IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
63.
SEDUTA DI MARTEDI’ 30 APRILE 2013
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
Presidenza del Presidente Francesco
Talarico
La seduta inizia alle 15,10
La
seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Completate le comunicazioni possiamo procedere con la proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”.
Ieri è stata svolta la relazione da parte del consigliere Grillo e del sottosegretario Sarra. La discussione, così come eravamo rimasti, si doveva concludere ieri ma oggi in Conferenza dei capigruppo, per richiesta dei capigruppo di minoranza che hanno espresso la volontà di intervenire in Aula, si è deciso che si terrà un intervento per gruppo della durata massima di 10 minuti.
Questo è quel che abbiamo concordato in Conferenza dei capigruppo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Presidente, volevo far
richiamare in Aula un ordine del giorno che abbiamo presentato questa mattina,
protocollo numero 19848, che riguarda l’estensione dei ticket nella
sanità alle fasce più deboli.
Chiedo che si richiami in
Aula.
Il consigliere Guccione,
chiede di inserire all’ordine del giorno un ordine del giorno presentato ai
banchi della Presidenza che riguarda i ticket sanitari.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha
facoltà.
Presidente, si tratta
di un documento che è stato fatto proprio da tutti i componenti della Commissione contro la ‘ndrangheta per
invitare la Banca Centrale Europea
a ritirare le banconote da 500 euro per abolirne la circolazione legale.
L’ha già presentato ai banchi della Presidenza, consigliere Magarò? Pongo in votazione la
richiesta di inserimento.
(Il Consiglio approva)
Possiamo proseguire con la discussione della proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Innanzitutto, formulo un augurio di buon lavoro all’assessore
Dattolo e la solidarietà al Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta
per l’infortunio che ha subito in una attività che, benché non fosse di
contrasto alla criminalità, si è rivelata di contrasto in senso letterale,
nella partita di ieri sera che già è nota sui giornali.
(Interruzione)
Esatto.
Ora, signor Presidente e
signori colleghi, noi abbiamo avuto modo di fare un confronto all’interno delle
Commissioni ma, tuttavia, come è noto e come è stato messo in evidenza ieri dal
sottosegretario Sarra l’oggetto della legge, l’importanza della legge e le
questioni che la legge affronta sono tali da necessitare un’analisi straordinaria
– possiamo dire – rispetto a quella che è un’azione ordinaria ed una attività
di routine.
Il riordino degli enti
presuppone un’idea di futuro di questa Regione
e una idea complessiva del funzionamento, degli effetti, dell’efficacia e
quindi anche dell’efficienza viste le limitate risorse economiche che sono a
disposizione.
Noi, come è noto, abbiamo
votato favorevolmente il primo articolo – quello delle finalità – in prima
Commissione perché la finalità di dare un assetto maggiormente efficiente, quindi
di creare una macchina che costi meno, è sicuramente una finalità che
condividiamo e che, peraltro, è perfettamente in linea, coerente col progetto
di legge presentato dal Partito democratico, primo
firmatario il Presidente del gruppo, che pone l’obiettivo di una Regione leggera.
Chiaramente questo obiettivo
si può declinare in mille modi ed anche in passato tentativi di fare dei passi
avanti credo siano stati complessivamente apprezzabili ma tutti noi sappiamo
che oggi siamo di fronte ad una esigenza diversa.
Ieri il sottosegretario
Sarra ha messo in evidenza i punti positivi di questa proposta di legge che,
secondo noi, fa indubbiamente alcuni passi avanti nella direzione e negli
obiettivi della legge. Tuttavia questi passi avanti dobbiamo capire se siano
idonei alle sfide ed alle necessità che la Calabria ha.
Perché, vedete, l’analisi o
l’idea di un testo migliorativo del sistema degli enti che abbiamo attualmente
nella Regione e semplicemente degli aspetti
positivi di un progetto che dovrebbe essere di riorganizzazione generale, cozza con quello che è il problema che abbiamo
davanti.
Ciò che era in qualche
maniera accettabile, comprensibile, sufficiente fino a due-tre anni fa oggi non
lo è. Dopo lo scoppio della recessione, dopo che questa recessione rischia di
diventare una grande depressione ed un processo di declino del Paese con un abbassamento delle risorse a disposizione e con un abbassamento degli standard, tutto questo processo rischia di
comportare non delle semplici leggi, in qualche maniera condivisibili o
accettabili, ma di portarci dinanzi alla insufficienza di determinati
provvedimenti.
Questo è il motivo per cui
da una parte in Commissione e oggi, tramite il capogruppo in Conferenza dei capigruppo, abbiamo cercato
di intavolare un dialogo che, peraltro, in qualche occasione è stato anche
messo in essere, come per esempio per la riforma di Arssa e Afor, rispetto al
quale ci fosse l’opportunità di votare tutti insieme un provvedimento che
incidesse in maniera pregnante, realmente su quello che è il sistema
complessivo dei costi della macchina regionale e soprattutto il sistema
complessivo in termini di efficienza di risultati nei servizi.
Ripeto: apprezziamo lo sforzo del sottosegretario Sarra.
Forse abbiamo notato una certa discrasia nel senso che da una parte abbiamo
visto una disponibilità al dialogo e ad affrontare alcune questioni e
raggiungere degli obiettivi di maggiore efficienza e dall’altra parte abbiamo
visto quasi una fretta, quasi il desiderio di realizzare attraverso una
operazione di marketing una risposta, una risposta di qualsiasi tipo
purché fosse una risposa che andasse sui giornali e che in qualche maniera
fosse utilizzabile ai fini di un’attività politica, di una attività di marketing.
Tuttavia la Calabria ha bisogno di queste riforme e la
riforma complessiva del sistema regionale è non può non confrontarsi
concretamente con i numeri per i quali noi nutriamo anche un dubbio: che si sia
puntato, giustamente e positivamente, sulla riduzione di alcuni costi in
termini di indennità per alcuni soggetti ed alcune posizioni - e su questo
siamo assolutamente d’accordo – senza essersi posti il problema di dare
veramente efficienza ai nuovi soggetti che si vanno a raggruppare.
Tanto è vero che ci sono alcune scelte che sono lacunose
e non si capisce perché nel primo testo era presente, per esempio, “Calabria
Etica” che poi scompare dal testo definitivo.
Altre proposte hanno di positivo l’azione di intenti e
l’obiettivo di raggiungere quelle finalità ma rischiano di creare un doppio
livello; pensiamo alle Aterp, si rischia di creare un doppio livello di
decisione dove non è ben chiara la governance
del sistema.
Non è ben chiaro se noi stiamo realizzando un processo
di accentramento delle funzioni, assolutamente in contrasto con quello che è
l’obiettivo di un sistema delle autonomie, di un sistema quasi federale e
decentrato sui territori, in contrasto con quella che è la legge sul
trasferimento di funzioni agli enti locali e agli enti territoriali.
In qualche maniera questa nuova struttura che raggruppa
le Aterp, sì, mantiene una direzione distrettuale sul territorio ma in qualche
materia sottrae a questo stesso territorio importanti livelli decisionali e
quindi si configura come una operazione di riaccentramento di alcune funzioni e
di alcuni servizi su base regionale.
Allo stesso modo la proposta che veniva dal Partito democratico era quella di creare un’unica Agenzia
per lo sviluppo dove far confluire Fincalabra, le Asi e tutti i soggetti che
concorrono sia allo sviluppo del territorio sia all’incentivazione alle
imprese, in modo da dare una soluzione di natura omogenea a queste attività.
L’accentramento, anche qui, di una sorta di mega
direzione generale su Catanzaro, che di fatto spoglia il territorio, ci lascia
oggettivamente perplessi. E ci lascia perplessi anche perché coinvolge soggetti
come i Comuni ed i soggetti partecipanti ai Consorzi che, in qualche maniera,
possono opporsi giuridicamente e validamente a questo processo che svuota i
territori locali di alcune scelte.
A nulla vale la contestazione circa il fatto che talune
indennità o taluni costi siano eccessivi o impropri perché nulla vieta che noi
riduciamo ed eliminiamo questi costi già oggi, in questa sede, dando un assetto
al governo delle aree di sviluppo industriale che sia funzionale all’obiettivo
di promuovere lo sviluppo e l’insediamento delle imprese.
Allo stesso modo riteniamo che la disponibilità al
confronto - che poi alla fine si è tradotta nel mantenimento di questo impianto
- abbia sicuramente dato alcuni risultati positivi.
Pensiamo ai revisori dei conti rispetto ai quali con un
emendamento dell’opposizione è stato introdotto il sistema di sorteggio che
oggi è stato approvato da una legge nazionale e quindi viene recepito anche per
il nostro sistema regionale; allo stesso modo la proposta che prevede la nomina
da parte del Presidente della Regione di commissari che siano essenzialmente
interni e solo in assenza di competenze interne prevede di andare all’esterno;
altrimenti non si capirebbe come una Regione che oggi è dotata di un numero di
dirigenti, di professionalità, peraltro anche nuove, considerato il
reclutamento che c’è stato negli anni e che ha portato anche una nuova
generazione a costruire una burocrazia più efficiente, debba puntare a
reclutare dall’esterno i soggetti che poi tradurranno questa governance.
Tuttavia dicevo che questo tipo di impostazione del
progetto di legge, seppure fa fare dei passi avanti alla Regione, non introduce
quegli elementi di regolazione moderna delle funzioni dei servizi e delle
attività come, ad esempio, l’utilizzo di agenzie. L’Agenzia, ripeto, dello
sviluppo proposta dal consigliere Principe aveva questo fine, questo obiettivo
di dare coerenza ed efficienza ed anche una gestione unitaria ad un settore
che, altrimenti, distribuito tra più soggetti istituzionali di diversi livelli
e di diverse appartenenza, rischia di confliggere o di non produrre risultati
che in qualche maniera si volevano dare.
Ecco, questo è il motivo per cui noi in Commissione –
voglio sottolinearlo – abbiamo anche garantito il numero legale,
indipendentemente dalla valutazione circa la scelta del voto che sarà
annunciata dal capogruppo in sede di dichiarazione di voto; voglio sottolineare
per i colleghi che non erano in Commissione a beneficio della stampa che solo
grazie alla presenza della opposizione in prima Commissione abbiamo potuto
approvare, si è potuto approvare venerdì il testo di questa proposta di legge,
perché la presenza della opposizione era determinante ai fini del numero
legale.
Accanto a questo credo che ci sia da evidenziare una
sorta di sottovalutazione di quello che è l’impatto complessivo di questo tipo
di riforme.
Limitarsi semplicemente ad immaginare di tagliare
qualche indennità, di ridurre qualche stipendio se da una parte è un fatto giusto
ed obbligatorio, rispetto al quale nessuno di noi si vuol sottrarre, dall’altra
parte rischia di mettere in ombra quello che è l’obiettivo fondamentale che un
ente deve avere.
Ora io non ho capito sinceramente e capisco lo sforzo e
l’intendimento che, ripeto, condivido ma ho qualche dubbio sulla reale governance e sulla efficacia di questa governance a livello centrale presso
l’assessorato perché di fatto nella discussione in Commissione è emersa l’idea
di qualcuno – Magno ed altri – che ci dovesse essere una stretta vicinanza di
questi nuovi soggetti e della direzione generale di questi nuovi soggetti con i
dipartimenti e con gli assessorati; noi siamo convinti che tutto ciò produrrà
un processo di individuazione di scelte appropriate e corrette, ma allontanando
le decisioni dai territori non sarà un processo di alienazione dai fini
principali e tipici dell’azione amministrativa?
Consigliere Naccari Carlizzi, siamo a 13 minuti.
Bene, su questo se noi applicassimo l’economia che il Presidente pone nella discussione in Aula, nella
discussione generale che dovrebbe essere l’attività istituzionale nostra per la quale anche qui veniamo pagati,
all’efficienza degli enti probabilmente una riflessione in più su questo l’avremmo
fatta.
Per concludere, ieri ho sentito con grande attenzione la relazione del relatore Grillo e del sottosegretario Sarra che, ad un certo punto, addirittura si è rifatto al Papa Emerito Ratzinger parlando di questo famoso discorso tenuto, credo, a Berlino e rivolto alla politica. Quello è un discorso di apertura e di dialogo che è lo stesso che abbiamo inteso anche nella Conferenza dei capigruppo oggi e nelle due Commissioni dove, credo, abbiamo dato un contributo utile pur non condividendo per certi versi come è stato tradotto l’impianto della riforma, condividendone l’esigenza ma non l’impianto.
C’è poi il discorso di
Ratisbona di Ratzinger che, invece, ha creato estreme divisioni sia nel mondo
cattolico sia al suo esterno. Ebbene mi pare che nella maggioranza sia ancora
presente questa sorta di dualismo, di strabismo tra chi vuole puntare ad un
dialogo con l’opposizione per raggiungere determinati testi che siano veramente
utili fino in fondo alla Calabria e chi, invece, vuol liquidare attraverso processi
frettolosi ed in qualche maniera non sufficienti questo tipo di scelte.
Noi con alcune proposte di
emendamento abbiamo cercato, e cerchiamo ancora nonostante tutto, un minimo di
dialogo che possa migliorare ulteriormente questa legge. Quegli
emendamenti che abbiamo presentato possono essere uno spunto di discussione nel
senso che siamo disponibili affinché parte di questi emendamenti siano utili ad
un successivo ritorno magari ad opera anche della Giunta regionale per
discutere e completare il processo di riforma.
Riteniamo, quindi, che
questo processo, seppur meritevole di attenzione e del nostro contributo, non
risolva i problemi della Calabria e, da ultimo, siamo assolutamente contrari a
quella sorta di Agenzia di marketing
che è proposta perché riteniamo che la Calabria abbia bisogno di produzione, di
servizi, abbia bisogno di innalzare gli standard,
abbia bisogno di efficienza, abbia bisogno di tagli - qui ce ne sono alcuni ma
tanti altri se ne possono porre - ma non abbia bisogno di produrre una attività
di marketing senza l’attività
essenziale e principale; altrimenti cadremmo in quella sorta di sindrome del
“cacao meravigliao” in cui Arbore propagandava un prodotto che non esisteva. La
pubblicità è stata enorme, in tutta Italia c’è stata una grande disponibilità
alla ricerca del prodotto che non esisteva.
Noi vogliamo migliorare il
prodotto affinché questo prodotto abbia il giusto affaccio sui mercati.
Avremmo gradito una maggiore
ed una corale disponibilità da parte della maggioranza.
Tuttavia vedremo, nel corso
della discussione, sui singoli emendamenti se prevarrà un desiderio non tanto
di corrispondere alle proposte dell’opposizione ma di corrispondere alle
esigenze della Calabria per il tramite delle singole proposte che l’opposizione
pone in essere.
Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano per il
gruppo Italia dei valori. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Devo
dire che sia oggi nella Conferenza dei
capigruppo ma già nella seduta della prima Commissione c’è stato un
lavoro anche apprezzabile di confronto sereno su una riforma tanto attesa.
Noi avevamo all’inizio della
legislatura invocato e fatto appelli affinché ci fosse questo percorso
che in qualche modo non fosse esclusivamente figlio del risparmio importante ma
di una impostazione diversa, di una diversa architettura di questa Regione, di una architettura che disegnasse un ente efficiente di programmazione, che si liberasse di una sorta di centralismo gestionale
che spesso ha anche soffocato i rapporti col territorio e con gli enti
sottoordinati.
Devo dire che si arriva dopo
tre anni in quest’Aula a discutere sulla scorta di una precisa norma nazionale
figlia della “spending review”
che ha imposto termini e percorsi precisi con i quali questa maggioranza si è
dovuta confrontare.
Si arriva, dopo tre anni,
con un provvedimento che, però, a nostro avviso non è esauriente e non traccia
un solco preciso per cambiare, per ridisegnare questa Regione, per dare quelle risposte che il territorio, che la gente,
che i calabresi si attendono.
Certamente c’è anche un lavoro apprezzabile, un lavoro
che darà delle risposte.
Noi certamente avremmo voluto che ci fosse un
provvedimento più incisivo, avremmo voluto e l’abbiamo fatto non sottraendoci
con la presentazione di emendamenti nel merito dei quali si discuterà. Avremmo
voluto un provvedimento più deciso, più coraggioso, più incisivo, un
provvedimento che, invece, oggi ci dice che questa Giunta ha voluto realizzare
un restilyng all’insegna di un
riaccentramento, di un centralismo alle volte anche selettivo, lasciando in
piedi degli organi che hanno drenato consistenti risorse e che spesso sono in
conflitto stesso con l’ordinamento della Regione, con i dipartimenti.
Si sono fatti dei passi indietro rispetto allo stesso
provvedimento che la Giunta regionale aveva proposto: rientra dalla finestra
“Calabria Etica” che era stata riordinata col precedente provvedimento; si
lascia e si rafforza “Calabria Lavoro” sottraendo spazi e compiti importanti
che il dipartimento deve compiere e deve svolgere.
Abbiamo voluto con un emendamento accolto in sede di
Commissione e con altri emendamenti, che saranno discussi, ulteriormente rafforzare
questo percorso. Ci sono delle valutazioni sui risparmi che, francamente, a
parte la quantificazione inerente i consigli di amministrazione che vengono
soppressi, non contengono una proiezione al futuro, rispetto a quello che con
questo provvedimento si riuscirà a realizzare, non solo in termini di risparmi,
ma di efficientamento e di risposta che questo provvedimento dovrebbe avere,
essendo una riforma che, come tale, deve avere un orizzonte molto ampio, un
orizzonte da realizzare nei prossimi 10-15 anni.
Si mettono dentro le Aterp, enti ausiliari e non
strumentali. Si tentano delle correzioni complicando addirittura l’essenza
stessa di questi importanti organismi.
Sulle Asi si fa una operazione superficiale. Si poteva
meglio immaginare una riforma che desse più respiro ed io lo richiamerò poi con
un emendamento e faccio appello affinché la Giunta regionale, su questo,
realizzi quel percorso che era stato già tracciato: il riconoscimento per le
Asi dell’organismo intermedio rispetto anche a precise indicazioni di
regolamenti comunitari. Ciò darebbe alle Asi un ruolo più centrale e da
protagonista nell’ambito della realizzazione di progettazioni integrate
comunitarie.
Su queste cose non ci siamo sottratti; abbiamo
presentato i nostri emendamenti, discuteremo ed abbiamo dato il nostro
contributo.
Certamente ci sono tante ombre in questo provvedimento.
Ho accennato a “Calabria Etica” e a “Calabria Lavoro”. Addirittura si fanno
rientrare, con emendamenti che la maggioranza ha proposto in queste ultime ore,
anche Comalca, Comac, l’Ente Fiera cioè enti che sono stati di spesa e di
sprechi con pesanti passività.
Soprattutto non si toccano alcune cose. Si farà alla chetichella e rimane in piedi per
esempio la partecipazione che questa Regione avrà nella “Stretto di Messina”
che non ha più ragione d’essere e voglio ricordare anche gli sprechi che sono
stati realizzati con alcuni bandi che hanno portato ad una spesa
ingiustificabile per fare della formazione non chiara attraverso la “Azienda
Calabria Lavoro” su delle professionalità altrettanto dubbie che avrebbero
dovuto concorrere al processo della costruzione del Ponte, un Ponte che ormai
tutti hanno archiviato, anche l’Unione europea e lo stesso Governo nazionale.
Su queste cose credo che ci sarebbe voluto più coraggio
e decisione. Devo dare atto negli ultimi giorni che c’è stato un confronto
sereno e costruttivo e spero che ci sia la possibilità con i singoli
emendamenti di porre dei correttivi per fare qualche ulteriore passo in avanti
rispetto ad un provvedimento così importante e così atteso rispetto al quale
noi manifestiamo la nostra insoddisfazione perché altro avrebbe voluto la
portata di una riforma così attesa.
Chiudo rimandando poi ai singoli emendamenti per un più
puntuale confronto e una più puntuale illustrazione, per ragionare e continuare
- così come abbiamo fatto in queste ore in Conferenza dei capigruppo e nella
Commissione – a dare il nostro contributo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli per il
gruppo Misto. Ne ha facoltà.
Senza dubbio, oggi ci troviamo
di fronte a un passaggio molto
importante, perché per la prima volta in questa Regione si mette mano a un
processo di riordino o, comunque, di ridimensionamento dei vari enti sottoposti
al controllo della Regione; enti che rappresentano un aspetto importante della
vita regionale stessa, rappresentano anche, in termini simbolici, la cartina di
tornasole di quello che è il volto di un’amministrazione regionale. Dico questo perché il passaggio che oggi
affrontiamo con questo punto all’ordine del giorno è di fondamentale
importanza, soprattutto per la complessità dell’atto stesso, in modo
particolare per la necessità, secondo me – consentitemi – più che finanziaria e
di normativa, di buon funzionamento di enti che per anni – e su questo non
concordo con l’amico Naccari Carlizzi – purtroppo, hanno funzionato malissimo,
dando l’impressione non solo a chi stava nella politica, ma all’intero popolo
calabrese, di serbatoi di nullafacenti o di fannulloni che hanno sperperato
parecchi milioni di euro, non adoperandosi per il bene comune, in assenza,
forse, di una linea guida a livello di amministrazione.
Sappiamo benissimo quante volte si sono dovuti fare i salti mortali,
quasi di fantasia, in Commissione bilancio, ad ogni seduta di approvazione del
bilancio preventivo, per cercare di reperire risorse di qualsiasi genere -
proprio con grande fantasia e anche con grandissima difficoltà - per poter
quantomeno assicurare i primi sei-sette mesi di stipendio alle persone che in
questi enti rivestivano a vario titolo ruoli diversi.
Quindi, caro sottosegretario Sarra, è apprezzabile il lavoro fatto
perché era doveroso, perché la normativa lo impone nell’ambito di quello che
deve essere un ridimensionamento della spesa – era ovvio – ma era ancora più
doveroso per cercare di affrontare in maniera più esaustiva, oserei dire –
consentimelo – la problematica sotto l’aspetto della buona funzionalità
dell’ente. Noi apprezziamo, anche perché obbligati e vincolati, questo
ridimensionamento dei vari enti. Apprezzo anche l’accentramento, per alcuni
aspetti, solo valutandolo da un punto di vista finanziario, rigorosamente
finanziario e ragionieristico.
E’ ovvio che qua non si tratta di una legge esclusivamente rivolta al riordino, per l’impostazione
che le è stata data e per
qualche novità che c’è; non si tratta solo di riordino, in qualche caso – basta
vedere, mi sembra, l’articolo 10 – si tratta dell’istituzione di una nuova
azienda – attenzione – di tipo strumentale che avrebbe dovuto avere, a latere, un testo di legge ben
specifico, prima di essere inserita all’interno di questo riordino e, ancora
di più, prima di incidere sulla famosa Film Commission; a tal proposito, benché
diciate che Film Commission venga in parte annullata, in realtà la spesa la porta
tutta intera, assorbita dal nuovo ente di cui noi non abbiamo contezza. Cari
amici consiglieri, oggi approviamo l’istituzione di un’azienda di promozione
turistica di cui non abbiamo contezza, non conosciamo il punto di inizio e il
punto di arrivo, sappiamo che può trattare di tante cose e, molto
probabilmente, avrebbe avuto la
necessità di poter in maniera preventiva avere un testo di legge specifico come
quello dell’Afor che presenteremo venerdì;
solo in quel modo potremmo capire qual è la dotazione finanziaria, quindi qual
è la spesa, quali organi monocratici, visto che questo settore, quello del
turismo, ancora oggi non ha un assessore e visto che l’assessorato al turismo
ha anche un dipartimento, il dipartimento turismo, che, in fin dei conti,
dovrebbe occuparsi anche e soprattutto di brand e di promozione
turistica a 360 gradi.
Ripeto, è
apprezzabile lo sforzo, perché era necessario, perché i conti, purtroppo, non
tornano perché anche sul risparmio manca un parere tecnico-finanziario che non
è venuto perché non siamo nella possibilità, oggi, in maniera chiara e
tranquilla, di capire questo ridimensionamento a quale tipo di risparmio porti.
Il punto più importante – lasciatemelo dire – è che il
riordino va bene, ma riguarda solamente il contenimento della spesa, di tipo
finanziario. Da un punto di vista della funzionalità, secondo me i problemi che
c’erano prima ci saranno anche oggi: mi riferisco alle Aterp, che prima erano
cinque e oggi si riducono ad una. Sono d’accordo, perché è anche vero che forse
bisognava, a latere di questa impostazione, caro sottosegretario Sarra,
con un piccolo passaggio – dal mio punto di vista – eventualmente intrecciare,
al di là del distretto provinciale di Cosenza, di Reggio, eccetera, un rapporto
più forte, più stretto anche carico di responsabilità verso i Comuni. Infatti,
nel momento in cui noi allontaniamo il cervello dal territorio e quindi dalla
possibilità di sapere in tempi certi e reali quello che succede in un lontano
pezzo del nostro territorio calabrese, è ovvio che, molto probabilmente, le
problematiche che le Aterp avevano prima, oggi non vengono superate in termini
di funzionalità, ma andranno ulteriormente ad esasperarsi.
Bisognava, forse, puntare più su un tipo di raccordo con i Comuni per
poter scaricare determinate competenze e rendere questa Aterp più funzionale,
più programmatoria, più in termini di controllo che in termini di agire.
Qui sta l’essenza di un riordino che non può essere solo di tipo
finanziario e ragionieristico, ma doveva puntare soprattutto a superare questi
stati di fatto che, purtroppo, da anni ci portiamo dietro e che con questa
legge, molto probabilmente, su determinati settori non riusciremo a superare.
Stessa situazione per le Asi: avete fatto bene a ridurle da cinque ad
una e – diciamolo con estrema franchezza – gli stipendi di molti di questi
direttori generali erano esagerati, cioè qua si parla male – e mi riferisco ai
politici – della politica che costa troppo ed in realtà abbiamo funzionari in
questi enti che per anni hanno percepito – ancora oggi, molto probabilmente –
stipendi che triplicano o quadruplicano lo stipendio del consigliere regionale.
Nessun giornalista, però, ha mai messo in evidenza questo, come se la
responsabilità… E’ ovvio che è responsabilità della politica che non riesce
neanche a dare il giusto livello a certi stipendi, ma bene avete fatto, perché
in questo modo c’è stato veramente sull’Asi il contenimento della spesa. Sperò
vivamente, però – caro sottosegretario, ti chiedo scusa, mi dovresti seguire un
attimo, capisco che il direttore Zoccali è importante, ma un passaggio me lo devi
consentire, parlando delle Asi –, perché ne abbiamo parlato in Commissione
bilancio, che questo ridimensionamento di incarico prestigioso ben remunerato -
visto che la normativa è un po’ contraddittoria nella legge - possa essere
veramente sostanziale e definitivo.
Mi spiego meglio: i direttori generali, da cinque, si riducono ad uno,
gli altri quattro non possono rimanere con lo stesso stipendio, anche se
andranno a svolgere funzioni dirigenziali nelle Province, perché al comma 4
dell’articolo di cui abbiamo discusso c’è la possibilità di creare un
contenzioso di tipo giuridico; paradossalmente, puntiamo a un ridimensionamento
e quindi a un abbattimento della spesa e non vorrei che poi convivano due
elementi contrastanti, sa meglio di me che nelle norme di legge spesso
l’interpretazione diventa padrona.
Là andava fatto, molto probabilmente, un chiarimento.
Aggiungo: è ovvio che noi pensiamo di superare, di migliorare la
funzionalità delle Asi, che dovrebbero rappresentare veramente una punta di
diamante. Noi dovremmo copiare dal modello irlandese, dove, costituendo
un’agenzia unica regionale con sportelli specifici alle imprese, noi potremmo
veramente fare quella promozione di tipo industriale, non solo turistica in
questo caso, mettendo a disposizione le migliori intelligenze, non solo i
terreni, ma anche quella che è la necessaria informativa per chi vuol fare
impresa sia dal punto di vista della burocrazia sia dal punto di vista
dell’incartamento e quant’altro; tutti quei servizi annessi e connessi che l’imprenditore,
l’impresa trova andando girando non fra mille uffici, ma concentrandosi
esclusivamente su un singolo ufficio o, meglio ancora, riducendolo ad un
singolo sportello, per evitare quelle lungaggini burocratiche che fanno passare
la voglia in Calabria, e non solo in Calabria, ma purtroppo in gran parte
dell’Italia, di fare impresa.
Caro sottosegretario, diceva giustamente “una quota si risparmia d’emblée,
nel momento in cui andiamo a contrarre gli incarichi” – ed è giusto – però
un’ulteriore quota aggiuntiva, il 4, il 5, il 6 per cento, anche il 10 per
cento, dico io, sta alla buona organizzazione e alla buona funzionalità,
all’efficienza di cui lei parlava e che sarebbe stata quantificabile nel
momento in cui ci sarebbe stato un maggior approfondimento;
Le dirò di più: sono convinto che questa legge non possa considerarsi
un punto di arrivo, lo definirei un punto di partenza buono, positivo, perché
quantomeno si è messo mano al comparto finalmente – va beh – per addivenire,
poi, per singolo caso specifico, per singolo ente ad una definizione mirata di
quella che deve essere l’organizzazione interna, la funzionalità, i servizi che
debbono offrire, per poterli rendere produttivi e collaborare con il governo e
con il Consiglio regionale al raggiungimento di obiettivi che interessano la
collettività calabrese; altrimenti oggi faremo soltanto una bella passeggiata, marketing
di tipo politico, senza raggiungere di fatto nessun risultato apprezzabile.
Lo considero – e da qui c’è, quindi, questo plauso – il punto di
partenza di un percorso che dovrà approfondire meglio determinati aspetti,
entrando nel merito delle leggi, perché qua non si tratta di un semplice
riordino di tipo strutturale, ma di un riordino complesso di tipo sostanziale
che, entrando ente per ente, vada a modificare nella sostanza, creando la
necessità di creare leggi specifiche per ogni singolo ente.
Non ci sono altre richieste di parola per discussione generale che possiamo, pertanto, considerare completata. Possiamo procedere con l’articolato.
Prima di procedere con l’esame degli emendamenti e dell’articolato la parola va al presidente della Giunta regionale, Scopelliti.
Prego i colleghi di prendere posto.
Grazie, Presidente. Ovviamente il ringraziamento mio personale va al
sottosegretario Alberto Sarra che ha lavorato in
questi ultimi 10 mesi assiduamente alla proposta che oggi è oggetto di
discussione in Aula e lo ha fatto impegnandosi non poco per arrivare in Aula
con una proposta che azzera, che accorpa, che taglia enti ed aziende e
che, quindi, riduce anche gli spazi di manovra della politica, come
dimostrazione di una poca necessità di una certa politica di dover occupare
spazi, bensì di andare incontro alle esigenze di queste nuove stagioni,
all’esigenza di riorganizzazione e soppressione di quegli enti e quelle
strutture che, ovviamente, al di là dell’aspetto o della forma giuridica, non
hanno prodotto i risultati sperati e quindi non hanno raggiunto gli obiettivi
previsti.
Vi è stata la necessità da parte dell’amministrazione di
porre fine a tutta una serie di esperienze, che nel gergo comune sono state
accomunate ad una sorta di carrozzoni, che forse sono state poco utili al
funzionamento della buona amministrazione e, forse, lo sono state di più alle
esigenze clientelari della politica.
Noi con questo provvedimento di oggi poniamo fine a
questo tipo di esperienza. Così come ha detto nella sua relazione il collega
consigliere Grillo che ha assolto anche al compito del presidente Caputo della
prima Commissione, questo provvedimento ha un risvolto che è quello al di là
del buon funzionamento e del nuovo funzionamento della riorganizzazione del
sistema anche di un risparmio.
Sono state già quantificate le risorse che, ovviamente,
nel tempo saranno risparmiate e che, credo, rispondano, al di là di una
esigenza di risparmi, di spending review e della stagione legata ai tagli, ad
una chiara ed evidente strategia messa in campo con questo testo che è quella
di ridisegnare gli enti di appartenenza della Regione o tutti gli enti che a
vario titolo danno un contributo alla macchina amministrativa e danno un
supporto alle azioni che la Regione mette in campo.
La filosofia
che ha guidato questo documento, quest’atto, è stata quella di individuare per
aree omogenee degli enti, delle aziende in grado di supportare i
dipartimenti e quindi l’obiettivo è stato quello di riuscire a recuperare anche
la capacità di distinguere bene chi fa e che cosa e cercare di dare ruoli e
competenze per incanalarci su una nuova stagione.
Noi sappiamo molto bene che, al di là di tutto, abbiamo
una nuova sfida che è quella del 2014-2020 rappresentata dai nuovi fondi
comunitari. Riuscire quindi a mettere in campo, quasi con un anno di anticipo,
delle strutture, che domani potranno diventare un supporto ancora più concreto
per l’utilizzo delle risorse, è per noi sicuramente uno strumento utile a
raggiungere quell’obiettivo.
Abbiamo bisogno – spero ovviamente di no – del voto
favorevole dei due terzi dei consiglieri. Cioè non abbiamo bisogno di un’Aula
che su questi argomenti si divide. L’auspicio che ho manifestato ieri sera
anche nel mio intervento, anche con l’allungamento dei termini per la
presentazione degli emendamenti, era ed è ancora oggi quello di trovare in Aula
insieme ai colleghi della minoranza la capacità e la necessità di condividere
un testo.
Le riforme quando si fanno ed hanno una partecipazione
ed una condivisione ampia non rappresentano una sorta di larghe convergenze o
comunque una soluzione di larghe intese come può essere oggi in riferimento ai Governi nazionali e così via,
ma è una condivisione legata ad un testo che probabilmente rimarrà per i
prossimi 10-15 anni come riferimento per i cittadini e per le istituzioni.
Quale
migliore occasione per recuperare un contributo ed una partecipazione attiva
anche di quei consiglieri di minoranza di quei gruppi che magari possono
portare e mettere in campo delle idee in grado di far funzionare ancora di più
e meglio queste realtà.
Lo
abbiamo fatto ieri sera, l’ho fatto personalmente oggi partecipando
parzialmente alla seduta dei capigruppo. Spero che il segnale che abbiamo dato
venga raccolto perché significa che potremmo approvare queste riforme
all’unanimità.
Faccio
ancora una volta appello alla sensibilità dei colleghi consiglieri perché oggi
la politica diventerà più forte se darà un segnale in tal senso.
Noi siamo
proiettati sull’idea di dover innovare, di dover cambiare, al di là di quello
che a volte appare attraverso quella sorta di stampa faziosa guidata dagli
stessi che hanno condotto le cose più vergognose in Calabria. Cioè quelli che
hanno fatto le più grandi vergogne in Calabria dicono alla stampa se c’è,
magari, una situazione di difficoltà dentro un contesto, pensando di poter
parare le loro nefandezze addebitando agli altri le scelte di carattere
politico che, magari, emergono all’interno di una coalizione.
Rispetto
a questo ritengo che sia necessaria la capacità di trovare uno strumento in
grado di offrire una valutazione al cittadino e di dimostrare che la politica
riesce su scelte importanti come queste a trovare un segnale di unità.
Credo sia
un appello utile per il territorio, che dà serenità anche ai cittadini e che
soprattutto rende nobile anche la scelta che fa la politica cioè comprendere
che, in un momento particolare come questo, con quanto accade nel Paese, la
politica responsabilmente condivide una scelta e dà dei segnali di grande
coesione. Non dico segnali di grande coesione, dico che sono segnali di grande
maturità perché non è tanto il problema del testo nel suo insieme, che è
ampiamente condiviso dai colleghi del centro-sinistra, ma vorremmo che i
colleghi del centro-sinistra condividessero l’articolato nel suo complesso,
voce per voce e paragrafo per paragrafo, capitolo per capitolo ed articolo per
articolo. Perché poi alla fine questo diventa.
O
comunque se non dovessero condividere questo impianto nell’articolato così
com’è che dessero un contributo attraverso gli emendamenti che siamo pronti a
recepire.
Oggi
tutti condividiamo che bisogna rivisitare e ridimensionare lo strumento delle
Aterp. Tutti condividiamo che dobbiamo discutere di come far funzionare meglio
le aree di sviluppo industriale. Tutti condividiamo che Field non ha più motivo
d’essere perché è un doppione di “Azienda Calabria Lavoro”. Tutti condividiamo
che non ci vogliono 10 parchi marini ma ne basta uno che governa e disciplina
tutte le attività. Tutti condividiamo che sia necessario metter da parte le
tensioni che si sono create sull’Afor e mettere in campo la soluzione per
l’Afor dei consorzi, delle comunità montane che nella seduta del 3 maggio
speriamo di approvare. Tutti condividono il fatto che i Consorzi di bonifica –
lo faremo come Giunta – non siano più 11 ma che siano decisamente
ridimensionati, perché sono un altro contesto clientelare, poco consono
rispetto agli obiettivi che ci siamo posti ed in cui ci sono persone che
percepiscono risorse a iosa e che non producono gli effetti che noi
auspichiamo, attraverso quel dettato che è stato messo in campo.
Se questo
è il presupposto che muove una classe dirigente politica credo che ci siano
tutti gli elementi – al di là poi della fase dell’articolazione e
dell’attuazione di questi percorsi – per dire che è necessario mettere in campo
uno strumento che consenta di dir “basta”.
Perché?
L’ho detto e lo ribadisco: perché dobbiamo porre fine anche noi alla stagione.
Prima
dicevamo che, qui, tutti quanti abbiamo dimostrato ancora una volta che siamo
stati anticipatori rispetto alla spending review deii temi dei costi
della politica. Qualcuno dice “potevate fare di più” e certo sulle tasche e
sulla pelle degli altri tutti possono fare di più. Vorrei dire a tutti quelli
che dicono queste cose quanto percepiscono di stipendio, perché i loro stipendi
non sono mai stati toccati.
Per
carità, la politica ha un costo ed è giusto che quel costo sia rispettato.
Qualcuno lo ha ricordato qualche settimana fa, qualche collega consigliere, che
ringrazio, ha detto “tre anni fa avevi detto: tagliamoci gli stipendi del 40
per cento”. Avremmo anticipato ancor di più quel che ha fatto il Governo Monti
invece di fare un taglio che era, secondo tanti, giusto e doveroso.
Però
sotto questo punto di vista si guarda la politica e nel fare questo, in questa
stagione di antipolitica, si arma la mano di persone che possono essere
arrabbiate, squilibrate, portatrici di odio e che provocano ciò che è stato
generato qualche giorno fa a Roma.
Quando
una persona disperata dice “volevo colpire un politico” è ciò che non più tardi
di 20 giorni fa avevo detto in una conferenza stampa a Catanzaro. Quando
diciamo che ci sono dei consiglieri indagati e non diciamo chi, abbiamo armato
la mano della disperazione della povera gente che individua la politica come
responsabile di tutto.
Però se
poi andiamo a commisurare quanto prende il Presidente della Regione,
sicuramente ben pagato come tanti altri consiglieri, rispetto però a quanto
prendo un direttore generale delle aree di sviluppo industriale si scopre che
quest’ultimo prende il doppio di noi al lordo, quasi; forse ci sono delle
responsabilità distanti e diverse, però non si comprende che il problema vero
non è la politica in sé perché riducendo il costo della politica si possono
risparmiare magari 500, 800 mila euro o il milione di euro come abbiamo dimostrato,
il milione e mezzo.
Il
problema vero non è la politica in sé in senso stretto ma il problema vero è
tutto ciò che vi ruota intorno, che non serve in maniera autentica al ruolo
della politica oggi, né tanto meno ieri, perché poi quelli che sono i nominati
tante volte non vogliono abbandonare mai le poltrone perché si sentono
legittimati dai concorsi, diciamo così, come gli enti pubblici. Si sentono
vincitori basta guardare quello che è accaduto all’area di sviluppo industriale
di Reggio Calabria dove c’è un Presidente che dopo due mesi dalla nostra
vittoria venne alla Regione per dire “io sono pronto a stare con voi” e gli è
stato detto “tu stai dove sei sempre stato, stai dalla parte opposta e continua
a stare da là”.
Quindi,
di fronte a questo tipo di scelte, se noi avessimo detto sì, sarebbe stata
l’ennesima riprova di chi, una volta che cambiano i governi, cambia le
casacche. A noi queste cose non sono mai state gradite perché noi preferiamo la
linearità, il coraggio e la coerenza degli uomini.
Altra cosa
è poi chi è vincitore di un concorso che non deve rispondere a noi ma deve
rispondere alle istituzioni che rappresenta. Lì non c’è il diritto alla casacca
ma c’è il diritto al dovere, al ligio dovere del servire le istituzioni.
Sono
state create le stagioni in cui, come fanno altri livelli di governo molto più
avanzati del nostro, si attua lo spoil system e chi vince sceglie con
chi governare. Se dovessimo guardare a ciò che è stato fatto nel passato
avremmo la stessa identica riprova che laddove è possibile si mettono gli
uomini di fiducia preparati e competenti in grado di essere in grande sintonia
con il percorso, le idee e l’indirizzo che noi diamo.
Abbiamo
avuto prova e riprova che in tante circostanze c’è stata gente che ha governato
degli enti e che andava nella direzione opposta all’indirizzo della politica e
di chi ha il compito di governare una Regione.
Ciò non
giova a nessuno ed è legittimo tutto questo urlare allo scandalo. Forse
dovevano gridare allo scandalo quando c’erano illustri giornalisti che
guidavano le gare all’interno della sanità, quando molti si sono arricchiti
alle spalle dei calabresi non offrendo un contesto sanitario adeguato che è il
frutto che noi oggi paghiamo, lo scempio e lo sperpero di risorse pubbliche.
Tutte
queste cose sono un esempio lampante di ciò che ruota attorno alla politica e
che ancora oggi, a distanza di anni, cerca di tener saldo il posto che occupa
questa realtà.
Oggi
invece, noi vogliamo porre fine a questo tipo di esperienza cercando di
rimodulare e metter in campo un percorso capace di affrontare seriamente una
stagione di inversione di tendenza e di cambiamento.
Ecco
perché oggi arriviamo in Aula con le riforme, ecco perché vogliamo farlo oggi e
non c’era necessità, contrariamente a quanto hanno chiesto alcuni colleghi, di
rinviare di altri 20 giorni.
Si tratta
di un’idea che nacque a Camigliatello dove andammo come consiglieri regionali a
tenere una due giorni con tanto di testo, depositato dopo una serie di
provvedimenti e di consultazioni a dicembre, e che giace da dicembre in
Commissione.
Il testo
poi è stato rimodulato, cambiato ma nell’impianto, benché sia stato migliorato,
è rimasto identico. Un testo, quindi, che aveva già una sua logica e tracciava
già il percorso che avevamo ipotizzato.
Queste
sono le scelte che, secondo noi, oggi la politica non può sottovalutare. E se
ci sono ancora scelte che dobbiamo fare nei confronti della politica stessa
siamo pronti a farle; se serve siamo pronti anche a fare altro ma dobbiamo
considerare, come ha detto consigliere Grillo, come ha detto anche il
sottosegretario Sarra in altre circostanze, “corriamo il rischio” di ottenere
un risparmio di milioni e milioni di euro, cinque volte superiore ai risparmi
derivanti dai tagli ai costi della politica che molti hanno sempre auspicato.
Tutto questo riduce gli spazi, offre delle argomentazioni nuove e dà strumenti
per far bene e sicuramente meglio rispetto al passato.
La
politica rispetto a questo non può non assumersi le proprie responsabilità.
Oggi il segnale più bello che si possa offrire al cittadino calabrese,
interessato o non interessato, è quello che un’Aula alla unanimità accolga un
provvedimento, lo approvi e lo rimetta alla valutazione del cittadino, lo offra
come strumento di analisi per capire se abbiamo fatto bene, se trova
condivisione. Ci sono scelte che sono importanti che sono poste all’attenzione.
Si era
parlato anche delle Aterp. Ma voi pensate veramente che nelle Aterp possiamo
avere il direttore generale o il commissario che percepisce quelle somme sicuramente
importanti? Che noi possiamo avere i direttori amministrativi che percepiscono
somme importanti? I direttori tecnici che percepiscono somme importanti per
cinque province? Già rispetto all’Aterp parliamo di un ente che produce un
minimo di risposta perché, bene o male, se c’è un problema in una colonna
montante in un paesino in cui ci sono le case popolari teoricamente l’Aterp
dovrebbe intervenire e spesso lo fa e dà una risposta; parliamo di un ente che,
comunque, in parte incide sui bisogni della gente. E’, quindi, un ente che
andrebbe - proprio come abbiamo immaginato noi - rafforzato, potenziato e reso
ancora più dinamico.
Le Aterp
hanno tre revisori dei conti, il nucleo di valutazione, il comitato tecnico
composto da cinque persone, il comitato di assegnazione alloggi composto da 7
persone anche queste a carico della Regione.
Sono
strutture ormai inutili perché servono solo a rallentare le procedure, a
regalare nuovi posti che dovremmo assegnare noi e che magari qualcuno ci
contesterà perché qualcuno era ex assessore del Pdl, o qualcun altro è amico
personale del Presidente come se – vergogna ci vuole quando si dicono queste
cose – , quando governavano gli altri, fossero tutti del Pdl i nominati.
Bisognerebbe
avere vergogna a dire queste cose e a enfatizzarle perché abbiamo prove e
testimonianze che sicuramente sono la chiara ed evidente capacità della
politica di mettere persone di cui si ha fiducia, che hanno un certo curriculum
che offre delle garanzie e delle professionalità.
Vorrei
vedere chi è quel politico che dice “io ho nominato nel ruolo di fiducia tutta
gente che era dalla parte opposta culturalmente” anche perché noi non è che
chiediamo prima “di che partito sei”.
Ci sono
oggi tante dimostrazioni di persone che stanno nei ruoli in cui stanno e che
certamente non hanno una tessera di partito ma hanno una competenza che
garantisce l’attività, la dinamicità e quindi i risultati di una
amministrazione, di un ente. Questo è veramente assurdo, dover scadere nella
polemica becera ed infantile rispetto a quello che produceva la Calabria,
affari, mazzette, logiche perverse, situazioni imbarazzanti, commistioni tra
politica parte del giornalismo calabrese, situazioni imbarazzanti su tanti
livelli ed oggi, perché magari c’è qualche amico nominato in qualche ente o
magari delegato a far qualcosa, tutto questo sembra che faccia urlare allo
scandalo.
Siamo
seri! Guardatevi per un attimo allo specchio ed incominciate a dire che forse
il modello che abbiamo abbandonato e che oggi vogliamo chiudere è un modello
che non produce nessun effetto, che ha prodotto soltanto situazioni di
rallentamento, non di adeguamento alla buona politica e che noi vogliamo
offrire le valutazioni di una capacità della politica di intervento su queste
materie.
Allora
l’articolo 10, che prevede l’istituzione della nuova Agenzia di marketing, è l’unico articolo che dovrebbe essere votato
con la maggioranza dei due terzi dell’Aula, quindi dell’assegnazione dei
consiglieri, e se i colleghi della minoranza decidono di non votarlo noi siamo
pronti ad abrogarlo.
Però
quell’articolo consente di istituire un organismo nuovo che è in grado di
gestire e governare – qui è la strategia che noi abbiamo messo in campo – una
struttura che in maniera unitaria raccoglie tutte le risorse del bilancio
regionale e quelle future del Por 2014/2020 soprattutto, risorse importanti in
termini di promozioni e di operazioni di questa natura che sono finalizzate a
collegare il tutto ad un’unica strategia di promozione, quindi di
valorizzazione. Vi è l’idea di stimolare attraverso il brand Calabria
tutte quelle situazioni che possono creare attrazione verso il nostro territorio e verso la nostra regione.
Mi guarderei bene dal bocciare o dal revocare questo articolo
perché faremmo un male alla regione non faremmo un male ad una
parte politica.
Questo è un po’ il ragionamento che ha guidato tutti quanti noi in
questi mesi. Come avete visto non abbiamo guardato in faccia al fatto che lì ci
fosse il politico caratterizzato o che non ci fosse, abbiamo detto “si taglia”
e quando si taglia, si taglia tutto.
C’è una posizione che vorrei spiegare che è quella della
Fondazione Etica che abbiamo deciso di non chiudere perché in questo momento
può continuare ad assolvere - se meglio organizzata e se ben strutturata – una
funzione importante sul territorio. Così come è per tante altre realtà, la
Fondazione Etica è nata con nobili ambizioni, con l’idea di rappresentare uno
strumento utile sui bisogni delle fasce più disagiate e più deboli.
Se la Fondazione non perderà questa sua grande capacità, in questo
momento può continuare ad assolvere ad una funzione straordinaria. Ecco dove ci
siamo, per un attimo, fermati rispetto ad una procedura di azzeramento totale
di questa realtà.
Dopo di che, in questo testo c’è tutto quel che noi abbiamo
immaginato, tutto ciò che ci ha lasciato per un attimo riflettere sulla filosofia di una impostazione che spero,
ancora una volta dopo averlo fatto anche in Conferenza
dei capigruppo, possa trovare la sensibilità da parte dei colleghi della
minoranza per dimostrare che sui grandi temi, sulle grandi iniziative che
riguardano la Regione non c’è una filosofia che guidi un gruppo dirigente ma
una capacità della politica nel suo insieme di gestire e governare questi
processi, per restituire al cittadino calabrese
la consapevolezza e la certezza che una classe dirigente su cose di particolare
e delicata importanza si sa ritrovare, sa discutere e sa condividere.
Concluso il dibattito
generale, passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 2 c’è un emendamento con
protocollo numero 19565, a firma dei
consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Sono abrogate le
lettere f) ed l)”.
Parere favorevole del Governo relativamente alla lettera
f).
Mentre alla lettera l) no?
No.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole con quella limitazione.
Pongo in votazione l’emendamento,
protocollo numero 19565, come modificato.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 19387, a firma del
consigliere Giordano: “All’articolo 2, comma 2, le lettere k) ed l) sono
soppresse”.
Questo emendamento lo
vorrei illustrare, riguarda Comac e Comalca. Con questo
emendamento chiediamo l’eliminazione dell’articolo 2 e rimandiamo al comma 4
dell’articolo 13 con un successivo emendamento, che è abrogativo, in quanto
chiediamo non che vengano riordinate ma completamente dismesse. Col successivo
emendamento chiediamo che non avvenga il loro trasferimento a Fincalabra, quindi prevediamo la
loro totale dismissione. Questo è il senso dell’emendamento.
Parere
del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
E’
superato, perché questo riferimento è stato già tolto.
Sì, ma la
lettera k) no, il Comac.
Sì,
perché abbiamo già disciplinato la chiusura al 31 dicembre con gli emendamenti
successivi, quindi, è superato.
Non è
superato. Va beh, c’è il comma 4 dell’articolo 13 che è completamente
abrogativo, quindi, lo chiariremo lì.
Non è completamente
abrogativo.
No,
l’emendamento che ho presentato è abrogativo, il comma 4 dell’articolo 13.
Parere contrario.
Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 19387.
(E’
respinto)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 19725, a firma del
consigliere Talarico D., che così recita: “All’articolo 2 sostituire il comma 2
con il seguente <ai sensi del comma 1 la Regione Calabria provvede
all’accorpamento, fusione, liquidazione, recesso da società partecipate o
riordino dalle seguenti aziende, fondazioni ed enti regionali comunque
denominati>. Al comma 2 inserire <L) Società Stretto di Messina Spa; M)
Fondazione Calabria Etica in-house; N) Commissione regionale per l’emersione
del lavoro nero>”.
Si
tratta di un emendamento all’articolo 2 e
al comma 2, finalizzato ad inserire al secondo comma le parole: “recesso da società partecipate”. Che
significa? Vi limitate a prevedere l’accorpamento, la fusione
e la liquidazione di alcune società, però tralasciate o, meglio, forse c’è una
chiara volontà politica di non prendere in considerazione la partecipazione
della Regione in alcune società, i cui costi sono esorbitanti e non più
accettabili. Per cui, se è vostra intenzione attuare una vera riforma e,
quindi, distinguere l’utile dall’inutile, i costi dagli sprechi, i servizi
essenziali dai servizi superflui, avreste dovuto prendere in considerazione il
quadro generale delle società partecipate dalla Regione. Questo emendamento,
quindi, è finalizzato ad inserire la società “Stretto di Messina”.
La Regione – lo dico ai colleghi consiglieri – partecipa ancora oggi,
nonostante tutto ciò che è accaduto, alle varie prese di posizione su questo
elefante che consuma soldi, annualità, è parte della società “Stretto di
Messina”; proponiamo che receda dalla partecipazione a questa società.
Chiedo, poi, l’inserimento, sempre al secondo comma, della fondazione
“Calabria Etica” in house. Vorremmo che venisse presa in considerazione
la soppressione di questa fondazione perché pensiamo che sia ormai superato il
tempo – e c’è stato anche un tempo di questo tipo – in cui le aziende pubbliche
si facevano in ossequio al capo corrente o ad ogni problema veniva istituita
un’azienda, una società, un’associazione, una partecipazione. Riteniamo che
bisogni prendere in considerazione anche la soppressione della fondazione
“Calabria Etica” ed aggiungere, inoltre, sempre al secondo comma, la
soppressione o la revisione o l’accorpamento – fate voi – della Commissione
regionale per l’emersione del lavoro nero, sempre in ossequio al fatto che non
si possono tenere in piedi enti, soggetti, aziende, Commissioni per soddisfare
le esigenze di un gruppo, di uno, di tre, non so quanti, solo perché magari
possono tornare utili in futuro o sono tornati utili nel passato.
Fra l’altro, leggo testualmente nello Statuto della società Field che
lo scopo dichiarato dalla Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero
è già parte integrante, anzi preminente della stessa Field. Leggo testualmente,
signor Presidente: “Scopo della fondazione Field è quello di attuare e
sostenere le politiche per l’emersione del lavoro irregolare e lo sviluppo
locale attraverso attività di formazione, studio”, eccetera. Quindi, perché
avere due doppioni? O si accorpano le funzioni oppure si sopprime una delle due
società che svolgono la medesima funzione per la quale, ovviamente, sono
previsti dei costi, anche eccessivi, da parte della Regione.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario per le motivazioni che sono state evidenziate. La fondazione
“Calabria Etica” è l’unica che risponde al settore servizi sociali, l’unica. La
Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero dipende da una
legislazione che non è regionale, per cui tecnicamente non possiamo
intervenire.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19725.
(E’
respinto)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 19537, a firma del
consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “Dopo il comma 2 dell’art. 2
aggiungere il seguente comma: <3. La Regione Calabria, in attuazione dei principi
statutari e nel rispetto delle proprie competenze, procede alla trasformazione
della Fondazione Calabria Etica, in Fondazione di Comunità, con la
partecipazione dei comuni capoluogo di provincia. Il direttore generale del
dipartimento lavoro e politiche sociali ne assume la Presidenza a titolo
gratuito>”.
Prego, consigliere Naccari.
Riteniamo
che la fondazione “Calabria Etica”, a differenza e ad integrazione di quello
che dice il sottosegretario Sarra, possa legittimamente ed opportunamente
confluire nella razionalizzazione. D’altra parte, non ci dimentichiamo che
questo tipo di impostazione l’avete individuata voi, perché nel primo testo di
questo provvedimento la fondazione “Calabria Etica” veniva inserita in un
contesto omogeneo, che è quello con “Calabria lavoro” e i servizi sociali. Su
questo, però, non vorremo dare l’idea di un atteggiamento preconcetto o di
un’idea che possa, in qualche maniera, limitare l’attività e l’efficacia
dell’obiettivo di servire, tramite questa fondazione, degli scopi sociali e
umanitari. Per questo
motivo abbiamo predisposto due emendamenti. Con questo, che è il primo
dei due, ipotizziamo la trasformazione della fondazione in “fondazione di
comunità”, cioè con il coinvolgimento degli enti locali del territorio e, in particolare, dei Comuni capoluogo. In un momento
in cui si va verso un tentativo di fornire risposte all’esclusione sociale ed alla difficoltà economica, il coinvolgimento degli
enti locali, ancora una volta, l’avvicinamento ai territori ed alle persone
degli obiettivi di servizio, riteniamo che sia un fatto fondamentale e giusto.
Prendiamo atto, dalle parole del Presidente, che anche lui guarda a
quella che è l’efficacia dell’azione, quindi, sicuramente nelle decisioni di
maggioranza non rileverà che il Presidente della fondazione si è candidato
nelle file del centro-destra ma rileverà il fatto che questa fondazione aveva
un Presidente nel precedente mandato amministrativo che era un direttore
generale della Regione e che aveva deciso di non percepire alcun compenso e
aveva, addirittura, rinunciato ai gettoni di presenza per la partecipazione
alle riunioni della fondazione.
Poi, come tutti sanno, si è arrivati al punto che oggi il Presidente di
“Calabria Etica” percepisce il 60 per cento dell’indennità dei consiglieri
regionali. Spero che sia stata ridotta anche da questo punto di vista, dato
che, giustamente, l’indennità dei consiglieri regionali è stata sensibilmente
ridotta. Nel testo di questo primo emendamento, allora, mettiamo in evidenza e
prevediamo il passaggio a “fondazione di comunità” con la partecipazione degli
enti territoriali e, in particolare, dei Comuni e che la Presidenza di detta
fondazione sia assunta dal dirigente del dipartimento politiche sociali della
Regione Calabria a titolo gratuito.
Colgo l’occasione, per economicità di tempo, di illustrare anche il
successivo emendamento che, invece, nel caso in cui non riteniate opportuno
trasformare la fondazione e, conseguentemente,
mantenerla nella funzione possibile e utile ai fini anche di una
razionalizzazione, prevede la soppressione e, quindi, la liquidazione della
fondazione stessa.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19537.
(E’
respinto)
L’emendamento
successivo, protocollo numero 19536, a firma del consigliere Naccari Carlizzi è
stato già illustrato e così recita: “Dopo il comma 2 dell’articolo 2 aggiungere il seguente comma:
“La Fondazione Calabria Etica, istituita ai sensi
dell'art. 18-bis della legge regionale 2 maggio 2001, numero 7 è soppressa e posta in liquidazione secondo
le norme del proprio statuto e delle leggi vigenti in materia e la liquidazione
deve terminare entro 120 giorni dall'approvazione della presente legge,
prorogabili al massimo di altri 120 giorni.
Le funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria
Etica nonché i progetti in essere sono trasferiti immediatamente ad Azienda
Calabria Lavoro.
Ai fini della definizione dei rapporti attivi e passivi
della Fondazione Calabria Etica, entro 30 giorni dalla entrata in vigore della
presente legge, il Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione
della Giunta regionale, nomina un Commissario liquidatore per la durata di tre
mesi, prorogabili per una sola volta di altri tre. Gli organi statutari della
Fondazione Calabria Etica cessano dì diritto dalle loro funzioni alla data di
nomina del Commissario liquidatore, che è legittimato a compiere tutti gli atti
degli organi ordinari e quelli necessari e connessi alla liquidazione
dell'Ente.
L'organo di revisione deve essere immediatamente
ricostituito in forma monocratica, con un compenso non superiore a quello
previsto dall'art. 10 della L. R. numero
2212010, per il Presidente del Collegio dei revisori, o se inferiore, a
quello previsto, per Panno 2012, per il Presidente del Collegio dei revisori
dell'ente disciolto. Il compenso del Commissario liquidatore non può superare
il 50% del compenso previsto per il Presidente della Fondazione.
Il Commissario liquidatore, entro 60 giorni
dall'insediamento, provvede alla redazione di un piano di massima della
liquidazione, da approvarsi dalla Giunta regionale, che dovrà prevedere la
riscossione dei crediti, l'estinzione dei debiti anche mediante piani di
rateizzazione, nonché la restituzione o il trasferimento degli immobili
all'Amministrazione regionale, che ne potrà curare la cessione, destinandone il
relativo ricavo alla copertura delle passività derivanti dalla liquidazione”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19536.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
(E’
approvato)
All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 19543, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così
recita: “All’articolo 3, comma 4, dopo le parole <Giunta regionale>
aggiungere <ed alla Commissione consiliare competente>”.
Prego,
consigliere Naccari.
Chiaramente, alla luce
dell’obiettivo di porre in essere una riforma efficace, immaginiamo che il
parere e la trasmissione della relazione alla Commissione competente siano
necessari. Ricordo a tutti le funzioni del Consiglio, quindi, per certi versi
non ci sarebbe neanche bisogno di questa trasmissione, ma la storia della
Calabria, non di questo mandato, ma di tutti i mandati di cui si ha ricordo, ci
insegna che inserirlo nel testo legislativo e, quindi, prevedere la
trasmissione affinché i consiglieri siano edotti su quello che è il processo di
riforma, è quanto mai opportuno. Mi meraviglierei, quindi, che non ci fosse un
parere favorevole in questo senso.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19534.
(E’
approvato)
Avevamo
saltato l’emendamento, protocollo numero 19788, a firma dei consiglieri Maiolo e Naccari Carlizzi: “Il comma 2 dell’articolo 3 è
così sostituito: “Il commissario straordinario è scelto tra i dirigenti della
Regione Calabria senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale”.
Lo vuole illustrare?
Questo emendamento
nasce, peraltro, da una condivisione
all’unanimità all’interno della seconda Commissione che ha votato il parere
condizionato all’inserimento di questa norma. Poi, probabilmente per altra questione,
sarà caduto di mente al Presidente della Commissione, che peraltro non vedo – mi
auguro che manchi solo per un problema contingente –. Recepiamo, quindi, il
parere della seconda Commissione, che discendeva dal fatto che la copertura
finanziaria era assicurata solamente nella misura in cui non si procedesse
all’esterno per la nomina dei commissari.
Ripeto, è stato votato all’unanimità dalla Commissione.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Maiolo,
che è il primo firmatario
dell’emendamento. Ne ha facoltà.
Il collega Naccari
ha illustrato l’emendamento. Intervengo
per dire che le discussioni che ci sono state
in Commissione bilancio
– come diceva il consigliere Naccari
– hanno evidenziato qualche
difficoltà: una di queste era il coinvolgimento dei commissari esterni. La
norma originaria prevedeva una facoltà quasi analoga fra la possibilità di
nominare all’interno e all’esterno. Questa norma serve solamente a rendere vincolante
l’impegno a ricercare all’interno le professionalità necessarie. E’ un’esigenza
di natura finanziaria che sta nel parere della seconda Commissione.
Penso che questo emendamento debba essere accolto.
E’ un emendamento che è stato già discusso in
Commissione.
(Interruzione)
E’ per iscritto, Presidente, nel parere della
Commissione. Il Segretario generale era presente e le potrà confermare, ma è
scritto nel parere.
La parola al sottosegretario Sarra.
Questo è un problema che si risolve
col coordinamento formale perché, in effetti, la Commissione, nella fattispecie
la Commissione bilancio, pur non potendo intervenire modificando il testo,
l’aveva posto come raccomandazione, per cui è da inserire nel coordinamento
formale.
Quindi
possiamo votare a favore di questo emendamento.
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19788.
(E’ approvato)
E’
approvato con autorizzazione al coordinamento formale sull’articolo.
E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero
19519, a firma del consigliere Mirabelli, che così recita: “Il comma 10
dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: “10. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti
accorpati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva la posizione
giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza all’atto del trasferimento all’ente incorporante,
restando garantita la possibilità, su richiesta da parte dei dipendenti,
dell’utilizzo in forma di comando verso tutti gli enti regionali e/o locali
comunque definiti”.
Questo è
inerente all’articolo 3, quindi, alle norme
procedimentali; non è un emendamento sostitutivo, è solamente – come si può
leggere – un emendamento integrativo, che entra nel merito del comma 10, puntualizzando che, per quanto riguarda
il rapporto di lavoro del personale di ruolo di questi enti accorpati, sappiamo
benissimo – come dite voi stessi nella vostra proposta di legge – che non
subisce interruzioni e il personale stesso di ruolo conserva la posizione
giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza, all’atto del
trasferimento dello stesso all’ente
incorporante. Qui siamo d’accordo. A maggior garanzia – anche perché le
procedure di legge, secondo me, lo prevedono – credo sia giusto aggiungere,
però, che resta comunque garantita la possibilità, su richiesta da parte dei
dipendenti, previo il consenso degli enti stessi, dell’utilizzo in forma di
comando di questo personale verso tutti gli enti regionali e/o locali, comunque
definiti, che ne facciano eventualmente richiesta e vi sia la possibilità del
passaggio.
Parere del relatore sull’emendamento, protocollo numero 19519, a firma del consigliere Mirabelli?
Limitatamente alla questione del comando non è possibile procedere ma per il resto è accoglibile come integrazione, come emendamento integrativo nel coordinamento formale con l’articolo 19.
Il parere su questo emendamento è favorevole o contrario?
Ripeto il parere: limitatamente alla prima parte è un emendamento che possiamo accogliere perché è già inserito nell’articolo 19. Sulla parte del comando non possiamo intervenire in quanto è una parte disciplinata dai contratti.
In parole povere è respinto. Si fa più bella figura a dir così.
Mi sembra che il consigliere Mirabelli abbia evidenziato bene qual è la volontà del relatore.
Quindi parere della Giunta e del relatore: contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 3, comma 10, è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19445, a firma del consigliere Magno che così recita: “All’articolo 3, comma 10, dopo la parola <accorpati> si aggiunge <o riordinati>”.
Prego, consigliere Magno.
L’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore?
Favorevole.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 3 è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 19574, a firma dei consiglieri Chiappetta,
Grillo, Serra, Gallo che così recita: “E’ aggiunto il comma 11 <Per gli enti
di cui al successivo art. 7, la tempistica di attuazione degli aspetti procedimentali
di cui al presente articolo è demandato a specifico provvedimento della Giunta
regionale>”.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
(Interruzione)
E’ l’emendamento successivo, consigliere Naccari, il numero
19574.
Si passa all’emendamento protocollo numero 19386, a
firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo l’art. 3 è aggiunto il
seguente <art. 3bis: Partecipazioni regionali in società.
1. La Regione procede alla dismissione di tutte le
proprie partecipazioni in società, autorizzate ai sensi della vigente normativa
regionale ad esclusione di Fincalabra Spa, Sacal Spa, Sogas Spa, Aeroporto S.
Anna Spa.
2. Per le finalità di cui al comma 1, la Giunta
regionale, entro il 30 giugno 2013 nomina un commissario ad acta che provvede ad espletare tutte le operazioni necessarie
alla cessione o, eventualmente, alla liquidazione entro e non oltre il 1°
gennaio 2014, ad esclusione delle società già poste in liquidazione>”.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente, questo emendamento serve ad incidere in maniera chiara e netta, facendo valere la logica che voi stessi avete enunciato, ossia quella della razionalizzazione e dell’efficientamento.
In questo contesto riteniamo che debba essere espresso in maniera chiara. Col comma 1 diciamo che “La Regione procede alla dismissione di tutte le proprie partecipazioni in società, autorizzate ai sensi della vigente normativa regionale ad esclusione di Fincalabra Spa, Sacal Spa, Sogas Spa, Aeroporto S. Anna Spa.”. Per tale finalità discipliniamo la nomina e la liquidazione. Questo perché Presidente? Lo ribadisco perché non sfuggirà neanche a lei che con una delibera del marzo del 2010, che ha adottato la Giunta regionale nel prendere atto di relazioni del dipartimento, si esprimeva proprio sulla soppressione di alcuni organismi come Lamezia Sviluppo Scarl, la Comalca, e a questo proposito aggiungiamo e ribadiamo la necessità della dismissione delle quote della società Stretto di Messina. Con questo emendamento si fa chiarezza e si dà una indicazione precisa delle partecipazioni che la Regione deve conservare e di quelle che dovrebbe dismettere in maniera chiara e netta.
Parere del relatore?
Sfavorevole.
Come?
Contrario.
Sfavorevole, contrario, parola bella netta e chiara perché sennò al verbale poi dico che è approvato e, invece, è respinto. Parere della Giunta?
Contrario
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Presidente, avevo chiesto la parola prima.
Su quale?
Sul precedente, quando abbiamo chiesto quale fosse l’emendamento. Perché poiché votiamo contro l’istituzione dell’Agenzia di marketing, conviene che ritiriate quell’emendamento perché ci deve essere il parere favorevole dei due terzi dei consiglieri e, quindi, andrebbe ad inficiare l’intera legge, perciò avevo chiesto la parola.
Ma quale emendamento?
E’ l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta, protocollo numero 19574.
Mentre lo poneva in votazione, per questo chiedevo la parola.
Va bene, ma poi in coordinamento formale queste cose le sistemiamo.
Esatto, purché sappiate che abbiamo votato contro.
Presidente, non c’entra con la costituzione dell’Agenzia, è un’altra cosa perché questo è un emendamento relativo alle Aterp e quindi non c’entra nulla.
Quindi, questo emendamento si riferisce alle Aterp, giusto? Andiamo avanti.
Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
Articolo 4. All’articolo 4 è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 19388, a firma del
consigliere Giordano che così recita: “All’articolo 4, dopo il comma 5 è
aggiunto il seguente <6. Il compenso spettante agli organi previsti dal
precedente comma non può essere comunque superiore al 50 per cento
della retribuzione dei direttori generali delle aziende
sanitarie>”.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente, al comma
5 riteniamo sia necessario che venga inserito un tetto per i compensi
spettanti, poi, non ai commissari ma a
coloro i quali dovranno, a regime, dirigere gli organismi come avete immaginato
vengano riordinati. Recita testualmente “Il compenso spettante agli
organi previsti dal precedente comma non può essere comunque superiore al 50 per cento
della retribuzione dei direttori generali delle aziende
sanitarie”. Abbiamo preso come riferimento i direttori delle aziende sanitarie
ma si potrebbe anche prevedere un altro parametro. Comunque va fissato e in
maniera netta.
Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Articolo 5. All’articolo 5 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19749, a firma del consigliere Naccari Carlizzi che così recita: “Gli articoli 5 e 6 sono soppressi”. L’emendamento si commenta da sé.
(Interruzione)
Ritorniamo all’emendamento protocollo numero 19749.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 19541, a firma del
consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “Al comma 2
dell’articolo 5 le parole <con sede in Catanzaro> sono sostituite da
<con sede a Gioia Tauro>”.
Presidente, le chiedo la
parola.
Ho preso visione in questo
momento di un fatto spiacevole, di un emendamento non firmato da me, peraltro,
però presentato anche a mio nome e protocollato. E’ una cosa un po’ curiosa
questa.
Era qui, protocollato e
firmato?
Immagino sia stato discusso, non lo avevo firmato.
Qual è?
E’ un emendamento al comma 2 dell’articolo 3.
Non ho visto la sua firma…
Devo farlo rilevare.
(Interruzione)
E’ al comma 2 dell’articolo 3.
Presidente, posso
spiegare? Come dicevo prima, in Commissione è
stato dato parere favorevole alla unanimità al
provvedimento che stiamo discutendo con alcune prescrizioni. Queste prescrizioni
dovevano essere raccolte dal Presidente della Commissione poiché la Commissione
non poteva proporre emendamenti. Abbiamo verificato che il Presidente della Commissione
non abbia proposto l’emendamento necessario a recepire la
prescrizione unanime della Commissione ed
assieme al collega Maiolo – come le abbiamo detto prima – abbiamo presentato un
emendamento, lasciando in bianco la firma del Presidente
della Commissione, proprio perché non era nel Palazzo. Difatti, l’emendamento
che abbiamo votato, ripeto, su cui c’è il voto unanime della Commissione, non reca la firma del Presidente. Abbiamo usato una cortesia a prevedere
quello che sarebbe dovuto essere un compito della Presidenza.
Presidente, chiedo
scusa, su questo argomento, per quanto mi riguarda
quale Presidente della Commissione, mi identifico nella raccomandazione che è stata fatta al Consiglio, laddove a proposito del comma 2
dell’articolo 3, la raccomandazione
che abbiamo inviato al Consiglio recita testualmente:
“infine come sollecitato dalla Commissione e
recepito dal sottosegretario Sarra,
di specificare l’articolo 3, comma 2 del disegno di legge che l’utilizzo dei commissari esterni per le procedure liquidative avverrà solo in casi
eccezionali e solo qualora tra la dirigenza interna della Regione non vi sia il profilo professionale
richiesto”.
E’ questo che abbiamo inserito, il richiamo a questo. E’ perfetto, va bene questo.
Prendo atto, Presidente,
però dovevo far rilevare un fatto, che non si verifichi la prossima volta o,
quanto meno, che venga sottoposto da qualsiasi collega - e non parlo solo dei
colleghi che hanno proposto l’emendamento-.
Presidente, che non si verifichi, però, la prossima volta che si arrivi in Aula con un parere, con una prescrizione ed il Presidente della Commissione competente – non facendo torto a noi ma all’intera Commissione – non predisponga l’emendamento che lo recepisce. Ora nessuna polemica, però, prima di parlare bisogna leggerselo, sennò si accusano gli altri di aver proposto quel che avrebbe dovuto proporre lei.
Va bene, è superato.
Possiamo andare avanti. Siamo, allora, all’emendamento protocollo numero 19541.
Prego, consigliere Naccari
Carlizzi.
L’emendamento andava nel senso di realizzare con questo processo di riforma anche una valorizzazione ed un avvicinamento ai territori di quelle che sono le funzioni. In questo senso ci sembrava logico che alcune funzioni fossero collocate giustamente a Catanzaro, altre a Cosenza, altre a Reggio Calabria, e così via nelle altre Province. Poiché l’Asi (Area di sviluppo industriale) di gran lunga più importante è collegata al porto di Gioia Tauro, si poteva immaginare questa collocazione presso Gioia Tauro del nuovo organismo di collegamento.
Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19541.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19389, a firma del consigliere Giordano che così recita: “Il comma 5 dell’articolo 5 è soppresso”.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente, è importante - e chiedo l’attenzione sia del relatore che del sottosegretario Sarra - perché questo emendamento intende abrogare il comma 5 e, a nostro avviso, questo comma potrebbe ingenerare una impugnativa in quanto non è possibile prorogare tout court l’efficacia con questo provvedimento. Intanto c’è un errore di fondo, non gli strumenti urbanistici ma dovrebbero essere i vincoli imposti dalla pianificazione dello strumento dell’Asi. A questo riguardo voglio offrire alla valutazione alcune sentenze, tra le quali quella del Consiglio di Stato del 2001, sezione quarta, numero 3349, che ha denegato che possono essere così semplicemente prorogati i vincoli per effetto di una specifica adozione. Poiché la normativa già di per sé può avere attuazione, vi propongo l’abrogazione di questo articolo per non incorrere, poi, in una eventuale impugnativa.
Credo che sia superato proprio dalla specificazione che appare nel testo, perché avevamo già valutato questa obiezione e il testo prevede che gli strumenti urbanistici siano da intendersi quelli relativi alle aree industriali e, quindi, sono strumenti vigenti, approvati ed è nel senso che abbiamo evidenziato.
Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19389.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 5.
Presidente, vorrei intervenire sull’articolo 5.
(Interruzione)
Prendo atto di una, secondo me, frettolosa valutazione
di questo comma. In ogni caso un’altra raccomandazione sull’articolo 5. Nell’articolato che avevate
proposto in Commissione era previsto il riconoscimento delle Asi, dei nuovi organismi come
organismi intermedi. Ora l’avete stralciato e probabilmente
ritengo che l’abbiate fatto perché c’è già un
provvedimento del 2007 e il riconoscimento
come organismo
intermedio - che ritengo sarebbe un punto importante per i nuovi consorzi -
darebbe più forza e maggiori prerogative anche rispetto ai regolamenti
comunitari numero 1083 e numero 1028 del 2006. La raccomandazione che sollevo
al relatore e al sottosegretario Sarra è che quel provvedimento del 2007,
opportunamente implementato nelle sedi successive, venga riattivato e, quindi,
le nuove Asi, i nuovi organismi, vengano riconosciuti organismi intermedi, il
che conferirebbe loro maggiore forza e anche maggiore capacità progettuale con
rispetto anche ai fondi comunitari.
Questa è una raccomandazione che la Giunta regionale può
raccogliere.
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Articolo 6. All’articolo 6, è stato proposto l’emendamento, protocollo numero 19545, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “All’art. 6, comma 4, capoverso 4 dopo la parola <regionale> aggiungere <indicati dai comuni>”.
(Interruzione)
Abbiamo votato l’articolo 5. Siamo all’emendamento protocollo numero 19545. Prego, consigliere Naccari.
Presidente, il comitato di programmazione del nuovo soggetto che raggruppa le aree di sviluppo industriale. Al comma 4 è prevista la nomina di 5 componenti nominati dal Presidente della Giunta regionale, espressione dei territori dove sono ubicate le aree di sviluppo. Proprio perché in fondo stiamo allontanando la macro dirigenza rispetto a questo soggetto, credo sia opportuno che leghiamo l’appartenenza al territorio non ad una mera residenza ma ad una espressione dei comuni. Ricordo, e mi permetto di farlo con grande garbo nei confronti del sottosegretario, che state andando a disciplinare un consorzio fra enti locali. Di conseguenza, nel momento in cui non raccogliete le indicazioni degli enti locali, non potete scegliere i rappresentanti degli enti locali. Va da sé che gli enti locali non accetteranno mai una soluzione di questo genere. Vi propongo, pertanto, di consentire che siano i Comuni, per il tramite della rappresentanza dell’Anci, ad indicare i propri rappresentanti all’interno del proprio Consorzio. Se poi immaginate di modellarlo come volete e di scegliere anche i rappresentanti dei Comuni, non solo, secondo me, è un errore sul piano dei rapporti, della governance e dell’avvicinamento ai territori, ma sicuramente vi troverete con delle obiezioni giuridicamente importanti. In sede di coordinamento, quindi, al termine “indicati dai comuni” direi di aggiungere “per il tramite dell’associazione nazionale dei comuni italiani”.
Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19545.
(E’ respinto)
E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero
19546, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita:
“All’articolo 6, comma 7, dopo la parola <organi> aggiungere <è
trasmesso per il relativo parere alla Commissione regionale competente>”.
Prego, consigliere Naccari.
Chiediamo che sia trasmesso lo Statuto di riferimento del nuovo ente per
il relativo parere alla Commissione regionale competente. Anche qui valgono le
considerazioni per la relazione trasmessa alle Commissioni
svolta nel precedente emendamento approvato alla unanimità.
Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?
Trasmesso
per conoscenza ma senza parere. Trasmesso.
(Interruzione)
No, senza parere.
Stiamo discutendo di un atto
pubblico affinché venga trasmesso alla Commissione! C’è scritto “trasmesso”.
(Interruzione)
Non volete un parere? Non c’è
neanche scritto “parere vincolante”, c’è scritto: “per il relativo parere”. Se
poi le Commissioni non possono esprimere alcun parere su questo, chiudiamole e abbiamo fatto una razionalizzazione
ulteriore, risparmiando altri soldi!
Parere
del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero
19546.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
All’articolo
7 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19542, a firma del
consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “L’articolo 7 è soppresso”.
Presidente,
vado avanti per dovere di cronaca, visto che questa è la valutazione della maggioranza, perché sono molto
colpito dal fatto che, per un
parere della Commissione su un atto
pubblico e su un atto di un ente che andiamo a costituire, ci sia un parere
contrario. Tuttavia è una valutazione tattica che fate, non vi posso augurare
che sia positiva, secondo me è anche contro la logica, ma siete liberi di
farlo. L’emendamento di cui discutiamo prevede la soppressione dell’articolo 7.
Con questo articolo accentrate le politiche della casa realizzate dalle singole
Aterp sul territorio. Di conseguenza, abbiamo una diversa idea, difatti abbiamo
proposto due tipi di emendamenti anche qui, proprio per non dare l’idea che
abbiamo una posizione preconcetta e che questa posizione non sia sottoposta a
un confronto che può evidenziare varie soluzioni. Il primo emendamento è
questo, quello della soppressione. Estrapoliamo questo articolo sulle Aterp
anche in considerazione dei gravi problemi paventati dalla triplice sindacale
che ha messo in evidenza come ci sia un rischio fondato per le casse e per
l’equilibrio finanziario della Regione, nell’idea di un accentramento e di un
accorpamento rispetto ad alcune situazioni dei bilanci delle aziende stesse su
cui sarebbe opportuno aprire un faro di maggiore attenzione. Tuttavia, penso di
avere capito l’antifona, quindi, attendo le vostre decisioni.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19542.
(E’
respinto)
(Interruzione
del consigliere Naccari Carlizzi)
Le funzioni svolta dalle Aterp, questo?
(Interruzione
del consigliere Naccari Carlizzi)
L’emendamento protocollo numero 19746. Lei quale ha?
(Interruzione
del consigliere Naccari Carlizzi)
Il protocollo numero 19542 l’abbiamo bocciato adesso. Poi c’è il
prossimo.
Non c’è nel mio blocco. Prima di passare alla
votazione dell’articolo
intero, non saltiamolo.
Qual è?
Emendamento, protocollo numero 19746, a firma del consigliere Naccari Carlizzi:
“L’articolo 7 è così sostituito: “Le funzioni svolte dalle Aterp sono
trasferite ai Comuni insieme al patrimonio immobiliare. Entro 90 giorni dalla
pubblicazione della presente legge, la Giunta regionale trasmette al Consiglio
un programma organico per attuare il trasferimento di funzioni e di
liquidazioni delle Aterp”. Può illustrarlo.
Questo è il
secondo emendamento. Ripeto, riteniamo
che quella norma che oggi porrete in votazione determinerà i problemi che ho
evidenziato prima. In ogni caso, qualora si ritenga di intervenire su questo
problema della gestione tramite Aterp o in una diversa forma, non siamo
conservativi rispetto alla situazione esistente. Alla luce della logica di
avvicinare ai Comuni, di trasferire
verso il basso, alla luce del principio di sussidiarietà, proponiamo, di
conseguenza, di trasferire il
patrimonio immobiliare delle Aterp ai Comuni, trasferendone anche le funzioni.
Qualora si volesse modificare questo emendamento, immaginando di acquisire più
tempo per una proposta organica che veda un quadro che analizzi tutti gli aspetti del trasferimento o solo del
patrimonio o delle Aterp stesse come enti sub-comunali o delle funzioni e del
patrimonio, potremmo anche accettare di modificare l’emendamento tramite un subemendamento che preveda la
predisposizione da parte della Giunta regionale, entro 90 giorni, di un
programma organico di trasferimento.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in
votazione l’emendamento, protocollo numero 19746.
(E’
respinto)
Emendamento, protocollo numero 19575, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Al comma 1 la
parola <strumentale> è sostituita con la parola <ausiliario>.
Al comma 1 dopo le parole <Art. 3 della presente legge> sono
aggiunte le parole <per le quali il Presidente della Giunta regionale nomina
entro 60 giorni i Commissari per la gestione ordinaria e straordinaria>.
Al comma 3 le parole <unità operative> sono sostituite con le
parole: <Distretti territoriali>.
Al comma 3 dopo le parole <ubicate nelle città di> è aggiunta la
parola <Catanzaro>”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19575.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7 nel suo complesso, come emendato.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19392, a firma del consigliere Giordano:
“L'articolo 8 è sostituito dal seguente: <Art. 8 - Soppressione dell'Ente
Strumentale Regionale Calabria Lavoro
L'Ente Strumentale Regionale Calabria Lavoro (di seguito denominato
Ente) è soppresso entro centottanta giorni decorrenti dalla data di entrata in
vigore della presente legge.
A partire dalla data di soppressione dell'Ente tutte le funzioni di sua
competenza sono esercitate dalla Giunta regionale mediante il Dipartimento
regionale competente in materia di Lavoro.
3.. La Regione Calabria subentra, altresì, nei rapporti giuridici
attivi e passivi dell'Ente, compresi quelli relativi ai beni ed al personale.
4. Conseguentemente al trasferimento di funzioni di cui al presente
articolo, la Giunta regionale approva la riorganizzazione del Dipartimento
competente in materia di Lavoro, tenendo conto anche dei servizi da rendere
all'utenza.
5.. Per lo svolgimento delle funzioni connesse alla soppressione e alla
gestione dell'Ente, il Presidente della Giunta regionale nomina un Commissario
Liquidatore, mediante l'emanazione di un proprio decreto facendo ricorso al personale
dirigente della Regione
6. La Giunta regionale stabilisce i criteri e le modalità per la
definitiva assegnazione del personale al Dipartimento regionale competente in
materia di Lavoro, tenendo conto anche dei servizi da rendere all'utenza
provvedendo, al contempo, alla rimodulazione della dotazione organica del
predetto Dipartimento conformemente alla normativa nazionale.
8. I riferimenti all'Ente, contenuti nelle leggi, nei regolamenti e
nelle delibere regionali, si intendono riferiti al Dipartimento regionale
competente in materia di Lavoro>”.
Con questo emendamento, così come abbiamo fatto in Commissione e
abbiamo ribadito più volte, intendiamo che questi enti strumentali della
Regione vengano dismessi integralmente e le funzioni, che sono spesso in
conflitto e in duplicazione con le stesse funzioni dipartimentali, vengano
assolte direttamente dal dipartimento. L’emendamento, quindi, è soppressivo
dell’ente Calabria lavoro.
Il consigliere Giordano chiede la soppressione dell’Azienda Calabria
lavoro.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19392.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19390, a firma del consigliere Giordano:
“Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente:
<Art. 8 bis (Procedura per la soppressione della Fondazione Calabria
Etica e della Fondazione Field)
La Regione Calabria promuove la soppressione della Fondazione Calabria
Etica, istituita ai sensi dell'art. 18 bis della legge regionale 2 maggio 2001
numero 7 e della Fondazione Field ,di cui all'art. 8 della legge regionale 26
giugno 2003 numero 8, secondo le norme del loro statuto e delle vigenti leggi
in materia e con le procedure di cui alla presente legge.
Le
funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Etica sono trasferiti
immediatamente al Dipartimento regionale Politiche sociali mentre le funzioni e
i compiti della Fondazione Field sono trasferite al Dipartimento regionale
lavoro>”.
Con
questo emendamento chiediamo la soppressione della fondazione Calabria Etica e
della fondazione Field ma, a differenza di quanto ha previsto la Giunta
regionale, i compiti e le funzioni della fondazione Field vengono trasferiti al
dipartimento regionale delle politiche per il lavoro e le stesse funzioni di
Calabria Etica vengono assolte e trasferite al dipartimento politiche sociali.
Parere
del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19390.
(E’ approvato)
All’articolo
9 “Ente per i parchi marini regionali” non c’è nessun emendamento, quindi, lo
pongo in votazione.
(E’ approvato)
All’articolo
10 c’è un emendamento con protocollo numero 19391, a firma del consigliere
Giordano: “L'articolo 10 è sostituito dal seguente: “La Regione Calabria
promuove la soppressione della
Fondazione Calabria Film Commission, di cui all'art. 3 della legge
regionale 11 gennaio 2006 numero 1, secondo le norme dello statuto e delle
vigenti leggi in materia e con le procedure di cui alla presente legge.
Le
funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Film Commission sono
trasferiti immediatamente al Dipartimento regionale Cultura>”. Per istituire
questa nuova Agenzia occorre il voto dei due terzi dei consiglieri assegnati.
Presidente,
credo che questo emendamento debba essere accolto perché non ci sono le
condizioni nemmeno della procedibilità per l’approvazione dell’articolo 10 a
maggioranza dei due terzi dei consiglieri per procedere, quindi, alla creazione
di questo ulteriore organismo. Riteniamo inopportuno – e l’abbiamo
sufficientemente motivato in Commissione –, in un momento in cui si deve
procedere ad una riorganizzazione, che venga costituito un ennesimo organismo
di spesa e di gestione. A nostro avviso, sul turismo bisogna immaginare una
riforma più organica, anche guardando con riferimento al Piano strategico
nazionale, per realizzare quei percorsi che instaurino sinergie con le
Università, con la filiera degli enti locali, che vedano la Regione
protagonista con un ruolo programmatorio e di strategia e non con un ruolo di
accentramento e di gestione. Per questo motivo avevamo chiesto l’abrogazione e,
ovviamente, riteniamo che, non essendoci la procedibilità, la stessa Giunta
regionale debba ritirare l’articolo 10.
Pongo in
votazione…
Presidente,
scusi, sull’articolo 10: annunciamo il nostro voto contrario, quindi valutate
se ritirarlo o meno, come aveva annunciato il Presidente della Giunta perché il
Partito democratico annuncia il voto contrario.
Stavamo
votando prima gli emendamenti che sono stati presentati.
Ma
l’emendamento è all’articolo 10.
Intanto
li votiamo, dopodiché si procede con l’articolo 10.
Chiedo la
votazione per appello nominale sull’emendamento.
Questo
emendamento?
Sì.
L’articolo
in questione…
(Interruzioni)
Consigliere
Giordano, per chiarire, ha presentato un emendamento all’articolo 10 e si vota
l’emendamento che ha illustrato. L’Aula si esprime.
C’è una
motivazione…
In una seconda fase, poi, quando si arriva all’articolo 10, può chiedere la votazione per appello nominale. Mi sembra che sia questo, se ho capito bene. Quindi dobbiamo completare l’articolato.
Presidente,
anche l’emendamento si può votare per appello nominale, non c’è un Regolamento
che lo vieti.
Se lo
chiede, possiamo votare, ma, secondo me, si è confuso tra l’articolo 10 e
l’emendamento, o no?
Presidente,
l’emendamento…
Lei può
chiedere la votazione per appello nominale su tutti gli emendamenti.
Presidente,
l’emendamento è abrogativo dell’articolo 10, quindi l’articolo 10 viene
abrogato. Se viene approvato l’emendamento, l’articolo 10 è abrogato, quindi
non c’è bisogno di discutere più l’articolo.
Prego,
consigliere Guagliardi.
Una cosa
molto semplice, Presidente, che non riguarda
il merito dell’articolo 10.
Stamattina
arrivando alle 11,55 ho presentato due emendamenti: uno relativo all’articolo
10 e uno relativo all’articolo 12, vorrei sapere se sono stati accolti e
distribuiti perché a me non risulta.
Abbiamo
accolto tutti gli emendamenti che sono stati presentati.
Non mi
risulta.
Dove
sono gli emendamenti del consigliere Guagliardi?
Sono inseriti più avanti per la votazione.
Posso, Presidente? Per chiarire. Il mio emendamento è
sostitutivo dell’articolo 10 che riguarda l’Agenzia, l’azienda, o come viene
determinata. Quindi, all’articolo 10, così come l’avete formulato, viene
sostituita la formulazione che propongo, ossia: “La Regione Calabria promuove la soppressione della
Fondazione Calabria Film Commission, di cui all'art. 3 della legge regionale 11
gennaio 2006 numero 1, secondo le norme dello Statuto e delle vigenti leggi in
materia e con le procedure di cui alla presente legge.
Le
funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Film Commission sono
trasferiti immediatamente al Dipartimento regionale Cultura>”.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta, ne ha facoltà.
Presidente,
scusi, giusto per fare un po’ di chiarezza rispetto a quello che, a mio parere,
è un non problema. Siamo in votazione, Presidente, su un emendamento presentato
dal collega Giordano rispetto al quale, acquisiti i pareri da parte del collega
relatore e da parte del sottosegretario alle riforme, Sarra, l’Aula non può non
votare.
Successivamente,
c’è un altro emendamento all’articolo 10, anzi ce ne sono altri due, uno a
firma dei capigruppo di maggioranza e l’altro a firma del collega Naccari
Carlizzi, Presidente.
Credo,
allora, che sia assolutamente necessario procedere alla votazione dei singoli
emendamenti.
Dopo di
che, quando si andrà a votare l’articolo 10 nel suo complesso, con gli
emendamenti approvati o respinti, l’Aula prenderà atto che - appunto, perché saranno
necessari i due terzi dell’Aula per la votazione, per l’approvazione - se in
quel momento non ci sarà l’articolo nella sua interezza, così come emendato o
non emendato, lo stesso verrà espunto dal testo in discussione. Credo sia
questa, Presidente, la procedura, rispetto alla quale, penso, non ci sia
assolutamente alcun problema.
Sono
d’accordo con lei, l’unica cosa che ho chiesto riguarda la votazione per
appello nominale su questo articolo. Dato che poi si voterà l’articolato, se
non si raggiungono i due terzi non ci saranno i componenti necessari per
l’istituzione della nuova Agenzia.
Ecco
perché dico di votare l’emendamento così com’è. Prego, consigliere Giordano.
Presidente,
per chiarire, perché credo che l’emendamento sia illuminante ed anche per
agevolare il percorso rispetto al fatto evidente che si registra, cioè che non
ci sono i due terzi e quindi non c’è la condivisione su questa Agenzia.
Essendo
un emendamento integralmente sostitutivo, tra le altre cose risolve anche il
problema della Fondazione Film Commission che viene soppressa ed assorbita dal
dipartimento. E’, quindi, un emendamento che pone chiarezza ed anche
metodologicamente credo che debba essere accolto, perché non avrebbe ragion
d’essere, altrimenti, votare gli emendamenti e prendere atto che non essendoci
la maggioranza dei due terzi l’articolo viene stralciato.
Con la
sostituzione si risolve anche in maniera chiara e, secondo me,
metodologicamente lineare il problema che altrimenti si avrebbe per procedere
sull’articolo 10.
La parola
al sottosegretario Sarra.
Volevo
sommessamente esprimere un parere in riferimento ed aprire una discussione
sulla questione della necessità della maggioranza dei due terzi perché, fermo
restando che il governo regionale non può che essere ligio - signor Presidente
del Consiglio – ad una prassi, mi sento doverosamente di chiedere una
interpretazione a chi è legittimato a dare un parere su questo.
Perché se
c’è una norma, l’articolo 16 dello Statuto, che prevede che il Consiglio
regionale delibera con legge l’Istituzione di enti ed aziende regionali, la
loro fusione o soppressione, quando l’articolo 54, che è una norma che risiede
nel titolo nono ed è rubricato: “Soggetti privati, enti, aziende ed imprese
regionali”, fa riferimento ai due terzi dei componenti del Consiglio regionale
dice che la “Regione può istituire enti, aziende o società regionali anche a
carattere consortile con enti locali o con altre Regioni”, rende necessaria la
maggioranza dei due terzi, altrimenti si verificherebbe il paradosso - che è un
controsenso dal punto di vista giuridico – che un ente regionale, una Regione
rimane bloccata nella sua proposta riformatrice solo perché c’è un
atteggiamento strumentale da parte di una opposizione.
Non è
questo il caso, ma potrebbe verificarsi. Sarebbe sufficiente un atteggiamento
strumentalmente orientato a bloccare una riforma per determinare un blocco
dell’attività istituzionale. Mi sembra un paradosso in termini così chiari e
così contrari. Poi è vero che esiste summum ius summa inuria ma, che un
Consiglio regionale possa aver dato questo senso a questa legge, significa che
un atteggiamento teologicamente orientato a bloccare i lavori può determinare
il blocco di un intero processo riformatore. Scusate, lo dico sommessamente, ma
con la determinazione e la passione che sento ed avverto in questa circostanza,
sarebbe un atteggiamento assolutamente contrario ai principi fondamentali del
diritto. E’ sufficiente dire no ad ogni costo per bloccare le riforme,
peraltro, in gran parte necessitate da un atteggiamento dovuto ad una legge
nazionale al rispetto della quale noi siamo tenuti.
In questo
caso c’è una scelta perché c’è una possibilità, ma ove noi non avessimo
proceduto in termini di fusione e di accorpamento ed avessimo dato una lettura
diversa, saremmo costretti da un atteggiamento di una minoranza, invertendo
radicalmente il ruolo tra maggioranza che governa ed opposizione che controlla.
Vi prego,
lo dico sommessamente ma, ripeto, con determinazione: apriamo una discussione
su questo in termini giuridici, magari chiedendo il conforto anche del Servizio
legislativo.
Non credo
che si possa sottostare, accettando senza discussione una prassi, per carità,
esiste una prassi istituzionale, ma la prassi nella gerarchia delle fonti non
può essere superiore alla legge perché interviene nel momento in cui c’è una
lacuna di diritto, o legis o dell’ordinamento, cosa che nella
fattispecie non mi pare si sia verificata.
Quindi,
vi prego, se ritenete apriamo 2-5 minuti di discussione, ma io non mi sento di
accettare passivamente una prassi alla quale obiettivamente non mi pare si
possa dare diritto di cittadinanza in una Assemblea legislativa che sarebbe
contraddittoria rispetto ai principi fondamentali dello Statuto stesso, perché
non avrebbe senso che lo Statuto dicesse all’articolo 16 è con legge, non
chiedendo i due terzi, che si istituiscono gli enti. Che senso avrebbe la norma
di carattere generale?
E’ chiaro
che l’articolo 54 è una legge speciale rispetto a quella generale, diversamente
non avrebbe senso l’inserimento dell’articolo 16 tra i principi generali del
nostro Statuto che è la legge fondamentale, la costituzione della nostra regione.
Vi prego,
apriamo una discussione.
Non
apriamo una discussione su questo argomento in quanto ci porterebbe lontani
dall’obiettivo che dobbiamo raggiungere prima possibile con la discussione in
Consiglio regionale. Sono due giorni che siamo qui a lavorare per il bene dei
calabresi e questo argomento potrebbe sviare il ragionamento dell’Aula.
C’è una
prassi consolidata - già nella precedente legislatura -, nella legislatura
attuale l’abbiamo vissuta con l’Afor, è un argomento che abbiamo votato e non
sono stati raggiunti i 33 voti necessari per l’istituzione della nuova Agenzia,
ne abbiamo preso atto tutti insieme, maggioranza e minoranza, e la riforma non
è passata - sarà all’ordine del giorno venerdì, in quanto è stato raggiunto un
accordo tra maggioranza e minoranza.
Il
Presidente del Consiglio regionale deve dare una interpretazione dello Statuto,
per come è oggi e per come ci siamo sempre comportati in quest’Aula: il punto
all’ordine del giorno, se raggiunge la maggioranza dei due terzi, viene
approvato, altrimenti l’istituzione di una nuova Agenzia non può essere
approvata dal Consiglio regionale.
Siamo
stati chiari fin dall’inizio e più volte ho detto qual è l’interpretazione del
Consiglio regionale. Detto questo, se lei deve intervenire nel merito del
provvedimento può farlo, ma su questo argomento, no.
Presidente,
lei ha lasciato intervenire il sottosegretario su una questione di carattere
generale che pone anche un problema sull’ordine
dei lavori. Quindi, se mi
consente, chiedo di intervenire.
Quale?
Lui pone
una questione di metodo legislativo.
Ha fatto
un intervento nel merito.
Ha fatto
un intervento nel merito e pone una questione di metodo legislativo e su
questo, che riguarda anche l’ordine dei lavori,
chiedo di intervenire, se me lo consente.
Consigliere Maiolo, se deve intervenire su questo argomento… Ho
già espresso come la penso dal punto di
vista
istituzionale. Non c’è bisogno di aprire una discussione che ci porterebbe
lontano dall’obiettivo di quest’Aula. Poniamo in votazione l’emendamento del consigliere Giordano.
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre
all’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19789, a firma
del consigliere Guagliardi, che così recita:
“Dopo il comma 1, dell’art. 10 (Agenzia regionale
per il marketing
turistico e territoriale) è aggiunto il comma <Le attività di cui al
precedente comma possono essere realizzate attraverso la Fondazione calabresi nel mondo ed il coinvolgimento delle
Associazioni riconosciute dei calabresi nel mondo>”.
Prego, consigliere Guagliardi.
Presidente,
ritiro l’emendamento.
Prima lo
voleva discutere, adesso lo ritira. L’emendamento è ritirato.
(Così
resta stabilito)
All’articolo
10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19566, a firma dei
consiglieri Chiappetta, Grillo, Sera, Gallo, che così recita: “Al comma 4 dopo
le parole <turistico e territoriale> vanno inserite le parole <la Giunta regionale è autorizzata ad istituirla
assicurando la relativa copertura finanziaria>. Al comma 5, dopo le
parole <della presente legge> sono aggiunte le seguenti parole <entro
il 31 dicembre 2013>”.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre
all’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19547, a firma
del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita:
“All’art. 10, comma 5, dopo la parola <regionale> è aggiunto <previo
parere obbligatorio della Commissione regionale competente>”.
Prego, consigliere Naccari Carlizzi.
Presidente,
ritiro l’emendamento in base alla considerazione che noi
votiamo contro questo articolo.
Ritirato.
No, la
vorrei pregare, come ha annunciato il Presidente
della Regione, se intendete ritirare l’articolo bene,
altrimenti, se si dovesse andare in votazione, chiediamo l’appello nominale.
Intanto
trattiamo il suo emendamento. Lei che fa?
Siccome
è l’ultimo!?
Ma dica
se vuole votarlo o lo vuole ritirare.
Lo
ritiro, annuncio il voto contrario.
Senza
condizioni: lei o lo pone in votazione o lo ritira. Il resto si vedrà.
Chiedo
la parola ora che sono finiti gli emendamenti all’articolo.
L’ha
ritirato?
L’ho già
ritirato, mi sono seduto, mi sono rialzato ed ho chiesto la parola, visto che
dobbiamo fare questi esercizi. Mi sono seduto ed ho chiesto la parola.
Allora, l’emendamento protocollo numero 19547 è ritirato.
(Così
resta stabilito)
Non ci sono altri emendamenti, pongo in votazione
l’articolo 10.
Per appello nominale, Presidente. Se la maggioranza non lo ritira, noi dell’opposizione chiediamo coralmente la votazione per
appello nominale.
PRESIDENTE
Il consigliere Naccari
Carlizzai ha chiesto la votazione per appello nominale. Chiedo al Segretario
questore di procedere alla chiama.
Fa la
chiama.
Comunico
l’esito della votazione. Presenti e votanti 39. Hanno risposto sì 24, hanno
risposto no, 15.
(Hanno risposto sì: Albano, Bruni,
Chiappetta, Chizzoniti, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano
Magarò, Magno, Minasi, Morrone, Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano,
Salerno, Scopelliti, Talarico F., Trematerra, Vilasi.
hanno
risposto no: Adamo, Bova, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giordano, Guagliardi,
Guccione, Maiolo, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Scalzo, Sulla, Talarico D., Tripodi)
Pertanto,
l’articolo, relativo alla nuova costituzione dell’Agenzia, non avendo raggiunto
i due terzi necessari alla sua approvazione, è respinto e l’Agenzia non è
istituita. Nell’articolo stesso ci sono i commi 2 e 3 che sono collegati, pur
non potendo entrare a far parte della nuova Agenzia che si voleva costituire,
di fatto rimangono in vita, a meno che non ci sia un ordine del giorno.
Insomma, non essendo stato soppresso l’articolo nel suo complesso, non viene
approvato.
All’articolo
11 è stato presentato emendamento protocollo numero 19567 a firma dei
consiglieri Chiappetta,
Grillo, Sera, Gallo, che così recita: “L’articolo 11 della proposta di legge
numero 411/9^ è soppresso”.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Prego,
sottosegretario Sarra.
Presidente,
chiedo, sulla scorta del ragionamento effettuato prima, che l’argomento sia
inserito con il placet del Presidente della competente Commissione
riforme, consigliere Magno, in sede di discussione, affinché si possa aprire un
approfondimento, una analisi su questo argomento che mi sono permesso di
sollevare sulla rilettura del portato dello Statuto.
Presidente,
chiedo scusa noi abbiamo già votato l’articolo 10.
Abbiamo
già votato. Il sottosegretario Sarra chiede che
l’argomento da lui posto possa essere approfondito nella Commissione riforme di
cui è presidente il consigliere Caputo, è competente la prima Commissione. Ha
chiesto che ci sia una discussione nel merito dell’articolo 56 dello Statuto per una interpretazione, se c’è qualcuno che chiede la modifica
dell’articolo 56, la discussione si apre in Commissione e poi in Consiglio.
Chiede solo ed esclusivamente che possa essere questa la nostra volontà.
All’articolo
12 è stato presentato emendamento protocollo numero 19653, a firma del
consigliere Pacenza, che così recita: “Fondazione Calabresi nel mondo:
procedure di liquidazione.
La
Regione Calabria promuove la liquidazione della Fondazione Calabresi nel mondo,
di cui all'articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, numero 19 secondo le norme del suo statuto e delle
vigenti leggi in materia.
La Giunta
regionale è autorizzata, entro il 31 dicembre 2013, previa la presentazione del
Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di una relazione
analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate, ponendo
in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità
delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al compimento degli atti di
competenza regionale necessari.”.
Prego,
consigliere Pacenza.
L’emendamento
si illustra da sé, Presidente.
Solo un
attimo, è stato presentato un emendamento protocollo numero 19790, a firma del
consigliere Guagliardi, che così recita: “E’ soppresso l’articolo 12”.
Prego,
consigliere Guagliardi.
Presidente, è
molto semplice, ieri sera ed anche oggi in Conferenza dei capigruppo ho sentito
parole molto preoccupanti sulla Fondazione calabresi
nel mondo, sembra che abbia avuto – a sentire l’intervento del presidente
Scopelliti – chissà quante spese questa Fondazione.
Mi ricordo di essere stato tra chi
ha approvato questa legge che però è partita con la nuova legislatura di questa
maggioranza.
Ho fatto anche un emendamento
relativo all’articolo 10 e dico che se c’è oggi una possibilità di usare i
nostri emigrati o i calabresi nel mondo in chiave sociologica o in chiave
storica o culturale, è quella di tenere unita questa grande rete che ci
invidiano tutti e che è costituita dalle varie associazioni dei calabresi nel
mondo che attraverso la loro attività promuovono il nostro brand, il nostro turismo ed
i nostri prodotti di nicchia.
La Fondazione è nata con questo
spirito che ci può aiutare a valorizzare il brand
Calabria.
Credo sia assurdo eliminare uno
strumento che non costa - almeno nello spirito iniziale - nulla all’Ente, ma
che è organizzato attraverso i nostri emigrati che lo fanno gratuitamente con
il solo scopo di essere riconosciuti come figli di questa terra.
Se poi, da quello che ho ascoltato
qui dentro ieri sera e stamattina, si sono spesi milioni di euro per attività
di questa Fondazione, diventa un problema, perché le spese inutili vanno
calmierate.
Ma siccome presumo che questo non
sia avvenuto, proprio non capisco il senso dell’annullamento di questa
Fondazione che emargina ed allontana le associazioni dei calabresi nel mondo
dalla Regione Calabria.
Per questo chiedo che venga abrogato
l’articolo 12.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo
12 è stato presentato emendamento protocollo numero 19653, a firma del
consigliere Pacenza, che così recita: “Fondazione Calabresi nel mondo:
procedure di liquidazione.
La
Regione Calabria promuove la liquidazione della Fondazione Calabresi nel mondo,
di cui all'articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, numero 19 secondo le norme del suo statuto e delle
vigenti leggi in materia.
La Giunta
regionale è autorizzata, entro il 31 dicembre 2013, previa la presentazione del
Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di una relazione
analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate, ponendo
in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità
delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al compimento degli atti di
competenza regionale necessari.”.
Prego,
consigliere Pacenza.
L’emendamento
si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 12 nel suo complesso come emendato.
(E’ approvato)
Articolo
13.
All’articolo
13 è stato presentato emendamento protocollo numero 19568, a firma dei
consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra e Gallo, che così recita: “Il comma 1,
lett b) è sostituito dal seguente:
"b)
il collegio sindacale, composto da tre membri effettivi, di cui il Presidente e
un membro effettivo nominati dal Consiglio regionale ed un membro effettivo ed
uno supplente nominato dalla Giunta regionale. Il compenso dei componenti
supplenti del collegio sindacale è corrisposto solo in caso di sostituzione di
un sindaco effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione
stessa, e previa decurtazione della medesima somma al componente
effettivo";
Sono
abrogati i commi 3, 4 e 5 e sostituiti dai seguenti:
3.
"Le disposizioni di cui ai precedenti punti 1. e 2. del presente articolo
si applicano a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in
vigore della presente legge".
4.
"L'Amministrazione regionale, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della
presente legge, avvia, direttamente e/o per il tramite della propria società in
house FINCALABRA S.p.A., socio unico della società Calabria Impresa &
Territori S.ri, le azioni finalizzate alla messa in liquidazione della società
Calabria Impresa & Territori S.r.l.; l'operazione di liquidazione dovrà
comunque concludersi entro il 31 dicembre 2013".
5.
"L'Amministrazione regionale si impegna a garantire la salvaguardia dei
livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della
società Calabria Impresa & Territori S.r.l. posta in liquidazione,
provenienti dalla società "Sviluppo Italia Calabria", in servizio al
31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società FINCALABRA S.p.A.,
sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l'equilibrio
economico/finanziario della società”.
Prego,
consigliere Chiappetta.
Presidente,
non per illustrarlo, perché l’emendamento, a firma anche degli altri colleghi di maggioranza,
si illustra da sé ma solo per prendere atto delle funzioni, delle competenze e
del ruolo che deve svolgere il collegio sindacale, ristrutturandolo così come
era precedentemente.
Nell’ambito
dello stesso emendamento vi è una parte che va ad incidere su quello che abbiamo
ritenuto di apportare come modifica sostanziale, perché
si tratta del personale dipendente presso la società Calabria Imprese & Territori Srl.
A tal
riguardo, Presidente, - lo dico anche ai
colleghi consiglieri – abbiamo ritenuto di assumere una iniziativa che va nella
direzione di assicurare il mantenimento dei livelli
occupazionali, anche ai fini della salvaguardia
delle professionalità presenti in questa società, e lo abbiamo fatto perché
ascrivibile a questa maggioranza, al presidente Scopelliti, al suo Esecutivo e
soprattutto a tutti coloro i quali da tre anni a questa parte stanno cercando
di assumere iniziative importanti sull’intero territorio in tale direzione.
Vorrei ricordare le precedenti difficoltà che hanno avuto i dipendenti di
questa società allorquando non si pensava e non si ipotizzava all’orizzonte la
costituzione di questa società adesso detta Calabria
Imprese & Territori Srl.
In
relazione a ciò - e chiudo - abbiamo giustamente previsto la possibilità della salvaguardia
occupazionale, naturalmente per coloro i quali hanno titolo e funzione
giuridica al 31 dicembre 2012 e chiedo che venga attivato il coordinamento
formale, Presidente, perché credo che sia necessario indicare – laddove si
parla della data in servizio al 31 dicembre 2012 - anche coloro i quali sono in
possesso, sempre alla stessa data, di un riconoscimento giudiziale
equipollente.
Prego, consigliere Naccari Carlizzi
Presidente, noi in prima Commissione
abbiamo presentato un emendamento circa la nomina dei revisori. Questo
emendamento è passato e ricorderà la Segreteria generale che in sede di
coordinamento formale abbiamo detto di estendere quella norma a tutte le nomine
dei revisori dei conti.
In
sostanza è il recepimento della legge nazionale
prevista dalla “spending review”.
Difatti,
se andiamo a guardare la nomina dei revisori dei precedenti articoli, troviamo
esattamente la formulazione che è stata approvata in Commissione.
Credo,
ora, che sia un refuso, nel senso che la Commissione si è espressa ed ha votato
su questo argomento. Di conseguenza la prego di fare una verifica.
Ha
accanto a lei il Segretario generale, i commissari della prima Commissione lo
ricorderanno, così come penso anche il sottosegretario Sarra. Parlo della vicenda
dei revisori dei conti, noi abbiamo deciso di uniformare completamente il testo
che prevede il recepimento della norma sulla “spending review”.
Di
conseguenza la prego di emendare, perché il consigliere Chiappetta non c’era in
prima Commissione e quindi il suo emendamento giustamente non ne tiene conto.
Quindi, il suo emendamento, se lei lo mette in votazione, dovrebbe mandarlo in
coordinamento formale solo per quanto riguarda la titolarità di nomina. Il
resto resta chiaramente così com’è ed allo stesso modo i vari articoli che si
succedono su cui la dirigenza, l’ufficio della prima Commissione non ha
completato questo lavoro di raccordo.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Presidente, ma non mi dà la risposta? Quello che state mettendo in votazione chiaramente è in contrasto con la regola generale che è stata introdotta in questa legge.
Il problema va evidenziato relativamente ai revisori dei conti. Questa è una norma che riguarda il Collegio sindacale ed è una cosa diversa. Il riferimento ai revisori dei conti va bene, perché c’è la norma che è stata richiamata e che peraltro è una norma nazionale. Noi anticipiamo l’efficacia della norma. Per quanto riguarda invece i collegi sindacali è un altro problema.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento
è approvato con autorizzazione al coordinamento formale. Certo, su tutta la
legge ci vorrà il coordinamento formale perché ci sono state modifiche, lo dirò
alla fine quando approveremo la legge.
Si passa
ora all’emendamento, protocollo numero 19723, a firma dei consiglieri Guccione
e Adamo, che così recita: “All'articolo 13 i comma 3 e 4 sono interamente
sostituiti dal seguente testo: <La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a
fondersi con la società Calabria Impresa & Territori Srl, di cui la stessa
detiene l'intero capitale sociale.
La
fusione dovrà avvenire attraverso l'incorporazione della società Calabria
Impresa & Territori Srl. nella Fincalabra S.p.A., secondo le norme vigenti
in materia, in modo tale da garantire il trasferimento in favore di
quest'ultima di tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo alla società
Calabria Impresa & Territorio Srl. e di tutto il personale attualmente alle
dipendenze della società medesima.>
Prego,
consigliere Adamo.
Presidente,
la norma si illustra da sé ma come firmatari intendiamo illustrarla, più che
per esplicitarne i contenuti, per chiarire le finalità di presentazione di
questo emendamento. A mio avviso, questo emendamento interpreta la volontà dei
proponenti del disegno di legge che è al nostro esame. Mi par di capire,
secondo il disegno di legge proposto all’Aula ed approvato dalle Commissioni,
che per quanto riguarda i commi 3 e 4 si persegua l’obiettivo da parte di
questo Consiglio regionale di dare un indirizzo affinché la società “Calabria
Impresa & Territori Srl” venga di fatto messa in liquidazione per assegnare
a Fincalabra Spa tutte le competenze e tutti i rapporti attivi e passivi,
comprese le quote di lavoratori dipendenti presso questa società. Ora il punto
qual è? Rispettando questa opinione e condividendola da parte della minoranza,
la nostra norma non è in contrasto sulle finalità, anzi la vuole interpretare
per renderla più efficace ed attuabile. Noi firmatari dubitiamo che questo
Consiglio regionale, benché sul terreno degli indirizzi, possa emanare
indirizzi per decidere la messa in liquidazione di una società. Questa è
materia di esclusiva pertinenza dell’applicazione delle norme del codice
civile. Oltretutto è una società che non è partecipata direttamente dalla
Regione, ma che è partecipata da Fincalabra che, a sua volta, è partecipata dalla
Regione; non possiamo saltare il dato di fatto che si configuri come soggetto
comunque giuridico autonomo per cui la nostra norma non sarebbe sotto questo
aspetto efficace.
La
seconda questione: se questa società avvia il percorso di messa in liquidazione,
non c’è dubbio che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti dovrà pervenirsi
ad un licenziamento e, successivamente, ad una nuova assunzione, ove mai si
potesse procedere in questa direzione da parte di Fincalabra.
La nostra
perplessità qual è? Non è esplicitato questo percorso, non c’è scritto nella
norma contenuta nei commi 3 e 4 che il personale è destinato a intraprendere
questo percorso ma ove mai - ieri vedevo un emendamento presentato in materia
dal collega Chiappetta – dovessimo di esplicitarla, tipo appunto: “Il personale
dipendente di “Calabria Impresa & Territori Srl” transita nell’organico di
Fincalabra”, dubito che il Governo ce lo passi. Perché, ancora, per quanto
riguarda i contratti della pubblica amministrazione prevale la regola della
procedura concorsuale per cui la formula, il percorso da seguire non è quello
della messa in liquidazione della società ma della Regione che dà un indirizzo
alla sua partecipata, alla finanziaria calabrese e, quindi, di una Regione che
autorizza la Fincalabra ad accorparsi con Calabria impresa e tutto ciò che fa
parte in termini positivi e negativi di questo emendamento, esplicitandolo,
compreso il personale che passa direttamente a Fincalabra.
Così
facendo non solo garantiamo il destino dei lavoratori ma sostanzialmente non
stiamo disponendo una norma che concerne la regolamentazione e il destino di
questo personale, non è una norma sul personale. Stiamo decidendo un indirizzo
che riguarda sostanzialmente una ipotesi di fusione tra due società, di cui una
è quella di cui detiene le quote di diretta proprietà al 100 per cento. Una
fusione per incorporazione. Vedo che la stessa ipotesi è stata, oltretutto,
formulata nell’ambito dell’emendamento protocollo numero 19721 ed, infatti,
anche qui viene sottoposta questa ipotesi. Considero, quindi, assai più
efficace e certa, dal punto di vista della coerenza legislativa, questa
impostazione che non quella della messa in liquidazione. La proposta, quindi, è
che i commi 3 e 4 dell’articolo 13 vengano interamente sostituiti dal testo che
abbiamo presentato oppure, se il legislatore intende procedere con la volontà
del relatore, assumere in sede di coordinamento formale attraverso
l’unificazione dei testi di emendamento che trattano la stessa materia oppure,
ancora, in sede di coordinamento formale, tener conto anche almeno del comma 4
dell’emendamento protocollo numero 19721 che è stato presentato e che
testualmente recita “A Fincalabra S.p.A. è accorpata, mediante fusione per
incorporazione, la società Calabria Impresa & Territori Srl, secondo le
norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in materia”. Lo stesso
concetto, esplicitato più direttamente rispetto a quello dell’emendamento, se
vogliamo avere una integrazione dei testi, consente una forma più scorrevole.
Lo rileggo testualmente, proprio al fine di evitare problemi ed equivoci in
sede di coordinamento formale.
La
proposta che presentiamo a firma mia e del collega Guccione recita
testualmente: “<La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a fondersi con la
società Calabria Impresa & Territori Srl, di cui la stessa detiene l'intero
capitale sociale.
La
fusione dovrà avvenire attraverso l'incorporazione della società Calabria
Impresa & Territori Srl. nella Fincalabra S.p.A., secondo le norme vigenti
in materia, in modo tale da garantire il trasferimento in favore di
quest'ultima di tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo alla società
Calabria Impresa & Territori Srl. e di tutto il personale attualmente alle
dipendenze della società medesima.>
Con
questo percorso penso, invece, che il nostro obiettivo comune, quello della
maggioranza e della minoranza, possa essere fatto salvo. Con la messa in
liquidazione dubito che si possano raggiungere gli obiettivi che il legislatore
intende prefiggersi, grazie.
Parere
del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario, perché l’emendamento, consigliere Adamo, pur recependo in toto le preoccupazioni, è stato effettuato sul testo precedente che non era ancora emendato da quello del consigliere Chiappetta. L’unico problema, quindi, è quello della incorporazione che è superato dall’attività che svolgerà la Giunta regionale a ciò delegata dal Consiglio con la presente norma. Faccio proprie le preoccupazioni che ha evidenziato ma che sono abbondantemente superate dall’emendamento che è stato testé approvato. Il suo emendamento era effettuato legittimamente sul testo precedente.
Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, ho chiesto il coordinamento formale ma non mi ritrovo l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta, mi ritrovo quello di ieri che era un emendamento riguardante solo la trattazione del tema del personale “Il personale transita a Fincalabra”. Se dovesse essere quella la formula, poiché non mi ritrovo questo testo, nessuno di noi ce l’ha, chiedo scusa, secondo me non è soggetto ad approvazione da parte del Governo perché si prefigura di una assunzione diretta in quanto si tratta di un licenziamento e di una assunzione, non di una transazione. Sono preoccupato se è quello. Se è un altro non lo so. Se c’è coordinamento formale e si accetta la fusione incorporazione.
(Interruzione)
Secondo me andate su un terreno in cui complicate la vita a tutti.
Non è così, vi prego, leggete l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta.
Scusate ma non ce l’abbiamo.
Il comma 5, quello precedente, consigliere Adamo. Se guarda l’emendamento precedente,
protocollo numero 19568, al comma 5 dice: “L'Amministrazione regionale si impegna a garantire
la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo
indeterminato della società Calabria Impresa & Territori Srl. posta in
liquidazione, provenienti dalla società "Sviluppo Italia Calabria",
in servizio al 31 dicembre 2012,attraverso il trasferimento alla società
FINCALABRA S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire
l'equilibrio economico/finanziario della società”.
Scusate ma come fa? Vedo il Segretario generale e, oltre
tutto, ho alta stima per la competenza del dottore Zoccali ma, scusate, pensate
che con questa norma si possa risolvere il problema allo stesso modo di come
avevate pensato di scrivere nel testo la seguente formulazione, quasi allo
stesso modo: “La Giunta regionale è
autorizzata al compimento degli atti di competenza regionali
necessari all’estinzione della stessa” – l’estinzione sarebbe riferita alla
società – “che deve concludersi entro il 31 dicembre 2013”. Chiedo al Segretario generale e al dottore Zoccali -
non ai microfoni, magari consultatevi e chiedo scusa ai colleghi Sarra e
Talarico – quali sarebbero gli atti di competenza di una Regione, di una amministrazione regionale, di fronte ad una messa
in liquidazione di una società autonoma, soggetto giuridicamente privato ed
autonomo. Scusate, fatemi capire quali sono. Penso che vi stiamo offrendo un
aiuto perché abbiamo interesse tutti, Presidente Scopelliti, a risolvere i
problemi. Penso che si tratta del destino dei lavoratori che, ormai da anni,
sono collocati in questo segmento, anche mesi, periodi -magari poi andremo a
correggere- ma badate, se non si assume la formula pienamente e con
esplicitazione della norma della fusione ed incorporazione, la conseguenza del
personale non ci potrà mai essere. Questa è la mia opinione. Avete poi la
maggioranza, fate come meglio credete! Vi sto ponendo un problema di
interpretazione del rispetto delle norme del codice civile e di quelli che sono
i nostri ambiti ed i nostri poteri di legislazione, anche quando si tratta di
indirizzi. Badate, l’indirizzo lo possiamo fornire a Fincalabra. Avvocato Zoccali, un processo che, a mio avviso, potrebbe
esser fatto senza nemmeno una legge, quello della fusione e incorporazione:
sarebbe sufficiente che intervenisse la Conferenza
dei capigruppo. L’atto disposto dal Consiglio
di amministrazione di Fincalabra
-tutt’al più con una assemblea dei soci che lo vota- decide l’incorporazione di
questa società e si porta tutto dietro. Con la legge andiamo a complicare un
processo che il codice civile delinea ormai in maniera netta e chiara. Mi fermo
qui e mi auguro che tutto quel che dico non sia vero ma non vorrei essere una
“Cassandra”.
Scusate, intanto vorrei
precisare di cosa stiamo parlando. Abbiamo discusso sin qui della legittimazione
del Consiglio a riprendersi il proprio ruolo che è, innanzitutto, quello di
indirizzo. Mi sorprende, peraltro, conoscendo la proprietà di linguaggio e di
perizia del consigliere Adamo, il problema posto sulla possibilità, da parte
del Consiglio, di approvare una norma di indirizzo nei confronti di una società
che poi è altro ma è partecipata.
Chiedo scusa, posso? Se il Presidente
lo consente, iniziamo questo dialogo. Dubito non sulla nostra potestà di dare un indirizzo
ma sulla potestà di dare un indirizzo per la messa in liquidazione di una
società. La messa in liquidazione di una società non si dispone per legge,
soprattutto di quella società figlia di Fincalabra! Basta il piano industriale,
chiamalo piano industriale di Fincalabra, punto. La messa in liquidazione,
aggiungo, sottosegretario Sarra, non vi risolve il problema del personale
perché presuppone un atto di licenziamento del personale e non la transizione
da Calabria Impresa & Territori Srl. a Fincalabra. La fusione/incorporazione
si porta, invece, tutto dietro e questo lo possiamo disporre con un indirizzo
che rivolgiamo a Fincalabra. Solo qui è il problema, sono preoccupato di come
avviene dopo l’assunzione nell’organico di Fincalabra dei lavoratori. Quello,
poi, non sarà possibile.
Propongo di disporre la sospensione della seduta per due
minuti e riunire i capigruppo al banco della Presidenza per capire un po’ come
bisogna procedere. Chiedo al firmatario dell’emendamento di avvicinarsi, così
poi proseguiamo nei lavori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Presidente, sono
sicuramente d’accordo per la sospensione ma volevo dirle, onde evitare che poi
ci possa essere confusione, anche rispetto ai ruoli perché
ho ascoltato con grande attenzione quel che ha detto il collega Adamo,
la salvaguardia
dei livelli occupazionali, che sta a cuore al consigliere Adamo, sta a cuore,
anche e soprattutto, a noi che abbiamo presentato l’emendamento. Glielo dico
non per spirito polemico nei confronti del mio amico, collega Adamo, ma sol
perché vorrei ricordare - e lo ricordo all’Aula affinché possa essere poi anche
trasferito all’esterno questo messaggio – che la salvaguardia occupazionale
delle professionalità esistenti all’interno Calabria Impresa & Territori
Srl. è merito di questa maggioranza che ha assunto tutte le iniziative idonee
ed opportune perché questo potesse precedentemente accadere. Sostengo questo
per impedire che la storicità dei fatti possa essere dimenticata. Detto questo
e dal momento che, ripeto, la salvaguardia occupazionale è un problema che sta
a cuore anche e soprattutto a noi, non c’è alcun problema perché ci possa
essere questa sospensione di qualche minuto per trovare la soluzione
giuridico-amministrativa che sia la più idonea a far sì che possa essere
salvato il livello occupazionale di Calabria Impresa & Territori Srl.
Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha
facoltà.
Sono d’accordo, Presidente,
ad accettare la sospensione e sono disponibile in quanto firmatario
dell’emendamento a confrontarmi. Debbo dire che - e duole che mi tocca farlo
nei confronti di un collega di cui ho profonda stima ed amicizia- se l’ interpretazione è che
qui si presentano emendamenti per fare propaganda, almeno per questo emendamento, possiamo chiudere qua la
discussione! Se lo spirito col quale valutate la presentazione di questo
emendamento, l’unico firmato almeno da me, è quello che qui dobbiamo far
propaganda per far capire ai lavoratori chi è più loro amico o meno, posso dire
che di questi lavoratori su tutto l’organico ne conosco due con i quali ho
anche interrotto da anni i rapporti personali. Sappiamo che le procedure di
selezione di questo personale non appartengono alla storia della tradizione politica
dei partiti di cui ho fatto parte e possiamo prendere la scheda anagrafica di
ognuno per capire che non ci troviamo in presenza di un personale così anomalo,
tale da far propaganda politica in quest’Aula in questo momento. E’ personale
ben ferrato nei ranghi del centro-destra se la vogliamo dir tutta. Collega
Chiappetta, questo non me l’aspettavo! Abbiamo redatto un emendamento ad
ausilio perché in questo momento la valutazione che faccio con il mio gruppo è
questa: in Calabria stiamo su una polveriera e non ci deve essere quello di
Rosarno che va a sparare a Palazzo Chigi. Quotidianamente vediamo gente che
muore di fame o gente che stava nel ceto medio-alto, fino a qualche anno fa,
compresi questi lavoratori di Sviluppo Italia Calabria - e cito, Sviluppo
Italia la fonte dell’impresa, che oggi sono i nuovi poveri. Per cui anche
perdere mesi di stipendio o di lavoro è diventato oggi un dramma per tutti.
Penso che sia una responsabilità sociale quella che abbiamo. Allora vi dico:
sono preoccupato - poi fate come volete, per risolvere il problema e dare una
mano, non per strumentalizzare o far propaganda. Non ho parlato, infatti, con
nessuno, non ho incontrato nessuno tranne quelli che ieri sono venuti qui
davanti per chiedere informazioni. Questo è lo spirito. Se non lo volete fare,
pazienza, francamente non me l’aspettavo!
Chiamo i capigruppo al banco
della Presidenza.
La seduta è sospesa.
Diamo la parola al
consigliere Chiappetta per la lettura del testo, così come emendato dalla Conferenza dei capigruppo.
Posto
che c’è l’unanime condivisione del percorso che è stato attivato, si è
convenuto che l’articolo che riguarda la soluzione finalizzata alla
salvaguardia dei livelli occupazionali di “Calabria impresa e territori”, deve
essere così formulato, affidando poi al coordinamento formale eventuali
ulteriori modificazioni: “Fincalabra, socio unico della società “Calabria
impresa e territori S.r.l.”, deve provvedere alla messa in liquidazione della
società “Calabria impresa e territori S.r.l.”. L’operazione di liquidazione
dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo la
salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato
della società “Calabria impresa e territori S.r.l.” posta in liquidazione, in
servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società
Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire
l’equilibrio economico-finanziario della società”. Ripeto, è interamente sostitutivo e condiviso dai
colleghi della maggioranza e della minoranza.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Annunciamo
voto favorevole al subemendamento che tiene conto delle nostre valutazioni, delle nostre
considerazioni e dopo un’approfondita discussione, perché riteniamo che, in primis, devono essere salvaguardati i
livelli occupazionali e le professionalità esistenti nella società che viene posta
in liquidazione. La formulazione ex novo ci convince, riteniamo che un passaggio sia significativo dal punto di
vista politico, che questo avvenga in modo unitario, largamente condiviso e che
ci permetta di superare uno scoglio difficile e garantire anche il passaggio e
l’approvazione del Consiglio dei Ministri.
Parere
del relatore?
Così come
formulato, parere favorevole.
Parere
della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento interamente sostitutivo testé letto.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19538, a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi e Talarico D.:
“Il comma 3 dell’articolo 13 è così interamente sostituito:
3. La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a porre in liquidazione la società Calabria Impresa & Territori S.r.l. La procedura di liquidazione avviene secondo le norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in materia. In materia di personale, alla procedura di liquidazione si applica quanto disposto dall’art. 19 c. 2.
La Giunta regionale è autorizzata al compimento degli
atti di competenza regionale necessari all’estinzione della società Calabria It che deve concludersi entro il 31 dicembre
2013”.
Penso sia ritirato perché l’abbiamo
già affrontato.
No, Presidente, le ho chiesto la
parola un paio di volte su questo emendamento, comunque sono contento che si
sia arrivati a quella formulazione che, in sostanza, alla fine della mega
riunione, è quella che prevede questo emendamento. Se mi avesse dato la parola
prima, non ritenendo che avessi esaurito i crediti per parlare, che chiaramente
ha stabilito con apposito Regolamento, avrebbe verificato che questo
emendamento è la traduzione giuridica di quello che avete appena letto.
Consigliere Naccari, ho seguito
esclusivamente il Regolamento del Consiglio regionale, e mi spiace, perché lo
conosce. Uno che presenta l’emendamento, lo illustra, il relatore dice “a
favore” o “contrario” e si vota. Quando arriva il suo turno…
Sono intervenuti un paio di volte a
vicenda e le ho chiesto la parola per facilitare la soluzione, perché gli emendamenti
sono in rapida successione. Capisco che il consigliere Chiappetta è arrivato
sempre un minuto prima di noi, partendo da Cosenza, nel senso che su ogni
emendamento che presentiamo su un argomento comune, lui arriva prima, perché è
la famosa teoria della lepre e della lumaca! Quindi non dico niente, lui è
velocissimo, quindi c’è sempre un suo emendamento prima dei nostri! Tuttavia,
se ci fosse maggiore collaborazione…
Voglio solo dare una mano. Se poi non lo ritiene… Mi consenta di dirle
che se legge questo emendamento è esattamente quello che avete deciso, scritto
– se mi consente – avendo avuto più tempo, in maniera un po’ più lineare.
Ma lo sta illustrando adesso, l’ha illustrato, le ho dato la parola
quando è arrivato il suo turno.
Ma mi ha dato la parola a tempo scaduto, quando è finito! Da questo
punto di vista, è molto simpatico il modo. A me non crea alcun problema.
Intanto, quando interviene in Consiglio, consigliere, si deve alzare,
non può parlare seduto.
Mi dia la parola.
Dopo che le do la parola.
Allora, Presidente, la invito a rispettare il Regolamento.
Questo emendamento si è concluso, è finito. Il prossimo è anche a firma
sua e poi le dò la parola. Se chiede rispetto nell’Assemblea, anche lei lo deve
dare, alzandosi durante il suo intervento.
E la prego di darmi la parola quando la richiedo, ai sensi del
Regolamento.
Assolutamente, però quando il Regolamento lo prevede. Siccome
sull’emendamento non lo prevede…
Lei ritiene? Ho qualche dubbio!
Non gliela dò. Adesso c’è un emendamento a sua firma, consigliere
Naccari, con protocollo numero 19539: “Il comma 4 dell’articolo 13 è
soppresso”.
Lo può illustrare.
Presidente,
le chiedo scusa, non ha seguito. Questo
emendamento è stato assorbito dall’emendamento Chiappetta. La prego di seguire
l’oggetto della discussione!
L’ha detto lei che è molto più attento ai lavori
del Consiglio, quindi va bene così! Le ho dato la parola per intervenire e poi,
quando gliela dò, non interviene che trova altri giri di cose…! Mi dispiace,
non ne approfitta quando le dò la parola, quindi, è un problema suo!
Emendamento, protocollo numero 19387, a firma del consigliere Giordano:
“E’ abrogato il quinto comma dell’articolo 13”.
Prego, consigliere Giordano.
Questo emendamento,
che è abrogativo del quinto comma, riguarda le
società Comac e Comalca, che con l’articolato proposto dalla Giunta regionale
vengono trasferite a Fincalabra. Ora, mi chiedo: nel precedente articolato
c’era la soppressione. Tra le altre cose, chiediamo la soppressione, a parte per
le evidenti motivazioni che derivano dal fatto che sono società che hanno
drenato risorse e sono sempre in perdita e non hanno adempiuto alla mission.
Poi c’è di più, vorremmo sapere:
l’avviso pubblico per la dismissione delle quote del Comalca, che è stato
emanato nel 2010, che fine ha fatto? Vorremmo anche questo chiarimento e,
comunque, chiediamo l’abrogazione di questo quinto comma dell’articolo 13.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19387.
(E’
respinto)
Emendamento, protocollo numero 19315, a firma del consigliere
Chiappetta.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sarra. Ne ha facoltà.
In
relazione ad un emendamento presentato dal consigliere Giordano, col coordinamento formale va parzialmente accolto.
L’abbiamo già respinto, non possiamo
tornare indietro.
Se la possiamo risolvere, allora,
con il coordinamento formale.
Poi in coordinamento formale
sull’articolato.
Col coordinamento formale, va bene.
Con il coordinamento formale, se vuole aggiungere qualche riflessione
migliorativa sull’articolo…
Va bene.
Emendamento, protocollo numero 19315, a firma del consigliere
Chiappetta: “All’articolo 13 sono apportate le seguenti modifiche:
“Al comma 1 lettera a) le parole “da tre membri’’ sono sostituite dalle seguenti “da cinque membri, di cui tre”;
Al comma 1 lettera a) dopo le parole “alle funzioni di competenza dell’ente” è aggiunto il seguente periodo: “due membri, componenti non esecutivi, in possesso dei requisiti previsti ai sensi dell’articolo 26 delle disposizioni di cui al D.lgs. 1 settembre 1993 numero 385 e s.m.i. (T.U.B.), nominati dal Consiglio regionale, che svolgono una funzione di supervisione strategica e vigilano con autonomia di giudizio sulla gestione sociale, contribuendo ad assicurare che essa sia svolta nell’interesse della società e in modo coerente con gli obiettivi di sana e prudente gestione”.
Consigliere Chiappetta, ho letto la formulazione. Dove c’è scritto
“componenti non esecutivi”, forse il termine giusto sarebbe “indipendenti”. Va
bene “indipendenti” nella formulazione?
Disposto delle disposizioni della Banca d’Italia.
Con questa modifica possiamo chiedere, quindi, il parere del relatore.
Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19315.
(E’
approvato)
All’articolo 13 non ci sono più emendamenti; quello a firma del
consigliere Chiappetta, protocollo numero 19314, è ritirato. Il 13 bis?
Va beh, all’articolo 13 non ci sono altri emendamenti, quindi, lo pongo in
votazione.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19569, a firma dei consiglieri
Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Dopo l’articolo 13 è inserito l’articolo 13
bis (Procedura di liquidazione della Comac S.r.l.).
“La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri
del socio e secondo le norme dello statuto societario e delle normative vigenti
in materia, è autorizzato a porre in liquidazione la società consortile Comac
S.r.l., posseduta per il 77,61 % dalla Regione Calabria; la Giunta regionale è
autorizzata, altresì, al compimento degli atti di competenza regionale
necessari all’estinzione della predetta società, che deve concludersi entro il
31 dicembre 2013”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19569.
(E’
approvato)
Articolo 14. Emendamento, protocollo numero 19540, a firma dei
consiglieri Naccari, Scalzo: “L’articolo 14 è così interamente sostituito:
“Art.
14
(Agricolture,
montagne e foreste)
1. E’ disposto il riordino della Fondazione Mediterranea Terina, la
quale mantiene esclusivamente, previa modifica statutaria, compiti di ricerca
industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione
scientifica nel settore della qualità agro-alimentare, della sicurezza
alimentare e della salute, nonché compiti di certificato delle produzioni
tipiche di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in
materia.
2. Il riordino è disposto con le modalità di cui all’articolo 3 della
presente proposta di legge e degli articoli ad esso correlati”.
In questo emendamento, che fa riferimento
al primo comma dell’articolo 14,
cioè è sostitutivo esclusivamente del primo comma – c’è un refuso nella
formulazione, perché dice sostitutivo di tutto l’articolo, invece fa
riferimento solo al comma primo e non al garante sulla caccia – si intende
precisare il riordino della fondazione “Terina” con riferimento esclusivamente
ai compiti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione
scientifica nel settore della qualità alimentare, della sicurezza alimentare e
della salute, nonché, con riferimento ai compiti, di certificazione delle
produzioni tipiche e di qualità da sviluppare coerentemente con la vigente
normativa in materia. Chiaramente, il riordino è disposto dall’articolo 3 della
seguente proposta di legge.
Parere
del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Limitatamente
al comma 1, è favorevole, limitatamente al comma 2 è contrario perché abbiamo
previsto un percorso diverso, consigliere, per quanto riguarda le procedure
relative alla riorganizzazione e, soprattutto, al personale.
Quindi, parere contrario. Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 19540.
(E’
respinto)
Emendamento,
protocollo numero 19570, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra,
Gallo: “Il comma 1 dell’articolo 14 è così sostituito:
“La
Giunta regionale è autorizzata a procedere, attraverso l’esercizio dei poteri
del fondatore e previa modifica statutaria, alla riorganizzazione della
Fondazione Mediterranea Terina, che dovrà perseguire unica considerazione compiti di ricerca industriale e sviluppo
sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore
della qualità agro-alimentare, della sicurezza alimentare e della salute,
nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da
sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia”.
2. Il comma 2 dell’articolo 14 è così sostituito:
“La riorganizzazione dell’ente è attuata con le procedure e nel
rispetto degli articoli 16, 17, 18, 19, 21, 22 della presente legge”.
Si
illustra da sé. C’è anche un subemendamento che riguarda l’abolizione del comma
2. Il comma 2 non va bene, quindi, così come modificato.
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole,
così come modificato.
Pongo in
votazione l’emendamento, protocollo numero 19570, così come modificato.
(E’ approvato)
Il
prossimo è un subemendamento, protocollo numero 19618, a firma dei consiglieri
Bilardi, Gallo, Chiappetta, Serra, che riguarda sempre la fondazione:
“All’articolo 14 si aggiunge il seguente comma 1 bis:
“1 bis.
Le attività non direttamente attinenti al settore ricerca di cui al comma
precedente verranno scorporate ed acquisite dalla Fincalabra S.p.A. ed il
personale addetto alle suddette attività sarà assorbito dalla stessa società
entro il 31 dicembre 2013”.
Si
illustra da sé il subemendamento che riguarda il personale.
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19618.
(E’ approvato)
All’articolo 14 non ci sono altri
emendamenti.
L’altro emendamento era ritirato,
consigliere Chiappetta.
Quell’altro era ritirato. Pongo in
votazione l’articolo 14 come emendato.
(E’ approvato)
Articolo 15. Emendamento, protocollo
numero 19571, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo:
“All’articolo 15 sono apportate le seguenti modifiche:
Sono abrogati i commi 1 e 2 e
sostituiti dal seguente comma 1:
“La Giunta regionale, mediante
l’utilizzo dei poteri del socio e secondo le norme dello Statuto societario e
delle leggi vigenti in materia, è autorizzata a porre in liquidazione la
società Sial servizi S.p.A., posseduta interamente dalla Regione Calabria,
entro la data del 31 dicembre 2013”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19571.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19318, a firma del consigliere Morrone,
che è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’
approvato)
Articolo 17. Emendamento, protocollo numero 19544, a firma del
consigliere Naccari Carlizzi: “All’articolo 17, comma 2, dopo la parola
“indirizzo” aggiungere: “previo parere vincolante della Commissione consiliare
competente”.
Sì,
prevede il parere vincolante della Commissione per quanto riguarda l’atto
di indirizzo che la Giunta regionale manderà separatamente per ciascun ente
disciplinato dalla presente legge.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19544.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’
approvato)
Articolo 18. Emendamento, protocollo numero 19446, a firma del
consigliere Magno: “All’articolo 18, comma 1, dopo la parola “accorpamento” si
aggiunge: “o riordinati”; al comma 2, dopo la parola “accorpamento” si
aggiunge: “o riordino”; al comma 3, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge:
“o riordino”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19446.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18 come emendato.
(E’
approvato)
Articolo 19. Emendamento, protocollo numero 19448, a firma del
consigliere Magno: “All’articolo 19, comma 1, dopo la parola “accorpamento” si
aggiunge: “o riordino”; al comma 2, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o
riordino”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19448.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19 come emendato.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 19734, a firma del consigliere Naccari
Carlizzi: “Dopo l’articolo 19 aggiungere l’articolo 19 bis (Norme sulla
trasparenza)
Entro 10 giorni dal provvedimento che autorizza la stipula del
contratto, i rappresentanti legali degli enti, aziende, istituzioni e società
partecipate della Regione Calabria, a pena di nullità dell’incarico, sono
tenuti a trasmettere, ne danno pubblicità sul
sito della Regione, indicando il provvedimento, i nominativi ed i curricula dei soggetti che prestano
qualsiasi tipo di rapporto di lavoro, collaborazione o consulenza anche per il
tramite di società di lavoro interinale”.
Prego, consigliere Naccari, può illustrarlo.
Prevediamo
che, entro dieci giorni dal provvedimento che autorizza la stipula dei contratti, i rappresentanti legali degli enti,
aziende, istituzioni e società
partecipate dalla Regione, a pena di nullità dell’incarico, siano tenuti
a trasmettere, per il fine della pubblicità, sul sito della Regione, i nominativi
ed i curricula dei soggetti che, a
qualsiasi titolo, prestino attività di lavoro, consulenza o qualsiasi tipo di
rapporto con gli enti di cui stiamo parlando, quindi norme sulla trasparenza di pubblicità tramite
il sito della Regione.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
E’ previsto dalla normativa nazionale.
Ma spiegatelo al collega Grillo, perché sennò dà un parere contrario
alla legge dello Stato!
Parere del relatore? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19734.
(E’
respinto)
Articolo 20. Emendamento, protocollo
numero 19572, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “All’articolo
20 sono apportate le seguenti modifiche:
al comma 1, le parole “dal Revisore
unico dei conti e dal dipartimento controlli della Regione Calabria” sono
sostituite dalle seguenti: “dall’organo di revisione contabile e dall’organismo
regionale indipendente di valutazione (Oiv) della performance della Regione
Calabria” e le parole “dalla legge regionale numero 3 febbraio del 2012” sono sostituite dalle
seguenti: “dalle leggi regionali vigenti”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19572.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 20 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Articolo 22. Emendamento, protocollo
numero 19449, a firma del consigliere Magno: “All’articolo 22, comma 1, dopo la
parola “accorpamento”
si aggiunge “o riordino”.
Si
illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 19449.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22
come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Articolo 24. Emendamento, protocollo
numero 19573, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “All’articolo 24
sono apportate le seguenti modifiche: “E’ abrogata la lettera a) del comma 1”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19573.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24
come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26.
(E’ approvato)
Dichiarazioni di voto sulla legge
nel suo complesso. Dico solo che ci sarà il coordinamento formale per gli
articoli perché abbiamo approvato articoli successivi che mettono in discussione
emendamenti approvati precedentemente. In un coordinamento formale organico
sulla base anche delle indicazioni, si arriverà, poi, al provvedimento complessivo
e definitivo.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente,
molto brevemente, anche perché avendo lei
presieduto una lunga Conferenza dei capigruppo, conosce molto bene il pensiero
del sottoscritto, che poi è il pensiero del Partito democratico.
Noi siamo sempre pronti a stare
sulla trincea delle riforme, perché non veniamo mai meno alla nostra cultura di
governo, quindi siamo felici, stasera, di poter dire insieme alla maggioranza
che questa riforma – se si può chiamare così – comporterà un notevole risparmio
dal punto di vista finanziario. Abbiamo, però, la necessità di dire – e ciò
dispiace molto – che, per fare una buona riforma, non basta alla fine avere un saldo
di grande risparmio sotto il profilo
dei costi, perché le riforme debbono, intanto, rispondere ad una filosofia
generale, poi raggiungere un obiettivo di efficacia nei settori che si vanno a
normare.
Sotto il
profilo della filosofia, la nostra domanda è: ma questa Regione vuole
abbandonare la logica e la politica del centralismo esagerato ed immettersi in
una strada di decentramento, come noi suggeriamo da più tempo – e, ripeto, a
proposito abbiamo presentato anche una buona riforma per una Regione leggera,
che ci auguriamo possa essere affrontata dalla competente Commissione ed
istruita in tempi molto brevi – oppure pensiamo, appunto, di andare verso il
decentramento? Diciamo la verità, questa riforma porta ad un ulteriore
rafforzamento di una visione centralista della Regione Calabria e non può
risolvere i problemi.
Noi
andiamo ad interessare settori di grande delicatezza, il primo settore è quello
abitativo. Mi chiedo: impostata la
riforma, senza alcun coinvolgimento delle autonomie locali, noi riteniamo che i
titolari di un alloggio di edilizia economica e popolare usufruiranno in
termini positivi di questa riforma oppure la centralizzazione di questo settore
in capo ad un ente unico a Catanzaro andrà ad aumentare la burocratizzazione
del settore?
Noi siamo
in quest’Aula, ma chi ha governato un Comune sa che, a volte, è anche difficile
chiedere all’istituto case popolari la manutenzione di un ascensore.
Immaginiamo un po’ cosa succederà quando l’enorme patrimonio edilizio dell’ex
Aterp – è il caso di dire ex Aterp – sarà concentrato in un unico ente, senza
porsi il problema di che fine farà questo patrimonio, del rapporto con i
Comuni, come si rilancerà il settore dell’edilizia abitativa, che in Italia
ormai fa acqua da tutte le parti da molti decenni!
Abbiamo
un altro settore di grande delicatezza, quello del lavoro e dell’occupazione.
Anche qui vediamo che, con pervicacia, la maggioranza non ha voluto concentrare nel nuovo ente
“Calabria Etica”.
Abbiamo il settore dell’incentivazione industriale – vado per salti,
Presidente; noi avremmo voluto che questa fosse l’occasione per un’Agenzia
dello sviluppo che mettesse insieme le competenze di Fincalabra, delle Asi, che
venisse delegata a fare i bandi relativi alle filiere del settore che sono
comprese nel Por, ed anche qui in un rapporto forte con il territorio, perché
un’agenzia di questo tipo avrebbe dato la possibilità di far ritornare in vita
i Pit, che sono stati uno strumento abbandonato, pur avendo offerto un’ottima
programmazione territoriale.
Per non parlare dell’Agenzia del turismo che, a nostro avviso, verrà
utilizzata solo per la promozione dell’immagine attraverso eventi, eliminando
la Film Commission, che nelle altre Regioni ha dato un ottimo risultato di sé.
Non voglio citare tutti gli aspetti che ci vedono non consenzienti.
Dobbiamo dire che la maggioranza non ha voluto prendere atto della nostra
volontà di migliorare questo provvedimento, lo abbiamo detto e ridetto in
Conferenza dei capigruppo. Le ultime esperienze nel settore delle riforme
dimostrano che, quando non c’è stato un arroccamento da parte della maggioranza
– vedi la riforma dell’Arssa, mi auguro venerdì la riforma dell’Afor –
siamo riusciti a trovare una sintesi nell’interesse delle collettività e le
proposte che erano venute fuori da questa minoranza, in particolare di
mantenere la natura giuridica pubblica dell’Afor e dell’Arssa, alla fine hanno
trovato accoglimento.
Lei sa, Presidente, che noi avevamo proposto di chiudere questa
giornata con un ordine del giorno che sintetizzasse i punti di accordo e desse
il tempo di meditare sui punti di disaccordo. Questa nostra idea non è stata
approvata e, del resto, che non c’era una volontà di arrivare ad una sintesi,
ad un confronto per migliorare l’architettura complessiva del provvedimento che
- noi non possiamo condividere - è venuto fuori anche dall’esame degli
emendamenti. Si è detto: “Guardiamo gli emendamenti e vediamo se, attraverso di
essi, si trova una quadra”. Sono stati bocciati oltre trenta emendamenti
proposti dai colleghi del Partito democratico! Ancora di più, se teniamo conto
degli emendamenti proposti dagli altri gruppi di minoranza, a dimostrazione che
non c’era la volontà di fare quadra.
Per queste ragioni, pur ribadendo la nostra volontà di dare sempre un
contributo per migliorare la Regione in termini di riforma, per venire incontro
alle esigenze dei nostri concittadini, siamo costretti, per questi
atteggiamenti, a dare un voto di astensione, che vuol dire sì al principio
riformista, sì al risparmio in termini di riduzione dei costi e no
all’architettura complessiva del provvedimento e a questo atteggiamento – mi
dispiace dirlo – della maggioranza che, alla fine, poteva dare un ulteriore
segnale per mettere l’Aula in condizione di arrivare ad un voto più largo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico Domenico. Ne ha facoltà.
Ribadisco
il nostro no alla proposta
che abbiamo appena discusso. Ovviamente, siamo venuti in Aula
con le migliori intenzioni; noi eravamo intenzionati
a sostenere quello che veniva presentato come un processo di riforma, ma ci
siamo subito accorti che la montagna stava per partorire un topolino, e così è
stato.
E’ vero che le minoranze, spesso,
chiedono sempre di più - e si poteva fare di più - ma questa volta davvero si è
fatto poco rispetto alle aspettative, agli annunci che la stessa maggioranza
aveva dato nei giorni scorsi. Anche
ieri sera, dall’intervento del sottosegretario Sarra, pensavamo davvero, ci
illudevamo di essere di fronte a un processo riformatore. In realtà, gli enti,
i soggetti che costano molto a questa Regione sono rimasti intatti, nessun
ritocco, nessun intervento di riforma, se non qualche iniziativa tesa ad
alimentare la propaganda riformatrice di una Giunta e di una maggioranza che, a
nostro avviso, ha riformato davvero poco.
Vorrei
ricordarvi che sono tanti - c’è un elenco lunghissimo - gli enti, le società,
le partecipate che attendevano davvero di essere riformati, fermo restando la
salvaguardia dei posti di lavoro, la tutela dei lavoratori. Così non è stato,
siamo molto delusi e, a malincuore, dobbiamo esprimere il nostro voto contrario, in attesa di cambiare
opinione, se dovesse eventualmente arrivare in Aula una vera e seria riforma ed
una vera e seria intenzione di ridurre i costi e di distinguere l’utilità
dall’inutilità, i servizi essenziali rispetto a quelli superflui, insomma una
vera volontà riformatrice che questa sera non abbiamo registrato in Aula.
Per queste ragioni, a differenza dei nostri colleghi del Partito
democratico, che pure hanno condotto con noi una sana e buona battaglia per
l’alternativa in questa regione, votiamo no.
Vorrei chiedere la votazione per appello nominale.
Allora, registriamo l’astensione del gruppo del Partito democratico ed
il voto contrario del gruppo di Italia dei valori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Una
brevissima dichiarazione, perché anch’io
voterò contro. Anch’io chiedo il voto per appello
nominale, perché ieri sera il sottosegretario Sarra ha chiuso la sua relazione
richiamandosi al Papa Benedetto XVI in uno spirito unitario. Quello che è
avvenuto nella Conferenza dei capigruppo e in questo dibattito, non avere
accolto gran parte delle cose che l’opposizione ha presentato, dimostra, in
effetti, che c’è una rigidità ed una contrapposizione reale, sostanziale.
Dichiaro il mio voto contrario, felice che alcuni livelli occupazionali siano stati
salvaguardati; questo è un atto importante, però la sostanza del provvedimento
– come è stato detto prima – rappresenta un restauro facciale, cioè un trucco,
come quello che usa qualche signora di 60 anni che tenta di far scomparire le
rughe, ma non ci riesce!
Quindi è una legge che credo, per rispondere anche alle esigenze del
governo che ha ispirato questi interventi, non colga neanche quello spirito
unitario, ma è veramente una legge manifesto. Per questo voto contro e chiedo
la votazione per appello nominale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.
Mi
sono già espresso nel merito, nell’ambito della discussione generale, in cui ho sottolineato gli aspetti
positivi e anche quelli, purtroppo, negativi di una legge o comunque di una proposta di legge che mira, essenzialmente,
ad un ridimensionamento esclusivamente dei costi, tralasciando, però, l’aspetto
forse più sostanziale e più importante, che era quello della funzionalità degli enti stessi.
E’ vero che non mi pongo di fronte alle proposte in maniera partigiana,
nel senso che credo non sia neanche tanto giusto andare alla ricerca della
norma che con la votazione da parte dei due terzi dei consiglieri dà la
possibilità dell’approvazione o della bocciatura. Questo problema, in vita mia,
non me lo sono mai posto onestamente – sarò un po’ anarchico.
E’ ovvio il fatto che ci si aspettasse molto di più, è anche ovvio che
per la prima volta – ne do riconoscimento alla Giunta e al sottosegretario
Sarra – si è avuto il coraggio di portare una ridefinizione, una proposta che
incomincia a tagliare tanti rami secchi.
Forse si poteva tagliare ancora di più e ho detto con estrema chiarezza che per me
questo non è un punto di arrivo, ma può essere visto in termini positivi, se lo
consideriamo un punto di partenza, perché all’interno di questa proposta non
c’è una singola legge, ma c’è un agglomerato di leggi da proporre, per poter
riattivare, riesumare organismi ed enti che per decenni, purtroppo, sono stati
dei grandi carrozzoni che non hanno prodotto nessun risultato.
L’articolo 10, effettivamente, era una forzatura, al di là della norma
statutaria che prevedeva l’approvazione con la maggioranza dei due terzi dei
consiglieri, perché non è possibile inserire in una proposta di riordino
l’istituzione di una nuova legge. L’istituzione di un nuovo ente deve avere un
percorso a sé.
E’ sulla base di questi concetti, di questo sentimento e anche di
queste riflessioni abbastanza serie, che il mio sarà un voto di astensione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.
Cercherò
di essere il più sintetico e il più breve
possibile, preannunciando il voto favorevole non solo
del Pdl, ma anche degli altri gruppi di
maggioranza. Ieri, in occasione del dibattito che ha di fatto aperto la
due-giorni consiliare, che sta per concludersi con l’approvazione di questo
disegno di legge sulle riforme, ero particolarmente ottimista, ma lo ero
soprattutto per un duplice ordine di motivi: primo perché, da qualche giorno a
questa parte, anche sulla base di una avvertita condivisione di azioni e di
iniziative a livello nazionale che sono finalizzate – e lo saranno anche in
futuro – a trovare le soluzioni più idonee per i problemi che questo nostro
Paese ha, ritenevo che questo clima di concordia potesse trovare anche una
soluzione, potesse avere un riverbero positivo all’interno della massima Assise
calabrese, e lo ero ancora di più anche sulla base di una
esplicita dichiarazione in tal senso
avanzata ieri sera dal Presidente Scopelliti,
allorquando nel rappresentare quello che ieri ed oggi è oggetto di discussione
in questa sala, ha ravvisato – e lo ha rimarcato ancora oggi – l’inderogabile
necessità che possano e potessero essere assunte delle ipotesi legislative
condivise dalla stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in
Consiglio.
Credo che si sia persa un’occasione; lo dico perché chi mi conosce sa
che già da più tempo, le criticità, le difficoltà storiche di questa nostra
regione, non sono imputabili ad una parte politica ben definita, sono criticità
storiche dipendenti anche da una sorta di responsabilità – oserei dire – più o
meno collettiva. Ravvisavo, già da un po’ di tempo a questa parte, la necessità
che, rispetto a quelle che sono le scadenze amministrative e legislative con le
quali ci confrontiamo ogni giorno, potesse esserci – come l’ho sempre definita
– una sorta di surplus di responsabilità da parte delle forze politiche,
finalizzata a trovare convergenze, senza per questo ricorrere a frasi del tipo
“inciucio”, “trasversalismo” ma solo finalizzandola alla luce del sole, così
come è quando avviene la discussione all’interno della massima Assemblea
elettiva; credo che sia anche abbastanza normale.
Così non è stato e credo che si sia persa un’occasione, l’ho
evidenziato anche in sede di Conferenza dei capigruppo - fra l’altro l’ha
evidenziato il sottosegretario Sarra che, naturalmente, ha profuso il suo
massimo impegno per cercare di trovare una soluzione la più ampiamente
condivisa - che questa avrebbe potuto e dovuto essere una riforma la più
ampiamente condivisa, appunto perché si tratta di una svolta importante, non
dico epocale, ma sicuramente importante e significativamente rilevante,
rispetto anche alle cose che sono state assunte – anche questo lo dico non con
intento polemico – non nell’ambito di una notte, così come accadeva in passato,
ma con una discussione franca, ampia, coinvolgente, che ha toccato i diversi
livelli istituzionali, per essere transitato il provvedimento nelle diverse
Commissioni consiliari, per essere transitato e discusso anche in sede di
Conferenza dei capigruppo e poi essere arrivato in Aula.
So bene che mi devo attenere ai tempi imposti per le dichiarazioni di
voto, però mi prendo, rappresentando anche gli altri gruppi di maggioranza,
qualche minuto in più, ma mi accingo ad andare verso la conclusione.
Quando il collega Presidente del gruppo del partito democratico, il
consigliere Principe, dice che sarebbero stati contenti se ci fosse stata una
convergenza, caro consigliere, noi lo saremmo stati ancora di più se la convergenza
avesse avuto la possibilità di trovare una soluzione condivisa anche rispetto a
tante altre cose che sono presenti in questo provvedimento di legge, che
avrebbero, a mio parere, ma a parere anche della maggioranza, potuto trovare la
condivisione dei colleghi in Aula.
Prendiamo atto che questo appello alla condivisione, purtroppo – e lo
dico veramente con rammarico e non certo con compiacimento – non ha prodotto i
risultati sperati, anche perché – non entro nel merito dei provvedimenti
assunti, perché sono stati ampiamente discussi anche in occasione della
presentazione degli emendamenti che hanno in parte modificato il disegno di
legge – quando si passa dalla fase degli annunci, quando si passa dalla fase
delle valutazioni, dalla fase delle discussioni a quella delle decisioni concrete,
credo che per la politica sia sempre un ottimo segnale.
Quando, fra l’altro, queste decisioni riguardano temi e ritardi
storici, così come è accaduto in quest’Aula ieri e ancora oggi, non solo è un
ottimo segnale – ha detto bene il Presidente a rimarcarlo – ma è soprattutto la
manifestazione concreta di una politica che sa scegliere e sa corrispondere
alle diffuse esigenze dei cittadini.
I risparmi sono consistenti – ma, ripeto, non voglio assolutamente
tediarvi ulteriormente rispetto alle cose che sono state fatte – e dico che il Presidente Scopelliti e la sua
maggioranza hanno sostenuto con forza questa riforma che a nostro parere
rappresenta un approdo fondamentale. Da qui ancora in avanti – diceva bene il
collega Mirabelli che questo deve essere un punto di partenza e non un punto di
arrivo – noi riteniamo che il percorso dovrà continuare a vederci ancora di più impegnati
lungo questo solco tracciato.
Oggi credo che il Consiglio regionale abbia scritto una buona pagina
nella sua storia e questa maggioranza, insieme al Presidente Scopelliti, ha dimostrato, ancora una volta, di
essere saldamente orientata alla costruzione di una nuova Calabria. La scelta
che abbiamo fatto – devo dire la verità – perfettibile, come tutte le scelte
che si fanno e come tutte le cose umane, è un dato certo e – se mi è consentito
– mi aspetto che, così come si è risoluti e categorici nel deprecare i ritardi
della politica, oggi si sia intellettualmente onesti da riconoscere lo scatto
in avanti di cui questo Consiglio regionale, questa maggioranza è stata capace.
In conclusione, Presidente, le chiedo formalmente, in relazione anche alla discussione che si è avuta a proposito di un articolo
contenuto nell’articolato di legge che è quello dell’articolo 10, quello per
l’istituzione dell’Agenzia regionale per il marketing turistico e
territoriale, per la cui istituzione e quindi per il correlato articolo vi è
stata anche una discussione che ha visto opinioni contrapposte, che possa
essere data una interpretazione autentica delle considerazioni di ordine
giuridico che ha espresso il sottosegretario Sarra, anche perché gradirei che
il Consiglio possa prendere atto che, nel caso in cui ci fosse un esito
favorevole rispetto a questa interpretazione autentica dell’articolo 54 dello
Statuto, brillantemente esposto in Aula dal collega Sarra, non possa non essere
ripresa in considerazione la possibilità di una reintroduzione dell’articolo
10, sulla base del parere al quale non possiamo che attenerci.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Prendo
la parola in chiusura del dibattito,
innanzitutto, per fare gli auguri al mio collega
di gruppo, consigliere Bruni, che è stato oggi eletto capogruppo dell’Udc e che, avendo seguito con me la
parte finale di questo provvedimento, mi delega a fare la dichiarazione di
voto, voto favorevole a nome del
gruppo Udc, anche perché credo che oggi si raccolga un risultato importante del
programma di governo della Giunta Scopelliti, voluto anche fortemente dall’Udc
che, sul piano delle riforme, ha fondato un momento importante dell’alleanza di
governo e del percorso politico-istituzionale costruito insieme al Presidente
Scopelliti.
Oggi si
raccoglie un primo risultato – diceva bene il collega Chiappetta – un risultato
perfettibile, migliorabile, ma un primo risultato. Collega Gentile, sono alla
prima legislatura e, in una regione nella quale abbiamo costruito consorzi
provinciali per le aree di sviluppo industriale, addirittura cinque parchi
marini, fondazioni come quella Calabria Film Commission, male utilizzata
perché, mentre altre Regioni l’hanno utilizzata in maniera straordinariamente
positiva, siamo riusciti a finanziare film come quelli di Antonio Albanese,
enti Fiera o fondazioni che non sono mai decollate, ma che sono servite solo ad
assicurare prebende, beh, credo che oggi un primo risultato lo cogliamo, nel
momento in cui poniamo fine ad un certo percorso. Naturalmente, questo
risultato sarebbe potuto essere migliore ma con un contributo anche di tutta l’Aula.
Partiamo da qui, anche perché stasera non riusciamo ad istituire l’Agenzia per
il turismo ma rimane in piedi la Calabria Film Commission; quindi, su questi
aspetti la partita deve rimanere aperta. Sicuramente cominciamo a dare risposta
alle aspettative dei calabresi.
Quando il
Presidente della Giunta regionale ci dice – ma lo sapevamo tutti – che un
direttore generale di un’Asi guadagna 250 mila euro all’anno e quindi quattro
volte quanto un consigliere regionale dileggiato per le strade di questa regione,
ci dice probabilmente che questi manager non hanno raggiunto risultati
apprezzabili, perché in Calabria non credo che ci siano state aree con grandi sviluppi industriali. Così come tante altre
sono state le prebende pagate dai calabresi nel corso delle varie epoche, in
nome e per conto di questi enti che, giustamente, sono stati definiti
carrozzoni nei tanti interventi che si sono succeduti.
Come Udc, plaudiamo anche al fatto che, dopo aver dato una risposta ai
dipendenti di “Sviluppo Italia Calabria” attraverso la creazione della società
“Calabria Impresa & territori”, mantenendo i livelli occupazionali, questi
stessi livelli occupazionali siano mantenuti anche attraverso questo
provvedimento.
Colleghi consiglieri, ritengo che il contributo delle opposizioni, che
tra l’altro su questi percorsi, in questo momento in cui il Paese ha scritto
pagine di solidarietà politica a livello nazionale, non possono non essere
solidali, debba venire.
La partita rimane aperta, oggi noi segniamo un gol, ma lo segniamo da
soli, l’avremmo voluto segnare insieme a voi, per costruire insieme un percorso
migliore.
Anch’io ho espresso una serie di riserve sul fatto che questi enti, che
devono avere maggiore efficienza, possono raggiungere maggiori livelli di
efficienza attraverso una centralizzazione: mi riferisco alle Asi e alle Aterp.
Quello che è avvenuto nella passata legislatura per le aziende sanitarie –
c’erano le aziende sanitarie territoriali, in una notte furono costituite le
aziende sanitarie provinciali – ci insegna che, forse, quando queste scelte si
fanno, non raggiungono pienamente i loro obiettivi, e la Calabria ne è
testimone nel settore della sanità.
Credo, però, che un altro aspetto da sottolineare sia anche quello
della scelta, da parte del Presidente della Giunta regionale, con il controllo
del Consiglio, di persone garanti e capaci di rilanciare questi enti. Quando si
ingabbia, alcune volte, il Presidente della Giunta regionale, nelle nomine di
dirigenti interni alla Regione per soli fini di risparmio di spesa, si corre il
rischio di non lavorare sulla strada dell’efficienza. Certo, senza assicurare
prebende ma soltanto professionalità capaci di dare slancio a queste realtà
ormai quasi morte.
Per questo, stasera, noi come Udc segniamo un punto fondante del programma,
cominciamo questo percorso. Credo che la strada sia perfettibile. La partita
rimane aperta perché, a partire dalla Calabria Film Commission, il discorso
deve continuare assolutamente.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto, pertanto pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso.
(Interruzione)
Era stata chiesta la votazione per appello nominale. Invito il
segretario-questore a fare la chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 37 consiglieri; hanno risposto si, 24; hanno risposto no, 3; si sono astenuti, 10.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
(Hanno risposto sì: Albano, Bruni, Chiappetta, Chizzoniti, Dattolo,
Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Minasi, Morrone,
Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Talarico
F., Trematerra, Vilasi.
hanno risposto no: Giordano, Guagliardi,
Talarico D.
Si sono astenuti: Adamo, De Gaetano,
Franchino, Guccione, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo, Sulla,
Tripodi)
C’è un
ordine del giorno a firma dei consiglieri Guccione, De
Gaetano, Franchino,
Censore, Adamo, “In ordine all’esenzione del ticket sanitario alle fasce
più deboli”, di cui dò lettura:
“Premesso che:
i dati diffusi recentemente dal
Ministero della Salute confermano che anni di tagli al Sistema Sanitario
Nazionale, uniti all’inadeguatezza delle politiche di risanamento dei debiti
sanitari delle regioni, hanno scaricato sulle fasce più deboli della
popolazione effetti di grande ingiustizia ed iniquità sociale;
i cittadini calabresi, dopo tre anni
dall’inizio del Piano di Rientro, per contribuire al risanamento del debito
sanitario, che purtroppo ancora permane, sono costretti ad affrontare sacrifici
enormi ed a pagare di tasca propria l’aumento dell’Irap (149.331.239,00 euro) e
l’addizionale Irpef (185.001.000,00 euro), che sono le più alte d’Italia;
quello alla salute e alla cura è un
diritto costituzionale che va garantito comunque, ricercando altre vie per il
risparmio, il contrasto agli sprechi ed alle inefficienze sanitarie, che
restano comunque necessari;
nel 2012, in piena crisi economica,
per compensare tagli ed esigenze di cassa, sono stati sottratti ai bilanci
delle famiglie circa 2,3 miliardi di euro mentre quasi 2 milioni di italiani
sono stati costretti a rinunciare alle cure per l’impossibilità di pagare i
ticket sanitari;
in Calabria, al gettito dei ticket
per 38,3 milioni di euro che interessa migliaia di lavoratori, inoccupati,
studenti e pensionati non esenti, si aggiunge l’ulteriore disagio economico dei
65.000 calabresi costretti ogni anno a cercare soluzioni di cura fuori regione
e per le quali la spesa per l’ emigrazione sanitaria, invece di diminuire,
nonostante la crisi economica in atto, risulta essere in costante aumento,
essendo passata dai 231 milioni di euro del 2010 ai 250,009 milioni di euro del
2011 (oltre 28 milioni di euro in più);
la povertà che attanaglia la
Calabria ha bisogno della certezza e dell’efficacia di misure sociali e
sanitarie che la Giunta regionale in questi anni non è stata in grado di
garantire, assumendo le misure necessarie atte ad assicurare a migliaia di
calabresi, che spesso sono costretti a rinunciarvi per le pessime condizioni
economiche in cui si dibattono, il sacrosanto diritto alla cura e alla salute;
il
Consiglio regionale della Calabria chiede
alla Giunta regionale e al
Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario di
predisporre, in sintonia con gli interventi del Governo nazionale che dovranno
passare dalla logica dei tagli lineari alla garanzia di un servizio sanitario
nazionale efficace ed efficiente, un’azione forte e decisa perché vengano
riattivate le esenzioni al pagamento del ticket sanitario per tutti quei nuclei
familiari calabresi a basso reddito Isee, che risultano essere diverse migliaia
e che spesso, proprio a causa delle pessime condizioni economiche in cui
versano, sono costretti a rinunciare alle cure e all’assistenza sanitaria”.
Si illustra da sé.
(Interruzione)
Si tratta di vedere se ci sono le
condizioni per aumentare la fascia di esenzione dal ticket.
Un attimo
che il consigliere Guccione illustra l’ordine del giorno.
Alla luce
delle condizioni di crisi economica, si tratta di aumentare la fascia di
esenzione ticket per le famiglie in stato disagiato e in condizioni
economiche pessime, in base al basso reddito Isee.
Se non
siamo d’accordo e lo volete approfondire, possiamo rinviare alla seduta di
Consiglio prevista per giorno 3 maggio.
Presidente,
è un argomento da approfondire. Chiediamo il rinvio alla prossima seduta di
Consiglio.
La
proposta qual è, consigliere Magno? Di rinviarlo?
(Interruzione)
Il
consigliere Magno chiede il rinvio della discussione alla prossima seduta di
Consiglio per un approfondimento di merito sull’ordine del giorno.
Il
Consiglio di giorno 3 maggio?
Di giorno
3 maggio.
Va bene.
Visto
l’orario e per approfondire l’argomento, la discussione è rinviata a giorno 3
maggio.
Prossimo ordine del giorno, di iniziativa
dei consiglieri Magarò, Chizzoniti, Gallo, Giordano, Maiolo, Nucera, Pacenza e
Vilasi: “Per sensibilizzare la BCE a ritirare la banconota di 500 euro ed
abolirne la circolazione legale”, di cui dò lettura:
“Premesso che:
recenti indagini di natura economica
e legale, condotte da massimi esperti di livello internazionale, hanno
accertato che le banconote da 500 euro sarebbero utilizzate per il 90 per cento
da organizzazioni criminali per costituire riserva di ricchezza o perpetrare
attività di tipo illecito. In particolare, questo taglio verrebbe impiegato
dalle mafie nel riciclaggio e nel traffico
di sostanze stupefacenti;
sulla
base di queste indagini, due importanti Paesi come il Regno Unito ed il Canada
hanno deciso di vietare le importazioni di banconote da 500 euro;
anche la
‘ndrangheta, secondo autorevoli esponenti della magistratura italiana, utilizza
le banconote da 500 euro per il riciclaggio, soprattutto perché questo taglio
consente di poter agevolmente trasportare in maniera occulta diversi milioni di
euro in spazi ristretti, sottraendo così somme di provenienza illecita al
controllo delle forze dell’ordine;
l’abolizione
della banconota da 500 euro possa rappresentare una misura efficace di
contrasto alle attività di riciclaggio della ‘ndrangheta e delle altre
organizzazioni criminali internazionali;
si
impegna il Consiglio regionale
a
chiedere formalmente alla Banca Centrale Europea di ritirare le banconote da
500 euro ed abolirne la circolazione legale”.
Quest’ordine del giorno è stato
sottoscritto da tutti i componenti della Commissione contro la ‘ndrangheta ed invita
il Consiglio regionale a chiedere formalmente alla Banca Centrale Europea di
togliere dal mercato il taglio di 500 euro della moneta perché è dimostrato,
attraverso una serie di indagini, che questo taglio di moneta serve per
costituire riserva di ricchezza per la criminalità organizzata.
Non ci sono richieste di interventi, per cui pongo in votazione
l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportato
in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine del giorno. La prossima
seduta di Consiglio regionale sarà convocata a domicilio.
La seduta termina alle 19,46
Hanno chiesto congedo i consiglieri Bilardi, Caputo, Censore, Serra.
(Sono concessi)
In data 30 aprile 2013 i componenti del gruppo consiliare Udc – Unione di centro – hanno nominato quale Presidente del gruppo medesimo il consigliere regionale Ottavio Gaetano Bruni in sostituzione del consigliere Alfonso Dattolo, nominato assessore regionale giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 19842 del 30 aprile 2013.
Art. 1
(Finalità del riordino)
1. Nel quadro degli indirizzi strategici di programmazione
per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, al fine di assicurare
l’esercizio unitario delle funzioni amministrative degli enti pubblici
regionali, con la presente legge si perseguono i seguenti obiettivi:
a) riordino e semplificazione del sistema degli enti
pubblici regionali;
b) riduzione degli oneri organizzativi, procedimentali e
finanziari, nel contesto dei processi di riforma volti al rafforzamento
dell’efficacia dell’azione amministrativa;
c) razionalizzazione organizzativa ed eliminazione di
duplicazioni organizzative e funzionali;
d) rifunzionalizzazione organica ed unicità della
responsabilità amministrativa in capo agli enti, per assicurare l’unitario
esercizio dei servizi e delle funzioni amministrative.
2. Dal riordino di cui al comma 1 sono esclusi gli enti,
gli istituti, le agenzie e gli altri organismi del settore sanità.
3. L’obiettivo della riduzione degli oneri finanziari a
carico del bilancio regionale è perseguito in coerenza a quanto disposto
dall’articolo 9 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti
per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini,
nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore
bancario), convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.
Art. 2
(Accorpamento, fusione,
liquidazione e riordino di enti)
1. Al fine di una maggiore efficienza del sistema
amministrativo regionale e per garantire lo svolgimento delle funzioni
amministrative secondo i criteri di razionalizzazione, efficienza, efficacia,
economicità e specializzazione dell’attività amministrativa, la Regione
Calabria provvede al riordino degli enti regionali cui è attribuito lo
svolgimento delle attività gestionali e dei compiti tecnico-operativi relativi
alle funzioni amministrative riservate alla Regione attraverso l’accorpamento e
la fusione in un unico ente o attraverso l’attivazione di procedure di
liquidazione.
2. Ai sensi del comma 1 la Regione Calabria provvede
all’accorpamento, fusione, liquidazione o riordino delle seguenti aziende,
fondazioni ed enti regionali comunque denominati:
a) consorzi provinciali per le aree di sviluppo
industriale;
b) Fondazione Field istituita dalla legge regionale 26
giugno 2003, n.8;
c) Aziende per l’edilizia residenziale (ATERP) istituite
con legge regionale 30 agosto 1996, n. 27;
d) enti di gestione dei cinque Parchi marini regionali
istituiti con le leggi regionali 21 aprile 2008, n. 9 (Istituzione del Parco
Marino Regionale "Riviera dei Cedri"), n. 10 (Istituzione del Parco
Marino Regionale "Baia di Soverato"), n. 11 (Istituzione del Parco
Marino Regionale "Costa dei Gelsomini"), n. 12 (Istituzione del Parco
Marino Regionale "Scogli di Isca") e n. 13 (Istituzione del Parco
Marino Regionale "Fondali di Capocozzo - S. Irene Vibo Marina - Pizzo -
Capo Vaticano -Tropea");
e) Fondazione Calabresi nel mondo di cui all’articolo 18
della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Provvedimento generale recante
norme di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2009 - articolo 3, comma 4, della legge regionale 4
febbraio 2002, n. 8);
f) Fondazione Mediterranea Terina;
g) Sial Servizi S.p.A.;
h) Calabria Impresa & Territori s.r.l.;
i) Comac srl.
Art. 3
(Norme procedimentali)
1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, il Presidente della Giunta regionale nomina un commissario
con poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria per ciascun ente
conseguente agli accorpamenti.
2. Il commissario straordinario è scelto tra i dirigenti
della Regione Calabria senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio
regionale; solo in casi eccezionali e solo qualora, tra i dirigenti interni
della Regione, non vi sia il profilo professionale richiesto è consentito
l’utilizzo di commissari esterni. Il compenso del commissario non può essere
superiore al trattamento tabellare dei dirigenti di settore della Giunta
regionale e il relativo onere è posto a carico del bilancio dell’ente
conseguente all’accorpamento.
3. Gli organi degli enti da accorpare rimangono in carica
per garantire l’ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività
istituzionali, sino alla data di notifica del decreto del Presidente della
Giunta regionale di nomina del commissario straordinario e contestuale
determinazione della loro decadenza.
4. Entro novanta giorni dalla nomina, il commissario
straordinario provvede a redigere una relazione per ciascuno degli enti
accorpati e ne cura la trasmissione al Presidente della Giunta regionale ed
alla Commissione consiliare competente, individuando in particolare:
a) lo stato patrimoniale, economico, finanziario e del
personale dell’ente, distinto per tipologia contrattuale di ciascun ente da
accorpare;
b) lo stato di consistenza dei beni mobili, immobili,
strumentali e la natura giuridica del possesso;
c) i rapporti giuridici, attivi e passivi, e i procedimenti
pendenti davanti all’autorità giudiziaria;
d) i progetti/interventi in corso di realizzazione.
5. Per lo svolgimento delle proprie funzioni il commissario
straordinario si avvale del personale in servizio degli enti da accorpare.
6. Con decreto del Presidente della Giunta regionale, da
adottare entro i successivi centoventi giorni, previa deliberazione della
Giunta regionale, sulla base di conforme parere rilasciato dalle competenti
commissioni consiliari, si provvede:
a) all’istituzione dell’ente regionale conseguente alla
procedura di accorpamento;
b) al conferimento dei beni mobili, immobili, strumentali
con le inerenti risorse umane, finanziarie e patrimoniali, compresi i relativi
rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali degli enti accorpati.
7. Le funzioni attribuite dalla normativa vigente agli enti
accorpati secondo le procedure di cui al presente articolo, continuano ad
essere esercitate con le relative risorse umane, finanziarie e strumentali,
compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali,
senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione, neppure giudiziale,
dai rispettivi enti incorporanti.
8. Con deliberazione della Giunta regionale è approvata la
dotazione organica dell’ente regionale accorpante.
9. Al fine di garantire la continuità nella prosecuzione
delle attività avviate dagli enti incorporati, la gestione contabile delle
risorse finanziarie prosegue in capo alle corrispondenti strutture degli uffici
incorporanti.
10. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti
accorpati o riordinati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva
la posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza
all’atto del trasferimento all’ente incorporante.
11. Per gli enti di cui al successivo articolo 7 i tempi di
attuazione degli aspetti procedimentali di cui al presente articolo sono
demandati a specifico provvedimento della Giunta regionale.
Art. 4
(Nomine, requisiti e compensi)
1. Il Presidente della Giunta regionale, ai sensi
dell’articolo 34, comma 1, lettera e) dello Statuto regionale, provvede alle
nomine degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui alla presente
legge di riordino, previo bando pubblico e valutazione da parte di una
commissione.
2. Nel rispetto delle disposizioni normative e
regolamentari e della legge 6 novembre 2012 n. 190, i componenti degli organi
monocratici e collegiali dei soggetti di cui al comma 1, devono possedere
requisiti di professionalità, competenza ed esperienza, in relazione
all’incarico da ricoprire ed all’importanza dell’ente; il revisore unico dei
conti deve possedere i requisiti di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010,
n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali
dei conti annuali e dei conti consolidati, che modifica le direttive 78/660/CEE
e 83/349/CEE, e che abroga la direttiva 84/253/CEE) e s.m.i.
3. Non possono essere nominati negli organi monocratici e
collegiali dei soggetti di cui al comma 1 coloro che abbiano riportato sentenze
di condanna penale passate in giudicato.
4. Non possono essere nominati negli organi, monocratici e
collegiali, di amministrazione e di controllo degli enti regionali di cui al
comma 1, coloro che svolgono una delle predette cariche in altro ente regionale.
5. Nel provvedimento di nomina è determinato il compenso
lordo per gli incarichi relativi alle nomine di cui al comma 1, tenendo in
considerazione i livelli di complessità della gestione, la professionalità e
l’esperienza richiesta nel rispetto della normativa vigente statale e
regionale. I relativi oneri gravano sui bilanci degli enti riordinati.
Art. 5
(Accorpamento dei consorzi
provinciali per le aree di sviluppo industriale)
1. Al fine di migliorare l’efficienza nello svolgimento delle
funzioni in materia di sviluppo e valorizzazione delle aree produttive ed
industriali, i consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale di cui
alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38 sono accorpati in un unico
Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, di seguito
denominato CORAP.
2. I consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo
industriale, di cui alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38 sono accorpati
nel Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, con sede in
Catanzaro, secondo le procedure di cui all’articolo 3 della presente legge.
3. Il CORAP è articolato in Unità operative ubicate nelle
città di Lamezia Terme, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia che
assicurano l’espletamento delle attività gestionali, amministrative e tecniche
delle aree di sviluppo industriale di rispettiva pertinenza territoriale.
4. Le funzioni attribuite ai Consorzi provinciali per le
aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale dalla normativa regionale e
nazionale vigente, continuano ad essere esercitate, dalla data di entrata in
vigore della presente legge, dal CORAP, con le inerenti risorse umane,
finanziarie, strumentali e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici
attivi e passivi, anche processuali senza che sia esperita alcuna procedura di
liquidazione dei consorzi.
5. A decorrere dalla data di approvazione della presente
legge, è disposta la proroga quinquennale dell’efficacia degli strumenti
urbanistici delle relative aree industriali vigenti e dei vincoli connessi, che
s’intendono rinnovati.
Art. 6
(Organi del Consorzio regionale
per lo sviluppo delle attività produttive)
1. Sono organi del Consorzio regionale per lo sviluppo
delle attività produttive:
a) il direttore generale;
b) il comitato di programmazione;
c) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.
2. Il direttore generale è nominato con decreto del
Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui al precedente
articolo 4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai
sensi della lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto
2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per
lo sviluppo.) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n.
148.
3. Il direttore generale:
a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16
del d.lgs. 165/2001;
b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa
ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative.
4. Il comitato di programmazione è nominato con decreto del
Presidente della Giunta regionale ed è così costituito:
a) due componenti designati dalla Giunta regionale su
proposta dell’assessore alle attività produttive e dell’assessore al bilancio;
b) quattro componenti designati dalle associazioni
regionali delle categorie degli industriali, della cooperazione,
dell’agricoltura e dell’artigianato;
c) cinque componenti nominati dal Presidente della Giunta
regionale espressione dei territori dove sono ubicate le aree di sviluppo
industriale.
4. Il comitato esprime parere sul bilancio annuale del
Consorzio regionale e sugli strumenti di pianificazione urbanistica delle aree
e sul programma triennale di interventi e lavori e dei suoi aggiornamenti
annuali.
5. La nomina dei componenti del comitato di programmazione
è a titolo onorifico e gratuito.
6. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi
amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dal Consorzio
regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.
Art. 7
(Azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica regionale)
1. È istituita l’Azienda territoriale per l’edilizia
residenziale pubblica regionale, ente ausiliario della regione in materia di
edilizia residenziale pubblica, con l’accorpamento delle Aziende regionali per
l’edilizia residenziale (ATERP) istituite con legge regionale 30 agosto 1996,
n. 27 (Norme per il riordinamento degli Enti di edilizia residenziale
pubblica), secondo la procedura di cui all’articolo 3 della presente legge per
le quali il Presidente della Giunta regionale nomina entro 60 giorni i
Commissari per la gestione ordinaria e straordinaria.
2. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica regionale elabora proposte in ordine alla destinazione ed alla
localizzazione delle risorse finanziarie riservate all’edilizia residenziale
pubblica, cura la realizzazione di specifici programmi di edilizia residenziale
pubblica.
3. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica regionale ha sede nella città di Catanzaro ed è articolata in
Distretti territoriali ubicati nelle città di Catanzaro, Reggio Calabria,
Cosenza, Crotone e Vibo Valentia; essa opera quale ente tecnico operativo a
supporto delle attività del dipartimento competente in materia di lavori
pubblici della Regione Calabria.
4. All’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica regionale sono conferite le competenze e le funzioni delle cinque
Aziende per l’edilizia residenziale (ATERP) istituite con legge regionale
27/1996 e s. m. i.
5. Sono organi dell’Azienda territoriale per l’edilizia
residenziale pubblica regionale:
a) il direttore generale;
b) il comitato di indirizzo;
c) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.
6. Il direttore generale è nominato con decreto del
Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui all’articolo
4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai sensi della
lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto 2011, n.
138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo
sviluppo.) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.
7. Il direttore generale:
a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16
del d.lgs. 165/2001;
b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa
ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative;
c) è coadiuvato dal direttore amministrativo e dal
direttore tecnico i quali forniscono pareri obbligatori e provvedono agli atti
relativi alle rispettive competenze. Il direttore amministrativo e il direttore
tecnico sono nominati a seguito di procedura ad evidenza pubblica con
provvedimento del direttore generale. La revoca o la sostituzione del direttore
generale comporta la contemporanea cessazione dall’incarico del direttore
amministrativo e del direttore tecnico.
8. Il comitato d’indirizzo è nominato con decreto del
Presidente della Giunta regionale ed è così costituito:
a) il presidente e un componente, nominati dal Presidente
della Giunta regionale;
b) due componenti nominati dal Consiglio regionale;
c) un componente nominato dall’ ANCE regionale.
9. La nomina dei componenti del comitato di indirizzo è a
titolo onorifico e gratuito.
10. Il comitato di indirizzo esprime parere sulla
programmazione triennale degli interventi e sui piani annuali di attuazione.
11. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi
amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall’ATERP regionale
entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi, approvato dalla Giunta
regionale previo parere della competente commissione consiliare.
Art. 8
(Azienda Calabria Lavoro)
1. All’Azienda Calabria Lavoro, di cui alla legge regionale
19 febbraio 2001, n. 5 (Norme in materia di politiche del lavoro e di servizi
per l’impiego in attuazione del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469) è
accorpata la Fondazione FIELD, di cui all’articolo 8 della legge regionale 26
giugno 2003 n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2003 - art.
3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002), secondo la procedura di cui
all’articolo 3 della presente legge, con attribuzione delle funzioni già assegnate
dalle leggi regionali istitutive.
2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della
presente legge gli organi dell’ente accorpato ad Azienda Calabria Lavoro
decadono.
3. Con decreto del Presidente della Giunta regionale,
l’organo di vertice di Azienda Calabria Lavoro è nominato commissario
straordinario per la realizzazione delle procedure di accorpamento ai sensi del
precedente articolo 3 della presente legge.
4. L’Azienda Calabria Lavoro svolge le funzioni
istituzionali attribuite dalla legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5, quelle
proprie della Fondazione FIELD di cui all’articolo 8 della legge regionale 26
giugno 2003, n. 8 a seguito dell’incorporazione, e le seguenti:
a) è preposta allo svolgimento di attività
tecnico-gestionali a supporto dell’azione politico-amministrativa della Regione
in materia di servizi per il lavoro ed alle attività di orientamento,
formazione e riqualificazione professionale;
b) cura, in particolare, la progettazione di politiche per
il lavoro e di programmi operativi per il mercato del lavoro regionale nonché
l’attuazione e la gestione degli strumenti relativi al sistema di istruzione e
formazione professionale, nell’ambito delle competenze spettanti alla Regione;
c) fornisce assistenza tecnica con riferimento al sistema
dei servizi per il lavoro ed alle attività di orientamento, formazione e
riqualificazione professionale.
5. Azienda Calabria Lavoro progetta, coordina e gestisce
attività e progetti volti a favorire una più efficace utilizzazione delle
risorse comunitarie e progetta e realizza interventi per l’occupazione e la
formazione, a supporto dell’azione politico-amministrativa della Regione.
6. Azienda Calabria Lavoro opera in integrazione con il
dipartimento competente in materia di lavoro e con il dipartimento competente
in materia di cultura ed istruzione della Regione Calabria e raccorda la
propria azione con tutti i soggetti, sia pubblici che privati, che operano in
campi di intervento analoghi, affini o complementari, attivando le opportune
forme di cooperazione e collaborazione.
Art. 9
(Ente per i Parchi marini
regionali)
1. È istituito l’Ente per i Parchi marini regionali, ente
strumentale della Regione preposto allo svolgimento di funzioni tecnico operative
e gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con particolare
riferimento ai parchi marini regionali, con sede in Catanzaro.
2. L’Ente per i Parchi marini regionali svolge attività
tecnico-operative relative alla gestione dei parchi marini regionali.
3. All’Ente per i Parchi marini regionali sono attribuite
le funzioni svolte dagli enti gestori dei cinque Parchi marini regionali di cui
alle leggi regionali n. 9/2008, n. 10/2008, n. 11/2008, n. 12/2008 e n.
13/2008.
4. Nel decreto del Presidente della Giunta regionale di
costituzione dell’Ente per i Parchi marini regionali è determinata l’ubicazione
della sede operativa, che assicura l’espletamento delle attività gestionali,
amministrative e tecniche dei parchi marini regionali nel territorio di
competenza.
5. L’Ente per i Parchi marini regionali si raccorda, in
modo organico, con il dipartimento competente in materia di ambiente e con il
dipartimento competente in materia di urbanistica e governo del territorio
della Regione Calabria.
6. Sono organi dell’Ente per i Parchi marini regionali:
a) il direttore generale;
b) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.
7. Il direttore generale è nominato con decreto del
Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui all’articolo
4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai sensi della
lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto 2011, n.
138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo
sviluppo) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.
8. Il direttore generale:
a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16
del d.lgs. 165/2001;
b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa
ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative.
9. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi
amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall’Ente per i Parchi
marini regionali, entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi,
approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente commissione
consiliare.
Art. 10
(Fondazione Calabresi nel mondo:
procedure di liquidazione)
1. La Regione Calabria promuove la liquidazione della
Fondazione Calabresi nel mondo, di cui all’articolo 18 della legge regionale 12
giugno 2009, n. 19 secondo le norme del suo statuto e delle vigenti leggi in
materia.
2. La Giunta regionale é autorizzata, entro il 31 dicembre
2013, previa la presentazione del Presidente della Fondazione dei Calabresi nel
Mondo, di una relazione analiticamente illustrativa degli interventi e delle
azioni realizzate, ponendo in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla
particolare specificità delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al
compimento degli atti di competenza regionale necessari.
Art. 11
(Servizi ed assistenza
finanziaria alle imprese)
1. Il comma 6 dell’articolo 3 della legge regionale 11
maggio 2007, n. 9 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art.
3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002), è sostituito dal seguente:
«6. - Sono organi di FINCALABRA S.p.A.:
a) il consiglio di amministrazione composto da cinque
membri, tra cui il Presidente, di cui tre nominati dal Presidente della Giunta
regionale, individuati tra persone in possesso di requisiti di elevata
professionalità e comprovata esperienza quinquennale nelle materie afferenti
alle funzioni di competenza dell’ente due membri, componenti indipendenti, in possesso
dei requisiti previsti ai sensi dell’articolo 26 delle disposizioni di cui al
decreto legislativo 1 settembre 1993 n. 385 e s.m.i. (T.U.B.), nominati dal
Consiglio regionale, che svolgono una funzione di supervisione strategica e
vigilano con autonomia di giudizio sulla gestione sociale, contribuendo ad
assicurare che essa sia svolta nell’interesse della società e in modo coerente
con gli obiettivi di sana e prudente gestione;
b) il collegio sindacale, composto da tre membri effettivi,
di cui il Presidente e un membro effettivo nominati dal Consiglio regionale ed
un membro effettivo ed uno supplente nominato dalla Giunta regionale. Il
compenso dei componenti supplenti del collegio sindacale è corrisposto solo in
caso di sostituzione di un sindaco effettivo, in misura corrispondente alla
durata della sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al
componente effettivo.
2. Dopo il comma 6 dell’articolo 3 della legge regionale 11
maggio 2007, n. 9, per come sostituito dalla presente legge, è aggiunto il
seguente comma: «6 bis. - È, altresì, istituito un comitato d’indirizzo,
composto da cinque membri di comprovata professionalità nei settori di
competenza della società, nominati dal Presidente della Giunta regionale, due
su designazione del Consiglio regionale, due su designazione della Giunta
regionale, su proposta dell’assessore alle attività produttive, ed uno, con
funzioni di presidente, designato dall’associazione regionale degli
imprenditori industriali calabresi. Il comitato di indirizzo esprime pareri
sulla programmazione degli interventi e sui piani di attuazione. La
partecipazione al comitato è onorifica.»
3. Le disposizioni di cui ai precedenti commi 1 e 2 del
presente articolo si applicano a decorrere dal primo rinnovo successivo alla
data di entrata in vigore della presente legge.
4. Fincalabra, socio unico della società "Calabria
impresa e territori s.r.l.", deve provvedere alla messa in liquidazione
della società "Calabria impresa e territori s.r.l.". L’operazione di
liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo
la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo
indeterminato della società "Calabria impresa e territori s.r.l."
posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il
trasferimento alla società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano
industriale che deve garantire l’equilibrio economico-finanziario della
società.
Art. 12
(Procedura di liquidazione della
COMAC s.r.l.)
1. La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del
socio e secondo le norme dello statuto societario e delle normative vigenti in
materia, è autorizzato a porre in liquidazione la società consortile COMAC
s.r.l., posseduta per il 77.61 per cento dalla Regione Calabria; la Giunta
regionale è autorizzata, altresì, al compimento degli atti di competenza
regionale necessari all’estinzione della predetta società che deve concludersi
entro il 31 dicembre 2013.
Art. 13
(Agricolture, montagne e foreste)
1. La Giunta regionale è autorizzata a procedere,
attraverso l’esercizio dei poteri del fondatore e previa modifica statutaria
alla riorganizzazione della Fondazione Mediterranea Terina che dovrà perseguire
unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale,
trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità
agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di
certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare
coerentemente con la vigente normativa in materia.
2. Dopo le modifiche statutarie, per garantire il corretto
funzionamento della Fondazione, nonché i livelli occupazionali esistenti,
l’organo preposto provvederà alla ripartizione del personale che dovrà
garantire le attività di cui al comma 1 e di quello necessario che si occuperà
della gestione del patrimonio da trasferire in altri enti, aziende e società
regionali.
3. Sono abrogati i commi 6 bis, 6 ter dell’articolo 2 della
legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della
fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina
programmata dell’esercizio venatorio).
Art. 14
(Procedura di liquidazione della
SIAL servizi S.p.A.)
1. La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del
socio e secondo le norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in
materia, è autorizzata a porre in liquidazione la società Sial servizi S.p.A.,
posseduta interamente dalla Regione Calabria, entro la data del 31 dicembre
2013.
Art. 15
(Approvazione degli atti
fondamentali degli enti)
1. Sono soggetti all’approvazione della Giunta regionale,
previo parere obbligatorio delle competenti commissioni consiliari, i seguenti
atti:
a) statuto;
b) regolamento di organizzazione e funzionamento;
c) regolamento di contabilità e dei contratti, ai sensi del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42). e s.m.i.;
d) programma annuale delle attività;
e) bilancio di previsione annuale, con allegato il bilancio
di previsione pluriennale; conto consuntivo annuale; provvedimento di
assestamento del bilancio annuale;
f) dotazione organica e sue variazioni;
g) alienazione e acquisto di immobili;
h) accensione di mutui e prestiti.
2. Il parere di cui al comma 1, viene formulato entro
trenta giorni dal ricevimento, decorso tale termine, s’intende favorevolmente
espresso.
3. Gli atti amministrativi e di gestione che comportano
spesa devono essere inviati entro dieci giorni dalla loro adozione al
competente dipartimento della Giunta regionale, nei successivi trenta giorni
possono essere richiesti chiarimenti o eventuali integrazioni, in tal caso il
termine su indicato s’interrompe e decorre nuovamente dalla data di ricevimento
del riscontro al controllo richiesto.
Art. 16
(Attività di indirizzo, controllo
e vigilanza)
1. La Regione svolge attività di indirizzo, controllo e di
vigilanza in relazione all’espletamento delle funzioni regionali conferite,
nonché sul relativo andamento finanziario, acquisendo annualmente gli atti e i
dati relativi alla gestione delle complessive risorse attribuite per
l’esercizio delle funzioni, ai fini della verifica dei criteri di massima
razionalizzazione e di equilibrio finanziario.
2. La Giunta regionale, con apposito atto di indirizzo,
definisce, separata mente per ciascun ente regionale conseguente alle procedure
di accorpamento di cui alla presente legge:
a) gli indirizzi programmatici e gli obiettivi
dell’attività dell’ente;
b) le modalità di raccordo con i dipartimenti regionali e
con la Giunta regionale;
c) i livelli di autonomia procedurale e gestionale ed i poteri
del direttore generale dell’ente;
d) eventuali assetti organizzativi e funzionali;
e) le modalità di assegnazione e di reperimento delle
risorse finanziarie, strumentali ed umane;
f) le modalità di assegnazione delle risorse finanziarie
necessarie al funzionamento dell’ente ed al perseguimento degli scopi, sulla
base di una valutazione operata con gli organi decisori sulle concrete esigenze
annuali e pluriennali;
g) le forme di controllo sui risultati, sull’attività e
sulla gestione.
Art. 17
(Finanziamento delle attività)
1. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di
accorpamento o riordinati di cui alla presente legge, utilizzano le dotazioni
umane e patrimoniali loro attribuite a seguito delle procedure di accorpamento
disciplinate dagli articoli da 3 a 9 della presente legge.
2. La gestione finanziaria degli enti regionali conseguente
alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge è
improntata ai criteri di efficacia, trasparenza ed economicità, con l’obbligo
della chiusura del bilancio annuale in pareggio.
3. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di
accorpamento o riordino di cui alla presente legge, realizzano i propri compiti
e provvedono alla gestione del personale mediante le seguenti entrate:
a) contributi ordinari della Regione;
b) contributi dello Stato;
c) introiti a qualunque titolo derivanti dalla gestione
delle funzioni e compiti assegnati;
d) proventi derivanti da specifici progetti con
finanziamenti regionali, statali e della Comunità europea;
e) contributi ottenuti sulla base di eventuali
incentivazioni disposte da leggi statali e da normative comunitarie;
f) risorse derivanti da atti di programmazione negoziata,
ripartite e assegnate in conformità alle rispettive discipline in materia;
g) finanziamenti previsti in altre disposizioni regionali
specifiche.
4. Sulla base di richieste connesse a programmi e progetti
di particolare rilevanza per lo sviluppo delle funzioni e dei servizi, può
essere altresì prevista l’erogazione di contributi straordinari.
Art. 18
(Risorse umane e strumentali)
1. Per lo svolgimento dei compiti istituzionali, gli enti
regionali conseguenti alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla
presente legge sono dotati di proprio personale tecnico, amministrativo e
operaio, nel rispetto di quanto stabilito nei rispettivi regolamenti di
organizzazione.
2. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di
accorpamento o riordino di cui alla presente legge, per l’espletamento delle
attività, si avvalgono del personale degli enti accorpati di cui agli articoli
da 5 a 9 della presente legge e del personale appartenente ai ruoli della
Regione in possesso di specifiche competenze tecniche ed operative, per il
perseguimento degli obiettivi assegnati; gli enti accorpanti si organizzano per
aree di intervento, da individuare previa intesa con i dipartimenti regionali
interessati per materia.
Art. 19
(Controllo di gestione e sistemi
contabili)
1. I controlli di gestione e sistemi contabili degli enti
di cui alla presente legge sono esercitati dall’Organo di revisione contabile e
dall’Organismo regionale Indipendente di Valutazione (OIV) della performance
della Regione Calabria, ai sensi di quanto disposto dalle leggi regionali
vigenti e dalle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27
ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e
trasparenza delle pubbliche amministrazioni).
2. Gli organi di cui al comma 1 trasmettono gli atti
relativi al controllo esercitato al dipartimento regionale competente per
materia.
3. I soggetti di cui alla presente legge adottano sistemi
contabili in conformità alle norme di cui al decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118 e s.m.i.
Art. 20
(Revoca e scioglimento)
1. Qualora gli organi di amministrazione dei soggetti
risultanti dal riordino di cui alla presente legge, pongano in essere gravi
irregolarità ovvero strategie differenti rispetto alle finalità istituzionali
della Regione, ovvero non rispettino le norme vigenti in materia o le direttive
dell’organo di governo regionale, sono revocati o sciolti con provvedimento
motivato del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della
stessa. Contestualmente, si procede alla nomina del nuovo organo di
amministrazione.
2. Qualora sia riscontrato il mancato o irregolare
svolgimento delle funzioni da parte dell’organo di controllo dei soggetti
risultanti dal riordino di cui alla presente legge ovvero la violazione delle
norme vigenti in materia, l’organo di controllo è revocato o sciolto con
provvedimento motivato del Presidente della Giunta regionale, previa
deliberazione della stessa. Contestualmente, si procede alla nomina del nuovo
organo di controllo.
Art. 21
(Adozione degli statuti e dei
regolamenti)
1. Gli enti conseguenti alle procedure di accorpamento o
riordino di cui alla presente legge adottano il proprio statuto entro trenta
giorni dalla data di nomina degli organi e, nei trenta giorni successivi, i
propri regolamenti di organizzazione e funzionamento, e
amministrativo-contabile.
Art. 22
(Modifiche e integrazioni alla
l.r. 20/1999)
1. Alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione
dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria -A.
R.P.A.C.A.L.), sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 dell’articolo 9 è sostituito dal seguente:
«1. Sono organi dell’ARPACAL:
a) il comitato regionale d’indirizzo;
b) il direttore generale;
c) il revisore unico dei conti.»
b) sono abrogati gli articoli 9bis, 9ter, 9quater,
9quinques;
c) il comma 2 dell’articolo 10 è sostituito dal seguente:
«2. Il comitato regionale d’indirizzo è composto da:
a) il Presidente della Giunta Regionale, o un suo delegato,
che lo presiede;
b) l’assessore all’ambiente;
c) l’assessore alla sanità;
d) il Presidente dell’UPI regionale o suo delegato;
e) il Presidente dell’Anci regionale o suo delegato»
d) l’articolo 11 è sostituito dal seguente:
«1. Il direttore generale è nominato, a seguito di avviso
pubblico, con le modalità di cui all’articolo 6, comma 5, dal Presidente della
Giunta regionale, su delibera della stessa. E’ scelto tra persone laureate in
possesso di comprovate competenze ed esperienze dirigenziali in organizzazioni
complesse del settore ambientale, maturate per un periodo superiore al
quinquennio.
2. Il rapporto di lavoro del direttore generale é regolato
dal contratto di diritto privato di durata triennale, rinnovabile una sola
volta, previa relazione dettagliata del Presidente della Giunta regionale al
Consiglio regionale. L’incarico è incompatibile con le altre attività
professionali.
3. Il direttore generale ha la rappresentanza legale
dell’ARPACAL ed esercita tutti i poteri di gestione e di direzione, tenuto
conto delle funzioni del comitato regionale di indirizzo, di cui all’articolo
10 della presente legge.
4. Il direttore generale provvede, in particolare, ai
seguenti compiti inerenti:
a) l’adozione del regolamento di cui all’articolo 13;
b) la direzione, l’indirizzo ed il coordinamento delle strutture
centrali e di quelle periferiche;
c) la predisposizione del bilancio di previsione e del
conto consuntivo;
d) l’approvazione dei programmi annuali e pluriennali di
intervento proposti dalle strutture centrali;
e) l’assegnazione delle dotazioni finanziarie e strumentali
alle strutture centrali ed a quelle periferiche, nonché la verifica sul loro
utilizzo;
f) la gestione del patrimonio e del personale dell’ARPACAL;
g) la verifica e l’assicurazione dei livelli di qualità dei
servizi, ispezione e controllo interno, attraverso un apposito nucleo di
valutazione, su tutte le attività svolte dai diversi gruppi di lavoro e
servizi;
h) la redazione e l’invio alla Regione di una relazione
annuale sull’attività svolta e sui risultati conseguiti. La Giunta regionale
trasmette tale relazione al Consiglio per eventuali determinazioni;
i) la stipula di contratti e convenzioni;
j) le relazioni sindacali;
k) tutti gli altri atti necessari ed obbligatori.
5. Il direttore generale nomina con provvedimento motivato:
a) il direttore scientifico tra i soggetti che, in possesso
del diploma di laurea in discipline tecnico-scientifiche, abbiano svolto per
almeno un quinquennio qualificata attività di direzione tecnica in materia di
tutela ambientale presso enti o strutture pubbliche e private e che abbiano
svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità;
b) il direttore amministrativo tra i soggetti che, in
possesso del diploma di laurea in discipline giuridiche o economiche, abbia
svolto per almeno un quinquennio qualificata attività in materia di direzione
amministrativa presso enti o strutture pubbliche e che abbiano svolto mansioni
di particolare rilievo e professionalità.
6. Per la disciplina dei rapporti intercorrenti tra il
direttore generale e il direttore scientifico e il direttore amministrativo, si
rimanda, in via generale, agli articoli 4, 5 e 6 della l.r. 22 gennaio 1996, n.
2 e s.m.i., riguardanti le figure del direttore generale, direttore sanitario e
direttore amministrativo delle ASL della Calabria.
7. Spetta, altresì, al direttore generale definire i
compiti specifici di ciascuno nel regolamento generale.
8. Il trattamento economico del direttore generale, del
direttore scientifico e del direttore amministrativo è definito con riferimento
ai criteri stabiliti dalla Giunta regionale per il trattamento delle
paritetiche figure di cui agli articoli 14 e 15 della legge regionale 19 marzo
2004, n. 11 (Piano Regionale per la Salute 2004/2006)>>.
e) L’articolo 12 è sostituito dal seguente:
«Art. 12
(Revisore unico dei conti)
1. Presso l’ARPACAL è istituito il revisore unico dei
conti.
2. Il revisore unico dei conti, designato dal Presidente
della Giunta regionale su proposta dell’assessore all’ambiente, è scelto tra i
soggetti iscritti al registro dei revisori contabili istituito presso il
Ministero della giustizia. Il direttore generale dell’ARPACAL provvede alla
nomina del revisore unico dei conti con specifico provvedimento e lo convoca
per la prima seduta. Il revisore unico dei conti dura in carica tre anni e
l’incarico è rinnovabile una sola volta.
3. Il revisore unico dei conti esercita la vigilanza sulla
regolarità contabile e finanziaria dell’ARPACAL ed attesta la corrispondenza
del conto consuntivo alle risultanze della gestione, con apposito atto. Il revisore
unico dei conti ha diritto di accesso agli atti e documenti dell’ARPACAL.
4. Al revisore unico dei conti spetta il rimborso delle
spese sostenute per l’esercizio del mandato nei limiti massimi stabiliti dalla
Giunta regionale ed una indennità annua lorda fissata in misura pari al 15 per
cento degli emolumenti del direttore generale dell’ARPACAL.
5. La nomina del revisore unico dei conti in sostituzione
di quello decaduto o revocato, dimissionario o deceduto, deve essere effettuata
entro sessanta giorni dalla data della decadenza, della revoca, delle
dimissioni o del decesso».
2. I soggetti che, alla data di entrata in vigore della
presente legge, ricoprono gli incarichi di direttore generale, direttore
amministrativo, direttore scientifico e i membri del collegio dei revisori,
permangono nelle funzioni fino alla naturale scadenza dei rispettivi contratti.
Art. 23
(Abrogazioni)
1. Alla data di entrata in vigore della presente legge sono
da considerarsi abrogate, laddove non espressamente già indicato o in quanto
non compatibili con la presente legge:
a) legge regionale 26 giugno 2003, n.8;
b) legge regionale 2 maggio 2001, n. 7;
c) legge regionale 30 agosto 1996, n. 27;
d) leggi regionali n. 9/2008, n. 10/2008, n. 11/2008,
n.12/2008 e n. 13/2008.
Art. 24
(Norma finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge derivano risparmi
di spesa che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati dal decreto
legge 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 135/2012.
Art. 25
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il
Consiglio regionale
Premesso che:
recenti indagini di natura
economica e legale, condotte da massimi esperti di livello internazionale,
hanno accertato che le banconote da 500 euro sarebbero utilizzate per il 90 per
cento da organizzazioni criminali per costituire riserva di ricchezza o
perpetrare attività di tipo illecito. In particolare questo taglio verrebbe
impiegato dalle mafie nel riciclaggio e nel traffico di sostanze stupefacenti;
sulla base di queste indagini due
importanti paesi come il Regno Unito ed il Canada hanno deciso di vietare le
importazioni di banconote da 500 euro;
anche la ‘ndrangheta, secondo
autorevoli esponenti della magistratura italiana, utilizza le banconote da 500
euro per il riciclaggio, soprattutto perché questo taglio consente di poter
agevolmente trasportare in maniera occulta diversi milioni di euro in spazi
ristretti, sottraendo così somme di provenienza illecita al controllo delle
forze dell’ordine;
ritenuto che:
l’abolizione della banconota da
500 euro possa rappresentare una misura efficace di contrasto alle attività di
riciclaggio della ‘ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali
internazionali;
Tanto premesso
Impegna
il Presidente della Giunta regionale a chiedere formalmente
alla Banca Centrale Europea di ritirare le banconote da 500 euro ed abolirne la
circolazione legale”