IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
65.
SEDUTA DI MARTEDI’ 21
MAGGIO 2013
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 15,44
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta
precedente.
(E’ approvato)
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta
risposta scritta alle interrogazioni numero 343 del 5 aprile 2013 firma del
consigliere Naccari Carlizzi;
numero 347 dell’8 aprile
(Sono riportate in allegato)
Concluse le interrogazioni prego i colleghi consiglieri
di prendere posto così iniziamo i lavori del Consiglio.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Intervengo per
chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un
urgente ordine del giorno riguardante
le osservazioni che il Consiglio regionale deve fornire sulla comunicazione della Commissione
politica di informazione e promozionale dei prodotti agricoli della Comunità
europea. E’ un ordine del giorno urgente che abbiamo necessità che il Consiglio
assuma, per dare indicazioni puntuali sia alla Comunità europea, quantomeno per
contribuire a darne, ed anche alle Commissioni di merito, sia della Camera dei
Deputati sia del Senato della Repubblica per la promozione dei prodotti agricoli.
Signor Presidente, ne approfitto, così non riprendo la parola, anche
per l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione – ieri c’è stata la
presenza del Presidente Ciucci in Commissione – per la realizzazione di una
strada di collegamento mare-monti nei tratti di dismissione autostrade tra le
città di Bagnara e Scilla.
Chiede l’inserimento sia dell’ordine del giorno sia della mozione.
Intanto andiamo per ordine: possiamo procedere a votare su questo argomento? Se
non ci sono interventi su questo argomento, pongo in votazione l’inserimento
dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Imbalzano.
(Il
Consiglio approva)
C’è una mozione sempre a firma del consigliere Imbalzano,
la illustrerà dopo, per il momento chiede solo l’inserimento all’ordine del
giorno, riguarda la strada di collegamento mare-monti tra Bagnara
e Scilla. Pongo in votazione l’inserimento.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò.
Ne ha facoltà.
Anch’io chiedo
l’inserimento di un ordine del giorno per sollecitare il Parlamento italiano ad approvare
una Legge che riconosca la lingua
italiana dei segni per i sordomuti.
E’ già ai banchi della Presidenza la mozione? Sì. Pongo
in votazione la proposta di inserimento avanzata dal consigliere Magarò.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il
sottosegretario Sarra. Ne ha facoltà.
Presidente, facendo seguito alla riunione di Consiglio del 30 aprile, richiamerei in
Aula, affinché venga trasmessa, con il suo parere favorevole, nella prima
Commissione, che è la sede naturale – ritengo – per la discussione, la proposta
di legge istitutiva dell’Agenzia di marketing territoriale. Chiedo,
appunto, la trasmissione.
Il sottosegretario Sarra
chiede che il Consiglio assegni alla Commissione competente – adesso non so se
è la prima o la seconda, questo poi lo verificheranno gli uffici – quella norma
che non fu recepita perché non c’erano i due terzi dei voti necessari. Se non
ci sono eccezioni, possiamo assegnare la proposta alla prima e alla seconda
Commissione; penso che sia alla prima per l’esame di merito e alla seconda per
il parere. Il Consiglio si è espresso.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.
Chiedo di inserire all’ordine dei lavori un
ordine del giorno che
riguarda il personale precario Lsu-Lpu, in quanto
oggi si è tenuta a Roma una riunione con il ministro Giovannini, la
sottosegretaria Santelli e alcuni deputati del centro-sinistra, che hanno
discusso di tale problematica.
Con
quest’ordine del giorno chiediamo alla Giunta regionale e al presidente
Scopelliti di convocare un tavolo tecnico, visto l’incontro tenuto oggi a Roma,
al quale debbano partecipare la Regione Calabria e i sindacati.
C’è un
ordine del giorno? Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Gallo. Ne ha facoltà.
Nella giornata di ieri, è stato con noi in quarta Commissione il
Presidente dell’Anas, ingegner Ciucci. Chiedo l’inserimento di un ordine del
giorno che impegni la Giunta regionale ad aprire un tavolo di confronto col
Governo nazionale sulla questione della Strada Statale 106 nel tratto Roseto-Sibari, perché ieri il Presidente dell’Anas ci ha
comunicato che l’intera opera non è ancora finanziata e qualche lotto è ancora
da finanziare.
Pertanto,
chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di quest’ordine del giorno che
impegni il presidente Scopelliti e la Giunta regionale ad aprire questo tavolo
di confronto col Governo centrale, per ottenere i finanziamenti necessari al
completamento di quest’opera che costituisce il collegamento necessario per il
corridoio fra il Mare Adriatico, quindi il litorale adriatico, e la Sicilia.
Il
consigliere Gallo chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del
giorno.
(Interruzione)
Pongo in
votazione l’inserimento proposto dal consigliere Gallo…
Presidente,
forse c’era confusione e non abbiamo capito: l’ordine del giorno che cosa
riguarda, consigliere Gallo?
Ieri il
presidente Ciucci, rispondendo alle nostre domande in riferimento al tratto di Strada Statale 106 fra Roseto
Capo Spulico e Sibari, ci
ha dichiarato che non è ancora interamente finanziato dal Governo centrale, per
cui noi chiediamo che si attivi un tavolo proposto dalla Giunta regionale col
Governo centrale, per far sì che ci siano i finanziamenti, con l’apporto di
tutte le forze che oggi sostengono il Governo Letta.
PRESIDENTE
La parola al consigliere Giordano.
Presidente, intanto
voglio ringraziare il consigliere Gallo, perché credo
che sia stata un’occasione unica ma anche importante, e spero che sia fecondo
di risultati quel confronto che abbiamo avuto ieri in Commissione. A tale
riguardo, consigliere Gallo, spero che l’ordine del giorno che lei ha
predisposto si possa coordinare rispetto alle sollecitazioni venute anche dalla minoranza,
da tanti colleghi, e predisporre, quindi, un ordine del giorno che sia quanto
più esaustivo possibile rispetto alle problematiche che sono tante e che sono
state sollevate, sulle quali, per la verità, non c’è stata una risposta
esaustiva, anzi alcuni punti sono rimasti irrisolti. L’interlocuzione con il
Governo da parte della Regione dovrebbe essere stabile e prevedere un confronto
serrato, secondo noi, quanto più serrato possibile, per cercare di risolvere
nodi fondamentali per lo sviluppo non solo infrastrutturale della nostra regione.
Quindi, se lei è d’accordo, potremmo coordinarlo non solo sulla Strada
Statale 106, ma anche su altre questioni che sono state sollevate e ritenute di
notevole importanza.
La parola al consigliere Naccari Carlizzi.
Presidente, giusto riportare quanto ha detto il consigliere Gallo, ma anche la
valutazione fatta dal collega Giordano è pertinente. In effetti, ieri abbiamo
assistito ad un confronto che è stato interessante, va dato merito
all’iniziativa del Presidente della Commissione di instaurare questo dialogo
con l’Anas, tuttavia – come è stato detto – le risposte, in alcuni casi, non ci
sono state o sono state insufficienti.
Quindi, nel ribadire quanto ha detto il consigliere Gallo circa il
fatto che si sarebbe fatto carico di ribadire per iscritto all’Anas l’insieme
delle valutazioni, in maniera da avere una risposta certa e scritta - d’altra
parte non si può pretendere dal Presidente di un consiglio di amministrazione
di conoscere all’impronta tutte le risposte a tutti i piccoli pezzi di
interventi che gli sono stati sottoposti – ritengo che l’ordine del giorno
andrebbe quantomeno coordinato.
Nello stesso tempo in cui la Commissione invia l’insieme delle
richieste di chiarimento o di precisazione, l’ordine del giorno dovrebbe
contenere sia quella parte che, giustamente, ha sollecitato il consigliere
Gallo e quindi la parte non finanziata della tratta, ma anche altri interventi,
come la trasversale di Reggio e tanti altri; anche perché, se c’è una cosa su
cui è probabile che nessuno di noi sia rimasto soddisfatto, è questa logica in
base alla quale l’Anas diventa mero esecutore delle indicazioni del Governo,
come se non disponesse di un proprio bilancio e come se non avesse delle
priorità non solo da suggerire, ma anche da eseguire, cioè il rapporto di
committenza con il Governo nazionale non può ridursi al fatto che il Presidente
Ciucci attende passivamente che gli vengano dati gli input sugli
interventi, anche perché molti di questi interventi sono fondamentali. L’Anas
deve avere, quantomeno, un parco progetti in grado di suggerire gli interventi
e le priorità.
Concordo, quindi, con l’idea di allargarla a tutti i singoli interventi
di rilievo che ieri sono emersi nella loro complessità.
Vorrei interrompere questa discussione, altrimenti ci porta lontano. In
questo momento si tratta esclusivamente di decidere o meno l’inserimento
all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno. Se siamo d’accordo per
l’inserimento, quando si arriverà al punto, si aprirà una discussione e tutti
potranno intervenire. Adesso limitiamoci a votare l’inserimento, poi nel merito
ne discuteremo.
Ma allora è emendabile quel documento?
Certo, assolutamente. Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del
giorno.
(Il
Consiglio approva)
Non ci sono altri interventi di consiglieri sull’ordine dei lavori.
C’era un provvedimento legislativo che era stato deciso in Conferenza
dei capigruppo all’unanimità, che riguarda le prestazioni d’opera professionale
relative esclusivamente all’Avvocatura regionale, cioè noi abbiamo ridotto di
tanto le prestazioni professionali di un po’ di tutti gli enti, riducendoli
almeno dell’80 per cento rispetto agli anni precedenti.
L’Avvocatura regionale ha problemi per la costituzione degli avvocati
per la domiciliazione. Allora in Conferenza dei capigruppo si era deciso di
approvare questo progetto di legge, per dare l’opportunità all’Avvocatura di
poter nominare gli avvocati per domiciliarsi nei diversi luoghi.
E’ una proposta di legge a firma del consigliere Magno, quindi intanto
votiamo l’inserimento all’ordine del giorno, poi la discuteremo.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà. Penso di
anticiparla, riguarda le nomine… Ha visto? Ho già
letto nel suo pensiero.
Siccome è la terza volta, la pregherei di provvedere per la prossima
seduta di Consiglio, perlomeno!
Nella prossima seduta di Ufficio di
Presidenza si approverà il bando per fare le domande, perché tutte le nomine che noi
facciamo sono in base alla legge regionale numero 39 del 1995.
Presidente, si tratta di consiglieri regionali, uno della maggioranza e
uno dell’opposizione, quindi non c’è bisogno di tanti.
No, ci sono anche i rappresentanti delle associazioni.
Quella è un’altra cosa.
Vorrei rendere completo l’organismo, quindi, se siamo d’accordo,
l’Ufficio di Presidenza approverà il prossimo bando, quindi provvederemo –penso entro il mese di giugno – a definire tutto.
Possiamo procedere con l’ordine del giorno così come proposto. C’erano
le interrogazioni a risposta immediata. Manca la vicepresidente Stasi e, poiché
molte delle interrogazioni erano riferite a lei, magari man mano che arriviamo,
quelle che si possono fare le facciamo, oppure, dato che l’Aula è sovrana,
possiamo immaginare di dedicare nella prossima seduta di Consiglio mezzora o
un’ ora in più alle interrogazioni, come abbiamo fatto l’altra volta, però
dobbiamo essere tutti d’accordo, per evitare discussioni.
Se siamo d’accordo, possiamo aggiornare, tanto, la prossima seduta di
Consiglio regionale sarà la prossima settimana. Possiamo procedere.
No, Presidente, volevo chiedere delucidazioni riguardo l’aggiornamento
delle interrogazioni a risposta immediata.
(Interruzione)
Nelle prossime sedute di Consiglio si tratteranno delle scadenze
importanti, quindi se nella prossima seduta di Consiglio dedichiamo due ore
alle interrogazioni a risposta immediata, almeno questo dovremmo capire, per
fare in modo che due problematiche importanti di cui abbiamo discusso in
Conferenza dei capigruppo vengano inserite nella stessa seduta.
Questo poi lo decideremo al tavolo della Presidenza, vedendo gli
argomenti che abbiamo discusso oggi, così predisporremo l’ordine del giorno.
Se siamo d’accordo, possiamo aggiornare le interrogazioni a risposta
immediata alla prossima seduta di Consiglio regionale, dedicando qualche
mezzora in più. Quindi le interrogazione sono state tutte superate, anche per
quanto riguarda le interrogazioni numero 343 e 347, che sono il punto due e il
punto tre all’ordine del giorno, comunico che sono arrivate le risposte della
Giunta.
Presidente, chiedo scusa: le interrogazioni non si fanno?
No, poiché manca la vicepresidente Stasi che coordina questo lavoro,
abbiamo deciso di discuterne nella prossima seduta di Consiglio regionale.
Cioè le interrogazioni quando si discuteranno?
La prossima settimana, in cui è prevista seduta di Consiglio.
Il 28? No, perché ce n’è una che riguarda gli stagisti – lo sapete benissimo
– il cui contratto scade il 30 maggio. Poi non servirebbe a nulla più!
Nella prossima seduta provvederemo.
Va beh, l’importante è che ne discutiamo.
Nella prossima seduta discuteremo tutte le interrogazioni.
Possiamo procedere col testo che riguarda la proposta di legge
unificata: “Modifiche ed integrazioni della legge regionale 17 maggio 1996,
numero 9 – “Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e
l’organizzazione del territorio, ai fini della disciplina programmata
dell’esercizio venatorio”.
E’ relatore il consigliere Gallo, al quale darei la parola per la
relazione introduttiva al progetto di legge.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta,
assessori e colleghi tutti, giunge oggi all’esame dell’Aula il progetto di modifica alla
vigente legge regionale in materia venatoria.
Esso, risultante dalla fusione del contemperamento di tre distinte
iniziative legislative, nasce dalla pressante esigenza di coniugare la
conservazione e la tutela dell’ambiente con la corretta pratica venatoria.
Obiettivo primario è quello di rendere quanto più efficace la legge regionale,
conformandola al meglio alla normativa nazionale, in risposta anche alle
pressanti segnalazioni pervenute dai rappresentanti dell’ambientalismo e delle
associazioni venatorie, poi coinvolte nella fase di elaborare del testo
normativo per addivenire ad un articolato quanto più possibile condiviso,
quindi sostenuto da più forze politiche possibili.
In particolare, si è preso atto del valore culturale, economico e
sociale della pratica venatoria – che ha un’antica tradizione nella nostra
regione – che deve essere sostenibile e della conseguente necessità di
assoggettare la stessa, però, ad una programmazione eseguita su basi
scientifiche.
Per far fronte alle peculiarità del nuovo approccio alla programmazione
faunistico-venatoria, è stata prevista l’istituzione
dell’Osservatorio faunistico-venatorio regionale
quale primario organo di consulenza e di indagine scientifica in materia
venatoria. In esso il mondo ambientalista, quello venatorio, quello gestionale,
gli Atc e quello agricolo sono tutti parimenti
rappresentati, nella convinzione che un organo scientifico collegiale e a
partecipazione allargata possa essere più adatto non soltanto al raggiungimento
dello scopo primario dell’ente, consistente nel garantire un fondamentale
contributo scientifico attuato con l’apporto delle competenze di settore
provenienti dai rappresentanti dei soggetti interessati, ma anche perché si è
ritenuto che far lavorare assieme i massimi esponenti scientifici delle
categorie interessate alla caccia sia il miglior viatico per superare l’attuale
e pregressa fase conflittuale, che si è sviluppata in modo incontrollato lungo
un percorso essenzialmente polemico e quasi mai costruttivo.
Per tali ragioni, all’Osservatorio sono stati destinati compiti
notevoli in tutti i progetti ed attività connesse alla pratica venatoria e alla
conservazione dell’ambiente.
In tale ottica è stata prevista, inoltre, l’istituzione del Numero
Verde antibracconaggio, che sarà – c’è un emendamento oggi in Aula – gestito
dall’Osservatorio faunistico regionale, novità assoluta per l’Italia, che
evidenzia la proficua attivazione di un percorso finalmente condiviso tra
associazioni ambientaliste ed associazioni venatorie, alcune delle quali,
ultime, hanno proposto l’utilizzo di tale strumento per agevolare la denuncia
di gravi fatti di reato in materia ambientale.
Altre novità rilevanti racchiuse nell’articolato, che si compone di 17
articoli, sono rappresentate dalla previsione di un apposito Regolamento per la
determinazione dei criteri di individuazione dei territori da destinare alla
costituzione di aziende faunistico-venatorie, nonché
per la determinazione dei criteri per la realizzazione di miglioramenti
ambientali, compresa la creazione di zone umide, stabilendo che la
predisposizione dei piani faunistico-venatori
provinciali avvenga con congruo anticipo rispetto all’emanazione di quello
regionale e, comunque, non oltre il 10 maggio dell’anno di riferimento,
aumentando da
Da sottolineare, altresì, la scelta di disciplinare dettagliatamente le
procedure e le prescrizioni relative alla istituzione e gestione delle zone
umide superficiali.
Precisato come la proposta di legge non preveda ulteriori oneri
finanziari per le finanze regionali, comportando, anzi, un risparmio in alcune
voci di spesa, invito l’Aula a volerla valutare positivamente, attesa
l’importanza delle innovazioni che essa introduce e la condivisione diffusa che
ne sostiene le scelte di fondo.
Inoltre, signor Presidente e colleghi tutti, voglio sottolineare il
clima di assoluta concordia registrato in Commissione, voglio ringraziare i
presentatori, i consiglieri Tripodi, Giordano, Bilardi
e Nucera, i quali, nel percorso di avvicinamento alla redazione del progetto di
legge, hanno sentito a più riprese le associazioni faunistiche, le associazioni
ambientaliste e le associazioni venatorie, proprio per confezionare un progetto
di legge che possa essere il più condiviso possibile e che possa evitare
l’alimentazione delle polemiche alle quali facevo riferimento poc’anzi.
Il testo di legge è stato approvato all’unanimità in Commissione, con
l’unica astensione del collega Talarico.
Voglio sottolineare anche l’impegno del dipartimento e dell’assessore Trematerra, del dipartimento guidato dal direttore generale
Zimbalatti, che hanno accompagnato la fase successiva
alla presentazione del progetto di legge, oltre che il servizio della quarta
Commissione e l’Ufficio legislativo, che hanno fatto sì che la norma –
riteniamo – non si presti ad impugnative da parte del Governo centrale.
E’ aperta la discussione generale. Non ci sono interventi, quindi
possiamo procedere con l’esame dell’articolato, però, poiché ci sono degli
emendamenti, vorrei che il relatore e l’assessore si esprimessero.
(Interruzione)
Prima di procedere con gli emendamenti, c’è l’intervento del
consigliere Nucera sull’argomento.
Ritengo che l’argomento
meriti un dibattito.
(Interruzione)
No,
possiamo anche rinunciare, perché è stata esposta in Commissione. Mi stavo
adeguando, Presidente, andiamo agli emendamenti, non c’è problema.
Non ci
sono interventi sulla discussione generale e possiamo procedere con gli emendamenti, ove presenti.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 4 c’è un emendamento,
protocollo numero
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Presidente,
non ho niente in contrario a questo emendamento, ma non possiamo approvarlo –
lo dico al relatore, poi se lo vogliamo approvare, approviamolo –; è ricompreso
giù, all’interno dell’articolo successivo, quindi rischiamo di approvare un
emendamento che stabilisce la stessa cosa di quanto previsto nell’articolo. E’
ridondante rispetto alla legge. Se lo vogliamo approvare, approviamolo, però è
rafforzativo.
Parere
della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
23406.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
5 c’è un emendamento.
Ritirato.
E’
ritirato. Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
All’articolo
10 c’è un emendamento, protocollo numero 23406/1, a firma del consigliere
Gallo, che così recita: “L’articolo 10 è sostituito con il seguente <Art. 10
(Inserimento nella l.r. 9/96
dell’articolo 13 bis).
Dopo l’articolo 13 della legge regionale 9/96 è aggiunto il seguente:
Art. 13bis (Istituzione del numero verde antibracconaggio).
1. Al fine di salvaguardare il patrimonio faunistico regionale, anche attraverso forme di cooperazione
con la cittadinanza viene istituito il numero verde antibracconaggio per la
segnalazione e la denuncia di fatti di reato in materia ambientale che
danneggiano gravemente l’ambiente e la corretta pratica venatoria. Il numero
verde antibracconaggio è gestito dall’Osservatorio faunistico>”.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Anche in questo caso si tratta di un emendamento forse ridondante – dirà il
consigliere Tripodi – ma semplicemente rafforzativo; il numero verde
antibracconaggio è gestito dall’Osservatorio faunistico. Credo che lo possiamo
scrivere e forse non farà male.
Parere
della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
23406/1.
(E’ approvato)
C’è un altro emendamento all’articolo 10, protocollo
numero
Si
commenta da sé.
(Interruzione del consigliere
Tripodi)
Prego,
consigliere Tripodi.
Vorrei fare una considerazione insieme al collega Talarico. Collega
Talarico, il suo emendamento alla proposta di legge, benché preveda che sia la
Polizia provinciale a controllare l’attività venatoria, è già previsto dalla
norma nazionale e locale. Secondo me anche questo è ridondante rispetto alle
funzioni che la Polizia provinciale già ricopre. Rischieremmo di far passare un
emendamento che è ridondante rispetto agli scopi e ai fini che vogliamo
raggiungere, malgrado un orientamento già presente nella legge nazionale e già
previsto nei compiti propri della Polizia provinciale. La pregherei, se lo
ritiene, di ritirarlo perché è già inserito nei compiti istituzionali della
Polizia provinciale.
Prego, consigliere Talarico.
Rispetto alle osservazioni del consigliere Tripodi: se
sono fondate lo ritiro, ci mancherebbe altro.
Consigliere Talarico, se si alza…
Chiedevo al relatore, signor Presidente, poiché mi fido
del consigliere Tripodi, che se le osservazioni fossero fondate- ci mancherebbe
altro - non ha senso inserire l’emendamento.
L’articolo 19 che riguarda i poteri di vigilanza ed i
compiti di polizia venatoria sono ben codificati sia dalla norma nazionale sia
da quella regionale.
(Interruzione)
Quindi è ritirato.
All’articolo 10 non ci sono altri emendamenti, pertanto
lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
All’articolo 11 è stato presentato emendamento,
protocollo numero
Prego, consigliere Talarico.
Presidente, su questo mi sembra che la discussione sia
in qualche modo legittimata da diversi punti di vista. In realtà, benché la
legge dica espressamente che le giornate di caccia siano tre, non fa obbligo di
precisare i giorni, cioè le giornate scelte nella settimana. La legge
stabilisce in maniera esplicita che i giorni sono limitati a 3, ad eccezione
del martedì – se non vado errato –, del giovedì e del venerdì.
Ora, contrariamente a quel che accade nelle altre
Regioni, il cacciatore calabrese può facilmente eludere i controlli e questo
vincolo, non essendo le giornate di caccia prefissate e, quindi, cacciare per
cinque giorni e non tre. Ci sono Regioni che invece hanno adottato una
disciplina più rigorosa con una predeterminazione delle giornate di caccia come
la Campania, la Basilicata, il Molise, l’Emilia Romagna, la Lombardia, il
Piemonte, il Lazio e la Sicilia. Non vi è, quindi, la facoltà da parte del
cacciatore calabrese di cacciare “liberamente”. Ed uso il “liberamente” tra
virgolette perché sarebbero sottoposti a controlli che, come è noto, non ci
sono e da questo punto di vista inviterei i proponenti della proposta di legge
a reclamare, a rivendicare maggiori controlli nell’interesse della buona
caccia.
Come è noto - questo è un dato scientifico facilmente
verificabile - i controlli in questa regione credo che raggiungano davvero
percentuali molto ma molto basse. Sto dicendo questo su sollecitazione, egregio
consigliere Tripodi, di numerosi cacciatori che pretendono, invece, ci sia un
regime di controlli e rigore sulla caccia che oggi non c’è. Comprendo benissimo
l’obiezione ma uno deve segnare il giorno di caccia, il giorno in cui va a
caccia ma siccome si opera in un regime di assoluta libertà - e uso con molta
cautela l’aggettivo assoluta – sarebbe bene che si predeterminassero i giorni
di caccia.
Questo è il senso dell’emendamento.
Parere del relatore? Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
All’articolo 17 c’è un emendamento, a firma del
consigliere Gallo. E’ ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Presidente, c’è un altro emendamento sull’entrata in
vigore della proposta di legge che prevede che la stessa non avvenga dalla
pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione, per come osservato dal
dipartimento, ma dal 1° gennaio 2014. La norma, infatti, interviene anche su
alcune somme che la Regione incassa da parte di versamenti che devono essere
effettuati da chi pratica questo sport, per cui potrebbero crearsi delle
modifiche rispetto a quanto dichiarato in relazione all’invarianza di spesa.
Propongo, pertanto, che la proposta di legge entri in
vigore dal 1° gennaio 2014 e non subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale.
Il consigliere Gallo propone un sub-emendamento che
riguarda l’entrata in vigore della legge al 1° gennaio 2014.
Presidente, capisco e credo di interpretare la
preoccupazione del relatore, consigliere Gallo.
Ritengo che non possiamo inserire una eventuale disposizione transitoria per quanto riguarda il riflesso che la proposta di
legge potrebbe avere - secondo me è un eccesso di preoccupazione – per quello
che può riguardare le attività da porre in essere per l’emanazione del
calendario venatorio della prossima stagione venatoria 2013-2014.
Se vogliamo -
magari insieme al collega relatore, all’ assessore
ed al direttore generale - trovare la giusta
espressione nel sub-emendamento per evitare che ci possano essere delle
inefficienze in sede di emanazione del calendario venatorio, va bene. Ritengo
che l’impalcatura della norma debba trovare momento applicativo già dalla pubblicazione
perché poi, in sede di dichiarazioni di voto,
diremo l’importanza e la rilevanza della messa in opera dell’Osservatorio
faunistico venatorio e delle altre disposizioni, come il numero verde
antibracconaggio e tante altre disposizioni che avremo modo con i colleghi
proponenti di esplicare, adesso, in sede di dichiarazione.
Chiedo,
quindi, al consigliere Gallo o - se vogliamo -
possiamo anche fare una breve sospensione per trovare l’esatta definizione di
un articolo transitorio che metta al riparo le attività che già sono in essere
da parte del dipartimento ma
che conferisca alla legge quella efficacia tanto voluta ed auspicata a tutti i
livelli.
Prego, consigliere Tripodi.
La discussione
non è solo interessante ma deve tendere a garantire non solo l’esercizio della
caccia ma anche l’attività dell’assessorato perché abbiamo
due duplici problemi da affrontare, Presidente.
Non solo quello che ha evidenziato il consigliere Gallo
ma anche la capacità che avrà poi l’assessorato di porre in essere quel che la
proposta di legge stessa prevede.
Siccome non
abbiamo il tempo materiale e nemmeno l’assessore Trematerra ha il tempo materiale di applicare quella che è
la normativa prevista dalla legge con i bandi e le nomine per far sì che
l’attività dell’Osservatorio possa partire, è fuor di dubbio che approviamo una
legge e se le diamo applicabilità mettiamo a rischio non solo il calendario venatorio
e l’apertura della caccia ma anche tutta l’attività propedeutica che
l’assessorato deve fare.
Sono
d’accordo a differire al 1° gennaio l’applicazione della legge ma per quanto
riguarda esclusivamente l’attività dell’assessorato. Per quanto riguarda
l’insediamento dell’Osservatorio le procedure di bando e di selezione di coloro
i quali debbono poi andare a ricoprire, di fatto, i ruoli, quella va fatta in
ogni caso. Dobbiamo allora differenziare quella che è proprio l’attività
dell’assessorato che, in ogni caso, deve procedere con la vecchia normativa,
altrimenti non faremmo in tempo per il 1° settembre a predisporre quello che è
il calendario venatorio e poi, obiettivamente, daremo vigore alla legge a
partire dal 1° gennaio 2014. Così abbiamo ottenuto le due risposte principali
che ci attendiamo da questa legge: l’operatività e la messa in opera
dell’Osservatorio, dove può espletare attività e, soprattutto, la capacità
dell’assessorato di predisporre un calendario venatorio che ci possa consentire
di esercitare l’attività venatoria nella nostra regione.
Pongo
in votazione il sub-emendamento per come presentato.
Parere
del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo
in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
Con autorizzazione al coordinamento formale visto che è
stato formulato oralmente.
Non ci sono altri emendamenti. Prima di procedere
all’approvazione della legge nel suo complesso ha chiesto di parlare il
consigliere Nucera per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Diciotto anni.
Questo è stato il tempo che il Consiglio regionale
ha voluto per modificare, aggiornare ed adeguare una legge alla necessità o,
per meglio dire, alle nuove esigenze che il mondo sportivo calabrese ha sempre
rivendicato, anche il mondo del tempo libero - perché
no? - soprattutto il mondo economico, imprenditoriale e, inquadrandolo
ancora di più, il turismo calabrese.
Vedete,
quindi, in questa discussione di oggi, abbiamo cercato di dare, attraverso
l’ammodernamento di questa legge del 1996, una boccata di ossigeno ad un
sistema che per certi aspetti era diventato asfittico ma che, invece, in
passato, ha rappresentato una fonte di reddito importantissima per lo sviluppo
della Calabria.
Stiamo
parlando, sì, dell’esercizio venatorio, cioè di quello che noi potremo inserire
in una serie di caselle, di segmenti di attività dove ognuno si può
riconoscere: lo sport, il cacciatore - perché no? - l’amore per gli animali e
quindi per l’ambiente. Perché no? Sembra una contraddizione: da una parte si
spara l’animale – l’uccello migratore soprattutto – e dall’altra parte parliamo
di amore per gli animali.
Perché
diciamo questo? Perché nel sistema complessivo di questa passione antica quanto
l’uomo, troviamo una contraddizione di fondo ma che, in realtà, contraddizione non
è, ovvero quella di poter nel contempo educare i cani alla caccia, ammaestrare
gli animali che ci sono fedeli ad un’attività che è uno sport e un modo di
passare il tempo libero. E’ anche un’attività economica imprenditoriale perché
questa legge ha portato una modifica economica che adegua un nuovo sistema al
modo di vedere il turismo e il sistema alberghiero ad una esigenza avvertita
tante volte in Calabria, cioè quella di regolamentare meglio il sistema degli
alberghi adibiti, i punti di incontro, i villaggi adibiti ad un miglior
utilizzo del sistema venatorio regionale.
Grazie
alla ricchezza dei boschi, alla particolare orografia, ai tanti fiumi che
sfociano nel mare attraverso le nostre vallate, la Calabria è, per nostra
fortuna, una regione votata all’esercizio
venatorio.
Ed in questo sistema si sviluppa un altro settore
importante quello del turismo perché la Calabria insieme alla Toscana è la
regione che attira più turisti nel mondo venatorio, rispetto alle altre regioni
d’Italia.
La Calabria è una vera e propria oasi per quanto
riguarda gli appassionati dello sport di Diana. E lo è ancora di più in questo
sistema che, per certi aspetti, viene considerato uno sport violento per come,
molte volte, viene dipinto; in questo sistema di caccia il cacciatore diventa
il maggior protettore dell’ambiente e sembra un fatto strano proprio perché
viene regolamentato in maniera che l’ecosistema non venga stravolto.
Con la presenza dei nostri cacciatori, quindi,
l’ecosistema complessivo della presenza faunistica dei nostri territori diventa
ulteriormente
equilibrato. Basti pensare ai tanti danni che gli agricoltori denunciano a
causa dei cinghiali; basti pensare al sistema randagio per certi aspetti con
cui molte volte è stato regolamentato in tutta la regione il problema del
ripopolamento.
Allora, creare delle norme di equilibrio, di indirizzo e
di attenzione su tutte queste cose, significa dare impulso ordinato al sistema
venatorio e quindi al sistema ecologico complessivo.
Significa, sostanzialmente, che bisogna regolamentare un
sistema, non sulla scorta empirica di una esperienza, ma sull’attenta
visualizzazione scientifica, in quanto l’Osservatorio faunistico venatorio
regionale consentirà di poter monitorare costantemente il quadro della
cacciagione nella nostra regione.
E’ il caso
della presenza delle specie faunistiche della Calabria; con questa
legge andiamo a riequilibrare un sistema che, di fatto, era squilibrato, non
solo nella cultura e nella mentalità di quanti pensano di poter adottare con
libertà il proprio modo di agire ma, per quanti, soprattutto attraverso le
regole stringenti che il sistema impone alle province; offre uno strumento più
ordinato e razionale che sia valido, non per i campanili provinciali, ma per
tutta la regione, quindi uniformando
al sistema di produzione complessivo della nostra attività.
Gli
ambiti, poi, si allargano, creando le cosiddette zone umide artificiali, cioè
quelle oasi dove tanti migratori, soprattutto acquatici, possono trovare il
giusto ristoro.
In
questo contesto credo che mai come oggi compiamo una azione di intesa
istituzionale. Ho apprezzato anche la posizione in Consiglio regionale della
minoranza che ha sostenuto e voluto questa legge.
In
questo contesto dico che oggi il Consiglio regionale con questa legge scrive
un’ulteriore pagina positiva nella storia della sua attività legislativa. Non è
una legge “contro” ma “pro” e soprattutto è una legge per la Calabria e per
quanti in Calabria possono trovare momenti di utilizzo del tempo libero nel
modo migliore ma anche - perché no? - momenti per potenziare il sistema
turistico ed imprenditoriale. Quando si parla di caccia bisogna immaginare
tutto l’indotto che c’è intorno al sistema e provare ad immaginare quale
ricchezza diretta arriva, soprattutto nei piccoli paesi, dalla continua
frequenza dei nostri cacciatori.
Esprimo
il mio voto favorevole, senza dubbio, ma esprimo anche il mio apprezzamento al Consiglio regionale che,
attraverso questa legge - dicevo prima - compie sicuramente un salto di
qualità.
Prego, consigliere Giordano.
Grazie, Presidente. Il collega Nucera ha fatto un’evocazione
romantico-bucolica di quello che è stata la caccia in passato. Intanto voglio
esprimere sentimenti di viva gratitudine al Dipartimento, alla Commissione e al suo Presidente.
Con questa proposta di legge, come
proponenti, abbiamo condotto un lavoro partecipativo nel vero e più ampio senso del termine anche con
le associazioni venatorie, degli agricoltori e col mondo dell’ambientalismo.
Abbiamo voluto riordinare e proporre una Riforma per
traguardare l’orizzonte della caccia del futuro, di quella caccia che valorizza
le migliori tradizioni, quella caccia che vuole traguardare obiettivi di
pregnanza scientifica.
Voglio ribadire l’importanza che questa legge ha nel
momento in cui la Regione si dota di un organismo a carattere scientifico che
potrà non solo monitorare costantemente ed efficacemente lo stato delle specie
e degli habitat ma potrà corroborare, dando quelle risposte che fino ad oggi
non era possibile dare, tutto quello che riguarda l’ampio spettro della
gestione del territorio e dell’ambiente.
Una legge che riserva molto spazio ai miglioramenti
ambientali, cioè a quell’elemento che vuole conservare gli habitat e che ha il
precipuo compito ed obiettivo della salvaguardia dell’ambiente, della
valorizzazione dell’ambiente, della salvaguardia di quegli habitat che sono
stati messi a rischio non solo da un’attività venatoria, non corretta, ma da
tutte quelle altre attività umane ed antropiche che non hanno inteso conservare
la preziosità di un ambiente unico ed irripetibile come quello della regione.
Una legge che, sotto questo profilo, è innovativa.
L’organismo sarà di diretta correlazione col Dipartimento, con il sistema delle
autonomie locali e con l’Ispra, l’Istituto superiore
che ha sostituito l’Infs presso il Ministero.
Una legge innovativa, quindi, che introduce anche
elementi come il numero verde antibracconaggio. Una legge che guarda anche alla
questione sociale della regione, abbattendo le imposte e la tassa di
concessione regionale del 50 per cento agli ultra settantenni e ai più giovani.
Una legge che, dicevo, ha l’obiettivo di realizzare un percorso per la caccia
del futuro, che deve fare il paio con la compatibilità ambientale, con la
salvaguardia ambientale e che deve rafforzare l’essere dei veri cacciatori,
delle vere sentinelle a tutela e difesa dell’ambiente e degli habitat.
Questo è ciò che abbiamo inteso e che riteniamo che la
Regione debba fare e che, sono convinto, nel migliore dei modi, con
l’attenzione che da domani in poi, da quando sarà legge della Regione,
continueremo a rivolgere, in sinergia con tutti gli attori del sistema, con le
associazioni venatorie che hanno dato un contributo determinante e che
porteremo avanti con le associazioni degli agricoltori e degli ambientalisti.
Ritengo che questo Consiglio, oggi, abbia fatto una cosa
molto importante. In ultimo, Presidente, vorrei chiederle, per quanto riguarda
l’articolo finale della norma finanziaria, di volerlo coordinare, specificando
meglio che si conferma l’invarianza finanziaria rispetto alle risorse che sono
già annualmente storicizzate e finanziate con l’Upb
220413, per cui, questa legge, ha una copertura totale e non realizza nuovi e
maggiori oneri al bilancio regionale. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha
facoltà.
Questa
proposta di legge, Presidente, è stata
discussa in quarta Commissione e porta la
firma dei colleghi Tripodi, Giordano, Nucera e Bilardi.
Ho ascoltato
il Presidente della Commissione, Gallo, e credo che, quando parla di una legge che
abbiamo approvato per stabilire una corretta pratica venatoria, abbia centrato
anche un aspetto importante.
Approviamo una
legge che, tra l’altro, abbiamo anche posticipato per una discussione più
approfondita, per un confronto che vedesse coinvolti anche esperti ed una
condivisione delle associazioni ambientaliste.
Alla fine
abbiamo approvato in Commissione questa legge
che ha più di un occhio di riguardo verso la tutela dell’ambiente. Cioè una
legge venatoria che, letta così com’è, nell’immaginario collettivo, senza
un’attenta osservazione, potrebbe sembrare che voglia favorire le aspettative
degli appassionati di caccia, ma non è così. Aver approfondito questi aspetti
ha portato alla conclusione di una legge che invece mette, ad esempio, la consulenza scientifica – lo diceva
qualcuno prima di me – nelle mani dell’Ispra che è
l’Istituto superiore per la ricerca applicata del Ministero dell’ambiente.
Credo che
questo andrebbe considerato come un aspetto fondamentale per fare insieme di
questo sport anche un momento importante di salvaguardia dell’ecosistema.
Così come
trovo altrettanto importante l’istituzione delle zone umide artificiali, il
numero verde antibracconaggio ed ancora, voglio ricordare, come anche
all’articolo 7, ad esempio, viene sostituito
il parere dell’Isf con l’Ispra,
viene ridotto da
Se, da un lato
abbiamo voluto regolamentare e dare delle regole certe in questa materia
legislativa, dall’altro lo spirito della legge e dei colleghi che hanno lavorato in Commissione –
sia i presentatori ma anche durante la discussione nella fase emendativa – ha
voluto certamente dare una assoluta priorità a quella che è la salvaguardia
dell’ambiente e dell’ecosistema.
Ovviamente
se da una parte è materia di esclusiva legislazione regionale, dall’altra la
tutela e salvaguardia dell’ambiente è di competenza di Legge statale, e questo
impone standard da rispettare su tutto il territorio.
Non
ci siamo voluti limitare al rispetto degli standard minimi ma, piuttosto,
abbiamo dimostrato attenzione e a questo va un riconoscimento soprattutto ai
presentatori della legge, che ringrazio anche sia per la presenza in Commissione
ma anche, l’ho notato oggi, rispetto al principio generale dell’approfondimento
di problematiche della legge rispetto a quelle che possono essere le
aspettative di chi la presenta.
Ho
visto anche un certo distacco guardando, soprattutto, l’impianto generale e
quali sono stati i possibili miglioramenti che abbiamo portato in Aula.
Per
questi motivi, a nome del gruppo del Partito democratico, esprimo con soddisfazione il
voto favorevole a questa legge. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Sarò breve perché
si sono già espressi i colleghi ma, come è stato ribadito, volevo
sottolineare alcune cose.
Abbiamo
cercato di armonizzare le varie esigenze ed istanze delle categorie che si
occupano non solo dell’ambiente ma anche di professionalizzare – quello era il nostro intendimento –, di dare una offerta diversa
del modo di intendere e di praticare la caccia in
Calabria.
Abbiamo
cercato di armonizzare le esigenze degli ambientalisti, degli agricoltori, dei
cacciatori veri e propri, delle armerie che, per la prima volta, si sono
organizzate in associazioni in Calabria e, soprattutto, abbiamo cercato di dare
un’impostazione di rispetto delle prerogative di chi non pratica la caccia,
guarda caso; proprio così, di chi non pratica la caccia perché, rispettare
l’ambiente significa anche aver rispetto di chi ritiene di usufruire del nostro
territorio in maniera diversa, cosa che abbiamo fatto con molta semplicità,
anche mettendo da parte gli interessi propri dei cacciatori o degli amanti
dell’arte venatoria in Calabria. Costituendo, addirittura, una novità rispetto
anche a tutte le altre Regioni italiane,
istituendo un numero verde antibracconaggio ed ammantando la legge di quella che
era la nostra filosofia, di specializzare e di dare una capacità scientifica
all’Osservatorio per interpretare al meglio quelle che erano le esigenze di
codificare un provvedimento che potesse essere sottoposto all’Ispra e alle altre associazioni che si interessano della
redazione del calendario venatorio.
Detto questo mi corre però l’obbligo di fare alcuni
ringraziamenti. Intanto non avevo dubbi sulla capacità dell’assessore Trematerra di dare una risposta su una legge che l’ha visto
anche protagonista nella sua relazione, ma sono rimasto favorevolmente sorpreso
anche dalla capacità del suo Direttore generale, il dottor Zimbalatti,
di immedesimarsi appieno in quelle che erano le esigenze della legge stessa.
Un ringraziamento va anche alla Commissione e al
presidente Gallo che ha saputo, veramente, portare avanti i lavori ottimizzando
non solo i tempi ma anche le esigenze di confronto all’interno e all’esterno
della Commissione, valorizzando un lavoro che era cominciato da un anno fino ad
arrivare a questo confronto in Commissione consiliare.
L’ultimo ringraziamento lo voglio fare ai colleghi
Giordano, Bilardi e Nucera che hanno avuto la
pazienza, insieme a noi e alle associazioni in questo anno, di poter emendare
una legge che originariamente aveva una certa connotazione.
Dopo di che, esprimo il mio voto favorevole nella
certezza che sapremo anche differenziare quella che è l’offerta della caccia.
Una delle novità del progetto di legge è quella di creare i presupposti
affinché in questa regione si possa praticare la caccia agli ungulati, non solo
al cinghiale; finalmente abbiamo i presupposti legislativi per poterla fare.
Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole
del gruppo del Pdl su questa proposta di legge che è
stata ampiamente discussa ed approfondita in Commissione
anche con il confronto con l’assessore Trematerra ed il direttore generale dell’assessorato all’agricoltura, professore Zimbalatti.
Il presidente Gallo ha già enucleato le considerazioni
che ci hanno portato all’approvazione di questa proposta di legge in
Commissione, ritengo che con questa norma di qualità si vada a coprire un vuoto
legislativo della normativa regionale con l’adeguamento alle norme nazionali ed
europee che consentono oggi, attraverso questa norma, di meglio poter definire
gli ambiti di caccia, l’Osservatorio faunistico venatorio regionale nonché la
collaborazione con importanti istituti nazionali che consentono di svolgere un
monitoraggio continuo sull’attività faunistica e di caccia. Inoltre,
l’istituzione di zone umide artificiali consente di avere una possibilità in
più oltre la fauna per quanto riguarda la ricezione del passaggio di volatili
all’interno della regione.
Con questa norma - come diceva prima il consigliere
Nucera - noi oggi andiamo a coprire il vuoto che c’era da ormai 18 anni.
Pertanto, l’approvazione di questa norma ci consente di poter dire oggi che il
Consiglio regionale pone in essere una norma che contempla non soltanto
l’aspetto sportivo della caccia, ma anche un rispetto dell’ambiente che la
precedente normativa, purtroppo, non considerava.
Confermo il voto favorevole, quindi, del gruppo del Pdl.
Non ci sono altre richieste di parola per dichiarazione
di voto che si sono, quindi, completate. Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Adesso c’è la
proposta di legge numero 435/9^ di iniziativa del consigliere Magno, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, numero 69
(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario – Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013)”
come abbiamo stabilito in Conferenza dei
capigruppo.
Il relatore è
il consigliere Magno, abbiamo stabilito in
Conferenza dei capigruppo di porlo solo all’attenzione dell’Avvocatura regionale. La relazione è acquisita e agli atti.
Pongo in
votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo
adesso al primo ordine del giorno di iniziativa del consigliere Imbalzano “In ordine alle osservazioni dei Consiglio
regionale sulla comunicazione della Commissione “Politica di informazione e
promozione dei prodotti agricoli: una strategia a forte valore aggiunto europeo
per promuovere i sapori dell’Europa” di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale -
vista la Comunicazione
della Commissione in materia di informazione e promozione dei prodotti agricoli
(COM(2012)148);
vista la legge regionale
statutaria 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della Regione Calabria) e
successive modificazioni;
vista la deliberazione del
Consiglio regionale 27 maggio 2005 numero 5 (Regolamento interno dei Consiglio
regionale) e successive modificazioni;
visti
l’art. 5 del
Trattato sull’Unione Europea, che prevede che "nei settori che non sono di
sua competenza esclusiva l’Unione interviene soltanto se e in quanto gli
obiettivi dell’azione prevista non possono essere conseguiti in misura
sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e
locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell’azione in
questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione";
l’art. 117,
comma 5 della Costituzione che prevede che "le Regioni e le province
autonome, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette
alla formazione degli atti normativi comunitari";
viste
la legge 24 dicembre
2012, numero 234 recante: "Norme generali sulla partecipazione dell’Italia
alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
europea";
il settore
agroalimentare dispone delle potenzialità per essere un settore forte e
stimolante per la crescita economica e l’innovazione negli Stati membri, in
particolare nelle zone rurali e a livello regionale, incrementando i redditi
agricoli, creando occupazione e generando crescita;
le misure di
informazione e di promozione svolgono un ruolo primario dovendo contribuire al
raggiungimento di una maggiore redditività dei prodotti, per conseguire una
maggiore equità competitiva nei mercati esterni e per fornire maggiori e
migliori informazioni ai consumatori
la consultazione
pubblica sul "Libro verde sulla Politica di informazione e promozione dei
prodotti agricoli: una strategia a forte valore aggiunto europeo per promuovere
i sapori dell’Europa" si è incentrata in particolare sull’esigenza di
delineare una strategia di promozione ed informazione mirata e ambiziosa, in
grado di valorizzare al meglio le enormi risorse del settore agricolo ed
agroalimentare europeo;
valutata la rilevanza
della citata Comunicazione della Commissione oggetto del presente Ordine del
giorno;
considerata l’importanza
di rafforzare il dialogo tra i livelli parlamentari anche sugli aspetti di
merito delle proposte e delle iniziative presentate dalla Commissione europea
alla luce dei recenti sviluppi del dialogo politico tra Parlamenti nazionali e
Commissione europea;
tenuto conto che la 2^
Commissione consiliare permanente nella seduta del 16 maggio 2013, dopo
approfondita ed articolata discussione, ha preso atto e condiviso il documento
predisposto dai competenti uffici del Dipartimento agricoltura e della stessa
Commissione;
ravvisata comunque
l’opportunità di far pronunciare l’Assemblea stante la rilevanza delle tematiche di
seguito indicate;
udita la relazione del
consigliere Imbalzano -
di sottoporre
al Parlamento Italiano nell’ambito del dialogo politico posto in essere con le
istituzioni europee, le proprie considerazioni in ordine alla Comunicazione
della Commissione sulla politica di informazione e promozione dei prodotti
agricoli nei termini di seguito indicati:
Relativamente al profilo della sussidiarietà e proporzionalità:
Al paragrafo
4: “Orientamenti per la riforma”
punto 4.5.
(Una gestione più semplice e razionale) della Comunicazione:
La gestione
diretta dei programmi da parte della Commissione finalizzata ad una gestione
più semplice e razionale dei programmi, ancorché esternalizzata,
potrebbe configurare un deciso accentramento delle politiche di informazione e
di comunicazione, non giustificato da reali esigenze di esercitare quelle
funzioni amministrative in capo alla Commissione.
Non si
comprende come tale gestione diretta possa rendere più efficiente il
procedimento amministrativo.
Dalle
consultazioni contenute nel libro verde si rileva l’esigenza di ridurre i tempi
di istruttoria e di approvazione delle proposte di programmi. L’inserimento di
termini ancorché ordinatori per la conclusione del procedimento o comunque
l’impegno a fissare in sede legislativa termini più certi avrebbe potuto
corrispondere maggiormente alle richieste formulate dal partenariato.
Relativamente
al profilo del merito:
Al paragrafo
3. “Obiettivi della futura politica di promozione”
Pur
condividendo l’articolazione della politica di informazione e di comunicazione
nei quattro obiettivi indicati al paragrafo 3, risultano deboli i riferimenti alle
produzioni di qualità, riconosciute tali da norme comunitarie, nazionali e
regionali.
Al paragrafo 4
“Orientamenti per la riforma”
La
Comunicazione al punto 4.1.1
(Beneficiari) richiama in modo troppo generico il tema dell’inserimento
dell’impresa privata nella politica agricola europea, non più solo mediata
dalle organizzazioni professionali, ma aperta ad un suo coinvolgimento diretto.
Questa
genericità può essere superata ad esempio prevedendo il coinvolgimento di
istituzioni pubbliche locali e/o enti di rappresentanze come le camere di
commercio (soluzione prospettata anche nel libro verde) ovvero prevedendo, tra
i soggetti beneficiari, i partenariati pubblico privati e non la singola
impresa, in quanto tali formazioni sono di garanzia per riconoscere nel
programma un qualche interesse pubblico.
In ogni caso
andrebbero chiarite le modalità di coinvolgimento dell’interesse privato ed i
benefici che ad esso possono discendere dalla realizzazione del progetto nei
termini indicati dallo stesso libro verde al paragrafo 5.4 laddove si precisa
" i privati non beneficiano di finanziamenti dell’Unione ma solo delle
infrastrutture e delle attività trasversali previste dal programma".
Al punto 4.1.2. (Prodotti e temi ammissibili) con riferimento al tema della qualità dei
prodotti sarebbe opportuno prevedere il riferimento anche a quelli tutelati da
norme nazionali e regionali (osservazione sostenuta anche dalla Regione
Lombardia).
Al punto 4.1.4. (I marchi) si condividono le osservazioni formulate dal
CESE che osserva che "La
normativa in tema di promozione deve chiarire il ruolo dei marchi e
l’equilibrio tra la promozione generica e quella riguardante i marchi privati
dovrebbe essere consentito di indicare l’origine del prodotto anche per quei
prodotti che non rientrano in una denominazione di origine o in un indicazione
geografica protetto. IL concetto di origine nell’UE dovrebbe essere veicolato
mediante slogan generali che non compromettano il diritto dei consumatori ad
essere informati correttamente".
Al punto 4.4. (Politica di promozione in tempi di crisi) si osserva che
quanto previsto dalla
comunicazione non da alcuna garanzia sulla rilevazione delle politiche europee
per il rilancio dei settori in crisi che invece necessitano ancora oggi di
sostegno.
Questa osservazione
scaturisce dal fatto che l’agricoltura calabrese si caratterizza per frequenti
periodi di crisi che necessitano di una pronta risposta da parte delle
istituzioni.
La realtà
calabrese è ancora più sensibile alle crisi di settore e necessità pertanto di
focalizzare una parte delle risorse per la promozione e le informazioni sui
settori più sensibili.
Sulla base di
quanto precede si rileva l’opportunità di inviare le osservazioni che
costituiscono parte integrante:
1) alle
Commissioni di merito e competenti in materia di affari europei della Camera
dei Deputati e del Senato della Repubblica;
2) al Ministro
per le politiche europee;
3) alla
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, affinché abbia la massima diffusione tra le Assemblee
legislative regionali e delle Province autonome”.
Prego,
consigliere Imbalzano.
Presidente,
questo ordine del giorno contiene alcune osservazioni che io ritengo necessarie
e che il Consiglio regionale deve, secondo me, fare. Peraltro, osservazioni già
fatte proprie dalla seconda Commissione in ordine alle comunicazioni della
Comunità europea sulle politiche adottate in tema di informazione e promozione
dei prodotti agricoli.
Con
riferimento a queste comunicazioni, rileviamo, in merito innanzitutto al
profilo della sussidiarietà e della proporzionalità, che la gestione diretta
dei programmi da parte della Commissione finalizzata ad una gestione più
semplice e razionale dei programmi medesimi potrebbe configurare un deciso
accentramento delle politiche di informazione e di comunicazione che non è
giustificato dalle reali esigenze di esercitare quelle funzioni amministrative
che sono in capo alla Commissione stessa.
L’inserimento
di termini ordinatori per la conclusione del procedimento o comunque l’impegno
a fissare in sede legislativa termini più certi, avrebbe potuto corrispondere
maggiormente alle richieste formulate dal partenariato.
Relativamente
al profilo del merito, pur condividendo l’articolazione della politica di
informazione e di comunicazione della Comunità europea, risultano, secondo noi, deboli i riferimenti
alle produzioni di qualità riconosciute tali da norme comunitarie, nazionali e
regionali.
Infine, la
comunicazione relativa ai beneficiari, secondo noi, richiama in modo troppo
generico il tema dell’inserimento dell’impresa privata nella politica agricola
europea che non può più essere mediata soltanto dalle organizzazioni
professionali, ma deve essere aperta ad un suo coinvolgimento diretto.
Infine,
inoltre, sulla politica di promozione in tempi di crisi dei prodotti agricoli
si osserva che la comunicazione della Comunità europea non dà alcuna garanzia sulla rilevazione delle
politiche stesse in tema di rilancio dei settori in crisi che necessitano,
invece, di un forte sostegno.
Questa
osservazione scaturisce dal fatto che l’agricoltura calabrese si caratterizza per i frequenti periodi
di crisi che necessitano di una pronta risposta da parte delle istituzioni.
Per questi
motivi e sulla base di queste osservazioni, riteniamo necessario ed opportuno
inviare queste osservazioni che sottopongo al Consiglio
regionale alle Commissioni di merito e
competente in materia di affari europei
della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica, al Ministro alle
Politiche europee, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative
delle Regioni e delle province autonome affinché abbia la massima diffusione
tra le Assemblee legislative regionali
di tutto il Paese.
Non ci sono
interventi sull’ordine del
giorno, pertanto lo pongo in relazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo
adesso alla mozione numero 89 di iniziativa del consigliere Imbalzano
“In ordine alla realizzazione di un
tratto autostradale tra Bagnara e Scilla” di cui do
lettura: <Premesso che
la Provincia
di Reggio Calabria ha presentato, nell’ambito della realizzazione del Piano
Strutturale Strategico della Città Metropolitana, la proposta progettuale per
la realizzazione di una strada di collegamento "mare-monti" nei
tratti in dismissione ANAS, tra i comuni di Scilla e Bagnara;
tale
progettualità offrirebbe altresì l’opportunità di assicurare una viabilità
alternativa rispetto alla nuova arteria autostradale in corso di completamento
in quanto si rivelerebbe di particolare importanza per la ricezione degli
ordinari flussi veicolari e soprattutto in situazioni di emergenza che
richiedono il tempestivo impiego delle varie componenti di soccorso del sistema
di protezione civile, tenuto conto della classificazione della provincia
reggina tra le aree ad alto rischio sismico oltre che interessate da gravi
fenomeni di dissesto idrogeologico;
la Provincia
stessa ha trasmesso al Presidente dell’ANAS, ingegnere Piero Ciucci, lo studio
di fattibilità della proposta stessa, suscettibile comunque di ulteriori
apporti e miglioramenti rispetto alle esigenze che andranno a manifestarsi;
in data
21/02/2013 con nota protocollo 1208, il Prefetto di Reggio Calabria, ha
sottoposto all’attenzione dei Ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture,
nonché all’Amministratore Unico ANAS l’ipotesi di mantenimento in esercizio dei
tratti dismessi del vecchio tracciato autostradale A3 Sa-Rc,
compresi tra SCILLA e BAGNARA, al fine di valutare la possibilità che vengano
sospese le procedure finalizzate alla demolizione;
l’ANAS, con
nota del 15/04/2013 ha inviato al Prefetto di Reggio Calabria una nota nella
quale sostiene che permangono vincoli di realizzabilità che non hanno
consentito di dare seguito alle precedenti richieste (non sostenibilità
ambientale e paesaggistica), ma che comunque l’ANAS non è contraria
all’eventuale uso di vecchie strutture dell’autostrada in disuso.
il sottoscritto,
Candeloro Imbalzano,
Presidente della Commissione Consiliare Permanente "Bilancio,
Programmazione Economica, Attività Produttive e Fondi Comunitari", stante
l’importanza della problematica sollevata e gli effetti benefici che potranno
derivare all’intero comprensorio ed in particolare alle popolazioni
direttamente interessate;
Chiede
alla S.V. di
voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla urgente discussione
del Consiglio Regionale, per impegnare il Presidente della Giunta regionale,
Giuseppe Scopelliti ed i Dipartimenti regionali coinvolti a mettere in moto
tutte le procedure istituzionali, tecniche ed amministrative, per superare i
vincoli allo stato esistenti, con l’obiettivo che il vecchio tracciato
autostradale della corsia Sud della Salerno - Reggio Calabria, tra i Comuni di
Scilla e Bagnara, venga utilizzato per la
realizzazione del progetto in parola>”.
Prego, consigliere Imbalzano.
Grazie, Presidente, la ringrazio veramente per l’urgenza che l’argomento merita. Si tratta di una
mozione relativa alla realizzazione della strada di collegamento mare-monti nei
tratti di dismissione autostradale
tra i comuni di Bagnara e Scilla.
Anticipo che è stata già presentata,
nell’ambito del progetto dell’area metropolitana del piano strutturale
strategico della città metropolitana, una ipotesi progettuale per la
realizzazione di una strada di
collegamento "mare-monti" nei tratti in dismissione ANAS tra Scilla e
Bagnara.
Questo
progetto offrirebbe la grande l’opportunità di assicurare una viabilità
alternativa rispetto alla nuova arteria autostradale in fase di completamento
in quanto consentirebbe la ricezione dei flussi veicolari ordinari e,
soprattutto, le situazioni di emergenza che richiedono il tempestivo intervento
delle varie componenti di soccorso del sistema di protezione civile, tenuto
conto che la regione Calabria e questo territorio in particolare sono
classificate come aree a forte rischio sismico, oltre ad essere interessate da
fenomeni di dissesto idrogeologico.
Aggiungo
ancora che è stato trasmesso al Presidente dell’Anas, ingegnere Ciucci, lo
studio di fattibilità di questa proposta, comunque suscettibile di ulteriori
apporti e miglioramenti.
Comunico,
ancora, che il Prefetto della provincia di Reggio
Calabria, in data 21 febbraio, ha sottoposto all’attenzione dei Ministri
dell’Ambiente e delle Infrastrutture, nonché all’amministratore unico dell’Anas
l’ipotesi di mantenere in esercizio i tratti dismessi del vecchio tracciato
autostradale compresi tra Scilla e Bagnara, al fine
di valutare la possibilità che vengano sospese le procedure finalizzate alla
demolizione.
L’Anas da
parte sua di recente ha inviato al Prefetto della provincia di Reggio Calabria
una nota nella quale sostiene che la permanenza di questi tratti confligge con alcuni vincoli ambientali e paesaggistici, ma
che comunque non è contraria all’utilizzo di queste strutture autostradali
ormai in disuso.
Per questi
motivi, signor Presidente, colleghi, giacché consideriamo di enorme importanza
questa problematica per i benefici che potrebbero derivare ad un vasto
comprensorio e a diversi comuni in una zona ad alta concentrazione e a grande
potenzialità turistica, sottopongo, quindi, al Consiglio
regionale questa mozione
per impegnare il Presidente della Giunta ed i
dipartimenti interessati a mettere in moto tutte le procedure istituzionali,
tecniche ed amministrative, per superare i vincoli oggi esistenti, con
l’obiettivo di utilizzare questo tratto autostradale che altrimenti verrebbe inesorabilmente dismesso. Grazie.
Prego,
consigliere Naccari Carlizzi.
Chiedo scusa,
collega, ma la mozione che ha appena descritto fa riferimento alla variante di Bagnara? E’ solo l’utilizzo del vecchio tracciato e di
conseguenza gli oneri a carico della manutenzione del vecchio tracciato su chi
dovrebbero ricadere?
Non lo chieda
a me, lo vedremo strada facendo. Intanto cerchiamo di salvare il salvabile, poi
sugli oneri ci vediamo strada facendo.
L’Anas non si
è espressa su questo argomento che è un problema oggettivo sicuramente. Intanto
ha dato la disponibilità a non demolire i manufatti sempre che vengano superati
i vincoli. Esiste un problema di risorse che, comunque, si potrebbe affrontare
in tutte le sedi possibili.
Presidente, l’Anas è chiaramente disponibile perché deve sopportare un costo di 8 milioni per
l’eliminazione della viabilità preesistente, quella che diventerà la vecchia
viabilità. Quindi ci mancherebbe se uno va da qualcuno e gli dice “ti faccio
risparmiare 8 milioni” è difficile che trovi una risposta negativa.
Pertanto
direi, se l’obiettivo è quello e ci sono le esigenze che lei succintamente
richiamava, si dovrebbe inserire nell’ordine del
giorno il fatto che l’Anas debba impiegare ed in ogni caso debba
conferire quelle risorse per la manutenzione
successiva perché parliamo di un manufatto
enorme.
Di conseguenza
se poi immaginiamo di far fronte tramite gli enti
locali, la Regione, la Provincia o i
comuni è evidente che non troveremo mai le risorse e ci ritroveremo poi
qualcuno che si è liquidato del problema e non si è posto quel problema che
responsabilmente lei diceva di protezione
civile, di accesso,
di strada alternativa ecc. ecc.
Suggerisco,
quindi, di prevedere questa modifica perché è giusto che l’Anas si faccia parte
attiva di una responsabilizzazione rispetto a quella che è la viabilità sul
territorio.
Non ci sono
altre richieste di parola pongo in votazione la mozione numero
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Si passa
adesso all’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri De Gaetano e Guccione “In ordine all’istituzione di un tavolo tecnico
sulle problematiche dei lavoratori LPU e LSU” di cui do lettura: “I
sottoscritti consiglieri Antonino De Gaetano e
Carlo Guccione, consiglieri regionali del Partito
democratico del Consiglio Regionale della Calabria
Premesso che
in Calabria vi
sono circa 5000 lavoratori Lsu Lpu;
questi
lavoratori sono indispensabili per i Comuni calabresi, senza i quali
chiuderebbero molti servizi fondamentali;
oggi, 21
maggio 2013, si è tenuto un incontro a Roma richiesto dai deputati del
centrosinistra, fra il Ministro del Lavoro, Giovannini, il Sottosegretario Jole
Santelli e i Deputati Ferdinando Aiello, Enza Bruno Bossio, Bruno Censore e Demetrio Battaglia per discutere le
problematiche degli Lsu-Lpu.
Impegna il
Presidente della Regione e la Giunta regionale
visto
l’importante incontro tenutosi oggi a Roma, a chiedere in maniera urgente un
tavolo tecnico politico fra Governo, Regione e parti sociali per discutere e
trovare una soluzione definitiva per la stabilizzazione di tutto il precariato Lsu-Lpu.”
Prego, consigliere De Gaetano.
Presidente, l’ordine del giorno in questione è
l’ennesimo che presentiamo come gruppo del Partito democratico e lo presentiamo oggi in quanto stamattina
presso il Ministero del lavoro c’è stato una
riunione tra il Ministro del Lavoro, Giovannini, il sottosegretario Jole
Santelli e una serie di deputati del centro-sinistra. Erano presenti Ferdinando Aiello, Enza
Bruno Bossio, Bruno Censore e Demetrio Battaglia.
Si è discusso
della problematica degli stabilizzazione
degli Lsu-Lpu ed a quanto sembra il Ministro ha detto
di essere interessato a ricercare insieme a noi, ovviamente
insieme alla funzione pubblica, una soluzione per porre fine a questa
problematica annosa.
Ora l’ordine
del giorno, presentato da me e dal collega Guccione e
da tutto il gruppo del Pd, mira a chiedere al Presidente
della Giunta regionale, Scopelliti,
ed alla Giunta regionale di richiedere
immediatamente un tavolo tecnico-politico al Ministro affinché la Regione Calabria sia parte attiva di
questa trattativa. Chiediamo, ovviamente, che questo sia un tavolo trilaterale
dove ci sia la Regione Calabria, il Governo
nazionale e le parti sociali.
Chiediamo,
quindi, con questo ulteriore ordine del giorno – considerato questo nuovo
incontro – di cogliere la palla al balzo e andare subito a chiedere questo
incontro per ragionare su come risolvere questo problema visto che c’è la
disponibilità quanto meno a discutere la questione da parte del Ministro del lavoro, onorevole Giovannini.
La parola all’assessore Salerno per illustrare quel che la Giunta sta
facendo.
Grazie, Presidente. Prendo atto dell’ordine
del giorno che va nella direzione che già la Giunta
regionale ha deliberato, chiedendo un tavolo tecnico nazionale per l’emergenza che abbiamo in Calabria in cui è stato inserito il problema degli
ammortizzatori sociali, il problema degli Lsu e Lpu, legge 28, legge 15, stagisti; insomma abbiamo inserito
tutto quello che è il pacchetto emergenza in Calabria.
Siamo riusciti
ad ottenere il tavolo tecnico nazionale con la
Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Ministero dell’Interno, Ministero del lavoro e Funzione pubblica che
dobbiamo necessariamente coinvolgere quando parliamo di stabilizzazione perché
cessa la competenza del Ministero del lavoro e si attiva quella della funzione
pubblica.
Ragion per cui la Giunta regionale ha già deliberato
8-10 giorni fa per l’istituzione di un tavolo tecnico. Abbiamo avuto degli
incontri a Roma presso il Ministero del lavoro in cui ci è stato comunicato che
questo tavolo tecnico verrà istituito e dovrebbe essere convocato per i primi
giorni della prossima settimana. Ragion per cui ben venga l’ordine del giorno
ma è stato fatto già tutto prima per quanto riguarda il tavolo tecnico
nazionale.
Prego, consigliere Guccione.
Accogliamo con
favore la notizia che l’assessore al lavoro ci ha
dato, rispetto all’apertura del tavolo tecnico se capisco bene su tutta la
questione del precariato.
Il
nostro ordine del giorno va nella direzione di rafforzare con un voto unanime
del Consiglio regionale il lavoro che l’assessore e la Giunta regionale sta
facendo per essere più forti sul tavolo tecnico ed arrivare alla stabilizzazione di tutto il precariato – a
cominciare dagli Lsu e dagli Lpu
– della nostra Regione.
Prego, assessore.
Presidente,
prendo atto della dichiarazione del consigliere Guccione,
questo ordine del giorno va a rafforzare l’iniziativa che il governo regionale
ha già intrapreso, pertanto siamo tranquillamente
favorevoli.
Consigliere
De Gaetano, è soddisfatto? Lo possiamo votare?
Anche io
accolgo favorevolmente quel che ha detto l’assessore Salerno.
L’unica cosa
che vorrei dire che sarebbe importante prevedere nel tavolo tecnico anche la
presenza dei sindacati. Non so se in questa discussione c’è stata ma questo
sarebbe un fatto importante anche per rafforzare l’azione della Giunta regionale nella discussione col Governo nazionale.
Le
parole del collega Salerno le accogliamo bene, questo ordine del giorno va a
rafforzar quello che in questo caso la Giunta sta facendo.
Dico
io: non c’è bisogno di votarlo visto che c’è stata la risposta indiretta da
parte della Giunta.
Assessore
Salerno.
Forse
ho saltato io un passaggio. Volevo riferire all’Aula che la richiesta di questo
tavolo tecnico nazionale è stata concordata con le organizzazioni sindacali e
queste stanno portando avanti anche loro un discorso in tal senso. Loro ci
hanno aiutato perché anche loro hanno chiesto l’istituzione di un tavolo
tecnico nazionale a seguito di una riunione che abbiamo fatto in assessorato e
quindi non v’è dubbio che al tavolo tecnico nazionale ci saranno i sindacati.
Ho voluto nel
mio intervento rappresentare le istituzioni che saranno presenti al tavolo. Non
v’è dubbio che le parti sociali, quindi i sindacati saranno presenti al tavolo.
Tornando un
attimo all’ordine del giorno - perché sentivo il Presidente
dire giustamente se conviene votarlo o meno - penso che un ordine del giorno
che va a rafforzare quanto già richiesto sia utile perché
noi l’abbiamo fatto con una delibera di Giunta
e non solo con un atto dell’assessore per rendere più
forte questo atto. Se oggi il Consiglio regionale interviene a rafforzare
questa delibera di Giunta ben venga, votiamolo in quest’ottica.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo
all’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo, Franchino “In merito
all’apertura di un confronto con il Governo per il finanziamento della Strada
Statale 106 Roseto Capo Spulico – Sibari”
di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale - premesso che:
nella
seduta della IV Commissione consiliare tenutasi nella giornata di ieri 20
maggio 2013 è stato audito il Presidente dell'ANAS,
dott. Pietro Ciucci, per una ricognizione sullo stato di attuazione dei
programmi ANAS relativi ali Autostrada A3, alla SS 106 ed alla SS 534;
in
particolare, in relazione alla suddetta SS 106, dall'audizione è emerso che il
tratto Roseto Capo Spulico-Sibari, di circa 34 Km, è
finanziato ancora soltanto in parte;
da
parte di numerosi Comuni sono pervenute in IV Commissione, osservazioni
all’ANAS circa eventuali modifiche del tracciato previsto dall'attuale
progettazione;
poiché
la tratta in questione risulta essere strategica per il collegamento tra il
litorale Adriatico e la Sicilia, e poiché da svariati decenni attende il suo
completo finanziamento. -
Impegna
il
Presidente e la Giunta regionale ad aprire con il Governo centrale un tavolo di
confronto onde ottenere il finanziamento dell'intera opera e con l'ANAS onde
venire incontro alle esigenze dei territori.”
Prego, consigliere Gallo.
Presidente, è stato detto più volte, nella seduta
odierna, che ieri in quarta Commissione si è
tenuta l’audizione del Presidente dell’Anas,
dottor Ciucci, per una ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi Anas relativi
all’autostrada A3, in
particolare alla Strada
Statale 106 e alla Strada Statale 534.
In relazione alla SS 106, dalla
audizione è emerso che nel tratto Roseto Capo Spulico-Sibari,
di circa
Tutto ciò premesso, poiché la tratta
in questione è strategica per il collegamento fra la riviera adriatica e la
Sicilia attraverso il nostro territorio e poiché da svariati decenni questo
tratto di collegamento, di corridoio europeo attende il suo completo
finanziamento, si impegna il Presidente della Giunta regionale ad aprire un
tavolo di confronto con il Governo
centrale per ottenere il finanziamento completo dell’opera e con l’Anas per
venire incontro alle esigenze dei territori.
Credo che la giornata di ieri sia
stata positiva dal punto di vista istituzionale. Il Presidente dell’Anas ci ha
dato atto che in 40 anni di regionalismo mai questo era accaduto non solo in
Calabria ma mai in nessuna regione e quindi costituisce un precedente.
Quel tavolo di confronto deve
rimanere aperto per poter, attraverso noi, informare i calabresi sullo stato
dei programmi dell’Anas ed al contempo spingere l’Anas che, peraltro, rispetto
ad altre istituzioni nazionali ha dato di più in Calabria e mi riferisco, ad
esempio, alle Ferrovie dello Stato così come altre istituzioni come l’Eni - c’è
la questione trivellazione che è totalmente aperta - e rispetto ad altre ha
dato e potrà dare di più.
Sono d’accordo con i colleghi
affinché questo ordine del giorno, da me presentato, sia integrato anche con le
esigenze che rappresenteranno gli altri colleghi, in coordinamento formale, al
fine di approvare un unico ordine del giorno con le singole specificità e con
le singole esigenze dei territori.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha
facoltà.
Ringrazio il
collega Gallo per la disponibilità a recepire integrazioni a questo ordine del
giorno. Mi permetterei di suggerire, però, che occorre un approccio molto più
strategico e che rappresenti una visione regionale
di questo intervento, perché io non mi
limiterei alla sottolineatura di necessità inerenti piccoli segmenti della
Strada Statale 106, perché se così facessimo
si tratterebbe di pietire qualche elargizione che in qualche
modo appaghi aspettative comprensoriali o di singoli comuni.
La “106” per
avere la strategicità di cui parlava Gallo ha naturalmente bisogno urgente che venga completata
tutta, altrimenti che corridoio è? Al di là del romanzo di Levi secondo il quale
“Cristo si è fermato ad Eboli” il dottor Ciucci non si può fermare a Sibari e tanto meno potremmo ratificare noi questo
comportamento ammesso che l’Anas manifesti una disponibilità a venirci incontro
in termini di investimenti infrastrutturali.
Vi assicuro
che non faccio questo intervento per la rivendicazione di una aspettativa
campanilistica perché sono di Crotone. Ma
davvero se si dovesse avallare questo orientamento per il quale da Sibari tutto il flusso va sull’autostrada abbandonando un
tratto di Calabria assai significativo e
suggestivo, ricco di storia e di potenzialità e soprattutto di tanti bisogni,
davvero questo Consiglio non si sarebbe
comportato secondo le prerogative che gli sono demandate, ma avrebbe fatto un lavoro molto parziale, insoddisfacente ed
insufficiente e probabilmente persino
penalizzante per una parte del territorio calabrese.
Se c’è
disponibilità, come io credo, a recepire davvero integrazioni o si accoglie
questa alta e ardita sfida per cui si solleciti il Governo, gli enti strumentali che in qualche modo ne
sono condizionati ad intervenire su tutta la “106”, in modo da cogliere questa opportunità che, eventualmente, ci viene offerta,
altrimenti per quanto mi riguarda non posso
risultare protagonista di un ordine del giorno che considero troppo piccolo ed
insignificante rispetto ad una aspettativa più alta.
Prego, consigliere Giordano.
Ripeto quello
che ho detto nell’intervento preliminare, cioè la straordinaria
occasione che si è creata e che ha voluto il Presidente della Commissione,
questa interlocuzione deve avere un obiettivo ed una connotazione strategica,
una visione di insieme per quanto riguarda il sistema Calabria, il sistema
delle infrastrutture calabresi.
Non v’è dubbio che, ha ragione il consigliere De Masi,
non può essere una mera elencazione, una mera sottolineatura di interventi.
Ritengo che quel che ieri si è fatto ha aperto intanto un canale ed un
confronto che deve proseguire in maniera articolata e serrata.
Devo dire che per quanto riguarda la “106” non c’è
dubbio che parlare del completamento del corridoio adriatico, parlare di
rimettere in piedi una regione tagliata ed isolata dal resto dell’Europa e del
mondo non può non vedere uno sforzo complessivo, uno sforzo totale che deve
portare il Governo ad
assumere precisi impegni e non può portare l’Anas a dire che è semplice
esecutrice dei programmi del Governo.
Voglio riporre l’accento su alcune questioni che ieri
sono state evidenziate e che riguardano anche l’insieme delle infrastrutture
della provincia di Reggio Calabria. In particolare, chiedo che nell’ordine del
giorno si chieda e si sottolinei l’impegno per quanto riguarda la tangenziale
della città di Reggio Calabria, che dovrebbe unire la “106” col tratto
terminale della A3. Quella tangenziale che fu un atto di impegno del Governo Prodi del
2007, attraverso la sottoscrizione dell’impegno da parte dell’allora ministro
dei lavori pubblici, Antonio Di Pietro che aveva trovato una fonte finanziaria
nei cosiddetti fondi Fintecna, poi, soppressi
improvvidamente in luogo del decreto cancella Ici da parte del Governo
Berlusconi.
Non può, allora, per una proiezione autentica di sistema
metropolitano della Calabria e quindi della città di Reggio Calabria, non
trovare attenzione, non può non trovare una ripresa con l’inserimento ed il
recupero di questo disegno strategico che vedeva quella tangenziale Campo Calabro-San Gregorio, il completamento della
parte finale della “106” e mi riferisco in particolare al tratto Reggio Calabria-Melito e Ardore-Palizzi,
che come abbiamo ascoltato sono praticamente senza nessuna ipotesi di copertura
finanziaria.
Così come la messa in sicurezza di quella del tratto
terminale della A3 che unisce la città di Reggio Calabria a Villa San Giovanni.
Sono tutti interventi che in un quadro di insieme, in una visione strategica
che riguardano sia la costituzione della città metropolitana che una inversione
di marcia e di pagina di una Calabria che è diventata la black hole di questo nostro Paese non possono
non trovare un recupero, ma con un approccio ed una nuova visione strategica
che ritengo che questo ordine del giorno che il Consiglio oggi vuole produrre e
proporre non può non tenerne conto.
Ripeto, considero la giornata di ieri un inizio che deve
proseguire e sono convinto che il Presidente della Commissione, consigliere
Gallo, in questo, attraverso tutte le integrazioni e riflessioni che sono
venute, trasmetterà, successivamente, tanto ai Ministeri competenti quanto
all’Anas. Credo che questa esperienza debba proseguire e mettere l’accento su
un confronto che sarebbe ora che in Calabria avvenisse a tutto tondo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi.
Ne ha facoltà.
Presidente, per dire che aderisco pienamente alla mozione presentata dal consigliere Gallo. Vedete,
il direttore dell’Anas può venire qui a dirci tante cose, ma ha tante colpe
verso la Calabria e credo che questo tratto
che sollecita il consigliere Gallo, con gli
altri elementi di infrastrutture promesse e non realizzate, sia vitale per la Calabria.
Il
consigliere Gallo parlava del rapporto con l’Adriatico e non dimentichiamo che
l’Adriatico significa il “Corridoio 8”, rappresenta il passaggio per la Turchia
e quindi rendere attuale e fattiva, realizzare quella struttura significa
collegare la Calabria al mondo dell’est.
Per
questo ho aderito e credo che una discussione sul sistema delle infrastrutture
sia indispensabile, per i ritardi che ha procurato il completamento
dell’autostrada e per l’inesistenza delle ferrovie il cosentino, soprattutto,
che è ormai tagliato fuori. Non ci sono corse sullo Ionio per i grandi
trasferimenti, c’è difficoltà anche di collegamento ferroviario tra lo Ionio e
la città di Cosenza, dell’aeroporto non se ne è più parlato; l’autostrada avrà
un imbuto dal Pollino a scendere e quindi siamo il famoso…
qui è meglio fare un omissis per non
dire una parolaccia.
Credo
che, oggi, facciamo bene ad investire la Giunta, affinché si apra una seria
questione sul finanziamento di questo tratto che è fondamentale della Calabria.
Attraverso
Taranto si arriva a Sibari e da Sibari
si arriva attraverso l’autostrada in Sicilia e quindi bene ha fatto il collega
Gallo ed io mi associo alla sua mozione.
Prego,
consigliere Gallo.
Presidente, naturalmente anche come gruppo Udc non possiamo non essere
d’accordo rispetto alle molte sollecitazioni che sono pervenute dai colleghi e
che non sono solo in relazione al tratto Roseto-Sibari,
ma ad altri tratti. Mi riferisco, ad esempio,
all’intervento del collega De Masi riguardo la “106” nel tratto crotonese. Non vorrei far
torto ai due assessori regionali Dattolo
e Pugliano che sono di Rocca di Neto
ed esprimono in quella provincia una enorme potenza di fuoco in grado, magari,
di far deviare finanziamenti verso tutti, verso un’autostrada a 6 corsie per
Rocca di Neto.
Al
di là delle battute, credo che su questo argomento, facciamo bene a procedere,
anche per gradi, con questo tavolo di confronto.
Volevo
fare una piccola proposta di mediazione, atteso che, ieri, sono venute fuori
una serie di sollecitazioni da parte dei consiglieri intervenuti e che il
Presidente Ciucci non ha risposto – obiettivamente non era possibile dare
risposta - a tutte le richieste poste.
Come
Commissione ci siamo impegnati a trasferire, al presidente Ciucci, il resoconto
integrale della Commissione e le richieste pervenute dai colleghi affinché egli
stesso ci risponda.
Mi
sono permesso oggi di presentare questo ordine del giorno, relativo ad un
tratto di strada che il Governo e
l’Anas avevano dichiarato essere interamente finanziato e che non è un tratto
di strada che ha una rivendicazione strettamente campanilistica, perché, come
osservava il collega Guagliardi, è il collegamento,
l’ex “Corridoio 8”, fra il litorale adriatico e la Sicilia, attraverso questo
tratto di “106” che è ancora mancante e la SS 534 i cui lavori, ieri, ha
dichiarato il Presidente Ciucci inizieranno il prossimo mese di giugno.
Allora
la mia proposta qual è? Far approvare questo ordine del giorno, con autorizzazione
al coordinamento formale, prevedendone l’esame alla prossima seduta del
Consiglio regionale, affinché contenga quanto noi come quarta Commissione
trasferiamo al dottor Ciucci, rafforzato attraverso l’impegno ed il voto
unanime dei consiglieri regionali.
Se
i colleghi sono d’accordo, credo che potremo proseguire nel nostro iter ed
entro 10 giorni – nella prossima seduta di Consiglio – approveremo un ordine
del giorno organico.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha
facoltà.
L’ultimo
desiderio personale mio in questo contesto istituzionale è di ingaggiare una
sorta di duello dialettico con il consigliere Gallo
che è un carissimo amico.
Avevo,
però, cercato di spiegare – evidentemente senza riuscirvi – che per quanto mi
riguarda io avrei recepito ed apprezzato questa circostanza come unicamente
propizia rispetto ad una aspettativa dell’area crotonese che è datata da diversi decenni.
Allora,
se c’è davvero la volontà dell’amministrazione e quindi del Consiglio di
instaurare un rapporto che prefiguri uno sviluppo di tutta la “106”, non
capisco fino in fondo perché bisogna articolare questa iniziativa e non venire
la prossima volta nella circostanza consiliare per approvare tutto magari dopo
che ci saremo visti concordando anche maniera, modi e richieste che risultino
in qualche modo coerenti con la ragionevolezza.
Mi
pare, insomma, che questa possa essere una proposta accettata. Se lo doveste
fare vi sarei grado come rappresentante di un’area infrastrutturale bistrattata.
Riguardo,
poi, l’intervento del collega Guagliardi questa
misura di adeguamento della “106” nel tratto dell’area sibaritide
a quella crotonese acquista un
valore aggiuntivo in relazione al fatto che non potendosi più realizzare un
quarto aeroporto, almeno si dà in qualche modo fiato in termini di utenza ad un
aeroporto che c’è e che è quello crotonese
che in questi giorni sta cercando di rimettersi in moto e pare che grazie
all’intervento di questa Giunta - alla quale riconosco i meriti che ha, quando
li ha - si sta per rimettere in moto l’aeroporto.
Non
trascuriamo, quindi, interventi infrastrutturali che come ha ricordato il
collega possono e debbono riguardare anche la linea ferrata in uno sguardo più
strategico, secondo la cosiddetta intermodalità che in questo caso avremo,
secondo me, l’opportunità di realizzare. Grazie.
Prego,
consigliere Gallo.
Presidente,
grazie. Mi sono forse spiegato male. Volevo semplicemente dire che noi – vengo
sulle posizioni del collega De Masi – possiamo approvarlo oggi, in
coordinamento formale, recependo quelle che sono le osservazioni venute dal
dibattito di oggi. Non ho nulla in contrario e credo che così riusciamo a dare
un segnale immediato, fermo restando che lo possiamo dare anche più organico la
prossima volta.
Prego,
consigliere Magno.
Presidente, anche io sono d’accordo sulla proposta del
consigliere Gallo, Presidente della Commissione, ma voglio porre all’Aula anche la
problematica relativa alla Strada Statale 18 che, voi tutti sapete, ormai è
completamente devastata dalla erosione costiera. Anche io al Presidente Ciucci ho chiesto, nell’ambito della Commissione, di poter prevedere un progetto di
sistemazione della SS 18 anche con dei percorsi alternativi rispetto ai tratti
più pericolosi dove oggi si viaggia ad una corsia unica.
Inoltre, ho
chiesto al Presidente dell’Anas che venga inserito,
nel contesto di quella che è la programmazione
futura, lo svincolo autostradale dell’area industriale di Lamezia Terme, vicino
l’abitato di San Pietro Lamentino, in quanto questa richiesta è stata fatta più
volte al Presidente dell’Anas e lo stesso si è riservato, eventualmente, di
inserire questa opera nel contesto di quella che sarebbe stata la programmazione futura della stessa Anas.
Chiedo,
quindi, che all’interno di questo documento vengano recepite anche queste
problematiche che ho sottoposto al Presidente dell’Anas e che oggi riporto
all’interno dell’Aula. Grazie.
Invece
di approvare oggi l’ordine del giorno, poiché è un argomento importante, visti
anche gli interventi dei colleghi, se siete d’accordo, potremmo rinviare in
Commissione, laddove si potrà riscrivere l’ordine del giorno definitivo, con
tutti i componenti della Commissione, tenuto conto delle informazioni rese dal
presidente Ciucci, rispetto all’audizione tenuta in Commissione, per poi
portarlo all’esame del Consiglio nella prossima seduta.
Il
31 maggio potrebbe essere la data per approvare un ordine del giorno completo
ed esaustivo. Il Consiglio è convocato per giorno 31 non il 28. Pomeriggio
seduta di Consiglio e la mattina potremo riunire la Conferenza dei capigruppo e completare quel lavoro che abbiamo
avviato; poi arriverà la convocazione a domicilio. Così come siamo rimasti,
inviamo l’ordine del giorno in Commissione.
Va
benissimo, Presidente.
Poi,
come stabilito dalla Commissione, verrà esaminato dal Consiglio.
(Così
resta stabilito)
L’ultimo
ordine del giorno è a firma del consigliere Magarò “Per sensibilizzare il Parlamento italiano ad
approvare con sollecitudine una legge per il riconoscimento
della lingua italiana dei segni (LIS)”.
Do
lettura dell’ordine del giorno: “Premesso che:
in
Italia gli audiolesi sono circa cinque milioni, di cui almeno 60 mila sordi
perlinguali per i quali l’apprendimento della lingua parlata è particolarmente
complesso e richiede anni di terapia logopedia;
l’apprendimento
della Lingua Italiana dei Segni (LIS) come prima lingua facilita il percorso
scolastico e l’integrazione sociale;
la
convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006,
ratificata anche dall’Italia, ha riconosciuto la Lingua dei Segni e ne ha
promosso l’acquisizione negli stati membri, così come ha fatto l’Unione Europea
con due successive risoluzioni.
oltre
44 paesi nel mondo, hanno già ufficializzato una propria Lingua dei Segni
mentre in Italia manca il riconoscimento ufficiale della LIS;
in
Calabria gli audiolesi sono circa 3.000
il
riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni, oltre a rappresentare una
conquista di civiltà, è una necessità non più procrastinabile per consentire la
piena integrazione dei soggetti audiolesi nella società civile e per garantire
loro i diritti di uguaglianza previsti dalla Costituzione;
tanto
premesso si impegna il Consiglio regionale
a
sensibilizzare il Parlamento Italiano affinché approvi con sollecitudine una
legge per il riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni”.
Prego,
consigliere Magarò.
Con
questo ordine del giorno si impegna il Parlamento ad approvare con
sollecitudine una legge per il riconoscimento della lingua italiana dei segni.
In Calabria sono circa 3 mila gli audiolesi e 60 mila i
sordomuti a livello nazionale. Penso che riconoscere la lingua italiana dei segni sia una necessità di civiltà
per garantire loro i diritti di uguaglianza previsti dalla Costituzione.
Con questo ordine del giorno
invitiamo il Parlamento a non ritardare, ma con sollecitudine ad approvare
questa legge che riconosca la lingua italiana dei segni. Grazie.
Pongo in votazione l’ordine del
giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
La seduta
è tolta. Sarà convocata a domicilio.
La seduta termina alle 17,56
Hanno chiesto congedo i consiglieri Caputo e Principe.
(Sono
concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati in Calabria (Delibera G.R. n.
151 del 22.4.2013)” (P.L. n. 458/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di
iniziativa dei consiglieri:
Nucera – “Norme in materia di polizia locale” (P.L. n. 459/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - –
Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Pacenza – “Integrazione
della legge regionale 11 luglio
1986, n. 28 (Ricezione turistica all’aria aperta)” (P.L. n. 460/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
La seconda Commissione, con nota
numero 22922 del 16 maggio 2013, ha comunicato che nella seduta del 16 maggio
2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 107 dell’8 aprile 2013, recante:
“Legge regionale 13 ottobre 2004, n. 21
<Istituzione dei distretti rurali ed agro-alimentari di qualità>”. Individuazione ed istituzione del
Distretto rurale Serre calabresi”. (Parere n. 55)
La seconda Commissione,
con nota numero 22923 del 16 maggio 2013, ha comunicato che nella seduta del 16
maggio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 103 del 29 marzo 2013, recante:
“Por Calabria Fesr
2007-2013, linee di intervento 5.2.5.1. – Azioni per sostenere lo sviluppo di
attività imprenditoriali all’interno delle filiere della valorizzazione del
patrimonio e della produzione culturale. Approvazione delle direttive di
attuazione”. (Parere n. 56)
In data 2 maggio 2013, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 10 maggio 2013 al Bur n. 9 del 2 maggio 2013:
legge regionale
2 maggio 2013, n. 19, recante: “Interventi di inclusione sociale, integrazione
socio-sanitaria e contrasto alla povertà per gli agglomerati urbani a maggiore
concentrazione di popolazione”;
legge regionale
2 maggio 2013, n. 20, recante: “Modifica ed integrazione dell’articolo 59ter
della legge regionale 25 novembre
1996, n. 32, recante <Disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei
canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica>”;
legge regionale
2 legge regionale 2 maggio 2013, n.
21, recante: “Modifica all’articolo 41, comma 2, della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69”;
legge regionale
2 maggio 2013, n. 22, recante: “Tutela e valorizzazione del patrimonio
geologico e speleologico”;
legge regionale
2 maggio 2013, n. 23, recante: “Modifica della legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a
sostegno dell’attività edilizia finalizzata
al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale)”.
In data 16 maggio 2013, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse saranno
pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 24 maggio 2013 al Bur n. 10 del 16 maggio 2013:
legge regionale
16 maggio 2013, n. 24, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi
comunque denominati, con esclusione del settore sanità”;
legge regionale
16 maggio 2013, n. 25, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per la
forestazione e le politiche per la montagna – Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”.
Il consigliere Magno, in qualità di proponente ha ritirato
la proposta di legge n. 376/9^, recante: “Modifiche ed integrazione alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7
(Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e
sulla dirigenza regionale)”.
Il consigliere Clotilde Minasi è stata assegnata, quale
componente della prima Commissione consiliare, in sostituzione del consigliere Fausto
Orsomarso.
I consiglieri Gabriella Albano, Salvatore Pacenza e Gianluca Gallo sono stati assegnati quali
componenti della terza Commissione consiliare, in sostituzione rispettivamente
dei consiglieri Gianpaolo Chiappetta, Nazzareno
Salerno e Alfonso Dattolo.
Il consigliere Pietro Crinò, è
stato assegnato quale componente della quarta Commissione consiliare, in
sostituzione del consigliere Alfonsino Grillo.
Il consigliere Damiano Guagliardi,
è stato assegnato quale componente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta.
Il consigliere Clotilde Minasi è
stata assegnata quale componente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta
in sostituzione del consigliere Salvatore Pacenza.
Il consigliere Gabriella Albano è
stata assegnata quale componente della Commissione speciale di vigilanza, in
sostituzione del consigliere Nazzareno Salerno.
Il consigliere Pietro Giamborino, è stato assegnato quale componente della Commissione
speciale di vigilanza in sostituzione del consigliere Demetrio Battaglia.
Il commissario ad acta per l’attuazione del
piano di rientro dal deficit sanitario, con nota del 20 maggio 2013, prot. n. 169722 ha trasmesso al Consiglio regionale ai
sensi dell’articolo 2, comma 80, della legge
23 dicembre 2009, n. 191 le modifiche legislative da apportare agli articoli 17
e 18 della legge regionale 22/2007.
Giordano. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione con legge del 26 febbraio 2010, n. 11 ha
introdotto un sostegno economico a favore dei familiari di lavoratrici e
lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di
lavoro;
in particolare per perseguire gli obiettivi della legge,
è prevista l'istituzione di un fondo regionale di solidarietà finalizzato
all'erogazione di un contributo una tantum non tassabile a titolo di assistenza
sociale;
l'erogazione del contributo e la operatività della
normativa è condizionato alla emanazione di un regolamento di attuazione da
emanarsi parte della Giunta regionale entro novanta giorni dall'entrata in
vigore della legge ;
il suddetto regolamento, che definisce le modalità per
la presentazione delle domande di contributo, è stato definito solo in data 1
aprile 2012 con la conseguenza che le somme stanziate in bilancio per gli anni
2010 e 2011 sono venute meno;
per l'annualità 2012, alla luce di quanto previsto dal
suddetto regolamento, la domanda di ammissione ai contributi, per gli eventi
avvenuti dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011,doveva essere presentata al
Dipartimento n. 10 «Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione, Cooperazione
e Volontariato entro il termine perentorio di 60 giorni decorrenti dalla data
di pubblicazione del regolamento sul BUR della Regione Calabria, termine che
andava a scadere il 06/6/2012, mentre
le domande relative agli incidenti verificatesi dopo la data del 31 dicembre
2011 potevano essere presentate entro l'1 marzo dell'anno successivo
all'evento;
l'erogazione dei contributi, sempre secondo il
regolamento approvato, è disposta con decreto dirigenziale del dipartimento 10
entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda o in caso
di risorse insufficienti entro 60 g. dalla data di pubblicazione della
graduatoria degli aventi diritto;
per l'annualità 2012 il
bilancio di previsione della regione Calabria ha previsto sull'apposito fondo
regionale per le vittime sul lavoro uno stanziamento di euro 101500,00 sull'UPB
6.2.01.02 ,capitolo 62010210, a cui va aggiunta la somma ulteriore di euro
200.000,00 prevista in sede di assestamento del bilancio del consiglio
regionale approvato nella seduta consiliare del 3 agosto 2012 che dispone "che
una quota parte dell'avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del
bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011, è
restituita, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta
regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03)
dello stato di previsione dell'entrata ed essere destinata, dal lato della
spesa, al finanziamento per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di
solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di
lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11, da allocare all'UPB
6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2012;
in ragione del regolamento approvato e della relativa
copertura finanziaria numerosi soggetti beneficiari dei contributi secondo i
dettami della legge approvata hanno presentato richiesta allegando i documenti
richiesti nei termini previsti dalla normativa regionale;
nonostante il tempo trascorso per la relativa
istruttoria, a tutt'oggi l'erogazione dei contributi non è stata attivata,
tant'è che i beneficiari interessati e I' associazione di categoria ANMIL hanno
richiesto dei chiarimenti al Dipartimento il quale non ha fornito alcun
riscontro tant'è da far temere che anche per l'annualità in corso le risorse
previste in bilancio non siano state impegnate;
la preoccupazione dei soggetti beneficiari nasce dalla
circostanza che il periodo per la relativa istruttoria, secondo quanto previsto
dal regolamento, sia stato abbondantemente superato senza che le richieste
siano state riscontrate con il timore legittimo che le risorse stanziate
sull'apposito fondo regionale siano stati stornate illegittimamente;
la Calabria è la regione il cui dramma delle morti
bianche e degli infortuni sul lavoro incide notevolmente sulle statistiche
nazionali, numerose sono le famiglie interessate alla concreta applicazione
della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum, potrebbe
contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa di un
contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi -:
in quale stato trovasi l'istruttoria presso il
Dipartimento 10 della regione riguardante le richieste di erogazione dei
contributi per l'annualità 2012 e afferente al Regolamento Regionale 2 aprile,
2012 n. 1 (Regolamento di attuazione per interventi regionali di solidarietà a
favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi
a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, ai sensi della Legge regionale n. 11
del 26 febbraio 2010);
se le risorse finanziarie previste in bilancio per
l'annualità 2012 sull'apposito fondo regionale e meglio indicate in premessa
siano state regolarmente impegnate e i tempi previsti per l'erogazione dei
contributi di cui al regolamento di attuazione;
in caso contrario quali eventuali omissioni siano stati
poste in essere, anche alla luce di quanto disposto in sede di assestamento di
bilancio del consiglio regionale, e, in caso di inadempimenti, se siano state
attivate procedure atte a individuare responsabilità disciplinari o, ove
sussistano, di natura penale;
quali iniziative in ogni caso si intendono intraprendere
per garantire la necessaria copertura finanziaria e l'immediata erogazione dei
contributi in ragione delle risorse stanziate nell'annualità 2012 sul fondo
regionale a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o
gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro.
(356; 10.05.2013)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2002, ai sensi dell'art. 18 bis della L. R. n.
7/2001 è stata istituita la Fondazione "Calabria Etica" al fine di
finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le
imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a
favore di soggetti deboli svantaggiati;
lo Statuto della Fondazione proprio per le sue peculiari
finalità ed operando in un contesto di grave disagio, di una parte consistente
della popolazione non ha mai previsto compensi per gli amministratori, ma solo
la possibilità di corrispondere un gettone di presenza ed il rimborso delle
spese sostenute, ma nessuno consiglio di amministrazione si è avvalso di tale
facoltà;
con L.R. n. 22/2010,
nell'ambito delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa
pubblica regionale all'art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni,
indennità, retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo,
direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati, negli
enti sub-regionali e anche nelle fondazioni sono automaticamente ridotti del 20
per cento rispetto agli importi risultanti al 31 dicembre 2009;
con Delibera n. 80 del 18 Marzo 2011, la Giunta ha
approvato, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con Legge
Regionale 22/2010, delle modifiche allo statuto della Fondazione con le quali
viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di auto-determinarsi una
indennità di carica -:
se risponde a verità che l'indennità che il presidente
si è autodeterminata è pari al 60% dell'indennità di un consigliere regionale;
se tale indennità è superiore al contributo annuo che la
Regione assicura alla Fondazione per le spese di funzionamento, nonché al
compenso complessivo corrisposto ai componenti del collegio dei revisori, per
cui tale provvedimento è in palese contrasto con la Legge 22/2010 e configura
un ingiusto vantaggio agli organi di Calabria Etica;
se risponde a verità che nel bilancio previsionale 2012
l'indennità del Presidente è di 133.600 euro, che risulta essere, sempre da
previsionale, superiore all'indennità complessiva del personale dipendente
(118.338);
se il Presidente della Fondazione è stato candidato
nelle ultime competizioni elettorali nella lista "Scopelliti
Presidente";
quali determinazioni intende assumere la Giunta;
se intende revocare la Delibera n. 80 del 18 Marzo 2011,
al fine di non consentire che una somma consistente delle risorse finanziarie
della fondazione sia sottratta dalle finalità statutarie che prevedono un impegno
a favore della fasce deboli della popolazione calabrese che sono allo stato
penalizzate;
se intende richiedere al Presidente della Fondazione la
restituzione delle somme illegittimamente percepite in modo da destinarle a
sostegno delle tante situazioni di bisogno presenti in Calabria.
(357; 10.05.2013)
Guagliardi. All’assessore alla
cultura ed all'istruzione. Per sapere – premesso
che:
c'è forte
preoccupazione per ciò che da mesi si legge relativamente a quanto starebbe
accadendo in relazione all'operato del dirigente scolastico del liceo
"Fermi" di Cosenza, una delle scuole più grandi e prestigiose della
Regione Calabria;
in questi
articoli si denuncia la costante negazione dell'agibilità e dei diritti
sindacali, come più volte denunciato dalla FLC provinciale e regionale;
sulla stampa
vengono, altresì denunciate gravi violazioni delle normative vigenti, in quanto
non verrebbero consegnati atti e documenti richiesti dal sindacato provinciale
e dalla componente RSU della FLC, ed addirittura si paventa la cattiva gestione
dei soldi pubblici fino alla configurazione di possibile danno all'erario;
nel suddetto
Liceo si propongono costantemente attività che prevedono una corresponsione
economica (anche molto onerosa) per le famiglie, la qual cosa,
già fastidiosa e discriminante in tempi di economia stabile, allo luce della
profonda crisi economica in atto diventa una odiosa selezione sociale che
riproduce insopportabili differenze di classe che negano le pari opportunità
solennemente sancite dalla Costituzione italiana;
sempre in merito
all'operato del Dirigente scolastico in oggetto di recente stata di recente
presentata un'interrogazione parlamentare al Ministro competente da parte del
senatore Barozzino;
quanto detto in premessa inficia la possibilità di esplicitazione
democratica dell'esercizio della corretta pratica sindacale e la difesa dei
diritti;
altresì, costituisce una palese violazione delle
normative vigenti, ed ancora negherebbe l'eguaglianza delle opportunità
formative sancita solennemente dalla Costituzione italiana -:
se
non intende immediatamente intervenire, investendo della pesante situazione
denunciata il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale, dottor Francesco
Mercurio, responsabile delle nomine dei dirigenti scolastici nella regione,
affinché invii una immediata ispezione al liceo "Fermi", come già
richiesto da mesi dalla FLC regionale, per verificare quanto denunciato in
termini di agibilità sindacale e correttezza della gestione dell'importante
istituzione scolastica.
(358; 14.05.2013)
Giordano. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con legge regionale 10 agosto 2012, n. 36,
Variazione al bilancio di previsione 2012 ai sensi dell'articolo 23, comma 1,
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.,in sede di collegato alla manovra
finanziaria di assestamento del bilancio del consiglio regionale, è stato
previsto all'art. 1 che una
quota parte dell'avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del
bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011,
approvato con deliberazione n. 213 del 3 agosto 2012, per un importo di €
4.200.000,00, è restituita, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, al
bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo
3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell'entrata ed essere
destinata, dal lato della spesa, al finanziamento di alcune leggi regionali;
parte delle risorse stanziate sono state destinate
al finanziamento delle seguenti leggi regionali:
per €
1.000.000,00 alle attività di cui alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 28
relativa alla realizzazione di progetti di politiche attive del lavoro, da
allocare all'UPB 4.3.02.01 (capitolo 43020108) dello stato di
previsione della spesa
del bilancio 2012;
per €
200.000,00 al finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle
vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26
febbraio 2010, n. 11, da allocare all'UPB
6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2012;
per €
500.000,00 al finanziamento dell'articolo 6, comma 5, della legge regionale 28
giugno 2012, n. 27 inerente gli indennizzi a carico del bilancio regionale
dovuti ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di
vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, n.
210, non più finanziata con risorse statali, da allocare all'UPB 6.1.02.01
(capitolo 61020112) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
per €
500.000,00 alla parziale copertura di quota parte dei debiti pregressi inerenti
l'anno 2011 relativi alle provvidenze in favore di soggetti affetti da
particolari patologie di cui alla legge regionale 29 marzo 1999, n. 8, da
allocare all'UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020111) dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2012;
per €
1.000.000,00 al finanziamento delle prestazioni socio-sanitarie erogate sul
territorio regionale dalle strutture accreditate di cui all'articolo 49 della
legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010213) dello stato
di previsione della spesa del bilancio 2012;
da alcuni
segnalazioni pervenute si evincerebbe che alcuni dei capitoli suindicati non
siano stati implementate con le risorse individuate dalla legge regionale
36/2010 -:
se la Giunta
regionale ha provveduto ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al
documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002;
se le somme
previste siano state interamente destinate ai capitoli di spesa meglio indicate
in premessa
in caso
contrario quali iniziative si intendono intraprendere per regolarizzare una
situazione contabile al fine di dare risposte a quelle fasce sociali
interessate dall'intervento finanziario.
(359;
15.05.2013)
Guccione, De
Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alla
pesca. Per sapere - premesso che:
la crisi del
settore della pesca vive in Calabria momenti di grande tensione e
preoccupazione che, proprio di recente, sono sfociati nella rabbia e nelle
proteste disperate delle donne di Bagnara, scese in piazza
insieme all'intera cittadinanza per protestare contro le misure adottate dalla
Comunità Europea in materia di pesca al pescespada;
i disagi dei
pescatori sono andati progressivamente aumentando dal gennaio del 2012, con
l'applicazione dei nuovi Regolamenti CE sui controlli n°
1224/2009 e 404/2011, assolutamente impraticabili per le imbarcazioni gestite
da imprese a carattere familiare, che prevedono la licenza a punti, la
marcatura degli attrezzi da pesca, l'installazione di apparati di controllo Blue Box e l'obbligo del giornale elettronico di bordo alle
unità da pesca di L.F.T. (lunghezza fuori tutto)
comprese tra 12 e 15 metri;
a tutto ciò si
sono aggiunte le nuove norme in materia di commercializzazione e tracciabilità
dei prodotti del settore con il D.M. 10/11/2011 che comportano dinamiche
documentali a vantaggio delle grandi imprese e l'inapplicabilità alle imprese
che praticano la piccola pesca;
la restrittiva
normativa e le ultime raccomandazioni della commissione internazionale sui
tonni e grandi pelagici n° 09/04 del 2009 e 11/03 del
novembre scorso hanno introdotto dal 2008 una serie di norme inique che hanno
portato al fermo della cattura del pescespada mediterraneo nei mesi di ottobre
e novembre di ogni anno e alla previsione, inoltre, dal 2012, di un altro mese
di stop alla cattura con un piano di gestione della risorsa nel 2013 e
l'introduzione delle TAC (quote) anche per i Palangari Derivanti;
fallimentare
si è dimostrata la scelta legata al tonno rosso mediterraneo con l'introduzione
del regime delle quote (TAC) e la riduzione annuale delle tac, che hanno
escluso molte imprese dell'Italia meridionale che praticano la pesca con i
Palangari;
la situazione
si è progressivamente aggravata per l'uso della ferrettara
- piccola rete derivante - poiché una recente sentenza (l'ultima) ha
ristabilito l'efficacia del decreto 1 luglio 2011 dopo che per ben due volte lo
stesso decreto, che penalizza pesantemente le marinerie del Mezzogiorno e della
nostra regione, era stato sospeso dal TAR del Lazio su impugnativa dei
pescatori;
ulteriori
disagi sono nati anche dal punto di vista previdenziale poiché dal primo
gennaio 2012, con la legge di stabilità, sono aumentati i contributi che dallo
sgravio dell'80% sono passati al 60% per tutto il 2012, e poi al 70% nel 2013,
aumentando ulteriormente il costo del lavoro per le imprese;
l'attuale
regime previdenziale e assicurativo esclude i lavoratori della piccola pesca da
tutti gli ammortizzatori sociali relegandoli, di fatto, a un regime
pensionistico basso, tale da costringere buona parte dei pescatori pensionati a
continuare a lavorare, con ulteriore peggioramento della propria condizione
personale e sociale;
soprattutto
sulle piccole imprese di pesca incidono pesantemente anche i costi della
burocrazia del settore e il rapporto molto spesso conflittuale con le Autorità
preposte alla gestione della pesca (autorità marittime, autorità di controllo,
autorità sanitarie, ecc.). che spesso hanno modi e metodi non coordinati e
differenti nell'applicazione di norme che invece dovrebbero essere comuni;
considerevoli
sono i ritardi delle Amministrazioni Regionali nell'attuazione del Fondo
Europeo Pesca (FEP) necessario per l'ammodernamento e l'innovazione del settore e che, in Calabria, è mancata
addirittura la concertazione nell'attuazione del FEP sia con il sindacato che
con i pescatori non organizzati nelle associazioni di categoria;
venga rivista
al più presto la politica Europea sulla pesca e superati i ritardi e le
disattenzioni ministeriali, in modo da armonizzare le normative del settore e
attuare politiche adeguate tese a salvaguardare i livelli occupazionali e a
rendere compatibile economicamente, socialmente e ambientalmente
lo sforzo di pesca;
la Regione
Calabria, alla stregua di altre regioni, si doti celermente di apposite leggi
per la regolamentazione della pesca nell'ambito delle acque territoriali
(miglia 12), previsto dalla modifica del titolo V della Carta Costituzionale
che, di fatto, ha già decentralizzato la gestione di molte competenze,
demandandole alle Regioni;
venga attuato
definitivamente il passaggio delle competenze sulla gestione delle licenze per
la pesca costiera dal Ministero delle Politiche Agricole alle Regioni e portato
a 25 miglia dalla costa il limite delle acque nazionali;
si possa coniugare,
anche nell'ambito della Politica Comunitaria, la gestione delle risorse
acquatiche del proprio territorio con l'aspetto occupazionale ed economico
delle attività di mare da sempre legate agli usi e alle consuetudini locali;
si attui con
urgenza una reale ed indispensabile inversione di tendenza, introducendo
politiche innovative e condivise che tengano conto delle realtà locali per
evitare la caduta verticale dei livelli occupazionali senza alternative ad un
settore che si tramanda da padre in figlio accumulando competenze ed
esperienza;
la Commissione
europea sviluppi un'azione forte e immediata per decidere e attuare una
politica alternativa a quella attuale che si è dimostrata sbagliata nell'area
del Mediterraneo dove gravitano quattordici Paesi che non fanno parte della
Unione Europea;
sia prevista
per legge la presenza e la partecipazione dei rappresentanti degli operatori
della pesca negli organismi e nei tavoli decisionali europei e nazionali in cui
vengono discusse le problematiche del settore -:
quali
iniziative e strumenti si intendono adottare per dare corso agli impegni
assunti e da assumere nei confronti di un settore che rischia l'estinzione e
per superare, nel più breve tempo possibile, i gravi ritardi che la Regione ha
accumulato nei confronti dei lavoratori e delle imprese della pesca,
individuando un percorso che consenta a centinaia di famiglie addette al
comparto di poter continuare a svolgere un' attività che contribuisce in modo
significativo alla crescita del prodotto interno lordo calabrese.
(360;
16.05.2013)
Guccione. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore al personale.
Per sapere – premesso che:
sono scaduti o sono in scadenza i contratti dei
Direttori Generali e di Dipartimento della Regione Calabria;
la Legge Regionale del 13 maggio 1996, n. 7 recante
"Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta
regionale e sulla dirigenza regionale" e le leggi nazionali in materia
dettano gli orientamenti giuridici, esperenziali e
fiduciari ai quali fare riferimento per le nomine o i rinnovi di cui
all'oggetto della presente interrogazione;
è necessario stabilire in maniera puntuale ogni
eventuale procedura che si intenda perseguire al fine di poter meglio
garantire, nell'interesse preminente della Regione Calabria, la nomina dei
Direttori Generali o di Dipartimento in linea con le normative di leggi
vigenti;
occorre garantire criteri di massima trasparenza e
competenza in materia -:
quali saranno le modalità che saranno adottate
attraverso cui si procederà alla individuazione dei Direttori Generali e di
Dipartimento in scadenza e da rinnovare.
(355; 10.05.2013)
Magarò. All'assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
gli articoli 22 e seguenti della Legge Regionale 7
agosto 1999 n. 23, disciplinano le modalità di applicazione delle agevolazioni
tariffarie per usufruire del trasporto pubblico locale sulla rete regionale
urbana ed extraurbana;
tra le categorie che hanno diritto ad usufruire delle
tessere di libera circolazione, limitatamente ad una sola tratta di viaggio o
per l'intera area urbana, vi sono tra l'altro gli invalidi di guerra, gli
invalidi del lavoro, gli invalidi civili, le persone sordomute; che hanno
altresì diritto ad usufruire della tessera di libera circolazione sull'intera
rete regionale urbana ed extraurbana i non vedenti con cecità assoluta e gli
invalidi di qualsivoglia categoria con totale e permanente inabilità lavorativa
e con diritto all'accompagnamento, nonché i non vedenti con un residuo visivo
non superiore ad un decimo in entrambi gli occhi, con eventuale correzione, e
gli invalidi con totale e permanente inabilità lavorativa con diritto di
accompagnamento;
la tessera di libera circolazione sull'intera rete con
validità annuale è rilasciata dal Dipartimento Trasporti, in unico esemplare
per invalido e accompagnatore, non utilizzabile disgiuntamente dal solo
accompagnatore;
la medesima Legge Regionale 7 agosto 1999 n. 23
disciplina anche le agevolazioni tariffarie riservate ai soggetti titolari di
pensione minima o integrata al minimo corrisposta dall'INPS o da altri Istituti
previdenziali ed agli studenti ed ai lavoratori dipendenti che utilizzano
autoservizi extraurbani di linea per raggiungere la scuola ed il posto di
lavoro -:
se le procedure per l'accesso alle esenzioni ed
agevolazioni tariffarie previste dagli articoli 22 e seguenti della Legge
Regionale 7 agosto 1999 n. 23 siano effettivamente applicate e, in caso di
risposta negativa, quali iniziative intenda assumere per dare piena
applicazione alla norma vigente in materia di agevolazioni tariffarie per
l'utilizzo dei trasporti pubblici.
(354; 9.05.2013)
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il difficile momento di crisi che stiamo attraversando
ha inciso profondamente, soprattutto, sulle piccole e medie imprese, che, anche
a causa della mancanza di liquidità, sono state costrette a chiudere;
nel 2012, secondo i dati di Confindustria, sono state
chiuse 12.442 aziende e, nei primi quattro mesi del 2013, il ritmo di
fallimento delle aziende è aumentato, attestandosi al più 13%, dato che risulta
essere peggiore di quello dell'intero 2008, anno in cui scoppiò la crisi
finanziaria;
la media dei tempi di pagamento della pubblica
amministrazione, in Italia, è tre volte superiore alla media europea e per far
fronte a tale situazione emergenziale in data 8 aprile 2013 è stato emanato il
decreto legge n. 35, recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei
debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario
degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti
locali";
il decreto legge n. 35/2013, pur allentando i vincoli
del patto di stabilità per permettere agli enti territoriali il pagamento dei debiti
scaduti, lascia invariate le regole per quel che riguarda la regolarità
contributiva delle aziende creditrici;
il mancato pagamento dei debiti scaduti da parte della
pubblica amministrazione comporta delle enormi difficoltà per le aziende, che
spesso causano l'impossibilità di mantenersi in regola con i contributi;
per i detti motivi, è opportuno emendare in sede di
conversione il decreto legge n. 35/2013, affinché venga previsto che il Dure
(Documento Unico di Regolarità Contributiva) sia regolare al momento della
scadenza del debito, invece che al momento del pagamento.
Invita
il Presidente del Consiglio regionale della Calabria
ad intervenire sul Presidente del Consiglio dei Ministri
affinché in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante
"Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica
amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali,
nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali", lo stesso
venga emendato nel senso di prevedere la regolarità del Durc
al momento della scadenza del debito, anziché al momento del pagamento dello
stesso.
(88; 08.05.2013) Minasi
Premesso che
la Provincia di Reggio Calabria ha presentato,
nell'ambito della realizzazione del Piano Strutturale Strategico della Città
Metropolitana, la proposta progettuale per la realizzazione di una strada di
collegamento "mare-monti" nei tratti in dismissione ANAS, tra i
comuni di Scilla e Bagnara;
tale progettualità offrirebbe altresì l'opportunità di
assicurare una viabilità alternativa rispetto alla nuova arteria autostradale
in corso di completamento in quanto si rivelerebbe di particolare importanza
per la ricezione degli ordinari flussi veicolari e soprattutto in situazioni di
emergenza che richiedono il tempestivo impiego delle varie componenti di
soccorso del sistema di protezione civile, tenuto conto della classificazione
della provincia Reggina tra le aree ad alto rischio sismico oltre che
interessate da gravi fenomeni di dissesto idrogeologico;
la Provincia stessa ha trasmesso al Presidente dell'ANAS
Ing. Piero Ciucci lo studio di fattibilità della proposta stessa, suscettibile
comunque di ulteriori apporti e miglioramenti rispetto alle esigenze che
andranno a manifestarsi;
in data 21/02/2013 con nota protocollo 1208, il Prefetto
di Reggio Calabria, ha sottoposto all'attenzione dei Ministri dell'Ambiente e
delle Infrastrutture, nonché all'Amministratore Unico ANAS l'ipotesi di
mantenimento in esercizio dei tratti dismessi del vecchio tracciato autostradale
A3 Sa-Rc, compresi tra SCILLA e BAGNARA, al fine di
valutare la possibilità che vengano sospese le procedure finalizzate alla
demolizione;
l'ANAS, con nota del 15/04/2013 ha inviato al Prefetto
di Reggio Calabria una nota nella quale sostiene che permangono vincoli di
realizzabilità che non hanno consentito di dare seguito alle precedenti
richieste (non sostenibilità ambientale e paesaggistica), ma che comunque
l'ANAS non è contraria all'eventuale uso di vecchie strutture dell'autostrada
in disuso.
Tutto quanto premesso
il sottoscritto, onorevole Candeloro
Imbalzano, Presidente della Commissione Consiliare
Permanente "Bilancio, Programmazione Economica, Attività Produttive e
Fondi Comunitari", stante l'importanza della problematica sollevata e gli
effetti benefici che potranno derivare all'intero comprensorio ed in
particolare alle popolazioni direttamente interessate;
Chiede
alla S.V. di voler sottoporre la presente mozione
all'attenzione ed alla urgente discussione del Consiglio Regionale, per impegnare
il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti ed i
Dipartimenti regionali coinvolti a mettere in moto tutte le procedure
istituzionali, tecniche ed amministrative, per superare i vincoli allo stato
esistenti, con l'obiettivo che il vecchio tracciato autostradale della corsia
Sud della Salerno - Reggio Calabria, tra i Comuni di Scilla e Bagnara, venga utilizzato per la realizzazione del progetto
in parola.
(89; 21.05.2013) Imbalzano
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta
regionale, commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi
del settore sanitario. Per sapere –
premesso:
le leggi
724/1994, 335/1995 e l.r. 34/2010;
la
deliberazione n. 144 del 23 marzo 2012 del DG dell'azienda sanitaria
provinciale di Reggio Calabria e la delibera n. 1000 del 1/12/2012 dell'Azienda
ospedaliera di Reggio Calabria -:
i direttori
generali, sanitari ed amministrativi delle ASP e AO calabresi possiedono i
prescritti requisiti e i titoli richiesti per le relative nomine;
se alcuno
degli stessi sia stato nominato pur rientrando nel divieto di nomina disposto
dall'art. 10 comma 9 l.r. n. 34/2010 (divieto di istaurare rapporti a qualsiasi
titolo con soggetti che abbiano beneficiato dell'esodo incentivato) o nel
divieto previsto dall' art. 25 comma 1 della legge 724 del 23 dicembre 1994
(divieto di cumulo tra pensione anticipata di anzianità e lo svolgimento di
incarichi a qualsiasi titolo per l'amministrazione di provenienza);
se alcuno
degli stessi rivesta l'incarico pur essendo stato posto in quiescenza per
riconosciuta inabilità assoluta per la quale percepisce pensione di invalidità
a qualsiasi proficua attività lavorativa;
se esistono
direttori generali, amministrativi o sanitari che versino in regime di
incompatibilità per rapporti convenzionali con il SSR;
quali urgenti
provvedimenti voglia prendere il commissario ad acta
per il piano di rientro per rimuovere i soggetti che versassero nei divieti e
nelle condizioni di incompatibilità eventualmente riscontrate e procedere per
atti conseguenti (recupero somme, segnalazione autorità competenti).
(343;
05.04.2013)
Risposta – “Con riferimento all'interrogazione in
oggetto, anticipatamente acquisita agli atti del dipartimento, via e-mail, in
data 12.04.2013, si rappresenta che, al fine di fornire riscontro alla stessa, si
è reso necessario chiedere alle Aziende
del SSR (nota del 15/04/2013 prot. n. 128514/SIAR) di
voler relazionare in merito ai quesiti posti dall'interrogante, atteso che i
procedimenti di nomina dei direttori Sanitari ed Amministrativi aderiscono ai
poteri di gestione del Direttore Generale dell'Azienda ai sensi del D.Lgs. 502/92 e L.R. 11/2004.,
Considerato che l'acquisizione dei suddetti
riscontri non è stata ancora completata, attesa la delicatezza della materia,
si rende necessario per questo Dipartimento un approfondimento istruttorio, ad
esito del quale verranno forniti gli elementi utili a riscontrare quanto
richiesto”.
Il dirigente
del settore (Dott. Bruno Zito)
Il dirigente generale
(Dott. Antonino Orlando)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
è stata da
tempo costituita in ambito regionale la BDE con lo specifico compito di
liquidare il debito pregresso delle aziende sanitarie, antecedente al 2007,
utilizzando un mutuo trentennale (rateo da 25 mln di
euro l'anno) e i fondi FAS a ciò destinati;
il debito
pregresso verso i fornitori è pero “iscritto tra le passività delle singole
aziende, ancorché” trattato, transatto e definito impropriamente dalla BDE e,
dunque, liquidato con provvedimenti regionali;
appreso che
l'anzidetta BDE ha sinora liquidato passività' , seppure limitatamente a poche
decine di milioni di euro, nonostante che le aziende ancora oggi non abbiano
provveduto a certificare i relativi debiti da liquidare -:
se corrisponde
al vero che sia stato imposto alle aziende sanitarie regionali di compensare
liberamente pagamenti effettuati con provvedimenti regionali con le loro
perdite di esercizio pregresse rappresentate nel loro patrimonio alterando così
i bilanci e le regole contabili che vietano la compensazione di partite
contabili;
se corrisponde
al vero che gli oneri e gli interessi moratori afferenti ai detti crediti
rimangono a carico delle aziende sanitarie medesime, atteso che aziende stesse
vengono richieste dalle aziende interessate;
e ancora,
quali criteri siano stati utilizzati per il pagamento dei creditori;
e quali siano
i motivi per i quali le aziende non riescono a certificare il debito.
(347;
8.04.2013)
Risposta – “In riscontro alla interrogazione n. 347
"Bad Debt Entity e
contabilità delle aziende sanitarie", a firma dell’onorevole
Naccari Carlizzi,
preliminarmente, si fa presente che la BDE rappresenta un modello virtuoso di procedura
centralizzata di riconciliazione e certificazione del debito pregresso delle
aziende sanitarie ed ospedaliere delle Regione Calabria.
Grazie a questa difficile opera di
certificazione del debito 2008 e ante, in una Regione come la Calabria famosa
alle pagine delle cronache fino ad ieri per la tradizione del bilancio orale,
si è autorizzato dal Ministero delle Finanze attraverso il ed Tavolo Massicci
,a seguito di quanto
stabilito e validato nei verbali del tavolo tecnico di verifica ministeriale ,
la sottoscrizione di un prestito non di
un mutuo bancario tra la Regione Calabria e lo stesso Ministero dell'
Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, per 428 milioni di euro in data 16 Giugno 2011.
Il 1° Gennaio 2012, in accordo con il Tavolo
Massicci, ha avuto inizio l'attività delegata, per gli anni 2008 e ante, di definizione con i
fornitori degli accordi transattivi del debito riconosciuto e deliberato dalle
aziende sanitarie nonché di sottoscrizione degli accordi raggiunti con
conseguenti liquidazioni.
Tale attività, che si concluderà entro il 31 Dicembre 2013, ha comportato
ad oggi il raggiungimento di 315 accordi transattivi ai fini della loro
liquidazione in funzione delegata.
In merito ai criteri di scelta, si fa
presente che tutti i fornitori inseriti nelle delibero di riconoscimento di
debito delle aziende sanitarie ed ospedaliere, agli atti dell'Assessorato, sono
stati contattati dalla BDE per addivenire ad un accordo transattivo.
Quanto al contenuto dell'interrogazione, è
destituito di fondamento l'assunto secondo il quale sarebbe stato imposto alle
aziende sanitarie regionali di compensare liberamente, i pagamenti effettuati
con provvedimenti regionali con le perdite di esercizio pregresse rappresentate
nel loro patrimonio, alterando cosi i bilanci e le regole contabili che vietano
la compensazione di partite contabili.
Con nota prot. num. 406082/siar del 06/12/2012, a firma della dott.ssa Angela Nicolace ,dirigente del Settore Area Economica e
finanziaria", sono state emanate le linee guida per la regolarizzazione contabile
dei pagamenti relativi al debito commerciale 2008 e ante, in cui non vi è
alcuna imposizione di compensare liberamente pagamenti effettuati con
provvedimenti regionali con perdite di esercizio pregresse rappresentate nel
loro patrimonio. D'altra
parte non poteva essere diversamente considerata la professionalità e la
serietà della dirigente del Settore "Area economica e finanziaria",
dottoressa Nicolace, ben nota all'interrogante in
quanto la stessa, nella passata legislatura, ha ricoperto il ruolo di Dirigente
del Settore "Ragioneria Generale" del Dipartimento Bilancio di cui
l'interrogante è stato Assessore.
Non risponde al vero, infine, che gli oneri e
gli interessi moratori afferenti ai detti crediti rimangono a carico delle
aziende sanitarie medesime. Essi, invero, sono oggetto della transazione con i
fornitori.
In conclusione, la procedura BDE non solo sta
comportando l'estinzione di un debito storico che gravava pesantemente sulle
Aziende del SSR, ma ha anche ottenuto un risparmio per la Regione Calabria che
si aggira ad oggi, grazie alla rinuncia da parte dei fornitori agli interessi e
spese legali su debiti decennali, su una cifra certamente superiore ai 12 milioni di euro (solo di interessi) pattandosi di debiti che producevano interessi legali dal
2007 e ante”.
Il
coordinatore (Avv. Carmelo Elio Pontorieri)
Art. 1
(Modifica dell'articolo 2 della l.r. 9/96)
1. Il comma 3
dell'articolo 2 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente:
"3. Per
l'assolvimento delle proprie funzioni di programmazione concernenti
l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale si avvale, quale
organo consultivo, della Consulta Faunistica -Venatoria Regionale (CFVR)
composta da:
a) assessore
regionale incaricato in materia di caccia e pesca o suo delegato che la
presiede;
b) assessori
provinciali alla caccia e pesca o loro delegati;
c) tre
rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente
rappresentative a livello nazionale;
d) un
rappresentante per ogni associazione venatoria nazionale riconosciuta operante
nella regione, designato dalla rispettiva associazione regionale;
e) tre
rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale presenti nel
Consiglio nazionale per l'ambiente;
f) un
rappresentante dei dottori agronomi e forestali indicato dalla federazione
regionale degli ordini provinciali della Calabria;
g) un
rappresentante dell'Ente nazionale cinofilia italiana (ENCI);
h) il
dirigente del settore della regione competente in materia di caccia e pesca con
le funzioni di segretario;
i) un
rappresentante dei dottori veterinari nominato dalla Federazione regionale
degli ordini della Calabria tra i singoli rappresentanti indicati da ogni
rispettivo ordine provinciale, esperto in problemi faunistici;
l) un
rappresentante del Corpo forestale dello Stato nominato su indicazione del
Coordinamento regionale. Ai componenti della Consulta viene riconosciuto, per
ogni giornata di seduta, il rimborso delle spese di viaggio documentate."
2. Il comma 6
dell'articolo 2 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente:
"6. La
regione e le province si avvalgono, a supporto delle attività proprie o
delegate in materia faunistico venatoria, dei pareri tecnici espressi
dall'Osservatorio faunistico venatorio regionale (OFVR) di cui all'articolo 7,
dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), da
enti e istituti di ricerca."
Art. 2
(Modifica dell'articolo 3 della l.r. 9/96)
1. Al comma 5
dell'articolo 3 della l.r. 9/96 la parola "INFS" è soppressa e
sostituita dalle seguenti: "Osservatorio faunistico venatorio regionale
(OFVR) e dell'ISPRA".
2. Alla fine
del comma 5 dell'articolo 3 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente periodo:
"L'attività di inanellamento degli uccelli a scopo scientifico può essere
svolta esclusivamente da titolari di specifica autorizzazione ai sensi
dell'articolo 4, comma 2, della legge 157/1992".
3. All'inizio
del comma 6 dell'articolo 3 della l.r. 9/96 dopo le parole "La Giunta
regionale" sono aggiunte le seguenti: "su parere dell'OFVR e
dell'ISPRA".
4. Il comma 7
dell'articolo 3 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente: "È fatto
obbligo a chiunque abbatte o rinviene uccelli inanellati di darne notizia
all'OFVR ed all'ISPRA o al comune nel cui territorio è avvenuto il fatto, il
quale provvede ad informare i predetti enti di ricerca."
Art. 3
(Modifica dell'articolo 5 della l.r. 9/96)
1. Il comma 2
dell'articolo 5 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente: "2. La Giunta
regionale, con il supporto dell'OFVR, attua la pianificazione di cui al comma 1
mediante il coordinamento dei piani faunistici-venatori
provinciali sulla base di criteri di cui l'ISPRA garantisce l'omogeneità e la
congruità e nel rispetto delle seguenti indicazioni:
a) destinare
una quota massima del 26 per cento del territorio agro-silvo-pastorale
alla protezione della fauna selvatica, comprendendo in essa tutte le aree ove
sia comunque vietata l'attività venatoria anche per effetto di altre leggi o
disposizioni;
b) destinare
una quota massima del 15 per cento del territorio agro-silvo-pastorale
provinciale ad ambiti privati di caccia, ivi compresi i centri privati di
produzione della fauna selvatica allo stato naturale, le zone di addestramento
e allenamento dei cani e per le zone per gare cinofile;
c) promuovere
sul rimanente territorio agro-silvo-pastorale forme
di gestione programmata della caccia;
d)
determinare, con apposito regolamento, i criteri per la individuazione dei
territori da destinare alla costituzione di aziende faunistico-venatorie,
di aziende agro-turistico venatorie e di centri privati di produzione della
fauna selvatica allo stato naturale;
e) determinare,
con apposito regolamento, i criteri e le modalità per la realizzazione di
miglioramenti ambientali a fini faunistico-venatori
ivi compresa la manutenzione e la creazione di zone umide artificiali."
2. Alla fine
del comma 3 dell'articolo 5 della l.r. 9/96 le parole "sentita la Consulta
Faunistica Venatoria Regionale" sono sostituite dalle seguenti:
"sentiti l'OFVR e la CFVR."
3. Dopo il
comma 4 dell'articolo 5 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente: "4 bis. Il
piano faunistico-venatorio regionale conserva la
propria efficacia anche dopo la scadenza del termine quinquennale sino
all'approvazione del nuovo piano".
Art. 4
(Modifica dell'articolo 6 della l.r. 9/96)
1. Il "comma
1 dell'articolo 6 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente:
"1. Ai
fini della pianificazione generale del territorio agro-silvo-pastorale.
le province, sentiti l'OFVR, le associazioni venatorie riconosciute e le
organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative operanti
nella provincia, predispongono con cadenza quinquennale i piani faunistico-venatori, con congruo anticipo rispetto
all'emanazione del piano faunistico regionale, e comunque non oltre il dieci di
maggio dell'anno di riferimento, al fine di consentire la regolare e puntuale
emanazione del calendario venatorio. La Regione, qualora le province non
approvino i piani faunistico-venatori nel termine
previsto, vi provvede in via sostitutiva, previa diffida ad adempiere entro
sessanta giorni dalla scadenza del termine."
2. Alla
lettera g) del comma 2 dell'articolo 6 della l.r. 9/96, dopo le parole "a
ripristino degli habitat naturali" sono aggiunte le seguenti: "nonché
alla creazione di zone umide artificiali".
3. All'inizio
del comma 4 dell'articolo 6 della l.r. 9/96 dopo le parole "Le Province
inoltre" sono aggiunte le seguenti: "sulla base delle indicazioni
fornite dall'OFVR".
4. La lettera
b) del comma 4 dell'articolo 6 della l.r. 9/96 è sostituita dalla seguente:
"b) i
piani di immissione di fauna selvatica e relativi criteri per la programmazione
e attuazione di reintroduzioni, ripopolamenti nonché di progetti di
introduzione di fauna selvatica presente nel territorio nazionale;".
5. Dopo il
comma 7 dell'articolo 6 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente:
"7 bis.
La Giunta regionale, con provvedimento da emanarsi entro novanta giorni dalla
pubblicazione della presente legge, provvede alla regolamentazione delle
procedure di risarcimento dei danni causati all'agricoltura dalla fauna
selvatica nel rispetto dell'articolo 26 della legge n. 157 del 1992."
Art. 5
(Modifica dell'articolo 7 della l.r. 9/96)
1. L'articolo
7 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente:
"Art. 7
Osservatorio faunistico venatorio regionale
1. Allo scopo
di favorire lo studio della biologia della fauna selvatica presente sul
territorio regionale, controllarne i rapporti con l'ambiente ed i comportamenti
in relazione alle modificazioni del territorio, la Giunta regionale istituisce
l'Osservatorio faunistico venatorio regionale (OFVR).
2. L'OFVR
viene istituito con provvedimento della Giunta regionale nel quadro del
potenziamento delle strutture tecniche dirette a qualificare l'intervento
regionale in materia di caccia, in particolare per predisporre lo studio della
biologia delle singole specie animali nei loro rapporti con l'ambiente al fine
dell'emanazione dei provvedimenti inerenti il controllo della fauna. In
particolare l'Osservatorio:
a) assicura la
raccolta, l'elaborazione e la diffusione dei dati necessari per la destinazione
e l'utilizzazione a fini faunistico-venatori del
territorio regionale, fornendo altresì elementi utili per la valutazione dei
danni alle produzioni agricole. dell'impatto della fauna selvatica sulle altre
attività antropiche, sulle immissioni, i censimenti, le stime, gli abbattimenti
e le azioni di controllo delle popolazioni selvatiche; fornisce inoltre ogni
dato utile al miglioramento ambientale, allo svolgimento sostenibile
dell'attività venatoria programmata, nel rispetto della normativa regionale,
nazionale ed internazionale, con particolare riferimento a quella comunitaria;
b) cura
l'elaborazione di relazioni, rapporti e resoconti previsti dalla normativa
regionale, nazionale e sovranazionale di riferimento; in particolare
all'Osservatorio ed alle sue sezioni territoriali è demandato il compito di
raccogliere e fornire dati utili sulla consistenza delle specie di fauna
selvatica che risultino stanziali o di passo migratorio sul territorio
calabrese, con particolare riferimento a quelle oggetto di prelievo venatorio;
c) cura in
modo specifico la raccolta e l'elaborazione dei dati relativi alle specie
selvatiche presenti sul territorio regionale, fornendo agli organi preposti
della Regione Calabria, incaricati dell'attività di pianificazione e di
programmazione venatoria di carattere generale, ogni elemento utile per stimare
la consistenza delle specie cacciabili che sostano anche provvisoriamente sul
territorio calabrese, censendo le stesse nel periodo di nidificazione e di
accrescimento della prole, determinando altresì l'inizio della migrazione delle
stesse dal territorio calabrese;
d) esegue
prevalentemente i censimenti sulle specie cacciabili in via ordinaria e sulle
specie cacciabili in deroga, sia durante la stagione venatoria che nel periodo
di chiusura generale della caccia; in particolare cura il monitoraggio, sul
territorio regionale, delle specie potenzialmente cacciabili a partire dalla
prima settimana di settembre ai sensi dell'articolo 18, comma 2, della legge
quadro n. 157/92, eseguendo censimenti sia nel periodo di arrivo e
stazionamento sul territorio regionale della fauna migratoria, per la
nidificazione o lo svernamento, che nell'imminenza dell'apertura della stagione
venatoria;
e) effettua
censimenti nell'ultima decade del mese di agosto, al fine di fornire dati
specifici circa l'inizio della migrazione, l'accrescimento e la dipendenza
della prole delle specie cacciabili all'apertura della caccia ai sensi
dell'articolo 18, comma 1, lettera b), legge 157/92;
f) effettua
altresì censimenti nel mese di febbraio, a partire dalla seconda decade, con
specifico riferimento a tutte le specie migratorie per le quali è consentita la
caccia nel mese di gennaio, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, lettera b),
legge 157/92, al fine di acquisire dati scientifici inerenti il periodo di
ritorno ai luoghi di nidificazione.
3. I
censimenti svolti dall'OFVR devono essere eseguiti su tutto il territorio
regionale con particolare preferenza per le aree protette, le quali, essendo
ubicate nelle zone di maggior pregio faunistico e ambientale, consentono forme
privilegiate di osservazione della fauna selvatica. Nel caso in cui
l'Osservatorio non riesca a fornire i dati scientifici necessari agli organi
regionali preposti per l'emanazione degli atti amministrativi di natura
programmatica in materia venatoria, l'apertura della caccia nel periodo
anteriore al 18 settembre, così come il prolungamento dell'attività venatoria
fino alla prima decade di febbraio ai sensi dell'articolo 18, comma 2 legge
157/92, sono rimesse al parere dell'ISPRA, con eccezione della caccia di
selezione agli ungulati ed ai nocivi, e si applicherà di conseguenza la
disciplina di cui all'articolo 18, comma 1, della legge quadro n. 157 del 1992.
La ricerca scientifica demandata all'Osservatorio deve svolgersi in modo non
cruento al fine di risultare compatibile con l'ineludibile principio della
conservazione e della tutela delle specie oggetto di studio.
4. L'Osservatorio
predispone i piani programmatici di miglioramento ambientale più idonei ad
assicurare alla fauna selvatica, con speciale riferimento a quella oggetto di
caccia, idonee zone di rifugio e di alimentazione sul territorio interessato
all'attività venatoria, con la previsione di programmi colturali a perdere,
esclusivamente destinati alla conservazione ed al sostegno della fauna
selvatica e ad una maggiore sostenibilità dell'attività venatoria, con
conseguente divieto di raccolta e taglio della vegetazione oggetto di tale
attività. La Regione Calabria individua, entro il termine di mesi sei
dall'istituzione dell'OFVR, gli incentivi economici, sotto forma di indennizzi,
di sgravi fiscali o di altra utilità economica, da destinare ai coltivatori i
cui fondi siano interessati dalla programmazione dì miglioramento ambientale
regionale in materia faunistico venatoria predisposta dall'OFVR; le zone destinate
al miglioramento ambientale regionale sono individuate sia lungo le principali
rotte di migrazione sia nelle zone meno vocate
all'attività venatoria al fine di aumentare l'attrazione della selvaggina per
tali aree e consentire un'ottimale distribuzione della pressione venatoria su
tutto il territorio regionale.
5.
L'Osservatorio esprime parere preventivo in relazione ai progetti, sia pubblici
che privati, per la creazione di zone umide artificiali regionali.
L'Osservatorio esprime parere obbligatorio in materia di immissione di fauna
selvatica, per ogni scopo, sul territorio regionale. L'Osservatorio è dotato di
una struttura centrale la cui composizione, fissata in un collegio composto da
cinque membri, di cui uno con funzioni di presidente, costituisce diretta
emanazione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione del patrimonio faunistico-venatorio, con la obbligatoria presenza:
a) di un
rappresentante della Regione Calabria nella qualità di Presidente;
b) un
rappresentante nominato dalle quattro associazioni venatorie maggiormente
rappresentative sul territorio regionale;
c) di un
rappresentante nominato dalle quattro associazioni ambientaliste maggiormente
rappresentative sul territorio regionale;
d) di un
rappresentante degli ATC;
e) un
rappresentante nominato dalle quattro associazioni degli agricoltori
maggiormente rappresentative sul territorio regionale.
6. Tutti i
componenti del collegio, nominati dal Presidente della Giunta regionale, sono
individuati fra candidati, muniti di diploma di laurea, di provata esperienza e
capacità nelle scienze biologiche, naturalistiche ed agroforestali e prestano
la propria attività a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese di viaggio
documentate; il rappresentante delle associazioni agricole può essere individuato
anche fra i dottori agronomi regolarmente iscritti all'albo professionale della
categoria di appartenenza da almeno tre anni. La procedura ed i criteri di
nomina sono specificati nel regolamento di attuazione dell'OFVR da emanarsi
entro sei mesi dall'istituzione del predetto ente regionale di ricerca.
7.
L'Osservatorio può articolarsi in una o più strutture periferiche.
8. L'OFVR cura
l'organizzazione dei corsi regionali per l'abilitazione all'esercizio della
caccia di selezione, la cui attività e organizzazione viene disciplinata dal
regolamento di attuazione dell'OFVR".
Art. 6
(Modifica dell'articolo 8 della l.r. 9/96)
1. Al comma 1
dell'articolo 8 della l.r. 9/96 le parole "e dell'INFS" sono
sostituite dalle seguenti: "nonché dell'OFVR e dell'ISPRA".
2. Dopo il
comma 6 dell'articolo 8 della l.r. 9/96, è aggiunto il seguente: "6 bis.
La Giunta regionale, sentito preliminarmente l'OFVR sui progetti pubblici o
privati presentati, disciplina le procedure e le prescrizioni relative alla
istituzione ed alla gestione delle zone umide artificiali di cui all'articolo 5
della presente legge, all'interno delle quali è tassativamente vietata l'immissione
di fauna selvatica."
Art. 7
(Modifica dell'articolo 9 della l.r. 9/96)
1. Al comma 1
dell'articolo 9 della l.r. 9/96 la parola "INFS" è sostituita dalle
seguenti: "OFVR e ISPRA".
2. Al comma 2
dell'articolo 9 della l.r. 9/96 dopo la parola "alla Provincia" sono
aggiunte le seguenti: "e all'OFVR".
3. Al comma 6
dell'articolo 9 della l.r. 9/96 le parole "80 ettari" sono sostituite
dalle seguenti: "20 ettari, con esclusione delle zone di addestramento per
cani da seguita le quali dovranno avere una superficie non inferiore a 50
ettari,".
Art. 8
(Modifica dell'articolo 12 della l.r. 9/96)
1. Alla fine
del comma 3 dell'articolo 12 della l.r. 9/96 le parole "non più di due
cacciatori autorizzati dal titolare medesimo" sono sostituite dalle
seguenti: "le persone autorizzate dal titolare medesimo. Qualora non si
preveda l'uso di richiami vivi, non ricorre la prescrizione dell'opzione di
caccia."
2. Al comma 5
dell'articolo 12 della l.r. 9/96 dopo le parole "per la caccia di
appostamento fisso'" vengono aggiunte le
seguenti: "con l'utilizzo di richiami vivi".
Art. 9
(Modifica dell'articolo 13 della l.r. 9/96)
1. Al comma 10
dell'articolo 13 della l.r. 9/96 le parole "per fucile a due colpi"
sono soppresse.
Art. 10
(Inserimento nella l.r. 9/96 dell'articolo 13
bis)
1. Dopo
l'articolo 13 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente:
"Art. 13 bis
Istituzione del numero verde antibracconaggio
1. Al fine di
salvaguardare il patrimonio faunistico regionale, anche attraverso forme di
cooperazione con la cittadinanza, viene istituito il numero verde
antibracconaggio per la segnalazione e la denuncia di fatti di reato in materia
ambientale che danneggiano gravemente l'ambiente e la corretta pratica
venatoria. Il numero verde antibracconaggio è gestito dall'Osservatorio
Faunistico".
Art. 11
(Modifica dell'articolo 14 della l.r. 9/96)
1. Al comma 1
dell'articolo 14 della l.r. 9/96 la parola "INFS" è sostituita dalle
seguenti: "OFVR e ISPRA".
2. Alla
lettera b) comma 3 dell'articolo 14 della l.r. 9/96, la parola "INFS"
è sostituita dalla seguente: "ISPRA".
3. Al comma 7
dell'articolo 14 della l.r. 9/96 la parola "INFS" è sostituita dalla
seguente: "ISPRA"; dopo le parole "verifichi l'inefficacia dei
predetti metodi, le province," sono aggiunte le seguenti: "su parere
espresso dell'OFVR".
Art. 12
(Modifica dell'articolo 16 della l.r. 9/96)
1. Al comma 1
dell'articolo 16 della l.r. 9/96 la parola "INFS" è sostituita dalla
seguente: "ISPRA"; dopo le parole "Ministero delle Risorse
Agricole, Alimentari e Forestali" sono aggiunte le seguenti: "e
dell'OFVR".
Art. 13
(Modifica dell'articolo 17 della l.r. 9/96)
1. Al comma 1
dell'articolo 17 della l.r. 9/96 le parole "un dipendente regionale che la
presiede" sono sostituite dalle seguenti: "un presidente, dipendente
regionale, in possesso del diploma di laurea attinente alle materie oggetto di
esame"; dopo le parole "esperto in vertebrati omeotermi" sono aggiunte
le seguenti: "un avvocato e un medico".
2. Al comma 4
dell'articolo 17 della l.r. 9/96 la parola "annualmente" è soppressa.
Art.14
(Modifica dell'articolo 18 della l.r. 9/96)
1. Dopo il
comma 1 dell'articolo 18 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente:
"1 bis.
L'importo della predetta tassa è dovuto nella misura del 50 per cento per i
soggetti che, alla data dell'apertura della stagione venatoria, abbiano
compiuto settanta anni nonché per coloro che alla medesima data non abbiamo
compiuto venti anni".
Art. 15
(Modifica dell'articolo 20 della l.r. n.
9/96)
1. Alla fine
del comma 1 dell'articolo 20 della l.r. 9/96 le parole "da lire 100.000 a
lire 1.000.000" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 51,65 a euro
516,00".
2. Alla fine
del comma 2 dell'articolo 20 della l.r. 9/96 le parole "da un minimo di
lire 25.000 ad un massimo di lire 100.000" sono sostituite dalle seguenti:
"da un minimo di euro 12,91 ad un massimo di euro 51,65."
3. Al comma 3
dell'articolo 20 della l.r. 9/96 le parole "da un minimo di lire 100.000
ad un massimo di 500.000" sono sostituite dalle seguenti: "da un
minimo di euro 51,65 ad un massimo di euro 258,23."
4. Alla fine
del comma 4 dell'articolo 20 della l.r. 9/96 le parole "da lire 50.000 a
lire 500.000 sono sostituite dalle seguenti: "da euro 25,82 ad euro
258,23."
5. Dopo il
comma 4 dell'articolo 20 della l.r. 9/96 è aggiunto il seguente:
"4 bis.
Per quanto non altrimenti previsto dalla presente legge, si applicano le
disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale.
Depenalizzazione)".
Art. 16
(Sostituzione dell'articolo 22 della l.r.
9/96)
1. L'articolo
22 della l.r. 9/96 è sostituito dal seguente:
"Art. 22
Utilizzazione dei proventi regionali
1. A decorrere
dall'anno finanziario successivo a quello di entrata in vigore della presente
legge, le entrate derivanti dal gettito delle tasse sulle concessioni regionali
per l'esercizio venatorio, per appostamenti fissi, per aziende turistico-venatorie, per centri privati di produzione di
selvaggina e le somme riscosse quale provento delle sanzioni amministrative,
sono utilizzate dalla Regione per realizzare i fini della presente legge e
delle altre leggi regionali in materia faunistico-venatoria.
2. La Regione
determina annualmente, con legge di approvazione del bilancio ed in misura non
inferiore ai proventi delle tasse di concessione regionale e delle sanzioni
amministrative previste nella presente legge, le risorse complessivamente
destinate agli interventi seguenti:
a) nella
misura del 50 per cento a favore delle province per la realizzazione dei piani
faunistici venatori di cui all'articolo 6, dei piani di miglioramento
ambientale, e per l'eventuale acquisto di fauna selvatica a scopo di
ripopolamento di cui il 30 per cento da ripartire in eguale misura tra le
province stesse;
b) nella
misura del 10 per cento a favore delle province per il finanziamento dei fondi
per risarcimento danni alle produzioni agricole, per l'organizzazione di corsi
di preparazione al conseguimento dell'abilitazione venatoria e per l'esercizio
delle funzioni delegate;
c) nella
misura del 2 per cento a favore dei comuni per le funzioni delegate;
d) nella
misura dell'8 per cento da destinare a contributi regionali per l'utilizzo dei
fondi chiusi e dei terreni agricoli inclusi nel piano faunistico venatorio;
e) alle
associazioni venatorie nazionali riconosciute operanti con strutture
organizzate sul territorio regionale, quale concorso per la collaborazione alle
operazioni di ripopolamento, di vigilanza, di prevenzione incendi, di educazione
venatoria-ambientale, nella misura del 10 per cento
di cui il 30 per cento da ripartire in eguale misura tra le associazioni stesse
ed il rimanente 70 per cento in proporzione alla loro documentata consistenza
associativa;
f) il 20 per
cento nella disponibilità della Giunta regionale, di cui la metà per il
funzionamento dell'OFVR e ,'altra metà per iniziative di interesse regionale a
favore della fauna e dell'ambiente, di propaganda, di acquisto pubblicazioni e
materiali di educazione venatoria e ambientale, di organizzazione convegni e
manifestazioni, per l'espletamento delle stesse funzioni attribuite nonché
eventuali contributi ad enti e associazioni operanti nel settore. Gli importi
non utilizzati nell’anno di riferimento vengono rescritti a bilancio per l'anno
successivo e ripartiti secondo le quote di cui al presente articolo.
3. Le
amministrazioni provinciali presentano annualmente entro il 30 giugno, insieme
alle proposte programmatiche, la relazione sull'attività svolta e sulla
utilizzazione fatta dalle assegnazioni ricevute nell'anno precedente con
l'indicazione dei relativi provvedimenti di bilancio, nonché il rendiconto
delle spese effettuate nell'anno precedente nell'esercizio delle funzioni ad
esse delegate in materia faunistico-venatoria. La
Regione, qualora le province non adempiano a quanto previsto dal comma 3 del
presente articolo, vi provvede in via sostitutiva, previa diffida ad adempiere
entro sessanta giorni dalla scadenza del termine, mediante la nomina di un
Commissario al quale è altresì demandata la verifica di eventuali danni
cagionati alla Regione Calabria.
4. Le
amministrazioni provinciali utilizzano le assegnazioni disposte dalla Regione,
con l'osservanza delle destinazioni programmate.
Art. 17
(Abrogazioni e disposizioni transitorie)
1. Il comma 4
dell'articolo 24 della l.r. 9/96 è abrogato.
2. A partire
dalla decima legislatura è soppresso l'Ufficio del Garante della Caccia, di cui
ai commi 6 bis e 6 ter dell'articolo 2 della l.r.
9/96.
Art. 18
(Clausola di invarianza della spesa)
1.
All'attuazione della presente legge si provvede nell'ambito delle risorse
finanziarie già previste a legislazione vigente e comunque senza nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 19
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
2. Limitatamente
alla predisposizione del calendario venatorio da parte dell'assessorato
competente, l'entrata in vigore della presente legge è differita al 1° gennaio
2014.
Art. 1
(Modifiche ed integrazioni alla l.r. 69/2012)
1. Alla legge
regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo
ordinamentale e finanziario -collegato alla manovra
di finanza regionale per l'anno 2013) sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1
dell'articolo 3 le parole: "e prestazioni d'opera professionale” sono
soppresse;
b) al comma 2,
dell'articolo 6 la parola: "leasing" è sostituita dalle seguenti:
"locazione finanziaria".
Art. 2
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
vista la
comunicazione della Commissione in materia di informazione e promozione dei
prodotti agricoli (COM (2012) 148);
vista la legge
regionale statutaria 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria) e
successive modificazioni;
vista la
deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005 n. 5 (Regolamento interno
del Consiglio regionale) e successive modificazioni;
visti:
l’art. 5 del
Trattato sull’Unione Europea, che prevede che “nei settori che non sono di sua
competenza esclusiva l’Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi
dell’azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli
Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma
possono, a motivo della portata o degli effetti dell’azione in questione, essere
conseguiti meglio a livello di Unione”;
l’art. 117,
comma 5 della Costituzione che prevede che “le Regioni e le province autonome,
nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla
formazione degli atti normativi comunitari”;
viste:
la legge 24
dicembre 2012, n. 234 recante: “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia
alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
europea”;
la legge
regionale 5 gennaio 2007, n. 3, recante <<Disposizioni sulla partecipazione
della Regione Calabria al processo normativo e comunitario e sulle procedure
relative all’attuazione delle politiche comunitarie>>;
considerato
che:
il settore
agroalimentare dispone delle potenzialità per essere un settore forte e
stimolante per la crescita economica e l’innovazione negli Stati membri, in
particolare nelle zone rurali e a livello regionale, incrementando i redditi
agricoli, creando occupazione e generando crescita;
le misure di
informazione e di promozione svolgono un ruolo primario dovendo contribuire al
raggiungimento di una maggiore redditività dei prodotti, per conseguire una
maggiore equità competitiva nei mercati esterni e per fornire maggiori e
migliori informazioni ai consumatori;
la
consultazione pubblica sul “Libro verde sulla Politica di informazione e
promozione dei prodotti agricoli: una strategia a forte valore aggiunto europeo
per promuovere i sapori dell’Europa” si è incentrata in particolare
sull’esigenza di delineare una strategia di promozione ed informazione mirata e
ambiziosa, in grado di valorizzare al meglio le enormi risorse del settore
agricolo ed agroalimentare europeo;
valutata la
rilevanza della citata Comunicazione della Commissione oggetto del presente
Ordine del giorno;
considerata
l’importanza di rafforzare il dialogo tra i livelli parlamentari anche sugli
aspetti di merito delle proposte e delle iniziative presentate dalla
Commissione europea alla luce dei recenti sviluppi del dialogo politico tra
Parlamenti nazionali e Commissione europea;
tenuto conto
che la 2^ Commissione consiliare permanente nella seduta del 16 maggio 2013,
dopo approfondita ed articolata discussione, ha preso atto e condiviso il
documento predisposto dai competenti uffici del Dipartimento agricoltura e
della stessa Commissione;
ravvisata
comunque l’opportunità di far pronunciare l’Assemblea stante la rilevanza delle
tematiche di seguito indicate;
udita la relazione del Consigliere Imbalzano
Tutto ciò
premesso e considerato
assume la
decisione
di sottoporre
al Parlamento Italiano nell’ambito del dialogo politico posto in essere con le
istituzioni europee, le proprie considerazioni in ordine alla Comunicazione
della Commissione sulla politica di informazione e promozione dei prodotti
agricoli nei termini di seguito indicati:
Relativamente
al profilo della sussidiarietà e proporzionalità:
al paragrafo 4
ORIENTAMENTI PER LA RIFORMA
punto 4.5. (Una gestione più semplice e
razionale) della Comunicazione:
La gestione
diretta dei programmi da parte della Commissione finalizzata ad una gestione
più semplice e razionale dei programmi, ancorché esternalizzata,
potrebbe configurare un deciso accentramento delle politiche di informazione e
di comunicazione, non giustificato da reali esigenze di esercitare quelle
funzioni amministrative in capo alla Commissione.
Non si
comprende come tale gestione diretta possa rendere più efficiente il
procedimento amministrativo.
Dalle
consultazioni contenute nel libro verde si rileva l’esigenza di ridurre i tempi
di istruttoria e di approvazione delle proposte di programmi.
L’inserimento
di termini ancorché ordinatori per la conclusione del procedimento o comunque
l’impegno a fissare in sede legislativa termini più certi avrebbe potuto
corrispondere maggiormente alle richieste formulate dal partenariato.
Relativamente
al profilo del merito:
al paragrafo 3
OBIETTIVI DELLA FUTURA POLITICA DI PROMOZIONE
Pur
condividendo l’articolazione della politica di informazione e di comunicazione
nei quattro obiettivi indicati al paragrafo 3, risultano deboli i riferimenti
alle produzioni di qualità, riconosciute tali da norme comunitarie, nazionali e
regionali.
al paragrafo 4
ORIENTAMENTI PER LA RIFORMA
La
Comunicazione al punto 4.1.1 (Beneficiari) richiama in modo troppo generico il
tema dell’inserimento dell’impresa privata nella politica agricola europea, non
più solo mediata dalle organizzazioni professionali, ma aperta ad un suo
coinvolgimento diretto.
Questa
genericità può essere superata ad esempio prevedendo il coinvolgimento di
istituzioni pubbliche locali e/o enti di rappresentanze come le camere di
commercio (soluzione prospettata anche nel libro verde) ovvero prevedendo, tra
i soggetti beneficiari, i partenariati pubblico privati e non la singola
impresa, in quanto tali formazioni sono di garanzia per riconoscere nel
programma un qualche interesse pubblico.
In ogni caso
andrebbero chiarite le modalità di coinvolgimento dell’interesse privato ed i
benefici che ad esso possono discendere dalla realizzazione del progetto nei
termini indicati dallo stesso libro verde al paragrafo 5.4 laddove si precisa
“i privati non beneficiano di finanziamenti dell’Unione ma solo delle
infrastrutture e delle attività trasversali previste dal programma”.
Al punto
4.1.2. (Prodotti e temi ammissibili) con riferimento al tema della qualità dei
prodotti sarebbe opportuno prevedere il riferimento anche a quelli tutelati da
norme nazionali e regionali (osservazione sostenuta anche dalla regine
Lombardia).
Al punto
4.1.4. (I marchi) si condividono le osservazioni formulate dal CESE che osserva
che “La normativa in tema di promozione deve chiarire il ruolo dei marchi e
l’equilibrio tra la promozione generica e quella riguardante i marchi privati ….
dovrebbe essere consentito di indicare l’origine del prodotto anche per quei
prodotti che non rientrano in una denominazione di origine o in una indicazione
geografica protetta. Il Concetto di origine nell’UE dovrebbe essere veicolato
mediante slogan generali che non compromettano il diritto dei consumatori ad
essere informati correttamente”.
Al punto 4.4.
(Politica di promozione in tempi di crisi) si osserva che quanto previsto dalla
comunicazione non dà alcuna garanzia sulla rilevazione delle politiche europee
per il rilancio dei settori in crisi che invece necessitano ancora oggi di
sostegno.
Questa osservazione
scaturisce dal fatto che l’agricoltura calabrese si caratterizza per frequenti
periodi di crisi che necessitano di una pronta risposta da parte delle
istituzioni.
La realtà
calabrese è ancora più sensibile alle crisi di settore e necessita pertanto di
focalizzare una parte delle risorse per la promozione e l’informazione sui
settori più sensibili.
Sul punto si
condividono le conclusioni del CESE laddove richiedono la definizione di un
meccanismo automatico e semiautomatico che aiuti le economie colpite dalle
crisi alimentari.
Sulla base di
quanto precede si rileva l’opportunità di inviare le osservazioni che
costituiscono parte integrante:
alle
Commissioni di merito e competenti in materia di affari europei della Camera
dei Deputati e del Senato della Repubblica;
al Ministro
per le politiche europee;
alla
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, affinché abbia la massima diffusione tra le Assemblee
legislative regionali e delle Province autonome.
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
la provincia di Reggio Calabria ha presentato, nell’ambito della realizzazione
del Piano Strutturale Strategico della Città Metropolitana, la proposta
progettuale per la realizzazione di una strada di collegamento “mare-monti” nei
tratti di dismissione ANAS, tra i comuni di Scilla e Bagnara;
considerato che
tale progettualità offrirebbe altresì l’opportunità di assicurare una viabilità
alternativa rispetto alla nuova arteria autostradale in corso di completamento
in quanto si rivelerebbe di particolare importanza per la ricezione degli
ordinari flussi veicolari e soprattutto in situazioni di emergenza che
richiedono il tempestivo impiego delle varie componenti di soccorso del sistema
di protezione civile, tenuto conto della classificazione della provincia
Reggina tra le aree ad alto rischio sismico oltre che interessate da gravi
fenomeni di dissesto idrogeologico;
dato atto che
la Provincia stessa ha trasmesso al Presidente dell’ANAS Ing. Piero Ciucci lo
studio di fattibilità e miglioramenti rispetto alle esigenze che andranno a
manifestarsi;
atteso che in
data 21.02.2013 con nota protocollo 1208, il Prefetto di Reggio Calabria, ha
sottoposto all’attenzione dei Ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture,
nonché all’Amministratore Unico ANAS l’ipotesi di mantenimento in esercizio dei
tratti dismessi del vecchio tracciato autostradale A3 Sa-Rc,
compresi tra Scilla e Bagnara, al fine di valutare la
possibilità che vengano sospese le procedure finalizzate alla demolizione;
considerato altresì
che l’ANAS, con nota del 15.04.2013 ha inviato al Prefetto di Reggio Calabria
una nota nella quale sostiene che permangono vincoli di realizzabilità che non
hanno consentito di dare seguito alle precedenti richieste (non sostenibilità
ambientale e paesaggistica), ma che comunque l’ANAS non è contraria
all’eventuale uso di vecchie strutture dell’autostrada in disuso;
Tutto ciò
premesso e stante l’importanza sollevata e gli effetti benefici che potranno
derivare all’intero comprensorio ed in particolare alle popolazioni
direttamente interessate;
Impegna
il Presidente
della Giunta regionale a mettere in moto tutte le procedure istituzionali,
tecniche ed amministrative, per superare i vincoli allo stato esistenti, con
l’obiettivo che il vecchio tracciato autostradale della corsia Sud della Salerno-Reggio Calabria, tra i Comuni di Scilla e Bagnara, venga utilizzato per la realizzazione del progetto
in parola.
Il Consiglio regionale
premesso che:
in Calabria vi
sono circa 5000 lavoratori LSU LPU;
questi
lavoratori sono indispensabili per i Comuni calabresi, senza i quali
chiuderebbero molti servizi fondamentali;
oggi, 21
maggio 2013, si è tenuto un incontro a Roma richiesto dai Deputati del
centrosinistra, fra il Ministro del Lavoro Giovannini, il Sottosegretario Jole
Santelli e i Deputati Ferdinando Aiello, Enza Bruno Bossio, Bruno Censore e Demetrio Battaglia per discutere le
problematiche degli LSU – LPU
Impegna
il Presidente
della Regione e la Giunta regionale, visto l’importante incontro tenutosi oggi
a Roma, a chiedere in maniera urgente un tavolo tecnico politico fra Governo,
Regione e Parti sociali per discutere e trovare una soluzione definitiva per la
stabilizzazione di tutto il precariato LSU – LPU.
Il Consiglio regionale
premesso che:
in Italia gli
audiolesi sono circa cinque milioni, di cui almeno 60 mila sordi perlinguali
per i quali l’apprendimento della lingua parlata è particolarmente complesso e
richiede anni di terapia logopedia;
l’apprendimento
della Lingua Italiana dei Segni (LIS) come prima lingua facilita il percorso
scolastico e l’integrazione sociale;
la convenzione
dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata anche
dall’Italia, ha riconosciuto la Lingua dei Segni e ne ha promosso
l’acquisizione negli stati membri, così come ha fatto l’Unione Europea con due
successive risoluzioni;
oltre 44 paesi
nel mondo, hanno già ufficializzato una propria Lingua dei Segni mentre in
Italia manca il riconoscimento ufficiale della LIS;
in Calabria
gli audiolesi sono circa 3.000;
il
riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni, oltre a rappresentare una
conquista di civiltà, è una necessità non più procrastinabile per consentire la
piena integrazione dei soggetti audiolesi nella società civile e per garantire
loro i diritti di uguaglianza previsti dalla Costituzione.
Tanto premesso
Si Impegna
a
sensibilizzare il Parlamento Italiano affinché approvi con sollecitudine una
legge per il riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni.