IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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55.
SEDUTA DI VENERDI’ 14
DICEMBRE 2012
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Prego i colleghi di prendere posto, così potremo
iniziare i lavori in maniera ordinata, e di evitare
le discussioni perché non sente nulla né chi presiede i lavori né chi siede tra
i banchi di maggioranza e minoranza e neanche coloro che assistono ai lavori
del Consiglio regionale.
Chi deve parlare si accomodi
fuori.
(Interruzione)
Non bisogna sentire nulla,
bisogna solo accomodarsi, altrimenti non si capisce nulla di quello che viene
detto. Non si può procedere a mosca cieca, se non si sente niente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Presidente, solo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge della Giunta regionale riguardante la seconda variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2012 che deve essere approvata prima del bilancio preventivo 2013.
L’onorevole Imbalzano,
chiede l’inserimento all’ordine del giorno
della variazione di bilancio della Giunta regionale
che ha carattere di urgenza. In questa manovra di assestamento è prevista la
cifra di 3 milioni e 900.000 euro da destinare ai lavoratori Lsu e agli Lpu, frutto anche
della manifestazione che vi è davanti alle porte del Consiglio
regionale. Ha carattere di urgenza, è il frutto
dell’incontro avuto con gli assessori Mancini e
Stillitani e con l’onorevole De Gaetano, abbiamo ascoltato anche i sindacati.
Pertanto, se non ci sono interventi, possiamo inserirla all’ordine del giorno e
porla in votazione.
(Il Consiglio approva)
Vista l’urgenza, direi di
trattare questo argomento prima di iniziare i lavori come programmato.
Quindi, onorevole Gallo,
prima di darle la parola, concludiamo questo punto.
Prego, onorevole Imbalzano,
ha facoltà di intervenire per illustrare il provvedimento, considerato che è
una cosa importante, poiché incide su questa problematica in maniera positiva.
Lei ha, in qualche modo, anticipato le motivazioni e
l’urgenza dell’approvazione di questo provvedimento da parte del Consiglio regionale. Si tratta sostanzialmente di
variazioni compensative che, ovviamente,
vengono incontro a problemi di grande rilevanza: quello che ha citato lei
poc’anzi, dispone di 3,9 milioni
di euro e 4,5 milioni di euro sono destinati a spese per il ripiano del
disavanzo di esercizio delle aziende
di trasporto pubblico e privato.
Non
cito le cifre minori, queste sono le più significative.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Vorrei dire velocemente, entrando nel merito, Presidente, che con questa variazione non risolviamo il problema. Vorrei sottoporre al presidente Scopelliti due questioni, la prima: con questa variazione si pagherebbero due mensilità di integrazione e una di sussidi degli Lpu.
Chiediamo al presidente
Scopelliti, visto che mi sembra difficile che, con questa integrazione, si
riescano a pagare queste mensilità entro Natale – mettiamola così –, di
accelerare al massimo i tempi. Non siamo soddisfatti e chiediamo che vengano
pagati tutti gli arretrati fino al 31 dicembre.
O, almeno, se si vuole fare questa operazione, che i lavoratori possano
ottenere q entro
Natale, entro quest’anno. Qual è il rischio, Presidente? È che, con le
lungaggini burocratiche del trasferimento dei fondi dalla ragioneria o dalla
Regione alla Banca d’Italia che li trasferisce alle tesorerie dei Comuni,
l’operazione si concluda – nella migliore delle ipotesi – a metà gennaio 2013.
Quindi, non daremo la
possibilità a questi lavoratori di avere, almeno, un miglioramento delle
condizioni per Natale.
In questo momento, credo che
sarebbe importante dare un segnale positivo, ma questo dipende dalla
burocrazia, presidente Scopelliti. Dico, quindi, che non siamo soddisfatti perché avremmo
voluto che fosse pagato tutto e lavoriamo perché, almeno, venga pagato entro il
31 dicembre. Se bisogna fare questa operazione, almeno si faccia questo!
La seconda questione,
Presidente, è a costo zero e penso sia importante per stemperare il clima che
c’è in Calabria: riguarda la proroga delle convenzioni 2013.
In passato si arrivava in
ritardo, ma il direttore generale dell’assessorato al lavoro mandava una
comunicazione a tutti gli enti utilizzatori per dire che c’erano i soldi in
bilancio e che, quindi, si poteva, già dal 1° gennaio, fare la proroga, tranquillizzando
non solo gli enti, ma soprattutto i lavoratori e le lavoratrici.
Penso che sarebbe importante
che, in quest’Aula, oggi, contestualmente
all’approvazione di questa variazione di bilancio, ci fosse una comunicazione
ufficiale da parte del Presidente della Giunta o dell’assessore al lavoro da
mandare tramite il direttore generale – ovviamente, perché deve essere il
direttore generale a fare questo atto –, domani mattina o nel pomeriggio, a
tutti i Comuni al fine di tranquillizzare migliaia di lavoratori socialmente
utili e di pubblica utilità.
Credo che questo sia un
passo decisivo. Per ultimo, ci auguriamo che lavoreremo nel prossimo bilancio
per non avere più questo problema. Penso che in Calabria si possa fare tutto,
meno che, in questo momento di crisi, non pagare i lavoratori per mesi.
È un danno che
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, non solo
per ribadire le richieste che ha fatto il collega De Gaetano, che mi sembrano
opportune rispetto al provvedimento posto in discussione per l’inserimento all’ordine del giorno. Fra l’altro, il consigliere
De Gaetano ha ricordato le attività che in passato abbiamo sempre cercato di
garantire dal punto di vista della continuità con una garanzia normativa, in modo
che questi lavoratori utilizzati in enti già in
difficoltà possano avere, da parte nostra e da parte vostra, il giusto
sostegno. Apprezziamo l’iniziativa di oggi.
Noi vorremmo approfittare
del richiamo in Aula di questa variazione per dire all’Aula, al Presidente del
Consiglio e al Presidente della Giunta ciò che abbiamo dichiarato ieri mattina
in Commissione. L’unica sorpresa sta nel fatto che ieri mattina c’è stata una
riunione della Commissione bilancio e, ovviamente, di questa variazione non ci
è stata data notizia.
Vorrei sottolineare al Presidente della Giunta, alla
Giunta e all’intero Consiglio che questa fase, finanziaria, economica e sociale
in generale, è sicuramente drammatica. Comprendiamo che chi ha responsabilità
di governo si trova ad affrontare una situazione particolare.
Più volte abbiamo detto che la minoranza vuole svolgere
un ruolo attivo, soprattutto per questioni come quelle che stiamo discutendo in
questo momento. C’è bisogno però, presidente Scopelliti, di
cambiare metodo, perché, se si pensa di affrontare la discussione del bilancio
come è stata impostata ieri mattina in Commissione, capite bene che non ci sono
le condizioni materiali per dare un contributo vero alla discussione sul
bilancio.
Non si può dire che c’è un percorso con dei tempi
obbligati per cui si fanno le audizioni e dopo 30 minuti dalla fine delle
stesse scadono i termini per la presentazione degli emendamenti al bilancio.
Questo significa comunicare a chi rappresenta gli interessi di questa regione
che la loro audizione non ha nessun valore in termini di considerazione e di
adozione di provvedimenti modificativi.
Riteniamo utile questo provvedimento, pur con le
considerazioni che ha fatto il collega De Gaetano, ma lo riterremmo ancora più
utile se si riuscisse ad incardinare questi ragionamenti in uno più ordinato e
più corretto che non può che essere la sessione di bilancio.
Vi invitiamo – lo facciamo proprio in Aula – a
riconsiderare il percorso di approvazione del bilancio. I tempi sono
importantissimi, ma penso che lo sia anche fare una discussione sulle priorità
e su come temporizzare gli impegni rispetto al bilancio in maniera più seria e
cogente in una sessione di bilancio che va rivista nella calendarizzazione
e nell’obiettivo finale dell’approvazione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Presidente, vorrei rafforzare quanto è stato detto dai colleghi De Gaetano e Maiolo,.
Ieri noi abbiamo contestato la metodologia,
una forzatura tramite la quale si deve pervenire all’approvazione del bilancio.
Abbiamo parlato di una sessione con tempi molto ristretti, dove non c’è il
tempo di ponderare i provvedimenti. Abbiamo detto che l’impostazione data alla
sessione di bilancio è molto frettolosa. Il fatto che oggi arrivi questa
variazione ci dà ragione rispetto a quanto detto ieri, ma la cosa che stupisce
particolarmente è che questa Giunta regionale al momento del bilancio di
previsione ogni volta fa degli spot elettorali, annuncia risorse, - ad esempio,
dice per la povertà mettiamo 10 milioni – che poi puntualmente sottrae in fase
di assestamento.
L’anno scorso avete fatto una
conferenza stampa per dire che venivano destinati 8 milioni di euro al porto di
Gioia Tauro, 5 milioni per l’autorità portuale e 3 milioni per le imprese.
Guarda caso, i tre milioni che avete messo a sostegno delle imprese oggi li
sottraete perché ci sono altre emergenze.
Fate dei bilanci, annunciate
grandi operazioni per lo sviluppo e la ripresa della Calabria e poi,
puntualmente, in fase di assestamento smontate tutto. Anche in questo bilancio,
nascondendovi dietro la spending
review 1 e 2, il decreto 174, annunciate risparmi consistenti, ma sapete
bene, purtroppo, che la situazione di difficoltà non vi consentirà di mantenere
gli impegni.
Questa variazione è arrivata
postuma, perché quando si presenta una variazione ad un giorno dalla
presentazione del bilancio, vuol dire che lo stesso è stato presentato in
maniera frettolosa, senza ponderare il fatto che non è stato ancora approvato
il bilancio nazionale.
Togliete soldi al fondo delle
attività produttive e riducete importanti capitoli che riguardano il sociale,
le imprese e altri comparti importanti della Calabria.
Alla luce di tutto questo,
cosa chiediamo? Chiediamo di rivedere i tempi dell’approvazione del bilancio,
altrimenti ci vedremo costretti ad assumere determinazioni che, chiaramente,
per senso di responsabilità non vorremmo assumere. Grazie.
Grazie, non ci sono altre richieste di intervento.
La parola al Presidente Scopelliti.
Grazie, Presidente. Colleghi, vorrei innanzitutto dare qualche chiarimento ai
consiglieri della minoranza per quanto riguarda il tema del mondo del
precariato in cui effettivamente abbiamo cercato – anche attraverso questa
variazione – di fornire delle risposte utili e la scelta di variazione del
bilancio che abbiamo proposto nasce da una valutazione e da una richiesta
esplicita del mondo sindacale che abbiamo condiviso e consiste nel dirottare
queste poche risorse che abbiamo a disposizione in questa fase terminale
dell’anno per destinarle al mondo del precariato.
Dopo l’approvazione in Aula
abbiamo l’esigenza dei tempi tecnici richiesti, delle procedure, delle schede
tecniche che devono essere compilate per rispettare pienamente l’indirizzo dato
dall’Ufficio Ragioneria del rispetto del patto di stabilità; probabilmente
corriamo il rischio di dare piena attuazione alla variazione ai primi di
gennaio del 2013.
Se non faremo in tempo a
destinare queste risorse entro l’anno, sicuramente, prima della befana avremo
avviato le procedure e destinato le risorse. Queste risorse serviranno per
coprire alcune mensilità, sono le risorse aggiuntive che vengono destinate sia
agli Lsu sia agli Lpu e per
questi ultimi copriranno la mensilità del mese di novembre. Come saprete molto
bene gli Lsu vengono garantiti direttamente
dall’Inps.
C’è un elemento di novità che credo possa servire
all’Aula, come risposta anche ai colleghi che hanno posto queste domande, ed è
nella scelta che abbiamo fatto e maturato in queste ore: lunedì mattina
pagheremo 2 milioni 600 mila euro di spettanze al mondo del precariato e daremo
una risposta agli Lpu pagando alcune mensilità e
dando, quindi, un segnale importante al fine di garantire loro l’opportunità di
trascorrere questo Natale in situazioni diverse da quelle che, ovviamente, vivono oggi a causa di queste
problematiche. Lunedì
Poi, il problema, già sollevato, rispetto
all’annualità successiva, lo tratteremo in sede di bilancio;
abbiamo fatto grandissimi sforzi per recuperare risorse e per garantire al
massimo il mondo del precariato, hanno una copertura decisamente superiore
rispetto allo scorso anno ma abbiamo anche - secondo quella che è la previsione
dell’assessorato – maggiori chance per coprire l’intera annualità,
attraverso una serie di interventi che dovremo registrare nell’annualità
successiva.
Al
collega che, invece, sottolineava che abbiamo investito su Gioia Tauro alcune
risorse che poi abbiamo dirottato in altra via, pongo una domanda: secondo lei
abbiamo due milioni di euro destinati per il ferro bonus per Gioia Tauro? Questi 2 milioni di euro speravamo di poterli utilizzare
entro l’anno e questi 2 milioni di euro dovendo corrispondere ad un
finanziamento che ha la necessità di essere regolato e disciplinato
direttamente dalla Unione europea, abbiamo non più tardi di qualche mese fa
inviato alla Unione europea la pratica affinché non vengano ricompresi tra gli
aiuti di Stato.
Siccome
i tempi di risposta della Unione europea corrispondono almeno a tre mensilità,
90 giorni le domando: lei al nostro posto cosa avrebbe fatto? Avrebbe lasciato
qui 2 milioni di euro e
se li sarebbe riportati all’annualità 2013, oppure, in una situazione di
emergenza come questa, avrebbe recuperato le somme messe nel bilancio 2013 e
forse le avrebbe utilizzate per pagare gli Lsu e gli Lpu o il mondo dei trasporti? Abbiamo fatto questo! Lei
l’ha voluto rimarcare ma potrebbe dirci cosa avrebbe fatto al nostro posto.
Penso che abbiamo fatto una scelta saggia nel senso che i 5 milioni che
andavano e che sono stati dirottati a Gioia Tauro, all’autorità portuale,
servono per incidere sul tema delle tasse di ancoraggio per il 75 per cento. Quelle risorse hanno un senso nella
speranza che il Governo nazionale dia o mantenga gli impegni
su Gioia Tauro, ma mancano le risorse per Gioia Tauro al momento da parte del Governo nazionale. Quelle sono state
sottoscritte ieri, individuate e destinate già subito perché possono essere
utilizzate entro l’annualità. Questi 2 milioni, più quello delle imprese. Stiamo, infatti,
procedendo alle fasi di bando ed è giusto sottolineare, per correttezza, che
ieri abbiamo fatto su Gioia Tauro una panoramica che non è stata messa in
risalto ma che, ovviamente, ha avuto sicuramente la sua visibilità, cioè stiamo
operando su più fronti sul tema Gioia Tauro.
Stiamo
operando sul tema dell’accordo fatto ieri con l’autorità portuale, un
investimento di 8 milioni e mezzo per cercare di attrarre i grandi armatori e
“costringerli”, invitarli sempre di più a venire a Gioia Tauro. Dall’altra
abbiamo messo in campo – che è cosa ormai conosciuta ma che presenteremo presto
– il gateway ferroviario il cui bando è stato
pubblicato da diverse settimane, quindi
un investimento importante che servirà moltissimo a superare l’isolamento di
Gioia Tauro al di là dell’aspetto via mare. Tra l’altro, poi, abbiamo queste
risorse del ferro-bonus che stiamo
ipotizzando come percorso e l’assessore Caridi sta
lavorando a quei 25 milioni di euro che sono di competenza della Regione proprio in quell’Accordo di
Programma Quadro che
abbiamo fatto con il Governo per mettere questi 25 milioni di
euro a disposizione di
quel territorio e quindi per il mondo imprenditoriale.
Essendoci
già 25 milioni di euro in itinere, essendoci 25 milioni di
euro che nell’Accordo di
Programma Quadro il Ministero sta mettendo in campo con altri bandi per fornire
uno strumento ad imprese diverse da quelle che intervengono sulla formazione e
sul bando della Regione, riguardo a questo milione, è chiaro, abbiamo
rallentato per dirottarlo e per poterlo utilizzare in questa fase.
Soltanto un semplice, naturale e doveroso recupero di
queste risorse riportate nel nuovo bilancio. Solamente, quindi, un momento che
ci consente di tamponare un problema del mondo del precariato visto che avete
condiviso questo tipo di impostazione e che abbiamo, nel nostro compito di
governo, soltanto messo in atto.
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
Prego, onorevole Censore.
Presidente, per
dichiarazione di voto. Intanto premetto che
Volevo ritornare sulla
questione di Gioia Tauro. Chiaramente se fossimo stati noi a governare avremmo
dovuto trovare le risorse per dare le risposte, ma condanno la metodologia.
L’anno scorso su questi otto
milioni abbiamo detto che non era giusto finanziarne parte con fondi ordinari
di bilancio per darli alle imprese, perché si dovevano attivare canali diversi,
canali della spesa comunitaria perché sapevamo che c’è esiguità di risorse in
bilancio e capiamo che i tempi sono questi, sono tempi di ristrettezze
economiche.
Mi richiamo ad una
metodologia di ostentazione di azioni che, poi, puntualmente vengono smentite.
Non voglio fare una cronistoria dei soldi che avevate messo per gli immobili,
per le forze dell’ordine, come fondo antindrangheta, dal fondo alla
povertà , che poi sono state distolte.
Sapendo che i tempi sono
questi diciamo che risorse ce ne sono poche, vediamo quali sono le priorità che
sono quelle di garantire gli emolumenti ai dipendenti che a vario titolo sono
legati alla Regione. Questo diciamo non altre cose.
Poi la questione del porto
di Gioia Tauro. Abbiamo seguito la conferenza stampa che lei ha fatto con il
Presidente dell’autorità portuale e siamo ben informati.
Quello che chiediamo è di
essere più concreti e di fare meno spot elettorali. Grazie.
Siamo in sede di dichiarazione di voto. Ognuno può alzarsi e dire se vota a favore o contro e motivare il voto stando nei minuti previsti dal Regolamento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Solo un minuto, Presidente, per dichiarare il voto a favore e per dire al collega Censore che serve un tono adeguato.
Mi par di capire – e lo abbiamo detto in primis noi a
questo governo regionale – che avevamo dei progetti ambiziosi. Ricordo che
siamo arrivati in quest’Aula annullando delibere per 4 milioni di euro di
contributi a pioggia che i consiglieri regionali, per una vecchia prassi, erano
abituati a distribuire inserendoli sul fondo della famiglia così come tanti
altri provvedimenti compreso quello che riguardava le forze dell’ordine.
Va da sé che questa Giunta, il Presidente Scopelliti, la maggioranza e credo la minoranza,hanno
dovuto rivedere alcune cose nel corso
del tempo, con una grande pratica di realismo tant’è che è stato detto insieme
– l’ha ricordato il Presidente – eppure lo sviluppo non si può fermare. Stiamo
parlando di Gioia Tauro che vedeva gente
in cassa integrazione, quindi risorse di questo bilancio libere, ma il “realismo”
di un nuovo bilancio e quindi anche di questa modifica che non prevede più
spazio a quei grandi progetti per come immaginava, visti i tagli che abbiamo
subito come tanti Comuni e Province i tagli e quant’altro.
Mai più di oggi, c’è un realismo politico che dice che
c’è un bilancio che non è di grande prospettiva, esclusi alcuni temi, vedi
Gioia Tauro, ma che dal prossimo anno con fermezza nelle poste, avendo fatto
sacrifici, ognuno, rispetto ai diversi assessorati, penserà principalmente
insieme allo sviluppo – che significa quindi Gioia Tauro o abbassare le tasse
di ancoraggio visto che è l’unica area di sviluppo più importante insieme ad
altri interventi che sono stati fatti – e quindi realismo è dire paghiamo i
forestali e quant’altro sarebbe un atto di grande realismo per frenare la
voglia di coinvolgimento in quanto stiamo, purtroppo, in una situazione che è
mutata rispetto ad inizio legislatura.
Quindi non era uno spot dire “metto i soldi per le
politiche della famiglia” perché quella quota parte di politiche della famiglia
è stata utilizzata, se non ricordo male, per gli stagisti e per andare a
coprire il precariato che in questa regione, purtroppo, è stato creato nel
tempo e non vale poco.
Quindi, grande realismo comune, dico bene al lavoro di
questa Giunta che per il prossimo anno interviene per evitare ritardi in modo
che ognuno potrà pagarsi a fine dicembre, a fine mese come previsto dalle
regole.
Grazie onorevole Orsomarso. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, solo per una breve dichiarazione di
voto per dire che anche il nostro gruppo, come gli altri colleghi del Pd, con
sofferenza diciamo sì a questa variazione che rappresenta una parziale risposta
ad un problema che si è trascinato per lungo tempo durante quest’anno. Per
lunghissimo tempo con tante incertezze e col patema d’animo da parte dei tanti
lavoratori che per l’ennesima volta sono dovuti venire stamattina a
rappresentare tutto il disagio e tutta la disapprovazione nei confronti delle
politiche di questa Giunta.
Detto ciò quel che contestiamo è il metodo. Non è più
possibile continuare con questo metodo dell’emergenza sull’emergenza e non è
possibile, Presidente, perché non è accettabile quel che dice il Presidente Scopelliti riguardo la posta di bilancio dedicata alle
imprese per il porto di Gioia Tauro. Perché, Presidente, ricordiamolo questo è
un provvedimento che è stato approvato in sede di bilancio, di finanziaria
2012, nel dicembre 2011.
Emanare un regolamento e chiedere alla Unione europea di
pronunciarsi circa la disponibilità a non far sì che siano aiuti di Stato credo
che non possa essere un qualcosa che possa arrivare alla fine di un esercizio
finanziario, alla fine di una annualità.
Credo ci sia tutto il tempo per poter intervenire, per
l’ennesima volta, anche su Gioia Tauro e purtroppo, nonostante tutte le
conferenze stampa e le notizie che ieri abbiamo appreso rispetto agli accordi
di programma c’è una situazione anche allarmante rispetto al crono-programma
dell’intervento principale che è quello del gateway ferroviario
e di altre questioni che su Gioia Tauro sono insolute.
Presidente, non possiamo non rimarcare la nostra
preoccupazione così come abbiamo visto nel rastrellare quei 10 milioni che per
gli Lsu e gli Lpu sono
state cancellate poste di bilancio che derivavano anche da impegni assunti
durante questa annualità. La legge sul risanamento dell’ambiente attraverso la
bonifica dei siti dell’amianto così come il sostegno per le cooperative che
gestiscono beni confiscati.
Ebbene, sicuramente ci sarebbero state altre poste di
bilancio alle quali attingere, risorse che sono certamente importanti ma
senza andare a toccare poste di bilancio
di situazioni sensibili di quest’anno che durante questa legislatura dovevano
essere rafforzate, implementate e non certo mortificate.
Per questo, Presidente, rappresentiamo la nostra
disapprovazione sul metodo pur aderendo ad una necessità che potrebbe diventare
ulteriormente una
emergenza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Così come il collega Censore annuncio il voto positivo, ovviamente, non essendo, però soddisfatto della operazione che viene posta in essere.
C’è traccia negli archivi del Consiglio regionale: abbiamo fatto diverse interrogazioni dal mese di luglio per denunciare il fatto che non venivano pagate le mensilità dei precari. Siamo arrivati – per la prima volta nella storia della Regione – a dicembre con 5-6 mesi di arretrato.
Fatto questo errore cerchiamo adesso, e il Pd cercherà
insieme a voi, di risolvere un problema che voi avete causato e che insieme cercheremo di risolvere perché abbiamo a cuore gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici in Calabria.
Su una cosa il Presidente Scopelliti, però, non
ha risposto e credo che lo poteva fare anche per dare un segnale a migliaia di
lavoratori e di lavoratrici che in questo momento sono in attesa in Calabria:
la proroga. Basta una lettera del direttore generale, non costa niente, credo
che sia utile e necessario ed insisto affinché già pomeriggio venga scritta dal
direttore generale del dipartimento lavoro così come avveniva anche in passato.
E’ veramente un segnale di
scarsa attenzione rispetto ai lavoratori e alle lavoratrici. Non è una cosa
dell’altro mondo ma può essere un segnale di tranquillità a questi lavoratori.
Per ultimo il Presidente Scopelliti ha detto,
nella sostanza, quel che avevo detto all’inizio: sarà impossibile che con
questa variazione pagheremo le mensilità entro il 31 dicembre. Anche queste due
mensilità. Dobbiamo chiedere all’assessore Mancini di lavorare sull’assessorato affinché faccia il massimo di
velocizzazione dell’iter perché, veramente, è inaccettabile che per 5 mesi i
lavoratori e le lavoratrici non vengano pagati e questo, per loro, sarà un
Natale veramente pessimo. Capite bene che, per famiglie che vivono solo di
questo, non essere pagate per sei mesi e non ricevere un euro nemmeno a Natale
è una cosa molto, molto delicata in questo momento storico nella nostra
regione.
Chiediamo,
per questo, di accelerare al massimo l’iter facendo anche straordinari per
portare a casa un risultato che sia almeno dignitoso per le famiglie di questi
lavoratori che hanno lavorato - perché bisogna ricordare che queste sono
persone che lavorano tutti i giorni e che mandano avanti Comuni, Comunità
Montane, Province e cooperative – e non è corretto che, per mesi, non vengano
pagate perché
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli.
Ne ha facoltà.
Presidente, anche noi
del gruppo Progetto democratico
votiamo a favore di questa variazione di bilancio
di 10 milioni di euro. Una variazione, come si suol dire -a mali estremi estremi
rimedi- che denuncia una grande sofferenza di movimentazione finanziaria all’interno del bilancio. E’ ovvio che fra le varie priorità, quella
dello stipendio del salario per lavoratori che
avanzano la loro giusta retribuzione certamente da mesi è una cosa doverosa,
non solo perché si è sotto Natale. Per cui, al di là delle differenze di collocazione
politica e partitica, su un argomento di questo un Consiglio regionale serio
non può che non trovare un assenso comune.
E’ ovvio che, caro Presidente Scopelliti, una variazione di queste,
molto probabilmente – lo dico al Presidente Imbalzano – poteva essere portata
all’attenzione della Commissione anche un mese fa o venti giorni fa perché,
come si soleva dire in gergo popolare è una “carta letta”. Se si voleva porre
rimedio in tempi giusti anche per far sì che la burocrazia avesse i tempi
tecnici per pagare lo stipendio entro Natale, si sarebbe potuto avviare anche
questo lavoro di concerto, andando insieme a responsabilizzare
Dico questo perché, di fatto, qui non è che troviamo delle
economie, onorevole Imbalzano, troviamo delle economie da soldi che sono stati
spesi e sono rimasti. In un certo qual modo questa sembrerebbe una guerra fra i
poveri perché, nel momento in cui sottraiamo dei pregressi ai lavoratori di
questo Ente Fiera autonomo di Cosenza per stipendi non pagati nel passato, li
trasliamo a questi altri lavoratori e, molto probabilmente, facciamo un
qualcosa che non andava tanto bene. Forse si sarebbe potuto fare meglio, si
sarebbe potuto trovare qualche altro tipo di capitolo per cercare di prelevare,
stessa questione per quanto riguarda i debiti pregressi sui trasporti, per
quanto riguarda il 2010-2011. Sappiamo in che condizioni queste imprese di
trasporti si trovano e che aspettavano giustamente questi soldi; spero, caro
assessore Fedele, che riusciremo a recuperarli nel 2013, caricandoci questa
quota di denari.
Non ne farei una tragedia, ad esempio, mi differenzio dal Pd – e
dico questo all’assessore Caridi e al Presidente Scopelliti – per il fatto dei tre milioni
di euro non
utilizzati per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro per un semplice motivo:
perché 3 milioni messi a disposizione rappresentavano una buona intenzione ma
sappiamo benissimo che non bastano, e non sono certamente esaustivi perchè non
affrontano neanche al 10 per cento il problema di Gioia
Tauro, per cui utilizzarli in un momento come questo di difficoltà così grossa!
Forse è meglio darli a questi lavoratori che, quanto meno, vanno a
coprire due-tre mensilità rispetto alle 5 o alle 6
mensilità e dando loro un po’ di ossigeno per poter far vivere al meglio le
loro famiglie. Avrei fatto a meno, caro Presidente Scopelliti, a ricorrere al taglio sul contributo dato alle aziende per tutti coloro i quali utilizzano il mezzo
pubblico e non pagano per una questione di disagio, di malattia e quant’altro.
Capisco che è stata, molto
probabilmente, una cosa, così forte, nata dalla sera alla mattina, caro
Presidente Imbalzano, e, molto probabilmente, se avessimo avuto la possibilità
di entrare nel merito ed in una disquisizione più particolare e più profonda
all’interno delle voci dei singoli capitoli di bilancio avremmo potuto togliere
qualcosa da qualche altra parte, mantenendo certe esigenze che, a mio avviso,
sono prioritarie e sono tali da poter mettere difficilmente in negativo queste
voci di bilancio che guardano anche a fasce di disagio di un certo livello e
che danno un’ombra.
Capisco che la coperta è stretta e
la situazione è difficile, ce ne accorgeremo adesso che andremo anche a
valutare meglio il prossimo bilancio dove c’è una grande difficoltà. Chiedo al
Presidente del Consiglio ed alla Giunta regionale, all’assessore al bilancio,
per le prossime variazioni, quanto meno di poterci corresponsabilizzare tutti,
nel bene o nel male, affinché
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, telegraficamente
perché i colleghi di gruppo e anche altri
colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato con dovizia di argomenti e
con serietà la nostra posizione che è di voto
favorevole perché, a fronte della esigenza dei lavoratori che, da quanto emerge,
hanno fatto il proprio dovere, non c’è dubbio che questa sia una esigenza
assolutamente primaria. Gradiremmo, però, che non suscitasse meraviglia il
fatto che questo voto favorevole, dato per questa ragione assorbente, sia stato
pronunciato da tutti i colleghi con una certa sofferenza. La sofferenza,
ribadisco, deriva da due aspetti: intanto da un aspetto di politica generale,
fin quando
Il lavoro, inteso come
sostegno al precariato, alla fine ha penalizzato, anno dopo anno, le politiche
di sviluppo. Questo lo dobbiamo sottolineare e questa pratica è presente,
purtroppo, anche in questa variazione di bilancio; perché se andiamo a vedere
le sottrazioni, cioè i capitoli, le postazioni da cui vengono sottratti i finanziamenti
per la variazione di bilancio, sono tutte postazioni che erano utili. Non solo
quella di Gioia Tauro ma anche altre postazioni erano finalizzate per favorire
il mondo della imprenditoria. Gioia Tauro come eccellenza e, quindi, come possibilità
di ripartenza di uno sviluppo virtuoso della nostra regione, il retroporto e le
altre cose e tutto il mondo della imprenditoria.
Ora, detto questo, non v’è dubbio che si ponga la
questione metodologica: cioè questo vale per il bilancio nel suo complesso e,
ancor di più, per questa variazione. Anche una opposizione come la nostra, che
non ha mai svolto un ruolo pregiudiziale ma quando ha avuto la possibilità si è
sforzata di offrire un contributo nell’interesse dei calabresi, ditemi voi come
fa a dare ora il proprio apporto.
Non siamo né scienziati, né alieni dotati di chissà quali poteri. Ha ragione il collega Mirabelli: si sarebbe potuto, forse, sottrarre risorse a comparti non prioritari e non dico a sprechi che pur ci saranno, ci sono certamente quando si tolgono le risorse a campi in cui ci può essere lo spreco; è prioritario ma ci sono anche delle graduatorie nelle esigenze.
Ditemi voi come facciamo in questo momento, faremmo in ogni caso una proposta estemporanea al posto della sottrazione di risorse a Gioia Tauro oppure al mondo delle piccole e medie imprese, che viene sostanzialmente penalizzato da questa variazione, da un momento all’altro
Ecco, quindi, la questione metodologica che vale
certamente per questo piccolo assestamento: cioè, anche sotto il profilo
estetico, chi legge di noi fuori dalla Calabria vede un assestamento fatto 7
giorni prima del bilancio dell’anno successivo. Anche su questa questione di
carattere generale ribadiamo le nostre perplessità rispetto all’esame di un
provvedimento per il quale vorremmo offrire un contributo, anche per venire
incontro al mondo del disagio e della famiglia, al mondo del lavoro e
quant’altro ma con un bilancio approvato l’altro ieri, tre giorni fa dalla
Giunta regionale e che viene portato frettolosamente in Commissione!
Faremo una battaglia politica di carattere generale, in
primo luogo sul metodo che, Presidente, la invitiamo a far rispettare e a
mettere il Consiglio regionale nelle condizioni di fare la sua parte fino in
fondo nelle Commissioni ed in Aula.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha
facoltà.
Ricordo che per dichiarazione di voto l’intervento è,
come da Regolamento, di tre minuti.
La
ringrazio e non voglio assolutamente andare oltre il tempo consentito.
Lo dico
anche per chi interverrà dopo di lei.
Sono
reduce anche da una discussione, avuta ieri, in Commissione
bilancio sulle perplessità che l’opposizione, il gruppo del Pd,
ha posto sulla ristrettezza dei tempi e sull’esiguità, anche per poter offrire
un contributo in termini effettivi, pur comprendendo come le modalità, che
possono sembrare dettate anche un po’ da una sorta di emergenza, soprattutto
sulle grosse questioni che ci sono. Perché, ripeto, spero
che nel punto successivo, quando si aprirà il discorso sulle riforme, ci sia
questa presa di coscienza da parte di tutti sul fatto che molte situazioni, che
si sono generate e create, possano essere affrontate tranquillamente in sede di
riforma per evitare che, nel prosieguo, si possano verificare situazioni come
queste.
Prendo
atto del voto favorevole che arriva dai consiglieri di minoranza, almeno dalle
dichiarazioni di voto che abbiamo sentito, soltanto per sottolineare alcuni
aspetti: pur di dare la possibilità ai settori
in difficoltà, oggi, ancora una volta, le proteste che si verificano ulteriormente da parte di chi aspetta con ansia di
poter avere le proprie spettanze, ritengo possano, in qualche misura,
giustificare un provvedimento del genere. Non si può, poi, solidarizzare da una
parte e chiedersi come ovviare ai problemi.
Ritengo
si sia “raschiato” quasi tutto quello che era a disposizione, perché quando nel fondo di riserva ci sono 50 mila
euro per le spese impreviste, capite bene che non c’è assolutamente stata nessuna
volontà se non quella di trovare le risorse necessarie per far respirare
qualche settore che era in difficoltà. Ritengo di preferire, pur nella
difficoltà, un bilancio approvato
frettolosamente.
Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Brevissimamente, Presidente, mi
atterrò anche a meno dei tre minuti previsti. Credo che il peso del
regionalismo – proprio per intervenire su quanto sostenuto dall’onorevole
Principe – non lo possiamo verificare certo da una variazione di bilancio che
ci stiamo per apprestare a svolgere. Una variazione, fra l’altro, condivisa, il
che significa sostanzialmente che il ruolo che si esercita nella funzione è un
ruolo estremamente positivo e che, invece, la grande battaglia che, le Regioni
dovrebbero intraprendere all’unisono, è quella di rimarcare la funzione storica
per cui sono state chiamate, che è quella di garantire una maggiore
funzionalità dei compiti che sono stati attribuiti loro, richiamandosi al
dettato dell’articolo quinto della Costituzione che lo Stato, puntualmente, non
ha mai voluto rispettare. Non lo ha mai voluto prevedere nelle deleghe e nei
compiti e nelle prerogative e non l’ha mai voluto rispettare, soprattutto, sui
finanziamenti a quelle che sono le attività che
Do atto all’assessore Mancini del
lavoro svolto e do atto anche al lavoro svolto dalla Giunta regionale nel suo
intero – come ha sostenuto il Presidente Scopelliti –; in un bilancio che
presenta già un terzo di fondi in meno rispetto allo scorso anno non è facile
poter andare avanti e riprogrammare il nostro quadro complessivo del bilancio
stesso sul tempo delle vacche grasse. Bisogna pensare anche al cosiddetto
periodo delle vacche magre. Ed in questo clima c’è da sottolineare l’aspetto
positivo, e cioè che, di fronte ai temi prioritari e stringenti della nostra
Regione, quale, appunto, quelli del precariato e di garantire un servizio
pubblico essenziale, quale i trasporti, riusciamo a racimolare quanto più è
possibile grattando il fondo del barile per avviare un processo positivo, anche
se mancano 10-15 giorni alla fine dell’anno e, quindi, all’approvazione del
bilancio provvisorio. Lì andremo a confrontarci in maniera decisa e forte con
l’opposizione per capire, al di là delle affermazioni avanzate anche oggi, qual
è il reale spessore di contributo che intendono conferire alla Regione
Calabria.
Mi pare di giocare un po’ la partita
pirandelliana “Così è se vi pare”: siamo da quest’altra parte e da quest’altra
pare che il nostro compito sia solo quello di criticare e contestare, anzi,
tutto va peggio “va bene così, madama la marchesa”. Non è così che si ragiona
quando si pongono in campo elementi di responsabilità dell’azione politica e
amministrativa.
Annuncio il mio voto favorevole a
questa variazione di bilancio, nella certezza e nella convinzione che questo
voto sia diretto all’approvazione di una delibera positiva per
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Prego i colleghi di fare silenzio e
di accomodarsi.
Solo
qualche battuta, naturalmente,
anche perché proponente; annuncio il mio voto
favorevole ma qualche brevissima sottolineatura vorrei farla anche io dopo gli
interventi dei colleghi anche perché sono
state rievocate in quest’Aula alcune delle osservazioni avanzate ieri dai
colleghi della opposizione in Commissione, nel momento in cui abbiamo iniziato i lavori di esame della legge finanziaria, del bilancio
preventivo e del bilancio pluriennale, del collegato.
Intendo, intanto, sottolineare il dato politico di questa
variazione di bilancio e lo voglio fare anche io, così come lo hanno fatto un
po’ tutti i colleghi, sia pure con motivazioni diverse perché ancora una volta
la maggioranza, l’Esecutivo, è venuto incontro a richieste sacrosante e
legittime da parte dei lavoratori dell’Arssa, dei
presidi idraulici, del precariato in genere, degli Lsu-Lpu
e delle richieste delle aziende di trasporto sia pubblico che privato.
Certamente siamo a fine anno ed ormai siamo al bilancio nuovo,
però, questa variazione credo sia una ulteriore testimonianza della sensibilità
e della attenzione che la maggioranza dedica alle emergenze più impellenti. Sui
tempi del bilancio vorrei ricordare – l’ho detto anche ieri ai colleghi – che,
appena il 7 dicembre, il Parlamento ha approvato definitivamente quel provvedimento che era
direttamente legato anche al bilancio della Regione. Il 10 è stato assunto
dalla Giunta regionale e tempestivamente è pervenuto in Commissione.
Ricordo ai colleghi: sono un consigliere di prima legislatura e negli altri due anni vi
è stata una prassi consolidata anche sui tempi. Peraltro, abbiamo iniziato
appena, abbiamo ascoltato soltanto dopo la mia introduzione la relazione dell’assessore
Mancini e si è appena avviato il dibattito sulla relazione del rappresentante
della Giunta regionale.
Il bilancio verrà esaminato ed approfondito in tutti gli aspetti
con le audizioni – ovviamente nella giornata di martedì, se riusciremo a completarlo
in quella giornata – in modo che vengano recepite in tutte le articolazioni
quelli che sono gli elementi essenziali e la filosofia che ha voluto imprimere l’Esecutivo regionale. Nessuna
preoccupazione e, d’altronde, anche ieri abbiamo fissato, per quanto riguarda
la presentazione degli emendamenti, il termine delle 16 per la fine delle
audizioni ed abbiamo spostato alle 19 perché costretti in qualche modo; i tempi
sono quelli e abbiamo anche il dovere di rispettare i termini regolamentari,
una volta ricevuto il documento da parte della Giunta regionale, a sua volta
impossibilitata a farlo prima.
Abbiamo tentato di rispettare al massimo, nei limiti del
possibile, quella che è la norma regolamentare ed abbiamo spostato alle 19,
quindi, a ben oltre tre, che non sono molte ma è chiaro che si possono
presentare tutti gli emendamenti possibili, e da martedì si può avviare una
discussione che sarà comunque approfondita su tutto il bilancio. L’idea,
quindi, che è stata avanzata e ventilata anche stamattina di un esercizio
provvisorio cozza diametralmente con le esigenze di fornire
risposte tempestive.
Possiamo immaginare cosa significa, già a gennaio, in questa
Regione l’impossibilità di poter operare a pieno titolo nella gestione delle
poche risorse finanziarie disponibili. Credo che, pur comprendendo la
legittimità delle questioni sollevate dai colleghi, questa Assemblea non potrà che procedere, in qualche modo,
all’approvazione del bilancio comunque entro la fine dell’anno.
Grazie, onorevole Imbalzano. Ultima dichiarazione di voto è quella
del Presidente Scopelliti al quale darei la parola
chiedendogli anche di esprimersi in merito alla situazione degli Lsu-Lpu visto che ad oggi, ancora,
Sì, Presidente, ho ascoltato gli ultimi interventi e
volevo sottolineare alcuni aspetti. Non c’è dubbio che abbiamo previsto, già in
bilancio, le somme e quindi è scontato che garantiamo la proroga del mondo del
precariato, ma non è polemica, sono dati di fatto.
Sono stato assessore alla formazione e al lavoro per
quasi due anni in questa Regione. Sono arrivato quando vi erano circa 12 mila Lsu-Lpu in Calabria. In un anno con la
famosa legge 4 ho stabilizzato in Calabria 2.800 precari, nei restanti 8 anni
fate voi il conto di quanti ne sono stati stabilizzati.
Oggi è facile parlare e fare dichiarazioni e tutti
quanti esprimere giudizi sul precariato e tuffarci tutti verso il mondo del
precariato, cercando di cogliere le simpatie se non il consenso come a volte sa
fare la politica.
Spero che qualcuno si possa alzare in quest’Aula e
dire “io ho fatto l’assessore alla formazione e al lavoro ed ho stabilizzato 5
mila persone” o che qualcun altro si alzi e possa dire la stessa cosa. Io non
li ho visti, poi ci darete, ci farete pervenire i vostri numeri, perché se oggi
il personale precario è circa 6 mila fate i conti, considerando che io sono
stato anche Sindaco della città di Reggio Calabria e ne ho stabilizzati
Il problema è di affrontare in maniera seria la
situazione e noi, oggi, di fronte a questo problema serio, diamo una ulteriore
risposta con la variazione di bilancio, col pagamento nei prossimi giorni delle spettanze degli Lpu, lo diamo attraverso
l’individuazione nel bilancio delle poste che garantiscono per circa 8
dodicesimi lo stipendio, individuiamo anche le fonti alternative per dare corso
e seguito all’impegno nel mondo del precariato per come ricercare le risorse
mancanti da agosto in poi. Qui c’è una pianificazione che è molto chiara e che
dimostra, anche, la capacità di un gruppo dirigente di affrontare il problema
in maniera seria, dando certezze e dando risposte. Dopo di che, credo che su
questo discorso si debba trovare una fase successiva, visto che ci sono i
blocchi dei turn-over e i blocchi delle assunzioni un
po’ dovunque per affrontar in maniera diversa una fase nuova.
Oggi, siamo di fronte a questo e speriamo che questa
fase possa essere superata e che, tutti quanti insieme, si possa ricercare
nuove soluzioni e nuove opportunità per il mondo del precariato.
Nel frattempo, crediamo che le risorse che andremo
ad erogare la prossima settimana, quindi lunedì, siano già una boccata
d’ossigeno insieme a questa variazione di bilancio che ci consentirà nelle
prossime settimane di andare a colmare queste carenze legate al rispetto del
patto di stabilità.
Grazie, Presidente Scopelliti.
Pongo in votazione l’assestamento di
bilancio, così come illustrato dal relatore, composto da due articoli.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Prima di procedere con l’ordine del
giorno c’è da inserire un altro punto che riguarda una proposta di provvedimento
amministrativo che è passata dalla prima Commissione – se non sbaglio, o era
stata assegnata – che riguarda il Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Interruzione)
Gli
uffici mi dicono che non è passata.
Riguarda,
dicevo, la possibilità per la Commissione per la vigilanza di poter svolgere
anche le mansioni del Comitato regionale per il controllo contabile. Visto che
abbiamo ridotto le Commissioni da dieci a sei,
Dobbiamo
approvare, quindi, questo provvedimento in modo tale che
Pongo in
votazione l’inserimento di questa proposta di provvedimento amministrativo
all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Pongo in
votazione, quindi, l’articolo unico della proposta di provvedimento
amministrativo numero 204/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di
parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, onorevoli colleghi. Nei giorni passati la quarta Commissione regionale ha svolto una indagine conoscitiva presso il comune di Mormanno per comprendere gli effetti del sisma dello scorso 26 ottobre e le conseguenze dello sciame sismico iniziato due anni addietro ed ancora in corso sulla popolazione che ha deciso di continuare a risiedere a Mormanno.
Al termine di quella riunione, di quella indagine conoscitiva con tutti i componenti della Commissione abbiamo deciso di redigere una mozione che, oggi, presentiamo all’Aula attraverso la quale chiediamo alla Regione di interagire ancora di più, rispetto ad ora, con il Governo centrale per avere ulteriori aiuti.
Chiediamo di voler individuare risorse per il territorio pur nelle difficoltà del bilancio corrente, del prossimo bilancio 2013 e chiediamo anche la sospensione dei tributi di matrice regionale nel bilancio 2013.
Questa mozione è sottoscritta da tutti i componenti della Commissione. Ne chiedo l’inserimento, pertanto, all’ordine del giorno e conseguentemente la sua approvazione.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per richiamare in Aula un ordine del giorno sul precariato della sanità della Regione Calabria.
Mi sembra che era stato già approvato.
No, Presidente, è un ordine del giorno diverso che abbiamo presentato stamattina.
Quindi è stato richiesto l’inserimento di un ordine del giorno da parte dell’onorevole Censore sul precariato della sanità.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
La parola all’assessore
Fedele.
Presidente, c’è un progetto di legge recante “Norme sul trasporto pubblico locale” già approvato in Commissione da più di 20 giorni. Ne chiedo l’inserimento
all’ordine del giorno perché,
tra l’altro non comporta nessun impegno di spesa, ma si tratta solo del
recepimento di normative nazionali importanti che ci serviranno dal 1° gennaio
per programmare il settore trasporti che in questo momento, come potete vedere,
è in grande difficoltà.
Questo progetto di legge riguarda “Norme sul trasporto pubblico locale” che non comporta oneri finanziari, è passato già in Commissione ed è formato da cinque articoli.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, anche io propongo l’inserimento di un ordine del giorno che riguarda la questione della scadenza al 31 dicembre di quest’anno del progetto della protezione civile sull’emergenza nord-Africa.
Con questo ordine del giorno chiediamo che
Ne chiedo, pertanto, l’inserimento all’ordine del giorno.
Chiedo all’onorevole
Giordano, se può fare avere ai banchi della Presidenza l’ordine del giorno.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento all’ordine del giorno, dell’ordine del giorno
dell’onorevole Giordano.
(Il Consiglio approva)
L’ordine del giorno così come era stato formulato
prevedeva un solo punto all’ordine del giorno
che riguarda il dibattito sulla “Riforma degli enti sub-regionali”.
Do, quindi, la parola al
sottosegretario alle riforme, onorevole Sarra, che
potrà illustrare il lavoro che
Subito dopo daremo inizio
alla discussione in Aula.
Prego, onorevole Sarra.
(Interruzione)
Vuole intervenire prima il
Presidente Scopelliti? Allora la parola al Presidente della Giunta regionale
per illustrare la riforma. Seguirà poi l’intervento dell’onorevole Sarra che illustrerà dal punto di vista tecnico il provvedimento.
La parola al Presidente Scopelliti.
Grazie, Presidente. Per noi oggi questa seduta assume un’importanza fondamentale nella vita di questa Regione perché abbiamo lavorato in questi mesi annunciando già da parecchio tempo la volontà e la determinazione di arrivare ad adottare un provvedimento importante legato al tema delle riforme.
Nei giorni scorsi, nelle
tante riunioni che noi abbiamo avuto, qualche consigliere ricordava – questo è
un fatto molto importante – che spesso gli amministratori o coloro che si
candidano alle competizioni elettorali e che magari hanno il compito di guidare
le coalizioni fanno un documento programmatico, stilano le idee che sottopongono
ai cittadini e che poi, ciclicamente, vengono recuperate e riproposte e
talvolta leggermente modificate.
Uno degli obiettivi
importanti che noi avevamo inserito all’interno di quel documento che ci ha
visti protagonisti nella campagna elettorale regionale del 2010 era l’idea di lavorare per offrire a
questa regione una stagione in cui la razionalizzazione della spesa, in cui il rigore, in cui le scelte fossero
tutte collegate all’idea del superamento dei vecchi principi, rispetto sia alla
politica sia agli scenari - così come essi si sarebbero palesati con
l’esperienza all’interno della Regione - immaginando, ovviamente, di mantenere
in vita quelle realtà utili alla vita della regione e cercando di ideare una
Regione sempre più in grado di programmare ed in alcune fasi ed in alcuni
contesti – soprattutto laddove ci sono da utilizzare risorse comunitarie –
prevedere le attività operative; abbiano ipotizzato, cioè, un ente o una
fondazione, una società in grado di gestire, di governare questi processi e di
dare accelerazione come mission ad
una struttura come quella regionale che non sempre riesce, per sua natura, ad
essere al passo con i tempi e con le esigenze.
Oggi noi abbiamo immaginato,
dopo molto tempo e dopo diversi mesi di lavoro, la riorganizzazione della
nostra Regione mediante fusione, accorpamento e soppressione di enti, di aziende
regionali, di fondazioni, di agenzie regionali, di società e consorzi che
operano in tutti i settori di propria competenza.
Ovviamente, la riorganizzazione ha carattere generale ed incide sull’intera struttura dell’ente rimodulandone l’architettura amministrativa e oggi c’è un nuovo disegno che noi mettiamo in campo e che ci consente di guardare al futuro.
Questa noi la vogliamo chiamare “la fase due” della
gestione di questa amministrazione. Vogliamo tangibilmente dimostrare che le
scelte che andiamo ad operare sono in piena sintonia con gli indirizzi che
avevamo assunto; oggi i fatti dimostrano il tipo di scelta che
l’amministrazione andrà ad assumere da qui alle prossime settimane, nelle
sedute di Consiglio regionale programmate.
Il sottosegretario Sarra avrà, ovviamente, la possibilità di entrare nel
merito, rispetto ad un lavoro certosino e attento fatto cercando di coinvolgere
al meglio tutti gli attori per recepire e recuperare notizie che fossero utili
alla redazione di un documento e di un provvedimento al passo con i tempi, per
evitare di vivere la stagione di imbarazzo e di difficoltà che noi ad oggi
ancora viviamo, ad esempio, per l’approvazione della legge dell’Arssa e dell’Afor che da 5 anni
non trova ancora soluzione e che oggi speriamo, almeno l’Arssa,
possa trovare una risposta attraverso l’Aula.
La fase della
riorganizzazione passa, quindi, attraverso la fase e la capacità di interventi
mirati, di azioni specifiche, di risultati che, indipendentemente dalle valutazioni di carattere politico che possono
apparire impopolari ed a volte lo sono diventate, hanno contraddistinto questi
due anni e mezzo di amministrazione con un impegno straordinario legato alla
stagione della razionalizzazione dei
costi.
Uno per tutti mi pare che
sia quello della sanità. Quando leggiamo che ci sono parlamentari che continuano
costantemente a chiedere rimozioni o revoche del commissario questo ci fa capire molto bene la paura che la politica
ha nei confronti di un’azione di risanamento vera della sanità.
Noi
di fronte a questo andiamo ancora avanti! E’ divertente scoprire che quelli che
chiedono la nostra rimozione - potremmo parlare anche noi ore - ad esempio
hanno dei loro congiunti nella sanità e sono stati indagati negli anni passati
perché facevano parte di un sistema sanitario in cui hanno avuto delle
responsabilità.
Come
abbiamo visto quando si parla di sanità non c’è limite. Basta leggere le
cronache dei giornali per comprendere le responsabilità grandi che la politica
ha avuto in questo comparto.
In
questa direzione, dunque, si cerca di trovare una risposta: il taglio alla
proliferazione di enti, viene meno la possibilità di offrire poltrone e
postazioni che vengono destinate oggi a professionalità che magari vengono
individuate da una maggioranza e ieri dall’altra. Rimane una scelta prettamente
culturale e di mentalità prima ancora che amministrativa che noi con questi
provvedimenti intendiamo realizzare.
Non
a caso abbiamo inteso su questo percorso offrire una opportunità e una sponda
di dialogo anche ai colleghi della minoranza perché riteniamo che quando si
parla di riforme che comportano una riorganizzazione del sistema le stesse
devono passare attraverso la più ampia condivisione. Se vi è unanimità è ancora
meglio.
Non
ci sono preclusioni, quindi, non abbiamo posto limiti o pregiudiziali ma siamo
dell’idea che queste scelte vadano fatte e per il bene della Calabria anche per
dimostrare che la politica, in un momento in cui le vengono chiesti tagli e
sacrifici, così come ha già fatto al proprio interno con i tagli effettuati ai
costi della politica, riesce ad individuare anche all’interno di queste organizzazioni, di questi enti, sacche di
clientelismo, di spese inutili, di risorse che potrebbero essere spese in
maniera diversa.
In quest’Aula abbiamo riportato, in qualche circostanza,
gli esempi di enti in cui ci sono direttori generali, consigli di
amministrazione che hanno un costo rilevante; è triste rilevare che un
direttore generale di un ente guadagni più di un Presidente di Regione che ha
una responsabilità enorme rispetto a quella minima che compete ad un direttore
generale per il quale, tral’altro, dovremmo capire
quante cose fa in un anno, visto le attività che si producono in alcune
strutture ed in alcuni enti.
La nostra capacità oggi non è solo quella di andare a
realizzare un percorso virtuoso che noi avevamo avviato e che ci è stato
riconosciuto dagli organi di informazione nazionale. In tanti mesi di attacchi
alle Regioni,
Noi abbiamo accolto con sorpresa e con soddisfazione
che, ad esempio, la stessa rivista “L’Espresso” abbia messo
Questo è il senso di responsabilità.
E se la politica ha dovuto farlo per imposizione del
Governo, dobbiamo ribadire che
Abbiamo detto più volte che si annidava molto più di un
interesse ed una spesa eccessiva non solo in riferimento agli organi della
politica ma anche in altri soggetti.
Oggi, il sottosegretario Sarra
illustrerà questo provvedimento per grandi linee, ma noi abbiamo una visione
ampia di ciò che andremo a discutere e trattare e soprattutto ci renderemo
conto - come già annunciato dai mass media - che il taglio si aggira
orientativamente sui 15 milioni di euro. Questo dimostra come sia decisamente
superiore a quello effettuato con i tagli ai costi della politica per alcuni
aspetti; noi abbiamo approvato una serie di provvedimenti ma questa è una somma
corposa a dimostrazione che dopo il taglio dei costi della politica dobbiamo
realizzare tagli nelle fasi successive laddove ciò è possibile; si tratta,
ovviamente, di dare risposte e di recuperare somme ingenti per cercare di dare
stabilità e sicurezza al cittadino e soprattutto ai lavoratori.
Questo tipo di intervento produce uno sforzo notevole, non si risparmia nulla in termini di energie per cercare di mettere tutto
insieme e di accorpare o, comunque, di sopprimere ciò che non ha motivo di
esistere; con grande senso di responsabilità, quindi, facciamo una scelta che
guarda al futuro. Questa scelta, oggi, si realizza attraverso un primo
provvedimento, che è quello che – se avremo tempo – faremo attraverso
l’approvazione della riforma dell’Arssa, ma a cui
dovrà necessariamente seguire l’adozione di un provvedimento che riguarda l’Afor.
Oggi, in quest’Aula, oltre all’atto
sull’Arssa, chiediamo ai colleghi del centro-sinistra di prestare la
massima attenzione e di condividere con noi nelle prossime ore, nelle prossime
sedute, il provvedimento di trasformazione dell’Afor,
perché si tratta di un atto rivoluzionario, che oggi sta mettendo all’angolo
anche il mondo sindacale, almeno una sua parte, perché un’altra gran parte condivide
la nostra scelta; noi non possiamo pensare che le riforme passino attraverso la
salvaguardia di tessere o di prebende o di posti di favore, le riforme passano
attraverso il coraggio di un gruppo dirigente di invertire la tendenza e di
mettere in campo azioni che producono effetti per il futuro. Questa è la chiave
di lettura.
Spero, dunque, che non ci siano parti politiche che diventino ostaggio
di una parte del mondo sindacale, che si può anche non condividere, perché noi
non abbiamo tessere da dover coltivare e da dover conservare; questo è il tema
su cui si fondano le basi anche nel comparto della forestazione, per disegnare
strategicamente una Regione in grado di affrontare ancora meglio il tema della
tutela della montagna, della sua salvaguardia, attraverso il coinvolgimento
anche di quei giovani che sono stati integrati all’interno dell’Afor tra i quali ci sono anche – perché no? – i
sorveglianti idraulici con una funzione a mezzo servizio. Lì noi troviamo
strumenti ed elementi che ci aiutano a dare ancora più slancio ad un’azione che
sia ancora più credibile, perché è la sfida. Il soggetto pubblico economico e
il soggetto pubblico non economico contengono differenze, perché l’idea del
pareggio di bilancio è la sfida che noi dobbiamo porre oggi per tutti. Non
possiamo pensare di mantenere un Ente che, benché mantenuto dalla Regione, a
cascata poi pagano i cittadini; non è più corretto.
Anche questo, oggi, credo che diventi un tema di attualità, un tema
ampiamente condiviso e che sarà sostenuto anche dall’assessore Trematerra,
perché credo che ciò che noi riusciremo a realizzare in questa fase così
critica ce lo ritroveremo sicuramente come beneficio per le comunità; avrà
certamente una chiave di lettura nuova e diversa e il cittadino avrà la
possibilità di apprendere che dalle nostre scelte passa una stagione di grande
riorganizzazione e di grande sforzo, per costruire questa Calabria che noi
abbiamo immaginato.
Per noi è fondamentale avviare questa stagione, perché è anche un modo
per mantenere fede ad un impegno che abbiamo assunto con i cittadini, non
dobbiamo lasciare nulla di intentato. Questa che noi abbiamo immaginato è una
strada che ci consente di dimostrare che la politica si “serve” di quelle
strutture che sono strettamente necessarie in un momento di crisi e di
difficoltà, si serve di quelle strutture che sono funzionali al raggiungimento
di obiettivi; tutto ciò che non è utile in questa stagione viene messo da
parte, perché comunque non è interesse della buona politica.
Questo è il messaggio che oggi, attraverso questo tipo di scelta,
vogliamo trasmettere, pensando a ciò che abbiamo di fronte, pensando a ciò che
ci spetta, soprattutto sull’impegno dei grandi risultati, come quello delle
riforme che abbiamo messo in campo nella sanità. Pochi giorni fa un quotidiano
calabrese on-line riportava che dalla conferenza stampa del ministro Balduzzi è emerso che
Certo, è chiaro che tutto questo ha un costo, lo sappiamo, lo stiamo
registrando sulle nostre spalle, la capacità di dover dire no, di dover
tagliare, di dover assumere decisioni che portano alle strumentalizzazioni, ma
quando questa Regione avrà la possibilità di guardare attentamente a ciò che
noi stiamo costruendo, il cittadino si renderà conto che i cambiamenti, ormai,
sono strutturali, che c’è una capacità e un coraggio di assumere decisioni che
danno a questo territorio una prospettiva e un futuro.
Credo, caro Presidente, che questo sia il nostro vero grande primo
obiettivo da evidenziare, da porre all’attenzione e da mettere al confronto con
i colleghi, indipendentemente dall’idea di una legislatura che debba finire
prima o meno, perché è un atto che noi tutti dobbiamo, come fatto di dovere,
indipendentemente dai ruoli, alla Calabria e ai calabresi.
Grazie al Presidente Scopelliti per la relazione illustrativa del
provvedimento che ha tracciato, per grandi linee, qual è l’intendimento del
governo regionale. Adesso, per entrare nei particolari, darei la parola al
sottosegretario, Alberto Sarra, che illustrerà il
provvedimento.
Grazie, signor Presidente, grazie, signor governatore, oltre che per l’introduzione pregevole,
per avere esplicitato un concetto che mi offre il destro per poter entrare
immediatamente nel merito
tecnico del provvedimento. Lei
ha parlato di inversione di tendenza, ed è questo
il merito tecnico principale al quale voglio allacciarmi immediatamente, per
evidenziare quali sono i tratti che caratterizzano il provvedimento di riordino
degli enti regionali comunque intesi, quindi agenzie, aziende, società,
consorzi, enti di emanazione della
Regione.
L’inversione
di tendenza, in questa legge di riordino, è formale prima ancora che
sostanziale. Formale perché ci siamo umilmente adoperati per cercare di rendere
questo provvedimento il più possibile intelligente ed intellegibile, semplice,
laconico e di facile consultazione, con ciò realizzando quello che era uno
degli auspici che ci eravamo dati ad inizio di legislatura, nella
semplificazione anche delle nostre leggi, che fa il paio con tutta
quell’attività che è stata realizzata dal Consiglio in materia di
semplificazione legislativa. Quindi un dispositivo, delle norme semplici che
guardano, certo, ai princìpi di generalità e
astrattezza.
E passo
immediatamente all’altro aspetto, che è quello dell’inversione di tendenza
sostanziale, perché abbiamo inteso evidenziare, emarginare con immediatezza un provvedimento che attiene a delle
norme che guardano, in maniera netta e distinta, alla separazione tra l’aspetto
legislativo e quello più squisitamente regolamentare, di gestione,
amministrativo, oserei dire; quindi, delle competenze diversificate – seppur
assolutamente armoniche – tra l’organo legislativo, che è rappresentato dalla
massima Assemblea regionale che è il Consiglio, e quello esecutivo,
rappresentato dalla Giunta – a me non piacciono tanto gli acronimi, però
talvolta aiutano ad esplicitare alcune riflessioni – ed abbiamo, proprio per il
lavoro che avevamo in precedenza svolto con l’Ufficio legislativo della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, adottato le formule di Air e Vir, che praticamente rappresentano l’analisi di impatto regolamentare
e la valutazione dell’impatto regolamentare e legislativo.
Abbiamo
fatto, quindi, delle proiezioni sulla base delle ex ante ed ex post,
sulla base dell’impatto che questa normativa avrà non solo sull’intera
architettura istituzionale, testé richiamata dal governatore, ma anche
sull’intera comunità calabrese. E’ per questo che abbiamo potuto fare delle
proiezioni ex ante, calcolando i risparmi che l’approvazione di questa
legge comporterà.
C’è un
altro aspetto che io mi permetterei di evidenziare: la legge parte da un lavoro
che è stato fatto da professionisti, da una commissione di professionisti, da
esperti sicuramente, ma è il risultato di un lavoro di quadra – come ama dire
il governatore – perché è stato fatto da chi parla in assoluta sintonia con gli
assessori al ramo. E’ per questo che, poi, ci saranno degli adempimenti
successivi che riguardano delle competenze che sono specifiche e mirate degli
assessori.
Per cui,
così come è avvenuto nel settore dell’agricoltura e della forestazione, così
come è avvenuto nel settore delle infrastrutture e dell’edilizia residenziale
pubblica, con gli assessori Trematerra e Gentile, si è operato nel senso di
offrire in questa normativa generalità e astrattezza per quanto riguarda le
linee-guida delle riforme, che porteranno poi all’approvazione,
all’accorpamento e alla nascita di agenzie; come avverrà, per esempio, nel caso
dell’area dell’edilizia residenziale pubblica, dove avremo
Quindi –
dicevo – quali sono, in sintesi, le caratteristiche di questa normativa, al di
là della riduzione degli enti, dei quali diremo nello specifico? Mi soffermo
solo un attimo sui princìpi di carattere generale,
perché la legge è sostanzialmente distinta in due – scusate se mi esprimo
sistematicamente o schematicamente – grandi capi: uno, quello relativo agli
obiettivi di carattere generale e ai princìpi
ispiratori della normativa; l’altro, relativo alle misure concrete di riordino
che porteranno alla soppressione, unificazione e accorpamento degli enti di cui
ha parlato il Presidente.
Quali sono le novità? Intanto, per quanto riguarda la concezione stessa
degli enti, non ci saranno organi collegiali, ma assolutamente organi
monocratici sia per quanto riguarda gli amministratori unici sia per quanto
riguarda gli organi di revisione. Chiaramente, per gli organi di revisione ci
saranno il revisore e il supplente. Questo in linea generale; poi, ci saranno
delle disposizioni particolari che sono imposte dagli Statuti delle singole
società regionali o partecipate.
Anche qui fa capolino per la prima volta nell’ordinamento regionale una
norma che, oltre a guardare ai requisiti e alle competenze di chi andrà a
ricoprire questi incarichi e anche ad effettuare la nomina, dovrà guardare
anche ai requisiti morali e, comunque, noi abbiamo sublimato nell’atto
normativo anche l’assenza di eventuali condanne, chiaramente con riferimento ai
princìpi costituzionali, però abbiamo inteso con immediatezza evidenziare
questo e farne comunque un principio ispiratore di una norma.
C’è il sistema dei controlli che noi andiamo a rafforzare e a
potenziare, quindi non soltanto gli organi di ragioneria dei singoli enti, ma
l’organo di revisione e anche qui viene utilizzato, ai sensi della normativa
regionale recentissima, la legge regionale numero 3 del 2012, l’organismo
regionale indipendente di valutazione (OIV).
Questo è l’altro macro intervento, cioè il potenziamento del controllo
secondo quei princìpi di rigore, anche qui richiamati
nell’intervento del governatore.
Cosa avremo, in generale, tanto per offrire alla vostra valutazione uno
spunto di riflessione? Ogni grande macro area, ogni grande settore della vita
amministrativa regionale, quindi dei settori di appartenenza regionale che sono
le politiche sociali e del lavoro, i servizi e l’assistenza finanziaria alle
imprese, i servizi reali alle imprese, la gestione del patrimonio e l’edilizia
residenziale pubblica, cultura e turismo, agricoltura, montagna e foreste,
quindi sei macro-aree, avranno come riferimento un unico ente, un’unica agenzia,
un unico soggetto giuridico che sarà l’immediato riferimento, il braccio
esecutivo secondo il principio della sussidiarietà dell’ente Regione; cioè
adotteremo queste iniziative di istituzione e accorpamento degli enti laddove
non è possibile, o comunque è consigliabile da un punto di vista squisitamente
tecnico-amministrativo, trasferire alcune competenze a questi enti, affinché la
gestione di quel comparto avvenga in maniera più snella e, comunque, migliore
rispetto ad una emanazione diretta dell’esecutivo regionale.
E’ questo il principio cardine che dà vita in maniera conseguenziale alla soppressione, all'accorpamento, alla
fusione degli enti. I vantaggi, oltre quelli scaturenti dall’applicazione del
Decreto legge numero 174 del 2012 e della normativa sulla spending review,
quali sono? Ci tengo a chiarire immediatamente un aspetto: quello che ha fatto
l’esecutivo e farà il Consiglio regionale non sarà un intervento obbligato
soltanto dalla normativa nazionale, ma abbiamo guardato alla normativa
nazionale come una sorta di legge cornice, di legge quadro, entro la quale
Chiarito questo, il principio al quale abbiamo dato seguito è proprio
quello – anche questo richiamato – dell’equilibrio, del pareggio di bilancio
imposto dalla normativa nazionale, per evitare quella grave iattura che
potrebbe determinarsi, invece, nella decurtazione dei trasferimenti, ma abbiamo
inteso dar seguito – a questo eravamo obbligati – alla normativa nazionale,
portando ad ulteriori conseguenze una serie di iniziative legislative che
faranno del nostro ente, finalmente, un ente virtuoso, quantomeno nei meccanismi
istituzionali e di amministrazione pura.
Procediamo, quindi, all’accorpamento delle strutture che presentano
un’articolazione subregionale, all’unificazione per
materie omogenee, di singole strutture che svolgono attività affini. Sono
queste le direttrici lungo le quali si muove il progetto di riforma.
Chiaramente, questo ha portato a due conseguenze immediatamente evidenziabili:
la riduzione dei compensi dei componenti dei consigli di amministrazione, non
solo la riduzione del numero, ma anche la riduzione dei componenti; vengono
meno tutti i costi degli enti connessi al funzionamento degli organi sociali;
si riducono i costi di direzione generale, laddove è previsto ancora il
direttore generale; vengono soppressi, invece, in caso di soppressione dell’ente,
proprio le figure, secondo uno schema che poi mi permetterò di sintetizzare
attraverso una tabella che – se ritenete – possiamo anche offrire alla vostra
valutazione, dove abbiamo fatto un conteggio che è in malam
partem, nel senso che è ridotto non solo delle
riduzioni delle figure, ma anche dei costi e dei risparmi; si riducono le
consulenze, i contratti di collaborazione.
C’è una stima che rimane in sospeso, che era quella a cui faceva, in
qualche modo, cenno anche il Presidente, ovvero c’è una percentuale di
riduzione che va dal 5 al 10 per cento, che dipende dai risparmi che si hanno
come conseguenza dell’efficientamento delle
strutture, quindi della razionalizzazione degli enti, ed è una valutazione che,
obiettivamente, non è possibile fare ex ante, ma la faremo
immediatamente, dal punto di vista temporale, dopo l’applicazione della norma,
per avere un dato assolutamente affidabile in termini numerici.
Poi, ci saranno altre conseguenze, che non hanno un impatto economico
diretto, cioè che non sono apprezzabili in maniera economica attraverso dei
numeri, ma che derivano anche qui dalla razionalizzazione e dal riordino degli
enti. Perché? Avendo degli enti con una struttura monocratica, proprio perché è
il risultato di accorpamento e di fusione, avranno anche la possibilità di
un’efficacia ed efficienza dell’azione diversa, non dovendo andare comunque a
confrontarsi con delle organizzazioni periferiche. Parliamo sempre di organi
esecutivi, non di uffici, che manteniamo per evitare che ci sia una situazione
di disagio per quanto riguarda i dipendenti.
Parlando di dipendenti, mi permetto di evidenziare a caratteri cubitali
quello che è un passaggio fondamentale, che è stato un altro dei motori
ispiratori della riforma – e qui mi sono mosso in maniera assolutamente
consequenziale alle disposizioni e agli input che venivano dal
Consiglio, dalla maggioranza e dal Presidente: mantenere inalterati i livelli
occupazionali. Quindi c’è una norma di salvaguardia che tutela in maniera
assoluta questo principio, cioè dalla legge di riordino non verrà toccato o
alterato nessun momento occupazionale. Quindi questa è una norma specifica, un
articolato specifico che prevede una norma cosiddetta di salvaguardia.
Per evitare di dilungarmi molto, mi rifaccio alle tabelle, dove vedrete
che ci saranno le soppressioni di tutte le fondazioni, cito soltanto un momento
la fondazione “Calabria etica”, anche la fondazione “Terina”,
per armonizzare un intervento che abbiamo previsto d’intesa con l’assessore
Trematerra e nell’ambito delle sue deleghe, la fondazione “Calabresi nel
mondo”, la fondazione “Field”.
Ci saranno anche – non l’avevo citato prima, ma con l’assessore Caridi
abbiamo lavorato insieme nel settore relativo alle attività produttive - una serie di interventi di razionalizzazione,
di accorpamento, assessore, e di fusione per quanto riguarda i consorzi di
sviluppo industriale. Diamo solo un cenno in questa fase, ma ci sarà poi una
delucidazione specifica e mirata che faremo anche in seguito con l’assessore.
Vengono sciolte anche diverse società in house, penso alla
società Sial, fusione per accorpamento della società It
Calabria, gli enti parchi marini vengono accorpati in un unico Parco regionale,
in buona sostanza ci sarà una riduzione stimata soltanto delle cariche istituzionali
di ben 39 Revisori dei conti, 22 Presidenti di enti, 16 dirigenti esterni e
direttori, 13 componenti di comitati direttive e 3 Segretari generali. Si
procederà, quindi, ad una razionalizzazione – come vi dicevo – di questo
meccanismo organizzativo, tenendo presente un unico ente, quindi l’unificazione
di un ente per ogni grande area di intervento, per ogni settore di intervento
regionale.
Per tener fede alle raccomandazioni dei due Presidenti, non mi
dilungherò molto, anche perché il mio è un intervento di carattere
squisitamente tecnico. Voglio, però, anche in virtù del lavoro fatto in
passato, anche per evidenziare una serie di emozioni che muovono in questo
momento il mio dire, il mio intervento, fare un riferimento specifico, perché è
stato fatto già prima di me, anche alla necessità, a mio avviso urgenza, di una
condivisione, nei limiti in cui questo è possibile, di questo provvedimento,
tenendo conto che – e lo dico a chiare lettere, perché è il risultato di uno
studio attento, mirato e specifico fatto – per questa legge di riforma non è
necessaria – intendo dire indispensabile – una maggioranza qualificata, perché
– onorevole Loiero – trattandosi di accorpamento e di fusione, non si va ad
istituire un ente nuovo, quindi un soggetto giuridico nuovo, in termini
giuridici un aliquid novi, ma c’è una
fusione e quindi un accorpamento di strutture preesistenti.
Quindi – il nostro Statuto su questo è chiaro e non ammette
interpretazioni – è sufficiente una maggioranza ordinaria, una legge ordinaria,
così come previsto dall’articolo 16 dello Statuto regionale che noi abbiamo
provveduto a riaggiornare, riqualificare e riammodernare al termine, proprio nella fase conclusiva
della passata legislatura.
A questa norma io faccio riferimento per evidenziare che, quindi, non
esiste una necessità di carattere squisitamente giuridico – vorrei essere
chiaro sul punto – ma ritengo che ci sia una necessità di carattere politico
generale – è l’unico momento, l’unico passaggio politico di questo intervento
che mi permetto di evidenziare – perché credo che difficilmente si possa essere
su posizioni diverse, quando c’è un’unità di intenti, che è quella di
riorganizzare e riammodernare, rimettere al passo
oggettivo con i tempi; ci sono degli interventi ai quali siamo necessitati,
perché questo dipende da una normativa di carattere generale, nazionale, che è
mutata rispetto al passato, un po’ perché c’è oggi l’esigenza di dare delle
risposte che sono di carattere tecnico e giuridico, ma non solo, di carattere
sociale; oggi è avvertita la necessità da parte dell’opinione pubblica
generale, dell’opinione pubblica regionale, della collettività regionale di
ridurre spese, di ridurre la spesa pubblica e di ridurre soprattutto l’impatto
della spesa pubblica nella gestione del nostro ente.
L’approccio culturale a cui si faceva riferimento, secondo me, impone,
in termini sereni, ma altrettanto determinati, un intervento che sia di
prospettiva e non di retrospettiva, come era stato evidenziato anche in altri
interventi.
Credo che questo, certo, imponga un sacrificio, un intervento e anche
una situazione di disagio, perché in una fase come questa è chiaro che andare a
ridurre enti, andare a dire alle persone “no, questo ente viene soppresso, non
esiste più un consiglio di amministrazione, non esiste più una situazione dove
si possono dare visibilità e spazio anche a professionalità importanti, anche a
persone titolate, anche a persone giustamente legittimate da un percorso di
studio e di preparazione” non è facile e per nessuno. Però, il sacrificio, la
sofferenza in qualche modo di questo intervento è un atto di dovere morale,
prima ancora che giuridico, perché ho detto che ci sono delle conseguenze di
questo provvedimento che non sono necessitate dalla legislazione regionale, ma
da un intervento che è doveroso effettuare per dare delle risposte, per
realizzare un’inversione di tendenza sostanziale e formale.
Avremmo potuto, citando Platone, realizzare un Sofrone
isterium nelle leggi. Per bocca di Platone,
Socrate ci dice questo, che per rieducare, talvolta, è necessario trasformare
quella che lui definisce la virtù, l’eusebeia
in asebeia, cioè assenza, alfa privativo,
della virtù. Per fare questo è necessario, in qualche caso, ricorrere ad un
carcere che lui chiama rieducativo, cioè è un percorso che, in qualche modo,
impone una riabilitazione.
Non è questo il senso, perché non sarebbero bastati cinque anni e non
sarebbero bastati i cinque anni delle legislature precedenti di volta in volta
richiamati in causa. Non è sufficiente questo se non c’è quello scatto di
carattere culturale più volte richiamato. Allora, lo scatto deve essere di
approccio culturale, di mentalità, di prospettiva e non di retrospettiva.
Se così è, io non credo che basti citare l’articolo 16 o il 54, che, a
mio avviso, da modesto operatore del diritto, consentirebbe, assessore
Trematerra, anche l’approvazione di alcuni provvedimenti, dei quali abbiamo già
affrontato una discussione generale, senza far ricorso ad una maggioranza
qualificata, perché il disposto dell’articolo 54 è chiaro e, a mio sommesso
avviso, non ha bisogno di interpretazioni, perché – come direbbe l’assessore Caridi – in claris non fit interpretatio.
Ma non è solo questo quello che ci deve comunque portare ad un
meccanismo di condivisione, non l’interpretazione dello Statuto, non
l’interpretazione delle norme, non la loro interpretazione letterale, deve
essere un discorso di prospettiva.
Talvolta, veniva richiamata un’immagine: la candela, per fare luce,
consuma se stessa. Ora, io credo che un’immagine del genere possa essere usata
a sproposito o a proposito, però talvolta è necessario rinunciare a qualcosa
per cambiare le cose. Credo che si possa realizzare questo cambiamento, credo
che si possa effettuare un passo importante. Per questo ho avuto un input
che non è personale, ma mi è venuto dalla maggioranza, dalla Giunta, dalla
Presidenza del Consiglio, ma credo di poter dire che su alcuni aspetti è venuto
dall’ascolto di molti interventi in questo Consiglio regionale.
Sicuramente, probabilmente – gli avverbi possiamo sceglierli come ci
piace e pare – non cambierà il mondo, le Erinni – onorevole Loiero – non
verranno trasformate in Eumenidi, non sarà questo
quello che riusciremo a fare, però ritengo che un mattone possiamo metterlo,
abbiamo l’obbligo di metterlo.
Per questo credo che si possa in questo Consiglio regionale celebrare
una pagina importante, diversa, significativa, senza andare a cercare momenti
aulici ad ogni costo, però con semplicità, con serenità, ispirandoci ad una
regola aurea, che secondo me deve presiedere ogni momento ed ogni agire,
eminentemente quello legislativo, il principio del buonsenso. A questo mi
appello e faccio appello non solo alla maggioranza, della quale conosco il
sentire, ma anche a voi, conoscendo la profondità di alcuni interventi e la
sensibilità.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.
Stamane, da quando è iniziata la seduta del Consiglio regionale, sono
venuti spesso fuori tre concetti dai provvedimenti che sono stati presentati
con un carattere di emergenza, con problemi legati al precariato, con problemi
riferiti– come ha detto adesso il sottosegretario Sarra
– a quella che deve essere una riforma più complessiva di tutti quegli enti
partecipati, di tutte quelle strutture che spesso sono state anche il braccio
operativo della Regione, ma che, in un momento particolare come quello che vive
il nostro sistema Italia e anche la nostra regione Calabria, meritano un
approfondimento, così come ha fatto il sottosegretario Sarra.
Dico che sono tutti concetti che ciascuno di noi condivide. Chiedo
all’Aula cinque minuti di tranquillità. Noi vorremmo poter amministrare la cosa
pubblica senza dover rincorrere le emergenze, le tante emergenze che poi
impongono a tutti noi di adottare provvedimenti di tipo emergenziale, per non
avere tutto questo precariato, perché il precariato in Calabria non riguarda
solamente alcune categorie di persone, come possono essere gli Lsu e gli Lpu, ma si tratta di
una problematica sulla quale, da cinque anni, purtroppo, non siamo riusciti ad
addivenire ad una soluzione; abbiamo trasformato anche enti straordinariamente
importanti per l’economia della nostra terra, che erano l’Arssa
e l’Afor.
Dico questo perché, a giusto vedere, nel 2007, si pose l’esigenza di
riformare questi enti, perché lo spirito del 2007 – per chi era presente in
Aula ed io ero presente in quel momento nel Consiglio regionale – era quello di
dare all’agricoltura e alla forestazione enti diversi rispetto a quelli
esistenti in quel momento. Si avviò quella stagione di riforme che, ahimè,
purtroppo, ha avuto tutta una serie di ostacoli, perplessità, forse, molte
delle quali, secondo me, anche culturali e, per alcuni versi, ideologiche che non
hanno portato, alla fine…
(Interruzioni)
Presidente, ritengo che questa sia una seduta estremamente importante,
per cui chiedo un po’ di attenzione.
Pregherei i colleghi di accomodarsi, perché sono argomenti
fondamentali, decisivi per il futuro della nostra regione e se non li seguiamo,
è finita, perché poi bisognerà votare dei provvedimenti. Quindi, vi prego di
fare attenzione. Chi non vuole ascoltare, si può accomodare fuori.
Stavo
dicendo, cercando di non perdere il filo, che è ovvio che, se vogliamo risolvere il problema più
in generale del precariato, come classe politica dobbiamo assumerci la
responsabilità di sapere che oggi ci sono – ahimè – da troppo tempo tantissimi lavoratori che vivono un disagio economico per
molti aspetti, – perché abbiamo
patti di stabilità e nuove regole anche nazionali da rispettare –, ma vivono un precariato mentale e culturale
perché non siamo stati capaci di dare una riforma piena ed esaustiva a due
settori strategici dell’economia calabrese.
Voglio rammentare, a chi
probabilmente può sfuggire, che uno di questi settori, su cui gira poi una di
queste strutture – e mi riferisco all’agricoltura – in Calabria ha un peso
economico, un fatturato di 1.500
milioni di euro; l’economia calabrese, per una buona parte, si tiene in piedi
proprio sull’agricoltura calabrese, che è riuscita, anche fuori da quella che è
stata la politica magari della Regione, a raggiungere gradi di eccellenza,
garantendo a molti dei nostri prodotti di arrivare anche fuori dai confini
nazionali.
A questa
struttura, a questa economia agricola, noi dobbiamo essere in condizione di
ridare uno strumento importante di innovazione, di ricerca, che sappia essere
anche il collante con il dipartimento e con l’organismo pagatore che abbiamo in
Calabria; una struttura che si occupi pienamente dell’agricoltura e che lasci
fuori da questo comparto tutto ciò che non ha a che fare esattamente con
l’agricoltura perché, così facendo, noi continuiamo a far crescere questo
settore, a creare le condizioni di
un’occupazione stabile per tante persone che lavorano in questo comparto.
Allora sì che possiamo pienamente parlare di precariato e di
risoluzione del problema del precariato: lo facciamo dando a questi due enti le
riforme necessarie e dando anche all’economia agricola una struttura che faccia
agricoltura e che possa sostenere anche le sfide future che abbiamo davanti,
come la nuova politica agricola comunitaria, che sarà una grande sfida per la Calabria.
Questo impone a tutti noi un’assunzione di responsabilità che – devo dire in
tutta onestà – ho sempre rintracciato nelle forze politiche presenti nel
Consiglio regionale, se è vero, come è vero, che su uno di questi provvedimenti
– che è appunto la nascita della nuova Agenzia per il sostegno all’agricoltura,
la cosiddetta nuova Arssa – c’è una condivisione sia
del mondo sindacale sia delle forze politiche di maggioranza e di opposizione.
A tal riguardo, chiedo al Presidente del Consiglio di mettere in
votazione, alla fine del mio intervento, la richiesta di inserimento all’ordine
del giorno di questa proposta di legge di riforma che, secondo me, è
straordinariamente importante per la nostra terra.
Un’altra questione, caro Presidente, voglio, però, sottoporre
all’attenzione del Consiglio: è la questione che riguarda gli 8 mila lavoratori
forestali calabresi. Anche in questo settore noi dobbiamo fare uno sforzo, per riuscire ad addivenire
ad una soluzione. Questi lavoratori sono in attesa di capire quale sarà il loro
futuro; le riforme che noi abbiamo immaginato riteniamo che possano risolvere i
problemi e soprattutto abbiamo salvaguardato quelli che sono i livelli
occupazionali.
Noi dobbiamo dare certezza a questi settori per farli uscire fuori da
questo precariato, che è un precariato di fatto, anche se non sono Lpu-Lsu, e vivono un disagio sociale non indifferente; in
questo momento molti stanno manifestando fuori dal palazzo.
Se c’è condivisione sulla riforma dell’Arssa,
che oggi potrebbe essere approvata, mi appello alle forze presenti in
Consiglio, alle forze responsabili, perché si faccia uno sforzo, anche durante
le vacanze natalizie, per approvare la riforma di riorganizzazione della
forestazione, dopo l’approvazione, tra l’altro, di una legge sul settore, che è
di compendio alla legge sulla forestazione.
In questa maniera saremo in condizioni di portare avanti le riforme,
anche attraverso il bilancio regionale che abbiamo redatto e nel quale non
troverete una nuova richiesta di commissariamento, perché non è più possibile
andare ancora avanti chiedendo commissariamenti per altri sei mesi e
proseguendo in una situazione di questa natura.
Sull’Arssa abbiamo raggiunto una condivisione
con le forze politiche di opposizione e, quindi, ritengo che oggi la proposta
possa essere approvata. Mi preme sottolineare la necessità e l’urgenza di
addivenire anche alla riforma della forestazione, per concludere quella fase
che si è aperta nel 2007 e che non siamo stati in condizione di portare a
compimento.
Questo lo dobbiamo ai calabresi, dando prova che le risorse le
spendiamo opportunamente e dimostrando – e l’abbiamo fatto anche nell’ultimo
periodo con una serie di attività che sono state svolte dall’attuale Afor, quali la pulizia degli alvei dei fiumi, che ha dato
importanti risultati – che questo può essere un settore importantissimo per
difenderci dal dissesto idrogeologico, dai tanti incendi che si verificano
durante l’estate e che, se il settore ha una sua valenza anche produttiva,
all’interno di esso si può immaginare, in un prossimo futuro, di poter,
eventualmente, allocare tanti giovani calabresi che hanno sempre guardato
speranzosi a questo settore che, ahimè, da troppi anni è in una fase di
precariato, a cui ritengo sia necessario porre fine.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà. Raccomando i
tempi degli interventi.
Presidente, quanto
tempo è previsto per gli interventi?
Sul dibattito generale, dieci minuti. Se riusciamo a limitare a
dieci minuti la durata dell’intervento, va
bene.
Intervengo subito, perché l’intervento
del Presidente Scopelliti e del sottosegretario Sarra
hanno aperto temi di confronto importante, a cui noi guardiamo anche
politicamente con grande attenzione ed entreremo anche nel merito delle loro valutazioni, ma poi l’intervento
dell’assessore Trematerra, con una richiesta di inserimento all’ordine del
giorno di un provvedimento specifico, dà ai due precedenti interventi una
dimensione, a mio avviso, un po’ diversa.
Innanzitutto, dico subito le cose
che potrebbero essere interpretate come dialettica anche strumentale da parte
di chi sta all’opposizione. Devo dire che ho seguito con attenzione i due
interventi, perché quando non si ha un testo di riferimento, un qualcosa su cui
discutere, è bene ascoltare in maniera puntuale gli interventi. Beh, dico
subito al Presidente Scopelliti che mi sfugge veramente che oggi si apra una
fase due del governo di questa Regione, in riferimento alla campagna elettorale
che vi consiglierei di non fare più, perché se dovessimo rifarci a quelle
condizioni e a quei termini, difficilmente possiamo individuare una fase uno e
una fase due in questa legislatura. Ma quando si parla di riforme di modifica
dell’ordinamento regionale, ovviamente siamo attratti da questo confronto.
Oggi penso che sia un confronto
squisitamente politico, perché non abbiamo un testo su cui confrontarci, su cui
esprimere valutazioni. E’ chiaro che siamo d’accordo perché si affronti il
problema e mi pare opportuno avviare un dibattito politico in Consiglio, ma
soprattutto non facendo riferimento – e purtroppo in qualche intervento l’ho
ascoltato – alla indicazione che questi tipi di interventi si possono fare a
maggioranza, quasi a dire “noi li faremo, a prescindere da quello che deciderà
la minoranza”; noi, invece, siamo qui a dare un contributo, perché non è detto
che i provvedimenti si debbano votare all’unanimità, si possono dare contributi
nel merito rimanendo nella minoranza.
Allora, andando al merito delle
questioni fondamentali che riguardano le riforme, dico che dai due interventi mi sfugge un termine
sostanziale: che cosa si vuole fare in questa impostazione?
Si vuole ricondurre l’attuale sistema allo schema su cui siamo tutti
d’accordo che debba evolvere, ossia un sistema che non soltanto recepisca gli
effetti della spending review, – per cui tu riduci i consigli di
amministrazione, tutte le cose che sappiamo essere in questa impostazione, – o
vogliamo discutere in maniera strutturale di quella che è la funzione propria
della Regione, vogliamo ribadirci con chiarezza che la Regione fa le leggi, fa
la programmazione e poi controlla e che non gestisce più nulla, o lasciamo
l’equivoco che anche questi accorpamenti, queste fusioni, alla fine daranno
vita, invece, a dei corpi intermedi di gestione che vengono di fatto mantenuti
in capo alla Regione?
Su questo dobbiamo fare il primo chiarimento, per cui la Regione non gestirà
più nulla in prospettiva. Allora,
vogliamo dire questo con chiarezza e, quindi, diciamo che quello che rimane in
piedi è qualcosa che supporta l’attività di programmazione e di controllo della
Regione nei confronti dei soggetti che gestiranno; quindi, diciamo che vogliamo fare una
revisione di quello che è l’impianto della legge “34”, facendo una valutazione
di quello che è avvenuto, di quello che sostanzialmente ha realizzato, perché,
anche rispetto alle riforme specifiche annunciate, qualche settimana fa in
questo Consiglio noi vi abbiamo proposto questo percorso sulla Sorical e voi ci avete detto no.
Come si fa a modificare un impianto di assegnazione di compiti e
funzioni agli enti sub regionali, se non andiamo a fare una verifica di quello
che è avvenuto con la legge 34?
Possiamo fare quattro righe in una legge di pseudo-indirizzo
di riforma, senza capire che cosa è successo in questo ambito?
Possiamo immaginare che questa Regione si riorganizzi, tenendo ferma
questa impostazione? Perché, guardate, se lasciamo nella nostra mente, nello
spirito delle iniziative legislative, la convinzione che la Regione possa
continuare a gestire direttamente tali vicende, allora dobbiamo essere chiari e
leali nel dire che puntiamo ad un nuovo regionalismo centralistico rispetto
all’impostazione.
Si discute? Discutiamo di questo, ma se manteniamo un impianto multilivello
di governo e immaginiamo che la Regione legiferi, programmi e controlli, è
chiaro che dobbiamo capire, anche giuridicamente, se siano possibili quegli
accorpamenti ed in quale ambito delle tre funzioni regionali intervengano.
Questo tipo di riforma è figlio di questa fase politica, – politica per
dire anche finanziaria, economica e quant’altro – quindi, inviterei il
Presidente a proseguire perché in questa fase c’è un sistema finanziario ed
economico che ci impone di rafforzare questo tipo di iniziativa, perché nella
precedente legislatura sono state fatte anche sui costi della politica
iniziative che consentono a tutti, oggi, di dire che la nostra parte l’abbiamo
fatta e dovremo continuare a farla.
Vediamo il sistema più complessivamente, perché ci si accorge, poi, che
quando si mette mano al sistema, quello che è il risparmio potenziale è molto
superiore rispetto a quelli che vengono detti i cosiddetti costi della
politica.
Se noi mettiamo mano a questo sistema, dobbiamo capire bene dove andiamo
a parare. Noi abbiamo una proposta – poi il capogruppo del Partito democratico
Principe, probabilmente, dirà qualcosa in più nello specifico –, abbiamo
un’idea di una Regione leggera e di come la Regione si determini soltanto su
quella proiezione legislativa programmatoria e di controllo. Pertanto, su
questo non c’è dubbio, sottosegretario Sarra – non
c’è l’assessore Trematerra – che una visione di questo tipo ci illumina su come
noi impostiamo i nuovi enti, perché noi discutiamo nello specifico – perché mi
pare che di questo solo si discuta, perché anche sugli altri settori ho
sentito, Asi, eccetera, dove sappiamo che ci sono
problemi giuridici, difficoltà a fare una riforma che possa sintetizzare
organismi diversi –, ma anche sui settori sui quali si è incominciato a
discutere – e parlo di Arssa ed Afor
– la crisi di questi soggetti nasce proprio dal passaggio delle competenze
dello Stato e dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno in
termini di forestazione, manutenzione del territorio, infrastrutture rurali,
che fin quando venivano gestite da un organismo centrale (lo Stato, il
ministero, la Cassa per il Mezzogiorno), aveva in questi enti
un’interlocuzione di gestione sul territorio di quello che era un indirizzo.
Quando si è passati al regionalismo e non si è avuta la capacità di sostituirsi
a quel ruolo di programmazione che aveva lo Stato, che aveva l’intervento
straordinario e si è approcciati con una logica gestionale diretta, quindi di
“intromissione” eccessiva della politica nei soggetti gestionali, quali erano
gli enti all’epoca (Opera valorizzazione Sila, oggi Afor),
è chiaro che il sistema complessivo della programmazione e della gestione non
ha avuto un equilibrio giusto e c’è stata, sostanzialmente, la degenerazione
della programmazione, la degenerazione della progettazione.
Se oggi si dice – forse anche giustamente – che questa manodopera non è
utilizzata efficacemente, è frutto di un’assenza di programmazione che sarebbe
in capo alla Regione, in capo al soggetto che dovrebbe dare le linee .
Allora su questo noi possiamo fare – io mi auguro che si facciano le
riforme di Arssa ed Afor –
però lo voglio dire al Presidente Scopelliti, la minoranza su questo ha avuto
un atteggiamento assolutamente responsabile e costruttivo, perché se vi andate
a leggere gli atti del Consiglio del 3 agosto, quando la maggioranza ha portato
in Consiglio le riforme, noi abbiamo detto: “Benissimo, confrontiamoci, andiamo
nel merito, vediamo come riformiamo questi soggetti, dopodiché anche la natura
giuridica”, che era l’elemento di discussione principale, “può essere
discussa”. Beh, il Presidente Scopelliti, in quella sede, ha detto: “Su questo
non si discute, non c’è confronto”.
Beh, se c’è un preconcetto al confronto, le riforme difficilmente si
possono fare in maniera condivisa e quindi in maniera positiva; dunque, se si è fatto un lavoro positivo sull’Arssa, si è fatto perché c’è stato un confronto, perché si
sono accettate anche le cose positive che abbiamo proposto e che hanno
integrato quella richiesta. Guardate – lo dico al Presidente – non c’è nessuna
subalternità al sindacato da parte della minoranza di oggi, e lo dimostra il
fatto che se c’è stato, forse, un errore nell’impostazione del 2007 su quelle
riforme, oltre ai tempi e alla precipitazione, è quello di non aver concordato
e quindi non essere stati succubi di una qualsiasi impostazione sindacale,
tant’è che quell’impostazione – giusta o sbagliata che fosse – ha trovato la
resistenza totale all’applicazione da parte degli enti sub regionali e del
sindacato.
Quindi la critica che il Presidente Scopelliti muove alla minoranza non
ha assolutamente motivo di esistere.
Allora, se questo confronto vuole essere vero sul piano politico e di
indirizzo, noi siamo pronti a dare un contributo, però a condizione che si
chiariscano aspetti che, negli interventi che abbiamo ascoltato, oggi non
abbiamo udito, perché non capiamo se questi enti continueranno a gestire e ad
avere compiti che dobbiamo dare ad altri soggetti, quindi su questo si apre per
noi un confronto che accettiamo nel merito, ma che si deve sviluppare con una
serietà e un approfondimento che coinvolga in maniera seria anche il contributo
della minoranza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli.
Ne ha facoltà.
Caro Presidente, grazie per avermi dato la parola. E’ ovvio che un
ragionamento di questi su un punto così interessante, importante e anche
delicato meriterebbe l’attenzione, durante la fase di discussione in Consiglio,
soprattutto da parte del dottore Sarra, che è stato
il relatore, nonché l’estensore di questa nuova proposta, che è apprezzabile
nel suo impianto più generale, che risponde non solo alle esigenze del
contenimento dei costi dell’amministrazione e anche della politica in senso più
largo, ma è una proposta che non poteva non essere fatta, in virtù anche della
necessità di dare una maggiore efficienza, efficacia e una migliore economicità
a vari enti, che spesso hanno rappresentato nel passato dei vari e propri rami
secchi, enti o fondazioni che, di fatto, sono costati tanto alle casse
regionali e, in termini di consuntivo, hanno prodotto, al di là delle buone
intenzioni iniziali, ben poco.
Per cui è ovvio che una proposta di queste non può che essere condivisa
dall’intera Assemblea, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, da tutte
le forze politiche, perché soprattutto oggi, al di là della spending review,
c’è la necessità di ammodernare nel modo migliore la struttura regionale,
soprattutto la sua operatività, cercando in tutti i modi di evitare cose
inutili e , nell’ambito degli stessi comparti, enti, aziende, anche fondazioni
che spesso sono ripetitive o che, comunque, svolgono quasi le stesse funzioni
nell’ambito dello stesso settore.
Ben venga questa volontà da parte del Consiglio regionale, della Giunta
e di quant’altri, ad affrontare nello schematico, però nello specifico, il
problema.
Sin qua ci sono state, più che altro, discussioni di carattere più che
altro generale, anche nella relazione del dottor Sarra,.
Avremmo preferito avere questa relazione in tempi giusti, per poter capire
effettivamente su che cosa si va ad incidere. Le notizie che abbiamo vengono
dai corridoi, da qualche giornalista ben informato più del Consiglio regionale
– perché succede anche questo oggi in Calabria – ed è ovvio che, nell’ambito di
tutto quanto, gira il ragionamento in maniera forte sul contenimento della
spesa.
Si era parlato di un contenimento di 18 milioni di euro, sentiamo oggi
dal Presidente Scopelliti che questa quota si è abbattuta a 15 milioni di euro.
Beh, dai conti che ci siamo fatti noi come gruppo, dovremmo avere la cifra su
cui si dovrebbe attestare questo contenimento della spesa, non dovrebbe
superare i 6-7 milioni di euro, fondamentalmente, con un impatto occupazionale,
togliendo Afor e Afor, di
circa 1.000 persone. Dico questo perché? Si agirà su una serie di enti e una
serie di aziende, di fondazioni, che in parte hanno un costo, in parte non
hanno nessun costo: basta pensare a “Calabria etica”, l’organismo che svolge
attività sul sociale, spesso sforando anche nelle competenze delle associazioni
di volontariato, che non ha dipendenti e, di fatto, il risparmio dalla sua
chiusura – che è giusta, per quanto mi riguarda – corrisponderebbe
esclusivamente all’eliminazione del collegio sindacale, del suo direttore e del
Presidente, con un contenimento della spesa di soli 200 mila euro. Prima non
c’era neanche questo, ai tempi di Loiero.
La stessa situazione riguarda la fondazione Field:
i costi per il bilancio della Regione 2012 sono stati di 160 mila euro, mi
riferisco al bilancio ordinario. Tutta la struttura, di regola, si regge sulle
progettazioni e sull’assistenza tecnica dei fondi comunitari per circa 16
milioni di euro e danno un reddito, danno opportunità lavorativa a 400 persone.
Quindi chiudere questa fondazione Field,
molto probabilmente, non porta a quel risparmio auspicabile che viene da parte
della Giunta, mentre invece il vero problema, proprio parlando del
compartimento del lavoro, si ha tutto quanto sulla questione di Calabria
lavoro, che sembrerebbe, paradossalmente, che resti in vita e che forse
rappresenti come organismo la maggiore spesa, nel 2011 600 mila euro del
bilancio ordinario, nel 2012 400 mila euro, con costi anche elevati di chi
gestisce questo ente e che ha in carico importanti funzioni e delicate –
ricordo, ad esempio, gli ex “Why not”,
i lavoratori della legge 28 – che ad oggi non sono stati neanche tanto
valorizzati e tantomeno avviati in progetti seri, tranne per un progetto
riguardante la questione dei tribunali, il tutto si è accantonato e si è
arrivati pure ad avere qualche problema con il dipartimento lavoro sulla
gestione di determinati progetti.
A questo aggiungiamo la fondazione “Terina”,
che ha un grosso patrimonio immobiliare, in buona parte affittata ad altri
enti, che gode di un finanziamento esclusivamente triennale di 4 milioni di
euro per ogni tre anni per ottenere il Durc, per
poter poi attuare o comunque compartecipare a progetti di rilevanza nazionale
di un certo interesse.
Infine, abbiamo anche la discussione, si è parlato qui delle Asi. La Regione, parlando delle Asi,
che risparmio dovrebbe fare? Per un semplice motivo: perché la Regione, dal
2001, non versa una quota alle Asi; le quote da
affidare alle Asi dovrebbero essere di 300-350 mila
euro all’anno, ma non sono state mai affidate, di fatto gli stipendi onerosissimi – ci sono direttori generali che prendono 250
mila euro, altro che i costi del politico!, e i Presidenti circa la metà – però
questi costi non gravano sul bilancio ordinario della Regione Calabria,
dobbiamo dire la verità, perché se no facciamo mistificazione, facciamo un po’
di pubblicità, vogliamo apparire come quelli che vanno col bisturi da buoni
chirurghi a redimere, a togliere, eliminare sprechi, quando sprechi di fatto diretti
verso la Regione non sono.
Stessa situazione per i consorzi di bonifica: costano alla Regione 1
milione e mezzo di euro come strutture in sé, però gestiscono 2.500 – è qua il
problema – operai idraulico-forestali che sono stati trasferiti ai consorzi di
bonifica, che però vengono pagati puntualmente dalla Regione, nonostante l’ente
sia di diritto pubblico economico di tipo privato.
Questi, negli anni, proprio per la cattiva politica – ma mi riferisco a
trent’anni fa – hanno accumulato una serie di debiti quasi stratosferici, che
alla fine è comunque e sempre non il privato, ma la Regione a doversi caricare.
Quindi anche sui consorzi di bonifica andrebbe fatto un ragionamento più forte,
che attualmente sono 11, sono controllati anche da attività sindacali o meno
sindacali, per cui bisognerebbe su questi aspetti specifici evidenziare che
tipo di riforma specifica e che cosa si vuole fare, come si vuole veramente
misurare la Giunta regionale.
Stessa questione è la fondazione “Film Commission”:
è finita dalle stelle alle stalle! Ai tempi di Loiero – ma io lo dico con
estrema chiarezza, non per difendere Agazio Loiero, che non ha bisogno della
mia difesa d’ufficio – funzionava bene, ha dato prova anche di una certa
qualità nell’espletamento delle proprie funzioni, ha fatto cose molto
interessanti; oggi è meglio chiuderla perché c’è un’incapacità manifesta nel management
attuale, diciamo le cose come stanno.
Stessa questione per quanto riguarda la Commissione emersione lavoro: è
una Commissione che ha lavorato benissimo, in questo periodo ha lavorato
benissimo, ha redatto progetti; costa all’incirca 500 mila euro e ha preparato
un progetto per l’impiego di centinaia e centinaia di giovani, ha fatto
colloqui, si sono fatte una serie di cose. Tutto questo operato è rimasto
fermo, chiuso in un cassetto, non sappiamo che fine farà.
Poi abbiamo la Siel Servizi, che abbiamo
appreso oggi è stata soppressa completamente e poi abbiamo il grande problema,
che è quello della Fincalabra, un problema grosso, serio, una struttura –
diciamolo chiaramente – elefantiaca su cui si è scaricato un po’ di tanto e un
po’ di tutto, non ultimo nell’organico, implementando i costi, gli ex impiegati
di Sviluppo Italia, che hanno avuto una corsia preferenziale e che, però, hanno
finito per aggravare il costo economico di questa struttura. Questa è una
struttura che controlla miriadi di società, alcune fallite, sono società
finanziarie, ci sono società di produzione, di servizi anche importanti, ma ce
ne sono molte con percentuali differenziate, ce ne sono molte fallite e anche
su questo oggi ci saremmo aspettati, visto che parliamo di enti, di aziende, di
partecipate, di enti subregionali, di fondazioni e
quant’altro, una specifica più approfondita proprio per valutare una migliore
ricognizione, per vedere se le quote, ad esempio, di queste società si possono
finalmente alienare, perché rappresentano costantemente una perdita di economia
e di finanza per la Regione Calabria.
Allora è ovvio che ben venga questa grande opera di ridimensionamento,
di rimodernizzazione, di alleggerimento, di
riorganizzazione, di maggiore razionalizzazione e di ottimizzazione della
spesa, ma che venga fatta anche con un minimo di oculatezza, cercando di
eliminare quello che non serve e cercando di preservare e rafforzare quello che
serve.
Noi, oggi, non siamo a conoscenza nello specifico, parlando di enti, di
come si modificheranno: auspichiamo che vengano modificati per razionalità di
tipo amministrativo-finanziaria. Per quanto riguarda il resto sul contenimento
della spesa in tutti gli enti che resteranno, è giusto, io l’ho letto, caro
sottosegretario Sarra, nel collegato alla
finanziaria, bene avete fatto – perché bisogna dire anche le cose come stanno –
a togliere i vari collegi sindacali, i vari management ripetuti,
Presidenti e Vicepresidenti, e andare verso gli organi monocratici, perché un
contenimento della spesa andava fatto, anche perché il periodo delle vacche
grasse è finito – lo sappiamo benissimo – al di là della normativa.
Un’ultima battuta per quanto riguarda l’Arssa
e Afor. Questi sono gli enti più importanti sia per
quello che – come diceva giustamente l’assessore – possono dare all’economia
calabrese o che avrebbero dovuto dare all’economia calabrese, sono anche gli
enti più importanti perché, vedi l’Afor, dopo la
sanità è l’ente strumentale, ancora oggi in liquidazione, che ha il più alto
numero di personale e di lavoratori.
Per quanto riguarda l’Arssa, si è trovato da parte di tutti un assenso
generale. Per quale motivo, caro assessore, si è trovato? Perché ente
strumentale era, ente strumentale è rimasto. Non abbiamo scoperto l’acqua
calda, non abbiamo certamente creato una novità, siamo ritornati a scoprire il
passato, la vecchia impostazione dell’Arssa, che evidenziava in questo organismo, in questo ente
strumentale quell’organismo che era necessario per dare maggiore vitalità
all’imprenditoria agricola, perché questo ente era nato esclusivamente – poi si
è denaturato negli anni 1980 – come ente di ricerca, di sperimentazione, di
divulgazione, da mettere a disposizione dell’imprenditoria agricola, che non
poteva sostenere – come in Toscana, nel Veneto e in Emilia Romagna – delle
spese in termini di innovazione tecnologica, in termini di mercati e
quant’altro.
Per cui è un ritorno al passato che gratifica, onestamente, ed è
giusto.
E’ ovvio che l’Afor è una situazione
differente, perché sull’Afor voi cambiate la
personalità giuridica, sapendo benissimo che l’Afor
non ha funzionato per un semplice motivo: non per colpa dei lavoratori, non per
colpa della personalità giuridica perché era un ente strumentale, se no non si
capirebbe per quale motivo fate l’Arssa nuovamente
ente strumentale, la conservate sempre con la stessa personalità giuridica, ma
esclusivamente perché è mancata la programmazione, perché non hanno funzionato
i meccanismi non solo di controllo, ma di pianificazione, di programmazione di
questo settore; non l’hanno fatta funzionare, gli operai non hanno agito
secondo progetti, non c’è stata, quindi di fatto non è venuto meno il lavoro reale
e concreto dei vari settori per cui la forestazione è deputata a svolgere le
proprie mansioni.
Questa è la verità, per cui io non capisco perché si deve restare
ancorati in positivo sull’Arssa mantenendo quella
impostazione che – attenzione – al giorno d’oggi un ente strumentale rispetto a
un ente di diritto pubblico non economico di tipo privato dà una maggiore
garanzia al lavoratore, anche perché dà maggiori coperture perché c’è di dietro
comunque un’istituzione pubblica, quindi trasformarla in un ente privato può non dico metterla a rischio, ma può
provocare problemi in un contesto socio-economico debole come quello calabrese
di oggi, anche perché non abbiamo il problema di non farla funzionare, siamo
obbligati oggi a farla funzionare, perché il pareggio e l’equilibrio di
bilancio che ci viene imposto dal Governo centrale e dall’Europa per il 2014 –
io spero che lo si raggiunga nel 2013 in maniera seria, non virtuale – è da
applicare per qualsiasi ente ed istituzione, statale, parastatale e non statale
che ha collegamenti con il pubblico, per cui ente pubblico, economico e privato
deve raggiungere il pareggio e l’equilibrio di bilancio. Perché, noi non siamo
obbligati come Regione Calabria, ente pubblico di pubblica amministrazione a
dover raggiungere il pareggio di bilancio?! Siamo obbligati, questa è una via
ormai imprescindibile, comune a tutti.
Ecco perché ben venga questa impostazione, un’impostazione doverosa, ma
che necessita di alcuni passaggi di approfondimento, spero che possiamo farli
in queste sedute in questi giorni che restano per una migliore discussione
all’interno della Commissione bilancio o di altre Commissioni, proprio per
capire come è meglio porre in essere la migliore programmazione di riordino e
riorganizzazione, eliminando quello che si può eliminare, al fine di rendere
funzionali in rapporto a che cosa? Non solo al contenimento della spesa, perché
sarebbe poca cosa, ma soprattutto al raggiungimento degli obiettivi di
programmazione che debbono essere al centro della nostra agenda, proprio perché
il nostro punto d’arrivo è quello di incrementare il prodotto interno lordo di
questa regione, al fine di poter avere una ricaduta positiva in termini anche
occupazionali.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Io
intervengo, come sempre, brevemente e
comunque nei termini che mi sono
concessi e non entrerò nel merito, perché l’ha fatto in maniera egregia il collega Mirabelli.
Io vorrei fare una premessa: ho ascoltato con grande attenzione la relazione di
Sarra. In verità, ne abbiamo sentite tre di
relazioni, ma non vedo nessuno dei relatori nei banchi del governo…
(Interruzione)
Non chiami nessuno, ma le voglio dire che è una cosa un po’ inusuale
questa, perché se no che senso ha immaginare che si possano riformare degli
enti con il contributo della minoranza, senza ascoltarne le proposte! E’ una
contraddizione tutto questo!
Ho ascoltato – dicevo – con grandissima attenzione la relazione
specialmente di Sarra, ma anche di Trematerra, del
Presidente, devo dire anche esauriente, in modo garbato, civile, nel finale
anche classicheggiante, però rilevo che – lo dicevamo tra i banchi – su una
cosa così importante che dovrebbe cambiare l’aspetto stesso della Regione, noi
non abbiamo un testo scritto. In questi casi, i testi scritti si mandano giorni
prima, perché è chiaro che se uno vuole fare un approfondimento, convinti come
siamo che per enti di questo spessore c’è bisogno di una confluenza di tecnico
e di politico, perché la politica da sola non basta e non basta neanche
l’elemento tecnico.
Intendiamoci, questi sono enti nati in anni lontani, in cui era ancora
fervente una fortissima questione meridionale, per cui gli enti avevano, sì,
sempre una finalità produttiva, ma tenevano conto di quello che è un bacino
drammatico della nostra regione, che è quello del lavoro – noi dobbiamo dircele
queste cose –, il lavoro che oggi ha un ruolo dimesso nel panorama politico
nazionale, ma il lavoro è un elemento centrale, è un diritto centrale della
nostra Costituzione e non c’è stato nulla, nessuna legislazione prodotta dal
Parlamento nazionale nella cosiddetta prima Repubblica che non abbiano messo
sempre, con riferimento al Mezzogiorno, al centro il dato del
lavoro, come è giusto, perché è uno dei diritti forti della nostra
Costituzione, così sono nati la gran parte di questi enti.
Quindi, per poter riformare in un momento così difficile, complicato
della vita del Paese, in cui ci sono ristrettezze economiche drammatiche,
andrebbe da sé che ci sarebbe bisogno del contributo di tutti quanti, ma di un
contributo fattivo. Invece, che cosa dobbiamo rilevare? Io lo dico anche con malinconia questo: a me
sembra la preparazione di una campagna elettorale e si continua sulla sloganistica
che abbiamo sentito fin dalla campagna elettorale e poi in tutti questi tre
anni. Così le cose non vanno– lo devo dire con franchezza – perché se potessimo
sottrarci a questo sospetto, allora ci sarebbe bisogno davvero di mettersi
intorno a questo malato grave che è la Regione Calabria.
Invece abbiamo sentito tantissime cose, per esempio sui costi della
politica. E’ verissimo quello che dice il Presidente, che questo Consiglio ha
abbattuto alcuni costi, però se per esempio non è stato messo nella giusta
evidenza il contributo che ha avuto l’opposizione nell’abbattere alcuni costi,
se oggi non siamo sulle prime pagine, come in genere la Regione spesso si trova
sulle prime pagine dei giornali anche per fatti negativi, è anche per il
contributo che c’è stato fortissimo della minoranza.
Che cosa voglio dire? Noi sicuramente, se ci illudiamo che le cose
vanno in una certa maniera, come enfaticamente abbiamo sentito dire oggi qua,
significa che è completamente assente quello che si avverte nelle piazze, nei
bar di questo territorio. Io temo che, forse, l’esecutivo sia totalmente avulso
da quelli che sono i percorsi della gente in questa regione. Io sono convinto
che, invece, i consiglieri regionali, proprio per il loro ruolo di stare di più
tra la gente, queste cose le avvertono, perché se no si dà l’impressione di
trovarci in un mondo che non esiste, perché oggi un po’ le ristrettezze del
Governo, un po’ il problema dell’Europa, un po’ i problemi atavici che non
siamo riusciti a risolvere noi, né prima di noi, né voi, è chiaro che rendono
difficile la vita di questa regione. Quindi portarci adesso a riformare, fare
questo grande impianto riformatore sa di scherno nei confronti dei cittadini.
Due ultime cose e chiudo. Siamo fuori tempo massimo, perché ritengo
che, in fondo, la qualità della riforma stessa, quel poco di buono che abbiamo
potuto fare sul piano delle riforme, l’abbiamo fatto nel primo anno in cui
siamo stati alla guida di questa Regione. La Giunta si è impegnata moltissimo,
ma nel primo anno, perché tutto quello che avviene nella seconda metà – e non
parlo delle elezioni politiche imminenti, che rendono del tutto evanescenti
tutti i nostri gesti…
(Interruzione)
Ma l’abbiamo potuto fare nella prima parte, quando ci si può mettere di
buzzo buono e chiamando al tavolo sempre la minoranza in quest’Aula. E tenete
conto che c’era un sindacato che non è lo stesso di questa legislatura, che ha
subìto i colpi di una trasformazione che è profonda della nostra società. C’era
un sindacato esigente, che ha fatto un paio di scioperi generali, tutti e due
che non avevano senso rispetto all’apertura al mondo sociale che è stata
offerta in passato. Oggi tutti questi problemi non ci sono, perché gli stessi
sindaci non hanno la forza che potevano avere fino a quattro-cinque
anni fa.
Io ho voluto fare un intervento per richiamare alla serietà
dell’impegno. Ma avete letto cosa ha scritto il “Sole 24 ore” non dieci anni
fa, cinque giorni fa sulla Regione Calabria, una pagina intera dell’impegno che
si ha a dissipare qua dentro? E noi parliamo come se vivessimo in un mondo iperuranio, proprio per fare riferimento a Sarra.
No, questo non va così, Presidente. Se vogliamo davvero anche oggi, in
questo tempo ormai ristretto, fare qualche cosa di produttivo, di fecondo per
la Regione, non è questo l’approccio che dobbiamo avere – lo dico con estrema
franchezza – non per mettersi contro, perché io sono convinto che, se ci sono
delle cose serie su cui poter dibattere e confrontarsi, personalmente – ma
credo tutta la minoranza – siamo a disposizione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Io penso che il dibattito che si sta svolgendo stamattina all’interno
dell’Aula stia, comunque, producendo dei risultati positivi, cioè il fatto che
si metta sotto la lente d’ingrandimento una situazione che riguarda la
situazione degli enti regionali e quella che è la condizione nella quale la
Regione Calabria convive nel dover gestire tutte quelle che sono le attività
legate un po’ agli enti, ma anche alla programmazione economica e finanziaria
della stessa Regione, è chiaro che, nel momento in cui riflettiamo su queste
cose e ci rendiamo conto di quelli che sono i problemi che abbiamo dinanzi a
noi, ci vuole un sussulto anche di responsabilità da parte di tutti.
Mi sembra che questo sia avvenuto stamattina, sia nell’intervento
dell’onorevole Maiolo, come nell’intervento dell’onorevole Mirabelli,
ma anche alla fine, in fondo, anche l’onorevole Loiero, pur criticando una
serie di passaggi riguardanti le relazioni sia del sottosegretario Sarra che del Presidente Scopelliti, ha dato questa sua
disponibilità, comunque, a discutere e a parlare di riforme.
Non è vero che le riforme si fanno all’inizio delle legislature, si
possono fare all’inizio come dopo, dipende da come si fanno le riforme e se si
portano a conclusione. Noi abbiamo visto che il precedente governo, ad esempio,
per quanto ha riguardato l’Arssa e l’Afor, ha fatto delle riforme e le ha lasciate lì appese,
così oggi ci ritroviamo, dopo cinque anni, senza aver trovato una soluzione
definitiva a questa problematica.
Allora, se questo è il modo di fare le riforme, io penso che, alla
fine, questo non produca nulla e non produca quello che poteva essere l’effetto
di un cambiamento rispetto a un modo di procedere e di gestire la cosa
pubblica.
Io penso che se qui, oggi, attraverso questo dibattito, troviamo anche
il percorso giusto per arrivare a definire quello che deve essere il nuovo
assetto istituzionale degli enti subregionali,
facciamo un grande passo avanti.
D’altronde, quando l’onorevole Loiero dice che manca un testo scritto,
è vero, non è stato presentato in Aula, oggi, un testo scritto, perché si
trattava soltanto di avviare un dibattito rispetto al tema delle riforme, ma
già il sottosegretario Sarra, nei mesi scorsi, sia
sulla stampa che in Commissione riforme – e ne è testimone l’onorevole Principe
– ci ha portato una prima bozza di testo, sulla quale lui ha continuato a
lavorare su quel primo testo e ritengo che abbia individuato un percorso corretto,
cioè quello di valutare se l’Aula è disponibile ad affrontare il tema e, nello
stesso tempo, iniziare un percorso istituzionale nelle Commissioni, per
arrivare poi alla definizione del testo finale.
Ecco, questo mi sembra un percorso giusto e corretto. E’ chiaro che,
nel momento in cui si avrà a disposizione il testo definitivo, si potrà
cominciare ad approfondire tutte le tematiche relative ai vari enti.
Io penso che questo lavoro che stamattina si sta facendo nasca anche da
una serie di attività di programmazione che sono state fatte all’interno della
Regione. Il Presidente ha richiamato la questione relativa all’intervento sulla
sanità, che abbiamo avuto l’onore e l’onere anche di poter assumere una serie
di decisioni tutti quanti insieme all’interno di questo Consiglio regionale su
tutta una serie di tagli che si sono fatti all’interno della sanità, ma per
razionalizzare un sistema che tutti quanti sappiamo non era più possibile
portarlo avanti per come si stava gestendo. E’ dovuto intervenire il Governo
attraverso il tavolo Massicci, per poterci far cambiare rotta rispetto a una
questione sulla sanità che ci tramandavamo da anni all’interno di questa
Regione.
Noi ci dobbiamo assumere la responsabilità di dire le cose come stanno
anche ai nostri concittadini, non possiamo pensare di far passare una spugna
rispetto al passato e poi dire che tutti quelli che c’erano prima erano bravi e
quelli che arrivano dopo cominciano a fare cose che penalizzano fortemente la
nostra comunità. La comunità è penalizzata perché prima si è sperperato; se non
si fosse sperperato prima, probabilmente questa nostra comunità e la gestione
della Regione potevano andare su un cammino diverso e su degli obiettivi
diversi di gestione e di programmazione della cosa pubblica.
Come tanto si sta facendo per quanto riguarda il lavoro. E’ vero che il
problema principale oggi in Calabria è quello di trovare occupabilità
per i giovani disoccupati, e questo è il problema principale all’interno di
questa nostra regione, ma non si può dire – come ha fatto prima l’onorevole
Loiero – che qui il problema del lavoro c’è e nulla si fa per risolverlo. Noi
abbiamo spostato, nel giro di pochi mesi, attraverso una rimodulazione dei
fondi regionali, ben 150 milioni per l’occupabilità
all’interno di questa regione. Non è avvenuto mai prima all’interno della
Regione Calabria, non si è mai fatta una manovra tale che consentisse di poter
fare un Piano del lavoro che desse la possibilità alle imprese di rinnovare la
capacità produttiva e occupazionale anche in termini di qualità del lavoro
all’interno delle imprese.
Qui dobbiamo darlo questo merito all’assessore Stillitani e al
Presidente Scopelliti, che hanno voluto mettere in campo queste risorse, per
poter dare una prima risposta, anche se non esaustiva, a quelli che sono i
problemi del lavoro e dei giovani calabresi e delle imprese
calabresi.///////////////
Allora anche su altri temi si è lavorato e se noi continueremo in
questo modo, facendo un’attività da una parte che riguarda le problematiche
dello sviluppo e dell’occupazione, dall’altra quella di poter tendere a
stabilizzare i lavoratori precari all’interno di questa nostra regione e,
infine, quella di lavorare sul risparmio della spesa nella Regione, sul
razionalizzare l’utilizzo della spesa pubblica anche attraverso queste manovre
di riforma, io penso che questo compito della Regione non possa appartenere
soltanto alla maggioranza – lo dico con chiarezza – è un compito che deve
appartenere a tutti quanti noi, perché sono i problemi generali di questa regione,
sono i problemi sui quali noi ci confrontiamo quotidianamente all’interno di
questa regione.
Allora io penso che il dibattito di oggi – e dobbiamo dare merito al
sottosegretario Sarra e al Presidente Scopelliti che
lo hanno voluto fortemente – possa essere l’inizio per trovare anche un’intesa
comune che ci deve portare a poter fare questo percorso virtuoso, che
certamente non soltanto noi che siamo sui territori, ma la gente ce lo chiede,
perché non ne può più dello spreco della spesa pubblica e ci chiede che la
spesa pubblica venga utilizzata in maniera giusta, corretta e razionale.
La parola all’onorevole Principe.
Signor Presidente, io la ringrazio per avermi dato la parola e continuo
ad esprimere, sinceramente, le mie riserve per la metodologia di conduzione dei
dibattiti in questa Assemblea, perché il punto all’ordine del giorno riguarda
la questione delle riforme. E’ inutile sprecare parole, noi non ci siamo mai
tirati indietro nel dare il contributo e anche stasera dimostreremo con
argomenti validi che questo contributo siamo in grado, vogliamo e ritengo che
possiamo darlo, come lo abbiamo dato per molti aspetti positivi che sono stati
segnalati, in particolare la riduzione dei costi della politica. E’ stato già
detto: il Presidente Talarico è testimone del contributo determinante in
termini di elaborazione, quantomeno, che i gruppi di minoranza, in particolare
il gruppo del Partito democratico, hanno dato al riguardo. Lo stesso contributo
vorremmo dare per una verifica della riduzione drastica dei costi di
funzionamento dell’amministrazione regionale, tenendo conto della situazione
difficile della Calabria, che insieme all’Abruzzo è l’unica Regione che ha due
sedi, una per il Consiglio e una per la Giunta.
Quindi le questioni che ci siamo posti in termini di costi, soprattutto
per il Consiglio, vanno affrontate e noi daremo il contributo anche per i costi
di amministrazione.
La questione metodologica, però, è un’altra – ed io la chiudo in una
battuta – cioè oggi parliamo di riforme. Non facciamoci influenzare dalla
prossima ed imminente campagna elettorale – in una discussione sulle riforme,
subito abbiamo inserito altre questioni da parte di chi ha introdotto il
dibattito – non mancando di far notare alla Presidenza del Consiglio – se il
Vicepresidente Nicolò ha la bontà di ascoltare, ma mi pare che non ce l’abbia –
che in Conferenza dei capigruppo noi ci siamo battuti per tenere il prossimo 19
dicembre un dibattito sulla sanità. La maggioranza si ha pregato di farlo a gennaio
e mi pare che si sia fissata la seduta del 10 gennaio.
Allora è inutile parlare di sanità. Io mi limito a dire, al riguardo,
che il fallimento nel settore del regionalismo calabrese ha attraversato molte
stagioni e molti colori e nessuno è in grado di scagliare la prima pietra.
Restando all’attualità, perché non possiamo sempre perdere tempo nel
fare inutili storie, c’è da dire che il tavolo Massicci ha posto in essere una
serie di rilievi importanti, addirittura invitando a predisporre un nuovo Piano
triennale, che ci fanno capire che le cose non vanno bene. Del resto, se non
viviamo sulla Luna e viviamo in Calabria, vediamo che ci sono difficoltà per la
sanità sul territorio, sull’organizzazione ospedaliera per quanto riguarda la
risposta degli ospedali Hub a richieste di
prestazioni che rientrano nel campo delle eccellenze.
Atterrando – ma questo viaggio che reputo lungo non è dovuto alla mia
volontà – sulla questione delle riforme, do atto al sottosegretario Sarra di aver fatto un grande sforzo intellettuale e di
elaborazione e vorrei dire all’onorevole Magno che, proprio nella seduta in cui
avete parlato di queste cose in Commissione, per impegni romani, purtroppo, non
sono stato presente. Però al sottosegretario Sarra
non avrei difficoltà a dare un dottorato in diritto amministrativo e in
economia, perché ha ragione chi ha affermato che certo non abbiamo parlato del
sesso degli angeli, però abbiamo svolto un compitino che, teoricamente, merita
certamente 110 e lode.
Per quanto ci riguarda, noi non ci sottrarremo dal dare un contributo
di esemplificazione, che significa concentrazione e taglio anche di enti
inutili, alla fine una grande economia per quanto riguarda le risorse, e sin da
ora possiamo dire che noi saremo d’accordo per concentrare in un unico ente per
macroarea quelle che sono le varie competenze distribuite dagli enti. Ma voglio
dire al sottosegretario Sarra, quando avremo
l’opportunità di leggere il risultato di questo suo egregio compito in materia
amministrativa applicata all’economia, che qui noi vi sottoporremo una sfida –
Maiolo l’ha già detto e, per quanto mi riguarda, sto diventando petulante al
riguardo – perché il compito più grande che può avere la Regione in questa
legislatura, con una ricaduta enorme in termini di efficienza, di efficacia e
di risparmio di risorse, è di mettere in campo la Regione leggera. Basta con la
Regione accentratrice, che la Regione ritorni ai suoi compiti istituzionali di
legiferazione, programmazione, indirizzo.
Noi stiamo lavorando molto su questo terreno e, finalmente, a giorni
avremo pronto questo testo, che presenteremo.
Una cosa che già chiediamo al sottosegretario Sarra,
al Governo, ma soprattutto alla Presidenza del Consiglio, che questo testo sia
discusso insieme alla riforma più generale che riguarda gli enti, perché la
sfida riformatrice deve consistere in questo. Non basta fare operazioni che, se
non sono accompagnate da una visione più generale del tipo di Regione che si
vuole, rischiano poi di essere certamente operazioni che producono qualche risparmio,
ma che alla fine non modificano le negatività di fondo dell’ordinamento
regionale.
Quindi su questo punto, caro onorevole Sarra,
noi siamo pronti ad una sfida alta e daremo tutti il contributo, affinché
questa sia la legislatura che segna un cambio culturale di come deve essere la
Regione.
Atterrando ancora di più sui provvedimenti specifici, per quanto riguarda l’Arssa mi pare che il contributo della minoranza sia stato
importante, non oserei dire decisivo perché in democrazia valgono sempre i numeri, ma a
livello di elaborazione e a livello culturale, l’assessore Trematerra ci può
dare atto del contributo che noi abbiamo dato, perché crediamo nell’agricoltura
come un perno fondamentale per lo sviluppo della Calabria, e di questi tempi
un’agricoltura che non ha supporti adeguati e che non si avvale della ricerca è
destinata a soccombere.
Quindi la nuova Arssa che deve dare questo
supporto di ricerca, di elaborazione e quant’altro sarà utile per fare
dell’agricoltura un perno e oserei – ma
mi pare che l’assessore Caligiuri, che vola
nell’empireo più qualificato, non sia più presente in Aula –, anzi
rispolvererei anche il distretto tecnologico per l’agro-alimentare, che avevamo
posto in essere e che è stato poi – non sappiamo per quale motivo, se non di
dare commesse alle nostre università che, a volte, sbagliano ad intendere la
ricerca come commessa – smontato completamente. Sull’Arssa
– dopo esamineremo il provvedimento – noi abbiamo già raggiunto di mantenere
questo ente come ente pubblico strumentale della Regione, abbiamo raggiunto
l’obiettivo di dare questa mission all’Arssa, abbiamo raggiunto insieme l’obiettivo di distinguere
quello che è il supporto all’agricoltura da quella che è attività
imprenditoriale.
In questo contesto condividiamo che nella nuova Arssa
ci sia un’attività che può essere, in qualche misura, anche paragonata ad
un’attività imprenditoriale, cioè che è quella degli impianti di risalita, che
successivamente vedremo come collocare nell’ambito del mercato pubblico e del
mercato privato non solo preservando i diritti dei lavoratori che con questo
provvedimento vengono salvaguardati, ma anche salvaguardando gli investimenti
che gli impianti di risalita hanno avuto per migliorare la loro offerta.
Per quanto riguarda l’Afor, io non ho gradito
una parte dell’intervento del Presidente Scopelliti, che ha dato ad intendere
che la minoranza avrebbe rapporti privilegiati, peraltro di sudditanza, con una
parte del sindacato. La minoranza agisce in piena autonomia e si confronta.
Avendo uno spirito democratico, non ci si deve mai negare al confronto e se
sono sbagliati atteggiamenti di sudditanza, che comunque sono lontani da quella
che è la nostra cultura politica ed amministrativa, è altrettanto sbagliato
tentare politicamente di dividere il sindacato, come è sbagliato tentare di
dividere tutte le organizzazioni che si muovono nella parte vitale della
società. Avete tutti detto della centralità della questione lavoro in Calabria
ed io non aggiungo altro, però questo mi conforta, mi solleva e mi rafforza
nella mia idea che con le organizzazioni sindacali va fatto un confronto anche
aspro, ma per arrivare ad una sintesi in favore dei tanti giovani e delle tante
donne disoccupati per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Sull’Afor, c’è lo specchietto per le allodole
della veste giuridica dell’ente: lasciamo alla fine questo problema, pur
partendo da posizioni che sono antitetiche. Noi abbiamo detto in questi mesi
che vogliamo sapere che fine fanno i livelli occupazionali, quali sono le risorse,
qual è il contributo in termini di programmazione e di attuazione per fare di
questo comparto un comparto positivo per la Calabria. Sotto questo profilo, non
è ininfluente il ruolo dello Stato, perché quando lo Stato, all’inizio degli
anni 1990, ha dato alla Regione Calabria un finanziamento decennale per
elaborare progetti, utilizzando questi lavoratori per la tutela idrogeologica
del territorio, in quegli anni i risultati si sono visti e se la Calabria ha
avuto meno danni rispetto allo sfasciume pendulo che essa è in questi anni, lo
si deve al lavoro di quegli anni lì.
Allora le risorse finanziarie, la progettualità, come utilizzare i
fondi europei 2014-2020, ma, a proposito, la Regione Calabria ha iniziato il
confronto sul programma 2014-2020? Che cosa fare dei Comuni montani? Qui non si
tratta di difendere o non difendere le comunità montane, certamente ne
difendiamo i lavoratori, ma anche in questo comparto ci sono professionalità e
ci sono esempi di grande impatto positivo sul territorio.
Noi siamo per portare avanti il principio dell’Unione dei Comuni
montani, ma in questa legge che riguarda l’Afor
vogliamo dire quali sono le competenze dei Comuni in questo ambito, cosa fare
perché queste competenze, in termini di risorse e di uomini, siano esercitate,
chiedersi se non sia il caso di essere ancora più rigorosi per stabilire quali
sono i Comuni montani?
Dico questo per dire che noi abbiamo discusso di cose, abbiamo discusso
di problemi, sull’Arssa abbiamo quasi raggiunto una
sintesi virtuosa che è partita dalla nostra impostazione della veste giuridica
per arrivare al traguardo. Sull’Afor, io mi auguro
che nelle prossime settimane, sciolti i nodi di cui ho detto adesso, che
riguardano le risorse, la tutela dei livelli occupazionali, il ruolo dei Comuni
montani, la progettualità e quant’altro, discuteremo laicamente di come questo
corpo rivestirlo con una veste giuridica adeguata e mi auguro che anche sull’Afor si possa raggiungere il risultato positivo,
innanzitutto nell’interesse di tutti i calabresi e anche di chi in questo ente
continua a lavorare e ha speranza di continuare a poter svolgere proficuamente
la propria professionalità.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Io ritengo che, in una circostanza del genere, soprattutto dopo aver
sentito un dibattito, non si può che salutare positivamente questa giornata che
è all’insegna del confronto, soprattutto su temi che interessano non tanto gli
schieramenti politici, ma un po’ tutte le sorti della regione.
Proprio la settimana scorsa quando abbiamo approvato insieme, quasi
all’unanimità, la legge sulla fondazione “Campanella”, abbiamo detto che la consideravamo alla stregua di una riforma
a tutti gli effetti, così come oggi salutiamo positivamente il fatto che,
grazie al contributo che verrà dalle minoranze, potremo finalmente approvare la
legge di riordino dell’Arssa.Ritengo che questo sia
un aspetto qualificante del lavoro di questo Consiglio regionale, un aspetto
qualificante dell’impostazione che a questo tema ha voluto dare l’assessore
Trematerra.
Io mi auguro che presto anche sull’Afor ci
siano le condizioni necessarie, perché forse anche con una certa velocità
raggiungiamo un’intesa che possa far vedere la luce a questa riforma che,
probabilmente, necessita di un’approvazione rapida ed urgente.
Debbo, altresì, sottolineare che il lavoro del sottosegretario Sarra è frutto di
una visione d’insieme che ha visto anche la maggioranza confrontarsi circa un
mese fa in una riunione che ci ha visto impegnati a discutere del futuro della
nostra regione; ritengo che non si possa prescindere, oggi, dall’impostazione
che è stata data, così come sicuramente il sottosegretario Sarra
avrà modo di presentare un progetto che possa vedere un confronto su temi…
Vede, sottosegretario, apprezzo molto il fatto che lei abbia
puntualizzato che molte di queste riforme potrebbero venire anche senza una
maggioranza qualificata, ma io ritengo che il successo di un’amministrazione e
di una classe dirigente debba misurarsi nei livelli di confronto che possono,
invece, far suggerire anche delle modifiche o delle correzioni che potrebbero
giovare, addirittura, se non migliorare l’impianto, su cui lei ha ottimamente
lavorato.
Io ho avuto anche il privilegio di avere una serie di scambi di
opinione su alcuni aspetti, soprattutto legati al funzionamento, perché di
questo si tratta, ma debbo assolutamente dire che l’impostazione è molto
promettente da questo punto di vista ed è necessario che si arrivi a
condividere quanto più possibile l’impostazione legata alla riduzione della
spesa, sulla scia di quella che è la famosa spending review, ma
salvaguardando i livelli occupazionali e, se è possibile, lavorare in maniera
coerente al fatto che l’indebitamento di questi enti, che andremo pian piano a
riassettare, possa dare una continuità di pagamento delle spettanze che oggi è
in parte compromessa.
Quindi brevemente, perché la razionalizzazione e l’efficientamento
ormai sono le parole chiave, mi sembra di aver capito che c’è anche una
disponibilità da parte dei colleghi della minoranza a voler impegnarsi a fondo
su quelle che saranno le nostre proposte, ma soprattutto intendo dire che
questo è – così come diceva anche il Presidente – uno snodo ormai obbligatorio,
non possiamo sicuramente pensare alla conservazione di qualche posto per
qualche amico di cordata politica, non possiamo pensare sicuramente a mantenere
in piedi condizioni che non hanno mai dato le sufficienti risposte che
attendevano i calabresi. E’ giunto il momento di fare delle scelte, se è
possibile, anche difficili, però nella consapevolezza che sono ormai
inevitabili, che il percorso che sta per iniziare è inevitabile e soprattutto
richiede da parte dell’intero Consiglio regionale uno sforzo di una visione
collegiale, che non è quella di tirare acqua al proprio mulino, ma è
soprattutto quella di dover fare i conti con un periodo storicamente difficile,
che la saggezza, la consapevolezza, anche le buone prassi politiche che questo
Consiglio vorrà darsi e che saprà adottare in termini concreti, potrà
costituire e forse contribuire, come oggi in questo dibattito, a scrivere delle
pagine qualificanti della politica calabrese.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, anche noi riteniamo necessarie le riforme di cui si è tanto
parlato questa sera, a condizione che siano delle vere riforme e non, invece,
riforme alla stregua della riforma della “Campanella”. Noi riteniamo che la Regione abbia bisogno davvero di
riformare, di cancellare enti inutili o scarsamente
utili, perché la stessa parola “riformare” in questa Regione – diceva bene il
sottosegretario Sarra – è sinonimo di abrogare e
molte aziende, molti enti vanno abrogati, a quelli elencati ne vanno aggiunti
altri, sono circa 20 i soggetti a cui la Regione partecipa direttamente o
indirettamente, di alcuni di questi non ricordiamo neanche il nome, però sono
soggetti che gravano e non di poco sul bilancio della Regione, che aumentano i
costi, che aumentano l’improduttività, l’irrazionalità.
Quindi
c’è bisogno di mettere mano in un settore che, oggi, appare una giungla, una
vera e propria macchina mangiasoldi quella degli enti strumentali e degli enti
partecipati della Regione, facendo ben attenzione anche a discernere quei soggetti
utili al funzionamento della macchina
amministrativa e del sistema Regione, quindi cercando di individuare,
attraverso un’analisi di cui stasera non vi è – a dire il vero – stata traccia,
quei soggetti che davvero rappresentano un peso nell’economia regionale.
Noi, quindi, siamo disponibili, a condizione che si tratti di vera
riforma e non di una riformicchia o di un qualcosa di
cui porta il nome solo la parola riforma. Noi ci siamo, a condizione che si
entri nel merito – la proposta presentata questa sera è generica, sia pure
indicativa di qualche settore da riformare – e a condizione che si estenda
questa attività, quest’opera di bonifica e di riforma anche ad altri settori
che stasera non sono citati, ma che necessitano della scure di questo Consiglio.
Riteniamo, soprattutto, che l’iniziativa che ci avete proposto non si
avvilisca e non venga svilita alla stregua della proposta di riforma dell’Arssa, su cui, personalmente, ritengo che non può essere
indicata a modello di riforma. La proposta che l’assessore Trematerra ha
illustrato stasera al Consiglio è la stessa di un anno fa, è la stessa di sei
mesi fa, di tre mesi fa e le perplessità, le osservazioni, i dubbi che il
Consiglio, ma anche settori della Giunta, in particolare il settore bilancio
hanno avanzato a quella riforma o pseudo-riforma sono
tutti in piedi.
Avevamo chiesto, ad esempio, che la riforma dell’Arssa
venisse accompagnata da un Piano di razionalizzazione e di riordino, invece non
vi è traccia, nella proposta che è stata avanzata questa sera, di alcuna
razionalizzazione dei servizi e delle funzioni; avevamo chiesto di fare una
serie analisi sui vizi di questo grande mammellone che ha consumato tanta spesa
pubblica nel passato; avevamo chiesto che venisse indicato il motore
finanziario della riforma dell’Arssa, ma soprattutto
volevamo che l’assessore competente, il Presidente, i proponenti di questa pseudo-riforma indicassero al Consiglio e ai calabresi le
attività improprie di cui tanto si è parlato nel passato svolte dall’Arssa. Ad esempio, assessore Trematerra,
la nuova Arssa continuerà a gestire gli impianti di
risalita? E, se sì, che cosa c’entrano gli impianti di risalita con
l’agricoltura calabrese?! La nuova Arssa, assessore Trematerra, continuerà a gestire i campeggi, le cantine? E,
se sì, che cosa c’entrano queste attività con le attività propriamente
agricole?!
Ecco, a queste domande nessuno ha dato delle risposte, eppure tutte
queste attività, a cui se ne possono aggiungere tante altre, rappresentano l’80
per cento della spesa del bilancio della stessa Arssa.
Noi riteniamo che la proposta avanzata questa sera sia debole, monca,
priva della necessaria efficacia, anche teorica, perché la si possa definire
riforma. Non ho sentito, ad esempio, in questi giorni alcuna parola proveniente
dai sindacati, che si accontentano, evidentemente, del mantenimento dei livelli
occupazionali, cosa importante, ma se nei mesi scorsi da parte del sindacato
calabrese nel suo insieme è venuto qualche messaggio e qualche considerazione
di ordine generale, beh, sarebbe opportuno riproporle quelle osservazioni che
riguardano non solo la componente salariale dell’Arssa,
non solo la componente occupazionale, ma soprattutto l’assetto aziendale in
senso lato, perché se l’azienda, così come ci viene configurata, verrà
riproposta in tutti i suoi limiti, in tutte le sue debolezze, i suoi punti
oscuri che hanno prodotto il debito di cui abbiamo tanto parlato in questi
mesi, allora non possiamo definirla una riforma, ma una richiesta di delega da
parte dell’assessore competente, per poi riorganizzare questa grande azienda
con un semplice atto aziendale.
Noi non vogliamo esprimere nessun consenso al buio, non vogliamo che
sia un atto aziendale o solo un atto aziendale ad attuare le modifiche anche
necessarie dell’Arssa. Vorremmo che la nuova Arssa venisse delineata qui, nella sede del Consiglio
regionale, che è la sede solenne, idonea, deputata a fare le riforme, non a
delegare il dirigente, l’assessore a fare la riforma in un secondo tempo,
perché questo stiamo facendo: voi ci chiedete una delega per il direttore
generale che verrà a realizzare, eventualmente, qualche modifica dell’assetto
dell’Arssa, perché le grandi questioni, i grandi nodi
di questa azienda non vengono assolutamente intaccati, almeno leggendo pure
attentamente il testo che ci è stato sottoposto questa sera.
Per queste ragioni, pur ribadendo la nostra disponibilità a fare
riforme vere, necessarie, a cui la Calabria nel suo insieme non può rinunciare,
non può più derogare, siamo altrettanto intransigenti nella nostra
disponibilità a realizzare riforme vere e soprattutto riforme che siano
circostanziate, che abbiano contenuti di merito facilmente individuabili e
comunicabili alla Calabria e ai calabresi.
Se l’inizio di questa stagione di riforme lo si può commentare o
giudicare dalla proposta dell’Arssa, credo che siamo
di fronte ad una vera e propria farsa, ad una volontà camuffata di riformare
per mantenere le cose così come stanno. Noi a questo gioco non partecipiamo e,
per quanto mi riguarda, annuncio il voto contrario.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
La
chiusura dell’intervento del collega Talarico mi spinge a dire che, ancora una
volta, Italia dei valori perde un’occasione, un’occasione che, proprio ascoltando
il dibattito dai banchi del centro-sinistra, credo che sia stata pienamente
accolta e condivisa non solo nello spirito degli interventi che abbiamo ascoltato – certo, ognuno fa la sua
parte – ma anche e soprattutto sull’importanza della sfida in campo. Non a
caso, Principe – che è capogruppo del partito più autorevole del
centro-sinistra – ha detto che questa è una sfida alta, che io immagino un
partito serio, una coalizione attenta possa raccogliere non tanto
nell’interesse di una posizione di parte, quanto nell’esigenza generale di
vedere questa Regione Calabria non più chiusa e asfittica in se stessa, ma
aperta alle novità, aperta alla società e alla modernità.
E’ con questo sentimento
che io inizio questo mio intervento, per quanto breve, il coraggio delle
scelte, cioè la capacità di saper porre sul tappeto in maniera aperta,
trasparente, visuale una consapevolezza che una cultura di governo questa
maggioranza, ormai, l’ha acquisita e con piena maturità e, in nome di questa
cultura di governo, non si chiude e va avanti a colpi di maggioranza, ma si
apre al Consiglio regionale, al Parlamento della Calabria, perché ogni scelta e
ogni decisione sia elaborazione di questa grande necessità di portare la
Calabria nell’Europa e non aspettare che l’Europa o tutto il Nord dell’Africa
venga a conquistare la Calabria.
Se questo è il tema, se la scelta,
la sfida che noi vogliamo lanciare è aperta, europea di innovazione e di
modernità, io penso che la serietà dell’argomento imponga riflessioni
importanti ed autorevoli che io colgo, al di là di qualche flessione da parte
dell’onorevole Principe sulla polemica che non serve a nessuno, ma che deve
aprirci ad un contributo di impegno sul piano della discussione, settore per
settore e argomento per argomento, della materia che andremo a confrontare in
Commissione.
Se l’auspicio è questo, io credo che oggi veramente andremo a
segnare un punto importante sul piano del quadro generale del rapporto fra
maggioranza e minoranza in Consiglio regionale, ma anche di più, un punto
importante per dire che c’è in Calabria la politica, perché di questo oggi
abbiamo bisogno, oggi abbiamo bisogno di portare soprattutto l’attenzione dei
calabresi all’idea che in Calabria c’è la politica. Ecco l’appello che io
lancio alla minoranza con senso di responsabilità, il recupero di questo
rapporto dialettico che, inevitabilmente, diventa, ognuno nelle proprie
posizioni e nel rispetto delle
individualità e delle prerogative di ogni consigliere, l’argomento fondamentale
che da quest’Aula deve nascere e scaturire per il futuro della nostra terra.
Guardate, non è tanto il tema in sé
che, dal punto di vista economico, 15-20 milioni
di euro oggi rappresentano una panacea per qualunque amministrazione, che noi
andremo a risparmiare con questi tagli, ma è il valore simbolico di una scelta
che, dopo aver individuato settori di intervento su cui in passato, forse,
qualcuno ha vissuto anche di rendita, noi invece possiamo oggi dimostrare che
dalla Calabria può partire un messaggio chiaro a tutto il Paese, al nostro
Paese, devastato dall’antipolitica,
devastato dalle nefandezze e dalle negatività, tante volte anche a ragione, ma
molte volte in maniera eccessiva.
Se la 174 del Governo nazionale impone un indirizzo, se ci costringe ad
assumere degli atteggiamenti, è anche vero che la Calabria ha avuto il coraggio
di anticipare gli effetti della 174 e dare in maniera forte e chiara il senso
di un cambiamento, perché c’è una politica che cambia nella nostra terra e
vorremmo che partisse proprio dalla Calabria il messaggio per il Nord, dicendo
che questa politica deve essere valorizzata ai massimi livelli istituzionali,
perché c’è una classe dirigente attenta e responsabile, perché c’è chi vuole ad
ogni modo porsi in una condizione di grande equilibrio e di grande capacità
propositiva e intuitiva nell’entrare.
Certo,
condivido l’onorevole Principe – l’ho detto in un intervento precedente, l’ho
detto in maniera forte e chiara – perché non sempre dalle minoranze arrivano
gli attacchi strumentali, molte volte arrivano riflessioni pacate e l’onorevole
Principe, oggi, è stato pacato, quando ha posto in evidenza un dato: i mali del
regionalismo in Italia hanno una individuazione ben precisa. Non attribuiamo
responsabilità, a me non interessa se c’era Prodi, come c’era, in quegli anni
al Governo del nostro Paese, a me interessa individuare che la modifica del
Titolo V° della Costituzione non ha dato ragione alle Regioni che anelavano un
principio di indirizzo ben preciso e ben determinato sul piano delle coperture
e delle competenze. E questo è un fatto importante.
Allora, di fronte alla deficienza dello Stato, che non sempre è
riuscito, a prescindere dai Governi di riferimento, a dare risposte precise ed
esaustive al bisogno di politica che le Regioni dovevano esprimere nei
territori e i Parlamenti sono i Parlamenti regionali, oggi che la sbornia delle
vacche grasse è finita, a doversi assumere quest’atto di responsabilità e la
proposta avanzata dal governo regionale attraverso il collega Sarra è di grande dignità per il ruolo che le Regioni
devono avere, altro che dibattito nazionale, se le Regioni hanno diritto di
esistere o meno, se le Regioni hanno diritto di cittadinanza oppure no sul
piano dello scenario istituzionale e costituzionale della nostra terra! Le
Regioni sono enti importantissimi non solo ai fini del dibattito tout court,
ma ai fini di un recupero di quei princìpi di
democrazia di cui non possiamo assolutamente fare a meno, perché la Regione
rappresenta l’anello fondamentale di garanzia e di tutela delle autonomie
territoriali.
Se questo è, allora noi combattiamo
il centralismo statale, ma ancora di più combattiamo l’idea e la
cultura di chi vuole fare della
Regione un ulteriore centralismo, che non serve a nessuno,
perché è il principio di sussidiarietà
che deve reggere a base dell’articolo 118 e dell’articolo 5 della nostra Costituzione, che noi
dobbiamo recuperare in una logica di grande dimensione istituzionale. E’ su
questo principio di sussidiarietà che noi vogliamo le riforme, ecco come le
culture si incalzano e vengono fuori, onorevole Loiero – che non vedo in Aula –
perché avrei voluto rispondere anche a lui, quando mi dice che ci sono enti
nati per dare garanzia di lavoro. E’ vero e sostengo quegli enti che sono nati
per garanzia di lavoro, ma garanzia di lavoro, non di passività, garanzia di
produzione, non di conservatorismo, garanzia di produzione, non certo di
nullismo sul piano della capacità o di rendita parassitaria, dove si sono
annidate in passato anche momenti speculativi, momenti di malaffare e di ‘ndrangheta.
Allora,
amici, vedete come questa visione che sta ponendo in essere la riforma che
l’amico Sarra oggi ci ha illustrato in maniera capace
assume una dimensione e un veicolo diverso, rispetto a un’idea della semplice
riforma dell’ente tanto perché abbiamo un Presidente da sistemare o qualche
amico da mettere nel consiglio di amministrazione. Non è assolutamente questo
lo spirito.
Io ho
colto con piacere che in alcuni passaggi di alcuni interventi lo stesso Maiolo ha sottolineato con sagacia l’importanza
di saper individuare momenti di recupero di un rapporto, perché è lì che noi
dobbiamo cercare di insinuare la nostra proposta operativa. Certo, ci saranno
smagliature, momenti più forti di confronto, certo, ci dovranno essere momenti
di disponibilità, ma rientra nella dialettica. Abbiamo raggiunto momenti belli,
oggi voteremo l’Arssa in questo clima non di
inciucio, ma di forte collaborazione, in questo clima di ritrovata unità perché
è con l’unità che nasce la responsabilità e quindi il buon governo e non l’antipolitica.
Non siamo qui per garantire la sopravvivenza di enti ristrutturati,
siamo qui, invece, per dire che c’è una nuova filosofia della politica del
lavoro, siamo qui per dire che, consapevolmente, ognuno di noi e il governo
regionale in testa non devono effettuare la politica degli slogan, ma
dei fatti concreti; siamo qui per mettere in campo un’azione concreta, una
terapia d’urto ai mali della Calabria.
Ecco perché oggi ritengo, attraverso questo dibattito che stiamo
conducendo in Aula, che dobbiamo onorare l’impegno di essere uomini della
classe dirigente, per dare l’esempio ad altre classi dirigenti che in questa
Regione, molte volte, non sono state all’altezza del compito che noi
dimostriamo, perché è da qui che deve nascere la nuova Calabria, è da qui che
noi dobbiamo realizzare quella Regione leggera, caro Principe, a cui tu ti
richiamavi, perché se questa sarà una Regione leggera col contributo di tutti,
probabilmente sarà anche una Regione che noi possiamo offrire agli altri come
modello positivo e non come modello negativo che altri vorrebbero dipingere.
Non siamo nella negatività, questa è una Regione positiva che vuole guardare
lontano, non tanto per noi che forse, ormai, abbiamo raggiunto i nostri
obiettivi, quanto per i figli che verranno.
Allora si vada avanti con l’Arssa, con l’Afor, con le riforme strutturali della nostra terra,
abbiamo il tempo giusto, questo è il tempo giusto e, se questo è il tempo che
ci è dato da vivere – diceva Aldo Moro – cogliamolo per quello che vale, perché
da oggi possiamo iscrivere questa nuova Regione nella nuova dimensione europea,
una Regione snella, veloce, capace, pronta a contrastare tutti i fenomeni,
anche quello del parassitismo burocratico.
Grazie, onorevole Nucera, per il suo intervento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha
facoltà.
Presidente, io penso
che non è più il tempo degli spot elettorali o degli spot televisivi. La
Regione è seduta su una montagna di debiti ed io da rappresentante della Commissione Vigilanza dico che in questi due anni e
mezzo ci siamo occupati della situazione dei bilanci
dell’Arssa, dell’Afor, di Sorical, di Fincalabra,
dei Consorzi di bonifica, dei Consorzi per lo sviluppo industriale, della
Fondazione Field, del Consorzio del bergamotto, del
Consorzio del cedro di Calabria, di Fondazione Terina,
Arpacal, Arcea, Fondazione
lavoro, Ardis Calabria.
Una montagna di debiti in
una situazione nella quale il bilancio regionale è vincolato, il bilancio del
2012 su 9 miliardi di euro ne vede una gran parte vincolati senza la
possibilità di poter avere risorse necessarie tali da affrontare le emergenze
occupazionali.
Devo dare atto che non sono
uno di quelli che è tenero verso la Giunta Scopelliti. Ma questa sera voglio dare atto anche all’assessore
Trematerra di essere stati caparbi sul terreno delle riforme perché se non si
avvia a 40 anni dalla istituzione della Regione un processo reale di riforma
nessuno sarà in grado di governarla.
Noi dobbiamo liberare
risorse che in questi anni sono andate ad alimentare sacche di assistenzialismo, sacchi di spesa improduttiva e
dobbiamo restituire importanti organi, istituzioni e aziende -
come Arssa ed Afor che
hanno missioni importanti per lo sviluppo della nostra regione – alle questioni
ed alle missioni originarie.
Se non si vuole più continuare a campare ed a vivere
alla giornata in un perenne stato di emergenza senza disporre nemmeno delle
risorse minime necessarie per incidere sui processi produttivi ed occupazionali
questo Consiglio dovrà rispondere alla sfida delle riforme.
Un percorso che ci porti ad avere una Regione più snella
e leggera come diceva il collega Principe, meno preoccupata per la gestione,
più attenta alla programmazione delle risorse ed alle leggi.
Oggi credo che sia arrivato il momento perché,
veramente, dai dati che emergono dal dibattito rischiamo solo di far
sprofondare la nostra Regione in un mare di debiti.
Noi siamo pronti, abbiamo dimostrato in tutte le
occasioni che siamo pronti ad accettare questa sfida ed anche in modo
autocritico, bisogna dirlo, dal 2007 si è perso molto tempo e tanti guasti sono
stati realizzati dal 2007 ad oggi.
Cinque anni in cui si sono lasciate completamente
insoddisfatte le esigenze di riforma strutturale del comparto Arssa e Afor ha fatto in modo che
si sono aggravate le distorsioni operative.
Onorevole Guccione, solo un attimo. Volevo pregare i
colleghi di accomodarsi e di far silenzio.
Vi sono, in modo rilevante situazioni in cui le distorsioni operative ed organizzative hanno comportato guasti enormi sia all’Afor che all’Arssa. Cinque anni di liquidazione che non sono passati invano ma che hanno prodotto preoccupanti situazioni di vuoto.
I commissari
liquidatori di Arssa ed Afor
hanno accresciuto lo stato generale di confusione ed incertezza generato
dall’assenza totale di strategie finalizzato a garantire indispensabili momenti
di coordinamento e di indirizzo.
Eppure dal 2007 al
2013 Arssa ed Afor hanno
gestito circa 1 miliardo e 300 milioni di
euro, dal 2007 al 2013,
per garantire solo la liquidazione.
Abbiamo
perso risorse fondamentali e non abbiamo operato né in agricoltura né in
forestazione nonostante una spesa enorme di questo tipo ed i calabresi
devono sapere che i guai derivano da questo perché oggi siete voi a governare
la Calabria e domani saremo noi. Ma questi problemi ce li troveremo: 1 miliardo
300 milioni dal 2007 al 2013.
E’ urgente la riforma di Arssa
ed Afor e di tutte quelle riforme che sono state
preannunciate. Riforme che vanno fatte, Presidente Scopelliti, di concerto non solo con la minoranza ma
anche con la parte più positiva e radicata nella società calabrese. Non si
fanno con un solo uomo a comando, non è polemica: le riforme si fanno in modo
concertato e più largamente condiviso come abbiamo fatto con l’Arssa e dobbiamo fare uno sforzo.
Sono d’accordo con l’assessore Trematerra che anche
entro il 31 dicembre dobbiamo in modo largo e diffuso avere una proposta
largamente condivisa sull’Afor perché è grave che per
i dipendenti dell’Afor anche il nuovo anno sia un
anno di un ente in liquidazione con tutto quel che può accadere in una
situazione generale di crisi economica. Dobbiamo dare certezze e recuperare le
missioni di sviluppo perché da lì può venire una parte consistente dello sviluppo
della Calabria.
Sulla forestazione è anche sull’agricoltura è uno sforzo
che facciamo insieme. Non è un caso che il legislatore ha voluto che queste
riforme si facessero con i due terzi perché è un aspetto politico rilevante,
non è a caso i due terzi. E’ che sulle riforme di struttura deve essere
garantita una larga condivisione e qui ci giochiamo il futuro della Calabria,
lo voglio dire con molta chiarezza, perché dalla qualità di queste riforme noi
riusciremo da una parte ad avere due aziende che su settori strategici dello
sviluppo della nostra regione possono mettere in campo progetti per la nuova
occupazione, per lo sviluppo della forestazione e dell’agricoltura. Dall’altra
parte risparmieremmo risorse che oggi sono vincolate in questo bilancio ed
allora noi dobbiamo fare una operazione di questo tipo ed il messaggio che noi
lanciamo questa sera dalla Calabria in questo Consiglio regionale è un
messaggio di speranza.
Il messaggio di
riformare l’Arssa oggi e l’Afor
domani è un segnale forte di speranza e di possibilità, di poter avere un
futuro sul quale non si addensino più tante nubi. Ecco il messaggio che
dobbiamo lanciare e lo possiamo fare grazie al lavoro che è stato fatto, agli
sforzi che abbiamo fatto noi come opposizione.
Voglio dare atto all’assessore Trematerra di essere
stato caparbio, ha avuto una grande capacità di ascolto, ha intessuto rapporti
importanti con le forze sociali e quando si fa così ad un certo punto il punto
di ricaduta lo troviamo.
Oggi variamo la riforma dell’Arssa
e l’impegno anche nostro di fare in modo che con lo stesso metodo in questi
giorni si possa lavorare alla riforma dell’Afor.
Non mi sono espresso sulla relazione Sarra,
la voglio leggere e voglio capire i tempi ed i modi per come si provvede alla
riduzione di tutti questi enti che reputo importanti. C’è bisogno di un
approfondimento e si può trovare e troveremo i modi ed i tempi anche nelle
riunioni di Commissione di approfondire questi altri temi. Grazie.
La parola per l’ultimo intervento all’onorevole Giordano.
Grazie, Presidente,
non posso non sottolineare il momento importante che oggi quest’Aula sta
vivendo nell’affrontare dopo metà legislatura un dibattito sulle riforme, su
come deve essere riformata questa Regione, su come deve essere ripensata, su
come devono essere posti rimedi ai tanti guasti prodotti nel passato, a tanto
tempo perso e a tante occasioni sprecate per mettere in ordine e far sì che ci
fosse un corretto e virtuoso regionalismo in questa nostra
Regione.
Colgo questa opportunità
come una opportunità positiva perché comunque ci mette in condizione di poter
esprimere in quest’Aula una opinione che diffusamente abbiamo espresso in
questi due anni e mezzo invocando la necessità, l’indifferibilità, la
drammaticità delle condizioni e non solo quelle congiunturali ma anche quelle
strategiche che dovevano e devono portare questa Regione ad una profonda
riforma che passa attraverso una razionalizzazione che non è solo quella della spesa. Non può essere una
riforma che deve essere figlia per forza della spending review, figlia della contingenza di provvedimenti che cadono sul
collo da parte del Governo nazionale.
Ci vuole la consapevolezza
che è necessario perché troppo tempo si è perso.
Stasera si discuterà dell’Arssa.
Noi nonostante le posizioni critiche che ha espresso il collega Talarico non
abbiamo voluto far mancare il nostro contributo ma abbiamo offerto un ventaglio
di emendamenti che non è frutto solo della nostra sensibilità ma proviene anche
dalla voce, dagli attori principali dell’Arssa e del
comparto dell’agricoltura, quell’agricoltura che viene mortificata nel bilancio
di previsione, lo voglio sottolineare.
Credo che si faccia bene a trovare una via che possa
vedere questo Consiglio regionale intanto riprendere la via del dialogo con la
Calabria, con tutti i settori produttivi, con gli attori. Una via di
concertazione che francamente fino ad oggi non abbiamo ravvisato.
Abbiamo ascoltato con attenzione ed interesse la
relazione del sottosegretario Sarra, anche perché non
abbiamo avuto l’opportunità di poter avere i documenti per ragionare e
valutare. Credo che alcune questioni comunque vadano chiarite. Intanto va
chiarito come si perviene ai risparmi di 20 milioni di euro. Non l’abbiamo
capito, non si capisce, certamente non può essere un risparmio che deriva da
una riorganizzazione delle direzioni generali, del management di questi enti.
Non abbiamo capito cosa
c’entra l’Aterp in questo provvedimento. Vorremmo capire meglio che idea si ha
dei Consorzi di bonifica, certamente non vorremo e non saremo d’accordo a
rilasciare deleghe in bianco alla Giunta regionale attraverso i regolamenti che
lascerebbero carta bianca per poi decidere sulla impalcatura, sull’ossatura fondamentale
di questi enti e di questi consorzi sui quali si gioca il futuro di questa
Calabria, si giocano le sorti di questa nostra Regione.
Su queste cose noi vorremmo
capire e vorremmo una maggiore chiarezza ed una maggiore possibilità di poterci
confrontare e di offrire il nostro contributo.
Non vorremmo, certamente, far
mancare il nostro contributo, il nostro confronto.
Voglio lanciare un’altra
cosa. Ho ascoltato dalle parole dell’avvocato Sarra
quasi quasi un monito come se queste riforme
potessero essere fatte a maggioranza semplice.
Sarebbe un errore non solo procedurale ma sarebbe un errore non aprire un confronto più serrato e più ampio e comunque è un punto sul quale lancio più di un dubbio.
L’articolo 54 dello Statuto parla chiaro: si andrebbero ad istituire
quattro nuove aziende, agenzie regionali. Credo che comunque l’ordinamento su questo
tema è chiaro e ci vuole una maggioranza qualificata. Ma non è questo il punto
sul quale voglio richiamare l’attenzione.
Credo ci sia necessità di intensificare un confronto che
può e dovrà portare alle migliori soluzioni per dare alla Calabria delle
prospettive che, francamente, fino ad oggi sono mancate.
Il dibattito è concluso. Dagli interventi dei gruppi
sostanzialmente si richiama anche la proposta da parte dell’assessore Trematerra di inserire all’ordine del giorno la
modifica legislativa per quanto attiene l’Arssa.
E’ un progetto di legge
numero 288/9^, 289/9^, 270/9^ e possiamo inserire all’ordine del giorno la
proposta di legge. Possiamo porre in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Possiamo procedere, adesso, con l’esame dell’articolato tenendo in considerazione gli emendamenti che sono stati presentati e che magari di volta in volta chiamerò ad illustrare col parere del relatore.
Avete tutti il blocco degli emendamenti col testo legislativo? Bene.
La proposta di legge si compone di 13 articoli. Il relatore in Consiglio è l’onorevole Imbalzano. Questa proposta è già passata in Commissione ed hanno espresso parere favorevole i gruppi Pdl-Scopelliti, hanno espresso voto contrario i gruppi di minoranza, pertanto è passata a maggioranza.
Prego, onorevole Imbalzano, ha facoltà di svolgere la relazione visto che c’è stato già il dibattito e che tutti i gruppi si sono già espressi.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, nell’introdurre il progetto di riforma dei servizi di sviluppo
agricolo di iniziativa della Giunta regionale desidero richiamare le ragioni
che hanno portato alla proposta di questo testo di legge.
Ricordo che l’applicazione
dell’articolo 5 della legge regionale
9/2007 con cui era stata prevista la soppressione dell’Arssa
è stata resa estremamente
difficoltosa da una serie di obiezioni sollevate sia dalle organizzazioni
sindacali che dalle amministrazioni provinciali
rese destinatarie delle funzioni dell’ente oggetto di soppressione determinando
una posizione di stallo nella definizione della procedura di liquidazione e nel
trasferimento delle funzioni.
Da qui
la necessità di prevedere forme organizzative diverse nell’ottica di una
ripresa di efficienza ed efficacia dell’azione dell’Arssa
stessa. Da queste premesse nasce la proposta di legge che istituisce l’Azienda
regionale per lo sviluppo dell’agricoltura.
La
Commissione bilancio che mi onoro di presiedere ha portato – nell’ottica della
collaborazione interistituzionale tra Giunta e Consiglio – una serie di
modificazioni per rendere questo testo il più condivisibile possibile.
Da questo punto
di vista ritengo che la
maggioranza abbia dimostrato con i fatti una grande apertura a recepire
miglioramenti finanziariamente sostenibili che non stravolgessero l’impianto
della riforma.
Alla
proposta originaria che dava già forma all’idea di un’azienda capace di
rilanciare i servizi di sviluppo agricolo in Calabria si sono affinate alcune
parti del testo anche sostanziali in modo da legare le esigenze della riforma
ai processi di razionalizzazione della spesa pubblica in atto in questo Paese.
Il
risultato è che l’istituenda azienda avrà la forma
giuridica di un ente strumentale di diritto pubblico salvaguardando – così come
per l’Afor – quando andremo ad esaminare questa
riforma lo status giuridico ed i diritti acquisiti del personale in servizio.
In
sostanza l’obiettivo a cui si è pervenuti grazie agli emendamenti profondamente innovativi è, certamente, assai
apprezzabile.
Il
testo licenziato dalla Commissione recepisce, intanto, il principio della spending
review laddove la
norma finanziaria prevede l’obiettivo di ridurre del 20 per cento la spesa oggi complessivamente sostenuta. Certamente l’assessore
Trematerra - non so se vorrà aggiungere qualcosa – avrà modo di approfondire
l’obiettivo di fondo che ci siamo un po’ tutti prefissi. Quello cioè, di
ammodernare un settore complessivamente non efficiente e comunque non più sostenibile.
Nel
merito la proposta di legge è composta da 13 articoli: l’articolo 1 che
istituisce l’azienda, gli articoli 2 e 5 che regolamentano sede, funzioni di
massima, organi e vigilanza dell’azienda regionale per lo sviluppo in
agricoltura.
Le
scelte più innovative hanno riguardato gli organi con la previsione che la
nuova azienda sia guidata non da un organo politico come il consiglio di
amministrazione ma da un organo più tecnico, snello, immediato e separato dalla
politica. in sintesi una direzione generale regolamentata dall’articolo 4.
Il coordinamento circa l’attuazione delle linee generali
di indirizzo dell’azienda e la verifica del conseguimento è demandato
all’attività di un comitato tecnico di indirizzo composto da esperti che
opereranno a titolo gratuito.
L’articolo 6 prevede l’istituzione del collegio dei
sindaci quale organo di vigilanza necessario sulla gestione finanziaria
dell’azienda.
L’articolo 7 prevede che l’organizzazione dell’azienda
regionale sia contenuta in atto aziendale nonché dispone in merito alla
riorganizzazione dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di
divulgazione agricola.
L’articolo 8 disciplina la materia del bilancio e della
rendicontazione.
L’articolo 9 prevede disposizioni in materia di risorse,
in particolare viene previsto che il patrimonio sia costituito da tutti beni
immobili e mobili dell’azienda regionale in liquidazione ai sensi dell’articolo
5 della legge regionale 9/2007 che alla data di entrata in vigore della legge
siano adibiti a sedi provinciali degli uffici di quest’ultima ed a sedi sul
territorio regionale dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di
divulgazione agricola.
L’articolo 10 detta norme in materia di personale
prevedendo che la pianta organica dell’azienda sia coperta da personale
trasferito o comando dalla Regione Calabria su domanda d’ufficio, da personale
transitato dall’azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura
in liquidazione.
L’articolo 11 prevede la possibilità dell’utilizzo da
parte dell’azienda regionale nell’esercizio delle funzioni assegnate da
Fondazione Mediterranea Terina. Qui per la verità c’è
un emendamento a questo articolo firmato oggi.
Detta sinergia è maggiormente esplicata quanto ai
compiti di ricerca e certificazione delle produzioni tipiche di organizzazione
del laboratorio fito-patologico regionale.
L’articolo 12 regola le disposizioni transitorie e
finali. Si tratta di una norma scaturita da una approfondita analisi da parte
della Commissione che consentirà – a partire dal 2013 – di realizzare un
risparmio del personale pari al 20 per cento della spesa sostenuta nell’anno
2011.
Vi sono, altresì, alcune disposizioni che accelerano la
procedura di liquidazione in corso in quanto il commissario liquidatore dovrà
entro 120 giorni dall’approvazione della legge trasmettere il piano di
liquidazione mantenendo tuttavia separata la gestione delle posizioni tra
vecchia e nuova azienda.
L’articolo 13 contiene la norma finanziaria con la quale
si quantifica la dotazione di risorse per la nuova azienda per circa 23 milioni
di euro la cui disponibilità è assicurata dall’attuale dotazione appostata per
l’Arssa.
L’esigenza di inquadrare il provvedimento nel contesto
dei provvedimenti di riduzione della spesa avviata col decreto legislativo
della spending
review ha poi portato a definire un obiettivo di risparmio di spesa nel 2013
pari a circa 7 milioni di euro che verranno compensati in parte dalla riduzione
del personale ed in parte dall’alienazione del patrimonio Arssa
quantificato in 76 milioni di euro.
In definitiva e per concludere con l’approfondito lavoro
svolto siamo profondamente convinti che le proposte di legge della Giunta
arricchite dal lavoro della Commissione e dagli emendamenti già approvati
rappresentano una proposta di riforma coraggiosa e vanno nella giusta direzione
della tutela degli interessi dei lavoratori e dell’Arssa
stessa, del netto miglioramento dei servizi che potranno essere resi a tutti i
calabresi.
Non ci sono interventi per discussione generale possiamo passare all’esame dell’articolato.
All’articolo 1 è stato presentato emendamento protocollo 54929 a firma Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Al primo comma dell’articolo 1, le parole <ente pubblico economico> sono sostituite dalle seguenti <ente di diritto pubblico non economico>”.
Prego, onorevole Talarico.
In questo emendamento le seguenti parole vengono sostituite da “enti di diritto pubblico non economico”.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 1 è stato
presentato emendamento protocollo 34888 a firma dell’onorevole Aiello che così
recita: “Articolo 1, comma 2, (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura
calabrese) L’azienda ha sede legale in Cosenza e distinte sedi
operative in tutto il territorio regionale”.
L’emendamento si
illustra da sé. Parere del relatore e della Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo 2, comma 2, è
stato presentato emendamento protocollo 34893 a firma dell’onorevole Aiello che
così recita: “Abrogare la frase <non connesse alla procedura di liquidazione
in corso>”.
Prego, onorevole Aiello.
Si illustra da sé.
Parere della Giunta e del relatore? Contrari. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 54745/1 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’articolo 2, comma 2, le parole <in particolare> sono soppresse”.
Questo emendamento lo fa proprio l’onorevole Gallo.
Lo faccio mio, Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere della Giunta e del relatore? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento col parere favorevole del relatore e della Giunta.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento 34902 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Aggiungere lettera <l’azienda al fine di evitare duplicazioni di soggetti giuridici e duplicazioni di oneri, continuerà nelle attività cosiddette connesse ai compiti di istituto, (impianti di risalita, impianti irrigui ecc.) così come realizzate nella missione dell’azienda negli anni, necessarie allo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia delle aree interne. L’Azienda dalla data in vigore della presente legge entro dodici mesi presenterà un piano alla Giunta regionale di riorganizzazione delle attività connesse e del personale>”.
Prego, onorevole Aiello.
L’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 40641 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’articolo 2, comma 2, dopo la lettera k) è inserita: <l) provvede all’esercizio degli impianti di cui all’articolo 12, comma 15>;
Prego, onorevole Aiello.
Presidente, questo è
un emendamento che ritengo importante anche per il percorso che ha fatto l’assessore Trematerra – gliene do atto – nella stabilizzazione di alcuni lavoratori che, secondo me, valorizza la
montagna e dà un ruolo all’Arssa in questa direzione.
L’appello che faccio ai
colleghi della maggioranza e della opposizione è di votare questo emendamento
affinché si possa dare un senso a tutto ciò che fino adesso è stato discusso in
quest’Aula e si possa andare avanti con una programmazione seria nei confronti di quel pezzo di montagna.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Sì, ci sarà subito dopo un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo che è più o meno la stessa cosa, andrà in coordinamento formale , il parere è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato
presentato emendamento protocollo 54745 a firma dell’onorevole Dattolo che così
recita: “All’art. 2, comma 2, dopo l’ultima lettera k) sono inserite le
seguenti lettere: <l) coadiuva le attività previste dell’art. 2, comma 1 e 2
della legge regionale n. 48 del 30
ottobre 2012 “Tutela e valorizzazione del
patrimonio olivicolo della Calabria”;
m) contribuisce su richiesta
del dipartimento agricoltura con proprio personale tecnico ad attività
tecniche amministrative e di controllo dell’organismo pagatore (Arcea);
n) provvede all’esercizio degli impianti di cui all’art.
12, comma 15>”.
Prego, assessore.
…ci sono questioni che riguardano altre funzioni per cui…
Lo fa proprio l’onorevole Gallo?
Lo faccio mio e si illustra
da sé.
Parere della Giunta e del
relatore? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato
presentato emendamento protocollo 34913 a firma dell’onorevole Dattolo che così
recita: “Al comma 6 dell’art. 2, le parole <l’assessore> sono sostituite
dalle seguenti <la Giunta regionale su proposta dell’assessore>”.
L’emendamento lo faccio
mio, Presidente, e si illustra da sé.
Parere della Giunta e del
relatore? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 2 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato
presentato emendamento protocollo 34913/A a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “All’art. 3, il comma 2 è soppresso”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato emendamento
protocollo 34913/B a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Al comma 1 dell’art. 4 la parola <preferibilmente> è soppressa; dopo le parole <Presidente della
Giunta regionale> sono inserite le seguenti <, previa deliberazione della
Giunta,>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Questo emendamento, mi viene detto che è ritirato.
All’articolo 4 è stato presentato
emendamento protocollo 54933 a firma degli onorevoli Dattolo, Chiappetta ed
altri che così recita: “Al comma 1, dell’art. 4 le parole <, preferibilmente nel settore dell’agricoltura> sono soppresse; dopo le
parole <Presidente della Giunta regionale> sono inserite le seguenti
<, previa deliberazione della Giunta,>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato emendamento
protocollo 34913/C a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Al comma 3 dell’art. 4 le parole <previa quella eventuale di
un commissario straordinario>
sono soppresse”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato emendamento
protocollo 34913/D a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Al comma 5 dell’articolo 4 le parole <è equiparato> sono
sostituite con le parole <non può essere superiore>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo 40683 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 5, il comma 1 e il comma 2 sono
sostituiti dai seguenti: 1) Il Comitato tecnico di indirizzo (CTI) supporta la
definizione delle linee generali di indirizzo strategico dell’azienda, vigila
sulla loro attuazione e ne verifica il conseguimento,
relazionando alla Giunta regionale, annualmente o su richiesta. Il comitato
adotta un proprio regolamento entro tre mesi dall’insediamento;
2) il
CTI è nominato con deliberazione della Giunta regionale ed è composto da cinque
membri esperti della materia, di cui tre individuati dalla Giunta regionale e
due designati secondo criteri di rotazione, in rappresentanza delle 4 organizzazioni
agricole maggiormente rappresentative e da queste scelti tra i soggetti di
comprovata esperienza esterna alle organizzazioni medesime>”.
Prego, onorevole Chiappetta.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 54929/1 a firma dei consiglieri Giordano e Talarico che così recita: “Al primo comma dell’art. 7 dopo le parole <atto aziendale> sono aggiunte le seguenti <previa concertazione con le OO.SS. di categoria>”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, dopo le parole
“atto aziendale” vorremmo che fosse aggiunto con chiarezza “previa
concertazione con le Os di categoria”.
Ci sembra quanto meno necessario perché non può essere
conferito solo all’atto aziendale e quindi al direttore generale la potestà di
poter espletare queste funzioni.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 7 è stato
presentato emendamento protocollo 34889 a firma dell’onorevole Ferdinando
Aiello che così recita: “Al comma 1 <l’organizzazione dell’azienda regionale
è contenuta in un atto aziendale di diritto pubblico, adottato dal direttore
generale ed approvato dalla Giunta regionale>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 7 è stato presentato emendamento
protocollo 40683 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 7, comma 1, dopo le parole
<direttore generale> sono inserite le seguenti <, nel rispetto delle
previsioni normative e di contrattazione collettiva in materia di relazioni
sindacali e previa determinazione del fabbisogno di personale>”.
Prego, onorevole Chiappetta.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 54929/2 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., che così recita: “Al terzo comma dell’art. 7, dopo le parole <il direttore generale adotta> sono aggiunge le seguenti <previa concertazione con le OOSS di categoria>”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, al terzo comma dell’articolo 7 dopo le parole “direttore generale” sempre “previa concertazione con le organizzazioni sindacali di categoria”.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 34890 a firma dell’onorevole Aiello che così recita: “All’art. 7, comma 5, eliminare il periodo successivo da <in particolare, quanto ai centri di divulgazione…> fino alla fine del periodo <…più prospiciente per territorio>”.
L’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione
l’articolo 7 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 8 è stato presentato emendamento protocollo 34900 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Aggiungere il comma 2 <il finanziamento dell’agenzia è assicurato mediante: a) finanziamento annuale della Regione per le spese di funzionamento e per la realizzazione delle attività previste dalla presente legge; b) finanziamenti derivanti dalla partecipazione a progetti regionali, nazionali e comunitari; c) provenienti dai servizi e attività specifiche; d) eventuali ulteriori entrate. I provvedimenti aventi ad oggetto il conto consuntivo, il bilancio preventivo e le relative variazioni sono approvate dalla Giunta regionale>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione
l’articolo 8.
(E’ approvato)
All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo 34913/E a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 9: nel comma 1 le parole <sul territorio regionale> sono sostituite con la parola <territoriali>; il comma 4 è soppresso”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo 40641/A a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 9 nel comma 1 dopo le parole <centri di divulgazione> sono inserite le seguenti <, nonché dai beni di cui all’art. 12, comma 15>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Parere favorevole. C’è un emendamento subito dopo del collega Dattolo pure.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Possiamo accorpare questo con l’emendamento successivo a firma del collega Dattolo, protocollo 54745/3, che recita: “All’art. 9, comma 1, dopo le parole <centri di divulgazione agricola> sono inserite le seguenti <, nonché dai beni di cui all’art. 12, comma 15>” che pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34898 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Al comma 1, lettera a) aggiungere dopo <transitato dall’azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura> le parole <comprese le attività connesse>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34899 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 10, comma 2, si richiede l’abrogazione totale”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34891 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Sostituire l’intero comma con il seguente: <Il personale inquadrato nei ruoli dell’Arssa il cui rapporto è disciplinato dal Ccnl del comparto pubblico, Regioni e autonomie locali, è posto in un ruolo speciale nell’organico della Giunta della Regione Calabria e permane nel proprio stato giuridico ed economico, salva opzione del dipendente per il regime proprio della costituenda Arsac. In caso di scioglimento o messa in liquidazione della suddetta azienda il personale inquadrato con Ccnl del comparto pubblico viene reinserito nell’organico della Regione Calabria>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 54745/4 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 10, il comma 3 è sostituito dal seguente <ciascun dipendente comunque transitato alle dipendenze dell’azienda rimane sottoposto al regime contrattuale in essere al momento dell’approvazione della presente legge e, permane nel proprio stato giuridico economico>; nel comma 5 dopo le parole <sino all’approvazione dell’atto aziendale definitivo> sono aggiunte le seguenti <, e comunque fino alla conclusione delle procedure di liquidazione dell’Arssa disposte con legge regionale 11 maggio 2007, n. 9>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento all’articolo 10, protocollo 34913/F, a
firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 10 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 11 è stato presentato emendamento protocollo 54919 a firma dei consiglieri Dattolo, Chiappetta, Imbalzano che così recita: “L’articolo 11 è abrogato”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Questa abrogazione si rende necessaria perché nel provvedimento che sta redigendo il sottosegretario alle riforme, onorevole Sarra, è prevista la soppressione di Fondazione Terina e solo successivamente le funzioni potranno transitare alla nuova agenzia.
Parere del relatore? Positivo, ovviamente.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Visto che l’articolo è stato abrogato, l’emendamento successivo è ritirato.
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 40683/4 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 12, nel comma 1, lettera a) la parola <sessanta> è sostituita dalla seguente <trenta>”.
L’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo 54745/5, all’articolo 12, a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/5 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 2 è sostituito dal seguente <2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge decadono di diritto il commissario liquidatore ed il vice commissario dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura, Arssa, posta in liquidazione ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 ed i relativi contratti a tempo determinato cessano di avere efficacia. Con decreto del Presidente della Giunta regionale previa deliberazione della Giunta, sono nominati con scadenza al 31 dicembre 2014 il commissario liquidatore dell’Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura – Arssa – ed un subcommissario con funzioni anche vicarie, al quale il commissario delegherà il compimento di specifiche operazioni. Nelle more di tale nomina si applica l’articolo 6 della legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge regionale 5 agosto 1992, n. 13). A decorrere dalla data di nomina del direttore generale il commissario liquidatore ed il sub-commissario esercitano esclusivamente le funzioni finalizzate alla liquidazione di detta agenzia (Arssa) ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9. Alla scadenza degli incarichi di cui al secondo periodo del presente comma, il direttore generale dell’Agenza regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese assume le funzioni di commissario liquidatore unico dell’Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, Arssa, svolgendo tali funzioni senza percepire compensi aggiuntivi. La procedura di liquidazione dovrà essere conclusa il 31 dicembre 2015>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54929/3 a firma dei consiglieri Giordano, Domenico Talarico che così recita: “Al comma 4 dell’art. 12, il periodo <…assumendo come riferimento la spesa rapportata alle unità transitate alle dipendenze dell’Agenza regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese> è soppresso”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/7 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, comma 4, le parole <entro centoventi giorni dalla nomina di cui al comma 1, lettera a)> sono sostituite dalle seguenti <fatta salva qualsiasi misura da intraprendere in attuazione delle disposizioni contenute nel decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, entro sessanta giorni dalla decorrenza di cui al comma 5>”..
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo numero 40683/2 a firma Chiappetta, Dattolo, Bilardi e Serra è ritirato.
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/8 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, comma 6 le parole <centoventi giorni dall’entrata in vigore della presente legge> sono sostituite dalle seguenti <sessanta giorni dalla nomina di cui al comma 2>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo 40683/3 a firma dei consiglieri firma Chiappetta, Dattolo, Bilardi e Serra è ritirato.
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/9 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, il comma 12 è sostituito dal seguente <All’art. 5, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, il comma 2 è sostituito dal seguente: 2. Nell’ambito della liquidazione il commissario dovrà trasferire all’Ente deputato a svolgere le funzioni di forestazione allorquando costituito l’intero patrimonio afferente il Polo Soprassuoli Boschivi facente parte del patrimonio dell’Arssa, con il relativo personale preposto che sarà inquadrato nei ruoli dell’Ente subentrante ed al quale si applicheranno le disposizioni di cui alla legge istitutiva dello stesso>”.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo numero 34913/H a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.
L’emendamento protocollo numero 34913/I a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 40641/B a firma del consigliere Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 12, dopo il comma 14 è inserito il seguente <15. I beni immobili e mobili pertinenziali costituenti gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle relative risorse del patrimonio dell’azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese ai sensi dell’art. 9, comma 1, ed il personale adibito all’esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze dell’Azienda ai sensi dell’art. 10>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Presidente, c’è un mio emendamento successivo all’articolo 12, protocollo 54745/10 che assorbe i due emendamenti dell’onorevole Aiello sia quello 40641/B che quello 40641/A
Per cui se vuole può fare un coordinamento formale fra i tre potrebbe farlo.
Parere del relatore e della
Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione gli
emendamenti con il coordinamento formale.
(Sono approvati)
All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/10 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All'articolo 12 dopo il comma 14 sono inseriti i seguenti:
"15. I beni immobili e mobili pertinenziali costituenti gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle relative risorse del patrimonio dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, ed il personale adibito all'esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze dell'Azienda, ai sensi dell'articolo 10".
"16. Alla legge regionale 7 marzo 2010, n, 10 sor» apportate le seguenti modifiche:
a) All'articolo 3 comma 2 è sostituito dal seguente:
"2. Il prezzo di vendita viene determinato dal commissario liquidatore o dal sub commissario liquidatore appositamente delegato ai sensi dell'art. 12 comma 2, coadiuvati da due funzionari dell'Agenzia e/o dell'istituenda Azienda. La stima viene redatta sulla base dei valori agricoli medi di cui-alia legge 22.10.1971, n. 865 e-successive modificazioni, con eventuali variazioni in più o in meno entro il 20 per cento in funzione della peculiarità del fondo";
b) Nell'articolo 7, al comma 1 bis, la parola "tre" è sostituita dalla parola "cinque"
"17. Per le attività relative ai beni immobili della riforma fondiaria di cui agli artìcoli 9,10,11 della Legge 30 aprile 1976 n. 386, in base al disposto dell'art. 24 della legge 8 maggio 1998, n 146, nei modi e nelle forme previste dalla L.R. 7 marzo 2000 n 10 e s.m.i. l'Agenzia può avvalersi dell'istituenda Azienda."
Parere del relatore e della
Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54929/4 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Al primo comma dell’art. 13 l’importo di euro 23.290.000,00 è sostituito dal seguente euro 25.268.000,00”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54931 a firma dei consiglieri Dattolo e altri così recita: “All’art. 13, comma 1, il seguente importo <23.290.000,00> è sostituito dal seguente <26.800.000,00>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54929/5 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Dopo il primo comma dell’art. 13 è aggiunto il seguente: 1bis: Degli oneri quantificati al precedente comma, l’importo di euro 13.394.000,00 corrispondenti agli oneri per il personale funzione pubblica, sono trasferite all’Upb 1.02.01.01 (spese per il personale regionale) in apposito capitolo>”.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Contrari.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 13 come emendato.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole
Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per annunciare quel che ha già anticipato il capogruppo onorevole Principe. Questo voto favorevole deve anche essere inteso come una sottolineatura da parte della minoranza che quando il metodo del confronto prevale su quelle che sono le posizioni pregiudiziali penso che si facciano dei passi avanti e questo consesso, complessivamente la Regione e il Consiglio regionale, recupera – secondo me – positività all’esterno e quindi io mi auguro che anche la riforma dell’Afor che ha bisogno di riconsiderare aspetti fondamentali che attendono risposte, fra tutte quelle delle comunità montane e della prospettiva anche della unione dei comuni montani, penso che con uno sforzo collettivo e con una capacità di affronto e confronto potremo aggiungere analogo risultato positivo.
Non ci sono altre richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la legge nel suo complesso e l’autorizzazione al coordinamento formale col solo voto contrario dell’onorevole Talarico.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Presidente, se si può
richiamare in Aula una modifica agli articoli della legge urbanistica
della Calabria, gli articoli 50 e 65 del 16 aprile…
Abbiamo già agli atti…
Se vuole leggere la nuova formulazione
Sì, riguarda “Modifiche all’articolo 50 della legge regionale 19/2002”; all’articolo 1 al comma 6bis dell’articolo 50 della legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 dopo le parole <delle zone> le parole <A, B, D, F e C lottizzate così come previsto dal> sono sostituite da <omogenee vigenti ed elencate al>”.
Sempre al comma 2, lettera a) dell’articolo 65 della legge regionale 19/2002 dopo le parole <rimangono in vigore> le parole <fino all’adozione> sono così sostituite <limitatamente alle zone omogenee riportate nel successivo punto B fino all’adozione>.
Va da sé che è una modifica a due articoli di forma rispetto alla legge urbanistica della Calabria.
Pongo in votazione, intanto, l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Adesso siamo alla proposta di legge numero 358/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: Norme per i servizi di trasporto pubblico locale”.
L’onorevole Dattolo,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, brevemente perché questo testo di legge è stato già discusso
ampiamente in Commissione. In pratica ha
l’obiettivo di colmare un vuoto, dopo la sentenza della Corte costituzionale 2011 che aveva
dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 43, comma 2 della legge
regionale 8/2010.
Quindi questo era l’obiettivo e penso che sia racchiuso
nel progetto di legge che è stato licenziato dalla Commissione.
Sono stati presentati degli emendamenti.
Non essendoci richieste di parola per discussione
generale, procediamo con la votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 54717 a firma dell’onorevole Chiappetta che così recita: “All’art. 2 comma 2, dopo le parole < nei limiti delle disposizioni normative > sono aggiunte le parole < adeguando i servizi alle compatibilità finanziarie >”
Prego, onorevole Chiappetta.
L’emendamento si illustra
da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre a firma dell’onorevole Chiappetta è stato presentato emendamento protocollo 54614 che così recita: “All’art. 2, comma 2 dopo le parole < Legge regionale n. 18/2006 > sono aggiunte le parole < nei limiti in cui il prolungamento non costituisca sovrapposizione con servizi di linea affidati a diverso soggetto gestore, in esercizio al momento di entrata in vigore della presente legge>”.
Prego, onorevole Chiappetta.
L’emendamento si illustra
da sé, Presidente.
Parere del relatore e della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Prego, onorevole Principe.
Presidente, da come era stata illustrata dal proponente sembrava una modifica lieve alla legge urbanistica, per giunta ho sentito…
No, onorevole Principe, stiamo parlando della legge sui trasporti.
Quella alla legge urbanistica è stata inserita all’ordine del giorno poi darete il vostro giudizio di merito.
Chiedo scusa ma noi abbiamo votato favorevolmente a quella sull’urbanistica…
Questi sono i trasporti.
Ma chiedo scusa questa legge non c’è all’ordine del giorno.
Quella dei trasporti? Per quella dei trasporti nella
fase iniziale della seduta, l’assessore Fedele ha
chiesto l’inserimento. Non ci sono state obiezioni da parte del Consiglio e
l’abbiamo inserita.
Chiedo scusa, ma affinché le leggi abbiano la giusta pregnanza siamo venuti in Consiglio regionale per discutere di riforme.
Le chiedo, cortesemente, se c’è urgenza per questo
provvedimento lo facciamo giorno 21 in modo da aver la possibilità di valutarlo;
francamente, siamo venuti senza aver letto alcunché. Io la prego, pertanto, di
tener conto di questo fatto che ha una valenza fortemente istituzionale.
Onorevole Principe, io faccio osservare le regole come
da Regolamento del Consiglio regionale. Cioè il consigliere regionale ad inizio
seduta si può alzare e può chiedere l’inserimento all’ordine del giorno nel
momento in cui ci siano i due terzi dei voti.
Io mi sono rivolto – come è avvenuto sul bilancio e per
l’altra legge del Regolamento – dopo la proposta alla minoranza in modo tale da
capire se c’erano obiezioni sulla legge.
Non essendoci state obiezioni su questo argomento, noi
abbiamo votato e abbiamo inserito all’ordine del giorno. Oggi è inserita
all’ordine del giorno e stiamo votando l’articolato. Se adesso c’è una proposta per la quale si vuol chiedere il
rinvio alla prossima seduta, lei la può fare ma il punto è inserito all’ordine
del giorno perché non ci sono state obiezioni.
Se uno vuole presentare emendamenti ad una legge come li presenta? Non abbiamo i tempi per farlo…
Ma queste cose le avreste dovute dire ad inizio seduta…
(Interruzione)
Queste sono eccezioni che io comprendo, ma perché sono previsti i due terzi dei voti? Perché si possono fare le eccezioni che diceva l’onorevole Sulla..
Ma io sono stato seduto vicino a lei e per la verità non mi sono accorto, faccio ammenda del mio comportamento, ma…
Nella fase iniziale si è alzato l’onorevole Fedele dichiarandone l’urgenza ed abbiamo votato.
Non me ne sono reso conto. Le volevo dire che poiché
l’Aula sta dimostrando un grande senso di responsabilità
perché sia pure nei differenti ruoli, Presidente, e con opinioni che a volte divergono
radicalmente, nessuno può negare che da parte nostra
c’è una grande volontà di lavorare per i calabresi. Non abbiamo nessun timore
quindi di favorire l’adozione di provvedimenti che riteniamo utili.
Proprio per questo motivo c’è stato un equivoco che può
succedere anche in un’Assemblea legislativa.
Allora io le chiedo ufficialmente rivolgendomi al suo
ruolo di super partes
di rinviarla al 21 in modo che abbiamo…
Mi rivolgo alla maggioranza. L’onorevole Principe chiede
la possibilità che questa proposta di legge possa essere trattata alla prossima
seduta per dare la possibilità e l’opportunità di prevederla.
Prego, assessore Fedele.
Presidente, proprio a testimonianza che non c’è nessuna malafede da parte nostra, ricordo che è un provvedimento discusso in Commissione e tra l’altro i colleghi Franchino e Guccione sono stati presenti – così come altri colleghi – ed hanno contribuito con i loro emendamenti in Commissione, che abbiamo anche approvato ed accettato perché andavano nella giusta direzione che avevamo proposto anche noi, è un progetto di legge di recepimento di alcune leggi nazionali che la Cassazione ha modificato e alla quale dobbiamo adeguarci dal 1° gennaio.
Non era una norma di nessun tipo né tanto meno porta problemi di natura finanziaria, assolutamente. Non c’era quindi nessun aspetto e tra l’altro i colleghi lo sanno.
Per cui siamo già a metà della votazione, se ritenete di continuare in quel rapporto di disponibilità e di collaborazione continuiamo. Se pensate che questo possa essere un motivo di prevaricazione, che non è in effetti, possiamo anche spostarlo al 21 ma le motivazioni sono queste: non ci sono argomenti tali per farlo ed i colleghi lo sanno per aver partecipato in Commissione, abbiamo approvato molti emendamenti da loro sostenuti e proposti perché erano giusti. Non c’è quindi questa motivazione.
Abbiamo necessità dal 1° gennaio di avere queste normative che ci servono per il lavoro da gennaio in poi. Quindi la fretta e l’urgenza esposta al Presidente era questa, tra l’altro chiesta per Regolamento normalmente ecc.
Se ritenete io vi pregherei di andare avanti visto che
siamo già a metà. Se poi per voi è un motivo ostativo, la spostiamo al 21, non voglio fare nessun
tipo di prevaricazione. Non c’è niente di politico o di…
è solo un fatto tecnico, onestamente il dipartimento più che altro ne ha
bisogno perché sono norme che ci servono dal 1° gennaio in poi per regolare
questo settore che, come vedete, è un po’ nella bufera.
Signor Presidente, onorevole
Fedele, lungi da noi il cattivo pensiero di ritenere che da parte della
minoranza ci sia una qualunque volontà di prevaricazione, detto questo mi
permetto di insistere se è possibile per metterlo al primo punto di giorno 21
in modo che anche noi si possa avere eventualmente la possibilità di proporre
degli emendamenti.
Sinceramente pensavamo
che questo provvedimento non venisse in Aula.
Prego, assessore Fedele.
Presidente, anche su invito del Presidente Scopelliti che sto scoprendo sempre più… non uso un termine… più vicino alle mie posizioni, accettiamo la proposta del collega Principe.
Mettiamo questo al primo punto visto che siamo già a metà, così lo liquideremo in poco tempo perché poi ci sarà in discussione il bilancio e non vorrei che lì si perdesse tempo, perché è la cosa principale. Insomma.
Ormai stiamo diventando tutti moderati.
Quindi questo punto si rinvia alla prossima seduta al primo punto all’ordine del giorno con gli emendamenti già approvati all’articolo 1.
(Così resta stabilito)
Si passa adesso alla proposta di legge numero 405/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Modifiche agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria)”.
Nessuno chiede di parlare per discussione generale, passiamo alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con il
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
All’ordine del giorno abbiamo l’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione, Censore, Scalzo, Battaglia, De Gaetano “Sui precari del comparto sanitario con contratto in scadenza”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, per quanto riguarda questa questione dei precari
della sanità in scadenza al 31 dicembre 2012
ieri abbiamo avuto l’audizione in Commissione
del direttore del dipartimento alla salute, il dottore Orlando, che ci ha detto che a
fronte di 1650 precari in scadenza al 31 dicembre, una parte consistente circa 850 precari non
avranno la proroga perché non rientrano nel decreto Balduzzi.
Da questo punto di vista l’ordine del giorno tende a
chiedere al commissario per l’attuazione del piano di rientro, onorevole Scopelliti, di predisporre una proroga così come è
avvenuto l’anno precedente per questi precari in scadenza per assicurare il
mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Il rischio è quello della
implosione del sistema sanitario.
Questo è lo scopo dell’ordine del giorno.
Non ci sono altre richieste di parola, pertanto pongo in
votazione l’ordine del giorno come illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa alla mozione numero 81 di iniziativa dei
consiglieri Gallo, Orsomarso, Chizzoniti,
Magno, Morrone, Grillo, Scalzo, Franchino, Talarico,
Tripodi “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del
Pollino” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
dall'autunno 2010 il versante Calabro del Pollino è
interessato da uno sciame sismico che ha fin qui fatto registrare oltre 2.500
scosse di intensità superiore a magnitudo 2.0;
il 26 ottobre del 2012, alle ore 1.06, il paese di Mormanno e quelli viciniori di Laino
Borgo e Laino Castello, sono stati interessati da una
scossa di magnitudo 5.0 che ha causato gravi danni alle cose e disagi alle
persone;
a seguito del detto evento, il Governo, anche su
sollecitazione della Regione Calabria, ha decretato lo stato di emergenza,
nominando quale commissario delegato per l'attuazione degli interventi
necessari il Prefetto di Cosenza, S. E. Raffaele Cannizzaro;
la Regione Calabria in tutte le sue articolazioni, a
partire dal Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, sin dalle
prime ore successive alla scossa tellurica del 26 ottobre u.s., ha manifestato
il proprio impegno per contribuire al celere ripristino della normalità nelle
aree colpite dal sisma;
per manifestare vicinanza e solidarietà alle popolazioni
interessate, ma pure per mettere in campo ogni strategia d'intervento utile e
possibile nell'ambito delle proprie competenze, la Quarta commissione
consiliare regionale "Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell'ambiente" ha avviato un'indagine conoscitiva sugli effetti del sisma
e sulle procedure necessarie all'attivazione di processi virtuosi, anche
legislativi, di superamento dell'emergenze e di ripristino delle condizioni di
sicurezza e vivibilità;
nell'ambito di detta indagine, il 5 dicembre 2012, nei
saloni del consorzio di bonifica di Mormanno, la
quarta Commissione s'è riunita per una serie di audizioni;
a dette audizioni hanno preso parte, tra gli altri, il
sindaco di Mormanno, i rappresentanti del Comune di Laino Borgo, il Vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio, la Provincia di Cosenza, l'Ente Parco nazionale del
Pollino, la Protezione Civile;
dalle predette audizioni è emerso che, alla data del 5
dicembre, con riferimento alla sola Mormanno, 265
sono le ordinanze di inagibilità emesse, 100 le famiglie sgomberate, 23 gli
esercizi commerciali chiusi e che inagibili sono stati altresì dichiarati
l'ospedale, l'ufficio postale e 8 delle 10 chiese cittadine, mentre l'intera
area del centro storico è stata dichiarata zona rossa, e perciò esclusa da ogni
possibilità di accesso o transito;
gli intervenuti hanno coralmente valutato come esiguo e
per molti versi irrisorio lo stanziamento da 10 milioni di euro annunciato dal
Governo centrale;
tutti hanno espresso netta contrarietà all'ipotesi di
destinare la gran parte delle poche risorse comunque disponibili ad operazioni
di semplice puntellamelo degli edifici pericolanti, ritenendo invece opportuno,
pur garantendo senza titubanza le ragioni di sicurezza, destinare i
finanziamenti esistenti e quelli che verranno ad opere di recupero e consolidamento;
a tal fine tutti hanno concordato sull'opportunità di
predisporre con urgenza e celerità un piano di consolidamento, sollecitando la
Regione Calabria ad assumere un ruolo di primo piano e di guida, concordemente
e di concerto al Commissario delegato per l'emergenza terremoto, S. E. il
Prefetto Raffaele Cannizzaro;
Tutto quanto premesso e considerato
conferisce espresso
mandato alla Quarta commissione consiliare regionale a proseguire senza indugio
nella sua attività conoscitiva e di controllo, attraverso la convocazione di
una nuova seduta per procedere all'audizione dell'Assessore regionale ai lavori
pubblici, Pino Gentile, e del Sottosegretario regionale alla Protezione Civile,
Franco Torchia, in ordine alle procedure attivate e da attivarsi in relazione
ai piani di superamento dell'emergenza e di intervento per il consolidamento
delle zone terremotate;
a) il Governo regionale ad attivare tutte le iniziative
utili ed opportune per aprire un confronto col Governo centrale, affinché in
stretto coordinamento con la Regione medesima, gli enti locali ed il
Commissario delegato per l'emergenza terremoto si individuino le risorse
finanziarie e le iniziative progettuali utili al superamento dell'emergenza;
b) il medesimo Governo regionale a voler individuare
risorse proprie, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e le esigenze
di bilancio, da investire nell'opera di consolidamento e bonifica idrogeologica
del territorio, oltre che a sostegno delle famiglie, dell'economia privata e
delle imprese del territorio;
c) il Governo regionale che con l'approvazione del
bilancio di previsione e del collegato allo stesso venga normativamente ed
amministrativamente prevista la sospensione del pagamento di tributi di matrice
regionale in favore delle sole popolazioni colpite dal sisma, per come del
resto auspicato dall'assemblea consiliare regionale con mozione approvata nei
giorni scorsi ed alla luce dell'impegno in tal senso assunto dallo stesso
Presidente della Giunta regionale.”
Prego, onorevole Gallo ha facoltà di illustrare la
mozione.
Presidente, l’avevo illustrata anche in precedenza.
Si tratta di una mozione relativa alla vicenda del sisma di Mormanno per cui ne chiedo l’approvazione.
Pongo in votazione la mozione come letta ed illustrata in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno di iniziativa del
consigliere Giordano “Sulla conclusione del progetto di accoglienza dei
migranti afferenti all’Emergenza Nord Africa” di cui do lettura: “Premesso che
con il DPCM del 12 febbraio 2011 è stato dichiarato lo stato
di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale
afflusso di cittadini provenienti dal Nord Africa, poi prorogato al 31 dicembre
2012 con il DPCM del 6 ottobre 2011;
il 30 marzo 2011 il Governo e le Regioni hanno sancito un
accordo per la distribuzione dei migranti in tutte le Regioni (con l'esclusione
dell'Abruzzo) e l'istituzione di una Cabina di Regia nazionale coordinata dal
Governo e articolata nelle diverse realtà regionali;
il 6 aprile 2011 la Cabina di Regia nazionale ha
integrato l'accordo con la previsione del piano di accoglienza dei profughi
attraverso il sistema di protezione civile nazionale;
attualmente risultano presenti sul territorio italiano
26.490 migranti, di cui 18.271 ospitati dalle Regioni. Molti di questi sono
cittadini di Stati africani diversi da quelli del Nord Africa e si tratta di
persone che da anni vivevano nel territorio libico intrattenendo rapporti di
lavoro. Dopo lo scoppio della guerra civile sono stati costretti a fuggire a
causa delle persecuzioni da parte del Governo libico;
considerato che
la scelta del Governo Berlusconi è stata di considerare
tutti i profughi quali richiedenti la protezione internazionale, subordinando
così il soggiorno di queste persone al riconoscimento del loro diritto alla
protezione da parte di apposite Commissioni denominate Commissioni Territoriali
per il Riconoscimento della Protezione Internazionale;
tale scelta ha vincolato gli Enti locali a mantenere in
essere i progetti di accoglienza debitamente finanziati dalla Protezione Civile
per garantire ai migranti il diritto di essere auditi
in Commissione;
tenuto conto che
il DPCM del 6 ottobre 2011 ha fissato nel 31 dicembre
2012 la chiusura dello stato di emergenza e la conseguente cessazione del
finanziamento di tali progetti da parte della Protezione Civile;
ritenuto che
la chiusura del progetto di accoglienza rischia di
destinare molte di queste persone (non autonome dal punto di vista abitativo,
lavorativo ed economico) ad una vita di espedienti;
Impegna
la Giunta regionale
ad attivarsi presso il governo nazionale affinché lo
stato di emergenza venga prorogato anche per l'anno 2013 e conseguentemente i
progetti di accoglienza vengano ulteriormente finanziati;
di sollecitare un provvedimento istituzionale da parte
delle autorità nazionali idoneo a prendere atto della reale situazione e a
garantire a coloro che hanno ricevuto il diniego (sia a quelli che abbiano
interposto ricorso sia a quelli che non l'abbiano interposto) un Permesso di
soggiorno per protezione umanitaria ad hoc, nel rispetto della dignità umana e
della legge”.
Prego, onorevole Talarico.
Presidente, si tratta di un ordine del giorno che
riguarda il progetto di accoglienza dei migranti afferenti l’emergenza
nord-Africa.
Come è noto il Governo il 12 febbraio 2011 ha dichiarato lo stato
di emergenza nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di
cittadini provenienti dal nord-Africa.
Con questo ordine del giorno si impegna la Giunta ed il
Presidente affinché intervengano sul Governo per prorogare lo stato di emergenza e
quindi i progetti di accoglienza che sono stati nel frattempo predisposti
possano essere anch’essi prorogati. Grazie.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine del giorno il
Consiglio sarà convocato a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Morrone e De Masi.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Norme in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche – Organizzazione del Servizio idrico integrato: Istituzione dell’Autorità idrica calabrese (Delibera G.R. n. 545 del 10.12.2012)” (P.L. n. 400/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale 2013-2015 (Delibera G.R. n. 546 del 10.12.2012)” (P.L. n. 401/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 (Legge
finanziaria) (Delibera G.R. n. 547 del 10.12.2012)”
(P.L. n. 402/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Provvedimento generale
recante norme di tipo ordinamentale e finanziario
(Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013) – (Delibera G.R. n. 548 del 10.12.2012)” (P.L. n. 403/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Seconda variazione al bilancio
per l’esercizio finanziario 2012 ai sensi dell’art. 23, comma 1 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8
(Delibera G.R. n. 553 del 10.12.2012)” (P.L. n.
404/9^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Magarò - “Diritti dei cittadini e controllo sulla qualità dei
servizi e delle prestazioni sanitarie” (P.L. n. 397/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Istituzione della
Fondazione dei Santuari Mariani del Tirreno e dell’Esaro”
(P.L. n. 398/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Chiappetta, Dattolo, Bilardi,
Serra – “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio
sanitario regionale” (P.L. n. 399/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Modifiche ed integrazioni agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme
per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)”
(P.L. n. 405/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti Proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Agenzia
della Regione Calabria per le
erogazioni in agricoltura (Arcea) – Approvazione
rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. n. 518 del 6.12.2012)” (P.P.A.
n. 201/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Por Calabria Fse 2007-2013. Rettifica parziale della deliberazione di Giunta
regionale n. 433 del 5 ottobre 2012, recante: “Presa d’atto del programma operativo regionale Calabria Fse
2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 6737 del 10 settembre 2012
della Commissione europea ed approvazione
del nuovo Piano finanziario per Assi prioritari ed obiettivi specifici comuni”
(Delibera G.R. n. 490 del 6 novembre 2012)” (P.P.A. n. 202/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Por Calabria FSE 2007/2013.
Proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fse
2007-2013 per il Piano di azione e coesione (Delibera G.R.
n. 502 del 15 novembre 2012)” (P.P.A. n. 203/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata,
inoltre, una proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa
del consigliere Talarico F. – “Modifica ed integrazioni al Regolamento interno
di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale” (P.P.A.
n. 204/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 541 del 10 dicembre 2012, recante: “Piano regionale – Legge regionale 12 giugno 2009, n. 198 <Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali>”. (Parere n. 49)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 517 del 6 dicembre 2012, recante: “Politiche di snellimento e semplificazione amministrativa di cui alla legge regionale n. 19/2009, art. 5, comma 7” (Parere n. 50)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 491 del 12 novembre 2012, recante: “Adozione della proposta di programmazione del Por Calabria Fesr 2007-2013 e autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del Comitato di sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea” (Parere n. 51)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale con deliberazione n. 476 del 6 novembre 2012 ha modificato ed integrato la precedente deliberazione n. 377 del 22 agosto 2012, recante: “Quadro territoriale regionale paesaggistico (Qtrp) articoli 17 e 25 legge regionale 14 aprile 2002, n. 10. Approvazione” (P.P.A. n. 192/9^).
In data 4 dicembre 2012, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 4 dell’11 dicembre 2012 al Bur n. 22 dell’1 dicembre 2012:
legge
regionale 4 dicembre 2012, n. 60, recante:
“Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno
2001, n. 231 concernente <Disciplina della responsabilità amministrativa
delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di
personalità giuridica a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300>”;
legge
regionale 4 dicembre 2012, n. 61, recante: “Interventi in materia di sostegno e
innovazione delle attività professionali”;
legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62, recante:
“Istituzione di ecomusei in Calabria”.
In data 29 novembre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato Regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 3 del 7 dicembre 2012, al Bur n. 22 dell’1 dicembre 2012:
Regolamento regionale n. 11 del 29 novembre 2012, concernente <Disposizioni relative all’Ufficio legislativo della Giunta regionale>.
“Art. 1
(Variazione compensativa nell'ambito delle spese autorizzate con il bilancio 2012)
1. Alle autorizzazioni di spesa disposte con la tabella C di cui all'articolo 2 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48 recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (Legge finanziaria)" e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le variazioni, in termini di competenza e cassa, indicate nella tabella n. 1 allegata alla presente legge, per un importo complessivo di euro 10.000.000,00.
2. Alla relativa copertura finanziaria si provvede attraverso la variazione in negativo per il medesimo importo, in termini di competenza e cassa, dello stanziamento dei capitoli indicati nella tabella n. 2 allegata alla presente legge.
3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.
Articolo 2
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
(Allegati)
"Il Consiglio regionale
Vista la proposta di
modifica ed integrazione al Regolamento interno del Consiglio regionale,
presentata dal Consigliere regionale Talarico Francesco
Delibera
di modificare ed integrare
il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:
Relazione illustrativa
La presente proposta è
composta da un solo articolo, i cui commi contengono le modifiche da apportare
al Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale, che si sono rese necessarie in seguito alla soppressione del
Comitato regionale di controllo contabile operata dalla deliberazione del
Consiglio regionale 19 settembre 2011, n. 135. Per effetto di tale
soppressione, infatti, le funzioni precedentemente svolte dal Comitato
regionale di controllo contabile sono state trasfuse alla Commissione speciale
di vigilanza.
Art. 1
1. La rubrica, dell'indice
analitico, relativa all'articolo 76 del Regolamento interno di amministrazione
e contabilità del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale
dell' 1 agosto 2011, n. 123) è sostituita dalla seguente: "Commissione
speciale di vigilanza".
2. All'articolo 6, comma 4
del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "del
Comitato Regionale di controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti:
" della Commissione speciale di vigilanza".
3. All'articolo 43, comma 4,
lettera d) del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole
"del Comitato Regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle
seguenti: "della Commissione speciale di vigilanza",
4. All'articolo 44, commi 3
e 4 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole
"del Comitato Regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle
seguenti: "della Commissione speciale di vigilanza".
5. La rubrica dell'articolo
76 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità è sostituita dalla
seguente: "Commissione speciale di vigilanza".
6. All'articolo 76, commi 1 e 3, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "Il Comitato regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti: "La Commissione speciale di vigilanza”.
Art. 1
(Istituzione dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese)
1. Ai sensi dell'articolo
54, comma 3, dello Statuto regionale, è istituita l'Azienda Regionale per lo
Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese - (ARSAC), ente strumentale della Regione
Calabria munito di personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia amministrativa,
organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale, contabile e finanziaria.
2. L'Azienda ha sede legale
in Cosenza. Esercita le funzioni e le attività di cui alla presente legge nel
quadro della programmazione regionale e secondo le direttive impartite dalla
Regione in armonia con gli obiettivi e gli orientamenti delle politiche
comunitarie, nazionali e regionali, in materia di agricoltura.
Art. 2
(Finalità e compiti dell'Azienda)
1. L'azienda favorisce
l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura mediante azioni di promozione,
divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel
sistema produttivo agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale.
2. L'azienda esercita le
funzioni dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in
liquidazione ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007 n. 9
(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007,
articolo 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002), non connesse alla
procedura di liquidazione in corso, anche avvalendosi delle risorse umane,
strumentali e finanziarie da questa trasferite:
a) promuove e svolge i
servizi di sviluppo dell'agricoltura, secondo la normativa della Unione
Europea, nazionale e regionale, sulla base della programmazione regionale di
settore e predisponendo adeguati e specifici progetti;
b) elabora e realizza
progetti di sviluppo sperimentale e dimostrazione dì tutto ciò che attiene le
attività di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti
agricoli ed agroalimentari. Cura e promuove, altresì, lo sviluppo
dell'agricoltura biologica, dei sistemi di lotta guidata ed integrata e di
risanamento e difesa dei terreni a tutela dell'ambiente e della qualità;
c) promuove e gestisce
progetti di trasferimento dell'innovazione tecnologica, di concerto con il
sistema universitario e della ricerca regionale, l'adozione delle innovazioni
di processo e di prodotto e delle tecniche di management, gestione aziendale e
marketing. A tal fine gestisce e se necessario istituisce, nell'ambito di
specifici progetti pluriennali a valere su risorse comunitarie, nazionali e
regionali, presso le proprie strutture provinciali, aziende sperimentali dimostrative
e di orientamento produttivo;
d) partecipa, in
collegamento con enti, istituti ed università, prioritariamente afferenti al
sistema regionale della ricerca in agricoltura, con rapporti di collaborazione
e partenariato, anche federativo, a progetti di sviluppo sperimentale
strettamente finalizzati al trasferimento tecnologico;
e) sentito il Dipartimento
Agricoltura attua, altresì, i piani triennali dei servizi di sviluppo agricolo,
previsti dalla legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 (Disciplina dei servizi di
sviluppo agricolo nella Regione Calabria), che l'Azienda progetta, organizza e
coordina;
f) promuove la crescita
della professionalità delle imprese, lo sviluppo dell'associazionismo e della
cooperazione, iniziative di marketing territoriale a sostegno delle produzioni
agricole ed agroalimentari, nonché l'istituzione e lo svolgimento dei servizi
collettivi a favore delle imprese, sia nella produzione che nella gestione;
g) fornisce assistenza
tecnica e contabile alle aziende agricole nonché alle organizzazioni
cooperative e associative dei produttori agricoli e alle formazioni societarie
miste a prevalente partecipazione agricola;
h) espleta le attività di
controllo funzionale e taratura delle attrezzature agricole atte alla
distribuzione dei prodotti fitosanitari, attraverso l'istituzione di apposito
Servizio Regionale di Controllo Funzionale e Taratura, in ossequio alla
direttiva Europea n. 128/09 ed alla normativa EN 13790/2003;
i) contribuisce, su
richiesta del Dipartimento Agricoltura, con proprio personale tecnico,
all'attuazione della PAC e di ogni altra attività volta al settore agricolo, agroambientale ed agroindustriale;
j) concorre con proprie
proposte alla elaborazione del piano regionale di sviluppo per il settore
agricolo;
k) provvede ogni anno, in
occasione dell'approvazione del bilancio di previsione, ad elaborare una
dettagliata relazione sullo stato dell'agricoltura ed a trasmetterla al
Dipartimento Agricoltura. La relazione deve riguardare in particolare
l'evoluzione tecnico-economica del settore in Calabria e le opportunità di
sviluppo;
l) coadiuva le attività
previste dell'articolo 2, commi 1 e 2 della legge regionale 30 ottobre 2012, n.
48 (Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Calabria);
m) contribuisce su richiesta
del Dipartimento Agricoltura, con proprio personale tecnico, ad attività
tecniche, amministrative e di controllo dell'organismo pagatore (ARCEA);
n) provvede all'esercizio
degli impianti di cui all'articolo 11 comma 15.
3. La Giunta regionale, su
proposta del Dipartimento Agricoltura, può affidare all'Azienda ulteriori e
specifici compiti nell'ambito degli interventi pubblici, anche riferiti
all'attuazione di disposizioni statali o dell'Unione Europea. I compiti
affidati all'Azienda devono interessare tutto il territorio regionale o,
comunque, significativi ambiti territoriali della Regione.
4. L'Azienda presta,
altresì, su richiesta, attività di consulenza ed assistenza per studi e
progetti agli enti locali ed agli organismi pubblici operanti nel territorio
regionale.
5. Restano comunque escluse
le funzioni assegnate da legge statale ad enti locali od autorità statali, ove
da questi non conferite o delegate.
6. Nello svolgimento dei
compiti affidati con la presente legge, l'Azienda opera con il metodo della
programmazione, che deve essere articolata e strutturata con quella della
regione. La Giunta regionale su proposta dell' Assessore all'Agricoltura provvede
ad impartire le indicazioni di base per la predisposizione dei piani e dei programmi
dell'Azienda.
7. L'Azienda redige un
programma pluriennale di sviluppo che deve essere coerente con i contenuti di
cui al comma 8 e correlato con la relazione annuale sui risultati. Il programma
definisce gli obiettivi, i risultati attesi e quantifica le risorse occorrenti.
8. Il programma pluriennale
viene attuato con i progetti annuali che costituiscono parte integrante del
bilancio dell'Azienda. I progetti annuali sono definiti con sufficiente
dettaglio tale da poter essere prontamente attuativi tenendo conto delle
necessità dei singoli comparti operativi.
Art. 3
(Organi e Vigilanza)
1. Sono organi dell'Azienda:
a) il direttore generale;
b) il comitato tecnico di
indirizzo;
c) il collegio dei sindaci.
2. La vigilanza sull'ente è
esercitata dalla Giunta regionale per il tramite del Dipartimento Agricoltura.
Art. 4
(Il Direttore generale)
1. Il direttore generale è
individuato dalla Giunta regionale tra persone in possesso dei requisiti per
assumere l'incarico di dirigente generale ai sensi della legge regionale 13
maggio 1996 n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della
Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) e s.m.i.
e di accertata esperienza dirigenziale almeno quinquennale. Il Direttore
generale è nominato dal Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione
della Giunta, ed il relativo incarico è conferito con contratto di diritto
privato per un periodo di tre anni. In relazione al raggiungimento degli
obiettivi, il direttore nominato è soggetto a valutazione dei risultati, ai
sensi della l. r. 7/1996 e s.m.i. Il trattamento
economico è equiparato a quello dei dirigenti generali dei dipartimenti della
Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare,
alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione
di ogni altra indennità.
2. In ogni caso, non può
essere nominato direttore generale:
a) colui che ha riportato
condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore a sei mesi per
delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso
dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione;
b) colui che è sottoposto a
procedimento penale per delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio
in flagranza;
c) colui che è o è stato
sottoposto, anche con procedimento non definitivo, ad una misura di
prevenzione;
d) colui che è sottoposto a
misura di sicurezza detentiva, libertà vigilata o provvisoria;
e) colui che si trovi in
situazione di conflitto, anche potenziale, d'interessi;
f) colui che ricopre
incarichi politici in partiti o movimenti, nonché incarichi sindacali, ovvero
li ha ricoperti nell'ultimo biennio;
g) colui che ricopre
incarichi elettivi, ovvero li ha ricoperti nell'ultimo triennio.
3. Decade automaticamente
dalla carica colui che, dopo la nomina, si venga a trovare nelle condizioni di
cui al comma 2. La Giunta regionale, dichiarata la decadenza, provvede a nuova
nomina.
4. Il Direttore generale è
il legale rappresentante dell'azienda, assiste il comitato tecnico e ne attua
gli indirizzi, compie gli atti necessari per la realizzazione delle finalità
dell'Azienda, dirige, sorveglia, coordina la gestione complessiva e ne è
responsabile.
5. Il direttore generale,
nell'esercizio delle predette funzioni, è coadiuvato da un direttore
amministrativo e da un direttore tecnico, i quali partecipano alla direzione
dell'Azienda, assumono la diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla
loro competenza e concorrono, con la formulazione di proposte e di pareri, alla
formazione delle decisioni del direttore generale. Il direttore amministrativo
e il direttore tecnico sono nominati con delibera della Giunta regionale, su
proposta dell'Assessore all'Agricoltura, e sono scelti prioritariamente tra i
dirigenti dell'Azienda con contratto di pubblico impiego. Il trattamento
economico del direttore amministrativo e del direttore tecnico non può essere
superiore a quello previsto per i dirigenti di settore dei dipartimenti della
Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare,
alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione
di ogni altra indennità.
6. Il direttore generale, in
particolare, provvede a:
a) deliberare
sull'organizzazione degli uffici in esecuzione dell'atto aziendale;
b) approvare il bilancio
preventivo e le variazioni che occorre apportare ad esso nel corso
dell'esercizio;
c) adottare il rendiconto
generale, previa relazione del collegio dei sindaci;
d) proporre alla Giunta
regionale l'acquisizione di beni immobili;
e) deliberare in ordine a
concessioni, autorizzazioni, contratti e convenzioni che incidono sulla
gestione del patrimonio affidato all'ente o che ne vincolano la disponibilità
per una durata superiore ad un anno, ovvero costituiscono diritti obbligatori a
favore di terzi, previa autorizzazione della Regione;
f) deliberare
sull'accettazione di lasciti, donazioni e di ogni altro atto di liberalità;
g) deliberare sulle liti
attive e passive e sulle transazioni, salvo non incidano su diritti reali
inerenti il patrimonio immobiliare affidato;
h) formulare le richieste di
assegnazione del personale regionale;
i) deliberare su tutti gli
altri affari che gli siano sottoposti dal comitato tecnico di indirizzo di cui
all'articolo 5;
j) coordinare le attività
dei direttori amministrativo e tecnico, e nominare i responsabili delle
strutture operative dell'Azienda.
7. In caso di vacanza
dell'ufficio, ovvero nei casi di assenza o di impedimento del direttore
generale, le relative funzioni sono svolte dal direttore amministrativo. Se
l'assenza o l'impedimento si protrae oltre sei mesi, si procede necessariamente
alla sostituzione.
Art. 5
(Comitato Tecnico di Indirizzo)
1. Il Comitato Tecnico
d'Indirizzo (CTI) supporta la definizione delle linee generali di indirizzo
strategico dell'azienda, vigila sulla loro attuazione e ne verifica il
conseguimento, relazionando alla Giunta regionale, annualmente o su richiesta.
Il Comitato adotta un proprio regolamento entro tre mesi dall'insediamento.
2. Il CTI è nominato con
deliberazione della Giunta regionale ed è composto da cinque membri esperti
della materia, di cui tre individuati dalla Giunta regionale e due designati,
secondo criteri di rotazione, in rappresentanza della quattro organizzazioni
agricole maggiormente rappresentative e da queste scelti tra soggetti di
comprovata esperienza, esterni alle organizzazioni medesime.
3. La partecipazione al
comitato è gratuita; ai componenti compete solo il rimborso delle spese
effettivamente sostenute e documentate nella misura e nelle forme previste per
il personale regionale non dirigenziale con la qualifica più elevata, per un
massimo di una seduta mensile.
Art. 6
(Collegio dei sindaci)
1. Il collegio dei sindaci è
composto da un presidente, due membri effettivi e due supplenti, nominati dal
Consiglio regionale tra gli iscritti all'albo dei revisori dei conti, per la
durata di anni tre.
2. Il collegio esercita il
controllo sulla gestione contabile e finanziaria dell'Azienda e redige una
relazione annuale che viene allegata al rendiconto consuntivo, finanziario,
patrimoniale ed economico.
3. Il collegio esercita la
funzione di vigilanza sulla gestione finanziaria dell'Azienda, riferendo su di
essa, annualmente o dietro richiesta, al comitato tecnico di indirizzo ed alla
Giunta regionale; redige relazioni sul bilancio di previsione, sul rendiconto
generale e sui risultati di gestione.
4. Ai componenti del
collegio dei sindaci vengono corrisposti i compensi determinati ai sensi
dell'articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di
razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale), diminuiti del 20
per cento.
Art. 7
(Organizzazione)
1. L'organizzazione
dell'Azienda è contenuta in un atto aziendale adottato dal Direttore generale,
nel rispetto delle previsioni normative e di contrattazione collettiva in
materia di relazioni sindacali e previa determinazione del fabbisogno di
personale, ed approvato dalla Giunta regionale.
2. L'atto aziendale
definisce l'organizzazione interna dell'ente ed individua le strutture
operative delle sedi operative provinciali e periferiche.
3. Nelle more
dell'approvazione dell'atto aziendale definitivo, il direttore generale adotta
un atto aziendale provvisorio approvato dalla Giunta regionale.
4. Per lo svolgimento delle
funzioni e dei compiti ad essa demandati, l'Azienda organizza i propri uffici e
settori in base a criteri di efficacia, efficienza ed economicità.
5. Al fine di assicurare la
massima funzionalità dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di
divulgazione agricola, l'Azienda provvede alla loro riorganizzazione su base
territoriale, attraverso la soppressione o l'accorpamento di sedi. In
particolare, quanto ai centri di divulgazione agricola, fatta salva 'la più
complessiva riorganizzazione, sono immediatamente soppresse le sedi che, alla
data di entrata in vigore della presente legge, non trovano allocazione
unitaria presso le sedi dell'Azienda, come individuate all'articolo 1, comma 2,
e dei centri sperimentali dimostrativi; le relative funzioni sono accorpate al
centro di divulgazione agricola più prospiciente per territorio.
Art. 8
(Bilanci e rendiconti)
1. I bilanci ed i rendiconti
sono soggetti alle disposizioni di cui all'articolo 57 della legge regionale 4
febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria) e successive modifiche ed integrazioni. Si applicano i principi della
contabilità analitica per centri di costo.
Art. 9
(Risorse)
1. In connessione alle
funzioni di cui all'articolo 2, comma 2, e dell'organizzazione territoriale di
cui agli articoli 1, comma 2 e 7, comma 5, il patrimonio dell'Azienda è
costituito da tutti i beni immobili e mobili pertinenziali
dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione
ai sensi dell'articolo 5 della l. r. 9/2007, che, alla data di entrata in
vigore della presente legge, sono adibiti a sedi provinciali degli uffici di
quest'ultima ed a sedi territoriali dei centri sperimentali dimostrativi e dei
centri di divulgazione agricola, nonché dai beni di cui all'articolo 11, comma
15.
2. Qualora lo richiedano
esigenze di migliore funzionalità dell'Azienda, connesse alla sua
organizzazione sul territorio, il direttore generale può proporre alla Giunta
regionale l'acquisizione dall'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in
agricoltura, in liquidazione, di altri beni immobili, e mobili pertinenziali, inclusi nel patrimonio di questa.
3. Fermo quanto previsto al
comma 2, tutti i beni non trasferiti ai sensi di quanto disposto al comma 1,
rimangono nella piena disponibilità dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i
servizi in agricoltura, in liquidazione, ad eccezione del patrimonio afferente
il Polo Soprassuoli Boschivi, per il quale valgono le disposizioni di cui all'articolo
11, comma 12.
Art. 10
(Personale)
1. La pianta organica
dell'Azienda è coperta mediante il personale:
a) transitato dall'Agenzia
regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione, ad
esclusione:
1. delle unità addette alle
attività ed ai servizi inerenti il patrimonio indicato all'articolo 9, comma 3,
della presente legge, rimasto nell'ambito della procedura di liquidazione
dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura;
2. delle unità addette alle
attività ed ai servizi inerenti il patrimonio afferente il Polo Soprassuoli
boschivi, per il quale valgono le disposizioni di cui all'articolo 11, comma
12;
b) trasferito o comandato
dalla Regione Calabria, su domanda o d'ufficio.
2. Qualora lo richiedano esigenze
connesse alla organizzazione funzionale dell'Azienda, non soddisfatte
attraverso la formazione della pianta organica ai sensi del comma 1, il
direttore generale può proporre alla Giunta regionale il trasferimento di altro
personale dall'Azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura,
in liquidazione.
3. Ciascun dipendente
comunque transitato alle dipendenze dell'Azienda rimane sottoposto al regime
contrattuale in essere al momento della approvazione della presente legge, e
permane nel proprio stato giuridico ed economico.
4. Sin dall'adozione
dell'atto aziendale provvisorio di cui all'articolo 7, comma 3, e dalla prima
regolamentazione organica, gli incarichi di tutto il personale di cui ai commi
1 e 2 sono attribuiti in base alla nuova organizzazione dell'Azienda, fatti
salvi i diritti e le qualifiche proprie del personale stesso.
5. Sino all'approvazione
dell'atto aziendale definitivo, e comunque fino alla conclusione delle
procedure di liquidazione dell'ARSSA disposte con legge regionale 11 maggio
2007, n. 9, l'Azienda non può procedere a qualsiasi tipo di assunzione, ovvero
di trasformazione o modificazione dei rapporti di lavoro in essere. Solo
successivamente, è possibile procedere alla copertura dei fabbisogni di
personale ed alla sostituzione del personale cessato dal servizio, secondo le
percentuali stabilite dalla legislazione vigente in materia di turn over e compatibilmente con le risorse finanziarie
assegnate.
Art. 11
(Disposizioni transitorie e finali)
1. In fase di prima
applicazione il direttore generale dell'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese:
a) è nominato entro trenta
giorni dall'entrata in vigore della presente legge;
b) adotta, entro trenta
giorni dalla nomina, l'atto aziendale, di cui all'articolo 7, nonché il
bilancio preventivo per l'esercizio finanziario 2013, ai sensi dell'articolo 4,
comma 6, lettera b).
2. A decorrere dalla data di
entrata in vigore della presente legge decadono di diritto il Commissario
liquidatore ed il Vice Commissario dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per
i Servizi in Agricoltura (ARSSA), posta in liquidazione ai sensi dell'articolo
5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, ed i relativi contratti a tempo
determinato cessano di avere efficacia. Con decreto del Presidente della Giunta
regionale, previa deliberazione della Giunta, sono nominati, con scadenza al 31
dicembre 2014, il Commissario liquidatore dell'Agenzia Regionale per lo
Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA), ed un sub Commissario, con
funzioni anche vicarie, al quale il Commissario delegherà il compimento di
specifiche operazioni. Nelle more di tale nomina si applica l'articolo 6 della
legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi
amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge
regionale 5 agosto 1992, n. 13). A decorrere dalla data di nomina del Direttore
generale il Commissario liquidatore ed il sub Commissario esercitano
esclusivamente le funzioni finalizzate alla liquidazione di detta Agenzia
(ARSSA) ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9.
Alla scadenza degli incarichi di cui al secondo periodo del presente comma, il
Direttore generale dell' Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
calabrese assume le funzioni di Commissario liquidatore unico dell'Agenzia
Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA), svolgendo
tali funzioni senza percepire compensi aggiuntivi. La procedura di liquidazione
dovrà essere conclusa il 31 dicembre 2015.
3. La gestione liquidatoria dell'agenzia regionale per lo sviluppo e per i
servizi in agricoltura -ARSSA, è svolta in modo da assicurare la distinzione
economica e finanziaria della stessa rispetto alla gestione corrente della
nuova Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese.
4. Fatta salva qualsiasi
misura da intraprendere in attuazione delle diposizioni contenute nel decreto
legge 6 luglio 2012, n. 95, entro sessanta giorni dalla decorrenza di cui al
comma 5, il direttore generale adotta le iniziative di cui all'articolo 9,
comma 1, della l.r. n. 2212010, con le modalità e per gli obiettivi ivi
previsti, al fine di conseguire, a partire dal 2013, un risparmio di almeno il
20 per cento rispetto alla spesa per il personale sostenuta nell'anno 2011
dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura -ARSSA,
in liquidazione, assumendo come riferimento la spesa rapportata alle unità di
personale transitate alle dipendenze dell'Azienda regionale per lo sviluppo
dell'agricoltura calabrese.
5. Le funzioni di cui
all'articolo 2 sono esercitate dall'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese con decorrenza dal 1 gennaio 2013.
6. Entro sessanta giorni
dalla nomina di cui al comma 2 il commissario liquidatore dell'Agenzia
regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura ARSSA:
a) provvede al
trasferimento, in favore dell'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese, delle funzioni e delle risorse umane, strumentali e
finanziarie come individuate agli articoli 9 e 10, non necessarie al
completamento della fase di liquidazione, nel rispetto del regime contrattuale
in essere al momento dell'approvazione della presente legge, e con la
decorrenza di cui al comma 5;
b) trasmette al dipartimento
della Giunta regionale competente in materia di agricoltura, nonché al
dipartimento competente in materia di bilancio, il piano di liquidazione
dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA,
nel quale sono indicate le poste attive e quelle passive nonché le modalità di
estinzione di queste ultime, da effettuarsi anche previo accordo transattivo
con i creditori su un piano di rientro pluriennale.
7. La Giunta regionale
delibera sull'approvazione del piano di liquidazione di cui al comma 6, lettera
b), assumendo, altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla
chiusura della liquidazione.
8. In nessun caso nel corso
della gestione liquidatoria i debiti pregressi
dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA
possono gravare sull'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese.
9. Conclusa la liquidazione
il commissario liquidatore trasmette ai dipartimenti di cui al comma 6, lettera
b), il bilancio finale della liquidazione.
10. La Giunta regionale
delibera sull'approvazione del bilancio finale della liquidazione, assumendo,
altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla chiusura della
liquidazione.
11. L'approvazione del
bilancio finale della liquidazione determina l'estinzione dell'Agenzia
regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura ARSSA, e il
trasferimento all'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese
delle poste attive e delle risorse strumentali e finanziarie residue. nonché
del personale impiegato nella gestione liquidatoria
da destinare all'espletamento delle funzioni di cui all'articolo 2 comma 2.
12. All'articolo 5 della
legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, il comma 2 è sostituito dal seguente:
"2. Nell'ambito della liquidazione, il commissario dovrà trasferire
all'Ente deputato a svolgere le funzioni di forestazione allorquando
costituito, l'intero patrimonio afferente il Polo Soprassuoli Boschivi facente
parte del patrimonio dell'ARSSA con il relativo personale preposto, che sarà
inquadrato nei ruoli dell'Ente subentrante ed al quale si applicheranno le
disposizioni di cui alla legge istitutiva dello stesso.
13. Sono abrogati i commi 3,
4, 5 e 6 dell'articolo 5 della l.r. n. 9/2007, nonché tutte le disposizioni di
legge regionale incompatibili con quelle della presente legge.
14. All'Azienda regionale
per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese si applicano, in quanto compatibili,
tutte le disposizioni della legge regionale 14 dicembre 1993, n. 15, riguardanti
l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA."
15. I beni immobili e mobili
pertinenziali costituenti gli impianti a fune di
Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle
relative risorse del patrimonio dell'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura calabrese, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, ed il personale
adibito all'esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze
dell'Azienda, ai sensi dell'articolo 10.
16. Alla legge regionale 7
marzo 2010, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
a) all'articolo 3, il comma
2 è sostituito dal seguente:
"2. Il prezzo di
vendita viene determinato dal Commissario liquidatore o dal sub Commissario
liquidatore appositamente delegato ai sensi dell'articolo 11, comma 2,
coadiuvati da due funzionari dell'Agenzia e/o della istituenda
Azienda. La stima viene redatta sulla base dei valori agricoli medi di cui alla
legge 22 ottobre 1971, n. 865 e successive modificazioni con eventuali
variazioni in più o in meno entro i1 20 per cento in funzioni della peculiarità
del fondo";
b) nell'articolo 7, al comma
1 bis, la parola "tre" è sostituita dalla parola "cinque".
17. Per le attività relative
ai beni immobili della riforma fondiaria di cui agli articoli 9,10,11 della legge
30 aprile 1976, n. 386, in base al disposto dell'articolo 24 della legge 8
maggio 1998, n. 146, nei modi e nelle forme previste dalla legge regionale 7
marzo 2000, n. 10 e s.m.i., l'Agenzia può avvalersi
della istituenda Azienda.
Art. 12
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti
dall'attuazione della presente legge, quantificati in euro 26.800.000,00, per
ciascuno degli esercizi finanziari 2013 e 2014, si provvede con le rispettive
leggi di approvazione del bilancio di previsione annuale e leggi finanziarie di
accompagnamento, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse
autonome stanziate all'UPB 2.2.04.03 dello stato di previsione della spesa.
2. I risparmi di spesa
conseguenti alle riduzioni di cui all'articolo 9 del decreto legge 6 luglio
2012 n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con
invarianza dei servizi ai cittadini) a valere sull'importo degli stanziamenti
dell'UPB 2.2.04.03 per l'esercizio finanziario 2012, sono destinati, nei limiti
della effettiva disponibilità di risorse, alla copertura delle spese di
liquidazione dell'ARSSA per gli esercizi 2013 e 2014. Alle medesime finalità
sono altresì destinati i proventi derivanti dall'alienazione del patrimonio
rimasto nella piena disponibilità dell'ARSSA in liquidazione ai sensi
dell'articolo 9, comma 3.
3. Agli oneri derivanti
dall'attuazione dell'articolo 11, comma 1, lettera a), della presente legge,
quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 100.000,00 si provvede
per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 - capitolo
7001101 - inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti
da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del
bilancio, recanti spese di parte corrente" dello stato di previsione della
spesa del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotta del medesimo importo.
4. La disponibilità
'finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso
ponendo la competenza della spesa a carico dell'UPB 2.2.04.03 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2012. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 13
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Art. 1
(all'articolo 50 l. r. 19/2002)
1. Al comma 6 bis,
dell'articolo 50, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del
territorio -Legge urbanistica della Calabria) dopo le parole: " ... delle
zone", le parole “A, B, D, F e C lottizzate così come previsto dal"
sono così sostituite: "... omogenee vigenti ed elencate al".
Art. 2
(Modifica all'articolo 65 l.r. 1912002)
1. Al comma 2, lettera a),
dell'articolo 65 della l.r. 19/2002, dopo le parole: "... rimangono in
vigore" le parole "... fino all'adozione (ai sensi dei comma 4
dell'art. 27 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i.)"
sono così sostituite: "... limitatamente alle zone omogenee riportate nel
successivo punto b) fino all'adozione".
“Il Consiglio regionale
premesso che:
al 31 dicembre del corrente
anno sono in scadenza i contratti dei precari della sanità calabrese circa
1650;
il decreto Balduzzi prevede una proroga fino al 31.07.2013 del
personale ricadente “nell’area sanitaria” escludendo, per quanto riguarda la
Calabria circa 850 precari che sono addetti in profili professionali non
sanitari, ma indispensabili all’erogazione dei servizi sanitari e al
conseguente mantenimento dei LEA;
nel sistema sanitario
calabrese alla luce di quanto sopra espresso si creerebbero le condizioni di un
collasso sanitario, poiché dall’ottobre 2010 ad oggi sono andati in pensione
circa 2155 dipendenti appartenenti a quasi tutti i profili professionali, senza
essere stati sostituiti per il blocco del turnover;
Impegna
il Presidente della Giunta
regionale nella sua qualità di commissario per l’attuazione del piano di
rientro, di porre in essere tutti gli atti necessari per impedire che il
sistema sanitario imploda, poiché costretto a non poter più disporre degli 850
precari in scadenza al 31.12.2012, indispensabili al fine di assicurare il
mantenimento dei LEA”.
“Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che:
dall’autunno 2010 il
versante calabro del Pollino è interessato da uno sciame sismico che ha fin qui
fatto registrare oltre 2.500 scosse di intensità superiore a magnitudo 2.0;
il 26 ottobre del 2012, alle
ore 1.06, il paese di Mormanno e quelli viciniori di Laino Borgo e Laino Castello,
sono stati interessati da una scossa di magnitudo 5.0 che ha causato gravi
danni alle cose e disagi alle persone;
a seguito del detto evento,
il Governo, anche su sollecitazione della Regione Calabria, ha decretato lo
stato di emergenza, nominando quale commissario delegato per l’attuazione degli
interventi necessari il Prefetto di Cosenza, S. E. Raffaele Cannizzaro;
la Regione Calabria in tutte
le sue articolazioni, a partire dal Presidente della Giunta regionale Giuseppe
Scopelliti, sin dalle prime ore successive alla scossa tellurica del 26 ottobre
u.s., ha manifestato il proprio impegno per contribuire al celere ripristino
della normalità nelle aree colpite dal sisma;
per manifestare vicinanza e
solidarietà alle popolazioni interessate, ma pure per mettere in campo ogni
strategia d’intervento utile e possibile nell’ambito delle proprie competenze,
la Quarta commissione consiliare regionale “Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente” ha avviato un’indagine conoscitiva sugli
effetti del sisma e sulle procedure necessarie all’attivazione di processi
virtuosi, anche legislativi, di superamento dell’emergenze e di ripristino
delle condizioni di sicurezza e vivibilità;
nell’ambito di detta
indagine, il 5 dicembre 2012, nei saloni del consorzio di bonifica di Mormanno, la Quarta commissione s’è riunita per una serie
di audizioni;
a dette audizioni hanno
preso parte, tra gli altri, il sindaco di Mormanno, i
rappresentanti del Comune di Laino Borgo, il Vescovo
della Diocesi di Cassano allo Jonio, la Provincia di
Cosenza, l’Ente Parco nazionale del Pollino, la Protezione Civile;
dalle predette audizioni è
emerso che, alla data del 5 dicembre, con riferimento alla sola Mormanno, 265 sono le ordinanze di inagibilità emesse, 100
le famiglie sgomberate, 23 gli esercizi commerciali chiusi e che inagibili sono
stati altresì dichiarati l’ospedale, l’ufficio postale e 8 delle 10 chiese
cittadine, mentre l’intera area del centro storico è stata dichiarata zona
rossa, e perciò esclusa da ogni possibilità di accesso o transito;
gli intervenuti hanno
coralmente valutato come esiguo e per molti versi irrisorio lo stanziamento da
10 milioni di euro annunciato dal Governo centrale;
tutti hanno espresso netta
contrarietà all’ipotesi di destinare la gran parte delle poche risorse comunque
disponibili ad operazioni di semplice puntellamento degli edifici pericolanti,
ritenendo invece opportuno, pur garantendo senza titubanza le ragioni di
sicurezza, destinare i finanziamenti esistenti e quelli che verranno ad opere
di recupero e consolidamento;
a tal fine tutti hanno
concordato sull’opportunità di predisporre con urgenza e celerità un piano di
consolidamento, sollecitando la Regione Calabria ad assumere un ruolo di primo
piano e di guida, concordemente e di concerto al Commissario delegato per
l’emergenza terremoto, S. E. il Prefetto Raffaele Cannizzaro;
Tutto quanto premesso e
considerato
Conferisce
espresso mandato alla Quarta
commissione consiliare regionale a proseguire senza indugio nella sua attività
conoscitiva e di controllo, attraverso la convocazione di una nuova seduta per
procedere all’audizione dell’Assessore
regionale ai lavori pubblici, Pino Gentile, e del Sottosegretario
regionale alla Protezione Civile, Franco Torchia, in ordine alle procedure
attivate e da attivarsi in relazione ai piani di superamento dell’emergenza e
di intervento per il consolidamento delle zone terremotate;
Impegna
il governo regionale ad
attivare tutte le iniziative utili ed opportune per aprire un confronto col
Governo centrale, affinché in stretto coordinamento con la Regione medesima,
gli enti locali ed il Commissario delegato per l’emergenza terremoto si
individuino le risorse finanziarie e le iniziative progettuali utili al
superamento dell’emergenza;
il medesimo governo
regionale a voler individuare risorse proprie, compatibilmente con le
disponibilità finanziarie e le esigenze di bilancio, da investire nell’opera di
consolidamento e bonifica idrogeologica del territorio, oltre che a sostegno
delle famiglie, dell’economia privata e delle imprese del territorio;
il governo regionale che con
l’approvazione del bilancio di previsione e del collegato allo stesso venga
normativamente ed amministrativamente prevista la sospensione del pagamento di
tributi di matrice regionale in favore delle sole popolazioni colpite dal
sisma, per come del resto auspicato dall’assemblea consiliare regionale con
mozione approvata nei giorni scorsi ed alla luce dell’impegno in tal senso
assunto dallo stesso Presidente della Giunta regionale”.
“Il Consiglio regionale
premesso che
con il DPCM del 12 febbraio
2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio
nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dal
Nord Africa, poi prorogato al 31 dicembre 2012 con il DPCM del 6 ottobre 2011;
il 30 marzo 2011 il Governo
e le Regioni hanno sancito un accordo per la distribuzione dei migranti in
tutte le Regioni (con l’esclusione dell’Abruzzo) e l’istituzione di una Cabina
di Regia nazionale coordinata dal Governo e articolata nelle diverse realtà
regionali;
il 6 aprile 2011 la Cabina
di Regia nazionale ha integrato l’accordo con la previsione del piano di
accoglienza dei profughi attraverso il sistema di protezione civile nazionale;
attualmente risultano
presenti sul territorio italiano 26.490 migranti, di cui 18.271 ospitati dalle
Regioni. Molti di questi sono cittadini di Stati africani diversi da quelli del
Nord Africa e si tratta di persone che da anni vivevano nel territorio libico
intrattenendo rapporti di lavoro. Dopo lo scoppio della guerra civile sono
stati costretti a fuggire a causa delle persecuzioni da parte del governo
libico;
la scelta del Governo
Berlusconi è stata di considerare tutti i profughi quali richiedenti la
protezione internazionale, subordinando così il soggiorno di queste persone al
riconoscimento del loro diritto alla protezione da parte di apposite
Commissioni denominate Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della
Protezione Internazionale;
tale scelta ha vincolato gli
Enti locali a mantenere in essere i progetti di accoglienza debitamente
finanziati dalla Protezione Civile per garantire ai migranti il diritto di
essere auditi in Commissione;
Tenuto conto che:
il DPCM del 6 ottobre 2011
ha fissato nel 31 dicembre 2012 la chiusura dello stato di emergenza e la
conseguente cessazione del finanziamento di tali progetti da parte della
Protezione Civile;
Ritenuto che:
la chiusura del progetto di
accoglienza rischia di destinare molte di queste persone (non autonome dal
punto di vista abitativo, lavorativo ed economico) ad una vita di espedienti;
Impegna
la Giunta regionale ad
attivarsi presso il governo nazionale affinché lo stato di emergenza venga prorogato
anche per l’anno 2013 e conseguentemente i progetti di accoglienza vengano
ulteriormente finanziati;
di sollecitare un
provvedimento istituzionale da parte delle autorità nazionali idoneo a prendere
atto della reale situazione e a garantire a coloro che hanno ricevuto il
diniego (sia a quelli che abbiano interposto ricorso sia a quelli che non
l’abbiano interposto) un Permesso di soggiorno per protezione umanitaria ad
hoc, nel rispetto della dignità umana e della legge”.