IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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58.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 18 MARZO 2013

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 14,30

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Conclusa la lettura del verbale e delle comunicazioni iniziali possiamo procedere con il primo punto all’ordine del giorno.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 209/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Demetrio Battaglia, dimissionario”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 209/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Demetrio Battaglia, dimissionario”.

“Il Consiglio regionale

dato atto che con lettera datata 5 marzo 2013, acquisita agli atti del protocollo generale 10773, l’avvocato Demetrio Battaglia ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;

considerato che a norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;

che, pertanto, si deve procedere alla surroga del consigliere dimissionario nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di legge;

considerato, infine, così come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 7 avente il contrassegno “Partito democratico” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario è riportato, quale primo dei non eletti, il candidato Demetrio Naccari Carlizzi con cifra individuale 7.413;

il Consiglio delibera di attribuire al candidato Demetrio Naccari Carlizzi, nato a Roma il 3 aprile 1967, il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Demetrio Battaglia”.

Pongo in votazione la delibera per come letta in Aula.

(Il Consiglio approva)

Il consigliere Demetrio Naccari Carlizzi, se presente, può prendere posto nei banchi del Consiglio regionale.

Colgo l’occasione per fare gli auguri di buon lavoro sia all’onorevole Naccari Carlizzi che ai colleghi consiglieri regionali che sono stati eletti al Parlamento nazionale, che sono complessivamente cinque (maggioranza e minoranza). A loro vanno gli auguri più affettuosi di buon lavoro per poter rappresentare degnamente questa Regione nella massima Assise nazionale.

Finito il primo adempimento che ricostruisce il Consiglio nella sua interezza, possiamo procedere col secondo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata. Pertanto la prima ora di Consiglio sarà dedicata a questo.

Interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione degli interventi di cui all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione di lavoratori ultra cinquantenni”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione degli interventi di cui all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione di lavoratori ultra cinquantenni” che recita: “All’assessore al lavoro e alla formazione professionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del Dirigente Generale n. 19021, del 23 ottobre 2009, la Regione Calabria ha approvato un Avviso Pubblico avente ad oggetto “Manifestazione di interesse per l’individuazione di lavoratori ultracinquantenni per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione”;

la Regione Calabria, attraverso l’avviso di che trattasi, intendeva procedere, come di fatto ha proceduto, al fine di agevolare il raggiungimento dei requisiti pensionistici, alla selezione di lavoratori dipendenti disoccupati ultra cinquantenni, cui riconoscere una indennità mensile pari alla quota necessaria per coprire il costo della contribuzione occorrente per il raggiungimento del diritto alla pensione;

tali azioni, già rientranti nel Piano di Reinserimento 2009, erano state concepite in favore di lavoratori ultracinquantenni che non si trovavano più nelle condizioni di utilizzare gli ammortizzatori sociali ovvero che, per vari motivi, non vi avessero mai potuto accedere;

l’Amministrazione regionale avrebbe erogato direttamente le somme alla sede regionale dell’Inps, previa stipula di apposita convenzione;

da informazioni personalmente assunte, presso gli uffici della Regione, nonché direttamente presso cittadini rientranti nell’elenco dei beneficiari del trattamento, ho constatato un inspiegabile ritardo nella corresponsione delle indennità previste nel bando;

a distanza ormai di oltre due anni, sembrerebbe che le misure previste nel bando non siano mai andate concretamente in porto, con pregiudizio evidente del diritto acquisito dei cittadini ammessi al beneficio -:

se l’Amministrazione regionale ha regolarmente versato all’Inps le somme di cui al bando di che trattasi, previa stipula della relativa convenzione;

se corrisponde al vero, in ogni caso, che non c’è mai stata corresponsione del trattamento contributivo compensativo per la platea dei cittadini ammessi al beneficio;

quali iniziative si intendono assumere a tutela dei diritti acquisiti degli ammessi al trattamento, qualora corrispondesse al vero il ritardo sopra richiamato”.

Ricordo ai colleghi che vi sono tre minuti di tempo per illustrare l’interrogazione, due minuti sono per la risposta del governo regionale ed infine un minuto verrà dato al consigliere per dire se è soddisfatto o meno.

L’onorevole Talarico, ha facoltà di parlare.

Domenico TALARICO

Presidente, si tratta di una interrogazione relativa allo stato di attuazione degli interventi di cui all’avviso pubblico, relativo al decreto del dirigente generale numero 19021 del 23 ottobre 2009. L’avviso riguarda la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione dei lavoratori ultracinquantenni.

Con questo decreto il dirigente generale ha approvato l’avviso pubblico a seguito del quale la Regione avrebbe dovuto procedere – come di fatto ha proceduto – ad una graduatoria di lavoratori dipendenti, disoccupati ultracinquantenni cui riconoscere una indennità mensile pari alla quota necessaria per coprire il costo della contribuzione occorrente per il raggiungimento del diritto alla pensione.

La Regione, quindi, ha proceduto a favorire la formazione di questa graduatoria, dopo di che avrebbe dovuto – sottolineo che uso il condizionale – erogare direttamente la somma occorrente alla sede regionale dell’Inps. Questa erogazione doveva essere preceduta dalla stipula di una convenzione tra la Regione Calabria e la sede regionale dell’Inps.

Siamo nel 2009, sono passati tre anni ed io ho assunto, in più occasioni, informazioni presso gli uffici regionali competenti ed ho scritto – sempre agli uffici competenti – una serie di missive, ma a distanza di tre anni sembrerebbe - a meno che non sia accaduto qualcosa di nuovo in questi ultimi mesi, cioè da ottobre ad oggi, da quando è stata presentata questa interrogazione – che ancora questa erogazione non sia avvenuta a favore dei lavoratori ultracinquantenni mettendo in seria discussione questo diritto riconosciuto alla stessa Regione.

Anche l’Inps non è stato molto trasparente e chiaro in questi mesi, si è venuto a creare una sorta di scarica barile tra la Regione e l’Inps per cui la Regione dice “no è l’Inps” mentre l’Inps dice “manca la convenzione” fatto sta che 500 lavoratori circa, se non vado errato, attendono da tre anni che la Regione aiuti la loro posizione nel regolarizzare e versare i contributi occorrenti al raggiungimento della pensione.

Assessore, dove sta la verità? C’è o non c’è la convenzione tra Inps e Regione Calabria? E se c’è e se è stata stipulata in questi mesi come mai non è avvenuta la corresponsione richiesta e prevista dal decreto del direttore generale? Se non vi è la convenzione ed ancor meno la corresponsione quali iniziative intende prendere il suo assessorato e il Presidente della Giunta per sanare una situazione che è diventata davvero paradossale? Essendoci le risorse necessarie non siamo in grado, per le ragioni di cui forse lei dovrà rendere conto a questo Consiglio stamattina, di venire incontro ad una esigenza impellente di circa 500 cittadini calabresi? Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Stillitani.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Il problema nella mancata attuazione di questo provvedimento sta proprio nella riluttanza dell’Inps a sottoscrivere la convenzione. Non è un problema di scarica barile ma è semplicemente un problema che è facile andare a verificare sugli atti.

Già il 19 settembre 2011 il direttore generale aveva sollecitato l’Inps per la firma della convenzione, chiaramente, senza ricevere risposta.

E’ poi intervenuta la riforma Monti e sono anche cambiati quelli che erano i requisiti per l’ottenimento della pensione ed è stato necessario riverificare le singole domande per verificare se la graduatoria fosse valida o fosse necessario aggiornarla.

A tal proposito è stato istituito un tavolo informare con l’Inps ed è stata rideterminata una graduatoria che tenga conto delle modifiche normative e nazionali che, nelle more, erano state approvate.

Dall’Inps è stata richiesta una modifica della convenzione. Noi abbiamo riproposto all’Inps la convenzione firmata e modificata secondo quelle che erano state le richieste proprio dell’Istituto. L’Inps ha difficoltà, credo per un discorso di autorizzazioni nazionali o comunque non è chiara la motivazione, a sottoscrivere questa convenzione.

L’ultimo sollecito per la firma della convenzione è stato inoltrato dal dipartimento non più di 20 giorni fa all’inizio di questo mese. E’ chiaro che, se ci dovessero essere ancora dei problemi per l’Inps a sottoscrivere questa convenzione o se ci fossero degli ostacoli di natura legislativa nazionale, dovremmo studiare qualche altro meccanismo perché le risorse ci sono, le domande sono state fatte, c’è una giusta aspettativa da parte dei lavoratori ultracinquantenni per ottenere questo provvedimento ma, forse, bisognava avere l’assenso della bozza già nel momento in cui è stato emanato il bando.

Forse per una eccessiva volontà di velocizzazione di tutto il provvedimento, viste le aspettative che questo stesso generava, questo passaggio è stato messo pensando che la sottoscrizione della convenzione con l’Inps fosse una cosa semplice da poter ottenere.

Le cose non stanno così, noi abbiamo ulteriormente sollecitato, ho parlato direttamente io col responsabile regionale per sollecitare questa firma della convenzione. Se dovesse ancora ritardare poi vedremo quale meccanismo o quale altra soluzione alternativa si possa adottare da parte della Regione per far ottenere ai lavoratori che, comunque, sono inseriti in una graduatoria, le provvidenze e le agevolazioni che questi giustamente stanno aspettando.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Presidente, potrei dichiararmi soddisfatto se all’impegno assunto in quest’Aula dall’assessore Stillitani seguisse una iniziativa energica nei confronti dell’Inps perché sono passati tre anni e mezzo. Abbiamo la disponibilità delle risorse per cui 500 famiglie di altrettanti ex lavoratori calabresi potrebbero trovare un soddisfacimento definitivo ai loro problemi se questa graduatoria venisse definitivamente approvata e soddisfatta nei diritti riconosciuti.

Per cui mi aspetterei da parte sua e del Presidente un intervento davvero vigoroso nei confronti dell’Inps; stanare l’Inps e metterla di fronte alle proprie responsabilità per chiudere una partita che sta davvero creando tantissimi danni a 500 persone della nostra Regione.

In un contesto di crisi drammatica credo che sarebbe un sollievo molto importante.

Prendo per buono il suo impegno e la mia unica sollecitazione e raccomandazione condivisa dal Consiglio è di far presto ed in maniera incisiva. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, D. Talarico “Sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, D. Talarico “Sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 21/96 veniva disciplinato da parte della Regione il servizio erogato dai Gruppi Appartamento nei confronti dei minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria;

successivamente a seguito di deliberazioni della Giunta regionale, in data 23 marzo 2010, venivano approvati una serie di regolamenti attuativi tendenti a definire i criteri per l’autorizzazione al funzionamento e le relative procedure per l’accreditamento delle strutture adibiti a servizio residenziale per minori;

i regolamenti attuativi individuano alcune tipologie di struttura residenziale e uno in particolare definisce le Comunità educative per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;

allo stato risulterebbe che le suddette comunità vengano sottoutilizzate per gli utenti a cui sono destinate e risulterebbe, altresì, che diversi minori, con le suddette patologie, vengano ricoverati presso strutture di altre regioni, determinando così, uno spreco di risorse finanziarie -:

il numero delle strutture residenziali adibite a Comunità educative per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi, la loro ubicazione geografica, la loro capacità ricettiva, il numero dei minori attualmente ricoverati, l’ammontare complessiva della spesa annua per la loro gestione;

se l’utenza risponde ai requisiti richiesti ossia in possesso di diagnosi del servizio di neuropsichiatria infantile o del centro di salute mentale dell’ASP di competenza dalla quale si evinca la compatibilità della problematica dell’utente con la tipologia della struttura giusto regolamento regionale 23 marzo 2010 n. 5 pubblicato in BUR n. 5 supplemento straordinario n. 10 del 31 marzo 2010 punto 8.1.1 capoverso a.;

la spesa sostenuta negli ultimi anni per il ricovero presso strutture situate in altre regioni di minori affetti dalle suddette patologie;

quali iniziative si intendono intraprendere per perseguire una effettiva razionalizzazione della spesa regionale che possa portare ad una eliminazione degli sprechi e che determini un miglioramento dei servizi esistenti e una diversificazione delle offerte per meglio rispondere alle esigenze rilevate.”

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. Solo qualche secondo per rivolgere anche io gli auguri di buon lavoro ai neo parlamentari, qualcuno era pure presente in quest’Aula, e per rivolgere un bentornato in quest’Aula al collega Naccari Carlizzi.

Detto ciò l’interrogazione sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento prende spunto dai dettami della legge regionale numero 21 del 1996 con la quale la Regione aveva regolato il servizio attraverso i gruppi appartamento.

Successivamente, la Giunta regionale, il 23 marzo 2010, approvava una serie di regolamenti che stabilivano criteri di autorizzazione e funzionamento e procedure per l’accreditamento delle strutture a servizio residenziale per minori.

In questa fattispecie – una in particolare – riguardava le cosiddette comunità educative per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento.

Allo stato, risulterebbe che le suddette comunità invece siano sottoutilizzate per gli utenti a cui sono destinate e risulterebbe, invece, che diversi minori che hanno le suddette patologie vengano ricoverati in strutture di altre Regioni con un aggravio pesante per le casse della Regione Calabria.

Questo genera, secondo noi, anche uno spreco di risorse che la Regione non dovrebbe consentirsi.

Con questa interrogazione vogliamo capire quante sono le strutture residenziali accreditate ed adibite a comunità educative per minori, la loro ubicazione rispetto anche alla dislocazione geografica, la capacità ricettiva, il numero di minori attualmente ricoverati, l’ammontare della spesa annua e soprattutto se l’utenza che vi è allocata risponde ai requisiti richiesti cioè in possesso di diagnosi del servizio di neuropsichiatria infantile o del centro di salute mentale nelle Asp di competenza nella quale si evinca, proprio, la compatibilità della problematica dell’utente con la tipologia delle strutture in ordine ai dettami dei regolamenti e della legge che ho prima richiamato e, soprattutto, la spesa degli ultimi anni per il recupero presso queste strutture. Infine, quali iniziative intende l’assessore Stillitani, ed il dipartimento, la Giunta regionale mettere in atto qualora si è affermato che c’è lo spostamento dei pazienti verso le altre Regioni per razionalizzare i costi e ricondurre tutto nell’alveo dei servizi della Regione Calabria ed evitare che ci siano ulteriori pesanti aggravi della spesa pubblica e del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Prego, assessore Stillitani.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Voglio fare una premessa che valga anche per qualche altra interrogazione - è chiaro che tutto il sistema dell’assistenza socio-assistenziale in Calabria credo che vada un po’ riformato. Riformato tanto nell’aspetto della qualità del servizio che viene ad essere prestato e soprattutto per quanto attiene la quantificazione delle rette.

Tutte le strutture socio-assistenziali negli anni in Calabria sono sorte senza una programmazione, sono sorte su iniziativa dei singoli proponenti che sono prevalentemente associazioni, ma senza una effettiva analisi né dal punto di vista della distribuzione territoriale né dal punto di vista della effettiva necessità di quel particolare tipo di servizio.

A tal proposito stiamo operando – come assessorato alle politiche sociali – ad una rivisitazione di tutto il sistema partendo, innanzitutto, da un censimento di tutte le strutture che sono presenti e sono operative sul territorio regionale. Sia le strutture accreditate, cioè quelle che ricevono degli aiuti da parte della Regione, sia delle strutture che sono semplicemente autorizzate al funzionamento e che sono circa un centinaio che non ricevono – per carenza di risorse, appunto – risorse da parte della Regione.

Contemporaneamente siamo andati a verificare dando un incarico ad una società specializzata, l’Ernst & Joung, quali fossero gli effettivi costi industriali che ogni tipologia di servizio che veniva ad essere acquistati dalla Regione sosteneva.

Cioè siamo andati a verificare se, effettivamente, quello che le varie rette determinate dalla Regione cioè l’importo delle rette fosse conforme o meno a quello che erano i costi teorici che le strutture  divise per tipologia dovevano sopportare.

Ne è venuto fuori un quadro abbastanza complesso e differenziato dove è stato evidenziato che vi è, innanzitutto, una distribuzione non omogenea di queste strutture sul territorio regionale.

Noi abbiamo una concentrazione di servizi per territori e non una distribuzione omogenea secondo le necessità su tutto il territorio calabrese. Cioè possiamo avere una concentrazione, per esempio, di case per anziani in una provincia ma non ne abbiamo in altre, mentre in altre province o in altre zone abbiamo i centri per minori.

Quindi una riforma, una riallocazione della ubicazione territoriale di queste strutture sarebbe opportuna.

Poi è stato evidenziato anche che le rette che vengono ad essere corrisposte non sono omogenee. Genericamente le rette che vengono ad essere corrisposte dalla Regione Calabria sono inferiori rispetto ai costi industriali teorici che le strutture sopportano. Prevalentemente la gran parte di queste strutture sopravvive solo grazie all’aiuto dei volontari.

E’ venuta fuori anche, però, una annotazione che sostanzialmente ci porta a prender atto che questo delta tra il costo industriale del servizio e la retta non è ugualmente penalizzante per tutti i tipi di strutture.

E’ quindi necessario – ed a tal proposito ci stiamo adoperando – creare una equità ed una omogeneità sia pure nelle ristrettezze economiche tra tutte le strutture.

PRESIDENTE

Assessore la prego di rispettare i tempi di risposta.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Concludo dicendo che, non più di una ventina di giorni fa, abbiamo adottato in Giunta una delibera, dando incarico al dipartimento di far propria questa indagine in modo a iniziare ad adeguare le rette partendo da quelle più penalizzanti.

Per quanto attiene le strutture per minori con disagio psichico e del comportamento, le strutture maschili che oggi esistono sono ubicate due sul territorio provinciale di Catanzaro ed una su Polistena ed assicurano l’accoglienza di ragazzi di sesso maschile dai 14 ai 21 anni. Non possono accogliere ognuna più di sette ragazzi.

I costi annualmente a capacità massima ricettiva previsti sono di 1 milione 200 mila euro. In riferimento ai saldi del 2012 per quanto riguarda i pagamenti, saldi 2012 e acconto 2013 il settore ha già proposto i decreti di liquidazione che sono presso la Ragioneria e che sono pronti per la liquidazione; non esistono allo stato dei minori che potrebbero essere ricoverati in queste strutture presenti in strutture fuori Regione.

Allo stato non stiamo sopportando alcun costo aggiuntivo presso altre Regioni per questo tipo di assistenza e di strutture.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Dalla parte finale della risposta prendo atto che non ci sarebbero minori che sono dislocati in altre Regioni.

In ogni caso non mi posso ritenere soddisfatto perché, ricordiamo, il regolamento è stato adottato nel marzo 2010 quando bisognava già a quella data fare una analisi del fabbisogno ed un censimento.

Non è certamente possibile oggi ascoltare che dopo 3 anni prima si adottano i regolamenti e si stabiliscono i criteri e poi si va ad analizzare il fabbisogno, le condizioni e la dislocazione e tutto quello che ruota attorno.

L’assessore ha anche affermato l’altro punto nevralgico, l’altro nervo scoperto che è quello che queste strutture ed in particolare i gruppi appartamento sostengono dei costi con i quali non riescono più a rientrare. L’assessore ha affermato che le rette sono inferiori e spesso sopravvivono grazie al volontariato.

Per cui non mi ritengo soddisfatto ma invito alla massima celerità, alla massima attenzione, al massimo rigore soprattutto per evitare che ci siano molti costi passivi e che ci sia invece una offerta che possa in qualche modo rispondere all’esigenza della intera Regione e delle strutture che siano adeguate e dislocate esattamente secondo il fabbisogno in tutto il territorio regionale.

Interrogazione a risposta immediata numero 299 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 299 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale”. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 21/96 veniva disciplinato da parte della regione il servizio erogato dai Gruppi Appartamento nei confronti dei minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria;

successivamente a seguito di deliberazioni della Giunta regionale, in data 23 marzo 2010, venivano approvati una serie di regolamenti attuativi tendenti a definire i criteri per l’autorizzazione al funzionamento e le relative procedure per l’accreditamento delle strutture adibiti a servizio residenziale per minori;

i regolamenti attuativi individuano alcune tipologie di struttura residenziale e alcuni di essi in particolare definiscono:

1. Gruppi Appartamento per minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria (ex legge R. 21/96)

2. Comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;

dalla lettura dei due regolamenti succitati si evince che i soggetti destinatari degli interventi si equivalgono dal punto di vista tipologico e ospitano entrambi minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria determinando di fatto uno stato di confusione e uno spreco di risorse finanziarie -:

il numero strutture adibite a Comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi di cui al regolamento regionale 23 marzo 2010, n. 7 pubblicato in BUR n. 5 supplemento straordinario n. 10 del 31 marzo 2010;

la loro ubicazione geografica;

la capacità ricettiva;

il numero minori attualmente ricoverati;

la spesa annua di gestione;

i criteri che hanno portato al loro accreditamento considerato il servizio già disciplinato;

quali iniziative si intendono intraprendere per perseguire una effettiva razionalizzazione della spesa regionale che possa portare ad una eliminazione degli sprechi e che determini un miglioramento dei servizi esistenti e una diversificazione delle offerte per meglio rispondere alle esigenze rilevate”.

Pregherei i colleghi di rimanere nei tempi assegnati che sono, ripeto, tre minuti per l’esposizione; due minuti per la risposta e uno per dichiararsi soddisfatto o meno, altrimenti superati i minuti assegnati toglierò la parola.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione è un po’ sulla falsariga della precedente per cui sarò ancora più breve.

Anche qui la materia è regolata dalla legge regionale numero 21 del 1996 con i gruppi appartamento. Il regolamento del 23 marzo 2010 ha individuato ulteriori organismi che sono le comunità educative per cui dal regolamento si evincerebbe che ci sia una sorta di duplicazione della funzione di assistenza verso i minori che sono sottoposti a provvedimenti penali amministrativi.

Si determina, quindi, un forte stato di confusione e secondo noi anche qui un aggravio di spese perché tra l’altro avviene il cosiddetto vuoto per pieno, cioè il pagamento delle prestazioni che vengono erogate sia dai gruppi appartamento che dalle comunità educative.

A questo proposito vogliamo sapere: il numero delle strutture adibite a comunità educative, la loro ubicazione geografica e capacità ricettiva, il numero dei minori attualmente ricoverati, la spesa annua e soprattutto i criteri che hanno portato al loro accreditamento considerando che il servizio era già disciplinato dalla legge regionale numero 21 del 1996 attraverso i gruppi appartamento.

Ed infine quali iniziative si intendono intraprendere per perseguire una effettiva razionalizzazione che contemperi un servizio adeguato con costi ridotti verso le casse della Regione.

PRESIDENTE

Prego, assessore.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Qui valgono più o meno le stesse considerazioni della interrogazione precedente. E’ chiaro che si sta riformando un po’ tutto il settore delle strutture socio-assistenziali.

Comunque, le strutture operative sono attualmente due e sono distribuite una in provincia di Catanzaro mentre l’altra è in provincia di Cosenza. Ciascuna assicura l’accoglienza di minori di sesso femminile dai 14 ai 21 anni di età per un numero massimo di sei in stato di disagio sociale o devianza.

Le strutture sono utilizzate al massimo, cioè sono sostanzialmente piene. La previsione di spesa annua è di circa 550 mila euro ed anche qui sono stati emessi i decreti da parte del dipartimento per il pagamento e sono in attesa di liquidazione da parte della Ragioneria.

Anche qui il discorso è quello di prima: è necessaria una rivisitazione generale dell’offerta per adattare l erogazione dei sussidi da parte della Regione a quelle che sono le effettive necessità.

Su questo si sta procedendo e siamo partiti con il censimento e l’adeguamento della struttura ed adesso abbiamo una idea che vedremo se è possibile portare a compimento.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, prendo atto che comunque le interrogazioni sono servite a stimolare un’azione che è stata dormiente in questi tre anni.

Nella interrogazione, a parte i dati numerici delle strutture ed i costi annui, chiedevamo quali fossero le iniziative per razionalizzare e contemperare anche una diversificazione di funzioni per evitare duplicazioni inutili tra gruppi appartamento e comunità educative.

Su questo l’assessore non ci ha risposto e quindi non mi posso dichiarare soddisfatto per nulla. Aggiungo però che è importante che queste operazioni, che, tra l’altro, apprendiamo vengono rivolte – almeno dalla prima interrogazione – da organismi esterni, vengano compiute celermente e per un servizio così delicato che riguarda i minori che ci sia la massima attenzione e finalmente la risposta che in tre anni non c’è stata.

Interrogazione a risposta immediata numero 303 del 22 ottobre 2012 a firma del consigliere Guccione “Sul mancato adeguamento e sui gravi ritardi nella erogazione delle rette alle strutture della provincia di Cosenza che ospitano minori”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione, a risposta immediata, è la numero 303, però è assente l’assessore Stillitani, quindi viene rinviata. Si tratta, comunque, di una interrogazione del 22 ottobre 2012 a firma del consigliere Guccione “Sul mancato adeguamento e sui gravi ritardi nella erogazione delle rette alle strutture della provincia di Cosenza che ospitano minori” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale”. Per sapere – premesso che:

in provincia di Cosenza operano 93 strutture che accolgono 998 minori distribuite in 27 Case famiglia con 297 minori accolti, 59 Centri Diurni con 652 minori accolti, 7 Gruppi Appartamento con 49 minori accolti;

i minori ospitati in queste strutture sono perlopiù bambini disagiati e bisognosi di aiuto, privi di una famiglia idonea, provenienti dalle zone più povere e più difficili dell’area urbana cosentina e dell’intera provincia. Essi appartengono al tessuto più fragile della nostra comunità e portano con sé il peso di situazioni di sofferenza e di disagio maturate in contesti familiari spesso inimmaginabili e che invocano sicuramente un percorso di tutela e di accoglienza assai delicato e faticoso;

all’interno di queste strutture operano figure specialistiche (educatori ed assistenti sociali) che hanno fatto dell’accoglienza prima che un lavoro, la ragione della propria vita;

da tempo opera in provincia di Cosenza un Coordinamento Provinciale dei servizi per i minori (case-famiglia, centri diurni, centri socio-educativi, servizi domiciliari, centri di incontro ecc. ecc.) che non ha fini di lucro e che si propone di collegare le case famiglia e gli altri servizi educativi, sociali ed assistenziali aderenti, favorendo il confronto, lo scambio di esperienze e di buone prassi ed offrendo supporto organizzativo ed operativo nello svolgimento delle attività pedagogico- educative e nel pieno adempimento degli obblighi di legge su aspetti organizzativi e gestionali comuni, promuovendo e divulgando una cultura dell’infanzia e dell’accoglienza fondata sulla centralità della persona umana quale "essere unico e irripetibile", sulla prevenzione di ogni abuso fisico e psichico e di qualsiasi forma di sfruttamento e di violenza;

la Regione Calabria, rispetto alle altre regioni del Paese, elargisce una retta omnicomprensiva che è la più bassa d’Italia e che ammonta a soli 31 euro al giorno per ogni bambino ospitato, nonostante le ripetute e accorate richieste di adeguamento inoltrate al presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe Scopelliti basate sia sull’aumentato costo della vita e sia perché ai servizi sono stati richiesti adeguamenti funzionali, strutturali e di personale con conseguente lievitazione dei costi a carico degli enti gestori,

stante l’inadeguatezza delle risorse loro destinate, per le annualità 2010 e 2011 e per il 2012 queste strutture non hanno ancora ricevuto i fondi trasferiti dalla Regione al Comune di Cosenza e, a dieci mesi dall’inizio del 2012, dalla Regione non si è ancora visto nemmeno un euro;

in conseguenza di ciò queste strutture sono ormai ridotte alla fame e non possono più provvedere ai fabbisogni quotidiani degli ospiti, mentre gli operatori non ricevono gli stipendi ormai da diversi mesi -:

quali iniziative urgenti si intendono assumere per adeguare le misere rette che eroga la Regione Calabria per ogni bambino ospitato e per risanare celermente una situazione di ritardi nell’erogazione dei fondi destinati alle strutture di accoglienza dei minori che definire "vergognosa" significa davvero usare un eufemismo. Una situazione che non può essere più sottaciuta e tollerata soprattutto in un momento di crisi gravissima come quello che sta attraversando la Calabria. Una società veramente civile e democratica non può starsene tranquilla e indifferente di fronte al dolore e alla sofferenza di bambini sfortunati, poveri e abbandonati fin dalla nascita, a cui ora si vuole negare anche quello che spetta loro di diritto”.

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, questa interrogazione è stata presentata nel 2012, pertanto la ritengo superata perché abbiamo già provveduto.

PRESIDENTE

L’interrogazione è, quindi, decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 305 del 25 ottobre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti dei sussidi relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 305 del 25 ottobre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti dei sussidi relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

circa 20 mila lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga da diversi mesi vivono una situazione difficile per il venir meno dei sussidi in quanto gli ottanta milioni messi a disposizione dal Ministero del lavoro lo scorso 5 Giugno non sono risultati sufficienti a garantire la copertura dei pagamenti fino al 31 dicembre 2012;

a seguito di vibranti proteste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali è stato sottoscritto a Roma, dal Ministro del lavoro Elsa Fornero e dall'assessore regionale Francescantonio Stillitani, un nuovo accordo per l'erogazione di ulteriori trenta milioni di euro, finalizzati al pagamento dei sussidi, relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga, fino al 31 dicembre 2012;

è emerso, altresì, che sarebbero disponibili, da parte dell'Inps per la Regione Calabria, ulteriori venticinque milioni di euro e, quindi, si potrà disporre per il pagamento dei sussidi di oltre cinquanta milioni di euro;

comunque, in base ai dati forniti dalla Regione, i fondi stanziati non basteranno alla copertura totale dei pagamenti fino a dicembre prossimo, e proprio per questo motivo, l'accordo sottoscritto, stabilisce che il Ministero del lavoro possa prevedere un nuovo reintegro di risorse;

ancor più preoccupanti sono le prospettive future in materia tenuto conto che, per quanto appreso da fonti ministeriali, per l'anno 2013 le risorse disponibili su base nazionale ammonterebbero ad appena 1 miliardo di euro e per l'annualità 2014 saranno ulteriormente ridimensionate -:

qual è lo stato dei pagamenti dei sussidi in favore dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, se le somme garantite dall'Inps siano state erogate, quali ulteriore somme necessitano per coprire tutta l'annualità 2012 e i tempi di erogazione delle stesse;

se effettivamente, come si paventa negli ambienti ministeriali, le risorse stanziate dal Governo nazionale per l'anno 2013 andranno incontro ad una pesante decurtazione;

quali iniziative la Regione intende intraprendere, anche con l'utilizzo di risorse proprie, per garantire per l'annualità 2013 le risorse necessarie a coprire il fabbisogno finanziario dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, tenuto conto, altresì, della grave crisi economica destinata ad un ulteriore peggioramento”.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. Anche questa interrogazione risale ad ottobre 2012 e purtroppo è grave che sia ancora attuale.

Circa 20 mila lavoratori calabresi sono percettori degli ammortizzatori sociali in deroga e vivono una situazione difficile perché sono venuti meno i sussidi in quanto gli 80 milioni messi a disposizione del Ministero lo scorso 5 giugno non sono risultati sufficienti a garantire la copertura dei pagamenti fino al 31 dicembre.

A seguito di vibranti proteste e di impegni e della sottoscrizione davanti al Ministero del lavoro tra il ministro Fornero e l’assessore Stillitani, un nuovo accordo aveva previsto l’erogazione di ulteriori 30 milioni.

E’, altresì, emerso che sarebbero disponibili da parte dell’Inps per la Regione Calabria ulteriori 25 milioni di euro e quindi dovrebbe potersi disporre il pagamento dei sussidi di oltre 50 milioni di euro.

Con questa interrogazione, viste le prospettive nebulose per il 2013 e visto che la crescita esponenziale purtroppo per il deficit gravissimo che sta attraversando con una cassa integrazione in deroga che aumenta smodatamente, vorremmo sapere intanto qual è lo stato di pagamento dei sussidi avendo conoscenza da più parti che non sono stati pagati nemmeno per il 2012; come sono state reperite, se sono reperite e se in effetti esistono le somme per l’annualità 2012; quali sono i tempi di erogazione e se effettivamente le risorse stanziate per il 2013 subiranno una pesante decurtazione.

Se la pesante decurtazione che si annuncia ci sarà quali iniziative la Regione intende intraprendere per garantire l’annualità 2013 e quali iniziative intende intraprendere la Regione per sanare l’inaccettabile situazione che per il 2012 vede gran parte di questi lavoratori non aver ricevuto i sussidi.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Diciamo che in merito alla problematica degli ammortizzatori sociali in deroga credo sia un po’ nota a tutti la mia polemica, anche pubblica, col ministro Fornero.

Di fatto, per quanto attiene il 2012, il Ministro ha sottoscritto un accordo con la Regione Calabria nel quale era previsto che l’intero ammontare necessario per la copertura di tutti gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2012 fosse a carico del Governo statale. Ma credo che anche in questo caso, come è successo con gli esodati, il Ministero abbia fatto male i conti perché ancora oggi, malgrado tutte le proteste sollevate non solo dalla Calabria ma anche da tutte le altre Regioni, non vi è la copertura totale delle risorse necessarie per corrispondere ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga l’intero ammontare di quanto spetta nel 2012.

Sono stati erogati alla Regione Calabria una prima tranche di 80 milioni, una seconda tranche di 30 milioni con un protocollo sottoscritto in maniera molto avventurosa nel mese di ottobre e non più di una ventina di giorni fa è stato autorizzato, in aggiunta a questi 110 milioni, il pagamento di ulteriori due mensilità.

A conti fatti sulla base di tutte le risultanze delle verifiche fatte tra dipartimento ed Inps ritengo che ancora per saturare il 2012 il Ministero, relativamente alla Regione Calabria, debba mettere a disposizione ulteriori 30 milioni di euro.

Vi sono tutta una serie di incontri programmati nei prossimi giorni a livello di conferenza Stato-Regioni con posizioni abbastanza pesanti.

Ritengo che la volontà del Governo Monti sia stata quella di demandare al prossimo Governo la soluzione del problema. Ad oggi mancano ancora – io stimo – una trentina di milioni per saturare le spettanze del 2012.

Per quanto riguarda il 2013 la situazione è ancora più critica perché di fronte ad una necessità stimata dal dipartimento di circa 300 milioni di euro - perché se noi dovessimo prorogare tutti i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 la cifra necessaria per la sola Regione Calabria è di circa 300 milioni di euro – il Ministero ne ha messi a disposizione della Regione solo 29.

Significa che noi abbiamo solo un decimo delle risorse necessarie per procedere al pagamento dei lavoratori che ormai sono diventati 25-30 mila che si aggiungono e aumentano sempre di più.

E’ un problema che stiamo affrontando di concerto col sindacato, nelle riunioni che si susseguono. Siamo in procinto di sottoscrivere l’accordo istituzionale per il 2013 soprattutto nel tentativo di salvare quei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga - che sono in Calabria circa 7 mila – che sulla base di accordi precedenti verrebbero ad essere completamente esclusi.

Se non vengono ad essere modificati gli accordi, a prescindere dalla messa a disposizione delle risorse, almeno 7 mila lavoratori non potrebbero rientrare nella proroga.

E’ volontà comune di cercare di evitare questo ed ecco l’interlocuzione continua che stiamo cercando di avere con il mondo sindacale per cercare di trovare una formulazione dell’accordo che possa permettere il salvataggio anche di questi 7 mila lavoratori che sulla base di accordi precedenti – tanto a livello nazionale che regionale – verrebbero ad essere esclusi.

L’ultima mia nota è stata inviata ai sindacati non più di una settimana fa. Stamattina a latere della riunione per gli Lsu abbiamo concordato un incontro per la fine della prossima settimana dove verrà ad essere analizzata e verificata la fattibilità pratica delle richieste per i sindacati per poi collocare all’inizio della settimana entrante il tavolo istituzionale e quanto meno poter partire con l’erogazione dei 29 milioni.

Volevo evidenziare – ne approfitto – all’attenzione del Consiglio tutto che questa è una vera e propria bomba sociale. E’ una cosa che noi abbiamo sottostimato anche se l’abbiamo più volte scritta e riscritta, discussa in varie sedi.

Corriamo il rischio di non avere le risorse necessarie per procedere al pagamento spettante a 25 mila lavoratori calabresi. Speriamo, è quel che ci auguriamo tutti quanti e credo che se lo augurasse anche il ministro Fornero quando ha sottoscritto l’accordo, che il prossimo Governo, a prescindere al colore di appartenenza, possa riservare a questo mondo del precariato, dei lavoratori che hanno perso il lavoro, una maggiore attenzione rispetto a quella che è stata posta finora.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, devo semplicemente sottolineare che forse sta passando sopra le nostre teste quel che potrà accadere da qui a qualche settimana cioè la deflagrazione della Regione, una deflagrazione sociale che travolgerà tutto e tutti se questi sono i numeri.

Rispetto allo scorso anno è più che raddoppiato il fabbisogno.

Caro assessore, non bastano le note o i protocolli. Non posso che dichiararmi non solo insoddisfatto ma profondamente preoccupato, allarmato e turbato perché, addirittura, se scorro i comunicati stampa che avete emanato nelle scorse settimane si diceva “bene lo sblocco del pagamento e bene quel che ha fatto il Governo”.

Qui il problema è gravissimo. Penso che sia opportuno che ci sia una seduta di Consiglio regionale dedicata a questo allarme sociale che oggi l’assessore ha confermato e che noi abbiamo sollevato già da ottobre quando abbiamo presentato questa interrogazione.

Penso che sia indispensabile affrontarlo con la massima serietà e col massimo rigore, altrimenti questa Regione rischia di deflagrare nell’arco di qualche settimana.

Interrogazione a risposta immediata numero 306 del 8 novembre 2012 a firma dei consiglieri De Gaetano, Censore, Guccione “In ordine alla situazione4 del personale ex Lpu e Lsu della Regione Calabria

PRESIDENTE

E’ stata presentata Interrogazione a risposta immediata numero 306 del 8 novembre 2012 a firma dei consiglieri De Gaetano, Censore, Guccione “In ordine alla situazione del personale ex Lpu e Lsu della Regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:

in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;

gli stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;

la Giunta regionale non ha previsto nell'assestamento di bilancio la relativa copertura finanziaria fino a dicembre 2012;

pur essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato -:

come intendono intervenire tempestivamente affinché siano pagate le spettanze arretrate ai lavoratori LSU e LPU, prevedendo al contempo, un piano di puntuale pagamento mensile”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Presidente, voglio affrontare questa interrogazione anche per dimostrare alla Giunta e alla opinione pubblica come noi di questo problema non ci occupiamo soltanto oggi ma ne abbiamo parlato nel lontano novembre dello scorso anno.

Insieme ai colleghi Guccione e Censore chiedevamo alla Giunta regionale lumi sul mancato pagamento degli Lsu e degli Lpu che sono oltre 5 mila nella nostra Regione. Ad oggi non abbiamo avuto risposta ancora ed i pagamenti non sono stati effettuati.

Stamattina il direttore generale ha detto di aver mandato in pagamento gli arretrati che risalgono a luglio 2012. Ora ovviamente, dico all’assessore che avremmo voluto discutere questa interrogazione molto prima, quando l’abbiamo presentata, ma riusciamo a discuterla solo a marzo 2013.

Chiedo all’assessore come mai la Giunta non abbia ancora pagato nonostante ci fosse un impegno del dicembre 2012. Siamo arrivati a marzo ed ancora non è stato pagato.

Chiedo una soluzione per il futuro perché non è possibile che questi lavoratori lavorino per 7 mesi e per 7 mesi non vengano pagati.

Bisogna trovare una soluzione definitiva che consenta di pagare mensilmente i lavoratori come tutti i lavoratori di questo mondo.

E’ veramente inconcepibile che uno lavori 7 mesi e per 7 mesi non venga pagato.

Una soluzione va trovata e su questo vogliamo avere lumi dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE

Prego, assessore Stillitani.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Non mi soffermo sulle problematiche della legge, poi se ne discuterà magari più approfonditamente quando sarà trattata in quest’Aula.

Voglio solo dire che tutte le risorse che sono state messe a disposizione del dipartimento con l’ultimo mini assestamento nel mese di dicembre sono state erogate esattamente nei tempi previsti, cioè l’anno scorso.

Quest’anno – ricordo che siamo nel mese di marzo – bisognava, prima di procedere alla erogazione, al pagamento del 2013, aspettare quelle che erano le rendicontazioni dei comuni.

Al 28 febbraio oltre 100 comuni non avevano ancora presentato le rendicontazioni tanto è vero che si è deciso di procedere ugualmente alla liquidazione del 2012 per tutti quei comuni che erano perfettamente in regola.

In effetti – devo riconoscerlo – un minimo di ritardo sulla predisposizione dei pagamenti in quest’ultimo periodo c’è stato ma questo è stato anche dovuto alla confusione che si è creata dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva messo in discussione i pagamenti e le spettanze per l’anno precedente.

Comunque, ad oggi, secondo quanto detto qualche ora fa nell’Aula delle Commissioni dal direttore generale Calvetta, i decreti di liquidazione sono stati già predisposti dal dipartimento ed i mandati ai vari comuni sono stati già predisposti e avviati dalla Ragioneria.

E’ chiaro che restano ancora da erogare quelle che sono le spettanze dei lavoratori per i quasi 100 comuni che non hanno ancora predisposto la rendicontazione.

PRESIDENTE

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Mi dichiaro insoddisfatto, pur riconoscendo la buona volontà dell’assessore; come ho sempre detto in quest’Aula, ma anche personalmente a lui, ha messo l’impegno quando ha chiesto le risorse al bilancio e questo non le ha mandate.

Ma il punto da risolvere, soprattutto con l’assessorato al bilancio, è che questa interrogazione è stata presentata l’8 novembre 2012. In questa interrogazione chiedevamo perché non fossero state pagate le spettanze da luglio 2012.

Ad oggi – non temo nessuna smentita – ai lavoratori Lsu e Lpu in tasca non è ancora arrivato il pagamento di luglio 2012.

Il dirigente del settore lavoro ha detto di aver mandato il decreto in Ragioneria per le spettanze arretrate venerdì. Conosciamo, ovviamente, i tempi della burocrazia questo significa che se venerdì ha mandato in Ragioneria bene che vada arriverà a metà di aprile, perché questi sono i tempi.

Ci vogliono 15 giorni. Quindi niente da dire all’assessore Stillitani, come ho detto prima, perché so del suo impegno.

L’assessorato al bilancio di questa Regione non si può consentire più questi lussi che sono delle vergogne vere e proprie nei confronti dei lavoratori calabresi.

Uno non può lavorare per 7 mesi senza ricevere lo stipendio perché quello stipendio è guadagnato, se lo è sudato e sono dei lavoratori fondamentali per i comuni calabresi.

Non sono soddisfatto e chiedo all’assessore Mancini di predisporre per tempo e di assecondare le lettere che manda l’assessore Stillitani. Non vuole assecondare l’assessore Stillitani? Assecondi gli ordini del giorno che sono stati votati alla unanimità in questo Consiglio che puntualmente sono disattesi dall’assessore al bilancio.

Su questo dobbiamo aprire un dibattito perché non se ne può più. C’è scarso rispetto vero i lavoratori e scarso rispetto istituzionale verso quest’Aula.

Interrogazione a risposta immediata numero 309 del 12 novembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla situazione dell’Istituto di Scienze neurologiche del Cnr di Piano Lago”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 309 del 12 novembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla situazione dell’Istituto di Scienze neurologiche del Cnr di Piano Lago” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Istituto di Scienze Neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (ISN-CNR) è Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone (CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia (CZ) e Catania;

l'ISN del Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;

la sede dell'ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema nervoso;

l'ISN-CNR svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell'ambito delle quali vanta numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di riferimento per tutto il meridione d'Italia;

le malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton, il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione dell'Italia meridionale ed in particolare su quella calabrese;

l'Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale afferente a dette;

nell'ambito della valutazione degli Istituti del CNR effettuata da 26 Panel di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;

l'ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno ha erogato fino a 8.000 prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;

tale attività sanitaria è stata svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che ha consentito di sopperire alle carenze del Sistema Sanitario Regionale nell'ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del sistema nervoso su base genetica;

con delibera n. 390 del 01.09.2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per l'erogazione di servizi sanitari;

tale convenzione ha garantito servizi sanitari d'eccellenza alla popolazione calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi malattie neuro/degenerative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1998, giusta delibera n. 8530 della Giunta regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;

a seguito delle proteste degli operatori della struttura, ma anche dell'iniziativa politica di consiglieri regionali, sindaci del territorio e parlamentari nazionali sulla vicenda, della Provincia di Cosenza, il presidente della Giunta regionale con una lettera al Presidente dell'Amministrazione provinciale di Cosenza in data 18. 09. 2012 comunicava di avere "assegnato il relativo budget all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per il ripristino della convenzione, precisando che "nessuno dei componenti l'attuale Giunta regionale, tantomeno il sottoscritto. ha mai ipotizzato il trasferimento delle attività del Cnr di Mangone a Catanzaro”;

ad oggi non è stata ripristinata la convezione di cui sopra;

per il 14 novembre p.v, è stato convocato un consiglio di amministrazione dell'Istituto, con all’ordine del giorno la riproposizione del punto sulla "Riorganizzazione dell'ISN-CNR", che comporterebbe lo smantellamento della struttura di Mangone (CS) ed il suo trasferimento a Catanzaro.

tale prospettiva è evidenziata nella relazione (Proposta di Riorganizzazione dell'Istituto di Scienze Neurologiche prot. 1883 del 25.10.2012) predisposta dall'Ufficio Programmazione Operativa dell'Istituto e nella relativa documentazione istruttoria sottoposta all'attenzione del consiglio di amministrazione -:

se non sia il caso di intervenire tempestivamente per ripristinare, formalmente, il rapporto di convenzione tra ISN-CNR di Mangone e Regione Calabria, dando seguito agli impegni pubblicamente assunti da codesta Presidenza in ordine alla vicenda di che trattasi;

quali iniziative si intendono assumere per evitare il trasferimento dello stesso a Catanzaro, smantellamento di fatto uno dei centri di eccellenza nel campo della ricerca, della diagnostica e dei servizi sanitari nella nostra regione”.

(Interruzione)

Questa interrogazione è superata?

Domenico TALARICO

Credo, Presidente, che questa interrogazione sia superata dagli eventi.

Interrogazione a risposta immediata numero 310 del 15 novembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla situazione degli ex lavoratori di Ferrovie della Calabria in attesa della corresponsione del Tfr”

PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata numero 310 del a firma del 15 novembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla situazione degli ex lavoratori di Ferrovie della Calabria in attesa della corresponsione del Tfr” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

in data 9 novembre u.s., presso il Ministero dei trasporti è stato siglato un accordo per il trasferimento, entro il 31 dicembre 2012, della proprietà sociale di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione Calabria;

oltre 80 ex dipendenti di Ferrovie della Calabria, licenziati il 31.8.2011 con una procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/91, da oltre un anno sono in attesa della corresponsione del Tfr;

di questi, solo 40, in seguito ad una manifestazione di protesta in data 21 settembre u.s., hanno ricevuto dall'azienda un acconto di 7000 euro;

per soddisfare la legittima esigenza dei soggetti di che trattasi sarebbero necessari non meno di 3 milioni di euro;

l'azienda ha subordinato il pagamento del trattamento di che trattasi alla conclusione dell'iter (ex legge n. 134/2012 di conversione del DL. n. 83/2012) per il trasferimento della proprietà sociale di FdC dallo Stato alla Regione Calabria, regolando in tal modo le partite debitorie e creditorie;

la conclusione del suddetto procedimento consentirebbe di attingere a 20 milioni di euro per la ricapitalizzazione di Ferrovie della Calabria srl e 100 milioni euro di fondi Fas;

la situazione debitoria dell'Azienda, dunque la pendenza di una ingente quantità di decreti ingiuntivi, pone comunque il rischio, anche nell'ipotesi di cui sopra, che la corresponsione delle somme spettanti agli ex lavoratori FdC, ritardi ulteriormente ovvero non si concretizzi in tempi ragionevoli -:

quali iniziative si intendono assumere, per quanto di competenza della Regione, per sbloccare la situazione dei soggetti di cui alla premessa, assicurando che da parte di FdC ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del Trattamento di fine rapporto (TFR), per come la legge prevede”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Non so se l’assessore ritenga opportuno chiarire, credo che sia superata anche questa.

Comunque, signor Presidente, si tratta di una interrogazione finalizzata a conoscere lo stato di erogazione del Tfr per circa 80 lavoratori licenziati dalle Ferrovie della Calabria nel 2011.

Siccome si registrava un evidente ritardo ho chiesto all’assessore di sapere quali fossero le cause di questo ritardo.

Mi pare, non ho elementi certi, che la situazione sia stata superata positivamente.

PRESIDENTE

Prego assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, come accennava il collega Talarico in effetti la situazione si è già risolta perché all’epoca della interrogazione è vero che c’era questa problematica per questi lavoratori ma a quella data la società aveva 100 milioni di debiti. Dopo l’accordo che abbiamo fatto col Ministero, con l’erogazione dei fondi del Ministero e con l’accordo fatto dal notaio col passaggio della società Ferrovie della Calabria alla Regione diciamo che questo debito si è ripianato.

Sono, infatti, già in fase di pagamento tutte le spettanze e tutti gli arretrati, tutti i contenziosi che c’erano.

La stessa società ha predisposto un piano di rientro e di ammortamento rivolto a tutti gli altri creditori che sta andando avanti e sta procedendo. Molti di questi creditori sono stati già soddisfatti.

A questo proposito, per quel che riguarda i lavoratori che erano andati in pensione, sono state erogate tutte le retribuzioni arretrate dei lavoratori, sono in corso di liquidazione alcuni residui di competenza arretrati vantati dagli stessi lavoratori; sono stati erogati anche i trattamenti di fine rapporto a tutti gli ex lavoratori che hanno interrotto il rapporto di lavoro negli anni 2010 e 2011. A breve saranno completati quelli che riguardano il 2012.

Siamo pertanto già nella fase risolutiva ma il ritardo, purtroppo, c’era stato a causa dei gravi debiti che la società aveva.

A questo punto penso che non solo questi lavoratori ma gli altri creditori stiano per essere soddisfatti.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Mi pare, Presidente, che la risposta sia stata soddisfacente e chiara. Attendiamo la regolarizzazione di coloro i quali sono andati in pensione nel 2012. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 312 del 6 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Nucera “In ordine alla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 di Reggio Calabria”

PRESIDENTE

Do lettura adesso della Interrogazione a risposta immediata numero 312 del 6 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Nucera “In ordine alla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 di Reggio Calabria”: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, in data 22.11.2012, prot. n. 80067, ha indetto una gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118;

il disciplinare di gara determina per i cinque mesi di affidamento del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 il valore economico massimo in € 990.000,00, oltre IVA;

nel detto disciplinare sono esclusi dal poter partecipare alla procedura di gare le associazione di volontariato, nonostante le stesse negli ultimi anni abbiano svolto lodevolmente il servizio di supporto alla struttura di Urgenze ed Emergenza SUEM–118;

la gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 prevede una cifra sproporzionata di quasi un milione di euro rispetto al servizio da offrire, anche in considerazione del fatto che le associazioni di volontariato potrebbero gestire lo stesso servizio a costi di poco più di un terzo;

la detta procedura di gara contravviene alle prescrizioni della circolare della Regione Calabria n. 25002 del 23 settembre 2009, con la quale vengono invitate le ASP ad ammettere alle gare d'appalto "i soggetti economici che non perseguono fini di lucro" specificando che il Codice dei Contratti (D.Lgs. 163/2006) abilita a partecipare alle gare "l'operatore economico" indipendentemente dalla forma giuridica assunta;

la detta procedura di gara, infine, contravviene allo spirito e alle determinazioni della legge regionale n. 33 del 26 luglio 2012 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato), che riconosce l'opera sociale svolta dalle associazioni di volontariato che operano con fini esclusivi di solidarietà sociale e gratuitamente, salvaguardandone altresì l'autonomia e la dignità e promuovendo li ruolo determinante di tali organizzazioni per la crescita umana, sociale culturale e civile delle comunità locali e valorizza le iniziative di solidarietà che prevedono l'azione congiunta di più associazioni, e forme di collaborazione tra queste e gli Enti locali al fine di promuovere l'attuazione sul territorio regionale di metodologie di intervento «a rete» -:

se ritiene opportuno, nella Sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, intervenire presso l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, al fine di avere chiarimenti circa l'importo previsto dalla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 del 22.11.2012, prot. n. 80067, e l'esclusione dalla partecipazione alla stessa delle associazioni di volontariato”.

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, l’interrogazione è fra quelle che rientrano col prodotto scaduto ma con l’etichetta fresca per cui per certi aspetti è superata anche se il prodotto è sempre valido.

Qual è il tema di questa interrogazione? L’Asl di Reggio Calabria ha posto in bando il servizio del Suem 118 ed ha escluso fra i partecipanti alla gara le organizzazioni del volontariato. Invece la legge regionale numero 33, mi pare, prevede fra le tante possibilità che le associazioni di volontariato possano svolgere anche il servizio 118.

Premetto che sia sulla Piana di Gioia Tauro sia sul versante della locride sia nel cosentino, nella provincia di Cosenza ed in altre province, il 118 viene garantito da tante organizzazioni di volontariato a costi decisamente bassi rispetto a quello che è il costo effettivo che i privati fanno pagare alle Asl nell’espletamento di questo importantissimo servizio.

Allora, l’Asp 5 di Reggio Calabria fa un bando per 5 mesi pari a 990 milioni di euro, quasi un milione di euro, lo spezzetta e non lo manda alla Sua senza seguire una procedura ortodossa.

Tuttavia il Tar di Reggio Calabria dà ragione all’Asl a fronte dei ricorrenti.

L’interrogazione nasce nelle more fra la decisione del Tar e l’affidamento del servizio e sicuramente è già superata. Si è pronunciato il Tar, ne abbiamo rispetto, ma tuttavia non riusciamo a giustificare che da una parte la Regione legiferi per dare forza e sostegno al volontariato mentre dall’altra parte gli organi burocratici, le sue dirette emanazioni come l’Asp 5 attivi bandi escludendo gli organismi di volontariato.

L’interrogazione ha proprio lo scopo di chiarire meglio una linea di condotta che sia univoca in tutta la Regione Calabria perché non ci può essere un direttore generale a Cosenza e uno a Reggio Calabria con comportamenti diversi.

La seconda è invece quella di privilegiare i rapporti proprio in questo momento in cui c’è bisogno di recuperare fondi per la sanità pubblica e per il servizio in generale che si può offrire. Abbiamo organismi di volontariato che vogliono offrire il servizio a condizioni di gran lunga migliori rispetto ad un servizio affidato tout court ai privati. Non capisco per quale motivo la Regione debba tenere questo duplice comportamento.

A scanso di equivoci, anche ai fini di ciò che è stato il dispositivo del Tar di Reggio Calabria, per quanto mi riguarda poiché non ho voluto bloccare questa iniziativa sono andato oltre presentando un progetto di legge - in questi giorni – tendente a colmare questa arretratezza e questa lacuna che registriamo.

Badate bene che stiamo parlando di servizi che, per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria, costano annualmente 4 milioni di euro al Servizio sanitario regionale. E noi sappiamo quanto sia utile risparmiare proprio su questo versante.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Come diceva l’onorevole Nucera, in effetti l’interrogazione è superata perché c’è una sentenza del Tar che chiarisce che l’Asp aveva diritto a fare una gara anche in questa direzione.

Poi, anche il referente del dipartimento regionale, interrogato, conferma che, in effetti, quello di mandare avanti e scegliere l’opportunità di non invitare il volontariato rientra nella piena autonomia gestionale dell’azienda sanitaria competente per il territorio.

Ben venga come diceva l’onorevole Nucera la possibilità di colmare questa lacuna legislativa che, effettivamente, in questo momento c’è.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, dopo essermi consultato col collega Nicolò dico che, tutto sommato, la risposta è soddisfacente per certi aspetti perché intende sistemare la situazione; questo progetto di legge, comunque, depositato e che sarà poi illustrato ed esaminato in terza Commissione, penso che in qualche modo potrà mettere chiarezza sull’intero argomento.

Mi ritengo, quindi, assolutamente soddisfatto, come dicevo al collega Nicolò.

Interrogazione a risposta immediata numero 313 del 6 dicembre 2012 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sul completamento del DEA dell'Ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla Interrogazione a risposta immediata numero 312 del 6 dicembre 2012 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sul completamento del DEA dell'Ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) dell'Ospedale Civile "Annunziata" di Cosenza, in costruzione da oltre dodici anni e che è stato addirittura inaugurato in passato, rappresenta un punto di alta qualificazione della Emergenza-Urgenza del nosocomio cosentino, la cui operatività riveste una straordinaria importanza per la concreta configurabilità dell'Ospedale dell'Annunziata come struttura HUB;

dovrebbe essere costituito dalle Unità Operative di Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurochirurgia e Chirurgia vascolare e, al suo interno dovrebbero trovare posto le sale operatorie, l'angiografo, l'emodinamica, la T.A.C, e la Risonanza Magnetica;

attualmente tale Dipartimento si trova allocato in postazioni diverse e distanti tra di loro e che tale predisposizione crea numerosi disservizi ai pazienti -:

quanto altro tempo occorra ancora, dopo che sono trascorsi dodici anni dall'inizio dei lavori, per l'apertura definitiva di questo prezioso dipartimento all'interno dell'Annunziata di Cosenza e per il trasferimento delle sei Unità Operative (Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurologia, Neurochirurgia e Chirurgia Vascolare) con le relative attrezzature tecnologiche (angiografo, T.A.C., Emodinanmica, Risonanza Magnetica, ecc) e di conoscere le ragioni per le quali si parla solo del trasferimento del Pronto Soccorso presso il DEA, considerato che ciò procurerebbe una risposta sanitaria inadeguata e frammentaria, anche perché la distanza dagli altri reparti sarebbe maggiore e, quindi, aumenterebbe il tempo necessario per il trattamento sanitario. Cosenza”.

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, il Dea è un dipartimento di emergenza e accettazione, un contenitore moderno per affrontare le emergenze nei casi più acuti.

All’ospedale di Cosenza questo dipartimento è in costruzione da ormai diversi anni e non si riesce mai ad arrivare alla definitiva apertura.

E’ stato diverse volte già inaugurato e si sono registrati casi di - è notorio se ne sta occupando la magistratura – lavori effettuati ma non eseguiti e pagati. Noi siamo in una situazione nella quale prima della campagna elettorale questo dipartimento è stato di nuovo inaugurato e però era completamente vuoto al momento della inaugurazione.

Solo dopo qualche giorno è stato traslocato il pronto soccorso. Ma il Dea è – come dicevo prima – una concezione moderna in cui nello stesso blocco e nello stesso edificio oltre al pronto soccorso devono essere ubicate la chirurgia di urgenza, la rianimazione, la cardiologia, neurologia, neurochirurgia e chirurgia vascolare pertanto ci devono essere le relative attrezzature come l'angiografo, l'emodinamica, la T.A.C, e la Risonanza Magnetica.

Ad oggi al Dea di Cosenza è stato traslocato solo il pronto soccorso e tutti gli altri reparti sono sparsi nel vecchio ospedale a cominciare dall’angiografo e dalla Tac.

Si chiede di sapere – se non rischiamo di avere un caso di malasanità – quando e come sono previsti i trasferimenti di tutti i reparti e solo allora potremo dire che il Dea è aperto. Grazie.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Come diceva l’onorevole Guccione il Dea è un dipartimento con una elevatissima complessità dal punto di vista clinico-assistenziale e dunque il trasferimento necessita di una valutazione organizzativa di tipo sia clinico sia logistico.

Il trasferimento è stato oggetto di una valutazione molto attenta e soprattutto di un cronoprogramma molto rigoroso.

Quindi è stato definito, in primis, di trasferire il pronto soccorso rafforzandolo anche con l’introduzione di una presenza 24 ore su 24 di un rianimatore e di un cardiologo. In aggiunta sono stati cronometrati e validati tutti i percorsi dalle sedi del Dea rispetto alle altre sedi quindi rianimazione, cardiologia e sale operatorie.

E’ vero che non sono ancora trasferiti ma in ogni caso i percorsi sono assolutamente attestati, validati e cronometrati quindi rientranti e confacenti nella tipologia del Dea. Ovviamente bisogna completare il trasferimento degli altri reparti.

In quest’ottica di lavorare con un cronoprogramma molto attento proprio due o tre giorni fa doveva essere traferito il reparto di rianimazione e credo sia stato trasferito. Poi, successivamente, si procederà con la stessa logica e con la stessa particolarità ed attenzione che ovviamente il reparto merita.

Siamo in attesa da 11 anni, siamo d’accordo, ma in effetti siamo oggi in condizione di dire che non solo è stata realizzata e completata una parte del trasferimento, ma da qui a non molto sarà assolutamente completato tutto il Dea nella sua interezza così come prevede l’intero progetto.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla risposta della Vicepresidente Stasi che ringrazio per la cortesia ed in parte per la puntualità della risposta.

Vorrei però essere rassicurato, non io ma i cittadini di Cosenza, che per compiere il completamento del Dea ed il trasferimento dei reparti previsto del Dea e dell’angiografo, della Tac, dell’emodinamica e della risonanza magnetica si potesse fare non in 12 anni – quanto è servito per costruirlo – ma in qualche settimana.

Da punto di vista non ci sono rassicurazioni. La mia preoccupazione è che vorrei essere assicurato su quando entrerà in funzione il Dea cioè il dipartimento emergenza ed accettazione che prevede non solo il pronto soccorso ma anche la Tac, la risonanza magnetica e tutte le altre sei unità operative che devono essere in grado di intervenire sul paziente che arriva in fin di vita al pronto soccorso.

Da questo punto di vista i tempi devono essere certi.

Ci sono voluti 12 anni per completare la struttura, non vorrei che ci fosse bisogno di altri 12 anni per aver completamente e definitivamente operativo il centro di emergenza e di accettazione. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 314 del 21 dicembre 2013 di iniziativa del consigliere Mirabelli “Sui lavoratori precari inclusi nella L.R. n. 28 del 24.08.2008 (Servizi amministrativi e tecnici)”

PRESIDENTE

E’ stata presentata Interrogazione a risposta immediata numero 314 del 21 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Mirabelli “Sui lavoratori precari inclusi nella L.R. n. 28 del 24.08.2008 (Servizi amministrativi e tecnici)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al ramo. Per sapere – premesso che:

già dal lontano 1999 è rintracciabile un rapporto di lavoro con la Regione Calabria allorquando le prestazioni venivano somministrate con contratti a tempo determinato dall'agenzia interinale "obiettivo lavoro";

a seguito di ulteriori proroghe e rimescolamenti i suddetti interessati hanno prestato opera con massima diligenza e spirito di sacrificio all'interno della società' “Why not outsourcing”;

in seguito hanno visto sfumare l'occasione di una stabilizzazione con la legge regionale n. 31 modificata dalla legge regionale n. 52 che ha visto di contro stabilizzati i colleghi della sorveglianza idraulica presso l'Afor;

successivamente con l'approvazione della legge regionale n. 28 si è dato corso ad un semplice bando selettivo per la collocazione delle unità lavorative presso Azienda Calabria Lavoro e Fondazione Calabria Etica con contratti di collaborazione a progetto (Co.co.pro) -:

quali intendimenti abbiano nel risolvere il problema complessivamente attraverso l'individuazione di un percorso di stabilizzazione ,ma anche solo parzialmente attraverso la proroga, considerati i tempi strettissimi dentro i quali è possibile determinarsi, 31 dicembre 2012.”

Prego, onorevole Mirabelli.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Grazie, signor Presidente. Questa interrogazione è stata prodotta nel dicembre 2012 ed è ancora attuale perché effettivamente da allora non è cambiato nulla.

Vorrei porre veramente all’attenzione della Giunta e dell’assessorato competente che si tratta di una questione anche abbastanza delicata dal punto di vista sociale perché si parla del lavoro di almeno 330-350 persone, unità lavorative che sono diventate negli anni dei precari.

E’ ovvio che l’inizio del rapporto lavorativo di queste persone parte già dal 1999. Partì allora con un rapporto di lavoro a tempo determinato gestito dall’Agenzia interinale “Obiettivo lavoro” e dopo vari rimescolamenti e proroghe questi lavoratori hanno prestato la loro opera professionale - perché si tratta di servizi tecnici ed amministrativi, basti pensare che hanno compartecipato, anzi hanno fatto quel poco di inventariato che c’era a disposizione fino all’anno 2010 per quanto riguarda il patrimonio immobiliare della Regione Calabria - e quindi hanno svolto dei ruoli abbastanza delicati ed importanti.

Sono poi passati alla famosa società Why Not che li ha tenuti fino ad un certo punto. S benissimo che hanno visto sfumare l’opportunità di stabilizzazione attraverso quella proposta di legge numero 31 che poi è stata modificata immediatamente dalla legge 52 che però ha visto, di contro, stabilizzati esclusivamente una parte di questi lavoratori.

Mi riferisco a quelli che poi si interessavano della famosa sorveglianza idraulica per conto dell’Afor.

Successivamente, è poi partita nel 2008 la legge numero 28 che tramite un semplice bando selettivo ha collocato queste unità lavorative presso l’“Azienda Calabria Lavoro” e la Fondazione Calabria Etica con dei contratti di collaborazione di tipo Cocopro.

Oggi la proroga - perché si è sempre andati avanti con proroghe - è scaduta al 31 dicembre 2012 e ad oggi mi sembra che le cose non si siano mosse, sono scadute, sono rimasti bloccati e sospesi nel vuoto. Non c’è stata, per questa categoria di lavoratori, una presa di posizione; da qui nasce l’esigenza, non di tipo strumentale perché sul lavoro della gente e sulla disperazione è difficile…, di portare al centro della vostra attenzione questa questione per interrogarvi e sapere che intenzioni ha la Giunta Scopelliti in merito a questo problema.

Li vogliamo prorogare per un ulteriore anno? Perché certamente dopo 14 anni questi si sono precarizzati da soli, non dico sodomizzati ma precarizzati da soli per cui automaticamente resteranno sempre precari ma l’importante è che abbiano un punto di riferimento e di certezza.

O avete già in itinere qualche programmazione e qualche progettazione, qualche percorso che dia la possibilità di poter pensare ad una eventuale stabilizzazione come è stato fatto per quelle unità lavorative, per quegli operai che erano nella sorveglianza idraulica dell’Afor e che hanno trovato tramite la legge 52 la possibilità di allocarsi definitivamente e di stabilizzarsi, al di là dei problemi che hanno anche questi dei pagamenti che arrivano sempre con ritardo?

La domanda, quindi, è questa: vorrei sapere su questa categoria di lavoratori cosa ha intenzione di fare la Giunta. Se ha intenzione di prorogare e continuare per un altro anno oppure pensa, nell’ambito di una giusta proroga, chiamiamola così per tenerli almeno in servizio, in attività lavorativa, di capire se c’è la possibilità – come per altri – di poter stabilizzare anche questi lavoratori. Grazie.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali

Diciamo che i lavoratori di questo bacino sono 310. Noi abbiamo una interlocuzione costante anche con i sindacati che chiedono in maniera abbastanza pressante qualche azione o qualche provvedimento che possa portare ad una stabilizzazione.

La posizione però assunta dalla Giunta è molto chiara: non è stata mai garantita la possibilità di poter stabilizzare in nessun modo questi lavoratori.

Quel che è stato garantito e quello che si sta facendo, sia pure con mille difficoltà anche di natura economica, è quella di prorogare i progetti di anno in anno in attesa – per la verità – di poter portare anche questa parte di bacino del precariato al tavolo nazionale congiuntamente agli Lsu e agli Lpu e anche a quelli di altri piani occupazionali, a tutto il bacino del precariato calabrese.

Una soluzione interna alla Regione Calabria credo che non ci possa essere, non si potrà cioè andare a fare una legge per la stabilizzazione. Possono essere però inseriti – cosa che di fatto si sta cercando di fare – nella problematica più generale del precariato calabrese e delle interlocuzioni col Governo nel tentativo di poter dar loro una risposta.

Per quanto riguarda quest’anno la gestione di questi lavoratori è stata affidata a progetti gestiti da Calabria Etica e da Calabria Lavoro.

Le risorse messe a disposizione nel bilancio 2013 sono sufficienti per 8 mesi e quindi è necessario in fase di assestamento trovare le risorse per ulteriori 4 mesi. Devo dire che – questo è un mio inciso – all’interno di questo bacino ci sono anche delle unità estremamente valide.

I progetti che si sono avviati sono dei progetti estremamente utili in parte. Per esempio, uno dei progetti che sta dando maggiore soddisfazione è quello dei controlli sulle strutture socio-assistenziali.

Il gruppo gestito da Calabria Etica sta, finalmente, facendo per conto del dipartimento una cosa che non è mai stata fatta e che è quella di andare a verificare se le strutture socio-assistenziali – case per anziani, per disabili e via di seguito – funzionano e se i servizi che vengono ad essere dati sono conformi alla convenzione.

Questo è uno dei progetti, per esempio, a cui attualmente sono utilizzati questi lavoratori.

Non è stata mai garantita loro una possibilità di stabilizzazione all’interno della Regione, è stato promesso l’interessamento da parte della Giunta di tentare di risolvere il loro problema congiuntamente agli altri precari calabresi, ma a questo punto ci vuole l’ausilio del Governo nazionale e per quanto riguarda quest’anno come per il successivo sarà garantita loro la prosecuzione dei progetti.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Mirabelli.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Assessore, non so se stiamo parlando degli stessi lavoratori. A me risulta che una buona parte di questi lavoratori siano fermi a casa. Cioè non sono, attualmente, in nessun progetto che la Regione ha messo a loro disposizione per poterli fare lavorare.

Prendo per buona la volontà da parte dell’assessore e penso anche della Giunta e del Presidente che si adopereranno per reinserirli. Penso che sia anche superfluo andare a fare una variazione di bilancio per i soggetti derivanti dalla legge 28 in modo particolare perché siamo già a marzo ed essendo rimasti fermi tre mesi diciamo che gli otto mesi basterebbero.

Quel che voglio dire a voi e all’assessore è di accelerare i tempi per la reimmissione nell’attività lavorativa. Anche se si trattasse di andare di proroga in proroga, ritengo sia meglio poco che nulla.

Lla esorto, assessore, a riprendere il discorso nel vero senso del termine con la grande serietà che l’ha sempre contraddistinta in altre situazioni. Porla al centro della vostra agendina di lavoro in modo tale da poterli reinserire velocemente, anche con una proroga. Vedremo poi nel futuro se ci sarà la possibilità di una eventuale stabilizzazione ma, comunque, di reinserirli attivamente nel lavoro perché questa è gente precaria da 14 anni che in un modo o nell’altro, non certamente per le vostre responsabilità o per le mie, si trova ormai in un circuito vizioso; ciò in parte perché la precarizzazione crea sempre circuiti viziosi di attività lavorative, però vista l’età che hanno, purtroppo non hanno altre alternative.

E’ ovvio che non possono che non rivolgersi alla Regione perché è l’unico riferimento che può quanto meno assicurargli i livelli minimi essenziali di vita.

Ecco perché abbiamo la necessità – e da qui la mia intenzione di porre alla sua attenzione con forza e con un minimo di passione – un argomento così delicato.

PRESIDENTE

Abbiamo concluso l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, abbiamo finito, c’era un’altra interrogazione che riguarda la delicata questione dei necrofori in quanto c’è il rischio della denunzia per commissariamento. Ve lo anticipo.

PRESIDENTE

La tratteremo nella seduta del 25 marzo.

(Interruzione)

Vista l’urgenza la può illustrare.

Interrogazione a risposta immediata numero 315 del 21 dicembre 2013 di iniziativa del consigliere Mirabelli “Sulla procedura di avviamento al lavoro ex L. 56/87 per 4 unità di personale con qualifica di ausiliario specializzato-necroforo”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 315 del 21 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Mirabelli “Sulla procedura di avviamento al lavoro ex L. 56/87 per 4 unità di personale con qualifica di ausiliario specializzato-necroforo” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere – premesso che:

con note prot. 67243 e 67248 del 2008 l'Asp di Cosenza ha inoltrato richiesta di avviamento al lavoro ex legge 56/87 per n. 2 unita di personale con qualifica di ausiliario specializzato-necroforo;

con successiva nota prot. 20762/2009 attese le esigenze dei PP.OO. dell'Asp, sono state richieste in aggiunta al due di cui sopra, numero due ulteriore unità, per complessive n. 4 unità da avviare;

con determina n. 19 del 5/3/2010 è stata costituita la commissione esaminatrice per la selezione di cui all'oggetto;

la commissione esaminatrice ha rimesso gli atti ed i relativi verbali, nonché l'elenco dei nominativi risultati idonei alle procedure selettive tenutesi nell'aprile 2010;

con note separate inviate mezzo fax sono stati comunicati all’amministrazione provinciale - settore mercato del lavoro - sia l'esito che i nominativi risultati idonei che nel rispetto delle disposizioni regionali contenute nel piano di rientro di cui al Dgr Calabria n. 845/2009, e nel rispetto della circolare regionale n. 3317 dell'11/2/2010 che ha definito le manovre da attuare sul personale;

il direttore generale sentito il parere del direttore sanitario ed amministrativo ha deliberato di ratificare e confermare quanto in premessa; di approvare le risultanze delle procedure selettive e l'elenco dei candidati risultati idonei a svolgere le relative mansioni -:

se, come e quando intende intervenire per ottemperare e dare seguito a quanto prescritto dalla normativa in materia e conseguenzialmente i vincitori di suddetto concorso essere assunti”.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, ho sollevato questa interrogazione in riferimento non tanto ad un concorso, benchè nel 2008 l’Asp di Cosenza abbia avviato le procedure concorsuali per due posti di necroforo; infatti, con delle note mandate all’assessorato si è fatta autorizzare il concorso.

Si tratta di un argomento un po’ delicato che riguarda le sale mortuarie degli ospedali in parole povere.

Successivamente, nel 2009 la stessa Asp, facendo una verifica di legge sulle piante organiche dei vari ospedali, si è resa conto di avere una carenza di altri due posti che ha richiesto, facendo diventare i posti in totale quattro. Quattro posti che sono stati regolarmente autorizzati dalla Regione e per i quali sono stati espletati i concorsi.

Un concorso è stato regolarmente svolto con la relativa graduatoria, con la nomina dei vincitori di concorso. Un concorso fatto in un certo modo anche perché i tempi erano particolari – era il 2010 – proprio per essere il più trasparente possibile.

Perché questa interrogazione? Perché alla luce di tutto l’iter procedurale svolto su questo specifico concorso regolare, in quanto aveva anche autorizzazioni preventive a monte e addirittura è stato poi regolarmente legittimato dal direttore sanitario, dal direttore generale, dal direttore amministrativo, c’è la necessità di discuterne velocemente?

Non so chi mi risponderà dalla Giunta - non vedo il Presidente Scopelliti, commissario ad acta alla sanità – credo la Vicepresidente, dove sta la necessità dell’urgenza in questa interrogazione?

Perché, cara Vicepresidente Stasi, un ospedale non può per legge stare senza una sala mortuaria operativa nei termini che la legge prevede.

Una volta quando gli ospedali avevano una personalità giuridica diretta di responsabilità, c’era il famoso Presidente degli ospedali, l’assenza del responsabile dell’ufficio necroforo o della sala mortuaria ospedaliera metteva a rischio di commissariamento da parte del Ministero della sanità lo stesso ospedale.

Allora, le domando che cosa volete fare in merito a questo concorso che prevede già questi 4 vincitori che non so nemmeno chi siano che hanno espletato il concorso e che dovrebbero andare ad occupare – proprio per questo ho fatto l’interrogazione – un posto particolarmente importante in presidi ospedalieri della provincia di Cosenza che ad oggi non hanno il servizio assicurato, non hanno la figura professionale richiesta dalla legge.

Tant’è che il servizio mortuario viene passato da persona a persona, dall’uscere al centralinista e spesso – lo dico con molta chiarezza – a svolgere mansioni delicate dal punto di vista medico legale sono, addirittura, gli stessi addetti alle pompe funebri.

Una cosa inverosimile in una situazione molto delicata che prevede delle norme di legge ben precise con delle responsabilità molto ben precise.

Ecco perché le chiedo di sapere cosa intendete fare in riferimento a questo concorso che, comunque, nel bene o nel male - non so chi siano lo ripeto - indica 4 nominativi legittimati dall’iter procedurale regolare a poter svolgere questo importantissimo, obbligatorio e vincolante servizio per l’azienda ospedaliera; si tratta di 4 nominativi su una graduatoria di 300-400 persone. Grazie.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Presidente, chiedo scusa al consigliere Mirabelli perché in effetti in uno scambio di interrogazioni in questo momento non abbiamo l’informazione richiesta. C’è stato un malinteso con l’assessore e pensavo che non fosse di mia competenza rispondere.

Nella seduta del 25 marzo sicuramente sarà la prima interrogazione a cui risponderemo. Grazie.

PRESIDENTE

La Vicepresidente ha già risposto?

(Interruzione)

Onorevole Mirabelli, è soddisfatto? Ah, al prossimo Consiglio? Sì.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Concluse le interrogazioni, possiamo procedere con l’ordine del giorno.

La parola all’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO

Presidente, in base anche alla riunione che abbiamo avuto stamattina con i capigruppo e con lei, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 440/9^, che riguarda i lavoratori socialmente utili e i lavoratori di pubblica utilità.

PRESIDENTE

L’onorevole Salerno chiede l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sugli Lsu-Lpu, che avevamo discusso oggi in Conferenza dei capigruppo. Pongo in votazione l’inserimento della proposta all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

La parola all’onorevole Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti

Chiedo, se è possibile, di inserire all’ordine del giorno una modifica ad un progetto di legge che riguarda l’aeroporto di Crotone; si tratta di una modifica ad una legge già votata all’unanimità la volta scorsa, firmata dai colleghi sia di maggioranza sia di opposizione. Chiederei se fosse possibile inserirlo e poi trattarlo al momento opportuno.

PRESIDENTE

L’assessore Fedele chiede l’inserimento all’ordine del giorno di una modifica legislativa concordata anche con la minoranza, che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Dopodiché c’è da modificare delle leggi, anche queste – ne abbiamo discusso oggi in Conferenza dei capigruppo – già approvate, per le quali sono state sollevate delle eccezioni di natura formale da parte del Governo, che ha impugnato determinati articoli. Si tratta di quattro leggi che riguardano: la fondazione “Campanella”, sia per richiesta dell’onorevole Scalzo sia per richiesta dell’onorevole  Salerno; una modifica della legge sugli ecomusei, a firma dell’onorevole Chiappetta; una modifica che riguarda le aree protette; un’altra modifica riguarda la destinazione di disavanzi da parte della sanità, che va a modificare la legge del 27 dicembre 2012, la numero 69.

Sono quattro proposte di legge che dobbiamo inserire all’ordine del giorno.

Pongo in votazione l’inserimento di queste modifiche.

(Il Consiglio approva)

Questo era quello che avevamo concordato oggi in Conferenza dei capigruppo.

Proposta di legge numero 431/9^ di iniziativa dei consiglieri Salerno, Chiappetta, Gallo, Serra, Parente recante: Modifiche alla legge regionale 13/12/2012, n. 63 “Ridefinizione assetto giuridico della Fondazione Campanella

PRESIDENTE

Possiamo procedere con il primo punto, che riguarda la modifica della legge inerente la fondazione “Campanella”. Si inserisce una clausola di cedevelozza, quindi possiamo porla in votazione.

(Interruzione)

La parola all’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO

Volevo dire che questa proposta è a firma anche dell’onorevole Scalzo, che rappresenta anche la minoranza, ma considerata la delicatezza del tema e per come ci siamo raccordati con l’Ufficio legislativo nazionale, sarebbe opportuno approvarla autorizzando il coordinamento formale per curare l’aspetto tecnico.

PRESIDENTE

E’ una proposta che abbiamo approfondito in Conferenza dei capigruppo.

Vincenzo Antonio CICONTE

Se qualcuno la descrive, così riusciamo…

PRESIDENTE

Sì, la illustra brevemente l’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

In pratica, si tratta di prendere atto di un adempimento tecnico, in considerazione del fatto che la sanità è commissariata e che c’è in atto il Piano di rientro.

La legge regionale non può contrastare con il Piano di rientro nella sua attuazione, quindi oggi la clausola di cedevolezza si riferisce all’attuazione della legge regionale affinché non sia in contrasto con il Piano di rientro, tutto qua.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Scalzo.

Antonio SCALZO

Vorrei approfittare due minuti per porre all’attenzione dell’Aula un problema legato al funzionamento nella sua interezza del polo oncologico; il principio di cedevolezza, che va nel segno di una disposizione attuativa che deve essere nelle mani del commissario, è un fatto squisitamente tecnico. Noi, però, nell’aver approvato questa legge, non possiamo dimenticare qual è la situazione da un punto di vista funzionale, da un punto di vista economico-finanziario del polo oncologico.

Mi rivolgo a lei, Presidente Talarico, perché come Consiglio nella sua interezza abbiamo approvato una legge che ha visto il parere favorevole del Governo; è una legge che non ha profilo di illegittimità, però rimane un dato fondamentale, quello dell’attuazione nella sua interezza dell’accordo tra Università e Regione.

Il mio intervento va in questa direzione, cioè di sollecitare questo pieno accordo, perché non è più possibile lasciare così sia i lavoratori sia i pazienti che hanno in questo istituto problemi di approvvigionamento di farmaci, c’è un problema di copertura finanziaria, perché c’è un’anomalia tra i posti letto assegnati, quelli che devono passare all’Università. Bisogna fare in fretta.

Il mio intervento va in questa direzione: sollecitare un accordo che è fondamentale per la sopravvivenza delle attività e per la cura dei pazienti oncologici, altrimenti c’è sempre il rischio dietro l’angolo di un fallimento dell’istituto. D’altronde questo problema è legato strettamente al passaggio delle unità operative non oncologiche al policlinico “Mater Domini”.

Non v’è dubbio che la copertura finanziaria deve essere fatta a priori, va fatta contestualmente, altrimenti c’è un problema sia della mancata erogazione delle risorse finanziarie precedenti sia dell’attività ordinaria della fondazione nella sua interezza.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi possiamo porre in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

E’ approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

Proposta di legge numero 432/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta recante: “Integrazione alla legge regionale 27/12/2012, n. 69”

PRESIDENTE

Il prossimo provvedimento riguarda anche una modifica, integrazione alla legge regionale 27 dicembre 2012, numero 69”, sarebbe il collegato alla finanziaria.

E’ un articolo unico che aggiunge, dopo le parole “ministero dell’economia e delle finanze”, le parole “e verificate le avvenute coperture dei disavanzi pregressi del Servizio sanitario regionale”. Anche di questo ne abbiamo discusso nella Conferenza dei capigruppo.

Pongo in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 424/9^ di iniziativa del consigliere F. Talarico, recante: “Modifiche alle leggi regionali n. 10/2003 e n. 69/2012

PRESIDENTE

Il prossimo provvedimento riguarda sempre una modifica legislativa, “Norme in materia di aree protette”, l’articolo 14 della legge che avevamo approvato, la numero 69 del 2012.

Abbiamo discusso anche di questa. Non ci sono interventi, pertanto la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 418/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Modifiche alla legge regionale 04/12/2012, n. 62 (Istituzione di Ecomusei in Calabria)

PRESIDENTE

L’ultimo provvedimento riguarda l’istituzione degli ecomusei in Calabria, a firma dell’onorevole Chiappetta. Anche qui si tratta di un articolo unico di modifica, di cui abbiamo già discusso.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge statutaria numero 10/9^ di iniziativa dei consiglieri A. Dattolo, G. Serra, S. Principe, V. Ciconte, E. De Masi, G. Bova, G. Chiappetta, G. Bilardi, A. Loiero, recante: “Riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale e dei componenti della Giunta regionale. Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 'Statuto della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo adesso alla proposta di legge statutaria, la seconda lettura, a firma di tutti i consiglieri, Dattolo, Serra, Principe, Ciconte, De Masi, Bova, Chiappetta, Bilardi, Loiero, recante: “Riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale e dei componenti della Giunta regionale – Modifica alla legge 19 ottobre 2004, numero 25, Statuto della Regione Calabria”. E’ in seconda lettura, la prima lettura l’abbiamo già fatta, la discussione è avvenuta già nella prima lettura.

Pongo in votazione in seconda lettura.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 399/9^ di iniziativa dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra, recante: “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio sanitario regionale”

PRESIDENTE

Il prossimo provvedimento riguarda il punto quattro all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 399/9^ di iniziativa dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra, recante: “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio sanitario regionale”.

Il relatore è l’onorevole Salerno che ha facoltà di intervenire.

Nazzareno SALERNO, relatore

La proposta di legge in oggetto è stata discussa in Commissione, esaminata, ma è stata anche oggetto di ulteriori approfondimenti, proprio per evitare possibili impugnative e, comunque, di arrivare poi ad ottenere un risultato magari negativo in sede di esame da parte del Governo centrale, quindi anche della Corte costituzionale. Infatti vi è oggi all’ordine del giorno anche un emendamento sostitutivo che, in pratica, va ad integrare l’articolo 1, che evidenzia ancora di più la necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza nelle aziende sanitarie provinciali e nelle aziende ospedaliere. In più, vi è anche l’aggiunta del comma 4, che va a stabilire le modalità e l’individuazione del percorso di stabilizzazione per i precari.

Questa proposta di legge – il primo firmatario è l’onorevole Chiappetta – è molto importante e darà un segnale molto forte in un comparto dove abbiamo tantissimi problemi, soprattutto in materia di personale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Signor Presidente, il provvedimento è sicuramente di notevole importanza. Penso che sia utile dire che su questa tematica e sul comparto della sanità in generale abbiamo registrato, sia da parte della maggioranza sia da parte della minoranza, toni su questioni vitali che riguardano i servizi ai cittadini che non hanno aiutato, fino ad oggi, il confronto di merito per risolvere le questioni che riguardano i cittadini, i lavoratori e soprattutto un servizio importante come la sanità.

Subito dopo l’approvazione nella Commissione consiliare della proposta di legge in discussione, ho sentito di dover presentare una proposta di legge; un fatto anche irrituale, inusuale, ma ho ritenuto di doverlo fare perché mi era sembrato che la proposta che veniva fuori dalla Commissione risentisse della difficoltà e della complessità legislativa per trovare una soluzione adeguata a quello che, in maniera generica, viene detto il problema dei precari; poi, in effetti alcuni sono realmente precari, altri non lo sarebbero se non ci fosse stato un eccesso di polemica politica e di problematiche che ineriscono una sfera diversa da quella che è la corretta applicazione della legge.

In questo Consiglio, anche nelle precedenti legislature, quando si è trattato di affrontare questioni che riguardassero i cittadini, i lavoratori in particolare, i precari in generale, come è stato fatto ai punti precedenti, questo Consiglio si è sempre orientato verso la soluzione positiva delle questioni, senza utilizzare strumentalmente posizioni politiche che allontanassero dalla soluzione dei problemi.

Su questa partita che riguarda la sanità, fino a un certo punto, non è stato così, c’è stata una polemica, ci sono stati esiti dal dibattito per così dire politico anche in sfere giudiziarie che hanno riguardato la Corte dei conti ed altri soggetti deputati al controllo. Questo tentativo è un tentativo di avviare sicuramente la discussione di merito sulle proposte di legge in maniera più positiva.

Perché ho proposto questo nuovo testo? Perché penso che, innanzitutto, dobbiamo abituarci a non legiferare ex novo, quindi nuove leggi, quando esistono testi di legge che, di fatto, sono già intervenuti sulla materia. Di fatto questa legge interviene su un vuoto creato per l’impugnativa da parte del Governo di alcune norme della legge regionale numero 1 del 2009, quindi secondo me correttamente era più giusto articolare questa proposta di legge come modifica dell’articolo 6 della legge regionale numero 1 del 2009, questo per evitare – come giustamente, Presidente, lei più volte dice – un proliferare di leggi che poi diventano di difficile organizzazione.

Il secondo aspetto è che la proposta licenziata dalla Commissione, secondo me, doveva contenere una norma finanziaria, perché uno degli aspetti più delicati è sempre l’interpretazione dell’implicazione finanziaria, quando si parla di bilanci, per esempio, dell’Asp e di bilancio regionale. Quindi, nella forma giusta, era utile inserire una norma finanziaria.

Per ultimo, occupandoci di precari, era anche utile capire complessivamente come la Regione potesse governare questo processo e dalla Commissione era venuta fuori – io ho letto il testo – che la Regione assumesse complessivamente la regia di una competenza che, invece, sta in capo alle aziende ospedaliere e alle aziende sanitarie provinciali; penso, invece, che la Regione debba avere un’azione di governo e di coordinamento per sicuramente predisporre dei piani sulla base dei fabbisogni di personale, per arrivare alle stabilizzazioni, per arrivare ai concorsi riservati.

Questa proposta di legge è stata presentata in Commissione. Avevo chiesto al collega Salerno, Presidente della Commissione, se fosse possibile inserire anche la mia proposta di legge all’ordine del giorno, non già per avere un’approvazione in “contrapposizione” al testo del consigliere Chiappetta già licenziato dalla Commissione, ma solo per avere un parere formale dell’Ufficio legislativo anche sulla proposta di legge che ho sottoposto alla Commissione e al Consiglio.

Questo non è avvenuto, il collega Salerno mi ha detto che sarà fatto nella prossima riunione di Commissione.

Ritengo che non sarebbe male se ci fosse un ulteriore passaggio in Commissione con il parere dell’Ufficio legislativo più preciso e anche a noi noto, da poter leggere e approfondire, sia sul testo che propone il collega Chiappetta – io so che ci sono anche delle modifiche che, in un certo senso, recepiscono parte dei suggerimenti e del confronto avuto sulla base della mia proposta di legge; però ritengo che sia utile un approfondimento ulteriore sul piano legislativo del testo coordinato, del nuovo testo, per poter approvare una norma in Consiglio con una maggiore tranquillità rispetto ad un intervento del Governo che potrebbe censurare questa legge, quindi ritornare sui problemi avuti sulla legge del 2009.

Quindi, prima di entrare nel merito della discussione, propongo che questa legge venga riportata in discussione magari in Consiglio alla prossima seduta, dopo aver riscontrato un parere dell’Ufficio legislativo più coerente rispetto al testo, eventualmente, che in maniera definitiva si vuole sottoporre al parere dell’Aula.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, nella seduta del 13 dicembre, in Commissione ci siamo astenuti, valutando l’astensione come un atto di disponibilità per evitare il muro contro muro, la polemica per la polemica, ma ponendo una serie di obiezioni che riguardavano la legittimità costituzionale dell’atto, visto il parere dell’Ufficio legislativo.

Siamo venuti in Consiglio e, su sua proposta, Presidente – gradirei sapere che cosa è stato fatto – lei ha rinviato la discussione e l’approvazione dell’atto, assumendosi la responsabilità di far valutare all’Ufficio legislativo e agli esperti il carattere costituzionale del provvedimento.

Oggi ci troviamo di fronte ad una nuova formulazione rispetto a quella approvata nella Commissione, c’è un emendamento interamente sostitutivo o grandemente sostitutivo della vecchia proposta Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra, e rispetto a questa situazione c’è una novità.

Gradirei sapere due cose, se è stato acquisito il parere legislativo di conformità costituzionale e se, per quanto riguarda la spesa, questa legge è a costo zero, sapendo bene anche quello che la Corte dei conti ci ha notificato, che ogni provvedimento deve avere la sua copertura finanziaria; vorrei capire se questa legge ha copertura finanziaria o meno.

Penso che sarebbe necessario un ulteriore approfondimento in Commissione, avendo tutto il quadro generale ben presente, ma se la maggioranza insiste, noi non faremo ostacolo a questa cosa, ma ci asterremo con tutte queste motivazioni, queste criticità che abbiamo evidenziato, perché la qualità delle leggi in questo Consiglio in tante occasioni è stata messa in discussione dal Governo e mi pare che abbiamo collezionato un record; è il Consiglio regionale che ha collezionato più impugnative di leggi rispetto all’esperienza regionale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Grazie, Presidente, così abbiamo anche l’opportunità di salutarci.

Gradirei avere copia di questo emendamento di cui ha parlato il relatore, ritengo che sia il caso di poterne prendere visione non per mancanza di fiducia, ma normalmente, quando c’è un emendamento peraltro sostitutivo, in qualche maniera la premessa è poterlo leggere.

Quindi mi riservo di intervenire dopo averlo letto.

PRESIDENTE

Avete tutto nella cartella, sia l’emendamento sostitutivo sia tutti gli altri emendamenti presentati al progetto. Ce l’avete in cartella? No? Se gli uffici…

(Interruzione)

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Nella relazione, quando ho detto che poi c’è la sintesi in un emendamento sostitutivo, perché? Perché ci sono due emendamenti presentati, uno da parte di chi ha sottoscritto la legge, quindi gli onorevoli Chiappetta, Bilardi, eccetera, che accentua la necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza, poi aggiunge il comma 4, sempre all’articolo 1.

Avevo pensato, quando si andava a trattare nel merito la proposta di legge, di proporre comunque ad autorizzare un coordinamento formale, proprio per affinare tecnicamente il testo di legge.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Intervengo brevemente rispetto al dibattito che si sta sviluppando in ordine all’approvazione del disegno di legge di che trattasi, ai fini di dare le opportune indicazioni e anche qualche chiarimento in più rispetto alle considerazioni espresse dai colleghi.

Il primo: non è un testo sostitutivo di quello che è stato già approvato in Commissione e – devo ricordarlo – anche approvato in Aula, perché vorrei ricordare anche all’onorevole Guccione che, in occasione della riunione del Consiglio regionale che ha esaminato precedentemente questo disegno di legge, si era arrivati alla formulazione da parte delle diverse forze politiche del voto rispetto allo stesso progetto di legge.

Si tratta di due emendamenti che sono aggiuntivi rispetto al disegno di legge e, più in particolare, l’emendamento contraddistinto che va a sostituire il comma 4 dell’articolo 1 lo si è avuto solo perché, nel frattempo, cioè da quando è intervenuta la discussione in Consiglio regionale – lo ricordava il collega Guccione – mi pare il 13 dicembre, alla data in cui effettivamente si sta per assumere questo provvedimento e quindi l’adozione di questo provvedimento di legge, sono intervenute anche delle modifiche legislative nazionali che hanno reso possibile l’estendibilità di questo provvedimento anche ad altre categorie, in particolare al personale con qualifica dirigenziale.

L’altro emendamento del quale parliamo va ad incidere su giuste considerazioni esplicitate in maniera informale – vorrei dire, ma nello spirito di collaborazione al quale ha fatto riferimento il collega Maiolo – dallo stesso collega Maiolo, che col sottoscritto ha avuto anche uno scambio epistolare di considerazioni e di riflessioni, che andavano e vanno nella direzione di poter l’Aula varare un provvedimento legislativo, così come è accaduto per altri provvedimenti legislativi precedentemente posti all’attenzione di quest’Aula, con una larga condivisione, considerando che si tratta di provvedimenti che vanno ad incidere su un comparto particolarmente problematico, qual è quello della sanità in Calabria. Evito, naturalmente, di evidenziare le criticità, le disfunzioni e le anomalie che si registravano nel settore della sanità e che ancora oggi, naturalmente, producono effetti non molto positivi, perché vi era e vi è la necessità di addivenire ad un testo il più condiviso possibile.

Non v’è dubbio che anche ciò che ha evidenziato un attimo fa il relatore, il Presidente della Commissione sanità, il Presidente Salerno, non può non essere accolto con soddisfazione e compiacimento, laddove parla della necessità, laddove dovesse essere ravvisata, di poter procedere in sede di coordinamento formale a rendere praticabile l’ipotesi di un testo di legge licenziato dall’Aula che possa evitare – lo vorrei ricordare così per come è accaduto in passato e così per come è accaduto – non per l’adozione di provvedimenti legislativi in materia di sanità varati da questa maggioranza, ma – ripeto – per evitare che possa accadere quello che è accaduto in passato; se noi siamo qui a parlare e a tentare di approvare un testo legislativo quale è quello in discussione, è soprattutto perché c’è stata in passato la cassazione di testi precedentemente assunti, che hanno gettato ulteriormente nello sconforto il personale precario presente all’interno del settore sanitario.

Ecco perché, Presidente, evito di rispondere ad una specifica richiesta che è stata a lei formulata dal collega Guccione, rispetto anche all’adozione dei diversi pareri da parte degli uffici competenti circa l’adozione degli stessi provvedimenti aderenti a quella che dovrebbe essere la legittimità. Credo che si possa, anzi si debba votare sulla base delle considerazioni espresse, auspicando, così come è accaduto in passato, che le forze di minoranza responsabili, così come lo sono state anche in precedenza, possano assumere su questo provvedimento di legge una posizione la più condivisa e responsabile possibile.

PRESIDENTE

Altri interventi? La parola all’onorevole Mirabelli.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, è ovvio che l’argomento in discussione riveste una certa importanza – l’abbiamo già detto in una passata discussione sempre sullo stesso problema – per la delicatezza del settore che va ad investire: qua parliamo di lavoratori di un certo pregio, medici, paramedici, infermieri e quant’altro, che vivono una condizione di precariato, di proroga ad anni, figure importantissime e necessarie, senza le quali al 100 per cento vi posso garantire, da medico, che in molti ospedali molti servizi salterebbero proprio per inosservanza alle norme che regolano il numero di personale disponibile e sufficientemente necessario per assicurare i livelli essenziali minimi di assistenza.

Non so quello che avete combinato in Commissione, non faccio parte di questa Commissione, ma, caro capogruppo Chiappetta, tu sai che io su questa proposta di legge in maniera molto chiara mi sono speso, ho parlato anche nella precedente seduta di Consiglio quando ne abbiamo trattato, con una posizione nettamente e trasparentemente positiva e propositiva nei confronti di questa legge, dicendo con molta chiarezza che certamente non sarà la migliore legge del mondo, ma è l’unica alternativa in questo momento che ci viene presentata ed è l’unica possibilità che ci garantisce, molto probabilmente, se c’è una certa coralità di intenti e un approfondimento di tipo giuridico-amministrativo su quest’atto, di mantenere in servizio personale necessario per far funzionare i servizi ospedalieri e i servizi della sanità territoriale.

E’ ovvio che oggi ci ritroviamo questa proposta di legge, ma non ci ritroviamo i due emendamenti; ne abbiamo uno solo che dovrebbe essere aggiuntivo al comma 2 attraverso cui si tenta di parare al colpo, ma che comunque assicura la proroga, qualora le cose dovessero andare male. Su questo mi trovate perfettamente d’accordo.

E’ anche ovvio che c’è l’altro emendamento che, secondo me, riveste un ruolo e funzioni – da quello che ho capito – più importanti, che vanno ad aggiungersi – attenzione, caro capogruppo Chiappetta – non sostituisce – come si suol dire – all’articolo 1 il comma 4, perché all’articolo 1 il comma 4 non esiste, si ferma al comma 3, quindi va ad aggiungersi al comma 3, diventando comma 4.

Caro Presidente, vorremmo prendere visione di questa ulteriore cosa.

Credo che qua il problema della legittimità costituzionale – non so se faccio bene o male – sia un problema quasi secondario nell’ambito giuridico del termine. Il vero problema è il tavolo Massicci, perché il vero scoglio è la mancanza di consultazione o di ascolto o di condivisione di determinati indirizzi e di determinati “suggerimenti” – chiamiamoli così – che dal tavolo Massicci vanno al commissario della sanità, l’onorevole Scopelliti; quando si mette in atto un meccanismo di questi, dovremmo avere una cartina operativa concreta, dovremmo capire le nostre piante organiche come sono messe, dovremmo capire se gli spostamenti sono stati fatti e come sono stati fatti, se c’è stata mobilità intraregionale o interregionale e se è stata attivata e, sulla base di questo, prima di presentare un documento, fatti questi percorsi e questi passaggi – che, ripeto, non sono stati fatti in Calabria ancora ad oggi – capire se c’è la possibilità di andare attrezzati con un giusto bagaglio, con l’espletamento di cose che sono propedeutiche e fondamentali, direi anche vincolanti, andare a questo confronto e chiedere poi una deroga a questo blocco di assunzioni, al turn-over, a quant’altro, in modo tale da poter addivenire, almeno da parte loro, ad un parziale accoglimento di questa proposta, al fine di poter chiudere la questione ed aggirare il problema sicuramente della illegittimità costituzionale, alla luce del fatto che il modus operandi non è stato perfettamente regolare o posto in essere da parte della Giunta e del Consiglio regionale.

Questo era l’unico contributo che spero di poter dare a chi di dovere, perché secondo me, al di là dei commi terzo, quarto e quinto, se non si attua un percorso in un certo modo, questo foglio di carta, positivissimo nell’intervenire, che io appoggio e sospingo alla grande, non produrrà nessun effetto concreto.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, possiamo procedere.

(Interruzione)

Prego, onorevole Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, mi pare che il collega Mirabelli abbia fotografato quello che è un obiettivo comune, tutto il Consiglio – mi pare di capire – ha l’obiettivo di arrivare alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e, poiché viene sottolineato che senza questi profili e senza questi operatori, che oramai da un numero abbastanza congruo di anni sono in servizio, questi livelli essenziali di assistenza non vengono garantiti, è chiaro che l’obiettivo di tutti è ottenere questo risultato. Tuttavia, ricordo a me stesso che siamo al terzo progetto di legge, il primo addirittura approvato nella precedente legislatura e questo dovrebbe essere il secondo, quindi dopo il secondo pronunciamento della Corte costituzionale.

Allora a me interessa, oltre ai pareri che giustamente sono stati richiesti e sottolineati dai colleghi che mi hanno preceduto, comprendere se questa percentuale va anche ad inerire il 15 per cento della legge Balduzzi, quindi se va calcolata, poi se il relatore e – perché no? – il commissario per l’emergenza sanitaria della Regione è convinto che, alla luce di questo provvedimento, noi otterremo il risultato, perché non c’è dubbio che questo è un obiettivo che a noi sta molto a cuore, quindi tutte le valutazioni che stiamo esprimendo le stiamo esprimendo con un’assoluta condivisione del risultato che questo progetto dichiara di voler raggiungere. Solo che c’è un piccolo problema: noi vogliamo il risultato, cioè non l’approvazione di un ulteriore provvedimento che, magari, poi possa essere letto con alcuni deficit rispetto alle contestazioni già messe in evidenza dal parere dell’Ufficio legislativo.

Gradiremmo sapere dal commissario se questo provvedimento è idoneo all’obiettivo che integralmente il Consiglio regionale vuole conseguire, che ci dia anche una ipotesi probabilistica, se no altrimenti è evidente che le considerazioni poste dai colleghi che mi hanno preceduto circa la necessità di governare i processi nel settore, cioè la chiusura degli ospedali, di quegli ospedali che giustamente sono stati chiusi secondo le valutazioni dell’organo commissariale, comporta degli atti successivi, la mobilità interna del personale, cioè tutta una serie di processi che, probabilmente, sono anche propedeutici ad alcuni risultati.

Su questo voglio chiarire subito che non c’è alcuna valutazione, né sarei in grado di darla, ma non credo proprio che, per esempio, il processo di mobilità richiesto da Mirabelli comporti la non approvazione di questo progetto di legge. Non c’è dubbio che quei livelli essenziali di assistenza debbano essere garantiti da quei soggetti che si mira a stabilizzare con questo provvedimento, che io definisco un provvedimento di giustizia, assolutamente; però, è altrettanto evidente che il tavolo Massicci e gli altri soggetti che fanno parte del governo complesso della sanità nelle Regioni col Piano di rientro hanno la necessità e puntano la loro attenzione sulla necessità di svolgere alcuni passaggi, che sono amministrativi e necessari.

Quindi su questo gradirei, avendo questa opportunità di avere il commissario che siede ai tavoli nazionali, avere un parere da parte sua.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Ciconte.

Vincenzo Antonio CICONTE

Volevo porgere ai relatori soltanto una domanda: noi ci siamo fermati al 2007-2008, ma guardate che ci sono precari nella sanità anche nel 2012, già da tre-quattro anni dopo il 2007.

Chiaramente questi lavoratori, secondo me, in un momento del genere, per mantenere i livelli essenziali di assistenza negli ospedali da medici, paramedici e quant’altro, è chiaro che dovremmo tenere in considerazione anche questo aspetto, questo personale.

Volevo fare questa domanda e volevo capire che tipo di risposta c’è da parte del relatore.

PRESIDENTE

Altri interventi? Prego, onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

Ritengo che la Commissione, anche prendendosi dei tempi abbastanza consistenti, abbia lavorato soprattutto sentendo il dovere ed il bisogno di trovare un punto di incontro con i colleghi dell’opposizione e questo ha fatto già slittare più volte questo provvedimento.

Noi pensiamo, anche alla luce delle preoccupazioni che avete espresso con le ultime domande del collega Naccari – al quale formulo gli auguri di buon lavoro – e soprattutto anche dal collega Mirabelli, per quanto è stato svolto che vadano in questa direzione.

La nostra preoccupazione è soprattutto una ed è quella di garantire almeno i livelli minimi essenziali di assistenza; questo provvedimento va, in un certo qual senso, in questa direzione, soprattutto a colmare e a dare risposte a quelle professionalità – sono come gli Lsu e gli Lpu – che, in molti casi, sono insostituibili all’interno del comparto sanitario.

Vorrei che una volta tanto non venisse da dire che la Calabria va con il cappello in mano, ma va anche per dare giustizia e soprattutto merito a chi ogni giorno garantisce nei presìdi sanitari la propria professionalità con grande competenza e generosità. Questo noi abbiamo tentato di fare con questo provvedimento di legge che è stato più volte rivisto e va sicuramente ad assicurare, e soprattutto a non negare, i diritti che questi lavoratori hanno acquisito. Non dimentichiamo che molti di questi potrebbero tranquillamente, con ricorsi al giudice del lavoro, imboccare la strada dei contenziosi con questa Regione, e di tutto abbiamo bisogno in questa nostra realtà, tranne che di questo.

Questo progetto di legge, con molta serenità, cerca il conforto anche di coloro i quali come voi …  ; ci sono molti punti della proposta di legge del collega Maiolo, che, praticamente, sono stati nettamente recepiti da questo progetto di legge.

Quanto alla preoccupazione che voi esprimete dal punto di vista costituzionale, come è stato tante altre volte, le leggi sono state impugnate anche quando avevano il parere favorevole dell’Ufficio legislativo. Non ne farei una questione soltanto ed esclusivamente di carattere formale, come è giusto che sia, però abbiamo anche la necessità di assumerci delle responsabilità e questo Consiglio è chiamato anche a dare risposte in questo senso.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Volevo chiarire alcune cose che hanno detto già i miei colleghi, Mirabelli, Guccione, Naccari, Ciconte, Maiolo e tutti gli altri intervenuti.

Siamo consapevoli che questi lavoratori sono essenziali per garantire i Lea e la sanità nella nostra regione; tra l’altro l’abbiamo denunciato parecchie volte, siamo stati in prima fila con loro nelle battaglie, nelle occupazioni che hanno fatto, li abbiamo incontrati e li abbiamo sostenuti. Il punto vero – e mi ricollego a quello che diceva il collega Dattolo, che è apprezzabile nella sua esposizione, nella sua garbatezza – è capire se questa norma che andiamo ad approvare è utile per arrivare all’obiettivo di risolvere il problema, perché se abbiamo l’ennesima bocciatura con l’impugnativa del Governo e poi la bocciatura da parte della Corte costituzionale, rischiamo di fare un ennesimo autogol che non risolve il problema, ma lo aggrava.

Allora, visto che c’è un Ufficio legislativo – come dicevano già altri colleghi – possiamo avere questo parere e sapere se c’è stata già un’interlocuzione con il Governo su questo punto? Questa è la cosa che, secondo noi, è necessaria. Ribadiamo, per il Partito democratico, ma anche per tutta l’opposizione, che questi lavoratori sono essenziali per lo svolgimento della sanità in Calabria e per dare garanzie ai malati e ai ricoverati nella regione, ma se corriamo il rischio di un’altra impugnativa e di un’altra bocciatura da parte della Corte, rischiamo di fare un autogol che metterà a repentaglio anche il proseguimento delle loro prestazioni lavorative.

Quindi, secondo me, occorre un supplemento di impegno da parte di tutti per trovare una soluzione, visto che sono passati mesi e immagino che gli uffici avranno interloquito anche con il Governo nazionale; come diceva il consigliere Guccione prima, noi siamo disponibilissimi, perché l’obiettivo che ha il commissario della sanità sarà sicuramente, nella sede del tavolo Massicci, ma nei rapporti che ha avuto con il Governo, avere delle delucidazioni in merito, perché l’interesse primario della minoranza e del Partito democratico è quello di risolvere il problema e di consentire a questi lavoratori di continuare a svolgere le loro funzioni, ma soprattutto dare ai calabresi la possibilità di avere degli ospedali e dei reparti efficienti che possano dare risposte e non, invece, avere ospedali che non danno risposte e quindi costringere i nostri cittadini a rivolgersi ad altre strutture fuori dalla regione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Chiappetta

Gianpaolo CHIAPPETTA

Intervengo brevemente perché il collega De Gaetano, che non ha partecipato all’ultima Conferenza dei capigruppo, non ha contezza di quello di cui si è discusso e si è parlato, allorquando abbiamo deciso unitariamente di procedere all’approvazione, anche ad horas, della norma di legge per trovare una soluzione al problema dei lavoratori Lsu-Lpu, fra i tanti problemi calabresi, perché il collega capogruppo del Partito democratico, anche in sede di Conferenza dei capigruppo, aveva – a mio parere, giustamente chiesto al Presidente Talarico – che naturalmente non si è sottratto a fornirgli le delucidazioni del caso – se ci fosse o meno il parere da parte degli uffici legislativi del Consiglio regionale rispetto alla norma della quale stiamo parlando.

Non intervengo, tuttavia, per questo, perché il Presidente Talarico poi ribadirà in Aula quello che ha avuto modo di dire in Conferenza dei capigruppo. Prendo, invece, a riferimento quello che ha detto il collega De Gaetano a proposito della interrogazione già trattata in Aula. In particolare, il collega De Gaetano – l’ho appuntato – si chiedeva se il provvedimento in discussione – che, vorrei ricordare, non è in discussione oggi in quest’Aula, lo ricordo soprattutto ai colleghi componenti, come il sottoscritto, anche della terza Commissione, è in discussione da più mesi – se è utile o meno l’adozione di questo provvedimento legislativo.

Si dà il caso che io, così come anche altri colleghi presenti in quest’Aula, non sia un neofita  della politica, nel senso che ho svolto anche ruoli in passato e sono stato anche consigliere, sia pure di opposizione, nella passata consiliatura. Allora, vorrei ricordare per opportunità – per maggiore correttezza, ho fatto fare una nota che ho qui – che la legge regionale approvata dall’allora maggioranza di centro-sinistra nel 15 gennaio 2009, la numero 1, testualmente recita: “Ulteriori disposizioni in materia sanitaria” – lo dico a beneficio di chi ci ascolta in quest’Aula ed anche al di fuori di quest’Aula – “Articolo 6. Le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, previo superamento di apposite procedure selettive, procedono ad assunzione a tempo indeterminato del personale con rapporto di lavoro a tempo determinato” – sto leggendo la vostra legge – “che abbia stipulato il contratto in data anteriore al 28 settembre 2007 e che sia in servizio al 31 dicembre 2008. L’assunzione a tempo indeterminato” – e parliamo, naturalmente, della stessa categoria di personale sanitario del quale stiamo parlando questa sera – “potrà avvenire, a domanda dell’interessato e sul posto dallo stesso occupato, previo mantenimento in servizio nelle forme di legge fino alla definizione delle procedure di cui al presente articolo, anche ai fini della maturazione dell’anzianità richiesta dei tre anni, ove non maturati nell’ultimo quinquennio”.

Il secondo comma dell’articolo 6 specifica ulteriormente quello che adesso è oggetto di esame in questo provvedimento di legge e dice testualmente: “Per il personale della dirigenza del sistema sanitario regionale si procederà ad apposita selezione concorsuale, con la riserva fino al 50 per cento dei posti a favore di quelli con rapporto a tempo determinato, individuati ai sensi … in possesso”, eccetera, eccetera.

Credo che, arrivati a questo punto, senza alcun indugio, si debba procedere alla votazione di questo provvedimento legislativo, richiedendo ancora una volta una sorta di ulteriore assunzione di responsabilità, per impedire che si possa continuare a parlare ancora di precariato nel settore della sanità.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, intervengo soltanto al fine di non lasciare dubbi circa la nostra posizione che, per la verità, è stata espressa con grande chiarezza dai colleghi che mi hanno preceduto e che lei ben conosce, perché chi parla l’ha sostenuta ampiamente in sede di Conferenza dei capigruppo.

Noi siamo sensibili alla risoluzione del problema, sia perché consente la funzionalità del sistema – e  mi pare una cosa quasi banale da dire perché, trattandosi di sanità, quando ci sono provvedimenti che aiutano quantomeno a mantenere i livelli, se non a migliorarli, anche se chiaramente da noi i livelli dovrebbero migliorare, ci deve essere una sensibilità generalizzata da parte dei partiti e dei gruppi in Consiglio regionale, quindi noi siamo sensibili a questa questione, –  come siamo sensibili alle speranze dei lavoratori che fanno la loro parte con decoro, dignità ed impegno, di avere tranquillità per il proprio futuro. Però, Presidente – dispiace doverlo dire – il Consiglio regionale della Calabria rischia di battere un record mondiale, riferito anche agli aspetti di costituzionalità dei provvedimenti; cioè moltissimi provvedimenti che quest’Aula licenzia sono poi impugnati dal Governo, che individua in essi difetti di costituzionalità.

La nostra posizione non vuole essere né burocratica né rigida rispetto al problema sociale e del servizio che è molto importante, però mettere in campo dei provvedimenti che poi, puntualmente, sono impugnati dal Governo e sono dichiarati incostituzionali dalla Corte, non soltanto non serve al decoro e all’immagine di quest’Aula, ma non serve alla risoluzione dei problemi.

Quindi, è inutile fare la storia legislativa di questo Consiglio regionale, se nel recente o lontano passato non so la Giunta di quale colore abbia potuto approvare provvedimenti similari; a parte che vorrei dire al collega Chiappetta che anche il risultato elettorale evidenzia che è cambiato il mondo, perché effettivamente sono cambiati proprio gli aspetti basilari della convivenza civile in questo Paese e, molto probabilmente, cose che potevano essere lasciate passare in un contesto anche sociale ed economico di finanza pubblica diversa, oggi richiedono un maggiore rigore.

Per cui vogliamo ribadire con chiarezza ed in via definitiva la nostra posizione. Noi le chiediamo, Presidente, di sapere se l’Ufficio legislativo ha espresso un parere favorevole sul testo di questo provvedimento, emendato, peraltro, in modo sconosciuto perché non abbiamo avuto ancora copia dell’ultima versione del testo della legge proposta dal consigliere Chiappetta. Se non c’è questo parere, per quanto ci riguarda, assumiamo una posizione di astensione che vuol dire sensibilità verso le problematiche del servizio, della sua efficienza e verso le problematiche sociali, ma anche rigore nel pretendere che da quest’Aula vengano licenziati provvedimenti ineccepibili sotto il profilo della convergenza e con i princìpi costituzionali.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, intanto non corrisponde al vero che siamo conosciuti in Italia come la Regione che ha avuto il maggior numero di provvedimenti impugnati. E’ avvenuto nel passato. Posso comunicare all’Aula che è oltre un anno che un provvedimento adottato dal Consiglio regionale non viene impugnato dal Governo ed anche allora, se si fa il paragone con le altre Regioni, tra il numero di provvedimenti approvati e quanti sono stati impugnati, la Calabria anche in quel caso non era l’ultima Regione, perché come media di produttività non eravamo noi gli ultimi rispetto ad altre Regioni.

Questo voglio dirlo a lei e anche all’Aula intera, perché è un vanto del lavoro che quest’Aula ha fatto, perché tantissimi provvedimenti sono stati approvati all’unanimità e, a volte, l’emendamento viene presentato all’ultimo minuto e, magari, non si consente nemmeno agli uffici preposti di poterlo analizzare, approfondire ed esprimersi in base all’entità. A volte gli emendamenti vengono presentati il giorno prima, nelle 24 ore precedenti, e su argomenti così importanti, che non si dà nemmeno il tempo agli uffici legislativi di poterli approfondire. Questo è lo stato dell’arte.

Su questo argomento specifico, mi sembra che l’ultimo dibattito svoltosi in Aula poi abbia subito  un blocco per volontà di tutto il Consiglio regionale, al fine di fare un approfondimento. L’approfondimento è stato fatto, in quella occasione c’erano degli elementi che erano un po’ dubbi. Poiché non abbiamo la palla di vetro per poter vedere che cosa fa il Governo, se impugna o meno un provvedimento, però chiedendo ai consulenti giuridici, ci è stato detto “approfonditelo meglio e fate delle opportune correzioni”, opportune correzioni che oggi sono state fatte da parte della Commissione, quindi il provvedimento è pronto per essere votato, con l’auspicio che il provvedimento che approveremo non abbia dei profili di incostituzionalità.

Poi, ho visto che sono stati presentati degli emendamenti. Anche a questi stiamo molto attenti, se poi saranno votati e approvati, e, quindi, integrati nel provvedimento, perché probabilmente qualche emendamento del genere potrebbe avere anch’esso profili di incostituzionalità.

Darei la parola, adesso, all’onorevole Salerno per qualche riflessione conclusiva, poi procederemo con la votazione dell’articolato e degli emendamenti. Se alla fine autorizzeremo anche il  coordinamento formale, ci aiuteremo tutti a sbagliare di meno e quindi a rendere un provvedimento compiuto, perché l’obiettivo è quello di dare risposta ai precari della sanità, che sono centinaia, anzi migliaia all’interno della nostra regione.

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

E’ giusto e doveroso rispondere a qualche osservazione fatta dai colleghi dell’opposizione, soprattutto in merito, per esempio, all’aspetto finanziario della norma. Questa è una norma che non andrà ad aggiungere ulteriori aggravi di carattere finanziario, perché va a regolarizzare dei lavoratori che già lavorano presso le aziende sanitarie provinciali e le aziende ospedaliere. Questo è un primo punto.

Un altro aspetto è stato sollevato – mi pare dal consigliere Naccari – per quanto riguarda la percentuale del 15 per cento, il decreto Balduzzi. Questa è tutta un’altra storia che non ha nulla a che fare, però come relatore – consentitemi – vorrei evidenziare alcuni passaggi fondamentali che sono stati compiuti: è la terza volta che questa proposta di legge arriva in Aula. Vorrei, però, anche ricordare ai colleghi che fanno parte della Commissione sanità che, puntualmente, ogni anno ritroviamo i sindacati e i manager delle aziende ad affrontare il solito problema dei precari.

Quindi, ci sono diversi aspetti che riguardano la problematica dei precari anche nelle aziende sanitarie e nelle aziende ospedaliere, ma non v’è dubbio che è un problema che ci stiamo trascinando da anni.

Allora, anche nell’ipotesi remota e forse assurda – dico io – di un’eventuale impugnativa da parte del Governo alla Corte costituzionale, penso che valga la pena che su certe problematiche e su certi temi il Consiglio regionale rischi e scommetta per risolvere un problema così enorme che ci trasciniamo da anni.

Vorrei, poi, invitare anche la minoranza, perché – caro collega Chiappetta – su altre problematiche di spessore abbiamo trovato sintonia e unanimità, vedi non ultima la legge sulla Fondazione Campanella; in pratica tanti scommettevano che ci sarebbe stata l’ennesima bocciatura da parte della Corte costituzionale, ma così non è stato. Ci abbiamo creduto, abbiamo fatto un discorso anche assieme ai colleghi della minoranza e, alla fine, siamo riusciti ed abbiamo dato una risposta concreta e messo fine a un problema che, ormai, si trascinava da anni e che era una “spada di Damocle” sulla testa dei dipendenti e non solo, ma era a rischio un polo oncologico come quello della “Campanella”.

Allora, oggi, Presidente Talarico, questa legge, che va ad intervenire sull’aspetto dei precari della sanità, ha consumato in Commissione i vari passaggi, e ci siamo anche mossi per approfondire il provvedimento dal punto di vista della legittimità; si è concordato un testo che oggi è approdato in Consiglio regionale, che è modificato rispetto al primo testo presentato dal sottoscritto. Questo perché c’è stata la volontà e soprattutto abbiamo avvertito il dovere di approfondirlo e di evitare alcune criticità che potevano compromettere la legittimità della proposta di legge.

Quindi, oggi, stiamo discutendo su un testo che non dovrebbe poi trovare alcun problema per una eventuale impugnativa da parte del Governo.

Presidente Talarico, a questo vorrei aggiungere, quindi riconfermare quanto già detto nella relazione, che sarebbe opportuno approvare questo testo ed autorizzare il coordinamento formale, anche alla luce di alcuni emendamenti che sono stati presentati e che, nella sostanza e come indirizzo, sono accoglibili, però nell’aspetto tecnico potrebbero scomporre la proposta di legge stessa.

E’ opportuno autorizzare un coordinamento formale perché da parte degli uffici ci sia la giusta cura, per inviare un testo che tecnicamente possa essere condiviso anche dal Governo nazionale.

PRESIDENTE

Per precisione, gli uffici hanno fatto una ricerca: l’ultima legge impugnata al Consiglio regionale della Calabria risale al 24 febbraio 2012, la legge sul Piano casa. Quindi, su 71 leggi approvate – poiché vedo anche gli organi di informazione ed è giusto che loro prendano nota – nell’anno 2012, è stata impugnata soltanto la legge sul Piano casa. Qualche sbavatura è avvenuta più nel 2010, 2011, però nell’ultimo anno c’è stata soltanto una legge impugnata, che è quella del Piano casa.

Quindi – ringraziando gli uffici per avermi dato in diretta questi dati per farli conoscere all’Aula - possiamo procedere con l’approvazione dell’articolato con gli emendamenti.

Mario MAIOLO

Presidente, però gli emendamenti non sono stati distribuiti.

PRESIDENTE

Provvediamo subito. L’emendamento protocollo numero 11974 è a firma dell’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Presidente, gli emendamenti non sono stati distribuiti.

PRESIDENTE

Come no?

Mario MAIOLO

Io ho i miei! Però, i consiglieri non hanno gli emendamenti.

PRESIDENTE

Li abbiamo distribuiti? Gli uffici mi dicono di sì. Se li distribuiamo un attimo, …

Il primo, protocollo numero 11974, è il suo. Nel frattempo che li distribuiscono, magari lo può illustrare.

Mario MAIOLO

Presidente, il problema è che non ho il numero del vostro protocollo, non so quale sia.

PRESIDENTE

L’emendamento protocollo 11974, a firma Maiolo così recita: “"Modifica dell'art. 6 della legge regionale n. 1 del 15 gennaio 2009, recante: “Ulteriori Disposizioni in materia di Sanità”

2) L'articolo l è integralmente sostituito con il seguente:

Art. 1

L'art 6 della legge regionale n. 1/2009 recante “Ulteriori norme in materia di sanità” è abrogato e sostituito dal seguente:

Art. 6

Le Aziende Sanitarie e Ospedaliere procedono alla stabilizzazione, attraverso prove selettive, dei soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre 2008.

Alle prove selettive possono accedere altresì i soggetti in possesso dei titoli di cui al comma 1 del presente articolo, che abbiano visto riconoscere la subordinazione dal giudice o da ispezioni previdenziali.

3. I benefici di cui al comma 1 del presente articolo si applicano anche in favore di quanti abbiano stipulato contratti, in qualsiasi forma prevista dalle nonne vigenti (co.co.co., coco.pro., borse lavoro, ecc.), anteriormente alla data dell'1 gennaio 2007 o che in base all'articolo 1 comma 558 della legge n. 296/06, abbiano maturato un'esperienza triennale nel quinquennio precedente e a quanti, comunque in servizio alla data del 31 dicembre 2008, siano stati individuati mediante procedure selettive, che abbiano maturato tre anni di anzianità.

4. L’assunzione a tempo indeterminato dei vincitori delle prove di cui al comma 1 dovrà avvenire esclusivamente sullo stesso posto occupato, garantendo il mantenimento in servizio nelle forme di legge fino all’esito delle procedure selettive.

5. Per il personale della dirigenza del sistema sanitario regionale si procederà ad apposita selezione concorsuale con la riserva fino al 50 per cento dei posti a favore di quello con rapporto a tempo determinato, individuato ai sensi del comma 1, in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente”.

Mario MAIOLO

I miei emendamenti sono presentati sulla base del testo licenziato dalla Commissione, quindi il testo base è il testo della Commissione.

PRESIDENTE

Va bene, lei lo può illustrare. Poi, magari, lo sistemiamo in coordinamento formale.

Mario MAIOLO

Per quanto riguarda, innanzitutto, l’emendamento protocollo numero 11974, lo stesso modifica il testo; sono dei subemendamenti che fanno riferimento al testo approvato dalla Commissione. Il primo subemendamento modifica il titolo della proposta di legge e lo trasforma in modifica dell’articolo 6 della legge regionale numero 1 del 15 gennaio. Sostanzialmente, modifica l’articolo 6 e riprende l’articolato, esattamente per come è stato licenziato dalla Commissione, modificando al comma 1 che non è la Regione che predispone le stabilizzazioni, ma sono le aziende sanitarie ed ospedaliere. Il terzo comma, che è quello che differenzia rispetto alla Commissione, estende i benefici dell’articolo 1 sulle stabilizzazioni a quanti hanno maturato esperienza triennale nel quadriennio precedente, che abbiano presentato la domanda entro il 31 dicembre 2008 e che abbiano partecipato già preventivamente a procedure selettive. L’altro emendamento, che è il successivo, il protocollo numero 11975, è identico, sostanzialmente, al primo, ma aggiunge un comma 4 che prevede il concorso riservato, valorizzando, quindi, i titoli di chi ha svolto servizio con contratti diversi da quelli a tempo indeterminato.

Poi c’è un’ultima norma, che è quella che prevede di inserire un comma quinto in cui la Giunta regionale predisponga, sulla base del Piano triennale del fabbisogno del personale, un Piano in cui ci indichi la proposta che concerta anche al Tavolo Massicci sul piano complessivo delle stabilizzazioni dei concorsi riservati.

Penso che sia corretto, anche perché ritengo che, nello spirito della discussione della Commissione, onorevole Chiappetta, si trattava di quello che la Regione aveva, la regia e la responsabilità di quello che avveniva in tutte le Asp. Penso, quindi, che sia utile – e non incide sulla costituzionalità della norma – inserire il comma 5, che prevede che la Giunta regionale predisponga questo Piano e che informi la Commissione consiliare competente per definire il piano delle stabilizzazioni dei concorsi riservati.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 11974.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 11975, sempre a firma dell’onorevole Maiolo che così recita: “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio Sanitario Regionale – Modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. l del 15 gennaio 2009, recante: “Ulteriori Disposizioni in materia di Sanità

2) L'articolo l è interamente sostituito con:

Le Aziende Sanitarie e Ospedaliere, al fine di garantire nel Servizio Sanitario Regionale i livelli essenziali di assistenza, nel rispetto dei vincoli di dotazione organica e degli obiettivi di finanza pubblica, procedono alla stabilizzazione dei soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre 2008, attraverso prove selettive conformi ai principi stabiliti dall’articolo 35 del D.Lgs. 30 marzo 2001 n.165”.

3) Dopo il comma 3 sono aggiunti i seguenti commi:

4. Ai sensi delle disposizioni dell'art. 35 c. 3bis del Digs. 30 marzo 2001 n. 165, così per come modificato dalla legge 24 dicembre 2012 n. 228 art. 1, comma 401, le Aziende sanitarie e Ospedaliere, nel rispetto dei vincoli di dotazione organica e degli obiettivi di finanza pubblica in attuazione della normativa vigente, possono avviare procedure di reclutamento, anche per personale con qualifica dirigenziale, mediante concorso pubblico per titoli ed esami finalizzati a valorizzare con apposito punteggio l'esperienza professionale di coloro che abbiano maturato almeno tre anni di servizio, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa, nell'amministrazione che emana il bando.

5. La Giunta regionale, attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali e sentita preventivamente la Commissione consiliare competente, predispone, entro 60 giorni dalla presente legge, un piano annuale degli interventi previsti nei commi 1, 2, 3 e 4 nel rispetto dei vincoli finanziari derivanti dal Piano di rientro e dal blocco delle assunzioni, nonché dalle disposizioni del decreto legge n.13 settembre 2012, n. 158, convertito con modificazione dalla legge 8 novembre, n.189.

6. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede, per l'esercizio finanziario 2013, con la legge regionale di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento, nei limiti della effettiva disponibilità di risorse e, comunque, in misura non superiore agli importi degli stanziamenti della UPB 6.1.01.01 - Spese inerenti al servizio sanitario regionale del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 11975.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 12665, primo firmatario l’onorevole Chiappetta.

(Interruzione)

Mario MAIOLO

Presidente, non è stato distribuito l’emendamento dell’onorevole Chiappetta. Vorrei votare su un testo che conosco.

(Interruzione)

Presidente, questo penso che sia un discorso di serietà, ossia c’è un emendamento che, sostanzialmente, sostituisce quello della Commissione, sul quale abbiamo già votato degli emendamenti. Penso che fosse utile anche avere prima questo e votarlo, in modo che gli altri sarebbero decaduti, perché si era approvato qualcosa che era in contrasto; mi sembra, però, che non sia io quello da soddisfare, bensì il Consiglio regionale, tutti i consiglieri e le regole che regolamentano i lavori dell’Aula.

PRESIDENTE

Possiamo procedere? Si passa all’emendamento protocollo numero 12665 a firma degli onorevoli Chiappetta, Bilardi, Serra, Dattolo che così recita: “1) L'art. 1 comma 1 della proposta di legge n. 399/9^ è così sostituito:

1. Al fine di garantire nel Servizio sanitario regionale i livelli essenziali di assistenza, per i soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre 2008, le Aziende sanitarie e Ospedaliere della Regione Calabria procedono alla stabilizzazione attraverso prove selettive;

2) All'art. 1 della proposta di legge n. 399/9^ si aggiunge il seguente comma 4:

4. Ai sensi delle disposizioni dell'articolo 35 c. 3 bis del Digs. 30 marzo 2001 n. 165, così per come modificato dalla legge 24 dicembre 2012 n. 228 art. 1, comma 401, le Aziende sanitarie e Ospedaliere nel rispetto della programmazione triennale del fabbisogno e dei regimi limitativi fissati dai documenti di finanza pubblica in attuazione della vigente normativa, possono avviare procedure di reclutamento, anche per personale con qualifica dirigenziale, mediante concorso pubblico per titoli ed esami finalizzati a valorizzare con apposito punteggio l'esperienza professionale di coloro che abbiano maturato almeno tre anni di servizio, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa, nell'amministrazione che emana il bando. I relativi provvedimenti, acquisito il parere vincolante dei Ministeri vigilanti, sono approvati dalla Giunta regionale sulla base di apposita intesa con il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 12665.

(E’ approvato)

Mario MAIOLO

Quindi abbiamo votato l’emendamento protocollo numero 11975?

PRESIDENTE

No, 12665.

Emendamento protocollo numero 56273, a firma dell’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

E’ ritirato.

PRESIDENTE

Ritirato. Emendamento protocollo numero 56272 a firma dell’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

E’ ritirato.

PRESIDENTE

Ritirato. Emendamento protocollo numero 12358 a firma degli onorevoli Bilardi, Nicolò.

(Interruzione)

E’ ritirato.

Emendamento protocollo numero 54882 a firma degli onorevoli Imbalzano, Nicolò.

(Interruzione dell’onorevole Nicolò)

PRESIDENTE

E’ ritirato con coordinamento formale. Emendamento protocollo numero 56271 a firma dell’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

E’ ritirato.

PRESIDENTE

Ritirato. Emendamento protocollo numero 1601 a firma dell’onorevole Imbalzano.

(Interruzione)

E’ ritirato. Non ci sono altri emendamenti, quindi possiamo votare l’articolo 1 per come emendato con coordinamento formale.

(E’ approvato)

Mario MAIOLO

Ci asteniamo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, vorrei fare la dichiarazione di voto sulla proposta di legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Anche se ho evidenziato alcune perplessità sull’impianto stesso della proposta di legge, perché a mio modesto avviso – mi rivolgo alla maggioranza, al centro-destra e al Presidente della Commissione sanità, l’onorevole Salerno – sarebbe bastato poco per renderla più blindata, più corazzata. Bastava mettere dentro all’articolo 1 il comma 4 e, soprattutto, il comma 5, che, dal mio punto di vista, è un rafforzativo di questa proposta, perché la blinderebbe ancora di più, entrando nel merito delle questioni delle piante organiche, della mobilità interna e quant’altro, che era stato proposto con l’emendamento dal Pd, dall’onorevole Maiolo, per poter disporre di una legge più forte e anche più compiuta, rispetto al vaglio a cui andrà incontro in termini di legittimità costituzionale.

Spero che questa proposta di legge, proprio perché interessa moltissime persone, migliaia di persone che sono essenziali per lo svolgimento delle attività sanitarie in questa regione, possa trovare un parere favorevole nella sua approvazione, che possa superare il vaglio di questi controlli di tipo legislativo da parte del Governo e quant’altro.

Ho qualche dubbio – purtroppo lo debbo dire – voterò favorevolmente e non mi asterrò, proprio per non dare adito a pretestuosi pensieri o a pretestuose o false strumentalizzazioni che su una materia come questa lasciano il tempo che trovano. Voterò a favore anche se – ripeto, caro capogruppo Chiappetta – spesso ascoltare i consigli su argomenti che dovrebbero essere al di sopra delle differenze e delle divisioni partitiche e politiche, possono far comodo alla maggioranza stessa e a chi gestisce il governo di questa nostra Regione, perché – ripeto – gli emendamenti proposti hanno una loro solidità. Non li avevo neanche letti, caro Maiolo, ho anticipato le mie perplessità sulle questioni inerenti. Il vero filtro, che è quello del blocco del turn-over, del fatto che abbiamo, purtroppo, la “spada di Damocle” di questo commissariamento, di cui se ne sarebbe potuto fare a meno, ma il Tavolo Massicci sappiamo che è invalicabile su determinate questioni, inserendo quei due emendamenti, che sarebbero stati esaustivi e rafforzativi, molto probabilmente, avremmo potuto aggirare meglio l’ostacolo.

Spero di sbagliare e – ripeto – voto a favore, perché considero superiore la necessità, rispetto alle mie perplessità di tipo giuridico-amministrativo, di addivenire comunque ad un documento che sposi e chiarisca definitivamente la questione del precariato, che è diventata veramente insopportabile per tante figure professionali nel mondo medico.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo per dichiarazione di voto, nei minuti stabiliti dal Regolamento.

Mario MAIOLO

Rapidamente, perché l’onorevole Principe ha già espresso quella che è la posizione del gruppo del Pd. Voglio solo precisare che, forse, è stato inopportuno porre in votazione gli emendamenti, senza che l’Aula avesse contezza del contenuto degli stessi. Il collega Chiappetta ha svolto un lavoro dalla Commissione e anche dopo per cercare di raccordare un testo che fosse quanto più positivo possibile. Penso che sia stato un grave errore, Presidente Talarico, non approvare il comma 5, specie in una iniziativa politica come questa, in cui c’è un’assunzione di responsabilità complessiva del Consiglio regionale. Mi auguro – ho qualche dubbio, qualche perplessità che possa passare al vaglio del Governo – che passi perché noi, come Partito democratico, ci impegneremo affinchè questa problematica del precariato, che non riguarda solo la sanità, venga portata all’oggetto e alla discussione di quest’Aula in maniera positiva. Nel momento in cui si offre, però, la possibilità di ricondurre il confronto politico anche sull’attuazione di norme come queste, all’interno della Commissione consiliare, cercando un raccordo fra l’azione di tutte le aziende ospedaliere della Calabria, penso che era un emendamento che doveva meritare una diversa attenzione da parte dell’Aula.

Così non si è fatto, temo che rendere occulte le piante organiche delle Asp, rendere occulti i posti vacanti, rendere occulti i posti messi a concorso, rendere occulte le stabilizzazioni, porterà a ritornare sul terreno della “balcanizzazione” del confronto politico, che questa iniziativa puntava, invece, a stroncare ed a riportare su un terreno del confronto.

Peccato, il comma 5 avrebbe aiutato questo percorso. Non è la prima volta, però ci auguriamo che questa problematica possa essere risolta, per cui, per le motivazioni di un’assenza di supporto legislativo di quest’Aula in modo compiuto, dichiariamo il nostro voto di astensione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Progetto di legge numero 440/9^ recante: “Disciplina transitoria per l'erogazione dei finanziamenti agli Enti utilizzatori di soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la questione degli Lsu-Lpu, alla luce della sentenza della Corte costituzionale. Approvando quest’articolo, si dà subito l’opportunità, anche per quanto riguarda il pagamento. E’ un articolo unico che è stato concordato.

Antonino DE GAETANO

Presidente, volevo intervenire.

PRESIDENTE

…in Conferenza dei capigruppo, quindi possiamo procedere all’approvazione.

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Visto che sono stato delegato anche dal collega Principe, volevo dire a nome del Partito democratico come la pensiamo su questa proposta di legge.

In maniera preliminare, volevo spiegare prima che quando facevamo le interrogazioni ho avuto uno scatto d’ira con il collega Mancini – me ne scuso dal punto di vista personale –. La critica politica rimane, ovviamente, non a lui, ma alla burocrazia regionale, che fino ad oggi ha impedito il pagamento delle spettanze arretrate degli Lsu-Lpu. Il collega mi ha spiegato, credo a quello che dice, però il punto è che la burocrazia regionale, fino ad oggi, ha impedito il pagamento relativo.

(Interruzione)

Il collega Mancini mi dice che oggi hanno sbloccato i fondi, ne prendiamo atto. Sottolineiamo, purtroppo sempre per colpa della burocrazia regionale, che siamo con mesi di ritardo rispetto a quello che sarebbe dovuto essere per questi lavoratori e queste lavoratrici. La critica politica resta, ma chiedo scusa sul fatto personale al collega Mancini, non è mio costume attaccare personalmente mai nessun collega, ma fare critiche politiche.

Presidente Talarico, la Corte costituzionale su questa questione – lo voglio precisare per chiarezza – ha bocciato una norma, ma non ha bocciato le convenzioni – l’ho detto nella Conferenza dei capigruppo e lo voglio ribadire oggi in Aula – questo perché, successivamente al pronunciamento della Corte costituzionale che è datato 20 febbraio 2013, il Ministero del lavoro ha inviato una circolare all’Inps, per dare la possibilità di pagare i mesi di marzo ed aprile 2013 a tutti i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Questo significa, nella sostanza, che il Ministero del lavoro ha dichiarato che si possono pagare e che le convenzioni restano in atto, anche perché la legge che disciplina gli Lsu è la numero 388 del 2000, che – come mi insegnate – è una legge dello Stato e la Corte costituzionale ha cassato una norma del Collegato alla finanziaria della Regione Calabria e, per la gerarchia delle fonti, una legge statale ha preminenza su una legge regionale.

La legge che vi ho citato, la numero 388, rimane, quindi, in vigore e prova ne è che l’Inps sta per saldare marzo ed aprile 2013 e non salderà, al momento, ancora maggio ed i messi successivi, perché il Governo Monti ha lasciato scoperte le risorse per i mesi successivi -vale per gli Lsu, vale per i cassintegrati, vale per le mobilità-. Questo per chiarezza e per dare contezza che non è che decade la legge, ma credo – dobbiamo dircelo con chiarezza – che il vero problema in questo momento sia di natura economico-finanziaria.

Nonostante riteniamo che quella lettera del direttore generale di sospensione temporanea fosse illegittima, che non andava mandata agli enti utilizzatori, come Partito democratico, oggi voteremo per responsabilità questa proposta di legge, perché ci interessa risolvere il problema dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, ma vogliamo sottolineare il fatto che, secondo noi, quella circolare mandata dal direttore generale era da non mandare.

Voteremo questa proposta di legge, però chiariamo un punto con forza, che è collegato a quello che ho detto prima nell’interrogazione: già nel bilancio del 2013, in fase di approvazione a dicembre, come gruppo del Partito democratico avevamo segnalato il fatto che le risorse sarebbero arrivate fino a luglio-agosto del 2013, che la Giunta regionale non aveva previsto di inserire le somme fino a fine anno. Sottoponiamo questo, quindi, all’attenzione del Consiglio regionale e chiediamo con forza che la Giunta regionale recepisca e trovi le risorse per arrivare a fine anno, perché non possiamo accettare, in questo momento di difficoltà in Calabria. che questi lavoratori, dal 16 luglio, dal 1° di agosto, non abbiano più la copertura finanziaria e che, quindi, siano costretti ad interrompere il loro servizio, fondamentale per la regione, perché – ricordiamolo – molti Comuni chiuderebbero senza questi lavoratori.

Approviamo, allora, questa proposta di legge, la votiamo, però con la riserva – che manifestiamo pubblicamente – che vanno trovate le risorse, Presidente Scopelliti, per proseguire dal mese di agosto in poi. Su questo, come Partito democratico, non faremo nessuno sconto in quest’Aula, ma faremo un’opposizione durissima se le risorse non saranno trovate, perché crediamo che, dopo quindici anni di precariato e di servizio presso la Regione, non possiamo consentirci il lusso di mandare a casa un solo lavoratore.

Per ultimo, su questa storia della Corte costituzionale, credo che bisogna stare attenti a non raccontare frottole ai lavoratori e che dobbiamo dire con chiarezza se il problema sia di natura economica. Dobbiamo dichiararlo, assumerci la responsabilità. Sappiamo che in questi anni la spending review è stata molto dura per la Regione Calabria e per le Regioni meridionali, l’abbiamo denunciato, ma, detto questo, dobbiamo trovare comunque, nelle pieghe del bilancio, le risorse per pagare questi lavoratori fino al 31 dicembre.

Risolto questo problema, chiediamo di predisporre una legge organica. Diamo mandato, facciamo una legge transitoria oggi, ma chiediamo che venga elaborata una legge organica, per mettere chiarezza nel panorama normativo calabrese su questa questione e chiediamo alla Giunta regionale, al nuovo Governo che si insedierà – ci auguriamo – da qui a poco, di qualunque colore politico sia, di natura tecnica o politica, di organizzare subito un tavolo tecnico con i sindacati e con la Regione Calabria, per reperire le risorse e per ricercare anche le modifiche normative necessarie per la stabilizzazione, perché la Corte costituzionale ha bocciato il punto sulla stabilizzazione, perché la spending review ha stabilito che non si possono fare più stabilizzazioni, in questo momento, in Italia.

Ci rivolgiamo, allora, alla Giunta regionale affinchè richieda questo Tavolo per trovare le soluzioni normative e giuridiche, per trovare le condizioni di stabilizzazione per questi 5 mila precari calabresi, che sono, da quindici anni, al servizio della Regione, delle comunità montane, dei Comuni e delle Province, e che sono fondamentali per la nostra regione.

Credo che questo sia il punto decisivo, per questo come Partito democratico voteremo la proposta di legge, ma con questa grossa riserva, che è quella di natura economica, perché sappiamo che le risorse che ha messo a disposizione la Giunta regionale non bastano per arrivare a fine anno, e chiediamo che si trovino le risorse per arrivare al 31 dicembre 2013.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Non sarei intervenuto, se non dopo aver sentito il grido di dolore, l’accorato appello che viene dal collega De Gaetano; ci è sembrato, per un attimo, come se noi vivessimo in un altro pianeta e non fossimo coscienti delle grandi difficoltà, così come sono emerse anche in Conferenza dei capigruppo.

Poco fa abbiamo preso l’impegno, anche come capigruppo di maggioranza, di trovare le risorse – lo ripeto – non per interesse elettorale o politico, benché l’intervento dell’amico De Gaetano sembrasse una specie di ritorno alle urne, ma soprattutto perché ci sono molti di questi enti che sono legati, per la loro normale attività, quindi per l’ordinaria amministrazione, a queste figure da tantissimi anni. Vorremmo anche trasmettere il messaggio che, per ciò che riguarda gli aspetti degli impegni, noi non ci siamo mai sottratti, nonostante le risorse, da quando ci siamo insediati, siano diminuite di un quarto, del 25 per cento: siamo partiti da 1 miliardo di euro a 780 milioni di euro di bilancio.

Questo vorrei che fosse chiaro. Non perché qualcuno voglia sottrarsi alle responsabilità che si è assunto, ma soprattutto perché c’è la necessità incombente di dover rincorrere quelli che sono i bisogni quotidiani, ordinari.

E’ chiaro, quindi, che il provvedimento sia stato approvato oggi in Conferenza dei capigruppo con grande celerità; apprezziamo il lavoro che ha svolto il Presidente del Consiglio incontrando i sindaci, i sindacati e un po’ tutti i soggetti coinvolti, perché riteniamo necessario che ci sia un’azione forte da parte del governo. Vorremmo che fosse chiaro che, accanto alle responsabilità della Regione, che sono sulle nostre spalle e sulle quali ricadono per intero, ci fosse anche la volontà di mettere fine a tantissime forme di precariato, così come questa degli Lsu-Lpu finalmente, e che si possa trovare una soluzione per la stabilizzazione.

Su questo chiederemo che il Governo, che si insedierà da qui a breve, si prenda in carico le sorti dei lavoratori calabresi e non solo, dato che la stessa problematica è comune a tante altre Regioni. Lo sforzo viene fatto proprio in questa direzione, per garantire le attività, soprattutto, a quegli enti locali in grande difficoltà che, a causa del patto di stabilità, non riescono ad integrare i propri organici ormai da quasi vent’anni; proprio per questo si tratta di un atto dovuto, di una nostra responsabilità. Non dobbiamo deludere le aspettative di tantissime di queste persone che ormai sono, alcune di queste, alla soglia della pensione, di una pensione che non avranno mai dal punto di vista economico e contributivo, ed è nostro dovere ridare un’immagine di efficienza a quella burocrazia tanto denigrata dal collega De Gaetano, in riferimento al pagamento delle spettanze, anche per ridare ai Comuni e agli enti che usufruiscono di questi lavoratori la possibilità di continuare nelle loro normali attività.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, do la parola al Presidente Scopelliti per chiudere il dibattito sul provvedimento e poi procedere alla votazione.

Dopo le dichiarazioni di voto, la parola al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, credo che questo disegno di legge, presentato oggi dai colleghi Chiappetta e Salerno, metta una toppa ad una serie di difficoltà che sono emerse negli ultimi tempi rispetto al tema del mondo del precariato. Prima nella Conferenza dei capigruppo all’incontro con i sindaci, con i rappresentanti sindacali, ho avuto modo di rappresentare le problematiche decennali di questo mondo ed ho avuto modo di ribadire un concetto secondo me importante: anche per il mondo del precariato, con i suoi problemi, i nodi vengono al pettine, così come stanno emergendo su tutti i fronti delle attività del nostro territorio calabrese.

Questa è l’ennesima riprova di come non ci siano più sconti e come, soprattutto, chi oggi ha il compito di governare, purtroppo, paghi il grado di responsabilità di chi ha gestito nel passato.

Non serve mandare a casa chi ha governato prima per dire che abbiamo risolto i problemi, perché ci sono grandi responsabilità che si pagano nel tempo. Gli Lsu e gli Lpu sono un modello che si avvicina e che anzi rappresenta questo tipo di difficoltà per chi ha il compito di governare.

Cosa voglio dire? Ho fatto il Presidente del Consiglio regionale e quando nel 1995 - 1996 ci fu la possibilità di inserire attraverso i famosi “Pacchetti Treu” i ragazzi disoccupati per fare esperienze lavorative, ricordo che ci furono comuni che presentarono progetti per centinaia di lavoratori. Un comune di 2 mila abitanti con 30 dipendenti ha presentato progetti per 50 lavoratori Lsu e Lpu.

Oggi alla fine è un po’ difficile che si riesca a dar risposte a tutti, quando non si riescono a trovare strade per la stabilizzazione o, a maggior ragione, non ci sono le condizioni perché un comune con pianta organica di 30 unità  ha 50 dipendenti precari.

Ecco, oggi dopo quasi 18 anni si pagano le irresponsabilità del passato.

Siamo di fronte ad una scelta ormai obbligata. Dobbiamo decidere da che parte stare e poiché questi  lavoratori, forse, hanno molti più meriti di tanti altri, è chiaro che oggi noi, come Regione, presentiamo questo disegno di legge, ci impegniamo a rafforzare l’azione del percorso di stabilizzazione e quindi di nuova occupazione, ma dobbiamo sapere tutti – lo abbiamo detto anche questa mattina di fronte ai sindacati ed ai tanti sindaci presenti - che oggi è necessario un gioco di squadra e una responsabilità maggiore da parte di tutti.

Voglio dire che partiamo da un bacino di circa 15/16 mila unità. Sono stato assessore dal 2000 al 2002 ed in una sola annualità, con la famosa legge 4 che erogava i famosi finanziamenti per le stabilizzazioni, in un solo anno stabilizzammo, nel 2001-2002, circa 2.800 persone.

Dopo quell’intervento e quella scelta negli anni è decisamente calata la curva di interesse e di coinvolgimento da parte degli enti a stabilizzare i lavoratori.

Ci siamo trovati poi con tutta una serie di norme che disciplinavano i rapporti che ulteriormente hanno reso complessa anche la fase di assunzione e di stabilizzazione fino ad arrivare al blocco del turn-over, cioè fino ad arrivare a queste nuove leggi che hanno messo in difficoltà i comuni. Non solo il blocco del turn-over ma anche il rispetto del patto di stabilità, altro elemento che ha messo in difficoltà gli enti locali.

Qui emergono delle responsabilità, perché a cavallo del 2000, 2005, 2006 e 2007, quando ancora vi era la normativa che dava la possibilità ai comuni di una tutela - vi era la riserva del 30 per cento che poteva esser utilizzata per stabilizzare i lavoratori - tanti comuni, anche di città capoluogo di provincia, in barba a questa legge, hanno fatto assunzioni clientelari e non si sono affidati alle logiche che consentivano la stabilizzazione di una parte del precariato.

Oggi siamo, quindi, di fronte ad una scelta che diventa obbligata perché la Regione, nonostante sia  cambiata la filosofia che riguarda i bilanci – e qui il collega De Gaetano oggi l’ha detto in Conferenza dei capigruppo – ha rivendicato la necessità di mettere in campo tutte le strategie possibili. Cambia il modo di agire e di attuare le strategie.

Non puoi prevedere una convenzione tra l’ente Regione e il comune dicendo “ti rinnovo la convenzione fino al 31 dicembre senza alcuna difficoltà” se tu non hai la certezza della copertura finanziaria.

Pure noi vorremmo dire: c’è la certezza del rinnovo sino al 31 dicembre. Ma non abbiamo questa certezza perché se il Governo non dovesse rifinanziare gli Lsu, il mondo del precariato, i 2.200 precari calabresi noi avremmo una difficoltà che è pari a 21 milioni di euro che la Regione non si può sobbarcare con facilità perché non abbiamo dove recuperare queste risorse.

La prima cosa che i sindacati sanno molto bene è quella di non dire “adesso tocca alla Regione”. Non tocca alla Regione ma al Governo nazionale che ha creato questi strumenti e che continua a finanziare gli Lsu e gli Lpu; noi i soldi per gli Lpu, gli altri precari, ce li abbiamo perché rientrano nella famosa filosofia della legge che citavo prima, di quando ero assessore in cui riuscii a recuperare gli Lpu, gli ex articolo 7, i 144, che erano figure che il Governo strategicamente aveva creato e che a distanza di anni aveva messo da parte.

Noi in Calabria con quella legge ritenemmo che non era necessario mandare a casa persone dopo una esperienza lavorativa, proprio per la loro capacità di mettere in atto un rapporto lavorativo intenso ed importante per le amministrazioni; a volte gli Lsu e gli Lpu hanno retto comuni periferici della Calabria perché hanno garantito servizi essenziali e fondamentali e quindi sono insostituibili. Diventa, quindi, difficile trovare alternative alla loro prestazione.

Oggi abbiamo la grande sensibilità di dire che questo atto ci consente di fornire una prima risposta ma che la battaglia è dell’Anci nazionale, che la battaglia è del mondo sindacale a livello nazionale e che la battaglia è della Conferenza delle Regioni dove noi dovremo cercare di stimolare ulteriormente affinché si prenda atto di questa scelta. Il Governo non potrà tirarsi indietro e non finanziare queste azioni.

Se così è, è chiaro che saremo in grado di assolvere al nostro compito; ancor di più questa strada oggi ci impone un tavolo che abbiamo già individuato come percorso e ci impone anche la possibilità di dire ai comuni “cosa volete fare oggi?”.

Le esperienze sono sempre legate a chi ha il compito di gestire. Quando ero Presidente del Consiglio regionale avevamo qualcosa come 70 dipendenti e siamo arrivati a 110 dipendenti nel 2000,; oggi il Consiglio regionale ha 350 dipendenti e i concorsi sono stati fatti a iosa.

Ricordo di aver bandito un concorso perché mi trovai di fronte ad una responsabilità; chiamai i direttori generali del Consiglio e dissi “chi sono queste figure che voi mi portate in discussione ogni volta?” mi si rispose “sono fotocopiste, dattilografe, tutte persone che consentono il funzionamento della macchina”. Dissi “non sono indispensabili, le dobbiamo mandare a casa”. Erano le famose cooperative.

A questo mi si rispose “se noi le mandiamo a casa dobbiamo chiudere le attività del Consiglio regionale”. Allora dissi “se è così, proponete, facciamo una legge regionale”. Fu fatta una legge ed un concorso per la riserva per le 22 figure che erano indispensabili, così come fu fatto poi per gli 11 precari Lsu – Lpu. Se un comune di 2 mila abitanti ha messo dentro 50 persone come Lsu e Lpu, un Consiglio regionale poteva immaginare di metterne 200.

Feci due progetti per 11 persone che oggi sono dipendenti del Consiglio regionale perché nel tempo si sono avviate le procedure per una naturale e scontata stabilizzazione perché garantiscono un servizio.

Ecco cosa significa amministrazione: oggi dobbiamo rincorrere soluzioni e siamo in grande difficoltà perché se qui non si trova la capacità da parte degli enti locali di dare una opportunità e una prospettiva corriamo il rischio di ingolfarci ulteriormente.

Pertanto gioco di squadra significa un coinvolgimento reale dell’Anci. Ci sono comuni che sono interessati ad assumere ma non lo possono fare, però oggi non possiamo più – oggi dopo 14 anni – giocare sulla pelle di questi nostri concittadini e non serve dire “adesso interpelliamo la Regione perché così ci consente la possibilità di mantenere il precariato”. No, adesso invece il discorso è diverso.

Questo tipo di impegno che viene dirottato verso il territorio deve far assumere agli amministratori e agli enti locali l’impegno di una stabilizzazione, di un percorso di assorbimento dei 2.300 Lsu che oggi ci sono in modo da dar loro la certezza di una stabilizzazione.

La Regione può anche immaginare, magari, di intervenire recuperando eventualmente risorse sul prossimo bilancio per dare incentivi alla occupazione, alla stabilizzazione e così via, perché questo può dare un ulteriore impulso ma per noi sarà difficile doverci sobbarcare – nel caso in cui il Governo non trovasse le risorse – un intero pacchetto di tante persone che, ovviamente, ricadrebbero sul bilancio come voci di spesa.

Siamo arrivati ad una situazione in cui questo provvedimento aiuta a dar respiro ma ci impegna tutti a trovare le soluzioni ed ognuno per la propria parte deve mettere in campo tutte le risorse possibili per dare risposte e serenità a questi lavoratori, per dar certezza occupazionale e lavorativa, per dare una risposta a chi da oltre 15-16 anni lavora alle dipendenze degli enti locali ma non gode di quei privilegi o quegli strumenti di legge di cui godono a volte i tanti dipendenti pubblici. Perché sono, comunque, in una situazione un po’ diversa.

Credo che su questo dobbiamo mettere un punto fermo e che l’impegno dell’Aula di questa sera dimostri l’attenzione e soprattutto la grande considerazione che questo Consiglio ha nei confronti del mondo del precariato. Non possiamo più tergiversare ma dobbiamo tutti quanti lavorare per trovare una risposta.

Ecco cosa oggi rappresenta questo atto, Presidente.

E’ un impegno nel breve termine per garantire il lavoro di un tavolo tecnico e per trovare soluzioni che diventino di stabilizzazione e di certezza lavorativa per questo gruppo corposo di lavoratori calabresi.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, mi pare che i colleghi abbiano già anticipato il voto favorevole del gruppo del Partito democratico perché, a fronte di una proposta di legge che non risolve il problema ma dà un respiro a questi lavoratori con un investimento di 21 milioni che consentirà la prosecuzione dei rapporti con i vari enti almeno fino a metà luglio, un gruppo come il nostro non poteva che dare un voto favorevole non mancando di far notare, però, che uno sforzo maggiore si sarebbe potuto fare per garantire la copertura fino a fine anno.

Come giustamente ha fatto notare il collega De Gaetano, avviene sempre il solito giro per cui per coprire l’anno precedente si assorbono risorse dell’esercizio di riferimento.

Questo aspetto della copertura più ampia per noi era molto necessario per tentare di affrontare e risolvere il problema definitivamente senza tensioni sociali, perché arrivare ad una soluzione definitiva – lo sappiamo tutti – è estremamente arduo.

Abbiamo il vizio noi uomini delle istituzioni calabresi di fare salti tra passato e presente senza spesso interrogarci sul futuro; qualche medaglietta di positività, in ogni campo, insieme a molte negatività tutti possiamo accamparla, ricordando esperienze di stabilizzazione completa in alcuni enti locali e degli Lsu e degli Lpu.

Ma il problema non è questo: noi dobbiamo mettere in piedi un sistema normativo che trovi le risorse con l’ausilio dello Stato centrale e che, nello stesso tempo, sia compatibile con lo stato della finanza locale generale e dei rapporti di lavoro subordinato negli enti locali, con la fase difficile che noi stiamo attraversando.

Vedo che il Governatore ha colto perfettamente non il suggerimento ma le considerazioni che avevamo fatto in sede di Conferenza dei capigruppo. Perché, diciamo la verità, c’è stata una difficoltà a rapportarsi con il Governo del Paese in questi anni che ha messo il Mezzogiorno al di fuori di quelle che erano le politiche di carattere generale.

Non voglio dire che la questione degli Lsu e degli Lpu sia centrale nelle politiche di rilancio del Mezzogiorno ma è un piccolo tassello rispetto ad una volontà dello Stato, del sistema politico italiano e della classe dirigente per capire che finalmente questo Paese potrà rinascere e riavviarsi sulla strada dello sviluppo se riparte il Mezzogiorno.

Il fatto che il sud sia stato assente dall’Agenda politica del Paese non lo dice solo un partito, in questo caso i rappresentanti istituzionali, in questo consesso, di un partito che da molti anni è stato alla opposizione al Governo centrale, ma lo dice la massima autorità finanziaria economica europea, cioè il Presidente della Banca Centrale Europea, Draghi, che non viene certamente come un rivoluzionario meridionalista.

Se non riparte il Mezzogiorno non riparte il Paese.

Diciamo la verità, nel confronto col Governo centrale in questi anni siamo stati estremamente timidi e questa questione impegnerà la Giunta a mettere in piedi un quadro normativo da sottoporre al confronto con le istituzioni, con i gruppi e con le parti sociali.

Ma questo quadro normativo potrà avere la possibilità di avere successo se ci sarà un confronto con il centro e – come si diceva – un confronto all’interno della conferenza Stato - Regioni.

Se mi posso permettere di dare un piccolo suggerimento, anche se mi rendo conto che è quasi una presunzione quella di poterlo dare, vorrei dire che dal momento in cui si sono istituite le Regioni, le Regioni meridionali non sono state mai in grado di porre in essere una politica unitaria.

Faccio l’esempio delle infrastrutture – per capirci – e della Salerno-Reggio Calabria. Ma voi ritenete che se ci fosse stata una politica unitaria delle Regioni meridionali la Salerno-Reggio Calabria avrebbe avuto l’iter che, purtroppo, stiamo tutti soffrendo? Allora, poiché il problema degli Lsu e Lpu riguarda in primo luogo le Regioni meridionali mi permetterei di suggerire al Presidente Scopelliti di fare un confronto con i suoi colleghi Governatori delle altre Regioni meridionali in modo da presentarsi al confronto nella Conferenza Stato-Regioni con una posizione concreta, studiata, meditata, unitaria in modo da avere un fronte positivo che si confronti – scusate la cacofonia – con lo Stato centrale.

In questo contesto penso che da questo Consiglio regionale possa partire anche l’idea di istituire nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni una Commissione delle Regioni meridionali. Ci sono una serie di politiche, infatti, che non possono essere sviluppate singolarmente da una sola Regione ma che richiedono un confronto prioritario e una sintesi per arrivare a soluzioni che poi debbono avere un carattere nazionale.

Con questi sentimenti esprimiamo il nostro voto favorevole e siamo pronti a dare il nostro contributo riformatore per metter in piedi questo quadro normativo, così come siamo pronti a livello romano ad impegnare i nostri rappresentanti nelle istituzioni a far la loro parte affinché si raggiunga un utile risultato.

PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione della proposta di legge numero 440/9^ che consta di un unico articolo e che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 438/9^ di iniziativa del consigliere Pacenza recante: Modifiche ed integrazioni alla legge numero 5/2013 “Sottoscrizione quota di capitale sociale della società Aeroporto S. Anna S.p.A.”

PRESIDENTE

L’ultimo punto all’ordine del giorno recita proposta di legge numero 438/9^ di iniziativa del consigliere Pacenza recante: Modifiche ed integrazioni alla legge numero 5/2013 “Sottoscrizione quota di capitale sociale della società Aeroporto S. Anna S.p.A.”

Prego, assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, si tratta di una piccola modifica di una legge già approvata alla unanimità, la legge regionale numero 5 del 2013 sull’aeroporto di Crotone.

Al fine di individuare una modalità di finanziamento dell’onere di servizio compatibile con le regole per gli aiuti di Stato.

Solo questo, c’è la copertura finanziaria e si tratta di un articolo unico con due commi.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo unico.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Abbiamo esaurito l’ordine del giorno pertanto il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,14

 

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo l’assessore Caridi.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Norme regionali per la disciplina, la tutela e la valorizzazione dell’apicultura calabrese (delibera G.R. n. 25 del 28.1.2013)” (P.L. n. 425/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare– Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

“Modifiche alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (delibera G.R. n. 26 del 28.1.2013)” (P.L. n. 426/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Sono state, inoltre, presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Franchino – “Soccorso ed elisoccorso in montagna. Norme per promuovere il soccorso alpino in Calabria” (P.L. n. 416/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche alle leggi regionali 60/2012 e 15/2008” (P.L. n. 417/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Modifiche alla legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62 (Istituzione di ecomusei in Calabria)” (P.L. n. 418/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Disciplina delle Associazioni Proloco” (P.L. n. 419/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Principe – “Disposizioni per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei borghi più belli d’Italia in Calabria” (P.L. n. 420/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico D. – “Interpretazione autentica dell’articolo 18, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” (P.L. n. 421/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Giordano – “Istituzione e promozione del bilancio sociale” (P.L. n. 422/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Promozione e valorizzazione del patrimonio tessile calabrese” (P.L. n. 423/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Modifiche alle leggi regionali 10/2003 e 69/2012” (P.L. n. 424/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Sistema informativo turistico – Iat” (P.L. n. 427/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Maiolo – “Modifica dell’articolo 6 della legge regionale 15 gennaio 2009, n. 1 (Ulteriori disposizioni in materia di sanità)” (P.L. n. 428/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Grillo – “Modifiche alla legge regionale 15 gennaio 2009, n. 2 (Norme per l’istituzione di un Parco storico rievocativo del decennio francese in Calabria)” (P.L. n. 429/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Grillo – “Norme per i tirocini formativi nella Regione Calabria” (P.L. n. 430/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Salerno, Chiappetta, Gallo, Serra, Parente – “Modifiche alla legge regionale 13 dicembre 2012, n. 63 (Ridefinizione assetto giuridico della “Fondazione Campanella”)” (P.L. n. 431/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Integrazione alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69” (P.L. n. 432/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

De Masi, Talarico D. – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata “Stazione unica appaltante” e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, di servizi e forniture” (P.L. n. 433/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Magno – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)” (P.L. n. 434/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Magno – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013)” (P.L. n. 435/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Modifiche alla legge regionale 10 febbraio 2012, n. 7” (P.L. n. 436/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Disposizioni per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito ed alla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico” (P.L. n. 437/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Pacenza – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15 febbraio 2013, n. 5” (P.L. n. 438/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69” (P.L. n. 439/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Disciplina transitoria per l’erogazione dei finanziamenti agli enti utilizzatori di soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità” (P.L. n. 440/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Afor (Azienda forestale della Regione Calabria) per l’anno finanziario 2013 (Delibera Giunta regionale n. 44 dell’11.2.2013)” (P.P.A. n. 208/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Surroga del consigliere regionale Demetrio Battaglia, dimissionario” (P.P.A. n. 209/9^)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 50 dell’11 febbraio 2013, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2, legge regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano di reinserimento occupazionale 2013” (Parere n. 54)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Ritiro proposta di legge

L’onorevole Giovanni Nucera, con nota del 7 febbraio 2013, ha espresso la volontà di ritirare la proposta di legge n. 417/9^ recante: “Modifiche alle leggi regionali 60/2012 e 15/2008”.

Trasmissione di deliberazione

La Giunta regionale con nota n. 11933 del 14.1.2013 ha trasmesso la deliberazione n. 536 del 6.12.2012, con cui ha rettificato la deliberazione n. 491 del 12.11.2012 (P.P.A. n. 207/9^), recante: “Adozione della proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fesr 2007/2013 e autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del Comitato di sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea”.

Parere favorevole su deliberazione

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2203 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 541 del 10 dicembre 2012, recante: “Piano regionale - legge regionale 12 giugno 2009, n. 18 <Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali>” (Parere n. 49)

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2205 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 517 del 6 dicembre 2012, recante: “Politiche di snellimento e semplificazione amministrativa di cui alla legge regionale n. 19/2009, art. 5, comma 7” (Parere n. 50)

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2192 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 570 del 13 dicembre 2012, recante: “Por Fesr Calabria 2007/2013. Asse I – Ricerca scientifica, innovazione tecnologica e società dell’informazione: linee di intervento 1.1.3.1, 1.1.3.2 e 1.1.4.1 Approvazione direttive di attuazione legge regionale n. 40/2008/, art. 1” (Parere n. 52)

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2210, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 581 del 28 dicembre 2092, recante: “Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi (art. 35, comma 2, legge regionale 7/2001) – Approvazione programmi” (Parere n. 53)

Adesione di consigliere a gruppo consiliare

L’onorevole Francescantonio Stillitani, in data 18 gennaio 2013 ha aderito al gruppo consiliare “Misto”, giusta comunicazione acquisita in data 21 gennaio 2013, protocollo generale n. 2978.

L’onorevole Vincenzo Antonio Ciconte, in data 1° febbraio 2013 ha aderito al gruppo consiliare “Partito democratico”, giusta comunicazione acquisita in pari data, protocollo generale n. 5591.

Scioglimento gruppo consiliare

A seguito dell’adesione dell’onorevole Vincenzo Antonio Ciconte al gruppo consiliare del “Partito democratico” il gruppo “Progetto democratico” è sciolto avendo perso i requisiti di cui all’articolo 13, comma 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Pertanto, ai sensi del comma 4 del predetto articolo 13, i consiglieri Ferdinando Aiello e Rosario Mirabelli sono assegnati al gruppo “Misto”.

Nomina di Vicepresidente di Commissione consiliare

La prima Commissione consiliare, nella seduta del 14 marzo u.s., ha proclamato eletto Vicepresidente il consigliere regionale Pasquale Maria Tripodi.

Promulgazione di leggi regionali

In data 10 gennaio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 19 gennaio 2013 al B.U.R. n. 2 del 16 gennaio 2013:

Legge regionale 10 gennaio 2013, n. 1, recante: "Disposizioni di adeguamento all’articolo 2 - riduzione dei costi della politica - del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174 (Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012) convertito con modifiche con legge 7 dicembre 2012, n. 213";

Legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2, recante: "Disciplina del collegio dei revisori dei conti del Consiglio regionale della Calabria".

In data 15 gennaio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 24 gennaio 2013 al B.U.R. n. 2 del16 gennaio 2013:

Legge regionale 15 gennaio 2013, n. 3, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 57 del 15 novembre 2012 «Legge organica di protezione civile della Regione Calabria»";

Legge regionale 15 gennaio 2013, n. 4, recante: "Modifiche alla legge regionale 6 novembre 2012, n. 54 (legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel mondo)".

In data 15 febbraio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 3 del 22 febbraio 2013 al B.U.R. n. 4 del 16 febbraio 2013:

1) Legge regionale 15 febbraio 2013, n. 5, recante: "Sottoscrizione quota di capitale sociale della società Aeroporto S. Anna SpA".

Deliberazione Giunta regionale

La Giunta regionale, con deliberazione n. 27 del 28 gennaio 2013, ha prorogato il Programma Auto sostenibile di Sviluppo nel Settore Forestale Regionale anno 2013 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 623 del 23.12.2012.

Modifica deliberazioni

La Giunta regionale, con deliberazione n. 67 dell’8.3.2013, ha provveduto ad apportare modifiche al documento tecnico di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 580 del 28.12.2012, nonché al bilancio dipartimentale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 579 del 23.12.2012, ai sensi dell’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Rettifica nota apposta al capitolo 12010123 per correzione errore materiale.

Approvazione protocollo di intesa

La Giunta regionale, con deliberazione n. 82 dell’8.3.2013, ha approvato il protocollo di intesa tra la Regione Calabria e la Repubblica d’Albania.

Emanazione di regolamento regionale

In data 4 .gennaio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 3 dell’11 gennaio 2013 al B.U.R. n. 1 del 2 gennaio 2013:

Regolamento regionale n. 1 del 4 gennaio 2013 concernente: "Regolamento per il funzionamento del Servizio Ispettivo".

Approvazione di risoluzione

La prima Commissione consiliare, nella seduta del 16 gennaio 2013, ha approvato la Risoluzione n. 1/2013 sulla proposta di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia".

Interrogazioni a risposta immediata

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

la legge regionale 21 agosto 2007 n. 20 (Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà) stabilisce quanto segue:

“La Regione, anche in attuazione della legge 4 aprile 2001, n. 154, «Misure contro la violenza nelle relazioni familiari» e della legge 8 novembre 2000, n. 328, «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», promuove, coordina, stimola iniziative per contrastare la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali, a partire da quello familiare ". (Art. 2 c. 1)

i finanziamenti di cui alla predetta legge sono stati sospesi nel 2010;

l’Amministrazione regionale, a seguito di numerose sollecitazioni, in data 20 maggio 2011, emanava un avviso pubblico per la selezione di progetti finalizzati alla creazione o potenziamento di centri di ascolto per vittime di violenza di genere;

in seguito, con un decreto n. 12990 in data 17 ottobre 2011, il Dipartimento 10 della Regione Calabria pubblicava la relativa graduatoria;

nel dispositivo del decreto è stabilito che gli uffici competenti del Settore Politiche sociali sono autorizzati "a dare corso, con successivi atti, ai finanziamenti nei confronti dei sopradetti aventi diritto al contributo, fino all’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili";

con i decreti n. 10480 (in BURC, Suppl. straordinario n. 3 al n. 18 dell’1 ottobre 2012) e n. 10479 (in BURC, Suppl. straordinario n. 1 al n. 21 del 16 novembre 2012) del 18 luglio 2012 (Trasferimento somme ai beneficiari dei progetti finalizzati alla creazione o potenziamento di centri di ascolto per donne vittime di violenza di genere»), il Dirigente del Settore 10 della Regione Calabria liquidava alla Fondazione «Città Solidale Onlus» (Cz) ed al Comune di Lamezia Terme, la somma di euro 45.000,00 pari al 60% dell’intera somma dovuta;

in questo modo la Regione Calabria ha provveduto al finanziamento di soli 2 progetti, dei 7 ammessi al finanziamento;

il mancato finanziamento degli altri cinque soggetti ammessi a finanziamento potrebbe determinare una chiusura delle attività degli stessi -:

quali sono le motivazioni alla base della scelta di finanziare soltanto due dei sette soggetti ammessi a finanziamento e, qualora il motivo fosse il rispetto del patto di stabilità, in base a quali criteri sono stati selezionati i due soggetti effettivamente finanziati;

quali misure si intendono adottare affinché anche gli altri cinque soggetti ammessi a finanziamento possano, in tempi brevi, essere liquidati.

(320; 18.01.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nell’ambito del Por Fesr Calabria 2007-2013, Asse VII - sistemi produttivi, linea di intervento 7.1.4.1 - Pacchetti Integrati di Agevolazioni per sostenere la competitività delle imprese esistenti, la Regione Calabria pubblicava in data 5 giugno 2012 avviso pubblico per il sostegno alle PMI calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre;

come recita l’art. 1 dell’Avviso si intende a supportare le imprese titolari di emittenti televisive locali:

a) nella transizione delle trasmissioni televisive dal sistema analogico ai sistema digitale terrestre;

b) nell’introduzione delle nuove tecnologie disponibili nel settore della trasmissione televisiva in tecnica digitale al fine di agevolare l’integrazione con il sistema economico e produttivo del territorio regionale e favorire positive ricadute sociali, culturali ed economiche;

l’avviso è teso a favorire, in considerazione degli impatti sociali, culturali ed economici derivanti dal passaggio al sistema digitale terrestre, il rafforzamento del sistema delle imprese regionali operanti nel settore della tele-radiotrasmissione sostenendone, in stretta coerenza con quanto previsto dall’Asse VII del Por Calabria Fesr n. 2007/2G13, l’ammodernamento delle strutture produttive e organizzative, attraverso l’attivazione di investimenti sia materiali che immateriali;

con riferimento alla tempistica prevista per la valutazione dei piani di sviluppo aziendale, l’Amministrazione regionale nomina un Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) composto da esperti con pluriennale esperienza sulle tematiche oggetto di valutazione e del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria;

entro 120 giorni dal termine di chiusura dell’Avviso, l’Amministrazione regionale approva e pubblica nel Bollettino Ufficiale, la graduatoria dei Piani di Sviluppo Aziendali ammessi alle agevolazioni e l’elenco delie domande non ammesse, con l’indicazione delle cause di esclusione;

i termini previsti dal bando sono stati superati e, stante l’importanza per il settore televisivo calabrese, lo stesso Presidente della Giunta regionale aveva assicurato che la graduatoria sarebbe stata pubblicata entro il mese di novembre dello scorso anno, ma a tutt’oggi non si sono registrate novità;

i ritardi accumulati stanno determinando situazioni preoccupanti per gli operatori del comparto tenuto conto delle anticipazioni finanziarie affrontate dalle aziende per riconvertirsi al nuovo sistema digitale, difficoltà che hanno portato in molti casi a non poter garantire la retribuzioni dei numerosi dipendenti e giornalisti -:

quale sia lo stato della istruttoria per la valutazione delle domande e i tempi previsti per la pubblicazione della graduatoria, se vi sono ritardi rispetto a quanto definito dal bando e, in caso affermativo, quali azioni si intendano intraprendere per sollecitare gli organismi competenti ad adempiere in tempi brevi alle relative incombenze.

(321; 24.01.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il 31 marzo 2013 è stato fissato come data ultima per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari senza previsione di alcuna proroga e nel mese di dicembre scorso la stessa competente Commissione Parlamentare presieduta dal sen. Ignazio Marino ha disposto il sequestro di alcuni OPG, compreso quello di Barcellona Pozzo di Gotto dove sono internati circa 40 infermi di mente della Calabria;

il Governo nazionale, nonostante le numerose sollecitazioni della Commissione, non ha reso ancora operativo il decreto di riparto tra le regioni delle risorse finanziarie previste per le nuove strutture che, per quanto concerne la Regione Calabria, prevede, attraverso un piano di massima, l’attivazione in uno dei reparti dell’ex Ospedale Psichiatrico di Girifalco di una comunità residenziale che andrà ad accogliere una parte dei pazienti che derivano dalla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto;

tutto è fermo in attesa del finanziamento del Ministero della salute che per la Calabria ammonta a sei milioni e mezzo di euro, finanziamento che si trova attualmente bloccato presso il Ministero dell’economia ed il Cipe;

i tempi previsti per la ristrutturazione e per la messa in opera della struttura di Girifalco saranno di almeno un anno con il rischio concreto di vedere, in assenza di soluzioni alternative, gli attuali internati calabresi trasferiti in carcere o semplicemente messi sulla strada;

in ogni caso, si prefigura il rischio, ove non adeguatamente programmato, che si possa creare in Girifalco un’altra struttura emarginante, laddove per i soggetti interessati bisogna pensare anche a più strutture residenziali con numeri limitati di ospiti aperte al territorio;

nell’ambito di una valida politica psichiatrica gli interventi socio-sanitari devono caratterizzarsi per il rispetto della dignità e dei diritti di questi soggetti, attivando progetti individualizzati, potenziando gli organici dei dipartimenti di salute mentale e i servizi diurni e domiciliari, i gruppi appartamento creando una rete che accolga queste persone che abbisognano di cure adeguate -:

in quale stato si trovi l’iter del finanziamento disposto dal Ministero della salute e attualmente fermo al Ministero dell’economia riguardante gli interventi presso la struttura di Girifalco e i tempi previsti per l’erogazione delle somme alla Regione Calabria;

se, stante l’urgenza, possano prevedersi tempi più ristretti per gli interventi di ristrutturazione del reparto dell’ex ospedale psichiatrico di Girifalco;

se, nelle more, alla luce di quanto in premessa, non si ritenga opportuno, attraverso un’adeguata programmazione degli interventi, utilizzare le strutture alternative residenziali per soggetti psichiatrici già operanti nella nostra Regione, in particolare nella provincia di Reggio Calabria, che per le loro caratteristiche potrebbero rispondere efficacemente alle esigenze dei soggetti, prevedendo, altresì, l’istituzione di nuovi Gruppi Appartamento.

(322; 24.01.2013)

Talarico D. All’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:

la legge regionale 26 aprile 1995, n. 27 (Riconoscimento del centro RAT - Ricerche audiovisive e teatrali di Cosenza) stabilisce quanto segue:

"La Regione Calabria, al fine di contribuire in misura concreta alla promozione culturale, tramite il lavoro del teatro, secondo quanto previsto dallo art. 56 punto O dello Statuto, riconosce il "Centro R.A.T. - Ricerche Audiovisive e Teatrali, Soc. cooperativa s.r.l. " organismo stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale di rilevanza regionale. In considerazione, inoltre, del fatto che il suddetto organismo è già riconosciuto a tale titolo dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo, (art. 1); Il Centro R.A.T. - Teatro Stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale svolge la sua attività attraverso: a) Produzione di spettacoli teatrali; b) Gestione e programmazione diretta del Teatro dell’Acquario di Cosenza (teatro, musica, danza etc.); c) Gestione e programmazione diretta della Sala Julian Beck (mostre, dibattiti, conferenze, seminari etc); d) Gestione e programmazione diretta di altri spazi teatrali; e) Direzione e coordinamento del Centro Studi delle Arti (diretta emanazione del Centro R.A. T.); f) Ideazione, organizzazione, direzione di Festival, Rassegne ed altre manifestazioni a carattere nazionale e internazionale; g) Corsi di formazione professionale, stage di perfezionamento o altre attività didattico-formative. (Art.2) ; Per la realizzazione delle finalità di cui alla presente legge, si riconosce al centro R.A.T. con sede legale in Cosenza un contributo annuo per l’attuazione dei punti a), b), c), d), dello art. 2. (art. 3);

i finanziamenti di cui alla predetta legge sono stati sospesi, arrecando alla cooperativa teatrale un significativo danno economico che rischia di riflettersi fortemente sulla programmazione delle attività del Teatro dell’Acquario nella stagione 2013;

il Centro R.A.T. ha formato centinaia di registi, attori e teatranti, e si distingue da oltre 30 anni nell’organizzazione di attività culturali sperimentali ed innovative di rilievo nazionale ed internazionale;

il Teatro dell’Acquario rappresenta, oggettivamente, un polo culturale importante per la città di Cosenza e la Regione Calabria;

l’istituzione del Fondo Unico per la Cultura, in questo caso, penalizza fino all’esclusione dai finanziamenti pubblici le cooperative teatrali che in Calabria rappresentano una storia importante e significativa;

la storia del teatro calabrese è, in gran parte, la storia delle cooperative teatrali. Intorno ad esse sono cresciuti e si sono affermati decine di operatori teatrali e culturali, oggi apprezzati professionisti in Calabria e nel Paese;

il teatro dell’Acquario simboleggia un patrimonio culturale dell’intera Regione Calabria che, tutti, indistintamente, al di sopra di ogni appartenenza, dobbiamo difendere, tutelare e rafforzare;

negli ultimi 5 anni il centro R.A.T. ha subito una riduzione dell’80% dei finanziamenti di cui alla normativa citata in premessa;

la mancata applicazione della su citata legge 27/95 potrebbe determinare una chiusura delle attività del centro R.A.T. e del teatro dell’Acquario di Cosenza;

migliaia di cittadini calabresi hanno firmato una petizione pubblica tesa a sensibilizzare le istituzioni competenti a mettere in atto azioni concrete per la salvaguardia delle attività del teatro dell’Acquario -:

quali iniziative intende adottare per salvaguardare le attività culturali delle cooperative teatrali calabresi.

(323; 30.01.2013)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

così come riportato dai giornali locali, il direttore generale dell’Ospedale civile “Annunziata” di Cosenza avrebbe anticipato alle organizzazioni sindacali lo schema del management aziendale che dovrebbe prevedere, grazie alla deroga del blocco del turnover dei dipendenti andati in pensione, l’assunzione dei primari di Urologia, Ortopedia, Chirurgia vascolare, Neurologia, Pronto soccorso, Odontoiatria, Terapia del dolore, Otorinolaringoiatria, Malattie infettive;

le stesse fonti di informazioni riferiscono di ulteriori 6 assunzioni di assistenti così distribuite: una a testa per Reumatologia e Neonatologia, due per Cardiologia e altrettante per Terapia intensiva;

le eventuali assunzioni di cui ai punti precedenti, per detta degli stessi addetti ai lavori, non rappresentano in questo momento l’urgenza dell’Ospedale civile "Annunziata" di Cosenza, trattandosi esclusivamente di ruoli dirigenziali;

mancano da questo elenco, se si esclude il posto da primario, i rinforzi necessari invocati per Ortopedia, né si interviene sulle Unità operative a rischio per l’eventuale mancato rinnovo dei precari;

sono ben ravvisabili, visto il momento in cui si sta ragionando delle nuove assunzioni, gli intenti elettoralistici di questa eventuale operazione;

la Giunta regionale, nonostante l’approvazione in Consiglio regionale di un ordine del giorno, finora non ha proceduto ad attuare nessuna procedura finalizzata alla proroga 41 precari dell’Asp di Cosenza, a quelli di Crotone e Reggio Calabria, che svolgono un’attività lavorativa importante per garantire la continuità assistenziale sia territoriale che ospedaliera;

il Consiglio regionale, nella sua interezza, e più volte anche la Terza Commissione regionale "Sanità", ha sollecitato l’Ufficio del Commissario a procedere nel senso della stabilizzazione dei precari;

i lavoratori precari che svolgono da almeno 15 anni attività nei pronto soccorso, nelle attività sanitarie territoriali e negli ospedali non possono essere considerati dei semplici numeri -:

se le notizie riportate dagli organi di informazione riguardanti l’assunzione di 9 primari e 6 assistenti corrispondano al vero;

quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere per dare seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale in merito alla stabilizzazione dei precari della sanità calabrese;

i motivi delle dimissioni del direttore generale Achille Gentile.

(324; 04.02.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel mese di novembre dell’anno 2010 veniva sottoscritto dalla Regione Calabria e dal Ministero dell’Ambiente un Accordo di Programma Quadro finalizzato a fronteggiare il rischio idrogeologico mediante la realizzazione di interventi urgenti per un importo complessivo di 220 milioni di euro, cofinanziato per il 50% dalia stessa regione Calabria;

lo stesso APQ, tenuto conto della necessaria urgenza degli interventi previsti, prevedeva l’istituzione di una struttura commissariale autonoma (DPCM 21701/2011) avente lo scopo di accelerarne le procedure per la loro realizzazione e veniva nominato Commissario straordinario delegato il dott. Domenico Percolla;

a distanza di oltre due anni dalla stipula dell’accordo, si registra l’esecuzione di pochissimi interventi tra quelli programmati a differenza, invece, di altre realtà regionali che si sono mosse con più celerità;

gli investimenti economici previsti, nonostante siano insufficienti per mettere in sicurezza l’intero territorio regionale, sono importanti per intervenire e risolvere le criticità più urgenti;

come denunciato in varie occasioni, l’Ufficio del Commissario ha mostrato limiti evidenti nella gestione delia programmazione ed esecuzione degli interventi finanziati -:

quale sia lo stato di attuazione dell’Accordo di Programma Quadro richiamato in premessa e nello specifico quale sia l’iter progettuale ed esecutivo dei circa duecento interventi programmati, dei quali ben ottantotto hanno trovato una adeguata copertura finanziaria in una prima fase;

quali siano gli ostacoli di ordine burocratico che impediscono la realizzazione in tempi brevi dei suddetti interventi;

quali azioni si intendano intraprendere, nell’ambito delle competenze regionali, nei confronti anche del Ministro dell’Ambiente, per sbloccare una situazione che si fa sempre più drammatica e della quale lo straripamento del fiume Crati e l’inondazione dell’area archeologica di Sibari rappresentano l’ultimo esempio in ordine di tempo.

(325; 12.02.2013)

De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria, con L.R. del 7 dicembre 2007, n. 26, ha istituito l’autorità regionale denominata «Stazione Unica Appaltante» e disciplinato la trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture;

il testo normativo sancisce, all’articolo 1, per la Regione Calabria e gli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa collegati, nonché per le società miste a maggioranza regionale, per gli enti del servizio sanitario regionale, l’obbligo di ricorrere alla S.U.A. per svolgere l’attività di preparazione, indizione e di aggiudicazione delle gare concernenti lavori ed opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi;

sul “Corriere della Calabria” del 7 febbraio 2013, in un articolo della giornalista Alessia Candido, emerge che, da un’indagine condotta sul sito dell’Ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, nella sezione "Bandi di gara e Concorsi", gli ultimi due bandi cii gara, rispettivamente: "fornitura di materiale specialistico e protesico", di euro 4.887.135,00 annuale più IVA, e "affidamento per mesi sei del servizio di pulizia giornaliera" di euro 1,5 milioni sono gestiti in maniera autonoma dall’Azienda Sanitaria, nonostante la S.U.A. sia incaricata ex legge della gestione di tutti gli appalti di importo superiore ai 150.000,00 euro;

sullo stesso settimanale, da un articolo a firma di Pablo Petrasso, si evince che la dotazione organica della S.U.A., ad oggi, è coperta solo per il 25% rispetto a quella definita dalla Giunta regionale, ovvero 35 unità su 131 -:

se corrisponde al vero quanto riportato dal “Corriere della Calabria” in riferimento alla gestione autonoma da parte dell’Ospedale di Reggio Calabria dei bandi di gara superiori ai 150.000,00 euro;

quali sono, eventualmente, le ragioni giuridiche e politiche della non applicazione della L.R. 26/2007, la cui ratio sta, appunto, nel garantire la vigilanza sulla correttezza, trasparenza ed efficienza in materia di appalti pubblici, attraverso la Stazione Unica Appaltante;

se e quali iniziative intende adottare la Regione Calabria al fine di addivenire al completamento della dotazione organica della S.U.A. e consentire in tal modo un effettivo e costante utilizzo di quest’autorità regionale.

(326; 14.02.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che

il Governo nazionale attraverso diversi provvedimenti adottati nell’anno 2012 ha disciplinato i rapporti di credito e debito tra la Pubblica Amministrazione e !e imprese fornitrici sulla base della legge 6 luglio 2012, n. 94;

in particolare sulla tematica rilevano due decreti certificazione e più specificatamente il D.M. 25 giugno 2012 avente ad oggetto la certificazione dei crediti scaduti nei confronti delle regioni ed enti locali, un decreto compensazione del 25 giugno 2012 che regolamenta la compensazione di crediti maturati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale e un decreto sul fondo centrale di garanzia a cui si sono succeduti ulteriori decreti ministeriali di recepimento delle modifiche della normativa primaria;

attualmente il procedimento di certificazione del credito è gestito tramite un piattaforma elettronica messa a disposizione dal Ministero dell’economia e delle Finanze e gli attori principali nella certificazione dei crediti sono il titolare del credito e l’amministrazione o ente debitore;

per rendere operativo il sistema è necessario che i soggetti debbano accreditarsi alla piattaforma elettronica e per quanto concerne le amministrazioni pubbliche le stesse debbono essere preventivamente registrate nell’Indice Pubblica Amministrazione (IRA);

da notizie di stampa si apprende però, che il numero delle P.A. che si sarebbero accreditate sulla piattaforma elettronica è limitato mentre, nelle more, è stata eliminata la possibilità di utilizzare in via transitoria la modalità cartacea;

tale situazione sta determinando ulteriori problemi alle imprese le quali, con un sistema di fatto bloccato, si trovano nell’impossibilità, in presenza di uria forte carenza di liquidità, di accedere ai servizi sostitutivi come la certificazione;

anche la Regione Calabria sembra non aver ancora ottemperato all’accreditamento con gravi conseguenze per le imprese che operano sul territorio regionale e che vantano crediti nei confronti dell’ente regione -:

se la Regione Calabria, anche attraverso le sue varie articolazioni amministrative, abbia provveduto ad effettuare l’accreditamento al sistema PCC e, in caso contrario, quali siano le motivazioni del ritardo;

in ogni caso quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per sanare una situazione che rischia di compromettere ulteriormente lo stato economico delie imprese regionali alle prese con una crisi sistemica che coinvolge l’intero Paese.

(327; 18.02.2013)

Guccione, Censore, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

nel collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012, all’art. 39 - Programma regionale di edilizia residenziale comunque denominati - si autorizzava il Dipartimento regionale ai LL.PP ad avviare una attività di ricognizione dei programmi di edilizia comunque denominati e finanziati per rendere immediatamente utilizzabili le risorse disponibili, in grado di essere immediatamente spese su programmi edilizi da subito cantierabili;

il Dipartimento regionale ai LL.PP. veniva autorizzato a rimodulare i fondi disponibili per "un loro tempestivo reimpiego, non solo in considerazione delle emergenze abitative, ma anche in ragione del positivo impulso che in un momento particolare ed acuta congiuntura economica, l’immediata disponibilità di tali risorse potrà esplicare sul territorio";

lo stesso Dipartimento LL.PP. ed infrastrutture ha prodotto, a tal fine, un atto di indirizzo che avrebbe dovuto essere finalizzato alla immediata utilizzazione delle risorse e dei fondi non utilizzati, in particolare delle disponibilità finanziarie esistenti presso la Cassa Depositi e Prestiti;

con la delibera di G.R. n. 347 del 30 luglio 2012 e, nell’approvare il programma operativo per l’utilizzo di tali, impegnava solo una minima parte dei finanziamenti per finanziare, in particolare, le imprese utilmente inserite nelle graduatorie della legge 36/2008, mentre una buona parte delle restanti risorse viene destinata a finanziare futuri programmi (programmi urbani complessi, programmi sperimentali);

la Legge 8 febbraio 2001 all’art. 6 (Riprogrammazione di fondi di edilizia residenziale pubblica) prevede che "I fondi di edilizia residenziale sovvenzionata ed agevolata, già attribuiti alle regioni, possono essere riprogrammati dalle stesse anche in difformità dagli obiettivi fissati dalle delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ai sensi dell’articolo 2 della legge 5 agosto 1978, n. 457, e successive modificazioni";

al fine di essere conseguenti con le decisioni prese dal Consiglio regionale in sede di approvazione del collegato al bilancio 2012, vale a dire il tempestivo reimpiego delle risorse rinvenute, e per superare parzialmente i vincoli collegati al rispetto del patto di stabilità che impediscono l’immediato utilizzo dei fondi impegnati dalla legge 36/2008;

i soggetti attuatori (imprese di costruzioni, cooperative, Comuni, Aterp, Università), finanziati dalla suddetta legge regionale e che hanno già avviato cantieri per decine di milioni di euro, rischiano di non poter proseguire i lavori per i limiti del patto di stabilità regionale che non consente di liquidare quanto dovuto -:

per sapere quali iniziative si intendono adottare e predisporre perché vengano utilizzate tutte le risorse disponibili per l’edilizia sociale, in particolare quelle giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti non soggette al rispetto del patto di stabilità e per destinarle, nell’immediato, al finanziamento prioritario dei programmi di edilizia sociale inseriti nelle graduatorie della legge 36/2008 e, parimenti, di destinare le risorse che si renderanno di conseguenza disponibili dalle economie impegnate dalla legge 36/2008 sui futuri programmi (programmi urbani complessi, programmi sperimentali) previsti ai punti 3.2 e 3.3 del programma operativo approvato con delibera G.R. 347/2012 per dare modo al settore dell’edilizia pubblica e privata calabrese di difendersi da una crisi che, nella nostra regione, ha già provocato la chiusura di centinaia di imprese ed aziende.

(328; 19.02.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con DPGR n. 197 del 20 dicembre 2012, emesso dal Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario ad acta per la sanità, avente ad oggetto la razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo è stata prevista l’istituzione di una rete di canili sanitari nel territorio regionale;

l’intervento si inserisce nell’ambito della legge 14 agosto 1991 n. 281 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) che prevede che le regioni, con proprio dispositivo, stabiliscano i criteri per la costruzione e per il risanamento dei canili comunali, nonché le modalità di riparto del fondo, istituito ai sensi dell’art. 8 della legge medesima, tra i comuni;

con il suddetto decreto commissariale è stato approvato il relativo piano di intervento che prevede l’istituzione di numero sette canili sanitari di cui due in provincia di Cosenza, due in provincia di Reggio Calabria e uno ciascuno per le altre Provincie;

la normativa nazionale e quella regionale (n. 41 del 5 maggio 1990) prevedono l’istituzione, accanto ai canili sanitari, finalizzati ad un ricovero provvisorio per gli accertamenti sanitari di rito, dei canili rifugio il cui scopo è quello di un ricovero permanente e stabile degli animali per l’adozione degli interventi previsti dalla legislazione in materia;

il decreto commissariale in esame, nell’utilizzare i fondi ministeriali, non ha previsto risorse per la costruzione o l’adeguamento delle strutture adibite a canili rifugio -:

se nell’ambito dei fondi regionali siano state previste risorse aggiuntive per la costruzione o adeguamento dei canili rifugio, anche alla luce dei nuovi requisiti richiesti per l’accreditamento;

in caso contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per rispondere a tale esigenza tenuto conto che, in assenza di tali strutture, dopo il primo periodo di ricovero presso i canili sanitari si prefigura il rischio concreto che la fase di accoglienza degli animali non possa essere evasa;

se, in ultima analisi, non si possa procedere ad una rimodulazione del budget finanziario e prevedere una quota parte finalizzata alla costruzione e/o adeguamento dei canili rifugio.

(329; 26.02.2013)

De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

Fincalabra S.p.A. è stata istituita con la L.R. n. 7 del 30 aprile 1984, allo «scopo di concorrere nel quadro della politica di programmazione economica della regione, allo sviluppo economico e sociale della Calabria»;

con Presidenza del Presidente Aurelio Chizzoniti il 24 gennaio 2013, si è riunita la Commissione Speciale di Vigilanza con all’ordine del giorno "Audizione Presidente di Fincalabra s.p.a., per acquisizione elementi di valutazione afferenti realizzazione obiettivi strategici, risorse umane, organizzazione territoriale, progetti ed investimenti";

è stato audito il Dottor Umberto De Rose, Presidente di Fincalabra S.p.a.;

il Presidente Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della documentazione inerente le procedure espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione di personale. In un articolo del “Corriere della Calabria” on-line dell’11 febbraio 2013 a firma del giornalista Lucio Musolino, vengono riportati stralci dei lavori della Commissione, dai quali emerge che Fincalabra avrebbe assunto parenti, nipoti, affini, collaterali e cugini di politici in carica. Inoltre, si evince che il Consiglio di Amministrazione, di Fincalabra avrebbe deliberato una short list selezionata facendo riferimento alla Delibera di Giunta numero 68 del 24 febbraio 2012, e facendo ricorso a procedure di interpello, ed ancora che Fincalabra avrebbe acquisito l’intero capitale della "Settingiano Sviluppo Scarl" (oggi "Calabria I&T srl") impiegando 75 risorse umane della suddetta società -:

se corrisponde al vero quanto riportato dal Corriere della Calabria in riferimento alle assunzioni in Fincalabra di parenti, nipoti, affini, collaterali e cugini di politici in carica;

quali iniziative intende adottare la Regione Calabria eventualmente corrispondesse al vero la notizia richiamata.

(330; 26.02.2013)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

il Dipartimento 10 della Regione Calabria, risulta essere da parte della Fondazione Field affiancato nella realizzazione di una serie di analisi e ricerche integrate volte a migliorare la conoscenza della composizione e della distribuzione degli immigrati, dei rom e delle vittime della tratta in Calabria;

l’obiettivo generale dell’intervento consiste come da scheda tecnica del progetto nel sostenere l’inserimento lavorativo delle categorie in condizioni di svantaggio occupazionale e di marginalità sociale per rafforzare la cultura delle pari opportunità e prevenire ogni forma di discriminazione nella società e nei posti di lavoro;

gli obiettivi specifici posso essere declinati in:

rilevare le situazioni di discriminazione e di sfruttamento degli immigrati nel mondo del lavoro e della tratta;

monitorare gli strumenti di cooperazione e integrazione sviluppati a livello locale, regionale, interregionale e transnazionale;

individuare metodi e soluzioni concrete per facilitare l’inserimento lavorativo dei migranti, con il coinvolgimento attivo dei protagonisti del mercato del lavoro (persone immigrate, datori di lavoro, organizzazioni di categoria, settore, servizi per l’impiego);

il periodo di attuazione di suddetto intervento è previsto nell’arco temporale - ottobre 2012/ottobre 2014 -:

quali sono i motivi per cui allo stato attuale non risultano, e senza alcuna ragione valida avviate tutte quelle azioni concrete e necessarie per l’avvio operativo del progetto in questione;

quali i motivi poi, che hanno determinato al momento, il mancato avvio al lavoro di tutti quei professionisti che seppur necessari alla fase pratica e di ricerca del progetto non risultano essere stati contrattualizzati, così come non risultano al momento meglio definite tutte quelle collaborazioni con altri Enti importanti ai fini del progetto come l’Università della Calabria;

se si intende ancora procrastinare ulteriormente e per quali motivi l’avvio concreto del progetto, significando che il trascorre infruttuoso già di sei mesi su ventiquattro potrà determinare una diminutio della qualità complessiva degli obiettivi da raggiungere.

(331; 4.03.2013)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario. Per sapere – premesso che:

nella seduta del 20 dicembre 2012 è stato sancito l’accordo che sistematizza le risultanze del tavolo interregionale "immigrati e servizi sanitari" istituito nell’ambito del progetto Promozione della Salute della popolazione immigrata - promosso dal Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie del Ministero della Salute;

già il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29.11.2001 e s.m. definisce i livelli essenziali di assistenza sanitaria;

l’indagine nazionale sulla salute della popolazione immigrata, realizzata dal suddetto tavolo (...) demanda alle regioni stesse l’implementazione delle modalità più opportune per garantire le cure essenziali e continuative alla popolazione immigrata;

sul territorio nazionale è stata riscontrata una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata;

sono ammessi alle prestazioni mediche anche i soggiornanti indigenti, senza Team, senza attestazione di diritto di soggiorno, e senza requisiti per l’iscrizione al SSR ;

risulta necessario per meglio ottemperare a tale disposizione l’emanazione del Codice ENI - (codice identificativo composto da sedici caratteri) al momento non codificato nella nostra Regione;

risulta importante garantire tale importante diritto definitivamente ribadito dall’accordo di cui alla presente interrogazione

l’assenza di tale codice è da ritenersi a tutti gli effetti una palese violazione del diritto alla salute di tutta la popolazione immigrata presente nella nostra Regione -:

quali sono le azioni urgenti che si intendono porre in essere per rimuovere tale discriminazione al momento in capo alla popolazione immigrata presente in Calabria e in quali tempi ci si impegni per codificare il Codice Eni tutt’ora mancante, chiedendo nelle more dei tempi di attivare tutti gli uffici di competenza a dare piena attuazione ai contenuti dell’accordo di cui sopra, senza discriminazione alcuna.

(332; 04.03.2013)

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria, la discussione per l’approvazione dello strumento statutario;

l’art. 70 del D.P.R. n. 483 del 10 dicembre 1997, fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente amministrativo;

i requisiti previsti dal summenzionato Decreto, sono: a) diploma di laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente; b) anzianità di servizio effettivo di almeno cinque anni corrispondente alla medesima professionalità prestato in enti del Servizio sanitario nazionale nella posizione funzionale di livello settimo, ottavo e ottavo- bis, ovvero qualifiche funzionali di settimo, ottavo e nono livello di altre pubbliche amministrazioni;

la Legge Regionale n. 1 del 15/01/2009, all’art. 5 prevede testualmente: "Ove la normativa nazionale non preveda diversamente, è fatto divieto alle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere di conferire o rinnovare incarichi di direzione di struttura complessa al personale non in possesso del diploma di laurea";

si apprende che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;

allo scopo di regolamentare e offrire alle stesse Aziende Sanitarie un indirizzo univoco per la corretta applicazione delle norme vigenti in materia di affidamenti di incarichi nella dirigenza amministrativa, appare opportuno, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa nel ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, occorra essere in possesso del diploma di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997 -:

se corrisponde al vero che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere, ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;

nel caso siano stati effettivamente conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i motivi che ne hanno determinato la scelta;

se il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa per il personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, sia richiesto il titolo di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997.

(333; 07.03.2013)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con avviso del 10.12.2009, in attuazione della deliberazione n. 855 del 9.02.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, è stata attuata una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL - Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.04.1999;

la Commissione, prevista dal suddetto avviso, ha redatto una graduatoria per gli incarichi di coordinamento e per le posizioni organizzative, delineando una gerarchia di posizioni in funzione dei titoli e dei colloqui, così come previsto dal bando, dopo l’espletamento del concorso, con verbale sottoscritto dalla predetta Commissione, costituita dal Dr. Forte, Direttore sanitario pro tempore, al Dr. Pavone, Primario di Chirurgia generale, dalla Dr.ssa Falbo, Capo distretto sud, e dal sig. Sansalone, come segretario, che è stata resa pubblica attraverso sistemi informatici;

la predetta graduatoria, impugnata da alcuni candidati, ritenutisi danneggiati sulla valutazione dei titoli, è stata, altresì, riconfermata, dandone ufficiale e definitiva conferma;

in fase successiva, una rappresentanza sindacale, non sufficientemente soddisfatta, ha impugnato l’intera procedura sull’iter concorsuale con ricorso al Giudice del Lavoro;

con sentenza del Giudice del Lavoro di Locri, il ricorso è stato respinto e confermata la volontà espressa dalla Commissione incaricata;

l’accorpamento dell’ASL di Locri all’Azienda Unica Provinciale di Reggio Calabria, invece di favorire e definire l’iter procedurale, secondo le regole della trasparenza e del buon governo, ha ritenuto di convocare un’ulteriore commissione di verifica sul lavoro già svolto dai dirigenti dell’ASL di Locri, accertato dalla dirigenza aziendale e dal Tribunale di Locri, sezione lavoro;

l’esito di quest’ultima commissione, insediatasi circa due anni orsono, ancora non è conosciuto -:

se era proprio necessario nominare una nuova commissione dopo che la procedura era già conclusa con esito positivo;

come mai, a distanza di due anni e più, la commissione suddetta, formata da personale amministrativo dell’Azienda Provinciale, ancora oggi non esprime i pareri richiesti;

se non sorge il sospetto che la strategia aziendale voglia far decorrere il tempo, al fine di vanificare la volontà dell’avviso, l’esito del concorso e, così facendo, punire i titolati fruitori degli effetti che il bando aveva posto in essere;

se non ritiene opportuno avviare una Commissione regionale, al fine di verificare se c’è danno erariale in questo comportamento, con la trasmissione degli atti alla Procura Generale della Corte dei Conti, ed eventualmente valutare se vi siano anche atteggiamenti dolosi, di non ben definite persone, finalizzati a prevaricare le legittime aspettative di quanti hanno partecipato alla procedura selettiva e, quindi, trasmettere gli atti alla procura della repubblica competente.

(334; 11.03.2013)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Arssa (Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura) è tata commissariata e posta in liquidazione nel 2007 e, successivamente, con la legge n. 66 del 20.12.2012, trasformata in Arsac -:

se nel mese di gennaio del 2013 è stata corrisposta ai dirigenti dell’Arssa per gli anni 2011 e 2012, una “indennità di risultato” pari a circa quarantamila euro ciascuno per ogni anno e se tale indennità poteva esser loro riconosciuta trattandosi, nello specifico, di un’azienda in liquidazione ormai da sei anni;

inoltre, ove tutto ciò dovesse esser vero, quali idonee iniziative intende intraprendere nei confronti del commissario liquidatore che avrebbe riconosciuto una “indennità di risultato” a dirigenti di un’azienda che era nelle condizioni di commissariamento e liquidazione.

(335; 13.03.2012)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che:

in data 4 gennaio il Partito democratico ha presentato un’interrogazione rivolta al Presidente della Giunta regionale ed al Sottosegretario alla Protezione civile, con richiesta di risposta scritta e trattazione urgente, in ordine alla drammatica situazione della tendopoli di San Ferdinando. Circa un anno fa infatti, è sorta, su richiesta del Ministero dell’Interno, nel Comune di San Ferdinando, una tendopoli che ospita attualmente circa 500 migranti;

la Regione Calabria avrebbe dovuto sostenerne le spese ed invece, a distanza di un anno, apprendiamo che la Regione non ritiene più la questione di propria competenza e, inoltre, non dispone dei fondi necessari per la gestione;

nel frattempo, accanto a questa tendopoli, ne è sorta un’altra, costruita da altri migranti con materiali di fortuna, che ospita altre 400 persone, costrette a vivere in condizioni disumane ed in totale mancanza delle più elementari condizioni igienico-sanitarie con evidente rischio di epidemie;

il Sindaco di San Ferdinando e l’Amministrazione comunale, alle prese con questa drammatica emergenza, sono stati letteralmente lasciati soli dalla Regione, anzi, in un’ultima riunione con i vertici regionali, erano stati promessi all’amministrazione comunale dei fondi che, invece, la Regione ha deciso poi di devolvere alla Caritas della Diocesi di Oppido-Mamertina, dando l’ennesima prova di sgarbo istituzionale e di assoluta disattenzione verso la condizioni dei migranti nella nostra terra;

Impegna:

il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a sostenere economicamente il Comune di San Ferdinando nella difficile gestione di questo dramma umanitario, per superare questa difficilissima situazione, intollerabile per qualsiasi Paese che si voglia definire civile e democratico”.

(84; 11.01.2013) De Gaetano, Battaglia

Premesso che

a seguito delle recenti indicazioni legislative ed in particolare delle disposizioni di cui al D.P.G.R. 18/2010, è emersa la forte necessità di un riordino della sanità territoriale, indicando nel potenziamento delle attività sul territorio uno degli strumenti strategici per qualificare il sistema sanitario regionale;

al Medico di Medicina Generale (M.M.G.) è affidato il compito centrale di tradurre i bisogni sanitari dei pazienti in domanda di assistenza da parte del S.S.R.;

le crescenti criticità tra bisogni e risorse disponibili, richiedono, da una parte, un attento governo dei consumi sanitari, dall’altra, un progressivo riorientamento della rete di offerta in funzione dei bisogni reali di salute, nell’ottica di una riqualificazione della spesa;

il Medico di Medicina Generale è il punto di riferimento per alcune prestazioni sanitarie ed è l’interfaccia naturale rispetto alle esigenze degli assistiti;

conseguentemente, è necessario prevedere sistemi e strumenti che, da un lato, consentono allo stesso M.M.G. la possibilità di orientare i suoi comportamenti in funzione delle aspettative di ruolo nell’ambito delle cure primarie e, dall’altro, non ne stravolgano la missione professionale nei confronti degli assistiti;

per governare il "Sistema Sanità" è necessario dare forza allo sviluppo delle forme associative dei Medici di Medicina Generale, costituiti in team multi-professionali, garantendo comunque un efficace sistema di controllo della progressione patologica che, se non efficacemente contrastata, porta, inevitabilmente, a ripetuti ricoveri, con sensibile aggravio di spesa;

il D.P.G.R. 54 "Linee Guida per la definizione degli Atti Aziendali" individua nelle strutture Distrettuali delle Cure Primarie un sicuro riferimento per la gestione complessiva delle patologie croniche e dei pazienti fragili;

infine, che, dopo la stipula di un accordo Aziendale con le OO.SS., l’ASP di Cosenza ha già avviato l’utilizzazione dei cospicui finanziamenti disponibili (circa Cinque milioni di Euro) per l’Area delle Cure Primarie, costituendo dieci gruppi di circa venti Medici, ognuno con una popolazione fino a trenta mila assistiti per Nucleo, assegnando singolarmente un budget di circa Cinquecento mila Euro;

tutto quanto premesso stante la delicatezza e l’importanza della problematica in questione,

Si chiede alla S.V.

di voler sottoporre la presente Mozione all’attenzione ed alla discussione del prossimo Consiglio Regionale, per impegnare direttamente il commissario straordinario alla sanità regionale ad invitare i Direttori Generali delle restanti ASP Provinciali, a mettere in campo, entro novanta giorni, tutte le iniziative atte a permettere la realizzazione dei Nuclei delle Cure Primarie (N.C.P.), quali forme di integrazione della Medicina Generale in forma associativa con altre figure professionali e funzioni delle Cure Primarie;

in particolare, dovrà invitarsi l’ASP di Reggio Calabria ad attivarsi con tempestività, previo concerto con le OO.SS. dei Sanitari comunque coinvolti, per la realizzazione di questo progetto, atteso che dispone di un Fondo di circa Tre milioni di Euro, che potrà coinvolgere fino a centoventi Medici di Medicina Generale, Specialisti Ambulatoriali, infermieri e personale amministrativo, il tutto finalizzato a migliorare l’assistenza sanitaria nella Provincia di Reggio Calabria.

(85; 14.01.2013) Imbalzano

Premesso che

le Organizzazioni dei produttori del settore ortofrutticolo beneficiano di un regime di sostegno comunitario istituito con i Reg. C.E. 1234/07 e 543/2011, in forza dei quali viene loro riconosciuta la possibilità di avvalersi di un cofinanziamento comunitario nella misura del 50% della spesa sostenuta per realizzare tutta una serie di investimenti e di attività finalizzati al miglioramento qualitativo delle produzioni e alla salvaguardia dell’ambiente, che si concretizzano in un programma operativo pluriennale e che sono soggette ad approvazione preventiva da parte delle Amministrazioni regionali competenti;

l’art. 103sexies del Reg. C.E. 1234/07 autorizza inoltre gli Stati membri a concedere alle Organizzazioni di produttori un aiuto nazionale aggiuntivo per favorire l’aggregazione e la concentrazione della produzione ortofrutticola nelle Regioni con deficit di aggregazione, vale a dire in quelle Regioni dove la produzione ortofrutticola commercializzata dalle Organizzazioni di produttori riconosciute, risulta inferiore al 20% della produzione ortofrutticola regionale (art. 91 del Reg. C.E. 543/2011). Tale aiuto aggiuntivo, viene riconosciuto alle singole O.P. in funzione di determinati parametri che dipendono in via prioritaria dalla produzione ortofrutticola da essi commercializzata ed ottenuta presso aziende ubicate nelle suddette Regioni a basso livello di aggregazione;

annualmente, per stabilire quali regioni presentano i requisiti fissati dal regolamento ai fini della concessione dell’aiuto nazionale, in applicazione di quanto previsto in proposito dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011, il Ministero acquisisce i dati della produzione commercializzata dalla singole O.P. nell’ultimo triennio. Tale valore viene rapportato alla produzione ortofrutticola regionale del triennio medesimo, risultante dai dati ufficiali Eurostat, che a loro volta rappresentano una elaborazione statistica sviluppata a partire dai dati ufficiali pubblicati dall’Istat;

per l’anno 2012, la Comunità europea ha autorizzato il Mipaaf alla concessione dell’aiuto nazionale alle O.P. ricadenti nella regioni ritenute a basso grado di aggregazione nella misura di euro 28.650.000. Per il suddetto anno 2012 hanno beneficiato di questo aiuto nazionale aggiuntivo le O.P. riconosciute ed operanti nelle seguenti regioni: Marche, Abruzzo, Campania, Sicilia, Sardegna, Liguria, Valle D’Aosta. La Calabria è stata quindi esclusa;

in questi giorni, inoltre, il Ministero ha concluso l’elaborazione propedeutica a stabilire quali regioni possono essere ammesse a beneficiare dell’aiuto nazionale per l’anno 2013. Le regioni che sono risultati in possesso dei parametri fissati dall’art. 91 del Reg. C.E. 543 sono le seguenti: Valle d’Aosta, Liguria, Abruzzo, Sicilia, Sardegna;

la Calabria è stata ancora una volta esclusa in quanto il livello di aggregazione regionale, stando ai dati di produzione commercializzata dalle O.P. calabresi ed il dato Eurostat della produzione ortofrutticola regionale nel triennio 2011-2010-2009, è risultato pari al 22,02% quindi di circa due punti percentuali superiore rispetto alla soglia del 20% fissata dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011. Ciò comporta una penalizzazione per la Regione Calabria stimata in circa euro 6.000.000, il che rappresenterebbe una grave opportunità perduta per l’intero settore ortofrutticolo calabrese, che si vede privato di un sostegno essenziale per rafforzare gli investimenti e la competitività delle Organizzazioni di produttori del proprio territorio. In un contesto come quello attuale, in cui l’intera economia regionale versa in una situazione di crisi senza precedenti, viene così vanificata la possibilità di usufruire di un sostegno concreto per sostenere la produzione e le attività delle imprese agricole e con esse l’indotto e l’occupazione oggi ridotta ai valori più bassi dal dopoguerra a questa parte;

la situazione è d’altronde tanto meno accettabile per il fatto che la deliberazione assunta dal Ministero di escludere la Calabria dal novero delle Regioni ammesse a beneficiare dell’aiuto nazionale 2013, sebbene frutto di un asettico calcolo matematico è palesemente avulsa dalla realtà del territorio. Allo stato attuale, infatti, il panorama delle Organizzazioni di produttori operative in Calabria è ridotto a poche realtà tra l’altro di medie e piccole dimensioni, in quanto il venire meno del regime di sostegno comunitario vigente fino alla campagna 2008 in favore delle produzioni agrumicole destinate alla trasformazione industriale, ha decretato anche la cessione dell’attività da parte di molteplici organizzazioni di produttori sino allora dedite esclusivamente alla trasformazione industriale;

la criticità nell’elaborazione condotta dal Mipaaf risiede tuttavia nel fatto che il rapporto è stato eseguito prendendo come idoneo il dato della produzione ortofrutticola regionale del triennio 2011-2010-2009 pubblicato da Eurostat, sulla base dei dati di rilevazione forniti a sua volta dall’Istat. I dati in questione sono palesemente inadeguati e sottodimensionati e non riflettono assolutamente l’effettiva dimensione del settore ortofrutticolo regionale. Si aggiunga in proposito, che l’Istat stesso, interpellato formalmente dalla stessa Regione Calabria circa l’origine di tali dati, avendo l’Amministrazione stessa appurato l’inadeguatezza del dato in questione, ha fornito risposta asserendo che tali dati erano frutto delle informazioni acquisite in argomento dalle Camere di commercio provinciali che a loro volta utilizzerebbero per quantificare tali dati una propria rete di rilevazione e di monitoraggio;

ritenuto altresì che la successiva indagine avviata presso le singole Cciaa ha permesso di appurare che nessun dato di tale genere sarebbe stato mai trasmesso negli ultimi anni all’Istat, per cui non si comprenderebbe l’origine di questa base di calcolo e conseguentemente la fondatezza delle informazioni che l’Istat ha comunicato ad Eurostat e che allo stato attuale, per come sono stati formalmente acquisiti, di fatto sono all’origine di una grave penalizzazione per il settore ortofrutticolo calabrese privato della possibilità di accedere anche per l’anno 2013 all’aiuto nazionale autorizzato ai sensi dell’art. 103sexies del Reg. C.E. 1234/07, pur essendo una Regione in cui il livello di aggregazione della produzione orto frutticola reale è indubbiamente al di sotto della soglia del 20 per cento, prevista dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011;

tutto quanto premesso

il sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro Imbalzano, Presidente della Commissione "Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari", stante la delicatezza della problematica sollevata e la sua importanza per l’agricoltura calabrese e per il futuro di centinaia di aziende associate al Sistema Organizzato;

Chiede

di voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla discussione del prossimo Consiglio regionale, per impegnare intanto, il Dipartimento Agricoltura e l’Assessore al ramo, a mettere in campo tutte le iniziative ritenute indispensabili per verificare ulteriormente ed ufficialmente i dati attribuiti alle Camere di commercio calabresi;

per quanto ovvio, detta attività dovrà servire per fare chiarezza rispetto ai dati, verosimilmente presuntivi, che fin qui hanno prodotto danni gravissimi alla nostra Regione e per consentire almeno a partire dal 2013, di far accedere le aziende agricole ed il Sistema organizzato della nostra Regione, ad un aiuto nazionale, considerato indispensabile per la stessa sopravvivenza di tante realtà imprenditoriali e fin qui fortemente penalizzate rispetto a quelle del resto del Paese.

(86; 22.01.2013) Imbalzano

Il Consiglio regionale

premesso che:

l’area archeologica di Sibari rappresenta più della metà dei 4mila ettari sottoposti a vincolo archeologico nella Regione Calabria;

per com’è noto, il sito archeologico di Sibari, che custodisce le tre antiche città di Sibari, Thurio e Copia, è posto sotto il livello del fiume Crati e del mare;

a partire dal 18 gennaio u.s., le straordinarie precipitazioni piovose hanno causato l’innalzamento del livello del fiume Crati ed il conseguente allagamento del sito archeologico, coprendo così di acqua e di fango quanto sin qui portato alla luce dalle precedenti storiche campagne di scavi;

per riportare il sito archeologico nelle condizioni precedenti l’allagamento, sono necessari interventi da eseguire con soggetti altamente qualificati sotto il profilo della professionalità, in quanto la liberazione dal fango dei reperti portati alla luce dagli scavi, richiede, ovviamente, una particolare perizia;

nonostante i lodevoli sforzi dei vigili del fuoco, della Coldiretti e del Consorzio di Bonifica, permane lo stato di emergenza che, ove non si intervenisse tempestivamente ed appropriatamente, provocherebbe danni irreparabili al sito archeologico;

è risultata assolutamente inesistente ogni adeguata risposta da parte della Regione Calabria nelle sue varie articolazioni, dalla Presidenza della Giunta Regionale, all’Assessorato Regionale alla Cultura ed al sistema di intervento della protezione civile;

l’indifferenza dimostrata in questi anni dalla Regione Calabria è assolutamente scandalosa, in considerazione che Sibari rappresenta un patrimonio dell’umanità e che, tutelando il sito dalle esondazioni in via definitiva e riportando alla luce le tre antiche città, Sibari potrebbe rappresentare la Pompei della Calabria, con una grande potenzialità di sviluppo sotto il profilo culturale, turistico ed economico-occupazionale;

nel 2007, è stato approvato dalla Giunta Regionale il POR Calabria 2007/2013 che, alle linee di intervento 4.5.2.2. prevedeva la realizzazione del Parco Archeologico di Sibari. In particolare, era previsto che "Per il recupero e la valorizzazione dell’Area è stato realizzato uno specifico Studio di Fattibilità, denominato "Archeotec", per individuare e valutare le possibili soluzioni tecniche e tecnologiche in grado di fronteggiare le difficoltà frapposte all’avanzamento dell’indagine archeologica dalla presenza di una falda acquifera superficiale artesiana che limita anche le possibilità di fruizione del sito archeologico. Attualmente per mantenere a secco le aree scavate è necessario tenere in funzione perennemente un parco pompe idrovore, con annesse tubazioni. Lo Studio di Fattibilità 166 ha permesso di individuare uno scenario di intervento composto dalle seguenti azioni specifiche:

interventi tecnologici per il drenaggio dell’area archeologica per consentire la rimozione dell’attuale sistema drenante con conseguente significativa riduzione dei costi di gestione;

ripresa degli scavi archeologici (ormai quasi fermi dagli anni ‘70) attraverso la programmazione di una nuova campagna di scavi della durata di 5 anni, organizzata per lotti modulari attuabili disgiuntamente;

programmazione e realizzazione di una serie di iniziative finalizzate alla promozione della fruizione culturale del sito sia in modalità diretta (in particolare attraverso il coinvolgimento diretto di studiosi e ricercatori nelle fasi di scavo) che in modalità indiretta attraverso le tecnologie telematiche ("Sibari Virtuale");

realizzazione di un laboratorio interdisciplinare e avvio di alcune iniziative specifiche sul tema dell’archeologia sperimentale per accrescere il patrimonio di conoscenze disponibili su Sibari e sulle tecniche di ricerca archeologica";

la Linea di Intervento sostiene la realizzazione delle azioni previste nello Studio di Fattibilità. L’obiettivo è far diventare Sibari il più grande Laboratorio Sperimentale di Archeologia ed Idrogeologia a livello internazionale. Il Progetto per la realizzazione del Parco Archeologico di Sibari sarà proposto dalla Regione Calabria, sulla base dei criteri individuati dal Programma Operativo Interregionale "Attrattori Naturali e Culturali e Turismo nel Mezzogiorno", come Grande Attrattore Culturale del Mezzogiorno. In caso di approvazione verrà stipulato uno specifico Accordo di Programma che individuerà gli interventi da realizzare nell’ambito del PON e quelli eventualmente da realizzare nell’ambito del POR Calabria FESR 2007 - 2013";

di tutto quanto previsto al precedente punto nulla è stato posto in essere dalla Regione Calabria, in particolare non è stato mai proposto il Progetto per il Parco Archeologico di Sibari;

nell’anno 2009, l’On. Pino Arlacchi elaborò il progetto "MAGNA GRAECIA", nato come un’associazione di Comuni, sul cui territorio insistono importanti siti archeologici, con l’intento di realizzare una sinergia fra la Regione e l’Unione Europea per investire presto e bene i fondi già stanziati per l’archeologia e per ottenerne di nuovi, utilizzando il filone dei grandi progetti superiore a 50milioni di euro. La Giunta Scopelliti accettò l’idea pretendendo però la istituzione di una società in house, con la partecipazione della Regione per il 51% e dei comuni promotori per il restante 49%. La relativa legge è stata approvata nel dicembre 2010. La Regione garantì alla società in house una dotazione finanziaria iniziale di circa 30 milioni di euro, a cui non fu dato alcun seguito;

pertanto, l’associazione Magna Graecia - società in house - non è stata messa in condizione di operare, dalla completa inattività della Regione Calabria;

la totale inerzia della Regione Calabria è stata certificata dalla iniziativa del Ministro Barca che, nel settore della tutela e valorizzazione dei beni culturali, ha recuperato per Sibari risorse finanziarie importanti, che rischiavano di essere perdute, che, per come da noi più volte richiesto saranno utilizzate in ragione di 21.000.000,00 euro per la eliminazione dell’acqua e del fango dal sito archeologico e per la ripresa degli interventi di valorizzazione del sito stesso;

a tal fine, immediatamente si potrà utilizzare la somma di euro 200.000.00 euro, lodevolmente stanziati dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali, autorevolmente guidata dall’Arch. Prosperetti;

terminata la fase di emergenza, si rende necessario elaborare ed attuare il progetto previsto dal POR Calabria 2007/2013 linee di intervento 4.5.2.2., provvedendo, eventualmente, alla rimodulazione dello stesso POR ed inserendo, in ogni caso, il predetto progetto nella programmazione 2014/2020;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale:

a fare quanto è possibile, insieme al Governo di Roma, per liberare il sito archeologico di Sibari dalle acque e dal fango, utilizzando tempestivamente ed efficacemente le risorse disponibili ed indicate in premessa;

ad avviare, con i residui fondi POR 2007/2013,eventualmente rimodulandoli, il programma strategico di cui abbiamo indicato i contenuti in premessa, inserendolo, altresì, come priorità assoluta nella programmazione 2014/2020”.

(87; 01.02.2013) Principe, Battaglia, Scalzo, Censore, Franchino

Proposta di legge numero 431/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 13/12/2012, n. 63 “Ridefinizione assetto giuridico della Fondazione Campanella” (Del. n. 275)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. 63/2012)

1. Dopo l’articolo 2 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 63 (Ridefinizione assetto giuridico della Fondazione Campanella) è aggiunto il seguente articolo:

"Art. 2 bis

(Clausola di cedevolezza)

1. Le disposizioni della presente legge, laddove difformi, saranno adeguate a quanto disposto dai provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 4 del decreto legge 1 ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e successive modifiche per la ridefinizione dell’assesto giuridico della Fondazione T. Campanella, di cui al Punto 4 delle "proposte tecniche per l’integrazione/modifica del Piano di razionalizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario regionale della Regione Calabria", approvate con DGR n. 845/2009, costituenti parte integrante dell’Accordo sul Piano di rientro del 17 dicembre 2009 (obiettivo G07.S18.06)."

2. I provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria di cui al comma 1 si applicano, in luogo delle disposizioni regionali in contrasto, sino alla data di entrata in vigore della normativa regionale di adeguamento.".

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 432/9^, recante: “Integrazione alla legge regionale 27/12/2012, n. 69” (Del. n. 276)

Art. 1

(Integrazione all’articolo 39, l.r. 69/2012)

1. Al comma 2 dell’articolo 39 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013) dopo le parole: "Ministero dell’Economia e delle Finanze" sono aggiunte le seguenti parole: "e verificate le avvenute coperture dei disavanzi pregressi del Servizio sanitario regionale".

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 424/9^, recante: “Modifiche alle leggi regionali n. 10/2003 e n. 69/2012” (Del. n. 277)

Art. 1

(Modifica all’articolo 14, l.r. 69/2012)

1. L’articolo 14 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013) è abrogato.

2. Le disposizioni sostituite dall’abrogato articolo 14 della l.r. 69/2012 rivivono nel testo previgente alle modifiche introdotte dalla predetta l.r. 69/2012.

Art. 2

(Modifica all’articolo 16, l.r. 10/2003)

1. Dopo il comma 10 dell’articolo 16 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 (Norme in materia di aree protette) è aggiunto il seguente comma:

"10 bis. La partecipazione alla Comunità del Parco è onorifica e non dà luogo al rimborso delle spese."

Art. 3

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 418/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 04/12/2012, n. 62 (Istituzione di Ecomusei in Calabria)” (Del. n. 278)

Art. 1

(Modifica dell’art. 1)

1. Il comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62 (Istituzione di Ecomusei in Calabria) è sostituito dal seguente:

"2. Ai fini della presente legge, in ossequio all’allegato A al decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 18 aprile 2012 (Adozione-delle linee guida per la costituzione e la valorizzazione dei parchi archeologici), per Ecomuseo si intende la pratica partecipata di valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, elaborata e sviluppata da un soggetto organizzato, espressione di una comunità locale, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile di un determinato territorio.".

2. Al comma 4 dell’articolo 1 della l.r. 62/2012 è soppressa la lettera j).

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge statutaria numero 10/9^, recante: “Riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale e dei componenti della Giunta regionale. Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 ‘Statuto della Regione Calabria” (Del. n. 279)

Art. 1

(Modifica all’articolo15)

1. Al comma 1 dell’articolo 15 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria) il numero "50" è sostituito dal seguente: "40".

Art. 2

(Modifiche all’articolo 35)

1. Il comma 3 dell’articolo 35 della l.r. 25/2004 è sostituito dal seguente: "3. La Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di Assessori non superiore a otto, compreso il Vice Presidente".

Art. 3

(Differimento dell’efficacia della legge)

1. La presente legge produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

Proposta di legge n. 399/9^, recante: “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio sanitario regionale” (Del. n. 280)

Art. 1

1. Al fine di garantire nel Servizio sanitario regionale i livelli essenziali di assistenza, per i soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre 2008, le Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria procedono alla stabilizzazione attraverso prove selettive.

2. Alle prove selettive possono accedere altresì i soggetti in possesso dei titoli di cui al comma 1 del presente articolo che abbiano visto riconoscere la subordinazione dal giudice o da ispezioni previdenziali.

3. I benefici di cui al comma 1 del presente articolo si applicano anche in favore di quanti abbiano stipulato contratti anteriormente alla data dell’1 gennaio 2007 o che in base all’articolo 1 comma 558 della legge n. 296/06, abbiano maturato un’esperienza triennale nel quinquennio precedente e a quanti siano stati in servizio alla data del 31 dicembre 2008.

4. Ai sensi delle disposizioni dell’articolo 35, comma 3 bis del DLgs. 30 marzo 2001 n. 165, così per come modificato dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228, articolo 1, comma 401, le Aziende sanitarie e ospedaliere, nel rispetto della programmazione triennale del fabbisogno e dei regimi limitativi fissati dai documenti di finanza pubblica in attuazione della vigente normativa, possono avviare procedure di reclutamento, anche per personale con qualifica dirigenziale, di cui al comma 2 dell’articolo 6 della l.r. 1/2009, mediante concorso pubblico per titoli ed esami finalizzati a valorizzare con apposito punteggio l’esperienza professionale di coloro che abbiano maturato almeno tre anni di servizio, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa, nell’amministrazione che emana il bando. I relativi provvedimenti, acquisito il parere vincolante dei Ministeri vigilanti, sono approvati dalla Giunta regionale sulla base di apposita intesa con il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario.

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Progetto di legge numero 440/9^, recante: “Disciplina transitoria per l’erogazione dei finanziamenti agli Enti utilizzatori di soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità” (Del. n. 281)

Art. 1

1. Nelle more dell’emanazione di una organica disciplina normativa in materia di LSU e LPU, la Regione Calabria, nel rispetto della normativa vigente in materia, in via transitoria, garantisce il finanziamento dei progetti presentati dagli Enti proponenti e relativi all’utilizzo dei soggetti impegnati, alla data del 31/12/2012, in attività socialmente utili e di pubblica utilità, fino alla concorrenza delle risorse finanziarie disponibili di cui al successivo comma 6.

2. Le risorse finanziarie saranno ripartite dal Dipartimento regionale competente per materia utilizzando come base di calcolo, per quanto riguarda i sussidi, l’importo di cui al successivo comma 4 e, per quanto riguarda le ore integrative e gli assegni al nucleo familiare di cui al comma 3, la spesa rendicontata a tale titolo nel 2012.

3. Le risorse finanziarie devono essere utilizzate per assicurare l’erogazione del sussidio, delle ore integrative e dell’assegno al nucleo familiare ai lavoratori di pubblica utilità, nonché l’erogazione delle sole ore integrative ai lavoratori socialmente utili già sussidiati, per il tramite dell’Inps, dalla Regione Calabria e dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ex articolo 78, commi 2 e 3, l. 388/2000.

4. La Regione Calabria equipara l’importo teorico massimo mensile del sussidio dei soggetti impegnati in lavori di pubblica utilità a quello previsto per i soggetti impegnati in lavori socialmente utili e fissato dall’Inps con circolare 14/2013, per i1 2013, in € 572,68 (cinquecentosettantadue/68).

5. Fermo restando quanto previsto al precedente comma 4, per la regolamentazione del trattamento giuridico ed economico ulteriore, gli Enti utilizzatori faranno riferimento a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di LSU e LPU.

6. Alla copertura degli oneri di cui alla presente legge si provvede con le risorse regionali determinate con legge finanziaria regionale allocate all’UPB 4.03.02.02 capitolo 43020209 dello stato di previsione del Bilancio 2013 che vengono all’uopo destinate. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della l.r. n. 8/2002.

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 438/9^, recante: Modifiche ed integrazioni alla legge numero 5/2013 “Sottoscrizione quota di capitale sociale della società Aeroporto S. Anna S.p.A.” (Del. n. 282)

Art. 1

1. All’articolo 1, comma 1, della l.r. n. 5/2013 è aggiunto il periodo "La sottoscrizione della quota di aumento di capitale è subordinata alla sottoscrizione della convenzione di cui all’articolo 49 della l.r.. n. 34/2010 e s.m.i.".

2. Il comma 2 dell’articolo 1 della l.r. n, 5/2013 è sostituito dal seguente: "Alla copertura del relativo onere si provvede mediante contestuale riduzione di pari importo dello stanziamento allocato all’UPB 1.2.04.09 (capitolo 12040911) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2013, inerente il Fondo per i debiti pregressi dell’Amministrazione regionale".

Art. 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.