IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
74.
SEDUTA DI MARTEDI’ 15 OTTOBRE 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 424 del 12
agosto 2013 a firma dei consiglieri Principe, Scalzo, Naccari Carlizzi, Adamo,
Amato, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giamborino,
Guccione, Maiolo, Sulla; numero 428 del 4 settembre 2013 a firma del
consigliere Franchino; numero 435 del 13 settembre 2013 a firma del consigliere
Naccari Carlizzi.
(Sono riportate in allegato)
Concluse le comunicazioni iniziali, prima di dare inizio ai lavori del Consiglio, partiamo con le interrogazioni a
risposta immediata.
(Interruzione)
Mi hanno chiesto la parola più consiglieri, però facciamo
prima le interrogazioni. Poi daremo la parola a chi la richiede.
E’ stata presentata la seguente
Interrogazione a risposta immediata numero 385 del 18 giugno 2013 a firma del
consigliere Naccari Carlizzi “Sulle risorse
della Fondazione Calabria Etica” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2002, ai sensi dell'art. 18 bis della L. R. n. 7/2001 è
stata istituita la Fondazione “Calabria Etica”, al fine di finanziare e
sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese
sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore
di soggetti deboli svantaggiati;
lo Statuto della Fondazione, proprio per le sue peculiari
finalità ed operando in un contesto di grave disagio di una parte consistente
della popolazione, non ha mai previsto compensi per gli amministratori, ma solo
la possibilità di corrispondere un gettone di presenza ed il rimborso delle
spese sostenute, ma nessun consiglio di amministrazione si è avvalso di tale
facoltà;
con L. R. n. 22/2010, nell'ambito delle misure necessarie al
contenimento e riordino delle spesa pubblica regionale, all'art. 9 è stato
stabilito che tutti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre
utilità corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli
di amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle
fondazioni sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi
risultanti al 31 dicembre 2009;
con delibera n. 80 del 18 marzo 2011 la Giunta ha approvato,
contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale
22/2010, delle modifiche allo Statuto della Fondazione con le quali viene
demandata allo stesso Presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità
di carica -:
se risponde a verità che l'indennità che il Presidente si è
autodeterminata è pari al 60% dell'indennità di un consigliere regionale;
se tale indennità è superiore al contributo annuo che la
Regione assicura alla Fondazione per le spese di funzionamento, nonché al
compenso complessivo corrisposto ai componenti del Collegio dei revisori, per
cui tale provvedimento è in palese contrasto con la Legge 22/2010 e configura
un ingiusto vantaggio agli organi di Calabria Etica;
se risponde a verità che nel bilancio previsionale 2012
l'indennità del Presidente è di 133.600 euro, che risulta essere, sempre da
previsionale, superiore all'indennità complessiva del personale dipendente
(118.338);
se il Presidente della Fondazione è stato candidato nelle
ultime competizioni elettorali nella lista “Scopelliti Presidente”;
quali determinazioni intende assumere la Giunta;
se intende revocare la delibera n. 80 del 18 marzo 2011, al
fine di non consentire che una somma consistente delle risorse finanziarie
della fondazione sia sottratta dalle finalità statutarie che prevedono un
impegno a favore della fasce deboli della popolazione calabrese, che sono allo
stato penalizzate;
se intende richiedere al Presidente della Fondazione la restituzione
delle somme illegittimamente percepite, in modo da destinarle a sostegno delle
tante situazioni presenti in Calabria.”
Prego i colleghi consiglieri di fare
silenzio e di prendere posto.
La parola al consigliere Naccari
Carlizzi. Ne ha facoltà.
Presidente,
nel 2001 è stata costituita da parte della Regione Calabria la Fondazione Calabria Etica al fine di sostenere le
persone fisiche e le famiglie in difficoltà nonché le imprese sociali
impegnate nello svolgimento di servizi
socialmente rilevanti a favore dei soggetti deboli e svantaggiati.
Lo Statuto della Fondazione non ha mai previsto compensi per
gli amministratori, ma solo la possibilità di corrispondere un gettone di
presenza.
Con legge
regionale 22/2010, si è poi stabilito, nel quadro delle misure volte al
contenimento e al riordino della spesa pubblica regionale,
che tutti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità
corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e controllo, ai consigli di
amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle
fondazioni,
fossero automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi
risultanti al 31 dicembre 2009.
Con delibera numero 80 del 18 marzo 2011 – successiva alla
legge 22 del 2010 - la Giunta regionale,
contrariamente alla norma, ha approvato la modifica delle modifiche allo
Statuto della Fondazione Calabria Etica con la
quale viene demandata, addirittura, allo stesso Presidente la facoltà di
autodeterminarsi una indennità di carica.
Un vero e proprio incauto affidamento.
La richiesta è questa: sapere se
corrisponde a verità che il Presidente di detta Fondazione si sia
autodeterminato una somma pari al 60 per cento di quella indennità prevista, allora peraltro, per i consiglieri regionali e che poi è stato, come è
noto, dimezzata dalle norme nazionali. Se tale indennità sia superiore al
contributo annuo che la Regione assicura alla Fondazione stessa per il suo
funzionamento; se risponde a verità che nel bilancio previsionale 2012
l'indennità di detto Presidente è di 133.600 euro, che è superiore alla spesa
per l’intero personale dipendente. Se detto Presidente
sia stato reclutato sulla base di particolari competenze oltre al fatto di
essere stato candidato alle elezioni nella lista “Scopelliti Presidente”.
Quindi, per sapere, quali urgenti determinazioni voglia adottare la Giunta da
una parte per revocare quella delibera palesemente illegittima e dall’altra per
chiedere la restituzione delle somme illegittimamente percepite.
La parola all’assessore Salerno
per la risposta.
Grazie,
Presidente. Iin ordine alla prima domanda
riportata nell’interrogazione si riferisce che con determina presidenziale
numero 6 del 14 aprile 2011 è stata fissata per il Presidente
della Fondazione Calabria Etica
una indennità di carica così come previsto dall’articolo 6 dello Statuto.
L’indennità accordata è stata commisurata al 60 per cento della indennità
percepita da un consigliere regionale. Tale
quantificazione è stata determinata prendendo quale riferimento altri organismi
in house che da sempre hanno
determinato l’indennità agli amministratori utilizzato anche il parametro in
tali organismi.
Pertanto, si è preso come riferimento l’indennità percepita
dal consigliere del Cda e non del Presidente,
anche se nella fattispecie il Presidente di Fondazione Calabria Etica non
solo è Presidente ma è anche organismo
monocratico di amministrazione con piene ed esclusive responsabilità.
Preme, inoltre, rilevare che fino al novembre 2010
l’attività e le funzioni svolte dalla Fondazione sono state piuttosto contenute.
A seguito del riconoscimento
di organismo in house della Regione Calabria si è riscontrata una
crescita esponenziale dell’attività e degli ambiti di intervento operativo.
Allo stato attuale non
sono stati attuati tutti gli interventi previsti nel documento di
programmazione triennale 2010/2012,
approvato con delibera di Giunta numero 3 del 13 gennaio 2010, ma rispetto al suindicato
documento programmatico sono state attivate ulteriori iniziative a supporto del
settore politiche sociali della Regione e finalizzate ad accrescere il
sostegno, l’inclusione ed il benessere sociale di quanti vivono nel territorio
calabrese in particolar modo delle fasce più deboli.
In merito al secondo
quesito, il contributo annuo
riconosciuto alla Fondazione per le spese di funzionamento nel 2011, anno di
determinazione della indennità, è stato pari a 350 mila euro e nel 2010 ad 850
mila euro. Solo nel 2012 il contributo è stato ridotto a 100 mila euro. Il
compenso del Collegio dei revisori determinato ai sensi dell’articolo 10 della
legge regionale numero 22 del 2010 è pari
a euro 53 mila 558,14.
Si evidenzia, comunque, che i costi
di gestione della Fondazione sono ampiamente coperti con fondi disponibili di
gestione degli anni precedenti e le proquota che è
possibile inserire sulle progettualità tanto che la Fondazione ha chiuso negli
ultimi tre anni i propri bilanci con una parità nella gestione caratteristica
ed un avanzo nella gestione straordinaria.
Si evidenzia, inoltre, che da
gennaio 2013 l’indennità percepita dal Presidente è stata ridotta del 20 per
cento per una indennità netta pari a 49 mila euro.
Risposta alla terza domanda: nel bilancio di previsione 2012 l’indennità è
stata pari a 133 mila 600 euro per una indennità netta pari a 61 mila 260 euro.
In merito al costo del personale l’importo di 118 mila 338 euro si riferisce al
solo personale dipendente a tempo indeterminato. Il costo complessivo relativo
al personale considerata l’importante mole di lavoro sostenuta, è stato pari a
euro 3 milioni 472 mila 957,94.
In merito alla domanda se il
Presidente della Fondazione è stato candidato nelle ultime competizioni
elettorali nella lista “Scopelliti Presidente”, non risulta sia stato candidato
alle ultime competizioni elettorali nella lista “Scopelliti Presidente”.
In merito agli ultimi due quesiti posti vorrei comunicare al
Consiglio, e quindi rispondere al collega firmatario della
interrogazione, che il dipartimento
Politiche sociali, a
firma del direttore generale, avvocato Calvetta, ha
comunque avviato – anche a seguito della interrogazione ma già era in itinere – un procedimento anche in
autotutela ex articolo 7 e seguenti della Legge 241 del 1990 per verificare, ulteriormente, la correttezza della
procedura.
Questa è stata avviata ed
il dipartimento controlli, da quanto mi risulta, sta completando la verifica. Grazie.
Grazie assessore. Prego,
consigliere Naccari Carlizzi.
Presidente, cosa devo
dire? Insomma,
c’è una legge che prevede la riduzione dei compensi per tutti gli organismi.
Questa legge viene contraddetta da una delibera che stabilisce una cifra che per i primi anni è di
133 mila euro; addirittura per il 2012 questa cifra è superiore all’importo –
come ci è stato detto dall’assessore – di tutti i dipendenti a tempo
indeterminato.
Dopo di ché il
dipartimento ha avviato un procedimento in via di autotutela che, come tutti i
procedimenti della Regione Calabria, non si conclude mai in meno di uno-due anni, specie
quando ci sono alcune violazioni che sono palesi.
Questa è una violazione di
legge, è un evidente abuso a questo punto e di conseguenza il provvedimento di
autotutela deve essere preso e recuperate le somme.
Per quanto riguarda poi il
contributo, abbiamo visto – come è stato detto - in alcuni anni è stato addirittura inferiore
alle indennità complessive e quindi questa Fondazione serve a pagare le
indennità.
Poi, mi par di capire che
nell’ultimo anno sono stati utilizzati dei fondi europei e quindi c’è stato un
incremento delle attività. Ma il problema è capire se l’azione della Giunta
regionale è sottoposta al principio di legalità.
Il problema è di natura
costituzionale: esiste una norma costituzionale che prevede che la Giunta possa
procedere in violazione della legge? Questa, secondo me, è una ipotesi chiara
di abuso ed invito l’assessore -
che oggi ci ha dato cognizione della iniziativa del dipartimento, poiché l’atto
proviene dalla Giunta che ha approvato quello Statuto e, precedentemente a quella approvazione, l’indennità era zero e
persino i gettoni di presenza venivano restituiti dai componenti, dai soggetti
che poi sono stati rinnovati con la nomina di questo nuovo amministratore – poiché ne è a conoscenza, se non vuole essere parte
di questa abbastanza evidente violazione di legge, a sollecitare il dirigente, direttore
generale, a proporre alla Giunta una revoca.
Poiché quell’atto è stato approvato dalla Giunta regionale, voi avete l’obbligo di
intervenire per revocare quel provvedimento che è almeno palesemente
illegittimo, qualora non si riscontrasse anche un profilo di abuso di ufficio.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 386 del 20 giugno 2013 a firma del consigliere
Giordano “Sul disimpegno di rete ferroviaria italiana rispetto agli
investimenti sull’area portuale di Gioia Tauro” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
i vertici di Rete Ferroviaria Italiana nel corso dell'ultimo
comitato di sorveglianza POR Calabria-Fesr hanno
comunicato di voler interrompere unilateralmente tutti i bandi previsti
nell'Accordo di Programma Quadro firmato tra Regione e governo tesi a
potenziare lo scalo portuale di Gioia Tauro;
la presunta motivazione sarebbe imputabile al fatto che non
ci sarebbero più le condizioni di garanzia da parte pubblica dei pagamenti
previsti su queste opere. Per questo Rfi sospenderà
l'iter procedurale dei bandi fino a quando non ci saranno le dovute garanzie
sulle quote di finanziamento del Programma operativo nazionale (Pon) 2007-2013;
durante la discussione lo stesso Partenariato aveva dovuto
prendere atto del fallimento della procedura di gara per la realizzazione del
terminal intermodale, meglio conosciuto come "gateway", opera
fondamentale per dotare il porto di un collegamento finalmente adeguato con la
piattaforma ferroviaria nazionale;
l'annunciato disimpegno, con la decisione unilaterale di
sospendere le procedure di affido dei lavori in atto, da parte dei
rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana, pone in discussione il rilancio
del poto di Gioia Tauro e conferma, ove ce ne fosse bisogno, come Rfi (Trenitalia) abbia deciso di investire in altre zone
del paese, quali Trieste e Vado Ligure, e di abbandonare al suo destino la
struttura portuale gioiese;
tale decisione metterebbe a rischio l'intero progetto di
potenziamento del porto di Gioia Tauro che, al contrario, persegue da anni
l'obiettivo di diventare uno snodo fondamentale per il traffico merci italiano,
come d'altronde lo stesso governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha ribadito in più occasioni e ciò
nell'ottica di "potenziare il collegamento alla rete ferroviaria nazionale
del grande hub di trashipment
tra i più importanti d'Europa";
come denunciato dalle organizzazioni sindacali regionali,
alla luce degli ultimi sviluppi, “ci si trova dinanzi ad una situazione
assolutamente inaccettabile che va a compromettere il futuro di una
infrastruttura portuale già provata da precedenti politiche ad alto tasso
discriminante, non ultimo la quasi totale esclusione dal Piano nazionale della
Logistica di recente emanazione" -:
quali siano le reali motivazioni che hanno indotto RFI ad
adottare le decisioni meglio indicate in premessa;
se e quali siano gli interventi programmati del governo
regionale per far recedere RFI dalle decisioni assunte;
quali iniziative si intendono intraprendere, anche con il
coinvolgimento del governo nazionale, per salvaguardare i progetti di sviluppo
del porto di Gioia Tauro tesi a creare, fra l'altro, un terminal intermodale
che, se non realizzato, rischia di affossare definitivamente ogni ipotesi di
crescita di una intera area.”
Vorrei pregare sia il consigliere Giordano che l’assessore di rimanere nei minuti loro consentiti dal Regolamento sia
per l’illustrazione sia per la risposta.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente,
sarò velocissimo anche perché è un argomento
che purtroppo abbiamo toccato più volte. Questa interrogazione era del 20
giugno ed era appena noto il disimpegno di Rfi che
era stato dichiarato nel corso dell’ultimo Comitato di sorveglianza di quel
periodo; un disimpegno rispetto alla realizzazione al bando del gateway
ferroviario che, come tutti sanno,
discende dall’Accordo di Programma Quadro ed impegna una risorsa
consistente dei 459 milioni pari a 280 milioni.
Durante la discussione in sede di Comitato, Trenitalia ha
affermato che non ci sono le condizioni per procedere per una serie di inadempienze e di mancate
garanzie sulle quali né l’autorità portuale né la Regione avevano potuto garantire.
Questo conferma, purtroppo, il trend che in questi anni ha visto Rfi e
il Governo nazionale guardare ad altri scali
con corposi investimenti e mi riferisco, in particolare, a Trieste e a Vado
Ligure. Ma la cosa singolare è che nel momento in cui il Piano europeo, il piano internazionale dei trasporti
ha in qualche modo sancito quali sono gli scali inseriti nella rete Tnt, e
Gioia Tauro è a pieno titolo nella rete Tnt, il Governo
ha addirittura destinato risorse per 482 milioni al porto Gaeta-Fiumicino-Civitavecchia
e altri 460 milioni su altri porti come, per esempio, Piombino per 450 milioni,
Salerno ed altri porti che per brevità non vado ad enunciare.
Quindi una contraddizione
rispetto a quello che deve essere il piano strategico in sede comunitaria. Tutto ciò, però,
rispetto anche alle affermazioni che più volte sono state fatte in quest’Aula sia di totale interesse verso
il porto di Gioia Tauro sia di
iniziative della Regione in tal senso, ma a distanza di tre anni lo scalo gioiese è al palo con rischi, tra
l’altro, che sono stati ben evidenziati
con l’ultimo intervento odierno in cui i
sindacati hanno denunciato un calo della movimentazione del traffico.
E’ stato sempre affermato che lo sviluppo di Gioia Tauro passa attraverso la realizzazione del gateway.
Vogliamo adesso sapere, dopo tre-quattro mesi, quali sono le iniziative che sono
state adottate dal governo regionale
o che intende adottare per far recedere Rfi da questa
assurda decisione e, soprattutto, vorremmo avere contezza e chiarezza rispetto
alle cause effettive per le quali Rfi ha fatto un
passo indietro rispetto a questa importante infrastruttura.
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Grazie, Presidente. Per quanto
riguarda Gioia Tauro in effetti c’è stato nel mese di giugno un Comitato di sorveglianza a cui io ho stessa ho
partecipato, presieduto dall’assessore Mancini, dove ci fu una perplessità di Rfi
sulla prosecuzione dell’ultimo degli interventi rispetto ai 4 interventi
previsti nell’Accordo di programma Quadro.
Però, il problema era relativo all’intervento più grosso,
quello dei 156 milioni, dei 280 che Rfi stava
realizzando su Gioia Tauro. La perplessità di Rfi è
stata poi sciolta nei mesi successivi proprio in un comitato tecnico in cui è
stato evidenziato che, in effetti, le perplessità derivavano da osservazioni
che la Commissione europea aveva formulato su atti predisposti dalla Autorità di gestione
del Pon,
non consolidate poi in provvedimenti definitivi nel senso che poi si è chiarito
e quindi si è andati avanti.
Non solo Rfi sta andando avanti ma, finalmente, ha presentato il progetto esecutivo che consentirà poi di appaltare i lavori.
Riguardo, poi, come affermato dal consigliere Giordano, all’interessamento della
Regione su Gioia Tauro devo dire che, intanto, c’è un’attenzione nella
prosecuzione dell’Accordo di Programma Quadro e gli interventi regionali non solo vanno
avanti ma sono in linea rispetto al programma dettato dalla Commissione europea. Ciò nonostante, è vero anche che Gioia
Tauro continua ad avere difficoltà.
Vogliamo dire che, però, non è per colpa della
Regione Calabria perché al di là degli
interventi dell’Accordo di Programma Quadro, oltre ad aver inserito 8 milioni di euro – lo voglio ricordare –
come fondo di bilancio regionale, la Regione ha realizzato altri interventi diretti su
Gioia Tauro.
Ovviamente la questione
Gioia Tauro è molto più complessa e va, sicuramente, al di là dei confini
regionali e nazionali probabilmente.
Noi abbiamo sostenuto come
Giunta regionale,
ma anche come gruppi
parlamentari sia di destra sia
di sinistra,
che per Gioia Tauro oltre alle infrastrutture, quindi alla realizzazione
dell’Accordo di Porgramma Quadro, serve in questo momento
una riduzione del costo del lavoro e una defiscalizzazione.
Quello che serve in questo momento a Gioia Tauro è sicuramente quello che può
essere contenuto all’interno di una Zes, una zona
economica speciale,
che noi immaginiamo sicuramente potrà essere l’occasione importante per poter
rilanciare, finalmente, Gioia Tauro.
Non una cosa semplice. In
questo momento la legge che proprio questo Consiglio regionale ha approvato
qualche mese fa è ferma
in Commissione attività produttive al Senato.
L’auspicio è che ci sia
una velocizzazione della questione e che finalmente la Presidenza del Consiglio
possa inviare la documentazione al Parlamento europeo, per una verifica su una
notifica dei fondi, sulla Zes
affinché questa possa, finalmente, diventare una realtà non solo in Calabria ma
in Italia. Sarebbe la prima zona economica
speciale in Italia. Sappiamo bene che, invece, in altre parti d’Europa di zone economiche speciali ne sono già arrivate.
Chiudo dicendo che Gioia
Tauro, in effetti, in questo momento ha una movimentazione di Teus interessante,
nel senso che abbiamo, al momento, un incremento del 15,6 dei volumi rispetto
all’anno passato ed in proiezione potremmo chiudere di nuovo, finalmente, con
un volume di affare di Teus superiore a tre milioni,
probabilmente arriveremmo a 3 milioni 100.
Non basta né tanto meno ci
dobbiamo cullare. Continuiamo a lavorare sicuramente ed i due obiettivi sono, più che le infrastrutture, la riduzione del costo del
lavoro e la defiscalizzazione che sono, secondo noi,
gli strumenti importanti per rilanciare veramente Gioia Tauro.
Presidente, io rilevo
nella risposta che tocca nel suo complesso – come era giusto che fosse – una
questione così strategica e delicata.
Tuttavia non si rinviene
qual è l’esatto percorso che avrà il gateway ferroviario
perché apprendo che Rfi avrebbe presentato un progetto esecutivo, ma i
tempi del bando il Vicepresidente non ce li ha forniti.
Voglio,
invece, evidenziare come non ci sono alibi per questo governo regionale
rispetto al rapporto con un governo nazionale dove siede anche il Ministro per
le infrastrutture che è di diretta espressione e collegamento con questa
maggioranza che regge la Calabria.
Riguardo
la zona economica speciale voglio dire – mi dispiace che manchia l’assessore Fedele – alla Vicepresidente, dottoressa Stasi, di stare
molto attenti perché ho fatto rilevare nelle Linee guida, approvate poco fa dalla quarta Commissione, delle contraddizioni in ordine al porto di Gioia Tauro, in particolare
all’interporto.
Un’altra
questione nodale per lo sviluppo di Gioia Tauro sulla logistica ma anche sul
tessuto produttivo è l’interporto che è già realizzato e non attende altro che
essere gestito e messo in funzione. Così come l’ipotesi eventuale delle navi Roro che sarebbero una limitazione rispetto al transhipment
che, comunque, rimane in questo momento la fonte principale.
Riguardo
l’incremento sappiamo purtroppo che è frutto di congiunture internazionali e
non certamente della bravura di chi sta gestendo lo scalo gioiese sul quale,
ritengo, che questo Consiglio, al di là di questo momento
sebbene importante, debba dedicare una sessione
specifica per sciogliere tutti i nodi e per avanzare una azione politica di
alto profilo verso il Governo nazionale.
Siamo alla prima interrogazione a risposta immediata numero
389 del 24 giugno 2013, a firma del consigliere Guccione, “Sulla mancata stipula
delle convenzioni per l'attivazione del servizio antincendio della Regione
Calabria”.
Essendo assente l’assessore Trematerra, l’interrogazione è
rinviata alla prossima seduta.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 392 del 27
giugno 2013, a firma del consigliere Giordano, “In ordine alle direttive
generali per la disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali
di livello generale e di livello non generale approvate con deliberazione n.
99 della Giunta regionale in data 29 marzo
2013”.
Anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta perché è
assente l’assessore Tallini.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 393 del 27
giugno 2013, a firma del consigliere Giordano, “In ordine al numero dei
dirigenti regionali esterni in forza alla Giunta
regionale e al mancato seguito delle manifestazioni di interesse per
conferimento di incarichi di Direzione”.
Anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta perché è
assente l’assessore.
(Così resta stabilito)
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 401 del 1 luglio
2013, a firma del consigliere Giordano, “Sugli adempimenti connessi al decreto
legge n. 72 del 24 giugno 2013” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Decreto legge n. 35 del 08.04.2013 ha previsto, fra l'altro, una
anticipazione di liquidità in favore delle Regioni per il pagamento dei debiti
sanitari cumulati al 31.12.2012 per un importo di 5 miliardi di euro per il
2013 e 9 miliardi per il 2014 e sulla quota afferente l'annualità 2013 sono
residuate risorse non richieste dagli enti regionali pari a 280 milioni di euro;
con decreto legge n. 72 del 24 giugno 2013 il governo ha inteso
attribuire le suddette risorse alle regioni, sia pur prioritariamente a quelle
sottoposte alla procedura di cui all'art. 1, comma 74, della legge 30 dicembre
2004, n. 311 e le richieste di erogazione delle risorse finanziarie dovranno
essere avanzate entro la data del 15 luglio prossimo -:
se sussistono i presupposti per utilizzare i fondi residuali previsti
dal Decreto Legge n. 72/2013 e riassegnati alle regioni e in caso affermativo
quali adempimenti siano stati posti in essere.”
Prego, consigliere Giordano, può illustrarla.
Presidente,
a differenza di quelle che abbiamo dovuto rinviare e che erano di stretta
attualità, ritengo che questa possa essere superata perché
riguardava una delle risorse che erano rese disponibili da parte del Governo e per le quali bisognava, con una serie di
adempimenti, fare delle richieste.
Si tratta di risorse di 280 milioni di euro che riguardavano le Regioni sottoposte a Piano di rientro. Si potevano
utilizzare questi fondi residuali qualora si fossero eseguite una serie di
attività che dovevano essere compiute entro luglio 2013. Questa interrogazione
è del 24 giugno, quindi mi auguro che la Regione le abbia espletate e che abbia
ottenuto una quota rilevante di risorse in sanità, proprio in questo momento in
cui tutti sappiamo quello che sta succedendo, con le forti contraddizioni che
sta vivendo il Governo nazionale
sui tagli alla sanità.
Prego, assessore Mancini.
In merito al quesito, comunico che la Regione non ha inteso fruire dei
fondi residui previsti dal decreto legge numero 72 del 2013, pertanto non ha proposto richiesta al Mef entro
il 15 luglio 2013. Tale scelta è stata determinata da una valutazione in ordine alla sostenibilità finanziaria della rata per
garantire il rimborso e l’anticipazione di liquidità, atteso
che le risorse autonome del bilancio regionale risultano già aggravate del
notevole peso finanziario necessario alla copertura degli oneri per il rimborso
delle anticipazioni di liquidità, contratto nel 2010, per la copertura dei
debiti in sanità di 428 milioni di euro, a cui si sono aggiunti gli oneri per
il rimborso delle anticipazioni di liquidità richieste al Ministero ai sensi
degli articoli 2 e 3 del decreto legge numero 35 del 2013.
Con la manovra di
assestamento di bilancio del 2013, infatti, si è provveduto ad iscrivere nella
parte “spesa” il rimborso delle anticipazioni di euro 101 milioni e 249
eccetera, ex articolo 2, decreto legge numero 35, il rimborso delle
anticipazioni di euro 149 milioni, ex articolo 2, decreto legge numero
35 per l’anno 2014. Quello precedente era per l’anno 2013, il primo determina
una rata annuale di 5 milioni di euro, quest’altro determina una rata annuale
di 8 milioni di euro. Il terzo rimborso delle anticipazioni iscritte in
bilancio è di 107 milioni di euro circa, ex articolo 3 del decreto legge
numero 35 del 2013, riferente all’anno 2013, che determina una rata di euro 5
milioni e 9.
Entro dicembre, inoltre,
la Regione ha la possibilità di attivare anche l’anticipazione, ex
articolo 3 decreto legge numero 35 del 2013, per l’anno 2014.
La copertura degli oneri,
quindi, per il rimborso delle anticipazioni per come sopra quantificate
determina una ulteriore compressione della spesa a valere su risorse autonome
con tagli sul bilancio pluriennale che ha motivato la scelta
dell’amministrazione di rinunciare alle risorse aggiuntive per la copertura del
debito sanitario di cui al decreto legge numero 72, per come richiedeva il
consigliere Giordano.
Prendo atto della
risposta circostanziata, magari avremo occasione di rivedere i numeri offerti,
tuttavia rimango stupito perché, a fronte
della sofferenza del debito, questa era un’opportunità la cui rinuncia
certifica, evidentemente, che la Regione ritiene di non riuscire a garantire la
copertura delle anticipazioni che l’assessore Mancini ha indicato essere
iscritte nel bilancio.
Questo,
secondo me, necessita di una riflessione, di una valutazione e di una verifica
che deve essere disposta anche dal Consiglio regionale e non può che confermare
tutte le preoccupazioni che abbiamo espresso fino ad ora, anche riguardo la
gestione finanziaria del Piano di rientro e, quindi, della garanzia della
copertura del debito.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 405 del 15 luglio
2013, a firma del consigliere Giordano, “Sulla presunta soppressione di alcuni
treni regionali effettuata da Trenitalia”, di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
da fonti sindacali si apprende che Trenitalia abbia l'intenzione di
sopprimere nei prossimi mesi diversi treni regionali;
la responsabilità di tale scelta sarebbe imputabile per Trenitalia alla
Regione Calabria, con la quale fra l'altro sarebbe stata condivisa tale
decisione, a seguito della riduzione degli interventi finanziari nel settore;
al contrario, l'assessore regionale al ramo, anche in occasione di un
recente incontro con le organizzazioni sindacali, nega ogni responsabilità sul
punto specificando che la scelta sia imputabile esclusivamente ad una decisione
unilaterale di Trenitalia e che comunque il settore dei trasporti regionali è
oggetto di un intervento di razionalizzazione -:
se la decisione di Trenitalia di sopprimere diversi treni regionali a
partire dal prossimo mese di settembre risponda al vero, le reali motivazioni
che stanno alla base di tale scelta e se la stessa sia stata concordata con il
governo regionale, quali iniziative siano state poste in essere per scongiurare
la cancellazione di un così importante servizio per la collettività”.
Prego,
consigliere Giordano, la può illustrare.
Anche qui sarò telegrafico perché questa interrogazione è del 15 luglio, riguarda la notizia diramata da Trenitalia, con un allarme della Calabria
intera rispetto al taglio di diverse corse di treni regionali. C’era stato un
rimpallo di responsabilità tra Regione e Trenitalia.
Intanto vorremmo sapere con chiarezza se da
settembre, da quando era stato annunciato il taglio, siano state tagliate tutte
le corse indicate o quali siano le iniziative che il Governo regionale intende
porre in essere per scongiurare questo teatrino che non è degno di una regione,
di un territorio civile, che ad ogni occasione deve prendere atto di una totale
avversione da parte di Trenitalia e spesso, purtroppo, l’inerzia da parte
dell’ente Regione.
Risponde
la Vicepresidente della Giunta regionale.
E’ indubbio che, in questo momento, c’è una riduzione
dei fondi destinati ai trasporti dal livello nazionale e sappiamo bene quello che succede in Calabria e in tutte
le Regioni d’Italia. Partiamo dal
presupposto che sicuramente in Calabria abbiamo meno treni, quindi nel momento
in cui viene meno un treno, per molti
territori è un dramma più che un
problema.
E’ anche vero che la riduzione dei treni attuata da
Trenitalia è dovuta, in qualche modo, a una riduzione di risorse, quindi di
trasferimenti regionali, sempre perché, ovviamente, sono venuti meno i
trasferimenti dal punto di vista
nazionale, però è altrettanto vero che nella riduzione effettuata da Trenitalia
le indicazioni che la Regione Calabria aveva dato non sono state seguite,
quindi, in qualche modo, il contenzioso è sicuramente in atto. La riduzione di
servizio, in ogni caso, non è corrisposta, in qualche modo, alla riduzione
nelle indicazioni che la Regione Calabria aveva dato.
Voglio sottolineare,
inoltre, che comunque è da evidenziarsi l’impegno finanziario regionale che,
con ulteriori 700 mila euro, garantiti con variazione di bilancio di cui alla
legge regionale numero 46 del 30 settembre 2013, ha garantito l’attuazione
della riduzione di servizi.
Un piccolo aggiustamento,
quindi, siamo riusciti, in ogni caso, a realizzarlo.
La parola al consigliere
Giordano.
Un piccolo aggiustamento,
certamente, non rende giustizia del depauperamento
crescente e costante che la Calabria deve subire e sta subendo. Resto perplesso
anche perché mi
sembra che si vada avanti con la politica dei “pannicelli caldi”, quando
ci sarebbe bisogno di un’onda d’urto, per far valere le ragioni del territorio
della Calabria nei confronti dell’insensibilità del management di Trenitalia e della politica che Rfi sta attuando nei confronti della Calabria e del Sud.
L’ho detto prima nella precedente interrogazione,
questo Governo regionale non ha alibi, ha tutte le condizioni per portare
avanti una politica e per invertire un trend che non è più accettabile e
che credo che la Calabria non debba più subire.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 407 del 18
luglio 2013, a firma del consigliere De Gaetano, “Sugli adempimenti connessi al
decreto legge n. 72 del 24 giugno 2013” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
Trenitalia ha tagliato dal 9/12/2012 tutte le fermate dei treni
regionali nella stazione di Joppolo (VV);
tali corse erano così distribuite: n. 23 ogni giorno dal lunedì al
venerdì, n. 20 il sabato e n. 11 la domenica;
proprio in tale periodo R.F.I. ristrutturava
il fabbricato stazione;
con la soppressione delle fermate nella stazione di Joppolo,
gli utenti sono costretti ad utilizzare la stazione di Nicotera
che dista circa 10 km e che non è collegata con Joppolo
da nessun servizio di trasporto pubblico e che in inverno la S.p. 23 per Tropea è stata spesso chiusa al traffico per
frana e l'unico mezzo per raggiungere Tropea è il treno;
in data 8/12/2012 circa 300 persone hanno protestato pacificamente
contro questa soppressione, fra cui pensionati, studenti e lavoratori, nonché
circa 50 beneficiari di concessioni di viaggio gratuite in quanto figli (fino
al compimento del 25 anno di età) e coniugi di ex dipendenti a cui Trenitalia
stessa concede questa agevolazione;
il 07/01/2013 Trenitalia ha ripristinato la fermata per due treni: il
primo treno 12654 alle 7,31 per Lamezia Terme, il secondo treno 12669 direzione
Rosarno alle ore 13,55, non risolvendo, però, gli enormi disagi causati ai
pendolari del Comune di Joppolo, che conta circa
2.300 abitanti -:
se nel contratto di servizio stipulato tra la Regione e Trenitalia è
prevista la soppressione di tutte le fermate dei treni regionali in alcune
stazioni;
se sia intenzione della
Giunta regionale ripristinare, in accordo con la Direzione Regionale di
Trenitalia e per come già chiesto per iscritto da numerosi cittadini di Joppolo, in aggiunta alle due fermate già sopra indicate,
quelle di altre quattro treni, destinate a servire soprattutto studenti
universitari, lavoratori e turisti:
alle 6,13 treno diretto verso Reggio Calabria (treno 12651);
alle ore 16,35 treno diretto verso Lamezia Terme proveniente da Rosarno
(treno 12672);
alle ore 17,55 treno diretto verso Rosarno (treno 12677);
alle ore 20,35 treno diretto verso Lamezia Terme (treno 12680)”.
Risponde sempre la Vicepresidente Stasi.
Prego, consigliere De
Gaetano.
Questa interrogazione riguarda l’interruzione e la soppressione delle fermate dei treni nella
stazione di Joppolo a Vibo Valentia, sulla linea che
va tra Lamezia-Rosarno via Tropea.
Trenitalia,
nel dicembre 2012, ha eliminato tutti i treni che si fermavano a Joppolo. C’erano varie corse che andavano in questa
stazione dal lunedì al venerdì e, chiudendo questa stazione, gli abitanti sono
costretti ad utilizzare la stazione di Nicotera che
si trova a 10 chilometri da Joppolo e non è collegata
alla stessa con nessun altro mezzo di trasporto pubblico.
Nel
periodo invernale, tra l’altro, molte volte si verificano frane in questo
territorio, quindi vengono interrotti anche i collegamenti stradali e l’unico
mezzo per arrivare fino a Tropea rimane il treno.
Visto che
Trenitalia ha ripristinato anche altre fermate in altre stazioni, con questa
interrogazione chiediamo all’assessore ai trasporti - in questo caso a chi ci
risponderà - di fare pressioni su Trenitalia affinché la stazione di Joppolo sia nuovamente collegata sulla linea che va da
Lamezia a Rosarno, per un fatto di giustizia, per dare dignità a un territorio e la possibilità di viaggiare a tanti
cittadini, studenti in particolare, ma anche lavoratori e lavoratrici, che
senza questa stazione hanno dei notevolissimi disagi, delle forti restrizioni
ed anche problemi di carattere economico che sono costretti ad utilizzare il
mezzo proprio per andare a lavorare o a studiare.
Visto che c’è un
contenzioso con Trenitalia e c’è anche un contratto di servizio, chiediamo,
quindi, alla Regione di intervenire per ripristinare questa stazione.
Sì, consigliere
De Gaetano, in effetti è intenzione della
Regione Calabria valutare questa sua
richiesta, intanto, prima all’interno degli uffici del dipartimento e
poi all’interno della riprogrammazione dei servizi di Trenitalia, però anche questa, in effetti, rientra in tutta la
questione generale dei tagli che Trenitalia ha disposto sulla Calabria e che, in qualche modo, sono legati – lo
abbiamo visto – alla mancanza o alla diminuzione di trasferimenti nazionali
fatti dal Governo nazionale nei confronti delle Regioni e di Trenitalia stessa.
Voglio anche ricordare
che c’è una legge nazionale che obbliga il gestore ad avviare una politica di efficientamento, quindi a ridurre quei servizi di trasporto
che, in qualche modo, sono poco efficienti e, soprattutto, che sono valutati
poco redditizi dal punto di vista di un’azienda. Questo ragionamento,
ovviamente, non è concepibile per un servizio pubblico, quindi non lo
accettiamo e crediamo e riteniamo necessario imporre a Trenitalia di eseguire
quelle che sono le indicazioni della Regione, al di là se sono servizi
utilizzati in forma massiccia o se sono necessari, che comunque noi riteniamo
necessari, perché ci sono delle aree di questo territorio che dal punto di
vista dei trasporti sono completamente scoperte e che, quindi, bisogna in ogni
caso servire.
Ne siamo coscienti,
quindi la sua proposta sarà sicuramente valutata.
Prendo atto dell’impegno della
Vicepresidente. Ci auguriamo che l’impego che la Giunta regionale ha preso stamattina in Aula si concretizzi, per un semplice
fatto, non per una
questione di partito, ma per una questione di territorio e per dare
agli abitanti di questo
territorio la possibilità di essere cittadini a tutti gli effetti, perché il diritto alla mobilità, il diritto
al trasporto è un diritto scritto nella nostra
Costituzione che vale per tutti i cittadini, non deve valere soltanto per chi
ha la fortuna di nascere in una grande città o in un territorio ricco ma deve valere per tutti i cittadini e gli
abitanti del nostro Paese.
Per
questo staremo attenti, verificheremo gli atti concreti e saremo pronti a ritornare
sulla questione, se non troveremo risposte concrete da parte di Trenitalia.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 408 del 18
luglio 2013 a firma del consigliere De Gaetano: “In merito alla situazione
della tendopoli di San Ferdinando” di cui do lettura “Al Presidente della
Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
nel febbraio 2012, su determinazione del prefetto Varratta,
si è provveduto ad impiantare, nella zona industriale di San Ferdinando, una
tendopoli per accogliere i migranti, al fine di alleggerire la situazione
esplosiva venutasi a creare a Rosarno;
in origine si era stabilito il mantenimento della tendopoli sino alla
fine di giugno 2012;
la Regione ha provveduto all'erogazione di 55.000 euro per le spese di
gestione sino alla data del 30 giugno 2012;
la tendopoli inizialmente poteva ospitare 280 persone, tuttavia, non
essendo stata smantellata entro la data sopra indicata, la presenza di migranti
è notevolmente aumentata e sono sorte costruzioni fatiscenti adiacenti ad
essa, tanto che alla fine del 2012 il numero dei migranti è arrivato a superare
il migliaio;
il Sindaco del Comune di San Ferdinando è stato costretto ad emettere
ordinanza di sgombero delle capanne fatiscenti, in quanto si era formato un
ghetto con condizioni di vita spaventose;
eseguita l'ordinanza, per venire incontro a quanti vivevano nelle
capanne fatiscenti, si è deciso di provvedere ad impiantare una seconda
tendopoli, ma, dopo qualche mese, per mancanza di fondi, l'erogazione della
corrente elettrica a carico della Provincia e della Diocesi di Palmi è stata
tagliata, lasciando le due tendopoli in uno stato di abbandono assoluto;
malgrado gli sforzi del prefetto Piscitelli,
la Regione non ha ritenuto di stanziare altri fondi per prolungare il
funzionamento della tendopoli;
allo stato attuale, il numero di migranti presenti nelle due tendopoli
ammonta a circa 400 unità ed è destinato ad aumentare nel periodo di raccolta
degli agrumi, in cui è previsto un afflusso di migranti difficilmente
controllabile dal punto di vista della dignità delle condizioni di vita e
sanitarie:
quali iniziative urgenti intenda mettere in atto per reperire e
stanziare nuove risorse finanziarie da destinare all'accoglienza dei migranti
nella Piana di Gioia Tauro, al fine di garantire condizioni di vita dignitose
ed un adeguato supporto ai Comuni interessati dal fenomeno migratorio”.
Risponde l’assessore Salerno.
Prego, consigliere De Gaetano.
Questa è un’interrogazione che avevo presentato tempo fa, ma che in questi giorni,
purtroppo, si sta riproponendo, nel senso che proprio in queste ore il sindaco
di San Ferdinando ha mandato una richiesta d’aiuto alla Prefettura, alle forze
di Polizia, alla Caritas, alla Protezione civile, in quanto a San Ferdinando
stanno nuovamente arrivando profughi, parecchi immigrati che stanno occupando
un’area completamente sprovvista dal punto di vista igienico-sanitario, per cui
potrebbero nuovamente scoppiare gravissimi problemi di carattere umanitario.
Con
l’occasione, come partito, ripresentiamo questa interrogazione per chiedere al
Presidente della Giunta regionale e agli assessori competenti di intervenire
immediatamente, al fine di evitare che una catastrofe umanitaria possa
nuovamente abbattersi su San Ferdinando.
Ricorderete
le immagini dello scorso anno anche sul Tg1 di quella enorme tendopoli, dove
vivevano tantissimi immigrati in condizioni ai limiti della sopportazione
umana.
Viste
le cose avvenute lo scorso anno, chiediamo alla Regione di attivarsi
immediatamente, di trovare i fondi necessari per mettere in sicurezza quella
zona dal punto di vista igienico-sanitario, ma anche dal punto di vista della
sicurezza, perché manca tutto: l’acqua, la luce, i servizi igienici. Chiediamo
di intervenire rapidamente e di dare una mano a questi immigrati che vivono in
condizioni disperate e dare una mano alla popolazione di San Ferdinando, che
sta fronteggiando questa situazione da sola, insieme ai volontari.
Il
sindaco ha lanciato appelli a varie istituzioni, compresa la Prefettura, che si
era impegnata lo scorso anno a dare contributi che però non sono mai arrivati;
lo stesso ha fatto la Regione e l’arcivescovo del comprensorio. Chiediamo,
pertanto, alla Regione, di intervenire immediatamente per tutelare,
innanzitutto, gli immigrati e la loro dignità umana ed aiutare la comunità di
San Ferdinando che in questo momento, da sola, sta sopperendo alle mancanze
dello Stato.
Il
Comune di San Ferdinando, che non può esercitare le funzioni dello Stato, sta
investendo in proprio dei soldi che non ha e serve l’intervento dello Stato,
della Regione e del Comune, per dare a questi immigrati la possibilità di
vivere degnamente, evitando che avvengano simili scempi nel nostro territorio,
cose che non possono essere accettate in un Paese democratico come il nostro.
Risponde
l’assessore Salerno.
Sul tema della prima accoglienza, come Regione, non
abbiamo una competenza diretta, in quanto afferisce al Ministero dell’Interno.
Il Dipartimento, comunque, nell’ambito del POR Fers
2007-2013, ha attivato il finanziamento di centri di accoglienza di concerto
con il Dipartimento urbanistica, in corso di attuazione, proprio per Rosarno.
Il
finanziamento prevede una struttura a Rosarno ed altre quattro nel resto della
regione, a Lamezia, Corigliano, Crotone, Vibo Valentia, in linea con
l’ambito di intervento dei progetti Pisu e dei
fabbisogni del territorio.
La volontà è quella di dare centralità alla
tematica, con particolare riferimento all’area di Gioia Tauro. Ciò é stato
ribadito dal Dipartimento anche nell’avviso relativo alla formazione di
mediatori culturali, nell’ambito del quale è stato finanziato un corso proprio
a Gioia Tauro.
Nell’ambito dei progetti per l’integrazione degli
immigrati, è stato finanziato su fondi ordinari un intervento del Comune di Rosarno che ancora non è partito. Nella
programmazione 2014-2020 si terrà conto dell’individuazione dei nuovi scenari
da finanziare.
Volevo, comunque,
sottolineare che, come Regione, col Presidente Scopelliti, a seguito della
ripresa del fenomeno e soprattutto con lo sbarco di minori a Borgia, abbiamo
chiesto ed ottenuto l’incontro col viceministro Guerra, dove abbiamo
rappresentato le difficoltà ad operare visto che, comunque, come Regione non
abbiamo competenza diretta, anche se ci ritroviamo spesso ad intervenire anche
solo per dare una mano alla prima accoglienza.
In ogni caso, nella
programmazione 2014-2020 terremo conto – non v’è dubbio – di questo fenomeno
che ormai, purtroppo, è dilagante.
Ovviamente, sappiamo
che la Regione non ha competenza diretta in questa
materia, come purtroppo non ne ha il Comune
di San Ferdinando, che però è costretto a sopperire le mancanze dello Stato.
E’ importante quello che ha detto l’assessore sulla costruzione di questo centro, ma – come
sappiamo – nella migliore delle ipotesi ne riparleremo tra un paio di anni.
La cosa che chiediamo in
questo momento alla Regione e allo Stato è di intervenire per reperire delle
somme – non parliamo di somme enormi, ma di 50-100 mila euro – per poter
consentire nell’immediatezza la possibilità di avere dei bagni chimici,
l’acqua, e – visto che si arriverà da qui a poco all’inverno – anche dei
riscaldamenti; in questo caso lo chiediamo soprattutto alla Regione che, anche
se non ha competenze dirette, potrebbe intervenire per dare una mano, vista la
situazione tragica che c’è, con centinaia, qualche migliaio, forse, di
immigrati che hanno occupato in maniera abusiva quella zona, visto che non ci
sono strutture, servizi igienico-sanitari che possano consentire di viverci.
Ovviamente, stiamo
parlando di una situazione temporanea che va risolta, ma in questo momento c’è
un dramma umanitario della Regione e dello Stato, ovviamente il primo appello
che facciamo è allo Stato, infatti la richiesta di intervento del sindaco è
alla Prefettura, ma sappiamo le lungaggini e le lentezze dello Stato.
In questo caso chiediamo
alla Regione di intervenire presso il Ministero dell’Interno per accelerare nel
dare risposte e, in ogni caso, sopperire ai problemi che lo Stato ha, perché,
al di là delle questioni burocratiche, là avremo centinaia, qualche migliaio di
persone, fra cui anche bambini, donne incinte, che avranno grossissime
difficoltà a stare in quel territorio e dobbiamo intervenire, perché la dignità
umana non ha colore politico e non ha prezzo. E’ il primo punto che dobbiamo
mettere all’ordine del giorno e dobbiamo trovare le risorse per superare questi
problemi.
Credo che questo sia il
nostro intendimento e su questo chiediamo formalmente, da parte della Regione,
un impegno per il superamento di queste emergenze.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 410 del 23
luglio 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al <Magna Graecia
Teatro Festival Calabria>” di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla
cultura. Per sapere
– premesso che:
il Magna Graecia Teatro Festival è un evento finanziato con risorse del
POR CALABRIA FESR 2007/2013 (CC1 numero 2007 IT 161 PO 008) Decisione della
Commissione Europea C (2007) 6322 del 7 dicembre 2007 - ASSE V-Risorse
Naturali, Culturali E Turismo Sostenibile - Linea di intervento 5.2.2.2;
detta linea di intervento del POR prevede la "riqualificazione e
la valorizzazione del Sistema dei Teatri Regionali";
a dirigere il Festival di che trattasi è stato chiamato il noto attore
e regista teatrale Giorgio Albertazzi, benché il bando per la selezione del
direttore artistico richiedesse una comprovata ''conoscenza del territorio
calabrese";
l'avviso pubblico per la selezione delle compagnie e delle proposte
teatrali da inserire nel cartellone 2013 era rivolto, come pure negli anni
passati, a "compagnie teatrali, i gruppi di ricerca, performer, che
operano e lavorano in Calabria";
a fronte dell'esclusione delle realtà teatrali che operano in Calabria,
scorrendo i 12 titoli che verranno replicati per 51 volte nei 13 siti archeologici
della Calabria, si registra una prevalenza, tra i soggetti coinvolti, di
artisti il cui produttore sarebbe tal Ercole Palmieri, lo stesso produttore del
Direttore artistico del festival Giorgio Albertazzi;
la scelta di questi artisti è stata fatta dal "Maestro"
Albertazzi sulla base di un assoluto criterio di discrezionalità;
il Festival è costato in tre anni circa 2,3 milioni di euro,
provenienti per lo più da fondi europei (Fesr), la
cui destinazione era riservata allo sviluppo del sistema teatrale regionale,
che, com'è noto, vive ormai da anni una situazione di grave crisi e precarietà;
in tre anni questo evento ha assorbito molte risorse pubbliche ma ha
dato uno scarso contribuito allo sviluppo culturale della regione, al sostegno
della rete teatrale, né a promuoverne l'immagine in abito nazionale ed europeo;
a tal riguardo sono state alquanto eloquenti e beffarde le parole di
Enrico Montesano nella manifestazione d'esordio del festival: «Di questo Magna
Graecia teatro festival non sa niente nessuno. Non c'ha paternità questa
cosa... che cos'è? Non lo so... Voi lo sapete, che cos'è? lo non l'ho mai
sentito». E poi: «Pensavo di trovare un minimo di organizzazione e di
accoglienza, ma non ho incontrato nemmeno il direttore artistico. Sono contento
che siete venuti, ma è una cosa tra noi, una cosa intima, semo ducento, la potevamo
fare pure in un teatrino cabaret» -:
se non si ravvisi un conflitto di interessi nella scelta degli artisti
e delle compagnie teatrali da parte del Direttore artistico del Festival, che,
peraltro, risultano fortemente penalizzante per il teatro calabrese oltre che
non in linea con gli obiettivi del POR Calabria 2007-2013”.
Risponde l’assessore Caligiuri.
Prego, consigliere
Talarico, può illustrare l’interrogazione.
Presidente, questa è un’interrogazione che risale al luglio
scorso, quindi è un po’ datata, anche se sarebbe
utile una risposta dell’assessore Caligiuri.
Giusto per dare la
possibilità ai colleghi di entrare nel merito della questione, premetto: che il
Magna Graecia Teatro Festival è
un evento finanziato con i fondi Por Calabria
2007-2013, che a dirigere tale Festival è stato chiamato il noto regista e
attore Giorgio Albertazzi e che il bando richiedeva, all’epoca, una comprovata conoscenza del territorio calabrese; che
l’avviso pubblico per la selezione delle compagnie e delle proposte teatrali da
inserire nel cartello 2013 era rivolto, come pure negli anni passati, a compagnie teatrali, ai gruppi di ricerca che operano e
lavorano in Calabria; che nel programma 2013, con eccezione di solo quattro
compagnie, figurano essenzialmente i gruppi teatrali provenienti da altre
regioni e che, a fronte dell’esclusione di fatto delle realtà teatrali che
operano in Calabria, se scorriamo, assessore Caligiuri, i dodici titoli che
sono stati replicati per 51 volte nei 13 siti archeologici della Calabria,
abbiamo registrato una prevalenza, tra i soggetti coinvolti, di artisti il cui
produttore sarebbe tale Ercole
Palmieri, lo stesso produrre del direttore artistico del festival Giorgio
Albertazzi, che lei conosce bene; che bisogna aggiungere che la scelta di
questi artisti è stata fatta dallo stesso maestro Albertazzi sulla base di un
assoluto criterio di discrezionalità; bisogna aggiungere che il festival è costato,
in tre anni, circa 2 milioni e 300 mila euro, provenienti per lo più – come
dicevo – da fondi europei, la cui destinazione era riservata allo sviluppo del
sistema teatrale regionale che – com’è noto – vive ormai da anni una situazione
di grave crisi e precarietà, come ha avuto modo di rendersi conto anche l’altro
giorno, quando lei ha incontrato gruppi, associazioni, società che operano nel
campo teatrale della Calabria.
Ora, questo evento – mi
riferisco al Magna Graecia
Teatro Festival – ha assorbito gran
parte delle risorse pubbliche di provenienza europea, ma anche risorse
regionali, ma ha dato, di contro, uno scarsissimo contributo allo sviluppo
culturale della regione, al sostegno della vita teatrale, senza nemmeno
contribuire a promuovere l’immagine in ambito nazionale ed europeo.
Vorrei ricordare anche in
questa sede le beffarde parole usate dall’attore Enrico Montesano nella
manifestazione di esordio del Festival, quando ebbe a dire: “Di questo Magna Graecia Teatro Festival non sa niente a
nessuno, non ha paternità questa cosa. Che
cos’è? Non lo so. Voi lo sapete che cos’è?” ha continuato l’attore Montesano.
Ma, al di là di queste battute, vi è da fare una riflessione su
queste considerazioni che hanno coinvolto comunque un attore prestigioso e di
grande esperienza come Montesano che, suo malgrado, è stato costretto a fare da
testimone ad uno dei tanti eventi del Festival nella nostra regione.
Per tutto ciò premesso,
io ho il dovere di chiederle – perché in molti avrebbero voluto farlo e
vorrebbero farlo – se lei non ravvisa un conflitto di interessi nella scelta di
artisti e di compagnie teatrali da parte del direttore del Festival, il giovane
Giorgio Albertazzi, e se non ritiene che questo conflitto di interessi, così
come si è consumato nella nostra regione, soprattutto grazie all’attività di un
uomo che, evidentemente, conosce molto bene la Calabria, che è stato presente
in tutte le manifestazioni del festival, eccetera, eccetera – dico questo non
senza ironia – ecco, se questo conflitto di interessi e questo tipo di gestione
e di uso delle risorse non abbia penalizzato il teatro calabrese e non abbia
vanificato gli obiettivi previsti dal Por Calabria 2007-2013 nella parte
riguardante la cultura e il teatro più in particolare.
Risponde l’assessore
Caligiuri.
In merito all’interrogazione del consigliere Talarico
Domenico, occorre, in primo luogo, svolgere alcune precisazioni in ordine a
quanto dichiarato dal consigliere stesso. Infatti, il
consigliere Talarico lamenta che all'interno del Programma teatrale del
Magna Graecia Teatro Festival vi sono solo quattro compagnie calabresi, con
prevalenza di gruppi teatrali e attori noti dello spettacolo e della musica;
quanto sopra sarebbe in contrasto con l'avviso pubblico per selezione di
compagnie e di proposte teatrali, che era rivolto, come pure negli anni
passati, a compagnie teatrali, gruppi di ricerca, che operano e lavorano in
Calabria; quanto sopra sarebbe, altresì, in contrasto con le finalità del Por,
la cui destinazione sarebbe riservata allo sviluppo del sistema teatrale calabrese; infine, il Maestro
Albertazzi avrebbe scelto gli artisti sulla base di un assoluto criterio di
discrezionalità.
Il consigliere Talarico parte dal presupposto che il Magna Graecia
Teatro sia un Festival che ha come obiettivo la valorizzazione delle produzioni
di artisti calabresi e che sia, quindi, un
festival riservato alle compagnie autoctone.
Chiaramente, tanto non corrisponde né alla storia del Festival – giunto
alla decima edizione – né alle finalità del Por, che infatti ritiene il Magna
Graecia teatro Festival alla stregua di quanto stabilito nel Por Calabria, che
ha come finalità principale la valorizzazione
dei siti storici ed archeologici presenti sul territorio calabrese con
la connotazione di attrattività turistica.
Pertanto, non vi è nessuna destinazione riservata alle compagnie
teatrali calabresi, né è possibile considerare il Festival come una sorta di
compensazione per il progressivo assottigliamento dei fondi regionali,
riservati, questi sì, alle produzioni calabresi, infatti i principi di addizionalità e di complementarietà dei fondi strutturali
lo vietano espressamente.
Per completezza, si ricorda che il Settore Cultura, per la diversa finalità
del sostegno al sistema teatrale calabrese, ha comunque adottato ben tre Avvisi
pubblici, indirizzati esclusivamente alle compagnie calabresi, per un valore
complessivo di oltre 2 milioni di euro e, attraverso il sistema delle residenze
teatrali, infatti, 10 compagnie usufruiscono di un finanziamento, non episodico
ed estivo, ma stabile per tre anni, che sta comportando dei risultati estremamente importanti,
noti e riconosciuti anche a livello nazionale.
Il maestro Albertazzi, inoltre, dopo aver fissato il tema per l'anno
2103, ha iniziato a valutare le proposte presenti nel panorama teatrale con
riferimento agli artisti calabresi e non ha voluto limitarsi ad una disamina di
copioni teatrali, ma ha inteso offrire l'opportunità di svolgere vere e proprie
audizioni, in modo da poter meglio comprendere la valenza artistica delle
proposte.
Pertanto, l'avviso pubblico del consigliere Talarico non era in senso letterale, ma una manifestazione di interesse
finalizzata a raccogliere proposte artistiche ed, inoltre, non era l'unico
canale di scelta delle proposte, ma solo una corsia preferenziale per le
compagnie teatrali calabresi.
In merito alla dichiarazione dell’artista Montesano, io stesso ero
presente alla conferenza
stampa che si è svolta a Roma presso i locali del Ministero
dei beni culturali, dove Enrico Montesano ha
detto cose totalmente opposte a quelle che ha successivamente dichiarato.
Le scelte operate dal maestro sono state, infine, tutt'altro che
discrezionali, anche se, trattandosi di prestazioni artistiche, avrebbero
potuto esserlo; infatti il Maestro ha individuato gli spettacoli che uniscono
un' originale proposta culturale ad elementi di particolare attrattiva per il
pubblico.
Ciò posto, nel merito si evidenzia che, sulla base del contratto sottoscritto
con il maestro Albertazzi, all’articolo
15, egli ha l'obbligo di “non prevedere alcuna manifestazione teatrale
che possa originare un conflitto di interesse a causa di rapporti di parentela
o affinità fino al 4° grado con l'organismo teatrale che lo produce o lo
distribuisce e di non prendere parte agli spettacoli a titolo oneroso”.
Il maestro ha prodotto la prescritta dichiarazione circa l'assenza di conflitto di interessi con le produzioni del festival; il
direttore artistico, inoltre, non fa parte del cast di alcuno spettacolo.
Io ho dato lettura di
quella che è la dichiarazione che ha effettuato il settore competente e colgo
l’occasione per dire che questi ed altri temi sono stati oggetto di un recente
incontro con le compagnie teatrali calabresi, alle quali il consigliere
Talarico ha fatto riferimento, e mi auguro di avere anche altre occasioni per
un più ampio confronto, in maniera tale da esplicare quelle che sono state le
iniziative sul settore teatrale della regione Calabria in questi tre anni, che
hanno dato vita, seppure in condizioni difficili, a risultati estremamente
importanti e poi soprattutto ragionare sulle prospettive che ha sia la legge
regionale di settore sia soprattutto la programmazione dei fondi europei
2014-2020, dove con un’articolata serie di iniziative possiamo rilanciare e
sostenere questo settore così importante per la cultura e l’economia della
nostra regione.
Ringrazio il consigliere
Talarico D. per l’interrogazione che ha inteso rivolgermi.
Prego, consigliere Talarico.
Mi dichiaro insoddisfatto della risposta dell’assessore
al quale suggerirei di riprendere i suoi uffici perché non mi pare che abbia
articolato una risposta puntuale e coerente rispetto all’effettivo operato del
maestro Albertazzi e del sistema Magna
Grecia Teatro.
Non è affatto vero che non ci fosse nelle linee di
intervento un riferimento alla riqualificazione e alla valorizzazione del sistema del teatro regionale. Era altresì
esplicitamente contenuta nelle linee di intervento del Por questa
caratterizzazione, questo aspetto così come lo stesso bando richiedeva una
comprovata conoscenza del territorio calabrese.
Ora voi mi direte che una persona ultranovantenne può
difficilmente comprovare la conoscenza del territorio calabrese né si può chiedere ad una persona della veneranda età di
90 e passa anni - con tutto il rispetto per l’età e per il maestro Albertazzi –
una presenza costante e continua per dirigere il Festival Magna Grecia.
Su questo, assessore, farei una seria riflessione. Non le
attribuisco responsabilità dirette nel fallimento del Magna Grecia Teatro Festival, ma farei una seria riflessione per
evitare che possa ripetersi l’anno prossimo e negli anni a venire uno spreco di
risorse così ingenti. A meno che voi non abbiate una sorta di attitudine, di
affinità e di simpatia per la gerontocrazia così come sta avvenendo, per
esempio, con l’Ufficio scolastico regionale
che fa di tutto per mantenere in servizio i presidi che pur avendo raggiunto i
65 anni di età impediscono alla scuola calabrese un effettivo rinnovamento e
ricambio generazionale nei suoi ruoli dirigenti.
Su questo forse fareste bene – lo
dico intanto a lei che si è mosso in maniera discreta, forse troppo discreta –
a dire a questo dirigente regionale che non può essere il Ras dell’istruzione
nella nostra Regione, e che dovrebbe, invece, favorire il ricambio nei ruoli
dirigenti, nella scuola calabrese che soprattutto di questo ha bisogno: un
ricambio culturale, intanto.
Per il resto prendo in parola il suo
impegno di attivarsi per costruire un rapporto diverso con il mondo del teatro
calabrese. Ho fatto già sapere che sono molto interessato a questo confronto
pubblico che, immagino, ci sarà nei prossimi giorni per far in modo che il
mondo del teatro e della cultura in Calabria possa essere il protagonista,
l’attore principale – è il caso di dirlo – della programmazione 2014/2020 per
evitare errori che sono stati commessi in questi ultimi anni anche nella
precedente Giunta regionale che aveva un segno diverso.
In questa abbiamo, però, ripetuto
senza batter ciglio gli errori della gestione precedente. Grazie.
Siamo alla interrogazione
a risposta immediata numero 411 del 23 luglio 2013 a firma del consigliere
Talarico D. “In ordine all’avviso pubblico <Case accessibili>“ di cui do
lettura “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore al lavoro, alla formazione professionale e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
sul BURC n. 25 del 24 giugno 2011 - Parte III veniva pubblicato
l’Avviso Pubblico Case Accessibili, finalizzato all’abbattimento di barriere
architettoniche nelle abitazioni private dei soggetti diversamente abili;
in data 30 agosto 2011 veniva emanato decreto di integrazione e di
rettifica dell’avviso di che trattasi;
sul BURC n. 45 del 9 novembre 2012 è stato pubblicato il Decreto n.
15438 del 30 ottobre 2012 - Approvazione e pubblicazione della graduatoria
(provvisoria);
ad oggi, trascorsi ormai due anni dall’avvio del procedimento e della
pubblicazione dell’avviso pubblico, ancora non è stata approvata e pubblicata
la graduatoria definitiva -.
se non sia il caso di procedere rapidamente alla pubblicazione della
graduatoria definitiva ed alla corresponsione dei contributi ai soggetti
beneficiari.”
Presidente,
forse, il problema è stato superato e credo
che sia inutile procedere con l’interrogazione.
Va bene. Andiamo avanti.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 414 del 25 luglio
2013 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla procedura aperta per
l’affidamento del servizio di integrazione e di supporto al servizio di
“Urgenza ed Emergenza SUEM 118” ricadente nella competenza territoriale
dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria indetta con deliberazione
del direttore generale dell’ASP di Reggio Calabria n. 363 del 6 giugno 2013”.
L’interrogazione decade per assenza del proponente.
(Così resta stabilito)
Do lettura
dell’interrogazione a risposta immediata numero 415 del 25 luglio 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine agli impianti ad
energia da fonti rinnovabili sulla Catena costiera della Provincia di Cosenza”.
Questa interrogazione viene rinviata alla prossima
seduta di Consiglio regionale perché è assente
l’assessore Arena.
(Così resta stabilito)
Siamo alla interrogazione a risposta immediata numero 416 del 25 luglio 2013 a firma del consigliere Scalzo “Sulla riduzione dei posti presso le Scuole di specializzazione in medicina all’università di Catanzaro” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Facoltà di Medicina esistente dell’Università “Magna Graecia” di
Catanzaro è l’unica in Calabria e da sempre recita un ruolo centrale e di
fondamentale importanza nella formazione della classe medica e paramedica nella
regione;
il Decreto Min. 24 aprile 2013 n. 333, relativo alla definizione del
numero di contratti di formazione assegnati alle Scuole di Specializzazione di
area Medica dell’Ateneo calabrese, ha tagliato posti di Chirurgia generale, Anestesia,
Igiene e Medicina preventiva, Malattie apparato cardiovascolare, Malattie
apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa, Oftalmologia,
Oncologia, Ortopedia traumatologia; la pubblicazione del Bando di Concorso per
l’ammissione alle Scuole di Specializzazione di area Medica per l’Anno
Accademico 2012/2013 ha reso noto che il numero dei posti disponibili è stato
ridotto di svariate unità e in alcuni casi da 3 a 2 posti con la conseguenza
che per tali scuole è prevista la federazione con altre università;
i tagli andranno ad incidere sulle scuole di specializzazione nella
maniera che segue: un posto in meno in Anestesia che passa da 8 a 7, uno in
meno in Chirurgia generale che passa da 5 a 4, uno in meno in Igiene che passa
da 3 a 2, uno in meno in Malattie dell’Apparato respiratorio che passa da 3 a
2, uno in meno in Medicina fisica e riabilitativa che passa da 3 a 2, uno in
meno in Oftalmologia che passa da 3 a 2, uno in meno in Oncologia che passa da
3 a 2, uno in meno in Ortopedia che passa da 4 a 3; tale operazione,
prettamente ragioneristica, di riduzione dell’offerta
formativa determinerà in alcuni casi, fin dal prossimo anno, l’accorpamento a
scuole extra regionali con un tragico depauperamento strutturale e culturale
per la facoltà di Medicina Calabrese e di conseguenza per l’intero territorio,
e ancora gravi danni immateriali alla popolazione studentesca che vede ridotta
l’offerta formativa; questa decisione sta destando profonda amarezza sia a
livello di popolazione studentesca, nell’ambito della docenza universitaria
oltre che in tutta la popolazione calabrese, dettata dalla consapevolezza che
le ripercussioni avranno effetti su tutto il tessuto sociale regionale;
negli ultimi tempi sono stati registrati, sia dal mondo accademico che
dalla rappresentanza studentesca e dalla società civile, tantissimi appelli e
interventi sulla stampa locale al fine di scongiurare tali pregiudizievoli
tagli;
la rimodulazione comporta, pertanto, 11 contratti in meno per le scuole
già federate, che passano da 48 a 37, e 9 contratti in meno per le scuole
autonome, che passano da 61 a 52, per un taglio complessivo di 20 posti,
passando, quindi, da 109 a 89;
ciò appare alquanto sproporzionato e contraddittorio soprattutto alla
luce delle decisione ministeriale che assegna all’UMG, 240 posti, con un
aumento delle iscrizioni pari a 80 unità;
tale fatto potrebbe indurre tantissimi studenti a iscriversi presso le
Facoltà di Medicina di altre regioni -:
quali iniziative la Regione Calabria ha già adottato o intende adottare
presso il Ministero competente al fine di scongiurare i tagli alle scuole di
specializzazione.”
Prego, consigliere Scalzo.
Grazie, Presidente. Questa
interrogazione è piuttosto datata, infatti, è passato un po’ di tempo da quando
l’ho presentata; in questi mesi è stata approvata anche una delibera della Giunta regionale e, quindi, attesa l’importanza
dell’argomento, credo che sia necessario e attuale affrontare tale problematica
anche in prospettiva per stabilire cosa vogliamo fare in Calabria.
Dico velocemente
che con questa interrogazione ho voluto mettere in evidenza come a fronte
dell’aumento dei posti di medicina ci sia stata nel contempo una riduzione dei
corsi di specializzazione.
Questo porterebbe in futuro, certamente, ad una contrazione delle stesse
specialità e della stessa istituzione del corso di laurea in medicina se noi
non riusciamo a garantire i corsi di specializzazione agli studenti, ai
neo-laureati, a chi si laurea in medicina.
Con questa interrogazione, che viene discussa a distanza di alcuni mesi, avevo chiesto come
intendesse operare la Regione
Calabria per garantire non soltanto quelle borse di studio - poi so che cinque
borse di studio sono state finanziate - ma anche l’autonomia della Università
Magna Grecia di Catanzaro perché con il finanziamento di un adeguato numero di
borse di studio di specializzazione possa garantire anche il mantenimento dello
status di autonomia della Università nell’ambito didattico della facoltà di
medicina e del mantenimento delle scuole di specializzazione.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Consigliere Scalzo, in effetti l’argomento è attuale anche in funzione
di quanto abbiamo letto ieri sulla stampa e che sicuramente sentiremo in queste
ore rispetto alla riduzione delle scuole di specializzazione che da 5 passeranno a 4 anni.
Sappiamo bene che, purtroppo, a livello di
risorse già lo scorso anno ci sono stati dei tagli importanti.
Intanto, come Regione
Calabria abbiamo voluto garantire in ogni caso la prosecuzione di un certo
numero di contratti che sono pari a 5, come lei stesso ha evidenziato. Con
delibera di Giunta regionale numero 189 del 30 maggio 2013 è stato attivato un
contratto aggiuntivo di formazione specialistica relativamente alle seguenti
scuole di specializzazione: Igiene e Medicina preventiva, Malattie
apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa, Oftalmologia e
Oncologia medica.
Ovviamente
questi hanno già un proprio capitolo di bilancio,
è stata già individuata una spesa certa nel bilancio
di quest’anno, per gli anni a seguire è intenzione della Regione Calabria finanziarlo e
ovviamente saranno inseriti man mano nei diversi bilanci annuali per poter
essere finanziati annualmente.
Prego, collega Scalzo.
Presidente,
ho ascoltato la Vicepresidente Stasi ed ho anche apprezzato lo sforzo ma non mi
sembra che si sia fatto un passo avanti nel senso che con quella delibera dei 5
posti di scuola di specializzazione
noi abbiamo garantito il presente.
Il senso della mia interrogazione è quello di una programmazione in questo
settore e uno sforzo che veda, non nell’anno successivo, ma con atti concreti,
con un atto di indirizzo, il finanziamento delle borse di studio che vadano
verso la misura di garantire le scuole di specializzazione
nel loro complesso ed in rapporto al numero di posti ai corsi di medicina che,
come lei sa, sono stati aumentati.
Per
questo ci vuole una programmazione, un indirizzo forte che veda impegnata la
Giunta regionale a fare una scelta non soltanto per programmare ma per
finanziare questo settore che è strategico per il futuro della Calabria e
perché noi dobbiamo investire soprattutto in questo settore che è la formazione
e la ricerca.
E’
intenzione della Regione Calabria proseguire. La programmazione in effetti c’è
ma mancano le risorse finanziarie che devono essere stanziate ogni anno e,
quindi, in effetti il nostro problema è che le risorse andranno stanziate ogni
anno. Però, l’intenzione c’è e quindi sicuramente continueremo.
Consigliere Talarico, in merito all’interrogazione numero 415 avevo
detto che avrebbe risposto l’assessore Arena invece
risponderà l’assessore Pugliano, pertanto la può illustrare.
Do lettura della
interrogazione a risposta immediata numero 415 del 25 luglio 2013 a firma del consigliere Talarico “In ordine agli impianti ad
energia da fonti rinnovabili sulla Catena costiera della Provincia di Cosenza” che così recita: “Al Presidente della Giunta
regionale, all’assessore all’ambiente, all’assessore alle attività
produttive. Per sapere -
premesso che:
lo sviluppo e la promozione di fonti di energia rinnovabile sono
fondamentali per il futuro del nostro Paese;
l’energia da fonte rinnovabile - eolica, solare e fotovoltaica - dovrà
trovare una strada privilegiata nei territori che si prestano al suo sviluppo,
compatibilmente con le loro peculiarità paesaggistiche, naturalistiche,
ambientali e culturali;
molti impianti spesso invadono aree protette o di particolare importanza
per la produzione agricola o la bellezza del paesaggio; basti pensare agli
impianti eolici di grandi dimensioni che stanno arrecando danni ambientali nel
nostro territorio;
diverse inchieste della magistratura hanno evidenziato forti
infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore eolico, con l’emissione
di provvedimenti di sequestro di alcuni impianti; è emersa in particolare una
nuova figura “professionale”, il cosiddetto “facilitatore” per l’ottenimento
del via libera da parte soggetti locali per la realizzazione degli impianti,
così come indicato anche nei rapporti WWF al Cnel nel
2012;
presso i dipartimenti regionali competenti sono depositate 277 domande
di richiesta di autorizzazione unica per la realizzazione di impianti eolici
nel territorio calabrese, per una potenza complessiva di 10.305 MW, consistenti
nell’installazione di almeno 5100 pale eoliche;
dette richieste provengono per la gran parte da società multinazionali
ovvero da società con sede legale nella regione Calabria ancorché riconducibili
a società italiane ed estere che da anni operano o hanno operato nella nostra
regione investimenti nel settore dei rifiuti, nella realizzazione di
termovalorizzatori e nella gestione delle risorse idriche;
tra i casi che stanno suscitando maggiore interesse negli ultimi tempi
vi sono gli impianti da realizzare nella costiera della catena meridionale;
si tratta, nel dettaglio, di impianti eolici, per una potenza
complessiva superiore a 530 MW, di almeno 250 pale eoliche molte di queste alte
fino a 150 metri dal suolo, cinque volte l’altezza del duomo di Cosenza,
situati tra l’altro in aree individuate nel perimetro del costituendo parco
naturale regionale Monte Caloria e Catena Costiera (delibera di Giunta
regionale dell’11 luglio 2013), nonché del Parco Potame-Monte
Cocuzzo;
la catena costiera meridionale, e in particolare la zona del Parco
Regionale della Catena Padana, è definita in Rete Natura 2000 come ambiente
montano con ruolo di “corridoio ecologico” e svolge funzioni determinanti per
la conservazione della biodiversità;
il Q.T.R.P. della Calabria, individua le aree
non idonee, con valore paesaggistico alla localizzazione degli impianti; le
aree non idonee sono le aree della rete ecologica, riportate nell’esecutivo del
progetto integrato strategico della rete ecologica regionale sono - aree
centrali (core areas e key areas), fasce di protezione o zone cuscinetto (buffer
zone), fasce di connessione o corridoi ecologici (gree
ways e blue ways);
la normativa appena richiamata evidenzia la necessità di ogni
valutazione tecnica sugli impianti in relazione alle interazione con altri
piani e programmi posti in essere nell’ambito territoriale di riferimento,
pertanto ogni singola iniziativa progettuale non potrà essere valutata
individualmente ma dovrà essere posta a V.I.A. nel
suo contesto territoriale della catena costiera meridionale;
la catena costiera meridionale svolge l’importante funzione di
connessione e continuità ecologico- funzionale tra i vari sistemi naturali (SIC
e ZPS) tra il Nord e il Sud della regione Calabria; essa è pertanto da
considerarsi quale principale area di riproduzione, alimentazione e transito di
specie faunistiche protette soggette a tutela dalle convenzioni internazionali
(Berna, Bonn, Parigi, Washington, Barcellona) e dalle Direttive Comunitarie
(79/409/CEE e 92/43/CEE), specie rare, endemiche, vulnerabili, a rischio
estinzione;
la catena costiera Paolana è, tra le altre
cose, un’area di grande interesse acquedottistico per
l’intero territorio e lo stesso Q.T.R.P. include il
PTA (piano di tutela delle Acque) e considera l’aspetto della tutela delle
acque una priorità programmatica;
è evidente che, sulla base di quanto esposto, l’impatto ambientale del
parchi eolici risulta molto alto e per alcuni tratti devastante, stante la loro
aggressività nei confronti dell’ecosistema della zona e del paesaggio;
sulla base delle considerazioni effettuate e delle motivazioni addotte
dalle diverse associazioni ambientaliste, nonché da diverse amministrazioni
locali, sarebbe opportuno verificare la piena correttezza dell’iter procedurale
per l’installazione dei parchi eolici di che trattasi -:
Prego, consigliere Talarico, può illustrare l’interrogazione.
Presidente, in realtà si tratta di
un problema molto serio che riguarda l’intera Calabria.
Ho preso come riferimento la catena costiera della provincia di Cosenza ma il problema potrebbe essere esteso ad
altre aree della nostra Regione.
Si tratta dello sviluppo intenso, progressivo e smisurato delle fonti di energia rinnovabile in particolare quella eolica, solare e fotovoltaica.
Molti di questi impianti come è noto – apprendiamo dalla cronaca anche
giudiziaria – invadono aree protette o di particolare importanza per le
produzioni agricole o per la bellezza del paesaggio. Basti pensare agli
impianti eolici di grandi dimensioni che stanno arrecando danni ambientali
molto seri nel nostro territorio.
Molte inchieste della magistratura hanno evidenziato – fra l’altro -
forti infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore eolico, e questo
in diverse aree della regione
con l’emissione di provvedimenti di sequestro di alcuni impianti. E’ emersa in
particolare una nuova figura “professionale” – diciamo così - il cosiddetto
“facilitatore” per l’ottenimento del “via libera” da parte di soggetti locali
per la realizzazione degli impianti, così come indicato in diversi rapporti delle
organizzazioni naturalistiche, in particolare del WWF al Cnel
del 2012.
Vorrei ricordare a quest’Aula che sono 277 le domande di richiesta di
autorizzazione unica per la realizzazione di impianti eolici nel territorio
calabrese, per una potenza complessiva di 10.305 MW, consistenti
nell’installazione di almeno 5100 pale eoliche.
Dette richieste, come sa l’assessore
Pugliano, provengono per la gran parte da società multinazionali ovvero
da società con sede legale nella Regione Calabria ma riconducibili a società
italiane ed estere che da anni operano o hanno operato nella nostra regione
attraverso investimenti nel settore dei rifiuti, nella realizzazione di
termovalorizzatori e nella gestione delle risorse idriche.
Tra i casi che stanno suscitando maggiore interesse negli ultimi tempi
vi sono gli impianti da realizzare nella catena costiera meridionale. Mi
riferisco a quelli di Acquappesa, Fuscaldo,
Cetraro, Fagnano Castello, Fiumefreddo, Mendicino, Falconara
Albanese, San Fili, Cerisano, Marano Principato, Domanico, cioè località di rilevante interesse ambientale e
di pregio paesaggistico.
Siamo di fronte ad una proposta di realizzazione di impianti eolici,
per una potenza complessiva superiore a 530 MW e di almeno 250 pale eoliche
molte di queste alte fino a 150 metri dal suolo.
Potrei andare avanti nella disamina solo il tempo di ricordare che nel
corso della recente discussione e parziale approvazione del Qtrp
è stato posto qualche vincolo per quanto riguarda la
realizzazione di questi impianti nelle aree agricole e in quelle soggette a
protezione Dop, Doc ecc. ma
questo non credo sia sufficiente.
Siamo di fronte ad un fenomeno incontrollato ed incontrollabile. Mi
fermo qui nell’analisi e nel fornire dati che man mano che vado avanti
diventano sempre più preoccupanti.
La mia domanda è molto diretta e molto politica cioè se la Giunta a questo punto, o l’intero Consiglio, non ritenga opportuno intervenire per
garantire la tutela paesaggistica di zone di particolare pregio quali quelle
citate in premessa. Le ho citate a titolo di esempio ma potrebbero esserci
dietro questi comuni altri 100-200 comuni nella nostra
Regione nei quali porre in essere un
freno, una sorta di moratoria perché una realizzazione, una politica così
incontrollata, pervasiva e invasiva non solo vanifica la produzione della
cosiddetta energia alternativa ma reca danni ingenti destinati a rimanere tali
per centinaia di anni nella nostra Regione.
E una Assemblea elettiva che si
rispetti quanto meno deve interrogarsi su questo tema che non è né di destra né
di sinistra ma ad esso è legato il futuro della nostra terra, del nostro
ambiente, del nostro paesaggio ed è una parte importante dello sviluppo economico di questa Regione.
Prego, assessore.
Grazie, Presidente, e grazie anche al consigliere Talarico per
l’attenzione e la puntualità dimostrata sulle tematiche ambientali. Non sono
io, nella risposta a questa interrogazione, a dover rispondere della necessità
di articolare, integrare e migliorare gli strumenti che regolamentano questa
materia.
Per restare
all’interrogazione presentata dal consigliere Talarico sulla catena costiera
c’è da dire che lo strumento che regolamenta la materia è la delibera di Giunta
regionale numero 55 del 2006 che traccia gli indirizzi per l’inserimento di
questi impianti eolici nel territorio calabrese.
In questo strumento, in queste Linee guida, in questi indirizzi si sono
individuate le aree non idonee e le aree di attenzione.
Per restare
sull’interrogazione sulla catena costiera c’è da dire che questa ricade
puntualmente nelle zone di attenzione perché quest’area è sicuramente di
interesse naturalistico ed ambientale. Come ha detto bene il collega Talarico è
corridoio di connessione ecologica ma è anche sito riconosciuto, o quanto meno attenzionato, come area riconducibile per istituire un’area
protetta ai sensi della legge regionale
numero 10/2003.
Avendo,
quindi, ricevuto il riconoscimento della valenza naturalistica e ambientale – perché è vero
che la proposta di legge è in Commissione regionale ma ha già ricevuto il
parere positivo del Comitato tecnico-scientifico che ha ritenuto la proposta di
valenza naturalistica e ambientale – mi sembrerebbe inconciliabile ed
incomprensibile se alla valutazione che sarà necessaria rispetto all’impatto
ambientale su questa proposta non fossero evidenti gli strumenti ostativi che
possono essere sicuramente impatti o incidenze negative sia dal punto di vista dell’impatto ambientale
visivo che dal punto di vista
idrogeologico.
Mi sento,
quindi, di poter dire che il riconoscimento già ricevuto da questa area per la
valenza naturalistica e ambientale non possa essere conciliabile con un parere
positivo per la richiesta di costruirci un impianto eolico.
Prego,
consigliere Talarico.
Più che una
risposta è un auspicio, mi accontento e speriamo che possa tradursi in un
diniego, comunque, in una valutazione molto rigorosa per questo e per altri
impianti. Grazie.
Siamo all’interrogazione
a risposta immediata numero 417 del 29 luglio 2013
a firma dei consiglieri Adamo, Franchino, Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo
“Sulle iniziative che si intendono adottare per consentire il pagamento delle
mensilità arretrate dei lavoratori addetti allo svolgimento delle attività del
Servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica”.
L’interrogazione viene rinviata alla prossima seduta
perché è assente l’assessore
Gentile.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 418 del 31
luglio 2013 a firma del consigliere Giordano “Sull'accorpamento dei consorzi
provinciali per le aree di sviluppo industriale. Adempimenti previsti dalla
legge regionale n. 24/2013” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale n. 24/2013 (Riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione settore sanità) agli artt. 5 e 6 è stato previsto l'accorpamento in
un unico Consorzio regionale dei consorzi provinciali per le aree di sviluppo
industriale;
la legge regionale prevede all'art. 3 che entro sessanta giorni dalla
data di entrata in vigore della legge il Presidente della Giunta regionale
nomina un Commissario con poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria
il quale entro novanta giorni dalla nomina provvede a redigere una relazione
sullo stato dei consorzi provinciali a cui seguirà, sempre con decreto del
Presidente della Giunta Regionale, la istituzione del Consorzio su base
regionale;
allo stato, benché siano trascorsi i sessanta giorni dalla entrata in
vigore della legge, non è stato ancora nominato il Commissario straordinario da
scegliere fra i dirigenti della regione Calabria e ciò nonostante la situazione
attuale dei Consorzi provinciali che presenta gravi criticità dovute in
particolare alla mancata corresponsione di diverse mensilità a favore del
personale dipendente, oltre al mancato versamento dei relativi contributi
previdenziali -:
se sia stata disposta la nomina del Commissario straordinario secondo
quanto previsto dalla legge regionale n. 24/2013 e, in caso contrario, i tempi
previsti per adempiere a tale incombenza e ciò anche al fine di individuare le
risorse finanziarie necessarie da parte del governo regionale, anche attraverso
l'istituzione di un fondo rotativo, finalizzate a sanare i ritardi nella
erogazione delle retribuzioni spettanti al personale dipendente.”
Prego, consigliere Giordano.
Grazie, Presidente. Con la legge
regionale numero 24 del 2013 questa Regione ha inteso riordinare enti, aziende, fondazioni, società e
consorzi tra i quali anche i consorzi dello sviluppo industriale, le Asi.
La legge regionale prevedeva all'articolo 3 che entro sessanta giorni
dalla data di entrata in vigore della legge, il Presidente della Giunta
regionale nominasse un Commissario con poteri di amministrazione ordinaria e
straordinaria che entro 90 giorni dalla nomina provvede a redigere una
relazione sullo stato dei consorzi provinciali a cui doveva seguire - sempre
con decreto della Giunta regionale – l’istituzione del Consorzio unico regionale.
Sono trascorsi sia i 60 che i 90 giorni che ho richiamato in premessa e
soprattutto la riforma deve servire non solo ad un riordino ma ad una funzionalizzazione, ad un efficientamento
e alla garanzia delle attività e, soprattutto, alla corresponsione delle
spettanze delle mensilità a favore del personale dipendente che ormai da troppo
tempo versa in uno stato di incertezza non ricevendo le corresponsioni delle
mensilità; né tanto meno i consorzi hanno provveduto al versamento degli oneri
previdenziali.
Stante questa situazione di crisi abbiamo appreso che c’è stata già - perché questa interrogazione era di luglio ed è
piuttosto datata, quindi, perché siamo ad
ottobre e il Consiglio regionale solo oggi la
sta trattando – la nomina del commissario straordinario generale del dipartimento attività produttive e
questo ce lo può confermare l’assessore.
Soprattutto vogliamo sapere, rispetto
ai tempi e quindi agli adempimenti che scaturiscono dalla legge di riordino, se
il governo regionale non ritiene, stante questa criticità che si ripete con
notevole frequenza, di non istituire un fondo rotativo che si estinguerà nel
momento in cui non ce ne sarà bisogno o potrà essere utilizzato per altre
finalità che possa servire a sanare i ritardi e a garantire, quindi, una
stabile ed una normale corresponsione delle mensilità e che possa garantire le
attività principali che debbono svolgere i consorzi in liquidazione affinché
tutto debba essere finalizzato a creare quello per cui la legge è stata varata.
Cioè un consorzio che riassuma a sé
tutte le funzioni e che possa garantire il corretto svolgimento e le direttive
per lo sviluppo economico e produttivo della Regione intera.
Prego, assessore Arena.
Consigliere Giordano, ovviamente la
risposta risente dei tempi che si sono dilatati rispetto alla attualità
dell’interrogazione posta a luglio.
Come tutti ormai sapranno, è stato nominato il commissario straordinario con
delibera del Presidente della Giunta regionale numero 111 del 2013 in attuazione
della delibera di Giunta regionale numero 291
del 2013.
E’ stato individuato nella persona del dirigente generale del dipartimento attività produttive,
avvocato Pasquale Monea, il commissario
straordinario, appunto. Il decreto di nomina è stato notificato ai 5 consorzi
in data 27 agosto, in attuazione dell’articolo 3 della legge regionale 24,
determinando la contestuale decadenza degli organi sociali di cui agli articoli
8 e 9 della legge regionale numero 38 del 2001.
Intanto sulla scelta. Si è proceduto
alla scelta interna e quindi senza oneri aggiuntivi, così come indirizzo da
parte del governo regionale, ed è stato individuato, ritengo, persona e
professionista di comprovata esperienza in materia di pubblico impiego ma anche
specificatamente in operazioni straordinarie di questo tipo.
Ritengo sia stato conseguito il
duplice obiettivo del risparmio e della qualità del professionista individuato.
Quanto alla proposta del consigliere
Giordano di istituire il fondo rotativo per sanare ritardi nella erogazione
della retribuzione tale ipotesi appare condivisibile come soluzione tecnica ma
potrà essere definita ed approvata dalle Assemblee consortili – occorre quindi
questo passaggio – ed esposta all’attenzione della Regione solo al termine
delle verifiche contabili e amministrative e finanziarie che sono in atto e che
sono state acquisite dal commissario.
Proprio l’Assemblea e la Regione sono
i soggetti responsabili – chiaramente unitamente alla responsabilità nella
gestione amministrativa e contabile degli organi di controllo – e quindi
soltanto dopo questo iter l’eventualità di poter istituire un fondo, che tra le
soluzioni tecniche potrebbe essere quella più idonea a fronteggiare questo tipo
di esigenza, potrà essere valutato. Occorrerà quindi che si definisca questa
fase.
Stanno lavorando abbastanza incessantemente
e ritengo che da qui a qualche mese si possa definire questa fase e poi
prendere eventualmente in considerazione la soluzione suggerita dal consigliere
Giordano che era anche la soluzione che noi avevamo individuato per consentire
la regolarità nella retribuzione dei dipendenti dei consorzi nella fase così
delicata e complessa di accorpamento dei 5 consorzi industriali.
Grazie all’assessore Arena. Prego,
collega Giordano.
Presidente, prendo atto e mi fa
piacere che c’è stata una convergenza di idee sulla soluzione di un problema
ormai cronicizzato.
Ovviamente credo che questa sia la
strada giusta, quindi la condivisione dell’assessore e della Giunta su questa
strada la ritengo un fatto importante da sottolineare. Volevo chiedere,
altresì, all’assessore che è necessaria una accelerazione rispetto ai compiti
che sono stati demandati al commissario straordinario e, soprattutto in questa
fase, prima che si possa concludere la valutazione della situazione economica e
patrimoniale dei 5 consorzi, sarebbe il caso di dare qualche certezza ai
dipendenti che sono sempre in attesa di avere il pagamento delle spettanze.
Prendo atto, ovviamente - e mi fa
piacere -, che ci sia una volontà di risolvere il problema. L’importante è che
si proceda con tempi spediti e con maggiori certezze. Grazie.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 419 del 31
luglio 2013 a firma del consigliere Giordano “In ordine alla mancata ripresa
dei lavori di realizzazione
del porto di Diamante (CS)”.
Questa interrogazione è rinviata alla
prossima seduta perché manca l’assessore Gentile.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 421 del 1
agosto 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine all'avviso pubblico
per il finanziamento di Voucher per la partecipazione a Master e Dottorati”.
Considerata l’assenza del proponente, l’interrogazione è decaduta.
(Così resta stabilito)
Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 423 del 8
agosto 2013 a firma del consigliere Giordano “In ordine al grado di operatività
e funzionalità raggiunto dalla struttura di coordinamento regionale istituita da oltre un anno rispetto ai
compiti affidati ed in particolare sul monitoraggio dei centri trasfusionali regionali” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
gli ultimi fatti di cronaca relativi al Centro trasfusionale
dell'Azienda ospedaliera di Cosenza hanno riproposto la problematica delle
attività trasfusionali nella nostra regione;
con Decreto del Presidente della Giunta regionale, nella sua qualità di
Commissario ad acta per la sanità, n. 81 del 18
giugno 2012, veniva istituita la Struttura di coordinamento regionale delle
attività trasfusionali denominata Centro regionale Sangue;
tale provvedimento, nel richiamare anche l'iter tormentato della legge
regionale istitutiva del Centro regionale del sangue, recepisce l'Accordo,
nell'ambito della conferenza permanente Stato/Regioni, sulle
"Caratteristiche e funzioni delle strutture regionali di coordinamento
(SRC) per le attività trasfusionali con l'istituzione della struttura regionale
denominata appunto SRC al fine di garantire e assicurare "il costante
perseguimento degli obiettivi di sistema e di garantire livelli omogenei di qualità,
sicurezza e appropriatezza delle attività trasfusionali su tutto il territorio
regionale";
la struttura regionale (SRC) è stata istituita e il provvedimento n.
81/2012 del Commissario ad acta ne stabilisce,
altresì, i compiti assicurando in particolare le funzioni di cui all'allegato 6
dell'accordo stato regioni;
fra le funzioni che la SRC deve compiere vi è anche quella di svolgere
la gestione del sistema regionale di emovigilanza,
ovvero che i Servizi trasfusionali, le Unità di raccolta e le strutture cui
vengono consegnati sangue ed emocomponenti attuino un sistema di
rintracciabilità e di notifica degli incidenti gravi lungo tutto il processo
dalla donazione alla trasfusione, di coordinare su base regionale l'adeguamento
dei sistemi di gestione per la qualità presso i servizi trasfusionali e le loro
articolazioni organizzative -:
quale sia il grado di operatività e funzionalità raggiunto dalla
Struttura di coordinamento regionale istituita da oltre un anno rispetto ai
compiti affidati e in particolare sul monitoraggio dei centri trasfusionali
regionali e le loro eventuali criticità.”
Prego, consigliere Giordano.
Come è noto a tutta la Calabria e non
solo all’intera Nazione, il Centro trasfusionale di Cosenza
ha conosciuto una tragedia con la morte del signor Ruffolo che ha subito una
trasfusione e si è verificato, purtroppo, l’irreparabile, a causa di un errore,
una condizione di insufficienza del sistema trasfusionale.
Faccio una premessa. Con Decreto numero 81 del Presidente della Giunta
regionale era stata istituita la Struttura di coordinamento regionale delle
attività trasfusionali denominata Centro regionale Sangue.
Il Consiglio regionale ha, purtroppo,
subito - perché era stata approvata alla
unanimità – la legge di istituzione del Centro sangue. Purtroppo per una serie
di evidenti contraddizioni, sulle quali ci siamo sempre opposti strenuamente perché abbiamo ritenuto non plausibili le ragioni
che hanno portato alla abrogazione, al ritiro della legge. Comunque, il procedimento
amministrativo col decreto aveva visto l’istituzione della struttura di
coordinamento con determinati compiti che dovevano essere assicurati
soprattutto nello svolgimento del sistema regionale
di emovigilanza che servizi trasfusionali e unità di
raccolta nelle strutture, a cui vengono consegnati sangue ed emocomponenti,
dovevano attuare secondo un sistema di rintracciabilità. Tutto questo per
garantire un sistema efficiente e sicuro.
Ora a fronte di quel che è accaduto e a fronte delle incertezze che,
purtroppo, conosce questo iter, vorremmo sapere, intanto, quale sia il grado –
secondo le indagini che sono state svolte - di operatività e funzionalità della
Struttura di coordinamento che è stata istituita oltre un anno fa, il
monitoraggio dei centri trasfusionali regionali e le criticità riscontrate
nonché le misure che la struttura commissariale
ha adottato o intende adottare per far sì che non si verifichino simili
tragedie in questa Regione.
Grazie. La parola alla Vicepresidente.
Come diceva il consigliere Giordano, la Giunta regionale, ma più che altro la struttura del dipartimento sanità, ha lavorato in questi mesi a seguito
del Dpgr 81 del 18 giugno 2012 per una serie di
attività preliminari a realizzare una attività programmatica.
Si è adoperata a definire programmi
annuali: il coordinamento della rete trasfusionale, la gestione del sistema
informativo regionale, la gestione del plasma destinato alla lavorazione
industriale, l’istituzione di un sistema centralizzato, implementazione del
sistema di gestione della qualità nei servizi trasfusionali. Quindi, tutta una
serie di adempimenti e di procedure da mettere insieme all’interno di un piano
programmatico che sarà, ovviamente, di tipo triennale.
Questi adempimenti sono oggi quasi
conclusi e in questo momento si è in una fase in cui si è in attesa, a
brevissimo, dell’approvazione di un Dpgr che
comprenderà questo documento programmatico che contiene la contestualizzazione
della analisi in contesto dalla quale dovrà emergere il livello di offerta
attuale, la disponibilità di risorse strutturali, la loro rispondenza alla
futura programmazione e la definizione della tempistica e degli adempimenti che
sono stati valutati più nel dettaglio.
Credo che se non nel mese di ottobre,
ma sicuramente entro fine anno, sarà completato questo iter e quindi sarà
decretato attraverso un Dpgr questo piano che sarà
importante perché rafforzerà la consistenza di questa struttura creata.
Prendo atto della risposta. E’
evidente che un anno è già trascorso, la Calabria ha conosciuto una tragedia
immane. Che altro aggiungere? L’operatività dovrebbe avvenire entro fine anno
ed io mi auguro che ci sia la massima attenzione e che si possa aprire un
confronto che abbia una dimensione pubblica e chiedo anche che ci sia una
verifica pure in Commissione consiliare competente affinché verifichi, passo passo, l’operatività che si traduca in fatti concreti. Cioè
non solo una serie di azioni scandite da atti amministrative ma che ci siano
azioni concrete e misure efficaci che possano ribaltare una situazione
inaccettabile per una Regione che dovrebbe essere civile.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 427 del 2
settembre 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine agli interventi
di svuotamento a scopo manutentivo dei laghi Arvo e Ampollino nel Parco nazionale della Sila” di cui do
lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente.
Per sapere – premesso che:
la società elettrica A2A, multinazionale che ha acquisito la proprietà
di una parte delle centrali idroelettriche della Sila, intende, per il prossimo
mese di settembre, procedere allo svuotamento dei laghi Ampollino
e Arvo nel Parco Nazionale della Sila per effettuare
interventi di manutenzione alle opere di presa dei due bacini idroelettrici;
gli interventi di manutenzione prevedrebbero lo svaso e la pulizia del
fondale dei due laghi al fine di migliorare l'efficienza degli impianti e
aumentare la produzione di energia;
le modalità di intervento previste, come ha recentemente dichiarato
Legambiente, presenterebbero non pochi elementi di criticità;
da questo punto di vista, non costituirebbe elemento di rassicurazione
il richiamo alla precedente manutenzione avvenuta vent'anni fa, se non altro
perché allora il Parco nazionale non era stato ancora istituito;
gli interventi verrebbero effettuati in un contesto naturalistico
integrato nella rete "Natura 2000 (Sic e Zps)",
che, come è noto, impone la tutela dell'Habitat naturale e delle specie
faunistiche prioritarie di quei bacini, come la lontra, la cui presenza è stata
dimostrata da uno studio finanziato dal Parco, o di altri anfibi ed altre
specie faunistiche la cui è strettamente legata al regime idraulico del lago;
la fluttuazione del livello del lago avrebbe un fortissimo impatto
sulla conservazione delle specie faunistiche e vegetali, presenti soprattutto
sulle sponde dei laghi silani, che sono gli ambienti
più delicati e ricchi di biodiversità;
per gli effetti che potrebbero discenderne, tali interventi devono
essere sottoposti ad accurata valutazione di incidenza ambientale e strategica;
il contesto ambientale e paesaggistico in cui i due invasi sono
inseriti costituisce, peraltro, uno dei volani più significativi dell'economia
turistica regionale -:
se si è a conoscenza delle modalità e delle garanzie previste per lo
svuotamento dei laghi di che trattasi e se non sia il caso di disporre, per
quanto di competenza della Regione, una verifica preventiva sugli effetti che
tale intervento potrebbe avere sul paesaggio e la conservazione della
biodiversità nell'ambito dell'importante area protetta.”
Anche qui siamo di fronte ad una interrogazione datata e credo che
siamo andati avanti, almeno per quanto riguarda le
richieste di conoscenza e di informazione, per cui io eviterei di fare la
premessa - che immagino l’assessore avrà già letto -
per andare subito al dunque e chiedere all’assessore Pugliano a che punto siamo
rispetto allo svuotamento previsto dei laghi e se la società elettrica A2A ha
fatto conoscere alla Regione
tecniche, modalità o se ha previsto garanzie di tutela per evitare danni
all’ambiente, all’habitat naturale e specifico dei laghi, a tutela della specie
faunistica e ambientale più generale.
Formulerei una domanda diretta: a che punto siamo,
assessore, rispetto al dibattito che si è sviluppato nei mesi scorsi rispetto
alla paventata iniziativa della società che gestisce i laghi, lo svuotamento?
Prego assessore.
In merito a questa interrogazione che è retrodatata, ma
sulla quale abbiamo dato già notizie sulla stampa, perché ha preoccupato e
continua a preoccupare una parte ben sostanziosa di comunità calabrese, c’è da dire che questo piano -
che, comunque, è necessario - il piano di gestione degli invasi è un
adempimento che il gestore deve garantire. Ma rispetto al piano presentato
dalla società A2A sugli invasi silani c’è da dire che
questi invasi ricadono in siti di interesse naturalistico, perché fanno parte
della rete “Natura 2000”; è per questo che gli interventi sono regolamentati da
un decreto presidenziale che è il 357 del 1997 integrato e modificato dal
decreto presidenziale 120 del 2003.
In sostanza richiedono per quei siti che
sono nella rete “Natura 2000”, quindi in aree protette, preventivamente lo
studio di incidenza, cioè quali effetti e incidenze questi piani, questi
interventi possono procurare rispetto agli habitat, alle specie, alla flora e
alla fauna.
E proprio perché ricadono in siti di
interesse nazionale l’autorità competente è il dipartimento ambiente che si
avvale dell’organo tecnico che è il nucleo Via.
C’è da dire che in data 10 settembre
il nucleo Via, che è l’organo tecnico da cui parte il decreto del dipartimento
ambiente, si è espresso negativamente nel senso che ha dichiarato altamente
negativi gli effetti di questa tipologia di intervento che è quello attraverso
la fluitazione, così chiamata tecnicamente.
Quindi il parere del nucleo, espresso
in data 10 settembre, è stato notificato alla società che ha il tempo di controdedurre. Le controdeduzioni sono state presentate e
adesso il direttore del dipartimento, valutato il parere del nucleo e le
controdeduzioni della società A2A, si esprimerà.
Quindi l’intervento allo stato non è
iniziato per niente. Se il decreto si dovesse confermare sulla scorta del
parere del nucleo Via bisogna che la società presenti proposte alternative che
non abbiano le incidenze e gli effetti che questa proposta ha presentato almeno
per il parere del nucleo.
C’è da attendere; intanto, i tempi
sono saltati, quelli che erano preventivati come inizio di attività che erano i
primi giorni di ottobre sono scivolati e non più realizzabili.
Adesso dobbiamo attendere che in
merito al parere del direttore, del dipartimento ambiente della Regione
Calabria la società A2A, per come imposta il decreto 120 del 2003, possa
presentare proposte alternative e subordinate che non abbiano queste incidenze.
C’è anche la possibilità – lo dice la
stessa legge – che per interesse rilevante di pubblica utilità, sia per la
salute dei cittadini sia per la salute dell’ambiente, possa utilizzare anche
una via che aggiri il parere del nucleo Via.
Cioè comunicando al Ministero, con le
dovute compensazioni, la società potrebbe giustificare l’intervento per somma
urgenza. Allo stato però gli atti sono fermi al parere contrario del nucleo Via
e siamo in attesa che si esprima il direttore del dipartimento e che poi
eventualmente la società passi a proposte alternative.
Prego, consigliere Talarico.
Posso dichiararmi soddisfatto, l’assessore Pugliano si è
riscattato rispetto alla domanda di prima.
Sono concluse le interrogazioni per oggi. Quelle che
mancano saranno rinviate alla prossima seduta di Consiglio regionale.
Possiamo andare avanti con l’ordine del giorno.
Prego, collega De Masi.
Chiedo scusa se interrompo la normale sequela dell’ordine
del giorno ma penserei che la proposta che mi appresto a formulare possa
riscuotere un certo consenso perché attiene alle misure che in queste ore il Governo nazionale sta per prendere allo
scopo di incentivare in qualche maniera la stagnante condizione in cui versa il
sistema economico italiano.
Tra queste misure, come abbiamo avuto modo di leggere e di
ascoltare sui mezzi di informazione, sarebbe contemplata anche una ulteriore
restrizione delle risorse destinate all’assistenza sanitaria. E’ un dato,
un’ipotesi che inquieta i calabresi ed in
particolare chi in questa Regione, come noi, detiene una qualche pubblica
responsabilità.
Devo riconoscere che il Presidente Scopelliti ha già assunto una posizione netta in
merito a questa questione. Crederei che, se il Consiglio nella sua interezza si
facesse carico di rappresentare questa preoccupazione a livello nazionale,
probabilmente l’Istituzione nel suo complesso farebbe un’opera maggiormente
comprensiva e rappresentativa di una precisa volontà, in primo luogo, dei
cittadini.
Suggerirei sulla scorta delle
dichiarazioni del Ministro alla salute, l’onorevole Lorenzin,
che rispetto a questa ipotesi ha già dichiarato di ingaggiare una resistenza
nei confronti di chi dovesse proseguire perché ha più o meno affermato che una
ulteriore contrazione della misura di tre miliardi a scapito del sistema
sanitario pregiudicherebbe i Lea in Italia.
Ora, se le proporzioni hanno un senso
logico e concettuale, se ne può arguire che se per ammissione del Ministro
diffusamente nel Paese i livelli di assistenza subirebbero una compromissione
in Calabria deriverebbero conseguenze che definire drammatiche non è per nulla
eufemistico ma ha è esattamente la descrizione di una realtà verso la quale ci
incammineremmo.
Se il Consiglio è d’accordo,
proporrei di redigere un documento al quale possono lavorare quelli che ne
avessero voglia o in particolare i capigruppo anche perché c’è l’urgenza se si
intende farlo e se a questa iniziativa si annette una qualche importanza quanto
meno simbolica – su questo non c’è dubbio – abbiamo anche fretta di provvedervi
perché il Consiglio dei Ministri è convocato, se non sbaglio, esattamente in
questi minuti. Grazie.
In merito a quanto proposto dal
consigliere De Masi ci sono interventi? Io direi che, se lei fa avere al banco
della Presidenza quanto ha predisposto, intanto il documento verrà esaminato
dagli altri capigruppo e, nel frattempo che il dibattito va avanti, si
predispone il documento finale per poi votarlo.
Pongo in votazione l’inserimento
dell’ordine del giorno proposto dal consigliere De Masi.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per
chiedere di inserire all’ordine del giorno una mozione presentata lo scorso 1°
ottobre sullo sviluppo economico e turistico dell’area grecanica della
provincia di Reggio Calabria, con particolare riferimento all’utilizzo del
porto di Saline e alla possibilità di acquisire le Officine Grandi Riparazioni
sempre di Saline di Montebello Jonico.
Il consigliere Imbalzano, chiede di
inserire una mozione all’ordine del giorno della seduta odierna. Pongo in
votazione la sua richiesta.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente,
ho chiesto brevemente la
parola per richiedere l’inserimento all’ordine dei
lavori di due ordini del giorno. Il primo è sulla situazione di 1.250 lavoratori ex Lsu impiegati nelle
scuole per servizi di pulizia.
Come si sa nel 2000 furono stabilizzati da una legge
nazionale e sulla base di convenzioni sottoscritte col Ministero della pubblica
istruzione svolgono un lavoro part-time nelle scuole del Mezzogiorno.
Già due anni fa questo Consiglio regionale si è occupato
del problema relativo a questi lavoratori perché tagli del Governo avevano
messo in forse la loro possibilità di proseguire nell’opera presso le nostre
scuole.
Si parla ancora di tagli e quindi di pericoli in questo
senso per cui noi chiediamo l’approvazione di un ordine del giorno, tra
l’altro, sottoscritto da tutti i capigruppo in Consiglio regionale perché il
coinvolgimento di tutte le forze politiche era ed è necessario per far sì che
ci sia un intervento presso il Ministero dell’istruzione affinché questi tagli
vengano caducati e quindi detti lavoratori possano
proseguire nell’opera preso le nostre scuole.
Un secondo ordine del giorno riguarda, invece, la
situazione dei 131 lavoratori della società “Calabria I&t”
e sul destino della stessa.
La storia la conosciamo, se ne sta occupando con grande
attenzione l’assessore Arena e noi gli diamo atto di questo impegno. La legge
regionale 2003 e la legge regionale numero 24 del 2013 all’articolo 11, comma
4, ha stabilito che questi lavoratori di “Calabria I&t”,
o meglio che Fincalabra socio unico
della società “Calabria I&t”, avrebbe dovuto
mettere in liquidazione la società stessa.
A seguito della presentazione di un piano industriale, che doveva garantire l’equilibrio economico e
finanziario della società, questi lavoratori avrebbero dovuto essere
trasferiti alla società Fincalabra.
L’amministratore, a ridosso di
ferragosto, ha inviato una lettera alle organizzazioni sindacali per il
licenziamento collettivo dei 131 lavoratori. A questo punto c’è stato
l’intervento fattivo dell’assessore che ha richiamato l’attenzione su questo
problema da parte della Giunta. C’è stata la presentazione di un piano
industriale.
Ora, noi consiglieri regionali
insieme ai consiglieri regionali capigruppo di ambedue le parti di questo Consiglio
regionale chiediamo all’assessore di approfondire i contorni della situazione
insieme al Presidente e all’assessore al lavoro per intraprendere le iniziative
necessarie che so ha già intrapreso. Rafforziamo, quindi, l’opera
dell’assessore per definire un piano industriale che consenta il rilancio della
società se è possibile.
Ieri c’è stato un articolo sul “Sole 24 ore sud” che raccontato la
sorte di queste società in tutto il Mezzogiorno, in Puglia c’è un rilancio
perché hanno commesse con fondi europei, nelle altre Regioni c’è difficoltà
come in Calabria.
Quindi la definizione di un piano
industriale che consenta il rilancio della società nel pieno rispetto della
volontà espressa dal Consiglio e dal dettato della legge regionale 24 del 2013.
Grazie.
Il consigliere Gallo chiede
l’inserimento di due ordini del giorno. Uno riguarda “Calabria I&t” e l’altro riguarda i 1.200 lavoratori impegnati
nelle scuole per servizi di pulizia.
Li ha illustrati entrambi, ci sono
firme sia di maggioranza che di minoranza.
Pongo in votazione l’inserimento
all’ordine dei lavori del primo ordine del giorno che riguarda “Calabria I&t”.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’inserimento
all’ordine dei lavori del secondo ordine del giorno che riguarda i 1.250 lavoratori
ex Lsu.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, intervengo per chiedere all’Aula l’inserimento di una
mozione e di un ordine del giorno. La mozione riguarda la situazione dei
lavoratori Lsu e Lpu della
Regione Calabria ed oltre che la firma del sottoscritto reca le firme dei
consiglieri Franchino, Guagliardi, Scalzo, Ciconte e Amato.
Con questa mozione oltre a chiedere
che questo Consiglio si possa determinare con una seduta ad hoc per individuare i percorsi che possono portare ad una
garanzia e ad un percorso che vada alla stabilizzazione ma che, soprattutto,
possa produrre una azione politica nei confronti del Governo nazionale
per le modifiche e per quel percorso che rispetto al decreto 101 del 2013
riteniamo non sia sufficiente e che deve vedere una forte mobilitazione
politica.
Questo è la mozione.
Per quanto riguarda l’ordine del
giorno, come tutti saprete, domenica c’è stata la sessantatreesima giornata di
celebrazione delle vittime degli incidenti sui luoghi di lavoro. Una giornata
nazionale che ha fotografato una realtà ancora tragica ed in particolare la
Calabria non è ultima, purtroppo, in tema di mortalità sul lavoro.
Nello specifico questo ordine del
giorno riguarda la questione della A3 che ha conosciuto diversi incidenti
mortali, uno dei quali, quello del 26 maggio 2012, riguarda una vittima di
Scilla, il giovane lavoratore Serafino Sciarrone che
a soli 35 anni è stato travolto dal crollo di una galleria.
Questa morte ha scosso l’intera
comunità calabrese oltre che la comunità del piccolo centro scillese.
Con questo ordine del giorno oltre che a ricordare e a porgere un tributo a
coloro i quali sono stati vittime degli incidenti sui luoghi di lavoro si
intende attivare un percorso che è stato già condiviso da un comitato spontaneo
e dalla comunità di Scilla affinché una delle gallerie del sesto macro-lotto
possano essere intitolate al compianto Serafino Sciarrone.
Se ne fornisce copia per protocollarli.
Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno sulla
situazione degli Lsu e degli Lpu
presentata dal consigliere Giordano.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno sul riammodernamento della Salerno-Reggio Calabria e i
numerosi operai che hanno perso la vita ed hanno subito gravi infortuni.
(Il Consiglio approva)
Non ci sono altre richieste di intervento preliminare. Passiamo quindi alla proposta di provvedimento amministrativo numero 239/9^ d'Ufficio, recante: "Presa d'atto delle dimissioni del Consigliere regionale Antonio Rappoccio e relativa surroga" di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
dato atto che con nota del 25 luglio 2013 acquisita agli atti in pari
data al protocollo generale 34721 il signor Antonio Rappoccio
ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale con decorrenza 24 settembre 2013;
che delle stesse è stata data comunicazione nel corso della 71^ seduta
di Consiglio regionale;
considerato, al riguardo, che a norma del Regolamento interno la presa
d’atto delle dimissioni di che trattasi è posta al primo punto dell’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio regionale successiva alla scadenza del
suddetto termine;
che a norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, numero 108
recante: “Norma per l’elezione dei Consigli regionali
delle Regioni a Statuto normale, il seggio
resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella lista e
circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;
che, pertanto, occorre prendere atto
delle suddette dimissioni e conseguentemente provvedere alla relativa surroga;
considerato, infine, che come risulta dalla copia del verbale
dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria
per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, graduatoria
dei non eletti, nella lista numero 10 avente il contrassegno “Insieme per la
Calabria” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario è
riportato, quale primo dei non eletti, il candidato Aurelio Chizzoniti
con cifra individuale 2561;
delibera
di prendere atto delle dimissioni dalla carica di consigliere regionale del signor Antonio Rappoccio;
di attribuire al candidato Aurelio Chizzoniti,
nato a Condofuri il 14 agosto 1945, il seggio resosi vacante
a seguito delle dimissioni del consigliere Antonio Rappoccio”.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero
239/9^.
Signor Presidente, le chiedo scusa, “nemo iudex in causa propria”. Mi astengo.
Stavo finendo.
Pongo in votazione il provvedimento con l’astensione del
consigliere Chizzoniti.
(Il Consiglio approva a maggioranza)
Ho capito, ma ripeto “nemo iudex in causa propria”.
Sembrava doveroso.
Al consigliere Chizzoniti formulo gli auguri
di buon lavoro, questa volta definitivi.
Non vorrei violare la prassi, Presidente.
Per uscire dall’equivoco l’altra volta avrei voluto porre il problema
giustizia in Calabria.
Ho detto quello che volevo dire attraverso un comunicato stampa. Per me
il caso è chiuso, né ci poteva essere una contrapposizione personale con Vostra
Signoria o con qualcuno dei consiglieri. La mia era una esigenza, perché vorrei che quanto capitato a me non capitasse
a nessuno, neanche all’ultimo zingaro, nomade o extracomunitario in questa Calabria.
Perché se lei o io o altri inciampiamo in qualche svista sia
tranquillissimo che un avviso di garanzia non ce lo nega nessuno. Vorrei che la
giustizia in questa Regione
fosse credibile.
Grazie, collega Chizzoniti.
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 254/9^ d'Ufficio, recante: "Insussistenza della condizione di incompatibilità del Consigliere Pietro Armando Crinò".
Do lettura della delibera “Il Consiglio
regionale,
premesso che il signor Michele Raso ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio
regionale con nota del 27 giugno 2013 e acquisita al protocollo generale
31481 del 5 luglio 2013 una diffida con la quale comunica la presunta
condizione di incompatibilità alla carica di consigliere
regionale il signor Pietro Armando Crinò;
che la Giunta delle elezioni ha
competenza in ordine alla verifica delle condizioni di eleggibilità e
incompatibilità dei consiglieri regionali e
degli assessori
regionali non consiglieri regionali ai sensi degli articoli 17, 18, 19, 20 e 21
del Regolamento interno del Consiglio regionale;
che la Giunta delle elezioni riunitasi in data 24
luglio 2013 per esaminare la compatibilità nel rivestire la carica di
consigliere regionale del signor Pietro
Armando Crinò ha deliberato di contestare allo stesso
la condizione di incompatibilità ai sensi dell’articolo 19, comma 1, del
Regolamento interno del Consiglio regionale;
che il signor Pietro Armando Crinò con nota
acquisita al protocollo generale numero 36069 del 5 agosto 2013 ha trasmesso le
proprie controdeduzioni in merito;
dato atto che la Giunta delle elezioni
nella seduta del 19 settembre 2013 dopo approfondito esame ed in accoglimento della circostanziata
difesa addotta dal signor Pietro Armando Crinò
ha deliberato l’insussistenza della condizione di incompatibilità
precedentemente contestata;
ritenuto, pertanto, di dover prendere atto delle risultanze a cui è
pervenuta la Giunta delle elezioni;
vista la legge 23 aprile 1981, numero 154;
visto l’articolo 19 del Regolamento interno del Consiglio regionale
delibera
di
dichiarare l’insussistenza della condizione di incompatibilità dalla carica di
consigliere regionale contestata al signor Pietro Armando Crinò”.
Pongo in votazione il provvedimento come letto in Aula.
Naturalmente, Presidente, mi astengo.
Con l’astensione del consigliere Crinò, pongo in votazione la delibera.
(Il Consiglio approva a maggioranza)
Si passa alla “Relazione sul rendiconto generale della Regione Calabria
- Esercizio finanziario 2011 e relativi riferimenti all’Esercizio finanziario
2010 approvata dalla Corte dei Conti - Sezione Regionale di Controllo per la
Calabria - nell'adunanza pubblica del 29 luglio 2013”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, le volevo proporre la possibilità che questa
relazione venga sottoposta all’attenzione della seconda Commissione in quanto
ne abbiamo avuto notizia solo oggi. Questo per poterla, poi, portare alla
discussione e all’approvazione da parte di questo Consiglio.
Il consigliere Imbalzano chiede il rinvio per un approfondimento di merito e
per rendere ancora più approfondita anche la discussione tra i consiglieri regionali.
Devo dire che l’abbiamo già affrontata in Conferenza dei capigruppo, approfondendo e discutendo una serie di
argomentazioni che la Corte dei
Conti ha voluto porre all’attenzione del Consiglio regionale.
Penso sia un percorso che dia
maggiore valenza e dettaglio nell’opera di approfondimento che tutti i
consiglieri vorranno porre in essere sui suggerimenti che la Corte dei Conti ha
trasmesso al Consiglio.
Possiamo votare il rinvio in
Commissione della proposta con l’obiettivo che, subito dopo che la Commissione
l’avrà approfondito, il punto sarà reinserito all’ordine del giorno della
seduta di Consiglio per una discussione ancora più approfondita.
Pongo in votazione la proposta di
rinvio in seconda Commissione per una analisi di merito, del consigliere
Imbalzano.
(Il Consiglio approva)
Si passa alla proposta di legge numero 466/9^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Rendiconto generale relativo all’esercizio
finanziario 2012”.
Il consigliere Imbalzano, relatore, ha
facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la Commissione bilancio nella
seduta del 17 settembre ha approvato a maggioranza il Rendiconto generale della
Regione per l’esercizio finanziario
2012.
Il documento che stiamo esaminando è stato trasmesso, prima della definitiva approvazione, alla
Sezione regionale della Corte dei Conti per la relativa parifica, peraltro
previsto dall’articolo 1, comma 5, del D.L. 174/2012, che è stata comunicata a
questa Commissione in data 3.9.2013 con nota
protocollo n. 38230.
Come ben sapete il Rendiconto è un documento contabile che mostra i
risultati ottenuti da un ente – in questo caso della Regione - di tutte le operazioni di gestione,
compiute in un determinato esercizio. È un mezzo di cognizione che permette di
conoscere in che modo e in che misura si sono realizzate le previsioni di
bilancio e consente di esprimere un giudizio sull’operato degli amministratori
e sulla loro professionalità.
In questo caso il rendiconto che andremo ad esaminare si compone di due
documenti e di alcuni allegati. Il Conto di bilancio che mostra le previsioni
annuali, gli accertamenti, gli incassi e i residui attivi per le entrate, gli
impegni, i pagamenti, i residui passivi e le perenzioni per le spese e il Conto
generale del patrimonio in cui si riportano i valori dei beni immobili e
mobili, con le relative variazioni intervenute nel corso dell’esercizio,
accoglie, ancora, le attività e le passività finanziarie e le poste rettificative.
Al Rendiconto sono anche allegati, come previsto dalla legge regionale
di contabilità, la relazione illustrativa; il conto del bilancio articolato per
capitoli e UPB; il conto consuntivo della spesa riclassificato; la relazione di
raccordo sui dati del sistema informativo contabile statale; una nota informativa
sugli oneri e gli impegni derivanti dai contratti relativi a strumenti
finanziari derivati; i bilanci dell’esercizio finanziario 2011 delle società in
cui la Regione detiene una partecipazione finanziaria.
Il documento si completa con un ulteriore allegato che espone le
risultanze al quarto trimestre 2012 della gestione degli Enti del Servizio
sanitario regionale.
Il risultato di amministrazione dell’esercizio 2012 si chiude con un
saldo finanziario positivo di circa 5 miliardi e 174 milioni di euro, con un
incremento rispetto allo stesso risultato dell’anno 2011 di circa 246 milioni.
La gestione di competenza e quella dei
residui hanno inciso sul saldo positivo finanziario rispettivamente in senso
negativo per 119.459 mila euro e positivo per 365.754 mila euro circa.
Nella corposa relazione generale introduttiva del provvedimento è
rappresentata la situazione finanziaria di questa Regione. Gli aspetti salienti
che emergono riguardano in particolare:
il peso prevalente delle entrate tributarie sulle risorse complessive,
78 per cento delle
entrate totali, e tra queste il rilievo assunto dal gettito derivante dalla
compartecipazione Iva. L’incremento dei residui attivi di circa 7 punti
percentuali, a dimostrazione delle difficoltà di incasso dei crediti legate
alla situazione di crisi generale del paese. Le significative differenze nella
capacità di spesa nei diversi settori dell’amministrazione regionale, che
risulta più elevata in quelle Aree di intervento libere dai vincoli derivanti
dal patto di stabilità ed in evidente difficoltà laddove i predetti vincoli
sono presenti. Un incremento della spesa corrente ed una diminuzione della
spesa in conto capitale, nonché un decremento delle spese per gli organi
istituzionali ed un aumento di tutti gli impegni riguardanti il POR e gli APQ e
degli impegni relativi alle spese per il decentramento amministrativo. Infine,
il rispetto per il 2012 dei vincoli posti dal Patto di stabilità e la
situazione patrimoniale e la dinamica dell’indebitamento nel bilancio
regionale.
Come ho precedentemente detto, la nuova normativa contenuta nel D.L.
174/2012 ha stabilito all’articolo 1, comma 3, che “la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti esamini il
rendiconto consuntivo per la verifica del rispetto del patto di stabilità,
l’osservanza dei vincoli e la sostenibilità dell’indebitamento, la presenza di
irregolarità tali da compromettere gli equilibri economico-finanziari”.
Il comma 5 precisa che “alla decisione di
parifica venga allegata una relazione, nella quale, tra l’altro, la Sezione
regionale della suddetta Corte formula le sue osservazioni in merito alla
legittimità ed alla regolarità della gestione regionale, proponendo, contemporaneamente, i
correttivi necessari per assicurare l’equilibrio di bilancio e per migliorare
l’efficacia e l’efficienza della spesa”.
Ricordo, comunque, che questo giudizio di
parifica rientra nelle forme di controllo preventivo sugli atti espletato dalla
Corte dei Conti, nel senso che il suo giudizio interviene prima
dell’approvazione da parte del Consiglio regionale.
A conclusione dell’esame approfondito fatto
dalla Corte dei Conti, la stessa nel parificare il rendiconto della Regione ha
rilevato che: in base ai dati di rendiconto, sono stati rispettati i limiti autorizzatori delle previsioni di spesa definitive di
competenza e di cassa e in base ai dati forniti dall’Amministrazione, risultano
rispettati il limite legale d’indebitamento ed i tetti di spesa - sia di cassa,
sia di competenza - fissati dal patto di stabilità interno.
In conclusione non posso che sottolineare che
l’approvazione del Rendiconto è una proposta di legge che consta di 12
articoli, unitamente agli allegati previsti dagli articoli 54, comma 3 e 55,
comma 4 della legge regionale
4 febbraio 2002, numero 8 e dall’articolo 62 del DL.
112/2008 convertito con modificazioni nella Legge numero 133 del 2008 come
modificato dall’articolo 3, comma 8, della Legge numero 203 del 2008;
dall’articolo 77quater, comma 11, della Legge 133 del 2008 e dall’articolo 2,
comma 4, del successivo decreto del Ministero della economia e delle finanze
del 23 dicembre 2009. Grazie.
Grazie al consigliere Imbalzano. Non ci sono interventi perché è stato discusso abbondantemente in Commissione e vedo che i gruppi di minoranza si sono astenuti. Pertanto possiamo procedere con la votazione.
Presidente, ci sono i singoli articoli che bisogna votare.
Non c’è articolato, non lo vedo. C’è una delibera.
(Interruzione)
Consideriamo la delibera di
Giunta quale parte integrante della delibera di Giunta regionale? Era stato
impostato così dagli uffici, cioè di votare la delibera nella sua interezza e
poi l’articolato parte integrante della delibera.
Pongo in votazione il “Rendiconto generale relativo all’esercizio
finanziario 2012”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 177/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2009”.
Il consigliere Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere
la relazione.
Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri, la Commissione bilancio ha licenziato la proposta di provvedimento amministrativo relativa al “Rendiconto generale esercizio finanziario 2009 dell’Arpacal” nella seduta del 17 settembre.
Preciso che il Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole
all’approvazione del Rendiconto generale, certificando la conformità dei dati
del rendiconto stesso con quelli delle strutture contabili dell’Ente e, in via
generale, la regolarità contabile e finanziaria della gestione, pur formulando
ripetuti rilievi e raccomandazioni,
meglio specificati
nel provvedimento che è all’esame del Consiglio regionale.
Il Dipartimento ambiente ha espresso parere favorevole in ordine alla
conformità dell’attività gestionale dell’Agenzia rispetto agli indirizzi
forniti dagli organi regionali competenti.
Il
Dipartimento bilancio nell’esprimere parere favorevole all’approvazione del
Rendiconto prescrive all’Ente di predisporre la contabilità economica
patrimoniale, l’inventario e il libro dei cespiti ammortizzabili.
Lo stesso
Dipartimento bilancio, considerato che, nell’esercizio finanziario 2009,
trovava applicazione l’articolo 27 della legge regionale 19 del 2009, che
prescriveva agli Enti regionali il raggiungimento di specifici obiettivi di
bilancio – tra gli altri il miglioramento dei saldi finanziari, ovvero
l’invarianza delle spese per il personale rispetto all’anno 2008 – poneva in
evidenza, nella propria relazione, il mancato raggiungimento degli obiettivi
dell’Arpacal e, conseguentemente, disponeva la segnalazione del mancato
rispetto della norma alla magistratura contabile, al fine di porre in essere
necessarie verifiche in ordine all’esistenza di un’eventuale responsabilità
contabile.
Adempimento,
peraltro, effettuato già dal Dipartimento stesso, così come confermato nella
seduta di Commissione del 17 settembre scorso.
Questo
aspetto è stato oggetto di approfondimenti da parte della Commissione in quanto
sono emerse diverse interpretazioni sulle prescrizioni normative contenute
all’articolo 27 della legge regionale 19 del 2009 e, sul suo coordinamento, col
successivo articolo 69 della stessa legge “Piano delle assunzioni
dell’Arpacal”.
Nello specifico il Dipartimento ambiente ha dichiarato, in sede di
audizione, che l’obiettivo di finanza pubblica al miglioramento dello stato di
bilancio dovesse essere conseguito entro il triennio 2009-2011, fatta salva
l’autorizzazione legislativa data all’Arpacal dall’articolo 69 della legge
regionale 19 del 2009 di completare il programma di assunzione del personale
per l’annualità di riferimento.
Diversamente
il Dipartimento bilancio ha dichiarato che l’obiettivo di finanza pubblica
doveva essere accertato con riferimento alla singola annualità, in questo caso
del 2009.
Al fine di
dirimere questa diversa interpretazione, il Dipartimento ambiente ha richiesto
apposito parere interpretativo al Dipartimento Controlli che ha rassegnato le
proprie conclusioni con nota 21037 del 21 gennaio 2013 segnalando che
l’Arpacal, pur avendo conseguito nel triennio un considerevole miglioramento
dei saldi di bilancio, non è in linea con le prescrizioni dettate dall’articolo
27 della legge regionale 19 del 2009, sia che queste siano interpretate più
estensivamente sia che siano oggetto di interpretazione più restrittiva.
Sempre in
sede di esame del Rendiconto 2009 Arpacal la Commissione ha appreso dai
dirigenti della stessa dell’avvenuta verifica amministrativo-contabile da parte
del Ministero sui rendiconti consuntivi relativi agli anni 2007-2008 e 2009 che
muovevano rilievi in particolare sulle spese del personale dell’Agenzia.
A questo
proposito i rappresentanti Arpacal convenuti hanno assicurato di aver corretto
nel Rendiconto 2010 i relativi valori per i quali gli ispettori ministeriali
avevano mosso i rilievi ma non avevano potuto agire sui precedenti rendiconti
in quanto erano già stati approvati da loro e trasmessi alla Giunta regionale
per l’approvazione.
Con
riferimento agli impatti e ai riflessi della verifica ministeriale sul
Rendiconto consuntivo Arpacal 2009 - e considerato che, come riferito a questo
proposito, dal Dipartimento bilancio in Commissione, le modifiche a valori
contabili riportate nei rendiconti, vanno apportate nel primo esercizio utile -
la seconda Commissione facendo proprie le prescrizioni, le osservazioni e le
raccomandazioni indicate nella delibera di Giunta regionale ed espresse dal
Collegio dei revisori e dai Dipartimenti ambiente e bilancio nella seduta del
17 settembre, ha approvato il Rendiconto consuntivo per l’Arpacal per
l’esercizio finanziario 2009 con la prescrizione che i valori contabili oggetto
di rilievo della nota ministeriale siano correttamente esposti nel primo
esercizio utile.
Ha dato,
altresì, mandato al Dipartimento bilancio di verificare il puntuale recepimento
dei rilievi ministeriali nei rendiconti consuntivi che verranno approvati
dall’Arpacal in epoca immediatamente successiva all’anno 2009.
Ancora, la
seconda Commissione ha demandato agli organi dell’Arpacal la puntuale
applicazione delle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal
Collegio dei revisori dei conti, dai Dipartimenti regionali competenti e dalla
Giunta regionale.
Non ci sono richieste di parola, perché è già stato discusso in Commissione, pertanto possiamo porre in votazione il Rendiconto generale esercizio finanziario 2009 dell’Arpacal”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Alla fine dei lavori del Consiglio vorrei che l’Aula osservasse un
minuto di raccoglimento perché
proprio domani ricorre l’ottavo anniversario della scomparsa di Franco
Fortugno. Domani ci sarà un momento di ricordo a Locri.
Vorrei che prima di concludere la seduta di Consiglio completassimo
l’ordine del giorno, poi prego i consiglieri di rimanere ad osservare un minuto
di raccoglimento.
Siamo all’ordine del giorno
protocollo numero 44441 del 15 ottobre 2013 a firma dei consiglieri Gallo,
Chiappetta, Principe, Scalzo, Naccari
Carlizzi, Serra, Grillo, De Masi, Bruni, Loiero,
Bova, Guagliardi “Sulla situazione dei 1250
lavoratori ex Lsu impiegati nelle scuole per servizi
di pulizia” di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
in Calabria sono circa 1.250 i lavoratori in precedenza
inseriti nel bacino dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a
termine dalle pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della legge
388/2000;
sulla base di una convenzione sottoscritta con il Ministero
della pubblica istruzione, secondo uno schema attuato nelle Regioni Calabria,
Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, detti lavoratori sono stati impiegati
nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 30
ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti
scolastici;
già con propria direttiva n. 103 del 30.12.2010 il Ministro
della pubblica istruzione, preso atto che la legislazione vigente non contempla
ipotesi di proroga agli anni 2011 e seguenti dell'impiego dei lavoratori
stabilizzati con legge 388/2000 nelle attività di pulizia degli istituti
scolastici, aveva statuito doversi procedere all'affidamento delle stesse
attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione
scolastica, nella propria autonomia;
solo a seguito della mobilitazione promossa dai sindacati
di categoria e sostenuta anche dalla Regione Calabria era stato possibile
giungere alla revoca dei licenziamenti annunciati e al ripristino per altri due
anni dei contratti precedentemente in essere, stabilendo altresì il ricorso
agli ammortizzatori sociali e l'accompagnamento alla pensione per una parte dei
lavoratori;
tuttavia di recente la questione si è riproposta in tutta
la sua virulenza e contemporaneamente, il Governo Letta ha ridotto da 550 a 390
milioni le risorse disponibili, inserendo la previsione di ulteriori risparmi
nel Decreto "Fare";
immediata è stata la reazione delle organizzazioni
sindacali, che ha portato il ministero della pubblica istruzione a prorogare
almeno fino al novembre 2013 i contratti in essere, per consentire al tavolo di
concertazione attivato di individuare eventuali soluzioni risolutive;
il governo regionale, nella persona del Presidente della
Giunta regionale e degli assessori regionali alla pubblica istruzione ed al
lavoro: ad attivarsi con urgenza per approfondire i contorni della situazione
e, soprattutto, a intraprendere le iniziative necessarie ed idonee a tutelare i
livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione, coinvolgendo il
Governo nazionale nella risoluzione della problematica”.
Il consigliere Gallo ha già illustrato l’ordine del giorno
pertanto lo pongo in votazione non essendoci richieste di parola.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo
adesso all’ordine del giorno protocollo numero 44439 del 15 ottobre 2013
a firma dei consiglieri Gallo, Guccione, Serra, Bruni, Loiero, Bova, De Gaetano,
Mirabelli, Franchino, Principe, Scalzo, Naccari Carlizzi, Grillo, “Sulla
relativo alla situazione dei 131 lavoratori della società “Calabria I&T” di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
"Calabria I&T" è
società partecipata della Regione Calabria che si occupa dalla promozione
dell'occupazione e della creazione e sviluppo delle imprese;
nella primavera del 2013, in sede di riforma degli enti
sub-regionali, il Consiglio regionale aveva approvato all'unanimità un
emendamento volto ad assicurare, per la medesima società, l'esigenza di
procedere alla definizione di un piano industriale finalizzato alla piena
salvaguardia dei livelli occupazionali;
in particolare, come ora previsto dall'art. 11, co. 4 L.R. 24/2013 in materia di
"riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società
e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità", è
stato normativamente stabilito che "Fincalabra, socio unico della società
«Calabria impresa e territori s.r.l.», deve provvedere alla messa in
liquidazione della società «Calabria impresa e territori s.r.l.». L'operazione
di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013,
garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con
contratto a tempo indeterminato della società «Calabria impresa e territori
s.r.l.» posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il
trasferimento alla società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano
industriale che deve garantire l'equilibrio economico-finanziario della
società";
a ridosso del Ferragosto l'amministratore della società ha
tuttavia comunicato alle organizzazioni sindacali la necessità di procedere al
licenziamento collettivo di 131 lavoratori;
a nulla sono valse sinora le sollecitazioni al rispetto
dell'indirizzo formulato dal Consiglio regionale con forza di legge;
la conferma dei licenziamenti annunciati si
concretizzerebbe in una nuova, clamorosa sconfitta sul versante
dell'occupazione e dello sviluppo dell'imprenditoria, con perdita di un
prezioso patrimonio di conoscenze e competenze;
il Governo regionale, nella persona del presidente della
giunta regionale e dell'assessore regionale al lavoro:
ad attivarsi con urgenza per approfondire i contorni della
situazione e, soprattutto, a intraprendere le iniziative necessarie ed idonee a
tutelare i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione e la
definizione di un piano industriale che consenta il rilancio della società, nel
pieno rispetto della volontà espressa dal Consiglio regionale e del dettato
della L.R. 24/2013.”
Il consigliere Gallo ha già illustrato l’ordine del giorno
pertanto lo pongo in votazione non essendoci richieste di parola.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa alla Mozione numero 96 del 10 ottobre 2013 a firma del consigliere Imbalzano “Sullo sviluppo economico e turistico dell’area grecanica con particolare riferimento all’utilizzo e alla riattivazione della funzionalità del porto di Saline ed all’acquisizione delle officine di grandi riparazioni di Montebello Ionico” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
il territorio dell'AREA GRECANICA, pur avendo fruito in questi ultimi
anni di consistenti risorse da parte della Regione, (PISL e altro), presenta da
decenni gravissime criticità e risulta, in assoluto, una delle aree più
marginalizzate non solo del nostro Paese;
considerato che la condizione di abbandono di questo Comprensorio, a dispetto delle
forti e positive potenzialità tutt'ora inespresse, è stata sostanzialmente
originata dallo scarso e, in qualche caso, "deviato" impegno dei
Governi che si sono succeduti nel tempo e dalla incapacità e dalle distrazioni
della classe politica calabrese, a tutti i livelli;
atteso che ormai, e con grande ritardo, è venuto il momento di una attenzione
diretta e mirata, anche da parte della Regione Calabria, per consentire a
questo territorio di potere esprimere fino in fondo le sue grandi potenzialità,
valorizzando le vocazioni naturali (turistiche, artigianali, valorizzazione
tipicità locali), di una Area che va da Motta San Giovanni a Brancaleone e
Staiti;
ritenuto, più in particolare, che per lo sviluppo di
questo Comprensorio è strategico l'utilizzo dell'unica infrastruttura portuale
che esiste tra Reggio e Roccella, mentre nella dirimpettaia Sicilia, solo a
Porto Rosa di Milazzo;
considerato ancora che in questi anni, pur a fronte di ripetuti e modesti
interventi - tampone, di fatto è stata messa a rischio la sua fruibilità per il
continuo processo di insabbiamento della sua imboccatura, con grave pregiudizio
delle attività di pesca, di quelle commerciali e di nautica da riporto, che da
tempo ormai sono insediate;
atteso altresì che a seguito di una nostra iniziativa avanzata all'Assessore
Regionale ai Lavori Pubblici il 5.10.2010, dopo ripetuti incontri con l'ex
Direttore Generale Ing. Laganà, il Dirigente dell'Ufficio Tecnico e l'allora
Sindaco del Comune di Montebello, nel mese di febbraio 2011 la Giunta Regionale
ha deliberato la concessione di un finanziamento di 1.200.000 Euro per il
miglioramento logistico e funzionale del porto e che lo stesso Assessorato ha
successivamente concesso ulteriori 700.000 Euro, per assicurare la definitiva
fruibilità della struttura portuale;
considerato, che in questa fase è in atto un bando di gara per la
concessione di aree e pertinenze demaniali, infrastrutture portuali e specchi
acquei che interessano direttamente lo stesso porto, il cui utilizzo, lungi
dall'attuale ed assai discutibile destinazione esclusivamente industriale,
dovrà essere reso fruibile soprattutto agli attuali operatori commerciali, alle
numerose attività di pesca ed ai mezzi da diporto, che, almeno in 100 secondo
recenti progetti, potrebbero assicurare un alto valore aggiunto, sul piano del
ritorno economico;
ritenute, infine, troppo ravvicinate le scadenze dell'attuale bando, rispetto
alla possibilità che tutte le Istituzioni chiamate ad esprimere i rispettivi
pareri possano garantire accessibilità e fruibilità, senza vincoli e
condizioni, da parte dei precitati operatori della pesca, commerciali e da
diporto;
tutto quanto premesso
il sottoscritto, on. Candeloro Imbalzano, anche nella sua qualità di
Presidente della Commissione "bilancio attività produttive e fondi
comunitari" chiede alla S.V. di voler sottoporre la presente Mozione
all'attenzione ed alla urgente discussione del primo Consiglio regionale, per:
chiarire l'entità dei finanziamenti concessi dalla Regione in questi
ultimi anni per il Porto di Saline, il loro eventuale utilizzo e con quali
risultati;
intervenire, con azioni adeguate e tempestive, per posticipare i
termini del bando stesso, affinché possa essere modificata l'attuale esclusiva
destinazione industriale del Porto, perché diventi anche turistica -
commerciale, come da vocazione naturale del Comprensorio e così come richiesto
da tutti i soggetti interessati;
impegna
il Presidente della Giunta regionale:
ad individuare le fonti di
finanziamento, anche comunitarie, per l'acquisizione delle Officine Grandi
Riparazioni di Saline, da assegnare in comodato d'uso a decine di piccole,
attività artigianali che insistono o vogliono insediarsi, dell'intero
Comprensorio dell'Area Grecanica, come da me richiesto con l'interrogazione n.
55 del 5.10.2010;
a coinvolgere, nelle more, comunque tutti gli Assessori competenti
(Urbanistica, Lavori Pubblici, Turismo, Attività Produttive), perché mettano in
campo le attività di rispettiva competenza, per il raggiungimento dei predetti
obiettivi, fermo restando che comunque questa Mozione verrà loro
tempestivamente e formalmente inviata.”
Ha chiesto di parlare il consigliere Candeloro Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Presidente, cortesemente vorrei aggiungere qualcosa. Avevo anticipato alcune delle motivazioni che mi avevano spinto a presentare questa mozione importante relativa allo sviluppo economico e turistico dell’area grecanica – che è un’area, credo, tra le più marginalizzate dell’intera Regione in assoluto – ed in particolare all’utilizzo del porto di Saline e alla acquisizione delle Officine Grandi Riparazioni di Saline, questione che avevo posto oltre due anni fa.
Noi siamo costretti a parlare di questa area che, ripeto, è una delle
più marginalizzate dell’intera Regione
per disattenzioni storiche di tutti i Governi che si sono succeduti e, perché no?, anche
delle maggioranze che si sono succedute in 40 anni all’interno di questo
Consiglio regionale.
Per usare un eufemismo sono distrazioni
assolutamente incomprensibili se è vero – come è vero – che questa è un’area
che va da Motta San Giovanni fino a Brancaleone e Staiti che ha grandi
potenzialità non solo turistiche – e non starò ad aggiungere nulla a quello che
è largamente noto – ma anche sul piano della valorizzazione delle tipicità
locali, artigianali, dei centri storici e quant’altro.
Il porto di Saline che si trova al centro di questo comprensorio è, di
fatto, l’unica struttura infrastrutturale
e portuale da Reggio a Roccella e solo nella dirimpettaia Sicilia vede il porto
di Porto Rosa presso Milazzo.
Un porto che in questi anni ha subito ripetuti processi di insabbiamento nella sua imboccatura con grave
pregiudizio dell’attività di pesca e di turismo, a livello
commerciale. Ci sono attività industriali insediate
di grande rilevanza che impiegano decine di persone e della nautica di diporto.
Di concerto con il collega Nicolò, in più occasioni, ci
siamo più volte battuti perché a questa infrastruttura venissero destinate
risorse della Regione significative
ed importanti per risolvere definitivamente
questo problema dell’insediamento.
Ricordo che in virtù di queste iniziative furono destinati
1 milione 200 mila euro in una prima fase – nel febbraio 2011 – e 700 mila euro
in epoca successiva.
Rispetto a queste risorse dobbiamo
constatare che a tutt’oggi non conosciamo l’utilizzo che è stato fatto, e per
questo sarebbe molto interessante sapere quale destinazione abbiano avuto e se
è in corso, eventualmente, il loro utilizzo e gli adempimenti burocratici.
Poi, abbiamo scoperto in questi
giorni, nel corso di una Assemblea con gli operatori turistici e della pesca e
con gli imprenditori, che questo è un porto che ha una destinazione
esclusivamente industriale. Una cosa che non sta né in cielo né in terra dal momento
che proprio in questi giorni scadeva un bando per la concessione in comodato
d’uso del porto stesso per 50 anni. Il che avrebbe provocato se non ci fosse
stato, bisogna riconoscerlo, l’intervento dell’assessore alle attività
produttive Arena – e mi auguro anche di altri interventi – un guasto ed un
danno grandissimi al territorio se il porto fosse rimasto destinato
esclusivamente ad utilizzi industriali.
Rispetto a queste situazioni ed alla
necessità di far sì che questo porto abbia anche una destinazione turistica e
commerciale e che valorizzi la vocazione naturale di questo comprensorio,
credo, al di là delle iniziative già assunte, che sia importante che la Giunta
regionale nel suo complesso e questo Consiglio si esprima intanto stasera su
questa mozione affinché conforti e rafforzi il lavoro già fatto dagli assessori
competenti.
Infine, un’ultima cosa che voglio
sottoporre di nuovo all’attenzione di questa Assemblea, riguarda quel monumento
allo spreco delle Officine grandi riparazioni.
Sessantamila metri quadrati coperti che potrebbero essere acquisiti attivando
le risorse necessarie e non credo che queste possano mancare, soprattutto ora
che stiamo andando ad attivare la programmazione 2014-2020.
Dunque, si propone di acquisire
queste Officine grandi riparazioni e
assegnarle – come ho avuto modo anche in altre occasioni di suggerire – in
comodato d’uso a decine di piccole attività artigianali che insistono in quel
comprensorio e, perché no?, anche nella città di Reggio Calabria. Ormai questo
dell’area grecanica e dello stretto è un unico comprensorio.
Per questi motivi, signor Presidente,
sottopongo al Consiglio l’approvazione di questa mozione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo perché l’argomento è di una delicatezza estrema.
Ovviamente, non voglio aprire nessuna polemica e mi fa piacere che il
consigliere Imbalzano abbia anche rappresentato in questa occasione la realtà
che vive l’area grecanica, l’abbandono cui è stata relegata e potremmo fare la
storia di Governi, di amministrazioni locali, di Regioni
e di tutto.
Non voglio, però, fare dietrologia ma semplicemente
auspicare che ci sia altro al di là della mozione che può essere un atto di
impegno che il Consiglio assume; voglio, però, ricordare che ci sono atti di
impegno che questo Consiglio non ha assunto.
Quando c’era l’opportunità dell’inserimento
dell’area grecanica nel Piano del turismo sostenibile io feci una battaglia in
solitaria e l’area grecanica non è stata riconosciuta in quel piano varato nel
2011 dal Consiglio e dalla Giunta regionale. Sono atti ufficiali
incontrovertibili che invito tutti a guardare.
Quindi, l’auspicio è che ci sia una effettiva
attenzione da parte della Giunta regionale; che ci sia chiarezza sull’utilizzo
dei fondi, delle risorse immani che sono state utilizzate per risolvere
l’atavico problema del porto, della Regione e della stessa provincia che ha
acquistato un pontone che probabilmente non è servito.
Vorremmo capire, come sono state utilizzate queste
risorse. L’auspicio, quindi, l’impegno che deve essere assunto da questa
Assemblea è quello di girare pagina, di una politica che sappia leggere la
realtà di quel territorio, che sappia attuare azioni concrete, parlare di un
linguaggio concreto, programmare e non quello che è accaduto anche nel recente
passato.
Si faccia la mozione sull’area grecanica, si
facciano azioni concrete, si apra un dibattito e una attenzione, un
coinvolgimento con le comunità locali, si aprano altre questioni che non
possono prescindere come quello dell’ospedale dell’area grecanica,
Il “Tiberio Evoli”, che non è soltanto l’ospedale di
Melito Porto Salvo ma l’ospedale di un intero bacino.
Si apra una questione sulla viabilità
e su altre questioni. Ben vengano, quindi, le mozioni ma soprattutto ci sia da
questo momento in poi un’azione della Giunta regionale e dell’intero Consiglio
che verrà indirizzata ad affrontare con nerbo, con vigore, perché quell’area è
veramente forse una delle vergogne della Calabria intera.
Questo chiedo al Consiglio regionale
e credo che l’impegno debba da ora in avanti servire per girare veramente
pagina.
Non ci sono altre richieste di intervento, pongo in votazione la mozione
presentata dal consigliere Imbalzano.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa adesso all’ordine del giorno a firma
del consigliere De Masi “Sul riparto del fondo sanitario nazionale”.
Questo ordine del giorno riguarda la preoccupazione
che il Consiglio regionale vuole esprimere sul riparto del fondo del Servizio
sanitario nazionale. È stata predisposta una bozza di ordine del giorno. Se
siete d’accordo – considerato che ci sono stati altri colleghi che hanno
espresso alcune considerazioni aggiuntive – noi possiamo votarlo, approvarlo ed
integrarlo in fase di coordinamento formale, così domani inviamo un ordine del
giorno preciso del Consiglio regionale al Governo nazionale.
Intanto, penso che la decisione definitiva sarà
presa in queste ore. Noi provvediamo all’approvazione dell’ordine del giorno e
nel contempo lo mandiamo subito agli organi di informazione in modo tale che
possa arrivare subito a conoscenza.
Possiamo votarlo non essendoci richieste di parola.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla mozione protocollo numero 44476
del 15 ottobre 2013 a firma dei consiglieri Giordano, Franchino, Guagliardi ed
altri “Sulla situazione in cui versano gli LSU e gli LPU della Regione
Calabria” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
la situazione degli LSU ed LPU nella Regione
Calabria appare sempre più preoccupante sul fronte della loro stabilizzazione a
causa anche di un disinteresse del governo nazionale sulla questione;
lo stesso governo regionale, nonostante gli impegni
assunti, non ha fornito alcun chiarimento in ordine alla reperibilità dei fondi
necessari per la prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 e alla
sanatoria dei crediti pregressi vantati dai lavoratori;
appare ormai necessario che le Istituzioni prendano
atto della realtà del precariato calabrese ed del suo ruolo essenziale e
produttivo in tutti i settori degli Enti Locali della regione;
impegna
il governo regionale ad individuare ed attuare i
necessari interventi di natura finanziaria per garantire la reperibilità dei
fondi finalizzati alla prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 per i
lavoratori LSU ed LPU;
chiede
che venga fissata una seduta consiliare dedicata
alla problematica dei lavoratori LSU e LPU nella nostra regione per individuare
dei percorsi regionali che possano portare alla stabilizzazione dei numerosi
lavoratori nonché alla approvazione di un documento da indirizzare al governo
nazionale per una sostanziale modifica del decreto 101/2013 (salva precari)
alla stato insufficiente per rispondere alla grave questione sociale”.
E’ un argomento che più volte abbiamo affrontato.
Il Consiglio regionale fa fino in fondo il proprio dovere.
Pongo in votazione la mozione che reca anche la richiesta
di una seduta ad hoc del Consiglio regionale. Poiché c’è la volontà di
organizzare una seduta di Consiglio regionale sulle problematiche del lavoro,
votiamo l’ordine del giorno e poi sarà la Conferenza dei capigruppo a calendarizzarlo.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Si passa all’ordine del giorno protocollo numero 44477 del 15 ottobre
2013 a firma del consigliere Giordano sugli
incidenti in cui hanno perso la vita o subito gravi infortuni i lavoratori
operanti nei cantieri della A/3 Salerno- Reggio
Calabria di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che
negli ultimi anni numerosi operai hanno perso la
vita o hanno subito gravi infortuni nei cantieri per il riammodernamento
della A3 Salerno Reggio Calabria;
il tributo di sangue che molti lavoratori hanno
pagato è riconducibile non a semplici fatalità ma a precise responsabilità
delle aziende operanti che hanno imposto tagli alla sicurezza e turni
massacranti come già denunciato dalle organizzazioni sindacali;
i notevoli ritardi nella consegna dei lavori non
possono giustificare turni aggiuntivi, piuttosto che incrementare le unità
lavorative con un meccanismo di affidamenti che non garantisce la sicurezza dei
cantieri tenendo conto, come rileva la competente Commissione parlamentare, che
“se gli affidatari di primo livello sono in genere imprese che garantiscono
elevati livelli di qualità e sicurezza, il problema nasce negli affidamenti dei
subappalti successivi, dove non sempre le imprese sono qualificate e si viene a
perdere quel filo conduttore che dovrebbe garantire che tutti gli operai siano
formati e informati sulle nuove tecniche costruttive e sui rischi che si
corrono nell’ambiente lavorativo”;
gli ultimi dati sugli infortuni sul lavoro,
riguardanti la Calabria, segnalano un calo, compresi gli incidenti mortali. I
dati però vanno letti con attenzione tenuto conto della crisi che in Calabria
si traduce nella cifra record del 19,5% della popolazione disoccupata e
conseguentemente ci sono sempre meno persone che lavorano; ciò nonostante in
proporzione la diminuzione degli incidenti è minima;
all’interno dei drammi che si sono verificati nei
cantieri si ricorda quello avvenuto il 26 maggio 2012 allorquando Serafino Sciarrone, operaio e padre di due bambini, a soli
trentacinque anni ha perso la vita, travolto da alcuni materiali all’interno
della nuova galleria Paci, facente parte del VI
macrolotto della Salerno/Reggio Calabria;
la comunità di Scilla, luogo di provenienza del
povero Sciarrone, ha partecipato al dolore e continua
ad essere vicina ad una famiglia del proprio territorio sebbene le Istituzioni,
dopo i primi attestati di solidarietà, si siano rese latitanti;
in questa direzione si auspica che la tragedia
avvenuta non sia dimenticata ma assuma un forte significato simbolico per
ricordare tutte le vittime sul lavoro e rappresenti nel contempo un monito per le
istituzioni competenti affinché garantiscano in modo effettivo la tutela dei
diritti dei lavoratori in tema di sicurezza;
chiede
al Presidente della Giunta regionale di svolgere
una attività di sensibilizzazione nei confronti dell’Anas perché si faccia
carico per le motivazioni di cui in premessa, di intitolare una galleria
ricadente nel VI macrolotto
della Salerno /Reggio Calabria al compianto Serafino Sciarrone”.
Non essendovi
richieste di parola, pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ approvato all’unanimità)
Abbiamo esaurito l’ordine del giorno, pertanto direi di osservare un
minuto di raccoglimento in ricordo del Vicepresidente del Consiglio regionale,
Francesco Fortugno, di cui ricorre proprio domani l’ottavo anniversario della
scomparsa.
(I consiglieri e tutti i presenti si
levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)
Non ci
sono altri punti all’ordine del giorno, pertanto la seduta è tolta, la prossima
seduta sarà convocata a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Adamo, Fedele, Nucera, Sulla, Trematerra, Dima.
(Sono concessi)
Sono state presentate le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Giordano – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 agosto 1986, n. 36 (Interventi in favore degli uremici)” (P.L. n. 504/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Magno
– “Disposizioni in materia di utilizzazione del personale delle aziende sanitarie
ed ospedaliere” (P.L. n. 505/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Imbalzano – “Integrazione alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 506/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare – Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Il consigliere Salvatore Bulzomì ha aderito al gruppo consiliare “Misto”.
Il consigliere Aurelio Chizzoniti ha aderito al gruppo consiliare “Insieme per la Calabria”.
Il consigliere Aurelio Chizzoniti è stato assegnato quale componente della prima e quarta Commissione consiliare e della Commissione speciale di Vigilanza giusta comunicazione acquisita agli atti in data 3 ottobre 2013 al protocollo generale n. 42696.
In data 7 ottobre u.s., il
consigliere Aurelio Chizzoniti è stato eletto Presidente della Commissione speciale di Vigilanza.
Talarico D. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
il Ministro delle Infrastrutture, on. Maurizio Lupi,
nell'ambito di una recente visita in Calabria, ha chiesto che venissero
indicate, da parte della Regione, entro il 10 settembre, i "temi da
privilegiare" tra quelli contenuti nell'Intesa generale quadro, e di
"riscrivere le priorità" in base alle reali esigenze della Calabria,
ciò in vista delle scadenze del DEF e della legge di stabilità, il cui varo è
previsto per il prossimo ottobre;
nell'ambito dell'Intesa generale quadro, siglata tra
Governo e Regione Calabria nel lontano 2002, non figurava quale priorità la
S.S. 106 Jonica, ma solo la A3 in quanto capace di
"garantire un sistema di infrastrutture e di servizi per la mobilità delle
persone e delle merci completamente integrato con le grandi reti di trasporto
nazionale ed europee";
l'ammodernamento della S.S. 106 Jonica,
nell'ambito della riqualificazione della rete viaria regionale e nazionale,
costituisce un'infrastruttura fondamentale per lo sviluppo dei porti di Corigliano Calabro, Cariati e Crotone e della linea
ferroviaria jonica - oggetto di scippi continui ed
abbandonata a se stessa - e dell'aeroporto di Crotone (unico scalo aereo
presente nella Calabria jonica);
non sono più ammissibili interventi disorganici,
spezzettati, sull'importante arteria, che peraltro risultano molto più costosi,
oltre che non risolutivi;
per la S.S. 106, a detta dello stesso Ministro,
erano stati previsti 15 miliardi di euro complessivi, di cui stanziati ad oggi
solo 2 miliardi 200 milioni, dei quali ne sarebbero stati spesi 1 miliardo 600
milioni;
il definitivo ammodernamento della S.S. 106 Jonica
consentirebbe di collegare
il corridoio Jonico
calabrese all'Adriatica, attraverso il corridoio lucano e pugliese con benefici nella percorrenza del paese da nord a sud -:
se è stata rispettata la scadenza indicata dal Ministro delle infrastrutture
e se nella riscritture delle “priorità” è stata inserita la S.S. 106 Jonica.
(445; 25.09.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'impianto a fune di Lorica a seguito della scadenza tecnica non è in
esercizio;
l'impianto di Camigliatello attualmente risulta
chiuso per motivi tecnici e non potrà sopportare il carico della carenza
strutturale dell'impianto di Lorica, con il rischio del blocco totale
dell'attività sciistica in Calabria;
l'approssimarsi della stagione invernale rischia di non garantire all'utenza
sciistica l'attività di questa disciplina, con ricadute drammatiche
sull'economia dell'Altopiano Silano e sulle attività
produttive legata al fattore neve -:
se si intendono intraprendere tutte le iniziative necessarie per
evitare il protrarsi delle chiusure degli impianti sciistici di Lorica e Camigliatello ed evitare che gli investimenti per
l'ammodernamento dell'impianto di Lorica possano essere disimpegnati, in quanto
la recente legge regionale sulla riforma dell'ARSSA ha trasferito patrimonio
personale e competenza degli impianti a fune alla costituente agenzia ARSAC.
(446; 25.09.2013)
Guccione.
Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta
al piano di rientro dal debito sanitario.
Per sapere – premesso che:
con la legge n. 67/1988 attraverso l'ex articolo 20, il Governo in
carica a quell'epoca avviò l’esecuzione di un programma pluriennale di
interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico
del patrimonio sanitario pubblico e la realizzazione di residenze per anziani e
soggetti non autosufficienti per l'importo complessivo di trentamila miliardi
di vecchie lire;
solo nella provincia di Cosenza furono costruite 21 strutture socio-sanitarie
che costarono 14 milioni di euro e non furono mai utilizzate;
l'elenco delle strutture realizzate è il seguente:
1) Casa famiglia di Cleto costo 284.051 euro
Decreto Ministero della Salute 26.06.1996;
2) Comunità Alloggio di Santa Domenica Talao
Costo 516.456 euro Decreto Ministero della Salute 26.06.1996;
3) Alloggio Protetto di Sangineto Costo
265.975 euro Decreto Ministero della Salute 12.07.1996;
4) Comunità Terapeutica Residenziale di San Pietro in Amantea Costo 327.950 euro Decreto Ministero della Salute
12.07.1996;
5) RSA Mottafollone Costo 2.117.473 euro
Decreto Ministero della Salute 13.03.1995;
6) RSA Spezzano Albanese Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero della
Salute 27.04.1995;
7) Centro semi-residenziale ad alta intensità assistenziale di Fagnano Castello Costo 542.279 euro Decreto Ministero della
Salute 27.11.1996;
8) Casa Famiglia di Sant'Agata d'Esaro Costo
232.405 euro Decreto Ministero della Saluta 13.03.1995;
9) Comunità Terapeutica semi-residenziale Terranova da Sibari 258.228 euro Decreto Ministero della Salute
12.07.1996;
10) Casa Famiglia di Mormanno Costo 232.405
euro Decreto Ministero della salute 27.11.1996;
11) Comunità Terapeutica semi-residenziale di Cropalati
Costo 258.228 euro Decreto Ministero della salute 21.12.1995;
12) Alloggio Protetto di Calopezzati Costo
154.937 euro Decreto Ministero della salute 21.12.1995;
13) Comunità terapeutica residenziale di San Demetrio Corone Costo
258.228 euro Decreto Ministero della Salute 13.03.1996;
14) Casa Famiglia di Alessandria del Carretto Costo 233.405 euro
Decreto Ministero della Salute 08.08.1996;
15) Comunità Alloggio di Canna Costo 516.456 euro Decreto Ministero
della Salute 09.10.1996;
16) RSA di Mandatoriccio Costo 2.117.473 euro
Decreto Ministero della Salute 12.12.1995;
17) Ambulatorio di Aprigliano Costo 361.519
euro Decreto Ministero della Salute 27.11.1996;
18) RSA di Marano Marchesato Costo 2.117.473 euro Decreto Ministero
della Salute 12.07.1996;
19) Comunità Terapeutica semi-residenziale di Casole
Bruzio Costo 258.228 euro Decreto Ministero della
Salute 27.11.1996;
20) Comunità Alloggio di Santa Sofia d'Epiro Costo 516.456 euro Decreto
Ministero della Salute 27.11.1996;
21) Casa Famiglia di Cerisano Costo 232.405
euro Decreto Ministero della Salute 27.11 1996 -:
se intende intraprendere, dopo 18 anni in cui queste strutture sono
state lasciate nel degrado e nell'abbandono, tutte le iniziative amministrative
necessarie alla realizzazione di un Piano Straordinario di recupero
infrastrutturale per il riutilizzo di questi immobili a fini socio-sanitari e
per il loro affidamento, in comodato d'uso gratuito, ai Comuni che, attraverso
manifestazione di interesse o affidamento, potranno a loro volta affidarli in
gestione a terzi per l'erogazione di servizi socio-sanitari ad anziani,
famiglie in disagio e portatori di handicap;
se, pertanto, anche Lei non convenga con il sottoscritto che un
patrimonio immobiliare così importante, destinato a servizi essenziali per
disabili, categorie deboli e anziani, che è costato oltre 14 milioni di euro
alla comunità e che, se recuperato e messo in esercizio, potrebbe creare oltre
cinquecento nuovi posti di lavoro, non può essere disperso o essere lasciato a
se stesso, nel degrado e nell'abbandono.
(448; 30.09.2013)
Giamborino. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nella precedente interrogazione n. 390 del 24 giugno 2013 a firma dei consiglieri
regionali Giamborino e Guccione
si evidenziavano le problematiche relative all'attuazione del Decreto 106/2011
predisposto dal Commissario ad acta, Giuseppe Scopelliti, per il Piano di rientro del
disavanzo del settore sanitario con la conseguenza del declassamento del
dipartimento di Nefrologia dell'Ospedale Jazzolino di
Vibo Valentia da Struttura complessa a Struttura semplice e con la soppressione
nel contempo delle Strutture semplici di Serra San Bruno, Tropea, Nicotera e Soriano Calabro;
gli ammalati sono costretti a duri e pericolosi pellegrinaggi verso
altre strutture ospedaliere alla ricerca di improbabili posti letto;
a seguito della discussione dell'interrogazione n. 390 nella seduta del
Consiglio regionale del 24 giugno 2013 sono state espresse solo illusorie
rassicurazioni da parte dell'assessore Trematerra, ma
ad oggi nessuna iniziativa è stata presa per far fronte ai gravi disagi dei
cittadini con questa patologia.
a fronte della discussione dell'interrogazione n. 390 il Dirigente
Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie convocava
in data 02/07/2013 un Tavolo Tecnico con i dirigenti di Struttura complessa di
Nefrologia e Dialisi delle ASP e delle Aziende Ospedaliere al fine di
inquadrare meglio le problematiche organizzative che ad oggi non hanno trovato
risposte adeguate da parte delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie;
la buona sanità è diritto di ogni cittadino e nella consapevolezza che
da alcune scelte della politica e delle istituzioni competenti derivano
conseguenze di vita o di morte per pazienti afflitti da gravi patologie -:
se il Commissario ad acta, Scopelliti, non
ritenga doveroso e di massima urgenza, visti i decessi di alcuni pazienti
avvenuti durante gli spostamenti presso altre Strutture Ospedaliere, la
verifica nonché il ripristino immediato di tutte le funzioni del Reparto di
Nefrologia dell'Ospedale Jazzolino di Vibo Valentia
nell'ambito dell'attuazione del Piano Sanitario regionale rispettando così i
livelli essenziali di assistenza.
(450; 2.10.2013)
De Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
in
seguito al riordino operato in materia di trasporti pubblici il comune di Bivongi è stato privato di importanti collegamenti con
l'aeroporto di Lamezia Terme;
lo
stesso aeroporto non può essere raggiunto se non con mezzi privati;
tale
condizione crea disagio a tutti gli abitanti ed in particolare alle fasce
sociali meno abbienti vista l'impossibilità di poter usufruire di mezzi
pubblici -:
di impegnarsi al fine di
istituire un servizio navetta che consenta agli utenti dell'alto Jonio Reggino di poter raggiungere l'aeroporto di Lamezia
Terme.
(452; 7.10.2013)
Naccari Carlizzi, Guccione, Franchino, Mirabelli, Maiolo, De Gaetano, Scalzo, Giamborino.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con interrogazione n. 435 si intendeva conoscere
come fosse stato possibile, che a seguito di ispezione dell'ASP-SPISAL e delle
successive determinazione, che imponevano in tempi prorogati come previsto, il
ripristino o il trasloco degli uffici interessati siti in viale Cassiodoro- Palazzo Europa, nulla fosse stato fatto fino
alle determinazioni che la Dott.ssa Giovanna Grasso ha assunto in data 6 Agosto
2013 disponendo che da giorno 13 Settembre u.s. i dipendenti fossero impediti
nell'accesso al loro luogo di lavoro;
a seguito di ulteriore approfondimento è emerso che,
nel mese di ottobre 2012, il Dipartimento Organizzazione e Personale indiceva
l'avviso pubblico avente ad oggetto: "Avvio ricerca d'immobili ad uso
ufficio pubblico ed archivi, da destinare a sede dell'Avvocatura regionale ed
eventualmente ad altri uffici della Regione Calabria, nella città di
Catanzaro", stabilendo la scadenza delle domande di partecipazione nel
dicembre dello stesso anno;
come da interrogazione depositata qualche tempo
addietro emerge che alcuni componenti la Commissione giudicatrice non abbiano i
requisiti per la qualifica dirigenziale;
in data 4 aprile 2013, protocollo n. 0114315, il
Responsabile del procedimento prende atto della conclusione dei lavori e della
trasmissione della documentazione a corredo da parte del Presidente della
Commissione;
con la stessa, il Responsabile del procedimento
comunica che, dall'esito dell'istruttoria, sono risultati in possesso dei
requisiti richiesti soltanto 4 su 10 partecipanti -:
il perché dal lontano dicembre 2012 data dell'avviso
all'aprile 2013, data della presa d'atto della chiusura delle procedure, la
Regione non abbia proceduto;
se l'avviso prefigurasse, invece, un altro esito.
(442; 23.09.2013)
Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Turismo e l'Agricoltura rappresentano settori
strategici per lo sviluppo socio-economico della Calabria. Il Turismo, in
particolare, se adeguatamente valorizzato ed utilizzato, può essere in grado di
riqualificare l'immagine della nostra Regione e di creare nuova occupazione -:
se oltre al finanziamento per il miglioramento e
l'ampliamento delle strutture ricettive già finanziate con decreto del
Dirigente di Settore è previsto un incremento dell'impegno di spesa per coprire
le richieste di tutte le altre strutture ammesse in graduatoria;
se risponde al vero che la Giunta Regionale, per
incrementare il flusso turistico internazionale verso la Calabria, ha erogato
2.400.000 € a T.O. internazionali. Quali concreti
benefici questa spesa ha prodotto e, per quali motivi, è stata esclusa la
fascia ionica da Sellia Marina a Guardavalle;
come mai nel Piano Regionale del Trasporto Pubblico
Locale non è stato previsto nessun collegamento tra l'Aeroporto e/o la Stazione
Ferroviaria di Lamezia Terme con il comprensorio di Soverato che è stata la
prima stazione di cura e soggiorno della Calabria;
se al fine di avere dati certi e precisi sulle
presenze turistiche in Calabria, non sia il caso di affidare la rilevazione
degli stessi al Dipartimento di Scienze Statistiche ed Economiche
dell'Università Magna Graecia di Catanzaro;
se la scelta dei paesi nei quali effettuare la
promozione turistica sia stata operata con il coinvolgimento degli operatori
del settore e come si intende procedere nel futuro;
a quanto ammonta la spesa a carico del Dipartimento
al Turismo, per la partecipazione alle varie fiere del settore e se sono stati
redatti specifici report contenenti i risultati in termini di efficacia della
stessa con riferimento al numero delle presenze estere convogliate nella
stagione successiva all'intervento;
il numero degli arrivi e delle presenze nella nostra
regione classificati per quelle italiane secondo le regioni di provenienza e
per quelle estere secondo gli stati di provenienza, giacché solo se si conosce
il bacino di utenza si può efficientemente e con efficacia intervenire in modo
produttivo;
se si ritiene opportuno convocare una specifica
sessione del Consiglio Regionale, con all'ordine del giorno "Turismo in
Calabria: attualità e prospettive", con la presenza di operatori del
settore, rappresentanti del Governo nazionale, delle Autonomie Locali, del
credito e delle forze politiche, sociali ed economiche.
(443; 24.09.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro. Per sapere – premesso che:
nelle ASP calabresi si stanno elaborando i dati relativi ai Flussi
informativi sanitari regionali e ai Flussi informativi soggetti alla
compensazione della mobilità sanitaria;
sono stati inseriti quelli relativi agli anni 2011 e 2012, mentre
quelli che riguardano l'anno 2013 sono in corso di inserimento;
con particolare riferimento a quelli riguardanti il Servizio di
Emergenza Urgenza 118, rispettivamente denominati: Flussi EMUR, (Flussi
informativi sanitari regionali), e Flussi G, (trasporto di pazienti in
ambulanza ed Elisoccorso) -:
per quali ragioni non si sia adottato un unico programma di
elaborazione dei dati, (software),
per tutte le ASP della regione Calabria;
come mai, per quello attualmente in uso presso la Centrale Operativa
del 118 di Cosenza, sono state evidenziate
grossolane assenze (quali per esempio quelle relative agli ex presidi
ospedalieri di San Giovanni in Fiore e Praia a Mare, ancor prima che
diventassero tali); nonché di importanti reparti, quali: la Neurochirurgia,
l'Emodinamica, la Chirurgia Pediatrica e Servizi in genere (es.
Radiodiagnostica per immagini); e ancora, la mancanza di patologie importanti e
degne di nota;
se si intendono intraprendere tutte le iniziative idonee e necessarie
allo scopo di potere integrare le modifiche necessarie al programma di
elaborazione dei dati, al fine di poterli anche utilizzare per una corretta
verifica di qualità e per eventuali quanto necessarie indagini epidemiologiche
per singole e gravi patologie che riguardano il nostro territorio.
(444; 25.09.2013)
Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di titolare della delega al settore sanità. Per sapere – premesso
che:
l'ultimo rapporto dell'Osservatorio sull'impiego dei medicinali
dell'Agenzia italiana del farmaco evidenzia un utilizzo improprio dei farmaci
in Calabria;
a fronte di una spesa per l'acquisto dei farmaci nel settore pubblico
in linea con la media nazionale, si registra un andamento anomalo per la
farmaceutica territoriale. In Calabria l'utilizzo dei farmaci non è omogeneo su
tutto il territorio regionale;
solo l'Asp di Cosenza ha centrato l'obiettivo di spesa del Ministero del
13,1% del Fondo sanitario regionale;
una giusta razionalizzazione della spesa farmaceutica consente alla
Regione di risparmiare decine di milioni di euro che possono essere riutilizzati
per migliorare il servizio sanitario regionale;
si registrano notevoli ritardi, anche oltre i 6 mesi, da parte di
alcune Asp nel pagamento delle spettanze ai titolari delle farmacie;
da mesi manca al Dipartimento Salute un responsabile del servizio
farmaceutico dopo le dimissioni del dirigente;
il sub-commissario per il
piano di rientro, Dott. D'Elia, ha ripetutamente sollecitato la nomina di nuovo
dirigente qualificato (farmacista);
sin dal 29 marzo scorso, il dirigente generale del dipartimento tutela
della salute ha chiesto l'attivazione delle procedure per il conferimento
dell'incarico in questione;
tali procedure, sia pure fra diversi e farraginosi passaggi, sono
finalmente esitate nella nomina della Dr.ssa Adele De Francesco quale dirigente
del Servizio politiche del farmaco del Dipartimento tutela della salute e
politiche sanitarie (DGR n. 250 del 5 luglio 2013);
gli stessi dirigenti proponenti la delibera di cui sopra avrebbero
dichiarato con nota scritta l'impossibilità di dare seguito alla DGR di nomina,
proprio in quanto la Dr.ssa De Francesco sarebbe dirigente farmacista;
a distanza di sei mesi ancora non è stata nominato il nuovo dirigente
qualificato -:
quali sono i motivi che impediscono di nominare il nuovo responsabile
del settore farmaceutico;
quali sono le azioni intraprese dalla Regione per la razionalizzazione
della spesa farmaceutica;
quali sono le politiche messe in campo dal dipartimento tutela della
salute affinché la Calabria monitori la spesa farmaceutica e si allinei ai
parametri nazionali.
(447; 26.09.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:
in data 26.09.2006 l'Anas S.p.A. avviava le procedure per l'adeguamento
dello svincolo di Rovito sulla Strada Statale 107 S.G.C, che, attualmente, presenta solo un'uscita in
direzione Crotone, mentre manca totalmente di quella verso Cosenza;
tale situazione ha prodotto nel tempo una serie di incidenti, alcuni
dei quali anche gravi;
in data 19.09.2013, di fronte al perdurare del grave ritardo maturato
per l'avvio dei lavori (oltre sei anni), il sindaco di Rovito,
avv. Felice D'Alessandro ha chiesto, per l'ennesima volta, all'Anas di
conoscere la data certa dell'inizio dei lavori e la messa in sicurezza del
cantiere allestito nei pressi dello svincolo che attualmente versa in gravi
condizioni di abbandono -:
quali iniziative urgenti ed immediate si intendono intraprendere per
indurre l'Anas S p A. ad avviare immediatamente i lavori di adeguamento dello
svincolo di Rovito, una struttura viaria che riveste
un'importanza assai rilevante poiché collocata lungo una strada di grande
comunicazione, anche al fine di rimuovere definitivamente il grave stato di
pericolo che questa "incompiuta" oggi rappresenta per la circolazione
stradale e, quindi, per tutti gli automobilisti che vogliono raggiungere il
comune presilano.
(449; 1.10.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
i lavori di costruzione della
strada Sila-Mare Longobucco-Mirto
Crosìa sono iniziati nel lontano 1989 e che, a
tutt'oggi, pur essendo stati spesi circa quaranta milioni di euro, non si
riesce a rendere funzionale e percorribile nemmeno il primo lotto di questa
importante struttura viaria;
in data 03.08.2011 il Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica ha stanziato le somme
necessarie per il quarto lotto della strada Mirto Cosìa-Longobucco
per il completamento dell'intera opera -:
quali sono i tempi per aprire e
rendere fruibile il lotto funzionale Longobucco-Ponte
Ortiano, un tratto che allevierebbe i disagi e i
disservizi viari che si registrano sulla strada 167, anche alla luce del fatto
che, a quanto pare, l'Anas abbia disposto, con propria ordinanza, la non
percorribilità notturna di questo tratto di strada;
se la Regione Calabria ha già
predisposto l'appalto per i lavori di costruzione dell'ultimo tratto della
strada Longobucco-Mirto Crosìa
finanziato con delibera Cipe dello 03.08.2011
riguardante il tratto Ponte Manco-Ponte Caloveto. A tal proposito si ricorda che, qualora si
dovessero registrare ritardi nella realizzazione di quest'opera, si correrebbe
il grave rischio di perdere il finanziamento.
(451; 4.10.2013)
Principe, Scalzo, Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
“Progetto Magna Graecia” è una società partecipata Regione-Comuni
costituita nel 2010 su iniziativa dell'europarlamentare PD,
Pino Arlacchi, e
dell'attuale Giunta regionale per la valorizzazione delle aree archeologiche
site nel territorio regionale;
la società fu generata da una
legge ad hoc, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, seguendo un
profilo di trasparenza e buongoverno, con presidente ed amministratori senza
compensi e di estrazione plurale e con un comitato scientifico di alto profilo;
l'agenda era proiettata verso
l'internazionalizzazione delle attività, dall'iter per il riconoscimento della
Magna Graecia calabra come patrimonio dell'umanità
con il sigillo UNESCO, fino all'utilizzo dei fondi europei destinati allo
sviluppo della Regione;
nel corso delle ultime settimane
l'onorevole Arlacchi ha tentato più volte di
interloquire, senza esito, con il Presidente Scopelliti e l'assessore Caligiuri circa il fatto che la società in questione, di
cui lui è presidente dal 2011, ha visto abortire tutte le sue iniziative di
rilievo per la mancata erogazione dei fondi di dotazione che la Giunta
regionale aveva promesso;
la serie di ritardi,
ridimensionamenti e il disinteresse dimostrati dal Presidente Scopelliti in
particolare, hanno costretto l'europarlamentare Arlacchi
a convocare, per il prossimo 9 novembre, un'assemblea straordinaria dei soci in
cui proporrà la liquidazione della società "Progetto Magna Graecia" -:
per quali ragioni il governo
regionale non ha inteso dare attuazione alla programmazione predisposta dalla
società "Progetto Magna Graecia" per la
valorizzazione delle aree archeologiche calabresi;
quali sono le intenzioni del
governo regionale con riferimento all'esistenza ed al ruolo che deve svolgere
la società "Progetto Magna Graecia" e,
conseguentemente, quali provvedimenti si intendono
adottare.
(453; 8.10.2013)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con decreto n. 155 del 7 agosto 2012 del Presidente della Giunta regionale, nella Sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, venivano determinati i tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012;
in detto decreto il tetto di spesa per l'anno 2012 per lo stabilimento termale “Fonti Sant'Elia” di Galatro veniva determinato in € 621.375,00, accorpando, tra l'altro, il ticket al budget;
successivamente, con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 166 del 20 settembre 2012 veniva modificato il Decreto n. 155 e rideterminati i tetti di spesa, riducendo il budget per lo stabilimento termale “Fonti Sant'Elia” di Galatro ad € 520.990,00;
la suddetta determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012, per come prevista dai succitati Decreti del Presidente della Giunta regionale, avvantaggia solo alcuni stabilimenti a sfavore di altri;
la presenza degli utenti alle terme “Sant'Elia” di Galatro viene programmata per tutta la stagione termale (marzo - dicembre) e non concentrata, esclusivamente, nel periodo estivo;
da ciò consegue che l'andamento della produzione, pur registrando un incremento del 30% nel mese di agosto, risulta, altresì, costante nei restanti periodi;
a seguito della suddetta riduzione di budget prevista dal Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 166 del 20 settembre 2012, la società Terme Service S.r.l. evidenziava che, già a partire dal 10 ottobre 2012, non poteva più garantire la continuità assistenziale e di prestazioni specialistiche agli utenti già prenotati per quel periodo, poiché tale provvedimento incideva profondamente sulla possibilità di continuare a versare la mensilità ai propri dipendenti;
la situazione sopra descritta comporta il licenziamento di 41 lavoratori e molte sono le iniziative che gli stessi soggetti interessati hanno già posto in essere per scongiurare tale nefasta eventualità;
il suddetto proponente, già con interrogazione a risposta immediata n. 42537 del 02/10/12, avente ad oggetto “la determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012”, aveva evidenziato la problematica sopra descritta;
alla suddetta interrogazione aveva prontamente risposto il Vicepresidente della Giunta regionale, dott.ssa Antonella Stasi, fornendo ampie rassicurazioni in merito;
nello specifico il Vicepresidente della Giunta regionale, rilevata la particolare attenzione rivolta al termalismo dalla Giunta regionale e dal Consiglio nel 2012, dichiarava che sulla questione posta dal sottoscritto veniva interrogato il dipartimento, ma soprattutto l'ufficio del Commissario e del subcommissario, che riferivano che la stima del budget 2012 veniva effettuata, per ciascuna struttura, attraverso una proiezione dei dati su base annuale. Precisava, altresì, che nel 2011 era intervenuto un chiarimento del Ministero della Salute che individuava nel ticket una partita di giro per le strutture sanitarie private, che lo acquisiscono da parte degli utenti e devono riversarlo alla Regione. Concludendo, si augurava che per il 2013 si potesse creare un tavolo tecnico con gli interessati e i fornitori del servizio per poter trovare un momento di incontro e potenziare questo tipo particolare di servizio sanitario;
tuttavia, allo stato attuale, non risulta creato alcun tavolo tecnico preposto alla promozione del settore termale e alla risoluzione delle problematiche evidenziate -:
se ritiene opportuno adottare dei provvedimenti per sopperire alla disuguaglianza di stanziamenti determinata dal Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 166 del 20 settembre 2012 e di conseguenza garantire, oltre che la possibilità di prosecuzione delle cure agli utenti dello stabilimento termale “Fonti Sant'Elia” di Galatro, anche il posto di lavoro ai dipendenti dello stesso, ponendo in essere tutte le iniziative necessarie, al fine anche di creare un tavolo tecnico per la risoluzione delle numerose problematiche emerse in questo particolare settore del servizio sanitario.
(454; 09.10.2013)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 13 maggio 2013 è stato pubblicato sul sito web istituzionale della Regione Calabria un avviso di selezione, ai sensi del D. Lgs n. 165/2011, per il conferimento, tra l'altro, dell'incarico di Direttore Generale del Dipartimento “Tutela della salute, politiche sanitarie” della Giunta regionale;
nella seduta del 30 settembre 2013 la Giunta Regionale, “considerato che è trascorso molto tempo dalla pubblicazione dell'Avviso e per sopraggiunte ragioni di pubblico interesse”, ha deciso che è opportuno riaprire i termini, demandando al Dipartimento Organizzazione e Personale “la ripubblicazione dell'Avviso” -:
quali siano i motivi di “pubblico interesse” che hanno determinato la ripubblicazione dell'avviso di riapertura termini, atteso che tra le motivazioni addotte c'è “considerato che è trascorso molto tempo dal primo avviso 13 maggio 2013 (5 mesi)”;
se per caso il motivo della riapertura sia da addebitare alla mancata presentazione dell'istanza di partecipazione all'Avviso del soggetto prescelto ex-ante!
(455; 10.10.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta al piano di rientro dal debito sanitario. Per sapere – premesso che:
a Cassano allo Jonio funziona ed opera un
Poliambulatorio, ospitato nei locali dell'ex Ospedale, che eroga le seguenti
prestazioni specialistiche ambulatoriali: otorino-laringoiatria, dermatologia,
neurologia, oculistica, fisiatria, ortopedia, cardiologia, endocrinologia,
diabetologia, odontoiatria, geriatria, chirurgia, psichiatria infantile;
tali attività di specialistica ambulatoriale si svolgono in ambienti
che necessitano di una urgente ed adeguata ristrutturazione edilizia sanitaria
e mancano di attrezzature elettromedicali e del materiale sanitario necessario
per completare le visite e le diagnosi, che rendono difficile il raggiungimento
di uno standard qualitativo accettabile delle prestazioni;
all'interno della struttura si registra un grave deficit di
attrezzature sanitarie. Mancano: un'autoclave per la sterilizzazione dei ferri
chirurgici, un elettromedicale "detto riunito" per otorino, un
aspiratore per otorino, un elettrocardiografo portatile, un ecocardiografo,
un holter, un ecografo con multisonda (per
endocrinologia, cardiologia ed altre branche specialistiche ambulatoriali), la ferristica ambulatoriale per piccoli interventi
ambulatoriali, il materiale didattico e diagnostico per la psichiatria infantile;
oltre al Poliambulatorio, nei locali dell'ex ospedale di Cassano allo Jonio è ospitato anche l'Hospice
che, con la presenza del dottor Nigro Imperiale, ha
avuto un importante impulso CO/VG centro di cure palliative del dolore ma,
purtroppo, ancora non sono stati attivati tutti i posti letto previsti e sono
stati riconosciuti numero 10 posti letto per anoressia e bulimia e 10 per
autismo. Si registra, inoltre, la mancanza di personale sanitario e di
operatori socio-sanitari oltre che di strumentazioni
tecnologico-sanitarie;
negli stessi locali dell'ex ospedale di Cassano allo Jonio è presente anche il Consultorio familiare ospitato in
locali che necessitano di una immediata ristrutturazione interna per rendere
più accoglienti e decenti le stanze adibite ad attività mediche. Occorrono,
inoltre, attrezzature mediche per evitare che le pazienti vengano dirottate al
Poliambulatorio di Trebisacce per completare o
approfondire alcuni esami medici;
il laboratorio di analisi, ubicato presso lo stesso Poliambulatorio,
implementato nel 2009 quale unico laboratorio di primo e secondo livello di
Tossicologia per l'intera ASP, da circa cinque anni, con circa 100.000 esami di
Tossicologia/anno, che sono l’85% dell'intera esigenza aziendale, ha svolto
egregiamente il suo compito. Il laboratorio di esami ha, però, bisogno di
aggiornamenti tecnologici che gli permettano di operare e completare l'iter
diagnostico che le esigenze cliniche e forensi impongono per questa tipologia
di esami;
è urgente, a tal proposito, che il laboratorio venga immediatamente
dotato di: un CROMATOGRAFO (GC/MS o LC/MS) con auto-campionatore + rivelatore, iniettore,
preparatore per estrazione SPE, che permetterebbe di confermare la
"positività" di tutti i campioni, a valutazione medico legale, con
una seconda tecnica analitica secondo le linee guida internazionali. Ciò
permetterebbe di eseguire anche i seguenti esami (non solo di Tossicologia),
che spesso vengono richiesti ma a cui il laboratorio e l'intera Asp non sono in
grado di fornire una benché minima risposta: dosaggio di terapie farmacologiche
(trapianti, antidepressivi, antirigetto), monitoraggio di farmaci terapeutici,
alterazione del metabolismo degli amminoacidi, difetto dell'ossidazione degli
acidi grassi, marcatori biologici clinici (omocisteina,
acido metilmalonico, 250Hvitamina D, analisi di
steroidi, catecolamine e metanefine), analisi
chimiche delle acque, esame di gas medicali, ricerca di sostanze in caso di
avvelenamento, (da arsenico, piombo, mercurio);
nel corso del 2012 gli esami effettuati presso il laboratorio di
analisi di Cassano allo Jonio, oltre a quelli di
tossicologia, sono stati 254.086. Complessivamente, ad oggi, ammontano ad oltre
300.000;
attualmente nell'area dello Jonio Cosentino
non sono garantiti i LEA (livelli essenziali di assistenza) e la continuità
assistenziale e il diritto alla salute previsto dalla Costituzione Italiana -:
quali iniziative urgenti e immediate si intendono adottare per
rimuovere gli ostacoli che impediscono al Poliambulatorio di Cassano allo Jonio,
all'Hospice, al laboratorio di analisi e al
consultorio familiare di erogare servizi sanitari necessari alle esigenze di
una vasta popolazione che rispettino gli standard qualitativi previsti dalla
normativa vigente.
(456; 14.10.2013)
Premesso che il territorio
dell'AREA GRECANICA, pur avendo fruito in questi ultimi anni di consistenti
risorse da parte della Regione, (PISL e altro), presenta da decenni gravissime
criticità e risulta, in assoluto, una delle aree più marginalizzate non solo
del nostro Paese;
considerato che la
condizione di abbandono di questo Comprensorio, a dispetto delle forti e
positive potenzialità tutt'ora inespresse, è stata sostanzialmente originata
dallo scarso e, in qualche caso, "deviato" impegno dei Governi che si
sono succeduti nel tempo e dalla incapacità e dalle distrazioni della classe
politica calabrese, a tutti i livelli;
atteso che ormai, e con
grande ritardo, è venuto il momento di una attenzione diretta e mirata, anche
da parte della Regione Calabria, per consentire a questo territorio di potere
esprimere fino in fondo le sue grandi potenzialità, valorizzando le vocazioni
naturali (turistiche, artigianali, valorizzazione tipicità locali), di una Area
che va da Motta San Giovanni a Brancaleone e Staiti;
ritenuto, più in
particolare, che per lo sviluppo di questo Comprensorio è strategico l'utilizzo
dell'unica infrastruttura portuale che esiste tra Reggio e Roccella,
mentre nella dirimpettaia Sicilia, solo a Porto Rosa di Milazzo;
considerato ancora che in questi anni, pur a fronte di ripetuti e
modesti interventi tampone, di fatto è stata messa a rischio la sua fruibilità
per il continuo processo di insabbiamento della sua imboccatura, con grave
pregiudizio delle attività di pesca, di quelle commerciali e di nautica da
riporto, che da tempo ormai sono insediate;
atteso altresì che a
seguito di una nostra iniziativa avanzata all'Assessore Regionale ai Lavori
Pubblici il 5.10.2010, dopo ripetuti incontri con l'ex Direttore Generale, Ing.
Laganà, il Dirigente dell'Ufficio Tecnico e l'allora Sindaco del Comune di Montebello, nel mese di febbraio 2011 la Giunta Regionale
ha deliberato la concessione di un finanziamento di 1.200.000 Euro per il
miglioramento logistico e funzionale del porto e che lo stesso Assessorato ha
successivamente concesso ulteriori 700.000 Euro, per assicurare la definitiva
fruibilità della struttura portuale;
considerato, che in questa
fase è in atto un bando di gara per la concessione di aree e pertinenze
demaniali, infrastrutture portuali e specchi acquei che interessano
direttamente lo stesso porto, il cui utilizzo, lungi dall'attuale ed assai
discutibile destinazione esclusivamente industriale, dovrà essere reso fruibile
soprattutto agli attuali operatori commerciali, alle numerose attività di pesca
ed ai mezzi da diporto, che, almeno in 100 secondo recenti progetti, potrebbero
assicurare un alto valore aggiunto, sul piano del ritorno economico;
ritenute, infine, troppo
ravvicinate le scadenze dell'attuale bando, rispetto alla possibilità che tutte
le Istituzioni chiamate ad esprimere i rispettivi pareri possano garantire
accessibilità e fruibilità, senza vincoli e condizioni, da parte dei precitati
operatori della pesca, commerciali e da diporto;
impegna
il Presidente della Giunta regionale ad individuare le fonti di
finanziamento, anche comunitarie, per l'acquisizione delle Officine
Grandi Riparazioni di Saline, da assegnare in comodato d'uso a decine di piccole, attività artigianali che
insistono o vogliono insediarsi, dell'intero Comprensorio dell'Area Grecanica, come da me richiesto con l'interrogazione n. 55
del 5.10.2010; chiarire l'entità
dei finanziamenti concessi dalla Regione in questi ultimi anni per il Porto di
Saline, il loro eventuale utilizzo e con quali risultati; intervenire, con
azioni adeguate e tempestive, per posticipare i termini del bando stesso,
affinché possa essere modificata l'attuale esclusiva destinazione industriale
del Porto, perché diventi anche turistica - commerciale, come da vocazione
naturale del Comprensorio e così come richiesto da tutti i soggetti
interessati; coinvolgere, nelle more, comunque tutti gli Assessori competenti
(Urbanistica, Lavori Pubblici, Turismo, Attività Produttive), perché mettano in
campo le attività di rispettiva competenza, per il raggiungimento dei predetti
obiettivi, fermo restando che comunque questa Mozione verrà loro
tempestivamente e formalmente inviata.
(96; 10.10.2013)
Principe, Scalzo, Naccari Carlizzi, Adamo, Amato, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giamborino,
Guccione, Maiolo, Sulla. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
già a fine 2012 presso il Centro Trasfusioni dell'Ospedale Civile
dell'Annunziata di Cosenza, a seguito di una ispezione delle competenti
Autorità erano state riscontrate una serie di criticità di varia natura e
gravità;
per eliminare le predette criticità riscontrate erano stati assegnati
termini al massimo di 30 giorni;
il 4 luglio u.s. è deceduto, a seguito di una trasfusione, il sig.
Cesare Ruffolo, accadimento considerato gravissimo dai commentatori dei mass-
media;
a quanto è dato sapere, una seconda ispezione in data 17 luglio ha
verificato lo stato di criticità del Centro Trasfusioni dell'Ospedale Civile di
Cosenza;
lo stesso Presidente dell'ordine dei Medici ha denunciato sulla stampa
gravi criticità che fanno intravedere responsabilità in ordine agli eventi
accaduti;
che le Autorità deputate al controllo di legittimità stanno verificando
eventuali responsabilità amministrative e non -:
i contenuti delle relazioni delle Autorità ispettive a seguito dei
controlli effettuati a fine 2012 e nel luglio 2013;
le criticità e la relativa gravità riscontrate ed evidenziate nelle
predette relazioni;
quali iniziative ha posto in essere la gestione commissariale per
rimuovere le gravi criticità rincontrate;
se le criticità riscontrate possono aver costituito causa o concausa
del decesso dell'imprenditore Cesare Ruffolo.
(424; 12.08.2013)
Risposta – “Con riferimento
all'interrogazione consiliare di cui all'oggetto, si rappresenta quanto di
seguito: i rapporti delle visite di Audit effettuate
in data 17 e 18 settembre 2012 e in data 18 e 19 luglio 2013 evidenziano le
criticità riscontrate presso il Servizio Trasfusionale di Cosenza. A tal fine
si allegano alla presente le copie.
Tali rapporti sono stati
trasmessi al Direttore Generale dell' Azienda Ospedaliera di Cosenza, al fine
di adottare un piano di interventi e azioni correttive per la rimozione delle
criticità rilevate.
In merito al punto "se le criticità riscontrate possono
aver costituito causa o concausa del decesso dell'imprenditore Cesare Ruffolo"
essendo in corso indagine dell'autorità giudiziaria, si ritiene di dover
attenderne gli esiti. Si resta a disposizione per ogni eventuale, ulteriore
chiarimento.
Distinti saluti”.
Antonino Orlando (dirigente generale dipartimento tutela della salute e
politiche sanitarie)
Giuseppe Scopelliti, Presidente della
Giunta regionale
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Consorzio di Bonifica di Trebisacce (CS), tramite il concessionario del servizio di riscossione denominato “Areariscossioni S.p.A.”, con sede in Mondovi (CN), ha notificato ai propri consorziati ingiunzione di pagamento dei contributi consortili;
contestualmente all'atto ingiuntivo, dal cui merito e dalla cui forma si prescinde, è precisato, tra l'altro, che “il debitore può presentare opposizione presso la Commissione Tributaria Provinciale di Cuneo”;
come è noto, ai sensi dell'art. 4 del D.Lgs. n. 546 del 31/12/1992 che disciplina il processo tributario, le Commissioni Tributarie Provinciali sono territorialmente competenti in ordine alle controversie proposte nei confronti degli Enti impostori che hanno sede nella loro circoscrizione. Appare, pertanto, di tutta evidenza che, nella fattispecie, la Commissione Tributaria Provinciale competente sia quella di Cosenza, non certamente quella di Cuneo;
è utile ricordare, a proposito, che le modalità e i tempi di impugnativa di tali atti, nonché l'indicazione degli organi giurisdizionali legittimati a conoscerne le controversie, costituiscono un preciso obbligo dell'Ente creditore, ai sensi delle prescrizioni dettate dal D.M. n. 321/99;
l'apparente, grossolano errore relativo alla individuazione della Commissione Tributaria Provinciale competente sembra talmente inverosimile, sia per la pacifica e lineare interpretazione della commentata norma processuale e sia per la notevole esperienza maturata in materia dall'Ente impositore e dal concessionario della riscossione sopra nominati, che la sua archiviazione con tale semplicistica motivazione appare del tutto fuori luogo, meritando, invece, un doveroso approfondimento a tutela della buona fede dei numerosi contadini e imprenditori agricoli interessati. L'ipotesi del mero errore, interpretativo o materiale, pertanto, risulta inconciliabile con le circostanze appena accennate, nonché con la sua mancata correzione nelle innumerevoli ingiunzioni succedutesi nel tempo;
nell'analisi delle possibili motivazioni, è necessario ricordare che il Consorzio di Bonifica di Trebisacce ha subito, nel recente passato, l'esito negativo di una valanga di ricorsi avverso gli atti impositivi dei contributi consortili, evidentemente non dovuti, con conseguenti ingenti spese legali a suo carico;
l'erronea indicazione della Commissione Tributaria risulta, in tale contesto, verosimilmente conciliabile con la sua convincente ipotesi che il Consorzio di Bonifica e il concessionario della riscossione abbiano strategicamente agito “in fraudem legis”, con l'allontanamento del Foro competente di circa mille chilometri, coartando psicologicamente l'agricoltore in buona fede, in particolare il piccolo proprietario di terreni, la cui limitata estensione comporta un contributo che mediamente non supera 50,00 euro, nella consapevolezza di potere vanificare il ricorso avverso l’atto impositivo, almeno nei seguenti casi:
a) evitando che l'agricoltore ricorra avverso l'atto impositivo, perché scoraggiato dai maggiori oneri dovuti alla distanza della città di Cuneo, sproporzionati rispetto all'entità del contributo;
b) la proposizione del ricorso all'atto impositivo presso l'indicata sede della Commissione Tributaria Provinciale di Cuneo comporterebbe, inevitabilmente, che la Commissione adita dichiari la propria incompetenza e che, scaduti i termini, l’atto impositivo medesimo diventi esecutivo -:
come si intende intervenire per porre un limite definitivo agli innumerevoli raggiri, nonché agli atti di arroganza che il Consorzio di Bonifica di Trebisacce continuamente e costantemente perpetra ai danni di numerosi onesti cittadini.
(428; 04.09.2013)
Risposta – “Si fa riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, relativa alle
ingiunzioni di pagamento dei contributi consortili emesse dal Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino con sede a Trebisacce (CS) per il tramite del concessionario del
servizio di riscossione.
Al riguardo si rappresenta che i Consorzi di Bonifica calabresi, in
virtù dell'autonomia funzionale e gestionale di cui sono dotati, curano
direttamente l'iter procedurale teso alla riscossione dei contributi consortili
previsti dall'art. 23 della legge regionale n. 11 del 23 luglio 2003.
Il Consorzio di Bonifica in argomento, nell'autonomia che gli
appartiene, ha affidato il servizio di riscossione dei contributi consortili
alla Area riscossioni S.p.A. con sede in Mondovì (CN) e quindi, unitamente alla
Società di riscossione, ha la piena responsabilità circa eventuali inesattezze
contenute nelle ordinanze ingiunzioni emesse.
Si ritiene opportuno, altresì, precisare che gli atti relativi alla
emissione ed esazione dei ruoli consortili non rientrano tra i provvedimenti da
sottoporre a controllo da parte della Struttura istituita, ai sensi dell'art.
38 della l.r. 11/03, in seno al Settore Affari Generali del Dipartimento
Agricoltura, Foreste e Forestazione.
Premesso quanto sopra, il Settore competente del Dipartimento provvederà a trasmettere al predetto Consorzio di Bonifica copia della interrogazione affinché assuma, eventualmente, le necessarie determinazioni”.
Michele Trematerra (assessore
all’agricoltura e alla forestazione)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'Azienda sanitaria di Catanzaro, SPISAL, in seguito a sopralluogo
effettuato presso gli uffici regionali siti in Catanzaro - viale Cassiodoro, palazzo Europa, (edificio a sei piani) dove
sono ubicati il dipartimento Attività produttive e l'Avvocatura regionale, ha
riscontrato una serie di irregolarità relative alle norme sulla sicurezza del
lavoro, ed in particolare è stata rilevata in ogni piano la presenza di amianto
nei pavimenti;
come previsto dal decreto legislativo 81/2008 l'ASP ha intimato alla
Regione, assegnando termine di sei mesi, di provvedere ai lavori necessari per
eliminare le irregolarità riscontrate o a spostare gli uffici in altri locali;
trascorsi i sei mesi, nulla si è fatto, se non piccoli lavori come
l'apposizione di segnaletica alle porte di vetro, la cartellonistica prevista
dalla legge, ma rimane il problema principale dell'amianto;
l'economato richiede una proroga all'ASP che la concede per altri sei
mesi;
la dirigente nominata datore di lavoro ai fini della sicurezza (dr.ssa
Grasso Giovanna) onde evitare responsabilità personali, visto che l'economato
non ha ottemperato alle prescrizioni dell'ASP, con provvedimento del 6 agosto
2013 inviato a tutti i dirigenti generali presenti nel palazzo Europa ha disposto
che dal 13 settembre non possono fare accedere i dipendenti negli uffici,
richiamando l'articolo 18, lettera m) del Decreto legislativo 81/2008 che
impone ai dirigenti l'astensione dal richiedere ai lavoratori di riprendere
l'attività lavorativa nello stabile interdetto;
da domani le Attività Produttive e l'Avvocatura saranno senza uffici,
si interrompe un pubblico servizio "grazie all'efficienza" della Regione
con il rischio anche di danni patrimoniali specie per le attività processuali
curate dall'Avvocatura alla quale vengono notificati decine di atti giudiziari
che hanno termini perentori decorsi quali la Regione non può costituirsi in
giudizio -:
quali motivazioni abbiano determinato una tale e grave negligenza;
se l'Amministrazione abbia effettuato un monitoraggio, per verificare
circa i rischi nella salute dei dipendenti e dell'utenza in relazione
all'esposizione all'amianto;
se si è proceduto all'individuazione di eventuali responsabili e quali
urgenti provvedimenti s'intende adottare per ridurre il rischio nei luoghi di
lavoro come prescritto dalla normativa vigente.
(435; 13.09.2013)
Risposta – “In riferimento
all'interrogazione n. 435/9^ del 13.09.2013, premesso che l'Assessorato, cui mi
fregio di rappresentare, ed il Dipartimento Attività Produttive non hanno competenza alcuna in ordine
alle richieste promosse dal consigliere interrogante, si comunica quanto segue:
il Dipartimento Controlli sta
effettuando, così come ha sempre fatto, il monitoraggio relativamente alla
tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro;
il Dipartimento Organizzazione
e Personale ha disposto il trasferimento temporaneo del personale dipendente
presso gli Uffici regionali di via Cosenza a Catanzaro Lido (ex Uffici del
Commissario per l'emergenza rifiuti), a seguito dell'interdizione disposta dal
Datore di Lavoro;
il Dirigente Generale de!
Dipartimento Attività Produttive, con nota Prot. n.
291412/SIAR del 16.09.2013, ha informato l'Assessore e tutte le parti
interessate sulle "operazioni di trasloco dei fascicoli e delle
attrezzature indispensabili per lo svolgimento dell'attività lavorativa presso
i nuovi locali a far data dal 18 Settembre p .v.";
il Dipartimento Organizzazione
e Personale sta procedendo, contestualmente, al completamento dei lavori presso
gli Uffici, siti in via Paolo Orsi, che saranno, a breve, destinati al
Dipartimento Attività Produttive;
i dipendenti del Dipartimento
Attività Produttive - che a far data dal 13 settembre hanno attestato la
propria presenza presso gli Uffici di Via Molé - hanno
manifestato la più ampia disponibilità e collaborazione.
La Regione Calabria, attraverso
i Dipartimenti "Organizzazione e
Personale" e "Controlli”,
ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, è impegnata in una
complessa attività volta a garantire, contestualmente, sia la sicurezza dei
luoghi ove i dipendenti regionali sono tenuti a prestare la propria attività,
sia la continuità nell'erogazione del pubblico servizio, evitando così
possibili danni patrimoniali per l'Ente.
E' evidente che la vicenda di
che trattasi ha comportato e comporterà - ancora per poco - inevitabili disagi,
tuttavia la collaborazione fra i Dipartimenti competenti e quelli
interessati unitamente alla grande disponibilità riscontrata da parte
dei dipendenti, condurrà, entro la seconda decade del mese di ottobre, alla
completa normalizzazione dell'attività amministrativa”.
Demetrio Arena (assessore alle
attività produttive)
Art. 1
Approvazione del rendiconto generale
1. Il Rendiconto Generale - Conto Finanziario e Conto del Patrimonio
della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2012, è approvato con le
risultanze esposte negli articoli seguenti.
Art. 2
Conto Finanziario
1. Il Conto Finanziario della Regione Calabria per l'esercizio 2012,
che forma parte integrante della presente legge, è approvato con le risultanze
di cui agli articoli seguenti.
Art. 3
Entrate di competenza
valori in euro
1. Il totale delle entrate accertate nell'esercizio finanziario 2012
per la
competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal
Conto Consuntivo del Bilancio in euro 6.162.790.036,32
delle quali riscosse e versate 4.802.376.112,78
rimaste da riscuotere e versare 1.360.413.923,54
2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102, 6103104), per
operazioni di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2012 è
stabilito, quale risulta dal Conto Consuntivo del Bilancio, in euro 602.731.048,70
Art. 4
Spese di competenza
1. Il totale delle spese impegnate nell'esercizio finanziario 2012 per
la
competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal
Conto Consuntivo del Bilancio in euro 6.282.249.284,73
delle quali pagate 5.102.253.166,37
rimaste da pagare 1.179.996.118,36
2. Il movimento di cassa in uscita (capitoli 9103102, 9103104), per
operazioni di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2012 è
stabilito
quale risulta dal Conto Consuntivo del bilancio, in euro 366.608.283,82
Art. 5
Riepilogo entrate e spese di competenza
1. Il riepilogo generale dei risultati delle entrate e delle spese di
competenza dell'esercizio finanziario 2012 risulta così definito:
ENTRATE
TITOLO 1 - Entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal
Gettito dei tributi erariali e quote di essi devoluti alla regione 4.059.518.501,36
TITOLO 2 - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte
Corrente dello Stato, dell'Unione Europea e di altri soggetti 242.962.823,87
TITOLO 3 - Entrate extratributarie 57.412.302,82
TITOLO 4 - Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali,
da trasformazione di capitale, da riscossione di crediti e da
trasferimenti in conto capitale 797.850.997,80
TITOLO 5 - Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni
Creditizie 37.112.211,88
TITOLO 6 - Entrate per contabilità speciali 967.933.198,59
TOTALE 6.162.790.036,32
SPESE
Area di intervento 1 - Servizi Generali 290.909.642,77
Area di intervento 2 - Sviluppo economico 436.613.862,19
Area di intervento 3 - Uso e salvaguardia del Territorio 560.394.473,56
Area di intervento 4 - Istruzione - Formazione professionale e lavoro comune 332.669.344,81
Area di intervento 5 - Attività culturali, sportive, ricreative e del
culto 28.783.050,81
Area di intervento 6 - Servizi della persona 3.653.756.365,91
Area di intervento 7 - Difesa civile e sicurezza 11.189.346,09
Area di intervento 8 - Oneri non ripartibili 0,00
Area di intervento 9 - Contabilità speciali 967.933.198,59
TOTALE 6.282.249.284,73
RIEPILOGO
ENTRATE 6.162.790.036,32
SPESE 6.282.249.284,73
Saldo della competenza dell'esercizio 2012 -119.459.248,41
Art. 6
Residui attivi dell'esercizio 2012 e
precedenti
1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2011
risultavano determinati dal Conto Consuntivo del bilancio in 6.246.376.136,83
dei quali riscossi e versati nell'esercizio 2012 768.351.981,41
eliminati per minore accertamento
21.242.020,70
riaccertati per maggiore accertamento 0,00
rimasti da riscuotere 5.456.782.134,72
Art. 7
Residui passivi dell'esercizio 2012 e
precedenti
1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2011
risultavano determinati dal Conto Consuntivo del bilancio in 1.867.044.536,79
dei quali pagati nell'esercizio 2012 656.503.453,70
eliminati per economie 172.146.603,76
eliminati per perenzione 214.849.850,71
rimasti da pagare 823.544.628,62
Art. 8
Residui attivi alla chiusura dell'esercizio
2012
1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012
risultano stabiliti dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la
competenza propria dell'esercizio 2012 (art. 3) 1.360.413.923,54
Somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (art.
6) 5.456.782.134,72
RESIDUI ATTIVI AL 31.12.2012 6.817.196.058,26
Art. 9
Residui passivi alla chiusura dell'esercizio
2012
1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012
risultano stabiliti dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza
propria dell'esercizio 2012 (art. 4) 1.179.996.118,36
Somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti (art. 7) 823.544.628,62
RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2012 2.003.540.746,98
Art. 10
Situazione di cassa
1. Il fondo di cassa dell'esercizio finanziario 2012 è determinato in
euro 361.031.709,48 come risulta dai seguenti elementi
Fondo cassa al 31.12.2011 549.060.235,36
RISCOSSIONI in conto competenza 4.802.376.112,78
in conto residui 768.351.981,41
TOTALE 5.758.756.620,07
FONDO DI CASSA AL 31.12.2012
361.031.709,48
Art.
11
Risultati della situazione finanziaria
1. Il saldo finanziario positivo per l’esercizio 2012 è accertato in
euro 5.174.687.020,76 come risulta dai seguenti elementi
Fondo di cassa al 31.12.2012
361.031.709,48
RESIDUI ATTIVI
da riscuotere per la competenza 2012
1.360.413.923,54
da riscuotere per gli anni precedenti
5.456.782.134,72
TOTALE 6.817.196.058,26
RESIDUI PASSIVI
da pagare per la competenza 2012
1.179.996.118,36
da pagare per gli anni precedenti 823.544.628,62
TOTALE
2.003.540.746,98
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2012 5.114.687.020,76
Art. 12
Conto patrimoniale
1. E’ approvato il Conto Generale del Patrimonio della Regione
Calabria, per l'esercizio finanziario 2012, allegato alla presente legge.
2. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2012 risulta stabilita in euro 9.795.936.151,97
3. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla
chiusura
dell’esercizio finanziario 2012 risulta stabilita in euro 3.714.613.640,82
4. L’eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2012
risulta di euro 6.081.322.511,15.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale,
vista la delibera di Giunta regionale n. 162 del 26 aprile 2012, che
approva il Rendiconto generale esercizio finanziario 2009 dell'ARPACAL;
premesso che:
con la Legge Regionale del 3 agosto 1999, n. 20 è stata istituita
l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria -AR.P.ACAL con le finalità di tutela, controllo, recupero
dell'ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva,
perseguendo l'obiettivo dell'utilizzo integrato e coordinato delle risorse, al
'fine di conseguire la massima efficacia nell'individuazione e nella rimozione
dei fattori di rischio per l'uomo, per la fauna, per la flora e per l'ambiente
fisico, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;
la stessa legge, all'art. 8, disciplina le funzioni di vigilanza e di
controllo sugli organi e sugli atti dell' Agenzia demandando alla Giunta
regionale l'approvazione dei bilanci e dei rendiconti annuali;
visto l'art. 57 della L.R. n. 8/2002 e
successive modificazioni;
viste le delibere del Consiglio regionale:
n. 384 del 23 ottobre 2009 con la quale il Consiglio Regionale ha
approvato il suddetto bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2009
dell'ARPACAL;
n. 169 del 30 marzo 2012 con la quale è stato approvato il rendiconto
generale dell'ARP.A.CAL per l'esercizio finanziario
2008;
vista la delibera del Direttore Generale dell'ARPACAL, n. 289 dell'11 marzo
2010 di approvazione del Rendiconto Generale e del Conto Patrimoniale per
l'esercizio finanziario 2009, che si allega in copia unitamente al conto di
bilancio, alla relazione sulla gestione ed al conto del patrimonio (Allegati nn. 1,2, 3 e 4);
vista la nota prot. n, 4182 dell' I aprile
2011 con la quale l'ARPACAL comunica che non risultano debiti fuori bilancio
riconosciuti, né procedure avviate di riconoscimento dei debiti fuori bilancio
per gli esercizi finanziari anni 2008-2009 (allegato 5);
atteso che il Collegio dei Revisori dei Conti, nella sua relazione
finale (allegato 6), nell'esprimere parere favorevole all'approvazione del
Rendiconto per l'esercizio finanziario 2009, certificare la conformità dei dati
del rendiconto con quelli delle scritture contabili dell'Ente ed in via
generale la regolarità contabile e finanziaria della gestione, ha formulato le
seguenti raccomandazioni e rilievi:
"il costo del personale, risulta quasi raddoppiato in due anni,
sia pure in presenza delle nuove assunzioni. La presenza del personale
stabilizzato non ha prodotto effetti dal punto di vista della produttività
essendo le entrate extratributarie (per servizi non istituzionali svolti
dall'Agenzia) stabilmente ferme al di sotto del 10%. La presente
raccomandazione trova puntuale riscontro nelle affermazioni del Comitato di
Indirizzo riportate al paragrafo B della presente relazione. Inoltre sembra
possibile e necessario realizzare economie nell'area 1 dei servizi generali, in
quanto il costo del solo personale è di poco superiore al 50% dell'intera area,
per cui la rimanente parte di spesa si riferisce a funzioni nelle quali è
possibile realizzare economie. Ciò detto e, a maggior ragione, la
considerazione vale per il personale somministrato il cui costo è rilevante e
le motivazioni fomite circa il rinnovo di tali contratti non appaiono
adeguate";
"l'Ente non ha fornito adeguati chiarimenti o adottato conseguenti
provvedimenti, in particolare:
verbale n. 56 del 6 novembre 2009 avente per oggetto l'inventario degli
immobili di proprietà. Non è stata fornita alcuna spiegazione sul perché non
riportasse tutti gli immobili ma solo alcuni di essi né è stata fornita
indicazione sui criteri di valutazione;
verbale n. 54 del 9 settembre 2009. Invito ad emanare una circolare
nella quale si ribadisca la necessità di fornire per i rimborsi spese
documentazione formalmente regolare;
verbale n. 60 del· 9 febbraio 2010. Mancanza
in alcune delibere dei Dipartimenti Provinciali della fase della liquidazione
con la stampa del "castelletto di liquidazione";
"censura il comportamento dell'Ente per quel che concerne la
mancata attivazione per la predisposizione sia dell'inventario che di una
adeguata contabilità economica, invitando il Direttore Generale a prendere atto
delle raccomandazioni ed a provvedere in merito ai rilievi ed alle censure
mosse";
visto il verbale della seduta del 15 marzo 2010 redatto dal Comitato
Regionale di Indirizzo dell'ARPACAL di approvazione del Rendiconto medesimo
(allegato n. 7);
atteso che il Dipartimento Politiche dell'Ambiente, con nota prot. n. 0130633 del 05/10/2011 (allegato 8), nel rilevare
che: "per i residui attivi del POR Calabria 2000-2006, capitolo di spesa
regionale 2512203 si rimanda alla Conv. Rep. 6599 del
25 settembre 2005, nella quale sono regolate le modalità di erogazione delle
somme in favore dell'Agenzia e che non trovano perfetto riscontro con gli
importi iscritti nel bilancio regionale per differenze temporali di
imputazione. Tale differenza dì periodo di imputazione risulta essere stata
regolata nell'esercizio finanziario 2010, essendo stati definiti i pagamenti in
favore dell'Agenzia, ad eccezione della somma riguardante lo stanziamento, a
valere sui fondi POR della Regione Calabria di cui alla misura 1.9, per
l'acquisto con evidenza pubblica da parte dello stesso Ente, di un immobile da
destinare a sede degli uffici dipartimentali ARPACAL di Cosenza",
ha concluso la propria relazione istruttoria con parere favorevole al
Rendiconto generale ARPACAL 2009, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale
n. 8/2002 in ordine alla conformità dell'attività gestionale dell'Agenzia
rispetto agli indirizzi forniti dagli organi regionali competenti;
atteso che il Dipartimento 4° - Bilancio e Patrimonio, Settore n. 2
-Ragioneria Generale, Servizio n. 6 Contabilità, Rendicontazione e
Parificazione, nel formulare nella propria relazione istruttoria definitiva sul
Rendiconto Generale dell'ARPACAL per l'esercizio finanziario 2009 (Allegato 9)
le seguenti prescrizioni:
"che l'Agenzia oltre alle scritture di tipo finanziario
predisponga la contabilità del tipo economico-patrimoniale per l'adozione del
bilancio economico preventivo e del conto economico consuntivo, così come
stabilito al punto 17 dell'art. 39 del Regolamento dell'Ente, e che provveda
all'aggiornamento dell'inventario ed all'istituzione ed aggiornamento del libro
dei cespiti ammortizzabili;
tenuto conto, inoltre, delle disposizioni dettate all'articolo 27,
comma 8, e tenuto conto che i vertici dell'Agenzia sono diversi da quelli che
operavano nell'anno 2009, si ritiene dovuta la segnalazione del mancato
rispetto dell'articolo 27 della legge regionale 19/2009 alla magistratura
contabile al fine di porre in essere le necessarie verifiche in ordine
all'esistenza di eventuale responsabilità contabile";
ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto
dell'ARPACAL per l'esercizio finanziario 2009;
considerato che la Seconda Commissione, preso atto della relazione
ministeriale sull'ARPACAL assunta con nota prot. n.
34583 del 25/07/2013, facendo proprie le prescrizioni, le osservazioni e le
raccomandazioni indicate nella delibera di Giunta regionale ed espresse dal
Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti Ambiente e Bilancio, ha preso atto del
parere favorevole del Dirigente del Dipartimento Ambiente nella seduta del
30/07/2013, nonché delle assicurazioni del Dirigente del Dipartimento Bilancio
nella seduta del 17/09/2013,
c) ha approvato il rendiconto consuntivo dell'ARPACAL per l'esercizio
finanziario 2009 con la prescrizione che i valori contabili oggetto di rilievo
della nota ministeriale siano correttamente esposti nel primo esercizio utile;
d) ha dato mandato allo stesso Dipartimento Bilancio di verificare il
puntuale recepimento dei rilievi ministeriali nei rendiconti consuntivi che
verranno approvati dall'ARPACAL in epoca immediatamente successiva
all'esercizio 2009
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della LR n. 8/2002 il
Rendiconto Generale dell'ARPACAL per l'anno finanziario 2009, con allegati
tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
di demandare agli organi dell'ARPACAL la puntuale applicazione delle
prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei
Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti, dalla Giunta
regionale e dalla Commissione Bilancio".
(Tabelle)
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
in Calabria sono circa 1.250 i lavoratori in precedenza inseriti nel
bacino dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a termine dalle
pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della L. 388/2000;
sulla base di una convenzione sottoscritta con il Ministero della
Pubblica Istruzione, secondo uno schema attuato nelle Regioni Calabria,
Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, detti lavoratori sono stati impiegati
nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 30
ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti
scolastici;
già con propria direttiva n. 103 del 30.12.2010 il Ministro della
Pubblica Istruzione, preso atto che la legislazione vigente non contempla ipotesi
di proroga agli anni 2011 e seguenti dell’impiego dei lavoratori stabilizzati
con L. 388/2000 nelle attività di pulizia degli Istituti scolastici, aveva
statuito doversi procedere all’affidamento delle stesse attività mediante
procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione scolastica, nella
propria autonomia;
solo a seguito della mobilitazione promossa dai sindacati di categoria
e sostenuta anche dalla Regione Calabria era stato possibile giungere alla
revoca dei licenziamenti annunciati e al ripristino per altri due anni dei
contratti precedentemente in essere, stabilendo altresì il ricorso agli
ammortizzatori sociali e l’accompagnamento alla pensione per una parte dei
lavoratori;
tuttavia di recente la questione si è riproposta in tutta la sua
virulenza e, contemporaneamente, il Governo Letta ha ridotto da 550 a 390
milioni le risorse disponibili, inserendo la previsione di ulteriori risparmi
nel Decreto “Fare”;
immediata è stata la reazione delle organizzazioni sindacali, che ha
portato il Ministero della Pubblica Istruzione a prorogare almeno fino al
novembre 2013 i contratti in essere, per consentire al tavolo di concertazione
attivato di individuare eventuali soluzioni risolutive;
impegna
il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale e degli Assessori regionali alla Pubblica Istruzione ed al Lavoro ad
attivarsi con urgenza per approfondire i contorni della situazione e,
soprattutto, a intraprendere le iniziative necessarie ed idonee a tutelare i
livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione, coinvolgendo il
Governo nazionale nella risoluzione della
problematica.
Il Consiglio regionale,
premesso che
“Calabria I&T” è società partecipata
della Regione Calabria che si occupa della promozione dell’occupazione e della
creazione e sviluppo delle imprese;
nella primavera del 2013, in sede di riforma degli enti sub regionali,
il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità un emendamento volto ad
assicurare, per la medesima società, l’esigenza di procedere alla definizione
di un piano industriale finalizzato alla piena salvaguardia dei livelli
occupazionali;
in particolare, come ora previsto dall’art. 11, c. 4 L.R. 24/2013 in materia di “riordino enti, aziende
regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati, con esclusione del settore sanità”, è stato normativamente
stabilito che “Fincalabra, socio unico della società
<<Calabria impresa e territori s.r.l.>> deve provvedere alla messa
in liquidazione della società <<Calabria impresa e territori
s.r.l.>>. L’operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro
il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei
dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società <<Calabria
impresa e territori s.r.l.>> posta in liquidazione, in servizio al 31
dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società Fincalabra
S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire
l’equilibrio economico-finanziario della società”;
a ridosso del ferragosto l’amministratore della società ha tuttavia
comunicato alle organizzazioni sindacali la necessità di procedere al
licenziamento collettivo di 131 lavoratori;
a nulla sono valse sinora le sollecitazioni al rispetto dell’indirizzo
formulato dal Consiglio regionale con forza di legge;
la conferma dei licenziamenti annunciati si concretizzerebbe in una
nuova, clamorosa sconfitta sul versante dell’occupazione e dello sviluppo
dell’imprenditoria, con perdita di un prezioso patrimonio di conoscenze e
competenze;
impegna
il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale e dell’Assessore regionale al Lavoro, ad attivarsi con urgenza per
approfondire i contorni della situazione e, soprattutto, a intraprendere le
iniziative necessarie ed idonee a tutelare i livelli occupazionali e salariali
dei lavoratori in questione e la definizione di un piano industriale che
consenta il rilancio della società, nel pieno rispetto della volontà espressa
dal Consiglio regionale e del dettato della L.R.
24/2013.
“Il Consiglio regionale,
Premesso che
il territorio dell'AREA GRECANICA, pur avendo fruito in questi ultimi
anni di consistenti risorse da parte della Regione, (PISL e altro), presenta da
decenni gravissime criticità e risulta, in assoluto, una delle aree più
marginalizzate non solo del nostro Paese;
considerato che la
condizione di abbandono di questo Comprensorio, a dispetto delle forti e
positive potenzialità tutt'ora inespresse, è stata sostanzialmente originata
dallo scarso e, in qualche caso, "deviato" impegno dei Governi che si
sono succeduti nel tempo e dalla incapacità e dalle distrazioni della classe
politica calabrese, a tutti i livelli;
atteso che ormai, e con
grande ritardo, è venuto il momento di una attenzione diretta e mirata, anche
da parte della Regione Calabria, per consentire a questo territorio di potere
esprimere fino in fondo le sue grandi potenzialità, valorizzando le vocazioni
naturali (turistiche, artigianali, valorizzazione tipicità locali), di una Area
che va da Motta San Giovanni a Brancaleone e Staiti;
ritenuto, più in
particolare, che per lo sviluppo di questo Comprensorio è strategico l'utilizzo
dell'unica infrastruttura portuale che esiste tra Reggio e Roccella,
mentre nella dirimpettaia Sicilia, solo a Porto Rosa di Milazzo;
considerato ancora che in
questi anni, pur a fronte di ripetuti e modesti interventi-tampone, di fatto è
stata messa a rischio la sua fruibilità per il continuo processo di
insabbiamento della sua imboccatura, con grave pregiudizio delle attività di
pesca, di quelle commerciali e di nautica da riporto, che da tempo ormai sono
insediate;
atteso altresì che a
seguito di una nostra iniziativa avanzata all'Assessore Regionale ai Lavori
Pubblici il 5.10.2010, dopo ripetuti incontri con l'ex Direttore Generale Ing.
Laganà, il Dirigente dell'Ufficio Tecnico e l'allora Sindaco del Comune di Montebello, nel mese di febbraio 2011 la Giunta Regionale
ha deliberato la concessione di un finanziamento di 1.200.000 Euro per il
miglioramento logistico e funzionale del porto e che lo stesso Assessorato ha
successivamente concesso ulteriori 700.000 Euro, per assicurare la definitiva
fruibilità della struttura portuale;
considerato, che in questa
fase è in atto un bando di gara
per la concessione di aree e pertinenze demaniali, infrastrutture portuali e
specchi acquei che interessano direttamente lo stesso porto, il cui utilizzo,
lungi dall'attuale ed assai discutibile destinazione esclusivamente
industriale, dovrà essere reso fruibile soprattutto agli attuali operatori
commerciali, alle numerose attività di pesca ed ai mezzi da diporto, che,
almeno in 100 secondo recenti progetti, potrebbero assicurare un alto valore
aggiunto, sul piano del ritorno economico;
ritenute, infine, troppo
ravvicinate le scadenze dell'attuale bando, rispetto alla possibilità che tutte
le Istituzioni chiamate ad esprimere i rispettivi pareri possano garantire
accessibilità e fruibilità, senza vincoli e condizioni, da parte dei precitati
operatori della pesca, commerciali e da diporto;
impegna
il Presidente della Giunta regionale ad individuare le fonti di finanziamento, anche comunitarie, per l'acquisizione delle Officine Grandi Riparazioni di Saline, da assegnare in comodato d'uso a decine di piccole, attività artigianali che insistono o vogliono insediarsi, dell'intero Comprensorio dell'Area Grecanica;
a coinvolgere, nelle more, comunque, tutti gli Assessori competenti
(Urbanistica, Lavori Pubblici, Turismo, Attività Produttive), perché mettano in
campo le attività di rispettiva competenza, per il raggiungimento dei predetti
obiettivi.
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
esprime tutto il suo apprezzamento per lo sforzo che il Governo si
appresta a compiere per la definizione e l'emanazione di misure funzionali alla
rivitalizzazione possibile del perdurante stato oltremodo critico della nostra
economia. Ed anzi ne auspica un impatto immediato e realmente proficuo;
l'Assemblea calabrese rappresenta tutta la sua fondata preoccupazione
per il paventato intervento, nell'ambito delle suddette misure, di contrazione
delle risorse destinate al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale;
lo stesso Ministro alla salute, on. Lorenzin,
ha in più occasioni manifestato la propria contrarietà verso questo specifico
provvedimento, cui conseguirebbe una diffusa compromissione del L.E.A. nel territorio italiano;
per la Calabria, tale provvedimento, avrebbe addirittura una
implicanza drammatica sul piano del
mantenimento dei livelli assistenziali già gracilmente
assicurati;
la nostra regione, a causa dell'osservanza delle prescrizioni
contemplate nel piano di rientro dal debito sanitario, sta dolorosamente
sperimentando rinunce e sacrifici che, in particolare in questo ambito, non
possono conoscere ulteriori dilatazioni: la Calabria si trova, per cause non
sempre riconducibili alla responsabilità della classe dirigente locale a
ridosso di una frontiera sociale, oltre la quale esiste solo il declino civile;
la manovra finanziaria contemplerebbe inoltre ulteriori riduzioni nei
trasferimenti di risorse agli Enti Locali, a loro volta titolari
dell’erogazione di servizi, sociali e non solo, che già frustrano aspettative e
necessità anche primarie dei cittadini;
impegna
la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo nazionale, e
segnatamente presso il Presidente ed il Vice Presidente del Consiglio dei
Ministri, affinché, gli stessi, possano ricercare, con la fondatezza
inappuntabile delle presenti argomentazioni, la sussistenza di ipotesi diverse
di contenimento della spesa da cui far derivare risorse per l’alleggerimento
del peso fiscale. E ciò per scongiurare il rischio, altrimenti prossimo, di
danni insopportabili per la Calabria.
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
la situazione degli LSU ed LPU nella regione Calabria appare sempre più
preoccupante sul fronte della loro stabilizzazione a causa anche di un
disinteresse del governo nazionale sulla questione;
lo stesso governo regionale, nonostante gli impegni assunti, non ha
fornito alcun chiarimento in ordine alla reperibilità dei fondi necessari per
la prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 e alla sanatoria dei
crediti pregressi vantati dai lavoratori;
appare ormai necessario che le Istituzioni prendano atto della realtà
del precariato calabrese e del suo ruolo essenziale e produttivo in tutti i
settori degli Enti Locali della regione;
impegna
il governo regionale ad individuare ed attuare i necessari interventi
di natura finanziaria per garantire la reperibilità dei fondi finalizzati alla
prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 per i lavoratori LSU ed LPU;
chiede
che venga fissata una seduta consiliare dedicata alla problematica dei
lavoratori LSU e LPU nella nostra regione per individuare dei percorsi
regionali che possano portare alla stabilizzazione dei numerosi lavoratori
nonché alla approvazione di un documento da indirizzare al governo nazionale
per una sostanziale modifica del D.L. 101/2013 (salva precari) allo stato
insufficiente per rispondere alla grave questione sociale.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
negli ultimi anni numerosi operai hanno perso la vita o hanno subito
infortuni nei cantieri per il riammodernamento della
A3 Salerno Reggio Calabria;
il tributo di sangue che molti lavoratori hanno pagato è riconducibile
non a semplici fatalità ma a precise responsabilità delle aziende operanti che
hanno imposto tagli alla sicurezza e turni massacranti come già denunciato
dalle organizzazioni sindacali;
i notevoli ritardi nella consegna dei lavori non possono giustificare
turni aggiuntivi, piuttosto che incrementare le unità lavorative con un
meccanismo di affidamenti che non garantisce la sicurezza dei cantieri tenendo
conto, come rileva la competente Commissione parlamentare, che “se gli
affidatari di primo livello sono in genere imprese che garantiscono elevati
livelli di qualità e sicurezza, il problema nasce negli affidamenti dei
subappalti successivi, dove non sempre le imprese sono qualificate e si viene a
perdere quel filo conduttore che dovrebbe garantire che tutti gli operai siano
formati e informati sulle nuove tecniche costruttive e sui rischi che si corrono
nell’ambiente lavorativo”;
gli ultimi dati sugli infortuni sul lavoro, riguardanti la Calabria,
segnalano un calo, compresi gli incidenti mortali. I dati però vanno letti con
attenzione tenuto conto della crisi che in Calabria si traduce nella cifra record
del 19,5% della popolazione disoccupata e conseguentemente ci sono sempre meno
persone che lavorano; ciò nonostante in proporzione la diminuzione degli
incidenti è minima;
all’interno dei drammi che si sono verificati nei cantieri si ricorda
quello avvenuto il 26 maggio 2012 allorquando Serafino Sciarrone,
operaio e padre di due bambini, a soli trentacinque anni ha perso la vita,
travolto da alcuni materiali all’interno della nuova galleria Paci, facente
parte del VI macrolotto della Salerno/Reggio
Calabria;
la comunità di Scilla, luogo di provenienza del povero Sciarrone, ha partecipato al dolore e continua ad essere
vicina ad una famiglia del proprio territorio sebbene le Istituzioni, dopo i
primi attestati di solidarietà, si siano rese latitanti;
in questa direzione si auspica che la tragedia avvenuta non sia
dimenticata ma assuma un forte significato simbolico per ricordare tutte le
vittime sul lavoro e rappresenti nel contempo un monito per le Istituzioni
competenti affinchè garantiscano in modo effettivo la
tutela dei diritti dei lavoratori in tema di sicurezza;
impegna
la Giunta regionale a farsi promotrice di una richiesta presso l’Anas affinché si faccia carico, per le motivazioni di cui in premessa, di intitolare una galleria ricadente nel VI macrolotto della Salerno-Reggio Calabria al compianto Serafino Sciarrone.