IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
60.
SEDUTA DI LUNEDI’ 08 APRILE 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO E
DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza del Presidente
Francesco Talarico
La seduta inizia alle
17,25
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta
precedente.
(E’ approvato)
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Il primo punto all’ordine del giorno
riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 211/9^ d'Ufficio,
recante: “Surroga del consigliere regionale Pietro Aiello, dimissionario”.
Do lettura del verbale per come è stato predisposto dagli uffici.
“Il Consiglio
regionale, dato atto che con lettera del 5 aprile 2013, acquisita agli
atti in pari data del protocollo generale numero 16009, il dottor Pietro Aiello
ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;
considerato che, a norma
dell’articolo 16 della legge regionale 17
febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale” il seggio resosi
vacante deve essere attribuito al candidato che nella stessa lista e
circoscrizione segue immediatamente
l’ultimo eletto;
che, pertanto, si deve procedere alla surroga del
consigliere dimissionario nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di
legge;
considerato, infine, così come risulta dalla copia del
verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Catanzaro
per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella
graduatoria dei non eletti per la lista numero 15 avente il contrassegno “Il
popolo della Libertà – Berlusconi per Scopelliti” nella quale era stato eletto il
consigliere dimissionario è riportato, quale primo dei non eletti il candidato
Gabriella Albano con cifra individuale 4.290;
delibera di attribuire al candidato Gabriella Albano il
seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Pietro
Aiello”.
Il consigliere Albano, se presente in Aula, può prendere
posto nei banchi del Consiglio regionale.
(Applausi. Il
consigliere Gabriella Albano prende posto tra i banchi dei gruppi di centro
destra)
Sembrava giusto offrirle un
omaggio floreale perché è l’unica donna, al momento, presente in Consiglio
regionale ed é una grande soddisfazione per tutti quanti noi. Tra poco ne arriverà
un’altra.
Intanto, porgo gli auguri più affettuosi all’onorevole Pietro Aiello che è stato con noi in
quest’Aula del Consiglio regionale per 18 anni
e quindi, con affetto, l’intero Consiglio regionale
gli vuole augurare buon lavoro anche nella sua
veste prestigiosa di consigliere regionale.
Pongo in votazione la delibera per come letta in Aula.
(Il Consiglio approva)
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 212/9^
d'Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Antonio Stefano Caridi,
dimissionario”, anche lui eletto senatore della Repubblica nella recente
competizione.
“Il Consiglio
regionale, dato atto che con lettera del 5 aprile 2013, acquisita agli
atti in pari data del protocollo generale numero 16010, il dottore Antonio
Stefano Caridi ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;
considerato che a norma
dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per
l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a
Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato
che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;
che, pertanto, si deve procedere alla surroga del
consigliere regionale dimissionario nei modi di cui alla sopra richiamata
disposizione di legge;
considerato, infine, così come risulta dalla copia del verbale
dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria
per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella
graduatoria dei non eletti per la lista numero 12 avente il contrassegno “Il
popolo della Libertà” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario
è riportato, quale primo dei non eletti, il candidato Clotilde Minasi con cifra
individuale 6.769;
delibera di attribuire al candidato Clotilde Minasi, il
seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Antonio
Stefano Caridi”.
Pongo in votazione la delibera per come letta in Aula.
(Il Consiglio approva)
Il consigliere Clotilde
Minasi, se presente in Aula, può prendere posto nei banchi del Consiglio
regionale.
(Applausi. Il consigliere
Clotilde Minasi prende posto tra i banchi dei gruppi di centro destra)
Offriamo anche a lei un omaggio floreale per darle il
benvenuto.
La Vicepresidente Stasi non è più sola, avrà delle
colleghe con le quali potersi rapportare con maggiore determinazione e anche
noi con loro. Auguri.
Adesso che il Consiglio ha il plenum stabilito dalla legge con l’ingresso dei due nuovi
consiglieri, prima di procedere con l’ordine del giorno, devo comunicare che
abbiamo avuto una riunione con la Conferenza dei gruppi per parlare della
organizzazione dei lavori della seduta odierna e delle prossime e per una serie
di iniziative.
Abbiamo discusso, naturalmente, del tema che è venuto
fuori nei giorni scorsi sulle pagine dei quotidiani ed è giusto e doveroso da
parte mia fare qualche puntualizzazione. Non ho convocato conferenza stampa ma
ho atteso la prima seduta utile di Consiglio per poter esprimere il risultato,
il frutto, le considerazioni che come Conferenza dei gruppi abbiamo svolto
oggi.
Volevo offrire le mie riflessioni all’Aula ma anche ai
giornalisti presenti e al pubblico che ci segue per fare il punto su questa
vicenda che ha profili ancora non certamente chiari.
E’ doveroso da parte mia, nella qualità di
Presidente del Consiglio regionale, intervenire all’inizio di questa seduta in
relazione alle notizie apparse su alcuni organi di informazione inerenti
inchieste giudiziarie in corso che riguarderebbero l’utilizzo dei fondi dei
gruppi consiliari.
Notizie che hanno provocato molto clamore anche
fuori dai confini regionali, che penalizzano fortemente l’immagine della nostra
comunità e rischiano di vanificare l’importante e proficuo lavoro che tutti noi
in quest’Aula abbiamo svolto dall’inizio della legislatura fino ad oggi approvando leggi e
provvedimenti che hanno, fortemente, tagliato i costi della politica ed
anticipato decisioni che in altre Regioni sono state
assunte – come nel caso della Regione Lazio - solo dopo l’ondata di scandalo
che ha travolto quella Istituzione.
Noi in
Calabria ci sentiamo sul tema dei costi della politica con le carte in regola.
I tagli li abbiamo fatti con convinzione e con senso di responsabilità, con
grande autonomia, senza pressioni di alcun genere e in largo anticipo rispetto
ad altre Regioni.
Tutti i
provvedimenti sono stati approvati all’unanimità e do atto di questo
inequivocabile senso di responsabilità sia alla maggioranza sia alla minoranza
di questo Consiglio regionale.
Nel
contempo, però, non posso che esprimere amarezza profonda per le cose lette in
questi giorni - alcune particolarmente esasperate - e,con grande determinazione
e chiarezza, confermare fiducia piena e incondizionata da parte di questo
Consiglio regionale all’operato della magistratura. Riconosciamo, ancora una
volta, alla magistratura ed alle forze dell’ordine di svolgere, in una terra
difficile come la nostra, un compito straordinariamente gravoso che ha dato e
continua a dare ottimi risultati.
Non abbiamo
notizie ufficiali sulle indagini di cui si è parlato in questi giorni. Seguo
direttamente e da vicino l’intera vicenda e fin dal primo momento ho
pubblicamente espresso la totale ed incondizionata disponibilità di questo
Consiglio regionale ad ogni forma di chiarimento. La trasparenza, la
disponibilità, il dialogo sono stati dall’inizio della legislatura punti
essenziali e qualificanti del nostro impegno istituzionale.
I capigruppo
sono chiamati ad attenersi alle disposizioni di una legge regionale, la numero
13 del 2002; una legge che detta regole ben precise e prevede che le risorse
pubbliche siano spese esclusivamente per compiti istituzionali.
Se errori
sono stati commessi da parte di singoli o se siano state violate le leggi,
bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Il rispetto
della legalità non è un semplice atto formale per ogni buon cittadino, ma deve
anche riflettersi nel gesto personale, soprattutto di chi fa politica ed opera
nelle Istituzioni.
E’ sotto gli
occhi di tutti che l’insicurezza che stiamo vivendo nel Paese, dovuta alla
precarietà sociale ed economica, è acuita da un certo indebolimento dei valori
etici della politica ed a volte da atteggiamenti morali personali assai
discutibili.
E’
necessario, però, che non si generalizzi, che non si faccia di tutta l’erba un
fascio. Che non si contribuisca a diffondere la cultura dell’antipolitica che
quando sconfina mette a repentaglio le stesse Istituzioni democratiche.
Abbiamo
davanti a noi una crisi economica e sociale drammatica a cui dare risposte. Gli
ultimi dati sulla disoccupazione danno l’idea della disperazione e di una
regione in grave difficoltà e noi a queste emergenze dobbiamo dare risposte e
soluzioni.
Bisogna però
evitare di alzare polveroni, evitare di omologare la Calabria a quanto accaduto
in altre Regioni. Penso in particolare alla Regione Lazio dove, con leggi e
provvedimenti, al di là delle cose che poi sono accadute, sono stati gonfiati i
costi della politica; tutto ciò mentre noi, in Calabria, andavamo in una
direzione completamente diversa, diminuendo la spesa per il funzionamento del
Consiglio regionale da 79 milioni a 62,5 milioni di euro e destinando le
economie risultanti a finanziamenti e investimenti, indirizzando le risorse
provenienti dai tagli ai costi della politica alle politiche della famiglia e
per l’occupazione giovanile.
Non ci
aspettiamo riconoscimenti e rispettiamo tutte le critiche!
Facciamo
attenzione, però, a non favorire atteggiamenti demagogici.
Fin
dall’inizio di questa legislatura, abbiamo effettuato tagli consistenti ai
costi della politica, come mai era accaduto in passato, invertendo una tendenza
che nei quarant’anni precedenti era stata sempre al rialzo della spesa per il
funzionamento delle Istituzioni.
Sono stati
tanti i provvedimenti approvati dall’inizio della legislatura: la riduzione del
numero dei consiglieri; la riduzione del numero degli assessori; la riduzione
del numero degli assessori esterni da 4 ad un massimo di due; la riduzione
delle Commissioni consiliari permanenti e dei Comitati da 10 a 6; la riduzione
sia delle indennità dei consiglieri sia dei finanziamenti ai gruppi.
I
consiglieri regionali, a decorrere dal 1° gennaio 2013, non hanno più – vorrei
che questo fosse evidenziato – le cosiddette spese di rimborso per gli accessi
al Consiglio regionale.
Nonostante
la Calabria sia l’unica Regione, insieme all’Abruzzo, ad avere la separazione
delle due sedi, a Catanzaro la Giunta ed a Reggio Calabria il Consiglio, da
gennaio 2013 l’indennità dei singoli consiglieri è uguale sia che abitino a
Rossano sia che abitino a Reggio Calabria; non esiste più il rimborso degli
accessi cosiddetti forfettizzati che era una particolarità ed anche – a mio
avviso – un giusto riconoscimento rispetto alla morfologia della nostra
regione, considerato che un consigliere potrebbe impiegarci 4 ore per arrivare
in Consiglio regionale, vista la situazione in cui versano la Salerno-Reggio
Calabria e le infrastrutture nel nostro territorio.
Il bilancio
del Consiglio regionale, quindi, è andato sempre decrescendo dai 79 milioni del
2011 ai 70 milioni del 2012 ai 62,5 milioni del 2013 e stiamo lavorando, come
Ufficio di Presidenza, per ridurre anche i costi della struttura amministrativa
e fare in modo che accanto alle riduzioni dei consiglieri ci sia anche una struttura
snella e agevole che possa dare risposte ai cittadini e che possa, in termini
chiari, consentire una ulteriore riduzione della spesa in modo da investire le
risorse recuperate anche in altri settori decisivi della nostra Regione:
ambiente, sanità, occupazione ed altre problematiche del nostro territorio.
Abbiamo
ridotto del 50 per cento le consulenze esterne ed il numero dei collaboratori
di Giunta e Consiglio regionale; abbiamo abolito – la seconda Regione in Italia
dopo l’Emilia Romagna – il vitalizio, non ci sarà più il vitalizio per i
prossimi consiglieri regionali.
Abbiamo
ridotto il numero dei sottosegretari e quello degli assessori esterni per
risparmiare una spesa cospicua.
Abbiamo
abolito il trattamento di fine mandato.
Lo voglio
dire: faccio parte dell’Assemblea dei Presidenti dei Consigli regionali e
l’unica Regione che ha abolito il trattamento di fine mandato è stata la
Calabria. Questi sono dati che riguardano il lavoro messo in campo in Calabria
in questa legislatura.
Poiché la
Calabria va a finire sui giornali nazionali esclusivamente per fatti negativi e
mai per fatti positivi vorrei che quanto descritto venisse evidenziato da parte
degli organi di stampa nazionali; è troppo semplice, sempre e comunque,
macchiare la Calabria con le negatività e farla balzare agli onori della
cronaca solo per fatti negativi.
A partire
dal 2013 abbiamo modificato la legge regionale sui gruppi. Dal 1° gennaio 2013
c’è una nuova legge che riguarda i gruppi, la legge numero 1 che prevede che ad
ogni gruppo siano assegnati 5 mila euro per ogni suo consigliere per l’intero
anno, a cui vanno aggiunti 0,05 euro per ogni abitante dalla Calabria, che
significano altri 2 mila euro - perché siamo due milioni di abitanti – da
spendere per ogni consigliere.
Un gruppo
composto da sei consiglieri riceverà un finanziamento, per effetto della legge
regionale numero 1 del 2013, di 42 mila euro ad anno che sarà anche sottoposto
al vaglio di un collegio dei revisori esterni che sarà nominato da questo
Consiglio regionale sulla base di una estrazione tra 3 professionisti. Si
tratterà di tre professionisti che verificheranno i conti della Giunta e del
Consiglio; oltre a questo la legge regionale 1 prevede che i fondi, quindi il
rendiconto dettagliato, sia trasferito alla Corte dei conti perché esprima un
parere.
Questo è
quel che noi abbiamo prodotto e fatto in questo primo scorcio di legislatura e
su questo vogliamo continuare a lavorare per cercare di far cose importanti per
la Calabria.
Non ci sono,
comunque, solo le leggi, le norme o i regolamenti da rispettare. Questo lo
sappiamo tutti e voglio che ci sia questa consapevolezza da parte di tutti.
Chi ha
responsabilità pubblica deve assumere l’impegno di una più robusta moralità, di
un senso di giustizia e di legalità che sia a prova di tutto.
Abbiamo
molto discusso, con i colleghi capigruppo, prima di giungere in Consiglio, e
abbiamo condiviso, unanimemente, alcuni percorsi, come è già accaduto in questa
legislatura.
Il Consiglio
regionale, in questa fase, ha davanti a sé compiti rilevanti e fondamentali per
il futuro della Calabria.
Oggi, più
che mai, sappiamo che bisogna lavorare ancora per approvare riforme e
provvedimenti non più rinviabili e migliorarne, perché no?, altri già approvati
come ad esempio la riduzione del numero dei consiglieri regionali a 30.
Ci siamo
confrontati, il Partito
democratico aveva presentato una proposta di legge che
voleva approvare con rapidità e ce ne sono anche altre presentate
dall’onorevole Mirabelli e da altri consiglieri regionali di maggioranza.
Abbiamo individuato un percorso di responsabilità attraverso una discussione
comune che tenga conto sia della riduzione del numero dei consiglieri ma anche
dell’approvazione di una nuova legge elettorale; la legge regionale oggi
esistente, nella riflessione generale, ci è apparsa come pregiudizievole, anche
per il futuro, della possibilità di rappresentatività delle piccole province,
quelle di Vibo Valentia e Crotone.
Questa
riflessione deve riguardare un po’ tutti al fine di avere, nella prossima
legislatura, dei rappresentanti che possano essere espressione di tutte le
realtà territoriali; a questo si aggiunge la proposta di legge della doppia
preferenza di genere, anch’essa agli atti della Commissione.
Dovremo
lavorare assiduamente per riuscire a fare questo lavoro in tempi brevi; un
lavoro che, essendo attinente al 2015, darà la possibilità di operare bene,
valutando anche le scelte delle altre Regioni e comprendere una volta per tutte
se, nell’ambito della Riforma del Titolo quinto della Costituzione, la
discussione che stiamo affrontando, anche in sede di Conferenza dei Presidenti
delle Assemblee, sia piena e totale oppure debba essere affrontata
diversamente. A tal proposito, ricordo che il Titolo quinto della Costituzione
concede autonomia totale alle Regioni e ci dà la possibilità, attraverso lo
Statuto, di regolare il nostro futuro e disegnare la nostra organizzazione in
termini di numero di consiglieri ma anche riguardo ad una serie di atti
consequenziali.
Sono state
queste le riflessioni emerse oggi in Conferenza dei capigruppo, poiché in
questo Consiglio regionale vogliamo continuare ad avere un’attenzione
privilegiata nell’interesse di tutti e, soprattutto, di coloro che vivono le
difficoltà economiche di una terra che, naturalmente, sconta una serie di
difficoltà e la vedono ultima regione d’Europa.
Vogliamo
continuare sulla strada del cambiamento vero, rimuovendo gli ostacoli che
stanno davanti a noi e che contribuiscono a generare il senso di sfiducia nelle
Istituzioni o a legittimare chi cerca dalle Istituzioni vantaggi personali.
Dobbiamo
andare verso il futuro cercando anche nuove strade e sforzandoci con coraggio
di recuperare il senso originario della politica, intesa come servizio e
ricerca del bene comune, per dare le risposte che i cittadini attendono.
Queste
riflessioni sono state condivise dalla Conferenza dei gruppi e vogliamo
continuare su questa strada perché il nostro obiettivo deve essere quello di
dare risposte ai calabresi e alle tante emergenze: fare leggi che possano
essere adeguate al nostro territorio e dare opportunità di sviluppo e di
occupazione a tutti.
Noi ci
crediamo e continueremo su questa strada.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Signori Presidenti,
colleghi consiglieri, un saluto alle neoconsigliere presenti in Aula. Vorrei
chiedere, se fosse possibile, di inserire all’ordine del giorno di questa
seduta, per la discussione, tre ordini del giorno che ho già depositato alla
Segreteria Assemblea e che riguardano: la chiusura del carcere di Lamezia
Terme, il centro di meccanizzazione postale di Lamezia Terme e il ripristino
della corsa delle ore 6,10 del collegamento ferroviario da Lamezia Terme
Centrale a Catanzaro Lido.
L’onorevole
Magno chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di tre ordini del giorno che
provvederà ad illustrare nella fase successiva. Possiamo porre in votazione
l’inserimento.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole De
Gaetano. Ne ha facoltà.
Vorrei chiederle l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione riguardante il problema
del precariato, i lavoratori socialmente utili
e di pubblica utilità della Regione Calabria.
L’ho già presentata alla Segreteria
Assemblea e le chiedo di inserirla all’ordine del giorno.
L’onorevole De Gaetano chiede
l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che riguarda la situazione
del personale Lsu e Lpu della Regione Calabria.
Pongo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Chiappetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Mi associo ai complimenti ed agli apprezzamenti per l’inizio dei lavori delle colleghe Albano e Minasi alle quali, di vero
cuore, non solo da Presidente del gruppo del Pdl ma da collega consigliere,
formulo gli auguri di buon lavoro sapendo
bene quanto sia inderogabile la necessità, non solo nell’ambito del Consiglio
ma nell’ambito della Regione Calabria, della saggezza femminile
per cercare di dare un supporto adeguato rispetto a quelle che sono le
necessità e le esigenze relativamente alle problematiche che attanagliano
questa regione.
Presidente, chiedo, così come è stato
evidenziato e discusso in sede di Conferenza dei capigruppo, l’inserimento di
un progetto di legge che è di iniziativa del sottoscritto, oltre che dei
colleghi capigruppo di maggioranza; è assolutamente necessaria – fra l’altro,
così come è stato condiviso anche dalla Conferenza dei capigruppo – la trattazione
dello stesso in Aula perché si tratta di un provvedimento di legge relativo
alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti e la
consequenziale disciplina transitoria delle competenze regionale anche degli
strumenti operativi.
Così come, Presidente, avendolo già
depositato in precedenza ed in occasione della data del 18 marzo, chiedo anche
l’inserimento di un ordine del giorno – poi naturalmente mi riservo di
illustrarlo allorquando verrà messo in discussione.
Chiedo scusa, onorevole Chiappetta,
prego i colleghi di prendere posto altrimenti interrompo la seduta e
concludiamo qui. Non si capisce assolutamente nulla.
Un attimo, onorevole Chiappetta. Chi
deve parlare si può accomodare fuori dall’Aula del Consiglio.
Prego, onorevole Chiappetta.
Stavo dicendo, Presidente, che chiedo anche l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno relativo agli abusi sessuali perpetrati nei confronti di minorenni adescati tramite social network che è stato già depositato il 18 marzo presso la Segreteria Assemblea con il protocollo generale numero 1286, riservandomi di illustrarlo non appena ci sarà la possibilità, se ci sarà la possibilità; chiedo, quindi, che possa essere trattato, discusso ed approvato – spero - in questa seduta.
L’onorevole
Chiappetta, onorevole Principe, chiede l’inserimento di una proposta di legge
riguardante i rifiuti, mi sembra di ricordare che lei avesse chiesto invece,
l’inserimento della trattazione di questa problematica nella seduta di
Consiglio regionale prevista per giorno 22. Ricordo bene o no?
(Interruzione)
Presidente, grazie per la parola, abbiamo chiesto più volte che si passasse rapidamente dalla gestione commissariale a quella ordinaria, considerato lo stato di emergenza persistente in Calabria e il fallimento evidente della gestione commissariale.
I provvedimenti, naturalmente, che propone il
collega Chiappetta se ci vengono trasmessi in copia li valuteremo e ci
regoleremo di conseguenza, fermo rimanendo il principio di fondo: siamo per la
gestione ordinaria, è fuor di dubbio. Bisogna stabilire se ci sono le
condizioni per deliberare in questa seduta oppure se da parte nostra sono necessari degli approfondimenti, questo è il
problema.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente,
ho ascoltato la richiesta di inserimento di un progetto di legge inerente il
sistema dei rifiuti, avanzata dall’onorevole Chiappetta.
Sono
convinto della necessità e dell’opportunità, stante la delicatezza del tema,
che ci sia la possibilità di verificare la proposta di cui la maggioranza si fa
oggi proponente e che ci sia anche una convocazione ad hoc sia della Commissione sia del Consiglio per aprire un
dibattito e per poter decidere una volta per tutte, fermo restando che avevamo
chiesto sin dall’inizio della legislatura che venisse posta la
parola fine ad un commissariamento che
definire fallimentare, forse, è dir poco.
A nome anche del mio gruppo, Presidente, chiedo che
questo progetto di legge venga discusso in sede di Commissione e poi in
Consiglio nella seduta di giorno 22. Comunque, diamo la possibilità di tempi
rapidissimi, purché ci sia la possibilità di aprire un confronto ed un’analisi
più compiuta e puntuale che ci consenta di farci carico responsabilmente delle
nostre opportune valutazioni. Grazie.
La parola all’assessore Pugliano che ci spiegherà
l’urgenza di approvare questo provvedimento.
Grazie, Presidente.
Credo che il tema posto dall’onorevole
Chiappetta sia importante, vista l’urgenza della situazione inerente il
passaggio delle consegne dall’Ufficio del Commissario
alla Regione
Calabria. Il disegno di legge è composto, intanto, da due soli articoli. Mi
sembra legittima la richiesta dell’onorevole Principe di leggere il disegno di
legge per rendersi conto della straordinaria urgenza, per poi portarlo al
vaglio, all’approvazione in questa seduta di Consiglio regionale. In poche
parole, si propone di dotare il dipartimento regionale, che è demandato a
svolgere le funzioni nel sistema dei rifiuti, delle risorse necessarie a
mandare avanti il sistema.
Nel passaggio di consegne dall’Ufficio
del Commissario le casse sono risultate vuote e c’è da fare una politica di
riscossione delle tariffe da parte dei Comuni. Se non dotiamo il dipartimento
degli strumenti finanziari necessari ad anticipare le risorse che provengono
dalla riscossione delle tariffe da parte dei Comuni, il sistema si blocca.
Questo disegno di legge è urgentissimo
per dotare il dipartimento ambiente del minimo indispensabile, dal punto di
vista finanziario, per pagare i gestori del sistema, i gestori degli impianti.
Se la Regione Calabria, quindi il
dipartimento, non si dota di strumenti finanziari per pagare il gestore degli
impianti di trattamento, il gestore dell’unica discarica in Calabria o il
trasferimento degli scarti di lavorazione degli impianti in Puglia, si blocca
tutto il sistema.
Questo disegno di legge dota il
dipartimento delle risorse finanziarie necessarie per anticipare la riscossione
della tariffa e mandare avanti tutto il sistema.
C’è poi l’autorizzazione alla Giunta
regionale a definire i criteri per modulare la tariffa e premiare – come non è
stato fatto nel passato – i Comuni virtuosi che hanno già avviato la raccolta
differenziata ed aumentare, invece, la tariffa, per quelli che non l’hanno
ancora avviata.
Compresa la crisi in cui versa il sistema e spiegate le motivazioni di questo disegno di legge, rimandare di una sola settimana la sua approvazione potrebbe significare fermare tutto e non garantire il pagamento minimo alle società che gestiscono il sistema e che, di riflesso, non potrebbero pagare il personale e bloccherebbero il sistema.
Compresa l’urgenza di questa proposta
di legge, credo di poter chiedere al Consiglio
regionale un atto di responsabilità,
dopo aver letto i due articoli che compongono questo disegno di legge che si limita alla fornitura di
un capitolo di spesa che permetta al dipartimento di mandare avanti il sistema ed
alla delega alla Giunta regionale per individuare i criteri di riscossione; fra
le deleghe passate dall’Ufficio del Commissario alla Regione Calabria c’è anche
l’individuazione dei criteri di riscossione per i Comuni che a loro volta devono,
poi, rivalersi sui cittadini.
Possiamo procedere a votare
l’inserimento all’ordine del giorno.
Chiede di intervenire l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, non abbiamo alcun
pregiudizio per le urgenze che sono state richiamate, ma dobbiamo ricordare a
noi stessi ed a tutti che stiamo parlando di una materia di cui si discute da
quasi 17 anni.
Ritengo anche un po’ irrituale la
modalità con la quale si chiede il voto su una proposta che non abbiamo nemmeno
nella cartellina.
Tuttavia per estremo senso di
responsabilità non ci vogliamo sottrarre.
(Interruzione)
Presidente, se mi ascolta.
Può parlare, prego, l’ascolto.
Presidente, non ci vogliamo sottrarre
a verificare e valutare un provvedimento che, in estrema sintesi, vuole
avviare, essere forse lo start up di una riforma sulla materia. Riteniamo,
comunque, che sulla vicenda debba essere fatta non solo chiarezza, ma ci voglia
una forte assunzione di responsabilità dell’intero Consiglio regionale - che
non si può esaurire con l’approvazione tout court di due articoli di
legge - per avviare e far uscire dall’empasse
una situazione che definire drammatica è, forse, un puro eufemismo.
Il dramma che sta vivendo la Calabria
non è più accettabile.
Come gruppo, lo ha detto anche il
collega Principe, siamo disponibili a leggere ed esaminare, magari anche con
una breve sospensione della seduta, in maniera tale da poter valutare bene gli
effetti e l’incidenza di questo provvedimento che il Consiglio regionale
eventualmente approverebbe a fine seduta - ricordiamo che non era inserito
all’ordine del giorno.
Chiediamo, però, l’impegno formale da
parte della maggioranza e dell’assessore - fermo restando che valuteremo al
fine di dare il nostro voto quando avremo il testo in mano e potremo
compiutamente fare una analisi - di questo Consiglio di non agire su questo
argomento tout court solo sulla scorta della estrema ed indifferibile
emergenza, ma che ci sia una compiuta presa di responsabilità, che si apra finalmente
un dibattito ed una fase nella quale il Consiglio regionale e la Regione si
riapproprino delle proprie responsabilità e del proprio compito davanti ad una
Calabria in ginocchio.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente,
brevemente,
non per replicare le considerazioni esplicitate dal collega Giordano, ma vorrei
evidenziare due aspetti, l’assessore mi consentirà. Il primo: collega Giordano, il
provvedimento del quale l’Aula dovrebbe potersi occupare è un provvedimento che
ha il carattere dell’urgenza e dell’eccezionalità, dipendente esclusivamente dal fatto che l’ordinanza
nazionale della protezione civile con la quale si sono di fatto trasferite le
funzioni, anche se ancora non si è verificato il passaggio al regime ordinario
in seno alla Regione Calabria, porta la data del 14 marzo 2013; ergo, da
qualche giorno soltanto si è avuta la possibilità – ed ecco qui il carattere di
eccezionalità e di urgenza – di poter assumere un provvedimento legislativo che
vada nella direzione auspicata, collega Giordano,
non soltanto da lei, ma dall’intero Consiglio regionale. Vi sono alcune
questioni – l’ho detto e l’ho evidenziato anche in altri momenti di questa vita
del Consiglio regionale – che per la caratterizzazione delle
stesse, per l’alta valenza, la rilevanza e l’importanza delle stesse, non
possono appartenere a chi in questo momento ha ruoli di responsabilità
governativa e non possono non appartenere all’intero Consiglio regionale,
quindi alle intere forze politiche.
Le dico che in sede di Conferenza dei
capigruppo - che è servita anche e soprattutto per regolamentare i lavori che
ci stiamo accingendo a svolgere - si è ravvisata all’unanimità la necessità di
portare alla trattazione dell’Aula questo
provvedimento legislativo, considerando l’inderogabile esigenza che si assuma
da subito perché possa impedirsi che accadano le problematiche alle quali ha fatto
riferimento lei.
Fermo restando che l’assessore Pugliano, già in
occasione del dibattito che c’è stato - poi sospeso in attesa anche
dell’apporto importante e costruttivo delle forze politiche presenti
in Consiglio regionale - non si è certo sottratto a quello che è un suo preciso
dovere istituzionale, oltre che un impegno: attivare tutto ciò che è necessario
fare, perché questa – ripeto – è una problematica che, di fatto, viene
trasferita dalla gestione commissariale, quindi da un organo governativo alla
gestione ordinaria, quindi alla Regione Calabria.
Ecco il motivo per cui,
Presidente, ribadisco, a nome anche degli altri capigruppo di maggioranza, la
richiesta di inserimento all’ordine del giorno affinché il provvedimento sia
trattato questo pomeriggio qui in Aula, per la valenza, l’importanza, la
rilevanza e l’urgenza che lo stesso riveste.
Ha chiesto la parola
l’onorevole Bova. Ha facoltà di intervenire.
Sul
fatto specifico, noi stiamo procedendo, onorevole Chiappetta, in maniera
singolare: lei ci propone una metodologia
del tutto straordinaria ed iper-urgente per tornare all’ordinario. Capisco che
lei e gli altri gruppi di maggioranza abbiate un rapporto di fiducia senza
condizione con la maggioranza e con l’assessore, ma noi abbiamo qui un’altra
funzione che dobbiamo rispettare, vogliamo esprimere una nostra valutazione
prima sull’inserimento e poi con un voto di merito, essendo in grado di agire
con consapevolezza, perché non ci siamo iscritti, né intendiamo iscriverci, ai
gruppi di maggioranza.
(Interruzione)
Le chiedo scusa, lei ha parlato del 14 marzo, ma ci
ha parlato di questa estrema
emergenza per la prima volta qualche
minuto fa, un’ora fa, un’ora e mezza fa in Conferenza dei capigruppo. Noi non
abbiamo – le chiedo scusa, non si arrabbi – nessuna operazione pregiudiziale.
Se il punto è, invece,
che la maggioranza vuole comunque procedere d’ufficio, lo inserisca, lo voti e
se ne assuma tutta intera la responsabilità. Se, invece, si vuole una
corresponsabilità, dobbiamo capire, noi e chi ci ha votati e i cittadini in
generale, in che direzione stiamo procedendo, perché ritorna l’ordinario –
vivaddio – ma una regola ci deve essere, in modo che tutti - visto che ci
assumiamo la responsabilità – possiamo comprendere cosa si fa, chi lo fa e
perché ed in che tempi e in che termini.
Fino a quando non
capiremo - non perché non abbiamo voluto o siamo distratti, ma perché non
abbiamo visto le carte - lo vedo un
elemento di forzatura; so che lei delega la Giunta con facilità – mi sembra normale – ma io,
prima di delegare la Giunta, voglio capire che cosa delego, tutto qui, senza
scandalizzarsi di nulla.
Cosa è
avvenuto tra il 14 marzo e l’8 aprile? Perché, se si decide il 12 aprile, il 14
aprile con un voto più consapevole da parte nostra, salta il mondo?! Tutto qui,
in maniera normale, naturale, esplicita e, per usare un termine che è di voga, trasparente.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Ha
chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Ho il
timore che si scateni un fuoco dialettico fuori luogo ed inutile. Vorrei ricordare
all’amico Gianpaolo Chiappetta che, in verità,
Alla
luce dell’intervento dell’assessore, che mi ha indotto una qualche riflessione,
nel senso che il suo richiamo mi è parso oggettivamente sincero, come al
solito, quindi meritevole di essere rispettato, penso che possiamo risolvere questa questione,
se è
possibile, interrompendo i lavori per dieci-quindici minuti, dandoci la
possibilità di capirlo; credo che non vi faremmo grande onore se approvassimo
alla cieca una cosa di cui vogliamo essere pienamente consapevoli.
Chiedo, quindi, al
Presidente se sia possibile una sospensione di dieci minuti o, comunque, per il
tempo necessario per conoscere meglio questo dispositivo.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente Nicolò, mi rivolgo
proprio a lei perché il collega De Masi mi ha anticipato – potrei dire – su questa richiesta, proprio perché non c’è nessuna pregiudiziale
negativa, anzi ostica nei confronti né di chi propone il provvedimento, in
questo caso il capogruppo del Pdl, il consigliere Chiappetta, ma soprattutto
nei confronti dell’assessore che è persona, senza dubbio, molto corretta.
E’ ovvio, però, caro assessore, che trattandosi di
un argomento di cui, onestamente, non ho capito il punto di inizio e il punto
di arrivo, di che cosa tratta di fatto nello specifico; visto che non se ne
vuole fare una questione di procedura ma, secondo me, di questione di merito,
atteso che si parla di questioni di rifiuti, credo che una sospensione, caro
Presidente, sia necessaria al fine, quantomeno, di poter conoscere nel merito
quanto è scritto in questo documento, per poter valutare in maniera più
tranquilla e con pieno senso di responsabilità e di compartecipazione di tipo
amministrativo in senso costruttivo, qualora ce ne siano gli elementi.
Al momento ho capito poco, ho capito esclusivamente
che si tratta di un ordine del giorno che dà la possibilità – forse per una
questione normativa, procedurale, non lo so – di far entrare a pieno regime, a
pieno titolo il dipartimento, quindi l’assessore, dal momento in cui è finita –
è una forzatura definirla finita la situazione del commissariamento – la
situazione emergenziale, per passare a un regime di gestione ordinaria. Dico
che è una forzatura perché nell’emergenza si era prima, oggi forse si è ancora di più nell’emergenza, però si entra forse
con un meccanismo e con un sistema differente che, per poter affrontare questo
ragionamento e questo problema, ha necessità di mettere il dipartimento nelle
condizioni, di tipo procedurale e normativo, di poter attuare un sistema e una
risoluzione a questo problema.
Non conoscendo, caro Presidente Nicolò, di che cosa
stiamo parlando, ma riferendoci
solamente a quello che abbiamo sentito dire, credo che una sospensione sia
doverosa, al fine di poter quantomeno leggere il provvedimento.
E’ stata chiesta una sospensione dei lavori sia
dall’onorevole De Masi sia dall’onorevole Mirabelli, che pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
Sospensione brevissima, pregherei i capigruppo e
l’assessore competente di avvicinarsi al tavolo della Presidenza.
(I
capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)
La seduta sospesa alle 18,34 è ripresa alle 19,00
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
Possiamo procedere con la votazione per
l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento proposto dall’onorevole
Chiappetta.
(Il
Consiglio approva)
L’inserimento è approvato, con il voto contrario e,
in alcuni casi, di astensione della minoranza. E’ inserito in coda.
Presidente, io ed il consigliere De Masi abbiamo
votato a favore.
Preciso che gli onorevoli Mirabelli e De Masi hanno
votato a favore. Gli altri consiglieri di minoranza hanno votato chi contro e
chi astenendosi.
Nella Conferenza dei capigruppo si è parlato anche
di un altro argomento di cui vorrei rendere edotta l’Aula: è la questione che
riguarda la riforma dell’Afor. Non vedo l’assessore Trematerra.
Chiedo scusa, dopo che si vota l’inserimento
all’ordine del giorno, non si deve votare il provvedimento?
No, è stato inserito in coda all’ordine del giorno,
siamo ancora alle fasi preliminari.
Allora, prima della discussione riguardante l’Afor,
per motivi personali, le chiedo la parola.
Mi faccia concludere questo mio dire, in
riferimento a quanto detto in Conferenza dei capigruppo, e poi le concedo la
parola.
Visto che la riforma dell’Afor era stata portata in
Aula, però non aveva raggiunto il numero necessario per la riorganizzazione
complessiva dell’ente, si è deciso in Conferenza dei capigruppo di proseguire
nell’obiettivo di approvarlo in tempi brevi; la stessa Conferenza dei
capigruppo ha assunto la determinazione di lavorare per raggiungere l’obiettivo
di approvare in tempi brevi la riforma dell’Afor, proprio perché necessita di
essere approvata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri regionali.
Era una comunicazione di cui è giusto che l’Aula
sia a conoscenza e ci auguriamo che con i sindacati si possa raggiungere
l’intesa, quindi approvare una riforma condivisa.
Finita questa comunicazione, la parola
all’onorevole Bova che ha chiesto di intervenire.
Presidente, intervengo su una questione personale. Nel corso dell’informazione da Lei data al Consiglio,
ai presenti ed alla stampa su un punto assai delicato, relativo a come
seguiamo, con attenzione e con
il dovuto rispetto, le indagini dell’autorità inquirente in merito
all’utilizzazione delle risorse finanziarie da parte dei gruppi consiliari, nell’ambito
dello sforzo – che ho condiviso anche in Aula e nella Conferenza dei
capigruppo – che il Consiglio
ha fatto anche
in questa legislatura per tagliare i cosiddetti costi della
politica, lei ha fatto un’affermazione non inopportuna ma che, purtroppo, non
risponde alla verità, quando ha detto che nei quarant’anni precedenti non si
era mai intervenuto sulla spesa e che questa era cresciuta.
Per rispetto della verità
e non della mia posizione personale, devo dire che quell’affermazione che lei
ha letto, ha scritto – non lo so, comunque ha letto – è destituita di fondamento.
I fatti dicono che, nella precedente legislatura, i numeri non sono cresciuti,
ma, in qualche modo, apparentemente in misura limitata, sono diminuiti; ricordo
a lei che era anche consigliere regionale – che nella precedente legislatura,
per la prima volta, il Consiglio ha dovuto sostenere la spesa non più di 40
consiglieri, ma di 50, e lei e il suo gruppo, il gruppo dell’Udc, siete stati
protagonisti, assieme a me e ad altri, di una iniziativa che è quella del
“Programma stage” per i migliori laureati calabresi, un bando per 500 unità,
che è costato al Consiglio 7 milioni di euro.
Se il 25 per cento in più
di consiglieri regionali, che equivale al passaggio da 40 a 50 consiglieri, se
l’introduzione dell’allora Presidente della Giunta e della figura dei
sottosegretari, se i 7 milioni annui di euro – a tanto corrisponde per ogni
anno la spesa per i migliori laureati calabresi – non hanno comportato un
aumento di spesa, anzi c’è stata una riduzione, è evidente che nel corso della
precedente legislatura, per merito di tutti, i costi non si sono incrementati.
Pertanto,
quell’affermazione che lei ha fatto e che ha distribuito alla stampa, prima che
incauta, è non veritiera ed io ritengo corretto che lo si affermi, perché –
caro Presidente – lei ha detto agli amici e ai signori della stampa,
ricorrendo, in qualche maniera, ad una vecchia affermazione: “chi è
senza
peccato, scagli la prima pietra” e, comunque, “sforziamoci di essere oggettivi
e di dire la verità”. Condivido anche questo aspetto del suo intervento, ma
questo vale per tutti, senza eccezione alcuna; è come se, rispetto ad altri
ragionamenti, per utilizzare un’espressione usata dal Presidente Scopelliti
nella conferenza stampa, per colpire qualche infedele, colpissimo il sistema e
tutto il resto.
Fuor di metafora, le
faccio un esempio: noi siamo una regione d’Italia in cui non ci sono nominati o
nominate, tutti i consiglieri regionali di ieri e di oggi sono stati eletti e
scelti dai cittadini. Se qualcuno, come è emerso dai processi, è stato infedele
nel senso che si è rivolto, per essere votato, a chi nessuno si deve mai
rivolgere, quella è la responsabilità gravissima, senza giustificazione alcuna,
che riguarda chi ha commesso questo tipo di azione; non può significare che,
poiché capita che qualcuno sia infedele ed utilizzi male il meccanismo della
scelta dei cittadini, noi come risposta aboliamo la preferenza, ma possiamo
integrarla, per esempio, con la preferenza di genere. Questo riguarda un
atteggiamento che è rispettoso dell’autonomia, della giusta, forte e necessaria
indipendenza dell’autorità inquirente e che può far sì che ogni funzione
esplichi sul suo terreno una autonoma azione di difesa della legalità ed anche
del decoro e della dignità delle Istituzioni democratiche, che non si difendono
mai facendo, al di là della verità, di tutta l’erba un fascio o scatenando
canee e tutto il resto.
I responsabili vanno
sempre perseguiti con severità ed il Consiglio dovrà agire di conseguenza.
Altro è quello che, in certi momenti, mi sembra che stia avvenendo.
Ho chiesto, quindi, la
parola per precisare questo e per dirle che è giusto dire sempre la verità,
senza farsi prendere dalla propaganda e dall’ebbrezza. Poiché ho tenuto a
precisarlo, tanto dovevo all’Aula, a lei e a tutti, tanto ho ribadito. La ringrazio
per avermi dato la parola.
La Conferenza dei
capigruppo ha deciso di rinviare le interrogazioni a risposta immediata alla
prossima seduta e, quindi, di procedere con l’ordine del giorno, iniziando dal
punto quattro.
Proposta di legge numero 357/9^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica articolo 30 della
legge regionale numero 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della
legge regionale numero 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii”.
E’ relatore
l’onorevole Gallo, che non vedo in
Aula.
E’ una proposta approvata
in Commissione all’unanimità. Se siamo d’accordo, visto che il relatore non è
presente in Aula, possiamo rinviarla alla prossima seduta del Consiglio. Il
punto quattro viene rinviato alla prossima seduta.
Il punto cinque reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 201/9^ di iniziativa della Giunta regionale: “Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.) – Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2009”.
E’ relatore l’onorevole Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la
Commissione bilancio, nella seduta del 14 gennaio, ha licenziato la proposta di
provvedimento amministrativo relativa al rendiconto Arcea 2009. Dalle relazioni
allegate alla proposta di provvedimento amministrativo si evince, anzitutto,
l’attestazione del direttore che, alla chiusura dell’esercizio finanziario
2009, non esiste alcun impegno di spesa, fuori bilancio e non, registrato nel
rendiconto dell’esercizio stesso.
Il Collegio dei revisori, nell’esprimere parere
favorevole, dà atto che si è provveduto al riaccertamento dei residui in sede
di predisposizione del rendiconto generale 2009 e che è stata autorizzata
l’eliminazione dei residui derivanti dalle gestioni 2008 e precedenti anni,
risultati insussistenti. Il rendiconto chiude, pertanto, con un avanzo di
amministrazione pari ad euro 2.989.0l2,00.
Il dipartimento agricoltura ha espresso parere
favorevole all’approvazione del rendiconto, nulla rilevando sotto il profilo
della legittimità e del merito. Il dipartimento bilancio, nella sua
istruttoria, ha verificato la determinazione dei residui attivi e passivi al 31
dicembre 2009, verificando la capacità di quella gestione aziendale di
conseguire gli obiettivi di contenimento della spesa, assegnati dagli articoli
23, 27 e 28 della legge regionale numero 19 del 2009.
Voglio ricordare, brevemente, che quelle norme
prevedevano dei limiti precisi per alcune tipologie di spese correnti: intanto,
una riduzione del 10 per cento delle spese per consulenze, studi ed incarichi professionali, articolo 23;
l’articolo 25 prevedeva il contenimento della spesa per il personale degli enti
del settore regionale allargato; l’articolo 27, il miglioramento del saldo di
bilancio, ovvero l’invarianza della spesa del personale rispetto all’anno
precedente; infine, l’articolo 28 prevedeva la riduzione del 20 per cento dei
compensi erogati ai Presidenti e ai componenti di Commissioni e Comitati
operanti nella regione e negli enti, aziende e agenzie regionali.
Ebbene, il dipartimento
bilancio ha evidenziato il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti
dall’articolo 27, comma 8, e conseguentemente ha disposto la segnalazione del
mancato rispetto della norma alla magistratura contabile, al fine di porre in
essere le necessarie verifiche in ordine all’esistenza di eventuale
responsabilità contabile, nonostante il direttore generale dell’Arcea, con nota
del 24 novembre 2011, abbia sostenuto nei confronti del dipartimento bilancio
che l’agenzia opera nel rispetto soprattutto dei Regolamenti e delle prassi di
controllo della Comunità europea.
La Commissione bilancio e affari europei ha approvato il provvedimento amministrativo
unitamente alle prescrizioni espresse dalla Giunta regionale, che prevedono di
adottare misure e provvedimenti al fine di perseguire gli obiettivi di finanza
pubblica e contenimento della spesa, per come dettato dalla legge regionale
numero 19 del 2009, e di procedere ex articolo 27, comma 8, della legge
regionale numero 19 del 2009, alla segnalazione del mancato rispetto
dell’articolo 27 della legge regionale medesima alla Procura della Corte dei
conti, al fine di porre in essere le necessarie verifiche in ordine
all’esistenza di eventuale responsabilità contabile.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, voglio annunciare il voto contrario
sulla proposta in esame, perché ritengo necessario che vi sia la massima
attenzione del Consiglio regionale sul funzionamento di questo ente,
dell’Arcea. E’ di oggi la denuncia, da parte delle organizzazioni che si
occupano di agricoltura, relativa alla discrezionalità e ai ritardi nei
pagamenti effettuati da parte di questo ente agli agricoltori.
Ritengo necessario,
nell’annunciare il voto contrario, che su questa questione ci sia un’apposita
seduta del Consiglio regionale, perché la gravità delle denunce rispetto al
funzionamento di questo organismo devono essere attentamente valutate da questa
Assemblea.
Non vi sono altre
richieste di intervento, pertanto pongo in votazione il punto cinque all’ordine
del giorno, che riguarda il rendiconto generale relativo all’esercizio 2009
dell’Arcea.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ rientrato l’onorevole Gallo,
relatore della proposta di legge che era passata dalla Commissione. Consigliere
gallo, le concedo la parola per svolgere la relazione introduttiva alla proposta
di legge numero 357/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica
articolo 30 della legge regionale numero 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e
articolo 20 della legge regionale numero 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii”.
L’approvazione
del disegno di legge numero 357/9^ di iniziativa della Giunta regionale, con il
titolo già indicato, interviene su un’ulteriore proroga dei termini di cui all’articolo 30 della legge regionale numero 7 del
21 agosto 2006 fissandoli in 82 mesi – attualmente sono 70 mesi – e
dell’articolo 20 della legge regionale 22 ottobre 2007 fissandoli in 68 mesi;
attualmente sono 56.
Il differimento dei termini di cui sopra si rende
necessario, atteso che alcuni Comuni calabresi, in particolare Lamezia Terme,
San Ferdinando, Belvedere Marittimo, ma anche altri Comuni, che hanno aderito
ai fondi riservati per interventi previsti dal PRU (Piani di Recupero Urbani),
non hanno potuto rispettare la tempistica dettata dalle leggi di cui sopra, a
causa di inadempienze a loro non imputabili.
Il testo della proposta di legge, strutturato in
due articoli, non prevede oneri di spesa a carico del bilancio regionale e la
sua eventuale approvazione non presenta problemi di incompatibilità con la
normativa nazionale e regionale di riferimento.
Inoltre, signor Presidente, la proposta di legge è
stata approvata in Commissione all’unanimità.
Se non ci sono interventi sul provvedimento,
possiamo passare alla votazione, visto che è stato approvato all’unanimità in
Commissione. Sono due articoli.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 202/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “POR Calabria FSE 2007-2013. Rettifica parziale della deliberazione di Giunta regionale numero 433 del 5 ottobre 2012, recante ‘Presa d'atto del programma operativo regionale Calabria FSE 2007-2013, come modificato dalla Decisione C (2012) 6337 del 10 settembre 2012 della Commissione europea ed approvazione del nuovo Piano finanziario per Assi prioritari e obiettivi specifici comuni’”.
E’ relatore l’onorevole
Imbalzano che ha facoltà di intervenire.
La seconda Commissione, nella seduta
del 14 gennaio del 2013, ha approvato
all’unanimità la proposta di provvedimento amministrativo numero 202/9^, che
riguarda la rettifica della delibera di Giunta regionale 433 del 5 ottobre
2012, con la quale avveniva la presa d’atto del Por Calabria Fse, a seguito
della decisione 6337 della Commissione europea.
La rettifica è legata
principalmente all’esigenza di garantire una più efficace attuazione del Por
Fse, che, alla luce dei continui e profondi mutamenti del contesto economico e
sociale, riguarda la rimodulazione parziale del Piano finanziario, articolato
per Assi ed obiettivi specifici comuni.
Vorrei brevemente
scandire le fasi che hanno condotto a questa rettifica: in primo luogo
l’esecutivo regionale, con delibera 283 del 15 giugno 2012, prendeva atto della
proposta di rimodulazione del Por Calabria Fse 2007/2013, trasmettendola al
Consiglio regionale ai fini dell’approvazione; in seguito la Commissione
europea, con decisione 6337 del 10 settembre 2012, approvava definitivamente le
modifiche apportate al Por Fse, con particolare riferimento al nuovo quadro
finanziario; successivamente, nell’ottobre scorso, la Giunta regionale prendeva
atto della decisione della Commissione europea con delibera 433 del 5 ottobre,
trasmessa ed approvata in Consiglio regionale.
Questa rimodulazione, in
sostanza, grava per circa 79 milioni di euro, risorse ricavate dalla riduzione
dal 10 all’1 per cento dell’aliquota, di cui all’articolo 34 del Regolamento Ce
1083 del 2006.
Nel corso della seduta
del 14 gennaio scorso, la Commissione ha audito l’Autorità di gestione del Por,
l’avvocato Calvetta, che ha sottolineato la necessità di modificare la
ripartizione finanziaria dei capitoli di spesa previsti per obiettivo specifico
all’interno dei singoli Assi, al fine di adeguare il nuovo quadro agli impegni
effettivamente assunti rispetto alla reale previsione di impegno da accendere
sui capitoli di pertinenza e per evitare di incorrere nel disimpegno automatico
delle risorse, considerato che – com’è noto – il periodo di programmazione
2007-2013 è ormai prossimo alla scadenza.
Non ci sono interventi, per cui pongo in
votazione il provvedimento amministrativo numero 202/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto sette all’ordine del giorno riguarda la
proposta di provvedimento amministrativo numero 203/9^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: “POR Calabria FSE 2007-2013, proposta di
riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 per il Piano di Azione
Coesione”.
E’ relatore l’onorevole
Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta di un provvedimento
amministrativo che attiene alla riprogrammazione del Por Fse per il Piano di
Azione e Coesione, approvato a
maggioranza dalla Commissione nella seduta
del 14 gennaio scorso.
La rimodulazione è resa necessaria
sulla base di quanto stabilito dalla delibera Cipe 1/2011, che definisce
modalità, obiettivi e criteri per la programmazione delle risorse comunitarie e
la conseguente, eventuale riprogrammazione dei programmi operativi, al fine di
accelerare la spesa ed evitare il rischio del disimpegno automatico delle
risorse.
Successivamente, allo scopo di favorire un migliore
avanzamento dei programmi operativi e colmare i rilevanti ritardi della loro
attuazione, nonché per avviare un proficuo percorso di accelerazione della
spesa comunitaria, è stato predisposto, a livello nazionale, un Piano di Azione
e Coesione a cui la nostra Regione ha già aderito.
Il Piano, che si inserisce nel solco delle
iniziative condivise con la Comunità europea per far fronte alle difficoltà
attuative dei programmi operativi, fissa due priorità che hanno interessato il Por
Fse della Regione: istruzione ed occupazione.
Vorrei sottolineare che la proposta di
riprogrammazione, pur non modificando la strategia e gli obiettivi comuni del
Por, comporterà una riduzione della quota di cofinanziamento nazionale
complessiva pari a 60 milioni di euro.
Di questo importo, 20 milioni saranno destinati
agli obiettivi di occupazione ed istruzione, secondo quanto previsto dal Piano
originario, mentre i restanti 40 milioni saranno rivolti al rifinanziamento del
credito di imposta occupazione per i lavoratori più svantaggiati.
Tengo a precisare che
tutti gli interventi saranno finanziati con le risorse del cofinanziamento
nazionale, in quanto finalizzate al Piano di Azione e Coesione, ed incideranno
sempre sul territorio della nostra regione.
La Commissione – come
dicevo – ha approvato il provvedimento in data 14 gennaio, in cui é stata
audita, come al solito, l’Autorità di gestione che, in relazione allo stato di
attuazione del Por Fse, ha fornito alcuni dati relativi all’andamento della spesa
certificata.
Si è registrato, in
particolare, un avanzamento per oltre il 56 per cento degli impegni
giuridicamente vincolanti ed un avanzamento di realizzazione per circa il 44
per cento.
Inoltre il livello di
spesa, pari al 41,55percento, si attesta a livelli superiori rispetto a quello
delle altre Regioni dell’Obiettivo convergenza.
In ogni caso si tratta,
quindi, di importanti e confortanti elementi che manifestano l’impegno
dell’esecutivo regionale di accelerare la spesa e favorire un adeguato impiego
delle risorse comunitarie, al fine di favorire il rilancio e lo sviluppo di
questa regione.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Maiolo. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, sia il settimo che l’ottavo
punto all’ordine del giorno, riguardanti la riprogrammazione finanziaria del
programma Fondo sociale e del programma Fesr 2007-2013, hanno messo in luce, in
maniera differenziata, le criticità di attuazione dei programmi.
Devo
dire che, in Commissione, c’è un puntuale riscontro rispetto al lavoro che si
svolge sul Fondo sociale, quindi su ciò che riguarda le politiche sociali e le
politiche per l’occupazione, per cui anche col nostro diverso parere, rispetto
al modo in cui vengono utilizzate le risorse sull’occupabilità, e sulla differenziazione
del giudizio di merito riguardo le iniziative intraprese in quella gestione,
devo dire che si registra una capacità di mantenere quello che è stato il
livello di gestione del Fondo sociale dall’inizio della programmazione ad oggi.
In questo programma c’è una continuità di
organizzazione dell’Autorità di gestione che, di fatto, sta producendo un
avanzamento in linea con l’avanzamento – come abbiamo sempre detto in questo
Consiglio – della spesa del Fondo sociale, che nella precedente legislatura ha visto la sovrapposizione dei due
programmi.
Questa rimodulazione di 60 milioni di euro è molto
significativa; con essa non si cambiano gli obiettivi programmatici, questo è
un altro aspetto che voglio sottolineare, avendo spesso, in quest’Aula, sentito
esprimere negatività sui programmi, ma in tutte queste rimodulazioni leggiamo
che la Giunta riconferma la validità degli obiettivi programmatici, limitandosi
ad una valutazione finanziaria sugli avanzamenti dei due programmi che
suscitano forti perplessità, soprattutto sul Fesr che troveremo al prossimo
punto.
Voglio dire all’assessore Stillitani che sul Fondo
sociale, probabilmente, serve una verifica puntuale non solo della spesa, in
quanto il rischio che si sta correndo ancora una volta, forse in maniera più
aggravata, è che in una fase di difficoltà gestionale si insegua una spesa,
obiettivi di spesa, senza analizzarne gli effettivi impatti.
Dai dati forniti dalla stessa Giunta, in occasione
dell’approvazione del bilancio e del documento di programmazione economica e
finanziaria (DPEFR), è emersa una notevole criticità degli impatti che
riguardano il Fondo sociale sull’occupabilità, per cui anche la crisi generale,
probabilmente, richiede misure diverse da quelle messe in campo finora.
La nostra perplessità si basa su questo, su come
portare avanti la spesa del Fondo sociale, mantenendo alcune misure e alcune
iniziative che, magari, tre o quattro anni fa, all’inizio del programma,
avevano un senso e oggi, probabilmente, non lo hanno più.
Pur non condividendo alcuni aspetti abbiamo
espresso, in Commissione, il voto di astensione sul provvedimento del Fondo
sociale, perché notiamo una continuità di gestione rispetto all’impianto più
complessivo del programma, ma su alcuni aspetti c’è sicuramente la necessità di
un approfondimento di merito anche in Commissione, per evitare che questo
residuo di gestione del programma possa indurre in errori, quindi in impatti
alla fine non positivi.
Su questo provvedimento, che riguarda il Fondo
sociale europeo esprimiamo, pertanto, un voto di astensione, in attesa di
comprendere quali saranno gli strumenti specifici e l’impostazione che si
attiveranno con questa rimodulazione; lo vedremo, magari, nel momento in cui si
daranno le approvazioni sugli indirizzi riguardanti bandi ed azioni dirette per
la gestione della rimodulazione dei 60 milioni di euro.
Non ci sono altri interventi sull’argomento,
pertanto pongo in votazione il provvedimento amministrativo 203/9^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 207/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione della proposta di riprogrammazione del POR Calabria FESR 2007/2013 e autorizzazione all'Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di Sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea”.
E’ relatore l’onorevole Imbalzano che ha facoltà di intervenire.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta di un provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta regionale che ha per oggetto
l’adozione di una proposta di riprogrammazione
del Por Calabria Fesr 2007/2013 da notificare alla Commissione europea.
E’ un
provvedimento col quale, in sostanza, si è concretizzata la terza ed ultima
riprogrammazione dei Programmi operativi regionali, in stretta aderenza con gli
indirizzi forniti dal Governo centrale.
La
dotazione finanziaria complessiva del programma scenderà dai 2 miliardi e 918 milioni a 2 miliardi e 545 milioni di euro, con una riduzione
pari a 373 milioni.
Questa rimodulazione è stata approvata con delibera
di Giunta regionale numero 536 del 6 dicembre 2012, che rettificava la precedente
delibera numero 491 del 2012.
In ordine alle finalità del provvedimento, vi è da
sottolineare che l’obiettivo è quello di rafforzare gli obiettivi del Piano di
Azione e Coesione voluto dall’Unione europea e dal Governo, in particolare per
attuare quelle misure anticicliche rivolte alle imprese e al lavoro, in modo da
superare l’attuale gravissima crisi economica.
Una parte dei 373 milioni, cioè 205 milioni verrà
utilizzata per attivare strumenti in favore delle imprese e del lavoro, nonché
della promozione dell’imprenditorialità. In particolare, 56 milioni saranno
destinati all’agevolazione fiscale in regime de minimis per micro
e piccole aziende operative in città con area a più elevata criticità economica
o sociale delle Regioni Obiettivo convergenza; 36 milioni per misure innovative
e sperimentali di tutela dell’occupazione e politiche attive del lavoro; 3
milioni saranno utilizzati per potenziare l’istituzione tecnica e professionale
di qualità e per favorire l’occupazione giovanile e la competitività delle
filiere produttive territoriali; 70 milioni per la promozione dello sviluppo
turistico e commerciale; ultimi 40 milioni per finanziare strumenti di
incentivazione per il rinnovamento di macchinari ed attrezzature da parte delle
imprese.
La restante somma di 168 milioni verrà riservata
alla realizzazione di un programma esterno e parallelo, sganciato dalle
scadenze previste dall’Unione europea per l’avanzamento finanziario, ma che
contiene proprio due progetti già inseriti nell’attuale programmazione: mi
riferisco, in particolare, al progetto integrato delle case per la salute, 67
milioni di euro, e ai piani integrati di sviluppo urbano per circa 101 milioni
di euro.
Signor Presidente, le chiedo, quindi, di porre in votazione il provvedimento.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, su questo punto penso che sia necessario che il Consiglio
prenda atto delle estreme criticità che vive
la gestione del Fesr 2007/2013. Alla data di svolgimento della Commissione
consiliare, venti giorni fa, la spesa del Fesr risultava essere del 19 per
cento, quindi c’è un allarme scritto nelle carte, certificato, molto forte
sulla gestione del Fesr, e questo allarme nasce non solo dal livello di spesa
ma anche e soprattutto – dico io – dalle manovre fatte su questo programma –
una è quella in votazione stasera, altre che sono state fatte precedentemente –
in cui, sostanzialmente, per motivi sia locali sia nazionali, si è puntato a
ridurre la partecipazione, quindi l’impatto del livello nazionale alla
programmazione; sono state definanziate le partecipazioni nazionali e si è
abbattuta la percentuale di partecipazione, anche nostra, ai programmi,
mantenendo intatta, invece, la partecipazione comunitaria, e questo consente al
31 dicembre degli anni che abbiamo passato di poter dichiarare – come è stato dichiarato – che è stato raggiunto il livello
della spesa richiesto dall’N+2.
E’ stata fatta, però, una prima operazione
finanziaria importante e significativa che ha riguardato l’approvazione dei
grandi progetti, che di fatto produce la realizzazione di un programma
parallelo rispetto al Por 2007/2013; ciò significa che queste somme escono dal
programma, quindi si riduce l’obbligo di spesa, si possono raggiungere i target,
ma di fatto si apre un altro programma, che riguarda i grandi progetti, che
bisognerà completare entro la fine del programma; grandi progetti che sono al
palo dappertutto.
Quindi noi avremo grandissima difficoltà, alla fine
della programmazione, a poter rendicontare i grandi progetti con il crollo
totale della rendicontazione del Fesr in fase di chiusura.
Dopo quella iniziativa che riguarda i grandi
progetti, assolutamente utile e positiva ma che dal punto di vista finanziario
produce una difficoltà alla gestione del programma, con l’approvazione del
provvedimento di stasera si aggiungono ulteriori difficoltà alla gestione del
Fesr; quindi, quel 19 per cento è un limite di spesa che non giudico
assolutamente negativo in questa fase, pur essendolo, ma che rischia di non far
migliorare assolutamente la performance di gestione del programma.
In questa rimodulazione, che è di 327 milioni di
euro, di fatto che cosa si fa? Si estraggono dal programma risorse finanziarie
con la regia nazionale e si mettono in due programmi paralleli, che sono il
Piano di Azione e di Coesione, il Pac, e il Piano Esterno Parallelo, per
mettere alcuni provvedimenti, alcuni interventi su un percorso teoricamente più
celere di spesa e meno vincolato alla gestione del programma Fesr, quindi con
le norme comunitarie.
La scelta della rimodulazione del Fesr in questa
occasione, che ci vede fortemente contrari in questo caso al tipo di
rimodulazione fatta – quindi annuncio il voto contrario su questo provvedimento – che cosa ha prodotto? L’esclusione
dal programma di tutta una serie di iniziative che erano già indirizzate nella
fase di avvio e che sono state inserite in programmi paralleli: penso alle case
per la salute che sono uscite dal programma, abbattendo quella che è la spesa
per inclusione sociale nel Fesr; quella riduzione produrrà un effetto negativo
anche sulla gestione del Fondo sociale, per come è emerso anche in Commissione;
non solo, ma quei progetti strategici regionali, previsti sia sul sociale sia
sulle infrastrutture e che riguardano il turismo, la valorizzazione dei beni
culturali, i poli di innovazione, i centri di eccellenza - tutte scelte
programmatiche e strategiche importanti che con questa rimodulazione si decide
di non finanziare e di inserire in un programma parallelo - probabilmente, non
avranno una prospettiva.
Dico questo perché non è
vero che questa rimodulazione, in questo caso del Fesr, non incida sul
programma; annunciare che non si modifica il programma, in questo caso, non è
assolutamente corretto, perché rimuovere 330 milioni di euro da progetti
strategici del programma significa inficiare parte degli obiettivi
programmatici che si erano posti con la programmazione.
Non si tratta solo di una
rimodulazione finanziaria ma, secondo noi, di una rimodulazione di programma
vero e proprio, che avrebbe dovuto avere un altro tipo di discussione, un altro
percorso approvativo formale, che di fatto non si ha, perché la regia nazionale
e l’esigenza più complessiva di creare il Pac fa in modo di avere solo un
percorso di variazione finanziaria.
Chiudo, dicendo che il
voto è contrario non solo perché il livello di spesa è fermo al 19 per cento,
ma perché queste manovre stanno compromettendo in maniera significativa – cosa
che è emersa in Commissione – e stanno minando effettivamente la corretta
gestione del programma Fesr.
Mi pare che ci avviamo ad
una modifica di direzione dell’Autorità di gestione del Fesr, che – come
sappiamo – non producono mai accelerazione della spesa o miglioramento della
gestione del programma, ma purtroppo possono far intravedere solo un
rallentamento dell’ulteriore avanzamento di questo programma. Per questo
annuncio già da adesso il voto contrario.
Nessun altro chiede di
intervenire, pongo in votazione il provvedimento amministrativo 207/9^
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il prossimo punto riguarda
la proposta di legge che riguarda la
tematica ambientale, 447/9^, a firma degli onorevoli Chiappetta, Serra,
Bilardi, Dattolo. Mi sembra che l’abbia già illustrato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo scusa, si tratta sempre della proposta numero 447/9^?
(Interruzione)
Presidente, come lei sa e come tutti sanno, il gruppo del Partito democratico, da più tempo, esprime grandi preoccupazioni
sulla gestione di questo settore – non me ne voglia l’assessore Pugliano –
che rischia un collasso irreversibile e, sin dall’inizio della legislatura, noi
ci siamo battuti per il ritorno alla normalità della gestione ed anche per una
riformulazione del Piano regionale dei rifiuti, perché senza rivedere in modo incisivo cosa fare,
difficilmente ne usciremo.
E’
noto che ci sono dei territori completamente sprovvisti di impiantistica, sia
l’impiantistica di selezione sia di conferimento, e queste cose noi le
sosteniamo da tempo, ma dobbiamo dire con grande sincerità che non abbiamo
visto un’aggressione seria del
problema da parte della Giunta, sia pure in un confronto con la gestione
commissariale.
Ho letto, nei giorni scorsi, una dichiarazione di buona
volontà che riguarda sia l’impiantistica sia un impianto di conferimento ad
alto contenuto tecnologico, soprattutto su Calabria Nord, ed anche qui dobbiamo
chiarirci le idee, perché spesso si è sostenuto che una nuova impiantistica di
conferimento non avrebbe come alimento una quantità di rifiuti necessari da
parte della Calabria, mentre vediamo che tutto il Mezzogiorno è in crisi; l’onorevole De
Magistris, sindaco di Napoli, continua a spedire grandi navi verso l’Olanda per
i rifiuti. Ciò dimostra che il sistema meridionale avrebbe potuto avere altre
allocazioni di impiantistica e la Calabria una sua pregnanza al riguardo.
Comunque abbiamo apprezzato queste dichiarazioni di
buona volontà, aspettiamo che il Presidente Scopelliti e l’assessore ci diano indicazioni
più serie, più concrete e soprattutto ci dicano con quali risorse queste
iniziative si porteranno avanti. Ribadiamo, dunque, una critica di fondo sulla
gestione del settore.
Per quanto riguarda questo provvedimento, ci sia
consentito, caro assessore, di rilevare
una metodologia di
gestire la produzione di provvedimenti legislativi di questa importanza che è
inaccettabile.
Noi abbiamo tentato di portare avanti un confronto
sulla questione dei rifiuti, ci è stato detto che mancava il presidente Scopelliti,
abbiamo presentato un ordine del giorno in cui ribadivamo la necessità di
ritornare alla gestione ordinaria, dopodiché non c’è stato alcun confronto fra
la maggioranza e le minoranze e stamattina in Conferenza dei capigruppo, mentre
si discuteva di questioni di grande delicatezza, ci è stato mostrato questo
provvedimento, che noi non siamo stati in grado di valutare nel modo più
compiuto. Ci è stato ridato oggi pomeriggio e ribadiamo una nostra critica di
fondo sul metodo perché, quando si tratta di provvedimenti che hanno
un’importanza anche strategica, è necessario che il Consiglio regionale sia
messo nelle condizioni di approfondire i problemi.
Andando, per un attimo, al merito del
provvedimento, ma annunciando sia per le
questioni metodologiche che ho detto prima sia per i contenuti del
provvedimento un nostro voto contrario, vogliamo far notare questo aspetto,
caro assessore, che riguarda il cuore del problema: la questione
dell’equilibrio finanziario del settore non sarà mai risolta, se non si mette
mano ad un punto, un punto che noi avevamo segnalato nel nostro ordine del
giorno, cioè i proventi della Tarsu in futuro diventeranno i proventi della
Tares, nel momento in cui transitano attraverso le casse dei Comuni che, come
sappiamo, vivono un momento di grande difficoltà, porteranno sempre ad uno
stato comatoso nell’ambito della gestione complessiva del settore; con il
principio della cassa comune, quando i Comuni hanno degli introiti, cercano di
affrontare le questioni più urgenti che stanno sotto l’uscio di casa e,
praticamente, poi non pagano i gestori della raccolta e del trattamento e del
conferimento dei rifiuti.
Noi siamo d’accordo che
si paghino i gestori in modo che, sia pure con una boccata d’ossigeno, il
sistema vada avanti, però convenga con me che un provvedimento di questo tipo
avrebbe dovuto affrontare seriamente questo problema dei rapporti finanziari
fra l’utente, il Comune, il gestore dei servizi e la Regione, mentre il
provvedimento lascia le cose completamente immutate, anzi – per dire la verità
– con due altri nei che noi dobbiamo sottolineare in questa seduta di Consiglio
regionale: il primo neo riguarda le tariffe.
Questo provvedimento dà
alla Giunta pieni poteri sulla determinazione delle tariffe, ma vorrei
chiedere, caro assessore, le sembra eccessivo se in materia di tariffe, in un
momento così delicato, soprattutto per quanto riguarda le poche e funzionanti
aree industriali della nostra massacrata regione, si chiede un parere della
Commissione consiliare competente? Primo aspetto di natura procedurale.
Secondo aspetto di natura
procedurale: nel momento in cui la Regione paga direttamente ai gestori ciò che
i Comuni non hanno pagato, questo provvedimento consente alla Regione di
trattenere tutte le risorse finanziarie che per altra ragione debbono entrare
nelle casse dei Comuni. Un provvedimento così indiscriminato è inaccettabile,
perché i Comuni sono già al collasso.
Lei mi chiederà: “Ma i
Comuni debbono pagare o non debbono pagare?”. Certo che debbono pagare. Ecco,
quindi, il provvedimento a monte di togliere ai Comuni l’esazione di questo
tributo ed, eventualmente, assegnarlo direttamente ai gestori, in modo che il
punto critico nella filiera del sistema venga eliminato alla radice; nel
momento in cui, però, si accerta la morosità del Comune, la Regione non può
indiscriminatamente, dopo aver pagato, trattenere sulla base di quelle che sono
le risorse da trasferire ai Comuni per altre ragioni. Qui dovremmo stabilire
quantomeno dei settori, perché ci sono dei settori tragici nelle gestioni
comunali: parlo, per esempio, dei servizi verso gli anziani, verso le persone
portatrici di un handicap, dei servizi relativi al diritto allo studio,
che non esiste più, caro assessore Caligiuri, in questa regione, perché c’è un
calo tombale del diritto allo studio.
Nel momento in cui la
Regione, costretta ad anticipare, deve eventualmente trattenere delle risorse
che debbono andare ai Comuni, stabiliamo in quali campi possa essere legittimo
trattenerle.
Come vede, i nostri non
sono argomenti inventati all’ultimo momento, la complessità di queste
argomentazioni evidenzia come questo argomento andasse dibattuto, confrontato,
meditato, approfondito, migliorato in sede di esame, quantomeno nella
Commissione competente, e poi con un lasso di tempo giusto affinché tutti i
consiglieri potessero dare il loro contributo. Questo ci è stato impedito! Per
responsabilità verso le Istituzioni noi siamo rimasti in Aula, abbiamo
consentito che questo provvedimento venisse trattato dal Consiglio, ma non siamo
in condizione, per ragioni metodologiche, per ragioni di merito, per ragioni di
carenze assolute del merito, di dare un voto favorevole; nostro malgrado siamo
costretti a dare un voto contrario, invitando l’assessore a rivedere il nostro
ordine del giorno e i punti lì inseriti, soprattutto riguardanti il nuovo Piano
dei rifiuti, l’impiantistica di selezione e di conferimento nella regione,
soprattutto nella parte nord della Calabria, ed il problema dell’esazione del
tributo per poi riferirci al più presto in Aula – cosa che non è stata fatta
finora – sull’ordine del giorno di cui ho parlato.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Sarò telegrafico, perché avevo
espresso le nostre opinioni già nell’intervento preliminare,
quando avevo chiesto che non venisse trattato il punto; tuttavia per senso di
responsabilità, insieme agli altri colleghi
della minoranza, abbiamo ritenuto
opportuno che si analizzasse e si consentisse all’Aula di non bloccare questo
provvedimento.
Le questioni rilevate
dall’onorevole Principe le facciamo nostre e sono tutte di una enormità e di
una complessità che avrebbero certamente meritato che ogni singolo consigliere,
ogni singolo gruppo avesse la possibilità di analizzare in maniera più compiuta
per riflettere su questa materia; ricordo che parliamo di diciassette anni di
un commissariamento che ha prodotto quello che ha prodotto ed è sotto
gli occhi della Calabria.
Oggi, in questo
provvedimento ci sono delle questioni sulle quali non possiamo così, a cuor leggero,
dare il nostro parere favorevole. I Comuni in questo momento sono in ginocchio
e si troverebbero innanzi agli strumenti conferiti con delega in bianco alla
Giunta; una delega che questa legge trasferisce alla Giunta sulla questione
delle tariffe, sulle trattenute, sul trattenimento delle risorse in cui non c’è
distinzione – come veniva ricordato nell’intervento del collega che mi ha
preceduto; sono tutte questioni delle quali è necessario – come avevo detto nel
mio intervento in premessa – che il Consiglio regionale si appropri, facendo
fino in fondo la propria parte.
Riconosco all’assessore
Pugliano gli sforzi che sta facendo, però c’è la necessità di non trattare
questa materia in un minuto, così, tout court, per rincorrere emergenza
su emergenza. C’è la necessità di una presa di responsabilità forte di questo
Consiglio e che si proceda con l’approvazione di un Piano dei rifiuti che possa
contemperare l’attuale realtà della regione.
Per questo motivo annunciamo il nostro voto contrario e certamente non ci
sottrarremo, come non abbiamo mai fatto, affinché attraverso il confronto si
possa invertire una tendenza che ha messo in ginocchio la Calabria in questi
ultimi anni.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Mirabelli Ne ha facoltà.
Signor Presidente, la
proposta di legge presentata stasera sulla questione dei rifiuti è relativa più
che altro alla cessazione dello stato di emergenza per passare – io dico
finalmente – ad uno speranzoso regime ordinario. Dico speranzoso perché, caro
assessore, effettivamente dopo tanti anni di commissariamento e di emergenza,
questa regione si ritrova, la Giunta, il Consiglio, i calabresi si ritrovano,
forse oggi più di ieri, in uno stato di emergenza peggiore, per colpa di un
commissariamento che, onestamente, non ha funzionato, non ha fatto il proprio
dovere.
E’ ovvio che, per senso
di responsabilità, al di là dei cavilli, daremo il nostro contributo. Quando si
predispone una proposta di legge, è facile trovare fra le righe anche giuste
questioni che, forse, potevano essere affrontate meglio o comunque meglio
specificate. La carenza di questo documento sta esclusivamente, secondo me,
nell’assenza del rispetto dell’iter che era necessario far svolgere ad una proposta
di legge così importante e così urgente, nel senso che, molto probabilmente,
sarebbe stato auspicabile un maggiore approfondimento, che significa sì e no un
coinvolgimento, per poter insieme collaborare e migliorare, per dissipare
qualche piccola incertezza o qualche dubbio che potrebbe anche non starci,
secondo me.
Capisco l’urgenza; la
Calabria, purtroppo, sta soffrendo di una cattiva amministrazione da parte
della vecchia gestione commissariale sulla questione dei rifiuti. L’assenza
totale di concretizzazione nella risposta per i rifiuti si appalesa Comune per
Comune, basta andare a girare in tutti i Comuni di tutte le province calabresi
per rendersi conto della situazione in cui si trovano.
Onestamente, non me la
sento, proprio perché – lo dico con molta chiarezza – non si può perdere tempo,
non si può tergiversare tanto. Credo che chi governa abbia anche il diritto di
assumersi le sue responsabilità e di governare, soprattutto quando si subentra
ad una fase commissariale.
Per cui credo che sia
doveroso dare un voto a favore di questa proposta di legge, con la speranza,
però, che nell’applicazione dell’articolato alcuni punti che prevedono misure
anche coercitive e giuste da parte della Regione nei confronti dei Comuni siano
riviste. Si consideri – apro una parentesi – la situazione economica
realisticamente disastrosa dei nostri Comuni, che non hanno la capacità di
assicurare persino i servizi minimi anche per incapacità di riscuotere i
tributi, in una situazione economica che colpisce fortemente uno strato
sociale, quello calabrese, economicamente debole; il sindaco, la Giunta hanno
difficoltà a far sì che si paghino i tributi in tempi precisi, giusti o,
addirittura, farseli pagare per intero.
E’ ovvio che queste
considerazioni di fondo debbono stare alla mente del Presidente e
dell’assessore; è vera l’osservazione di Sandro Principe: la mancanza di
collaborazione è frutto, forse, di una necessità, quella di velocizzare l’iter,
perché il problema è già scoppiato e peggiorerà se non si dovesse passare a un regime ordinario forte, garantendo al dipartimento
le risorse finanziarie necessarie per poter dare una risposta a questa urgenza
che è emergenza. Contestualmente, caro assessore, vi è la necessità – perché io
so della realizzazione di un Piano abbastanza elaborato sui rifiuti da parte
dell’assessorato, da parte della sua persona – di entrare nel merito con
l’attuazione di una programmazione a corto e medio raggio che possa dare la
possibilità di mettere il sistema in regola.
Ci sono degli elementi,
degli spunti, anche se leggeri, di grande novità: mi riferisco alla premialità,
alla possibilità, da un lato, di aumentare i tributi per i Comuni che non
esercitano la raccolta differenziata o che comunque fanno finta di esercitarla,
ma che di fatto non la esercitano, dall’altro lato la possibilità di prevedere
un abbattimento del tributo e della tariffa per quei Comuni che sono virtuosi,
cioè che riescono a raggiungere budget di raccolta differenziata; questi
ultimi, in termini di premialità, saranno favoriti nel pagamento. Però vi è la
necessità – e mi appello al suo senso di responsabilità – di andare a
verificare, nel momento in cui un Comune non riesce a pagare la prima, la
seconda rata, e di intervenire sì con i commissariamenti.
E’ giusto che, se la popolazione
paga, questi soldi arrivino dove devono arrivare, ma è anche giusto avere una
certa considerazione per i Comuni che hanno problemi, difficoltà reali,
tecniche di incameramento del tributo da parte della cittadinanza e, qualora si
passi ad un prelievo anche di natura forzosa, si vada a prelevare in quei
settori che hanno un’incidenza, dopo aver messo in atto procedimenti che, a mio
avviso, debbono favorire il pagamento da parte del Comuni, come una maggiore
rateizzazione.
Ad esempio, una cosa che
avrei previsto, contrariamente al testo proposto, è che si arrivi alla terza
rata insoluta e non alla seconda e, nel frattempo, fra la seconda e la terza,
inviare una diffida al Comune da parte della Regione, preannunciando quello che
gli sarebbe successo nel caso in cui alla scadenza della terza non si fosse
pagata almeno la prima. Sono piccoli accorgimenti, di poca importanza molto
probabilmente, ma che rivestono un ruolo importante e decisivo per la
funzionalità stessa dei Comuni, che hanno grandi difficoltà a sostenere anche i
servizi più semplici ed elementari.
Capisco l’emergenza,
l’urgenza, la necessità di dover dotare il dipartimento e l’assessorato di
quella forza finanziaria che assicura delle possibilità a questi Comuni – so
quanti sindaci vi stanno tartassando di telefonate, perché lo fanno anche con
me, per interventi in quanto disperati; è ovvio che per senso di
responsabilità, ma con la preghiera di inserire degli accorgimenti che tengano
conto delle difficoltà in cui i Comuni oggi versano, con questo auspicio e con
questa preghiera il mio voto è a favore di questa proposta di legge.
Presidenza
del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Ringrazio il Presidente e i colleghi
di minoranza che hanno acconsentito all’inserimento all’ordine
del giorno di questo disegno
di legge che, devo ripetere, riguarda solo ed esclusivamente la disciplina transitoria
di una delle competenze ricevute dall’ufficio del commissario per l’onere di riscossione delle tariffe e che, in particolare
– se non quasi esclusivamente – deve dotare il Dipartimento,
che ha ricevuto in queste ore la responsabilità e la competenza di questo
sistema, di una risorsa disponibile per avviare le procedure e garantire il
servizio sul trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.
Mi sia
consentita, anche da parte dell’onorevole Principe, qualche semplice
delucidazione con la massima simpatia e il massimo rispetto perché sono passati
tre mesi ma nessuno ha ancora chiesto il differimento del dibattito come è stato
fatto l’11 gennaio, per poter mettere a confronto le idee ed eventualmente
stabilire la rotta, la traiettoria da individuare per mettere in ordine il
sistema dei rifiuti.
Ho già
detto – in via informale all’onorevole Principe – che confrontando l’ordine del
giorno con la relazione che il sottoscritto ha presentato in un emiciclo vuoto,
si potrà facilmente riscontrare che le segnalazioni ivi inserite erano già
presenti nella relazione.
Mi fa
specie – me lo consenta - l’onorevole Principe che sollecita alcuni temi. Per
esempio, giusto per far chiarezza, in quell’ordine del giorno si sollecitava la
chiusura della stagione commissariale e lo si segnalava ad un governo regionale
che da quando si è insediato non ha mai chiesto la proroga per come è avvenuto
in questi 16 anni.
La
proroga, i 15 anni di commissariamento, sono arrivati perché la Regione
Calabria ogni fine anno chiedeva la proroga. Questo governo regionale, il
Presidente Scopelliti nella fattispecie, non ha mai chiesto la proroga
dell’ufficio di commissariamento.
Dal
2010, da quando ci siamo insediati abbiamo chiesto formalmente la chiusura
della stagione commissariale.
Questo
è il primo punto richiesto nell’ordine del giorno del Pd.
Per
due anni abbiamo sollecitato la chiusura che è poi arrivata.
Secondo:
l’ordine del giorno chiede con quali fondi, eventualmente, mettere in
equilibrio il sistema impiantistico e segnala – giusta ragione – quello che è
individuato già da questo governo regionale come priorità assoluta delle nuove
politiche ambientali per mettere in equilibrio il sistema che era squilibrato;
tutto ciò proprio perché a Cosenza non solo i commissari che si sono succeduti
non hanno realizzato l’impiantistica, ma io, che non sono un novello come
rappresentante istituzionale, seppur in passato ricoprivo altre funzioni ed
altri ruoli – sempre istituzionali – non ho mai sentito dire alla classe
dirigente calabrese “vediamo come mettiamo in equilibrio il sistema e
realizziamo qualche impianto nel territorio cosentino, nell’area nord”.
Mai
nessuno! Lo si sta facendo adesso che questo governo sta mettendo come priorità la realizzazione di questo
impianto.
Altra cosa che si chiede nell’ordine del
giorno: con quali risorse? Ebbene questo governo
regionale, le risorse o gran parte delle
attenzioni rispetto all’indirizzo delle risorse le sta destinando alle
politiche ambientali. Non è il momento per elencare i temi sui quali questo governo regionale
per le politiche ambientali si sta impegnando.
Per restare solo alla questione impiantistica credo che quando
l’ordine del giorno chiede a noi, a questo governo
regionale di rimodulare i fondi comunitari,
esprime già una ammissione di colpa per chi ha gestito nel passato. “Rimodulate
i fondi comunitari” vuol dire che, quando sono stati rimodulati, quelli 2007/2013
- ed oggi sono alla chiusura di questo arco temporale –non c’era un euro
destinato all’impiantistica per il sistema dei rifiuti.
La prima cosa che ha fatto questo governo
regionale è stata quella di rimodulare i fondi
comunitari da destinare alla realizzazione di questa impiantistica che manca,
così come - mi lasci dire l’onorevole Principe,
per il quale nutro grande simpatia e stima - questo governo
regionale ha riesumato un Accordo di Programma che era morto e sepolto. Abbiamo
riesumato e rimesso in vita un Accordo di Programma Quadro di 18 milioni di
euro che si erano persi per il semplice motivo che allora era destinato ad
interventi irrealizzabili perché destinati o in ZPS o in Parco nazionale quindi
con vincoli che non potevano fare realizzare gli impianti.
Chiudo
chiarendo il concetto degli strumenti necessari ed obbligatori per garantire le
entrate.
Con
questo disegno di legge, la Regione Calabria sta chiedendo oggi di essere
autorizzata ad avere una risorsa finanziaria per poter anticipare, nei confronti
dei Comuni, i 20 milioni di euro necessari per garantire la prosecuzione del
servizio.
Nessuno
vuol mettere il cappio al collo dei Comuni. Noi vogliamo stimolare, sollecitare
i Comuni, la stagione cambia, non c’è più quella commissariale e la Regione Calabria sicuramente non può fare istituto
di beneficenza e mettere risorse.
Ho detto poco prima all’onorevole Principe, che è
amministratore di vecchia data e dovrebbe sapere almeno quanto me, che un ente
non può garantire spesa se non mette certezza nelle entrate. Se questo è un
servizio che va garantito, va garantita anche la riscossione degli oneri delle
tariffe.
Gli strumenti che inseriamo non sono dispositivi e
perentori ma sicuramente attiveremo tutte le procedure per stimolare la
certezza dei pagamenti.
E’ chiaro che non si può tirare per come ha tirato
l’ufficio del commissario a far credito per 150 milioni di euro e poi non avere
un euro in cassa – così ci è stata trasferita la cassa dall’ufficio del
commissario – per mandare avanti i servizi.
Ecco perché oggi abbiamo presentato solo la parte
che riguardava l’onere della discussione e l’anticipazione di una risorsa che
possa garantire il servizio; abbiamo già pronto, però, un progetto di riordino
della legge regionale sui rifiuti alla quale faremo seguire le procedure
ordinarie con l’approvazione della Giunta, il passaggio alla Commissione
consiliare e l’approvazione previo dibattito da parte del Consiglio regionale.
Credo anche nella prevista premialità da
riconoscere a chi fa raccolta differenziata, invertendo anche qui una tendenza
che non ha prodotto risultati.
80 milioni di euro, tanti sono stati i soldi spesi
per incentivare la raccolta differenziata e il prodotto è stato zero.
Anziché il servizio, vogliamo invece incentivare la
tariffa e premiare chi è virtuoso e fa raccolta differenziata e indirizzare
anche ai cittadini la premialità penalizzando, eventualmente, chi è vizioso e
non si impegna a differenziare e ridurre la produzione dei rifiuti.
Grazie, onorevole Pugliano.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, per la verità, essendoci sempre distinti in quest’Aula, anche se con
poco riconoscimento da alcuni settori della società calabrese, per lo sforzo di mettere in campo un atteggiamento
sempre ricco di cultura di governo, l’aver
annunciato il voto contrario, parlando con alcuni colleghi, ci era sembrato
quasi un po’ eccessivo pur motivandolo con una bocciatura totale delle metodologie seguite dalla
maggioranza per portare all’attenzione del Consiglio provvedimenti di questa
natura e per non aver potuto, quindi, attivare un confronto su punti delicati
come il rapporto finanziario tra utente, Comune e gestore Regione.
Vede, assessore Pugliano, non vogliamo premiare i
comuni morosi pur riconoscendo purtroppo che le realtà comunali sono veramente
ridotte ai minimi termini dal punto di vista finanziario e rischiano di non
assicurare neanche i servizi minimi, soprattutto sotto il profilo sociale.
Chiedevamo, invece, una graduazione nella eventuale azione regionale di
recupero delle risorse anticipate dai comuni. Non siamo grandi amministratori
ma gli equilibri di bilancio, pur non avendo fatto ragioneria, li conosciamo.
La nostra preoccupazione era legata al fatto che,
alla fine, dovendo pareggiare burocraticamente i conti, i Dipartimenti
regionali potrebbero non fare un distinguo rispetto ai settori da cui
trattenere le risorse.
Dopo il suo intervento, però, sono ancora più
convinto del voto contrario.
Lei è una cara persona, ma non ci deve dire in
quest’Aula cose che non rispondono assolutamente al vero. Lei ha detto due cose
che non rispondono assolutamente al vero e mi auguro, anzi sono certo, che lo
abbia detto in buona fede che è acclarata e riconosciuta.
Le dico subito la prima cosa perché è molto
recente. Poco fa abbiamo parlato di rimodulazione e per quanto riguarda il
settore che lei dirige, i 47 milioni che c’erano sono rimasti.
Il programma è il 2007/2013 e il nostro ordine del
giorno è del gennaio 2013. Cosa volevamo dire chiedendo la rimodulazione? Non
che non ci fossero risorse ma che ci fossero - le abbiamo riconfermate non più
tardi di un’ora fa – in misura forse insufficiente e che, quindi, in sede di
rimodulazione ai 47 milioni che già c’erano si sarebbero dovuti aggiungere altri
soldini.
La seconda cosa che, usando un termine caro al suo leader
“, non le posso consentire” è di affermare che in tema di impiantistica nella
provincia di Cosenza nessuno ha parlato di carenza prima dell’ordine del giorno
del PD. Questo non è vero, caro assessore Pugliano, e significa che lei legge
solo le cronache del crotonese e non ha la bontà di leggere quelle regionali.
Le posso portare una valigia di documenti nei quali
il Partito democratico e i suoi esponenti, da tempo, si battono su questa questione
e le dico di più: alla fine della passata legislatura, quando questo problema è
emerso in tutta la sua drammaticità invece di raddoppiare Gioia Tauro
chiedevamo che si realizzasse l’impianto nell’area nord della Calabria; io non
ero più in Giunta e si era posto, invece, il problema di evitare il raddoppio
dell’impianto di Gioia Tauro, peraltro seguendo una posizione dei comuni della
Piana e del Governo centrale che all’epoca aveva come protesi il ministro
dell’ambiente Pecoraro Scanio.
Tanto è vero che la Giunta di centro-sinistra
chiese al Consiglio di Stato un parere per vedere se questo si potesse fare e,
in più, si era registrata la disponibilità del comune di San Lorenzo del Vallo,
sindaco il dottor Marranghello che, peraltro, fa parte dei vostri settori
politici, ad offrire quel territorio per la realizzazione del
termovalorizzatore.
Prima di dire determinate cose, quindi, ci penserei
un po’ su, perché il centro-sinistra si batte da tanti anni per questo
problema, ritenendo evidente che, senza riportare un equilibrio nel territorio
regionale e quindi l’impiantistica in Cosenza nord, non solo il settore non
funzionerà mai a regime, in modo adeguato, ma andremo a condannare i cittadini
del cosentino a pagare per l’eternità una tassa maggiorata da un trasporto
enorme perché per portare i rifiuti da Laino Borgo a Gioia Tauro, lei mi
insegna, ci vogliono molti soldini.
Fatte queste precisazioni e considerata la
delicatezza del settore, manteniamo il nostro voto contrario e la invitiamo ad
essere prossimamente più preciso sulle risorse, sull’allocazione
dell’impiantistica e su come intende affrontare il problema del rapporto utente
- Comune - gestore Regione perché si può mettere in campo una normativa per cui
l’esazione sia affidata a chi vince le gare per la gestione, in modo da evitare
questo empasse dal punto di vista finanziario e definire come
concretamente intende rilanciare la raccolta differenziata.
Diciamo la verità: se escludiamo qualche Comune
siamo ancor vicini all’anno zero in tema di raccolta differenziata.
Mi dispiace ma confermiamo, quindi, il nostro voto
contrario.
Nessun altro chiede di intervenire passiamo
all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Specifico che hanno votato contro il gruppo del
Partito democratico e il gruppo di Italia dei valori.
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Specifico che hanno votato contro il gruppo del
Partito democratico e il gruppo di Italia dei valori.
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva a maggioranza)
(E’ riportato in allegato)
E’ stato presentato un ordine del giorno di
iniziativa del consigliere Magno “In ordine alla chiusura del carcere di
Lamezia Terme” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
vi è notizia che il Piano Nazionale per le Carceri
elaborato dall'ultimo Governo prevede la soppressione del carcere di Lamezia
Terme;
tale decisione si pone in netta contraddizione con
la nota emergenza penitenziaria che affligge il nostro Paese, di recente
stigmatizzata anche dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;
la stessa, inoltre, appare irragionevole alla luce
delle peculiarità della struttura lametina di recente messe in risalto dal
rapporto di “Antigone”, nota associazione “per i diritti e le garanzie nel
sistema penale”;
si priverebbe, inspiegabilmente, un comprensorio di
120.000 abitanti di un importante presidio di legalità e sicurezza il quale,
grazie al quotidiano impegno del personale e della direzione e nonostante le
immancabili difficoltà e criticità che caratterizzano il sistema penitenziario
nazionale, ha conseguito buoni risultati in materia di organizzazione, ordine e
pulizia degli ambienti, iniziative trattamentali a favore della popolazione
detenuta, tutte connotate da concretezza ed effettiva valenza risocializzante;
la notizia, che ha destato - come è giusto - un
grave allarme sociale, appare incomprensibile nella misura in cui penalizza
esclusivamente il penitenziario lametino, l'unico per il quale si è deciso di
procedere alla soppressione;
Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale
Impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi
presso gli organismi governativi e parlamentari competenti, quelli già
insediati e quelli di prossimo insediamento, per rivedere tale decisione,
scongiurando l'ipotesi di chiusura prevista dal Piano Nazionale delle Carceri;
contestualmente, rinnova la richiesta già formulata
con ordine del giorno del 4.08.2010, di prevedere la costruzione di un nuovo
istituto penitenziario nell'area di Lamezia Terme”.
L’onorevole Magno ha facoltà di illustrare l’ordine
del giorno.
Mi rimetto all’ordine del giorno così
come è stato letto in Aula.
Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare
l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, per dichiarazione di voto, a nome del gruppo del Partito
democratico, dichiaro che questo ordine del giorno, presentato dal collega
Magno, pone un problema che riguarda tutta l’area del lametino e tutti i
cittadini.
Nelle scorse settimane si sono succedute tante iniziative a difesa ed
a tutela di questo importante presidio. Decisamente, pertanto, votiamo a favore
di questo provvedimento.
Grazie, onorevole Scalzo. Pongo in
votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere
Magno “In ordine al ripristino del collegamento ferroviario da Lamezia Terme
Centrale per Catanzaro Lido alle ore 6.10” di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale della Calabria,
premesso che
è da circa 6 mesi che a causa della soppressione di alcuni treni da
parte di Trenitalia S.p.A. per i pendolari che ogni giorno, per motivo di
studio e di lavoro, si recano da Lamezia Terme a Catanzaro Lido è diventato
problematico raggiungere i posti di lavoro, gli uffici e la sede Universitaria;
i pendolari hanno sottoscritto una petizione di circa 30 firme, della
quale si allega copia, inviata al Sindaco di Lamezia Terme in data 4 aprile
2013, con la quale lamentano le difficoltà di spostamento a causa della
soppressione del treno che partiva alle ore 6.10 dalla stazione di Lamezia
Terme Centrale in direzione Catanzaro Lido;
a causa di tale soppressione alcuni pendolari non possono raggiungere
il proprio posto di lavoro in orari tali da consentire il pieno svolgimento
della loro attività che inizia alle ore 7.30;
da pochi giorni è stata riattivata la linea ferroviaria Lamezia Terme
Centrale - Catanzaro Lido, prima interrotta e che l'orario pubblicato inserisce
come primo treno utile quello delle 7.15;
tutto ciò premesso, il Consiglio regionale
Impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad
attivarsi presso Trenitalia
S.p.A., al fine di richiedere il ripristino della linea per come evidenziata in
premessa in un contesto di riordino dei collegamenti ferroviari regionali”.
Prego onorevole Magno, ha facoltà di
parlare.
Presidente, riguarda una modifica di orario di una corsa ferroviaria in favore
dei pendolari che partono da Lamezia Terme per
Catanzaro Lido, poiché
il primo treno è alle 7,15 ed invece avrebbero bisogno, per poter arrivare in
ufficio in orario, di un treno per le 6,10, come era previsto prima.
Chiedo al Presidente della Giunta e all’assessore
Fedele di poter intervenire in questo senso nell’ambito del riordino di quelle
che sono le tratte ferroviarie calabresi
senza incorrere in maggiori spese da parte della Regione.
In
merito all’ordine del giorno ha chiesto di parlare l’onorevole Naccari. Ne ha
facoltà.
Proprio perché lo si ritiene utile,
penso sia sufficiente che l’assessore concordi la
modifica del contratto di servizio con Trenitalia.
Nel senso che essendo un treno regionale per i pendolari è finanziato dalle
risorse del Tpl.
Al di là, quindi, dell’approvazione e del voto favorevole
del Partito democratico basterebbe in questo caso una mera integrazione e
modifica, chiaramente con l’indicazione della soppressione della tratta
corrispondente che, altrimenti, eccederebbe sul piano finanziario l’importo
complessivo del contratto di servizio.
Poiché, quindi, lo voteremo tutti assieme, ci aspettiamo
che a breve tempo l’assessore possa portare questa modifica al programma regionale e al contratto di servizio regionale.
Prego, onorevole Fedele, ha facoltà di parlare.
Grazie, Presidente. Qualche giorno fa
avevamo parlato col collega Magno di questa problematica ed era già alla nostra
attenzione.
Come ricordava il collega Naccari che mi pare abbia reminiscenze per quanto riguarda i trasporti - è stato
assessore - cercheremo di trovare una soluzione. Indubbiamente la possiamo
trovare modificando l’orario ma evitando di aggiungere un’altra corsa che
comporterebbe oneri aggiuntivi che in questo momento la Regione non può
permettersi.
Dobbiamo
valutarla per bene, per evitare che la corsa che si modifica non crei ulteriori
problemi e disagio ai cittadini.
Credo
che ci siano le condizioni per cui, visto l’ordine del giorno approvato alla
unanimità dal Consiglio, questa problematica vada tenuta in grande
considerazione.
Grazie,
onorevole Fedele. Pongo in votazione l’ordine del giorno presentato
dall’onorevole Magno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Si
passa all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Chiappetta “In ordine
ai reati di abuso sessuale ed adescamento via Internet in danno di minori” di
cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria
premesso
che
sui
principali organi di informazione nazionali, sono state riportate notizie
inerenti ad episodi di cronaca nera riguardanti abusi sessuali perpetrati nei
confronti di minorenni adescate tramite social network;
il
fenomeno di cui trattasi ha dimensioni sempre più preoccupanti a livello
internazionale, tanto che il Parlamento europeo ed il Consiglio dell'UE hanno
emanato un'apposita direttiva 2011/92/UE del 13 Dicembre 2011 relativa alla
lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori;
tale
direttiva prevede attuazione da parte degli Stati membri entro il 18 Dicembre
2013, prevedendo pene più severe per chi commette abusi sui minori e
migliorando l'ambito della prevenzione dei reati e inserendo tra le nuove
figure di reato quello di adescamento di minori anche attraverso l'utilizzo di Internet;
valutata
la rilevanza del fenomeno che richiede interventi non solo di natura
repressiva, ma particolare impegno in azioni ed interventi volti a prevenire il
verificarsi di situazioni criminose di adescamenti ed abusi a tutela dei
giovani che, in particolare, nelle fasce di età tra l'infanzia e l'inizio
dell'adolescenza presentano condizioni di maturità inidonei ad individuare
pericoli e rischi che possano loro causare danni e lesioni fisiche e
psicologiche difficilmente superabili nel tempo;
in particolar
modo nella città di Cosenza è in corso la lodevole iniziativa di associazioni
di volontariato tra cui la “Peter Pan onlus” al fine di sollecitare l'azione
delle Istituzioni pubbliche alle iniziative di contrasto al fenomeno di
criminalità sociale relativo all'adescamento via Internet;
preso
atto della necessità che la Regione Calabria svolga un ruolo positivo sia nei
confronti del Governo nazionale al fine di promuovere iniziative legislative
volte ad inserire nell'art. 444 del Codice di procedura penale i reati sessuali
in danno dei minori e il loro adescamento tramite Internet tra quelli esclusi
dal beneficio del patteggiamento;
tenuto
presente
altresì,
la necessità che la Regione Calabria predisponga un piano pluriennale di
interventi ai sensi dell'articolo 23 della direttiva UE citata, per svolgere
campagne di informazione e sensibilizzazione, anche in cooperazione con
organizzazioni di riferimento della società civile e delle Istituzioni
pubbliche nel campo dell'istruzione, del sociale e del Servizio sanitario,
finalizzate a favorire una conoscenza della gravità del fenomeno in particolare
tra i genitori e gli operatori della formazione, al fine di ridurre il rischio
che i minori diventino vittime di abuso e/o di adescamento via Internet;
tutto quanto premesso e ritenuto Impegna
il
Presidente della Giunta regionale a richiedere al Presidente del Consiglio dei
ministri, l'adozione di una iniziativa legislativa d'urgenza di modifica del
comma 1 bis dell'art. 444 del Codice di procedura penale, con l'inserimento dei
reati per abuso sessuale ed adescamento via Internet in danno dei minori tra
quelli esclusi dal beneficio del patteggiamento;
il
Presidente e la Giunta regionale:
a
predisporre, con l'utilizzo delle risorse e degli strumenti della comunicazione
istituzionale, iniziative di informazione volte a sensibilizzare i responsabili
di ogni ordine e grado delle Istituzioni pubbliche e private, con particolare
riferimento agli operatori delle istituzioni formative e delle associazioni di
volontariato, dello sport e delle attività sociali, sulla gravità che
attraverso l'uso improprio di Internet i minori possano divenire vittime di
adescamento ed abuso sessuale;
a
porre in essere, attraverso appositi accordi di programma ed intese
istituzionali, azioni adeguate di formazione ed aggiornamento professionale
rivolte ai docenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in
collaborazione con la polizia postale e comunque gli operatori delle Forze
dell'ordine per fare acquisire capacità tecniche e competenze per dare
strumenti conoscitivi su come evitare le insidie della “Rete”.
Prego,
onorevole Chiappetta, ha facoltà di illustrarlo.
Mi rimetto all’ordine del giorno così
come è stato letto in Aula.
Pongo in votazione l’ordine del giorno presentato dall’onorevole Chiappetta.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ordine
del giorno di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Censore, Guccione, Scalzo,
Principe, Franchino, Sulla, Maiolo, Amato e altri, “In ordine alla situazione
del personale LSU ed LPU della Regione Calabria” di cui do lettura: “Premesso
che
in
Calabria vi sono circa 5000 lavoratori LSU LPU;
questi
lavoratori sono indispensabili per i comuni calabresi, senza i quali
chiuderebbero molti servizi fondamentali;
gli
stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni in maniera puntuale;
la
Giunta regionale non ha previsto nel bilancio 2013 la relativa copertura
finanziaria fino a dicembre 2013;
a
trovare le somme per la copertura finanziaria dei sussidi ed integrazioni degli
LSU ed LPU, fino a fine anno;
a
trovare un meccanismo certo per pagare puntualmente a fine mese i sussidi e le
integrazioni al fine di evitare gli inaccettabili ritardi che si sono
verificati negli anni passati;
a
garantire il proseguimento delle Convenzioni per gli anni successivi al 2013;
a
pubblicare il bando regionale per la stabilizzazione per 1 anno 2013 come
previsto dalla legge 20;
a
chiedere un tavolo urgente al Ministro del lavoro per programmare un piano per
la stabilizzazione del precariato calabrese, chiedendo il cambiamento di alcune
norme:
-
abolizione soltanto per gli LSU ed LPU del blocco delle assunzioni nel pubblico
impiego;
-
abolizione del tetto soltanto per gli LSU ed LPU del tetto degli stipendi
dell'anno precedente per nuove assunzioni;
-
ripristino degli incentivi economici, che erano previsti nella legge n 296/06
comma 1156 lettera f) per i Comuni sotto i 20.000 abitanti da parte dello Stato
per la stabilizzazione degli LSU ed LPU;
-
garantire in maniera retroattiva i contributi ai fini pensionistici a tutto il
bacino LSU ed LPU da quando hanno iniziato ad essere impiegati nei progetti”.
Prego,
onorevole De Gaetano.
L’ordine
del giorno si illustra da sé, Presidente.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo
all’ultimo ordine del giorno di iniziativa del consigliere Magno “In ordine
alla chiusura del Centro di Meccanizzazione Postale di Lamezia Terme” di cui do
lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che
vi è
notizia che, nei prossimi mesi, circa la metà degli attuali dipendenti del
Centro di Meccanizzazione Postale di Lamezia Terme cesserà dalle proprie
funzioni (a causa di pensionamenti naturali ed incentivati) e Poste Italiane,
secondo fonti sindacali, non intende procedere a rimpiazzarli;
vi è,
pertanto, il fondato timore che, a seguito di ciò, l'impianto verrà declassato
e conseguentemente chiuso;
il
centro, l'unico in Calabria, conta attualmente più di duecento dipendenti e
garantisce servizi per l'intero territorio calabrese, approfittando della sua
posizione baricentrica e della vicinanza alle infrastrutture più importanti
della regione;
lo
stesso è stato oggetto di diversi interventi di ristrutturazione ed
ammodernamento ed è, pertanto, in grado di governare i più recenti processi di
sviluppo tecnologico che hanno riguardato i servizi di smistamento delle
comunicazione postali;
è
necessario contrastare prospettive di chiusura della struttura che, prive di
logiche certe di economicità, indebolirebbero il sistema della comunicazione
regionale, isolandola ulteriormente, e mortificherebbero le aspettative ed i
diritti acquisiti di centinaia di lavoratori;
tutto
ciò premesso, il Consiglio regionale Impegna
il
Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso gli organismi governativi
e parlamentari competenti, quelli già insediati e quelli di prossimo
insediamento, per partecipare la ferma opposizione a progetti aziendali che
prevedano la chiusura del Centro di Meccanizzazione Postale di Lamezia Terme,
auspicando - invece - garanzie sul suo mantenimento in vita ed il rafforzamento
della base occupazionale esistente”.
Prego,
onorevole Magno.
Mi rimetto all’ordine del giorno così
come è stato letto in Aula.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Non vi
sono più altri punti iscritti all’ordine del giorno, pertanto la seduta è
tolta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle 20,33
Hanno chiesto
congedo i consiglieri Aiello e Bilardi.
(Sono concessi)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Principe, Adamo,
Amato, Censore, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Guccione, Maiolo, Naccari Carlizzi, Scalzo –
“Conferimento delle funzioni amministrative agli enti
locali in attuazione dell’articolo 46, comma 8 dello Statuto della Regione Calabria” (P.L.
n. 444/7^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari
generali, riforme e decentramento.
(Così
resta stabilito)
Gallo – “Modifiche
ed integrazioni alla legge
regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della struttura tecnica
di valutazione VAS-VIA-AIA-VI)” (P.L. n. 445/9^)
E’ stata assegnata
alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Chiappetta
– “Modifica ed integrazione dell’articolo 59 ter della legge regionale 25 novembre 1996, n. 35 <Disciplina per l’assegnazione
e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica>” (P.L. n. 446/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Chiappetta,
Serra, Bilardi, Dattolo – “Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei
rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti
operativi” (P.L. n. 447/9^)
E’ stata assegnata
alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente
– ed alla seconda - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell’Unione Europea e relazioni con l’estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata
alla Presidenza la seguente proposta di legge
statutaria di iniziativa dei consiglieri:
Principe, Adamo,
Amato, Censore, Ciconte, De Gaetano, Franchino, Guccione, Naccari Carlizzi, Maiolo,
Scalzo, Sulla – “Modifica dello Statuto
(legge regionale 19
ottobre 2004, n. 25)” (P.L.S. n. 12/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari
generali, riforme e decentramento.
(Così
resta stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Surroga
del consigliere regionale Pietro Aiello, dimissionario” (P.P.A. n. 211/9^)
“Surroga
del consigliere regionale Antonio Stefano Caridi, dimissionario” (P.P.A. n.
212/9^)
In data
21 marzo 2013, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento
straordinario n. 2 del 28 marzo 2013 al B.U.R. n. 6 del 16 marzo 2013:
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 6, recante: "Modifiche alla legge regionale 13
dicembre 2012, n. 63 (Ridefinizione assetto giuridico della Fondazione
Campanella)";
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 7, recante: "Integrazione alla legge regionale
27 dicembre 2012, n. 69";
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 8, recante: "Modifiche alle leggi regionali
10/2003 e 69/2912";
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 9, recante: "Modifiche alla legge regionale 4
dicembre 2012, n. 62 (Istituzione di Ecomusei in Calabria)";
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 10, recante: "Disciplina transitoria per l’erogazione
dei finanziamenti agli Enti utilizzatori di soggetti impegnati in attività
socialmente utili e di pubblica utilità";
Legge
regionale 21 marzo 2013, n. 11, recante: "Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 15 febbraio 2013, n. 5".
In data
29 marzo 2013, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento
straordinario n. 3 del 5 aprile 2013 al B.U.R. n. 7 del 2 aprile 2013:
Legge
regionale 29 marzo 2013, n. 12, recante: "Provvedimenti per garantire la
piena funzionalità del Servizio Sanitario regionale";
Legge
regionale 29 marzo 2013, n. 13, recante: "Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69";
Legge
regionale 29 marzo 2013, n. 14, recante: "Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del collegio dei revisori dei
conti del Consiglio regionale della Calabria)";
Legge
regionale 29 marzo 2013, n. 15, recante: "Norme sui servizi educativi per
la prima infanzia";
Legge
regionale 29 marzo 2013, n. 16, recante: "Adeguamento della normativa
regionale alle disposizioni contenute nel decreto legge 13 settembre 2012, n.
158 (noto come decreto Balduzzi) convertito con modificazioni nella legge 8
novembre 2012, n. 189. Modifiche ed integrazioni agli articoli 14 e 15 della
legge regionale 19 marzo 2004, n. 11 ed all’articolo 20 della legge regionale 7
agosto 2002, n. 29".
La
deliberazione legislativa n. 279 del 18 marzo 2013, recante: "Legge
regionale - Riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale e dei
componenti della Giunta regionale. Modifiche alla legge regionale 19 ottobre
2004, n. 25 "Statuto della Regione Calabria" è stata pubblicata ai
fini notiziali - ai sensi dell’art. 123 della Costituzione e dell’art. 2 della
legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001 - sul Supplemento straordinario n. 2
del 28 marzo 2013 al Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 6 del 16
marzo 2013.
La
Commissione contro la ‘ndrangheta, nella seduta del 21 marzo 2013, ha approvato
la relazione sull’attività della Commissione stessa (giugno 2010 - ottobre
2012) in attuazione dell’articolo 7 della legge regionale n. 50 del 2002.
In data
19 marzo 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati
regolamenti regionali. Gli stessi sono stati pubblicati sul supplemento
straordinario n. 2 del 28 marzo 2013 al B.U.R. n. 6 del 16 marzo 2013:
Regolamento regionale n. 2 del 19 marzo 2013
concernente: "Modifiche
ed integrazioni al Regolamento regionale n. 7 del 28 giugno 2012 «Procedure per
la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere
strutturale per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica di cui
alla legge regionale n. 35 del 19.10.2009 e s.m.i.»";
Regolamento regionale n. 3 del 19 marzo 2013 concernente:
"Regolamento regionale per la disciplina delle strutture ausiliarie,
assimilate e segreterie tecniche".
In data
27 marzo 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento
straordinario n. 3 del 5 aprile 2013 al B.U.R. n. 7 del 2 aprile 2013:
Regolamento regionale n. 4 del 27 marzo 2013
concernente:
"Regolamento attuativo della legge regionale del 26.7.2012 n. 30 avente
come oggetto «Misure a favore dei Consorzi di Garanzia Collettiva Fidi in
agricoltura»".
Ciconte. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario della sanità.
Per sapere – premesso che:
con il
Decreto 136/2011 il commissario alla sanità ha creato le premesse di una
situazione devastante per l’intero comprensorio catanzarese;
l’ospedale
Pugliese-Ciaccio, infatti, in base al suddetto decreto, vede completamente
depotenziato il suo ruolo perdendo i posti letto destinati soprattutto all’emergenza
e all’urgenza (la Medicina di Urgenza), e ad altri reparti di riconosciute e
consolidate competenze e professionalità quali la dermatologia e la
pneumologia. Il tutto a favore di un paventato aumento dei posti dell’università
Magna Graecia, che devono invece gravare sull’intera rete ospedaliera
regionale, essendo l’Università patrimonio di tutti i calabresi -:
quali provvedimenti
intende assumere, per salvaguardare l’Ospedale Pugliese-Ciaccio, evitando le
gravi ripercussioni che la situazione prospettata potrebbe avere sull’erogazione
delle prestazioni sanitarie ai cittadini calabresi.
(339; 28.03.2013)
Guccione. Al
Presidente della Giunta regionale nella sua
qualità di commissario regionale al Piano di Rientro dal debito sanitario.
Per sapere - premesso che:
nel presidio ospedaliero "Spoke" di Castrovillari sono emerse gravi criticità che compromettono il ruolo e la funzione assunti dallo stesso presidio nel sistema "Emergenza-Urgenza" della Regione Calabria;
particolarmente gravi risultano essere le condizioni organizzative del Pronto Soccorso e dei reparti di Ortopedia e di Pneumologia;
il Pronto Soccorso è sottoposto ad un’intensa attività e versa in una situazione organizzativa emergenziale che ne compromette il funzionamento, determinando disservizi che si ripercuotono sui cittadini dell’area di competenza del presidio ospedaliero in oggetto;
il volume delle attività e delle prestazioni sanitarie presenta una media giornaliera di oltre 56 utenti trattati;
su dieci unità mediche previste, sono presenti nell’attuale dotazione organica solo cinque medici turnisti, un medico a 18 ore settimanali ed un medico che, per gravi motivi di salute riscontrati, non potrà più essere utilizzato in Pronto Soccorso;
la protratta carenza di almeno quattro medici, nonostante i turni aggiuntivi programmati, rende difficile garantire standards assistenziali accettabili e impossibile l’attivazione dei quattro posti- letto OBI (Osservazione Breve Intensiva) previsti dalla programmazione regionale con Decreto n. 14 del 2012;
altrettanto critica risulta essere la situazione dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia, già da molti mesi ridimensionata attraverso la riduzione dei posti letto da venti a dieci per gravi carenze di organico medico, in cui attualmente la situazione si è ulteriormente aggravata per il pensionamento di un medico ortopedico a causa del quale, ad oggi, sono in servizio solo un direttore facente-funzioni, un dirigente medico a tempo indeterminato e un dirigente medico con un contratto per 34 ore settimanali;
la Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dovrebbe avere una dotazione organica di almeno sette medici;
la mancanza di almeno quattro medici rende praticamente impossibile il funzionamento del reparto e non garantisce un’adeguata assistenza ai degenti neanche in H12;
l’Unità Operativa di Pneumologia ha visto ridursi l’organico medico di due unità a fronte di un fabbisogno di personale medico stimato in quattro unità operative e tutto ciò rende precaria e inadeguata l’offerta del servizio;
il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli ha più volte richiesto l’autorizzazione all’Ufficio del Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro di emanare avvisi pubblici per l’assunzione di personale medico al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e non ha ricevuto, finora, nessuna risposta;
lo stesso Direttore Generale ha più volte sollecitato al Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro lo sblocco del turn over (per come previsto dal Decreto Balduzzi) per il personale sanitario e medico richiedendo l’autorizzazione a bandire avvisi pubblici per l’assunzione di 38 medici -:
come intende intervenire per scongiurare la chiusura o il ridimensionamento di interi reparti dell’ospedale "Spoke" di Castrovillari per gravi carenze di personale medico e paramedico ed evitare, così, il rischio di non garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);
le ragioni per le quali il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza non è stato ancora autorizzato, per come da egli stesso richiesto, ad espletare avvisi pubblici per l’assunzione temporanea di personale medico al fine di scongiurare la mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
perché, a tutt’oggi, non sia ancora pervenuta, per come previsto dal Decreto Balduzzi, l’autorizzazione allo sblocco del turn-over che darebbe all’Asp di Cosenza la possibilità di bandire concorsi pubblici per l’assunzione di 38 medici.
(340; 28.03.2013)
Talarico D.,
Guccione. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura.
Per sapere – premesso che:
nell’ambito di una
nota trasmissione televisiva nazionale, "Le lene Show" su Italia 1, è
andato in onda recentemente un servizio sull’attività di associazioni onlus con
finalità di promozione nel mondo di prodotti tipici calabresi, che avrebbero
ricevuto cospicui finanziamenti da parte della Regione Calabria;
l’esempio portato
nell’ambito del servizio era quello di un’associazione denominata “Fimetica
onlus” finalizzata alla promozione dell’olio extra vergine d’oliva calabrese,
anche attraverso la partecipazione ad eventi fieristici e competizioni
internazionali del settore agroalimentare;
con grave danno d’immagine
per la Calabria e le sue Istituzioni, è stato mostrato che i membri della
suddetta associazione, con soldi pubblici, avrebbero visitato la città di Dubai
e albergato in lussuosi hotel, dietro la copertura di un concorso
internazionale;
gli stessi avrebbero
perfino ammesso che i concorsi internazionali sono per lo più fittizi, non
effettivamente svoltisi, ma inventati ad arte, solo per una questione formale,
per giustificare l’esborso di contributi pubblici;
un
membro della Fimetica, per come è stato riportato da alcuni organi di stampa,
avrebbe raccontato di come alcuni politici calabresi “Abbiano una figlia o degli amici che
possiedono associazioni costituite esclusivamente per distribuire questi soldi
pubblici, che poi diventano finanziamenti per grossi bacini elettorali che così
vengono ricompensati per il loro servizio";
il Dirigente
generale del dipartimento 4 Bilancio e Patrimonio della Regione, l’avv. Pietro
Manna, sempre nel corso della trasmissione, ha parlato di pratiche di
contributi per un ammontare di 50 milioni di euro revocate o da revocare,
riferite anche alle attività di cui sopra;
dal servizio
televisivo sembrerebbe emergere un "sistema truffaldino" messo in
piedi ai danni della Regione, nell’ambito del quale molti soldi pubblici
sarebbero stati dissipati per creare una rete di clientela mediante
associazioni di comodo, che, nella realtà, ancorché abbiano intascato ingenti
contributi, non avrebbero mai portato a termine alcun progetto formalmente
dichiarato;
a seguito del
clamore suscitato dal servizio televisivo, l’associazione Fimetica, con proprio
comunicato stampa, ha smentito di aver usato soldi pubblici per pagare ai suoi
membri il soggiorno a Dubai e che la stessa manifestazione abbia goduto di
finanziamenti pubblici -:
se è stata avviata
un’iniziativa per accertare la veridicità di quanto fatto emergere nell’ambito
della nota trasmissione televisiva "Le Iene Show";
quali iniziative si
intendono assumere per accertare eventuali responsabilità, anche di tipo
penale, nell’ipotesi di uso distorto del denaro pubblico, per come emergerebbe
dal servizio televisivo in questione;
se corrisponde al
vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in
associazioni che hanno beneficiato in questi anni di contributi pubblici, nell’ambito
del "sistema" denunciato nel corso della trasmissione.
(341; 3.04.2013)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il ministro dello
Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera ha firmato il
decreto che ripartisce oltre 80 milioni di euro
tra le Autorità Portuali che hanno utilizzato, come previsto dalla normativa,
almeno l’80% dei finanziamenti ottenuti alla data del 31 dicembre 2009 per la
realizzazione di opere infrastrutturali;
destinatari di tali risorse
sono i porti di Genova, Savona, Gioia
Tauro, Cagliari e Civitavecchia. A Genova andranno 20 milioni di euro quale cofinanziamento dell’Accordo
di programma del 28 luglio 2011 per l’area industriale di Sestri; 25 milioni a
Savona per il completamento della Piastra multifunzionale di Vado; 33 milioni a
Civitavecchia, in tranche annuali a partire dal 2013 e fino al 2021, e
destinati all’infrastrutturazione del porto commerciale di Gaeta. Come
compensazione dei minori introiti derivanti dall’azzeramento delle tasse di
ancoraggio sono stati riconosciuti infine 3,3 milioni di euro a Gioia Tauro e
circa 1 milione a Cagliari;
come evidenziato da
una nota stampa ufficiale diramata dal Ministero dello Sviluppo economico il 22
marzo 2013 l’emanazione del provvedimento di riparto è giunta dopo una
complessa istruttoria coordinata dal Viceministro Mario Ciaccia, che ha
coinvolto anche il Cipe e le regioni interessate;
la valutazione delle
risorse stanziate indica come l’infrastruttura gioiese abbia usufruito di un
finanziamento di gran lunga inferiore rispetto alle altre realtà portuali della
penisola -:
quali criteri siano
stati utilizzati nella relativa istruttoria che ha portato alla ripartizione
dei fondi e le motivazioni che hanno determinato l’esiguità del finanziamento a
favore dell’area portuale di Gioia Tauro;
se l’Ente Regione
abbia fatto valere, durante l’istruttoria, tutti le problematiche afferenti al
porto di Gioia Tauro, le risorse impegnate nell’Accordo di Programma Quadro e
se tali parametri siano stati utilizzati nei criteri di ripartizione;
se l’Ente regionale
abbia fatto rilevare come dal 2008 al 2011 la struttura portuale
progressivamente abbia perduto circa un terzo del proprio traffico con la
conseguente Cassa integrazione straordinaria per circa 400 lavoratori e che la
situazione rischia di aggravarsi a causa dei rincari delle tasse portuali in
seguito al decreto interministeriale Trasporti/Finanze che ha adeguato gli
importi dei tributi portuali con aumenti del 30% quest’anno e di un ulteriore
15% dal 2014 delle tasse di ancoraggio e delle tasse sull’imbarco e sbarco
delle merci nei porti;
quale sia lo stato
di attuazione degli interventi ad oggi approvati per il rilancio dell’area
portuale di Gioia Tauro e quali iniziative si intendono intraprendere per
sostenere e riaffermare, nell’ambito delle risorse nazionali da ripartire tra
le strutture portuali attraverso lo specifico fondo, criteri più equi e
coerenti che non avvantaggino sistematicamente i porti siti nell’area centro
settentrionale del Paese.
(342; 04.04.2013)
Guccione, De
Gaetano, Censore, Franchino, Adamo. Al
Presidente della Giunta regionale e all’assessore regionale ai lavori pubblici.
Per sapere - premesso che:
in data 25 novembre
2010 è stato sottoscritto un APQ tra il Ministero dell’Ambiente, del Territorio
e del Mare e la Regione Calabria, con il quale sono stati stanziati 220
(duecentoventi) milioni di euro per la riduzione del rischio idrogeologico in
Calabria;
il succitato APQ,
all’art. 8, istituisce un "Comitato di indirizzo e controllo per la
gestione dell’accordo" composto da un rappresentante della Regione
Calabria- Dip. LL.PP. e da un rappresentante del Dipartimento della Protezione
civile presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con compiti di indirizzo
e controllo per la gestione dell’accordo;
l’art. 5 dell’APQ
prevede, inoltre, che per l’attuazione dell’accordo i soggetti sottoscrittori
si avvalgano di uno o più commissari straordinari;
con Decreto della
Presidenza del Consiglio dei ministri, su proposte del ministro dell’Ambiente,
è stato nominato commissario straordinario il dr. Domenico Percolla, con
incarico di durata triennale, per l’attuazione dell’APQ in oggetto;
il Decreto di nomina stabilisce, all’art. 2, che il Commissario
provvede "alle opportune
azioni di indirizzo e di supporto promuovendo le occorrenti intese tra i
soggetti pubblici e privati interessati e, se del caso, emani gli atti e
provvedimenti e curi tutte le attività di competenza delle amministrazioni
pubbliche necessarie alla realizzazione degli interventi.... avvalendosi ove
necessario dei poteri di sostituzione e deroga";
l’art. 4 del
predetto Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede, inoltre,
che il commissario può avvalersi per l’espletamento di tutte le attività
tecnico amministrative "degli Uffici del Ministero dell’ambiente e degli
enti da questo vigilati, di società specializzate a totale capitale pubblico,
delle strutture degli uffici delle amministrazioni periferiche dello Stato,
della Regione, delle Provincie e dei Comuni, dei consorzi, delle università,
delle aziende pubbliche di servizi";
allo stato attuale
risultano avviate solo 4 (quattro) gare di appalto sui 179 (centosettantanove)
interventi previsti dall’APQ;
è stata stipulata
una convenzione con Invitalia SpA per 2M€;
è stato statuito in
€ 150.000 il compenso annuo del commissario;
l’APQ prevede, tra i
179 interventi per l’ammontare complessivo di 220 milioni di euro, la
sistemazione del fiume Crati nei pressi dei comuni di Cassano e Corigliano e,
quindi, l’area colpita dalla recente alluvione che ha inondato gli scavi di
Sibari, il cui intervento prevede la somma di quattro milioni di euro che
poteva e doveva essere già realizzato impedendo così un grave danno ad un’area
archeologica di interesse mondiale;
appare evidente che
l’emergenza è servita solo a dilatare i costi e i tempi di attuazione degli
interventi e ad esautorare Regione, Province e Comuni -:
quali iniziative
urgenti si intendono assumere nei confronti del Governo nazionale per far
cessare immediatamente il commissariamento per l’attuazione dell’APQ per la
riduzione del rischio idrogeologico in Calabria, considerati i fallimenti, gli
sprechi e l’incapacità del Commissario a far partire e realizzare i 179
interventi previsti dallo stesso APQ, la cui mancata realizzazione ha provocato
un danno gravissimo ai territori interessati e all’economia calabrese che, da
oltre tre anni, non ha visto utilizzare uno solo dei 220 milioni di euro
stanziati per la Calabria dal Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del
Mare per le finalità previste.
(344; 8.4.2013)
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale, commissario ad acta per l’attuazione del
piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario. Per sapere – premesso:
le leggi 724/1994,
335/1995 e l.r. 34/2010;
la deliberazione n.
144 del 23 marzo 2012 del DG dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio
Calabria e la delibera n. 1000 del 1/12/2012 dell’Azienda ospedaliera di Reggio
Calabria -:
i direttori
generali, sanitari ed amministrativi delle ASP e AO calabresi possiedono i
prescritti requisiti e i titoli richiesti per le relative nomine;
se alcuno degli
stessi sia stato nominato pur rientrando nel divieto di nomina disposto dall’art.
10 comma 9 l.r. n. 34/2010 (divieto di istaurare rapporti a qualsiasi titolo
con soggetti che abbiano beneficiato dell’esodo incentivato) o nel divieto
previsto dall’ art. 25 comma 1 della legge 724 del 23 dicembre 1994 (divieto di
cumulo tra pensione anticipata di anzianità e lo svolgimento di incarichi a
qualsiasi titolo per l’amministrazione di provenienza);
se alcuno degli
stessi rivesta l’incarico pur essendo stato posto in quiescenza per
riconosciuta inabilità assoluta per la quale percepisce pensione di invalidità
a qualsiasi proficua attività lavorativa;
se esistono
direttori generali, amministrativi o sanitari che versino in regime di incompatibilità
per rapporti convenzionali con il SSR;
quali urgenti
provvedimenti voglia prendere il commissario ad acta per il piano di rientro
per rimuovere i soggetti che versassero nei divieti e nelle condizioni di
incompatibilità eventualmente riscontrate e procedere per atti conseguenti
(recupero somme, segnalazione autorità competenti).
(343; 05.04.2013)
“Il Consiglio regionale
Vista la delibera di
Giunta regionale n. 518 del 6 dicembre 2012;
Visti:
l’art. 12 della
legge regionale 8 luglio 2002, n. 24;
l’art. 28 della
legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l’istituzione dell’Organismo
Pagatore Regionale;
l’art. 57 della L.R.
n. 8/2002 e s.m. e i.;
l’art. 54 dello
Statuto regionale;
Tenuto conto
della deliberazione
n. 196 del 23 luglio 2012 con la quale il Consiglio regionale ha approvato il
Rendiconto Generale per l’esercizio finanziario 2008, redatto dall’ARCEA;
della deliberazione
n. 357 del 6 agosto 2009 con la quale il Consiglio regionale ha approvato il
bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2009 redatto dall’ARCEA;
Visti il decreto del
Direttore Generale dell’ARCEA n. 168 del 16 aprile 2010, con il quale viene
approvato il Rendiconto Generale per l’esercizio finanziario 2009, che si
allega in copia unitamente al conto di bilancio 2009 ed al Rendiconto Generale
del Patrimonio;
l’allegata relazione
di accompagnamento al medesimo rendiconto redatta dal Direttore Generale;
Considerata la nota
con la quale l’Arcea attesta che alla chiusura dell’esercizio finanziario 2009
non esiste alcun impegno di spesa fuori bilancio e non registrato nel
rendiconto dell’esercizio stesso;
che il Collegio dei
revisori dei conti dell’Azienda ha espresso parere favorevole all’approvazione
del rendiconto 2009 senza rilievi ed osservazioni in merito;
Tenuto conto
che il verbale del
26 maggio 2010 del Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione esprime
parere favorevole, nulla rilevando sotto il profilo della legittimità, all’approvazione
del Rendiconto Generale 2009 per come predisposto e approvato dal Direttore Generale
dell’ARCEA con decreto n. 168 del 16 aprile 2009;
dell’allegata
relazione istruttoria sul Rendiconto Generale in oggetto redatta dal Settore
Ragioneria Generale, con la quale "viene proposta l’approvazione del
Rendiconto Generale per l’esercizio finanziario 2009, con la prescrizione che l’Agenzia
adotti misure e provvedimenti al fine di perseguire gli obiettivi di finanza
pubblica e contenimento della spesa per come dettato dalla legge regionale e n.
19 del 2009 e s.m.e i.. Altresì, tenuto conto delle disposizioni dettate dall’art.
27, comma 8, e tenuto conto che i vertici dell’agenzia sono diversi da quelli
che operavano nell’anno 2009, si dispone la segnalazione del mancato rispetto
dell’art. 27 della legge regionale n. 19/2009 alla magistratura contabile al
fine di porre in essere le necessarie verifiche in ordine all’esistenza di
eventuale responsabilità contabile".
Considerato che la
Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica, attività produttive,
Affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero, facendo proprie le
prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale e le prescrizioni del
Dipartimento Bilancio, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all’oggetto
nella seduta del 14 gennaio 2013;
Delibera
di approvare, ai
sensi dell’articolo 57 della lr. n. 8/2002, il Rendiconto Generale dell’Agenzia
della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.) relativo
all’esercizio finanziario 2009, unitamente alle prescrizioni espresse dalla
Giunta regionale che prevedono di adottare misure e provvedimenti al fine di
perseguire gli obiettivi di finanza pubblica e contenimento della spesa per
come dettato dalla legge n. 19 del 12 giugno 2009 e s.m. e i. e di procedere,
ex art. 27, comma 8 della legge regionale n. 19/2009, alla segnalazione del
mancato rispetto dell’art. 27 della legge regionale 19/2009 alla Procura della
Corte dei Conti, al fine di porre in essere le necessarie verifiche in ordine
all’esistenza di eventuale responsabilità contabile, con allegati tutti i
documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione".
(Allegati)
Art. 1
(Modifiche all’articolo 30 L.R. 7/2006)
1. Al comma 4 dell’articolo
30 della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7, così come già modificato dall’articolo
20, comma 1, della L.R. 22/2007, dall’articolo 1, comma 1, primo capoverso,
della L.R. 35/2008, dall’ articolo 1, comma 1, della L.R. 30/2009, dall’articolo
1, comma 1, della L.R. 30/2010, dall’articolo
1, comma 1, della L.R. 26/2011, le parole «di ulteriori 70 mesi» sono
sostituite dalle parole «di ulteriori 82 mesi».
Art. 2
(Modifiche all’articolo 20 L.R. 22/2007)
1. Al comma 2 dell’articolo
20 della legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22, così come già modificato dall’
articolo 1, comma 1, secondo capoverso, della L.R. 35/2008, dall’articolo 1,
comma 2, della L.R. 30/2009, dall’articolo 1, comma 2, della L.R. 30/2010, dall’articolo
1, comma 2 della L.R. 26/2011, le parole «entro 56 mesi» sono sostituite dalle
parole «entro 68 mesi».
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge
entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
"Il Consiglio regionale
Vista la delibera di
Giunta regionale n. 490 del 6 novembre 2012;
Visti
il Regolamento (CE)
n.1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo
al Fondo Sociale Europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n.
1784/1999 e ss.mm.ii;
il Regolamento (CE)
n. 1083/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006, ed in particolare i paragrafi
1, 2 e 3;
il Regolamento (CE)
n. 1828/2006 della Commissione dell’8 dicembre 2006 e ss.mm.ii.;
il Programma
Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013;
la deliberazione di
Giunta regionale n. 213 del 10 marzo 2008 con la quale è stato approvato il
Piano Finanziario del POR Calabria FSE 2007-2013 per Assi e Obiettivi Specifici
Comuni;
Considerato che
in ragione degli
intervenuti mutamenti nel contesto economico e sociale, al fine di consentire
una più efficace attuazione del POR Calabria FSE 20072013, si è reso necessario
proporre una revisione finanziaria del Programma;
con DGR n. 283 del
15 giugno 2012 la Giunta regionale prendeva atto della proposta di
rimodulazione del POR Calabria FSE 2007-2013, successivamente approvata con
Deliberazione n. 234 del 18 ottobre 2012 dal Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo
12, comma 1 della legge regionale n. 3/2007;
in seguito all’approvazione
con procedura scritta del Comitato di sorveglianza conclusasi in data 19 maggio
2012 la Commissione Europea con Decisione C (2012) 6337 del 10 settembre 2012
modificava la Decisione C (2007) 6711 del 17 dicembre 2007 e approvava
definitivamente le modifiche apportate al POR Calabria FSE 2007-2013 per quanto
attiene in particolare al nuovo quadro finanziario del Programma;
con DGR n. 433 del 5
ottobre 2012, la Giunta regionale prendeva atto del nuovo POR Calabria FSE
2007-2013 e approvava il nuovo Piano finanziario del Programma Operativo
Regionale Calabria FSE 2007-2013 articolato per Assi e Obiettivi Specifici
Comuni, successivamente approvato dal Consiglio regionale con Deliberazione n.
235 del 18 ottobre 2012, ai sensi dell’articolo 12, comma 1 della legge
regionale n. 3/2007;
Ritenuto opportuno
modificare la ripartizione finanziaria dei capitoli di spesa previsti per
Obiettivo Specifico all’interno dei singoli Assi al fine di adeguare il nuovo
quadro agli impegni effettivamente assunti alle reali previsioni di impegno da
accendere sui capitoli di pertinenza;
Preso atto della
relazione dell’Autorità di Gestione del POR Calabria FSE 2007-2013 sullo stato
di attuazione del POR Calabria FSE 2007-2013, assunta con prot. n. 1730 dell’11
gennaio 2013;
Considerato che la
Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive,
Affari con l’Unione Europea e relazioni con l’estero, udita la relazione dell’Autorità
di Gestione del POR Calabria FSE 20072013, ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all’oggetto nella seduta del 14 gennaio 2013;
Delibera
di rettificare la
delibera di Giunta regionale n. 433 del 5 ottobre 2012, successivamente
approvata dal Consiglio regionale con Deliberazione n. 235 del 18 ottobre 2012,
nella sola parte in cui viene approvato il nuovo Piano Finanziario del
Programma Operativo Regionale Calabria FSE 20072013 articolato per Assi e
Obiettivi Specifici Comuni;
di approvare il
nuovo Piano Finanziario del Programma Operativo Regionale Calabria FSE
2007-2013 articolato per Assi e Obiettivi Specifici Comuni come riportato nelle
Tabelle allegate che costituiscono parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione".
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di
Giunta regionale n. 502 del 15 novembre 2012;
visti
il Regolamento (CE)
n.1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo
al Fondo Sociale Europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n.
1784/1999 e ss.mm.ii.;
il Regolamento (CE)
n. 1083/2008 del Consiglio dell’11 luglio 2008, ed in particolare i paragrafi
1, 2 e 3;
il Regolamento (CE)
n. 1828/2006 della Commissione dell’8 dicembre 2006 e ss.mm.ii.;
il Programma
Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013;
la DGR n. 433 del 5
ottobre 2012, successivamente approvata ai sensi dell’articolo 12, comma 1
della legge regionale n. 3/2007, dal Consiglio regionale con deliberazione n.
235 del 18 ottobre 2012, con la quale si è preso atto delle modifiche al POR
Calabria FSE 2007-2013 approvate dalla Commissione Europea con Decisione C
(2012) 6337 del 10 settembre 2012;
tenuto conto
della delibera CIPE
n. 1 dell’11 gennaio 2011;
del Piano di Azione
Coesione del 15 novembre 2011 e successive integrazioni e aggiornamenti;
considerato che
al fine di superare
le difficoltà nella fase di attuazione del POR Calabria FSE 2007-2013 si è reso
necessario, nell’alveo della Delibera CIPE n. 1 dell’11 gennaio 2011, proporre
una riprogrammazione finanziaria del Programma;
al fine di sopperire
al rischio dell’eventuale mancato raggiungimento dei target e del conseguente
disimpegno automatico, nonché per rispondere all’esigenza di dotare delle
necessarie risorse gli interventi previsti nel Piano di Azione Coesione, si è
proposta la riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 che comporterà una
riduzione della quota di cofinanziamento nazionale complessiva pari a euro 60
milioni che graverà sui singoli Assi del Programma Operativo;
al fine di dare piena
attuazione alla riprogrammazione del POR è stato elaborato un documento recante
"Proposta di riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 per il Piano
di Azione Coesione", che riporta i motivi della revisione, ne esamina l’impatto
sulla strategia del Programma ed evidenzia il nuovo quadro finanziario del POR
Calabria FSE 2007-2013;
preso atto della
relazione dell’Autorità di Gestione del POR Calabria FSE 2007-2013 sullo stato
di attuazione del POR Calabria FSE 2007-2013, assunta con prot. n. 1730 deJl’11
gennaio 2013;
considerato che la
Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive,
Affari con l’Unione Europea e relazioni con l’estero udita la relazione dell’Autorità
di Gestione del POR Calabria FSE 20072013, ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all’oggetto nella seduta del 14 gennaio 2013;
Delibera
per le motivazioni
indicate in premessa, di approvare la proposta di riprogrammazione del POR
Calabria FSE 2007-2013 per il Piano di Azione Coesione, unitamente ai suoi
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione".
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di
Giunta regionale n. 491 del 12 novembre 2012 recante in oggetto "Adozione
della proposta di riprogrammazione del POR Calabria FESR 2007/2013 e
autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del Comitato di
Sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea";
vista la delibera di
Giunta regionale n. 536 del 6 dicembre 2012 recante in oggetto "Rettifica
deliberazione della Giunta regionale n. 491 del 12 novembre 2012 recante
«Adozione della proposta di riprogrammazione del POR Calabria FESR 2007/2013 e
autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del Comitato di
Sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea»";
visti il Regolamento
(CE) n. 1083/2006 del CONSIGLIO recante disposizioni generali sul Fondo europeo
di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che
abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999;
il Regolamento (CE)
n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo
di sviluppo regionale e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1783/1999;
la delibera CIPE n.
1 dell’11 gennaio 2011 recante "Obiettivi, criteri e modalità di
programmazione delle risorse per le aree sottoutilizzate e selezione ed
attuazione degli investimenti per i periodi 2000-2006 e 2007-2013;
preso atto della
Nota tecnica adottata il 22 ottobre 2012 dal Ministero per la Coesione
territoriale, la quale definisce gli "Strumenti diretti per impresa e
lavoro nel Sud per la terza e ultima riprogrammazione Piano Azione
Coesione";
udita la relazione
della Dott.ssa Rizzo, delegata dall’Autorità di gestione POR Calabria FESR
2007/2013, la quale ha illustrato gli strumenti a favore di imprese e lavoro
che la Regione Calabria prevede di attivare per rafforzare gli obiettivi del
Piano di Azione e Coesione, dettagliandone la destinazione finanziaria;
considerato che il
provvedimento concretizza la terza ed ultima riprogrammazione dei Programmi
operativi regionali, in stretta aderenza agli indirizzi fomiti dall’Unione
Europea e dal Governo centrale, prevedendo l’attuazione di misure di contrasto
all’attuale crisi economica e di promozione dell’imprenditorialità;
delibera
di adottare ai sensi
dell’articolo 12 della legge regionale n. 3 del 5 gennaio 2007 la proposta di
riprogrammazione del POR Calabria FESR 2007/2013 approvata dalla Giunta
regionale con deliberazione n. 491/2012 e successivamente rettificata con
deliberazione n. 536/2012".
(Allegati)
Art. 1
1. A seguito della
cessazione, con decorrenza dal 10 gennaio 2013, dello stato di emergenza nel
settore rifiuti disposta dall’Ordinanza di Protezione Civile n. 57 del 14 marzo
2013, pubblicata sulla GURI S.O. n. 69 del 22 marzo 2013, la Regione Calabria
prosegue, in regime ordinario, la gestione degli interventi e delle iniziative
finalizzate al superamento delle criticità in atto, nonché a svolgere tutte le
attività rientrate nella propria competenza, nel rispetto di quanto stabilito
nella stessa Ordinanza.
2. Le tariffe, cosi
come determinate dai provvedimenti vigenti, per lo smaltimento dei rifiuti
solidi urbani sia per il conferimento in impianto che per quello in discarica
sono versate dai soggetti tenuti al pagamento direttamente alla Regione Calabria
con le modalità fissate con decreto del dirigente generale del Dipartimento
Politiche dell’Ambiente, d’intesa con il Dirigente generale del Dipartimento
Bilancio e Patrimonio.
3. La Giunta
regionale con apposito provvedimento, può, anche per incentivare la raccolta
differenziata dei rifiuti, rimodulare le tariffe in aumento o in diminuzione,
definendo appositi criteri, in ragione delle somme incassate ai sensi del comma
2 e delle percentuali di raccolta differenziata raggiunte, ferma restando la salvaguardia
degli equilibri di bilancio.
4. Al fine di
garantire la continuità del servizio di trattamento e smaltimento dei rifiuti e
il pagamento dei gestori/concessionari del servizio, in caso di inosservanza da
parte dei Comuni di due scadenze di pagamento consecutive della tariffa di cui
al comma 2, il Presidente della Giunta regionale, previa diffida del
Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, d’intesa con il
Dipartimento Bilancio e Patrimonio, di messa in mora dei Comuni interessati,
nomina appositi commissari ad acta, da individuarsi tra i dirigenti regionali,
che provvedono, con oneri a carico dei comuni inadempienti, alla liquidazione e
pagamento delle somme dovute alla Regione. È fatto salvo il ricorso alle
procedure di cui agli articoli 40 bis e 40 ter della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8. È in facoltà della Regione procedere alla ritenzione ed
incameramento delle somme dovute a qualsiasi titolo ai soggetti morosi per come
previsto dall’articolo 40, comma 3, della legge regionale 12 giugno 2009, n.19.
5. Con le stesse
modalità di cui al precedente comma può procedersi al recupero delle somme
dovute alla Regione dai soggetti passivi del tributo speciale per il deposito
in discarica di cui alla legge regionale 28 agosto 2000, n. 16, nonché dei
ratei delle tariffe dovute e stabiliti nei piani di rientro stipulati dai
Comuni morosi.
6. La Giunta
provvede con apposito provvedimento ad attuare il disposto di cui all’articolo
196 lettera p) del d.lgs. n. 152 del 2006, definendo le modalità di
approvvigionamento da parte degli Enti pubblici regionali e delle società a
prevalente capitale pubblico, anche di gestione dei servizi, di beni e
manufatti prodotti con materiale riciclato nella misura di almeno il 30% del
fabbisogno complessivo previsto.
7. L’applicazione
delle norme di cui ai commi precedenti cesserà la sua efficacia con
l’attuazione della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza
economica, disciplinata dal decreto legge 13 agosto 2011 n.138, convertito, con
modificazioni, in legge 14 settembre 2011 n. 148 e successive modifiche ed
integrazioni e secondo quanto previsto in materia di gestione dei rifiuti dal
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Art. 2
1. Le somme riscosse
nell’esercizio finanziario 2013 per effetto delle disposizioni di cui
all’articolo 1, sono destinate alle azioni di competenza regionale nelle
materie oggetto di subentro, di cui all’ordinanza n. 57 del 14 marzo 2013 del
Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
2. La Giunta
regionale è autorizzata ad apportare le relative variazioni al documento
tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8
allocando nella pertinente UPB 3.2.01.02 dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2013 le risorse effettivamente accertate e riscosse all’UPB 1.1.03
dello stato di previsione dell’entrata del bilancio medesimo.
3. Nelle more degli
adempimenti di cui al precedente comma, al fine di assicurare immediata
copertura finanziaria all’avvio delle attività di competenza regionale nelle
materie oggetto di subentro, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2013 la
spesa di euro 20.000.000,00 con allocazione alla UPB dello stato di previsione
della spesa bilancio 2013.
4. Alla copertura
degli oneri di cui al precedente comma si provvede con le somme relative al
maggiore accertamento della tassa automobilistica regionale, omessa o
insufficientemente corrisposta per gli anni tributari 2009 e 2010, già riscosse
nel corso dell’esercizio finanziario 2013 all’UPB 1.1.02 dell’entrata del
bilancio regionale (capitolo 11020013), ai sensi dell’articolo 34 della legge
regionale 12 giugno 2009, n. 19. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare
le opportune variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 3
1. La presente legge
entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
premesso che
vi è notizia che il
Piano Nazionale per le Carceri elaborato dall’ultimo Governo prevede la
soppressione del Carcere di Lamezia Terme;
tale decisione si
pone in netta contraddizione con la nota emergenza penitenziaria che affligge
il nostro paese, di recente stigmatizzata anche dalla Corte europea dei diritti
umani di Strasburgo;
la stessa, inoltre,
appare irragionevole alla luce delle peculiarità della struttura lametina di
recente messe in risalto dal rapporto di “Antigone”, nota associazione “per i
diritti e le garanzie nel sistema penale”;
si priverebbe,
inspiegabilmente, un comprensorio di 120.000 abitanti di un importante presidio
di legalità e sicurezza il quale, grazie al quotidiano impegno del personale e
della direzione e nonostante le immancabili difficoltà e criticità che
caratterizzano il sistema penitenziario nazionale, ha conseguito buoni
risultati in materia di organizzazione, ordine e pulizia degli ambienti,
iniziative trattamentali a favore della popolazione detenuta, tutte connotate
da concretezza ed effettiva valenza risocializzante;
la notizia, che ha
destato – come è giusto – un grave allarme sociale, appare incomprensibile
nella misura in cui penalizza esclusivamente il penitenziario lametino, l’unico
per il quale si è deciso di procedere a soppressione;
per tutto ciò
premesso
Impegna
il Presidente e la
Giunta regionale ad attivarsi presso gli organismi governativi e parlamentari
competenti, quelli già insediati e quelli di prossimo insediamento, per
rivedere tale decisione, scongiurando l’ipotesi di chiusura prevista dal Piano
Nazionale delle Carceri;
contestualmente,
rinnova la richiesta già formulata con Ordine del giorno del 4.8.2010, di
prevedere la costruzione di un nuovo istituto penitenziario nell’area di
Lamezia Terme.
Il Consiglio regionale
premesso che
è da circa 6 mesi
che a causa della soppressione di alcuni treni da parte di Trenitalia S.p.A.
per i pendolari che ogni giorno, per motivo di studio e di lavoro, si recano da
Lamezia Terme a Catanzaro Lido è diventato problematico raggiungere i posti di
lavoro, gli uffici e la sede Universitaria;
che i pendolari
hanno sottoscritto una petizione di circa 30 firme, della quale si allega
copia, inviata al Sindaco di Lamezia Terme in data 4 aprile 2013, con la quale
lamentano le difficoltà di spostamento a causa della soppressione del treno che
partiva alle ore 6.10 dalla stazione di Lamezia Terme Centrale in direzione
Catanzaro Lido;
che a causa di tale
soppressione alcuni pendolari non possono raggiungere il proprio posto di
lavoro in orari tali da consentire il pieno svolgimento della loro attività che
inizia alle ore 7.30;
che da pochi giorni
è stata riattivata la linea ferroviaria Lamezia Terme Centrale – Catanzaro
Lido, prima interrotta, e che l’orario pubblicato inserisce come primo treno
utile quello delle 7.15;
per tutto ciò
premesso
Impegna
il Presidente e la
Giunta regionale, ad attivarsi presso Trenitalia S.p.A., al fine di richiedere
il ripristino della linea per come evidenziata in premessa in un contesto di
riordino dei collegamenti ferroviari regionali.
Il Consiglio regionale
premesso che
sui principali
organi di informazione nazionale, sono state riportate notizie inerenti ad
episodi di cronaca nera riguardanti abusi sessuali perpetrati nei confronti di minorenni
adescate tramite social network;
rilevato che
il fenomeno di cui
trattasi ha dimensioni sempre più preoccupanti a livello internazionale, tanto
che il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’UE hanno emanato un’apposita
direttiva 2011/92/UE del 13 dicembre 2011 relativa alla lotta contro l’abuso e
lo sfruttamento sessuale dei minori;
tale direttiva
prevede attuazione da parte degli Stati membri entro il 18 dicembre 2013 e
migliorando l’ambito della prevenzione dei reati e inserendo tra le nuove figure
di reato quello di adescamento di minori anche attraverso l’utilizzo di
Internet;
valutata
la rilevanza del
fenomeno che richiede interventi non solo di natura repressiva, ma particolare
impegno in azioni ed interventi volti a prevenire il verificarsi di situazioni
criminose di adescamenti ed abusi a tutela dei giovani che, in particolare,
nelle fasce di età tra l’infanzia e l’inizio dell’adolescenza presentano
condizioni di maturità inidonei ad individuare pericoli e rischi che possano
loro causare danni e lesioni fisiche e psicologiche difficilmente superabili
nel tempo;
preso atto che
in particolar modo
nella città di Cosenza è in corso la lodevole iniziativa di associazioni di
volontariato tra cui la "Peter Pan onlus" al fine di sollecitare l’azione
delle Istituzioni pubbliche alle iniziative di contrasto al fenomeno di
criminalità sociale relativo all’adescamento via Internet;
preso atto
della necessità che
la Regione Calabria svolga un ruolo positivo sia nei confronti del Governo
nazionale al fine di promuovere iniziative legislative volte ad inserire nell’art.
444 del Codice di procedura penale i reati sessuali in danno dei minori e il
loro adescamento tramite Internet tra quelli esclusi dal beneficio del
patteggiamento;
tenuto presente:
altresì, la
necessità che la Regione Calabria predisponga un piano pluriennale di
interventi ai sensi dell’articolo 23 della direttiva UE citata, per svolgere
campagne di informazione e sensibilizzazione, anche in cooperazione con
organizzazioni di riferimento della società civile e delle Istituzioni
pubbliche nel campo dell’istruzione, del sociale e del Servizio sanitario,
finalizzate a favorire una conoscenza della gravità del fenomeno in particolare
tra i genitori e gli operatori della formazione, al fine di ridurre il rischio
che i minori diventino vittime di abuso e/o di adescamento via Internet.
Tutto quanto
premesso e ritenuto
Impegna
il Presidente della
Giunta regionale a richiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, l’adozione
di una iniziativa legislativa d’urgenza di modifica del comma 1 bis dell’art.
444 del Codice di procedura penale, con l’inserimento dei reati per abuso
sessuale ed adescamento via Internet in danno dei minori tra quelli esclusi dal
beneficio del patteggiamento;
il Presidente e la Giunta
regionale:
a predisporre, con l’utilizzo
delle risorse e degli strumenti della comunicazione istituzionale, iniziative
di informazione volte a sensibilizzare i responsabili di ogni ordine e grado
delle Istituzioni pubbliche e private, con particolare riferimento agli
operatori delle istituzioni formative e delle associazioni di volontariato,
dello sport e delle attività sociali, sulla gravità che attraverso l’uso
improprio di Internet i minori possano divenire vittime di adescamento ed abuso
sessuale;
a porre in essere,
attraverso appositi accordi di programma ed intese istituzionali, azioni
adeguate di formazione ed aggiornamento professionale rivolte ai docenti delle
istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in collaborazione con la
polizia postale e comunque gli operatori delle Forze dell’ordine per fare
acquisire capacità tecniche e competenze per dare strumenti conoscitivi su come
evitare le insidie della "Rete".
Il Consiglio regionale
premesso che
in Calabria vi sono
circa 5000 lavoratori LSU LPU;
questi lavoratori
sono indispensabili per i comuni calabresi, senza i quali chiuderebbero molti
servizi fondamentali;
gli stessi non
percepiscono i sussidi e le integrazioni in maniera puntuale;
la Giunta regionale
non ha previsto nel bilancio 2013 la relativa copertura finanziaria fino a
dicembre 2013;
Impegna
la Giunta regionale
a trovare le somme per la copertura finanziaria dei sussidi ed integrazioni
degli LSU ed LPU, fino a fine anno;
a trovare un
meccanismo certo per pagare puntualmente a fine mese i sussidi e le
integrazioni al fine di evitare gli inaccettabili ritardi che si sono
verificati negli anni passati;
a garantire il
proseguimento delle Convenzioni per gli anni successivi al 2013;
a pubblicare il
bando regionale per la stabilizzazione per l’anno 2013 come previsto dalla
legge 20;
a chiedere un tavolo
urgente al Ministro del Lavoro per programmare un piano per la stabilizzazione
del precariato calabrese, chiedendo il cambiamento di alcune norme:
abolizione soltanto
per gli LSU ed LPU del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego;
abolizione soltanto
per gli LSU ed LPU del tetto degli stipendi dell’anno precedente per nuove
assunzioni;
ripristino degli
incentivi economici, che erano previsti nella legge n. 296/06 comma 1156
lettera f per i Comuni sotto i 20.000 abitanti da parte dello Stato per la
stabilizzazione degli LSU ed LPU;
garantire in maniera
retroattiva i contributi ai fini pensionistici a tutto il bacino LSU ed LPU da
quando hanno iniziato ad essere impiegati nei progetti.
Il Consiglio regionale
premesso che
vi è notizia che,
nei prossimi mesi, circa la metà degli attuali dipendenti del Centro di
Meccanizzazione Postale di Lamezia Terme cesserà dalle proprie funzioni (a
causa di pensionamenti naturali ed incentivati) e Poste Italiane, secondo fonti
sindacali, non intende procedere a rimpiazzarli;
vi è, pertanto, il
fondato timore che, a seguito di ciò, l’impianto verrà declassato e
conseguentemente chiuso;
il centro, l’unico
in Calabria, conta attualmente più di duecento dipendenti e garantisce servizi
per l’intero territorio calabrese, approfittando della sua posizione
baricentrica e della vicinanza alle infrastrutture più importanti della
regione;
lo stesso è stato
oggetto di diversi interventi di ristrutturazione ed ammodernamento ed è, pertanto,
in grado di governare i più recenti processi di sviluppo tecnologico che hanno
riguardato i servizi di smistamento delle comunicazioni postali;
è necessario
contrastare prospettive di chiusura della struttura che, prive di logiche certe
di economicità, indebolirebbero il sistema della comunicazione regionale,
isolandola ulteriormente, e mortificherebbero le aspettative ed i diritti
acquisiti di centinaia di lavoratori;
tutto ciò premesso
Impegna
il Presidente e la
Giunta regionale ad attivarsi presso gli organismi governativi e parlamentari
competenti, quelli già insediati e quelli di prossimo insediamento, per
partecipare la ferma opposizione a progetti aziendali che prevedano la chiusura
del Centro di Meccanizzazione Postale di Lamezia Terme, auspicando – invece –
garanzie sul suo mantenimento in vita ed il rafforzamento della base
occupazionale esistente.