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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

63.

 

SEDUTA DI MARTEDI’ 30 APRILE 2013

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 15,10

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”

PRESIDENTE

Completate le comunicazioni possiamo procedere con la proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”.

Ieri è stata svolta la relazione da parte del consigliere Grillo e del sottosegretario Sarra. La discussione, così come eravamo rimasti, si doveva concludere ieri ma oggi in Conferenza dei capigruppo, per richiesta dei capigruppo di minoranza che hanno espresso la volontà di intervenire in Aula, si è deciso che si terrà un intervento per gruppo della durata massima di 10 minuti.

Questo è quel che abbiamo concordato in Conferenza dei capigruppo.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Presidente, volevo far richiamare in Aula un ordine del giorno che abbiamo presentato questa mattina, protocollo numero 19848, che riguarda l’estensione dei ticket nella sanità alle fasce più deboli.

Chiedo che si richiami in Aula.

PRESIDENTE

Il consigliere Guccione, chiede di inserire all’ordine del giorno un ordine del giorno presentato ai banchi della Presidenza che riguarda i ticket sanitari.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Presidente, si tratta di un documento che è stato fatto proprio da tutti i componenti della Commissione contro la ‘ndrangheta per invitare la Banca Centrale Europea a ritirare le banconote da 500 euro per abolirne la circolazione legale.

PRESIDENTE

L’ha già presentato ai banchi della Presidenza, consigliere Magarò? Pongo in votazione la richiesta di inserimento.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità” - Seguito

PRESIDENTE

Possiamo proseguire con la discussione della proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Innanzitutto, formulo un augurio di buon lavoro all’assessore Dattolo e la solidarietà al Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta per l’infortunio che ha subito in una attività che, benché non fosse di contrasto alla criminalità, si è rivelata di contrasto in senso letterale, nella partita di ieri sera che già è nota sui giornali.

(Interruzione)

Esatto.

Ora, signor Presidente e signori colleghi, noi abbiamo avuto modo di fare un confronto all’interno delle Commissioni ma, tuttavia, come è noto e come è stato messo in evidenza ieri dal sottosegretario Sarra l’oggetto della legge, l’importanza della legge e le questioni che la legge affronta sono tali da necessitare un’analisi straordinaria – possiamo dire – rispetto a quella che è un’azione ordinaria ed una attività di routine.

Il riordino degli enti presuppone un’idea di futuro di questa Regione e una idea complessiva del funzionamento, degli effetti, dell’efficacia e quindi anche dell’efficienza viste le limitate risorse economiche che sono a disposizione.

Noi, come è noto, abbiamo votato favorevolmente il primo articolo – quello delle finalità – in prima Commissione perché la finalità di dare un assetto maggiormente efficiente, quindi di creare una macchina che costi meno, è sicuramente una finalità che condividiamo e che, peraltro, è perfettamente in linea, coerente col progetto di legge presentato dal Partito democratico, primo firmatario il Presidente del gruppo, che pone l’obiettivo di una Regione leggera.

Chiaramente questo obiettivo si può declinare in mille modi ed anche in passato tentativi di fare dei passi avanti credo siano stati complessivamente apprezzabili ma tutti noi sappiamo che oggi siamo di fronte ad una esigenza diversa.

Ieri il sottosegretario Sarra ha messo in evidenza i punti positivi di questa proposta di legge che, secondo noi, fa indubbiamente alcuni passi avanti nella direzione e negli obiettivi della legge. Tuttavia questi passi avanti dobbiamo capire se siano idonei alle sfide ed alle necessità che la Calabria ha.

Perché, vedete, l’analisi o l’idea di un testo migliorativo del sistema degli enti che abbiamo attualmente nella Regione e semplicemente degli aspetti positivi di un progetto che dovrebbe essere di riorganizzazione generale, cozza con quello che è il problema che abbiamo davanti.

Ciò che era in qualche maniera accettabile, comprensibile, sufficiente fino a due-tre anni fa oggi non lo è. Dopo lo scoppio della recessione, dopo che questa recessione rischia di diventare una grande depressione ed un processo di declino del Paese con un abbassamento delle risorse a disposizione e con un abbassamento degli standard, tutto questo processo rischia di comportare non delle semplici leggi, in qualche maniera condivisibili o accettabili, ma di portarci dinanzi alla insufficienza di determinati provvedimenti.

Questo è il motivo per cui da una parte in Commissione e oggi, tramite il capogruppo in Conferenza dei capigruppo, abbiamo cercato di intavolare un dialogo che, peraltro, in qualche occasione è stato anche messo in essere, come per esempio per la riforma di Arssa e Afor, rispetto al quale ci fosse l’opportunità di votare tutti insieme un provvedimento che incidesse in maniera pregnante, realmente su quello che è il sistema complessivo dei costi della macchina regionale e soprattutto il sistema complessivo in termini di efficienza di risultati nei servizi.

Ripeto: apprezziamo lo sforzo del sottosegretario Sarra. Forse abbiamo notato una certa discrasia nel senso che da una parte abbiamo visto una disponibilità al dialogo e ad affrontare alcune questioni e raggiungere degli obiettivi di maggiore efficienza e dall’altra parte abbiamo visto quasi una fretta, quasi il desiderio di realizzare attraverso una operazione di marketing una risposta, una risposta di qualsiasi tipo purché fosse una risposa che andasse sui giornali e che in qualche maniera fosse utilizzabile ai fini di un’attività politica, di una attività di marketing.

Tuttavia la Calabria ha bisogno di queste riforme e la riforma complessiva del sistema regionale è non può non confrontarsi concretamente con i numeri per i quali noi nutriamo anche un dubbio: che si sia puntato, giustamente e positivamente, sulla riduzione di alcuni costi in termini di indennità per alcuni soggetti ed alcune posizioni - e su questo siamo assolutamente d’accordo – senza essersi posti il problema di dare veramente efficienza ai nuovi soggetti che si vanno a raggruppare.

Tanto è vero che ci sono alcune scelte che sono lacunose e non si capisce perché nel primo testo era presente, per esempio, “Calabria Etica” che poi scompare dal testo definitivo.

Altre proposte hanno di positivo l’azione di intenti e l’obiettivo di raggiungere quelle finalità ma rischiano di creare un doppio livello; pensiamo alle Aterp, si rischia di creare un doppio livello di decisione dove non è ben chiara la governance del sistema.

Non è ben chiaro se noi stiamo realizzando un processo di accentramento delle funzioni, assolutamente in contrasto con quello che è l’obiettivo di un sistema delle autonomie, di un sistema quasi federale e decentrato sui territori, in contrasto con quella che è la legge sul trasferimento di funzioni agli enti locali e agli enti territoriali.

In qualche maniera questa nuova struttura che raggruppa le Aterp, sì, mantiene una direzione distrettuale sul territorio ma in qualche materia sottrae a questo stesso territorio importanti livelli decisionali e quindi si configura come una operazione di riaccentramento di alcune funzioni e di alcuni servizi su base regionale.

Allo stesso modo la proposta che veniva dal Partito democratico era quella di creare un’unica Agenzia per lo sviluppo dove far confluire Fincalabra, le Asi e tutti i soggetti che concorrono sia allo sviluppo del territorio sia all’incentivazione alle imprese, in modo da dare una soluzione di natura omogenea a queste attività.

L’accentramento, anche qui, di una sorta di mega direzione generale su Catanzaro, che di fatto spoglia il territorio, ci lascia oggettivamente perplessi. E ci lascia perplessi anche perché coinvolge soggetti come i Comuni ed i soggetti partecipanti ai Consorzi che, in qualche maniera, possono opporsi giuridicamente e validamente a questo processo che svuota i territori locali di alcune scelte.

A nulla vale la contestazione circa il fatto che talune indennità o taluni costi siano eccessivi o impropri perché nulla vieta che noi riduciamo ed eliminiamo questi costi già oggi, in questa sede, dando un assetto al governo delle aree di sviluppo industriale che sia funzionale all’obiettivo di promuovere lo sviluppo e l’insediamento delle imprese.

Allo stesso modo riteniamo che la disponibilità al confronto - che poi alla fine si è tradotta nel mantenimento di questo impianto - abbia sicuramente dato alcuni risultati positivi.

Pensiamo ai revisori dei conti rispetto ai quali con un emendamento dell’opposizione è stato introdotto il sistema di sorteggio che oggi è stato approvato da una legge nazionale e quindi viene recepito anche per il nostro sistema regionale; allo stesso modo la proposta che prevede la nomina da parte del Presidente della Regione di commissari che siano essenzialmente interni e solo in assenza di competenze interne prevede di andare all’esterno; altrimenti non si capirebbe come una Regione che oggi è dotata di un numero di dirigenti, di professionalità, peraltro anche nuove, considerato il reclutamento che c’è stato negli anni e che ha portato anche una nuova generazione a costruire una burocrazia più efficiente, debba puntare a reclutare dall’esterno i soggetti che poi tradurranno questa governance.

Tuttavia dicevo che questo tipo di impostazione del progetto di legge, seppure fa fare dei passi avanti alla Regione, non introduce quegli elementi di regolazione moderna delle funzioni dei servizi e delle attività come, ad esempio, l’utilizzo di agenzie. L’Agenzia, ripeto, dello sviluppo proposta dal consigliere Principe aveva questo fine, questo obiettivo di dare coerenza ed efficienza ed anche una gestione unitaria ad un settore che, altrimenti, distribuito tra più soggetti istituzionali di diversi livelli e di diverse appartenenza, rischia di confliggere o di non produrre risultati che in qualche maniera si volevano dare.

Ecco, questo è il motivo per cui noi in Commissione – voglio sottolinearlo – abbiamo anche garantito il numero legale, indipendentemente dalla valutazione circa la scelta del voto che sarà annunciata dal capogruppo in sede di dichiarazione di voto; voglio sottolineare per i colleghi che non erano in Commissione a beneficio della stampa che solo grazie alla presenza della opposizione in prima Commissione abbiamo potuto approvare, si è potuto approvare venerdì il testo di questa proposta di legge, perché la presenza della opposizione era determinante ai fini del numero legale.

Accanto a questo credo che ci sia da evidenziare una sorta di sottovalutazione di quello che è l’impatto complessivo di questo tipo di riforme.

Limitarsi semplicemente ad immaginare di tagliare qualche indennità, di ridurre qualche stipendio se da una parte è un fatto giusto ed obbligatorio, rispetto al quale nessuno di noi si vuol sottrarre, dall’altra parte rischia di mettere in ombra quello che è l’obiettivo fondamentale che un ente deve avere.

Ora io non ho capito sinceramente e capisco lo sforzo e l’intendimento che, ripeto, condivido ma ho qualche dubbio sulla reale governance e sulla efficacia di questa governance a livello centrale presso l’assessorato perché di fatto nella discussione in Commissione è emersa l’idea di qualcuno – Magno ed altri – che ci dovesse essere una stretta vicinanza di questi nuovi soggetti e della direzione generale di questi nuovi soggetti con i dipartimenti e con gli assessorati; noi siamo convinti che tutto ciò produrrà un processo di individuazione di scelte appropriate e corrette, ma allontanando le decisioni dai territori non sarà un processo di alienazione dai fini principali e tipici dell’azione amministrativa?

PRESIDENTE

Consigliere Naccari Carlizzi, siamo a 13 minuti.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Bene, su questo se noi applicassimo l’economia che il Presidente pone nella discussione in Aula, nella discussione generale che dovrebbe essere l’attività istituzionale nostra per la quale anche qui veniamo pagati, all’efficienza degli enti probabilmente una riflessione in più su questo l’avremmo fatta.

Per concludere, ieri ho sentito con grande attenzione la relazione del relatore Grillo e del sottosegretario Sarra che, ad un certo punto, addirittura si è rifatto al Papa Emerito Ratzinger parlando di questo famoso discorso tenuto, credo, a Berlino e rivolto alla politica. Quello è un discorso di apertura e di dialogo che è lo stesso che abbiamo inteso anche nella Conferenza dei capigruppo oggi e nelle due Commissioni dove, credo, abbiamo dato un contributo utile pur non condividendo per certi versi come è stato tradotto l’impianto della riforma, condividendone l’esigenza ma non l’impianto.

C’è poi il discorso di Ratisbona di Ratzinger che, invece, ha creato estreme divisioni sia nel mondo cattolico sia al suo esterno. Ebbene mi pare che nella maggioranza sia ancora presente questa sorta di dualismo, di strabismo tra chi vuole puntare ad un dialogo con l’opposizione per raggiungere determinati testi che siano veramente utili fino in fondo alla Calabria e chi, invece, vuol liquidare attraverso processi frettolosi ed in qualche maniera non sufficienti questo tipo di scelte.

Noi con alcune proposte di emendamento abbiamo cercato, e cerchiamo ancora nonostante tutto, un minimo di dialogo che possa migliorare ulteriormente questa legge. Quegli emendamenti che abbiamo presentato possono essere uno spunto di discussione nel senso che siamo disponibili affinché parte di questi emendamenti siano utili ad un successivo ritorno magari ad opera anche della Giunta regionale per discutere e completare il processo di riforma.

Riteniamo, quindi, che questo processo, seppur meritevole di attenzione e del nostro contributo, non risolva i problemi della Calabria e, da ultimo, siamo assolutamente contrari a quella sorta di Agenzia di marketing che è proposta perché riteniamo che la Calabria abbia bisogno di produzione, di servizi, abbia bisogno di innalzare gli standard, abbia bisogno di efficienza, abbia bisogno di tagli - qui ce ne sono alcuni ma tanti altri se ne possono porre - ma non abbia bisogno di produrre una attività di marketing senza l’attività essenziale e principale; altrimenti cadremmo in quella sorta di sindrome del “cacao meravigliao” in cui Arbore propagandava un prodotto che non esisteva. La pubblicità è stata enorme, in tutta Italia c’è stata una grande disponibilità alla ricerca del prodotto che non esisteva.

Noi vogliamo migliorare il prodotto affinché questo prodotto abbia il giusto affaccio sui mercati.

Avremmo gradito una maggiore ed una corale disponibilità da parte della maggioranza.

Tuttavia vedremo, nel corso della discussione, sui singoli emendamenti se prevarrà un desiderio non tanto di corrispondere alle proposte dell’opposizione ma di corrispondere alle esigenze della Calabria per il tramite delle singole proposte che l’opposizione pone in essere.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano per il gruppo Italia dei valori. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. Devo dire che sia oggi nella Conferenza dei capigruppo ma già nella seduta della prima Commissione c’è stato un lavoro anche apprezzabile di confronto sereno su una riforma tanto attesa.

Noi avevamo all’inizio della legislatura invocato e fatto appelli affinché ci fosse questo percorso che in qualche modo non fosse esclusivamente figlio del risparmio importante ma di una impostazione diversa, di una diversa architettura di questa Regione, di una architettura che disegnasse un ente efficiente di programmazione, che si liberasse di una sorta di centralismo gestionale che spesso ha anche soffocato i rapporti col territorio e con gli enti sottoordinati.

Devo dire che si arriva dopo tre anni in quest’Aula a discutere sulla scorta di una precisa norma nazionale figlia della “spending review” che ha imposto termini e percorsi precisi con i quali questa maggioranza si è dovuta confrontare.

Si arriva, dopo tre anni, con un provvedimento che, però, a nostro avviso non è esauriente e non traccia un solco preciso per cambiare, per ridisegnare questa Regione, per dare quelle risposte che il territorio, che la gente, che i calabresi si attendono.

Certamente c’è anche un lavoro apprezzabile, un lavoro che darà delle risposte.

Noi certamente avremmo voluto che ci fosse un provvedimento più incisivo, avremmo voluto e l’abbiamo fatto non sottraendoci con la presentazione di emendamenti nel merito dei quali si discuterà. Avremmo voluto un provvedimento più deciso, più coraggioso, più incisivo, un provvedimento che, invece, oggi ci dice che questa Giunta ha voluto realizzare un restilyng all’insegna di un riaccentramento, di un centralismo alle volte anche selettivo, lasciando in piedi degli organi che hanno drenato consistenti risorse e che spesso sono in conflitto stesso con l’ordinamento della Regione, con i dipartimenti.

Si sono fatti dei passi indietro rispetto allo stesso provvedimento che la Giunta regionale aveva proposto: rientra dalla finestra “Calabria Etica” che era stata riordinata col precedente provvedimento; si lascia e si rafforza “Calabria Lavoro” sottraendo spazi e compiti importanti che il dipartimento deve compiere e deve svolgere.

Abbiamo voluto con un emendamento accolto in sede di Commissione e con altri emendamenti, che saranno discussi, ulteriormente rafforzare questo percorso. Ci sono delle valutazioni sui risparmi che, francamente, a parte la quantificazione inerente i consigli di amministrazione che vengono soppressi, non contengono una proiezione al futuro, rispetto a quello che con questo provvedimento si riuscirà a realizzare, non solo in termini di risparmi, ma di efficientamento e di risposta che questo provvedimento dovrebbe avere, essendo una riforma che, come tale, deve avere un orizzonte molto ampio, un orizzonte da realizzare nei prossimi 10-15 anni.

Si mettono dentro le Aterp, enti ausiliari e non strumentali. Si tentano delle correzioni complicando addirittura l’essenza stessa di questi importanti organismi.

Sulle Asi si fa una operazione superficiale. Si poteva meglio immaginare una riforma che desse più respiro ed io lo richiamerò poi con un emendamento e faccio appello affinché la Giunta regionale, su questo, realizzi quel percorso che era stato già tracciato: il riconoscimento per le Asi dell’organismo intermedio rispetto anche a precise indicazioni di regolamenti comunitari. Ciò darebbe alle Asi un ruolo più centrale e da protagonista nell’ambito della realizzazione di progettazioni integrate comunitarie.

Su queste cose non ci siamo sottratti; abbiamo presentato i nostri emendamenti, discuteremo ed abbiamo dato il nostro contributo.

Certamente ci sono tante ombre in questo provvedimento. Ho accennato a “Calabria Etica” e a “Calabria Lavoro”. Addirittura si fanno rientrare, con emendamenti che la maggioranza ha proposto in queste ultime ore, anche Comalca, Comac, l’Ente Fiera cioè enti che sono stati di spesa e di sprechi con pesanti passività.

Soprattutto non si toccano alcune cose. Si farà alla chetichella e rimane in piedi per esempio la partecipazione che questa Regione avrà nella “Stretto di Messina” che non ha più ragione d’essere e voglio ricordare anche gli sprechi che sono stati realizzati con alcuni bandi che hanno portato ad una spesa ingiustificabile per fare della formazione non chiara attraverso la “Azienda Calabria Lavoro” su delle professionalità altrettanto dubbie che avrebbero dovuto concorrere al processo della costruzione del Ponte, un Ponte che ormai tutti hanno archiviato, anche l’Unione europea e lo stesso Governo nazionale.

Su queste cose credo che ci sarebbe voluto più coraggio e decisione. Devo dare atto negli ultimi giorni che c’è stato un confronto sereno e costruttivo e spero che ci sia la possibilità con i singoli emendamenti di porre dei correttivi per fare qualche ulteriore passo in avanti rispetto ad un provvedimento così importante e così atteso rispetto al quale noi manifestiamo la nostra insoddisfazione perché altro avrebbe voluto la portata di una riforma così attesa.

Chiudo rimandando poi ai singoli emendamenti per un più puntuale confronto e una più puntuale illustrazione, per ragionare e continuare - così come abbiamo fatto in queste ore in Conferenza dei capigruppo e nella Commissione – a dare il nostro contributo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli per il gruppo Misto. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Senza dubbio, oggi ci troviamo di fronte a un passaggio molto importante, perché per la prima volta in questa Regione si mette mano a un processo di riordino o, comunque, di ridimensionamento dei vari enti sottoposti al controllo della Regione; enti che rappresentano un aspetto importante della vita regionale stessa, rappresentano anche, in termini simbolici, la cartina di tornasole di quello che è il volto di un’amministrazione regionale. Dico questo perché il passaggio che oggi affrontiamo con questo punto all’ordine del giorno è di fondamentale importanza, soprattutto per la complessità dell’atto stesso, in modo particolare per la necessità, secondo me – consentitemi – più che finanziaria e di normativa, di buon funzionamento di enti che per anni – e su questo non concordo con l’amico Naccari Carlizzi – purtroppo, hanno funzionato malissimo, dando l’impressione non solo a chi stava nella politica, ma all’intero popolo calabrese, di serbatoi di nullafacenti o di fannulloni che hanno sperperato parecchi milioni di euro, non adoperandosi per il bene comune, in assenza, forse, di una linea guida a livello di amministrazione.

Sappiamo benissimo quante volte si sono dovuti fare i salti mortali, quasi di fantasia, in Commissione bilancio, ad ogni seduta di approvazione del bilancio preventivo, per cercare di reperire risorse di qualsiasi genere - proprio con grande fantasia e anche con grandissima difficoltà - per poter quantomeno assicurare i primi sei-sette mesi di stipendio alle persone che in questi enti rivestivano a vario titolo ruoli diversi.

Quindi, caro sottosegretario Sarra, è apprezzabile il lavoro fatto perché era doveroso, perché la normativa lo impone nell’ambito di quello che deve essere un ridimensionamento della spesa – era ovvio – ma era ancora più doveroso per cercare di affrontare in maniera più esaustiva, oserei dire – consentimelo – la problematica sotto l’aspetto della buona funzionalità dell’ente. Noi apprezziamo, anche perché obbligati e vincolati, questo ridimensionamento dei vari enti. Apprezzo anche l’accentramento, per alcuni aspetti, solo valutandolo da un punto di vista finanziario, rigorosamente finanziario e ragionieristico.

E’ ovvio che qua non si tratta di una legge esclusivamente rivolta al riordino, per l’impostazione che le è stata data e per qualche novità che c’è; non si tratta solo di riordino, in qualche caso – basta vedere, mi sembra, l’articolo 10 – si tratta dell’istituzione di una nuova azienda – attenzione – di tipo strumentale che avrebbe dovuto avere, a latere, un testo di legge ben specifico, prima di essere inserita all’interno di questo riordino e, ancora di più, prima di incidere sulla famosa Film Commission; a tal proposito, benché diciate che Film Commission venga in parte annullata, in realtà la spesa la porta tutta intera, assorbita dal nuovo ente di cui noi non abbiamo contezza. Cari amici consiglieri, oggi approviamo l’istituzione di un’azienda di promozione turistica di cui non abbiamo contezza, non conosciamo il punto di inizio e il punto di arrivo, sappiamo che può trattare di tante cose e, molto probabilmente, avrebbe avuto la necessità di poter in maniera preventiva avere un testo di legge specifico come quello dell’Afor che presenteremo venerdì; solo in quel modo potremmo capire qual è la dotazione finanziaria, quindi qual è la spesa, quali organi monocratici, visto che questo settore, quello del turismo, ancora oggi non ha un assessore e visto che l’assessorato al turismo ha anche un dipartimento, il dipartimento turismo, che, in fin dei conti, dovrebbe occuparsi anche e soprattutto di brand e di promozione turistica a 360 gradi.

Ripeto, è apprezzabile lo sforzo, perché era necessario, perché i conti, purtroppo, non tornano perché anche sul risparmio manca un parere tecnico-finanziario che non è venuto perché non siamo nella possibilità, oggi, in maniera chiara e tranquilla, di capire questo ridimensionamento a quale tipo di risparmio porti.

Il punto più importante – lasciatemelo dire – è che il riordino va bene, ma riguarda solamente il contenimento della spesa, di tipo finanziario. Da un punto di vista della funzionalità, secondo me i problemi che c’erano prima ci saranno anche oggi: mi riferisco alle Aterp, che prima erano cinque e oggi si riducono ad una. Sono d’accordo, perché è anche vero che forse bisognava, a latere di questa impostazione, caro sottosegretario Sarra, con un piccolo passaggio – dal mio punto di vista – eventualmente intrecciare, al di là del distretto provinciale di Cosenza, di Reggio, eccetera, un rapporto più forte, più stretto anche carico di responsabilità verso i Comuni. Infatti, nel momento in cui noi allontaniamo il cervello dal territorio e quindi dalla possibilità di sapere in tempi certi e reali quello che succede in un lontano pezzo del nostro territorio calabrese, è ovvio che, molto probabilmente, le problematiche che le Aterp avevano prima, oggi non vengono superate in termini di funzionalità, ma andranno ulteriormente ad esasperarsi.

Bisognava, forse, puntare più su un tipo di raccordo con i Comuni per poter scaricare determinate competenze e rendere questa Aterp più funzionale, più programmatoria, più in termini di controllo che in termini di agire.

Qui sta l’essenza di un riordino che non può essere solo di tipo finanziario e ragionieristico, ma doveva puntare soprattutto a superare questi stati di fatto che, purtroppo, da anni ci portiamo dietro e che con questa legge, molto probabilmente, su determinati settori non riusciremo a superare.

Stessa situazione per le Asi: avete fatto bene a ridurle da cinque ad una e – diciamolo con estrema franchezza – gli stipendi di molti di questi direttori generali erano esagerati, cioè qua si parla male – e mi riferisco ai politici – della politica che costa troppo ed in realtà abbiamo funzionari in questi enti che per anni hanno percepito – ancora oggi, molto probabilmente – stipendi che triplicano o quadruplicano lo stipendio del consigliere regionale. Nessun giornalista, però, ha mai messo in evidenza questo, come se la responsabilità… E’ ovvio che è responsabilità della politica che non riesce neanche a dare il giusto livello a certi stipendi, ma bene avete fatto, perché in questo modo c’è stato veramente sull’Asi il contenimento della spesa. Sperò vivamente, però – caro sottosegretario, ti chiedo scusa, mi dovresti seguire un attimo, capisco che il direttore Zoccali è importante, ma un passaggio me lo devi consentire, parlando delle Asi –, perché ne abbiamo parlato in Commissione bilancio, che questo ridimensionamento di incarico prestigioso ben remunerato - visto che la normativa è un po’ contraddittoria nella legge - possa essere veramente sostanziale e definitivo.

Mi spiego meglio: i direttori generali, da cinque, si riducono ad uno, gli altri quattro non possono rimanere con lo stesso stipendio, anche se andranno a svolgere funzioni dirigenziali nelle Province, perché al comma 4 dell’articolo di cui abbiamo discusso c’è la possibilità di creare un contenzioso di tipo giuridico; paradossalmente, puntiamo a un ridimensionamento e quindi a un abbattimento della spesa e non vorrei che poi convivano due elementi contrastanti, sa meglio di me che nelle norme di legge spesso l’interpretazione diventa padrona.

Là andava fatto, molto probabilmente, un chiarimento.

Aggiungo: è ovvio che noi pensiamo di superare, di migliorare la funzionalità delle Asi, che dovrebbero rappresentare veramente una punta di diamante. Noi dovremmo copiare dal modello irlandese, dove, costituendo un’agenzia unica regionale con sportelli specifici alle imprese, noi potremmo veramente fare quella promozione di tipo industriale, non solo turistica in questo caso, mettendo a disposizione le migliori intelligenze, non solo i terreni, ma anche quella che è la necessaria informativa per chi vuol fare impresa sia dal punto di vista della burocrazia sia dal punto di vista dell’incartamento e quant’altro; tutti quei servizi annessi e connessi che l’imprenditore, l’impresa trova andando girando non fra mille uffici, ma concentrandosi esclusivamente su un singolo ufficio o, meglio ancora, riducendolo ad un singolo sportello, per evitare quelle lungaggini burocratiche che fanno passare la voglia in Calabria, e non solo in Calabria, ma purtroppo in gran parte dell’Italia, di fare impresa.

Caro sottosegretario, diceva giustamente “una quota si risparmia d’emblée, nel momento in cui andiamo a contrarre gli incarichi” – ed è giusto – però un’ulteriore quota aggiuntiva, il 4, il 5, il 6 per cento, anche il 10 per cento, dico io, sta alla buona organizzazione e alla buona funzionalità, all’efficienza di cui lei parlava e che sarebbe stata quantificabile nel momento in cui ci sarebbe stato un maggior approfondimento;

Le dirò di più: sono convinto che questa legge non possa considerarsi un punto di arrivo, lo definirei un punto di partenza buono, positivo, perché quantomeno si è messo mano al comparto finalmente – va beh – per addivenire, poi, per singolo caso specifico, per singolo ente ad una definizione mirata di quella che deve essere l’organizzazione interna, la funzionalità, i servizi che debbono offrire, per poterli rendere produttivi e collaborare con il governo e con il Consiglio regionale al raggiungimento di obiettivi che interessano la collettività calabrese; altrimenti oggi faremo soltanto una bella passeggiata, marketing di tipo politico, senza raggiungere di fatto nessun risultato apprezzabile.

Lo considero – e da qui c’è, quindi, questo plauso – il punto di partenza di un percorso che dovrà approfondire meglio determinati aspetti, entrando nel merito delle leggi, perché qua non si tratta di un semplice riordino di tipo strutturale, ma di un riordino complesso di tipo sostanziale che, entrando ente per ente, vada a modificare nella sostanza, creando la necessità di creare leggi specifiche per ogni singolo ente.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola per discussione generale che possiamo, pertanto, considerare completata. Possiamo procedere con l’articolato.

Prima di procedere con l’esame degli emendamenti e dell’articolato la parola va al presidente della Giunta regionale, Scopelliti.

Prego i colleghi di prendere posto.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Ovviamente il ringraziamento mio personale va al sottosegretario Alberto Sarra che ha lavorato in questi ultimi 10 mesi assiduamente alla proposta che oggi è oggetto di discussione in Aula e lo ha fatto impegnandosi non poco per arrivare in Aula con una proposta che azzera, che accorpa, che taglia enti ed aziende e che, quindi, riduce anche gli spazi di manovra della politica, come dimostrazione di una poca necessità di una certa politica di dover occupare spazi, bensì di andare incontro alle esigenze di queste nuove stagioni, all’esigenza di riorganizzazione e soppressione di quegli enti e quelle strutture che, ovviamente, al di là dell’aspetto o della forma giuridica, non hanno prodotto i risultati sperati e quindi non hanno raggiunto gli obiettivi previsti.

Vi è stata la necessità da parte dell’amministrazione di porre fine a tutta una serie di esperienze, che nel gergo comune sono state accomunate ad una sorta di carrozzoni, che forse sono state poco utili al funzionamento della buona amministrazione e, forse, lo sono state di più alle esigenze clientelari della politica.

Noi con questo provvedimento di oggi poniamo fine a questo tipo di esperienza. Così come ha detto nella sua relazione il collega consigliere Grillo che ha assolto anche al compito del presidente Caputo della prima Commissione, questo provvedimento ha un risvolto che è quello al di là del buon funzionamento e del nuovo funzionamento della riorganizzazione del sistema anche di un risparmio.

Sono state già quantificate le risorse che, ovviamente, nel tempo saranno risparmiate e che, credo, rispondano, al di là di una esigenza di risparmi, di spending review e della stagione legata ai tagli, ad una chiara ed evidente strategia messa in campo con questo testo che è quella di ridisegnare gli enti di appartenenza della Regione o tutti gli enti che a vario titolo danno un contributo alla macchina amministrativa e danno un supporto alle azioni che la Regione mette in campo.

La filosofia che ha guidato questo documento, quest’atto, è stata quella di individuare per aree omogenee degli enti, delle aziende in grado di supportare i dipartimenti e quindi l’obiettivo è stato quello di riuscire a recuperare anche la capacità di distinguere bene chi fa e che cosa e cercare di dare ruoli e competenze per incanalarci su una nuova stagione.

Noi sappiamo molto bene che, al di là di tutto, abbiamo una nuova sfida che è quella del 2014-2020 rappresentata dai nuovi fondi comunitari. Riuscire quindi a mettere in campo, quasi con un anno di anticipo, delle strutture, che domani potranno diventare un supporto ancora più concreto per l’utilizzo delle risorse, è per noi sicuramente uno strumento utile a raggiungere quell’obiettivo.

Abbiamo bisogno – spero ovviamente di no – del voto favorevole dei due terzi dei consiglieri. Cioè non abbiamo bisogno di un’Aula che su questi argomenti si divide. L’auspicio che ho manifestato ieri sera anche nel mio intervento, anche con l’allungamento dei termini per la presentazione degli emendamenti, era ed è ancora oggi quello di trovare in Aula insieme ai colleghi della minoranza la capacità e la necessità di condividere un testo.

Le riforme quando si fanno ed hanno una partecipazione ed una condivisione ampia non rappresentano una sorta di larghe convergenze o comunque una soluzione di larghe intese come può essere oggi in riferimento ai Governi nazionali e così via, ma è una condivisione legata ad un testo che probabilmente rimarrà per i prossimi 10-15 anni come riferimento per i cittadini e per le istituzioni.

Quale migliore occasione per recuperare un contributo ed una partecipazione attiva anche di quei consiglieri di minoranza di quei gruppi che magari possono portare e mettere in campo delle idee in grado di far funzionare ancora di più e meglio queste realtà.

Lo abbiamo fatto ieri sera, l’ho fatto personalmente oggi partecipando parzialmente alla seduta dei capigruppo. Spero che il segnale che abbiamo dato venga raccolto perché significa che potremmo approvare queste riforme all’unanimità.

Faccio ancora una volta appello alla sensibilità dei colleghi consiglieri perché oggi la politica diventerà più forte se darà un segnale in tal senso.

Noi siamo proiettati sull’idea di dover innovare, di dover cambiare, al di là di quello che a volte appare attraverso quella sorta di stampa faziosa guidata dagli stessi che hanno condotto le cose più vergognose in Calabria. Cioè quelli che hanno fatto le più grandi vergogne in Calabria dicono alla stampa se c’è, magari, una situazione di difficoltà dentro un contesto, pensando di poter parare le loro nefandezze addebitando agli altri le scelte di carattere politico che, magari, emergono all’interno di una coalizione.

Rispetto a questo ritengo che sia necessaria la capacità di trovare uno strumento in grado di offrire una valutazione al cittadino e di dimostrare che la politica riesce su scelte importanti come queste a trovare un segnale di unità.

Credo sia un appello utile per il territorio, che dà serenità anche ai cittadini e che soprattutto rende nobile anche la scelta che fa la politica cioè comprendere che, in un momento particolare come questo, con quanto accade nel Paese, la politica responsabilmente condivide una scelta e dà dei segnali di grande coesione. Non dico segnali di grande coesione, dico che sono segnali di grande maturità perché non è tanto il problema del testo nel suo insieme, che è ampiamente condiviso dai colleghi del centro-sinistra, ma vorremmo che i colleghi del centro-sinistra condividessero l’articolato nel suo complesso, voce per voce e paragrafo per paragrafo, capitolo per capitolo ed articolo per articolo. Perché poi alla fine questo diventa.

O comunque se non dovessero condividere questo impianto nell’articolato così com’è che dessero un contributo attraverso gli emendamenti che siamo pronti a recepire.

Oggi tutti condividiamo che bisogna rivisitare e ridimensionare lo strumento delle Aterp. Tutti condividiamo che dobbiamo discutere di come far funzionare meglio le aree di sviluppo industriale. Tutti condividiamo che Field non ha più motivo d’essere perché è un doppione di “Azienda Calabria Lavoro”. Tutti condividiamo che non ci vogliono 10 parchi marini ma ne basta uno che governa e disciplina tutte le attività. Tutti condividiamo che sia necessario metter da parte le tensioni che si sono create sull’Afor e mettere in campo la soluzione per l’Afor dei consorzi, delle comunità montane che nella seduta del 3 maggio speriamo di approvare. Tutti condividono il fatto che i Consorzi di bonifica – lo faremo come Giunta – non siano più 11 ma che siano decisamente ridimensionati, perché sono un altro contesto clientelare, poco consono rispetto agli obiettivi che ci siamo posti ed in cui ci sono persone che percepiscono risorse a iosa e che non producono gli effetti che noi auspichiamo, attraverso quel dettato che è stato messo in campo.

Se questo è il presupposto che muove una classe dirigente politica credo che ci siano tutti gli elementi – al di là poi della fase dell’articolazione e dell’attuazione di questi percorsi – per dire che è necessario mettere in campo uno strumento che consenta di dir “basta”.

Perché? L’ho detto e lo ribadisco: perché dobbiamo porre fine anche noi alla stagione.

Prima dicevamo che, qui, tutti quanti abbiamo dimostrato ancora una volta che siamo stati anticipatori rispetto alla spending review deii temi dei costi della politica. Qualcuno dice “potevate fare di più” e certo sulle tasche e sulla pelle degli altri tutti possono fare di più. Vorrei dire a tutti quelli che dicono queste cose quanto percepiscono di stipendio, perché i loro stipendi non sono mai stati toccati.

Per carità, la politica ha un costo ed è giusto che quel costo sia rispettato. Qualcuno lo ha ricordato qualche settimana fa, qualche collega consigliere, che ringrazio, ha detto “tre anni fa avevi detto: tagliamoci gli stipendi del 40 per cento”. Avremmo anticipato ancor di più quel che ha fatto il Governo Monti invece di fare un taglio che era, secondo tanti, giusto e doveroso.

Però sotto questo punto di vista si guarda la politica e nel fare questo, in questa stagione di antipolitica, si arma la mano di persone che possono essere arrabbiate, squilibrate, portatrici di odio e che provocano ciò che è stato generato qualche giorno fa a Roma.

Quando una persona disperata dice “volevo colpire un politico” è ciò che non più tardi di 20 giorni fa avevo detto in una conferenza stampa a Catanzaro. Quando diciamo che ci sono dei consiglieri indagati e non diciamo chi, abbiamo armato la mano della disperazione della povera gente che individua la politica come responsabile di tutto.

Però se poi andiamo a commisurare quanto prende il Presidente della Regione, sicuramente ben pagato come tanti altri consiglieri, rispetto però a quanto prendo un direttore generale delle aree di sviluppo industriale si scopre che quest’ultimo prende il doppio di noi al lordo, quasi; forse ci sono delle responsabilità distanti e diverse, però non si comprende che il problema vero non è la politica in sé perché riducendo il costo della politica si possono risparmiare magari 500, 800 mila euro o il milione di euro come abbiamo dimostrato, il milione e mezzo.

Il problema vero non è la politica in sé in senso stretto ma il problema vero è tutto ciò che vi ruota intorno, che non serve in maniera autentica al ruolo della politica oggi, né tanto meno ieri, perché poi quelli che sono i nominati tante volte non vogliono abbandonare mai le poltrone perché si sentono legittimati dai concorsi, diciamo così, come gli enti pubblici. Si sentono vincitori basta guardare quello che è accaduto all’area di sviluppo industriale di Reggio Calabria dove c’è un Presidente che dopo due mesi dalla nostra vittoria venne alla Regione per dire “io sono pronto a stare con voi” e gli è stato detto “tu stai dove sei sempre stato, stai dalla parte opposta e continua a stare da là”.

Quindi, di fronte a questo tipo di scelte, se noi avessimo detto sì, sarebbe stata l’ennesima riprova di chi, una volta che cambiano i governi, cambia le casacche. A noi queste cose non sono mai state gradite perché noi preferiamo la linearità, il coraggio e la coerenza degli uomini.

Altra cosa è poi chi è vincitore di un concorso che non deve rispondere a noi ma deve rispondere alle istituzioni che rappresenta. Lì non c’è il diritto alla casacca ma c’è il diritto al dovere, al ligio dovere del servire le istituzioni.

Sono state create le stagioni in cui, come fanno altri livelli di governo molto più avanzati del nostro, si attua lo spoil system e chi vince sceglie con chi governare. Se dovessimo guardare a ciò che è stato fatto nel passato avremmo la stessa identica riprova che laddove è possibile si mettono gli uomini di fiducia preparati e competenti in grado di essere in grande sintonia con il percorso, le idee e l’indirizzo che noi diamo.

Abbiamo avuto prova e riprova che in tante circostanze c’è stata gente che ha governato degli enti e che andava nella direzione opposta all’indirizzo della politica e di chi ha il compito di governare una Regione.

Ciò non giova a nessuno ed è legittimo tutto questo urlare allo scandalo. Forse dovevano gridare allo scandalo quando c’erano illustri giornalisti che guidavano le gare all’interno della sanità, quando molti si sono arricchiti alle spalle dei calabresi non offrendo un contesto sanitario adeguato che è il frutto che noi oggi paghiamo, lo scempio e lo sperpero di risorse pubbliche.

Tutte queste cose sono un esempio lampante di ciò che ruota attorno alla politica e che ancora oggi, a distanza di anni, cerca di tener saldo il posto che occupa questa realtà.

Oggi invece, noi vogliamo porre fine a questo tipo di esperienza cercando di rimodulare e metter in campo un percorso capace di affrontare seriamente una stagione di inversione di tendenza e di cambiamento.

Ecco perché oggi arriviamo in Aula con le riforme, ecco perché vogliamo farlo oggi e non c’era necessità, contrariamente a quanto hanno chiesto alcuni colleghi, di rinviare di altri 20 giorni.

Si tratta di un’idea che nacque a Camigliatello dove andammo come consiglieri regionali a tenere una due giorni con tanto di testo, depositato dopo una serie di provvedimenti e di consultazioni a dicembre, e che giace da dicembre in Commissione.

Il testo poi è stato rimodulato, cambiato ma nell’impianto, benché sia stato migliorato, è rimasto identico. Un testo, quindi, che aveva già una sua logica e tracciava già il percorso che avevamo ipotizzato.

Queste sono le scelte che, secondo noi, oggi la politica non può sottovalutare. E se ci sono ancora scelte che dobbiamo fare nei confronti della politica stessa siamo pronti a farle; se serve siamo pronti anche a fare altro ma dobbiamo considerare, come ha detto consigliere Grillo, come ha detto anche il sottosegretario Sarra in altre circostanze, “corriamo il rischio” di ottenere un risparmio di milioni e milioni di euro, cinque volte superiore ai risparmi derivanti dai tagli ai costi della politica che molti hanno sempre auspicato. Tutto questo riduce gli spazi, offre delle argomentazioni nuove e dà strumenti per far bene e sicuramente meglio rispetto al passato.

La politica rispetto a questo non può non assumersi le proprie responsabilità. Oggi il segnale più bello che si possa offrire al cittadino calabrese, interessato o non interessato, è quello che un’Aula alla unanimità accolga un provvedimento, lo approvi e lo rimetta alla valutazione del cittadino, lo offra come strumento di analisi per capire se abbiamo fatto bene, se trova condivisione. Ci sono scelte che sono importanti che sono poste all’attenzione.

Si era parlato anche delle Aterp. Ma voi pensate veramente che nelle Aterp possiamo avere il direttore generale o il commissario che percepisce quelle somme sicuramente importanti? Che noi possiamo avere i direttori amministrativi che percepiscono somme importanti? I direttori tecnici che percepiscono somme importanti per cinque province? Già rispetto all’Aterp parliamo di un ente che produce un minimo di risposta perché, bene o male, se c’è un problema in una colonna montante in un paesino in cui ci sono le case popolari teoricamente l’Aterp dovrebbe intervenire e spesso lo fa e dà una risposta; parliamo di un ente che, comunque, in parte incide sui bisogni della gente. E’, quindi, un ente che andrebbe - proprio come abbiamo immaginato noi - rafforzato, potenziato e reso ancora più dinamico.

Le Aterp hanno tre revisori dei conti, il nucleo di valutazione, il comitato tecnico composto da cinque persone, il comitato di assegnazione alloggi composto da 7 persone anche queste a carico della Regione.

Sono strutture ormai inutili perché servono solo a rallentare le procedure, a regalare nuovi posti che dovremmo assegnare noi e che magari qualcuno ci contesterà perché qualcuno era ex assessore del Pdl, o qualcun altro è amico personale del Presidente come se – vergogna ci vuole quando si dicono queste cose – , quando governavano gli altri, fossero tutti del Pdl i nominati.

Bisognerebbe avere vergogna a dire queste cose e a enfatizzarle perché abbiamo prove e testimonianze che sicuramente sono la chiara ed evidente capacità della politica di mettere persone di cui si ha fiducia, che hanno un certo curriculum che offre delle garanzie e delle professionalità.

Vorrei vedere chi è quel politico che dice “io ho nominato nel ruolo di fiducia tutta gente che era dalla parte opposta culturalmente” anche perché noi non è che chiediamo prima “di che partito sei”.

Ci sono oggi tante dimostrazioni di persone che stanno nei ruoli in cui stanno e che certamente non hanno una tessera di partito ma hanno una competenza che garantisce l’attività, la dinamicità e quindi i risultati di una amministrazione, di un ente. Questo è veramente assurdo, dover scadere nella polemica becera ed infantile rispetto a quello che produceva la Calabria, affari, mazzette, logiche perverse, situazioni imbarazzanti, commistioni tra politica parte del giornalismo calabrese, situazioni imbarazzanti su tanti livelli ed oggi, perché magari c’è qualche amico nominato in qualche ente o magari delegato a far qualcosa, tutto questo sembra che faccia urlare allo scandalo.

Siamo seri! Guardatevi per un attimo allo specchio ed incominciate a dire che forse il modello che abbiamo abbandonato e che oggi vogliamo chiudere è un modello che non produce nessun effetto, che ha prodotto soltanto situazioni di rallentamento, non di adeguamento alla buona politica e che noi vogliamo offrire le valutazioni di una capacità della politica di intervento su queste materie.

Allora l’articolo 10, che prevede l’istituzione della nuova Agenzia di marketing,  è l’unico articolo che dovrebbe essere votato con la maggioranza dei due terzi dell’Aula, quindi dell’assegnazione dei consiglieri, e se i colleghi della minoranza decidono di non votarlo noi siamo pronti ad abrogarlo.

Però quell’articolo consente di istituire un organismo nuovo che è in grado di gestire e governare – qui è la strategia che noi abbiamo messo in campo – una struttura che in maniera unitaria raccoglie tutte le risorse del bilancio regionale e quelle future del Por 2014/2020 soprattutto, risorse importanti in termini di promozioni e di operazioni di questa natura che sono finalizzate a collegare il tutto ad un’unica strategia di promozione, quindi di valorizzazione. Vi è l’idea di stimolare attraverso il brand Calabria tutte quelle situazioni che possono creare attrazione verso il nostro territorio e verso la nostra regione.

Mi guarderei bene dal bocciare o dal revocare questo articolo perché faremmo un male alla regione non faremmo un male ad una parte politica.

Questo è un po’ il ragionamento che ha guidato tutti quanti noi in questi mesi. Come avete visto non abbiamo guardato in faccia al fatto che lì ci fosse il politico caratterizzato o che non ci fosse, abbiamo detto “si taglia” e quando si taglia, si taglia tutto.

C’è una posizione che vorrei spiegare che è quella della Fondazione Etica che abbiamo deciso di non chiudere perché in questo momento può continuare ad assolvere - se meglio organizzata e se ben strutturata – una funzione importante sul territorio. Così come è per tante altre realtà, la Fondazione Etica è nata con nobili ambizioni, con l’idea di rappresentare uno strumento utile sui bisogni delle fasce più disagiate e più deboli.

Se la Fondazione non perderà questa sua grande capacità, in questo momento può continuare ad assolvere ad una funzione straordinaria. Ecco dove ci siamo, per un attimo, fermati rispetto ad una procedura di azzeramento totale di questa realtà.

Dopo di che, in questo testo c’è tutto quel che noi abbiamo immaginato, tutto ciò che ci ha lasciato per un attimo riflettere sulla filosofia di una impostazione che spero, ancora una volta dopo averlo fatto anche in Conferenza dei capigruppo, possa trovare la sensibilità da parte dei colleghi della minoranza per dimostrare che sui grandi temi, sulle grandi iniziative che riguardano la Regione non c’è una filosofia che guidi un gruppo dirigente ma una capacità della politica nel suo insieme di gestire e governare questi processi, per restituire al cittadino calabrese la consapevolezza e la certezza che una classe dirigente su cose di particolare e delicata importanza si sa ritrovare, sa discutere e sa condividere.

PRESIDENTE

Concluso il dibattito generale, passiamo all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 2 c’è un emendamento con protocollo numero 19565, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Sono abrogate le lettere f) ed l)”.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Parere favorevole del Governo relativamente alla lettera f).

PRESIDENTE

Mentre alla lettera l) no?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

No.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole con quella limitazione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 19565, come modificato.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19387, a firma del consigliere Giordano: “All’articolo 2, comma 2, le lettere k) ed l) sono soppresse”.

Giuseppe GIORDANO

Questo emendamento lo vorrei illustrare, riguarda Comac e Comalca. Con questo emendamento chiediamo l’eliminazione dell’articolo 2 e rimandiamo al comma 4 dell’articolo 13 con un successivo emendamento, che è abrogativo, in quanto chiediamo non che vengano riordinate ma completamente dismesse. Col successivo emendamento chiediamo che non avvenga il loro trasferimento a Fincalabra, quindi prevediamo la loro totale dismissione. Questo è il senso dell’emendamento.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

E’ superato, perché questo riferimento è stato già tolto.

PRESIDENTE

Sì, ma la lettera k) no, il Comac.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Sì, perché abbiamo già disciplinato la chiusura al 31 dicembre con gli emendamenti successivi, quindi, è superato.

Giuseppe GIORDANO

Non è superato. Va beh, c’è il comma 4 dell’articolo 13 che è completamente abrogativo, quindi, lo chiariremo lì.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Non è completamente abrogativo.

Giuseppe GIORDANO

No, l’emendamento che ho presentato è abrogativo, il comma 4 dell’articolo 13.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Parere contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 19387.

(E’ respinto)

All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19725, a firma del consigliere Talarico D., che così recita: “All’articolo 2 sostituire il comma 2 con il seguente <ai sensi del comma 1 la Regione Calabria provvede all’accorpamento, fusione, liquidazione, recesso da società partecipate o riordino dalle seguenti aziende, fondazioni ed enti regionali comunque denominati>. Al comma 2 inserire <L) Società Stretto di Messina Spa; M) Fondazione Calabria Etica in-house; N) Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero>”.

Domenico TALARICO

Si tratta di un emendamento all’articolo 2 e al comma 2, finalizzato ad inserire al secondo comma le parole:recesso da società partecipate”. Che significa? Vi limitate a prevedere l’accorpamento, la fusione e la liquidazione di alcune società, però tralasciate o, meglio, forse c’è una chiara volontà politica di non prendere in considerazione la partecipazione della Regione in alcune società, i cui costi sono esorbitanti e non più accettabili. Per cui, se è vostra intenzione attuare una vera riforma e, quindi, distinguere l’utile dall’inutile, i costi dagli sprechi, i servizi essenziali dai servizi superflui, avreste dovuto prendere in considerazione il quadro generale delle società partecipate dalla Regione. Questo emendamento, quindi, è finalizzato ad inserire la società “Stretto di Messina”.

La Regione – lo dico ai colleghi consiglieri – partecipa ancora oggi, nonostante tutto ciò che è accaduto, alle varie prese di posizione su questo elefante che consuma soldi, annualità, è parte della società “Stretto di Messina”; proponiamo che receda dalla partecipazione a questa società.

Chiedo, poi, l’inserimento, sempre al secondo comma, della fondazione “Calabria Etica” in house. Vorremmo che venisse presa in considerazione la soppressione di questa fondazione perché pensiamo che sia ormai superato il tempo – e c’è stato anche un tempo di questo tipo – in cui le aziende pubbliche si facevano in ossequio al capo corrente o ad ogni problema veniva istituita un’azienda, una società, un’associazione, una partecipazione. Riteniamo che bisogni prendere in considerazione anche la soppressione della fondazione “Calabria Etica” ed aggiungere, inoltre, sempre al secondo comma, la soppressione o la revisione o l’accorpamento – fate voi – della Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero, sempre in ossequio al fatto che non si possono tenere in piedi enti, soggetti, aziende, Commissioni per soddisfare le esigenze di un gruppo, di uno, di tre, non so quanti, solo perché magari possono tornare utili in futuro o sono tornati utili nel passato.

Fra l’altro, leggo testualmente nello Statuto della società Field che lo scopo dichiarato dalla Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero è già parte integrante, anzi preminente della stessa Field. Leggo testualmente, signor Presidente: “Scopo della fondazione Field è quello di attuare e sostenere le politiche per l’emersione del lavoro irregolare e lo sviluppo locale attraverso attività di formazione, studio”, eccetera. Quindi, perché avere due doppioni? O si accorpano le funzioni oppure si sopprime una delle due società che svolgono la medesima funzione per la quale, ovviamente, sono previsti dei costi, anche eccessivi, da parte della Regione.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario per le motivazioni che sono state evidenziate. La fondazione “Calabria Etica” è l’unica che risponde al settore servizi sociali, l’unica. La Commissione regionale per l’emersione del lavoro nero dipende da una legislazione che non è regionale, per cui tecnicamente non possiamo intervenire.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19725.

(E’ respinto)

All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19537, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “Dopo il comma 2 dell’art. 2 aggiungere il seguente comma: <3. La Regione Calabria, in attuazione dei principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, procede alla trasformazione della Fondazione Calabria Etica, in Fondazione di Comunità, con la partecipazione dei comuni capoluogo di provincia. Il direttore generale del dipartimento lavoro e politiche sociali ne assume la Presidenza a titolo gratuito>”.

Prego, consigliere Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Riteniamo che la fondazione “Calabria Etica”, a differenza e ad integrazione di quello che dice il sottosegretario Sarra, possa legittimamente ed opportunamente confluire nella razionalizzazione. D’altra parte, non ci dimentichiamo che questo tipo di impostazione l’avete individuata voi, perché nel primo testo di questo provvedimento la fondazione “Calabria Etica” veniva inserita in un contesto omogeneo, che è quello con “Calabria lavoro” e i servizi sociali. Su questo, però, non vorremo dare l’idea di un atteggiamento preconcetto o di un’idea che possa, in qualche maniera, limitare l’attività e l’efficacia dell’obiettivo di servire, tramite questa fondazione, degli scopi sociali e umanitari. Per questo motivo abbiamo predisposto due emendamenti. Con questo, che è il primo dei due, ipotizziamo la trasformazione della fondazione in “fondazione di comunità”, cioè con il coinvolgimento degli enti locali del territorio e, in particolare, dei Comuni capoluogo. In un momento in cui si va verso un tentativo di fornire risposte all’esclusione sociale ed alla difficoltà economica, il coinvolgimento degli enti locali, ancora una volta, l’avvicinamento ai territori ed alle persone degli obiettivi di servizio, riteniamo che sia un fatto fondamentale e giusto.

Prendiamo atto, dalle parole del Presidente, che anche lui guarda a quella che è l’efficacia dell’azione, quindi, sicuramente nelle decisioni di maggioranza non rileverà che il Presidente della fondazione si è candidato nelle file del centro-destra ma rileverà il fatto che questa fondazione aveva un Presidente nel precedente mandato amministrativo che era un direttore generale della Regione e che aveva deciso di non percepire alcun compenso e aveva, addirittura, rinunciato ai gettoni di presenza per la partecipazione alle riunioni della fondazione.

Poi, come tutti sanno, si è arrivati al punto che oggi il Presidente di “Calabria Etica” percepisce il 60 per cento dell’indennità dei consiglieri regionali. Spero che sia stata ridotta anche da questo punto di vista, dato che, giustamente, l’indennità dei consiglieri regionali è stata sensibilmente ridotta. Nel testo di questo primo emendamento, allora, mettiamo in evidenza e prevediamo il passaggio a “fondazione di comunità” con la partecipazione degli enti territoriali e, in particolare, dei Comuni e che la Presidenza di detta fondazione sia assunta dal dirigente del dipartimento politiche sociali della Regione Calabria a titolo gratuito.

Colgo l’occasione, per economicità di tempo, di illustrare anche il successivo emendamento che, invece, nel caso in cui non riteniate opportuno trasformare la fondazione e, conseguentemente,  mantenerla nella funzione possibile e utile ai fini anche di una razionalizzazione, prevede la soppressione e, quindi, la liquidazione della fondazione stessa.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19537.

(E’ respinto)

L’emendamento successivo, protocollo numero 19536, a firma del consigliere Naccari Carlizzi è stato già illustrato e così recita: “Dopo il comma 2 dell’articolo 2 aggiungere il seguente comma:

“La Fondazione Calabria Etica, istituita ai sensi dell'art. 18-bis della legge regionale 2 maggio 2001, numero  7 è soppressa e posta in liquidazione secondo le norme del proprio statuto e delle leggi vigenti in materia e la liquidazione deve terminare entro 120 giorni dall'approvazione della presente legge, prorogabili al massimo di altri 120 giorni.

Le funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Etica nonché i progetti in essere sono trasferiti immediatamente ad Azienda Calabria Lavoro.

Ai fini della definizione dei rapporti attivi e passivi della Fondazione Calabria Etica, entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, il Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta regionale, nomina un Commissario liquidatore per la durata di tre mesi, prorogabili per una sola volta di altri tre. Gli organi statutari della Fondazione Calabria Etica cessano dì diritto dalle loro funzioni alla data di nomina del Commissario liquidatore, che è legittimato a compiere tutti gli atti degli organi ordinari e quelli necessari e connessi alla liquidazione dell'Ente.

L'organo di revisione deve essere immediatamente ricostituito in forma monocratica, con un compenso non superiore a quello previsto dall'art. 10 della L. R. numero  2212010, per il Presidente del Collegio dei revisori, o se inferiore, a quello previsto, per Panno 2012, per il Presidente del Collegio dei revisori dell'ente disciolto. Il compenso del Commissario liquidatore non può superare il 50% del compenso previsto per il Presidente della Fondazione.

Il Commissario liquidatore, entro 60 giorni dall'insediamento, provvede alla redazione di un piano di massima della liquidazione, da approvarsi dalla Giunta regionale, che dovrà prevedere la riscossione dei crediti, l'estinzione dei debiti anche mediante piani di rateizzazione, nonché la restituzione o il trasferimento degli immobili all'Amministrazione regionale, che ne potrà curare la cessione, destinandone il relativo ricavo alla copertura delle passività derivanti dalla liquidazione”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19536.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19543, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “All’articolo 3, comma 4, dopo le parole <Giunta regionale> aggiungere <ed alla Commissione consiliare competente>”.

Prego, consigliere Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Chiaramente, alla luce dell’obiettivo di porre in essere una riforma efficace, immaginiamo che il parere e la trasmissione della relazione alla Commissione competente siano necessari. Ricordo a tutti le funzioni del Consiglio, quindi, per certi versi non ci sarebbe neanche bisogno di questa trasmissione, ma la storia della Calabria, non di questo mandato, ma di tutti i mandati di cui si ha ricordo, ci insegna che inserirlo nel testo legislativo e, quindi, prevedere la trasmissione affinché i consiglieri siano edotti su quello che è il processo di riforma, è quanto mai opportuno. Mi meraviglierei, quindi, che non ci fosse un parere favorevole in questo senso.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19534.

(E’ approvato)

Avevamo saltato l’emendamento, protocollo numero 19788, a firma dei consiglieri Maiolo e Naccari Carlizzi: “Il comma 2 dell’articolo 3 è così sostituito: “Il commissario straordinario è scelto tra i dirigenti della Regione Calabria senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale”.

Lo vuole illustrare?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Questo emendamento nasce, peraltro, da una condivisione all’unanimità all’interno della seconda Commissione che ha votato il parere condizionato all’inserimento di questa norma. Poi, probabilmente per altra questione, sarà caduto di mente al Presidente della Commissione, che peraltro non vedo – mi auguro che manchi solo per un problema contingente –. Recepiamo, quindi, il parere della seconda Commissione, che discendeva dal fatto che la copertura finanziaria era assicurata solamente nella misura in cui non si procedesse all’esterno per la nomina dei commissari.

Ripeto, è stato votato all’unanimità dalla Commissione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo, che è il primo firmatario dell’emendamento. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Il collega Naccari ha illustrato l’emendamento. Intervengo per dire che le discussioni che ci sono state in Commissione bilancio – come diceva il consigliere Naccarihanno evidenziato qualche difficoltà: una di queste era il coinvolgimento dei commissari esterni. La norma originaria prevedeva una facoltà quasi analoga fra la possibilità di nominare all’interno e all’esterno. Questa norma serve solamente a rendere vincolante l’impegno a ricercare all’interno le professionalità necessarie. E’ un’esigenza di natura finanziaria che sta nel parere della seconda Commissione.

Penso che questo emendamento debba essere accolto.

PRESIDENTE

E’ un emendamento che è stato già discusso in Commissione.

(Interruzione)

Demetrio NACCARI CARLIZZI

E’ per iscritto, Presidente, nel parere della Commissione. Il Segretario generale era presente e le potrà confermare, ma è scritto nel parere.

PRESIDENTE

La parola al sottosegretario Sarra.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Questo è un problema che si risolve col coordinamento formale perché, in effetti, la Commissione, nella fattispecie la Commissione bilancio, pur non potendo intervenire modificando il testo, l’aveva posto come raccomandazione, per cui è da inserire nel coordinamento formale.

PRESIDENTE

Quindi possiamo votare a favore di questo emendamento.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19788.

(E’ approvato)

E’ approvato con autorizzazione al coordinamento formale sull’articolo.

E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19519, a firma del consigliere Mirabelli, che così recita: “Il comma 10 dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: “10. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti accorpati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva la posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza all’atto del trasferimento all’ente incorporante, restando garantita la possibilità, su richiesta da parte dei dipendenti, dell’utilizzo in forma di comando verso tutti gli enti regionali e/o locali comunque definiti”.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Questo è inerente all’articolo 3, quindi, alle norme procedimentali; non è un emendamento sostitutivo, è solamente – come si può leggere – un emendamento integrativo, che entra nel merito del comma 10, puntualizzando che, per quanto riguarda il rapporto di lavoro del personale di ruolo di questi enti accorpati, sappiamo benissimo – come dite voi stessi nella vostra proposta di legge – che non subisce interruzioni e il personale stesso di ruolo conserva la posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza, all’atto del trasferimento dello stesso all’ente incorporante. Qui siamo d’accordo. A maggior garanzia – anche perché le procedure di legge, secondo me, lo prevedono – credo sia giusto aggiungere, però, che resta comunque garantita la possibilità, su richiesta da parte dei dipendenti, previo il consenso degli enti stessi, dell’utilizzo in forma di comando di questo personale verso tutti gli enti regionali e/o locali, comunque definiti, che ne facciano eventualmente richiesta e vi sia la possibilità del passaggio.

PRESIDENTE

Parere del relatore sull’emendamento, protocollo numero 19519, a firma del consigliere Mirabelli?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Limitatamente alla questione del comando non è possibile procedere ma per il resto è accoglibile come integrazione, come emendamento integrativo nel coordinamento formale con l’articolo 19.

PRESIDENTE

Il parere su questo emendamento è favorevole o contrario?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Ripeto il parere: limitatamente alla prima parte è un emendamento che possiamo accogliere perché è già inserito nell’articolo 19. Sulla parte del comando non possiamo intervenire in quanto è una parte disciplinata dai contratti.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

In parole povere è respinto. Si fa più bella figura a dir così.

PRESIDENTE

Mi sembra che il consigliere Mirabelli abbia evidenziato bene qual è la volontà del relatore.

Quindi parere della Giunta e del relatore: contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 3, comma 10, è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19445, a firma del consigliere Magno che così recita: “All’articolo 3, comma 10, dopo la parola <accorpati> si aggiunge <o riordinati>”.

Prego, consigliere Magno.

Mario MAGNO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 3 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19574, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo che così recita: “E’ aggiunto il comma 11 <Per gli enti di cui al successivo art. 7, la tempistica di attuazione degli aspetti procedimentali di cui al presente articolo è demandato a specifico provvedimento della Giunta regionale>”.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

(Interruzione)

E’ l’emendamento successivo, consigliere Naccari, il numero 19574.

Si passa all’emendamento protocollo numero 19386, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo l’art. 3 è aggiunto il seguente <art. 3bis: Partecipazioni regionali in società.

1. La Regione procede alla dismissione di tutte le proprie partecipazioni in società, autorizzate ai sensi della vigente normativa regionale ad esclusione di Fincalabra Spa, Sacal Spa, Sogas Spa, Aeroporto S. Anna Spa.

2. Per le finalità di cui al comma 1, la Giunta regionale, entro il 30 giugno 2013 nomina un commissario ad acta che provvede ad espletare tutte le operazioni necessarie alla cessione o, eventualmente, alla liquidazione entro e non oltre il 1° gennaio 2014, ad esclusione delle società già poste in liquidazione>”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questo emendamento serve ad incidere in maniera chiara e netta, facendo valere la logica che voi stessi avete enunciato, ossia quella della razionalizzazione e dell’efficientamento.

In questo contesto riteniamo che debba essere espresso in maniera chiara. Col comma 1 diciamo che “La Regione procede alla dismissione di tutte le proprie partecipazioni in società, autorizzate ai sensi della vigente normativa regionale ad esclusione di Fincalabra Spa, Sacal Spa, Sogas Spa, Aeroporto S. Anna Spa.”. Per tale finalità discipliniamo la nomina e la liquidazione. Questo perché Presidente? Lo ribadisco perché non sfuggirà neanche a lei che con una delibera del marzo del 2010, che ha adottato la Giunta regionale nel prendere atto di relazioni del dipartimento, si esprimeva proprio sulla soppressione di alcuni organismi come Lamezia Sviluppo Scarl, la Comalca, e a questo proposito aggiungiamo e ribadiamo la necessità della dismissione delle quote della società Stretto di Messina. Con questo emendamento si fa chiarezza e si dà una indicazione precisa delle partecipazioni che la Regione deve conservare e di quelle che dovrebbe dismettere in maniera chiara e netta.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Sfavorevole.

PRESIDENTE

Come?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Sfavorevole, contrario, parola bella netta e chiara perché sennò al verbale poi dico che è approvato e, invece, è respinto. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, avevo chiesto la parola prima.

PRESIDENTE

Su quale?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Sul precedente, quando abbiamo chiesto quale fosse l’emendamento. Perché poiché votiamo contro l’istituzione dell’Agenzia di marketing, conviene che ritiriate quell’emendamento perché ci deve essere il parere favorevole dei due terzi dei consiglieri e, quindi, andrebbe ad inficiare l’intera legge, perciò avevo chiesto la parola.

PRESIDENTE

Ma quale emendamento?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

E’ l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta, protocollo numero 19574.

Mentre lo poneva in votazione, per questo chiedevo la parola.

PRESIDENTE

Va bene, ma poi in coordinamento formale queste cose le sistemiamo.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Esatto, purché sappiate che abbiamo votato contro.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, non c’entra con la costituzione dell’Agenzia, è un’altra cosa perché questo è un emendamento relativo alle Aterp e quindi non c’entra nulla.

PRESIDENTE

Quindi, questo emendamento si riferisce alle Aterp, giusto? Andiamo avanti.

Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.

(E’ approvato)

Articolo 4. All’articolo 4 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19388, a firma del consigliere Giordano che così recita: “All’articolo 4, dopo il comma 5 è aggiunto il seguente <6. Il compenso spettante agli organi previsti dal precedente comma non può essere comunque superiore al 50 per cento della retribuzione dei direttori generali delle aziende sanitarie>”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, al comma 5 riteniamo sia necessario che venga inserito un tetto per i compensi spettanti, poi, non ai commissari ma a coloro i quali dovranno, a regime, dirigere gli organismi come avete immaginato vengano riordinati. Recita testualmente “Il compenso spettante agli organi previsti dal precedente comma non può essere comunque superiore al 50 per cento della retribuzione dei direttori generali delle aziende sanitarie”. Abbiamo preso come riferimento i direttori delle aziende sanitarie ma si potrebbe anche prevedere un altro parametro. Comunque va fissato e in maniera netta.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Articolo 5. All’articolo 5 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19749, a firma del consigliere Naccari Carlizzi che così recita: “Gli articoli 5 e 6 sono soppressi”. L’emendamento si commenta da sé.

(Interruzione)

Ritorniamo all’emendamento protocollo numero 19749. Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 5 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19541, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “Al comma 2 dell’articolo 5 le parole <con sede in Catanzaro> sono sostituite da <con sede a Gioia Tauro>”.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, le chiedo la parola.

Ho preso visione in questo momento di un fatto spiacevole, di un emendamento non firmato da me, peraltro, però presentato anche a mio nome e protocollato. E’ una cosa un po’ curiosa questa.

PRESIDENTE

Era qui, protocollato e firmato?

Candeloro IMBALZANO

Immagino sia stato discusso, non lo avevo firmato.

PRESIDENTE

Qual è?

Candeloro IMBALZANO

E’ un emendamento al comma 2 dell’articolo 3.

PRESIDENTE

Non ho visto la sua firma…

Candeloro IMBALZANO

Devo farlo rilevare.

(Interruzione)

E’ al comma 2 dell’articolo 3.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, posso spiegare? Come dicevo prima, in Commissione è stato dato parere favorevole alla unanimità al provvedimento che stiamo discutendo con alcune prescrizioni. Queste prescrizioni dovevano essere raccolte dal Presidente della Commissione poiché la Commissione non poteva proporre emendamenti. Abbiamo verificato che il Presidente della Commissione non abbia proposto l’emendamento necessario a recepire la prescrizione unanime della Commissione ed assieme al collega Maiolo – come le abbiamo detto prima – abbiamo presentato un emendamento, lasciando in bianco la firma del Presidente della Commissione, proprio perché non era nel Palazzo. Difatti, l’emendamento che abbiamo votato, ripeto, su cui c’è il voto unanime della Commissione, non reca la firma del Presidente. Abbiamo usato una cortesia a prevedere quello che sarebbe dovuto essere un compito della Presidenza.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, chiedo scusa, su questo argomento, per quanto mi riguarda quale Presidente della Commissione, mi identifico nella raccomandazione che è stata fatta al Consiglio, laddove a proposito del comma 2 dell’articolo 3, la raccomandazione che abbiamo inviato al Consiglio recita testualmente: “infine come sollecitato dalla Commissione e recepito dal sottosegretario Sarra, di specificare l’articolo 3, comma 2 del disegno di legge che l’utilizzo dei commissari esterni per le procedure liquidative avverrà solo in casi eccezionali e solo qualora tra la dirigenza interna della Regione non vi sia il profilo professionale richiesto”.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

E’ questo che abbiamo inserito, il richiamo a questo. E’ perfetto, va bene questo.

Candeloro IMBALZANO

Prendo atto, Presidente, però dovevo far rilevare un fatto, che non si verifichi la prossima volta o, quanto meno, che venga sottoposto da qualsiasi collega - e non parlo solo dei colleghi che hanno proposto l’emendamento-.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, che non si verifichi, però, la prossima volta che si arrivi in Aula con un parere, con una prescrizione ed il Presidente della Commissione competente – non facendo torto a noi ma all’intera Commissione – non predisponga l’emendamento che lo recepisce. Ora nessuna polemica, però, prima di parlare bisogna leggerselo, sennò si accusano gli altri di aver proposto quel che avrebbe dovuto proporre lei.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Va bene, è superato.

PRESIDENTE

Possiamo andare avanti. Siamo, allora, all’emendamento protocollo numero 19541.

Prego, consigliere Naccari Carlizzi.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

L’emendamento andava nel senso di realizzare con questo processo di riforma anche una valorizzazione ed un avvicinamento ai territori di quelle che sono le funzioni. In questo senso ci sembrava logico che alcune funzioni fossero collocate giustamente a Catanzaro, altre a Cosenza, altre a Reggio Calabria, e così via nelle altre Province. Poiché l’Asi (Area di sviluppo industriale) di gran lunga più importante è collegata al porto di Gioia Tauro, si poteva immaginare questa collocazione presso Gioia Tauro del nuovo organismo di collegamento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19541.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 5 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19389, a firma del consigliere Giordano che così recita: “Il comma 5 dell’articolo 5 è soppresso”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, è importante - e chiedo l’attenzione sia del relatore che del sottosegretario Sarra - perché questo emendamento intende abrogare il comma 5 e, a nostro avviso, questo comma potrebbe ingenerare una impugnativa in quanto non è possibile prorogare tout court l’efficacia con questo provvedimento. Intanto c’è un errore di fondo, non gli strumenti urbanistici ma dovrebbero essere i vincoli imposti dalla pianificazione dello strumento dell’Asi. A questo riguardo voglio offrire alla valutazione alcune sentenze, tra le quali quella del Consiglio di Stato del 2001, sezione quarta, numero 3349, che ha denegato che possono essere così semplicemente prorogati i vincoli per effetto di una specifica adozione. Poiché la normativa già di per sé può avere attuazione, vi propongo l’abrogazione di questo articolo per non incorrere, poi, in una eventuale impugnativa.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Credo che sia superato proprio dalla specificazione che appare nel testo, perché avevamo già valutato questa obiezione e il testo prevede che gli strumenti urbanistici siano da intendersi quelli relativi alle aree industriali e, quindi, sono strumenti vigenti, approvati ed è nel senso che abbiamo evidenziato.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19389.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 5.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, vorrei intervenire sull’articolo 5.

(Interruzione)

Prendo atto di una, secondo me, frettolosa valutazione di questo comma. In ogni caso un’altra raccomandazione sull’articolo 5. Nell’articolato che avevate proposto in Commissione era previsto il riconoscimento delle Asi, dei nuovi organismi come organismi intermedi. Ora l’avete stralciato e probabilmente ritengo che l’abbiate fatto perché c’è già un provvedimento del 2007 e il riconoscimento come organismo intermedio - che ritengo sarebbe un punto importante per i nuovi consorzi - darebbe più forza e maggiori prerogative anche rispetto ai regolamenti comunitari numero 1083 e numero 1028 del 2006. La raccomandazione che sollevo al relatore e al sottosegretario Sarra è che quel provvedimento del 2007, opportunamente implementato nelle sedi successive, venga riattivato e, quindi, le nuove Asi, i nuovi organismi, vengano riconosciuti organismi intermedi, il che conferirebbe loro maggiore forza e anche maggiore capacità progettuale con rispetto anche ai fondi comunitari.

PRESIDENTE

Questa è una raccomandazione che la Giunta regionale può raccogliere.

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Articolo 6. All’articolo 6, è stato proposto l’emendamento, protocollo numero 19545, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “All’art. 6, comma 4, capoverso 4 dopo la parola <regionale> aggiungere <indicati dai comuni>”.

(Interruzione)

Abbiamo votato l’articolo 5. Siamo all’emendamento protocollo numero 19545. Prego, consigliere Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, il comitato di programmazione del nuovo soggetto che raggruppa le aree di sviluppo industriale. Al comma 4 è prevista la nomina di 5 componenti nominati dal Presidente della Giunta regionale, espressione dei territori dove sono ubicate le aree di sviluppo. Proprio perché in fondo stiamo allontanando la macro dirigenza rispetto a questo soggetto, credo sia opportuno che leghiamo l’appartenenza al territorio non ad una mera residenza ma ad una espressione dei comuni. Ricordo, e mi permetto di farlo con grande garbo nei confronti del sottosegretario, che state andando a disciplinare un consorzio fra enti locali. Di conseguenza, nel momento in cui non raccogliete le indicazioni degli enti locali, non potete scegliere i rappresentanti degli enti locali. Va da sé che gli enti locali non accetteranno mai una soluzione di questo genere. Vi propongo, pertanto, di consentire che siano i Comuni, per il tramite della rappresentanza dell’Anci, ad indicare i propri rappresentanti all’interno del proprio Consorzio. Se poi immaginate di modellarlo come volete e di scegliere anche i rappresentanti dei Comuni, non solo, secondo me, è un errore sul piano dei rapporti, della governance e dell’avvicinamento ai territori, ma sicuramente vi troverete con delle obiezioni giuridicamente importanti. In sede di coordinamento, quindi, al termine “indicati dai comuni” direi di aggiungere “per il tramite dell’associazione nazionale dei comuni italiani”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19545.

(E’ respinto)

E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19546, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “All’articolo 6, comma 7, dopo la parola <organi> aggiungere <è trasmesso per il relativo parere alla Commissione regionale competente>”.

Prego, consigliere Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Chiediamo che sia trasmesso lo Statuto di riferimento del nuovo ente per il relativo parere alla Commissione regionale competente. Anche qui valgono le considerazioni per la relazione trasmessa alle Commissioni svolta nel precedente emendamento approvato alla unanimità.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. Parere del relatore?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Trasmesso per conoscenza ma senza parere. Trasmesso.

(Interruzione)

No, senza parere.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Stiamo discutendo di un atto pubblico affinché venga trasmesso alla Commissione! C’è scritto “trasmesso”.

(Interruzione)

Non volete un parere? Non c’è neanche scritto “parere vincolante”, c’è scritto: “per il relativo parere”. Se poi le Commissioni non possono esprimere alcun parere su questo, chiudiamole e abbiamo fatto una razionalizzazione ulteriore, risparmiando altri soldi!

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19546.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19542, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “L’articolo 7 è soppresso”.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, vado avanti per dovere di cronaca, visto che questa è la valutazione della maggioranza, perché sono molto colpito dal fatto che, per un parere della Commissione su un atto pubblico e su un atto di un ente che andiamo a costituire, ci sia un parere contrario. Tuttavia è una valutazione tattica che fate, non vi posso augurare che sia positiva, secondo me è anche contro la logica, ma siete liberi di farlo. L’emendamento di cui discutiamo prevede la soppressione dell’articolo 7. Con questo articolo accentrate le politiche della casa realizzate dalle singole Aterp sul territorio. Di conseguenza, abbiamo una diversa idea, difatti abbiamo proposto due tipi di emendamenti anche qui, proprio per non dare l’idea che abbiamo una posizione preconcetta e che questa posizione non sia sottoposta a un confronto che può evidenziare varie soluzioni. Il primo emendamento è questo, quello della soppressione. Estrapoliamo questo articolo sulle Aterp anche in considerazione dei gravi problemi paventati dalla triplice sindacale che ha messo in evidenza come ci sia un rischio fondato per le casse e per l’equilibrio finanziario della Regione, nell’idea di un accentramento e di un accorpamento rispetto ad alcune situazioni dei bilanci delle aziende stesse su cui sarebbe opportuno aprire un faro di maggiore attenzione. Tuttavia, penso di avere capito l’antifona, quindi, attendo le vostre decisioni.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19542.

(E’ respinto)

(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)

Le funzioni svolta dalle Aterp, questo?

(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)

L’emendamento protocollo numero 19746. Lei quale ha?

(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)

Il protocollo numero 19542 l’abbiamo bocciato adesso. Poi c’è il prossimo.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Non c’è nel mio blocco. Prima di passare alla votazione dell’articolo intero, non saltiamolo.

PRESIDENTE

Qual è? Emendamento, protocollo numero 19746, a firma del consigliere Naccari Carlizzi: “L’articolo 7 è così sostituito: “Le funzioni svolte dalle Aterp sono trasferite ai Comuni insieme al patrimonio immobiliare. Entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge, la Giunta regionale trasmette al Consiglio un programma organico per attuare il trasferimento di funzioni e di liquidazioni delle Aterp”. Può illustrarlo.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Questo è il secondo emendamento. Ripeto, riteniamo che quella norma che oggi porrete in votazione determinerà i problemi che ho evidenziato prima. In ogni caso, qualora si ritenga di intervenire su questo problema della gestione tramite Aterp o in una diversa forma, non siamo conservativi rispetto alla situazione esistente. Alla luce della logica di avvicinare ai Comuni, di trasferire verso il basso, alla luce del principio di sussidiarietà, proponiamo, di conseguenza, di trasferire il patrimonio immobiliare delle Aterp ai Comuni, trasferendone anche le funzioni. Qualora si volesse modificare questo emendamento, immaginando di acquisire più tempo per una proposta organica che veda un quadro che analizzi tutti gli aspetti del trasferimento o solo del patrimonio o delle Aterp stesse come enti sub-comunali o delle funzioni e del patrimonio, potremmo anche accettare di modificare l’emendamento tramite un subemendamento che preveda la predisposizione da parte della Giunta regionale, entro 90 giorni, di un programma organico di trasferimento.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 19746.

(E’ respinto)

Emendamento, protocollo numero 19575, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Al comma 1 la parola <strumentale> è sostituita con la parola <ausiliario>.

Al comma 1 dopo le parole <Art. 3 della presente legge> sono aggiunte le parole <per le quali il Presidente della Giunta regionale nomina entro 60 giorni i Commissari per la gestione ordinaria e straordinaria>.

Al comma 3 le parole <unità operative> sono sostituite con le parole: <Distretti territoriali>.

Al comma 3 dopo le parole <ubicate nelle città di> è aggiunta la parola <Catanzaro>”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19575.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7 nel suo complesso, come emendato.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19392, a firma del consigliere Giordano: “L'articolo 8 è sostituito dal seguente: <Art. 8 - Soppressione dell'Ente Strumentale Regionale Calabria Lavoro

L'Ente Strumentale Regionale Calabria Lavoro (di seguito denominato Ente) è soppresso entro centottanta giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della presente legge.

A partire dalla data di soppressione dell'Ente tutte le funzioni di sua competenza sono esercitate dalla Giunta regionale mediante il Dipartimento regionale competente in materia di Lavoro.

3.. La Regione Calabria subentra, altresì, nei rapporti giuridici attivi e passivi dell'Ente, compresi quelli relativi ai beni ed al personale.

4. Conseguentemente al trasferimento di funzioni di cui al presente articolo, la Giunta regionale approva la riorganizzazione del Dipartimento competente in materia di Lavoro, tenendo conto anche dei servizi da rendere all'utenza.

5.. Per lo svolgimento delle funzioni connesse alla soppressione e alla gestione dell'Ente, il Presidente della Giunta regionale nomina un Commissario Liquidatore, mediante l'emanazione di un proprio decreto facendo ricorso al personale dirigente della Regione

6. La Giunta regionale stabilisce i criteri e le modalità per la definitiva assegnazione del personale al Dipartimento regionale competente in materia di Lavoro, tenendo conto anche dei servizi da rendere all'utenza provvedendo, al contempo, alla rimodulazione della dotazione organica del predetto Dipartimento conformemente alla normativa nazionale.

8. I riferimenti all'Ente, contenuti nelle leggi, nei regolamenti e nelle delibere regionali, si intendono riferiti al Dipartimento regionale competente in materia di Lavoro>”.

Giuseppe GIORDANO

Con questo emendamento, così come abbiamo fatto in Commissione e abbiamo ribadito più volte, intendiamo che questi enti strumentali della Regione vengano dismessi integralmente e le funzioni, che sono spesso in conflitto e in duplicazione con le stesse funzioni dipartimentali, vengano assolte direttamente dal dipartimento. L’emendamento, quindi, è soppressivo dell’ente Calabria lavoro.

PRESIDENTE

Il consigliere Giordano chiede la soppressione dell’Azienda Calabria lavoro.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19392.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19390, a firma del consigliere Giordano: “Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente:

<Art. 8 bis (Procedura per la soppressione della Fondazione Calabria Etica e della Fondazione Field)

La Regione Calabria promuove la soppressione della Fondazione Calabria Etica, istituita ai sensi dell'art. 18 bis della legge regionale 2 maggio 2001 numero 7 e della Fondazione Field ,di cui all'art. 8 della legge regionale 26 giugno 2003 numero 8, secondo le norme del loro statuto e delle vigenti leggi in materia e con le procedure di cui alla presente legge.

Le funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Etica sono trasferiti immediatamente al Dipartimento regionale Politiche sociali mentre le funzioni e i compiti della Fondazione Field sono trasferite al Dipartimento regionale lavoro>”.

Giuseppe GIORDANO

Con questo emendamento chiediamo la soppressione della fondazione Calabria Etica e della fondazione Field ma, a differenza di quanto ha previsto la Giunta regionale, i compiti e le funzioni della fondazione Field vengono trasferiti al dipartimento regionale delle politiche per il lavoro e le stesse funzioni di Calabria Etica vengono assolte e trasferite al dipartimento politiche sociali.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19390.

(E’ approvato)

All’articolo 9 “Ente per i parchi marini regionali” non c’è nessun emendamento, quindi, lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

All’articolo 10 c’è un emendamento con protocollo numero 19391, a firma del consigliere Giordano: “L'articolo 10 è sostituito dal seguente: “La Regione Calabria promuove la soppressione della  Fondazione Calabria Film Commission, di cui all'art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006 numero 1, secondo le norme dello statuto e delle vigenti leggi in materia e con le procedure di cui alla presente legge.

Le funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Film Commission sono trasferiti immediatamente al Dipartimento regionale Cultura>”. Per istituire questa nuova Agenzia occorre il voto dei due terzi dei consiglieri assegnati.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, credo che questo emendamento debba essere accolto perché non ci sono le condizioni nemmeno della procedibilità per l’approvazione dell’articolo 10 a maggioranza dei due terzi dei consiglieri per procedere, quindi, alla creazione di questo ulteriore organismo. Riteniamo inopportuno – e l’abbiamo sufficientemente motivato in Commissione –, in un momento in cui si deve procedere ad una riorganizzazione, che venga costituito un ennesimo organismo di spesa e di gestione. A nostro avviso, sul turismo bisogna immaginare una riforma più organica, anche guardando con riferimento al Piano strategico nazionale, per realizzare quei percorsi che instaurino sinergie con le Università, con la filiera degli enti locali, che vedano la Regione protagonista con un ruolo programmatorio e di strategia e non con un ruolo di accentramento e di gestione. Per questo motivo avevamo chiesto l’abrogazione e, ovviamente, riteniamo che, non essendoci la procedibilità, la stessa Giunta regionale debba ritirare l’articolo 10.

PRESIDENTE

Pongo in votazione…

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, scusi, sull’articolo 10: annunciamo il nostro voto contrario, quindi valutate se ritirarlo o meno, come aveva annunciato il Presidente della Giunta perché il Partito democratico annuncia il voto contrario.

PRESIDENTE

Stavamo votando prima gli emendamenti che sono stati presentati.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Ma l’emendamento è all’articolo 10.

PRESIDENTE

Intanto li votiamo, dopodiché si procede con l’articolo 10.

Giuseppe GIORDANO

Chiedo la votazione per appello nominale sull’emendamento.

PRESIDENTE

Questo emendamento?

Giuseppe GIORDANO

Sì.

PRESIDENTE

L’articolo in questione…

(Interruzioni)

Consigliere Giordano, per chiarire, ha presentato un emendamento all’articolo 10 e si vota l’emendamento che ha illustrato. L’Aula si esprime.

Giuseppe GIORDANO

C’è una motivazione…

PRESIDENTE

In una seconda fase, poi, quando si arriva all’articolo 10, può chiedere la votazione per appello nominale. Mi sembra che sia questo, se ho capito bene. Quindi dobbiamo completare l’articolato.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, anche l’emendamento si può votare per appello nominale, non c’è un Regolamento che lo vieti.

PRESIDENTE

Se lo chiede, possiamo votare, ma, secondo me, si è confuso tra l’articolo 10 e l’emendamento, o no?

Giuseppe GIORDANO

Presidente, l’emendamento…

PRESIDENTE

Lei può chiedere la votazione per appello nominale su tutti gli emendamenti.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, l’emendamento è abrogativo dell’articolo 10, quindi l’articolo 10 viene abrogato. Se viene approvato l’emendamento, l’articolo 10 è abrogato, quindi non c’è bisogno di discutere più l’articolo.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Una cosa molto semplice, Presidente, che non riguarda il merito dell’articolo 10.

Stamattina arrivando alle 11,55 ho presentato due emendamenti: uno relativo all’articolo 10 e uno relativo all’articolo 12, vorrei sapere se sono stati accolti e distribuiti perché a me non risulta.

PRESIDENTE

Abbiamo accolto tutti gli emendamenti che sono stati presentati.

Damiano GUAGLIARDI

Non mi risulta.

PRESIDENTE

Dove sono gli emendamenti del consigliere Guagliardi? Sono inseriti più avanti per la votazione.

Giuseppe GIORDANO

Posso, Presidente? Per chiarire. Il mio emendamento è sostitutivo dell’articolo 10 che riguarda l’Agenzia, l’azienda, o come viene determinata. Quindi, all’articolo 10, così come l’avete formulato, viene sostituita la formulazione che propongo, ossia: “La Regione Calabria promuove la soppressione della Fondazione Calabria Film Commission, di cui all'art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006 numero 1, secondo le norme dello Statuto e delle vigenti leggi in materia e con le procedure di cui alla presente legge.

Le funzioni e i compiti svolti dalla Fondazione Calabria Film Commission sono trasferiti immediatamente al Dipartimento regionale Cultura>”.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Chiappetta, ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, scusi, giusto per fare un po’ di chiarezza rispetto a quello che, a mio parere, è un non problema. Siamo in votazione, Presidente, su un emendamento presentato dal collega Giordano rispetto al quale, acquisiti i pareri da parte del collega relatore e da parte del sottosegretario alle riforme, Sarra, l’Aula non può non votare.

Successivamente, c’è un altro emendamento all’articolo 10, anzi ce ne sono altri due, uno a firma dei capigruppo di maggioranza e l’altro a firma del collega Naccari Carlizzi, Presidente.

Credo, allora, che sia assolutamente necessario procedere alla votazione dei singoli emendamenti.

Dopo di che, quando si andrà a votare l’articolo 10 nel suo complesso, con gli emendamenti approvati o respinti, l’Aula prenderà atto che - appunto, perché saranno necessari i due terzi dell’Aula per la votazione, per l’approvazione - se in quel momento non ci sarà l’articolo nella sua interezza, così come emendato o non emendato, lo stesso verrà espunto dal testo in discussione. Credo sia questa, Presidente, la procedura, rispetto alla quale, penso, non ci sia assolutamente alcun problema.

PRESIDENTE

Sono d’accordo con lei, l’unica cosa che ho chiesto riguarda la votazione per appello nominale su questo articolo. Dato che poi si voterà l’articolato, se non si raggiungono i due terzi non ci saranno i componenti necessari per l’istituzione della nuova Agenzia.

Ecco perché dico di votare l’emendamento così com’è. Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, per chiarire, perché credo che l’emendamento sia illuminante ed anche per agevolare il percorso rispetto al fatto evidente che si registra, cioè che non ci sono i due terzi e quindi non c’è la condivisione su questa Agenzia.

Essendo un emendamento integralmente sostitutivo, tra le altre cose risolve anche il problema della Fondazione Film Commission che viene soppressa ed assorbita dal dipartimento. E’, quindi, un emendamento che pone chiarezza ed anche metodologicamente credo che debba essere accolto, perché non avrebbe ragion d’essere, altrimenti, votare gli emendamenti e prendere atto che non essendoci la maggioranza dei due terzi l’articolo viene stralciato.

Con la sostituzione si risolve anche in maniera chiara e, secondo me, metodologicamente lineare il problema che altrimenti si avrebbe per procedere sull’articolo 10.

PRESIDENTE

La parola al sottosegretario Sarra.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Volevo sommessamente esprimere un parere in riferimento ed aprire una discussione sulla questione della necessità della maggioranza dei due terzi perché, fermo restando che il governo regionale non può che essere ligio - signor Presidente del Consiglio – ad una prassi, mi sento doverosamente di chiedere una interpretazione a chi è legittimato a dare un parere su questo.

Perché se c’è una norma, l’articolo 16 dello Statuto, che prevede che il Consiglio regionale delibera con legge l’Istituzione di enti ed aziende regionali, la loro fusione o soppressione, quando l’articolo 54, che è una norma che risiede nel titolo nono ed è rubricato: “Soggetti privati, enti, aziende ed imprese regionali”, fa riferimento ai due terzi dei componenti del Consiglio regionale dice che la “Regione può istituire enti, aziende o società regionali anche a carattere consortile con enti locali o con altre Regioni”, rende necessaria la maggioranza dei due terzi, altrimenti si verificherebbe il paradosso - che è un controsenso dal punto di vista giuridico – che un ente regionale, una Regione rimane bloccata nella sua proposta riformatrice solo perché c’è un atteggiamento strumentale da parte di una opposizione.

Non è questo il caso, ma potrebbe verificarsi. Sarebbe sufficiente un atteggiamento strumentalmente orientato a bloccare una riforma per determinare un blocco dell’attività istituzionale. Mi sembra un paradosso in termini così chiari e così contrari. Poi è vero che esiste summum ius summa inuria ma, che un Consiglio regionale possa aver dato questo senso a questa legge, significa che un atteggiamento teologicamente orientato a bloccare i lavori può determinare il blocco di un intero processo riformatore. Scusate, lo dico sommessamente, ma con la determinazione e la passione che sento ed avverto in questa circostanza, sarebbe un atteggiamento assolutamente contrario ai principi fondamentali del diritto. E’ sufficiente dire no ad ogni costo per bloccare le riforme, peraltro, in gran parte necessitate da un atteggiamento dovuto ad una legge nazionale al rispetto della quale noi siamo tenuti.

In questo caso c’è una scelta perché c’è una possibilità, ma ove noi non avessimo proceduto in termini di fusione e di accorpamento ed avessimo dato una lettura diversa, saremmo costretti da un atteggiamento di una minoranza, invertendo radicalmente il ruolo tra maggioranza che governa ed opposizione che controlla.

Vi prego, lo dico sommessamente ma, ripeto, con determinazione: apriamo una discussione su questo in termini giuridici, magari chiedendo il conforto anche del Servizio legislativo.

Non credo che si possa sottostare, accettando senza discussione una prassi, per carità, esiste una prassi istituzionale, ma la prassi nella gerarchia delle fonti non può essere superiore alla legge perché interviene nel momento in cui c’è una lacuna di diritto, o legis o dell’ordinamento, cosa che nella fattispecie non mi pare si sia verificata.

Quindi, vi prego, se ritenete apriamo 2-5 minuti di discussione, ma io non mi sento di accettare passivamente una prassi alla quale obiettivamente non mi pare si possa dare diritto di cittadinanza in una Assemblea legislativa che sarebbe contraddittoria rispetto ai principi fondamentali dello Statuto stesso, perché non avrebbe senso che lo Statuto dicesse all’articolo 16 è con legge, non chiedendo i due terzi, che si istituiscono gli enti. Che senso avrebbe la norma di carattere generale?

E’ chiaro che l’articolo 54 è una legge speciale rispetto a quella generale, diversamente non avrebbe senso l’inserimento dell’articolo 16 tra i principi generali del nostro Statuto che è la legge fondamentale, la costituzione della nostra regione.

Vi prego, apriamo una discussione.

PRESIDENTE

Non apriamo una discussione su questo argomento in quanto ci porterebbe lontani dall’obiettivo che dobbiamo raggiungere prima possibile con la discussione in Consiglio regionale. Sono due giorni che siamo qui a lavorare per il bene dei calabresi e questo argomento potrebbe sviare il ragionamento dell’Aula.

C’è una prassi consolidata - già nella precedente legislatura -, nella legislatura attuale l’abbiamo vissuta con l’Afor, è un argomento che abbiamo votato e non sono stati raggiunti i 33 voti necessari per l’istituzione della nuova Agenzia, ne abbiamo preso atto tutti insieme, maggioranza e minoranza, e la riforma non è passata - sarà all’ordine del giorno venerdì, in quanto è stato raggiunto un accordo tra maggioranza e  minoranza.

Il Presidente del Consiglio regionale deve dare una interpretazione dello Statuto, per come è oggi e per come ci siamo sempre comportati in quest’Aula: il punto all’ordine del giorno, se raggiunge la maggioranza dei due terzi, viene approvato, altrimenti l’istituzione di una nuova Agenzia non può essere approvata dal Consiglio regionale.

Siamo stati chiari fin dall’inizio e più volte ho detto qual è l’interpretazione del Consiglio regionale. Detto questo, se lei deve intervenire nel merito del provvedimento può farlo, ma su questo argomento, no.

Mario MAIOLO

Presidente, lei ha lasciato intervenire il sottosegretario su una questione di carattere generale che pone anche un problema sull’ordine dei lavori. Quindi, se mi consente, chiedo di intervenire.

PRESIDENTE

Quale?

Mario MAIOLO

Lui pone una questione di metodo legislativo.

PRESIDENTE

Ha fatto un intervento nel merito.

Mario MAIOLO

Ha fatto un intervento nel merito e pone una questione di metodo legislativo e su questo, che riguarda anche l’ordine dei lavori, chiedo di intervenire, se me lo consente.

PRESIDENTE

Consigliere Maiolo, se deve intervenire su questo argomento… Ho già espresso come la penso dal punto di vista istituzionale. Non c’è bisogno di aprire una discussione che ci porterebbe lontano dall’obiettivo di quest’Aula. Poniamo in votazione l’emendamento del consigliere Giordano.

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19789, a firma del consigliere Guagliardi, che così recita: “Dopo il comma 1, dell’art. 10 (Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale) è aggiunto il comma <Le attività di cui al precedente comma possono essere realizzate attraverso la Fondazione calabresi nel mondo ed il coinvolgimento delle Associazioni riconosciute dei calabresi nel mondo>”.

Prego, consigliere Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE

Prima lo voleva discutere, adesso lo ritira. L’emendamento è ritirato.

(Così resta stabilito)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19566, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Sera, Gallo, che così recita: “Al comma 4 dopo le parole <turistico e territoriale> vanno inserite le parole <la Giunta regionale è autorizzata ad istituirla assicurando la relativa copertura finanziaria>. Al comma 5, dopo le parole <della presente legge> sono aggiunte le seguenti parole <entro il 31 dicembre 2013>”.

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo numero 19547, a firma del consigliere Naccari Carlizzi, che così recita: “All’art. 10, comma 5, dopo la parola <regionale> è aggiunto <previo parere obbligatorio della Commissione regionale competente>”.

Prego, consigliere Naccari Carlizzi.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, ritiro l’emendamento in base alla considerazione che noi votiamo contro questo articolo.

PRESIDENTE

Ritirato.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

No, la vorrei pregare, come ha annunciato il Presidente della Regione, se intendete ritirare l’articolo bene, altrimenti, se si dovesse andare in votazione, chiediamo l’appello nominale.

PRESIDENTE

Intanto trattiamo il suo emendamento. Lei che fa?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Siccome è l’ultimo!?

PRESIDENTE

Ma dica se vuole votarlo o lo vuole ritirare.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Lo ritiro, annuncio il voto contrario.

PRESIDENTE

Senza condizioni: lei o lo pone in votazione o lo ritira. Il resto si vedrà.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Chiedo la parola ora che sono finiti gli emendamenti all’articolo.

PRESIDENTE

L’ha ritirato?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

L’ho già ritirato, mi sono seduto, mi sono rialzato ed ho chiesto la parola, visto che dobbiamo fare questi esercizi. Mi sono seduto ed ho chiesto la parola.

PRESIDENTE

Allora, l’emendamento protocollo numero 19547 è ritirato.

(Così resta stabilito)

 Non ci sono altri emendamenti, pongo in votazione l’articolo 10.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Per appello nominale, Presidente. Se la maggioranza non lo ritira, noi dell’opposizione chiediamo coralmente la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Il consigliere Naccari Carlizzai ha chiesto la votazione per appello nominale. Chiedo al Segretario questore di procedere alla chiama.

Francesco SULLA, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 39. Hanno risposto sì 24, hanno risposto no, 15.

(Hanno risposto sì: Albano, Bruni, Chiappetta, Chizzoniti, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano Magarò, Magno, Minasi, Morrone, Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Talarico F., Trematerra, Vilasi.

hanno risposto no: Adamo, Bova, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Maiolo, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Scalzo, Sulla,  Talarico D., Tripodi)

Pertanto, l’articolo, relativo alla nuova costituzione dell’Agenzia, non avendo raggiunto i due terzi necessari alla sua approvazione, è respinto e l’Agenzia non è istituita. Nell’articolo stesso ci sono i commi 2 e 3 che sono collegati, pur non potendo entrare a far parte della nuova Agenzia che si voleva costituire, di fatto rimangono in vita, a meno che non ci sia un ordine del giorno. Insomma, non essendo stato soppresso l’articolo nel suo complesso, non viene approvato.

All’articolo 11 è stato presentato emendamento protocollo numero 19567 a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Sera, Gallo, che così recita: “L’articolo 11 della proposta di legge numero 411/9^ è soppresso”.

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Prego, sottosegretario Sarra.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Presidente, chiedo, sulla scorta del ragionamento effettuato prima, che l’argomento sia inserito con il placet del Presidente della competente Commissione riforme, consigliere Magno, in sede di discussione, affinché si possa aprire un approfondimento, una analisi su questo argomento che mi sono permesso di sollevare sulla rilettura del portato dello Statuto.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, chiedo scusa noi abbiamo già votato l’articolo 10.

PRESIDENTE

Abbiamo già votato. Il sottosegretario Sarra chiede che l’argomento da lui posto possa essere approfondito nella Commissione riforme di cui è presidente il consigliere Caputo, è competente la prima Commissione. Ha chiesto che ci sia una discussione nel merito dell’articolo 56 dello Statuto per una interpretazione, se c’è qualcuno che chiede la modifica dell’articolo 56, la discussione si apre in Commissione e poi in Consiglio.

Chiede solo ed esclusivamente che possa essere questa la nostra volontà.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo numero 19653, a firma del consigliere Pacenza, che così recita: “Fondazione Calabresi nel mondo: procedure di liquidazione.

La Regione Calabria promuove la liquidazione della Fondazione Calabresi nel mondo, di cui all'articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, numero  19 secondo le norme del suo statuto e delle vigenti leggi in materia.

La Giunta regionale è autorizzata, entro il 31 dicembre 2013, previa la presentazione del Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di una relazione analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate, ponendo in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al compimento degli atti di competenza regionale necessari.”.

Prego, consigliere Pacenza.

Salvatore PACENZA

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Solo un attimo, è stato presentato un emendamento protocollo numero 19790, a firma del consigliere Guagliardi, che così recita: “E’ soppresso l’articolo 12”.

Prego, consigliere Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, è molto semplice, ieri sera ed anche oggi in Conferenza dei capigruppo ho sentito parole molto preoccupanti sulla Fondazione calabresi nel mondo, sembra che abbia avuto – a sentire l’intervento del presidente Scopelliti – chissà quante spese questa Fondazione.

Mi ricordo di essere stato tra chi ha approvato questa legge che però è partita con la nuova legislatura di questa maggioranza.

Ho fatto anche un emendamento relativo all’articolo 10 e dico che se c’è oggi una possibilità di usare i nostri emigrati o i calabresi nel mondo in chiave sociologica o in chiave storica o culturale, è quella di tenere unita questa grande rete che ci invidiano tutti e che è costituita dalle varie associazioni dei calabresi nel mondo che attraverso la loro attività promuovono il nostro brand,  il nostro turismo ed i nostri prodotti di nicchia.

La Fondazione è nata con questo spirito che ci può aiutare a valorizzare il brand Calabria.

Credo sia assurdo eliminare uno strumento che non costa - almeno nello spirito iniziale - nulla all’Ente, ma che è organizzato attraverso i nostri emigrati che lo fanno gratuitamente con il solo scopo di essere riconosciuti come figli di questa terra.

Se poi, da quello che ho ascoltato qui dentro ieri sera e stamattina, si sono spesi milioni di euro per attività di questa Fondazione, diventa un problema, perché le spese inutili vanno calmierate.

Ma siccome presumo che questo non sia avvenuto, proprio non capisco il senso dell’annullamento di questa Fondazione che emargina ed allontana le associazioni dei calabresi nel mondo dalla Regione Calabria.

Per questo chiedo che venga abrogato l’articolo 12.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo numero 19653, a firma del consigliere Pacenza, che così recita: “Fondazione Calabresi nel mondo: procedure di liquidazione.

La Regione Calabria promuove la liquidazione della Fondazione Calabresi nel mondo, di cui all'articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, numero  19 secondo le norme del suo statuto e delle vigenti leggi in materia.

La Giunta regionale è autorizzata, entro il 31 dicembre 2013, previa la presentazione del Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di una relazione analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate, ponendo in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al compimento degli atti di competenza regionale necessari.”.

Prego, consigliere Pacenza.

Salvatore PACENZA

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12 nel suo complesso come emendato.

(E’ approvato)

Articolo 13.

All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo numero 19568, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra e Gallo, che così recita: “Il comma 1, lett b) è sostituito dal seguente:

"b) il collegio sindacale, composto da tre membri effettivi, di cui il Presidente e un membro effettivo nominati dal Consiglio regionale ed un membro effettivo ed uno supplente nominato dalla Giunta regionale. Il compenso dei componenti supplenti del collegio sindacale è corrisposto solo in caso di sostituzione di un sindaco effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al componente effettivo";

Sono abrogati i commi 3, 4 e 5 e sostituiti dai seguenti:

3. "Le disposizioni di cui ai precedenti punti 1. e 2. del presente articolo si applicano a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente legge".

4. "L'Amministrazione regionale, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, avvia, direttamente e/o per il tramite della propria società in house FINCALABRA S.p.A., socio unico della società Calabria Impresa & Territori S.ri, le azioni finalizzate alla messa in liquidazione della società Calabria Impresa & Territori S.r.l.; l'operazione di liquidazione dovrà comunque concludersi entro il 31 dicembre 2013".

5. "L'Amministrazione regionale si impegna a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società Calabria Impresa & Territori S.r.l. posta in liquidazione, provenienti dalla società "Sviluppo Italia Calabria", in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società FINCALABRA S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l'equilibrio economico/finanziario della società”.

Prego, consigliere Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, non per illustrarlo, perché l’emendamento, a firma anche degli altri colleghi di maggioranza, si illustra da sé ma solo per prendere atto delle funzioni, delle competenze e del ruolo che deve svolgere il collegio sindacale, ristrutturandolo così come era precedentemente.

Nell’ambito dello stesso emendamento vi è una parte che va ad incidere su quello che abbiamo ritenuto di apportare come modifica sostanziale, perché si tratta del personale dipendente presso la società Calabria Imprese & Territori Srl.

A tal riguardo, Presidente, - lo dico anche ai colleghi consiglieri – abbiamo ritenuto di assumere una iniziativa che va nella direzione di assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, anche ai fini della salvaguardia delle professionalità presenti in questa società, e lo abbiamo fatto perché ascrivibile a questa maggioranza, al presidente Scopelliti, al suo Esecutivo e soprattutto a tutti coloro i quali da tre anni a questa parte stanno cercando di assumere iniziative importanti sull’intero territorio in tale direzione. Vorrei ricordare le precedenti difficoltà che hanno avuto i dipendenti di questa società allorquando non si pensava e non si ipotizzava all’orizzonte la costituzione di questa società adesso detta Calabria Imprese & Territori Srl.

In relazione a ciò - e chiudo - abbiamo giustamente previsto la possibilità della salvaguardia occupazionale, naturalmente per coloro i quali hanno titolo e funzione giuridica al 31 dicembre 2012 e chiedo che venga attivato il coordinamento formale, Presidente, perché credo che sia necessario indicare – laddove si parla della data in servizio al 31 dicembre 2012 - anche coloro i quali sono in possesso, sempre alla stessa data, di un riconoscimento giudiziale equipollente.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Naccari Carlizzi

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, noi in prima Commissione abbiamo presentato un emendamento circa la nomina dei revisori. Questo emendamento è passato e ricorderà la Segreteria generale che in sede di coordinamento formale abbiamo detto di estendere quella norma a tutte le nomine dei revisori dei conti.

In sostanza è il recepimento della legge nazionale prevista dalla “spending review”.

Difatti, se andiamo a guardare la nomina dei revisori dei precedenti articoli, troviamo esattamente la formulazione che è stata approvata in Commissione.

Credo, ora, che sia un refuso, nel senso che la Commissione si è espressa ed ha votato su questo argomento. Di conseguenza la prego di fare una verifica.

Ha accanto a lei il Segretario generale, i commissari della prima Commissione lo ricorderanno, così come penso anche il sottosegretario Sarra. Parlo della vicenda dei revisori dei conti, noi abbiamo deciso di uniformare completamente il testo che prevede il recepimento della norma sulla “spending review”.

Di conseguenza la prego di emendare, perché il consigliere Chiappetta non c’era in prima Commissione e quindi il suo emendamento giustamente non ne tiene conto. Quindi, il suo emendamento, se lei lo mette in votazione, dovrebbe mandarlo in coordinamento formale solo per quanto riguarda la titolarità di nomina. Il resto resta chiaramente così com’è ed allo stesso modo i vari articoli che si succedono su cui la dirigenza, l’ufficio della prima Commissione non ha completato questo lavoro di raccordo.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, ma non mi dà la risposta? Quello che state mettendo in votazione chiaramente è in contrasto con la regola generale che è stata introdotta in questa legge.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Il problema va evidenziato relativamente ai revisori dei conti. Questa è una norma che riguarda il Collegio sindacale ed è una cosa diversa. Il riferimento ai revisori dei conti va bene, perché c’è la norma che è stata richiamata e che peraltro è una norma nazionale. Noi anticipiamo l’efficacia della norma. Per quanto riguarda invece i collegi sindacali è un altro problema.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale. Certo, su tutta la legge ci vorrà il coordinamento formale perché ci sono state modifiche, lo dirò alla fine quando approveremo la legge.

Si passa ora all’emendamento, protocollo numero 19723, a firma dei consiglieri Guccione e Adamo, che così recita: “All'articolo 13 i comma 3 e 4 sono interamente sostituiti dal seguente testo: <La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a fondersi con la società Calabria Impresa & Territori Srl, di cui la stessa detiene l'intero capitale sociale.

La fusione dovrà avvenire attraverso l'incorporazione della società Calabria Impresa & Territori Srl. nella Fincalabra S.p.A., secondo le norme vigenti in materia, in modo tale da garantire il trasferimento in favore di quest'ultima di tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo alla società Calabria Impresa & Territorio Srl. e di tutto il personale attualmente alle dipendenze della società medesima.>

Prego, consigliere Adamo.

Nicola ADAMO

Presidente, la norma si illustra da sé ma come firmatari intendiamo illustrarla, più che per esplicitarne i contenuti, per chiarire le finalità di presentazione di questo emendamento. A mio avviso, questo emendamento interpreta la volontà dei proponenti del disegno di legge che è al nostro esame. Mi par di capire, secondo il disegno di legge proposto all’Aula ed approvato dalle Commissioni, che per quanto riguarda i commi 3 e 4 si persegua l’obiettivo da parte di questo Consiglio regionale di dare un indirizzo affinché la società “Calabria Impresa & Territori Srl” venga di fatto messa in liquidazione per assegnare a Fincalabra Spa tutte le competenze e tutti i rapporti attivi e passivi, comprese le quote di lavoratori dipendenti presso questa società. Ora il punto qual è? Rispettando questa opinione e condividendola da parte della minoranza, la nostra norma non è in contrasto sulle finalità, anzi la vuole interpretare per renderla più efficace ed attuabile. Noi firmatari dubitiamo che questo Consiglio regionale, benché sul terreno degli indirizzi, possa emanare indirizzi per decidere la messa in liquidazione di una società. Questa è materia di esclusiva pertinenza dell’applicazione delle norme del codice civile. Oltretutto è una società che non è partecipata direttamente dalla Regione, ma che è partecipata da Fincalabra che, a sua volta, è partecipata dalla Regione; non possiamo saltare il dato di fatto che si configuri come soggetto comunque giuridico autonomo per cui la nostra norma non sarebbe sotto questo aspetto efficace.

La seconda questione: se questa società avvia il percorso di messa in liquidazione, non c’è dubbio che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti dovrà pervenirsi ad un licenziamento e, successivamente, ad una nuova assunzione, ove mai si potesse procedere in questa direzione da parte di Fincalabra.

La nostra perplessità qual è? Non è esplicitato questo percorso, non c’è scritto nella norma contenuta nei commi 3 e 4 che il personale è destinato a intraprendere questo percorso ma ove mai - ieri vedevo un emendamento presentato in materia dal collega Chiappetta – dovessimo di esplicitarla, tipo appunto: “Il personale dipendente di “Calabria Impresa & Territori Srl” transita nell’organico di Fincalabra”, dubito che il Governo ce lo passi. Perché, ancora, per quanto riguarda i contratti della pubblica amministrazione prevale la regola della procedura concorsuale per cui la formula, il percorso da seguire non è quello della messa in liquidazione della società ma della Regione che dà un indirizzo alla sua partecipata, alla finanziaria calabrese e, quindi, di una Regione che autorizza la Fincalabra ad accorparsi con Calabria impresa e tutto ciò che fa parte in termini positivi e negativi di questo emendamento, esplicitandolo, compreso il personale che passa direttamente a Fincalabra.

Così facendo non solo garantiamo il destino dei lavoratori ma sostanzialmente non stiamo disponendo una norma che concerne la regolamentazione e il destino di questo personale, non è una norma sul personale. Stiamo decidendo un indirizzo che riguarda sostanzialmente una ipotesi di fusione tra due società, di cui una è quella di cui detiene le quote di diretta proprietà al 100 per cento. Una fusione per incorporazione. Vedo che la stessa ipotesi è stata, oltretutto, formulata nell’ambito dell’emendamento protocollo numero 19721 ed, infatti, anche qui viene sottoposta questa ipotesi. Considero, quindi, assai più efficace e certa, dal punto di vista della coerenza legislativa, questa impostazione che non quella della messa in liquidazione. La proposta, quindi, è che i commi 3 e 4 dell’articolo 13 vengano interamente sostituiti dal testo che abbiamo presentato oppure, se il legislatore intende procedere con la volontà del relatore, assumere in sede di coordinamento formale attraverso l’unificazione dei testi di emendamento che trattano la stessa materia oppure, ancora, in sede di coordinamento formale, tener conto anche almeno del comma 4 dell’emendamento protocollo numero 19721 che è stato presentato e che testualmente recita “A Fincalabra S.p.A. è accorpata, mediante fusione per incorporazione, la società Calabria Impresa & Territori Srl, secondo le norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in materia”. Lo stesso concetto, esplicitato più direttamente rispetto a quello dell’emendamento, se vogliamo avere una integrazione dei testi, consente una forma più scorrevole. Lo rileggo testualmente, proprio al fine di evitare problemi ed equivoci in sede di coordinamento formale.

La proposta che presentiamo a firma mia e del collega Guccione recita testualmente: “<La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a fondersi con la società Calabria Impresa & Territori Srl, di cui la stessa detiene l'intero capitale sociale.

La fusione dovrà avvenire attraverso l'incorporazione della società Calabria Impresa & Territori Srl. nella Fincalabra S.p.A., secondo le norme vigenti in materia, in modo tale da garantire il trasferimento in favore di quest'ultima di tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo alla società Calabria Impresa & Territori Srl. e di tutto il personale attualmente alle dipendenze della società medesima.>

Con questo percorso penso, invece, che il nostro obiettivo comune, quello della maggioranza e della minoranza, possa essere fatto salvo. Con la messa in liquidazione dubito che si possano raggiungere gli obiettivi che il legislatore intende prefiggersi, grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Contrario, perché l’emendamento, consigliere Adamo, pur recependo in toto le preoccupazioni, è stato effettuato sul testo precedente che non era ancora emendato da quello del consigliere Chiappetta. L’unico problema, quindi, è quello della incorporazione che è superato dall’attività che svolgerà la Giunta regionale a ciò delegata dal Consiglio con la presente norma. Faccio proprie le preoccupazioni che ha evidenziato ma che sono abbondantemente superate dall’emendamento che è stato testé approvato. Il suo emendamento era effettuato legittimamente sul testo precedente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Presidente, ho chiesto il coordinamento formale ma non mi ritrovo l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta, mi ritrovo quello di ieri che era un emendamento riguardante solo la trattazione del tema del personale “Il personale transita a Fincalabra”. Se dovesse essere quella la formula, poiché non mi ritrovo questo testo, nessuno di noi ce l’ha, chiedo scusa, secondo me non è soggetto ad approvazione da parte del Governo perché si prefigura di una assunzione diretta in quanto si tratta di un licenziamento e di una assunzione, non di una transazione. Sono preoccupato se è quello. Se è un altro non lo so. Se c’è coordinamento formale e si accetta la fusione incorporazione.

(Interruzione)

Secondo me andate su un terreno in cui complicate la vita a tutti.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Non è così, vi prego, leggete l’emendamento a firma del consigliere Chiappetta.

Nicola ADAMO

Scusate ma non ce l’abbiamo.

PRESIDENTE

Il comma 5, quello precedente, consigliere Adamo. Se guarda l’emendamento precedente, protocollo numero 19568, al comma 5 dice: “L'Amministrazione regionale si impegna a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società Calabria Impresa & Territori Srl. posta in liquidazione, provenienti dalla società "Sviluppo Italia Calabria", in servizio al 31 dicembre 2012,attraverso il trasferimento alla società FINCALABRA S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l'equilibrio economico/finanziario della società”.

Nicola ADAMO

Scusate ma come fa? Vedo il Segretario generale e, oltre tutto, ho alta stima per la competenza del dottore Zoccali ma, scusate, pensate che con questa norma si possa risolvere il problema allo stesso modo di come avevate pensato di scrivere nel testo la seguente formulazione, quasi allo stesso modo: “La Giunta regionale è autorizzata al compimento degli atti di competenza regionali necessari all’estinzione della stessa” – l’estinzione sarebbe riferita alla società – “che deve concludersi entro il 31 dicembre 2013”. Chiedo al Segretario generale e al dottore Zoccali - non ai microfoni, magari consultatevi e chiedo scusa ai colleghi Sarra e Talarico – quali sarebbero gli atti di competenza di una Regione, di una amministrazione regionale, di fronte ad una messa in liquidazione di una società autonoma, soggetto giuridicamente privato ed autonomo. Scusate, fatemi capire quali sono. Penso che vi stiamo offrendo un aiuto perché abbiamo interesse tutti, Presidente Scopelliti, a risolvere i problemi. Penso che si tratta del destino dei lavoratori che, ormai da anni, sono collocati in questo segmento, anche mesi, periodi -magari poi andremo a correggere- ma badate, se non si assume la formula pienamente e con esplicitazione della norma della fusione ed incorporazione, la conseguenza del personale non ci potrà mai essere. Questa è la mia opinione. Avete poi la maggioranza, fate come meglio credete! Vi sto ponendo un problema di interpretazione del rispetto delle norme del codice civile e di quelli che sono i nostri ambiti ed i nostri poteri di legislazione, anche quando si tratta di indirizzi. Badate, l’indirizzo lo possiamo fornire a Fincalabra. Avvocato Zoccali, un processo che, a mio avviso, potrebbe esser fatto senza nemmeno una legge, quello della fusione e incorporazione: sarebbe sufficiente che intervenisse la Conferenza dei capigruppo. L’atto disposto dal Consiglio di amministrazione di Fincalabra -tutt’al più con una assemblea dei soci che lo vota- decide l’incorporazione di questa società e si porta tutto dietro. Con la legge andiamo a complicare un processo che il codice civile delinea ormai in maniera netta e chiara. Mi fermo qui e mi auguro che tutto quel che dico non sia vero ma non vorrei essere una “Cassandra”.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Scusate, intanto vorrei precisare di cosa stiamo parlando. Abbiamo discusso sin qui della legittimazione del Consiglio a riprendersi il proprio ruolo che è, innanzitutto, quello di indirizzo. Mi sorprende, peraltro, conoscendo la proprietà di linguaggio e di perizia del consigliere Adamo, il problema posto sulla possibilità, da parte del Consiglio, di approvare una norma di indirizzo nei confronti di una società che poi è altro ma è partecipata.

Nicola ADAMO

Chiedo scusa, posso? Se il Presidente lo consente, iniziamo questo dialogo. Dubito non sulla nostra potestà di dare un indirizzo ma sulla potestà di dare un indirizzo per la messa in liquidazione di una società. La messa in liquidazione di una società non si dispone per legge, soprattutto di quella società figlia di Fincalabra! Basta il piano industriale, chiamalo piano industriale di Fincalabra, punto. La messa in liquidazione, aggiungo, sottosegretario Sarra, non vi risolve il problema del personale perché presuppone un atto di licenziamento del personale e non la transizione da Calabria Impresa & Territori Srl. a Fincalabra. La fusione/incorporazione si porta, invece, tutto dietro e questo lo possiamo disporre con un indirizzo che rivolgiamo a Fincalabra. Solo qui è il problema, sono preoccupato di come avviene dopo l’assunzione nell’organico di Fincalabra dei lavoratori. Quello, poi, non sarà possibile.

PRESIDENTE

Propongo di disporre la sospensione della seduta per due minuti e riunire i capigruppo al banco della Presidenza per capire un po’ come bisogna procedere. Chiedo al firmatario dell’emendamento di avvicinarsi, così poi proseguiamo nei lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, sono sicuramente d’accordo per la sospensione ma volevo dirle, onde evitare che poi ci possa essere confusione, anche rispetto ai ruoli perché ho ascoltato con grande attenzione quel che ha detto il collega Adamo, la salvaguardia dei livelli occupazionali, che sta a cuore al consigliere Adamo, sta a cuore, anche e soprattutto, a noi che abbiamo presentato l’emendamento. Glielo dico non per spirito polemico nei confronti del mio amico, collega Adamo, ma sol perché vorrei ricordare - e lo ricordo all’Aula affinché possa essere poi anche trasferito all’esterno questo messaggio – che la salvaguardia occupazionale delle professionalità esistenti all’interno Calabria Impresa & Territori Srl. è merito di questa maggioranza che ha assunto tutte le iniziative idonee ed opportune perché questo potesse precedentemente accadere. Sostengo questo per impedire che la storicità dei fatti possa essere dimenticata. Detto questo e dal momento che, ripeto, la salvaguardia occupazionale è un problema che sta a cuore anche e soprattutto a noi, non c’è alcun problema perché ci possa essere questa sospensione di qualche minuto per trovare la soluzione giuridico-amministrativa che sia la più idonea a far sì che possa essere salvato il livello occupazionale di Calabria Impresa & Territori Srl.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Sono d’accordo, Presidente, ad accettare la sospensione e sono disponibile in quanto firmatario dell’emendamento a confrontarmi. Debbo dire che - e duole che mi tocca farlo nei confronti di un collega di cui ho profonda stima ed amicizia- se l’ interpretazione è che qui si presentano emendamenti per fare propaganda, almeno per questo emendamento, possiamo chiudere qua la discussione! Se lo spirito col quale valutate la presentazione di questo emendamento, l’unico firmato almeno da me, è quello che qui dobbiamo far propaganda per far capire ai lavoratori chi è più loro amico o meno, posso dire che di questi lavoratori su tutto l’organico ne conosco due con i quali ho anche interrotto da anni i rapporti personali. Sappiamo che le procedure di selezione di questo personale non appartengono alla storia della tradizione politica dei partiti di cui ho fatto parte e possiamo prendere la scheda anagrafica di ognuno per capire che non ci troviamo in presenza di un personale così anomalo, tale da far propaganda politica in quest’Aula in questo momento. E’ personale ben ferrato nei ranghi del centro-destra se la vogliamo dir tutta. Collega Chiappetta, questo non me l’aspettavo! Abbiamo redatto un emendamento ad ausilio perché in questo momento la valutazione che faccio con il mio gruppo è questa: in Calabria stiamo su una polveriera e non ci deve essere quello di Rosarno che va a sparare a Palazzo Chigi. Quotidianamente vediamo gente che muore di fame o gente che stava nel ceto medio-alto, fino a qualche anno fa, compresi questi lavoratori di Sviluppo Italia Calabria - e cito, Sviluppo Italia la fonte dell’impresa, che oggi sono i nuovi poveri. Per cui anche perdere mesi di stipendio o di lavoro è diventato oggi un dramma per tutti. Penso che sia una responsabilità sociale quella che abbiamo. Allora vi dico: sono preoccupato - poi fate come volete, per risolvere il problema e dare una mano, non per strumentalizzare o far propaganda. Non ho parlato, infatti, con nessuno, non ho incontrato nessuno tranne quelli che ieri sono venuti qui davanti per chiedere informazioni. Questo è lo spirito. Se non lo volete fare, pazienza, francamente non me l’aspettavo!

PRESIDENTE

Chiamo i capigruppo al banco della Presidenza.

La seduta è sospesa.

La seduta sospesa alle 18,29 riprende alle 18,45

PRESIDENTE

Diamo la parola al consigliere Chiappetta per la lettura del testo, così come emendato dalla Conferenza dei capigruppo.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Posto che c’è l’unanime condivisione del percorso che è stato attivato, si è convenuto che l’articolo che riguarda la soluzione finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali di “Calabria impresa e territori”, deve essere così formulato, affidando poi al coordinamento formale eventuali ulteriori modificazioni: “Fincalabra, socio unico della società “Calabria impresa e territori S.r.l.”, deve provvedere alla messa in liquidazione della società “Calabria impresa e territori S.r.l.”. L’operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società “Calabria impresa e territori S.r.l.” posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l’equilibrio economico-finanziario della società”. Ripeto, è interamente sostitutivo e condiviso dai colleghi della maggioranza e della minoranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Annunciamo voto favorevole al subemendamento che tiene conto delle nostre valutazioni, delle nostre considerazioni e dopo un’approfondita discussione, perché riteniamo che, in primis, devono essere salvaguardati i livelli occupazionali e le professionalità esistenti nella società che viene posta in liquidazione. La formulazione ex novo ci convince, riteniamo che un passaggio sia significativo dal punto di vista politico, che questo avvenga in modo unitario, largamente condiviso e che ci permetta di superare uno scoglio difficile e garantire anche il passaggio e l’approvazione del Consiglio dei Ministri.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonsino GRILLO, relatore

Così come formulato, parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento interamente sostitutivo testé letto.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19538, a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi e Talarico D.: “Il comma 3 dell’articolo 13 è così interamente sostituito:

3. La società Fincalabra S.p.A. è autorizzata a porre in liquidazione la società Calabria Impresa & Territori S.r.l. La procedura di liquidazione avviene secondo le norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in materia. In materia di personale, alla procedura di liquidazione si applica quanto disposto dall’art. 19 c. 2.

La Giunta regionale è autorizzata al compimento degli atti di competenza regionale necessari all’estinzione della società Calabria It che deve concludersi entro il 31 dicembre 2013”.

Penso sia ritirato perché l’abbiamo già affrontato.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

No, Presidente, le ho chiesto la parola un paio di volte su questo emendamento, comunque sono contento che si sia arrivati a quella formulazione che, in sostanza, alla fine della mega riunione, è quella che prevede questo emendamento. Se mi avesse dato la parola prima, non ritenendo che avessi esaurito i crediti per parlare, che chiaramente ha stabilito con apposito Regolamento, avrebbe verificato che questo emendamento è la traduzione giuridica di quello che avete appena letto.

PRESIDENTE

Consigliere Naccari, ho seguito esclusivamente il Regolamento del Consiglio regionale, e mi spiace, perché lo conosce. Uno che presenta l’emendamento, lo illustra, il relatore dice “a favore” o “contrario” e si vota. Quando arriva il suo turno…

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Sono intervenuti un paio di volte a vicenda e le ho chiesto la parola per facilitare la soluzione, perché gli emendamenti sono in rapida successione. Capisco che il consigliere Chiappetta è arrivato sempre un minuto prima di noi, partendo da Cosenza, nel senso che su ogni emendamento che presentiamo su un argomento comune, lui arriva prima, perché è la famosa teoria della lepre e della lumaca! Quindi non dico niente, lui è velocissimo, quindi c’è sempre un suo emendamento prima dei nostri! Tuttavia, se ci fosse maggiore collaborazione…

Voglio solo dare una mano. Se poi non lo ritiene… Mi consenta di dirle che se legge questo emendamento è esattamente quello che avete deciso, scritto – se mi consente – avendo avuto più tempo, in maniera un po’ più lineare.

PRESIDENTE

Ma lo sta illustrando adesso, l’ha illustrato, le ho dato la parola quando è arrivato il suo turno.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Ma mi ha dato la parola a tempo scaduto, quando è finito! Da questo punto di vista, è molto simpatico il modo. A me non crea alcun problema.

PRESIDENTE

Intanto, quando interviene in Consiglio, consigliere, si deve alzare, non può parlare seduto.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Mi dia la parola.

PRESIDENTE

Dopo che le do la parola.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Allora, Presidente, la invito a rispettare il Regolamento.

PRESIDENTE

Questo emendamento si è concluso, è finito. Il prossimo è anche a firma sua e poi le dò la parola. Se chiede rispetto nell’Assemblea, anche lei lo deve dare, alzandosi durante il suo intervento.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

E la prego di darmi la parola quando la richiedo, ai sensi del Regolamento.

PRESIDENTE

Assolutamente, però quando il Regolamento lo prevede. Siccome sull’emendamento non lo prevede…

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Lei ritiene? Ho qualche dubbio!

PRESIDENTE

Non gliela dò. Adesso c’è un emendamento a sua firma, consigliere Naccari, con protocollo numero 19539: “Il comma 4 dell’articolo 13 è soppresso”.

Lo può illustrare.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, le chiedo scusa, non ha seguito. Questo emendamento è stato assorbito dall’emendamento Chiappetta. La prego di seguire l’oggetto della discussione!

PRESIDENTE

L’ha detto lei che è molto più attento ai lavori del Consiglio, quindi va bene così! Le ho dato la parola per intervenire e poi, quando gliela dò, non interviene che trova altri giri di cose…! Mi dispiace, non ne approfitta quando le dò la parola, quindi, è un problema suo!

Emendamento, protocollo numero 19387, a firma del consigliere Giordano: “E’ abrogato il quinto comma dell’articolo 13”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Questo emendamento, che è abrogativo del quinto comma, riguarda le società Comac e Comalca, che con l’articolato proposto dalla Giunta regionale vengono trasferite a Fincalabra. Ora, mi chiedo: nel precedente articolato c’era la soppressione. Tra le altre cose, chiediamo la soppressione, a parte per le evidenti motivazioni che derivano dal fatto che sono società che hanno drenato risorse e sono sempre in perdita e non hanno adempiuto alla mission.  Poi c’è di più, vorremmo sapere: l’avviso pubblico per la dismissione delle quote del Comalca, che è stato emanato nel 2010, che fine ha fatto? Vorremmo anche questo chiarimento e, comunque, chiediamo l’abrogazione di questo quinto comma dell’articolo 13.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19387.

(E’ respinto)

Emendamento, protocollo numero 19315, a firma del consigliere Chiappetta.

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

In relazione ad un emendamento presentato dal consigliere Giordano, col coordinamento formale va parzialmente accolto.

PRESIDENTE

L’abbiamo già respinto, non possiamo tornare indietro.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Se la possiamo risolvere, allora, con il coordinamento formale.

PRESIDENTE

Poi in coordinamento formale sull’articolato.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Col coordinamento formale, va bene.

PRESIDENTE

Con il coordinamento formale, se vuole aggiungere qualche riflessione migliorativa sull’articolo…

Giuseppe GIORDANO

Va bene.

PRESIDENTE

Emendamento, protocollo numero 19315, a firma del consigliere Chiappetta: “All’articolo 13 sono apportate le seguenti modifiche:

“Al comma 1 lettera a) le parole “da tre membri’’ sono sostituite dalle seguenti “da cinque membri, di cui tre”;

Al comma 1 lettera a) dopo le parolealle funzioni di competenza dell’ente” è aggiunto il seguente periodo: “due membri, componenti non esecutivi, in possesso dei requisiti previsti ai sensi dell’articolo 26 delle disposizioni di cui al D.lgs. 1 settembre 1993 numero 385 e s.m.i. (T.U.B.), nominati dal Consiglio regionale, che svolgono una funzione di supervisione strategica e vigilano con autonomia di giudizio sulla gestione sociale, contribuendo ad assicurare che essa sia svolta nell’interesse della società e in modo coerente con gli obiettivi di sana e prudente gestione”.

Consigliere Chiappetta, ho letto la formulazione. Dove c’è scritto “componenti non esecutivi”, forse il termine giusto sarebbe “indipendenti”. Va bene “indipendenti” nella formulazione?

Gianpaolo CHIAPPETTA

Disposto delle disposizioni della Banca d’Italia.

PRESIDENTE

Con questa modifica possiamo chiedere, quindi, il parere del relatore.

Alfonsino GRILLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19315.

(E’ approvato)

All’articolo 13 non ci sono più emendamenti; quello a firma del consigliere Chiappetta, protocollo numero 19314, è ritirato. Il 13 bis? Va beh, all’articolo 13 non ci sono altri emendamenti, quindi, lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19569, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Dopo l’articolo 13 è inserito l’articolo 13 bis (Procedura di liquidazione della Comac S.r.l.).

“La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del socio e secondo le norme dello statuto societario e delle normative vigenti in materia, è autorizzato a porre in liquidazione la società consortile Comac S.r.l., posseduta per il 77,61 % dalla Regione Calabria; la Giunta regionale è autorizzata, altresì, al compimento degli atti di competenza regionale necessari all’estinzione della predetta società, che deve concludersi entro il 31 dicembre 2013”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19569.

(E’ approvato)

Articolo 14. Emendamento, protocollo numero 19540, a firma dei consiglieri Naccari, Scalzo: “L’articolo 14 è così interamente sostituito:

“Art. 14

(Agricolture, montagne e foreste)

1. E’ disposto il riordino della Fondazione Mediterranea Terina, la quale mantiene esclusivamente, previa modifica statutaria, compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agro-alimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificato delle produzioni tipiche di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia.

2. Il riordino è disposto con le modalità di cui all’articolo 3 della presente proposta di legge e degli articoli ad esso correlati”.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

In questo emendamento, che fa riferimento al primo comma dell’articolo 14, cioè è sostitutivo esclusivamente del primo comma – c’è un refuso nella formulazione, perché dice sostitutivo di tutto l’articolo, invece fa riferimento solo al comma primo e non al garante sulla caccia – si intende precisare il riordino della fondazione “Terina” con riferimento esclusivamente ai compiti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità alimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché, con riferimento ai compiti, di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia. Chiaramente, il riordino è disposto dall’articolo 3 della seguente proposta di legge.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Limitatamente al comma 1, è favorevole, limitatamente al comma 2 è contrario perché abbiamo previsto un percorso diverso, consigliere, per quanto riguarda le procedure relative alla riorganizzazione e, soprattutto, al personale.

PRESIDENTE

Quindi, parere contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19540.

(E’ respinto)

Emendamento, protocollo numero 19570, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “Il comma 1 dell’articolo 14 è così sostituito:

“La Giunta regionale è autorizzata a procedere, attraverso l’esercizio dei poteri del fondatore e previa modifica statutaria, alla riorganizzazione della Fondazione Mediterranea Terina, che dovrà perseguire unica considerazione compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agro-alimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia”.

2. Il comma 2 dell’articolo 14 è così sostituito:

“La riorganizzazione dell’ente è attuata con le procedure e nel rispetto degli articoli 16, 17, 18, 19, 21, 22 della presente legge”.

Si illustra da sé. C’è anche un subemendamento che riguarda l’abolizione del comma 2. Il comma 2 non va bene, quindi, così come modificato.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Favorevole, così come modificato.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 19570, così come modificato.

(E’ approvato)

Il prossimo è un subemendamento, protocollo numero 19618, a firma dei consiglieri Bilardi, Gallo, Chiappetta, Serra, che riguarda sempre la fondazione: “All’articolo 14 si aggiunge il seguente comma 1 bis:

“1 bis. Le attività non direttamente attinenti al settore ricerca di cui al comma precedente verranno scorporate ed acquisite dalla Fincalabra S.p.A. ed il personale addetto alle suddette attività sarà assorbito dalla stessa società entro il 31 dicembre 2013”.

Si illustra da sé il subemendamento che riguarda il personale.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19618.

(E’ approvato)

All’articolo 14 non ci sono altri emendamenti.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

L’altro emendamento era ritirato, consigliere Chiappetta.

PRESIDENTE

Quell’altro era ritirato. Pongo in votazione l’articolo 14 come emendato.

(E’ approvato)

Articolo 15. Emendamento, protocollo numero 19571, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “All’articolo 15 sono apportate le seguenti modifiche:

Sono abrogati i commi 1 e 2 e sostituiti dal seguente comma 1:

“La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del socio e secondo le norme dello Statuto societario e delle leggi vigenti in materia, è autorizzata a porre in liquidazione la società Sial servizi S.p.A., posseduta interamente dalla Regione Calabria, entro la data del 31 dicembre 2013”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19571.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19318, a firma del consigliere Morrone, che è ritirato.

Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Articolo 17. Emendamento, protocollo numero 19544, a firma del consigliere Naccari Carlizzi: “All’articolo 17, comma 2, dopo la parola “indirizzo” aggiungere: “previo parere vincolante della Commissione consiliare competente”.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Sì, prevede il parere vincolante della Commissione per quanto riguarda l’atto di indirizzo che la Giunta regionale manderà separatamente per ciascun ente disciplinato dalla presente legge.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19544.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Articolo 18. Emendamento, protocollo numero 19446, a firma del consigliere Magno: “All’articolo 18, comma 1, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o riordinati”; al comma 2, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o riordino”; al comma 3, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o riordino”.

Mario MAGNO

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19446.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 18 come emendato.

(E’ approvato)

Articolo 19. Emendamento, protocollo numero 19448, a firma del consigliere Magno: “All’articolo 19, comma 1, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o riordino”; al comma 2, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge: “o riordino”.

Mario MAGNO

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19448.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 19 come emendato.

(E’ approvato)

Emendamento, protocollo numero 19734, a firma del consigliere Naccari Carlizzi: “Dopo l’articolo 19 aggiungere l’articolo 19 bis (Norme sulla trasparenza)

Entro 10 giorni dal provvedimento che autorizza la stipula del contratto, i rappresentanti legali degli enti, aziende, istituzioni e società partecipate della Regione Calabria, a pena di nullità dell’incarico, sono tenuti a trasmettere, ne danno pubblicità sul sito della Regione, indicando il provvedimento, i nominativi ed i curricula dei soggetti che prestano qualsiasi tipo di rapporto di lavoro, collaborazione o consulenza anche per il tramite di società di lavoro interinale”.

Prego, consigliere Naccari, può illustrarlo.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Prevediamo che, entro dieci giorni dal provvedimento che autorizza la stipula dei contratti, i rappresentanti legali degli enti, aziende, istituzioni e società partecipate dalla Regione, a pena di nullità dell’incarico, siano tenuti a trasmettere, per il fine della pubblicità, sul sito della Regione, i nominativi ed i curricula dei soggetti che, a qualsiasi titolo, prestino attività di lavoro, consulenza o qualsiasi tipo di rapporto con gli enti di cui stiamo parlando, quindi norme sulla trasparenza di pubblicità tramite il sito della Regione.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

E’ previsto dalla normativa nazionale.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Ma spiegatelo al collega Grillo, perché sennò dà un parere contrario alla legge dello Stato!

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19734.

(E’ respinto)

Articolo 20. Emendamento, protocollo numero 19572, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “All’articolo 20 sono apportate le seguenti modifiche:

al comma 1, le parole “dal Revisore unico dei conti e dal dipartimento controlli della Regione Calabria” sono sostituite dalle seguenti: “dall’organo di revisione contabile e dall’organismo regionale indipendente di valutazione (Oiv) della performance della Regione Calabria” e le parole “dalla legge regionale numero  3 febbraio del 2012” sono sostituite dalle seguenti: “dalle leggi regionali vigenti”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19572.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 20 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21.

(E’ approvato)

Articolo 22. Emendamento, protocollo numero 19449, a firma del consigliere Magno: “All’articolo 22, comma 1, dopo la parola “accorpamento” si aggiunge “o riordino”.

Mario MAGNO

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19449.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 22 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 23.

(E’ approvato)

Articolo 24. Emendamento, protocollo numero 19573, a firma dei consiglieri Chiappetta, Grillo, Serra, Gallo: “All’articolo 24 sono apportate le seguenti modifiche: “E’ abrogata la lettera a) del comma 1”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19573.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 24 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 25.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 26.

(E’ approvato)

Dichiarazioni di voto sulla legge nel suo complesso. Dico solo che ci sarà il coordinamento formale per gli articoli perché abbiamo approvato articoli successivi che mettono in discussione emendamenti approvati precedentemente. In un coordinamento formale organico sulla base anche delle indicazioni, si arriverà, poi, al provvedimento complessivo e definitivo.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, molto brevemente, anche perché avendo lei presieduto una lunga Conferenza dei capigruppo, conosce molto bene il pensiero del sottoscritto, che poi è il pensiero del Partito democratico.

Noi siamo sempre pronti a stare sulla trincea delle riforme, perché non veniamo mai meno alla nostra cultura di governo, quindi siamo felici, stasera, di poter dire insieme alla maggioranza che questa riforma – se si può chiamare così – comporterà un notevole risparmio dal punto di vista finanziario. Abbiamo, però, la necessità di dire – e ciò dispiace molto – che, per fare una buona riforma, non basta alla fine avere un saldo di grande risparmio sotto il profilo dei costi, perché le riforme debbono, intanto, rispondere ad una filosofia generale, poi raggiungere un obiettivo di efficacia nei settori che si vanno a normare.

Sotto il profilo della filosofia, la nostra domanda è: ma questa Regione vuole abbandonare la logica e la politica del centralismo esagerato ed immettersi in una strada di decentramento, come noi suggeriamo da più tempo – e, ripeto, a proposito abbiamo presentato anche una buona riforma per una Regione leggera, che ci auguriamo possa essere affrontata dalla competente Commissione ed istruita in tempi molto brevi – oppure pensiamo, appunto, di andare verso il decentramento? Diciamo la verità, questa riforma porta ad un ulteriore rafforzamento di una visione centralista della Regione Calabria e non può risolvere i problemi.

Noi andiamo ad interessare settori di grande delicatezza, il primo settore è quello abitativo.  Mi chiedo: impostata la riforma, senza alcun coinvolgimento delle autonomie locali, noi riteniamo che i titolari di un alloggio di edilizia economica e popolare usufruiranno in termini positivi di questa riforma oppure la centralizzazione di questo settore in capo ad un ente unico a Catanzaro andrà ad aumentare la burocratizzazione del settore?

Noi siamo in quest’Aula, ma chi ha governato un Comune sa che, a volte, è anche difficile chiedere all’istituto case popolari la manutenzione di un ascensore. Immaginiamo un po’ cosa succederà quando l’enorme patrimonio edilizio dell’ex Aterp – è il caso di dire ex Aterp – sarà concentrato in un unico ente, senza porsi il problema di che fine farà questo patrimonio, del rapporto con i Comuni, come si rilancerà il settore dell’edilizia abitativa, che in Italia ormai fa acqua da tutte le parti da molti decenni!

Abbiamo un altro settore di grande delicatezza, quello del lavoro e dell’occupazione. Anche qui vediamo che, con pervicacia, la maggioranza non ha voluto concentrare nel nuovo ente “Calabria Etica”.

Abbiamo il settore dell’incentivazione industriale – vado per salti, Presidente; noi avremmo voluto che questa fosse l’occasione per un’Agenzia dello sviluppo che mettesse insieme le competenze di Fincalabra, delle Asi, che venisse delegata a fare i bandi relativi alle filiere del settore che sono comprese nel Por, ed anche qui in un rapporto forte con il territorio, perché un’agenzia di questo tipo avrebbe dato la possibilità di far ritornare in vita i Pit, che sono stati uno strumento abbandonato, pur avendo offerto un’ottima programmazione territoriale.

Per non parlare dell’Agenzia del turismo che, a nostro avviso, verrà utilizzata solo per la promozione dell’immagine attraverso eventi, eliminando la Film Commission, che nelle altre Regioni ha dato un ottimo risultato di sé.

Non voglio citare tutti gli aspetti che ci vedono non consenzienti. Dobbiamo dire che la maggioranza non ha voluto prendere atto della nostra volontà di migliorare questo provvedimento, lo abbiamo detto e ridetto in Conferenza dei capigruppo. Le ultime esperienze nel settore delle riforme dimostrano che, quando non c’è stato un arroccamento da parte della maggioranza – vedi la riforma dell’Arssa, mi auguro venerdì la riforma dell’Afor – siamo riusciti a trovare una sintesi nell’interesse delle collettività e le proposte che erano venute fuori da questa minoranza, in particolare di mantenere la natura giuridica pubblica dell’Afor e dell’Arssa, alla fine hanno trovato accoglimento.

Lei sa, Presidente, che noi avevamo proposto di chiudere questa giornata con un ordine del giorno che sintetizzasse i punti di accordo e desse il tempo di meditare sui punti di disaccordo. Questa nostra idea non è stata approvata e, del resto, che non c’era una volontà di arrivare ad una sintesi, ad un confronto per migliorare l’architettura complessiva del provvedimento che - noi non possiamo condividere - è venuto fuori anche dall’esame degli emendamenti. Si è detto: “Guardiamo gli emendamenti e vediamo se, attraverso di essi, si trova una quadra”. Sono stati bocciati oltre trenta emendamenti proposti dai colleghi del Partito democratico! Ancora di più, se teniamo conto degli emendamenti proposti dagli altri gruppi di minoranza, a dimostrazione che non c’era la volontà di fare quadra.

Per queste ragioni, pur ribadendo la nostra volontà di dare sempre un contributo per migliorare la Regione in termini di riforma, per venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini, siamo costretti, per questi atteggiamenti, a dare un voto di astensione, che vuol dire sì al principio riformista, sì al risparmio in termini di riduzione dei costi e no all’architettura complessiva del provvedimento e a questo atteggiamento – mi dispiace dirlo – della maggioranza che, alla fine, poteva dare un ulteriore segnale per mettere l’Aula in condizione di arrivare ad un voto più largo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico Domenico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Ribadisco il nostro no alla proposta che abbiamo appena discusso. Ovviamente, siamo venuti in Aula con le migliori intenzioni; noi eravamo intenzionati a sostenere quello che veniva presentato come un processo di riforma, ma ci siamo subito accorti che la montagna stava per partorire un topolino, e così è stato.

E’ vero che le minoranze, spesso, chiedono sempre di più - e si poteva fare di più - ma questa volta davvero si è fatto poco rispetto alle aspettative, agli annunci che la stessa maggioranza aveva dato nei giorni scorsi. Anche ieri sera, dall’intervento del sottosegretario Sarra, pensavamo davvero, ci illudevamo di essere di fronte a un processo riformatore. In realtà, gli enti, i soggetti che costano molto a questa Regione sono rimasti intatti, nessun ritocco, nessun intervento di riforma, se non qualche iniziativa tesa ad alimentare la propaganda riformatrice di una Giunta e di una maggioranza che, a nostro avviso, ha riformato davvero poco.

Vorrei ricordarvi che sono tanti - c’è un elenco lunghissimo - gli enti, le società, le partecipate che attendevano davvero di essere riformati, fermo restando la salvaguardia dei posti di lavoro, la tutela dei lavoratori. Così non è stato, siamo molto delusi e, a malincuore, dobbiamo esprimere il nostro voto contrario, in attesa di cambiare opinione, se dovesse eventualmente arrivare in Aula una vera e seria riforma ed una vera e seria intenzione di ridurre i costi e di distinguere l’utilità dall’inutilità, i servizi essenziali rispetto a quelli superflui, insomma una vera volontà riformatrice che questa sera non abbiamo registrato in Aula.

Per queste ragioni, a differenza dei nostri colleghi del Partito democratico, che pure hanno condotto con noi una sana e buona battaglia per l’alternativa in questa regione, votiamo no.

Vorrei chiedere la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Allora, registriamo l’astensione del gruppo del Partito democratico ed il voto contrario del gruppo di Italia dei valori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Una brevissima dichiarazione, perché anch’io voterò contro. Anch’io chiedo il voto per appello nominale, perché ieri sera il sottosegretario Sarra ha chiuso la sua relazione richiamandosi al Papa Benedetto XVI in uno spirito unitario. Quello che è avvenuto nella Conferenza dei capigruppo e in questo dibattito, non avere accolto gran parte delle cose che l’opposizione ha presentato, dimostra, in effetti, che c’è una rigidità ed una contrapposizione reale, sostanziale. Dichiaro il mio voto contrario, felice che alcuni livelli occupazionali siano stati salvaguardati; questo è un atto importante, però la sostanza del provvedimento – come è stato detto prima – rappresenta un restauro facciale, cioè un trucco, come quello che usa qualche signora di 60 anni che tenta di far scomparire le rughe, ma non ci riesce!

Quindi è una legge che credo, per rispondere anche alle esigenze del governo che ha ispirato questi interventi, non colga neanche quello spirito unitario, ma è veramente una legge manifesto. Per questo voto contro e chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Mi sono  già espresso nel merito, nell’ambito della discussione generale, in cui ho sottolineato gli aspetti positivi e anche quelli, purtroppo, negativi di una legge o comunque di una proposta di legge che mira, essenzialmente, ad un ridimensionamento esclusivamente dei costi, tralasciando, però, l’aspetto forse più sostanziale e più importante, che era quello della funzionalità degli enti stessi.

E’ vero che non mi pongo di fronte alle proposte in maniera partigiana, nel senso che credo non sia neanche tanto giusto andare alla ricerca della norma che con la votazione da parte dei due terzi dei consiglieri dà la possibilità dell’approvazione o della bocciatura. Questo problema, in vita mia, non me lo sono mai posto onestamente – sarò un po’ anarchico.

E’ ovvio il fatto che ci si aspettasse molto di più, è anche ovvio che per la prima volta – ne do riconoscimento alla Giunta e al sottosegretario Sarra – si è avuto il coraggio di portare una ridefinizione, una proposta che incomincia a tagliare tanti rami secchi.

Forse si poteva tagliare ancora di più e ho detto con estrema chiarezza che per me questo non è un punto di arrivo, ma può essere visto in termini positivi, se lo consideriamo un punto di partenza, perché all’interno di questa proposta non c’è una singola legge, ma c’è un agglomerato di leggi da proporre, per poter riattivare, riesumare organismi ed enti che per decenni, purtroppo, sono stati dei grandi carrozzoni che non hanno prodotto nessun risultato.

L’articolo 10, effettivamente, era una forzatura, al di là della norma statutaria che prevedeva l’approvazione con la maggioranza dei due terzi dei consiglieri, perché non è possibile inserire in una proposta di riordino l’istituzione di una nuova legge. L’istituzione di un nuovo ente deve avere un percorso a sé.

E’ sulla base di questi concetti, di questo sentimento e anche di queste riflessioni abbastanza serie, che il mio sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Cercherò di essere il più sintetico e il più breve possibile, preannunciando il voto favorevole non solo del Pdl, ma anche degli altri gruppi di maggioranza. Ieri, in occasione del dibattito che ha di fatto aperto la due-giorni consiliare, che sta per concludersi con l’approvazione di questo disegno di legge sulle riforme, ero particolarmente ottimista, ma lo ero soprattutto per un duplice ordine di motivi: primo perché, da qualche giorno a questa parte, anche sulla base di una avvertita condivisione di azioni e di iniziative a livello nazionale che sono finalizzate – e lo saranno anche in futuro – a trovare le soluzioni più idonee per i problemi che questo nostro Paese ha, ritenevo che questo clima di concordia potesse trovare anche una soluzione, potesse avere un riverbero positivo all’interno della massima Assise calabrese, e lo ero ancora di più anche sulla base di una esplicita dichiarazione in tal senso avanzata ieri sera dal Presidente Scopelliti, allorquando nel rappresentare quello che ieri ed oggi è oggetto di discussione in questa sala, ha ravvisato – e lo ha rimarcato ancora oggi – l’inderogabile necessità che possano e potessero essere assunte delle ipotesi legislative condivise dalla stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio.

Credo che si sia persa un’occasione; lo dico perché chi mi conosce sa che già da più tempo, le criticità, le difficoltà storiche di questa nostra regione, non sono imputabili ad una parte politica ben definita, sono criticità storiche dipendenti anche da una sorta di responsabilità – oserei dire – più o meno collettiva. Ravvisavo, già da un po’ di tempo a questa parte, la necessità che, rispetto a quelle che sono le scadenze amministrative e legislative con le quali ci confrontiamo ogni giorno, potesse esserci – come l’ho sempre definita – una sorta di surplus di responsabilità da parte delle forze politiche, finalizzata a trovare convergenze, senza per questo ricorrere a frasi del tipo “inciucio”, “trasversalismo” ma solo finalizzandola alla luce del sole, così come è quando avviene la discussione all’interno della massima Assemblea elettiva; credo che sia anche abbastanza normale.

Così non è stato e credo che si sia persa un’occasione, l’ho evidenziato anche in sede di Conferenza dei capigruppo - fra l’altro l’ha evidenziato il sottosegretario Sarra che, naturalmente, ha profuso il suo massimo impegno per cercare di trovare una soluzione la più ampiamente condivisa - che questa avrebbe potuto e dovuto essere una riforma la più ampiamente condivisa, appunto perché si tratta di una svolta importante, non dico epocale, ma sicuramente importante e significativamente rilevante, rispetto anche alle cose che sono state assunte – anche questo lo dico non con intento polemico – non nell’ambito di una notte, così come accadeva in passato, ma con una discussione franca, ampia, coinvolgente, che ha toccato i diversi livelli istituzionali, per essere transitato il provvedimento nelle diverse Commissioni consiliari, per essere transitato e discusso anche in sede di Conferenza dei capigruppo e poi essere arrivato in Aula.

So bene che mi devo attenere ai tempi imposti per le dichiarazioni di voto, però mi prendo, rappresentando anche gli altri gruppi di maggioranza, qualche minuto in più, ma mi accingo ad andare verso la conclusione.

Quando il collega Presidente del gruppo del partito democratico, il consigliere Principe, dice che sarebbero stati contenti se ci fosse stata una convergenza, caro consigliere, noi lo saremmo stati ancora di più se la convergenza avesse avuto la possibilità di trovare una soluzione condivisa anche rispetto a tante altre cose che sono presenti in questo provvedimento di legge, che avrebbero, a mio parere, ma a parere anche della maggioranza, potuto trovare la condivisione dei colleghi in Aula.

Prendiamo atto che questo appello alla condivisione, purtroppo – e lo dico veramente con rammarico e non certo con compiacimento – non ha prodotto i risultati sperati, anche perché – non entro nel merito dei provvedimenti assunti, perché sono stati ampiamente discussi anche in occasione della presentazione degli emendamenti che hanno in parte modificato il disegno di legge – quando si passa dalla fase degli annunci, quando si passa dalla fase delle valutazioni, dalla fase delle discussioni a quella delle decisioni concrete, credo che per la politica sia sempre un ottimo segnale.

Quando, fra l’altro, queste decisioni riguardano temi e ritardi storici, così come è accaduto in quest’Aula ieri e ancora oggi, non solo è un ottimo segnale – ha detto bene il Presidente a rimarcarlo – ma è soprattutto la manifestazione concreta di una politica che sa scegliere e sa corrispondere alle diffuse esigenze dei cittadini.

I risparmi sono consistenti – ma, ripeto, non voglio assolutamente tediarvi ulteriormente rispetto alle cose che sono state fatte –  e dico che il Presidente Scopelliti e la sua maggioranza hanno sostenuto con forza questa riforma che a nostro parere rappresenta un approdo fondamentale. Da qui ancora in avanti – diceva bene il collega Mirabelli che questo deve essere un punto di partenza e non un punto di arrivo – noi riteniamo che il percorso dovrà continuare a vederci ancora di più impegnati lungo questo solco tracciato.

Oggi credo che il Consiglio regionale abbia scritto una buona pagina nella sua storia e questa maggioranza, insieme al Presidente Scopelliti, ha dimostrato, ancora una volta, di essere saldamente orientata alla costruzione di una nuova Calabria. La scelta che abbiamo fatto – devo dire la verità – perfettibile, come tutte le scelte che si fanno e come tutte le cose umane, è un dato certo e – se mi è consentito – mi aspetto che, così come si è risoluti e categorici nel deprecare i ritardi della politica, oggi si sia intellettualmente onesti da riconoscere lo scatto in avanti di cui questo Consiglio regionale, questa maggioranza è stata capace.

In conclusione, Presidente, le chiedo formalmente, in relazione anche alla discussione che si è avuta a proposito di un articolo contenuto nell’articolato di legge che è quello dell’articolo 10, quello per l’istituzione dell’Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale, per la cui istituzione e quindi per il correlato articolo vi è stata anche una discussione che ha visto opinioni contrapposte, che possa essere data una interpretazione autentica delle considerazioni di ordine giuridico che ha espresso il sottosegretario Sarra, anche perché gradirei che il Consiglio possa prendere atto che, nel caso in cui ci fosse un esito favorevole rispetto a questa interpretazione autentica dell’articolo 54 dello Statuto, brillantemente esposto in Aula dal collega Sarra, non possa non essere ripresa in considerazione la possibilità di una reintroduzione dell’articolo 10, sulla base del parere al quale non possiamo che attenerci.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Prendo la parola in chiusura del dibattito, innanzitutto, per fare gli auguri al mio collega di gruppo, consigliere Bruni, che è stato oggi eletto capogruppo dell’Udc e che, avendo seguito con me la parte finale di questo provvedimento, mi delega a fare la dichiarazione di voto, voto favorevole a nome del gruppo Udc, anche perché credo che oggi si raccolga un risultato importante del programma di governo della Giunta Scopelliti, voluto anche fortemente dall’Udc che, sul piano delle riforme, ha fondato un momento importante dell’alleanza di governo e del percorso politico-istituzionale costruito insieme al Presidente Scopelliti.

Oggi si raccoglie un primo risultato – diceva bene il collega Chiappetta – un risultato perfettibile, migliorabile, ma un primo risultato. Collega Gentile, sono alla prima legislatura e, in una regione nella quale abbiamo costruito consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale, addirittura cinque parchi marini, fondazioni come quella Calabria Film Commission, male utilizzata perché, mentre altre Regioni l’hanno utilizzata in maniera straordinariamente positiva, siamo riusciti a finanziare film come quelli di Antonio Albanese, enti Fiera o fondazioni che non sono mai decollate, ma che sono servite solo ad assicurare prebende, beh, credo che oggi un primo risultato lo cogliamo, nel momento in cui poniamo fine ad un certo percorso. Naturalmente, questo risultato sarebbe potuto essere migliore ma con un contributo anche di tutta l’Aula. Partiamo da qui, anche perché stasera non riusciamo ad istituire l’Agenzia per il turismo ma rimane in piedi la Calabria Film Commission; quindi, su questi aspetti la partita deve rimanere aperta. Sicuramente cominciamo a dare risposta alle aspettative dei calabresi.

Quando il Presidente della Giunta regionale ci dice – ma lo sapevamo tutti – che un direttore generale di un’Asi guadagna 250 mila euro all’anno e quindi quattro volte quanto un consigliere regionale dileggiato per le strade di questa regione, ci dice probabilmente che questi manager non hanno raggiunto risultati apprezzabili, perché in Calabria non credo che ci siano state aree con grandi sviluppi industriali. Così come tante altre sono state le prebende pagate dai calabresi nel corso delle varie epoche, in nome e per conto di questi enti che, giustamente, sono stati definiti carrozzoni nei tanti interventi che si sono succeduti.

Come Udc, plaudiamo anche al fatto che, dopo aver dato una risposta ai dipendenti di “Sviluppo Italia Calabria” attraverso la creazione della società “Calabria Impresa & territori”, mantenendo i livelli occupazionali, questi stessi livelli occupazionali siano mantenuti anche attraverso questo provvedimento.

Colleghi consiglieri, ritengo che il contributo delle opposizioni, che tra l’altro su questi percorsi, in questo momento in cui il Paese ha scritto pagine di solidarietà politica a livello nazionale, non possono non essere solidali, debba venire.

La partita rimane aperta, oggi noi segniamo un gol, ma lo segniamo da soli, l’avremmo voluto segnare insieme a voi, per costruire insieme un percorso migliore.

Anch’io ho espresso una serie di riserve sul fatto che questi enti, che devono avere maggiore efficienza, possono raggiungere maggiori livelli di efficienza attraverso una centralizzazione: mi riferisco alle Asi e alle Aterp. Quello che è avvenuto nella passata legislatura per le aziende sanitarie – c’erano le aziende sanitarie territoriali, in una notte furono costituite le aziende sanitarie provinciali – ci insegna che, forse, quando queste scelte si fanno, non raggiungono pienamente i loro obiettivi, e la Calabria ne è testimone nel settore della sanità.

Credo, però, che un altro aspetto da sottolineare sia anche quello della scelta, da parte del Presidente della Giunta regionale, con il controllo del Consiglio, di persone garanti e capaci di rilanciare questi enti. Quando si ingabbia, alcune volte, il Presidente della Giunta regionale, nelle nomine di dirigenti interni alla Regione per soli fini di risparmio di spesa, si corre il rischio di non lavorare sulla strada dell’efficienza. Certo, senza assicurare prebende ma soltanto professionalità capaci di dare slancio a queste realtà ormai quasi morte.

Per questo, stasera, noi come Udc segniamo un punto fondante del programma, cominciamo questo percorso. Credo che la strada sia perfettibile. La partita rimane aperta perché, a partire dalla Calabria Film Commission, il discorso deve continuare assolutamente.

PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto, pertanto pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Interruzione)

Era stata chiesta la votazione per appello nominale. Invito il segretario-questore a fare la chiama.

Francesco SULLA, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 37 consiglieri; hanno risposto si, 24; hanno risposto no, 3; si sono astenuti, 10.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

(Hanno risposto sì: Albano, Bruni, Chiappetta, Chizzoniti, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Minasi, Morrone, Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Talarico F., Trematerra, Vilasi.

hanno risposto no: Giordano, Guagliardi, Talarico D.

Si sono astenuti: Adamo, De Gaetano, Franchino, Guccione, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo, Sulla, Tripodi)

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione. De Gaetano, Franchino, Censore, Adamo “In ordine all’esenzione del ticket sanitario alle fasce più deboli

PRESIDENTE

C’è un ordine del giorno a firma dei consiglieri Guccione, De Gaetano, Franchino, Censore, Adamo, “In ordine all’esenzione del ticket sanitario alle fasce più deboli”, di cui dò lettura:

“Premesso che:

i dati diffusi recentemente dal Ministero della Salute confermano che anni di tagli al Sistema Sanitario Nazionale, uniti all’inadeguatezza delle politiche di risanamento dei debiti sanitari delle regioni, hanno scaricato sulle fasce più deboli della popolazione effetti di grande ingiustizia ed iniquità sociale;

i cittadini calabresi, dopo tre anni dall’inizio del Piano di Rientro, per contribuire al risanamento del debito sanitario, che purtroppo ancora permane, sono costretti ad affrontare sacrifici enormi ed a pagare di tasca propria l’aumento dell’Irap (149.331.239,00 euro) e l’addizionale Irpef (185.001.000,00 euro), che sono le più alte d’Italia;

quello alla salute e alla cura è un diritto costituzionale che va garantito comunque, ricercando altre vie per il risparmio, il contrasto agli sprechi ed alle inefficienze sanitarie, che restano comunque necessari;

nel 2012, in piena crisi economica, per compensare tagli ed esigenze di cassa, sono stati sottratti ai bilanci delle famiglie circa 2,3 miliardi di euro mentre quasi 2 milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare alle cure per l’impossibilità di pagare i ticket sanitari;

in Calabria, al gettito dei ticket per 38,3 milioni di euro che interessa migliaia di lavoratori, inoccupati, studenti e pensionati non esenti, si aggiunge l’ulteriore disagio economico dei 65.000 calabresi costretti ogni anno a cercare soluzioni di cura fuori regione e per le quali la spesa per l’ emigrazione sanitaria, invece di diminuire, nonostante la crisi economica in atto, risulta essere in costante aumento, essendo passata dai 231 milioni di euro del 2010 ai 250,009 milioni di euro del 2011 (oltre 28 milioni di euro in più);

la povertà che attanaglia la Calabria ha bisogno della certezza e dell’efficacia di misure sociali e sanitarie che la Giunta regionale in questi anni non è stata in grado di garantire, assumendo le misure necessarie atte ad assicurare a migliaia di calabresi, che spesso sono costretti a rinunciarvi per le pessime condizioni economiche in cui si dibattono, il sacrosanto diritto alla cura e alla salute;

il Consiglio regionale della Calabria chiede

alla Giunta regionale e al Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario di predisporre, in sintonia con gli interventi del Governo nazionale che dovranno passare dalla logica dei tagli lineari alla garanzia di un servizio sanitario nazionale efficace ed efficiente, un’azione forte e decisa perché vengano riattivate le esenzioni al pagamento del ticket sanitario per tutti quei nuclei familiari calabresi a basso reddito Isee, che risultano essere diverse migliaia e che spesso, proprio a causa delle pessime condizioni economiche in cui versano, sono costretti a rinunciare alle cure e all’assistenza sanitaria”.

Carlo GUCCIONE

Si illustra da sé.

(Interruzione)

Si tratta di vedere se ci sono le condizioni per aumentare la fascia di esenzione dal ticket.

PRESIDENTE

Un attimo che il consigliere Guccione illustra l’ordine del giorno.

Carlo GUCCIONE

Alla luce delle condizioni di crisi economica, si tratta di aumentare la fascia di esenzione ticket per le famiglie in stato disagiato e in condizioni economiche pessime, in base al basso reddito Isee.

PRESIDENTE

Se non siamo d’accordo e lo volete approfondire, possiamo rinviare alla seduta di Consiglio prevista per giorno 3 maggio.

Mario MAGNO

Presidente, è un argomento da approfondire. Chiediamo il rinvio alla prossima seduta di Consiglio.

PRESIDENTE

La proposta qual è, consigliere Magno? Di rinviarlo?

(Interruzione)

Il consigliere Magno chiede il rinvio della discussione alla prossima seduta di Consiglio per un approfondimento di merito sull’ordine del giorno.

Carlo GUCCIONE

Il Consiglio di giorno 3 maggio?

PRESIDENTE

Di giorno 3 maggio.

Carlo GUCCIONE

Va bene.

PRESIDENTE

Visto l’orario e per approfondire l’argomento, la discussione è rinviata a giorno 3 maggio.

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Magarò, Chizzoniti, Gallo, Giordano, Maiolo, Nucera, Pacenza e Vilasi “Per sensibilizzare la BCE a ritirare la banconota di 500 euro ed abolirne la circolazione legale

PRESIDENTE

Prossimo ordine del giorno, di iniziativa dei consiglieri Magarò, Chizzoniti, Gallo, Giordano, Maiolo, Nucera, Pacenza e Vilasi: “Per sensibilizzare la BCE a ritirare la banconota di 500 euro ed abolirne la circolazione legale”, di cui dò lettura:

“Premesso che:

recenti indagini di natura economica e legale, condotte da massimi esperti di livello internazionale, hanno accertato che le banconote da 500 euro sarebbero utilizzate per il 90 per cento da organizzazioni criminali per costituire riserva di ricchezza o perpetrare attività di tipo illecito. In particolare, questo taglio verrebbe impiegato dalle mafie nel riciclaggio e nel traffico di sostanze stupefacenti;

sulla base di queste indagini, due importanti Paesi come il Regno Unito ed il Canada hanno deciso di vietare le importazioni di banconote da 500 euro;

anche la ‘ndrangheta, secondo autorevoli esponenti della magistratura italiana, utilizza le banconote da 500 euro per il riciclaggio, soprattutto perché questo taglio consente di poter agevolmente trasportare in maniera occulta diversi milioni di euro in spazi ristretti, sottraendo così somme di provenienza illecita al controllo delle forze dell’ordine;

l’abolizione della banconota da 500 euro possa rappresentare una misura efficace di contrasto alle attività di riciclaggio della ‘ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali internazionali;

si impegna il Consiglio regionale

a chiedere formalmente alla Banca Centrale Europea di ritirare le banconote da 500 euro ed abolirne la circolazione legale”.

Salvatore MAGARO’

Quest’ordine del giorno è stato sottoscritto da tutti i componenti della Commissione contro la ‘ndrangheta ed invita il Consiglio regionale a chiedere formalmente alla Banca Centrale Europea di togliere dal mercato il taglio di 500 euro della moneta perché è dimostrato, attraverso una serie di indagini, che questo taglio di moneta serve per costituire riserva di ricchezza per la criminalità organizzata.

PRESIDENTE

Non ci sono richieste di interventi, per cui pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno. La prossima seduta di Consiglio regionale sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 19,46

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Bilardi, Caputo, Censore, Serra.

(Sono concessi)

Nomina di Presidente di gruppo consiliare

In data 30 aprile 2013 i componenti del gruppo consiliare Udc – Unione di centro – hanno nominato quale Presidente del gruppo medesimo il consigliere regionale Ottavio Gaetano Bruni in sostituzione del consigliere Alfonso Dattolo, nominato assessore regionale giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 19842 del 30 aprile 2013.

Proposta di legge numero 411/9^, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità” (Del. n. 305)

Art. 1

(Finalità del riordino)

1. Nel quadro degli indirizzi strategici di programmazione per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, al fine di assicurare l’esercizio unitario delle funzioni amministrative degli enti pubblici regionali, con la presente legge si perseguono i seguenti obiettivi:

a) riordino e semplificazione del sistema degli enti pubblici regionali;

b) riduzione degli oneri organizzativi, procedimentali e finanziari, nel contesto dei processi di riforma volti al rafforzamento dell’efficacia dell’azione amministrativa;

c) razionalizzazione organizzativa ed eliminazione di duplicazioni organizzative e funzionali;

d) rifunzionalizzazione organica ed unicità della responsabilità amministrativa in capo agli enti, per assicurare l’unitario esercizio dei servizi e delle funzioni amministrative.

2. Dal riordino di cui al comma 1 sono esclusi gli enti, gli istituti, le agenzie e gli altri organismi del settore sanità.

3. L’obiettivo della riduzione degli oneri finanziari a carico del bilancio regionale è perseguito in coerenza a quanto disposto dall’articolo 9 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

Art. 2

(Accorpamento, fusione, liquidazione e riordino di enti)

1. Al fine di una maggiore efficienza del sistema amministrativo regionale e per garantire lo svolgimento delle funzioni amministrative secondo i criteri di razionalizzazione, efficienza, efficacia, economicità e specializzazione dell’attività amministrativa, la Regione Calabria provvede al riordino degli enti regionali cui è attribuito lo svolgimento delle attività gestionali e dei compiti tecnico-operativi relativi alle funzioni amministrative riservate alla Regione attraverso l’accorpamento e la fusione in un unico ente o attraverso l’attivazione di procedure di liquidazione.

2. Ai sensi del comma 1 la Regione Calabria provvede all’accorpamento, fusione, liquidazione o riordino delle seguenti aziende, fondazioni ed enti regionali comunque denominati:

a) consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale;

b) Fondazione Field istituita dalla legge regionale 26 giugno 2003, n.8;

c) Aziende per l’edilizia residenziale (ATERP) istituite con legge regionale 30 agosto 1996, n. 27;

d) enti di gestione dei cinque Parchi marini regionali istituiti con le leggi regionali 21 aprile 2008, n. 9 (Istituzione del Parco Marino Regionale "Riviera dei Cedri"), n. 10 (Istituzione del Parco Marino Regionale "Baia di Soverato"), n. 11 (Istituzione del Parco Marino Regionale "Costa dei Gelsomini"), n. 12 (Istituzione del Parco Marino Regionale "Scogli di Isca") e n. 13 (Istituzione del Parco Marino Regionale "Fondali di Capocozzo - S. Irene Vibo Marina - Pizzo - Capo Vaticano -Tropea");

e) Fondazione Calabresi nel mondo di cui all’articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009 - articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8);

f) Fondazione Mediterranea Terina;

g) Sial Servizi S.p.A.;

h) Calabria Impresa & Territori s.r.l.;

i) Comac srl.

Art. 3

(Norme procedimentali)

1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente della Giunta regionale nomina un commissario con poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria per ciascun ente conseguente agli accorpamenti.

2. Il commissario straordinario è scelto tra i dirigenti della Regione Calabria senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale; solo in casi eccezionali e solo qualora, tra i dirigenti interni della Regione, non vi sia il profilo professionale richiesto è consentito l’utilizzo di commissari esterni. Il compenso del commissario non può essere superiore al trattamento tabellare dei dirigenti di settore della Giunta regionale e il relativo onere è posto a carico del bilancio dell’ente conseguente all’accorpamento.

3. Gli organi degli enti da accorpare rimangono in carica per garantire l’ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali, sino alla data di notifica del decreto del Presidente della Giunta regionale di nomina del commissario straordinario e contestuale determinazione della loro decadenza.

4. Entro novanta giorni dalla nomina, il commissario straordinario provvede a redigere una relazione per ciascuno degli enti accorpati e ne cura la trasmissione al Presidente della Giunta regionale ed alla Commissione consiliare competente, individuando in particolare:

a) lo stato patrimoniale, economico, finanziario e del personale dell’ente, distinto per tipologia contrattuale di ciascun ente da accorpare;

b) lo stato di consistenza dei beni mobili, immobili, strumentali e la natura giuridica del possesso;

c) i rapporti giuridici, attivi e passivi, e i procedimenti pendenti davanti all’autorità giudiziaria;

d) i progetti/interventi in corso di realizzazione.

5. Per lo svolgimento delle proprie funzioni il commissario straordinario si avvale del personale in servizio degli enti da accorpare.

6. Con decreto del Presidente della Giunta regionale, da adottare entro i successivi centoventi giorni, previa deliberazione della Giunta regionale, sulla base di conforme parere rilasciato dalle competenti commissioni consiliari, si provvede:

a) all’istituzione dell’ente regionale conseguente alla procedura di accorpamento;

b) al conferimento dei beni mobili, immobili, strumentali con le inerenti risorse umane, finanziarie e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali degli enti accorpati.

7. Le funzioni attribuite dalla normativa vigente agli enti accorpati secondo le procedure di cui al presente articolo, continuano ad essere esercitate con le relative risorse umane, finanziarie e strumentali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione, neppure giudiziale, dai rispettivi enti incorporanti.

8. Con deliberazione della Giunta regionale è approvata la dotazione organica dell’ente regionale accorpante.

9. Al fine di garantire la continuità nella prosecuzione delle attività avviate dagli enti incorporati, la gestione contabile delle risorse finanziarie prosegue in capo alle corrispondenti strutture degli uffici incorporanti.

10. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti accorpati o riordinati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva la posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza all’atto del trasferimento all’ente incorporante.

11. Per gli enti di cui al successivo articolo 7 i tempi di attuazione degli aspetti procedimentali di cui al presente articolo sono demandati a specifico provvedimento della Giunta regionale.

Art. 4

(Nomine, requisiti e compensi)

1. Il Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 34, comma 1, lettera e) dello Statuto regionale, provvede alle nomine degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui alla presente legge di riordino, previo bando pubblico e valutazione da parte di una commissione.

2. Nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari e della legge 6 novembre 2012 n. 190, i componenti degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui al comma 1, devono possedere requisiti di professionalità, competenza ed esperienza, in relazione all’incarico da ricoprire ed all’importanza dell’ente; il revisore unico dei conti deve possedere i requisiti di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, che modifica le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE, e che abroga la direttiva 84/253/CEE) e s.m.i.

3. Non possono essere nominati negli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui al comma 1 coloro che abbiano riportato sentenze di condanna penale passate in giudicato.

4. Non possono essere nominati negli organi, monocratici e collegiali, di amministrazione e di controllo degli enti regionali di cui al comma 1, coloro che svolgono una delle predette cariche in altro ente regionale.

5. Nel provvedimento di nomina è determinato il compenso lordo per gli incarichi relativi alle nomine di cui al comma 1, tenendo in considerazione i livelli di complessità della gestione, la professionalità e l’esperienza richiesta nel rispetto della normativa vigente statale e regionale. I relativi oneri gravano sui bilanci degli enti riordinati.

Art. 5

(Accorpamento dei consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale)

1. Al fine di migliorare l’efficienza nello svolgimento delle funzioni in materia di sviluppo e valorizzazione delle aree produttive ed industriali, i consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale di cui alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38 sono accorpati in un unico Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, di seguito denominato CORAP.

2. I consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale, di cui alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38 sono accorpati nel Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, con sede in Catanzaro, secondo le procedure di cui all’articolo 3 della presente legge.

3. Il CORAP è articolato in Unità operative ubicate nelle città di Lamezia Terme, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia che assicurano l’espletamento delle attività gestionali, amministrative e tecniche delle aree di sviluppo industriale di rispettiva pertinenza territoriale.

4. Le funzioni attribuite ai Consorzi provinciali per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale dalla normativa regionale e nazionale vigente, continuano ad essere esercitate, dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal CORAP, con le inerenti risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione dei consorzi.

5. A decorrere dalla data di approvazione della presente legge, è disposta la proroga quinquennale dell’efficacia degli strumenti urbanistici delle relative aree industriali vigenti e dei vincoli connessi, che s’intendono rinnovati.

Art. 6

(Organi del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive)

1. Sono organi del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive:

a) il direttore generale;

b) il comitato di programmazione;

c) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.

2. Il direttore generale è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui al precedente articolo 4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai sensi della lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.

3. Il direttore generale:

a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16 del d.lgs. 165/2001;

b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative.

4. Il comitato di programmazione è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale ed è così costituito:

a) due componenti designati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle attività produttive e dell’assessore al bilancio;

b) quattro componenti designati dalle associazioni regionali delle categorie degli industriali, della cooperazione, dell’agricoltura e dell’artigianato;

c) cinque componenti nominati dal Presidente della Giunta regionale espressione dei territori dove sono ubicate le aree di sviluppo industriale.

4. Il comitato esprime parere sul bilancio annuale del Consorzio regionale e sugli strumenti di pianificazione urbanistica delle aree e sul programma triennale di interventi e lavori e dei suoi aggiornamenti annuali.

5. La nomina dei componenti del comitato di programmazione è a titolo onorifico e gratuito.

6. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dal Consorzio regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.

Art. 7

(Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale)

1. È istituita l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale, ente ausiliario della regione in materia di edilizia residenziale pubblica, con l’accorpamento delle Aziende regionali per l’edilizia residenziale (ATERP) istituite con legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 (Norme per il riordinamento degli Enti di edilizia residenziale pubblica), secondo la procedura di cui all’articolo 3 della presente legge per le quali il Presidente della Giunta regionale nomina entro 60 giorni i Commissari per la gestione ordinaria e straordinaria.

2. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale elabora proposte in ordine alla destinazione ed alla localizzazione delle risorse finanziarie riservate all’edilizia residenziale pubblica, cura la realizzazione di specifici programmi di edilizia residenziale pubblica.

3. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale ha sede nella città di Catanzaro ed è articolata in Distretti territoriali ubicati nelle città di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia; essa opera quale ente tecnico operativo a supporto delle attività del dipartimento competente in materia di lavori pubblici della Regione Calabria.

4. All’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale sono conferite le competenze e le funzioni delle cinque Aziende per l’edilizia residenziale (ATERP) istituite con legge regionale 27/1996 e s. m. i.

5. Sono organi dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale:

a) il direttore generale;

b) il comitato di indirizzo;

c) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.

6. Il direttore generale è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui all’articolo 4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai sensi della lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.

7. Il direttore generale:

a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16 del d.lgs. 165/2001;

b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative;

c) è coadiuvato dal direttore amministrativo e dal direttore tecnico i quali forniscono pareri obbligatori e provvedono agli atti relativi alle rispettive competenze. Il direttore amministrativo e il direttore tecnico sono nominati a seguito di procedura ad evidenza pubblica con provvedimento del direttore generale. La revoca o la sostituzione del direttore generale comporta la contemporanea cessazione dall’incarico del direttore amministrativo e del direttore tecnico.

8. Il comitato d’indirizzo è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale ed è così costituito:

a) il presidente e un componente, nominati dal Presidente della Giunta regionale;

b) due componenti nominati dal Consiglio regionale;

c) un componente nominato dall’ ANCE regionale.

9. La nomina dei componenti del comitato di indirizzo è a titolo onorifico e gratuito.

10. Il comitato di indirizzo esprime parere sulla programmazione triennale degli interventi e sui piani annuali di attuazione.

11. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall’ATERP regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi, approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente commissione consiliare.

Art. 8

(Azienda Calabria Lavoro)

1. All’Azienda Calabria Lavoro, di cui alla legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 (Norme in materia di politiche del lavoro e di servizi per l’impiego in attuazione del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469) è accorpata la Fondazione FIELD, di cui all’articolo 8 della legge regionale 26 giugno 2003 n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2003 - art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002), secondo la procedura di cui all’articolo 3 della presente legge, con attribuzione delle funzioni già assegnate dalle leggi regionali istitutive.

2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge gli organi dell’ente accorpato ad Azienda Calabria Lavoro decadono.

3. Con decreto del Presidente della Giunta regionale, l’organo di vertice di Azienda Calabria Lavoro è nominato commissario straordinario per la realizzazione delle procedure di accorpamento ai sensi del precedente articolo 3 della presente legge.

4. L’Azienda Calabria Lavoro svolge le funzioni istituzionali attribuite dalla legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5, quelle proprie della Fondazione FIELD di cui all’articolo 8 della legge regionale 26 giugno 2003, n. 8 a seguito dell’incorporazione, e le seguenti:

a) è preposta allo svolgimento di attività tecnico-gestionali a supporto dell’azione politico-amministrativa della Regione in materia di servizi per il lavoro ed alle attività di orientamento, formazione e riqualificazione professionale;

b) cura, in particolare, la progettazione di politiche per il lavoro e di programmi operativi per il mercato del lavoro regionale nonché l’attuazione e la gestione degli strumenti relativi al sistema di istruzione e formazione professionale, nell’ambito delle competenze spettanti alla Regione;

c) fornisce assistenza tecnica con riferimento al sistema dei servizi per il lavoro ed alle attività di orientamento, formazione e riqualificazione professionale.

5. Azienda Calabria Lavoro progetta, coordina e gestisce attività e progetti volti a favorire una più efficace utilizzazione delle risorse comunitarie e progetta e realizza interventi per l’occupazione e la formazione, a supporto dell’azione politico-amministrativa della Regione.

6. Azienda Calabria Lavoro opera in integrazione con il dipartimento competente in materia di lavoro e con il dipartimento competente in materia di cultura ed istruzione della Regione Calabria e raccorda la propria azione con tutti i soggetti, sia pubblici che privati, che operano in campi di intervento analoghi, affini o complementari, attivando le opportune forme di cooperazione e collaborazione.

Art. 9

(Ente per i Parchi marini regionali)

1. È istituito l’Ente per i Parchi marini regionali, ente strumentale della Regione preposto allo svolgimento di funzioni tecnico operative e gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con particolare riferimento ai parchi marini regionali, con sede in Catanzaro.

2. L’Ente per i Parchi marini regionali svolge attività tecnico-operative relative alla gestione dei parchi marini regionali.

3. All’Ente per i Parchi marini regionali sono attribuite le funzioni svolte dagli enti gestori dei cinque Parchi marini regionali di cui alle leggi regionali n. 9/2008, n. 10/2008, n. 11/2008, n. 12/2008 e n. 13/2008.

4. Nel decreto del Presidente della Giunta regionale di costituzione dell’Ente per i Parchi marini regionali è determinata l’ubicazione della sede operativa, che assicura l’espletamento delle attività gestionali, amministrative e tecniche dei parchi marini regionali nel territorio di competenza.

5. L’Ente per i Parchi marini regionali si raccorda, in modo organico, con il dipartimento competente in materia di ambiente e con il dipartimento competente in materia di urbanistica e governo del territorio della Regione Calabria.

6. Sono organi dell’Ente per i Parchi marini regionali:

a) il direttore generale;

b) il revisore unico dei conti e un revisore supplente.

7. Il direttore generale è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale secondo le disposizioni di cui all’articolo 4. Il revisore unico dei conti e il suo supplente sono nominati ai sensi della lettera e) del comma 1 dell’articolo 14 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo) convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.

8. Il direttore generale:

a) svolge le funzioni amministrative di cui all’articolo 16 del d.lgs. 165/2001;

b) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico amministrativa ed il coordinamento e la vigilanza delle unità operative.

9. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall’Ente per i Parchi marini regionali, entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi, approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente commissione consiliare.

Art. 10

(Fondazione Calabresi nel mondo: procedure di liquidazione)

1. La Regione Calabria promuove la liquidazione della Fondazione Calabresi nel mondo, di cui all’articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 secondo le norme del suo statuto e delle vigenti leggi in materia.

2. La Giunta regionale é autorizzata, entro il 31 dicembre 2013, previa la presentazione del Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di una relazione analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate, ponendo in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva, al compimento degli atti di competenza regionale necessari.

Art. 11

(Servizi ed assistenza finanziaria alle imprese)

1. Il comma 6 dell’articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002), è sostituito dal seguente:

«6. - Sono organi di FINCALABRA S.p.A.:

a) il consiglio di amministrazione composto da cinque membri, tra cui il Presidente, di cui tre nominati dal Presidente della Giunta regionale, individuati tra persone in possesso di requisiti di elevata professionalità e comprovata esperienza quinquennale nelle materie afferenti alle funzioni di competenza dell’ente due membri, componenti indipendenti, in possesso dei requisiti previsti ai sensi dell’articolo 26 delle disposizioni di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993 n. 385 e s.m.i. (T.U.B.), nominati dal Consiglio regionale, che svolgono una funzione di supervisione strategica e vigilano con autonomia di giudizio sulla gestione sociale, contribuendo ad assicurare che essa sia svolta nell’interesse della società e in modo coerente con gli obiettivi di sana e prudente gestione;

b) il collegio sindacale, composto da tre membri effettivi, di cui il Presidente e un membro effettivo nominati dal Consiglio regionale ed un membro effettivo ed uno supplente nominato dalla Giunta regionale. Il compenso dei componenti supplenti del collegio sindacale è corrisposto solo in caso di sostituzione di un sindaco effettivo, in misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al componente effettivo.

2. Dopo il comma 6 dell’articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, per come sostituito dalla presente legge, è aggiunto il seguente comma: «6 bis. - È, altresì, istituito un comitato d’indirizzo, composto da cinque membri di comprovata professionalità nei settori di competenza della società, nominati dal Presidente della Giunta regionale, due su designazione del Consiglio regionale, due su designazione della Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle attività produttive, ed uno, con funzioni di presidente, designato dall’associazione regionale degli imprenditori industriali calabresi. Il comitato di indirizzo esprime pareri sulla programmazione degli interventi e sui piani di attuazione. La partecipazione al comitato è onorifica.»

3. Le disposizioni di cui ai precedenti commi 1 e 2 del presente articolo si applicano a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente legge.

4. Fincalabra, socio unico della società "Calabria impresa e territori s.r.l.", deve provvedere alla messa in liquidazione della società "Calabria impresa e territori s.r.l.". L’operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società "Calabria impresa e territori s.r.l." posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l’equilibrio economico-finanziario della società.

Art. 12

(Procedura di liquidazione della COMAC s.r.l.)

1. La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del socio e secondo le norme dello statuto societario e delle normative vigenti in materia, è autorizzato a porre in liquidazione la società consortile COMAC s.r.l., posseduta per il 77.61 per cento dalla Regione Calabria; la Giunta regionale è autorizzata, altresì, al compimento degli atti di competenza regionale necessari all’estinzione della predetta società che deve concludersi entro il 31 dicembre 2013.

Art. 13

(Agricolture, montagne e foreste)

1. La Giunta regionale è autorizzata a procedere, attraverso l’esercizio dei poteri del fondatore e previa modifica statutaria alla riorganizzazione della Fondazione Mediterranea Terina che dovrà perseguire unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia.

2. Dopo le modifiche statutarie, per garantire il corretto funzionamento della Fondazione, nonché i livelli occupazionali esistenti, l’organo preposto provvederà alla ripartizione del personale che dovrà garantire le attività di cui al comma 1 e di quello necessario che si occuperà della gestione del patrimonio da trasferire in altri enti, aziende e società regionali.

3. Sono abrogati i commi 6 bis, 6 ter dell’articolo 2 della legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio).

Art. 14

(Procedura di liquidazione della SIAL servizi S.p.A.)

1. La Giunta regionale, mediante l’utilizzo dei poteri del socio e secondo le norme dello statuto societario e delle leggi vigenti in materia, è autorizzata a porre in liquidazione la società Sial servizi S.p.A., posseduta interamente dalla Regione Calabria, entro la data del 31 dicembre 2013.

Art. 15

(Approvazione degli atti fondamentali degli enti)

1. Sono soggetti all’approvazione della Giunta regionale, previo parere obbligatorio delle competenti commissioni consiliari, i seguenti atti:

a) statuto;

b) regolamento di organizzazione e funzionamento;

c) regolamento di contabilità e dei contratti, ai sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42). e s.m.i.;

d) programma annuale delle attività;

e) bilancio di previsione annuale, con allegato il bilancio di previsione pluriennale; conto consuntivo annuale; provvedimento di assestamento del bilancio annuale;

f) dotazione organica e sue variazioni;

g) alienazione e acquisto di immobili;

h) accensione di mutui e prestiti.

2. Il parere di cui al comma 1, viene formulato entro trenta giorni dal ricevimento, decorso tale termine, s’intende favorevolmente espresso.

3. Gli atti amministrativi e di gestione che comportano spesa devono essere inviati entro dieci giorni dalla loro adozione al competente dipartimento della Giunta regionale, nei successivi trenta giorni possono essere richiesti chiarimenti o eventuali integrazioni, in tal caso il termine su indicato s’interrompe e decorre nuovamente dalla data di ricevimento del riscontro al controllo richiesto.

Art. 16

(Attività di indirizzo, controllo e vigilanza)

1. La Regione svolge attività di indirizzo, controllo e di vigilanza in relazione all’espletamento delle funzioni regionali conferite, nonché sul relativo andamento finanziario, acquisendo annualmente gli atti e i dati relativi alla gestione delle complessive risorse attribuite per l’esercizio delle funzioni, ai fini della verifica dei criteri di massima razionalizzazione e di equilibrio finanziario.

2. La Giunta regionale, con apposito atto di indirizzo, definisce, separata mente per ciascun ente regionale conseguente alle procedure di accorpamento di cui alla presente legge:

a) gli indirizzi programmatici e gli obiettivi dell’attività dell’ente;

b) le modalità di raccordo con i dipartimenti regionali e con la Giunta regionale;

c) i livelli di autonomia procedurale e gestionale ed i poteri del direttore generale dell’ente;

d) eventuali assetti organizzativi e funzionali;

e) le modalità di assegnazione e di reperimento delle risorse finanziarie, strumentali ed umane;

f) le modalità di assegnazione delle risorse finanziarie necessarie al funzionamento dell’ente ed al perseguimento degli scopi, sulla base di una valutazione operata con gli organi decisori sulle concrete esigenze annuali e pluriennali;

g) le forme di controllo sui risultati, sull’attività e sulla gestione.

Art. 17

(Finanziamento delle attività)

1. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento o riordinati di cui alla presente legge, utilizzano le dotazioni umane e patrimoniali loro attribuite a seguito delle procedure di accorpamento disciplinate dagli articoli da 3 a 9 della presente legge.

2. La gestione finanziaria degli enti regionali conseguente alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge è improntata ai criteri di efficacia, trasparenza ed economicità, con l’obbligo della chiusura del bilancio annuale in pareggio.

3. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge, realizzano i propri compiti e provvedono alla gestione del personale mediante le seguenti entrate:

a) contributi ordinari della Regione;

b) contributi dello Stato;

c) introiti a qualunque titolo derivanti dalla gestione delle funzioni e compiti assegnati;

d) proventi derivanti da specifici progetti con finanziamenti regionali, statali e della Comunità europea;

e) contributi ottenuti sulla base di eventuali incentivazioni disposte da leggi statali e da normative comunitarie;

f) risorse derivanti da atti di programmazione negoziata, ripartite e assegnate in conformità alle rispettive discipline in materia;

g) finanziamenti previsti in altre disposizioni regionali specifiche.

4. Sulla base di richieste connesse a programmi e progetti di particolare rilevanza per lo sviluppo delle funzioni e dei servizi, può essere altresì prevista l’erogazione di contributi straordinari.

Art. 18

(Risorse umane e strumentali)

1. Per lo svolgimento dei compiti istituzionali, gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge sono dotati di proprio personale tecnico, amministrativo e operaio, nel rispetto di quanto stabilito nei rispettivi regolamenti di organizzazione.

2. Gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge, per l’espletamento delle attività, si avvalgono del personale degli enti accorpati di cui agli articoli da 5 a 9 della presente legge e del personale appartenente ai ruoli della Regione in possesso di specifiche competenze tecniche ed operative, per il perseguimento degli obiettivi assegnati; gli enti accorpanti si organizzano per aree di intervento, da individuare previa intesa con i dipartimenti regionali interessati per materia.

Art. 19

(Controllo di gestione e sistemi contabili)

1. I controlli di gestione e sistemi contabili degli enti di cui alla presente legge sono esercitati dall’Organo di revisione contabile e dall’Organismo regionale Indipendente di Valutazione (OIV) della performance della Regione Calabria, ai sensi di quanto disposto dalle leggi regionali vigenti e dalle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni).

2. Gli organi di cui al comma 1 trasmettono gli atti relativi al controllo esercitato al dipartimento regionale competente per materia.

3. I soggetti di cui alla presente legge adottano sistemi contabili in conformità alle norme di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.

Art. 20

(Revoca e scioglimento)

1. Qualora gli organi di amministrazione dei soggetti risultanti dal riordino di cui alla presente legge, pongano in essere gravi irregolarità ovvero strategie differenti rispetto alle finalità istituzionali della Regione, ovvero non rispettino le norme vigenti in materia o le direttive dell’organo di governo regionale, sono revocati o sciolti con provvedimento motivato del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della stessa. Contestualmente, si procede alla nomina del nuovo organo di amministrazione.

2. Qualora sia riscontrato il mancato o irregolare svolgimento delle funzioni da parte dell’organo di controllo dei soggetti risultanti dal riordino di cui alla presente legge ovvero la violazione delle norme vigenti in materia, l’organo di controllo è revocato o sciolto con provvedimento motivato del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della stessa. Contestualmente, si procede alla nomina del nuovo organo di controllo.

Art. 21

(Adozione degli statuti e dei regolamenti)

1. Gli enti conseguenti alle procedure di accorpamento o riordino di cui alla presente legge adottano il proprio statuto entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi e, nei trenta giorni successivi, i propri regolamenti di organizzazione e funzionamento, e amministrativo-contabile.

Art. 22

(Modifiche e integrazioni alla l.r. 20/1999)

1. Alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria -A. R.P.A.C.A.L.), sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 dell’articolo 9 è sostituito dal seguente:

«1. Sono organi dell’ARPACAL:

a) il comitato regionale d’indirizzo;

b) il direttore generale;

c) il revisore unico dei conti.»

b) sono abrogati gli articoli 9bis, 9ter, 9quater, 9quinques;

c) il comma 2 dell’articolo 10 è sostituito dal seguente:

«2. Il comitato regionale d’indirizzo è composto da:

a) il Presidente della Giunta Regionale, o un suo delegato, che lo presiede;

b) l’assessore all’ambiente;

c) l’assessore alla sanità;

d) il Presidente dell’UPI regionale o suo delegato;

e) il Presidente dell’Anci regionale o suo delegato»

d) l’articolo 11 è sostituito dal seguente:

«1. Il direttore generale è nominato, a seguito di avviso pubblico, con le modalità di cui all’articolo 6, comma 5, dal Presidente della Giunta regionale, su delibera della stessa. E’ scelto tra persone laureate in possesso di comprovate competenze ed esperienze dirigenziali in organizzazioni complesse del settore ambientale, maturate per un periodo superiore al quinquennio.

2. Il rapporto di lavoro del direttore generale é regolato dal contratto di diritto privato di durata triennale, rinnovabile una sola volta, previa relazione dettagliata del Presidente della Giunta regionale al Consiglio regionale. L’incarico è incompatibile con le altre attività professionali.

3. Il direttore generale ha la rappresentanza legale dell’ARPACAL ed esercita tutti i poteri di gestione e di direzione, tenuto conto delle funzioni del comitato regionale di indirizzo, di cui all’articolo 10 della presente legge.

4. Il direttore generale provvede, in particolare, ai seguenti compiti inerenti:

a) l’adozione del regolamento di cui all’articolo 13;

b) la direzione, l’indirizzo ed il coordinamento delle strutture centrali e di quelle periferiche;

c) la predisposizione del bilancio di previsione e del conto consuntivo;

d) l’approvazione dei programmi annuali e pluriennali di intervento proposti dalle strutture centrali;

e) l’assegnazione delle dotazioni finanziarie e strumentali alle strutture centrali ed a quelle periferiche, nonché la verifica sul loro utilizzo;

f) la gestione del patrimonio e del personale dell’ARPACAL;

g) la verifica e l’assicurazione dei livelli di qualità dei servizi, ispezione e controllo interno, attraverso un apposito nucleo di valutazione, su tutte le attività svolte dai diversi gruppi di lavoro e servizi;

h) la redazione e l’invio alla Regione di una relazione annuale sull’attività svolta e sui risultati conseguiti. La Giunta regionale trasmette tale relazione al Consiglio per eventuali determinazioni;

i) la stipula di contratti e convenzioni;

j) le relazioni sindacali;

k) tutti gli altri atti necessari ed obbligatori.

5. Il direttore generale nomina con provvedimento motivato:

a) il direttore scientifico tra i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline tecnico-scientifiche, abbiano svolto per almeno un quinquennio qualificata attività di direzione tecnica in materia di tutela ambientale presso enti o strutture pubbliche e private e che abbiano svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità;

b) il direttore amministrativo tra i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline giuridiche o economiche, abbia svolto per almeno un quinquennio qualificata attività in materia di direzione amministrativa presso enti o strutture pubbliche e che abbiano svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità.

6. Per la disciplina dei rapporti intercorrenti tra il direttore generale e il direttore scientifico e il direttore amministrativo, si rimanda, in via generale, agli articoli 4, 5 e 6 della l.r. 22 gennaio 1996, n. 2 e s.m.i., riguardanti le figure del direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo delle ASL della Calabria.

7. Spetta, altresì, al direttore generale definire i compiti specifici di ciascuno nel regolamento generale.

8. Il trattamento economico del direttore generale, del direttore scientifico e del direttore amministrativo è definito con riferimento ai criteri stabiliti dalla Giunta regionale per il trattamento delle paritetiche figure di cui agli articoli 14 e 15 della legge regionale 19 marzo 2004, n. 11 (Piano Regionale per la Salute 2004/2006)>>.

e) L’articolo 12 è sostituito dal seguente:

«Art. 12

(Revisore unico dei conti)

1. Presso l’ARPACAL è istituito il revisore unico dei conti.

2. Il revisore unico dei conti, designato dal Presidente della Giunta regionale su proposta dell’assessore all’ambiente, è scelto tra i soggetti iscritti al registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero della giustizia. Il direttore generale dell’ARPACAL provvede alla nomina del revisore unico dei conti con specifico provvedimento e lo convoca per la prima seduta. Il revisore unico dei conti dura in carica tre anni e l’incarico è rinnovabile una sola volta.

3. Il revisore unico dei conti esercita la vigilanza sulla regolarità contabile e finanziaria dell’ARPACAL ed attesta la corrispondenza del conto consuntivo alle risultanze della gestione, con apposito atto. Il revisore unico dei conti ha diritto di accesso agli atti e documenti dell’ARPACAL.

4. Al revisore unico dei conti spetta il rimborso delle spese sostenute per l’esercizio del mandato nei limiti massimi stabiliti dalla Giunta regionale ed una indennità annua lorda fissata in misura pari al 15 per cento degli emolumenti del direttore generale dell’ARPACAL.

5. La nomina del revisore unico dei conti in sostituzione di quello decaduto o revocato, dimissionario o deceduto, deve essere effettuata entro sessanta giorni dalla data della decadenza, della revoca, delle dimissioni o del decesso».

2. I soggetti che, alla data di entrata in vigore della presente legge, ricoprono gli incarichi di direttore generale, direttore amministrativo, direttore scientifico e i membri del collegio dei revisori, permangono nelle funzioni fino alla naturale scadenza dei rispettivi contratti.

Art. 23

(Abrogazioni)

1. Alla data di entrata in vigore della presente legge sono da considerarsi abrogate, laddove non espressamente già indicato o in quanto non compatibili con la presente legge:

a) legge regionale 26 giugno 2003, n.8;

b) legge regionale 2 maggio 2001, n. 7;

c) legge regionale 30 agosto 1996, n. 27;

d) leggi regionali n. 9/2008, n. 10/2008, n. 11/2008, n.12/2008 e n. 13/2008.

Art. 24

(Norma finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge derivano risparmi di spesa che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati dal decreto legge 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 135/2012.

Art. 25

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 107 del 30 aprile 2013 di iniziativa dei consiglieri Magarò, Chizzoniti, Gallo, Giordano, Maiolo, Nucera, Pacenza, Vilasi “Per sensibilizzare la BCE a ritirare la banconota di 500 euro ed abolirne la circolazione legale”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

recenti indagini di natura economica e legale, condotte da massimi esperti di livello internazionale, hanno accertato che le banconote da 500 euro sarebbero utilizzate per il 90 per cento da organizzazioni criminali per costituire riserva di ricchezza o perpetrare attività di tipo illecito. In particolare questo taglio verrebbe impiegato dalle mafie nel riciclaggio e nel traffico di sostanze stupefacenti;

sulla base di queste indagini due importanti paesi come il Regno Unito ed il Canada hanno deciso di vietare le importazioni di banconote da 500 euro;

anche la ‘ndrangheta, secondo autorevoli esponenti della magistratura italiana, utilizza le banconote da 500 euro per il riciclaggio, soprattutto perché questo taglio consente di poter agevolmente trasportare in maniera occulta diversi milioni di euro in spazi ristretti, sottraendo così somme di provenienza illecita al controllo delle forze dell’ordine;

ritenuto che:

l’abolizione della banconota da 500 euro possa rappresentare una misura efficace di contrasto alle attività di riciclaggio della ‘ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali internazionali;

Tanto premesso

Impegna

il Presidente della Giunta regionale a chiedere formalmente alla Banca Centrale Europea di ritirare le banconote da 500 euro ed abolirne la circolazione legale”