IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
58.
SEDUTA DI LUNEDI’ 18 MARZO 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in
allegato)
Conclusa la lettura del verbale e delle comunicazioni iniziali possiamo
procedere con il primo punto all’ordine del giorno.
Il primo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 209/9^ d’Ufficio, recante: “Surroga del consigliere regionale Demetrio Battaglia, dimissionario”.
“Il Consiglio regionale
dato atto che con lettera
datata 5 marzo 2013, acquisita agli atti del protocollo generale 10773,
l’avvocato Demetrio Battaglia ha presentato formalmente le dimissioni dalla
carica di consigliere regionale;
considerato che a norma
dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 numero 108, recante: “Norme per
l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a
Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato
che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;
che, pertanto, si deve procedere alla surroga del
consigliere dimissionario nei modi di cui alla sopra richiamata disposizione di
legge;
considerato, infine, così come risulta dalla copia del
verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio
Calabria per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010,
nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 7 avente il contrassegno “Partito
democratico” nella quale
era stato eletto il consigliere dimissionario è riportato, quale primo dei non eletti,
il candidato Demetrio Naccari Carlizzi con cifra individuale 7.413;
il Consiglio delibera di attribuire al candidato
Demetrio Naccari Carlizzi,
nato a Roma il 3 aprile 1967, il seggio resosi vacante a seguito delle
dimissioni del consigliere Demetrio Battaglia”.
Pongo in votazione la delibera per come letta in Aula.
(Il Consiglio approva)
Il consigliere Demetrio
Naccari Carlizzi, se presente, può prendere posto nei banchi del Consiglio
regionale.
Colgo l’occasione per fare
gli auguri di buon lavoro sia all’onorevole Naccari Carlizzi che ai colleghi
consiglieri regionali che sono stati eletti al
Parlamento nazionale, che sono complessivamente cinque (maggioranza e
minoranza). A loro vanno gli auguri più affettuosi di buon lavoro per poter
rappresentare degnamente questa Regione
nella massima Assise nazionale.
Finito il primo adempimento che ricostruisce il Consiglio nella sua interezza, possiamo procedere col secondo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata. Pertanto la prima ora di Consiglio sarà dedicata a questo.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12
ottobre
con decreto del Dirigente Generale n. 19021, del 23 ottobre 2009,
tali azioni, già rientranti nel Piano di Reinserimento
2009, erano state concepite in favore di lavoratori ultracinquantenni che non
si trovavano più nelle condizioni di utilizzare gli ammortizzatori sociali
ovvero che, per vari motivi, non vi avessero mai potuto accedere;
l’Amministrazione regionale avrebbe erogato direttamente le somme alla
sede regionale dell’Inps, previa stipula di apposita convenzione;
da informazioni personalmente assunte, presso gli uffici della Regione,
nonché direttamente presso cittadini rientranti nell’elenco dei beneficiari del
trattamento, ho constatato un inspiegabile ritardo nella corresponsione delle
indennità previste nel bando;
a distanza ormai di oltre due anni, sembrerebbe che le misure previste
nel bando non siano mai andate concretamente in porto, con pregiudizio evidente
del diritto acquisito dei cittadini ammessi al beneficio -:
se l’Amministrazione regionale ha
regolarmente versato all’Inps le somme di cui al bando di che trattasi, previa
stipula della relativa convenzione;
se corrisponde al vero, in ogni caso, che non
c’è mai stata corresponsione del trattamento contributivo compensativo per la
platea dei cittadini ammessi al beneficio;
quali iniziative si intendono assumere a tutela dei diritti acquisiti
degli ammessi al trattamento, qualora corrispondesse al vero il ritardo sopra
richiamato”.
Ricordo ai colleghi che vi sono tre minuti di tempo per
illustrare l’interrogazione, due minuti sono per la risposta del governo
regionale ed infine un minuto verrà dato al consigliere per dire se è soddisfatto
o meno.
L’onorevole Talarico,
ha facoltà di parlare.
Presidente,
si tratta di una interrogazione relativa allo stato di attuazione degli
interventi di cui all’avviso pubblico, relativo al decreto del dirigente
generale numero 19021 del 23 ottobre 2009. L’avviso riguarda la concessione di
contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione dei lavoratori ultracinquantenni.
Con questo decreto il dirigente generale ha approvato
l’avviso pubblico a seguito del quale
La Regione, quindi, ha proceduto a favorire la formazione di questa graduatoria, dopo
di che avrebbe dovuto – sottolineo che uso il condizionale – erogare
direttamente la somma occorrente alla sede regionale dell’Inps. Questa
erogazione doveva essere preceduta dalla stipula di una convenzione tra
Siamo nel 2009, sono passati tre anni
ed io ho assunto, in più occasioni, informazioni presso gli uffici regionali
competenti ed ho scritto – sempre agli uffici competenti – una serie di
missive, ma a distanza di tre anni sembrerebbe - a meno che non sia accaduto
qualcosa di nuovo in questi ultimi mesi, cioè da ottobre ad oggi, da quando è
stata presentata questa interrogazione – che ancora questa erogazione non sia
avvenuta a favore dei lavoratori ultracinquantenni mettendo in seria
discussione questo diritto riconosciuto alla stessa Regione.
Anche l’Inps non è stato molto
trasparente e chiaro in questi mesi, si è venuto a creare una sorta di scarica
barile tra
Assessore, dove sta la verità? C’è o
non c’è la convenzione tra Inps e Regione Calabria? E se c’è e se è stata
stipulata in questi mesi come mai non è avvenuta la corresponsione richiesta e
prevista dal decreto del direttore generale? Se non vi è la convenzione ed
ancor meno la corresponsione quali iniziative intende prendere il suo
assessorato e il Presidente della Giunta per sanare una situazione che è
diventata davvero paradossale? Essendoci le risorse necessarie non siamo in
grado, per le ragioni di cui forse lei dovrà rendere conto a questo Consiglio
stamattina, di venire incontro ad una esigenza impellente di circa 500
cittadini calabresi? Grazie.
La parola all’assessore Stillitani.
Il problema nella mancata attuazione di questo provvedimento sta
proprio nella riluttanza dell’Inps a sottoscrivere la convenzione. Non è un
problema di scarica barile ma è semplicemente un problema che è facile andare a
verificare sugli atti.
Già il 19 settembre 2011 il direttore
generale aveva sollecitato l’Inps per la firma della convenzione,
chiaramente, senza ricevere risposta.
E’ poi intervenuta la riforma Monti e sono anche cambiati quelli che
erano i requisiti per l’ottenimento della pensione ed è stato necessario
riverificare le singole domande per verificare se la graduatoria fosse valida o
fosse necessario aggiornarla.
A tal proposito è stato istituito un tavolo informare con l’Inps ed è
stata rideterminata una graduatoria che tenga conto delle modifiche normative e
nazionali che, nelle more, erano state approvate.
Dall’Inps è stata richiesta una modifica della convenzione.
Noi abbiamo riproposto all’Inps la convenzione firmata e modificata secondo
quelle che erano state le richieste proprio dell’Istituto. L’Inps ha
difficoltà, credo per un discorso di autorizzazioni nazionali o comunque non è
chiara la motivazione, a sottoscrivere questa convenzione.
L’ultimo sollecito per la firma della convenzione è stato inoltrato dal
dipartimento
non più di 20 giorni fa all’inizio di questo mese. E’ chiaro che, se ci
dovessero essere ancora dei problemi per l’Inps a sottoscrivere questa
convenzione o se ci fossero degli ostacoli di natura legislativa nazionale,
dovremmo studiare qualche altro meccanismo perché le risorse ci sono, le
domande sono state fatte, c’è una giusta aspettativa da parte dei lavoratori
ultracinquantenni per ottenere questo provvedimento ma, forse, bisognava avere
l’assenso della bozza già nel momento in cui è stato emanato il bando.
Forse per una eccessiva volontà di
velocizzazione di tutto il provvedimento, viste le aspettative che questo
stesso generava, questo passaggio è stato messo pensando che la sottoscrizione
della convenzione con l’Inps fosse una cosa semplice da poter ottenere.
Le cose non stanno così, noi abbiamo ulteriormente
sollecitato, ho parlato direttamente io col responsabile regionale per
sollecitare questa firma della convenzione. Se dovesse ancora ritardare poi
vedremo quale meccanismo o quale altra soluzione alternativa si possa adottare
da parte della Regione per far ottenere ai lavoratori che, comunque, sono
inseriti in una graduatoria, le provvidenze e le agevolazioni che questi
giustamente stanno aspettando.
Prego, onorevole Talarico.
Presidente,
potrei dichiararmi soddisfatto se all’impegno assunto in quest’Aula dall’assessore Stillitani seguisse una iniziativa energica nei
confronti dell’Inps perché sono passati tre anni e mezzo. Abbiamo la
disponibilità delle risorse per cui 500 famiglie di altrettanti ex lavoratori calabresi
potrebbero trovare un soddisfacimento definitivo ai loro problemi se questa
graduatoria venisse definitivamente approvata e soddisfatta nei diritti
riconosciuti.
Per cui mi aspetterei da parte sua e
del Presidente un intervento davvero vigoroso nei confronti dell’Inps; stanare
l’Inps e metterla di fronte alle proprie responsabilità per chiudere una
partita che sta davvero creando tantissimi danni a 500 persone della nostra
Regione.
In un contesto di crisi drammatica
credo che sarebbe un sollievo molto importante.
Prendo per buono il suo impegno e la
mia unica sollecitazione e raccomandazione condivisa dal Consiglio è di far
presto ed in maniera incisiva. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15
ottobre
con legge regionale n. 21/96 veniva disciplinato da parte della Regione
il servizio erogato dai Gruppi Appartamento nei confronti dei minori sottoposti
a provvedimento dell’autorità giudiziaria;
successivamente a seguito di deliberazioni della Giunta regionale, in
data 23 marzo 2010, venivano approvati una serie di regolamenti attuativi
tendenti a definire i criteri per l’autorizzazione al funzionamento e le relative
procedure per l’accreditamento delle strutture adibiti a servizio residenziale
per minori;
i regolamenti attuativi individuano alcune tipologie di struttura
residenziale e uno in particolare definisce le Comunità educative per minori con disagio psichico e disturbi del
comportamento sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;
allo stato risulterebbe che le suddette comunità vengano
sottoutilizzate per gli utenti a cui sono destinate e risulterebbe, altresì, che
diversi minori, con le suddette patologie, vengano ricoverati presso strutture
di altre regioni, determinando così, uno spreco di risorse finanziarie -:
il numero delle strutture residenziali adibite a Comunità educative per
minori con disagio psichico e disturbi del comportamento sottoposti a
provvedimenti penali e/o amministrativi, la loro ubicazione geografica, la loro
capacità ricettiva, il numero dei minori attualmente ricoverati, l’ammontare
complessiva della spesa annua per la loro gestione;
se l’utenza risponde ai requisiti richiesti ossia in possesso di
diagnosi del servizio di neuropsichiatria infantile o del centro di salute
mentale dell’ASP di competenza dalla quale si evinca la compatibilità della
problematica dell’utente con la tipologia della struttura giusto regolamento
regionale 23 marzo 2010 n. 5 pubblicato in BUR n. 5 supplemento straordinario
n. 10 del 31 marzo 2010 punto 8.1.1 capoverso a.;
la spesa sostenuta negli ultimi anni per il ricovero presso strutture
situate in altre regioni di minori affetti dalle suddette patologie;
quali iniziative si intendono intraprendere per perseguire una
effettiva razionalizzazione della spesa regionale che possa portare ad una
eliminazione degli sprechi e che determini un miglioramento dei servizi esistenti
e una diversificazione delle offerte per meglio rispondere alle esigenze
rilevate.”
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente. Solo qualche
secondo per rivolgere anche io gli auguri di buon lavoro
ai neo parlamentari, qualcuno era
pure presente in quest’Aula, e per rivolgere un bentornato in quest’Aula al
collega Naccari Carlizzi.
Detto ciò l’interrogazione sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento prende
spunto dai dettami della legge regionale numero 21 del 1996 con la quale
Successivamente,
In questa fattispecie – una in
particolare – riguardava le cosiddette comunità educative per minori con
disagio psichico e disturbi del comportamento.
Allo stato, risulterebbe che le
suddette comunità invece siano sottoutilizzate per gli utenti a cui sono
destinate e risulterebbe, invece, che diversi minori che hanno le suddette
patologie vengano ricoverati in strutture di altre Regioni con un aggravio
pesante per le casse della Regione Calabria.
Questo genera, secondo noi, anche uno
spreco di risorse che
Con questa interrogazione vogliamo
capire quante sono le strutture residenziali accreditate ed adibite a comunità
educative per minori, la loro ubicazione rispetto anche alla dislocazione
geografica, la capacità ricettiva, il numero di minori attualmente ricoverati,
l’ammontare della spesa annua e soprattutto se l’utenza che vi è allocata
risponde ai requisiti richiesti cioè in possesso di diagnosi del servizio di
neuropsichiatria infantile o del centro di salute mentale nelle Asp di
competenza nella quale si evinca, proprio, la compatibilità della problematica
dell’utente con la tipologia delle strutture in ordine ai dettami dei regolamenti
e della legge che ho prima richiamato e, soprattutto, la spesa degli ultimi
anni per il recupero presso queste strutture. Infine, quali iniziative intende
l’assessore Stillitani, ed il dipartimento,
Prego, assessore Stillitani.
Voglio fare una premessa che valga anche per qualche altra
interrogazione - è chiaro che tutto il sistema dell’assistenza
socio-assistenziale in Calabria credo che vada
un po’ riformato. Riformato tanto nell’aspetto della qualità del servizio che
viene ad essere prestato e soprattutto per quanto
attiene la quantificazione delle rette.
Tutte le strutture socio-assistenziali negli anni in Calabria sono sorte senza una programmazione, sono sorte su iniziativa dei singoli
proponenti che sono prevalentemente associazioni, ma senza una effettiva analisi né dal punto di
vista della distribuzione
territoriale né dal punto di vista della effettiva necessità di quel particolare tipo di servizio.
A tal proposito stiamo operando – come assessorato alle politiche
sociali – ad una rivisitazione di tutto il sistema partendo, innanzitutto, da
un censimento di tutte le strutture che sono presenti e sono operative sul
territorio regionale. Sia le strutture
accreditate, cioè quelle che ricevono degli aiuti da parte della Regione, sia delle strutture che sono semplicemente
autorizzate al funzionamento e che sono circa un centinaio che non ricevono –
per carenza di risorse, appunto – risorse da parte della Regione.
Contemporaneamente siamo andati a verificare dando un incarico
ad una società specializzata, l’Ernst
& Joung, quali fossero gli effettivi costi industriali che ogni tipologia
di servizio che veniva ad essere acquistati dalla Regione sosteneva.
Cioè siamo andati a verificare se,
effettivamente, quello che le varie rette determinate dalla Regione cioè
l’importo delle rette fosse conforme o meno a quello che erano i costi teorici
che le strutture divise per tipologia dovevano sopportare.
Ne è venuto fuori un quadro abbastanza
complesso e differenziato dove è stato evidenziato che vi è, innanzitutto, una
distribuzione non omogenea di queste strutture sul territorio regionale.
Noi abbiamo una concentrazione di servizi per territori e non una
distribuzione omogenea secondo le necessità su tutto il territorio calabrese. Cioè possiamo avere una concentrazione, per esempio, di case per anziani in una provincia ma
non ne abbiamo in altre, mentre in altre province o in altre zone abbiamo i
centri per minori.
Quindi una riforma, una riallocazione della ubicazione territoriale di
queste strutture sarebbe opportuna.
Poi è stato evidenziato anche che le rette che vengono ad essere corrisposte
non sono omogenee. Genericamente le rette che
vengono ad essere corrisposte dalla Regione Calabria sono inferiori
rispetto ai costi industriali teorici che le strutture sopportano.
Prevalentemente la gran parte di queste strutture sopravvive solo grazie
all’aiuto dei volontari.
E’ venuta fuori anche, però, una
annotazione che sostanzialmente ci porta a prender atto che questo delta tra il
costo industriale del servizio e la retta non è ugualmente penalizzante per
tutti i tipi di strutture.
E’ quindi necessario – ed a tal
proposito ci stiamo adoperando – creare una equità ed una omogeneità sia pure
nelle ristrettezze economiche tra tutte le strutture.
Assessore la prego di rispettare i
tempi di risposta.
Concludo dicendo che, non più di una ventina di giorni fa, abbiamo
adottato in Giunta una delibera, dando
incarico al dipartimento di far propria questa indagine in modo a
iniziare ad adeguare le rette partendo da quelle più penalizzanti.
Per quanto attiene le strutture per
minori con disagio psichico e del comportamento, le strutture maschili che oggi
esistono sono ubicate due sul territorio provinciale di Catanzaro ed una su
Polistena ed assicurano l’accoglienza di ragazzi di sesso maschile dai 14 ai 21
anni. Non possono accogliere ognuna più di sette ragazzi.
I costi annualmente a capacità massima
ricettiva previsti sono di 1 milione 200 mila euro. In riferimento ai saldi del
2012 per quanto riguarda i pagamenti, saldi 2012 e acconto 2013 il settore ha
già proposto i decreti di liquidazione che sono presso
Allo stato non stiamo sopportando
alcun costo aggiuntivo presso altre Regioni per questo tipo di assistenza e di
strutture.
Prego, onorevole Giordano.
Dalla parte finale della risposta prendo atto che non ci sarebbero
minori che sono dislocati in altre Regioni.
In ogni caso non mi posso ritenere
soddisfatto perché, ricordiamo, il regolamento è stato adottato nel marzo 2010
quando bisognava già a quella data fare una analisi del fabbisogno ed un
censimento.
Non è certamente possibile oggi
ascoltare che dopo 3 anni prima si adottano i regolamenti e si stabiliscono i
criteri e poi si va ad analizzare il fabbisogno, le condizioni e la
dislocazione e tutto quello che ruota attorno.
L’assessore ha anche affermato l’altro
punto nevralgico, l’altro nervo scoperto che è quello che queste strutture ed
in particolare i gruppi appartamento sostengono dei costi con i quali non
riescono più a rientrare. L’assessore ha affermato che le rette sono inferiori
e spesso sopravvivono grazie al volontariato.
Per cui non mi ritengo soddisfatto ma invito alla massima celerità,
alla massima attenzione, al massimo rigore soprattutto per evitare che ci siano
molti costi passivi e che ci sia invece una offerta che possa in qualche modo
rispondere all’esigenza della intera Regione e delle strutture che siano adeguate e dislocate esattamente secondo
il fabbisogno in tutto il territorio regionale.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 299 del
15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico
“Sulle comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a
provvedimenti penali e/o amministrativi” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale”.
Per sapere – premesso che:
con legge regionale n. 21/96 veniva disciplinato da parte della regione
il servizio erogato dai Gruppi Appartamento nei confronti dei minori sottoposti
a provvedimento dell’autorità giudiziaria;
successivamente a seguito di deliberazioni della Giunta regionale, in
data 23 marzo 2010, venivano approvati una serie di regolamenti attuativi
tendenti a definire i criteri per l’autorizzazione al funzionamento e le
relative procedure per l’accreditamento delle strutture adibiti a servizio
residenziale per minori;
i regolamenti attuativi individuano alcune tipologie di struttura
residenziale e alcuni di essi in particolare definiscono:
1. Gruppi Appartamento per minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità
giudiziaria (ex legge R. 21/96)
2. Comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a
provvedimenti penali e/o amministrativi;
dalla lettura dei due regolamenti succitati si evince che i soggetti
destinatari degli interventi si equivalgono dal punto di vista tipologico e
ospitano entrambi minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria
determinando di fatto uno stato di confusione e uno spreco di risorse
finanziarie -:
il numero strutture adibite a Comunità educative
per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o
amministrativi di cui al regolamento regionale 23 marzo 2010, n. 7 pubblicato
in BUR n. 5 supplemento straordinario n. 10 del 31 marzo 2010;
la loro ubicazione geografica;
la capacità ricettiva;
il numero minori attualmente ricoverati;
la spesa annua di gestione;
i criteri che hanno portato al loro accreditamento considerato il
servizio già disciplinato;
quali iniziative si intendono intraprendere per perseguire una
effettiva razionalizzazione della spesa regionale che possa portare ad una
eliminazione degli sprechi e che determini un miglioramento dei servizi
esistenti e una diversificazione delle offerte per meglio rispondere alle
esigenze rilevate”.
Pregherei i colleghi di rimanere nei tempi assegnati che sono, ripeto,
tre minuti per l’esposizione; due minuti per la risposta e uno per dichiararsi
soddisfatto o meno, altrimenti superati i minuti assegnati toglierò la parola.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente,
questa interrogazione è un po’ sulla falsariga della precedente per cui sarò
ancora più breve.
Anche qui la materia è regolata dalla legge regionale numero 21 del
1996 con i gruppi appartamento. Il regolamento del 23 marzo
Si determina, quindi, un forte stato
di confusione e secondo noi anche qui un aggravio di spese perché tra l’altro
avviene il cosiddetto vuoto per pieno, cioè il pagamento delle prestazioni che
vengono erogate sia dai gruppi appartamento che dalle comunità educative.
A questo proposito vogliamo sapere: il
numero delle strutture adibite a comunità educative, la loro ubicazione
geografica e capacità ricettiva, il numero dei minori attualmente ricoverati,
la spesa annua e soprattutto i criteri che hanno portato al loro accreditamento considerando che il servizio era già
disciplinato dalla legge regionale numero 21 del 1996 attraverso i gruppi
appartamento.
Ed infine quali iniziative si
intendono intraprendere per perseguire una effettiva razionalizzazione che
contemperi un servizio adeguato con costi ridotti verso le casse della Regione.
Prego, assessore.
Qui valgono più o meno le stesse considerazioni della interrogazione
precedente. E’ chiaro che si sta riformando un po’ tutto il settore delle
strutture socio-assistenziali.
Comunque, le strutture operative sono attualmente due e sono
distribuite una in provincia di Catanzaro
mentre l’altra è in provincia di Cosenza. Ciascuna
assicura l’accoglienza di minori di sesso femminile dai 14 ai 21 anni di età
per un numero massimo di sei in stato di disagio sociale o devianza.
Le strutture sono utilizzate al massimo, cioè sono sostanzialmente
piene. La previsione di spesa annua è di circa 550 mila euro ed anche qui sono
stati emessi i decreti da parte del dipartimento per il pagamento e sono
in attesa di liquidazione da parte della Ragioneria.
Anche qui il discorso è quello di
prima: è necessaria una rivisitazione generale dell’offerta per adattare l
erogazione dei sussidi da parte della Regione a quelle che sono le effettive
necessità.
Su questo si sta procedendo e siamo
partiti con il censimento e l’adeguamento della struttura ed adesso abbiamo una
idea che vedremo se è possibile portare a compimento.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente,
prendo atto che comunque le interrogazioni sono servite a stimolare un’azione
che è stata dormiente in questi tre anni.
Nella interrogazione, a parte i dati numerici delle strutture ed i
costi annui, chiedevamo quali fossero le iniziative per razionalizzare e
contemperare anche una diversificazione di funzioni per evitare duplicazioni
inutili tra gruppi appartamento e comunità educative.
Su questo l’assessore non ci ha risposto e
quindi non mi posso dichiarare soddisfatto per nulla. Aggiungo però che è
importante che queste operazioni, che, tra l’altro, apprendiamo vengono rivolte
– almeno dalla prima interrogazione – da organismi esterni, vengano compiute
celermente e per un servizio così delicato che riguarda i minori che ci sia la
massima attenzione e finalmente la risposta che in tre anni non c’è stata.
La prossima
interrogazione, a risposta immediata, è la numero 303, però è assente l’assessore Stillitani, quindi viene rinviata. Si tratta, comunque,
di una interrogazione del 22 ottobre 2012 a firma del consigliere Guccione “Sul
mancato adeguamento e sui gravi ritardi nella erogazione delle rette alle
strutture della provincia di Cosenza che ospitano minori” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale”.
Per sapere – premesso che:
in provincia
di Cosenza operano 93 strutture che accolgono 998 minori distribuite in 27 Case
famiglia con 297 minori accolti, 59 Centri Diurni con 652 minori accolti, 7
Gruppi Appartamento con 49 minori accolti;
i minori
ospitati in queste strutture sono perlopiù bambini disagiati e bisognosi di
aiuto, privi di una
famiglia idonea, provenienti dalle
zone più povere e più difficili dell’area urbana cosentina e dell’intera
provincia. Essi appartengono al tessuto più fragile della nostra comunità e
portano con sé il peso di situazioni di sofferenza e di disagio maturate in
contesti familiari spesso inimmaginabili e che invocano sicuramente un percorso
di tutela e di accoglienza assai delicato e faticoso;
all’interno
di queste strutture operano figure specialistiche (educatori ed assistenti
sociali) che hanno fatto dell’accoglienza prima che un lavoro, la ragione della
propria vita;
da tempo
opera in provincia di Cosenza un Coordinamento Provinciale dei servizi per i
minori (case-famiglia, centri diurni, centri socio-educativi, servizi
domiciliari, centri di incontro ecc. ecc.) che non ha fini di lucro e che si
propone di collegare le case famiglia e gli altri servizi educativi, sociali ed
assistenziali aderenti, favorendo il confronto, lo scambio di esperienze e di
buone prassi ed offrendo supporto organizzativo ed operativo nello svolgimento
delle attività pedagogico- educative e nel pieno adempimento degli obblighi di
legge su aspetti organizzativi e gestionali comuni, promuovendo e divulgando
una cultura dell’infanzia e dell’accoglienza fondata sulla centralità della
persona umana quale "essere unico e irripetibile", sulla prevenzione
di ogni abuso fisico e psichico e di qualsiasi forma di sfruttamento e di
violenza;
stante
l’inadeguatezza delle risorse loro destinate, per le annualità 2010 e 2011 e
per il 2012 queste strutture non hanno ancora ricevuto i fondi trasferiti dalla
Regione al Comune di Cosenza e, a dieci mesi dall’inizio del 2012, dalla
Regione non si è ancora visto nemmeno un euro;
in
conseguenza di ciò queste strutture sono ormai ridotte alla fame e non possono
più provvedere ai fabbisogni quotidiani degli ospiti, mentre gli operatori non
ricevono gli stipendi ormai da diversi mesi -:
quali iniziative urgenti si
intendono assumere per adeguare le misere rette che eroga
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, questa interrogazione è stata presentata nel 2012, pertanto la ritengo superata perché abbiamo già provveduto.
L’interrogazione è, quindi, decaduta.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 305 del 25 ottobre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti dei sussidi relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
circa 20 mila lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga da diversi mesi vivono una situazione difficile per il venir meno dei sussidi in quanto gli ottanta milioni messi a disposizione dal Ministero del lavoro lo scorso 5 Giugno non sono risultati sufficienti a garantire la copertura dei pagamenti fino al 31 dicembre 2012;
a seguito di vibranti proteste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali è stato sottoscritto a Roma, dal Ministro del lavoro Elsa Fornero e dall'assessore regionale Francescantonio Stillitani, un nuovo accordo per l'erogazione di ulteriori trenta milioni di euro, finalizzati al pagamento dei sussidi, relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga, fino al 31 dicembre 2012;
è emerso, altresì, che sarebbero disponibili, da parte dell'Inps per la Regione Calabria, ulteriori venticinque milioni di euro e, quindi, si potrà disporre per il pagamento dei sussidi di oltre cinquanta milioni di euro;
comunque, in base ai dati forniti dalla Regione, i fondi stanziati non basteranno alla copertura totale dei pagamenti fino a dicembre prossimo, e proprio per questo motivo, l'accordo sottoscritto, stabilisce che il Ministero del lavoro possa prevedere un nuovo reintegro di risorse;
ancor più preoccupanti sono le prospettive future in materia tenuto conto che, per quanto appreso da fonti ministeriali, per l'anno 2013 le risorse disponibili su base nazionale ammonterebbero ad appena 1 miliardo di euro e per l'annualità 2014 saranno ulteriormente ridimensionate -:
qual è lo stato dei pagamenti dei sussidi in favore dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, se le somme garantite dall'Inps siano state erogate, quali ulteriore somme necessitano per coprire tutta l'annualità 2012 e i tempi di erogazione delle stesse;
se effettivamente, come si paventa negli ambienti ministeriali, le risorse stanziate dal Governo nazionale per l'anno 2013 andranno incontro ad una pesante decurtazione;
quali iniziative la Regione intende intraprendere, anche con l'utilizzo di risorse proprie, per garantire per l'annualità 2013 le risorse necessarie a coprire il fabbisogno finanziario dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, tenuto conto, altresì, della grave crisi economica destinata ad un ulteriore peggioramento”.
Grazie, Presidente. Anche questa interrogazione risale ad ottobre 2012 e purtroppo è grave che sia ancora attuale.
Circa 20 mila lavoratori calabresi
sono percettori degli ammortizzatori sociali in deroga e vivono una situazione
difficile perché sono venuti meno i sussidi in quanto gli 80 milioni messi a
disposizione del Ministero lo scorso 5 giugno non sono risultati sufficienti a
garantire la copertura dei pagamenti fino al 31 dicembre.
A seguito di vibranti proteste e di
impegni e della sottoscrizione davanti al Ministero del lavoro tra il ministro
Fornero e l’assessore Stillitani, un nuovo accordo aveva previsto l’erogazione
di ulteriori 30 milioni.
E’, altresì, emerso che sarebbero
disponibili da parte dell’Inps per la Regione Calabria ulteriori 25 milioni di
euro e quindi dovrebbe potersi disporre il pagamento dei sussidi di oltre 50
milioni di euro.
Con questa interrogazione, viste le
prospettive nebulose per il 2013 e visto che la crescita esponenziale purtroppo
per il deficit gravissimo che sta
attraversando con una cassa integrazione in deroga che aumenta smodatamente,
vorremmo sapere intanto qual è lo stato di pagamento dei sussidi avendo
conoscenza da più parti che non sono stati pagati nemmeno per il 2012; come
sono state reperite, se sono reperite e se in effetti esistono le somme per
l’annualità 2012; quali sono i tempi di erogazione e se effettivamente le
risorse stanziate per il 2013 subiranno una pesante decurtazione.
Se la pesante decurtazione che si
annuncia ci sarà quali iniziative la Regione intende intraprendere per
garantire l’annualità 2013 e quali iniziative intende intraprendere la Regione
per sanare l’inaccettabile situazione che per il 2012 vede gran parte di questi
lavoratori non aver ricevuto i sussidi.
Diciamo che in merito alla problematica degli ammortizzatori sociali in deroga
credo sia un po’ nota a tutti la mia polemica, anche pubblica, col ministro
Fornero.
Di
fatto, per quanto attiene il 2012, il Ministro ha sottoscritto un accordo con
la Regione Calabria nel quale era previsto che l’intero ammontare necessario
per la copertura di tutti gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2012
fosse a carico del Governo
statale. Ma credo che anche in questo caso, come è successo con gli esodati, il
Ministero abbia fatto male i conti perché ancora oggi, malgrado tutte le
proteste sollevate non solo dalla Calabria ma anche da tutte le altre Regioni,
non vi è la copertura totale delle risorse necessarie per corrispondere ai
lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga l’intero ammontare di
quanto spetta nel 2012.
Sono
stati erogati alla Regione Calabria una prima tranche di 80 milioni, una seconda tranche di 30 milioni con un protocollo sottoscritto in maniera
molto avventurosa nel mese di ottobre e non più di una ventina di giorni fa è
stato autorizzato, in aggiunta a questi 110 milioni, il pagamento di ulteriori
due mensilità.
A
conti fatti sulla base di tutte le risultanze delle verifiche fatte tra
dipartimento ed Inps ritengo che ancora per saturare il 2012 il Ministero,
relativamente alla Regione Calabria, debba mettere a disposizione ulteriori 30
milioni di euro.
Vi
sono tutta una serie di incontri programmati nei prossimi giorni a livello di
conferenza Stato-Regioni con posizioni abbastanza pesanti.
Ritengo
che la volontà del Governo
Monti sia stata quella di demandare al prossimo Governo la soluzione del
problema. Ad oggi mancano ancora – io stimo – una trentina di milioni per
saturare le spettanze del 2012.
Per
quanto riguarda il 2013 la situazione è ancora più critica perché di fronte ad
una necessità stimata dal dipartimento di circa 300 milioni di euro - perché se
noi dovessimo prorogare tutti i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali
in deroga per il 2013 la cifra necessaria per la sola Regione Calabria è di
circa 300 milioni di euro – il Ministero ne ha messi a disposizione della
Regione solo 29.
Significa
che noi abbiamo solo un decimo delle risorse necessarie per procedere al
pagamento dei lavoratori che ormai sono diventati 25-30 mila che si aggiungono
e aumentano sempre di più.
E’ un
problema che stiamo affrontando di concerto col sindacato, nelle riunioni che
si susseguono. Siamo in procinto di sottoscrivere l’accordo istituzionale per
il 2013 soprattutto nel tentativo di salvare quei lavoratori percettori di
ammortizzatori sociali in deroga - che sono in Calabria circa 7 mila – che
sulla base di accordi precedenti verrebbero ad essere completamente esclusi.
Se non
vengono ad essere modificati gli accordi, a prescindere dalla messa a
disposizione delle risorse, almeno 7 mila lavoratori non potrebbero rientrare
nella proroga.
E’
volontà comune di cercare di evitare questo ed ecco l’interlocuzione continua
che stiamo cercando di avere con il mondo sindacale per cercare di trovare una
formulazione dell’accordo che possa permettere il salvataggio anche di questi 7
mila lavoratori che sulla base di accordi precedenti – tanto a livello
nazionale che regionale – verrebbero ad essere esclusi.
L’ultima
mia nota è stata inviata ai sindacati non più di una settimana fa. Stamattina a latere della riunione per gli Lsu
abbiamo concordato un incontro per la fine della prossima settimana dove verrà
ad essere analizzata e verificata la fattibilità pratica delle richieste per i
sindacati per poi collocare all’inizio della settimana entrante il tavolo
istituzionale e quanto meno poter partire con l’erogazione dei 29 milioni.
Volevo
evidenziare – ne approfitto – all’attenzione del Consiglio tutto che questa è
una vera e propria bomba sociale. E’ una cosa che noi abbiamo sottostimato
anche se l’abbiamo più volte scritta e riscritta, discussa in varie sedi.
Corriamo
il rischio di non avere le risorse necessarie per procedere al pagamento
spettante a 25 mila lavoratori calabresi. Speriamo, è quel che ci auguriamo
tutti quanti e credo che se lo augurasse anche il ministro Fornero quando ha
sottoscritto l’accordo, che il prossimo Governo,
a prescindere al colore di appartenenza, possa riservare a questo mondo del
precariato, dei lavoratori che hanno perso il lavoro, una maggiore attenzione
rispetto a quella che è stata posta finora.
Prego,
onorevole Giordano.
Presidente,
devo semplicemente sottolineare che forse sta passando sopra le nostre teste
quel che potrà accadere da qui a qualche settimana cioè la deflagrazione della
Regione, una deflagrazione sociale che travolgerà tutto e tutti se questi sono
i numeri.
Rispetto
allo scorso anno è più che raddoppiato il fabbisogno.
Caro
assessore, non bastano le note o i protocolli. Non posso che dichiararmi non
solo insoddisfatto ma profondamente preoccupato, allarmato e turbato perché,
addirittura, se scorro i comunicati stampa che avete emanato nelle scorse
settimane si diceva “bene lo sblocco del pagamento e bene quel che ha fatto il Governo”.
Qui il
problema è gravissimo. Penso che sia opportuno che ci sia una seduta di
Consiglio regionale dedicata a questo allarme sociale che oggi l’assessore ha
confermato e che noi abbiamo sollevato già da ottobre quando abbiamo presentato
questa interrogazione.
Penso
che sia indispensabile affrontarlo con la massima serietà e col massimo rigore,
altrimenti questa Regione rischia di deflagrare nell’arco di qualche settimana.
E’ stata presentata Interrogazione a risposta immediata numero 306 del 8 novembre 2012 a firma dei consiglieri De Gaetano, Censore, Guccione “In ordine alla situazione del personale ex Lpu e Lsu della Regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:
in Calabria
vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;
gli stessi non
percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;
la Giunta
regionale non ha previsto nell'assestamento di bilancio la relativa copertura
finanziaria fino a dicembre 2012;
pur
essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con
il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu,
tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato -:
come intendono intervenire tempestivamente affinché siano pagate le spettanze arretrate ai lavoratori LSU e LPU, prevedendo al contempo, un piano di puntuale pagamento mensile”.
Prego, onorevole De Gaetano.
Presidente,
voglio affrontare questa interrogazione anche per dimostrare alla Giunta e alla opinione pubblica come noi di questo problema
non ci occupiamo soltanto oggi ma ne abbiamo parlato nel lontano novembre dello
scorso anno.
Insieme ai colleghi Guccione e Censore
chiedevamo alla Giunta regionale lumi sul mancato pagamento degli Lsu e degli
Lpu che sono oltre 5 mila nella nostra Regione. Ad oggi non abbiamo avuto
risposta ancora ed i pagamenti non sono stati effettuati.
Stamattina il direttore generale ha
detto di aver mandato in pagamento gli arretrati che risalgono a luglio 2012.
Ora ovviamente, dico all’assessore che avremmo voluto discutere questa
interrogazione molto prima, quando l’abbiamo presentata, ma riusciamo a
discuterla solo a marzo 2013.
Chiedo all’assessore come mai la
Giunta non abbia ancora pagato nonostante ci fosse un impegno del dicembre
2012. Siamo arrivati a marzo ed ancora non è stato pagato.
Chiedo una soluzione per il futuro
perché non è possibile che questi lavoratori lavorino per 7 mesi e per 7 mesi
non vengano pagati.
Bisogna trovare una soluzione
definitiva che consenta di pagare mensilmente i lavoratori come tutti i
lavoratori di questo mondo.
E’ veramente inconcepibile che uno
lavori 7 mesi e per 7 mesi non venga pagato.
Una soluzione va trovata e su questo
vogliamo avere lumi dalla Giunta regionale.
Prego, assessore Stillitani.
Non mi soffermo sulle problematiche
della legge, poi se ne discuterà magari più approfonditamente quando sarà
trattata in quest’Aula.
Voglio solo dire che tutte le risorse
che sono state messe a disposizione del dipartimento con l’ultimo mini
assestamento nel mese di dicembre sono state erogate esattamente nei tempi
previsti, cioè l’anno scorso.
Quest’anno – ricordo che siamo nel
mese di marzo – bisognava, prima di procedere alla erogazione, al pagamento del
2013, aspettare quelle che erano le rendicontazioni dei comuni.
Al 28 febbraio oltre 100 comuni non
avevano ancora presentato le rendicontazioni tanto è vero che si è deciso di
procedere ugualmente alla liquidazione del 2012 per tutti quei comuni che erano
perfettamente in regola.
In effetti – devo riconoscerlo – un
minimo di ritardo sulla predisposizione dei pagamenti in quest’ultimo periodo
c’è stato ma questo è stato anche dovuto alla confusione che si è creata dopo
la sentenza della Corte costituzionale che aveva messo in discussione i
pagamenti e le spettanze per l’anno precedente.
Comunque, ad oggi, secondo quanto
detto qualche ora fa nell’Aula delle Commissioni dal direttore generale Calvetta,
i decreti di liquidazione sono stati già predisposti dal dipartimento ed i
mandati ai vari comuni sono stati già predisposti e avviati dalla Ragioneria.
E’ chiaro che restano ancora da
erogare quelle che sono le spettanze dei lavoratori per i quasi 100 comuni che
non hanno ancora predisposto la rendicontazione.
Prego, onorevole De Gaetano.
Mi dichiaro insoddisfatto,
pur riconoscendo la buona volontà dell’assessore;
come ho sempre detto in quest’Aula, ma anche personalmente a lui, ha messo l’impegno quando ha chiesto le risorse al
bilancio e questo non le ha mandate.
Ma
il punto da risolvere, soprattutto con l’assessorato al bilancio, è che questa
interrogazione è stata presentata l’8 novembre 2012. In questa interrogazione chiedevamo
perché non fossero state pagate le spettanze da luglio 2012.
Ad
oggi – non temo nessuna smentita – ai lavoratori Lsu e Lpu in tasca non è
ancora arrivato il pagamento di luglio 2012.
Il
dirigente del settore lavoro ha detto di aver mandato il decreto in Ragioneria
per le spettanze arretrate venerdì. Conosciamo, ovviamente, i tempi della
burocrazia questo significa che se venerdì ha mandato in Ragioneria bene che
vada arriverà a metà di aprile, perché questi sono i tempi.
Ci
vogliono 15 giorni. Quindi niente da dire all’assessore Stillitani, come ho
detto prima, perché so del suo impegno.
L’assessorato
al bilancio di questa Regione non si può
consentire più questi lussi che sono delle vergogne vere e proprie nei
confronti dei lavoratori calabresi.
Uno non può lavorare per 7 mesi senza
ricevere lo stipendio perché quello stipendio è guadagnato, se lo è sudato e
sono dei lavoratori fondamentali per i comuni calabresi.
Non sono soddisfatto e chiedo
all’assessore Mancini di predisporre per tempo e di assecondare le lettere che
manda l’assessore Stillitani. Non vuole assecondare l’assessore Stillitani?
Assecondi gli ordini del giorno che sono stati votati alla unanimità in questo
Consiglio che puntualmente sono disattesi dall’assessore al bilancio.
Su questo dobbiamo aprire un dibattito perché non se ne può più. C’è scarso rispetto vero i lavoratori e scarso rispetto istituzionale verso quest’Aula.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 309 del 12 novembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla situazione dell’Istituto di Scienze neurologiche del Cnr di Piano Lago” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'Istituto di Scienze Neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (ISN-CNR) è Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone (CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia (CZ) e Catania;
l'ISN del Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;
la sede dell'ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema nervoso;
l'ISN-CNR svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell'ambito delle quali vanta numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di riferimento per tutto il meridione d'Italia;
le malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton, il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione dell'Italia meridionale ed in particolare su quella calabrese;
l'Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale afferente a dette;
nell'ambito della valutazione degli Istituti del CNR effettuata da 26 Panel di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;
l'ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno ha erogato fino a 8.000 prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;
tale attività sanitaria è stata svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che ha consentito di sopperire alle carenze del Sistema Sanitario Regionale nell'ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del sistema nervoso su base genetica;
con delibera n. 390 del 01.09.2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per l'erogazione di servizi sanitari;
tale convenzione ha garantito servizi sanitari d'eccellenza alla popolazione calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi malattie neuro/degenerative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1998, giusta delibera n. 8530 della Giunta regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;
a seguito delle proteste degli operatori della struttura, ma anche dell'iniziativa politica di consiglieri regionali, sindaci del territorio e parlamentari nazionali sulla vicenda, della Provincia di Cosenza, il presidente della Giunta regionale con una lettera al Presidente dell'Amministrazione provinciale di Cosenza in data 18. 09. 2012 comunicava di avere "assegnato il relativo budget all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per il ripristino della convenzione, precisando che "nessuno dei componenti l'attuale Giunta regionale, tantomeno il sottoscritto. ha mai ipotizzato il trasferimento delle attività del Cnr di Mangone a Catanzaro”;
ad oggi non è stata ripristinata la convezione di cui sopra;
per il 14 novembre p.v, è stato convocato un consiglio di amministrazione dell'Istituto, con all’ordine del giorno la riproposizione del punto sulla "Riorganizzazione dell'ISN-CNR", che comporterebbe lo smantellamento della struttura di Mangone (CS) ed il suo trasferimento a Catanzaro.
tale prospettiva è
evidenziata nella relazione (Proposta di Riorganizzazione dell'Istituto di
Scienze Neurologiche prot. 1883 del 25.10.2012) predisposta dall'Ufficio
Programmazione Operativa dell'Istituto e nella relativa documentazione
istruttoria sottoposta all'attenzione del consiglio
di amministrazione -:
se non sia il caso di intervenire tempestivamente per ripristinare, formalmente, il rapporto di convenzione tra ISN-CNR di Mangone e Regione Calabria, dando seguito agli impegni pubblicamente assunti da codesta Presidenza in ordine alla vicenda di che trattasi;
quali iniziative si intendono assumere per evitare il trasferimento dello stesso a Catanzaro, smantellamento di fatto uno dei centri di eccellenza nel campo della ricerca, della diagnostica e dei servizi sanitari nella nostra regione”.
(Interruzione)
Questa interrogazione è superata?
Credo, Presidente, che questa interrogazione sia superata dagli eventi.
Interrogazione a risposta
immediata numero 310 del a firma del 15 novembre 2012 a firma del consigliere
Talarico D. “In ordine alla situazione degli ex lavoratori di Ferrovie della
Calabria in attesa della corresponsione del Tfr” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti.
Per sapere – premesso che:
in data 9
novembre u.s., presso il Ministero dei trasporti è stato siglato un accordo per
il trasferimento, entro il 31 dicembre 2012, della proprietà sociale di
Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione Calabria;
oltre 80 ex
dipendenti di Ferrovie della Calabria, licenziati il 31.8.2011 con una
procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/91, da oltre un anno sono in
attesa della corresponsione del Tfr;
di questi,
solo 40, in seguito ad una manifestazione di protesta in data 21 settembre
u.s., hanno ricevuto dall'azienda un acconto di 7000 euro;
per
soddisfare la legittima esigenza dei soggetti di che trattasi sarebbero
necessari non meno di 3 milioni di euro;
l'azienda ha
subordinato il pagamento del trattamento di che trattasi alla conclusione dell'iter
(ex legge n. 134/2012 di conversione del DL. n. 83/2012) per il trasferimento
della proprietà sociale di FdC dallo Stato alla Regione Calabria, regolando in
tal modo le partite debitorie e creditorie;
la
conclusione del suddetto procedimento consentirebbe di attingere a 20 milioni
di euro per la ricapitalizzazione di Ferrovie della Calabria srl e 100 milioni
euro di fondi Fas;
la
situazione debitoria dell'Azienda, dunque la pendenza di una ingente quantità
di decreti ingiuntivi, pone comunque il rischio, anche nell'ipotesi di cui
sopra, che la corresponsione delle somme spettanti agli ex lavoratori FdC,
ritardi ulteriormente ovvero non si concretizzi in tempi ragionevoli -:
quali
iniziative si intendono assumere, per quanto di competenza della Regione, per
sbloccare la situazione dei soggetti di cui alla premessa, assicurando che da
parte di FdC ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del
Trattamento di fine rapporto (TFR), per come la legge prevede”.
Prego, onorevole Talarico.
Non so se l’assessore ritenga opportuno chiarire, credo che sia
superata anche questa.
Comunque,
signor Presidente, si tratta di una interrogazione finalizzata a conoscere lo
stato di erogazione del Tfr per circa 80 lavoratori licenziati dalle Ferrovie
della Calabria nel 2011.
Siccome
si registrava un evidente ritardo ho chiesto all’assessore di sapere quali
fossero le cause di questo ritardo.
Mi
pare, non ho elementi certi, che la situazione sia stata superata
positivamente.
Prego
assessore Fedele.
Presidente,
come accennava il collega Talarico in effetti la situazione si è già risolta perché all’epoca della interrogazione è vero che
c’era questa problematica per questi lavoratori ma a
quella data la società aveva 100 milioni di debiti. Dopo l’accordo che abbiamo
fatto col Ministero, con l’erogazione dei fondi del Ministero e con l’accordo
fatto dal notaio col passaggio della società Ferrovie della Calabria alla Regione
diciamo che questo debito si è ripianato.
Sono,
infatti, già in fase di pagamento tutte le spettanze e tutti gli arretrati,
tutti i contenziosi che c’erano.
La
stessa società ha predisposto un piano di rientro e di ammortamento rivolto a
tutti gli altri creditori che sta andando avanti e sta procedendo. Molti di
questi creditori sono stati già soddisfatti.
A
questo proposito, per quel che riguarda i lavoratori che erano andati in
pensione, sono state erogate tutte le retribuzioni arretrate dei lavoratori,
sono in corso di liquidazione alcuni residui di competenza arretrati vantati
dagli stessi lavoratori; sono stati erogati anche i trattamenti di fine
rapporto a tutti gli ex lavoratori che hanno interrotto il rapporto di lavoro
negli anni 2010 e 2011. A breve saranno completati quelli che riguardano il
2012.
Siamo
pertanto già nella fase risolutiva ma il ritardo, purtroppo, c’era stato a
causa dei gravi debiti che la società aveva.
A
questo punto penso che non solo questi lavoratori ma gli altri creditori stiano
per essere soddisfatti.
Prego, onorevole Talarico.
Mi pare, Presidente, che la risposta sia stata soddisfacente
e chiara. Attendiamo la regolarizzazione di coloro i quali sono andati in
pensione nel 2012. Grazie.
Do lettura adesso della Interrogazione a risposta immediata numero 312 del 6 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Nucera “In ordine alla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 di Reggio Calabria”: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, in data 22.11.2012, prot. n. 80067, ha indetto una gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118;
il disciplinare di gara determina per i cinque mesi di affidamento del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 il valore economico massimo in € 990.000,00, oltre IVA;
nel detto disciplinare sono esclusi dal poter partecipare alla procedura di gare le associazione di volontariato, nonostante le stesse negli ultimi anni abbiano svolto lodevolmente il servizio di supporto alla struttura di Urgenze ed Emergenza SUEM–118;
la gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 prevede una cifra sproporzionata di quasi un milione di euro rispetto al servizio da offrire, anche in considerazione del fatto che le associazioni di volontariato potrebbero gestire lo stesso servizio a costi di poco più di un terzo;
la detta procedura di gara contravviene alle prescrizioni della circolare della Regione Calabria n. 25002 del 23 settembre 2009, con la quale vengono invitate le ASP ad ammettere alle gare d'appalto "i soggetti economici che non perseguono fini di lucro" specificando che il Codice dei Contratti (D.Lgs. 163/2006) abilita a partecipare alle gare "l'operatore economico" indipendentemente dalla forma giuridica assunta;
la detta procedura di gara, infine, contravviene allo spirito e alle determinazioni della legge regionale n. 33 del 26 luglio 2012 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato), che riconosce l'opera sociale svolta dalle associazioni di volontariato che operano con fini esclusivi di solidarietà sociale e gratuitamente, salvaguardandone altresì l'autonomia e la dignità e promuovendo li ruolo determinante di tali organizzazioni per la crescita umana, sociale culturale e civile delle comunità locali e valorizza le iniziative di solidarietà che prevedono l'azione congiunta di più associazioni, e forme di collaborazione tra queste e gli Enti locali al fine di promuovere l'attuazione sul territorio regionale di metodologie di intervento «a rete» -:
se ritiene opportuno, nella Sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, intervenire presso l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, al fine di avere chiarimenti circa l'importo previsto dalla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 del 22.11.2012, prot. n. 80067, e l'esclusione dalla partecipazione alla stessa delle associazioni di volontariato”.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, l’interrogazione è fra quelle che rientrano col prodotto scaduto ma con l’etichetta fresca per cui per certi aspetti è superata anche se il prodotto è sempre valido.
Qual è il tema di questa interrogazione? L’Asl di Reggio Calabria ha posto in bando il servizio del Suem 118 ed ha escluso fra i partecipanti alla gara le organizzazioni del volontariato. Invece la legge regionale numero 33, mi pare, prevede fra le tante possibilità che le associazioni di volontariato possano svolgere anche il servizio 118.
Premetto che sia sulla Piana di
Gioia Tauro sia sul versante della locride sia nel cosentino, nella
provincia di Cosenza ed in altre province, il
118 viene garantito da tante organizzazioni di volontariato a costi decisamente bassi
rispetto a quello che è il costo effettivo che i privati fanno pagare alle Asl
nell’espletamento di questo importantissimo servizio.
Allora, l’Asp 5 di Reggio Calabria fa
un bando per 5 mesi pari a 990 milioni di euro, quasi un milione di euro, lo
spezzetta e non lo manda alla Sua senza seguire una procedura ortodossa.
Tuttavia il Tar di Reggio Calabria dà
ragione all’Asl a fronte dei ricorrenti.
L’interrogazione nasce nelle more fra
la decisione del Tar e l’affidamento del servizio e sicuramente è già superata.
Si è pronunciato il Tar, ne abbiamo rispetto, ma tuttavia non riusciamo a
giustificare che da una parte la Regione legiferi per dare forza e sostegno al
volontariato mentre dall’altra parte gli organi burocratici, le sue dirette
emanazioni come l’Asp 5 attivi bandi escludendo gli organismi di volontariato.
L’interrogazione ha proprio lo scopo
di chiarire meglio una linea di condotta che sia univoca in tutta la Regione
Calabria perché non ci può essere un direttore generale a Cosenza e uno a
Reggio Calabria con comportamenti diversi.
La seconda è invece quella di
privilegiare i rapporti proprio in questo momento in cui c’è bisogno di
recuperare fondi per la sanità pubblica e per il servizio in generale che si
può offrire. Abbiamo organismi di volontariato che vogliono offrire il servizio
a condizioni di gran lunga migliori rispetto ad un servizio affidato tout
court ai privati. Non capisco per quale motivo la Regione debba tenere
questo duplice comportamento.
A scanso di equivoci, anche ai fini di
ciò che è stato il dispositivo del Tar di Reggio Calabria, per quanto mi
riguarda poiché non ho voluto bloccare questa iniziativa sono andato oltre
presentando un progetto di legge - in questi giorni – tendente a colmare questa
arretratezza e questa lacuna che registriamo.
Badate bene che stiamo parlando di
servizi che, per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria, costano
annualmente 4 milioni di euro al Servizio sanitario regionale. E noi sappiamo
quanto sia utile risparmiare proprio su questo versante.
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Come diceva l’onorevole Nucera, in effetti l’interrogazione è superata perché c’è una sentenza del Tar che chiarisce che l’Asp aveva diritto a fare una gara anche in questa direzione.
Poi, anche il referente
del dipartimento regionale, interrogato, conferma che, in effetti, quello di
mandare avanti e scegliere l’opportunità di non invitare il volontariato
rientra nella piena autonomia gestionale dell’azienda sanitaria competente per
il territorio.
Ben venga come diceva l’onorevole
Nucera la possibilità di colmare questa lacuna legislativa che, effettivamente,
in questo momento c’è.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, dopo essermi consultato col collega Nicolò dico che, tutto sommato, la risposta è soddisfacente per certi aspetti perché intende sistemare la situazione; questo progetto di legge, comunque, depositato e che sarà poi illustrato ed esaminato in terza Commissione, penso che in qualche modo potrà mettere chiarezza sull’intero argomento.
Mi ritengo, quindi, assolutamente soddisfatto, come dicevo al collega Nicolò.
Si passa adesso alla Interrogazione a risposta immediata numero 312 del 6 dicembre 2012 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sul completamento del DEA dell'Ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) dell'Ospedale Civile "Annunziata" di Cosenza, in costruzione da oltre dodici anni e che è stato addirittura inaugurato in passato, rappresenta un punto di alta qualificazione della Emergenza-Urgenza del nosocomio cosentino, la cui operatività riveste una straordinaria importanza per la concreta configurabilità dell'Ospedale dell'Annunziata come struttura HUB;
dovrebbe essere costituito dalle Unità Operative di Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurochirurgia e Chirurgia vascolare e, al suo interno dovrebbero trovare posto le sale operatorie, l'angiografo, l'emodinamica, la T.A.C, e la Risonanza Magnetica;
attualmente tale Dipartimento si trova allocato in postazioni diverse e distanti tra di loro e che tale predisposizione crea numerosi disservizi ai pazienti -:
quanto altro tempo occorra ancora, dopo che sono trascorsi dodici anni dall'inizio dei lavori, per l'apertura definitiva di questo prezioso dipartimento all'interno dell'Annunziata di Cosenza e per il trasferimento delle sei Unità Operative (Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurologia, Neurochirurgia e Chirurgia Vascolare) con le relative attrezzature tecnologiche (angiografo, T.A.C., Emodinanmica, Risonanza Magnetica, ecc) e di conoscere le ragioni per le quali si parla solo del trasferimento del Pronto Soccorso presso il DEA, considerato che ciò procurerebbe una risposta sanitaria inadeguata e frammentaria, anche perché la distanza dagli altri reparti sarebbe maggiore e, quindi, aumenterebbe il tempo necessario per il trattamento sanitario. Cosenza”.
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, il Dea è un dipartimento
di emergenza e accettazione, un contenitore moderno per affrontare le emergenze
nei casi più acuti.
All’ospedale di Cosenza questo dipartimento
è in costruzione da ormai diversi anni e non si riesce mai ad arrivare alla
definitiva apertura.
E’ stato diverse volte già inaugurato
e si sono registrati casi di - è notorio se ne sta occupando la magistratura –
lavori effettuati ma non eseguiti e pagati. Noi siamo in una situazione nella
quale prima della campagna elettorale questo dipartimento è stato di nuovo
inaugurato e però era completamente vuoto al momento della inaugurazione.
Solo dopo qualche giorno è stato traslocato il pronto soccorso. Ma il Dea è – come dicevo prima – una concezione moderna in cui nello stesso blocco e nello stesso edificio oltre al pronto soccorso devono essere ubicate la chirurgia di urgenza, la rianimazione, la cardiologia, neurologia, neurochirurgia e chirurgia vascolare pertanto ci devono essere le relative attrezzature come l'angiografo, l'emodinamica, la T.A.C, e la Risonanza Magnetica.
Ad oggi al Dea di Cosenza è stato traslocato solo il pronto soccorso e tutti gli altri reparti sono sparsi nel vecchio ospedale a cominciare dall’angiografo e dalla Tac.
Si chiede di sapere – se non rischiamo di avere un caso di malasanità – quando e come sono previsti i trasferimenti di tutti i reparti e solo allora potremo dire che il Dea è aperto. Grazie.
Come diceva l’onorevole Guccione il Dea è un dipartimento
con una elevatissima complessità dal punto di vista clinico-assistenziale e
dunque il trasferimento
necessita di una valutazione organizzativa di tipo sia clinico sia logistico.
Il trasferimento è stato oggetto di una valutazione molto attenta e
soprattutto di un cronoprogramma molto
rigoroso.
Quindi è stato definito, in primis, di trasferire il pronto
soccorso rafforzandolo anche con l’introduzione di una presenza 24 ore su 24 di
un rianimatore e di un cardiologo. In aggiunta sono stati cronometrati e
validati tutti i percorsi dalle sedi del Dea rispetto alle altre sedi quindi
rianimazione, cardiologia e sale operatorie.
E’ vero che non sono ancora trasferiti ma in ogni caso i percorsi sono assolutamente attestati, validati e cronometrati quindi rientranti e confacenti nella tipologia del Dea. Ovviamente bisogna completare il trasferimento degli altri reparti.
In quest’ottica di lavorare con un cronoprogramma molto attento proprio
due o tre giorni fa doveva essere traferito il reparto di rianimazione e credo
sia stato trasferito. Poi, successivamente, si procederà con la stessa logica e
con la stessa particolarità ed attenzione che ovviamente il reparto merita.
Siamo in attesa da 11 anni, siamo
d’accordo, ma in effetti siamo oggi in condizione di dire che non solo è stata
realizzata e completata una parte del trasferimento,
ma da qui a non molto sarà assolutamente completato tutto il Dea nella sua
interezza così come prevede l’intero progetto.
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla risposta della Vicepresidente Stasi che ringrazio per la cortesia ed in parte per la puntualità della risposta.
Vorrei però essere rassicurato, non io ma i cittadini di Cosenza, che per compiere il completamento del Dea ed il trasferimento dei reparti previsto del Dea e dell’angiografo, della Tac, dell’emodinamica e della risonanza magnetica si potesse fare non in 12 anni – quanto è servito per costruirlo – ma in qualche settimana.
Da punto di vista non ci sono rassicurazioni. La mia preoccupazione è che vorrei essere assicurato su quando entrerà in funzione il Dea cioè il dipartimento emergenza ed accettazione che prevede non solo il pronto soccorso ma anche la Tac, la risonanza magnetica e tutte le altre sei unità operative che devono essere in grado di intervenire sul paziente che arriva in fin di vita al pronto soccorso.
Da questo punto di vista i tempi devono essere certi.
Ci sono voluti 12 anni per completare la struttura, non vorrei che ci fosse bisogno di altri 12 anni per aver completamente e definitivamente operativo il centro di emergenza e di accettazione. Grazie.
E’ stata presentata
Interrogazione a risposta immediata numero 314 del 21 dicembre 2012 di
iniziativa del consigliere Mirabelli “Sui
lavoratori precari inclusi nella L.R. n. 28 del 24.08.2008 (Servizi
amministrativi e tecnici)” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta
regionale e all’assessore al ramo. Per sapere – premesso
che:
già dal lontano 1999 è rintracciabile un rapporto
di lavoro con la Regione Calabria allorquando le prestazioni venivano
somministrate con contratti a tempo determinato dall'agenzia interinale
"obiettivo lavoro";
a seguito di ulteriori proroghe e rimescolamenti i
suddetti interessati hanno prestato opera con massima diligenza e spirito di
sacrificio all'interno della società' “Why not outsourcing”;
in seguito hanno visto sfumare l'occasione di una stabilizzazione
con la legge regionale n. 31 modificata dalla legge regionale n. 52 che ha
visto di contro stabilizzati i colleghi della sorveglianza idraulica presso
l'Afor;
successivamente con l'approvazione della legge
regionale n. 28 si è dato corso ad un semplice bando selettivo per la
collocazione delle unità lavorative presso Azienda Calabria Lavoro e Fondazione
Calabria Etica con contratti di collaborazione a progetto (Co.co.pro) -:
quali intendimenti abbiano nel risolvere il
problema complessivamente attraverso l'individuazione di un percorso di
stabilizzazione ,ma anche solo parzialmente attraverso la proroga, considerati
i tempi strettissimi dentro i quali è possibile determinarsi, 31 dicembre
2012.”
Prego, onorevole Mirabelli.
Grazie, signor Presidente. Questa interrogazione è
stata prodotta nel dicembre 2012 ed è ancora attuale perché effettivamente da
allora non è cambiato nulla.
Vorrei porre veramente all’attenzione della Giunta
e dell’assessorato competente che si tratta di una questione anche abbastanza
delicata dal punto di vista sociale perché si parla del lavoro di almeno
330-350 persone, unità lavorative che sono diventate negli anni dei precari.
E’ ovvio che l’inizio del rapporto lavorativo di
queste persone parte già dal 1999. Partì allora con un rapporto di lavoro a
tempo determinato gestito dall’Agenzia interinale “Obiettivo lavoro” e dopo
vari rimescolamenti e proroghe questi lavoratori hanno prestato la loro opera
professionale - perché si tratta di servizi tecnici ed amministrativi, basti
pensare che hanno compartecipato, anzi hanno fatto quel poco di inventariato
che c’era a disposizione fino all’anno 2010 per quanto riguarda il patrimonio
immobiliare della Regione Calabria - e quindi hanno svolto dei ruoli abbastanza
delicati ed importanti.
Sono poi passati alla famosa società Why Not che li
ha tenuti fino ad un certo punto. S benissimo che hanno visto sfumare
l’opportunità di stabilizzazione attraverso quella proposta di legge numero 31
che poi è stata modificata immediatamente dalla legge 52 che però ha visto, di
contro, stabilizzati esclusivamente una parte di questi lavoratori.
Mi riferisco a quelli che poi si interessavano
della famosa sorveglianza idraulica per conto dell’Afor.
Successivamente, è poi partita nel 2008 la legge
numero 28 che tramite un semplice bando selettivo ha collocato queste unità
lavorative presso l’“Azienda Calabria Lavoro” e la Fondazione Calabria Etica
con dei contratti di collaborazione di tipo Cocopro.
Oggi la proroga - perché si è sempre andati avanti
con proroghe - è scaduta al 31 dicembre 2012 e ad oggi mi sembra che le cose
non si siano mosse, sono scadute, sono rimasti bloccati e sospesi nel vuoto.
Non c’è stata, per questa categoria di lavoratori, una presa di posizione; da
qui nasce l’esigenza, non di tipo strumentale perché sul lavoro della gente e
sulla disperazione è difficile…, di portare al centro della vostra attenzione
questa questione per interrogarvi e sapere che intenzioni ha la Giunta
Scopelliti in merito a questo problema.
Li vogliamo prorogare per un ulteriore anno? Perché
certamente dopo 14 anni questi si sono precarizzati da soli, non dico
sodomizzati ma precarizzati da soli per cui automaticamente resteranno sempre
precari ma l’importante è che abbiano un punto di riferimento e di certezza.
O avete già in itinere qualche
programmazione e qualche progettazione, qualche percorso che dia la possibilità
di poter pensare ad una eventuale stabilizzazione come è stato fatto per quelle
unità lavorative, per quegli operai che erano nella sorveglianza idraulica
dell’Afor e che hanno trovato tramite la legge 52 la possibilità di allocarsi
definitivamente e di stabilizzarsi, al di là dei problemi che hanno anche
questi dei pagamenti che arrivano sempre con ritardo?
La domanda, quindi, è questa: vorrei sapere su
questa categoria di lavoratori cosa ha intenzione di fare la Giunta. Se ha
intenzione di prorogare e continuare per un altro anno oppure pensa,
nell’ambito di una giusta proroga, chiamiamola così per tenerli almeno in
servizio, in attività lavorativa, di capire se c’è la possibilità – come per
altri – di poter stabilizzare anche questi lavoratori. Grazie.
Diciamo che i lavoratori di questo bacino sono 310.
Noi abbiamo una interlocuzione costante anche con i sindacati che chiedono in
maniera abbastanza pressante qualche azione o qualche provvedimento che possa
portare ad una stabilizzazione.
La posizione però assunta dalla Giunta è molto
chiara: non è stata mai garantita la possibilità di poter stabilizzare in
nessun modo questi lavoratori.
Quel che è stato garantito e quello che si sta
facendo, sia pure con mille difficoltà anche di natura economica, è quella di
prorogare i progetti di anno in anno in attesa – per la verità – di poter
portare anche questa parte di bacino del precariato al tavolo nazionale
congiuntamente agli Lsu e agli Lpu e anche a quelli di altri piani
occupazionali, a tutto il bacino del precariato calabrese.
Una soluzione interna alla Regione Calabria credo
che non ci possa essere, non si potrà cioè andare a fare una legge per la
stabilizzazione. Possono essere però inseriti – cosa che di fatto si sta
cercando di fare – nella problematica più generale del precariato calabrese e
delle interlocuzioni col Governo nel tentativo di poter dar loro una risposta.
Per quanto riguarda quest’anno la gestione di
questi lavoratori è stata affidata a progetti gestiti da Calabria Etica e da
Calabria Lavoro.
Le risorse messe a disposizione nel bilancio 2013
sono sufficienti per 8 mesi e quindi è necessario in fase di assestamento
trovare le risorse per ulteriori 4 mesi. Devo dire che – questo è un mio inciso
– all’interno di questo bacino ci sono anche delle unità estremamente valide.
I progetti che si sono avviati sono dei progetti
estremamente utili in parte. Per esempio, uno dei progetti che sta dando
maggiore soddisfazione è quello dei controlli sulle strutture
socio-assistenziali.
Il gruppo gestito da Calabria Etica sta,
finalmente, facendo per conto del dipartimento una cosa che non è mai stata
fatta e che è quella di andare a verificare se le strutture socio-assistenziali
– case per anziani, per disabili e via di seguito – funzionano e se i servizi
che vengono ad essere dati sono conformi alla convenzione.
Questo è uno dei progetti, per esempio, a cui
attualmente sono utilizzati questi lavoratori.
Non è stata mai garantita loro una possibilità di
stabilizzazione all’interno della Regione, è stato promesso l’interessamento da
parte della Giunta di tentare di risolvere il loro problema congiuntamente agli
altri precari calabresi, ma a questo punto ci vuole l’ausilio del Governo
nazionale e per quanto riguarda quest’anno come per il successivo sarà
garantita loro la prosecuzione dei progetti.
Prego, onorevole Mirabelli.
Assessore, non so se stiamo parlando degli stessi lavoratori.
A me risulta che una buona parte di questi lavoratori siano fermi a casa. Cioè
non sono, attualmente, in nessun progetto che la Regione ha messo a loro disposizione per poterli fare lavorare.
Prendo per buona la volontà da parte dell’assessore e
penso anche della Giunta e del Presidente che si adopereranno per reinserirli.
Penso che sia anche superfluo andare a fare una variazione di bilancio per i
soggetti derivanti dalla legge 28 in modo particolare perché siamo già a marzo
ed essendo rimasti fermi tre mesi diciamo che gli otto mesi basterebbero.
Quel che voglio dire a voi e all’assessore è di accelerare
i tempi per la reimmissione nell’attività lavorativa. Anche se si trattasse di
andare di proroga in proroga, ritengo sia meglio poco che nulla.
Lla esorto, assessore, a riprendere il discorso nel vero
senso del termine con la grande serietà che l’ha sempre contraddistinta in
altre situazioni. Porla al centro della vostra agendina di lavoro in modo tale
da poterli reinserire velocemente, anche con una proroga. Vedremo poi nel
futuro se ci sarà la possibilità di una eventuale stabilizzazione ma, comunque,
di reinserirli attivamente nel lavoro perché questa è gente precaria da 14 anni
che in un modo o nell’altro, non certamente per le vostre responsabilità o per
le mie, si trova ormai in un circuito vizioso; ciò in parte perché la
precarizzazione crea sempre circuiti viziosi di attività lavorative, però vista
l’età che hanno, purtroppo non hanno altre alternative.
E’ ovvio che non possono che non rivolgersi alla Regione perché è l’unico riferimento che può quanto meno assicurargli i
livelli minimi essenziali di vita.
Ecco perché abbiamo la necessità – e da qui la mia
intenzione di porre alla sua attenzione con forza e con un minimo di passione –
un argomento così delicato.
Abbiamo concluso l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta
immediata.
Presidente, abbiamo finito, c’era un’altra interrogazione
che riguarda la delicata questione dei necrofori in quanto c’è il rischio della
denunzia per commissariamento. Ve lo
anticipo.
La tratteremo nella seduta del 25
marzo.
(Interruzione)
Vista l’urgenza la può illustrare.
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 315 del 21 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere
Mirabelli “Sulla procedura di avviamento al lavoro ex L. 56/87 per 4 unità di
personale con qualifica di ausiliario specializzato-necroforo” di cui do
lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere – premesso che:
con note prot. 67243 e 67248 del 2008 l'Asp di
Cosenza ha inoltrato richiesta di avviamento al lavoro ex legge 56/87 per n. 2
unita di personale con qualifica di ausiliario specializzato-necroforo;
con successiva nota prot. 20762/2009 attese le
esigenze dei PP.OO. dell'Asp, sono state richieste in aggiunta al due di cui
sopra, numero due ulteriore unità, per complessive n. 4 unità da avviare;
con determina n. 19 del 5/3/2010 è stata costituita
la commissione esaminatrice per la selezione di cui all'oggetto;
la commissione esaminatrice ha rimesso gli atti ed
i relativi verbali, nonché l'elenco dei nominativi risultati idonei alle
procedure selettive tenutesi nell'aprile 2010;
con note separate inviate mezzo fax sono stati
comunicati all’amministrazione provinciale - settore mercato del lavoro - sia
l'esito che i nominativi risultati idonei che nel rispetto delle disposizioni
regionali contenute nel piano di rientro di cui al Dgr Calabria n. 845/2009, e
nel rispetto della circolare regionale n. 3317 dell'11/2/2010 che ha definito
le manovre da attuare sul personale;
il direttore generale sentito il parere del
direttore sanitario ed amministrativo ha deliberato di ratificare e confermare
quanto in premessa; di approvare le risultanze delle procedure selettive e
l'elenco dei candidati risultati idonei a svolgere le relative mansioni -:
se, come e quando intende intervenire per
ottemperare e dare seguito a quanto prescritto dalla normativa in materia e
conseguenzialmente i vincitori di suddetto concorso essere assunti”.
Signor Presidente, ho sollevato questa interrogazione in riferimento non tanto ad un
concorso, benchè nel 2008 l’Asp di Cosenza
abbia avviato le procedure concorsuali per due posti di necroforo; infatti, con delle note mandate all’assessorato si è fatta autorizzare il
concorso.
Si tratta di un argomento un po’
delicato che riguarda le sale mortuarie degli ospedali in parole povere.
Successivamente, nel 2009 la stessa
Asp, facendo una verifica di legge sulle piante organiche dei vari ospedali, si
è resa conto di avere una carenza di altri due posti che ha richiesto, facendo
diventare i posti in totale quattro. Quattro posti che sono stati regolarmente
autorizzati dalla Regione e
per i quali sono stati espletati i concorsi.
Un concorso è stato regolarmente
svolto con la relativa graduatoria, con la nomina dei vincitori di concorso. Un
concorso fatto in un certo modo anche perché i tempi erano particolari – era il
2010 – proprio per essere il più trasparente possibile.
Perché questa interrogazione? Perché
alla luce di tutto l’iter procedurale svolto su questo specifico concorso
regolare, in quanto aveva anche autorizzazioni preventive a monte e addirittura
è stato poi regolarmente legittimato dal direttore sanitario, dal direttore
generale, dal direttore amministrativo, c’è la necessità di discuterne
velocemente?
Non so chi mi risponderà dalla
Giunta - non vedo il Presidente Scopelliti,
commissario ad acta alla sanità –
credo la Vicepresidente, dove sta la necessità dell’urgenza in questa
interrogazione?
Perché, cara Vicepresidente Stasi,
un ospedale non può per legge stare senza una sala mortuaria operativa nei
termini che la legge prevede.
Una volta quando gli ospedali
avevano una personalità giuridica diretta di responsabilità, c’era il famoso
Presidente degli ospedali, l’assenza del responsabile dell’ufficio necroforo o
della sala mortuaria ospedaliera metteva a rischio di commissariamento da parte
del Ministero della sanità lo stesso ospedale.
Allora, le domando che cosa volete
fare in merito a questo concorso che prevede già questi 4 vincitori che non so
nemmeno chi siano che hanno espletato il concorso e che dovrebbero andare ad
occupare – proprio per questo ho fatto l’interrogazione – un posto particolarmente
importante in presidi ospedalieri della provincia di Cosenza che ad oggi non
hanno il servizio assicurato, non hanno la figura professionale richiesta dalla
legge.
Tant’è che il servizio mortuario
viene passato da persona a persona, dall’uscere al centralinista e spesso – lo
dico con molta chiarezza – a svolgere mansioni delicate dal punto di vista medico legale sono, addirittura,
gli stessi addetti alle pompe funebri.
Una cosa inverosimile in una
situazione molto delicata che prevede delle norme di legge ben precise con
delle responsabilità molto ben precise.
Ecco perché le chiedo di sapere cosa
intendete fare in riferimento a questo concorso che, comunque, nel bene o nel
male - non so chi siano lo ripeto - indica 4 nominativi legittimati dall’iter
procedurale regolare a poter svolgere questo importantissimo, obbligatorio e
vincolante servizio per l’azienda ospedaliera; si tratta di 4 nominativi su una
graduatoria di 300-400 persone. Grazie.
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Presidente, chiedo scusa al consigliere Mirabelli perché
in effetti in uno scambio di interrogazioni in questo momento non
abbiamo l’informazione richiesta. C’è stato un malinteso con l’assessore e pensavo che non fosse di mia competenza
rispondere.
Nella seduta del 25 marzo sicuramente sarà la prima
interrogazione a cui risponderemo. Grazie.
La Vicepresidente ha già risposto?
(Interruzione)
Onorevole
Mirabelli,
è soddisfatto? Ah, al prossimo Consiglio? Sì.
Concluse le interrogazioni, possiamo
procedere con l’ordine del giorno.
La parola all’onorevole Salerno.
Presidente,
in
base anche alla riunione che abbiamo avuto stamattina con i capigruppo e con lei,
chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta
di legge numero 440/9^, che riguarda i lavoratori socialmente utili e i
lavoratori di pubblica utilità.
L’onorevole Salerno chiede l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di
legge sugli Lsu-Lpu, che avevamo discusso oggi in Conferenza dei capigruppo. Pongo
in votazione l’inserimento della proposta all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
La parola all’onorevole Fedele.
Chiedo, se è possibile, di
inserire all’ordine del giorno una modifica ad un
progetto di legge che riguarda l’aeroporto di Crotone; si tratta
di una modifica ad una legge già votata all’unanimità la volta scorsa, firmata
dai colleghi sia di maggioranza sia di opposizione. Chiederei se fosse
possibile inserirlo e poi trattarlo al momento opportuno.
L’assessore Fedele chiede
l’inserimento all’ordine del giorno di una modifica legislativa concordata
anche con la minoranza, che pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
Dopodiché c’è da modificare delle
leggi, anche queste – ne abbiamo discusso oggi in Conferenza dei capigruppo –
già approvate, per le quali sono state sollevate delle eccezioni di natura
formale da parte del Governo, che ha
impugnato determinati articoli. Si tratta di quattro leggi che riguardano: la fondazione “Campanella”, sia
per richiesta dell’onorevole Scalzo sia per richiesta dell’onorevole Salerno; una modifica della legge sugli
ecomusei, a firma dell’onorevole Chiappetta; una modifica che riguarda le aree
protette; un’altra modifica riguarda la destinazione di disavanzi da parte
della sanità, che va a modificare la legge del 27 dicembre 2012, la numero 69.
Sono quattro proposte di legge che dobbiamo
inserire all’ordine del giorno.
Pongo in votazione l’inserimento di queste
modifiche.
(Il
Consiglio approva)
Questo era quello che avevamo concordato oggi in Conferenza dei capigruppo.
Possiamo procedere
con il primo punto, che riguarda la modifica della legge inerente la fondazione “Campanella”. Si inserisce una clausola di cedevelozza, quindi possiamo porla in
votazione.
(Interruzione)
La parola
all’onorevole Salerno.
Volevo dire che questa proposta è a firma anche dell’onorevole Scalzo, che rappresenta anche la
minoranza, ma considerata la delicatezza del tema e per come ci siamo
raccordati con l’Ufficio legislativo nazionale, sarebbe opportuno approvarla
autorizzando il coordinamento formale per curare l’aspetto tecnico.
E’ una
proposta che abbiamo approfondito in Conferenza dei capigruppo.
Se
qualcuno la descrive, così riusciamo…
Sì, la
illustra brevemente l’onorevole Salerno.
In pratica, si tratta di prendere atto di un adempimento tecnico, in
considerazione del fatto che la sanità è commissariata e che c’è in atto il
Piano di rientro.
La
legge regionale non può contrastare
con il Piano di rientro nella sua attuazione, quindi oggi la clausola di
cedevolezza si riferisce all’attuazione della legge regionale affinché non sia
in contrasto con il Piano di rientro, tutto qua.
La parola all’onorevole Scalzo.
Vorrei approfittare due minuti per porre
all’attenzione dell’Aula un problema legato al funzionamento nella sua interezza del polo oncologico; il principio di
cedevolezza, che va nel segno di una disposizione attuativa che deve essere
nelle mani del commissario, è un fatto squisitamente tecnico. Noi, però,
nell’aver approvato questa legge, non possiamo dimenticare qual è la situazione
da un punto di vista funzionale, da un punto di vista economico-finanziario del
polo oncologico.
Mi rivolgo a lei, Presidente
Talarico, perché come Consiglio nella sua interezza abbiamo
approvato una legge che ha visto il parere
favorevole del Governo; è una legge che non ha profilo di illegittimità, però
rimane un dato fondamentale, quello dell’attuazione nella sua interezza dell’accordo tra Università e Regione.
Il mio
intervento va in questa direzione, cioè di sollecitare questo pieno accordo,
perché non è più possibile lasciare così sia i lavoratori sia i pazienti che
hanno in questo istituto problemi di approvvigionamento di farmaci, c’è un
problema di copertura finanziaria, perché c’è un’anomalia tra i posti letto
assegnati, quelli che devono passare all’Università. Bisogna fare in fretta.
Il mio
intervento va in questa direzione: sollecitare un accordo che è fondamentale
per la sopravvivenza delle attività e per la cura dei pazienti oncologici,
altrimenti c’è sempre il rischio dietro l’angolo di un fallimento
dell’istituto. D’altronde questo problema è legato strettamente al passaggio
delle unità operative non oncologiche al policlinico “Mater Domini”.
Non
v’è dubbio che la copertura finanziaria deve essere fatta a priori, va fatta contestualmente, altrimenti c’è un problema sia della mancata erogazione
delle risorse finanziarie precedenti sia dell’attività ordinaria della
fondazione nella sua interezza.
Non ci sono altri interventi, quindi possiamo porre
in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
E’
approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Il
prossimo provvedimento riguarda anche una modifica, integrazione alla legge regionale
27 dicembre 2012, numero 69”, sarebbe il collegato alla finanziaria.
E’ un
articolo unico che aggiunge, dopo le parole “ministero dell’economia e delle
finanze”, le parole “e verificate le avvenute coperture dei disavanzi pregressi
del Servizio sanitario regionale”. Anche di questo ne abbiamo discusso nella
Conferenza dei capigruppo.
Pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il
prossimo provvedimento riguarda sempre una modifica legislativa, “Norme in
materia di aree protette”, l’articolo 14 della legge che avevamo approvato, la
numero 69 del 2012.
Abbiamo
discusso anche di questa. Non ci sono interventi, pertanto la pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
L’ultimo provvedimento riguarda
l’istituzione degli ecomusei in Calabria, a firma dell’onorevole Chiappetta.
Anche qui si tratta di un articolo unico di modifica, di cui abbiamo già
discusso.
Lo pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo
adesso alla proposta di legge statutaria, la seconda lettura, a firma di tutti
i consiglieri, Dattolo, Serra, Principe, Ciconte, De Masi, Bova, Chiappetta,
Bilardi, Loiero, recante: “Riduzione del numero dei componenti del Consiglio
regionale e dei componenti della Giunta regionale – Modifica alla legge 19
ottobre 2004, numero 25, Statuto della Regione Calabria”. E’ in seconda
lettura, la prima lettura l’abbiamo già fatta, la discussione è avvenuta già
nella prima lettura.
Pongo
in votazione in seconda lettura.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportata in allegato)
Il prossimo provvedimento riguarda il
punto quattro all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 399/9^ di
iniziativa dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra, recante:
“Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio sanitario
regionale”.
Il
relatore è l’onorevole Salerno che ha facoltà di intervenire.
La proposta di legge in oggetto
è stata discussa in Commissione, esaminata, ma
è stata anche oggetto di ulteriori approfondimenti,
proprio per evitare possibili impugnative e, comunque, di arrivare poi ad
ottenere un risultato magari negativo in sede di esame da parte del Governo
centrale, quindi anche della Corte costituzionale. Infatti vi è oggi all’ordine
del giorno anche un emendamento sostitutivo che, in pratica, va ad integrare
l’articolo 1, che evidenzia ancora di più la necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza nelle aziende sanitarie provinciali e nelle
aziende ospedaliere. In più, vi è anche l’aggiunta del comma 4, che va a
stabilire le modalità e l’individuazione del percorso di stabilizzazione per i precari.
Questa proposta di legge – il primo firmatario è
l’onorevole Chiappetta – è molto importante e darà un segnale molto forte in un
comparto dove abbiamo tantissimi problemi, soprattutto in materia di personale.
La parola all’onorevole Maiolo.
Signor Presidente, il provvedimento è
sicuramente di notevole importanza. Penso che sia
utile dire che su questa tematica e
sul comparto della sanità in generale abbiamo registrato, sia da parte della
maggioranza sia da parte della minoranza, toni su questioni vitali che
riguardano i servizi ai cittadini che non hanno aiutato, fino ad oggi, il
confronto di merito per risolvere le questioni che riguardano i cittadini, i
lavoratori e soprattutto un servizio importante come la sanità.
Subito
dopo l’approvazione nella Commissione consiliare della proposta di legge in
discussione, ho sentito di dover presentare una proposta di legge; un fatto anche irrituale, inusuale, ma ho
ritenuto di doverlo fare perché mi era sembrato che la proposta che veniva
fuori dalla Commissione risentisse della difficoltà e della complessità
legislativa per trovare una soluzione adeguata a quello che, in maniera
generica, viene detto il problema dei precari; poi, in effetti alcuni sono
realmente precari, altri non lo sarebbero se non ci fosse stato un eccesso di
polemica politica e di problematiche che ineriscono una sfera diversa da quella
che è la corretta applicazione della legge.
In questo Consiglio, anche nelle precedenti
legislature, quando si è trattato di
affrontare questioni che riguardassero i cittadini, i lavoratori in
particolare, i precari in generale, come è stato fatto ai punti precedenti,
questo Consiglio si è sempre orientato verso la soluzione positiva delle
questioni, senza utilizzare strumentalmente posizioni politiche che
allontanassero dalla soluzione dei problemi.
Su questa partita che
riguarda la sanità, fino a un certo punto, non è stato così, c’è stata una polemica,
ci sono stati esiti dal dibattito per così dire politico anche in sfere
giudiziarie che hanno riguardato la Corte dei conti ed altri soggetti deputati
al controllo. Questo tentativo è un tentativo di avviare sicuramente la
discussione di merito sulle proposte di legge in maniera più positiva.
Perché ho proposto questo
nuovo testo? Perché penso che, innanzitutto, dobbiamo abituarci a non
legiferare ex novo, quindi nuove leggi, quando esistono testi di legge che,
di fatto, sono già intervenuti sulla materia. Di fatto questa legge interviene
su un vuoto creato per l’impugnativa da parte del Governo di alcune norme della
legge regionale numero 1 del 2009, quindi secondo me correttamente era più
giusto articolare questa proposta di legge come modifica dell’articolo 6 della
legge regionale numero 1 del 2009, questo per evitare – come giustamente,
Presidente, lei più volte dice – un proliferare di leggi che poi diventano di
difficile organizzazione.
Il secondo aspetto è che
la proposta licenziata dalla Commissione, secondo me, doveva contenere una
norma finanziaria, perché uno degli aspetti più delicati è sempre
l’interpretazione dell’implicazione finanziaria, quando si parla di bilanci,
per esempio, dell’Asp e di bilancio regionale. Quindi, nella forma giusta, era
utile inserire una norma finanziaria.
Per ultimo, occupandoci
di precari, era anche utile capire complessivamente come la Regione potesse
governare questo processo e dalla Commissione era venuta fuori – io ho letto il
testo – che la Regione assumesse complessivamente la regia di una competenza
che, invece, sta in capo alle aziende ospedaliere e alle aziende sanitarie
provinciali; penso, invece, che la Regione debba avere un’azione di governo e
di coordinamento per sicuramente predisporre dei piani sulla base dei
fabbisogni di personale, per arrivare alle stabilizzazioni, per arrivare ai
concorsi riservati.
Questa proposta di legge
è stata presentata in Commissione. Avevo chiesto al collega Salerno, Presidente
della Commissione, se fosse possibile inserire anche la mia proposta di legge
all’ordine del giorno, non già per avere un’approvazione in “contrapposizione”
al testo del consigliere Chiappetta già licenziato dalla Commissione, ma solo
per avere un parere formale dell’Ufficio legislativo anche sulla proposta di
legge che ho sottoposto alla Commissione e al Consiglio.
Questo non è avvenuto, il
collega Salerno mi ha detto che sarà fatto nella prossima riunione di
Commissione.
Ritengo che non sarebbe
male se ci fosse un ulteriore passaggio in Commissione con il parere
dell’Ufficio legislativo più preciso e anche a noi noto, da poter leggere e
approfondire, sia sul testo che propone il collega Chiappetta – io so che ci
sono anche delle modifiche che, in un certo senso, recepiscono parte dei
suggerimenti e del confronto avuto sulla base della mia proposta di legge; però
ritengo che sia utile un approfondimento ulteriore sul piano legislativo del
testo coordinato, del nuovo testo, per poter approvare una norma in Consiglio
con una maggiore tranquillità rispetto ad un intervento del Governo che
potrebbe censurare questa legge, quindi ritornare sui problemi avuti sulla
legge del 2009.
Quindi, prima di entrare
nel merito della discussione, propongo che questa legge venga riportata in
discussione magari in Consiglio alla prossima seduta, dopo aver riscontrato un
parere dell’Ufficio legislativo più coerente rispetto al testo, eventualmente,
che in maniera definitiva si vuole sottoporre al parere dell’Aula.
La parola all’onorevole
Guccione.
Presidente, nella seduta
del 13 dicembre, in Commissione ci siamo
astenuti, valutando l’astensione come un atto di
disponibilità per evitare il muro contro muro, la polemica per la polemica, ma
ponendo una serie di obiezioni che riguardavano la legittimità costituzionale
dell’atto, visto il parere dell’Ufficio legislativo.
Siamo venuti in Consiglio e, su sua proposta, Presidente
– gradirei sapere che cosa è stato fatto – lei ha rinviato la discussione e
l’approvazione dell’atto, assumendosi la responsabilità di far valutare
all’Ufficio legislativo e agli esperti il carattere costituzionale del
provvedimento.
Oggi ci troviamo di fronte ad una nuova formulazione
rispetto a quella approvata nella Commissione, c’è un emendamento interamente
sostitutivo o grandemente sostitutivo della vecchia proposta Chiappetta,
Dattolo, Bilardi, Serra, e rispetto a questa situazione c’è una novità.
Gradirei sapere due cose, se è stato acquisito il parere legislativo di conformità costituzionale
e se, per quanto riguarda la spesa, questa legge è a costo zero, sapendo bene
anche quello che la Corte dei conti ci ha notificato, che ogni provvedimento
deve avere la sua copertura finanziaria; vorrei capire se questa legge ha
copertura finanziaria o meno.
Penso che sarebbe necessario
un ulteriore approfondimento in Commissione, avendo tutto il quadro generale
ben presente, ma se la maggioranza insiste, noi non faremo ostacolo a questa
cosa, ma ci asterremo con tutte queste motivazioni, queste criticità che
abbiamo evidenziato, perché la qualità delle leggi in questo Consiglio in tante
occasioni è stata messa in discussione dal Governo e mi pare che abbiamo collezionato un record; è il Consiglio
regionale che ha collezionato più impugnative di leggi rispetto all’esperienza
regionale.
La parola all’onorevole
Naccari.
Grazie, Presidente, così abbiamo anche l’opportunità di salutarci.
Gradirei avere copia di questo emendamento di cui ha
parlato il relatore, ritengo che sia il caso di poterne prendere visione non
per mancanza di fiducia, ma normalmente, quando c’è un emendamento peraltro
sostitutivo, in qualche maniera la premessa è poterlo leggere.
Quindi mi riservo di
intervenire dopo averlo letto.
Avete tutto nella
cartella, sia l’emendamento sostitutivo sia tutti gli altri emendamenti
presentati al progetto. Ce l’avete in cartella? No? Se gli uffici…
(Interruzione)
Prego, onorevole Salerno.
Nella relazione, quando ho detto che poi c’è la sintesi in
un emendamento sostitutivo, perché? Perché ci
sono due emendamenti presentati, uno da parte di chi ha sottoscritto la legge,
quindi gli onorevoli Chiappetta, Bilardi, eccetera, che accentua la necessità
di garantire i livelli essenziali di assistenza, poi aggiunge il comma 4,
sempre all’articolo 1.
Avevo
pensato, quando si andava a trattare nel
merito la proposta di legge, di proporre comunque ad autorizzare un
coordinamento formale, proprio per affinare tecnicamente il testo di legge.
La
parola all’onorevole Chiappetta.
Intervengo brevemente
rispetto al dibattito che si sta sviluppando in ordine all’approvazione del
disegno di legge di che trattasi, ai fini di dare le opportune indicazioni e
anche qualche chiarimento in più rispetto alle considerazioni espresse dai
colleghi.
Il primo: non è un testo
sostitutivo di quello che è stato già approvato in Commissione e – devo
ricordarlo – anche approvato in Aula, perché vorrei ricordare anche
all’onorevole Guccione che, in occasione della riunione del Consiglio regionale
che ha esaminato precedentemente questo disegno di legge, si era arrivati alla
formulazione da parte delle diverse forze politiche del voto rispetto allo stesso
progetto di legge.
Si tratta di due
emendamenti che sono aggiuntivi rispetto al disegno di legge e, più in
particolare, l’emendamento contraddistinto che va a sostituire il comma 4
dell’articolo 1 lo si è avuto solo perché, nel frattempo, cioè da quando è
intervenuta la discussione in Consiglio regionale – lo ricordava il collega
Guccione – mi pare il 13 dicembre, alla data in cui effettivamente si sta per
assumere questo provvedimento e quindi l’adozione di questo provvedimento di
legge, sono intervenute anche delle modifiche legislative nazionali che hanno
reso possibile l’estendibilità di questo provvedimento anche ad altre
categorie, in particolare al personale con qualifica dirigenziale.
L’altro emendamento del
quale parliamo va ad incidere su giuste considerazioni esplicitate in maniera
informale – vorrei dire, ma nello spirito di collaborazione al quale ha fatto
riferimento il collega Maiolo – dallo stesso collega Maiolo, che col
sottoscritto ha avuto anche uno scambio epistolare di considerazioni e di
riflessioni, che andavano e vanno nella direzione di poter l’Aula varare un
provvedimento legislativo, così come è accaduto per altri provvedimenti
legislativi precedentemente posti all’attenzione di quest’Aula, con una larga
condivisione, considerando che si tratta di provvedimenti che vanno ad incidere
su un comparto particolarmente problematico, qual è quello della sanità in
Calabria. Evito, naturalmente, di evidenziare le criticità, le disfunzioni e le
anomalie che si registravano nel settore della sanità e che ancora oggi,
naturalmente, producono effetti non molto positivi, perché vi era e vi è la
necessità di addivenire ad un testo il più condiviso possibile.
Non v’è dubbio che anche
ciò che ha evidenziato un attimo fa il relatore, il Presidente della
Commissione sanità, il Presidente Salerno, non può non essere accolto con
soddisfazione e compiacimento, laddove parla della necessità, laddove dovesse
essere ravvisata, di poter procedere in sede di coordinamento formale a rendere
praticabile l’ipotesi di un testo di legge licenziato dall’Aula che possa
evitare – lo vorrei ricordare così per come è accaduto in passato e così per
come è accaduto – non per l’adozione di provvedimenti legislativi in materia di
sanità varati da questa maggioranza, ma – ripeto – per evitare che possa
accadere quello che è accaduto in passato; se noi siamo qui a parlare e a
tentare di approvare un testo legislativo quale è quello in discussione, è
soprattutto perché c’è stata in passato la cassazione di testi precedentemente
assunti, che hanno gettato ulteriormente nello sconforto il personale precario
presente all’interno del settore sanitario.
Ecco perché, Presidente,
evito di rispondere ad una specifica richiesta che è stata a lei formulata dal
collega Guccione, rispetto anche all’adozione dei diversi pareri da parte degli
uffici competenti circa l’adozione degli stessi provvedimenti aderenti a quella
che dovrebbe essere la legittimità. Credo che si possa, anzi si debba votare
sulla base delle considerazioni espresse, auspicando, così come è accaduto in
passato, che le forze di minoranza responsabili, così come lo sono state anche
in precedenza, possano assumere su questo provvedimento di legge una posizione
la più condivisa e responsabile possibile.
Altri interventi? La
parola all’onorevole Mirabelli.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, è ovvio
che l’argomento in discussione riveste una
certa importanza – l’abbiamo già detto in una passata discussione sempre sullo
stesso problema – per la delicatezza del settore che va ad investire: qua
parliamo di lavoratori di un certo pregio, medici, paramedici, infermieri e
quant’altro, che vivono una condizione di precariato, di proroga ad anni,
figure importantissime e necessarie, senza le quali al 100 per cento vi posso
garantire, da medico, che in molti ospedali molti servizi salterebbero proprio
per inosservanza alle norme che regolano il numero di personale disponibile e
sufficientemente necessario per assicurare i livelli essenziali minimi di
assistenza.
Non so
quello che avete combinato in Commissione, non faccio parte di questa
Commissione, ma, caro capogruppo Chiappetta, tu sai che io su questa proposta
di legge in maniera molto chiara mi sono speso, ho parlato anche nella precedente
seduta di Consiglio quando ne abbiamo trattato, con una posizione nettamente e
trasparentemente positiva e propositiva nei confronti di questa legge, dicendo
con molta chiarezza che certamente non sarà la migliore legge del mondo, ma è
l’unica alternativa in questo momento che ci viene presentata ed è l’unica
possibilità che ci garantisce, molto probabilmente, se c’è una certa coralità
di intenti e un approfondimento di tipo giuridico-amministrativo su quest’atto,
di mantenere in servizio personale necessario per far funzionare i servizi
ospedalieri e i servizi della sanità territoriale.
E’ ovvio che oggi ci
ritroviamo questa proposta di legge, ma non ci ritroviamo i due emendamenti; ne
abbiamo uno solo che dovrebbe essere aggiuntivo al comma 2 attraverso cui si
tenta di parare al colpo, ma che comunque assicura la proroga, qualora le cose
dovessero andare male. Su questo mi trovate perfettamente d’accordo.
E’ anche ovvio che c’è
l’altro emendamento che, secondo me, riveste un ruolo e funzioni – da quello che
ho capito – più importanti, che vanno ad aggiungersi – attenzione, caro
capogruppo Chiappetta – non sostituisce – come si suol dire – all’articolo 1 il
comma 4, perché all’articolo 1 il comma 4 non esiste, si ferma al comma 3,
quindi va ad aggiungersi al comma 3, diventando comma 4.
Caro Presidente, vorremmo
prendere visione di questa ulteriore cosa.
Credo che qua il problema
della legittimità costituzionale – non so se faccio bene o male – sia un
problema quasi secondario nell’ambito giuridico del termine. Il vero problema è
il tavolo Massicci, perché il vero scoglio è la mancanza di consultazione o di
ascolto o di condivisione di determinati indirizzi e di determinati
“suggerimenti” – chiamiamoli così – che dal tavolo Massicci vanno al
commissario della sanità, l’onorevole Scopelliti; quando si mette in atto un
meccanismo di questi, dovremmo avere una cartina operativa concreta, dovremmo
capire le nostre piante organiche come sono messe, dovremmo capire se gli
spostamenti sono stati fatti e come sono stati fatti, se c’è stata mobilità
intraregionale o interregionale e se è stata attivata e, sulla base di questo,
prima di presentare un documento, fatti questi percorsi e questi passaggi –
che, ripeto, non sono stati fatti in Calabria ancora ad oggi – capire se c’è la
possibilità di andare attrezzati con un giusto bagaglio, con l’espletamento di
cose che sono propedeutiche e fondamentali, direi anche vincolanti, andare a
questo confronto e chiedere poi una deroga a questo blocco di assunzioni, al turn-over,
a quant’altro, in modo tale da poter addivenire, almeno da parte loro, ad un
parziale accoglimento di questa proposta, al fine di poter chiudere la
questione ed aggirare il problema sicuramente della illegittimità
costituzionale, alla luce del fatto che il modus operandi non è stato
perfettamente regolare o posto in essere da parte della Giunta e del Consiglio
regionale.
Questo era l’unico
contributo che spero di poter dare a chi di dovere, perché secondo me, al di là
dei commi terzo, quarto e quinto, se non si attua un percorso in un certo modo,
questo foglio di carta, positivissimo nell’intervenire, che io appoggio e
sospingo alla grande, non produrrà nessun effetto concreto.
Non ci sono altri
interventi, possiamo procedere.
(Interruzione)
Prego, onorevole Naccari.
Presidente, mi pare che il collega Mirabelli
abbia fotografato quello che è un obiettivo comune, tutto il Consiglio – mi
pare di capire – ha l’obiettivo di arrivare alla garanzia dei livelli
essenziali di assistenza e, poiché viene sottolineato che senza questi profili
e senza questi operatori, che oramai da un numero abbastanza congruo di anni
sono in servizio, questi livelli essenziali di assistenza non vengono
garantiti, è chiaro che l’obiettivo di tutti è ottenere questo risultato.
Tuttavia, ricordo
a me stesso che siamo al terzo progetto di legge, il primo addirittura
approvato nella precedente legislatura e questo dovrebbe essere il secondo,
quindi dopo il secondo pronunciamento della Corte costituzionale.
Allora a me interessa, oltre ai pareri che giustamente
sono stati richiesti e sottolineati dai colleghi che
mi hanno preceduto, comprendere se questa percentuale va anche ad inerire il 15 per cento della legge
Balduzzi, quindi se va calcolata, poi se il relatore e – perché no? – il
commissario per l’emergenza sanitaria della Regione è convinto che, alla luce
di questo provvedimento, noi otterremo il risultato, perché non c’è dubbio che
questo è un obiettivo che a noi sta molto a cuore, quindi tutte le valutazioni
che stiamo esprimendo le stiamo esprimendo con un’assoluta condivisione del
risultato che questo progetto
dichiara di voler raggiungere. Solo che c’è un piccolo problema: noi vogliamo
il risultato, cioè non l’approvazione di un ulteriore provvedimento che,
magari, poi possa essere letto con alcuni deficit
rispetto alle contestazioni già messe in evidenza dal parere dell’Ufficio
legislativo.
Gradiremmo
sapere dal commissario se questo provvedimento è idoneo all’obiettivo che
integralmente il Consiglio regionale vuole conseguire, che ci dia anche una
ipotesi probabilistica, se no altrimenti è evidente che le considerazioni poste
dai colleghi che mi hanno preceduto circa la necessità di governare i processi
nel settore, cioè la chiusura degli ospedali, di quegli ospedali che
giustamente sono stati chiusi secondo le valutazioni dell’organo commissariale,
comporta degli atti successivi, la mobilità interna del personale, cioè tutta
una serie di processi che, probabilmente, sono anche propedeutici ad alcuni
risultati.
Su
questo voglio chiarire subito che non c’è alcuna valutazione, né sarei in grado
di darla, ma non credo proprio che, per esempio, il processo di mobilità
richiesto da Mirabelli comporti la non approvazione di questo progetto di
legge. Non c’è dubbio che quei livelli essenziali di assistenza debbano essere
garantiti da quei soggetti che si mira a stabilizzare con questo provvedimento,
che io definisco un provvedimento di giustizia, assolutamente; però, è
altrettanto evidente che il tavolo
Massicci e gli altri soggetti che fanno
parte del governo complesso della sanità nelle Regioni col Piano di rientro
hanno la necessità e puntano la loro attenzione sulla necessità di svolgere
alcuni passaggi, che sono amministrativi e necessari.
Quindi su questo gradirei, avendo questa
opportunità di avere il commissario che siede ai tavoli nazionali, avere un
parere da parte sua.
La parola all’onorevole Ciconte.
Volevo porgere ai relatori soltanto
una domanda: noi ci siamo fermati al 2007-2008, ma guardate che ci sono precari nella sanità anche nel 2012, già da
tre-quattro anni dopo il 2007.
Chiaramente
questi lavoratori, secondo me, in un
momento del genere, per mantenere i livelli essenziali di assistenza
negli ospedali da medici, paramedici e quant’altro, è chiaro che dovremmo
tenere in considerazione anche questo aspetto, questo personale.
Volevo fare questa domanda e volevo capire che tipo di risposta
c’è da parte del
relatore.
Altri interventi? Prego, onorevole
Dattolo.
Ritengo che la Commissione, anche
prendendosi dei tempi abbastanza consistenti, abbia
lavorato soprattutto sentendo il dovere ed il bisogno
di trovare un punto di incontro con i colleghi dell’opposizione e questo ha fatto già slittare più volte questo provvedimento.
Noi pensiamo, anche alla
luce delle preoccupazioni che avete espresso con le ultime domande del collega
Naccari – al quale formulo gli auguri di buon lavoro – e soprattutto anche dal
collega Mirabelli, per quanto è stato svolto che vadano in questa direzione.
La nostra preoccupazione
è soprattutto una ed è quella di garantire almeno i livelli minimi essenziali
di assistenza; questo provvedimento va, in un certo qual senso, in questa
direzione, soprattutto a colmare e a dare risposte a quelle professionalità –
sono come gli Lsu e gli Lpu – che, in molti casi, sono insostituibili
all’interno del comparto sanitario.
Vorrei che una volta
tanto non venisse da dire che la Calabria va con il cappello in mano, ma va
anche per dare giustizia e soprattutto merito a chi ogni giorno garantisce nei
presìdi sanitari la propria professionalità con grande competenza e generosità.
Questo noi abbiamo tentato di fare con questo provvedimento di legge che è
stato più volte rivisto e va sicuramente ad assicurare, e soprattutto a non
negare, i diritti che questi lavoratori hanno acquisito. Non dimentichiamo che
molti di questi potrebbero tranquillamente, con ricorsi al giudice del lavoro,
imboccare la strada dei contenziosi con questa Regione, e di tutto abbiamo
bisogno in questa nostra realtà, tranne che di questo.
Questo progetto di legge,
con molta serenità, cerca il conforto anche di coloro i quali come voi … ; ci sono molti punti della proposta di legge
del collega Maiolo, che, praticamente, sono stati nettamente recepiti da questo
progetto di legge.
Quanto alla
preoccupazione che voi esprimete dal punto di vista costituzionale, come è
stato tante altre volte, le leggi sono state impugnate anche quando avevano il
parere favorevole dell’Ufficio legislativo. Non ne farei una questione soltanto
ed esclusivamente di carattere formale, come è giusto che sia, però abbiamo
anche la necessità di assumerci delle responsabilità e questo Consiglio è chiamato
anche a dare risposte in questo senso.
La parola all’onorevole
De Gaetano.
Volevo chiarire alcune cose che hanno detto già i miei colleghi, Mirabelli,
Guccione, Naccari, Ciconte, Maiolo e tutti gli altri intervenuti.
Siamo
consapevoli che questi lavoratori sono essenziali per garantire i Lea e la
sanità nella nostra regione;
tra l’altro l’abbiamo denunciato parecchie volte, siamo stati in prima fila con
loro nelle battaglie, nelle occupazioni che hanno fatto, li abbiamo incontrati e li
abbiamo sostenuti. Il punto vero – e mi ricollego a quello che diceva il
collega Dattolo, che è apprezzabile nella sua esposizione, nella sua garbatezza
– è capire se questa norma che andiamo ad approvare è utile per arrivare all’obiettivo
di risolvere il problema,
perché se abbiamo l’ennesima bocciatura con l’impugnativa del Governo e poi la
bocciatura da parte della Corte costituzionale, rischiamo di fare un ennesimo
autogol che non risolve il problema,
ma lo aggrava.
Allora, visto che c’è un Ufficio legislativo – come
dicevano già altri colleghi – possiamo avere questo parere e sapere se c’è
stata già un’interlocuzione con il Governo su questo punto? Questa è la cosa
che, secondo noi, è necessaria. Ribadiamo, per il Partito democratico, ma anche
per tutta l’opposizione, che questi lavoratori sono essenziali per lo svolgimento della sanità in Calabria e per
dare garanzie ai malati e ai ricoverati nella regione, ma se corriamo il
rischio di un’altra impugnativa e di un’altra bocciatura da parte della Corte,
rischiamo di fare un autogol che metterà a repentaglio anche il proseguimento
delle loro prestazioni lavorative.
Quindi, secondo me,
occorre un supplemento di impegno da parte di tutti per trovare una soluzione,
visto che sono passati mesi e immagino che gli uffici avranno interloquito
anche con il Governo nazionale; come diceva il consigliere Guccione prima, noi
siamo disponibilissimi, perché l’obiettivo che ha il commissario della sanità
sarà sicuramente, nella sede del tavolo Massicci, ma nei rapporti che ha avuto
con il Governo, avere delle delucidazioni in merito, perché l’interesse
primario della minoranza e del Partito democratico è quello di risolvere il
problema e di consentire a questi lavoratori di continuare a svolgere le loro
funzioni, ma soprattutto dare ai calabresi la possibilità di avere degli
ospedali e dei reparti efficienti che possano dare risposte e non, invece,
avere ospedali che non danno risposte e quindi costringere i nostri cittadini a
rivolgersi ad altre strutture fuori dalla regione.
La parola all’onorevole
Chiappetta
Intervengo brevemente perché il collega De
Gaetano, che non ha partecipato all’ultima Conferenza dei capigruppo, non ha contezza di quello di cui si è discusso
e si è parlato, allorquando abbiamo deciso unitariamente di procedere
all’approvazione, anche ad horas,
della norma di legge per trovare una soluzione al problema dei lavoratori
Lsu-Lpu, fra i tanti problemi calabresi, perché il collega capogruppo del
Partito democratico, anche in sede di Conferenza dei capigruppo, aveva – a mio
parere, giustamente chiesto al Presidente Talarico – che naturalmente non si è
sottratto a fornirgli le delucidazioni del caso – se ci fosse o meno il parere
da parte degli uffici legislativi del Consiglio regionale rispetto alla norma
della quale stiamo parlando.
Non intervengo, tuttavia,
per questo, perché il Presidente Talarico poi ribadirà in Aula quello che ha
avuto modo di dire in Conferenza dei capigruppo. Prendo, invece, a riferimento
quello che ha detto il collega De Gaetano a proposito della interrogazione già
trattata in Aula. In particolare, il collega De Gaetano – l’ho appuntato – si
chiedeva se il provvedimento in discussione – che, vorrei ricordare, non è in discussione
oggi in quest’Aula, lo ricordo soprattutto ai colleghi componenti, come il
sottoscritto, anche della terza Commissione, è in discussione da più mesi – se
è utile o meno l’adozione di questo provvedimento legislativo.
Si dà il caso che io,
così come anche altri colleghi presenti in quest’Aula, non sia un neofita della politica, nel senso che ho svolto anche
ruoli in passato e sono stato anche consigliere, sia pure di opposizione, nella
passata consiliatura. Allora, vorrei ricordare per opportunità – per maggiore
correttezza, ho fatto fare una nota che ho qui – che la legge regionale
approvata dall’allora maggioranza di centro-sinistra nel 15 gennaio 2009, la
numero 1, testualmente recita: “Ulteriori disposizioni in materia sanitaria” –
lo dico a beneficio di chi ci ascolta in quest’Aula ed anche al di fuori di
quest’Aula – “Articolo 6. Le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere,
previo superamento di apposite procedure selettive, procedono ad assunzione a
tempo indeterminato del personale con rapporto di lavoro a tempo determinato” –
sto leggendo la vostra legge – “che abbia stipulato il contratto in data
anteriore al 28 settembre 2007 e che sia in servizio al 31 dicembre 2008.
L’assunzione a tempo indeterminato” – e parliamo, naturalmente, della stessa
categoria di personale sanitario del quale stiamo parlando questa sera – “potrà
avvenire, a domanda dell’interessato e sul posto dallo stesso occupato, previo
mantenimento in servizio nelle forme di legge fino alla definizione delle
procedure di cui al presente articolo, anche ai fini della maturazione
dell’anzianità richiesta dei tre anni, ove non maturati nell’ultimo
quinquennio”.
Il secondo comma
dell’articolo 6 specifica ulteriormente quello che adesso è oggetto di esame in
questo provvedimento di legge e dice testualmente: “Per il personale della
dirigenza del sistema sanitario regionale si procederà ad apposita selezione
concorsuale, con la riserva fino al 50 per cento dei posti a favore di quelli
con rapporto a tempo determinato, individuati ai sensi … in possesso”,
eccetera, eccetera.
Credo che, arrivati a
questo punto, senza alcun indugio, si debba procedere alla votazione di questo
provvedimento legislativo, richiedendo ancora una volta una sorta di ulteriore
assunzione di responsabilità, per impedire che si possa continuare a parlare
ancora di precariato nel settore della sanità.
La parola all’onorevole
Principe.
Signor Presidente, intervengo
soltanto al fine di non lasciare
dubbi circa la nostra posizione che, per la verità, è stata espressa con grande
chiarezza dai colleghi che mi hanno preceduto e che lei ben conosce, perché chi
parla l’ha sostenuta ampiamente in sede di Conferenza dei capigruppo.
Noi
siamo sensibili alla risoluzione del
problema, sia perché consente la funzionalità del sistema – e mi pare una cosa quasi banale da dire perché,
trattandosi di sanità, quando ci sono provvedimenti che aiutano quantomeno a
mantenere i livelli, se non a migliorarli, anche se chiaramente da noi i
livelli dovrebbero migliorare, ci deve essere una sensibilità generalizzata da
parte dei partiti e dei gruppi in Consiglio regionale, quindi noi siamo
sensibili a questa questione, – come
siamo sensibili alle speranze dei lavoratori che fanno la loro parte con
decoro, dignità ed impegno, di avere tranquillità per il proprio futuro. Però,
Presidente – dispiace doverlo dire – il Consiglio regionale della Calabria
rischia di battere un record mondiale, riferito anche agli aspetti di
costituzionalità dei provvedimenti; cioè moltissimi provvedimenti che
quest’Aula licenzia sono poi impugnati dal Governo, che individua in essi
difetti di costituzionalità.
La
nostra posizione non vuole essere né burocratica né rigida rispetto al problema
sociale e del servizio che è molto
importante, però mettere in campo dei provvedimenti che poi, puntualmente, sono
impugnati dal Governo e sono dichiarati incostituzionali dalla Corte, non
soltanto non serve al decoro e all’immagine di quest’Aula, ma non serve alla
risoluzione dei problemi.
Quindi, è inutile fare la storia legislativa di
questo Consiglio regionale, se nel recente o lontano passato non so la Giunta
di quale colore abbia potuto approvare provvedimenti similari; a parte che
vorrei dire al collega Chiappetta che anche il risultato elettorale evidenzia
che è cambiato il mondo, perché effettivamente sono cambiati proprio gli
aspetti basilari della convivenza civile in questo Paese e, molto
probabilmente, cose che potevano essere lasciate passare in un contesto anche
sociale ed economico di finanza pubblica diversa, oggi richiedono un maggiore
rigore.
Per cui vogliamo ribadire con chiarezza ed in via
definitiva la nostra posizione. Noi le chiediamo, Presidente, di sapere se
l’Ufficio legislativo ha espresso un parere favorevole sul testo di questo
provvedimento, emendato, peraltro, in modo sconosciuto perché non abbiamo avuto
ancora copia dell’ultima versione del testo della legge proposta dal
consigliere Chiappetta. Se non c’è questo parere, per quanto ci riguarda,
assumiamo una posizione di astensione che vuol dire sensibilità verso le
problematiche del servizio, della sua efficienza e verso le problematiche
sociali, ma anche rigore nel pretendere che da quest’Aula vengano licenziati
provvedimenti ineccepibili sotto il profilo della convergenza e con i princìpi
costituzionali.
Onorevole Principe, intanto non corrisponde al vero
che siamo conosciuti in Italia come la Regione che ha avuto il maggior numero di provvedimenti impugnati. E’ avvenuto nel
passato. Posso comunicare all’Aula che è oltre un anno che un provvedimento
adottato dal Consiglio regionale non viene impugnato dal Governo ed anche
allora, se si fa il paragone con le altre Regioni, tra il numero di
provvedimenti approvati e quanti sono stati impugnati, la Calabria anche in
quel caso non era l’ultima Regione, perché come media di produttività non
eravamo noi gli ultimi rispetto ad altre Regioni.
Questo voglio dirlo a lei
e anche all’Aula intera, perché è un vanto del lavoro che quest’Aula ha fatto,
perché tantissimi provvedimenti sono stati approvati all’unanimità e, a volte,
l’emendamento viene presentato all’ultimo minuto e, magari, non si consente
nemmeno agli uffici preposti di poterlo analizzare, approfondire ed esprimersi
in base all’entità. A volte gli emendamenti vengono presentati il giorno prima,
nelle 24 ore precedenti, e su argomenti così importanti, che non si dà nemmeno
il tempo agli uffici legislativi di poterli approfondire. Questo è lo stato
dell’arte.
Su questo argomento specifico, mi sembra che l’ultimo dibattito svoltosi in Aula poi abbia subito un blocco per volontà di tutto il Consiglio
regionale, al fine di fare un approfondimento. L’approfondimento è stato fatto,
in quella occasione c’erano degli elementi che erano un po’ dubbi. Poiché non
abbiamo la palla di vetro per poter vedere che cosa fa il Governo, se impugna o
meno un provvedimento, però chiedendo ai consulenti giuridici, ci è stato detto
“approfonditelo meglio e fate delle opportune correzioni”, opportune correzioni che oggi sono state fatte da parte
della Commissione, quindi il provvedimento è pronto per essere votato, con
l’auspicio che il provvedimento che approveremo non abbia dei profili di
incostituzionalità.
Poi, ho visto che sono stati presentati degli
emendamenti. Anche a questi stiamo molto attenti, se poi saranno votati e
approvati, e, quindi, integrati nel provvedimento, perché probabilmente qualche
emendamento del genere potrebbe avere anch’esso profili di incostituzionalità.
Darei la parola, adesso, all’onorevole Salerno per
qualche riflessione conclusiva, poi procederemo con la votazione
dell’articolato e degli emendamenti. Se alla fine autorizzeremo anche il coordinamento formale, ci aiuteremo tutti a
sbagliare di meno e quindi a rendere un provvedimento compiuto, perché l’obiettivo
è quello di dare risposta ai precari della sanità, che sono centinaia, anzi
migliaia all’interno della nostra regione.
Prego, onorevole Salerno.
E’ giusto e doveroso rispondere a qualche osservazione fatta dai colleghi dell’opposizione, soprattutto in merito, per esempio,
all’aspetto finanziario della norma. Questa è una norma che non andrà ad aggiungere ulteriori aggravi di carattere
finanziario, perché va a regolarizzare
dei lavoratori che già lavorano presso le aziende sanitarie provinciali e le
aziende ospedaliere. Questo è un primo punto.
Un altro aspetto è stato
sollevato – mi pare dal consigliere Naccari – per quanto riguarda la
percentuale del 15 per cento, il decreto Balduzzi. Questa è tutta un’altra
storia che non ha nulla a che fare, però come relatore – consentitemi – vorrei
evidenziare alcuni passaggi fondamentali che sono stati compiuti: è la terza
volta che questa proposta di legge arriva in Aula. Vorrei, però, anche
ricordare ai colleghi che fanno parte della Commissione sanità che,
puntualmente, ogni anno ritroviamo i sindacati e i manager delle aziende
ad affrontare il solito problema dei precari.
Quindi, ci sono diversi
aspetti che riguardano la problematica dei precari anche nelle aziende
sanitarie e nelle aziende ospedaliere, ma non v’è dubbio che è un problema che
ci stiamo trascinando da anni.
Allora, anche
nell’ipotesi remota e forse assurda – dico io – di un’eventuale impugnativa da
parte del Governo alla Corte costituzionale, penso che valga la pena che su
certe problematiche e su certi temi il Consiglio regionale rischi e scommetta
per risolvere un problema così enorme che ci trasciniamo da anni.
Vorrei, poi, invitare
anche la minoranza, perché – caro collega Chiappetta – su altre problematiche di
spessore abbiamo trovato sintonia e unanimità, vedi non ultima la legge sulla
Fondazione Campanella; in pratica tanti scommettevano che ci sarebbe stata
l’ennesima bocciatura da parte della Corte costituzionale, ma così non è stato.
Ci abbiamo creduto, abbiamo fatto un discorso anche assieme ai colleghi della
minoranza e, alla fine, siamo riusciti ed abbiamo dato una risposta concreta e
messo fine a un problema che, ormai, si trascinava da anni e che era una “spada
di Damocle” sulla testa dei dipendenti e non solo, ma era a rischio un polo
oncologico come quello della “Campanella”.
Allora, oggi, Presidente
Talarico, questa legge, che va ad intervenire sull’aspetto dei precari della
sanità, ha consumato in Commissione i vari passaggi, e ci siamo anche mossi per
approfondire il provvedimento dal punto di vista della legittimità; si è
concordato un testo che oggi è approdato in Consiglio regionale, che è
modificato rispetto al primo testo presentato dal sottoscritto. Questo perché
c’è stata la volontà e soprattutto abbiamo avvertito il dovere di approfondirlo
e di evitare alcune criticità che potevano compromettere la legittimità della
proposta di legge.
Quindi, oggi, stiamo
discutendo su un testo che non dovrebbe poi trovare alcun problema per una
eventuale impugnativa da parte del Governo.
Presidente Talarico, a
questo vorrei aggiungere, quindi riconfermare quanto già detto nella relazione,
che sarebbe opportuno approvare questo testo ed autorizzare il coordinamento
formale, anche alla luce di alcuni emendamenti che sono stati presentati e che,
nella sostanza e come indirizzo, sono accoglibili, però nell’aspetto tecnico
potrebbero scomporre la proposta di legge stessa.
E’ opportuno autorizzare
un coordinamento formale perché da parte degli uffici ci sia la giusta cura,
per inviare un testo che tecnicamente possa essere condiviso anche dal Governo
nazionale.
Per precisione, gli
uffici hanno fatto una ricerca: l’ultima legge impugnata al Consiglio regionale
della Calabria risale al 24 febbraio 2012, la legge sul Piano casa. Quindi, su
71 leggi approvate – poiché vedo anche gli organi di informazione ed è giusto
che loro prendano nota – nell’anno 2012, è stata impugnata soltanto la legge
sul Piano casa. Qualche sbavatura è avvenuta più nel 2010, 2011, però
nell’ultimo anno c’è stata soltanto una legge impugnata, che è quella del Piano
casa.
Quindi – ringraziando gli
uffici per avermi dato in diretta questi dati per farli conoscere all’Aula -
possiamo procedere con l’approvazione dell’articolato con gli emendamenti.
Presidente, però gli
emendamenti non sono stati distribuiti.
Provvediamo subito.
L’emendamento protocollo numero 11974 è a firma dell’onorevole Maiolo.
Presidente, gli
emendamenti non sono stati distribuiti.
Come no?
Io ho i miei! Però, i
consiglieri non hanno gli emendamenti.
Li abbiamo distribuiti?
Gli uffici mi dicono di sì. Se li distribuiamo un attimo, …
Il primo, protocollo
numero 11974, è il suo. Nel frattempo che li distribuiscono, magari lo può
illustrare.
Presidente, il problema è
che non ho il numero del vostro protocollo, non so quale sia.
L’emendamento protocollo
11974, a firma Maiolo così recita: “"Modifica dell'art. 6 della legge regionale
n. 1 del 15 gennaio 2009, recante: “Ulteriori Disposizioni in materia di
Sanità”
2) L'articolo l è
integralmente sostituito con il seguente:
Art. 1
L'art 6 della legge regionale
n. 1/2009 recante “Ulteriori norme in materia di sanità” è abrogato e
sostituito dal seguente:
Le Aziende Sanitarie e
Ospedaliere procedono alla stabilizzazione, attraverso prove selettive, dei
soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24
dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre
2008.
Alle prove selettive
possono accedere altresì i soggetti in possesso dei titoli di cui al comma 1
del presente articolo, che abbiano visto riconoscere la subordinazione dal
giudice o da ispezioni previdenziali.
3. I benefici di cui al
comma 1 del presente articolo si applicano anche in favore di quanti abbiano
stipulato contratti, in qualsiasi forma prevista dalle nonne vigenti
(co.co.co., coco.pro., borse lavoro, ecc.), anteriormente alla data dell'1
gennaio 2007 o che in base all'articolo 1 comma 558 della legge n. 296/06,
abbiano maturato un'esperienza triennale nel quinquennio precedente e a quanti,
comunque in servizio alla data del 31 dicembre 2008, siano stati individuati
mediante procedure selettive, che abbiano maturato tre anni di anzianità.
4. L’assunzione a tempo
indeterminato dei vincitori delle prove di cui al comma 1 dovrà avvenire
esclusivamente sullo stesso posto occupato, garantendo il mantenimento in
servizio nelle forme di legge fino all’esito delle procedure selettive.
5. Per il personale della
dirigenza del sistema sanitario regionale si procederà ad apposita selezione
concorsuale con la riserva fino al 50 per cento dei posti a favore di quello
con rapporto a tempo determinato, individuato ai sensi del comma 1, in possesso
dei requisiti previsti dalla normativa vigente”.
I miei emendamenti sono
presentati sulla base del testo licenziato dalla Commissione, quindi il testo
base è il testo della Commissione.
Va bene, lei lo può
illustrare. Poi, magari, lo sistemiamo in coordinamento formale.
Per quanto riguarda,
innanzitutto, l’emendamento protocollo numero 11974, lo stesso modifica il
testo; sono dei subemendamenti che fanno riferimento al testo approvato dalla
Commissione. Il primo subemendamento modifica il titolo della proposta di legge
e lo trasforma in modifica dell’articolo 6 della legge regionale numero 1 del
15 gennaio. Sostanzialmente, modifica l’articolo 6 e riprende l’articolato,
esattamente per come è stato licenziato dalla Commissione, modificando al comma
1 che non è la Regione che predispone le stabilizzazioni, ma sono le aziende
sanitarie ed ospedaliere. Il terzo comma, che è quello che differenzia rispetto
alla Commissione, estende i benefici dell’articolo 1 sulle stabilizzazioni a
quanti hanno maturato esperienza triennale nel quadriennio precedente, che
abbiano presentato la domanda entro il 31 dicembre 2008 e che abbiano partecipato
già preventivamente a procedure selettive. L’altro emendamento, che è il
successivo, il protocollo numero 11975, è identico, sostanzialmente, al primo,
ma aggiunge un comma 4 che prevede il concorso riservato, valorizzando, quindi,
i titoli di chi ha svolto servizio con contratti diversi da quelli a tempo
indeterminato.
Poi c’è un’ultima norma,
che è quella che prevede di inserire un comma quinto in cui la Giunta regionale
predisponga, sulla base del Piano triennale del fabbisogno del personale, un
Piano in cui ci indichi la proposta che concerta anche al Tavolo Massicci sul
piano complessivo delle stabilizzazioni dei concorsi riservati.
Penso che sia corretto,
anche perché ritengo che, nello spirito della discussione della Commissione,
onorevole Chiappetta, si trattava di quello che la Regione aveva, la regia e la
responsabilità di quello che avveniva in tutte le Asp. Penso, quindi, che sia
utile – e non incide sulla costituzionalità della norma – inserire il comma 5,
che prevede che la Giunta regionale predisponga questo Piano e che informi la
Commissione consiliare competente per definire il piano delle stabilizzazioni
dei concorsi riservati.
Parere del relatore?
Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 11974.
(E’ respinto)
E’ stato presentato
emendamento protocollo numero 11975, sempre a firma dell’onorevole Maiolo che
così recita: “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio
Sanitario Regionale – Modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. l del
15 gennaio 2009, recante: “Ulteriori Disposizioni in materia di Sanità”
2) L'articolo l è
interamente sostituito con:
“Le Aziende Sanitarie
e Ospedaliere, al fine di garantire nel Servizio Sanitario Regionale i livelli essenziali
di assistenza, nel rispetto dei vincoli di dotazione organica e degli obiettivi
di finanza pubblica, procedono alla stabilizzazione dei soggetti in possesso
dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n.
244, che abbiano presentato domanda entro il 31 dicembre 2008, attraverso prove
selettive conformi ai principi stabiliti dall’articolo 35 del D.Lgs. 30 marzo
2001 n.165”.
3) Dopo il comma 3 sono
aggiunti i seguenti commi:
“4. Ai sensi delle
disposizioni dell'art. 35 c. 3bis del Digs. 30 marzo 2001 n. 165, così per come modificato dalla legge
24 dicembre 2012 n. 228 art. 1, comma 401, le Aziende sanitarie e Ospedaliere,
nel rispetto dei vincoli di dotazione organica e degli obiettivi di finanza
pubblica in attuazione della normativa vigente, possono avviare procedure di
reclutamento, anche per personale con qualifica dirigenziale, mediante concorso
pubblico per titoli ed esami finalizzati a valorizzare con apposito punteggio
l'esperienza professionale di coloro che abbiano maturato almeno tre anni di
servizio, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o di
collaborazione coordinata e continuativa, nell'amministrazione che emana il
bando.
5. La Giunta regionale, attraverso un confronto con
le organizzazioni sindacali e sentita preventivamente la Commissione consiliare
competente, predispone, entro 60 giorni dalla presente legge, un piano annuale
degli interventi previsti nei commi 1, 2, 3 e 4 nel rispetto dei vincoli
finanziari derivanti dal Piano di rientro e dal blocco delle assunzioni, nonché
dalle disposizioni del decreto legge n.13 settembre 2012, n. 158, convertito
con modificazione dalla legge 8 novembre, n.189.
6. Agli oneri derivanti dall'attuazione della
presente legge si provvede, per l'esercizio finanziario 2013, con la legge
regionale di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge
finanziaria di accompagnamento, nei limiti della effettiva disponibilità di
risorse e, comunque, in misura non superiore agli importi degli stanziamenti
della UPB 6.1.01.01 - Spese inerenti al servizio sanitario regionale del
bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013”.
Parere del relatore?
Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 11975.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
12665, primo firmatario l’onorevole Chiappetta.
(Interruzione)
Presidente, non è stato
distribuito l’emendamento dell’onorevole Chiappetta. Vorrei votare su un testo
che conosco.
(Interruzione)
Presidente, questo penso
che sia un discorso di serietà, ossia c’è un emendamento che, sostanzialmente,
sostituisce quello della Commissione, sul quale abbiamo già votato degli
emendamenti. Penso che fosse utile anche avere prima questo e votarlo, in modo
che gli altri sarebbero decaduti, perché si era approvato qualcosa che era in
contrasto; mi sembra, però, che non sia io quello da soddisfare, bensì il
Consiglio regionale, tutti i consiglieri e le regole che regolamentano i lavori
dell’Aula.
Possiamo procedere? Si passa all’emendamento
protocollo numero 12665 a firma degli onorevoli Chiappetta, Bilardi, Serra,
Dattolo che così recita: “1) L'art.
1 comma 1 della proposta di legge n. 399/9^ è così sostituito:
“1.
Al fine di garantire nel Servizio sanitario regionale i livelli essenziali di
assistenza, per i soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre
2006, n. 296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro
il 31 dicembre 2008, le Aziende sanitarie e Ospedaliere della Regione Calabria
procedono alla stabilizzazione attraverso prove selettive”;
2) All'art. 1 della proposta di legge n. 399/9^
si aggiunge il seguente comma 4:
“4. Ai sensi delle disposizioni
dell'articolo 35
c. 3 bis del
Digs. 30 marzo 2001 n. 165, così per come modificato dalla legge 24 dicembre
2012 n. 228 art. 1, comma 401, le Aziende sanitarie e Ospedaliere nel rispetto
della programmazione triennale del fabbisogno e dei regimi limitativi fissati
dai documenti di finanza pubblica in attuazione della vigente normativa,
possono avviare procedure di reclutamento, anche per personale con qualifica
dirigenziale, mediante concorso pubblico per titoli ed esami finalizzati a
valorizzare con apposito punteggio l'esperienza professionale di coloro che
abbiano maturato almeno tre anni di servizio, con contratto di lavoro
subordinato a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa,
nell'amministrazione che emana il bando. I relativi provvedimenti, acquisito il
parere vincolante dei Ministeri vigilanti, sono approvati dalla Giunta
regionale sulla base di apposita intesa con il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del settore sanitario”.
Parere del relatore?
Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 12665.
(E’ approvato)
Quindi abbiamo votato
l’emendamento protocollo numero 11975?
No, 12665.
Emendamento protocollo
numero 56273, a firma dell’onorevole Dattolo.
E’ ritirato.
Ritirato. Emendamento
protocollo numero 56272 a firma dell’onorevole Dattolo.
E’ ritirato.
Ritirato. Emendamento
protocollo numero 12358 a firma degli onorevoli Bilardi, Nicolò.
(Interruzione)
E’ ritirato.
Emendamento protocollo
numero 54882 a firma degli onorevoli Imbalzano, Nicolò.
(Interruzione dell’onorevole Nicolò)
E’ ritirato con
coordinamento formale. Emendamento protocollo numero 56271 a firma
dell’onorevole Dattolo.
E’ ritirato.
Ritirato. Emendamento
protocollo numero 1601 a firma dell’onorevole Imbalzano.
(Interruzione)
E’ ritirato. Non ci sono
altri emendamenti, quindi possiamo votare l’articolo 1 per come emendato con
coordinamento formale.
(E’ approvato)
Ci asteniamo.
Pongo in votazione la
legge nel suo complesso.
Presidente, vorrei fare
la dichiarazione di voto sulla proposta di legge.
Ha chiesto di intervenire
l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Anche se ho evidenziato alcune perplessità
sull’impianto stesso della proposta di legge, perché a mio modesto avviso – mi
rivolgo alla maggioranza, al centro-destra e al Presidente della Commissione
sanità, l’onorevole Salerno – sarebbe bastato poco per renderla più blindata,
più corazzata. Bastava mettere dentro all’articolo 1 il comma 4 e, soprattutto,
il comma 5, che, dal mio punto di vista, è un rafforzativo di questa proposta,
perché la blinderebbe ancora di più, entrando nel merito delle questioni delle piante
organiche, della mobilità interna e quant’altro, che era stato proposto con
l’emendamento dal Pd, dall’onorevole Maiolo, per poter disporre di una legge più
forte e anche più compiuta, rispetto al vaglio a cui andrà incontro in termini
di legittimità costituzionale.
Spero
che questa proposta di legge, proprio
perché interessa moltissime persone, migliaia di persone che sono essenziali per
lo svolgimento delle attività sanitarie in questa regione, possa trovare un
parere favorevole nella sua approvazione, che possa superare il vaglio di
questi controlli di tipo legislativo da parte del Governo e quant’altro.
Ho qualche dubbio – purtroppo lo debbo dire –
voterò favorevolmente e non mi asterrò, proprio per non dare adito a
pretestuosi pensieri o a pretestuose o false strumentalizzazioni che su una
materia come questa lasciano il tempo che trovano. Voterò a favore anche se –
ripeto, caro capogruppo Chiappetta – spesso ascoltare i consigli su argomenti
che dovrebbero essere al di sopra delle differenze e delle divisioni partitiche
e politiche, possono far comodo alla maggioranza stessa e a chi gestisce il
governo di questa nostra Regione, perché – ripeto – gli emendamenti proposti
hanno una loro solidità. Non li avevo neanche letti, caro Maiolo, ho anticipato le mie
perplessità sulle questioni inerenti. Il vero filtro, che è quello del blocco
del turn-over, del fatto che
abbiamo, purtroppo, la “spada di Damocle” di questo commissariamento, di cui se
ne sarebbe potuto fare a meno, ma il Tavolo Massicci sappiamo che è
invalicabile su determinate questioni, inserendo quei due emendamenti, che
sarebbero stati esaustivi e rafforzativi, molto probabilmente, avremmo potuto
aggirare meglio l’ostacolo.
Spero di sbagliare e –
ripeto – voto a favore, perché considero superiore la necessità, rispetto alle
mie perplessità di tipo giuridico-amministrativo, di addivenire comunque ad un
documento che sposi e chiarisca definitivamente la questione del precariato,
che è diventata veramente insopportabile per tante figure professionali nel
mondo medico.
La parola all’onorevole
Maiolo per dichiarazione di voto, nei minuti stabiliti dal Regolamento.
Rapidamente, perché l’onorevole Principe ha già espresso
quella che è la posizione del gruppo del
Pd. Voglio solo precisare che, forse, è stato inopportuno porre in votazione gli emendamenti, senza che l’Aula avesse
contezza del contenuto degli stessi. Il collega Chiappetta ha svolto un lavoro
dalla Commissione e anche dopo per cercare di raccordare un testo che
fosse quanto più positivo possibile. Penso che sia stato un grave errore,
Presidente Talarico, non approvare il comma 5, specie in una iniziativa
politica come questa, in cui c’è un’assunzione di responsabilità complessiva
del Consiglio regionale. Mi auguro – ho qualche dubbio, qualche perplessità che
possa passare al vaglio del Governo – che passi perché noi, come Partito
democratico, ci impegneremo affinchè questa problematica del precariato, che
non riguarda solo la sanità, venga portata all’oggetto e alla discussione di
quest’Aula in maniera positiva. Nel momento in cui si offre, però, la
possibilità di ricondurre il confronto politico anche sull’attuazione di norme
come queste, all’interno della Commissione consiliare, cercando un raccordo fra
l’azione di tutte le aziende ospedaliere della Calabria, penso che era un
emendamento che doveva meritare una diversa attenzione da parte dell’Aula.
Così
non si è fatto, temo che rendere occulte le piante organiche delle Asp, rendere
occulti i posti vacanti, rendere occulti i posti messi a concorso, rendere
occulte le stabilizzazioni, porterà a ritornare sul terreno della
“balcanizzazione” del confronto politico, che questa iniziativa puntava,
invece, a stroncare ed a riportare su un terreno del confronto.
Peccato,
il comma 5 avrebbe aiutato questo percorso.
Non è la prima volta, però ci auguriamo che questa problematica possa essere
risolta, per cui, per le motivazioni di un’assenza di supporto legislativo di
quest’Aula in modo compiuto, dichiariamo il nostro voto di astensione.
Pongo
in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il
prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la questione degli Lsu-Lpu, alla
luce della sentenza della Corte costituzionale. Approvando quest’articolo, si
dà subito l’opportunità, anche per quanto riguarda il pagamento. E’ un articolo
unico che è stato concordato.
Presidente,
volevo intervenire.
…in Conferenza dei
capigruppo, quindi possiamo procedere all’approvazione.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Visto che sono stato
delegato anche dal collega Principe, volevo dire a nome del Partito democratico
come la pensiamo su questa proposta di legge.
In maniera preliminare,
volevo spiegare prima che quando facevamo le interrogazioni ho avuto uno scatto
d’ira con il collega Mancini – me ne scuso dal punto di vista personale –. La
critica politica rimane, ovviamente, non a lui, ma alla burocrazia regionale,
che fino ad oggi ha impedito il pagamento delle spettanze arretrate degli
Lsu-Lpu. Il collega mi ha spiegato, credo a quello che dice, però il punto è
che la burocrazia regionale, fino ad oggi, ha impedito il pagamento relativo.
(Interruzione)
Il collega Mancini mi
dice che oggi hanno sbloccato i fondi, ne prendiamo atto. Sottolineiamo,
purtroppo sempre per colpa della burocrazia regionale, che siamo con mesi di
ritardo rispetto a quello che sarebbe dovuto essere per questi lavoratori e
queste lavoratrici. La critica politica resta, ma chiedo scusa sul fatto
personale al collega Mancini, non è mio costume attaccare personalmente mai
nessun collega, ma fare critiche politiche.
Presidente Talarico, la
Corte costituzionale su questa questione – lo voglio precisare per chiarezza –
ha bocciato una norma, ma non ha bocciato le convenzioni – l’ho detto nella
Conferenza dei capigruppo e lo voglio ribadire oggi in Aula – questo perché,
successivamente al pronunciamento della Corte costituzionale che è datato 20
febbraio 2013, il Ministero del lavoro ha inviato una circolare all’Inps, per
dare la possibilità di pagare i mesi di marzo ed aprile 2013 a tutti i
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Questo significa, nella
sostanza, che il Ministero del lavoro ha dichiarato che si possono pagare e che
le convenzioni restano in atto, anche perché la legge che disciplina gli Lsu è
la numero 388 del 2000, che – come mi insegnate – è una legge dello Stato e la
Corte costituzionale ha cassato una norma del Collegato alla finanziaria della
Regione Calabria e, per la gerarchia delle fonti, una legge statale ha
preminenza su una legge regionale.
La legge che vi ho citato,
la numero 388, rimane, quindi, in vigore e prova ne è che l’Inps sta per
saldare marzo ed aprile 2013 e non salderà, al momento, ancora maggio ed i
messi successivi, perché il Governo Monti ha lasciato scoperte le risorse per i
mesi successivi -vale per gli Lsu, vale per i cassintegrati, vale per le
mobilità-. Questo per chiarezza e per dare contezza che non è che decade la
legge, ma credo – dobbiamo dircelo con chiarezza – che il vero problema in
questo momento sia di natura economico-finanziaria.
Nonostante riteniamo che
quella lettera del direttore generale di sospensione temporanea fosse
illegittima, che non andava mandata agli enti utilizzatori, come Partito
democratico, oggi voteremo per responsabilità questa proposta di legge, perché
ci interessa risolvere il problema dei lavoratori socialmente utili e di
pubblica utilità, ma vogliamo sottolineare il fatto che, secondo noi, quella
circolare mandata dal direttore generale era da non mandare.
Voteremo questa proposta
di legge, però chiariamo un punto con forza, che è collegato a quello che ho
detto prima nell’interrogazione: già nel bilancio del 2013, in fase di
approvazione a dicembre, come gruppo del Partito democratico avevamo segnalato
il fatto che le risorse sarebbero arrivate fino a luglio-agosto del 2013, che
la Giunta regionale non aveva previsto di inserire le somme fino a fine anno.
Sottoponiamo questo, quindi, all’attenzione del Consiglio regionale e chiediamo
con forza che la Giunta regionale recepisca e trovi le risorse per arrivare a fine
anno, perché non possiamo accettare, in questo momento di difficoltà in Calabria. che questi lavoratori,
dal 16 luglio, dal 1° di agosto, non abbiano più la copertura finanziaria e che,
quindi, siano costretti ad interrompere il loro servizio, fondamentale per la
regione, perché – ricordiamolo – molti Comuni chiuderebbero senza questi
lavoratori.
Approviamo, allora,
questa proposta di legge, la votiamo, però con la riserva – che manifestiamo
pubblicamente – che vanno trovate le risorse, Presidente Scopelliti, per
proseguire dal mese di agosto in poi. Su questo, come Partito democratico, non
faremo nessuno sconto in quest’Aula, ma faremo un’opposizione durissima se le
risorse non saranno trovate, perché crediamo che, dopo quindici anni di
precariato e di servizio presso la Regione, non possiamo consentirci il lusso
di mandare a casa un solo lavoratore.
Per ultimo, su questa
storia della Corte costituzionale, credo che bisogna stare attenti a non
raccontare frottole ai lavoratori e che dobbiamo dire con chiarezza se il
problema sia di natura economica. Dobbiamo dichiararlo, assumerci la
responsabilità. Sappiamo che in questi anni la spending review è stata
molto dura per la Regione Calabria e per le Regioni meridionali, l’abbiamo
denunciato, ma, detto questo, dobbiamo trovare comunque, nelle pieghe del
bilancio, le risorse per pagare questi lavoratori fino al 31 dicembre.
Risolto questo problema,
chiediamo di predisporre una legge organica. Diamo mandato, facciamo una legge
transitoria oggi, ma chiediamo che venga elaborata una legge organica, per
mettere chiarezza nel panorama normativo calabrese su questa questione e
chiediamo alla Giunta regionale, al nuovo Governo che si insedierà – ci auguriamo
– da qui a poco, di qualunque colore politico sia, di natura tecnica o
politica, di organizzare subito un tavolo tecnico con i sindacati e con la
Regione Calabria, per reperire le risorse e per ricercare anche le modifiche
normative necessarie per la stabilizzazione, perché la Corte costituzionale ha
bocciato il punto sulla stabilizzazione, perché la spending review ha
stabilito che non si possono fare più stabilizzazioni, in questo momento, in
Italia.
Ci rivolgiamo, allora,
alla Giunta regionale affinchè richieda questo Tavolo per trovare le soluzioni
normative e giuridiche, per trovare le condizioni di stabilizzazione per questi
5 mila precari calabresi, che sono, da quindici anni, al servizio della
Regione, delle comunità montane, dei Comuni e delle Province, e che sono
fondamentali per la nostra regione.
Credo che questo sia il
punto decisivo, per questo come Partito democratico voteremo la proposta di
legge, ma con questa grossa riserva, che è quella di natura economica, perché
sappiamo che le risorse che ha messo a disposizione la Giunta regionale non
bastano per arrivare a fine anno, e chiediamo che si trovino le risorse per
arrivare al 31 dicembre 2013.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Non sarei intervenuto, se non dopo aver sentito il grido di dolore, l’accorato appello che viene dal
collega De Gaetano; ci è sembrato, per un attimo, come se noi vivessimo in un
altro pianeta e non fossimo coscienti delle grandi difficoltà, così come sono
emerse anche in Conferenza dei capigruppo.
Poco fa abbiamo preso l’impegno,
anche come capigruppo di maggioranza, di
trovare le risorse – lo ripeto – non per interesse elettorale o politico, benché
l’intervento dell’amico De Gaetano sembrasse una specie di ritorno alle urne,
ma soprattutto perché ci sono molti di questi enti che sono legati, per la loro
normale attività, quindi per l’ordinaria amministrazione, a queste figure da
tantissimi anni. Vorremmo anche trasmettere il messaggio che, per ciò che
riguarda gli aspetti degli impegni, noi non ci siamo mai sottratti, nonostante
le risorse, da quando ci siamo insediati, siano diminuite di un quarto, del 25
per cento: siamo partiti da 1 miliardo di euro a 780 milioni di euro di
bilancio.
Questo vorrei che fosse chiaro.
Non perché qualcuno voglia sottrarsi alle responsabilità che si è assunto, ma
soprattutto perché c’è la necessità incombente di dover rincorrere quelli che
sono i bisogni quotidiani, ordinari.
E’ chiaro, quindi, che il
provvedimento sia stato approvato oggi in Conferenza dei capigruppo con grande
celerità; apprezziamo il lavoro che ha svolto il Presidente del Consiglio
incontrando i sindaci, i sindacati e un po’ tutti i soggetti coinvolti, perché
riteniamo necessario che ci sia un’azione forte da parte del governo. Vorremmo
che fosse chiaro che, accanto alle responsabilità della Regione, che sono sulle
nostre spalle e sulle quali ricadono per intero, ci fosse anche la volontà di
mettere fine a tantissime forme di precariato, così come questa degli Lsu-Lpu
finalmente, e che si possa trovare una soluzione per la stabilizzazione.
Su questo chiederemo che
il Governo, che si insedierà da qui a breve, si prenda in carico le sorti dei
lavoratori calabresi e non solo, dato che la stessa problematica è comune a
tante altre Regioni. Lo sforzo viene fatto proprio in questa direzione, per
garantire le attività, soprattutto, a quegli enti locali in grande difficoltà
che, a causa del patto di stabilità, non riescono ad integrare i propri
organici ormai da quasi vent’anni; proprio per questo si tratta di un atto
dovuto, di una nostra responsabilità. Non dobbiamo deludere le aspettative di
tantissime di queste persone che ormai sono, alcune di queste, alla soglia
della pensione, di una pensione che non avranno mai dal punto di vista
economico e contributivo, ed è nostro dovere ridare un’immagine di efficienza a
quella burocrazia tanto denigrata dal collega De Gaetano, in riferimento al
pagamento delle spettanze, anche per ridare ai Comuni e agli enti che
usufruiscono di questi lavoratori la possibilità di continuare nelle loro
normali attività.
Se non ci sono altri
interventi, do la parola al Presidente Scopelliti per chiudere il dibattito sul
provvedimento e poi procedere alla votazione.
Dopo le dichiarazioni di
voto, la parola al Presidente Scopelliti.
Presidente, credo che questo disegno
di legge, presentato oggi dai colleghi Chiappetta e Salerno, metta una
toppa ad una serie di difficoltà che sono emerse negli ultimi tempi rispetto al
tema del mondo del precariato. Prima nella Conferenza
dei capigruppo all’incontro con i sindaci, con i rappresentanti
sindacali, ho avuto modo di rappresentare le problematiche decennali di questo
mondo ed ho avuto modo di ribadire un concetto secondo me importante: anche per
il mondo del precariato, con i suoi problemi, i nodi vengono al pettine, così
come stanno emergendo su tutti i fronti delle attività del nostro territorio calabrese.
Questa è l’ennesima riprova di come non ci siano più sconti e come,
soprattutto, chi oggi ha il compito di governare,
purtroppo, paghi il grado di responsabilità di chi ha gestito nel passato.
Non serve mandare a casa chi ha governato prima per dire
che abbiamo risolto i problemi, perché ci sono grandi responsabilità che si
pagano nel tempo. Gli Lsu e gli Lpu sono un modello che si avvicina e che anzi
rappresenta questo tipo di difficoltà per chi ha il compito di governare.
Cosa voglio dire? Ho fatto il Presidente del Consiglio
regionale e quando nel 1995 - 1996 ci fu la possibilità di inserire attraverso
i famosi “Pacchetti Treu” i ragazzi disoccupati per fare esperienze lavorative,
ricordo che ci furono comuni che presentarono progetti per centinaia di
lavoratori. Un comune di 2 mila abitanti con 30 dipendenti ha presentato
progetti per 50 lavoratori Lsu e Lpu.
Oggi alla fine è un po’ difficile che si riesca a dar
risposte a tutti, quando non si riescono a trovare strade per la stabilizzazione o, a maggior ragione, non ci sono le condizioni perché un
comune con pianta organica di 30 unità
ha 50 dipendenti precari.
Ecco, oggi dopo quasi 18 anni si pagano le irresponsabilità del passato.
Siamo di fronte ad una scelta ormai obbligata. Dobbiamo
decidere da che parte stare e poiché questi
lavoratori, forse, hanno molti più meriti di tanti altri, è chiaro che
oggi noi, come Regione, presentiamo questo disegno di legge, ci impegniamo a
rafforzare l’azione del percorso di stabilizzazione e quindi di nuova
occupazione, ma dobbiamo sapere tutti – lo abbiamo detto anche questa mattina
di fronte ai sindacati ed ai tanti sindaci presenti - che oggi è necessario un
gioco di squadra e una responsabilità maggiore da parte di tutti.
Voglio dire che partiamo da un bacino di circa 15/16 mila unità.
Sono stato assessore dal 2000 al 2002 ed in una sola annualità, con la famosa
legge 4 che erogava i famosi finanziamenti per le stabilizzazioni, in un solo anno stabilizzammo, nel
2001-2002, circa 2.800 persone.
Dopo
quell’intervento e quella scelta negli anni è decisamente calata la curva di
interesse e di coinvolgimento da parte degli enti a stabilizzare i lavoratori.
Ci
siamo trovati poi con tutta una serie di norme che disciplinavano i rapporti
che ulteriormente hanno reso
complessa anche la fase di assunzione e di stabilizzazione fino ad arrivare al
blocco del turn-over, cioè fino ad arrivare a queste nuove leggi che
hanno messo in difficoltà i comuni. Non solo il blocco del turn-over ma
anche il rispetto del patto di stabilità, altro elemento che ha messo in
difficoltà gli enti locali.
Qui
emergono delle responsabilità, perché a cavallo del 2000, 2005, 2006 e 2007,
quando ancora vi era la normativa che dava la possibilità ai comuni di una
tutela - vi era la riserva del 30 per cento che poteva esser utilizzata per
stabilizzare i lavoratori - tanti comuni, anche di città capoluogo di
provincia, in barba a questa legge, hanno fatto assunzioni clientelari e non si
sono affidati alle logiche che consentivano la stabilizzazione di una parte del
precariato.
Oggi
siamo, quindi, di fronte ad una scelta che diventa obbligata perché la Regione,
nonostante sia cambiata la filosofia che
riguarda i bilanci – e qui il collega De Gaetano oggi l’ha detto in Conferenza
dei capigruppo – ha rivendicato la necessità di mettere in campo tutte le
strategie possibili. Cambia il modo di agire e di attuare le strategie.
Non
puoi prevedere una convenzione tra l’ente Regione e il comune dicendo “ti
rinnovo la convenzione fino al 31 dicembre senza alcuna difficoltà” se tu non hai
la certezza della copertura finanziaria.
Pure
noi vorremmo dire: c’è la certezza del rinnovo sino al 31 dicembre. Ma non
abbiamo questa certezza perché se il Governo
non dovesse rifinanziare gli Lsu, il mondo del precariato, i 2.200 precari
calabresi noi avremmo una difficoltà che è pari a 21 milioni di euro che la
Regione non si può sobbarcare con facilità perché non abbiamo dove recuperare
queste risorse.
La
prima cosa che i sindacati sanno molto bene è quella di non dire “adesso tocca
alla Regione”. Non tocca alla Regione ma al Governo nazionale che ha creato questi strumenti e che continua
a finanziare gli Lsu e gli Lpu; noi i soldi per gli Lpu, gli altri precari, ce
li abbiamo perché rientrano nella famosa filosofia della legge che citavo
prima, di quando ero assessore in cui riuscii a recuperare gli Lpu, gli ex
articolo 7, i 144, che erano figure che il Governo strategicamente aveva creato e che a distanza di anni
aveva messo da parte.
Noi in
Calabria con quella legge ritenemmo che non era necessario mandare a casa
persone dopo una esperienza lavorativa, proprio per la loro capacità di mettere
in atto un rapporto lavorativo intenso ed importante per le amministrazioni; a
volte gli Lsu e gli Lpu hanno retto comuni periferici della Calabria perché hanno
garantito servizi essenziali e fondamentali e quindi sono insostituibili.
Diventa, quindi, difficile trovare alternative alla loro prestazione.
Oggi
abbiamo la grande sensibilità di dire che questo atto ci consente di fornire
una prima risposta ma che la battaglia è dell’Anci nazionale, che la battaglia
è del mondo sindacale a livello nazionale e che la battaglia è della Conferenza
delle Regioni dove noi dovremo cercare di stimolare ulteriormente affinché si prenda atto di questa scelta. Il Governo non potrà tirarsi indietro e
non finanziare queste azioni.
Se
così è, è chiaro che saremo in grado di assolvere al nostro compito; ancor di
più questa strada oggi ci impone un tavolo che abbiamo già individuato come
percorso e ci impone anche la possibilità di dire ai comuni “cosa volete fare
oggi?”.
Le
esperienze sono sempre legate a chi ha il compito di gestire. Quando ero
Presidente del Consiglio regionale avevamo qualcosa come 70 dipendenti e siamo
arrivati a 110 dipendenti nel 2000,; oggi il Consiglio regionale ha 350
dipendenti e i concorsi sono stati fatti a iosa.
Ricordo
di aver bandito un concorso perché mi trovai di fronte ad una responsabilità;
chiamai i direttori generali del Consiglio e dissi “chi sono queste figure che
voi mi portate in discussione ogni volta?” mi si rispose “sono fotocopiste,
dattilografe, tutte persone che consentono il funzionamento della macchina”.
Dissi “non sono indispensabili, le dobbiamo mandare a casa”. Erano le famose
cooperative.
A
questo mi si rispose “se noi le mandiamo a casa dobbiamo chiudere le attività
del Consiglio regionale”. Allora dissi “se è così, proponete, facciamo una
legge regionale”. Fu fatta una legge ed un concorso per la riserva per le 22
figure che erano indispensabili, così come fu fatto poi per gli 11 precari Lsu
– Lpu. Se un comune di 2 mila abitanti ha messo dentro 50 persone come Lsu e
Lpu, un Consiglio regionale poteva immaginare di metterne 200.
Feci
due progetti per 11 persone che oggi sono dipendenti del Consiglio regionale
perché nel tempo si sono avviate le procedure per una naturale e scontata
stabilizzazione perché garantiscono un servizio.
Ecco
cosa significa amministrazione: oggi dobbiamo rincorrere soluzioni e siamo in
grande difficoltà perché se qui non si trova la capacità da parte degli enti
locali di dare una opportunità e una prospettiva corriamo il rischio di
ingolfarci ulteriormente.
Pertanto
gioco di squadra significa un coinvolgimento reale dell’Anci. Ci sono comuni
che sono interessati ad assumere ma non lo possono fare, però oggi non possiamo
più – oggi dopo 14 anni – giocare sulla pelle di questi nostri concittadini e
non serve dire “adesso interpelliamo la Regione perché così ci consente la
possibilità di mantenere il precariato”. No, adesso invece il discorso è
diverso.
Questo
tipo di impegno che viene dirottato verso il territorio deve far assumere agli
amministratori e agli enti locali l’impegno di una stabilizzazione, di un
percorso di assorbimento dei 2.300 Lsu che oggi ci sono in modo da dar loro la
certezza di una stabilizzazione.
La
Regione può anche immaginare, magari, di intervenire recuperando eventualmente
risorse sul prossimo bilancio per dare incentivi alla occupazione, alla
stabilizzazione e così via, perché questo può dare un ulteriore impulso ma per
noi sarà difficile doverci sobbarcare – nel caso in cui il Governo non trovasse le risorse – un
intero pacchetto di tante persone che, ovviamente, ricadrebbero sul bilancio
come voci di spesa.
Siamo
arrivati ad una situazione in cui questo provvedimento aiuta a dar respiro ma
ci impegna tutti a trovare le soluzioni ed ognuno per la propria parte deve
mettere in campo tutte le risorse possibili per dare risposte e serenità a
questi lavoratori, per dar certezza occupazionale e lavorativa, per dare una
risposta a chi da oltre 15-16 anni lavora alle dipendenze degli enti locali ma
non gode di quei privilegi o quegli strumenti di legge di cui godono a volte i
tanti dipendenti pubblici. Perché sono, comunque, in una situazione un po’
diversa.
Credo
che su questo dobbiamo mettere un punto fermo e che l’impegno dell’Aula di
questa sera dimostri l’attenzione e soprattutto la grande considerazione che
questo Consiglio ha nei confronti del mondo del precariato. Non possiamo più
tergiversare ma dobbiamo tutti quanti lavorare per trovare una risposta.
Ecco
cosa oggi rappresenta questo atto, Presidente.
E’ un
impegno nel breve termine per garantire il lavoro di un tavolo tecnico e per
trovare soluzioni che diventino di stabilizzazione e di certezza lavorativa per
questo gruppo corposo di lavoratori calabresi.
Grazie
al Presidente Scopelliti.
Ha
chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, mi pare che i colleghi abbiano già anticipato il voto favorevole del
gruppo del Partito democratico perché, a
fronte di una proposta di legge che non risolve il problema ma dà un respiro a
questi lavoratori con un investimento di 21 milioni che consentirà la prosecuzione dei rapporti con i vari enti almeno fino a metà luglio,
un gruppo come il nostro non poteva che dare un voto favorevole non mancando di
far notare, però, che uno sforzo maggiore si sarebbe potuto fare per garantire
la copertura fino a fine anno.
Come
giustamente ha fatto notare il collega De Gaetano, avviene sempre il solito
giro per cui per coprire l’anno precedente si assorbono risorse dell’esercizio
di riferimento.
Questo
aspetto della copertura più ampia per noi era molto necessario per tentare di
affrontare e risolvere il problema definitivamente senza tensioni sociali,
perché arrivare ad una soluzione definitiva – lo sappiamo tutti – è
estremamente arduo.
Abbiamo
il vizio noi uomini delle istituzioni calabresi di fare salti tra passato e
presente senza spesso interrogarci sul futuro; qualche medaglietta di
positività, in ogni campo, insieme a molte negatività tutti possiamo
accamparla, ricordando esperienze di stabilizzazione completa in alcuni enti
locali e degli Lsu e degli Lpu.
Ma il
problema non è questo: noi dobbiamo mettere in piedi un sistema normativo che
trovi le risorse con l’ausilio dello Stato centrale e che, nello stesso tempo,
sia compatibile con lo stato della finanza locale generale e dei rapporti di
lavoro subordinato negli enti locali, con la fase difficile che noi stiamo
attraversando.
Vedo
che il Governatore ha colto
perfettamente non il suggerimento ma le considerazioni che avevamo fatto in
sede di Conferenza dei capigruppo. Perché, diciamo la verità, c’è stata una
difficoltà a rapportarsi con il Governo del Paese in questi anni che ha messo
il Mezzogiorno al di fuori di quelle che erano le politiche di carattere
generale.
Non voglio dire che la questione degli Lsu e degli
Lpu sia centrale nelle politiche di rilancio del Mezzogiorno ma è un piccolo
tassello rispetto ad una volontà dello Stato, del sistema politico italiano e
della classe dirigente per capire che finalmente questo Paese potrà rinascere e
riavviarsi sulla strada dello sviluppo se riparte il Mezzogiorno.
Il fatto che il sud sia stato assente dall’Agenda
politica del Paese non lo dice solo un partito, in questo caso i rappresentanti
istituzionali, in questo consesso, di un partito che da molti anni è stato alla
opposizione al Governo centrale, ma lo dice la massima autorità finanziaria
economica europea, cioè il Presidente della Banca Centrale Europea, Draghi, che
non viene certamente come un rivoluzionario meridionalista.
Se non riparte il Mezzogiorno non riparte il Paese.
Diciamo la verità, nel confronto col Governo
centrale in questi anni siamo stati estremamente timidi e questa questione
impegnerà la Giunta a mettere in piedi un quadro normativo da sottoporre al
confronto con le istituzioni, con i gruppi e con le parti sociali.
Ma questo quadro normativo potrà avere la
possibilità di avere successo se ci sarà un confronto con il centro e – come si
diceva – un confronto all’interno della conferenza Stato - Regioni.
Se mi posso permettere di dare un piccolo
suggerimento, anche se mi rendo conto che è quasi una presunzione quella di
poterlo dare, vorrei dire che dal momento in cui si sono istituite le Regioni,
le Regioni meridionali non sono state mai in grado di porre in essere una
politica unitaria.
Faccio l’esempio delle infrastrutture – per capirci
– e della Salerno-Reggio Calabria. Ma voi ritenete che se ci fosse stata una politica
unitaria delle Regioni meridionali la Salerno-Reggio Calabria avrebbe avuto
l’iter che, purtroppo, stiamo tutti soffrendo? Allora, poiché il problema degli
Lsu e Lpu riguarda in primo luogo le Regioni meridionali mi permetterei di
suggerire al Presidente Scopelliti di fare un confronto con i suoi colleghi
Governatori delle altre Regioni meridionali in modo da presentarsi al confronto
nella Conferenza Stato-Regioni con una posizione concreta, studiata, meditata,
unitaria in modo da avere un fronte positivo che si confronti – scusate la
cacofonia – con lo Stato centrale.
In questo contesto penso che da questo Consiglio
regionale possa partire anche l’idea di istituire nell’ambito della Conferenza
Stato-Regioni una Commissione delle Regioni meridionali. Ci sono una serie di
politiche, infatti, che non possono essere sviluppate singolarmente da una sola
Regione ma che richiedono un confronto prioritario e una sintesi per arrivare a
soluzioni che poi debbono avere un carattere nazionale.
Con questi sentimenti esprimiamo il nostro voto
favorevole e siamo pronti a dare il nostro contributo riformatore per metter in
piedi questo quadro normativo, così come siamo pronti a livello romano ad
impegnare i nostri rappresentanti nelle istituzioni a far la loro parte
affinché si raggiunga un utile risultato.
Possiamo procedere alla votazione della proposta di
legge numero 440/9^ che consta di un unico articolo e che pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
L’ultimo punto all’ordine del giorno
recita proposta di legge
numero 438/9^ di iniziativa del consigliere Pacenza recante: Modifiche
ed integrazioni alla legge numero 5/2013 “Sottoscrizione quota di capitale
sociale della società Aeroporto S. Anna S.p.A.”
Prego,
assessore Fedele.
Presidente,
si tratta di una piccola modifica di una legge già approvata alla unanimità, la
legge regionale numero 5 del 2013 sull’aeroporto di Crotone.
Al
fine di individuare una modalità di finanziamento dell’onere di servizio
compatibile con le regole per gli aiuti di Stato.
Solo
questo, c’è la copertura finanziaria e si tratta di un articolo unico con due
commi.
Pongo
in votazione l’articolo unico.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportato
in allegato)
Abbiamo
esaurito l’ordine del giorno pertanto il Consiglio sarà convocato a domicilio.
Ha chiesto congedo l’assessore
Caridi.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Norme regionali per la
disciplina, la tutela e la valorizzazione dell’apicultura calabrese
(delibera G.R. n. 25 del 28.1.2013)” (P.L. n. 425/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare– Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Modifiche alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69
(delibera G.R. n. 26 del 28.1.2013)” (P.L. n. 426/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Sono state, inoltre,
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Franchino – “Soccorso ed
elisoccorso in montagna. Norme per promuovere il soccorso alpino in Calabria”
(P.L. n. 416/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifiche alle
leggi regionali 60/2012 e 15/2008” (P.L. n. 417/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Modifiche alla
legge regionale 4 dicembre 2012, n.
62 (Istituzione di ecomusei in Calabria)” (P.L. n. 418/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Disciplina
delle Associazioni Proloco” (P.L. n. 419/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Principe – “Disposizioni per
il recupero, la tutela e la valorizzazione dei borghi più belli d’Italia in Calabria” (P.L. n. 420/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico D. –
“Interpretazione autentica dell’articolo 18, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8
“Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario
(Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4
della legge regionale n. 8/2002)”
(P.L. n. 421/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Istituzione e
promozione del bilancio sociale” (P.L. n. 422/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Promozione e valorizzazione del patrimonio tessile calabrese” (P.L. n. 423/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Modifiche
alle leggi regionali 10/2003 e 69/2012” (P.L. n. 424/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Sistema
informativo turistico – Iat” (P.L. n. 427/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Maiolo – “Modifica
dell’articolo 6 della legge regionale
15 gennaio 2009, n. 1 (Ulteriori disposizioni in materia di sanità)” (P.L. n.
428/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Grillo – “Modifiche alla legge regionale 15 gennaio 2009, n. 2
(Norme per l’istituzione di un Parco storico rievocativo del decennio francese
in Calabria)” (P.L. n. 429/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Grillo – “Norme per i
tirocini formativi nella Regione Calabria” (P.L. n. 430/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Salerno, Chiappetta, Gallo,
Serra, Parente – “Modifiche alla legge
regionale 13 dicembre 2012, n. 63 (Ridefinizione assetto giuridico della
“Fondazione
Campanella”)” (P.L. n. 431/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Integrazione
alla legge regionale 27 dicembre 2012,
n. 69” (P.L. n. 432/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
De Masi, Talarico D. –
“Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale
denominata “Stazione unica appaltante” e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di
lavori, di servizi e forniture” (P.L. n. 433/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Magno – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 13
maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della
Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)” (P.L. n. 434/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Magno – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013)”
(P.L. n. 435/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Modifiche alla legge regionale 10 febbraio 2012, n. 7”
(P.L. n. 436/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Disposizioni per
l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito ed alla prevenzione e il
trattamento del gioco d’azzardo patologico” (P.L. n. 437/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Pacenza – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 15
febbraio 2013, n. 5” (P.L. n. 438/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 27
dicembre 2012, n. 69” (P.L. n. 439/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Disciplina
transitoria per l’erogazione dei finanziamenti agli enti utilizzatori di
soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità” (P.L.
n. 440/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Afor (Azienda
forestale della Regione Calabria) per
l’anno finanziario 2013 (Delibera Giunta regionale n. 44 dell’11.2.2013)”
(P.P.A. n. 208/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Surroga del consigliere regionale Demetrio Battaglia, dimissionario” (P.P.A. n. 209/9^)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 50 dell’11 febbraio 2013, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2, legge regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano di reinserimento occupazionale 2013” (Parere n. 54)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
L’onorevole Giovanni
Nucera, con nota del 7 febbraio 2013, ha espresso la volontà di ritirare la
proposta di legge n. 417/9^ recante: “Modifiche alle leggi regionali 60/2012 e 15/2008”.
La Giunta regionale con
nota n. 11933 del 14.1.2013 ha trasmesso la deliberazione n. 536 del 6.12.2012,
con cui ha rettificato la deliberazione n. 491 del 12.11.2012 (P.P.A. n.
207/9^), recante: “Adozione della proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fesr
2007/2013 e autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del
Comitato di sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea”.
La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2203 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 541 del 10 dicembre 2012, recante: “Piano regionale - legge regionale 12 giugno 2009, n. 18 <Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali>” (Parere n. 49)
La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2205 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 517 del 6 dicembre 2012, recante: “Politiche di snellimento e semplificazione amministrativa di cui alla legge regionale n. 19/2009, art. 5, comma 7” (Parere n. 50)
La seconda Commissione consiliare, con nota n. 2192 del 15 gennaio 2013, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio 2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 570 del 13 dicembre 2012, recante: “Por Fesr Calabria 2007/2013. Asse I – Ricerca scientifica, innovazione tecnologica e società dell’informazione: linee di intervento 1.1.3.1, 1.1.3.2 e 1.1.4.1 Approvazione direttive di attuazione legge regionale n. 40/2008/, art. 1” (Parere n. 52)
La seconda Commissione
consiliare, con nota n. 2210, ha comunicato che nella seduta del 14 gennaio
2013 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 581 del 28 dicembre 2092,
recante: “Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi
(art. 35, comma 2, legge regionale 7/2001) – Approvazione programmi” (Parere n.
53)
L’onorevole Francescantonio
Stillitani, in data 18 gennaio 2013 ha aderito al gruppo consiliare “Misto”,
giusta comunicazione acquisita in data 21 gennaio 2013, protocollo generale n.
2978.
L’onorevole Vincenzo Antonio
Ciconte, in data 1° febbraio 2013 ha aderito al gruppo consiliare “Partito democratico”, giusta comunicazione acquisita in pari data, protocollo
generale n. 5591.
A seguito dell’adesione dell’onorevole
Vincenzo Antonio Ciconte al gruppo consiliare del “Partito democratico” il gruppo “Progetto democratico” è sciolto avendo perso i
requisiti di cui all’articolo 13, comma 2 del Regolamento interno del Consiglio
regionale.
Pertanto, ai sensi del comma
4 del predetto articolo 13, i consiglieri Ferdinando Aiello e Rosario Mirabelli
sono assegnati al gruppo “Misto”.
La prima Commissione
consiliare, nella seduta del 14 marzo u.s., ha proclamato eletto Vicepresidente
il consigliere regionale Pasquale Maria Tripodi.
In data 10 gennaio 2013, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 1
del 19 gennaio 2013 al B.U.R. n. 2 del 16 gennaio 2013:
Legge regionale 10 gennaio
2013, n. 1, recante: "Disposizioni di adeguamento all’articolo 2 -
riduzione dei costi della politica - del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174
(Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti
territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate
nel maggio 2012) convertito con modifiche con legge 7 dicembre 2012, n.
213";
Legge regionale 10 gennaio
2013, n. 2, recante: "Disciplina del collegio dei revisori dei conti del
Consiglio regionale della Calabria".
In data 15 gennaio 2013, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario
n. 2 del 24 gennaio 2013 al B.U.R. n. 2 del16 gennaio 2013:
Legge regionale 15 gennaio
2013, n. 3, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 57
del 15 novembre 2012 «Legge organica di protezione civile della Regione
Calabria»";
Legge regionale 15 gennaio
2013, n. 4, recante: "Modifiche alla legge regionale 6 novembre 2012, n.
54 (legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità
calabresi nel mondo)".
In data 15 febbraio 2013, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge
regionale e che la stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 3
del 22 febbraio 2013 al B.U.R. n. 4 del 16 febbraio 2013:
1) Legge regionale 15
febbraio 2013, n. 5, recante: "Sottoscrizione quota di capitale sociale
della società Aeroporto S. Anna SpA".
La Giunta regionale, con deliberazione n. 27 del 28 gennaio 2013, ha prorogato il Programma Auto sostenibile di Sviluppo nel Settore Forestale Regionale anno 2013 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 623 del 23.12.2012.
La Giunta regionale, con
deliberazione n. 67 dell’8.3.2013, ha provveduto ad apportare modifiche al
documento tecnico di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 580 del
28.12.2012, nonché al bilancio dipartimentale di cui alla deliberazione della
Giunta regionale n. 579 del 23.12.2012, ai sensi dell’articolo 10 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Rettifica nota apposta al capitolo 12010123
per correzione errore materiale.
La Giunta regionale, con deliberazione n. 82 dell’8.3.2013, ha approvato il protocollo di intesa tra la Regione Calabria e la Repubblica d’Albania.
In data 4 .gennaio 2013, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 3
dell’11 gennaio 2013 al B.U.R. n. 1 del 2 gennaio 2013:
Regolamento
regionale n. 1 del 4 gennaio 2013 concernente:
"Regolamento per il funzionamento del Servizio Ispettivo".
La prima Commissione
consiliare, nella seduta del 16 gennaio 2013, ha approvato la Risoluzione n.
1/2013 sulla proposta di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere
regionale Bruni, recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di
Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia".
Talarico
D. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
la
legge regionale 21 agosto 2007 n. 20 (Disposizioni
per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di
accoglienza per donne in difficoltà) stabilisce quanto segue:
“La Regione, anche in
attuazione della legge 4 aprile 2001, n. 154, «Misure contro la violenza nelle
relazioni familiari» e della legge 8 novembre 2000, n. 328, «Legge quadro per
la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali»,
promuove, coordina, stimola iniziative per contrastare la violenza sessuale,
fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a
sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali, a partire
da quello familiare ". (Art. 2 c. 1)
i finanziamenti di cui alla
predetta legge sono stati sospesi nel 2010;
l’Amministrazione regionale,
a seguito di numerose sollecitazioni, in data 20 maggio 2011, emanava un avviso
pubblico per la selezione di progetti finalizzati alla creazione o
potenziamento di centri di ascolto per
vittime di violenza di genere;
in seguito, con un decreto
n. 12990 in data 17 ottobre 2011, il Dipartimento 10 della Regione Calabria
pubblicava la relativa graduatoria;
nel
dispositivo del decreto è stabilito che gli uffici competenti del Settore
Politiche sociali sono autorizzati "a
dare corso, con successivi atti, ai finanziamenti nei confronti dei sopradetti aventi
diritto al contributo, fino all’esaurimento delle risorse finanziarie
disponibili";
con
i decreti n. 10480 (in BURC, Suppl. straordinario n. 3 al n. 18 dell’1
ottobre 2012) e n. 10479 (in BURC, Suppl. straordinario n. 1 al n. 21 del 16
novembre 2012) del 18 luglio 2012
(Trasferimento somme ai beneficiari dei progetti finalizzati alla creazione o
potenziamento di centri di ascolto per donne vittime di violenza di genere»),
il Dirigente del Settore 10 della Regione Calabria liquidava alla Fondazione «Città
Solidale Onlus» (Cz) ed al Comune di Lamezia Terme, la somma di euro 45.000,00
pari al 60% dell’intera somma dovuta;
in questo modo la Regione
Calabria ha provveduto al finanziamento di soli 2 progetti, dei 7 ammessi al
finanziamento;
il mancato finanziamento
degli altri cinque soggetti ammessi a finanziamento potrebbe determinare una
chiusura delle attività degli stessi -:
quali sono le motivazioni
alla base della scelta di finanziare soltanto due dei sette soggetti ammessi a
finanziamento e, qualora il motivo fosse il rispetto del patto di stabilità, in
base a quali criteri sono stati selezionati i due soggetti effettivamente
finanziati;
quali misure si intendono
adottare affinché anche gli altri cinque soggetti ammessi a finanziamento
possano, in tempi brevi, essere liquidati.
(320; 18.01.2013)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
nell’ambito del Por Fesr Calabria 2007-2013, Asse VII - sistemi produttivi, linea di intervento 7.1.4.1 - Pacchetti Integrati di Agevolazioni per sostenere la competitività delle imprese esistenti, la Regione Calabria pubblicava in data 5 giugno 2012 avviso pubblico per il sostegno alle PMI calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre;
come recita l’art. 1 dell’Avviso si intende a supportare le imprese titolari di emittenti televisive locali:
a) nella transizione delle trasmissioni televisive dal sistema analogico ai sistema digitale terrestre;
b) nell’introduzione delle nuove tecnologie disponibili nel settore della trasmissione televisiva in tecnica digitale al fine di agevolare l’integrazione con il sistema economico e produttivo del territorio regionale e favorire positive ricadute sociali, culturali ed economiche;
l’avviso è teso a favorire, in considerazione degli impatti sociali, culturali ed economici derivanti dal passaggio al sistema digitale terrestre, il rafforzamento del sistema delle imprese regionali operanti nel settore della tele-radiotrasmissione sostenendone, in stretta coerenza con quanto previsto dall’Asse VII del Por Calabria Fesr n. 2007/2G13, l’ammodernamento delle strutture produttive e organizzative, attraverso l’attivazione di investimenti sia materiali che immateriali;
con riferimento alla tempistica prevista per la valutazione dei piani di sviluppo aziendale, l’Amministrazione regionale nomina un Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) composto da esperti con pluriennale esperienza sulle tematiche oggetto di valutazione e del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria;
entro 120 giorni dal termine di chiusura dell’Avviso, l’Amministrazione regionale approva e pubblica nel Bollettino Ufficiale, la graduatoria dei Piani di Sviluppo Aziendali ammessi alle agevolazioni e l’elenco delie domande non ammesse, con l’indicazione delle cause di esclusione;
i termini previsti dal bando sono stati superati e, stante l’importanza per il settore televisivo calabrese, lo stesso Presidente della Giunta regionale aveva assicurato che la graduatoria sarebbe stata pubblicata entro il mese di novembre dello scorso anno, ma a tutt’oggi non si sono registrate novità;
i ritardi accumulati stanno determinando situazioni preoccupanti per gli operatori del comparto tenuto conto delle anticipazioni finanziarie affrontate dalle aziende per riconvertirsi al nuovo sistema digitale, difficoltà che hanno portato in molti casi a non poter garantire la retribuzioni dei numerosi dipendenti e giornalisti -:
quale sia lo stato della istruttoria per la valutazione delle domande e i tempi previsti per la pubblicazione della graduatoria, se vi sono ritardi rispetto a quanto definito dal bando e, in caso affermativo, quali azioni si intendano intraprendere per sollecitare gli organismi competenti ad adempiere in tempi brevi alle relative incombenze.
(321; 24.01.2013)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il 31 marzo 2013 è stato fissato come data ultima per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari senza previsione di alcuna proroga e nel mese di dicembre scorso la stessa competente Commissione Parlamentare presieduta dal sen. Ignazio Marino ha disposto il sequestro di alcuni OPG, compreso quello di Barcellona Pozzo di Gotto dove sono internati circa 40 infermi di mente della Calabria;
il Governo nazionale, nonostante le numerose sollecitazioni della Commissione, non ha reso ancora operativo il decreto di riparto tra le regioni delle risorse finanziarie previste per le nuove strutture che, per quanto concerne la Regione Calabria, prevede, attraverso un piano di massima, l’attivazione in uno dei reparti dell’ex Ospedale Psichiatrico di Girifalco di una comunità residenziale che andrà ad accogliere una parte dei pazienti che derivano dalla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto;
tutto è fermo in attesa del finanziamento del Ministero della salute che per la Calabria ammonta a sei milioni e mezzo di euro, finanziamento che si trova attualmente bloccato presso il Ministero dell’economia ed il Cipe;
i tempi previsti per la ristrutturazione e per la messa in opera della struttura di Girifalco saranno di almeno un anno con il rischio concreto di vedere, in assenza di soluzioni alternative, gli attuali internati calabresi trasferiti in carcere o semplicemente messi sulla strada;
in ogni caso, si prefigura il rischio, ove non adeguatamente programmato, che si possa creare in Girifalco un’altra struttura emarginante, laddove per i soggetti interessati bisogna pensare anche a più strutture residenziali con numeri limitati di ospiti aperte al territorio;
nell’ambito di una valida politica psichiatrica gli interventi socio-sanitari devono caratterizzarsi per il rispetto della dignità e dei diritti di questi soggetti, attivando progetti individualizzati, potenziando gli organici dei dipartimenti di salute mentale e i servizi diurni e domiciliari, i gruppi appartamento creando una rete che accolga queste persone che abbisognano di cure adeguate -:
in quale stato si trovi l’iter del finanziamento disposto dal Ministero della salute e attualmente fermo al Ministero dell’economia riguardante gli interventi presso la struttura di Girifalco e i tempi previsti per l’erogazione delle somme alla Regione Calabria;
se, stante l’urgenza, possano prevedersi tempi più ristretti per gli interventi di ristrutturazione del reparto dell’ex ospedale psichiatrico di Girifalco;
se, nelle more, alla luce di quanto in premessa, non si ritenga opportuno, attraverso un’adeguata programmazione degli interventi, utilizzare le strutture alternative residenziali per soggetti psichiatrici già operanti nella nostra Regione, in particolare nella provincia di Reggio Calabria, che per le loro caratteristiche potrebbero rispondere efficacemente alle esigenze dei soggetti, prevedendo, altresì, l’istituzione di nuovi Gruppi Appartamento.
(322; 24.01.2013)
Talarico D. All’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:
la legge regionale 26 aprile 1995, n. 27 (Riconoscimento del centro RAT - Ricerche audiovisive e teatrali di Cosenza) stabilisce quanto segue:
"La Regione Calabria, al fine di contribuire in misura concreta alla promozione culturale, tramite il lavoro del teatro, secondo quanto previsto dallo art. 56 punto O dello Statuto, riconosce il "Centro R.A.T. - Ricerche Audiovisive e Teatrali, Soc. cooperativa s.r.l. " organismo stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale di rilevanza regionale. In considerazione, inoltre, del fatto che il suddetto organismo è già riconosciuto a tale titolo dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo, (art. 1); Il Centro R.A.T. - Teatro Stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale svolge la sua attività attraverso: a) Produzione di spettacoli teatrali; b) Gestione e programmazione diretta del Teatro dell’Acquario di Cosenza (teatro, musica, danza etc.); c) Gestione e programmazione diretta della Sala Julian Beck (mostre, dibattiti, conferenze, seminari etc); d) Gestione e programmazione diretta di altri spazi teatrali; e) Direzione e coordinamento del Centro Studi delle Arti (diretta emanazione del Centro R.A. T.); f) Ideazione, organizzazione, direzione di Festival, Rassegne ed altre manifestazioni a carattere nazionale e internazionale; g) Corsi di formazione professionale, stage di perfezionamento o altre attività didattico-formative. (Art.2) ; Per la realizzazione delle finalità di cui alla presente legge, si riconosce al centro R.A.T. con sede legale in Cosenza un contributo annuo per l’attuazione dei punti a), b), c), d), dello art. 2. (art. 3);
i finanziamenti di cui alla predetta legge sono stati sospesi, arrecando alla cooperativa teatrale un significativo danno economico che rischia di riflettersi fortemente sulla programmazione delle attività del Teatro dell’Acquario nella stagione 2013;
il Centro R.A.T. ha formato centinaia di registi, attori e teatranti, e si distingue da oltre 30 anni nell’organizzazione di attività culturali sperimentali ed innovative di rilievo nazionale ed internazionale;
il Teatro dell’Acquario rappresenta, oggettivamente, un polo culturale importante per la città di Cosenza e la Regione Calabria;
l’istituzione del Fondo Unico per la Cultura, in questo caso, penalizza fino all’esclusione dai finanziamenti pubblici le cooperative teatrali che in Calabria rappresentano una storia importante e significativa;
la storia del teatro calabrese è, in gran parte, la storia delle cooperative teatrali. Intorno ad esse sono cresciuti e si sono affermati decine di operatori teatrali e culturali, oggi apprezzati professionisti in Calabria e nel Paese;
il teatro dell’Acquario simboleggia un patrimonio culturale dell’intera Regione Calabria che, tutti, indistintamente, al di sopra di ogni appartenenza, dobbiamo difendere, tutelare e rafforzare;
negli ultimi 5 anni il centro R.A.T. ha subito una riduzione dell’80% dei finanziamenti di cui alla normativa citata in premessa;
la mancata applicazione della su citata legge 27/95 potrebbe determinare una chiusura delle attività del centro R.A.T. e del teatro dell’Acquario di Cosenza;
migliaia di cittadini calabresi hanno firmato una petizione pubblica tesa a sensibilizzare le istituzioni competenti a mettere in atto azioni concrete per la salvaguardia delle attività del teatro dell’Acquario -:
quali iniziative intende adottare per salvaguardare le attività culturali delle cooperative teatrali calabresi.
(323; 30.01.2013)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
così come riportato dai giornali locali, il direttore generale dell’Ospedale civile “Annunziata” di Cosenza avrebbe anticipato alle organizzazioni sindacali lo schema del management aziendale che dovrebbe prevedere, grazie alla deroga del blocco del turnover dei dipendenti andati in pensione, l’assunzione dei primari di Urologia, Ortopedia, Chirurgia vascolare, Neurologia, Pronto soccorso, Odontoiatria, Terapia del dolore, Otorinolaringoiatria, Malattie infettive;
le stesse fonti di informazioni riferiscono di ulteriori 6 assunzioni di assistenti così distribuite: una a testa per Reumatologia e Neonatologia, due per Cardiologia e altrettante per Terapia intensiva;
le eventuali assunzioni di cui ai punti precedenti, per detta degli stessi addetti ai lavori, non rappresentano in questo momento l’urgenza dell’Ospedale civile "Annunziata" di Cosenza, trattandosi esclusivamente di ruoli dirigenziali;
mancano da questo elenco, se si esclude il posto da primario, i rinforzi necessari invocati per Ortopedia, né si interviene sulle Unità operative a rischio per l’eventuale mancato rinnovo dei precari;
sono ben ravvisabili, visto il momento in cui si sta ragionando delle nuove assunzioni, gli intenti elettoralistici di questa eventuale operazione;
la Giunta regionale, nonostante l’approvazione in Consiglio regionale di un ordine del giorno, finora non ha proceduto ad attuare nessuna procedura finalizzata alla proroga 41 precari dell’Asp di Cosenza, a quelli di Crotone e Reggio Calabria, che svolgono un’attività lavorativa importante per garantire la continuità assistenziale sia territoriale che ospedaliera;
il Consiglio regionale, nella sua interezza, e più volte anche la Terza Commissione regionale "Sanità", ha sollecitato l’Ufficio del Commissario a procedere nel senso della stabilizzazione dei precari;
i lavoratori precari che svolgono da almeno 15 anni attività nei pronto soccorso, nelle attività sanitarie territoriali e negli ospedali non possono essere considerati dei semplici numeri -:
se le notizie riportate dagli organi di informazione riguardanti l’assunzione di 9 primari e 6 assistenti corrispondano al vero;
quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere per dare seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale in merito alla stabilizzazione dei precari della sanità calabrese;
i motivi delle dimissioni del direttore generale Achille Gentile.
(324; 04.02.2013)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel mese di novembre dell’anno 2010 veniva sottoscritto dalla Regione Calabria e dal Ministero dell’Ambiente un Accordo di Programma Quadro finalizzato a fronteggiare il rischio idrogeologico mediante la realizzazione di interventi urgenti per un importo complessivo di 220 milioni di euro, cofinanziato per il 50% dalia stessa regione Calabria;
lo stesso APQ, tenuto conto della necessaria urgenza degli interventi previsti, prevedeva l’istituzione di una struttura commissariale autonoma (DPCM 21701/2011) avente lo scopo di accelerarne le procedure per la loro realizzazione e veniva nominato Commissario straordinario delegato il dott. Domenico Percolla;
a distanza di oltre due anni dalla stipula dell’accordo, si registra l’esecuzione di pochissimi interventi tra quelli programmati a differenza, invece, di altre realtà regionali che si sono mosse con più celerità;
gli investimenti economici previsti, nonostante siano insufficienti per mettere in sicurezza l’intero territorio regionale, sono importanti per intervenire e risolvere le criticità più urgenti;
come denunciato in varie occasioni, l’Ufficio del Commissario ha mostrato limiti evidenti nella gestione delia programmazione ed esecuzione degli interventi finanziati -:
quale sia lo stato di attuazione dell’Accordo di Programma Quadro richiamato in premessa e nello specifico quale sia l’iter progettuale ed esecutivo dei circa duecento interventi programmati, dei quali ben ottantotto hanno trovato una adeguata copertura finanziaria in una prima fase;
quali siano gli ostacoli di ordine burocratico che impediscono la realizzazione in tempi brevi dei suddetti interventi;
quali azioni si intendano intraprendere, nell’ambito delle competenze regionali, nei confronti anche del Ministro dell’Ambiente, per sbloccare una situazione che si fa sempre più drammatica e della quale lo straripamento del fiume Crati e l’inondazione dell’area archeologica di Sibari rappresentano l’ultimo esempio in ordine di tempo.
(325; 12.02.2013)
De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione
Calabria, con L.R. del 7 dicembre 2007, n. 26, ha istituito l’autorità
regionale denominata «Stazione Unica Appaltante» e disciplinato la trasparenza
in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture;
il testo
normativo sancisce, all’articolo 1, per la Regione Calabria e gli Enti,
Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa collegati,
nonché per le società miste a maggioranza regionale, per gli enti del servizio
sanitario regionale, l’obbligo di ricorrere alla S.U.A. per svolgere l’attività
di preparazione, indizione e di aggiudicazione delle gare concernenti lavori ed
opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi;
sul “Corriere
della Calabria” del 7 febbraio 2013, in un articolo della giornalista Alessia
Candido, emerge che, da un’indagine condotta sul sito dell’Ospedale
Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, nella sezione "Bandi di gara
e Concorsi", gli ultimi due bandi cii gara, rispettivamente:
"fornitura di materiale specialistico e protesico", di euro
4.887.135,00 annuale più IVA, e "affidamento per mesi sei del servizio di
pulizia giornaliera" di euro 1,5 milioni sono gestiti in maniera autonoma
dall’Azienda Sanitaria, nonostante la S.U.A. sia incaricata ex legge della
gestione di tutti gli appalti di importo superiore ai 150.000,00 euro;
sullo stesso
settimanale, da un articolo a firma di Pablo Petrasso, si evince che la
dotazione organica della S.U.A., ad oggi, è coperta solo per il 25% rispetto a
quella definita dalla Giunta regionale, ovvero 35 unità su 131 -:
se corrisponde al vero quanto riportato dal “Corriere della Calabria”
in riferimento alla gestione autonoma da parte dell’Ospedale di Reggio Calabria
dei bandi di gara superiori ai 150.000,00 euro;
quali sono, eventualmente, le ragioni giuridiche e politiche della non applicazione
della L.R. 26/2007, la cui ratio sta,
appunto, nel garantire la vigilanza sulla correttezza, trasparenza ed
efficienza in materia di appalti pubblici, attraverso la Stazione Unica
Appaltante;
se e quali iniziative intende adottare la Regione Calabria al fine di
addivenire al completamento della dotazione organica della S.U.A. e consentire
in tal modo un effettivo e costante utilizzo di quest’autorità regionale.
(326; 14.02.2013)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che
il Governo
nazionale attraverso diversi provvedimenti adottati nell’anno 2012 ha
disciplinato i rapporti di credito e debito tra la Pubblica Amministrazione e
!e imprese fornitrici sulla base della legge 6 luglio 2012, n. 94;
in particolare
sulla tematica rilevano due decreti certificazione e più specificatamente il
D.M. 25 giugno 2012 avente ad oggetto la certificazione dei crediti scaduti nei
confronti delle regioni ed enti locali, un decreto compensazione del 25 giugno
2012 che regolamenta la compensazione di crediti maturati nei confronti di
regioni, enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale e un decreto sul
fondo centrale di garanzia a cui si sono succeduti ulteriori decreti
ministeriali di recepimento delle modifiche della normativa primaria;
attualmente il
procedimento di certificazione del credito è gestito tramite un piattaforma
elettronica messa a disposizione dal Ministero dell’economia e delle Finanze e
gli attori principali nella certificazione dei crediti sono il titolare del
credito e l’amministrazione o ente debitore;
per rendere
operativo il sistema è necessario che i soggetti debbano accreditarsi alla
piattaforma elettronica e per quanto concerne le amministrazioni pubbliche le
stesse debbono essere preventivamente registrate nell’Indice Pubblica
Amministrazione (IRA);
da notizie di
stampa si apprende però, che il numero delle P.A. che si sarebbero accreditate
sulla piattaforma elettronica è limitato mentre, nelle more, è stata eliminata
la possibilità di utilizzare in via transitoria la modalità cartacea;
tale
situazione sta determinando ulteriori problemi alle imprese le quali, con un
sistema di fatto bloccato, si trovano nell’impossibilità, in presenza di uria
forte carenza di liquidità, di accedere ai servizi sostitutivi come la
certificazione;
anche la
Regione Calabria sembra non aver ancora ottemperato all’accreditamento con
gravi conseguenze per le imprese che operano sul territorio regionale e che
vantano crediti nei confronti dell’ente regione -:
se la Regione
Calabria, anche attraverso le sue varie articolazioni amministrative, abbia
provveduto ad effettuare l’accreditamento al sistema PCC e, in caso contrario,
quali siano le motivazioni del ritardo;
in ogni caso
quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per sanare una
situazione che rischia di compromettere ulteriormente lo stato economico delie
imprese regionali alle prese con una crisi sistemica che coinvolge l’intero
Paese.
(327;
18.02.2013)
Guccione,
Censore, De Gaetano. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore ai lavori pubblici.
Per sapere – premesso che:
nel collegato
alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012, all’art. 39 - Programma
regionale di edilizia residenziale comunque denominati - si autorizzava il Dipartimento
regionale ai LL.PP ad avviare una attività di ricognizione dei programmi di
edilizia comunque denominati e finanziati per rendere immediatamente
utilizzabili le risorse disponibili, in grado di essere immediatamente spese su
programmi edilizi da subito cantierabili;
il
Dipartimento regionale ai LL.PP. veniva autorizzato a rimodulare i fondi
disponibili per "un loro tempestivo reimpiego, non solo in considerazione
delle emergenze abitative, ma anche in ragione del positivo impulso che in un
momento particolare ed acuta congiuntura economica, l’immediata disponibilità
di tali risorse potrà esplicare sul territorio";
lo stesso
Dipartimento LL.PP. ed infrastrutture ha prodotto, a tal fine, un atto di
indirizzo che avrebbe dovuto essere finalizzato alla immediata utilizzazione
delle risorse e dei fondi non utilizzati, in particolare delle disponibilità
finanziarie esistenti presso la Cassa Depositi e Prestiti;
con la
delibera di G.R. n. 347 del 30 luglio 2012 e, nell’approvare il programma
operativo per l’utilizzo di tali, impegnava solo una minima parte dei
finanziamenti per finanziare, in particolare, le imprese utilmente inserite
nelle graduatorie della legge 36/2008, mentre una buona parte delle restanti
risorse viene destinata a finanziare futuri programmi (programmi urbani
complessi, programmi sperimentali);
la Legge 8
febbraio 2001 all’art. 6 (Riprogrammazione di fondi di edilizia residenziale
pubblica) prevede che "I fondi di edilizia residenziale sovvenzionata ed
agevolata, già attribuiti alle regioni, possono essere riprogrammati dalle
stesse anche in difformità dagli obiettivi fissati dalle delibere del Comitato
interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ai sensi dell’articolo
2 della legge 5 agosto 1978, n. 457, e successive modificazioni";
al fine di
essere conseguenti con le decisioni prese dal Consiglio regionale in sede di
approvazione del collegato al bilancio 2012, vale a dire il tempestivo
reimpiego delle risorse rinvenute, e per superare parzialmente i vincoli
collegati al rispetto del patto di stabilità che impediscono l’immediato
utilizzo dei fondi impegnati dalla legge 36/2008;
i soggetti
attuatori (imprese di costruzioni, cooperative, Comuni, Aterp, Università),
finanziati dalla suddetta legge regionale e che hanno già avviato cantieri per
decine di milioni di euro, rischiano di non poter proseguire i lavori per i
limiti del patto di stabilità regionale che non consente di liquidare quanto
dovuto -:
per sapere
quali iniziative si intendono adottare e predisporre perché vengano utilizzate
tutte le risorse disponibili per l’edilizia sociale, in particolare quelle
giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti non soggette al rispetto del patto
di stabilità e per destinarle, nell’immediato, al finanziamento prioritario dei
programmi di edilizia sociale inseriti nelle graduatorie della legge 36/2008 e,
parimenti, di destinare le risorse che si renderanno di conseguenza disponibili
dalle economie impegnate dalla legge 36/2008 sui futuri programmi (programmi
urbani complessi, programmi sperimentali) previsti ai punti 3.2 e 3.3 del
programma operativo approvato con delibera G.R. 347/2012 per dare modo al
settore dell’edilizia pubblica e privata calabrese di difendersi da una crisi
che, nella nostra regione, ha già provocato la chiusura di centinaia di imprese
ed aziende.
(328;
19.02.2013)
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con DPGR n.
197 del 20 dicembre 2012, emesso dal Presidente della Giunta regionale nella qualità
di Commissario ad acta per la sanità, avente ad oggetto la razionalizzazione
degli interventi in materia di randagismo è stata prevista l’istituzione di una
rete di canili sanitari nel territorio regionale;
l’intervento
si inserisce nell’ambito della legge 14 agosto 1991 n. 281 (legge quadro in
materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) che prevede che
le regioni, con proprio dispositivo, stabiliscano i criteri per la costruzione
e per il risanamento dei canili comunali, nonché le modalità di riparto del
fondo, istituito ai sensi dell’art. 8 della legge medesima, tra i comuni;
con il
suddetto decreto commissariale è stato approvato il relativo piano di
intervento che prevede l’istituzione di numero sette canili sanitari di cui due
in provincia di Cosenza, due in provincia di Reggio Calabria e uno ciascuno per
le altre Provincie;
la normativa
nazionale e quella regionale (n. 41 del 5 maggio 1990) prevedono l’istituzione,
accanto ai canili sanitari, finalizzati ad un ricovero provvisorio per gli
accertamenti sanitari di rito, dei canili rifugio il cui scopo è quello di un
ricovero permanente e stabile degli animali per l’adozione degli interventi
previsti dalla legislazione in materia;
il decreto
commissariale in esame, nell’utilizzare i fondi ministeriali, non ha previsto
risorse per la costruzione o l’adeguamento delle strutture adibite a canili
rifugio -:
se nell’ambito
dei fondi regionali siano state previste risorse aggiuntive per la costruzione
o adeguamento dei canili rifugio, anche alla luce dei nuovi requisiti richiesti
per l’accreditamento;
in caso
contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per rispondere a tale
esigenza tenuto conto che, in assenza di tali strutture, dopo il primo periodo
di ricovero presso i canili sanitari si prefigura il rischio concreto che la
fase di accoglienza degli animali non possa essere evasa;
se, in ultima
analisi, non si possa procedere ad una rimodulazione del budget finanziario e
prevedere una quota parte finalizzata alla costruzione e/o adeguamento dei
canili rifugio.
(329;
26.02.2013)
De Masi,
Talarico D. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
Fincalabra
S.p.A. è stata istituita con la L.R. n. 7 del 30 aprile 1984, allo «scopo di
concorrere nel quadro della politica di programmazione economica della regione,
allo sviluppo economico e sociale della Calabria»;
con Presidenza
del Presidente Aurelio Chizzoniti il 24 gennaio 2013, si è riunita la
Commissione Speciale di Vigilanza con all’ordine del giorno "Audizione
Presidente di Fincalabra s.p.a., per acquisizione elementi di valutazione
afferenti realizzazione obiettivi strategici, risorse umane, organizzazione
territoriale, progetti ed investimenti";
è stato audito
il Dottor Umberto De Rose, Presidente di Fincalabra S.p.a.;
il Presidente
Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della documentazione inerente le procedure
espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione di personale. In un articolo
del “Corriere della Calabria” on-line dell’11 febbraio 2013 a firma del giornalista
Lucio Musolino, vengono riportati stralci dei lavori della Commissione, dai
quali emerge che Fincalabra avrebbe assunto parenti, nipoti, affini,
collaterali e cugini di politici in carica. Inoltre, si evince che il Consiglio
di Amministrazione, di Fincalabra avrebbe deliberato una short list selezionata
facendo riferimento alla Delibera di Giunta numero 68 del 24 febbraio 2012, e
facendo ricorso a procedure di interpello, ed ancora che Fincalabra avrebbe
acquisito l’intero capitale della "Settingiano Sviluppo Scarl" (oggi
"Calabria I&T srl") impiegando 75 risorse umane della suddetta
società -:
se corrisponde
al vero quanto riportato dal Corriere della Calabria in riferimento alle
assunzioni in Fincalabra di parenti, nipoti, affini, collaterali e cugini di
politici in carica;
quali
iniziative intende adottare la Regione Calabria eventualmente corrispondesse al
vero la notizia richiamata.
(330;
26.02.2013)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
il Dipartimento 10 della Regione Calabria, risulta essere da parte della Fondazione Field affiancato nella realizzazione di una serie di analisi e ricerche integrate volte a migliorare la conoscenza della composizione e della distribuzione degli immigrati, dei rom e delle vittime della tratta in Calabria;
l’obiettivo generale dell’intervento consiste come da scheda tecnica del progetto nel sostenere l’inserimento lavorativo delle categorie in condizioni di svantaggio occupazionale e di marginalità sociale per rafforzare la cultura delle pari opportunità e prevenire ogni forma di discriminazione nella società e nei posti di lavoro;
gli obiettivi specifici posso essere declinati in:
rilevare le situazioni di discriminazione e di sfruttamento degli immigrati nel mondo del lavoro e della tratta;
monitorare gli strumenti di cooperazione e integrazione sviluppati a livello locale, regionale, interregionale e transnazionale;
individuare metodi e soluzioni concrete per facilitare l’inserimento lavorativo dei migranti, con il coinvolgimento attivo dei protagonisti del mercato del lavoro (persone immigrate, datori di lavoro, organizzazioni di categoria, settore, servizi per l’impiego);
il periodo di attuazione di suddetto intervento è previsto nell’arco temporale - ottobre 2012/ottobre 2014 -:
quali sono i motivi per cui allo stato attuale non risultano, e senza alcuna ragione valida avviate tutte quelle azioni concrete e necessarie per l’avvio operativo del progetto in questione;
quali i motivi poi, che hanno determinato al momento, il mancato avvio al lavoro di tutti quei professionisti che seppur necessari alla fase pratica e di ricerca del progetto non risultano essere stati contrattualizzati, così come non risultano al momento meglio definite tutte quelle collaborazioni con altri Enti importanti ai fini del progetto come l’Università della Calabria;
se si intende ancora procrastinare ulteriormente e per quali motivi l’avvio concreto del progetto, significando che il trascorre infruttuoso già di sei mesi su ventiquattro potrà determinare una diminutio della qualità complessiva degli obiettivi da raggiungere.
(331; 4.03.2013)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario. Per sapere – premesso che:
nella seduta del 20 dicembre 2012 è stato sancito l’accordo che sistematizza le risultanze del tavolo interregionale "immigrati e servizi sanitari" istituito nell’ambito del progetto Promozione della Salute della popolazione immigrata - promosso dal Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie del Ministero della Salute;
già il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29.11.2001 e s.m. definisce i livelli essenziali di assistenza sanitaria;
l’indagine nazionale sulla salute della popolazione immigrata, realizzata dal suddetto tavolo (...) demanda alle regioni stesse l’implementazione delle modalità più opportune per garantire le cure essenziali e continuative alla popolazione immigrata;
sul territorio nazionale è stata riscontrata una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata;
sono ammessi alle prestazioni mediche anche i soggiornanti indigenti, senza Team, senza attestazione di diritto di soggiorno, e senza requisiti per l’iscrizione al SSR ;
risulta necessario per meglio ottemperare a tale disposizione l’emanazione del Codice ENI - (codice identificativo composto da sedici caratteri) al momento non codificato nella nostra Regione;
risulta importante garantire tale importante diritto definitivamente ribadito dall’accordo di cui alla presente interrogazione
l’assenza di tale codice è da ritenersi a tutti gli effetti una palese violazione del diritto alla salute di tutta la popolazione immigrata presente nella nostra Regione -:
quali sono le azioni urgenti che si intendono porre in essere per rimuovere tale discriminazione al momento in capo alla popolazione immigrata presente in Calabria e in quali tempi ci si impegni per codificare il Codice Eni tutt’ora mancante, chiedendo nelle more dei tempi di attivare tutti gli uffici di competenza a dare piena attuazione ai contenuti dell’accordo di cui sopra, senza discriminazione alcuna.
(332; 04.03.2013)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito
sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria, la
discussione per l’approvazione dello strumento statutario;
l’art. 70 del D.P.R. n. 483 del 10
dicembre 1997, fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai
concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente
amministrativo;
i requisiti previsti dal summenzionato Decreto, sono: a) diploma di laurea in giurisprudenza o
in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente; b)
anzianità di servizio effettivo di almeno cinque anni corrispondente alla
medesima professionalità prestato in enti del Servizio sanitario nazionale
nella posizione funzionale di livello settimo, ottavo e ottavo- bis, ovvero
qualifiche funzionali di settimo, ottavo e nono livello di altre pubbliche
amministrazioni;
la Legge Regionale n. 1 del 15/01/2009, all’art. 5 prevede
testualmente: "Ove
la normativa nazionale non preveda diversamente, è fatto divieto alle Aziende
Sanitarie provinciali ed ospedaliere di conferire o rinnovare incarichi di
direzione di struttura complessa al personale non in possesso del diploma di
laurea";
si apprende che personale appartenente al
ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di
Struttura Complessa,
ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo
ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla
normativa vigente;
allo scopo di regolamentare e offrire alle
stesse Aziende Sanitarie un indirizzo univoco per la corretta applicazione
delle norme vigenti in materia di affidamenti di incarichi nella dirigenza
amministrativa, appare opportuno, in fase di approvazione degli atti aziendali,
chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli
incarichi di direzione di Struttura Complessa nel ruolo amministrativo delle
Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, occorra essere in possesso del diploma di
laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997 -:
se corrisponde al vero che personale
appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere,
ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di
diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di
un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;
nel caso siano stati effettivamente
conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i
motivi che ne hanno determinato la scelta;
se il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito
sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in
maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di
direzione di Struttura Complessa per il personale appartenente al ruolo
amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, sia richiesto il titolo
di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997.
(333; 07.03.2013)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con avviso del 10.12.2009, in attuazione della deliberazione n. 855 del 9.02.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, è stata attuata una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL - Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.04.1999;
la Commissione, prevista dal suddetto avviso, ha redatto una graduatoria per gli incarichi di coordinamento e per le posizioni organizzative, delineando una gerarchia di posizioni in funzione dei titoli e dei colloqui, così come previsto dal bando, dopo l’espletamento del concorso, con verbale sottoscritto dalla predetta Commissione, costituita dal Dr. Forte, Direttore sanitario pro tempore, al Dr. Pavone, Primario di Chirurgia generale, dalla Dr.ssa Falbo, Capo distretto sud, e dal sig. Sansalone, come segretario, che è stata resa pubblica attraverso sistemi informatici;
la predetta graduatoria, impugnata da alcuni candidati, ritenutisi danneggiati sulla valutazione dei titoli, è stata, altresì, riconfermata, dandone ufficiale e definitiva conferma;
in fase successiva, una rappresentanza sindacale, non sufficientemente soddisfatta, ha impugnato l’intera procedura sull’iter concorsuale con ricorso al Giudice del Lavoro;
con sentenza del Giudice del Lavoro di Locri, il ricorso è stato respinto e confermata la volontà espressa dalla Commissione incaricata;
l’accorpamento dell’ASL di Locri all’Azienda Unica Provinciale di Reggio Calabria, invece di favorire e definire l’iter procedurale, secondo le regole della trasparenza e del buon governo, ha ritenuto di convocare un’ulteriore commissione di verifica sul lavoro già svolto dai dirigenti dell’ASL di Locri, accertato dalla dirigenza aziendale e dal Tribunale di Locri, sezione lavoro;
l’esito di quest’ultima commissione, insediatasi circa due anni orsono, ancora non è conosciuto -:
se era proprio necessario nominare una nuova commissione dopo che la procedura era già conclusa con esito positivo;
come mai, a distanza di due anni e più, la commissione suddetta, formata da personale amministrativo dell’Azienda Provinciale, ancora oggi non esprime i pareri richiesti;
se non sorge il sospetto che la strategia aziendale voglia far decorrere il tempo, al fine di vanificare la volontà dell’avviso, l’esito del concorso e, così facendo, punire i titolati fruitori degli effetti che il bando aveva posto in essere;
se non ritiene opportuno avviare una Commissione regionale, al fine di verificare se c’è danno erariale in questo comportamento, con la trasmissione degli atti alla Procura Generale della Corte dei Conti, ed eventualmente valutare se vi siano anche atteggiamenti dolosi, di non ben definite persone, finalizzati a prevaricare le legittime aspettative di quanti hanno partecipato alla procedura selettiva e, quindi, trasmettere gli atti alla procura della repubblica competente.
(334; 11.03.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’Arssa (Agenza regionale
per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura) è tata commissariata e posta in liquidazione nel 2007 e, successivamente, con la legge n. 66 del 20.12.2012, trasformata
in Arsac -:
se nel mese di gennaio
del 2013 è stata corrisposta ai dirigenti dell’Arssa per gli anni 2011 e 2012,
una “indennità di risultato” pari a circa quarantamila euro ciascuno per ogni
anno e se tale indennità poteva esser loro riconosciuta trattandosi, nello
specifico, di un’azienda in liquidazione ormai da sei anni;
inoltre, ove tutto
ciò dovesse esser vero, quali idonee iniziative intende intraprendere nei
confronti del commissario liquidatore che avrebbe riconosciuto una “indennità di
risultato” a dirigenti di un’azienda che era nelle condizioni di
commissariamento e liquidazione.
(335; 13.03.2012)
Il Consiglio regionale
premesso che:
in data 4 gennaio il Partito democratico ha presentato un’interrogazione rivolta al Presidente della Giunta regionale ed al Sottosegretario alla Protezione civile, con richiesta di risposta scritta e trattazione urgente, in ordine alla drammatica situazione della tendopoli di San Ferdinando. Circa un anno fa infatti, è sorta, su richiesta del Ministero dell’Interno, nel Comune di San Ferdinando, una tendopoli che ospita attualmente circa 500 migranti;
la Regione Calabria avrebbe dovuto sostenerne le spese ed invece, a distanza di un anno, apprendiamo che la Regione non ritiene più la questione di propria competenza e, inoltre, non dispone dei fondi necessari per la gestione;
nel frattempo, accanto a questa tendopoli, ne è sorta un’altra, costruita da altri migranti con materiali di fortuna, che ospita altre 400 persone, costrette a vivere in condizioni disumane ed in totale mancanza delle più elementari condizioni igienico-sanitarie con evidente rischio di epidemie;
il Sindaco di San Ferdinando e l’Amministrazione comunale, alle prese con questa drammatica emergenza, sono stati letteralmente lasciati soli dalla Regione, anzi, in un’ultima riunione con i vertici regionali, erano stati promessi all’amministrazione comunale dei fondi che, invece, la Regione ha deciso poi di devolvere alla Caritas della Diocesi di Oppido-Mamertina, dando l’ennesima prova di sgarbo istituzionale e di assoluta disattenzione verso la condizioni dei migranti nella nostra terra;
Impegna:
il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a sostenere economicamente il Comune di San Ferdinando nella difficile gestione di questo dramma umanitario, per superare questa difficilissima situazione, intollerabile per qualsiasi Paese che si voglia definire civile e democratico”.
(84; 11.01.2013) De Gaetano, Battaglia
Premesso che
a seguito delle recenti indicazioni legislative ed in particolare delle disposizioni di cui al D.P.G.R. 18/2010, è emersa la forte necessità di un riordino della sanità territoriale, indicando nel potenziamento delle attività sul territorio uno degli strumenti strategici per qualificare il sistema sanitario regionale;
al Medico di Medicina Generale (M.M.G.) è affidato il compito centrale di tradurre i bisogni sanitari dei pazienti in domanda di assistenza da parte del S.S.R.;
le crescenti criticità tra bisogni e risorse disponibili, richiedono, da una parte, un attento governo dei consumi sanitari, dall’altra, un progressivo riorientamento della rete di offerta in funzione dei bisogni reali di salute, nell’ottica di una riqualificazione della spesa;
il Medico di Medicina Generale è il punto di riferimento per alcune prestazioni sanitarie ed è l’interfaccia naturale rispetto alle esigenze degli assistiti;
conseguentemente, è necessario prevedere sistemi e strumenti che, da un lato, consentono allo stesso M.M.G. la possibilità di orientare i suoi comportamenti in funzione delle aspettative di ruolo nell’ambito delle cure primarie e, dall’altro, non ne stravolgano la missione professionale nei confronti degli assistiti;
per governare il "Sistema Sanità" è necessario dare forza allo sviluppo delle forme associative dei Medici di Medicina Generale, costituiti in team multi-professionali, garantendo comunque un efficace sistema di controllo della progressione patologica che, se non efficacemente contrastata, porta, inevitabilmente, a ripetuti ricoveri, con sensibile aggravio di spesa;
il D.P.G.R. 54 "Linee Guida per la definizione degli Atti Aziendali" individua nelle strutture Distrettuali delle Cure Primarie un sicuro riferimento per la gestione complessiva delle patologie croniche e dei pazienti fragili;
infine, che, dopo la stipula di un accordo Aziendale con le OO.SS., l’ASP di Cosenza ha già avviato l’utilizzazione dei cospicui finanziamenti disponibili (circa Cinque milioni di Euro) per l’Area delle Cure Primarie, costituendo dieci gruppi di circa venti Medici, ognuno con una popolazione fino a trenta mila assistiti per Nucleo, assegnando singolarmente un budget di circa Cinquecento mila Euro;
tutto quanto premesso stante la delicatezza e l’importanza della problematica in questione,
Si chiede alla S.V.
di voler sottoporre la presente Mozione all’attenzione ed alla discussione del prossimo Consiglio Regionale, per impegnare direttamente il commissario straordinario alla sanità regionale ad invitare i Direttori Generali delle restanti ASP Provinciali, a mettere in campo, entro novanta giorni, tutte le iniziative atte a permettere la realizzazione dei Nuclei delle Cure Primarie (N.C.P.), quali forme di integrazione della Medicina Generale in forma associativa con altre figure professionali e funzioni delle Cure Primarie;
in particolare, dovrà invitarsi l’ASP di Reggio Calabria ad attivarsi con tempestività, previo concerto con le OO.SS. dei Sanitari comunque coinvolti, per la realizzazione di questo progetto, atteso che dispone di un Fondo di circa Tre milioni di Euro, che potrà coinvolgere fino a centoventi Medici di Medicina Generale, Specialisti Ambulatoriali, infermieri e personale amministrativo, il tutto finalizzato a migliorare l’assistenza sanitaria nella Provincia di Reggio Calabria.
(85; 14.01.2013) Imbalzano
Premesso che
le
Organizzazioni dei produttori del settore ortofrutticolo beneficiano di un
regime di sostegno comunitario istituito con i Reg. C.E. 1234/07 e 543/2011, in forza dei quali viene loro riconosciuta la
possibilità di avvalersi di un cofinanziamento comunitario nella misura del 50%
della spesa sostenuta per realizzare tutta una serie di investimenti e di
attività finalizzati al miglioramento qualitativo delle produzioni e alla
salvaguardia dell’ambiente, che si concretizzano in un programma operativo pluriennale e che sono soggette ad approvazione
preventiva da parte delle Amministrazioni regionali competenti;
l’art. 103sexies del Reg. C.E. 1234/07 autorizza inoltre gli
Stati membri a concedere alle
Organizzazioni di produttori un aiuto nazionale aggiuntivo per favorire l’aggregazione e la
concentrazione della produzione ortofrutticola nelle Regioni con
deficit di aggregazione, vale a
dire in quelle Regioni dove la produzione ortofrutticola commercializzata dalle
Organizzazioni di produttori riconosciute, risulta inferiore al 20% della produzione ortofrutticola regionale (art. 91 del Reg. C.E. 543/2011). Tale aiuto
aggiuntivo, viene riconosciuto alle singole O.P. in funzione di determinati
parametri che dipendono in via prioritaria dalla produzione ortofrutticola da
essi commercializzata ed ottenuta presso aziende ubicate nelle suddette Regioni
a basso livello di aggregazione;
annualmente,
per stabilire quali regioni presentano i requisiti fissati dal regolamento ai
fini della concessione dell’aiuto nazionale, in applicazione di quanto previsto
in proposito dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011, il Ministero acquisisce i
dati della produzione commercializzata dalla singole O.P. nell’ultimo triennio.
Tale valore viene rapportato alla produzione ortofrutticola regionale del
triennio medesimo, risultante dai dati ufficiali Eurostat, che a loro volta
rappresentano una elaborazione statistica sviluppata a partire dai dati
ufficiali pubblicati dall’Istat;
per l’anno
2012, la Comunità europea ha
autorizzato il Mipaaf alla concessione dell’aiuto nazionale alle
O.P. ricadenti nella regioni ritenute a basso grado di aggregazione nella
misura di euro 28.650.000. Per il suddetto anno 2012 hanno beneficiato
di questo aiuto nazionale aggiuntivo le O.P. riconosciute ed operanti
nelle seguenti regioni: Marche, Abruzzo, Campania, Sicilia, Sardegna, Liguria,
Valle D’Aosta. La Calabria è
stata quindi esclusa;
in questi
giorni, inoltre, il Ministero ha concluso l’elaborazione propedeutica a
stabilire quali regioni possono essere ammesse a beneficiare dell’aiuto
nazionale per l’anno 2013. Le regioni che sono risultati in possesso
dei parametri fissati dall’art. 91 del Reg. C.E. 543 sono le seguenti: Valle
d’Aosta, Liguria, Abruzzo, Sicilia, Sardegna;
la Calabria è
stata ancora una volta esclusa
in quanto il livello di aggregazione regionale, stando ai dati di produzione
commercializzata dalle O.P. calabresi ed il dato Eurostat della produzione
ortofrutticola regionale nel triennio 2011-2010-2009, è risultato pari al 22,02% quindi di circa due punti percentuali superiore rispetto alla soglia
del 20% fissata dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011. Ciò comporta una
penalizzazione per la Regione Calabria stimata in circa euro 6.000.000, il
che rappresenterebbe una grave opportunità perduta per l’intero settore
ortofrutticolo calabrese, che si vede privato di un sostegno essenziale per rafforzare gli investimenti e la competitività delle
Organizzazioni di produttori del proprio territorio. In un contesto come quello
attuale, in cui l’intera economia regionale versa in una situazione di crisi
senza precedenti, viene così vanificata la possibilità di usufruire di un
sostegno concreto per sostenere la produzione e le attività delle imprese
agricole e con esse l’indotto e l’occupazione oggi ridotta ai valori più bassi
dal dopoguerra a questa parte;
la situazione
è d’altronde tanto meno accettabile per il fatto che la deliberazione assunta
dal Ministero di escludere la Calabria dal novero
delle Regioni ammesse a beneficiare dell’aiuto nazionale
2013, sebbene frutto di un asettico calcolo matematico è palesemente avulsa
dalla realtà del territorio. Allo stato attuale, infatti, il panorama delle
Organizzazioni di produttori operative in Calabria
è ridotto a poche realtà tra l’altro di medie e piccole dimensioni, in quanto
il venire meno del regime di sostegno comunitario vigente fino alla campagna
2008 in favore delle produzioni agrumicole destinate alla trasformazione
industriale, ha decretato anche la cessione dell’attività da parte di
molteplici organizzazioni di produttori sino allora dedite esclusivamente alla
trasformazione industriale;
la criticità
nell’elaborazione condotta dal Mipaaf risiede tuttavia nel fatto che il
rapporto è stato eseguito prendendo come idoneo il dato della produzione
ortofrutticola regionale del triennio 2011-2010-2009 pubblicato da Eurostat,
sulla base dei dati di rilevazione forniti a sua volta dall’Istat. I dati in
questione sono palesemente inadeguati e sottodimensionati e non riflettono
assolutamente l’effettiva dimensione del settore ortofrutticolo regionale. Si
aggiunga in proposito, che l’Istat stesso, interpellato formalmente dalla
stessa Regione Calabria circa l’origine di tali dati, avendo l’Amministrazione
stessa appurato l’inadeguatezza del dato in questione, ha fornito risposta
asserendo che tali dati erano frutto delle informazioni acquisite in argomento
dalle Camere di commercio provinciali che a loro volta utilizzerebbero per
quantificare tali dati una propria rete di rilevazione e di monitoraggio;
ritenuto
altresì che la successiva indagine avviata presso le singole Cciaa ha permesso
di appurare che nessun dato di tale genere sarebbe stato mai trasmesso negli
ultimi anni all’Istat, per cui non si comprenderebbe l’origine di questa base
di calcolo e conseguentemente la fondatezza delle informazioni che l’Istat ha
comunicato ad Eurostat e che allo stato attuale, per come sono stati
formalmente acquisiti, di fatto sono all’origine di una grave penalizzazione
per il settore ortofrutticolo calabrese privato della possibilità di accedere
anche per l’anno 2013 all’aiuto nazionale autorizzato ai sensi dell’art. 103sexies del Reg. C.E. 1234/07, pur
essendo una Regione in cui il livello di aggregazione della produzione orto
frutticola reale è indubbiamente al di sotto
della soglia del 20 per cento,
prevista dall’art. 91 del Reg. C.E. 543/2011;
tutto quanto
premesso
il
sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro
Imbalzano, Presidente della Commissione "Bilancio, Attività Produttive e
Fondi Comunitari", stante la delicatezza della problematica sollevata e la
sua importanza per l’agricoltura calabrese e per il futuro di centinaia di
aziende associate al Sistema Organizzato;
Chiede
di voler
sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla discussione del prossimo
Consiglio regionale, per impegnare intanto, il Dipartimento Agricoltura e
l’Assessore al ramo, a mettere in campo tutte le iniziative ritenute
indispensabili per verificare ulteriormente ed ufficialmente i dati attribuiti
alle Camere di commercio calabresi;
per quanto
ovvio, detta attività dovrà servire per fare chiarezza rispetto ai dati,
verosimilmente presuntivi, che fin qui hanno prodotto danni gravissimi alla
nostra Regione e per consentire almeno a partire dal 2013, di far accedere le
aziende agricole ed il Sistema organizzato della nostra Regione, ad un aiuto
nazionale, considerato indispensabile per la stessa sopravvivenza di tante
realtà imprenditoriali e fin qui fortemente penalizzate rispetto a quelle del
resto del Paese.
(86;
22.01.2013) Imbalzano
Il Consiglio
regionale
premesso che:
l’area
archeologica di Sibari rappresenta più della metà dei 4mila ettari sottoposti a
vincolo archeologico nella Regione Calabria;
per com’è noto,
il sito archeologico di Sibari, che custodisce le tre antiche città di Sibari,
Thurio e Copia, è posto sotto il livello del fiume Crati e del mare;
a partire dal
18 gennaio u.s., le straordinarie precipitazioni piovose hanno causato
l’innalzamento del livello del fiume Crati ed il conseguente allagamento del
sito archeologico, coprendo così di acqua e di fango quanto sin qui portato
alla luce dalle precedenti storiche campagne di scavi;
per riportare
il sito archeologico nelle condizioni precedenti l’allagamento, sono necessari
interventi da eseguire con soggetti altamente qualificati sotto il profilo
della professionalità, in quanto la liberazione dal fango dei reperti portati
alla luce dagli scavi, richiede, ovviamente, una particolare perizia;
nonostante i
lodevoli sforzi dei vigili del fuoco, della Coldiretti e del Consorzio di
Bonifica, permane lo stato di emergenza che, ove non si intervenisse
tempestivamente ed appropriatamente, provocherebbe danni irreparabili al sito
archeologico;
è risultata
assolutamente inesistente ogni adeguata risposta da parte della Regione
Calabria nelle sue varie articolazioni, dalla Presidenza della Giunta
Regionale, all’Assessorato Regionale alla Cultura ed al sistema di intervento
della protezione civile;
l’indifferenza
dimostrata in questi anni dalla Regione Calabria è assolutamente scandalosa, in
considerazione che Sibari rappresenta un patrimonio dell’umanità e che,
tutelando il sito dalle esondazioni in via definitiva e riportando alla luce le
tre antiche città, Sibari potrebbe rappresentare la Pompei della Calabria, con
una grande potenzialità di sviluppo sotto il profilo culturale, turistico ed
economico-occupazionale;
nel 2007, è
stato approvato dalla Giunta Regionale il POR Calabria 2007/2013 che, alle
linee di intervento 4.5.2.2. prevedeva la realizzazione del Parco Archeologico
di Sibari. In particolare, era previsto che "Per il recupero e la
valorizzazione dell’Area è stato realizzato uno specifico Studio di
Fattibilità, denominato "Archeotec", per individuare e valutare le
possibili soluzioni tecniche e tecnologiche in grado di fronteggiare le
difficoltà frapposte all’avanzamento dell’indagine archeologica dalla presenza
di una falda acquifera superficiale artesiana che limita anche le possibilità
di fruizione del sito archeologico. Attualmente per mantenere a secco le aree
scavate è necessario tenere in funzione perennemente un parco pompe idrovore,
con annesse tubazioni. Lo Studio di Fattibilità 166 ha permesso di individuare
uno scenario di intervento composto dalle seguenti azioni specifiche:
interventi
tecnologici per il drenaggio dell’area archeologica per consentire la rimozione
dell’attuale sistema drenante con conseguente significativa riduzione dei costi
di gestione;
ripresa degli
scavi archeologici (ormai quasi fermi dagli anni ‘70) attraverso la
programmazione di una nuova campagna di scavi della durata di 5 anni,
organizzata per lotti modulari attuabili disgiuntamente;
programmazione
e realizzazione di una serie di iniziative finalizzate alla promozione della
fruizione culturale del sito sia in modalità diretta (in particolare attraverso
il coinvolgimento diretto di studiosi e ricercatori nelle fasi di scavo) che in
modalità indiretta attraverso le tecnologie telematiche ("Sibari
Virtuale");
realizzazione
di un laboratorio interdisciplinare e avvio di alcune iniziative specifiche sul
tema dell’archeologia sperimentale per accrescere il patrimonio di conoscenze
disponibili su Sibari e sulle tecniche di ricerca archeologica";
la Linea di
Intervento sostiene la realizzazione delle azioni previste nello Studio di
Fattibilità. L’obiettivo è far diventare Sibari il più grande Laboratorio
Sperimentale di Archeologia ed Idrogeologia a livello internazionale. Il
Progetto per la realizzazione del Parco Archeologico di Sibari sarà proposto
dalla Regione Calabria, sulla base dei criteri individuati dal Programma
Operativo Interregionale "Attrattori Naturali e Culturali e Turismo nel
Mezzogiorno", come Grande Attrattore Culturale del Mezzogiorno. In caso di
approvazione verrà stipulato uno specifico Accordo di Programma che individuerà
gli interventi da realizzare nell’ambito del PON e quelli eventualmente da
realizzare nell’ambito del POR Calabria FESR 2007 - 2013";
di tutto
quanto previsto al precedente punto nulla è stato posto in essere dalla Regione
Calabria, in particolare non è stato mai proposto il Progetto per il Parco
Archeologico di Sibari;
nell’anno
2009, l’On. Pino Arlacchi elaborò il progetto "MAGNA GRAECIA", nato
come un’associazione di Comuni, sul cui territorio insistono importanti siti
archeologici, con l’intento di realizzare una sinergia fra la Regione e
l’Unione Europea per investire presto e bene i fondi già stanziati per
l’archeologia e per ottenerne di nuovi, utilizzando il filone dei grandi progetti
superiore a 50milioni di euro. La Giunta Scopelliti accettò l’idea pretendendo
però la istituzione di una società in house, con la partecipazione della
Regione per il 51% e dei comuni promotori per il restante 49%. La relativa
legge è stata approvata nel dicembre 2010. La Regione garantì alla società in
house una dotazione finanziaria iniziale di circa 30 milioni di euro, a cui non
fu dato alcun seguito;
pertanto,
l’associazione Magna Graecia - società in house - non è stata messa in
condizione di operare, dalla completa inattività della Regione Calabria;
la totale
inerzia della Regione Calabria è stata certificata dalla iniziativa del
Ministro Barca che, nel settore della tutela e valorizzazione dei beni
culturali, ha recuperato per Sibari risorse finanziarie importanti, che
rischiavano di essere perdute, che, per come da noi più volte richiesto saranno
utilizzate in ragione di 21.000.000,00 euro per la eliminazione dell’acqua e
del fango dal sito archeologico e per la ripresa degli interventi di valorizzazione
del sito stesso;
a tal fine,
immediatamente si potrà utilizzare la somma di euro 200.000.00 euro,
lodevolmente stanziati dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali,
autorevolmente guidata dall’Arch. Prosperetti;
terminata la
fase di emergenza, si rende necessario elaborare ed attuare il progetto
previsto dal POR Calabria 2007/2013 linee di intervento 4.5.2.2., provvedendo,
eventualmente, alla rimodulazione dello stesso POR ed inserendo, in ogni caso,
il predetto progetto nella programmazione 2014/2020;
Impegna
il Presidente
della Giunta regionale:
a fare quanto
è possibile, insieme al Governo di Roma, per liberare il sito archeologico di
Sibari dalle acque e dal fango, utilizzando tempestivamente ed efficacemente le
risorse disponibili ed indicate in premessa;
ad avviare,
con i residui fondi POR 2007/2013,eventualmente rimodulandoli, il programma
strategico di cui abbiamo indicato i contenuti in premessa, inserendolo,
altresì, come priorità assoluta nella programmazione 2014/2020”.
(87; 01.02.2013) Principe, Battaglia, Scalzo, Censore, Franchino
Art. 1
(Modifiche alla l.r. 63/2012)
1. Dopo
l’articolo 2 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 63 (Ridefinizione
assetto giuridico della Fondazione Campanella) è aggiunto il seguente articolo:
"Art. 2 bis
(Clausola di cedevolezza)
1. Le
disposizioni della presente legge, laddove difformi, saranno adeguate a quanto
disposto dai provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria, ai sensi
dell’articolo 4 del decreto legge 1 ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge
29 novembre 2007, n. 222, e successive modifiche per la ridefinizione
dell’assesto giuridico della Fondazione T. Campanella, di cui al Punto 4 delle
"proposte tecniche per l’integrazione/modifica del Piano di
razionalizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario regionale della
Regione Calabria", approvate con DGR n. 845/2009, costituenti parte
integrante dell’Accordo sul Piano di rientro del 17 dicembre 2009 (obiettivo
G07.S18.06)."
2. I
provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria di cui al comma 1 si
applicano, in luogo delle disposizioni regionali in contrasto, sino alla data
di entrata in vigore della normativa regionale di adeguamento.".
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Integrazione all’articolo 39, l.r. 69/2012)
1. Al comma 2
dell’articolo 39 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2013) dopo le parole: "Ministero
dell’Economia e delle Finanze" sono aggiunte le seguenti parole: "e
verificate le avvenute coperture dei disavanzi pregressi del Servizio sanitario
regionale".
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica all’articolo 14, l.r. 69/2012)
1. L’articolo
14 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale
recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2013) è abrogato.
2. Le
disposizioni sostituite dall’abrogato articolo 14 della l.r. 69/2012 rivivono
nel testo previgente alle modifiche introdotte dalla predetta l.r. 69/2012.
Art. 2
(Modifica all’articolo 16, l.r. 10/2003)
1. Dopo il
comma 10 dell’articolo 16 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 (Norme in
materia di aree protette) è aggiunto il seguente comma:
"10 bis.
La partecipazione alla Comunità del Parco è onorifica e non dà luogo al
rimborso delle spese."
Art. 3
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica dell’art. 1)
1. Il comma 2
dell’articolo 1 della legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62 (Istituzione di
Ecomusei in Calabria) è sostituito dal seguente:
"2. Ai
fini della presente legge, in ossequio all’allegato A al decreto del Ministro
per i beni e le attività culturali 18 aprile 2012 (Adozione-delle linee guida
per la costituzione e la valorizzazione dei parchi archeologici), per Ecomuseo
si intende la pratica partecipata di valorizzazione del patrimonio culturale,
materiale e immateriale, elaborata e sviluppata da un soggetto organizzato,
espressione di una comunità locale, nella prospettiva dello sviluppo
sostenibile di un determinato territorio.".
2. Al comma 4
dell’articolo 1 della l.r. 62/2012 è soppressa la lettera j).
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica all’articolo15)
1. Al comma 1
dell’articolo 15 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della
Regione Calabria) il numero "50" è sostituito dal seguente:
"40".
Art. 2
(Modifiche all’articolo 35)
1. Il comma 3
dell’articolo 35 della l.r. 25/2004 è sostituito dal seguente: "3. La
Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di Assessori non
superiore a otto, compreso il Vice Presidente".
Art. 3
(Differimento dell’efficacia della legge)
1. La presente
legge produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio
regionale della Calabria.
Art. 1
1. Al fine di
garantire nel Servizio sanitario regionale i livelli essenziali di assistenza,
per i soggetti in possesso dei titoli di cui alle leggi 27 dicembre 2006, n.
296 e 24 dicembre 2007, n. 244, che abbiano presentato domanda entro il 31
dicembre 2008, le Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria
procedono alla stabilizzazione attraverso prove selettive.
2. Alle prove
selettive possono accedere altresì i soggetti in possesso dei titoli di cui al
comma 1 del presente articolo che abbiano visto riconoscere la subordinazione
dal giudice o da ispezioni previdenziali.
3. I benefici
di cui al comma 1 del presente articolo si applicano anche in favore di quanti
abbiano stipulato contratti anteriormente alla data dell’1 gennaio 2007 o che
in base all’articolo 1 comma 558 della legge n. 296/06, abbiano maturato
un’esperienza triennale nel quinquennio precedente e a quanti siano stati in
servizio alla data del 31 dicembre 2008.
4. Ai sensi
delle disposizioni dell’articolo 35, comma 3 bis del DLgs. 30 marzo 2001 n.
165, così per come modificato dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228, articolo 1,
comma 401, le Aziende sanitarie e ospedaliere, nel rispetto della
programmazione triennale del fabbisogno e dei regimi limitativi fissati dai
documenti di finanza pubblica in attuazione della vigente normativa, possono
avviare procedure di reclutamento, anche per personale con qualifica
dirigenziale, di cui al comma 2 dell’articolo 6 della l.r. 1/2009, mediante
concorso pubblico per titoli ed esami finalizzati a valorizzare con apposito
punteggio l’esperienza professionale di coloro che abbiano maturato almeno tre
anni di servizio, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o di
collaborazione coordinata e continuativa, nell’amministrazione che emana il
bando. I relativi provvedimenti, acquisito il parere vincolante dei Ministeri
vigilanti, sono approvati dalla Giunta regionale sulla base di apposita intesa
con il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi
del settore sanitario.
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. Nelle more
dell’emanazione di una organica disciplina normativa in materia di LSU e LPU,
la Regione Calabria, nel rispetto della normativa vigente in materia, in via
transitoria, garantisce il finanziamento dei progetti presentati dagli Enti
proponenti e relativi all’utilizzo dei soggetti impegnati, alla data del 31/12/2012,
in attività socialmente utili e di pubblica utilità, fino alla concorrenza
delle risorse finanziarie disponibili di cui al successivo comma 6.
2. Le risorse
finanziarie saranno ripartite dal Dipartimento regionale competente per materia
utilizzando come base di calcolo, per quanto riguarda i sussidi, l’importo di
cui al successivo comma 4 e, per quanto riguarda le ore integrative e gli
assegni al nucleo familiare di cui al comma 3, la spesa rendicontata a tale
titolo nel 2012.
3. Le risorse
finanziarie devono essere utilizzate per assicurare l’erogazione del sussidio,
delle ore integrative e dell’assegno al nucleo familiare ai lavoratori di
pubblica utilità, nonché l’erogazione delle sole ore integrative ai lavoratori
socialmente utili già sussidiati, per il tramite dell’Inps, dalla Regione
Calabria e dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ex articolo 78, commi 2
e 3, l. 388/2000.
4. La Regione
Calabria equipara l’importo teorico massimo mensile del sussidio dei soggetti
impegnati in lavori di pubblica utilità a quello previsto per i soggetti
impegnati in lavori socialmente utili e fissato dall’Inps con circolare
14/2013, per i1 2013, in € 572,68 (cinquecentosettantadue/68).
5. Fermo
restando quanto previsto al precedente comma 4, per la regolamentazione del
trattamento giuridico ed economico ulteriore, gli Enti utilizzatori faranno
riferimento a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di LSU e LPU.
6. Alla
copertura degli oneri di cui alla presente legge si provvede con le risorse
regionali determinate con legge finanziaria regionale allocate all’UPB
4.03.02.02 capitolo 43020209 dello stato di previsione del Bilancio 2013 che
vengono all’uopo destinate. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le
conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della l.r.
n. 8/2002.
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1.
All’articolo 1, comma 1, della l.r. n. 5/2013 è aggiunto il periodo "La
sottoscrizione della quota di aumento di capitale è subordinata alla
sottoscrizione della convenzione di cui all’articolo 49 della l.r.. n. 34/2010
e s.m.i.".
2. Il comma 2
dell’articolo 1 della l.r. n, 5/2013 è sostituito dal seguente: "Alla
copertura del relativo onere si provvede mediante contestuale riduzione di pari
importo dello stanziamento allocato all’UPB 1.2.04.09 (capitolo 12040911) dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2013, inerente il Fondo per i
debiti pregressi dell’Amministrazione regionale".
Art. 2
(Pubblicazione)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.