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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

55.

 

SEDUTA DI VENERDI’ 14 DICEMBRE 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,37

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto, così potremo iniziare i lavori in maniera ordinata, e di evitare le discussioni perché non sente nulla né chi presiede i lavori né chi siede tra i banchi di maggioranza e minoranza e neanche coloro che assistono ai lavori del Consiglio regionale.

Chi deve parlare si accomodi fuori.

(Interruzione)

Non bisogna sentire nulla, bisogna solo accomodarsi, altrimenti non si capisce nulla di quello che viene detto. Non si può procedere a mosca cieca, se non si sente niente.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, solo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge della Giunta regionale riguardante la seconda variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2012 che deve essere approvata prima del bilancio preventivo 2013.

PRESIDENTE

L’onorevole Imbalzano, chiede l’inserimento all’ordine del giorno della variazione di bilancio della Giunta regionale che ha carattere di urgenza. In questa manovra di assestamento è prevista la cifra di 3 milioni e 900.000 euro da destinare ai lavoratori Lsu e agli Lpu, frutto anche della manifestazione che vi è davanti alle porte del Consiglio regionale. Ha carattere di urgenza, è il frutto dell’incontro avuto con gli assessori Mancini e Stillitani e con l’onorevole De Gaetano, abbiamo ascoltato anche i sindacati. Pertanto, se non ci sono interventi, possiamo inserirla all’ordine del giorno e porla in votazione.

(Il Consiglio approva)

Vista l’urgenza, direi di trattare questo argomento prima di iniziare i lavori come programmato.

Quindi, onorevole Gallo, prima di darle la parola, concludiamo questo punto.

Proposta di legge numero 404/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Seconda variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2012 ai sensi dell’art. 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”

PRESIDENTE

Prego, onorevole Imbalzano, ha facoltà di intervenire per illustrare il provvedimento, considerato che è una cosa importante, poiché incide su questa problematica in maniera positiva.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Lei ha, in qualche modo, anticipato le motivazioni e l’urgenza dell’approvazione di questo provvedimento da parte del Consiglio regionale. Si tratta sostanzialmente di variazioni compensative che, ovviamente, vengono incontro a problemi di grande rilevanza: quello che ha citato lei poc’anzi, dispone di 3,9 milioni di euro e 4,5 milioni di euro sono destinati a spese per il ripiano del disavanzo di esercizio delle aziende di trasporto pubblico e privato.

Non cito le cifre minori, queste sono le più significative.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Vorrei dire velocemente, entrando nel merito, Presidente, che con questa variazione non risolviamo il problema. Vorrei sottoporre al presidente Scopelliti due questioni, la prima: con questa variazione si pagherebbero due mensilità di integrazione e una di sussidi degli Lpu.

Chiediamo al presidente Scopelliti, visto che mi sembra difficile che, con questa integrazione, si riescano a pagare queste mensilità entro Natale – mettiamola così –, di accelerare al massimo i tempi. Non siamo soddisfatti e chiediamo che vengano pagati tutti gli arretrati fino al 31 dicembre.  O, almeno, se si vuole fare questa operazione, che i lavoratori possano ottenere queste somme entro Natale, entro quest’anno. Qual è il rischio, Presidente? È che, con le lungaggini burocratiche del trasferimento dei fondi dalla ragioneria o dalla Regione alla Banca d’Italia che li trasferisce alle tesorerie dei Comuni, l’operazione si concluda – nella migliore delle ipotesi – a metà gennaio 2013.

Quindi, non daremo la possibilità a questi lavoratori di avere, almeno, un miglioramento delle condizioni per Natale.

In questo momento, credo che sarebbe importante dare un segnale positivo, ma questo dipende dalla burocrazia, presidente Scopelliti. Dico, quindi, che non siamo soddisfatti perché avremmo voluto che fosse pagato tutto e lavoriamo perché, almeno, venga pagato entro il 31 dicembre. Se bisogna fare questa operazione, almeno si faccia questo!

La seconda questione, Presidente, è a costo zero e penso sia importante per stemperare il clima che c’è in Calabria: riguarda la proroga delle convenzioni 2013.

In passato si arrivava in ritardo, ma il direttore generale dell’assessorato al lavoro mandava una comunicazione a tutti gli enti utilizzatori per dire che c’erano i soldi in bilancio e che, quindi, si poteva, già dal 1° gennaio, fare la proroga, tranquillizzando non solo gli enti, ma soprattutto i lavoratori e le lavoratrici.

Penso che sarebbe importante che, in quest’Aula, oggi, contestualmente all’approvazione di questa variazione di bilancio, ci fosse una comunicazione ufficiale da parte del Presidente della Giunta o dell’assessore al lavoro da mandare tramite il direttore generale – ovviamente, perché deve essere il direttore generale a fare questo atto –, domani mattina o nel pomeriggio, a tutti i Comuni al fine di tranquillizzare migliaia di lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

Credo che questo sia un passo decisivo. Per ultimo, ci auguriamo che lavoreremo nel prossimo bilancio per non avere più questo problema. Penso che in Calabria si possa fare tutto, meno che, in questo momento di crisi, non pagare i lavoratori per mesi.

È un danno che la Giunta regionale, l’amministrazione, ha fatto, noi ci siamo opposti. Lavoriamo almeno per il prossimo anno, per evitare che ci siano questi problemi. Inserite, visto che stiamo per approvare il bilancio, le somme necessarie per coprire tutto il 2013.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, non solo per ribadire le richieste che ha fatto il collega De Gaetano, che mi sembrano opportune rispetto al provvedimento posto in discussione per l’inserimento all’ordine del giorno. Fra l’altro, il consigliere De Gaetano ha ricordato le attività che in passato abbiamo sempre cercato di garantire dal punto di vista della continuità con una garanzia normativa, in modo che questi lavoratori utilizzati in enti già in difficoltà possano avere, da parte nostra e da parte vostra, il giusto sostegno. Apprezziamo l’iniziativa di oggi.

Noi vorremmo approfittare del richiamo in Aula di questa variazione per dire all’Aula, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta ciò che abbiamo dichiarato ieri mattina in Commissione. L’unica sorpresa sta nel fatto che ieri mattina c’è stata una riunione della Commissione bilancio e, ovviamente, di questa variazione non ci è stata data notizia.

Vorrei sottolineare al Presidente della Giunta, alla Giunta e all’intero Consiglio che questa fase, finanziaria, economica e sociale in generale, è sicuramente drammatica. Comprendiamo che chi ha responsabilità di governo si trova ad affrontare una situazione particolare.

Più volte abbiamo detto che la minoranza vuole svolgere un ruolo attivo, soprattutto per questioni come quelle che stiamo discutendo in questo momento. C’è bisogno però, presidente Scopelliti, di cambiare metodo, perché, se si pensa di affrontare la discussione del bilancio come è stata impostata ieri mattina in Commissione, capite bene che non ci sono le condizioni materiali per dare un contributo vero alla discussione sul bilancio.

Non si può dire che c’è un percorso con dei tempi obbligati per cui si fanno le audizioni e dopo 30 minuti dalla fine delle stesse scadono i termini per la presentazione degli emendamenti al bilancio. Questo significa comunicare a chi rappresenta gli interessi di questa regione che la loro audizione non ha nessun valore in termini di considerazione e di adozione di provvedimenti modificativi.

Riteniamo utile questo provvedimento, pur con le considerazioni che ha fatto il collega De Gaetano, ma lo riterremmo ancora più utile se si riuscisse ad incardinare questi ragionamenti in uno più ordinato e più corretto che non può che essere la sessione di bilancio.

Vi invitiamo – lo facciamo proprio in Aula – a riconsiderare il percorso di approvazione del bilancio. I tempi sono importantissimi, ma penso che lo sia anche fare una discussione sulle priorità e su come temporizzare gli impegni rispetto al bilancio in maniera più seria e cogente in una sessione di bilancio che va rivista nella calendarizzazione e nell’obiettivo finale dell’approvazione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, vorrei rafforzare quanto è stato detto  dai colleghi De Gaetano e Maiolo,.

Ieri noi abbiamo contestato la metodologia, una forzatura tramite la quale si deve pervenire all’approvazione del bilancio. Abbiamo parlato di una sessione con tempi molto ristretti, dove non c’è il tempo di ponderare i provvedimenti. Abbiamo detto che l’impostazione data alla sessione di bilancio è molto frettolosa. Il fatto che oggi arrivi questa variazione ci dà ragione rispetto a quanto detto ieri, ma la cosa che stupisce particolarmente è che questa Giunta regionale al momento del bilancio di previsione ogni volta fa degli spot elettorali, annuncia risorse, - ad esempio, dice per la povertà mettiamo 10 milioni – che poi puntualmente sottrae in fase di assestamento.

L’anno scorso avete fatto una conferenza stampa per dire che venivano destinati 8 milioni di euro al porto di Gioia Tauro, 5 milioni per l’autorità portuale e 3 milioni per le imprese. Guarda caso, i tre milioni che avete messo a sostegno delle imprese oggi li sottraete perché ci sono altre emergenze.

Fate dei bilanci, annunciate grandi operazioni per lo sviluppo e la ripresa della Calabria e poi, puntualmente, in fase di assestamento smontate tutto. Anche in questo bilancio, nascondendovi dietro la spending review 1 e 2, il decreto 174,  annunciate risparmi consistenti, ma sapete bene, purtroppo, che la situazione di difficoltà non vi consentirà di mantenere gli impegni.

Questa variazione è arrivata postuma, perché quando si presenta una variazione ad un giorno dalla presentazione del bilancio, vuol dire che lo stesso è stato presentato in maniera frettolosa, senza ponderare il fatto che non è stato ancora approvato il bilancio nazionale.

Togliete soldi al fondo delle attività produttive e riducete importanti capitoli che riguardano il sociale, le imprese e altri comparti importanti della Calabria.

Alla luce di tutto questo, cosa chiediamo? Chiediamo di rivedere i tempi dell’approvazione del bilancio, altrimenti ci vedremo costretti ad assumere determinazioni che, chiaramente, per senso di responsabilità non vorremmo assumere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, non ci sono altre richieste di intervento.

La parola al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Colleghi, vorrei innanzitutto dare qualche chiarimento ai consiglieri della minoranza per quanto riguarda il tema del mondo del precariato in cui effettivamente abbiamo cercato – anche attraverso questa variazione – di fornire delle risposte utili e la scelta di variazione del bilancio che abbiamo proposto nasce da una valutazione e da una richiesta esplicita del mondo sindacale che abbiamo condiviso e consiste nel dirottare queste poche risorse che abbiamo a disposizione in questa fase terminale dell’anno per destinarle al mondo del precariato.

Dopo l’approvazione in Aula abbiamo l’esigenza dei tempi tecnici richiesti, delle procedure, delle schede tecniche che devono essere compilate per rispettare pienamente l’indirizzo dato dall’Ufficio Ragioneria del rispetto del patto di stabilità; probabilmente corriamo il rischio di dare piena attuazione alla variazione ai primi di gennaio del 2013.

Se non faremo in tempo a destinare queste risorse entro l’anno, sicuramente, prima della befana avremo avviato le procedure e destinato le risorse. Queste risorse serviranno per coprire alcune mensilità, sono le risorse aggiuntive che vengono destinate sia agli Lsu sia agli Lpu e per questi ultimi copriranno la mensilità del mese di novembre. Come saprete molto bene gli Lsu vengono garantiti direttamente dall’Inps.

C’è un elemento di novità che credo possa servire all’Aula, come risposta anche ai colleghi che hanno posto queste domande, ed è nella scelta che abbiamo fatto e maturato in queste ore: lunedì mattina pagheremo 2 milioni 600 mila euro di spettanze al mondo del precariato e daremo una risposta agli Lpu pagando alcune mensilità e dando, quindi, un segnale importante al fine di garantire loro l’opportunità di trascorrere questo Natale in situazioni diverse da quelle che, ovviamente, vivono oggi a causa di queste problematiche. Lunedì la Ragioneria erogherà alle amministrazioni competenti le risorse per 2 milioni 600 mila euro.

Poi, il problema, già sollevato, rispetto all’annualità successiva, lo tratteremo in sede di bilancio; abbiamo fatto grandissimi sforzi per recuperare risorse e per garantire al massimo il mondo del precariato, hanno una copertura decisamente superiore rispetto allo scorso anno ma abbiamo anche - secondo quella che è la previsione dell’assessorato – maggiori chance per coprire l’intera annualità, attraverso una serie di interventi che dovremo registrare nell’annualità successiva.

Al collega che, invece, sottolineava che abbiamo investito su Gioia Tauro alcune risorse che poi abbiamo dirottato in altra via, pongo una domanda: secondo lei abbiamo due milioni di euro destinati per il ferro bonus per Gioia Tauro? Questi 2 milioni di euro speravamo di poterli utilizzare entro l’anno e questi 2 milioni di euro dovendo corrispondere ad un finanziamento che ha la necessità di essere regolato e disciplinato direttamente dalla Unione europea, abbiamo non più tardi di qualche mese fa inviato alla Unione europea la pratica affinché non vengano ricompresi tra gli aiuti di Stato.

Siccome i tempi di risposta della Unione europea corrispondono almeno a tre mensilità, 90 giorni le domando: lei al nostro posto cosa avrebbe fatto? Avrebbe lasciato qui 2 milioni di euro e se li sarebbe riportati all’annualità 2013, oppure, in una situazione di emergenza come questa, avrebbe recuperato le somme messe nel bilancio 2013 e forse le avrebbe utilizzate per pagare gli Lsu e gli Lpu o il mondo dei trasporti? Abbiamo fatto questo! Lei l’ha voluto rimarcare ma potrebbe dirci cosa avrebbe fatto al nostro posto. Penso che abbiamo fatto una scelta saggia nel senso che i 5 milioni che andavano e che sono stati dirottati a Gioia Tauro, all’autorità portuale, servono per incidere sul tema delle tasse di ancoraggio per il 75 per cento. Quelle risorse hanno un senso nella speranza che il Governo nazionale dia o mantenga gli impegni su Gioia Tauro, ma mancano le risorse per Gioia Tauro al momento da parte del Governo nazionale. Quelle sono state sottoscritte ieri, individuate e destinate già subito perché possono essere utilizzate entro l’annualità. Questi 2 milioni, più quello delle imprese. Stiamo, infatti, procedendo alle fasi di bando ed è giusto sottolineare, per correttezza, che ieri abbiamo fatto su Gioia Tauro una panoramica che non è stata messa in risalto ma che, ovviamente, ha avuto sicuramente la sua visibilità, cioè stiamo operando su più fronti sul tema Gioia Tauro.

Stiamo operando sul tema dell’accordo fatto ieri con l’autorità portuale, un investimento di 8 milioni e mezzo per cercare di attrarre i grandi armatori e “costringerli”, invitarli sempre di più a venire a Gioia Tauro. Dall’altra abbiamo messo in campo – che è cosa ormai conosciuta ma che presenteremo presto – il gateway ferroviario il cui bando è stato pubblicato da diverse settimane,  quindi un investimento importante che servirà moltissimo a superare l’isolamento di Gioia Tauro al di là dell’aspetto via mare. Tra l’altro, poi, abbiamo queste risorse del ferro-bonus che stiamo ipotizzando come percorso e l’assessore Caridi sta lavorando a quei 25 milioni di euro che sono di competenza della Regione proprio in quell’Accordo di Programma Quadro che abbiamo fatto con il Governo per mettere questi 25 milioni di euro a disposizione di quel territorio e quindi per il mondo imprenditoriale.

Essendoci già 25 milioni di euro in itinere, essendoci 25 milioni di euro che nell’Accordo di Programma Quadro il Ministero sta mettendo in campo con altri bandi per fornire uno strumento ad imprese diverse da quelle che intervengono sulla formazione e sul bando della Regione, riguardo a questo milione, è chiaro, abbiamo rallentato per dirottarlo e per poterlo utilizzare in questa fase.

Soltanto un semplice, naturale e doveroso recupero di queste risorse riportate nel nuovo bilancio. Solamente, quindi, un momento che ci consente di tamponare un problema del mondo del precariato visto che avete condiviso questo tipo di impostazione e che abbiamo, nel nostro compito di governo, soltanto messo in atto.

Bruno CENSORE

Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Presidente, per dichiarazione di voto. Intanto premetto che la Giunta ed il Presidente Scopelliti hanno accettato la nostra impostazione perché è da mesi che andiamo gridando in questa Assise e nelle piazze che i lavoratori precari vengono prima di ogni cosa e, ovviamente, votiamo anche se con sofferenza questo provvedimento che dà una risposta ai lavoratori che soffrono insieme alle loro famiglie di questa situazione di disagio.

Volevo ritornare sulla questione di Gioia Tauro. Chiaramente se fossimo stati noi a governare avremmo dovuto trovare le risorse per dare le risposte, ma condanno la metodologia.

L’anno scorso su questi otto milioni abbiamo detto che non era giusto finanziarne parte con fondi ordinari di bilancio per darli alle imprese, perché si dovevano attivare canali diversi, canali della spesa comunitaria perché sapevamo che c’è esiguità di risorse in bilancio e capiamo che i tempi sono questi, sono tempi di ristrettezze economiche.

Mi richiamo ad una metodologia di ostentazione di azioni che, poi, puntualmente vengono smentite. Non voglio fare una cronistoria dei soldi che avevate messo per gli immobili, per le forze dell’ordine, come fondo antindrangheta,  dal fondo alla povertà , che poi sono state distolte.

Sapendo che i tempi sono questi diciamo che risorse ce ne sono poche, vediamo quali sono le priorità che sono quelle di garantire gli emolumenti ai dipendenti che a vario titolo sono legati alla Regione. Questo diciamo non altre cose.

Poi la questione del porto di Gioia Tauro. Abbiamo seguito la conferenza stampa che lei ha fatto con il Presidente dell’autorità portuale e siamo ben informati.

Quello che chiediamo è di essere più concreti e di fare meno spot elettorali. Grazie.

PRESIDENTE

Siamo in sede di dichiarazione di voto. Ognuno può alzarsi e dire se vota a favore o contro e motivare il voto stando nei minuti previsti dal Regolamento.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Solo un minuto, Presidente, per dichiarare il voto a favore e per dire al collega Censore che serve un tono adeguato.

Mi par di capire – e lo abbiamo detto in primis noi a questo governo regionale – che avevamo dei progetti ambiziosi. Ricordo che siamo arrivati in quest’Aula annullando delibere per 4 milioni di euro di contributi a pioggia che i consiglieri regionali, per una vecchia prassi, erano abituati a distribuire inserendoli sul fondo della famiglia così come tanti altri provvedimenti compreso quello che riguardava le forze dell’ordine.

Va da sé che questa Giunta, il Presidente Scopelliti, la maggioranza e credo la minoranza,hanno dovuto rivedere alcune cose  nel corso del tempo, con una grande pratica di realismo tant’è che è stato detto insieme – l’ha ricordato il Presidente – eppure lo sviluppo non si può fermare. Stiamo parlando di  Gioia Tauro che vedeva gente in cassa integrazione, quindi risorse di questo bilancio libere, ma il “realismo” di un nuovo bilancio e quindi anche di questa modifica che non prevede più spazio a quei grandi progetti per come immaginava, visti i tagli che abbiamo subito come tanti Comuni e Province i tagli e quant’altro.

Mai più di oggi, c’è un realismo politico che dice che c’è un bilancio che non è di grande prospettiva, esclusi alcuni temi, vedi Gioia Tauro, ma che dal prossimo anno con fermezza nelle poste, avendo fatto sacrifici, ognuno, rispetto ai diversi assessorati, penserà principalmente insieme allo sviluppo – che significa quindi Gioia Tauro o abbassare le tasse di ancoraggio visto che è l’unica area di sviluppo più importante insieme ad altri interventi che sono stati fatti – e quindi realismo è dire paghiamo i forestali e quant’altro sarebbe un atto di grande realismo per frenare la voglia di coinvolgimento in quanto stiamo, purtroppo, in una situazione che è mutata rispetto ad inizio legislatura.

Quindi non era uno spot dire “metto i soldi per le politiche della famiglia” perché quella quota parte di politiche della famiglia è stata utilizzata, se non ricordo male, per gli stagisti e per andare a coprire il precariato che in questa regione, purtroppo, è stato creato nel tempo e non vale poco.

Quindi, grande realismo comune, dico bene al lavoro di questa Giunta che per il prossimo anno interviene per evitare ritardi in modo che ognuno potrà pagarsi a fine dicembre, a fine mese come previsto dalle regole.

PRESIDENTE

Grazie onorevole Orsomarso. Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, solo per una breve dichiarazione di voto per dire che anche il nostro gruppo, come gli altri colleghi del Pd, con sofferenza diciamo sì a questa variazione che rappresenta una parziale risposta ad un problema che si è trascinato per lungo tempo durante quest’anno. Per lunghissimo tempo con tante incertezze e col patema d’animo da parte dei tanti lavoratori che per l’ennesima volta sono dovuti venire stamattina a rappresentare tutto il disagio e tutta la disapprovazione nei confronti delle politiche di questa Giunta.

Detto ciò quel che contestiamo è il metodo. Non è più possibile continuare con questo metodo dell’emergenza sull’emergenza e non è possibile, Presidente, perché non è accettabile quel che dice il Presidente Scopelliti riguardo la posta di bilancio dedicata alle imprese per il porto di Gioia Tauro. Perché, Presidente, ricordiamolo questo è un provvedimento che è stato approvato in sede di bilancio, di finanziaria 2012, nel dicembre 2011.

Emanare un regolamento e chiedere alla Unione europea di pronunciarsi circa la disponibilità a non far sì che siano aiuti di Stato credo che non possa essere un qualcosa che possa arrivare alla fine di un esercizio finanziario, alla fine di una annualità.

Credo ci sia tutto il tempo per poter intervenire, per l’ennesima volta, anche su Gioia Tauro e purtroppo, nonostante tutte le conferenze stampa e le notizie che ieri abbiamo appreso rispetto agli accordi di programma c’è una situazione anche allarmante rispetto al crono-programma dell’intervento principale che è quello del gateway ferroviario e di altre questioni che su Gioia Tauro sono insolute.

Presidente, non possiamo non rimarcare la nostra preoccupazione così come abbiamo visto nel rastrellare quei 10 milioni che per gli Lsu e gli Lpu sono state cancellate poste di bilancio che derivavano anche da impegni assunti durante questa annualità. La legge sul risanamento dell’ambiente attraverso la bonifica dei siti dell’amianto così come il sostegno per le cooperative che gestiscono beni confiscati.

Ebbene, sicuramente ci sarebbero state altre poste di bilancio alle quali attingere, risorse che sono certamente importanti ma senza  andare a toccare poste di bilancio di situazioni sensibili di quest’anno che durante questa legislatura dovevano essere rafforzate, implementate e non certo mortificate.

Per questo, Presidente, rappresentiamo la nostra disapprovazione sul metodo pur aderendo ad una necessità che potrebbe diventare ulteriormente una emergenza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Così come il collega Censore annuncio il voto positivo, ovviamente, non essendo, però soddisfatto della operazione che viene posta in essere.

C’è traccia negli archivi del Consiglio regionale: abbiamo fatto diverse interrogazioni dal mese di luglio per denunciare il fatto che non venivano pagate le mensilità dei precari. Siamo arrivati – per la prima volta nella storia della Regione – a dicembre con 5-6 mesi di arretrato.

Fatto questo errore cerchiamo adesso, e il Pd cercherà insieme a voi, di risolvere un problema che voi avete causato e che  insieme cercheremo di risolvere perché abbiamo a cuore gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici in Calabria.

Su una cosa il Presidente Scopelliti, però, non ha risposto e credo che lo poteva fare anche per dare un segnale a migliaia di lavoratori e di lavoratrici che in questo momento sono in attesa in Calabria: la proroga. Basta una lettera del direttore generale, non costa niente, credo che sia utile e necessario ed insisto affinché già pomeriggio venga scritta dal direttore generale del dipartimento lavoro così come avveniva anche in passato.

E’ veramente un segnale di scarsa attenzione rispetto ai lavoratori e alle lavoratrici. Non è una cosa dell’altro mondo ma può essere un segnale di tranquillità a questi lavoratori.

Per ultimo il Presidente Scopelliti ha detto, nella sostanza, quel che avevo detto all’inizio: sarà impossibile che con questa variazione pagheremo le mensilità entro il 31 dicembre. Anche queste due mensilità. Dobbiamo chiedere all’assessore Mancini di lavorare sull’assessorato affinché faccia il massimo di velocizzazione dell’iter perché, veramente, è inaccettabile che per 5 mesi i lavoratori e le lavoratrici non vengano pagati e questo, per loro, sarà un Natale veramente pessimo. Capite bene che, per famiglie che vivono solo di questo, non essere pagate per sei mesi e non ricevere un euro nemmeno a Natale è una cosa molto, molto delicata in questo momento storico nella nostra regione.

Chiediamo, per questo, di accelerare al massimo l’iter facendo anche straordinari per portare a casa un risultato che sia almeno dignitoso per le famiglie di questi lavoratori che hanno lavorato - perché bisogna ricordare che queste sono persone che lavorano tutti i giorni e che mandano avanti Comuni, Comunità Montane, Province e cooperative – e non è corretto che, per mesi, non vengano pagate perché la Giunta regionale ha sbagliato a fare i conti o non è stata in grado di portare avanti correttamente l’iter di pagamento di queste mensilità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, anche noi del gruppo Progetto democratico votiamo a favore di questa variazione di bilancio di 10 milioni di euro. Una variazione, come si suol dire -a mali estremi estremi rimedi- che denuncia una grande sofferenza di movimentazione finanziaria all’interno del bilancio. E’ ovvio che fra le varie priorità, quella dello stipendio del salario per lavoratori che avanzano la loro giusta retribuzione certamente da mesi è una cosa doverosa, non solo perché si è sotto Natale. Per cui, al di là delle differenze di collocazione politica e partitica, su un argomento di questo un Consiglio regionale serio non può che non trovare un assenso comune.

E’ ovvio che, caro Presidente Scopelliti, una variazione di queste, molto probabilmente – lo dico al Presidente Imbalzano – poteva essere portata all’attenzione della Commissione anche un mese fa o venti giorni fa perché, come si soleva dire in gergo popolare è una “carta letta”. Se si voleva porre rimedio in tempi giusti anche per far sì che la burocrazia avesse i tempi tecnici per pagare lo stipendio entro Natale, si sarebbe potuto avviare anche questo lavoro di concerto, andando insieme a responsabilizzare la Commissione.

Dico questo perché, di fatto, qui non è che troviamo delle economie, onorevole Imbalzano, troviamo delle economie da soldi che sono stati spesi e sono rimasti. In un certo qual modo questa sembrerebbe una guerra fra i poveri perché, nel momento in cui sottraiamo dei pregressi ai lavoratori di questo Ente Fiera autonomo di Cosenza per stipendi non pagati nel passato, li trasliamo a questi altri lavoratori e, molto probabilmente, facciamo un qualcosa che non andava tanto bene. Forse si sarebbe potuto fare meglio, si sarebbe potuto trovare qualche altro tipo di capitolo per cercare di prelevare, stessa questione per quanto riguarda i debiti pregressi sui trasporti, per quanto riguarda il 2010-2011. Sappiamo in che condizioni queste imprese di trasporti si trovano e che aspettavano giustamente questi soldi; spero, caro assessore Fedele, che riusciremo a recuperarli nel 2013, caricandoci questa quota di denari.

Non ne farei una tragedia, ad esempio, mi differenzio dal Pd – e dico questo all’assessore Caridi e al Presidente Scopelliti – per il fatto dei tre milioni di euro non utilizzati per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro per un semplice motivo: perché 3 milioni messi a disposizione rappresentavano una buona intenzione ma sappiamo benissimo che non bastano, e non sono certamente esaustivi perchè non affrontano neanche al 10 per cento il problema di Gioia Tauro, per cui utilizzarli in un momento come questo di difficoltà così grossa!

Forse è meglio darli a questi lavoratori che, quanto meno, vanno a coprire due-tre mensilità rispetto alle 5 o alle 6 mensilità e dando loro un po’ di ossigeno per poter far vivere al meglio le loro famiglie. Avrei fatto a meno, caro Presidente Scopelliti, a ricorrere al taglio sul contributo dato alle aziende per tutti coloro i quali utilizzano il mezzo pubblico e non pagano per una questione di disagio, di malattia e quant’altro.

Capisco che è stata, molto probabilmente, una cosa, così forte, nata dalla sera alla mattina, caro Presidente Imbalzano, e, molto probabilmente, se avessimo avuto la possibilità di entrare nel merito ed in una disquisizione più particolare e più profonda all’interno delle voci dei singoli capitoli di bilancio avremmo potuto togliere qualcosa da qualche altra parte, mantenendo certe esigenze che, a mio avviso, sono prioritarie e sono tali da poter mettere difficilmente in negativo queste voci di bilancio che guardano anche a fasce di disagio di un certo livello e che danno un’ombra.

Capisco che la coperta è stretta e la situazione è difficile, ce ne accorgeremo adesso che andremo anche a valutare meglio il prossimo bilancio dove c’è una grande difficoltà. Chiedo al Presidente del Consiglio ed alla Giunta regionale, all’assessore al bilancio, per le prossime variazioni, quanto meno di poterci corresponsabilizzare tutti, nel bene o nel male, affinché la Commissione possa prenderne atto in tempi utili in modo da poter offrire un contributo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, telegraficamente perché i colleghi di gruppo e anche altri colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato con dovizia di argomenti e con serietà la nostra posizione che è di voto favorevole perché, a fronte della esigenza dei lavoratori che, da quanto emerge, hanno fatto il proprio dovere, non c’è dubbio che questa sia una esigenza assolutamente primaria. Gradiremmo, però, che non suscitasse meraviglia il fatto che questo voto favorevole, dato per questa ragione assorbente, sia stato pronunciato da tutti i colleghi con una certa sofferenza. La sofferenza, ribadisco, deriva da due aspetti: intanto da un aspetto di politica generale, fin quando la Calabria dovrà mettere in competizione il mondo del lavoro e, anche e soprattutto, il mondo del lavoro del comparto del precariato con le problematiche dello sviluppo. Guardate che il fallimento del regionalismo, soprattutto nelle Regioni meridionali si è evidenziato, vieppiù su questo aspetto!

Il lavoro, inteso come sostegno al precariato, alla fine ha penalizzato, anno dopo anno, le politiche di sviluppo. Questo lo dobbiamo sottolineare e questa pratica è presente, purtroppo, anche in questa variazione di bilancio; perché se andiamo a vedere le sottrazioni, cioè i capitoli, le postazioni da cui vengono sottratti i finanziamenti per la variazione di bilancio, sono tutte postazioni che erano utili. Non solo quella di Gioia Tauro ma anche altre postazioni erano finalizzate per favorire il mondo della imprenditoria. Gioia Tauro come eccellenza e, quindi, come possibilità di ripartenza di uno sviluppo virtuoso della nostra regione, il retroporto e le altre cose e tutto il mondo della imprenditoria.

Ora, detto questo, non v’è dubbio che si ponga la questione metodologica: cioè questo vale per il bilancio nel suo complesso e, ancor di più, per questa variazione. Anche una opposizione come la nostra, che non ha mai svolto un ruolo pregiudiziale ma quando ha avuto la possibilità si è sforzata di offrire un contributo nell’interesse dei calabresi, ditemi voi come fa a dare ora il proprio apporto.

Non siamo né scienziati, né alieni dotati di chissà quali poteri. Ha ragione il collega Mirabelli: si sarebbe potuto, forse, sottrarre risorse a comparti non prioritari e non dico a sprechi che pur ci saranno, ci sono certamente quando si tolgono le risorse a campi in cui ci può essere lo spreco; è prioritario ma ci sono anche delle graduatorie nelle esigenze.

Ditemi voi come facciamo in questo momento, faremmo in ogni caso una proposta estemporanea al posto della sottrazione di risorse a Gioia Tauro oppure al mondo delle piccole e medie imprese, che viene sostanzialmente penalizzato da questa variazione, da un momento all’altro

Ecco, quindi, la questione metodologica che vale certamente per questo piccolo assestamento: cioè, anche sotto il profilo estetico, chi legge di noi fuori dalla Calabria vede un assestamento fatto 7 giorni prima del bilancio dell’anno successivo. Anche su questa questione di carattere generale ribadiamo le nostre perplessità rispetto all’esame di un provvedimento per il quale vorremmo offrire un contributo, anche per venire incontro al mondo del disagio e della famiglia, al mondo del lavoro e quant’altro ma con un bilancio approvato l’altro ieri, tre giorni fa dalla Giunta regionale e che viene portato frettolosamente in Commissione!

Faremo una battaglia politica di carattere generale, in primo luogo sul metodo che, Presidente, la invitiamo a far rispettare e a mettere il Consiglio regionale nelle condizioni di fare la sua parte fino in fondo nelle Commissioni ed in Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Ricordo che per dichiarazione di voto l’intervento è, come da Regolamento, di tre minuti.

Alfonso DATTOLO

La ringrazio e non voglio assolutamente andare oltre il tempo consentito.

PRESIDENTE

Lo dico anche per chi interverrà dopo di lei.

Alfonso DATTOLO

Sono reduce anche da una discussione, avuta ieri, in Commissione bilancio sulle perplessità che l’opposizione, il gruppo del Pd, ha posto sulla ristrettezza dei tempi e sull’esiguità, anche per poter offrire un contributo in termini effettivi, pur comprendendo come le modalità, che possono sembrare dettate anche un po’ da una sorta di emergenza, soprattutto sulle grosse questioni che ci sono. Perché, ripeto, spero che nel punto successivo, quando si aprirà il discorso sulle riforme, ci sia questa presa di coscienza da parte di tutti sul fatto che molte situazioni, che si sono generate e create, possano essere affrontate tranquillamente in sede di riforma per evitare che, nel prosieguo, si possano verificare situazioni come queste.

Prendo atto del voto favorevole che arriva dai consiglieri di minoranza, almeno dalle dichiarazioni di voto che abbiamo sentito, soltanto per sottolineare alcuni aspetti: pur di dare la possibilità ai settori in difficoltà, oggi, ancora una volta, le proteste che si verificano ulteriormente da parte di chi aspetta con ansia di poter avere le proprie spettanze, ritengo possano, in qualche misura, giustificare un provvedimento del genere. Non si può, poi, solidarizzare da una parte e chiedersi come ovviare ai problemi.

Ritengo si sia “raschiato” quasi tutto quello che era a disposizione, perché quando nel fondo di riserva ci sono 50 mila euro per le spese impreviste, capite bene che non c’è assolutamente stata nessuna volontà se non quella di trovare le risorse necessarie per far respirare qualche settore che era in difficoltà. Ritengo di preferire, pur nella difficoltà, un bilancio approvato frettolosamente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Brevissimamente, Presidente, mi atterrò anche a meno dei tre minuti previsti. Credo che il peso del regionalismo – proprio per intervenire su quanto sostenuto dall’onorevole Principe – non lo possiamo verificare certo da una variazione di bilancio che ci stiamo per apprestare a svolgere. Una variazione, fra l’altro, condivisa, il che significa sostanzialmente che il ruolo che si esercita nella funzione è un ruolo estremamente positivo e che, invece, la grande battaglia che, le Regioni dovrebbero intraprendere all’unisono, è quella di rimarcare la funzione storica per cui sono state chiamate, che è quella di garantire una maggiore funzionalità dei compiti che sono stati attribuiti loro, richiamandosi al dettato dell’articolo quinto della Costituzione che lo Stato, puntualmente, non ha mai voluto rispettare. Non lo ha mai voluto prevedere nelle deleghe e nei compiti e nelle prerogative e non l’ha mai voluto rispettare, soprattutto, sui finanziamenti a quelle che sono le attività che la Regione deve organizzare per riprogrammare con il principio di sussidiarietà il benessere degli enti e dei territori.

Do atto all’assessore Mancini del lavoro svolto e do atto anche al lavoro svolto dalla Giunta regionale nel suo intero – come ha sostenuto il Presidente Scopelliti –; in un bilancio che presenta già un terzo di fondi in meno rispetto allo scorso anno non è facile poter andare avanti e riprogrammare il nostro quadro complessivo del bilancio stesso sul tempo delle vacche grasse. Bisogna pensare anche al cosiddetto periodo delle vacche magre. Ed in questo clima c’è da sottolineare l’aspetto positivo, e cioè che, di fronte ai temi prioritari e stringenti della nostra Regione, quale, appunto, quelli del precariato e di garantire un servizio pubblico essenziale, quale i trasporti, riusciamo a racimolare quanto più è possibile grattando il fondo del barile per avviare un processo positivo, anche se mancano 10-15 giorni alla fine dell’anno e, quindi, all’approvazione del bilancio provvisorio. Lì andremo a confrontarci in maniera decisa e forte con l’opposizione per capire, al di là delle affermazioni avanzate anche oggi, qual è il reale spessore di contributo che intendono conferire alla Regione Calabria.

Mi pare di giocare un po’ la partita pirandelliana “Così è se vi pare”: siamo da quest’altra parte e da quest’altra pare che il nostro compito sia solo quello di criticare e contestare, anzi, tutto va peggio “va bene così, madama la marchesa”. Non è così che si ragiona quando si pongono in campo elementi di responsabilità dell’azione politica e amministrativa.

Annuncio il mio voto favorevole a questa variazione di bilancio, nella certezza e nella convinzione che questo voto sia diretto all’approvazione di una delibera positiva per la Calabria perché questo è l’obiettivo che ci dobbiamo porre: una delibera che abbia, al di là dei contenuti formali, la sostanza di voler sostenere una Regione che in questo momento ha bisogno di unità e coesione, e non certo dei facili proclami di chi è deresponsabilizzato, quando, invece, memoria corta, non è stato in grado di affrontare le grandi emergenze di questa regione al tempo in cui le vacche erano piuttosto grasse.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Prego i colleghi di fare silenzio e di accomodarsi.

Candeloro IMBALZANO

Solo qualche battuta, naturalmente, anche perché proponente; annuncio il mio voto favorevole ma qualche brevissima sottolineatura vorrei farla anche io dopo gli interventi dei colleghi anche perché sono state rievocate in quest’Aula alcune delle osservazioni avanzate ieri dai colleghi della opposizione in Commissione, nel momento in cui abbiamo iniziato i lavori di esame della legge finanziaria, del bilancio preventivo e del bilancio pluriennale, del collegato.

Intendo, intanto, sottolineare il dato politico di questa variazione di bilancio e lo voglio fare anche io, così come lo hanno fatto un po’ tutti i colleghi, sia pure con motivazioni diverse perché ancora una volta la maggioranza, l’Esecutivo, è venuto incontro a richieste sacrosante e legittime da parte dei lavoratori dell’Arssa, dei presidi idraulici, del precariato in genere, degli Lsu-Lpu e delle richieste delle aziende di trasporto sia pubblico che privato.

Certamente siamo a fine anno ed ormai siamo al bilancio nuovo, però, questa variazione credo sia una ulteriore testimonianza della sensibilità e della attenzione che la maggioranza dedica alle emergenze più impellenti. Sui tempi del bilancio vorrei ricordare – l’ho detto anche ieri ai colleghi – che, appena il 7 dicembre, il Parlamento ha approvato definitivamente quel provvedimento che era direttamente legato anche al bilancio della Regione. Il 10 è stato assunto dalla Giunta regionale e tempestivamente è pervenuto in Commissione.

Ricordo ai colleghi: sono un consigliere di prima legislatura e negli altri due anni vi è stata una prassi consolidata anche sui tempi. Peraltro, abbiamo iniziato appena, abbiamo ascoltato soltanto dopo la mia introduzione la relazione dell’assessore Mancini e si è appena avviato il dibattito sulla relazione del rappresentante della Giunta regionale.

Il bilancio verrà esaminato ed approfondito in tutti gli aspetti con le audizioni – ovviamente nella giornata di martedì, se riusciremo a completarlo in quella giornata – in modo che vengano recepite in tutte le articolazioni quelli che sono gli elementi essenziali e la filosofia che ha voluto imprimere l’Esecutivo regionale. Nessuna preoccupazione e, d’altronde, anche ieri abbiamo fissato, per quanto riguarda la presentazione degli emendamenti, il termine delle 16 per la fine delle audizioni ed abbiamo spostato alle 19 perché costretti in qualche modo; i tempi sono quelli e abbiamo anche il dovere di rispettare i termini regolamentari, una volta ricevuto il documento da parte della Giunta regionale, a sua volta impossibilitata a farlo prima.

Abbiamo tentato di rispettare al massimo, nei limiti del possibile, quella che è la norma regolamentare ed abbiamo spostato alle 19, quindi, a ben oltre tre, che non sono molte ma è chiaro che si possono presentare tutti gli emendamenti possibili, e da martedì si può avviare una discussione che sarà comunque approfondita su tutto il bilancio. L’idea, quindi, che è stata avanzata e ventilata anche stamattina di un esercizio provvisorio cozza diametralmente con le esigenze di fornire risposte tempestive.

Possiamo immaginare cosa significa, già a gennaio, in questa Regione l’impossibilità di poter operare a pieno titolo nella gestione delle poche risorse finanziarie disponibili. Credo che, pur comprendendo la legittimità delle questioni sollevate dai colleghi, questa Assemblea non potrà che procedere, in qualche modo, all’approvazione del bilancio comunque entro la fine dell’anno.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Imbalzano. Ultima dichiarazione di voto è quella del Presidente Scopelliti al quale darei la parola chiedendogli anche di esprimersi in merito alla situazione degli Lsu-Lpu visto che ad oggi, ancora, la Giunta regionale non ha predisposto la proroga per l’anno 2013.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Sì, Presidente, ho ascoltato gli ultimi interventi e volevo sottolineare alcuni aspetti. Non c’è dubbio che abbiamo previsto, già in bilancio, le somme e quindi è scontato che garantiamo la proroga del mondo del precariato, ma non è polemica, sono dati di fatto.

Sono stato assessore alla formazione e al lavoro per quasi due anni in questa Regione. Sono arrivato quando vi erano circa 12 mila Lsu-Lpu in Calabria. In un anno con la famosa legge 4 ho stabilizzato in Calabria 2.800 precari, nei restanti 8 anni fate voi il conto di quanti ne sono stati stabilizzati.

Oggi è facile parlare e fare dichiarazioni e tutti quanti esprimere giudizi sul precariato e tuffarci tutti verso il mondo del precariato, cercando di cogliere le simpatie se non il consenso come a volte sa fare la politica.

Spero che qualcuno si possa alzare in quest’Aula e dire “io ho fatto l’assessore alla formazione e al lavoro ed ho stabilizzato 5 mila persone” o che qualcun altro si alzi e possa dire la stessa cosa. Io non li ho visti, poi ci darete, ci farete pervenire i vostri numeri, perché se oggi il personale precario è circa 6 mila fate i conti, considerando che io sono stato anche Sindaco della città di Reggio Calabria e ne ho stabilizzati 600 in un colpo. Governavate, forse, voi ma abbiamo stabilizzato 600 persone e quindi mi pare di capire che questo è il 10 per cento di quelli attuali.

Il problema è di affrontare in maniera seria la situazione e noi, oggi, di fronte a questo problema serio, diamo una ulteriore risposta con la variazione di bilancio, col pagamento nei prossimi giorni  delle spettanze degli Lpu, lo diamo attraverso l’individuazione nel bilancio delle poste che garantiscono per circa 8 dodicesimi lo stipendio, individuiamo anche le fonti alternative per dare corso e seguito all’impegno nel mondo del precariato per come ricercare le risorse mancanti da agosto in poi. Qui c’è una pianificazione che è molto chiara e che dimostra, anche, la capacità di un gruppo dirigente di affrontare il problema in maniera seria, dando certezze e dando risposte. Dopo di che, credo che su questo discorso si debba trovare una fase successiva, visto che ci sono i blocchi dei turn-over e i blocchi delle assunzioni un po’ dovunque per affrontar in maniera diversa una fase nuova.

Oggi, siamo di fronte a questo e speriamo che questa fase possa essere superata e che, tutti quanti insieme, si possa ricercare nuove soluzioni e nuove opportunità per il mondo del precariato.

Nel frattempo, crediamo che le risorse che andremo ad erogare la prossima settimana, quindi lunedì, siano già una boccata d’ossigeno insieme a questa variazione di bilancio che ci consentirà nelle prossime settimane di andare a colmare queste carenze legate al rispetto del patto di stabilità.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Scopelliti.

Pongo in votazione l’assestamento di bilancio, così come illustrato dal relatore, composto da due articoli.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di procedere con l’ordine del giorno c’è da inserire un altro punto che riguarda una proposta di provvedimento amministrativo che è passata dalla prima Commissione – se non sbaglio, o era stata assegnata – che riguarda il Regolamento interno del Consiglio regionale.

(Interruzione)

Gli uffici mi dicono che non è passata.

Riguarda, dicevo, la possibilità per la Commissione per la vigilanza di poter svolgere anche le mansioni del Comitato regionale per il controllo contabile. Visto che abbiamo ridotto le Commissioni da dieci a sei, la Commissione di vigilanza, che rimane in carica, deve avere le competenze per il controllo contabile che prima era esercitato dalla Commissione specifica.

Dobbiamo approvare, quindi, questo provvedimento in modo tale che la Commissione possa esprimere il parere sui bilanci del Consiglio e della Giunta.

Pongo in votazione l’inserimento di questa proposta di provvedimento amministrativo all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 204/9^ d’Ufficio, recante “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Pongo in votazione, quindi, l’articolo unico della proposta di provvedimento amministrativo numero 204/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, onorevoli colleghi. Nei giorni passati la quarta Commissione regionale ha svolto una indagine conoscitiva presso il comune di Mormanno per comprendere gli effetti del sisma dello scorso 26 ottobre e le conseguenze dello sciame sismico iniziato due anni addietro ed ancora in corso sulla popolazione che ha deciso di continuare a risiedere a Mormanno.

Al termine di quella riunione, di quella indagine conoscitiva con tutti i componenti della Commissione abbiamo deciso di redigere una mozione che, oggi, presentiamo all’Aula attraverso la quale chiediamo alla Regione di interagire ancora di più, rispetto ad ora, con il Governo centrale per avere ulteriori aiuti.

Chiediamo di voler individuare risorse per il territorio pur nelle difficoltà del bilancio corrente, del prossimo bilancio 2013 e chiediamo anche la sospensione dei tributi di matrice regionale nel bilancio 2013.

Questa mozione è sottoscritta da tutti i componenti della Commissione. Ne chiedo l’inserimento, pertanto, all’ordine del giorno e conseguentemente la sua approvazione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, solo per richiamare in Aula un ordine del giorno sul precariato della sanità della Regione Calabria.

PRESIDENTE

Mi sembra che era stato già approvato.

Bruno CENSORE

No, Presidente, è un ordine del giorno diverso che abbiamo presentato stamattina.

PRESIDENTE

Quindi è stato richiesto l’inserimento di un ordine del giorno da parte dell’onorevole Censore sul precariato della sanità.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

La parola all’assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, c’è un progetto di legge recante “Norme sul trasporto pubblico locale” già approvato in Commissione da più di 20 giorni. Ne chiedo l’inserimento all’ordine del giorno perché, tra l’altro non comporta nessun impegno di spesa, ma si tratta solo del recepimento di normative nazionali importanti che ci serviranno dal 1° gennaio per programmare il settore trasporti che in questo momento, come potete vedere, è in grande difficoltà.

PRESIDENTE

Questo progetto di legge riguarda “Norme sul trasporto pubblico locale” che non comporta oneri finanziari, è passato già in Commissione ed è formato da cinque articoli.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, anche io propongo l’inserimento di un ordine del giorno che riguarda la questione della scadenza al 31 dicembre di quest’anno del progetto della protezione civile sull’emergenza nord-Africa.

Con questo ordine del giorno chiediamo che la Giunta, il sottosegretario alla protezione civile e il Presidente Scopelliti si facciano latori presso il Governo nazionale affinché – anche per la situazione che si sta creando in Calabria - questi progetti possano essere prorogati per il 2013 diversamente la situazione sarebbe una autentica defaillance mettendo in ginocchio dei progetti che sono stati il fiore all’occhiello dell’intera Regione nei confronti del resto dell’Europa.

Ne chiedo, pertanto, l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Chiedo all’onorevole Giordano, se può fare avere ai banchi della Presidenza l’ordine del giorno.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno, dell’ordine del giorno dell’onorevole Giordano.

(Il Consiglio approva)

Dibattito sulla riforma enti sub regionali

PRESIDENTE

L’ordine del giorno così come era stato formulato prevedeva un solo punto all’ordine del giorno che riguarda il dibattito sulla “Riforma degli enti sub-regionali”.

Do, quindi, la parola al sottosegretario alle riforme, onorevole Sarra, che potrà illustrare il lavoro che la Commissione e il suo Sottosegretariato ha fatto.

Subito dopo daremo inizio alla discussione in Aula.

Prego, onorevole Sarra.

(Interruzione)

Vuole intervenire prima il Presidente Scopelliti? Allora la parola al Presidente della Giunta regionale per illustrare la riforma. Seguirà poi l’intervento dell’onorevole Sarra che illustrerà dal punto di vista tecnico il provvedimento.

La parola al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Per noi oggi questa seduta assume un’importanza fondamentale nella vita di questa Regione perché abbiamo lavorato in questi mesi annunciando già da parecchio tempo la volontà e la determinazione di arrivare ad adottare un provvedimento importante legato al tema delle riforme.

Nei giorni scorsi, nelle tante riunioni che noi abbiamo avuto, qualche consigliere ricordava – questo è un fatto molto importante – che spesso gli amministratori o coloro che si candidano alle competizioni elettorali e che magari hanno il compito di guidare le coalizioni fanno un documento programmatico, stilano le idee che sottopongono ai cittadini e che poi, ciclicamente, vengono recuperate e riproposte e talvolta leggermente modificate.

Uno degli obiettivi importanti che noi avevamo inserito all’interno di quel documento che ci ha visti protagonisti nella campagna elettorale regionale del 2010 era l’idea di lavorare per offrire a questa regione una stagione in cui la razionalizzazione della spesa, in cui il rigore, in cui le scelte fossero tutte collegate all’idea del superamento dei vecchi principi, rispetto sia alla politica sia agli scenari - così come essi si sarebbero palesati con l’esperienza all’interno della Regione - immaginando, ovviamente, di mantenere in vita quelle realtà utili alla vita della regione e cercando di ideare una Regione sempre più in grado di programmare ed in alcune fasi ed in alcuni contesti – soprattutto laddove ci sono da utilizzare risorse comunitarie – prevedere le attività operative; abbiano ipotizzato, cioè, un ente o una fondazione, una società in grado di gestire, di governare questi processi e di dare accelerazione come mission ad una struttura come quella regionale che non sempre riesce, per sua natura, ad essere al passo con i tempi e con le esigenze.

Oggi noi abbiamo immaginato, dopo molto tempo e dopo diversi mesi di lavoro, la riorganizzazione della nostra Regione mediante fusione, accorpamento e soppressione di enti, di aziende regionali, di fondazioni, di agenzie regionali, di società e consorzi che operano in tutti i settori di propria competenza.

Ovviamente, la riorganizzazione ha carattere generale ed incide sull’intera struttura dell’ente rimodulandone l’architettura amministrativa e oggi c’è un nuovo disegno che noi mettiamo in campo e che ci consente di guardare al futuro.

Questa noi la vogliamo chiamare “la fase due” della gestione di questa amministrazione. Vogliamo tangibilmente dimostrare che le scelte che andiamo ad operare sono in piena sintonia con gli indirizzi che avevamo assunto; oggi i fatti dimostrano il tipo di scelta che l’amministrazione andrà ad assumere da qui alle prossime settimane, nelle sedute di Consiglio regionale programmate.

Il sottosegretario Sarra avrà, ovviamente, la possibilità di entrare nel merito, rispetto ad un lavoro certosino e attento fatto cercando di coinvolgere al meglio tutti gli attori per recepire e recuperare notizie che fossero utili alla redazione di un documento e di un provvedimento al passo con i tempi, per evitare di vivere la stagione di imbarazzo e di difficoltà che noi ad oggi ancora viviamo, ad esempio, per l’approvazione della legge dell’Arssa e dell’Afor che da 5 anni non trova ancora soluzione e che oggi speriamo, almeno l’Arssa, possa trovare una risposta attraverso l’Aula.

La fase della riorganizzazione passa, quindi, attraverso la fase e la capacità di interventi mirati, di azioni specifiche, di risultati che, indipendentemente dalle valutazioni di carattere politico che possono apparire impopolari ed a volte lo sono diventate, hanno contraddistinto questi due anni e mezzo di amministrazione con un impegno straordinario legato alla stagione della razionalizzazione dei costi.

Uno per tutti mi pare che sia quello della sanità. Quando leggiamo che ci sono parlamentari che continuano costantemente a chiedere rimozioni o revoche del commissario questo ci fa capire molto bene la paura che la politica ha nei confronti di un’azione di risanamento vera della sanità.

Noi di fronte a questo andiamo ancora avanti! E’ divertente scoprire che quelli che chiedono la nostra rimozione - potremmo parlare anche noi ore - ad esempio hanno dei loro congiunti nella sanità e sono stati indagati negli anni passati perché facevano parte di un sistema sanitario in cui hanno avuto delle responsabilità.

Come abbiamo visto quando si parla di sanità non c’è limite. Basta leggere le cronache dei giornali per comprendere le responsabilità grandi che la politica ha avuto in questo comparto.

In questa direzione, dunque, si cerca di trovare una risposta: il taglio alla proliferazione di enti, viene meno la possibilità di offrire poltrone e postazioni che vengono destinate oggi a professionalità che magari vengono individuate da una maggioranza e ieri dall’altra. Rimane una scelta prettamente culturale e di mentalità prima ancora che amministrativa che noi con questi provvedimenti intendiamo realizzare.

Non a caso abbiamo inteso su questo percorso offrire una opportunità e una sponda di dialogo anche ai colleghi della minoranza perché riteniamo che quando si parla di riforme che comportano una riorganizzazione del sistema le stesse devono passare attraverso la più ampia condivisione. Se vi è unanimità è ancora meglio.

Non ci sono preclusioni, quindi, non abbiamo posto limiti o pregiudiziali ma siamo dell’idea che queste scelte vadano fatte e per il bene della Calabria anche per dimostrare che la politica, in un momento in cui le vengono chiesti tagli e sacrifici, così come ha già fatto al proprio interno con i tagli effettuati ai costi della politica, riesce ad individuare anche all’interno di queste organizzazioni, di questi enti, sacche di clientelismo, di spese inutili, di risorse che potrebbero essere spese in maniera diversa.

In quest’Aula abbiamo riportato, in qualche circostanza, gli esempi di enti in cui ci sono direttori generali, consigli di amministrazione che hanno un costo rilevante; è triste rilevare che un direttore generale di un ente guadagni più di un Presidente di Regione che ha una responsabilità enorme rispetto a quella minima che compete ad un direttore generale per il quale, tral’altro, dovremmo capire quante cose fa in un anno, visto le attività che si producono in alcune strutture ed in alcuni enti.

La nostra capacità oggi non è solo quella di andare a realizzare un percorso virtuoso che noi avevamo avviato e che ci è stato riconosciuto dagli organi di informazione nazionale. In tanti mesi di attacchi alle Regioni, la Regione Calabria non è mai uscita tra le Regioni in cui si sono realizzati degli sperperi.

Noi abbiamo accolto con sorpresa e con soddisfazione che, ad esempio, la stessa rivista “L’Espresso” abbia messo la Regione Calabria in risalto come una delle Regioni che aveva adottato un taglio ai costi della politica del 15,2 per cento e che era la prima Regione che nella annualità 2011-2012 realizzava questo tipo di taglio, anticipando le scelte che poi sono state del Governo, dando prova di una lungimiranza e di un coraggio. Se dobbiamo affrontare i temi dello sviluppo e quelli dell’emergenza del nostro territorio lo dobbiamo fare consapevoli del fatto che i privilegi vanno ridotti, che se ci sono soldi che vanno recuperati dovranno essere inseriti nei contesti appropriati e che non c’è più la possibilità di spendere e di spandere.

Questo è il senso di responsabilità.

E se la politica ha dovuto farlo per imposizione del Governo, dobbiamo ribadire che la Regione Calabria l’ha fatto come esempio e come scelta voluta prima che le venisse imposto; noi abbiamo fatto una scelta forte e poi il Governo ha sancito per tutte le Regioni una scelta ulteriore. Forse non era nelle competenze del Governo ed io ho sentito altri colleghi che più volte hanno reclamato l’autonomia, ma in questa stagione è giusto fare il massimo per dimostrare che qui non c’è una casta.

Abbiamo detto più volte che si annidava molto più di un interesse ed una spesa eccessiva non solo in riferimento agli organi della politica ma anche in altri soggetti.

Oggi, il sottosegretario Sarra illustrerà questo provvedimento per grandi linee, ma noi abbiamo una visione ampia di ciò che andremo a discutere e trattare e soprattutto ci renderemo conto - come già annunciato dai mass media - che il taglio si aggira orientativamente sui 15 milioni di euro. Questo dimostra come sia decisamente superiore a quello effettuato con i tagli ai costi della politica per alcuni aspetti; noi abbiamo approvato una serie di provvedimenti ma questa è una somma corposa a dimostrazione che dopo il taglio dei costi della politica dobbiamo realizzare tagli nelle fasi successive laddove ciò è possibile; si tratta, ovviamente, di dare risposte e di recuperare somme ingenti per cercare di dare stabilità e sicurezza al cittadino e soprattutto ai lavoratori.

Questo tipo di intervento produce uno sforzo notevole, non si risparmia nulla in termini di energie per cercare di mettere tutto insieme e di accorpare o, comunque, di sopprimere ciò che non ha motivo di esistere; con grande senso di responsabilità, quindi, facciamo una scelta che guarda al futuro. Questa scelta, oggi, si realizza attraverso un primo provvedimento, che è quello che – se avremo tempo – faremo attraverso l’approvazione della riforma dell’Arssa, ma a cui dovrà necessariamente seguire l’adozione di un provvedimento che riguarda l’Afor.

Oggi, in quest’Aula, oltre all’atto sull’Arssa, chiediamo ai colleghi del centro-sinistra di prestare la massima attenzione e di condividere con noi nelle prossime ore, nelle prossime sedute, il provvedimento di trasformazione dell’Afor, perché si tratta di un atto rivoluzionario, che oggi sta mettendo all’angolo anche il mondo sindacale, almeno una sua parte, perché un’altra gran parte condivide la nostra scelta; noi non possiamo pensare che le riforme passino attraverso la salvaguardia di tessere o di prebende o di posti di favore, le riforme passano attraverso il coraggio di un gruppo dirigente di invertire la tendenza e di mettere in campo azioni che producono effetti per il futuro. Questa è la chiave di lettura.

Spero, dunque, che non ci siano parti politiche che diventino ostaggio di una parte del mondo sindacale, che si può anche non condividere, perché noi non abbiamo tessere da dover coltivare e da dover conservare; questo è il tema su cui si fondano le basi anche nel comparto della forestazione, per disegnare strategicamente una Regione in grado di affrontare ancora meglio il tema della tutela della montagna, della sua salvaguardia, attraverso il coinvolgimento anche di quei giovani che sono stati integrati all’interno dell’Afor tra i quali ci sono anche – perché no? – i sorveglianti idraulici con una funzione a mezzo servizio. Lì noi troviamo strumenti ed elementi che ci aiutano a dare ancora più slancio ad un’azione che sia ancora più credibile, perché è la sfida. Il soggetto pubblico economico e il soggetto pubblico non economico contengono differenze, perché l’idea del pareggio di bilancio è la sfida che noi dobbiamo porre oggi per tutti. Non possiamo pensare di mantenere un Ente che, benché mantenuto dalla Regione, a cascata poi pagano i cittadini; non è più corretto.

Anche questo, oggi, credo che diventi un tema di attualità, un tema ampiamente condiviso e che sarà sostenuto anche dall’assessore Trematerra, perché credo che ciò che noi riusciremo a realizzare in questa fase così critica ce lo ritroveremo sicuramente come beneficio per le comunità; avrà certamente una chiave di lettura nuova e diversa e il cittadino avrà la possibilità di apprendere che dalle nostre scelte passa una stagione di grande riorganizzazione e di grande sforzo, per costruire questa Calabria che noi abbiamo immaginato.

Per noi è fondamentale avviare questa stagione, perché è anche un modo per mantenere fede ad un impegno che abbiamo assunto con i cittadini, non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Questa che noi abbiamo immaginato è una strada che ci consente di dimostrare che la politica si “serve” di quelle strutture che sono strettamente necessarie in un momento di crisi e di difficoltà, si serve di quelle strutture che sono funzionali al raggiungimento di obiettivi; tutto ciò che non è utile in questa stagione viene messo da parte, perché comunque non è interesse della buona politica.

Questo è il messaggio che oggi, attraverso questo tipo di scelta, vogliamo trasmettere, pensando a ciò che abbiamo di fronte, pensando a ciò che ci spetta, soprattutto sull’impegno dei grandi risultati, come quello delle riforme che abbiamo messo in campo nella sanità. Pochi giorni fa un quotidiano calabrese on-line riportava che dalla conferenza stampa del ministro Balduzzi è emerso che la Regione Calabria, dopo il Trentino e dopo il Veneto, è la Regione che ha un’appropriatezza dei ricoveri superiore a tutte le altre Regioni. Purtroppo non abbiamo visto i titoli a tutta pagina, però è un dato che certifica la bontà e soprattutto il lavoro certosino che noi abbiamo svolto in questo comparto. Si tratta, dunque, di un’ulteriore dimostrazione di attenzione e di fermezza sulle scelte che abbiamo attuato.

Certo, è chiaro che tutto questo ha un costo, lo sappiamo, lo stiamo registrando sulle nostre spalle, la capacità di dover dire no, di dover tagliare, di dover assumere decisioni che portano alle strumentalizzazioni, ma quando questa Regione avrà la possibilità di guardare attentamente a ciò che noi stiamo costruendo, il cittadino si renderà conto che i cambiamenti, ormai, sono strutturali, che c’è una capacità e un coraggio di assumere decisioni che danno a questo territorio una prospettiva e un futuro.

Credo, caro Presidente, che questo sia il nostro vero grande primo obiettivo da evidenziare, da porre all’attenzione e da mettere al confronto con i colleghi, indipendentemente dall’idea di una legislatura che debba finire prima o meno, perché è un atto che noi tutti dobbiamo, come fatto di dovere, indipendentemente dai ruoli, alla Calabria e ai calabresi.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti per la relazione illustrativa del provvedimento che ha tracciato, per grandi linee, qual è l’intendimento del governo regionale. Adesso, per entrare nei particolari, darei la parola al sottosegretario, Alberto Sarra, che illustrerà il provvedimento.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Grazie, signor Presidente, grazie, signor governatore, oltre che per l’introduzione pregevole, per avere esplicitato un concetto che mi offre il destro per poter entrare immediatamente nel merito tecnico del provvedimento. Lei ha parlato di inversione di tendenza, ed è questo il merito tecnico principale al quale voglio allacciarmi immediatamente, per evidenziare quali sono i tratti che caratterizzano il provvedimento di riordino degli enti regionali comunque intesi, quindi agenzie, aziende, società, consorzi, enti di emanazione della Regione.

L’inversione di tendenza, in questa legge di riordino, è formale prima ancora che sostanziale. Formale perché ci siamo umilmente adoperati per cercare di rendere questo provvedimento il più possibile intelligente ed intellegibile, semplice, laconico e di facile consultazione, con ciò realizzando quello che era uno degli auspici che ci eravamo dati ad inizio di legislatura, nella semplificazione anche delle nostre leggi, che fa il paio con tutta quell’attività che è stata realizzata dal Consiglio in materia di semplificazione legislativa. Quindi un dispositivo, delle norme semplici che guardano, certo, ai princìpi di generalità e astrattezza.

E passo immediatamente all’altro aspetto, che è quello dell’inversione di tendenza sostanziale, perché abbiamo inteso evidenziare, emarginare con immediatezza un provvedimento che attiene a delle norme che guardano, in maniera netta e distinta, alla separazione tra l’aspetto legislativo e quello più squisitamente regolamentare, di gestione, amministrativo, oserei dire; quindi, delle competenze diversificate – seppur assolutamente armoniche – tra l’organo legislativo, che è rappresentato dalla massima Assemblea regionale che è il Consiglio, e quello esecutivo, rappresentato dalla Giunta – a me non piacciono tanto gli acronimi, però talvolta aiutano ad esplicitare alcune riflessioni – ed abbiamo, proprio per il lavoro che avevamo in precedenza svolto con l’Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, adottato le formule di Air e Vir, che praticamente rappresentano l’analisi di impatto regolamentare e la valutazione dell’impatto regolamentare e legislativo.

Abbiamo fatto, quindi, delle proiezioni sulla base delle ex ante ed ex post, sulla base dell’impatto che questa normativa avrà non solo sull’intera architettura istituzionale, testé richiamata dal governatore, ma anche sull’intera comunità calabrese. E’ per questo che abbiamo potuto fare delle proiezioni ex ante, calcolando i risparmi che l’approvazione di questa legge comporterà.

C’è un altro aspetto che io mi permetterei di evidenziare: la legge parte da un lavoro che è stato fatto da professionisti, da una commissione di professionisti, da esperti sicuramente, ma è il risultato di un lavoro di quadra – come ama dire il governatore – perché è stato fatto da chi parla in assoluta sintonia con gli assessori al ramo. E’ per questo che, poi, ci saranno degli adempimenti successivi che riguardano delle competenze che sono specifiche e mirate degli assessori.

Per cui, così come è avvenuto nel settore dell’agricoltura e della forestazione, così come è avvenuto nel settore delle infrastrutture e dell’edilizia residenziale pubblica, con gli assessori Trematerra e Gentile, si è operato nel senso di offrire in questa normativa generalità e astrattezza per quanto riguarda le linee-guida delle riforme, che porteranno poi all’approvazione, all’accorpamento e alla nascita di agenzie; come avverrà, per esempio, nel caso dell’area dell’edilizia residenziale pubblica, dove avremo la Regione Calabria tra le prime Regioni ad approvare un provvedimento che riguarda proprio le politiche della casa, le politiche abitative e quindi interventi mirati al settore delle politiche della casa che tanto occupano i bisogni della nostra collettività calabrese.

Quindi – dicevo – quali sono, in sintesi, le caratteristiche di questa normativa, al di là della riduzione degli enti, dei quali diremo nello specifico? Mi soffermo solo un attimo sui princìpi di carattere generale, perché la legge è sostanzialmente distinta in due – scusate se mi esprimo sistematicamente o schematicamente – grandi capi: uno, quello relativo agli obiettivi di carattere generale e ai princìpi ispiratori della normativa; l’altro, relativo alle misure concrete di riordino che porteranno alla soppressione, unificazione e accorpamento degli enti di cui ha parlato il Presidente.

Quali sono le novità? Intanto, per quanto riguarda la concezione stessa degli enti, non ci saranno organi collegiali, ma assolutamente organi monocratici sia per quanto riguarda gli amministratori unici sia per quanto riguarda gli organi di revisione. Chiaramente, per gli organi di revisione ci saranno il revisore e il supplente. Questo in linea generale; poi, ci saranno delle disposizioni particolari che sono imposte dagli Statuti delle singole società regionali o partecipate.

Anche qui fa capolino per la prima volta nell’ordinamento regionale una norma che, oltre a guardare ai requisiti e alle competenze di chi andrà a ricoprire questi incarichi e anche ad effettuare la nomina, dovrà guardare anche ai requisiti morali e, comunque, noi abbiamo sublimato nell’atto normativo anche l’assenza di eventuali condanne, chiaramente con riferimento ai princìpi costituzionali, però abbiamo inteso con immediatezza evidenziare questo e farne comunque un principio ispiratore di una norma.

C’è il sistema dei controlli che noi andiamo a rafforzare e a potenziare, quindi non soltanto gli organi di ragioneria dei singoli enti, ma l’organo di revisione e anche qui viene utilizzato, ai sensi della normativa regionale recentissima, la legge regionale numero 3 del 2012, l’organismo regionale indipendente di valutazione (OIV).

Questo è l’altro macro intervento, cioè il potenziamento del controllo secondo quei princìpi di rigore, anche qui richiamati nell’intervento del governatore.

Cosa avremo, in generale, tanto per offrire alla vostra valutazione uno spunto di riflessione? Ogni grande macro area, ogni grande settore della vita amministrativa regionale, quindi dei settori di appartenenza regionale che sono le politiche sociali e del lavoro, i servizi e l’assistenza finanziaria alle imprese, i servizi reali alle imprese, la gestione del patrimonio e l’edilizia residenziale pubblica, cultura e turismo, agricoltura, montagna e foreste, quindi sei macro-aree, avranno come riferimento un unico ente, un’unica agenzia, un unico soggetto giuridico che sarà l’immediato riferimento, il braccio esecutivo secondo il principio della sussidiarietà dell’ente Regione; cioè adotteremo queste iniziative di istituzione e accorpamento degli enti laddove non è possibile, o comunque è consigliabile da un punto di vista squisitamente tecnico-amministrativo, trasferire alcune competenze a questi enti, affinché la gestione di quel comparto avvenga in maniera più snella e, comunque, migliore rispetto ad una emanazione diretta dell’esecutivo regionale.

E’ questo il principio cardine che dà vita in maniera conseguenziale alla soppressione, all'accorpamento, alla fusione degli enti. I vantaggi, oltre quelli scaturenti dall’applicazione del Decreto legge numero 174 del 2012 e della normativa sulla spending review, quali sono? Ci tengo a chiarire immediatamente un aspetto: quello che ha fatto l’esecutivo e farà il Consiglio regionale non sarà un intervento obbligato soltanto dalla normativa nazionale, ma abbiamo guardato alla normativa nazionale come una sorta di legge cornice, di legge quadro, entro la quale la Regione doveva muoversi, nel rispetto dei princìpi costituzionali di potestà legislativa esclusiva o concorrente che la Costituzione riconosce anche alla nostra Regione.

Chiarito questo, il principio al quale abbiamo dato seguito è proprio quello – anche questo richiamato – dell’equilibrio, del pareggio di bilancio imposto dalla normativa nazionale, per evitare quella grave iattura che potrebbe determinarsi, invece, nella decurtazione dei trasferimenti, ma abbiamo inteso dar seguito – a questo eravamo obbligati – alla normativa nazionale, portando ad ulteriori conseguenze una serie di iniziative legislative che faranno del nostro ente, finalmente, un ente virtuoso, quantomeno nei meccanismi istituzionali e di amministrazione pura.

Procediamo, quindi, all’accorpamento delle strutture che presentano un’articolazione subregionale, all’unificazione per materie omogenee, di singole strutture che svolgono attività affini. Sono queste le direttrici lungo le quali si muove il progetto di riforma. Chiaramente, questo ha portato a due conseguenze immediatamente evidenziabili: la riduzione dei compensi dei componenti dei consigli di amministrazione, non solo la riduzione del numero, ma anche la riduzione dei componenti; vengono meno tutti i costi degli enti connessi al funzionamento degli organi sociali; si riducono i costi di direzione generale, laddove è previsto ancora il direttore generale; vengono soppressi, invece, in caso di soppressione dell’ente, proprio le figure, secondo uno schema che poi mi permetterò di sintetizzare attraverso una tabella che – se ritenete – possiamo anche offrire alla vostra valutazione, dove abbiamo fatto un conteggio che è in malam partem, nel senso che è ridotto non solo delle riduzioni delle figure, ma anche dei costi e dei risparmi; si riducono le consulenze, i contratti di collaborazione.

C’è una stima che rimane in sospeso, che era quella a cui faceva, in qualche modo, cenno anche il Presidente, ovvero c’è una percentuale di riduzione che va dal 5 al 10 per cento, che dipende dai risparmi che si hanno come conseguenza dell’efficientamento delle strutture, quindi della razionalizzazione degli enti, ed è una valutazione che, obiettivamente, non è possibile fare ex ante, ma la faremo immediatamente, dal punto di vista temporale, dopo l’applicazione della norma, per avere un dato assolutamente affidabile in termini numerici.

Poi, ci saranno altre conseguenze, che non hanno un impatto economico diretto, cioè che non sono apprezzabili in maniera economica attraverso dei numeri, ma che derivano anche qui dalla razionalizzazione e dal riordino degli enti. Perché? Avendo degli enti con una struttura monocratica, proprio perché è il risultato di accorpamento e di fusione, avranno anche la possibilità di un’efficacia ed efficienza dell’azione diversa, non dovendo andare comunque a confrontarsi con delle organizzazioni periferiche. Parliamo sempre di organi esecutivi, non di uffici, che manteniamo per evitare che ci sia una situazione di disagio per quanto riguarda i dipendenti.

Parlando di dipendenti, mi permetto di evidenziare a caratteri cubitali quello che è un passaggio fondamentale, che è stato un altro dei motori ispiratori della riforma – e qui mi sono mosso in maniera assolutamente consequenziale alle disposizioni e agli input che venivano dal Consiglio, dalla maggioranza e dal Presidente: mantenere inalterati i livelli occupazionali. Quindi c’è una norma di salvaguardia che tutela in maniera assoluta questo principio, cioè dalla legge di riordino non verrà toccato o alterato nessun momento occupazionale. Quindi questa è una norma specifica, un articolato specifico che prevede una norma cosiddetta di salvaguardia.

Per evitare di dilungarmi molto, mi rifaccio alle tabelle, dove vedrete che ci saranno le soppressioni di tutte le fondazioni, cito soltanto un momento la fondazione “Calabria etica”, anche la fondazione “Terina”, per armonizzare un intervento che abbiamo previsto d’intesa con l’assessore Trematerra e nell’ambito delle sue deleghe, la fondazione “Calabresi nel mondo”, la fondazione “Field”.

Ci saranno anche – non l’avevo citato prima, ma con  l’assessore Caridi abbiamo lavorato insieme nel settore relativo alle attività produttive -  una serie di interventi di razionalizzazione, di accorpamento, assessore, e di fusione per quanto riguarda i consorzi di sviluppo industriale. Diamo solo un cenno in questa fase, ma ci sarà poi una delucidazione specifica e mirata che faremo anche in seguito con l’assessore.

Vengono sciolte anche diverse società in house, penso alla società Sial, fusione per accorpamento della società It Calabria, gli enti parchi marini vengono accorpati in un unico Parco regionale, in buona sostanza ci sarà una riduzione stimata soltanto delle cariche istituzionali di ben 39 Revisori dei conti, 22 Presidenti di enti, 16 dirigenti esterni e direttori, 13 componenti di comitati direttive e 3 Segretari generali. Si procederà, quindi, ad una razionalizzazione – come vi dicevo – di questo meccanismo organizzativo, tenendo presente un unico ente, quindi l’unificazione di un ente per ogni grande area di intervento, per ogni settore di intervento regionale.

Per tener fede alle raccomandazioni dei due Presidenti, non mi dilungherò molto, anche perché il mio è un intervento di carattere squisitamente tecnico. Voglio, però, anche in virtù del lavoro fatto in passato, anche per evidenziare una serie di emozioni che muovono in questo momento il mio dire, il mio intervento, fare un riferimento specifico, perché è stato fatto già prima di me, anche alla necessità, a mio avviso urgenza, di una condivisione, nei limiti in cui questo è possibile, di questo provvedimento, tenendo conto che – e lo dico a chiare lettere, perché è il risultato di uno studio attento, mirato e specifico fatto – per questa legge di riforma non è necessaria – intendo dire indispensabile – una maggioranza qualificata, perché – onorevole Loiero – trattandosi di accorpamento e di fusione, non si va ad istituire un ente nuovo, quindi un soggetto giuridico nuovo, in termini giuridici un aliquid novi, ma c’è una fusione e quindi un accorpamento di strutture preesistenti.

Quindi – il nostro Statuto su questo è chiaro e non ammette interpretazioni – è sufficiente una maggioranza ordinaria, una legge ordinaria, così come previsto dall’articolo 16 dello Statuto regionale che noi abbiamo provveduto a riaggiornare, riqualificare e riammodernare al termine, proprio nella fase conclusiva della passata legislatura.

A questa norma io faccio riferimento per evidenziare che, quindi, non esiste una necessità di carattere squisitamente giuridico – vorrei essere chiaro sul punto – ma ritengo che ci sia una necessità di carattere politico generale – è l’unico momento, l’unico passaggio politico di questo intervento che mi permetto di evidenziare – perché credo che difficilmente si possa essere su posizioni diverse, quando c’è un’unità di intenti, che è quella di riorganizzare e riammodernare, rimettere al passo oggettivo con i tempi; ci sono degli interventi ai quali siamo necessitati, perché questo dipende da una normativa di carattere generale, nazionale, che è mutata rispetto al passato, un po’ perché c’è oggi l’esigenza di dare delle risposte che sono di carattere tecnico e giuridico, ma non solo, di carattere sociale; oggi è avvertita la necessità da parte dell’opinione pubblica generale, dell’opinione pubblica regionale, della collettività regionale di ridurre spese, di ridurre la spesa pubblica e di ridurre soprattutto l’impatto della spesa pubblica nella gestione del nostro ente.

L’approccio culturale a cui si faceva riferimento, secondo me, impone, in termini sereni, ma altrettanto determinati, un intervento che sia di prospettiva e non di retrospettiva, come era stato evidenziato anche in altri interventi.

Credo che questo, certo, imponga un sacrificio, un intervento e anche una situazione di disagio, perché in una fase come questa è chiaro che andare a ridurre enti, andare a dire alle persone “no, questo ente viene soppresso, non esiste più un consiglio di amministrazione, non esiste più una situazione dove si possono dare visibilità e spazio anche a professionalità importanti, anche a persone titolate, anche a persone giustamente legittimate da un percorso di studio e di preparazione” non è facile e per nessuno. Però, il sacrificio, la sofferenza in qualche modo di questo intervento è un atto di dovere morale, prima ancora che giuridico, perché ho detto che ci sono delle conseguenze di questo provvedimento che non sono necessitate dalla legislazione regionale, ma da un intervento che è doveroso effettuare per dare delle risposte, per realizzare un’inversione di tendenza sostanziale e formale.

Avremmo potuto, citando Platone, realizzare un Sofrone isterium nelle leggi. Per bocca di Platone, Socrate ci dice questo, che per rieducare, talvolta, è necessario trasformare quella che lui definisce la virtù, l’eusebeia in asebeia, cioè assenza, alfa privativo, della virtù. Per fare questo è necessario, in qualche caso, ricorrere ad un carcere che lui chiama rieducativo, cioè è un percorso che, in qualche modo, impone una riabilitazione.

Non è questo il senso, perché non sarebbero bastati cinque anni e non sarebbero bastati i cinque anni delle legislature precedenti di volta in volta richiamati in causa. Non è sufficiente questo se non c’è quello scatto di carattere culturale più volte richiamato. Allora, lo scatto deve essere di approccio culturale, di mentalità, di prospettiva e non di retrospettiva.

Se così è, io non credo che basti citare l’articolo 16 o il 54, che, a mio avviso, da modesto operatore del diritto, consentirebbe, assessore Trematerra, anche l’approvazione di alcuni provvedimenti, dei quali abbiamo già affrontato una discussione generale, senza far ricorso ad una maggioranza qualificata, perché il disposto dell’articolo 54 è chiaro e, a mio sommesso avviso, non ha bisogno di interpretazioni, perché – come direbbe l’assessore Caridiin claris non fit interpretatio.

Ma non è solo questo quello che ci deve comunque portare ad un meccanismo di condivisione, non l’interpretazione dello Statuto, non l’interpretazione delle norme, non la loro interpretazione letterale, deve essere un discorso di prospettiva.

Talvolta, veniva richiamata un’immagine: la candela, per fare luce, consuma se stessa. Ora, io credo che un’immagine del genere possa essere usata a sproposito o a proposito, però talvolta è necessario rinunciare a qualcosa per cambiare le cose. Credo che si possa realizzare questo cambiamento, credo che si possa effettuare un passo importante. Per questo ho avuto un input che non è personale, ma mi è venuto dalla maggioranza, dalla Giunta, dalla Presidenza del Consiglio, ma credo di poter dire che su alcuni aspetti è venuto dall’ascolto di molti interventi in questo Consiglio regionale.

Sicuramente, probabilmente – gli avverbi possiamo sceglierli come ci piace e pare – non cambierà il mondo, le Erinni – onorevole Loiero – non verranno trasformate in Eumenidi, non sarà questo quello che riusciremo a fare, però ritengo che un mattone possiamo metterlo, abbiamo l’obbligo di metterlo.

Per questo credo che si possa in questo Consiglio regionale celebrare una pagina importante, diversa, significativa, senza andare a cercare momenti aulici ad ogni costo, però con semplicità, con serenità, ispirandoci ad una regola aurea, che secondo me deve presiedere ogni momento ed ogni agire, eminentemente quello legislativo, il principio del buonsenso. A questo mi appello e faccio appello non solo alla maggioranza, della quale conosco il sentire, ma anche a voi, conoscendo la profondità di alcuni interventi e la sensibilità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Stamane, da quando è iniziata la seduta del Consiglio regionale, sono venuti spesso fuori tre concetti dai provvedimenti che sono stati presentati con un carattere di emergenza, con problemi legati al precariato, con problemi riferiti– come ha detto adesso il sottosegretario Sarra – a quella che deve essere una riforma più complessiva di tutti quegli enti partecipati, di tutte quelle strutture che spesso sono state anche il braccio operativo della Regione, ma che, in un momento particolare come quello che vive il nostro sistema Italia e anche la nostra regione Calabria, meritano un approfondimento, così come ha fatto il sottosegretario Sarra.

Dico che sono tutti concetti che ciascuno di noi condivide. Chiedo all’Aula cinque minuti di tranquillità. Noi vorremmo poter amministrare la cosa pubblica senza dover rincorrere le emergenze, le tante emergenze che poi impongono a tutti noi di adottare provvedimenti di tipo emergenziale, per non avere tutto questo precariato, perché il precariato in Calabria non riguarda solamente alcune categorie di persone, come possono essere gli Lsu e gli Lpu, ma si tratta di una problematica sulla quale, da cinque anni, purtroppo, non siamo riusciti ad addivenire ad una soluzione; abbiamo trasformato anche enti straordinariamente importanti per l’economia della nostra terra, che erano l’Arssa e l’Afor.

Dico questo perché, a giusto vedere, nel 2007, si pose l’esigenza di riformare questi enti, perché lo spirito del 2007 – per chi era presente in Aula ed io ero presente in quel momento nel Consiglio regionale – era quello di dare all’agricoltura e alla forestazione enti diversi rispetto a quelli esistenti in quel momento. Si avviò quella stagione di riforme che, ahimè, purtroppo, ha avuto tutta una serie di ostacoli, perplessità, forse, molte delle quali, secondo me, anche culturali e, per alcuni versi, ideologiche che non hanno portato, alla fine…

(Interruzioni)

Presidente, ritengo che questa sia una seduta estremamente importante, per cui chiedo un po’ di attenzione.

PRESIDENTE

Pregherei i colleghi di accomodarsi, perché sono argomenti fondamentali, decisivi per il futuro della nostra regione e se non li seguiamo, è finita, perché poi bisognerà votare dei provvedimenti. Quindi, vi prego di fare attenzione. Chi non vuole ascoltare, si può accomodare fuori.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Stavo dicendo, cercando di non perdere il filo, che è ovvio che, se vogliamo risolvere il problema più in generale del precariato, come classe politica dobbiamo assumerci la responsabilità di sapere che oggi ci sono – ahimè – da troppo tempo tantissimi lavoratori che vivono un disagio economico per molti aspetti, perché abbiamo patti di stabilità e nuove regole anche nazionali da rispettare , ma vivono un precariato mentale e culturale perché non siamo stati capaci di dare una riforma piena ed esaustiva a due settori strategici dell’economia calabrese.

Voglio rammentare, a chi probabilmente può sfuggire, che uno di questi settori, su cui gira poi una di queste strutture – e mi riferisco all’agricoltura – in Calabria ha un peso economico, un fatturato di 1.500 milioni di euro; l’economia calabrese, per una buona parte, si tiene in piedi proprio sull’agricoltura calabrese, che è riuscita, anche fuori da quella che è stata la politica magari della Regione, a raggiungere gradi di eccellenza, garantendo a molti dei nostri prodotti di arrivare anche fuori dai confini nazionali.

A questa struttura, a questa economia agricola, noi dobbiamo essere in condizione di ridare uno strumento importante di innovazione, di ricerca, che sappia essere anche il collante con il dipartimento e con l’organismo pagatore che abbiamo in Calabria; una struttura che si occupi pienamente dell’agricoltura e che lasci fuori da questo comparto tutto ciò che non ha a che fare esattamente con l’agricoltura perché, così facendo, noi continuiamo a far crescere questo settore, a creare le condizioni di un’occupazione stabile per tante persone che lavorano in questo comparto.

Allora sì che possiamo pienamente parlare di precariato e di risoluzione del problema del precariato: lo facciamo dando a questi due enti le riforme necessarie e dando anche all’economia agricola una struttura che faccia agricoltura e che possa sostenere anche le sfide future che abbiamo davanti, come la nuova politica agricola comunitaria, che sarà una grande sfida per la Calabria. Questo impone a tutti noi un’assunzione di responsabilità che – devo dire in tutta onestà – ho sempre rintracciato nelle forze politiche presenti nel Consiglio regionale, se è vero, come è vero, che su uno di questi provvedimenti – che è appunto la nascita della nuova Agenzia per il sostegno all’agricoltura, la cosiddetta nuova Arssa – c’è una condivisione sia del mondo sindacale sia delle forze politiche di maggioranza e di opposizione.

A tal riguardo, chiedo al Presidente del Consiglio di mettere in votazione, alla fine del mio intervento, la richiesta di inserimento all’ordine del giorno di questa proposta di legge di riforma che, secondo me, è straordinariamente importante per la nostra terra.

Un’altra questione, caro Presidente, voglio, però, sottoporre all’attenzione del Consiglio: è la questione che riguarda gli 8 mila lavoratori forestali calabresi. Anche in questo settore noi dobbiamo fare uno sforzo, per riuscire ad addivenire ad una soluzione. Questi lavoratori sono in attesa di capire quale sarà il loro futuro; le riforme che noi abbiamo immaginato riteniamo che possano risolvere i problemi e soprattutto abbiamo salvaguardato quelli che sono i livelli occupazionali.

Noi dobbiamo dare certezza a questi settori per farli uscire fuori da questo precariato, che è un precariato di fatto, anche se non sono Lpu-Lsu, e vivono un disagio sociale non indifferente; in questo momento molti stanno manifestando fuori dal palazzo.

Se c’è condivisione sulla riforma dell’Arssa, che oggi potrebbe essere approvata, mi appello alle forze presenti in Consiglio, alle forze responsabili, perché si faccia uno sforzo, anche durante le vacanze natalizie, per approvare la riforma di riorganizzazione della forestazione, dopo l’approvazione, tra l’altro, di una legge sul settore, che è di compendio alla legge sulla forestazione. 

In questa maniera saremo in condizioni di portare avanti le riforme, anche attraverso il bilancio regionale che abbiamo redatto e nel quale non troverete una nuova richiesta di commissariamento, perché non è più possibile andare ancora avanti chiedendo commissariamenti per altri sei mesi e proseguendo in una situazione di questa natura.

Sull’Arssa abbiamo raggiunto una condivisione con le forze politiche di opposizione e, quindi, ritengo che oggi la proposta possa essere approvata. Mi preme sottolineare la necessità e l’urgenza di addivenire anche alla riforma della forestazione, per concludere quella fase che si è aperta nel 2007 e che non siamo stati in condizione di portare a compimento. 

Questo lo dobbiamo ai calabresi, dando prova che le risorse le spendiamo opportunamente e dimostrando – e l’abbiamo fatto anche nell’ultimo periodo con una serie di attività che sono state svolte dall’attuale Afor, quali la pulizia degli alvei dei fiumi, che ha dato importanti risultati – che questo può essere un settore importantissimo per difenderci dal dissesto idrogeologico, dai tanti incendi che si verificano durante l’estate e che, se il settore ha una sua valenza anche produttiva, all’interno di esso si può immaginare, in un prossimo futuro, di poter, eventualmente, allocare tanti giovani calabresi che hanno sempre guardato speranzosi a questo settore che, ahimè, da troppi anni è in una fase di precariato, a cui ritengo sia necessario porre fine.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà. Raccomando i tempi degli interventi.

Mario MAIOLO

Presidente, quanto tempo è previsto per gli interventi?

PRESIDENTE

Sul dibattito generale, dieci minuti. Se riusciamo a limitare a dieci minuti la durata dell’intervento, va bene.

Mario MAIOLO

Intervengo subito, perché l’intervento del Presidente Scopelliti e del sottosegretario Sarra hanno aperto temi di confronto importante, a cui noi guardiamo anche politicamente con grande attenzione ed entreremo anche nel merito delle loro valutazioni, ma poi l’intervento dell’assessore Trematerra, con una richiesta di inserimento all’ordine del giorno di un provvedimento specifico, dà ai due precedenti interventi una dimensione, a mio avviso, un po’ diversa.

Innanzitutto, dico subito le cose che potrebbero essere interpretate come dialettica anche strumentale da parte di chi sta all’opposizione. Devo dire che ho seguito con attenzione i due interventi, perché quando non si ha un testo di riferimento, un qualcosa su cui discutere, è bene ascoltare in maniera puntuale gli interventi. Beh, dico subito al Presidente Scopelliti che mi sfugge veramente che oggi si apra una fase due del governo di questa Regione, in riferimento alla campagna elettorale che vi consiglierei di non fare più, perché se dovessimo rifarci a quelle condizioni e a quei termini, difficilmente possiamo individuare una fase uno e una fase due in questa legislatura. Ma quando si parla di riforme di modifica dell’ordinamento regionale, ovviamente siamo attratti da questo confronto.

Oggi penso che sia un confronto squisitamente politico, perché non abbiamo un testo su cui confrontarci, su cui esprimere valutazioni. E’ chiaro che siamo d’accordo perché si affronti il problema e mi pare opportuno avviare un dibattito politico in Consiglio, ma soprattutto non facendo riferimento – e purtroppo in qualche intervento l’ho ascoltato – alla indicazione che questi tipi di interventi si possono fare a maggioranza, quasi a dire “noi li faremo, a prescindere da quello che deciderà la minoranza”; noi, invece, siamo qui a dare un contributo, perché non è detto che i provvedimenti si debbano votare all’unanimità, si possono dare contributi nel merito rimanendo nella minoranza.

Allora, andando al merito delle questioni fondamentali che riguardano le riforme, dico che dai due interventi mi sfugge un termine sostanziale: che cosa si vuole fare in questa impostazione?

Si vuole ricondurre l’attuale sistema allo schema su cui siamo tutti d’accordo che debba evolvere, ossia un sistema che non soltanto recepisca gli effetti della spending review, – per cui tu riduci i consigli di amministrazione, tutte le cose che sappiamo essere in questa impostazione, – o vogliamo discutere in maniera strutturale di quella che è la funzione propria della Regione, vogliamo ribadirci con chiarezza che la Regione fa le leggi, fa la programmazione e poi controlla e che non gestisce più nulla, o lasciamo l’equivoco che anche questi accorpamenti, queste fusioni, alla fine daranno vita, invece, a dei corpi intermedi di gestione che vengono di fatto mantenuti in capo alla Regione?

Su questo dobbiamo fare il primo chiarimento, per cui la Regione non gestirà più nulla in prospettiva.  Allora, vogliamo dire questo con chiarezza e, quindi, diciamo che quello che rimane in piedi è qualcosa che supporta l’attività di programmazione e di controllo della Regione nei confronti dei soggetti che gestiranno;  quindi, diciamo che vogliamo fare una revisione di quello che è l’impianto della legge “34”, facendo una valutazione di quello che è avvenuto, di quello che sostanzialmente ha realizzato, perché, anche rispetto alle riforme specifiche annunciate, qualche settimana fa in questo Consiglio noi vi abbiamo proposto questo percorso sulla Sorical e voi ci avete detto no.

Come si fa a modificare un impianto di assegnazione di compiti e funzioni agli enti sub regionali, se non andiamo a fare una verifica di quello che è avvenuto con la legge 34?

Possiamo fare quattro righe in una legge di pseudo-indirizzo di riforma, senza capire che cosa è successo in questo ambito?

Possiamo immaginare che questa Regione si riorganizzi, tenendo ferma questa impostazione? Perché, guardate, se lasciamo nella nostra mente, nello spirito delle iniziative legislative, la convinzione che la Regione possa continuare a gestire direttamente tali vicende, allora dobbiamo essere chiari e leali nel dire che puntiamo ad un nuovo regionalismo centralistico rispetto all’impostazione.

Si discute? Discutiamo di questo, ma se manteniamo un impianto multilivello di governo e immaginiamo che la Regione legiferi, programmi e controlli, è chiaro che dobbiamo capire, anche giuridicamente, se siano possibili quegli accorpamenti ed in quale ambito delle tre funzioni regionali intervengano.

Questo tipo di riforma è figlio di questa fase politica, – politica per dire anche finanziaria, economica e quant’altro – quindi, inviterei il Presidente a proseguire perché in questa fase c’è un sistema finanziario ed economico che ci impone di rafforzare questo tipo di iniziativa, perché nella precedente legislatura sono state fatte anche sui costi della politica iniziative che consentono a tutti, oggi, di dire che la nostra parte l’abbiamo fatta e dovremo continuare a farla.

Vediamo il sistema più complessivamente, perché ci si accorge, poi, che quando si mette mano al sistema, quello che è il risparmio potenziale è molto superiore rispetto a quelli che vengono detti i cosiddetti costi della politica.

Se noi mettiamo mano a questo sistema, dobbiamo capire bene dove andiamo a parare. Noi abbiamo una proposta – poi il capogruppo del Partito democratico Principe, probabilmente, dirà qualcosa in più nello specifico –, abbiamo un’idea di una Regione leggera e di come la Regione si determini soltanto su quella proiezione legislativa programmatoria e di controllo. Pertanto, su questo non c’è dubbio, sottosegretario Sarra – non c’è l’assessore Trematerra – che una visione di questo tipo ci illumina su come noi impostiamo i nuovi enti, perché noi discutiamo nello specifico – perché mi pare che di questo solo si discuta, perché anche sugli altri settori ho sentito, Asi, eccetera, dove sappiamo che ci sono problemi giuridici, difficoltà a fare una riforma che possa sintetizzare organismi diversi –, ma anche sui settori sui quali si è incominciato a discutere – e parlo di Arssa ed Afor – la crisi di questi soggetti nasce proprio dal passaggio delle competenze dello Stato e dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno in termini di forestazione, manutenzione del territorio, infrastrutture rurali, che fin quando venivano gestite da un organismo centrale (lo Stato, il ministero, la Cassa per il Mezzogiorno), aveva in questi enti un’interlocuzione di gestione sul territorio di quello che era un indirizzo. Quando si è passati al regionalismo e non si è avuta la capacità di sostituirsi a quel ruolo di programmazione che aveva lo Stato, che aveva l’intervento straordinario e si è approcciati con una logica gestionale diretta, quindi di “intromissione” eccessiva della politica nei soggetti gestionali, quali erano gli enti all’epoca (Opera valorizzazione Sila, oggi Afor), è chiaro che il sistema complessivo della programmazione e della gestione non ha avuto un equilibrio giusto e c’è stata, sostanzialmente, la degenerazione della programmazione, la degenerazione della progettazione.

Se oggi si dice – forse anche giustamente – che questa manodopera non è utilizzata efficacemente, è frutto di un’assenza di programmazione che sarebbe in capo alla Regione, in capo al soggetto che dovrebbe dare le linee .

Allora su questo noi possiamo fare – io mi auguro che si facciano le riforme di Arssa ed Afor – però lo voglio dire al Presidente Scopelliti, la minoranza su questo ha avuto un atteggiamento assolutamente responsabile e costruttivo, perché se vi andate a leggere gli atti del Consiglio del 3 agosto, quando la maggioranza ha portato in Consiglio le riforme, noi abbiamo detto: “Benissimo, confrontiamoci, andiamo nel merito, vediamo come riformiamo questi soggetti, dopodiché anche la natura giuridica”, che era l’elemento di discussione principale, “può essere discussa”. Beh, il Presidente Scopelliti, in quella sede, ha detto: “Su questo non si discute, non c’è confronto”.

Beh, se c’è un preconcetto al confronto, le riforme difficilmente si possono fare in maniera condivisa e quindi in maniera positiva; dunque,  se si è fatto un lavoro positivo sull’Arssa, si è fatto perché c’è stato un confronto, perché si sono accettate anche le cose positive che abbiamo proposto e che hanno integrato quella richiesta. Guardate – lo dico al Presidente – non c’è nessuna subalternità al sindacato da parte della minoranza di oggi, e lo dimostra il fatto che se c’è stato, forse, un errore nell’impostazione del 2007 su quelle riforme, oltre ai tempi e alla precipitazione, è quello di non aver concordato e quindi non essere stati succubi di una qualsiasi impostazione sindacale, tant’è che quell’impostazione – giusta o sbagliata che fosse – ha trovato la resistenza totale all’applicazione da parte degli enti sub regionali e del sindacato.

Quindi la critica che il Presidente Scopelliti muove alla minoranza non ha assolutamente motivo di esistere.

Allora, se questo confronto vuole essere vero sul piano politico e di indirizzo, noi siamo pronti a dare un contributo, però a condizione che si chiariscano aspetti che, negli interventi che abbiamo ascoltato, oggi non abbiamo udito, perché non capiamo se questi enti continueranno a gestire e ad avere compiti che dobbiamo dare ad altri soggetti, quindi su questo si apre per noi un confronto che accettiamo nel merito, ma che si deve sviluppare con una serietà e un approfondimento che coinvolga in maniera seria anche il contributo della minoranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Caro Presidente, grazie per avermi dato la parola. E’ ovvio che un ragionamento di questi su un punto così interessante, importante e anche delicato meriterebbe l’attenzione, durante la fase di discussione in Consiglio, soprattutto da parte del dottore Sarra, che è stato il relatore, nonché l’estensore di questa nuova proposta, che è apprezzabile nel suo impianto più generale, che risponde non solo alle esigenze del contenimento dei costi dell’amministrazione e anche della politica in senso più largo, ma è una proposta che non poteva non essere fatta, in virtù anche della necessità di dare una maggiore efficienza, efficacia e una migliore economicità a vari enti, che spesso hanno rappresentato nel passato dei vari e propri rami secchi, enti o fondazioni che, di fatto, sono costati tanto alle casse regionali e, in termini di consuntivo, hanno prodotto, al di là delle buone intenzioni iniziali, ben poco.

Per cui è ovvio che una proposta di queste non può che essere condivisa dall’intera Assemblea, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, da tutte le forze politiche, perché soprattutto oggi, al di là della spending review, c’è la necessità di ammodernare nel modo migliore la struttura regionale, soprattutto la sua operatività, cercando in tutti i modi di evitare cose inutili e , nell’ambito degli stessi comparti, enti, aziende, anche fondazioni che spesso sono ripetitive o che, comunque, svolgono quasi le stesse funzioni nell’ambito dello stesso settore.

Ben venga questa volontà da parte del Consiglio regionale, della Giunta e di quant’altri, ad affrontare nello schematico, però nello specifico, il problema.

Sin qua ci sono state, più che altro, discussioni di carattere più che altro generale, anche nella relazione del dottor Sarra,. Avremmo preferito avere questa relazione in tempi giusti, per poter capire effettivamente su che cosa si va ad incidere. Le notizie che abbiamo vengono dai corridoi, da qualche giornalista ben informato più del Consiglio regionale – perché succede anche questo oggi in Calabria – ed è ovvio che, nell’ambito di tutto quanto, gira il ragionamento in maniera forte sul contenimento della spesa.

Si era parlato di un contenimento di 18 milioni di euro, sentiamo oggi dal Presidente Scopelliti che questa quota si è abbattuta a 15 milioni di euro. Beh, dai conti che ci siamo fatti noi come gruppo, dovremmo avere la cifra su cui si dovrebbe attestare questo contenimento della spesa, non dovrebbe superare i 6-7 milioni di euro, fondamentalmente, con un impatto occupazionale, togliendo Afor e Afor, di circa 1.000 persone. Dico questo perché? Si agirà su una serie di enti e una serie di aziende, di fondazioni, che in parte hanno un costo, in parte non hanno nessun costo: basta pensare a “Calabria etica”, l’organismo che svolge attività sul sociale, spesso sforando anche nelle competenze delle associazioni di volontariato, che non ha dipendenti e, di fatto, il risparmio dalla sua chiusura – che è giusta, per quanto mi riguarda – corrisponderebbe esclusivamente all’eliminazione del collegio sindacale, del suo direttore e del Presidente, con un contenimento della spesa di soli 200 mila euro. Prima non c’era neanche questo, ai tempi di Loiero.

La stessa situazione riguarda la fondazione Field: i costi per il bilancio della Regione 2012 sono stati di 160 mila euro, mi riferisco al bilancio ordinario. Tutta la struttura, di regola, si regge sulle progettazioni e sull’assistenza tecnica dei fondi comunitari per circa 16 milioni di euro e danno un reddito, danno opportunità lavorativa a 400 persone.

Quindi chiudere questa fondazione Field, molto probabilmente, non porta a quel risparmio auspicabile che viene da parte della Giunta, mentre invece il vero problema, proprio parlando del compartimento del lavoro, si ha tutto quanto sulla questione di Calabria lavoro, che sembrerebbe, paradossalmente, che resti in vita e che forse rappresenti come organismo la maggiore spesa, nel 2011 600 mila euro del bilancio ordinario, nel 2012 400 mila euro, con costi anche elevati di chi gestisce questo ente e che ha in carico importanti funzioni e delicate – ricordo, ad esempio, gli ex “Why not”, i lavoratori della legge 28 – che ad oggi non sono stati neanche tanto valorizzati e tantomeno avviati in progetti seri, tranne per un progetto riguardante la questione dei tribunali, il tutto si è accantonato e si è arrivati pure ad avere qualche problema con il dipartimento lavoro sulla gestione di determinati progetti.

A questo aggiungiamo la fondazione “Terina”, che ha un grosso patrimonio immobiliare, in buona parte affittata ad altri enti, che gode di un finanziamento esclusivamente triennale di 4 milioni di euro per ogni tre anni per ottenere il Durc, per poter poi attuare o comunque compartecipare a progetti di rilevanza nazionale di un certo interesse.

Infine, abbiamo anche la discussione, si è parlato qui delle Asi. La Regione, parlando delle Asi, che risparmio dovrebbe fare? Per un semplice motivo: perché la Regione, dal 2001, non versa una quota alle Asi; le quote da affidare alle Asi dovrebbero essere di 300-350 mila euro all’anno, ma non sono state mai affidate, di fatto gli stipendi onerosissimi – ci sono direttori generali che prendono 250 mila euro, altro che i costi del politico!, e i Presidenti circa la metà – però questi costi non gravano sul bilancio ordinario della Regione Calabria, dobbiamo dire la verità, perché se no facciamo mistificazione, facciamo un po’ di pubblicità, vogliamo apparire come quelli che vanno col bisturi da buoni chirurghi a redimere, a togliere, eliminare sprechi, quando sprechi di fatto diretti verso la Regione non sono.

Stessa situazione per i consorzi di bonifica: costano alla Regione 1 milione e mezzo di euro come strutture in sé, però gestiscono 2.500 – è qua il problema – operai idraulico-forestali che sono stati trasferiti ai consorzi di bonifica, che però vengono pagati puntualmente dalla Regione, nonostante l’ente sia di diritto pubblico economico di tipo privato.

Questi, negli anni, proprio per la cattiva politica – ma mi riferisco a trent’anni fa – hanno accumulato una serie di debiti quasi stratosferici, che alla fine è comunque e sempre non il privato, ma la Regione a doversi caricare. Quindi anche sui consorzi di bonifica andrebbe fatto un ragionamento più forte, che attualmente sono 11, sono controllati anche da attività sindacali o meno sindacali, per cui bisognerebbe su questi aspetti specifici evidenziare che tipo di riforma specifica e che cosa si vuole fare, come si vuole veramente misurare la Giunta regionale.

Stessa questione è la fondazione “Film Commission”: è finita dalle stelle alle stalle! Ai tempi di Loiero – ma io lo dico con estrema chiarezza, non per difendere Agazio Loiero, che non ha bisogno della mia difesa d’ufficio – funzionava bene, ha dato prova anche di una certa qualità nell’espletamento delle proprie funzioni, ha fatto cose molto interessanti; oggi è meglio chiuderla perché c’è un’incapacità manifesta nel management attuale, diciamo le cose come stanno.

Stessa questione per quanto riguarda la Commissione emersione lavoro: è una Commissione che ha lavorato benissimo, in questo periodo ha lavorato benissimo, ha redatto progetti; costa all’incirca 500 mila euro e ha preparato un progetto per l’impiego di centinaia e centinaia di giovani, ha fatto colloqui, si sono fatte una serie di cose. Tutto questo operato è rimasto fermo, chiuso in un cassetto, non sappiamo che fine farà.

Poi abbiamo la Siel Servizi, che abbiamo appreso oggi è stata soppressa completamente e poi abbiamo il grande problema, che è quello della Fincalabra, un problema grosso, serio, una struttura – diciamolo chiaramente – elefantiaca su cui si è scaricato un po’ di tanto e un po’ di tutto, non ultimo nell’organico, implementando i costi, gli ex impiegati di Sviluppo Italia, che hanno avuto una corsia preferenziale e che, però, hanno finito per aggravare il costo economico di questa struttura. Questa è una struttura che controlla miriadi di società, alcune fallite, sono società finanziarie, ci sono società di produzione, di servizi anche importanti, ma ce ne sono molte con percentuali differenziate, ce ne sono molte fallite e anche su questo oggi ci saremmo aspettati, visto che parliamo di enti, di aziende, di partecipate, di enti subregionali, di fondazioni e quant’altro, una specifica più approfondita proprio per valutare una migliore ricognizione, per vedere se le quote, ad esempio, di queste società si possono finalmente alienare, perché rappresentano costantemente una perdita di economia e di finanza per la Regione Calabria.

Allora è ovvio che ben venga questa grande opera di ridimensionamento, di rimodernizzazione, di alleggerimento, di riorganizzazione, di maggiore razionalizzazione e di ottimizzazione della spesa, ma che venga fatta anche con un minimo di oculatezza, cercando di eliminare quello che non serve e cercando di preservare e rafforzare quello che serve.

Noi, oggi, non siamo a conoscenza nello specifico, parlando di enti, di come si modificheranno: auspichiamo che vengano modificati per razionalità di tipo amministrativo-finanziaria. Per quanto riguarda il resto sul contenimento della spesa in tutti gli enti che resteranno, è giusto, io l’ho letto, caro sottosegretario Sarra, nel collegato alla finanziaria, bene avete fatto – perché bisogna dire anche le cose come stanno – a togliere i vari collegi sindacali, i vari management ripetuti, Presidenti e Vicepresidenti, e andare verso gli organi monocratici, perché un contenimento della spesa andava fatto, anche perché il periodo delle vacche grasse è finito – lo sappiamo benissimo – al di là della normativa.

Un’ultima battuta per quanto riguarda l’Arssa e Afor. Questi sono gli enti più importanti sia per quello che – come diceva giustamente l’assessore – possono dare all’economia calabrese o che avrebbero dovuto dare all’economia calabrese, sono anche gli enti più importanti perché, vedi l’Afor, dopo la sanità è l’ente strumentale, ancora oggi in liquidazione, che ha il più alto numero di personale e di lavoratori.

Per quanto riguarda l’Arssa,  si è trovato da parte di tutti un assenso generale. Per quale motivo, caro assessore, si è trovato? Perché ente strumentale era, ente strumentale è rimasto. Non abbiamo scoperto l’acqua calda, non abbiamo certamente creato una novità, siamo ritornati a scoprire il passato, la vecchia impostazione  dell’Arssa, che evidenziava in questo organismo, in questo ente strumentale quell’organismo che era necessario per dare maggiore vitalità all’imprenditoria agricola, perché questo ente era nato esclusivamente – poi si è denaturato negli anni 1980 – come ente di ricerca, di sperimentazione, di divulgazione, da mettere a disposizione dell’imprenditoria agricola, che non poteva sostenere – come in Toscana, nel Veneto e in Emilia Romagna – delle spese in termini di innovazione tecnologica, in termini di mercati e quant’altro.

Per cui è un ritorno al passato che gratifica, onestamente, ed è giusto.

E’ ovvio che l’Afor è una situazione differente, perché sull’Afor voi cambiate la personalità giuridica, sapendo benissimo che l’Afor non ha funzionato per un semplice motivo: non per colpa dei lavoratori, non per colpa della personalità giuridica perché era un ente strumentale, se no non si capirebbe per quale motivo fate l’Arssa nuovamente ente strumentale, la conservate sempre con la stessa personalità giuridica, ma esclusivamente perché è mancata la programmazione, perché non hanno funzionato i meccanismi non solo di controllo, ma di pianificazione, di programmazione di questo settore; non l’hanno fatta funzionare, gli operai non hanno agito secondo progetti, non c’è stata, quindi di fatto non è venuto meno il lavoro reale e concreto dei vari settori per cui la forestazione è deputata a svolgere le proprie mansioni.

Questa è la verità, per cui io non capisco perché si deve restare ancorati in positivo sull’Arssa mantenendo quella impostazione che – attenzione – al giorno d’oggi un ente strumentale rispetto a un ente di diritto pubblico non economico di tipo privato dà una maggiore garanzia al lavoratore, anche perché dà maggiori coperture perché c’è di dietro comunque un’istituzione pubblica, quindi trasformarla in un ente privato  può non dico metterla a rischio, ma può provocare problemi in un contesto socio-economico debole come quello calabrese di oggi, anche perché non abbiamo il problema di non farla funzionare, siamo obbligati oggi a farla funzionare, perché il pareggio e l’equilibrio di bilancio che ci viene imposto dal Governo centrale e dall’Europa per il 2014 – io spero che lo si raggiunga nel 2013 in maniera seria, non virtuale – è da applicare per qualsiasi ente ed istituzione, statale, parastatale e non statale che ha collegamenti con il pubblico, per cui ente pubblico, economico e privato deve raggiungere il pareggio e l’equilibrio di bilancio. Perché, noi non siamo obbligati come Regione Calabria, ente pubblico di pubblica amministrazione a dover raggiungere il pareggio di bilancio?! Siamo obbligati, questa è una via ormai imprescindibile, comune a tutti.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Ecco perché ben venga questa impostazione, un’impostazione doverosa, ma che necessita di alcuni passaggi di approfondimento, spero che possiamo farli in queste sedute in questi giorni che restano per una migliore discussione all’interno della Commissione bilancio o di altre Commissioni, proprio per capire come è meglio porre in essere la migliore programmazione di riordino e riorganizzazione, eliminando quello che si può eliminare, al fine di rendere funzionali in rapporto a che cosa? Non solo al contenimento della spesa, perché sarebbe poca cosa, ma soprattutto al raggiungimento degli obiettivi di programmazione che debbono essere al centro della nostra agenda, proprio perché il nostro punto d’arrivo è quello di incrementare il prodotto interno lordo di questa regione, al fine di poter avere una ricaduta positiva in termini anche occupazionali.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Io intervengo, come sempre, brevemente e comunque nei termini che mi sono concessi e non entrerò nel merito, perché l’ha fatto in maniera egregia il collega Mirabelli. Io vorrei fare una premessa: ho ascoltato con grande attenzione la relazione di Sarra. In verità, ne abbiamo sentite tre di relazioni, ma non vedo nessuno dei relatori nei banchi del governo…

(Interruzione)

Non chiami nessuno, ma le voglio dire che è una cosa un po’ inusuale questa, perché se no che senso ha immaginare che si possano riformare degli enti con il contributo della minoranza, senza ascoltarne le proposte! E’ una contraddizione tutto questo!

Ho ascoltato – dicevo – con grandissima attenzione la relazione specialmente di Sarra, ma anche di Trematerra, del Presidente, devo dire anche esauriente, in modo garbato, civile, nel finale anche classicheggiante, però rilevo che – lo dicevamo tra i banchi – su una cosa così importante che dovrebbe cambiare l’aspetto stesso della Regione, noi non abbiamo un testo scritto. In questi casi, i testi scritti si mandano giorni prima, perché è chiaro che se uno vuole fare un approfondimento, convinti come siamo che per enti di questo spessore c’è bisogno di una confluenza di tecnico e di politico, perché la politica da sola non basta e non basta neanche l’elemento tecnico.

Intendiamoci, questi sono enti nati in anni lontani, in cui era ancora fervente una fortissima questione meridionale, per cui gli enti avevano, sì, sempre una finalità produttiva, ma tenevano conto di quello che è un bacino drammatico della nostra regione, che è quello del lavoro – noi dobbiamo dircele queste cose –, il lavoro che oggi ha un ruolo dimesso nel panorama politico nazionale, ma il lavoro è un elemento centrale, è un diritto centrale della nostra Costituzione e non c’è stato nulla, nessuna legislazione prodotta dal Parlamento nazionale nella cosiddetta prima Repubblica che non abbiano messo sempre, con riferimento al Mezzogiorno, al centro il dato del lavoro, come è giusto, perché è uno dei diritti forti della nostra Costituzione, così sono nati la gran parte di questi enti.

Quindi, per poter riformare in un momento così difficile, complicato della vita del Paese, in cui ci sono ristrettezze economiche drammatiche, andrebbe da sé che ci sarebbe bisogno del contributo di tutti quanti, ma di un contributo fattivo. Invece, che cosa dobbiamo rilevare? Io lo dico anche con malinconia questo: a me sembra la preparazione di una campagna elettorale e si continua sulla sloganistica che abbiamo sentito fin dalla campagna elettorale e poi in tutti questi tre anni. Così le cose non vanno– lo devo dire con franchezza – perché se potessimo sottrarci a questo sospetto, allora ci sarebbe bisogno davvero di mettersi intorno a questo malato grave che è la Regione Calabria.

Invece abbiamo sentito tantissime cose, per esempio sui costi della politica. E’ verissimo quello che dice il Presidente, che questo Consiglio ha abbattuto alcuni costi, però se per esempio non è stato messo nella giusta evidenza il contributo che ha avuto l’opposizione nell’abbattere alcuni costi, se oggi non siamo sulle prime pagine, come in genere la Regione spesso si trova sulle prime pagine dei giornali anche per fatti negativi, è anche per il contributo che c’è stato fortissimo della minoranza.

Che cosa voglio dire? Noi sicuramente, se ci illudiamo che le cose vanno in una certa maniera, come enfaticamente abbiamo sentito dire oggi qua, significa che è completamente assente quello che si avverte nelle piazze, nei bar di questo territorio. Io temo che, forse, l’esecutivo sia totalmente avulso da quelli che sono i percorsi della gente in questa regione. Io sono convinto che, invece, i consiglieri regionali, proprio per il loro ruolo di stare di più tra la gente, queste cose le avvertono, perché se no si dà l’impressione di trovarci in un mondo che non esiste, perché oggi un po’ le ristrettezze del Governo, un po’ il problema dell’Europa, un po’ i problemi atavici che non siamo riusciti a risolvere noi, né prima di noi, né voi, è chiaro che rendono difficile la vita di questa regione. Quindi portarci adesso a riformare, fare questo grande impianto riformatore sa di scherno nei confronti dei cittadini.

Due ultime cose e chiudo. Siamo fuori tempo massimo, perché ritengo che, in fondo, la qualità della riforma stessa, quel poco di buono che abbiamo potuto fare sul piano delle riforme, l’abbiamo fatto nel primo anno in cui siamo stati alla guida di questa Regione. La Giunta si è impegnata moltissimo, ma nel primo anno, perché tutto quello che avviene nella seconda metà – e non parlo delle elezioni politiche imminenti, che rendono del tutto evanescenti tutti i nostri gesti…

(Interruzione)

Ma l’abbiamo potuto fare nella prima parte, quando ci si può mettere di buzzo buono e chiamando al tavolo sempre la minoranza in quest’Aula. E tenete conto che c’era un sindacato che non è lo stesso di questa legislatura, che ha subìto i colpi di una trasformazione che è profonda della nostra società. C’era un sindacato esigente, che ha fatto un paio di scioperi generali, tutti e due che non avevano senso rispetto all’apertura al mondo sociale che è stata offerta in passato. Oggi tutti questi problemi non ci sono, perché gli stessi sindaci non hanno la forza che potevano avere fino a quattro-cinque anni fa.

Io ho voluto fare un intervento per richiamare alla serietà dell’impegno. Ma avete letto cosa ha scritto il “Sole 24 ore” non dieci anni fa, cinque giorni fa sulla Regione Calabria, una pagina intera dell’impegno che si ha a dissipare qua dentro? E noi parliamo come se vivessimo in un mondo iperuranio, proprio per fare riferimento a Sarra.

No, questo non va così, Presidente. Se vogliamo davvero anche oggi, in questo tempo ormai ristretto, fare qualche cosa di produttivo, di fecondo per la Regione, non è questo l’approccio che dobbiamo avere – lo dico con estrema franchezza – non per mettersi contro, perché io sono convinto che, se ci sono delle cose serie su cui poter dibattere e confrontarsi, personalmente – ma credo tutta la minoranza – siamo a disposizione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Io penso che il dibattito che si sta svolgendo stamattina all’interno dell’Aula stia, comunque, producendo dei risultati positivi, cioè il fatto che si metta sotto la lente d’ingrandimento una situazione che riguarda la situazione degli enti regionali e quella che è la condizione nella quale la Regione Calabria convive nel dover gestire tutte quelle che sono le attività legate un po’ agli enti, ma anche alla programmazione economica e finanziaria della stessa Regione, è chiaro che, nel momento in cui riflettiamo su queste cose e ci rendiamo conto di quelli che sono i problemi che abbiamo dinanzi a noi, ci vuole un sussulto anche di responsabilità da parte di tutti.

Mi sembra che questo sia avvenuto stamattina, sia nell’intervento dell’onorevole Maiolo, come nell’intervento dell’onorevole Mirabelli, ma anche alla fine, in fondo, anche l’onorevole Loiero, pur criticando una serie di passaggi riguardanti le relazioni sia del sottosegretario Sarra che del Presidente Scopelliti, ha dato questa sua disponibilità, comunque, a discutere e a parlare di riforme.

Non è vero che le riforme si fanno all’inizio delle legislature, si possono fare all’inizio come dopo, dipende da come si fanno le riforme e se si portano a conclusione. Noi abbiamo visto che il precedente governo, ad esempio, per quanto ha riguardato l’Arssa e l’Afor, ha fatto delle riforme e le ha lasciate lì appese, così oggi ci ritroviamo, dopo cinque anni, senza aver trovato una soluzione definitiva a questa problematica.

Allora, se questo è il modo di fare le riforme, io penso che, alla fine, questo non produca nulla e non produca quello che poteva essere l’effetto di un cambiamento rispetto a un modo di procedere e di gestire la cosa pubblica.

Io penso che se qui, oggi, attraverso questo dibattito, troviamo anche il percorso giusto per arrivare a definire quello che deve essere il nuovo assetto istituzionale degli enti subregionali, facciamo un grande passo avanti.

D’altronde, quando l’onorevole Loiero dice che manca un testo scritto, è vero, non è stato presentato in Aula, oggi, un testo scritto, perché si trattava soltanto di avviare un dibattito rispetto al tema delle riforme, ma già il sottosegretario Sarra, nei mesi scorsi, sia sulla stampa che in Commissione riforme – e ne è testimone l’onorevole Principe – ci ha portato una prima bozza di testo, sulla quale lui ha continuato a lavorare su quel primo testo e ritengo che abbia individuato un percorso corretto, cioè quello di valutare se l’Aula è disponibile ad affrontare il tema e, nello stesso tempo, iniziare un percorso istituzionale nelle Commissioni, per arrivare poi alla definizione del testo finale.

Ecco, questo mi sembra un percorso giusto e corretto. E’ chiaro che, nel momento in cui si avrà a disposizione il testo definitivo, si potrà cominciare ad approfondire tutte le tematiche relative ai vari enti.

Io penso che questo lavoro che stamattina si sta facendo nasca anche da una serie di attività di programmazione che sono state fatte all’interno della Regione. Il Presidente ha richiamato la questione relativa all’intervento sulla sanità, che abbiamo avuto l’onore e l’onere anche di poter assumere una serie di decisioni tutti quanti insieme all’interno di questo Consiglio regionale su tutta una serie di tagli che si sono fatti all’interno della sanità, ma per razionalizzare un sistema che tutti quanti sappiamo non era più possibile portarlo avanti per come si stava gestendo. E’ dovuto intervenire il Governo attraverso il tavolo Massicci, per poterci far cambiare rotta rispetto a una questione sulla sanità che ci tramandavamo da anni all’interno di questa Regione.

Noi ci dobbiamo assumere la responsabilità di dire le cose come stanno anche ai nostri concittadini, non possiamo pensare di far passare una spugna rispetto al passato e poi dire che tutti quelli che c’erano prima erano bravi e quelli che arrivano dopo cominciano a fare cose che penalizzano fortemente la nostra comunità. La comunità è penalizzata perché prima si è sperperato; se non si fosse sperperato prima, probabilmente questa nostra comunità e la gestione della Regione potevano andare su un cammino diverso e su degli obiettivi diversi di gestione e di programmazione della cosa pubblica.

Come tanto si sta facendo per quanto riguarda il lavoro. E’ vero che il problema principale oggi in Calabria è quello di trovare occupabilità per i giovani disoccupati, e questo è il problema principale all’interno di questa nostra regione, ma non si può dire – come ha fatto prima l’onorevole Loiero – che qui il problema del lavoro c’è e nulla si fa per risolverlo. Noi abbiamo spostato, nel giro di pochi mesi, attraverso una rimodulazione dei fondi regionali, ben 150 milioni per l’occupabilità all’interno di questa regione. Non è avvenuto mai prima all’interno della Regione Calabria, non si è mai fatta una manovra tale che consentisse di poter fare un Piano del lavoro che desse la possibilità alle imprese di rinnovare la capacità produttiva e occupazionale anche in termini di qualità del lavoro all’interno delle imprese.

Qui dobbiamo darlo questo merito all’assessore Stillitani e al Presidente Scopelliti, che hanno voluto mettere in campo queste risorse, per poter dare una prima risposta, anche se non esaustiva, a quelli che sono i problemi del lavoro e dei giovani calabresi e delle imprese calabresi.///////////////

Allora anche su altri temi si è lavorato e se noi continueremo in questo modo, facendo un’attività da una parte che riguarda le problematiche dello sviluppo e dell’occupazione, dall’altra quella di poter tendere a stabilizzare i lavoratori precari all’interno di questa nostra regione e, infine, quella di lavorare sul risparmio della spesa nella Regione, sul razionalizzare l’utilizzo della spesa pubblica anche attraverso queste manovre di riforma, io penso che questo compito della Regione non possa appartenere soltanto alla maggioranza – lo dico con chiarezza – è un compito che deve appartenere a tutti quanti noi, perché sono i problemi generali di questa regione, sono i problemi sui quali noi ci confrontiamo quotidianamente all’interno di questa regione.

Allora io penso che il dibattito di oggi – e dobbiamo dare merito al sottosegretario Sarra e al Presidente Scopelliti che lo hanno voluto fortemente – possa essere l’inizio per trovare anche un’intesa comune che ci deve portare a poter fare questo percorso virtuoso, che certamente non soltanto noi che siamo sui territori, ma la gente ce lo chiede, perché non ne può più dello spreco della spesa pubblica e ci chiede che la spesa pubblica venga utilizzata in maniera giusta, corretta e razionale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, io la ringrazio per avermi dato la parola e continuo ad esprimere, sinceramente, le mie riserve per la metodologia di conduzione dei dibattiti in questa Assemblea, perché il punto all’ordine del giorno riguarda la questione delle riforme. E’ inutile sprecare parole, noi non ci siamo mai tirati indietro nel dare il contributo e anche stasera dimostreremo con argomenti validi che questo contributo siamo in grado, vogliamo e ritengo che possiamo darlo, come lo abbiamo dato per molti aspetti positivi che sono stati segnalati, in particolare la riduzione dei costi della politica. E’ stato già detto: il Presidente Talarico è testimone del contributo determinante in termini di elaborazione, quantomeno, che i gruppi di minoranza, in particolare il gruppo del Partito democratico, hanno dato al riguardo. Lo stesso contributo vorremmo dare per una verifica della riduzione drastica dei costi di funzionamento dell’amministrazione regionale, tenendo conto della situazione difficile della Calabria, che insieme all’Abruzzo è l’unica Regione che ha due sedi, una per il Consiglio e una per la Giunta.

Quindi le questioni che ci siamo posti in termini di costi, soprattutto per il Consiglio, vanno affrontate e noi daremo il contributo anche per i costi di amministrazione.

La questione metodologica, però, è un’altra – ed io la chiudo in una battuta – cioè oggi parliamo di riforme. Non facciamoci influenzare dalla prossima ed imminente campagna elettorale – in una discussione sulle riforme, subito abbiamo inserito altre questioni da parte di chi ha introdotto il dibattito – non mancando di far notare alla Presidenza del Consiglio – se il Vicepresidente Nicolò ha la bontà di ascoltare, ma mi pare che non ce l’abbia – che in Conferenza dei capigruppo noi ci siamo battuti per tenere il prossimo 19 dicembre un dibattito sulla sanità. La maggioranza si ha pregato di farlo a gennaio e mi pare che si sia fissata la seduta del 10 gennaio.

Allora è inutile parlare di sanità. Io mi limito a dire, al riguardo, che il fallimento nel settore del regionalismo calabrese ha attraversato molte stagioni e molti colori e nessuno è in grado di scagliare la prima pietra.

Restando all’attualità, perché non possiamo sempre perdere tempo nel fare inutili storie, c’è da dire che il tavolo Massicci ha posto in essere una serie di rilievi importanti, addirittura invitando a predisporre un nuovo Piano triennale, che ci fanno capire che le cose non vanno bene. Del resto, se non viviamo sulla Luna e viviamo in Calabria, vediamo che ci sono difficoltà per la sanità sul territorio, sull’organizzazione ospedaliera per quanto riguarda la risposta degli ospedali Hub a richieste di prestazioni che rientrano nel campo delle eccellenze.

Atterrando – ma questo viaggio che reputo lungo non è dovuto alla mia volontà – sulla questione delle riforme, do atto al sottosegretario Sarra di aver fatto un grande sforzo intellettuale e di elaborazione e vorrei dire all’onorevole Magno che, proprio nella seduta in cui avete parlato di queste cose in Commissione, per impegni romani, purtroppo, non sono stato presente. Però al sottosegretario Sarra non avrei difficoltà a dare un dottorato in diritto amministrativo e in economia, perché ha ragione chi ha affermato che certo non abbiamo parlato del sesso degli angeli, però abbiamo svolto un compitino che, teoricamente, merita certamente 110 e lode.

Per quanto ci riguarda, noi non ci sottrarremo dal dare un contributo di esemplificazione, che significa concentrazione e taglio anche di enti inutili, alla fine una grande economia per quanto riguarda le risorse, e sin da ora possiamo dire che noi saremo d’accordo per concentrare in un unico ente per macroarea quelle che sono le varie competenze distribuite dagli enti. Ma voglio dire al sottosegretario Sarra, quando avremo l’opportunità di leggere il risultato di questo suo egregio compito in materia amministrativa applicata all’economia, che qui noi vi sottoporremo una sfida – Maiolo l’ha già detto e, per quanto mi riguarda, sto diventando petulante al riguardo – perché il compito più grande che può avere la Regione in questa legislatura, con una ricaduta enorme in termini di efficienza, di efficacia e di risparmio di risorse, è di mettere in campo la Regione leggera. Basta con la Regione accentratrice, che la Regione ritorni ai suoi compiti istituzionali di legiferazione, programmazione, indirizzo.

Noi stiamo lavorando molto su questo terreno e, finalmente, a giorni avremo pronto questo testo, che presenteremo.

Una cosa che già chiediamo al sottosegretario Sarra, al Governo, ma soprattutto alla Presidenza del Consiglio, che questo testo sia discusso insieme alla riforma più generale che riguarda gli enti, perché la sfida riformatrice deve consistere in questo. Non basta fare operazioni che, se non sono accompagnate da una visione più generale del tipo di Regione che si vuole, rischiano poi di essere certamente operazioni che producono qualche risparmio, ma che alla fine non modificano le negatività di fondo dell’ordinamento regionale.

Quindi su questo punto, caro onorevole Sarra, noi siamo pronti ad una sfida alta e daremo tutti il contributo, affinché questa sia la legislatura che segna un cambio culturale di come deve essere la Regione.

Atterrando ancora di più sui provvedimenti specifici, per quanto riguarda l’Arssa mi pare che il contributo della minoranza sia stato importante, non oserei dire decisivo perché in democrazia valgono sempre i numeri, ma a livello di elaborazione e a livello culturale, l’assessore Trematerra ci può dare atto del contributo che noi abbiamo dato, perché crediamo nell’agricoltura come un perno fondamentale per lo sviluppo della Calabria, e di questi tempi un’agricoltura che non ha supporti adeguati e che non si avvale della ricerca è destinata a soccombere.

Quindi la nuova Arssa che deve dare questo supporto di ricerca, di elaborazione e quant’altro sarà utile per fare dell’agricoltura un perno e oserei  – ma mi pare che l’assessore Caligiuri, che vola nell’empireo più qualificato, non sia più presente in Aula –, anzi rispolvererei anche il distretto tecnologico per l’agro-alimentare, che avevamo posto in essere e che è stato poi – non sappiamo per quale motivo, se non di dare commesse alle nostre università che, a volte, sbagliano ad intendere la ricerca come commessa – smontato completamente. Sull’Arssa – dopo esamineremo il provvedimento – noi abbiamo già raggiunto di mantenere questo ente come ente pubblico strumentale della Regione, abbiamo raggiunto l’obiettivo di dare questa mission all’Arssa, abbiamo raggiunto insieme l’obiettivo di distinguere quello che è il supporto all’agricoltura da quella che è attività imprenditoriale.

In questo contesto condividiamo che nella nuova Arssa ci sia un’attività che può essere, in qualche misura, anche paragonata ad un’attività imprenditoriale, cioè che è quella degli impianti di risalita, che successivamente vedremo come collocare nell’ambito del mercato pubblico e del mercato privato non solo preservando i diritti dei lavoratori che con questo provvedimento vengono salvaguardati, ma anche salvaguardando gli investimenti che gli impianti di risalita hanno avuto per migliorare la loro offerta.

Per quanto riguarda l’Afor, io non ho gradito una parte dell’intervento del Presidente Scopelliti, che ha dato ad intendere che la minoranza avrebbe rapporti privilegiati, peraltro di sudditanza, con una parte del sindacato. La minoranza agisce in piena autonomia e si confronta. Avendo uno spirito democratico, non ci si deve mai negare al confronto e se sono sbagliati atteggiamenti di sudditanza, che comunque sono lontani da quella che è la nostra cultura politica ed amministrativa, è altrettanto sbagliato tentare politicamente di dividere il sindacato, come è sbagliato tentare di dividere tutte le organizzazioni che si muovono nella parte vitale della società. Avete tutti detto della centralità della questione lavoro in Calabria ed io non aggiungo altro, però questo mi conforta, mi solleva e mi rafforza nella mia idea che con le organizzazioni sindacali va fatto un confronto anche aspro, ma per arrivare ad una sintesi in favore dei tanti giovani e delle tante donne disoccupati per il mantenimento dei livelli occupazionali.

Sull’Afor, c’è lo specchietto per le allodole della veste giuridica dell’ente: lasciamo alla fine questo problema, pur partendo da posizioni che sono antitetiche. Noi abbiamo detto in questi mesi che vogliamo sapere che fine fanno i livelli occupazionali, quali sono le risorse, qual è il contributo in termini di programmazione e di attuazione per fare di questo comparto un comparto positivo per la Calabria. Sotto questo profilo, non è ininfluente il ruolo dello Stato, perché quando lo Stato, all’inizio degli anni 1990, ha dato alla Regione Calabria un finanziamento decennale per elaborare progetti, utilizzando questi lavoratori per la tutela idrogeologica del territorio, in quegli anni i risultati si sono visti e se la Calabria ha avuto meno danni rispetto allo sfasciume pendulo che essa è in questi anni, lo si deve al lavoro di quegli anni lì.

Allora le risorse finanziarie, la progettualità, come utilizzare i fondi europei 2014-2020, ma, a proposito, la Regione Calabria ha iniziato il confronto sul programma 2014-2020? Che cosa fare dei Comuni montani? Qui non si tratta di difendere o non difendere le comunità montane, certamente ne difendiamo i lavoratori, ma anche in questo comparto ci sono professionalità e ci sono esempi di grande impatto positivo sul territorio.

Noi siamo per portare avanti il principio dell’Unione dei Comuni montani, ma in questa legge che riguarda l’Afor vogliamo dire quali sono le competenze dei Comuni in questo ambito, cosa fare perché queste competenze, in termini di risorse e di uomini, siano esercitate, chiedersi se non sia il caso di essere ancora più rigorosi per stabilire quali sono i Comuni montani?

Dico questo per dire che noi abbiamo discusso di cose, abbiamo discusso di problemi, sull’Arssa abbiamo quasi raggiunto una sintesi virtuosa che è partita dalla nostra impostazione della veste giuridica per arrivare al traguardo. Sull’Afor, io mi auguro che nelle prossime settimane, sciolti i nodi di cui ho detto adesso, che riguardano le risorse, la tutela dei livelli occupazionali, il ruolo dei Comuni montani, la progettualità e quant’altro, discuteremo laicamente di come questo corpo rivestirlo con una veste giuridica adeguata e mi auguro che anche sull’Afor si possa raggiungere il risultato positivo, innanzitutto nell’interesse di tutti i calabresi e anche di chi in questo ente continua a lavorare e ha speranza di continuare a poter svolgere proficuamente la propria professionalità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Io ritengo che, in una circostanza del genere, soprattutto dopo aver sentito un dibattito, non si può che salutare positivamente questa giornata che è all’insegna del confronto, soprattutto su temi che interessano non tanto gli schieramenti politici, ma un po’ tutte le sorti della regione.

Proprio la settimana scorsa quando abbiamo approvato insieme, quasi all’unanimità, la legge sulla fondazione “Campanella”, abbiamo detto che  la consideravamo alla stregua di una riforma a tutti gli effetti, così come oggi salutiamo positivamente il fatto che, grazie al contributo che verrà dalle minoranze, potremo finalmente approvare la legge di riordino dell’Arssa.Ritengo che questo sia un aspetto qualificante del lavoro di questo Consiglio regionale, un aspetto qualificante dell’impostazione che a questo tema ha voluto dare l’assessore Trematerra.

Io mi auguro che presto anche sull’Afor ci siano le condizioni necessarie, perché forse anche con una certa velocità raggiungiamo un’intesa che possa far vedere la luce a questa riforma che, probabilmente, necessita di un’approvazione rapida ed urgente.

Debbo, altresì, sottolineare che il lavoro del sottosegretario Sarra è  frutto di una visione d’insieme che ha visto anche la maggioranza confrontarsi circa un mese fa in una riunione che ci ha visto impegnati a discutere del futuro della nostra regione; ritengo che non si possa prescindere, oggi, dall’impostazione che è stata data, così come sicuramente il sottosegretario Sarra avrà modo di presentare un progetto che possa vedere un confronto su temi…

Vede, sottosegretario, apprezzo molto il fatto che lei abbia puntualizzato che molte di queste riforme potrebbero venire anche senza una maggioranza qualificata, ma io ritengo che il successo di un’amministrazione e di una classe dirigente debba misurarsi nei livelli di confronto che possono, invece, far suggerire anche delle modifiche o delle correzioni che potrebbero giovare, addirittura, se non migliorare l’impianto, su cui lei ha ottimamente lavorato.

Io ho avuto anche il privilegio di avere una serie di scambi di opinione su alcuni aspetti, soprattutto legati al funzionamento, perché di questo si tratta, ma debbo assolutamente dire che l’impostazione è molto promettente da questo punto di vista ed è necessario che si arrivi a condividere quanto più possibile l’impostazione legata alla riduzione della spesa, sulla scia di quella che è la famosa spending review, ma salvaguardando i livelli occupazionali e, se è possibile, lavorare in maniera coerente al fatto che l’indebitamento di questi enti, che andremo pian piano a riassettare, possa dare una continuità di pagamento delle spettanze che oggi è in parte compromessa.

Quindi brevemente, perché la razionalizzazione e l’efficientamento ormai sono le parole chiave, mi sembra di aver capito che c’è anche una disponibilità da parte dei colleghi della minoranza a voler impegnarsi a fondo su quelle che saranno le nostre proposte, ma soprattutto intendo dire che questo è – così come diceva anche il Presidente – uno snodo ormai obbligatorio, non possiamo sicuramente pensare alla conservazione di qualche posto per qualche amico di cordata politica, non possiamo pensare sicuramente a mantenere in piedi condizioni che non hanno mai dato le sufficienti risposte che attendevano i calabresi. E’ giunto il momento di fare delle scelte, se è possibile, anche difficili, però nella consapevolezza che sono ormai inevitabili, che il percorso che sta per iniziare è inevitabile e soprattutto richiede da parte dell’intero Consiglio regionale uno sforzo di una visione collegiale, che non è quella di tirare acqua al proprio mulino, ma è soprattutto quella di dover fare i conti con un periodo storicamente difficile, che la saggezza, la consapevolezza, anche le buone prassi politiche che questo Consiglio vorrà darsi e che saprà adottare in termini concreti, potrà costituire e forse contribuire, come oggi in questo dibattito, a scrivere delle pagine qualificanti della politica calabrese.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, anche noi riteniamo necessarie le riforme di cui si è tanto parlato questa sera, a condizione che siano delle vere riforme e non, invece, riforme alla stregua della riforma della “Campanella”. Noi riteniamo che la Regione abbia bisogno davvero di riformare, di cancellare enti inutili o scarsamente utili, perché la stessa parola “riformare” in questa Regione – diceva bene il sottosegretario Sarra – è sinonimo di abrogare e molte aziende, molti enti vanno abrogati, a quelli elencati ne vanno aggiunti altri, sono circa 20 i soggetti a cui la Regione partecipa direttamente o indirettamente, di alcuni di questi non ricordiamo neanche il nome, però sono soggetti che gravano e non di poco sul bilancio della Regione, che aumentano i costi, che aumentano l’improduttività, l’irrazionalità.

Quindi c’è bisogno di mettere mano in un settore che, oggi, appare una giungla, una vera e propria macchina mangiasoldi quella degli enti strumentali e degli enti partecipati della Regione, facendo ben attenzione anche a discernere quei soggetti utili al funzionamento della macchina amministrativa e del sistema Regione, quindi cercando di individuare, attraverso un’analisi di cui stasera non vi è – a dire il vero – stata traccia, quei soggetti che davvero rappresentano un peso nell’economia regionale.

Noi, quindi, siamo disponibili, a condizione che si tratti di vera riforma e non di una riformicchia o di un qualcosa di cui porta il nome solo la parola riforma. Noi ci siamo, a condizione che si entri nel merito – la proposta presentata questa sera è generica, sia pure indicativa di qualche settore da riformare – e a condizione che si estenda questa attività, quest’opera di bonifica e di riforma anche ad altri settori che stasera non sono citati, ma che necessitano della scure di questo Consiglio.

Riteniamo, soprattutto, che l’iniziativa che ci avete proposto non si avvilisca e non venga svilita alla stregua della proposta di riforma dell’Arssa, su cui, personalmente, ritengo che non può essere indicata a modello di riforma. La proposta che l’assessore Trematerra ha illustrato stasera al Consiglio è la stessa di un anno fa, è la stessa di sei mesi fa, di tre mesi fa e le perplessità, le osservazioni, i dubbi che il Consiglio, ma anche settori della Giunta, in particolare il settore bilancio hanno avanzato a quella riforma o pseudo-riforma sono tutti in piedi.

Avevamo chiesto, ad esempio, che la riforma dell’Arssa venisse accompagnata da un Piano di razionalizzazione e di riordino, invece non vi è traccia, nella proposta che è stata avanzata questa sera, di alcuna razionalizzazione dei servizi e delle funzioni; avevamo chiesto di fare una serie analisi sui vizi di questo grande mammellone che ha consumato tanta spesa pubblica nel passato; avevamo chiesto che venisse indicato il motore finanziario della riforma dell’Arssa, ma soprattutto volevamo che l’assessore competente, il Presidente, i proponenti di questa pseudo-riforma indicassero al Consiglio e ai calabresi le attività improprie di cui tanto si è parlato nel passato svolte dall’Arssa. Ad esempio, assessore Trematerra, la nuova Arssa continuerà a gestire gli impianti di risalita? E, se sì, che cosa c’entrano gli impianti di risalita con l’agricoltura calabrese?! La nuova Arssa, assessore Trematerra, continuerà a gestire i campeggi, le cantine? E, se sì, che cosa c’entrano queste attività con le attività propriamente agricole?!

Ecco, a queste domande nessuno ha dato delle risposte, eppure tutte queste attività, a cui se ne possono aggiungere tante altre, rappresentano l’80 per cento della spesa del bilancio della stessa Arssa.

Noi riteniamo che la proposta avanzata questa sera sia debole, monca, priva della necessaria efficacia, anche teorica, perché la si possa definire riforma. Non ho sentito, ad esempio, in questi giorni alcuna parola proveniente dai sindacati, che si accontentano, evidentemente, del mantenimento dei livelli occupazionali, cosa importante, ma se nei mesi scorsi da parte del sindacato calabrese nel suo insieme è venuto qualche messaggio e qualche considerazione di ordine generale, beh, sarebbe opportuno riproporle quelle osservazioni che riguardano non solo la componente salariale dell’Arssa, non solo la componente occupazionale, ma soprattutto l’assetto aziendale in senso lato, perché se l’azienda, così come ci viene configurata, verrà riproposta in tutti i suoi limiti, in tutte le sue debolezze, i suoi punti oscuri che hanno prodotto il debito di cui abbiamo tanto parlato in questi mesi, allora non possiamo definirla una riforma, ma una richiesta di delega da parte dell’assessore competente, per poi riorganizzare questa grande azienda con un semplice atto aziendale.

Noi non vogliamo esprimere nessun consenso al buio, non vogliamo che sia un atto aziendale o solo un atto aziendale ad attuare le modifiche anche necessarie dell’Arssa. Vorremmo che la nuova Arssa venisse delineata qui, nella sede del Consiglio regionale, che è la sede solenne, idonea, deputata a fare le riforme, non a delegare il dirigente, l’assessore a fare la riforma in un secondo tempo, perché questo stiamo facendo: voi ci chiedete una delega per il direttore generale che verrà a realizzare, eventualmente, qualche modifica dell’assetto dell’Arssa, perché le grandi questioni, i grandi nodi di questa azienda non vengono assolutamente intaccati, almeno leggendo pure attentamente il testo che ci è stato sottoposto questa sera.

Per queste ragioni, pur ribadendo la nostra disponibilità a fare riforme vere, necessarie, a cui la Calabria nel suo insieme non può rinunciare, non può più derogare, siamo altrettanto intransigenti nella nostra disponibilità a realizzare riforme vere e soprattutto riforme che siano circostanziate, che abbiano contenuti di merito facilmente individuabili e comunicabili alla Calabria e ai calabresi.

Se l’inizio di questa stagione di riforme lo si può commentare o giudicare dalla proposta dell’Arssa, credo che siamo di fronte ad una vera e propria farsa, ad una volontà camuffata di riformare per mantenere le cose così come stanno. Noi a questo gioco non partecipiamo e, per quanto mi riguarda, annuncio il voto contrario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

La chiusura dell’intervento del collega Talarico mi spinge a dire che, ancora una volta, Italia dei valori perde un’occasione, un’occasione che, proprio ascoltando il dibattito dai banchi del centro-sinistra, credo che sia stata pienamente accolta e condivisa non solo nello spirito degli interventi che abbiamo ascoltato – certo, ognuno fa la sua parte – ma anche e soprattutto sull’importanza della sfida in campo. Non a caso, Principe – che è capogruppo del partito più autorevole del centro-sinistra – ha detto che questa è una sfida alta, che io immagino un partito serio, una coalizione attenta possa raccogliere non tanto nell’interesse di una posizione di parte, quanto nell’esigenza generale di vedere questa Regione Calabria non più chiusa e asfittica in se stessa, ma aperta alle novità, aperta alla società e alla modernità.

E’ con questo sentimento che io inizio questo mio intervento, per quanto breve, il coraggio delle scelte, cioè la capacità di saper porre sul tappeto in maniera aperta, trasparente, visuale una consapevolezza che una cultura di governo questa maggioranza, ormai, l’ha acquisita e con piena maturità e, in nome di questa cultura di governo, non si chiude e va avanti a colpi di maggioranza, ma si apre al Consiglio regionale, al Parlamento della Calabria, perché ogni scelta e ogni decisione sia elaborazione di questa grande necessità di portare la Calabria nell’Europa e non aspettare che l’Europa o tutto il Nord dell’Africa venga a conquistare la Calabria.

Se questo è il tema, se la scelta, la sfida che noi vogliamo lanciare è aperta, europea di innovazione e di modernità, io penso che la serietà dell’argomento imponga riflessioni importanti ed autorevoli che io colgo, al di là di qualche flessione da parte dell’onorevole Principe sulla polemica che non serve a nessuno, ma che deve aprirci ad un contributo di impegno sul piano della discussione, settore per settore e argomento per argomento, della materia che andremo a confrontare in Commissione.

Se l’auspicio è questo, io credo che oggi veramente andremo a segnare un punto importante sul piano del quadro generale del rapporto fra maggioranza e minoranza in Consiglio regionale, ma anche di più, un punto importante per dire che c’è in Calabria la politica, perché di questo oggi abbiamo bisogno, oggi abbiamo bisogno di portare soprattutto l’attenzione dei calabresi all’idea che in Calabria c’è la politica. Ecco l’appello che io lancio alla minoranza con senso di responsabilità, il recupero di questo rapporto dialettico che, inevitabilmente, diventa, ognuno nelle proprie posizioni e nel rispetto delle individualità e delle prerogative di ogni consigliere, l’argomento fondamentale che da quest’Aula deve nascere e scaturire per il futuro della nostra terra.

Guardate, non è tanto il tema in sé che, dal punto di vista economico, 15-20 milioni di euro oggi rappresentano una panacea per qualunque amministrazione, che noi andremo a risparmiare con questi tagli, ma è il valore simbolico di una scelta che, dopo aver individuato settori di intervento su cui in passato, forse, qualcuno ha vissuto anche di rendita, noi invece possiamo oggi dimostrare che dalla Calabria può partire un messaggio chiaro a tutto il Paese, al nostro Paese, devastato dall’antipolitica, devastato dalle nefandezze e dalle negatività, tante volte anche a ragione, ma molte volte in maniera eccessiva.

Se la 174 del Governo nazionale impone un indirizzo, se ci costringe ad assumere degli atteggiamenti, è anche vero che la Calabria ha avuto il coraggio di anticipare gli effetti della 174 e dare in maniera forte e chiara il senso di un cambiamento, perché c’è una politica che cambia nella nostra terra e vorremmo che partisse proprio dalla Calabria il messaggio per il Nord, dicendo che questa politica deve essere valorizzata ai massimi livelli istituzionali, perché c’è una classe dirigente attenta e responsabile, perché c’è chi vuole ad ogni modo porsi in una condizione di grande equilibrio e di grande capacità propositiva e intuitiva nell’entrare.

Certo, condivido l’onorevole Principe – l’ho detto in un intervento precedente, l’ho detto in maniera forte e chiara – perché non sempre dalle minoranze arrivano gli attacchi strumentali, molte volte arrivano riflessioni pacate e l’onorevole Principe, oggi, è stato pacato, quando ha posto in evidenza un dato: i mali del regionalismo in Italia hanno una individuazione ben precisa. Non attribuiamo responsabilità, a me non interessa se c’era Prodi, come c’era, in quegli anni al Governo del nostro Paese, a me interessa individuare che la modifica del Titolo della Costituzione non ha dato ragione alle Regioni che anelavano un principio di indirizzo ben preciso e ben determinato sul piano delle coperture e delle competenze. E questo è un fatto importante.

Allora, di fronte alla deficienza dello Stato, che non sempre è riuscito, a prescindere dai Governi di riferimento, a dare risposte precise ed esaustive al bisogno di politica che le Regioni dovevano esprimere nei territori e i Parlamenti sono i Parlamenti regionali, oggi che la sbornia delle vacche grasse è finita, a doversi assumere quest’atto di responsabilità e la proposta avanzata dal governo regionale attraverso il collega Sarra è di grande dignità per il ruolo che le Regioni devono avere, altro che dibattito nazionale, se le Regioni hanno diritto di esistere o meno, se le Regioni hanno diritto di cittadinanza oppure no sul piano dello scenario istituzionale e costituzionale della nostra terra! Le Regioni sono enti importantissimi non solo ai fini del dibattito tout court, ma ai fini di un recupero di quei princìpi di democrazia di cui non possiamo assolutamente fare a meno, perché la Regione rappresenta l’anello fondamentale di garanzia e di tutela delle autonomie territoriali.

Se questo è, allora noi combattiamo il centralismo statale, ma ancora di più combattiamo l’idea e la cultura di chi vuole fare della Regione un ulteriore centralismo, che non serve a nessuno, perché è il principio di sussidiarietà che deve reggere a base dell’articolo 118 e dell’articolo 5 della nostra Costituzione, che noi dobbiamo recuperare in una logica di grande dimensione istituzionale. E’ su questo principio di sussidiarietà che noi vogliamo le riforme, ecco come le culture si incalzano e vengono fuori, onorevole Loiero – che non vedo in Aula – perché avrei voluto rispondere anche a lui, quando mi dice che ci sono enti nati per dare garanzia di lavoro. E’ vero e sostengo quegli enti che sono nati per garanzia di lavoro, ma garanzia di lavoro, non di passività, garanzia di produzione, non di conservatorismo, garanzia di produzione, non certo di nullismo sul piano della capacità o di rendita parassitaria, dove si sono annidate in passato anche momenti speculativi, momenti di malaffare e di ‘ndrangheta.

Allora, amici, vedete come questa visione che sta ponendo in essere la riforma che l’amico Sarra oggi ci ha illustrato in maniera capace assume una dimensione e un veicolo diverso, rispetto a un’idea della semplice riforma dell’ente tanto perché abbiamo un Presidente da sistemare o qualche amico da mettere nel consiglio di amministrazione. Non è assolutamente questo lo spirito.

Io ho colto con piacere che in alcuni passaggi di alcuni interventi lo stesso Maiolo ha sottolineato con sagacia l’importanza di saper individuare momenti di recupero di un rapporto, perché è lì che noi dobbiamo cercare di insinuare la nostra proposta operativa. Certo, ci saranno smagliature, momenti più forti di confronto, certo, ci dovranno essere momenti di disponibilità, ma rientra nella dialettica. Abbiamo raggiunto momenti belli, oggi voteremo l’Arssa in questo clima non di inciucio, ma di forte collaborazione, in questo clima di ritrovata unità perché è con l’unità che nasce la responsabilità e quindi il buon governo e non l’antipolitica.

Non siamo qui per garantire la sopravvivenza di enti ristrutturati, siamo qui, invece, per dire che c’è una nuova filosofia della politica del lavoro, siamo qui per dire che, consapevolmente, ognuno di noi e il governo regionale in testa non devono effettuare la politica degli slogan, ma dei fatti concreti; siamo qui per mettere in campo un’azione concreta, una terapia d’urto ai mali della Calabria.

Ecco perché oggi ritengo, attraverso questo dibattito che stiamo conducendo in Aula, che dobbiamo onorare l’impegno di essere uomini della classe dirigente, per dare l’esempio ad altre classi dirigenti che in questa Regione, molte volte, non sono state all’altezza del compito che noi dimostriamo, perché è da qui che deve nascere la nuova Calabria, è da qui che noi dobbiamo realizzare quella Regione leggera, caro Principe, a cui tu ti richiamavi, perché se questa sarà una Regione leggera col contributo di tutti, probabilmente sarà anche una Regione che noi possiamo offrire agli altri come modello positivo e non come modello negativo che altri vorrebbero dipingere. Non siamo nella negatività, questa è una Regione positiva che vuole guardare lontano, non tanto per noi che forse, ormai, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, quanto per i figli che verranno.

Allora si vada avanti con l’Arssa, con l’Afor, con le riforme strutturali della nostra terra, abbiamo il tempo giusto, questo è il tempo giusto e, se questo è il tempo che ci è dato da vivere – diceva Aldo Moro – cogliamolo per quello che vale, perché da oggi possiamo iscrivere questa nuova Regione nella nuova dimensione europea, una Regione snella, veloce, capace, pronta a contrastare tutti i fenomeni, anche quello del parassitismo burocratico.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Nucera, per il suo intervento.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Presidente, io penso che non è più il tempo degli spot elettorali o degli spot televisivi. La Regione è seduta su una montagna di debiti ed io da rappresentante della Commissione Vigilanza dico che in questi due anni e mezzo ci siamo occupati della situazione dei bilanci dell’Arssa, dell’Afor, di Sorical, di Fincalabra, dei Consorzi di bonifica, dei Consorzi per lo sviluppo industriale, della Fondazione Field, del Consorzio del bergamotto, del Consorzio del cedro di Calabria, di Fondazione Terina, Arpacal, Arcea, Fondazione lavoro, Ardis Calabria.

Una montagna di debiti in una situazione nella quale il bilancio regionale è vincolato, il bilancio del 2012 su 9 miliardi di euro ne vede una gran parte vincolati senza la possibilità di poter avere risorse necessarie tali da affrontare le emergenze occupazionali.

Devo dare atto che non sono uno di quelli che è tenero verso la Giunta Scopelliti. Ma questa sera voglio dare atto anche all’assessore Trematerra di essere stati caparbi sul terreno delle riforme perché se non si avvia a 40 anni dalla istituzione della Regione un processo reale di riforma nessuno sarà in grado di governarla.

Noi dobbiamo liberare risorse che in questi anni sono andate ad alimentare sacche di assistenzialismo, sacchi di spesa improduttiva e dobbiamo restituire importanti organi, istituzioni e aziende - come Arssa ed Afor che hanno missioni importanti per lo sviluppo della nostra regione – alle questioni ed alle missioni originarie.

Se non si vuole più continuare a campare ed a vivere alla giornata in un perenne stato di emergenza senza disporre nemmeno delle risorse minime necessarie per incidere sui processi produttivi ed occupazionali questo Consiglio dovrà rispondere alla sfida delle riforme.

Un percorso che ci porti ad avere una Regione più snella e leggera come diceva il collega Principe, meno preoccupata per la gestione, più attenta alla programmazione delle risorse ed alle leggi.

Oggi credo che sia arrivato il momento perché, veramente, dai dati che emergono dal dibattito rischiamo solo di far sprofondare la nostra Regione in un mare di debiti.

Noi siamo pronti, abbiamo dimostrato in tutte le occasioni che siamo pronti ad accettare questa sfida ed anche in modo autocritico, bisogna dirlo, dal 2007 si è perso molto tempo e tanti guasti sono stati realizzati dal 2007 ad oggi.

Cinque anni in cui si sono lasciate completamente insoddisfatte le esigenze di riforma strutturale del comparto Arssa e Afor ha fatto in modo che si sono aggravate le distorsioni operative.

PRESIDENTE

Onorevole Guccione, solo un attimo. Volevo pregare i colleghi di accomodarsi e di far silenzio.

Carlo GUCCIONE

Vi sono, in modo rilevante situazioni in cui le distorsioni operative ed organizzative hanno comportato guasti enormi sia all’Afor che all’Arssa. Cinque anni di liquidazione che non sono passati invano ma che hanno prodotto preoccupanti situazioni di vuoto.

I commissari liquidatori di Arssa ed Afor hanno accresciuto lo stato generale di confusione ed incertezza generato dall’assenza totale di strategie finalizzato a garantire indispensabili momenti di coordinamento e di indirizzo.

Eppure dal 2007 al 2013 Arssa ed Afor hanno gestito circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, dal 2007 al 2013, per garantire solo la liquidazione. 

Abbiamo perso risorse fondamentali e non abbiamo operato né in agricoltura né in forestazione nonostante una spesa enorme di questo tipo ed i calabresi devono sapere che i guai derivano da questo perché oggi siete voi a governare la Calabria e domani saremo noi. Ma questi problemi ce li troveremo: 1 miliardo 300 milioni dal 2007 al 2013.

E’ urgente la riforma di Arssa ed Afor e di tutte quelle riforme che sono state preannunciate. Riforme che vanno fatte, Presidente Scopelliti, di concerto non solo con la minoranza ma anche con la parte più positiva e radicata nella società calabrese. Non si fanno con un solo uomo a comando, non è polemica: le riforme si fanno in modo concertato e più largamente condiviso come abbiamo fatto con l’Arssa e dobbiamo fare uno sforzo.

Sono d’accordo con l’assessore Trematerra che anche entro il 31 dicembre dobbiamo in modo largo e diffuso avere una proposta largamente condivisa sull’Afor perché è grave che per i dipendenti dell’Afor anche il nuovo anno sia un anno di un ente in liquidazione con tutto quel che può accadere in una situazione generale di crisi economica. Dobbiamo dare certezze e recuperare le missioni di sviluppo perché da lì può venire una parte consistente dello sviluppo della Calabria.

Sulla forestazione è anche sull’agricoltura è uno sforzo che facciamo insieme. Non è un caso che il legislatore ha voluto che queste riforme si facessero con i due terzi perché è un aspetto politico rilevante, non è a caso i due terzi. E’ che sulle riforme di struttura deve essere garantita una larga condivisione e qui ci giochiamo il futuro della Calabria, lo voglio dire con molta chiarezza, perché dalla qualità di queste riforme noi riusciremo da una parte ad avere due aziende che su settori strategici dello sviluppo della nostra regione possono mettere in campo progetti per la nuova occupazione, per lo sviluppo della forestazione e dell’agricoltura. Dall’altra parte risparmieremmo risorse che oggi sono vincolate in questo bilancio ed allora noi dobbiamo fare una operazione di questo tipo ed il messaggio che noi lanciamo questa sera dalla Calabria in questo Consiglio regionale è un messaggio di speranza.

 Il messaggio di riformare l’Arssa oggi e l’Afor domani è un segnale forte di speranza e di possibilità, di poter avere un futuro sul quale non si addensino più tante nubi. Ecco il messaggio che dobbiamo lanciare e lo possiamo fare grazie al lavoro che è stato fatto, agli sforzi che abbiamo fatto noi come opposizione.

Voglio dare atto all’assessore Trematerra di essere stato caparbio, ha avuto una grande capacità di ascolto, ha intessuto rapporti importanti con le forze sociali e quando si fa così ad un certo punto il punto di ricaduta lo troviamo.

Oggi variamo la riforma dell’Arssa e l’impegno anche nostro di fare in modo che con lo stesso metodo in questi giorni si possa lavorare alla riforma dell’Afor.

Non mi sono espresso sulla relazione Sarra, la voglio leggere e voglio capire i tempi ed i modi per come si provvede alla riduzione di tutti questi enti che reputo importanti. C’è bisogno di un approfondimento e si può trovare e troveremo i modi ed i tempi anche nelle riunioni di Commissione di approfondire questi altri temi. Grazie.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

La parola per l’ultimo intervento all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, non posso non sottolineare il momento importante che oggi quest’Aula sta vivendo nell’affrontare dopo metà legislatura un dibattito sulle riforme, su come deve essere riformata questa Regione, su come deve essere ripensata, su come devono essere posti rimedi ai tanti guasti prodotti nel passato, a tanto tempo perso e a tante occasioni sprecate per mettere in ordine e far sì che ci fosse un corretto e virtuoso regionalismo in questa nostra Regione.

Colgo questa opportunità come una opportunità positiva perché comunque ci mette in condizione di poter esprimere in quest’Aula una opinione che diffusamente abbiamo espresso in questi due anni e mezzo invocando la necessità, l’indifferibilità, la drammaticità delle condizioni e non solo quelle congiunturali ma anche quelle strategiche che dovevano e devono portare questa Regione ad una profonda riforma che passa attraverso una razionalizzazione che non è solo quella della spesa. Non può essere una riforma che deve essere figlia per forza della spending review, figlia della contingenza di provvedimenti che cadono sul collo da parte del Governo nazionale.

Ci vuole la consapevolezza che è necessario perché troppo tempo si è perso.

Stasera si discuterà dell’Arssa. Noi nonostante le posizioni critiche che ha espresso il collega Talarico non abbiamo voluto far mancare il nostro contributo ma abbiamo offerto un ventaglio di emendamenti che non è frutto solo della nostra sensibilità ma proviene anche dalla voce, dagli attori principali dell’Arssa e del comparto dell’agricoltura, quell’agricoltura che viene mortificata nel bilancio di previsione, lo voglio sottolineare.

Credo che si faccia bene a trovare una via che possa vedere questo Consiglio regionale intanto riprendere la via del dialogo con la Calabria, con tutti i settori produttivi, con gli attori. Una via di concertazione che francamente fino ad oggi non abbiamo ravvisato.

Abbiamo ascoltato con attenzione ed interesse la relazione del sottosegretario Sarra, anche perché non abbiamo avuto l’opportunità di poter avere i documenti per ragionare e valutare. Credo che alcune questioni comunque vadano chiarite. Intanto va chiarito come si perviene ai risparmi di 20 milioni di euro. Non l’abbiamo capito, non si capisce, certamente non può essere un risparmio che deriva da una riorganizzazione delle direzioni generali, del management di questi enti.

Non abbiamo capito cosa c’entra l’Aterp in questo provvedimento. Vorremmo capire meglio che idea si ha dei Consorzi di bonifica, certamente non vorremo e non saremo d’accordo a rilasciare deleghe in bianco alla Giunta regionale attraverso i regolamenti che lascerebbero carta bianca per poi decidere sulla impalcatura, sull’ossatura fondamentale di questi enti e di questi consorzi sui quali si gioca il futuro di questa Calabria, si giocano le sorti di questa nostra Regione.

Su queste cose noi vorremmo capire e vorremmo una maggiore chiarezza ed una maggiore possibilità di poterci confrontare e di offrire il nostro contributo.

Non vorremmo, certamente, far mancare il nostro contributo, il nostro confronto.

Voglio lanciare un’altra cosa. Ho ascoltato dalle parole dell’avvocato Sarra quasi quasi un monito come se queste riforme potessero essere fatte a maggioranza semplice.

Sarebbe un errore non solo procedurale ma sarebbe un errore non aprire un confronto più serrato e più ampio e comunque è un punto sul quale lancio più di un dubbio.

L’articolo 54 dello Statuto parla chiaro: si andrebbero ad istituire quattro nuove aziende, agenzie regionali. Credo che comunque l’ordinamento su questo tema è chiaro e ci vuole una maggioranza qualificata. Ma non è questo il punto sul quale voglio richiamare l’attenzione.

Credo ci sia necessità di intensificare un confronto che può e dovrà portare alle migliori soluzioni per dare alla Calabria delle prospettive che, francamente, fino ad oggi sono mancate.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Il dibattito è concluso. Dagli interventi dei gruppi sostanzialmente si richiama anche la proposta da parte dell’assessore Trematerra di inserire all’ordine del giorno la modifica legislativa per quanto attiene l’Arssa.

E’ un progetto di legge numero 288/9^, 289/9^, 270/9^ e possiamo inserire all’ordine del giorno la proposta di legge. Possiamo porre in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

Esame abbinato delle Proposte di legge numero 288/9^, 289/9^, 270/9^, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo per l’agricoltura”

PRESIDENTE

Possiamo procedere, adesso, con l’esame dell’articolato tenendo in considerazione gli emendamenti che sono stati presentati e che magari di volta in volta chiamerò ad illustrare col parere del relatore.

Avete tutti il blocco degli emendamenti col testo legislativo? Bene.

La proposta di legge si compone di 13 articoli. Il relatore in Consiglio è l’onorevole Imbalzano. Questa proposta è già passata in Commissione ed hanno espresso parere favorevole i gruppi Pdl-Scopelliti, hanno espresso voto contrario i gruppi di minoranza, pertanto è passata a maggioranza.

Prego, onorevole Imbalzano, ha facoltà di svolgere la relazione visto che c’è stato già il dibattito e che tutti i gruppi si sono già espressi.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell’introdurre il progetto di riforma dei servizi di sviluppo agricolo di iniziativa della Giunta regionale desidero richiamare le ragioni che hanno portato alla proposta di questo testo di legge.

Ricordo che l’applicazione dell’articolo 5 della legge regionale 9/2007 con cui era stata prevista la soppressione dell’Arssa è stata resa estremamente difficoltosa da una serie di obiezioni sollevate sia dalle organizzazioni sindacali che dalle amministrazioni provinciali rese destinatarie delle funzioni dell’ente oggetto di soppressione determinando una posizione di stallo nella definizione della procedura di liquidazione e nel trasferimento delle funzioni.

Da qui la necessità di prevedere forme organizzative diverse nell’ottica di una ripresa di efficienza ed efficacia dell’azione dell’Arssa stessa. Da queste premesse nasce la proposta di legge che istituisce l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura.

La Commissione bilancio che mi onoro di presiedere ha portato – nell’ottica della collaborazione interistituzionale tra Giunta e Consiglio – una serie di modificazioni per rendere questo testo il più condivisibile possibile.

Da questo punto di vista ritengo che la maggioranza abbia dimostrato con i fatti una grande apertura a recepire miglioramenti finanziariamente sostenibili che non stravolgessero l’impianto della riforma.

Alla proposta originaria che dava già forma all’idea di un’azienda capace di rilanciare i servizi di sviluppo agricolo in Calabria si sono affinate alcune parti del testo anche sostanziali in modo da legare le esigenze della riforma ai processi di razionalizzazione della spesa pubblica in atto in questo Paese.

Il risultato è che l’istituenda azienda avrà la forma giuridica di un ente strumentale di diritto pubblico salvaguardando – così come per l’Afor – quando andremo ad esaminare questa riforma lo status giuridico ed i diritti acquisiti del personale in servizio.

In sostanza l’obiettivo a cui si è pervenuti grazie agli emendamenti profondamente innovativi è, certamente, assai apprezzabile.

Il testo licenziato dalla Commissione recepisce, intanto, il principio della spending review laddove la norma finanziaria prevede l’obiettivo di ridurre del 20 per cento la spesa oggi complessivamente sostenuta. Certamente l’assessore Trematerra - non so se vorrà aggiungere qualcosa – avrà modo di approfondire l’obiettivo di fondo che ci siamo un po’ tutti prefissi. Quello cioè, di ammodernare un settore complessivamente non efficiente e comunque non più sostenibile.

Nel merito la proposta di legge è composta da 13 articoli: l’articolo 1 che istituisce l’azienda, gli articoli 2 e 5 che regolamentano sede, funzioni di massima, organi e vigilanza dell’azienda regionale per lo sviluppo in agricoltura.

Le scelte più innovative hanno riguardato gli organi con la previsione che la nuova azienda sia guidata non da un organo politico come il consiglio di amministrazione ma da un organo più tecnico, snello, immediato e separato dalla politica. in sintesi una direzione generale regolamentata dall’articolo 4.

Il coordinamento circa l’attuazione delle linee generali di indirizzo dell’azienda e la verifica del conseguimento è demandato all’attività di un comitato tecnico di indirizzo composto da esperti che opereranno a titolo gratuito.

L’articolo 6 prevede l’istituzione del collegio dei sindaci quale organo di vigilanza necessario sulla gestione finanziaria dell’azienda.

L’articolo 7 prevede che l’organizzazione dell’azienda regionale sia contenuta in atto aziendale nonché dispone in merito alla riorganizzazione dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di divulgazione agricola.

L’articolo 8 disciplina la materia del bilancio e della rendicontazione.

L’articolo 9 prevede disposizioni in materia di risorse, in particolare viene previsto che il patrimonio sia costituito da tutti beni immobili e mobili dell’azienda regionale in liquidazione ai sensi dell’articolo 5 della legge regionale 9/2007 che alla data di entrata in vigore della legge siano adibiti a sedi provinciali degli uffici di quest’ultima ed a sedi sul territorio regionale dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di divulgazione agricola.

L’articolo 10 detta norme in materia di personale prevedendo che la pianta organica dell’azienda sia coperta da personale trasferito o comando dalla Regione Calabria su domanda d’ufficio, da personale transitato dall’azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura in liquidazione.

L’articolo 11 prevede la possibilità dell’utilizzo da parte dell’azienda regionale nell’esercizio delle funzioni assegnate da Fondazione Mediterranea Terina. Qui per la verità c’è un emendamento a questo articolo firmato oggi.

Detta sinergia è maggiormente esplicata quanto ai compiti di ricerca e certificazione delle produzioni tipiche di organizzazione del laboratorio fito-patologico regionale.

L’articolo 12 regola le disposizioni transitorie e finali. Si tratta di una norma scaturita da una approfondita analisi da parte della Commissione che consentirà – a partire dal 2013 – di realizzare un risparmio del personale pari al 20 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2011.

Vi sono, altresì, alcune disposizioni che accelerano la procedura di liquidazione in corso in quanto il commissario liquidatore dovrà entro 120 giorni dall’approvazione della legge trasmettere il piano di liquidazione mantenendo tuttavia separata la gestione delle posizioni tra vecchia e nuova azienda.

L’articolo 13 contiene la norma finanziaria con la quale si quantifica la dotazione di risorse per la nuova azienda per circa 23 milioni di euro la cui disponibilità è assicurata dall’attuale dotazione appostata per l’Arssa.

L’esigenza di inquadrare il provvedimento nel contesto dei provvedimenti di riduzione della spesa avviata col decreto legislativo della spending review ha poi portato a definire un obiettivo di risparmio di spesa nel 2013 pari a circa 7 milioni di euro che verranno compensati in parte dalla riduzione del personale ed in parte dall’alienazione del patrimonio Arssa quantificato in 76 milioni di euro.

In definitiva e per concludere con l’approfondito lavoro svolto siamo profondamente convinti che le proposte di legge della Giunta arricchite dal lavoro della Commissione e dagli emendamenti già approvati rappresentano una proposta di riforma coraggiosa e vanno nella giusta direzione della tutela degli interessi dei lavoratori e dell’Arssa stessa, del netto miglioramento dei servizi che potranno essere resi a tutti i calabresi.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi per discussione generale possiamo passare all’esame dell’articolato.

All’articolo 1 è stato presentato emendamento protocollo 54929 a firma Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Al primo comma dell’articolo 1, le parole <ente pubblico economico> sono sostituite dalle seguenti <ente di diritto pubblico non economico>”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

In questo emendamento le seguenti parole vengono sostituite da “enti di diritto pubblico non economico”.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Candeloro IMBALZANO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 1 è stato presentato emendamento protocollo 34888 a firma dell’onorevole Aiello che così recita: “Articolo 1, comma 2, (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese) L’azienda ha sede legale in Cosenza e distinte sedi operative in tutto il territorio regionale”.

L’emendamento si illustra da sé. Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2, comma 2, è stato presentato emendamento protocollo 34893 a firma dell’onorevole Aiello che così recita: “Abrogare la frase <non connesse alla procedura di liquidazione in corso>”.

Prego, onorevole Aiello.

Ferdinando AIELLO

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrari. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 54745/1 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’articolo 2, comma 2, le parole <in particolare> sono soppresse”.

Questo emendamento lo fa proprio l’onorevole Gallo.

Gianluca GALLO

Lo faccio mio, Presidente, l’emendamento si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento col parere favorevole del relatore e della Giunta.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento 34902 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Aggiungere lettera <l’azienda al fine di evitare duplicazioni di soggetti giuridici e duplicazioni di oneri, continuerà nelle attività cosiddette connesse ai compiti di istituto, (impianti di risalita, impianti irrigui ecc.) così come realizzate nella missione dell’azienda negli anni, necessarie allo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia delle aree interne. L’Azienda dalla data in vigore della presente legge entro dodici mesi presenterà un piano alla Giunta regionale di riorganizzazione delle attività connesse e del personale>”.

Prego, onorevole Aiello.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 40641 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’articolo 2, comma 2, dopo la lettera k) è inserita: <l) provvede all’esercizio degli impianti di cui all’articolo 12, comma 15>;

Prego, onorevole Aiello.

Ferdinando AIELLO

Presidente, questo è un emendamento che ritengo importante anche per il percorso che ha fatto l’assessore Trematerra – gliene do atto – nella stabilizzazione di alcuni lavoratori che, secondo me, valorizza la montagna e dà un ruolo all’Arssa in questa direzione.

L’appello che faccio ai colleghi della maggioranza e della opposizione è di votare questo emendamento affinché si possa dare un senso a tutto ciò che fino adesso è stato discusso in quest’Aula e si possa andare avanti con una programmazione seria nei confronti di quel pezzo di montagna.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole.

Parere della Giunta?

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Sì, ci sarà subito dopo un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo che è più o meno la stessa cosa, andrà in coordinamento formale , il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 54745 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 2, comma 2, dopo l’ultima lettera k) sono inserite le seguenti lettere: <l) coadiuva le attività previste dell’art. 2, comma 1 e 2 della legge regionale n. 48 del 30 ottobre 2012 “Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Calabria”;

m) contribuisce su richiesta del dipartimento agricoltura con proprio personale tecnico ad attività tecniche amministrative e di controllo dell’organismo pagatore (Arcea);

n) provvede all’esercizio degli impianti di cui all’art. 12, comma 15>”.

Prego, assessore.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

…ci sono questioni che riguardano altre funzioni per cui…

PRESIDENTE

Lo fa proprio l’onorevole Gallo?

Gianluca GALLO

Lo faccio mio e si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 34913 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Al comma 6 dell’art. 2, le parole <l’assessore> sono sostituite dalle seguenti <la Giunta regionale su proposta dell’assessore>”.

Gianluca GALLO

L’emendamento lo faccio mio, Presidente, e si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 3 è stato presentato emendamento protocollo 34913/A a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 3, il comma 2 è soppresso”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo 34913/B a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Al comma 1 dell’art. 4 la parola <preferibilmente> è soppressa; dopo le parole <Presidente della Giunta regionale> sono inserite le seguenti <, previa deliberazione della Giunta,>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Questo emendamento, mi viene detto che è ritirato.

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo 54933 a firma degli onorevoli Dattolo, Chiappetta ed altri che così recita: “Al comma 1, dell’art. 4 le parole <, preferibilmente nel settore dell’agricoltura> sono soppresse; dopo le parole <Presidente della Giunta regionale> sono inserite le seguenti <, previa deliberazione della Giunta,>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo 34913/C a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Al comma 3 dell’art. 4 le parole <previa quella eventuale di un commissario straordinario> sono soppresse”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 4 è stato presentato emendamento protocollo 34913/D a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Al comma 5 dell’articolo 4 le parole <è equiparato> sono sostituite con le parole <non può essere superiore>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo 40683 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 5, il comma 1 e il comma 2 sono sostituiti dai seguenti: 1) Il Comitato tecnico di indirizzo (CTI) supporta la definizione delle linee generali di indirizzo strategico dell’azienda, vigila sulla loro attuazione e ne verifica il conseguimento, relazionando alla Giunta regionale, annualmente o su richiesta. Il comitato adotta un proprio regolamento entro tre mesi dall’insediamento;

2) il CTI è nominato con deliberazione della Giunta regionale ed è composto da cinque membri esperti della materia, di cui tre individuati dalla Giunta regionale e due designati secondo criteri di rotazione, in rappresentanza delle 4 organizzazioni agricole maggiormente rappresentative e da queste scelti tra i soggetti di comprovata esperienza esterna alle organizzazioni medesime>”.

Prego, onorevole Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 54929/1 a firma dei consiglieri Giordano e Talarico che così recita: “Al primo comma dell’art. 7 dopo le parole <atto aziendale> sono aggiunte le seguenti <previa concertazione con le OO.SS. di categoria>”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, dopo le parole “atto aziendale” vorremmo che fosse aggiunto con chiarezza “previa concertazione con le Os di categoria”.

Ci sembra quanto meno necessario perché non può essere conferito solo all’atto aziendale e quindi al direttore generale la potestà di poter espletare queste funzioni.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 34889 a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello che così recita: “Al comma 1 <l’organizzazione dell’azienda regionale è contenuta in un atto aziendale di diritto pubblico, adottato dal direttore generale ed approvato dalla Giunta regionale>”.

Ferdinando AIELLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 40683 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 7, comma 1, dopo le parole <direttore generale> sono inserite le seguenti <, nel rispetto delle previsioni normative e di contrattazione collettiva in materia di relazioni sindacali e previa determinazione del fabbisogno di personale>”.

Prego, onorevole Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 54929/2 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., che così recita: “Al terzo comma dell’art. 7, dopo le parole <il direttore generale adotta> sono aggiunge le seguenti <previa concertazione con le OOSS di categoria>”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, al terzo comma dell’articolo 7 dopo le parole “direttore generale” sempre “previa concertazione con le organizzazioni sindacali di categoria”.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 34890 a firma dell’onorevole Aiello che così recita: “All’art. 7, comma 5, eliminare il periodo successivo da <in particolare, quanto ai centri di divulgazione…> fino alla fine del periodo <…più prospiciente per territorio>”.

L’emendamento si illustra da sé.

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 7 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato emendamento protocollo 34900 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Aggiungere il comma 2 <il finanziamento dell’agenzia è assicurato mediante: a) finanziamento annuale della Regione per le spese di funzionamento e per la realizzazione delle attività previste dalla presente legge; b) finanziamenti derivanti dalla partecipazione a progetti regionali, nazionali e comunitari; c) provenienti dai servizi e attività specifiche; d) eventuali ulteriori entrate. I provvedimenti aventi ad oggetto il conto consuntivo, il bilancio preventivo e le relative variazioni sono approvate dalla Giunta regionale>”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo 34913/E a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 9: nel comma 1 le parole <sul territorio regionale> sono sostituite con la parola <territoriali>; il comma 4 è soppresso”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo 40641/A a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 9 nel comma 1 dopo le parole <centri di divulgazione> sono inserite le seguenti <, nonché dai beni di cui all’art. 12, comma 15>”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Parere favorevole. C’è un emendamento subito dopo del collega Dattolo pure.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Possiamo accorpare questo con l’emendamento successivo a firma del collega Dattolo, protocollo 54745/3, che recita: “All’art. 9, comma 1, dopo le parole <centri di divulgazione agricola> sono inserite le seguenti <, nonché dai beni di cui all’art. 12, comma 15>” che pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34898 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Al comma 1, lettera a) aggiungere dopo <transitato dall’azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura> le parole <comprese le attività connesse>”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34899 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 10, comma 2, si richiede l’abrogazione totale”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 34891 a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando che così recita: “Sostituire l’intero comma con il seguente: <Il personale inquadrato nei ruoli dell’Arssa il cui rapporto è disciplinato dal Ccnl del comparto pubblico, Regioni e autonomie locali, è posto in un ruolo speciale nell’organico della Giunta della Regione Calabria e permane nel proprio stato giuridico ed economico, salva opzione del dipendente per il regime proprio della costituenda Arsac. In caso di scioglimento o messa in liquidazione della suddetta azienda il personale inquadrato con Ccnl del comparto pubblico viene reinserito nell’organico della Regione Calabria>”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento protocollo 54745/4 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 10, il comma 3 è sostituito dal seguente <ciascun dipendente comunque transitato alle dipendenze dell’azienda rimane sottoposto al regime contrattuale in essere al momento dell’approvazione della presente legge e, permane nel proprio stato giuridico economico>; nel comma 5 dopo le parole <sino all’approvazione dell’atto aziendale definitivo> sono aggiunte le seguenti <, e comunque fino alla conclusione delle procedure di liquidazione dell’Arssa disposte con legge regionale 11 maggio 2007, n. 9>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento all’articolo 10, protocollo 34913/F, a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.

Pongo in votazione l’articolo 10 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 11 è stato presentato emendamento protocollo 54919 a firma dei consiglieri Dattolo, Chiappetta, Imbalzano che così recita: “L’articolo 11 è abrogato”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Questa abrogazione si rende necessaria perché nel provvedimento che sta redigendo il sottosegretario alle riforme, onorevole Sarra, è prevista la soppressione di Fondazione Terina e solo successivamente le funzioni potranno transitare alla nuova agenzia.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Positivo, ovviamente.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Visto che l’articolo è stato abrogato, l’emendamento successivo è ritirato.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 40683/4 a firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra che così recita: “All’art. 12, nel comma 1, lettera a) la parola <sessanta> è sostituita dalla seguente <trenta>”.

L’emendamento si illustra da sé.

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 54745/5, all’articolo 12, a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/5 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 2 è sostituito dal seguente <2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge decadono di diritto il commissario liquidatore ed il vice commissario dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura, Arssa, posta in liquidazione ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 ed i relativi contratti a tempo determinato cessano di avere efficacia. Con decreto del Presidente della Giunta regionale previa deliberazione della Giunta, sono nominati con scadenza al 31 dicembre 2014 il commissario liquidatore dell’Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura – Arssa – ed un subcommissario con funzioni anche vicarie, al quale il commissario delegherà il compimento di specifiche operazioni. Nelle more di tale nomina si applica l’articolo 6 della legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge regionale 5 agosto 1992, n. 13). A decorrere dalla data di nomina del direttore generale il commissario liquidatore ed il sub-commissario esercitano esclusivamente le funzioni finalizzate alla liquidazione di detta agenzia (Arssa) ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9. Alla scadenza degli incarichi di cui al secondo periodo del presente comma, il direttore generale dell’Agenza regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese assume le funzioni di commissario liquidatore unico dell’Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, Arssa, svolgendo tali funzioni senza percepire compensi aggiuntivi. La procedura di liquidazione dovrà essere conclusa il 31 dicembre 2015>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54929/3 a firma dei consiglieri Giordano, Domenico Talarico che così recita: “Al comma 4 dell’art. 12, il periodo <…assumendo come riferimento la spesa rapportata alle unità transitate alle dipendenze dell’Agenza regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese> è soppresso”.

Domenico TALARICO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/7 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, comma 4, le parole <entro centoventi giorni dalla nomina di cui al comma 1, lettera a)> sono sostituite dalle seguenti <fatta salva qualsiasi misura da intraprendere in attuazione delle disposizioni contenute nel decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, entro sessanta giorni dalla decorrenza di cui al comma 5>”..

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo numero 40683/2 a firma Chiappetta, Dattolo, Bilardi e Serra è ritirato.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/8 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, comma 6 le parole <centoventi giorni dall’entrata in vigore della presente legge> sono sostituite dalle seguenti <sessanta giorni dalla nomina di cui al comma 2>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 40683/3 a firma dei consiglieri firma Chiappetta, Dattolo, Bilardi e Serra è ritirato.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/9 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’art. 12, il comma 12 è sostituito dal seguente <All’art. 5, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, il comma 2 è sostituito dal seguente: 2. Nell’ambito della liquidazione il commissario dovrà trasferire all’Ente deputato a svolgere le funzioni di forestazione allorquando costituito l’intero patrimonio afferente il Polo  Soprassuoli Boschivi facente parte del patrimonio dell’Arssa, con il relativo personale preposto che sarà inquadrato nei ruoli dell’Ente subentrante ed al quale si applicheranno le disposizioni di cui alla legge istitutiva dello stesso>”.

Alfonso DATTOLO

Presidente, l’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e dalla Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo numero 34913/H a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.

L’emendamento protocollo numero 34913/I a firma dell’onorevole Dattolo è ritirato.

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 40641/B a firma del consigliere Aiello Ferdinando che così recita: “All’art. 12, dopo il comma 14 è inserito il seguente <15. I beni immobili e mobili pertinenziali costituenti gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle relative risorse del patrimonio dell’azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese ai sensi dell’art. 9, comma 1, ed il personale adibito all’esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze dell’Azienda ai sensi dell’art. 10>”.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

Alfonso DATTOLO

Presidente, c’è un mio emendamento successivo all’articolo 12, protocollo 54745/10 che assorbe i due emendamenti dell’onorevole Aiello sia quello 40641/B che quello 40641/A

Per cui se vuole può fare un coordinamento formale fra i tre potrebbe farlo.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione gli emendamenti con il coordinamento formale.

(Sono approvati)

All’articolo 12 è stato presentato emendamento protocollo 54745/10 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All'articolo 12 dopo il comma 14 sono inseriti i seguenti:

"15. I beni immobili e mobili pertinenziali costituenti gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle relative risorse del patrimonio dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, ed il personale adibito all'esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze dell'Azienda, ai sensi dell'articolo 10".

"16. Alla legge regionale 7 marzo 2010, n, 10 sor» apportate le seguenti modifiche:

a)      All'articolo 3 comma 2 è sostituito dal seguente:

"2. Il prezzo di vendita viene determinato dal commissario liquidatore o dal sub commissario liquidatore appositamente delegato ai sensi dell'art. 12 comma 2, coadiuvati da due funzionari dell'Agenzia e/o dell'istituenda Azienda. La stima viene redatta sulla base dei valori agricoli medi di cui-alia legge 22.10.1971, n. 865 e-successive modificazioni, con eventuali variazioni in più o in meno entro il 20 per cento in funzione della peculiarità del fondo";

b)      Nell'articolo 7, al comma 1 bis, la parola "tre" è sostituita dalla parola "cinque"

"17. Per le attività relative ai beni immobili della riforma fondiaria di cui agli artìcoli 9,10,11 della Legge 30 aprile 1976 n. 386, in base al disposto dell'art. 24 della legge 8 maggio 1998, n 146, nei modi e nelle forme previste dalla L.R. 7 marzo 2000 n 10 e s.m.i. l'Agenzia può avvalersi dell'istituenda Azienda."

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54929/4 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Al primo comma dell’art. 13 l’importo di euro 23.290.000,00 è sostituito dal seguente euro 25.268.000,00”.

Domenico TALARICO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54931 a firma dei consiglieri Dattolo e altri così recita: “All’art. 13, comma 1, il seguente importo <23.290.000,00> è sostituito dal seguente <26.800.000,00>”.

Alfonso DATTOLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevoli.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 54929/5 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico Domenico che così recita: “Dopo il primo comma dell’art. 13 è aggiunto il seguente: 1bis: Degli oneri quantificati al precedente comma, l’importo di euro 13.394.000,00 corrispondenti agli oneri per il personale funzione pubblica, sono trasferite all’Upb 1.02.01.01 (spese per il personale regionale) in apposito capitolo>”.

Domenico TALARICO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrari.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 13 come emendato.

(E’ approvato)

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, solo per annunciare quel che ha già anticipato il capogruppo onorevole Principe. Questo voto favorevole deve anche essere inteso come una sottolineatura da parte della minoranza che quando il metodo del confronto prevale su quelle che sono le posizioni pregiudiziali penso che si facciano dei passi avanti e questo consesso, complessivamente la Regione e il Consiglio regionale, recupera – secondo me – positività all’esterno e quindi io mi auguro che anche la riforma dell’Afor che ha bisogno di riconsiderare aspetti fondamentali che attendono risposte, fra tutte quelle delle comunità montane e della prospettiva anche della unione dei comuni montani, penso che con uno sforzo collettivo e con una capacità di affronto e confronto potremo aggiungere analogo risultato positivo.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la legge nel suo complesso e l’autorizzazione al coordinamento formale col solo voto contrario dell’onorevole Talarico.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

Fausto ORSOMARSO

Presidente, se si può richiamare in Aula una modifica agli articoli della legge urbanistica della Calabria, gli articoli 50 e 65 del 16 aprile…

PRESIDENTE

Abbiamo già agli atti…

Se vuole leggere la nuova formulazione

Fausto ORSOMARSO

Sì, riguarda “Modifiche all’articolo 50 della legge regionale 19/2002”; all’articolo 1 al comma 6bis dell’articolo 50 della legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 dopo le parole <delle zone> le parole <A, B, D, F e C lottizzate così come previsto dal> sono sostituite da <omogenee vigenti ed elencate al>”.

Sempre al comma 2, lettera a) dell’articolo 65 della legge regionale 19/2002 dopo le parole <rimangono in vigore> le parole <fino all’adozione> sono così sostituite <limitatamente alle zone omogenee riportate nel successivo punto B fino all’adozione>.

Va da sé che è una modifica a due articoli di forma rispetto alla legge urbanistica della Calabria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, intanto, l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 358/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per i servizi di trasporto pubblico locale”

PRESIDENTE

Adesso siamo alla proposta di legge numero 358/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: Norme per i servizi di trasporto pubblico locale”.

L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, brevemente perché questo testo di legge è stato già discusso ampiamente in Commissione. In pratica ha l’obiettivo di colmare un vuoto, dopo la sentenza della Corte costituzionale 2011 che aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 43, comma 2 della legge regionale 8/2010.

Quindi questo era l’obiettivo e penso che sia racchiuso nel progetto di legge che è stato licenziato dalla Commissione.

PRESIDENTE

Sono stati presentati degli emendamenti.

Non essendoci richieste di parola per discussione generale, procediamo con la votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 54717 a firma dell’onorevole Chiappetta che così recita: “All’art. 2 comma 2, dopo le parole < nei limiti delle disposizioni normative > sono aggiunte le parole < adeguando i servizi alle compatibilità finanziarie >”

Prego, onorevole Chiappetta.

Giampaolo CHIAPPETTA

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Sempre a firma dell’onorevole Chiappetta è stato presentato emendamento protocollo 54614 che così recita: “All’art. 2, comma 2 dopo le parole < Legge regionale n. 18/2006 > sono aggiunte le parole < nei limiti in cui il prolungamento non costituisca sovrapposizione con servizi di linea affidati a diverso soggetto gestore, in esercizio al momento di entrata in vigore della presente legge>”.

Prego, onorevole Chiappetta.

Giampaolo CHIAPPETTA

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, da come era stata illustrata dal proponente sembrava una modifica lieve alla legge urbanistica, per giunta ho sentito…

PRESIDENTE

No, onorevole Principe, stiamo parlando della legge sui trasporti.

Quella alla legge urbanistica è stata inserita all’ordine del giorno poi darete il vostro giudizio di merito.

Sandro PRINCIPE

Chiedo scusa ma noi abbiamo votato favorevolmente a quella sull’urbanistica…

PRESIDENTE

Questi sono i trasporti.

Sandro PRINCIPE

Ma chiedo scusa questa legge non c’è all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Quella dei trasporti? Per quella dei trasporti nella fase iniziale della seduta, l’assessore Fedele ha chiesto l’inserimento. Non ci sono state obiezioni da parte del Consiglio e l’abbiamo inserita.

Sandro PRINCIPE

Chiedo scusa, ma affinché le leggi abbiano la giusta pregnanza siamo venuti in Consiglio regionale per discutere di riforme.

Le chiedo, cortesemente, se c’è urgenza per questo provvedimento lo facciamo giorno 21 in modo da aver la possibilità di valutarlo; francamente, siamo venuti senza aver letto alcunché. Io la prego, pertanto, di tener conto di questo fatto che ha una valenza fortemente istituzionale.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, io faccio osservare le regole come da Regolamento del Consiglio regionale. Cioè il consigliere regionale ad inizio seduta si può alzare e può chiedere l’inserimento all’ordine del giorno nel momento in cui ci siano i due terzi dei voti.

Io mi sono rivolto – come è avvenuto sul bilancio e per l’altra legge del Regolamento – dopo la proposta alla minoranza in modo tale da capire se c’erano obiezioni sulla legge.

Non essendoci state obiezioni su questo argomento, noi abbiamo votato e abbiamo inserito all’ordine del giorno. Oggi è inserita all’ordine del giorno e stiamo votando l’articolato. Se adesso c’è una  proposta per la quale si vuol chiedere il rinvio alla prossima seduta, lei la può fare ma il punto è inserito all’ordine del giorno perché non ci sono state obiezioni.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI (fuori microfono)

Se uno vuole presentare emendamenti ad una legge come li presenta? Non abbiamo i tempi per farlo…

PRESIDENTE

Ma queste cose le avreste dovute dire ad inizio seduta…

(Interruzione)

Queste sono eccezioni che io comprendo, ma perché  sono previsti i due terzi dei voti? Perché si possono fare le eccezioni che diceva l’onorevole Sulla..

Sandro PRINCIPE

Ma io sono stato seduto vicino a lei e per la verità non mi sono accorto,  faccio ammenda del mio comportamento,  ma…

PRESIDENTE

Nella fase iniziale si è alzato l’onorevole Fedele dichiarandone  l’urgenza ed abbiamo votato.

Sandro PRINCIPE

Non me ne sono reso conto. Le volevo dire che poiché l’Aula sta dimostrando un grande senso di responsabilità perché sia pure nei differenti ruoli, Presidente, e con opinioni che a volte divergono radicalmente, nessuno può negare che da parte nostra c’è una grande volontà di lavorare per i calabresi. Non abbiamo nessun timore quindi di favorire l’adozione di provvedimenti che riteniamo utili.

Proprio per questo motivo c’è stato un equivoco che può succedere anche in un’Assemblea legislativa.

Allora io le chiedo ufficialmente rivolgendomi al suo ruolo di super partes di rinviarla al 21 in modo che abbiamo…

PRESIDENTE

Mi rivolgo alla maggioranza. L’onorevole Principe chiede la possibilità che questa proposta di legge possa essere trattata alla prossima seduta per dare la possibilità e l’opportunità di prevederla.

Prego, assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, proprio a testimonianza che non c’è nessuna malafede da parte nostra, ricordo che  è un provvedimento discusso in Commissione e tra l’altro i colleghi Franchino e Guccione sono stati presenti – così come altri colleghi – ed hanno contribuito con i loro emendamenti in Commissione, che abbiamo anche approvato ed accettato perché andavano nella giusta direzione che avevamo proposto anche noi, è un progetto di legge di recepimento di alcune leggi nazionali che la Cassazione ha modificato e alla quale dobbiamo adeguarci dal 1° gennaio.

Non era una norma di nessun tipo né tanto meno porta problemi di natura finanziaria, assolutamente. Non c’era quindi nessun aspetto e tra l’altro i colleghi lo sanno.

Per cui siamo già a metà della votazione, se ritenete di continuare in quel rapporto di disponibilità e di collaborazione continuiamo. Se pensate che questo possa essere un motivo di prevaricazione, che non è in effetti, possiamo anche spostarlo al 21 ma le motivazioni sono queste: non ci sono argomenti tali per farlo ed i colleghi lo sanno per aver partecipato in Commissione, abbiamo approvato molti emendamenti da loro sostenuti e proposti perché erano giusti. Non c’è quindi questa motivazione.

Abbiamo necessità dal 1° gennaio di avere queste normative che ci servono per il lavoro da gennaio in poi. Quindi la fretta e l’urgenza esposta al Presidente era questa, tra l’altro chiesta per Regolamento normalmente ecc.

Se ritenete io vi pregherei di andare avanti visto che siamo già a metà. Se poi per voi è un motivo ostativo,  la spostiamo al 21, non voglio fare nessun tipo di prevaricazione. Non c’è niente di politico o di… è solo un fatto tecnico, onestamente il dipartimento più che altro ne ha bisogno perché sono norme che ci servono dal 1° gennaio in poi per regolare questo settore che, come vedete, è un po’ nella bufera.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, onorevole Fedele, lungi da noi il cattivo pensiero di ritenere che da parte della minoranza ci sia una qualunque volontà di prevaricazione, detto questo mi permetto di insistere se è possibile per metterlo al primo punto di giorno 21 in modo che anche noi si possa avere eventualmente la possibilità di proporre degli emendamenti.

Sinceramente pensavamo che questo provvedimento non venisse in Aula.

PRESIDENTE

Prego, assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, anche su invito del Presidente Scopelliti che sto scoprendo sempre più… non uso un termine… più vicino alle mie posizioni,  accettiamo la proposta del collega Principe.

Mettiamo questo al primo punto visto che siamo già a metà, così lo liquideremo in poco tempo perché poi ci sarà in discussione il bilancio e non vorrei che lì si perdesse tempo, perché è la cosa principale. Insomma.

PRESIDENTE

Ormai stiamo diventando tutti moderati.

Quindi questo punto si rinvia alla  prossima seduta  al primo punto all’ordine del giorno con gli emendamenti già approvati all’articolo 1.

(Così resta stabilito)

Proposta di legge numero 405/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Modifiche agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria)

PRESIDENTE

Si passa adesso alla proposta di legge numero 405/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Modifiche agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria)”.

Nessuno chiede di parlare per discussione generale, passiamo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con il coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del 14 dicembre 2012 dei consiglieri Guccione, Censore, Scalzo, Battaglia, De Gaetano “Sui precari del comparto sanitario con contratto in scadenza

PRESIDENTE

All’ordine del giorno abbiamo l’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione, Censore, Scalzo, Battaglia, De Gaetano “Sui precari del comparto sanitario con contratto in scadenza”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Presidente, per quanto riguarda questa questione dei precari della sanità in scadenza al 31 dicembre 2012 ieri abbiamo avuto l’audizione in Commissione del direttore del dipartimento alla salute, il dottore Orlando, che ci ha detto che a fronte di 1650 precari in scadenza al 31 dicembre,  una parte consistente circa 850 precari non avranno la proroga perché non rientrano nel decreto Balduzzi.

Da questo punto di vista l’ordine del giorno tende a chiedere al commissario per l’attuazione del piano di rientro, onorevole Scopelliti, di predisporre una proroga così come è avvenuto l’anno precedente per questi precari in scadenza per assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Il rischio è quello della implosione del sistema sanitario.

Questo è lo scopo dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola, pertanto pongo in votazione l’ordine del giorno come illustrato in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 81 di iniziativa dei consiglieri Gallo, Orsomarso, Chizzoniti, Magno, Morrone, Grillo, Scalzo, Franchino, Talarico. Tripodi “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino”

PRESIDENTE

Si passa alla mozione numero 81 di iniziativa dei consiglieri Gallo, Orsomarso, Chizzoniti, Magno, Morrone, Grillo, Scalzo, Franchino, Talarico, Tripodi “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

dall'autunno 2010 il versante Calabro del Pollino è interessato da uno sciame sismico che ha fin qui fatto registrare oltre 2.500 scosse di intensità superiore a magnitudo 2.0;

il 26 ottobre del 2012, alle ore 1.06, il paese di Mormanno e quelli viciniori di Laino Borgo e Laino Castello, sono stati interessati da una scossa di magnitudo 5.0 che ha causato gravi danni alle cose e disagi alle persone;

a seguito del detto evento, il Governo, anche su sollecitazione della Regione Calabria, ha decretato lo stato di emergenza, nominando quale commissario delegato per l'attuazione degli interventi necessari il Prefetto di Cosenza, S. E. Raffaele Cannizzaro;

la Regione Calabria in tutte le sue articolazioni, a partire dal Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, sin dalle prime ore successive alla scossa tellurica del 26 ottobre u.s., ha manifestato il proprio impegno per contribuire al celere ripristino della normalità nelle aree colpite dal sisma;

per manifestare vicinanza e solidarietà alle popolazioni interessate, ma pure per mettere in campo ogni strategia d'intervento utile e possibile nell'ambito delle proprie competenze, la Quarta commissione consiliare regionale "Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente" ha avviato un'indagine conoscitiva sugli effetti del sisma e sulle procedure necessarie all'attivazione di processi virtuosi, anche legislativi, di superamento dell'emergenze e di ripristino delle condizioni di sicurezza e vivibilità;

nell'ambito di detta indagine, il 5 dicembre 2012, nei saloni del consorzio di bonifica di Mormanno, la quarta Commissione s'è riunita per una serie di audizioni;

a dette audizioni hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Mormanno, i rappresentanti del Comune di Laino Borgo, il Vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio, la Provincia di Cosenza, l'Ente Parco nazionale del Pollino, la Protezione Civile;

dalle predette audizioni è emerso che, alla data del 5 dicembre, con riferimento alla sola Mormanno, 265 sono le ordinanze di inagibilità emesse, 100 le famiglie sgomberate, 23 gli esercizi commerciali chiusi e che inagibili sono stati altresì dichiarati l'ospedale, l'ufficio postale e 8 delle 10 chiese cittadine, mentre l'intera area del centro storico è stata dichiarata zona rossa, e perciò esclusa da ogni possibilità di accesso o transito;

gli intervenuti hanno coralmente valutato come esiguo e per molti versi irrisorio lo stanziamento da 10 milioni di euro annunciato dal Governo centrale;

tutti hanno espresso netta contrarietà all'ipotesi di destinare la gran parte delle poche risorse comunque disponibili ad operazioni di semplice puntellamelo degli edifici pericolanti, ritenendo invece opportuno, pur garantendo senza titubanza le ragioni di sicurezza, destinare i finanziamenti esistenti e quelli che verranno ad opere di recupero e consolidamento;

a tal fine tutti hanno concordato sull'opportunità di predisporre con urgenza e celerità un piano di consolidamento, sollecitando la Regione Calabria ad assumere un ruolo di primo piano e di guida, concordemente e di concerto al Commissario delegato per l'emergenza terremoto, S. E. il Prefetto Raffaele Cannizzaro;

Tutto quanto premesso e considerato

conferisce espresso mandato alla Quarta commissione consiliare regionale a proseguire senza indugio nella sua attività conoscitiva e di controllo, attraverso la convocazione di una nuova seduta per procedere all'audizione dell'Assessore regionale ai lavori pubblici, Pino Gentile, e del Sottosegretario regionale alla Protezione Civile, Franco Torchia, in ordine alle procedure attivate e da attivarsi in relazione ai piani di superamento dell'emergenza e di intervento per il consolidamento delle zone terremotate;

Impegna

a) il Governo regionale ad attivare tutte le iniziative utili ed opportune per aprire un confronto col Governo centrale, affinché in stretto coordinamento con la Regione medesima, gli enti locali ed il Commissario delegato per l'emergenza terremoto si individuino le risorse finanziarie e le iniziative progettuali utili al superamento dell'emergenza;

b) il medesimo Governo regionale a voler individuare risorse proprie, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e le esigenze di bilancio, da investire nell'opera di consolidamento e bonifica idrogeologica del territorio, oltre che a sostegno delle famiglie, dell'economia privata e delle imprese del territorio;

c) il Governo regionale che con l'approvazione del bilancio di previsione e del collegato allo stesso venga normativamente ed amministrativamente prevista la sospensione del pagamento di tributi di matrice regionale in favore delle sole popolazioni colpite dal sisma, per come del resto auspicato dall'assemblea consiliare regionale con mozione approvata nei giorni scorsi ed alla luce dell'impegno in tal senso assunto dallo stesso Presidente della Giunta regionale.”

Prego, onorevole Gallo ha facoltà di illustrare la mozione.

Gianluca GALLO

Presidente, l’avevo illustrata anche in precedenza.

Si tratta di una mozione relativa alla vicenda del sisma di Mormanno per cui ne chiedo l’approvazione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione come letta ed illustrata in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno del 14 dicembre 2012 di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla conclusione del progetto di accoglienza dei migranti afferenti all’Emergenza Nord Africa”

PRESIDENTE

Siamo all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla conclusione del progetto di accoglienza dei migranti afferenti all’Emergenza Nord Africa” di cui do lettura: “Premesso che

con il DPCM del 12 febbraio 2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini provenienti dal Nord Africa, poi prorogato al 31 dicembre 2012 con il DPCM del 6 ottobre 2011;

il 30 marzo 2011 il Governo e le Regioni hanno sancito un accordo per la distribuzione dei migranti in tutte le Regioni (con l'esclusione dell'Abruzzo) e l'istituzione di una Cabina di Regia nazionale coordinata dal Governo e articolata nelle diverse realtà regionali;

il 6 aprile 2011 la Cabina di Regia nazionale ha integrato l'accordo con la previsione del piano di accoglienza dei profughi attraverso il sistema di protezione civile nazionale;

attualmente risultano presenti sul territorio italiano 26.490 migranti, di cui 18.271 ospitati dalle Regioni. Molti di questi sono cittadini di Stati africani diversi da quelli del Nord Africa e si tratta di persone che da anni vivevano nel territorio libico intrattenendo rapporti di lavoro. Dopo lo scoppio della guerra civile sono stati costretti a fuggire a causa delle persecuzioni da parte del Governo libico;

considerato che

la scelta del Governo Berlusconi è stata di considerare tutti i profughi quali richiedenti la protezione internazionale, subordinando così il soggiorno di queste persone al riconoscimento del loro diritto alla protezione da parte di apposite Commissioni denominate Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale;

tale scelta ha vincolato gli Enti locali a mantenere in essere i progetti di accoglienza debitamente finanziati dalla Protezione Civile per garantire ai migranti il diritto di essere auditi in Commissione;

tenuto conto che

il DPCM del 6 ottobre 2011 ha fissato nel 31 dicembre 2012 la chiusura dello stato di emergenza e la conseguente cessazione del finanziamento di tali progetti da parte della Protezione Civile;

ritenuto che

la chiusura del progetto di accoglienza rischia di destinare molte di queste persone (non autonome dal punto di vista abitativo, lavorativo ed economico) ad una vita di espedienti;

Impegna

la Giunta regionale

ad attivarsi presso il governo nazionale affinché lo stato di emergenza venga prorogato anche per l'anno 2013 e conseguentemente i progetti di accoglienza vengano ulteriormente finanziati;

di sollecitare un provvedimento istituzionale da parte delle autorità nazionali idoneo a prendere atto della reale situazione e a garantire a coloro che hanno ricevuto il diniego (sia a quelli che abbiano interposto ricorso sia a quelli che non l'abbiano interposto) un Permesso di soggiorno per protezione umanitaria ad hoc, nel rispetto della dignità umana e della legge”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Presidente, si tratta di un ordine del giorno che riguarda il progetto di accoglienza dei migranti afferenti l’emergenza nord-Africa.

Come è noto il Governo il 12 febbraio 2011 ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dal nord-Africa.

Con questo ordine del giorno si impegna la Giunta ed il Presidente affinché intervengano sul Governo per prorogare lo stato di emergenza e quindi i progetti di accoglienza che sono stati nel frattempo predisposti possano essere anch’essi prorogati. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,38

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Morrone e De Masi.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Norme in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche – Organizzazione del Servizio idrico integrato: Istituzione dell’Autorità idrica calabrese (Delibera G.R. n. 545 del 10.12.2012)” (P.L. n. 400/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale 2013-2015 (Delibera G.R. n. 546 del 10.12.2012)” (P.L. n. 401/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 (Legge finanziaria) (Delibera G.R. n. 547 del 10.12.2012)” (P.L. n. 402/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013) – (Delibera G.R. n. 548 del 10.12.2012)” (P.L. n. 403/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – alla prima - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Seconda variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2012 ai sensi dell’art. 23, comma 1 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Delibera G.R. n. 553 del 10.12.2012)” (P.L. n. 404/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Magarò - “Diritti dei cittadini e controllo sulla qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie” (P.L. n. 397/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Istituzione della Fondazione dei Santuari Mariani del Tirreno e dell’Esaro” (P.L. n. 398/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Chiappetta, Dattolo, Bilardi, Serra – “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio sanitario regionale” (P.L. n. 399/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Modifiche ed integrazioni agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 405/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Annunzio di Proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti Proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Agenzia della Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura (Arcea) – Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. n. 518 del 6.12.2012)” (P.P.A. n. 201/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Por Calabria Fse 2007-2013. Rettifica parziale della deliberazione di Giunta regionale n. 433 del 5 ottobre 2012, recante: “Presa d’atto del programma operativo regionale Calabria Fse 2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 6737 del 10 settembre 2012 della Commissione europea ed approvazione del nuovo Piano finanziario per Assi prioritari ed obiettivi specifici comuni” (Delibera G.R. n. 490 del 6 novembre 2012)” (P.P.A. n. 202/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Por Calabria FSE 2007/2013. Proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fse 2007-2013 per il Piano di azione e coesione (Delibera G.R. n. 502 del 15 novembre 2012)” (P.P.A. n. 203/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, una proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Talarico F. – “Modifica ed integrazioni al Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 204/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 541 del 10 dicembre 2012, recante: “Piano regionale – Legge regionale 12 giugno 2009, n. 198 <Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali>”. (Parere n. 49)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 517 del 6 dicembre 2012, recante: “Politiche di snellimento e semplificazione amministrativa di cui alla legge regionale n. 19/2009, art. 5, comma 7” (Parere n. 50)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 491 del 12 novembre 2012, recante: “Adozione della proposta di programmazione del Por Calabria Fesr 2007-2013 e autorizzazione all’Autorità di gestione a sottoporla ai membri del Comitato di sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea” (Parere n. 51)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Integrazione e modifica di deliberazione

La Giunta regionale con deliberazione n. 476 del 6 novembre 2012 ha modificato ed integrato la precedente deliberazione n. 377 del 22 agosto 2012, recante: “Quadro territoriale regionale paesaggistico  (Qtrp) articoli 17 e 25 legge regionale 14 aprile 2002, n. 10. Approvazione” (P.P.A. n. 192/9^).

Promulgazione di leggi regionali

In data 4 dicembre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 4 dell’11 dicembre 2012 al Bur n. 22 dell’1 dicembre 2012:

legge regionale 4 dicembre 2012, n. 60, recante: “Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 concernente <Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300>”;

legge regionale 4 dicembre 2012, n. 61, recante: “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali”;

legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62, recante: “Istituzione di ecomusei in Calabria”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 29 novembre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato Regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 3 del 7 dicembre 2012, al Bur n. 22 dell’1 dicembre 2012:

Regolamento regionale n. 11 del 29 novembre 2012, concernente <Disposizioni relative all’Ufficio legislativo della Giunta regionale>.

Proposta di legge numero 404/9^, recante: “Seconda variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2012 ai sensi dell’articolo 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8” (Del. n. 258)

“Art. 1

(Variazione compensativa nell'ambito delle spese autorizzate con il bilancio 2012)

1. Alle autorizzazioni di spesa disposte con la tabella C di cui all'articolo 2 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48 recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (Legge finanziaria)" e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le variazioni, in termini di competenza e cassa, indicate nella tabella n. 1 allegata alla presente legge, per un importo complessivo di euro 10.000.000,00.

2. Alla relativa copertura finanziaria si provvede attraverso la variazione in negativo per il medesimo importo, in termini di competenza e cassa, dello stanziamento dei capitoli indicati nella tabella n. 2 allegata alla presente legge.

 3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.

Articolo 2

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 204/9^, recante “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale” (Del. n. 259)

"Il Consiglio regionale

Vista la proposta di modifica ed integrazione al Regolamento interno del Consiglio regionale, presentata dal Consigliere regionale Talarico Francesco

Delibera

di modificare ed integrare il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:

Relazione illustrativa

La presente proposta è composta da un solo articolo, i cui commi contengono le modifiche da apportare al Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, che si sono rese necessarie in seguito alla soppressione del Comitato regionale di controllo contabile operata dalla deliberazione del Consiglio regionale 19 settembre 2011, n. 135. Per effetto di tale soppressione, infatti, le funzioni precedentemente svolte dal Comitato regionale di controllo contabile sono state trasfuse alla Commissione speciale di vigilanza.

Art. 1

1. La rubrica, dell'indice analitico, relativa all'articolo 76 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale dell' 1 agosto 2011, n. 123) è sostituita dalla seguente: "Commissione speciale di vigilanza".

2. All'articolo 6, comma 4 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "del Comitato Regionale di controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti: " della Commissione speciale di vigilanza".

3. All'articolo 43, comma 4, lettera d) del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "del Comitato Regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti: "della Commissione speciale di vigilanza",

4. All'articolo 44, commi 3 e 4 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "del Comitato Regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti: "della Commissione speciale di vigilanza".

5. La rubrica dell'articolo 76 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità è sostituita dalla seguente: "Commissione speciale di vigilanza".

6. All'articolo 76, commi 1 e 3, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità le parole "Il Comitato regionale di Controllo Contabile" sono sostituite dalle seguenti: "La Commissione speciale di vigilanza”.

Esame abbinato delle proposte di legge numero 288/9^, 289/9^, 270/9^, recante: “Istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo per l’agricoltura” (Del. n. 260)

Art. 1

(Istituzione dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese)

1. Ai sensi dell'articolo 54, comma 3, dello Statuto regionale, è istituita l'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese - (ARSAC), ente strumentale della Regione Calabria munito di personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale, contabile e finanziaria.

2. L'Azienda ha sede legale in Cosenza. Esercita le funzioni e le attività di cui alla presente legge nel quadro della programmazione regionale e secondo le direttive impartite dalla Regione in armonia con gli obiettivi e gli orientamenti delle politiche comunitarie, nazionali e regionali, in materia di agricoltura.

Art. 2

(Finalità e compiti dell'Azienda)

1. L'azienda favorisce l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale.

2. L'azienda esercita le funzioni dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007 n. 9 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007, articolo 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002), non connesse alla procedura di liquidazione in corso, anche avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie da questa trasferite:

a) promuove e svolge i servizi di sviluppo dell'agricoltura, secondo la normativa della Unione Europea, nazionale e regionale, sulla base della programmazione regionale di settore e predisponendo adeguati e specifici progetti;

b) elabora e realizza progetti di sviluppo sperimentale e dimostrazione dì tutto ciò che attiene le attività di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari. Cura e promuove, altresì, lo sviluppo dell'agricoltura biologica, dei sistemi di lotta guidata ed integrata e di risanamento e difesa dei terreni a tutela dell'ambiente e della qualità;

c) promuove e gestisce progetti di trasferimento dell'innovazione tecnologica, di concerto con il sistema universitario e della ricerca regionale, l'adozione delle innovazioni di processo e di prodotto e delle tecniche di management, gestione aziendale e marketing. A tal fine gestisce e se necessario istituisce, nell'ambito di specifici progetti pluriennali a valere su risorse comunitarie, nazionali e regionali, presso le proprie strutture provinciali, aziende sperimentali dimostrative e di orientamento produttivo;

d) partecipa, in collegamento con enti, istituti ed università, prioritariamente afferenti al sistema regionale della ricerca in agricoltura, con rapporti di collaborazione e partenariato, anche federativo, a progetti di sviluppo sperimentale strettamente finalizzati al trasferimento tecnologico;

e) sentito il Dipartimento Agricoltura attua, altresì, i piani triennali dei servizi di sviluppo agricolo, previsti dalla legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria), che l'Azienda progetta, organizza e coordina;

f) promuove la crescita della professionalità delle imprese, lo sviluppo dell'associazionismo e della cooperazione, iniziative di marketing territoriale a sostegno delle produzioni agricole ed agroalimentari, nonché l'istituzione e lo svolgimento dei servizi collettivi a favore delle imprese, sia nella produzione che nella gestione;

g) fornisce assistenza tecnica e contabile alle aziende agricole nonché alle organizzazioni cooperative e associative dei produttori agricoli e alle formazioni societarie miste a prevalente partecipazione agricola;

h) espleta le attività di controllo funzionale e taratura delle attrezzature agricole atte alla distribuzione dei prodotti fitosanitari, attraverso l'istituzione di apposito Servizio Regionale di Controllo Funzionale e Taratura, in ossequio alla direttiva Europea n. 128/09 ed alla normativa EN 13790/2003;

i) contribuisce, su richiesta del Dipartimento Agricoltura, con proprio personale tecnico, all'attuazione della PAC e di ogni altra attività volta al settore agricolo, agroambientale ed agroindustriale;

j) concorre con proprie proposte alla elaborazione del piano regionale di sviluppo per il settore agricolo;

k) provvede ogni anno, in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione, ad elaborare una dettagliata relazione sullo stato dell'agricoltura ed a trasmetterla al Dipartimento Agricoltura. La relazione deve riguardare in particolare l'evoluzione tecnico-economica del settore in Calabria e le opportunità di sviluppo;

l) coadiuva le attività previste dell'articolo 2, commi 1 e 2 della legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48 (Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Calabria);

m) contribuisce su richiesta del Dipartimento Agricoltura, con proprio personale tecnico, ad attività tecniche, amministrative e di controllo dell'organismo pagatore (ARCEA);

n) provvede all'esercizio degli impianti di cui all'articolo 11 comma 15.

3. La Giunta regionale, su proposta del Dipartimento Agricoltura, può affidare all'Azienda ulteriori e specifici compiti nell'ambito degli interventi pubblici, anche riferiti all'attuazione di disposizioni statali o dell'Unione Europea. I compiti affidati all'Azienda devono interessare tutto il territorio regionale o, comunque, significativi ambiti territoriali della Regione.

4. L'Azienda presta, altresì, su richiesta, attività di consulenza ed assistenza per studi e progetti agli enti locali ed agli organismi pubblici operanti nel territorio regionale.

5. Restano comunque escluse le funzioni assegnate da legge statale ad enti locali od autorità statali, ove da questi non conferite o delegate.

6. Nello svolgimento dei compiti affidati con la presente legge, l'Azienda opera con il metodo della programmazione, che deve essere articolata e strutturata con quella della regione. La Giunta regionale su proposta dell' Assessore all'Agricoltura provvede ad impartire le indicazioni di base per la predisposizione dei piani e dei programmi dell'Azienda.

7. L'Azienda redige un programma pluriennale di sviluppo che deve essere coerente con i contenuti di cui al comma 8 e correlato con la relazione annuale sui risultati. Il programma definisce gli obiettivi, i risultati attesi e quantifica le risorse occorrenti.

8. Il programma pluriennale viene attuato con i progetti annuali che costituiscono parte integrante del bilancio dell'Azienda. I progetti annuali sono definiti con sufficiente dettaglio tale da poter essere prontamente attuativi tenendo conto delle necessità dei singoli comparti operativi.

Art. 3

(Organi e Vigilanza)

1. Sono organi dell'Azienda:

a) il direttore generale;

b) il comitato tecnico di indirizzo;

c) il collegio dei sindaci.

2. La vigilanza sull'ente è esercitata dalla Giunta regionale per il tramite del Dipartimento Agricoltura.

Art. 4

(Il Direttore generale)

1. Il direttore generale è individuato dalla Giunta regionale tra persone in possesso dei requisiti per assumere l'incarico di dirigente generale ai sensi della legge regionale 13 maggio 1996 n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) e s.m.i. e di accertata esperienza dirigenziale almeno quinquennale. Il Direttore generale è nominato dal Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione della Giunta, ed il relativo incarico è conferito con contratto di diritto privato per un periodo di tre anni. In relazione al raggiungimento degli obiettivi, il direttore nominato è soggetto a valutazione dei risultati, ai sensi della l. r. 7/1996 e s.m.i. Il trattamento economico è equiparato a quello dei dirigenti generali dei dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità.

2. In ogni caso, non può essere nominato direttore generale:

a) colui che ha riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione;

b) colui che è sottoposto a procedimento penale per delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza;

c) colui che è o è stato sottoposto, anche con procedimento non definitivo, ad una misura di prevenzione;

d) colui che è sottoposto a misura di sicurezza detentiva, libertà vigilata o provvisoria;

e) colui che si trovi in situazione di conflitto, anche potenziale, d'interessi;

f) colui che ricopre incarichi politici in partiti o movimenti, nonché incarichi sindacali, ovvero li ha ricoperti nell'ultimo biennio;

g) colui che ricopre incarichi elettivi, ovvero li ha ricoperti nell'ultimo triennio.

3. Decade automaticamente dalla carica colui che, dopo la nomina, si venga a trovare nelle condizioni di cui al comma 2. La Giunta regionale, dichiarata la decadenza, provvede a nuova nomina.

4. Il Direttore generale è il legale rappresentante dell'azienda, assiste il comitato tecnico e ne attua gli indirizzi, compie gli atti necessari per la realizzazione delle finalità dell'Azienda, dirige, sorveglia, coordina la gestione complessiva e ne è responsabile.

5. Il direttore generale, nell'esercizio delle predette funzioni, è coadiuvato da un direttore amministrativo e da un direttore tecnico, i quali partecipano alla direzione dell'Azienda, assumono la diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla loro competenza e concorrono, con la formulazione di proposte e di pareri, alla formazione delle decisioni del direttore generale. Il direttore amministrativo e il direttore tecnico sono nominati con delibera della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore all'Agricoltura, e sono scelti prioritariamente tra i dirigenti dell'Azienda con contratto di pubblico impiego. Il trattamento economico del direttore amministrativo e del direttore tecnico non può essere superiore a quello previsto per i dirigenti di settore dei dipartimenti della Giunta regionale, considerando solo le voci relative allo stipendio tabellare, alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato, con esclusione di ogni altra indennità.

6. Il direttore generale, in particolare, provvede a:

a) deliberare sull'organizzazione degli uffici in esecuzione dell'atto aziendale;

b) approvare il bilancio preventivo e le variazioni che occorre apportare ad esso nel corso dell'esercizio;

c) adottare il rendiconto generale, previa relazione del collegio dei sindaci;

d) proporre alla Giunta regionale l'acquisizione di beni immobili;

e) deliberare in ordine a concessioni, autorizzazioni, contratti e convenzioni che incidono sulla gestione del patrimonio affidato all'ente o che ne vincolano la disponibilità per una durata superiore ad un anno, ovvero costituiscono diritti obbligatori a favore di terzi, previa autorizzazione della Regione;

f) deliberare sull'accettazione di lasciti, donazioni e di ogni altro atto di liberalità;

g) deliberare sulle liti attive e passive e sulle transazioni, salvo non incidano su diritti reali inerenti il patrimonio immobiliare affidato;

h) formulare le richieste di assegnazione del personale regionale;

i) deliberare su tutti gli altri affari che gli siano sottoposti dal comitato tecnico di indirizzo di cui all'articolo 5;

j) coordinare le attività dei direttori amministrativo e tecnico, e nominare i responsabili delle strutture operative dell'Azienda.

7. In caso di vacanza dell'ufficio, ovvero nei casi di assenza o di impedimento del direttore generale, le relative funzioni sono svolte dal direttore amministrativo. Se l'assenza o l'impedimento si protrae oltre sei mesi, si procede necessariamente alla sostituzione.

Art. 5

(Comitato Tecnico di Indirizzo)

1. Il Comitato Tecnico d'Indirizzo (CTI) supporta la definizione delle linee generali di indirizzo strategico dell'azienda, vigila sulla loro attuazione e ne verifica il conseguimento, relazionando alla Giunta regionale, annualmente o su richiesta. Il Comitato adotta un proprio regolamento entro tre mesi dall'insediamento.

2. Il CTI è nominato con deliberazione della Giunta regionale ed è composto da cinque membri esperti della materia, di cui tre individuati dalla Giunta regionale e due designati, secondo criteri di rotazione, in rappresentanza della quattro organizzazioni agricole maggiormente rappresentative e da queste scelti tra soggetti di comprovata esperienza, esterni alle organizzazioni medesime.

3. La partecipazione al comitato è gratuita; ai componenti compete solo il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate nella misura e nelle forme previste per il personale regionale non dirigenziale con la qualifica più elevata, per un massimo di una seduta mensile.

Art. 6

(Collegio dei sindaci)

1. Il collegio dei sindaci è composto da un presidente, due membri effettivi e due supplenti, nominati dal Consiglio regionale tra gli iscritti all'albo dei revisori dei conti, per la durata di anni tre.

2. Il collegio esercita il controllo sulla gestione contabile e finanziaria dell'Azienda e redige una relazione annuale che viene allegata al rendiconto consuntivo, finanziario, patrimoniale ed economico.

3. Il collegio esercita la funzione di vigilanza sulla gestione finanziaria dell'Azienda, riferendo su di essa, annualmente o dietro richiesta, al comitato tecnico di indirizzo ed alla Giunta regionale; redige relazioni sul bilancio di previsione, sul rendiconto generale e sui risultati di gestione.

4. Ai componenti del collegio dei sindaci vengono corrisposti i compensi determinati ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale), diminuiti del 20 per cento.

Art. 7

(Organizzazione)

1. L'organizzazione dell'Azienda è contenuta in un atto aziendale adottato dal Direttore generale, nel rispetto delle previsioni normative e di contrattazione collettiva in materia di relazioni sindacali e previa determinazione del fabbisogno di personale, ed approvato dalla Giunta regionale.

2. L'atto aziendale definisce l'organizzazione interna dell'ente ed individua le strutture operative delle sedi operative provinciali e periferiche.

3. Nelle more dell'approvazione dell'atto aziendale definitivo, il direttore generale adotta un atto aziendale provvisorio approvato dalla Giunta regionale.

4. Per lo svolgimento delle funzioni e dei compiti ad essa demandati, l'Azienda organizza i propri uffici e settori in base a criteri di efficacia, efficienza ed economicità.

5. Al fine di assicurare la massima funzionalità dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di divulgazione agricola, l'Azienda provvede alla loro riorganizzazione su base territoriale, attraverso la soppressione o l'accorpamento di sedi. In particolare, quanto ai centri di divulgazione agricola, fatta salva 'la più complessiva riorganizzazione, sono immediatamente soppresse le sedi che, alla data di entrata in vigore della presente legge, non trovano allocazione unitaria presso le sedi dell'Azienda, come individuate all'articolo 1, comma 2, e dei centri sperimentali dimostrativi; le relative funzioni sono accorpate al centro di divulgazione agricola più prospiciente per territorio.

Art. 8

(Bilanci e rendiconti)

1. I bilanci ed i rendiconti sono soggetti alle disposizioni di cui all'articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) e successive modifiche ed integrazioni. Si applicano i principi della contabilità analitica per centri di costo.

Art. 9

(Risorse)

1. In connessione alle funzioni di cui all'articolo 2, comma 2, e dell'organizzazione territoriale di cui agli articoli 1, comma 2 e 7, comma 5, il patrimonio dell'Azienda è costituito da tutti i beni immobili e mobili pertinenziali dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione ai sensi dell'articolo 5 della l. r. 9/2007, che, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono adibiti a sedi provinciali degli uffici di quest'ultima ed a sedi territoriali dei centri sperimentali dimostrativi e dei centri di divulgazione agricola, nonché dai beni di cui all'articolo 11, comma 15.

2. Qualora lo richiedano esigenze di migliore funzionalità dell'Azienda, connesse alla sua organizzazione sul territorio, il direttore generale può proporre alla Giunta regionale l'acquisizione dall'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione, di altri beni immobili, e mobili pertinenziali, inclusi nel patrimonio di questa.

3. Fermo quanto previsto al comma 2, tutti i beni non trasferiti ai sensi di quanto disposto al comma 1, rimangono nella piena disponibilità dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione, ad eccezione del patrimonio afferente il Polo Soprassuoli Boschivi, per il quale valgono le disposizioni di cui all'articolo 11, comma 12.

Art. 10

(Personale)

1. La pianta organica dell'Azienda è coperta mediante il personale:

a) transitato dall'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione, ad esclusione:

1. delle unità addette alle attività ed ai servizi inerenti il patrimonio indicato all'articolo 9, comma 3, della presente legge, rimasto nell'ambito della procedura di liquidazione dell'Agenzia regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura;

2. delle unità addette alle attività ed ai servizi inerenti il patrimonio afferente il Polo Soprassuoli boschivi, per il quale valgono le disposizioni di cui all'articolo 11, comma 12;

b) trasferito o comandato dalla Regione Calabria, su domanda o d'ufficio.

2. Qualora lo richiedano esigenze connesse alla organizzazione funzionale dell'Azienda, non soddisfatte attraverso la formazione della pianta organica ai sensi del comma 1, il direttore generale può proporre alla Giunta regionale il trasferimento di altro personale dall'Azienda regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura, in liquidazione.

3. Ciascun dipendente comunque transitato alle dipendenze dell'Azienda rimane sottoposto al regime contrattuale in essere al momento della approvazione della presente legge, e permane nel proprio stato giuridico ed economico.

4. Sin dall'adozione dell'atto aziendale provvisorio di cui all'articolo 7, comma 3, e dalla prima regolamentazione organica, gli incarichi di tutto il personale di cui ai commi 1 e 2 sono attribuiti in base alla nuova organizzazione dell'Azienda, fatti salvi i diritti e le qualifiche proprie del personale stesso.

5. Sino all'approvazione dell'atto aziendale definitivo, e comunque fino alla conclusione delle procedure di liquidazione dell'ARSSA disposte con legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, l'Azienda non può procedere a qualsiasi tipo di assunzione, ovvero di trasformazione o modificazione dei rapporti di lavoro in essere. Solo successivamente, è possibile procedere alla copertura dei fabbisogni di personale ed alla sostituzione del personale cessato dal servizio, secondo le percentuali stabilite dalla legislazione vigente in materia di turn over e compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate.

Art. 11

(Disposizioni transitorie e finali)

1. In fase di prima applicazione il direttore generale dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese:

a) è nominato entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge;

b) adotta, entro trenta giorni dalla nomina, l'atto aziendale, di cui all'articolo 7, nonché il bilancio preventivo per l'esercizio finanziario 2013, ai sensi dell'articolo 4, comma 6, lettera b).

2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge decadono di diritto il Commissario liquidatore ed il Vice Commissario dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA), posta in liquidazione ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, ed i relativi contratti a tempo determinato cessano di avere efficacia. Con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, sono nominati, con scadenza al 31 dicembre 2014, il Commissario liquidatore dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA), ed un sub Commissario, con funzioni anche vicarie, al quale il Commissario delegherà il compimento di specifiche operazioni. Nelle more di tale nomina si applica l'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione della legge regionale 5 agosto 1992, n. 13). A decorrere dalla data di nomina del Direttore generale il Commissario liquidatore ed il sub Commissario esercitano esclusivamente le funzioni finalizzate alla liquidazione di detta Agenzia (ARSSA) ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9. Alla scadenza degli incarichi di cui al secondo periodo del presente comma, il Direttore generale dell' Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura calabrese assume le funzioni di Commissario liquidatore unico dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA), svolgendo tali funzioni senza percepire compensi aggiuntivi. La procedura di liquidazione dovrà essere conclusa il 31 dicembre 2015.

3. La gestione liquidatoria dell'agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura -ARSSA, è svolta in modo da assicurare la distinzione economica e finanziaria della stessa rispetto alla gestione corrente della nuova Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese.

4. Fatta salva qualsiasi misura da intraprendere in attuazione delle diposizioni contenute nel decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, entro sessanta giorni dalla decorrenza di cui al comma 5, il direttore generale adotta le iniziative di cui all'articolo 9, comma 1, della l.r. n. 2212010, con le modalità e per gli obiettivi ivi previsti, al fine di conseguire, a partire dal 2013, un risparmio di almeno il 20 per cento rispetto alla spesa per il personale sostenuta nell'anno 2011 dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura -ARSSA, in liquidazione, assumendo come riferimento la spesa rapportata alle unità di personale transitate alle dipendenze dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese.

5. Le funzioni di cui all'articolo 2 sono esercitate dall'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese con decorrenza dal 1 gennaio 2013.

6. Entro sessanta giorni dalla nomina di cui al comma 2 il commissario liquidatore dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura ARSSA:

a) provvede al trasferimento, in favore dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese, delle funzioni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie come individuate agli articoli 9 e 10, non necessarie al completamento della fase di liquidazione, nel rispetto del regime contrattuale in essere al momento dell'approvazione della presente legge, e con la decorrenza di cui al comma 5;

b) trasmette al dipartimento della Giunta regionale competente in materia di agricoltura, nonché al dipartimento competente in materia di bilancio, il piano di liquidazione dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA, nel quale sono indicate le poste attive e quelle passive nonché le modalità di estinzione di queste ultime, da effettuarsi anche previo accordo transattivo con i creditori su un piano di rientro pluriennale.

7. La Giunta regionale delibera sull'approvazione del piano di liquidazione di cui al comma 6, lettera b), assumendo, altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla chiusura della liquidazione.

8. In nessun caso nel corso della gestione liquidatoria i debiti pregressi dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA possono gravare sull'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese.

9. Conclusa la liquidazione il commissario liquidatore trasmette ai dipartimenti di cui al comma 6, lettera b), il bilancio finale della liquidazione.

10. La Giunta regionale delibera sull'approvazione del bilancio finale della liquidazione, assumendo, altresì, le determinazioni eventualmente necessarie alla chiusura della liquidazione.

11. L'approvazione del bilancio finale della liquidazione determina l'estinzione dell'Agenzia regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura ARSSA, e il trasferimento all'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese delle poste attive e delle risorse strumentali e finanziarie residue. nonché del personale impiegato nella gestione liquidatoria da destinare all'espletamento delle funzioni di cui all'articolo 2 comma 2.

12. All'articolo 5 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Nell'ambito della liquidazione, il commissario dovrà trasferire all'Ente deputato a svolgere le funzioni di forestazione allorquando costituito, l'intero patrimonio afferente il Polo Soprassuoli Boschivi facente parte del patrimonio dell'ARSSA con il relativo personale preposto, che sarà inquadrato nei ruoli dell'Ente subentrante ed al quale si applicheranno le disposizioni di cui alla legge istitutiva dello stesso.

13. Sono abrogati i commi 3, 4, 5 e 6 dell'articolo 5 della l.r. n. 9/2007, nonché tutte le disposizioni di legge regionale incompatibili con quelle della presente legge.

14. All'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese si applicano, in quanto compatibili, tutte le disposizioni della legge regionale 14 dicembre 1993, n. 15, riguardanti l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura - ARSSA."

15. I beni immobili e mobili pertinenziali costituenti gli impianti a fune di Lorica e Camigliatello fanno parte, insieme alle relative risorse del patrimonio dell'Azienda regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura calabrese, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, ed il personale adibito all'esercizio di tali impianti è trasferito alle dipendenze dell'Azienda, ai sensi dell'articolo 10.

16. Alla legge regionale 7 marzo 2010, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:

a) all'articolo 3, il comma 2 è sostituito dal seguente:

"2. Il prezzo di vendita viene determinato dal Commissario liquidatore o dal sub Commissario liquidatore appositamente delegato ai sensi dell'articolo 11, comma 2, coadiuvati da due funzionari dell'Agenzia e/o della istituenda Azienda. La stima viene redatta sulla base dei valori agricoli medi di cui alla legge 22 ottobre 1971, n. 865 e successive modificazioni con eventuali variazioni in più o in meno entro i1 20 per cento in funzioni della peculiarità del fondo";

b) nell'articolo 7, al comma 1 bis, la parola "tre" è sostituita dalla parola "cinque".

17. Per le attività relative ai beni immobili della riforma fondiaria di cui agli articoli 9,10,11 della legge 30 aprile 1976, n. 386, in base al disposto dell'articolo 24 della legge 8 maggio 1998, n. 146, nei modi e nelle forme previste dalla legge regionale 7 marzo 2000, n. 10 e s.m.i., l'Agenzia può avvalersi della istituenda Azienda.

Art. 12

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati in euro 26.800.000,00, per ciascuno degli esercizi finanziari 2013 e 2014, si provvede con le rispettive leggi di approvazione del bilancio di previsione annuale e leggi finanziarie di accompagnamento, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all'UPB 2.2.04.03 dello stato di previsione della spesa.

2. I risparmi di spesa conseguenti alle riduzioni di cui all'articolo 9 del decreto legge 6 luglio 2012 n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini) a valere sull'importo degli stanziamenti dell'UPB 2.2.04.03 per l'esercizio finanziario 2012, sono destinati, nei limiti della effettiva disponibilità di risorse, alla copertura delle spese di liquidazione dell'ARSSA per gli esercizi 2013 e 2014. Alle medesime finalità sono altresì destinati i proventi derivanti dall'alienazione del patrimonio rimasto nella piena disponibilità dell'ARSSA in liquidazione ai sensi dell'articolo 9, comma 3.

3. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 11, comma 1, lettera a), della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 100.000,00 si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 - capitolo 7001101 - inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente" dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotta del medesimo importo.

4. La disponibilità 'finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell'UPB 2.2.04.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

Art. 13

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 405/9^, recante: “Modifiche agli articoli 50 e 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria) (Del. n. 261)

Art. 1

(all'articolo 50 l. r. 19/2002)

1. Al comma 6 bis, dell'articolo 50, della legge regionale 16 aprile 2002,  n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio -Legge urbanistica della Calabria) dopo le parole: " ... delle zone", le parole “A, B, D, F e C lottizzate così come previsto dal" sono così sostituite: "... omogenee vigenti ed elencate al".

Art. 2

(Modifica all'articolo 65 l.r. 1912002)

1. Al comma 2, lettera a), dell'articolo 65 della l.r. 19/2002, dopo le parole: "... rimangono in vigore" le parole "... fino all'adozione (ai sensi dei comma 4 dell'art. 27 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i.)" sono così sostituite: "... limitatamente alle zone omogenee riportate nel successivo punto b) fino all'adozione".

Ordine del giorno numero 92 del 14.12.2012 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Scalzo, Battaglia, De Gaetano “Sui precari del comparto sanitario con contratto in scadenza”

“Il Consiglio regionale

premesso che:

al 31 dicembre del corrente anno sono in scadenza i contratti dei precari della sanità calabrese circa 1650;

il decreto Balduzzi prevede una proroga fino al 31.07.2013 del personale ricadente “nell’area sanitaria” escludendo, per quanto riguarda la Calabria circa 850 precari che sono addetti in profili professionali non sanitari, ma indispensabili all’erogazione dei servizi sanitari e al conseguente mantenimento dei LEA;

nel sistema sanitario calabrese alla luce di quanto sopra espresso si creerebbero le condizioni di un collasso sanitario, poiché dall’ottobre 2010 ad oggi sono andati in pensione circa 2155 dipendenti appartenenti a quasi tutti i profili professionali, senza essere stati sostituiti per il blocco del turnover;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale nella sua qualità di commissario per l’attuazione del piano di rientro, di porre in essere tutti gli atti necessari per impedire che il sistema sanitario imploda, poiché costretto a non poter più disporre degli 850 precari in scadenza al 31.12.2012, indispensabili al fine di assicurare il mantenimento dei LEA”.

Mozione numero 81 del 14.12.2012 a firma dei consiglieri Gallo, Orsomarso, Chizzoniti, Magno, Morrone, Grillo, Scalzo, Franchino, Talarico, Tripodi “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino”

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

dall’autunno 2010 il versante calabro del Pollino è interessato da uno sciame sismico che ha fin qui fatto registrare oltre 2.500 scosse di intensità superiore a magnitudo 2.0;

il 26 ottobre del 2012, alle ore 1.06, il paese di Mormanno e quelli viciniori di Laino Borgo e Laino Castello, sono stati interessati da una scossa di magnitudo 5.0 che ha causato gravi danni alle cose e disagi alle persone;

a seguito del detto evento, il Governo, anche su sollecitazione della Regione Calabria, ha decretato lo stato di emergenza, nominando quale commissario delegato per l’attuazione degli interventi necessari il Prefetto di Cosenza, S. E. Raffaele Cannizzaro;

la Regione Calabria in tutte le sue articolazioni, a partire dal Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, sin dalle prime ore successive alla scossa tellurica del 26 ottobre u.s., ha manifestato il proprio impegno per contribuire al celere ripristino della normalità nelle aree colpite dal sisma;

per manifestare vicinanza e solidarietà alle popolazioni interessate, ma pure per mettere in campo ogni strategia d’intervento utile e possibile nell’ambito delle proprie competenze, la Quarta commissione consiliare regionale “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente” ha avviato un’indagine conoscitiva sugli effetti del sisma e sulle procedure necessarie all’attivazione di processi virtuosi, anche legislativi, di superamento dell’emergenze e di ripristino delle condizioni di sicurezza e vivibilità;

nell’ambito di detta indagine, il 5 dicembre 2012, nei saloni del consorzio di bonifica di Mormanno, la Quarta commissione s’è riunita per una serie di audizioni;

a dette audizioni hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Mormanno, i rappresentanti del Comune di Laino Borgo, il Vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio, la Provincia di Cosenza, l’Ente Parco nazionale del Pollino, la Protezione Civile;

dalle predette audizioni è emerso che, alla data del 5 dicembre, con riferimento alla sola Mormanno, 265 sono le ordinanze di inagibilità emesse, 100 le famiglie sgomberate, 23 gli esercizi commerciali chiusi e che inagibili sono stati altresì dichiarati l’ospedale, l’ufficio postale e 8 delle 10 chiese cittadine, mentre l’intera area del centro storico è stata dichiarata zona rossa, e perciò esclusa da ogni possibilità di accesso o transito;

gli intervenuti hanno coralmente valutato come esiguo e per molti versi irrisorio lo stanziamento da 10 milioni di euro annunciato dal Governo centrale;

tutti hanno espresso netta contrarietà all’ipotesi di destinare la gran parte delle poche risorse comunque disponibili ad operazioni di semplice puntellamento degli edifici pericolanti, ritenendo invece opportuno, pur garantendo senza titubanza le ragioni di sicurezza, destinare i finanziamenti esistenti e quelli che verranno ad opere di recupero e consolidamento;

a tal fine tutti hanno concordato sull’opportunità di predisporre con urgenza e celerità un piano di consolidamento, sollecitando la Regione Calabria ad assumere un ruolo di primo piano e di guida, concordemente e di concerto al Commissario delegato per l’emergenza terremoto, S. E. il Prefetto Raffaele Cannizzaro;

Tutto quanto premesso e considerato

Conferisce

espresso mandato alla Quarta commissione consiliare regionale a proseguire senza indugio nella sua attività conoscitiva e di controllo, attraverso la convocazione di una nuova seduta per procedere all’audizione dell’Assessore  regionale ai lavori pubblici, Pino Gentile, e del Sottosegretario regionale alla Protezione Civile, Franco Torchia, in ordine alle procedure attivate e da attivarsi in relazione ai piani di superamento dell’emergenza e di intervento per il consolidamento delle zone terremotate;

Impegna

il governo regionale ad attivare tutte le iniziative utili ed opportune per aprire un confronto col Governo centrale, affinché in stretto coordinamento con la Regione medesima, gli enti locali ed il Commissario delegato per l’emergenza terremoto si individuino le risorse finanziarie e le iniziative progettuali utili al superamento dell’emergenza;

il medesimo governo regionale a voler individuare risorse proprie, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e le esigenze di bilancio, da investire nell’opera di consolidamento e bonifica idrogeologica del territorio, oltre che a sostegno delle famiglie, dell’economia privata e delle imprese del territorio;

il governo regionale che con l’approvazione del bilancio di previsione e del collegato allo stesso venga normativamente ed amministrativamente prevista la sospensione del pagamento di tributi di matrice regionale in favore delle sole popolazioni colpite dal sisma, per come del resto auspicato dall’assemblea consiliare regionale con mozione approvata nei giorni scorsi ed alla luce dell’impegno in tal senso assunto dallo stesso Presidente della Giunta regionale”.

Ordine del giorno numero 93 del 14.12.2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla conclusione del progetto di accoglienza dei migranti afferenti all’Emergenza Nord Africa”

“Il Consiglio regionale

premesso che

con il DPCM del 12 febbraio 2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dal Nord Africa, poi prorogato al 31 dicembre 2012 con il DPCM del 6 ottobre 2011;

il 30 marzo 2011 il Governo e le Regioni hanno sancito un accordo per la distribuzione dei migranti in tutte le Regioni (con l’esclusione dell’Abruzzo) e l’istituzione di una Cabina di Regia nazionale coordinata dal Governo e articolata nelle diverse realtà regionali;

il 6 aprile 2011 la Cabina di Regia nazionale ha integrato l’accordo con la previsione del piano di accoglienza dei profughi attraverso il sistema di protezione civile nazionale;

attualmente risultano presenti sul territorio italiano 26.490 migranti, di cui 18.271 ospitati dalle Regioni. Molti di questi sono cittadini di Stati africani diversi da quelli del Nord Africa e si tratta di persone che da anni vivevano nel territorio libico intrattenendo rapporti di lavoro. Dopo lo scoppio della guerra civile sono stati costretti a fuggire a causa delle persecuzioni da parte del governo libico;

la scelta del Governo Berlusconi è stata di considerare tutti i profughi quali richiedenti la protezione internazionale, subordinando così il soggiorno di queste persone al riconoscimento del loro diritto alla protezione da parte di apposite Commissioni denominate Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale;

tale scelta ha vincolato gli Enti locali a mantenere in essere i progetti di accoglienza debitamente finanziati dalla Protezione Civile per garantire ai migranti il diritto di essere auditi in Commissione;

Tenuto conto che:

il DPCM del 6 ottobre 2011 ha fissato nel 31 dicembre 2012 la chiusura dello stato di emergenza e la conseguente cessazione del finanziamento di tali progetti da parte della Protezione Civile;

Ritenuto che:

la chiusura del progetto di accoglienza rischia di destinare molte di queste persone (non autonome dal punto di vista abitativo, lavorativo ed economico) ad una vita di espedienti;

Impegna

la Giunta regionale ad attivarsi presso il governo nazionale affinché lo stato di emergenza venga prorogato anche per l’anno 2013 e conseguentemente i progetti di accoglienza vengano ulteriormente finanziati;

di sollecitare un provvedimento istituzionale da parte delle autorità nazionali idoneo a prendere atto della reale situazione e a garantire a coloro che hanno ricevuto il diniego (sia a quelli che abbiano interposto ricorso sia a quelli che non l’abbiano interposto) un Permesso di soggiorno per protezione umanitaria ad hoc, nel rispetto della dignità umana e della legge”.