sono andati
a chiedere aiuto al Prefetto al quale io ho detto che mi vergognavo come
rappresentante di una maggioranza e come consigliere regionale perché avrebbe
dovuto essere la politica ad intervenire.
Guarda caso, signor Presidente, in quell’incontro col
Prefetto è venuto anche un suo sottosegretario. Io non so quale tipo di faccia
tosta – me lo consenta – ha avuto perché un sottosegretario che fa parte della
sua maggioranza è venuto a chiedere al Prefetto insieme a noi di intervenire…
(Interruzione)
Chiedo scusa, assessore Dattolo, ma non è possibile che
un assessore, un sottosegretario possa chiedere al Prefetto; ed ho detto di fronte
al Prefetto che io personalmente mi vergognavo, ma ho sentito il dovere di
essere presente perché la politica non era in grado di rispondere. All’incontro
era presente il Presidente della quarta Commissione, Gallo.
Nonostante le decine di telefonate avute con l’assessore
e col dirigente generale, il dirigente generale ha opposto un secco rifiuto
perché quel bando non si può modificare.
Credo sia un momento di grande difficoltà perché in quel
territorio potrà succedere e succederà di tutto, Presidente, perché la gente
non è più disponibile ad avallare questo tipo di situazione anche perché non ne
vede.
Voi ritenete veramente che un imprenditore che viene
dalla Germania o dalla Francia non conosca il territorio e non sia in grado di
andarsi a trovare un capannone dove eventualmente depositare i rifiuti? Stiamo
parlando di 750 tonnellate di rifiuti tal quale che dovrebbero, poi, essere
imballati e riportati al porto di Corigliano per essere imbarcati.
Ne abbiamo viste di tutti i colori, al di là del fallimento
di tutti i commissariamenti che ci sono stati negli ultimi anni.
Non voglio esprimermi sul bando, sono d’accordo.
Vogliamo resettare tutto e per un anno mandiamo i rifiuti in Olanda via mare
sperando che saremo in grado di offrire una prospettiva diversa e certamente
più stabile.
Ora, io le chiedo, Presidente, con questo ordine del
giorno che recita testualmente così “Impegna il Presidente e la Giunta a
richiedere al dirigente generale delle politiche ambientali di rivedere il
capitolato speciale d’appalto del bando medesimo ed eliminare la parte in cui
si prevede <il concorrente può, inoltre, valutare a suo insindacabile
giudizio l’opportunità di utilizzare anche il capannone adibito a trattamento
della raccolta differenziata secca presso l’impianto tecnologico di
Rossano>”.
Credo sia una cosa fattibilissima. Non stiamo chiedendo
l’annullamento del bando ma stiamo solo chiedendo che venga caducata la
possibilità eventuale che un imprenditore che si appalta il servizio possa
utilizzare il capannone dell’impianto tecnologico di Rossano che dovrebbe
essere un capannone adibito alla raccolta differenziata, utilizzandolo in
maniera così avventata.
Credo sia una cosa fattibilissima perché, Presidente, se
lei avesse avuto modo di conoscere quello che è successo nel Consiglio comunale
di avantieri si sarebbe reso conto; sono persone, sono cittadini che sono stati
già tartassati.
Tant’ è che l’amministrazione comunale per venire loro
incontro aveva fatto uno sconto sul pagamento della Tarsu.
Vi chiedo allora, signor Presidente, di intervenire su
questo perché è una cosa che si può fare e non mi si dica che dal punto di
vista giuridico non è possibile.
Collega Caputo, lei deve chiedere l’inserimento
all’ordine del giorno. Avrà occasione di intervenire successivamente nel
dibattito per una questione di metodo.
Presidente, le chiedo scusa, ma poiché sono
febbricitante e sono venuto qui solo per discutere e presentare all’Aula questo
provvedimento, le chiederei la grande cortesia di poterlo discutere e votare
subito. Grazie.
La mozione esposta dal consigliere Caputo è
controfirmato dal consigliere Gallo, dal capogruppo di Forza Italia Morrone,
dai consiglieri Magno, Bulzomì, Albano, Adamo ed altra firma che non riconosco.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento
all’ordine dei lavori della mozione del consigliere Caputo.
(Il Consiglio approva)
Il consigliere
Caputo ha chiesto di poterlo discutere come primo punto.
Dobbiamo
intanto discutere le interrogazioni a risposta immediata e successivamente, prima di
procedere con l’ordine del giorno, se il Consiglio regionale e d’accordo
procederemo con la mozione.
(Interruzione)
Se il Consiglio è d’accordo…
(Interruzione)
Per motivi
personali perché il consigliere Caputo è
febbricitante, se fosse possibile, riterrei di dare la precedenza alla mozione.
(Interruzione)
Intanto è
stata inserita all’ordine del giorno. Se siete
d’accordo propongo l’inversione così come richiesta dal consigliere Caputo.
(Interruzione)
L’inversione,
consigliere Giordano, stiamo votando la richiesta del consigliere Caputo di
affrontare la questione che ha sottoposto con una mozione controfirmata da altri consiglieri. La
richiesta, che ha motivato dal punto di vista personale, la rappresento all’Aula per una maggiore condivisione.
Se siete
d’accordo, l’affrontiamo prima di discutere le interrogazioni, prima di
affrontare l’altro punto afferenti alle interrogazioni al primo punto all’ordine del giorno di questa seduta di Consiglio.
Possiamo
procedere? Bene. Si apre il dibattito sull’argomento, chi volesse intervenire
può farlo perché il collega Caputo nella sua
presentazione ha già illustrato il provvedimento.
Prego, assessore Pugliano.
Grazie, Presidente, intervengo immediatamente per cercare di
dare qualche informazione un po’ più precisa e corretta, per averla già
trattata con tutti quelli che hanno voluto segnalare gli aspetti che poc’anzi
il collega Caputo ha voluto mettere all’ordine del
giorno di questo Consiglio.
Preliminarmente devo comunicare al consigliere Caputo - che non era presente
all’incontro chiestomi e realizzato a Lamezia Terme
con i sindaci di Corigliano e di Rossano e alla presenza del consigliere Gallo
e del sottosegretario Dima - che nella fattispecie chi ha firmato e pubblicato
il bando non è l’ingegnere Gualtieri nella funzione di direttore
generale del dipartimento ambiente ma è l’ingegnere Gualtieri nella
funzione di responsabile delegato da una ordinanza della Presidenza del
Consiglio dei Ministri che lo ha incaricato, per traghettare la responsabilità
del sistema dei rifiuti alla Regione, di fare ogni azione, ogni atto necessario a completare
il sistema impiantistico calabrese.
Questo per chiarire che ha poco potere anche il
Presidente della Regione
Calabria nei confronti del firmatario dell’avviso.
C’è da
dire che avrei voluto e vorrei che i consiglieri regionali riconvocassero o
facessero richiesta di riconvocare il Consiglio regionale che è stato rinviato,
è passato oltre un anno. Ricordo che il Consiglio regionale si è riunito, così
come voluto dal presidente Scopelliti, l’11 gennaio 2013 – oltre un anno fa
– ed è stato rinviato dopo la mia
relazione perché mancava il presidente Scopelliti.
E’
passato oltre un anno e nessuno – dico nessuno – ha sentito il bisogno di conoscere
in che condizioni è il sistema dei rifiuti in Calabria. Lo faccio io
pubblicamente adesso perché sicuramente per rispondere alla mozione del
consigliere Caputo non mi posso trattenere dal relazionare; lo farò anche in
settimana in una conferenza stampa affinché i cittadini calabresi sappiano qual
il rischio impellente che abbiamo davanti.
La
Calabria si può fermare e potrà essere da qui a poco invasa dai rifiuti senza
soluzione alcuna. L’unica soluzione percorribile, fino a quando la Regione
Calabria non sarà nelle condizioni di realizzare gli impianti necessari,
l’unica strada percorribile è quella estera, se la si lascerà realizzare.
Per
quanto riguarda la richiesta di variazione di questo bando: comunico, intanto,
che il 12 febbraio scadono i termini per la presentazione delle domande e, se
si lascerà completare l’iter di questo bando, ci vorrà almeno tutto il mese di
maggio, se tutto andrà bene, per realizzare e percorrere questa strada.
Diversamente, oggi siamo aiutati in Calabria solo da una ordinanza firmata dal
presidente Scopelliti, una ordinanza contingibile e urgente che evita che 1.200
tonnellate al giorno restino per le strade della Calabria.
Terminata
la validità di quella ordinanza – questa ordinanza scadrà a maggio – se non
potremo ulteriormente prorogarla e non avremo realizzato la strada dell’estero
queste 1.200 tonnellate al giorno resteranno per le strade della Calabria.
Dico,
intanto, che, per il bando, il riferimento a Bucita è molto residuale e
marginale. Posso dirlo e credo di non dare notizie che non si possono dare, ma
fino ad una settimana sono venute al dipartimento 8 società a chiedere notizie
su questo bando.
Su 8
società che si sono presentate solo una ha chiesto notizia di dove si trovi
questo Bucita ma altre 7 si stano preparando a presentare offerte senza tener
conto di Bucita. Ecco perché dico che il rischio che possa essere utilizzata
Bucita è marginale rispetto al rischio imminente che la Calabria ha sulle
proprie spalle; la Calabria non Pugliano.
In
settimana, in una conferenza stampa lo dirò: l’impianto a Bisignano è
osteggiato, occupano il palazzo comunale
perché non vogliono l’impianto; occupiamo i Consigli comunali ed i palazzi
comunali per questo bando che porta all’estero, occupiamo i palazzi comunali
per tutte le attività e le azioni che sta cercando di mettere in campo la
Regione Calabria.
Non
sapremo che occupare quando i rifiuti non troveranno collocazione.
Sostengo
e resto dell’avviso che non possa essere né l’assessore né il Presidente a
chiedere a chi è stato nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri a
svolgere le funzioni necessarie a completare il sistema impiantistico.
Credo
che, visti i tempi necessari, la battaglia si possa anche rinviare a termini
scaduti del bando. La possibilità che venga utilizzata Bucita è residuale,
perché poi deve essere anche ispezionata per vedere se c’è la possibilità di
far entrare questi rifiuti, di imballarli e di farli uscire. Credo che
logisticamente non sia la migliore delle soluzioni per chi si vuole attrezzare
per fare in un anno questo servizio.
Dico che
gli interessi della Regione Calabria, rispetto agli interessi - che io in
qualche modo condivido - di quel territorio di Rossano, possano essere
dichiarati preminenti.
Giacché
intravedo altri rischi, non solo la scadenza dell’ordinanza del presidente
Scopelliti, ma anche l’esaurimento dell’unica discarica che c’è in Calabria,
Pianopoli, da qui a qualche mese, e quindi non avremo soluzioni dove collocare,
dove trattare o dove smaltire questi rifiuti.
Ecco
perché dalla mia visuale, posso anche sfilarmi dalla responsabilità che avverto
sulle mie spalle in solitudine ed ho una grande amarezza: in questo anno,
dall’11 gennaio 2013, non ho registrato neanche un consigliere regionale che
abbia chiesto di riprendere il tema dei rifiuti dopo quella seduta di Consiglio
che aveva convocato e chiesto di convocare il presidente Scopelliti.
Nessuno
ha chiesto di conoscere pregi e difetti di questo sistema e quale possa essere
il rischio, domani non dopo domani.
Penso che
bisognerebbe avere la responsabilità di conoscere questi rischi della Calabria.
Potrei non essere assessore e sicuramente non sopporterei questo peso della
Calabria invasa dai rifiuti ma lo vivrei nella stessa misura di amarezza e di
difficoltà da semplice cittadino. La mia regione merita sicuramente di meglio
rispetto a quello che oggi stiamo rischiando di offrirle, sicuramente non
meriterebbe di essere invasa dai rifiuti senza avere altra soluzione.
Ecco
perché chiedo al consigliere Caputo di inquadrare la situazione più
compiutamente, visto che era assente in quell’incontro dove, anche con
l’ingegnere Gualtieri, è stato spiegato il perché e la sua responsabilità:
infatti, togliere il riferimento all’unico impianto che in quella zona esiste
nell’area cosentina, togliere quel riferimento, per questo bando che non tratta
bruscolini ma che per un anno tratta 77 milioni di euro, all’unico impianto
pubblico che c’è in quell’area significherebbe avvantaggiare anche gruppi che
non sono fra quelli che vorremmo ancora in questo settore. Quindi credo che il
riferimento all’impianto di Bucita sia per regolamentare la partecipazione e
non lasciarla in mano ai soli noti che potrebbero avvantaggiarsi di un bando
che se modificato potrebbe essere anche messo in discussione.
Se il
direttore generale dovesse sentirsi appagato e coperto per le proprie
responsabilità penso che il bando sarebbe più debole e potrebbe essere anche
annullato da un qualsiasi ricorso che potrebbe sopraggiungere se noi variassimo
quel bando.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Tengo a precisare che a norma del Regolamento interno
del Consiglio regionale, i consiglieri regionali che intendessero intervenire
per le mozioni possono farlo uno per gruppo per un tempo limitato di dieci
minuti massimo.
Presidente, intervengo non solo per annunciare il voto
favorevole alla mozione presentata dal consigliere
Caputo.
Mi sembra che
quest’oggi in Consiglio regionale le cose si
siano modificate profondamente
e credo che questo sia un fatto politico rilevante che registriamo in questa
sede rispetto a questa questione dei rifiuti che reputo importante.
Non a caso
abbiamo il problema dello smaltimento
e della raccolta dei rifiuti ma anche il problema, come ci ha evidenziato il
Procuratore generale della Procura di Reggio Calabria qualche giorno fa, della
possibilità che anche la Calabria sia stata interessata dalla cosiddetta “Terra
dei fuochi”. Cioè dall’interramento nella nostra regione di rifiuti
altamente inquinanti.
Assessore, lei ha detto una cosa gravissima quest’oggi.
Ha detto che questa mozione rischia di avvantaggiare gruppi che non vorremmo.
Su questo deve dire una parola chiara perché vorremmo conoscere anche noi quali
sono i gruppi che si avvantaggerebbero dall’approvazione di questa mozione.
Credo che abbia ragione il collega Caputo quando dice
che quell’area – in particolare lo Ionio –viene ed è stata in questi anni molto
mortificata. Conosciamo i dati ma non li voglio dire, lo stato degli ospedali,
lo Spoke Rossano-Corigliano, ma c’è una situazione che reputo allarmante dal
punto di vista sanitario: la chiusura dell’ospedale di Rossano.
Ora andare a gravare in un’area che è vocata al turismo,
ci sono quasi 20 mila posti letto e non so quante strutture di tipo turistico
in quell’area, andare in una direzione che va a creare una situazione di stress
ambientale penso sia una decisione sbagliata.
Dico questo facendomi carico del problema di come uscire
fuori dall’emergenza rifiuti che ci ha dato non so quanti anni di commissariamento; quante
risorse sono state sprecate in questa direzione dai vari commissari che si sono
succeduti!
Attenzione,
però! Attenzione a stressare il nostro territorio e sempre gli stessi territori
per sopperire ad una emergenza che non è in grado neanche di essere risolta.
Per
questo penso che la sollecitazione che ci viene dal consigliere Caputo debba
essere accolta e deve essere un modo per aprire una discussione per vedere come
e quali soluzioni noi mettiamo in campo per tentare di risolvere questa
questione.
Accanto a
questa questione dei rifiuti penso che dobbiamo intraprendere tutte le
necessarie iniziative per la tutela della salute dei cittadini.
Ci sono
troppe aree di criticità ambientale e ne abbiamo discusso in Commissione sanità
e territorio e ambiente in seduta congiunta sull’incidenza di alcune patologie
oncologiche in alcune realtà che sono state stressate negli anni dalle
questioni di tipo ambientale.
Penso che
oggi sia evidente che su una questione dirimente come quella dei rifiuti c’è
una situazione nella quale una grande parte del Consiglio regionale non
condivide quello che la Giunta in questi mesi ha messo in atto e atti
deliberativi che in questa direzione vanno ad aggravare e non a risolvere il
problema dei rifiuti in Calabria. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, aderisco alla mozione del consigliere Caputo ma rimango stupito
dall’intervento dell’assessore Pugliano sul tema perché il suo ragionamento
alla fine si ritorce contro i cittadini, contro chi si oppone ai barbarismi
dello smaltimento dei rifiuti dicendo che siamo molto vicini a poteri che
danneggiano la Calabria e sono contro le attività lecite.
E’ grave
assessore, questo, è grave dire che una certa logica dello smaltimento di
rifiuti possa conservare il potere mafioso in Calabria. Lei ha detto questo
poco fa, detto papale papale.
In una
scorsa seduta di Commissione io e lei abbiamo bisticciato proprio su questo
tema; lei si è risentito per un mio
ragionamento sul fatto che a Bisignano c’erano alcune condizioni logistiche che
faceva comodo a chi installava l’impianto di Bisignano in quel territorio. Lei
mi ha tacciato di insinuare cose non giuste.
Ora io le
chiedo, assessore: noi abbiamo discusso da prima dell’estate fino a settembre
in decine e decine di audizioni, coinvolgendo tutta la realtà calabrese sul suo
progetto di raccolta, riorganizzazione e smaltimento dei rifiuti, come mai il
blocco della discussione - perché la Giunta doveva avere un ripensamento sulla
legge alla luce dei no che aveva ricevuto da tutte le realtà che aveva audito -
coincide con l’attivazione di insediamenti come quello di Bisignano, delle
mega-discariche che non sono solo Bucita ma che si stanno predisponendo per
l’intero territorio calabrese dicendo che la colpa non è del dirigente generale
all’ambiente, dottor Gualtieri, ma del dottor Gualtieri che è il nuovo
commissario o in parte una specie di commissario per la realizzazione degli
impianti della Calabria?
Ora le
chiedo, assessore, quando vuole portare alla discussione la legge? Una legge
adeguata potrebbe evitare tutti questi danni? Sono stati auditi da lei sindaci
virtuosi che hanno trasformato l’umido ed il non umido in una ricchezza
economica, ma lei si ostina a non ascoltare questo. Lei si ostina verso gli
impianti e verso le mega discariche, verso quelle cose che non vanno più e che
c’è il rischio di diventare una grande cloaca del Mediterraneo.
Adesso ci
sarà la cloaca riconosciuta per lo smaltimento delle armi chimiche e altro e
noi siamo diventati la cloaca del mondo capitalistico.
Partiamo
allora dall’approvazione della mozione del collega Caputo ma ci dica in quanto
tempo vuol portare la legge sul riordino e la raccolta dello smaltimento dei
rifiuti nella discussione in Aula perché lì vedremo la responsabilità di chi
vuole un modello di raccolta di rifiuti e di smaltimento e chi non la vuole,
chi vuol proseguire su questa strada.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente,
prendo la parola su questa mozione per una discussione di carattere politico,
sull’onda di una iniziativa che è prettamente locale e che riguarda quell’area
della provincia di Cosenza, una iniziativa che coinvolge il collega Caputo, me
come rappresentante di quell’area ed il sottosegretario Dima.
Sull’onda
di questo forse in Aula siamo andati un po’ al di là e da parte dei colleghi si
è avviata una discussione di natura politica soprattutto da parte dei colleghi
di opposizione.
Vorrei
precisare – lo voglio dare come premessa e l’ho detto anche in un documento, in
una lettera che ho inviato nei giorni passati all’assessore Pugliano e al
direttore generale Gualtieri – che riconosco all’assessorato e al dipartimento
in questo anno di lavoro, a seguito di 15 anni disastrosi di commissariamento
dell’emergenza rifiuti in Calabria, un lavoro di programmazione ed un’azione
dinamica per andare incontro ai problemi e per non avere il solito atteggiamento
che hanno avuto per tanti anni i commissari che si sono succeduti in Calabria e
che io da sindaco di Cassano – da sindaco di un comune sede di discarica –
definivo “la concezione della cenere sotto il tappeto”.
Credo che
in questo anno si sia lavorato per arrivare a dei risultati anche importanti
per evitare che questa regione - che si dice a vocazione agricola e turistica -
abbia tonnellate di rifiuti in giro per il territorio così come è accaduto lo
scorso anno e per come in eredità ha lasciato l’ufficio del commissario.
Penso che
questo sia da riconoscere fermo restando che c’è – mi collego anche
all’intervento del collega Guagliardi – un progetto di legge della Giunta
regionale sul riordino del sistema regionale dei rifiuti che è in attesa di un
maxi emendamento perché è in fase di elaborazione. Nel momento in cui sarà
portato all’attenzione della Commissione noi cercheremo di licenziare nel più
breve tempo possibile.
Riguardo
la vicenda che ci occupa cioè alla mozione presentata dal collega Caputo, in
questa settimana noi abbiamo avuto due incontri insieme al collega Dima con
l’assessore Pugliano e col direttore generale Gualtieri, era presente anche
l’assessore Trematerra. Un primo incontro a Lamezia Terme e un secondo
l’abbiamo avuto in Prefettura a Cosenza.
Cosa
abbiamo chiesto? Condivido assolutamente, assessore e Presidente,
l’impostazione data dal dipartimento. Vale a dire che poiché la giusta
ordinanza del presidente Scopelliti che assumendosi la responsabilità qualche
mese addietro ha consentito, comunque, alla nostra Regione di conferire in
discarica i rifiuti tal quale va in scadenza, la programmazione che si va a
fare del trasporto via nave e dei rifiuti fuori regione è una programmazione
giusta e assolutamente da condividere.
Dov’è il
problema, però, e qual è il vulnus che richiama alla responsabilità noi altri
che rappresentiamo quella parte di territorio e che siamo chiamati a
responsabilità dalle comunità locali e dalle amministrazioni locali?
La
previsione sia pure potenziale ma non tollerata dal territorio; il problema è
di natura politica, quel territorio in questi anni ha avuto, sia pure per non
responsabilità di questo Consiglio regionale, la cancellazione del presidio di
giustizia nel tribunale di Rossano e altre problematiche che riguardano altri
settori come la sanità e i trasporti, conseguenza di crisi vissuti a vari
livelli e a vari livelli istituzionali; quel territorio non regge il peso di un
potenziale trasporto di 750 tonnellate al giorno presso il sito di Bucita che,
tra l’altro, è in un’area vicino al centro urbano di Rossano e che è vicino a
strutture turistiche di rilievo e al più grosso Acquapark del Mezzogiorno
d’Italia, forse tra i più grandi d’Italia che è quello di Rossano i cui gestori
hanno inoltrato, proprio al comune di Rossano, protesta.
L’altra
sera si è svolta una seduta di Consiglio comunale molto accesa in quel di
Rossano che ha messo sotto accusa anche la politica del territorio che non
avrebbe difeso il territorio.
Qual è il
senso della richiesta che si viene a fare e per la quale è in corso e c’è stata
una interazione col direttore generale Gualtieri? La modifica, la correzione
del bando nella parte in cui si prevede che Rossano possa essere potenzialmente
il luogo, il sito nel quale dovranno essere lavorate 750 tonnellate al giorno
che è tutta la produzione della provincia di Cosenza.
Anche
perché non è che quell’area voglia sfuggire alle proprie responsabilità in
questo senso. Rispetto ad una mancanza di programmazione dell’area ionica della
provincia di Cosenza degli ultimi 15-20 anni che va assolutamente riconosciuta,
l’area ionica è stata quella che da questo punto di vista ha lavorato e
programmato.
La
discarica di Bucita che ha accolto – e lo ricordava il collega Caputo – per
tantissimo tempo i rifiuti dell’intera regione, la discarica di Cassano nella
quale conferiscono circa 40 comuni. Allora cosa si chiede? Si chiede una
modifica e il fatto che possa essere sanato il vulnus che esiste in
questo bando. Vale a dire: cosa è mancato? Una previa interazione e
comunicazione da parte del direttore Gualtieri che ha redatto il bando con i
sindaci dei territori e con i territori.
Probabilmente
questa interazione precedente - che sarebbe stata necessaria - avrebbe evitato
tutti questi problemi e tutte queste discussioni. Per questo anche io chiedo,
modificando il tiro rispetto agli interventi dei colleghi e non condividendo
gli interventi dei colleghi di opposizione, che ci sia una valutazione
dell’intero Consiglio regionale sulla eventuale modifica di questo bando nella
parte in cui coinvolge la discarica di Bucita.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, non ero del tutto convinto di intervenire per la complessità e la
delicatezza della materia di cui ci stiamo occupando sia pure per un fatto
quasi accidentale, fortuito, per via di questo specifico ordine del giorno
presentato dal collega Caputo di cui ho sempre apprezzato la serietà dandone
anche riconoscimenti pubblici.
Tuttavia
mi permetterò di fare qualche osservazione, più che nel merito specifico,
rispetto alla materia intesa complessivamente cercando di calibrare le parole
perché il mio sarà un intervento – non so se sorprendentemente o meno – stonato
rispetto ad un coro cosentino che si sta affermando con molta forza e
determinazione.
Intanto
dico che sono stato costretto a riflettere e ad avvertire una qualche
mortificazione dall’intervento dell’assessore Pugliano il quale ha lamentato la
propria solitudine, non vittimisticamente o retoricamente ma per segnalare una
condizione di amministratore che deve fare i conti con una delle emergenze più
difficili e complesse, in assenza di una discussione vera che si dovrebbe
svolgere qui dentro e che non si è svolta per responsabilità, certo, non della
Giunta – guarda cosa mi tocca fare: difendere la Giunta – ma, prevalentemente,
del Consiglio.
Penso che
quando si contestano determinate scelte dolorose, come in questo caso, cioè
quello di inviare i rifiuti all’estero, bisognerebbe avere la consapevolezza
che, in questa materia, in primo luogo non c’è altro tempo da perdere,
altrimenti gli scenari che prefigurava prima l’assessore non sono una forzatura
dialettica del tentativo calcolato di assicurarsi un qualche consenso, ma sono
descrizioni di realtà che abbiamo anche vissuto di recente più volte e che sono
sul punto di riproporsi nella loro drammaticità.
Penso che
una istituzione, responsabile e consapevole del proprio ruolo, debba partire da
questo. Allora i cannibalismi dovrebbero essere sempre banditi nei dibattiti
pubblici ed istituzionali, soprattutto quando non si hanno chiare le idee
alternative. Non possiamo averle perché noi certamente paghiamo – e Pugliano
insieme a noi – una interminabile fase commissariale, ed è stato detto anche da
altri, che non solo non ha prodotto alcun beneficio alla Calabria in questa
materia, ma penso che abbia combinato danni non solo sul piano
economico-finanziario ma anche sul piano della tenuta ambientale ed ecologica.
In questa
lunghissima fase in cui c’è stato il commissariamento, devo denunciarlo senza
alcuna indulgenza al sentimento di appartenenza territoriale: se c’è stato un
territorio – e mi scuso – che non ha subito gli stress di cui hanno parlato i
miei colleghi è esattamente quello di Cosenza che semmai – lo dico da
crotonese, ovvero da rappresentante di un territorio - ha subito, questo sì,
ogni tipo di eccesso in questa materia.
Nella
nostra discarica principale si è riversato di tutto e abbiamo ospitato i
rifiuti di tutti, compresi quelli della grande provincia di Crotone.
Allora
non si sentivano queste lamentazioni circa lo stress di un territorio.
Crotone
aveva ben altri stress, di cui tutti voi credo siate a conoscenza, derivanti
dalla prolungata esperienza industriale che ha determinato una sorta di
tragedia ambientale.
Di tutto
questo non si è mai discusso, alcuni egoismi non si esauriscono nel danno che
provocano agli altri nella fase in cui vengono sperimentati, ma determinano
danni successivi.
Questo è
stato fatto. E’ mancata una visione della Calabria nella sua interezza ed è per
questo che c’è sempre da lamentarsi quando la politica deve abdicare alle
proprie prerogative ed in particolare a quelle di governo per affidarle a
sciagurate esperienze commissariali.
Stiamo
pagando tutto questo. Ora l’assessore deve fare, e anche in fretta, per
scongiurare i rischi di cui ha parlato.
Penso
che, al di là del fatto specifico, sia necessario accogliere il suo allarme, la
sua richiesta di riordinare all’interno di questa Assemblea un minimo di
discussione, se ancora siamo in tempo per imprimere al corso amministrativo,
che deve presiedere a determinate scelte, che probabilmente saranno altrettanto
dolorose, il crisma democratico e istituzionale che manca.
Se questo
è, è evidente che c’è una responsabilità nostra ancora prima della sua, ammesso
che ne abbia. Allora nei diversi interventi pubblici che l’assessore Pugliano
ha fatto, ha sempre denunciato con coraggiosa coscienza politica-amministrativa
che in Calabria, ad esempio, per quanto riguarda la cosiddetta, celebrata e
osannata differenziata, siamo a percentuali che ha definito incivili.
E’
esattamente così, il che vuol dire – se non capisco male – che dalla situazione
di questo momento fino alla realizzazione di soluzioni, per così dire utopiche,
occorrono fatalmente ed inevitabilmente scelte dolorose come queste.
Atteso
che, però, frattanto anche altre amministrazioni soprattutto quelle comunali
che non sono prive di alcune responsabilità, debbono immediatamente riacquisire
un senso di responsabilità istituzionale e di sensibilità verso una grave
emergenza come questa per recuperare una concertazione che non solo sia di
aiuto all’assessore Pugliano – che è cosa già di non trascurabile conto – ma
soprattutto per gli interessi dei calabresi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, fatta salva una premessa che riguarda l’assessore Pugliano, a cui
voglio ricordare che in questi mesi non c’è solo una sua battaglia solitaria.
Molto spesso la stanchezza di alcuni elementi della maggioranza o la
superlativa e vibrata partecipazione della minoranza, può far sembrare il
contrario, ma io ritengo che non si possa personalizzare, in una stagione
difficilissima come questa, perché - vale per Pugliano così come può valere per
Gentile o Mancini, per tutti quelli che hanno gravi responsabilità in termini
di governo – io sono convinto che per quanto si possa fare meglio e di più ogni
giorno, singolarmente, come consiglieri di minoranza o di maggioranza ma
soprattutto come assessori di questa Giunta, c’è una gravità di problematiche.
Per cui
ben venga; non voglio guardare al passato ma dico al collega Guccione che
finanche la loro esperienza, in un regime commissariale, non poteva produrre
grandi frutti, visto che ci vengono consegnati al di là delle responsabilità
del passato, un miliardo di euro spesi e, ancora, la Calabria non ha
programmazione.
Rispetto
a questo dico che c’è – e di questo voglio sottolineare l’importanza – per la prima
volta un programma per la Calabria. Da qualche mese si interrompe il
commissariamento, c’è un lavoro congiunto della
parte tecnica e quando si vuole, dico, anche della politica.
E’ facile
presentare proposte emendative ma penso che il dovere di ogni singolo
consigliere regionale, e provo a farlo sia che si parli di sanità, nonostante
non sia semplice andare a spiegare di territorio a pezzi trovando quelli che
riescono a fare i paladini di tutto e del contrario di tutto, di maggioranza o
di minoranza abbia il dovere di spiegare, benché ci sia una grande difficoltà
specie nei territori in cui si vive.
Va da sé
che comprendo le ragioni e l’ansia del consigliere Caputo che a Rossano ha
sempre rappresentato un amministratore attento anche da consigliere regionale
quale è oggi e, rispetto alla dinamica di questa particolare determinazione,
Rossano – lo diceva già il consigliere Gallo prima di me – vittima di una serie
di combinazioni straordinarie tra cui il tribunale che non dipendeva
sicuramente da noi, e le congiunture internazionali.
Oggi
l’essere nucleo centrale di un progetto di riqualificazione e di costruzione
per la prima volta di un complesso di impianti non è semplice. Andate a vedere cosa sta accadendo a
Bisignano dove la politica non riesce a disegnare un percorso che
significherebbe creare, fra qualche anno, un paio d’anni, un sistema di rifiuti
che funzioni, tant’è che siamo costretti a portarlo all’estero.
Aggiungo
pure che nelle prossime ore, martedì, in Commissione sarò estensore di un
emendamento ad una legge per far sì che si possa utilizzare anche quella parte
di privato mettendolo a bando per andare a gestire l’emergenza.
Detto
questo e, fatto salvo il contributo che può venire da ciascuno, vorrei chiedere
al capogruppo di Forza Italia, al gruppo di Forza Italia e a tutti quelli che
ne sono estensori di fare una riflessione composta e di valutare che se ognuno
di noi, fatte salve le ragioni dei territori, le ansie personali e voler
partecipare, portando un’idea perché qui non ho sentito, ad oggi, idee e
proposte differenti, come diceva l’assessore Pugliano, che possano innestarsi
in quel meccanismo perverso che non è quello di parlare ad un Direttore
generale ma ad un tecnico, all’ufficio del commissario.
Mi
rivolgo al mio Presidente e al capogruppo Chiappetta, così come al capogruppo
dell’Udc e di Forza Italia di verificare – fatto salvo questo punto – se non
sia il caso di ritirare la mozione per quanto comprendiamo le ragioni e farne
oggetto di una discussione, se volete anche politica, per capire in termini
tecnici; il nostro dovere, essendo maggioranza, è quello di discutere
nell’ambito della maggioranza tutte le soluzioni ulteriori e possibili che
possono arrivare.
Per
questo comprendo lo spirito dei consiglieri Caputo e di Gallo, del sottosegretario
Dima che è assente, ma nei giorni scorsi ci sono state delle riunioni. Però
vorrei evitare che si consumi quella che appare una deriva politica,
perdonatemi un elemento un po’ forte proprio – sta nell’alveo del ragionamento
– di valutare, approfondire e mettere in campo tutti gli strumenti tecnici
oltre a quelli politici per arrivare ad una soluzione che sia congrua con i
tempi di un governo regionale.
Un
governo regionale che, per quanto mi riguarda, ha assessori che lavorano
nell’interesse della Calabria e che non mettono in campo un provvedimento
punitivo perché, purtroppo, nei territori dove si concentrano delle azioni
sembra ci sia una attenzione particolare, ma non è così, non è questa la
motivazione e non mi pare, come maggioranza, che questo sia nemmeno il modo di
risolvere, di portare a soluzione i problemi che noi come Giunta e come partito
di maggioranza stiamo cercando di mettere in campo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Morrone. Ne ha
facoltà.
Intanto
vorrei approfondire un po’ l’argomento che è molto delicato e sicuramente è
nostro interesse, soprattutto del consigliere Caputo, di risolvere e non di
creare problemi.
Capiamo
che l’argomento è delicato e che bisogna affrontarlo proprio per dare la
possibilità di un ulteriore approfondimento all’interno della maggioranza,
pertanto chiedo al Presidente di sospendere i lavori per dieci minuti.
Pongo in
votazione la proposta di sospensione del consigliere Morrone.
(Il Consiglio approva)
Prego i
consiglieri di riprendere posto. Dopo la pausa di sospensione diamo avvio ai lavori del Consiglio regionale.
In
merito all’argomento posto in discussione e proposto dal consigliere Caputo il
dibattito si era esaurito.
Ha chiesto di parlare il consigliere Caputo. Ne ha
facoltà.
Si è
convenuto di modificare – lo dico al Segretario generale e alla Presidenza – l’ultimo foglio che racchiudeva il dispositivo
che impegnava il Presidente, in tale maniera
“impegna il Presidente della Giunta a richiedere al Dirigente generale delle
politiche ambientali, l’insediamento di uno specifico tavolo tecnico al fine di
valutare tutte le soluzioni possibili, volte ad eliminare l’utilizzo
dell’impianto di Bucita”.
Penso
che questo vada nella direzione – dico con grande chiarezza anche questo, cioè
che il tavolo tecnico debba insediarsi già da lunedì, altrimenti diventa
un’altra cosa, e deve essere tutto valutato prima della scadenza del bando. Lo
dico con grande chiarezza, sapete perché?
Vedete,
sono intervenuto in maniera molto vaga per illustrare il documento e questo mio
documento andava in un’altra direzione; non ho minimamente sindacato e capisco
gli sforzi che l’assessore all’ambiente sta facendo
in questi ultimi tempi per poter arrivare ad una soluzione razionale e poter
intraprendere una nuova strada.
C’è un fatto però: se rimane tutto com’è, il sindaco di Rossano
non impiegherà più di mezz’ora a fare tutte le ordinanze possibili ed
immaginabili, contingentibili ed urgenti - perché si è già sentito con avvocati
di Roma e di Cosenza - allora sì che rischieremmo, attraverso l’ordinanza!
Perché, cari colleghi, si è dimenticato, purtroppo, di fare una Conferenza dei
servizi.
Ma che modo è di fare, ignorando i sindaci del territorio? Voi
avete fatto una Conferenza dei servizi per quanto riguarda l’utilizzo del
porto. Ma si può pensare che centinaia di tonnellate con centinaia di camion
attraversino la 106 e la 106bis, un percorso dove ci sono insediamenti agricoli
e turistici? Allora io vi metto in guardia sul documento, non ho difficoltà.
L’abbiamo cambiato, l’abbiamo reso più accettabile ma non vi
fermate perché se dovessimo arrivare all’ordinanza del sindaco e il Tar dovesse
dare, così come può dare, una immediata sospensiva, allora sì che i rifiuti
resterebbero per strada dopo giugno e la Calabria ne sarebbe invasa. Voglio
dire che, attorno a queste situazioni, a questi problemi nessuno è abilitato a
fare orecchie da mercante. Credo che il dovere di una Giunta, di un Presidente,
non una facoltà ma il dovere di un Presidente della Giunta, di un assessore e
di un dirigente generale, sia quello di ascoltare i territori, perché credo che
la capacità di ascolto per chi svolge un determinato ruolo sia una cosa
indispensabile e non si può rispondere ad un sindaco da qualche parte “siate
seri” perché lì c’è serietà. Perché forse in piccolo, ma anche lì, abbiamo
costituito un modello di una città di 40 mila abitanti certamente piccola ma
che, piaccia o non piaccia, è un modello.
Se siamo lì dal 1993 e lo siamo stati fino al 2006, per 13 anni,
abbiamo perso le elezioni nel 2006 e siamo tornati col 70 per cento dei consensi nel 2011, allora significa che è stato
apprezzato.
E quel territorio, caro Presidente del governo regionale, non può
essere ulteriormente mortificato. Non possiamo
chiudere il tribunale e gli ospedali, non possiamo fare in modo che nessun
treno che attraversi più quel territorio. Questa è la realtà.
Oggi abbiamo un sindaco che ha sulle spalle una serie di
problematiche, questo è. Avranno fatto scoppiare e faranno scoppiare - e mi
auguro che tutto venga evitato con grande senso di responsabilità – una
rivolta, altro che forconi.
Vengo massacrato quotidianamente, signor Presidente, sulla stampa
e sui mass media per responsabilità che non
ho, perché non ho mai avuto responsabilità dirette.
Non lo accetto più, e lo dico con grande chiarezza. Consideratemi
come volete: non lo accetto più perché per due anni di seguito ho fatto la
coscienza critica per cercare di dare quei suggerimenti che la mia piccola
esperienza mi diceva di poter dare e che, puntualmente, sono stati ignorati.
Oggi
sono stanco, non è più possibile che io venga imputato di responsabilità che non sono mie e che, se fossi
stato ascoltato un po’ di più, molte cose -
o forse, il corso delle cose -
sarebbe stato, signor Presidente, molto
ma molto diverso.
Facciamo
in modo che si possa continuare, che si possa andare avanti, che si possano
risolvere i problemi per le popolazioni di
quel territorio con 200 mila abitanti; non so se qualcuno avrà il coraggio di
venirci.
I miei
servizi informativi mi dicono che, molto probabilmente,
qualcuno c’è stato, si è potuto render conto delle situazioni e avrà sentito e
ascoltato le lamentele, le grida di dolore che ci sono in quel territorio.
Facciamo
in modo che ci sia una inversione nelle cose, che si possa continuare ad andare
avanti in maniera diversa perché mi reputo, e sono un consigliere di maggioranza ma non ho abdicato a quel po’ di
intelligenza, quella poca che ancora mi rimane.
Pongo in
votazione il documento parzialmente emendato e
condiviso dai consiglieri di opposizione, di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale,
premesso che
con decreto del Direttore Generale del Dipartimento Ambiente
numero 16993 del 10/12/2013 è stato approvato il “Bando per l'affidamento del
servizio di accettazione, imballaggio, stoccaggio temporaneo, carico,
trasporto, recupero e/o smaltimento in ambito internazionale comunitario dei
rifiuti avuti codici CER (20.03.01) prodotti nel territorio della Regione
Calabria.”;
nel capitolato speciale di appalto, l'articolo 3 comma 3.1 dal
titolo “Trasporto del rifiuto. Allestimento e gestione centro di imballaggio e
stoccaggio temporaneo.” Così recita: “Il Trasporto a destino finale del rifiuto
deve avvenire in condizioni di assoluta sicurezza. In sede di presentazione
dell'offerta, per i rifiuti prodotti nella provincia di Cosenza, l'appaltatore
potrà indicare propri stabili, ubicati nella predetta provincia. Detti
immobili, dovranno essere dotati dei necessari presidi ambientali per
scongiurare qualsiasi pericolo per la salute umana e l'ambiente.
Il concorrente può inoltre valutare, a suo insindacabile giudizio,
l'opportunità di utilizzare anche il capannone adibito a trattamento della RD
secca, presso l'impianto tecnologico di Rossano.”;
la previsione per il concorrente privato di poter utilizzare anche
il capannone dell'impianto tecnologico di Rossano ha destato grande preoccupazione
nella popolazione in quanto il sito in oggetto dovrebbe diventare meta di circa
750 tonnellate spazzatura al giorno, da imballare e trasferire poi al porto di
Corigliano per essere imbarcata su navi dirette in Olanda;
tale opzione è stata decisa senza coinvolgere, in alcun modo, le
amministrazioni di Rossano e Corigliano, né tanto meno i consiglieri regionali
del territorio e, tenendo fuori da tale scelta, finanche la Quarta Commissione
Consiliare Regionale “Ambiente e territorio”;
l'impianto tecnologico di Rossano ricade in una contrada ad alta
densità di popolazione ed a forte vocazione agricola e turistica, con
insediamenti alberghieri quali Eurovillage, Itaca ed Afrodite che già, con la
prossima stagione estiva, assumeranno il marchio Valtur, senza dimenticare
l’Acqua-Park Odissea 2000 che è la più grande del meridione;
l'impianto tecnologico di Rossano trattandosi di uno dei pochi
impianti funzionanti della Calabria, è stato da sempre usato in maniera
sovradimensionata rispetto alle sue possibilità;
a seguito delle ordinanze del Commissario Delegato, nel passato si
è permesso di far conferire nell'impianto di Bucita, i comuni di tutta la
regione, senza tener conto della effettiva capienza, creando gravi turbative
nella popolazione, suscitando vivo allarme e favorendo la costituzione di
comitati spontanei per difendere le ragioni di quelle contrade;
il transito di automezzi pesanti congestiona la circolazione nelle
contrade interessate e sulla stessa superstrada 106 bis, seminando lungo il
percorso una scia pericolosa di percolato;
la vecchia discarica di Olivellosa, ricadente nella stessa
contrada, ad oggi non è stata ancora bonificata, pur prevedendosi un
finanziamento di € 3.905.112,40 inserito nella nuova programmazione e destando
anche per tale ritardo all'inizio dei lavori serie preoccupazioni nella
popolazione, oltre che una spesa continua per il Comune di Rossano per lo
smaltimento del percolato prodotto;
in data 28 Gennaio u.s. , richiesto dai sindaci di Rossano e
Corigliano, si è tenuto un incontro col Prefetto di Cosenza, al quale è stato
richiesto un autorevole intervento volto a scongiurare l'ipotesi dell'utilizzo
dell'impianto di Rossano;
la scadenza per la presentazione delle offerte è stata prorogata
al 13/02/2014.
Impegna il Presidente e la Giunta
Il documento è stato illustrato dal consigliere Caputo, parzialmente
emendato e condiviso, sia dai gruppi di maggioranza sia da quelli di
opposizione; pertanto, viene sottoposto a votazione così come prescrive il
Regolamento e assume il significato di raccomandazione
così come concertato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo,
alla trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Do
lettura della prima Interrogazione a risposta immediata numero 389 del 24 giugno 2013,
a firma del consigliere Guccione “Sulla mancata stipula delle convenzioni per
l'attivazione del servizio antincendio della Regione Calabria”: “Al Presidente della Giunta regionale,
all'assessore all'agricoltura e al sottosegretario alla protezione civile.
Per sapere – premesso che:
l'arrivo
della stagione estiva aumenta nella nostra regione il verificarsi degli incendi
boschivi che, se non adeguatamente individuati, fronteggiati e circoscritti per
tempo, rappresentano una grave minaccia per gli uomini, le abitazioni e il
grande patrimonio naturalistico calabrese;
da
quattro giorni nelle località Macchia della Pita in agro di Bocchigliero e
Mezzo Campo in agro di Savelli è in corso un vasto incendio che sta
distruggendo decine di ettari di bosco e di vegetazione mediterranea senza che
ancora sia stato effettuato alcun tipo di intervento aereo e terrestre così
come denunciato pubblicamente dagli amministratori comunali di Bocchigliero -:
se
ancora a tutt'oggi non siano state corrisposte le risorse destinate alla
Convenzione stipulata tra la Regione Calabria e il Comando Regionale dei Vigili
del fuoco per la lotta contro gli incendi boschivi;
se
non siano state ancora trasferite le risorse necessarie al saldo del servizio
svolto negli anni 2011 e 2012, determinando addirittura il ricorso di quest'
ultimo alle vie legali;
se
analoga situazione si sarebbe verificata nei confronti del Corpo Forestale
dello Stato, impossibilitato a utilizzare due elicotteri attualmente bloccati
all'aeroporto di Lamezia Terme e a svolgere le funzioni di coordinamento aereo
e terrestre degli interventi antincendio (DOS) poiché la Regione Calabria non
avrebbe ancora provveduto a trasferire le risorse che riguardano il saldo
dell'utilizzo degli elicotteri negli anni 2011 e 2012 e il coordinamento
terrestre degli interventi svolto nel 2012;
se
la Regione Calabria non abbia ancora provveduto a stipulare con la Protezione
Civile Nazionale la convenzione annua per l'utilizzo di due aerei canadair,
attualmente fermi all'aeroporto di Lamezia Terme, perché non sarebbe in grado
di versare la propria quota-parte necessaria all'attivazione della stessa;
se
non reputa grave ed inammissibile il fatto che, alla data odierna, con
l'eccezionale ondata di caldo che sta interessando tutto il nostro territorio,
la Regione Calabria non sia ancora in grado di rendere operativo un servizio
fondamentale per la salvaguardia della vita degli uomini e del patrimonio
ambientale del nostro territorio;
se
non ritenga necessario individuare e rimuovere coloro i quali si sono resi
responsabili di tale gravissima situazione e predisporre un atto deliberativo
urgente che sblocchi e regolarizzi immediatamente il servizio antincendio nella
nostra regione, essenziale per la salvaguardia e la tutela della vita delle
persone e di oltre seicentomila ettari di foresta”.
Non
vedo in Aula il sottosegretario Dima,
pertanto l’interrogazione viene rinviata alla prossima seduta.
Interrogazione
a risposta immediata numero 433 del 12 settembre 2013
a firma dei consiglieri Talarico e De Masi “In ordine alla campagna
pubblicitaria sulla sanità in Calabria” recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nei
giorni scorsi sono apparsi nelle principali città della regione manifesti
inneggianti all'efficienza ed alla qualità dell'offerta sanitaria in Calabria;
tale
campagna stride con la percezione che i cittadini hanno della sanità nella
regione oltre che con i dati di fatto che afferiscono alla sua situazione, sia
sul versante finanziario che su quello organizzativo;
proprio
i recenti interventi volti a razionalizzare ed a riorganizzare il comparto, in
applicazione del Piano di rientro, hanno mostrato tutta la loro farraginosità,
avendo operato tagli a servizi e strutture territoriali senza un potenziamento
ed una riorganizzazione dei centri spoke ed hub e della rete di medicina di
prossimità, oltre che dei servizi per il trattamento delle emergenze;
lo
stesso tavolo Massicci, nella seduta del 16 luglio scorso, ha evidenziato la
sussistenza di "Ritardi nell'attuazione della rete assistenziale e
specificatamente in quella territoriale e dei laboratori, e nell'erogazione dei
Livelli di assistenza".
la
Calabria, come fanno rilevare alcune recenti indagini (Ultima quella del
"Quotidiano Sanità"), si conferma tra le regioni che hanno tagliato
in maggior misura i posti letto degli ospedali dal 2009 ad oggi, tanto da
trovarsi oggi sotto il parametro del 3,7 per mille imposto dalla normativa nazionale
(Siamo al 3,2, e in alcune aree delle ex Asi addirittura sotto il 2,5 -:
quanto
è costata alla Regione la campagna pubblicitaria di che trattasi e se non sia
il caso di rendere un'operazione verità sullo stato della sanità in Calabria,
ripensandone modelli organizzativi e aspetti funzionali.”
Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico Domenico.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto vorrei farle
osservare che questa interrogazione è del settembre 2013 ed essendo quindi passati
sei mesi, questo la dice lunga sulla efficienza ed efficacia dei lavori del
nostro Consiglio.
Il
problema rimane, pertanto illustro l’interrogazione ai colleghi consiglieri.
Si
tratta di una interrogazione relativa alla campagna pubblicitaria, messa in
atto dalla Regione Calabria nei mesi scorsi, inneggiante l’efficienza e la qualità dell’offerta
sanitaria nel proprio ambito.
Che dire? I
recenti interventi o, comunque, gli interventi di questi ultimi anni, volti a razionalizzare e riorganizzare il comparto
in applicazione del Piano di rientro, hanno mostrato tutta la loro
farraginosità e non hanno prodotto una riorganizzazione razionale ed efficiente
mettendo a serio rischio la rete di medicina di prossimità oltre
che dei servizi per il trattamento delle emergenze.
Lo
stesso tavolo Massicci, qualche mese fa, ha evidenziato la sussistenza di
"Ritardi nell'attuazione della rete assistenziale e, specificatamente, in
quella territoriale e dei laboratori e nell'erogazione dei Livelli di
assistenza".
La
Calabria, come fanno rilevare alcune recenti indagini giornalistiche, ma anche
scientifiche, risulta una delle Regioni in cui si
è registrato, in maggior misura, il taglio dei posti letto
disponibili.
Ora,
alla luce di quanto premesso - e potrei continuare e meglio articolare e
approfondire la premessa, ma credo che il quadro della sanità
della nostra regione sia chiaro a tutti
- molti mesi fa ho rivolto al Presidente
– e la domanda è ancora valida – un interrogativo: quanto è costata la campagna pubblicitaria di cui stiamo
discutendo e se non sia invece il caso, anziché fare campagne pubblicitarie
costose, inutili e bugiarde, di rendere invece una serie di verità sullo stato
della sanità in Calabria, ripensandone – come tutti auspichiamo - modelli
organizzativi e aspetti funzionali.
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Grazie, Presidente, intanto la campagna pubblicitaria è
costata zero, anzi siamo stati direttamente noi come Regione Calabria e come Giunta
ad apprendere direttamente da un comunicato stampa della società che aveva
deciso, spontaneamente e a costo assolutamente zero per l’ente regionale, una
campagna di pubblicità come proprio progetto di comunicazione sociale della
propria azienda, fatta soprattutto su impianti di proprietà e quindi con un
costo, probabilmente per loro, decisamente inferiore.
Al di là di
questo, io volevo anche sottolineare, rispetto ad alcune questioni che lei
stesso ha evidenziato, che la razionalizzazione del sistema sanitario
nella Regione
Calabria, senza dubbio c’è stata, ma non siamo d’accordo sul fatto che la
Calabria abbia avuto maggiori tagli di posti letto rispetto ad altre Regioni.
Proprio
in questi giorni c’è un dibattito importante in sede ministeriale con tutte le
altre Regioni d’Italia e col ministro Lorenzin per redigere quello che sarà il
nuovo patto della salute 2014-2016 dove l’indice dei posti letto sarà portato a
3,7 proprio lo stesso indice che in questo momento c’è in Calabria.
Dico 3,7
perché in effetti noi abbiamo il 3,2 che è realizzato in Calabria e uno 0,5 che
in questo momento è a carico della mobilità sanitaria in altre Regioni.
Mentre
altre Regioni da qui ad un mese si troveranno nelle condizioni di dover ridurre
drasticamente i posti letto perché è vero che ci sono Regioni in Italia che in
questo momento hanno il 4 o il 4,2 posti letto ogni mille abitanti; noi in
Calabria l’abbiamo già fatto ma soprattutto ci troveremo in una condizione dove
avremo probabilmente la possibilità di recuperare qualcosa, qualche posto letto
in termini di mobilità.
E’
intenzione, in questo momento, di alcune Regioni, d’accordo col Ministro, dare
la possibilità alle Regioni che sono sottoposte al Piano di rientro, di andare
a recuperare degli spazi ed immaginare un potenziamento dell’offerta sanitaria
in questa regione.
Relativamente
ai Lea voglio ricordare che per la prima volta nel 2012 la Regione Calabria è
riuscita a superare – non l’ha mai fatto negli anni passati – un target
di punteggio che ci ha portato a superare la sufficienza, cioè 132 punti contro
89 punti che la Regione Calabria aveva nel 2009-2010.
Sicuramente
quindi c’è un miglioramento e non un peggioramento dei servizi sanitari
offerti.
Consigliere
Talarico, se lo ritiene, può intervenire. Le ricordo che ha a disposizione un
minuto per la replica.
La
Vicepresidente Stasi ha dato comunicazione sui costi della campagna
pubblicitaria e non ho motivo di dubitare che così sia stato.
Non mi
reputo soddisfatto rispetto alla seconda parte della domanda e della risposta.
Se fossi stato il Presidente della Giunta regionale avrei evitato di mettere in
piedi una campagna pubblicitaria beffarda nei confronti dei calabresi. Questa è
una campagna irridente nei confronti di una Regione che soffre per quanto
riguarda l’organizzazione della sanità.
Non c’è
bisogno di snocciolare dati e cifre che risultano essere – tutte –
improponibili ma non sono certamente sufficienti a compensare i guasti e il
malessere che vive la società calabrese perché, a mio avviso, sono entrambe
figlie di politiche sanitarie sbagliate e fallimentari.
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata numero 438 del 18 settembre 2013
a firma del consigliere Giordano “Sulla gestione del reparto di cardiochirurgia
dell’Azienda ospedaliera di Reggio
Calabria” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
il Presidente della
Giunta regionale, anche nella qualità di Commissario ad acta alla sanità, ha
annunciato l'imminente apertura del nuovo reparto di cardiochirurgia presso
l'Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, struttura
che sarà dotata di dieci posti letto di degenza e dieci posti letto di terapia
intensiva post-operatoria;
l'apertura del
reparto, già ultimato e collaudato da quasi due anni ma ancora non operativo,
dovrebbe avvenire attraverso la gestione di un soggetto privato da individuare
con una manifestazione di interesse;
tale scelta, di
natura privatistica, rischia di compromettere ulteriormente il Sistema
sanitario regionale e con esso il diritto universale alla salute che, in via
prioritaria, deve essere garantito da una efficiente sanità pubblica;
le motivazioni
tecniche e giuridiche che hanno portato alla scelta di bandire una
manifestazione di interesse per l'affidamento ad un soggetto privato della
gestione del reparto di cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera di Reggio
Calabria non prefigurando, al contrario, le possibili alternative anche
attraverso convenzioni con altre strutture pubbliche”.
Prego, consigliere
Giordano.
Presidente, l’interrogazione è
del 18 settembre 2013 quando il Presidente
della Giunta regionale, nella qualità di commissario ad acta alla sanità, ha annunciato
l'imminente apertura del reparto di cardiochirurgia presso gli ospedali di Reggio Calabria.
Quella di
cardiochirurgia è una storia
controversa e antica che affonda le origini nella precedente legislatura quando, nel 2007, era stata approvata una legge che istituiva il
reparto nell’Azienda
Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria.
L’apertura di questo
reparto – ricordo all’Aula – ultimato e collaudato da due anni, ha visto
impegnati 20 milioni di euro per le opere di allestimento e le opere murarie ed
un leasing che costa all’azienda ospedaliera 8 milioni,
con rate che superano i 100 mila euro mensili.
Fatta questa
premessa, vogliamo comprendere e per questo chiediamo alla Giunta regionale – anche se avremmo preferito che
questa risposta ce la fornisse il Presidente Scopelliti – le motivazioni per
le quali è stato emanato questo avviso di manifestazione di interesse per dar
luogo al bando.
Chiediamo pure, perché di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia,
l’interrogazione è di settembre
2013 e la manifestazione di
interesse si è chiusa, sono state acquisite già le disponibilità che
sembrerebbe siano in numero di 8 aziende
private.
Pertanto vogliamo sapere le motivazioni per
le quali si è scelto di affidare ad un privato la gestione di un reparto così
delicato e ancora una volta, inspiegabilmente, mettere in discussione il concetto
di sanità pubblica e di universalità della salute. Vorremmo capire le
motivazioni nella volontà di privatizzare questo reparto e l’iter che è stato
seguito da parte dell’azienda ospedaliera e dell’ufficio del commissario.
Intanto l’iter di
poter rivolgersi direttamente al privato – almeno così come ci scrive il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera – pare
sia stato contenuto all’interno di una delibera del Direttore
generale dell’Azienda il 17 novembre 2006 e addirittura approvato – lo
stesso atto aziendale
– con delibera di Giunta regionale numero 38 del 23 gennaio 2007 quindi non è
una novità del governo Scopelliti, né tanto meno del Direttore generale
dell’Azienda ospedaliera.
Ovviamente, i problemi ci sono e sappiamo bene che mettere in piedi un reparto
già finito, come dice lei, dove il rischio che le tecnologie innovative
presenti diventino vetuste da qui a non molto, c’è. Siccome sappiamo bene che
in questo momento il blocco del turn-over vincola la possibilità di
espletare bandi e di introdurre nuove risorse umane, questa formulazione,
secondo il Direttore generale dell’Azienda, potrà sembrare sicuramente la più
veloce ed idonea considerando, tra l’altro, che in tante Regioni d’Italia si sono avviate delle
sperimentazioni in questo senso con il privato che gestisce intere strutture
ospedaliere pubbliche.
Qui parliamo di un reparto ma in alcune Regioni ci sono intere
strutture ospedaliere gestite da privati, ma di proprietà del pubblico direttamente.
Ovviamente da un lato non si possono fare i
bandi per via del blocco del turn-over e dall’altro si registra anche l’assenza di strutture pubbliche
cardiochirurgiche regionali che avrebbero potuto attivare mobilità verso questo
reparto. Si era anche tentato e pensato di convenzionare altre strutture
pubbliche fuori Regione e quindi la possibilità di creare mobilità
ma sappiamo bene che anche la mobilità in Calabria è bloccata. Dunque questa
sembrava assolutamente la strada più veloce.
Il soggetto privato che si farà carico della
gestione dell’attività sarà ovviamente obbligato a garantire tutte le
prestazioni cardiochirurgiche richieste e ovviamente l’Azienda ospedaliera
avrà assoluto controllo di quello che sarà effettuato nel reparto.
Queste sono
le condizioni essenziali e soprattutto quelle che, in qualche modo, dovrebbero
fare stare tranquilli.
Prego,
collega Giordano.
Presidente, purtroppo devo dichiarare la mia
insoddisfazione perché anche sui quesiti si è preferito glissare. Si è
richiamato anche l’atto di origine della delibera della Giunta regionale che,
per la verità, prevedeva un sistema pubblico-privato.
Anche su quello probabilmente ci sarebbe
stata da fare una forte discussione. Tuttavia non credo che ci sia stata la
volontà di fare gli approfondimenti che la delicatezza e l’importanza
strategica di cardiochirurgia avrebbe meritato. Gli approfondimenti per
verificare la possibilità di una convenzione con un’altra struttura privata e
gli approfondimenti soprattutto in sede governativa e rispetto alla questione dello stesso turn-over.
Si è preferita una strada sulla quale non
solo noi ma gran parte della classe dirigente di altre istituzioni locali ha
censurato non dando luogo ad un confronto, ad una chiarezza rispetto alle
eventuali ed ulteriori possibilità.
Quindi che altro aggiungere? C’è un altro
problema, tra le altre cose, che la dottoressa Stasi non ha chiarito rispetto
ai posti letto perché i decreti, la consecutio
temporum dei decreti che il Presidente Scopelliti ha emanato nella sua qualità di commissario
ad acta, prevedevano 20 posti letto e
non 10, come invece adesso è configurata la struttura.
Su questo, su altre cose ed anche sui costi
- perché affidarla ad un privato sappiamo che significa - saranno costi che magari possono raddoppiarsi
o triplicarsi rispetto ai costi di una struttura pubblica. Quindi sono tutti
interrogativi ai quali ancora una volta la Giunta regionale, il Presidente Scopelliti, non vogliono rispondere, aumentando la nostra
preoccupazione che è anche quella della Calabria intera rispetto ad una sanità
che viene ancora una volta cancellata e falcidiata.
Non ultime anche le notizie sul Piano
operativo che ha subito decine di rilievi
Collega Giordano, un minuto per la replica.
Dovrà fare le controdeduzioni entro
domenica.
Se ci manteniamo nei tempi di due minuti per l’esposizione, uno per la replica e tre per la risposta riusciremo ad esaurire il punto all’ordine del giorno afferente le interrogazioni.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 440 del 23 settembre 2013 a firma del consigliere Giordano “Sulla mancata previsione dell’U.O. di ingegneria clinica nell’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’Atto Aziendale
dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria,
adottato con delibera n. 652 del 28/06/2013, reso efficace a far data dal 01
luglio dal DPGR n. 73 del 30/05/2013, non contempla l’U.O. di Ingegneria
Clinica presente invece nelle precedenti versioni, e ciò nonostante la stessa
sia prevista nelle Linee guida regionali per l’adozione degli Atti Aziendali
proposte dal Commissario stesso con il DPGR n. 54 del 05/07/2011 e s.m.i, fino
all’ultimo aggiornamento del DPGR n. 97 del 05/07/2013;
l’istituzione
dell’U.O. di Ingegneria Clinica Richiamata dalla “Raccomandazione per la
prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei
dispositivi medici/apparecchi elettromedicali” n. 9 dell’aprile 2009
dell’allora Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, è
stata presa in debita considerazione dai manager che si sono succeduti negli
ultimi anni alla guida dell’A.O., tantoché, non disponendo all’interno della
stessa Azienda di risorse dotate di specifiche professionalità nell'ingegneria
Clinica, gli stessi si sono avvalsi nel tempo di una convenzione con l’ASP di
Reggio Calabria per l’espletamento dei compiti e degli indirizzi di gestione
sicura, efficiente ed efficace del parco tecnologico;
tale decisione
risulta ancora più incomprensibile alla luce del recentissimo Decreto del
Ministero della Salute dell’8 febbraio 2013 concernente “Criteri per la
composizione e il funzionamento dei comitati etici” che prevede di inserire la
figura dell’Ingegnere Clinico all’interno degli stessi comitati, considerato
che l’A.O. risulta altresì assegnatala, secondo il già citato DPGR n. 97 del
05/07/2013, di una delle tre sedi dei Comitati Etici di riferimento della
Regione Calabria, al quale afferisce anche quello dell’Asp di Reggio Calabria;
la presenza attiva e
costante all’interno delle aziende Sanitarie ed Ospedaliere di Ingegneri
clinici risponde alle esigenze di una sanità moderna Rispondente ai bisogni
degli utenti, nella quale viene richiesta capacità di valutazione delle
tecnologie e analisi della gestione per massimizzare l’efficienza del sistema,
tutti elementi tipici della professionalità dell'ingegnere clinico -:
le motivazioni che
hanno portato all’approvazione di un atto aziendale nel quale non è prevista
l’istituzione dell’U.O. di Ingegneria clinica e ciò in palese contrasto con le
linee guida regionali e se non si ritenga di adottare, anche in via di
autotutela, i necessari provvedimenti per le modifiche del suddetto atto in
linea con i parametri legislativi nazionali e regionali”.
Prego, consigliere
Giordano.
Grazie, Presidente. L’atto aziendale dell’Azienda
Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” adottato con delibera n. 652 e reso
operativo con Decreto del Presidente della Giunta regionale numero 73 del luglio 2013, non
contempla l’Unità operativa di Ingegneria Clinica presente invece nelle
precedenti versioni, e ciò nonostante la stessa sia prevista nelle Linee guida
regionali per l’adozione degli atti aziendali proposte dal Commissario stesso
con il Decreto numero 54/2011 e aggiornato e confermato con decreto 97 del 5
luglio 2013.
L’istituzione
dell’Unità di Ingegneria Clinica richiamata dalla “Raccomandazione per la
prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei
dispositivi medici/elettromedicali” numero 9 dell'aprile 2009 dell’allora
Ministero del Lavoro della Salute è stata presa in debita considerazione dai
manager che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida dell’azienda
ospedaliera, tantoché, non disponendo all’interno della stessa Azienda di
risorse dotate di specifiche professionalità nell’ingegneria Clinica, gli
stessi si sono avvalsi nel tempo di una convenzione con l’Asp di Reggio
Calabria per l’espletamento dei compiti e degli indirizzi di gestione sicura,
efficiente ed efficace del parco tecnologico.
Tale decisione, tra
l’altro, risulta ancora più incomprensibile – quella della soppressione di
questa unità operativa - alla luce delle evidenze del Decreto ministeriale
dell’8 febbraio 2013 che detta precise disposizioni rispetto alla composizione
e al funzionamento dei Comitati Etici e in sede della configurazione dei
Comitati etici prevede espressamente
l’inserimento della figura dell’Ingegnere clinico all’interno degli stessi
comitati.
Tutta una serie di
contraddizioni, quindi, e di evidenti violazioni della norma stessa e delle
direttive che provengono dal Ministero.
Per questo motivo
vogliamo sapere, intanto, le motivazioni che hanno portato all’approvazione di
un atto aziendale nella quale non è
prevista la figura dell’ingegnere clinico e che contrasta, tra l’altro, in
maniera evidente con le linee guida regionali
adottate dallo stesso Presidente nella sua qualità di commissario e se non si ritenga, per consentire all’ufficio del commissario e quindi anche ai dipartimenti di rimettersi nel canone della legittimità
rispetto alle direttive ministeriali, adottare in via di autotutela i necessari provvedimenti
per le modifiche del suddetto atto aziendale
in linea con i parametri legislativi nazionali e regionali.
Prego, Vicepresidente.
In effetti le linee guida regionali non prevedono proprio la necessità
dell’istituzione della unità operativa e di ingegneria clinica all’interno
della gestione delle infrastrutture e tecnologia.
La necessità di istituire, presso le aziende
del sistema sanitario regionale, una specifica unità operativa di ingegneria
clinica contemplano, invece, l’attività suddetta da attuarsi – specifica
proprio il punto 46 e 47 delle linee guida – all’interno della struttura di
gestione, infrastrutture e tecnologia.
Quindi non cita il reparto specifico, ma lo
cita all’interno di un ambito un po’ più vasto che è la gestione infrastrutture
e tecnologia.
Il direttore generale dell’azienda specifica
– è quello che il consigliere aveva evidenziato – ha rilevato che la figura
dell’ingegnere biomedico è già prevista nell’articolazione dell’atto aziendale
però, ovviamente, per le cause che abbiamo citato prima, appunto il blocco del turn-over,
al momento la figura non esiste. L’attività è svolta da un ingegnere clinico a
seguito di una convenzione stipulata con l’Asp di Reggio Calabria.
Quindi la funzione è garantita, non c’è la
figura specifica ma c’è in atto una convenzione con l’Asp di Reggio Calabria
che ne garantisce la funzione fino allo sblocco del turn-over dove sarà
fatto un bando e sarà assolutamente integrata la funzione prevista.
Prego, consigliere Giordano. Le raccomando
un minuto per la replica.
Anche qui devo purtroppo dichiarare la mia
insoddisfazione perché non è stato chiarito l’aspetto principale del nodo.
L’atto aziendale doveva contemplare, anche alla luce di quello che ha detto la
dottoressa Stasi e cioè che c’è una convenzione, di istituzionalizzare questa figura che tra
l’altro è ormai richiesta espressamente dalla normativa nazionale.
A nostro avviso c’è una violazione della
norma nazionale, del decreto ministeriale del febbraio 2013 laddove non può
essere solo evocata la questione del turn-over, c’era anche prima. L’ho richiamata nella premessa della
interrogazione, quindi c’era la convenzione e bisognava semplicemente far
modificare l’atto aziendale e contemplare questa figura e in questo momento
stante l’impossibilità di procedere all’assunzione e quindi ad un concorso,
poteva proseguirsi – come mi auguro prosegua – in ogni caso, in regime di
convenzione con l’azienda sanitaria territoriale.
E’ stata presentata interrogazione a
risposta immediata numero 445 del 25 settembre 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine
ai lavori di ammodernamento della SS. 106 Ionica” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
il Ministro delle Infrastrutture,
on. Maurizio Lupi, nell’ambito di una recente visita in Calabria, ha chiesto
che venissero indicate, da parte della Regione, entro il 10 settembre, i “temi
da privilegiare” tra quelli contenuti nell’Intesa generale quadro, e di
“riscrivere le priorità” in base alle reali esigenze della Calabria, ciò in
vista delle scadenze del DEF e della legge di stabilità, il cui varo è previsto
per il prossimo ottobre;
nell’ambito
dell’Intesa generale quadro, siglata tra Governo e Regione Calabria nel lontano
2002, non figurava quale priorità
l’ammodernamento
della S.S. 106 Jonica, nell’ambito della riqualificazione della rete viaria
regionale e nazionale, costituisce un’infrastruttura fondamentale per lo
sviluppo dei porti di Corigliano Calabro, Cariati e Crotone e della linea ferroviaria
jonica - oggetto di scippi continui ed abbandonata a se stessa - e
dell’aeroporto di Crotone (unico scalo aereo presente nella Calabria jonica);
non sono più
ammissibili interventi disorganici, spezzettati, sull’importante arteria, che
peraltro risultano molto più costosi, oltre che non risolutivi;
per
il definitivo
ammodernamento della S.S. 106 Jonica consentirebbe di collegare il corridoio
Jonico calabrese all’Adriatica, attraverso il corridoio lucano e pugliese con
benefici nella percorrenza del paese da nord a sud -:
se è stata rispettata
la scadenza indicata dal ministro delle infrastrutture e se nella riscritture
delle “priorità” è stata inserita
Prego, consigliere
Talarico Domenico.
Si tratta di un
interrogazione del mese di settembre e riguarda l’annoso problema della 106
Ionica.
Premesso che il
ministro delle Infrastrutture, on. Maurizio Lupi, nell’ambito di una recente
visita in Calabria, ha chiesto che venissero indicate – ormai molti mesi fa -
da parte della Regione, entro il 10 settembre, i “temi da privilegiare” tra
quelli contenuti nell’Intesa generale quadro, e di “riscrivere le priorità” in
base alle reali esigenze della Calabria, in vista delle scadenze della legge di
stabilità il cui varo era previsto per il mese di ottobre.
Nell’ambito
dell’Intesa generale quadro, siglata tra Governo e Regione Calabria nel lontano
2002, non figurava quale priorità – almeno per
L’ammodernamento
della S.S. 106 Jonica, nell’ambito della riqualificazione della rete viaria
regionale e nazionale, costituisce – come tutti sappiamo e di questo abbiamo
discusso in più occasioni anche durante una recente visita del Presidente dell’Anas – un’infrastruttura
fondamentale per lo sviluppo dei porti di Corigliano Calabro, Cariati e Crotone
e della linea ferroviaria jonica.
Tutti noi, purtroppo,
leggiamo sui giornali a cadenza quotidiana
delle morti che si verificano da incidenti stradali derivanti dalla struttura
stessa della strada, della sua difficoltà di percorribilità ecc. Riteniamo che non sono più ammissibili
interventi disorganici, spezzettati, sull’importante arteria, che risultano non
solo costosi ma anche difficilmente individuabili come interventi risolutivi.
Il ministro Lupi ha
detto mesi fa che erano stati previsti 15 miliardi di
euro complessivi di cui stanziati solo 2 miliardi 200 milioni, dei quali
ne sarebbero stati spesi 1 miliardo 600 milioni.
Ora per tutto ciò
premesso e per tante altre cose che bisognerebbe premettere, ma credo che
parliamo tra persone, consiglieri e assessori che
hanno funzioni delicate ed importanti, in merito a questa vicenda, chiedo di
sapere – ma la mia è una domanda retorica che proviene dalle popolazioni che
risiedono e che sono obbligate, in qualche modo, a percorrere la cosiddetta
strada della morte - se questa
scadenza indicata dal ministro alle infrastrutture davvero verrà rispettata e
se la 106 è davvero una priorità per
Questo è tutto, signor Presidente, aspetto una risposta.
Prego, assessore Gentile.
Devo dare come prima
notizia in Aula – e l’occasione della interrogazione è opportuna – che il
tratto della 106 che va da Sibari a Roseto Capo Spulico è stato già appaltato, è stato
sviluppato il progetto e si stanno facendo i preliminari tecnici.
Credo che questa
impresa, che è una delle più grandi imprese italiane,
inizierà i lavori nei prossimi mesi di luglio/agosto e c’è già un finanziamento
di 850 milioni di euro, il lavoro ammonta a 1.250 milioni di euro e il resto
sarà messo nel bilancio dello Stato.
Questo è il tratto che fa da corridoio e che
collega
Questa è la parte che ci riguarda e che,
comunque, stiamo seguendo da vicino.
Ci sono poi altri lavori iniziati da tempo
sulla parte ionica della 106 che stanno andando avanti, alcuni a rilento, ma
stanno andando avanti.
Io, invece, dico che se ci sarà il tempo e
la possibilità bisogna fare con il ministro Lupi, che è molto disponibile anche
a venire in Calabria, un tavolo per discutere sul resto dello sviluppo della
106 e quindi di tutta la parte ionoca calabrese perché se si sviluppa anche lo
Ionio parallelamente all’autostrada credo che
Credo che questa è una cosa che io, per la
parte che posso e nella mia veste, cercherò di portare avanti parlando
direttamente col ministro Lupi col quale ci incontreremo nei prossimi giorni.
Le notizie sono queste, sono vere e si verificheranno
nei prossimi mesi.
Prego, consigliere Talarico ha un minuto per
replicare.
Non sono soddisfatto perché l’assessore
Gentile ha parlato di un breve tratto della 106 ionica, quella che va da Sibari
a Roseto Capo
Spulico e quindi parliamo
di pochissimi chilometri rispetto ad un’arteria che è molto lunga.
Adesso non conosco la distanza esatta ma mi
dicono oltre
Va bene che venga ripristinato e
ammodernizzato quel tratto ma resta da rifare gran parte della 106 ionica. Mi
pare che le previsioni dell’assessore Gentile al di là della sua buona volontà
non sono previsioni molto rosee. Addirittura rimanda la risoluzione del
problema ad un intervento dello Stato così come è stato fatto in tante altre occasioni.
Io credo che la situazione debba essere,
invece, affrontata di petto e dire soprattutto una parola definitiva e chiara,
dire la verità ai cittadini calabresi.
Se la 106 verrà completata, verrà realizzata
così come è stata realizzata la metropolitana, il porto di Diamante e tante
opere pubbliche nella nostra regione, davvero c’è poco da stare allegri al di là
della buona volontà dell’assessore Gentile.
La mia è una insoddisfazione totale rispetto
all’assessore e colgo l’occasione per richiamare davvero l’attenzione della
Giunta regionale su una questione molto ma molto seria.
Si passa all’interrogazione a
risposta immediata numero 446 del 25 settembre 2013 a firma del consigliere Guccione “Sugli
impianti sciistici di Lorica e Camigliatello” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l’impianto a fune di
Lorica a seguito della scadenza tecnica non è in esercizio;
l’impianto di
Camigliatello attualmente risulta chiuso per motivi tecnici, e che non potrà
sopportare il carico della carenza strutturale dell’impianto di Lorica, con il
rischio del blocco totale dell’attività sciistica in Calabria;
l’approssimarsi della
stagione invernale rischia di non garantire all’utenza sciistica l’attività di
questa disciplina, con ricadute drammatiche sull’economia dell’Altopiano Silano
e sulle attività produttive legata al fattore neve -:
se si intendono
intraprendere tutte le iniziative necessarie per evitare il protrarsi delle
chiusure degli impianti sciistici di Lorica e Camigliatello ed evitare che, gli
investimenti per l’ammodernamento dell’impianto di Lorica possano essere
disimpegnati, in quanto la recente legge regionale sulla riforma dell’ARSSA ha
trasferito patrimonio personale e competenza degli impianti a fune alla
costituente agenzia ARSAC.”
Questa interrogazione
viene rinviata alla prossima seduta perché l’assessore Trematerra non è presente.
Interrogazione a
risposta immediata numero 448 del 30 settembre 2013 a firma del consigliere Guccione “Sulla
realizzazione di un Piano straordinario di recupero infrastrutturale degli
immobili da adibire a fini socio-sanitari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di commissario ad acta al piano di rientro dal debito sanitario.
Per sapere – premesso che:
con la legge n.
67/1988 attraverso l’ex articolo 20, il Governo in carica a quell’epoca avviò
l’esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di
ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio
sanitario pubblico e la realizzazione di residenze per anziani e soggetti non
autosufficienti per l’importo complessivo di trentamila miliardi di vecchie
lire;
solo nella provincia
di Cosenza furono costruite 21 strutture socio-sanitarie che costarono 14
milioni di euro e non furono mai utilizzate;
l’elenco delle
strutture realizzate è il seguente:
1) Casa famiglia di
Cleto costo 284.051 euro Decreto Ministero della Salute 26.06.1996;
2) Comunità Alloggio
di Santa Domenica Talao Costo 516.456 euro Decreto Ministero della Salute
26.06.1996;
3) Alloggio Protetto
di Sangineto Costo 265.975 euro Decreto Ministero della Salute 12.07.1996;
4) Comunità
Terapeutica Residenziale di San Pietro in Amantea Costo 327.950 euro Decreto Ministero della Salute 12.07.1996;
5) RSA Mottafollone
Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero della Salute 13.03.1995;
6) RSA Spezzano
Albanese Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero della
Salute
27.04.1995;
7) Centro
semi-residenziale ad alta intensità assistenziale di Fagnano Castello Costo 542.279
euro Decreto
Ministero della Salute 27.11.1996;
8) Casa Famiglia di
Sant’Agata d’Esaro Costo 232.405 euro Decreto Ministero della Saluta
13.03.1995;
9) Comunità
Terapeutica semi-residenziale Terranova da Sibari 258.228 euro Decreto
Ministero della Salute 12.07.1996;
10) Casa Famiglia di
Mormanno Costo 232.405 euro Decreto Ministero della
salute 27.11.1996;
11) Comunità
Terapeutica semi-residenziale di Cropalati Costo 258.228 euro Decreto
Ministero della salute 21.12.1995;
12) Alloggio Protetto
di Calopezzati Costo 154.937 euro Decreto Ministero della salute 21.12.1995;
13) Comunità
terapeutica residenziale di San Demetrio Corone Costo 258.228 euro Decreto
Ministero della Salute 13.03.1996;
14) Casa Famiglia di
Alessandria del Carretto Costo 233.405 euro Decreto Ministero della Salute
08.08.1996;
15) Comunità Alloggio
di Canna Costo 516.456 euro Decreto Ministero della Salute 09.10.1996;
16) RSA di
Mandatoriccio Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero della Salute 12.12.1995;
17) Ambulatorio di
Aprigliano Costo 361.519 euro Decreto Ministero della Salute 27.11.1996;
18) RSA di Marano
Marchesato Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero della Salute 12.07.1996;
19) Comunità
Terapeutica semi-residenziale di Casole Bruzio Costo 258.228 euro Decreto
Ministero della Salute 27.11.1996;
20) Comunità Alloggio
di Santa Sofia d’Epiro Costo 516.456 euro Decreto Ministero della Salute 27.11.1996;
21) Casa Famiglia di
Cerisano Costo 232.405 euro Decreto Ministero della Salute 27.11 1996 -:
se intende
intraprendere, dopo 18 anni in cui queste strutture sono state lasciate nel
degrado e nell’abbandono, tutte le iniziative amministrative necessarie alla
realizzazione di un Piano Straordinario di recupero infrastrutturale per il
riutilizzo di questi immobili a fini socio-sanitari e per il loro affidamento,
in comodato d’uso gratuito, ai Comuni che, attraverso manifestazione di
interesse o affidamento potranno, a loro volta, affidarli in gestione a terzi
per l’erogazione di servizi socio-sanitari ad anziani, famiglie in disagio e
portatori di handicap;
se, pertanto, anche
Lei non convenga con il sottoscritto che un patrimonio immobiliare così importante,
destinato a servizi essenziali per disabili, categorie deboli e anziani, che è
costato oltre 14 milioni di euro alla comunità e che, se recuperato e messo in
esercizio, potrebbe creare oltre cinquecento nuovi posti di lavoro, non può
essere disperso o essere lasciato a se stesso, nel degrado e nell'abbandono”.
Prego, consigliere
Guccione. Chiedo che l’Aula rispetti l’ordinato svolgimento dei lavori.
Presidente, mi sembra che la
giornata di oggi sia foriera di fatti politici rilevanti. Il fatto che anche
Consigliere Vilasi, assessore Pugliano non sento e vorrei ascoltare,
come tutti quanti, l’intervento del consigliere Guccione.
Presidente questa
interrogazione si riferisce a quelle strutture socio-sanitarie
realizzate con la legge 67/1988 che non sono state mai utilizzate e che
nella sola provincia di Cosenza sono 21 e
oltre 60 nella Calabria intera.
Quella della
provincia di Cosenza sono costate allo Stato
circa 16 milioni di euro e sono a tutt’oggi
alla mercé di atti di vandalismo.
Volevo informare il
Vicepresidente che una settimana fa l’Rsa di Marano Marchesato, che è costato 2
milioni di euro, è stata vandalizzata. Si tratta di una Rsa di 60 posti,
arredata a cui sono stati sottratti l’impianto idrico, termico ed elettrico per
oltre 200 milioni di danni, perché questa
struttura non è stata consegnata a tutt’oggi così come altri patrimoni.
Sto apprezzando il lavoro che sta facendo il consigliere Magno al quale
è stata affidata la responsabilità di
verificare sia la disponibilità finanziaria che la disponibilità di un
riutilizzo di queste importantissime strutture che rappresentano un patrimonio
che non può essere lasciato alla mercé di vandali o all’incuria del tempo.
Penso che da questo punto di vista ci sia bisogno di un piano e ne
abbiamo più volte discusso.
Penso che sia necessario mettere in atto un
piano che entro due mesi disponga la disponibilità ad essere utilizzata per
attività socio-sanitarie ma anche un piano per utilizzarli al meglio avendo la
possibilità di recuperare e di riparare i guasti che sono stati fatti in questi
anni.
Prego, dottoressa
Stasi.
In effetti,
consigliere Guccione, ne abbiamo già parlato e devo dire che comunque il lavoro che sta portando avanti il dipartimento è un lavoro non semplice nel
senso che spesso le Asp non sono puntuali e veloci nelle risposte ma, comunque,
molte di loro hanno già risposto pertanto c’è stata una ulteriore
interlocuzione tra il dipartimento e le Asp.
Ci auguriamo, già in primavera, di avere un
piano nel senso che raccolte tutte le schede Asp per Asp, struttura per
struttura si avrà la possibilità di fare intanto una ricognizione o di capire
perfettamente lo Stato di ogni singola struttura e fare una ricognizione anche
sulle risorse eventualmente disponibili da reimpiegare anche sulle stesse
strutture che ovviamente le aziende ospedaliere avranno deciso di utilizzare
anche nel settore socio-sanitario.
L’obiettivo
è condivisibile anche da parte nostra, cioè raggiungere prima possibile – e su
questo stiamo col fiato sul collo dei dirigenti – un piano, intanto una
mappatura finita, chiara e precisa delle strutture e delle risorse disponibili,
poi la presentazione di un piano di utilizzo completo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Credo che dopo quasi 20 anni dal completamento di queste
strutture sia opportuno realizzare nel giro di 60 giorni la mappatura e
verificare le disponibilità economiche anche perché – il consigliere Magno sa
per il lavoro che ha fatto – ci sono richieste di utilizzo sempre ai fini
socio-sanitari e sappiamo quanto bisogno c’è di servizi socio-sanitari sul
territorio.
Penso che l’impegno che dobbiamo intraprendere,
Vicepresidente, è che dobbiamo fare di tutto affnchè entro due mesi ci sia un
piano operativo che individui le destinazioni e le risorse necessarie per
riattivare queste strutture che sono un patrimonio importantissimo per la
comunità. Grazie.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 450 del 2 ottobre 2013 a firma del consigliere Giamborino “Sul reparto di nefrologia dell’Ospedale Jazzolino di Vibo Valentia”.
Il consigliere Giamborino è assente pertanto l’interrogazione è decaduta.
Si passa all’interrogazione
a risposta immediata numero 452 del 7 ottobre 2013 a firma del consigliere De
Gaetano “In ordine alla istituzione del servizio navetta tratta aeroporto
Lamezia Terme-Bivongi (RC)” – “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
in seguito al
riordino operato in materia di trasporti pubblici il comune di Bivongi è stato
privato di importanti collegamenti con l’aeroporto di Lamezia Terme;
lo stesso
aeroporto non può essere raggiunto se non con mezzi privati;
tale
condizione crea disagio a tutti gli abitanti ed in particolare alle fasce
sociali meno abbienti vista l’impossibilità di poter usufruire di mezzi
pubblici -:
di impegnarsi
al fine di istituire un servizio navetta che consenta agli utenti dell'alto
Jonio Reggino di poter raggiungere l’aeroporto di Lamezia Terme.”
Prego,
consigliere De Gaetano.
Signor
Presidente, l’interrogazione si illustra da sé, aspettiamo la risposta
dell’assessore Fedele.
Prego, assessore Fedele.
Presidente, rispondo al consigliere De Gaetano dicendo,
intanto, che questa corsa non c’è mai stata e quindi non è stata certamente
soppressa perché questo collegamento con
l’aeroporto non esisteva. Ma in ogni caso, in questo momento per le
ristrettezze di bilancio e dei finanziamenti
che arrivano da Roma non solo non possiamo istituire nuove corse, ma abbiamo
dovuto fare una razionalizzazione e tagliare anche alcune corse che, in alcuni casi, erano importanti ed
indispensabili.
In questo caso
non si ravvisa l’urgenza di questa corsa, ma voglio ribadire che non è stata
soppressa perché non era prevista e non c’era
nemmeno negli anni passati.
Prego,
consigliere De Gaetano, è soddisfatto della risposta dell’assessore?
Sì.
Siamo
all’interrogazione a risposta immediata numero 457 del 15 ottobre 2013 a firma
del consigliere De Gaetano “In ordine all’accorpamento dei Consorzi provinciali per lo sviluppo
industriale ai sensi della Lr. 24/2013” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
con la Legge regionale n. 24/2013 si è proceduto
alla nomina del Commissario straordinario e si è avviata la procedura di
accorpamento dei Consorzi provinciali di sviluppo industriale;
i Consorzi nel panorama del sistema
economico-produttivo nazionale, soprattutto in Calabria, rivestono una
posizione strategica;
l’esigua erogazione dei finanziamenti non consente
ai Consorzi di poter operare con esiti efficaci;
i dipendenti, vista la mancata erogazione di tali
finanziamenti, non percepiscono gli emolumenti da svariati mesi in particolare
i dipendenti del Consorzio reggino da sette mesi, vivendo così uno stato di
profondo malessere -:
le
cause del mancato pagamento delle spettanze dei dipendenti dei Consorzi
(CORAP).”
Prego,
collega De Gaetano.
L’assessore Arena non è in Aula. Pregherei gli assessori di
rimanere in Aula rispetto al lavoro e agli argomenti che gli competono.
La rinviamo allora, Presidente.
L’interrogazione numero 457/9^ è rinviata.
L’ultima interrogazione a risposta immediata è la
numero 458 del 15 ottobre 2013 a firma dei consiglieri De Gaetano,
Guccione “Sul mancato utilizzo dei fondi ex Gescal destinati alla Calabria”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
ai lavori pubblici. Per sapere – premesso
che:
da oltre 4 mesi il Dipartimento lavori pubblici,
edilizia residenziale, politiche della casa, Autorità di bacino è privo del
Dirigente della U.O.A. politiche della casa, edilizia residenziale pubblica,
riqualificazione e recupero dei centri urbani e storici;
a tutt'oggi non si conoscono i motivi che
impediscono la nomina del Dirigente della U.O.A. politiche della casa;
tale situazione ha di fatto paralizzato l'attività
della politica della casa e dell'edilizia residenziale pubblica con grave danno
al sistema delle imprese e delle autonomie locali;
appare grave che tale paralisi amministrativa
rischia non solo di bloccare gli investimenti in corso ma di non poter
utilizzare i fondi giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti pari a oltre
134 milioni di euro di fondi ex Gescal assegnati alla nostra Regione e che
potrebbero essere dirottati verso le altre Regioni più virtuose -:
quali iniziative urgenti ed immediate si intendono
adottare al fine di procedere alla nomina del Dirigente della U.O.A. Politiche
della Casa per impedire la totale paralisi di un settore nevralgico per lo
sviluppo della nostra Regione e di impedire la perdita di centinaia di milioni
di euro destinati alla nostra Regione per l'edilizia sovvenzionata”.
Prego, collega De Gaetano.
Questa interrogazione dovrebbe essere superata perché – l’abbiamo presentata diversi mesi fa – la
situazione è stata superata dai fatti.
Allora andiamo avanti.
E’ stata presentata
interrogazione a risposta immediata numero 460 del 23 ottobre 2013 a firma del
consigliere Giordano “Sulla chiusura del reparto di nefrologia dell’ospedale
Giovanni XXIII° di Gioia Tauro” che leggo: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Direzione
generale dell’Asp n. 5 ha disposto la chiusura del reparto di nefrologia
dell'Ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro;
la chiusura
del reparto di Nefrologia insieme ad altri provvedimenti dello stesso tenore
riguardanti la medesima struttura ospedaliera stanno determinando una lenta e
inesorabile distruzione della sanità della piana di Gioia Tauro, con il venir
meno dei livelli essenziali di assistenza;
la decisione
assunta ha provocato la forte reazione dei cittadini e delle istituzioni locali
per il grande disagio che sono costretti a subire i numerosi utenti ;
le motivazioni
di ordine tecnico che hanno portato al provvedimento di chiusura del reparto di
nefrologia dell'ospedale Giovanni XXIII° di Gioia Tauro e se non si ritenga opportuno
adottare i necessari interventi per la revoca di un atto aziendale che
mortifica ulteriormente il diritto alla salute della popolazione ricadente
nell'area della Piana di Gioia Tauro”.
Il consigliere
Giordano non è in Aula, l’interrogazione pertanto è decaduta.
Siamo all’interrogazione
a risposta immediata numero 461 del 23 ottobre 2013 a firma del consigliere
Giordano “Sull’intesa Regione/Ufficio
scolastico regionale sul servizio educativo
per l’infanzia denominato <Sezioni
primavera>” che leggo: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
a seguito
dell'avvenuta sottoscrizione in Conferenza Unificata dell'Accordo 1° agosto
2013 (atto n. 83/CU) sulle Sezioni primavera, viene richiamata la necessaria
definizione dell'Intesa fra gli Uffici scolastici regionali e le Regioni;
l'Accordo fa
riferimento all'art. 1, comma 630, della legge 27 dicembre 2006 n. 296, il
quale prevede la realizzazione sull'intero territorio nazionale di un servizio
educativo per bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi, da intendersi come
servizio socio-educativo integrativo e aggregato alle attuali strutture delle
scuole per l'infanzia ed eventualmente dei nidi di infanzia, denominato
“sezione primavera”;
le intese
sottoscritte definiscono, fra l'altro, il soggetto istituzionale c (Regione o
Usr) che provvederà alla gestione unitaria amministrativa, finanziaria e di
controllo/verifica;
con
comunicazione del Miur del 19/09/2013, inviata ai Direttori generali degli
Uffici Scolastici Regionali, si sollecita l'urgenza della stipula dell'Intesa
per consentire il regolare avvio delle attività educative e relativamente alle
Regioni si richiama l'attenzione su quanto previsto all'art. 4, comma 1,
lettera c) dell'accordo, che prevede un cofinanziamento a carico delle stesse;
il servizio
offerto dalle “sezioni primavera”, tenendo conto anche del cospicuo
finanziamento statale, è fondamentale per il rafforzamento dei servizi
socio-educativi per la prima infanzia nella nostra regione e per rispondere
alle richieste delle famiglie ;
se è stata
stipulata l'Intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale conformemente a quanto
previsto dall'Accordo unificato, richiamato in premessa, con l'indicazione
della relativa quota di cofinanziamento a carico della Regione e, in caso
contrario, le motivazioni che stanno alla base del ritardo”.
Il consigliere
Giordano non è in Aula, pertanto l’interrogazione è decaduta.
E’ stata
presentata interrogazione a risposta immediata numero 463 del 29 ottobre 2013 a
firma del consigliere De Masi “Su enoteca regionale “Casa dei vini di Calabria”
che leggo: “Al Presidente della Giunta
regionale ed all'assessore regionale all'agricoltura ed alla forestazione.
Per sapere – premesso che:
con Legge
Regionale n. 1 del 10 febbraio 2011 è stata Istituita l'Enoteca regionale
"Casa dei vini di Calabria";
con
Deliberazione della Giunta regionale n. 618 del 23 dicembre 2011 sono stati
approvati: lo schema di Atto Costitutivo, Statuto, Regolamento di Attuazione e
Bozza del Logo;
con Decreto
del Presidente del Consiglio regionale n. 7 del 16 aprile 2012 sono stati
nominati i componenti del Consiglio di amministrazione;
con Deliberazione
della Giunta regionale n. 557 del 10 dicembre 2012 è stato approvata
l’Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico e la nomina degli esperti;
con Decreto
del Presidente della Regione n. 68 del 23 maggio 2013 è stato approvato il
Riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato all'Associazione
Enoteca Regionale "Casa dei Vini di Calabria". Iscrizione nel
Registro Regionale delle Persone Giuridiche Private ai sensi del D.P.R. n.
361/2000 e del Regolamento Regionale n. 1 del 10 maggio 2001;
la Provincia
di Cosenza ha provveduto a realizzare una propria "Enoteca Regionale"
in un arco temporale assai limitato;
come riportato
in premessa, tutte le procedure necessarie per la realizzazione dell'Enoteca
Regionale "Casa dei Vini di Calabria" risultano essere state esperite
-:
per quali
motivi, l'Enoteca regionale "Casa dei vini di Calabria", istituita
con L.R. n. 1 del 10 febbraio 2011, non
ha ancora visto la luce.”
L’assessore Trematerra non è in Aula, pertanto,
l’interrogazione viene rinviata alla prossima seduta.
L’ultima
interrogazione a risposta immediata è la numero 464 del 31 ottobre 2013 a firma
del consigliere Parente “Sull’accertamento ed eventuali misure di contrasto al
batterio patogeno “Xylella fastidiosa” che provoca la morte degli alberi di ulivo”
che leggo: “ All’assessore
all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
le piante di
ulivo della zona del Salento sono state colpite da una malattia che porta nella
maggior parte dei casi alla morte della pianta;
tale misteriosa
malattia ha già colpito oltre 600 mila piante di ulivo su circa 8 mila ettari
di terreno, con un rischio potenziale per 60 milioni di piante;
sembra ormai
accertato che la grave fitopatia sarebbe riconducibile ad un agente patogeno di
provenienza americana chiamato Xylella
fastidiosa o “malattia di Pierce” dal nome del ricercatore che l'ha
studiata;
il contagio di
tale agente patogeno potrebbe interessare anche altre specie vegetali ed altri
territori e quindi la nostra regione per ovvi motivi di vicinanza, di
similitudine climatica e di coltivazioni;
tale
evenienza, associata alla già, purtroppo, nota presenza del Cinipede Galligeno che ha profondamente
colpito i nostri castagneti, sarebbe deleteria per il patrimonio agricolo della
nostra regione, con gravi danni per l'economia ed il paesaggio, caratterizzato
dalla presenza di ulivi secolari di inestimabile valore ;
se ci sono
casi accertati nel territorio regionale della grave fitopatia causata
dell'agente patogeno Xylella fastidiosa;
quali
eventuali iniziative si intendono perseguire o si stanno perseguendo per
monitorare e mettere in atto misure preventive e di profilassi in grado di
evitare il contagio e la diffusione del suddetto agente patogeno.”
L’assessore Tremattera, che dovrebbe rispondere al consigliere
Parente, non è in Aula pertanto l’interrogazione viene rinviata.
E’ stata
presentata interrogazione a risposta immediata numero 468 del 20 novembre 2013
a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “Su Lago Alaco” di cui
do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all'assessore
all'ambiente. Per sapere – premesso che:
nel
1978 fu approvato il progetto di realizzazione dell'invaso artificiale
dell'Alaco, in provincia di Vibo Valentia, che attualmente rifornisce di acqua
potabilizzata 88 comuni delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia, circa 400
mila abitanti;
dall'appalto,
avvenuto nel 1985, tra varianti e sospensioni dei lavori a causa di vizi
procedurali, l'opera ha determinato un aumento esponenziale dei costi e
numerose manifestazioni di perplessità su dissesto idrogeologico e
modificazioni dell'ecosistema, nonché un danno erariale accertato dalla Corte
dei Conti di 68.505.369,28 euro e inchieste giudiziarie anche recenti a seguito
di segnalazioni arrivate da diverse parti del territorio circa le notevoli
carenze igienico sanitarie e strutturali, che fanno emergere un quadro allarmante
circa le responsabilità dei soggetti preposti al controllo;
il 6
dicembre 2012 l'Arpacal prelevò dei campioni in uscita dall'impianto, da cui
emerse la presenza di benzene nell'invaso, con un valore 800 volte superiore
alla norma;
i
risultati furono resi pubblici solo il 29 gennaio ultimo scorso e il 30 gennaio
l'Arpacal dichiarò che «per un mero errore di trascrizione, nelle acque
dell'Alaco non è presente benzene ma, piuttosto, composti aromatici alogenati
derivati dal benzene», aggiungendo che i medesimi non sono previsti nella
tabella degli elementi indicati dal D.lgs 31/2001;
per
risalire ad eventuali responsabilità sul suddetto caso del benzene e per
determinare compiutamente la potabilità o meno dell'acqua dell'invaso è stata
aperta una indagine penale;
da
anni, oramai, non si riescono ad avere notizie certe e totalmente rassicuranti
sulla potabilità dell'acqua che, spesso, ad avviso degli abitanti di quella
zona e da quello che ciclicamente si legge su diversi organi di informazione,
si presenterebbe sporca e maleodorante;
quale
sia l'attuale situazione con specifico riferimento all'eventuale presenza
nell'invaso «Alaco» di sostanze potenzialmente dannose per la salute pubblica;
nel
caso corrispondesse al vero la tanto denunciata scarsa salubrità dell'acqua di
quel territorio, quali opportune iniziative di competenza si intendono adottare
tese alla tutela della salute dei cittadini serviti dall'invaso «Alaco»”.
Prego,
consigliere De Masi.
Anche
se irritualmente debbo, in tutta sincerità, esprimere molto rammarico per
l’assenza dell’assessore Trematerra che era qui
prima. I consiglieri rimangono in Aula per ore per il disimpegno delle poche
prerogative di controllo e di stimolo all’attività amministrativa che competono
agli stessi e tra queste ci sono le interrogazioni.
Insomma, disertare l’Aula quando si è già programmato di dover
rispondere, francamente, è un atteggiamento per lo meno inopportuno.
Vengo all’interrogazione che riguarda l’assessore Pugliano, anche
questa è un po’ datata ma conserva, comunque, una sua utilità.
Premesso che nel 1978 fu approvato il progetto di
realizzazione dell'invaso artificiale dell'Alaco, in provincia di Vibo
Valentia, che attualmente rifornisce di acqua potabilizzata 88 comuni delle
Province di Catanzaro e Vibo Valentia, circa 400 mila abitanti;
dall'appalto,
avvenuto nel 1985, tra varianti e sospensioni dei lavori a causa di vizi
procedurali, l'opera ha determinato un aumento esponenziale dei costi e
numerose manifestazioni di perplessità su dissesto idrogeologico e
modificazioni dell'ecosistema, nonché un danno erariale accertato dalla Corte
dei Conti che ammonta ad oltre 68 milioni di euro e inchieste giudiziarie anche recenti a seguito di
segnalazioni arrivate da diverse parti del territorio circa le notevoli carenze
igienico sanitarie e strutturali, che fanno emergere un quadro allarmante circa
le responsabilità dei soggetti preposti al controllo.
Il 6
dicembre 2012 l'Arpacal prelevò dei campioni in uscita dall'impianto, da cui
emerse la presenza di benzene nell'invaso, con un valore 800 volte superiore
alla norma. I risultati furono resi pubblici solo il 29 gennaio u.s. e il 30
gennaio l'Arpacal dichiarò che «per un mero errore di trascrizione, nelle acque
dell'Alaco non è presente benzene ma, piuttosto, composti aromatici alogenati
derivati dal benzene», aggiungendo che i medesimi non sono previsti nella
tabella degli elementi indicati dal Dlgs 31/2001. Per risalire ad eventuali
responsabilità sul suddetto caso del benzene e per determinare compiutamente la
potabilità o meno dell'acqua dell'invaso è stata aperta una indagine penale.
Da
anni, oramai, non si riescono ad avere notizie certe e totalmente rassicuranti
sulla potabilità dell'acqua che, spesso, ad avviso degli abitanti di quella
zona e da quello che ciclicamente si legge su diversi organi di informazione,
si presenterebbe sporca e maleodorante.
L’interrogazione
è per sapere quale sia l'attuale situazione con specifico riferimento
all'eventuale presenza nell'invaso «Alaco» di sostanze potenzialmente dannose
per la salute pubblica; nel caso corrispondesse al vero la tanto denunciata
scarsa salubrità dell'acqua di quel territorio, quali opportune iniziative di
competenza si intendono adottare tese alla tutela della salute dei cittadini serviti
dall'invaso stesso. Grazie.
Prego,
assessore Pugliano.
Grazie,
Presidente, devo preliminarmente confermare che l’allarmismo che
si è generato su questo caso è stato determinato da un errore di trascrizione
dei dati. Per voler far riferimento agli elementi presenti nella interrogazione effettivamente le analisi chimiche
del 6 dicembre e del 17 dicembre risultavano solo con sforamento dei cloriti
che determinano o sono determinati da un eccesso di clorazione dell’acqua.
Da
questa presenza partono poi due diverse attività. Una è quella della
sospensione della erogazione dell’acqua, l’altra è quella dell’approfondimento
tecnico-scientifico sulle stesse acque.
Da
questi approfondimenti sono stati riscontrati questi
composti aromatici alogenati derivanti dal benzene che risultava zero come
quantità presente. Solo che questi composti aromatici sono stati erroneamente sommati e anziché far parte
di un allegato, anche perché questi composti non sono censiti nel decreto
legislativo numero 36, erroneamente
sono stati messi alla voce benzene, la quantità 800 corrisponde invece a questi
composti che sommati fanno la somma di 800.
Da questo errore su iniziativa del Prefetto di Vibo Valentia è stata costituita una task
force che ha lavorato per dieci mesi con una serie di attività, di esami
che hanno intensificato la routine e
quindi i controlli ordinari.
In 10 mesi dall’ingente mole di analisi mi risultano oltre 20 mila
tra parametri chimici e microbiologici.
Da questi esami, da questa ingente mole di esame e da questa
attività svolta dalla task force in questi 10 mesi il risultato è che è
stato escluso categoricamente ogni
margine, ogni dubbio di pericolo e di rischio per la salute umana ed è per
questo che il 16 ottobre è stata chiusa la fase di emergenza e si è ritornati
nella routine ordinaria. Quindi è per
questo che i controlli continuano ma non in maniera straordinaria per come sono
stati eseguiti dal mese di febbraio 2013 al mese di ottobre 2013.
Prego,
consigliere De Masi.
Prendo
atto con soddisfazione della risposta dell’assessore
che rassicura prima ancora che me personalmente
o la parte politica che rappresento i cittadini di quell’ampia zona. Per cui
credo che in virtù di questa interrogazione sia stata data l’occasione per
fornire una buona notizia alle persone che vivono in quell’area. Grazie.
E’
stata presentata interrogazione a risposta immediata
numero 470 del 21 novembre 2013 a firma del consigliere Giordano:
“Sui lavori di riqualificazione
del pronto soccorso degli ospedali
riuniti di Reggio Calabria” che leggo:
“Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l'Azienda
Ospedaliera di Reggio Calabria, nell'ambito dei lavori di riqualificazione del
Pronto Soccorso
dell'Ospedale Riuniti, aveva provveduto alla pubblicazione del relativo bando
in data 2 agosto 2012;
l'intervento
si era reso necessario alla luce dei disservizi che da anni caratterizzano la
struttura e in particolare è stata prevista una spesa complessiva di 3 milioni
di euro e un tempo di esecuzione di 320 giorni;
fra
gli interventi previsti quelli riguardanti la risistemazione dell'Obi, delle
aree di accesso per le autoambulanze, dell'accettazione, della sala d'attesa,
della sala rianimazione, della sala Tac di radiologia;
la
gara di aggiudicazione dei lavori è stata regolarmente espletata ma la stessa
ha subito una battuta d'arresto per problematiche connesse alla ditta
aggiudicataria e attualmente pende un ricorso presso il TAR di Reggio Calabria;
alla
luce di quanto indicato in premessa, quali adempimenti siano stati assunti
dall'Azienda Ospedaliera per la risoluzione dei problemi amministrativi con la
conseguente indicazione dei tempi presuntivamente previsti per l'inizio dei
lavori di riqualificazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Riuniti.”
Prego,
collega Giordano.
Presidente, grazie. Questo è un problema annoso,
drammatico che riguarda l’azienda ospedaliera di Reggio
Calabria. L’interrogazione parte dal bando e quindi dagli annunci che
sono stati fatti riguardo l’avvio dei lavori di una
realtà che non ci sono aggettivi per definirla per i disagi, i disservizi e
soprattutto i rischi che corrono non solo gli utenti ma anche gli stessi medici
che sono costretti a lavorare in condizioni disumane e impossibili.
Tornando al bando l’intervento prevede una spesa
complessiva di 3 milioni di euro e doveva essere eseguito in 320 giorni. Gli
interventi previsti riguardano la risistemazione dell'Obi, delle aree di
accesso per le autoambulanze, dell'accettazione, della sala d'attesa, della
sala rianimazione e della sala Tac di radiologia.
La
gara è stata regolarmente espletata ma la stessa, vorremmo sapere perchè, è
ferma per problematiche connesse ad una interdittiva. C’è un ricorso presso il
Tar di Reggio Calabria e vorremmo sapere come a distanza di oltre due anni la Giunta regionale e l’ufficio del commissario intendono agire affinché
l'Azienda ospedaliera risolva questi problemi perché è
ormai intollerabile lo stato in cui si trova l’intera struttura ospedaliera ma
in particolare è indecoroso e pone dei rischi che sono incalcolabili, lo stato
in cui versano, il Pronto Soccorso e
l’Obi.
Risponde
la dottoressa Stasi.
Grazie,
il consigliere Giordano ha fatto una cronostoria
sicuramente compiuta e precisa di quello che è successo. Ci sono stati dei
ricorsi al Tar e c’è stato, proprio poco tempo fa, un pronunciamento del Tar in
senso favorevole alla ditta aggiudicataria, la “Esse Costruzioni”.
Pertanto
l’inizio dei lavori sarà previsto a brevissimo. Penso
già il mese prossimo.
Collega Giordano, prego.
Mi dichiaro parzialmente
soddisfatto. L’auspicio è che vorrei ci fosse la certezza, perché la dottoressa
Stasi ha usato il condizionale. Se il Tar ha definito la controversia non vedo
perché i lavori non debbano partire immediatamente.
Sollecito, ovviamente, e chiedo formalmente
alla Giunta regionale di rendersi portavoce presso il Presidente Scopelliti di
una comunicazione pubblica che dia certezza compiuta dell’avvio dei lavori e
soprattutto che ci sia una vigilanza sugli stessi e che i lavori vengano eseguiti affinché venga
ridato decoro e agibilità ad un ospedale che non ha ancora questi requisiti.
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata numero 471 del 21 novembre 2013 a firma
del consigliere Magno “Sulle violente mareggiate verificatesi nei comuni di
Falerna e Gizzeria” che leggo: “ Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
a
seguito del maltempo di questi giorni, si sono verificate ancora una volta
violenti mareggiate nei comuni di Falerna e Gizzeria, dove l'acqua ha superato
il lungomare arrivando fino ai borghi marinari;
il
mare ha portato via le barriere frangiflutti e parte del lungomare arrivando
sino alla strada e allagando numerose strutture ed abitazioni private presenti
nella zona;
la
mareggiata sta causando anche disagi alla circolazione visto che il mare in più
punti ha invaso la carreggiata della SS. 18;
ingenti,
secondo le prime indicazioni, sono i danni provocati alle strutture turistiche
della zona, alberghi e ristoranti, invase dall'acqua;
tale
situazione determina un evidente condizione di disagio per le popolazioni
interessate e per le condizioni igienico sanitarie del territorio;
quali
sono le misure che si intendono adottare, i tempi ed i finanziamenti all'uopo
previsti, che il governo regionale intende predisporre per porre rimedio a tale
situazione di carattere urgente.”
Prego,
consigliere Magno.
Grazie, signor Presidente. Questa interrogazione è datata novembre 2013 periodo in cui c’è stato un grosso nubifragio ed una mareggiata nei Comuni di Falerna e Gizzeria e successivamente anche nel comune di Nocera Tirinese nonché negli altri comuni della costa tirrenica.
A seguito di queste mareggiate ci sono stati tutta una serie di danneggiamenti sia per quanto riguarda le abitazioni che gravitano sulla costa marina sia per tutte le barriere che erano state nel tempo realizzate per poter prevenire una serie di problematiche relative al danneggiamento del lungomare e della statale SS 18.
Poiché questa attività del mare ha danneggiato anche
alcune abitazioni e ristoranti che gravano su quell’area chiedo all’assessore
quali sono le misure che sono state adottate oppure quali misure saranno
adottate e notizie riguardo ad alcuni finanziamenti che erano stati previsti in
passato per mitigare le problematiche
relative ai flutti del mare e anche, eventualmente, poiché ne sono a conoscenza
a che punto è questo piano che è stato predisposto dall’assessorato ai lavori
pubblici per far fronte a questa problematica.
Prego, assessore Gentile.
Purtroppo le
mareggiate sono continue ed i danni sono molto più devastanti di quanto
appaiono perché è da un po’ che in tutto il
Tirreno cosentino e catanzarese
si verificano questi fenomeni.
Lì ci sono due cose da distinguere, consigliere Magno.
Una parte riguarda il mio settore e quindi il ripristino
– ove è possibile – delle opere a mare per consentire di mitigare il rischio e
soprattutto per consentire di evitare che in futuro possano ripetersi questi
fenomeni e l’altro che riguarda la protezione
civile e i privati, i ristoratori, gli albergatori cioè coloro i quali hanno
subito danno devono fare altre istanze.
Per la parte che lei ha posto, stiamo lavorando e
mettendo a frutto un lavoro fatto in tre anni che è quello di 38 milioni di
euro circa. In questi 38 milioni molto è previsto sul Tirreno ma dal momento
che ci sono mareggiate continue abbiamo dovuto fermare alcune procedure.
Si erano avviate le procedure per le gare. Una di queste
gare è stata avviata, per cose urgenti, ad Amantea dove c’era la strada che
veniva sommersa dall’acqua. Le altre le abbiamo bloccate un po’ per fare il
punto della situazione dopo gli ultimi accadimenti climatici.
Da lì vedremo di tener conto ancora di più, di lasciare
una via di fuga se così si può dire per consentire di intervenire in queste
zone in modo più largo anche in nelle zone dove si sono verificati questi ultimi
fenomeni.
Progetti sono in corso e si stanno aggiornando proprio
in virtù di questi ultimi avvenimenti climatici. Dopo di che credo che andremo
avanti ma ci sarà bisogno, in futuro, di operare ancora perché ci siano altri
finanziamenti da parte dello stato.
Questo è un Apq che abbiamo curato col Presidente Scopelliti e siamo riusciti ad ottenere l’approvazione
e il finanziamento dopo 3 anni perché lo Stato in quegli anni era stato molto
negativo.
Adesso siamo riusciti a farlo mettendo una parte di
fondi Fas e siamo riusciti a sbloccare questa cosa che comunque è già un
intervento importante perché si tratta di 38 milioni di euro che salvano molti
comuni costieri del perimetro della provincia di Cosenza che di Catanzaro in
modo particolare.
C’è poi una parte che riguarda anche quella di Reggio
Calabria dove anche ci sono fenomeni di questo tipo e dove anche lì sono
previsti interventi per i quali si sta per operare.
Prego, collega Magno.
Ringrazio l’assessore Gentile per la schiettezza con la
quale ci ha esposto la situazione che è la verità dei fatti. Essendo un po’ al
corrente, essendomi recato all’assessorato ai lavori pubblici, dei lavori che
si stanno facendo.
Chiedo soltanto che su quest’area venga posta una particolare
attenzione ai fini di non interrompere il traffico della SS18 che ormai sta
arrivando al limite e di ripristinare anche i danneggiamenti che sono stati
fatti in questi ultimi periodi.
Interrogazione
a risposta immediata numero 472 del 21 novembre 2013
a firma del consigliere Magno “Sui danni provocate dai Torrenti Canne, Piazza e
Cantagalli nella città di Lamezia Terme” che leggo: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori
pubblici. Per sapere – premesso che:
con
le piogge che negli ultimi giorni si sono abbattute sulla città di Lamezia
Terme, i torrenti che l'attraversano, in particolare Canne, Piazza e
Cantagalli, si sono immediatamente gonfiati portando alla loro foce i detriti e
la spazzatura che si trovano nei loro letti;
infatti,
all'interno di tale torrenti, oltre alla imponente vegetazione, si può notare
la presenza di immondizia di diversa natura (oltre ai sacchi di plastica, anche
copertoni, paraurti di macchine, pezzi di elettrodomestici, matarazzi, etc);
tale
situazione determina un evidente condizione di disagio per le popolazioni
interessate e per le condizioni igienico sanitarie del territorio nonché
l'intasamento delle foci -:
quali
sono le misure che si intendono adottare, i tempi ed i finanziamenti all'uopo
previsti, che il governo regionale intende predisporre per porre rimedio a tale
situazione di carattere urgente.”
Prego,
collega Magno.
Grazie,
Presidente,
anche questa interrogazione nasce da una situazione che si è venuta a creare
all’interno della città di Lamezia Terme con
le piogge abbondanti che ci sono state
nel mese di novembre ma anche in questi giorni.
In
pratica ci sono tre torrenti che attraversano perpendicolarmente la città e che
sono i torrenti Canne, Piazza e Cantagalli che a seguito delle forti piogge si
sono gonfiati portando alla foce una serie di detriti e la spazzatura che si
trovava all’interno dei torrenti.
Questo
per la conformazione morfologica dell’area intorno agli sbocchi a mare e per la
natura della piana di Lamezia Terme può
provocare una serie di problematiche relative anche all’intasamento dello
sbocco dei fiumi.
Infatti
all’interno dei torrenti oltre all’imponente vegetazione si può notare la
presenza di immondizia di diversa natura
oltre ai sacchi di plastica, anche copertoni, paraurti di macchine, pezzi di elettrodomestici,
materazzi, che spesso vengono lasciati dai cittadini in maniera abusiva.
Tale
situazione determina un evidente condizione di disagio per le popolazioni
interessate e per le condizioni igienico sanitarie del territorio nonché
l'intasamento delle foci.
Tutto
ciò premesso si chiede di sapere quali sono le misure che si intendono
adottare, i tempi ed i finanziamenti all'uopo previsti, che il governo
regionale intende predisporre per porre rimedio a tale situazione di carattere
urgente.
Considerato
anche che la delega per quanto riguarda la
pulizia dei fiumi spetta alle Province per cui vorremmo sapere se c’è la possibilità di implementare il finanziamento che
viene di anno in anno trasferito alle province per poter aumentare il numero di
interventi anche su questi corsi d’acqua.
Prego,
assessore Gentile.
Qualche
anno fa all’inizio della legislatura abbiamo fatto, d’accordo con Scopelliti, un piano di 220 milioni di euro che era una
cosa, poi abbiamo fatto immediatamente e siamo riusciti insieme al Ministero
dell’ambiente a fare un Apq che ci consentiva di fare una serie di interventi
che riguardavano soprattutto gli assi fluviali ma anche alcune zone dove la
pioggia ha creato situazioni spaventose e di pericolo.
Mentre
ci siamo mossi e abbiamo assegnato ad alcune province - a quella di Catanzaro dove c’è un Presidente
che si dà da fare e che si muove bene – a quella di Cosenza
e anche a quella di Reggio Calabria avevamo
assegnato dei fondi. Dopo di che il Ministero ha voluto commissariare questo
settore e da quel momento in poi ha nominato un commissario nella persona del dottore Percolla e abbiamo solo
collaborato a dare carte, a dare indicazioni ma ci siamo dovuti fermare lì perché i commissari
sono sempre autonomi, sono commissari.
Siamo stati messi in condizione di non poter più guidare
questo settore che era un settore delicatissimo. Sono stati spesi fino ad oggi
pochi fondi per la verità e ci sono grandi difficoltà e Sibari è una di quelle
difficoltà.
A Sibari avevamo previsto prima 4,5 milioni di euro per intervenire sull’asse fluviale
del Crati ma da allora ad oggi è avvenuto quello che è avvenuto ed è sotto gli
occhi di tutti la situazione del Crati come la situazione di altri fiumi.
Su questo posso solo rispondere in questi termini, non
sono in grado di dare risposte più puntuali perché non
sono al corrente di quali lavori sono stati fatti e
di sapere a che punto sono le pratiche relativi a questi tipi di interventi.
Prego, consigliere Magno.
Soddisfatto.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 473 del 25 novembre 2013 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata applicazione delle disposizioni normative del Dpr n. 81 del 2009 e della circolare Miur n. 21 del 2001 con conseguente violazione del diritto allo studio nei riguardi degli alunni ed in particolare dei minori diversamente abili frequentanti la prima media dell’Istituto comprensivo statale Molochio-Varapodio (RC)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
secondo quanto disposto dall'art. 5 del D.P.R. n. 81
del 2009, le prime classi di ogni ordine e grado ove vi siano studenti
diversamente abili non possono superare complessivamente il limite massimo di
n. 20 studenti. A ciò si aggiunga che ad integrazione della normativa su
citata, la circolare del MIUR n. 21 del 2001 prevede che il limite massimo di
20 alunni venga rispettato consentendo l'inserimento di non più di due alunni
diversamente abili per classe;
un provvedimento dell'Ufficio scolastico provinciale
di Reggio Calabria, adottato in violazione della normativa su citata, incidendo
sulla predisposizione dell'organico, ha prodotto effetti tali da far sì che la
prima media dell'Istituto comprensivo statale Molochio - Varapodio (RC) per
l'anno scolastico 2013 -2014 risultasse una classe composta da 25 alunni di cui
ben 4 diversamente abili -:
non
ritenga opportuno intervenire presso gli organi di competenza a garanzia di una
corretta applicazione delle disposizioni normative del D.P.R. n. 81 del 2009 e
della circolare MIUR n. 21 del 2001, per il ripristino ed il pieno
riconoscimento del diritto allo studio degli alunni della prima media
dell'Istituto comprensivo statale Molochio - Varapodio (RC) ed in particolare degli
alunni diversamente abili, portatori naturali del diritto fondamentale,
costituzionalmente garantito, della "integrazione scolastica", con le
tutele ed i supporti didattici previsti dalla normativa vigente”.
Dovrebbe
rispondere a questa interrogazione l’assessore
Salerno che però non vedo in Aula. Pertanto l’interrogazione viene differita
alla prossima seduta.
L’ultima
interrogazione a risposta immediata numero 475 del 28 novembre 2013 a firma del
consigliere Giordano “Sull’istituzione del veterinario aziendale
all’interno di una rete di epidemio-sorveglianza sanitaria veterinaria” recita
“Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
la strategia
per la salute degli animali nell'Unione europea (2007-2013) sottolinea
l'importanza delle misure di biosicurezza nelle aziende zootecniche e il ruolo
cruciale che hanno gli allevatori nel metterle in atto;
il Decreto
Legislativo 27 maggio 2005 n. 117 prevede all'articolo 3 comma 3 che "gli
operatori del settore alimentare e degli allevatori possano dotarsi di un
veterinario aziendale i cui compiti e responsabilità saranno individuati con
decreto, sentita la Federazione nazionale degli ordini dei veterinari italiani;
il
provvedimento sopra menzionato, rispetto ai compiti del veterinario aziendale,
non ha trovato piena attuazione da parte del governo anche se è in facoltà per
le Regioni, ai sensi dell' articolo 117 della Costituzione, di provvedere
all'attuazione degli atti dell' Unione Europea; in questa direzione diverse
regioni italiane hanno ritenuto opportuno istituire ,all'interno della rete di
epidemio-sorveglianza veterinaria, la figura del veterinario aziendale quale
supporto del Servizio Sanitario Regionale nelle fasi di raccolta dati sul
territorio per un miglioramento delle produzioni agro-zootecniche;
la Calabria,
da diversi dati acquisiti, continua a rappresentare una fucina di Insicurezza
alimentare e focolai di malattie infettive a carattere zoonosico e la totale
assenza di dati (sanitari, produttivi, censimenti, mappature, ecc) rende di
fatto la Regione impossibilitata ad effettuare qualsivoglia previsione e/o
programmazione attuale e futura -:
se la Regione,
sulla falsariga delle altre regioni, ha programmato e/o intende programmare
l'istituzione del veterinario aziendale all'interno di una rete di epidemio/sorveglianza
sanitaria veterinaria e, in caso contrario, quali iniziative si intendono
intraprendere per istituire e rendere operativa una figura professionale
importante per garantire la sicurezza alimentare ai consumatori calabresi.”
Prego,
consigliere Giordano.
Grazie, Presidente, questa interrogazione riguarda
l’istituzione del veterinario aziendale all’interno di una rete di
sorveglianza sanitaria veterinaria.
La strategia per la salute degli animali nell'Unione europea (2007-2013)
sottolinea l'importanza delle misure di biosicurezza nelle aziende zootecniche
e il ruolo cruciale che hanno gli allevatori nel metterle in atto. Il Decreto
legislativo numero 117 del 2005 prevede, all'articolo 3 comma 3, che "gli
operatori del settore alimentare e degli allevatori possano dotarsi di un
veterinario aziendale i cui compiti e responsabilità saranno individuati con
decreto, sentita la Federazione nazionale degli ordini dei veterinari
italiani”;
il
provvedimento sopra menzionato, rispetto ai compiti del veterinario aziendale,
non ha trovato piena attuazione da parte del Governo anche se è in facoltà per
le Regioni, ai sensi dell' articolo 117 della Costituzione, di provvedere
all'attuazione degli atti dell'Unione Europea.
In questa
direzione diverse regioni italiane hanno ritenuto opportuno istituire
all'interno della rete di epidemio-sorveglianza veterinaria, la figura del
veterinario aziendale, quale supporto del Servizio sanitario regionale nelle
fasi di raccolta dati sul territorio per un miglioramento delle produzioni
agro-zootecniche.
La Calabria,
da diversi dati acquisiti, continua a rappresentare una fucina di insicurezza
alimentare e focolai di malattie infettive a carattere zoonosico e la totale
assenza di dati (sanitari, produttivi, censimenti e mappature) rende di fatto
la Regione impossibilitata ad effettuare qualsivoglia previsione e/o
programmazione attuale e futura.
Vogliamo,
quindi, sapere se la Regione, sulla falsariga delle altre Regioni, ha
programmato o intende programmare l'istituzione del veterinario aziendale
all'interno di una rete sanitaria veterinaria e, in caso contrario, quali
iniziative si intendono intraprendere per istituire e rendere operativa una
figura professionale importante per garantire la sicurezza alimentare ai
consumatori calabresi.
Prego,
dottoressa Stasi.
Abbiamo
interrogato la task force veterinaria insediata all’interno del dipartimento
salute della Regione
Calabria. L’allegato 1, capitolo 10, del Regolamento CE 852/2004 recita
testualmente: “gli operatori del settore alimentare possono essere assistiti da
altre persone quali i veterinari, gli agronomi e i tecnici agricoltori nella
tenuta delle registrazioni”, confermando in effetti, pertanto, che la figura
del veterinario aziendale è da considerarsi in linea con quanto contenuto nella
normativa comunitaria.
In questo
momento il Ministero della salute e la Federazione nazionale degli ordini
veterinari, a seguito dei vari incontri, stanno elaborando una bozza di decreto
che disciplini la tematica del veterinario aziendale. Quindi, in effetti, la
disciplina c’è e qualche Regione l’ha attivata, ma mancano i decreti
applicativi.
In via
preliminare, occorre valutare l’impatto economico di tale istituzione in una
economia come quella della Regione Calabria, dove gli allevatori versano
sicuramente in una situazione oggettiva di difficoltà congiunturale. Atteso che
tutti i costi sarebbero a carico degli allevatori, vi sarebbe, quindi, un
appesantimento economico per le aziende e i singoli allevatori.
La
Regione Calabria sta ancora valutando ed è in attesa della definizione
complessiva dell’accordo nazionale. In riferimento, poi, a quello che abbiamo
letto nell’interrogazione, relativamente ai dati dei Lea della Regione Calabria
in questo settore particolare veterinario da tre anni i servizi hanno superato
tutti gli adempimenti Lea. Quindi, tra i punteggi positivi che la Regione
Calabria ha avuto in tutte e tre gli anni, il servizio veterinario ha avuto non
solo un punteggio favorevole ma, addirittura, un plauso da parte della
direzione generale dei servizi veterinari e del Ministero della salute.
Consigliere
Giordano, prego.
Presidente,
non mi posso dichiarare soddisfatto, perché è stata evocata una sorta di scelta
di non procedere alla istituzione di questa figura perché ciò appesantirebbe i
costi a carico delle aziende.
Credo che
lo zenit che deve guidare una pubblica amministrazione debba essere la
tutela della salute e dei consumatori.
Altre
misure attendono e devono essere fatte dalla Regione nei confronti degli
allevatori, un universo, spesso, abbandonato al proprio destino.
Non si
può ricondurre ad una scelta di differire o di attendere i decreti attuativi
per l’istituzione di questa figura con i costi che le aziende non potrebbero
sopportare. Invece, bisognerebbe seguire le buone prassi che altre Regioni
hanno fatto, istituendo questa figura e realizzando una rete che ha contributo
a migliorare i target delle aziende, la produzione, le performance
aziendali contemperando quella che dovrebbe essere la salute e il consumatore
finale.
Non posso
dichiararmi soddisfatto. Replico alla Giunta di valutare seriamente
l’istituzione di questa figura e riconsiderare le politiche verso il settore
delle aziende zootecniche.
La chiosa
finale: la questione dei Lea. Forse paradossalmente il servizio veterinario in
qualche modo ha colmato i limiti pesanti che invece ha il Servizio sanitario
regionale per altre gravi inadempienze.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 479 dell’11 dicembre 2013 a firma del consigliere Guagliardi “In ordine ai fondi Ue per i progetti nell’ambito delle gare <Ten-t2012 annual call e multi annual call. July 2013>”.
Il consigliere Guagliardi non è in Aula, pertanto viene dichiarata decaduta.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata
numero 480 del 11 dicembre 2013 a firma del consigliere Guagliardi “In ordine
ai lavori di ammodernamento della SS106 Jonica”.
Anche questa interrogazione
decade per assenza del proponente.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 483 del 9 gennaio 2014 a firma dei consiglieri Giordano, Tripodi “Sugli adempimenti previsti dalla legge regionale numero 26 del2013” di cui do lettura: Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale 30 maggio 2013, n. 26, sono state introdotte importanti modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell'esercizio venatorio) e ciò per rendere più funzionale e adeguata la legislazione del settore;
in particolare, le modifiche rilevanti hanno riguardato la Consulta faunistica venatoria, l'attività di pianificazione regionale e provinciale, l'emanazione di nuovi regolamenti, l'Osservatorio faunistico venatorio regionale e i relativi compiti affidati, l'istituzione del numero verde antibracconaggio -:
quali sono stati gli adempimenti posti in essere ad oggi dal Dipartimento regionale Agricoltura previsti e richiamati dalla legge regionale numero 26 del 2013 e, in caso di ritardi, quali interventi si intendono intraprendere per velocizzare l'emanazione dei relativi provvedimenti.”
Questa interrogazione viene rinviata alla prossima seduta per assenza dell’assessore Trematerra.
Prego, consigliere Giordano.
Assessore, questa allora viene rinviata alla prossima seduta? Bene.
Interrogazione a risposta immediata numero 486 del 13 gennaio 2014 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata applicazione delle disposizioni relative alla legge regionale 230.11.2006, n. 11 (Provvidenze a favore dell’Avis – Associazione volontari italiani sangue)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge regionale 20 novembre 2006, n. 11 (Provvidenze in favore dell'AVIS - Associazione Volontari Italiani Sangue) la Regione Calabria riconosce la notevole rilevanza sociale dell'AVIS nonché, altresì, prende atto della notevole rilevanza rivestita nel territorio calabrese dalla Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (FIDAS);
con la medesima legge la Regione Calabria si impegna a sostenere finanziariamente l'attività svolta dall'AVIS e dalla FIDAS Calabria, assegnando ad entrambi i soggetti risorse economiche specifiche;
nel corso del tempo anche altre associazioni meritorie stanno contribuendo con l'azione gratuita del volontariato al raggiungimento dell'autosufficienza sul piano del settore delle trasfusioni sanguigne;
il bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno 2014 non prevede nessuno stanziamento di spesa a favore dell'AVIS e della FIDAS Calabria e delle altre associazioni ->:
se ritenga opportuno adottare i provvedimenti necessari affinché vengano assegnate anche per l'anno 2014 all'AVIS, alla FIDAS Calabria e alle altre associazioni le risorse necessarie per il finanziamento della loro rilevante attività nel territorio calabrese”.
Anche questa interrogazione viene rinviata alla prossima seduta perché non è presente l’assessore Mancini.
Interrogazione a risposta immediata numero 487 del 14 gennaio 2014 a firma del consigliere Giordano “Sui ritardi dell’erogazione del contributo gratuito a favore dei soggetti celiaci” di cui do lettura: “. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge
47 del 2012 (interventi a favore dei soggetti celiaci) e la successiva
deliberazione della Giunta Regionale n. 230 del 27 giugno 2013 (nuove procedure
per l'erogazione dei prodotti privi di glutine) , si stabiliscono in Calabria
le modalità di erogazione del contributo gratuito sancito dalla L. 123/2005
art. 4;
la normativa
prevede un contributo mensile frazionato in quattro buoni d'acquisto spendibili
anche separatamente dalle farmacie in aziende accreditate presso l'ufficio
regionale competente in materia di esenzione;
le
disposizione previste dalla deliberazione 230/2013 sono da considerarsi in
vigore dall'agosto 2013 e quindi le singole ASP avrebbero dovuto adeguarsi al
fine di mettere a regime il sistema a partire dal primo gennaio 2014;
ad oggi,
nonostante siano state inviate alle ASP calabresi dal Servizio LEA della
Regione Calabria circolari esplicative e note di sollecito(vedasi nota n.
397538 del 19 dicembre 2013) affinché gli Uffici preposti ottemperassero agli
adempimenti previsti dalla regolamentazione regionale, si registrano
ingiustificati ritardi;
più
specificatamente i ritardi riguardano la regolare consegna dei buoni spesa agli
aventi diritto nonché le sottoscrizioni delle convenzioni con gli esercizi
commerciali diversi dalle farmacie;
l'Associazione
Regionale Italiana Celiachia con diverse segnalazioni inviate al Dipartimento
regionale ha denunciato i gravi ritardi negli adempimenti da parte di diverse
ASP e in particolare quelle di Cosenza , Catanzaro e Reggio Calabria (distretto
della Locride) -:
le motivazioni
che stanno alla base di tali ritardi e quali iniziative si intendono intraprendere
per regolarizzare una situazione che sta creando gravi disagi a numerosi
soggetti celiaci che vivono nella nostra regione.”
Prego,
consigliere Giordano.
Presidente, la legge numero 47 del 2012 (Interventi a
favore dei soggetti celiaci) e la successiva deliberazione della Giunta
regionale numero 230 del 27 giugno 2013 (Nuove procedure per l'erogazione dei
prodotti privi di glutine) stabiliscono in Calabria le modalità di erogazione
del contributo gratuito sancito dalla legge 123 del 2005, articolo 4.
La normativa
prevede un contributo mensile frazionato in quattro buoni d'acquisto,
spendibili anche separatamente dalle farmacie in aziende accreditate presso
l'ufficio regionale competente in materia di esenzione;
le
disposizione previste dalla deliberazione 230 del 2013 sono da considerarsi in
vigore dall'agosto 2013 e quindi le singole ASP avrebbero dovuto adeguarsi al
fine di mettere a regime il sistema a partire dal 1° gennaio 2014.
Ad oggi,
nonostante siano state inviate alle ASP calabresi dal Servizio LEA della
Regione Calabria circolari esplicative e note di sollecito – l’ultima delle
quali è la nota numero 397538 del 19 dicembre 2013 - affinché gli Uffici
preposti ottemperassero agli adempimenti previsti, si registrano ingiustificati
ritardi.
Più
specificatamente, i ritardi riguardano la regolare consegna dei buoni spesa
agli aventi diritto, nonché le sottoscrizioni delle convenzioni con gli
esercizi commerciali diversi dalle farmacie. Questa norma ha introdotto la possibilità dei canali della grande distribuzione,
anche contemporaneamente alle
facoltà delle farmacie.
L'Associazione
regionale italiana celiachia (Aric) con diverse segnalazioni inviate al
Dipartimento regionale ha denunciato i gravi ritardi negli adempimenti da parte
di diverse ASP e in particolare quelle di Cosenza, Catanzaro e per Reggio
Calabria del distretto della Locride.
Vogliamo
sapere le motivazioni che stanno alla base di tali ritardi e quali iniziative
si intendono o si sono già attuate per regolarizzare una situazione che sta
creando gravi disagi a numerosi soggetti celiaci che vivono nella nostra
regione. È una inadempienza che questo Consiglio
regionale non può tollerare, giacché pochi mesi fa ha licenziato una
norma all’unanimità.
Prego, Vicepresidente
Stasi.
Il dipartimento salute ha scritto diverse volte
alle Asp ricordando l’entrata in vigore di questa delibera, l’ultima volta a
metà mese di dicembre, per fare in modo che tutte le Asp si uniformassero e
rispondessero in modo puntuale e uguale rispetto alle disposizioni della
delibera - fermo restando che Federfarma si è opposta ed ha fatto ricorso al
Tar, lo ha anche perso, ma non si è fermata, vorrebbe andare avanti.
In
ogni caso il dipartimento procede.
Ci sono delle situazioni diversificate per ogni Asp, per
esempio l’Asp di Catanzaro. Nel distretto di Catanzaro il nuovo sistema è a
regime, mentre in alcuni distretti dell’Asp la situazione risulta poco attuata,
l’Asp di Vibo Valentia risulta essere a regime, l’Asp di Reggio Calabria
risulta essere a regime solo in alcune aree, mentre per altre stiamo
raccogliendo i dati in questi giorni.
L’Asp di Cosenza ha prorogato
al 31 gennaio 2014, con una nota, la vigenza delle ricette, contravvenendo al
provvedimento regionale. Si sta provvedendo come dipartimento a far allineare
anche l’Asp di Cosenza. Per l’Asp di Crotone non ci sono riscontri precisi da
parte del dipartimento, ma risulta che siano state rilasciate alcune, mentre
sembra che la norma sia stata applicata in altre aree.
C’è, comunque, ancora una
situazione a macchia di leopardo, ma siccome la normativa è ancora fresca si
sono fatti i richiami. A dicembre vi è stato l’ultimo richiamo e ne sarà fatto
un altro a fine mese, per poi fare il punto della situazione con tutti i
direttori generali.
Prego, collega Giordano.
Presidente, prendo atto, ma chiedo alla dottoressa
Stasi di intervenire attraverso
il dipartimento salute su quelle Asp che stanno contravvenendo. L’Asp di
Cosenza ha contravvenuto con una proroga che è un atto illegittimo. Alcuni
distretti – la locride l’avevo richiamata nell’interrogazione – come quelli di
Catanzaro, devono adeguarsi ed applicare la norma.
Vi chiedo di intervenire attraverso il dipartimento e di
sanzionare quelle direzioni generali, quelle Asp che eventualmente dovessero
protrarre un atteggiamento dilatorio inspiegabile nei confronti di una norma e
delle attese dei celiaci e della intera categoria della Calabria.
Interrogazione
a risposta immediata numero 495 del 20 gennaio 2014 a firma dei consiglieri
Scalzo, Amato, Ciconte “Sulla realizzazione dell’Isola ecologica presso il
Comune di San Floro” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale, all’assessore all’ambiente e all’assessore
all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
con
convenzione rep. n. 18 del 30 maggio 2008 il Comune di Borgia sottoscriveva con
l'azienda SIRIM s.r.l., con sede in Settingiano(CZ) alla c.da Cutura, per la
realizzazione di "Discarica per rifiuti non pericolosi e impianti per il
recupero e riciclaggio(isola ecologica)";
con Decreto n.
16278 del 8 settembre 2009 la Regione Calabria rilasciata autorizzazione
integrata ambientale per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti
denominato «Isola Ecologica Battaglina»;
con Permesso
di Costruire n. 2 del 05.07.2010 il Comune di San Floro, a seguito del
sopracitato decreto, autorizzava i lavori di cui in premessa -:
se il Decreto
n. 16278 del 8 settembre 2009 avente ad oggetto "Giudizio di compatibilità
ambientale (D.lgs. 152/2006 e s.m.i.) ed autorizzazione integrata ambientale
(D.lgs. 59/2005 e s.m.i.) per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti
denominato «Isola Ecologica Battaglina» da realizzarsi in località Battaglina
nel Comune di San Floro (CZ), in agro di proprietà del Comune di Borgia (CZ) -
Proponente e gestore: Società Sirim S.r.l. con sede in C.da Cutura - 88040
Settingiano (CZ). (Codice IPPC 5.1 - 5.4)" ed ogni altro atto
propedeutico, successivo, connesso e/o comunque collegato abbia seguito il
corretto iter autorizzativo ed abbia tenuto conto di tutti i vincoli gravanti
sull'area oggetto dell'intervento.”
Prego,
consigliere Scalzo.
Grazie, Presidente, credo che l’assessore
Pugliano conosca questa problematica che è stata al centro di un dibattito non
solo politico, ma anche di iniziative popolari sfociate in situazioni che
avrebbero potuto avere conseguenze molto più gravi.
Alcune
persone sono state portate al pronto soccorso, non solo amministratori ma anche
cittadini. Nelle scorse settimane ci si è interrogati molto su questo problema,
non solo le istituzioni, ma anche i cittadini erano preoccupati per quello che
si stava organizzando.
Come
lei sa, nel 2008 è stata realizzata una convenzione per la realizzazione della “Discarica per rifiuti
non pericolosi e impianti per il recupero e riciclaggio”, una cosiddetta isola
ecologica.
Poi, nel
settembre 2009 la Regione Calabria ha rilasciato una autorizzazione integrata
ambientale per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti denominato «Isola
Ecologica Battaglina».
Nel 2010, il
Comune di San Floro, a seguito del sopracitato decreto, autorizzava i lavori di
cui in premessa.
Se non erro -
mi dirà l’assessore - nei giorni successivi
alla data di questa interrogazione credo l’assessore abbia posto in essere
qualche iniziativa. Comunque, io ed i colleghi, intendiamo chiedere se l’iter
autorizzativo sia per l’autorizzazione integrata ambientale che per tutti gli altri atti
propedeutici, successivi, connessi e collegati abbiano seguito il corretto iter
ed abbiano tenuto conto di tutti i vincoli che gravano sull'area oggetto
dell'intervento.
Questo perché - anche alla luce delle cose che abbiamo
ascoltato oggi - in quell’area esistono due discariche. Lei citava quella di
Pianopoli e di Alli, la discarica di Battaglina è al centro di Alli. Lì insiste
un’area archeologica di pregio. L’assessore Caligiuri conosce bene il valore non
solo regionale ma anche nazionale di quell’area. Questo sarebbe un controsenso,
nessuno accetterebbe la realizzazione di una mega discarica piuttosto che
un’isola ecologica.
Quindi, il fine dell’interrogazione è sapere ed avere
una risposta chiara sul futuro, per poter tranquillizzare la cittadinanza e
dire che a Battaglina non si farà la discarica.
Prego, assessore Pugliano.
Grazie, Presidente, devo cominciare comunicando che
questa è una struttura autorizzata dall’8 settembre 2009. L’iter istruttorio –
per restare alle domande presentate nell’interrogazione – non ha registrato
alcuna osservazione, nel senso che ci sono i pareri favorevoli di tutti gli
enti, di tutti i soggetti e non sono state presentate osservazioni anche da
parte dei portatori di interesse perché quando si avviano richieste e si
presentano progetti per ottenere autorizzazioni c’è l’obbligo della
pubblicazione per dar la possibilità ad ogni soggetto portatore di interesse –
quindi anche ad un singolo cittadino – di inserirsi ed eccepire su quel
progetto e su quel procedimento.
Per quanto riguarda i vincoli – eccoci alla domanda
della interrogazione – sul certificato di destinazione urbanistica del comune
di San Floro risultano due vincoli. Uno è quello forestale mentre l’altro è
quello paesaggistico.
Su questi due vincoli ci sono, nel procedimento e quindi
nella pratica, i pareri favorevoli precedenti all’autorizzazione del settembre
2009. Sul vincolo forestale c’è il parere favorevole del dipartimento
agricoltura, in data 11 giugno 2009, mentre sul vincolo paesaggistico c’è il
nulla osta della provincia di Catanzaro in conferenza dei servizi l’11 novembre
2009; c’è anche il nulla osta idrogeologico
del 17 marzo 2010 sempre da parte dello stesso dipartimento agricoltura.
Da approfondimenti
documentali in questo mese di gennaio, su segnalazioni esterne il dipartimento
ha riaperto il fascicolo e approfondito il fascicolo stesso. E’ emerso che
sull’area su cui è destinata la realizzazione di questo impianto gravano gli
usi civici che sono stati dimenticati da tutti durante l’iter istruttorio.
Giacché i diritti degli usi
civici appartengono alla comunità nel senso che neanche il comune aveva la
disponibilità dei terreni che ha affidato in concessione alla società e quindi
i diritti appartengono alla comunità fin quando queste aree gravate da usi
civici non vengono sdemanializzate.
Giacché non risulta che ci
siano state le procedure per sdemanializzare e togliere gli usi civici che
gravano su quell’area, il procedimento è monco della materia prima: non c’è la
disponibilità dei terreni. Poi, laddove gravano gli usi civici, la destinazione
delle aree è solo silvo-pastorale ed agraria; per queste novità derivanti da
questo approfondimento, il dipartimento in data 16 gennaio 2014 ai sensi
dell’articolo 7 della legge 241/90 ha avviato il procedimento di sospensione
che deve dare anche al privato anche la possibilità e il tempo di eccepire e di
dimostrare, eventualmente, che questo rilievo del dipartimento non è vero.
Quindi, allo stato è avviato
un procedimento di sospensione dell’autorizzazione del 2009.
Prego, consigliere Scalzo.
Assessore, ho apprezzato le
sue parole per questo problema che interessa una popolazione molto ampia e
vasta in una zona dove già insistono due discariche.
Apprendiamo con soddisfazione
che è stato avviato il procedimento di sospensione ma il nostro impegno, la
nostra richiesta sarà affinché questa sospensione sia definitiva.
Anche per questo ho chiesto al presidente Gallo che anche la quarta Commissione possa eseguire un sopralluogo e rendersi conto di quell’area che effettivamente non può più sostenere una ulteriore discarica.
Interrogazione a risposta immediata numero 496 del 20
gennaio 2014 a firma del consigliere Scalzo “Sulle iniziative che si intendono
adottare per la prosecuzione delle attività della Fondazione Terina e la salvaguardia dei livelli occupazionali” di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
la Fondazione
Terina, istituita con legge regionale n. 9 del 2007 e partecipata al 100% dalla
Regione, ha tra i suoi compiti quello della promozione, del sostegno e
realizzazione di attività di ricerca industriale alla alta formazione e
diffusione della cultura scientifica con particolare riferimento, tra gli
altri, ai settori agricolo e agroalimentare;
all'interno
della fondazione sono impegnati 41 lavoratori che negli anni hanno acquisito
una professionalità nel settore che non può essere dispersa;
la Fondazione
ha al suo attivo svariate attività di ricerca e importanti progetti di
partenariato che svolge in partnership con la facoltà di agraria
dell’Università di Reggio Calabria;
da notizie
risultanti dalla stampa e fornite dai lavoratori, sembrerebbe che gli stessi, a
causa della situazione debitoria in cui versa l'ente, vantino 5 mensilità
arretrate e che, ad oggi, non vi siano notizie certe in merito al pagamento
degli stipendi;
tale
situazione pregiudica la serenità e comporta comprensibili disagi oltre che ai
dipendenti anche alle loro famiglie;
con la legge
regionale n. 24 del 2013 la Regione Calabria, nell'ambito di una maggiore efficienza
e razionalizzazione del sistema amministrativo, ha previsto il riordino di vari
enti, tra cui la Fondazione Terina, accorpandoli o fondendoli in un unico ente
-:
quali
iniziative intende intraprendere la Regione Calabria, anche alla luce della LR.
24 del 2013, al fine riprogrammare le attività della Fondazione, per il
pagamento delle mensilità arretrate e di salvaguardare i livelli
occupazionali.”
A questa
interrogazione dovrà rispondere l’assessore
Trematerra che non è presente, pertanto l’interrogazione è differita alla
prossima seduta.
Siamo
all’interrogazione a risposta immediata numero 499 del 21 gennaio 2014 a firma
del consigliere Giordano “In ordine al progetto riguardante la variante al
Piano regolatore territoriale consortile
dell’agglomerato industriale di Campo Calabro - Regione Calabria - Villa San Giovanni” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 16
dicembre 2011 l'Asireg (Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia
di Reggio Calabria) ha trasmesso al Dipartimento Regionale Ambiente e
Territorio un progetto riguardante la “Variante al Piano Regolatore
Territoriale consortile dell'agglomerato industriale di Campo Calabro-Reggio
Calabria-Villa San Giovanni” per l'avvio della procedura V.A.S. ai sensi del
D.lgs. n. 152/2006 e del D.lgs. n. 4/2008;
in data 8
luglio 2013, sempre lo stesso Consorzio trasmetteva elaborati progettuali
integrativi, richiedendo contestualmente una valutazione urgente e il completamento
dell'istruttoria, tenuto conto che il progetto in esame rientra nella casistica
di cui alla nota del dirigente regionale di settore n. 0200867 del 7/12/2011,
la quale prevede una deroga all'ordine cronologico delle pratiche da sottoporre
ad esame;
nonostante il
lasso di tempo trascorso e l'importanza che riveste l'approvazione della
suddetta variante per lo sviluppo dell'area industriale interessata, ad oggi
non è intervenuta alcuna decisione, con la conseguenza che numerose aziende si
trovano nell'impossibilità ad aprire nuove attività produttive;
tali ritardi
da parte del Dipartimento si riverberano in generale sullo sviluppo del
territorio regionale e, in tal senso, rilevano anche le polemiche suscitate da
diversi enti locali che denunciano il blocco di progetti afferenti la
realizzazione degli interventi previsti dai PISL approvati dalla Regione -:
i motivi che
stanno alla base dei ritardi nell'evasione di una variante progettuale che, pur
dovendo essere trattata in via prioritaria, ancora non è stata istruita;
quali
iniziative si intendono intraprendere per ovviare ad una inadempienza che frena
lo sviluppo e il potenziamento di un'area industriale così importante per il
territorio reggino, tenuto conto, fra l'altro, che una parte della stessa
rientra nel perimetro della Zona Franca Urbana di Reggio Calabria.”
Prego,
consigliere Giordano.
Presidente, questa interrogazione riguarda la variante
al Piano regolatore territoriale consortile dell'agglomerato industriale di Campo
Calabro-Reggio Calabria-Villa San Giovanni ma nella sua ampiezza riguarda un
problema molto pesante che sta impedendo la
valutazione di progetti che hanno un riflesso diretto sull’economia di questa Regione ma anche nella tutela del
territorio e del paesaggio.
Il
progetto della variante al Piano
regolatore dell’Asi, Villa San Giovanni/Reggio Calabria riguarda la mancata possibilità a riunirsi della Commissione del nucleo di valutazione ambientale integrata, quindi della
Via e dei Vas.
Questa problematica sta
creando problemi diffusi.
Per quanto riguarda l’Asi, la
variante era stata licenziata il 16 dicembre 2011 e ad oggi, dopo che sono
state richieste delle integrazioni che sono state inviate l’8 luglio 2013, non è stato licenziato il
provvedimento per le carenze che ho detto in premessa.
Le carenze
dell’assenza della struttura tecnica di valutazione per Vas e Via stanno
mettendo in discussione anche dei progetti importanti come i Pisl, in
particolare quelli del vibonese.
Con questa
interrogazione vogliamo sapere i motivi che stanno alla base dei ritardi,
intanto, per quanto riguarda il Piano
regolatore del Consorzio Asi e quali iniziative si intendono intraprendere per
rimettere in funzione la struttura tecnica dei progetti Vas e Via e,
soprattutto, quali iniziative si intendono intraprendere per quanto riguarda il piano regolatore dell’Asi
giacché la stessa area ricade in parte nel periodo della zona franca urbana di
Catona/Arghillà di Reggio Calabria.
Prego, assessore Pugliano.
Su
questa interrogazione devo confermare i ritardi che attendono alle valutazioni ambientali anche se questa
pratica, questa istanza ha ottenuto l’istruttoria formale del dipartimento ed è stata passata a quello che era
il nucleo Via-Vas che attualmente è decaduto, non c’è perché la maggioranza dei
componenti si è dimessa.
Giacché la Regione Calabria, attraverso una legge regionale approvata in
Consiglio, aveva già pensato di istituire una struttura tecnica di valutazione
più snella e interna alla pubblica amministrazione; fra gli impedimenti che non
lasciavano produrre molta attività al nucleo che oggi è decaduto c’era anche il
vincolo della spending review che non poteva farla convocare e lavorare
più di due volte la settimana.
Abbiamo,
quindi, pensato di istituire una struttura tecnica di valutazione interna alla
pubblica amministrazione per dedicarla esclusivamente e a tempo pieno su questa
materia.
La
struttura tecnica di valutazione che è approvata con legge regionale numero 39
del 2012 ha avuto l’approvazione del regolamento da parte della Giunta, così
come richiesto nella legge, e adesso si è passati alle procedure di
individuazione dei componenti.
Un primo
livello procedurale è stato dedicato alla mobilità dipartimentale ed extra
dipartimentale volontaria secondo i canoni normativi.
C’è stato
l’avviso per chiedere la disponibilità volontaria a coprire quelle figure
richieste.
Su 13
componenti di questa struttura 5 hanno aderito volontariamente; adesso si è
passati al secondo percorso che è quello della individuazione delle 8 figure
che ancora sono mancanti per individuarle fra i vari dipartimenti regionali e
utilizzare la mobilità d’ufficio.
In questo
momento si stanno valutando i curricoli per vedere la rispondenza dei requisiti
a coprire questi incarichi. Noi speriamo e riteniamo che nel giro di poco
tempo, entro il mese di febbraio, si possa definire la composizione di questa
struttura tecnica di valutazione che potendo lavorare a tempo pieno, 5 giorni
la settimana, solo su questo servizio possa metterci nelle condizioni di
evadere e dare risposte ai tantissimi progetti che giacciono perché il nucleo
in questo momento non c’è.
Prego,
collega Giordano.
Presidente,
prendo atto dei passi che si sono fatti perché certamente le procedure hanno
bisogno dell’osservanza stretta delle norme che regolano la selezione interna.
Voglio sollecitare l’assessore a seguire questa vicenda in modo che si recuperi
il tempo che si è perso in passato. La legge regionale, lei stesso ha detto,
era del 2012, siamo al 2014 e se si fossero fatti in precedenza gli adempimenti
probabilmente avremmo scontato qualche ritardo in meno.
In ogni
caso mi posso dichiarare soddisfatto per l’impegno che ha assunto l’assessore e
lo prego di seguire questa vicenda non solo per sbloccare il piano regolatore
dell’Asi di Reggio Calabria ma tutta quella enorme massa di progetti che
potrebbero movimentare oltre 1 miliardo di euro in questa Regione.
Do lettura
dell’ultima interrogazione a risposta immediata numero 500 del 23 gennaio 2014
a firma del consigliere Giordano “Sul mancato inserimento nell’elenco
pubblicato dalla Fondazione
Calabria Etica degli organismi non profit operanti nella città di Reggio Calabria” che recita “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Fondazione
Calabria Etica ha pubblicato una manifestazione di interesse per la
realizzazione di una Rete regionale nell'ambito del progetto pilota misure di
contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana;
l'intervento
di contrasto alla segregazione sociale, persegue, fra i vari obiettivi, quelli
di realizzare una rete di centri di ascolto di quartiere che funzionino anche
come antenne territoriali e di orientamento della domanda sociale nelle aree
urbane oggetto del progetto, con particolare riferimento ai segmenti urbani più
svantaggiati, la costruzione del processo di integrazione tra le politiche del
lavoro e le politiche sociali, la realizzazione di sistemi informativi
appropriati all'analisi della domanda sociale e dell'inclusione socio
lavorativa, il tutto nell'ottica di favorire iniziative di sensibilizzazione
per il coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese, di contrastare
l'isolamento, l'emarginazione sociale dell'individuo e dei nuclei familiari, di
sostenere e promuovere i processi di socializzazione e di integrazione con
tutto il territorio urbano, di favorire il sistema di regole e la cultura della
legalità, di ricostruire l'intero sistema relazionale attraverso "l'avvicinamento"
alla rete dei servizi, per ridare fiducia per i cittadini al servizio pubblico;
nell'ambito
della costituenda rete regionale, si legge nel bando, possono richiedere di
partecipare alla selezione le associazioni o le organizzazioni no profit, in
forma singola o associata, aventi sede nelle città di Catanzaro- Cosenza -
Crotone - Vibo Valentia - Lamezia Terme, con il compito della stessa Fondazione
Calabria Etica di svolgere un ruolo di cabina di regia -:
i
motivi di ordine tecnico e giuridico che abbiano determinato il non inserimento
nella Rete regionale gli organismi no profit ricadenti nella città di Reggio
Calabria
quali
iniziative si intendono intraprendere ,anche in via di autotutela, per
l'eventuale revoca della suddetta manifestazione di interesse al fine di sanare
una situazione che esclude immotivatamente le associazioni non profit operanti
nella città di Reggio Calabria.”
Prego,
collega Giordano.
Con un bando
pubblicato poco tempo addietro Calabria Etica ha emanato una manifestazione di
interesse per la realizzazione di una Rete regionale nell'ambito di un progetto
pilota per contrastare il fenomeno della segregazione sociale in area urbana.
L'intervento
di contrasto alla segregazione sociale, persegue, fra i vari obiettivi, quelli
di realizzare una rete di centri di ascolto di quartiere che funzionino anche
come antenne territoriali e di orientamento della domanda sociale nelle aree
urbane oggetto del progetto, con particolare riferimento ai segmenti urbani più
svantaggiati, la costruzione del processo di integrazione tra le politiche del
lavoro e le politiche sociali, la realizzazione di sistemi informativi
appropriati all'analisi della domanda sociale e dell'inclusione socio
lavorativa, il tutto nell'ottica di favorire iniziative di sensibilizzazione
per il coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese, di contrastare
l'isolamento l'emarginazione sociale dell'individuo e dei nuclei familiari.
Progetti,
quindi, che questo bando si rivolge a selezione delle associazioni e delle
organizzazioni no profit in forma singola o associata, che nel caso specifico
in base al bando avrebbero sede nelle città di Catanzaro, Cosenza, Crotone,
Vibo Valentia e Lamezia Terme, con il compito della stessa Fondazione Calabria
Etica di svolgere un ruolo di cabina di regia.
L’interrogazione
è rivolta per sapere i motivi di ordine tecnico e giuridico che abbiano
determinato il non inserimento nella Rete regionale gli organismi no profit
ricadenti ed operanti nella città di Reggio Calabria e quali iniziative si
intendono intraprendere, o sono state intraprese, anche in via di autotutela
per l'eventuale revoca della suddetta manifestazione di interesse al fine di
sanare una situazione che esclude immotivatamente le associazioni che operano
nella città di Reggio Calabria.
Sappiamo
che dopo l’interrogazione è stato varato un secondo bando che avrebbe aperto
alle associazioni no profit di Reggio Calabria,
vorremmo a questo punto la conferma da parte dell’assessore.
Prego, assessore Salerno.
Grazie,
Presidente, l’interrogazione è del 23 gennaio,
quindi qualche giorno prima della manifestazione di interesse che la Fondazione Calabria Etica ha
pubblicato. Manifestazione di interesse che include, per
quanto riguarda il contrasto al fenomeno della segregazione sociale
dell’area urbana e delle zone del quartiere di Reggio
Calabria, la possibilità di partecipare
alle associazioni e alle organizzazioni
no profit in forma singola o associata aventi sedi nella città di Reggio
Calabria e nei quartieri vecchio centro, Sbarre, Gebbione, Santa Caterina,
Sant’Anna, Condera, Eremo, Archi, Gallico ma non li elenco tutti perché ci
sono, comunque, tutti.
Noi l’interrogazione l’abbiamo avuta in
assessorato due giorni fa. Era comunque in
itinere perché anche dall’incontro che io avevo avuto col dottore Ruperto
c’era già in atto questa manifestazione di interesse.
Prego, consigliere Giordano.
Vede, assessore, al di là degli effetti che
ha dispiegato l’interrogazione, prendiamo atto e posso dichiarare la mia
soddisfazione per aver sanato una incongruenza che era evidente e che avrebbe
penalizzato oltre misura la città di Reggio Calabria.
Va bene, quindi, con l’auspicio che simili
errori non si verificano nel futuro.
Abbiamo esaurito il primo punto all’ordine
del giorno, pertanto passiamo al secondo punto.
Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda l’Informativa del Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, in ordine al trasbordo dell’arsenale chimico siriano nell’area di Gioia Tauro.
La parola al presidente Scopelliti.
Grazie, Presidente, come avrete appreso anche dai giornali noi abbiamo partecipato come Regione ad una riunione che si è tenuta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla presenza del presidente Letta, del Ministro all’ambiente, Orlando, e del Ministro ai trasporti, Lupi. In quella riunione ci è stata confermata ufficialmente da parte del Governo l’iniziativa riguardante il porto di Gioia Tauro inerente l’operazione di trasbordo delle cosiddette armi siriane.
In quella circostanza abbiamo richiesto al Governo la possibilità di conoscere il contenuto di questi contenitori, di questi containers e abbiamo chiesto di conoscere il loro grado di pericolosità e sia io che i sindaci abbiamo ovviamente posto tutta una serie di interrogativi rispetto a questa operazione.
Ovviamente dagli interventi che sono emersi da parte dei rappresentanti del Governo nazionale ci è stato chiarito in maniera netta e forte che la vicenda è per loro di normale routine rispetto al porto di Gioia Tauro perché è stato ribadito che sia nel 2012 sia nel 2013 sono state fatte operazioni analoghe su containers che riguardavano materiali e merci pericolose, appartenenti alla famosa classe 6.1 che fa riferimento a tutta una serie di parametri che consentono – in termini di pericolosità – che questo tipo di intervento si possa fare regolarmente nel porto di Gioia Tauro.
Il porto di Gioia Tauro è
stato scelto perché era tra i porti nazionali
quello più sicuro, capace di offrire garanzie sotto tanti punti di
vista; anche il terminalista – non solo la Capitaneria di porto – ha ribadito
che per loro questo percorso è un qualcosa che diventa molto naturale visto che
loro trattano periodicamente merci di questa natura.
Ovviamente ci siamo trovati di fronte a delle certezze e
a delle garanzie. Devo dire che ancora oggi, al di là delle affermazioni di
principio e di tutta una serie di scelte che vengono annunciate, non abbiamo
ancora elementi che ci consentano di portare elementi di criticità al tavolo
perché quel che è in nostro possesso e quindi di nostra conoscenza comporta che
tutte le risposte, i quesiti e i dubbi sul luogo in cui avviene questa
operazione, la distanza, i termini di sicurezza e quant’altro rientrano in quei
parametri che l’Autorità portuale o anche il terminalista riescono a gestire e
a governare senza particolari difficoltà.
Da parte nostra devo dire la
verità il presidente Letta ha detto che i Governi hanno sempre guardato con
attenzione al porto di Gioia Tauro e io nel mio intervento mi sono permesso di rispondere che
i Governi nazionali
non hanno mai guardato con attenzione al porto di Gioia Tauro. Non c’è stato
mai un Governo che si sia speso in maniera concreta e determinante per lo
sviluppo di quel porto, al punto che ho dovuto ricordare che in una delle
ultime finanziarie, delle ultime leggi di bilancio della Regione, abbiamo
dovuto finanziare con 8 milioni di euro gli interventi per offrire la
possibilità e l’opportunità alla Autorità portuale di andare incontro agli
armatori per cercare di ridurre le tasse di ancoraggio.
Ho anche
ribadito a quel tavolo e ricordato che il sottoscritto insieme alla
Vicepresidente Stasi per ben due volte si è recato a Zurigo dall’armatore
Aponte che ci disse “non ho mai visto un Presidente di Regione venire a
trovarmi”.
Ho
ricordato che siamo stati noi anche ad incentivare in qualche modo Msc e
cercare di portare dei risultati in questa direzione.
Tra
l’altro è anche emerso un elemento importante che voglio ricordare: il porto di
Gioia Tauro si trovava non più tardi del 2011 con un crollo sul versante dei containers
della misurazione dei Teus, quindi dei carichi che sbarcavano al porto di Gioia
Tauro.
Era sceso
a circa 2 milioni e 200 e l’anno successivo è risalito a 2,7 milioni e
quest’anno ha chiuso – come abbiamo ricordato – a 3,80 milioni di Teus. Questo
significa che il gioco di squadra che abbiamo fatto, se di squadra si può
parlare visto che c’è stato un investimento importante da parte della
Regione, questo investimento che ha
riguardato le tasse di ancoraggio, il ferro-bonus e tutta una serie di risorse
che noi abbiamo dato all’Autorità portuale per sviluppare questi interventi… il
ferro-bonus è un altro degli elementi che abbiamo messo in campo, approvato dal
Consiglio regionale ma che è in attesa di approvazione da parte della Unione
europea perché la Commissione europea deve autorizzare questo tipo di
investimento da parte della Regione; sono risorse importanti che abbiamo messo
in campo per incentivare questa idea del transhipment insieme ai fondi -
pochi - che ha messo il Governo per tutti i porti non solo per Gioia Tauro.
Quindi
credo che queste cose siano state ormai ricordate anche in altre circostanze e
oggi anche attraverso l’intervento dell’Opac che ha seguito tutto l’evolversi
della vicenda e la fase di formazione; va ricordato che la fase di imballaggio
e di quant’altro sarà realizzata in terreno siriano e che poi questi containers
verranno portati da una nave nel porto di Gioia Tauro.
L’operazione
avverrà da nave a nave, attraverso un collegamento mediante la movimentazione
di contenitori a mezzo di appositi rotabili, contenitori che porteranno le
merci immediatamente sulla nave americana, senza stoccaggio a terra delle
stesse.
In buona
sostanza dalla pancia di una nave questi rotabili, una volta che recuperano i
contenitori, li riportano sull’altra nave. Non c’è stoccaggio e non avviene
nulla di particolare. Anche in termini di sicurezza lo stesso terminalista ha
predisposto un pronto soccorso da campo organizzato sul posto perché i rischi
secondo loro sono minimi e si è voluto avere maggiori certezze anche sul tema
del raggio di azione di estrema pericolosità.
Ci hanno
riferito che non supera i 500-700 metri e il tutto – ha ribadito e confermato
il terminalista – ricadrebbe comunque sempre all’interno dell’area di
pertinenza del terminalista. Quindi rimane in un contesto molto circoscritto e,
secondo loro, anche molto sicuro.
Ovviamente
abbiamo cercato e abbiamo fortemente voluto avere delle garanzie totali e
massime per queste operazioni. Il Governo si è anche impegnato per quanto
riguarda la comunicazione, di istruire un prestampato che possa servire per
offrire uno spunto di conoscenza ai cittadini e quindi per informare meglio. In
quella circostanza abbiamo richiesto il massimo delle garanzie.
C’è da
dire che l’unica obiezione che è stata fatta – l’assessore Fedele era presente
– appartiene al sindaco di Gioia Tauro che ha detto – i sindaci e gli
amministratori dovevano riportare un pensiero – “io credo che il porto di Gioia
Tauro non sia nelle condizioni di ospitare questa operazione” ed ha proceduto a
spiegarne il perché. Ha detto “non abbiamo un ospedale” e a quel punto in
maniera ironica il presidente Letta ha detto “chiudiamo il porto perché se voi
non avete un ospedale in grado di affrontare la pericolosità di questo
intervento dobbiamo chiudere il porto e considerato che di queste operazioni ne
fate tante se lei dice che c’è questa difficoltà vuol dire che non ci sono le
condizioni”.
Era una
battuta ma per dire che quando ci si presenta di fronte a delle autorità così
importanti, autorità di Governo, se non si va con degli elementi precisi e
puntuali in grado di smontare una posizione o comunque di difendere il
territorio in maniera seria ed argomentata si rischia che qualsiasi tentativo
diventi vano se non inutile e ovviamente le istituzioni, questo valore, questa
capacità del confronto la devono salvaguardare e mantenere perché non possono mostrarsi
deboli.
Credo che
in tutto questo ci siano state diverse riunioni che hanno visto protagonista
anche l’Ispra che è l’Istituto italiano che si occupa di tutta una serie di
vicende che fanno riferimento al tema ambientale e quant’altro.
Noi
abbiamo chiesto che Ispra venga affiancata in Calabria da Arpacal e abbiamo
anche detto che nutrivamo una serie di preoccupazioni legate al fatto che
questo trasbordo avvenisse in mare. Ci è stato confermato che avviene nella
banchina del porto di Gioia Tauro e che il tutto si potrà risolvere tra le 12 e
le 24 ore non di più.
Lo stesso
ministro Lupi ha detto che è disponibile a presenziare e a seguire direttamente
questa operazione. Poi altre cose sono state riferite in queste ore anche in
Commissione dove, devo dir la verità, io ho ricevuto molte domande da parte dei
parlamentari grillini – i famosi parlamentari del Movimento 5 Stelle – che mi
hanno posto tutta una serie di interrogativi.
A loro ho
detto “grazie per il contributo che mi avete dato ma vi invito, in quanto
Autorità di governo, a fornirmi gli elementi concreti per far sì che queste
vostre perplessità diventino mie e che possa girarle al Governo nazionale”. Se
ci sono gli elementi che ci spingono a dimostrare il grado di pericolosità di
questa operazione sarò il primo a difendere il mio territorio e le mie
comunità.
Altro
elemento che io ho voluto portare al tavolo e che ho voluto ribadire alla
presenza del presidente Letta è stato il fatto della poca correttezza che il
Governo ha dimostrato nei confronti delle nostre comunità perché ho smentito in
materia categorica quanto scritto da qualche testata in maniera diffamatoria
nei miei confronti cioè che io ero totalmente all’oscuro di questa operazione.
Cosa che ovviamente è stata confermata dagli autorevoli rappresentanti del
Governo nazionale.
C’è stata
una carenza di informazione e questo ha generato confusione e preoccupazione.
Quando io ho detto - questo pure era stato strumentalizzato nelle fasi
successive da qualcun altro - “volete la guerra civile, perché si corre il
rischio della guerra civile” era riferito non al fatto delle armi ma al fatto
che se non c’è una informazione, una comunicazione, una conoscenza è chiaro che
queste vicende prendono corpo e danno spunto all’idea di creare fermenti sui territori
e non ci aiutano sicuramente nella definizione di questi percorsi.
Quindi il
presidente Letta ha anche detto che vi era la totale e massima disponibilità da
parte del Governo ad aprire un tavolo per accendere i fari, i riflettori su
Gioia Tauro. E qui ci siamo giocati una partita importante.
Abbiamo
detto che Gioia Tauro è una realtà, che continua ad essere un porto “egemone”
sul Mediterraneo, che è un porto di riferimento importante e che è forse nel
campo del transhipment uno tra i porti più quotati sul Mediterraneo ma
che non ha elementi di supporto da parte del Governo nazionale.
Ricordo,
ancora un po’ più giovane, ai tempi in cui vi era un governo indipendentemente
dai colori, di centro-sinistra o di centro-destra poco cambia, ma al tempo era
di centro-sinistra in cui c’era un Ministro ligure che fece di tutto per
valorizzare il porto di Genova a discapito di Gioia Tauro. Ma se fosse stato di
centro-destra sono sicuro che la cosa si sarebbe mossa nella stessa direzione.
Questo
non vuol dire che al tempo ci fosse un Ministro ligure che favoriva il porto di
Genova a discapito di Gioia Tauro.
Allora
abbiamo chiesto di accendere i riflettori e poiché abbiamo detto che Gioia
Tauro è il porto più sicuro – come dicono loro – questo deve essere un messaggio
che deve essere diffuso in tutto il mondo perché uno degli elementi di
criticità che io ho incontrato, ad esempio, tre anni fa nel rapporto con i
cinesi, è stato quello della preoccupazione di un porto che, secondo alcuni di
questi armatori e di queste società, non era sicuro perché a rischio.
Questo
elemento diffuso e valorizzato in maniera adeguata può rappresentare un
elemento di grande forza e credo che su questa vicenda di Gioia Tauro si
apriranno dei riflettori molto importanti perché si realizzerà questa azione di
disarmo e quindi diventerà un luogo di pacificazione; passerà un messaggio
estremamente importante su tutto il territorio internazionale. Certo, dobbiamo
capire come riuscire a sostenere l’azione a favore del porto di Gioia Tauro.
Il presidente
Letta si è impegnato a guardare nelle fasi successive a Gioia Tauro con
maggiore e particolare attenzione, così ci è stato riferito. In quella
circostanza abbiamo detto che c’erano tante scelte da poter fare e tante cose
ma che noi avremmo portato al tavolo successivo un progetto che il Governo
dovrà appoggiare su Gioia Tauro. Un progetto che tutta l’Aula ha sposato e che
alla unanimità ha approvato e che riguarda la zona economica speciale, la
famosa Zes che ha bisogno di essere supportata e approvata dai rami del
Parlamento. Poi il Presidente del Consiglio dovrà portarla come uno dei punti
forti nel confronto con la Unione europea perché non basta l’approvazione da
parte del Consiglio dei Ministri ma ci vuole l’approvazione da parte
dell’Europa.
Questo
tipo di scelta – lo voglio ricordare a tutti – sta per essere fatta anche dalla
Sardegna se non l’ha già fatta in questi ultimi mesi, in queste ultime
settimane.
Noi siamo
stati la prima Regione d’Italia che ha fatto questa richiesta.
Non sarà
facile avere la Zes ma, capite bene, che se riusciremo ad averla un giorno
questo significherà l’implementazione di imprese sul territorio, un territorio
in cui non si pagherà la Tares, l’Imu, un territorio in cui vi sarà un
vantaggio estremo sul versante del lavoro e quindi non si pagheranno tutti gli
oneri contributivi legati al lavoro.
Cioè il
tema importante è che quella diventa un’area vantaggiosissima a tutti gli
effetti. Capirete molto bene che ci sono armatori che decidono anche per questo
di investire in altri porti sul transhipment e non solo come grandi
società, questo perché c’è un costo vantaggiosissimo per le tasse di
ancoraggio, c’è un vantaggio enorme sul costo del lavoro.
Cioè i
vantaggi dei porti, di Port Said o di porti come Tangeri e così via sono
vantaggi – lo scriveva “La Repubblica” non più tardi di 3 anni fa – che pongono
questi due porti in condizioni di concorrenza ma escludono strategicamente
Gioia Tauro che diventa molto più debole in un contesto in cui ognuno ha dei
vantaggi ad andare in queste realtà ed a recarsi in questi porti perché c’è una
capacità di costo che è decisamente ridotta.
Anche gli
stessi tempi di costo del trasferimento dei containers ha un costo
minore che Gioia Tauro è adesso riuscita a costruire.
Faccio un
esempio. Non più tardi di qualche settimana fa con la Vicepresidente, col
terminalista del porto siamo stati a Milano da Ikea che ci ha detto “noi
vogliamo investire nel Mediterraneo ma abbiamo l’interesse a investire a Dubai,
in queste zone, perché in quelle realtà abbiamo dei costi decisamente diversi”.
E quando
qualche mese fa abbiamo partecipato ad un convegno autorizzato dall’Autorità
portuale insieme al terminalista abbiamo conosciuto una Autorità che fa
riferimento – adesso non ricordo – forse a Dubai e che è il capo di questa
realtà, che governa questa parte di territorio. Ci è stato detto “guardate che
noi abbiamo impiantato qui centinaia e centinaia di imprese, queste zone sono
economicamente vantaggiosissime e abbiamo centinaia di imprese, di multinazionali
e di grandi società che sono venute qui. Abbiamo però uno svantaggio”. Gioia
Tauro, cioè, porta con sé un grande vantaggio cioè quello di essere in terra
ferma e di avere questo porto in cui i containers possono scendere e
attraverso il ferrato possono risalire nel nord-Europa in 36 ore rispetto ai
5-6 giorni di viaggio, di navigazione cui sono costrette le tante navi che
partono dai porti diversi per andare nel nord Europa.
Questo è
il vantaggio grande, dico 36 perché sono molto ristretto, sono da 24 a 30 ore
ma questo è uno dei grandi vantaggi che avrebbe il porto di Gioia Tauro.
Ecco
perché ci siamo giocati la partita, “ce la giocheremo”, la partita della vita
perché qualsiasi altra cosa potevi chiedere per Gioia Tauro, qualsiasi
finanziamento potevi chiedere, i 10-50 milioni di euro non hanno alcun valore
rispetto all’idea di puntare in alto.
Quelli
magari arriveranno perché il ministro Lupi si è impegnato in prima persona per
fare anche altre cose ma l’idea della Zes è stravolgente perché stravolge non solo
il territorio della Piana ma anche il territorio della Calabria. Perché ci è
stato detto che ad oggi ci sono circa 200-300 imprese che hanno la volontà e
sono determinate ad investire nel Mediterraneo e stanno cercando i porti dove
meglio investire.
Gioia
Tauro con questa eventuale scelta potrebbe essere il porto più appetibile.
Capirete bene che quando impianti centinaia di imprese, al di là del bando che
abbiamo fatto con l’assessore Arena, che ha visto la Vicepresidente
protagonista nel seguire queste fasi così come l’assessore Mancini e tutte le
procedure che lo stesso Ministero sta facendo, se mancano questi vantaggi
abbiamo la difficoltà a far nascere centinaia di imprese e quindi la zona
economica speciale è la vera grande partita del futuro che non ha un costo di
30-50 milioni di euro ma ha un costo in termini di vantaggi che è enorme e
duratura.
Vorrei
fare un’ultima considerazione anche rispetto a questa vicenda che francamente
mi ha lasciato molto perplesso.
La
politica, purtroppo, non sempre riesce a volare alto. Ho registrato su questa
nostra posizione l’idea della divisione. Cioè la politica deve avere il
coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee, deve sfidare anche i
territori.
Voi
sapete che Scopelliti a Gioia Tauro ha preso l’84 per cento? Il 90 per cento di
voi non conosce questo dato elettorale. Io nel 2010 a Gioia Tauro ho preso l’84
per cento ma ho fatto e farò questa battaglia perché credo, sfidando anche
quelli che mi hanno scritto dicendomi “non ti voteremo più”, che tra qualche
anno questo investimento – se dovesse andare in porto – cambierà le dinamiche
di quella realtà e diventerà importante perché le classi dirigenti politiche,
storicamente, in Calabria si sono accontentate del niente senza avere mai il
coraggio e la forza di puntare in alto.
Queste
sono le cose che possono cambiare i destini di una comunità.
Abbiamo
sempre detto che Gioia Tauro è baricentrica e continua ad essere baricentrica
sul campo del transhipment perché è un porto di transhipment che
dà mille posti di lavoro, che movimenta 3 milioni 80 mila Teus ma non è in
grado di dare migliaia di posti di lavoro e di produrre ricchezza e vantaggi
per i territori.
Lì c’è il
terminalista che continua a dire – e questo ve lo ribadisco – che rischia di
perdere ogni anno 10 milioni di euro di introiti, è un terminalista che
comunque nella migliore delle ipotesi si arricchisce non è che ci sono molti
altri vantaggi.
Certo c’è
l’indotto che però è misurato e ristretto che porta altri mille posti di
lavoro. Si dice che ci siano 2 mila posti di lavoro circa in quel bacino.
Pensate a cosa, invece, può rappresentare una sfida che forse noi non vedremo
da qui ad un anno ma nel tempo; una volta che è incanalata come le famose e
vecchie zone franche che non venivano mai date e che poi ad un certo punto in
alcune aree del territorio europeo sono state concesse e questi territori sono
diventati grandi bacini di sviluppo e ricchezza per intere comunità.
Noi a
questo dobbiamo puntare.
Francamente
capisco i limiti dei politici e della politica ma forse, tutti, bisognava avere
il coraggio di osare in questa direzione. Ringrazio quelle parti politiche e
quei partiti che non si sono prestati alla strumentalizzazione, ad enfatizzare,
a creare panico e confusione perché poi alla fine, vedete, noi siamo andati a
Gioia Tauro e l’assessore Fedele è uscito scortato per aver detto la posizione
della Regione.
Adesso io
ho un problema per il quale mi viene da sorridere e che diventa un fatto di
debolezza per alcuni.
E’ stato
detto da qualcuno che Scopelliti aveva fatto un baratto.
Ieri
l’onorevole Silvestris ha presentato al presidente Letta l’idea di portare la
Costa Concordia a Gioia Tauro, cosa che ieri abbiamo approvato in Giunta perché
alla proposta dei colleghi di Forza Italia abbiamo detto “certo”.
Ma adesso
coloro che hanno detto che era un baratto, domattina, dopo che fino all’altro
ieri a Gioia Tauro hanno insultato le istituzioni, cosa diranno ai cittadini?
Che si sono venduti in cambio della Concordia? E’ stato questo il baratto che
volete consumare su Gioia Tauro? Oppure, cari colleghi, uomini degli stessi
partiti dovranno smentire quello che voi avete detto e fatto dal coordinatore
regionale, dai miei colleghi di Giunta al coordinatore regionale ai
parlamentari europei.
Ecco
perché è importante l’idea di essere misurati, di essere corretti e di metterci
la faccia ogni tanto. Capisco che a molti possano piacere gli uomini e un po’
meno le donne ma dico almeno si abbia il coraggio di fare una scelta di vita.
Se piacciono gli uomini piacciono gli uomini, consigliere Tripodi, se piacciono
le donne piacciono le donne ma non possiamo stare lì a dire una cosa e poi a
farne un’altra perché questo significa svilire le istituzioni.
E le
istituzioni non possono essere svilite così perché nella vita una delle cose
che dobbiamo continuare a rafforzare e a sostenere… io l’ho fatto nei confronti
anche degli amministratori additando perché, se mi fossi trovato in una
situazione di contraddittorietà, al presidente Letta sicuramente non avrei dato
la chance di mandarmi a casa con una semplice pacchetta sulla spalla.
Bisogna
avere il coraggio delle proprie idee, delle proprie azioni, di manifestare in
maniera forte lineare e coerente la posizione che si assume.
Allora
Concordia sì o Concordia no, non lo so, ma noi abbiamo detto “va bene anche la
Concordia” questo significa che anche le posizioni si sono ammorbidite e per
noi è un vantaggio ed un piacere recepire che le posizioni si sono ammorbidite
e che forse tutti dovremmo essere più ragionevoli e riflessivi.
Qui non
c’è né un consigliere regionale di Forza Italia, né un consigliere regionale
del Nuovo centro destra, né un consigliere regionale del centro-sinistra che
più di me è in grado di difendere Gioia Tauro e la Calabria. Questo ve lo
garantisco in maniera netta. Ci sono posizioni differenti sul modo di difendere
un territorio.
Allora
oggi apprendiamo con piacere che anche chi era più scettico si è posto in una
situazione di baratto. Io continuo a sostenere che ben venga la Concordia, la
Zes, l’idea di Chizzoniti o di Vilasi se ne hanno una. L’importante è che,
però, tutti ragioniamo e riflettiamo per portare insieme un vantaggio al
territorio perché è vero che la Calabria delle sue divisioni fa nutrire i suoi
avversari.
Questo è
il vero limite: non avere una strategia comune e condivisa può diventare un
punto di debolezza. Il vero limite della politica e del mondo sindacale. Io che
ormai faccio questo mestiere da tanti anni ricordo che quando un po’ più
ragazzino andavo a Roma e qui nelle assemblee sindacali sentivo i politici e i
sindacati che lanciavano gli attacchi più pesanti contro le classi politiche e
di governo, che facevano le accuse più feroci. Poi andavano a Roma e cambiavano
completamente posizione perché, magari, venivano chiamati dai loro capi di
partito e chiamati e richiamati dai loro leader sindacali.
Allora
ciò di cui ha bisogno la Calabria è di una classe dirigente che sappia
assumersi le proprie responsabilità e che sappia anche rischiare.
Anche noi
oggi avremmo potuto dire “no, caro Enrico Letta, qui non si può fare nulla, noi
siamo contrari, attenzione a cosa fate in Calabria”. Invece abbiamo detto “può
essere una chance, ci date la certezza che non accadrà nulla o, meglio,
che i parametri di sicurezza sono quelli previsti dai Regolamenti
internazionali? Ci hanno detto sì. Voi siete convinti che lì non accadrà nulla
neanche se cade perché si parla di armi? Ci è stato spiegato che non ci sono le
armi, per diventare armi devono essere composte queste benedette sostanze. Ma
se tu non le componi per fare un’arma, armi non sono.
Quindi
tutto questo allarme, perché ormai è diventato tutto un allarme, da una parte
c’è un problema, il problema della spazzatura. Vanno 5 grillini ed uno dice
“no, ma io non mi posso far superare dal grillino perché i grillini poi
prendono i voti, allora la sparo più grossa del grillino”. Poi arriva il
sindaco e dice “no, io sono il sindaco”. Poi arriva il Presidente e dice “sono
il Presidente della Regione”. Ma così non faremo nulla.
Non
faremo nulla a Bisignano, non faremo nulla a Pianolago ecc., però intanto
qualcuno finge di non sapere che fino ad oggi la Calabria, spazzatura è quella
che va da Catanzaro a Reggio Calabria e che ancora un po’ di spazzatura forse
la provincia di Cosenza dovrebbe cominciare a prendersi la sua di spazzatura.
E’ facile
dire agli altri “prendetevi la spazzatura”. Ma se gli altri non sono più in
condizioni di prendersi la spazzatura forse è bene che anche una provincia che
non ha mai avuto impianti incominci a farsi carico di qualche impianto. Non
della spazzatura di altre province perché qui nessuno a detto che a Reggio
Calabria non c’è la protesta né al comune né in piazza né a Sambatello ma c’è
scritto Sambatello e nessuno protesta.
Però in
altri posti ci sono i grandi movimenti di piazza, di fermenti. Per carità, noi
cercheremo di stemperare attraverso le soluzioni migliori e possibili perché
nessuno può pensare che domani in un bando blindato e fatto in maniera diversa
da come era stato fatto qualcuno possa dire “ha vinto Giordano, lo avete
favorito” e poi scopriamo che gli amici di Giordano, soci, sono mafiosi e
quindi noi abbiamo favorito Giordano per favorire i mafiosi.
Noi
questo non lo possiamo consentire più a nessuno in Calabria ed ecco perché
abbiamo messo – guardandoci bene – l’idea di mettere un luogo pubblico che è di
nostra pertinenza e di nostra appartenenza.
Poi
sappiamo molto bene che probabilmente gli imprenditori non si gioveranno di
quel sito ma noi non potevamo, sapendo di avere un nostro sito, escluderlo a
priori. Poi si possono trovare le soluzioni, si possono sperimentare e
praticare ma noi non potevamo metterci le difficoltà.
Quindi il
tema dei rifiuti – sto divagando Presidente – non è diverso da quello di Gioia
Tauro. Ancora qui non ci si è resi conto di una cosa e questo lo dicono i
Ministri di un po’ di Governi degli ultimi anni.
Noi siamo
un Paese che è rimasto fermo agli anni ’70, siamo un Paese vecchio ed arretrato
dove per costruire una Tav devono andare i militari a fare la guerriglia con i
No-Tav. Per costruire un’arteria, una strada ferrata, un impianto per i rifiuti
dobbiamo portare i militari sul posto con i gruppi antisommossa.
Ma come
fa a crescere un Paese se non c’è la capacità di dire “almeno quello che
mangiamo, la spazzatura che produciamo noi è giusto che ce lo teniamo perché
altrimenti, come ha detto bene l’assessore Pugliano, tra 5 mesi ce l’avremo
sotto casa” e sfideremo chiunque ad andare avanti perché non possiamo pensare
che 2 milioni di calabresi avranno la spazzatura dentro casa perché qualcuno ha
detto che non è possibile fare un trasbordino di ecoballe da un camion
all’altro per portarle sulle navi.
Non è
possibile, la Calabria deve andare avanti e deve crescere e la classe dirigente
– noi – che ci stiamo assumendo responsabilità che mai nessuno si è assunto
perché se ci fossero stati altri avrebbero detto “ma sì, tanto poi ce ne
andiamo e arriverà qualcun altro”.
Noi
purtroppo siamo nella situazione in cui o le affrontiamo o prendiamo addosso
queste cose perché le paghiamo. Non c’è più la stagione dei rinvii o la
stagione del “si può dilazionare”. Ormai qualsiasi cosa ricade sulle nostre
responsabilità e comunque facciamo sbagliamo, però noi non possiamo pensare di
non fare. Abbiamo l’obbligo di fare perché è vero che molti non ce lo riconosceranno,
è vero che nessuno ci dirà che siamo stati bravi ma poi nel tempo qualcuno
comincerà ad accorgersi che la Calabria se cambia è perché sono cambiati questi
meccanismi.
Allora il
tema di Gioia Tauro diventa centrale perché se non ci sono elementi di
pericolosità, se anche la brochure che avete letto sui giornali e che è
stata anticipata dai giornali dimostra che se c’è un problema basta
sciacquarsi, Che non ci sono grandi criticità a meno che non accada qualcosa di
catastrofico, cioè che arrivi un attacco, non so se questo può portare a dei
danni, aereo con dei missili che arrivano, non so. Però io penso che poiché ci
sono state riunioni a livello internazionale tra il Ministero della difesa, il
Ministero dell’interno e tutti gli enti di competenza in termini di sicurezza
del mondo, penso che queste cose siano state anche eventualmente previste per
non mettere a repentaglio un territorio.
Non so se
questo provocherebbe dei problemi ma intanto ci viene detto e scritto che nella
peggiore delle ipotesi bisogna sciacquarsi, ripulire. Francamente domando –
cosa che non sapevo e che ho appreso in queste settimane – ma chi si è mai
chiesto cosa ci sia nella famosa area rossa di Gioia Tauro? Ho scoperto che al
porto c’è una famosa area rossa; quali sono i rifiuti pericolosi che vengono
posti in quest’area rossa?
Qualcuno
si è mai domandato se questi rifiuti nell’area rossa vengono lasciati, per
quanto tempo, quali rischi possiamo avere, quali sono le situazioni di
difficoltà che si possono creare? Nessuno ha mai parlato. Informatevi bene,
perché esiste un’area rossa dove c’è tanto del materiale che vi viene posto e
viene poi trasferito su navi altrove.
Credo,
francamente, con tutte le dovute garanzie e certezze, che forse dovremmo
evitare a volte di metterci sempre uno contro l’altro in termini di criticità e
di contestazioni.
Penso che
sia stata molto utile per noi la protesta dei cittadini e dei sindaci e il mio
appello al presidente Letta penso sia stato utilissimo.
Pensate:
se Letta ci avesse chiamato e ci fossimo seduti tutti intorno ad un tavolo e ci
avesse detto una cosa normale “guardate non vi preoccupate” e noi avremmo
risposto “sì, va bene, procedi”, ci saremmo trovati di fronte ad un caso in cui
non potevamo chiedere nulla al Governo in termine di attenzione su Gioia Tauro.
Invece la
protesta, le richieste, l’alzare la voce ci ha portato ad un tavolo dove
possiamo rivendicare l’idea di un tavolo nuovo su Gioia Tauro, di prospettiva,
di progettualità, di sviluppo, di futuro.
Questo è
stato il fatto; certo ma una volta che abbiamo ottenuto tutto questo, tutte le
lamentele andavano fatte davanti a Letta. Se davanti a lui non ci sono state
lamentele forti e tali da poter motivare un “no”, andiamo avanti. Cerchiamo,
adesso, di costruire sul territorio quelli che sono i vantaggi più utili.
Ringrazio
il mondo sindacale che da subito si è schierato sulla Zes, ringrazio tutti quei
colleghi che sono sicuramente di Forza Italia come del centro-sinistra che
hanno detto che la prima vera grande priorità diventa la Zes.
Poi
ripeto, la nave è una cosa importante, probabilmente successiva e bisognerà
capire se queste cose vanno anche studiate per capire. Prima di fare una
proposta come la Zes mi sono confrontato con una Aula intera e mi sono trovato
di fronte anche a chi non aveva conoscenza di cosa fosse la Zes, non qua, ma
fuori da qua.
Però io
non so se la Concordia adesso possa arrivare o meno, non mi importa ma sposo
l’idea che noi dobbiamo accendere i riflettori su Gioia Tauro. Va benissimo
tutto ciò che ci unisce nell’idea di trasmettere un messaggio al Governo che
questa vicenda può ormai andare avanti perché non ci siamo opposti laddove era
necessario opporsi di fronte al Governo con coraggio, con numeri, con cifre,
con elementi seri di valutazione, con rischi che potevamo e dovevamo porre in
maniera coerente.
Una volta
che questo è, prendiamo atto, stringiamoci; il Consiglio regionale ha le sue
competenze così come la Giunta regionale, motiviamolo e incominciamo ad andare
avanti, a rivendicare il tavolo e l’attenzione su Gioia Tauro perché queste
sono le partite che secondo me noi dobbiamo mettere in risalto per cambiare i
destini delle nostre comunità.
Credo che
questa sia la principale azione che tutti quanti noi dobbiamo sviluppare e
sostenere perché questo significherebbe, certamente, che abbiamo una visione
che guarda, comunque, al futuro.
Poi
possiamo anche non condividere o dividerci su alcune cose ma le priorità
dobbiamo individuarle e farle diventare l’oggetto di scontro con chiunque.
Una
classe dirigente che sa trovare la sintesi e che riesce a porsi di fronte ad un
Governo nazionale in un ruolo di forza diventa una forza. L’ho detto l’altra
volta: noi abbiamo portato a casa, al di là di tutto, un risultato sul tema del
precariato – e l’abbiamo fatto nei giorni scorsi con l’assessore Salerno in
quella convention con oltre 3 mila lavoratori ; abbiamo spiegato che la
forza anche della manifestazione dei sindaci, dei lavoratori mi è servita e ci
è servita a dire a Patroni Griffi e ai ministri presenti al tavolo che la
Calabria chiede rispetto.
Ho
scoperto a quel tavolo con l’assessore Salerno che vi è storicamente una somma
di 100 milioni di euro che veniva versata alle Regioni Campania e Sicilia per i
loro precari che erano risorse che noi sotto questo punto di vista abbiamo
avuto solo in minima parte. Ecco perché è servito arrivare al tavolo e dire che
ci servono le risorse per fare una serie di operazioni di stabilizzazione.
Bene,
allora, tutto ciò che può servirci a far gioco di squadra. Bello ed ottimo il
lavoro dei sindacati, eccellente il lavoro degli amministratori locali e dei
sindaci, ottima la presenza di piazza dei lavoratori che spingono per cercare
di strappare qualcosa in più e di importante. Noi poi portiamo i risultati,
mettiamo un altro tassello alla costruzione di una Calabria diversa. Ci vuole
ancora tantissimo ma ci vuole anche l’idea del gioco di squadra che può
appartenere al centro-destra che governa come al centro-sinistra che non
governa.
L’importante
è questo, lo ripeto! Rispetto molto la posizione di tutti i colleghi del
centro-sinistra, qualcuno ha fatto qualche fuga in avanti dicendo “ma
Scopelliti sapeva, non sapeva…”. Ebbene, se mi permettete, io pure potrei dire
“come mai non è stato riferito al Pd calabrese che c’era questa operazione?” ma
a che servirebbe dire queste cose? Non servirebbe a niente e a nessuno, è molto
più utile, invece, ribadire che il deliberato di questo Consiglio regionale è
un deliberato che fa fede e che proietta la Calabria in un confronto col
Governo in un momento in cui noi possiamo mostrare la forza. Certo non sarà
facile perché non compete al Governo nazionale sviluppare le azioni e le
adesioni, e l’autorizzazione alla Zes.
Ma
pensate cosa significherà domani avere un Governo nazionale che nei suoi punti
programmatici, nel confronto con la Unione europea dirà nel semestre di Governo
italiano che uno dei punti fermi nell’azione dell’Agenda del Governo nazionale
si chiama la zona economica speciale di Gioia Tauro.
Questo è
l’obiettivo a cui noi tutti dobbiamo arrivare, dobbiamo tendere perché questo
significa passare alla storia come una Regione granitica e forte in un momento
così difficile che nella sua classe dirigente ha condiviso e sposato un
obiettivo ed è riuscito ad imporlo al Governo che l’ha fatto proprio nei
confronti delle Istituzioni europee.
Questa è
la partita che ci giochiamo. Non sono i 5-10 milioni di euro che forse ci
dilazionano di un anno il mantenimento dei Teus per il 2014; quel territorio è
stato violato perché forse qualcuno di voi lo ha dimenticato, ma quel
territorio 30-40 anni fa è stato spogliato della sua grande ricchezza, dai
tanti agrumeti e dagli oliveti che oggi sono parte integrante dei processi in
tutto il mondo, laddove tutti dalla Coca-Cola alla Fanta ecc., sono interessati;
i mercati mondiali di quegli agrumi, di quelle piantagioni, di quella risorsa…
ci hanno tolto per 40 anni quel futuro. Vogliamo chiedere che ci riscattino 40
anni di difficoltà e di arretratezza oppure chiediamo solo di fare un passetto
in avanti? Possiamo cambiare il destino non solo della Piana di Gioia Tauro ma
della Calabria intera perché significherebbe ricchezza, prospettiva,
significherebbe creare una condizione di sviluppo che avrebbe un peso e che
farebbe diventare la nostra terra finalmente baricentrica da tutti i punti di
vista.
Penso,
Presidente, che questa sia la nostra ambizione e che su questo terreno una
volta avute le conferme di tutti i sopralluoghi fatti, avuta la certezza che
nulla potrà accadere e che tutto si svolgerà nella massima sicurezza e garanzia
per i cittadini, noi con forza dovremo rivendicare il ruolo di Gioia Tauro.
Gioia
Tauro deve diventare il più grande porto che c’è in Europa, il più grande porto
che riesce a sviluppare all’interno del suo retroporto, nelle fasi, nelle
realtà antistanti al porto un grande mercato e una grande prospettiva.
Impiantare decine e centinaia di imprese che possono dare non solo lustro alla
nostra terra ma anche sviluppo occupazione e ricchezza per le nostre comunità.
Grazie,
Presidente.
Consigliere
Giordano, questa è una informativa del Presidente che è stata concertata al
tavolo con i capigruppo e il Regolamento nulla prescrive rispetto all’avvio di
un dibattito.
Prego,
collega Giordano.
Presidente, le chiedo di consentire in maniera ordinata
la possibilità di intervenire per coloro i
quali volessero farlo.
Consigliere
Giordano, mi ascolti ma questo per un fatto di disciplina, pregherei voi e
tutti i gruppi consiliari quando si concerta un ordine del giorno che questo
venga formulato rispetto anche agli obiettivi.
Siccome voglio
essere il garante della massima Assise assembleare, così come è concepita
l’informativa è informativa. Se però si decide – qui l’Aula è sovrana – di
aprire un dibattito lo si deve disciplinare, contingentare e regolamentare.
Prego, collega.
Presidente, le chiedo di consentire il dibattito e
chiederei pure al presidente Scopelliti, così come
abbiamo ascoltato per mezz’ora la sua informativa, di rimanere in Aula.
Prego, consigliere Pacenza.
Presidente, lei ha ragione. L’ordine del giorno è stato
formulato in maniera corretta come informativa per cui la discussione e la
seduta si dovrebbe concludere con quanto ci ha detto il Presidente, con la sua informativa.
Noi però non
vogliamo che ci si accusi di voler soffocare il dibattito. Se il collega ha
necessità di iniziare un dibattito siamo qui, pronti eventualmente ad
intervenire uno per gruppo.
Guardate si dà
una informazione distorta all’esterno.
Il
problema è lì, è della Conferenza dei
capigruppo.
Il
problema è lì. Perché dopo l’informativa del Presidente
io non sono autorizzato ad aprire il dibattito ma poiché l’Aula è sovrana se
decidete di regolamentare io posso recepire l’istanza dell’Aula.
Presidente, anche se vedo che i colleghi non sono
interessati ne prendiamo atto.
Una
sua richiesta di intervento? Prego, intervenga.
Il presidente Scopelliti è andato via, comunque…
Noi
abbiamo avuto la pazienza di ascoltare una filippica che è durata 40 minuti e
avremmo meritato altrettanto rispetto nel poter confrontarci su un tema che è
enorme, rispetto ai riflessi che la materia e che il tema avrà nel presente e
nel prossimo futuro.
Ci
sono stati momenti di tensione sul territorio, c’è stata anche la netta presa
di posizione del territorio e delle amministrazioni locali che hanno detto un
forte “no” affinché queste operazioni si verificassero a Gioia Tauro.
Voglio
porre all’Aula, a chi ha ancora voglia di prestare un po’ di attenzione e a chi
può avere a cuore le sorti di questa amarissima terra, una domanda: perché Gioia Tauro? Perché queste operazioni sono state
fatte e decise passando sopra le volontà delle classi dirigenti di questo
territorio e di questa Regione? perché il Governo
nazionale ha voluto imporre una scelta ed una decisione passando sopra le teste
di questo territorio? Quali sono, soprattutto, le condizioni di sicurezza? Il presidente Scopelliti non ci ha fornito nessuna notizia che possa
tranquillizzare le comunità locali o che possa tranquillizzarci.
Rispetto
alla questione sicurezza del porto bisognerebbe confutare quello che è stato
detto dal Procuratore generale della Corte di Cassazione nell’apertura
dell’anno giudiziario rispetto alla sicurezza del porto.
Ma
io la domanda, l’interrogativo che mi pongo è quale sia la motivazione di
realizzare queste operazioni all’interno di un mare chiuso come il Mediterraneo. Si è chiesto alla Regione
Calabria come verranno smaltite queste sostanze chimiche? Stiamo parlando di
gas nervini, dell’iprite, del gas sarin. Con quale sistema? L’Opac non ha
fugato i dubbi che pervengono anche dalla comunità scientifica. Dove, in
qualche angolo del mar Mediterraneo verranno organizzate le operazioni che
probabilmente saranno di idrolisi e quindi saranno smaltite nelle acque del mar
Mediterraneo? Io mi preoccupo con la stessa intensità con la quale le comunità
locali si sono preoccupate di alzare l’allarme in un territorio che è
martoriato.
Anche le
dichiarazioni coraggiose del Procuratore De Raho meriterebbero più attenzione
perché, finalmente, si andrà ad indagare e a scoprire quello che potrebbe
riservarci nel prossimo futuro. Scoprire, cioè, che la “terra dei fuochi” è
anche in Calabria nella Piana di Gioia Tauro; l’enorme rischio che la Piana di
Gioia Tauro è ancora una volta chiamata a correre nel momento in cui un
territorio viene falcidiato da patologie tumorali, da un inquinamento che non
lascia scampo.
Allora su queste
cose l’informativa di oggi non ha dato una risposta, le risposte non sono del
Governo nazionale. Il Governo nazionale che si è preoccupato di mettere, di
derogare senza nessun atto formale anche una stessa legge dello Stato, la “185”
che espressamente fa divieto di questa operazione.
Credo, allora,
che prima di lanciare accuse a destra e a manca rispetto a quello che doveva
essere Gioia Tauro e che non è stato… ed io vorrei ricordare che esattamente
tre anni fa ci siamo trovati in quest’Aula a fare un dibattito, ad assumere
decisioni rispetto alla vicenda del porto di Gioia Tauro quando c’era una crisi
che aveva lanciato anche il timore di una irreversibilità del declino del
porto. Di quelle decisioni assunte in quest’Aula, nessuna misura, nessuna
azione la Giunta regionale – mi dispiace dirlo – ha portato a compimento in tre
anni.
Altro che Zona
economica speciale. Dovreste far valere il peso politico tanto la Giunta
regionale, quanto anche i rappresentanti, i colleghi del centro-sinistra che
sono qui e che hanno la più alta rappresentanza nella Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
Stiamo parlando
di un qualcosa, uno specchietto per le allodole che dovrebbe distogliere
dall’attenzione di un problema più ampio.
Si faccia la
battaglia per la Zes, si deve fare, dovrebbe essere in capo al primo punto
dell’Agenda politica di questa Regione in questo scorcio di legislatura. Si
faccia, si mantengano gli impegni per Gioia Tauro, l’impegno dell’Apq che è ferma
al palo, i bandi che sono fermi con 750 milioni di euro che potrebbero lanciare
questo porto, si facciano le politiche per il territorio.
Invece tutto ciò
è fermo. Dell’interporto il presidente Scopelliti omette di parlare perché,
evidentemente, non c’è l’intenzione di creare questa struttura che potrebbe
essere già da sé l’elemento di decollo del porto.
Il presidente
Scopelliti non ha detto a quest’Aula – altro che Zes – rispetto al piano della
logistica nazionale perché il porto di Gioia Tauro è stato escluso dal Governo
nazionale nell’assenza e nel totale silenzio della Regione.
Su queste cose la
volontà di confrontarsi non c’è. Io non sono per la protesta per partito preso
e responsabilmente mi sono recato ad ascoltare le istanze del territorio e delle
comunità locali ma purtroppo constato con amarezza che su Gioia Tauro si
continuano a fare una serie di proclami e di spot e non si vede nemmeno un
briciolo delle responsabili azioni che dovrebbero essere compiute.
Il richiamo a
volare alto, sì che si inizi a volare alto su Gioia Tauro.
L’altra questione
che volevo sottolineare e offrire anche a chi ha ancora a cuore il territorio
riguarda la legge sui porti che potrebbe cancellare l’Autorità portuale di
Gioia Tauro. Altro che centralità! Altro che volano di sviluppo!
Si è chiesto il
presidente Scopelliti come intende agire rispetto al Governo e al ministro
Lupi, per evitare l’eventuale nefasta decisione che Gioia Tauro venga accorpata
ad una Autorità portuale della Campania, completando quel nefasto percorso che
vedeva anche per decisione della Unione europea traguardare Gioia Tauro come
una succursale di altri porti in un altro sistema che non era quello della
centralità di Gioia Tauro rispetto al bacino del Mediterraneo?
Allora su queste
questioni bisognerebbe agire con responsabilità, con puntualità e
quotidianamente.
Il resto diventa
spot e aria fritta.
Mi auguro, visto
che altre Regioni hanno detto no e lo hanno fatto portando argomenti – voglio
ricordare l’atteggiamento della Regione Sardegna e della Regione Puglia –
confrontandosi e non evocando solo l’attenzione. L’attenzione ci vuole sempre,
dovrebbe esserci sempre a prescindere da queste cose.
Concludo con
amarezza e con l’auspicio che quest’Aula recuperi anche un sussulto d’orgoglio
rispetto ad alcuni temi del territorio perché quello che è accaduto oggi,
guardate, è intollerabile. Ci sono rimasti tre assessori regionali; che il
presidente Scopelliti abbia questo comportamento che vada via e non abbia
nemmeno la decenza di ascoltare le tesi che non sono le mie ma sono della
comunità scientifica e del sindacato. Atro che Costa Concordia, questo lo
voglio dire pure.
Costa Concordia
sapete cosa significherebbe? Significherebbe affossare il porto di Gioia Tauro.
Su queste cose volevamo confrontarci oggi, volevamo portare la nostra voce che
è la voce del territorio, della comunità scientifica, dei sindaci, dei
sindacati, di tutti. Tutti quelli che hanno a cuore la Calabria e le sorti del
porto e le sorti che non sono solo legate alla Calabria ma all’intero sistema
del Mediterraneo. Grazie.
Prego,
consigliere Pacenza.
Presidente, il
mio intervento, poc’anzi, era finalizzato
soltanto ad un chiarimento
rispetto alle procedure che obiettivamente non sono del tutto lineari. Ma
tant’è che, proprio per non
voler far sembrare di essere contrari ad un dibattito su di un argomento che ci
ha visti protagonisti come esponenti di Forza Italia ma anche dal punto di
vista istituzionale, voglio
ricordare - come fatto poc’anzi da un collega – che le Commissioni
terza e quarta, sanità e ambiente, in seduta congiunta hanno raccolto
una serie di preoccupazioni rispetto alla vicenda di cui oggi stiamo parlando.
L’intervento del
presidente Scopelliti obiettivamente ha fornito una serie di dettagli
importanti che probabilmente i meno attenti o – se mi posso permettere – i più
superficiali probabilmente non conoscevano.
Sono state
fornite una serie di rassicurazioni che, conoscendo l’onestà
intellettuale del presidente Scopelliti, non penso siano
raccomandazioni di parte ma sono raccomandazioni – per quanto mi è
stato possibile comprendere –, suffragate da una serie di
dati scientifici che il presidente Scopelliti ha raccolto e che ci ha portato
in Aula.
Va da sé che la
posizione del partito che in questo momento mi onoro di rappresentare non è
stata e non è una posizione preconcetta, ma era ed è una posizione
che esprimeva la preoccupazione raccolta non solo nei territori insiti nel
porto di Gioia Tauro ma che riguardava e riguarda tutto il territorio
regionale.
Scaccerei, quindi, con molta umiltà
la visione secondo la quale si è voluto strumentalizzare un problema che ci
vedeva e che ci vede preoccupati.
Abbiamo raccolto
nella Commissione congiunta, ma anche in altre occasioni, una serie di
dati molto importanti riguardo all’inquinamento ambientale e alle connessioni
che esso ha con le
patologie neoplastiche. Eravamo in argomento e proprio in quella occasione
anche con il collega Giordano avevamo predisposto un ordine del
giorno da sottoporre al Consiglio riguardante le armi chimiche che dovevano e
devono essere trasbordate nel porto di Gioia Tauro.
In quella
occasione abbiamo deciso, alla unanimità, di sottoporre al
Presidente del Consiglio la necessità di avere una informativa ed eventualmente,
poi, come stiamo facendo un dibattito.
Sinteticamente:
dove vogliamo andare a parare? Va bene tutto quello che ci ha detto il
presidente Scopelliti ma la preoccupazione, permettetemi, resta. Non è una
preoccupazione singola o di parte ma, ripeto, è una preoccupazione collettiva
che noi dobbiamo, con i fatti, diradare negli
abitanti di Gioia Tauro e di tutta la nostra Regione.
Allora nel
momento in cui arriveremo al dunque, ritengo sia opportuno – questo come
proposta che formulo estemporaneamente – che il
presidente Scopelliti possa riferire al Consiglio tutto le operazioni in
maniera specifica, così come avverranno in modo tale che nella vicinanza dell’evento avremo la sicurezza che il tutto
avverrà secondo quanto ci è stato detto oggi.
Ripeto che sono
stati descritti una serie di passaggi.
A Gioia Tauro
avverrà il trasbordo. L’eventuale idrolisi, che è un processo chimico
piuttosto particolare, dovrebbe
avvenire lontano dalle coste calabresi, ma va da sé che questo tipo
di passaggio potrebbe comportare dei problemi piuttosto consistenti.
Come precisazione, dico
che non c’è volontà di
essere strumentalmente contro. Strumentalmente contro, noi di Forza
Italia non lo siamo e non lo saremo mai. Abbiamo soltanto ragionato con
la testa, non solo dei cittadini, ma con la nostra
testa di soggetti non solo politici ma di padri di famiglia che ci fa fare questo
ragionamento: attenzione perché l’impatto potrebbe essere quello giusto ma i
dati potrebbero tradire questa impostazione.
Penso che sia
opportuno, allora, che il presidente Scopelliti continui a seguire con
attenzione tutto quello che avverrà e che venga a riferire in Aula a ridosso
delle operazioni che si svolgeranno – non so quando – fra 20 giorni o
un mese. E noi, da politici, potremo
responsabilmente star dietro ad un avvenimento che obiettivamente è inedito per
una Regione in difficoltà come la nostra.
Poi, per quanto
riguarda gli altri aspetti della Zes e della “Concordia”, credo che la
questione sia da affidare
ad un dibattito che in questo momento potrebbe anche non appartenerci. Grazie.
E’ esaurito il
secondo punto che riguardava l’informativa del presidente Scopelliti in merito
all’argomento del trasbordo delle armi chimiche al porto di Gioia Tauro.
A margine dei
lavori, ci sono degli
ordini del giorno per i quali è stato chiesto ed approvato l’inserimento.
Si passa al primo
ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo, Bruni, Scalzo, Nucera,
Serra, Parente, Guccione, Adamo, De Masi, Talarico, Caputo, Magno, Orsomarso,
Bulzomì, Ciconte “Sul rientro dei due Marò in Italia” di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale della Calabria,
ribadita la
vicinanza dell'intera Comunità calabrese ai fucilieri del Reggimento San Marco
della Marina Militare, il capo di prima classe Massimiliano Latorre, e il
secondo capo Salvatore Girone, da due anni soggetti alla giustizia in India,
prima nello Stato del Kerala ed ora davanti alla Corte Suprema federale, per
eventi accaduti il 15 febbraio 2012, senza che da allora, per quasi due anni,
nessun tribunale indiano abbia completato le indagini sul caso e individuato
formalmente i capi di imputazione contro i due marò italiani;
espresse
solidarietà e affetto fraterno ai familiari e profonda indignazione per
l'interminabile sequela di rinvii che sta caratterizzando l'iter giudiziario, nell'indifferenza
delle autorità indiane;
denunciato
l'ingiustificato, allarmante e inaccettabile sovrapporsi di notizie da fonti
disparate in India, che fanno intravedere la possibilità che i militari
italiani siano sottoposti a un processo che prevede la pena di morte, per atti
di "pirateria e terrorismo";
rilevato che un
Paese amico dell'Italia e di grandi tradizioni civili e giuridiche, come
l'India mantiene nel proprio ordinamento la pena di morte;
non applica con
chiarezza, nel caso in specie, la presunzione di innocenza, principio
fondamentale del diritto e della dignità umana;
dà corso ad una
sequenza di ritardi e rimandi, che si traducono in una forma di denegata
giustizia;
continua, per gli
innumerevoli rinvii e l'interminabile protrarsi degli accertamenti, ad esporre
i nostri marò da un'opinione pubblica locale aprioristicamente colpevolista;
preso atto dello
sviluppo giudiziario di questa vicenda, tali da essere ormai diventati un caso,
segnalando all'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite le
contraddizioni del comportamento delle autorità indiane;
ricordato che,
secondo quanto riferiscono i media in India, la Corte suprema indiana -
esaminando il ricorso dell'Italia sui ritardi del processo e contro
l'applicabilità della legge antipirateria che prevede la pena di morte - ha
chiesto al Governo di Nuova Delhi di risolvere entro il prossimo mese di
febbraio lo stallo che sta ritardando il processo ai marò;
manifestata la
preoccupazione e soprattutto l'indignazione dei cittadini, che da due anni
attendono di conoscere fatti e circostanze dei presunti delitti imputati ai due
connazionali;
considerato che
altri Consigli regionali e le assemblee di centinaia di enti locali e lo stesso
Parlamento hanno espresso analoghi sentimenti;
aderisce
simbolicamente all'appello ed alla campagna di mobilitazione promossi dal
quotidiano “Il Tempo”;
invita il Governo
nazionale ad attivarsi ad ogni livello internazionale e presso tutti i canali
diplomatici, perché le Autorità indiane facciano immediata chiarezza sul caso e
ai due marò venga restituita quanto prima la dignità umana e la libertà
personale;
fa voti affinché
il medesimo Governo faccia pervenire al primo ministro indiano Manmohan Sing,
attraverso l'ambasciatore della Repubblica dell'India in Italia, una nota
ufficiale con la quale si motiva la mancata partecipazione, quale
manifestazione dei sentimenti di indignazione e sofferenza degli italiani per
il protrarsi senza fine di una situazione incomprensibile.”.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa
all’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo e Bruni “Sul
tariffario dei servizi erogati dalle strutture socio-sanitarie e riabilitative”
di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
in Calabria nel
settore privato operano decine di strutture sociosanitarie e riabilitative
convenzionate con il sistema sanitario pubblico;
dette strutture
garantiscono servizi primari, in particolare per migliaia di anziani,
garantendo al contempo migliaia di posti di lavoro;
nei giorni scorsi
le associazioni di categoria del comparto hanno fortemente contestato le
procedure ed i criteri sottesi alla formulazione delle tariffe che i
subcommissari per il piano di rientro si appresterebbero a proporre, per la
loro approvazione, definitiva al commissario;
le proteste
trovano fondamento
nell'avere i subcommissari ignorato le intese siglate in precedenza ed in
pronunciamenti già resi nel recente passato dalla magistratura amministrativa,
di senso contrario alle iniziative intraprese dai subcommissari medesimi;
l'approvazione
delle tariffe per come proposte, in dissenso rispetto alle ragioni esposte ed
argomentate dalle associazioni di categoria, rischierebbe secondo le stesse di
paralizzare il settore, portando al blocco dei servizi sul territorio regionale
per circa 6.000 tra anziani e disabili e, si ha timore di ritenere, al
possibile licenziamento di circa 5.000 lavoratori;
l'ipotesi
prospettata, per come di tutta evidenza, aprirebbe un nuovo pericoloso vulnus
non solo sotto il profilo della qualità dell'offerta sanitaria, ma anche sotto
quello prettamente economico ed occupazionale, entrambi insostenibili per una
regione già provata dal pur necessario processo di riorganizzazione sanitaria,
oltre che dalla piaga della disoccupazione;
Impegna
il Presidente della
Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, nella sua veste di commissario ad acta
del piano di rientro, a verificare la fondatezza di segnalazioni che appaiono
legittime e, nel caso, ad assumere tutte le iniziative opportune a tutelare il
livello e la qualità dei servizi sanitari e migliaia di posti di lavoro”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Terzo ed ultimo, l’ordine del giorno
di iniziativa del consigliere Gallo “Sulle iniziative da assumere dopo la
barbara uccisione a Cassano Ionio del piccolo Nicola Campolongo” che è stato
già illustrato e di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
nella mattinata
di domenica 19 gennaio 2014, nelle campagne di Cassano Ionio, veniva ritrovata
un'auto completamente carbonizzata, con all'interno i corpi, essi pure
interamente divorati dalle fiamme, di tre persone;
a seguito di più
approfondimenti accertamenti, si appurava che i corpi ridotti in cenere erano
quelli di un sorvegliato speciale, della sua compagna e del nipote del primo,
Nicola Campolongo, di tre anni appena;
alla luce dei
primi risultati dell'esame autoptico, emergeva che i tre erano stati
giustiziati con colpi di pistola alla testa, prima di essere dati alle fiamme;
di fronte
all'accaduto, dagli inquirenti ricondotto ad un regolamento di conti interno al
mondo della criminalità organizzata, forte e decisa è stata la reazione delle
istituzioni e della comunità calabrese, in particolare di quella calabrese;
a tal riguardo,
diverse sono state le iniziative assunte a seguito di una strage che ha
profondamente colpito la pubblica opinione locale e nazionale, per un'azione
delittuosa che ha dimostrato il più assoluto disprezzo della vita umana,
testimoniato dalla barbara uccisione anche di un fanciullo in tenera età;
tra le iniziative
anzidette spiccano la campagna di opinione promossa dal quotidiano calabrese
“Il Quotidiano”, che ha proposto di appendere una foto del piccolo Nicola in
ogni casa ed ufficio pubblico perché non vengano mai meno la memoria e lo
sdegno per un episodio truce;
rilevante e
significativa è stata anche la presa di posizione della Chiesa cassanese, che
col suo Pastore e segretario generale ad interim della Conferenza episcopale
italiana, monsignor Nunzio Galantino, ha promosso una fiaccolata - alla quale
hanno preso parte migliaia di persone - per dire no alla violenza e,
soprattutto, per richiamare la comunità e le istituzioni tutte alla necessità
di offrire risposte concrete sotto il profilo della promozione delle politiche
del lavoro e della giustizia, come sul fronte della tutela dei minori,
dell'assistenza alle famiglie e della lotta alla povertà;
da ultimo, in
coda all'Angelus di domenica 26 gennaio, anche Papa Francesco ha ricordato
l'accaduto, chiedendo ai carnefici del bimbo di pentirsi e convertirsi;
di fronte a tutto
ciò evidente è la necessità e l'opportunità di un segnale forte, simbolico ma
anche propedeutico all'avvio di un percorso che conduca all'individuazione ed
all'adozione di azioni e misure idonee sul versante delle politiche sociali ed
economiche,
Impegna
il governo
regionale e la Presidenza del consiglio regionale, ciascuno per quanto di
competenza, ad individuare le modalità di adesione della Regione Calabria e
delle sue articolazioni alla campagna promossa da “Il Quotidiano” e, al tempo
stesso e contestualmente, a voler procedere alla convocazione di una seduta del
Consiglio regionale, da aprire al contributo delle associazioni di volontariato
operanti nel settore delle politiche sociali e della tutela dei minori, della
Chiesa e di tutti gli enti interessati, per individuare le linee guida di una
programmazione regionale che valga a potenziare e qualificare le politiche
sociali in tema di tutela delle famiglie e dei minori.”
Pongo in
votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Non ci sono più punti
all’ordine del giorno, la seduta è tolta. Il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Grillo, Mirabelli, Principe, e i sottosegretari Dima e Sarra.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Ratifica dell’accordo tra la Regione Calabria e la Regione Campania per la
disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell’Istituto
zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno (Delibera G.R. n. 355 del
18.10.2013)” (P.L. n. 538/9^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Guagliardi, Imbalzano,
Giordano, Tripodi, Morrone, Crinò, Mirabelli, Magno, De Gaetano, Bruni,
Franchino, Naccari Carlizzi, Talarico D., Ciconte – “Integrazione alla legge
regionale 12 aprile 1990, n. 22 (Criteri per l’esercizio da parte dei comuni
della Calabria delle funzioni amministrative in materia di rivendite di
quotidiani e periodici)” (P.L. n. 533/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico D., Gallo, Chiappetta, Guccione, Bruni – “Modifica all’art. 3 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna - Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna)” (P.L. n. 534/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero –.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Modifica alla legge regionale 22 novembre 2010, n. 28” (P.L. n. 535/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Talarico D. – “Norme per la
tutela di specie di uccelli meritevoli di particolare protezione durante il
periodo della nidificazione” (P.L. n. 536/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Norme in
materia di sostegno regionale alle imprese di informazione” (P.L. n. 537/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Crinò – “Integrazione alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 28
(Norme per la ricollocazione dei lavoratori che usufruiscono degli
ammortizzatori sociali ordinari e straordinari ivi compresi i trattamenti in
deroga)” (P.L. n. 540/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Nucera – “Norme di
attuazione della legge 7 dicembre 2000, n. 383 “Disciplina delle associazioni
di promozione sociale” (P.L. n. 541/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza,
altresì, la seguente proposta di legge di iniziativa dei Consigli comunali
di San Pietro in Amantea, Longobardi,
Serra Aiello, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Lago:
“Modifiche alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11
<Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di bonifica>” (P.L. n. 539/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Reggio Calabria per l’anno finanziario 2013 (Deliberazione G.R. n. 481 del 16.12.2013)” (P.P.A. n. 269/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di
iniziativa dei consiglieri Magarò,
Minasi – “Proposta di legge al Parlamento –
Norme in materia di contrasto alle organizzazioni criminali” (P.P.A. n. 270/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla Commissione contro la ‘ndrangheta per il parere (art. 66, comma 2, Regolamento interno).
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale
ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 501 del 30 dicembre 2013, recante: “Approvazione
documento per la politica del paesaggio in Calabria”
in attuazione dell’articolo 8bis della legge urbanistica della Regione Calabria n. 19/2002 e
s.m. e i.”. (Parere n. 70)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
In data 18 dicembre 2013 il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 6 del 27 dicembre 2013 al Bur n. 24
del 16 dicembre 2013:
legge
regionale 18 dicembre 2013, n. 51, recante:
“Modifica alla legge regionale 16
maggio 2013, n. 24”;
legge
regionale 18 dicembre 2013, n. 52, recante:
“Modifica alla legge regionale 10
agosto 2011, n. 30 (Disposizioni transitorie in materia di assegnazioni di sedi
farmaceutiche)”;
legge regionale 18 dicembre 2013, n. 53, recante:
“Disciplina del Sistema regionale dell’Istruzione e formazione professionale”;
legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54, recante:
“Accelerazione della definizione di procedimenti agevolativi”;
legge regionale 18 dicembre 2013, n. 55, recante:
“Modifiche alla legge regionale 23 settembre 2013, n. 45 (Interventi per la
riscoperta della dieta mediterranea)”.
In data 30 dicembre 2013 il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 7 del 31 dicembre 2013 al Bur n. 24
del 16 dicembre 2013:
legge regionale 30 dicembre 2013, n. 56 recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2014)”;
legge
regionale 30 dicembre 2013, n. 57 recante: “Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2014 e
pluriennale 2014-2016 (Legge finanziaria)”;
legge regionale 30 dicembre 2013, n. 58 recante:
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno 2014 e bilancio pluriennale 2014-2016”.
In data
13 gennaio 2014 2013 il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 5 del 15 gennaio 2014 al Bur n.1
del 2 gennaio 2014:
legge
regionale 13 gennaio 2014, n. 1, recante: “Indirizzi volti a favorire il
superamento del precariato di cui al D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in legge
30 ottobre 2013, n. 125”;
legge
regionale 13 gennaio 2014, n. 2, recante: “Modifica dell’articolo 20 della legge
regionale 17 agosto 2005, n. 13”;
legge
regionale 13 gennaio 2014, n. 3, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 3 febbraio 2012, n. 3 (Misure in materia di ottimizzazione della
produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica
amministrazione regionale ed attuazione nell’ordinamento regionale delle
disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.
150)”;
legge
regionale 13 gennaio 2014, n. 4, recante: “Modifica articolo 30 della legge
regionale 21 agosto 2006, n. 7 e ss.mm. e ii. e art. 20 della legge regionale 5
ottobre 2007, n. 22 e ss.mm. e ii.”
L'interrogazione
a firma del consigliere Guccione, acquisita al protocollo al numero 55634 del
23 dicembre 2013 "Per sapere perché la pratica di autorizzazione agli
operatori dell'Ospedale di Cosenza all'espianto e al trapianto continua a
rimanere inevasa", presentata ai sensi del comma 1 dell'articolo 122 del
Regolamento interno del Consiglio regionale, è inammissibile in quanto non ha i
requisiti di cui al comma 1 del predetto articolo 122 R.I.C.. La stessa,
altresì, non ha i requisiti di cui al comma 1 dell'art. 121 del Regolamento
interno del Consiglio poiché non tratta di "fatti o questioni" che
investono la competenza della Giunta regionale.
L'interrogazione
a firma del consigliere Naccari Carlizzi, acquisita al protocollo n. 144 del 3
gennaio 2014, avente ad oggetto: "DPGR n. 151/13, osservazioni dei
Ministeri e tavolo verifica inadempienze", non è ammissibile in quanto non
ha i requisiti di cui al comma 1 dell'art. 121 del Regolamento interno del
Consiglio poiché non tratta di "fatti o questioni" che investono la
competenza della Giunta regionale.
L'interrogazione
a firma del consigliere Guccione, acquisita al protocollo n. 549 dell'8 gennaio
2014, avente ad oggetto: "Per l'attuazione del Piano di rientro
sanitario", non è ammissibile in quanto non ha i requisiti di cui al comma
1 dell'art. 121 del Regolamento interno del Consiglio poiché non tratta di
"fatti o questioni" che investono la competenza della Giunta
regionale.
L'interrogazione
a firma del consigliere Guccione, acquisita al protocollo n. 550 dell'8 gennaio
2014, avente ad oggetto: "Per sapere perché la pratica di autorizzazione
agli operatori dell'Ospedale di Cosenza all'espianto e al trapianto continua a
rimanere inevasa", non è ammissibile in quanto non ha i requisiti di cui
al comma 1 dell'art. 121 del Regolamento interno del Consiglio poiché non
tratta di "fatti o questioni" che investono la competenza della
Giunta regionale.
L'interrogazione
a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, Franchino,
acquisita al protocollo n. 844 del 9 gennaio 2014, avente ad oggetto:
"Carenza direttori UOC e inadempienze della programmazione
regionale", non è ammissibile in quanto non ha i requisiti di cui al comma
1 dell'art. 121 del Regolamento interno del Consiglio poiché non tratta di
"fatti o questioni" che investono la competenza della Giunta regionale.
L'interrogazione
a firma del consigliere Bulzomì, acquisita al protocollo n. 3633 del 24 gennaio
2014, avente ad oggetto: "ASP di Vibo Valentia - Delibera del Commissario
Straordinario n. 1833/C del 23.12.2013 ad oggetto: «Posizioni Organizzative
comparto sanità» e ss.mm.ii.", non è ammissibile in quanto non ha i
requisiti di cui al comma 1 dell'art. 121 del Regolamento interno del Consiglio
poiché non tratta di "fatti o questioni" che investono la competenza
della Giunta regionale.
Nel rispetto del criterio di proporzionalità alla luce
della nuova formazione dei gruppi consiliari, le Commissioni permanenti e
speciali sono così composte:
1^ Commissione – Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento
Bruni Ottavio U.D.C. - Unione di Centro
Caputo
Giuseppe Forza Italia
Chizzoniti
Aurelio Insieme
per la Calabria-Scopelliti
Presidente
De Gaetano Antonino Partito
Democratico
Grillo Alfonso Scopelliti Presidente
Minasi Clotilde Nuovo centro destra
Naccari Carlizzi Demetrio Partito Democratico
Nicolò Alessandro Forza Italia
Talarico Domenico Italia dei Valori
Tripodi Pasquale Misto
2^ Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero
Adamo
Nicola Partito
democratico
Imbalzano Candeloro Scopelliti Presidente
Maiolo Mario Partito Democratico
Magno Mario Forza Italia
Mirabelli
Rosario Nuovo Centro Destra
Morrone Giuseppe Forza Italia
Naccari Carlizzi Demetrio Partito Democratico
Nucera Giovanni Nuovo Centro Destra
Tripodi Pasquale Misto
3^ Commissione - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative
Albano Gabriella Forza Italia
Ciconte Vincenzo Partito Democratico
Gallo Gianluca Udc - Unione di Centro
Giordano Giuseppe Italia dei Valori
Guccione Carlo Partito Democratico
Nucera
Giovanni Nuovo Centro Destra
Pacenza
Salvatore Forza Italia
Parente
Claudio Scopelliti Presidente
Scalzo
Antonio Partito Democratico
Serra Giulio Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente
4^ Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente
Bulzomì Salvatore Forza Italia
Chizzoniti Aurelio Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente
Crinò Pietro Scopelliti Presidente
Franchino Mario Partito Democratico
Gallo Gianluca Udc - Unione di Centro
Magno Mario Forza Italia
Orsomarso Fausto Nuovo Centro Destra
Scalzo Antonio Partito Democratico
Talarico Domenico Italia dei valori
Tripodi Pasquale Misto
Albano Gabriella Forza Italia
Chizzoniti Aurelio Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente
Gallo Gianluca Udc - Unione di Centro
Giordano Giuseppe Italia dei Valori
Magarò Salvatore Scopelliti Presidente
Maiolo Mario Partito Democratico
Minasi Clotilde Nuovo Centro Destra
Tripodi Pasquale Misto
Vilasi Gesuele Forza Italia
Commissione Speciale di Vigilanza
Albano Gabriella Forza Italia
Bulzomì Salvatore Forza Italia
Chizzoniti Aurelio Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente
Crinò Pietro Scopelliti Presidente
Giamborino Pietro Partito Democratico
Guagliardi Damiano Federazione della Sinistra
Guccione Carlo Partito Democratico
Mirabelli
Rosario Nuovo Centro Destra
Tripodi Pasquale Misto
Vilasi Gesuele Forza Italia
La Giunta regionale, con
deliberazione n. 512 del 30 dicembre 2013, recante: "Ricognizione delle
società a partecipazione regionale ai sensi della legge regionale 12 giugno
2009, n. 19, art. 30", ha modificato ed integrato la propria deliberazione
n. 173 del 3 marzo 2010 (P.P.A. n. 7/9^)
In data 18 dicembre 2013, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale; lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 6 del
27 dicembre 2013 al B.U.R. n. 24 dei 16 dicembre 2013:
Regolamento regionale n. 14 del 18
dicembre 2013 concernente: "Modifica al Regolamento n. 12 del 20 novembre
2013, concernente: "Regolamento regionale per la disciplina delle
strutture ausiliarie, assimilate e segreterie tecniche, approvato con D.G.R. n.
408 dell'11.11.2013"
Giordano, Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale 30 maggio 2013, n. 26, sono state introdotte importanti modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell'esercizio venatorio) e ciò per rendere più funzionale e adeguata la legislazione del settore;
in particolare, le modifiche rilevanti hanno riguardato la Consulta faunistica venatoria, l'attività di pianificazione regionale e provinciale, l'emanazione di nuovi regolamenti, l'Osservatorio faunistico venatorio regionale e i relativi compiti affidati, l'istituzione del numero verde antibracconaggio -:
quali sono stati gli adempimenti posti in essere ad oggi dal Dipartimento regionale Agricoltura previsti e richiamati dalla legge regionale n. 26/2013 e, in caso di ritardi, quali interventi si intendono intraprendere per velocizzare l'emanazione dei relativi provvedimenti.
(483; 09.01.2014)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge regionale 20 novembre 2006, n. 11 (Provvidenze in favore dell'AVIS - Associazione Volontari Italiani Sangue) la Regione Calabria riconosce la notevole rilevanza sociale dell'AVIS nonché, altresì, prende atto della notevole rilevanza rivestita nel territorio calabrese dalla Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (FIDAS);
con la medesima legge la Regione Calabria si impegna a sostenere finanziariamente l'attività svolta dall'AVIS e dalla FIDAS Calabria, assegnando ad entrambi i soggetti risorse economiche specifiche;
nel corso del tempo anche altre associazioni meritorie stanno contribuendo con l'azione gratuita del volontariato al raggiungimento dell'autosufficienza sul piano del settore delle trasfusioni sanguigne;
il bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno 2014 non prevede nessuno stanziamento di spesa a favore dell'AVIS e della FIDAS Calabria e delle altre associazioni ->:
se ritenga opportuno adottare i provvedimenti necessari affinché vengano assegnate anche per l'anno 2014 all'AVIS, alla FIDAS Calabria e alle altre associazioni le risorse necessarie per il finanziamento della loro rilevante attività nel territorio calabrese.
(486; 13.01.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge
47/2012 (interventi a favore dei soggetti celiaci) e la successiva
deliberazione della Giunta Regionale n. 230 del 27 giugno 2013 (nuove procedure
per l'erogazione dei prodotti privi di glutine) , si stabiliscono in Calabria
le modalità di erogazione del contributo gratuito sancito dalla L. 123/2005
art. 4;
la normativa
prevede un contributo mensile frazionato in quattro buoni d'acquisto spendibili
anche separatamente dalle farmacie in aziende accreditate presso l'ufficio
regionale competente in materia di esenzione;
le
disposizione previste dalla deliberazione 230/2013 sono da considerarsi in
vigore dall'agosto 2013 e quindi le singole ASP avrebbero dovuto adeguarsi al
fine di mettere a regime il sistema a partire dal primo gennaio 2014;
ad oggi,
nonostante siano state inviate alle ASP calabresi dal Servizio LEA della
Regione Calabria circolari esplicative e note di sollecito(vedasi nota n.
397538 del 19 dicembre 2013) affinché gli Uffici preposti ottemperassero agli
adempimenti previsti dalla regolamentazione regionale, si registrano
ingiustificati ritardi;
più
specificatamente i ritardi riguardano la regolare consegna dei buoni spesa agli
aventi diritto nonché le sottoscrizioni delle convenzioni con gli esercizi
commerciali diversi dalle farmacie;
l'Associazione
Regionale Italiana Celiachia con diverse segnalazioni inviate al Dipartimento
regionale ha denunciato i gravi ritardi negli adempimenti da parte di diverse
ASP e in particolare quelle di Cosenza , Catanzaro e Reggio Calabria (distretto
della Locride) -:
le motivazioni
che stanno alla base di tali ritardi e quali iniziative si intendono
intraprendere per regolarizzare una situazione che sta creando gravi disagi a
numerosi soggetti celiaci che vivono nella nostra regione.
(487;
14.01.2014)
Scalzo, Amato,
Ciconte. Al Presidente
della Giunta regionale, all’assessore all’ambiente e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
con
convenzione rep. N. 18 del 30.05.2008 il Comune di Borgia sottoscriveva con
l'azienda SIRIM s.r.l., con sede in Settingiano(CZ) alla c.da Cutura, per la
realizzazione di "Discarica per rifiuti non pericolosi e impianti per il
recupero e riciclaggio(isola ecologica)";
con Decreto n.
16278 del 8 settembre 2009 la Regione Calabria rilasciata autorizzazione
integrata ambientale per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti
denominato «Isola Ecologica Battaglina»;
con Permesso
di Costruire n. 2 del 05.07.2010 il Comune di San Floro, a seguito del
sopracitato decreto, autorizzava i lavori di cui in premessa -:
se il Decreto
n. 16278 del 8 settembre 2009 avente ad oggetto "Giudizio di compatibilità
ambientale (D.lgs. 152/2006 e s.m.i.) ed autorizzazione integrata ambientale
(D.lgs. 59/2005 e s.m.i.) per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti
denominato «Isola Ecologica Battaglina» da realizzarsi in località Battaglina
nel Comune di San Floro (CZ), in agro di proprietà del Comune di Borgia (CZ) -
Proponente e gestore: Società Sirim S.r.l. con sede in C.da Cutura - 88040
Settingiano (CZ). (Codice IPPC 5.1 - 5.4)" ed ogni altro atto
propedeutico, successivo, connesso e/o comunque collegato abbia seguito il
corretto iter autorizzativo ed abbia tenuto conto di tutti i vincoli gravanti
sull'area oggetto dell'intervento.”
(495;
20.01.2014)
Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Fondazione
Terina, istituita con legge regionale n. 9 del 2007 e partecipata al 100% dalla
Regione, ha tra i suoi compiti quello della promozione, del sostegno e
realizzazione di attività di ricerca industriale alla alta formazione e
diffusione della cultura scientifica con particolare riferimento, tra gli
altri, ai settori agricolo e agroalimentare;
all'interno
della fondazione sono impegnati 41 lavoratori che negli anni hanno acquisito
una professionalità nel settore che non può essere dispersa;
la Fondazione
ha al suo attivo svariate attività di ricerca e importanti progetti di
partenariato che svolge in partnership con la facoltà di agraria dell’Università
di Reggio Calabria;
da notizie
risultanti dalla stampa e fornite dai lavoratori, sembrerebbe che gli stessi, a
causa della situazione debitoria in cui versa l'ente, vantino 5 mensilità
arretrate e che, ad oggi, non vi siano notizie certe in merito al pagamento
degli stipendi;
tale
situazione pregiudica la serenità e comporta comprensibili disagi oltre che ai
dipendenti anche alle loro famiglie;
con la legge
regionale n. 24 del 2013 la Regione Calabria, nell'ambito di una maggiore
efficienza e razionalizzazione del sistema amministrativo, ha previsto il
riordino di vari enti, tra cui la Fondazione Terina, accorpandoli o fondendoli
in un unico ente -:
quali
iniziative intende intraprendere la Regione Calabria, anche alla luce della LR.
24 del 2013, al fine riprogrammare le attività della Fondazione, per il
pagamento delle mensilità arretrate e di salvaguardare i livelli occupazionali.
(496;
20.1.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 16 dicembre 2011 l'Asireg (Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Reggio Calabria) ha trasmesso al Dipartimento Regionale Ambiente e Territorio un progetto riguardante la “Variante al Piano Regolatore Territoriale consortile dell'agglomerato industriale di Campo Calabro-Reggio Calabria-Villa San Giovanni” per l'avvio della procedura V.A.S. ai sensi del D.lgs. n. 152/2006 e del D.lgs. n. 4/2008;
in data 8 luglio 2013, sempre lo stesso Consorzio trasmetteva elaborati progettuali integrativi, richiedendo contestualmente una valutazione urgente e il completamento dell'istruttoria, tenuto conto che il progetto in esame rientra nella casistica di cui alla nota del dirigente regionale di settore n. 0200867 del 7/12/2011, la quale prevede una deroga all'ordine cronologico delle pratiche da sottoporre ad esame;
nonostante il lasso di tempo trascorso e l'importanza che riveste l'approvazione della suddetta variante per lo sviluppo dell'area industriale interessata, ad oggi non è intervenuta alcuna decisione, con la conseguenza che numerose aziende si trovano nell'impossibilità ad aprire nuove attività produttive;
tali ritardi da parte del Dipartimento si riverberano in generale sullo sviluppo del territorio regionale e, in tal senso, rilevano anche le polemiche suscitate da diversi enti locali che denunciano il blocco di progetti afferenti la realizzazione degli interventi previsti dai PISL approvati dalla Regione -:
i motivi che stanno alla base dei ritardi nell'evasione di una variante progettuale che, pur dovendo essere trattata in via prioritaria, ancora non è stata istruita;
quali iniziative si intendono intraprendere per ovviare ad una inadempienza che frena lo sviluppo e il potenziamento di un'area industriale così importante per il territorio reggino, tenuto conto, fra l'altro, che una parte della stessa rientra nel perimetro della Zona Franca Urbana di Reggio Calabria.
(499; 21.01.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Fondazione
Calabria Etica ha pubblicato una manifestazione di interesse per la
realizzazione di una Rete regionale nell'ambito del progetto pilota misure di
contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana;
l'intervento
di contrasto alla segregazione sociale, persegue, fra i vari obiettivi, quelli
di realizzare una rete di centri di ascolto di quartiere che funzionino anche
come antenne territoriali e di orientamento della domanda sociale nelle aree
urbane oggetto del progetto, con particolare riferimento ai segmenti urbani più
svantaggiati, la costruzione del processo di integrazione tra le politiche del
lavoro e le politiche sociali, la realizzazione di sistemi informativi
appropriati all'analisi della domanda sociale e dell'inclusione socio lavorativa,
il tutto nell'ottica di favorire iniziative di sensibilizzazione per il
coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese, di contrastare
l'isolamento l'emarginazione sociale dell'individuo e dei nuclei familiari, di
sostenere e promuovere i processi di socializzazione e di integrazione con
tutto il territorio urbano, d favorire il sistema di regole e la cultura della
legalità, di ricostruire l'intero sistema relazionale attraverso
"l'avvicinamento" alla rete dei servizi, per ridare fiducia per i
cittadini al servizio pubblico;
nell'ambito
della costituenda rete regionale, si legge nel bando, possono richiedere di
partecipare alla selezione le associazioni o le organizzazioni no profit, in
forma singola o associata, aventi sede nelle città di Catanzaro- Cosenza -
Crotone - Vibo Valentia - Lamezia Terme, con il compito della stessa Fondazione
Calabria Etica di svolgere un ruolo di cabina di regia -:
i
motivi di ordine tecnico e giuridico che abbiano determinato il non inserimento
nella Rete regionale gli organismi non profit ricadenti nella città di Reggio
Calabria
quali
iniziative si intendono intraprendere ,anche in via di autotutela, per
l'eventuale revoca della suddetta manifestazione di interesse al fine di sanare
una situazione che esclude immotivatamente le associazioni non profit operanti
nella città di Reggio Calabria.
(500;
23.01.2014)
Talarico
D. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alla cultura.
Per sapere – premesso che:
quasi
un anno fa, a causa di abbondanti piogge, il fiume Crati è straripato
sommergendo il sito archeologico di Sibari, Thuri e Copia;
attualmente
l'intera area degli scavi di Sibari è coperta da una massa di fango
alluvionale, peraltro già solidificato, perciò non più fruibile da parte di chi
volesse visitarla;
in
un anno non è stato realizzato alcun intervento che possa mettere al riparo da
altre calamità idrogeologiche questo sito e molto poco è stato fatto per
ripulirlo dal fango e dai detriti che lo sommergono;
in
una situazione di forte precarietà si trova anche l'annesso museo, dove i
reperti rischiano seri danneggiamenti a causa delle infiltrazioni d'acqua
provenienti dal soffitto;
la
Regione Calabria, nonostante le ripetute sollecitazioni di sindaci,
associazioni ed intellettuali, per una concreta presa in carico della
questione, non ha finora mostrato un tangibile interesse per la stessa,
ancorché avesse annunciato, ormai un anno fa, un investimento di oltre venti
milioni di euro ed il "completo ripristino" degli scavi entro marzo
2013;
ultimamente,
stante l'inerzia delle istituzioni pubbliche, sono partite alcune iniziative,
da parte di intellettuali ed importati testate giornalistiche, volte ad a
mobilitare l'opinione pubblica sull'argomento ed a raccogliere fondi da
destinare alla messa in sicurezza degli scavi e del museo di Sibari;
l'area
archeologica di Sibari, tra le più importanti del Mediterraneo, al di là del
suo valore turistico, costituisce un simbolo identitario tra i più importanti
della nostra regione -:
quali
concrete e tempestive iniziative si intendono assumere per il recupero, la
messa in sicurezza e l'opportuna valorizzazione degli scavi di Sibari.
se e
quando si potranno realizzare gli investimenti che sarebbero stati fatti
rientrare nel piano regionale dei beni culturali, d'intesa con il Ministero
della Coesione territoriale, annunciati un anno fa dall'Assessore regionale
alla Cultura.
(482;
7.1.2014)
Guccione, De
Gaetano, Adamo, Naccari Carlizzi, Giamborino, Sulla. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il 14 novembre del 2012 l'Amministratore Unico dell'Anas, Pietro
Ciucci, nel corso di una conferenza tenuta a Bruxelles presso il Parlamento
Europeo ed organizzata dal Centro Studi Meseuro affermò che “la A3
Salerno-Reggio Calabria attraversa tre regioni, rompe l'isolamento di intere
aree del Mezzogiorno e consente di inserire l'Italia nel Corridoio
l'Berlino-Palermo, in attesa della costruzione del Ponte sullo Stretto di
Messina”, dimenticando in quella sede che qualche settimana prima, il 2
novembre del 2012, quest'ultimo era stato cancellato dal Governo-Monti;
in quella stessa sede il dott. Ciucci aveva anche affermato che l'Anas
avrebbe eseguito tutti i lavori di realizzazione della nuova A3 già avviati e
finanziati entro la fine del 2013 e aveva annoverato la costruzione
dell'autostrada tra le infrastrutture più moderne d'Europa;
alla data odierna queste affermazioni sono state ampiamente smentite
dai fatti, poiché i cantieri finanziati ed avviati sono tuttora aperti;
per
il definitivo completamento della Sa-Rc sono ancora in fase di progettazione 58
Km di autostrada che non risultano essere stati ancora neanche finanziati;
la Sa-Rc non può considerarsi nemmeno un'autostrada "stricto
sensu", soprattutto se si fa riferimento ai parametri e agli standard europei che
prevedono, per queste grandi infrastrutture, la presenza delle quattro corsie,
mentre la Sa-Rc ha soltanto una corsia d'emergenza;
l’organizzazione dei lavori di ammodernamento della A3 in questi anni ha
subito pesanti ritardi ed i costi per la realizzazione dell’opera hanno fatto
registrare una enorme lievitazione;
le
risorse aggiuntive impiegate per queste pratiche potevano essere quasi
sufficienti a finanziare i lavori necessari al completamento complessivo della
Sa-Rc, per cui il dott. Ciucci dovrà dare conto su quanto è accaduto, spiegando
le ragioni tecniche e le modalità giuridiche che hanno presieduto i diversi
atti di contenzioso e le riserve sfociate in remunerativi lodi arbitrali, dando
ampie, adeguate e trasparenti informazioni sulla conduzione delle relazioni
Industriali tra Anas e General Contractor;
in questo
contesto potrebbero essere stati generati i ritardi che hanno provocato danni
pesanti all'economia e alla vivibilità ambientale della Calabria e lucrosi
vantaggi alle grandi imprese del nord;
spesso
ad essere criminalizzate sono state le piccole imprese calabresi, destinatarie
solo delle briciole degli appalti ed utilizzate come pretesto per giustificare
gli elevatissimi costi non preventivati e i notevoli ritardi che, ancora oggi,
appaiono del tutto ingiustificati;
l'atteggiamento eccessivamente remissivo assunto dal governo regionale
nei confronti dell'Anas potrebbe apparire corresponsabile di tale situazione,
anche alla luce dell'incontro che, in tutta fretta, nel pieno delle vacanze
natalizie, si è svolto a Roma tra il Ministro alle Infrastrutture, Maurizio
Lupi e l'Amministratore Unico dell'Anas, Pietro Ciucci con il Presidente della
Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, il cui scopo è sembrato
ai più solo quello di voler rispondere tempestivamente all'iniziativa del 2
gennaio u.s. assunta da parlamentari e consiglieri del Pd sul tema "Sa-Rc:
viaggio tra le bugie di Ciucci", che ha messo in chiara evidenza che,
ancora una volta, i calabresi sono stati presi in giro e che l'A3 è ben lungi
dall'essere completata;
è
necessario ed urgente dare un segnale forte di netta discontinuità
amministrativa e politica per chiudere i cantieri e reperire i 3 miliardi e 100
milioni di euro che ancora mancano per il completamento definitivo
dell'infrastruttura -:
se
intende riferire con urgenza in Consiglio regionale su quali Iniziative intende
mettere in atto in qualità di Presidente della Giunta regionale calabrese per
concretizzare quanto in premessa, rifuggendo dalle solite promesse fumose e
generiche ed assumendo impegni concreti, finalizzati a definire, in tempi brevi
ed insieme al Governo nazionale, l'iter conclusivo dei lavori della SA-RC.
(484;
10.01.2013)
Giordano.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
la
problematica della legittimità delle tariffe idriche applicate ai Comuni
calabresi dalla società Sorical SpA che gestisce gli acquedotti regionali non
ha ancora trovato una soluzione idonea e in linea con la normativa di settore;
diverse
interrogazioni consiliari e discussioni dedicate al tema hanno fatto emergere
come negli anni si sia registrato un abuso nella determinazione delle tariffe e
i rilievi sollevati hanno trovato conferma negli stessi organi giurisdizionali
chiamati, a vario titolo, a pronunciarsi sulla questione;
la
stessa Sezione Regionale di Controllo per la Calabria della Corte dei Conti
nell'adunanza pubblica del 5 dicembre 2011 ha evidenziato criticità sul metodo
tariffario ("In Calabria trova applicazione il
metodo del CIPE"), sui valori di tariffa del prezzo iniziale dell'acqua
("nettamente inferiori rispetto a quelli previsti dall'art.8 della
Convenzione") e
sull'errore di conversione lire/euro
("la esatta conversione del primo valore di tariffa stabilito in lire
286,04 risulta pari a € 0,147727 e non pari € 0,15, la conversione del secondo
valore di tariffa stabilito in lire 468,75 risulta pari a € 0,242089 e non pari
a € 0,25. La tariffa, ha registrato pertanto un aumento immediato per l'acqua
fornita "a gravità" dell'I,5386% e per quella fornita "per
sollevamento" del 3,2678%."), ma le considerazioni dell'Organo di
controllo non sono state recepite benché fosse stato ribadito che per gli
adeguamenti delle tariffe idriche è prevista la competenza esclusiva dello
Stato vigendo nella nostra regione il metodo CIPE (adesso la competenza è di
un'altra istituzione, l'AEEG in ragione del DL 201/11 ,cosiddetto Salva Italia
convertito in legge 214/11 ,con il quale sono state attribuite all'Autorità per
l'energia elettrica e il gas competenze in materia di servizi idrici) e che, quindi,
gli adeguamenti tariffari applicati ai Comuni calabresi dalla Sorical SpA e
determinati dalla regione sono da ritenersi illegittimi ab origine ( a partire
dall'anno 2002);
sulla
questione è intervenuta più volte la Corte Costituzionale con diverse sentenze
(n. 246 del 24/07/2009, n. 29 del 4/02/2010, n. 142 del 23/04/2010, n. 67 del
12/04/2013) ribadendo che non solo la competenza dello Stato nella
determinazione delle tariffe idriche è "esclusiva" ma che tale
attività "è preclusa alle Regioni" (sentenza n.142/2010);
in
questo percorso chiaramente illegittimo la Regione Calabria con un proprio
decreto (n. 6348 del 24/04/2013. Determinazione tariffa di cessione
dell'acqua all'ingrosso da applicarsi da parte di SoRiCal s.p.a. nelle
annualità 2010 e 2011.") ha
determinato nuovi adeguamenti tariffari per gli anni 2010 e 2011 e dalla
tariffa del 2011 sarebbero stati calcolati i nuovi adeguamenti tariffari del
2012 e del 2013 richiesti di recente ai Comuni con una lettera inviata dalla
Sorical SpA; questi aumenti, che avrebbero decorrenza dal 1° gennaio 2013,
sarebbero stati determinati in base alle delibere dell’AEEG, l'autorità statale
che è subentrata in termini di competenze al CIPE;
in
questo contesto, pertanto, rileverebbe da un lato l'illegittimità della
determinazione delle tariffe riguardanti l'annualità 2010 e 2011 e approvate
con il decreto regionale n. 6348 del 24/04/2013 per le motivazioni di ordine
giuridico sopra richiamate, dall' altro, per quanto concerne le tariffe 2012 e
2013, per le quali è stato comunicato ai comuni l'adeguamento, non si conosce
se le stesse siano state approvate formalmente dalla AEG che ha introdotto il
metodo tariffario transitorio (quest'ultimo oggetto di censure da parte degli
enti locali e dei comitati per l'acqua pubblica per il mancato rispetto degli
esiti referendari e per tale motivo oggetto di impugnazione presso gli organi
giurisdizionali), restando ferma, in ogni caso, l'illegittimità delle suddette
tariffe perché applicate in via retroattiva e in contrasto con quanto affermato
dallo stesso Consiglio di Stato con diverse decisioni (la n. .4301 del
09/09/2008 e la n. 3920 del 30 giugno 2011) nelle quali "ha
ribadito il principio della illegittimità degli atti amministrativi che, nello
stabilire nuove tariffe per la fornitura dell'acqua, ne prevedono
l'applicazione in via retroattiva" -:
se
la Regione Calabria nella determinazione delle tariffe di cui in premessa per
le annualità 2010 e 2011 abbia tenuto conto della normativa di settore e delle
decisione dei diversi organi giurisdizionali intervenuti negli anni;
se
per quanto concerne le tariffe 2012 e 2013 sia intervenuta la formale
approvazione da parte dell'AEEG e se debba ritenersi legittima l'applicazione
retroattiva delle stesse;
se
non si ritenga opportuno, alla luce delle considerazioni svolte, intervenire in
via di autotutela revocando il decreto n. 6348 del 24/04/2013 rideterminando,
nel pieno rispetto della normativa di settore, le tariffe sino ad ora applicate
che hanno provocato una grave crisi finanziaria nei bilanci dei comuni
calabresi e avviare nel contempo un tavolo di confronto fra i vari soggetti
istituzionali (Regione, Sorical, Comuni, Province, Comitati per l'Acqua
Pubblica), quest'ultimo già oggetto di impegno da parte dello stesso Assessore
regionale al ramo, onorevole Gentile, a seguito di una precedente risposta ad
una interrogazione consiliare formulata dallo scrivente, per una risoluzione
definitiva ed equa che ponga fine a contenziosi e disservizi, garantisca alla
comunità calabrese un servizio efficiente ed economicamente sostenibile, anche
alla luce dei risultati referendari del 2011 con i quali i cittadini italiani
si sono espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle
logiche di mercato.
(485;
13.01.2013)
Principe. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
è stato
approvato dalla Giunta Regionale il POR Calabria 2007/2013 che, alle linee di
intervento 4.5.2.2. prevedeva la realizzazione del Parco Archeologico di
Sibari. In particolare, era previsto che "Per il recupero e la
valorizzazione dell'Area è stato realizzato uno specifico Studio di
Fattibilità, denominato "Archeotec", per individuare e valutare le
possibili soluzioni tecniche e tecnologiche in grado di fronteggiare le
difficoltà, frapposte all'avanzamento dell'indagine archeologica, dalla
presenza di una falda acquifera superficiale artesiana che limita anche le
possibilità di fruizione del sito archeologico. Attualmente per mantenere a
secco le aree scavate è necessario tenere in funzione perennemente un parco
pompe idrovore, con annesse tubazioni. Lo Studio di Fattibilità 166 ha permesso
di individuare uno scenario di intervento composto dalle seguenti azioni
specifiche:
interventi
tecnologici per il drenaggio dell'area archeologica per consentire la rimozione
dell'attuale sistema drenante con conseguente significativa riduzione dei costi
di gestione;
ripresa degli
scavi archeologici (ormai quasi fermi dagli anni '70) attraverso la
programmazione di una nuova campagna di scavi della durata di 5 anni,
organizzata per lotti modulari attuabili disgiuntamente;
programmazione
e realizzazione di una serie di iniziative finalizzate alla promozione della
fruizione culturale del sito sia in modalità diretta (in particolare attraverso
il coinvolgimento diretto di studiosi e ricercatori nelle fasi di scavo) che in
modalità indiretta attraverso le tecnologie telematiche ("Sibari
Virtuale");
realizzazione
di un laboratorio interdisciplinare e avvio di alcune iniziative specifiche sul
tema dell'archeologia sperimentale per accrescere il patrimonio di conoscenze
disponibili su Sibari e sulle tecniche di ricerca archeologica";
"la Linea
di Intervento sostiene la realizzazione delle azioni previste nello Studio di
Fattibilità. L'obiettivo è far diventare Sibari il più grande Laboratorio
Sperimentale di Archeologia ed Idrogeologia a livello internazionale. Il
Progetto per la realizzazione del Parco Archeologico di Sibari sarà proposto
dalla Regione Calabria, sulla base dei criteri individuati dal Programma
Operativo Interregionale "Attrattori Naturali e Culturali e Turismo nel
Mezzogiorno", come Grande Attrattore Culturale del Mezzogiorno. In caso di
approvazione verrà stipulato uno specifico Accordo di Programma che individuerà
gli interventi da realizzare nell'ambito del POIn e quelli eventualmente da
realizzare nell'ambito del POR Calabria FESR 2007 - 2013";
di tutto
quanto previsto al precedente punto nulla è stato posto in essere dalla Regione
Calabria, in particolare non è stato mai proposto il Progetto per il Parco
Archeologico di Sibari;
a partire dal
18 gennaio 2013, le straordinarie precipitazioni piovose hanno causato
l'innalzamento del livello del fiume Crati ed il conseguente allagamento del
sito archeologico, non protetto dal rischio di esondazione, coprendo così di
acqua e di fango quanto sin qui portato alla luce dalle precedenti storiche
campagne di scavi;
la totale
inerzia della Regione Calabria è stata certificata dalla iniziativa del
Ministro Barca che, nel settore della tutela e valorizzazione dei beni
culturali, ha recuperato per Sibari risorse finanziarie importanti, che
rischiavano di essere perdute, che, per come da noi più volte richiesto
avrebbero dovuto essere utilizzate in ragione di 21.000.000,00 euro, per la
eliminazione dell'acqua e del fango dal sito archeologico e per la ripresa
degli interventi di valorizzazione del sito stesso, così come previsto dal POR
2007/2013;
l'area
archeologica di Sibari rappresenta più della metà dei 4mila ettari sottoposti a
vincolo archeologico nella Regione Calabria;
Sibari
rappresenta un patrimonio dell'umanità e che, tutelando il sito dalle
esondazioni in via definitiva e riportando alla luce le tre antiche città,
Sibari potrebbe rappresentare la Pompei della Calabria, con una grande
potenzialità di sviluppo sotto il profilo culturale, turistico ed
economico-occupazionale -:
per quali
motivi la linea d'intervento 4.5.2.2 del POR Calabria 2007/2013 per la
valorizzazione del sito archeologico di Sibari non è stata tuttora attuata e
per sapere quali iniziative si intendono porre in essere per:
1. liberare il
sito di Sibari dal fango che lo ha invaso a seguito della esondazione del fiume
Crati del gennaio 2013 e per mettere in sicurezza il sito stesso con idonei
lavori di protezione, con riferimento ad eventuali, possibili future
esondazioni;
2. avviare il
programma strategico di cui abbiamo indicato i contenuti in premessa, previsto
dal POR 2007/2013, utilizzando le risorse recuperate dal Ministro Barca,
implementando, se necessario, le disponibilità finanziarie con ulteriori
risorse da prevedere nella programmazione 2014/2020, al fine di completare
l'intervento.
(488;
15.01.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
la Regione
Calabria ha emanato un bando di gara denominato “Procedura aperta per
l'affidamento del servizio di progettazione preliminare e definitiva per
l'adeguamento e completamento del sistema impiantistico regionale dei rifiuti
per l'attuazione della delibera di Giunta regionale n. 49 dell’11/02/2013. CIG
551387733E” in cui è compresa, tra le altre, la progettazione dell'impianto
tecnologico di recupero e riciclaggio del Comune di Bisignano (CS) con capacità
di trattamento di circa 180.000 t/anno di rifiuti urbani;
in 180 gg.
dall'aggiudicazione, dovranno essere fornite progettazione preliminare e
definitiva, redatte nel rispetto del Titolo II del DPR n. 207/2010, e studio di
impatto ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/2006, che prevede V.I.A. (Valutazione
di Impatto Ambientale) e A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale);
in relazione a
quanto sta accadendo in Campania (vicenda Terra dei Fuochi), dove sono stati
interrati da parte della criminalità organizzata rifiuti speciali ed urbani e
sostanze fortemente inquinanti, con conseguenze dannose alla salute dei
cittadini;
i dati
comproverebbero che anche in Calabria siano state utilizzate aree del
territorio per interrare sostanze e rifiuti inquinanti;
risulta
necessario che la realizzazione dell'impianto di recupero e riciclaggio nel
Comune di Bisignano sia soggetta non solo al rilascio di V.I.A. e A.I.A.,
unitamente alle altre autorizzazioni che si renderanno necessarie, ma,
preliminarmente, sia sottoposta anche ad un approfondito monitoraggio della
qualità dell'aria, delle falde acquifere sotterranee, del sottosuolo e dei
corpi idrici superficiali, per stabilire la presenza di eventuali sostanze
chimiche e tossiche all'interno delle matrici ambientali (suolo, acqua ed
atmosfera), capaci di causare patologie oncologiche e leucemiche;
è necessario
effettuare uno studio retrospettivo epidemiologico relativo alle incidenze
tumorali sulla popolazione residente nell'area compresa tra i comuni di
Bisignano, Luzzi ed Acri, teso a verificare l'eventuale aumento delle patologie
oncologiche, con particolare attenzione per tutte quelle aree limitrofe a
criticità ambientali presenti nel territorio e a discariche dismesse da molti
anni e realizzate, quindi, senza alcun criterio di controllo ambientale -:
quali
iniziative urgenti e necessarie si intendono intraprendere, anche attraverso il
coinvolgimento dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dell'Università
della Calabria e dell’Arpacal, per avviare uno studio epidemiologico sulle
incidenze tumorali e un monitoraggio dell'acqua, del sottosuolo e
dell'atmosfera per stabilire la presenza eventuale di sostanze chimiche e
tossiche, al fine di garantire l'incolumità e la salute dei cittadini.
(489;
16.01.2014)
Magarò. All’assessore ai trasporti. Per sapere -
premesso che:
il settore del
trasporto pubblico è per la Calabria di vitale importanza per il collegamento
dei principali centri urbani della regione;
nell'attuale
fase i diversi concessionari del trasporto pubblico sembrano lavorare per
compartimenti stagni;
tale cattiva
organizzazione provoca forti disagi per i cittadini che per lavoro devono
spostarsi sul territorio con i mezzi pubblici;
anche il
settore turistico stenta a decollare per la mancanza di una rete di trasporti
pubblici rapida ed efficiente. Basti pensare che i principali centri turistici
della Calabria non sono collegati con l'aeroporto di Lamezia Terme, in
coincidenza con la partenza o l'arrivo dei voli nazionali ed internazionali e
che non vi sono mezzi pubblici extraurbani su gomma in servizio la domenica e
nei giorni festivi -:
il servizio di
trasporto pubblico deve rispondere a precisi criteri di funzionalità ed
economicità, intesa anche come risparmio di tempo;
l'intermodalità
è la migliore risposta possibile alle esigenze dei collegamenti urbani ed
interurbani, tanto più in una regione in cui le sedi di lavoro, gli uffici, i
principali ospedali, sono concentrati in aree limitate dove quotidianamente si
registra l'afflusso di migliaia di persone -:
tanto premesso
e considerato il sottoscritto interrogante chiede di sapere dall'Assessore ai
Trasporti quali iniziative intende adottare per favorire una rapida
riorganizzazione del sistema di trasporto pubblico regionale improntata ai
criteri dell'efficienza e della rapidità dei collegamenti che preveda anche la
continuità del servizio la domenica e nei giorni festivi.
(490;
20.01.2014)
Magarò. All’assessore ai lavori pubblici. Per
sapere – premesso che:
nel mese di
ottobre del 2012 diversi comuni ricadenti nell'area del Parco Nazionale del
Pollino sono stati colpiti da una forte scossa di terremoto;
numerosi
edifici, tra cui anche diverse chiese che nel loro insieme costituiscono un
inestimabile patrimonio culturale che appartiene alla collettività;
parte dei
fondi del piano di opere pubbliche già stanziati ai sensi della Legge Regionale
24/87 sono rimasti inutilizzati a seguito della rinuncia di quelle
amministrazioni comunali che avevano chiesto ed ottenuto dalla Regione un
finanziamento per la realizzazione di un'opera pubblica, ma che poi non hanno
dato seguito al procedimento a causa delle restrizioni introdotte dalla
normativa nazionale sulla contrazione di nuovi mutui;
in virtù di
quanto sopra descritto si è determinato un avanzo di risorse immediatamente disponibili
-:
se non ritenga
opportuno destinare le risorse del Piano delle opere pubbliche rimaste
inutilizzate ad interventi di ripristino, restauro e messa in sicurezza di
chiese, scuole e degli edifici pubblici di tutti quei comuni interessati dal
terremoto del Pollino dell'ottobre 2012 sui quali ancora non si è provveduto ad
intervenire.
(491;
20.01.2014)
Magarò. All'assessore all'agricoltura e
all'assessore all'istruzione. Per sapere – premesso che:
in buona parte
delle scuole della Calabria di ogni ordine e grado sono presenti distributori
automatici di prodotti alimentari;
i suddetti
distributori sono installati anche in altri edifici pubblici quali enti locali,
sub regionali, aziende ospedaliere e sanitarie;
i prodotti
alimentari contenuti nei distributori, ad eccezione delle bevande calde,
provengono dall'industria alimentare e dalla grande distribuzione;
la Calabria è
una regione ricca di aziende agricole ed alimentari di prodotti tipici e
genuini della nostra terra;
la
sostituzione all'interno dei distributori automatici dei prodotti industriali
con quelli delle aziende agricole calabresi, oltre ad ampliare gli orizzonti di
mercato degli imprenditori locali, avrebbe ripercussioni positive anche sulla
salute degli utenti in termini di prevenzione dell'obesità, delle malattie
cardiovascolari, del diabete, dell'ipertensione e di altre serie patologie -:
se non
ritengano di dover avviare ogni iniziativa utile a promuovere nelle scuole, ma
anche negli ospedali ed in altre comunità ed uffici pubblici, l'installazione
di distributori automatici di prodotti genuini della nostra terra.
(492;
20.01.2014)
Magarò. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
notevoli
disagi si registrano quotidianamente in Calabria tra gli utenti delle
prestazioni sanitarie a cause delle lunghe code che si formano agli sportelli
prenotazione e di pagamento del ticket;
anche coloro
che godono dell'esenzione devono ugualmente transitare dagli sportelli per
l'apposizione di un semplice visto -:
quali
iniziative sono state assunte o si intende assumere a breve termine per
risolvere la problematica dei disagi derivanti dalle lunghe attese agli
sportelli prenotazione e di pagamento del ticket e se non si ritenga opportuno
risolvere questa problematica attraverso l'installazione di dispositivi e casse
automatiche simili a quelle utilizzate per il pagamento dei parcheggi o per
l'acquisto dei biglietti di autobus e treni, in attesa che venga reso
disponibile un portale web per il pagamento del ticket on line con carta di
credito, accessibile dalla rete Internet, che consenta all'utente di effettuare
comodamente da casa il versamento di quanto dovuto, stampare la ricevuta e
consegnarla al momento di ricevere la prestazione.
(493;
20.01.2014)
Magarò. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
i tumori del
colon, delle mammelle e alla prostata sono tra le patologie più gravi e diffuse
in Calabria e costano cifre enormi alle finanze pubbliche, oltre al prezzo in
termini di sofferenze e a volte anche di vite umane;
per
diagnosticare preventivamente tali patologie e scongiurare tristi epiloghi è
sufficiente effettuare per tempo l'analisi delle feci, la mammografia e l'esame
del PSA -:
se non ritenga
utile ed opportuno promuovere una grande campagna di controlli preventivi
rendendo obbligatorio l'invio di una lettera a tutti i cittadini e le cittadine
calabresi che compiono 45 anni, invitandoli a recarsi gratuitamente presso le
strutture sanitarie per effettuare le suddette analisi di controllo.
(494;
20.01.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
alla fine di novembre 2013 i componenti del Nucleo VIA, VAS e IPPC risultavano essere otto su diciassette, cioè in numero inferiore a quelli necessari per assicurare il numero legale e, quindi, non più in grado di espletare e garantire i compiti a cui è destinato tale organismo;
ad oggi i progetti e le pratiche giacenti presso tale Nucleo sono oltre trecento, a cui vanno aggiunte anche quelle relative ai progetti PISL a rischio definanziamento per il mancato funzionamento del Nucleo stesso;
a tutt'oggi la Regione Calabria non ha ancora provveduto alla nomina della Struttura Tecnica di Valutazione interna (STV);
appare assai grave che questi progetti, sia pubblici che privati, che sarebbero in grado di generare investimenti per oltre un miliardo di euro e che, per l'economia calabrese, rappresenterebbero occasioni di sviluppo e di occupazione e la realizzazione di importanti opere strutturali, continuino a rimanere giacenti presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria in attesa di essere esaminati -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare affinché siano rimossi rapidamente tutti gli ostacoli che impediscono una rapida e approfondita valutazione delle centinaia di progetti che attendono di essere esaminati. In un momento di grave crisi economica come quello attuale, essi potrebbero dar vita all'immediata apertura di numerosissimi cantieri per la realizzazione di opere che da molti anni la Calabria attende, offrendo tantissime opportunità di lavoro a migliaia di lavoratori calabresi.
(497; 21.01.2014)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Fondazione “Calabria Etica”, ente in house della Regione Calabria, era stata inizialmente inserita nella proposta di legge della Giunta di cui alla delibera n. 575 del 28 dicembre 2012 tra gli enti da sopprimere;
inspiegabilmente la stessa è stata mantenuta in vita, mentre altre Fondazioni similari sono state accorpate o soppresse stralciandola con la legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013;
i compiti e le funzioni ad essa attribuiti dall'articolo 18 bis della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 e dal proprio Statuto, sono in gran parte funzioni che la Costituzione della Repubblica e le Leggi dello Stato (Testo unico sull'Ordinamento degli enti locali, art. 13), assegnano in via primaria e assoluta ai Comuni;
lo Statuto della Regione Calabria individua nei Comuni i soggetti cui delegare funzioni proprie e, quindi, non prevede l'attribuzione di funzioni a Enti strumentali appositamente costituiti, specie nelle materie di cui al richiamato art. 13 del Tuel (Statuto Regione, art. 46, 3 );
per i servizi alla persona e l'assistenza, alla Regione compete il compito, anzi l'obbligo, di predisporre piani di riparto degli stanziamenti di risorse proprie, derivanti da fondi statali, e comunitari da assegnare agli Enti Locali ( Statuto Regione, articolo 47);
gli Enti Locali hanno il potere di gestire direttamente o/e attraverso soggetti esterni (cooperative, associazioni di volontariato, ecc.) l'assistenza alle persone, alle famiglie, agli anziani, ai minori e, in collaborazione con le Aziende Sanitarie, alle persone diversamente abili;
l'istituzione della Fondazione "Calabria Etica" presenta evidenti profili di incostituzionalità e di contrasto con le Leggi dello Stato in materia di Autonomie Locali;
la Regione assegna consistenti finanziamenti per il mantenimento delle famiglie disagiate (buoni pasto, ecc.) alla Fondazione "Calabria Etica", la quale a sua volta fa riferimento alle sedi locali della Caritas o di altre associazioni assistenziali;
dalla stampa si apprende che alla Fondazione sarebbero stati affidati compiti quali l'istruttoria e la relativa concessione dei contributi alle vittime della delinquenza organizzata e la selezione degli aspiranti "esperti della Regione Calabria per l'attuazione del servizio di accompagnamento per la fase di avvio e messa a regime delle attività dei presidi territoriali idrogeologici e idraulici";
tali delicati compiti appaiono in contrasto con quelli propri della Fondazione, richiedendo peraltro particolari competenze che la struttura operativa della Fondazione non possiede;
la Corte dei Conti ha esaminato il bilancio preventivo 2013 degli Enti strumentali e delle Fondazioni, collocando "Calabria Etica" tra gli enti che è "inutile mantenere" perché "in perdita o inoperose" ( Gazzetta del Sud dell'11 ottobre 2013), alludendo anche alla loro consistente posizione debitoria (Preconsuntivo 2012 Euro 837.859,00);
nel più recente esame della Corte dei Conti è contenuto un pesante giudizio sull'insieme degli Enti Strumentali regionali e sulle Fondazioni, definiti "Enti bancomat costosi e inutili spesso sottratti a ogni controllo" e che "a gestirli perlopiù sono politici in panchina del tutto privi di competenze specifiche", come è il caso del Presidente ancora in carica di "Calabria Etica", candidato alla Camera e non eletto;
a favore della "Fondazione Etica", sempre secondo la Corte dei Conti, per il 2012 è stato concesso uno stanziamento di 100.000,00 (Gazzetta del Sud del 3 gennaio 2014), oltre – è da supporre – i fondi per il servizio civile, le attività assistenziali, la gestione dei fondi per i contributi alle vittime della criminalità organizzata, ecc.;
la Fondazione ha aperto in tanti Comuni della provincia di Catanzaro cosiddetti "sportelli di ascolto" e concede sponsorizzazioni e patrocini per iniziative culturali e sportive organizzate dalle più variate associazioni, spesso nemmeno iscritte all'Albo della Regione -:
1. quali sono i motivi veri della mancata soppressione della "Fondazione Etica";
2. se non si ritenga necessario riproporre la soppressione della Fondazione "Calabria Etica" o, quantomeno, procedere alla riconsiderazione delle sue funzioni, sottraendole quelle che appartengono in via primaria agli Enti Locali o che possono essere svolte da strutture e organismi regionali e comunque pubblici;
3. se i dipendenti in carica della Fondazione sono dipendenti regionali appositamente distaccati o comandati, e quale la loro qualifica, il trattamento economico, nonché i loro nomi;
4. quanti al di fuori di questi sono stati eventualmente assunti dal 2001 ad oggi e attraverso quale percorso selettivo, con quale qualifica e trattamento contrattuale;
5. per tutti i dipendenti qual è la sede di lavoro;
6. quali sono le funzioni dei cosiddetti "sportelli di ascolto", in quanti Comuni sono stati istituiti, da quale normativa regionale sono previsti, quali sono i loro costi e se ricadono a carico del bilancio regionale;
7. se non si ritenga, in omaggio al metodo della trasparenza, rendere noto quanto segue:
- come sono stati utilizzati i diversi fondi attribuiti alla Fondazione e l'elenco dei beneficiari, con particolare riferimento ai contributi elargiti a soggetti singoli o/e associativi;
- se sono stati dati incarichi di consulenza, per quali qualifiche e finalizzati a quali obiettivi;
- quale è stata e quale è l'indennità del Presidente della Fondazione, in base a quali parametri e criteri è stata determinata;
- se sono applicabili anche alla "Fondazione Etica" le norme di cui alla legge regionale n. 24 del 2012: articolo 15 (Approvazione degli atti fondamentali degli enti), articolo 18 (Risorse umane e strumentali ) e articolo 19 (Controllo di gestione e sistemi contabili );
in quest'ultima ipotesi, se la Fondazione "Calabria Etica", per il 2014, ha presentato il programma di attività (art.15, lettera d), se la Giunta lo ha esaminato e approvato o se ha fatto decorrere i termini (art. 15, comma 2) e quale è il suo contenuto;
se, in riferimento all'Avviso Pubblico per la presentazione di candidature per la nomina del Presidente della Fondazione "Calabria Etica", non ritenga, sempre in ossequio al principio di trasparenza, prima di esaminare le candidature pervenute, di deliberare il quadro dei punteggi attribuibili ai diversi titoli dei concorrenti, e nelle more nominare un Commissario straordinario della Fondazione, essendo abbondantemente scaduto il mandato del Presidente tuttora in carica, pubblicando poi l'elenco dei candidati e le risultanze dell'istruttoria con la relativa graduatoria.
(498; 21.01.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore regionale ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
i lavori di costruzione della strada Sila-Mare Longobucco-Mirto Crosia sono iniziati nel lontano 1989 e che, a tutt'oggi, pur essendo stati già spesi circa 40 milioni di euro, non si riesce a rendere funzionale e percorribile nemmeno il primo lotto di questa importante struttura viaria;
nei giorni scorsi il Comitato dei cittadini di Longobucco ha incontrato l’ing. Volpe, progettista e direttore dei lavori, l'ing. Ammirato, direttore dei lavori e responsabile dell'impresa affidataria dei lavori, l'ing. Rizzuti, della Comunità Montana, ente appaltante da cui è stato informato che il termine dei lavori dell'ultimo lotto funzionale Longobucco - Ponte Ortiano è stato fissato al 31 marzo 2014;
manca ancora da definire l'ente che dovrà gestire questo tratto di strada per programmarne l'apertura;
non è stato ancora predisposto l'appalto dei lavori di costruzione dell'ultimo tratto della strada Longobucco-Mirto Crosìa finanziato con Delibera Cipe del 3.8.2011 riguardante il tratto Ponte Manco-Ponte Caloveto, per cui sono stati stanziati circa diciassette milioni di euro -:
quali sono le iniziative intraprese per individuare l'ente competente a cui affidare il lotto funzionale Longobucco-Ponte Ortiano, alla luce dell'impegno che prevede il completamento dei lavori dell'arteria entro il 31 marzo 2014, onde evitare ritardi che aumenterebbero disagi e disservizi per i cittadini;
quali sono i tempi previsti nel cronoprogramma per l'espletamento dell'appalto per i lavori di costruzione dell'ultimo tratto della strada Longobucco-Mirto Crosia, onde evitare la perdita dei finanziamenti ottenuti qualora i lavori non dovessero essere completati entro il mese di giugno 2014.
(501; 30.01.2014)
Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
la Corte di Cassazione, con sentenza n. 22020 del 25 settembre 2013, ha affermato che il medico di medicina generale ha diritto al rimborso del tributo Irap, poiché la presenza in studio di un dipendente non prova la sussistenza di una propria abituale autonoma organizzazione, presupposto essenziale per individuare i soggetti tenuti a versare il tributo Irap ai sensi delle circolari n. 141/E del 4 giugno 1998 e n.45/E del 13 giugno 2008 dell'Agenzia delle Entrate, dell'art. 2 del D.Lgs n. 446/1997;
la sentenza n. 78/27/13 della 27° Commissione Tributaria della Lombardia ha definito “lavoratore parasubordinato pubblico” il medico di medicina generale in quanto inserito in un sistema sanitario collettivo e quindi privo di organizzazione autonoma e non assoggettabile al tributo Irap;
il medico di medicina generale convenzionato col SSN, ai sensi dell'ACN 23 marzo 2005, svolge nell'ambito della “pubblica organizzazione aziendale dell'ASS” un servizio pubblico, in forma di collaborazione coordinata e continuativa, con compiti (art. 45) e compensi predeterminati (art. 59) dallo Stato in uno studio medico che è definito Presidio del SSN (art. 36, comma 1), come già affermato prima nel DPR n. 270/2000. Strumenti e collaboratori di studio, come afferma anche la sentenza della Cassazione n. 22020/2013, non hanno di per sé un valore aggiunto per incrementare la produttività economica dello studio la cui attività si fonda sulla prestazione d'opera intellettuale del medico, in assenza della quale lo studio non può operare;
la sentenza n. 156/2001 della Corte costituzionale ha già precisato che il tributo Irap non è dovuto da chi svolge attività di lavoro autonomo senza disporre di una autonoma organizzazione;
l'Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 32 del 31 gennaio 2002, ha affermato che sono esenti dall'Irap le collaborazioni coordinate e continuative ed il Consiglio di Stato sezione IV, con la decisione n. 5176/2004, ha affermato che il rapporto di lavoro del medico convenzionato con l'ASL si inquadra come lavoro parasubordinato, giuridicamente caratterizzato proprio da una collaborazione coordinata e continuativa, come già affermato dall'art. 1 del DPR 270\2000;
la Commissione Tributaria Provinciale di Roma sezione n. 13, con sentenza n. 33/13/04, depositata il 10.03.2004, aveva già accolto il ricorso di un medico di medicina generale in merito al rimborso dell’Irap;
la Cassazione sezione Tributaria, con sentenza n. 29134 dell'8 ottobre 2008 e n. 23068 del 9 settembre 2008, ha già riconosciuto che il medico di medicina generale svolge l'attività nell'ambito dell'organizzazione dell'Azienda Sanitaria;
l'attività dei medici di medicina generale operanti nel loro studio da soli è già stata distinta sul piano amministrativo dall'attività avente propria organizzazione autonoma, tipica invece dei poliambulatori medici dallo stesso Ministero delle Finanze con DPR n. 121 del 1 marzo 1961 (pubblicato in Suppl. Ordinario alla G.U. n. 73 del 23 marzo 1961), in cui si afferma testualmente: “Sono ambulatori gli istituti aventi organizzazione propria e autonoma e che, quindi, non costituiscono lo studio privato in cui il medico esercita la professione”;
la sentenza n. 1488 del 6 luglio 1995 della Cassazione Penale sezione III e la Circolare del Ministero dell'Ambiente del 14 dicembre 1999 avevano stabilito i criteri per distinguere lo “studio” medico in cui il singolo esercita come unico professionista l'attività (art. 2229 cc) dal “poliambulatorio” medico inteso come struttura aziendale con più professionisti, autonoma organizzazione di personale e di beni strumentali (artt. 2082 e 2555 cc);
senza il medico l'organizzazione di studio convenzionato non può operare e quindi produrre reddito, per cui la Cassazione Civile sezione V, con ordinanza n. 18472 del 4 luglio 2008, ha stabilito che il medico convenzionato non è assoggettabile all’Irap neppure se dispone di un dipendente e, pertanto, ha diritto al rimborso dell’Irap indebitamente versata -:
se il governo regionale sia a conoscenza della vicenda sopraesposta;
quali azioni intenda porre in essere, per quanto di competenza, per far sì che coloro che hanno versato indebitamente l'Irap possano accedere quanto prima al rimborso.
(22; 09.01.2014)
Il Consiglio regionale,
considerato che
il tessuto economico e produttivo della nostra regione è legato alla tempestività dei pagamenti della pubblica amministrazione, poiché proprio la pubblica amministrazione è di gran lunga il maggiore committente, a livello di risorse investite, delle imprese calabresi;
nella liquidazione dei mandati di pagamento bisogna garantire l'imparzialità della pubblica amministrazione, così da evitare di alimentare favoritismi e clientele,
impegna la Giunta regionale
ad adottare il criterio cronologico nell'emissione e nella liquidazione dei mandati di pagamento da parte della Ragioneria generale della Giunta regionale della Calabria.
(104; 09.01.2014) Magarò
Il Consiglio Regionale,
considerato che
in molti reparti degli ospedali calabresi ed in molti ambulatori delle Aziende Sanitarie Provinciali si verificano vistose carenze di personale medico, paramedico e ausiliario, con pesanti disagi per i cittadini utenti, esposti anche a pericoli gravi per la loro salute e con situazioni mortificanti per i dirigenti sanitari;
in altre strutture sanitarie invece, magari situate nel territorio di comuni vicini, vi è personale in eccedenza o sottoutilizzato;
per procedere ad un riequilibrio del personale delle strutture ospedaliere e sanitarie della Calabria è necessario che i dirigenti delle Aziende Ospedaliere e le Aziende Sanitarie abbiano la facoltà di trasferire il personale laddove vi sia un reale fabbisogno per ridurre i tempi di attesa dei cittadini e migliorare l'erogazione dei servizi,
impegna la Giunta regionale:
a prevedere una nuova clausola semplice e chiara nei prossimi bandi di concorso nel settore sanitario per acquisire preliminarmente dai nuovi assunti l'accettazione ad essere destinati per esigenze di servizio in una qualsiasi struttura di una azienda sanitaria o ospedaliera ricadente nel medesimo territorio provinciale.
(105; 13.01.2013) Magarò
Il Consiglio regionale,
premesso che:
numerose norme
già approvate e molte altre in corso di approvazione da parte del Consiglio
Regionale contengono riferimenti che rimandano ad altre norme di carattere
regionale e nazionale;
tali
riferimenti, in mancanza di note esplicative, rendono di difficile comprensione
il contenuto delle norme stesse, soprattutto per il cittadino comune che non ha
dimestichezza con la materia legislativa;
considerato
che:
l'obiettivo
principale dell'approvazione di nuove norme deve essere il miglioramento della
qualità della vita dei cittadini;
dunque i
cittadini stessi devono essere messi nelle condizioni di conoscere in maniera
approfondita il contenuto e le finalità di tutti i provvedimenti adottati dalla
Giunta e dal Consiglio Regionale;
nell'interesse
dei cittadini, all'interno della Legge di Bilancio è necessario evitare di
inserire altri provvedimenti che non attengono alla materia finanziaria,
impegna la
Giunta regionale, il Consiglio Regionale ed i singoli consiglieri:
a predisporre
leggi chiare, leggibili che non facciano riferimento ad articoli di altre norme
di difficile consultazione, senza che vengano espressamente citate con chiari
riferimenti al loro contenuto. Le Leggi finanziarie, inoltre, dovranno d'ora in
poi contenere esclusivamente provvedimenti legati alla compilazione del
bilancio.
(106;
14.01.2014) Magarò
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
in diverse
regioni italiane le strutture sanitarie sono dotate della figura del "risk
manager" ovvero di un ingegnere clinico incaricato di scovare i punti
deboli del sistema sanitario, individuare le fonti di rischio ed adottare le
opportune soluzioni;
nelle
strutture sanitarie in cui opera il "risk manager" si riduce
sensibilmente il rischio clinico ed il margine degli errori che possono mettere
a repentaglio la salute dei pazienti;
nella sostanza
il "risk manager" è un esperto cui viene demandato il compito di
garantire l'uso sicuro delle apparecchiature medicali, la regolare
manutenzione, la corretta formazione del personale ma anche di condurre una
continua azione di monitoraggio e di correzione degli errori che si commettono
in corsia, così da evitare che da una sommatoria di problemi dalle minime
conseguenze, possano scaturire eventi drammatici;
considerato
che:
istituire
anche in Calabria la figura del "risk manager" consentirebbe di
garantire una maggiore sicurezza ai cittadini-utenti che si rivolgono alle
strutture sanitarie pubbliche della nostra regione,
ad attivarsi
per istituire la figura del "risk manager" nelle strutture sanitarie
della Calabria.
(107;
20.01.2014) Magarò
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
numerosi
medici calabresi emigrano in altri centri del Paese, soprattutto del Nord
Italia, o addirittura all'estero per esigenze di lavoro o di formazione
tale flusso
migratorio rischia di lasciare sguarniti i presidi ospedalieri della Calabria
considerato
che:
la Calabria è
ricca di risorse umane, soprattutto di giovani neolaureati competenti, dinamici
e professionali e che su di loro occorre investire,
impegna la
Giunta regionale:
ad attivare un
percorso formativo per almeno 50 giovani medici calabresi;
la Regione
dovrà garantire a questi giovani, a proprie spese, un percorso formativo
consistente in un tirocinio formativo da svolgersi in una o più struttura
medica di prestigio e di livello internazionale della durata di almeno un anno;
alla fine del
percorso formativo sopra specificato, i medici così formati avranno l'obbligo
di rientrare ed esercitare la professione medica in Calabria per almeno quattro
anni con il duplice risultato di garantire cure di qualità e di riversare sui
più giovani le conoscenze acquisite.
(108;
20.01.2014) Magarò
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Giunta regionale
ha avviato numerose iniziative di carattere legislativo ed amministrativo in
ogni settore, da quello economico a quello sociale e culturale;
al fine di
ottimizzare il lavoro svolto sarebbe importante procedere ad una costante
valutazione dell'effettiva applicazione e delle ricadute dei provvedimenti
assunti dalla Giunta regionale
considerato
che:
tra le deleghe
assegnate dal Presidente della Giunta non ve n'è nessuna indirizzata
specificatamente a monitorare programmazione del Governo regionale,
impegna il
Presidente della Giunta regionale
ad assegnare
una nuova delega assessorile specificatamente indirizzata a monitorare la
programmazione del Governo regionale rispondendo all'esigenza di attivare una
ricognizione sistematica e puntuale di ogni risultato fin qui conseguito e
dialetticamente incaricata di rimuovere quegli ostacoli di varia natura che,
per diverse ragioni, si possono frapporre tra l'avvio di una iniziativa e la
sua conclusione.
(109;
20.01.2014) Magarò
premesso che:
il settore
agricolo rappresenta per la Calabria uno dei settori economici trainanti per lo
sviluppo del territorio;
diversi
giovani ambiscono ad intraprendere l'attività agricola anche attingendo alle
risorse comunitarie disponibili;
considerato
che:
nella nostra
regione non vi sono scuole di specializzazione di tipo universitario per
formare i nuovi giovani imprenditori agricoli,
a realizzare
una scuola di alta formazione per imprenditori del settore primario da ubicare
in una delle tante aree strategiche della Calabria ad alta vocazione agricola,
così da incoraggiare i giovani a proiettare il loro futuro anche in questo
comparto, specializzandosi nella ricerca e nella innovazione dell'industria
agroalimentare, e da ottenere il duplice risultato di creare nuovi posti di
lavoro e di migliorare l'offerta dei prodotti agricoli della Calabria sotto il
profilo qualitativo e quantitativo.
(110;
20.01.2014) Magarò
Il Consiglio regionale,
premesso che
è necessario accorciare, fino ad azzerarle, le lunghe liste d'attesa nella sanità regionale, offrire ai cittadini risposte immediate per le prestazioni ambulatoriali e gli esami radiologici ed ottimizzare al massimo l'utilizzo dei grandi, e costosi, macchinari come quelli per le Tac e le Risonanze Magnetiche;
i cittadini-utenti che lavorano sono costretti a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale nei classici orari per sottoporsi agli esami diagnostici,
impegna il Commissario del Piano di rientro in sanità e la Giunta regionale
a prevedere la possibilità di effettuare esami diagnostici anche nelle ore serali dalle 20 alle 24 per almeno due giorni alla settimana, nonché nei giorni prefestivi e festivi per i servizi ambulatoriali ed in particolare radiologici, in modo da snellire le liste d'attesa e sfruttare al meglio i dispositivi diagnostici presenti nei diversi nosocomi, che spesso vengono sottoutilizzati rimanendo spenti o inattivi per buona parte della giornata.
(111; 21.01.2014) Magarò
Il Consiglio regionale,
premesso che
la tempestività della diagnosi impone una organizzazione territoriale adeguata che sappia identificare rapidamente ed in modo accurato le patologie importanti da indirizzare per la terapia ai centri ospedalieri specializzati;
per questo è necessario disporre sul territorio una rete di grandi ed attrezzati poliambulatori di zona,
impegna il Commissario del Piano di rientro in sanità e la Giunta regionale
ad assumere ogni iniziativa utile e necessaria affinché gli esami diagnostici vengano effettuati da una rete di grandi ed attrezzati poliambulatori di zona, cosicché gli ospedali possano dedicare più tempo, più uomini e risorse alle attività di urgenza.
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
la Calabria
vanta tra i suoi personaggi illustri la famosa cantante Mia Martini,
universalmente riconosciuta come una delle più grandi autrici, compositrici e
interpreti della canzone italiana;
la storia e la
cronaca nazionale testimoniano il grande valore di questa artista sensibile e
tenace che per decenni è stata alla ribalta dei più grandi palcoscenici
italiani e stranieri;
la cantante,
stimata e apprezzata nella sua terra di origine, ha sempre ricordato anche con
gli interlocutori della comunicazione sia giornalistica che televisiva il
grande attaccamento alla sua Regione e alla sua città natale, Bagnara Calabra,
luogo che, come spesso amava ribadire, rappresentava il rifugio dove riposare e
ritrovare forza e ispirazione;
la città di
Bagnara Calabra e molti comuni calabresi, al fine di attribuirle il meritato
valore, hanno dedicato alla cantante da diversi anni un concorso culturale
intitolato "Premio Mia Martini" con l'intento di ricordare e
promuovere l'immagine della grande interprete della canzone italiana in Italia
e nel mondo;
tale concorso,
da molti anni, attrae in Calabria molti personaggi illustri del mondo dello
spettacolo, della musica e della cultura internazionale, ma anche numerosi
concorrenti e ampio pubblico
considerato
che
le audizioni
del premio si svolgono in tutte le Regioni d'Italia ed in alcune città
d'Europa, accogliendo in Calabria numerosi giovani cantanti che concorrono
all'assegnazione del "Premio Mia Martini Nuove Proposte per
l'Europa";
detto
concorso, rivestendo carattere internazionale, rende lustro alla nostra
Regione, proiettando al di fuori dei confini della Calabria, ma anche
nazionali, l'immagine di una Calabria operosa e attenta, laboratorio di idee ed
iniziative culturali,
impegna la
Giunta regionale,
attraverso
questa mozione, a riconoscere il concorso "Premio Mia Martini" che
annualmente si svolge in Calabria come manifestazione di interesse regionale
per la sua alta valenza culturale e morale.
(113;
30.01.2014) Nucera
Il Consiglio regionale,
premesso che:
una categoria
di lavoratori dal gennaio 2013 usufruisce della mobilità in deroga;
gli stessi
lavoratori hanno percepito le indennità previste solo da gennaio 2013 a giugno
2013,
impegna la
Giunta regionale:
ad erogare le
mensilità mancanti (luglio-dicembre 2013),e prorogare la medesima indennità
all'anno 2014.
(114;
30.01.2014) De Gaetano
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
la popolazione
locale lamenta notevoli disagi di natura igenico-sanitaria, e che le discariche
non si costruiscono più' in nessun paese d'Europa, perché considerate obsolete,
e comunque la Giunta Regionale prima di disporre l'ampliamento della discarica,
avrebbe dovuto provvedere alla bonifica totale e definitiva della dismessa
discarica esistente,
impegna la
Giunta regionale
a che non
vengano eseguiti i lavori di ampliamento della discarica di Petrosi di
Casignana (RC).
(115;
30.01.2014) De Gaetano
Il Consiglio regionale,
premesso che
con decreto del Direttore Generale del Dipartimento Ambiente n. 16993 del 10/12/2013 è stato approvato il "Bando per l'affidamento del servizio di accettazione, imballaggio, stoccaggio temporaneo, carico, trasporto, recupero e/o smaltimento in ambito internazionale comunitario dei rifiuti avuti codici CER (20.03.01) prodotti nel territorio della regione Calabria.";
nel capitolato speciale di appalto, l'art. 3 comma 3.1 dal titolo "Trasporto del rifiuto. Allestimento e gestione centro di imballaggio e stoccaggio temporaneo." Così recita:
"Il Trasporto a destino finale del rifiuto deve avvenire in condizioni di assoluta sicurezza… In sede di presentazione dell'offerta, per i rifiuti prodotti nella provincia di Cosenza, l'appaltatore potrà indicare propri stabili… ubicati nella predetta provincia… Detti immobili, dovranno essere dotati dei necessari presidi ambientali per scongiurare qualsiasi pericolo per la salute umana e l'ambiente…
il concorrente può inoltre valutare, a suo insindacabile giudizio, l'opportunità di utilizzare anche il capannone adibito a trattamento della RD secca, presso l'impianto tecnologico di Rossano.";
la previsione per il concorrente privato di poter utilizzare anche il capannone dell'impianto tecnologico di Rossano ha destato grande preoccupazione nella popolazione in quanto il sito in oggetto dovrebbe diventare meta di circa 750 tonnellate di spazzatura al giorno, da imballare e trasferire poi al porto di Corigliano per essere imbarcata su navi dirette in Olanda;
tale opzione è stata decisa senza in alcun modo coinvolgere le amministrazioni di Rossano e Corigliano, né tanto meno i consiglieri regionali del territorio e tenendo fuori da tale scelta finanche la Quarta Commissione Consiliare Regionale "Ambiente e territorio";
l'impianto tecnologico di Rossano ricade in una contrada ad alta densità di popolazione ed a forte vocazione agricola e turistica, con insediamenti alberghieri quali Eurovillage, Itaca ed Afrodite che già con la prossima stagione estiva assumeranno il marchio Valtur, senza dimenticare l'Acquapark Odissea 2000 che è la più grande del meridione;
l'impianto tecnologico di Rossano trattandosi di uno dei pochi impianti funzionanti della Calabria è stato da sempre usato in maniera sovradimensionata rispetto alle sue possibilità;
a seguito delle ordinanze del Commissario Delegato nel passato si è permesso di far conferire nell'impianto di Bucita i comuni di tutta la regione, senza tener conto della effettiva capienza, creando gravi turbative nella popolazione, suscitando vivo allarme e favorendo la costituzione di comitati spontanei per difendere le ragioni di quelle contrade;
il transito di automezzi pesanti congestiona la circolazione nelle contrade interessate e sulla stessa superstrada 106 bis, seminando lungo il percorso una scia pericolosa di percolato;
la vecchia discarica di Olivellosa, ricadente nella stessa contrada, ad oggi non è stata ancora bonificata, pur prevedendosi un finanziamento di € 3.905.112,40 inserito nella nuova programmazione e destando anche per tale ritardo all'inizio dei lavori serie preoccupazioni nella popolazione, oltre che una spesa continua per il Comune di Rossano per lo smaltimento del percolato prodotto;
in data 28 Gennaio u.s. , richiesto dai sindaci di Rossano e Corigliano, si è tenuto un incontro col Prefetto di Cosenza, al quale è stato richiesto un autorevole intervento volto a scongiurare l'ipotesi dell'utilizzo dell'impianto di Rossano;
la scadenza per la presentazione delle offerte è stata prorogata al 13/02/2014,
impegna il Presidente e la Giunta
a richiedere al Dirigente Generale delle. Politiche Ambientali l'insediamento di uno specifico tavolo tecnico al fine di valutare tutte le soluzioni possibili volte ad eliminare l'utilizzo dell'impianto di Bucita.
(116; 31.01.2014) Caputo, Morrone, Magno, Adamo, Pacenza, Serra, Bulzomì, Albano, Guagliardi, Franchino
Talarico
D. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alla cultura.
Per sapere – premesso che:
quasi
un anno fa, a causa di abbondanti piogge, il fiume Crati è straripato
sommergendo il sito archeologico di Sibari, Thuri e Copia;
attualmente
l'intera area degli scavi di Sibari è coperta da una massa di fango
alluvionale, peraltro già solidificato, perciò non più fruibile da parte di chi
volesse visitarla;
in
un anno non è stato realizzato alcun intervento che possa mettere al riparo da
altre calamità idrogeologiche questo sito e molto poco è stato fatto per
ripulirlo dal fango e dai detriti che lo sommergono;
in
una situazione di forte precarietà si trova anche l'annesso museo, dove i
reperti rischiano seri danneggiamenti a causa delle infiltrazioni d'acqua
provenienti dal soffitto;
la
Regione Calabria, nonostante le ripetute sollecitazioni di sindaci,
associazioni ed intellettuali, per una concreta presa in carico della
questione, non ha finora mostrato un tangibile interesse per la stessa,
ancorché avesse annunciato, ormai un anno fa, un investimento di oltre venti
milioni di euro ed il "completo ripristino" degli scavi entro marzo
2013;
ultimamente,
stante l'inerzia delle istituzioni pubbliche, sono partite alcune iniziative,
da parte di intellettuali ed importati testate giornalistiche, volte ad a
mobilitare l'opinione pubblica sull'argomento ed a raccogliere fondi da
destinare alla messa in sicurezza degli scavi e del museo di Sibari;
l'area
archeologica di Sibari, tra le più importanti del Mediterraneo, al di là del
suo valore turistico, costituisce un simbolo identitario tra i più importanti
della nostra regione -:
quali
concrete e tempestive iniziative si intendono assumere per il recupero, la
messa in sicurezza e l'opportuna valorizzazione degli scavi di Sibari.
se e
quando si potranno realizzare gli investimenti che sarebbero stati fatti rientrare
nel piano regionale dei beni culturali, d'intesa con il Ministero della
Coesione territoriale, annunciati un anno fa dall'Assessore regionale alla
Cultura.
(482;
7.01.2014)
Risposta
– “In riferimento all'interrogazione in
oggetto si rappresenta che trattandosi di area appartenente allo Stato e di
interventi programmati e gestiti dallo Stato si sono chieste le necessarie
informazioni alla Direzione Regionale dei Beni Culturali, che ha risposto con
la documentazione allegata.
Il quadro generale degli interventi in
campo fornito dalla Direzione Regionale dei beni culturali, (allegato 1)
rappresenta la risposta sia alla prima domanda relativa alle iniziative poste
in essere, sia alla seconda domanda in quanto gli interventi inseriti nei piani
regionali sono stati da questi ultimi stralciati e fatti confluire nel
cosiddetto POIn a seguito di quanto rappresentato con nota n. 7984 del
10.10.2013 dalla stessa Direzione Regionale (allegato 2) e acquisita al
protocollo regionale in data 14.10.2013 con il numero 320798.
Tanto per competenza”.
Arch.
Domenicantonio Schiava (Dirigente del settore)
Allegato 1
Interrogazione a risposta in Commissione 5/00384
Museo archeologico nazionale della Sibaritide e
parco archeologico di Sibari
Quadro generale degli interventi in campo
1) LAVORI IN CORSO - Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria/Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Calabria
a) Sibari,
Parco Archeologico, Area Prolungamento Strada - Lavori di bonifica, di
assistenza scientifica e di sperimentazione delle trincee drenanti. APQ Beni
Culturali SPA 23.1 Euro 800.000
b) Sibari,
Museo Archeologico, Costruzione di un nuovo modulo museale ("Modulo
Wallach"), Fondi Lotto, Euro 858.000
2) INTERVENTI
DI RECUPERO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DOPO L'INONDAZIONE DEL FIUME CRATI DEL 18
GENNAIO 2013
PRIMO
INTERVENTO DI SOMMA URGENZA DELL'IMPORTO DI € 300.000,00
Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Calabria
Lavori
interamente eseguiti e rendicontati, in attesa della liquidazione da parte di
ARCUS SpA
INTERVENTO DELL'IMPORTO DI € 200.000,00
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Calabria
Completamento
dei primi interventi di ripulitura; perizia di spesa pronta; in attesa
dell'autorizzazione alla spesa e di finanziamento da parte di ARCUS SpA
PARCO
ARCHEOLOGICO DELLA SIBARITIDE: INTERVENTI URGENTI DI SALVAGUARDIA E
CONSERVAZIONE POST-EVENTO ALLUVIONALE DEL GENNAIO 2013 DELL'IMPORTO DI €
2.000.000,00
Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Calabria/ Direzione Regionale BBCCPP della Calabria;
Fondi POIN
Lavori
di ripulitura, scavo archeologico e restauro; già avviata in data 30/09/2013 la
procedura di gara, che si concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione
dei lavori entro il 2015
3)
INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE DEL PARCO E DEL MUSEO ARCHEOLOGICO
COSTRUZIONE
DI UN SECONDO NUOVO MODULO ESPOS1TIVO, C.D. "MODULO IPPODAMEO", DI
UNA NUOVA UNITA'MUSEOGRAFICA E DI UN NUOVO EDIFICIO PER DEPOSITI E LABORATORI
DEL MUSEO DELL'IMPORTO DI € 5.300.000,00
Invitalia/Direzione Regionale per i
BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto
condiviso ed approvato, già avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara,
che si concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il
2015
SISTEMAZIONE
DELL'ACCESSO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEL CAVALLO DELL'IMPORTO DI € 3.900.000
Invitalia/Direzione
Regionale per i BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto
definitivo condiviso ed approvato; già avviata in data 30/09/2013 la procedura
di gara, che si concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori
entro il 2015
LAVORI
DI SISTEMAZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEL CAVALLO E REALIZZAZIONE DI TRINCEE
DRENANTI DELL'IMPORTO DI € 4.950.000
Invitalia/Direzione Regionale per i
BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto
definitivo condiviso ed approvato; già avviata in data 30/09/2013 la procedura
di gara, che si concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori
entro il 2015
SISTEMAZIONE DELL'OASI DI CASA BIANCA DELL'IMPORTO DI
€ 920.000
Invitalia/Direzione Regionale per i
BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto
definitivo condiviso ed approvato, già avviata in data 30/09/2013 la procedura
di gara, che si concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori
entro il 2015
SISTEMAZIONE DELL' AREA ARCHEOLOGICA Di CASA BIANCA
- 5° stralcio - DELL'IMPORTO DI € 500.000
Scuola Archeologica Italiana di
Atene/Direzione Regionale per i BBCCPP della Calabri; Finanziamento ARCUS SpA
Progetto
in corso di redazione
INTERVENTI
DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DELL'IMPORTO DI € 2.409.263,88
Invitalia/Direzione Regionale per i
BBCCPP della Calabria
Lavori
aggiudicati; in corso le procedure per la stipula del contratto
4)
OPERE COMPENSATIVE DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA NUOVA SS 106 "IONICA"
A CURA DI ANAS DA REALIZZARE TRA 2014 E 2015; IMPORTO DI € 20.000.000
SISTEMAZIONE
DEL VERDE E REALIZZAZIONE DEL SOTTOPASSO DI COLLEGAMENTO TRA IL PARCO DEL
CAVALLO E PROLUNGAMENTO STRADA
AMPLIAMENTO
DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Sarebbe
auspicabile una campagna di promozione del sito al termine dei lavori; è
inoltre da prevedere un piano di gestione misto che comprenda anche la rete dei
siti archeologici della Sibaritide (Francavilla Marittima, Broglio di
Trebisacce, Castiglione di Paludi, Torre Mordillo di Spezzano Albanese, Grotta
dell'angelo di Cassano all'Ionio), oggetto di interventi di valorizzazione con
fondi POR Calabria e ARCUS.
Allegato 2
Con
la presente si comunica che, a seguito del finanziamento con fondi POIn degli
interventi di Locri (Parco Archeologico e Museo) e Sibari (Parco Archeologico),
già appostati sul POR Calabria FESR, le richieste finanziarie relative a detti
interventi possono considerarsi ritirate.
Arch.
Francesco Prosperetti (Direttore Regionale)
Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
con
decreto del Direttore Generale del Dipartimento Ambiente n. 16993 del
10.12.2013 è stato approvato il “Bando per l’affidamento del servizio di
accettazione, imballaggio, stoccaggio temporaneo, carico, trasporto, recupero
e/o smaltimento in ambito internazionale comunitario dei rifiuti avuti codici
CER (20.03.01) prodotti nel territorio della regione Calabria”;
nel
capitolato speciale di appalto, l’art. 3 comma 3.1 dal titolo “Trasporto del
rifiuto. Allestimento e gestione centro di imballaggio e stoccaggio
temporaneo”. Così recita: “Il trasporto a destino finale del rifiuto deve
avvenire in condizioni di assoluta sicurezza …. In sede di presentazione
dell’offerta, per i rifiuti prodotti nella provincia di Cosenza, l’appaltatore
potrà indicare propri stabili …. ubicati nella predetta provincia…………. Detti
immobili, dovranno essere dotati dei necessari presidi ambientali per
scongiurare qualsiasi pericolo per la salute umana e l’ambiente ….
il
concorrente può inoltre valutare, a suo insindacabile giudizio, l’opportunità
di utilizzare anche il capannone adibito a trattamento della RD secca, presso
l’impianto tecnologico di Rossano.”;
la
previsione per il concorrente privato di poter utilizzare anche il capannone
dell’impianto tecnologico di Rossano ha destato grande preoccupazione nella
popolazione in quanto il sito in oggetto dovrebbe diventare meta di circa 750
tonnellate di spazzatura al giorno, da imballare e trasferire poi al porto di
Corigliano per essere imbarcata su navi dirette in Olanda;
tale
opzione è stata decisa senza in alcun modo coinvolgere le amministrazioni di
Rossano e Corigliano, né tanto meno i Consiglieri regionali del territorio e
tenendo fuori da tale scelta finanche la Quarta Commissione consiliare
regionale “Ambiente e territorio”;
l’impianto
tecnologico di Rossano ricade in una contrada ad alta densità di popolazione ed
a forte vocazione agricola e turistica, con insediamenti alberghieri quali
Eurovillage, Itaca ed Afrodite che già con la prossima stagione estiva
assumeranno il marchio Valtur, senza dimenticare l’Acquapark Odissea 2000 che è
la più grande del meridione;
l’impianto
tecnologico di Rossano trattandosi di uno dei pochi impianti funzionanti della
Calabria è stato da sempre usato in maniera sovradimensionata rispetto alle sue
possibilità;
a
seguito delle ordinanze del Commissario Delegato nel passato si è permesso di
far conferire nell’impianto di Bucita i comuni di tutta la regione, senza tener
conto della effettiva capienza, creando gravi turbative nella popolazione,
suscitando vivo allarme e favorendo la costituzione di comitati spontanei per
difendere le ragioni di quelle contrade;
il
transito di automezzi pesanti congestiona la circolazione nelle contrade
interessate e sulla stessa superstrada 106 bis, seminando lungo il percorso una
scia pericolosa di percolato;
la
vecchia discarica di Olivellosa, ricadente nella stessa contrada, ad oggi non è
stata ancora bonificata, pur prevedendosi un finanziamento di Euro 3.905.112,40
inserito nella nuova programmazione e destando anche per tale ritardo
all’inizio dei lavori serie preoccupazioni nella popolazione, oltre che una
spesa continua per il Comune di Rossano per lo smaltimento del percolato
prodotto;
in
data 28 gennaio u.s., richiesto dai sindaci di Rossano e Corigliano, si è
tenuto un incontro con Prefetto di Cosenza, al quale è stato richiesto un
autorevole intervento volto a scongiurare l’ipotesi dell’utilizzo dell’impianto
di Rossano;
la
scadenza per la presentazione delle offerte è stata prorogata al 13.02.2014,
impegna
il
Presidente e la Giunta regionale a richiedere al Dirigente Generale delle
Politiche Ambientali l’insediamento di uno specifico tavolo tecnico al fine di
valutare tutte le soluzioni possibili volte ad eliminare l’utilizzo
dell’impianto di Bucita.
Il Consiglio
regionale,
ribadita la vicinanza dell’intera
Comunità calabrese ai fucilieri del Reggimento San Marco della Marina Militare,
il capo di prima classe Massimiliano Latorre, e il secondo capo Salvatore
Girone, da due anni soggetti alla giustizia in India, prima nello stato del
Kerala ed ora davanti alla Corte Suprema federale, per eventi accaduti il 15
febbraio 2012, senza che da allora, per quasi due anni, nessun tribunale
indiano abbia completato le indagini sul caso e individuato formalmente i capi
di imputazione contro i due marò italiani;
espressi solidarietà e affetto fraterno
ai familiari e profonda indignazione per l’interminabile sequela di rinvii che
sta caratterizzando l’iter giudiziario, nell’indifferenza delle autorità
indiane;
denunciato l’ingiustificato, allarmante
e inaccettabile sovrapporsi di notizie da fonti disparate in India, che fanno
intravedere la possibilità che i militari italiani siano sottoposti a un
processo che prevede la pena di morte, per atti di “pirateria e terrorismo”;
rilevato che un Paese amico dell’Italia
e di grandi tradizioni civili e giuridiche, come l’India
mantiene nel proprio ordinamento la pena
di morte;
non applica con chiarezza, nel caso in
specie, la presunzione di innocenza, principio fondamentale del diritto e della
dignità umana;
dà corso ad una sequenza di ritardi e
rimandi, che si traducono in una forma di denegata giustizia;
continua, per gli innumerevoli rinvii e
l’interminabile protrarsi degli accertamenti, ad esporre i nostri marò da
un’opinione pubblica locale aprioristicamente colpevolista;
preso Atto che il ministro italiano
della Difesa si è dichiarato assolutamente convinto dell’innocenza dei due
connazionali ed ha stigmatizzato apertamente i tempi e i modi dello sviluppo
giudiziario di questa vicenda, tali da essere ormai diventati un caso,
segnalando all’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite le
contraddizioni del comportamento delle autorità indiane;
ricordato che, secondo quanto
riferiscono i media in India, la Corte suprema indiana - esaminando il ricorso
dell’Italia sui ritardi del processo e contro l’applicabilità della legge
antipirateria che prevede la pena di morte – ha chiesto al Governo di Nuova
Delhi di risolvere entro il prossimo mese di febbraio lo stallo che sta
ritardando il processo ai marò;
manifestata la preoccupazione e soprattutto
l’indignazione dei cittadini, che da due anni attendono di conoscere fatti e
circostanze dei presunti delitti imputati ai due connazionali;
considerato che altri Consigli regionali
e le assemblee di centinaia di enti locali e lo stesso Parlamento hanno
espresso analoghi sentimenti,
aderisce simbolicamente all’appello ed
alla campagna di mobilitazione promossi dal quotidiano “Il Tempo”;
invita
il Governo nazionale ad attivarsi ad
ogni livello internazionale e presso tutti i canali diplomatici, perché le
Autorità indiane facciano immediata chiarezza sul caso e ai due marò venga
restituita quanto prima la dignità umana e la libertà personale;
fa Voti
affinché il medesimo Governo faccia
pervenire al primo ministro indiano Manmohan Sing, attraverso l’ambasciatore
della Repubblica dell’India in Italia, una nota ufficiale con la quale si
motiva la mancata partecipazione, quale manifestazione dei sentimenti di
indignazione e sofferenza degli italiani per il protrarsi senza fine di una
situazione incomprensibile.
Il Consiglio regionale,
premesso
che:
in
Calabria nel settore privato operano decine di strutture sociosanitarie e
riabilitative convenzionate con il sistema sanitario pubblico;
dette
strutture garantiscono servizi primari, in particolare per migliaia di anziani,
garantendo al contempo migliaia di posti di lavoro;
nei
giorni scorsi le associazioni di categoria del comparto hanno fortemente
contestato le procedure ed i criteri sottesi alla formulazione delle tariffe
che i subcommissari per il piano di rientro si appresterebbero a proporre, per
la loro approvazione definitiva, al commissario;
le
proteste trovano fondamento nell’avere i subcommissari ignorato le intese
siglate in precedenza ed in pronunciamenti già resi nel recente passato dalla
magistratura amministrativa, di senso contrario alle iniziative intraprese dai
subcommissari medesimi;
l’approvazione
delle tariffe per come proposte, in dissenso rispetto alle ragioni esposte ed
argomentate dalle associazioni di categoria, rischierebbe secondo le stesse di
paralizzare il settore, portando al blocco dei servizi sul territorio regionale
per circa 6.000 tra anziani e disabili e, si ha timore di ritenere, al
possibile licenziamento di circa 5.000 lavoratori;
l’ipotesi
prospettata, per come di tutta evidenza, aprirebbe un nuovo pericoloso vulnus
non solo sotto il profilo della qualità dell’offerta sanitaria, ma anche sotto
quello prettamente economico ed occupazionale, entrambi insostenibili per una
regione già provata dal pur necessario processo di riorganizzazione sanitaria,
oltre che dalla piaga della disoccupazione,
impegna
il
Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, nella sue veste di
commissario ad acta del piano di rientro, a verificare la fondatezza di
segnalazioni che appaiono legittime e, nel caso, ad assumere tutte le
iniziative opportune a tutelare il livello e la qualità dei servizi sanitari e
migliaia di posti di lavoro.
Il Consiglio regionale,
premesso
che:
nella
mattinata di domenica 19 gennaio 2014, nelle campagne di Cassano Ionio, veniva
ritrovata un’auto completamente carbonizzata, con all’interno i corpi di tre
persone, divorati dalle fiamme;
a
seguito di più approfonditi accertamenti, si appurava che i corpi ridotti in
cenere erano quelli di un sorvegliato speciale, della sua compagna e del nipote
del primo, Nicola Campolongo, di tre anni appena;
alla
luce dei primi risultati dell’esame autoptico, emergeva che i tre erano stati
giustiziati con colpi di pistola alla testa, prima di essere dati alle fiamme;
di
fronte all’accaduto, dagli inquirenti ricondotto ad un regolamento di conti
interno al mondo della criminalità organizzata, forte e decisa è stata la
reazione delle istituzioni e della comunità calabrese;
a
tal riguardo, diverse sono state le iniziative assunte a seguito di una strage
che ha profondamente colpito la pubblica opinione locale e nazionale, per
un’azione delittuosa che ha dimostrato il più assoluto disprezzo della vita
umana, testimoniato dalla barbara uccisione anche di un fanciullo in tenera
età;
tra
le iniziative anzidette spiccano la campagna di opinione promossa dal
quotidiano calabrese Il Quotidiano, che ha proposto di appendere una foto del
piccolo Nicola in ogni casa ed ufficio pubblico perché non vengano mai meno la
memoria e lo sdegno per un episodio truce;
rilevante
e significativa è stata anche la presa di posizione della Chiesa cassanese, che
col suo Pastore e segretario generale ad interim della Conferenza episcopale
italiana, monsignor Nunzio Galantino, ha promosso una fiaccolata – alla quale
hanno preso parte migliaia di persone – per dire no alla violenza e,
soprattutto, per richiamare la comunità e le istituzioni tutte alla necessità
di offrire risposte concrete sotto il profilo della promozione delle politiche
del lavoro e della giustizia, come sul fronte della tutela dei minori,
dell’assistenza alle famiglie e della lotta alla povertà;
da
ultimo, in coda all’Angelus di domenica 26 gennaio, anche Papa Francesco ha
ricordato l’accaduto, chiedendo ai carnefici del bimbo di pentirsi e
convertirsi;
di
fronte a tutto ciò evidente è la necessità e l’opportunità di un segnale forte,
simbolico ma anche propedeutico all’avvio di un percorso che conduca
all’individuazione ed all’adozione di azioni e misure idonee sul versante delle
politiche sociali ed economiche,
impegna
il
Governo regionale e la Presidenza del Consiglio regionale, ciascuno per quanto
di competenza, ad individuare le modalità di adesione della Regione Calabria e
delle sue articolazioni alla campagna promossa da Il Quotidiano e, al tempo
stesso e contestualmente, a voler procedere alla convocazione di una seduta del
Consiglio regionale, da aprire al contributo delle associazioni di volontariato
operanti nel settore delle politiche sociali e della tutela dei minori, della
Chiesa e di tutti gli enti interessati, per individuare le linee guida di una
programmazione regionale che valga a potenziare e qualificare le politiche
sociali in tema di tutela delle famiglie e dei minori.