IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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64.

 

SEDUTA DI VENERDI’ 03 MAGGIO 2013

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,52

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 226/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Bruno Censore, dimissionario”

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto perché prima di procedere alla Riforma dell’Afor bisogna fare due adempimenti preliminari che riguardano la surroga di due consiglieri regionali che sono stati eletti al Parlamento nazionale.

Il primo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 226/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Bruno Censore, dimissionario”.

Do lettura del verbale, per come è stato predisposto dagli uffici.

“Il Consiglio regionale

dato atto che con lettera in data 30 aprile 2013 acquisita agli atti in pari data, protocollo generale numero 19791, Bruno Censore ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;

considerato che a norma dell’articolo 16 della legge regionale 17 febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;

che, pertanto, si deve procedere alla surroga del consigliere dimissionario, ciò nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di legge;

considerato, infine, così come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Vibo Valentia per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 7 avente il contrassegno “Partito democratico - PD” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario è riportato, quale primo dei non eletti il candidato Giamborino Pietro con cifra individuale 3.090;

delibera

di attribuire al candidato Pietro Giamborino, nato a Vibo Valentia il 4 febbraio 1957, il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Bruno Censore”.

Pongo in votazione il verbale, così come è stato letto.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Il consigliere Pietro Giamborino, se presente in Aula, può prendere posto nei banchi del Consiglio regionale con gli auguri più affettuosi del Presidente e dell’Assemblea.

(Applausi. Il consigliere Giamborino prende posto tra i banchi dei gruppi di centro sinistra)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 227/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Giovanni Emanuele Bilardi, dimissionario”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 227/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Giovanni Emanuele Bilardi, dimissionario”.

Do lettura del verbale, per come è stato predisposto dagli uffici.

“Il Consiglio regionale

dato atto che con lettera in data 30 aprile 2013 acquisita agli atti in pari data agli atti, protocollo generale numero 19844, Giovanni Emanuele Bilardi ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;

considerato che a norma dell’articolo 16 della legge regionale 17 febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;

che, pertanto, si deve procedere alla surroga del consigliere dimissionario, ciò nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di legge;

considerato, infine, così come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 15 avente il contrassegno “Scopelliti Presidente” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario è riportato, quale primo dei non eletti, il candidato Pietro Crinò con cifra individuale 4.656;

delibera

di attribuire al candidato Pietro Crinò il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Giovanni Emanuele Bilardi”.

Possiamo mettere in votazione il verbale, così come è stato letto.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Il consigliere Pietro Crinò, se presente in Aula, può prendere posto nei banchi del Consiglio regionale.

(Applausi. Il consigliere Pietro Crinò prende posto tra i banchi dei gruppi di centro destra)

PRESIDENTE

Abbiamo concluso le sostituzioni e le surroghe dei consiglieri regionali ed il Consiglio regionale è nella pienezza del proprio consenso perché tutti i consiglieri sono stati sostituiti rispetto a quelli che sono stati eletti.

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che ha per oggetto il personale dipendente della Regione Calabria, ex Lsu-Lpu, stabilizzato nel 2008.

PRESIDENTE

Il consigliere De Gaetano chiede l’inserimento di una mozione all’ordine del giorno. Se non ci sono interventi contrari pongo in votazione la richiesta del consigliere De Gaetano.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 456/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Chiappetta, Dattolo, Serra, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna – Azienda Calabria Verde”

PRESIDENTE

Procediamo adesso con l’unico punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 456/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Chiappetta, Dattolo, Serra, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna – Azienda Calabria Verde”.

Il consigliere Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Prego i colleghi consiglieri di ascoltare in Aula in silenzio la relazione del consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Grazie, signor Presidente, intanto confermo la comunicazione da lei data, l’elezione da parte del gruppo “Scopelliti Presidentedel consigliere Alfonsino Grillo a Presidente del gruppo.

Ho aderito alla richiesta di introdurre i lavori relativi all’esame della proposta di legge recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna – Azienda Calabria Verde” in quanto la proposta di legge in esame ricalca, sostanzialmente, anche se con alcune modifiche, la proposta esaminata nello scorso mese di luglio da questo Consiglio regionale ed approvata a maggioranza.

Nel corso di questo Consiglio, quale Presidente della Commissione bilancio ed attività produttive, ero stato il relatore.

Poiché questo disegno di legge che andiamo oggi ad esaminare è pervenuto solo ieri informalmente in Commissione ritengo che lo stesso non possa che essere esaminato direttamente dal Consiglio regionale, soprattutto nelle parti modificative del testo precedente, partendo da un presupposto che non deve sfuggirci neanche per un istante e corredandolo della relazione illustrativa e della relazione tecnico-finanziaria che ancora non abbiamo visto, per la verità.

Questa riforma, colleghi consiglieri, scaturisce dalla ineludibile necessità di superare una situazione di autentico incaglio che si è venuta a creare dopo l’approvazione della legge regionale di soppressione dell’Afor, la numero 9 del 2007, per le tante difficoltà sopraggiunte nella fase di definizione della procedura di liquidazione e sulle quali non intendo, certo, soffermarmi per motivi di tempo.

Siamo però tutti coscienti che solo mettendo a sistema funzioni e risorse, definendo principi e regole di buona governance, si poteva e si può pervenire ad un positivo e proficuo risultato nell’ottica di una ripresa di efficienza e di efficacia dell’azione pubblica regionale e dello stesso ente che andiamo a riformare.

E’ il momento, cari colleghi, della responsabilità collettiva ed oggi più che mai siamo convinti che con il quadro economico nazionale attuale non si possa continuare più a far finta di niente.

La montagna e la foresta calabresi, i forestali della nostra regione devono trovare la giusta valorizzazione per intraprendere un percorso virtuoso nella garanzia di una loro tutela lavorativa.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di fare un po’ di silenzio.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Non servono più né guerre di religione né posizioni preconcette aprioristiche. Da questo punto di vista devo dare anzitutto atto al senso di responsabilità e all’equilibrio del sindacato in particolare di quel sindacato che difende senza oltranzismi gli interessi dei lavori e sono preoccupati per le prospettive del settore.

Ho avuto modo di constatarlo personalmente ed in ripetute occasioni, nei mesi scorsi, nel corso degli incontri che hanno anticipato l’approvazione del precedente disegno di legge.

A loro vogliamo ribadire anche oggi che siamo fortemente preoccupati per le prospettive dei forestali e della forestazione calabrese e che, superato, ormai, lo scoglio della troppo enfatizzata questione della scelte tra ente pubblico economico e non, con la costituzione di un ente strumentale della Regione Calabria con personalità giuridica di diritto pubblico, occorrerà un comune duro lavoro per modernizzare un settore troppo demonizzato dai media nazionali.

In sostanza i forestali ed i sindacati devono sapere, oggi come ieri, che la riforma serve soprattutto a dare un futuro dignitoso ai lavoratori ed una prospettiva seria al comparto.

Di questo processo essi sono parte essenziale da oggi ma in particolare da domani. Noi saremo sempre loro accanto per individuare le migliori soluzioni possibili e difendere i loro giusti diritti.

Proprio la proposta di legge che è alla nostra attenzione è stata oggetto di un approfondito, prolungato e responsabile esame in incontri successivi tra sindacato, dipartimento agricoltura e l’assessore Trematerra.

L’iter di questa proposta è stato, certo, travagliato e c’è stata una discussione a tutti i livelli ampia, aperta ed a tratti anche dura.

Sono state affrontate con serietà e responsabilità tutte le criticità nella piena consapevolezza che non esistono riforme perfette ma nelle condizioni attuali quella in esame è forse la migliore possibile.

Si era lavorato per mesi per elaborare soluzioni tecniche in grado di favorire la definitiva approvazione della riforma. I contributo forniti e lo sforzo profuso hanno portato alla definizione della proposta di legge che accoglie le richieste ed i miglioramenti sollecitati in particolare dal sindacato.

Come possiamo verificare l’articolato contiene una serie di disposizioni normative atte non solo a razionalizzare i costi della nuova azienda.

Il risultato a cui si è pervenuti per quanto possibile, è certamente, assai apprezzabile. Ripeto che la riforma è riferita ad un settore rimasto per troppo tempo incagliato.

E’ stata posta a suo tempo in liquidazione l’azienda Afor senza tener conto della rilevante massa creditoria che la stessa esponeva nei suoi bilanci nei confronti della stessa Regione.

Attenzione colleghi, la paventata riduzione dei trasferimenti statali che consentono oggi di onorare le obbligazioni giuridiche passive nei confronti del personale Afor è un problema sempre attuale ma la strada ipotizzata dalla riforma non ha alternative.

Queste problematiche permangono ed è per questo che nella discussione che seguirà occorrerà tener conto della notevole difficoltà di risolvere tutti i problemi legati al settore anche se dobbiamo avere la piena consapevolezza che una fase storica è definitivamente in via di esaurimento.

Qualche sottolineatura la ritengo necessaria però sulle parti essenziali della legge. Per quanto riguarda gli organi riteniamo ragionevole che un ente strumentale della Regione Calabria, essendo ente di gestione, sia guidato non da un organo politico come il consiglio di amministrazione ma da un organo più tecnico, snello, immediato, esecutore della programmazione e pianificazione regionale con un direttore generale coadiuvato da un direttore amministrativo e da un direttore tecnico.

Mentre il coordinamento circa l’attuazione delle linee generali di indirizzo dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna e la verifica del conseguimento degli obiettivi è demandata all’attività di un Comitato tecnico di indirizzo composto da esperti a titolo gratuito che relazioneranno alla Giunta regionale.

Importante secondo noi è l’articolazione territoriale su base distrettuale in funzione della peculiarità della superficie forestale e degli indicatori fisico-geografici, demografici e socio-economici mentre l’organizzazione dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna è contenuta in un atto aziendale.

Di particolare rilievo sono le norme in materia di personale. La grande vessata quaestio del disegno di legge precedente che prevedono che la pianta organica dell’azienda sia coperta mediante il personale transitato dall’Azienda forestale della Regione Calabria in liquidazione, da quella delle comunità montane soppresse e da quella trasferita con mandato dalla Regione Calabria.

Ma quello che più è importante è che il personale mantiene il regime contrattuale in essere al momento dell’approvazione di questa legge.

Significativa, altresì, è la previsione per la realizzazione dei progetti istituzionali. L’Azienda regionale utilizzerà anche le risorse di competenza dei settori funzionali di riferimento previsti nell’ambito della programmazione comunitaria in conformità alle regole da questa stabilite.

L’articolo 12 contiene una serie di disposizioni normative atte a razionalizzare i costi della nuova azienda e nel contempo a ripianare la situazione debitoria dell’azienda in liquidazione.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto altrimenti con il vociare non si capisce assolutamente nulla.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Da sottolineare l’importanza data dal sistema di vigilanza della nuova azienda. Questo fatto, innovativo sicuramente, sarà assicurato dai dipartimenti agricoltura, foreste e forestazione come era naturale ma anche dai dipartimenti bilancio e dal dipartimento controlli.

In definitiva noi crediamo che la proposta di legge rappresenti una riforma coraggiosa oltre che ineludibile. Di questo va dato ampiamente atto all’assessore Trematerra e al dipartimento guidato dal professor Zimbalatti che hanno lavorato, unitamente alla Commissione, nei mesi scorsi, con passione e grande impegno.

Essa va – e concludo – in direzione degli interessi dei forestali calabresi e ci auguriamo possa consentire nel medio termine la piena valorizzazione della montagna e delle foreste della nostra regione.

Desidero, altresì, sottolineare il senso di responsabilità dei colleghi della minoranza.

Ho letto ieri sera una assai responsabile dichiarazione del consigliere Principe. Non dimentichiamo che questa è una riforma che avrà certamente un forte e positivo impatto sull’opinione pubblica calabrese in quanto ci consentirà finalmente di voltar pagina.

Ci auguriamo, finalmente, di non essere costretti a subire la facile demagogia di coloro che sulla grande stampa in questi anni si sono troppo spesso esercitati al tiro al bersaglio sulla credibilità di questa Regione, grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Grazie, Presidente. Ricordo che sull’argomento sono già intervenuto circa 8 mesi fa, perché 8 mesi fa facemmo in solitaria una discussione; la giornata era estiva, molto calda ed avevamo moltissimi operai preoccupati per il loro futuro fuori dal Palazzo.

Ricordo quell’agosto 2012 per dire che sono passati molti mesi di lavoro rispetto a questa riforma. Molta interlocuzione c’è stata fra la politica ed i corpi sociali. Devo ringraziare quelli che mi hanno sopportato per un pezzo e supportato tantissimo affinché poi si arrivasse ad oggi ad uno schema di riforma che, a quanto pare, trova finalmente una larga condivisione.

Devo ringraziare tutto il mio dipartimento che alacremente ha lavorato in questi mesi per accogliere i suggerimenti, i consigli e gli emendamenti che via via sono arrivati. Tutto per cercare di realizzare questa riforma che è lo start up per una nuova forestazione in Calabria, per renderla più esigibile e più al passo con i tempi e per dare anche una immagine diversa di quello che spesso, purtroppo, anche i media nazionali hanno voluto rappresentare in maniera molto strumentale; è  un settore su cui si può dire, sicuramente, che ci siano delle ombre ma ci sono anche molte luci se è vero, come è vero, che la nostra regione, pur soffrendo come moltissime regioni italiane del grave problema che riguarda il dissesto idrogeologico, in questo e per questo motivo non è ai primi posti negli interventi per limitare il dissesto idrogeologico.

Se questo è vero, lo è sia per l’attività che in questi anni è stata svolta da questo settore sia per gli interventi che via via sono stati fatti, interventi importanti che abbiamo realizzato anche attraverso l’utilizzo dei fondi Fas non ultimo quello delle cosiddette “fiumare pulite” che ha consentito di liberare molte fiumare da quelli che erano possibili rischi di dissesto idrogeologico.

Oggi penso che noi raggiungiamo un duplice scopo; da un lato quello di sanare ciò che la politica aveva causato: un precariato che vorrei definire istituzionale perché avevamo moltissimi lavoratori che non hanno avuto per molti anni la certezza di che cosa si voleva fare per la forestazione in Calabria.

Saniamo quindi un vulnus che riguarda gli operai, ma questo non deve bastare.

Noi non possiamo fare una riforma semplicemente pensando al personale – e ci abbiamo pensato – la mediazione con i partiti politici di opposizione anche è stata forte ed abbiamo accolto moltissimi dei loro suggerimenti e dei loro emendamenti, ma non può essere solo ed esclusivamente questa la natura della riforma perché altrimenti rischieremmo di fare quello che è stato fatto nel passato: creare strutture solo ai fini assistenziali senza aver poi sul territorio le ricadute sperate.

Ha un costo tutto questo: ha un costo economico e sociale e noi dobbiamo, sì garantire il personale ma dobbiamo garantire tutta la comunità calabrese che deve avere certezza che i soldi spesi in questo settore siano spesi per riqualificare il territorio, per risanare il territorio, per diminuire il dissesto idrogeologico e per far in modo che questa stessa azienda che porta un nome molto significativo - in quanto non sarà più denominata Afor ma Azienda Calabria Verde – possa veramente testimoniare che si può fare un buon uso delle proprie risorse, un uso eco-sostenibile ed eco-compatibile, mettendo a disposizione il nostro patrimonio boschivo in maniera intelligente, proficua ed anche in prospettiva.

Abbiamo fatto anche altro in questi mesi, lo voglio ricordare perché non basta solo avere un ente strumentale per utilizzare a pieno le nostre risorse.

Abbiamo anche approvato una legge sulla forestazione che prevede norme che in alcuni casi possono essere anche molto stringenti ma sicuramente certe su come sia possibile utilizzare il nostro grande patrimonio boschivo.

Abbiamo fatto scelte che sono, sì dolorose, ed oggi per esempio abbiamo fatto la scelta di porre fine ad un istituto intermedio che erano le comunità montane non chiudendo assolutamente la porta a quelle che potrebbero essere le future e nascenti Unioni dei comuni montani.

Se ciò dovesse verificarsi e se i comuni hanno intenzione fra di loro di associarsi per avere queste funzioni la Regione sicuramente non si opporrà a questa possibilità ma semmai favorirà la nascita della Unione dei comuni montani; questo non confligge, assolutamente, con la legge che, ritengo contenga in sé i presupposti per rendere la forestazione diversa rispetto a quello che è stata nel passato.

C’è quindi la disponibilità di guardare all’istituzione di Unione dei comuni montani, c’è la possibilità di ristrutturare anche la tipologia del lavoro da parte degli operai idraulico-forestali. Probabilmente l’organizzazione, così com’è, è obsoleta e noi vogliamo confrontarci anche su che modello organizzativo vogliamo dare alla nuova azienda perché dobbiamo essere in condizione di dare un modello organizzativo che non solo sia più efficiente ma sia anche più facilmente controllabile, affinché si abbia la certezza di chi in quel momento sta lavorando e che cosa sta facendo per evitare gli errori del passato.

Ricordo uno dei tantissimi incontri che ho avuto con l’opposizione come li ho avuti con i partiti di maggioranza. Ricordo il consigliere Domenico Talarico che mi poneva un problema dicendo “dovremmo fare una Commissione di inchiesta per capire cosa è successo nel passato”.

E’ vero, consigliere Talarico, bisogna sempre capire cosa ci può essere stato nel passato, ma ritengo che in questo momento più che analizzare cosa si è fatto, cosa non si è fatto o dove si sia sbagliato si debba avere la capacità di progettare il futuro.

Se rimaniamo ancorati alla logica di dover trovare necessariamente chi ha sbagliato di più rispetto a chi ha sbagliato di meno rischiamo di perdere tempo inutilmente e di non consegnare alla forestazione ed alle nostre montagne, di non consegnare ai nostri comuni un ente diverso, più snello, più efficace e più efficiente che, pur spendendo 250 milioni di euro, consenta di certificare la spesa come di qualità.

Questa è l’ambizione che si pone questa riforma!

Ricordavo l’agosto del 2012 quando abbiamo avuto la presenza, qui fuori, di moltissimi operai idraulico forestali, quanta tensione sociale c’era. E da lì abbiamo lavorato sempre con un unico e solo obiettivo: riconsegnare alla Calabria e ai centri periferici…

A nostro avviso questa nuova struttura, Calabria Verde, questo nuovo ente deve guardare con maggiore attenzione alla ruralità dei centri montani laddove si annida, purtroppo, la grande difficoltà economica.

Questo può essere uno strumento che nel tempo potrà favorire anche attività economiche importanti e produttive.

Sono questi gli elementi salienti di questa riforma. Ciascuno può pensare che sia poca o tanta cosa, c’è chi potrà pensare che forse questo non cambierà la qualità della forestazione calabrese. Credo che questo sia un primo passo, un passo importante istituzionalmente corretto e che ha visto il coinvolgimento di tutti, senza esclusione di nessuno. Quello che oggi dobbiamo fare, così come stiamo facendo, è tagliare i tanti rami secchi che c’erano nella nostra terra; le altre riforme, che abbiamo approvato qualche giorno fa, testimoniano che da parte di questo governo regionale c’è la volontà di non tener in piedi tanti posti e tanti incarichi ma di fare tagli mirati, anche per come impone la “spending review” nazionale, tagli che non incidono in negativo sulla qualità della vita dei calabresi e che possono dare quelle risorse essenziali da consentire di coprire i tanti buchi che, purtroppo, potrebbero esserci nel bilancio regionale e dare così maggiore prospettiva alla nostra terra.

Questa è l’ambizione che avevo quando mi sono dovuto cimentare con le riforme che appartenevano al mio dipartimento. Ricordo la nascita della nuova azienda, l’Arsac in agricoltura, e oggi siamo qui a discutere di questa Azienda Calabria Verde.

Penso che anche la cultura dell’ascolto - che abbiamo tenuto sempre alta per arrivare ad un documento condiviso - sia un buon inizio per tante altre sfide che qui in Calabria dovremmo cercare di fare.

Mi auguro che nel dibattito che verrà aperto adesso ci siano considerazioni che vanno nella stessa direzione perché secondo il nostro avviso ed il mio personale - che ho lavorato su questa riforma supportato e sopportato dai miei dirigenti, primo fra tutti il mio direttore generale, professor Zimbalatti - possa essere un buon viatico per altre sfide che vorremmo portare avanti sempre e solo nell’interesse della nostra terra ma anche e soprattutto per riscattarla da quelle immagini che spesso vediamo sui media nazionali e che non sono veritiere di un settore che, invece, tanto ha fatto per la nostra terra e che tanto ancora potrà fare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Trematerra, per la relazione introduttiva al dibattito dell’Aula.

Ha chiesto di parlare il consigliere Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Presidente, non intervengo in questo momento nel merito della questione ma vorrei soltanto chiederle chiarimenti su alcune questioni di ordine procedurale. Le chiedo: la proposta di legge numero 456/9^ “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione” da quale Commissione è stata licenziata? Quando è stata licenziata dalla Commissione bilancio? E se è possibile, se discussa e licenziata dalle due Commissioni, ai sensi dell’articolo 24 del Regolamento interno “diritto di informazione e accesso” si può avere o, almeno, conoscere i verbali di approvazione delle due Commissioni nonché le relazioni del Servizio legislativo e della Segreteria della Commissione bilancio?

Il punto numero 2: intendo sapere se il progetto di legge è conforme ed esprime lo spirito di cui al comma 3 dell’articolo 46 dello Statuto che recita: “In attuazione dell’articolo 118 della Costituzione la Regione conferisce le funzioni amministrative a livello locale attribuendole ai Comuni, alle comunità montane, alle Province, alle città metropolitane secondo i principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione”.

Il punto numero 3: se, come recita il comma 4 dell’articolo 48 dello Statuto, è stato acquisito agli atti il parere obbligatorio del Cal, cioè il Consiglio regionale delle autonomie locali. Il punto numero 4: se per l’eliminazione delle comunità montane, enti di diritto pubblico ed appartenenti al sistema delle autonomie locali a pieno titolo nello Statuto regionale, sia necessario il voto dei due terzi, cioè della maggioranza qualificata.

Non faccio dichiarazione di voto, Presidente, comunque voterò sicuramente gli articoli che fanno riferimento all’Afor, cioè alla organizzazione aziendale forestale – ovviamente, nonostante questa mescolanza di progetti diversi, cioè Afor e comunità montane – quale consigliere regionale di questa legislatura. Dopo di che, sulle altre questioni, intendo ricevere notizie precise nel corso di questa seduta perché ritengo che vi siano davvero questioni sostanziali da affrontare dal punto di vista procedurale. Grazie.

PRESIDENTE

Chiede l’aggiornamento dei lavori col suo intervento?

Mario FRANCHINO

Presidente, ho chiesto chiarimenti su alcune questioni di ordine procedurale. Se poi vuole aggiornare i lavori lo faccia, è nelle sue prerogative. Non ho chiesto questo.

PRESIDENTE

Se eccepisce tutte queste questioni, essendo anche lei membro delle Commissioni, penso si sia reso conto che questo è un progetto di legge che ha avuto un percorso diverso dalle caratteristiche e da quello che abbiamo sempre fatto in quest’Aula.

(Interruzione)

Un attimo, mi faccia finire e poi le ridò la parola.

Questo dell’Afor è un progetto di legge che va avanti dall’inizio della legislatura. Ha avuto un percorso per certi versi anche travagliato, nel senso che abbiamo votato qui in Aula e non si sono raggiunti i due terzi, quindi, quella riforma non è stata approvata. Dopo di ché mi sembra ci sia stata una relazione tra i consiglieri, tra il suo capogruppo e l’assessorato e ci siano state anche una serie di questioni che attengono all’approvazione della riforma. Non mi sono inventato quest’ordine del giorno. Quest’ordine del giorno è nato dalla Conferenza dei capigruppo, tenutasi 10 giorni fa, in cui abbiamo calendarizzato le sedute del 29, 30 aprile e del 3 di maggio, che è oggi, inserendo le riforme che abbiamo approvato il 29 ed il 30 ed oggi, giorno 3, questa seduta con questo argomento all’ordine del giorno. Ci sono state delle discussioni, c’è stato un confronto di merito con i sindacati, mi sembra di aver letto sulla stampa che il suo capogruppo abbia detto che è una riforma da condividere, che va bene e che era tutto pronto per essere approvato. Se lei, adesso, fa un intervento del genere, richiamando il Regolamento, le devo rispondere che tutto quello che ha detto sa benissimo che non è stato rispettato. La conclusione del suo intervento, quindi, dovrebbe essere: “chiedo che si vada ad un aggiornamento dei lavori della seduta”. Altrimenti, se mi ricorda cose che non sono state fatte, voglio dire una procedura che non abbiamo seguito, proprio perché c’era una condivisione nella Conferenza dei capigruppo, con i sindacati, tra maggioranza e minoranza, per addivenire, ad oggi, all’approvazione di un progetto di legge alla unanimità... Questo era il percorso che ci eravamo dati.

Prego, consigliere Franchino.

Mario FRANCHINO

Presidente, siamo tornati alla discussione che si è tenuta già lunedì. L’Aula è sovrana, la Conferenza dei capigruppo non supera assolutamente l’Aula né la volontà di ogni consigliere regionale. Per motivi di chiarezza le faccio qualche esempio: il patrimonio boschivo è stato assegnato alla quarta Commissione; nel penultimo Consiglio o nell’ultimo, non ricordo bene, ha assegnato la legge di iniziativa popolare per i Consorzi di bonifica alla quarta Commissione. E’ possibile sapere qual è la Commissione che ha discusso su queste questioni essendo io componente della quarta Commissione e non avendo mai discusso di questo testo di legge? Questa è la domanda. Se poi vuole sospendere la seduta faccia lei, non sono certamente io a dover decidere ma ho rivolto una serie di domande che mi pare siano legittime e credo, come consigliere regionale, di dover capire come sia stata la procedura e anche se sono stati acquisiti tutti gli atti affinché questa proposta di legge possa passare in modo spedito.

PRESIDENTE

Ho riepilogato qual era stato il percorso di questa proposta di legge che non ha seguito un percorso istituzionale ed è quello di cui parlava. Lo so io ma lo sa bene anche lei, lo sa tutta l’Aula che questa non è una proposta di legge che ha seguito il percorso classico dell’approvazione nella Commissione competente e col parere della Commissione bilancio. Le sto dicendo che l’ordine del giorno di oggi è stato trasmesso da me ai consiglieri regionali perché di questo argomento ne abbiamo parlato in Conferenza dei capigruppo. Adesso, se dopo aver fatto tutte queste riflessioni, vuole richiedere un aggiornamento, essendo nelle sue prerogative, questa è una decisione sua. Se le ha volute solo evidenziare all’Aula questo è un altro ragionamento.

Mario FRANCHINO

Presidente, poiché bado ai fatti sostanziali, posso anche soprassedere perché mi ha già dato risposta: ha detto che la procedura non è stata regolare, non ha seguito le vie previste. La ringrazio per la risposta, si può anche già soprassedere alla mia richiesta.

PRESIDENTE

Non ho detto che non sia stata regolare. Ho detto che non ha seguito la procedura della Commissione competente e della Commissione bilancio. Ha seguito un altro tipo di percorso che è stato quello stabilito dalla Conferenza dei capigruppo e di questi incontri che ci sono stati tra assessorato, maggioranza e minoranza. Tutti sapevano che il 3 maggio si sarebbe dovuti arrivare in Consiglio regionale. Mi fa piacere che si voglia continuare ad andare avanti, approvando il provvedimento legislativo che mi sembra interessi tutta quest’Aula e non solo la maggioranza o il Presidente del Consiglio regionale. Penso che interessi maggioranza e minoranza.

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, voglio intervenire sulle questioni sollevate dal consigliere Franchino. Sono qui da 10 giorni in Consiglio regionale e non ho seguito. Stamattina mi sono stupito – lo dico con franchezza – dell’impossibilità di visionare la proposta di legge perché non l’ho ricevuta a casa, come si faceva una volta, e non ho potuto visionarla attraverso il sito della Regione. Mi pongo, però, un problema: questa delle comunità montane è una riforma da fare e siamo d’accordo su questo ma, Presidente, per le cose che diceva il consigliere Franchino ed in parte da lei confermate, se attuiamo un provvedimento che supera in forma particolare lo Statuto e se non procediamo prima alla revisione dello Statuto regionale in cui sono previste le comunità montane, non possiamo incorrere in ricorsi che vanificano ulteriormente i lavori del Consiglio. Possiamo anche approvare oggi la proposta di legge, dopo di ché basta un ricorso di un Comune che la legge viene bloccata o mi sbaglio? Allora dico: possiamo in forma iper-accelerata metterla in discussione. Temo, Presidente, non il fatto che rinviamo di dieci giorni ma che se passa la legge con questi limiti succederà che, poi, ci porteranno alle calende greche la soluzione del problema. Se mi dice che questo è poco verificabile possiamo anche procedere, però, è un problema che mi preme. Volevo dirvi solo questo.

PRESIDENTE

Come ho ribadito prima al consigliere Franchino, questo provvedimento ha seguito un percorso diverso da quello istituzionale, mi sembra di averlo detto e ribadito. Per arrivare in Aula e approvare il provvedimento ci vuole la maggioranza dei due terzi dei consiglieri anche a garanzia della minoranza, considerato che la riforma si può approvare solo ed esclusivamente se c’è la condivisione dell’intera Aula. Ci sono, poi, degli emendamenti che ho visto e che sono stati presentati dai colleghi di maggioranza e di minoranza che vanno nella direzione di migliorare il testo. Penso che riusciremmo a raggiungere un traguardo importante, se oggi riuscissimo a completare questo lavoro per approvarlo nella seduta odierna. Questo è l’intento per raggiungere questo traguardo che, più volte, abbiamo rinviato ma per il quale oggi - penso - ci siano tutte le condizioni per il suo raggiungimento nel migliore dei modi, sapendo che il nodo tra ente pubblico economico e non economico è stato superato anche dai fatti.

Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente. Questa sorta di antefatto al dibattito, indotto dalle osservazioni del collega Franchino, merita in premessa una qualche precisazione; se dovessimo aver ratificato come Conferenza dei capigruppo l’immissione all’ordine del giorno del Consiglio di questo punto così importante, intanto, non avremmo potuto né dovuto sopraffare la volontà del Consiglio che, come è stato detto, è sempre sovrano; inoltre, probabilmente, nell’accettare che si affidasse alla normale procedura lo sviluppo dell’iter che, appunto, prelude la sua approvazione, ognuno di noi non avrebbe potuto immaginare che questa via avrebbe eluso la discussione nelle Commissioni competenti.

In realtà, una certa contraddittorietà procedurale, dal momento che non le è piaciuto per niente il termine di irregolarità, ma ci ravviso una sorta di senso di sinonimia incontestabile, è da rilevare, da denunciare ed era uno degli elementi su cui è basato un giudizio, non del tutto positivo, che il nostro gruppo si appresta a tramutare in un voto di astensione.

Per entrare brevemente in argomento, atteso che, poi, i miei colleghi, avendo avuto opportunità e diligenza nell’applicarsi per una sorta di interpretazione più precisa e più articolata di questo provvedimento, faranno i loro interventi, mi limiterò a qualche considerazione di carattere, se così posso definire, più politico-istituzionale che non credo sia mai un elemento estraneo ai contenuti che configurano un provvedimento amministrativo e anzi ne sono sempre il presupposto irrinunciabile. Nella fattispecie così non è stato. Vorrei, quindi, avvalermi di una espressione che, nella sua laconicità, vada ad esprimere quello che è il nostro giudizio - anche se naturalmente qualche considerazione proverò poi a farla - ovvero che alla luce della revisione della prima stesura di questa riforma non è stato fatto poco, lo riconosco, ma devo aggiungere che non è stato fatto tutto. Non è uno slogan, è agevolmente spiegabile questa sorta di espressione, quasi da epitaffio, che mi sono permesso di denunciare.

Non è stato fatto poco perché manifestando anche un tratto di umiltà, per molti versi, insolito da parte di alcuni esponenti dell’amministrazione, si è andati incontro, oltre che alle osservazioni delle forze sociali, a puntuali considerazioni e proposte che l’opposizione ha sollevato nel corso dei diversi incontri che si sono tenuti con l’assessore, anche pubblicamente, attraverso iniziative editoriali, interviste e quant’altro.

Lo sforzo che è stato fatto e che non possiamo rinunciare ad apprezzare, lo dico con convinzione, è il mutamento della qualificazione giuridica di questo organismo che è l’elemento saliente che, diciamo la verità, riconosce che le forze sociali, da un lato, e le forze di opposizione, dall’altro, sostenevano, non per una sorta di capricciosità istituzionale, ma per una piena convinzione politica che ci dovesse per imprimere a questo disegno una vera caratteristica riformatrice e conferire questo tipo di qualificazione. L’avete fatto e ve ne do atto. Ma non basta perché penso che sempre un disegno riformatore non possa essere decontestualizzato dalle condizioni sociali, civili, economiche e persino umane in cui versa il territorio che dobbiamo servire, tanto meno può esserlo in questa fase che stiamo attraversando e che ha suoi aspetti, elementi, manifestazioni di piena drammaticità come abbiamo verificato dalla cronaca di queste ultime ore, di questi ultimi giorni e che faremmo male ad isolare come fenomeni attinenti a dinamiche sociologiche del tutto prive di riferimenti con le responsabilità politiche.

Faremmo davvero male perché non è così, non può essere così perché significherebbe che continueremmo ancora nella ricerca ossessiva della conservazione di un’auto-referenzialità che non fa male solo alla politica ma persino ai suoi interpreti più diretti, ai suoi testimoni istituzionali che siamo esattamente noi. Ed è tanto più significativa questa indicazione, secondo me, in quanto la politica per quella che tradizionalmente era considerata, ovvero una organizzazione di associazioni che altro non erano i partiti, non c’è più. Il giudizio dell’opinione pubblica, quindi, la percezione della proficuità della politica è colta unicamente dagli espedienti, dagli atteggiamenti, dai comportamenti che nelle espressioni istituzionali della politica -qualche volta, paradossalmente, priva di legittimazione politica- compiono.

Non so se sono stato chiaro: abbiamo una responsabilità dovunque, a qualunque latitudine italiana; la politica, nelle sue formule istituzionali organizzate, deve avvertire questa doverosa osservazione di una istanza finalmente di puntuale proficuità che sale dalla società. Non possiamo non farlo noi in una regione che nell’ambito di quella latitudine ne rappresenta il tratto più marginale, più isolato, più periferico e più disperato.

O si parte da queste ragioni, da questi contenuti politici oppure davvero si rischia di elaborare un disegno purché sia, e questo mi fa sorgere il sospetto che si vuol fare comunque qualcosa anche affrettando tempi e procedure, certo non sempre senza un provvedimento riformatore con tutta la severità concettuale che questo tragitto dovrebbe comportare. E’ per questo il richiamo che l’assessore ha fatto al mio collega Mimmo Talarico, circa le osservazioni che ha espresso tempo fa, ovvero che andavano indagate le condizioni del passato dell’Afor, non era un richiamo ispirato da un sentimento positivo ma era una convinzione politica e – se mi posso permettere – anche culturale che abbiamo fatto male o, se posso permettermi, “avete” fatto male a trascurare e disattendere.

Da dove nasce l’indicazione di una proiezione politica del futuro? Da una appropriata conoscenza del passato. Altrimenti si improvvisa. E non è un sillogismo filosofico di facile espressione ma è esattamente una argomentazione che nei canoni dell’impegno politico ha una basilarità che avreste fatto male se, come è avvenuto, non aveste rispettato.

Allora, poiché -tanto per essere chiari- l’espressione laconica di cui mi sono avvalso all’inizio credo vi abbia fatto intuire quale sarà il nostro comportamento, non sarà negativo il voto, non potrà essere pienamente positivo e, quindi, ci asterremo per quanto detto, con efficacia e con puntualità di osservazione, dal collega Franchino ma anche per ragioni che hanno un valore contenutistico più pregnante rispetto al quale non si può essere disattenti, distratti, affascinati ed ammirati finalmente da questo percorso frettolosamente riformatore che questa Giunta regionale ha assunto. Perché c’è una incertezza finanziaria che non è chiarita circa la responsabilità che per il futuro possa essere messo a disposizione per il personale e per le sue funzioni e, soprattutto, c’è una vaghezza, anche di determinazione, su una rideterminazione delle funzioni o, se posso dire, della missione di lavoratori.

Anche qui mi piacerebbe – e lo faccio – esprimere un concetto politico e culturale che non ha un destino, una mansione molto estranea alle esigenze della Calabria perché le politiche della montagna o la salvaguardia del patrimonio boschivo evocano caratteristiche geo-morfologiche della Calabria che sono prevalenti e vitali nella loro conservazione per la conservazione e lo sviluppo del futuro. E’ per questo che noto e denuncio una sorta di approccio leggermente – lasciatemelo dire – disinvolto. Poi, come dicevo all’inizio, i miei colleghi sapranno rappresentare con ulteriori dettagli e con maggiore efficacia espositiva le motivazioni che ci inducono ad astenerci. E allora mi piacerebbe concludere in questi termini: stiamo attenti, non va sprecata nessuna occasione in un provvedimento istituzionale ed amministrativo, come dicevo all’inizio, rispetto all’istanza che sale dal Paese. E poi per chi, qualche volta, si fosse appassionato ad una qualche lettura che richiama molto vagamente le dottrine politiche salienti, si sarà imbattuto, allora, nella decifrazione di un termine di riforma, laddove con questo termine si indica ogni processo che prelude all’espansione dei diritti ed alla maggiore fruizione dei servizi da parte dei cittadini.

Avete fatto uno sforzo, non avete fatto tutto. Non mi pare che questo che state per approvare sia una esempio di compiuta osservanza di questa sorta di prescrizione che mi piace richiamare, se non per questa occasione, per l’avvenire.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere De Masi. Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Grazie, signor Presidente, signori consiglieri. Prima di entrare nel merito di questo discorso generale sull’istituzione della nuova Azienda forestale, ho una necessità - proprio per non vanificare gli sforzi di tutti questi mesi su questa questione – che è quella di fare una semplicissima domanda all’assessore regionale all’agricoltura e forestazione al fine di evidenziare il problema nello specifico.

All’articolo 1, comma 1, di questa legge c’è la descrizione specifica di quello che dovrebbe essere questa nuova Azienda che cambia nome, che non si chiama più Afor né ex Afor ma “Azienda Calabria Verde”. Bel nome, senza dubbio, ma si evidenzia con estrema chiarezza che si tratta di un ente strumentale della Regione Calabria che, però, è munito anche di personalità giuridica di diritto pubblico. L’assessore mi sta ascoltando – può continuare a stare dov’é, per l’amor di Dio, anche se non è presente – la domanda è questa: vorrei solo sapere se questo è un ente di diritto pubblico, e di che tipo, ovvero di diritto pubblico economico o non economico perché se non è non economico è ovvio che si poteva tranquillamente aggiungere, anche perché ho presentato il primo emendamento su questa questione, proprio per essere chiari, perché c’è una sostanziale differenza fra un ente di diritto pubblico economico ed un ente di diritto pubblico non economico.

Non basta la formula “ente strumentale” per coprire o far pensare che facendolo passare per ente strumentale possa diventare d’incanto un ente di diritto pubblico non economico.

Di Enti strumentali, lo sapete benissimo, ce ne sono tanti e possono anche avere una personalità giuridica, al di là del diritto pubblico. Può essere una Spa, come per esempio Fincalabra, ma ce ne sono tante altre. Enti pubblici economici ce ne sono tanti come le Poste o l’Anas. Ma questo non significa nulla.

Prima di iniziare, allora, caro assessore, ad entrare nel merito di una questione che per me è stata ed é sostanziale, ci siamo già confrontati quando c’erano tutti gli operai idraulici-forestali che, insieme ai sindacati, avevano sollevato il broncio, giustamente, e quindi ne abbiamo parlato tanto. In quella seduta abbiamo fatto le doverose distinzioni che, badate bene, non sono semplici, ma bensì massicce distinzioni, non solo sul piano giuridico, ma anche per quanto riguarda l’efficacia e la funzionalità dell’Ente. E’ sulle tutele e sulle garanzie che un ente, in un modo o nell’altro, può dare ai lavoratori, anche in termini di riferimento di copertura finanziaria.

Per cui è ovvio che il discorso non può che non partire da questo. E’ ovvio che siamo d’accordo sulla necessità di intervenire per rilanciare le politiche della forestazione in Calabria: è un patrimonio naturale lasciato a sé stesso che certamente ha ben precise responsabilità di tipo politico-amministrativo. Così come sono precise le responsabilità del perché questo settore non ha mai goduto di grandi incentivi nell’ambito dei fondi della Comunità europea; c’è stata la mancanza, da parte di chi doveva progettare e programmare, per poter rendere produttivo anche questo settore.

E’ ovvio che non possiamo scaricare la colpa sugli operai idraulici-forestali. E ci può anche stare una politica il risentimento, nel momento in cui passano per dei vagabondi, perché quando non ci sono le direttive, le programmazioni e una progettualità di fondo su cui muovere la forza lavoro, essa si arena e finisce per non far nulla, adeguandosi a questo modo di fare negativo.

Per cui, caro Presidente e caro assessore, prima di poter esprimere un giudizio anche nel merito, vorrei che, qui dentro, mi faceste capire, se si tratta di un ente di diritto pubblico economico o non economico.

Vorrei che me lo spiegaste perché se non è economico vi faccio un plauso.

 

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Collega Mirabelli, aggiungere la parola “non economico”non rappresenta un problema, se questo serve; è ridondante perché, essendo un ente pubblico ed un ente strumentale della Regione, va da sé che è un ente pubblico non economico, ma, se serve, aggiungeremo la parolina “non economico”.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Adesso mi sento molto più sollevato, perché – caro assessore – il fatto che sia un ente di diritto pubblico –  l’ho già spiegato prima, anche se non c’era bisogno perché lo sa meglio di me – non significa niente, perché poteva anche essere un ente di diritto pubblico di tipo economico andando, quindi, verso una gestione di tipo privato della forestazione, con annessi e connessi, anche perché vi era la necessità di definire e visionare meglio anche le posizioni contrattuali dei vari tipi di lavoratori all’interno di questa benedetta azienda.

E’ un’azienda variegata, dove convivono pubblico e privato; attenzione, privato fino a un certo punto perché, lei sai meglio di me, che tutti gli operai idraulico-forestali sono diventati da tempo, con un riconoscimento, dipendenti della pubblica amministrazione, al di là dell’applicazione contrattuale che è stata fatta, perché la legge istituita nel 1992 li aveva certamente inquadrati con un contratto lavorativo di tipo privato, ma la legge nazionale dello Stato sulla funzione pubblica del 1993 ha dissipato chiaramente anche la posizione dei vari enti subordinati alla Regione, evidenziando la caratterizzazione giuridica della pubblica amministrazione da parte dei lavoratori nell’ambito dei servizi degli operai idraulico-forestali.

PRESIDENTE

Consigliere Mirabelli, lei ha già svolto il suo intervento.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Prima ho fatto una domanda, ma non ho potuto parlare, perché non sapevo di cosa parlare. Chiedo scusa, Presidente Nicolò, ora che lo so, mi sento rincuorato e posso aggiungere qualche misero contributo alla discussione. Per cui questo passaggio era necessario.

E’ ovvio che, essendo un ente pubblico non economico – caro assessore – vorrei sapere anche come è stato possibile nel 2011 applicare un aumento salariale agli operai idraulico-forestali, utilizzando il contratto lavorativo di tipo privato, perché questo comporta – ahimè – un incremento del costo del lavoro, quindi non vorrei che, nell’inquadramento della nuova azienda, andassimo a finire sotto la lente d’osservazione della Corte dei conti perché, in un ente pubblico non economico, non possono esistere contratti lavorativi di tipo privato, trattandosi di dipendenti della pubblica amministrazione e, al di là della legge del 1993, rammento che ci sono decine e decine di sentenze della magistratura, sia in primo che in secondo grado, passate in giudicato, che riconoscono la funzione di pubblica amministrazione agli operai.

Ovviamente sono d’accordo sul rilancio, che era doveroso e mi compiaccio del fatto che questo ente, forse, parta col piede giusto per quanto riguarda l’apparato idraulico-forestale, quindi le politiche della forestazione e della montagna. E’ ovvio che dovrà riuscire a farlo conciliare anche con l’altra legge, quella sulla montagna che è stata approvata, in cui gli operai idraulico-forestali non vengono menzionati e dove, addirittura, si individuano come forza lavoro – perché ci sono delle contraddizioni – cooperative o imprese esterne. E’ ovvio che bisogna fare budget.

Un’ultima cosa, la più importante, sulle comunità montane: possiamo anche avere pensieri differenti, ma – caro assessore – l’articolato dice che tutti i dipendenti saranno assorbiti da questa nuova azienda, però, poi, andranno a transitare, velocemente, nell’Unione di Comuni.

PRESIDENTE

Consigliere Mirabelli, lei ha già svolto il suo intervento. Non entro nel merito, è un fatto di metodo. Vale per tutti!

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Ho concluso, Presidente, due minuti e ho concluso.

Mi domando: ammesso e non concesso che si possa far transitare il personale all’interno di questa Unione dei Comuni montani, chi darà la garanzia della copertura finanziaria? Questo è il problema, se noi come Regione – lei lo sa meglio di me – in Commissione bilancio – il Presidente Imbalzano me ne può dare atto – non abbiamo mai avuto la capacità di garantire i dodici mesi di stipendio, non solo ai lavoratori della comunità montana, ma neanche agli operai idraulico-forestali.

Vedo, pertanto, una certa difficoltà, e mi preoccupa la norma finanziaria che è abbastanza aleatoria nell’impianto della legge e avrei pensato di fare diversamente, separando, in questa fase, la questione delle Comunità montane dalla questione dell’ex Afor.

Probabilmente avremmo avuto una facilitazione nell’espletamento di questa legge che – ripeto – per quanto riguarda l’ex Afor – Azienda Calabria Verde – trattandosi di un’azienda di diritto pubblico non economico – visto che c’è anche il mio emendamento, il primo emendamento in discussione –, è ovvio che su un’impostazione di questo tipo, per quanto riguarda la forestazione, non possiamo che prenderne atto ed essere più tranquilli.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente Nicolò, poiché lei, quando vuole, è molto fiscale, le chiedo, fin da subito, qualche minuto di tolleranza, perché si renderà conto che, nella mia veste di Presidente del gruppo del Pd, ho la necessità di esplicitare compiutamente la posizione del gruppo e del nostro partito.

Faccio una premessa di carattere politico, che non può non tenere conto del particolare momento che sta vivendo il Paese, il disagio sociale che, purtroppo, sta portando molte persone a gesti estremi, la dilagante disoccupazione, soprattutto tra i giovani, un Mezzogiorno che arranca e che diventa sempre più distante anche dal resto del Paese, da un Paese che nel suo insieme vive una grande difficoltà.

Non v’è dubbio che questo stato di cose ha imposto, a livello romano, di cercare di dare un contributo, come sistema politico, all’uscita della crisi e quindi la necessità non solo di affrontare riforme non più rinviabili, a partire dalla riforma elettorale – sotto questo profilo sono d’accordo con l’onorevole D’Alema, che la riforma elettorale va premessa anche al resto delle riforme istituzionali –  ma anche provvedimenti economici urgentissimi per favorire la ripresa.

Mi pare che da tutta la migliore intelligentia del Paese, dalle migliori firme della carta stampata, stia venendo fuori un appello che forze politiche, anche distanti culturalmente e che sono naturalmente alternative, hanno l’esigenza di trovare dei punti di sintesi, per affrontare subito queste questioni, cercando di valorizzarli ed evitando di accanirsi sulle distanze che restano.

Non voglio dire che il voto favorevole che esprimeremo su questo provvedimento risenta di questo stato di cose – certamente non può ignorarlo – ma risente anche del percorso che abbiamo fatto in questi mesi sulla problematica delle riforme, l’esigenza di rispondere anche ad imperativi categorici - che vengono dalla legislazione statale, vedi la “spending review” – ha messo le forze democratiche presenti in questa Assemblea nella condizione serena di cercare di uscire e dare una risposta di carattere riformatore

Vorrei ricordare l’ordine del giorno che votammo il 3 agosto del 2012, quando c’era già una intesa di massima per varare la riforma dell’Arssa, mentre restavano delle distanze per quanto riguarda la riforma dell’Afor, in particolare sotto il profilo della veste giuridica dell’ente – che è stato chiarito ad abundantiam dalla risposta dell’assessore Trematerra al consigliere Mirabelli – e restava la difficoltà di pervenire anche ad una pace sociale attraverso garanzia di sostegno e di mantenimento dei livelli occupazionali.

Successivamente si è trovata un’intesa anche sul testo dell’Arssa ed è stata varata la riforma, siamo alla riforma dell’Afor. Mi pare che le condizioni poste dall’ordine del giorno del 3 agosto siano state ampiamente soddisfatte, nel senso che non v’è dubbio che l’ente che sta per sorgere sia un ente pubblico strumentale – il consigliere Mirabelli ha preteso di aggiungere “non economico”, a mio avviso bastava la dizione che c’è nella proposta di legge – quindi la prima condizione è stata assolta.

Per quanto riguarda il resto, mi pare abbastanza chiaro che c’è una volontà, sostenuta dalle risorse disponibili, di mantenere i livelli occupazionali esistenti e viene fuori un articolato che, nel contesto che ho descritto, non va alla ricerca delle questioni che non condividiamo; se vogliamo essere sinceri fino in fondo, ci sono aspetti dell’articolato che continuiamo a non condividere e che indubbiamente in futuro andranno migliorati. Questo dibattito serve perché ci saranno dei provvedimenti attuativi del futuro direttore generale in sede di liquidazione; il dibattito che avviene in Aula è sempre stato preso come un punto di partenza dalle assemblee legislative per chiarire degli aspetti che magari sono poco chiari.

Che cosa voglio dire? Esprimiamo certamente disagio sulla questione relativa all’ente rappresentato dalle Comunità montane, che ha dato luogo a questa preoccupazione e all’intervento del collega Franchino; a tal proposito voglio dire che non ero presente all’ultima Conferenza dei capigruppo, perché non ero in grado di venire a Reggio, ma, chi mi ha sostituito, conferma che c’è stata una deliberazione della Conferenza dei capigruppo per seguire questo iter della proposta di legge.

Ripeto, per noi c’è questa sofferenza relativa alle comunità montane, sia perché si tratta di un ente locale previsto dallo Statuto e dalla Costituzione sia per quanto attiene il patrimonio delle Comunità montane, non tanto, a mio avviso, per il personale, che, con il provvedimento di legge, viene garantito e quindi, in questo modo, assolviamo uno dei compiti che ci eravamo dati con l’ordine del giorno del 3 agosto 2012. Ma, a questo proposito, utilizzerei i lavori dell’Assemblea, e da qui il mio intervento nella discussione, non come dichiarazione di voto ma perché la proposta di legge prevede l’istituto del distretto, quindi della distrettualizzazione – vorrei che i tecnici mi seguissero – per il quale c’è anche un nostro emendamento che chiede che la proposta venga fatta dal Direttore generale alla Giunta e che la Giunta si pronunci sui distretti, previo parere della Commissione consiliare.

Ritengo, assessore, vedendo i sentimenti e le volontà dell’Assemblea, che questo aspetto possa essere utilizzato, anche per dare un indirizzo di risoluzione della problematica delle comunità montane, perché siamo per l’Unione dei Comuni, come istituto di carattere generale – a questo proposito, abbiamo presentato anche delle proposte di legge – entrando in sintonia con quella che è l’evoluzione della dottrina ed anche della legislazione a livello nazionale.

Essendo, questo istituto, utilizzabile, nulla vieta ai Comuni che oggi fanno parte di Comunità montane di utilizzare l’istituto dell’unione, sennonché - che cosa voglio dire? – se il direttore generale, nel predisporre la distrettualizzazione, cerca di tenere conto anche come sub-distretti della composizione territoriale delle comunità montane, noi con il provvedimento di legge, se il direttore generale leggerà i lavori di questa Assemblea, già ipotizziamo come potranno essere composte territorialmente le future unioni, alle quali oggi andrà ritrasferito il patrimonio delle comunità montane, che con questa legge viene trasferito alla futura azienda, quindi sotto questo profilo anche le preoccupazioni che, giustamente, aleggiano nell’Assemblea; potremmo quantomeno avviare un percorso virtuoso per risolvere il problema.

Detto questo e chiarite le ragioni di fondo del nostro voto ed anche le perplessità con le quali evidenziamo ancora di più la nostra cultura di governo, non abbiamo condiviso la riforma degli enti strumentali come impianto, ci siamo astenuti, dicendo sì alla riforma, no all’impianto.

Vorrei che il presidente Scopelliti e anche lei, assessore, e tutto il governo e la maggioranza sottolineaste la nostra responsabilità di uomini delle istituzioni, perché quella riforma è stata approvata con 24 voti. Non voglio discutere dei due terzi, ma se l’opposizione, che non condivideva l’impianto, pur dicendo sì alla riforma, avesse messo in piedi metodi strumentali e di ostruzionismo, la riforma non sarebbe passata. Questa riforma – lasciatemelo dire e sottolineare – che stiamo per votare, passa con il nostro contributo determinante, perché è fuor di dubbio che per varare l’agenzia ci vogliono i due terzi e nessuno ha il diritto, a mio avviso, propagandisticamente, di intitolarsi questo successo, ma tutti insieme abbiamo il dovere di dire che c’è un grande atto di responsabilità della maggioranza per quanto le conviene, della minoranza rappresentata dal Partito democratico in questo momento, cioè da chi sta parlando, che con il suo voto fa varare la riforma.

Perché questo? Questo me lo dovete lasciare dire: perché qui parliamo di copertura finanziaria. Sono convinto che la Calabria abbia bisogno di una forestazione seria per mitigare i rischi di natura idrogeologica e anche per la tutela del bosco, per la sua valorizzazione e per evitare gli incendi.

Se non ci sarà un contributo determinante del Governo centrale, finanziariamente, non riusciremo a portare avanti questo aspetto per molti anni.

Ritengo che il sì che diamo a questa riforma, come Assemblea di Palazzo Campanella, debba rappresentare uno strumento di pressione forte per il Presidente Scopelliti, per chiunque potrà svolgere un ruolo a Roma, perché la forestazione non diventi il simbolo di una delle tante negatività calabresi ma venga vista come un elemento che, se gestito virtuosamente, può dare tanti contributi, e questo è uno dei motivi che giustificano ed elevano la qualità del voto del Partito democratico.

Vorrei ricordare una mia esperienza personale: sono stato Sottosegretario al lavoro del Governo Amato, Presidente Scopelliti, ed in quella stagione destinammo alla forestazione 3 mila miliardi in dieci anni.

Se andate a vedere il lavoro del settore negli anni in cui ha dato un contributo importante per tutelare la Calabria sotto il profilo idrogeologico, troverete i primi anni 1990 fini ai primi anni 2000, perché, essendo stato fornito il settore di idonee risorse, i forestali sono stati utilizzati con progetti virtuosi che hanno limitato i danni che la Calabria può avere, essendo una regione ad alto rischio idrogeologico.

Penso che questa Riforma debba essere anche una spinta per dire al Governo Letta: “Noi ce la stiamo mettendo tutta, siamo stati d’accordo sull’essenza della Riforma, ma anche se abbiamo punti di vista diversi su tante cose, abbiamo sentito il senso di responsabilità di vararla per dire a te, Governo, la Calabria fa la sua parte; caro Governo di Roma, anche tu fai fino in fondo la tua parte”. Penso che l’onorevole Letta, dall’alto della sua cultura di governo e della sua cultura generale, sarà certamente disponibile ad accogliere questo appello della Regione Calabria. Anche per questo motivo il Partito democratico esprime un voto favorevole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Brevemente, perché anche i colleghi della minoranza, negli interventi che mi hanno preceduto, dal consigliere Mirabelli per finire al capogruppo del Pd, Principe, hanno rilevato un percorso – lo diceva bene anche l’assessore Trematerra nella sua relazione e anche Talarico –  per una riforma che ne completa il quadro complessivo. Va da sé che, in una stagione molto difficile, poteva essere accompagnato con maggiore o minore condivisione.

Oggi, è ovvio che vi è un quadro complessivo di responsabilità, anche di Governo nazionale, anzi c’era qualcuno, il capogruppo Principe, che nei giorni scorsi suggeriva alla Calabria un modello che si rifacesse a quello adottato su scala nazionale.

(Interruzione)

No, qualche giornalista. Il dato è meno complesso del quadro nazionale.

(Interruzione)

Sì, forse rimbomba un po’, Presidente.

Intervengo brevemente, al di là della premessa e della felicità di approvare il provvedimento – ritengo all’unanimità, al di là dell’astensione di Italia dei valori, con le pur motivate ragioni del componente De Masi – per aggiungere un concetto – definiamolo - tutto calabrese.

PRESIDENTE

Pregherei i consiglieri di prendere posto e di favorire l’ordinato svolgimento dei lavori. Il consigliere Orsomarso ha difficoltà a svolgere il proprio intervento.

Fausto ORSOMARSO

Altre volte abbiamo parlato anche con il brusio. Volevo svolgere pienamente il mio intervento per ricordare a me stesso e a quest’Aula che, al di là di fenomeni che vanno a distruggere un valore importante che è quello dei partiti, che va dimostrato – me lo ricordava poco fa mentre parlavamo all’ingresso anche il consigliere Maiolo – un esempio differente, quello rappresentato dal presidente del Consiglio Letta – e non è un uomo del mio partito – che oggi, in Europa, parla in inglese con la Merkel, interloquisce con un funzionario della Merkel parlando in tedesco e vola parlando in francese con Hollande.

Penso che in un’Italia che ha avuto grande difficoltà, in una Calabria che ha avuto grande difficoltà ad esprimere una classe dirigente, al di là del valore di tanta gente -  prima di Scopelliti in 40 anni di regionalismo – questo esempio rappresenti un richiamo forte ed importante, per questo ho voluto intervenire su una delle aziende più importanti della Calabria.

In genere noi pensiamo sempre a queste aziende rispetto a quello che ci restituisce l’informazione che, giustamente, fa il proprio dovere quando ti becca il forestale che sta lì con un’usanza… – poi bisogna capire se è di tutti o non di tutti – e quindi condanna una intera regione, condanna la mentalità di una intera regione.

Penso di vedere il bicchiere mezzo pieno, tra l’altro è un’azienda snella perché ha pochi dirigenti rispetto agli occupati, 8 mila persone, con una grande potenzialità.

L’assessore Trematerra ha fatto uno sforzo ulteriore, linguistico, ha cambiato nome all’ente. Se cambiassimo nome anche ai forestali e li chiamassimo rangers come gli americani daremmo l’idea di una grande novità.

E’ ovvio che oggi siamo ad un punto di partenza. Approviamo all’unanimità, come è stato fatto anche per l’Arssa, un progetto riforma di una delle aziende più importanti rispetto a come siamo connaturati; una regione che è turistica e ad agricoltura e soprattutto una regione – Calabria Verde, l’ha chiamata l’assessore Trematerra – che ha una vocazione riferita anche alla filiera. Tra l’altro sono testimone di come questa azienda, nell’interloquire nei giorni scorsi su una problematica che riguarda il cippato di un’area dove viene autorizzata una nuova centrale che è quella del Mercuri, possa, insieme ai privati, far un grande lavoro, un lavoro vero che rappresenta il tema centrale della novità e della intera Calabria.

Mi piace, allora, salutare in positivo la partecipazione a questo sforzo maturato; fa bene il consigliere Principe se dice che c’è una invenzione che non è una invenzione. No, le riforme non sono invenzioni, poi le riforme non saranno mai perfette se si accompagnano ai tempi, difficili come questi, in cui sarà difficile realizzarle pienamente nel brevissimo periodo, come dicono gli economisti.

Però guardando al medio-lungo periodo penso che tocchi a tutti acquisire, in primis ai lavoratori di questa azienda e a seguire di tutti gli altri comparti, il concetto di chi vuol essere orgogliosamente calabrese.  Il consigliere Principe, dirigente qualificato di questa Regione, avrà fatto tanti errori e tante buone cose e ricordava di essere stato sottosegretario al lavoro.

Oggi voglio ricordare che il Governo restituisce alla Calabria, Catricalà, e un sottosegretario al welfare e al lavoro che è Iole Santelli e da questi banchi formulo un augurio di buon lavoro a questo nuovo sottosegretario.

Noi abbiamo grosse potenzialità in diverse posizioni, sottosegretari, governo regionale, maggioranza, minoranza, piani industriali, direttori generali e non possiamo che responsabilmente chiedere alla stampa più dignità e più rispetto per il lavoro vero messo in atto, affidandole la comunicazione verso i cittadini e la classe dirigente sul territorio.

Intervengo per dire che siamo soltanto all’inizio; è un comparto in cui – lo dicevano in tanti, lo diceva anche il consigliere Mirabelli – la buona politica può dare soltanto indirizzi a chi ha la dignità di uomo. Penso che tutti, anche chi nasce più svogliato, che può essere consigliere regionale, operaio forestale o dirigente, provino grande soddisfazione se trovano in campo un lavoro compiuto e che quindi ha degli obiettivi.

Intervengo per salutare questa riforma e soprattutto per raccomandare nei diversi passaggi, in primis alla mia maggioranza e quindi all’assessore Trematerra ed a chi, Presidente e Giunta, andrà ad operare delle scelte nell’immediato di questa nuova azienda, di scegliere le persone più adeguate, con la minoranza che sia da stimolo per sfuggire da un solco, perché abbiamo un’unica grande prospettiva.

Su questa sfida è la sfida, al pari di quella che sta facendo Scopelliti sulla sanità incontrando grandi difficoltà che sono frutto di resistenze molte volte non della politica finanche di maggioranza o di minoranza ma di pezzi, diciamo di interi comparti; pensiamo al medico che è abituato a non produrre necessariamente il massimo del proprio sforzo ed immaginiamolo così anche su questa azienda.

Credo che da questa azienda, da questo nuovo percorso che è votato alla unanimità possa nascere l’ipotesi di una Calabria differente. E’ un lavoro non difficile, è un lavoro… Anche nel pubblico non è complicato trovare dirigenti che si sforzano ogni giorno di far funzionare questa azienda. E’ molto più semplice mettere in campo il lavoro vero che non il lavoro finto che molti anni la politica ha chiesto; sapete benissimo più di me che pezzi di gestione hanno detto a diversi operai in diversi comparti “quello che mi interessa alla fine è il voto, il consenso”. Quindi fai quel che ti pare perché a me interessa il consenso.

Penso che dobbiamo confrontarci nel chiedere a pezzi di istituzione, a pezzi del corpo sociale calabrese di seguirci nella costruzione del consenso su un livello sempre più alto. So che poi l’occasione fa l’uomo ladro, come si dice in genere, non da parafrasare come termine di questi tempi e ognuno rischia di perdersi nell’egoismo della propria parte che molte volte è territoriale, se volete politico-elettorale.

Chiudo per dire e per ringraziare il capogruppo Principe, il capogruppo del Pd, che è il partito di maggioranza relativa nella minoranza consiliare, sperando che questa fase si superi, in un momento in cui si chiede all’Europa una grande opportunità, cioè che Draghi tagli al minimo storico il costo del denaro che per la Calabria, anche per il sistema bancario calabrese, c’entra molto anche con l’azienda forestale.

Insomma concludo per dire approfittiamone per correre e non perdere altro tempo. C’è una fase storica nuova rispetto a questa legislatura, i tre anni che ci hanno resi protagonisti.

Vedo annuire l’assessore Gentile che tanti sforzi ha fatto e che è molto legato, in parallelo, a questo settore. Lo saluto positivamente e l’augurio è di non ricordarlo solo in questo momento celebrativo di una grande riforma ma di ricordarcelo e testimoniarcelo ogni giorno perché abbiamo in questa legislatura due anni di tempo che non sono pochi.

Noi ci auguriamo di averne sette. Insomma io auguro al mio Presidente Scopelliti di continuare le riforme per 10 anni e sarebbe anche questa una grande novità calabrese.

Lo saluto con un momento di grande ottimismo e soddisfazione perché noi ogni gesto che compiamo dobbiamo pensare di farlo con la dignità di lasciare alle generazioni che verranno un esempio nuovo. Penso che questo sia un esempio positivo che va accompagnato ogni giorno per far sì che non venga disperso nei mille rivoli della gestione burocratica, nella gestione di chi, magari, non ha la stessa idea di Calabria e di come farla funzionare.

Un ringraziamento alla minoranza, un ringraziamento al lavoro dell’assessore Trematerra e a tutto il suo staff, un ringraziamento alla mia Giunta e al presidente Scopelliti.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Orsomarso. Prima dell’intervento previsto del consigliere Talarico vorrei dare il benvenuto ai consiglieri Pietro Crinò e Pietro Giamborino augurando loro un proficuo lavoro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Domenico Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, signor assessore, noi continuiamo in realtà una discussione che è iniziata ormai un anno fa e su cui ci siamo confrontati e scontrati.

Devo dire che qualche passo in avanti è stato fatto e probabilmente questo piccolo, grande passo in avanti andava anche registrato dalle competenti Commissioni. Ha ragione il consigliere Franchino: il testo che noi stiamo discutendo è sostanzialmente diverso perché muta la natura giuridica dell’azienda in discussione cosa che, invece, era rimasta inalterata nelle continue discussioni fatte sia in Consiglio che in Commissione.

Tuttavia, siccome qui badiamo al sodo e occorre dare una risposta ai lavoratori, agli amministratori delle comunità montane, ai lavoratori dell’Afor, credo che tutti siamo d’accordo ad immaginare le norme, i regolamenti perché di questo si tratta; però nessuno di noi è disponibile a disconoscere la sovranità dell’Aula, come invece si sta sovente facendo in questa legislatura, perché pare che venga prima dal punto di vista gerarchico la Conferenza dei capigruppo e poi l’Aula.

Bisognerebbe forse invertire, riportare le cose nel giusto ordine perché può anche capitare l’assenza di un capogruppo, una convocazione monca della stessa Conferenza e questo non può sintetizzare ed esprimere il pensiero dell’Aula.

Detto ciò credo che la discussione di oggi impegni non solo il Consiglio ma anche quelli che stanno fuori; impegna il sindacato e le organizzazioni datoriali diverse; impegna l’Uncem; impegna i responsabili degli enti locali e soprattutto impegna tutta la Calabria perché siamo tutti convinti che la questione di oggi sia spinosa e delicata.

Fuori da questa regione ci conoscono di più per i forestali che per San Francesco di Paola o per i Bronzi.

I forestali sono un elemento identitario, qualche volta negativo, a prescindere dalla loro volontà, della nostra regione. I forestali nel bene e nel male hanno aiutato la nascita e il rafforzamento di alcuni movimenti politici xenofobi antimeridionali. Noi in qualche modo siamo gli eredi, portiamo una eredità grave e seria rispetto a questo mondo che abbiamo trattato spesso con superficialità e anche con una certa sufficienza ed in qualche caso con un particolare interesse certamente non di tipo generale.

Credo che non tutti siamo all’altezza di questo confronto e non siamo probabilmente all’altezza delle situazioni. Lo dico anche per i sindacati che quando conviene loro smettono i panni di organizzazioni che perseguono l’interesse generale e si curvano in maniera spesso acritica sull’interesse particolare delle categorie; questo atteggiamento andrebbe anche modificato.

Dovremmo cominciare a dire dei no, dovremmo cominciare a dire parole tabù come produttività, come presenza, come legalità in un settore che richiede e necessita di essere più produttivo, che necessita di essere bonificato e legalizzato, che necessita anche di essere depurato di una sindacalizzazione perversa che non ha aiutato il processo che molti di noi hanno auspicato negli anni passati ed anche oggi.

Dicevo del passo in avanti che non è poco, che è la reintroduzione della natura pubblicistica dell’Azienda, ed in questo voglio ringraziare l’assessore Trematerra che, al di là dei conflitti e della discussione franca che c’è stata, si è fatto apprezzare per una straordinaria disponibilità al confronto, cosa anche rara di questi tempi.

Ovviamente non ci fa schermo la sua disponibilità nell’esprimere in maniera franca le nostre opinioni come ha già fatto in parte il mio capogruppo.

Cosa è che non ci convince? Non ci convince intanto una operazione che è dettata solo dalla necessità della “spending review”. Siamo alle strette e dobbiamo per forza operare dei tagli; i dipendenti delle comunità montane non si pagano e quindi dobbiamo trovare il modo legittimo, sacrosanto per carità, di devolvere loro un giusto stipendio.

Ma restano - come dire? - sullo sfondo senza soluzione problemi antichi. Noi vogliamo segnalarli, anzi ribadirli anche oggi non per far polemica, non per guardare indietro, assessore Trematerra, ma perché riteniamo che se non si illuminano quelle zone d’ombra che hanno segnato la forestazione calabrese nel passato difficilmente riusciremmo ad individuare le soluzioni e a fare dei passi in avanti sostanziali, reali.

Ad esempio, lei non fa riferimento – forse non poteva essere altrimenti – nel testo di legge, non ha detto nulla nella sua relazione, sull’anarchia organizzativa e funzionale di questo settore. Non sappiamo dove sono, in alcuni casi cosa fanno, quali sono i cantieri, i loro responsabili, qual è la loro organizzazione. Non dice nulla a proposito della confusione contrattuale che regna nel settore della forestazione e dell’agricoltura più in generale. Non ci dice, ad esempio, in che modo si possono eliminare le sacche di improduttività che sono larghe e non ci dice, ancora, in che modo possiamo anche ridurre o eliminare l’eccessiva politicizzazione di questo settore sempre al servizio di chi comanda. Per cui qui non c’è un segno politico che fa la differenza.

Ma una cosa grave su cui vorrei richiamare la sua attenzione, assessore Trematerra, è che questo ente nasce con 150 milioni di debiti, tanti sono – lo ha detto lei in altre occasioni – i debiti contratti dall’Afor negli anni precedenti. A meno che non si ritiene possibile, plausibile che questa grande massa debitoria venga eliminata o ridotta alienando il patrimonio futuro di questa azienda forestale.

Ci sarebbero da fare quattro conti, un minimo di analisi rispetto ai 6 anni di regime di liquidazione in cui ha versato l’Afor e pare che questi anni di liquidazione siano passati invano. Nessun problema è stato affrontato né la politica della montagna o per la montagna ha subito, ha ottenuto una accelerazione, un miglioramento degli efficaci investimenti per le cose che diceva il Presidente del Pd, Principe.

Noi non stiamo discutendo o non vorremmo discutere qui stamattina della modifica o dell’arrangiamento di un ente ma vorremmo discutere sulla capacità e sulla volontà di investire per la montagna e quindi per la prevenzione idrogeologica, per la tutela ambientale, per la valorizzazione di un pezzo importante del nostro paesaggio e, quindi, anche della nostra identità regionale.

Stiamo facendo tutto questo? A noi sembra di no. Sembra che si voglia dare una risposta affrettata e parziale solo per dire che abbiamo fatto una riforma e per esserci adeguati ad una legge del Governo Monti.

Ora le opposizioni, come è ovvio, come si ripete spesso, chiedono sempre qualcosa in più ma noi non vorremmo passare per quelli che chiedono qualcosa in più; vorremmo passare per quelli che fanno domande serie che nascono dalla lettura del testo, che nascono dal confronto che pure c’è stato in questi mesi, in questi anni.

Diteci in che modo si pagano i debiti, diteci in che modo questo ente troverà le risorse per investire. Diteci in che modo si arriverà ad una nuova riorganizzazione oppure volete forse rassegnarvi ad un fantomatico atto aziendale che dovrà essere messo in essere dal direttore generale che assume qui le sembianze di una sorta di salvatore, di una sorta di figura che concentra in sé tutti i poteri sulla base di direttive provenienti dal potere politico? Ecco, tutti questi aspetti meritano di essere valutati ed affrontati seriamente e possibilmente meriterebbero una risposta. Non voglio insistere sugli sprechi, non voglio insistere sulle funzioni proprie assunte nel passato ma se noi saltiamo questo passaggio, saltiamo queste pagine, difficilmente riusciremmo a trovare una soluzione.

Così anche sulle comunità montane. Forse hanno ragione i lavoratori delle comunità montane che in questo momento esprimono un rassegnato consenso all’ipotesi della proposta. Ci sono comunità montane che non percepiscono stipendio da 6-10 mesi. Che volete che ci dica un lavoratore delle comunità montane? Pagateci e fateci lavorare, primum vivere deinde philosophare. Hanno ragione.

Però il ragionamento che era stato intrapreso è morto prima di nascere. Avevamo pensato, ragionato sull’Unione dei comuni montani, avevamo ragionato sui Distretti della montagna che pure sono previsti in questa legge ma non si comprende dove sorgeranno, che funzione avranno, da chi saranno diretti, con quale personale e soprattutto con quali risorse.

Avevamo sollevato dei dubbi circa la legittimità giuridica di fondere patrimoni provenienti da mondi diversi e soprattutto patrimoni che hanno finalità diverse.

Può l’Afor – faccio una domanda all’assessore su cui non ho una risposta, non è polemica – domani alienare un patrimonio proveniente da una comunità montana? Non ho una riposta, è una domanda che si fanno in tanti.

Noi non votiamo contro perché, appunto, c’è questo problema di centinaia di famiglie, di lavoratori che attendono una risposta ma non ci esimiamo dal fare domande e dal proporre soluzioni.

Caro assessore, quando finirà in maniera definitiva il contributo dello Stato, che in realtà non sta arrivando negli ultimi mesi, saremo in grado di gestire e di governare questa grande macchina elefantiaca che fonde Afor, comunità montane, altri lavoratori provenienti da altri mondi? E’ una domanda che tutti ci dobbiamo fare non per polemizzare o per arrivare al voto contrario ma per coinvolgere e rassicurare centinaia di lavoratori ai quali dovremo assicurare un reddito ma anche un lavoro ed una professionalità come giustamente hanno rivendicato in passato.

Per queste ragioni il nostro capogruppo ha annunciato il voto di astensione ma molto dipende da voi, il resto lo dovete fare voi. Noi solleviamo problemi e cerchiamo di illuminare alcune zone d’ombra che questa legge presenta e soprattutto diciamo le cose che una certa ipocrisia politica-istituzionale tiene nascoste.

Anche sulla forestazione, lo dicevo all’inizio, bisogna fare un discorso chiaro. Qui, c’è davvero bisogno di un impegno bipartisan sapendo che è un settore delicato, qui davvero dobbiamo chiedere una sfida, chiamare alla sfida anche ai sindacati spesso in difficoltà anche con queste aree e con questo settore.

C’è davvero qui bisogno di unità a condizione che si sia chiari negli obiettivi e che non si utilizzi la forestazione, le comunità montane o l’agricoltura per funzioni improprie. E tra le funzioni improprie in passato sappiamo bene che c’è stata anche quella di tipo elettorale.

Ecco, questa è una delle funzioni che dobbiamo bandire ed arrivare ad una soluzione, ad una riforma che sia davvero tale. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Talarico ha concluso il suo intervento e sempre per quel principio dell’alternanza che avevamo concordato do la parola al consigliere Magno. Prego, ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Grazie, Presidente. Penso che stamattina, finalmente, si chiuda il capitolo con la vecchia gestione dell’Azienda forestale calabrese ed, in parte, anche le comunità montane. Questa chiusura di capitolo implica, però, alcune brevi riflessioni.

Intanto ritengo che questo provvedimento non nasca soltanto da una esigenza di “spending review”, ma, principalmente, dall’aver concluso un percorso richiamato più volte dalla Corte dei conti nelle sue relazioni annuali per dare riordino alla politica relativa alla forestazione in Calabria e anche per chiudere – su questo sono d’accordo in parte anche col collega Talarico – con la gestione della forestazione che c’è stata finora e che, certamente, non è stata limpida e chiara rispetto alle attività regionali per questo settore.

Penso che bisogni dare grande merito all’assessore Trematerra, al professore Zimbalatti con tutto il suo staff e alla determinazione del presidente Scopelliti che ha fortemente voluto che questa riforma fosse portata in Aula, superando anche il contrasto nato all’interno delle forze politiche del Consiglio regionale e che riguardava il tipo di ente che dovevamo andare a costituire. Se era un ente pubblico o un ente economico.

Questa non è una cosa da poco perché ci rendiamo anche conto che un ente pubblico economico avrebbe comunque risposto a esigenze diverse rispetto alla riforma che andremo ad approvare oggi. Ma proprio per venire incontro a tutte le richieste fortemente sollecitate dalle organizzazioni sindacali e dalle forze politiche del centro-sinistra, si è convenuti alla proposta di un ente pubblico non economico che, senz’altro, risponde alle esigenze di questo momento.

La prospettiva di questo settore non può certamente fermarsi a questo tipo di ente e, per risolvere le questioni che poneva prima il consigliere Talarico, bisogna andare, in futuro, verso una forma giuridica completamente diversa.

La modernizzazione delle istituzioni non riguarda soltanto la volontà di fare delle cose ma anche darsi strumenti di gestione e strumenti giuridici che possano rispondere a quelle che sono le esigenze della modernità.

Oggi la società ci chiede accelerazione, coinvolgimento del privato, la possibilità di far utile nelle attività che si svolgono e non di rimanere passivamente ancorata ad una forma di gestione che viene ormai superata anche dalla modernizzazione che riguarda le Regioni, le Province, gli Enti locali e il Governo nazionale.

L’abbattimento e l’annullamento di alcuni enti che abbiamo fatto in questa Aula, nell’ultima seduta del Consiglio regionale, ci ha indicato anche che la strada da percorrere per ridurre gli sperperi e le gestioni elefantiache delle macchine pubbliche.

Dobbiamo mirare a questo, cercando di trovare il modo per superare questo inghippo della pubblicità e andare verso la modernizzazione di questa Regione.

Penso che, in questo senso, la proposta di oggi sia completa e richiami due aspetti principali: quello di fare un’azienda che consenta, comunque, di avere una direzione snella e capace di gestire un processo di cambiamento, e l’altra di introdurre una riorganizzazione degli Enti territoriali all’interno della Regione che, da una parte, aboliscono le comunità montane e dall’altra si dà la possibilità di costituire eventualmente anche le Unioni montane.

Il consigliere Principe diceva che, all’interno delle Commissioni, esistono delle proposte di legge che riguardano anche l’istituzione delle Unioni montane. Una di queste l’ho presentata pure io.

Nei prossimi mesi, potremmo andare a riguardare questa problematica e dare anche una riorganizzazione legislativa a quella che può essere l’Unione delle ex comunità montane, le cosiddette Unioni montane che si vanno ad interfacciare con le Unioni dei comuni.

Questo è anche un processo di riforma democratica e di modernizzazione di quelle che sono le possibilità di sviluppo istituzionale degli Enti che agiscono sui territori.

Voglio dire un’ultima cosa. Penso che questo settore si potrà risollevare solo ad una condizione: se tutti quanti insieme, Regione, la nuova Azienda Verde della Calabria con i sindacati e gli enti locali ci mettiamo in testa che questa azienda non può essere un nuovo carrozzone.

Se tutti insieme ci mettiamo di buona volontà a stabilire i percorsi e le strategie, le necessità che ha questa azienda per rilanciare il settore, forse avremo fatto qualcosa di positivo per i nostri territori. Con questa legge si è già posta una prima pietra: in questa nuova azienda non vanno a confluire debiti. Non vogliamo, però, che la nuova azienda costruisca di nuovo debiti. Questo non lo vogliamo più. Chiudiamo con la situazione debitoria del passato, che quantizzeremo nel momento in cui il commissario liquidatore stabilirà a quanto ammonta il debito, ma questa azienda deve ripartire con uno slancio diverso, con una capacità diversa di poter intervenire sui territori per salvaguardali, intervenire su quelle che sono le problematiche ambientali e dare la possibilità anche ai giovani che sono stati inseriti nelle nuove aziende, i cosiddetti sorveglianti idraulici, di professionalizzazione all’interno della nuova azienda, non farli vivacchiare negli uffici o nelle strade ma dare loro una possibilità occupazionale, che sia capace di produrre servizi efficienti ed efficaci all’interno di questa Regione.

Queste sono le cose sulle quali bisognerà riflettere nei mesi prossimi e nel momento in cui partirà la nuova azienda.

Penso che anche l’assessore all’agricoltura, il Dipartimento ed il presidente Scopelliti siano su questa linea di indirizzo e, se lo saranno anche i sindacati e gli enti locali, potremo fare di questa azienda un fatto nuovo, innovativo e produttivo all’interno di questa Regione.

Se non faremo così, anche questa azienda sarà destinata a fare lo stesso percorso delle altre degli anni e decenni passati

La vecchia AFOR è superata sia come politica sia come tipo di gestione. La nuova Azienda Calabria Verde deve avere una fisionomia completamente nuova. Se faremo così, questa Regione saprà anche valorizzare e valutare i percorsi che stiamo facendo in questi giorni all’interno di questo Consiglio regionale per rinnovare le istituzioni regionali e dare la possibilità ai calabresi di poter rivedere una Regione non più parassitaria e che distribuisce soldi, ma una Regione che pensa anche allo sviluppo concreto e positivo dei propri territori.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Grazie, Presidente. Il capogruppo ha inteso anticipare il suo intervento e penso che l’abbia fatto per dare un chiarimento sulle fasi procedurali anticipando anche una valutazione più politica; penso, però, che sia giusto fare alcune puntualizzazioni anche per eliminare i dubbi – rispetto all’intervento di merito – che vengono fuori dalla coincidenza per cui in questa settima, in cui siamo stati impegnati in Consiglio a discutere nel merito provvedimenti legislativi di riforma, vi è stata una fase politica nazionale nuova, inedita che, sostanzialmente, nasce sull’impostazione per cui, in una fase particolarmente critica del Paese, esasperare la politica può portare il Paese stesso ad una deflagrazione complessiva.

Concentrarsi sulle politiche e sulle cose da fare può rappresentare un momento di unione per il Paese per tentare di uscire dalle difficoltà. Stranamente questa fase politica nazionale è coincisa con la discussione in quest’Aula di alcuni provvedimenti di riforma.

Penso che bisogni innanzitutto chiarire maggiormente la vicenda politica. Riteniamo che, quando si parla di riforme, si parla di un qualcosa che non sta chiuso in una parentesi; non è un inciso, una cosa che si apre e si chiude, e si è fatta la riforma.

Le riforme sono dei processi, un divenire, che nascono sicuramente da una intuizione, da una visione di quel momento, di quella che è l’evoluzione più complessiva per cui si cerca di trasformare, di cambiare qualcosa non rendendola uguale a quel che era prima.

Penso che questa fase - che, comunque sia, è una fase positiva, da guardare con positività e con sostegno - parta da un presupposto per noi limitante. Perché le riforme, le leggi che abbiamo approvato in questi giorni non partono dal presupposto di affrontare una riforma strutturale della Regione, il suo funzionamento, il suo ruolo; il tutto non già in previsione di una possibile soppressione delle province - che ancora non è effettivamente operante e che dovremmo affrontare in un’altra fase - però non c’è dubbio che in questo momento affrontare strutturalmente il processo di riforme significa, tanto per cominciare, dire come funziona la Regione in quanto istituto regionale, come funziona il suo potere legislativo, quali sono le regole, quali sono le procedure per fare le leggi, quali sono gli istituti di programmazione, dove risiedono, chi decide, chi li deve attuare e soprattutto qual è il rapporto multilivello fra la Regione e tutto quello che ci sta sotto, soprattutto in termini di gestione, avendo però chiaro che la Regione cessa totalmente o quasi totalmente la funzione gestionale che è ricondotta alla sua capacità e potestà legislativa e programmatoria, comprendendo quale sistema locale di autonomia vogliamo attivare.

Abbiamo fatto uno sforzo propositivo più generale, abbiamo presentato una proposta in questa direzione per aprire un dibattito su queste riforme più strutturali. Questo non c’è stato nell’approccio dei provvedimenti che abbiamo licenziato in questa settimana, con posizioni politiche differenziate non solo sulla visione e sulla impostazione non strutturale; prevale – è stato già detto – una spinta al rispetto di spesa, a creare le condizioni per avere provvidenze nazionali sul finanziamento dei forestali, di questo e di quell’altro; una spinta ad una trasformazione legata ad un processo finanziario contingente.

E’ sicuramente positivo, ma non è sufficiente perché i nodi poi sistematicamente vengono al pettine e l’assessore Trematerra, al quale bisogna dar atto che nel metodo ha, sicuramente, tentato di ascoltare e non si è fatto prendere dalla foga dell’assessore che cura un provvedimento, arriva in Aula, ha la sua maggioranza, pensa di approvarlo e va avanti, comunque sia.

No, c’è stato un ragionamento lungo, forse non è stato gestito al meglio, si sarebbe dovuto gestire di più nelle fasi istituzionali delle Commissioni; sicuramente, c’è stato un percorso di confronto che ha prodotto un risultato in parte condivisibile ed in parte non condivisibile.

Su questo provvedimento ci sono alcuni aspetti che noi non condividiamo, ritenendo, che nello spirito della riforma in divenire, debbano essere cambiati e sostituiti, ma non per questo ci mettiamo davanti la possibilità di questo processo di riforma.

Quali sono i nodi che vengono sempre al pettine? Quando si va a toccare il sistema delle Autonomie locali e si discute, come in questo provvedimento, delle comunità montane, viene immediatamente fuori il ruolo, le funzioni dei comuni, come si associano i servizi in montagna, a mare o a valle e noi non abbiamo anche da parte nostra sufficientemente svolto un ruolo incisivo su come deve funzionare il sistema delle autonomie nella nostra Regione.

Abbiamo istituito il CAL. Certo ho sentito chi giustamente ha evidenziato che il CAL non si è espresso. Ma lo ha fatto in altre vicende, dove doveva esprimersi in maniera più incisiva, come le province o su altre cose.

C’è un problema di funzionamento nel rapporto fra Regione ed Enti locali. Allora il CAL è utile e fondamentale, ma lo dobbiamo far funzionare.

Penso, Presidente Scopelliti, che il CAL funzioni, ma dobbiamo farlo funzionare, per esempio – ma non lo dico perché sono il Presidente di Lega Autonomie – se recepisce tutto quel lavoro, quelle competenze che esistono nel sistema di rappresentanza delle autonomie e fanno funzionare il CAL per come deve essere, non solo come un estensore di pareri ma come un soggetto che deve stimolare ed aiutare la visione del rapporto tra la Regione e gli enti locali. Altrimenti a me non interessa se c’è o non c’è formalmente il parere del CAL. Mi interessa il suo contributo su questo, che ci dica cosa deve fare il Consiglio regionale e la Regione affinché l’Unione dei comuni possa finalmente partire.

Come facciamo a trovare le risorse affinché queste cose partano? Se non affrontiamo questi temi il problema dell’organizzazione degli Enti territoriali verrà sempre fuori. La Comunità montana, le vicende dei comuni o il patrimonio ecc..

Poi anche il patrimonio. In ogni provvedimento che noi andiamo ad esaminare alla fine c’è sempre un aspetto del patrimonio.

Sappiamo benissimo – specie chi è stato amministratore in questa Regione – che il patrimonio è un grande problema della Regione Calabria. Non viene conosciuto fino in fondo, sicuramente non c’è un’azione di valorizzazione sostanziale perché, fra l’altro, in ogni provvedimento settoriale il rapporto su come deve essere gestito e valorizzato viene assunto sempre in maniera differenziata.

Forse c’è un aspetto gestionale che la Regione dovrebbe svolgere e che è quello di fare un’Agenzia sul patrimonio in cui ci sia la gestione del patrimonio forestale, degli immobili. Un processo di riforma strutturale affronta questi temi. Certo non siamo pronti e non abbiamo le proposte ma questa è la strada su cui, io credo, possiamo considerare i provvedimenti che abbiamo in esame altrimenti rischieremo di fare dei provvedimenti a volte pasticciati come, secondo me, quelli di martedì, ed arrivare a delle cose che poi puntualmente dovranno essere modificate.

Vado rapidamente all’Afor per la quale c’è da dire che se – come io penso – ci sarà una nuova legge e quindi un nuovo ente si sarà sicuramente fatto un passo avanti e mi auguro che il testo sia stato migliorato, che da tutte quelle questioni, che oggi possono apparire come un problema occupazionale di garanzia stipendiale dei forestali, dei sorveglianti idraulici e quant’altro, si passi, invece, ad una fase in cui queste risorse umane possano essere realmente messe in un progetto speciale della Calabria che affronti il problema del dissesto idrogeologico, il sistema forestale, l’ambiente e quant’altro.

La Calabria ha sempre chiesto questi 160-170 milioni di euro al Governo nazionale e li ha sempre ottenuti. Ma voi pensate che la Calabria possa chiedere le risorse per stipendi? Penso che debba chiedere risorse per progetti di sviluppo consistenti e deve avere anche la capacità di riorganizzarle.

Non è una coincidenza, ma se andiamo a studiare - e qui ci sono i tecnici dell’assessorato - quella che è l’evoluzione dell’efficienza, anche in termini di interventi della forestazione, della conservazione del suolo, delle infrastrutture in aree montane, essa, purtroppo, ha avuto un abbattimento quando questi interventi sono passati dal livello nazionale, quindi Governo nazionale-Cassa per il Mezzogiorno, ad un livello locale con le Regioni e con tutto quello che sta dietro le Regioni.

Tutta l’attività di sperimentazione, che prima era empirica, tra l’altro ha un crollo proprio in corrispondenza degli anni ‘70, dove, casualmente, in Italia nascono le Regioni ed in Calabria nascono pure le Università. E’ un controsenso che ci sia un processo di miglioramento in un senso ed un abbattimento di efficienza nell’altro.

Questa legge deve essere, quindi, migliorata e ci sono aspetti che mi auguro possano essere migliorati con gli emendamenti che devono avere, sicuramente, un’attenzione diversa sull’aspetto gestionale di questa legge.

Il relatore di questo provvedimento non lo ha esaminato in Commissione bilancio, ma ha ascoltato una relazione sul bilancio dell’Afor.

Penso che sia sicuramente mortificante per tutti scoprire, dopo tantissimi anni, che la Regione ha pagato – e non doveva pagare – le sanzioni all’Inps per mancato ritardato pagamento dei contributi Inps.

Questo significa che il livello di attenzione gestionale non funziona. Allora questa legge potrà essere una buona o una cattiva legge ma, comunque sia, se sarà una legge dovrà essere gestita. I termini per gestire questa legge devono essere totalmente diversi dal passato e questo può avvenire solo se la politica riconoscerà il vero grande limite della politica che è quello di darsi un limite rispetto all’ingerenza gestionale. Se la politica decidesse che il livello di ingerenza dell’Afor è quello della nomina del Direttore generale, che deve fare il piano aziendale e deve portare risultati e non si occupi, invece, degli operai, dei capi squadra, dei capi operai o di come si fa questo e quello, allora, probabilmente, questo sistema potrà essere messo su un terreno di funzionamento e di efficienza.

Se la politica non riconoscerà questo limite, penso che neanche una buona e perfetta legge potrà esser attuata positivamente.

Penso che l’impegno nel votare questa legge è un impegno a ché la storia del passato recente venga messa realmente, in un sistema di parentesi molto chiuse e che la storia futura possa essere raccordata con momenti di efficienza in cui il progetto è sicuramente quello della difesa del suolo, del recupero ambientale del territorio ma deve essere anche quello di una grande sinergia tra quello che è il funzionamento della Regione e del territorio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Prendo brevemente la parola, Presidente, perché sono tante le ragioni che mi convincono dopo aver letto ed ascoltato le relazioni introduttive.

La prima cosa che mi convince è il nome e non è cosa di poco conto, non è solo un aspetto formale. Chiamare questa nuova Azienda “Verde” dal mio punto di vista è molto significativo ed è un nome simbolico che indica come dobbiamo muoverci a difendere e tutelare questa ricchezza, questo forte patrimonio che, per fortuna, la Calabria possiede.

L’altra cosa e l’altra ragione che mi convince di questa proposta di legge è la soppressione delle comunità montane calabresi che hanno assolto in passato a funzioni importanti ma negli ultimi tempi, negli ultimi anni penso non abbiano svolto alcun compito, alcun ruolo e non abbiano contribuito a difendere e tutelare il patrimonio della Calabria, certamente non per ragioni loro.

Penso anche che questa proposta mi convince perché forse daremo certezza e sicurezza ai dipendenti delle comunità montane che meritano e meritavano più attenzione, che meritano e meritavano di essere maggiormente valutati ed apprezzati per il lavoro che hanno svolto.

Però, nel corso di questi ultimi anni, penso che il personale delle comunità montane calabresi abbiano vissuto una fase di difficoltà e di disagio, una fase di scarsa utilizzazione. Questa proposta di legge credo che dia certezza e continuità e faccia in modo di poter valutare attentamente; e loro possono portare un contributo determinante a questo nuovo ente che sta per nascere.

Dare certezza, dare sicurezza ai dipendenti penso che sia una cosa estremamente importante.

L’altra cosa che mi convince di questa proposta di legge è che c’è una data precisa entro la quale le comunità montane devono essere liquidate.

Mi appello, qui, al Presidente e all’assessore affinché venga mantenuta fede a questa proposta perché in Calabria, purtroppo, avendo stabilito altre volte delle date entro le quali dovevamo liquidare le cose poi le abbiamo avute per 7 anni.

Il 31 dicembre 2013 penso che debba essere una data che deve essere mantenuta, non ci devono essere scusanti, dobbiamo essere in grado di rispettarla ed io penso che il dipartimento e l’assessorato debbano essere in grado di monitorare, mese per mese, il lavoro che i commissari andranno a fare.

L’altra cosa, l’altro motivo per il quale questa proposta di legge mi convince è perché una serie di materie organiche sono svolte e portate avanti da un unico soggetto, da un unico ente. Purtroppo in Calabria tante competenze simili venivano gestite per enti e strutture diversi. Questa idea di accorpare materie omogenee in un’unica organizzazione amministrativa, funzionale e di gestione penso sia un altro elemento positivo da tenere in considerazione.

Dal mio punto di vista c’è un altro motivo che mi convince: assegnare oltre alle competenze delle comunità montane e alle competenze trasferite successivamente alle comunità montane, due elementi principali sui quali penso che noi dobbiamo insistere e sui quali noi dobbiamo sottolineare l’importanza.

Questo ente avrà il compito di prevenire gli incendi boschivi e di lottare perché essi non avvengano. Questo è un compito che noi dobbiamo assolvere con puntualità, con organizzazione, con strumenti e con motivazioni così come anche l’attività di servizio di monitoraggio e di sorveglianza idraulica che, a volte, era gestita da enti diversi.

C’è un altro motivo per il quale questa proposta di legge mi convince molto e che è legata anche all’attività che io svolgo all’interno di questo Consiglio regionale e cioè quando viene detto con molta chiarezza che il direttore generale deve avere alcuni requisiti che sono straordinari dal mio punto di vista. Quando si dice che il direttore generale non deve aver riportato condanne, non deve essere sottoposto a procedimento penale o a misure di prevenzione.

Tutta una serie di questioni che sono sancite dalla legge nazionale ma richiamarle in questa proposta di legge mi sembra molto convincente.

C’è un altro elemento che è importante e che io vorrei che anche i colleghi del centro-sinistra apprezzassero: non può ricoprire la nomina del direttore generale colui che ricopre incarichi politici in partiti o in movimenti o in sindacati o che li abbia ricoperti nell’ultimo biennio.

Questo è un elemento importante dal mio punto di vista perché quando un candidato a consigliere regionale non veniva eletto gli si offriva la nomina di direttore generale. Questo è un elemento di pulizia, di trasparenza e di novità politica che penso sia giusto che venga ribadito al pari della previsione relativa a coloro i quali abbiano ricoperto incarichi elettivi nell’ultimo triennio.

Sono convinto che questa sia un’altra norma importante e straordinaria che non mi pare sia stata sottolineata positivamente durante il dibattito.

L’altro elemento che caratterizza il provvedimento riguarda la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati alle questioni; l’istituzione del Comitato tecnico di indirizzo mi pare che sia un altro elemento importante; cioè partecipare, coinvolgere, allargare la fase della programmazione è un elemento importante ed anche qui in questo Comitato di indirizzo vengono nominati o si andrà a nominare tutto il mondo che rappresenta Azienda Calabria Verde.

Ci sono tutti i suoi rappresentanti che devono avere una esperienza e mi pare che sia anche positivo che ci sia un membro che venga designato dall’Uncem Calabria perché questa esperienza che è stata positiva nel passato possa contribuire a dare il suo contributo.

Penso anche che ci sia un altro elemento – e sto per finire - perché questa legge mi convince e che riguarda il personale che è stato ed è una risorsa per questa azienda e per la nostra Regione. Un personale che non è più motivato che non è più in grado di assolvere fino in fondo le sue competenze.

Noi dobbiamo difendere il posto di lavoro, dobbiamo difendere i diritti dei lavoratori ma penso anche che dobbiamo – una volta che questa legge si incammina e va avanti – pretendere anche che ognuno di noi faccia fino in fondo il proprio dovere perché la Calabria, purtroppo, non ha una buona immagine all’esterno. Siamo visti come la regione col più alto tasso di illegalità e questo non è vero perché la stragrande maggioranza dei calabresi è costituita da persone perbene ed oneste. E’ vista come una regione in cui la classe lavoratrice è incapace e vagabonda, non suda ed io penso che questo non sia neanche vero.

Però dare certezze e puntualità nei pagamenti, rimotivare il personale è forse la molla per poter far ancora di più e meglio e assolvere ai compiti che questa legge assegna a questo nuovo ente.

L’ultimo argomento ed ho finito, perché questa legge mi convince lo ricavo dall’intervento che il presidente Scopelliti ieri ha pronunciato al Santuario di Paola quando ha detto che questa Regione ha bisogno di una riappacificazione, ha bisogno di unire le forze sane per cambiarle in meglio, per riformare le cose che non funzionano, per incanalare i percorsi nelle giuste direzioni.

E’ stato un messaggio forte che il Presidente, ieri, nel Santuario di Paola ha rivolto ai calabresi ed anche alle altre forze politiche, quello della coesione, dell’avere una unità di intenti nel perseguire quegli obiettivi fondamentali che puntano al cambiamento ed alla crescita della nostra Regione.

Questa delle riforme penso che sia un elemento importante di questa riappacificazione e segnali importanti in questa direzione sono venuti dagli interventi dei colleghi del centro-sinistra.

Noi dobbiamo riappacificare questa nostra Regione. Perché se facciamo le cose, se non le facciamo non siamo in grado di farle, se le facciamo sono incomplete, se poi non le facciamo ritorniamo ancora indietro.

Penso che avviare le riforme sia stata una fase importante. Sono convinto che potevamo farle prima ed abbiamo perso tempo nel passato, però adesso siamo quasi in dirittura di arrivo e dobbiamo accelerare e, soprattutto in Calabria – ed ho finito caro Presidente – mi rivolgo all’assessore Trematerra che conosco e stimo per il lavoro che sta portando avanti, non c’è solo l’esigenza di far bene ma di far presto.

Noi dobbiamo far presto: questa legge va attuata nel più breve tempo possibile in questo spirito di unità di intenti con il coinvolgimento di tutti i soggetti. Mi pare che su questa proposta ci sia stato il coinvolgimento ed il parere favorevole di tutti i soggetti interessati a questa riforma.

Per questi motivi annuncio a nome del gruppo della lista “Scopelliti Presidente” il nostro voto favorevole ed incoraggiamo la Giunta, l’Esecutivo, a non perder tempo nella sua attuazione.

PRESIDENTE

Dopo l’annuncio del voto favorevole da parte del Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta per conto della lista “Scopelliti Presidente” è previsto l’intervento del consigliere Guagliardi. Prego, ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Signor Presidente, colleghi, consigliere Magarò, personalmente non sono interessato a rappacificazioni perché non sono nemico di nessuno. Devo fare il mio dovere di consigliere regionale e devo lavorare, ma non ho procurato né rotture drammatiche in questa Regione né penso di poterle procurare.

Ognuno fa il suo lavoro ed adesso non possiamo lanciare l’idea del “volemose bene” dopo 20 anni di rotture radicali nella società italiana che torneranno nel nome delle riforme nella nostra Regione; questo concetto, che da qualche giorno sento in quest’Aula ed anche fuori di essa, è un po’ riduttivo.

Noi oggi stiamo praticamente celebrando due “de profundis”. Uno: seppelliamo dopo 6 anni un cadavere eccellente! Il delitto si consumò nel 2007, in una nottata durante una sessione di bilancio e contro quei provvedimenti, qualche settimana dopo, ci fu anche lo sciopero generale della Calabria. Si trattò della famosa riforma del maxiemendamento del 2007, allora scomparvero molti enti fra i quali l’Afor.

Però quel cadavere, quel morto di quell’epoca è rimasto ancora per sei anni insepolto perché non si erano realizzati gli atti concreti per la sua definitiva liquidazione.

Quel morto forse resuscita nella nuova Agenzia ma il suo cadavere va fatto scomparire dalla scena. Eppure è stata una storia importante della nostra regione in cui si sono cimentati ricercatori per riflettere sullo sviluppo e sul ruolo della montagna per la nostra regione, sulle possibilità di economia della montagna, sulla tutela delle aree interne. Fiumi di parole, pile enormi di relazioni che hanno coinvolto anche livelli altissimi in materia di ricerca economica.

Non possiamo, poi, neanche dimenticare quello che è stato per l’economia interna quel morto eccellente, quando per i paesini di 800-1000-3 mila abitanti si poteva distribuire un reddito di 40-50-100 posti; cento redditi per comunità che andavano a vivificare e a far vivere il resto delle attività che ora non abbiamo più. Quel morto eccellente era una fonte di vita per la Calabria, era la fonte di vita per le aree interne, per i disagi dei piccoli comuni.

Voglio ricordare che quel morto eccellente ha contribuito molto anche alla democrazia della Calabria. Non accetto che si identifichi la forestazione alla delinquenza organizzata. E’ un luogo comune che ha distrutto la forestazione e che ha prodotto un dissesto della nostra economia interna dietro l’assioma “forestazione uguale delinquenza organizzata”.

Lì c’era quell’intervento che alcuni economisti stanno rilanciando oggi: far circolare il denaro, dare la certezza e la tranquillità alle famiglie. C’era la possibilità di poter guardare al mese dopo con una certa serenità che oggi non abbiamo.

Non faccio questa premessa per ideologia perché sono convinto che quel morto deve essere sotterrato per poter far si che da quel morto posso rinascere qualcosa. Sono convinto che bisogna farla un’Agenzia con le caratteristiche di cui ha posto le condizioni il collega Mirabelli; dobbiamo stare attenti quando costruiamo degli enti cosiddetti strumentali e poi però li mettiamo nelle condizioni in cui chi dirige possa esercitare manovre che nell’ambito della legislazione italiana inducono a licenziamenti, alla non applicazione dei contratti ed inducono la gente alla povertà ed all’abbandono del progetto.

Ha fatto bene, quindi, il consigliere Mirabelli a sollevare quel problema, altrimenti avremmo fatto un ente che dice “tagliamo i rami secchi”, seguiamo la cultura della banca europea che ci dice “via il pubblico, morte ai cittadini dei paesi”.

Questo stiamo vivendo e non stiamo affrontando il tema del lavoro e dello sviluppo benché stiamo discutendo di due realtà importantissime della Calabria.

Allora facciamola la discussione su questa realtà. Per esempio, devo dire agli amici che sono lì, agli amici delle comunità montane con cui ho fatto mille battaglie per difendere quegli enti, che quando abbiamo discusso ed approvato lo Statuto regionale – c’è qui il Presidente dell’allora Consiglio regionale, Fedele, e c’è l’allora Vicepresidente, Bova – abbiamo previsto le comunità montane per difenderle non per abbatterle; gli articoli dello Statuto, che hanno provocato, nell’altra seduta, l’increscioso momento di imbarazzo tra il presidente Talarico e il sottosegretario Sarra, sono nati per garantire alcune cose.

Sono convinto oggi che si sia celebrato un processo di eutanasia alle comunità montane. Le abbiamo portate alla morte perché non abbiamo stabilito le loro risorse, non abbiamo dato la qualificazione a chi ci lavorava, non abbiamo creduto, gli abbiamo contrapposto le Unione dei comuni e le abbiamo abbandonate. Oggi decidiamo la loro morte ed è giusto che sia sollevato un problema.

Perché i lavoratori della “285” delle comunità montane non ricevono i sussidi e i tributi dello Stato come quelli dei Comuni? E’ un fatto casuale o fa parte di una cultura della spending review, dei Monti di turno o di chi c’era prima di lui, che tende a distruggere questa legge dello Stato e l’esistenza delle comunità montane? Credo che sia un errore oggi approvare questa legge perché potrebbe riportare allo sfinimento la speranza dei lavoratori delle comunità montane; se dovesse esserci un ricorso e fosse bloccato il processo di riforma, visto come vanno le cose in questa Regione, non sappiamo se l’illusione che state creando sarà realizzata.

Ed il tema è questo: si sono avuti mesi per fare la modifica dello Statuto, si è avuto un anno per fare la modifica dello Statuto in prima ed in seconda lettura; si sarebbe potuto fare se si fosse voluto realmente riformare le comunità montane verso lo spirito che si è mosso oggi. Si aveva il tempo per farlo e perché non si è fatto?

Qui ci sono molti, ma molti interrogativi: il destino dei beni delle comunità montane, il destino delle risorse destinate alle comunità montane, un uso ipocrita delle riforme rispetto ai leghisti ma che sono leghisti anche dentro le nostre realtà, che appoggiano i governi che vanno contro il Mezzogiorno.

Chiedo una sola cosa: la garanzia che questa legge, se venisse approvata oggi, diventi immediatamente attuativa.

Temo di no, amici delle comunità montane, temo di no. Quindi credo che forse un ripensamento fino alla fine ci possa essere. Fare una doppia lettura dello Statuto, se si ha la volontà politica, si può fare nei termini previsti, prevedendo già domani una seduta di Consiglio regionale per la soppressione di questa lettera; dopo due-quattro mesi, non ricordo quali siano i tempi, la seconda lettura per poi attuare la legge.

Ma approvarla senza quel passaggio, secondo me, è rischioso.

Ecco, io credo che questo comporti la difficoltà a partecipare a questo voto perché, purtroppo, siamo in una condizione di necessità, da una parte di dare una risposta immediata ai bisogni e dall’altra di dire che questa risposta immediata ai bisogni può essere una trappola catastrofica.

Su questo c’è veramente un conflitto. Sto per chiudere, Presidente.

Mi rivolgo agli amici presenti, ai colleghi della maggioranza, al governo: pensiamo seriamente che se riforma va fatta, sia fatta con i crismi della garanzia, altrimenti finiremo per fare solo un po’ di dichiarazioni sui giornali. Se ci siamo avviati sulla strada della pacificazione, la maggioranza viene appoggiata dal Pd che ha condiviso il percorso, e dopo i sei mesi di ritardo nel pagamento dei lavoratori, dei dipendenti delle comunità montane, dovessero diventare 12 mesi o anche di più, avremo dato ai calabresi una ulteriore batosta che neanche meritano.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bruni. Ne ha facoltà.

Ottavio Gaetano BRUNI

Presidente, intervengo a nome del gruppo dell’Udc che ringrazio per avermi concesso l’onore di presiedere questo gruppo. Intervengo, indubbiamente, per esprimere il voto favorevole ed il compiacimento e la soddisfazione da parte del mio gruppo per questo risultato.

Dal dibattito emerge chiaramente che questa è una legge che riscuote il consenso di quasi tutti i gruppi politici presenti in questo Consiglio, pur con qualche distinguo, con qualche sottolineatura per qualche carenza che certamente nel corso del tempo potrà essere aggiustata e rivista. Tutte le leggi possono essere migliorate e perfezionate.

Ma il dato che, debbo dire, mi colpisce di più e che mi spinge a fare questa considerazione è più di carattere generale.

Oggi con l’approvazione di questa nuova legge si completa un lungo percorso che la maggioranza e il suo Presidente, Scopelliti, hanno perorato, sul quale hanno lavorato e puntato da sempre.

Credo che possiamo definire questa come una settimana veramente importante per la Calabria, per l’Ente Regione; una settimana decisiva e proficua per una serie di atti che ritengo fondamentali e che, di certo, trasformano radicalmente questo Ente rendendolo più agile, più snello, più produttivo, più razionale.

Tra l’altro si raggiunge questo obiettivo con significativi risparmi di economie che, indubbiamente, possono essere impegnati in iniziative più urgenti, più necessarie e più importanti.

Dopo tanti altri atti importanti, per esempio sulla riduzione dei costi della politica, dopo l’approvazione della legge di trasformazione dell’Arssa, lunedì e martedì scorso si è scritta un’altra pagina, come diceva qualcuno; questo Consiglio regionale ha scritto un’altra pagina importante perché è stata approvata la riforma degli Enti sub-regionali attraverso il cui riordino si recidono molti rami secchi, si eliminano carrozzoni politici clientelari utili, certamente, solo alla politica senza alcun vantaggio per la comunità e anche questo con notevole risparmio di risorse finanziarie.

Oggi portiamo a compimento un’altra importante e significativa riforma relativa alla politica della montagna. Si archivia la vecchia azienda Afor e si passa alla costituzione di una nuova Azienda, certamente meglio strutturata e più rispondente alle esigenze del territorio e che apre una grande prospettiva per il futuro e anche per coloro i quali operano in questo settore.

A questo risultato si arriva attraverso un lavoro lungo e defatigante, un lavoro certamente collettivo sempre coordinato con grande impegno e determinazione dall’assessore al ramo, Michele Trematerra, supportato da una struttura tecnico-burocratica di alto livello e sempre sostenuto con maggiore forza dal presidente Scopelliti.

Diceva in altri tempi l’assessore Trematerra: questa è una sfida che dobbiamo cercare di superare e di vincere.

Oggi si chiude positivamente quest’altro lungo e travagliato percorso se volete, e lo facciamo con maggiore soddisfazione perché questa riforma viene approvata quasi alla unanimità, a larghissima maggioranza grazie al senso di responsabilità, alla disponibilità, al contributo costruttivo che le forze di opposizione hanno messo a disposizione di questa legge.

Questo vuol dire conferire a questo atto maggiore valenza e significazione.

Possiamo ritenere, quindi, che questa seconda fase della consiliatura regionale si apre sotto i migliori auspici e sarà caratterizzata dal dispiegarsi del corposo processo di riforme che abbiamo approvato e sulla cui  scia dovremo continuare ad operare senza sosta, aggredendo, così come si è fatto fino ad oggi, altre situazioni di debolezza e disagio a partire, magari sin da subito, da una nuova legge elettorale.

Ecco perché sono intervenuto per esprimere il compiacimento mio e dell’intero gruppo e per esprimere certamente un parere ed un voto favorevole, credo, scontato. Grazie.

PRESIDENTE

Registriamo, dunque, il parere favorevole da parte del gruppo dell’Udc, espresso dal consigliere Bruni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Grazie per avermi dato la parola, Presidente. Richiamando una considerazione politica fatta dal consigliere Principe e il fatto che siamo proponenti di un progetto di legge cosiddetta “Regione leggera”, che prevede una riforma della Regione, alla luce del fallimento del regionalismo nel nostro Paese, credo che vada fatta una considerazione politica - e l’ha fatta in precedenza il mio capogruppo – riguardo al processo riformatore che si è consumato in questi mesi nella Regione Calabria: Arssa e Afor in primis.

Questo è stato possibile grazie al contributo di un’opposizione riformista che sia in quest’Aula che fuori ha lavorato come una forza di governo; non può sfuggire a nessuno che, se oggi vareremo la riforma dell’Afor - e questo è valso anche per l’Arssa – sarà grazie al Partito democratico che garantisce la maggioranza dei due terzi, così come previsto dallo Statuto della Regione.

Credo che questo sia un fatto politico di grande rilevanza, alla luce del fatto che, voglio dirlo, già nel 2007 fu giusto avviare quel processo riformatore che, però, è durato troppo tempo; la classe politica dal 2007 fino ad oggi non ha avuto la forza di portare a compimento quel processo riformatore ed abbiamo tenuto questi enti commissariati ed in liquidazione dal 2007 fino ad oggi. Enti che hanno utilizzato risorse per oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro così come ci ha detto la Corte dei Conti; ne abbiamo discusso in quest’Aula, Arssa e Afor commissariate ed in liquidazione dal 2007 ad oggi, hanno speso, forse, qualcosa in più, oltre 1 miliardo 200 milioni.

Abbiamo tenuto per troppo tempo due organismi, due agenzie – chiamatele come volete – che hanno competenze su due settori importanti: agricoltura e forestazione a lungo inattive, in ordinaria amministrazione, consumando importanti risorse regionali.

Questo non possiamo dimenticarlo nella discussione di oggi.

Non sono tenero con questa Giunta e col suo Presidente nel senso che la mia è, molte volte, una opposizione rigorosa, però devo dare atto all’assessore Trematerra di essere riuscito, attraverso un ruolo paziente, a trovare le giuste convergenze sia in quest’Aula che fuori fino ad arrivare ad un provvedimento largamente condiviso, anche se, secondo me, permangono alcune questioni, a cominciare da quella delle Comunità montane.

Non voglio far finta che in quest’Aula non ci sia stato l’intervento del consigliere Franchino. Forse sulle Comunità montane siamo stati troppo frettolosi, ma una cosa è certa: con questa soluzione abbiamo messo il personale delle Comunità montane nelle condizioni di poter avere una serenità che fino ad oggi è mancata. Il punto è la discussione che dovremo approfondire nei prossimi mesi riguardo le competenze che erano in capo alle comunità montane e in particolare le aree di montagna che sono un grande patrimonio di questa regione; sono d’accordo con la proposta del collega Magno di approfondire entro un mese questo tema delle comunità montane e della Unione dei comuni, di avviare una riflessione per vedere se riusciamo ad approvare una proposta più avanzata e migliorativa di quella cui siamo arrivati in questo testo.

Abbiamo anche dato dignità e ruolo ad un servizio importante, quello della sorveglianza idraulica.

Sono circa 400 lavoratori che oggi in base all’articolo 4 della legge che istituisce l’Azienda Calabria Verde, per i quali è previsto espressamente al comma d) che “le attività di monitoraggio e sorveglianza idraulica della rete idrografica calabrese con l’ausilio del personale è istituito questo servizio”, fanno parte integrante della missione di questa nuova azienda, ed io credo che, con gli emendamenti proposti da maggioranza e minoranza, questo aspetto sarà approfondito e migliorato, in sede di approvazione della legge.

Credo che non ci possiamo mai accontentare di quello che facciamo ma un segnale forte viene dal fatto che su temi strategici che riguardano lo sviluppo della Calabria, noi dell’opposizione, siamo stati in grado, su Arssa, Afor e Riforma degli Enti e delle Fondazioni, di dare un contributo fattivo affinché la Calabria potesse conoscere e portare a compimento un processo riformatore che  riteniamo importante.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi dal centro-destra, prima di passare all’esame dell’articolato, do la parola al consigliere Tripodi

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie, Presidente. Voglio ribadire alcuni concetti e, prima di fare il mio intervento, preannuncio il voto di astensione su questa legge, non sulla legge ma bensì astensione sul voto. Quindi, quando si voterà mi allontanerò dall’Aula, non per sminuire il lavoro fatto dall’assessore o dal dipartimento, perché ritengo che alcune cose, con molta onestà mentale ce le dobbiamo dire in quest’Aula, altrimenti rischiamo di far passare per riforme eclatanti qualcosa che, invece, deve ancora addivenire.

Per questo prendo questa legge come una manifestazione di intenti e meritevole di attenzione, ma al momento si tratta solo di questo.

Poi ho sentito, da una parte e dell’altra anche di questi banchi, voler ascrivere al proprio partito o al proprio ruolo di aver contributo o di contribuire all’approvazione di questa legge.

Vorrei capire quali sono le novità di questa legge perché questo ce lo dobbiamo dire con molta onestà mentale.

Guardando la legge dal punto di vista ordinamentale, poi nell’articolato, articolo per articolo vedremo che, eccetto una governance di chi gestisce e della impostazione di governo anche dell’Afor, nella nuova Agenzia Calabria Verde, di fatto, competenze e funzioni rimangono quelle che erano prima.

C’è di più, però. Questa nuova agenzia che è stata creata, rispetto al personale – lo vedremo da qui a poco – ha circa 850/900 persone in più rispetto a prima e la legge lo dice chiaro: mantenendo gli stessi livelli, funzioni ed anche equiparazione stipendiali a quello che aveva prima.

Ma andiamo oltre, perché di questo si tratta. “Funzioni del Direttore generale” tutto rimane a capo della Giunta come prima, anzi - questa è una riflessione che faccio fra me e me – nell’articolato,  addirittura, la Giunta regionale, guarda caso, si riserva, dalla lettera a) alla lettera f) dell’articolo 5, la facoltà di decidere rispetto all’ impostazione di gestione e alle funzioni del Direttore generale.

Faccio un esempio banale. Alla lettera m), invece, il “piano regionale antincendi boschivi” viene lasciato all’esclusiva competenza del Direttore generale come se non ci interessasse.

Andiamo avanti! Anche se, rispetto alle Comunità montane e alla discussione che abbiamo fatto fino a poche settimane fa, rispetto all’ impostazione anche di forze del centro-sinistra - e questo lo voglio dire al consigliere Guccione – riteniamo che una gestione della montagna possa o debba pervenire anche attraverso una rimodulazione articolata delle autonomie locali.

Di questo si tratta. Anche se l’Unione dei comuni – ai comuni non diamo nessuna facoltà – lo possono fare per legge ed in modo autonomo. E quando mettiamo per legge l’eventuale, perché qui si tratta di eventuale capacità di gestione, di approvare una legge che vada a regolamentare queste cose, allora dobbiamo chiarire se l’impostazione è solo per approvare una legge di riforma che sia espressione di intenti, e quindi  siamo d’accordo, perché non sminuiamo né il valore della riforma nè del lavoro fatto dall’assessore Trematerra e dal suo dipartimento.

Però dobbiamo dire le cose come stanno, perché altrimenti rischiamo di dare un’impressione sbagliata, perché dobbiamo riempire questa legge di contenuti. Ed i contenuti sono la dimostrazione reale e fattiva dell’ impostazione che vogliamo dare alla gestione della montagna.

Alcune cose sono apprezzabili e lo dico senza infingimenti, ma alla fine vedremo e diremo di cosa è costellata questa legge che oggi andiamo ad approvare.

Lo prendiamo come un buon auspicio e riteniamo che, per il bene della Calabria, daremo attuazione e corpo alle cose che abbiamo detto oggi, vuoi per la “spending review”, vuoi per l’impostazione che abbiamo dato sul modello di gestione; perdonatemi, però, non vedo tutta l’apoteosi che si sta facendo su questa norma, che oggi sta passando anche con la responsabilità in positivo delle forze di centro-sinistra.

Non ritengo che questo provvedimento sia esaustivo di una nostra interpretazione in modo autentico di quella che può essere la gestione non solo del comparto forestale – lo vedremo nell’articolato - ma anche e soprattutto nella gestione della montagna, perché, quando mi si dice che le competenze di attribuzione vengono anche dallo sfruttamento dell’idroelettrico alla nuova azienda che andiamo ad istituire, voglio capire quali siano gli orientamenti di gestione di quel comparto rispetto ad un ecosistema già fragile sulle montagne.

Abbiamo visto poi come è stato in questi anni l’utilizzo del personale. Reggio Verde né stata una dimostrazione.

Di cosa stiamo parlando, perdonatemi? Ripeto che non voglio sminuire il lavoro fatto nella direzione di dare una risposta alla Calabria ma mi sarei aspettato che, oltre questo articolato, dimostrassimo realmente come volevamo gestire e quali impostazioni di novità volevamo dare alla Calabria rispetto ad una nuova filosofia di gestione. Di fatto, l’impostazione gestionale della Giunta era ed è rimasta della Giunta. Cosa è cambiato? Qual’ è la novità sostanziale nella filosofia di gestione di questa Regione?

Questo lo verificheremo da qui a pochi mesi.

Mi auguro, soprattutto per il bene della Calabria, che l’assessore Trematerra e la Giunta regionale possano effettivamente dare risposte costruttive nell’orientamento che abbiamo detto tutti quanti. Ma oggi non mi sento di assumermi questa responsabilità. Al momento del voto mi allontanerò dall’Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Con l’intervento del consigliere Tripodi si conclude il dibattito sulla discussione generale. Possiamo procedere all’esame dell’articolato.

All’articolo 1 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 20131, a firma del consigliere Mirabelli, che recita così: “L’articolo 1, comma 1, è sostituito dal seguente <E’ istituita, ai sensi del comma 3 dell’art. 54 dello Statuto della Regione Calabria, l’Azienda Calabria Verde, l’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna, di seguito denominata Azienda Regionale, ente strumentale della Regione Calabria munito di personalità giuridica di diritto pubblico non economico ed autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale contabile e finanziaria>”.

Prego, consigliere Mirabelli.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, ne avevamo già parlato e si tratta solo di aggiungere la connotazione specifica a questo ente di diritto pubblico non economico.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore? Parere della Giunta?

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 con il voto contrario del consigliere Franchino.

(E’ approvato a maggioranza)

Pongo in votazione l’articolo 3 con il voto contrario del consigliere Franchino.

(E’ approvato)

All’articolo 4 sono stati presentati degli emendamenti a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che decadono per assenza del proponente.

L’emendamento è ritirato.

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo numero 19990, a firma dei consiglieri  Guccione, Franchino e Adamo, che recita così: “Alla lettera d) del comma 1, dopo le parole <le attività di servizio di> vengono aggiunte le parole <monitoraggio e>. Alla lettera d) del comma 1, dopo le parole <per lo svolgimento delle attività affidate con deliberazione di Giunta regionale del 14 settembre 2010, numero 602> vengono aggiunte le parole <il personale di cui alla legge regionale numero 8 del 28.12.2009 dovrà essere utilizzato a tempo pieno e con le adeguate qualifiche funzionali. Per la copertura finanziaria degli oneri previsti per l’attività di monitoraggio e sorveglianza idraulica, quantificabili in € 10.000.000 annui si provvederà con risorse autonome tramite la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l’accompagna>.

Alla lettera d) del comma 1 prima delle parole <allocate all’Upb 3.2.04.05, sono trasferite a carico del capitolo di competenza del dipartimento agricoltura, foreste e forestazione> aggiungere le parole <le risorse saranno>”.

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, questo emendamento ribadisce, sostanzialmente, che le attività di monitoraggio e sorveglianza idraulica sono svolte a tempo pieno. Nella sostanza è come quello del consigliere Vilasi. Chiedo che venga accolto e poi sistemato in sede di coordinamento formale.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

E’ accolto ma con autorizzazione al coordinamento formale; c’è anche un emendamento successivo che è del consigliere Vilasi…

Giuseppe BOVA

Voglio capire prima di votare. Sono favorevole. Coordinamento formale significa che la sostanza  dell’emendamento la accoglie lei? E’ il quibus, i soldi, non il principio che…

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Accogliamo l’emendamento dove la lettera d), subito dopo le parole <rete idrografica calabrese>  aggiunge <da svolgersi a tempo pieno>,  scusi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Adamo, ne ha facoltà..

Nicola ADAMO

Per precisare la preoccupazione del consigliere Bova, ai fini del lavoro fecondo del coordinamento formale; la precisazione riguarda, esattamente, la differenziazione tra l’obiettivo del riconoscimento del servizio, da rivolgersi al tempo pieno, e le forme di contrattualizzazione dei lavoratori e delle attività che di anno in anno si programmano e si organizzano.

Mi pare che l’obiettivo a cui tende questo emendamento, come è stato illustrato già precedentemente dal firmatario Guccione, sia, intanto, quello di riconoscere il servizio a tempo pieno nell’ambito dell’attività cui è preposta Calabria Verde.

Ovviamente, poi rientra nella parte della gestione del governo, del procedimento e dell’attività del servizio tutto il resto che ne consegue per quanto riguarda le forme di utilizzo del personale.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Difatti l’attività deve essere a tempo pieno ed ininterrotto. Poi, attraverso l’atto aziendale, si stabiliranno le modalità e le forme.

Nicola ADAMO

Questa è una norma che non può comportare nemmeno un euro di aggravio.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta, rispetto all’indicazione formulata dall’assessore Trematerra, di recepire e trasmettere al coordinamento formale l’emendamento a firma dei consiglieri Guccione, Franchino, Adamo.

Giuseppe BOVA

Questo lo votiamo convinti.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento 19990.

(E’ approvato all’unanimità)

Questo emendamento accorperebbe anche il successivo emendamento a firma del consigliere Vilasi, come testé enunciato.

Sempre all’articolo 4 è stato presentato emendamento, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che però decade per assenza del proponente.

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo numero 20341, a firma del consigliere Magno, che recita così: “All’articolo 4, comma 1, lettera a) sono aggiunte le seguenti parole <… e ricomprese nel patrimonio disponibile della Regione;”.

All’articolo 4, comma 1, lettera c) sono aggiunte le seguenti parole <…, di concerto con i Consorzi di bonifica e coordinate dalla protezione civile.>”.

All’articolo 4, è aggiunto il comma 1bis “Le funzioni svolte al di fuori del patrimonio indisponibile della Regione sono assegnate ai Consorzi di bonifica per come previsto dall’art. 11 della L.R. del 23 luglio 2003, numero 11 e realizzate con gli operai idraulico forestali di cui alla legge 442/84.”.

Prego, consigliere Magno, ha facoltà di illustrarlo.

Mario MAGNO

E’ ritirato, Presidente.

PRESIDENTE

Non essendoci altri emendamenti pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.

(E’ approvato)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 20381, a firma del consigliere Grillo, che introduce l’articolo 4bis

Prego, consigliere Grillo.

Alfonsino GRILLO

E’ relativo all’articolo 4? E’ ritirato.

PRESIDENTE

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 20381, a firma del consigliere Grillo, che introduce l’articolo 4 ter.

Prego, consigliere Grillo.

Alfonsino GRILLO

L’emendamento si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Parere del relatore?

(Interruzione)

Alfonsino GRILLO

Presidente, forse si sta facendo confusione, è l’emendamento che ho ritirato.

PRESIDENTE

L’articolo 4bis è stato ritirato. L’articolo 4ter.

Alfonsino GRILLO

Anche l’articolo 4ter.

PRESIDENTE

Poco fa lei ha espresso la volontà di sottoporlo all’Aula.

Il firmatario, consigliere Grillo, ritira l’emendamento all’articolo 4ter.

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 6 è stato presentato emendamento protocollo numero 20088, a firma del consigliere Vilasi, che è ritirato.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, vorrei capire una cosa su questo articolo che istituisce il Comitato tecnico di indirizzo e, in teoria, supporta quella che è l’azione delle linee generali di indirizzo.

Faccio politica da un po’ di tempo e, fino ad ora, mi era sembrato, che l’azione sindacale fosse diversa da quella politica.

Nella composizione del Comitato di indirizzo, testualmente – assessore e Presidente – leggo che fanno parte 4 rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Ora, se qualcuno mi vuol spiegare la filosofia per cui il sindacato si occupa della tutela e della gestione all’interno di un Comitato tecnico, che non ha altra funzione se non quella di vigilare e supportare l’attività del Direttore generale, il quale, a sua volta, deve sottoporre i propri atti su alcuni aspetti fondamentali alla Giunta regionale.

Vorrei capire, pertanto, quale filosofia ha ispirato questo Comitato tecnico di indirizzo e questa composizione, perché anche qui con il sindacato bisogna fare un ragionamento in Calabria.

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Prego, assessore Tremattera.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Il Comitato tecnico di indirizzo non è di gestione. Visto che si parla di un’Azienda che ha circa 8 mila operai, ci sembrava opportuno che fossero presenti le rappresentanze sindacali di questo tipo di organizzazione, dove si danno gli indirizzi, così come anche i rappresentanti dell’Uncem e quelli che vengono nominati dalla Giunta.

Non vedo discrepanza Tra la funzione sindacale e un Comitato tecnico di indirizzo che non è affatto di gestione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Assessore, non voglio replicare perché la spiegazione, dal suo punto di vista, va benissimo, ma da consigliere regionale di questa Calabria che fa politica, così, alla carlona, mi chiedo quale potere di confronto ha il sindacato con la Giunta regionale, rispetto ai provvedimenti che vengono adottati, una volta concordate le linee di gestione e di indirizzo. Ma questa è una cosa che vedremo nei prossimi giorni con l’evolversi della discussione.

PRESIDENTE

Non essendoci emendamenti, oltre all’intervento di merito del consigliere Tripodi, possiamo procedere con la votazione dell’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 20383, a firma del consigliere Grillo, che così recita: “Art. 8 (Distretti territoriali) – La Giunta regionale, con atto regolamentare, sentito il Cti, determina l’articolazione e l’individuazione del numero dei distretti per singola provincia e definisce la ripartizione del territorio montano e forestale in articolazioni distrettuali, in ragione: delle peculiarità della superficie territoriale delle foreste già gestite dall’Afor, ai sensi della L.R. numero 20/1992; degli indicatori fisico-geografici, demografici e socio-economici previsti dal comma 18 dell’art. 2 della L. 244/07; della distribuzione territoriale della forza lavoro idraulico forestale”.

Prego, consigliere Grillo.

Alfonsino GRILLO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Si illustra da sé. Per quanto riguarda questo emendamento non ci si riferisce ai comuni ma i distretti sono riferiti semplicemente a territori. Potrebbe, quindi, verificarsi che una parte di un comune appartenga ad un distretto ed un’altra parte ad un altro distretto.

(Interruzione)

Penso sia questo l’emendamento

Potrebbe verificarsi che un Comune o una parte del territorio del Comune faccia parte del distretto e un’altra parte no. Non sono quindi i Comuni a far parte del distretto ma il territorio. A questo punto, chiedo che l’emendamento venga ritirato.

Alfonsino GRILLO

Volevo capire solo una cosa. Intanto dei distretti fanno parte anche i Comuni ed i territori comunali immagino.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Il territorio, non il Comune in quanto Municipio. I distretti sono creati in base al territorio, quindi non Municipi. Non guardiamo più ai distretti come un agglomerato di Comuni ma di territori che abbiano, ovviamente, determinate caratteristiche su cui può insistere la forestazione.

Alfonsino GRILLO

Solo per chiarimento, volevo dire che questo emendamento mirava ad eliminare i criteri previsti dalla legge regionale numero 20 del 2008 che ha determinato molti disagi sui territori, in tema di Comunità montane, creando ed inserendo alcuni Comuni all’interno delle Comunità montane, che nulla avevano a che fare con la montagna.

Il mio emendamento mirava proprio ad eliminare quei criteri, e, se questi criteri vengono annullati, per me l’emendamento può essere ritirato.

PRESIDENTE

Quindi l’emendamento protocollo numero 20383 è ritirato dal consigliere Grillo.

All’articolo 8 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 20428, a firma dei consiglieri Principe, Naccari Carlizzi, Franchino e altri, che recita così: “All’articolo 8, comma 1, prima delle parole <La Giunta regionale> inserire le parole <su proposta del Direttore generale, previo parere della Commissione consiliare competente>”.

Prego, consigliere Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, brevemente, sia questo che altri emendamenti mirano a far in modo che il Consiglio regionale abbia, quanto meno, un ruolo di parere su alcuni atti importanti ed anche questo, in particolare, mira a dare un ruolo propositivo più forte al Direttore generale. Trattandosi, in particolare, della distrettualizzazione, mi sembra un po’ inusuale che sia la Giunta a partorire la proposta e non l’organo tecnico. Troviamo corretto che sia il Direttore generale a far la proposta e che la Giunta, naturalmente, deliberi, previo parere della Commissione competente.

Per ragioni di risparmio di tempo anche i successivi emendamenti hanno la finalità di coinvolgere il Consiglio regionale.

C’è la questione riguardante l’aspetto obbligatorio o vincolante del parere. Per quanto mi riguarda - parlo più personalmente che in qualità di capogruppo e lascio ad una valutazione più complessiva la questione -  può bastare il parere obbligatorio, dato in termini congrui, in modo che non ci siano inutili perdite di tempo, anche perché mettere il parere vincolante evita, a mio avviso - stavo per dire una libertà di confronto  - perché se il parere vincola, di solito le maggioranze si chiudono in sé stesse mentre, comunque, una Commissione consiliare che dice la sua in modo più libero e svincolato da fatti di maggioranza ha un valore – a mio avviso – in termini di confronto istituzionale migliore.

PRESIDENTE

Parere dell’assessore?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Capisco lo spirito dell’emendamento e al consigliere Principe faccio due considerazioni. Nella prima fase, quella di start up, i tempi sono contingentati prima di arrivare alla fruibilità della legge stessa.

Mi permetto, intanto, in questi termini, di dare un limite temporale alla Commissione, ovvero, 15 giorni per esprimere un parere non vincolante, perché altrimenti avremmo anche una serie di vincoli…

Candeloro IMBALZANO, relatore

Presidente, vorrei intervenire su questo emendamento.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Il parere all’emendamento è favorevole, ovviamente, almeno in riferimento ai 30 giorni per dare il tempo alla Commissione di esprimersi.

Trenta giorni va bene.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Volevo dire al collega Imbalzano che chiediamo un limite temporale di 15 e non di 30 giorni perché, a nostro avviso, rischieremmo di dilatare molto i tempi e, da quando questa legge oggi verrà approvata a quando si faranno tutti gli atti necessari per far partire la nuova azienda, i tempi sono veramente contingentati e non basteranno 6-7 mesi. Per cui il rischio è che, attraverso la lungaggine dell’attività in Commissione, questo possa in qualche misura…

Per cui penso che i 15 giorni siano sufficienti per esprimere un parere, una valutazione. Ma, ovviamente, mi rimetto all’Aula.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Presidente, su altre questioni posso anche convenire con l’assessore Trematerra ma quella dei distretti è una questione troppo importante perché la Commissione non abbia il tempo di esprimersi compiutamente. Quindi insisterei almeno sull’emendamento riguardante il parere obbligatorio sui distretti territoriali: che siano 30 giorni con l’impegno della Commissione di anticipare, al massimo eventualmente, i tempi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Avevo chiesto la parola prima che si passasse alla votazione, perché c’è un punto sulla questione dei pareri.

Condivido quel che ha detto il collega Principe in via di principio…

Giuseppe BOVA

…di metodo perché andava posto prima l’emendamento Adamo, essendo il più distante dal testo proposto, perché nel momento in cui votate questo emendamento non potrete votare l’altro, e questo è un modo di procedere non ordinato. Quindi lui  interviene per dirvi che questo emendamento doveva essere discusso per primo. Le chiedo scusa.

Nicola ADAMO

Come ha già fatto notare il consigliere Principe, volevo precisare, che ci sono più emendamenti, anche di firmatari diversi che si richiamano alla questione del rapporto tra l’attività amministrativa della Giunta e quella del Consiglio, sottolineando, soprattutto in questi emendamenti, i pareri delle Commissioni consiliari.

Il consigliere Principe l’ha detto e ha fatto bene ad interpretare in maniera unificata questi emendamenti per cui quello che poi attiene ai consiglieri del Pd è come se fossero tutti consiglieri del gruppo del Pd.

Però c’è un punto su cui voglio far riflettere l’assessore, il Consiglio e lo stesso collega Principe riguardante la questione della distrettualizzazione. La chiamo così, per non dire della formulazione dei distretti ecc. ecc., perché ho visto che quello che abbiamo approvato riguardava proprio questo punto della distrettualizzazione.

Secondo me lì, assessore, il parere non può essere vincolante perché la distrettualizzazione è un mero atto programmatorio, cioè è propria della funzione primaria del Consiglio regionale e non può essere considerato un semplice atto di verifica o di ratifica di un orientamento amministrativo.

E’ la Giunta, poi, che deve lavorare sulla base di un indirizzo pienamente programmatorio del Consiglio. Tanto vale, del resto, per tutte le altre forme di “distrettualizzazione” vale per quando si tratta della definizione dei bacini idrografici, per quanto riguarda anche gli ambiti territoriali ottimali, vale sempre diciamo.

Penso che si possa discutere sui tempi e accelerare il procedimento; sentivo dire 15 giorni, e va bene. Però il parere deve essere anche vincolante non solo obbligatorio, obbligatorio è depotenziato. Obbligatorio vuol dire che si può esprimere un parere di cui si può anche non tener conto, ed io penso che il parere vincolante sulla distrettualizzazione sia un atto qualificante.

PRESIDENTE

Prego, assessore.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

L’unica cosa di cui sono relativamente preoccupato sono i tempi, consigliere Adamo.

Se sono quelli che sto richiamando di 15 giorni, nel momento in cui il parere non dovesse arrivare entro 15 giorni per noi, ovviamente, dovrebbe significare poter andare avanti. Se questo è lo si può accogliere con questa formulazione.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Devo dire che condivido l’impostazione del consigliere Adamo su questa vicenda e mi convince profondamente, perché i distretti sono troppo importanti in questa legge. Vuol dire che faremo quindi una Commissione ad horas accettando anche i 15 giorni con il parere vincolante.

PRESIDENTE

Volevo precisare che c’è una differenza tra l’emendamento del consigliere Principe e quello del consigliere Adamo.

Su quello del consigliere Principe si dice: “su proposta del direttore generale”, cioè la proposta passa dal Direttore generale alla Giunta che la approva e la trasmette in Commissione, cosa che non è prevista nell’emendamento del consigliere Adamo.

Nell’emendamento del consigliere Adamo non è prevista questa iniziativa da parte del Direttore.

Va bene quindi la versione del consigliere Principe? Pongo in votazione l’emendamento così come riformulato su proposta del Direttore generale, parere della Commissione e poi approvazione della Giunta.

Parere del relatore?

Candeloro IMBALZANO, relatore

Favorevole, parere obbligatorio e vincolante.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Favorevole con la riformulazione che faremo in coordinamento formale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato emendamento, protocollo numero 20427, a firma dei consiglieri Principe, Naccari Carlizzi, Franchino ed altri, che così recita: “All’art. 9, comma 1 dopo la parola <generale> aggiungere le parole <e previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente>”.

Anche qui c’è scritto previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente ma non sono indicati i giorni. Vale quanto abbiamo previsto per l’articolo 8? Quindi 15 giorni e parere vincolante?

Candeloro IMBALZANO, relatore

Quindici giorni da quando arriva il provvedimento in Consiglio regionale, dove viene protocollato e rimesso alla Commissione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato con l’aggiunta dei 15 giorni.

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento, protocollo numero 20382, a firma del consigliere Grillo che così recita: “Art. 13 (Disposizioni transitorie e finali)

1. In fase di prima applicazione della presente legge, il Direttore generale dell’ Azienda regionale:

2. è nominato entro trenta giorni dall’entrata in vigore;

predispone, entro quaranta giorni dalla nomina, l’atto aziendale di cui all’articolo 9; il piano annuale per l’anno 2014, di cui all’articolo 5, comma 6, lettera b); il bilancio preventivo per l’esercizio finanziario 2014, di cui all’articolo 5, comma 6, lettera c).

Entro centoventi giorni dalla nomina di cui al comma 1, lettera a), il direttore generale dell’Azienda regionale adotta le iniziative di cui all’articolo 9, comma 1, della L. R. 22/2010, con le modalità e per gli obiettivi ivi previsti, al fine di conseguire, a partire dal 2014, un risparmio di almeno il 20 per cento rispetto alla spesa per il personale complessivamente sostenuta nell’anno 2011 dall’AFOR in liquidazione.

3. Le funzioni di cui all’articolo 4, comma 1, lettere a), b), c) e d), sono esercitate dall’Azienda regionale a decorrere dall’ 1 gennaio 2014, data a partire dalla quale l’Azienda regionale acquisisce di diritto la piena operatività gestionale.

4. Dalla data di pubblicazione della presente legge regionale decade di diritto il Commissario liquidatore dell’AFOR, posta in liquidazione ai sensi dell’articolo 4 della L. R. 9/2007, ed il relativo contratto a tempo determinato cessa di avere efficacia. Entro dieci giorni dalla pubblicazione della presente Legge Regionale, con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, è nominato, con scadenza al 31 dicembre 2014, il nuovo Commissario liquidatore dell’Azienda forestale della Regione Calabria (AFOR). Nelle more di tale nomina si applica l’articolo 6 della legge regionale 4 agosto 1995, numero 39 (Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge regionale 5 agosto 1992, numero 13). La procedura di liquidazione dovrà essere definitivamente conclusa entro il 31 dicembre 2014;

5. Fino al passaggio di funzioni di cui al precedente comma 3, secondo quanto predisposto con il piano di trasferimento di cui al comma 6, lett. a) del presente articolo, il Commissario liquidatore nominato ai sensi del comma 4, oltre alle funzioni finalizzate alla liquidazione, esercita le attività aziendali di cui all’art. 4, comma 1, lett. a) e d), avvalendosi delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili.

6. Il commissario liquidatore dell’AFOR’ entro trenta giorni dalla nomina di cui al comma 4, predispone il piano di trasferimento, in favore dell’Azienda regionale, delle funzioni, delle risorse strumentali e finanziarie e del personale ancora in forza alla data del 31.12.2013 che non è possibile collocare in quiescenza entro tale, nel rispetto del regime contrattuale in essere alla data del 31 dicembre 2012. Tale trasferimento investe tutte le funzioni, le risorse ed il personale non strettamente necessari alla gestione liquidatoria dell’Afor ed ha la decorrenza di cui ai comma 3 del presente articolo;

entro sessanta giorni dalla nomina di cui al comma 4, trasmette ai Dipartimenti della Giunta regionale competenti in materia di agricoltura ed in materia di bilancio un piano di liquidazione nel quale, anche sulla base di quanto previsto all’articolo 14, sono indicate le poste attive e quelle passive, nonché le modalità di estinzione di queste ultime, da effettuarsi anche previo accordo transattivo con i creditori su un piano di rientro pluriennale. Il piano deve prevedere che le risorse finanziane disponibili e le poste attive siano destinate alla copertura delle poste passive ed al ripiano di ogni debito dell’Afor. Il piano deve prevedere, inoltre, che le poste ed i residui attivi, eventualmente ancora presenti dopo tale ripiano, siano acquisite dal bilancio della Regione Calabria.

7. In nessun caso, nel corso della gestione liquidatoria. i debiti pregressi dell’AFOR possono gravare sull’Azienda regionale.

8. Conclusa la liquidazione, il commissario liquidatore dell’AFOR trasmette alla commissione consiliare regionale competente ed ai Dipartimenti di cui al comma 5, lettera b), un bilancio finale della liquidazione. La Giunta regionale delibera sull’approvazione del bilancio finale della liquidazione, assumendo, altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla chiusura della stessa liquidazione.

9. L’approvazione del bilancio finale della liquidazione determina l’estinzione dell’AFOR e il trasferimento all’Azienda regionale delle risorse strumentali e finanziarie residue, nonché, del personale impiegato nella gestione liquidatoria, nel rispetto del regime contrattuale in essere alla data dell’entrata in vigore della presente legge.

10. I lavoratori addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e i lavoratori inseriti nel "Fondo sollievo" sono collocati in un bacino ad esaurimento.

11. Sono abrogati i commi 2, 6, 7, 7bis, 7ter, 8, 9, 10 dell’articolo 4 della L. R. 9/2007, la L.R. 2000/2008 nonché tutte le disposizioni di Legge Regionale incompatibili con quelle della presente legge.

12. Tutte le disposizioni della L.R. 20/1992, riguardanti l’AFOR, e non incompatibili con quelle della presente legge, si applicano all’Azienda regionale.

13. Nell’ambito del trasferimento di cui al comma 2 dell’art. 5 della L. R. numero 9 del 2007, così come modificato dall’art. 11, comma 12, della L. R. numero 66 del 2012, il Commissario liquidatore dell’Azienda per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura (A.R.S.S.A.), posta in liquidazione ai sensi dell’art. 5, comma 2, della L.R. numero 9 del 2007, nel trasferire all’Azienda regionale il personale preposto al Polo Soprassuoli Boschivi già facente parte del patrimonio dell’ A.R.S.S.A trasferisce, altresì, le risorse finanziarie alla remunerazione del personale in questione, comprese quelle accantonate per gli oneri previdenziali.”

Prego, consigliere Grillo.

Alfonsino GRILLO

Si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Consigliere Grillo, mi chiedeva l’assessore se lo può illustrare brevemente.

Alfonsino GRILLO

Anche qui, Presidente, a conclusione della liquidazione dell’Afor, credo sia necessario che gli atti vengano trasmessi soltanto per una presa in visione alla Commissione competente senza parere vincolante.

PRESIDENTE

All’articolo 13 è stato presentato anche l’emendamento, protocollo numero 20425, a firma dei consiglieri Principe, Naccari Carlizzi, Franchino ed altri, di simile contenuto, che così recita: “All’art. 13, comma 6, alla lettera b) sostituire le parole <trasmette ai dipartimenti della Giunta regionale competente in maniera di agricoltura ed in materia di bilancio> con le parole <trasmette alla Giunta regionale che lo approva previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente>”.

Parere del relatore?

Candeloro IMBALZANO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti con autorizzazione al coordinamento formale.

(Sono approvati)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento, protocollo numero 20426, a firma dei consiglieri Principe, Naccari Carlizzi, Franchino ed altri, che così recita: “All’art. 13, comma 8, dopo la parola <liquidazione> aggiungere le parole <e lo trasmette per il parere obbligatorio alla Commissione consiliare competente>”.

Questo è sempre lo stesso.

Sempre all’articolo 13 è stato presentato emendamento, protocollo numero 20424, a firma dei consiglieri Principe, Naccari Carlizzi, Franchino ed altri che così recita: “All’art. 13 il comma 10 è soppresso”.

(Interruzione)

Allora nell’ultima versione non era previsto, quindi, l’emendamento è decaduto.

Sempre all’articolo 13 è stato presentato emendamento, protocollo numero 20332, a firma dei consiglieri Guccione, Adamo e Franchino, che così recita: “Il comma 10 dell’articolo 13 è soppresso”.

Anche questo emendamento è decaduto.

Nicola ADAMO

Modificato in coordinamento formale perché era riferito ad altro. Abbiamo lavorato sul testo. Non lo trovo, perfetto!

PRESIDENTE

Allora non esiste più l’emendamento.

L’ultimo emendamento, protocollo numero 20342, all’articolo 13 è a firma del consigliere Magno.

Mario MAGNO

E’ ritirato.

PRESIDENTE

Non essendoci altri emendamenti pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Per dichiarazioni di voto ha chiesto di parlare il consigliere Giordano sul provvedimento nel suo complesso. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. In maniera molto sintetica per esplicare quanto già i colleghi - sia il consigliere De Masi sia il consigliere Talarico – hanno dichiarato negli interventi preliminari, annunciando il voto di astensione, che confermo con questo mio intervento, ponendo l’accento su qualche articolo in relazione al quale abbiamo espresso la nostra contrarietà, in particolare l’articolo 6, laddove la previsione del Comitato di indirizzo ci lascia non poche perplessità.

Nel complesso riteniamo che questa proposta di legge, dopo sei anni, risponda solo in parte alla necessità e voglio ricordare a tutti che sono trascorsi 6 anni, 3 con l’amministrazione precedente, quella Loiero, e altri tre anni con questa amministrazione. Avevamo posto l’accento più volte sul fatto che le riforme devono avere un orizzonte lungo ed anche un processo che deve accentuare un confronto sui temi per dare risposte alla Calabria e per creare strutture che obbediscano ad un criterio di efficienza, di organizzazione snella e che offrano risposte ai tanti dubbi, alle tante ombre che comunque rimangono.

I colleghi hanno ricordato la questione del patrimonio ma ci sono anche questioni di natura ordinamentale che riguardano questo nuovo sistema che avviluppa a sé anche le comunità montane per le quali anche noi abbiamo espresso in passato la necessità che ci fosse un deciso giro di vite per far sì che venissero meno degli organismi che, purtroppo, spesso sono stati utilizzati alla stregua di carrozzoni politici.

Ebbene, ripeto che il risultato finale di questo provvedimento è una risposta monca e che ha sicuramente delle luci; c’è un impegno da parte del dipartimento e un impegno serio da parte dell’assessore che ha incontrato più volte le parti politiche che hanno offerto il contributo. Nonostante il voto di astensione ritengo che abbiamo contribuito anche avanzando delle proposte, delle riflessioni che in parte sono state anche assorbite in questo lungo processo che oggi vede l’Aula licenziare questo provvedimento.

Ci lascia perplessi l’articolo 6, il Comitato di indirizzo, e ci sembra che venga stravolta anche la stessa funzione delle parti sociali; ci lasciano perplessità anche altri articoli, tra i quali il doppio canale commissariale per le liquidazioni e tante altre cose.

Ci auguriamo che questa proposta di legge, questo impianto sappia rispondere e leggere le prove che verranno fuori nei prossimi mesi, sappia fornire risposte ai dipendenti delle ex comunità montane che spesso attendono dai 7 agli 8 mesi per percepire le loro spettanze, sappia organizzare la struttura che deve mettere ordine al sistema della difesa del suolo e, per questo motivo, abbiamo avviato altre iniziative che troveranno prossima attenzione in quarta Commissione. Perché, ripeto, deve venir fuori un sistema che sappia fornire risposte, che predisponga le dovute sinergie e che dia efficienza ad un comparto che troppo spesso è stato utilizzato solo per dare risposte e prebende alla politica.

Per questo motivo annunciamo e confermiamo il nostro voto di astensione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, molto rapidamente per ribadire il nostro voto favorevole, pur restando riserve sull’articolato, in modo particolare per quanto riguarda la vicenda delle comunità montane in direzione delle quali, peraltro, ritengo abbiamo dato degli utili suggerimenti anche in sede attuativa per affrontare, risolvere o quanto meno lenire il problema.

Il nostro voto è favorevole per tre ragioni già, peraltro, esposte. In primo luogo l’accoglimento della nostra proposta della veste giuridica dell’Ente, cioè un ente strumentale di diritto pubblico.

La seconda ragione riguarda il concorso nel trovare una soluzione delle parti sociali, aspetto che abbiamo sottolineato sin dall’inizio del confronto.

Il terzo motivo è di offrire all’Ente Regione come tale e, quindi, al suo governo degli strumenti validi e per quanto ci riguarda siamo disponibili a supportare la sua azione presso Roma per fornire uno strumento valido alla Regione Calabria per poter trattare con il Governo centrale finanziamenti adeguati che rappresentino un riscatto anche di immagine dei forestali calabresi perché quando ci sono risorse e progetti i forestali hanno dimostrato di compiere fino in fondo il proprio dovere.

Per queste ragioni votiamo in modo favorevole, non mancando di sottolineare un fatto, Presidente: ci insegna che quando ci vuole una maggioranza qualificata anche il voto di astensione equivale ad un voto non positivo. Oggi se la riforma passa, passa perché il Partito democratico ed il suo gruppo regionale per le ragioni che ho detto esprime un voto favorevole, prendendo spunto dalla necessità di avere comunque una riforma.

Mi auguro che questo aspetto ci sia riconosciuto dai calabresi e che ci sia riconosciuta la qualità del nostro Partito, di saper essere partito di governo anche quando si sta alla opposizione nel momento in cui bisogna assumere decisioni che vadano nell’interesse della intera collettività. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Mi veniva da rispondere al consigliere Principe sulla questione delle astensioni ma non è il caso, era soltanto una battuta. Pensavo che forse gli inciuci sono più pericolosi delle astensioni, però, non è questo il caso.

(Interruzione)

Ho chiamato il compagno Napolitano “Re Giorgio” come certa stampa e, quindi, non so se abbiamo una opinione di condivisione. Comunque non è questo. Credo che la macchina si sia messa in moto a dimostrazione che c’è una volontà di recupero di un settore della società che è fondamentale per la sopravvivenza della Calabria: la tutela del bosco, della montagna, delle aree interne e così via.

Questo è un aspetto positivo e purtroppo mi rimangono tutte le perplessità sull’uso strumentale che si fa della riforma delle comunità montane. Siccome temo che questa sia una non riforma e non me la sento di disattendere gli impegni e le promesse che sono state fatte al mondo del lavoro delle comunità montane, esprimo un voto di astensione a questo provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, grazie, cercherò di essere il più sintetico possibile anche perché ci si avvia verso la conclusione e l’Aula, in un clima di concordia che si è registrato, non solo in questa occasione ma anche nella precedente riunione del Consiglio, credo non possa e non debba essere turbata da considerazioni che potrebbero andare in una direzione diversa rispetto alle considerazioni e alle riflessioni che sono state espresse qualche minuto addietro.

Rappresentando non solo i capigruppo ma anche tutti gli altri colleghi della maggioranza - che sorreggono l’azione profondamente incisiva e significativamente rilevante del Presidente Scopelliti che ha attivato una serie di iniziative importanti in questi tre anni - credo che oggi con l’approvazione, da qui a qualche minuto, di questa riforma che va ad incidere in un settore particolarmente rilevante che potrebbe essere, contrariamente al passato, occasione di sviluppo e di ripresa di un ciclo produttivo nel territorio calabrese, non possa non esprimersi apprezzamento e compiacimento.

Con la scelta che oggi sta per essere assunta si conclude un percorso che è durato –inutile negarlo–non poco tempo.

Lo ha ricordato l’assessore Trematerra al quale non può non andare il compiacimento e l’apprezzamento di tutta l’Aula -sono certo- per il lavoro che ha profuso in questo periodo ed in un settore, lo dicevo prima, che è riconosciuto unanimemente come importante e decisivo per il governo del territorio.

La forestazione della Regione Calabria da anni è stata fonte anche di inesauribile preoccupazione per chi governa. Ha alimentato descrizioni caricaturali dannose per l’immagine della Calabria –credo che sia opportuno anche evidenziarlo per impedire che questo possa essere un mantra ripetitivo–; ha fornito nel passato anche ragioni per tensioni sociali di particolare intensività.

Con la riforma di oggi questo Consiglio regionale, così per come aveva fatto qualche giorno addietro, scrive, a mio parere, un’altra pagina importante di storia di questo quarantennio ed oltre di vissuto regionale.

In effetti chiudiamo una pagina e consapevolmente se ne apre un’altra sulla quale andrà scritta una storia diversa con concetti nuovi così come quelli che sono riecheggiati oggi pomeriggio in quest’Aula: sostenibilità economica, settori produttivi. Questa è una responsabilità - ed è stato detto anche dai colleghi che mi hanno preceduto - che riguarda la classe politica regionale nella sua interezza, i sindacati e tutti quei lavoratori, la quasi totalità, consapevoli del fatto che lavorare nel settore forestale significa essere parte integrante di un processo di sviluppo regionale.

Abbiamo tenuto risparmio ed una riorganizzazione che rappresenta il presupposto dell’efficienza gestionale e dell’efficacia operativa. Si è ottenuto il consenso delle sigle sindacali e la condivisione di parti importanti di questa minoranza che rappresentano un segnale incoraggiante e danno realmente corpo a quell’idea di nuova Calabria nella quale il questuare a Roma è sostituito dalla consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie capacità.

Chiudo perché l’ho detto in premessa, l’Aula in questo clima di ritrovata concordia si avvia anche a dare il suo parere definitivo a questa riforma.

Mi pare però ricordare quello che il Presidente Scopelliti, al quale naturalmente non può non andare il ringraziamento non solo della maggioranza che lo sorregge ma credo della intera classe politica presente oggi in Consiglio regionale, ha avuto modo di dire ieri in occasione della apertura delle celebrazioni religiose del Santo Patrono della Calabria, San Francesco di Paola.

L’ho segnato, il Presidente Scopelliti ieri ha detto “le divisioni non portano progresso, arrestano lo sviluppo e praticamente tutto ciò non può non rallentare il difficile cammino della emancipazione”.

Credo che questa sera si sia scritta una bella pagina e che continuando in questo modo si possano creare le condizioni di quella che ho sempre sostenuto essere una vivibilità democratica delle istituzioni che non può che produrre risultati positivi per la collettività calabrese.

PRESIDENTE

La parola al presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, gli interventi che si sono registrati in Aula quest’oggi sono estremamente positivi nel senso che ognuno ha dato un contributo importante e lo ha fatto tentando di portare a sé il risultato.

Prima il collega Principe ha detto “questa riforma si approva perché noi la votiamo” e meno male, perché questo ci aiuta a rafforzare l’idea di un percorso che, sui grandi temi dello sviluppo, delle riforme e delle azioni concrete, si possa trovare sempre una convergenza, cosa che non è accaduta per le altre riforme che noi abbiamo fortemente voluto. Questo dà il segnale di uno stacco netto tra il modo di concepire la cosa pubblica e gli enti che ci sono attorno, ed il modo nuovo, diverso ed innovativo in termini di prospettiva che si ha su alcune delle vicende più delicate.

Questo è un comparto che spessissimo è stato – come a volte accade per la Calabria – aggredito e mortificato. A volte a ragion veduta, altre volte no, perché abbiamo circa 70 mila ettari di boschi di proprietà regionale - ce lo raccontiamo e ce lo diciamo da decenni - che non sono mai produttivi.

Questa scelta, sicuramente, potrebbe produrre una svolta epocale, ce lo auguriamo; è chiaro che, poi, il management, il gruppo che dovrà governare questi processi di responsabilità, riesca ad incidere profondamente anche verso quelle unità lavorative perché, lo sappiamo, è inutile nasconderlo, c’è una percentuale di gente che è solita far molto poco e sulla quale bisogna lavorare per cercare di portare un risultato importante, attraverso il massimo sforzo.

Ci sono tante buone intenzioni e, questa che forse è la più delicata degli enti o delle aziende che abbiamo come Regione, oggi può, finalmente, invertire la tendenza.

Ci sono dei segnali positivi perché la nascita di una nuova azienda comporta la possibilità di lasciare ad una esperienza diversa tutto quello che si è prodotto ad oggi. Ciò significa che sia che siano 100 milioni o molto meno i debiti contratti dalla realtà che lasciamo, c’è la possibilità di attivare una serie di procedure tali da consentire la liquidazione attraverso un percorso diverso da quello che oggi sta per nascere. Quindi un’azienda che nasce senza debiti e senza problemi, che avrà un management nuovo e la possibilità di strutturarsi in maniera adeguata che possa, me lo auguro col contributo importante e necessario dei consiglieri e dei sindacati,- perché no? – concretamente portare dei risultati.

Su questo comparto abbiamo profuso grandi sforzi, è inutile nasconderlo, e avevamo anche fatto una proposta di legge che, secondo noi, era rivoluzionaria ma la politica non sempre riesce a sintonizzarsi sui grandi momenti di cambiamento.

Una parte del sindacato aveva anche scatenato la piazza e noi, imperterriti, siamo andati avanti perché credevamo in quel percorso e crediamo ancora oggi che quella fosse la soluzione ideale per un cambiamento epocale della struttura che significava mettere tutto sul tavolo e dire “qui si gioca una partita e adesso se siamo bravi non possiamo non avere la possibilità di comprendere”.

Il consigliere Chizzoniti sta tenendo una conferenza stampa da solo con un giornalista.

Dicevo che non siamo nelle condizioni di comprendere che non c’è più la possibilità di giocarsi una partita diversa, che non ci sono più le risorse da cui attingere per cercare sempre di dare risposte al territorio.

La filosofia che, anche per questa realtà è molto difficile da governare, è la stessa scommessa fatta per tante altre cose: o si diventa produttivi oppure non c’è altra strada. Questa è la vera sfida. Poi, per carità, ci sono mille difficoltà, problemi e tensioni, che possono sorgere e che generano a volte confusione e non producono, certamente, risultati soddisfacenti, ma la sfida che mettiamo in campo è questa: quindi non ci sono altre strade da seguire.

Cioè, non possiamo pensare che abbiamo un sostegno del Governo, che abbiamo una spesa che si aggira intorno ai 250 milioni di euro circa, che dobbiamo fare ogni anno anticipazioni - forse quest’anno ce la siamo risparmiata o, comunque, sarà stata minima rispetto ai 70 milioni storici che la Calabria chiede - per l’anno successivo perché qui il problema è che, purtroppo, pochi, diciamo così, hanno il quadro chiaro ma non l’avevamo neanche noi e figuriamoci se lo può avere un giornalista o il cittadino comune.

Non soltanto abbiamo i buchi e le voragini che abbiamo registrato, purtroppo, ma ci sono le situazioni come quelle dell’Afor in cui la Regione chiede l’anticipazione di 70-80 milioni dell’anno successivo.

Quindi non soltanto bisogna coprire quello che è del vecchio, del passato di tutte le altre aziende e degli altri enti ma, in più, chiediamo l’anticipazione del bilancio, dell’annualità successiva, a dimostrazione che è sempre una situazione di affanno; abbiamo disciplinato e regolamentato anche questo, attraverso una serie di scelte, ed oggi speriamo che tutto questo possa sortire un effetto estremamente positivo.

Però, se questo comparto non si renderà produttivo - e, ripeto, l’appello non è solo alla politica ma anche e soprattutto al mondo sindacale - allora saremo riusciti soltanto a cambiare una semplice sigla.

Se lasceremo il gruppo e il management soli ad operare, lo faranno in una condizione di estrema difficoltà, perché saranno in un contesto in cui si vuole cambiare e rivoluzionare un comparto, saranno isolati e saranno certamente bersagli facilmente individuabili e non avranno la forza di poter andare avanti su questo terreno.

O si fa un grande cordone tutti insieme, per dire che questo investimento di 250 milioni di euro che la Regione mette in campo da anni tra Governo nazionale, fino a quando ci sarà, e Regione, è un costo esagerato ed enorme ma che noi sosteniamo perché ci crediamo e perché facciamo le cose proprio perché ci crediamo, altrimenti difficilmente daremo una risposta.

Sarà soltanto un semplice cambio di denominazione. In questi ultimi mesi abbiamo fatto una serie di riforme e, non ultime, quelle dei giorni scorsi, di pochi giorni fa, perché quelle dell’agricoltura, da Arssa ad Afor a quello che faremo che, vi annuncio, non sarà oggetto di discussione e di dibattito all’interno dell’Aula ma sarà un atto prettamente di Giunta, dell’Esecutivo. Da qui a qualche mese cambieremo anche i Consorzi di bonifica perché non è più possibile avere 11 Consorzi di bonifica, dove si registra di tutto e di più in termini gestionali, e così via. Anche questi verranno decisamente dimezzati; metteremo fine anche a questa stagione e, se riusciremo, andremo ancora più a fondo cercando di razionalizzare questo sistema, al fine di  renderlo un comparto utile e funzionale alle prospettive che abbiamo disegnato per questa terra.

Si realizzano, quindi, più soluzioni. Dicevo che, giustamente, oggi approviamo questa legge perché è dal 2007 che il centro-sinistra aveva mandato in liquidazione questa società ed oggi, dopo 6 anni, con una infinità di ritardi riusciamo a porre fine a questa esperienza.

L’abbiamo fatto per Arssa qualche settimana, qualche mese fa, ed oggi lo facciamo per Afor e questa è una prima risposta.

Poi c’è l’idea di inglobare i Consorzi e le Comunità montane, realtà di cui si era occupato, non più tardi di un anno fa, il sottosegretario alle Riforme, Alberto Sarra, nei rapporti col Governo. Perché spesso in questi anni, il Governo ha agito delegando alle Regioni competenze e funzioni  dimenticandosi, però, di trasferire le risorse.

Ci siamo trovati, allora, con 400 dipendenti delle Comunità montane, ma le comunità montane che cosa fanno? Cosa fa l’Afor, cosa fanno i Consorzi di bonifica, cosa fa l’Arssa? In un mondo che riguarda l’intero scenario dell’agricoltura calabrese, dove ci sono tutte una serie di settori e di comparti, che però non agiscono una sorta di gioco di squadra, ma ognuno nel proprio comparto sperando di dare il meglio di sé ma non sempre questo accade; consideriamo che siamo tra le regioni in cui d’estate dilaga il problema degli incendi boschivi, sappiamo che ci sono tanti forestali che dovrebbero proteggere i nostri boschi e che, magari, dovrebbero fare la pulizia proprio per evitare che ciò accada, ma sembra che ci sia una carenza di funzionamento nei vari livelli e nei vari comparti che non ha prodotto dei risultati importanti.

Le Comunità montane vengono assorbite all’interno di questa realtà ed abbiamo un altro elemento importante; ci sono professionalità che possono essere utilizzate, ovviamente, portate nella condizione di avere una certezza lavorativa e di stipendio. Sappiamo che, negli ultimi anni, i dipendenti delle Comunità montane hanno avuto non poche difficoltà, e situazioni di incertezza per quanto riguarda lo stipendio, a fine mese.

Così come facciamo un provvedimento riferito ai sorveglianti idraulici, ed è qui la novità. Mentre in Calabria, un po’ come in tutta Italia, si realizzano momenti in cui la gente esce dal mondo del lavoro e ci sono, quindi, nel nostro Paese situazioni di grande disagio, oggi, probabilmente, faremo un gesto, con la grande scelta che stiamo compiendo - quanto meno sotto l’aspetto della legislazione, poi sul piano prettamente sostanziale ci vorrà un po’ di tempo -  mettendo in campo una risposta a questi ragazzi che lavoravano part-time, i sorveglianti idraulici, dando loro la possibilità, all’interno di questa Azienda Calabria Verde, di operare full time.

Ciò significa anche mettere finalmente la parola fine ad un’altra esperienza che viene da lontano. I sorveglianti idraulici, le Comunità montane, i Consorzi di bonifica, l’Arssa, l’Afor e chi più ne ha più ne metta: questo mondo variegato oggi deve essere ricondotto. Questa legge raggruppa almeno tre esperienze e tre momenti diversi: le Comunità montane, i sorveglianti idraulici, i lavoratori forestali. Diventa, quindi, uno strumento importante una chiave di lettura che ci consente di dare una risposta importante.

Non abbiamo la certezza della copertura finanziaria su questo, in un prossimo futuro, quindi dovremo riuscire a trovare le risorse in brevissimo tempo, ma questo è già un segnale. Cioè, diciamo che l’obiettivo di raggiungere questo traguardo rappresenta un elemento di novità. In un momento in cui la gente viene mandata a casa dal posto di lavoro, noi diciamo a chi è part-time “avrai la possibilità di essere utilizzato a tempo pieno” e quindi ci saranno le condizioni per realizzare un altro grande sogno, quello di un gruppo di persone che, speriamo, comprendano il valore e la valenza di questo sforzo. Perché questa è la verità.

Stiamo mettendo tutto insieme, in un contesto ben articolato in cui c’è la salvaguardia dei boschi, la sorveglianza dei torrenti, quindi dei fiumi, in cui c’è un sistema che potrebbe reggere e creare attraverso questa capacità di aver recuperato alla funzione della Regione il commissariamento e l’assetto idrogeologico, che non è di poca cosa, visto che ci sono 100 e passa milioni da spendere e che sono risorse, da quanto dice il decreto del Presidente del Consiglio Monti – è stato uno degli ultimi atti che ha firmato Monti – pronte per esser spese e che non sono state spese.

Anche questo, a questo punto, viene messo nel grande calderone, perché, comunque, va a sostegno e a supporto di questa azione.

Penso, quindi, che questo testo metta un altro paletto importante in un settore delicatissimo della vita della Regione; anche il fatto di ritrovare, oggi, al nostro fianco - dopo tante battaglie e dopo tanta insistenza e condivise anche col mondo sindacale, con la politica - il gruppo del Partito democratico, e spero anche gli altri colleghi del centro-sinistra, che potranno, magari, votare questo provvedimento, significa che andiamo tutti nella stessa direzione e che anche questo tassello sarà un momento significativo della vita amministrativa della nostra realtà.

Certo, poi ci sarà la fase dell’applicazione e dell’attuazione, ma contiamo di lavorare mettendo, in posti così delicati, i nostri uomini migliori, per cercare di dare a questa riforma una piena e totale attuazione e nella speranza che tutto ciò porti alla realizzazione di un sogno importante, quello che si possa non soltanto ottenere il risultato concreto di buona gestione del territorio e dei nostri boschi, ma che si possa, finalmente, rendere questa realtà come si sente dire da 30 anni, perché la verità è che da 30 anni – non so da quant’è che esiste l’Afor,  ma sembra da più di 30  – si sente dire che la forestazione produttiva, quella che può portare tanti soldi. Vorrei che, finalmente, si potesse realizzare qualcosa anche in questa direzione, così da dimostrare anche a chi, di volta in volta, rivendica la presenza dei forestali e la loro inutilità, che invece oggi abbiamo messo un punto fermo su questa nuova stagione e che le azioni che metteremo in campo attraverso l’applicazione di questa legge sono decisamente positive e produrranno effetti estremamente positivi per il futuro del nostro territorio e quindi dei nostri 70 mila ettari di bosco.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, non è una questione di puntiglio né voglio dire…

PRESIDENTE

Non creiamo un precedente…

Sandro PRINCIPE

Mi deve fare la cortesia…

PRESIDENTE

Allora o interviene per fatto personale…

Sandro PRINCIPE

Lei deve essere garante della tutela e dell’applicazione del Regolamento.

PRESIDENTE

E ci siamo.

Sandro PRINCIPE

Do atto al presidente Scopelliti di essere stato fortemente moderato nel suo intervento, quindi la questione che faccio non è riferita a lui, né si tratta di una questione di puntiglio, ma il Regolamento va osservato e quando c’è una discussione sono gli assessori ed il Presidente della Giunta, caro Presidente, che la chiudono.

E c’è un motivo valido: prima delle dichiarazioni di voto, perché la chiusura della discussione può anche determinare un cambio in positivo o in negativo della volontà di un gruppo o di un semplice consigliere.

E non so se lei ha proprio chiara la questione, ma non è la prima volta che fa chiudere il Presidente della Giunta dopo le dichiarazioni di voto; pertanto, la invito formalmente a far rispettare il Regolamento.

(Interruzione)

Mi faccia finire.

PRESIDENTE

Ho capito dove vuole andare a parare.

Sandro PRINCIPE

Lei si rende conto che deviazioni di questo tipo possono creare in Aula momenti di frizione e di nervosismo che rischiano di far degenerare l’argomento di un confronto.

La prego, Presidente,  per il futuro, di essere scrupoloso, garante dell’osservanza del Regolamento.

PRESIDENTE

Assolutamente, consigliere Principe, non vorrei che, alla fine di una settimana come questa, così produttiva per il Consiglio regionale, che ha visto l’approvazione di riforme importanti…

L’intervento del Presidente non era sulla discussione generale perché sulla discussione generale il Presidente non è intervenuto. Non presiedevo io ma il Vicepresidente del Consiglio ma il Presidente Scopelliti non è intervenuto.

L’intervento del Presidente era per dichiarazione di voto, poi ha aggiunto qualche riflessione in più ma siccome può intervenire ogni capogruppo e può intervenire ogni consigliere regionale per esprimere il proprio voto, abbiamo fatto così; è arrivato il Presidente ed ha concluso i lavori per dichiarazione di voto sul provvedimento.

Non vorrei turbare il clima positivo che oggi abbiamo costruito e che ci porta ad approvare questa  importante Riforma che la Calabria aspetta da tempo.

Possiamo procedere alla votazione del provvedimento nella sua interezza. Vota contro il consigliere Franchino, si astiene il gruppo di Italia dei valori. Si sono raggiunti i due terzi e quindi la riforma dell’ente è approvata.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri De Gaetano e Guccione “In ordine alla situazione del personale stabilizzato ex Lsu e Lpu presso la Regione Calabria”

PRESIDENTE

Siamo all’ultimo punto all’ordine del giorno che recita “Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri De Gaetano e Guccione “In ordine alla situazione del personale stabilizzato ex Lsu e Lpu presso la Regione Calabria”.

Carlo GUCCIONE

Presidente, le ricordo che c’è un altro ordine del giorno della volta precedente sui ticket.

PRESIDENTE

Prima c’è l’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri De Gaetano e Guccione “In ordine alla situazione del personale stabilizzato ex Lsu e Lpu presso la Regione Calabria” di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale della Calabria premesso che nel 2008 sono stati stabilizzati presso la Regione Calabria 359 Lsu/Lpu; sono stati stabilizzati tutti con la categoria B; nel momento dell’assunzione c’erano 194 categorie C e 114 categorie D; che molti di questi dipendenti sono laureati e svolgono funzioni essenziali presso i dipartimenti regionali; impegna la Giunta regionale a indire le procedure per le progressioni verticali per valorizzare le competenze di questo personale che risulta fondamentale per il buon andamento degli uffici regionali”.

Prego, consigliere De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Presidente, questo ordine del giorno riguarda i dipendenti regionali che sono stati stabilizzati nel 2008 e che qualche giorno fa sono stati contrattualizzati dall’assessore Tallini.

L’ordine del giorno riguarda questi lavoratori e, in sostanza, dice che, visto che sono stati stabilizzati nel 2008 con il profilo giuridico B, per evitare di fare il concorso pubblico e molti di questi lavoratori appartenevano a C e D - quindi molti di questi sono laureati e svolgono funzioni essenziali presso i dipartimenti regionali - chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi ad indire le procedure per le progressioni verticali affinché le competenze di questo personale, fondamentale per la Regione, possano avere la giusta soddisfazione.

Chiediamo quindi al Consiglio regionale di approvare questo ordine del giorno che impegna la Giunta.

PRESIDENTE

Non ci sono richieste di parola, peccato che non ci siano gli assessori Salerno o Tallini. Questo ordine del giorno impegna la Giunta regionale a indire le procedure per le progressioni verticali per valorizzare le competenze di questo personale che risulta fondamentale per il buon andamento degli uffici regionali.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Guccione “In ordine all’esenzione del ticket sanitario alle fasce più deboli”

PRESIDENTE

La scorsa seduta è stato presentato questo ordine del giorno a firma del consigliere Guccione “In ordine all’esenzione del ticket sanitario alle fasce più deboli”.

Il consigliere Magno aveva chiesto il rinvio alla prossima seduta. Non so, però, se è stato approfondito nel merito.

Intanto do lettura dell’ordine del giorno:

“Premesso che: i dati diffusi recentemente dal Ministero della Salute confermano che anni di tagli al Sistema Sanitario Nazionale, uniti all'inadeguatezza delle politiche di risanamento dei debiti sanitari delle regioni, hanno scaricato sulle fasce più deboli della popolazione effetti di grande ingiustizia ed iniquità sociale;

i cittadini calabresi, dopo tre anni dall'inizio del Piano di Rientro, per contribuire al risanamento de! debito sanitario, che purtroppo ancora permane, sono costretti ad affrontare sacrifici enormi ed a pagare di tasca propria l'aumento dell'Irap (149.331.239,00 euro) e l'addizionale Irpef (185.001.000,00 euro), che sono le più alte d'Italia;

quello alla salute e alla cura è un diritto costituzionale che va garantito comunque, ricercando altre vie per il risparmio, il contrasto agli sprechi ed alle inefficienze sanitarie, che restano comunque necessari;

nel 2012, in piena crisi economica, per compensare tagli ed esigenze di cassa, sono stati sottratti ai bilanci delle famiglie circa 2,3 miliardi di euro mentre quasi 2 milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare alle cure per l'impossibilità di pagare i ticket sanitari;

in Calabria, al gettito dei ticket per 38,3 milioni di euro che interessa migliaia di lavoratori, inoccupati, studenti e pensionati non esenti, si aggiunge l'ulteriore disagio economico dei 65.000 calabresi costretti ogni anno a cercare soluzioni di cura fuori regione e per le quali la spesa per I' emigrazione sanitaria, invece di diminuire, nonostante la crisi economica in atto, risulta essere in costante aumento, essendo passata dai 231 milioni di euro del 2010 ai 250,009 milioni di euro del 2011 (oltre 28 milioni di euro in più);

la povertà che attanaglia la Calabria ha bisogno della certezza e dell'efficacia di misure sociali e sanitarie che la Giunta regionale in questi anni non è stata in grado di garantire, assumendo le misure necessarie atte ad assicurare a migliaia di calabresi, che spesso sono costretti a rinunciarvi per le pessime condizioni economiche in cui si dibattono, il sacrosanto diritto alla cura e alla salute;

il Consiglio regionale della Calabria chiede

alla Giunta regionale e al commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario di predisporre, in sintonia con gli interventi del Governo nazionale che dovranno passare dalla logica dei tagli lineari alla garanzia di un servizio sanitario nazionale efficace ed efficiente, un'azione forte e decisa perché vengano riattivate le esenzioni al pagamento del ticket sanitario per tutti quei nuclei familiari calabresi a basso reddito Isee, che risultano essere diverse migliaia e che spesso, proprio a causa delle pessime condizioni economiche in cui versano, sono costretti a rinunciare alle cure e all'assistenza sanitaria”.

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, penso che l’ordine del giorno si possa approvare con l’accortezza di inviarlo in terza Commissione per un approfondimento, approvando la proposta operativa.

PRESIDENTE

Possiamo seguire due strade. O quella di inviare l’ordine del giorno in Commissione per un approfondimento e poi riportarlo in Aula per l’approvazione, che mi sembra il percorso più agevole…

Quindi il prossimo Presidente della Commissione sanità si occuperà di inserirlo all’ordine del giorno per approfondirlo e portarlo in Aula.

Carlo GUCCIONE

Sono d’accordo con l’accortezza di farlo subito, però, Presidente.

PRESIDENTE

Allora appena sarà eletto il nuovo Presidente della terza Commissione, sarà inserito all’ordine del giorno e poi si porterà in Aula.

La seduta è chiusa, il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,06

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Caligiuri, Caputo, Morrone, Serra, Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposta di legge e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere Nicolò:

“Disciplina degli orari, dei turni e delle ferie delle farmacie nel territorio regionale” (P.L. n. 457/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Surroga del consigliere regionale Bruno Censore, dimissionario” (P.P.A. n. 226/9^)

“Surroga del consigliere regionale Giovanni Emanuele Bilardi, dimissionario” (P.P.A. n. 227/9^)

Nomina di Presidente di gruppo consiliare

In data odierna, i componenti del gruppo consiliare “Scopelliti Presidente” hanno nominato quale Presidente del gruppo medesimo il consigliere regionale Alfonsino Grillo, in sostituzione del consigliere Giovanni Emanuele Bilardi, dimissionario, giusta giustificazione acquisita al protocollo generale n. 20480 del 3 maggio 2013.

Proposta di legge numero 456/9^, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna – Azienda Calabria Verde” (Del. n. 308)

Art. 1

(Istituzione Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna)

1. E’ istituita, ai sensi del comma 3 dell’articolo 54 dello Statuto della Regione Calabria, l’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna, denominata Azienda Calabria Verde, ente strumentale della Regione Calabria, munito di personalità giuridica di diritto pubblico non  economico ed autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale, contabile e finanziaria.

2. L’Azienda Calabria Verde di cui al comma 1 è soggetta al vincolo del pareggio di bilancio, tramite l’equilibrio tra costi e ricavi; nelle entrate sono compresi i trasferimenti di risorse finanziarie comunitarie, statali, regionali e di altri enti, le tariffe o i corrispettivi per i servizi resi e i proventi dell’attività economica svolta. Esercita le funzioni e le attività di cui alla presente legge nel quadro della programmazione regionale e secondo le direttive impartite dalla Regione in armonia con gli obiettivi e gli orientamenti delle politiche comunitarie, nazionali e regionali, in materia di foreste, forestazione e politiche ella montagna.

Art. 2

(Soppressione delle Comunità montane calabresi)

1. Le Comunità montane della Regione Calabria, disciplinate dalla legge regionale 19 marzo 1999, n. 4 (Ordinamento delle Comunità Montane e disposizioni a favore della montagna) e s.m.i. sono soppresse e poste in liquidazione.

2. Le funzioni delle soppresse Comunità montane, trasferite ai sensi del comma 3 del presente articolo, sono esercitate in modo da assicurare il buon andamento, l’efficienza e l’efficacia, in coerenza con le esigenze di contenimento della spesa pubblica previste dalla legislazione regionale e statale vigente in materia.

3. Le funzioni di cui al comma 2, per come indicate dall’articolo 28 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico sull’ordinamento degli enti locali), sono così ripartite:

a) quelle proprie delle soppresse Comunità montane sono trasferite alla Regione e sono esercitate in forma unitaria, per la stessa Regione, dall’Azienda Calabria Verde di cui all’articolo 1;

b) quelle proprie di altri enti ed esercitate, per delega o conferimento, alle soppresse Comunità montane, sono restituite agli enti medesimi, in ragione del territorio di riferimento. Tuttavia, per assicurare il livello ottimale di svolgimento unitario delle funzioni restituite e il maggiore contenimento possibile della spesa pubblica, gli enti locali possono esercitare tali funzioni relegandole all’Azienda Calabria Verde di cui all’articolo 1 o, in alternativa, nelle forme previste dall’articolo 30 del d.lgs. 267/2000, secondo modalità stabilite, nell’ambito delle rispettive competenze, dallo Stato o dalla Regione; la Regione opera secondo convenzioni da approvare a cura della Giunta regionale.

4. Gli enti locali facenti parte di una soppressa Comunità montana, succedono, secondo criteri di cui all’articolo 50 della l.r. 4/1999, alla stessa ad ogni effetto, anche processuale, in tutte le situazioni giuridiche attive e passive esistenti prima dell’entrata in vigore della presente legge, non trattenute ed estinte nell’ambito della procedura di liquidazione di cui all’articolo 3, anche a mezzo di previo accordo transattivo con i creditori su piani di rientro pluriennali.

5. La soppressione delle Comunità montane non fa venir meno i benefici e gli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione europea e dalle leggi statali e regionali in favore dei rispettivi territori montani, per come individuati nell’articolo 6, comma 2, della l.r. 4/1999 e s.m.i.;

6. La Regione comunica al Ministero dell’Interno l’elenco degli enti, ivi inclusa la Regione medesima, destinatari dei trasferimenti erariali già erogati in favore delle soppresse Comunità montane ai sensi dell’articolo 2 bis della legge 189 del 4 dicembre 2008 (Conversione in legge del decreto legge n. 154 del ottobre 2008, recante “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali”) ed individua, altresì, la percentuale dei fondi a ciascuno di essi spettanti, in ragione dell’effettivo subentro nei rapporti giuridici delle Comunità montane, in forza delle disposizioni della presente legge.

Art. 3

(Liquidazione delle Comunità montane calabresi)

1. La Giunta regionale, ai fini della liquidazione e della conseguente definizione dei rapporti giuridici, attivi e passivi, nomina, scegliendoli tra i dirigenti ed i funzionari di comprovata competenza a tempo indeterminato in servizio presso le Comunità montane interessate, un Commissario liquidatore per ogni Comunità montana soppressa. L’incarico di Commissario liquidatore, il quale esercita le funzioni finalizzate alla liquidazione della Comunità, è conferito entro dieci giorni dalla pubblicazione della presente legge e ha validità fino al 1.12.2013, data entro la quale la procedura di liquidazione deve essere completata. Il Commissario presta la propria opera continuando a percepire la retribuzione in godimento precedentemente l’incarico; allo stesso sarà liquidata un’indennità annuale pari a quella prevista dalla contrattazione decentrata per l’affidamento di specifiche responsabilità (art. 15 CCNL 01.04.1999 enti locali). Il compenso in questione è da intendersi comprensivo di ogni altro emolumento eventualmente dovuto a qualsiasi titolo e con esclusione di ogni altra indennità aggiuntiva. In caso di assoluta mancanza di personale idoneo a ricoprire il ruolo di Commissario liquidatore all’interno della Comunità montana interessata, la Giunta regionale provvede alla nomina del Commissario scegliendolo tra i dirigenti ed i funzionari in servizio presso i Dipartimenti della Giunta regionale.

2. La Giunta regionale, al fine di coordinare, supportare e vigilare l’attività dei Commissari nominati ai sensi del comma 1 del presente articolo, le cui funzioni liquidatorie riguardano comunità le cui sedi ricadono all’interno del territorio di una stessa provincia, nomina, contemporaneamente ai commissari di cui al comma 1, un Commissario coordinatore della gestione liquidatoria per ogni singola provincia.

3. I Commissari coordinatori della gestione liquidatoria esercitano, per le province di propria competenza, funzioni di raccordo, coordinamento e vigilanza a supporto dell’attività dei Commissari di cui al comma 1 e riferiscono direttamente alla Giunta regionale sull’attività prestata e sull’attività liquidatoria dei Commissari delle comunità della provincia. I commissari coordinatori restano in carica fino al termine indicato nel comma 1 del presente articolo e recepiscono per l’attività prestata il compenso di cui all’articolo 82, comma 8, del d.lgs. n. 267/2000, cosi come determinato dal Decreto del Ministero dell’Interno n. 119 del 04 aprile 2000 e s.m.i. per i Sindaci dei comuni compresi tra i 5.001 e 10.000 abitanti. Il compenso in questione, che è da intendersi comprensivo di ogni altro emolumento eventualmente dovuto a qualsiasi titolo e con esclusione di ogni altra indennità, non può in ogni caso essere superiore ai 2.500 euro netti mensili e va opportunamente ridotto a tale cifra ove superasse ‘importo indicato.

4. Entro il termine del 31.12.2013 di cui al comma 1, ogni Commissario liquidatore:

a) provvede all’estinzione delle poste passive utilizzando a tal fine le poste attive a disposizione, anche mediante alienazione del patrimonio immobiliare e mobiliare, se necessario;

b) trasferisce, attenendosi al criterio di cui all’articolo 2, comma 3, in favore dell’Azienda Calabria Verde, ovvero in favore degli enti locali titolari:

1) le funzioni già esercitate dalle soppresse comunità montane ed il personale ancora in forza alla data del 31.12.2013, che non è possibile collocare in quiescenza entro tale data;

2) i rapporti giuridici relativi alle funzioni trasferite, ed in particolare le poste attive e passive residuate all’esito delle operazioni di cui alla lettera a), nonché le altre risorse patrimoniali, finanziarie e strumentali, incluse le sedi istituzionali e gli altri beni indisponibili già di proprietà delle comunità, i quali sono assoggettati al regime giuridico di cui all’articolo 11 della legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 (Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria) ove trasferiti all’Azienda Calabria Verde di cui all’art. 1 della presente legge.

5. I trasferimenti di cui ai numeri 1) e 2) della lettera b) del comma 4 del presente articolo sono effettuati sulla base di rispettivi piani di trasferimento approvati dalla Giunta regionale. I piani di trasferimento contengono la ricognizione delle funzioni e dei rapporti giuridici e assegnano, in via definitiva, a ciascun ente destinatario, in proporzione alle funzioni e ai rapporti trasferiti, le risorse umane, finanziarie e strumentali. Fino al trasferimento le funzioni, comprese quelle proprie di ciascuno degli organi delle soppresse comunità montane, sono esercitate, senza soluzione di continuità, dal Commissario liquidatore, che si avvale delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili e del supporto del Commissario coordinatore della gestione liquidatoria per la provincia di appartenenza. Al personale trasferito all’Azienda Calabria Verde si applica la disposizione del comma 2 dell’articolo 11 della presente legge. Il passaggio del personale delle soppresse comunità montane presso gli enti di cui al comma 4, lettera b) del presente articolo acquista efficacia ad ogni effetto di legge a partire dal 01.01.2014.

6. Il Commissario, prima della redazione del piano di cui al comma 5 del presente articolo, verifica l’eventuale disponibilità degli enti a ricevere ulteriore personale rispetto a quello trasferito, tenendo conto delle relative funzioni; la Giunta regionale provvede, in sede di approvazione del piano, all’assegnazione del personale richiesto, tenuto conto delle relative qualifiche, fatte salve le esigenze di organico dell’Azienda Calabria Verde.

7. Decorso il termine di cui al comma 1, la Giunta regionale esercita poteri sostitutivi, ai sensi dell’articolo 20 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario -collegato alla manovra finanziaria regionale per l’anno 2006 art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002).

8. I dipendenti delle comunità montane soppresse ai sensi dell’articolo 2, transitati all’Azienda Calabria Verde ai sensi della presente legge, a domanda possono essere trasferiti alle Unioni di comuni montani che si costituiranno ai sensi dell’articolo 19 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modifiche nella legge 7 agosto 2012, n.135, in relazione alle funzioni che saranno ad esse eventualmente trasferite.

Art. 4

(Funzioni e organi dell’ Azienda Calabria Verde)

1. L’Azienda Calabria Verde ha sede legale a Catanzaro e articolazioni territoriali a livello distrettuale ed esercita:

a) le funzioni dell’Azienda forestale della Regione Calabria (AFOR) non connesse alla procedura di liquidazione in corso;

b) le funzioni già svolte dalle Comunità montane, trasferite ai sensi dell’articolo 2. comma 3, lettera a), ovvero delegate ai sensi dell’articolo 2. comma 3, lettera b);

c) le attività regionali di prevenzione e lotta agli incendi boschivi di cui alla lettera m) del successivo articolo 5, con l’ausilio dei Consorzi di bonifica di cui alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) e s.m.i. ed il supporto della Protezione civile regionale;

d) le attività di servizio di monitoraggio e sorveglianza idraulica della rete idrografica calabrese, da svolgersi a tempo pieno, con l’ausilio del personale di cui alla legge regionale 28 dicembre 2009, n. 52 (modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 31 «norme per il reclutamento del personale - presidi idraulici»).

2. Nell’ambito delle aree distrettuali individuate ai sensi dell’articolo 8, per i compiti di propria competenza ed in coordinamento con l’Autorità di Bacino regionale e con gli altri Dipartimenti regionali competenti, l’Azienda Calabria Verde esegue, altresì, interventi di pertinenza della Regione volti alla prevenzione e al risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico anche nelle aree protette statali e regionali mediante accordi di programma.

3. L’Azienda Calabria Verde, nell’esercizio delle funzioni indicate nel presente articolo, impronta la propria gestione anche in senso produttivo, valorizzando il patrimonio e attuando una concreta pianificazione delle attività di amministrazione dei beni ad essa affidati, compresa la valorizzazione industriale ed energetica della filiera foresta-legno, con pratiche improntate alla gestione forestale ecocompatibile.

4. Restano comunque escluse le funzioni assegnate da legge statale a enti locali o autorità statali e da questi non conferite o delegate.

5. Sono organi dell’Azienda Calabria Verde:

a) il Direttore generale;

b) il Comitato Tecnico di Indirizzo;

c) il Collegio dei sindaci.

6. La Giunta regionale, per il tramite del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, del Dipartimento Bilancio e Patrimonio e del Dipartimento Controlli, esercita la vigilanza sull’Azienda Calabria Verde.

Art. 5

(Direttore generale)

1. Il Direttore generale è individuato dalla Giunta regionale tra soggetti aventi i requisiti per assumere l’incarico di dirigente generale ai sensi della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 e s.m.i. (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) e di accertata esperienza dirigenziale almeno quinquennale. Il Direttore generale è nominato dal Presidente della Giunta regionale su proposta dell’Assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione ed il relativo incarico è conferito con contratto di diritto privato per un periodo di tre anni. Il Direttore generale è soggetto a valutazione dei risultati, in relazione al raggiungimento degli obiettivi, ai sensi della l.r. n. 7/1996 e s.m.i. Il trattamento economico è equiparato a quello dei dirigenti generali dei dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità.

2. In ogni caso, non può essere nominato Direttore generale:

a) colui che ha riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione;

b) colui che è sottoposto a procedimento penale per delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza;

c) colui che è o è stato sottoposto, anche con procedimento non definitivo, a una misura di prevenzione;

d) colui che è sottoposto a misura di sicurezza detentiva, libertà vigilata o provvisoria;

e) colui che si trovi in situazione di conflitto, anche potenziale, d’interessi;

f) colui che ricopre incarichi politici in partiti o movimenti, nonché incarichi sindacali, ovvero li ha ricoperti nell’ultimo biennio;

g) colui che ricopre incarichi elettivi, ovvero li ha ricoperti nell’ultimo triennio.

3. Il ricorrere di una delle condizioni indicate al comma 2 determina la decadenza automatica dall’incarico di Direttore generale. La Giunta regionale, dichiarata la decadenza, provvede a nuova individuazione, previa eventuale nomina di un commissario straordinario.

4. Il Direttore generale è il legale rappresentante dell’azienda, tiene conto delle indicazioni del Comitato Tecnico di Indirizzo di cui all’articolo 6, compie gli atti necessari per la realizzazione delle finalità dell’azienda, dirige, sorveglia, coordina la gestione complessiva e ne è responsabile.

5. Nell’esercizio delle sue funzioni, il Direttore generale è coadiuvato da un Direttore amministrativo e da un Direttore tecnico, i quali partecipano alla direzione dell’azienda, assumono la diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla loro competenza e concorrono, con la formulazione di proposte e di pareri, alla formazione delle decisioni del Direttore generale medesimo. Il Direttore amministrativo e il Direttore tecnico sono nominati dal Direttore generali e scelti tra persone aventi i requisiti ai sensi della legge regionale n. 7/1996 e s.m.i. Il trattamento economico del Direttore amministrativo e del Direttore tecnico è equiparato a quello previsto per i dirigenti di settore dei Dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità. Il Direttore amministrativo ed il Direttore tecnico sono soggetti a valutazione dei risultati, in relazione al raggiungimento degli obiettivi, ai sensi della l.r. 7/1996 e s.m.i.

6. Il Direttore generale, in particolare, provvede a:

a) deliberare sull’organizzazione degli uffici in attuazione dell’atto aziendale, adottato ai sensi dell’articolo 9 della presente legge;

b) attuare il programma regionale della forestazione e redigere i relativi piani annuali di attuazione a norma dell’articolo 6 della legge regionale 20/1992, (Forestazione, difesa del Suolo e foreste regionali in Calabria);

c) approvare il bilancio preventivo e le variazioni da apportare nel corso dell’esercizio;

d) adottare il rendiconto generale, previa relazione del collegio dei sindaci;

e) proporre alla Giunta regionale l’acquisizione di boschi e terreni da rimboschire;

f) deliberare in ordine a concessioni, autorizzazioni, contratti e convenzioni che incidono sulla gestione del patrimonio affidato all’ente o che ne vincolano la disponibilità per una durata superiore ad un anno, ovvero costituiscono diritto obbligatorio a favore di terzi, previa autorizzazione della Regione;

g) deliberare atti e contratti, necessari per le attività aziendali;

h) deliberare sull’accettazione di lasciti, donazioni e di ogni altro atto di liberalità;

i) deliberare sulle liti attive e passive e sulle transazioni, salvo non incidano su diritti reali inerenti il patrimonio immobiliare affidato;

j) formulare richieste di assegnazione del personale regionale;

k) deliberare su tutti gli altri affari che gli siano sottoposti dal Comitato tecnico d’indirizzo (CTI) di cui all’articolo 6 della presente legge;

l) coordinare le attività dei Direttori, amministrativo e tecnico, ai quali assegna gli obiettivi annuali, e nominare i responsabili delle strutture operative dell’Azienda regionale;

m) attuare il piano regionale antincendi boschivi, approvato dalla Regione ai sensi della legge n. 353 del 2000 e seguenti, e la progettazione esecutiva ai sensi dell’articolo 38 della l.r. 20/1992.

7. Le deliberazioni di cui alle precedenti lettere a), b), c), d) ed f) sono soggette all’approvazione della Giunta regionale, su proposta dei Dipartimenti competenti, previa trasmissione ai medesimi Dipartimenti da parte dell’Azienda Calabria Verde con congruo anticipo. Gli atti di cui alle restanti lettere e), g), h), i), j), k), l) ed m) sono soggetti alla trasmissione ai Dipartimenti di cui all’ articolo 4, comma 6, della presente legge, per l’attività di vigilanza in ragione della rispettiva competenza.

8. In caso di vacanza dell’ufficio, ovvero nei casi di assenza o di impedimento del direttore generale, le relative funzioni sono svolte dal Direttore amministrativo. Se l’assenza o l’impedimento si protrae oltre sei mesi, si procede alla sua sostituzione.

Art 6

(Comitato Tecnico d’Indirizzo)

1. Il Comitato Tecnico d’Indirizzo (CTI) supporta la definizione delle linee generali di indirizzo strategico dell’azienda, vigila sulla loro attuazione e ne verifica il conseguimento, relazionando alla Giunta regionale, annualmente o su richiesta. Il Comitato adotta un proprio regolamento entro un mese dall’insediamento.

2. Il CTI è nominato con deliberazione della Giunta regionale ed è composto da undici esperti della materia, di cui sei, compreso il presidente, scelti dalla Giunta regionale, quattro designati dalle rappresentanze dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e da queste scelti tra soggetti di comprovata esperienza, uno designato da UNCEM Calabria. Il CTI dura in carica tre anni.

3. La partecipazione al CTI è gratuita; ai componenti compete solo il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate, per un massimo di una seduta mensile.

Art. 7

(Collegio dei sindaci)

1. Il Collegio dei sindaci è costituito in forma monocratica e composto da un membro effettivo e da un membro supplente, nominati dal Consiglio regionale tra gli iscritti all’albo dei revisori dei conti, per la durata di anni tre. Il compenso del componente supplente del Collegio è consentito esclusivamente in caso di sostituzione del sindaco effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al componente effettivo.

2. Il Collegio esercita il controllo sulla gestione contabile e finanziaria dell’azienda e redige una relazione annuale che viene allegata al rendiconto consuntivo, finanziario, patrimoniale ed economico.

3. Il Collegio esercita la funzione di vigilanza sulla gestione finanziaria dell’azienda, riferendo su di essa, annualmente o dietro richiesta, al CTI e alla Giunta regionale; redige relazioni sul bilancio di previsione, sul rendiconto generale e sui risultati di gestione.

4. Ai componenti del collegio dei sindaci sono corrisposti i compensi determinati ai sensi dell’articolo 10 della Legge Regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale), diminuiti del 20 per cento.

Art. 8

(Distretti territoriali)

1. Su proposta del Direttore Generale, sentito il CTI che si esprime entro quindici giorni dalla richiesta decorsi i quali si procede, previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimersi entro il termine di 15 giorni dalla data di ricezione, la Giunta regionale, determina l’articolazione e l’individuazione del numero dei distretti per singola Provincia e definisce la ripartizione del territorio montano e forestale in articolazioni distrettuali in ragione:

a) delle peculiarità della superficie territoriale delle foreste già gestite dall’AFOR, ai sensi della l.r. 20/1992;

b) degli indicatori fisico-geografici, demografici, patrimoniali e socio economici previsti dall’articolo 6 della l.r. 4/1999 e s.m.i., propri dei territori già interessati dall’esercizio di funzioni delle soppresse Comunità montane;

c) della distribuzione territoriale della forza lavoro idraulico forestale.

Art. 9

(Organizzazione)

1. L’organizzazione dell’Azienda Calabria Verde è contenuta in un atto aziendale adottato dal Direttore generale, nel rispetto delle previsioni normative e di contrattazione collettiva in materia di relazioni sindacali e previa determinazione del fabbisogno di personale, approvato dalla Giunta regionale entro 40 giorni dall’invio da parte del Direttore Generale, previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente da esprimersi entro il termine di quindici giorni dalla data di ricezione.

2. L’atto aziendale definisce l’organizzazione interna dell’ente ed individua le strutture operative dei distretti territoriali di cui all’articolo 8.

3. L’azienda si articola in tre settori:

a) amministrativo;

b) patrimonio e servizi forestali;

c) prevenzione, antincendio boschivo, tutela, conservazione e sorveglianza idraulica.

4. Ciascun settore si articola in servizi non superiori a due. Il settore c), relativamente alla sorveglianza idraulica, opera di concerto con l’Autorità di Bacino nei modi indicati nella deliberazione della Giunta regionale 602/2010.

5. Nelle more dell’articolazione del territorio in distretti ai sensi all’articolo 8 e dei trasferimenti di cui al comma 4, lettera b), dell’articolo 3 delta presente legge, il Direttore generale adotta un atto aziendale provvisorio, anche in ordine al numero dei distretti da istituire per singola Provincia. L’atto aziendale provvisorio perde ogni efficacia con l’adozione dell’atto aziendale definitivo.

Art. 10

(Bilanci e rendiconti)

1. I bilanci e i rendiconti sono soggetti alle disposizioni di cui all’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria). Si applicano i principi della contabilità analitica per centri di costo.

Art. 11

(Personale)

1. La pianta organica dell’Azienda Calabria Verde è coperta mediante il personale:

a) transitato dall’AFOR, in liquidazione: personale di cantiere con CCNL UNCEM -Parte Operai -per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico forestale ed idraulico agraria; personale impiegatizio di cui alla delibera della Giunta regionale n. 281/2004 con CCNL UNCEM -Parte Impiegati -per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico forestale ed idraulico agraria; personale impiegatizio con CCNL del comparto regioni ed autonomie locali;

b) transitato dalle Comunità montane soppresse;

c) trasferito o comandato dalla Regione Calabria, su domanda o d’ufficio;

d) transitato dall’AFOR, in liquidazione: personale di cui alla legge regionale 28 dicembre 2009, n. 52 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 31 «Norme per il reclutamento del personale Presidi idraulici») ai sensi e per gli effetti dell’articolo 4 comma d) della presente legge.

2. Ciascun dipendente comunque transitato alle dipendenze dell’Azienda rimane sottoposto al regime contrattuale in essere al momento della approvazione della presente legge.

3. Sin dall’adozione dell’atto aziendale provvisorio di cui all’articolo 9, comma 5, e dalla prima regolamentazione organica, gli incarichi del personale di cui al comma 1 sono attribuiti in base alla nuova organizzazione dell’Azienda Calabria Verde e non riproducono automaticamente incarichi, anche di cantiere, e posizioni organizzative, comprese quelle di livello dirigenziale, già assegnati al medesimo personale negli enti di provenienza, fatte salve qualifiche contrattuali proprie del personale stesso ed i livelli retributivi in godimento alla data di pubblicazione della presente legge, con riferimento alla retribuzione base e tabellare, nonché l’anzianità di servizio maturata alla data medesima. Il personale di cui al precedente comma 1 lettera a) a carico del Piano Attuativo di Forestazione anno 2013, capitolo 12 punto 3 delle previsioni di spesa, all’entrata in vigore della presente legge transita in un ruolo regionale a parte, conservando l’originario regime contrattuale, il cui onere finanziario permane a carico dei Piani annuali di cui all’articolo 5 comma 6 lettera b) della presente legge.

4. Sino all’approvazione dell’atto aziendale definitivo, l’Azienda Calabria Verde non può procedere a qualsiasi tipo di assunzione, ovvero di trasformazione o modificazione dei rapporti di lavoro in essere. Solo successivamente, può procedere alla copertura dei fabbisogni di personale e alla sostituzione del personale cessato dal servizio, secondo la legislazione vigente, le percentuali stabilite in materia di turn over e compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate.

Art. 12

(Risorse)

1. Per la realizzazione dei fini istituzionali, l’Azienda Calabria Verde gestisce anche i relativi progetti da realizzare con l’impiego delle risorse, di competenza dei settori funzionali di riferimento, previste nell’ambito della programmazione comunitaria 2007-2013, secondo le relative regole, e di quelle che risulteranno disponibili nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2020.

2. A decorrere dall’1 gennaio 2014 il compenso a titolo di spese generali spettante all’Azienda Calabria Verde per la forestazione e per le politiche della montagna, per gli interventi di cui all’articolo 2 della l.r. 20/1992, non può superare l’aliquota del 3,5 per cento del relativo costo.

3. I commi 5 e 8 dell’articolo 28 della l.r. 7/2006 sono abrogati.

4. Gli utili netti di gestione risultanti dal conto economico di esercizio e, in particolare, quelli derivanti dalla utilizzazione forestale, nonché dalla vendita del materiale legnoso e dalla gestione, anche mediante concessione, del patrimonio forestale regionale amministrato dall’Azienda ai sensi dell’articolo 11, comma 1, della l.r. 20/1992, sono destinati, per una quota, al cofinanziamento del compenso a titolo di spese generali per l’esecuzione degli interventi di forestazione e, per altra quota, al bilancio regionale con destinazione vincolata al ripianamento della situazione debitoria dell’AFOR, per come quantificata dal commissario liquidatore.

5. La determinazione delle quote di cui al comma 4, è fissata annualmente dalla Giunta regionale, su proposta del direttore generale dell’Azienda Calabria Verde.

6. I risparmi di spesa derivanti dalle disposizioni della presente legge concorrono al ripianamento della situazione debitoria dell’AFOR, per come quantificata dal Commissario liquidatore.

Art. 13

(Disposizioni transitorie e finali)

1. In fase di prima applicazione della presente legge, il Direttore generale dell’Azienda Calabria Verde:

a) è nominato entro trenta giorni dall’entrata in vigore;

b) predispone, entro quaranta giorni dalla nomina, l’atto aziendale di cui all’articolo 9, comma 5; il piano annuale per l’anno 2014, di cui all’articolo 5, comma 6, lettera b); il bilancio preventivo per l’esercizio finanziario 2014, di cui all’articolo 5, comma 6, lettera c).

2. Entro centoventi giorni dalla nomina di cui al comma 1, lettera a), il direttore generale dell’Azienda Calabria Verde adotta le iniziative di cui all’articolo 9, comma 1, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale), con le modalità e per gli obiettivi ivi previsti, al fine di conseguire, a partire dal 2014, un risparmio di almeno il 20 per cento rispetto alla spesa per il personale complessivamente sostenuta nell’anno 2011 dall’AFOR in liquidazione.

3. Le funzioni di cui all’articolo 4, comma 1, lettere a), b), c) e d), sono esercitate dall’Azienda Calabria Verde a decorrere dal 1 gennaio 2014, data a partire dalla quale l’Azienda Calabria Verde acquisisce di diritto la piena operatività gestionale.

4. Dalla data di pubblicazione della presente legge regionale decade di diritto il Commissario liquidatore dell’AFOR, posta in liquidazione ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002) ed il relativo contratto a tempo determinato cessa di avere efficacia. Entro dieci giorni dalla pubblicazione della presente legge regionale, con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, è nominato, con scadenza al 31 dicembre 2014, il nuovo Commissario liquidatore dell’Azienda forestale della Regione Calabria (AFOR). Nelle more di tale nomina si applica l’articolo 6 della legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge regionale 5 agosto 1992, n. 13). La procedura di liquidazione dovrà essere definitivamente conclusa entro il 31 dicembre 2014.

5. Fino al passaggio di funzioni di cui al precedente comma 3, secondo quanto predisposto con il piano di trasferimento di cui al comma 6, lettera a) del presente articolo, il Commissario liquidatore nominato ai sensi del comma 4, oltre alle funzioni finalizzate alla liquidazione, esercita le attività aziendali di cui all’art. 4, comma 1, lettere a), c) e d), avvalendosi delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili.

6. Il commissario liquidatore dell’AFOR:

a) entro trenta giorni dalla nomina di cui al comma 4, predispone il piano di trasferimento, in favore dell’Azienda Calabria Verde, delle funzioni, delle risorse patrimoniali, strumentali e finanziarie e del personale ancora in forza alla data del 31.12.2013 che non è possibile collocare in quiescenza entro tale data, nel rispetto del regime contrattuale in essere alla data del 31 dicembre 2012. Tale trasferimento investe tutte le funzioni, le risorse ed il personale non strettamente necessari alla gestione liquidatoria dell’Afor ed ha la decorrenza di cui al comma 3 del presente articolo;

b) entro sessanta giorni dalla nomina di cui al comma 4, trasmette alla Giunta regionale, che lo approva previo parere obbligatorio della Commissione consiliare competente, un piano di liquidazione nel quale, anche sulla base di quanto previsto all’articolo 14, sono indicate le poste attive e quelle passive, nonché le modalità di estinzione di queste ultime, da effettuarsi anche previo accordo transattivo con i creditori su un piano di rientro pluriennale. Il piano deve prevedere che le risorse finanziarie disponibili e le poste attive siano destinate alla copertura delle poste passive ed al ripiano di ogni debito dell’Afor. Il piano deve prevedere, inoltre, che le poste ed i residui attivi, eventualmente ancora presenti dopo tale ripiano, siano acquisite dal bilancio della Regione Calabria.

7. In nessun caso, nel corso della gestione liquidatoria, i debiti pregressi dell’AFOR possono gravare sull’Azienda Calabria Verde.

8. Conclusa la liquidazione, il Commissario liquidatore dell’AFOR trasmette alla Giunta regionale un bilancio finale della liquidazione, la quale a sua volta lo trasmette alla Commissione consiliare competente per il preventivo parere obbligatorio. La Giunta regionale delibera sull’approvazione del bilancio finale della liquidazione, assumendo, altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla chiusura della stessa liquidazione.

9. L’approvazione del bilancio finale della liquidazione determina l’estinzione dell’AFOR e il trasferimento all’Azienda Calabria Verde delle risorse strumentali e finanziarie residue nonché del personale impiegato nella gestione liquidatoria, nel rispetto del regime contrattuale in essere alla data dell’entrata in vigore della presente legge.

10. Sono abrogati i commi 2, 6, 7, 7bis, 7ter, 8, 9, 10 dell’articolo 4 della l.r. 9/2007, nonché tutte le disposizioni di legge regionale incompatibili con quelle della presente legge.

11. Tutte le disposizioni della l.r. 20/1992, riguardanti l’AFOR e non incompatibili con quelle della presente legge, si applicano all’Azienda Calabria Verde. Tutte le disposizioni della l.r. 4/1999 e s.m.i., riguardanti le funzioni già esercitate dalle soppresse Comunità Montane in materia di forestazione e di politiche della montagna, non incompatibili con quelle della presente legge, si applicano all’Azienda Calabria Verde.

12. Nell’ambito del trasferimento di cui al comma 2 dell’articolo 5 della l.r. 9/2007, così come modificato dall’articolo 11, comma 12, della legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell’agricoltura), il Commissario liquidatore dell’Azienda per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura (A.R.S.S.A.), posta in liquidazione ai sensi dell’articolo 5, comma 2, della l.r. 9/2007, nel trasferire all’Azienda Calabria Verde il personale preposto al Polo Soprassuoli Boschivi già facente parte del patrimonio dell’A.R.S.S.A trasferisce, altresì, le risorse finanziarie alla remunerazione del personale in questione, compresi gli accantonati per gli oneri previdenziali.

Art. 14

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione dell’ articolo 3, quantificati in euro 250.000,00 si provvede per l’anno in corso mediante riduzione della disponibilità esistente all’UPB 3.2.04.04 - capitolo 32040409 - dello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2013, che viene ridotta del medesimo importo.

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma 1 è utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell’UPB 3.2.04.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2013. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

3. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 11, decorrenti dal 1° gennaio 2014, si provvede annualmente con le rispettive leggi regionali di approvazione del bilancio di previsione e leggi finanziarie di accompagnamento, nonché con le risorse derivanti dagli utili netti di gestione dell’Azienda Calabria Verde, per come previsto dal comma 4 dell’articolo 12.

4. Agli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 13, comma 1, lettera a), dell’articolo 5 comma 5, quantificati in euro 100.000,00 si provvede per l’anno in corso mediante riduzione della disponibilità esistente all’UPB 3.2.04.05 - capitolo 2233211 - dello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2013, che viene ridotta del medesimo importo.

5. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell’UPB 3.2.04.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2013. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

Art. 15

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 108 del 3 maggio 2013 di iniziativa dei consiglieri De Gaetano e Guccione “In ordine alla situazione del personale stabilizzato ex Lsu e Lpu presso la Regione Calabria”

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

nel 2008 sono stati stabilizzati presso la Regione Calabria 359 Lsu/Lpu;

sono stati stabilizzati tutti con la categoria B;

nel momento dell’assunzione c’erano 194 categorie C e 114 categorie D;

molti di questi dipendenti sono laureati e svolgono funzioni essenziali presso i dipartimenti regionali;

Impegna la Giunta regionale

a indire le procedure per le progressioni verticali per valorizzare le competenze di questo personale che risulta fondamentale per il buon andamento degli uffici regionali”.